Capitolo 3 . Il decentramento Bologna, 2013 1 I. Punti di riferimento storici II. I livelli del governo locale III. La distribuzione delle competenze e dei poteri IV. L’organizzazione dei servizi pubblici locali V. La finanza locale VI. Il personale del governo locale VII. Problemi e progetti attuali: il progetto del 2013 VIII.Problemi e progetti attuali: l’organizzazione delle metropoli IX. Problemi e progetti attuali: la questione del numero di livelli e della sovrapposizione delle competenze X. Problemi e progetti attuali: il finanziamento locale Bologna, 2013 2 I. Punti di riferimento storici Dal Seicento, uno Stato fortemente centralizzato La Rivoluzione del 1789: una fase di decentralizzazione ma, immediatamente dopo, la centralizzazione napoleonica Il sistema respira un po’ nell’Ottocento (specialmente durante la Terza Repubblica: importanti leggi del 1871 e del 1884) ma rimane fortemente centralizzato Bologna, 2013 3 Una tappa essenziale: gli anni ‘80 Una riforma cominciata con una legge del 2 marzo 1982, che ha trasformato profondamente il sistema senza andare verso una logica di stato federale né regionale (secondo il modello italiano o spagnolo): il sistema rimane unitario. Ciò che la riforma ha cambiato Ha stabilito un’organizzazione in tre livelli di governo locale generale (regioni, dipartimenti, comuni) Ha trasferito competenze significative ai tre livelli Azione economica (aiuti alle imprese) alla regioni Azione sociale al dipartimento Urbanistica ai comuni Ha trasferito delle risorse finanziarie: incluso le tasse Ha trasformato il controllo dello Stato sui governi locali: diventa un controllo puramente di legalità Bologna, 2013 4 Una riforma fallita nel 2003-2004 Un progetto ambizioso di riforma per la Costituzione (il testo iniziale del 1958 non dice molto sul decentramento) Dunque una riforma costituzionale che fa dire alla Costituzione che: - la Reppublica è decentralizzata - le relazione fra livelli di governo sono rese attraverso il principio di sussidarietà - è possibile realizzare una sperimentazione nell’organizzazione locale -è possibile fare in modo che un livello di governo locale “pilota” orienti l’azione dei livelli inferiori Ma questi principi, fortemente innovatori nel contesto francese, sono finora rimasti senza vere ricadute pratiche (sono troppo opposti alle abitudini nazionali, probabilmente) Bologna, 2013 5 Adesso, siamo in un nuovo ciclo di riforma -Una legge del 2010 ha tentato di razionalizzare il sistema, in particolare creando un collegamento tra la regione e il dipartimento (una assemblea commune) - Annullato dalla nuova maggioranza politica eletta nel 2012 - Un nuovo progetto adottato dal Consiglio dei Ministri nell’Aprile 2013 - Tre distinti disegni di legge: il primo sulle città e l’organizzazione metropolitana, il secondo sulle competenze e il terzo su altri aspetti dell’organizzazione - Perché tre testi? Il primo è meno conflittuale= ha piu di probabilità di essere adottato. Il resto? Da vedere! Bologna, 2013 6 II. I livelli del governo locale Ci sono 3 + 1 = 4 in effetti Regioni (22) Dipartimenti (96) Comuni (più di 36700!) Ma anche raggrupamenti di comuni : le comunità (« communautés urbaines », « communautés d’agglomération », « communautés de communes ») e queste « comunità » devono essere generalizzate su tutto il territorio nazionale entro il 2014 Cosi il sistema avrà 4 livelli Bologna, 2013 7 III.La distribuzione delle competenze e dei poteri Fra regioni, dipartimenti e comuni - In teoria, una logica di blocchi di competenze: - Regione: azione economica, sviluppo del territorio, trasporti ferroviali, licei.. - Dipartimento: azione sociale, scuole medie - Comune: urbanistica, servizi pubblici di prossimità (acqua, elettricità), scuole primarie… - In realtà, c’è una sovrapposizione di competenze: - Ruolo dei dipartimenti e dei comuni anche nell’azione economica - Ruolo dei comuni anche nell’azione sociale… Fra comune e « comunità », la logica di distribuzione delle competenze è diversa - le competenze delle « comunità » sono sottratte alle competenze dei comuni membri (trasferimento) Bologna, 2013 8 IV. L’organizzazione dei servizi pubblici locali La maggior parte dei servizi pubblici locali è stata esternalizzata: -o affidati ad enti di diritto pubblico (« établissements publics ») legati al governo locale + per taluni ambiti, questo è il modulo organizzativo più frequente (alloggi sociali) -o « delegati » (« délégation de service public ») ad una entità di diritto privato (puramente privata o di carattere misto) sulla base di un contratto +il « contrat de délégation de service public », uno dei tipi principali di contratto di diritto pubblico, disciplinato da una legge del 1993 ed elaborato secondo una procedura concorrenziale (gara)… + frequente per: l’elettricità, la distribuzione di acqua, la depurazione dell’acqua, i trasporti, i parcheggi… Bologna, 2013 9 V. La finanza locale I governi locali hanno tre categorie principali di risorse finanziarie (struttura finanziaria simile per tutti i livelli) -trasferimenti dal bilancio dello Stato +corrispondono ad aiuti antichi della Stato oppure alla compensazione di trasferimenti di competenze +possono raggiungere il 40 o il 50% del bilancio -imposte +a base immobiliare + una tassa, particolarmente remunerativa, sulle imprese: la “contribution économique territoriale” -prestiti: dopo le riforme degli anni ‘80, i governi locali possono prendere a prestito liberamente, ma a condizione che i loro bilanci siano in pareggio, rimborso dei prestiti inclusi Bologna, 2013 10 VI. Il personale del governo locale Come già spiegato, c’è una “funzione pubblica territoriale”, che è una parte della funzione pubblica Alcune caratteristiche: -una proporzione più alta (rispetto alla FP statale) di impiegati non funzionari (di diritto pubblico o di diritto privato) -una stabilità dell’impiego garantita in maniera parzialmente diversa -una mobilità (fra collettività territoriali) più difficile (non si può imporre un reclutamento ad un governo locale) -una sensibilità più forte ai cambiamenti politici (per i funzionari più alti) Bologna, 2013 11 VII. Problemi e progetti attuali: il progetto del 2013 Come già detto, un progetto di riforma è stato adottato dal Consiglio dei Ministri nell’Aprile 2013 (http://www.gouvernement.fr/sites/default/files/fichiers_joints/do ssier_de_presse_decentralisation.pdf) In effetti, 3 progetti di legge: -primo / le “metropoli” e lo statuto particolare delle 3 principali (Parigi, Lione, Aix-Marsiglia) -secondo/ competenze delle regioni, dei dipartimenti e dei comuni, e le c.d. posizioni di “capofila” -terzo/ competenze delle “comunità” , democrazia locale... Bologna, 2013 12 VIII. Problemi e progetti attuali: l’organizzazione delle metropoli I problemi fondamentali: -le basi dell’organizzazione territoriale sono state stabilite quando il Paese era essenzialmente rurale -nel tempo l’istituzione comunale è stata poco adattata all’evoluzione urbana +l’impossibilità politica di ridurre in maniera significativa il numero di comuni (ancora 36.700) + la creazione di strutture speciali per le agglomerazioni comunali (“communautés urbaines”, “communautés d’agglomération”) : ma è recente, non ancora generalizzata, con un grado di integrazione medio e insufficiente per trattare i problemi delle più grandi metropoli (nella competizione mondiale delle grande metropoli) Così, nel progetto attuale/... Bologna, 2013 13 Nel progetto attuale: - - - Un modello legale di metropoli (“métropole”) Accessibile alle “communautés urbaines” e “communautés d’agglomération” con più di 400.000 abitanti Avranno le competenze delle “communautés urbaines” e anche una parte delle competenze del dipartimento (azione sociale) Disposizioni specifiche per le 3 metropoli più grandi: Parigi: una “Métropole de Paris” che raggruppa Paris e le comunità vicine, con il potere di elaborare un “progetto metropolitano” Lione: una “Métropole de Lyon” che coincide con la “communauté urbaine de Lyon”, ma conquista tutte le competenze del dipartimento sul suo territorio Aix-Marsiglia: una “Metropole Aix-Marseille-Provence” che raggruppa la “Communauté Urbaine de Marseille” e cinque “communautés urbaines” vicine L’intento nascosto di tutto questo: far sparire parzialmente o totalmente il dipartimento dal territorio della metropoli. Bologna, 2013 14 IX. Problemi e progetti attuali: la questione del numero di livelli e della sovrapposizione delle competenze E’ chiaro che abbiamo troppi livelli -ma abbiamo anche delle sovrapposizioni di competenze -malgrado il principio dei “blocchi di competenze” -per ragioni già menzionate e perché i tre governi locali essenziali hanno anche una competenza generale (“clause générale de compétence”) di azione / tutti i problemi di interesse generale del loro livello Ma è politicamente difficile eliminare un livello, ed eliminare la “clause générale de compétence”. Oltre alla disciplina sulle metropoli, il progetto tenta di stabilire un sistema di c.d. “capofila” + la regione sarebbe “capofila” nell’ambito dello sviluppo economico e dei trasporti + il dipartimento in quelli dell’azione sociale, del turismo... + il comune in quelli della qualità dell’aria e della mobilità durevole (!) Bologna, 2013 15 X. Problemi e progetti attuali: il finanziamento locale Niente è previsto nel progetto attuale sulla finanza locale, ma è un problema importante. Specialmente: -I trasferimenti dal bilancio dello Stato sono stati ridotti -Il problema dei prestiti “tossici”: prodotti finanziari complessi indicizzati a valori molto volatili (come il Franco svizzero) = esplosione dei tassi In un altro progetto di legge (sulle attività finanziarie), prevista la creazione di un’Agenzia nazionale di finanziamento locale - forma di società - le istituzioni locali potrebbero diventare azioniste - l’Agenzia prenderebbe a prestito sui mercati finanziari e presterebbe alle istituzioni azioniste Bologna, 2013 16