L’EPIGRAMMA
L’epigramma in età arcaica e classica
In età arcaica l’epigramma è una breve e semplice
iscrizione, quasi sempre anonima, incisa su monumenti
funebri, doni votivi, erme.
In età classica si registra una notevole produzione di
epigrammi di più ampio respiro, privati e pubblici, talvolta
composti su commissione per intenti celebrativi (p. es.
l’epitafio composto da Euripide per i caduti ateniesi nella
spedizione contro Siracusa). Con Simonide l’epigramma
acquista dignità letteraria.
Kouros di età arcaica
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L’epigramma in età ellenistica
In età ellenistica l’affermarsi del libro come veicolo di diffusione letteraria
svincola definitivamente l’epigramma dalle occasioni concrete; nasce
l’epigramma libresco, destinato alla fruizione individuale mediata dalla
lettura.
Per l’ampia gamma delle sue tematiche,
per la semplicità della sua struttura metrica
e per la sua vasta diffusione l’epigramma
occupa nel sistema dei generi letterari di
età ellenistica il posto che in età arcaica
era stato proprio della poesia simposiale
(giambo, elegia, lirica monodica).
gioco simposiale del kòttabos
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L’epigramma in età ellenistica
In età ellenistica l’epigramma acquista uno specifico statuto di genere
letterario e diventa una delle forme poetiche più produttive, quella più
permeata dalla quotidianità e dal privato. Ecco le sue coordinate del
sistema della comunicazione:
L’epigramma nel sistema della comunicazione
occasione
assenza di un’occasione concreta
pubblicazione
libro/antologia
metro
distico elegiaco, forma breve e agile
temi prevalenti
 tematiche simposiali (vino e amore) e bucoliche (natura e
animali)
 erudizione (descrizione di opere d’arte, polemiche
letterarie)
 intrattenimento: sentenze, arguzie, aneddoti, invettiva
 epitafi reali e fittizi, per persone comuni, poeti del passato
e personaggi illustri o per animali
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Le scuole dell’epigramma
Una parte della critica moderna, partendo dagli studi di Reitzenstein e
combinando criteri tematici e geografici, distingue tre “scuole”, cioè tre
tendenze, nell’ambito dell’epigramma ellenistico:
scuole
temi e caratteristiche
scuola
peloponnesiaca
di ambiente dorico, fiorita tra fine IV e III sec. a.C., predilige
tematiche relative alla natura, al mondo dei bambini, degli
umili, delle attività manuali, all’amore
scuola
ionicoalessandrina
caratterizzata da uno stile limpido e dalla volontà di
sorprendere, predilige tematiche erotico-simposiali e
polemiche letterarie; si sviluppa tra fine IV e II sec. a.C.
scuola
fenicia
fiorita tra II e I sec. a.C., tratta di amore e di tematiche
epicuree, con uno stile ricco di pathos e di figure retoriche
L’epigramma > Le scuole dell’epigramma
La scuola peloponnesiaca
Tre sono i rappresentanti di maggior rilievo della
scuola peloponnesiaca.
Anite di Tegea in Arcadia (IV-III): compone per
lo più epitafi per fanciulle morte prematuramente
e per animali domestici oppure descrizioni
paesaggistiche.
Nosside di Locri Epizefiri (Calabria):
contemporanea di Anite, mostra una certa varietà
tematica (epitafi fittizi, celebrazione della vittoria
dei Locresi sui Bruttii); si distingue dagli altri
esponenti della scuola peloponnesiaca per aver
trattato la tematica amorosa.
L’epigramma > La scuola peloponnesiaca
Villa di Livia, affreschi
Leonida di Taranto
Leonida di Taranto (IV-III sec. a.C.) è
un’interessante figura di poeta itinerante, ospite del
re Pirro e di varie città della Grecia.
Caratteristiche della sua poesia sono l’ideale di
austerità di matrice cinica cui si ispira la sua
pessimistica visione della vita e l’attenzione per la
vita delle classi più umili, soprattutto i pescatori.
Numerosi sono gli epigrammi dedicatori di
strumenti di lavoro - occasione per descrivere
con grande realismo le attività manuali -, gli epitafi
fittizi per poeti famosi, descrizioni di opere d’arte,
spunti sessuali connessi con il dio Priapo.
L’epigramma > Leonida di Taranto
Contadino al mercato
La scuola ionico-alessandrina
I poeti della scuola ionico-alessandrina vivono
prevalentemente in ambienti cittadini
culturalmente molto attivi: da qui il carattere
brillante, colto e raffinato dei loro versi, che
si muovono tra la polemica letteraria e le pene
del desiderio d’amore, lenite con il vino.
Asclepiade di Samo (IV-III sec. a.C.) è autore
di epigrammi dominati dal tema dell’amore
appassionato, prevalentemente pederotico;
frequente il tema della serenata davanti alla
porta della persona amata (paraklausìthyron).
La produzione di Dioscoride di Alessandria
presenta per lo più epigrammi erotici molto
spregiudicati ed epitafi fittizi di poeti famosi.
L’epigramma > Il rapporto con Omero
Eros a simposio (affresco ercolanese)
Digressioni ed erudizione
Posidippo di Pella in Macedonia (III sec. a.C.) analizza lucidamente la
natura irrazionale dell’amore, descrive opere d’arte (il Faro di Alessandria,
la statua del Kairòs di Lisippo), rifiuta ogni impegno etico.
Di Edilo di Samo (III sec. a.C.) ci restano
una decina di epigrammi, di cui tre
dedicatori: si tratta di oggetti (monili,
sandali e corsetto, un calice di vetro)
offerti da ragazze a Priapo e ad Afrodite.
Alceo di Messene (III-II sec. a.C.)
riprende la tradizione giambica
dell’invettiva contro il nemico politico:
bersaglio prediletto è Filippo V di
Macedonia.
L’epigramma > Digressioni ed erudizione
Martin Heemskerck, Il faro di Alessandria
La scuola fenicia: Antipatro di Sidone
La scuola fenicia costituisce l’ultima fioritura
dell’epigramma in età ellenistica.
Antipatro di Sidone (seconda metà del
II sec.) opera in Oriente e a Roma, dove è
maestro del poeta preneoterico Lutazio
Catulo.
Alla scarsa originalità sul piano dei contenuti
corrisponde il gusto per l’insolito e per le
scene di forte impatto emotivo, la volontà
di catturare il lettore con espedienti lessicali
(neologismi, arcaismi, composti) retorici,
sintattici (dialogo, periodi complessi).
L’epigramma > La scuola fenicia: Antipatro di Sidone
Laocoonte
La scuola fenicia: Meleagro e Filodemo
I 130 epigrammi di Meleagro di Gadara
(II-I sec.) a noi noti sono dominati dall’amore,
trattato con grazia, leggerezza e abilità
versificatoria, che ne fanno un virtuoso
dell’epigramma e della retorica.
Filodemo di Gadara (110-40 a.C.) si
trasferisce in Italia e va probabilmente
identificato col filosofo omonimo attivo nel
circolo epicureo di Calpurnio Pisone; i suoi
epigrammi riflettono precetti epicurei, tra cui
la concezione dell’amore come
soddisfacimento di un impulso naturale e
non passione tormentosa.
L’epigramma > La scuola fenicia: Meleagro e Filodemo
La villa dei Misteri a Pompei
La nascita dell’antologia
Uno dei meriti di Meleagro di Gadara
consiste nell’aver ideato la forma
embrionale dell’antologia: una raccolta di
epigrammi intitolata Stèphanos, “ghirlanda”,
in cui i 47 poeti inclusi erano paragonati a
vari tipi di fiori.
Si tratta di una versione libresca
dell’agone:
per ogni argomento l’antologista raccoglie
epigrammi di vari autori antichi, cui affianca,
ultimo della serie ed evidentemente
vittorioso,un proprio componimento.
Apollo citaredo
La scelta dell’epigramma per l’antologia poetica si spiega ipotizzando
che questa fosse l’unica forma metrica non epica familiare a poeti e
pubblico.
L’epigramma > I personaggi: Medea
I personaggi: Giasone
La Corona di Melagro viene imitata verso la
metà del I sec. a.C. da Filippo di Tessalonica,
che raccoglie gli epigrammi composti a partire
dall’epoca di Filodemo e li dispone in ordine
alfabetico.
Dopo varie raccolte databili all’età imperiale,
in epoca medievale troviamo il Ciclo di Agazia
(VI sec. d.C.), organizzato per tematiche, e la
raccolta di Costantino Cefala (IX-X sec.), che
mette insieme tutti gli epigrammi che riesce a
reperire in libri e iscrizioni.
Pittura parietale di area pompeiana
L’epigramma > I personaggi: Giasone
L’Antologia Palatina
L’Antologia Palatina prende nome dalla Biblioteca Palatina di Heidelberg,
dove è stato scoperto il manoscritto contenente la raccolta di epigrammi.
Allestita nel X secolo, questa raccolta comprende circa 3700 epigrammi
divisi in 15 libri secondo criteri tematici: epigrammi cristiani, descrizioni
di opere d’arte, epigrammi erotici, votivi, funebri e così via.
Dal nome del monaco Massimo Planude
(1255- 1305) deriva il titolo Antologia
Planudea, comprendente circa 2400
epigrammi, di cui 388 non inclusi nella
Palatina e indicati complessivamente con
il titolo di Appendix Planudea.
Kylix attica
L’epigramma > L’Antologia Palatina
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