Lezione 4 Rivoluzione industriale. Le premesse: agricoltura e demografia Secoli XV e XVI: in alcune aree il possesso feudale si allenta • da feudatari a imprenditori agricoli: dalla rendita al profitto • maggiore trasferibilità dei terreni • le enclosures: appropriazione forzata e per lo più illegale - da parte di feudatari o di privati - delle terre del feudo tradizionalmente assegnate al libero uso delle comunità di villaggio Le conseguenze dell’allentamento del possesso feudale • aumento della quantità di terreni messi sul libero mercato • aumento degli investimenti in agricoltura • crescita, sia percentuale che assoluta, della quota di derrate che vengono prodotte per essere immesse sui mercati e realizzare profitti • [ma solo in alcune aree d’Europa e con fenomeni analoghi in alcune aree feudali] La rivoluzione agraria del Sei-Settecento • dove: dapprima in Olanda, quindi in Inghilterra • quando: tra metà Seicento e inizio Settecento • cosa: una serie di trasformazioni tecniche e organizzative della produzione agricola destinare ad aumentare notevolmente la produttività • [attenzione: da non confondere con la rivoluzione agraria del Neolitico!] Le principali componenti della rivoluzione agraria • il passaggio dalla rotazione triennale a quella quadriennale • la conseguente possibilità di integrare agricoltura e allevamento • miglioramenti delle tecnologie colturali e di allevamento Dal medioevo: rotazione triennale e maggese • un anno di grano (il pane era la base fondamentale dell’alimentazione europea) • uno di colture primaverili (avena, orzo, piselli o fagioli) parzialmente in grado di reintegrare il terreno • uno di riposo, il cosiddetto “maggese”. Rotazione triennale: solo 2/3 delle terre utilizzate nel corso dell’anno primo anno campo 1. cereali campo 2. colture primaverili campo 3. maggese (riposo) secondo anno campo 1 . maggese (riposo) campo 2. cereali campo 3. colture primaverili terzo anno campo 1. colture primaverili campo 2 . maggese (riposo) campo 3. cereali La rotazione quadriennale e l’eliminazione del maggese • alternanza di colture che sfruttano in misura diversa la fertilità naturale del terreno • introduzione, per una parte del ciclo colturale, di piante che non solo non esauriscono gli elementi fertilizzanti naturali ma al contrario li reintegrano: le cosiddette piante foraggere (trifoglio, erba medica, lupinella) inadatte all’alimentazione umana ma molto apprezzate dagli animali domestici. il maggese non è più necessario e la rotazione è continua • la possibilità, grazie alle foraggere, di avere più animali a disposizione per il lavoro, la carne e il formaggio e, grazie ai loro escrementi, notevoli quantità di concime estremamente pregiato. Rivoluzione agraria e rivoluzione industriale Le innovazioni tecnologiche e organizzative adottate prima in Olanda poi in Inghilterra favorirono la rivoluzione industriale inglesi in quattro modi: – favorì l’accumulazione di capitali – aumentò la domanda di beni manifatturati da parte di un settore agricolo in crescita e tecnologicamente avanzato – aumentò la disponibilità di manodopera per il settore manifatturiero grazie alle espulsioni di contadini da campagne più produttive – aumentò la disponibilità di cibo per le popolazioni urbane Le premesse demografiche • dalla prima metà del Settecento una crescita sostenuta della popolazione un po’ in tutta Europa • cambia il regime demografico europeo: da un regime di fecondità media e mortalità alta a un regime a fecondità alta e mortalità media o bassa Risorse e crescita demografica nel regime antico: le fasi di espansione Risorse e crescita demografica nel regime antico: le fasi di recessione Dal 1740: tassi di crescita in aumento • Tasso medio di crescita annuo della popolazione europea tra 1000 e 1700: 0,2% • Tassi di crescita nella seconda metà del Settecento: – 0,6% in Svezia – 0,8% in Inghilterra, Galles, Pomerania, Slesia, Prussia – 1,2% in Boemia • Nel corso dell’Ottocento in Europa il tasso oscilla tra lo 0,5% e l’1,5% con una media dell’1%, media che garantisce il raddoppio di una popolazione in cinquant’anni e una moltiplicazione per quattro in cento anni Da un modello di crescita a un altro Rivoluzione demografica e rivoluzione industriale • L’espansione demografica favorisce in due modi la rivoluzione industriale: – aumentando la domanda di beni manifatturati e quindi stimolando l’aumento della produzione e della produttività – aumentando la quantità di manodopera disponibile, peraltro a costo piuttosto moderato • Dal 1750 in poi in Inghilterra, d’altro canto: - la rivoluzione agraria fa in modo che la crescita della produzione agricola sia più rapida di quella della popolazione e quindi non si verificano più blocchi demografici dovuti a limiti di risorse - il trasferimento di lavoratori nelle città industriali causa un cambiamento di abitudini (ci si sposa prima) e quindi un aumento di natalità, che compensa la più forte mortalità urbana - cosicché il circolo crescita della popolazione-crescita della produzione agricola-crescita della produzione industriale diventa tutto positivo