Il contratto didattico antonella patrizi 1 IL CONTRATTO DIDATTICO • • • • Prima norma: la relazione bambino insegnante è asimmetrica. Non godono degli stessi diritti e non hanno gli stessi doveri Seconda norma: nelle situazioni scolastiche gli alunni si aspettano che l’insegnante ponga interrogativi a cui sia possibile dare delle risposte Terza norma: gli alunni si aspettano che l’insegnante formuli una domanda in modo tale da indicare la risposta corretta Quarta norma: gli alunni si aspettano che i dati di un problema, siano necessari, sufficienti e pertinenti per formulare la soluzione antonella patrizi 2 Articolazione del contratto didattico • CONTRATTO D’ INSEGNAMENTO • CONTRATTO DI APPRENDIMENTO • CONTRATTO DI CONTENUTO antonella patrizi 3 la classe: l’organizzazione il contratto didattico le caratteristiche del contesto e la cultura dei pari saperi alunni insegnanti antonella patrizi 4 Il mestiere dell’insegnante • Assistenza delle prestazioni attraverso la ZOPED • Trasposizione didattica del curricolo • Organizzazione dell’esperienza antonella patrizi 5 Gli insegnanti efficaci • Sanno condurre più di un’attività alla volta • Le loro proposte didattiche sono ben organizzate • Si accertano spesso che gli alunni abbiano ben capito (vocaboli e sviluppo del loro lavoro) • Sono capaci di proporre una ricca varietà di compiti e di esercizi diversi • Impegnano gli alunni in una sfida continua fra le loro abilità, il sapere e le richieste dell’insegnante antonella patrizi 6 Il mestiere di alunno Apprendere a fare lo scolaro significa apprendere • CONTENUTI • MODALITA’ DI ESECUZIONE aspettare le indicazioni dell’insegnante prima di iniziare, sapere quali quaderni prendere, sapere come incominciare la pagina, che cosa avere sul banco…. • ORIENTAMENTI TEMPORALI SPECIFICI efficienza piuttosto che problematicità • REGOLE DI COMPORTAMENTO spostamenti e movimenti nella classe antonella patrizi 7 Il mestiere di alunno • REGOLE SULLE MODALITA’ DELLE RELAZIONI con chi, quando, come si deve parlare • REGOLE SULLE PERSONE DIVERSAMENTE SIGNIFICATIVE gli insegnanti, i commessi, il dirigente scolastico…. • STILE DI LAVORO spesso privilegia l’impegno personale (lealtà e divieto di copiare) antonella patrizi 8 Il mestiere di alunno • NORME INFORMALI CHE PROMUOVONO CORTESIA, SOLIDARIETA’, AMICIZIA possono anche essere parzialmente in contrasto con le regole dello stile di lavoro e con le modalità di esecuzione… • I LIMITI E LE MODALITA’ “ACCETTABILI” DI TRASGRESSIONE ALLE REGOLE ISTITUZIONALI si tratta di un apprendimento che può avvenire esclusivamente fra pari e che richiama il livello di integrazione degli alunni stranieri nella classe antonella patrizi 9 Gli alunni in difficoltà • Alunni che faticano ad accettare il loro ruolo • Alunni che faticano nell’apprendimento • Alunni che con il loro comportamento resistono all’autorità della scuola antonella patrizi 10 LA CULTURA DEI PARI Significati che la frequenza scolastica assume per gli alunni (Corsaro 1997) : • Importanza di partecipare alla vita sociale nei più piccoli si esercita nel gioco e diviene poi il piacere di chiacchierare • Modo di affrontare gli aspetti della vita più difficili si trasformano in giochi le paure filtrate dal mondo degli adulti o si scambiano opinioni sui cambiamenti legati all’età • Le regole della vita sociale e il rapporto con l’autorità degli adulti • Si tratta di una serie di strategie escogitate per opporsi in modo più o meno esplicito alle richieste della scuola e della famiglia, guadagnando spazi di autonomia antonella patrizi 11 Le conseguenze cognitive della scolarizzazione • Correlazione positiva fra anni di istruzione, livelli di salari e status sociali • Sviluppo di abilità specifiche Ricerche interculturali (es. adolescenti nello Yucatan in Messico) – Le operazioni del periodo operatorio-concreto – L’organizzazione del significato delle parole (abilità di decodifica) – La memoria – Le abilità metacognitive antonella patrizi 12 LE DIFFERENZE Individuali o culturali? antonella patrizi 13 Il mistero dell’intelligenza Durante il XX secolo è diffusa la concezione che gli individui siano diversi per una caratterista chiamata INTELLIGENZA e che la diversa distribuzione di questa caratteristica spieghi le differenze nei risultati scolastici antonella patrizi 14 Il mistero dell’intelligenza • A Binet (psicologo) Simon (medico) viene richiesto dal Ministro dell’Educazione nazionale francese di predisporre uno strumento che permettesse di identificare precocemente gli alunni che imparavano lentamente o con grande difficoltà antonella patrizi 15 Il mistero dell’intelligenza Scopo: allestire un percorso differenziato per i più lenti al fine di consentire agli alunni un maggior vantaggio tratto da un insegnamento non più rallentato antonella patrizi 16 Cosa misurare? • Le attività fondamentali dell’intelligenza (Binet e Simon 1905) - l’abilità dei bambini utilizzando compiti richiesti nella vita pratica e nelle attività scolastiche - giudizio - buon senso, senso pratico - iniziativa -capacità di adattarsi alle circostanze - giudicare bene,comprendere bene,ragionare bene antonella patrizi 17 Cosa misurare? Compiti • • • • • • Riconoscimento di simboli Ricordo di singoli oggetti Ricordo di sequenze di oggetti o di figure che rappresentano eventi Riorganizzazione nello spazio e nel tempo di sequenze di figure o di eventi Individuazione di elementi mancanti in un insieme o di una sequenza di oggetti Enumerazione di oggetti Abilita’ • • • • Cognitive Leggere, scrivere e fare di conto Immagazzinamento, recupero, utilizzo e organizzazione di un’ampia quantità d’informazioni Abilità di controllo dell’attenzione Abilità di organizzazione strategica del comportamento in funzione dell’esigenza di gestione degli insegnanti di controllo dell’ attenzione e di organizzazione del comportamento in riferimento ai problemi di gestione dell’ordine e della disciplina antonella patrizi 18 Test di intelligenza RACCOGLIERE CAMPIONI DI ATTIVITA’ RICHIESTE DALLA CULTURA (dalla cultura della scuola francese) DEGLI INIZI DEL ‘900 antonella patrizi 19 Test d’intelligenza LA SCALA DI MISURA DELL’INTELLIGENZA MISURA IL RAPPORTO PRESTAZIONE/età VIENE DEFINITO ETA’ MENTALE antonella patrizi 20 Cautele metodologiche • Le abilità di base dipendevano da quanto ogni alunno aveva imparato prima di entrare a scuola e dalle richieste degli insegnanti • Non venne mai data una definizione di intelligenza naturale distinta dall’esperienza culturale • Il test non prendeva in considerazione di aspetti quali:attenzione, volontà, tenacia, continuità, docilità e coraggio (comunque importanti per la riuscita scolastica) • Venne esplicitamente scoraggiata l’applicazione del test a soggetti appartenti a contesti culturali diversi da quelli francesi antonella patrizi 21 sviluppi • Diffusione immediata del test, traduzione in varie lingue e utilizzo in numerose istituzioni per soggetti ritardati mentali (1915) • Ulteriori versioni: - Terman (1916 soggetti dotati) - Wechsler (1939) • Stern (1912) introdusse un’importante modifica. L’intelligenza si considera come: età mentale x100 = Q.I. età cronologica antonella patrizi 22 Molte definizioni di intelligenza • Henmon: i test misurano soltanto quella specifica intelligenza che viene valorizzata e premiata a scuola • Neisser: intelligenza scolastica vs intelligenza della vita quotidiana • Sternberg: intelligenza accademica o scolastica e intelligenza pratica • Gardner: otto forme diverse di intelligenza, ciascuna si sviluppa attraverso percorsi distinti in età distinte antonella patrizi 23 Gardner: la teoria delle intelligenze multiple Intelligenza come capacità di risolvere i problemi o creare prodotti che sono apprezzati in uno o più contesti culturali antonella patrizi 24 Otto intelligenze Conosciamo la realtà attraverso: - il linguaggio - l’analisi logico-matematica - l’osservazione scientifico-naturalistica - la rappresentazione spaziale - il pensiero musicale - l’uso del corpo per risolvere i problemi - la comprensione degli altri - la comprensione di noi stessi antonella patrizi 25 Otto intelligenze • L’uomo realizza le migliori prestazioni quando utilizza il sistema di simboli o le procedure a lui più congeniali • A differenziare gli individui sono le particolari caratteristiche di queste intelligenze e il modo come si combinano per portare a termine i vari compiti • Bisogna distinguere tra intelligenze e i domini di conoscenza cui si applicano • Alcune intelligenze possono avere confini sfumati • Le intelligenze compaiono in età precoce antonella patrizi 26 antonella patrizi 27 Applicazioni in campo educativo • Riflessione critica sull’istituzione scolastica che privilegia modalità d’insegnamento e valutazioni di tipo linguistico e logico-matematico • Si valutano fallimenti le prestazioni di studenti che non rientrano nel tipo d’intelligenza richiesta dalla scuola antonella patrizi 28 Applicazioni in campo educativo • APPRENDISTATO utilizza modalità d’ apprendimento legate ai più tipi di intelligenze poiché si impara non solo attraverso il linguaggio, ma anche l’osservazione e l’agire concreto (Rogoff, 1990) • IL MUSEO DEL BAMBINO immagine suggestiva che si utilizza per riferirsi ad un ambiente di apprendimento stimolante per chi studia poiché contiene i “pezzi reali della nostra cultura”(musei scientifici o i musei per i bambini) antonella patrizi 29 Applicazioni in campo educativo • In Italia la riflessione di Gardner ha trovato ampio spazio nei Orientamenti per la scuola materna del 1991 (campi d’esperienza educativa, gli angoli delle esperienze). • Nella scuola elementare le diverse discipline possono essere considerate diversi linguaggi attraverso cui si esprime il sapere e come procedure per sviluppare l’intelligenza antonella patrizi 30 Applicazioni in campo educativo Tre modi per riconoscere e valorizzare le intelligenze: • Garantire una pluralità di offerta formativa che abbracci tutti i campi della nostra cultura • Utilizzare anche all’interno dell’insegnamento di una disciplina una molteplicità di approcci • Focalizzare l’attenzione sul rispetto e la valorizzazione delle differenze antonella patrizi 31