DISTURBI DEL LINGUAGGIO • Linguaggio cosi’ naturale che la sua complessita’ ci sfugge e non e’ quasi mai motivo di riflessione • Difficolta’ di linguaggio nei bimbi e in adulti • Disturbi del linguaggio una volta esclusi deficit articolatori DISTURBI DEL LINGUAGGIO • LINGUAGGIO ORALE: L’aspetto vocale del linguaggio necessita dell’integrita’ del sistema uditivo (controllo sordita’ infantile-impianto di protesi uditive nei primi 6 mesi di vita) • Entita’ della riduzione uditiva, eta’ di insorgenza • Gravi deficit nell’articolazione dei suoni: alcuni sono del tutto assenti, altri gravemente distorti. L’eloquio risulta di conseguenza incomprensibile • Nei primi mesi di vita (2-6) bimbi sordi e bimbi normali sono capaci di produrre gli stessi suoni DISTURBI DEL LINGUAGGIO • Successivamente la mancanza del feedback uditivo non permette la selezione e la modulazione dei suoni linguistici adeguati • Non sono solo i deficit fonologici ad impedire lo sviluppo linguistico nei bambini sordi ma anche gli aspetti sintattici e semantici • I deficit linguistici dei sordi riguardano tutte le modalita’: orale, lettura, scrittura (frasi semplici, cancellazioni, confusioni verbi “avere” “essere”) • Alcune difficolta’ sono specifiche di una lingua DISTURBI DEL LINGUAGGIO • Comuni a tutte le lingue sono i deficit delle preposizioni: di a da in con su per tra fra • La rieducazione deve iniziare prima possibile puntando in particolare sulla lingua orale e sfruttando eventuali residui sensoriali o l’applicazione di protesi esterne o interne • Per le sordita’ totali la lingua dei segni dovrebbe essere insegnata da subito in modo da diventare la “lingua madre” DISTURBI DEL LINGUAGGIO • Forzature del sistema rieducativo (misto: oralegestuale vs gestuale) dipendono dall’ambiente familiare: presenza di uno o di entrambi i genitori sordi • Familiari udenti: genitori, fratelli possono imparare le lingua dei segni ma e’ per loro pari ad una lingua straniera. Questa difficolta’ puo’ compromettere la qualita’ della comunicazione genitori-figli e all’interno della famiglia fra fratelli DISTURBI DEL LINGUAGGIO • LINGUAGGIO DEI SEGNI: Il linguaggio dei segni e’ una vera e propria lingua dotata quindi di un lessico. Non si tratta di riproduzioni della lingua parlata attraverso gesti. • Tre parametri: Configurazione delle mani; luogo del movimento; tipo di movimento. • Sintassi e perfino prosodia sono tipiche di un determinato linguaggio dei segni e non hanno nessun rapporto con la lingua parlata del luogo DISTURBI DEL LINGUAGGIO • LINGUAGGIO DEI SEGNI: I bimbi che utilizzano il linguaggio dei segni passano attraverso le stesse tappe di apprendimento dei bimbi udenti: primi segni singoli (prime parole), combinazioni di segni (combinazioni di parole) • Il perfetto utilizzo del linguaggio dei segni dimostra che i bimbi non udenti non hanno nessun deficit di linguaggio ma soltanto un problema legato alla via sensoriale. Una volta esposti al lessico adeguato (segni e non suoni) sviluppano capacita’ linguistiche sovrapponibili a quelle dei bimbi udenti DISTURBI DEL LINGUAGGIO • DEFICIT COGNITIVI: Alta correlazione fra deficit cognitivi (ritardo mentale) e deficit nel linguaggio • Sviluppo del linguaggio ritardato e lento • Discreta correlazione fra eta’ mentale (QI) e capacita’ linguistiche (eta’ mentale di 3 anni capacita’ linguistiche di 3 anni) • Nessun differenza invece nella capacita’ linguistiche: fonologiche, sintattiche, semantiche fra bimbi con ritardo o senza ritardo mentale DISTURBI DEL LINGUAGGIO • SINDROME DI DOWN: deficit di articolazione e intonazione • L’espressione gestuale e’ addirittura superiore a quella dei coetanei senza ritardo mentale • Conoscenze lessicali e sintattiche paragonabili a quelle dei coetanei senza ritardo mentale • Nella seconda decade di vita (adolescenza) si evidenziano difficolta’ sintattiche mentre continuano a migliorare quelle lessicali DISTURBI DEL LINGUAGGIO • AUTISMO: presenza di ritardo mentale e totale disinteresse nelle persone • Rituali e comportamenti ripetitivi quindi sono molto disturbati dai cambiamenti della routine • Il linguaggio, non sempre presente (mutismo), e’ un criterio di diagnosi vista la particolarita’ del linguaggio autistico • Linguaggio come predittore di sviluppo cognitivo • Assenza di difficolta’ articolatorie e di produzione di suoni DISTURBI DEL LINGUAGGIO • AUTISMO: Gravi deficit nella prosodia (affettiva) • Linguaggio piatto, aprosodico, cantilenante e inappropriato • Anche la sintassi sembra non essere compromessa • In generale il linguaggio e’ ritardato sia rispetto all’eta’ cronologica che a quella mentale • Difficile valutazione dei reali deficit di linguaggio • Ecolalia: ripetizione spostata nel tempo e inappropriata al contesto DISTURBI DEL LINGUAGGIO • AUTISMO: Uso inappropriato delle persone (soggetti) e pronomi • La rieducazione linguistica nei bimbi autistici puo’ ridurre i comportamenti aggressivi, bizzarri e inappropriati al contesto sociale • L’intervento in eta’ precoce permette un migliore inserimento sociale e la possibilta’ di stabilire delle amicizie (contatto e interessamento sociale) DISTURBI DEL LINGUAGGIO • Disturbi specifici del linguaggio (DISFASIE): bambini neurologicamente intatti, senza ritardo mentale, autismo, sindromi genetiche (Down), sordita’, normale intelligenza • Ritardi nello sviluppo del linguaggio: caratteristica comune in una popolazione molto eterogenea • I ritardi se non trattati si mantengono anche in eta’ adolescenziale e adulta • Origine percettiva per disturbi fonologici come la sequenza di toni DISTURBI DEL LINGUAGGIO • Origini sconosciute o non facilmente individuabili per deficit nella ricerca di singole parole o nell’impoverimento sintattico • Impossibile ricondurre le disfasie ad un’origine comune • Probabile deficit funzionale cerebrale non evidenziabile con le diagnostiche disponibili DISTURBI DEL LINGUAGGIO • Ipotesi biologica specifica per deficit come dislessia e disgrafia che compaiono ovviamente in eta’ scolare • Test dell’ipotesi biologica per la dislessia con coppie di gemelli: monozigoti (100%) e dizigoti (50%) = 80-100% di presenza della dislessia nelle coppie monozigote conferma la base genetica di questo deficit del linguaggio • Dislessie Evolutive mostrano deficit riconducibili a meccanismi specifici della lettura es: grafema/fonema deficit con parole nuove DISTURBI DEL LINGUAGGIO • Discriminante importante nei deficit di lettura e’ l’eta’ • Deficit dipendenti dal sistema ortografico: alfabetico, logografico DISTURBI DEL LINGUAGGIO • DEFICIT ACQUISITI: che interessano soggetti con funzionalita’ linguistica intatta fino al momento di del “trauma” • Compromissione drammatica in eta’ evolutiva presenta tuttavia un decorso piu’ favorevole rispetto all’eta’ adulta. Appaiono sorprendenti i miglioramenti di pazienti adulti. • Deficit del linguaggio parlato: AFASIA: deficit di comprensione o di produzione • Sindromi afasiche e non singoli deficit linguistici DISTURBI DEL LINGUAGGIO • AFASIE fluenti, non fluenti e pure • AFASIA di WERNICKE: fluente, deficit di comprensione orale e scritta, sintassi complessa, scarsita’ di contenuto, neologismi e parafasie = linguaggio incomprensibile. Anosoagnosia • es: “Bene e’ un e’ un e’ un posto e e’ una ragazza un ragazzo….e il-essi hanno ovviamente preso qualcosa che e’ fatto bene sta solo cominciando e’ diventando piuttosto spiacevole e questo e’ nel questa e la donna e sta prendere prendendo una cosa e il e’ diventa veramente…..” DISTURBI DEL LINGUAGGIO • AFASIA di BROCA: non-fluente, eloquio difficile, assenza struttura grammaticale, solo parole di contenuto articolate con difficolta’. Comprensione conservata per singole parole e frasi suggerite dal contesto. Non-anosoagnosia • es:”Ah..ah….ragazza e ragazzo ah oh ehm caro….ragazza veito e ehm oh ehm caro me….ehm uhm scalini ehm scalini finestre, tendine…. scatola e un ehm oh caro me…..Ok” DISTURBI DEL LINGUAGGIO • Deficit specifici per un aspetto del linguaggio: Dislessia senza agrafia, buona comprensione e produzione orale • Serie di deficit che rendono difficile la tipizzazione: dislessia superficiale e profonda DISTURBI DEL LINGUAGGIO • “In molte occasioni e’ piuttosto la pratica e la sensibilita’ clinica del terapeuta a guidare la scelta dei metodi di riabilitazione piu’ appropriati. Riuscire ad esplicitare questa “sensibilita’” sarebbe di per se’ un grande passo avanti per la riabilitazione del linguaggio, dal momento che gli interventi danno spesso risultati ottimi, a testimonianza della bonta’ delle intuizioni di chi li pratica” • Interventi terapeutici codificati come protocolli e pianificati a seconda della sindrome!