Indebitamento, debito e
vincoli internazionali
Lezione 3
Scienza delle finanze – CLEP
a.a. 2010-2011
Indebitamento e debito
RELAZIONE TRA INDEBITAMENTO NETTO
(DISAVANZO) E DEBITO
Bt-1 = Stock del debito pubblico
alla fine del periodo t-1
Dt
= Disavanzo del periodo t (flusso)
Bt
= Stock del debito pubblico
alla fine del periodo t
Bt-1 + Dt = Bt
 Debito pubblico:
 variabile di stock, pari alla
cumulata dei saldi di bilancio
(flussi) di uno stato dalla sua
formazione al momento attuale
 è costituito sia da moneta che da
titoli obbligazionari
Debito pubblico e disavanzo
Bt-1
t-1
Dt
Bt
t+1
t
t
Bt = Bt-1 + Dt = S
D
s
S=t°
Dt = Gt + INTt - Tt = Dpt + INTt
Dove G è spesa al netto interessi (INT)
RELAZIONE TRA INDEBITAMENTO NETTO
(DISAVANZO) E DEBITO
Bt-1 + Dt = Bt
Questa relazione è vera in astratto.
In concreto, ad es., i ricavi delle
privatizzazioni vanno a ridurre il debito,
ma non l’indebitamento….
Bt-1 + Dt - Ricavi Privatizz. = Bt
Debito pubblico in % del Pil
130
120
110
100
90
80
70
60
50
40
30
debito/Pil
20
Obiettivo Patto Stabilità e Crescita
10
0
70
71 72 73 74 75 76 77 78 79 80
81 82 83 84 85 86 87 88 89 90
91 92 93 94 95 96 97 98 99 00
01 02 03 04 05 06 07 08 09
La variazione del rapporto B/PIL
(debito/PIL) dipende da:
 saldo primario
 costo del debito e debito passato
 tasso crescita PIL
 dagli incassi delle privatizzazioni
(e altre operazioni con effetti sul
fabbisogno o sul debito, ma non
sul disavanzo)
Disavanzo “consentito” per mantenere
invariato il rapporto debito/Pil (B/Pil)
Ipotizzo:
Pil = 1.000
B= 500
B/Pil = 50%
Ipotizzo inoltre che il Pil cresca al tasso del
10% (ovvero di 100 euro).
Se anche lo stock di debito aumentasse del
10% (50 euro) il loro rapporto resterebbe
costante.
50 è dunque il disavanzo “consentito” per
lasciare invariato il rapporto debito Pil.
Esempio (disavanzo +; avanzo -)
B=500; PIL 1000; tasso crescita 10%
r = 8% r = 10% r = 12%
Spesa per
interessi
40
50
60
Disavanzo
primario
10
0
-10
Disavanzo
“consentito”
50
50
50
Commento
 se il tasso di crescita dell’economia coincide
con il costo medio del debito, per mantenere
inalterato il rapporto debito/Pil occorre che vi
sia un pareggio del saldo primario;
 se il tasso di crescita dell’economia è inferiore
al costo medio del debito, per mantenere
inalterato il rapporto debito/Pil occorre che vi
sia un avanzo del saldo primario (il disavanzo
è -10);
 viceversa, se il tasso di crescita dell’economia
supera il costo medio del debito, il rapporto
debito/Pil resta invariato anche in presenza di
un disavanzo del saldo primario (+10).
Importanza stock di debito accumulato
B=1000; PIL 1000; tasso crescita 10%
r = 8% r = 10% r = 12%
Spesa per
interessi
Disavanzo
primario
Disavanzo
“consentito”
80
100
20
0
100
100
120
-20
100
Commento
 quando il costo medio del debito pubblico supera
il tasso di crescita del Pil, l’avanzo primario
necessario per stabilizzare il rapporto B/Pil è pari
a 20, invece che a 10, come era nel caso
precedente. E’ dunque tanto maggiore quanto più
elevato è il rapporto B/Pil iniziale.
 avere per molto tempo rimandato il problema
dell’aggiustamento ha aggravato il problema
stesso, rendendo l’aggiustamento non solo
sempre più necessario, ma anche sempre più
“costoso”.
Alcune relazioni algebriche (1)
Bt-1
+ Dt
= Bt
Bt-1/PILt
+ Dt /PILt
= Bt /PILt
Bt-1/PILt
+ (Gt+iBt-1 –Tt)/PILt = Bt /PILt
Bt/PILt= bt
Bt-1/PILt = Bt-1/PILt-1 (1+n)= bt-1/(1+n)
(Gt+iBt-1 –Tt) = a’ PILt+ iBt-1
a’ = disavanzo primario/Pil
bt-1(1+i)/(1+n) + a’t = bt
Alcune relazioni algebriche (2)
bt-1(1+i)/(1+n) + a’t = bt
Questa equazione alle differenza converge a una
soluzione stazionaria se (1+i)/(1+n) <1 cioè se n>i
Db = bt- bt-1 = bt-1(1+i)/(1+n) + a’t - bt-1Db = bt-1(i-n)/(1+n) + a’t
 Un valore non crescente di b è compatibile con
un disavanzo primario (a’>0) costante rispetto al
Pil solo se n>i
 Se n<i il controllo di b può essere effettuato
solo realizzando avanzi primari (a’<0)
La variazione del rapporto B/Pil dipende:
 Dal debito passato, rispetto al Pil (bt-1)
 Dal tasso di crescita del Pil (n)
 Dal costo medio del debito (i)
 Dall’avanzo primario in rapporto al Pil (- a’)
Cause dell’andamento del rapporto B/PIL
 anni 70, metà 80: elevati disavanzi primari
 da seconda metà anni 80 a seconda metà anni
90: divario costo del debito (elevato) e tasso di
crescita (basso)
 gli avanzi primari dal 92 al 95 non sono stati
sufficienti, dato l’elevato divario tra tassi di
interesse e di crescita, a stabilizzare il rapporto
 il rapporto debito/pil cala solo dal 1995
 Il rapporto debito/pil è tornato ad aumentare nel
2005 (vedi dati più recenti)
Variazione del rapporto debito/Pil e sue determinanti
16
14
12
10
8
6
4
2
0
-2
-4
-6
-8
-10
-12
-14
-16
-18
-20
-22
-24
-26
-28
-30
Effetto interessi
Effetto avanzo primario
Effetto crescita PIl
70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09
Variazione D/Pil
AvPrim/Y
-n
i
Alcune relazioni algebriche (3)
Db = bt-1(i-n)/(1+n) + a’t
Che valore deve assumere a’ (principale
strumento in mano a governo e parlamento per
controllare il debito) per stabilizzare il rapporto
debito/Pil (Db=0)?
a’t = - bt-1(i-n)/(1+n)
Se i>n, a’ deve essere negativo, ossia
deve esservi un avanzo primario e vv.
Fig.2.7 Saldo primario e saldo primario che stabilizza la
crescita di B/Y
16,0
14,0
12,0
10,0
saldo primario
8,0
Saldo primario stabilizzante
6,0
4,0
2,0
0,0
-2,0
70
71
72
73
74
75
76
77
78
79
80
81
82
83
84
85
86
87
88
89
90
91
92
93
94
95
96
97
98
99
00
01
02
03
04
05
-4,0
-6,0
-8,0
-10,0
Attenzione!
a) Si prescinde da altre misure come privatizzazioni e altri interventi di
riduzione fabbisogno e debito
Esempi/Domande
1.
2.
3.
4.
Ipotizzate che l’avanzo primario (a’) tendenziale sia il 2%
del PIL, il tasso di interesse sul debito pubblico (i) sia il
6%, il tasso di crescita dell’economia (n) il 4% e il livello
iniziale del debito (bt-1) il 125% del PIL. Sarebbe
sufficiente, in queste circostanze, un miglioramento del
saldo primario fino al 3% del PIL per arrestare la crescita
del rapporto Debito/PIL?
Ipotizzate che n= 2%; i=3%; a’ =1,5%; bt-1 = 95%.
Commentate la seguente affermazione: “nessuna
manovra correttiva si rende necessaria al fine di azzerare
la crescita del rapporto D/PIL nel periodo t rispetto al
periodo t-1”.
Ipotizzate che i = 4%; n=2%; bt-1 = 106%. A partire da quale
soglia di avanzo primario il rapporto debito/pil inizierebbe
a ridursi?
Ipotizzate che i = 4%; n=4%; bt-1 = 106%. A partire da quale
soglia di avanzo primario il rapporto debito/pil inizierebbe
a ridursi?
Perché è necessario aggiustamento?
Esiste un limite al rapporto B/PIL?
Possibilità di instabilità e crisi
finanziarie….
Perdita di flessibilità nell’uso delle
politiche di bilancio…
Vincoli internazionali
Trattato di Maastricht (1992)
Patto di stabilità e crescita (PSC;
1997)
Revisione del PSC (2005 e 2010)
Fasi della UME
(principali eventi)
1990: liberalizzazione valutaria
1994: istituzione IME, vincoli al
finanziamento disavanzo con debito
(art. 101 del Trattato UE; clausola di
no-bail out)
1999: BCE e EURO
Articolo 101 Trattato UE
“È vietata la concessione di scoperti di conto o
qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da
parte della BCE o da parte delle banche centrali
degli Stati membri (in appresso denominate
«banche centrali nazionali»), a istituzioni o organi
della Comunità, alle amministrazioni statali, agli
enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri
organismi di diritto pubblico o a imprese
pubbliche degli Stati membri, così come
l'acquisto diretto presso di essi di titoli di debito
da parte della BCE o delle banche centrali
nazionali”.
Criteri di convergenza per ingresso
UME (Trattato di Maastricht )
1) tassi inflazione non > di 1.5 punti di quella
dei tre paesi con inflazione più bassa
2) tassi interesse nominali a lungo non > di 2
punti percentuali di quelli nei tre paesi con
inflazione più bassa
3) tassi cambio: assenza di variazioni nei due
anni precedenti UME
4) i disavanzi di finanza pubblica non devono
essere eccessivi …..
…i disavanzi di finanza pubblica non sono
eccessivi se:
debito pubblico non > 60% PIL;
disavanzo (indebitamento AP):
non > 3% PIL
NB Al secondo criterio è stata data
interpretazione più rigida,
al primo no
Che razionalità hanno i vincoli sul debito e
sul disavanzo?
Molto dibattito…
Vedi motivi detti prima (timore crisi,
comportamento da free rider, rafforzamento
della clausola di bail out,…)
Si ritiene utile porre un vincolo esterno che
disciplini le politiche di spesa dei governi
Perché 3% e 60%?
Media principali paesi (‘92)
Compatibile con crescita 5% circa
Bt-1
Bt-1/PILt
+ Dt
+ Dt /PILt
bt-1 /(1+n) + at
= Bt
= Bt /PILt
= bt
at = indebitamento netto/Pil
bt-1 =bt=bt+1 = 60% se
n = a/(0,6-a) per a=3%,n=5,26%
Patto di stabilità e crescita
http://ec.europa.eu/economy_finance/sg_pact_fiscal_
policy/index_en.htm?cs_mid=570
The Stability and Growth Pact (SGP) is a rule-based
framework for the coordination of national fiscal
policies in the economic and monetary union
(EMU). It was established to safeguard sound
public finances, an important requirement for EMU
to function properly. The Pact consists of a
preventive and a dissuasive arm…..
The preventive arm
 Under the provisions of the preventive arm, Member States
must submit annual stability or convergence programmes,
showing how they intend to achieve or safeguard sound
fiscal positions in the medium term taking into account the
impending budgetary impact of population aging. The
Commission assesses these programmes and the Council
gives its Opinion on them. The preventive arm includes two
policy instruments:
 The Council, on the basis of a proposal by the
Commission, can address an early warning to prevent the
occurrence of an excessive deficit.
 Using the policy advice, the Commission can directly
address policy recommendations to a Member State as
regards the broad implications of its fiscal policies
The dissuasive arm
 The dissuasive part of the Pact governs the excessive
deficit procedure (EDP). The EDP is triggered by the deficit
breaching the 3% of GDP threshold of the Treaty. If it is
decided that the deficit is excessive in the meaning of the
Treaty, the Council issues recommendations to the Member
States concerned to correct the excessive deficit and gives
a time frame for doing so. Non compliance with the
recommendations triggers further steps in the procedures,
including for euro area Member States the possibility of
sanctions.
Patto di stabilità e crescita (1997)
• Una risoluzione che fissa la
cornice politica
• Due
regolamenti:
uno
che
stabilisce il rafforzamento delle
politiche macro-economiche e
uno che riguarda le procedure da
attuare contro i deficit eccessivi.
Patto di stabilità e crescita (1997)
• obiettivo di un saldo di bilancio a medio
termine prossimo al pareggio o positivo;
• nel caso di fluttuazioni cicliche il saldo non
può superare il 3%, tenendo conto della
normale flessibilità automatica del bilancio
e delle politiche discrezionali che i vari
paesi potranno intraprendere per fare
fronte ad eventuali recessioni;
• se vi sono condizioni di recessione
eccezionali (vi deve essere a tal fine un
calo del Pil reale di almeno 0,75%) il deficit
può superare la soglia del 3%, ma solo
temporaneamente (solo se persistono le
condizioni
di
eccezionalità
della
recessione).
• solo se la recessione è particolarmente
grave tuttavia (riduzione Pil superiore al
2%), il disavanzo non viene considerato
“eccessivo”;
• se è compresa fra 0,75% e 2% la decisione
se considerare eccessivo il disavanzo è a
discrezione dei ministri finanziari;
• gli
stati
membri
devono
sottomettere
programmi
di
stabilità
che
verranno
regolarmente analizzati dal Consiglio;
• vengono inoltre specificate e rafforzate le
procedure per evitare l’insorgenza di disavanzi
eccessivi;
• nel caso di disavanzi eccessivi, vi è un allarme
preventivo
(segnalazione
precoce/
early
warning) e gli stati membri devono intervenire;
• nel caso in cui i disavanzi eccessivi persistano
il Consiglio è invitato ad irrogare sanzioni: nel
primo anno la sanzione equivale ad un deposito
infruttifero (con un tetto dello 0,5% del PIL). Se
il deficit eccessivo persiste dopo due anni il
deposito infruttifero è trasformato in ammenda.
Conseguenze del Patto
E’ un Patto “stupido” ? (Prodi)
Implicazioni negative:
 limite all’uso politiche di bilancio
 riduzione investimenti
 investimenti fuori bilancio (minore
trasparenza conti pubblici)
 rischi di operazioni di “finanza creativa”
 Despite the clear consensus that emerged in the early
1990s over the need to formulate statistical rules to coordinate the multinational undertaking of EMU, the pact has
been highly disputed since its inception, with critics and
academics arguing especially fervently on the "arbitrary"
selection of the three per cent threshold.
 The Stability and Growth Pact is emerging from a major
crisis after the Commission took the Council to the
European Court of Justice on procedural grounds after the
latter failed to take further action against France and
Germany for persistent breaches of the pact's rules.
 EU finance ministers reached a hard won deal on reforms
to the Stability and Growth Pact at an extraordinary meeting
in advance of the EU summit of heads of state and
government on 22 and 23 March 2005.
(http://www.euractiv.com/en/euro/stability-growthpact/article-133199)
La revisione del Patto del 2005
 Le difficoltà incontrate da diversi stati membri (tra cui
Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Grecia…)
hanno aperto un vivace dibattito sul PSC e sugli impegni
volti a raggiungere saldi di bilancio in pareggio o in attivo.
 Il dibattito ha subito un'accelerazione a seguito di una
sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee
del 13 luglio 2004 in merito alle procedure per disavanzo
eccessivo nei confronti della Germania e della Francia
(caso C-27/04). (Nel novembre 2003 la Commissione aveva rivolto
delle raccomandazioni al Consiglio al fine di far avanzare le
procedure per disavanzo eccessivo nei confronti dei due paesi citati.
Il Consiglio però non ha dato seguito a tali raccomandazioni e ha
sospeso le procedure per disavanzo eccessivo. La Commissione si è
rivolta alla Corte di Giustizia)
 Al Consiglio europeo del 22 e 23 marzo 2005, i ministri
delle finanze trovano un accordo politico per una nuova
gestione del PSC. In seguito vengono modificati i
regolamenti del PSC.
 I nuovi accordi mantengono immutati i due
criteri del 3% (disvanzo/Pil) e del 60%
(debito/Pil).
 Vengono tuttavia rilassate le condizioni per
avviare le procedure previste in caso di
disavanzo eccessivo.
 Più precisamente:
– nessuna procedura verrà avviata se uno stato
membro sperimenta una crescita negativa o un
periodo prolungato di bassa crescita, rispetto
al potenziale (prima il criterio era più
stringente: occorreva una recessione forte con
una crescita negativa di almeno il 2%);
– la procedura nei confronti dei disavanzi
eccessivi potrà essere evitata anche se il
motivo di scostamento temporaneo del
disavanzo dal limite del 3% è dovuto ad
«altri fattori significativi», di cui
Commissione e Consiglio dovranno tenere
conto.
– Il concetto, già presente nel Trattato, art.104
(3), viene specificato e chiarito.
– Non vi è una individuazione puntuale di
voci di bilancio da escludere dal calcolo del
disavanzo di riferimento.
– Viene invece indicato un elenco
abbastanza ampio e generico di fattori:
 situazione congiunturale, crescita potenziale,
sforzo di consolidamento effettuato nei periodi di
crescita economica, sostenibilità del debito, qualità
globale delle finanze pubbliche, costi sostenuti per
rafforzare la solidarietà internazionale e per
raggiungere gli obiettivi dell’unione, in particolare
quelli di riunificazione, impatto di riforme strutturali,
in particolare quella pensionistica, se volta a
costruire il secondo pilastro basato sulla
capitalizzazione….;
–
I paesi avranno due anni (invece di uno) per
correggere un deficit eccessivo.
– Questo periodo potrà ulteriormente essere
esteso in caso di eventi economici avversi e
inattesi, con importanti riflessi negativi sui
bilanci, durante il periodo di procedura per
disavanzo eccessivo.
Possibili conseguenze della riforma
 La revisione del Patto di stabilità tenderà ad
accentuare le differenze fra paesi e a ridurre il
coordinamento delle politiche fiscali.
 Si è persa l'occasione di arrivare a un migliore
coordinamento delle politiche economiche,
obiettivo che si sarebbe potuto raggiungere
realizzando una riforma più organica.
 I rischi maggiori sono per i riflessi che ciò potrà
avere nel lungo periodo sul debito pubblico, che è
l’altro criterio per valutare i disavanzi eccessivi, e
quello più importante per la stabilità di lungo
periodo.
 Motivo di maggiore preoccupazione: a giocare
discrezionalmente la flessibilità consentita è il
Consiglio, a cui spetta decidere, agendo a
maggioranza qualificata su raccomandazione della
Commissione, se esiste o meno un disavanzo
eccessivo (art.104(6) del Trattato).
 Sono dunque i governi nazionali, e le varie coalizioni
che potranno di volta in volta formarsi, in cui un
peso importante giocano i grandi paesi, ad avere
maggiore potere, con un indebolimento del ruolo
della Commissione, da sempre «Custode dei
Trattati».
 Occorrebbe invece un arbitro esterno, capace di
evitare che prevalgano gli interessi di parte piuttosto
che quelli dell’Unione nel suo complesso.
Evoluzioni
 Comunicazione della Commissione al Consiglio
(COM(2006) 304 final) del 13.6.2006 sul primo
anno dalla rivisitazione del PSC
 Vi sono aspetti positivi, relativi alla definizione
della procedura per disavanzi eccessivi, la loro
identificazione e la razionalità delle misure
correttive;
 principale aspetto critico: sono inadeguati gli
sforzi di consolidamento nei periodi in cui
l’economia va meglio (la revisione del PSC
prevede che gli aumenti delle entrate dovute alla
crescita servano a ridurre il deficit e il debito).
Non migliora quanto dovrebbe il saldo
strutturale.
Il PSC e la crisi

26 novembre 2008
Il presidente della Commissione José Manuel Barroso ha dichiarato: "Questo periodo eccezionale richiede
misure eccezionali. Sono in gioco i posti di lavoro e il benessere dei nostri cittadini. L'Europa deve estendere
all'economia reale il suo coordinamento senza precedenti sui mercati finanziari. Questo piano di ripresa, che è
al tempo stesso vasto, audace, strategico e sostenibile, si basa sulle proposte presentate dalla Commissione il
29 ottobre scorso, che costituivano le prime indicazioni su come andare oltre il sostegno di crisi al settore
finanziario e affrontare i problemi dell'economia reale. Sono lieto di constatare che questo ha ispirato e
continua a ispirare le misure annunciate dagli Stati membri dopo tale data.”
Il presidente ha aggiunto: "Il piano di ripresa può non soltanto salvare nell'immediato i posti di lavoro di milioni
di persone, ma anche trasformare la crisi in un'occasione per incentivare una crescita pulita e creare in futuro
posti di lavoro più numerosi e di migliore qualità.
Questo sostegno di bilancio tempestivo, mirato e temporaneo contribuirà a rilanciare la nostra economia
nell'ambito del patto di stabilità e di crescita. Investimenti intelligenti nelle competenze e nelle tecnologie future
accelereranno gli sforzi prodigati dall'Europa nell'ambito della strategia di Lisbona per la crescita e
l'occupazione per diventare nel XXI secolo un'economia dinamica e a basse emissioni di carbonio. Se l'Europa
attuerà con decisione questo piano di ripresa, potremo riprendere la via della crescita sostenibile e rimborsare i
prestiti di Stato a breve termine. Se non interveniamo adesso, potrebbe innescarsi un circolo vizioso recessivo
di diminuzione del potere d'acquisto e del gettito fiscale, aumento della disoccupazione e ulteriore
aggravamento dei disavanzi di bilancio."

Un incentivo finanziario pari all'1,5% del PIL
Il piano di ripresa, che attiverà tutti gli strumenti politici disponibili, comprende un incentivo finanziario
coordinato pari a circa 200 miliardi di euro o all'1,5% del PIL, con circa 170 miliardi di euro (1,2% del PIL) a
livello degli Stati membri, mediante azioni nel quadro dei loro bilanci, e circa 30 miliardi di euro (0,3% del PIL) a
livello dell'UE, mediante azioni nel quadro del bilancio dell'UE e della Banca europea per gli investimenti.
L'incentivo rientrerà nei limiti del patto di stabilità e di crescita pur sfruttando pienamente la flessibilità offerta
dal patto stesso. Gli Stati membri che vareranno pacchetti di rilancio otterranno un duplice risultato, in quanto
stimoleranno la domanda nelle rispettive economie e negli altri Stati membri, con vantaggi considerevoli per i
propri esportatori. Un'azione coordinata avrà un effetto moltiplicatore e scongiurerà i problemi che potrebbero
derivare da un'impostazione frazionata.
Le procedure di infrazione
• Ottobre 2009
La Commissione adotta relazioni nel quadro della procedura per i
disavanzi eccessivi a carico di Austria, Belgio, Repubblica ceca,
Germania, Italia, Slovacchia, Slovenia, Paesi Bassi e Portogallo
Viste le previsioni di disavanzo superiori al 3% nel 2009, in data
odierna la Commissione europea ha adottato, nel quadro della
parte correttiva del patto di stabilità e crescita, relazioni su
Austria, Belgio, Repubblica ceca, Germania, Italia, Slovacchia,
Slovenia, Paesi Bassi e Portogallo. Tenendo debito conto del
contesto economico e degli altri fattori pertinenti, le relazioni
esaminano se i disavanzi previsti per il 2009 siano prossimi al
valore di riferimento e se il superamento sia eccezionale e
temporaneo. La Commissione conclude che queste condizioni
non sono soddisfatte da nessuno dei nove paesi. All'inizio
dell'anno in corso la Commissione ha già avviato la procedura per
i disavanzi eccessivi nei confronti di altri nove paesi UE (cfr.
IP/09/274 e IP/09/752 ).
http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/09/1428&format=HTML&
aged=0&language=IT&guiLanguage=en
La nuova revisione del patto
• 29 settembre 2010
The financial and economic crisis, along with the recent
euro-area debt crisis has exposed gaps in the current EU
economic governance system and showed that its
existing instruments need to be used more fully. With this
third step as follow-up to the its Communications on
economic governance of 12 May and 30 June, the
Commission puts forward a comprehensive and coherent
package of reforms to strengthen existing tools and
extend them for coordinating economic and fiscal policy
in the EU.
http://ec.europa.eu/economy_finance/articles/eu_economic_situ
ation/2010-09eu_economic_governance_proposals_en.htm
http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/10/1199
&format=HTML&aged=0&language=IT&guiLanguage=en
Riferimenti
Bosi P. (a cura di), Corso di Scienza delle finanze, Il
Mulino, Bologna, 2010, cap. 5 “La politica fiscale
nell’unione economia e monetaria”
Per saperne di più:
Bosi P., Il Mulino, Aulaweb
http://www.mulino.it/aulaweb/home_corso.php?id_corso=135&id_risorsa_
sezione=1712&sottosezioni=1
• F. Kostoris, La riforma del Patto di Stabilità e crescita, in M.C.Guerra,
A.Zanardi, La finanza pubblica italiana. Rapporto 2005, Il Mulino, Bologna,
2005
• documentazione sito www.europa.eu; www.euractiv.com
• Articoli sito www.lavoce.info (es. G. Corsetti, Cambiamo il patto di stabilità,
16.2.2010, P. Manasse, Le conseguenze del Patto riformato, 1.10.2010, P. De
Grauwe, Il nuovo Patto? Non funzionerà, 5.10.2010; D. Gros, La lungimiranza
delle regole semplici, 5.10.2010)
• Confronti internazionali: Banca d’Italia, Statistiche di finanza pubblica per i
paesi dell’Unione Europea, Supplemento al Bollettino Statistico, n.20, dicembre
2005; Eurostat…
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Indebitamento, debito e vincoli internazionali