I costi dell’azione collettiva 1 Disuguaglianza (1) • Perchè l’azione collettiva venga scelta da agenti razionali è necessario che il beneficio collettivo (Bc) per ogni singolo agente (Bc/n=Bca) sia potenzialmente superiore al beneficio individuale (Bia): Bca>Bia (1) 2 Costi dell’azione individuale • Interdipendenza: nulla • Coordinamento: prezzi/contratto • Costi: costi transazionali 3 Costi dell’azione collettiva • Interdipendenza: elevata • Coordinamento: processo decisionale ripetuto/ infrastruttura organizzativa/ informazione/ obbligazioni extracontrattuali/ incentivi e sanzioni • Costi: costi di regolazione/di coordinamento 4 Disuguaglianza (2) (Bca-(Cc+Cr))>(Bia-Ct) con Cc, Cr>0 ; Ct0 dove Cc=costi di coordinamento Cr= costi di regolazione Ct=costi transazionali 5 I costi di regolazione 6 Mano invisibile Individui razionali che massimizzano la propria utilità determinano effetti aggregati che incrementano l’utilità collettiva 7 Dilemmi sociali Individui razionali che massimizzano la propria utilità determinano effetti aggregati che riducono non solo l’utilità collettiva, ma anche la propria utilità individuale. 8 “Se tutti tentano di massimizzare i propri interessi individuali, ( e possibile che) tutti si trovino in condizioni peggiori che se tutti cooperassero per massimizzare il loro interesse collettivo” (Komorita e Parks 1994). 9 Esempi di dilemmi sociali • • • • produzione di beni pubblici, sfruttamento di esternalità tecnologiche, collusione, sfruttamento di risorse comuni (common pulled resources), • ecc. 10 Tipologie di dilemmi sociali • Trappole sociali • Beni pubblici 11 Trappole sociali La massimizzazione del vantaggio nel breve periodo determina un grave danno nel lungo periodo 12 All’opposto, l’adozione di condotte che riducono (anche senza annullarlo) il vantaggio di breve periodo consente di evitare che nel tempo il beneficio iniziale sia sostituito da un successivo svantaggio (es. risorse comuni riproducibili) 13 Beni pubblici Sostenere un costo nel breve periodo produce un beneficio nel lungo periodo. Rifiutare di sostenere il costo nel breve periodo determina un danno più che proporzionale nel lungo periodo. (es. laboratorio di ricerca di base ) 14 La struttura dei dilemmi sociali: Il dilemma del prigioniero 15 Il cartello Le imprese F1 e F2 fanno parte di un cartello di produttori. I benefici di complementarità e quelli di azione individuale vengono assunti come dati e sono conosciuti dai giocatori. 16 Temendo l’intervento dell’autorità antitrust le imprese rinunciano al meccanismo di scambio di informazioni che fino a quel momento aveva garantito il coordinamento delle loro scelte in termini di quantità (o di prezzi) dei beni offerti sul mercato. 17 Alternative: • cooperare (continuare a rimanere all’interno del cartello e suddividersi i profitti di monopolio); • defezionare ( uscire dal cartello, abbassare i prezzi, aumentare la propria quota di mercato e incrementare i profitti a danno dell’altra impresa). 18 Soluzione (1) Ambedue le imprese cooperano e ottengono profitti pari a 4 (quadrante di sinistra in alto) 19 Cooperazione F2 C C D 4,4 F1 D 20 Soluzione (2) L’impresa F1 defeziona, mentre la F2 coopera: F1 ottiene profitti pari a 8 e F2 pari a 0 (quadrante di sinistra in basso) 21 Defezione di F1 F2 C D C F1 D 8,0 22 Soluzione (3) L’impresa F1 coopera, mentre la F2 defeziona: F1 ottiene profitti pari a 0 e F2 pari a 8 (quadrante di destra in alto) 23 Defezione di F2 F2 C C D 0.8 F1 D 24 Soluzione (4) Ambedue le imprese defezionano e ricavano profitti pari a 2 (quadrante di destra in basso) 25 Defezione di F1 e F2 F2 C D C F1 D 2.2 26 Dilemma del prigioniero F2 C D C 4,4 0,8 D 8,0 2.2 F1 27 Confronto tra i payoff F1 compara i propri payoff in relazione alle scelte di F2. 28 Se F2 coopera la scelta più razionale per F1 sarà: F2 C D C 4,4 0,8 D 8,0 2.2 F1 29 Se F2 defeziona la scelta più razionale per F1 sarà: F2 C D C 4,4 0,8 D 8,0 2,2 F1 30 F2 compara i propri payoff in relazione alle scelte di F1. 31 Se F1 coopera la scelta più razionale per F2 sarà: F2 C D C 4,4 0,8 D 8,0 2,2 F1 32 Se F1 defeziona la scelta più razionale per F2 sarà: F2 C D C 4,4 0,8 D 8,0 2,2 F1 33 Payoff selezionati: F2 C D C 4,4 0,8 D 8,0 2,2 F1 34 Considerando probabile che l’altra intenda massimizzare il proprio beneficio, allo scopo di minimizzare le proprie perdite, ambedue le imprese, decidono di defezionare. F2 C D C 4,4 0,8 D 8,0 2,2 F1 35 Scelte individualmente razionali portano ad risultato collettivamente e individualmente irrazionale (D,D=2,2<C,C=4,4) 36 Generalizzazione • R = premio (reward) della reciproca cooperazione; • P = punizione (punishment) per la reciproca defezione; • T = beneficio da defezione quando l’altro coopera (temptation to defect); • S = “compenso del pollo ” (sucker’s payoff) che coopera mentre l’altro defeziona F2 C D C R,R S,T D T,S P,P F1 37 Ipotesi di base del dilemma del prigioniero T>R>P>S (3) 38 Violazioni delle ipotesi di base • Se R=P la soluzione di defezione congiunta (P,P) non produce alcun conflitto tra razionalità individuale e razionalità collettiva; • Se T=R non vi sarà nessun incentivo a defezionare; • Se P=S non vi sarà un equilibrio unico e il risultato finale rimane indeterminato. 39 Ripetizione del dilemma del prigioniero e probabilità di cooperazione: Il ruolo della struttura dei compensi 40 Livello dei compensi • Più grande è il premio (R), maggiore è la probabilità che gli agenti continuino a cooperare; • Maggiore è il valore dal payoff di la punizione per la reciproca defezione (P), maggiore è la probabilità che gli agenti defezionino nel corso della ripetizione del gioco; 41 • Nei casi in cui un agente defezioni e l’altro cooperi (C,D oppure D,C): minore è (S), maggiore è la probabilità che l’agente che ha cooperato defezioni nel gioco successivo; maggiore è il premio di defezione quando l’altro coopera (T), maggiore è la probabilità che chi ha defezionato continui a defezionare. 42 Differenze tra i compensi • (T-R), p(c) • (R-P), p(c) • (P-S), p(d) 43 Indice K di cooperazione K=(R-P)/(T-S) (Rapoport 1967) 44 Implicazioni a) quando i benefici di defezione individuale (T) sono particolarmente elevati, la cooperazione può essere perseguita solo se R risulta essere nettamente superiore a P; b) quando i benefici da cooperazione reciproca risultano simili al valore della punizione, la probabilità di cooperazione rimane elevata soltanto se gli incentivi alla defezione (P) risultano contenuti e di poco superiori a S. 45 Il ruolo della comunicazione 46 Comunicazione e probabilità di cooperazione Dawes, McTavish e Shaklee (1977): a) nessuna comunicazione tra gli agenti; b) comunicazione sulle caratteristiche dei giocatori e su argomenti non collegati direttamente al gioco; c) comunicazione su temi rilevanti per il gioco; b) comunicazione delle intenzione degli agenti senza impegni vincolanti. 47 Interpretazione Effetti della comunicazione su: • la fiducia interpersonale; • l’umanizzazione dei componenti del gruppo • l’identità individuale; • la comprensione del gioco; • l’identità collettiva del gruppo; • gli impegni pubblici . 48 Il ruolo della dimensione del gruppo 49 Il dilemma del prigioniero da 2 a N agenti B C D C 3/2, 3/2 1/2, 2 A D 2, 1/2 1, 1 50 Matrice dei payoff N. dei giocatori che scelgono di cooperare Numero dei giocatori che scelgono di defezionare Compensi individuali dei giocatori che scelgono di cooperare Compensi individuali dei giocatori che scelgono di defezionare 3 0 3 - 2 1 2 4 1 2 1 3 0 3 - 2 51 Probabilità di cooperazione e dimensione del gruppo P(c) 2 6 10 N. agenti 52 Ipotesi interpretative della relazione (inversa) tra dimensioni del gruppo e propensione alla cooperazione • Bad apples • Controllo interpersonale • Efficacia dell’azione individuale 53 I costi di coordinamento 54 Dilemmi sociali e ruolo dell’opportunismo La soluzione dei dilemmi sociali nell’ipotesi tradizionale dipende dalla : a) esclusione delle condotte opportunistiche; b) modifica della struttura dei compensi finali in modo che la defezione individuale risulti remunerativa quanto la cooperazione ( T=R per esempio). 55 Informazione degli agenti e azione collettiva Nell’impostazione tradizionale, la struttura delle complementarità, le caratteristiche del bene, la tecnologia e i benefici attesi sono supposti noti agli agenti: gli individui devono conoscere il contenuto e l'esito dell'azione collettiva, altrimenti non potrebbero stimare il beneficio e il costo della loro partecipazione alla produzione del bene stesso (Taylor 1987). 56 Limiti di realismo e di generalità Gran parte dei progetti collettivi che vengono realizzati nel presente hanno, per numerose ragioni solo parziali analogie con quelli intrapresi nel passato (diversa tecnologia, differente disponibilità delle risorse, mutamenti nelle preferenze individuali, ecc.) 57 Assunzione di imperfetta informazione Se che il contenuto economico e tecnologico del bene da realizzare non è noto agli agenti, emerge un nuovo vincolo all'azione comune: prima di avviare la produzione collettiva del bene, gli agenti devono decidere quale bene deve essere realizzato. 58 Vincoli all’azione collettiva L'ostacolo all’azione collettiva non è rappresentato soltanto dall'incertezza sulla distribuzione dei benefici netti , ma anche dai costi informativi e decisionali che i singoli agenti dovranno sostenere per individuare quale bene deve essere prodotto. 59 Natura delle complementarità La presenza di complementarità: 1) determina un incentivo all'azione collettiva e giustifica la maggiore efficienza del ricorso a scelte cooperative rispetto all'adozione di condotte individuali 2) dà origine ad una molteplicità di equilibri. 60 Avvio dell’azione collettiva Il bene da realizzare diviene conosciuto esclusivamente quando gli agenti, dopo aver ordinato le alternative, sono riusciti ad identificare la soluzione ottimale tra le molte perseguibili. 61 Individuazione dell’equilibrio L’individuazione della soluzione ottimale (quanti e quali soggetti coinvolgere, quali iniziative intraprendere, quale tecnologia impiegare, di quale forma organizzativa dotarsi, quale pianificazione degli interventi sviluppare, ecc.) può risultare molto onerosa. 62 Costi di coordinamento Costi collegati a: • investimenti informativi, di trasferimento delle conoscenze, di comparazione delle diverse alternative praticabili e • investimenti di negoziazione. • adeguamento delle condotte individuali al piano generale (modificazione dei piani individuali; assunzione di vincoli di sincronizzazione). 63 Dimensioni del problema di coordinamento: 1) i vincoli che gli agenti assumono, per contratto o per convezione, per evitare di prendere decisioni discordanti. 2) le procedure per individuare tra le diverse alternative una unica soluzione di equilibrio. 64 Gioco di coordinamento (1) A2 P M P 3, 3 2, 2 M 2, 2 3, 3 A1 65 Gioco di coordinamento (1) A2 P M P 3, 3 2, 2 M 2, 2 3, 3 A1 66 Gioco di coordinamento (1) A2 P M P 3, 3 2, 2 M 2, 2 3, 3 A1 67 Gioco di coordinamento (1) A2 P M P 3, 3 2, 2 M 2, 2 3, 3 A1 68 Gioco di coordinamento (2) Battaglia dei sessi A2 P M P 3, 1 0, 0 M 0, 0 1, 3 A1 69 Gioco di coordinamento (2) Battaglia dei sessi A2 P M P 3, 1 0, 0 M 0, 0 1, 3 A1 70 Gioco di coordinamento (3) Stag Hunt (Assicurazione) A2 Cervo Lepre Cer 2, 2 0, 1.5 Lep 1.5, 0 1, 1 A1 71 Gioco di coordinamento (3) Stag Hunt (Assicurazione) A2 Cervo Lepre Cer 2, 2 0, 1.5 Lep 1.5, 0 1, 1 A1 72 Gioco di coordinamento (4) A2 P M P 4, 3 2, 1 M 2, 1 3, 4 A1 73 Gioco di coordinamento (4) A2 P M P 4, 3 2, 1 M 2, 1 3, 4 A1 74 Gioco di coordinamento (4) A2 P P C=?>NC M 2, 1 M 2, 1 A1 C=?>NC 75 Difficoltà di coordinamento (van Huyck, Battalio e Beil 1990) Valore minimo di X scelto Scelta di X da parte dell’Agente A 7 6 5 4 3 2 1 7 1,3 1,1 0,9 0,7 0,5 0,3 0,1 6 - 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 5 - - 1,1 0,9 0,7 0,5 0,3 4 - - - 1,0 0,8 0,6 0,4 3 - - - - 0,9 0,7 0,5 2 - - - - - 0,8 0,6 1 - - - - - - 0,776 Asse di coordinamento: Ripartizione dei benefici V 1,0 A1 0,5 0 0,5 1,0 W 77 A2 Asse di coordinamento: Ripartizione dei benefici V 1,0 A1 a1 0,5 N 0 0,5 b1 1,0 W 78 A2 Asse di coordinamento: Ripartizione dei benefici V 1,0 K a2 A1 N a1 0,5 0 b2 0,5 b1 1,0 W 79 A2 Investimenti unilaterali e ripartizione dei benefici V 1,0 A1 0,5 0 0,5 1,0 W 1,5 80 A2 Investimenti unilaterali e ripartizione dei benefici V 1,0 N A1 a1 0,5 0 0,5 b1 1,0 W 1,5 81 A2 Investimenti unilaterali e ripartizione dei benefici V 1,0 N A1 a1 0,5 0 0,5 b1 1,0 W 1,5 82 A2 Investimenti unilaterali e ripartizione dei benefici V 1,0 N A1 a1 0,5 0 0,5 b1 1,0 W b4 1,5 83 A2 Investimenti unilaterali e ripartizione dei benefici V 1,0 a2 A1 K 0,5 0 0,5 1,0 W 1,5 b2 84 A2 Investimenti unilaterali e ripartizione dei benefici V 1,0 a2 A1 K 0,5 0 0,5 1,0 W 1,5 b2 85 A2 Investimenti unilaterali e ripartizione dei benefici V 1,0 a2 A1 K 0,5 0 0,5 b2 1,0 W 1,5 b3 86 A2 Investimenti unilaterali e ripartizione dei benefici V 1,5 1,0 a2 K N A1 a1 0,5 0 b2 0,5 b3 b1 1,0 W b4 1,5 87 A2 Investimenti unilaterali e ripartizione dei benefici V 1,0 K N A1 0,5 0 b2 0,5 b3 b1 1,0 W b4 1,5 88 A2 Effetti complementarità V 1,0 A1 a1 0,5 0 0,5 b1 1,0 W 89 A2 Effetti complementarità 1,5 C V 1,0 A1 a1 0,5 0 0,5 b1 1,0 W 90 A2 Effetti complementarità 1,5 C V a3 1,0 A1 a1 0,5 0 0,5 b1 1,0 W 91 A2 Effetti complementarità 1,5 C V a3 1,0 A1 a1 0,5 0 0,5 b1 b2 1,0 W 92 A2 Effetti complementarità 1,5 V 1,0 A1 a1 0,5 B 0 0,5 b1 1,0 W 1,5 93 A2 Effetti complementarità 1,5 V 1,0 A1 a1 0,5 B 0 0,5 b1 1,0 W b3 1,5 94 A2 Effetti complementarità 1,5 V 1,0 A1 a2 a1 0,5 B 0 0,5 b1 1,0 W b3 1,5 95 A2 Effetti complementarità 1,5 C V a3 1,0 A1 a2 0,5 B 0 0,5 b2 1,0 W b3 1,5 96 A2 Effetti complementarità 1,5 C D V a3 1,0 A1 a2 0,5 B 0 0,5 b1 b2 1,0 W b3 1,5 97 Effetti complementarità 1,5 C D a4 V a3 1,0 A1 a2 a1 0,5 B 0 0,5 b2 1,0 W b3 1,5 98 A2 Effetti complementarità 1,5 C D a4 V a3 1,0 A1 a2 0,5 B 0 0,5 b2 1,0 W b3 b4 1,5 99 A2 Effetti complementarità 1,5 C D a4 V a3 1,0 A1 a2 a1 0,5 B 0 0,5 b1 b2 1,0 W b3 b4 1,5 100 A2 Implicazioni • 1) La presenza di potenziali complementarità non sfruttate, incentiva l’ampliamento del gioco verso nuovi equilibri; • 2) Mentre i payoff da azione individuale rimangono noti, quelli da azione collettiva risultano incerti (anche se presuntivamente superiori ai primi) 101 3) Il livello dei payoff può variare in relazione al potere contrattuale degli agenti e l’individuazione della soluzione di equilibrio richiede negoziazione; 4) I costi di sincronizzazione dei corsi di azione individuale, di selezione comune dell'equilibrio e di negoziazione influenzano il valore dei payoff da coordinamento e quindi condizionano significativamente l'adozione (o l'abbandono) di soluzioni di azione collettiva. 102 Tipologie di costi di coordinamento • Costi di negoziazione • Costi di sincronizzazione • Costi di selezione 103 Costi di sincronizzazione Costi di formalizzare una decisione convergente e simultanea. Derivanti da: • grado di anomia • ostacoli informativi (per es. distorsioni nella comunicazione; ambiguità nei segnali, distanza fisica); • divisione del lavoro o della specializzazione dei ruoli. 104 Costi di selezione Costi di individuazione dell’equilibrio ottimale Derivanti da: • acquisizione e trasferimento delle informazioni rilevanti tra i giocatori • adeguamento delle conoscenze specifiche possedute dagli agenti alle competenze necessarie per la predisposizione/valutazione dei singoli piani • individuazione e ordinamento delle alternative (equilibri) praticabili. 105 Fattori che facilitano l’azione collettiva tra individui e tra imprese 106 Fattori e meccanismi di tipo: • endogeno • esogeno 107 Strategie di tipo endogeno La struttura iniziale dei compensi rimane inalterata. La probabilità di cooperazione dipende da variabili che: • qualificano soggettivamente i partecipanti; • definiscono gli attributi del gruppo • riflettono le caratteristiche o il contenuto dell’azione collettiva. 108 Strategie di tipo esogeno • Le preferenze e caratteristiche dei partecipanti sono assunte come date • viene modificata la struttura dei compensi • vengono introdotti meccanismi ‘artificiali’ di sanzionamento e di incentivazione; • intervengono agenti esterni al gruppo • gli agenti hanno ruoli differenziati nel processo decisionale 109 Strategie di tipo endogeno 110 L’ombra del futuro • Dilemma del prigioniero one-shot • Dilemma del prigioniero ripetuto 111 Gli accordi autosanzionantesi • Forma di regolazione degli scambi di natura incompleta tra agenti imperfettamente informati. • Le parti assumono impegni reciproci espliciti alla continuazione dello scambio anche se in forma non vincolante dal punto di vista legale. • Il vantaggio dello scambio è misurato in termini di differenza tra la sommatoria dei benefici derivanti dal rispetto dell’accordo e i benefici di defezione. 112 • Non può essere applicato alle relazioni che prevedono transazioni che si sviluppano in un orizzonte temporale molto limitato. • Risulta invece una soluzione appropriata quando l’orizzonte temporale della relazione è prevedibilmente di lungo periodo • La sanzione, in questo caso, non sarà la penalità imposta dall’autorità giudiziaria alla parte che ha violato l’accordo, ma sarà costituita dal mancato profitto dell’intera relazione di scambio. 113 Sd S s 1 s 1 P S s S d S s 1 s 114 Condizioni per la definizione di accordi autosanzionantesi • orizzonte temporale dello scambio infinito • esistenza di una soglia minima di durata dello scambio • certezza della sanzione • reciprocità dei benefici della continuità dello scambio 115 1.2 Strategie di reciprocità 116 Nel dilemma del prigioniero ripetuto i giocatori fronteggiano costantemente il trade-off tra conservare la credibilità della minaccia (punire sempre) e sostenere il costo della ritorsione. Quali strategie massimizzano il beneficio cumulato da cooperazione? 117 Tit for Tat Il Tit for Tat è una strategia basata sulla reciprocità: • nel primo gioco l’agente che la adotta sceglie sempre di cooperare e • in quelli successivi imita la scelta dell’altro giocatore: alla cooperazione risponde con cooperazione e alla defezione con defezione. 118 Caratteristiche di Tit for Tat • • • • Tit for Tat è una strategia: benevola (nice) reattiva (evita il rischio di exploitation) lungimirante (non interrompe l’interazione) clemente (forgiving)(quando l’agente che ha defezionato ritorna a cooperare, è previsto che chi ha subito la defezione debba e a sua volta cooperare. 119 1.3 “Beneficio del dubbio” 120 • In Tit for Tat ogni attore è in grado di monitorare l’azione del partner oppure viene definita una perfetta corrispondenza tra singola mossa e payoff. • Frequentemente nella realtà i giocatori non sono in grado di valutare con esattezza se la scelta della controparte è originata da una decisione intenzionale o se è frutto del caso, di vincoli di forza maggiore o di fattori comunque fuori del controllo del partner. • In Bendor, Kramer e Stuot (1991) viene abbandonata l’assunzione che i giocatori abbiano perfetta conoscenza delle scelte attuate dalle controparti e introdotti i noisy settings 121 Implicazioni • Strategie molto reattive tendono a fornire risultati di cooperazione molto bassi. • Tit for Tat con clone in ambiente incerto è dominato da altre strategie • Asimmetria degli effetti del termine di errore 122 Strategie di ‘generosità’ • In contesti incerti, le strategie dominanti sono caratterizzate da “generosità” (vedi NICE). • NICE non reciproca con la defezione ma continua a cooperare consentendo alla controparte di recuperare condotte cooperative. • Solo al di sotto di un livello definito ex ante di cooperazione, NICE inizia a ridurre progressivamente la propria attitudine cooperativa. • In contesti incerti l’assunzione del beneficio del dubbio genera nel lungo periodo risultati nettamente più favorevoli della reattività immediata 123 Limiti • Rischio di sfruttamento • Cooperazione incompleta 124 Eterogeneità • Dimensioni rilevanti: • Differenze nella dotazione di risorse • Disomogeneità nelle preferenze 125 Eterogeneità • L’eterogeneità favorisce l’azione collettiva (Olson) • L’eterogeneità inibisce l’azione collettiva (Ostrom) • Il concetto di massa critica (Maxwell) 126 Eterogeneità • Livelli intermedi di eterogeneità favoriscono l’azione collettiva • Livelli minimi e massimi la scoraggiano • Eterogeneità nelle dotazioni e omogeneità nelle preferenze agevolano la cooperazione 127 1.4 Fiducia 128 La fiducia può essere definita come la previsione che gli altri agenti adotteranno comportamenti cooperativi anche quando non sono soggetti a controllo o monitoraggio diretto. 129 Implicazioni • Se la fiducia è perfetta, non è possibile che vi sia opportunismo e quindi non vi saranno dilemmi sociali. 130 Fiducia come precondizione della cooperazione La fiducia può essere vista, non come un fattore della cooperazione, ma come una precondizione affinché i progetti di cooperazione vengano presi in esame e eventualmente avviati: a) assenza di avversione pregiudiziale all’avvio di progetti collettivi e b) attribuzione da parte degli agenti di un valore extra economico alla cooperazione in quanto tale, con la conseguenza di annullare i vantaggi della defezione. 131 Fiducia e vincoli di multilateralità Si immagini che l’agente A avvii il progetto collettivo (z) con l’agente B. In precedenza A ha promosso una iniziativa comune (w) con B e con C che continua ad essere attiva. Se A defeziona in (z) e possibile che B attui ritorsioni in (w). In alcune circostanza è la minaccia di ritorsioni, quindi, che alimenta la fiducia. 132 Dilemma del prigioniero A2 P D P 4,4 2, 5 D 5,2 3, 3 A1 133 Minaccia di ritorsione Valore della ritorsione V=2 134 Dilemma del prigioniero A2 P D P 4,4 2, (5-2) D (5-2),2 3, 3 A1 135 1.5 Capitale sociale 136 Capitale sociale • Def. 1: Il capitale sociale è l’insieme delle relazione personali (formali e non) che il singolo individuo possiede (Burt) • Def. 2 : Il capitale sociale è costituito dal patrimonio di relazioni sociali e di norme di condotta presenti in una data comunità (Putnam) 137 Capitale sociale • Il capitale sociale è prodotto dalle esperienze di impegno civico, di partecipazione a forme associative (culturali, ricreative, sportive, ecc.) e dalla adesione alle norme che regolano la vita comunitaria 138 Capitale Sociale Interpretazione estesa • CS agevola l’azione collettiva e le pratiche cooperative attraverso: • Il rafforzamento della coesione sociale (riduzione dei conflitti; diminuzione dell’incertezza) • L’aumento degli scambi informativi • L’accentuazione dell’identità di gruppo 139 Capitale Sociale Interpretazione restrittiva • CS agevola l’azione collettiva e le pratiche cooperative attraverso il seguente meccanismo: • Le reti di impegno civico forniscono beni relazionali (contatti, informazioni, reputazione). • Tali beni possono essere conservati soltanto se gli individui rimangono all’interno di relazioni comunitarie. • Il timore che, in caso di defezione, la sanzione imposta possa essere l’esclusione da tale sistema di rapporti individuali e collettivi riduce i problemi legati all’opportunismo e favorisce la soluzione di problemi di azione collettiva. 140 Capitale sociale e azione Istituzionale • Hp. 1 Capitale Sociale (Civicness) → Selezione della rappresentanza politica → Controllo dell’operato degli amministratori pubblici → Efficienza delle istituzioni → Aumento della dotazione di beni pubblici → Crescita 141 Capitale sociale e azione Istituzionale • Hp. 2 Istituzioni proattive → Attivismo istituzionale → Aumento della dotazione della dotazione di beni pubblici → Crescita e sostegno alla Civicness → Aumento del Capitale Sociale 142 Capitale sociale e azione Istituzionale • Implicazioni: • Circolarità dei processi • Ruolo della storia (il capitale sociale è ereditato dal passato) • Azione istituzionale (la formazione del capitale sociale è condizionata dall’iniziativa istituzionale) 143 Capitale sociale e Cooperazione tra imprese Equazioni di regressione di LOGCON (propensione delle imprese a realizzare iniziative di azione collettiva) - (t di Student tra parentesi). Variabili Eq. 1 Eq. 2 Eq. 3 0.932* (1.745) 0.623 (1.510) 0.922** (2.572) CAPSOC 0.180*** (3.457) 9.977E-02* (1.939) ASSOC_9 0.101*** (2.809) 5.274E-02 (1.495) Costante ASSIMP 0.155*** (4.810) ISTIT R2a F NOTA: N° Osservazioni = 88 *** = significatività all’1%, ** = significatività al 5%, * = significatività al 10% 7.102E-02** (2.011) 0.413 0.654 0.749 7.801*** 15.955*** 19.590*** 144 1.6 Identità 145 Identità individuale e di gruppo L’identità – la percezione di sé – può essere vista come una componente dell’utilità individuale ed rappresenta una motivazione del comportamento degli agenti anche in ambito economico (Akerlof e Kranton 2000). 146 • L’identità individuale si sviluppa in contesti sociali • L’identità di gruppo rafforza il senso di sé e ogni azione che avvicina l’individuo alle caratteristiche ideali del gruppo incrementa la sua utilità personale • Tali azioni possono avere costi elevati ed essere apparentemente in contrasto con la razionalità individuale 147 Implicazioni Tanto più elevata è identificazione di gruppo tanto maggiore sarà la propensione dei singoli agenti a sottostimare o ad accettare il rischio di defezione di alcuni componenti e a sviluppare previsioni ottimistiche sulle condotte complessive del gruppo. 148 1.6 Reputazione 149 Reputazione La reputazione può essere definita come un investimento irrecuperabile individuale finalizzato a segnalare la capacità di realizzare i compiti assegnati e il livello e la qualità del proprio impegno 150 Reputazione e azione collettiva La reputazione può essere identificata come una barriera all’adozione di comportamenti di defezione: gli attori dotati di elevata reputazione tenderanno a non scegliere la defezione per timore di annullare il valore dell’investimento in reputazione. 151 1.7 Aspettative 152 Aspettative Le aspettative sono costituite dalle previsioni sulla presenza di un numero sufficientemente elevato di agenti che valutano positivamente i benefici derivanti da cooperazione e la possibilità di condurre a termine con vantaggi reciproci l’azione collettiva. 153 Caratteristiche delle aspettative Le aspettative hanno natura non ascrittiva, non implicano conoscenza diretta della controparte o la presenza di legami sociali o personali che limitino la defezione. 154 Aspettative e azione collettiva • • • • Le aspettative favorevoli alla cooperazione sono funzione: della presenza di norme sociali che favoriscano l’uniformità dei comportamenti del grado di differenziazione sociale, economica e culturale della comunità della omogeneità delle funzioni di utilità degli agenti dell’accumulazione storica di esperienze di azione collettiva (memoria e apprendimento) 155 Variabili e meccanismi di tipo esogeni 156 2.1 I sistemi sanzionatori 157 Cambiamenti della struttura dei compensi • Modificazioni della struttura del dilemma potrebbero alterare gli incentivi degli individui e rendere più probabile l’adozione di comportamenti cooperativi. • I fenomeni di free riding potrebbero essere ridotti o annullati se puniti attraverso sanzioni certe e note ex ante agli agenti. 158 Vincoli • la modifica della struttura dei compensi o l’introduzione di regole di sanzionamento richiedono azione collettiva • gli stessi ostacoli che condizionano la cooperazione nel dilemma originario sono presenti con la stessa intensità quando vengono prese decisioni che modificano la struttura del gioco 159 L’ipotesi della predisposizione di sistemi sanzionatori • dilemmi di primo ordine (relativi al problema originario di azione collettiva) • dilemmi di secondo ordine (relativi agli interventi finalizzati alla predisposizione di meccanismi di sanzionamento dell’opportunismo). 160 Differenze nella natura dei dilemmi • La cooperazione elementare • La cooperazione strumentale (Yamagishi 1986) 161 Goal/expectation theory (Pruitt e Kimmel (1977) La cooperazione deriva dalla consapevolezza degli agenti che a) nei dilemmi sociali il perseguimento di interessi individuali conduce inevitabilmente alla reciproca defezione e ad equilibri Pareto-inferiori e che b) il risultato più vantaggioso può essere conseguito soltanto attraverso l’adozione di condotte cooperative. 162 Grandi e piccoli gruppi • Nei gruppi piccoli i legami sociali, l’identità e altri fattori possono agire come deterrenti dell’opportunismo e le motivazioni alla cooperazione elementare possono essere sufficienti al suo conseguimento; • Nei gruppi più grandi la cooperazione può emergere solo se gli agenti sono motivati da fattori diversi da quelli della cooperazione elementare. • La cooperazione nei grandi gruppi dipende dalle garanzie contro l’opportunismo 163 Il ruolo della cooperazione strumentale • Nella cooperazione di secondo ordine i rischi di essere sfruttati (exploited) sono per definizione nulli. • Il sostegno dato alla definizione della struttura di sanzionamento ha il duplice effetto di assicurare a) che il dilemma originario troverà soluzione perché nessuno avrà incentivi alla defezione e b) che tutti avranno contribuito al finanziamento del meccanismo sanzionatorio pena l’esclusione dal gioco. 164 Specificità • La cooperazione è fatta dipendere non tanto dal livello dei compensi attesi, ma dai costi-benefici dell’attività di monitoraggio e di sanzionamento • La cooperazione non è funzione dell’orizzonte temporale in cui l’azione collettiva si esplica • L’efficienza dell’investimento nella struttura sanzionatoria tende a variare in relazione alla dimensione del gruppo 165 2.2 La centralizzazione del processo decisionale 166 Accentramento decisionale Attribuzione dei compiti decisionali, sanzionatori, redistributivi ad una autorità interna la gruppo 167 Effetti • Riduzione dell’accesso individuale alle risorse • Riduzione del volume delle informazioni scambiate nel gruppo • Stratificazione dei ruoli 168 Centralizzazione della regolazione • Aumento dell’efficienza dell’attività sanzionatoria • Riduzione dei costi di regolazione • Avvicinamento dell’output dell’azione collettiva al livello ottimale • Aumento dell’equità nella distribuzione dell’output collettivo 169 Verifiche empiriche • I gruppi che si allontanano maggiormente dall’impiego ottimale delle risorse sono quelli che risultano più propensi ad adottare soluzioni di centralizzazione dei processi decisionali. • Per il ruolo di leader vengono votati gli individui che si sono mostrati più capaci nel portare a termine i propri compiti, che evidenziano una condotta simile a colui che lo vota, che si sono avvicinati di più all’utilizzo ottimale della risorsa comune e che ne hanno evitato lo sfruttamento 170 intensivo. • gli individui delegati alla funzione di leader assumono comportamenti molto simili alle aspettative di coloro che li hanno scelti. Migliorano le precedenti prestazioni e tendono a limitare lo sfruttamento individuale della risorse collettiva e ad allocare in modo equo le risorse tra i membri del gruppo. 171 Centralizzazione del coordinamento La centralizzazione del coordinamento consiste nell’affidare la definizione degli incentivi alla sincronizzazione dei corsi di azione e la selezione dell'equilibrio ad un sotto-insieme circoscritto e specializzato di agenti. 172 Riduzione dei costi di coordinamento • La centralizzazione rende possibile lo sfruttamento delle economie di scala nella raccolta delle informazioni rilevanti • La minore numerosità e maggiore omogeneità dei soggetti decisori riducono i costi di trasferimento delle informazioni e attenuano le asimmetrie informative individuali • I componenti dell'autorità decisionale, essendo selezionati sulla base delle loro competenze, operano senza dover attuare rilevanti investimenti addizionali di tipo conoscitivo per la valutazione dei progetti. 173 2.3 L'ipotesi di eterogeneità degli attori 174 La continuità nel tempo del progetto cooperativo è condizionata dal livello dei benefici attesi, ma anche e forse soprattutto dall’emergere di rilevanti asimmetrie nei compensi tra le parti. 175 Payoff • • • • i benefici di complementarità=Bc=3, i costi di coordinamento e regolazione=Ccr=2, il profitto da azione individuale=Bi=3 e il valore della sanzione=S=2 =(valore dei costi di coordinamento e regolazione) 176 Gioco di assicurazione (1) A2 P I P 4,4 3,1 I 1,3 A1 3, 3 177 Variazione asimmetrica dei costi di coordinamento I costi di coordinamento e regolazione • per P1=2 • per P2=4 178 Gioco di assicurazione (2) A2 P I P 4,2 3,1 I -1,3 A1 3, 3 179 Ipotesi di massa critica Oliver, Marwell e Teixeira (1985) Una notevole varianza nella distribuzione dei vantaggi derivanti dalla disponibilità del bene collettivo tra gli attori coinvolti può indurre un sottoinsieme del gruppo dei partecipanti potenziali a svolgere un ruolo di agente catalizzante (o di massa critica) della cooperazione, contribuendo con risorse rilevanti all'avvio o al mantenimento dell'azione collettiva. 180 Applicazione P1 percepisce benefici da complementarità superiori a P2 (5 vs 3). Si fa carico di una quota rilevante dell'incremento dei costi complessivi di coordinamento e di regolazione (+2) sostenuti in precedenza da P2 e lo 'costringe' in C,C. 181 Gioco di assicurazione (3) A2 P I P 4,4 3,-1 I 1,3 3, 3 A1 182 2.4 Azione istituzionale e riduzione dei costi di regolazione e di coordinamento 183 Istituzioni e costi di regolazione • Nell'ottica regolativa l’attività istituzionale è assimilabile a quella di una 'terza parte' che provvede all'arbitrato dei conflitti e alla salvaguardia dei contratti. 184 Istituzioni e costi di coordinamento Il ruolo di promozione, non è necessariamente svolto da agenti che hanno aspettative di benefici da cooperazione superiori alla media, ma anche, e forse soprattutto, da attori che: • dispongano di risorse di coordinamento, informazioni e incentivi (non pecuniari) all'azione collettiva maggiori delle altre parti coinvolte nel progetto; • assicurino una distribuzione equilibrata tra le parti dei vantaggi della disponibilità del bene collettivo. 185 Tipologie di istituzioni • Norme – Codici, leggi, strumenti applicativi, ecc. • Entità istituzionali – Governi locali, strutture formative ad indirizzo pubblico, associazioni di rappresentanza degli interessi, ecc. • Attori istituzionali – agenti individuali con compiti istituzionali 186 Istituzioni locali Gli attori istituzionali (locali): • svolgono per loro natura funzioni di coordinamento centralizzato (realizzazione di beni collettivi categoriali); • assicurano la non escludibilità dai benefici come elemento costitutivo e vincolo normativo della loro azione; – 187 • nello svolgimento dei loro compiti amministrativi sono già impegnati nella raccolta di informazioni; • evidenziano, diversamente dai soggetti privati, un costo opportunità della defezione o dell'abbandono dell'azione collettiva nullo o negativo. 188 Azione collettiva e istituzioni Il ruolo di promozione e sostegno delle istituzioni si esplicita nell'assorbimento e soprattutto nella riduzione del livello complessivo dei costi di coordinamento e di regolazione. 189 Gioco di assicurazione (4) A2 P I P 6,4 3,3 I 3,3 A1 3, 3 190 2.5 Azione istituzionale e l’equilibrio ottimistico 191 Equilibri dominati dal rischio • La presenza di complementarità strategiche determina una molteplicità di equilibri. • Indipendentemente dai costi del coordinamento, in molte circostanze non vi è alcuna garanzia che tra le diverse alternative venga scelta quella caratterizzata dai payoff più elevati. • Spesso le scelte degli agenti sono dominate più dal livello del rischio che dal livello dei payoff (Carlsson e van Damme 1993; Cooper 1999). 192 Gioco di assicurazione (1) A2 P I P 3,3 -1, 1 I 1,-1 2, 2 A1 193 Gioco di assicurazione (1) A2 P I P 3,3 -1, 1 I 1,-1 2, 2 A1 194 Se la probabilità di scelte discordanti (CI o IC) non è nulla e se gli attori sono particolarmente avversi al rischio di ottenere un payoff negativo, la scelta non sarà CC ma II. 195 Gioco di assicurazione (1) A2 P I P 3,3 -1, 1 I 1,-1 2, 2 A1 196 Le istituzioni indirizzano le scelte degli agenti verso equilibri ‘ottimistici’. 197 Check List Valutazione dei benefici potenziali di progetti di azione collettiva 198 Economie di scala • Analisi a livello di settore i-esimo: • Livello dei costi fissi • Aumento della domanda (+20%;+50%) ed effetti sui costi; • Vincoli di espansione della domanda 199 Economie di scala • Analisi relative alle funzioni: • • • • • • • • • Produzione; Commercializzazione e promozione; Approvvigionamento Amministrazione contabilità; Gestione; Trasporti Ricerca e sviluppo; Formazione del personale Stockaggio 200 Complementarità settoriali non sviluppate • • • • • • Laboratori di analisi e ricerca Servizi ambientali; Distribuzione Marketing e promozione dei prodotti Tutela promozione della qualità Servizi di logistica e trasporti • Formazione professionale 201 Potere di mercato • Associazione tra imprese per forniture/acquisti congiunti • Associazione tra imprese per regolare le vendite congiunte • Creazione di un marchio commerciale (politiche di differenziazione) • Politiche di innovazione consortili 202 Complementarità di filiera non sviluppate • • • • • • • Laboratori di analisi e ricerca Servizi ambientali; Distribuzione Marketing e promozione dei prodotti Tutela promozione della qualità Servizi di logistica e trasporti Formazione professionale 203 Politiche per la valorizzazione delle risorse immobili • Promozione dei prodotti/servizi all’esterno del mercato locale • Tutela della qualità • Certificazione dei processi • Capitale umano e formazione • Iniziative di difesa da imitazione • Creazione di reti verso l’esterno per l’acquisizione/ scambio di input necessari nel processo produttivo • Fiere e manifestazioni • Diversificazione settoriale 204 Strumenti che agevolano la realizzazione di obiettivi di azione collettiva • Creazione di gruppi/associazioni di sostegno degli interessi locali • Valorizzazione dell’identità locale (musei, manifestazioni, ecc.) • Progettualità per l’acquisizione di risorse esterne • Coinvolgimento/partecipazione delle istituzioni intermedie • Identificazione della leadership • Incentivi e premialità esterne (finanziarie e non) 205 Iniziative ausiliarie • • • • • • Infrastrutture di trasporto Infrastrutture di telecomunicazione Marketing territoriale Eventi promozionali nell’area in esame Politiche del credito e iniziative consortili Servizi allo start up di impresa 206