1. La Fisica Classica 2. L’elettrone e l’esperimento di Millikan 3. Gli spettri e il calore 4. La fisica quantistica e l’effetto fotoelettrico 5. I modelli atomici di Rutherford e Bohr LA FISICA CLASSICA Si può parlare di fisica classica a partire dal XVII secolo fino al XIX secolo sviluppatasi in particolare grazie alla meccanica newtoniana. Dal 1600 la fisica acquista una certa autonomia dalla filosofia. In questo periodo la maggior parte dei fenomeni trova spiegazione nella meccanica newtoniana, nella teoria elettromagnetica di Maxwell, nella termodinamica o nella meccanica statistica di Boltzmann. Lo scienziato è colui che osserva i fenomeni senza però intervenire e senza modificarli. I punti sono definiti come particelle di materia indistruttibili, formi o in moto uniforme, che a volte interagiscono tra di loro per forza attrattiva. La forza agisce tra le coppie di punti lungo la loro congiungente. < distanza > forza. F = m a. Si ha una variazione di velocità se ci sono forze non equilibrate. Se non c’è variazione di velocità c’è variazione di forze. Il moto di un corpo si può rappresentare studiando le sue parti più piccole o un intero corpo esteso rappresentato in un unico punto. Come dice Galileo: ”L’universo è scritto in lingua matematica” di conseguenza i fenomeni possono essere dimostrati. Il maggior contributo per la descrizione delle forze della natura fu La legge di gravitazione universale, formulata da Isaac Newton nel 1684. L'espressione algebrica della legge è dove F è la forza gravitazionale, m 1 e m 2 le masse dei due corpi, d la loro mutua distanza, e G la costante gravitazionale del valore di 6,67 × 10 -11 N m 2 kg -2 Equilibrio dinamico: per spiegarlo si usa il modello del sasso che ruota. Il sasso (pianeta) possiede una velocità e la forza centripeta lo lega al centro quindi è la velocità stessa che fa si che ci sia un equilibrio. C’è anche la forza centrifuga ma si tratta di una forza apparente. Fcf v Fc Energia totale è data dalla somma dell’energia potenziale e di quella cinetica che è la meta dell’altra. Il segno negativo è dovuto al fatto che il pianeta è legato al Sole. E = 0 se il pianeta è lontanissimo (all’infinito) EC = ½ mv2 Ep = -(GmM)/ r Et = ½ mv2 – (GMm)/r V2 = GM/r E = ½ (GMm)/r – (GMm)/r = - ½ (GMm)/r La forza è un’azione a distanza tra due corpi ed è istantanea. Tutte le forze in natura sono la combinazione di tre tipi di forze: gravitazionale, forza elettro – debole e forza forte. Ci sono anche: forze di coesione ossia forze che tengono insieme molecole dello stesso tipo, forze di adesione che legano molecole di tipi diversi e forze elastiche. Tutte queste agiscono lungo la congiungente tra due parti. F = ma La forza elettrica ha analogie con la forza di gravità e dipende dall’ambiente. Le interazioni elettriche sono di due tipi: le cariche positive e quelle negative. La carica elettrica è una particolare proprietà per cui si originavano forze di mutua interazione attrattive e repulsive tra i corpi elettrizzati. Unità di misura è l’HertzUna carica oscillante produce un’onda dovuta al campo magnetico che è perpendicolare a quello elettrico. Magnetismo. Le prime ricerche sul magnetismo risalgono al XVII secolo, tuttavia per lungo tempo i fenomeni elettrici e magnetici furono studiati separatamente e questo celò la loro stretta relazione. La situazione mutò nel 1829 quando lo scienziato danede Hans Christian Oersted scoprì che un ago magnetico si orienta per effetto di una corrente elettrica. Dopo breve tempo André-Marie Ampère dimostrò che due fili percorsi da corrente si attraggono o si respingono come i poli di una calamita. Nel 1831 il britannico Michael Faraday scoprì che per generare corrente all'interno di un filo conduttore è sufficiente muovere una calamita o mantenere una corrente variabile nelle sue vicinanze. Si scopre che il Nord geografico non è magnetico ossia dove c’è il polo Nord geografico si trova il polo Sud magnetico. Polo Nord geografico = Polo Sud magnetico L’onda meccanica è energia di movimento che si sposta a una certa velocità. Le onde sono in grado di aggirare gli ostacoli quando due di esse si incontrano si possono annullare. Le onde viaggianti sono quelle che trasportano la loro energia nello spazio. Le onde possono essere trasversali o longitudinali. Le quattro proprietà delle onde sono: periodo, frequenza, lunghezza e ampiezza. L’esperimento del fisico tedesco Heinrich Rudolf Hertz spiegò la natura della propagazione delle onde elettromagnetiche. provò sperimentalmente che l'elettricità può essere trasmessa per mezzo di onde elettromagnetiche che viaggiano alla velocità della luce. I suoi esperimenti portarono all'invenzione del telegrafo senza fili e della radio. L'unità di frequenza venne chiamata hertz (Hz) in suo onore. Onda Longitudinale e Onda Trasversale “Scoprendo l’elettrone, dall’esperimento di Thomson a quello di Millikan, analizzando la carica” PREFAZIONE: Dall’affermazione di Dalton secondo cui ogni sostanza elementare era composta da atomi uguali tra di loro che si differenziavano da sostanza a sostanza ed erano indivisibili singolarmente, attraverso l’elettrizzazione dei corpi, lo strofinio o anche la radioattività di varie sostanze si capì che gli atomi, a differenza di come Dalton aveva supposto, dovevano essere costituiti da particelle più piccole e che alcuni corpi emettevano varie onde che si dividevano in: onde alfa (2n+2p) onde beta (formate da elettroni) onde gamma (formate da pura energia) “ESPERIMENTI BASE NELLA SCOPERTA DELL’ELETTRONE” Il primo passo verso la ricerca della struttura atomica fu compiuto nell’ esperimento dei tubi di Crookes : Con l’utilizzo di un gas, interno al contenitore di vetro, si notano alle varie pressioni stabilite le variazioni dell’andamento delle scariche elettriche. Successivamente con l’utilizzo di un secondo generatore e un mulinello a pale di grafite si noterà la natura corpuscolare di queste radiazioni che sono quindi formate da particelle. Avendo queste particelle carica negativa verranno chiamate elettroni, intendendo con questo nome le particelle che vengono perse dagli atomi dei gas ionizzati dall’azione del campo magnetico. . Con un altro grande esperimento, realizzato da Thomson, si cercò di scoprire il rapporto tra la carica dell’elettrone e la sua massa: Prendendo un tubo dilatato ad una estremità contenente solfuro di zinco e una scala graduata, con l’utilizzo prima di un generatore poi di due generatori e infine di una calamita con un generatore si potrà notare che le radiazioni confluiscono nel punto primario. Le varie fasi hanno dimostrato che indipendentemente dall‘utilizzo di più generatori e di vari campi magnetici il rapporto tra la carica dell’elettrone e la sua massa è di: -1,76 x 104 coulomb fratto grammi. Una volta ottenuto il rapporto carica/massa con l’ esperimento di Thomson con un successivo esperimento effettuato da Millikan si riuscì a stabilire il valore della carica dell’elettrone. L’esperimento di Millikan fu realizzato nel 1909 grazie alle precedenti scoperte di Thomson e alle teorie di Maxwell sull’aspetto continuo della carica; fino al 1867 degli elettroni non si sapeva ancora nulla, soltanto successivamente grazie ai già citati esperimenti si scoprì che esistevano particelle piccole con carica negativa. Millikan svolse il suo esperimento nel seguente modo: In un contenitore cilindrico dotato di catodo e anodo collegato a un generatore esterno con l’utilizzo di un microscopio posto all’interno del contenitore si poté osservare il movimento di alcune goccioline d’olio inserite grazie ad una speciale polpetta al variare dell’energia somministrata dal generatore. Regolando l’ intensità della corrente al passare delle goccioline nel campo visivo del microscopio si poté vedere in quel momento di stasi del moto delle goccioline la forza peso è uguale alla forza elettrica essendo E= ddp x nq / d. In cui ddp=differenza di potenziale (tanto è maggiore tanto più gli elettroni passeranno nel circuito) La n= numero di cariche negative (maggiore sarà il numero di cariche maggiore sarà la forza elettrica). Q=cariche. La d= alla distanza tra i due elettrodi (maggiore è la distanza minore sarà la forza elettrica. Successivamente attraverso il microscopio Millikan calcolò il diametro delle goccioline d’olio conoscendo poi anche il volume e la densità si ricavò la massa (d=m/v) da ciò ottenne che la carica dell’elettrone era di 1,6 x 10-19 sapendo poi il valore di carica / massa sostituendo Q ricavò M che risultò essere 9,11 x 10-31 kg. “CARICA TOTALE DI UN CORPO” Di importanza fondamentale per stabilire la carica di un elettrone sono senz’altro la densità e la velocità ma la carica totale di un corpo è formata da grani, le caratteristiche del grano elementare coincidono con la carica dell’elettrone, scoperta dell’elettrone che fu alla base del modello di Thomson. Successivamente grazie alle brillanti intuizioni di altri grandi scienziati come Goldstein, Ratherford e Bohr il modello atomico sarà completato e ampliato permettendoci così di poter definire con precisione la carica totale di un corpo e la struttura atomica. La quantizzazione L'ipotesi che si vuole sostenere, proviene dall'intuizione e successive deduzioni che i fenomeni 'quantizzati' hanno un unico denominatore comune : Lo Spazio. La materia appare "quantizzata", gli atomi sono i costituenti primari di qualsiasi sostanza e sono le "porzioni" di materia al di sotto delle quali non si hanno più le caratteristiche chimico fisiche della sostanza(elemento) stessa. Max Planck formulo' la sua famosa legge .la quale ci mostra come l'energia in natura appaia 'quantizzata' secondo la costante h il cui valore e' , come vedremo meglio in seguito h ci fornisce, quantizzandolo, il livello energetico minimo o multiplo di questo minimo, di qualsiasi onda elettromagnetica esistente nello Spazio. Robert Millikan nel 1916 dimostro' che anche l'energia elettrica e' quantizzata, i "quanti di elettricità chiamati elettroni hanno una carica elettrica di , o se si preferisce un Coulomb di carica sono elettroni. Dalla semplice osservazione che qualsiasi manifestazione presente nella realtà appare quantizzata, nasce l'ipotesi dello "Spazio Quantizzato", che deve essere intesa come una nuova interpretazione o categorizzazione logica della realtà. Il concetto di quantizzazione deve essere spostato dal "contenuto" (Carica, Massa, Energia, ecc.) al "contenitore" : lo Spazio, la quantizzazione-abilita' e' una sua proprieta'. I MODELLI ATOMICI DI RUTHERFORD E DI BOHR Rutherford - Professore di fisica all’università di Manchester, subito dopo la scoperta, del fisico francese A.H. Becquerel, individuo’ i tre principali componenti delle radiazioni che chiamo alfa, beta, gamma. - Successivamente, fece un esperimento nel quale voleva dimostrare che, come aveva detto Thomson l’atomo era costituito in ugual numero da particelle positive e negative che condividevano lo stesso spazio. - L’esperimento consisteva in un contenitore di piombo dal quale venivano emesse radiazioni alfa che venivano indirizzate verso una lamina d’oro. Intorno a tutta la costruzione Rutherford pose una pellicola fotografica. - Inizialmente R. pensava che tutte le particelle delle radiazioni trapassassero la lamina e si fermassero sulla pellicola e che alcune deviassero. - In realta’ il 99% delle particelle passava e si fermava sulla pellicola , un po’ deviavano ma 1 su 8000 tornava indietro. - Da questi risultati R. dedusse che l’atomo era costituito da un nucleo denso , dotato di massa e di una forte carica elettrica circondato da uno “sciame” di elettroni. -Questo fu il primo modello atomico rappresentato come un modello planetario infatti il nucleo rappresenta la terra e gli elettroni i pianeti che le ruotano intorno. - Il modello atomico di R.’ tuttavia, presentava alcuni inconvenienti poiche’ gli elettroni a causa del loro moto intorno al nucleo dotati di accelerazione non nulla, avrebbero dovuto continuare a irraggiare, perdendo continuamente energia, fino a collassare sul nucleo. - Questo avrebbe reso impossibile l’esistenza di atomi stabili. -ATOMO DI BOHR - In seguito a queste considerazioni Bohr propose un nuovo modello atomico frutto delle teorie di Rutherford e di dati sperimentali. Il nuovo modello e’ entrato a far parte dei fondamenti della meccanica quantistica. L’ atomo di B. consiste in un nucleo di carica positiva al quale ruotano intorno gli elettroni di carica negativa che percorrono orbite stazionarie. - Le orbite scoperte da B. sono fisse ma non equidistanti , ci sono infiniti livelli possibili. -B. afferma inoltre due postulati : 1) allo STATO STAZIONARIO gli elettroni ruotano su orbite definite e fisse senza mai assorbire ne cedere energia. 2) allo STATO ECCITATO assorbendo E dall’ esterno gli elettroni possono spostarsi dall’orbita stazionaria ad un'altra. - In seguito a cio’ si dice che l’E nell’ atomo e’ quantizzata , cioe’ la quantita’ di E che assorbe un elettrone nel passaggio da un orbita ‘ all’altra e’ definita. - Spontaneamente l’elettrone tendera’ a tornare all’ orbita stazionaria cedendo la stessa quantita’ di E assorbita prima. υ = E2 –E1 h B. afferma che gli elettroni possono percorrere gli spazi in base all’ E - LIVELLI ENERGETICI : sono gli spazi che percorrono gli elettroni intorno al nucleo con valore costante di E Spontaneamente l’elettrone perde energia sotto forma di ONDE ELETTROMAGNETICE per far tornare stabile l’ atomo - GLI ELETTRONI POSSONO STARE SOLO IN DETERMINATI SPAZI Condizione quantica degli atomi secondo Bohr -Calcolando l’Ec e l’Ep dell’ elettrone all’interno dell’atomo B. HA DEFINITO L’Etot DE BROGLIE E=hυ E=mc2 eugualiando hυ=mc2 hc =mc2 λ λ=h mc DUALISMO ONDA/PARTICELLA SPETTROSCOPIA Si occupa di esaminare e interpretare gli spettri e quindi le molecole quando la materia viene opportunamente eccitata. SPETTRO insieme di radiazioni, messe o assorbite da atomi o molecole espresse per mezzo di lunghezze d’onda o di frequenze. STORICAMENTE: tutto ebbe origine da Newton; la prima importante scoperta fu un elemento ancora sconosciuto sulla terra: Helios=sole SPETTRI ATOMICI SPETTRI DI EMISSIONE:emessi da corpi incandescenti solidi, liquidi, gassosi •Spettro continuo o discreto:nel campo visibile presenta tutti i colori dal ROSSO al VIOLETTO •Spettro a righe:presenta righe colorate su sfondo nero •Spettro di bande:presenta una successione molto fitta di righe SPETTRI DI ASSORBIMENTO Si creano quando una sostanza, allo stato gassoso ma a bassa temperatura, si trova tra una sorgente luminosa e l’osservatore. •Per alcune sostanza le righe dello spettro di assorbimento= righe spettro di emissione. •Gli spettri di emissione e assorbimento, ossia le lunghezze d’onda e la frequenza variano da elemento a elemento. SPETTRO ELETTROMAGNETICO Onde radio Microonde Raggi x o raggi gamma SPETTRO VISIBILE υ più bassa percepire. solo la parte che l’occhio umano può INFRAROSSO: la υ prima del rosso ULTRAVIOLETTO: la υ dopo il violetto λ=c/υ SPETTRO ELETTROMAGNETICO, LUNGHEZZE D’ONDA E FREQUENZE SPETTROSCOPIO NOME ORIGINALE: Apparecchiatura per verifica spettri di rifrazione con camera chiusa (Spettroscopio) ANNO: 1960 circa DIMENSIONI: Larghezza: 44 cm Profondità: 23 cm Altezza: 30 cm MATERIALI: Vetro, ottone verniciato STRUMENTO FUNZIONANTE ANALISI GENERICA Strumento per l'analisi della composizione spettrale della radiazione elettromagnetica emessa da una sorgente e dispersa da un prisma. ESPERIMENTO I° elemento: SOLE II° elemento: SODIO incandescente III° elemento: TUBO AL NEON Ogni striscia=λ= fotoni di determinata energia SPETTRO CONTINUO DEL SOLE STRUTTURA DEGLI SPETTROSCOPI COSTRUZIONE SEMPLICE DI UNO SPETTROSCOPIO Si prende una semplice scatola di cartone, su un lato si pratica una fessura di circa 1 cm di ampiezza per l’ingresso delle luce; sul fondo si pone il reticolo di diffrazione della luce, che riflette la luce scomponendola nelle sue componenti. Un reticolo si può semplicemente ricavare tagliando 2 cm di un CD fuori uso, in quanto possiede una superficie argentata e riflettente. La luce scomposta e riflessa è mandata a una seconda apertura di 2 cm di lato, fuori dalla quale si pone uno schermo (ad esempio un semplice foglio di carta bianca) sul quale appariranno i diversi colori. Si deve prestare attenzione che la luce in ingresso e quella in uscita formino un anglo i 45°. Per evitare interferenze con la luce in ingresso e quella in uscita è opportuno porre in corrispondenza del reticolo di rifrazione uno schermo di cartone nero che arriva a 2 cm della superficie del reticolo medesimo.