II
L'analisi del testo è fondamentale per affrontare la prova del
certamen ma rappresenta molto spesso lo scoglio più difficile
anche per gli studenti che poi affronteranno la prima prova allo
scritto di Italiano dell'esame di maturità. In questo 2° incontro
proveremo a spiegare in cosa consiste, quali sono le modalità
dello svolgimento e come si possa essere in grado di analizzare
anche un brano non letto nel corso del PON “Campo dei Fiori” o
magari inerente temi poco trattati nel nostro programma.
“Come affrontare la traccia
del certamen”
campodeifioriurbani.wordpress.com
RESOCONTO DELL’INCONTRO PRECEDENTE:
Campo de’ fiori nella prima metà del Quattrocento era un prato di fiori
e orti. In seguito, la piazza diventò un luogo di attività e commerci: il
mercato dei cavalli, ma anche i tratti di corda e le esecuzioni capitali. Il
17 febbraio del 1600, accusato di eresia, vi arse Giordano Bruno: a
ricordarlo la statua incappucciata eretta da Ettore Ferrari in memoria
del libero pensiero, scoperta il 9 giugno del 1889 tra un’immensa folla.
Sul basamento tre riquadri con la tragica vicenda del filosofo, i
medaglioni di Sarpi, Campanella, Hus, Wycliffe, un’iscrizione di
Giovanni Bovio, oratore della cerimonia di inaugurazione: «A Bruno, il
secolo da lui divinato, qui, dove il rogo arse».
Dopo la presa di Roma i rapporti tra Stato e Chiesa si ruppero, i Savoia
furono scomunicati e i cattolici invitati ad astenersi dalla vita politica. Nel
1876, con la sinistra al governo, un comitato studentesco romano avviò la
sottoscrizione per un monumento in onore di Bruno, contando tra le adesioni
quella di Carducci, Gregorovius, Hugo, Renan, Ibsen, Bakunin. Nel 1884 un
secondo comitato si aggiunse al primo per raccogliere fondi. Pochi anni
dopo, con l’appoggio di Crispi, presidente del consiglio dal 1887, nonostante
i freni posti dal comune di tendenza moderata, si fuse il bronzo, tra
manifestazioni, scontri, arresti e feriti. Quando nel 1888 entrarono nel
Comune esponenti anticlericali, tra cui Ettore Ferrari, scultore massone e
uomo della sinistra estrema, il progetto del monumento passò, fra gli
applausi del pubblico che urlava: «Viva Crispi!». Leone XIII, che aveva
minacciato di abbandonare Roma per la cattolica Austria, se la statua fosse
stata scoperta, restò in San Pietro in preghiera. Nel 1929, alla sigla dei Patti
Lateranensi, i cattolici ne chiesero la rimozione ma non la ottennero, grazie
all’intervento di Giovanni Gentile, estimatore dell’inattuale filosofo della
pluralità dei mondi.
Due occasioni, i 150 anni dall’Unità d’Italia e il Certamen
Bruniano 2011 su “Lo Spaccio de la bestia trionfante”, ci
hanno consentito di sviluppare un nesso interessante tra il
progetto di renovatio mundi di Bruno e l’ideale post-unitario
del fare gli italiani, tra Rinascimento e Risorgimento: cosa
significa essere italiano oggi? Comportarsi da italiano, fare
“l’Italiano”?
Evocata nella frase di D’Azeglio (fatta l’Italia, bisogna fare gli
Italiani), la necessità post-unitaria di correggere la
decadenza del carattere italico, ritenuta il prodotto di secoli di
despotismo, materialismo, corruzione e Chiesa, e creare
delle persone migliori rimanda (in un uso certo politico e
retorico del pensiero di Bruno) ci ha fatto pensare al
rinnovamento dei valori e alla riforma della società
proposti da Bruno nello Spaccio della bestia trionfante:
…. http://www.youtube.com/watch?v=Gtx2d4wXQWs
Una riforma e un rinnovamento: un
cambiamento quale conseguenza etica,
politica e religiosa della ri-fondazione di un
universo senza limiti e gerarchie che
dissolve radicalmente tutti i presupposti
tradizionali, compresi quelli che definivano il
ruolo, la dignità e la moralità dell’uomo.
La riforma di Bruno è dunque l’approdo di
tutta la Nolana filosofia: una filosofia di grande
attualità; un incitamento per ciascuno di noi a
crearci, assumendoci il peso della libertà e
della responsabilità di scegliere ed agire.
“Ad una nuova visione del cosmo deve per forza
corrispondere una nuova concezione dell’uomo”
http://www.youtube.com/watch?v=Mx3g-kAGyWI&feature=related
Ci siamo infine soffermati ad enucleare i temi centrali de lo Spaccio de la bestia
trionfante, in particolare le caratteristiche fondanti la nuova società:
I valori e le virtù che devono essere posti a base del rinnovamento
Un uso laborioso e consapevole degli organi donati all’uomo: la mano e l’intelletto
L’operosità dell’uomo vs ozio e passività, la metempsicosi e il giudizio sulle azioni
Il rifiuto della dottrina luterana della giustificazione
Civiltà egizia come culla della vera giustizia
L’ Armonia tra Dio, uomo e natura
L’ottimo fine della convivenza civile.
la società deve divenire giusta, proteggendo i deboli, favorendo la libera ricerca e gli studi utili
per la collettività, affidando il governo a persone competenti e sagge: “…gli deboli non siano oppressi
dagli più forti, sieno deposti gli tiranni, ordinati e confirmati gli giusti governatori e regi, siano faurite le repubbliche, la
violenza non inculche la raggione, l’ignoranza non dispreggie la dottrina,…le virtudi e studii utili e necessarii al
commune sieno promossi, avanzati e mantenuti; sieno esaltati e remunerati coloro che profitteranno in quelli; e gli
desidiosi, avari e proprietarii sieno spreggiati e tenuti a vile. …nessuno sia preposto in potestà, che medesimo non sia
superiore de meriti, per virtude ed ingegno in cui prevaglia…” “…niente però è giusto che non sia possibile…nessuna
legge che non è ordinata alla prattica del convitto umano, deve essere accettata… non deve esser approvata, né
accettata quella istituzione o legge che non apporta la utilità e commodità, che ne amena ad ottimo fine”.
Ciascuno, infatti, liberamente e responsabilmente può migliorare se stesso con lo studio e la fatica, e
diventare migliore di altri e di se stesso con lo studio e la fatica, e diventare migliore di quella "certa
neutralità e bestiale equalità, quale si ritrova in certe deserte e inculte republiche".
È il tema del Merito che invoca la Giustizia: contro l'uguaglianza astratta che, nel livellare tutto e
tutti, cancella impegno e merito dei singoli e, nell'appiattimento indistinto e casuale delle fortune e dei
destini, mortifica la tensione al miglioramento di ciascuno. Questa deve assicurare l'affermazione di
quanti hanno migliorato se stessi con ferma volontà e costante applicazione contro quelli che
rivendicano privilegi di sangue, di titoli o di condizione economica, non supportandoli con virtù e
competenze specifiche. Per Bruno, infatti, la dignità, non è una qualità connaturata all'uomo e, quindi,
di tutti. E', invece, una faticosa conquista individuale, frutto dell'applicazione vigile e costante di
ciascuno. La Giustizia, perciò, è chiamata a vigilare affinché ognuno occupi il posto adeguato alle
proprie specifiche competenze e ai propri comprovati meriti.
eguaglianza >>> http://www.youtube.com/watch?v=EKAxXrsplB4&NR=1
: "Le Bilancie [...] vadano per le fameglie, acciò con esse li padri veggano dove meglio inchinano [inclinano] gli figli, se
a lettere, se ad armi; se ad agricoltura, se a religione [...]. Discorrano le Accademie ed Universitadi, dove s'essamine
se quei che presumeno d'insegnar in catedra e scrittura, hanno necessità d'udire e studiare [...]. Per le corti, a fin che
gli ufficii, gli onori, le sedie, le grazie ed exenzioni corrano secondo che ponderano gli meriti e dignitade di ciascuno
[...]. Per le republiche, acciò ch'il carrico delle administrazioni contrapesi alla sufficienza e capacità de gli suggetti; e
non si distribuiscano le cure con bilanciar gli gradi del sangue, de la nobilitade, de' titoli, de ricchezza; ma delle virtudi
che parturiscono gli frutti de le imprese; perchè presiedano i giusti, contribuiscano i facultosi, insegnino li dotti, guideno
gli prudenti, combattano i forti, conseglino quei ch'han giudicio, comandino quei ch'hanno autoritade".
Proviamo quindi ad applicarci sulla traccia proposta nel
2003 applicando ad essa lo schema della tipologia A
della prima prova scritta dell'Esame di Stato.
Anche se in corso d’opera questo metodo potrà
apparire una forzatura e la traccia proposta al
certamen non permetterà di applicare lo schema
interamente, avremo comunque “rotto il ghiaccio”
dedicandoci da subito alla scrittura e, magari,
capitalizzando competenze e strategie utili ad
affrontare più in là l’Esame di Stato.
La tipologia A della prima prova scritta dell'Esame di Stato ha come scopo quello
di valutare il raggiungimento di obiettivi perseguiti durante tutto il corso di
studi. Essi sono inerenti:
1. alla conoscenza e all'uso delle tecniche di analisi, di cui viene richiesta
l'applicazione a un testo di vario genere conosciuto e non;
2. a una lettura critica, consapevole di tale testo, e a un'interpretazione fedele
alla volontà comunicativa dell'autore;
3. all'inserimento delle sue critiche formali e/o contenutistiche in un ambito
tematico, letterario o più ampiamente storico-filosofico;
4. a un'esposizione corretta, coerente e adeguata.
«Come si fa l'Analisi del testo»
Le sezioni in cui generalmente si articolano le richieste della
prova sono dunque nell'ordine in cui vengono proposte:
1)Comprensione (o parafrasi);
2) Analisi;
3) Interpretazione (o Commento complessivo)
e Approfondimenti.
Ognuna delle sezioni andrebbe esaurita in un singolo
paragrafo evitando di collegare o trasferire elementi di
sezioni diverse: ciò permette infatti allo studente di elaborare
con maggior facilità un testo strutturalmente ordinato e
coerente.
Molte informazioni sono già nella traccia
Dell'autore in genere vengono fornite alcune
notizie per facilitarne l'inquadramento nel
contesto d'appartenenza, anche nel caso in cui il
candidato non ne abbia affrontato lo studio
specifico. Dunque oltre ai dati di natura
bibliografica, in una nota introduttiva vengono
sintetizzate le informazioni essenziali sul pensiero
e sul panorama storico-culturale di riferimento.
Le indicazioni di svolgimento, infatti, offrono la
possibilità di affrontare l'analisi di testi di autori di
cui non viene data per scontata la trattazione
specifica durante il curriculum scolastico. Può
essere, perciò, prevista la possibilità di optare relativamente agli Approfondimenti – tra percorsi
diversi, ricollegandosi ad altri autori o a tematiche
generali.
>>>
“un confronto…”
Valga come esempio la richiesta relativa a tale sezione nella prova d'esame dell'anno
scolastico 2001/02 che si riferisce alla poesia di S. Quasimodo, Uomo del mio tempo:
"Questa poesia è stata scritta nell'ultimo, atroce periodo della seconda guerra mondiale.
Contestualizzala, scegliendo uno o più dei seguenti ambiti di riferimento:
- altre liriche dello stesso Quasimodo;
- testi poetici di autori a lui contemporanei o correnti artistico-letterarie coeve;
- la situazione socio-economica e politica dell'Italia nella prima metà del Novecento".
Nel caso di G. Bruno, Lo spaccio de la bestia trionfante:
“L’opera è stata scritta durante il soggiorno a Londra[1], nel clima di scontri che Bruno
ingaggiò con i pedanti dottori delle università inglesi
Contestualizzala, scegliendo uno o più dei seguenti ambiti di riferimento:
- altre opere di Bruno di argomento affine;
- concezioni filosofiche coeve o di epoca differente che preparano o sviluppano le intuizioni
dell’autore o alla cui scuola di pensiero può essere ascritta la filosofia dell’autore;
- la situazione politico-religiosa e culturale dell’Europa e dell’Italia alla fine del Cinquecento”;
[1]
Nell’aprile 1583 lasciò Parigi per l’Inghilterra, al seguito dell’ambasciatore francese Michel de Castelnau. Nei primi mesi del soggiorno inglese fu impegnato nel tentativo di affermarsi nell’ambiente accademico di Oxford dove, però, si mise subito in urto con i docenti dell’Università
(che egli considerava dei «pedanti»). Le sue lezioni non incontrarono però il successo sperato, anzi suscitarono la violenta reazione
dell’ambiente universitario, Documenti venuti alla luce di recente dimostrano — tra l’altro —che i dotti locali gli contestarono di aver plagiato
nelle sue lezioni il Ficino (le dottrine magico-ermetiche). In Inghilterra pubblicò la Cena de le Ceneri, il primo dialogo in italiano, nel 1584. A
questo stesso periodo inglese appartengono anche gli altri grandi dialoghi filosofici scritti in italiano, di argomento cosmologico-teologico (oltre
alla Cena, il De l’infinito universo et mondi), ontologico (De la causa, principio et uno), politico-religioso (Spaccio de la bestia trionfante, Cabala
del cavallo Pegaseo), antropologico-gnoseologico (De gli eroici furori).
>>>
“non gettare la spugna!”
In questo caso è chiaro che, possedendo le tecniche di
analisi utili per una lettura critica e quindi una comprensione
coerente del messaggio letterario/filosofico, pur non avendo
una conoscenza approfondita dell'autore, è possibile
ottemperare esaurientemente alle richieste scegliendo di
sviluppare il secondo e il terzo punto. Allora ci si riferirà per
esempio al Rinascimento o alla Crisi religiosa del
Cinquecento* (periodi più diffusamente e frequentemente
affrontati dalla maggior parte degli allievi) e alle conoscenze
non solo più ampiamente filosofiche, ma anche storiche e,
auspicabilmente, etico-religiose riconducibili all'argomento.
È dunque importante che il candidato legga attentamente
tutte le consegne prima di gettare la spugna di fronte a un
testo di qualsiasi genere di autore non affrontato o affrontato
marginalmente durante l'anno scolastico. L'abitudine
maturata nel corso di studi alla lettura critica e le
conoscenze interdisciplinari relative ai periodi storicoculturali, alle correnti e agli autori più significativi possono,
infatti, permettergli ugualmente di cimentarsi con successo
nella prova.
>>>
Leggere attentamente le consegne
D'altra parte se il candidato possiede tali requisiti e decide di svolgere questa tipologia, è
comunque sempre utile, anche se si tratti di testo o addirittura di tema sconosciuto, che egli
legga con attenzione tutte le consegne relative a tutte le sezioni prima di cominciare il
lavoro: esse costituiscono un percorso di svolgimento che è importante conoscere fin
dall’inizio, anzi ancor meglio sarebbe se prima di affrontare in maniera sistematica la prima
sezione, inerente alla Comprensione, l'allievo abbozzasse almeno sommariamente la
seconda, e cioè l'Analisi, non solo sulla base delle consegne, ma seguendo criteri e
procedimenti acquisiti durante il curriculum.
Questo per due motivi:
•il primo perché le richieste relative a questa sezione spesso suggeriscono una sorta di traccia
al fine di facilitare la focalizzazione di termini-chiave, espressioni significative o figure retoriche
utili a render chiaro a livello denotativo il testo e altresì a decifrarne il senso a livello
connotativo[1];
•il secondo perché, in generale - come ben sa lo studente - le stesse scelte stilistiche
dell'autore rivelano indizi utili alla comprensione dei contenuti a tutti i livelli. Ciò può costituire
un valido aiuto sia che la sezione preveda di elaborare un riassunto, una divisione in
sequenze, o che ponga quesiti sui singoli passi.
[1] L’opposizione è tra "significato denotativo" e "significato connotativo". La denotazione consiste nell’identificazione di un
referente da parte di un segno linguistico; la connotazione si ha, invece, quando l’attenzione è posta sugli "attributi" di quanto
denotato. Così il significato denotativo della parola volpe sarà quello di "mammifero dei canidi, con testa piccola, muso lungo e
appuntito ecc.", mentre nella sua connotazione ci sarà, ad esempio, l’idea accessoria di furbizia, che permette al parlante di
dire: Quell’uomo è una volpe!. A differenza del senso, la connotazione non ha un carattere individuale, ma fa parte stabilmente
del significato di una parola, per cui la semantica se ne occupa. Si tratta di un concetto importante, ad esempio, nello studio
della sinonimia (vedi 3.3), così come del mutamento semantico, che è un processo in gran parte basato sugli spostamenti di
significato, non letterali, i quali sono permessi proprio dalla connotazione di un termine.
Anche se non siamo ancora armati e pronti per affrontare i
testi di Bruno -che non è certo un nostro contemporaneo e
dunque ci pone da subito di fronte a problemi di lingua e di
stile - possiamo provare ad esercitarci da subito su i
temi classificatisi ai primi posti del certamen del 2003
provando a decostruirli per fare emergere in questa
esercitazione:
1-termini-chiave, espressioni significative o concetti
filosofici immediatamente inquadrabili
2-dividere in sequenze il testo anche producendo un
al lavoro dunque, ma prima qualche
raccomandazione conclusiva…
Bisogna essere 'scientifici‘…
Va ricordato che la tipologia A della prova di italiano
richiede l'elaborazione di un testo di natura in un certo
senso 'scientifica', che prevede la conoscenza e
l'applicazione di metodi e di tecniche specifiche, e un
commento o approfondimento argomentato ricorrendo a
conoscenze precedentemente acquisite: è dunque
importante evitare giudizi scaturiti semplicemente
dall'emotività e dal gusto personale o comunque non
validamente sostenuti da elementi concreti e precisi, di
natura tecnica, letteraria, culturale; su queste basi è
invece, sì, auspicabile e apprezzabile che lo studente
avanzi ipotesi o interpretazioni originali e personali.
Così come la sezione relativa all'Analisi va dunque
esaurita giustificando sempre le citazioni tratte dal testo di
riferimento e, commentando l'effetto o la finalità delle scelte
stilistiche dell'autore che sono - in base alle richieste - via
via oggetto di analisi, individuazione o catalogazione,
parimenti
la
sezione
relativa
all'Interpretazione
complessiva
e
agli
Approfondimenti
andrebbe
caratterizzata da un impianto argomentativo scaturito da
precise conoscenze pluridisciplinari, in cui l'aspetto
espositivo risulti, quindi, strumentale e non esclusivo.
>>>
Un'ultima considerazione va riservata non solo alla
correttezza degli aspetti più specificatamente
formali - che va considerata un requisito di scontata
e fondamentale importanza -, ma in particolar modo
alla scelta del registro che deve essere formale e
deve far ricorso in tutte le sezioni alla terminologia
tecnica o specifica laddove sia necessario e a
termini precisi anche a evidenziare sfumature di
significati quando sia opportuno (qui si deve far
appello a uno sforzo di impegno da parte degli
studenti, in quanto spesso essi, pur possedendo un
patrimonio linguistico relativamente ricco, non lo
sfruttano, rischiando di banalizzare le loro
affermazioni con l'uso di un vocabolario generico e
approssimativo) e deve evitare in particolare toni
intimistici o eccessivamente soggettivi, pur senza
rinunciare all'originalità dello stile che è, se
coerente e adeguata, indice di maturità critica e di
familiarità con la scrittura e, a volte, anche di
passione per ciò che si sta trattando.
“far ricorso in tutte le
sezioni alla
terminologia tecnica
o specifica laddove sia
necessario e a termini
precisi anche a
evidenziare sfumature
di significati quando
sia opportuno ”
>>>
Verso il certamen:
lavorare sul testo de “Lo Spaccio”
verifica lo svolgimento della traccia che segue nei 18 compiti classificatisi
alla gara e reperibili all’url: http://www.meridiesnola.org/certame/cer_temi2003.htm
Traccia:
Centrale nello Spaccio de la bestia trionfante è il tema della giustizia. Giove, rinsavito, vuole sostituire, agli antichi,
nuovi valori, tutti ispirati al senso della responsabilità e della libertà propria dell'uomo. Ciascuno, infatti, liberamente e
responsabilmente può migliorare se stesso con lo studio e la fatica, e diventare migliore di altri e di se stesso con lo
studio e la fatica, e diventare migliore di quella "certa neutralità e bestiale equalità, quale si ritrova in certe deserte e
inculte republiche". Contro l'uguaglianza astratta che, nel livellare tutto e tutti, cancella impegno e merito dei singoli e,
nell'appiattimento indistinto e casuale delle fortune e dei destini, mortifica la tensione al miglioramento di cisacuno,
invoca la giustizia. Questa deve assicurare l'affermazione di quanti hanno migliorato se stessi con ferma volontà e
costante applicazione contro quelli che rivendicano privilegi di sangue, di titoli o di condizione economica, non
supportandoli con virtù e competenze specifiche. Per Bruno, infatti, la dignità, non è una qualità connaturata all'uomo
e, quindi, di tutti. E', invece, una faticosa conquista individuale, frutto dell'applicazione vigile e costante di ciascuno.
La Giustizia, perciò, è chiamata a vigilare affinchè ognuno occupi il posto adeguato alle proprie specifiche
competenze e ai propri comprovati meriti. Per tutto questo, nel dialogo terzo dello Spaccio, Giove ordina: "Le
Bilancie [...] vadano per le fameglie, acciò con esse li padri veggano dove meglio inchinano [inclinano] gli figli, se a
lettere, se ad armi; se ad agricoltura, se a religione [...]. Discorrano le Accademie ed Universitadi, dove s'essamine se
quei che presumeno d'insegnar in catedra e scrittura, hanno necessità d'udire e studiare [...]. Per le corti, a fin che gli
ufficii, gli onori, le sedie, le grazie ed exenzioni corrano secondo che ponderano gli meriti e dignitade di ciascuno [...].
Per le republiche, acciò ch'il carrico delle administrazioni contrapesi alla sufficienza e capacità de gli suggetti; e non
si distribuiscano le cure con bilanciar gli gradi del sangue, de la nobilitade, de' titoli, de ricchezza; ma delle virtudi che
parturiscono gli frutti de le imprese; perchè presiedano i giusti, contribuiscano i facultosi, insegnino li dotti, guideno gli
prudenti, combattano i forti, conseglino quei ch'han giudicio, comandino quei ch'hanno autoritade". Ciascuno di voi,
partendo da queste affermazioni, faccia le proprie considerazioni.
fine
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La civiltà greca e la politica - Campo de` Fiori Urbani "Piattaforma G