FILOSOFIA DELLA MENTE
Giacomo Romano
a. a. 2007/2008: II° Quarto, Modulo 2
Searle: un’alternativa al dualismo e al
riduzionismo?
11/12/07
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Coscienza e Mistero
• Una radicalizzazione delle posizioni
antiriduzioniste ha portato a pensare che la
coscienza sia un fenomeno in linea di principio
inspiegabile, dovuto ad una forma di chiusura
cognitiva della mente umana (McGinn). L’idea di
fondo è che il rapporto tra coscienza e cervello
ha natura tale per cui né lo studio del cervello,
né lo studio introspettivo della coscienza
possono chiarircela, in quanto entrambi i due
ambiti ne sarebbero coinvolti. [?!?]
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Irriducibilità della Coscienza (F)?
• Le obiezioni alla riducibilità della
coscienza si associano ad uno scetticismo
di fondo vincolato alla natura
prevalentemente funzionale delle leggi
scientifiche
• Questa è tradizionalmente opposta
all’ipotesi che l’esser cosciente sia una
proprietà di carattere qualitativo ed
intrinseco
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Tre linee antiriduzioniste
1. Una prospettiva di irriducibilità ontologica
della coscienza
2. Una prospettiva di irriducibilità
epistemologica
3. Una prospettiva di irriducibilità
metodologica
• La leva teoretica di questa irriducibilità è
l’asserita natura intrinseca della
coscienza
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Intrinsecità: principio o postulato?
• Molte teorie rappresentazionaliste hanno
cercato di rendere compatibile la natura
intrinseca degli stati coscienti con il loro ruolo
funzionale (Dretzke, Tye, Lycan): l’intrinsecità
diventa un marchio del ruolo funzionale dei
processi rappresentazionali di cui è costituita la
mente
• Ma perché bisogna necessariamente accettare il
carattere intrinseco della coscienza?
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Intrinsecità ed epifenomenismo
• Se gli stati mentali coscienti sono
intrinsecamente tali (a prescindere dal loro ruolo
causale/disposizionale/funzionale), allora qual è
il motivo di questa presunta intrinsecità?
• Se la caratterizzazione della coscienza dipende
dal suo carattere intrinseco (e che quindi non è
relativo ad una caratterizzazione
scientifico/funzionale), come si fa a
caratterizzarlo in maniera rigorosa?
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Coscienza: riduzione, eliminazione,
epifenomenismo
• Riduzione alla Churchland: gli stati
coscienti sono spiegabili nella prospettiva
di una teoria connessionista della mente
• Eliminazione alla Dennett: gli stati
coscienti (fenomenici) non esistono, sono
il risultato di un errore concettuale
• Naturalizzazione alla Searle: la coscienza
è un fenomeno emergente della mente
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Searle: dualista o riduzionista?
• J. R. Searle prende le distanze da posizioni
dualiste o riduzioniste
• Ma accetta la coscienza come una effettiva
realtà naturale del mondo
• Quindi l’idea di Searle è che la coscienza è un
fenomeno naturale che tuttavia non è
identificabile o riconducibile ad una qualche
base fisica (naturalismo biologico –una forma di
naturalismo non riduzionista); prima però …
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J. R. Searle (1932)
• E’ considerato un filosofo analitico
• Fa riferimento alla scuola della filosofia
analitica inglese del ‘linguaggio ordinario’
(Austin, Grice, Strawson)
• Originariamente sviluppa una teoria degli
Atti Linguistici molto influenzata da Austin
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Dagli Atti Linguistici
all’intenzionalità
• Lo studio degli Atti Linguistici consiste
nell’analisi dell’aspetto pragmatico del
linguaggio, del suo uso, come nel caso
paradigmatico, per es., di una promessa, in cui
a) si proferiscono certe parole (locuzione), b) si
compie l’atto di impegnarsi nei confronti di
qualcosa (illocuzione) e c) si agisce nei confronti
del nostro interlocutore (perlocuzione)
• E’ chiaro come nello studio di questa
dimensione del linguaggio sia centrale
l’INTENZIONE E l’INTENZIONALITA’.
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L’intenzionalità e il background
• Secondo Searle per comprendere l’uso del
linguaggio in termini intenzionali è
fondamentale presupporre un background
olistico di capacità, abilità, competenze
che non sono caratterizzabili se non
intenzionalmente
• Il background è una controparte alla critica
di Searle alle scienze cognitive
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Searle, semantica e sintassi
• Per Searle le SC partono dal presupposto
errato in base a cui la mente si deve
studiare come se fosse il programma di un
computer
• I programmi per i computer, infatti, sono
definiti sintatticamente in termini di
manipolazioni di simboli formali: ma le
menti hanno contenuto, hanno una
semantica!
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L’argomento della Camera Cinese
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Searle: mente e natura
• Ma se si deve rifiutare l’ipotesi che l’attività
mentale sia una attività computazionale e
rappresentazionale così come invece
sembra esserlo un programma per
computer, come dobbiamo considerare la
mente?
• Per Searle la risposta si trova in primo
luogo nella natura biologica della mente
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Searle e il Naturalismo Biologico I
• Bisogna riflettere sulle proprietà della
mente asserite da dualisti e riduzionisti e
cercare di renderle compatibili:
• Il mentale è un fenomeno irriducibile a
fenomeni fisici;
• Eppure il mondo consiste esclusivamente
di fenomeni fisici
• Come è possibile conciliare queste due
idee?
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Searle e il Naturalismo Biologico II
• I fenomeni mentali appartengono alla
nostra storia biologica;
• Infatti, tutti i fenomeni mentali SONO
CAUSATI da processi neurobiologici
cerebrali
• Ma che cosa sono allora i fenomeni
mentali, causati da processi neurobiologici
cerebrali? Non si torna a scivolare nel
dualismo?
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Searle e il Naturalismo Biologico III
• “… i fenomeni mentali, come il mio attuale
stato di cosciente consapevolezza del
tavolo che mi sta di fronte, sono
caratteristiche del [mio] cervello di livello
più alto …” (Searle 1995: 544)
• Ma come può esservi una relazione di
causalità se non ci sono due eventi distinti
e differenti?
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Searle e il Naturalismo Biologico IV
• Per Searle la soluzione è elementare, e la
si può trovare in molti esempi già presenti
in natura: il mentale è causato dal fisico
(neurobiologico) come la liquidità
dell’acqua è causata dal comportamento
delle molecole di acqua; in altre parole:
una caratteristica di livello superiore di un
determinato sistema è causata dal
comportamento degli elementi a livello
inferiore …
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Searle e il Naturalismo Biologico V
• Analogamente nel cervello una proprietà
di livello superiore, il mentale, è causata
dal comportamento degli elementi di livello
inferiore, le cellule cerebrali o neuroni (e
tutto il resto: sinapsi, moduli, reazioni
elettro-chimiche, ecc.); quindi:
• I cervelli causano le menti
• Le menti sono caratteristiche di livello
superiore dei cervelli
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Searle: mente e coscienza
• Le cose tuttavia non sono così semplici come
l’analogia può far pensare: sappiamo quali sono
i meccanismi e le condizioni per cui l’acqua è
liquida grazie al comportamento delle sue
molecole
• Ma ignoriamo i meccanismi che rendono la
mente quello che è grazie al comportamento dei
neuroni & Co.; e soprattutto, ignoriamo perché la
mente assume le sue proprietà più
caratteristiche, la sua privatezza e la sua
interiorità; in altre parole, perché è cosciente
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