Quest’anno la nostra classe ha partecipato all’iniziativa “Licheni in rete”, che si propone di verificare la qualità dell’aria, nei paesi delle scuole aderenti, attraverso i licheni. Essi, essendo molto sensibili all’aria, crescono nelle varie zone in base alle necessità della specie. Più specie di licheni ci sono (biodiversità lichenica), più l’aria è sana e pulita. Si può andare dal “deserto lichenico” (nessun lichene), con una pessima qualità dell’aria, ad una biodiversità e presenza molto elevata. La nostra scuola è l’unica dell’alto mantovano a seguire questo progetto, consultabile su Internet. Esso si svolge attraverso l’analisi dei licheni in una determinata zona. Essi sono un’unione in simbiosi fra un fungo (che svolge la parte riproduttiva e accrescitiva) e un’alga (parte nutritiva). I licheni sono degli “organismi pionieri”, perché possono sopravvivere e colonizzare anche i luoghi più inospitali, come ad esempio la tundra siberiana. Essi hanno vari colori, che oscillano fra giallo, grigio, verde, arancio, bianco e marrone; possono essere di tre tipi: •Crostosi, cioè come piccoli puntolini attaccati e vicini, proprio come una crosta; •Fogliosi, che hanno i bordi sollevati simili a foglioline; •Fruticosi, cioè che pendono diramano come dei rami o frutti. o si Di solito, nella parte centrale di un lichene, ci sono delle piccole escrescenze, gli organi riproduttivi (apoteci), spesso molto visibili. Per iniziare, abbiamo fissato un punto di lavoro (stazione): gli alberi dietro alla scuola. Essi dovevano rispondere a certe condizioni, come non essere troppo ricoperti da muschio e avere la circonferenza maggiore a 60 cm. Ne abbiamo scelti quattro, uno per gruppo. Io ero insieme a Jing, Vittoria, Martina e Fei. Per osservare la biodiversità lichenica ci siamoserviti di quattro reticoli composti da cinque quadrati da 10 per 10 cm, che abbiamo posizionato all’altezza di un metro da terra, ognuno rivolto verso un punto cardinale. Per ogni reticolo bisognava identificare una specie lichenica e verificarne la sequenza in ogni quadrato. Se la stessa specie era visibile in tutti e cinque i quadrati (indipendentemente dal numero di licheni uguali in una sezione) la frequenza veniva segnata col numero cinque. Lo stesso lavoro si faceva con altre eventuali specie trovate e si procedeva così per tutti i reticoli. Dopo aver raccolto i dati di tutti gli alberi, grazie ad una serie di calcoli, abbiamo ottenuto, come risultato, che la nostra zona è di colore giallo, cioè “un po’ inquinata”. Questo potrebbe essere a causa della centrale termoelettrica di Ponti, sul fiume Mincio, che lascia nell’aria NOX, SOX, CO2 e polveri sottili. Alla fine, i dati e risultati ottenuti sono stati inseriti in Internet insieme ai lavori di altre scuole. A ognuno di noi è stato assegnato un compito preciso: Xing era l’assistente del professor Bassi, Bartek e Paolo gli addetti alla sistemazione dei reticoli (costruiti nelle ore di tecnologia) e alle misurazioni, Alberto e Loris hanno disegnato la mappa della stazione e creato il lavoro per Internet, Andrea scattava le fotografie, Martina e Vittoria prelevavano i campioni di licheni, Saverio era il responsabile del materiale e tutti gli altri dovevano individuare i licheni nei reticoli. Io e Jing eravamo le addette del nostro gruppo a questo lavoro. Insieme abbiamo rinvenuto due sole specie di licheni che si ripetevano in tutti i quadrati di tutti i reticoli del nostro albero: una gialla, fogliosa, la Candelaria concolor, e l’altra grigia con puntini bianchi, sempre fogliosa, la Physconia grisea. Dovevamo identificarli, usando anche la lente d’ingrandimento, e compilare la scheda. Questo lavoro mi è piaciuto moltissimo ed è stato di grande interesse e divertimento. Questa attività è stata collegata anche ad educazione artistica, dove abbiamo rappresentato i licheni nel Surrealismo. Questa esperienza è stata molto istruttiva, perché mi ha fatto capire l’importanza di questi piccoli vegetali, a cui ora presto molto più interesse e attenzione, soprattutto durante passeggiate e gite in campagna. Candelaria concolor Phisconia grisea Fatto da Elisa Sansoni, classe 3^B, Scuola Secondaria di 1° Grado di Monzambano