AZIENDA POLICLINICO UNIVERSITARIO “G. MARTINO” -MESSINA XIX Congresso Nazionale PREVENZIONE E DIAGNOSI Prof. S.Pantè Cattedra di FISIOPATOLOGIA CHIRURGICA FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA - ME Priverno (LT) 21 – 22 maggio 2005 per via sistemica attuabile intraoperatoriamente per via topica ? In tutti i pazienti Nei paz. a rischio •SCELTA •OBBLIGO ? del CHIRURGO ? Esiste una prevenzione efficace ? Gestione del paziente chirurgico Cenni storici OBBLIGO DEL CHIRURGO patogenesi post-chirurgica eccessiva manipolazione dei tessuti contaminazione peritoneale ischemia dei tessuti lasciare in cavità peritoneale corpi estranei patogenesi post-infettiva Eventuale Reazioni aderenziogene trattamento chirurgico tempestivo patogenesi post-chirurgica OBBLIGO DEL CHIRURGO Tecnica operatoria Manipolazione attenta dei tessuti Accurata emostasi Irrigazione periodica del campo operatorio Ridotta esposizione a corpi estranei Corretto confezionamento anastomosi Fili di sutura di calibro ridotto Cauto uso della cauterizzazione Zerega GS., 1994 OPEN VANTAGGI E LIMITI approccio ? LAPAROSCOPIA farmacologica: per via sistemica DEPOSITI DI FIBRINA STIMOLO ALLA FIBRINOLISI INIBIìZIONE RISPOSTA PROLIFERATIVA SEPARAZIONE SUPERF. SIEROSE per via topica •Papaina •Silicone •Olio di oliva •Polivinilpirrolidone •etc. Eparina Enzimi Proteasi chinasi Fibrinolisina Antinfiammatori (FANS) Corticosteroidi Ormoni Anticorpi anti-TGFβ1 Antibiotici Citostatici (mitomicina); etc. Mobilizzazione precoce Sperimentata nell’animale mai nell’uomo Das K., 1990 Idroflottazione Liquidi isotonici in peritoneo Duron JJ, 2003 La soluzione salina non a 37°C sembra favorisca la flogosi Barriera fisica (Ringer Lattato) Soluzione di cristalloidi efficacia non confermata Ricaurte E., 1989 Soluzione fisiologica Ringer lattato INEFFICACI poiché rapidamente riassorbiti Barriera fisica L’inserimento di una barriera fisica ha lo scopo di tenere separati i tessuti danneggiati-adiacenti nei primi 3-5 giorni post-intervento, il periodo di tempo cruciale per la formazione delle aderenze (Harris ES_1995). Una barriera fisica dovrebbe avere le seguenti caratteristiche: inerte tempo di permanenza nel cavo peritoneale adeguato riassorbibile non contrastare il processo di riparazione peritoneale utilizzabile sia in chirurgia laparotomica sia in chirurgia laparoscopica. società internazionale di adesioni (IAS) Barriera fisica prodotti a lunga permanenza in cavità peritoneale (in forma liquida o di gel) Antiaderenziali, in forma gelificata o liquida: quasi nessuno ha superato i trials della Food and Drugs Administration (FDA) perché, se gli Europei guardano Americani sicurezza all’efficacia, guardano gli alla ? ADEPT GORETEX INTERCEED INTERGEL SEPRAFILM HYALOBARRIER ADEPT : polimero del glucosio icodextrin 4% in sol. elettrolitica liquido chiaro e non-viscoso semplice da usare non interferisce sulla procedura chirurgica considerato* * metabolizzato dalle amilasi indice di sicurezza elevato utilizzato in oltre 40.000 pazienti nella dialisi peritoneale (a 7.5%) Recentemente e' stato registrato un aumento nel numero delle segnalazioni di casi di effluente torbido e di insorgenza di casi di peritonite asettica in pazienti sottoposti a Dialisi Peritoneale in corso di trattamento con Extraneal (a 7.5%). è stato molto impiegato in Chir. Ginecol.; RISULTATI SODDISFACENTI Verco SJ, 2000 Di Zerega GS, 2002 INTERGEL: 0.5% soluzioni ferriche di acido ialuronico è una soluzione viscosa RISULTATI SODDISFACENTI 1991: approvazione Food and Drugs Administration (FDA) Thorton MH, 1998 di Gynecare Intergel ritirato dal commercio per effetti indesiderati Sepracoat: soluzione salina diluita di 0.4% acido ialuronico tamponata con i fosfati. bio-riassorbibile persiste nel luogo di applicazione circa 24 ore completamente eliminato in meno di 5 giorni. EFFICACIA LIMITATA ? INTERCEED: cellulosa rigenerata ossidata (è un derivato dell'agente emostatico Surgicell) Facile applicazione: può essere tagliato su misura e non richiede sutura. Forma uno strato protettivo gelatinoso in 8 ore dalla disposizione, è degradato nei monosaccaridi ed è assorbito in 2 settimane. RISULTATI SODDISFACENTI Non elimina le aderenze, ma le riduce Barriera non assorbibile GORETEX: derivato espanso inerte del politetrafluoroetilene (PTFE) Un limite - deve essere suturata. RISULTATI SODDISFACENTI L'esame istologico sulle protesi rimosse non ha dimostrato alcun collegamento del tessuto al PTFE. Tuttavia sono state segnalate sia la formazione di fistola che l'infezione. Non elimina le aderenze, ma le riduce (membrana derivata dall’acido ialuronico e dalla carbossimetilcellulosa del sodio ) ( Genzyme ) SEPRAFILM: acido ialuronico: Agendo da "ammortizzatore" naturale, l'acido ialuronico protegge cellule e tessuti dalle sollecitazioni meccaniche, contribuendo inoltre a mantenere l'equilibrio idroelettrolitico della matrice extracellulare CONTROINDICAZIONI: non avvolto intorno alle anastomosi; in presenza delle infezioni franche; in presenza di neoplasie; non è stato studiato nelle gravidanze RISULTATI SODDISFACENTI componente fondamentale del tessuto connettivo Beker JM, 1996 Vruland WW, 2002 Non elimina le aderenze, ma le riduce non provoca allergie né alcun tipo di risposta immunitaria È assorbita dalla cavità peritoneale in 1 settimana, completamente entro 1 mese. acido ialuronico (acido glucuronico ed N-acetil-glucosamina) Aderisce a superfici biologiche (peritoneo, mucose, piani articolari) formando un film continuo e mantenendole idratate limite scarsa viscosità rapida dispersione dal sito di applicazione (Burns JW_1995) (Shushan A_1994) (Yarali H_1994) proprietà soluzione interazione con specifici recettori (CD44): mobilità cellulare, guarigione delle ferite e morfogenesi. gel film (Scott JE_1995) (LeeJY_2000)(Johnson P_2000) (Toole BP_1997) film+protesi La CHIRURGIA LAPAROSCOPICA può essere considerata già PREVENZIONE? RISPOSTE AGLI INTERROGATIVI INIZIALI: SCELTA? OBBLIGO? QUALE PREVENZIONE? Quando? A chi? CRITERI SELEZIONE PAZ. A RISCHIO Risultati? il beneficio ottimale è ottenuto quando il chirurgo può predire i luoghi potenziali delle aderenze. Ciò non è un requisito rigoroso con le barriere fluide (loro vantaggio principale). IMPIEGO PRESIDI ANTIADERENZIALI IN PAZ. PLURIOPERATI SI 27% NO 73% Occlusioni intestinali per aderenze: impiego presidi antiaderenziali SI 30% NO 70% IMPIEGO PRESIDI ANTIADERENZIALI NEI REINTERVENTI NO 85% SI 15% 0% mancanza di STRATEGIA PREVENZIONE per la S.A. da parte dei Servizi Sanitari Nazionali (solo in Inghilterra hanno stanziato cospicui capitali scaglionati in 10 anni) RICERCA > finanziamenti politica CHIRURGO OSPEDALE > Supporto economico Migliorare la tecnica minimizzazione il numero ed estensione delle incisioni, per contribuire a ridurre la probabilità di formazione di aderenze. CHIRURGO STRATEGIE DI PREVENZIONE RIDUZIONE DELL’INCIDENZA E DELLA GRAVITÀ DELLE ADERENZE (Risberg B_1997) vantaggi e limiti l’impiego di tecniche chirurgiche mini-invasive la limitazione delle aree di incisione il contenimento della disidratazione dei tessuti nel corso della chirurgia l’impiego di agenti fibrinolitici per prevenire la formazione del coagulo di fibrina un’accurata emostasi nel sito di intervento l’uso di terapie farmacologiche (FANS, corticosteroidi) l’impiego di barriere fisiche INDICAZIONI SEMPRE Manipolazione attenta dei tessuti Accurata emostasi Irrigazione periodica del campo operatorio Ridotta esposizione a corpi estranei Corretto confezionamewnto anastomosi Fili di sutura di calibro ridotto Cauto uso della cauterizzazione paz. con pregresse occlusioni intest. da S.A. paz. con S.A. sintomatica (pregresse laparotomie) PAZ. maggiormente A RISCHIO paz. operati di colectomia totale o sub totale (incidenza da 11% a 30% da 1 a 10 anni) Paz. da sottoporre a reinterventi in chirurgia pelvica e/o ginecologica + SINDROME ADERENZIALE le aderenze rappresentano un serio problema clinico È prevalentemente secondaria a pregressi interventi laparotomici: 55-93% incidenza in pz operati; 7-15% “ “ “ mai operati. LE ADERENZE PERITONEALI SONO ASINTOMATICHE = 95% LA SINDROME ADERENZIALE è clinicamente conclamata solo =3-5% cause di occlusione 2% 19% 44% 30-40% (occlusione intestinale) S. ader. 35% preoperatoriamente urgenze difficoltà TIMING del tratt. chir. elezione anamnesi Valutazione dello stadio di gravità Esame obiettivo •90% sensibilità •93% specificità •73% strangolamento int. Ecografia Il Gastrografin utilizzato per diagnosi (e terapia) monitoraggio RADIOLOGIA Es.Rxgrafici, Tc, RMN Se possibile una ragionevole attesa talvolta RMN talvolta Tc Timing del tratt. chirurgico •Natura dell’ostruzione (diagn.diff.) •++ evidenzia ostruzione ad ansa chiusa •100% sensibilità •61% specificità diagn. di strangolamento accurata anamnesi Se presenti aderenze precedenti laparotomie o laparoscopie Pregresse Diverticoliti Colecistiti Appendiciti Peritoniti … Pat. ginec. numero ed eventuale descrizione (o filmati) CLASSIFICAZIONE delle aderenze in base a morfologia e tenacia ( Xiao-Chen Wang,2003) Connessioni velamentose separantesi spontaneamente Adesioni velamentose separabili per gravità Adesioni velamentose separabili per trazione Adesioni dense che richiedono dissezione cruenta INCIDENZA ADERENZE DOPO LAPAROTOMIE 50 47 45 40 35 33 30 30 25 20 15 10 5 0 % entro 1 anno da 1 a 5 anni oltre 5 anni maggior rischio di occlusione per interventi su: Intestino tenue Colon-retto Interv. ginecologici TIPO DI ADERENZE Tipo I Velamentose e avascolari (LIEVE) Tipo II Spesse e avascolari (MODERATO) Tipo III Dense e vascolari (SEVERO) Tipo IV Estese e conglutinate (estremamente SEVERO) DIFFICOLTA’ DELLA LISI (tenacia) Distacco spontaneo con idrodissezione Lisi per trazione Sezione cruenta Assenza di piano di clivaggio Valutazione aderenze ad un second-look – score pre-op. Meinero M., Atti SIC 2004 Wiseman DM 1998 CLINICA: elezione Dolore addominale mesogastico (non irradiato al dorso, spalle o arti) Il dolore regredisce completamente fra le varie crisi Nausea e vomito si associano Quando dolore ininterrotto – segno di ischemia urgenze OCCLUSIONE INTESTINALE Alvo chiuso a feci e gas – non segno precoce Distensione addominale (variabile a seconda del livello dell’ostruzione) Presenza di peristalsi a tonalità elevata associata alla crisi dolorosa Presenza o meno di segni di reazione peritoneale\ Riduzione della peristalsi ISCHEMIA O NECROSI PERITONEALE Sintomatologia cronica Cause di dolori cronici pelvici di pertinenza digestiva ed urologica Cause di dolori cronici pelvici di pertinenza ginecologica Meccanismi di rilevanza funzionale-meccanica Meinero M., Atti SIC 2004 •90% sensibilità •93% specificità •73% strangolamento int. Ecografia Movimento peristaltico Banda iperecogena urgenze Meinero M., Atti SIC 2004 Un discorso a parte merita l’associazione della sindrome aderenziale ad altre patologie: endometriosi In particolare nei pazienti neoplastici …………. presenza di carcinosi peritoneale ….. sec. a radioterapia pre-op. sindrome di Fitz-Hugh-Curtis o periepatite acuta (associata alla Salpingite acuta): aderenze tra fegato, diaframma e superficie peritoneale anteriore (aderenze molto tipiche, “a corda di violino” o “a fanoni di balena”) Clamidia Trachomatis Non facile la diagnosi differenziale con la colecistite con l’appendicite acuta ……….. è unanimamente riconosciuto come la migliore prevenzione delle aderenze peritoneali si basi su una tecnica chirurgica meticolosa: la delicatezza delle manovre, la costante irrigazione dei tessuti, l’emostasi accurata, la scelta di materiali di sutura, eventuali protesi idonee, evitare accuratamente ogni rischio di infezione, fenomeni di ischemia tissutale, tensione delle suture. Queste misure preventive di ordine generale devono rappresentare lo standard ottimale per ogni intervento chirurgico, inoltre sono stati proposti e sperimentati tutta una serie di presidi farmacologici e non , tendenti a ridurre al minimo la formazione di aderenze peritoneali postoperatorie. Nonostante tutti i tentativi, la formazione di aderenze continua ad essere un evento comune, poichè il processo di riparazione peritoneale è fortemente adesiogenico.