La didattica inclusiva
Orsogna 21 ottobre 2014
a cura di Ettore D’Orazio
NORMALE O SPECIALE?
Il dilemma della differenza
I due bisogni dell’inclusione
NORMALITÀ
SPECIALITÀ
DUE POLARITÀ
CONTRAPPOSTE?
SPECIALITÀ
NORMALITÀ
O, PIUTTOSTO,
DUE DIVERSI BISOGNI DI CUI TENERE
CONTO IN UGUALE MISURA?
UN’ INCLUSIONE DI QUALITÀ DEVE
TENERE CONTO DI ENTRAMBI I BISOGNI
DELLA PERSONA
MA COME TENER CONTO DI ENTRAMBI?
LA SPECIALE NORMALITÀ
LA SPECIALE NORMALITÀ
“Con questa espressione intendiamo le
aspettative, gli obiettivi, le prassi, le attività
rivolte a tutti gli alunni, nessuno escluso,
nell’ordinaria offerta formativa, che però si
arricchiscono di una specificità tecnica non
comune, fondata su dati scientifici e
richiesta dalle nuove complessità dei
bisogni educativi speciali” (Ianes)
SUSSIDIARIETÀ DELLA
NORMALITÀ
PRIMA LA
NORMALITÀ
ARRICCHITA DI QUELLO CHE
SERVE DI SPECIALITÀ
PER POI PREVEDERE GRADI
SUCCESSIVI DI SPECIALITÀ
SEMPRE MAGGIORI SE
NECESSARI, FINO A
GIUNGERE AD UTILIZZARE
RISORSE ANCHE MOLTO
TECNICHE E SPECIFICHE
DAL NORMALE
ALLO SPECIALE
Molto speciale:
solo per l’alunno speciale
Molto normale:
per tutti gli alunni
Molto normale:
1. CHI INSEGNA?
per tutti gli alunni
Gruppi di apprendimento
cooperativo
Tutoring
Personale ATA
Insegnante curricolare
Insegnante specializzato
Assistente educativo
Molto speciale:
solo per l’alunno speciale
2. COME SI LAVORA?
Molto normale:
per tutti gli alunni
Laboratori – gruppi
eterogenei tra classi
Gruppi eterogenei nella classe
(studio – ricerca)
Gruppi di livello (nella
classe e oltre)
Isolamento, attività
individuale 1 : 1
Molto speciale:
solo per l’alunno speciale
Molto normale:
3. SU COSA SI LAVORA?
per tutti gli alunni
Navigazione costruttivistica
personalizzata nelle varie
fonti
Testi normali adattati /
semplificati / arricchiti
Testi specifici e diversi
Molto speciale:
solo per l’alunno speciale
Molto normale:
4. COME SI APPRENDE?
per tutti gli alunni
Strategie generalizzate di
autoregolazione
metacognitiva
Forme di automonitoraggio e
autoistruzione semplice
Tecniche di prompting e di
strutturazione del tempo e
dello spazio
Molto speciale:
solo per l’alunno speciale
Molto normale:
5. COME SI INTERVIENE SUI
COMPORTAMENTI PROBLEMA? per tutti gli alunni
Attività di empowerment
socioaffettivo, comunicativo e
sulla soluzione dei conflitti
Interventi che si basano sulle funzioni
comunicative dei comportamenti
problemi
Interventi psicoeducativi senza una
lettura funzionale dei comportamenti
problematici
Molto speciale:
solo per l’alunno speciale
Un esempio: il progetto RTI
PROGETTO RTI
Gradino 1
80-90% of students
•Preventative
•Proactive
•School-Wide
•General Ed Class
Tier 1: General Instruction
and Assessment
PROGETTO RTI
5-10% of students
At-risk students
High efficiency
Rapid response
Small group academic
intervention
Individual behavior
intervention
Gradino 2
Tier 2: Supplementary
Instruction
and Assessment
Tier 1: General Instruction
and Assessment
PROGETTO RTI
1 – 5%
Few students
Individual attention
Intensive intervention
Assessment -based
Long duration time
Eligibility decisions
Gradino 3
Tier: Specialized
Instruction
and Assessment
Tier 2: Supplementary
Instruction
and Assessment
Tier 1: General Instruction
and Assessment
Individualizzazione
Didattica personalizzata
Qualche principio per la costruzione della
differenziazione didattica
(da Tomlison)
Individualizzazione
Didattica personalizzata
1.Partire dal curriculum: qual è il
punto di arrivo?
2. Valutazione continua
3. Compiti adeguati
4. Gruppi flessibili
5. Costruire comunità
d’apprendimento
POSSIBILI STRATEGIE METODOLOGICHE E
DIDATTICHE
•Valorizzare nella didattica linguaggi comunicativi
altri dal codice scritto (linguaggio iconografico,
parlato), utilizzando mediatori didattici quali
immagini, disegni e riepiloghi a voce
•Utilizzare schemi e mappe concettuali
•Insegnare l’uso di dispositivi extratestuali per lo
studio (titolo, paragrafi, immagini)
•Promuovere inferenze, integrazioni e
collegamenti tra le conoscenze e le discipline …
POSSIBILI STRATEGIE METODOLOGICHE E
DIDATTICHE
•Dividere gli obiettivi di un compito in “sotto
obiettivi”
•Offrire anticipatamente schemi grafici relativi
all’argomento di studio, per orientare l’alunno nella
discriminazione delle informazioni essenziali
•Privilegiare l’apprendimento dall’esperienza e la
didattica laboratoriale
•Promuovere processi metacognitivi per sollecitare
nell’alunno l’autocontrollo e l’autovalutazione dei
propri processi di apprendimento
•Incentivare la didattica di piccolo gruppo e il
tutoraggio tra pari
•Promuovere l’apprendimento collaborativo
POSSIBILI STRATEGIE UTILIZZATE
DALL’ALUNNO NELLO STUDIO
•Strategie utilizzate (sottolinea, identifica parole–
chiave, costruisce schemi, tabelle o diagrammi)
•
•Modalità di affrontare il testo scritto (computer,
schemi, correttore ortografico)
•Modalità di svolgimento del compito assegnato (è
autonomo, necessita di azioni di supporto)
•Riscrittura di testi con modalità grafica diversa
•Usa strategie per ricordare (uso immagini, colori,
riquadrature)
I 3 ELEMENTI DI BASE DEL
PROCESSO DI
INSEGNAMENTO APPRENDIMENTO
AZIONE
INPUT
RISULTATO
INPUT:
situazione di
stimolo
AZIONE:
quello che il
soggetto fa
nelle
componenti
Comprensione
Output
Elaborazione
1. SOSTITUZIONE
“traduzione” dell’input in un
altro codice o linguaggio e/o
nell’uso di altre modalità di
output
non siamo in presenza si una
vera e propria semplificazione
quanto, piuttosto, di una
particolare attenzione per le
condizioni di accessibilità
2. RICONTESTUALIZZAZIONE
prevede delle diverse modalità di
presentazione e trattazione dei
materiali di apprendimento
•con altre persone;
•in ambienti funzionalmente reali;
•con tecnologie maggiormente motivanti e
interattive;
•in contesti didattici fortemente interattivi;
•in contesti didattici fortemente operativi e
significativi
3. SPAZI E TEMPI
tempi più lunghi e distesi ed un
maggior numero di pause oppure
una strutturazione maggiormente
funzionale degli spazi eliminando i
fattori di distrazione e inserendo
elementi di facilitazione all’interno
degli ambienti di apprendimento
4. AIUTI
arricchimento della situazione di
apprendimento attraverso vari tipi di aiuto: si
tratta di indizi, stimoli estrinseci che aiutano
le varie fasi dell’esecuzione del compito
•colori;
•immagini;
•mappe cognitive;
•spiegazioni aggiuntive;
•modelli competenti nel “far vedere come si fa”;
•organizzatori anticipati;
•aiuti vari per la memorizzazione;
•aiuti vari per la pianificazione delle azioni come script per
scrivere testi;
•aiuti per la decodifica e la comprensione come questionari
con domande guida
2
+
7
?
Per fare l’addizione
devi prendere il primo
numero e poi ….
QUALCHE ESEMPIO DI AIUTI
1. Evidenziare gli elementi
significativi di un testo
2. Fornire uno schema che ricorda le
operazioni da compiere per fare un
riassunto
3. Presentare un check - list di
autocorrezione ortografica nella fase di
scrittura – editing di un testo
D. Ianes: L’evoluzione dell’insegnante di sostegno, Trento, Erickson, 2014
http://www.erickson.it/Libri/Pagine/Scheda-Libro.aspx?ItemId=40689
M. Tiriticco: I giochi sono fatti, Educazione & Scuola
http://www.edscuola.eu/wordpress/?p=48822
R. Iosa: Gli insegnanti di sostegno, Dario Ianes, e la retorica caciara, Educazione &
Scuola
http://www.edscuola.eu/wordpress/?p=48981
C. Scataglini: il sostegno è un caos calmo, Trento, Erickson, 2012
http://www.erickson.it/Libri/Pagine/Scheda-Libro.aspx?ItemId=40061
http://ilblogdeldirigente.blogspot.it/
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Materiale Secondo Incontro - Istituto Comprensivo Orsogna