Graziana Lucarelli
Matr. 11638
Seminario orientativo sul settore della museologia
Prof. Elena Corradini
Laurea Specialistica in “Progettazione e gestione di
attività culturali”
Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di
Modena e Reggio Emilia
a.a. 2005/2006
CONVIVIUM: la mostra
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La mostra si è svolta a Ravenna, presso la Chiesa di San
Nicolò, in via Rondinelli.
Aperta al pubblico dal 5 marzo al 9 ottobre 2005, poi
prorogata fino all’8 gennaio 2006.
Organizzata da RavennAntica, la Soprintendenza per i Beni
Archeologici dell’Emilia-Romagna e il Comune di Ravenna.
Contatti
- telefono: 0544-213371
- sito internet: www.ravennantica.it
- e-mail: [email protected]
L’ex chiesa di San Nicolò
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Edificata nel 1364 sul luogo
della più antica San Nicolò
dei Britti, annessa al
Convento degli Agostiniani
sorto nella seconda metà
del secolo XIII.
Dopo la sconsacrazione nel
1866, ebbe usi vari fino al
primo intervento di restauro
della Soprintendenza nel
1983.
La mappa del complesso
L’allestimento
Prima di definire le modalità e i supporti utilizzati, è
importante definire gli oggetti dell’allestimento:
Contenuto:
Contenitore:
reperti archeologici
l’ex Chiesa di San Nicolò
Chiostri settecenteschi
Chiesa trecentesca
L’accesso alla mostra: i chiostri
L’allestimento dei chiostri
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Il Chiostro occidentale
introduce il visitatore alla
mostra attraverso una serie
da pannelli di presentazione
ai contenuti e al luogo.
Buono l’aspetto
comunicativo, sia per
l’abbondante apparato
didascalico, sia per i
supporti con una grafica
diretta e accattivante.
La Sala delle Vele
La Sala delle Vele funge da
tramite tra i chiostri e la
chiesa e allo stesso tempo
svolge la funzione di
reception, biglietteria e
bookshop.
La chiesa
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La navata unica mette a
disposizione degli
allestitori un’ampia aula
all’interno del quale
collocare i reperti
archeologici.
I muri laterali e la zona
absidale presentano lacerti
affrescati che vengono
anch’essi compresi
nell’allestimento.
L’allestimento degli affreschi
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“Madonna con bambino” di
autore ignoto.
Lumeggiamento effettuato
mediante faretti con luce
opaca.
L’allestimento degli affreschi
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“Crocifissione” attribuita al
pittore ravennate Francesco
Longhi (1544-1618).
Apparato didascalico riferito
esplicitamente alla
descrizione degli affreschi
fatto su placchette di
materiale metallico blu.
Le tipologie di allestimento
L’informazione riferita al
luogo è divisa in maniera
molto chiara da quella
riferita ai reperti
archeologici, questo
mediante supporti e grafica
di tipologie diverse.
L’accesso alla chiesa
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Il visitatore fa l’accesso alla chiesa direttamente dall’ area
presbiteriale che risulta leggermente rialzata di mezzo metro
rispetto alla grande aula e alla sala delle vele.
In questo primo spazio sono collocate le simulazioni a
sagoma raffiguranti i modi di “stare a tavola” in tre sezioni
storiche:
- romana;
- medievale;
- settecentesca.
L’accesso alla chiesa
I corredi da cucina e da tavola
Immediatamente alla destra del visitatore, davanti all’abside,
sono collocate sette teche espositive vetrate in cui si trovano
reperti, provenienti per la maggior parte dal Museo
Archeologico di Napoli.
In esse sono affrontati diversi settori tematici:
- gli oggetti sulla mensa: la presentazione dei cibi;
- gli oggetti sulla mensa: le stoviglie per bere;
- le suppellettili del banchetto;
- il sistema di illuminazione;
- gli oggetti sulla mensa: le stoviglie d’argento.
I corredi da cucina e da tavola
Le teche
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L’esposizione di questi
reperti si fa per mezzo di
teche in materiale plastico
grigio nella parte bassa e in
vetro nella parte alta .
Le teche sono provviste di
faretti che emanano luce
dalla base degli oggetti e di
un sistema per mantenere i
reperti a temperatura
costante.
L’apparato didascalico
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Il contenuto delle teche è
descritto su un supporto
plastico posizionato
parallelamente ad esse
creando un’ideale
separazione tra l’aula e la
zona absidale.
Le informazioni riportate
sono sufficientemente
approfondite, proposte sia
un italiano che in inglese e
seguono una grafica che si
ritrova in tutti i pannelli della
mostra.
La Domus del Triclinio
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Al centro dell’aula segue la ricostruzione di una domus
romana del II-III sec. d.C. Essa è stata rinvenuta a Ravenna
con uno scavo del 1980 e non ha mai goduto di
un’esposizione al pubblico.
Qui se ne ritrova una ricostruzione plastica in scala reale con
ricollocazione dei pavimenti musivi originali. Grazie al motivo
decorativo di uno di questi è stato possibile identificarne la
destinazione d’uso come sala tricliniare e da qui nasce lo
spunto per il tema della mostra.
Il visitatore può accedere alla ricostruzione sia da ovest che
da est tramite scalini rivestiti di velluto blu e una passerella
metallica che consente di ammirare i mosaici dall’alto.
La Domus del Triclinio
Il plastico della Domus
L’accesso ovest alla
ricostruzione presenta un
plastico in scala ridotta che
definisce l’articolazione dei
vari spazi della Domus per
le funzioni che molto
probabilmente avevano in
età romana.
La parte sud dell’aula
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La parte centrale dell’aula termina verso sud con ulteriori
momenti espositivi:
Tre teche, in tutto simili a quelle già viste, con reperti
provenienti dallo scavo della Domus del Triclinio;
Il mosaico di Imola;
Una struttura in materiale plastico costituisce una “stanza”
che contiene un pavimento musivo detto Asaroton oikos.
Il mosaico di Imola
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Si tratta di una fascia
musiva con maschere
teatrali e festoni vegetali
con frutti databile al I sec.
a.C. e proveniente dal
Museo Civico Archeologico
di Imola.
La fascia è collocata
parallelamente al pavimento
su un supporto metallico blu
che comprende anche un
ampio pannello esplicativo.
La stanza dell’ Asaratos oikos
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La lunga navata si chiude
con una struttura in parte in
plastica e in parte in
materiale trasparente che
consente così di vederne il
contenuto sin dall’esterno.
La parete di fondo è
occupata dall’ Asaratos
oikos e quelle laterali da
apparati didascalici.
L’ Asaratos oikos
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Questo mosaico
pavimentava la stanza del
triclinio di una ricca domus
di Aquileia nel corso del I
sec. a.C.
Il “pavimento non spazzato”,
rinvenuto nel 1860,
rappresenta un tema di
genere estremamente
raffinato e per questo un suo
dettaglio è stato scelto come
immagine simbolo della
mostra.
Gli angoli sud-ovest e sud-est
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I due angoli dell’aula presentano allestimenti simili pur
proponendo contenuti molto diversi. In effetti, da entrambi i
lati è possibile ritrovare una piattaforma sopraelevata alta 50
cm circa e rivestita da tessuto rosso scarlatto.
a sud-ovest: frammenti di decorazione di un letto tricliniare;
a sud-est: statua femminile acefala e testa di Tyche .
Il letto tricliniare
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Si tratta dei resti di un letto
tricliniare, tipici giacigli sui
quali i commensali si
adagiavano nelle domus
romane. Questo proviene
da Pompei e risale al I sec.
a.C.
Del letto solo i piedi in
bronzo sono originali. Per
cui è stato integrato con
inserti moderni, collocato al
centro della piattaforma e
illuminato con faretti dal
basso.
La statua acefala e la testa di Tyche
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L’angolo sud-est presenta
invece una statua femminile
acefala e una testa di
Tyche con città turrita, in
marmo greco, databili al I-II
sec. d.C.
La statua, di grandi
dimensioni, è sostenuta da
un supporto metallico
verticale mentre la testa è
adagiata su una colonnina.
Alle spalle delle due opere
si trova un ampio apparato
didascalico.
I mosaici del presbiterio
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Nel presbiterio e in conclusione della mostra, il visitatore trova
tre pavimenti musivi.
Nell’ambiente situato ad est, accanto al muro prospicente via
Baccarini, si trova l’Opus Sectile proveniente dal Palazzo di
Teodorico, allestito a cavalletto e con faretti che lo illuminano
dall’alto.
Con la stessa modalità è allestito, nel catino absidale, il
mosaico policromo “dei Pugili” proveniente dallo scavo della
Domus dei Tappeti di Pietra. Infine, di fronte ad esso, vi è un
ulteriore mosaico, posto parallelamente al pavimento, il quale
sviluppa il tema del labirinto.
I mosaici del presbiterio
Servizi al pubblico
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La mostra è stata aperta tutti i giorni feriali e festivi dalle ore
10 alle ore 18.30. E’ stata prevista una tariffa ridotta per i
gruppi e la gratuità per i ragazzi sotto i 10 anni.
La mostra non ha riservato grandi spazi per i servizi
accessori, tranne un’aula didattica, giusto accanto alla sala
delle Vele, nella quale era costantemente proiettato un video
che ricostruiva di tre dimensioni la Domus del Triclino così
come si presume sia stata in età romana. Il video era
disponibile al bookshop.
Come nota di demerito ci sono da evidenziare alcune
incongruità tra gli allestimenti e il materiale esplicativo
acquistabile in sede.
Convivium e la Domus del Triclinio
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Da sottolineare è il birrazzo equilibrio tra la precedente mostra
“La Domus del Triclinio” e la successiva “Convivium”. La
Domus del Triclinio da mostra è diventata un contenitore di
mostre, così l’ex chiesa di San Nicolò ha mantenuto la
ricostruzione della domus ma ha cambiato una parte dei
restanti allestimenti dando origine così ad una nuova mostra.
Questa connessione credo non sia stata esplicitata in maniera
sufficientemente chiara al visitatore che poteva trovarsi in
difficoltà. Inoltre, credo che le variazioni dei contenuti e degli
allestimenti non fossero tali da definire una nuova mostra,
autonoma in tutti i suoi aspetti.
Riferimenti bibliografici
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Materiali esplicativi della mostra La Domus del Triclinio e
Convivium, prodotti dall’organizzazione delle stesse;
Depliant della mostra Convivium;
Il video Le Domus di RavennAntica;
www.ravennantica.it
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Convivium - Graziana Lucarelli