Il metodo sperimentale
L’osservazione del fenomeno

I due obiettivi fondamentali della scienza sono:
a) la spiegazione di un fenomeno;
b) la previsione del fenomeno stesso.
 Una teoria è dotata di capacità esplicativa quando
descrive analiticamente il fenomeno e consente di
spiegarne le cause.
 Una teoria è predittiva quando indica le condizioni
indispensabili per la riproduzione del fenomeno
osservato.
La sperimentazione



Sperimentare consiste nel variare gli elementi costitutivi di una
situazione, allo scopo di provocare un fenomeno e misurarne
l’evoluzione (Rossi, 1993).
Lo sperimentatore costruisce situazioni che:
– permettono di raccogliere dati suscettibili di convalidare
ipotesi, di confermare previsioni o, più generalmente,
rispondere a quesiti.
Solitamente l’esperimento è elaborato al fine di analizzare come
si modificano le risposte variando le caratteristiche degli stimoli,
le situazioni, i compiti oppure i soggetti.
La sperimentazione

L’esperimento va distinto dall’inchiesta e dall’insieme
dei metodi comparativi o quasi sperimentali nei quali
il ricercatore controlla le variabili attraverso la scelta
delle
caratteristiche
del
campione
e
dell’organizzazione dei protocolli, ma non le manipola
propriamente, sia perché:
– i campioni possibili non dipendono da lui,
– e/o tratta di fattori che sfuggono all'azione umana.
La prassi della ricerca
Il processo di ricerca

Le fasi di questo percorso sono:
–
–
–
–
–
–
identificazione del problema di ricerca;
pianificazione del disegno sperimentale;
fase delle osservazioni;
fase delle analisi dei dati;
fase dell'interpretazione dei dati;
fase della comunicazione dei risultati.
I passi di un esperimento
LE VARIABILI

Una
sperimentazione
nell’osservazione di variabili.

Tutte le variabili vengono tenute costanti, mentre
viene modificata solo la variabile indipendente.

In questa maniera se avviene un cambiamento nel
dato di nostro interesse (variabile dipendente), sarà
dovuto alla variabile indipendente
consiste
dunque
Relazione di causa-effetto

Tra variabili indipendenti e variabili dipendenti
viene spesso ipotizzata una relazione di tipo
causale.
 Questa relazione causale non può essere
dimostrata senza poter manipolare direttamente
una delle due variabili.
In Psicologia la variabile
indipendente è lo stimolo


La variabile indipendente è una variabile stimolo cioè un evento
che ha un reale o potenziale effetto sulle risposte di un
organismo. Queste risposte sono quindi le variabili dipendenti,
dette in questo caso variabili risposta.
Le variabili stimolo possono essere molto specifiche come un
fascio di luce per un tempo controllato, ma anche generali,
come l’habitat naturale in cui si osserva il comportamento di un
animale o la classe in cui si studia il rendimento dei bambini.
ANALISI FATTORIALE


Quando il controllo delle variabili che possono
influenzare la variabile dipendente è irrealizzabile, si
ricorre ai “piani fattoriali”: essi permettono di valutare
l’effetto combinato di due o più variabili, chiamate
fattori,
quando
vengono
utilizzate
contemporaneamente.
L’informazione che si ottiene è più completa di quella
ottenuta dagli esperimenti con una sola variabile
sperimentale (indipendente), proprio perché permette
di valutare le interazioni tra più variabili.
ANALISI FATTORIALE



Per esempio, in un esperimento con maschi e femmine, il fattore
“A” (sesso: A1 = maschi, A2 = femmine) viene definito “FRA I
SOGGETTI” (“BETWEEN”); altri due fattori come il tipo di
stimolo (B1 = visivo e B2 = acustico) e mano impiegata nella
risposta agli stimoli (C1 = destra, C2 = destra) sono “ENTRO I
SOGGETTI” (“WITHIN”).
I fattori B e C sono “entro i soggetti” in quanto ogni soggetto si
trova in ognuna delle loro possibili combinazioni.
La suddivisione fra fattori “between” e “within” è importante
poiché permette di stabilire quali dati sono ottenuti dallo stesso
soggetto e quindi sono correlati tra loro.
ESAME DEL PROBLEMA


Tra diversi tipi di terapia psicologica si possono
distinguere quella individuale (per esempio la
psicoanalisi di Freud), quella relazionale (terapia
della famiglia), quella di gruppo (per esempio
psicodramma).
Le terapie di gruppo sono numerose, ma solo poche
sono accettate dalla comunità scientifica. L’unico
mezzo per entrare a far parte delle terapie tradizionali
è provare la propria validità attraverso il metodo
sperimentale.
ESAME DEL PROBLEMA


Tra le terapie di gruppo, quelle ad alto
coinvolgimento corporeo sono quelle che adottano,
assieme
alla
comunicazione
delle
proprie
problematiche attraverso la parola, esercizi di
respirazione e rilassamento.
Per esempio nello psicodramma il paziente “mette in
azione”, “mette in scena” la propria vita, i suoi dubbi, i
suoi blocchi, i suoi desideri, i suoi bisogni. L’elemento
più Importante è il coinvolgimento del CORPO nella
terapia.
OSSERVAZIONE

In gruppi che hanno scelto una terapia psicologica ad alto
coinvolgimento corporeo si può osservare la frequente presenza
di blocchi e tensioni muscolari.

Si esamina quindi la letteratura sull’argomento scelto: molti
studiosi affermano che una postura riflette un atteggiamento
psicologico.

Per esempio, se una persona ha una determinata tensione
muscolare (atteggiamento fisico), questa è collegata
all’erezione psicologica (atteggiamento mentale) di una barriera
nei confronti del mondo esterno.
Ipotesi


1.
2.
La terapia (variabile indipendente) contribuisce
all’abbassamento della tensione posturale (variabile
dipendente)?
Misurazione della tensione corporea del gruppo
sperimentale rispetto ad un gruppo di controllo, allo
scopo di:
verificare se esiste una tensione maggiore nel gruppo
sperimentale rispetto al gruppo di controllo;
per verificare se la tensione è diminuita nel gruppo
sperimentale dopo il trattamento terapeutico.
Soggetti:
1.


Gruppo sperimentale: estratto casualmente da una
lista di gruppi coinvolti in una terapia di gruppo ad
alto coinvolgimento corporeo.
L’indagine mira infatti a cogliere le peculiarità di un
fenomeno collettivo facendo ricorso ad un
CAMPIONE, cioè a un sottoinsieme opportunamente
scelto della popolazione interessata.
Il numero dei partecipanti è 12
Fascia d’età = tra i 35 ed i 45 anni.
Sesso= 5 maschi e 7 femmine.
Errori




Non
esistono
errori
apportati
dall’intervistatore
(condizionamenti, errate registrazioni delle risposte).
Non si può parlare di errore dell’intervistato nel senso di
risposte menzognere o mancanza di memoria. Potrebbe
essere presente però l’errata comprensione della domanda.
Per quanto riguarda l’OSSERVAZIONE, l’errore dovuto allo
strumento (domande mal formulate) dovrebbe essere raro.
L’errore dovuto alle modalità di somministrazione non si è
presentato poiché la somministrazione è avvenuta sempre
con le stesse modalità.
Strumenti

Scelta dello strumento:
Test di percezione della tensione posturale (Body
Perception Test, di Ruggieri e Tosi, 1983).

Il test è costituito da semplici istruzioni e da una
figura umana suddivisa in quadranti e visibile
anteriormente e posteriormente.

Per ciascun quadrante il soggetto deve indicare il
grado di intensità percepita (in quel momento) in
27 zone corporee.
Test di percezione della
tensione posturale
Questionario sulla tensione
posturale

Età ____
L’elenco che segue riporta in modo analitico le varie
parti del corpo. Si sieda comodamente; legga con
attenzione ogni termine e quantifichi l’intensità della
tensione percepita in quel distretto con un punteggio
da 0 a 10 scrivendolo direttamente sulla parte
corrispondente della figura.
Questionario
Consegna

Nel test il soggetto deve specificare:
1. il valore di intensità della tensione con un valore
compreso tra 0 e 10.
2. la percezione della tensione relativa all’insieme dei
distretti corporei (nuca, fronte, ecc.)
3. la localizzazione della tensione (destra e sinistra).
Procedura





Affinché la procedura di somministrazione del test sia identica e
ripetibile per tutti i soggetti del gruppo vengono
precedentemente fissati:
Luogo di somministrazione del test per esempio una sala
appositamente predisposta dell’IPAE (Istituto di Antropologia
Esistenziale e di Psicoterapia Analitica Esistenziale.
Durata, per esempio circa 15 minuti;
Modalità, ossia se avviene singolarmente o in gruppo.
La somministrazione al gruppo di controllo avviene con le
stesse modalità.
Compilazione del questionario
Elaborazione dei dati

Si verifica se esiste una differenza nelle medie del
gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo.

La media della variabile “nuca” varia nei soggetti del
gruppo sperimentale rispetto ai soggetti del gruppo
di controllo?
I valori medi statistici:
Media

Si definisce media aritmetica di n valori il numero che
si ottiene dividendo la loro somma per n, ovvero il
totale diviso il numero degli addendi. Per esempio se i
valori sono 30 – 10 – 50, bisogna addizionare 30 + 10
+ 50 (=90) e dividere per 3 (30,10 e 50 sono 3 numeri)
= la media è 30.
I VALORI MEDI STATISTICI
LA MEDIANA


LA MEDIANA di un insieme di dati statistici, ordinati
in senso crescente, è il dato che occupa la
posizione centrale.
Per esempio con i valori
18 21 21 25 26 28 30
I II
III
I
II III
la mediana è 25.
I VALORI MEDI STATISTICI
MODA

LA MODA è il dato che in una distribuzione
statistica si presenta con la frequenza
maggiore.
 Per esempio
CLASSE
FREQUENZA
Femmine
30
Maschi
10
Totale
40
La moda è “Femmine”.
VARIABILITÀ E CAMPO DI VARIAZIONE

I valori medi statistici ci permettono di ottenere
un’unica misura riassuntiva dei dati, ma non ci dicono
in che modo i dati sono distribuiti.

Per esempio consideriamo due gruppi di allievi.
Sebbene i due gruppi possano mostrare lo stesso
livello medio di apprendimento, i due gruppi
possiedono caratteristiche diverse.
VARIABILITÀ E CAMPO DI VARIAZIONE

Per esempio, consideriamo il numero di pasti
consumati presso la mensa universitaria nell’arco
di una settimana da tre gruppi di 10 studenti
ciascuno:
3 3 3 3 3 3 3 3 3 3
1 3 2 3 3 3 4 2 4 5
1 3 3 5 3 5 1 1 3 5.
-
La media aritmetica non consente di cogliere le
differenze
tra
le
distribuzioni,
ossia
la
VARIABILITA’.
VARIABILITÀ E CAMPO DI VARIAZIONE

In termini statistici la VARIABILITA’ è “la dispersione
dei singoli dati di un insieme statistico rispetto a un
valore medio assunto come riferimento”.

Un indice di dispersione è la varianza: maggiore è la
varianza, maggiore è il numero di valori lontani dalla
media.
Analisi dei risultati

L’esperimento ha dimostrato che le medie tra gruppo
sperimentale e gruppo di controllo sono differenti.

Le differenze sono state individuate solo in alcune
variabili:
nuca, mandibola, zona intorno ombelico, zona sotto
ombelico dx, Mandibola sx

Le differenze riguardano i valori: nel gruppo
sperimentale sono superiori a 5, nel gruppo di
controllo inferiori a 5.
Immagine(media delle tensioni)
Conclusione

Il gruppo sperimentale presenta una tensione
maggiore rispetto al gruppo di controllo.

Nella
seconda
somministrazione
il
gruppo
sperimentale presenta una minore tensione
muscolare.

L’ipotesi risulta confermata.
ESERCIZI

Uno studente universitario ha riportato negli esami
del primo biennio le seguenti votazioni:
18 24 23 24 19 27 25 22 28 20
Calcolane la media aritmetica.
-Qual è la moda delle votazioni conseguite dallo
studente dell’esercizio precedente?
- Scrivi un insieme di 7 numeri aventi come media 15.
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Il metodo sperimentale