Risorgimento al Femminile
Mogli, madri, amanti
Maria Mazzini Drago
Anita Garibaldi
La Contessa di Castiglione
IL Brigantaggio & le Brigantesse
Liceo Classico M.T. Cicerone
Frascati
Maria Mazzini Drago
Donna dietro le quinte
“… trasmetterà il
pensiero
democratico e
civile, giorno dopo
giorno, al suo
amato figlio.”
“… Fu esponente di una religiosità
più aperta, espressione dei destini
dell’umanità tutta …”
“Esempio puro di
coerenza, le sue
parole lasciano
l’astrazione del
pensiero e diventano
azioni, fatti concreti .”
Anita Garibaldi
“ … era una donna
alta, col volto
ovale, i grandi
occhi neri e i seni
prosperosi. Era
bella.”
Dalle Memorie di
G.Garibaldi
Anita con gli occhi di Garibaldi
“Restammo entrambi estasiati e
silenziosi, guardandoci
reciprocamente, come due persone
che non si vedono per la prima
volta, e che cercano nei lineamenti
l’una dell’altra qualche cosa che
agevoli una reminescenza. La salutai
finalmente, e le dissi: TU DEVI ESSER
MIA” dalle Memorie di G. Garibaldi
“… con lei avevo
stretto un nodo,
sancito una
sentenza, che la
sola morte poteva
infrangere!”
Dalle Memorie di
G.Garibaldi
“Io, conobbi il gran male che feci, il dì, in cui sperando
ancora di rivederla in vita, io stringevo il polso d’un
cadavere: e piangevo il pianto della disperazione! Io, errai
grandemente ed errai da solo!”
“Al santuario
Venduto de’ miei padri avranno stanza
Le tue reliquie e d’altra donna amata
Madre ad entrambi, adornerai
l’avello!”
Da Anita di G.Garibaldi
La Contessa di Castiglione
“Lei non era bella, di
più bellissima. Alta,
braccia sottili e le
mani che
sembravano scolpite
nel marmo rosa, gli
occhi pervinca, il
naso minuto e i denti
di perla.”
dal libro di
R.Gervaso
“…a renderla ancora più
bella e desiderabile lo
sguardo, altero,
indagatore e allo stesso
tempo sfuggente, ma
anche intrigante. Molto
sicura di se’, consapevole
del suo fascino, Virginia
era una donna molto
ambiziosa.”
“A corte e alle
feste la simpatia
di Napoleone III
aumentò sempre
più … la Contessa
diventò la sua
amante preferita.”
Un uomo per definire il brigantaggio
“E intorno a noi il timore e la complicità di un popolo. Quel
popolo che disprezzato da regi funzionari ed infidi
piemontesi sentiva forte sulla pelle che a noi era negato
ogni diritto, anche la dignità di uomini. E chi poteva
vendicarli se non noi, accomunati dallo stesso destino?
Cafoni anche noi, non più disposti a chinare il capo.
Calpestati, come l'erba dagli zoccoli dei cavalli, calpestati
ci vendicammo. Molti, molti si illusero di poterci usare per
le rivoluzioni. Le loro rivoluzioni. Ma libertà non è cambiare
padrone. Non è parola vana ed astratta. È dire senza
timore, È MIO, e sentire forte il possesso di qualcosa, a
cominciare dall'anima. È vivere di ciò che si ama. Vento
forte ed impetuoso, in ogni generazione rinasce. Così è
stato, e così sempre sarà...” C.Crocco
La banda del brigante Agostino Sacchitiello di
Bisaccia, uno dei più fidati luogotenenti di C. Crocco
Settembre 1863, un
bersagliere mostra il
cadavere del brigante
Nicola Napolitano dopo la
fucilazione e le sevizie
Fucilazione di Vincenzo Petruzziello
“Né mercante, negoziante o
trafficante,
né maestro d’arte alcuna
vissi con la professione del brigante”
Berardino Viola
Le Brigantesse
Mogli, madri, amanti
“Un atto d’amore esprime
solidarietà, quindi è politico,
anche se non
necessariamente
ideologico”
Edoardo Vitale
Reginalda Rosa
Cariello
Maria
Capitanio
Maria Lucinella
Michelina Di
Cesare
“Maria Mazzini Drago”
“Anita Garibaldi”
“La Contessa Di Castiglione”
“Il Brigantaggio”
“Le Brigantesse”
Federica Di Ruscio
Daria D’Ecclesiis
Francesca Del Vescovo
Eleonora Cimarelli
Silvia Ippolito
Presentazione multimediale di Anna Muratore
Hayez pittore
patriottico
Iconografia
risorgimentale
Nacque in una famiglia di condizioni modeste. Il padre
Giovanni era di origini francesi; La madre, Chiara
Torcella, di Murano. Il piccolo Francesco, ultimo di
cinque figli, venne affidato ad una sorella della madre
che aveva sposato Giovanni Binasco, armatore e
mercante d'arte proprietario di una discreta collezione
di dipinti.
Già da piccolo mostrò una predisposizione per il
disegno e lo zio lo affidò ad un restauratore affinché ne
imparasse il mestiere.
In seguito divenne allievo del pittore Francesco
Magiotto presso il quale rimase per tre anni. Frequentò
il primo corso di nudo nel 1803 e nel 1806 venne
ammesso ai corsi di pittura della Nuova Accademia di
Belle Arti dove fu allievo di Teodoro Matteini.
Nel 1809 vinse un concorso indetto dall'Accademia di
Venezia per l'alunnato presso l'Accademia di San Luca
a Roma e si trasferì nella capitale dove divenne allievo
di Canova che ne fu la guida e il protettore negli anni
romani.
Nel 1814 lasciò Roma in seguito ad un'aggressione,
pare per vicende sentimentali, e si trasferì a Napoli
dove gli venne commissionato da Gioacchino Murat il
dipinto Ulisse alla corte di Alcinoo.
Nel 1822 viene chiamato ad insegnare all'Accademia di
Belle Arti di Brera, come aiuto di Luigi Sabatelli.
Insegnò all'Accademia, come aggiunto, fino al 1850,
quando, alla morte di Sabatelli, ne assunse la cattedra
che tenne fino al 1879.
Si spense a Milano il 21 dicembre 1882 all’età di 91
anni.
1840 – 1841
Francesco Hayez
 Anche
in quest’altro dipinto di Hayez la
figura femminile si offre allo spettatore
come una possibile metafora della patria
offesa. Quello della malinconia in realtà,è
un tema classico nella storia dell’arte,
almeno a partire dal Cinquecento. Tuttavia
in questo caso esso si carica di un timbro
specifico. Nella tristezza della donna – la
modella è con ogni probabilità la stessa
del dipinto La meditazione – va letta,
dunque , la sofferenza d’animo di chi
anela a una liberta al momento inibita e
repressa.
1851
Francesco Hayez
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
Questo dipinto, come la precedente versione del 1850,
segna una svolta del periodo pittorico di Francesco
Hayez.
Proiettandolo sui condizionamenti idologici seguiti ai moti
risorgimentali avvenuti a Milano nel 1848.
Hayez fa trasparire tutta la "malinconia" della coscienza
contemporanea trasformata in meditazione.
In quest'opera, al contrario della precedente, cade anche
il velo del celato travestimento religioso per rivelare
appieno il motivo patriottico del dolore dell'Italia
risorgimentale.
Il messaggio politico è forte e chiaro la finta Bibbia con la
dicitura "Storia d’Italia" e la croce del martirio
risorgimentale con la scritta in rosso fuoco:
"18.19.20.21.22 marzo /1848". La storica data delle
Cinque giornate di Milano, sono un segno inequivocabile
delle idee che Hayez ha fatto sue e che vuole
trasmettere.
Lei, bellissima, perlacea, ma anche calda ed emozionale
in quel suo sguardo fiero e deciso, incarna il cromatismo
suggestivo dei chiaroscuri del dipinto.
1859 -1860
Francesco Hayez
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Il bacio è un olio su tela di 112 × 88 cm, realizzato da Francesco
Hayez nel 1859 e conservato a Milano nella Pinacoteca di Brera.
Oltre questo dipinto, l'artista realizzò tre repliche con lo stesso
soggetto, delle quali due versioni sono in collezioni private ed
un'altra, in cui il vestito della donna è bianco, fu realizzata nel 1861
per la famiglia Mylius ed è stata venduta all'asta il 12 novembre
2008 da Sotheby's a Londra.
Descrizione

In questo quadro l'autore riunisce le principali caratteristiche del
romanticismo storico italiano, ovvero un'assoluta attenzione verso i
concetti di naturalezza e sentimento puro (l'amore individuale), ma
soprattutto verso gli ideali risorgimentali (l'amore per la patria). Ciò
che colpisce immediatamente l'osservatore è l'enorme sensualità
che scaturisce dall'abbraccio dei due amanti. Per la prima volta
viene espresso in un quadro un bacio passionale e carico di
emotività.

Questo legame è tanto forte che riesce ad annullare ogni contrasto,
come quello del freddo celeste della veste della donna e del colore
caldo dell'abito dell'uomo (il quale ha le gambe posizionate in modo
tale da assecondare la sensuale inclinazione del corpo femminile).
L'uomo mentre bacia la sua amata, appoggia la gamba sul gradino:
Hayez comunica, con questo particolare, l'impressione che egli se
ne stia andando, e dà più enfasi al bacio.
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La scelta dell'artista di celare i volti dei giovani conferisce
importanza all'azione e le ombre che si possono scorgere dietro al
muro, nella parte sinistra del quadro, indicano un eventuale pericolo.
È però da non dimenticare il reale significato storico dell'opera,
infatti Hayez attraverso i colori (bianco della veste, il rosso della
calzamaglia, il verde del cappello e del risvolto del mantello e infine,
l'azzurro dell'abito della donna) vuole rappresentare l'alleanza
avvenuta tra l'Italia e la Francia (accordi di Plombierès). Bisogna
ricordare che questo quadro venne presentato all'Esposizione di
Brera del 1859, a soli tre mesi dall'ingresso di Vittorio Emanuele II e
Napoleone III a Milano.
L'intera scena, a giudicare dagli abiti e dall'architettura, si svolge in
un'ambientazione medioevale, ma in realtà è del tutto immersa nel
presente a causa del significato e del soggetto iconografico (il bacio)
del tutto nuovo.
Inoltre quest'opera esprime, non solo il concetto sentimentale, ma
crea all'interno dell'opera un vero e proprio spazio intimo di
coinvolgimento emotivo dell'osservatore; la presenza di mistero
legata alla figura in penombra dell'androne non appare primaria alla
visione globale, in quanto l'osservatore viene catturato dall'intensità
degli amanti che sono posizionati sull'asse di simmetria.
Riassumendo, Hayez con quest'opera vuole trasmettere il senso di
amore, di desiderio e il senso di irrequietezza popolare per quello
che poi sarà il Regno d'Italia.
Grazie
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