Facoltà di Economia Università degli Studi di Parma Corso di Economia Industriale Cap.1 Anno Accademico 2015-2016 1 Global Value Chain 787 2 Global Value Chain Iphone4 3 Definizione di Economia Industriale • L’economia industriale analizza la natura e il comportamento delle imprese, le diverse modalità di interazione che esse sviluppano all’interno dei mercati e il ruolo delle istituzioni. 4 Oggetto dell’analisi • Natura dell’impresa • Comportamento dell'impresa • Modalità di interazione tra imprese • Ruolo delle istituzioni 5 Oggetto dell’analisi • Natura dell’impresa • Comportamento dell'impresa • Modalità di interazione tra imprese • Ruolo delle istituzioni 6 Natura dell'impresa: • Obiettivi perseguiti • Origine delle imprese e fallimento del mercato • Organizzazione delle informazioni e degli input materiali • Informazioni e processo decisionale 7 Oggetto dell’analisi • Natura dell’impresa • Comportamento dell'impresa • Modalità di interazione tra imprese • Ruolo delle istituzioni 8 Comportamento dell’impresa: •Politiche di prezzo •Politiche di prodotto •Investimenti in capitale fisso •Pubblicità •Ricerca e sviluppo •Collusione (cartelli) •Fusioni e acquisizione •Pratiche cooperative (accordi) 9 Oggetto dell’analisi • Natura dell’impresa • Comportamento dell'impresa • Modalità di interazione tra imprese • Ruolo delle istituzioni 10 Tipologia di interazioni tra imprese • Relazioni concorrenziali (forme mercato) • Relazioni proprietarie (acquisizioni; forma gruppo) • Relazioni di scambio (rapporti contrattuali) • Relazioni cooperative (accordi; joint venture; azione collettiva) 11 Tipologia di interazioni tra imprese • Relazioni concorrenziali (forme mercato) • Relazioni proprietarie (acquisizioni; forma gruppo) • Relazioni di scambio (rapporti contrattuali) • Relazioni cooperative (accordi; joint venture; azione collettiva) 12 Tipologia di interazioni tra imprese • Relazioni concorrenziali (forme mercato) • Relazioni proprietarie (acquisizioni; forma gruppo) • Relazioni di scambio (rapporti contrattuali) • Relazioni cooperative (accordi; joint venture; azione collettiva) 13 Oggetto dell’analisi • Natura dell’impresa • Comportamento dell'impresa • Modalità di interazione tra imprese • Ruolo delle istituzioni 14 Istituzioni: • Legislazione societaria, commerciale e del lavoro • Disciplina della concorrenza • Offerta di beni pubblici (infrastrutture; servizi) • Promozione e sostegno dell'azione collettiva 15 Quattro modelli di base • Struttura Condotte Performance (Bain 1959) • Analisi di Settore (Porter 1980) • The Value Net (Branderburger e Nalebuff 1996) • Global Value Chain (Gereffi et al 2005) 16 Relazione tra comportamento dell’impresa, contesto economicoistituzionale e risultati economici: il Modello Struttura, Condotte, Performance 17 Quesito 1 • Da quali variabili dipendono i risultati economici dell’impresa? 18 Risultati economici: •Livello dei prezzi dei prodotti •Progresso tecnologico •Efficienza •Qualità dei prodotti •Profitti 19 Risposta 1 • I risultati economici dell’impresa dipendono: • dalle Condizioni di Base • dalla Struttura del settore • dalle Condotte dell’impresa • dal Contesto istituzionale 20 Struttura, Condotte, Performance Condizioni di Base Struttura Comportamento Politiche Pubbliche (Istituzioni) Risultati Economici 21 Struttura, Condotte, Performance Condizioni di Base Struttura Comportamento Politiche Pubbliche (Istituzioni) Risultati Economici 22 Condizioni di base: •Elasticità della domanda al prezzo •Tasso di crescita della domanda •Grado di sostituibilità dei prodotti •Tecnologia (offerta tecnologica) •Economie di scala •Capitale umano •Offerta di materie prime 23 Struttura, Condotte, Performance Condizioni di Base Struttura Comportamento Politiche Pubbliche (Istituzioni) Risultati Economici 24 Struttura del settore/filiera: •Numero delle imprese attive •Barriere all’entrata •Grado di differenziazione dei prodotti •Grado di integrazione verticale delle imprese •Grado di diversificazione delle imprese 25 Struttura, Condotte, Performance Condizioni di Base Struttura Comportamento Politiche Pubbliche (Istituzioni) Risultati Economici 26 Comportamento dell’impresa: •Politiche di prezzo •Politiche di prodotto •Investimenti in capitale fisso •Pubblicità •Ricerca e sviluppo •Collusione (cartelli) •Fusioni e acquisizione •Pratiche cooperative (accordi) 27 Struttura, Condotte, Performance Condizioni di Base Struttura Comportamento Politiche Pubbliche (Istituzioni) Risultati Economici 28 Politiche pubbliche (Istituzioni): •Antitrust •Regolamentazione •Definizione di standard di qualità •Beni pubblici (ricerca; istruzione; formazione) •Protezione istituzionale dell’entrata •Incentivi e sussidi •Imposte •Politiche macroeconomiche 29 Domanda 2 • La relazione è deterministica ? 30 Risposta 2 • La relazione non è deterministica, ma biunivoca 31 Struttura, Condotte, Performance Condizioni di Base Struttura Comportamento Politiche Pubbliche (Istituzioni) Risultati Economici 32 Analisi del settore (Porter 1980) 33 Analisi del settore (Porter 1980) Entrata Potere dei fornitori Concorrenza interna Potere dei compratori Sostituti e complementi 34 Analisi del settore (Porter 1980) • Fattori che aumentano la Concorrenza Interna: • • • • • • • Incremento del numero dei venditori/concorrenti; Domanda stagnante o in diminuzione; Presenza di capacità produttiva in eccesso; Offerta di prodotti indifferenziati; Elevata elastacità della domanda al prezzo; Forti barriere all’uscita …. 35 Analisi del settore (Porter 1980) • Fattori che aumentano la minaccia derivante da Entrata: • Assenza di significative economie di scala; • Assenza di effetti di reputazione delle imprese preesistenti; • Bassa protezione da parte delle imprese preesistenti degli input critici (tecnologia; materie prime, canali distributivi, ecc.) ; • Curva di apprendimento piatta; • Assenza di esternalità di rete • …. 36 Analisi del settore (Porter 1980) • Fattori che aumentano (diminuiscono) la minaccia derivante da Prodotti Sostituti (Prodotti Complementari): • • • • Prezzo; Grado di sostituibilità (complementarità); Elasticità della domanda al prezzo ….. 37 Analisi del settore (Porter 1980) • Fattori che aumentano il Potere del Fornitore: • • • • • • Numero limitato (concentrazione) dei fornitori; Esclusività tecnologica controllata dal fornitore; Disponibilità di prodotti sostituti; Assenza di investimenti specifici da parte del fornitore Assenza di rischi di integrazione a monte da parte dell’acquirente ….. 38 Analisi del settore (Porter 1980) • Fattori che aumentano il Potere del Compratore: • • • • • • Numero limitato (concentrazione) dei compratori; Elevata quota di mercato controllata dal compratore; Scarsa differenziazione dei prodotti del fornitore; Elevati investimenti specifici da parte del fornitore Possibilità di integrazione a monte da parte dell’acquirente ….. 39 Value Net (Co-opetition) 40 Value Net (Co-opetition) • Le imprese non sempre sono in concorrenza con altre imprese. • Possono essere anche legate da relazioni di cooperazione. • Talvolta sono legate da relazioni di cooperazione con le imprese con cui sono in concorrenza (!!!!) 41 42 Value Net Co-opetition Branderburger e Nalebuff 1996 43 44 Value Net Co-opetition Branderburger e Nalebuff 1996 (A) • Def. Complementor : «una impresa è un tuo complementor se i clienti valutano di più il tuo prodotto quando hanno anche il suo prodotto rispetto a quando hanno solo il tuo»; • Def. Concorrente: «una impresa è un tuo concorrente se i clienti valutano di meno il tuo prodotto quando hanno il prodotto del tuo concorrente rispetto a quando hanno solo il tuo prodotto» 45 Value Net Co-opetition Branderburger e Nalebuff 1996 (B) • Def. Complementor : «una impresa è un tuo complementor se per un fornitore è più vantaggioso fornirti input quando sta rifornendo anche l’altra impresa rispetto a quando rifornisce solo la tua impresa». • Def. Concorrente: «una impresa è un tuo concorrente se per un fornitore è meno vantaggioso fornirti input quando sta rifornendo anche l’altra impresa rispetto a quando rifornisce solo la tua impresa». 46 Value Net Co-opetition Branderburger e Nalebuff 1996 Esempio • Le imprese sono complementor nel creare un mercato (centro commerciale) • Le imprese cono concorrenti nel ripartirsi il mercato (settore dell’abbigliamento) 47 In sintesi • Cooperare può essere più vantaggioso che competere. • Talvolta le imprese sono concorrenti di altre imprese in alcuni ambiti e collaborative con le stesse in altri ambiti. 48 Global Value Chain 49 Global Value Chain 50 Global Value Chain 51 Catena del valore 52 Filiera tessile 53 Interrogativo di base • Le forme ordinarie di coordinamento delle transazione tra le imprese sono in grado di regolare un sistema di relazioni così complesso sul piano tecnologico, contrattuale, economico e geografico? • Quali sono le forme ordinarie di coordinamento delle transazioni? 1 Forme ordinarie di coordinamento delle transazioni • Due: a) Mercato (prezzo) b) Gerarchia (Impresa) (autorità) Forme ordinarie di coordinamento delle transazioni 56 2)New Forms of Coordination 57 Global Value Chain 58 Forma di governo • 1) Mercato: il prezzo è lo strumento di coordinamento degli scambi; attraverso il prezzo in concorrenza perfetta la domanda eguaglia l’offerta; scambi spot senza alcuni vincolo temporale tra le parti; bassi costi di sostituzione di un attore con un altro 59 Forma di governo • 2) Catena del valore Modulare: l’impresa finale assegna il compito di realizzare alcuni moduli (subsistemi) a imprese capofila che a loro volta distribuiscono le attività a imprese fornitrici da loro coordinate. Le imprese capofila sono detentrici di knowhow; la relazione assume continuità nel tempo. Aumenta il potere negoziale del fornitore e ha la responsabilità della qualità del sistema consegnato. 60 Forma di governo • 3) Catena del valore Relazionale: gli scambi assumono un orizzonte di lungo periodo. La complessità tecnologica degli scambi è elevata. Tra impresa fornitrice e impresa acquirente (finale) vengono sviluppati scambi materiali e immateriali (compresa trasferimenti di conoscenza). Interdipendenza tra le parti. Investimenti destinati al rafforzamento della relazione 61 Forma di governo • 4) Catena del valore ‘captive’: forte dipendenza del fornitore dall’acquirente. Asimmetria dimensionale e di potere contrattuale tra le parti. Elevati costi di cambiamento dell’acquirente da parte del fornitore, ma non viceversa. Forte controllo e monitoraggio del fornitore da parte dell’acquirente 62 Forma di governo • 5) Gerarchia (Impresa): elevati costi di coordinamento e impossibilità ad impiegare il prezzo come strumento di coordinamento. Ricorso alla autorità. Linee di comando e di informazione verticale. Integrazione verticale delle produzioni 63 64 Obiettivi dell’economia industriale L’economia industriale è finalizzata a: – fornire strumenti di analisi della struttura, della concorrenza e delle relazioni tra imprese nei mercati – spiegare l’evoluzione nel tempo dei mercati e dei sistemi industriali nel loro complesso – fornire presupposti teorici cui collegare le singole tecniche operative – indicare soluzioni istituzionali che forniscano il consolidamento e lo sviluppo del sistema industriale (politica industriale) 65 Due differenti prospettive di analisi Dal lato dell’impresa • (Obiettivi: efficienza; profitto; quota di mercato; sopravvivenza, ecc.) Dal lato istituzionale (collettività) • (Obiettivi: benessere; competitività settoriale; equilibrio territoriale; eliminazione dei fallimenti del mercato; ecc.) 66 Suggerimenti e precisazioni Teoria o pratica? • • • • • Buona teoria e buona pratica Rapporto tra analisi teoria e verifica empirica Generalità e parzialità dei risultati Instabilità della frontiera delle conoscenze Grado di condivisione dei risultati (conflitto tra modelli teorici; non conclusività delle verifiche empiriche) 67 Suggerimenti e precisazioni Collegamenti con le altre materie • • • • • • • • • • Microeconomia Economia aziendale Contabilità e determinazione dei costi Storia economica Diritto commerciale Statistica Scienze delle finanze Finanza aziendale Politiche e strategie aziendali Tecnica industriale 68 Suggerimenti e precisazioni Le lezioni, il corso e il manuale • Il manuale: • D.W. Carlton e J. M. Perloff (2013),. “Organizzazione industriale”, III Edizione,Milano, McGraw-Hill • Perché questo manuale • Caratteristiche e limiti del manuale • Aderenza del corso al manuale • Ciò che viene detto a lezione e ciò che è scritto nel manuale 69 Suggerimenti e precisazioni Organizzazione dello studio • • • • • • Testo+Slide Evoluzione del sistema industriale italiano Frequentare vs. Non frequentare Il materiale presso l’ufficio fotocopie/sito web Orario di ricevimento: lunedì e mercoledì 16.00-18.00 Orario lezioni: lunedì, martedì e mercoledì 14.00-16.00 ; Esame (tempi; numero domande; struttura della prova; Il problema del grafico/tabella) • Esame (Prima prova: 16 dicembre) (Prova intermedia 28 ottobre ?) 70 Programma del corso • Teoria dell’impresa (natura dell’impresa; costi transazionali e gerarchia; obiettivi dell’impresa; organizzazione interna; proprietà e controllo; acquisizioni e fusioni) • I costi (Costi fissi e variabili, medi e totali; costi non recuperabili; costi di aggiustamento; costo opportunità; profitto; economie di scala; economie di varietà) 71 • Strutture di mercato: Concorrenza (condizione di equilibrio; elasticità e curva di offerta residuale; concorrenza, efficienza e benessere; entrata e uscita dal settore; barriere all’entrata; esternalità e loro effetti) • Strutture di mercato: Monopolio (condizione di equilibrio; creazione del monopolio; costi e benefici del monopolio; monopsonio; impresa dominante) • Strutture di mercato: Oligopolio cooperativo (formazione dei cartelli; effetti; rottura dell’accordo collusivo) 72 • Strutture di mercato: Oligopolio non cooperativo (il modello di Cournot, di Bertrand, di Edgeworth; di Stackelberg; giochi multiperiodali) • Strutture di mercato: Concorrenza monopolistica (Differenziazione dei prodotti; il consuma tore rappresentativo; i modelli di Hotelling e di Salop) • Strutture di mercato: Risultati economici (SCP e risultati economici; concentrazione industriale; profittabilità e struttura settoriale) 73 • Comportamento strategico (vantaggio della prima mossa; politiche predatorie; strategie di prezzo limite; modifiche dei costi dei concorrenti; collusione) • Integrazione verticale (motivazioni del ricorso al mercato o alla gerarchia; restrizioni verticali; franchising) 74 • Informazione (informazione incompleta e fallimento del mercato;qualità dei prodotti; standard; informazione e prezzi) • Pubblicità (informazione e pubblicità; effetti sul benessere) • Innovazione tecnologica (incentivi all’innovazione;brevetti; premi e contratti di ricerca; accordi cooperativi) • Politica antitrust (obiettivi; il mercato rilevante; restrizione della collusione tra imprese; acquisizioni e potere di mercato) 75 L’industria manifatturiera in Italia: Cosa non si può non sapere? 76 Andamento del fatturato estero/interno (numeri indice 2010) ● Fonte: Istat 2014 77 Indice del fatturato dell’industria manifatturiera derivante da domanda estera (2007=100) (MET) 78 Indice del fatturato dell’industria manifatturiera derivante da domanda interna (2007=100) (MET) 79 Dinamica della produttività del lavoro: Valore aggiunto in volume/Unità di lavoro (1995=1) ● Fonte: elaborazioni Nomisma 2015 su dati Istat 80 Valore Aggiunto . 81 Produzione manifatturiera pro-capite ● Fonte: CSC su dati Global Insight 82 L’occupazione Fonte: CSC 2013 . 83 L’occupazione . 84 L’innovazione . 85 Innovazione nelle imprese manifatturiere in alcuni paesi europei ● Fonte: Accetturo et al. 2013 86 Mappa della produzione manifatturiera mondiale ● 87 Fonte: CSC 2013 La specializzazione produttiva Fonte: CSC 2010 . 88 Economie sviluppate /economie emergenti 89 Fonte: CSC 2013 La specializzazione produttiva Fonte: CSC 2009 . 90 Quote dell’Italia sulle esportazioni mondiali di merci a prezzi correnti ● 91 Fonte: Onida 2012 Quote dell’Italia sulle esportazioni mondiali di merci a prezzi correnti● Fonte: Onida 2012 92 Destinazione del fatturato realizzato all’estero ● 93 La specializzazione produttiva Fonte: CSC 2009 . 94 La specializzazione produttiva Fonte Aspen su ICE . 95 La specializzazione produttiva . Fonte: Quinteri 2007 96 La specializzazione produttiva . (Un campione di imprese ad elevata intensità di cambiamento nel decennio 2000-10) 97 Fonte: CSC 2011 La specializzazione produttiva . (Un campione di imprese ad elevata intensità di cambiamento nel decennio 2000-10) 98 Fonte: CSC 2011 La specializzazione produttiva . (Un campione di imprese ad elevata intensità di cambiamento nel decennio 2000-10) 99 Fonte: CSC 2011 La specializzazione produttiva . (Un campione di imprese ad elevata intensità di cambiamento nel decennio 2000-10) 100 Fonte: CSC 2011 La specializzazione produttiva . (Un campione di imprese ad elevata intensità di cambiamento nel decennio 2000-10) 101 Fonte: CSC 2011 La specializzazione produttiva . (Un campione di imprese ad elevata intensità di cambiamento nel decennio 2000-10) 102 Fonte: CSC 2011 Tipologie di imprese per dinamismo strategico. Percentuali di imprese ● 100% 90% 13.344% 25.549% 33.368% 60% 50% 7.559% 11.857% 17.488% 80% 70% 9.391% 23.733% 15.354% 14.700% 17.297% 14.113% 40% 30% 20% 59.599% 49.710% 47.763% 39.176% 10% 0% 2008 2009 2011 Almeno due attività tra Innovazione Ricerca e Internazionalizzazione 2013 Una attività tra Innovazione Ricerca e Internazionalizzazione Solo investimenti Nessuna attività 103 Indice della produzione industriale in alcuni paesi europei ● 104 Fonte: Accetturo et al. 2013 Produttività (UK) Barnett et al 2013 105