Scrivere la scienza, scrivere di scienza 28 gennaio 2003 Esiste un linguaggio pubblico della scienza? La scelta del target: Linguaggio colto: Pubblico colto -> linguaggio colto Pubblico generico -> linguaggio di profilo generalista Utilizzo di termini scientifici (a volte anche senza spiegarli – si presuppone che il lettore/uditore sia in grado di comprendere o tacitamente comprenda il significato) Utilizzo di esempi complessi e astrazioni logiche anche lontani dal senso comune Linguaggio di profilo generalista: Utilizza i livelli di lingua propri del pubblico a cui si rivolge (familiare, scolare a seconda delle eta’, gergale) Utilizza poco i termini scientifici, e se li usa ne spiega sempre il significato Utilizza molti esempi vicino al senso comune (ma forse molto lontani dal senso scientifico) 2 Esempi di linguaggi nella comunicazione pubblica della scienza Stephen Hawking, L’universo in un guscio di noce, Mondadori (2002) Tutte le particelle hanno una proprieta’ chiamata spin, che si potrebbe definire il modo in cui la particella ci appare da direzioni diverse. Possiamo illustrare il concetto con un mazzo di carte da gioco. Prendiamo l’asso di picche: ci appare identico solo se lo giriamo di 360 gradi. Diciamo allora che ha spin 1. La regina di cuori, invece, ha due teste e ci appare quindi identica anche se la giriamo di soli 180 gradi. Diciamo allora che ha spin 2(…) Ma il fatto sorprendente e’ che alcune particelle appaiono identiche solo se compiono due rivoluzioni complete. Sono particelle con spin ½. (pag. 52) Robert Gilmore, Alice nel paese dei quanti, Raffaello Cortina Editore (1996) “Io sono un elettrone”, disse la piccola figura. “un elettrone spin-up. Mi puoi distinguere facilmente da quella mia amica li’: lei e’ un elettrone spindown e quindi, ovviamente, e’ molto diversa.” (pag. 7) 3 Esempi di linguaggi nella comunicazione pubblica della scienza Gerhard Staguhun, Breve storia dell’atomo, Salani Editore (2002) Gli elettroni non solo si muovono a velocita’ fulminea sulle loro orbite, ma allo stesso tempo ruotano su se stessi, sempre ad altissima velocita’ . Gli elettroni hanno un momento di rotazione (in inglese spin), detto anche momento angolare intrinseco. Anche in questo somigliano ai pianeti che orbitano intorno al Sole e ruotano su se stessi. (pag. 55) Fabio Pagan, Dentro l’atomo – parte I, Frontiere della Scienza a cura di Piero Angela (1983) L’ipotesi che l’elettrone – fino a quel momento considerato una carica puntiforme – potesse venire equiparato a una particella che ruota su se stessa come una trottola porto’ Uhlenbeck e Goudsmith a determinarne il momento angolare di spin, cioe’ la velocita’ di rotazione attorno al suo asse. Per una serie di considerazioni matemache che qui tralasciamo, lo spin dell’elettrone vale ½. (Naturalmente l’elettrone-trottola non va preso alla lettera, e’ soprattutto un’immagine concettuale). (pag. 40) 4 Con la scienza non nasce un linguaggio pubblico della scienza La matematizzazione e formalizzazione dei saperi scientifici e’ un’ostacolo alla lettura da parte di un non addetto ai lavori La specializzazione delle discipline non e’ un valore che accresce l’interesse del lettore Minore e’ il numero di formule che compaiono in un libro che parla di scienza maggiore e’ il numero di persone che leggeranno quel libro Il lettore predilige il carattere interdisciplinare anche dei lessici, primariamente perche’ non sa riconoscere l’origine della fonte specialistica Il lettore fa confusione tra lessici differenti e ricorda sempre quelli appartenenti ad una sola area (di solito quella piu’ vicino alla percezione comune della realta’) La retorica che contraddistingue le singole discipline viene abbandonata in virtu’ di un altro tipo di retorica Ricerca del legame sovranaturale delle scienze e delle scoperte scientifiche Nasce una babele di linguaggi pubblici della scienza che si avvale di strumenti e strategie linguistiche proprie dello stile dell’autore, del frangente storico e del target a cui si riferisce (e in alcuni casi non e’ assolutamente condiviso dagli scienziati stessi che non accettano l’allontanamento dal significato scientifico e la ricerca sfrenata di avvicinamento al senso comune) 5 I livelli strutturali del linguaggio: l’uso corrente nella scrittura scientifica Il testo e la sua retorica: scelta personale delle strutture argomentative, dell’ampiezza, ricerca di parametri che giustifichino il contenuto e la sua importanza/rilevanza, personalizzazione dei contenuti (modelli e tecniche narrative prese a prestito dalla letteratura e dalla fiction) Il lessico e il suo significato: uso delle terminologie appropriate solo se opportunamente contestualizzate e spiegate; uso del lessico senza chiarezza, semplicita’ vs. rigore ed esaustivita’ Il corredo iconografico: poca selezione, rara pertinenza, ricerca di effetti speciali e di immagini d’effetto immediato Il sistema dei dati: assolutamente poco significativo perche’ incomprensibili La bibliografia: ricerca minima fonti, riferimenti soprattutto a testi gia’ di carattere divulgativo L’adesione al senso comune è inevitabile, data la necessità di comunicare ai non addetti ai lavori. Ognuno ha il proprio stile. 6 I livelli strutturali del linguaggio: l’analisi linguistica analisi testuale: disposizione, gerarchie argomentative analisi retorica: strategie di avvicinamento Uso della prima persona plurale Uso di molti intercalari, come in un discorso parlato Uso di esempi chiari, riiferimenti che appartengono all’immaginario collettivo analisi lessicale: scelte dettate dalla tipologia del prodotto (libro, riviste, quotidiani…) analisi semantica: impegno ontologico, impatto applicativo/tecnologico 7 I livelli strutturali del linguaggio: l’analisi testuale – la piramide della comunicazione 8 I livelli strutturali del linguaggio: l’analisi testuale – la piramide della comunicazione ATTACCO E CUORE Dettagli cruciali Dettagli importanti Meno importanti Si puo’ tagliare… Si taglia… 9 I livelli strutturali del linguaggio: l’analisi testuale – la struttura di un articolo Prima di iniziare a scrivere ricordarsi della regola: KISS: Keep It Short and Simple Titolo: desta attenzione, attrae, fa il punto o anche solo evoca qualcosa Esempi NO - Cibo per pensare (bisogna leggere l’occhiello per capire l’argomento) - Oltre I confini della materia - Nbc: I custodi invisibili della sicurezza - Canguri equilibristi Si - L’incubo della bomba sporca - La luce che fa risplendere il passato - Poco mare, molta vita - Diabolik? Lavora al Cnr - Sia fatta la luce 10 I livelli strutturali del linguaggio: l’analisi testuale – la struttura di un articolo Attacco: informazione e bocca aperta Risponde alle cinque W e una H: What Who When Where Why How Osservare ininterrottamente 100.000 stelle per quattro anni. Per scoprire, forse, la presenza di qualche centinaio di pianeti simili la Terra al di fuori del nostro sistema solare. La Nasa pensa che ne valga la pena, e nel dicembre 2001 ha deciso di realizzare il progetto Kepler, nell’ambito del suo programma di piccole missioni scientifiche, il Discovery Program, lo stesso che ha portato la sonda NEAR sull’asteroide Eros e il rover Pathfinder su Marte. (Le Scienze 413, 50 (2003)) Contenuto: approfondimento delle cinque W e della H Citazioni e virgolettati: interviste ai protagonisti Box e approfondimenti: per chiarire il lessico e/o per dare informazioni piu’ complete ed esaustive Conclusione: riprende l’attacco, meglio se d’effetto, generalmente d’auguri e d’auspicio 11 Alcuni esempi - Le Scienze on line Il gene dell'emicrania Indicato dalla sigla ATP1A2 si trova sul cromosoma 1 Due ricercatori dell'Istituto San Raffaele, di Milano, hanno scoperto il primo gene collegato all'emicrania. Giorgio Casari e Roberto Marconi hanno passato quattro anni studiando i geni di sei generazioni di una famiglia incline all'emicrania e trovato un gene in comune. I risultati della scoperta sono stati pubblicati sulla rivista "Nature Genetics". Il gene si trova sul cromosoma 1, quello meglio documentato, si chiama ATP1A2 e causa una malfunzione nella pompa che fa passare il sodio e il potassio attraverso la parete delle cellule. Piuttosto che essere sane e poligonali, le cellule mutanti sono tondeggianti e rigonfie, provocando il dolore e i vari altri sintomi dell'emicrania. "Il cromosoma è così ben studiato che non ci vorrà molto a trovare una cura," dice Casari. Le pillole attuali contro il mal di testa tendono a mitigare il dolore, ma non combattono la causa. Combattere invece il malfunzionamento della pompa potrebbe eliminare il dolore a monte. Centinaia di pazienti si sono ora offerti volontari per partecipare alla prossima fase della ricerca, volta a identificare se esiste anche un gene responsabile dei mal di testa più leggeri, ben più diffusi. 12 Alcuni esempi - Le Scienze on line Quattro ali per planare L'animale, battezzato Microraptor gui, visse probabilmente fra 124 e 145 milioni di anni fa La scoperta in Cina di un fossile di dinosauro dotato di piume simili a quelle degli uccelli su tutte e quattro le zampe sembra destinata a riaccendere il dibattito riguardante le origini degli uccelli, delle piume e del volo. Xing Xy, dell'Istituto di paleoantropologia e paleontologia dei vertebrati di Pechino ha trovato sei esemplari di questo animale, lungo tra 70 e 80 centimetri, nella provincia di Lianing, nel nord della Cina. L'animale è stato battezzato Microraptor gui e descritto sulla rivista "Nature". L'animale visse probabilmente fra 124 e 145 milioni di anni fa e i paleontologi sono convinti che vivesse sugli alberi, usando le sue due coppie di ali per saltare fra i rami, più o meno come gli attuali scoiattoli volanti. Grazie a una serie di notevoli scoperte, la maggior parte dei paleontologi sono ora d'accordo che gli uccelli condividono gli stessi antenati dei dinosauri, in particolare dei piccoli carnivori chiamati dromaeosauri. Questi animali erano bipedi, con forti zampe posteriori adatte alla corsa e zampe anteriori più deboli, per altri compiti, come volare o maneggiare il cibo. Proprio la settimana scorsa, Kenneth P. Dial aveva mostrato prove del fatto che gli uccelli impararono letteralmente a prendere il volo dal suolo. La scuola di pensiero opposta sostiene invece che è molto più facile imparare a volare lanciandosi da un albero. Per risolvere questo dubbio, il modo migliore sarebbe quello di trovare un dromaeosauro piumato adattato alla vita sugli alberi, esattamente ciò che il Microraptor gui sembra essere. 13 Alcuni esempi – Le Scienze on line Geografia genetica Bastano minime differenze genetiche per stablire l'origine geografica di un individuo Uno studio pubblicato sulla rivista "Science" conferma altri risultati precedenti, secondo cui le persone che vivono in parti diverse del mondo possono sembrare molto diverse, ma i loro geni sono praticamente gli stessi. Altri genetisti hanno scoperto però che le piccole differenze sono sufficienti a stabilire l'origine degli individui. Marcus Feldman, della Stanford University, e i suoi colleghi hanno prelevato campioni di DNA da 1056 persone di 52 popolazioni in cinque regioni geografiche: Africa, Eurasia, Asia Orientale, Oceania e Americhe. I ricercatori hanno poi identificato i microsatelliti, piccoli frammenti di DNA comuni a ogni popolazione e vengono trasmessi da una generazione all'altra. "Ogni microsatellite – ha commentato Feldman - aveva tra 4 e 32 tipi distinti. La maggior parte è stata trovata in persone provenienti da vari continenti, suggerendo che solo una piccola frazione dei tratti genetici sono distintivi di specifiche popolazioni. Questo significa che le differenze visibili fra i gruppi umani, come il colore della pelle e la forma del cranio, sono il risultato di differenze in una proporzione molto piccola del genotipo. In altre parole, le sequenze del DNA di due persone coincidono al 99,9 per cento.” Un altro gruppo, guidato da Noah Rosenberg, alla Southern California University, ha dimostrato che è però possibile identificare la discendenza geografica di una persona attraverso l'analisi del suo DNA. 14 Alcuni esempi – Newton on line Come irrobustire i gusci delle uova di gallina I gusci fragili o di aspetto non perfetto sono un problema per la commercializzazione da parte degli avicoltori. Il rimedio scoperto da ricercatori britannici Una insolita collaborazione tra biologi ed esperti di scienze della Terra della Scuola di Veterinaria dell'Università di Glasgow, in Scozia, ha indicato che lo stress subito dal pollame può distruggere il delicato equilibrio che regola il trasferimento delle proteine nei gusci delle uova; il risultato è costituito da uova di scarso valore commerciale, a causa dei gusci fragili e di aspetto inadeguato. L'esito della ricerca, finanziata dall'Engineering and Physical Sciences Research Council britannico, indica la necessità di evitare gli stress dovuti a particolari tecniche di allevamento. In base a queste nuove conoscenze e alle informazioni genetiche già consolidate, i produttori di uova potranno quindi adottare i sistemi, le condizioni e i metodi di allevamento più idonei ad assicurare il benessere degli animali e una produzione di qualità. Il guscio di un uovo di gallina è costituito quasi interamente da carbonato di calcio, e poi da fosforo e tracce di magnesio. Circa il 2% del guscio è rappresentato da varie proteine. 'Queste piccole quantità di proteine sono però fondamentali ai fini della formazione della struttura del guscio, e devono essere inserite secondo modalità precise', spiega Sally Solomon, responsabile dell'unità di ricerca sull'avifauna da allevamento all'Università di Glasgow. I dati acquisiti sono il frutto di una collaborazione internazionale, in cui i biologi e gli esperti di scienze della Terra hanno studiato la morfologia e le proprietà meccaniche dei gusci delle uova deposte da galline da riproduzione allevate in condizioni soddisfacenti e pressoché in assenza di stress. 'In questi gusci abbiamo riscontrato una stabilità sorprendentemente elevata e una qualità ben maggiore di quella delle ovaiole, e anche la percentuale dei difetti strutturali è decisamente inferiore - precisa la Solomon -. Le componenti proteiche influenzano la morfologia del guscio e ora stiamo analizzando il ruolo delle singole proteine presenti'. La Solomon ritiene che i dati desunti dagli studi sulle galline da riproduzione possano essere utili indicatori e segnalare i possibili inconvenienti degli allevamenti intensivi di ovaiole di tipo commerciale. Il guscio è il risultato delle attività delle cellule che ricoprono l'ovidotto. In condizioni di stress, i secreti di tali cellule possono diventare acidi, con conseguente danneggiamento o distruzione delle cellule stesse. In casi estremi, ciò provoca 'fioriture' polverose superficiali - dovute a un eccesso di calcio - o porta allo sviluppo di gusci di forma anomala e quindi invendibili sul mercato. Anche se i valori nutrizionali restano inalterati, tali uova possono essere destinate solo al mercato delle preparazioni alimentari, per cui si calcola che i difetti dei gusci provocati da stress costino al settore oltre 6 milioni di dollari ogni anno. Infine non va dimenticato che la qualità dei gusci è di primaria importanza anche nell'allevamento in cattività di specie a rischio d'estinzione. 15 21 gennaio 2003 Alcuni esempi – Newton on line Un supercomputer per scoprire i segni dell'Alzheimer L'obiettivo è identificare la malattia in fase precoce, quando il disturbo di memoria è ancora molto lieve o ancora prima, per intervenire con farmaci Supercomputer al lavoro in Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti per scoprire i primissimi segni di danno cerebrale provocati dalla malattia di Alzheimer. Alla ricerca, pubblicata sulla rivista Lancet Neurology, l'Italia partecipa con i laboratori dell'Irccs San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia, a fianco di gruppi di ricerca di Londra, Los Angeles, Philadephia e Siant Louis. L'obiettivo 'è identificare la malattia in fase estremamente precoce, quando il disturbo di memoria è ancora molto lieve o ancora prima, per intervenire con farmaci che arrestino la malattia e permettano alla persona di vivere il resto della vita in buona efficienza mentale', ha osservato il coordinatore del gruppo italiano, il neurologo Giovanni Frisoni. Finora non esistono infatti esami in grado di rilevare con certezza i danni della malattia nella sua fase precoce. Per riuscire a scoprire la malattia non appena provoca i primi danni i ricercatori hanno utilizzato la risonanza magnetica. Tuttavia, anziché esaminare le immagini sulla lastra come si far normalmente, queste sono state suddivise in circa quattro milioni di minuscoli cubi (chiamati voxel) dal lato di un millimetro. In ciascun voxel è racchiusa l'informazione relativa alla quantità di tessuto cerebrale contenuta nel volume cerebrale corrispondente. I supercomputer entrano in gioco a questo punto per analizzare l'informazione contenuta in ogni voxel alla ricerca di anomalie, in particolare quelle relative ad una minore massa di tessuto cerebrale rispetto a quella attesa. E' stato dimostrato così che le persone che accusano un lieve disturbo di memoria hanno perduto del tessuto cerebrale proprio nelle aree maggiormente colpite della malattia di Alzheimer. In questo modo sono stati individuate le microaree del cervello che sono il bersaglio della malattia e per la prima volta si apre la strada verso la diagnosi precoce. Secondo i ricercatori saranno comunque necessari ancora 10 o 20 anni di lavoro prima che questa tecnica diventi routine. 27 gennaio 2003 16 Alcuni esempi - Galileo INSETTI I raggi X ne studiano il respiro Un gruppo di ricercatori statunitensi ha analizzato l'apparato respiratorio degli insetti con una sofisticata tecnica a raggi X. Scoprendo che molte specie possono respirare in un modo finora insospettato. In uno studio pubblicato su Science, i fisici dell'Argonne National Laboratory di Chicago, guidati da Wah-Keat Lee, e gli zoologi del Field Museum della stessa città, coordinati da Mark Westneat, spiegano di aver applicato per la prima volta un acceleratore di particelle ad alta energia nello studio di esseri viventi. I manuali di biologia insegnano che gli insetti respirano grazie a un sistema di tubuli, chiamati trachee, che permettono lo scambio di ossigeno. Ma i nuovi risultati indicano che, in un certo numero di specie, la respirazione può aver luogo attraverso un meccanismo analogo alla ventilazione polmonare dei mammiferi. Sono stati infatti osservati diversi insetti far espandere e contrarre i propri tubuli, in modo simile a ciò che avviene nei polmoni dell'uomo. La contrazione delle trachee, in particolare, può espellere fino al 50 per cento del volume d'aria alla volta. Il tutto è stato filmato in tempo reale con le immagini prodotte dai raggi X emessi da un potente sincrotrone, un miliardo di volte più intensi di quelli normalmente usati nella radiodiagnostica tradizionale. "Questa tecnica può essere usata su qualsiasi essere vivente che abbia un organo di non più di un centimetro", ha commentato Westneat, sottolineando anche che i nuovi video a raggi X potranno avere importanti applicazioni in medicina e nella robotica. (f.to.) (lunedì 27 gennaio) 17