N. 3 - Marzo/Aprile 2014 Esce otto volte l’anno www.acs-italia.org Foto: ACN/Andrzej Polec «La Croce non è una maledizione, ma una benedizione. Appartiene all’essenza del cristianesimo. Ognuno di noi deve rivivere la vita di Cristo in terra. Per questo, il nostro compito non consiste solo nell’annunciare la Lieta Novella e nell’attuare il Suo amore per il prossimo, ma, primariamente, nell’essere partecipi al Suo sacrificio sulla Croce che Egli celebrerà fino alla fine dei tempi». Vivere nel segno della Croce: Venerdì Santo a Khartoum, in Sudan. Cari amici, questi giorni della Quaresima si riannodano ai quaranta giorni di Gesù nel deserto e sono segnati dal ricordo della lotta con il tentatore. Nel deserto, Gesù è nutrito dalla Parola di Dio, superando così ogni suggestione diabolica, scegliendo, invece, la volontà del Padre: la nostra redenzione mediante l’umiliazione della passione e della morte in Croce. Durante questo tempo vogliamo anche noi attingere forza e gioia dalla Parola di Dio per seguire il Signore sulla sua strada. Solo chi comprende il mistero della Croce per amore, solo costui ha conosciuto la sorgente e la misura della potenza e della letizia cristiana. Dalla Croce scaturisce la forza di cui abbiamo necessità per camminare con coerenza ogni giorno in famiglia, negli ambienti di lavoro, nei rapporti con il nostro prossimo. Il mistero insondabile della Croce si rende presente in particolare nella celebrazione dell’Eucaristia, dove il sacrificio della Croce diventa per noi un nutrimento nel Pane vivo. Nella presenza eucaristica di Gesù prenderemo anche maggiore - Padre Werenfried van Straaten (1913-2003) coscienza del nostro stato di poveri peccatori, avvertiremo la nostra debolezza e le nostre ferite. Ma la consapevolezza del nostro stato di peccatori non ci indurrà al pessimismo di chi è troppo avvilito. Tutt’altro, perché la passione e l’abbandono della Croce, rinvigorirà piuttosto in noi la fiducia nell’amore misericordioso che ci attrae Accettiamo con buona volontà anche le nostre piccole croci di tutti i giorni che ci rendono partecipi dell’amore del Crocifisso. Il benedettino belga Paolo di Moll disse una volta: «Se sapessimo, quanto è grande la grazia che Dio ci elargisce quando ci affida una Croce, sentiremmo come un martirio non portarne una». Accostandoci alla Croce non «La passione e l’abbandono dimentichiamo di fasciare con la nostra preghiera e la tenedella Croce, rinvigorirà rezza della nostra attenzione in piuttosto in noi la fiducia modo particolare tutta quella nell’amore misericordioso». parte di Corpo Mistico che porta su di sé le piaghe sanguicome calamita all’abbraccio del perdono. nanti del Redentore. E penso, anzitutto, ai La Quaresima è completamente pervasa da fratelli cristiani perseguitati in non pochi una commossa e riconoscente gratitudine Paesi e poi a tutti i sofferenti e a tutti i pecalla bontà, alla ineffabile tenerezza del catori. Mettiamo tutti nel Cuore addolorato nostro Dio che, nel Crocifisso Signore, e immacolato della Santa Vergine ai piedi chiama a sé il peccatore, rinnovandolo nel della Croce, laddove Gesù morente ce l’ha pentimento, nella contrizione. data per Madre dolcissima! Viviamo quindi con impegno questo tempo dominato dal segno della Croce, come Vi benedice tempo di ritorno, di conversione che deve poter sfociare in una sincera confessione sacramentale. Essa sola può trasformare radicalmente l’avvilimento, la tristezza e Mauro Card. Piacenza il rimorso in quella gioia zampillante Presidente internazionale che contraddistingue la vita di grazia. di Aiuto alla Chiesa che Soffre 1 iatico d e m tolato Apos Una base per lo Spirito «Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra», si legge nel Salmo 104. Lo Spirito anima la Parola di Dio e la Parola è fatta di lettere. Sono queste lettere che hanno toccato il cuore di molti santi, rinnovando attraverso di essi la faccia della terra. Agostino è l’esempio più noto. Ma sono innumerevoli gli sconosciuti che leggendo il Verbo si sono convertiti. La Bibbia, la Sacra Scrittura, sono la base materiale da cui parte l’azione dello Spirito. Lo scorso anno, ACS ha sostenuto finanziariamente la pubblica- La Lieta Novella per immagini: in Egitto zione di 2.032.356 Bibbie e altri testi reli- anche i bambini sfogliano la Bibbia. giosi pubblicati a livello locale. A questi si aggiungono centinaia di migliaia di Bibbie del Fanciullo – tradotta in 176 lingue e stampata in 51,2 milioni di copie – il Libretto del Rosario per i più piccoli (1 milione di copie) e per i grandi (2,7 milioni di copie), la Via Crucis e molto altro. Rinnovare la faccia della terra è la finalità dei testi, delle immagini e delle parole dell’Evangelizzazione. Lo Spirito si serve anche di moderni mezzi di comunicazione, come in Ucraina dove trasmette la stazione televisiva EWTN [Rete televisiva della Parola Eterna]. Abbiamo aiutato questa TV cattolica più grande al mondo Qui siamo di casa: intervista su Sat-7, sta- a trasmettere i propri programmi anche via zione televisiva cristiana in Medio Oriente. cavo. Prossimamente, dovrebbero essere Lo Spirito di Gesù Cristo è ovunque: Pentecoste a Mendi, in Papua Nuova Guinea. trasmessi anche via satellite, così da raggiungere anche la campagna (24.000 euro). In un Paese che rischia di ripiombare nella dittatura, le emittenti radio e televisive cattoliche sono una finestra aperta sulla libertà. • La Bibbia per l’Africa In Africa il cristianesimo è in forte aumento. C’è il maggior numero di nuove Congregazioni, seminaristi e ordinazioni sacerdotali, così come il maggior numero di battesimi, sebbene in molte zone l’islam sia fortemente aggressivo. Per questo è importante che la diffusione della Parola di Dio avvenga in modo autentico, completo e, soprattutto, comprensibile per la gente. Questo è l’obiettivo della “Bibbia africana”, corredata da introduzioni, note, commenti e illustrazioni. Essa è stata curata con la massima attenzione per garantirne la coerenza con la 2 dottrina della fede. È un aspetto importante, legato al processo di inculturazione. La Parola di Dio non deve scalzare culture e tradizioni locali, ma penetrarle con amore, nel senso vero dell’Evangelizazzione, incarnandosi ancora una volta in ogni singolo individuo. La Bibbia esiste già in lingua inglese e portoghese, ma manca la versione francese. Vi stanno lavorando studiosi dell’Africa occidentale, della regione intorno ai Grandi Laghi e dell’Africa centrale, sempre in contatto con la Santa Sede. La Congregazione delle Figlie di San Paolo (Suore Paoline) distribuirà la “Bibbia africana” nei Paesi di lingua francese del continente. Ma mancano i fondi Affinché la Parola di Dio venga compresa: spiegazioni con note e illustrazioni. per la stampa. Un progetto che vuole far attecchire la Parola di Dio nei cuori degli africani non può fallire per motivi economici... Abbiamo promesso 30.000 euro. Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre. • cu Perse z io n e Erigere un muro per la fede Picchiati a morte, accoltellati, uccisi a colpi di arma da fuoco, impiccati: è accaduto in Colombia, Messico, Brasile, Venezuela, Panama e Haiti, in Tanzania, Madagascar e Nigeria, in India, Siria e Filippine, ai 19 tra sacerdoti e suore che, nel 2013, hanno perso la vita al servizio di Cristo. Ad essi bisogna aggiungere centinaia di fedeli rimasti vittime di attentati contro le chiese. I cristiani sono la minoranza religiosa più perseguitata al mondo. Le stime dicono che il loro numero e quello di coloro che vengono discriminati e cacciati dalle loro case è enorme: in tutto il mondo, sono circa 100 milioni. La piccola comunità di Mpendae a Zanzibar, isola della Tanzania, contava agli inizi, una trentina di anni fa, una manciata di fedeli. Anche se si trova in una zona dove vivono molti islamisti radicali, nel corso degli anni sempre più persone si sono fatte battezzare tanto che la cappella è diventata ben presto troppo piccola per la comunità. Così hanno cominciato a costruire una chiesa, a cui avrebbero dovuto aggiungersi una canonica e un convento per le suore. Ma questo era troppo per i radicali. Sobillati dalla disinformazione – «i cristiani vi tolgono i posti di lavoro!» – un gruppo di giovani ha fatto irruzione nella chiesa, l’ha saccheggiata e incendiata. Ora è stata riparata, ma il pericolo rimane. Come si fa a pregare in tutta tranquillità e celebrare la Messa? La comunità vuole costruire attorno alla chiesa, alla canonica e al convento delle suore un muro di cinta alto tre metri e lungo 210. Un muro divide, ma protegge anche. Abbiamo promesso 30.000 euro per questa misura difensiva. Senza più difese sono invece i cristiani fuggiti in Siria dall’Iraq. Non possono più tornare indietro e si dirigono verso la Giordania, il Libano, la Turchia. In molti casi non hanno salvato nient’altro che la vita. Ma senza aiuti esterni perderanno anche quella. Forniamo loro aiuti umanitari concreti come a 50 profughi dalla Siria rifugiatisi nella parrocchia cattolica di Mersin, in Turchia aspettando la fine della guerra (22.000 euro). Persecuzione: attacco incendiario alla chiesa di El-Amir Tadros a Minia, in Egitto. Ma l’aiuto più costante per sopravvivere è una fede salda. Per questo sosteniamo anche quei progetti che aiutano ad approfondire e consolidare la conoscenza della religione da parte dei cristiani perseguitati. Ad esempio, a Khartoum, dove il cardinale Gabriel Zubeir Wako dà particolare importanza alla formazione di insegnanti di religione per i rifugiati nel nord del Sudan (21.000 euro) e il suo vescovo ausiliare, Daniel Adwok Kur, si prende cura soprattutto dei 16 seminaristi destinati a svolgere il loro ministero pastorale sia nel nord che nel sud del Paese (35.600 euro). Uccisi dagli islamisti: i funerali delle vittime cristiane a Sadat, in Siria. La Chiesa del Nord viene strangolata dal governo islamista. Senza un aiuto esterno, le mura della fede cristiana in Sudan non reggeranno. • Cina: la Casa di Dio nel cuore Il cristianesimo cresce in Cina. Ogni giorno vengono fondate cinque nuove comunità, il numero dei cristiani è salito dai cinque milioni del 1980 agli almeno 80 di oggi, dei quali circa 12 milioni sono cattolici. Tuttavia non si può parlare di libertà di religione. Anche la Chiesa cattolica è costantemente sotto osservazione. In alcuni luoghi, la preghiera comune rappresenta tuttora un rischio. Da una regione della Cina riceviamo questa testimonianza: «Fino a oggi molte persone seguono la Santa Messa in vecchie tende, l’Adorazione eucaristica si svolge in una casa fatiscente. Non conoscono scene bibliche sulle vetrate, non hanno mai visto l’architettura gotica. Nei giorni di festa le poche panche sono riservate agli anziani e ai bambini. La maggior parte dei fedeli s’inginocchia sul pavimento. Il loro numero cresce e sebbene il vecchio edificio non possa contenerli tutti, nulla può arginare l’amore di questi fratelli e sorelle per Dio e nulla può offuscare la loro speranza. La Casa di Dio è nei loro cuori. Ogni giovedì siamo ininterrottamente aperti per l’Adorazione. Nonostante tutte le difficoltà proveremo a costruire, con la grazia del Signore, una chiesa». Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre. • 3 orz Gał © L’Osservatore Romano © Grzeg Johannes Heereman, ązka Presidente esecutivo Cari amici, Durante un incontro in Vaticano con il Santo Padre, il nostro assistente ecclesiastico internazionale, Padre Martin M. Barta, gli ha consegnato un documento a nome di tutti i benefattori. Riporta auguri e benedizioni provenienti da diversi Paesi per il compleanno del Papa. Il documento è denso di parole di gratitudine, espressioni d’amore, promesse di fedeltà: una campagna globale di preghiera, della quale Papa Francesco si è detto molto contento. Sofferenza, amore e gratitudine – Le vostre lettere Sofferenze e problemi, ma voi aiutate L’Eco dello scorso ottobre mi ha particolarmente commosso. In ogni continente, nel nord come nel sud, ci sono sofferenze e problemi che riguardano dai nascituri agli anziani. Ma voi aiutate ed è per questo che vi spedisco un assegno di 200 $. Decidete voi a cosa destinare tale somma. Vi auguro tanta benedizione per il vostro lavoro. - Una signora dall’Australia Solidarietà da Sumbawanga Anche se non avete potuto rispondere positivamente alla mia richiesta, non sono deluso. Sono consapevole che aiuterete fratelli e sorelle che ne hanno più bisogno di me... Apprezzo in modo particolare la vostra grande generosità nei confronti della mia diocesi e nei confronti di tutta la Chiesa. Spero potrete aiutarmi la prossima volta, continuerò a pregare per i vostri benefattori. - Un sacerdote dalla Tanzania - Siete tutti nella nostra preghiera Lasciateci condividere con molto amore, porgendo la mano ai nostri fratelli cristiani che soffrono in modo per noi inimmaginabile a causa della loro fede. Che grande insegnamento per noi! Siamo piccoli, ma privilegiati perché possiamo proclamare liberamente la nostra fede in Gesù Cristo nostro Salvatore! Voi tutti, siete nella nostra preghiera. - Una benefattrice dal Portogallo «Aiuto al mondo che soffre» Sui giornali leggo spesso di Aiuto alla Chiesa che Soffre e ciò mi fa pensare ai suoi molteplici interventi in tutto il mondo. Vista la sua importanza, forse dovreste cambiare il nome dell’Opera in «Aiuto al mondo che soffre»… In ogni modo la vostra Opera è parte della potente misericordia di Dio in questo mondo. - Un anziano missionario dalle Isole Molucche (Indonesia) - Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) - Sede Nazionale: Piazza San Calisto 16 - 00153 Roma Tel. 06.6989.3911 - mail: [email protected] - Bressanone: Via Hartwig 9 - 39042 Bressanone Milano: Corso Monforte 1 - 20122 MI - Tel. 02.7602.8469 - Siracusa: Via Pompeo Picherali 1 Piazza Duomo 5 (Recapito postale) - 96100 SR - Tel. 0931.412.277 Offerte: CCP N. 932004 - Bonifico bancario - Banca Prossima - IBAN: IT 67 L 033 5901 6001 0000 0077 352 - Swift Code/BIC: BCITITMX - Codice Fiscale 80241110586 I suoi dati personali sono utilizzati al fine di promuovere le iniziative di Aiuto alla Chiesa che Soffre. Ai sensi del D.L. 196/2003, lei potrà esercitare i relativi diritti, rivolgendosi ad «Aiuto alla Chiesa che Soffre» - Piazza San Calisto 16 - 00153 Roma. 4 l’arcivescovo di Seoul, Andrew Yeom Soo-jung, dopo la sua nomina a cardinale ha affermato: «Attraverso questa chiamata di Dio, prego e darò il mio pieno sostegno all’Evangelizzazione della Chiesa asiatica, in particolare in Cina e Corea del Nord». Il servizio all’annuncio del Vangelo, in particolar modo in Asia, «è un compito importante per la Chiesa coreana». ACS lo sosterrà direttamente sul posto. Infatti, la Conferenza episcopale locale ha approvato l’apertura di un Segretariato a Seoul. Già prima aiutavamo in quel Paese, ora ci saranno anche benefattori che daranno offerte per l’Evangelizzazione. Un’altra nuova Sede sarà in Messico e sarà la terza in America Latina – il c.d. «continente cattolico» – dopo quelle che esistono già in Cile e in Brasile. Questa nostra scelta riflette quella della Chiesa che sta incrementando sempre di più il suo impegno pastorale in queste zone del mondo. Saremo così ancor più vicini alla gente e alle loro necessità, oltre che ai benefattori di quella parte del mondo. L’amore di Cristo ci unisce al di sopra dei continenti e questo è possibile grazie alla vostra generosità e alla vostra fedeltà. Per questo, dal più profondo del cuore, vi scrivo «Gracias!» (per riuscire a scriverlo in coreano devo esercitarmi ancora un po’…). L’Eco dell’Amore N. 3 - Marzo/Aprile 2014 Direttore responsabile: Mons. Sante Babolin - Redazione: Jürgen Liminski - Editore: Aiuto alla Chiesa che Soffre - Piazza San Calisto 16 - 00153 Roma - Con approvazione ecclesiastica - Registrazione del Tribunale di Roma N. 481 del 24 novembre 2003 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/MI/2013 n iz z a Cano z io n e Suor Marie Simon-Pierre è guarita dal Morbo di Parkinson in fase avanzata, il piccolo Kevin Jeremie dalla paralisi. I due miracoli sono attribuiti a Giovanni Paolo II. Paralitici che camminano, malati che guariscono. Questa è opera di Santi, di uomini che vivono con Dio. Giovanni Paolo II viveva con Dio, agiva con Dio, abbracciava la terra con Cristo. È stato per 27 anni il suo Vicario in terra. Ha scritto 14 Encicliche e circa 100 Lettere apostoliche, oltre a innumerevoli scritti e discorsi; in più di 100 viaggi ha visitato oltre 130 Paesi; 400 milioni di persone lo hanno visto; ha proclamato oltre 500 santi e beatificato il triplo delle persone; pieni di entusiasmo, milioni di giovani sono accorsi alla sua chiamata nelle GMG. A Manila (Filippine) celebrò la Santa Messa davanti a quattro milioni di fedeli, il più grande raduno di tutti i tempi. Il 27 aprile, assieme a Giovanni XXIII, sarà proclamato santo e di nuovo accorreranno milioni di persone. Entrambi i Papi sono stati missionari dell’amore senza confini e senza tempo. © L’Osservatore Romano Amore senza compromessi «In terra ci sono sempre stati, e ancora ci sono, uomini e donne consapevoli che tutta la loro vita avrà valore e senso solo se sarà una risposta alla domanda: “Ami, mi ami?”. Solo grazie a questa domanda la vita dell’uomo è degna di essere vissuta». - Giovanni Paolo II pace è il frutto dell’amore. In questo senso, Giovanni Paolo II ha contribuito al crollo del comunismo e al superamento delle divisioni in Europa. Ha riconciliato la Chiesa con il mondo ebraico e la fede con la scienza. Si è attivato per la riconciliazione con la Chiesa ortodossa, ha dato un nuovo impulso al dialogo interreligioso, ha avviato numerose iniziative di pace, ha portato a nuova consapevolezza il valore della famiglia e ha dato voce ai diritti umani. «La guerra – ci ha insegnato Giovanni Paolo II – è sempre una sconfitta dell’umanità». Hanno riformato la Chiesa. «Il Papa buono», come veniva chiamato Giovanni XXIII, attraverso il Concilio Vaticano II e l’Enciclica «Pacem in terris» che, per la prima volta, non si rivolgeva soltanto ai cattolici, ma a «tutti gli uomini di buona volontà». Pace in terra: entrambi si sono votati Giovanni Paolo II ha fatto la storia, l’ha plaa questa missione della Chiesa, perché la smata, non è stato solo un gigante del XX 5 © Foto Felici © Foto Felici Giovanni XXIII chiese a padre Werenfried di sostenere la Chiesa in America Latina. Due amici: Giovanni Paolo II e padre Werenfried nel 1979 a Piazza San Pietro. secolo, ma di tutti i tempi. Un uomo dei superlativi che tuttavia rimandava sempre a Colui di cui era Vicario. Nei primi anni una stella mediatica, poi un martire, quando divenne chiaro che difendeva la verità con amore e senza scendere a compromessi. Anche Giovanni XXIII era grande nella fede e grande nella sua umanità. Vedeva quest’ultima sempre in rapporto con Dio, all’amore: «L’uomo non è mai più grande di quando si inginocchia in preghiera», affermava. E davanti al Creatore entrambi si sono inginocchiati a lungo in fervida preghiera, umili, immersi nell’amore. Ambedue hanno conosciuto padre Werenfried, Giovanni Paolo II ne fu amico. Entrambi hanno inviato Padre Lardo nel mondo: Giovanni XXIII pregandolo di prendersi cura dell’America Latina, Giovanni Paolo II della Russia e della Chiesa ortodossa. Padre Werenfried ha obbedito – «il desiderio del Papa è per noi un ordine», affermava – facendo affidamento sulla vostra generosità. Così grazie a questi due Papi l’Opera è divenuta grande, appoggiandosi alla preghiera, al sacrificio e alla fedeltà creativa. I due pontefici, che così a lungo e così spesso si sono inginocchiati davanti agli altari, verranno ora innalzati all’onore degli altari. Dal cielo ci aiuteranno ad alleviare le sofferenze della Chiesa, in tutto il mondo, senza compromessi e con amore. Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre. • S ir ia «Dona a noi Signore la Tua pace» Elias Sleman, vescovo dei cristiani maroniti di Laodicea in Siria, si rivolge a voi, cari benefattori, in una lettera. Chiede aiuto e preghiere. Ne riportiamo un estratto. «Il Signore dice ai suoi discepoli: “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna” (Mt 10,28). Al momento stiamo vivendo proprio questa situazione in Siria. È un tempo di grazia questo, un tempo di predestinazione? Noi cristiani, non importa se cattolici, ortodossi o protestanti, sentiamo in questo periodo di persecuzione una profonda vicinanza tra di noi in quanto seguaci di Cristo. È lui che ci unisce. Quello che accade agli altri, succede anche a noi. Si tratta dell’essenziale, la vita stessa, ma è qualcosa che va ben oltre la vita terrena, è la vita eterna. In questo tempo noi, ministri della salvezza eterna, dobbiamo essere testimoni di questa salvezza che ci dà forza nonostante tutta la nostra fragilità. Non abbiamo il diritto di vacillare o essere spaventati. Cristo è la nostra speranza. La via che conduce a Lui è più sicura di tutta la sicurezza del mondo, la speranza in Lui supera tutti i pericoli. I fedeli affidati a noi sentono nella nostra voce questa speranza, vedono nei nostri occhi la luce della fede, sentono nelle nostre azioni l’amore per Cristo e per la gente di questo Paese. Qui abbiamo le nostre Lumen Christi: resurrezione per un Paese in rovina. Messa pasquale maronita a Damasco. radici e ci rifiutiamo di lasciare la nostra patria, salvo che per andare in quella celeste. In Siria manca tutto, ma abbiamo l’unica cosa vera, il tesoro nascosto nei campi: la nostra fede. La fedeltà alla nostra fede è la nostra identità. Ci sono regioni che quasi non sono state colpite dalla guerra, ad esempio la costa e le montagne lungo la costa. Ma per i cristiani non c’è una terra dove rifugiarsi, nessun entroterra tranquillo. Islamisti radicali danno la caccia a tutto ciò che ha a che vedere con la Croce. Non si sa ancora che fine abbiano fatto i due vescovi ortodossi e i tre sacerdoti, rapiti un anno fa. Non sappiamo nemmeno quello che è accaduto alle suore ortodosse di Ma’lula. E poi c’è quanto accaduto a Sadad, Hafar, Deir Atiyeh, Carah, Nabk, Ksar, Rablé, Dmaineh, Michtayeh, Ghassaniyeh e nei vicini villaggi cristiani, oltre che in molti altri luoghi. Da più parti ci giungono notizie di massacri e atrocità indescrivibili. La povertà si estende a tutto il Paese. I profughi soffrono, non hanno né case, né vestiti, né medicine, poco o nulla da mangiare, appena qualche coperta per ripararsi dal freddo dell’inverno. I giovani non vedono alcun futuro per sé, i più anziani auspicano la pace, una vita tranquilla e pacifica nei loro villaggi, sperano nel reciproco rispetto della dignità di tutti, indipendentemente dalla loro fede. Siamo forti nella fede e radicati nella nostra storia. Dov’è il suo futuro? Mariam piange, Siamo qui da duemila anni. Ci rifiutiamo vuole la sua famiglia. di andare via. Il vescovo Elias Sleman di Laodicea. Aiutateci a rimanere! Aiutateci a santificare questo Paese con il lavoro delle nostre mani. Non abbiamo paura di quelli che possono uccidere i nostri corpi. Voi siete i nostri fratelli e le nostre sorelle nel mondo, abbiamo un bene comune, una coscienza comune in Cristo. Insieme siamo responsabili per la santificazione del mondo, lo è ognuno di noi, prima di andare dal Padre nostro. Tutti i beni che possediamo sulla terra sono solamente un mezzo per giungere nel Regno del Padre celeste. Abbiamo bisogno delle vostre preghiere. Innalziamo insieme al Santo Padre la nostra voce per pregare il Padre: “Dona a noi Signore la Tua pace”». S.E.R. Monsignor Elias Sleman Vescovo dei Cristiani Maroniti nell’Eparchia di Laodicea Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre. 6