N. 3 - Marzo/Aprile 2014
Esce otto volte l’anno
www.acs-italia.org
Foto: ACN/Andrzej Polec
«La Croce non è una maledizione,
ma una benedizione. Appartiene
all’essenza del cristianesimo. Ognuno di
noi deve rivivere la vita di Cristo in terra.
Per questo, il nostro compito non consiste
solo nell’annunciare la Lieta Novella e
nell’attuare il Suo amore per il prossimo,
ma, primariamente, nell’essere partecipi
al Suo sacrificio sulla Croce che Egli
celebrerà fino alla fine dei tempi».
Vivere nel segno della Croce: Venerdì Santo a Khartoum,
in Sudan.
Cari amici,
questi giorni della Quaresima si riannodano
ai quaranta giorni di Gesù nel deserto e
sono segnati dal ricordo della lotta con il
tentatore. Nel deserto, Gesù è nutrito dalla
Parola di Dio, superando così ogni suggestione diabolica, scegliendo, invece, la
volontà del Padre: la nostra
redenzione mediante l’umiliazione della passione e della
morte in Croce.
Durante questo tempo vogliamo anche noi attingere
forza e gioia dalla Parola di Dio
per seguire il Signore sulla sua strada. Solo
chi comprende il mistero della Croce per
amore, solo costui ha conosciuto la sorgente e la misura della potenza e della letizia cristiana. Dalla Croce scaturisce la forza
di cui abbiamo necessità per camminare
con coerenza ogni giorno in famiglia, negli
ambienti di lavoro, nei rapporti con il nostro prossimo.
Il mistero insondabile della Croce si rende
presente in particolare nella celebrazione
dell’Eucaristia, dove il sacrificio della
Croce diventa per noi un nutrimento nel
Pane vivo. Nella presenza eucaristica
di Gesù prenderemo anche maggiore
- Padre Werenfried van Straaten (1913-2003)
coscienza del nostro stato di poveri peccatori, avvertiremo la nostra debolezza e le
nostre ferite. Ma la consapevolezza del nostro stato di peccatori non ci indurrà al pessimismo di chi è troppo avvilito. Tutt’altro,
perché la passione e l’abbandono della
Croce, rinvigorirà piuttosto in noi la fiducia
nell’amore misericordioso che ci attrae
Accettiamo con buona volontà anche le nostre piccole croci di tutti i giorni che ci rendono partecipi dell’amore del Crocifisso. Il
benedettino belga Paolo di Moll disse una
volta: «Se sapessimo, quanto è grande la
grazia che Dio ci elargisce quando ci affida
una Croce, sentiremmo come un martirio
non portarne una».
Accostandoci alla Croce non
«La passione e l’abbandono dimentichiamo di fasciare con
la nostra preghiera e la tenedella Croce, rinvigorirà
rezza della nostra attenzione in
piuttosto in noi la fiducia
modo particolare tutta quella
nell’amore misericordioso». parte di Corpo Mistico che
porta su di sé le piaghe sanguicome calamita all’abbraccio del perdono. nanti del Redentore. E penso, anzitutto, ai
La Quaresima è completamente pervasa da fratelli cristiani perseguitati in non pochi
una commossa e riconoscente gratitudine Paesi e poi a tutti i sofferenti e a tutti i pecalla bontà, alla ineffabile tenerezza del catori. Mettiamo tutti nel Cuore addolorato
nostro Dio che, nel Crocifisso Signore, e immacolato della Santa Vergine ai piedi
chiama a sé il peccatore, rinnovandolo nel della Croce, laddove Gesù morente ce l’ha
pentimento, nella contrizione.
data per Madre dolcissima!
Viviamo quindi con impegno questo tempo
dominato dal segno della Croce, come Vi benedice
tempo di ritorno, di conversione che deve
poter sfociare in una sincera confessione
sacramentale. Essa sola può trasformare
radicalmente l’avvilimento, la tristezza e
Mauro Card. Piacenza
il rimorso in quella gioia zampillante
Presidente internazionale
che contraddistingue la vita di grazia.
di Aiuto alla Chiesa che Soffre
1
iatico
d
e
m
tolato
Apos
Una base per lo Spirito
«Mandi il tuo spirito, sono creati, e
rinnovi la faccia della terra», si legge
nel Salmo 104. Lo Spirito anima la Parola di Dio e la Parola è fatta di lettere.
Sono queste lettere che hanno toccato il
cuore di molti santi, rinnovando attraverso
di essi la faccia della terra. Agostino è
l’esempio più noto. Ma sono innumerevoli
gli sconosciuti che leggendo il Verbo si
sono convertiti. La Bibbia, la Sacra Scrittura, sono la base materiale da cui parte
l’azione dello Spirito. Lo scorso anno, ACS
ha sostenuto finanziariamente la pubblica- La Lieta Novella per immagini: in Egitto
zione di 2.032.356 Bibbie e altri testi reli- anche i bambini sfogliano la Bibbia.
giosi pubblicati a livello locale. A questi si
aggiungono centinaia di migliaia di Bibbie
del Fanciullo – tradotta in 176 lingue e
stampata in 51,2 milioni di copie – il
Libretto del Rosario per i più piccoli (1 milione di copie) e per i grandi (2,7 milioni di
copie), la Via Crucis e molto altro.
Rinnovare la faccia della terra è la finalità
dei testi, delle immagini e delle parole dell’Evangelizzazione. Lo Spirito si serve
anche di moderni mezzi di comunicazione, come in Ucraina dove trasmette la
stazione televisiva EWTN [Rete televisiva
della Parola Eterna]. Abbiamo aiutato
questa TV cattolica più grande al mondo
Qui siamo di casa: intervista su Sat-7, sta- a trasmettere i propri programmi anche via
zione televisiva cristiana in Medio Oriente. cavo. Prossimamente, dovrebbero essere
Lo Spirito di Gesù Cristo è ovunque: Pentecoste a Mendi, in Papua Nuova Guinea.
trasmessi anche via satellite, così da
raggiungere anche la campagna (24.000
euro). In un Paese che rischia di ripiombare nella dittatura, le emittenti radio e televisive cattoliche sono una finestra aperta
sulla libertà.
•
La Bibbia per l’Africa
In Africa il cristianesimo è in forte
aumento. C’è il maggior numero di
nuove Congregazioni, seminaristi e
ordinazioni sacerdotali, così come il
maggior numero di battesimi, sebbene in molte zone l’islam sia fortemente aggressivo.
Per questo è importante che la diffusione
della Parola di Dio avvenga in modo autentico, completo e, soprattutto, comprensibile per la gente. Questo è l’obiettivo
della “Bibbia africana”, corredata da introduzioni, note, commenti e illustrazioni.
Essa è stata curata con la massima attenzione per garantirne la coerenza con la
2
dottrina della fede. È un aspetto importante, legato al processo di inculturazione.
La Parola di Dio non deve scalzare culture
e tradizioni locali, ma penetrarle con
amore, nel senso vero dell’Evangelizazzione, incarnandosi ancora una volta in
ogni singolo individuo. La Bibbia esiste
già in lingua inglese e portoghese, ma
manca la versione francese. Vi stanno lavorando studiosi dell’Africa occidentale,
della regione intorno ai Grandi Laghi e dell’Africa centrale, sempre in contatto con la
Santa Sede. La Congregazione delle Figlie
di San Paolo (Suore Paoline) distribuirà la
“Bibbia africana” nei Paesi di lingua francese del continente. Ma mancano i fondi
Affinché la Parola di Dio venga compresa:
spiegazioni con note e illustrazioni.
per la stampa. Un progetto che vuole far attecchire la Parola di Dio nei cuori degli
africani non può fallire per motivi economici... Abbiamo promesso 30.000 euro.
Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre.
•
cu
Perse
z io n e
Erigere un muro per la fede
Picchiati a morte, accoltellati, uccisi
a colpi di arma da fuoco, impiccati:
è accaduto in Colombia, Messico,
Brasile, Venezuela, Panama e Haiti,
in Tanzania, Madagascar e Nigeria, in
India, Siria e Filippine, ai 19 tra sacerdoti e suore che, nel 2013, hanno
perso la vita al servizio di Cristo. Ad
essi bisogna aggiungere centinaia
di fedeli rimasti vittime di attentati
contro le chiese. I cristiani sono la
minoranza religiosa più perseguitata
al mondo. Le stime dicono che il loro
numero e quello di coloro che vengono discriminati e cacciati dalle
loro case è enorme: in tutto il
mondo, sono circa 100 milioni.
La piccola comunità di Mpendae a Zanzibar, isola della Tanzania, contava agli inizi,
una trentina di anni fa, una manciata di fedeli. Anche se si trova in una zona dove vivono molti islamisti radicali, nel corso degli
anni sempre più persone si sono fatte battezzare tanto che la cappella è diventata ben
presto troppo piccola per la comunità. Così
hanno cominciato a costruire una chiesa, a
cui avrebbero dovuto aggiungersi una canonica e un convento per le suore. Ma questo era troppo per i radicali. Sobillati dalla
disinformazione – «i cristiani vi tolgono i
posti di lavoro!» – un gruppo di giovani ha
fatto irruzione nella chiesa, l’ha saccheggiata e incendiata. Ora è stata riparata, ma
il pericolo rimane. Come si fa a pregare in
tutta tranquillità e celebrare la Messa? La
comunità vuole costruire attorno alla
chiesa, alla canonica e al convento delle
suore un muro di cinta alto tre metri e lungo
210. Un muro divide, ma protegge anche.
Abbiamo promesso 30.000 euro per questa
misura difensiva.
Senza più difese sono invece i cristiani fuggiti in Siria dall’Iraq. Non possono più tornare indietro e si dirigono verso la Giordania,
il Libano, la Turchia. In molti casi non hanno
salvato nient’altro che la vita. Ma senza aiuti
esterni perderanno anche quella. Forniamo
loro aiuti umanitari concreti come a 50 profughi dalla Siria rifugiatisi nella parrocchia
cattolica di Mersin, in Turchia aspettando la
fine della guerra (22.000 euro).
Persecuzione: attacco
incendiario alla chiesa di
El-Amir Tadros a Minia,
in Egitto.
Ma l’aiuto più costante per sopravvivere è
una fede salda. Per questo sosteniamo
anche quei progetti che aiutano ad approfondire e consolidare la conoscenza della
religione da parte dei cristiani perseguitati.
Ad esempio, a Khartoum, dove il cardinale Gabriel Zubeir Wako dà particolare
importanza alla formazione di insegnanti
di religione per i rifugiati nel nord del
Sudan (21.000 euro) e il suo vescovo ausiliare, Daniel Adwok Kur, si prende cura
soprattutto dei 16 seminaristi destinati a
svolgere il loro ministero pastorale sia nel
nord che nel sud del Paese (35.600 euro).
Uccisi dagli islamisti: i funerali delle vittime cristiane a Sadat, in Siria.
La Chiesa del Nord viene strangolata dal
governo islamista. Senza un aiuto esterno,
le mura della fede cristiana in Sudan non
reggeranno.
•
Cina: la Casa di Dio nel cuore
Il cristianesimo cresce in Cina. Ogni
giorno vengono fondate cinque
nuove comunità, il numero dei cristiani è salito dai cinque milioni del
1980 agli almeno 80 di oggi, dei
quali circa 12 milioni sono cattolici.
Tuttavia non si può parlare di libertà
di religione.
Anche la Chiesa cattolica è costantemente sotto osservazione.
In alcuni luoghi, la preghiera comune rappresenta tuttora un rischio. Da una regione della Cina
riceviamo questa testimonianza:
«Fino a oggi molte persone seguono la Santa Messa in vecchie
tende, l’Adorazione eucaristica
si svolge in una casa fatiscente. Non conoscono scene bibliche sulle vetrate, non
hanno mai visto l’architettura gotica. Nei
giorni di festa le poche panche sono riservate agli anziani e ai bambini. La maggior
parte dei fedeli s’inginocchia sul pavimento. Il loro numero cresce e sebbene il
vecchio edificio non possa contenerli tutti,
nulla può arginare l’amore di
questi fratelli e sorelle per Dio e
nulla può offuscare la loro speranza. La Casa di Dio è nei loro
cuori. Ogni giovedì siamo ininterrottamente aperti per l’Adorazione. Nonostante tutte le
difficoltà proveremo a costruire,
con la grazia del Signore, una
chiesa».
Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre.
•
3
orz Gał
© L’Osservatore Romano
© Grzeg
Johannes
Heereman,
ązka
Presidente esecutivo
Cari amici,
Durante un incontro in Vaticano con il Santo Padre, il nostro
assistente ecclesiastico internazionale, Padre Martin M. Barta, gli ha
consegnato un documento a nome di tutti i benefattori. Riporta auguri e
benedizioni provenienti da diversi Paesi per il compleanno del Papa.
Il documento è denso di parole di gratitudine, espressioni d’amore,
promesse di fedeltà: una campagna globale di preghiera, della quale
Papa Francesco si è detto molto contento.
Sofferenza, amore e gratitudine – Le vostre lettere
Sofferenze e problemi, ma voi aiutate
L’Eco dello scorso ottobre mi ha particolarmente commosso. In ogni continente,
nel nord come nel sud, ci sono sofferenze
e problemi che riguardano dai nascituri
agli anziani. Ma voi aiutate ed è per questo che vi spedisco un assegno di 200 $.
Decidete voi a cosa destinare tale
somma. Vi auguro tanta benedizione per
il vostro lavoro.
- Una signora dall’Australia Solidarietà da Sumbawanga
Anche se non avete potuto rispondere positivamente alla mia richiesta, non sono
deluso. Sono consapevole che aiuterete
fratelli e sorelle che ne hanno più bisogno di me... Apprezzo in modo particolare la vostra grande generosità nei
confronti della mia diocesi e nei confronti
di tutta la Chiesa. Spero potrete aiutarmi
la prossima volta, continuerò a pregare
per i vostri benefattori.
- Un sacerdote dalla Tanzania -
Siete tutti nella nostra preghiera
Lasciateci condividere con molto
amore, porgendo la mano ai nostri fratelli cristiani che soffrono in modo per
noi inimmaginabile a causa della loro
fede. Che grande insegnamento per noi!
Siamo piccoli, ma privilegiati perché
possiamo proclamare liberamente la
nostra fede in Gesù Cristo nostro
Salvatore! Voi tutti, siete nella nostra
preghiera.
- Una benefattrice dal Portogallo «Aiuto al mondo che soffre»
Sui giornali leggo spesso di Aiuto alla
Chiesa che Soffre e ciò mi fa pensare ai
suoi molteplici interventi in tutto il mondo.
Vista la sua importanza, forse dovreste
cambiare il nome dell’Opera in «Aiuto al
mondo che soffre»… In ogni modo la vostra Opera è parte della potente misericordia di Dio in questo mondo.
- Un anziano missionario
dalle Isole Molucche (Indonesia) -
Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) - Sede Nazionale: Piazza San Calisto 16 - 00153 Roma
Tel. 06.6989.3911 - mail: [email protected] - Bressanone: Via Hartwig 9 - 39042 Bressanone Milano: Corso Monforte 1 - 20122 MI - Tel. 02.7602.8469 - Siracusa: Via Pompeo Picherali 1 Piazza Duomo 5 (Recapito postale) - 96100 SR - Tel. 0931.412.277
Offerte: CCP N. 932004 - Bonifico bancario - Banca Prossima - IBAN: IT 67 L 033 5901 6001
0000 0077 352 - Swift Code/BIC: BCITITMX - Codice Fiscale 80241110586
I suoi dati personali sono utilizzati al fine di promuovere le iniziative di Aiuto alla
Chiesa che Soffre. Ai sensi del D.L. 196/2003, lei potrà esercitare i relativi diritti,
rivolgendosi ad «Aiuto alla Chiesa che Soffre» - Piazza San Calisto 16 - 00153 Roma.
4
l’arcivescovo di Seoul, Andrew Yeom
Soo-jung, dopo la sua nomina a cardinale ha affermato: «Attraverso questa
chiamata di Dio, prego e darò il mio
pieno sostegno all’Evangelizzazione
della Chiesa asiatica, in particolare in
Cina e Corea del Nord». Il servizio all’annuncio del Vangelo, in particolar
modo in Asia, «è un compito importante
per la Chiesa coreana». ACS lo sosterrà
direttamente sul posto. Infatti, la Conferenza episcopale locale ha approvato
l’apertura di un Segretariato a Seoul.
Già prima aiutavamo in quel Paese, ora
ci saranno anche benefattori che daranno offerte per l’Evangelizzazione.
Un’altra nuova Sede sarà in Messico e
sarà la terza in America Latina – il c.d.
«continente cattolico» – dopo quelle che
esistono già in Cile e in Brasile. Questa
nostra scelta riflette quella della Chiesa
che sta incrementando sempre di più il
suo impegno pastorale in queste zone del
mondo. Saremo così ancor più vicini alla
gente e alle loro necessità, oltre che ai
benefattori di quella parte del mondo.
L’amore di Cristo ci unisce al di sopra
dei continenti e questo è possibile grazie
alla vostra generosità e alla vostra fedeltà. Per questo, dal più profondo del
cuore, vi scrivo «Gracias!» (per riuscire
a scriverlo in coreano devo esercitarmi
ancora un po’…).
L’Eco dell’Amore N. 3 - Marzo/Aprile 2014 Direttore responsabile: Mons. Sante
Babolin - Redazione: Jürgen Liminski - Editore:
Aiuto alla Chiesa che Soffre - Piazza San Calisto
16 - 00153 Roma - Con approvazione ecclesiastica - Registrazione del Tribunale di Roma N.
481 del 24 novembre 2003 - Poste Italiane S.p.A.
- Spedizione in abbonamento postale - D.L.
353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1,
comma 1, Aut. GIPA/C/MI/2013
n iz z a
Cano
z io n e
Suor Marie Simon-Pierre è guarita
dal Morbo di Parkinson in fase avanzata, il piccolo Kevin Jeremie dalla
paralisi. I due miracoli sono attribuiti
a Giovanni Paolo II. Paralitici che
camminano, malati che guariscono.
Questa è opera di Santi, di uomini
che vivono con Dio.
Giovanni Paolo II viveva con Dio, agiva
con Dio, abbracciava la terra con Cristo. È
stato per 27 anni il suo Vicario in terra. Ha
scritto 14 Encicliche e circa 100 Lettere
apostoliche, oltre a innumerevoli scritti e
discorsi; in più di 100 viaggi ha visitato
oltre 130 Paesi; 400 milioni di persone lo
hanno visto; ha proclamato oltre 500 santi
e beatificato il triplo delle persone; pieni di
entusiasmo, milioni di giovani sono accorsi
alla sua chiamata nelle GMG. A Manila
(Filippine) celebrò la Santa Messa davanti
a quattro milioni di fedeli, il più grande raduno di tutti i tempi. Il 27 aprile, assieme a
Giovanni XXIII, sarà proclamato santo e di
nuovo accorreranno milioni di persone. Entrambi i Papi sono stati missionari dell’amore senza confini e senza tempo.
© L’Osservatore Romano
Amore senza compromessi
«In terra ci sono sempre
stati, e ancora ci sono,
uomini e donne consapevoli
che tutta la loro vita
avrà valore e senso solo
se sarà una risposta alla
domanda: “Ami, mi ami?”.
Solo grazie a questa
domanda la vita
dell’uomo è degna di
essere vissuta».
- Giovanni Paolo II pace è il frutto dell’amore. In questo senso,
Giovanni Paolo II ha contribuito al crollo
del comunismo e al superamento delle divisioni in Europa. Ha riconciliato la Chiesa
con il mondo ebraico e la fede con la
scienza. Si è attivato per la riconciliazione
con la Chiesa ortodossa, ha dato un nuovo
impulso al dialogo interreligioso, ha avviato numerose iniziative di pace, ha portato a nuova consapevolezza il valore della
famiglia e ha dato voce ai diritti umani. «La
guerra – ci ha insegnato Giovanni Paolo II –
è sempre una sconfitta dell’umanità».
Hanno riformato la Chiesa. «Il Papa
buono», come veniva chiamato Giovanni
XXIII, attraverso il Concilio Vaticano II e
l’Enciclica «Pacem in terris» che, per la
prima volta, non si rivolgeva soltanto ai cattolici, ma a «tutti gli uomini di buona volontà». Pace in terra: entrambi si sono votati Giovanni Paolo II ha fatto la storia, l’ha plaa questa missione della Chiesa, perché la smata, non è stato solo un gigante del XX
5
© Foto Felici
© Foto Felici
Giovanni XXIII chiese a padre Werenfried
di sostenere la Chiesa in America Latina.
Due amici: Giovanni Paolo II e padre
Werenfried nel 1979 a Piazza San Pietro.
secolo, ma di tutti i tempi. Un uomo dei superlativi che tuttavia rimandava sempre a
Colui di cui era Vicario. Nei primi anni una
stella mediatica, poi un martire, quando divenne chiaro che difendeva la verità con
amore e senza scendere a compromessi.
Anche Giovanni XXIII era grande nella
fede e grande nella sua umanità. Vedeva
quest’ultima sempre in rapporto con Dio,
all’amore: «L’uomo non è mai più grande
di quando si inginocchia in preghiera», affermava. E davanti al Creatore entrambi si
sono inginocchiati a lungo in fervida preghiera, umili, immersi nell’amore. Ambedue hanno conosciuto padre Werenfried,
Giovanni Paolo II ne fu amico. Entrambi
hanno inviato Padre Lardo nel mondo: Giovanni XXIII pregandolo di prendersi cura
dell’America Latina, Giovanni Paolo II
della Russia e della Chiesa ortodossa. Padre
Werenfried ha obbedito – «il desiderio del
Papa è per noi un ordine», affermava – facendo affidamento sulla vostra generosità.
Così grazie a questi due Papi l’Opera è divenuta grande, appoggiandosi alla preghiera, al sacrificio e alla fedeltà creativa. I
due pontefici, che così a lungo e così spesso
si sono inginocchiati davanti agli altari, verranno ora innalzati all’onore degli altari.
Dal cielo ci aiuteranno ad alleviare le sofferenze della Chiesa, in tutto il mondo,
senza compromessi e con amore.
Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre.
•
S ir ia
«Dona a noi Signore la Tua pace»
Elias Sleman, vescovo dei cristiani
maroniti di Laodicea in Siria, si rivolge a voi, cari benefattori, in una
lettera. Chiede aiuto e preghiere. Ne
riportiamo un estratto.
«Il Signore dice ai suoi discepoli: “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo,
ma non hanno potere di uccidere l’anima;
temete piuttosto colui che ha il potere di far
perire e l’anima e il corpo nella Geenna”
(Mt 10,28). Al momento stiamo vivendo
proprio questa situazione in Siria. È un
tempo di grazia questo, un tempo di predestinazione? Noi cristiani, non importa se
cattolici, ortodossi o protestanti, sentiamo
in questo periodo di persecuzione una profonda vicinanza tra di noi in quanto seguaci
di Cristo. È lui che ci unisce. Quello che
accade agli altri, succede anche a noi. Si
tratta dell’essenziale, la vita stessa, ma è
qualcosa che va ben oltre la vita terrena, è
la vita eterna.
In questo tempo noi, ministri della salvezza
eterna, dobbiamo essere testimoni di questa
salvezza che ci dà forza nonostante tutta la
nostra fragilità. Non abbiamo il diritto di
vacillare o essere spaventati. Cristo è la nostra speranza. La via che conduce a Lui è
più sicura di tutta la sicurezza del mondo,
la speranza in Lui supera tutti i pericoli. I
fedeli affidati a noi sentono nella nostra
voce questa speranza, vedono nei nostri
occhi la luce della fede, sentono nelle nostre azioni l’amore per Cristo e per la gente
di questo Paese. Qui abbiamo le nostre
Lumen Christi: resurrezione per un
Paese in rovina. Messa pasquale
maronita a Damasco.
radici e ci rifiutiamo di lasciare la nostra patria, salvo che per andare in quella celeste.
In Siria manca tutto, ma abbiamo l’unica
cosa vera, il tesoro nascosto nei campi: la
nostra fede. La fedeltà alla nostra fede è la
nostra identità. Ci sono regioni che quasi
non sono state colpite dalla guerra, ad
esempio la costa e le montagne lungo la
costa. Ma per i cristiani non c’è una terra
dove rifugiarsi, nessun entroterra tranquillo. Islamisti radicali danno la caccia a
tutto ciò che ha a che vedere con la Croce.
Non si sa ancora che fine abbiano fatto i
due vescovi ortodossi e i tre sacerdoti, rapiti
un anno fa. Non sappiamo nemmeno quello
che è accaduto alle suore ortodosse di Ma’lula. E poi c’è quanto accaduto a Sadad,
Hafar, Deir Atiyeh, Carah, Nabk, Ksar,
Rablé, Dmaineh, Michtayeh, Ghassaniyeh
e nei vicini villaggi cristiani, oltre che in
molti altri luoghi. Da più parti ci giungono
notizie di massacri e atrocità indescrivibili.
La povertà si estende a tutto il Paese. I
profughi soffrono, non hanno né case, né
vestiti, né medicine, poco o nulla da mangiare, appena qualche coperta per ripararsi
dal freddo dell’inverno. I giovani non vedono alcun futuro per sé, i più anziani auspicano la pace, una vita tranquilla e
pacifica nei loro villaggi, sperano nel reciproco rispetto della dignità di tutti, indipendentemente dalla loro fede. Siamo forti
nella fede e radicati nella nostra storia.
Dov’è il suo futuro? Mariam piange, Siamo qui da duemila anni. Ci rifiutiamo
vuole la sua famiglia.
di andare via.
Il vescovo Elias Sleman di Laodicea.
Aiutateci a rimanere! Aiutateci a santificare questo Paese con il lavoro delle nostre mani. Non abbiamo paura di quelli
che possono uccidere i nostri corpi. Voi
siete i nostri fratelli e le nostre sorelle nel
mondo, abbiamo un bene comune, una coscienza comune in Cristo. Insieme siamo
responsabili per la santificazione del
mondo, lo è ognuno di noi, prima di andare dal Padre nostro. Tutti i beni che possediamo sulla terra sono solamente un
mezzo per giungere nel Regno del Padre
celeste. Abbiamo bisogno delle vostre
preghiere. Innalziamo insieme al Santo
Padre la nostra voce per pregare il Padre:
“Dona a noi Signore la Tua pace”».
S.E.R. Monsignor Elias Sleman
Vescovo dei Cristiani Maroniti
nell’Eparchia di Laodicea
Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre.
6
Scarica

Cari amici - Aiuto alla Chiesa che Soffre