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LA STAMPA
COMETA
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BALLO LISCIO
VENERDÌ
VENERDI
2
GENSETTEMBRE
22
GIORGIO
VILLANI
SABATO
VENERDI
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23
FAUSTO
TENCA
COMETA
PAGINA 37 VENERDÌ 22 SETTEMBRE 2006
ALESSANDRIA
REDAZIONE PIAZZA LIBERTA’ 15, TELEFONO 0131 511711. FAX REDAZIONE 0131 232508 E-MAIL [email protected] STAMPA IN 0131 263360
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DOMENICA
VENERDI
2
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24
POMERIGGIO E SERA
HARMONY
SHOW
LUNEDÌ
VENERDI
2
GENSETTEMBRE
25
PAOLA
DAMÌ
Tagliolo, archeologi
a Santa Maria di Bano
Si apre Librinmostra
nel segno di Soldati
Il 28 ottobre al Comunale
lirica con costumi di Krizia
4 Parco Capanne, Comune e Amici della Colma
organizzano domani il convegno «Archeologia nelle
aree protette». In mattinata 5 Parchi Regionali
illustreranno le iniziative di ricerca intraprese in
campo archeologico. Al pomeriggio visita al monastero di S. Maria di Bano (foto), sul monte Colma, con i
risultati degli scavi e il progetto di restauro. [r. bo.]
4 Inaugurazione alle 18 nel foyer del teatro Marenco
di Novi della mostra del libro e dell'editoria locale
Librinmostra. Durerà fino al 20 ottobre. E’ dedicata a
Mario Soldati nel centenario della nascita. Oggi pomeriggio sarà proiettato il cortometraggio inedito «Chi è
Dio?» diretto da Soldati nel ‘45 e presentata la mostra
fotografica e di manifesti di film d'epoca.
[g. fo.]
4 Partirà dal Comunale di Alessandria, sabato 28
ottobre, il circuito lirico di Regione e Regio di
Torino, che porterà «Le nozze di Figaro» di Mozart
su libretto di Lorenzo Da Ponte, nei teatri di sette
capoluoghi piemontesi. L’allestimento è di Valter
Malosti, contributo speciale per i costumi, della
stilista Mariuccia Mandelli, in arte Krizia.
[b. v.]
CACCIA PROPRIETARI DI TUTTO IL PIEMONTE IERI A CASALEGGIO: «NON C’ENTRIAMO CON LA POLEMICA, MA STIAMO PERDENDO I CLIENTI» FINE OTTOBRE SI RIUNISCE IL WORLD POLITICAL FORUM
«Noi, rovinati per colpa dei Bambi»
La sentenza del Tar sui caprioli blocca anche le aziende turistico venatorie
Miriam Massone
CASALEGGIO BOIRO
Loro coi caprioli non centrano
nulla, «ma per colpa dei Bambi
rischiamo di perdere lavoro e soldi»: sono i proprietari delle aziende agrituristiche venatorie piemontesi che ora annunciano ricorsi e minacciano proteste clamorose. L'attività di caccia all'interno
dei loro poderi è rientrata tra
quelle per cui il Tar, accogliendo il
ricorso delle associazioni ambientaliste, il 7 settembre ha ordinato
l'immediata sospensione (fino al 4
ottobre) insieme alla caccia agli
ungulati. «È stato un clamoroso
errore, non eravamo noi l'oggetto
di contestazione degli animalisti,
il nostro è un lavoro: per poter
tenere un'azienda turistica venatoria paghiamo tasse fino a 17
mila euro l'anno. Dovevamo aprire domenica scorsa, siamo ancora
chiusi. Chi ci pagherà i danni?».
Ieri si son dati appuntamento
da tutto il Piemonte alla Lavagnina di Fabrizio Volpara, a Casaleggio, una delle 138 aziende venatorie della Regione. La maggior parte è concentrata in provincia (41),
segue Vercelli (19), poi Biella (3).
Differiscono dalle normali aziende faunistiche innanzitutto perché non hanno un piano di abbattimento, ma un semplice elenco
delle specie cacciabili (include:
fagiano, starna, pernice rossa, germano reale e lepre) e poi perchè, a
differenza delle faunistiche, queste sono a scopo di lucro.
«Siamo agricoltori - spiega Volpara - lavoriamo tutto l'anno per
allevare gli uccelli e organizzare
l'azienda, che apre poi solo nella
stagione della caccia, 68 giorni
lavorativi, tempo permettendo. I
clienti arrivano da tutta Italia, ci
sono operai e imprenditori. Qui
trovano un punto di ristoro e oltre
700 ettari a disposizione per sparare. Non sono terre di mia proprietà, ho una convenzione con i
contadini. Molti di noi sono anche
allevatori: io ad esempio qui allevo circa 8 mila capi, ma a Ovada
ne ho altri 80 mila. Che me ne
faccio adesso che i clienti non ci
sono?».
Alla Lavagnina il telefono ieri
squillava di continuo: «Mi dispiace, la Regione ha bloccato la caccia. Siamo chiusi». Nella stessa
situazione anche Giovanni Masso-
brio, dell'azienda Il Serraio di Tagliolo e presidente provinciale
dell'Ente produttori di selvaggina.
Annuncia: «Stiamo organizzando
per il 3 ottobre una manifestazione di protesta in piazza Castello a
Torino davanti al palazzo della
giunta regionale». «Arriveremo
con i nostri animali e li libereremo
lì - dice, provocatoriamente, Lorenzo Vaerini, dell'azienda Arboreo, di Vercelli - in un solo giorno
io ho perso 95 clienti, ognuno
spende in media 200 euro. Fate il
conto del danno. Ma al di là dei
soldi, questa è un'ingiustizia».
Si sono rivolti ai legali Roberto
Fusco e Carlo Orlandi, di Milano:
«Si tratta di una anomalia che va
risolta subito - spiegano - abbiamo presentato un ricorso allo
stesso Tar e un'istanza alla presidente della Regione, Bresso, e
all'assessore all'agricoltura Taricco perché venga ripristinata la
caccia». Nel frattempo le tenute
restano chiuse.
Il presidente Enpa: nessun errore
giusto fermare anche quest’attività
«Macchè errore: il Tar ha deciso con coscienza di
sospendere tutti i piani di abbattimento, inclusa
l'attività di queste aziende agrituristiche
venatorie». Giovanni Pallotti, coordinatore
regionale dell'Enpa non si lascia impietosire. E non
crede che si sia tratto di una clamorosa svista: «Noi
siamo contrari anche al tipo di caccia praticato in
queste aziende. Crediamo soprattutto che vada
riconsiderata l'intera normativa, in particolare
devono essere ristudiati i sistemi con cui vengono
redatti i piani di abbattimento. Vanno ascoltate
anche le associazioni ambientaliste. In ogni caso
quando abbiamo presentato il ricorso avevamo
ben presente le nostre richieste e gli oggetti della
nostra contestazione, che, ripeto, includono anche
le aziende agrituristiche venatorie». Intanto il
movimento animalista AgireOra sta organizzato
per domenica una passeggiata anticaccia in Val
Borbera. Appuntamento è alle 5,30 a Millesimo, in
Liguria.
[m. m.]
Fabrizio Volpara con uno dei fagiani del suo allevamento
Mikhail Gorbaciov con il vescovo Charrier durante il debutto a Bosco nel 2002
I cinesi a Bosco
con Gorbaciov
BOSCO MARENGO
IL CASO LA MOGLIE FU UCCISA DAI PARTIGIANI A URBE, NEL SAVONESE. LUI E’ MORTO MA IL FIGLIO HA PROSEGUITO LA CAUSA
Riconosciuto vedovo di guerra dopo 54 anni
Le norme finora
consideravano solo
le vedove: dichiarate
incostituzionali
Giampiero Carbone
BELFORTE MONFERRATO
Il padre deceduto viene riconosciuto vedovo di guerra e il figlio
ottiene la pensione dopo ben 54
anni: la vicenda di Biagio Cagliano, 62 anni, residente a Belforte
Monferrato, è tutta da raccontare. Aveva solo 8 mesi quando, il
24 febbraio 1945, la madre Angela Biondi viene prelevata dai
partigiani a Genova, con la sola
colpa di trovarsi in casa di
un'amica considerata vicina alla
Brigata Nera. Le due furono
portate nei boschi di Urbe, nel
Il figlio Biagio Cagliano, 62 anni
Savonese, e fucilate.
Il padre, Giuseppe, cuoco sulle navi, rimasto solo con il piccolo Biagio, nel 1952 fa domanda
per la pensione di guerra. Respinta: la legge non stabilisce per il
vedovo il diritto alla pensione
indiretta di guerra, disposta solo
per le vedove. Dopo la morte del
padre, nel 1958, Biagio se ne va
in Argentina da una zia. Torna
in Italia per evitare il militare in
Sudamerica ma deve farlo qui:
alla naja non si sfugge.
«In tutti questi anni lo Stato
italiano non ha riconosciuto la
mia situazione e le richieste di
mio padre ma si è ricordato di
me per farmi fare il servizio
miliare». Oggi Biagio Cagliano è
dipendente di una ditta che si
occupa della manutenzione di
oleodotti e metanodotti. Nel
2000, dopo anni di silenzio, la
Corte dei Conti gli scrive chiedendo se vuole presentare ricorso con la decisione sull'istanza
presentata dal padre quasi 50
anni prima. «Ovviamente ho deciso di proseguire - dice - tra
l'altro i giudici parlano di una
pensione erogata nel 1964 a mio
favore, di cui non so proprio
nulla».
La questione finisce alla Corte Costituzionale che, il 18 luglio
scorso, ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 55 della legge 648
del 1950, nella parte in cui non
prevede il vedovo quale soggetto
di diritto alla pensione indiretta
di guerra, in quanto disponeva
una discriminazione di sesso in
contrasto con l'articolo 3 della
Costituzione. Dopo 54 anni sono
stati liquidati circa 20 mila euro
a Biagio Cagliano: «Sono convinto che in quanto orfano avrei
avuto diritto a un lavoro statale
o parastatale, per questo non mi
ritengo del tutto soddisfatto».
La vicenda del signor Cagliano sarà raccontata domani nella
trasmissione di Canale 5 «Verissimo». A distanza di anni, potrebbe essere numerose le domande
da inoltrare allo Stato da parete
di chi ha perso la moglie durante
il periodo bellico, anche in seguito alle azioni dei partigiani, come in questa vicenda.
Con i tempi - e le delegazioni che corrono era inevitabile che i
cinesi facessero capolino anche
al World Political Forum, presieduto da Mikhail Gorbaciov. Sono
loro, probabilmente, la novità
che più incuriosisce nella sessione autunnale, la prima che si
terrà nel complesso di Santa
Croce di Bosco Marengo dopo
quella inaugurale di quattro anni fa. Si terrà venerdì 27 e sabato
28 ottobre.
Il programma è stato definito
nei giorni scorsi proprio a Bosco
dal comitato scientifico, presieduto da Andej Grachev, che ha
anche effettuato un sopralluogo
a quella che dovrebbe diventare
la sede permanente del forum. I
lavori vanno avanti, quanto già
realizzato consentirà di ospitare
il seminario d’ottobre nell’ampio
refettorio, nel museo vasariano e
nelle ampie sale retrostanti, adattate per l’occasione a salette per
incontri e riunioni.
Temi come sempre impegnativi: il 27 ottobre si parlerà di «Un
mondo in crisi: sfide, conflitti,
attori» con un panel di una
ventina di relatori; mentre il 28
la discussione verterà su «In
cerca di una nuova architettura
politica: principi, condizioni, piani di sviluppo». Presiederà come
sempre Gorbaciov.
Notevoli al solito gli invitati
di spicco, senza contare che gli
organizzatori non disperano in
una visita lampo anche del presidente della Repubblica, Napolitano, in quei giorni a Torino. Ci
saranno tra gli altri l’indiano
Boutros Boutros-Ghali, già Segretario Generale delle Nazioni Unite; l’algerino Lakdar Brahimi,
Capo della Missione di Assistenza Onu in Afghanistan; il francese Olivier Giscard d'Estaing (fratello dell’ex presidente della Repubblica, Valtery) che presiede il
Comitato d'Azione per un Parlamento Mondiale; il russo Vladimir Petrovsky, presidente della
Conferenza sul disarmo; lo svedese Staffan De Mistura, coordinatore della commissione per la
ricostruzione in Iraq.
Poi appunto i cinesi: Jianmin
Wu, presidente dell'Università
Affari Esteri della Cina, già ambasciatore in vari paesi europei;
nonché una delegazione municipale della città di Harbin in
Manciuria, con cui ha stabilito
un contatto Giulietto Chiesa, il
giornalista e parlamentare europeo d’origini acquesi, che è nell’esecutivo del Forum.
[r. al.]
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