Dal 12 al 17 luglio 2014 • • • • • • da BRESCIA OGGI da L’ARENA da L’ADIGE dal TRENTINO dalla GAZZETTA DI MANTOVA dal CORRIERE DELLA SERA da BRESCIA OGGI mercoledì 16 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 19 IL MONITORAGGIO. La Goletta dei laghi ha censito quattro siti compromessi contro i sei del 2013. Ma le concentrazioni di «veleni» sono sempre più elevate Garda, purezza delle acque a due velocità Maria Lisa Piaterra A Salò, Padenghe e Rivoltella l´inquinamento diventa cronico Toscolano e Barbarano escono dalla «lista nera» del degrado La sponda bresciana sta un po´ meglio di quella veronese, ma si tratta di una consolazione effimera di fronte all´inquinamento cronico che affligge il Garda. La «cartella clinica» stilata anche quest´anno dal monitoraggio della Goletta dei laghi di Legambiente segna in senso assoluto un lieve miglioramento rispetto al 2013 ma, seppure più limitato territorialmente, il livello delle concentrazioni di «veleni» prodotti dalla carente depurazione dei reflui fognari civili e industriali e da sversamenti abusivi di sostanze inquinanti si stanno pericolosamente innalzando. Nello specifico, su dieci siti passati sotto la lente del laboratorio di Legambiente, quattro non hanno superato l´esame di salubrità dell´acqua. Nel 2013 i punti «bocciati» erano stati sei, ma quelli fortemente inquinati si erano fermati a due contro i tre di quest´anno. Sul litorale veneto quattro campionamenti su sette sono risultati fuori norma. Su scala lombarda, il trend del Benaco, al netto delle criticità venete, resta comunque lontano dai livelli di qualità delle acque del lago di Varese, che non presenta alcuna zona critica. La «maglia nera» spetta al lago Maggiore, con 8 punti critici sul totale degli 8 analizzati. A seguire il Sebino (8 su 12) e il lago di Como (13 su 19). Ma il Garda scala posizioni se si prende in cosiderazione il bacino sovraregionale, con otto zone inquinate su diciassette. Dai risultati della campagna di analisi presentati ieri a Desenzano e in contemporanea a Milano, le aree più compromesse sono quelle a Salò, in località Le Rive, e a Padenghe la foce del rio Maguzzano e del torrente vicino al porto. In tutti e tre i casi si tratta di un degrado strutturale, considerato che da quando nel 2010 è stata avviata l´iniziativa della Goletta dei laghi, hanno fatto sempre registrare il massimo livello di inquinamento. Non supera la prova nemmeno Rivoltella, le cui acque - a giudizio dei test di Legambiente - risultano fuori norma alla foce del canale posto all´incrocio tra via Agello e via Giulio Cesare. I principali imputati del degrado sarebbero alcuni torrenti che raccolgono acque dall´entroterra e portano a lago alte concentrazioni di batteri. Semaforo verde per gli altri 6 punti presi in esame dal monitoraggio che Legambiente ha realizzato con il contributo del Consorzio obbligatorio oli usati e Novamont. Promossa con parametri entro i limiti di legge la foce del torrente Barbarano a Salò, che negli ultimi quattro anni era finito nella «lista nera» per tre volte. Miglioramenti anche a Toscolano Maderno, dove hanno ottenuto risultati soddisfacenti le analisi effettuate alle foci dei torrenti Toscolano e Bornico. Superano il test salubrità anche la foce del torrente San Giovanni a Limone del Garda, grazie all´entrata in funzione del depuratore, il lido di Lugana a Sirmione e il punto all´incrocio tra la statale 45 bis e via Benaco a Tremosine. «Le analisi svolte sono di tipo microbiologico - hanno spiegato Cristina Milani e Paolo Bonsignori del circolo Legambiente per il Garda -, cioè prendono in esame i valori relativi alla presenza di enterococchi intestinali ed escherichia coli nei campioni prelevati secondo le modalità previste dal decreto legislativo 116/2008». Il monitoraggio si basa su campioni prelevati a circa 4 metri dalla riva o comunque dove l´acqua raggiunge il metro di profondità, in punti in cui si sospetta vi possa essere un rischio più elevato d´inquinamento o dove si prevede ci possa essere il maggior afflusso di bagnanti. Modalità di campionatura che si differenziano da quelle di altri enti che, di conseguenza, registrano risultati differenti. «Ci chiediamo perché l´Asl di Brescia - sottolineano Cristina Milani e Paolo Bonsignori faccia i prelievi a 100 metri dalla riva, quando ciò non è assolutamente previsto dalla normativa». Metodologie a parte, l´appello alle amministrazioni dei Comuni lacustri resta quello di investire in infrastrutture fognarie e depurative in grado di rispondere alle accresciute esigenze del territorio. Torna all’elenco dei quotidiani da L’ARENA giovedì 17 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 35 PESCHIERA. Cresco, presidente Depurazioni, «spegne» il progetto: «Siamo a un binario morto» Nuovo collettore al palo Barbara Bertasi Tomei (Ags): «Governo e Regioni non hanno stanziato un euro dei 220 milioni necessari al sistema di raccolta delle acque di scarico» Il collettore diventerà davvero realtà? «Per garantire la sostenibilità ambientale e la qualità delle acque del Garda, la politica deve mantenere gli impegni presi». Parole di Alberto Tomei, presidente di Ags, l'Azienda gardesana servizi di Peschiera del Garda che gestisce il ciclo integrato dell'acqua compreso il collettamento dei reflui del lago. Tomei ha parlato del collettore all'indomani del plauso espresso da Legambiente e dal presidente onorario di Federalberghi Garda Veneto, Giuseppe Lorenzini. Il presidente e Legambiente hanno auspicato che «si realizzi al più presto il progetto preliminare per la riqualificazione del sistema di raccolta dei reflui (il nuovo collettore del lago di Garda) redatto appunto da Ags. Prevede l'eliminazione degli impianti sub-lacuali (quindi il problema delle perdite) e la separazione del sistema misto acque bianche-acque nere». Speranza che è però stata in parte «spenta» da Angelo Cresco, presidente del comitato di garanzia di Depurazioni Benacensi, il quale, al convegno Expo 2015 organizzato a Garda dalla Comunità del Garda e dal Gruppo italiano stampa turistica (Gisl), ha lanciato un allarme: «Purtroppo siamo a un binario morto. Nei progetti del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) non è previsto alcun finanziamento del progetto riguardante il collettore. Inoltre le Regioni interessate ai progetti di Ags e di Garda 1 - Veneto e Lombardia - non si incontrano da circa nove mesi». Esordisce Tomei: «Ags è una spa certificata Iso 9001 e Iso 14001. Ciò significa che l'attenzione all'ambiente è nel nostro Dna. Mi riferisco infatti a 2 protocolli che garantiscono la sostenibilità di ogni nostra attività. Come applichiamo i principi di sostenibilità in azienda, così consideriamo indispensabile farlo nei servizi e nei progetti che stiamo realizzando nel Garda Baldo. «Sappiamo che l'area gardesana è fragile e complessa, perciò abbiamo investito 16 milioni di euro per rendere più efficiente e meno impattante l'attività del Depuratore di Peschiera. Oggi è all'avanguardia nella depurazione delle acque, come dicono i dati forniti anche da due università, e sfrutta tecnologie innovative. Non a caso è stato visitato da tecnici provenienti da tutto il mondo durante "Eco Stp", il forum mondiale dedicato alle tecnologie per il recupero delle acque reflue, alla cui realizzazione Ags ha collaborato con altre aziende poiché crediamo nell'innovazione e nella possibilità di trovare soluzioni sostenibili ai problemi della gestione del ciclo integrato dell'acqua. Il nostro impegno ora», dice, passando la patata bollente, «è realizzare il nuovo collettore. Secondo il progetto preliminare - che abbiamo redatto dopo confronti con Federadalberghi Garda Veneto, Legambiente, Consiglio di Bacino, rappresentanti di Regione Veneto e Università di Verona, ingegneri, architetti, geologi, collegio dei geometri, portatori di interesse – il collettore dovrebbe garantire un nuovo sistema di raccolta delle acque, più efficiente e sicuro, non sub lacuale che eviterebbe problemi di perdite di reflui». Ma l'investimento è davvero «pesante». «Sì, si parla di 220 milioni di euro», rammenta. «Purtroppo, come ha detto Cresco, non sono stati finora previsti finanziamenti da parte del Governo e nemmeno delle Regioni. È grave: senza tale infrastruttura, non ci potrà essere sicurezza ambientale per il Garda. Vista la situazione, torneremo a sollecitare i politici veronesi e lombardi affinché si impegnino personalmente per il lago di Garda. Da parte nostra, con Depurazioni Benacensi e Garda Uno ci siamo infatti impegnati a tenere alta l'attenzione sul tema e, come ho detto, faremo pressioni su istituzioni e organismi amministrativi e politici regionali e nazionali per ottenere i finanziamenti nel più breve possibile». Senza dimenticare, però, «i tempi lunghissimi previsti da questi interventi, sempre preceduti da altrettanti lenti iter autorizzativi. Intanto stiamo lavorando a nuovi impianti di raccolta e distribuzione dell'acqua nei Comuni gardesani, prevedendo qualcosa come 12 milioni di euro di investimenti per il prossimo quadriennio. Parte dei problemi del lago proviene infatti da scarichi abusivi. A breve avvieremo una campagna per individuarli ed eliminarli». mercoledì 16 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 32 GARDA. Procedono organizzazione e promozione in attesa dell'evento All'Expo 2015 il lago si metterà in vetrina Saranno proposti i prodotti locali ai 22 milioni di visitatori attesi «La nostra Tour Eiffel l'abbiamo qua». Così l'assessore al turismo della Provincia autonoma di Trento, Michele Dalla Piccola, ha risposto alla giornalista Claudia Farina che, al Convegno «Il Garda e L'Expo 2015», organizzato dalla Comunità del Garda e dal Gruppo italiano stampa turistica (Gist), ha chiesto come, a nove mesi da maggio 2015 (inizio dell'Expo), ci si stia organizzando, per creare un evento unico, memorabile come la Tour Eiffel, eretta per l'Esposizione universale del 1889. Così, dopo i saluti del sindaco Antonio Pasotti, sono stati presentati tanti progetti, anche se c'è stato un punto «d'ombra». «Stiamo cercando finanziamenti al Ministero dell'ambiente e del turismo per completare la pista ciclabile intorno al Garda», hanno detto Dalla Piccola e l'assessore al turismo della Lombardia Mauro Parolini, mentre l'assessore del Veneto Marino Finozzi, ribadendo «la necessità di fare rete lavorando su infrastrutture e promozione», ha informato su altri programmi parlando di un turismo gardesano in gran crescita. Il presidente della Comunità del Garda Giorgio Passionelli ha informato che il Garda sarà all'Expo per tutti i sei mesi, «al centro del sistema espositivo». Ha invece lanciato un allarme l'onorevole Angelo Cresco, presidente del Comitato di Garanzia di Depurazioni Benacence, che, quando il presidente onorario di Federalberghi Garda Veneto Giuseppe Lorenzini ha auspicato la veloce realizzazione del progetto preliminare per la raccolta dei reflui da parte di Ags «essenziale per garantire la salubrità dell'acqua» - ha detto: «Purtroppo siamo su un binario morto. Nei progetti del Cipe non è previsto alcun finanziamento del progetto riguardante il collettore. Tutti gli investimenti sono previsti al Sud. Inoltre le Regioni interessate ai progetti di Ags e Garda 1, Veneto e Lombardia, non si incontrano da mesi». Finozzi e Parolini, hanno riposto che «la competenza sul tema è degli assessori all'ambiente». Parolini, ha aggiunto che si darà da fare perché il progetto proceda e il Governo fornisca i finanziamenti. «Una buona parte dovrà però essere a carico degli Aato», ha detto. A prescindere da quest'ombra, Finozzi ha annunciato: «Il Garda è uno degli attrattori più importanti d'Italia. Lo dimostrano i primi 4 mesi del 2014 relativi alla sponda veneta. Gli arrivi sono aumentati del 15,1% e le presenze del 22,4 %. Gli arrivi sono infatti passati da 275.238 a 316.777, le presenze da 822.616 a un milione e 6mila 722 (1.006.722) In aprile», ha rilevato, «si è registrato il 44,5% di arrivi in più e un più 55,9% di presenze. Visti questi segnali il lago può crescere nel periodo maggio-settembre, quello in cui si tiene l'Expo 2015». Poi il piano. «Abbiamo realizzato un progetto di marketing condiviso tra le tre Regioni che, attraverso il Consorzio Garda Unico, promuoverà un'immagine unitaria del Garda ai mercati lontani. In settembre, come Regione, presenteremo pacchetti da offrire alle delegazioni istituzionali che rappresentano i 156 paesi presenti all'Expo per proporre il Veneto, lago incluso, come luogo dove soggiornare durante l'Expo 2015». Sarà un modo per fare conoscere il Garda, obiettivo anche della Comunità del Garda: «Ci presenteremo nella cascina Trulza. Con Legambiente nazionale abbiamo partecipato al bando dell'omonima fondazione realizzando un progetto che ci dà la possibilità di creare la Bottega dei territori, quelli del Garda, dando modo alle aziende dell'agroalimentare di presenziare facendo degustare i loro prodotti», ha detto Passionelli. «Essendo previste 22 milioni di presenze, sarà un'interessante vetrina».B.B. mercoledì 16 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 25 SAN PIETRO IN CARIANO. Il presidente del Consorzio delle Pro loco, che gestisce l'ufficio Iat, lancia una proposta per collegare le due zone La Valpolicella chiede il bus per il lago Gianfranco Riolfi Zamboni: «Abbiamo 80mila pernottamenti all'anno, potremmo anche noi applicare la tassa di soggiorno per promuovere il turismo» Valpolicella e Garda, due territori così vicini ma pure così lontani. «In estate non esiste un collegamento di autobus Atv tra i comuni della valle e il lago», lamenta il presidente del Consorzio delle Pro loco della Valpolicella, Giorgio Zamboni. Eppure, secondo i dati della Provincia, sono 80mila i turisti che ogni anno scelgono di pernottare tra i vigneti di Corvina e Corvinone. Il Consorzio gestisce l'ufficio Iat della Valpolicella (Informazione e accoglienza turistica) a San Pietro in Cariano, che ogni anno accoglie quasi 15mila persone a caccia di informazioni, riceve 2.500 telefonate e più di 6mila e-mail. «Molti di questi turisti chiedono se esiste una linea di pullman fissa con il lago di Garda», sottolinea Zamboni. «Effettivamente, è un servizio del quale sentiamo la mancanza da tempo. Qualche corsa giornaliera estiva di collegamento potrebbe sviluppare un interscambio di turisti tra i due territori e supplire alla mancanza di servizi utili alla mobilità che abbiamo in Valpolicella, come il noleggio di auto, motorini o bici. Ma potrebbe tornare utile anche ai valpolicellesi che vogliono raggiungere il lago o ai gardesani che devono recarsi all'ospedale di Negrar». Quella della scarsa dotazione di infrastrutture per il turismo è una realtà che penalizza l'area valpolicellese. «Si parla da anni di un percorso ciclabile organizzato che colleghi la valle alla città e alla ciclopista della Valdadige, dove i percorsi riservati alle due ruote negli ultimi anni sono stati notevolmente sviluppati dalle amministrazioni locali», commenta Zamboni. «In Valpolicella invece, alle parole non sono mai seguiti i progetti. Eppure il cicloturismo è un settore del turismo in continua crescita». Intanto è in scadenza il contratto che Comuni e Provincia di Verona hanno sottoscritto con il Consorzio Pro loco della Valpolicella, per la gestione dell'ufficio turistico. «La convenzione scade alla fine di settembre», sottolinea il presidente. «Le amministrazioni devono quindi mettere a bilancio le competenze da gennaio a settembre. Poi vedremo quali saranno le loro volontà». Il futuro insomma è incerto. «In base alla nuova legge sul turismo», spiega Zamboni, «i Comuni possono dare in gestione lo Iat a società create in compartecipazione tra pubblico e privato, che si relazionano direttemente con la Regione. Ma c'è anche l'eventualità che una unione di Comuni possa affidarsi ad associazioni esterne, che sarebbe poi la situazione che c'è in Valpolicella». Insomma, la partita è aperta, rimane comunque il fatto che le amministrazioni locali di soldi per sostenere i punti di informazione turistica, ne hanno davvero pochi. «Abbiamo rischiato di chiudere perché alcuni contributi sono venuti meno e altri sono stati riconosciuti con ritardo», continua il presidente del Consorzio Pro loco. «Per fortuna sono intervenuti i privati, altrimenti non avremmo potuto nemmeno pagare gli stipendi alle due dipendenti dell'ufficio, che hanno saltao qualche mensilità, senza mai tirarsi indietro e dal 2013 sono in cassa integrazione per alcune ore». Tra il chiudere e il continuare, il Consorzio Pro loco ha scelto di resistere. «Però non si può andare avanti con una gestione garibaldina, come quella di oggi», commenta Zamboni, che chiede ai Comuni una maggiore attenzione. E propone: «La tassa di soggiorno si paga ovunque ormai», dice. «Alcune località del lago di Garda sono cresciute sia dal punto vista dell'accoglienza turistica che dell'arredo urbano proprio con quella, non vedo perché non ci si possa pensare anche in Valpolicella: un euro per 80mila pernottamenti all'anno, fanno 80mila euro di potenziale investimento sul nostro territorio». Le Cantine. «Noi promuoviamo la Valpolicella e quindi anche i loro vini. Più aziende dovrebbero contribuire con un minimo di impegno. Nella vallata di Zillertal, vicina a Stans, città tirolese gemellata con San Pietro, ogni azienda versa un contributo all'ente di promozione turistica, in rapporto al proprio bilancio e il materiale promozionale è stampato dall'ufficio turistico». Lo Iat Valpolicella pubblica materiale cartaceo turistico promozionale, in italiano tedesco e inglese, dalle cartine dei percorsi turistici alle piccole guide sulla storia, i prodotti e i comuni della Valpolicella, gestisce la Grotta di Fumane, sito preistorico e archeologico conosciuto a livello mondiale e cura, assieme ad altre associazioni e realtà veronesi, il premio biennale «Salgari» di letteratura avventurosa. Promuovere la Valpolicella con poche risorse, non è certo semplice. E' necessario quindi che tutti comincino a ragionare e investire sul proprio territorio a livello unitario. «Con il campanilismo non si va lontano», conclude Zamboni. «La Valpolicella ha un potenziale turistico enorme, con molto da progettare e costruire. Possiamo fare tanto, con un minimo impegno di tutti». domenica 13 luglio 2014 – ECONOMIA – Pagina 9 TURISMO E INNOVAZIONE. First Hand è una sturt up creata da tre giovani di Verona premiata e «adottata» da Unicredit Un portale per vivere in malga o nelle cantine del Veronese Francesca Lorandi Andrea, Marco e Tommaso: «Esperienze dove si vede come si fa il made in Italy. A settembre costituiremo la nostra società» Gli stranieri non sono solo attratti dal made in Italy. Chiedono di toccarlo con mano, di crearlo loro stessi: in due parole di «make Italy», espressione scelta non a caso come slogan di «First Hand», la start up nata da un'idea di tre giovani veronesi che hanno trovato un modo di proporre ai turisti delle esperienze all'interno delle aziende produttrici di eccellenze agroalimentari italiane. «First Hand» appunto, fare esperienza direttamente «sporcandosi le mani». Andrea Tassello, Marco Morandini, Tommaso Ferrari, tutti tra i 26 e i 27 anni, hanno creato una piattaforma web attraverso la quale vendere pacchetti turistici di tipo esperienziale in aziende del territorio: «Dalle cantine della Valpolicella, alle malghe della Lessinia, agli oliveti del Garda», elenca Tassello, alle spalle una formazione nel settore dei beni culturali, ben diversa da quella dei due soci, uno cresciuto nell'ambito dell'agroalimentare, l'altro ingegnere ambientale. «Su First Hand i turisti, italiani come stranieri», spiega Ferrari, «possono prenotare dei soggiorni durante i quali sperimentare con mano la vendemmia, assistere al processo di vinificazione o provare la pigiatura, e ricevere poi a casa una bottiglia di vino brandizzata col proprio nome. Oppure mungere, imparare a fare il formaggio, andare a raccogliere tartufi: ci sono tante eccellenze in ogni territorio, le opportunità sono innumerevoli, e quindi il progetto è estendibile in tutta Italia. In questo modo il turista conosce il lavoro e la storia che c'è dietro ad un prodotto, si avvicina e lo sente più suo». Un'opportunità per i viaggiatori, sempre più attratti da questo tipo di esperienza, ma un'occasione anche per le aziende che potranno diversificare la propria attività, aprendosi al turismo e ampliando proprie opportunità di vendita e visibilità attraverso le nuove tecnologie. Un'idea di impresa che nei giorni scorsi ha partecipato al concorso nazionale per startup Sodalitas Challenge, aggiudicandosi il premio speciale UniCredit per «aver saputo soddisfare criteri di innovatività, creazione di nuovi posti di lavoro, impatto sociale e benefici per la comunità attraverso l'utilizzo di tecnologie avanzate». «Adottata» da Unicredit, First Hand potrà contare ora su 50mila euro di consulenze al più alto livello, compresa una Startup Academy di formazione e l'assegnazione di un Relationship Manager dell'istituto bancario. Supporti fondamentali, visti i prossimi step in programma per la start up: «A fine luglio sperimenteremo i primi pacchetti in una malga della Lessinia», continua Tassello, «ad agosto e settembre andremo invece in alcune aziende agricole per la vendemmia. A settembre ci costituiremo in società e attiveremo il portale che, insieme al web marketing, sarà l'investimento maggiore». Poi arriverà l'Expo 2015, «per il quale dobbiamo farci trovare preparati, sfruttando quell'onda di turisti che arriveranno in Italia. E ovviamente contiamo di essere presenti anche a Milano, per promuovere il nostro progetto». domenica 13 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 35 MALCESINE. A Tratto Spino il primo noleggio di bici elettriche: in sella si affrontano percorsi impegnativi senza fatica Baldo, pedalate elettrizzanti grazie al «Green bike park» Emanuele Zanini Tre gli itinerari a disposizione lunghi da 10 a 60 chilometri L'obiettivo è avvicinare al ciclismo e alla montagna le famiglie Un «Green bike park» sul monte Baldo, il primo in Italia, dedicato alle biciclette elettriche, definite anche a pedalata facilitata o assistita. Il progetto di Atf, Azienda trasporti funiviari di Malcesine, è diventato realtà. Sulle pendici del Baldo si possono già noleggiare le e-bike, electric bike (mountain bike elettriche), e scorazzare lungo speciali percorsi, permettendo a tutti, senza troppo sforzo, di godere in bici le bellezze paesaggistiche e naturalistiche del «giardino d'Europa». Il tutto è facilitato dalla batteria della bici, che assiste il ciclista in ogni situazione, soprattutto in salita e in tratti impegnativi. Le bici richiedono comunque la necessità di pedalare per utilizzare la forza motrice prodotta dal motore montato sul mezzo, che «consuma» in proporzione all'energia richiesta da chi pedala. Sono oltre 100 i chilometri di percorsi da esplorare in bici, senza difficoltà, immersi nella natura. L'idea è frutto della collaborazione tra la funivia Malcesine-Monte Baldo, la rivista mensile di mountain bike «365 Mtb» e l'associazione sportiva Ciclone di Verona. Tre sono gli itinerari a disposizione: tutti partono dalla stazione di arrivo della funivia a Tratto Spino e si va da quello di 10 chilometri fino al tragitto da 60 che impegna una giornata. Il primo, detto «Panorama mozzafiato», si snoda lungo la strada sterrata che dal Baldo scende a Bocca di Navene. Da qui si raggiunge Prà Alpesina lungo la strada Graziani, asfaltata, per poi inerpicarsi su una mulattiera fino all'arrivo. Il secondo è il «Giro delle malghe»: 40 chilometri in un ambiente particolarmente suggestivo e la cui tappa più significativa è l'orto botanico di Novezzina. L'ultimo, di 60 chilometri, è il «Corno della Paura»: si arriva al passo San Valentino pedalando sulla strada Graziani per ritornarvi dopo aver raggiunto Polsa, percorrendo anche un tratto del sentiero della Grande Guerra al Corno della Paura, che si affaccia sulla Valdadige. Tutti e tre gli itinerari vengono affrontati in gruppo, accompagnati da una guida dell'associazione Ciclone che sarà di supporto tecnico. Chiunque può iscriversi: i bambini devono aver compiuto i 12 anni ed essere con un maggiorenne. Il Green Bike Park ha 15 biciclette che possono essere noleggiate fino ad ottobre. Il costo del noleggio è di 25 euro per mezza giornata, 35 per tutto il giorno. Info, www.funiviedelbaldo.it e 045.7400206. «Con questo nuovo servizio turistico», spiega Stefano Passarini, presidente di Atf, «desideriamo avvicinare a questo mondo, in maniera agevole, soprattutto le famiglie e quanti non sarebbero in grado di pedalare su e giù per i nostri percorsi in mountain bike. Come la montagna non è solo per esperti alpinisti ma anche per chi fa una semplice passeggiata, così la bici deve diventare un mezzo alla portata di tutti. Per la funivia è un servizio a costo quasi zero: ogni anno le bici verranno rivendute e cambiate con modelli nuovi». «Uno dei principali obiettivi del progetto», aggiunge Maurizio Bardi, direttore di «365 Mtb» e da 20 anni promotore del Bike park, «è favorire un'educazione al ciclismo che abbia obiettivi anche naturalistici, così da diffondere la conoscenza del territorio». Torna all’elenco dei quotidiani da L’ADIGE Dopo la Ponale e la Tagliata tocca a Gardesana e Panda «Ci sono dei luoghi che sono dei confini naturali, delle cerniere nel tempo e nello spazio che determinano dei passaggi obbligati, spesso in circostanze di selvaggia e rara bellezza. Uno di questi è senz'altro la Valle del Ponale». Sono le parole di Donato Riccadonna scritte nel libretto «La Ponale dà i numeri» distribuito dal comitato «Giacomo Cis», che domenica ha raccolto a sé circa 200 persone per celebrare i 10 anni dalla sua riapertura come sentiero di montagna. Alla breve ma significativa cerimonia sono intervenuti l'onorevole Lorenzo Dellai, all'epoca presidente della Provincia, Iva Berasi allora assessore all'ambiente, sport e pari opportunità, Walter Kaswalder, attuale consigliere provinciale in quota Patt e l'assessore all'agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca, nonché compagno di partito Michele Dallapiccola, il vice sindaco di Ledro Franco Ferrari, il presidente della Comunità di Valle Salvador Valandro e il vicesindaco di Riva Alberto Bertolini. Brevi i discorsi come l'occasione esigeva, con l'augurio del popolare «Bicio» Di Stasio che ha colto l'occasione per dire che il Comitato, così come 15 anni fa con l'inizio della «sollevazione» popolare per la Ponale, è più che mai deciso a ottenere la riapertura del tratto dismesso della Gardesana occidentale e della vecchia galleria «Panda» fino allo Sperone, la spiaggia per vocazione dei rivani. Nei vecchi locali adibiti a servizio della fortificazione della «Tagliata» sono state esposte le immagini di due giovani artisti della fotografia come Matteo Righi e Mark Boscaini, offerto un piccolo ma generoso buffet ai partecipanti mentre le note dell'orchestra «La vecchia mitraglia» diffondevano nell'aria dei luoghi dove si consumò la più grande tragedia che la storia moderna ricordi, le battaglie della Grande Guerra e il conflitto che vide contrapposte Austria e Italia, le sue note. Il taglio del nastro da parte degli «attori» di allora e di oggi ha concluso la cerimonia prima della visita alla scalinata della «Tagliata» e la seguente salita al ristoro «Ponale Alto» per un drink. Una festa per nulla disturbata dalla pioggia che, anzi, ha contribuito a regalare ai partecipanti la visione della Ponale con giochi di luce molto spettacolari. Un bene del territorio che, negli auspici del Comitato Giacomo Cis attende solo di essere valorizzato turisticamente come merita. «Basti pensare - commentava il presidente Valandro al termine dell'incontro – cosa potrebbe essere una gita in questi luoghi. Magari approdare al porto sottostante con il motoscafo, salire fin qui a fare colazione, portare i turisti a visitare la "Tagliata" e il complesso delle sue fortificazioni, magari salire in Val di Ledro per la merenda. Non ci vuole molto, ne sono convinto. Ecco perché io sono al fianco del Comitato in questa lotta». Parole che giungeranno alle orecchie del presidente Rossi, magari già questo venerdì al Casinò di Arco in occasione dell'incontro con la cittadinanza, promosso dal consigliere Luca Giuliani. L'assessore Dallapiccola, infine, che la Ponale la vedeva per la prima volta, alla nostra domanda se gli fossero piaciuti i luoghi ha risposto con la sua nota e piacevole verve: «Adès ai vist, adès ai capì» 15/07/14 Da noi 50 mila presenze, ma senza risorse TORBOLE - È arrabbiatissimo il presidente - da poco confermato nel suo ruolo dalle recenti elezioni - del Circolo Vela Torbole. Gianfranco Tonelli, albergatore, già consigliere comunale, figura arcinota non solo nel paese lacustre ma in tutta la Busa, non ha l'abitudine di tenersi i sassolini nella scarpa. Anzi. Già in passato è intervenuto con energia su questioni importanti e di interesse collettivo come la Maza e la viabilità. Ora la fa a maggior ragione su una questione che lo riguarda direttamente, in quanto guida di uno tra i più blasonati circoli velici d'Italia, non a caso l'hanno scorso gemellato con lo Yacht Club di Montecarlo. In Conca d'Oro sfilano una dopo l'altra regate e manifestazioni di richiamo internazionale. Che fanno buona pubblicità al Garda trentino e alla nostra terra in tutto il mondo, che portano ogni giorno centinaia di presenze che alla fine dell'anno - dice Tonelli - arrivano a circa 50 mila. Un "patrimonio" che però a Trento viene ignorato, secondo il presidente. «La Provincia e Trentino Marketing - dice Tonelli - si rendono conto dei numeri che facciamo? Di quelle 50 mila presenze che garantiamo al turismo torbolano, altogardesano e trentino? Si sono accorti che le statistiche turistiche in quel di Torbole restano positive anche grazie a quello che facciamo qui?». La domanda che Tonelli pone nasce da una constatazione amara: «Abbiamo in corso il Campionato europeo classe Laser Olimpica. Ci sono atleti di 35 nazioni diverse, dalle Antille Olandesi alla Danimarca, dalla Turchia al Marocco. Duecento iscritti, cento allenatori, oltre ai familiari. In 12 giorni faremo 5 mila presenze, e da Trento non abbiamo ricevuto neppure un centesimo. Peggio, quando ho chiamato per sapere se c'era qualche contributo per le enormi spese che dobbiamo sopportare, non mi hanno nemmeno risposto. Qui fuori abbiamo cento metri di striscione con il marchio "Trentino" ovunque, ma senza che sia arrivato un euro da chi dovrebbe promuovere quel marchio. Facciamo più presenze noi del Bayern. Ma per noi i soldi non ci sono. Come mai?». D.P. ALTO GARDA E LEDRO - L'estate sul Garda trentino porta con sè eventi velici di grandezza mondiale. Solo in questi giorni oltre all'evento olimpico a Torbole (che fa selezione per i prossimi Giochi), ci sono i Melges24 alla Fraglia della Vela a Riva e si sono appena conclusi i Campionati mondiali universitari di MatchRace sul lago di Ledro. In primavera c'è stata la "Settimana della vela giovanile", con tutti i circoli coinvolti e il più grande Meeting di Optimist del mondo (già finito due volte nel Guinnes dei primati). Tanti altri appuntamenti faranno parlare del Garda trentino nel mondo, su riviste, giornali specializzati, canali tematici in Tv e sul web. L'impressione è che questo patrimonio non sia sempre valorizzato al meglio a Trento. Vele e montagne vanno d'accordo solo sul Garda. 13/07/14 Torna all’elenco dei quotidiani dal TRENTINO Secondo le statistiche gli arrivi sono aumentati del 5,4% come pure le presenze. Boom del settore extralberghiero C’è la crisi, ma il turismo regala sorrisi «Le prime rilevazioni - commenta la direttrice di Ingarda Roberta Maraschin (in foto) - sono positive, ma, per quanto siamo soddisfatti e siamo convinti di aver fatto un buon lavoro, non dobbiamo lasciarci andare a facili entusiasmi, perché i conti vanno fatti alla fine dell'anno, quando nei totali avremo a che fare ad esempio anche con un luglio che finora a causa del meteo è stato tutt'altro che entusiasmante. L'obiettivo è quello di mantenere le presenze, ma siamo e dobbiamo essere consapevoli che le presenze non sono direttamente proporzionali al denaro che viene lasciato sul territorio, quindi l'obiettivo è quello di adoperarci per aumentare la qualità per fare in modo che chi arriva sia virtuosamente indotto a una maggiore spesa pro capite. I numeri sono incoraggianti, ma dobbiamo operare per aumentare la remuneratività. Il nostro impegno è poi quello di seguire una strategia di diversificazione, approcciandoci anche a mercati nuovi come quello cinese e offrendo proposte che non siano dipendenti dalle condizioni climatiche, così da garantire un certo numero di presenze».di Matteo Cassol wALTO GARDA Nei primi sei mesi del 2014 nell'alto Garda sono cresciuti sia gli arrivi che le presenze rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Secondo le statistiche elaborate da Ingarda, gli arrivi sono aumentati del 5,4%, mentre le presenze (ossia gli effettivi pernottamenti, il dato più importante e quindi quello da tenere maggiormente in considerazione) sono salite del 4,8% in confronto al gennaio-giugno 2013. A incidere più positivamente - anche se in termini relativi, vista la movimentazione inferiore, pari a meno del 40% sul totale - è stato soprattutto il comparto extralberghiero (ossia la galassia di seconde case, appartamenti vacanze, campeggi, affittacamere, bed & breakfast, agritur e ostello per la gioventù), con un +10,5% negli arrivi (+11,5% tra gli italiani, +10,2% tra gli stranieri) e un +8,3% nelle presenze (qui solo un +0,8% tra gli italiani, che si sono fermati in media 4 giorni, ma un +10,3% tra gli stranieri, fermatisi in media 4,7 giorni); anche il comparto alberghiero, tuttavia, è salito, con un +3,4% negli arrivi (+1,7% gli italiani, +3,9% gli stranieri) e un +2,9% nelle presenze (+0,8% tra gli italiani - che si sono fermati in media 2,1 giorni - e +3,3% tra gli stranieri, fermatisi in media 3,6 giorni). In totale ci sono stati 307.079 arrivi (70.576 italiani, 236.503 stranieri) - di cui 214.981 (50.361 italiani e 164.620 stranieri) nel comparto alberghiero e 92.098 (20.215 italiani e 71.883 stranieri) in quello extralberghiero - e 1.118.225 presenze (186.777 italiane e 931.448 straniere), di cui 701.430 (104.909 italiane e 596.521 straniere) nell'alberghiero e 416.795 (81.868 italiane e 334.927 straniere) nell'extralberghiero. Nello stesso periodo dell'anno scorso (quando ci fu una sostanziale conferma rispetto al 2012) gli arrivi furono 291.239 e le presenze 1.066.710. A livello di singoli mesi, il "boom" da un anno all'altro, com'era ovvio e prevedibile calendario alla mano, si è avuto ad aprile (+7,5% di presenze italiane e +68,7% di straniere), in corrispondenza della Pasqua, mentre per lo stesso motivo in marzo (mese in cui cadevano la Pasqua e il periodo immediatamente precedente nel 2013) si è verificato un forte calo (-24,9% di presenze italiane, -45,8% di straniere). Oltre a marzo e aprile, sempre in termini di presenze, positivo gennaio (+10,7% di presenze italiani e +4,5% di straniere), negativo febbraio (-13,9% di italiane, 12,0% di straniere), contrastati in senso opposto maggio (+21,5% di italiane e -18,3% di straniere) e giugno (-6,1% di presenze italiane e +21,9% di straniere). A livello di comuni dell'ambito, a crescere maggiormente sono stati Dro e Drena considerati in maniera unitaria (+14,9% di arrivi e +35,6% di presenze, ma con un impatto ridotto sul totale, viste le 21.364 presenze totali), con a seguire Arco (+8,6% negli arrivi e +12,7% nelle presenze, 240.601 in totale, frutto soprattutto della buona performance dell'extralberghiero che all'ombra del castello è maggioritario e che ha fatto segnare un +12% negli arrivi e un +15,7% nelle presenze, 173.488 in totale), Tenno (+14,6% negli arrivi, +9,9% nelle presenze, 17.518 in totale), Nago - Torbole (+8,0% negli arrivi, +4,3% nelle presenze, 281.771 in totale) e Riva (+2,2% negli arrivi, +1,0% nelle presenze, in totale 556.971). Riva dunque è la destinazione che ha brillato di meno, con un calo sia negli arrivi (-1,2%) che nelle presenze (-7,1%) tra gli italiani, più che controbilanciato però dal dato sugli stranieri (+3,6% di arrivi e +3,1% di presenze). Da parte sua Nago - Torbole - il secondo principale "polmone" dell'accoglienza - ha fatto segnare una contrazione degli arrivi (-5,5%) e delle presenze (-8,8%) degli italiani nel comparto extralberghiero, del tutto spazzata via però (e con gli interessi) dalla notevole crescita di arrivi (+23,4%) e presenze (22,8%) di connazionali nel comparto alberghiero. 16/07/14 Nella top ten in netta crescita anche i nuovi mercati, come Egitto, Grecia e il Sudafrica Stranieri sempre al top, in testa i tedeschi ALTO GARDA Gli stranieri hanno costituito il 77% degli arrivi e l'83,3% delle presenze. Praticamente metà delle presenze (49,17%, pari a 549.878, a fronte di 139.899 arrivi) è stata appannaggio di germanici; a seguire ci sono italiani (16,7%), britannici (6,9%), austriaci (6,3%), svizzeri (2,5%), olandesi (1,6%), irlandesi (1,6%), cechi (1,6%), francesi (1,1%), russi (1,0%), danesi (1,0%), finlandesi (0,9%), belgi (0,8%), polacchi (0,8%), svedesi (0,8%), cinesi (1.885 arrivi e 7.832 presenze, 0,7%) e statunitensi (2.442 arrivi e 7.277 presenze, 0,7%). I germanici hanno prodotto il 54,3% delle presenze extralberghiere complessive, per quanto nel complesso abbiano pernottato più in albergo (58,8% sul totale nazione). Tra chi è nella "top ten", fortissimamente inclini a stare in hotel gli irlandesi (95,8% di presenze in quel comparto) e i britannici (93,4%), seguiti da francesi (78,0%), svizzeri (74,0%), russi (66,6%), austriaci (62,3%) e italiani (56,2%). Equilibrati gli olandesi (51,4% in albergo), mentre particolarmente inclini all'extralberghiero (65,0%) i cechi. In netta crescita, ma su numeri in genere ridotti o molto ridotti, le presenze da Islanda (532, +61,2%) Bulgaria (541, +42,7%), Egitto (205, +44,4%), Grecia (1.701, +45,4%), Israele (2.804, +31,0%), Malta (788, +79,9%), Corea del Sud (787, +483%), Repubblica Slovacca (1.870, +31,2%), Sudafrica (518, +60,4%), Ungheria (4.125, +32,3%), Albania (588, +44,2%) e Norvegia (4.594, +20,1%), mentre a livello di "top ten" a crescere sono stati soprattutto Francia (12.253, +23,9%), Repubblica Ceca (17.693, +10,2%), Cina (+26,2%), Svizzera (27.590, +13,2%), Austria (70.679, +13,9%). In calo danesi (10.898, -10,3%) e finlandesi (10.603, -11,4%), in linea con la crescita media che hanno fortemente determinato i germanici (+5,3%). Tra gli italiani, le presenze maggiori sono state determinate come di consueto da lombardi (22,9%), veneti (16,3%) ed emiliano-romagnoli (12,5%). In crescita le presenze proprio dall'Emilia-Romagna (+20,5%) e dal Veneto (+22,1%), oltre che dal Friuli-Venezia Giulia (+26,8%, con le presenze friulane che sono il 3,1%), dall'Alto Adige (+15,0% con 6,6% di totali) e dalle Marche (+13,0% con 3,0% di totali); stabili dalla Lombardia (+0,7%), in calo tra quelle principali - quelle da Campania (-24,2%), Lazio (-27,5%), Puglia (-19,1%), Piemonte (-17,5%) e Trentino (11,4%, con 6,4% totali). (m.cass.) Torna all’elenco dei quotidiani dalla GAZZETTA DI MANTOVA Cordibella di Italia Nostra: la città deve indignarsi e reagire al declino. Palazzo Ducale sta ancora curando le ferite del sisma Mantova perderà anche la Sovrintendenza di M.Antonietta Filippini Mantova perderà anche la Sovrintendenza. Non è solo un rischio. Ieri Dario Franceschini ha annunciato il suo piano di riorganizzazione del ministero dei Beni culturali: scompaiono le sovrintendenze ai beni artistici - come quella di Mantova - che vengono accorpate a quelle dei beni architettonici (Brescia). Il ministro spiega che così taglierà 37 dirigenti. Inoltre nella logica di spingere sul turismo, che da un anno è tra le competenze del Mibact, Franceschini vuole istituire venti Grandi Musei, che affiderà a direttori tramite concorsi cui potranno partecipare anche manager esterni e stranieri. Tra questi 20 Grandi Musei Palazzo Ducale di Mantova non compare, nonostante sia uno dei più ampi e affascinanti musei d’Europa con i suoi 35mila metri quadrati di sale affrescate, giardini, cortili, gallerie senza citare la celebre Camera degli Sposi. Di nuovo Franceschini istituisce una direzione per l’arte e l’architettura contemporanea che si occupi anche di periferie. Inoltre perdono di importanza le direzioni regionali, molte delle cui attuali competenze passano direttamente a Roma. Non è chiaro cosa succederà di musei importanti, come il Ducale di Mantova. Faranno parte di un polo museale della Lombardia insieme a tutti gli altri, senza più un sovrintendente. Come una scuola senza preside. Nè un sovrintendente guadagna molto di più: 3.200 euro a fine carriera. Il Ducale decapitato con ancora le ferite del terremoto da sanare? Che ne sarà dei bellissimi progetti di valorizzazione in corso? E pensare che il ministro, come già il predecessore Bray, aveva ventilato per il Ducale maggiore autonomia. Franceschini in particolare disse: i biglietti di ingresso resteranno alle casse del Ducale. Sarebbero 300mila euro l’anno per le spese. A questo punto come reagisce Mantova? Franceschini ieri non aveva finito di parlare che subito è insorto il presidente mantovano di Italia Nostra (è anche in giunta nazionale) Sergio Cordibella. «Bisogna indignarsi, con l’accorpamento Mantova perde la Sovrintendenza ai beni artistici che aveva competenza anche su Brescia e Cremona. E’ molto preoccupante - continua - anche il fatto che alla guida delle sovrintendenze ci saranno solo architetti, viene meno il ruolo fondamentale degli storici dell’arte e l’obiettivo della tutela passa in secondo piano. Ma anche la valorizzazione turistica, in cosa consiste? Temo che i manager dei grandi musei si concentreranno sull’aspetto economico-culturale più che sulla tutela e conservazione che è quantomeno altrettanto importante». Ma Cordibella pensa soprattutto a Mantova e ricorda che finora il ministero è stato molto lento nell’occuparsi dell’unico importante bene artistico di proprietà dello Stato che è stato ferito dal terremoto. «Finalmente sabato riapre la Camera degli Sposi, ma quante splendide sale restano chiuse! Basti pensare alla sala di Manto e a tutta Corte Nuova». In effetti lo stanziamento, promesso dal ministro Ornaghi (dopo di lui Bray e ora Franceschini) non è ancora stato tradotto in cantiere. «Se Mantova avesse più autonomia si sarebbe andati più veloci. I finanziamenti per la conservazione da molti anni sono assolutamente assenti e quelli del dopo terremoto inadeguati». Nonostante il sisma, e i visitatori persi per la lunga chiusura, Palazzo Ducale ha vissuto momenti meravigliosi e si è guadagnato il certificato di eccellenza 2014 di Tripadvisor. «E’ vero, Trame Sonore del maestro Fabiano con la sovrintendente Paolozzi Strozzi: 4 giorni indimenticabili, con le sale che risuonavano di grande musica e i visitatori, numerosissimi, incantati». Dunque Palazzo Ducale è stato sottovalutato? «Senza dubbio. Il piano di Franceschini è un colpo durissimo per Mantova, ulteriore dimostrazione del suo declino. Questa vicenda è la testimonianza, il segno della debolezza della città in tutte le sue istituzioni e rappresentanze a vari livelli, anche se qualcuno si sta muovendo, come le parlamentari Giovanna Martelli e Flavia Piccoli Nardelli. Ma la città deve farsi sentire, non può essere così debole nella sua interlocuzione con Roma. Come se il Ducale non fosse di interesse mondiale, con la Camera degli Sposi di Mantegna, unico esempio di auto celebrazione di una famiglia dominante del Rinascimento italiano. Ma anche un palazzo, cresciuto in 5 secoli, una storia che si legge dal Medioevo all’Unità d’Italia, attraversando l’ascesa dei Gonzaga, la loro fine nel 1707, la dominazione asburgica e il Risorgimento, con le celle dei Martiri di Belfiore nel castello di san Giorgio». Che cosa si può fare? «La prossima settimana andrò a Roma per capire qualcosa di più. L’unica alternativa possibile è l’autonomia per Palazzo Ducale. Mi amareggia che non sia stato inserito fra i 20 grandi musei. Ma bisogna battersi: non va penalizzato il suo ruolo culturale, ma anche di motore ecnomico per la città». 17/07/14 Torna all’elenco dei quotidiani dal CORRIERE DELLA SERA Mercoledì 16 Luglio, 2014 - BRESCIA Olio Dop, sul Garda nel 2013 prodotti oltre 276 mila litri Eccellente anche per preparare dolci, abbinato al cioccolato e per sorbetti e gelato. Per quanto possa sembrare strano parliamo dell’olio extravergine di oliva del Garda, Dop dal 1997. Una produzione rilevante non solo per la riconosciuta eccellenza qualitativa, ma anche da un punto di vista economico: al 30 giugno di quest’anno la quantità di olio certificato della campagna olivicola 2013-14 si è attestata a 276.584 litri; circa 2,5 milioni di euro di valore all’ingrosso, e oltre 5,1 milioni di euro al dettaglio. Dal 2004 esiste il Consorzio di tutela, che da poche decine di soci è arrivato oggi a contare 471 iscritti con circa un’ottantina di etichette presenti sul mercato. «La Dop ci ha aiutato a valorizzare le olive lungo le fasi della filiera produttiva e ciò trova conferma nei prezzi che il prodotto riesce a spuntare: all’ingrosso attorno i 10 euro al chilo, al consumo fino a 20 euro al litro — sottolinea Andrea Monico, coordinatore del Consorzio —. La tentazione di usurpare il nome Garda è forte, data la notorietà turistica della zona. A questo rispondiamo con la possibilità data al Consorzio di esercitare controlli su tutti gli appartenenti alla filiera». La produzione è suddivisa in tre sottozone: orientale, bresciana e trentina. Tre anche le cultivar: Casaliva, Frantoio e Leccino. L’olio gardesano si distingue per armonia, equilibrio e delicatezza, da fruttato leggero a medio. La maggior parte delle aziende imbottigliatrici è di dimensioni piccole, se non piccolissime, e vende direttamente in loco. Esistono tuttavia anche realtà di medie dimensioni che possono servire anche la grande distribuzione organizzata con una gamma di oli più articolata. Da alcuni anni, inoltre, alcuni produttori hanno valorizzato in particolare la Casaliva, proponendo questa varietà in purezza. Un fenomeno, quello degli oli monocultivar, utile per educare il consumatore attraverso la differenziazione al consumo di olio di qualità. «C’è ancora molto da lavorare sugli aspetti legati alla presentazione del prodotto, quali etichette e packaging — aggiunge Monico—– ma soprattutto nel convincere gli olivicoltori e i frantoiani a raccontarsi». «Contributi, soprattutto comunitari, per azioni di promozionali a sostegno delle Dop ce ne sono — ragiona Andrea Bertazzi, presidente del Consorzio — anche se vengono utilizzati e destinati ai settori merceologici in maniera diversa a seconda delle regioni che le mettono a bando. Purtroppo, diversamente da quello che succede nel vino, per l’olio non esistono i fondi Ocm che permetterebbero alle aziende di organizzare azioni di promo-commercializzazione direttamente all’estero». Le risorse, pur limitate, comunque si trovano solo unendo gli sforzi, e il recente concorso L’Oro del Benàco, a cui hanno partecipato circa 40 oli provenienti da ogni sponda del lago di Garda, testimonia proprio questa volontà di superare i localismi e le rivalità interregionali. A eccellere nella categoria fruttato leggero è stato il Garda orientale della Turri Fratelli, mentre nella categoria fruttato medio il primo posto è stato ad appannaggio del Garda bresciano della Cooperativa San Felice del Benaco. Davide Bonassi Domenica 13 Luglio, 2014 - BRESCIA Gardesana, nuova galleria contro gli ingorghi accordo tra Broletto e Comunità montana Ogni estate la stessa storia. Ingorghi, code, traffico in tilt. Nell’alto Garda sindaci e operatori economici sono esasperati. La 45 bis «gardesana» ogni anno che passa dimostra la sua inadeguatezza, soprattutto nel tratto tra Gargnano e Limone, dove le gallerie ogivali scavate nella roccia «limitano» la circolazione dei mezzi. «I pullman delle comitive e dei tour operator ormai stanno alla larga dalla sponda bresciana del lago, vengono tutti deviati sul Veneto» ricorda Davide Pace, presidente della Comunità Montana Alto Garda. Per un territorio che vive di turismo una situazione «inaccettabile». Negli anni ‘90 si era progettata una nuova doppia galleria; progetto costosissimo (130 milioni), oggi impraticabile. Ci sarebbe la «soluzione tampone» del semaforo, che dovrebbe evitare l’incrocio di due bus nelle gallerie più strette. Ma ogni tanto il semaforo va in tilt e, comunque, si tratta sempre di una misura provvisoria. Per questo nei prossimi giorni Comunità Montana e Broletto firmeranno un accordo di programma per l’elaborazione dello studio di prefattibilità di una variante alla «gardesana», nel tratto di Gargnano. Un investimento limitato (80mila euro) ma che si spera possa essere il primo passo per individuare la soluzione definitiva alla viabilità del Benaco. «Lo studio — spiega l’assessore ai Lavori Pubblici Maria Teresa Vivaldini — verrà portato avanti con i tecnici dell’Anas, un po’ come accaduto con la ss 42 della Val Camonica». Una volta che sarà pronto, sarà possibile inserire l’opera nel piano economico-finanziario dell’Anas, avvicinando così la realizzazione dell’opera. Il documento dovrà dire quale è la soluzione migliore (è probabile la realizzazione di una galleria parallela a quella attuale così da separare i flussi di traffico) a una cifra abbordabile, attorno a 40 milioni. (d.b. ) Torna all’elenco dei quotidiani Legambiente lancia salvaacque La Goletta dei Laghi ha presentato i risultati del monitoraggio sulla sponda bresciana del Garda e fa il bilancio sullo stato di salute dei laghi lombardi. Quattro su dieci i punti inquinati o fortemente inquinati sul Benaco. “Ecco l'elenco delle opere da avviare subito per salvare i laghi della Lombardia” Inquinamento cronico in alcuni punti ma una situazione generale in miglioramento. Adesso però urgono investimenti per non disperdere il lavoro fatto finora e guardare al futuro con speranza. E' questa la fotografia che esce dal monitoraggio effettuato sulla sponda bresciana del lago di Garda dalla Goletta dei Laghi, ultima tappa in Lombardia della campagna di Legambiente per la salvaguardia dei bacini lacustri italiani, realizzata con il contributo del COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Usati) e Novamont. Sui dieci punti esaminati lungo il Benaco lombardo, tre sono risultati fortemente inquinati ed uno inquinato. Si confermano fortemente inquinati i campioni prelevati a Salò nel canale nei pressi della spiaggia, a Padenghe alle foci del rio Maguzzano e del torrente nei pressi del porto. Inquinato a Rivoltella di Desenzano il punto alla foce del canale presso via F. Agello incrocio con via Giulio Cesare. Tutti esiti che si confermano purtroppo rispetto all'anno scorso. Entro i limiti di legge invece la foce del torrente Barbarano a Salò che negli ultimi cinque anni per quattro volte era stata bocciata dalle analisi della Goletta. Passano l'esame anche le foci dei torrenti Toscolano e Bornico a Toscolano Maderno, la foce del torrente S. Giovanni a Limone del Garda, il punto al lido di Lugana a Sirmione e quello nei pressi dell'incrocio tra la SS45 bis e via Benaco a Tremosine. Questi risultati sono stati presentati ieri mattina a Milano in una conferenza stampa a cui sono intervenuti Claudia Maria Terzi, Assessore ad ambiente, energia e sviluppo sostenibile di Regione Lombardia, Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, Barbara Meggetto, portavoce della Goletta dei Laghi e Giorgio Passionelli, presidente della Comunità del Garda. Un'occasione per fare il punto sulla situazione di tutti i bacini lacustri lombardi analizzati dalla Goletta e discutere delle azioni da intraprendere a livello regionale. Oggi infatti si è anche chiuso il viaggio della Goletta dei Laghi di Legambiente in Lombardia. Iseo, Lario, Maggiore, Ceresio, Varese e Garda sono stati i bacini oggetto delle analisi microbiologiche che hanno dato esiti spesso negativi: sui 58 campioni analizzati complessivamente solo 20 sono risultati entro i limiti di legge, 12 sono risultati inquinati e ben 26 fortemente inquinati. L’obiettivo del monitoraggio è quello di individuare i punti critici con particolare attenzione alle situazioni in cui la Goletta dei Laghi intravede un rischio più elevato di inquinamento, così come viene indicato dal decreto legislativo 116/2008, e analizza il carico batterico derivante da scarichi non depurati che minacciano la qualità delle acque. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori. Imputati principali delle situazioni di inquinamento, nel lago di Garda come sugli altri bacini, sono le foci dei corsi d’acqua, che raccolgono reflui dall'entroterra, e tratti a lago “sospetti”. “I rilievi del laboratorio mobile della Goletta non si sostituiscono a quelli degli enti istituzionalmente competenti ma vogliono integrarli con una fotografia puntuale. Ci chiediamo però perché l’Asl di Brescia, come scrive sul suo sito, faccia i prelievi a 100 metri dalla riva, distanza assolutamente non indicata dalla normativa e poco utile per la verifica della balneabilità – commenta Barbara Meggetto, portavoce della Goletta dei Laghi -. La fotografia del nostro monitoraggio dimostra la necessità di investire in infrastrutture fognarie e depurative in grado di rispondere all'aumento del carico antropico verificatosi in questi anni di continua crescita turistica. Per mettere in sicurezza il lago di Garda urge la costruzione di un nuovo depuratore”. Una strada, quella degli investimenti in infrastrutture fognarie e depurative, che riguarda anche gli altri bacini lacustri. Per questo Legambiente con la chiusura della tappa lombarda presenta il dossier #salvaacque che raccoglie, tra le tante, alcune delle opere più urgenti per migliorare la qualità dei corpi idrici. Dalla realizzazione del nuovo depuratore della città di Lecco alla revisione della rete di collettamento e impianto di depurazione a Como, dal sistema di collettamento e depurazione delle acque in Val Camonica al varo di un programma complessivo di investimenti nell'intero sistema scolante della provincia di Varese. “Il monitoraggio scientifico ha messo in luce anche quest’anno le numerose criticità in fatto di mancati investimenti nel ciclo integrato delle acque: un male cronico da cui non si salvano nemmeno le perle del turismo lombardo sottolinea Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - Il risanamento dei bacini lacustri deve essere considerata una priorità assoluta. Siamo ancora troppo lontani dal raggiungimento degli standard di prestazioni depurative e di qualità delle acque che ci chiedono sia le direttive comunitarie che i cittadini lombardi. La Regione Lombardia deve dettare la tabella di marcia a tutti gli enti territoriali, a partire dalle autorità d'ambito, da cui dipende l'avvio della stagione del risanamento idrico, ma anche aiutare ad attivare le risorse necessarie a passare dalle parole ai piani di investimento. E sottolineo la parola investimento: non si tratta di spendere soldi, ma di far partire cantieri per interventi necessari da tempo e non più rinviabili”. “Da tempo i comuni attraverso i Sindaci e le società consortili di gestione stanno definendo progetti per la riqualificazione del collettore fognario gardesano e la depurazione delle acque reflue. Siamo arrivati a un punto fermo, servono immediati e urgenti finanziamenti per la realizzazione delle opere progettate – dichiara Giorgio Passionelli, presidente della Comunità del Garda -. Il Garda ha raggiunto una qualità eccellente dell'acqua con una mirata azione partita ormai 40 anni fa. Ora si deve migliorare ancora l'efficienza del sistema di collettamento e trattamento delle acque reflue per mantenere integro questo splendido lago. E' necessario risolvere le situazioni critiche e quindi chiudere gli sfioratori di piena a lago, dismettere i collettori sublacuali, mettere in funzione un nuovo depuratore ed indirizzare lì tutti i reflui della sponda lombarda. Questa è la strada che i Comuni con i loro Sindaci hanno indicato con convinzione per tutelare questo immenso patrimonio. Ora non si perda altro tempo”!. Una sfida importante e che interessa non solo il territorio locale, dato che il Garda è il più grande bacino di acqua dolce italiano e costituisce circa il 40% della riserva di acqua dolce nazionale. Le 450 mila persone residenti sulle sponde del lago attingono da esso l'acqua per i fabbisogni domestici come pure gli oltre 23 milioni di turisti che ogni estate si riversano sulle rive del bacino. Il Garda e l’Expo2015: a Garda comunione d’intenti 15/07/2014 Di Luigi Del Pozzo La Comunità del Garda e il Gist (Gruppo Italiano Stampa Turistica) hanno organizzato a Garda, nella sala consiliare, gentilmente messa a disposizione dal Comune, un convegno dal titolo “Il Garda e l’Expo2015” cui hanno partecipato gli assessori al turismo dei tre territori gardesani (regione Veneto: Marino Finozzi; regione Lombardia: Mauro Parolini; Provincia Autonoma di Trento: Michele Dallapiccola), il presidente della Comunità del Garda, Giorgio Passionelli, il presidente onorario di Federalberghi Garda-Veneto, Giuseppe Lorenzini e il rappresentate del Consorzio Garda Unico, Marco Benedetti. La conferenza è stata abilmente condotta dalla dr.ssa Claudia Farina, giornalista e socia del Gist. Dopo il saluto introduttivo del Sindaco di Garda, Antonio Pasotti, che ha ricordato la sua positiva esperienza di amministratore della Comunità del Garda, si sono succeduti vari interventi dei politici e degli operatori turistici. È emersa la comune volontà di presentare ad Expo2015 il Garda come un territorio unico, una realtà dove tutela dell’ambiente si coniuga con la qualità della vita, le eccellenze enogastronomiche, lo sviluppo sostenibile e la produzione biologica. Un territorio che a buon diritto può ambire ad essere, durante il periodo di apertura dell’Expo milanese, la porta d’ingresso all’evento specie per i visitatori provenienti dall’Europa centrale ed orientale grazie alla presenza degli aeroporti di Venezia e di Verona, oltre che di importanti assi autostradali e ferroviari, facendo del Garda e del suo sistema di accoglienza la base di partenza verso l’Expo e la visita ai territori circostanti. Come ha sottolineato l’assessore al turismo del Veneto, Marino Finozzi, «già ora il Garda è un formidabile attrattore di presenze turistiche che con l’Expo possono essere incrementate, specie nei periodi di bassa stagione. Compito del territorio è fungere anche da attrattore dei flussi turistici che da Milano poi si espanderanno sul territorio, visto che chi viene all’Expo normalmente trascorre anche due-tre giorni alla scoperta delle realtà confinanti». Dal canto suo, l’assessore al turismo della provincia di Trento, Michele Dallapiccola, ha assicurato «la piena collaborazione all’iniziativa messa in campo dalla Comunità del Garda, volta a presentare al visitatore di Expo il territorio benacense come una realtà unica ed unitaria», paragonando il lago di Garda ad «una torre Eiffel parigina, un qualcosa di eccezionale ed unico che deve essere adeguatamente valorizzato agli occhi del mondo, mettendo in risalto le genti, le tradizioni, la cultura e i prodotti tipici del territorio gardesano». Mauro Parolini, assessore al turismo della regione Lombardia, ha sottolineato come «l’Expo costituisca un volano formidabile per lanciare e consolidare nel tempo l’attrattività del Garda come meta turistica verso tutti quei mercati emergenti, specie quelli dell’Europa dell’Est e dell’Oriente, che già conoscono ed apprezzano altre realtà turistiche italiane, da Milano a Venezia, valorizzando le collaborazioni per qualificare al massimo le poche risorse disponibili». Marco Benedetti del Consorzio Garda Unico, ha detto che «il Consorzio ormai lavora unitariamente su tutto il territorio gardesano e lavorerà di comune accordo con la Comunità del Garda per sfruttare al massimo le possibilità offerte da un evento unico ed irripetibile come l’Expo allestita a poca distanza dalla realtà benacense». Tutti temi fatti propri dal presidente della Comunità del Garda, Giorgio Passionelli, il quale ha presentato gli obiettivi del progetto Expo2015 ideato dalla Comunità: «grazie alla disponibilità degli spazi di Cascina Triulza, un complesso di oltre 6.500 metri quadri coperti e 3.500 scoperti posti un una posizione centrale e strategica di Expo, la Comunità accompagnerà i territori delle province di Verona, Brescia, Mantova e Trento all’Expo per alcuni mesi, durante i quali intendiamo offrire ai visitatori un’esperienza completa del nostro territorio, oltre che utilizzare l’evento milanese come leva per venire a conoscere direttamente il Garda e le sue innumerevoli proposte. Ci rivolgiamo ai consorzi turistici, ai consorzi dei produttori tipici e alle aziende per offrire loro la possibilità di una ribalta mondiale a costi decisamente contenuti, per organizzare anche momenti di conoscenza diretta del territorio». Tra le iniziative qualificanti che la Comunità intende allestire ad Expo «una “Bottega del Gusto” dove i visitatori possano assaggiare tutti i prodotti di qualità, molti dei quali Dop, grazie anche alla collaborazione delle scuole alberghiere dei nostri territori, oltre ad allestire specifici pacchetti turistici di 3–5 giorni per venire a conoscere direttamente i territori dove si producono». La conclusione del Convegno è stata affidata a Sabrina Talarico, la quale ha sottolineato l’importanza del quotidiano lavoro dei giornalisti delle testate turistiche per lo sviluppo e la valorizzazione del brand Italia nel mondo ed ha presentato la guida 2014 del GiST, Gruppo italiano Stampa Turistica: un vero e proprio annuario dei professionisti del settore. Prossimamente, su www.gardanotizie.it le interviste televisive ai relatori