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SETTEMBRE 2009
LE MONDE diplomatique il manifesto
TERRORE CALCOLATO
La fogna necessaria di ogni palazzo
economico del male tollerabile (il «male minore») al fine di
HE COSA ACCOMUNA la funzione ecclesiastica,
conservare l’ordine amministrativo delle anime e dei corpi: dalSant’Agostino, i teologi del IX secolo, i filosofi liberali,
l’ordine divino/umano della teologia cristiana a quello prettaLenin, Marx, i sistemi totalitari, i pensatori post-sessanmente immanente della filosofia politica liberale.
tottini e i più recenti teorici della «guerra al terrore» in chiave liNel percorso verso le forme più contemporanee di governo,
berale e democratica? Eyal Weizman mostra come – nelle loro
il processo di misurazione del bene sulla base della legittimaspecificità storiche e nelle loro differenti concezioni della politizione dei mali minori è andato via via affica e della morale – questi diversi autori e attori siano
nandosi, riarticolandosi, sino ad invadere
andati a costituire e a comporre una genealogia di penstrutturalmente l’ordinamento del diritto:
siero che ha posto al centro della propria riflessione il
«Quando misure eccezionali vengono normaproblema dell’amministrazione della violenza, talvollizzate, possono venire applicate più frequenta affermandone la sua ineluttabilità e necessità. Daltemente. Per esempio, elevando gli omicidi
l’accettazione della violenza della prostituzione in
mirati ... a standard legali e morali accettabiSant’Agostino (la prostituzione come «fogna necessali, essi diventano parte delle azioni legali delria di ogni palazzo»), a quella delle dieci ore lavoratilo stato, parte di una lista di tecniche di conve in Marx, all’ «eliminazione preventiva» del «nemitroterrorismo,
con la conseguenza che qualco» (interno ed esterno allo stato, il confine ormai si
siasi senso dell’orrore verso l’atto dell’omicisfuma) postulata dai controterroristi «democratici»: i
dio viene perso». Alle misure eccezionali di
paradigmi messi in campo dai pensatori che costitui«liquidazione» che Weizman analizza posscono l’archivio provvisorio dei mali minori elaborato
sono essere affiancati tutti quei provvedida Weizman presentano un filo rosso che li unisce e
menti di urgenza (di restrizione e confinache si rafforza nel concetto di economia della violenza.
IL MALE MINORE,
mento della libertà) – accettati e tollerati
L’ «arte del governare» sembra trovare uno dei suoi
Eyal Weizman
principi guida proprio nell’arte del calcolo, nel calcolo
Nottetempo, 2009, 7 euro perché «necessari» – a cui la «guerra al ter-
C
I
dei due «totalitarismi» e assolve il duplice
obiettivo di presentare il trionfante liberalismo
come momento alto e definitivo del progresso
LA (IR)RESISTIBILE ASCESA
civile e sociale dopo il «tragico» XX secolo. Al
AL POTERE DI HITLER
tempo stesso, evita la disamina di dinamiche e
Kurt Gossweiler
di responsabilità che hanno condotto a tali tragedie. Decisamente controcorrente vanno inveZambon Editore, 2009, 15 euro
ce i saggi di Kurt Gossweiler, storico della GerL’avvento del fascismo e del nazismo è stato
mania Orientale e che nel periodo preso in coned è tuttora campo di contesa tra ricerca storiosiderazione militava nelle fila del Partito comugrafica e tentativi politici di ridefinire il passato
nista tedesco. Gossweiler cerca di ricostruire il
per controllare il presente e determinare il futuperiodo dell’ascesa al potere di Hitler in Gerro. In particolare nella nostra epoca, si è impomania evidenziando come le classi dirigenti, i
sta come egemone una lettura del Novecento
circoli militaristi e reazionari e la grande imche utilizza in modo spregiudicato la categoria
prenditoria tedesca abbiano dato un
appoggio determinante alla conquista
nazionalsocialista dello stato. Un’oIl racconto comincia fin dalla copertina: uno
pera che restituisce il clima di certezscatto (tratto dal reportage Horseboy di
ze granitiche e verità tagliate con l’acJustin Jin) che da solo è già una storia, e che
cetta in cui si svolgevano le battaglie
avvolge l'intera rivista nell'orizzonte di
politiche tra i comunisti nel periodo e
un'unica inquadratura. Oltre cento pagine,
nel contesto storico in cui i saggi sono
16x24 centimetri di intensa narrazione
stati scritti: quello della guerra fredda
fotografica, Rearviewmirror (edito da
e dello scontro tra mondo capitalista e
Postcart e disponibile al prezzo di 10 euro in
«blocco sovietico» e che vedeva l’aulibreria e in abbonamento sul sito
tore schierato in quest’ultimo campo.
www.rearviewmirror.it) è il nuovo magazine
Senza appello il giudizio di Gossweiquadrimestrale dedicato alla fotografia
ler sulle responsabilità dei «dirigenti
documentaria. Al centro del
del Partito socialdemocratico che
suo obiettivo, RVM (che sarà
non si opposero, se non a parole, alla
presentata il 18 settembre
violenza sempre crescente delle truppe d’assalto naziste»; partigiana e a
nello Spazio Prospekt di via
volte senza sfumature l’interpretazioVigevano 33 a Milano) mette
ne delle dinamiche e delle divisioni
il reportage fotogiornalistico –
che attraversavano il campo del moesplorato, anche al di là della
vimento operaio tedesco di quegli ansua grammatica classica, nelle
ni,
segnati dallo scontro tra la grande
sue forme più diverse e
forza socialdemocratica (che aveva,
inattese – ma lascia aperta
pochi anni prima, votato i crediti di
una finestra anche sui
guerra) e il partito comunista. Dinapersonal projects più onirici
miche che impedirono alle due prined evocativi. Articolata in tre
cipali forze della classe operaia di
macrosezioni, (Reportage, Portfolio e Retrospettiva)
unirsi contro il pericolo fascista e che
la rivista, che nel primo numero presenta, tra gli altri,
– fatte le debite proporzioni – portano
i lavori inediti di Pieter Ten Hoopen, George
a riflettere anche sull’oggi. Servirsi
Georgiou, Marta Sarlo e Agnes Dherbeys, segue il
della storia per prendere di petto i nodi del presente è invece l’intento difilo di una fotografia intesa come linguaggio, come
chiarato della lunga e articolata introesercizio di un punto di vista e come criterio di
duzione di Adriana Chiaia, che riperconoscenza del mondo in cui viviamo, chiave
corre con lo stesso spirito partigiano
d'accesso a luoghi imprevisti, a vite sconosciute, a
dell’autore, alcuni momenti salienti
strade non ancora percorse.
del XX secolo. In particolare, Chiaia
LISA ROMEI
si sofferma sulla storia e sulle fortune
HASTA RIVISTA
l’altare del profitto
DICERIE SUL PROFETA
B
NICOLA PERUGINI
della Thyssen Krupp, azienda il cui fondatore,
Franz Thyssen, compare tra i nomi altisonanti
del capitalismo tedesco che sostennero le camicie brune e nei cui stabilimenti morirono nel dicembre 2007 sette operai torinesi, a cui è dedicato il presente libro: «Arsi vivi sull’altare del
profitto», come recita l’epigrafe, e simboli di
quella solitudine operaia che chiama la sinistra
italiana ad una riflessione critica su se stessa e
su un presente stretto tra crisi e regressione autoritaria.
nome di Miriam con Katerina. Ma la storia
prosegue con un altro tipo di conflitto quello
della figlia per liberarsi dal rapporto di fusionalità e soprattutto dal peso di ricordi non trasmessi ma palpabili nell’angoscia e nei silenzi
materni: forse il passato legato alla guerra non
è una «plastilina» che si può «rimodellare».
CLOTILDE BARBARULLI
l’attimo fuggente
ALYOSHA MATELLA.
rifare il passato
KATERINA E LA SUA GUERRA
Barbara Serdakowski
Robin, 2009, 10 euro
Serdakowski, poeta e scrittrice fra culture e
lingue (dalla Polonia, al Marocco, al Canada,
all’Italia), racconta, in questo primo romanzo,
di una giovane donna in fuga con la sua bambina da una guerra mai nominata, simbolo dei
conflitti degli ultimi decenni, in cui si costruisce il nemico insieme alla paura e all’odio: è
concentrata nella cura della neonata Miriam,
con cui ha un silenzioso e intenso colloquio,
visivo e tattile, e sopporta tutto, anche la violenza sessuale senza reagire: «Non avevo sentito niente, non importava... Ero giovane, per
quei tre in più che si erano intrufolati non c’era bisogno di fare tante storie». Del resto, come le ricorda la madre, in guerra, mentre gli
uomini si combattono, le donne sono violentate. È un viaggio disperato – sottolineato da
un linguaggio scarno, asciutto, incalzante –
fra disagi e fame, in treno e a piedi, fra morti
che, lungo le strade, appaiono «indifesi nella
loro rigidità, anonimi e insignificanti... come
sacchi senza spessore», mentre i giorni passano senza senso, «accavallati, accatastati, come le scatole di assorbenti, senza uso concreto»: lì si può piangere senza che «nessuno
avesse la curiosità di conoscerne il motivo», e
si cerca «a ogni costo la normalità». Dopo la
frontiera, fra guardie armate, si sente come
«un uccello moribondo, quelli a cui mozzano
le ali per farli stare in gabbia»: sarebbe difficile ora narrare al marito, ma, da sola, il passato è «malleabile», si può «rifare». E infatti
nel paese d’accoglienza, pensa di poter lasciarsi tutto alle spalle anche cambiando il
IL BRASILE PER LE STRADE
AA.VV.
Azimut, 2009, 11 euro
L’antologia a cura di Silvia Marianecci raccoglie i racconti di diciannove scrittori brasiliani – autori già considerati classici oppure
emergenti, tra cui Silviano Santiago, Dalton
Trevisan, Milton Hatoum, Sérgio e André
Sant’Anna, Luis Ruffato, Julio Monteiro
Martins, Miguel Sanches Neto, Férrez – che
meglio restituiscono in modo inedito e originale la geografia umana di questo vastissimo
e multiculturale paese. Personaggi, paesaggi,
particolari, storie anche brevissime, a volte di
un realismo accecante, altre assurde e visionarie, ci orientano e disorientano nel tracciare
la mappa appassionata di un Brasile emozionalmente contrastante, vivissimo. «Ho passato tutta la mattina a riflettere su come le cose
importanti che ci accadono dipendano unicamente da un attimo estremo. È come se la vita
intera si andasse accumulando in quell’esiguo spazio temporale di esistenza, ...aspettando un gesto di coraggio o un fattore scatenante per decidersi tutta. La vita è lì che attende
un nostro momento di distrazione per essere
libera dai cappi e dalle accortezze con cui la
teniamo costantemente sotto controllo, e accadere semplicemente», troviamo nel racconto di Ana Maria Gonçalves. E potrebbe valere
come elemento di strutturazione narrativa per
l’intera raccolta, in cui si succedono vite raggrumate tutte in un loro attimo decisivo, miccia della deflagrazione. Un attimo, ma impregnato sempre di quella dolente leggerezza che
non fa perdere la speranza, perché la vita,
nonostante tutto, «non è affatto finita».
MIA LECOMTE
le fonti giudeo-cristiane, a loro volta patrimonio orale di miti e
leggende di un’area divenuta teatro di lotte imponenti: già all’epoca dello stesso Muhammad per imporsi fra i suoi (non
dimentichiamo che subito dopo la morte la sua religione fu rifiutata dagli arabi), e in seguito quando i suoi seguaci decisero
di diffondere ovunque l’islam. Ovviamente, uno dei punti nomente raccontati fino a ora, con il merito di farci udire una padali è rappresentato dalla nascita della nuova religione e da
rola femminile di gran peso che, non a caso, incornicia le voci
come si è generata la parola coranica attraverso rivelazioni e
maschili poste al centro dell’impianto narrativo. L’impressioapparizioni; non mancano pagine toccanti come quelle che
ne d’insieme è quella di una sovrapposizione di voci, pareri,
descrivono l’edificazione della prima moschea e il primo apposizioni che ben restituisce il mistero che da sempre circonpello alla preghiera di Bilal, lo schiavo abissino dalla bellissida il personaggio e, anche se meno improntato di altri testi al
ma e potente voce.
merveilleux e al prodigioso, l’autore scandaglia la figura di
L’enigma del titolo si risolve in qualche modo con le ultime
Maometto affidandosi alla propria immaginazione e creatività
parole del profeta che alludono a quello che succedee all’interpretazione del lettore.
rà dopo la sua morte: «Affermeranno delle cose false
Se è vero che l’inviato di Dio desiderava
sulla mia vita, tracceranno il ritratto di un altro uoessere «un uomo come un altro», nondimeno
mo che chiameranno Muhammad e che sventaglieappare ora come un sognatore impenitente,
ranno a seconda delle circostanze [...] Saranno fuori
ora come un gran seduttore che si distingue
dalla sfera di Dio» e con l’ultimo rigo del volume:
per l’eloquenza, la voce «inebriante come il
«Come statue pietrificate, siamo andati oltre la paromiglior dei vini», le ardenti passioni, pur esla: nel silenzio di Maometto». Il Corano – ce lo disendo immerso in un mondo di violenza e di
mostrano anche le sure in epigrafe – è un testo dallo
odi, di rancori sanguinosi, di vendette fra clan
stile allusivo, che l’autore intende far scoprire a mue di rivalità tra gerarchie dove su tutto prevale
sulmani e non, fiducioso che, anche a quattordici seil desiderio di conquista.
coli di distanza, ognuno può formarsi un proprio giuPer trattare questa materia incandescente,
dizio e trovarvi un valido strumento di analisi della
Salim Bachi si affida a una scrittura classica e
nostra contemporaneità, reinterpretandolo
fluida – ben restituita dalla puntuale traduzioalla luce di una sensibilità moderna che rine di Gaia Amaducci – che rispetta i fatti stoIL SILENZIO DI MAOMETTO
fiuta gli stereotipi e le certezze precostituite.
rici e mostra come un tempo il profeta fosse
Salim Bachi
MARIE-JOSÉ HOYET
molto vicino alla gente del Libro e ai nazareTraduzione di Gaia Amaducci
(1) Cfr. Le Monde diplomatique/il manifesto, otni che convivevano sulla stessa terra e quanto
Epoché, 2009, 16,50 euro
tobre 2007.
il testo sacro dell’islam abbia in comune con
«Un uomo come un altro»
ELLA SFIDA QUELLA di Salim Bachi – giovane autore algerino che sta suscitando sempre maggior interesse in Italia – di dedicare il suo quarto romanzo alla vita
di Maometto. Come nel precedente volume (Uccideteli tutti,
Excelsior 1881, 2007 [1]), ispirato agli atti terroristici dell’11
settembre, si mescolano in modo sottile testimonianze e gusto
del narrare e vengono esplorati con audacia territori che ben
pochi osano toccare. Le quattro voci che si succedono nell’evocare la figura del profeta, soliloquiando retrospettivamente
sulla sua esistenza e rivelando il grande impatto che ha avuto
sul suo entourage, appartengono a persone che hanno condiviso in parte la sua vita: Khadigia la prima moglie, Abu Bakr
l’amico fedele, Khalid il focoso e «sempiterno» guerriero,
Aisha la giovane moglie tra le cui braccia morirà.
Così per indagare lo stato d’animo del profeta e seguire il
suo tortuoso destino, l’autore sceglie un approccio trasversale
che conferisce una certa distanza al racconto e nel contempo
permette di registrare alcune fasi salienti della sua vita. Mettendo innanzitutto l’accento sull’andare quotidiano dei giorni
attraverso la dimensione umana del personaggio, Salim Bachi
mostra quanto era forte e concreto il suo inserimento nel mondo del suo tempo di cui viene tratteggiato un quadro dettagliato. Di certo, rispetto ad altri testi dedicati allo stesso argomento a cui, da buon erudito, si è ovviamente ispirato, l’autore
sposta lo sguardo, tra storie individuali ed epica, su una realtà
complessa e contraddittoria e svela ambienti e persone rara-
rore» ci ha ormai abituati.
Il recente attacco israeliano e la carneficina di Gaza, a cui
l’autore dedica la riflessione del secondo dei due saggi contenuti ne Il Male Minore, costituiscono uno dei teatri più impressionanti di sperimentazione di questo calcolo delle misure
tollerabili di violenza; una sperimentazione che si intreccia e
si amalgama con il diritto umanitario internazionale, cercando
di utilizzarne l’elasticità (esso si fonda costitutivamente sull’idea di violenza tollerabile) al fine di riconfigurare il risultato
aritmetico del calcolo della proporzione di violenza e morti legittime. La distruzione si fa strumento legislativo, varcando i
limiti elastici del consentito, sfruttando le «zone grigie» del
diritto – consuetudinario – internazionale, con il rischio che
essa si trasformi in fonte di legge e norma(lità).
Come contrastare le politiche e la logica del male minore?
Come respingerle prima che la loro accumulazione non ci
porti sull’orlo del precipizio del «male assoluto»? Che la via
di uscita stia nel promuovere mali maggiori o mali assoluti in
modo tale che venga smascherato l’inganno del male minore,
seguendo la logica del «tanto peggio tanto meglio»? L’autore
israeliano suggerisce – sulle orme del concetto di disobbedienza civile così come è stato espresso da Hannah Arendt –
che quando coloro che «hanno messo i loro buoi davanti a
noi» (il male minore e il male assoluto) non siano disponibili a
un confronto che accetti di mettere in discussione i termini
della discussione stessa, «non fare nulla potrebbe ancora essere la forma più efficace di azione politica. Ma questa opzione è riservata a coloro che possono agire diversamente».
I
VIVA LA COLIFATA
Manu Chao
LIBERO ACCESSO
RECENSIONI E SEGNALAZIONI
«Se ti prendono non dire nulla.
Se ti colpiscono non pensare
al dolore. Se i colpi ti fanno
male pensa a qualcosa di
bello. Non guardare dritto
negli occhi. (...) Non pensare
alla vita. Non pensare alla
morte. Non insistere con la
speranza. Tu non esisti. Non
pensare».
È questo, con la forza di un pugno
inatteso nello stomaco, uno dei tanti
messaggi alla non-violenza
pronunciati dalle onde di Radio
Colifata di Buenos Aires. Per resistere
alle brutture del mondo, ma anche
alla sofferenza, i pazienti dell’ospedale
psichiatrico Borda, il più grande della
capitale argentina, si rifugiano in una
ricetta fatta di resistenza e di amore
per la pace. Abituati a trasmettere da
18 anni dalla radio, i pazienti nel corso
del tempo si sono trasformati in
giornalisti e analisti del nostro mondo
surreale con una lucidità che va oltre il
quotidiano. Come quando
commentano un attentato contro i
civili che ha provocato una strage in
Iraq: «Perché l’hanno fatto? Chi ha
agito? Davvero sento un dolore..un
dolore molto grande».
Le loro voci, immerse in un oceano di
poesia, sono ora raccolte nella prima
tranche di un disco in collaborazione
con Manu Chao dal titolo Viva la
Colifata. Come un mosaico di voci e
musica, il disco nasce dopo anni di
collaborazione tra l’artista francospagnolo e la radio LT22 creata come
costola del centro medico. Dall’idea
dello psicologo Alfredo Olivera, la
radio ha aperto nel 1991 per
diventare un mezzo di recupero e
cura per i pazienti.
L’autore di Clandestino, da anni
sbarca nel cortile dell’ospedale,
accompagnato dalla sua chitarra per
realizzare trasmissioni e concerti. Poi
due anni fa, è partito il progetto del
disco per sostenere
economicamente la radio e far
conoscere la voce «di questi maestri
di vita» come ha detto lo stesso Manu
Chao.
Come i precedenti lavori dell’ex
leader dei Mano Negra, anche Viva la
Colifata è strutturato come un viaggio
di emozioni, dove l’amarezza viene
superata da improvvisi squarci di luce.
Sul treno fantasma, a bordo con i
Colifatos, ci si trova a interloquire con
lo spirito di Nerone, intervistato
dall’inviato della radio nella città
capitolina: «Perché ha bruciato
Roma? – viene chiesto a Nerone –
perché era troppo vecchia, brutta? O
lo fece come semplice atto di
crudeltà?». Vi troverete poi da Carlos
Gardel con il suo «tango perdido» e di
seguito nel racconto stupito di un
paziente al suo arrivo al Borda: «Lo
stesso giorno che mi portarono qui,
venne trovato morto un chitarrista
che stava suonando all’angolo della
strada. Ancora adesso non si sa chi
gli sparò con una pallottola d’acciaio,
perforandogli il cuore».
Scenderete dal treno fantasma dei
Colifatos per incontrare le mamme
che prima di andarsene ci hanno
dato gli strumenti per stare nel
mondo e per ringraziarle dell’amore
infinito: «Madre sono qui in tuo
nome» dice un paziente. Riderete del
colifato-cantante che dedica le sue
strofe «A tutte le ragazze che faccio
innamorare ogni giorno...»
Radio La Colifata, che significa «folle»
in lunfardo, l’argot porteño e lingua
ufficiale del tango, è riuscita nel corso
degli anni a sopravvivere non senza
difficoltà, malgrado l’assenza di
finanziamenti pubblici. Ora il disco, di
cui altre due tranche saranno messe
a disposizione degli ascoltatori, si può
scaricare gratuitamente, con l’invito a
lasciare una donazione dal sito
www.vivalacolifata.org. Tutti i testi
sono in castigliano ma presto
verranno pubblicate anche le
traduzioni (info www.manuchao.net).
Come poter perdere la descrizione di
un paziente affetto dalla locura del
sol? «Il sole per me – dice – è la cosa
più importante. La sua luce è una
meraviglia che attraversa il cuore».
CRISTINA ARTONI
Le Monde diplomatique il manifesto SETTEMBRE 2009
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RECENSIONI E SEGNALAZIONI
DELTA DEL NIGER
L’ACQUA NON MI PIACE
MONDOKID
Onomatopee, contorni netti e
semplici da leggere e una serie di
travestimenti da giungla per
aiutare il bambino a incontrare
altri mondi, quelli più «selvaggi»
dai quali però deve poi distanziarsi
per rimanere un essere umano,
con tutto il corredo di convenzioni
che richiede questo difficile stato.
Il trucco utilizzato dal disegnatore
e autore giapponese Taro Gomi per
convincere i più piccoli a fare il bagnetto
serale (non molto amato perché significa
spesso «fine dei giochi e tutti a nanna») è
quello di far entrare il giovane lettore nei
panni di personaggi come l’orso o il
leone. Alla fine lo lascia sguazzare in una
«maschera» di schiuma. Il delizioso librino
per i fratelli e sorelle di tre anni si chiama
Vai a fare il bagno, edizioni Kalandrava,
euro 15. Da notare le illustrazioni molto
«manga».
Il petrolio
è un disastro
ON LINE
Honduras, Messico, Venezuela, Brasile… È in rete il
numero 2 dell’Almanacco latinoamericano, notizie
dall’America latina a cura di Donato di Santo. Per
richiederlo: [email protected]
Notizie, analisi, appuntamento dal mondo kurdo,
nel bollettino 3, in italiano o multilingue, a cura dell’Ufficio
d’Informazione del Kurdistan in Italia www.kurdistan.it e
www.uikionlus.com (italiano), ww.kurdish-info.eu
Notizie, polemiche, statistiche sullo stato del mondo
in… genere su www.zeroviolenzadonne.it
Suggerimenti anti-pub sessista nella rubrica
«Controimmagine» di Barbara Spinelli.
Giornale, Posta, Fazzoletto rosso, I radiodrammi…
Sempre online all’indirizzo www.autistici.org/macerie,
il bollettino Macerie e storie di Torino propone analisi,
percorsi e iniziative «senza tregua per il conflitto sociale»,
e tag antirazziste, anticlericali, antimilitariste.
GEORGE OSODI/AP
I
MOTOSCAFI AVANZANO veloci sul fiume. A
bordo, i ribelli del Mend, il Movimento per l’emancipazione del delta del niger, alzano i kalashnikov. Raggiungono una piccola imbarcazione, la
bloccano, chiedono ai passeggeri: «Qual è la vostra
missione?». «Documentare la situazione nel Delta
del Niger», rispondono due giornalisti sulla barca.
«Guardate le piante di questa zona, guardate i villaggi, guardate il sole e vi daranno le informazioni
che vi servono – dice allora uno del Mend – Hanno
inquinato la zona, non possiamo più pescare. Abbiamo perso la maggior parte dei nostri ragazzi per
l’inquinamento». Il cielo è una cappa grigio fumo.
nel fiume colano perdite di greggio provenienti da
condutture arrugginite. Sui pali della luce dove non
passa corrente, riposano gli uccelli. Un disastro
ecologico che interessa tutto l’ecosistema perché in
quest’area si concentrano 7.000 chilometri quadrati
di foresta di mangrovia, prezioso argine contro i cicloni.
Inizia con queste immagini il film documentario
Delta oil’s dirty business, girato dal regista greco
Yorgos Avgeropoulos nel 2007 tra i canali
del delta. Il film, con i sottotitoli in italiano
e no copyright, accompagna il libro di daniele Pepino Delta in rivolta, pirateria e
guerriglia contro le multinazionali del petrolio in Nigeria, realizzato dal Centro di
documentazione Porfido. Un lavoro collettivo in cinque capitoli che esamina le nuove forme di resistenza popolare in questa
regione meridionale della nigeria e invita il
lettore ad assumersi la propria parte di responsabilità.
nel delta del niger (una regione di circa
70.000 kmq, 9 stati e12 milioni di abitanti),
si produce la maggior parte del petrolio nigeriano, circa 2,4 milioni di barili al giorno.
A chi vanno i soldi? di certo non ci guadagnano le popolazioni locali. nella regione, il reddito
è nettamente inferiore alla media nazionale, e in nigeria il reddito procapite annuo, 1.400 dollari, è inferiore a quello di altri paesi africani come il Senegal,
che non esporta petrolio, ma pesce e arachidi. L’aspettativa di vita, nel delta, non supera i 40 anni e il
tasso di disoccupazione oscilla tra il 75 e il 95%, anche perché a lavorare nei pozzi petroliferi è soprattutto manodopera proveniente dall’esterno. In nigeria –
il maggior esportatore di petrolio del continente africano – a farla da padrone, è soprattutto la Shell (il
principale produttore di petrolio nel paese), sono le
compagnie Usa exxonMobil e Chevron, la francese
Total o l’italiana eni-Agip. La Shell cominciò a
estrarre petrolio in territorio Ijaw – l’etnia maggioritaria dell’area – , nel 1956, e a far pesare i suoi interessi su una struttura statale dagli equilibri fragili indotti dalle manovre coloniali.
Come altri stati africani, la nigeria venne creata
artificialmente nel 1914 con l’unificazione di tre protettorati inglesi fino ad allora amministrati in modo
autonomo – quello della costa del niger, del Lagos e
del nord. In quelle logiche coloniali, frutto di «cinque secoli di saccheggio», trae origine il complesso
di problemi odierni (a carattere regionale, confessionale, etnico-politico). Le cosiddette minoranze etniche che abitano il delta del niger (Ijaw, Ilaje, Urhobo, Ibibio o Itsekiri), sono state emarginate da sempre dalla vita politica ed economica di un paese sterminato (circa 950.000 kmq e 148 milioni di abitanti,
un sesto dell’intera popolazione africana), diviso in
36 stati e 250 diverse etnie. In questa chiave, i ripetuti conflitti tra un nord musulmano agricolo e povero
di risorse e un sud ricco di risorse, animista e cristiano, sono di natura religiosa solo all’apparenza.
Quando la nigeria divenne indipendente dalla
Gran Bretagna, nel 1960, l’industria petrolifera era
TURISTI IN MINIATURA
DELTA DEL NIGER, FEBBRAIO 2006
Militanti mascherati in pattuglia
già attiva da 4 anni e si poteva pensare che il prezioso
greggio a basso contenuto di zolfo e facilmente raffinabile in benzina e gasolio, avrebbe prodotto il miracolo nigeriano. Invece quello squilibrio si accentuò.
Allora, il paese era esportatore di prodotti agricoli,
oggi che il petrolio costituisce il 95% degli introiti
delle esportazioni e l’80% delle
entrate totali, l’autosufficienza
alimentare non esiste più e anche buona parte del carburante
consumato proviene dalle importazioni. A partire dalla sanguinosa guerra civile del Biafra
lo delle risorse per milioni di abitanti afflitti dalla
povertà e invisibili al mondo. Loro sono il popolo.
Questo è il conflitto. Non certo quello di loschi politici che arraffano ricchezze e sguinzagliano bande di
bulli». Il suo portavoce è Jomo Gbomo: nome di battaglia del giovane ingegnere navale Henry okah, dicono in molti, ma lui smentisce. d’altronde, il Movimento appare come una libera coalizione di militanti
armati guidati da una leadership collegiale: un ombrello di sigle disomogenee. Il volume si sofferma su
queste nuove forme di resistenza armata, fluide e intercambiabili, «che sfuggono ai canoni tradizionali
della guerra e anche a quelli della guerriglia classica». okah viene arrestato
in Angola nel settembre
DELTA IN RIVOLTA
2007 con l’accusa di traffiDaniele Pepino
co internazionale di armi e
Centro di documentazione Porfido
via Tarino, 12/c, 10124 Torino; 2009, [email protected],
alto tradimento. Il tentativo
tel. 3291849726; 8 euro; libro + dvd 15 euro inclusa spedizione
di negoziato fra insorti e
governo viene interrotto.
(1967-70), in cui furono
nell’aprile 2007, è stato eletto presidente della nigecoinvolte compagnie peria Umaru Yar’Adua, 58 anni, ex docente di chimica.
trolifere e potenze stranieÈ il primo civile a dirigere il paese dall’indipendenre, e nel decennio successiza, ma è ritenuto un «ostaggio» dell’esercito. nel
vo, alcune leggi hanno perfebbraio 2008, okah viene estradato in nigeria, il
messo alle compagnie pesuo avvocato denuncia la repressione dei prigionieri.
trolifere di trattare direttaIl Mend chiede la liberazione dei suoi compagni e atmente con il governo fedetacca altre piattaforme: in due mesi la produzione di
rale centrale e non più con gli stati dove si trovano i
greggio diminuisce di circa mezzo milione di barili
pozzi. Le multinazionali hanno recintato porzioni
al giorno. A fine giugno 2009, il governo si dichiara
sempre maggiori di terreno agricolo, di fatto confipronto a concedere un’amnistia e sostiene di aver alscandolo ai contadini. Crisi economica e piani di aglestito 27 campi per accogliere i circa 10.000 comgiustamento strutturale hanno poi ulteriormente agbattenti che potrebbero beneficiarne. A metà luglio
gravato la situazione e alimentato il risentimento poHenry okah viene liberato. L’amnistia entra in vigopolare.
re. Il Mend annuncia un cessate il fuoco di 60 giorni,
Il volume di Porfido ricorda che il primo movifino al 15 settembre. diversi gruppi e leader della remento di «autodeterminazione del Delta» risale al
sistenza depongono le armi. Ai primi di settembre, si
febbraio 1966. Allora, Isaac Boro «formò, con 150
arrende il gruppo guidato da Farah dagogo, composterline e una bandiera rossa», una milizia, il niger
sto da circa 3.000 guerriglieri. Il governo conta di ridelta Volunteer Service (ndvs). diede avvio a un’insolvere il conflitto armato entro la fine di dicembre.
surrezione che culminò in una dichiarazione di indiIl Mend dichiara: «Ci stiamo liberando dei comanpendenza e nella proclamazione della Repubblica del
danti la cui identità è ormai conosciuta, per garantidelta del niger. Ma quando come primo atto annullò
re la nostra sicurezza». Il contesto di problemi e
i contratti petroliferi, arrivò l’esercito a bordo di
squilibri che alimenta le rivolte armate non si risolvegommoni della Shell e mise fine con la forza alla Rerà per decreto.
GERALDINA COLOTTI
pubblica. da allora, manifestazioni pacifiche si sono
alternate ad atti di rivolta e sabotaggio, e da 15 anni a
Il libro sarà presentato a Roma, alla Sapienza, alla Facoltà di lettere
e filosofia Aula 3, giovedì 24 settembre alle 16.
questa parte, i movimenti di protesta contro il disastro ecologico e per una più
equa ripartizione della ricchezza hanno acquisito forza e deL’ETÀ DEL PETROLIO
terminazione.
Los Amigos de Ludd
I governi, incapaci di far rispettare alle compagnie qualsiPorfido, 2009, 2,5 euro (via Tarino, 12/C, Vanchiglia, Torino) [email protected]
voglia obbligo di sicurezza,
L’oro nero è ovunque, a profondità variabili, nei giacimenti sotto la crosta
hanno però usato il pugno di
terrestre. Dovrebbe essere di tutti, come l’acqua (di fatto, «oro blu», sempre
ferro contro i movimenti. nel
più conteso dai mercati finanziari e dalle «guerre locali»). Il petrolio inizia la
1995, lo scrittore Ken Saro-Wisua epopea «imperialista», nel 1859, sotto l’egida di Drake, per poi piantare
wa, viene messo a morte insiepaletti tecnologici di colonizzazione (targati: Standard Oil, Royal Dutch-Shell,
me ad altri 9 militanti del MoviAnglo-Persian, Gulf) sull’intero pianeta. Le prospezioni dell’inizio ’900 crimento per la sopravvivenza del
vellano la crosta e lo zoccolo sottomarino, dal Venezuela al Messico, dall’expopolo ogoni (Mosop). nei vilPersia, all’Indonesia… Oggi, cartellizzato da multinazionali e titoli di borsa, il
laggi Ijawland i giovani senza
petrolio condiziona e asfissia l’intera vita del pianeta, a livello politico, sociale
futuro vengono massacrati dai
ed economico. Il testo, tradotto e pubblicato dal Centro di documentazione
militari. nel ’99, dopo una serie
Porfido, costituisce il capitolo V del libro spagnolo di: Los amigos de Ludd
(Las ilusiones renovables: la cuestión de la energía y la dominación social,
di colpi di stato, in nigeria si
Bilbao, 2007), pone un interrogativo fondamentale al presente: «Chiarire se la
svolgono elezioni democraticaduta più o meno accelerata del regime petrolifero possa aprire una breccia
che, ma la situazione nel delta
per nuove possibilità sulle quali costruire una società autonoma, radicalmente
non migliora. Si formano grupdiversa da quella attuale»… All’inizio del suo processo di sfruttamento, quepi come il niger delta People’s
sto residuo fossile, sotto forma di bitume e catrame, trasformò le navi fenicie
Volunteer Force (ndpvf), al
calafatate, in veicoli di espansione e conquista inarrestabili; mentre la «pece
crocevia fra politica e banditigreca», strumento di morte (brevettato, pare, da Pitagora) venne catapultato
smo economico. Il Mend si conella guerra di distruzione millenni prima del napalm. Oggi, da una guerra alstituisce nel novembre 2005,
l’altra, dal mito dell’automobilità a quello della risorsa universale a buon mercompie attacchi spettacolari alcato, l’oro nero continua a condizionare gli utenti della pompa di benzina, con
le piattaforme petrolifere, sel’occhio fisso sul diagramma drogato del prezzo del greggio, ma non solo. Il
questri, sabotaggi, atti di piratepetrolio, afferma il testo, ha fittiziamente dematerializzato tutto ciò che un
ria, assalti alle carceri. Scrive
tempo condizionava l’economia. Uscire dal dominio del regime energetico deproclami, si smarca dalle azioni
gli idrocarburi, potrebbe dunque indebolire il sistema di dominio? In questo
dei gruppi che possono scredisenso, il pamphlet non si sbilancia: «Rispondere frettolosamente a tale questiotarlo: «Noi – dice il Mend – stiane, in un senso come nell’altro – afferma –, significherebbe ignorarne la commo combattendo per il controlERMANNO GALLO
plessità».
I
Se Nada vive in Marocco, Tie Zhu invece
se ne sta fra i mandorli in fiore della Cina:
ha nove anni, quattro galline e un nemico,
Su, con il quale ha litigato a morte perché
è prepotente. Nada, dalla sua terra calda,
ha un’avventura da raccontare agli altri
bambini che la leggono nel mondo: è
stata all’hammam, il bagno pubblico dove
ci si rilassa, purifica e si prende il tè alla
menta. Dopo, per lei c’è il caotico e
profumatissimo suq, ma la vera novità è
che ha trovato un gattino da allevare.
Molto divertenti le due mini-guide sui
paesi, edite da Touring Junior (euro 12,
collana «Amici del mondo»), agili e piene
di informazioni, con un glossario alla fine
di ogni libro che spiega alcune parole o
frasi importanti nell’uso comune della
lingua. Ottime per curiosi viaggiatori di
terza e quarta elementare.
TUTTESTORIE
Il Festival di letteratura per ragazzi di
Cagliari, giunto alla sua quarta edizione, fa
i conti con l’adolescenza e le sue
metamorfosi. «Aiuto, sto cambiando!
Racconti, visioni e libri per rospi da
baciare» (8-11 ottobre) è il titolo della
rassegna di quest’anno, che si terrà al
Centro comunale d’arte e cultura ExMà,
piazza san Cosimo. Fra gli ospiti che
giocheranno con l’idea della perdita di
identità e delle nuove realtà «fisiche»,
fantastiche e impossibili, ci saranno anche
Bruno Tognolini Anne Fine, Ulf Stark, Tony
Ross, Chen Jiang Hong, Giusi Quarenghi,
Andrea Valente, Pietro Formentini, Guido
Quarzo, Anna Vivarelli, Anna Lavatelli,
Antonio Catalano e Angela Nanetti.
EMOZIONI ALLO SPECCHIO
Le illustrazioni di questo libretto dedicato
«all’amore e all’amicizia» sono imperdibili.
Dopo una specie di vademecum per
orientarsi fra i contrari filosofici pubblicato
l’anno scorso, torna la coppia Oscar
Brenifier e Jacques Després, questa volta
alle prese con sentimenti scottanti. Come
fuochi d’artificio brillano in ogni pagina
domande fondamentali, alle quali ognuno
può dare la propria risposta, o decidere di
ignorare l’argomento e passare oltre.
Bellissimi i pupazzetti che popolano il
volume, marzianini amletici che si
interrogano in spazi caratterizzati da un
design high tech. Così c’è chi pensa che sia
obbligatorio amare i genitori e chi invece
rivendica la libertà di giudizio perché «non
abbiamo chiesto noi di esistere». Isbn
edizioni, euro 12.50.
DISEGNA L’AFRICA
Un concorso dedicato ai più piccoli,
promosso dalla fondazione Previasme
Onlus e aperto alla partecipazione
(gratuita) dei ragazzi fino ai 14 anni.
L’obiettivo è sostenere i progetti dell’Amref
attraverso la creatività dell’infanzia e
dell’adolescenza, a cui saranno devoluti
10 euro per ogni concorrente. Gli «artisti»
potranno disegnare a proprio piacimento
l’Africa, la sua vita quotidiana, i paesaggi, le
sue risorse e le sue miserie. I disegni
ricevuti verranno pubblicati sul sito
www.dazeroinsu.it e al termine
dell’iniziativa, verranno selezionati dodici
disegni per realizzare il calendario 2010
della fondazione. I vincitori saranno
«ambiasciatori» dell’Africa in Italia e
gemellati con altrettanti piccoli africani
sostenuti a distanza da Previasme.
ARIANNA DI GENOVA
([email protected])
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md 09 - Manu Chao