30 SETTEMBRE 2009 LE MONDE diplomatique il manifesto TERRORE CALCOLATO La fogna necessaria di ogni palazzo economico del male tollerabile (il «male minore») al fine di HE COSA ACCOMUNA la funzione ecclesiastica, conservare l’ordine amministrativo delle anime e dei corpi: dalSant’Agostino, i teologi del IX secolo, i filosofi liberali, l’ordine divino/umano della teologia cristiana a quello prettaLenin, Marx, i sistemi totalitari, i pensatori post-sessanmente immanente della filosofia politica liberale. tottini e i più recenti teorici della «guerra al terrore» in chiave liNel percorso verso le forme più contemporanee di governo, berale e democratica? Eyal Weizman mostra come – nelle loro il processo di misurazione del bene sulla base della legittimaspecificità storiche e nelle loro differenti concezioni della politizione dei mali minori è andato via via affica e della morale – questi diversi autori e attori siano nandosi, riarticolandosi, sino ad invadere andati a costituire e a comporre una genealogia di penstrutturalmente l’ordinamento del diritto: siero che ha posto al centro della propria riflessione il «Quando misure eccezionali vengono normaproblema dell’amministrazione della violenza, talvollizzate, possono venire applicate più frequenta affermandone la sua ineluttabilità e necessità. Daltemente. Per esempio, elevando gli omicidi l’accettazione della violenza della prostituzione in mirati ... a standard legali e morali accettabiSant’Agostino (la prostituzione come «fogna necessali, essi diventano parte delle azioni legali delria di ogni palazzo»), a quella delle dieci ore lavoratilo stato, parte di una lista di tecniche di conve in Marx, all’ «eliminazione preventiva» del «nemitroterrorismo, con la conseguenza che qualco» (interno ed esterno allo stato, il confine ormai si siasi senso dell’orrore verso l’atto dell’omicisfuma) postulata dai controterroristi «democratici»: i dio viene perso». Alle misure eccezionali di paradigmi messi in campo dai pensatori che costitui«liquidazione» che Weizman analizza posscono l’archivio provvisorio dei mali minori elaborato sono essere affiancati tutti quei provvedida Weizman presentano un filo rosso che li unisce e menti di urgenza (di restrizione e confinache si rafforza nel concetto di economia della violenza. IL MALE MINORE, mento della libertà) – accettati e tollerati L’ «arte del governare» sembra trovare uno dei suoi Eyal Weizman principi guida proprio nell’arte del calcolo, nel calcolo Nottetempo, 2009, 7 euro perché «necessari» – a cui la «guerra al ter- C I dei due «totalitarismi» e assolve il duplice obiettivo di presentare il trionfante liberalismo come momento alto e definitivo del progresso LA (IR)RESISTIBILE ASCESA civile e sociale dopo il «tragico» XX secolo. Al AL POTERE DI HITLER tempo stesso, evita la disamina di dinamiche e Kurt Gossweiler di responsabilità che hanno condotto a tali tragedie. Decisamente controcorrente vanno inveZambon Editore, 2009, 15 euro ce i saggi di Kurt Gossweiler, storico della GerL’avvento del fascismo e del nazismo è stato mania Orientale e che nel periodo preso in coned è tuttora campo di contesa tra ricerca storiosiderazione militava nelle fila del Partito comugrafica e tentativi politici di ridefinire il passato nista tedesco. Gossweiler cerca di ricostruire il per controllare il presente e determinare il futuperiodo dell’ascesa al potere di Hitler in Gerro. In particolare nella nostra epoca, si è impomania evidenziando come le classi dirigenti, i sta come egemone una lettura del Novecento circoli militaristi e reazionari e la grande imche utilizza in modo spregiudicato la categoria prenditoria tedesca abbiano dato un appoggio determinante alla conquista nazionalsocialista dello stato. Un’oIl racconto comincia fin dalla copertina: uno pera che restituisce il clima di certezscatto (tratto dal reportage Horseboy di ze granitiche e verità tagliate con l’acJustin Jin) che da solo è già una storia, e che cetta in cui si svolgevano le battaglie avvolge l'intera rivista nell'orizzonte di politiche tra i comunisti nel periodo e un'unica inquadratura. Oltre cento pagine, nel contesto storico in cui i saggi sono 16x24 centimetri di intensa narrazione stati scritti: quello della guerra fredda fotografica, Rearviewmirror (edito da e dello scontro tra mondo capitalista e Postcart e disponibile al prezzo di 10 euro in «blocco sovietico» e che vedeva l’aulibreria e in abbonamento sul sito tore schierato in quest’ultimo campo. www.rearviewmirror.it) è il nuovo magazine Senza appello il giudizio di Gossweiquadrimestrale dedicato alla fotografia ler sulle responsabilità dei «dirigenti documentaria. Al centro del del Partito socialdemocratico che suo obiettivo, RVM (che sarà non si opposero, se non a parole, alla presentata il 18 settembre violenza sempre crescente delle truppe d’assalto naziste»; partigiana e a nello Spazio Prospekt di via volte senza sfumature l’interpretazioVigevano 33 a Milano) mette ne delle dinamiche e delle divisioni il reportage fotogiornalistico – che attraversavano il campo del moesplorato, anche al di là della vimento operaio tedesco di quegli ansua grammatica classica, nelle ni, segnati dallo scontro tra la grande sue forme più diverse e forza socialdemocratica (che aveva, inattese – ma lascia aperta pochi anni prima, votato i crediti di una finestra anche sui guerra) e il partito comunista. Dinapersonal projects più onirici miche che impedirono alle due prined evocativi. Articolata in tre cipali forze della classe operaia di macrosezioni, (Reportage, Portfolio e Retrospettiva) unirsi contro il pericolo fascista e che la rivista, che nel primo numero presenta, tra gli altri, – fatte le debite proporzioni – portano i lavori inediti di Pieter Ten Hoopen, George a riflettere anche sull’oggi. Servirsi Georgiou, Marta Sarlo e Agnes Dherbeys, segue il della storia per prendere di petto i nodi del presente è invece l’intento difilo di una fotografia intesa come linguaggio, come chiarato della lunga e articolata introesercizio di un punto di vista e come criterio di duzione di Adriana Chiaia, che riperconoscenza del mondo in cui viviamo, chiave corre con lo stesso spirito partigiano d'accesso a luoghi imprevisti, a vite sconosciute, a dell’autore, alcuni momenti salienti strade non ancora percorse. del XX secolo. In particolare, Chiaia LISA ROMEI si sofferma sulla storia e sulle fortune HASTA RIVISTA l’altare del profitto DICERIE SUL PROFETA B NICOLA PERUGINI della Thyssen Krupp, azienda il cui fondatore, Franz Thyssen, compare tra i nomi altisonanti del capitalismo tedesco che sostennero le camicie brune e nei cui stabilimenti morirono nel dicembre 2007 sette operai torinesi, a cui è dedicato il presente libro: «Arsi vivi sull’altare del profitto», come recita l’epigrafe, e simboli di quella solitudine operaia che chiama la sinistra italiana ad una riflessione critica su se stessa e su un presente stretto tra crisi e regressione autoritaria. nome di Miriam con Katerina. Ma la storia prosegue con un altro tipo di conflitto quello della figlia per liberarsi dal rapporto di fusionalità e soprattutto dal peso di ricordi non trasmessi ma palpabili nell’angoscia e nei silenzi materni: forse il passato legato alla guerra non è una «plastilina» che si può «rimodellare». CLOTILDE BARBARULLI l’attimo fuggente ALYOSHA MATELLA. rifare il passato KATERINA E LA SUA GUERRA Barbara Serdakowski Robin, 2009, 10 euro Serdakowski, poeta e scrittrice fra culture e lingue (dalla Polonia, al Marocco, al Canada, all’Italia), racconta, in questo primo romanzo, di una giovane donna in fuga con la sua bambina da una guerra mai nominata, simbolo dei conflitti degli ultimi decenni, in cui si costruisce il nemico insieme alla paura e all’odio: è concentrata nella cura della neonata Miriam, con cui ha un silenzioso e intenso colloquio, visivo e tattile, e sopporta tutto, anche la violenza sessuale senza reagire: «Non avevo sentito niente, non importava... Ero giovane, per quei tre in più che si erano intrufolati non c’era bisogno di fare tante storie». Del resto, come le ricorda la madre, in guerra, mentre gli uomini si combattono, le donne sono violentate. È un viaggio disperato – sottolineato da un linguaggio scarno, asciutto, incalzante – fra disagi e fame, in treno e a piedi, fra morti che, lungo le strade, appaiono «indifesi nella loro rigidità, anonimi e insignificanti... come sacchi senza spessore», mentre i giorni passano senza senso, «accavallati, accatastati, come le scatole di assorbenti, senza uso concreto»: lì si può piangere senza che «nessuno avesse la curiosità di conoscerne il motivo», e si cerca «a ogni costo la normalità». Dopo la frontiera, fra guardie armate, si sente come «un uccello moribondo, quelli a cui mozzano le ali per farli stare in gabbia»: sarebbe difficile ora narrare al marito, ma, da sola, il passato è «malleabile», si può «rifare». E infatti nel paese d’accoglienza, pensa di poter lasciarsi tutto alle spalle anche cambiando il IL BRASILE PER LE STRADE AA.VV. Azimut, 2009, 11 euro L’antologia a cura di Silvia Marianecci raccoglie i racconti di diciannove scrittori brasiliani – autori già considerati classici oppure emergenti, tra cui Silviano Santiago, Dalton Trevisan, Milton Hatoum, Sérgio e André Sant’Anna, Luis Ruffato, Julio Monteiro Martins, Miguel Sanches Neto, Férrez – che meglio restituiscono in modo inedito e originale la geografia umana di questo vastissimo e multiculturale paese. Personaggi, paesaggi, particolari, storie anche brevissime, a volte di un realismo accecante, altre assurde e visionarie, ci orientano e disorientano nel tracciare la mappa appassionata di un Brasile emozionalmente contrastante, vivissimo. «Ho passato tutta la mattina a riflettere su come le cose importanti che ci accadono dipendano unicamente da un attimo estremo. È come se la vita intera si andasse accumulando in quell’esiguo spazio temporale di esistenza, ...aspettando un gesto di coraggio o un fattore scatenante per decidersi tutta. La vita è lì che attende un nostro momento di distrazione per essere libera dai cappi e dalle accortezze con cui la teniamo costantemente sotto controllo, e accadere semplicemente», troviamo nel racconto di Ana Maria Gonçalves. E potrebbe valere come elemento di strutturazione narrativa per l’intera raccolta, in cui si succedono vite raggrumate tutte in un loro attimo decisivo, miccia della deflagrazione. Un attimo, ma impregnato sempre di quella dolente leggerezza che non fa perdere la speranza, perché la vita, nonostante tutto, «non è affatto finita». MIA LECOMTE le fonti giudeo-cristiane, a loro volta patrimonio orale di miti e leggende di un’area divenuta teatro di lotte imponenti: già all’epoca dello stesso Muhammad per imporsi fra i suoi (non dimentichiamo che subito dopo la morte la sua religione fu rifiutata dagli arabi), e in seguito quando i suoi seguaci decisero di diffondere ovunque l’islam. Ovviamente, uno dei punti nomente raccontati fino a ora, con il merito di farci udire una padali è rappresentato dalla nascita della nuova religione e da rola femminile di gran peso che, non a caso, incornicia le voci come si è generata la parola coranica attraverso rivelazioni e maschili poste al centro dell’impianto narrativo. L’impressioapparizioni; non mancano pagine toccanti come quelle che ne d’insieme è quella di una sovrapposizione di voci, pareri, descrivono l’edificazione della prima moschea e il primo apposizioni che ben restituisce il mistero che da sempre circonpello alla preghiera di Bilal, lo schiavo abissino dalla bellissida il personaggio e, anche se meno improntato di altri testi al ma e potente voce. merveilleux e al prodigioso, l’autore scandaglia la figura di L’enigma del titolo si risolve in qualche modo con le ultime Maometto affidandosi alla propria immaginazione e creatività parole del profeta che alludono a quello che succedee all’interpretazione del lettore. rà dopo la sua morte: «Affermeranno delle cose false Se è vero che l’inviato di Dio desiderava sulla mia vita, tracceranno il ritratto di un altro uoessere «un uomo come un altro», nondimeno mo che chiameranno Muhammad e che sventaglieappare ora come un sognatore impenitente, ranno a seconda delle circostanze [...] Saranno fuori ora come un gran seduttore che si distingue dalla sfera di Dio» e con l’ultimo rigo del volume: per l’eloquenza, la voce «inebriante come il «Come statue pietrificate, siamo andati oltre la paromiglior dei vini», le ardenti passioni, pur esla: nel silenzio di Maometto». Il Corano – ce lo disendo immerso in un mondo di violenza e di mostrano anche le sure in epigrafe – è un testo dallo odi, di rancori sanguinosi, di vendette fra clan stile allusivo, che l’autore intende far scoprire a mue di rivalità tra gerarchie dove su tutto prevale sulmani e non, fiducioso che, anche a quattordici seil desiderio di conquista. coli di distanza, ognuno può formarsi un proprio giuPer trattare questa materia incandescente, dizio e trovarvi un valido strumento di analisi della Salim Bachi si affida a una scrittura classica e nostra contemporaneità, reinterpretandolo fluida – ben restituita dalla puntuale traduzioalla luce di una sensibilità moderna che rine di Gaia Amaducci – che rispetta i fatti stoIL SILENZIO DI MAOMETTO fiuta gli stereotipi e le certezze precostituite. rici e mostra come un tempo il profeta fosse Salim Bachi MARIE-JOSÉ HOYET molto vicino alla gente del Libro e ai nazareTraduzione di Gaia Amaducci (1) Cfr. Le Monde diplomatique/il manifesto, otni che convivevano sulla stessa terra e quanto Epoché, 2009, 16,50 euro tobre 2007. il testo sacro dell’islam abbia in comune con «Un uomo come un altro» ELLA SFIDA QUELLA di Salim Bachi – giovane autore algerino che sta suscitando sempre maggior interesse in Italia – di dedicare il suo quarto romanzo alla vita di Maometto. Come nel precedente volume (Uccideteli tutti, Excelsior 1881, 2007 [1]), ispirato agli atti terroristici dell’11 settembre, si mescolano in modo sottile testimonianze e gusto del narrare e vengono esplorati con audacia territori che ben pochi osano toccare. Le quattro voci che si succedono nell’evocare la figura del profeta, soliloquiando retrospettivamente sulla sua esistenza e rivelando il grande impatto che ha avuto sul suo entourage, appartengono a persone che hanno condiviso in parte la sua vita: Khadigia la prima moglie, Abu Bakr l’amico fedele, Khalid il focoso e «sempiterno» guerriero, Aisha la giovane moglie tra le cui braccia morirà. Così per indagare lo stato d’animo del profeta e seguire il suo tortuoso destino, l’autore sceglie un approccio trasversale che conferisce una certa distanza al racconto e nel contempo permette di registrare alcune fasi salienti della sua vita. Mettendo innanzitutto l’accento sull’andare quotidiano dei giorni attraverso la dimensione umana del personaggio, Salim Bachi mostra quanto era forte e concreto il suo inserimento nel mondo del suo tempo di cui viene tratteggiato un quadro dettagliato. Di certo, rispetto ad altri testi dedicati allo stesso argomento a cui, da buon erudito, si è ovviamente ispirato, l’autore sposta lo sguardo, tra storie individuali ed epica, su una realtà complessa e contraddittoria e svela ambienti e persone rara- rore» ci ha ormai abituati. Il recente attacco israeliano e la carneficina di Gaza, a cui l’autore dedica la riflessione del secondo dei due saggi contenuti ne Il Male Minore, costituiscono uno dei teatri più impressionanti di sperimentazione di questo calcolo delle misure tollerabili di violenza; una sperimentazione che si intreccia e si amalgama con il diritto umanitario internazionale, cercando di utilizzarne l’elasticità (esso si fonda costitutivamente sull’idea di violenza tollerabile) al fine di riconfigurare il risultato aritmetico del calcolo della proporzione di violenza e morti legittime. La distruzione si fa strumento legislativo, varcando i limiti elastici del consentito, sfruttando le «zone grigie» del diritto – consuetudinario – internazionale, con il rischio che essa si trasformi in fonte di legge e norma(lità). Come contrastare le politiche e la logica del male minore? Come respingerle prima che la loro accumulazione non ci porti sull’orlo del precipizio del «male assoluto»? Che la via di uscita stia nel promuovere mali maggiori o mali assoluti in modo tale che venga smascherato l’inganno del male minore, seguendo la logica del «tanto peggio tanto meglio»? L’autore israeliano suggerisce – sulle orme del concetto di disobbedienza civile così come è stato espresso da Hannah Arendt – che quando coloro che «hanno messo i loro buoi davanti a noi» (il male minore e il male assoluto) non siano disponibili a un confronto che accetti di mettere in discussione i termini della discussione stessa, «non fare nulla potrebbe ancora essere la forma più efficace di azione politica. Ma questa opzione è riservata a coloro che possono agire diversamente». I VIVA LA COLIFATA Manu Chao LIBERO ACCESSO RECENSIONI E SEGNALAZIONI «Se ti prendono non dire nulla. Se ti colpiscono non pensare al dolore. Se i colpi ti fanno male pensa a qualcosa di bello. Non guardare dritto negli occhi. (...) Non pensare alla vita. Non pensare alla morte. Non insistere con la speranza. Tu non esisti. Non pensare». È questo, con la forza di un pugno inatteso nello stomaco, uno dei tanti messaggi alla non-violenza pronunciati dalle onde di Radio Colifata di Buenos Aires. Per resistere alle brutture del mondo, ma anche alla sofferenza, i pazienti dell’ospedale psichiatrico Borda, il più grande della capitale argentina, si rifugiano in una ricetta fatta di resistenza e di amore per la pace. Abituati a trasmettere da 18 anni dalla radio, i pazienti nel corso del tempo si sono trasformati in giornalisti e analisti del nostro mondo surreale con una lucidità che va oltre il quotidiano. Come quando commentano un attentato contro i civili che ha provocato una strage in Iraq: «Perché l’hanno fatto? Chi ha agito? Davvero sento un dolore..un dolore molto grande». Le loro voci, immerse in un oceano di poesia, sono ora raccolte nella prima tranche di un disco in collaborazione con Manu Chao dal titolo Viva la Colifata. Come un mosaico di voci e musica, il disco nasce dopo anni di collaborazione tra l’artista francospagnolo e la radio LT22 creata come costola del centro medico. Dall’idea dello psicologo Alfredo Olivera, la radio ha aperto nel 1991 per diventare un mezzo di recupero e cura per i pazienti. L’autore di Clandestino, da anni sbarca nel cortile dell’ospedale, accompagnato dalla sua chitarra per realizzare trasmissioni e concerti. Poi due anni fa, è partito il progetto del disco per sostenere economicamente la radio e far conoscere la voce «di questi maestri di vita» come ha detto lo stesso Manu Chao. Come i precedenti lavori dell’ex leader dei Mano Negra, anche Viva la Colifata è strutturato come un viaggio di emozioni, dove l’amarezza viene superata da improvvisi squarci di luce. Sul treno fantasma, a bordo con i Colifatos, ci si trova a interloquire con lo spirito di Nerone, intervistato dall’inviato della radio nella città capitolina: «Perché ha bruciato Roma? – viene chiesto a Nerone – perché era troppo vecchia, brutta? O lo fece come semplice atto di crudeltà?». Vi troverete poi da Carlos Gardel con il suo «tango perdido» e di seguito nel racconto stupito di un paziente al suo arrivo al Borda: «Lo stesso giorno che mi portarono qui, venne trovato morto un chitarrista che stava suonando all’angolo della strada. Ancora adesso non si sa chi gli sparò con una pallottola d’acciaio, perforandogli il cuore». Scenderete dal treno fantasma dei Colifatos per incontrare le mamme che prima di andarsene ci hanno dato gli strumenti per stare nel mondo e per ringraziarle dell’amore infinito: «Madre sono qui in tuo nome» dice un paziente. Riderete del colifato-cantante che dedica le sue strofe «A tutte le ragazze che faccio innamorare ogni giorno...» Radio La Colifata, che significa «folle» in lunfardo, l’argot porteño e lingua ufficiale del tango, è riuscita nel corso degli anni a sopravvivere non senza difficoltà, malgrado l’assenza di finanziamenti pubblici. Ora il disco, di cui altre due tranche saranno messe a disposizione degli ascoltatori, si può scaricare gratuitamente, con l’invito a lasciare una donazione dal sito www.vivalacolifata.org. Tutti i testi sono in castigliano ma presto verranno pubblicate anche le traduzioni (info www.manuchao.net). Come poter perdere la descrizione di un paziente affetto dalla locura del sol? «Il sole per me – dice – è la cosa più importante. La sua luce è una meraviglia che attraversa il cuore». CRISTINA ARTONI Le Monde diplomatique il manifesto SETTEMBRE 2009 31 RECENSIONI E SEGNALAZIONI DELTA DEL NIGER L’ACQUA NON MI PIACE MONDOKID Onomatopee, contorni netti e semplici da leggere e una serie di travestimenti da giungla per aiutare il bambino a incontrare altri mondi, quelli più «selvaggi» dai quali però deve poi distanziarsi per rimanere un essere umano, con tutto il corredo di convenzioni che richiede questo difficile stato. Il trucco utilizzato dal disegnatore e autore giapponese Taro Gomi per convincere i più piccoli a fare il bagnetto serale (non molto amato perché significa spesso «fine dei giochi e tutti a nanna») è quello di far entrare il giovane lettore nei panni di personaggi come l’orso o il leone. Alla fine lo lascia sguazzare in una «maschera» di schiuma. Il delizioso librino per i fratelli e sorelle di tre anni si chiama Vai a fare il bagno, edizioni Kalandrava, euro 15. Da notare le illustrazioni molto «manga». Il petrolio è un disastro ON LINE Honduras, Messico, Venezuela, Brasile… È in rete il numero 2 dell’Almanacco latinoamericano, notizie dall’America latina a cura di Donato di Santo. Per richiederlo: [email protected] Notizie, analisi, appuntamento dal mondo kurdo, nel bollettino 3, in italiano o multilingue, a cura dell’Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia www.kurdistan.it e www.uikionlus.com (italiano), ww.kurdish-info.eu Notizie, polemiche, statistiche sullo stato del mondo in… genere su www.zeroviolenzadonne.it Suggerimenti anti-pub sessista nella rubrica «Controimmagine» di Barbara Spinelli. Giornale, Posta, Fazzoletto rosso, I radiodrammi… Sempre online all’indirizzo www.autistici.org/macerie, il bollettino Macerie e storie di Torino propone analisi, percorsi e iniziative «senza tregua per il conflitto sociale», e tag antirazziste, anticlericali, antimilitariste. GEORGE OSODI/AP I MOTOSCAFI AVANZANO veloci sul fiume. A bordo, i ribelli del Mend, il Movimento per l’emancipazione del delta del niger, alzano i kalashnikov. Raggiungono una piccola imbarcazione, la bloccano, chiedono ai passeggeri: «Qual è la vostra missione?». «Documentare la situazione nel Delta del Niger», rispondono due giornalisti sulla barca. «Guardate le piante di questa zona, guardate i villaggi, guardate il sole e vi daranno le informazioni che vi servono – dice allora uno del Mend – Hanno inquinato la zona, non possiamo più pescare. Abbiamo perso la maggior parte dei nostri ragazzi per l’inquinamento». Il cielo è una cappa grigio fumo. nel fiume colano perdite di greggio provenienti da condutture arrugginite. Sui pali della luce dove non passa corrente, riposano gli uccelli. Un disastro ecologico che interessa tutto l’ecosistema perché in quest’area si concentrano 7.000 chilometri quadrati di foresta di mangrovia, prezioso argine contro i cicloni. Inizia con queste immagini il film documentario Delta oil’s dirty business, girato dal regista greco Yorgos Avgeropoulos nel 2007 tra i canali del delta. Il film, con i sottotitoli in italiano e no copyright, accompagna il libro di daniele Pepino Delta in rivolta, pirateria e guerriglia contro le multinazionali del petrolio in Nigeria, realizzato dal Centro di documentazione Porfido. Un lavoro collettivo in cinque capitoli che esamina le nuove forme di resistenza popolare in questa regione meridionale della nigeria e invita il lettore ad assumersi la propria parte di responsabilità. nel delta del niger (una regione di circa 70.000 kmq, 9 stati e12 milioni di abitanti), si produce la maggior parte del petrolio nigeriano, circa 2,4 milioni di barili al giorno. A chi vanno i soldi? di certo non ci guadagnano le popolazioni locali. nella regione, il reddito è nettamente inferiore alla media nazionale, e in nigeria il reddito procapite annuo, 1.400 dollari, è inferiore a quello di altri paesi africani come il Senegal, che non esporta petrolio, ma pesce e arachidi. L’aspettativa di vita, nel delta, non supera i 40 anni e il tasso di disoccupazione oscilla tra il 75 e il 95%, anche perché a lavorare nei pozzi petroliferi è soprattutto manodopera proveniente dall’esterno. In nigeria – il maggior esportatore di petrolio del continente africano – a farla da padrone, è soprattutto la Shell (il principale produttore di petrolio nel paese), sono le compagnie Usa exxonMobil e Chevron, la francese Total o l’italiana eni-Agip. La Shell cominciò a estrarre petrolio in territorio Ijaw – l’etnia maggioritaria dell’area – , nel 1956, e a far pesare i suoi interessi su una struttura statale dagli equilibri fragili indotti dalle manovre coloniali. Come altri stati africani, la nigeria venne creata artificialmente nel 1914 con l’unificazione di tre protettorati inglesi fino ad allora amministrati in modo autonomo – quello della costa del niger, del Lagos e del nord. In quelle logiche coloniali, frutto di «cinque secoli di saccheggio», trae origine il complesso di problemi odierni (a carattere regionale, confessionale, etnico-politico). Le cosiddette minoranze etniche che abitano il delta del niger (Ijaw, Ilaje, Urhobo, Ibibio o Itsekiri), sono state emarginate da sempre dalla vita politica ed economica di un paese sterminato (circa 950.000 kmq e 148 milioni di abitanti, un sesto dell’intera popolazione africana), diviso in 36 stati e 250 diverse etnie. In questa chiave, i ripetuti conflitti tra un nord musulmano agricolo e povero di risorse e un sud ricco di risorse, animista e cristiano, sono di natura religiosa solo all’apparenza. Quando la nigeria divenne indipendente dalla Gran Bretagna, nel 1960, l’industria petrolifera era TURISTI IN MINIATURA DELTA DEL NIGER, FEBBRAIO 2006 Militanti mascherati in pattuglia già attiva da 4 anni e si poteva pensare che il prezioso greggio a basso contenuto di zolfo e facilmente raffinabile in benzina e gasolio, avrebbe prodotto il miracolo nigeriano. Invece quello squilibrio si accentuò. Allora, il paese era esportatore di prodotti agricoli, oggi che il petrolio costituisce il 95% degli introiti delle esportazioni e l’80% delle entrate totali, l’autosufficienza alimentare non esiste più e anche buona parte del carburante consumato proviene dalle importazioni. A partire dalla sanguinosa guerra civile del Biafra lo delle risorse per milioni di abitanti afflitti dalla povertà e invisibili al mondo. Loro sono il popolo. Questo è il conflitto. Non certo quello di loschi politici che arraffano ricchezze e sguinzagliano bande di bulli». Il suo portavoce è Jomo Gbomo: nome di battaglia del giovane ingegnere navale Henry okah, dicono in molti, ma lui smentisce. d’altronde, il Movimento appare come una libera coalizione di militanti armati guidati da una leadership collegiale: un ombrello di sigle disomogenee. Il volume si sofferma su queste nuove forme di resistenza armata, fluide e intercambiabili, «che sfuggono ai canoni tradizionali della guerra e anche a quelli della guerriglia classica». okah viene arrestato in Angola nel settembre DELTA IN RIVOLTA 2007 con l’accusa di traffiDaniele Pepino co internazionale di armi e Centro di documentazione Porfido via Tarino, 12/c, 10124 Torino; 2009, [email protected], alto tradimento. Il tentativo tel. 3291849726; 8 euro; libro + dvd 15 euro inclusa spedizione di negoziato fra insorti e governo viene interrotto. (1967-70), in cui furono nell’aprile 2007, è stato eletto presidente della nigecoinvolte compagnie peria Umaru Yar’Adua, 58 anni, ex docente di chimica. trolifere e potenze stranieÈ il primo civile a dirigere il paese dall’indipendenre, e nel decennio successiza, ma è ritenuto un «ostaggio» dell’esercito. nel vo, alcune leggi hanno perfebbraio 2008, okah viene estradato in nigeria, il messo alle compagnie pesuo avvocato denuncia la repressione dei prigionieri. trolifere di trattare direttaIl Mend chiede la liberazione dei suoi compagni e atmente con il governo fedetacca altre piattaforme: in due mesi la produzione di rale centrale e non più con gli stati dove si trovano i greggio diminuisce di circa mezzo milione di barili pozzi. Le multinazionali hanno recintato porzioni al giorno. A fine giugno 2009, il governo si dichiara sempre maggiori di terreno agricolo, di fatto confipronto a concedere un’amnistia e sostiene di aver alscandolo ai contadini. Crisi economica e piani di aglestito 27 campi per accogliere i circa 10.000 comgiustamento strutturale hanno poi ulteriormente agbattenti che potrebbero beneficiarne. A metà luglio gravato la situazione e alimentato il risentimento poHenry okah viene liberato. L’amnistia entra in vigopolare. re. Il Mend annuncia un cessate il fuoco di 60 giorni, Il volume di Porfido ricorda che il primo movifino al 15 settembre. diversi gruppi e leader della remento di «autodeterminazione del Delta» risale al sistenza depongono le armi. Ai primi di settembre, si febbraio 1966. Allora, Isaac Boro «formò, con 150 arrende il gruppo guidato da Farah dagogo, composterline e una bandiera rossa», una milizia, il niger sto da circa 3.000 guerriglieri. Il governo conta di ridelta Volunteer Service (ndvs). diede avvio a un’insolvere il conflitto armato entro la fine di dicembre. surrezione che culminò in una dichiarazione di indiIl Mend dichiara: «Ci stiamo liberando dei comanpendenza e nella proclamazione della Repubblica del danti la cui identità è ormai conosciuta, per garantidelta del niger. Ma quando come primo atto annullò re la nostra sicurezza». Il contesto di problemi e i contratti petroliferi, arrivò l’esercito a bordo di squilibri che alimenta le rivolte armate non si risolvegommoni della Shell e mise fine con la forza alla Rerà per decreto. GERALDINA COLOTTI pubblica. da allora, manifestazioni pacifiche si sono alternate ad atti di rivolta e sabotaggio, e da 15 anni a Il libro sarà presentato a Roma, alla Sapienza, alla Facoltà di lettere e filosofia Aula 3, giovedì 24 settembre alle 16. questa parte, i movimenti di protesta contro il disastro ecologico e per una più equa ripartizione della ricchezza hanno acquisito forza e deL’ETÀ DEL PETROLIO terminazione. Los Amigos de Ludd I governi, incapaci di far rispettare alle compagnie qualsiPorfido, 2009, 2,5 euro (via Tarino, 12/C, Vanchiglia, Torino) [email protected] voglia obbligo di sicurezza, L’oro nero è ovunque, a profondità variabili, nei giacimenti sotto la crosta hanno però usato il pugno di terrestre. Dovrebbe essere di tutti, come l’acqua (di fatto, «oro blu», sempre ferro contro i movimenti. nel più conteso dai mercati finanziari e dalle «guerre locali»). Il petrolio inizia la 1995, lo scrittore Ken Saro-Wisua epopea «imperialista», nel 1859, sotto l’egida di Drake, per poi piantare wa, viene messo a morte insiepaletti tecnologici di colonizzazione (targati: Standard Oil, Royal Dutch-Shell, me ad altri 9 militanti del MoviAnglo-Persian, Gulf) sull’intero pianeta. Le prospezioni dell’inizio ’900 crimento per la sopravvivenza del vellano la crosta e lo zoccolo sottomarino, dal Venezuela al Messico, dall’expopolo ogoni (Mosop). nei vilPersia, all’Indonesia… Oggi, cartellizzato da multinazionali e titoli di borsa, il laggi Ijawland i giovani senza petrolio condiziona e asfissia l’intera vita del pianeta, a livello politico, sociale futuro vengono massacrati dai ed economico. Il testo, tradotto e pubblicato dal Centro di documentazione militari. nel ’99, dopo una serie Porfido, costituisce il capitolo V del libro spagnolo di: Los amigos de Ludd (Las ilusiones renovables: la cuestión de la energía y la dominación social, di colpi di stato, in nigeria si Bilbao, 2007), pone un interrogativo fondamentale al presente: «Chiarire se la svolgono elezioni democraticaduta più o meno accelerata del regime petrolifero possa aprire una breccia che, ma la situazione nel delta per nuove possibilità sulle quali costruire una società autonoma, radicalmente non migliora. Si formano grupdiversa da quella attuale»… All’inizio del suo processo di sfruttamento, quepi come il niger delta People’s sto residuo fossile, sotto forma di bitume e catrame, trasformò le navi fenicie Volunteer Force (ndpvf), al calafatate, in veicoli di espansione e conquista inarrestabili; mentre la «pece crocevia fra politica e banditigreca», strumento di morte (brevettato, pare, da Pitagora) venne catapultato smo economico. Il Mend si conella guerra di distruzione millenni prima del napalm. Oggi, da una guerra alstituisce nel novembre 2005, l’altra, dal mito dell’automobilità a quello della risorsa universale a buon mercompie attacchi spettacolari alcato, l’oro nero continua a condizionare gli utenti della pompa di benzina, con le piattaforme petrolifere, sel’occhio fisso sul diagramma drogato del prezzo del greggio, ma non solo. Il questri, sabotaggi, atti di piratepetrolio, afferma il testo, ha fittiziamente dematerializzato tutto ciò che un ria, assalti alle carceri. Scrive tempo condizionava l’economia. Uscire dal dominio del regime energetico deproclami, si smarca dalle azioni gli idrocarburi, potrebbe dunque indebolire il sistema di dominio? In questo dei gruppi che possono scredisenso, il pamphlet non si sbilancia: «Rispondere frettolosamente a tale questiotarlo: «Noi – dice il Mend – stiane, in un senso come nell’altro – afferma –, significherebbe ignorarne la commo combattendo per il controlERMANNO GALLO plessità». I Se Nada vive in Marocco, Tie Zhu invece se ne sta fra i mandorli in fiore della Cina: ha nove anni, quattro galline e un nemico, Su, con il quale ha litigato a morte perché è prepotente. Nada, dalla sua terra calda, ha un’avventura da raccontare agli altri bambini che la leggono nel mondo: è stata all’hammam, il bagno pubblico dove ci si rilassa, purifica e si prende il tè alla menta. Dopo, per lei c’è il caotico e profumatissimo suq, ma la vera novità è che ha trovato un gattino da allevare. Molto divertenti le due mini-guide sui paesi, edite da Touring Junior (euro 12, collana «Amici del mondo»), agili e piene di informazioni, con un glossario alla fine di ogni libro che spiega alcune parole o frasi importanti nell’uso comune della lingua. Ottime per curiosi viaggiatori di terza e quarta elementare. TUTTESTORIE Il Festival di letteratura per ragazzi di Cagliari, giunto alla sua quarta edizione, fa i conti con l’adolescenza e le sue metamorfosi. «Aiuto, sto cambiando! Racconti, visioni e libri per rospi da baciare» (8-11 ottobre) è il titolo della rassegna di quest’anno, che si terrà al Centro comunale d’arte e cultura ExMà, piazza san Cosimo. Fra gli ospiti che giocheranno con l’idea della perdita di identità e delle nuove realtà «fisiche», fantastiche e impossibili, ci saranno anche Bruno Tognolini Anne Fine, Ulf Stark, Tony Ross, Chen Jiang Hong, Giusi Quarenghi, Andrea Valente, Pietro Formentini, Guido Quarzo, Anna Vivarelli, Anna Lavatelli, Antonio Catalano e Angela Nanetti. EMOZIONI ALLO SPECCHIO Le illustrazioni di questo libretto dedicato «all’amore e all’amicizia» sono imperdibili. Dopo una specie di vademecum per orientarsi fra i contrari filosofici pubblicato l’anno scorso, torna la coppia Oscar Brenifier e Jacques Després, questa volta alle prese con sentimenti scottanti. Come fuochi d’artificio brillano in ogni pagina domande fondamentali, alle quali ognuno può dare la propria risposta, o decidere di ignorare l’argomento e passare oltre. Bellissimi i pupazzetti che popolano il volume, marzianini amletici che si interrogano in spazi caratterizzati da un design high tech. Così c’è chi pensa che sia obbligatorio amare i genitori e chi invece rivendica la libertà di giudizio perché «non abbiamo chiesto noi di esistere». Isbn edizioni, euro 12.50. DISEGNA L’AFRICA Un concorso dedicato ai più piccoli, promosso dalla fondazione Previasme Onlus e aperto alla partecipazione (gratuita) dei ragazzi fino ai 14 anni. L’obiettivo è sostenere i progetti dell’Amref attraverso la creatività dell’infanzia e dell’adolescenza, a cui saranno devoluti 10 euro per ogni concorrente. Gli «artisti» potranno disegnare a proprio piacimento l’Africa, la sua vita quotidiana, i paesaggi, le sue risorse e le sue miserie. I disegni ricevuti verranno pubblicati sul sito www.dazeroinsu.it e al termine dell’iniziativa, verranno selezionati dodici disegni per realizzare il calendario 2010 della fondazione. I vincitori saranno «ambiasciatori» dell’Africa in Italia e gemellati con altrettanti piccoli africani sostenuti a distanza da Previasme. ARIANNA DI GENOVA ([email protected])