n. 13 giugno - settembre 2015 Il VChUTEMAS: nascita del design russo all'epoca dei Soviet di Alessia Cavallaro La Rivoluzione d’Ottobre del 1917 decretò la fine dell’Impero zarista e fu il pretesto per rompere con la tradizione precedente: «Rifare tutto: fare in modo che tutto diventi nuovo; che la nostra vita falsa, sporca, tediosa, mostruosa diventi giusta, pulita, allegra e bellissima», così scriveva Blok nel 1918.1 La Russia post-zarista necessitava di un profondo rinnovamento culturale, sociale ed economico, una trasformazione radicale che partisse dalla ridefinizione del ruolo dell’arte al servizio del nuovo modello di quotidianità. La riorganizzazione del sistema d’istruzione artistica iniziò nel 1918: diventò urgente disciplinare le diverse espressioni culturali in un unico Dipartimento per le Arti figurative (Otdel izobrazitel’nich iskusstv o IZO), che iniziò la sua attività a Pietroburgo nel 1917 sotto la direzione di Pavel Mansurov, sostituito l’anno seguente da David Šterenberg. L’IZO, composto dai più influenti esponenti dell’Avanguardia, quali Rodčenko, Brik, Tatlin, Punin, Falk, ebbe il compito di creare un comune programma di lavoro, di organizzare mostre e acquistare opere; obiettivi molto importanti, ma alquanto difficili da raggiungere a causa dei dissidi che spesso nascevano tra artisti figurativi e astrattisti. Durante il primo periodo furono comunque gli artisti di sinistra e i costruttivisti ad avere il sopravvento, riuscendo a essere in maggioranza nel Comitato Direttivo dell’IZO. Una dichiarazione dell’IZO, pubblicata nel n.11 (febbraio 1919) di “Iskusstvo Kommuny”, giornale fondato e diretto dal 1918 da Ivan Punin, Natan Altman e Osip Brik, invitava gli artisti ad autogovernarsi democraticamente e a dirigere l’educazione artistica del paese; di fatto, tutti coloro che non erano in linea con le idee dell’avanguardia venivano allontanati. A Mosca nel 1918 furono chiuse la Scuola di Pittura, Scultura e Architettura e la Scuola Stroganov. Su decisione del Narkompros (acronimo di Narodnyj komissariat prosveščenija, Commissariato del popolo per l’istruzione), tutti gli istituti d’arte furono trasformati in Liberi Studi d’Arte di Stato (Svobodnye gosudarstvennye chudožestvennye masterskie – SGChМ). L’ammissione ai corsi era gratuita. Il primo SGChM fu l’Istituto Imperiale e Centrale di Arte Industriale Stroganov; il secondo fu la Scuola di Pittura, 1 Architettura e Scultura di Mosca (Moskovskoe učilišče živopisi vajanija u zodčestva MUŽVZ). Allontanandosi dai metodi d’insegnamento accademico, fu impostato un nuovo modello di didattica, basato sull’esperienza personale. Gli studenti potevano scegliere liberamente se iscriversi a più corsi o seguire le lezioni di un solo insegnante. Nell’estate del 1920 il dipartimento IZO del Narkompros organizzò la conferenza Panrussa degli insegnanti e degli studenti dei SGChM, a cui presero parte anche Kandinskij, Šterenberg, Lunačarskij; qui venne discussa la possibilità di applicare un metodo di insegnamento “oggettivo” (impostato su basi scientifiche, razionali e replicabili) negli istituti artistici, con la creazione di laboratori, ovvero di officine specializzate in cui si acquisissero le tecnologie e i fondamenti delle arti: ad esempio, nel laboratorio di pittura si studiavano le basi della chimica, la composizione dei colori, i possibili sfondi, la composizione degli strati pittorici, la trasparenza. Le officine furono divise sulla base dei materiali di lavoro (legno, metallo, pietra), con lo scopo di ispirare e indirizzare la cultura artistica alla produzione e creare quindi un’arte produttiva. Per “oggettivare” il metodo d’insegnamento e creare un ponte tra arte e industria, il Consiglio dei Commissari del Popolo varò il 19 dicembre 1920 un decreto, firmato da Lenin, nel quale si affermò la creazione del VChUTEMAS,2 (acronimo di Vysšie chudožestvenno-techničeskie masterskie, ovvero Laboratori tecnico-artistici Superiori di Stato) [fig. 1], che unificava il primo e il secondo SGChM con lo scopo di preparare artisti-progettisti altamente qualificati per l’industria e per il mondo della produzione artistica di massa. Nel maggio del 1920 venne creato l’Istituto di Cultura Artistica (Institut chudožestvennoj kul'tury - INChUK), per promuovere nuovi metodi di insegnamento a carattere collettivo. Il primo presidente fu Kandinskij; a Malevič fu invece affidata la sezione di Pietrogrado, dove nel 1918 era stata chiusa l’Accademia di Belle Arti per dare vita, sempre sotto la giurisdizione dell’IZO, agli Studi liberi (Svobodnye masterskie, Svomas), chiusi tuttavia nel 1921-22 e fatti confluire nell’INChUK. Dal 1920 al 1930 il VChUTEMAS [fig. 2] rappresentò il centro vitale dell’arte sovietica, nonché il primo istituto in Russia nel quale si affrontavano i problemi legati al design. Si formarono otto facoltà: Lavorazione del Legno, Lavorazione dei Metalli, Ceramica, Grafica e Tessuti, Architettura, Scultura e Pittura. [fig. 3] Nel corso dei suoi dieci anni di attività si susseguirono tre Rettori: E. Ravdel’ (1920-1923), V. Favorskij (19231926) e P. Novickij (1926-1930), le cui personalità influenzarono la direzione dell’istituto, definendo priorità e obiettivi, struttura dell’istituzione e docenti. Il primo Rettore intervenne ridefinendo i rapporti tra le facoltà produttive (Lavorazione del Legno, Lavorazione dei Metalli, Tessuti, Ceramica, Grafica) e quelle 2 figurative (Architettura, Scultura, Pittura) e, a discapito di queste ultime, ridusse i laboratori di pittura. Si costituì un dipartimento “base”, ovvero un sistema di corsi propedeutici al fine di dare un primo livello a tutti coloro che non avessero mai preso in mano una matita o che non avessero studiato né all’istituto Stroganov né all’Istituto di Pittura, Scultura e Architettura di Mosca. Corsi come Grafica, Colore, Volume e Spazio furono tenuti da artisti quali Popova, Vesnin, Kljun, Ekster, Rodčenko, Osmerkin, Baranov-Rossine, Drevin, Udal’cova. Gli equilibri interni all’istituto erano, però, molto fragili: i compiti che il giovane corpo docente assegnava ai propri studenti creavano, infatti, accesi conflitti con i sostenitori dei metodi più tradizionali, che consideravano l’arte astratta dannosa per gli allievi. Per comprendere la natura delle discussioni è opportuno fare un passo indietro e analizzare le peculiarità dell’orientamento creativo della cultura artistica sovietica negli anni venti. La situazione dell'arte russa a cavallo tra il primo e il secondo decennio del XX secolo era alquanto complessa, poiché negli anni pre-rivoluzionari la pittura e l’architettura si svilupparono secondo modelli di riferimento diametralmente opposti e in aperto contrasto. Il flusso innovativo più radicale, l’arte di sinistra, elaborò soluzioni volte a sviluppare un’arte proletaria che potesse adattarsi alle nuove condizioni di vita che presto avrebbero investito la Russia, con il dichiarato fine di distruggere gli stereotipi figurativi tradizionali dell'arte accademica. Ma se in pittura si assistette alla nascita di nuove correnti avanguardiste, come il Suprematismo, l’Astrattismo, il Cubismo, in campo architettonico gli artisti cercarono di consolidare lo stile neoclassico, che divenne dominante nei cinque anni pre-rivoluzionari. Gli artisti di sinistra confluirono in diverse organizzazioni, andando, in seguito, a costituire il giovane corpo docente del VChUTEMAS. Nel 1919 si creò il Soviet Masterov (Consiglio dei maestri artisti-pittori), libera associazione della quale fecero parte Rodčenko, Malevič, Kandinskij; nel marzo del 1920, l’organizzazione si trasformò in INChUK e continuò a esistere fino al 1924. L’INChUK, come più sopra accennato, venne creato nel 1920 per avvicinare la cultura artistica alla produzione di massa.3 Kandinskij, il primo presidente dell'Istituto (al quale seguirono Rodčenko, Brik, Arpatov e di nuovo Brik), elaborò una nuova arte che chiamò “monumentale”, che fu messa in pratica nella Sezione d’Arte Monumentale da lui diretta nell’estate del 1920. Il suo metodo si basava sull’analisi del ruolo del subconscio nel processo emotivo e proponeva «l’elaborazione del concetto di scienza nel campo dell’arte, assumendo come punto di partenza l’analisi delle leggi di percezione psicofisica delle opere d’arte, e la spiegazione di come i mezzi espressivi delle singole attività artistiche influiscano sull’uomo». 4 Il 3 programma fu indirizzato allo studio degli elementi della matematica, della musica, della scultura, della pittura, al fine di indagare gli influssi psicologici del colore e il rapporto tra questi e la forma. Tale concezione fu vista come troppo soggettiva da alcuni membri della Sezione, i quali interpretarono le opere del padre dell’astrattismo come l’ennesimo tentativo di riproporre un’arte da cavalletto, destinata a racchiudersi su se stessa, lontana dai nuovi principi ideologici e politici. L’opposizione, guidata da Rodčenko, contrappose al metodo di Kandinskij l’analisi di un’arte dettata da un metodo oggettivo. Nel 1921 Kandinskij fu estromesso dal gruppo; il suo posto fu preso da Rodčenko e nacque il Gruppo di lavoro di analisi oggettiva, orientato a comprendere l’interazione tra scultura, architettura e design e incentrato sull’analisi, più che degli aspetti emozionali, degli aspetti concreti, obiettivi, razionali.5 I partecipanti al gruppo chiarirono che ciò a cui aspiravano nella loro arte era la costruzione di cose reali per uno spazio reale. Rodčenko formulò la seguente affermazione: «L’inventore è un artista, e l’artista, di conseguenza, è un inventore. Il laboratorio ha un carattere scientifico, didattico e sperimentale. Il compito del laboratorio è la ricerca e l’elaborazione dei problemi delle officine e della tecnica di pittura per dare agli studenti una conoscenza scientifico-tecnica e l’esperienza nel campo della tecnica pittorica che non sia legata alle loro capacità individuali». I lavori degli studenti furono chiamati opyt (esperimento). Le idee promosse dall’INChUK coincisero in molti punti con quelle del dipartimento base del VChUTEMAS che si stava allora formando, e molti dei membri dell’organizzazione divennero i docenti delle materie propedeutiche, convinti promotori della sfera artistica come parte inscindibile della vita, orientati a creare nuovi elementi dell’ambiente oggettivo-spaziale della nuova società socialista. I corsi furono ispirati dalle tendenze principali del momento, come il razionalismo (Ladovskij), il costruttivismo nell’architettura (Vesnin), il costruttivismo nel design e nella poligrafia (Rodčenko, Lisickij), le idee sulla funzionalità e la standardizzazione (Filippov) nella ceramica [fig. 4], la scuola di grafica di Favorskij.6 Una volta divenuto Rettore dello VChUTEMAS, Favorskij (1923-26) intervenne tra i pedagoghi, quelli d’indirizzo classico e quelli di sinistra, penalizzando le Facoltà produttive. Materie come Grafica, Colore e Volume vennero trasformate in Disegno e pittura e Studio del colore, esonerando dall’insegnamento quasi tutti i promotori delle materie propedeutiche. Nell’ottobre del 1923 Brik organizzò una conferenza su La situazione al VchUTEMAS, nella quale affermò: «Viene contestato lo sfacelo dei laboratori produttivi. Predominio nella facoltà di Pittura delle vecchie tradizioni della pittura a cavalletto. Ampliamento della facoltà di pittura a spese delle rimanenti. Pratica di pittura 4 da cavalletto alla facoltà di grafica». Il rettorato di Favorskij rappresentò, dunque, un ostacolo per l’arte produttiva, che vedeva arrivare nei propri laboratori gli studenti iscritti al Derfak e al Metfak, le Facoltà di Lavorazione del Legno e del Metallo, senza un’adeguata preparazione dopo due anni di corso base. Inoltre i temedeki (matricole delle facoltà produttive) rappresentavano meno del 4% di tutti gli iscritti. [fig. 5] Fu in tale scenario che, all’interno del Metfak, emerse una nuova sfera creativa, identificata come l’inizio pioneristico del design sovietico. Rodčenko, che nel 1922 era passato dalla Facoltà di Pittura al Metfak, propose ai suoi studenti di realizzare nuovi oggetti razionali destinati alla nuova società: strade, attrezzature, tavoli pieghevoli e mobili multifunzionali, mezzi di trasporto, edicole, scatole per alimenti, stoviglie. Si abbandonò del tutto la vecchia tradizione decorativa della Scuola Stroganov, dove lo scopo principale era la lavorazione della superficie dell’oggetto. L'accento venne posto sulla progettazione, sulla creazione di oggetti polifunzionali. Rodčenko affermò: Il lavoro di questa facoltà è iniziato in un posto vuoto, peggio, in un posto contaminato da pregiudizi slavoecclesiastici di un’officina artigianale dell’ex istituto Stroganov. [...] A lei è posto un compito: formare un costruttore per la nostra azienda per la lavorazione artistico-tecnica del metallo, fino all’arredamento interno di automobili e aeroplani: un costruttore-artista con iniziativa artistica e preparato in tecnica, un prototipo che non abbiamo avuto nella Russia zarista.7 Nel 1926 il nuovo Rettore P. Novickij si rese conto che il VChUTEMAS non adempiva al suo compito di creare artisti-maestri capaci di servire le industrie e progettare oggetti socialmente utili. Decise, dunque, di trasformare il VChUTEMAS in VchUTEIN (Vysšij chudožestvenno-techničeskij institut, Istituto superiore artistico-tecnico). Le Facoltà di architettura e di produzione ebbero un trattamento particolare: qui si produssero lavori che nel corso degli anni venti si distinsero per originalità e per l’apporto di metodi innovativi.8 Nel 1930 il VChUTEIN fu sciolto, e le Facoltà ripartite in enti e istituti separati: le Facoltà di pittura e di scultura furono trasferite a Leningrado; le Facoltà tessile e di poligrafia si fusero in un unico indirizzo; la Facoltà per la lavorazione della ceramica fu inglobata nella sezione artistica dell’istituto per la lavorazione dei silicati. Fu così che le prime scuole di design furono chiuse. La grande illusione dell’avanguardia russa era terminata. I suoi metodi originali nello studio del design per la produzione industriale, basati su forme geometriche standardizzate, furono spesso troppo visionari, e furono fonte di scontri e tensioni interne che causarono una forte perdita di credibilità. Il VChUTEMAS-VChUTEIN9 fu un centro artistico e di studio unico nel suo genere, durato dal 1920 al 1930, nel quale si impartirono lezioni di design, pittura, grafica, arte 5 applicata. Esso rappresentò un importante esperimento nell’organizzazione degli studi artistici su base totalmente diversa: da una parte, si registrarono i progressi nel campo dell’arte astratta, raggiunti dall’avanguardia russa, nell’idea di un insegnamento “obiettivo”, nella conoscenza degli elementi dell’arte, del metodo analitico della creazione e nell’interpretazione dei lavori degli studenti come esperimenti; dall’altra, si assistette allo sviluppo di un orientamento figurativo e realistico, indirizzato alla progettazione di elementi destinati a un ambiente reale, dagli edifici alle stoviglie. Coesistettero simultaneamente direzioni artistiche, stili e maniere tra i più popolari, da quello accademico a quello di sinistra, dallo stile classico dei peredvižniki (pittori ambulanti) al suprematismo e al costruttivismo. Il VChUTEMAS non fu allora l’unico centro di sperimentazione artistica.10 In quegli anni in Germania nasceva il Bauhaus, una scuola di architettura erede delle avanguardie prebelliche.11 La scuola d’arte, architettura e design tedesca ebbe, a differenza di quella russa, tre centri operativi: Weimar (dal 1919 al 1925), Dessau (dal 1925 al 1932) e Berlino (dal 1932 al 1933).12 L’obiettivo era di riunire tutti i movimenti moderni e d’innovazione legati al funzionalismo e al razionalismo, ma con l’avvento del nazismo fu ben presto chiusa. Sebbene le affinità tra la scuola russa e quella tedesca siano universalmente riconosciute, l’esperienza russa è certamente meno nota in Occidente, tanto che spesso, parlando del VChUTEMAS, gli specialisti stranieri lo definiscono in maniera opinabile con l'etichetta di “Bauhaus russo”.13 Il ruolo del VChUTEMAS e del Bauhaus oltrepassò i confini dei tradizionali metodi di lavoro e di insegnamento: entrambi gli istituti si distinsero per l’originalità, non avendo quasi nessuna analogia con gli istituti tecnico-artistici del passato. Le due scuole sorsero quando, dalle sinergie tra i differenti aspetti dell’arte e della creazione scientifica, nacquero i complessi processi di formazione di un nuovo stile architettonico, del design e di un nuovo linguaggio artistico. È proprio questo che caratterizza il ruolo del VChUTEMAS e del Bauhaus nello sviluppo dell’arte contemporanea, nella creazione di nuove tendenze e concezioni, nello sviluppo di un nuovo stile, non solo artistico, ma anche di vita (basti pensare ai nuovi alloggi e al rapporto con lo spazio).14 Il VChUTEMAS ebbe quindi un ruolo chiave nella formazione del design sovietico, nell’architettura d’avanguardia, nella concezione di una nuova cultura artistica e nel nuovo ruolo dell’artista a servizio della massa. Non sarà superfluo ricordare che lì lavorarono le più influenti personalità delle correnti avanguardistiche: Vera Muchina, Vladimir Tatlin, Nadežda Stepanova, Vera Stepanova, Robert Falk, Gustav Klucis, Sergej Gerasimov, Aleksandr Rodčenko, e molti altri. 6 Una nota sul destino dei lavori di questi due centri di formazione artistica: mentre quelli del Bauhaus sono stati conservati, classificati e studiati, i lavori del VChUTEMAS hanno subito tutt’altra sorte. Il cambio di direzione nell'arte registrato in Russia a partire dagli anni trenta ha fatto sì che, per quasi un quarto di secolo, gli artisti sovietici non abbiano prestato attenzione a quanto prodotto dal VChUTEMAS. Nessuna pubblicazione riguardante la vecchia scuola d’arte è apparsa sulle riviste per circa trent’anni, nessun accenno alle metodologie sviluppate, agli artifici artistici, né alle concezioni scientifiche, come se i dieci anni della sua esistenza non ci fossero mai stati. Il controllo dello stato sulla sfera artistica è stato annichilente; solo a partire dalla metà degli anni cinquanta è nato l’interesse verso quanto era stato prima occultato e tralasciato. IMMAGINI: 1. Alexander Rodčenko, Progetto per l’insegna del VChUTEMAS, 1924 2. Edificio del VChUTEMAS sulla Mjasnickaja, 1920 ca. 3. Nei laboratori di pittura, 1920 ca. 4. Progetto per un servizio da tè, 1920 ca. 5. Libretto di A. Galaktionov, studente del Metfak, 1920 ca. Aleksandr Blok, Intelligencija e rivoluzione, 1918, in Idem, L’intelligencija e rivoluzione, tr. it. di M.Olsufieva e O. Michaelles, Milano, Adelphi, 1978, p. 62. 2 Per approfondire l’argomento si veda il volume di Marco Elia, Vchutemas: design e avanguardie nella Russia dei Soviet, Milano, Lupetti, 2008. 3 Aleksandr Lavrent’ev, Stroganovskaja škola kompozicii, Moskva, MGChPU, 2005, p. 127. 4 Marco Elia, Vchutemas…, p. 30. 5 Aleksandr Lavrent’ev, Stroganovskaja, p. 78. 6 Ivi, pp. 71-73. 7 Aleksandr Rodčenko, Cel’ proektirovanija. Učebnye programmy. 1922-1924, in Chudožestvenno konstruktorskoe obrazovanie, Moskva: VNIITE, 1973. Prefazione di R. Antonov, Evoljucija chudožestvennokonstruktorskich program fakul’teta obrabotki dereva i metalla VChUTEMACa. 8 Aleksandr Lavrent’ev, Stroganovskaja, cit., p.74. 9 Aleksandr Lavrent’ev, VChUTEMAS-VChUTEIN: problemy vzaimodejstvija chudožestvennoj i techničeskoj kul’tur, in “Vestnik MGChPU” [Tematičeskij sbornik: VChUTEMAS-VChUTEIN], 2010, n. 3. 10 Cfr. Selim Chan-Magomedov, Prioritety, mesto i rol’ nasledija VChUTEMASa, in Prostranstvo VChUTEMAS: nasledie, tradicii, novacii, Moskva, MARCHI, MGChPA im. S. G. Stroganova, 2010, pp. 13-17. 11 Marco De Michelis, Agnes Kohlmeyer, Bauhaus, Firenze, Giunti, 1997. 12 Hans Wingler, Il Bauhaus: Weimar, Dessau, Berlino, 1919-1933, Milano, Feltrinelli, 1987. 13 Jurij Volčok, VCHUTEMAS i ego epocha, in Prostranstvo VChUTEMAS…, p. 26. 14 Vieri Quilici, L'architettura del costruttivismo, Bari, Laterza, 1969. 1 7