Quaresima 2010 A fatica usciamo dall’inverno per entrare in una nuova stagione dello spirito. La pigrizia che ammorba i cuori e le menti ci fa stare rintanati nel tepore del nostro agitarci, ma il Signore nella sua grandezza ci regala una stagione quanto mai propizia: l’inizio di una nuova quaresima. È un tempo che il Signore ci dona, è un regalo della sua misericordia. Prima ancora di essere il tempo dell’impegno, della disciplina e della penitenza, accogliamolo per quello che veramente è: un tempo nel quale il Signore ci vuole parlare cuore a cuore. In fondo nonostante tutto il nostro indagare e peregrinare per il mondo, il viaggio ancora più arduo e vero è il percorso verso l’intimo più intimo del nostro cuore, perché come scriveva s. Agostino: «In interiore homine habitat veritas». Viviamo questi quaranta giorni, almeno questi, come un itinerario lungo il quale l’Eterno ci educa a conoscere la verità che abita in noi stessi. Vi sorprenderà, ma la proposta che vi rivolgo è di partire proprio da ciò che non consideriamo verità di noi stessi, cioè le nostre emozioni e i nostri sentimenti. «Esiste nella nostra cultura e nelle nostre pratiche di vita un’educazione psicologica che ci consenta di mettere in contatto e quindi di conoscere i nostri sentimenti, le nostre pulsioni, i moti della nostra aggressività? Oppure il mondo emotivo vive dentro di noi a nostra insaputa, come un ospite sconosciuto a cui non sappiamo dare neppure un nome?». Sono parole del filosofo Umberto Galimberti che ha ripetutamente messo in luce questo nervo scoperto della nostra cultura e della nostra società, in cui emozioni e sentimenti, spesso non educati, rischiano talvolta di diventare esplosivi o, viceversa, di raffreddarsi fino all’indifferenza e alla noia. «Le emozioni, scrive lo psichiatra Eugenio Borgna, sono anche portatrici di conoscenza: di una conoscenza che ci trascina nel cuore di esperienze di vita irraggiungibili dalla conoscenza razionale. Occorre ascoltare fino in fondo noi stessi, anche nel dolore e nella sconfitta». Nel nostro percorso quaresimale, con la guida di personalità diverse per competenza e sensibilità, cercheremo di decifrare alcune emozioni e sentimenti tra loro contrastanti, indagando il nostro vissuto umano e lasciandoci illuminare, attraverso il Vangelo, dai modi in cui Gesù stesso ha sperimentato il desiderio e la passione interiore. E sarà interessante anche per noi affacciarci a conoscere Gesù da questa prospettiva delle emozioni e dei sentimenti: sono tanti anni che ascoltiamo il Vangelo, che meditiamo i suoi gesti e le sue parole, abbiamo imparato a conoscere più da vicino gli amici del Signore, le persone che incontrava e questo ci ha disegnato nella mente e nel cuore un ritratto di lui. Ma c’è almeno una cosa che ci sfugge: Quali sono state le emozioni di Gesù? Cosa provava nel suo intimo, come vive le sue reazioni? Conoscere gli aspetti più intimi di una persona è sempre difficile, anche dei nostri amici e delle persone care, per non parlare di noi stessi! Per di più parlando di Cristo i documenti che abbiamo a disposizione narrano la sua vicenda molti decenni dopo e lo fanno sulla base di testimonianza scritte o orali dei suoi seguaci o di chi aveva avuto contatti con loro. Per cui la domanda per essere corretta dovrebbe essere: cosa ci dicono i vangeli delle emozioni e dei sentimenti di Gesù? Sappiamo quanto le emozioni e i sentimenti in un determinato contesto di significati e di valori quanto siano influenti nella costruzione della nostra identità e delle relazioni tra individui. Le emozioni che serpeggiano nel profondo della persona possono essere manifeste, espresse con libertà, oppure coperte e imbrigliate da costumi rigidi o repressivi, dall’educazione e dai tabù che ci abitano. L’arcipelago dei fenomeni emotivi è tanto vasto che non possiamo generalizzare, ma almeno possiamo risalire, per quanto riguarda Gesù, a quelli più frequenti, a quelli che i vangeli mettono in rilievo e sono soprattutto: la compassione, lo sdegno e il desiderio appassionato. Di fronte alle folle che lo seguono da qualche giorno il Signore rivolgendosi ai suoi afferma: “Sento compassione di questa folla” (Mc 8, 2). Così ai discepoli che vogliono proteggerlo dai bambini che gli vengono portati vicino, Gesù reagisce con uno scatto d’indignazione: “al veder questo s’indignò …” (Mc 10, 14). Nei momenti cruciali della sua vita incontriamo anche ansia, commozione e tristezza. Andando a pregare nel Getsemani, decide di portare con sé tre dei suoi e le sue emozioni cominciano a scatenarsi: “Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia” (Mc 14, 33) e subito dopo ai tre che erano con lui “La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate” (Mc, 14, 34). Non possiamo non pensare alla scelta potente del silenzio che per Gesù è una scelta intenzionale, sembrerebbe dire che ciò di cui si dovrebbe parlare è tutt’altro. All’incalzare dei capi dei sacerdoti e di tutto il sinedrio con false accuse, l’evangelista annota: “Ma egli taceva e non rispondeva nulla” (Mc 14, 61). E che dire della sua decisione e della sua volontà, della sua passione interiore che ci permette di apprendere i suoi desideri? “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto” (Lc 12, 49-50). Gesù ci fa capire quello che considera il suo compito, la concezione che ha di se stesso, formulando il desiderio che questo avvenga rapidamente e nella sua interezza. Anche solo da queste brevi note ci rendiamo conto che le emozioni sono un ingrediente importante nella vita del Signore. Egli si lascia coinvolgere da persone e situazioni entro un mondo pulsante di umanità, verso cui mostra simpatia, ma anche severità … tutti stati emotivi che lo proiettano verso un progetto di trasformazione e di lotta: l’eliminazione dalla realtà di quegli aspetti che ostacolano l’irruzione del regno di Dio nella storia del mondo. Seguiamolo anche noi in questi quaranta giorni e alla scuola dello Spirito ci sia dato di giungere ad avere in noi gli stessi sentimenti di Cristo! p. Giuseppe FOGLIOinfoRMATIVO - n. 389 - Quaresima 2010 2 Ritiro spirituale sabato 6 marzo ore 9.30 – 12 «Davanti a Gesù: la compassione, il perdono, la croce» don Davide Caldirola Quaresimale ore 21 venerdì 26 febbraio «Paura e fiducia» Maurizio Ambrosini, docente di sociologia venerdì 12 marzo «Disprezzo e compassione» Teresa Ciccolini, Insegnante di Lettere Classiche venerdì 19 marzo «Indifferenza e indignazione» don Virginio Colmegna, presidente Casa della Carità venerdì 26 marzo «Noia e stupore» Salvatore Natoli, docente di filosofia teoretica Se vogliamo vivere la Pasqua di Gesù partecipando ai suoi stessi sentimenti, la quaresima è il tempo opportuno per educarci ad essi attraverso i tre segni concreti che la tradizione della Chiesa ci consegna e che sono la preghiera, il digiuno e la carità. Per quanto riguarda la preghiera per ognuno di noi si tratta di trovare il tempo per stare davanti al Signore in ascolto della sua Parola e le proposte dei venerdì ci possono aiutare in tal senso. Così per quanto riguarda la carità, la proposta della Caritas rivolta a ciascuno di noi e alle nostre famiglie è di attrezzare la scuola che abbiamo già contribuito a costruire nella nostra missione in Congo. Infine per quanto riguarda il digiuno e la penitenza, a tutti è rivolto l’invito di condividere seriamente la tradizione del venerdì di astinenza dalla carne e dai cibi ricercati, ma anche di scegliere una qualche forma di rinuncia personale quale può essere qualche ora in meno di televisione, qualche divertimento di troppo o altro. 3 PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI magistero Messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima La giustizia di Dio si è manifestata per mezzo della fede in Cristo (cfr Rm 3,21-22) Cari fratelli e sorelle, ogni anno, in occasione della Quaresima, la Chiesa ci invita a una sincera revisione della nostra vita alla luce degli insegnamenti evangelici. Quest’anno vorrei proporvi alcune riflessioni sul vasto tema della giustizia, partendo dall’affermazione paolina: La giustizia di Dio si è manifestata per mezzo della fede in Cristo (cfr Rm 3,21-22). Giustizia: “dare cuique suum” Mi soffermo in primo luogo sul significato del termine “giustizia”, che nel linguaggio comune implica “dare a ciascuno il suo - dare cuique suum”, secondo la nota espressione di Ulpiano, giurista romano del III secolo. In realtà, però, tale classica definizione non precisa in che cosa consista quel “suo” da assicurare a ciascuno. Ciò di cui l’uomo ha più bisogno non può essergli garantito per legge. Per godere di un’esistenza in pienezza, gli è necessario qualcosa di più intimo che può essergli accordato solo gratuitamente: potremmo dire che l’uomo vive di quell’amore che solo Dio può comunicargli avendolo creato a sua immagine e somiglianza. Sono certamente utili e necessari i beni materiali – del resto Gesù stesso si è preoccupato di guarire i malati, di sfamare le folle che lo seguivano e di certo condanna l’indifferenza che anche oggi costringe centinaia di milioni di essere umani alla morte per mancanza di cibo, di acqua e di medicine -, ma la giustizia “distributiva” non rende all’essere umano tutto il “suo” che gli è FOGLIOinfoRMATIVO - n. 389 - Quaresima 2010 dovuto. Come e più del pane, egli ha infatti bisogno di Dio. Nota sant’Agostino: se “la giustizia è la virtù che distribuisce a ciascuno il suo... non è giustizia dell’uomo quella che sottrae l’uomo al vero Dio” (De civitate Dei, XIX, 21). Da dove viene l’ingiustizia? L’evangelista Marco riporta le seguenti parole di Gesù, che si inseriscono nel dibattito di allora circa ciò che è puro e ciò che è impuro: “Non c´è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro... Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male” (Mc 7,14-15.20-21). Al di là della questione immediata relativa al cibo, possiamo scorgere nella reazione dei farisei una tentazione permanente dell’uomo: quella di individuare l’origine del male in una causa esteriore. Molte delle moderne ideologie hanno, a ben vedere, questo presupposto: poiché l’ingiustizia viene “da fuori”, affinché regni la giustizia è sufficiente rimuovere le cause esteriori che ne impediscono l’attuazione. Questo modo di pensare - ammonisce Gesù - è ingenuo e miope. L’ingiustizia, frutto del male, non ha radici esclusivamente esterne; ha origine nel cuore umano, dove si trovano i germi di una misteriosa connivenza col male. Lo riconosce amaramente il Salmista: “Ecco, nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre” (Sal 51,7). Sì, 4 l’uomo è reso fragile da una spinta profonda, che lo mortifica nella capacità di entrare in comunione con l’altro. Aperto per natura al libero flusso della condivisione, avverte dentro di sé una strana forza di gravità che lo porta a ripiegarsi su se stesso, ad affermarsi sopra e contro gli altri: è l’egoismo, conseguenza della colpa originale. Adamo ed Eva, sedotti dalla menzogna di Satana, afferrando il misterioso frutto contro il comando divino, hanno sostituito alla logica del confidare nell’Amore quella del sospetto e della competizione; alla logica del ricevere, dell’attendere fiducioso dall’Altro, quella ansiosa dell’afferrare e del fare da sé (cfr Gen 3,1-6), sperimentando come risultato un senso di inquietudine e di incertezza. Come può l’uomo liberarsi da questa spinta egoistica e aprirsi all’amore? Giustizia e Sedaqah Nel cuore della saggezza di Israele troviamo un legame profondo tra fede nel Dio che “solleva dalla polvere il debole” (Sal 113,7) e giustizia verso il prossimo. La parola stessa con cui in ebraico si indica la virtù della giustizia, sedaqah, ben lo esprime. Sedaqah infatti significa, da una parte, accettazione piena della volontà del Dio di Israele; dall’altra, equità nei confronti del prossimo (cfr Es 20,12-17), in modo speciale del povero, del forestiero, dell’orfano e della vedova (cfr Dt 10,18-19). Ma i due significati sono legati, perché il dare al povero, per l’israelita, non è altro che il contraccambio dovuto a Dio, che ha avuto pietà della miseria del suo popolo. Non a caso il dono delle tavole della Legge a Mosè, sul monte Sinai, avviene dopo il passaggio del Mar Rosso. L’ascolto della Legge, cioè, presuppone la fede nel Dio che per primo ha ‘ascoltato il lamento’ del suo popolo ed è “sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto” (cfr Es 3,8). Dio è attento al grido del misero e in 5 risposta chiede di essere ascoltato: chiede giustizia verso il povero (cfr Sir 4,4-5.8-9), il forestiero (cfr Es 22,20), lo schiavo (cfr Dt 15,12-18). Per entrare nella giustizia è pertanto necessario uscire da quell’illusione di auto-sufficienza, da quello stato profondo di chiusura, che è l’origine stessa dell’ingiustizia. Occorre, in altre parole, un “esodo” più profondo di quello che Dio ha operato con Mosè, una liberazione del cuore, che la sola parola della Legge è impotente a realizzare. C’è dunque per l’uomo speranza di giustizia? Cristo, giustizia di Dio L’annuncio cristiano risponde positivamente alla sete di giustizia dell’uomo, come afferma l’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani: “Ora invece, indipendentemente dalla Legge, si è manifestata la giustizia di Dio... per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. Infatti non c’è differenza, perché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù. È lui che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue” (3,21-25). Quale è dunque la giustizia di Cristo? È anzitutto la giustizia che viene dalla grazia, dove non è l’uomo che ripara, guarisce se stesso e gli altri. Il fatto che l’“espiazione” avvenga nel “sangue” di Gesù significa che non sono i sacrifici dell’uomo a liberarlo dal peso delle colpe, ma il gesto dell’amore di Dio che si apre fino all’estremo, fino a far passare in sé “la maledizione” che spetta all’uomo, per trasmettergli in cambio la “benedizione” che spetta a Dio (cfr Gal 3,13-14). Ma ciò solleva subito un’obiezione: quale giustizia vi è là dove il giusto muore per il colpevole e il colpevole riceve in cambio la benedizione che spetta al giusto? Ciascuno non viene così a ricevere PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI il contrario del “suo”? In realtà, qui si dischiude la giustizia divina, profondamente diversa da quella umana. Dio ha pagato per noi nel suo Figlio il prezzo del riscatto, un prezzo davvero esorbitante. Di fronte alla giustizia della Croce l’uomo si può ribellare, perché essa mette in evidenza che l’uomo non è un essere autarchico, ma ha bisogno di un Altro per essere pienamente se stesso. Convertirsi a Cristo, credere al Vangelo, significa in fondo proprio questo: uscire dall’illusione dell’autosufficienza per scoprire e accettare la propria indigenza indigenza degli altri e di Dio, esigenza del suo perdono e della sua amicizia. Si capisce allora come la fede sia tutt’altro che un fatto naturale, comodo, ovvio: occorre umiltà per accettare di aver bisogno che un Altro mi liberi del “mio”, per darmi gratuitamente il “suo”. Ciò avviene particolarmente nei sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. Grazie all’azione di Cristo, noi possiamo entrare nella giustizia “più grande”, che è quella dell’amore (cfr Rm 13,8-10), la giustizia di chi si sente in ogni caso sempre più debitore che creditore, perché ha ricevuto più di quanto si possa aspettare. Proprio forte di questa esperienza, il cristiano è spinto a contribuire a formare società giuste, dove tutti ricevono il necessario per vivere secondo la propria dignità di uomini e dove la giustizia è vivificata dall’amore. Cari fratelli e sorelle, la Quaresima culmina nel Triduo Pasquale, nel quale anche quest’anno celebreremo la giustizia divina, che è pienezza di carità, di dono, di salvezza. Che questo tempo penitenziale sia per ogni cristiano tempo di autentica conversione e d’intensa conoscenza del mistero di Cristo, venuto a compiere ogni giustizia. Con tali sentimenti, imparto di cuore a tutti l’Apostolica Benedizione. vita diocesana Le catechesi dell’Arcivescovo dal 23 febbraio si rinnova l’appuntamento quaresimale del martedì sera Con l’inizio della Quaresima ambrosiana (domenica 21 febbraio), torna anche il tradizionale appuntamento con le catechesi dell’Arcivescovo, ogni martedì sera per tutto il tempo di preparazione alla Pasqua. I temi della Quaresima 2010 riprendono la lettera Pietre vive indirizzata alla Diocesi all’inizio dell’anno pastorale. Ogni incontro inizierà con la preghiera guidata dai monaci del monastero della SS. Trinità di Dumenza. Il cardinale Tettamanzi proporrà poi la sua catechesi dialogando con un intervistatore. Saranno evidenziati i temi della centralità di Cristo, della conversione, della sobrietà (di vita e pastorale) del ruolo dei fedeli e della figura del sacerdote oggi (recuperando così anche il tema dell’Anno sacerdotale). Il filo logico proposto è quello del cammino verso la Pasqua, evento di salvezza che consegna Cristo Risorto come centro e redentore del mondo storia (prima catechesi). È possibile avvicinarsi a questo centro convertendosi ogni giorno (terza catechesi); conversioni possibili grazie a un giusto rapporto con le cose e le occupazioni della vita, ovvero con la sobrietà (terza catechesi). Attratti dal centro – Cristo -, in atteggiamento perenne FOGLIOinfoRMATIVO - n. 389 - Quaresima 2010 6 di conversione, con cuore libero perché sobri, tutti i cristiani - perché battezzati - possono essere protagonisti nella storia e nella Chiesa (quarta catechesi), camminando guidati dai sacerdoti, la cui presenza nella società e nella storia “cambia nella fedeltà” (quinta catechesi). Come è ormai consuetudine, ogni martedì le catechesi verranno trasmesse da Telenova e Radio Marconi (dalle 21) e andranno on line sul portale all’indirizzo www.chiesadimilano.it (dalle 21.30); saranno poi replicate su Telenova 2 ogni mercoledì, alle 16 e alle 21. L’editrice In dialogo ha realizzato un libretto per consentire di seguire attivamente la preghiera proposta dai monaci di Dumenza, arricchito da testi, preghiere, domande e spunti per proseguire nella riflessione personalmente o nei gruppi di ascolto. Da metà Quaresima sarà inoltre disponibile un volume - sempre edito da In dialogo - che comprenderà gli interventi di catechesi integrali dell’Arcivescovo, le domande degli intervistatori e le risposte del cardinale Tettamanzi e altri approfondimenti. Il programma 23 febbraio - Cristo al centro della vita (Aldo Maria Valli, giornalista, vaticanista Tg1) 2 marzo - Convertirsi ogni giorno (Alessandro Zaccuri, giornalista, conduttore e autore Tv 2000) 9 marzo - La sobrietà (Paola Rivetta, giornalista, conduttrice Tg5) 16 marzo - Tutti protagonisti nella Chiesa? (Lorena Bianchetti, giornalista, conduttrice RaiDue) 23 marzo - Il prete nel mondo che cambia (Gad Lerner, giornalista, conduttore de L’Infedele). 7 PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI catechesi dell’iniziazione La Quaresima dei ragazzi: una bussola per trovare la strada giusta L’immagine che ci accompagna nella Quaresima è quella del testimone lungo la strada; il verbo testimoniare custodisce il senso dell’intera proposta: essere testimoni significa sia assistere, vedere, fare esperienza, che comunicare agli altri ciò che si è visto, toccato, vissuto. La condizione di ogni cristiano non è solo quella di stare con il Signore, perché la gioia di questa comunione sia piena è necessario condividerla, comunicarla al mondo intero e la strada della Quaresima va incontro a tutti. La strada che Gesù percorre verso Gerusalemme è la strada di un Dio che si fa prossimo nelle faccende quotidiane delle persone, accanto alle fatiche e alle gioie di sempre. Il tema della strada viene presentato attraverso un oggetto concreto: la bussola. La bussola è quello strumento che ci aiuta ad orientarsi e permette di trovare la strada giusta, essa accompagna i bambini durante tutta la Quaresima ricordando loro che c’è una strada da percorrere e da scoprire ad ogni passo. La proposta si articola attraverso due strumenti: il libretto della storia è la strada giusta? e la bussola di cartoncino. La storia, illustrata con bassorilievi della vita di Gesù, racconta l’avventura di quattro amici che si perdono dentro una scultura. Scopriranno, interrogando i vari personaggi, che devono percorrere una strada per tornare a casa, ma scopriranno anche che questa strada è una storia, la storia di Gesù. Solo passando attraverso questa storia potranno uscire dalla situazione in cui si trovano: la bussola che i protagonisti interrogano non dà soluzioni e risposte facili, ma li interroga a loro volta, insegna la strada, la fa scoprire loro, dice dove cercare. La storia si articola in otto capitoli in modo da poter essere letta in tutta la Quaresima e fa memoria delle ultime ore della vita di Gesù e della sua resurrezione. La bussola, attraverso un gioco di rotazione settimanale, presenta alcuni quadri raffiguranti il vangelo, chiede ai bambini di darne un titolo, chiede di dare un colore agli atteggiamenti che il brano del Vangelo suggerisce e di scrivere una preghiera. L’impegno per i bambini sarà quello di fare un piccolo esame di coscienza guidati dalla freccia della bussola, è un modo semplice per introdurre i piccoli a fare memoria della propria giornata, a elaborare un giudizio sulle proprie azioni e a valutarle. Ester Tuffi FOGLIOinfoRMATIVO - n. 389 - Quaresima 2010 8 spiritualità Dio nel quotidiano Quasi tutti veniamo da una cattiva o se non altro ambigua educazione alla preghiera. Purtroppo, dobbiamo confessarlo, fin da piccoli fummo educati a «dire preghiere», meno, molto meno, a «stare davanti a Dio». Educati a dire parole nella preghiera, con il conseguente inganno di pensare che dal numero delle preghiere sia misurata la religiosità di ciascuno di noi. Eppure Gesù aveva detto: “Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate” (Mt 6, 7-8). Educati a dire parole, meno a stare faccia a faccia con Dio. Puoi stare con Dio, senza parole, respirando nel silenzio la sua presenza. Chi di noi si sentirebbe di mettere in dubbio l’intensità del tempo consumato in silenzio dagli innamorati, abbracciati l’un l’altro, senza parole? Respirare la presenza dell’altro è condizione ineludibile perché le parole e i gesti, anche quelli religiosi, anche quelli che riempiono le chiese, non siano casa vuota, ma siano parole, siano gesti abitati. Tra i libri della cella dove ho soggiornato, a Bose, mi ha incuriosito per il suo titolo, un capitolo di un libro di Anthony Bloom, metropolita della chiesa ortodossa russa. Il titolo dice: Sferruzzando davanti a Dio. “Ricordo che una delle prime persone che venne a chiedermi consigli dopo che ero stato ordinato presbitero fu una vecchia signora che disse: ‘Padre, ho pregato quasi incessantemente per quattordici anni, e non ho mai avvertito la presenza di Dio’. Allora le dissi: ‘Gli ha dato una chance di 9 proferire anche solo una parola?’. ‘Oh no’ mi disse, ‘ho parlato io per tutto il tempo, non è forse questa la preghiera?’. Le dissi: ‘No, non penso che lo sia, e quel che le suggerisco è di mettere da parte quindici minuti ogni giorno, restando seduta a sferruzzare davanti al volto di Dio’. E così fece. Con quale risultato? Presto venne da me e disse: ‘È straordinario, quando prego Dio, in altre parole gli parlo, non sento nulla, ma quando mi siedo nella calma, faccia a faccia con lui, allora mi sento avvolta dalla sua presenza’. Non sarai mai in grado di pregare Dio realmente e con tutto il tuo cuore, se non impari a tacere e gioire a causa del miracolo della sua presenza, o se preferisci, del tuo stare faccia a faccia con lui anche se non lo vedi” (La preghiera giorno dopo giorno, Edizioni Qiqajon). Ancora una volta a Bose, col fiato trattenuto, nella chiesa delle origini, dove ora è custodito il pane del volto di Dio, mi seducevano le ombre, il Cristo della Croce, l’altare di pietra, il cero adorante, ma insieme mi seduceva una piccola striscia di colore che, filtrando da vetri colorati, pulsava, come avesse un cuore, sul nudo pavimento. Stare come la striscia davanti a Dio. Stare con Dio nella vita di ogni giorno, questa è la sfida. Nella vita che è sferruzzare, sferruzzare il quotidiano: i bambini che piangono nella casa, il telefono che chiama e tu sei ai fornelli, la sveglia che suona, il bagno sempre occupato, le auto in colonna, stare uno sull’altro nella metropolitana, la crisi del figlio, la notizia del terremoto, l’abbraccio infinito e quello negato. PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI Noi, in giornate orfane della campanella dei monaci, chiamati a inventare nuovi modi di stare davanti a Dio, non in fuga o a dispetto della vita, ma interpretando la vita. Una preghiera non contro i ritmi quotidiani, ma secondo i ritmi del quotidiano. Penso al moto di genialità che portò in tempi antichi a inventare la preghiera di Gesù. Ci si era accorti che il ritmo fondamentale, quella musica che ci portiamo dentro è il respiro. E nacque così l’invocazione: “Signore Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me”, preghiera da modulare secondo il ritmo del respiro. chi sa, nel cuore vada mormorando parole del Primo Testamento: «Può forse una madre dimenticare il suo piccolo? Anche se fosse, dice Dio, io non mi dimenticherò di te». O la preghiera della donna mentre sta affaccendata ai fornelli. Chi sa che nel cuore non culli la memoria del Gesù della brace. Brace accesa sulle sabbie estasiate del litorale e pesce arrostito a ristoro di discepoli da una notte di pesca sul lago. Stare con Dio, chissà, nella colonna ferma insofferente, in attesa di un evento che schiuda, e avvertire nel segreto un’attesa ancora più radicale, l’attesa della venuta del Signore. E se oggi scoprissimo altri ritmi e su quelli inventassimo il nostro stare davanti a Dio e diventasse questa un’arte da passarci gli uni gli altri? Ci sarebbe, io penso, da comporre un libro e sarebbe vivo, di sangue, non di Preghiere slavate, come succede spesso a libri che riportano preghiere ecclesiastiche scolorite, preghiere per i fidanzati, per i genitori, per i figli, per una morte, per una nascita, dove le parole sono pallide, spesso filtrate non dalla vita, ma dai documenti. Stare con Dio quando esci di casa o quando ritorni e nel cuore il riaccendersi delle parole del salmo: “Il Signore è il tuo custode e la tua ombra, il Signore custodirà il tuo entrare e il tuo uscire” (Sal 121). Stare con Dio quando ti trema il cuore e più non sai né chi sei né dove vai, lontano da chi, lontano da dove? E il salmo a rassicurarti che nella più lontana delle lontananze Dio ti attende, lui che “ti ha plasmato nel più profondo, ha creato le tue viscere, ti ha tessuto nel seno di tua madre” (Sal 139). Modulare la preghiera nella vita. La preghiera nel ritmo di una madre che sta con Dio mentre culla il bambino e, cullando, FOGLIOinfoRMATIVO - n. 389 - Quaresima 2010 Angelo Casati in “Oreundici” del febbraio 2010 10 ecumenismo Insieme verso la Pasqua La 1° domenica di Quaresima quest’anno è comune a cattolici, ortodossi e protestanti e pertanto la Pasqua del 4 aprile 2010 sarà celebrata insieme da tutti i cristiani. Purtroppo questa coincidenza è un’eccezione, non la regola. Ciò ci porta a riconsiderare le ragioni che ancora impediscono alla cristianità tutta di trovare una soluzione per la celebrazione comune di una delle più importanti feste cristiane. Avevamo già avuto modo di entrare in questo intricato groviglio delle diversità di calendario tra la Chiesa occidentale e la Chiesa Orientale: per semplificare possiamo dire che il principio comunemente accettato al Concilio di Nicea nel 325 stabilisce che la Pasqua sia celebrata la prima domenica dopo la luna piena che segue all’equinozio di primavera (21 marzo). Ma lo stesso principio, applicato a due calendari diversi, il giuliano in uso presso alcune chiese ortodosse e il gregoriano adottato dalla Chiesa cattolica romana nel 1578 per la riforma di papa Gregorio XIII, comporta la differenza per il computo della data di Pasqua tra le due Chiese. Se vogliamo tornare all’origine della festa di Pasqua, dobbiamo riportarci all’antica tradizione dei riti di primavera dei pastori nomadi semiti che, basandosi sul calendario lunare, segnavano l’inizio del mese di Nisan il primo giorno di luna nuova dopo l’equinozio di primavera (21 marzo). Due settimane dopo, il 14 Nisan in cielo splende la luna piena e i pastori iniziavano il loro nuovo anno dopo il periodo invernale sacrificando un agnello e segnando con il sangue le loro tende. Con Mosè la Pasqua, il 14 Nisan, assumerà il significato di liberazione dalla schiavitù d’Egitto e, sempre in coincidenza con la Pasqua ebraica, Gesù sostituirà la cena pasquale con l’eucaristia e l’immolazione dell’agnello con la propria morte. Nei primi secoli alcune Chiese cristiane mantennero per la celebrazione pasquale la stessa data del mondo ebraico mentre la Chiesa di Roma per distinguere la Pasqua cristiana da quella ebraica decise che dovesse cadere sempre la domenica successiva al 14 Nisan. Ciò fa sì che il valore simbolico della notte di luna piena – la notte della luce – perda un po’ del suo splendore per i cristiani d’occidente in quanto il plenilunio è già passato da un minimo di un giorno a un massimo di sette rispetto al 14 Nisan. Quest’anno il 14 Nisan avrà un anticipo di cinque giorni rispetto alla data della nostra Pasqua e quindi alla luna mancherà una piccola parte della sua pienezza e di conseguenza della sua luminosità. Molti sono stati i tentativi per un accordo su una data comune per la Pasqua, ma fino ad oggi non si è giunti ad un consenso unanime e la questione rimane pertanto aperta. Ci accingiamo a vivere la Quaresima contemporaneamente con le altre Chiese, ognuna con i propri riti, spiritualità, liturgie particolari: il tempo di conversione e riconciliazione che cercheremo di percorrere, ci porterà a proclamare nella Veglia pasquale, tutti insieme “Cristo è risorto”, nell’attesa che le Chiese cristiane arrivino a concordare insieme un’ unica data per celebrare la Pasqua, non per una coincidenza di calcoli ma per una scelta condivisa. Giovanna Decio Benuzzi 11 PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI oratorio Anno nuovo progetto nuovo! Son passati quasi 4 mesi da quando ho iniziato qui con voi e sono molto contento. In questo tempo ho avuto veramente tante belle occasioni per conoscere più a fondo la realtà della vostra comunità e soprattutto instaurare buone relazioni coi ragazzi che ogni giorno frequentano l’oratorio. Dopo una prima di verifica è il momento di rivedere il Progetto riguardante la presenza dell’educatore professionale in oratorio, elaborato con la Cooperativa San Martino, per fissare in sintesi un quadro del contesto attuale e delle problematiche su cui elaborare obiettivi specifici. Rispetto all’anno scorso c’è stata qualche modifica. Si è mantenuto l’obiettivo di lavorare nella gestione di quei ragazzi che frequentano ogni giorno gli ambienti oratoriali senza fare parte di un gruppo di riferimento specifico. Con loro è innanzitutto importante concentrarsi sulla relazione e la presenza aiutandoli a “condividere regole e principi che governano la vita dell’oratorio, che stimoli i ragazzi al rispetto dell’ambiente e delle persone” come si trova scritto sul Progetto. Solo partendo dalla relazione con loro si possono, durante l’anno, cercare delle iniziative volte a una partecipazione più costruttiva. Unitamente da quest’anno si è voluto maggiormente insistere su un lavoro di supporto e sostegno agli animatori, educatori volontari, dei gruppi di formazione per ragazzi medie-superiori. “In particolare l’educatore parteciperà alle equipe di formazione e organizzazione e in parte alle riunioni dei vari gruppi sia per poter dare la possibilità agli animatori di confrontarsi e ricevere consigli, sia per conoscere i ragazzi pre-adolescenti e adolescenti, molti dei quali frequentano l’oratorio anche nel resto della settimana”. Infine si è deciso di anticipare la preparazione dell’oratorio estivo, che si svolgerà come ogni anno a giugno e coinvolgerà un gran numero di ragazzi, attraverso incontri di conoscenza e formazione con coloro che faranno gli animatori e collaboreranno allo svolgimento di questo periodo importante dell’anno, così da poterlo vivere con slancio e passione educativa. Alessio Proseguono gli incontri biblici Anche nel periodo quaresimale proponiamo due incontri per gli educatori e i giovani che desiderano approfondire il loro cammino di fede. Guidati da padre Antonio approfondiremo le figure bibliche di Giona e Geremia. Ci incontreremo in oratorio lunedì 15 e 22 marzo alle ore 21,15. FOGLIOinfoRMATIVO - n. 389 - Quaresima 2010 12 attualità Via Padova, c’è bisogno di una nuova giustizia Di fronte agli avvenimenti che sono accaduti in questi giorni in via Padova, nelle strade delle nostre comunità cristiane, cerchiamo parole di fede per leggere questi fatti con uno spirito diverso sia dalla sterile lamentazione che da una sottovalutazione ingenua della gravità dei problemi che stiamo vivendo. Ci sentiamo anzitutto di dire una parola di vicinanza per chi vive in luoghi come le nostre vie. Occorre coraggio per tutti: per gli italiani come per gli stranieri. Ci sono tante persone che semplicemente vogliono vivere in pace, che provano a convivere con quelli che abitano lo stesso quartiere. Ci sembra che emerga un grande e profondo bisogno di giustizia, che va ascoltato e interpretato. Ci aiutano in questo le parole di Benedetto XVI nel suo messaggio per la Quaresima 2010. Non basta infatti un’esigenza di giustizia intesa solo come la difesa di ciò che è proprio (giustizia = dare a ciascuno il suo). Occorre un senso nuovo di giustizia. Così si esprime il papa: «La parola stessa con cui in ebraico si indica la virtù della giustizia, sedaqah, ben lo esprime. Sedaqah infatti significa, da una parte, accettazione piena della volontà del Dio di Israele; dall’altra, equità nei confronti del prossimo (cfr Es 20,12-17), in modo speciale del povero, del forestiero, dell’orfano e della vedova (cfr Dt 10,18-19). Ma i due significati sono legati, perché il dare al povero, per l’israelita, non è altro che il contraccambio dovuto a Dio, che ha avuto pietà della miseria del suo popolo». Possiamo indicare a noi stessi e a ciascuno questi tre livelli per vivere una nuova giustizia. La legalità. Una convivenza è possibile se ci sono delle norme e dei patti che permettono alle persone che hanno storie diverse e culture differenti di riconoscersi e di rispettarsi. Norme condivise, che non escludano ma che includano, che siano realistiche e praticabili, che permettano patti di cittadinanza e di civiltà. Per la Bibbia la legge è anzitutto il frutto di un’alleanza cercata nella libertà e nella responsabilità. Le istituzioni pubbliche devono fare la loro parte trovando le leggi giuste; anche i cittadini devono fare la loro rispettando le leggi e favorendo cammini di legalità, alleanze comuni come accade normalmente nelle scuole, nei nostri oratori, nelle comunità cristiane. Questi luoghi sono preziosi e non vanno abbandonati perché qui si costruiscono le basi di una nuova giustizia. Dobbiamo tornare ad abitare le nostre strade, i condomini e i quartieri, per renderli di nuovo luoghi del vivere comune. Se non trasformiamo le nostre vie in “casa nostra” poco alla volta diventano “terra di nessuno”. La presa a carico di ciò che è comune. Spesso si invoca la giustizia solamente quando si tratta di difendere il proprio interesse. Ma una declinazione solo corporativa della giustizia è miope e destinata all’insuccesso. Siamo così abituati a preoccuparci solo del “mio” che non sappiamo più pensare a ciò che può essere “nostro”. Coltivare la giustizia chiede la disponibilità a metterci del “mio” per il bene comune e non a pretendere ciascuno il “proprio” a prescindere dal bene degli altri. Il diritto che va tenacemente difeso per primo è quello dei piccoli e dei poveri, e la Bibbia dice: degli “orfani” delle “vedove” 13 PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI e degli “stranieri”. Noi potremmo tradurre: la cura dei bambini e delle generazioni più giovani, la cura per chi non ha difese sociali, per chi vive solo e senza un sostegno, per chi arriva da strade di dolore e di povertà. La giustizia come dono da invocare. Sentiamo la sproporzione di fronte a problemi più grandi di noi. Ma sappiamo anche che deve essere la speranza quella che ci guida, la certezza che Dio non si dimentica dei suoi figli e che la pace per noi è un dono invocato dall’alto, la grazia concessa a noi peccatori da un Dio che si è compromesso con la nostra storia fino a dare la sua vita. Noi lo preghiamo per la pace, che non esiste senza giustizia, e gli chiediamo il coraggio di essere pronti a dare il poco che abbiamo e il poco che siamo perché venga un regno di giustizia e di pace. Avvertiamo per noi credenti di queste comunità cristiane il compito di essere anzitutto intercessori: vogliamo rimanere in mezzo al conflitto disarmati e solidali, disposti ad ascoltare le ragioni di ciascuno, pronti a cogliere e a favorire le opportunità di mediazione e di riconciliazione. I preti delle comunità di via Padova e del decanato di Turro Sabato 20 marzo a Milano XV Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie Dal 1995 ogni 21 marzo si celebra la Giornata della Memoria e dell’Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie. Il 21 marzo, primo giorno di primavera, è il simbolo della speranza che si rinnova ed è anche occasione di incontro con i familiari delle vittime che in Libera hanno trovato la forza di risorgere dal loro dramma, elaborando il lutto per una ricerca di giustizia vera e profonda, trasformando il dolore in uno strumento concreto, non violento, di impegno e di azione di pace. La XV Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie, si celebrerà in Lombardia, a Milano, sabato 20 marzo 2010. Milano sarà protagonista dei giorni del 19 (con l’incontro tra i familiari delle vittime e a seguire momento ecumenico di ricordo delle vittime) e del 20 (con una marcia al mattino e seminari e concerto al pomeriggio). Il tema al centro della Giornata sarà la dimensione finanziaria delle mafie. Troppo spesso si licenzia frettolosamente ancora oggi il problema mafie come qualcosa che riguarda solo alcune regioni del Sud Italia. Sappiamo per certo che non è così, che oggi le mafie investono in tutto il mondo e che nel Nord Italia ci sono importanti cellule di famigerati clan, che riciclano denaro sporco, investono capitali nell’edilizia e nel commercio, sono al centro del narcotraffico, sfruttano attraverso lavoro nero. La corruzione, oggi nuovamente a livelli altissimi come sottolineato dalla Corte dei Conti, è un fenomeno presente in misura crescente dove ci sono maggiori possibilità di FOGLIOinfoRMATIVO - n. 389 - Quaresima 2010 14 business: è dunque il Nord tutto a doversi guardare da questi fenomeni di penetrazione di capitali illeciti. Milano è la città in cui fu ucciso nel 1979 Giorgio Ambrosoli, avvocato esperto in liquidazioni coatte amministrative, che stava indagando sui movimenti del banchiere siciliano Michele Sindona. Milano è la città in cui il 27 luglio del 1993 ci fu una delle bombe che esprimevano l’attacco diretto allo Stato da parte della mafia: la strage di via Palestro, nei pressi del Padiglione di Arte Contemporanea. Ci furono cinque morti. Milano è infine la città in cui si terrà l’Expo nel 2015, una manifestazione che attrarrà ingenti capitali e su cui sarà importante vigilare al fine di non consentire l’infiltrazione delle mafie. (informazioni e aggiornamenti nel sito www.libera.it) missione Se la Rai spegne il mondo I missionari alla Rai: spegnete il gossip, riaccendete l’informazione La Federazione Stampa Missionaria Italiana (Fesmi), che raduna una quarantina di testate per un totale di 500mila copie mensili, interviene contro l’intenzione della Rai di chiudere 5 sedi estere. A meno di clamorosi ripensamenti, la Rai sta per chiudere cinque sedi di corrispondenza nel mondo: Beirut, Il Cairo, Nairobi, New Delhi e Buenos Aires. Cinque su quindici in totale. Stiamo parlando di entrambe le sedi africane, dell’unica in America Latina e di quella in un Paese così importante, non solo politicamente ed economicamente, come l’India, oltre che di quella di un Paese-simbolo come il Libano. Se andasse in porto, sarebbe una decisione grave, contraddittoria e miope. In una parola: controproducente. Come Federazione della Stampa Missionaria Italiana, la condanniamo con forza, auspicando che la dirigenza Rai torni sui suoi passi, anche alla luce delle proteste non solo nostre, ma di molte altre realtà della società civile che in queste ore si stanno levando. L’ipotesi di chiudere un terzo delle sedi di corrispondenza nel mondo è grave, perché va a colpire il Sud del mondo, quella parte di pianeta già oggi marginale nel circuito informativo italiano. È grave perché ispirata a criteri economicisti che, come tali, dovrebbero essere estranei a un “servizio pubblico” che voglia qualificarsi davvero come tale. Se un problema di compatibilità economica esiste, non è spegnendo l’informazione sul 15 PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI mondo che si risolve ma, semmai, vigilando sugli esosi compensi alle “star” del piccolo schermo o sugli sprechi cui la Rai ci abituato da troppo tempo. È una decisione contraddittoria, perché la sede di Nairobi è stata aperta- anche per effetto di un tenace “pressing” delle riviste missionarie - soltanto due anni fa. Ancora: qual è il senso della chiusura di una sede come l’Egitto, cruciale per monitorare l’area mediterranea e, in parte, il mondo islamico? Che senso avrebbe abbandonare oggi l’India, da tutti indicata come uno dei Paesi-chiave del presente e del futuro? Appare chiaro che siamo di fronte a una scelta - se attuata - per nulla lungimirante e, alla distanza, destinata a ricadute negative. Controproducente, appunto. Il contrario di quell’efficienza che tanto viene sbandierata. Contro la deriva di un’informazione Tv sempre più avvitata su stessa, ci eravamo pronunciati nel febbraio 2006 con l’appello «Notizie, non gossip», pubblicato da tutte le riviste della Fesmi: chiedevamo alla Rai una risposta alla scarsità di notizie da intere aree del mondo. Nel maggio 2007, dopo l’apertura della sede di Nairobi, avevamo salutato con favore l’evento: «Se la Rai ha aperto una sede in Africa, molto lo si deve alla mobilitazione del mondo missionario», aveva detto in quell’occasione Enzo Nucci, corrispondente Rai da Nairobi. Speravamo fosse l’inizio di un impegno serio. Per dar voce a popoli, culture, paesi senza voce. Purtroppo - duole constatarlo - non è andata così. Con tutta evidenza, il problema dei tagli delle sedi estere è solo la punta di un iceberg: la questione riguarda la sensibilità complessiva per i fatti del mondo, le vicende dei continenti solo apparentemente “lontani”. Non vorremmo che la scelta di dismettere le sedi straniere confermasse una volontà di ritirarsi nel guscio di un’informazione che per baricentro abbia l’Italia o l’Europa. Un servizio pubblico che voglia dirsi realmente tale dovrebbe puntare a rendere i suoi telespettatori autentici “cittadini del mondo”. Non è certo questa la strada. Chiediamo ai vertici di Viale Mazzini un tempestivo e radicale ripensamento. Chi volesse appoggiare le nostre richieste scriva una mail a uno de seguenti indirizzi mettendo nell’oggetto “Non spegnete il mondo” e segnalando nel testo di condividere il nostro appello. DIRETTORI: [email protected] (Tg1); [email protected] (Tg2); [email protected] (Tg3); [email protected] (Antonio Preziosi - GR); [email protected] (Corradino Mineo - RaiNews24); [email protected] (Daniele Renzoni - Rai International) FOGLIOinfoRMATIVO - n. 389 - Quaresima 2010 16 Manifesto per la libertà del pensiero economico contro la dittatura della teoria dominante e per una nuova etica Nelle scorse settimane la Commissione Giustizia e pace ha invitato la comunità ad approfondire i temi della crisi. Sollecitati dalle riflessioni emerse nei due incontri con Riccardo Moro, p. Paolo Foglizzo e Miriam Giovanzana, proponiamo qui di seguito un’interessante iniziativa dell’Associazione Paolo Sylos Labini, intitolata all’illustre economista italiano scomparso nel 2005. Il Manifesto intende suscitare una discussione aperta sugli orientamenti della ricerca economica e delle sue implicazioni politiche e culturali. Sul sito dell’Associazione (www.syloslabini.it) si raccolgono le adesioni e si ospitano commenti e analisi di singoli, associazioni e siti web. Hanno già aderito, tra gli altri, Luciano Gallino, Loretta Napoleoni, Giorgio Ruffolo, Michele Salvati, Nadia Urbinati, Gianni Vaggi, Stefano Zamagni. 1. La teoria dominante è in crisi Oggi dopo anni di atrofizzazione si affaccia un nuovo sentire al quale la scienza economica deve saper dare una risposta. La crisi globale in atto segna un punto di svolta epocale. Come in tanti hanno rilevato, oggi entrano in crisi le teorie economiche dominanti e il fondamentalismo liberista che da esse traeva legittimazione e vigore. Queste teorie non avevano colto la fragilità del regime di accumulazione neoliberista. Esse hanno anzi partecipato alla edificazione di quel regime, favorendo la finanziarizzazione dell’economia, la liberalizzazione dei mercati finanziari, il deterioramento delle tutele e delle condizioni di lavoro, un drastico peggioramento nella distribuzione dei redditi e l’aggravarsi dei problemi di domanda. In tal modo esse hanno contribuito a determinare le condizioni della crisi. È necessario ricondurre l’economia ai fondamenti etici che avevano ispirato il pensiero dei classici. 2. è urgente riaprire il dibattito economico è urgente riaprire il dibattito sulle fondamenta delle diverse impostazioni teoriche presenti nel campo economico. Occorre respingere l’idea – una giustificazione di comodo per tanti economisti e commentatori economici mainstream – che esista una sola verità nella scienza economica. Occorre dare spazio alle teorie alternative – keynesiana, classica, istituzionalista, evolutiva, storico-critica nella ricchezza delle loro varianti – nell’insegnamento e nella ricerca. Occorre adeguare ai tempi i nostri strumenti, assumendo l’analisi di genere nei nostri studi. è necessario dare “diritto di tribuna” ad ogni nuova idea economica nel segno della libertà e del libero confronto. Le concentrazioni di potere (nelle università, nei centri di ricerca nazionali e internazionali, nelle istituzioni economiche nazionali e internazionali, nei media), come quelle che hanno favorito nella fase più recente l’accettazione acritica del fondamentalismo liberista, debbono essere combattute. 3. Un’economia al servizio delle persone La scienza economica dev’essere intesa in modo ampio, senza definizioni unilaterali e con piena apertura all’interscambio con le altre scienze sociali. L’obiettivo della ricerca dovrebbe consistere nella comprensione della realtà sociale che ci circonda, come 17 PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI premessa per scelte politiche dirette a migliorare la condizione di vita delle persone e il bene comune. 4. Un metodo non più fine a se stesso A questo fine va indirizzato l’utilizzo delle tecniche disponibili, dall’analisi storiografica a quella econometrica, dall’analisi delle istituzioni alla costruzione di modelli matematici, senza preclusione verso alcuna tecnica ma allo stesso tempo senza che la raffinatezza tecnica dell’analisi divenga un obiettivo autoreferenziale, fonte di conformismo e di appiattimento nella formazione delle giovani leve di economisti. Per questo, va favorito un confronto critico tra impostazioni e analisi diverse. 5. Una nuova agenda Suggeriamo cinque temi – su cui promuovere studi e iniziative – che ci sembrano di particolare rilievo nella fase attuale: a. Mercato, stato e società. Dopo decenni in cui il mercato e la sua presunta “mano invisibile” hanno invaso gli spazi dell’azione pubblica e delle relazioni sociali, è necessario pensare nuove forme di integrazione tra mercato, stato e società, con attenzione per i temi della democrazia, della giustizia, dell’etica, in un quadro di sostenibilità ambientale dello sviluppo; b. Una globalizzazione dal volto umano. Dopo una mondializzazione dei mercati trainata dalla finanza e priva di regole, è necessario pensare a un’integrazione internazionale tra i popoli che sia democraticamente governata, che alimenti i flussi di conoscenze e di persone accanto a quelli di merci, e che promuova la cooperazione sociale anziché la feroce competizione globale. c. Un nuovo umanesimo del lavoro. È necessario ripensare il ruolo del lavoro nelle società moderne, come fonte di reddito dignitoso per tutti, di conoscenze, di relazioni sociali e come strumento di formazione ed emancipazione civile dei cittadini. d. La riduzione delle disuguaglianze. Le differenze di reddito e di potere, tra paesi e – al loro interno – tra gruppi sociali e persone sono cresciute in modo inaccettabile ed è necessario quindi pensare ad un modello di organizzazione delle relazioni che punti realmente a ridurre le disuguaglianze sociali, territoriali, tra uomini e donne e tra le singole persone. Questo è necessario anche per individuare una credibile via d’uscita dalla crisi, che richiede un rilancio dei consumi individuali e collettivi e degli investimenti pubblici, e l’emergere di una nuova domanda da parte di paesi e gruppi che in passato erano rimasti al margine dello sviluppo e del benessere sociale. Senza tali cambiamenti il rischio concreto è che si punti a ripristinare il regime di accumulazione neoliberista fondato sulla speculazione finanziaria, e che si alimentino per questa via crisi ulteriori ed ancora più gravi dell’attuale. e. Uno sviluppo più equilibrato. Va favorita la transizione da una crescita quantitativa senza limiti verso uno sviluppo più equilibrato basato sulla qualità. Occorre impegnarsi per costruire degli indici alternativi al prodotto interno lordo che è inservibile e fuorviante dal momento che non riesce a rappresentare diverse attività economiche, i costi ambientali e il reale benessere della popolazione. FOGLIOinfoRMATIVO - n. 389 - Quaresima 2010 18 Agenda della comunità Lunedì 22 febbraio Alle ore 21, in preparazione del pellegrinaggio parrocchiale in Armenia incontro con p. Robert Siranian, in religione Grigorís, della Congregazione Armena Mechitarista (CAM). L’incontro è aperto a tutti. Alle ore 21 incontro dei genitori dei bambini che frequentano il secondo anno di catechesi. Mercoledì 24 febbraio Dalle ore 17 alle 19 momento di ritiro per i ragazzi del terzo anno. Sabato 27 febbraio Alle ore 16 incontro dell’Azione Cattolica sul percorso Leggiamo insieme la Bibbia (Esodo cap.1-18). Domenica 28 febbraio Alle ore 16 prima Riconciliazione per i ragazzi del terzo anno (gruppi Alessandra, Elena, Paola C., Margherita, Serena). Alle ore 18 si riuniscono il gruppo famiglie 1 (animatori Oriana e Maurizio Andreozzi e Tata e Luigi Mapelli) e il gruppo famiglie 2 (animatori Rosella e Massimo Gianotti). Gli incontri si concluderanno con la cena comunitaria. Incontri di formazione per gli operatori Caritas lunedì 1 marzo - ore 21 Il farsi prossimo della Chiesa lunedì 15 marzo - ore 21 La parrocchia e il legame con il territorio Gli incontri condotti da Luigi Mapelli sono aperti a tutti. Martedì 2 marzo Alle ore 21 primo incontro dei genitori dei bambini del 2002 che il prossimo ottobre inizieranno la catechesi. Domenica 7 marzo Alle ore 16 prima Riconciliazione per i ragazzi del terzo anno (gruppi Daniela, Paola S., Sofia, Susanna). Alle ore 17 adorazione comunitaria. 19 PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI Lunedì 8 marzo Alle ore 21 si riunisce il Consiglio Pastorale Parrocchiale. Giovedì 11 marzo Alle ore 21 incontro dei genitori dei bambini che frequentano il primo anno di catechesi. Domenica 21 marzo Alle ore 18 si riuniscono il gruppo famiglie 1 (animatori Oriana e Maurizio Andreozzi e Tata e Luigi Mapelli) e il gruppo famiglie 3 (animatori Cristina e Marco Giussani). Gli incontri si concluderanno con la cena comunitaria. Centro d’ascolto Ogni martedì dalle ore 9 alle ore 12 e dalle 16 alle 18 è attivo in parrocchia il Centro d’ascolto, dove le persone in difficoltà possono incontrare dei volontari che ascoltano i loro problemi e cercano di accompagnarle nella ricerca di soluzioni, offrendo loro aiuti concreti e orientandole ai servizi e alle risorse del territorio. Su appuntamento viene offerto anche un servizio di consulenza legale. Incontri pomeridiani per la terza età Questo il calendario dei prossimi incontri promossi dal Movimento Terza età (ore 15.30) martedì 23 febbraio giochiamo a BURRACO! giovedì 25 febbraio catechesi mensile tenuta da padre Battista sul nuovo libro Beati voi…. Siete il sale della Terra ! martedì marzo qualche ora in compagnia giocando a BURRACO! giovedì 4 marzo CORSO BIBLICO con Renata Andreotti: le donne nella Bibbia martedì 9 marzo giochiamo a BURRACO! giovedì 11 marzo TOMBOLA in allegria! A seguire simpatichepoesie e canzoni dialettali martedì 16 marzo giochiamo a BURRACO! giovedì 18 marzo POMERIGGIO MUSICALE: la signora Adriana Schifano presenterà e farà ascoltare brani da La Cenerentola di Rossini giovedì 25 marzo catechesi mensile tenuta da padre Battista sul nuovo libro Beati voi…. Siete il sale della Terra ! FOGLIOinfoRMATIVO - n. 389 - Quaresima 2010 20 Centro CuLturaLe CULTURA E FEDE Mercoledì 24 febbraio - Visita guidata dalla prof.sa Anna Roda alla Chiesa di S. Sebastiano. Ritrovo all’ingresso della chiesa alle ore 15. Mercoledì 24 marzo - Visita guidata dalla prof.sa Anna Roda alla Chiesa di S. Barnaba. Ritrovo all’ingresso della chiesa alle ore 15. Giovedì 13 maggio – Alle ore 7.45 partenza per Torino per l’Ostensione della Sindone. Nel pomeriggio visita guidata a Palazzo Madama e successivo trasferimento ad Aosta per la visita della città e dei suoi famosi forti. Nel ritorno a Milano (previsto per sabato 15 maggio) visita al Parco della Burcina nel Biellese. Prenotazioni entro il 28 febbraio. MOSTRE Si ricorda che mercoledì 3 marzo, alle ore 7.45, è prevista la partenza per Castelfranco Veneto per visitare la mostra Giorgione 2010 a 500 anni dalla morte. Venerdì 26 febbraio alle ore 18, presso il centro culturale, ci sarà un incontro di preparazione a cura della prof.sa Anna Roda. Mercoledì 31 marzo visita alla mostra Schiele e il suo tempo al Palazzo Reale di Milano. Per maggiori informazioni e prenotazioni la Segreteria del Centro culturale è aperta al lunedì, dalle 17 alle 18, e martedì mercoledì giovedì, dalle 18 alle 19. In città Da lunedì 22 a giovedì 25 febbraio Alle ore 21, nella chiesa di San Fedele, nell’ambito dei Dialoghi di Quaresima nella città, Esercizi spirituali nella vita quotidiana, a cura dei Padri Gesuiti di Milano. Martedì 23 e mercoledì 24 febbraio A partire dalle ore 9.30, presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, via dei Cavalieri del Santo Sepolcro 3, si terrà l’annuale convegno di studio. Tema di questa edizione: Esteriorità di Dio. La fede nell’epoca della ‘perdita del mondo’. Per informazioni vai al sito www.teologiamilano.it . Mercoledì 24 febbraio Alle ore 21, nella Sala della Trasfigurazione, piazza San Fedele 4, nell’ambito degli incontri ecumenici su La figura dell’”altro” nell’annuncio evangelico, intervengono Anne Zell e Giacomo Poretti. Tema della serata La donna Cananea, Matteo 15, 21-28 e Salmo 119, 17-24 (Io sono straniero sulla terra). Venerdì 26 febbraio Alle ore 18.30, presso la basilica di San Carlo, nell’ambito dei Dialoghi di Quaresima nella città, avvio delle letture bibliche con Enzo Bianchi. Tema dell’incontro Il gemito e la cura. Modelli biblici di salvezza. 21 PARROCCHIA SANT’ANGELA MERICI Mercoledì 3 marzo Alle ore 21, nella Sala della Trasfigurazione, piazza San Fedele 4, nell’ambito degli incontri ecumenici su La figura dell’”altro” nell’annuncio evangelico, intervengono Ulrich Eckert e Tommaso Vitale. Tema della serata Il servo del centurione, Matteo 8, 5-13 e Deuteronomio 10, 12-22 (Amate lo straniero). Lunedì 8 marzo Alle ore 21, in Duomo, nell’ambito dei Dialoghi di Quaresima nella città, Le donne, Maria e la città: poesie di Alda Merini, Vivian Lamarque e Patrizia Valduga. Intervento di Ermes Ronchi. Giovedì 11 marzo Alle ore 21, presso la Sala della Trasfigurazione, piazza S. Fedele 4, nell’ambito degli incontri per giovani coppie, il dottor Gherardo Colombo, ex magistrato, interverrà sul tema Coppia e famiglia: laboratori di giustizia. Da venerdì 12 a domenica 14 marzo Presso i padiglioni 1 e 2 di Fieramilanocity si terrà la settima edizione nazionale di Fa’ la cosa giusta!, mostra-mercato del consumo critico e degli stili di vita sostenibili che si propone di diffondere sul territorio nazionale le “buone pratiche” di consumo e produzione, dando vita a eventi in grado di comunicare i valori di riferimento dell’economia solidale e di valorizzare le specificità e le eccellenze del territorio, in rete con il tessuto istituzionale, associativo e imprenditoriale locale. Per informazioni vai al sito http://falacosagiusta.terre.it . Anche quest’anno Arché Vintage Solidale è presente a Milano a Fa’ la cosa giusta! nella sezione “Critical fashion” della mostra. Nello stand è possibile acquistare una selezione di capi vintage del negozio milanese e i manufatti realizzati dalle donne sieropositive di Chikuni nello Zambia meridionale, dove Arché è presente da diversi anni. Vi aspettiamo numerosi! giovedì 24 febbraio ore 21 in occasione della Giornata degli stranieri Emigranti di Slavomir Mrozek con Silvano Ilardo e Marco Schiatti ingresso libero FOGLIOinfoRMATIVO - n. 386 - Novembre 2009 22 venerdì 25 e sabato 26 febbraio ore 21 per la rassegna “I monologhi del Blu” In punta di piedi Compagnia Biancofango testo e regia Andrea Trapani e Francesca Macrì con Andrea Trapani già rappresentato con successo in Italia e all’estero biglietto € 12,00 È possibile prenotare telefonicamente chiamando dalle ore 10 alle ore 13 dal lunedì al giovedì allo 0362 328369 o inviando una e-mail a [email protected] indicando nome, numero di posti e recapito telefonico. La Bibbia in ogni famiglia Presso la segreteria parrocchiale sono ancora disponibili i volumi della Bibbia, curata da don Bruno Maggioni e Gregorio Vivaldelli, nella nuova traduzione della CEI. L’edizione, personalizzata con alcune pagine di introduzione a ricordo del 50° della fondazione della Parrocchia, è ricca di spiegazioni, indici tematici, percorsi di lettura. Adatta soprattutto a chi cerca una guida per accostarsi alla Scrittura, può diventare anche l’occasione di un dono. Ora sono disponibili anche, sempre in segreteria, le sovracoperte in stoffa colorata realizzate su misura dalla cooperativa sociale “neWhope”di Caserta, avviata e sostenuta da suor Rita Giaretta per favorire l’inserimento lavorativo di donne immigrate in gravi situazioni di difficoltà. Nella comunità parrocchiale HANNO RICEVUTO IL BATTESIMO Codogno Cecilia – 31 gennaio2010 Codogno Jacopo – 31 gennaio 2010 Allegra De Franchis – 14 febbraio 2010 Deereck Slavick – 14 febbraio 2010 ABBIAMO ACCOMPAGNATO ALLA PASQUA ETERNA Marcellina Ruffati – 14 gennaio 2010 (anni 89) Maurizio Piesco – 23 gennaio 2010 (anni 53) Enrico Zuccardi Merli – 25 gennaio 2010 (anni 84) Alberto Allievi – 5 febbraio 2010 (anni 70) Nunzia Caracappa – 14 febbraio 2010 (anni 81) Direttore responsabile p. Giuseppe Bettoni – Capo Redattore Tata Tanara – Stampa Francesco Canale – Un ringraziamento particolare a tutti coloro che collaborano con gli articoli, alla fascicolatura e alla diffusione del Foglio Informativo Trovate il Foglio Informativo anche su: www.americisss.it