1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 d' 895 i due bernoccoli metafisici dal bel sole di vestirsi, e con una o due macchioline di e nonostante quell'arruffio strano quell'arruffio strano d'ogni trillo e imprevista, e di chiamate notturne e com'è noto, una duplice possibilità lucida come pece e riccioluta come come pece e riccioluta come d'agnello sulla sua bocca il crepitio improvviso conseguenza o l'effetto che dir si voglia che dir si voglia d'un unico motivo, ”. E poi pareva pentirsi, come taceva pensieroso, come temendo di erotia”, si mescolava anche ai “casi più lontani dalle tempeste festa dal barbiere, portò una bottiglia Il pranzo domenicale fu lieto, nella luce de commercio, de quelli che un po' nera e cresputa si confortavano cui gli andavano insieme i nomi antichi, a la benedizione dei ceri: un senso lauta inspirazione albana. Aveva creduto via come passere al primo stormire ce cumbineno certe caciare, la notte.” sui colli e sui monti e nelle brevi piane fecondo, due salpingi grasse, zigrinate maturati si aprivano, come ciche d'una melagrana: e rossi chicchi, pazzi di là, entrò in sala un giovane, vestito valicava per altro i limiti ammissibili le belle tazze, e la cuccuma cuccuma d'argento, e quella zuccheriera delle vacche grasse, con una ghianda con una ghianda d'oro e due foglioline che gli squadernò il portasigarette er signorino ci aveva un anello: ad alcuni ringhi decrescenti, come da quelle gran vele delle orecchie: come trasalito: o arrossito, anche: ch'era, in lui, la maschera del senso fronte, “mo ce vo, chella scocciatura contentatura estetica. Vivendo sott'acqua t'infondono, solo a vederle, un senso color pidocchio, una folla: circonfusa sporte, e sedani: qualche esercente rigato, e col naso in veste e in colore col cerchio, un attendente saturo Manuela Pettacchioni non tralasciava mano sugli occhi, quasi a schermirsi piuttosto vizzo, la pelle pallida, come e il prestigio formale momentaneo d'una tenutaria od ex-frequentatrice d' Italia, aveva un'aria un po' d' olio sul bavero, quasi d' ogni trillo e d'ogni busta gialla d' ogni busta gialla imprevista, e di d' ore senza pace, che formavano il d' interpretazione. E poi era d' agnello d'Astrakan, nella sua d' Astrakan, nella sua saggezza d' uno zolfanello illuminatore, d' un unico motivo, d'una causa al d' una causa al singolare: ma sono d' aver calunniato 'e femmene, e d' aver detto troppo. Voleva d' interesse”, ai delitti d' amore. Qualche collega un d' uoglie alla signora. Il pranzo d' un meraviglioso pomeriggio, d' anni avanti li chiamaveno ancora d' una vitalità primaverile, lo d' antiche vergini guerriere e latine d' aria dei giorni sereni e lontani d' intuire: non hanno figli. d' un capriccio: ma i Balducci, via! D' anno in anno ... una nuova d' Italia, come un grande ventre d' una dovizia di granuli, il d' una melagrana: e rossi chicchi, d' un'amorosa certezza, ne d' un completo grigio di taglio non d' un fenomeno interno, non d' argento, e quella zuccheriera d' argento sopravvanzata ai vecchi d' oro e due foglioline d'argento d' argento sul coperchio. Già: per d' oro sotto il mento, con un d' oro vecchio, assai giallo: d' un temporalino in ritirata, e d' una occhiata fra sdegnosa e d' un rossore “sottocutaneo”. d' ufficio. Intanto gli entrò nella d' 'o sottosegretario.I Fin a d' appetito e di sensazioni fagiche d' uggia e di canarinizzata d' una rete protettiva di biciclette. d' un negozio di là, col grembiule d' un meraviglioso peperone: d' arance, prese in una sua gran d' inzeppare il suo referto: un d' un fulgore troppo vivo. La d' un geco infarinato, le labbra d' una tenutaria od d' una qualche casa d'appuntamenti - Pag.0015.8 - Pag.0015.12 - Pag.0015.18 - Pag.0015.18 - Pag.0015.19 - Pag.0015.28 - Pag.0016.11 - Pag.0016.11 - Pag.0016.16 - Pag.0016.22 - Pag.0016.22 - Pag.0017.13 - Pag.0017.15 - Pag.0017.18 - Pag.0017.19 - Pag.0018.12 - Pag.0018.13 - Pag.0019.17 - Pag.0019.34 - Pag.0020.21 - Pag.0020.26 - Pag.0021.27 - Pag.0024.1 - Pag.0024.12 - Pag.0024.21 - Pag.0024.22 - Pag.0024.24 - Pag.0024.25 - Pag.0025.2 - Pag.0025.13 - Pag.0025.30 - Pag.0025.31 - Pag.0025.32 - Pag.0025.33 - Pag.0025.35 - Pag.0026.8 - Pag.0026.17 - Pag.0026.33 - Pag.0027.3 - Pag.0027.11 - Pag.0027.22 - Pag.0028.4 - Pag.0028.9 - Pag.0028.16 - Pag.0028.17 - Pag.0028.19 - Pag.0028.21 - Pag.0029.29 - Pag.0029.37 - Pag.0030.14 - Pag.0030.16 - Pag.0030.17 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 od ex-frequentatrice d'una qualche casa miste: con il commento, magari, forze” del destino. La prefigurazione quel “chi è?”, belato o raglio abituale di spendere degli inquilini. La fiamma per tutto il mese e la si lasciò smorire quasi col viso sotto il viso. Parevano e accavallati referti della portinaia e tanto alto, era”: pareva il garzone appunto il suo, hanno quel diavolo sor commissario, è er revòrvere ce pensa mi' moje,” rispose con tono nessun garzone: né di pizzicarolo, né sì, prima di tutto i due colpi: ... certo ... Un momento prima quer fijo buone parole per la Menegazzi, le offrì di giuntare all'inchiesta un supplemento retta, sor commissario, quelli ... ereno con la mozzarella: un subito fervore er sor Filippo, qui,” lo cercò e da quello che va de prescia, a ora così pieni di incertezza, a non credere in grado di riconoscere. No. Mai prima aveva scavato le orbite: da parer quelle preda, a tratti, di quel certo “sopore le palpebre. Momenti di vivacità e penosamente, contro ogni prelazione un minuto alle inespresse opinioni contro la disumanità, la crudeltà pe levasse na svojatura ... Un po' Manuela con la Menegazzi, riconvocate a sua volta. Piuttosto franco, ma ad un tempo. Una certa ansia qui presente, se aggio capito, attesta da voi c'ò'o presutte ... parecchie vote, dire ch'arrassomiglia di più a chillo confuse; parlava col tono un po' nasale Me l'ha portata la donna de servizio insufficienti. Questa idea dello sbaglio il signor Balducci all'ufficio, in viaggio - nulla emerse. Ella tremava all'idea La contessa Menegazzi s'era incelata I Al dì in un vezzo, a carezzarvi la ghiandolina il deflusso col perforante vigore gioie, vere o supposte, di quel mucchio da anni. In occasione dello smarrimento der lavamano, previa accensione di “solerte”, era stata quella di cercar sostò con l'occhio sulle generalità dorato sur travertino o sur peperino d'ogni facciata de chiesa, sul colmo sui suoi nervi molisani: e gli porgeva tutta la vena, con tutte le sfumature, d' appuntamenti un po' scaduta di d' un batticuore improvviso, per un d' 'o fattacce s'era dovuta d' ogni reclusa che i mesti lari non d' ogni eventuale impianto termico, d' un prolungato languore non d' una tigre, ora, quegli occhi: d' altre inquiline delle più precipiti d' un pizzicarolo, co la parannanza d' un fermo! che quando c'è giù d' un galantomo. Io ... so' stato d' importanza. I garzoni dei d' altri negozi: né der macellaro, d' accordo. Poi aveva visto come d' una bona donna aveva sparato d' ospitarla: confermò, dietro d' inchiesta relativo al misterioso d' accordo ...” “Garzoni di d' ipotesi, discussioni, ricordi: d' un'occhiata: fece come lo d' agio, un piede appresso l'altro, d' angoscia. Un sospeso interesse d' allora non lo aveva visto. Mai. d' un dissepolto. A interrogarlo, d' ufficio” che gli appiombava d' ironia: scatti come di repentina d' uso, a forbirsi i labbri con d' ogni interlocutore, la sua faccia d' ogni inquisizione organizzata. d' anguilla marinata, magari, un po' d' urgenza, oltreché la d' aspetto non del tutto limpido, d' arrivare in fondo. “E voi, signor d' aver veduto un altro garzone d' aspetto più giovane, a quanto d' ò'o garzone di stammatina ... d' una trombetta di cartone. d' un mio collega, del Ministero d' uscio Ingravallo non se la sfilava d' affari anzi, come spesso, a d' esser sole, lei e la Ginetta: d' un piano: era andata ospite dai d' oggi, poi!” Ricerche alla d' una perla: e aggiungevano: d' un'anguilla o di certi pesci d' ori della “contessa” der terzo d' un anello con un topazzio o d' una candela a Sant'Antonio d' identificare e possibilmente d' una tizia fermata al Celio, e d' ogni facciata de chiesa, sul d' ogni colonnetta, che già je d' altronde tutta la vena, con tutte d' un vino di classe: le - Pag.0030.17 - Pag.0031.26 - Pag.0031.34 - Pag.0032.5 - Pag.0032.15 - Pag.0032.19 - Pag.0033.32 - Pag.0034.8 - Pag.0034.20 - Pag.0035.13 - Pag.0035.20 - Pag.0035.30 - Pag.0035.32 - Pag.0036.15 - Pag.0036.21 - Pag.0037.6 - Pag.0039.37 - Pag.0040.10 - Pag.0040.23 - Pag.0040.25 - Pag.0041.7 - Pag.0042.19 - Pag.0042.30 - Pag.0043.33 - Pag.0043.36 - Pag.0043.37 - Pag.0044.12 - Pag.0044.32 - Pag.0044.34 - Pag.0045.4 - Pag.0045.24 - Pag.0045.28 - Pag.0046.18 - Pag.0047.8 - Pag.0047.9 - Pag.0047.10 - Pag.0047.23 - Pag.0047.27 - Pag.0049.35 - Pag.0050.7 - Pag.0050.10 - Pag.0050.17 - Pag.0050.35 - Pag.0051.12 - Pag.0051.18 - Pag.0051.32 - Pag.0051.38 - Pag.0052.7 - Pag.0052.20 - Pag.0052.34 - Pag.0054.11 - Pag.0054.11 - Pag.0054.19 - Pag.0054.19 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 linguatico-palatali-faringo-esofagici di stabilire giorno ora vettura d'emissione del biglietto: nonché Merlani Alfredo fu Giuseppe, escluse sul molo Beverello dagli scalandroni de cresima, tutte le Marie Barbise invulvarselo, appena discese tutte le Magde, le Milene, le Filomene venerei all'indirizzo der potenziatore Corfù! Quell'uomo è la provvidenza parve glielo stritolasse una morsa, a trovalla. Pe salutalla, perché ha dei capelli, un allinearsi di gocciole: sentì che parlaveno de nummeri: ereno la bianchezza estrema della carne, inutilmente le stanche proposte tese, ondulate appena agli orli, nella immobilità di un oggetto, o come la mano: una spaventevole colatura du anelli de pelle: fino a le calze, lucido. La solcatura del sesso ... pareva del sesso ... pareva d'esse a Ostia che vonno. Co quele maje tirate tirate dopodomani per Genova. Mi sembrava di giovinezza: un anello alla cavaliera, che je metteva quela capoccia nera un po' vizza. Aveva avuto incarico chiuso, a uscio chiuso: con rinforzo più tardi le ultimissime della notte, oltreché alla carenza, che lo affliggeva, appiccicati a le dita, armeno in parte: come farfalle da le dita quello ... si nun è a corto de quatrini, faccia scura, quela sera, ar Cantinone più che mai torvo sotto al parruccone magari annoiato: troppe, troppo facili! de via de li Banchi Vecchi: o l'uomo si ciaveva sigherette cor bocchino violenza: e nella totale concussione il pavimento a mattonelle era bagnato e del tutto assente era il più indiziato il tagliente e la breve acuità nuda e indifesa contro il balenare bocca, e vedeva quegli occhi, non più ferocia delle cose ... le si rivelava de cucina: diluito, da parer quello gocciolà per terra: come sezioni Quelle gocce, orribili, davano segno al gelo e al lavacro: al gelo che i mobili: undici fra cassetti e sportelli, quelo strigne li diaframmi, quer mettese già nella persona. Come il risolversi nella caduta improvvisa dei rapporti, un'“audacissima” rapina, a opera d' una introduzione dionisiaca. Con d' emissione del biglietto: nonché d' interrogare il bigliettaio emittente, d' aver visto un giovanotto in tuta, d' ogni più roco piroscafo. Ereno i d' Italia, già principiavano d' altare, tutte le Magde, le d' Italia: in vel bianco, redimite di d' Italia. Giornalisti itecaquani lo d' Italia.” La mattina dopo er d' una qualche macchina. “Sor d' annà a Genova. Salutalla a d' un sudore improvviso. Come un d' accordo p'er dicissette, ma d' un pallore da clorosi: quelle due d' una voluttà il cui ardore, il cui d' una ondulazione chiara di lattuga: d' uno sfigurato manichino. Tese, d' un rosso nero, da Faiti o da d' un biondo lucido. La solcatura d' esse a Ostia d'estate, o ar Forte d' estate, o ar Forte de marmo de d' oggiggiorno. Ingravallo, a capo d' averlo pure accennato, che mi d' oro giallo, con uno stupendo d' Ingravallo che seconno lei d' alcune commissioni da parte d' agenti: col maresciallo Valiani d' un giornale che ce l'aveva fatta, d' un po' de papabbraschi che je d' in pizzo a le quale, invece, je d' un Apollo: de quelli che ce so' d' antro nun po èsse tanto a corto. d' Albano: la rubiconda indulgenza d' Astrakàn. Giuliano, ora, nel d' aver sottomano ben altro. d' affari, che nun cià tempo de d' oro, o si nun ce l'aveva pe d' ogni verisimile. Là, propio, dove d' acqua. Un coltello d' aver potuto lavorare a quel d' una lama. In lei uno sgomento. d' una lama: che la destra aveva d' uomo, sulla piaga: ch'era ancora d' un subito ... brevi anni! Ma lo d' una rana: e molte gocce d' asteroidi. Quelle gocce, orribili, d' un itinerario evidente: dal d' ogni memoria ci assolve. Molte d' armadi e de credenze, non li d' accordo sottovoce pe vedé de d' una unità che non ce la fa più d' ogni rapporto con la realtà d' un malvivente molto bene - Pag.0054.21 - Pag.0055.2 - Pag.0055.2 - Pag.0055.10 - Pag.0055.33 - Pag.0056.12 - Pag.0056.13 - Pag.0056.14 - Pag.0056.18 - Pag.0056.25 - Pag.0057.17 - Pag.0057.23 - Pag.0058.2 - Pag.0058.12 - Pag.0058.33 - Pag.0058.39 - Pag.0059.6 - Pag.0059.11 - Pag.0059.36 - Pag.0060.13 - Pag.0060.14 - Pag.0060.15 - Pag.0060.17 - Pag.0060.37 - Pag.0061.38 - Pag.0063.37 - Pag.0064.12 - Pag.0064.20 - Pag.0064.33 - Pag.0065.16 - Pag.0065.17 - Pag.0065.19 - Pag.0065.30 - Pag.0065.31 - Pag.0066.4 - Pag.0066.13 - Pag.0066.17 - Pag.0066.20 - Pag.0066.32 - Pag.0067.29 - Pag.0067.30 - Pag.0067.33 - Pag.0068.4 - Pag.0068.14 - Pag.0068.17 - Pag.0068.39 - Pag.0069.2 - Pag.0069.3 - Pag.0069.6 - Pag.0069.14 - Pag.0069.29 - Pag.0070.5 - Pag.0070.7 - Pag.0070.30 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 ” Con quell'irreperibile guaglione con chella trombetta 'e cartone fessa da uno spregio simile, erano le porte del ducentodiciannove imbottito belli ... che pe un pizzico ar mandolino e de tutt'Italia insieme, er concetto scappati via pe sempre da la terra cocaina, vetriolo, veleno de tossico una donna, che ve pare? la divina terra s'aricordava più che robba fusse. Relitti in quegli anni, il vecchio coltello vecchio coltello d'ogni maramalduccio e Ciccio strizzando i denti: erano quelli da quel suo faccione rubizzo: parlava È questo un sintomo ... irrefutabile? ... La storia di quella carezza gli sapeva occhio orecchio e naso, al servizio ponghiamo, de via Capo I E la malinconia a San Michele in Bosco: uno scontro dunque, era molto ricca. Figlia cuggino, la sua tecnica era quella la sua tecnica era quella d' 'o svagato: Barbezzi-Gallo, designato per comando per comando d'armata a riposo: du pantofole: che pareveno du zamponi cui la sora Manuela, nei pochi momenti come un bolide dalla pista di lancio scalini. Cor fiato che odorava passà pure Napoleone co l'armata mazzetto di stecchi rilegati strinti e fattesi verbo e vento, cospirarono cospirarono d'impeto in quella tromba a baciare il culo alle nuvole, struggitrice essere che si suol chiamare la patria: tripotente camorra, gli uffici eminenti del neo-impero in cottura. Chi è certo genio, e faro alle genti, non sospetta I I D'un depositario, o che si fa? Me la saluta l'economia delle grandi occasioni: quando il sopore delle più bischere. Olio! Ne avivene, I Dopo ventidue ore co la cravatta allentata: con l'aria avevano tenuto fede al telegramma, della moglie ivi accorsi per invito la gola: con bianche bende: come distesa nella morte: il capo ravvolto nun fu bono a trovà le chiave: tinto a fuoco, pulito pulito, che andava bottone: non si capì di dove. Il perito che zi' Elvira, deluse dalla delusione de la Madonna? de tutto quer negozio d' 'o pizzicarolo come d' 'o commendatore dell'Economia, d' Inferno che le avevano dovuto d' oro non potesse uscirgli fora il d' una serva a piazza Vittorio, d' una maggiore austerità civile, si d' Ausonia, come un brutto d' arsenico per acchiappà li sorci, d' Ausonia manco s'aricordava più d' un'epoca andata al nulla, con le d' ogni maramalduccio e d'ogni d' ogni guappo 'e malu culori, “ o d' un bull-dog: e la cucina all'aglio d' una cugina. “Le donne, se sa, d' innocenza: per lo meno di d' invenzione. Una carezza a una d' un po' de sale in zucca aiutato d' Africa o de via Frangipani, e fin d' un giovanotto come quello ... d' automobbili in der venì a Roma d' un pescecane. E va buò. Lui, 'o d' 'o svagato: d' 'o bel giovane. d' 'o bel giovane. Che ne ha o ne d' armata a riposo: d'anni? bah! da d' anni? bah! da Casalpusterlengo. d' elefante. Un gentiluomo. A cui d' agio che il portierato le offriva, d' una portaerei. Co quele quattro d' anice. Un venticello! Scegneva, d' Italia, davanti la guardiola, che d' attorno il fusto della scure, non d' impeto in quella tromba d'aria e d' aria e di polvere che levò se d' ogni separazione dei poteri e del d' una distinzione dei “tre d' un ufficiale portaordini d' aver ragione a forza, nemmeno d' essere moccolo male moribondo, D' un depositario, o d'un d' un commissario, della rinnovata d' esercizio? Me lo saluta d' ufficio lo coronava di un'amenza d' uoglie, la gente, in terra di d' inquietudine generale il Balducci d' aver dormito, nel disagio e sopra d' altronde impreciso. Ma d' Ingravallo, vestiti chi de nero e d' una carmelitana distesa nella d' una specie de cuffia da d' altre chiavi ritrovate a caso, d' accordo co la libreria di legno d' armi discese con una cassetta da d' un attimo. Lilianuccia, che? d' orefice che teneva sotto chiave? - Pag.0070.36 - Pag.0071.1 - Pag.0071.19 - Pag.0071.26 - Pag.0072.11 - Pag.0072.14 - Pag.0072.16 - Pag.0072.19 - Pag.0072.21 - Pag.0072.23 - Pag.0072.25 - Pag.0072.26 - Pag.0073.30 - Pag.0074.1 - Pag.0075.17 - Pag.0075.19 - Pag.0076.22 - Pag.0076.36 - Pag.0077.32 - Pag.0077.39 - Pag.0078.9 - Pag.0078.11 - Pag.0078.12 - Pag.0079.18 - Pag.0079.18 - Pag.0079.29 - Pag.0079.30 - Pag.0080.1 - Pag.0080.10 - Pag.0080.20 - Pag.0080.27 - Pag.0080.31 - Pag.0080.31 - Pag.0080.33 - Pag.0080.34 - Pag.0081.26 - Pag.0081.32 - Pag.0081.34 - Pag.0081.35 - Pag.0081.35 - Pag.0084.36 - Pag.0085.13 - Pag.0085.15 - Pag.0086.1 - Pag.0086.12 - Pag.0086.14 - Pag.0086.26 - Pag.0087.14 - Pag.0087.15 - Pag.0087.31 - Pag.0087.38 - Pag.0088.18 - Pag.0089.24 - Pag.0089.28 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 lassà un ricordo, senza una parola lel gentesI , al dirompere buraccione in commerci! Nun s'azzardi vita!” Esiste una drammatica regione gli alibi da lui prodotti (ufficio, fattorini fino alle 9.20, non oltre. Diceva Due o tre volte arrossì, come pupa Felicetti, messagli davanti, negò rinnovate domande, poi da esortazioni il naso, plaf, plaf - alla magnificazione e furente a freddo sopra una mascella a distendere) nella inane fattispecie di sicurezza”, la veridica ammissione o sette diti (ore, amore) all'indirizzo con lo sminuzzolarsi nelle sofisticherie nelle sofisticherie d'un particolar genere o col rompere a disgustose crudezze, tra il Balducci e la moglie: stati disse, che lui doveveno mettelo fora d'ogni dubbio, fusse pure un'ombra di rappresentante, nel ramo stoffe, “Cambiali de commercio, nel mio giro pianto in gola pure lui: come un livello di Liliana, precisamente. Un colpo già da qualche anno: relazioni nun ce l'ha? A Liliana poco je piaceva intorno. Co quell'idea fissa, oramai, e il dottor Fumi non li perdevano inquieto, a tratti: come al ricorrere povera Balducci rendeva erede il marito “dacché l'imperscrutabile volere non ha creduto concedermi la gioia ” Aveva raccolto mammole a Villa marzo a Villa Gregoriana, un po' prima Venere Brodolona palmo a palmo di fil palmo a palmo di fil d'erba in fil uno strano groppo, all'ombra de Tivoli: una specie de schiena, in nei toni cupi della perorazione e a titolo di sacro deposito: e la catena in oro”, e infine qualche ghiandolina nella vita e nella morte al perdono l'aria don Corpi, con un Crocefisso con un Crocefisso d'avorio co la croce senza giungere a tanto, dava a divedere coi magi ... con quella raggera di fili stessa della corteccia, int' 'o cervello un apprendimento, e in un rifacimento, l'avvucate 'e lusso, o da chillo fetente la induce a soavemente farfallare lor buia caverna. La carità educatrice, prete ma non il veggio, quel mucchietto dentro, ner primo cassetto, un anello da uomo con brillante: e una catena d' addio! Un'idea così, povere zie! d' una tensione demoniaca di che d' accusà Giuliano, verga d' ogni rancura, dalla milza e dal d' ufficio) si palesarono validi fino d' essere andato in giro per la d' una bugia. Aveva messo avanti d' avello incontrato pe le scale: d' ogni genere, chinò il volto in d' una propria attività d' asino: conducendosi per tal modo d' un mito punitivo la sudicia d' aver istuprato certe bimbe. d' una finestra del quinto (ch'era, d' un particolar genere d' inquisizione, o col rompere a d' un'indagine delle più crude. I d' animo. Rivenne a galla tutta d' ogni dubbio, fusse pure d' un minuto. “Io? Lilianuccia mia? d' alcune produttrici del nord. La d' affari: quelle ... Senza cambiali d' acqua, che alza in un pozzo. Il d' occhio, nel commercio! “Che d' affari. E allora ... Lei, figlia unica d' avé gente intorno. Co quell'idea d' adottà una regazza, pe forza! ... E d' occhio un momento. Nessuna d' una ventata di paura. Le loro d' una minor parte della sua d' Iddio non ha creduto concedermi d' esser madre”. Il Balducci non d' Este o qualche pratellina di d' arrivare alla cascata.I Un d' erba in fil d'erba, more d' erba, more deutonico, tutt'a un d' un gran cespo di lauri, der più d' una specie de giacca de d' una calma apparente, ma foriera d' oro da orologio con ciondolo in d' onice o pallina di lapislazuli, d' Iddio”. Non aveva dimenticato d' avorio co la croce d'ebano, d' ebano, “perché mi assista delle d' essere persuaso pure lui. La d' oro sotto al Bambino ... paglia d' 'a femmena, si manifesta in un d' 'o ragionamento dell'elemento d' 'o balcone 'e palazzo Chigge. d' attorno al perno del coniugio: d' anno in anno, ha surrogato la d' ossa de zi' Romilda: la vedova d' oro da uomo con brillante: e d' oro da orologgio, assai greve, - Pag.0090.1 - Pag.0090.4 - Pag.0091.11 - Pag.0091.16 - Pag.0091.29 - Pag.0091.30 - Pag.0091.32 - Pag.0091.36 - Pag.0092.2 - Pag.0093.1 - Pag.0093.8 - Pag.0093.10 - Pag.0093.39 - Pag.0094.23 - Pag.0095.5 - Pag.0095.5 - Pag.0095.6 - Pag.0095.7 - Pag.0095.17 - Pag.0095.18 - Pag.0096.10 - Pag.0096.16 - Pag.0096.27 - Pag.0096.28 - Pag.0096.29 - Pag.0097.3 - Pag.0097.4 - Pag.0098.12 - Pag.0098.14 - Pag.0100.17 - Pag.0100.22 - Pag.0100.23 - Pag.0101.7 - Pag.0101.8 - Pag.0101.11 - Pag.0101.11 - Pag.0101.14 - Pag.0101.16 - Pag.0102.22 - Pag.0102.28 - Pag.0102.30 - Pag.0102.38 - Pag.0103.17 - Pag.0103.17 - Pag.0103.27 - Pag.0104.30 - Pag.0106.15 - Pag.0106.16 - Pag.0106.21 - Pag.0106.29 - Pag.0107.16 - Pag.0107.24 - Pag.0107.27 - Pag.0107.28 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 e dall'altro in un'asticciuola pace orolegata e tenuta da una staffa un bellissimo diaspro, con tegumento diaspro, con tegumento d'una lastrina a certi nobili tagli, o canti, o spicchi o ne' riquadri marmo dell'Andrea Castagno a parete: con esigue venuzze Sul verso, liscia, esatta, la piastrina a Liliana la proprietà della catena trippe del Peppe! Presenza testimoniale daveno riscontro ai du quarti de luna la liceità di un fatto, di un sentimento de gallinacci che fa la rota. Ce piace belli, senza nemmeno la speranza ... bianca, vivida e appena tracciata tolto: quello che Ingravallo ricordò ar ritratto, sa? quello ovale, in cornice ovale, in cornice d'oro co le foglie co le foglie d'edera, sa?” “Foglie di sposare hai da mette casa: al lido gnente, vojo dì quer buggerone E avrebbe potuto essere una scena potuto essere una scena d'amore! No, sì, Ceccherelli, aricòrdete, poco prima non doveva. Ma capiva, poco a poco, verità. “E come spiegate la scomparsa le avete tagliato la gola?” La faccia furente. I due occhi erano quelli attaccarmela anzi lui stesso, alla catena un quarche documento, diceva: la carta dividere? di dover spartire la catena poveri? come Amedeo II 'o collare No, no!” fece l'incriminato, con voce si può scancellare dalla notte il baleno dalla notte il baleno d'un'idea: lì(che gli stava avanti), le catene d'oro dei morti ... bambini, dalle catene signora gli aveva fatto vede un anello ste superstizzione de la gente: che pare sul castone: e con una laminetta che so' stati ner portafojo a fisarmonica so' arrivati propio jeri da la Banca verso la mezza, fu tirato a “occuparsi “uscire un momento”. In verità, “ o de loggione der teatro Jovinelli: tra Jovinelli: tra d'ascelle e de piedi, e perorare, da un vivido volger certo, “sotto tutti gli aspetti”: ma I Guardava le ragazze, ricambiava palesarsi indi il graduale esasperarsi alle serve, de faje la dote pe forza, Ciccio, tutta quela storia, gli pareva e zi' Elvira in gramaglie, e un paro e nei prativi della Marsica, lo stelo d' oro, cilindrica, infilabile in d' oro, sì da poter altalenare e anzi d' una lastrina d'oro, de dietro, a d' oro, de dietro, a rivoltallo fra li d' arco, da signoria secreta in d' i Castagno a parete: con esigue d' un cinabro vermiglione come d' oro chiaro. Tutte ste novità in d' oro, a norma del testamento d' una luce invisibile, era figlio, d' oro che ciaveva agli orecchi: che d' altra persona, che tuttavia lo d' annà a passeggio ar Corso. “Ma d' un frutto dell'amore ... era, pe d' azzurro, le flessibili vene d' avergli veduto sul dito dai d' oro co le foglie d'edera, sa?” “ d' edera, sa?” “Foglie d'edera?” “ d' edera?” “Sì, verdi verdi, ner d' Albaro? Co li genovesi poco ce d' un ciondolo portascarogna. d' amore! No, d'amore no, a d' amore no, a nessun patto!” d' arrivà in Lucina, dove ce sta la d' essere strascinato a credere d' 'o cuofeno 'e fierro? e dei due d' Ingravallo, ormai, era bianca: d' un nemico. “Tagliato la gola? d' oro del nonno,” la designò col d' identità. Si scusò. Ma poi gli d' oro ... coi poveri? come Amedeo d' 'a 'Nunziata?” “Vittorio d' implorazione. “Fu lei, poverina! d' un'idea: d'un'idea un poco sporca, d' un'idea un poco sporca, poi ... Non d' oro dei morti ... bambini, dalle d' oro, non ne vien fuori di sicuro d' oro a la cavaliera, massiccio, oro d' esse in der medioevo, quasi d' oro sul rovescio, a celare la d' un pecoraro de Passo Fortuna o d' Italia: appena sputati fora dar d' altro”, preferì “uscire un d' altre pratiche” non ne d' ascelle e de piedi, e d'altri effluvi d' altri effluvi ed olezzi più o meno d' occhi, da una traente maieutica d' un bebè in viaggio, che! neanche d' un lampo, come una profonda d' un delirio di solitudine: “raro d' incoraggià ar matrimonio chi d' avella saputa già da un pezzo. d' altre zie, de li Banchi Vecchi, d' un fiore: premute lungamente a - Pag.0107.34 - Pag.0108.2 - Pag.0108.10 - Pag.0108.10 - Pag.0108.14 - Pag.0108.15 - Pag.0108.16 - Pag.0108.20 - Pag.0109.5 - Pag.0109.30 - Pag.0110.39 - Pag.0111.20 - Pag.0112.4 - Pag.0112.27 - Pag.0113.22 - Pag.0113.24 - Pag.0115.2 - Pag.0115.2 - Pag.0115.3 - Pag.0115.10 - Pag.0115.24 - Pag.0116.18 - Pag.0116.18 - Pag.0116.21 - Pag.0116.26 - Pag.0117.5 - Pag.0117.24 - Pag.0117.25 - Pag.0117.38 - Pag.0118.4 - Pag.0118.32 - Pag.0118.32 - Pag.0119.3 - Pag.0120.2 - Pag.0120.2 - Pag.0120.20 - Pag.0120.21 - Pag.0121.9 - Pag.0121.25 - Pag.0122.33 - Pag.0123.15 - Pag.0123.24 - Pag.0123.37 - Pag.0123.38 - Pag.0124.6 - Pag.0124.7 - Pag.0124.20 - Pag.0124.26 - Pag.0125.6 - Pag.0125.14 - Pag.0125.20 - Pag.0126.14 - Pag.0126.37 - Pag.0127.10 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 a poi esplodere in der soave profumo stanza numero quattro), agli orecchi agli orecchi d'ogni brigadiere e come fiamma che dilati ne le stoppie, pensà che a Roma, e de giorno, in don Lorenzo, come un boxer al fianco caso e la definitiva stesura “dicimmo, di giorno in giorno un bambino, vera dell'animo, con tutta la sincerità pare, fa' come credi”, ogni vorta, pur esitazione, aprì dunque la scarsella da innamorare tutte le Marie Barbigie de Torino, de quele candele toste e quarche goccia, tre vorte ar giorno, con tre diti il ciondolino de la catena e nella premeditazione sistematizzata per mute attese: dandole un avvio bene) i primi passi al primo barcollare il ciuccio per un attimo, ih! dai fastigi pieghe orogenetiche verso il culmine “Mejo nun parlanne!” aveva l'aria all'artri: pettine e contropettine: quasi le noci, in quella fossetta nera non più di tutto il rimanente diavola de corallo dentro de quela pelle don Lorenzo j'aveveno dato la sicurezza con quei denti bianchi a triangolo come tanto sì da faje pijà una boccata si limitò a mugliare, mettendo un par nun posso dì gnente,” sentenziò, “ a la prima. Un giorno, in un accesso tiralla in chiesa, “de faje dì un po' de San Giovanni, all'ufficio? co la voce per tale Retalli Enea detto Luiginio Sgranfia. Il quale, protetto dalle ombre d'una specie di stufone spento, finiva di masticare alla svelta gli ultimi relitti tutt'e tre da quer po' po' de travicello minestra, ma di già rorido nei succhi ora, a traverso la membrana di pelle e dello spirito di corpo: un flusso ad Ariccia. Intanto il Retalli Enea del servizio! Dei lavori in corso! sospetto de cavalleria dentro, per colmo già cotto slavato, epurato in autoclave a tu per tu con certe capocce toste, faccia del Cacco. “'N miezz'a 'o teatro piccina, la Luciana, con poche parole San Giovanni: la sera primma dunque). Aveva oltraggiato gli agenti “a sensi 'e chella circolare speci-ale speci-ale d' 'o ministero de l'interni, I Un furto a la bancarella di quest'ultima, e d' 'a corolla; che la su' corolla de d' ogni brigadiere e d'ogni ladro, d' ogni ladro, non appena mettesse d' ottobre: senz'approdare a d' un medesimo palazzo, fossero d' una giraffa, addobbata pe la d' 'o referto psicologico”. d' anno in anno: da chi poi? un d' una speranza: risorgente a ogni d' avé un po' de pace in famija, d' una ... caritatevole prudenza. d' Italia: co in coppa a 'a capa 'o d' allora: che doveva avella presa d' acqua antisterica de Santa Maria d' oro, sul panciotto. Spianò dopo d' ogni proprio gesto o sorriso o d' induzione, come lo statore d' un parvolo: incanalandolo però d' oro, a vespero, o di rubino, e d' una montagna a cono: de quelli d' implorare dal dottor Fumi. d' un apostolo de travertino, de d' 'a sottana: in dove scegneveno d' altronde, priapavano fuori da la d' avorio, i suoi occhi! davvero d' esser nel giusto, a crede che pe d' uno squalo, come dovesse d' aria puro a lui, pover'omo, e d' occhi malinconichi, da paré un d' una persona che non conosco. d' amor filiale, davvero je mozzicò d' orazzione bone, più orazzione d' omo? che solo er diavolo poteva d' anni 19, di Anchise e di d' una specie di stufone spento, d' introdursi in bocca e di d' una pagnottella imbottita, al d' uno sfilatino doppio, ch'era na d' un'anticipata gratitudine, e non d' asino della diffidenza reciproca, d' informazioni bisenso, una partita d' anni diciannove, di Anchise e di D' 'o passaggio di gestione! La d' angoscia, aveva subappaltato d' ogni eventuale quadrupede, n'era d' argomenti non del tutto d' operazione,” soggiunse Fumi, d' accompagno. Poche, ma buone. d' 'o delitto: fermata per d' 'a forza pubblica titolando l'un d' 'o ministero de l'interni, d' 'o d' 'o quattordici febbraio, vuje 'o d' un par de scarpe scompagnate a d' un pollo pure, lì vicino, a l'artra - Pag.0127.11 - Pag.0127.23 - Pag.0127.23 - Pag.0127.29 - Pag.0128.5 - Pag.0129.14 - Pag.0129.22 - Pag.0130.25 - Pag.0130.36 - Pag.0131.4 - Pag.0131.38 - Pag.0132.15 - Pag.0132.29 - Pag.0132.36 - Pag.0133.6 - Pag.0133.34 - Pag.0134.1 - Pag.0134.3 - Pag.0134.10 - Pag.0134.23 - Pag.0134.38 - Pag.0135.4 - Pag.0135.7 - Pag.0135.11 - Pag.0135.21 - Pag.0136.4 - Pag.0136.10 - Pag.0136.25 - Pag.0136.28 - Pag.0136.32 - Pag.0137.16 - Pag.0137.24 - Pag.0138.5 - Pag.0139.11 - Pag.0140.32 - Pag.0140.33 - Pag.0140.34 - Pag.0141.2 - Pag.0141.6 - Pag.0142.2 - Pag.0142.4 - Pag.0142.19 - Pag.0142.24 - Pag.0142.28 - Pag.0143.8 - Pag.0143.21 - Pag.0143.36 - Pag.0144.1 - Pag.0144.9 - Pag.0144.13 - Pag.0144.19 - Pag.0144.19 - Pag.0144.30 - Pag.0144.31 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 non saper nulla del volatile, anzitutto: una lavorante sarta, per quanto priva priva d'occupazione pel momento: e dopo le Frattocchie. “E poi?” Poi, Ee ... per quanto tempo? Ah, per più sotto? Ah, ce teneva una damiggiana lui, éejvtàer, di lasciar correre un po' e si contentò, ne' momenti critici, momenti critici, d'una alzata di spalle e l'altro dice nero. Cani e gatti van più certe monache ritenute spagnole) come come d'un inoppugnabile incarico, tutti quei maschi di poca cena il nome il nome d'una felicità tuttavia possibile; felicità tuttavia possibile; d'una gioia, possibile; d'una gioia, d'una speranza, di che la bocca, viscida e salivosa, sotto, come du vesciche sierose, pieni battere allora sul duro, come il vampo come di maga antica in sacerdozio impirica de guarì la sciatica per segreto nel ramo esorcismi, aperture o rotture di rara competenza, dopo la liberazione e di quasi tutti i filtri e le polverine tutti i filtri e le polverine d'amore compenso, un quanto cioè un tanto di meglio, a' quegli anni, se non se non d'appoggiarsi a un qualcuno, i giorni e i casi parevano orbitare il loro lungo studio a' credenti, cavar cavar d'ogni consulto la sua liruccia, del miracolo un incremento alla fede, più segreto suffumigio l'aurora boreale tavolino, e l'onorato agucchiare de più agucchiare de più d'una decina più rimoverli dall'opinione) vedova, dall'opinione) vedova, d'anno in anno, congedo: di cui però a poco a poco, o sala seminterrata, era provveduta era provveduta d'un orinale: e, più, nulla, sto coglione, e aveva tegumento Er pollice l'aveva infilato ner buco punta de piedi, muso a punta, sti fiji Ma quela manna doveveno contentasse l'olfatto: fiutavano l'Idea, la presenza a na catena: e una bella pila, in alle ruine del tempo. Un punto li sifoni de gomma), cacio e fave, co du occhi! E pecorino, in veduta ghitarra pizzicata dalla falange sedute del pari al lavoro: un lavoro si posavano attediati sopra l'indifferenza il calcio del moschetto, il pistolone li carabinieri! Immusoniti, come d' essere una lavorante sarta, per d' occupazione pel momento: e d' aver già lavorato come d' essersi ridotta a Roma: a cercà d' un anno! Ee... che cosa faceva la d' olio! Ah, er pecorino pure! Ah, d' acqua fresca, da un così d' una alzata di spalle e d'una d' una scrollatina del capo: “storie! d' accordo. La Ines Cionini aveva d' un inoppugnabile incarico, d'una d' una soma greve, eterna: d' una felicità tuttavia possibile; d' una gioia, d'una speranza, d'una d' una speranza, d'una verità d' una verità superordinata alle d' un rosso acceso come da febbre, d' una stordita e un po' d' un malefizio alla versiera sulla d' abominevoli sortilegi e di d' erbe, indovina chiromante e d' incantagione, sbratto del d' Italia dall'incùbo dell'idra d' amore d'ambo i segni, cioè d' ambo i segni, cioè positivo e d' energia cinetica a' dubbiosi, a' d' appoggiarsi a un qualcuno, d' attaccarsi a un qualche cosa, che d' attorno a lei, sorgere e vanire d' ogni consulto la sua liruccia, d' ogni dilazione del miracolo un d' ogni più segreto suffumigio d' un improbabile richiamato a d' una decina d'anni, le sue pupe d' anni, le sue pupe a cerchio, d' anno in anno, d'una quindicina d' una quindicina di ex-capitani di d' autunno in autunno, s'erano fatte d' un orinale: e, più, d'un lettuccio d' un lettuccio: che però d' una “coperta da letto” d' una tavoletta e coll'artre dita de d' una bona donna! co certi baffi! d' annasalla appena, senza poterla d' una Forma invisibile. Forma de d' un cantone, in mezzo a certi d' incontro dei vitali compossibili: d' aprile, il nipotino del duce dei d' un credenzone, e li fiaschi d' uno spetro. Lei, dopo aver d' ago, o di maglia. A capo chino, d' un obietto qual si fosse, un d' ordinanza dell'appuntato, o un d' obbligo, ma nun finiveno più de - Pag.0145.10 - Pag.0145.11 - Pag.0145.11 - Pag.0145.12 - Pag.0145.37 - Pag.0146.3 - Pag.0146.15 - Pag.0146.16 - Pag.0146.16 - Pag.0146.27 - Pag.0146.38 - Pag.0146.39 - Pag.0147.9 - Pag.0147.10 - Pag.0147.10 - Pag.0147.10 - Pag.0147.35 - Pag.0148.3 - Pag.0148.7 - Pag.0148.12 - Pag.0148.16 - Pag.0148.21 - Pag.0148.27 - Pag.0148.34 - Pag.0148.34 - Pag.0148.37 - Pag.0149.6 - Pag.0149.7 - Pag.0149.27 - Pag.0149.30 - Pag.0149.30 - Pag.0149.31 - Pag.0149.32 - Pag.0149.39 - Pag.0150.1 - Pag.0150.10 - Pag.0150.10 - Pag.0150.12 - Pag.0150.22 - Pag.0150.23 - Pag.0150.24 - Pag.0150.34 - Pag.0151.6 - Pag.0151.10 - Pag.0151.12 - Pag.0151.17 - Pag.0151.30 - Pag.0151.33 - Pag.0151.39 - Pag.0152.11 - Pag.0152.14 - Pag.0152.19 - Pag.0152.20 - Pag.0152.35 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 le gencive, aridi o viscidi: che sguerniti oggimai la soglia, la libera anticamera “alto là!” della padrona di casa non meno che a dodici milioni civiltà. Altra voce maschia, e pastosissima ed estremamente soave e viceversa: per conturbanti alternazioni a un dubbio di cigolio lontano con una guardata, con un risolino ”: gli facevano omaggio spontaneo spontaneo d'interi mazzi di grimaldelli, bande rosse, ai calzoni, da quei galloni da quel V.°E. nella granata si rivoltava a scatto, piantava il par nell'ellisse gravitatoria di quel nucleo quand'ella spenge, invece, su le ruine di tenebroso velluto, nel suo nido nel suo nido d'ombre e di sasso. Arazzi a tracolla, col V.°E. nella granata Infilavaf au ralentiI la mala curva ralentiI la mala curva d'aa stazione lungamente canticchiando e assaporando der pidocchietto: in compagnia eloquenti nel sonno: e in presenza un tipo autorevole difatti, tesoriere povero don Ciccio!, amoroso bersaglio bah! “Ma solo pe chelli scocciatori carabinieri di Marino. “Sti lanternoni potesse ostare all'introito che le tegumentò alfine, un colpo gli astanti avventori. Una torpediniera Una torpediniera d'alto mare, una cosa quello, du occhioni tonni tonni, coll'aria ammise la Ines, le aveva parlato di simile. Il tortuoso rigirio di propositi non era, non poteva essere er Tempio morto, l'antra settimana ... cioè der zio mio, che bisogno potete avé del dottor Fumi ebbe la inderogabilità ccuntà ... quacche cosa: quacche cosa paura e di sospetto e ammissioni piene alla gioia, quasi. Della parola de' due principali inquisitori, “c'è più e, nell'altra mano, la fotografia dire l'uggia e la fatica, e la voja quei bisbigli, come altrettante gocce dell'ora che ne è la somma. Le pareva sprovveduta, avanti a chi ha facoltà richiamata, col suo sguardo di raggi lei, ar Zignore, che aveva avuto er core che quello strappato e scolorato avanzo finì pe dì, già, ch'era capace puro della pelle, alla spalla. “Adesso cià parole: “n'americana brutta, cià d' ogni taglio dell'antico avorio, d' ogni amorosa magia. Di cui la d' Ingravallo. No, no, no, in casa d' italiani la capa, anzi: ch'era, la d' escogitazione baritonale pur essa, d' un grammofono nei momenti in d' impasto: dal duca di Mantova in d' un cancello: di scassinare usci d' intesa, quello che vuol d' interi mazzi di grimaldelli, d' interi assortimenti di piè-di-porco. d' argento alla manica: da quella d' argento, sul berretto: da quella d' occhi in faccia a tutti e ad d' energia così felicemente d' ogni torre, i due gialli cerchi del d' ombre e di sasso. Arazzi d' edera vi schermano il giorno. d' argento, sul berretto.I d' aa stazione d'aa Cecchina: d' aa Cecchina: spengeva solo, poi d' anima - così come si rimastica d' altre nereidi pescate ad oceano d' un càntaro muto, incoperchiato, d' escrementi. Riportava l'animo a d' alcuni “ma che cos'ha stasera d' aa politica”, cioè della squadra d' 'o tteate 'e Pulcinella.”I d' una replica dello sfilatino-scarpa d' occhio a collaudo, a congedo, d' alto mare, una cosa d'eccezione. d' eccezione. A vedella de fòri ... d' avé capito. Alle dieci e mezza d' un'amica, ch'era stata a Roma a d' una contadinella che mente. d' Agrippa, dove i segugi s'erano d' un amico suo, che j'era morto er d' un regazzo? Lui nun ha fatto d' una richiesta di documenti, di d' interessante. Pecciò l'avimmo a d' una cautela tardiva, si animò d' Ingravallo si risentì: “Quanto ar d' uno che vorebbe aveccelo, quer d' un giovane stentatamente firmata d' annà a dormì, ch'era ora: “uno d' un raro giusquiamo: e il moto d' esser nuda, sprovveduta, avanti a d' inquisire la nudità della d' oro nella sera, dal finestrone d' arisponneje? “Io vado cor mi' d' un indumento di povera. Ma gli d' annà co certe racchie, purché ... d' avé un'ingresa,” affermò d' avé, io che ne so? Ma nun è - Pag.0153.10 - Pag.0153.11 - Pag.0155.8 - Pag.0155.13 - Pag.0155.22 - Pag.0155.23 - Pag.0155.28 - Pag.0156.21 - Pag.0156.29 - Pag.0156.30 - Pag.0156.30 - Pag.0157.1 - Pag.0157.4 - Pag.0157.7 - Pag.0157.13 - Pag.0157.24 - Pag.0157.26 - Pag.0157.26 - Pag.0158.1 - Pag.0158.10 - Pag.0158.10 - Pag.0159.14 - Pag.0160.6 - Pag.0160.9 - Pag.0160.11 - Pag.0161.9 - Pag.0161.18 - Pag.0161.23 - Pag.0161.29 - Pag.0161.33 - Pag.0162.2 - Pag.0162.2 - Pag.0162.12 - Pag.0162.20 - Pag.0163.9 - Pag.0163.25 - Pag.0165.3 - Pag.0166.10 - Pag.0166.22 - Pag.0166.28 - Pag.0166.36 - Pag.0166.38 - Pag.0167.1 - Pag.0167.16 - Pag.0168.19 - Pag.0168.34 - Pag.0169.11 - Pag.0169.12 - Pag.0169.27 - Pag.0169.28 - Pag.0169.39 - Pag.0171.2 - Pag.0171.18 - Pag.0171.20 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 ddà n'occhiata pure vuie ... a sto guaio ad ostensorio. “E la fotografia la mano sul cuore, con patetica enfasi: d' 'o guaglione bello, la fotografia “Va buono, va buono, Ingravallo! va buono, Ingravallo! D' 'o Lanciani, occhiello: “'O cchiù gran transatlantico svolan fuori a frotte, difatti da 'a panza spargono sul Beverello: fra bauli, agenti Travels recanti scritta sul berretto a fil di servigi e indirizzi, e inventori che non occorrono, faccendieri, curiosi il mignolo, “galline che ffanno ll'ove penzano che veneno a vedé 'e quadre de' padri, delle madri. “'A cappella 'E stanze 'e Raffaello! L'affreschi aggiunse decoro al nome: quasi potesse neppure sfiorare. “'O ritratto ai Frari, i cinque cherubini scarlatti a ci-ento a ci-ento, come 'e peccerelle verticale 'n miezz'a fronte: “A Ccortina a fronte: “A Ccortina d'Ampiezzo!” “ “D'Ampezzo,” brontolò Ingravallo. “ brontolò Ingravallo. “D'Ampezzo, Sardegna (ringhiando) come da fiale a esercitare l'arte sua, ch'era quella parlava allora, a Diomede, col rotolio rotolio d'occhi e il galoppar di labbri nell'arte: sature, il sottil muso, di provvida esperienza, e la schiena degli zecchini, dei dobloni: o l'elisir Me sa che je dicesse quarche cosa con molta probabilità di azzeccare, tra i vepri e le stoppie, a sol gli odori, da fiale ... Una lamella ma presagito e sognato (con profumi stretti a cerchio attorno al batticuore bettoliera sarta e tintora, smacchiatrice che mai necessario. Un valore incurante meglio, o il peggio, del proprio spirito Sì, era chiaro, omai, lo spirito deve andare per il suo verso, che prima troppo perzuaso, per quanto creatura per quanto creatura d'eccezione, manco male. Venuto a Roma a lavorà chi è che ciavrebbe più la fantasia zic, a pollice rovescio, il parruccone “Da Piccarozzi, sotto 'a Galleria. Prima Galleria. Prima d'annà a pranzo, prima magari co no sfilatino. È puro capace puro capace d'attaccasse a la cannella a la cannella d'aa funtana: un'ingozzata nun cià da faticà troppo a dajela a l'esami l'ha fatti, e je manca solo d' 'a americana.” Don Ciccio d' 'o guaglione fotografata accà”: d' 'o guaglione bello, la fotografia d' 'o ... 'o Diomede Luci-ani ...” D' 'o Lanciani, d' 'o Lanci-ere.” d' 'o Lanci-ere.” Poi, rivolto d' 'a Cauns Làine!” Ne svolan d' 'o Conte, come tante gallinelle d' alberghi e della Cook's Travels d' oro, e facchini, e attendenti a d' occorrenze che non occorrono, d' ogni qualità, donne.I “Mah ...” d' oro! quanno 'e ffanno. 'O pate, 'a d' 'o Museo, a studià com'è d' 'o Beato Angelico! 'E stanze 'e d' 'o Pinturicchio!” Sospirò. d' un tipo con le carte in regola, d' 'a Madonna spaccato! co chilli d' una delle sei madonne in trono d' 'o collegio. Ci-ento a 'o Museo, d' Ampiezzo!” “D'Ampezzo,” D' Ampezzo,” brontolò Ingravallo. D' Ampezzo, d'Ampezzo: e vva d' Ampezzo: e vva buono, d' un iperofficiante elisire. Gli d' ammammolare i giovanotti. d' occhi e il galoppar di labbri d'un d' un ministro degli esteri di d' iniziative sottili: la coda di d' indimenticabili stangate. Nella d' amore dell'amore di ritorno. Un d' importante. Svergognata! a l'età d' una filza di suggerimenti, o d' agosto. “Ogni vesticciola,” d' oro, da tanta luce nella notte, d' aglio nell'alito) dal cuore, a sera. d' una starna, tra birri grossi e d' abiti militari e civili.I Sì, d' ogni repulsa di contingenze d' iniziativa. Sì, era chiaro, omai, lo d' iniziativa ... glie lo aveva d' essere il "suo verso" è il mio, d' eccezione, d'aritrovasse de petto d' aritrovasse de petto un d' elettricista, la Ines riferì, aveva d' arrampicasse fino in cima a na d' agnus nero. “Aveva lavorato a d' annà a pranzo, prima d'annà. d' annà.” Ma questo lo disse con d' attaccasse a la cannella d'aa d' aa funtana: un'ingozzata d'acqua d' acqua Marcia a la Scrofa, o a la d' intenne. Scusi, mi dire Villa d' annà a pijà la licenza a via - Pag.0172.5 - Pag.0172.23 - Pag.0172.24 - Pag.0172.25 - Pag.0172.27 - Pag.0172.27 - Pag.0172.34 - Pag.0172.35 - Pag.0172.39 - Pag.0173.1 - Pag.0173.3 - Pag.0173.4 - Pag.0173.6 - Pag.0173.8 - Pag.0173.11 - Pag.0173.12 - Pag.0173.16 - Pag.0173.17 - Pag.0173.20 - Pag.0173.30 - Pag.0174.6 - Pag.0174.7 - Pag.0174.8 - Pag.0174.8 - Pag.0174.28 - Pag.0174.36 - Pag.0176.5 - Pag.0176.5 - Pag.0176.11 - Pag.0176.12 - Pag.0176.26 - Pag.0176.35 - Pag.0177.6 - Pag.0177.21 - Pag.0177.24 - Pag.0177.28 - Pag.0178.4 - Pag.0178.15 - Pag.0178.24 - Pag.0178.26 - Pag.0178.26 - Pag.0179.7 - Pag.0179.12 - Pag.0179.12 - Pag.0179.17 - Pag.0179.28 - Pag.0180.1 - Pag.0180.33 - Pag.0180.34 - Pag.0180.38 - Pag.0180.38 - Pag.0180.39 - Pag.0181.39 - Pag.0182.31 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 lire. Una vorta che ciaveva prescia rivisto, quer fojo da cento. È la moje pentirai, cocca mia bella! Co quell'occhi ragazza non avvertì la domanda. “Lui, all'ingiro, mesti, quasi a dimandar Un regazzo sverto, com'er fratello: del pattuglione, più che ogni sagacia Al Pestalozzi venne deferita copia rotondi appunto come delle o: ulceri come delle o: ulceri d'una esattezza e da cui abbiamo l'onore e il piacere foglio, vi lasciò cader gli occhi) come di brutti mosconi allorché se non sicuramente, grattata: beneficiario del trapasso di proprietà, adepta: e quella sfrecciata così rorida ragazze, ogni volta, e anche la Zamira aveva dato oscillante preavviso per effettuare il laborioso pagamento del torace, di apprezzare lo stato orgoglio, e di inscriverlo, codesto stato degli atti in un elegante apparato vice-sindaco per la solitudine antelucana sul viso, l'alito gratuito e omai cadente I Quarche tuono, rrròoo, fijo porta San Paolo: una prossimità chiara pere, delle nespole, anche il maturare ma interno alla carta e ai relativi bolli, carta e ai relativi bolli, d'incubazione e vien fulgurato a destino. In più esercitato fin là, fino all'Olio: e che giallo giallo, che ingrossava, ingrandiva sul pantografo, lucanocervo saturato e subito ignudàtesi della lor veste obesi nell'alitare e nello smorire a mano a mano fino al ritmo trocàico di spaurite mamillone facevan le viste tra le gambe come la nera fólgore come la nera fólgore d'ogni solletico e I Schegge in ogni direzione in ogni canto, dimesso acuminata polpetta. Molte, smemoratesi d'essere ignude, avevano fatto il gesto torpida benignità della notte: zuppi si vede il bianco di sotto a l'iridi come stille azzurrine: opalescenti perle fetente salutato salvatore ha viceversa la rapidità diaframmante splendido: un punto di fuoco, l'usciolo a vetri opachi o colorati dalla caserma e dal borgo, il muriccio dal borgo, il muriccio d'un orto, o d'un orto, o d'una vigna, o santi, arguì dai dati, cioè vestiti d' annà, nun m'aricordo in che d' un grugno aripezzato, che dice d' arpia! Lui me fece toccà un d' artra parte, se po capì. Un d' aiuto i coinquirenti signori. Il d' un artro genere, però: tra 'r d' arte o capillotomica dialessi.I d' un elenco, dattiloscritto, di d' una esattezza e d'una d' una deliberatezza operative non d' esser ministrati delle carte e dei d' un altro elenco, più cupamente d' un subito abbia preso ad aulire d' onde l'urgenza, per il d' averla recata a Zamira a d' intelligenza gli era stata più che d' altronde, s'erano smarrite in una d' un cliente: e questo era apparso: d' una “bibita”. Quel suo digitar d' animo del dissetato, pace, d' animo, all'attivo del patrimonio d' autorità. Poche parole al d' una strada donde rovaio d' una strapazzata di scirocco. Di d' una pignatta! ebbe er grugno d' infiniti penzieri e palazzi, che la d' una pratica s'insignisce di quella d' incubazione e d'ammollimento d' ammollimento romano. d' un caso ci arriva insieme l'Olio d' allora in poi, de jure decreto, si d' attimo in attimo fino ad essere d' elettrico. Fintantoché avvedutosi d' alghe e di spuma fra l'andirivieni d' ogni mèlode, la maga dalla d' unae estampida,I ove il d' aborrire un branco di satiri, di d' ogni solletico e d'ogni nero d' ogni nero evenire, il topaccio d' un cuore esploso, erano d' un subito, alla sola vista di d' essere ignude, avevano fatto il d' abbassar la gonna ai ginocchi, a d' uno shampo dii white labelI d' una Teresa riposseduta dal d' un contrabbandato Pernod. d' Italia, onnipotente nel praticare d' uno scatto di Leika, si misura d' in vetta al crinale degli Ernici o d' una botteguccia, il cui limitare d' un orto, o d'una vigna, o d' d' una vigna, o d'un qualche cosa d' un qualche cosa di simile: da d' una lor vesta che non era i - Pag.0183.4 - Pag.0183.6 - Pag.0183.11 - Pag.0183.20 - Pag.0183.32 - Pag.0184.12 - Pag.0185.19 - Pag.0185.27 - Pag.0185.30 - Pag.0185.30 - Pag.0185.39 - Pag.0186.7 - Pag.0187.9 - Pag.0187.15 - Pag.0187.16 - Pag.0188.13 - Pag.0188.29 - Pag.0188.37 - Pag.0189.7 - Pag.0189.12 - Pag.0189.13 - Pag.0189.21 - Pag.0190.11 - Pag.0190.31 - Pag.0191.9 - Pag.0191.15 - Pag.0191.25 - Pag.0191.29 - Pag.0191.29 - Pag.0191.37 - Pag.0192.2 - Pag.0192.18 - Pag.0192.33 - Pag.0193.6 - Pag.0193.12 - Pag.0193.20 - Pag.0193.28 - Pag.0193.32 - Pag.0193.33 - Pag.0193.34 - Pag.0193.35 - Pag.0193.39 - Pag.0194.1 - Pag.0194.12 - Pag.0194.18 - Pag.0194.20 - Pag.0194.23 - Pag.0195.3 - Pag.0195.11 - Pag.0195.24 - Pag.0195.29 - Pag.0195.29 - Pag.0195.29 - Pag.0196.5 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 593 594 595 596 597 598 599 600 601 602 603 604 605 606 607 608 609 610 611 612 613 614 615 616 617 618 619 620 621 622 623 624 625 626 627 628 629 630 631 632 633 634 635 636 637 638 639 640 641 642 643 644 645 646 I due destri, enormi, gli erano venuti investiti dal disotto. Il raglio lontano alluci, sono ingredienti primi e ineffabili è guscio né buccia né di castagna né dalla gotta o dalla costrizione abituale di connotato artigianesco: più artigianesco: più d'un alluce di più enfiando il pennello, in vent'anni il pennello, in vent'anni d'iniziazione e di barbifluente maestrato. Polluti Plàf, plàf. Anche del pittor Zeusi, un monte, di bella spuma, alla bocca indurava al computo il naso: titolava la capa, dapprima, e poi tutto il collo ne vaporava a loro con l'alito, quale loro con l'alito, quale d'un geco o insolente. Il manico di quella sudicia voi, Zamira, che ciavete il diploma lo sguardo: appeso come un diploma un diploma d'ingegnere nello studio se po dì. Chi è, ar giorno sorella, povera cocca, je capiterà, no, gl'incisivi. La lingua rattratta, ora, come er mese scorso ...” “Che mese scorso fantasticavano, altri favoleggiavano e più la richiami a bordo e tuttavia gala in tratto: una mucida, una verde alga Dopo aver esperito in qua in là più di saper bene ove intendeva andare, ma le costole per una più lauta inspirazione immedicabile o di raggiunta pace, a ricciolo, nevosi e teneri come parere anelli in dissolvenza, del fumo di ottone principiò a dar segno o parve: ch'era, in quel punto, noncuranza del gesto c'era un che mago sul palcoscenico in una esibizione sole, preso lui pure da un languore meno, un giorno sì un giorno no. Ma d'inverno, co sti tempi,” e profittò “Chi me l'ha dato?” e si studiava dato?” e si studiava d'arrossire come tirò fuori, da n'antra tasca, il papiro squadernati i due fogli quasi alla lettura subito in quello che cercava: “anello ” le ricantò sulla faccia, in un tono Pestalozzi scrutando l'anello con occhio Riserrati i labbri, dimentica oramai labbri, dimentica oramai d'ogni invito e Parve oscillare come all'oscillare oscillare come all'oscillare d'una carica, testa, impolverati di carbone, un anello in una scodella di cocco, in segno un ragionevole utero, che si sconturba d' impeto: e lautamente si d' un ciucciariello, nel ristar del d' ogni pittura che aspiri a vivere, d' arancia, né foglia vi s'è d' una calzatura momentaneamente d' un alluce di più d'un falegname d' un falegname scalzo, a quel modo. d' iniziazione e d'alunnato d' alunnato pittorico, e di persistita d' empito e di franca mano sulla d' altronde, si bùcina che n'abbi d' i' ccavallo, schizzandogli non si d' un principato da parer di pietra d' uno impreveduto stratagemma, d' un geco o d'un draco di cui d' un draco di cui non si sappia d' una scopazza, tutta làppole, lo d' indovina”: e lo cercò a parete d' ingegnere nello studio d'un d' un geometra. Ma doveva esser d' oggi, co tutti sti maschioni che va d' avecce un po' de mal de testa. d' un pappagallo che gli gorgoglia d' Egitto! Badate a quel che dite. d' uno pe via de la lettura de la d' una barba la infronzoli, di tratto d' abisso. Dopo aver esperito in d' una levata di zampa, con l'aria, d' esserne impedita dai divieti d' aria), mentre una bizza mal d' amistà, la si piazzò a gambe d' un papero infante, persistevano d' una sigheretta. Nel prodigio d' irrequietezza anche lei. L'uscio d' un bianco un po' isterico di d' insistito, di premeditato: era il d' ipnotismo. Finalmente glie d' utero: ché a primo mese, d' inverno, co sti tempi,” e d' uno sbiadir del sole, traverso i d' arrossire come d'un delicato d' un delicato segreto. “Signorina, d' Ingravallo. La pavidità d' un mandato, Pestalozzi fece pur d' oro con topazio!”: e fu voce di d' importanza, e di distacco ironico d' intendente, rivoltandolo ed d' ogni invito e d'ogni ammicco, con d' ogni ammicco, con lo sguardo d' una carica, d'una tensione d' una tensione dell'animo, quasi d' oro appeso al naso, il didietro a d' onore subtropicale, e d' un ammicco, d'un accenno, - Pag.0196.15 - Pag.0196.35 - Pag.0196.38 - Pag.0197.30 - Pag.0197.34 - Pag.0198.2 - Pag.0198.2 - Pag.0198.16 - Pag.0198.16 - Pag.0198.17 - Pag.0198.25 - Pag.0198.26 - Pag.0199.10 - Pag.0200.24 - Pag.0200.27 - Pag.0200.27 - Pag.0201.5 - Pag.0203.8 - Pag.0203.9 - Pag.0203.10 - Pag.0204.1 - Pag.0204.18 - Pag.0204.22 - Pag.0205.4 - Pag.0205.11 - Pag.0205.19 - Pag.0205.20 - Pag.0205.20 - Pag.0205.22 - Pag.0205.25 - Pag.0205.38 - Pag.0206.15 - Pag.0206.17 - Pag.0206.33 - Pag.0207.5 - Pag.0207.22 - Pag.0207.32 - Pag.0208.1 - Pag.0208.39 - Pag.0209.1 - Pag.0209.28 - Pag.0209.28 - Pag.0210.3 - Pag.0210.10 - Pag.0210.13 - Pag.0210.17 - Pag.0210.24 - Pag.0212.4 - Pag.0212.4 - Pag.0212.12 - Pag.0212.12 - Pag.0213.10 - Pag.0213.18 - Pag.0213.31 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 647 648 649 650 651 652 653 654 655 656 657 658 659 660 661 662 663 664 665 666 667 668 669 670 671 672 673 674 675 676 677 678 679 680 681 682 683 684 685 686 687 688 689 690 691 692 693 694 695 696 697 698 699 700 utero, che si sconturba d'un ammicco, sconturba d'un ammicco, d'un accenno, di polpastrelli di che, a dispetto d'ogni nuovo lume del Regno e nessuno.” La sora Pàcori gli sorrise occhietti significarono, con lo sfavillìo ” Pareva preso, proprio, dalla smania vapori sulla faccia, da parere il tuorlo a dar di fianco sopra gli scheggioni per mezzo le maggesi che apparivano la conturbante consedenza, nel biroccio, propriamente detto, una chiesina tempo qua e là rimpiastricciata torracchio, e le ricinge o le ricingeva a malincuore: e ciaggiontò du parolette furono accolti dai furibondi latrati l'imminenza, di certo l'aspettazione l'algebrica certezza e la trepidazione non riuscì per altro se non allo sblocco bianco a patata e nel risoluto erompere p'allargà la sfoja, ma involtato in a ora chiara le fanaliere avverso il buio lucide e unte la biella e quasi arrotino la manovella, con un odor si palesava il rossore cavernoso, come rossore cavernoso, come d'una spelonca addirittura, in un certo punto, risoluto ala nel giorno: ma un frullo, ancora, tarocchi di poco conto, e in un atto ed era, dal tronco ruvido, uno sprocco bocche de' più impudenti ed allegri, o torace e col braccio, nel galante addio a ruota libera alla gloria mussolina parvenze, schegge, muri dìruti, il ponte (del Divino Amore) e prima d'arrivare al casello, ad altezza appena fanali addosso e concomitante deiezione finito di girare il rotolo degli spaventi e sospetto. La vecchia s'era data l'aria con una scheggia scalenoide posatavi, a capo l'uno dei lettini, con il rametto di che le brave donne dell'agro e verso le improbabili occorrenze gli spigoli. La ragazza si munì allora stracci a casaccio col divinante gesto ovatta, una povera catenina che pareva d'oro, con una lieve croce che pareva fra l'ultimo e il muro, in atto quasi lo sportello, s'avvide ch'era provveduto un pitale. Ricolmo di noci, e con più di lui, debitamente rivestite di panno soltanto allentarsi, nel teso zigzagare nel silenzio. Colmo, frattanto, e greve verso la bocca, dai rigiri stretti d' un accenno, d'uno spolpettare di d' uno spolpettare di polpastrelli di d' ogni nuovo lume del Regno e d' ogni diploma in carta grande, si d' un sorrisino automatico, per d' un attimo, il consueto benestare: d' acchiappar qualcuno, di non d' ovo dentro il chiaro: o tepido, a d' Appennino. La strada era una d' un verde umido e novo, d' una così “flessuosa” e d' antico tempo qua e là d' intonachi e due casipole d' un muro, distano dal ponte d' occasione: patti chiari amicizia d' un bastardaccio di cui quasi non d' uno straordinario fenomeno: e d' animo con cui alla specola di d' un qualche gocciolone piuttosto d' una ragazza che aveva preso su, d' una pezza rossa e verde: e in d' ogni novo speco: l'unico treno d' un forsennato arrotino la d' olio cotto, nella tragica ascesa d' una spelonca d'inferno: e veduto d' inferno: e veduto il pollame a d' inseguire a gara le spiritate d' un forasiepe, da un cespo fino d' insofferenza quasi male d' inusitato vigore, alla facciazza di d' un coglione di più prestigio del d' una mano sventolata. Bociarono d' un ribaltamento in piena regola d' una storia non sua.I I d' arrivare al casello, ad altezza d' un volo di rondone s'erano d' un paio di bonbons, feffe-feffe d' obbligo, le riprendevano a d' aver faccende nell'orticolo: e d' uno specchio già infranto da d' olivo dalle foglie accartocciate era d' ogni altra parte della fatal d' una dimane dove né refe né d' una chiave quasi approntata di d' un cieco, abile a imbroccare sul d' oro, con una lieve croce che d' oro anche quella: una spilla a d' interrogare il comodino. Tirò lo d' una serratura, cosa incredibile d' un acciacco sulla bombatura d' egual colore. Enfatizzate dalla d' un filo poco cucirino e di colore d' ogni più rasciutto dono di d' uno spago, e poi nodi e rinodi. - Pag.0213.31 - Pag.0213.31 - Pag.0213.32 - Pag.0213.33 - Pag.0213.38 - Pag.0214.6 - Pag.0214.13 - Pag.0216.5 - Pag.0216.10 - Pag.0216.15 - Pag.0217.2 - Pag.0217.11 - Pag.0217.12 - Pag.0217.15 - Pag.0218.25 - Pag.0218.30 - Pag.0218.38 - Pag.0219.11 - Pag.0219.35 - Pag.0220.10 - Pag.0220.11 - Pag.0220.14 - Pag.0220.23 - Pag.0220.23 - Pag.0221.15 - Pag.0221.16 - Pag.0221.18 - Pag.0221.28 - Pag.0221.32 - Pag.0221.38 - Pag.0222.7 - Pag.0222.10 - Pag.0222.28 - Pag.0222.33 - Pag.0222.35 - Pag.0222.36 - Pag.0223.16 - Pag.0223.23 - Pag.0225.22 - Pag.0226.1 - Pag.0226.2 - Pag.0226.16 - Pag.0226.18 - Pag.0226.26 - Pag.0226.32 - Pag.0227.5 - Pag.0227.5 - Pag.0227.25 - Pag.0227.26 - Pag.0227.38 - Pag.0228.24 - Pag.0228.30 - Pag.0229.3 - Pag.0229.28 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 701 702 703 704 705 706 707 708 709 710 711 712 713 714 715 716 717 718 719 720 721 722 723 724 725 726 727 728 729 730 731 732 733 734 735 736 737 738 739 740 741 742 743 744 745 746 747 748 749 750 751 752 753 754 quasi a render più espliciti i connotati medagliette, spille e corniole, gingilli insigniti di pietre rare, o splendenti sul banco, dopo furto e recupero: e recupero: d'ogni più color curioso e e due bùccole, con due gocciolone nei vertici, dondolone e pese, arridevano locùpleti, come per pagliuzze diacciare. E un grosso anello a cilindro I E un anellino di fil giallo al bucato, tenuto da una calottina tramite questo appendibile, per maglia finimento, vuoi della ricolma bellezza del lettuccio dal pel di topo, coinquilini o di Birmania, o dal Siam, nobile no, non era un ministro delle finanze a dimenticare al cesso il non-valore: il taglio, cioè sfaccettatura e politura sfaccettatura e politura d'arte. Gemme sparse le pietrine, le pietruzze, i monili coperta. Di quelle parvenze, festuche Titolari dei nomi e dei titoli, per lo più eccetera, grossa spilla con pietra un che di magico addosso, di misterico, del biglietto della ferrovia, in luogo collo, i giorni appresso, in un sentore in ogni modo: e nei successivi lampi attendevano, immobili, e come svuotati alcuna inclinazione a far parola: come far parola: come d'un'agreste sibilla, o la solitaria campagna: nella sembianza da un letto all'altro, aveva tutta l'aria E giù, infine, sulla banchina, la luce sensazione di sgomento, di allentamento o lei, gallina, facendo tuttodì le viste faceva pijà da quela paura e speranza com'un pollo, col fare, propiamente, approfittava tratanto de la facilitazione propio come fanno li polli, s'incaricava trovata di Picasso, un oblò del cesso, un oblò del cesso, d'un cesso vuoto d'un cesso vuoto d'ogni intendimento e se pur feroce int'ò 'a faccia, prima sì, a tu per tu con lo scodellino ciascuna ascella permetteva di scoprire affisando a bocca aperta qualche fil abituale, quello che dà segno o controvirate a otto: ebbro, quasi, astretto dalla fatalità rinnovata d'un campo gravidico sui_generis: Era uno di quelli belli verdi, con ali al carrozzino, il padrone s'alzò, e si studiò di captare, indi, invano, della martinicca, quasi del pomo d' ironia: della sua ironia. Il d' oro, catenine, crocine, collanine d' una gemma, o talora di due di d' ogni più color curioso e d'ogni d' ogni forma: una crocetta di d' un azzurro cielo a triangolo d' una meravigliosa d' oro che vi si fossero intercluse d' oro fasciante, che aveva d' oro, con un chicco rosso di d' oro e da un pippolo: e tramite d' oro, ad altro e altrettanto d' un seno, come anche del d' un momento alla vereconda d' una sua strutturante accettazione, d' Italia: e la Menegazzi nemmeno. d' un culo di bicchiere.I Gemme d' arte. Gemme d'aver cristallizzato d' aver cristallizzato naturalmente d' oro, le favolose caramellozze, d' oro o luminosi chicchi sul color d' uso, in qualche caso difficìllimi: d' onice, eccetera eccetera. Un d' indiano: con tanti fori, come d' ogni o. La seconda nota, d' obitorio. Quelli ch'egli aveva d' una imagine sognata (non vista) d' ogni facoltà di seguitare: il d' un'agreste sibilla, o d'un d' un giureconsulto cittadino, che d' un irreparabile diniego. d' una puerpera, così smagato e d' un desolato conoscere, o d' ogni vincolo giusto, che incolse d' esser solo intento a razzolare, a d' avello addosso, e l'artre d' un pollo: come un signore co li d' esse un pollo, guardava de d' allumà dentro la cucina, si la d' un cesso vuoto d'ogni d' ogni intendimento e d'ogni d' ogni attitudine a spiare, babordo d' aver cuccia lungo le rotaie. Era d' ebanite ingollava saliva, anziché d' infilata, chi ci buttasse l'occhio, d' erba: un filo di saliva era per d' una cupidigia di cibarie d' esservi astretto dalla fatalità d' un campo gravidico sui_generis: d' un campo escogitato, per la d' un verde-cenere metallico da d' impeto levò alta la frusta come d' intendere.I Un leggero d' un macinino da caffè, dopo un - Pag.0229.33 - Pag.0229.39 - Pag.0230.2 - Pag.0230.10 - Pag.0230.11 - Pag.0230.21 - Pag.0230.22 - Pag.0230.25 - Pag.0230.26 - Pag.0230.34 - Pag.0230.37 - Pag.0230.38 - Pag.0230.39 - Pag.0231.8 - Pag.0231.24 - Pag.0232.1 - Pag.0232.7 - Pag.0232.11 - Pag.0232.11 - Pag.0232.20 - Pag.0232.22 - Pag.0232.39 - Pag.0233.7 - Pag.0233.16 - Pag.0233.17 - Pag.0233.39 - Pag.0234.3 - Pag.0234.22 - Pag.0235.1 - Pag.0235.1 - Pag.0235.4 - Pag.0235.28 - Pag.0235.34 - Pag.0235.39 - Pag.0236.11 - Pag.0236.14 - Pag.0236.20 - Pag.0236.24 - Pag.0236.26 - Pag.0236.32 - Pag.0236.32 - Pag.0236.32 - Pag.0237.39 - Pag.0238.6 - Pag.0238.22 - Pag.0239.2 - Pag.0239.19 - Pag.0239.23 - Pag.0239.24 - Pag.0239.24 - Pag.0239.28 - Pag.0240.1 - Pag.0240.17 - Pag.0241.4 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 755 756 757 758 759 760 761 762 763 764 765 766 767 768 769 770 771 772 773 774 775 776 777 778 779 780 781 782 783 784 785 786 787 788 789 790 791 792 793 794 795 796 797 798 799 800 801 802 803 804 805 806 807 808 un àaah del padrone, una rizzata non mancò di avviarsi. A passo come oggi, magara, je piaceva pure dar marinese, seduto de traverso, e poco, diceva. E forse capiva poco esperta dell'orgoglio di amare: anzi, nun poteva carcerallo tre anni pe via via d'una sciarpa verde e 'n berretto, e sudor diaccio, un brivido di ribrezzo e avé fiatato, co quela coscienza sporca sui: pe questo portava li galloni doppi esalando parola non umana, per disfarsi arrossendo poi quasi compiaciuta poi quasi compiaciuta d'una lode o o d'una espressione, fin troppo chiara, Camilla? Forse un pegno? Non tanto d'amore, forse, quanto, a idea, da quel sociologo che credeva e poi ci sono i fichi: e i fichi molti mesi non passa, oggi sì: col tetto lo scampo e il riparo, quand'anche solo solo d'un minuto, per la prima tappa agenti motociclisti: pattuglie, forse, timonieri dietro il vetro, il giubbotto svignarsela non veduto sotto gli spalti ragionari della gente, o letto un titolo, dare: ghe ne podeva dà ... on po Ma se la Camilla piagnucolava cavallo in tiro, non gli permettevano court-vêtuI , così scoperto alle bizze stupendamente alberata, o fiancheggiata e in qualche caso il poeta. Da più il poeta. Da più d'una indicazione e alla Pavona. Tutt'altra, invece, e più folto popolo e popoluccio gremita, gremita, d'altri topònimi inscritta, urbano che si lascia guidare dal tacere guidare dal tacere d'ogni ipotesi e le mura superstiti, i cubi di peperino e punti: contribuiva a definir l'immagine d'un bellimbusto assonnato, in cerca finocchi, baffosetti, nunzi rotondissimi di lato, a volte, le porchette dalla pelle ritocco del pettine, o come il rotolo allorché la ribolle un attimo prima Der gran principe de Marino e un sussulto lo scosse. Fu il deflagrare bella pupa?”, la pupa a quel tono “Uno e novanta l'etto! La porca la porca!” Ma intanto quer cavadenti là, dura, impalata, co un occhio pieno quand'anche senza entusiasmo, loro. Lo teneveno pe carità, in cambio teneveno pe carità, in cambio d'un po' d' orecchie e una puntatina di d' uomo, cioè di ronzino in salita d' aritrovasse quarche vorta co te: d' istate sotto frasca o fraschetta, d' ogni cosa. Co quelle, con una d' essere cercata per amore. Il d' una sciarpa verde e 'n berretto, d' una vecchia pistola d' angoscia la riprendeva ora d' avé ricettato la merce, co tutti d' argento. “Nun cià che quela d' un ninnolo troppo rischioso da d' una lode o d'una espressione, fin d' una espressione, fin troppo d' invidia. “Nun fallo troppo vede, d' amore, forse, quanto, a idea, d' d' un qualche prestituccio di d' essere, da quel carabiniere che d' India.I Bah! Siamo fatti per d' un piovente solo, come un d' un minuto, per la prima tappa d' una fuga tutt'altro che d' altre stazioni di carabinieri: e d' incerato nero impermeabile, il d' arenaria che fanno la sicurezza d' un giornale che leggevano. Le d' moneda: e a lasciarle in pegno d' esser povera? Il cervello del d' assaporare quel diverbio, d' equinozio, da far pensare d' alberi, dei giardini e dei parchi d' una indicazione e d'un indizio d' un indizio v'era motivo a d' un diverso vivere e di più folto d' altri topònimi inscritta, d'altri d' altri nomi insigne, fra i ruderi d' ogni ipotesi e d'ogni disgiunzione, d' ogni disgiunzione, come la d' arenaria: memori di Tullio e d' un bellimbusto assonnato, in d' una cicca da poté fumà. d' Ariete: ivi insomma tutta la d' oro esibivano i lor visceri di d' una lama di maretta allorché la d' impigliarsi a recedere, e d' Albano! ch'ha vinto tutti li d' una ulteriore variazione, o tale d' autorità non poté comprimere d' oro, la porca!” Ma intanto quer d' un Biondone t'oo seguitava a d' inquietudine a la folla, che d' essere una zia giovine della d' un po' d'aiuto su la piazza. Il d' aiuto su la piazza. Il padre ... be' - Pag.0241.6 - Pag.0241.8 - Pag.0241.22 - Pag.0242.10 - Pag.0242.20 - Pag.0243.5 - Pag.0243.22 - Pag.0243.23 - Pag.0243.26 - Pag.0244.10 - Pag.0244.37 - Pag.0245.16 - Pag.0246.2 - Pag.0246.2 - Pag.0246.2 - Pag.0246.18 - Pag.0246.18 - Pag.0246.22 - Pag.0246.39 - Pag.0247.14 - Pag.0247.20 - Pag.0247.20 - Pag.0247.23 - Pag.0247.30 - Pag.0247.36 - Pag.0248.23 - Pag.0248.31 - Pag.0248.33 - Pag.0249.13 - Pag.0250.12 - Pag.0251.6 - Pag.0251.12 - Pag.0251.12 - Pag.0251.30 - Pag.0252.1 - Pag.0252.1 - Pag.0252.9 - Pag.0252.9 - Pag.0252.18 - Pag.0253.20 - Pag.0253.20 - Pag.0253.26 - Pag.0253.38 - Pag.0254.15 - Pag.0254.16 - Pag.0255.6 - Pag.0255.13 - Pag.0255.18 - Pag.0255.32 - Pag.0255.33 - Pag.0256.22 - Pag.0256.33 - Pag.0257.8 - Pag.0257.8 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 809 810 811 812 813 814 815 816 817 818 819 820 821 822 823 824 825 826 827 828 829 830 831 832 833 834 835 836 837 838 839 840 841 842 843 844 845 846 847 848 849 850 851 852 853 854 855 856 857 858 859 860 861 862 più gnente!” Ascanio ... cercavano più tardi. Desiderosi a lor volta li calamari e li totani e tutte le qualità li totani e tutte le qualità d'inguille e sguardarono a quelle polpe molli annasarono senza pur volerlo odor viva alle darsene, quella promessa ahi! da pinzar la poppa alla vicina al chiodo calendario (l'omaggio di fin soleva ripentirsi ipso_facto, ancor prima pel piancito, nonostante quaa tigna a potergli arruffare il parruccone di pel i lor peli, neri anche quelli, saturati saturati d'elettrico: come linee di forza consecutivi sbadigli, come le due metà tutto la capoccia, per quanto si trattasse e petrolio) con traslazioni silenti, alate e oramai addirittura inoperante, quasi a levata appena di letto, anzitutto la sera: er celebre caffelatte doppio dal Cacco. Devotamente oblato su da 'o collega suo: 'o commissario capo dì prima, gli aveva mollato la milledue a malincuore, e dandosi di grand'arie no, “manco p' 'a capa”. Una ciabatta masticato mortadella, pitturato i labbri e narici ad atto del pari: quasi all'odore, pallori di lèmuri di più fregò quanti ce steveno: fece 'n pieno secentesca della basilica, come rombo tuttavia sospeso nei cieli, come di passeri, di passerette: dopo sì, l'orecchie: organo indispensabile Nannine o gli scarruffati Romoletti: che scarruffati Romoletti: che d'un fregnetto a riconoscere e a rivivere la verità al portone della rocca. Nel riquadro ad alto, dietro grata rugginosa, la faccia un foglio. Il Santarella, ivi, comunicava secco, dal vestito nero come il vestito avrebbe riso pe trent'anni. La macchina dal Touring. Ulivi, e le lor fronde di già tribolato in Ariete, odoroso una mano alla coda: o un branchetto si dilatarono a pozze, colme, controluce, fuso celeste argento, ove nereggiò l'ala ove nereggiò l'ala d'un tùffolo, o presso il ponte del Divino Amore. Fili come rappresi da magìa: relitti parvenza: bianchi, quasi ovatta, o e nel muto stupire delle cose, tratti, inverdivano, lo spigolo acuminato si disegnò nel cielo come scheggia, cielo come scheggia, d'un antico dente d' aiutarlo, quel figliolo, “seconno d' evitar scene, oltreché al cliente d' inguille e d'aguglie che stanno a d' aguglie che stanno a mare, nun d' un argento-chiaro madreperla de d' alighe marine da tutto il fresco d' argento fritto nel piatto per la d' un attimo: così fan tutte. d' anno der pastarellaro d' averlo apprezzato a mente d' 'o scendiletto, e ne annunciava d' agnello: nero, piceo, riccioluto e d' elettrico: come linee di forza d' un campo newtoniano o d' un limone successivamente d' una bava di scirocco. Si sfilò la d' improbabilità e di miracolo, che d' uno scalamitato magnete. d' un caffelatte canonico, già d' 'a sora Margherita: pazzia d' un vassoio di peltro, il caffè in d' 'a politica. Il quale, prevedendo d' 'o collegamento P, seppure a d' avergli usato no speci-ale favore, d' una macchina, da aver vergogna d' Olévano, “a m l'è bon chel d' un tal vischio ne potessero d' un morticino de tre mesi, col d' arrivà in gita a Benevento. Tre d' una dimora fastosa del pensiero, d' un'ala metallica. L'onda si d' essersi sciugate in fretta in d' ogni alunnato.I Vrùn, vrùn, d' un fregnetto d'uno svegliarino in d' uno svegliarino in trilli tutto d' ogni giorno: cioè che subito dopo d' una finestretta ad alto, dietro d' un giovane apparve, con due d' aver mandato il Pestalozzi dalla d' Ingravallo. Lo accolsero a bordo. d' 'a questura de Roma: con una d' argento cenere, tuttavia poco si d' un po' di stabbio ne le vigne, ne d' una quindicina di pecore, il d' acqua livida, piombo fuso celeste d' un tùffolo, o d'una spersa d' una spersa ghiandaia. Pareva d' erba, tra le due rotaie, si d' una testé dissolta parvenza: d' un bianco irreale di vapore. La d' un'impronta di piè di capro è d' una torre si disegnò nel cielo d' un antico dente d'un'antica d' un'antica mascella del mondo. - Pag.0257.10 - Pag.0257.13 - Pag.0257.29 - Pag.0257.29 - Pag.0257.31 - Pag.0257.33 - Pag.0257.35 - Pag.0258.12 - Pag.0258.24 - Pag.0259.3 - Pag.0259.5 - Pag.0259.9 - Pag.0259.14 - Pag.0259.14 - Pag.0259.24 - Pag.0259.35 - Pag.0260.19 - Pag.0260.21 - Pag.0260.35 - Pag.0260.37 - Pag.0261.3 - Pag.0261.36 - Pag.0261.38 - Pag.0261.39 - Pag.0262.4 - Pag.0262.21 - Pag.0262.28 - Pag.0262.30 - Pag.0263.7 - Pag.0263.32 - Pag.0264.18 - Pag.0264.28 - Pag.0264.29 - Pag.0264.37 - Pag.0264.37 - Pag.0265.3 - Pag.0265.19 - Pag.0265.20 - Pag.0266.2 - Pag.0266.33 - Pag.0267.2 - Pag.0267.7 - Pag.0267.10 - Pag.0267.37 - Pag.0268.7 - Pag.0268.8 - Pag.0268.8 - Pag.0268.12 - Pag.0268.16 - Pag.0268.17 - Pag.0268.25 - Pag.0268.31 - Pag.0268.32 - Pag.0268.32 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 863 864 865 866 867 868 869 870 871 872 873 874 875 876 877 878 879 880 881 882 883 884 885 886 887 888 889 890 891 892 893 894 895 emmezzo puro quattro: nun c'è che è che lei, dopo Tor der Gheppio, avete Prennenno su quella ne la dirizione dove l'omino disse, dopo schizzate bellezza: non finivano più di guardare, del tetto, un rustico ornato. Qualche fil e quasi enfiati nell'ardore: imputavano nel vaporare eguale degli anni. In luogo si trovò di faccia ... un viso, un par di una portata di capretto, o sul candore tra gli argenti e i cristalli, i cristalli, d'un calice, o no, signora Liliana, quel richiamo accorato quel richiamo accorato d'uno sguardo, sé, ufficialmente, la potevano punire? punire? D'aver sollecitato troppi doni, e duro: duro quanto gli richiedeva chiamandolo, dal suo mare pitturati nei colori vivi, blu rossi, oro, a muro da due chiodi ai due lati la Madonna blu con la corona e cachettica posava nel cuscino, immota, un turbinio di zanzare verso le nozze già liquidava la bara senza drappo, ancora dal sogno: quelle immagini un po' necròfila: occupata a detergergli potergli infilare il beccuccio, il cannòlo alla morte: davano l'impressione italiano. Una padella di maiolica, come a la parete: e nemmeno era sprovvista di lince come il fiuto di segugio a don Ciccio, che la ragazza si peritasse ciò che la sua anima era in procinto 1 D' 1 Glie lo aveva detto anche il professor 1 2 3 D'Azeglio 3 per salire sul tram, all'angolo di via marzo e il dottor Ingravallo, a via Balducci era andato a dormire al 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 da 808 lungamente sognato, preceduto di causa” quale avevamo dai filosofi, avevamo dai filosofi, da Aristotele o di sigaretta spenta pareva, pencolando che leggesse dei libri strani: gli ignari. Erano questioni un po' un po' da manicomio: una terminologia vuol altro! I fumi e le filosoficherie son per tale a San Martino ai Monti, così al mùgine lungo il litorale tirrenico, coronata di trecce nere, forte, ampia, d' annà avanti co la machina. d' annà puro a la Pavona, alora d' Ardea s'aritrovamo subbito, d' acqua e sobbalzi vari, discesero. d' abbaiare. Occhi lucidi, neri: d' erba dal po' di terriccio che d' insicura arte i maestri: o era d' un vetro carta unta, a un telaio, d' occhi! nella penombra d' abbacchio a pezzi che fosse, d' un calice, o no, d'un bicchiere, d' un bicchiere, il batuffolo di d' uno sguardo, d'un nome: d' un nome: “Assunta!” La Tina, D' aver sollecitato troppi doni, e d' averli avuti, dalla signora Liliana? d' essere, in quel momento, d' ombra: con lo stanco volto d' una tradizione coloristica non d' un letto: l'olivo secco: d' oro, in una cornice nera di legno. d' un giallo-bruno da museo egizio: d' oro, le fosse spuntata quella d' assi pioppo, rifiorita di d' una pressoché delirante d' una carezza lieve la fronte con d' ebanite, per il serviziale della d' una miracolosa imminenza: che d' una clinica di prima classe, era d' un qualche indecifrato contenuto, d' Ingravallo non ritennero essere il d' evocarlo. “Sicuro!” fece d' intendere. Quella piega nera - Pag.0269.3 - Pag.0269.4 - Pag.0269.7 - Pag.0269.17 - Pag.0269.36 - Pag.0270.15 - Pag.0270.23 - Pag.0270.32 - Pag.0270.35 - Pag.0271.12 - Pag.0271.13 - Pag.0271.14 - Pag.0271.15 - Pag.0271.15 - Pag.0271.27 - Pag.0271.27 - Pag.0271.31 - Pag.0271.33 - Pag.0273.5 - Pag.0273.7 - Pag.0273.8 - Pag.0273.18 - Pag.0273.25 - Pag.0273.34 - Pag.0274.8 - Pag.0274.15 - Pag.0274.19 - Pag.0274.22 - Pag.0275.1 - Pag.0275.3 - Pag.0275.6 - Pag.0275.32 - Pag.0276.29 D' Andrea. Per modo che da quelle - Pag.0124.32 D'°Azeglio . Le poche macchine a D'°Azeglio , aveva già un piede D'°Azeglio . Grave e serio il - Pag.0055.23 - Pag.0056.30 - Pag.0098.7 da da da da da da da da da da da - Pag.0015.23 - Pag.0016.30 - Pag.0016.31 - Pag.0016.34 - Pag.0017.22 - Pag.0017.25 - Pag.0017.25 - Pag.0017.27 - Pag.0018.2 - Pag.0018.17 - Pag.0018.31 cinque A sulla inserzione del Aristotele o da Emmanuele Emmanuele Kant, e sostituire un angolo, accompagnare la cui cavava tutte quelle parole manicomio: una terminologia medici dei matti. Per la pratica lasciare ai trattatisti: la pratica rammentare il natalizio. “Due Ventimiglia al Capo Lilibeo: tener lei tutto il letto: certi Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 certi occhi! un davanti! un didietro! treccia appennolone, che annava a scola tredici mesi all'anno, sempre in un gran robba più de valore che ce sia. E fogli di merli, o merule, dopo ogni frullo, tentare uno spazio o un tempo irreali certo egoismo o egotismo un po' dei due spiriti. I figli discendono Corpi diceva ch'era una brutta cosa, in parte intuito, in parte integrato discreta torre, sto mulo. A giudicare di distinguere i fatti della prolificazione ma le altre semplicemente stupende. Empedocle & Figlio, Albano Laziale, cartolina con tanti bacioni, poi riarriva tanti bacioni, poi riarriva da Viterbo o ” Subito fu presentato e si presentò proverbio che aveva udito a Milano ad un tempo. Ingravallo fu colto allora lunghe dita di signore, che gli servivano solo una carezzaccia alla canina: che della sera. A volte, ad ottobre, con brevi ali di mistero: o, forse, gloriosamente sospinto dietro a fortuna Intignazzato e grigio. A giudicare ” Il portone socchiuso era guardato Gaudenzio e Pompeo: lo conosceva canore delle femmine, emulate poté raccogliere, del fiotto irrompente, a scuola tutto il giorno: ar Sacro Core, legge, così validamente impersonata giovane alto col berretto, in tuta grigia de bruti diavoli che i ne torna indrìo di dubitosa e tormentata aspettativa. cordicella, eventualmente preceduto a sentire a bocca aperta, con un fare il giro dell'appartamento. In camera denaro in un vecchio portafoglio secco, della consorella: tutti signori autentici di fuori senza scrivere, indi nell'atrio al portello piantonati dal brigadiere, poi più. “Io sì! sul marciapiede! Venivo enormi foglie di un broccolo uscivano il collo, ammiratissimi. Ne ebbero, commissario! che so' un regazzino? ... Io ... so' stato guardia giurata, brave femmene? Ne stanno parlando quel serafino spaurito con una zazzera che sbottò in un diavolìo di caì caì a un errore.) No, nessuna traccia. ) No, nessuna traccia. Da Pompeo e della Menegazzi). Perciò la sua camera fatto inopinatamente sentire. In camera I Abitava difatti, Da da da da da da da da da da da da Da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da Da da da da da da da da da da da da da da da da Da da da da da sognarseli di notte. Questa qui le moniche. Don Ciccio, non fare con quelli là di Vicenza. mille come farfalle: perché a un ramo all'altro della lei sola presagiti, si sarebbe gallinaccio: con una creatura una compenetrazione ideale parte di un marito cristiano: qualche accenno del Balducci, certe allusioni di lei, uno di quelli della non-prolificazione. che frequentava i coniugi, ne sognarseli perfino in questura, Viterbo o da Zagarolo perché Zagarolo perché deve riandare sé: “Valdarena.” “Dottor una ragazza, al dispensario un'idea strana, come avesse scotere la sigaretta, er signorino quei bèf bèf così stizzosi, quel trascolorare delle cose e strani erebi cemeteriali risalito quelle gran vele delle orecchie: quel tetro alloggio, e dalla un brigadiere di pubblica un pezzetto, per via delle qualche trombone maschio, a quel primo testimoniale: le moniche: dove ci faceva Ingravallo. Al sentir sonare, la meccanico, almeno le parve, l'inferno ...” La Menegazzi, un po' di tempo quel suo “servizzie”: idea o parola, addormentato) perché a un letto, adocchiati alcuni ori sul uomo: del suo povero marito. quella parte,f du côté de chez basso, dietro al portone e al un agente, si poté alfine Santa Maria Maggiore! Lui è una sporta rigonfia, tumefatta. quel momento in poi, una sparà così a casaccio?” “Ma giovinotto: e me pare che un'ora ...” disse Ingravallo. non si credere: col viso doverlo udire il Papa a Pompeo e da Gaudenzio fece Gaudenzio fece rimuovere il letto se la riordinava lei, per letto, poi, Mària Vergine! epoca immemorabile, in una - Pag.0018.32 - Pag.0018.34 - Pag.0019.13 - Pag.0019.29 - Pag.0019.35 - Pag.0021.19 - Pag.0021.34 - Pag.0021.39 - Pag.0022.12 - Pag.0022.18 - Pag.0022.28 - Pag.0022.39 - Pag.0023.4 - Pag.0023.12 - Pag.0023.20 - Pag.0023.20 - Pag.0025.4 - Pag.0025.16 - Pag.0025.38 - Pag.0026.7 - Pag.0026.16 - Pag.0026.27 - Pag.0026.29 - Pag.0026.32 - Pag.0027.38 - Pag.0028.38 - Pag.0029.3 - Pag.0029.12 - Pag.0029.23 - Pag.0030.2 - Pag.0030.31 - Pag.0030.35 - Pag.0031.14 - Pag.0031.18 - Pag.0031.24 - Pag.0032.34 - Pag.0033.8 - Pag.0033.21 - Pag.0034.7 - Pag.0034.10 - Pag.0034.11 - Pag.0034.25 - Pag.0034.29 - Pag.0035.5 - Pag.0035.17 - Pag.0035.21 - Pag.0035.27 - Pag.0036.4 - Pag.0036.36 - Pag.0037.28 - Pag.0037.28 - Pag.0038.2 - Pag.0038.6 - Pag.0038.12 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 non poteva lavare i piatti, certe volte, Coronati: sì, perché si confessava lui: qualche volta faceva servizio anche quel fazzolettone sporco, o un cencio o un cencio da meccanico, forse, una quindicina di minuti. Buie le scale. anche col portone così, aveva luce doveva ricevere nulla, quella mattina, lì de fora c'è quello che je fa e al mezzo un nasone alla timoniera Impercepiti dal passante distratto e stradicce, dall'arco de Sant'Agostino e sfociar sul Corso, ma sabato grasso ha e come un po' delusi del crepuscolo. - Campo Marzio. Là ci aveva abitato sera, che je corsi appresso, me strillò me strillò da le scale che saliva su scale che saliva su da voi, che v'aveva ” “Dico che quarchiduno che ve porti A Santo Stefano der Cacco avemio in tocco gli aveva scavato le orbite: l'interrogatorio senza averne l'aria che mai: un lontano Olimpo, soprastato fornitori fissi. Comprava qua e là: oggi qua e là: oggi da uno e domani la professoressa Bertola, pallida, corsa veduto in faccia: quante vorte ve l'ho ” fece al giovine. “Avete qualche cosa “Che ne so, io, quello che vo quanno che c'è stato quarche cosa detto che v'ha gridato chella vota ... fa 'o guappo ...” Quello uscì, seguito veduto un altro garzone venire su Ma insisteva tuttavia, sotto quel pelo un po' ne li panni mia. Pe sentì dì garzone è venuto parecchie volte fu trattenuto fino alle nove della sera. quegli occhi imploranti e sfuggenti, della loro ... diffidenza, insorta petto, co quell'anima de culo! la Gina avesse freddo ...” Era un omaccione molto pratico di cani, di lepri, di fucili si attristò dolcemente. Scomparsa! de li tetti de li palazzi nemmeno. donne, dei pupi. Se ne favoleggiava rifaceva alla gutturale tenue degli inizi, lividori: come fiamma dalla carta unta. fiamma dalla carta unta. Da tempo. carta unta. Da tempo. Da mesi: o il cervello, sicché lo aveva lasciato cucitrice senza dimora fissa, il Torraccio, non appena intravisto ripeté: Cionini Ines, anni 20, ch'ella aveva implorato e ottenuto da da da da da Da da da da da da da da Da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da Da da da da da da Da Da da da Da Da da da da da da da tanto le bruciavano, le mani: lui: qualche volta faceva lui: come rincalzo alla Rosa, la meccanico, forse, da involtare involtare la scatola di pelle ... basso, chiaro l'andito: anche una vetrata sul cortile. nessun pizzicarolo dell' Urbe. palo ... Quelli, dateme retta, sor prevosto pesce che doveva fare quello che va de prescia, a ora la Scrofa, pe via de le Coppelle essere, dirimpetto qualche anno il commendator sempre. Doveva essere un le scale che saliva su da voi, voi, che v'aveva da portà er portà er presciutto.” Tutti gli magnà a casa, quanno che capità.I Brutti posti!” Il parer quelle d'un dissepolto. A un tavolino in un angolo, col un Quirino Commendatore, uno e domani da quell'altro. quell'altro. Pe tutte le botteghe vaghi brividi. Il giovanotto che dì, sor commissario? Era un dire?” “Io?” il giovane alzò me?” Don Ciccio, duro, portà.” La risposta fu 'n coppa a le scale?” “No, no una lenta, persistente occhiata voi c'ò'o presutte ... parecchie can barbone nero che ciaveva la gente: avemo visto er voi: chille chiù guaglione, me qualche pallida indiscrezione prima, poi que' due poveri indizi così sfuggevoli: a carico le moniche, a scuola: il signor tener in rispetto i ladri col caccia. La contessa Menegazzi più di due settimane oramai. quanto gli riferì Pompeo, anni. Dicevano le spose: “me Menegaccio a Ménego e a tempo. Da mesi: o da anni. In mesi: o da anni. In occasione anni. In occasione dello Cobianchi a San Lorenzo in ... Torraccio. Era la nota delle la coda dell'occhio destro, lo Torraccio, nubbile: al “senza un passante: col quale s'ereno - Pag.0038.19 - Pag.0038.26 - Pag.0038.27 - Pag.0039.18 - Pag.0039.18 - Pag.0039.30 - Pag.0039.31 - Pag.0040.4 - Pag.0040.9 - Pag.0040.35 - Pag.0041.7 - Pag.0041.9 - Pag.0041.15 - Pag.0041.24 - Pag.0041.26 - Pag.0042.1 - Pag.0042.1 - Pag.0042.2 - Pag.0042.13 - Pag.0043.29 - Pag.0043.33 - Pag.0044.1 - Pag.0044.20 - Pag.0044.38 - Pag.0044.39 - Pag.0045.25 - Pag.0045.36 - Pag.0046.3 - Pag.0046.5 - Pag.0046.17 - Pag.0046.28 - Pag.0047.4 - Pag.0047.8 - Pag.0048.1 - Pag.0048.16 - Pag.0048.23 - Pag.0048.38 - Pag.0049.18 - Pag.0049.24 - Pag.0050.6 - Pag.0050.14 - Pag.0050.15 - Pag.0050.30 - Pag.0051.4 - Pag.0051.8 - Pag.0051.22 - Pag.0051.37 - Pag.0051.37 - Pag.0051.37 - Pag.0052.3 - Pag.0052.35 - Pag.0052.38 - Pag.0053.1 - Pag.0053.11 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 tenebra e di Santo Stefano Rotondo, e Rotondo, e da cui s'era spiccicata luetico in proprio, le mandibole in un'agendina presto presto, trovata puro noi, sul parquet, in camera Co la gola tutta segata, tutta tajata Una faccia stirata, stirata, bianca strano, un sospiro o un lamento sarebbe detto: entrati appena in camera estrema della carne, d'un pallore esalato dalla dolce mollezza del monte, sfrangiato ai due margini come dei colpi, lama o punta: un orrore! spaventevole colatura d'un rosso nero, colatura d'un rosso nero, da Faiti o spalla: pareva si dovesse raggrinzare così abbandonata, e un po' rigirata volontà della Morte, apparivano offesi Morte, apparivano offesi da sgraffiature, era stato portato attorno dai tacchi, la scala B: Enea Cucco vedova Bolenfi co la scopa. Una pupa ch'era salita era vero o no: e lei co una vocetta volto, una lieve contrazione del naso, la colazione. Il Balducci doveva arrivare arrivare da Milano l'indomani ... o ai casigliani, salvo a portalla poi Cammarota (quarto piano), cioè avuto incarico d'alcune commissioni Pagà un conto, compraje du scope di non sostare sulle scale, “per modo via sistematicamente, come farfalle magara. Quella spensieratezza rubizza de viaggiatore de commercio, lo aveva finito di esasperare, lui venuto quel fulgurante diavolio: a riscattarla una debilità recondita nel di lei essere, la speranza, del bis. Ingravallo, c'era eventualmente Bologna, perché aveva a sera tardi, ma Ingravallo, fin se capì che quarche cosa aveveno a quel modo. Le gocce, anziché mano assassina, parevano gocciolate giù I La “colluttazione” se pure era stata nient'altro che un misero conato, fuora in quella tosse, in quello strazio, più d'uomo, sulla piaga: ch'era ancora alla patria. Il coltello aveva lavorato il collo, a momenti. In tutta la camera ne lo sciacquatore de cucina: diluito, ci assolve. Molte gocce, nella camera via come pe cancellalle co la sòla in salotto, era guardato a vista Anzitutto: le due “birbonate” erano da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da cui s'era spiccicata da tre tre minuti, all'appropinquarsi sterratore analfabeta del non lasciarne addietro un sol pranzo: stesa de traverso co le una parte. Ma vedesse che paré un panno risciacquato ... ferito. Come se sentisse male pranzo, sul parquet, tra la clorosi: quelle due cosce un quella riga, il segno carnale del un reiterarsi dei colpi, lama o nun potesse vede.I Palesava Faiti o da Cengio (don Ciccio Cengio (don Ciccio un momento all'altro: doveva de una parte, come de chi nun ce sgraffiature, da unghiate: come unghiate: come ciavesse preso le suole di qualcuno, sur Castiglion dei Pepoli: er cucco li Bottafavi, era la pupa de li tontarella confermò ch'era un lato solo. Rifletté un Milano l'indomani ... o da Verona. Ingravallo tentò la le moniche: ai Bottafavi der su' moje, a portaje du caciotte parte della sora Liliana, lo scoparo: provede er riso, la lasciare più libero corso alle le dita d'un Apollo: de quelli doppocena de viaggiatore de cacciatore co li stivali novi, poveri, duri anni, dallo scarno una debilità recondita nel di una ignominia ... anteriore a aspettarselo, prima ancora annà pure a Padova. la matina, aveva proibito de sapé. Non apparvero poi tanto mano assassina, parevano un coltello. Nere, ora. La credervi, doveva essere stata parte della vittima, uno paré tante bolle de sapone lavorare: un colpo ancora: gli par suo. Liliana! Liliana! A pranzo, no, nessun indizio ... parer quello d'una rana: e pranzo, ecco, di cui cinque o nun falle vede su le mattonelle due agenti. Cristoforo j'aveva connettere, o no? La - Pag.0053.13 - Pag.0053.13 - Pag.0056.9 - Pag.0056.21 - Pag.0057.26 - Pag.0057.28 - Pag.0057.33 - Pag.0057.37 - Pag.0058.23 - Pag.0058.33 - Pag.0059.2 - Pag.0059.26 - Pag.0059.27 - Pag.0059.36 - Pag.0059.36 - Pag.0060.2 - Pag.0060.4 - Pag.0060.6 - Pag.0060.7 - Pag.0060.21 - Pag.0061.21 - Pag.0061.26 - Pag.0061.30 - Pag.0062.27 - Pag.0063.20 - Pag.0063.21 - Pag.0063.26 - Pag.0064.1 - Pag.0064.12 - Pag.0064.13 - Pag.0064.23 - Pag.0065.19 - Pag.0065.35 - Pag.0065.36 - Pag.0065.37 - Pag.0066.36 - Pag.0066.36 - Pag.0067.1 - Pag.0067.12 - Pag.0067.19 - Pag.0067.24 - Pag.0067.31 - Pag.0067.31 - Pag.0067.35 - Pag.0067.37 - Pag.0068.10 - Pag.0068.15 - Pag.0068.28 - Pag.0068.35 - Pag.0068.38 - Pag.0069.6 - Pag.0069.12 - Pag.0069.15 - Pag.0070.23 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 Quest'altro, p' 'a Maronna, c'era gonna ... così! ... buttata addietro, come avventatasi fuori dall'inferno. Chiamata dall'inferno. Chiamata da una rabbia, ubiqua, oramai, pe tutto San Giovanni: sporche ereno scappati via pe sempre che se fanno pagà er vermutte di nerovestite, affittato er velo nero a riceve la benedizzione apostolica steva a grufolà tra li papié. C'era uscita come a un benigno opinante No, no. Volle distornare l'ipotesi. Forse ... ah, già, s'erano frequentati che se chiamava Valdarena pure essa, 'e cavolo! Zi' Marietta me l'hai a levà a schegge, imprevisto, orribili schegge orribili schegge da sotto il tegumento, di ragioniere, un altro, poi di dottore. maresciallo: niente. Erano venuti loro isso ben bene: li aveva tastati lui, alla cognazione. Nativo genio, affinato d'un po' de sale in zucca aiutato co la squadra mobbile ce po puro stà. ch'affittaveno, e quanno se moveveno e nun aveveno fatto uno sforzo, a Roma: in compenso, “s'era staccata “s'era staccata da la socera”, anzi “ se mette ... Che la madre de Giuliano er signorino stava così stranito, Ingravallo strizzò i denti), pezzi plac, plac, plac, la pioggia dei fogli La bella camera di via Nicotera 21, modo che non c'era più tempo, oramai, subbito, lo beccò subito fuori pure lui d'armata a riposo: d'anni? bah! Tanto piacere!” Pure nobbile, era. tutti, viceversa. Lei diceva che ciaveva è, si sa, il regno della biancheria medesimo: conglomerare le tre balìe nel novellof ravageI comportato un ritmo più serrato”, adeguarsi nel meno prevedibile de' suoi fazzoletti trasferimento, a Genova, stabilito già Per parte loro, non avevano che “dove l'hanno a comprà la nafta! si può pretendere di più, mi dica lei, a se stesse nello spazio e nel tempo: sa. Anche gli orologi ne trova di quelli a via dei Greci: e se ne trova però e se ne trova però da duemila lire nere intorno al collo, un cappellino professoressa di pedagogia, una faccia dì, lo zio Peppe spaccato. Un grugno che stasse co la capoccia per aria, da fasse er segno de la croce! da un colpo di vento: una vampa da una rabbia, da uno spregio da uno spregio simile, erano le da Porta Maggiore insino al da la terra d'Ausonia, come un da una donna, che ve pare? la da cerimonia a Borgo Pio, a da Papa Ratti, un milanese de da pensare a quel bel tomo, ora: da quel suo faccione rubizzo: Da troppi segni, no, Liliana da ragazzi: come cugini. La da ragazza? ...” “Com'è? Ma se da li cojoni.” “Ma è quella che da sotto il tegumento, da sotto la da sotto la pelle delle chiacchiere: Da sotto la copertura delle da Fumi. Sicché li aveva da par suo, un po' qua un po' là, da buona pratica dell'arte e dalle da quarche pagnottella col Da quele parte, propio, ciaveva le da qua pe annà là, le cammere da Torino a Roma: in compenso, da la socera”, anzi “da le da le socere”, come li chiamava da un sette otto mesi l'aveveno da un po' de tempo: perché da Regina Coeli, allora, farabutto! da mille. Certi goccioloni! Lui, da conferma della sora Amalia da perfezionare l'incantagione. E da tutte quelle paperazze, come da Casalpusterlengo. Tanto Da quel che lo Sgranfia gli aveva da fa li fatti sui, che annava sur da stendere. Mbè, lei, certe da Carlo Luigi de Secondat de da una troppo focosa reminiscenza da un momento all'altro alle da naso. La povera Balducci, da un pezzetto, del dottor da lodarsi delle prestazioni del da 'o broccolaro?” Le indovinava, da un olio per trasformatori? Ma da una partita all'altra.” Levò la da quattordici e cinquanta in un da duemila lire da Catellani. Mi da Catellani. Mi comperi lei un da professoressa di pedagogia, una da procuratore del re. Poi, dietro, da funerale puro lui. C'era pure il da nun sentì nemmanco quello che - Pag.0071.10 - Pag.0071.17 - Pag.0071.18 - Pag.0071.18 - Pag.0071.30 - Pag.0072.16 - Pag.0072.21 - Pag.0073.12 - Pag.0073.16 - Pag.0073.35 - Pag.0073.38 - Pag.0074.17 - Pag.0074.27 - Pag.0074.33 - Pag.0075.1 - Pag.0075.22 - Pag.0075.22 - Pag.0075.24 - Pag.0076.12 - Pag.0076.13 - Pag.0076.19 - Pag.0076.23 - Pag.0077.7 - Pag.0077.13 - Pag.0077.23 - Pag.0077.23 - Pag.0077.24 - Pag.0077.37 - Pag.0078.6 - Pag.0078.23 - Pag.0078.24 - Pag.0078.29 - Pag.0078.33 - Pag.0079.14 - Pag.0079.18 - Pag.0079.20 - Pag.0079.36 - Pag.0079.38 - Pag.0081.12 - Pag.0081.23 - Pag.0082.12 - Pag.0082.19 - Pag.0082.29 - Pag.0082.31 - Pag.0083.4 - Pag.0084.19 - Pag.0084.24 - Pag.0085.2 - Pag.0085.3 - Pag.0085.4 - Pag.0086.29 - Pag.0086.30 - Pag.0087.3 - Pag.0087.9 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 il capo ravvolto d'una specie de cuffia assassino dovrebbe essere già fucilato Universal”, apparve indenne bono: sapeveno conosce le persone perito d'armi discese con una cassetta di chiodi sciolti, sia dritti che storti. dentro l'armadio a specchi, avvinta l'aveva tenuta in collo, se po dì, pensato, povera fija! Quanno uno ha lo po prevede. Madonna santa, c'era Già, già del mucchietto? legatole quelle tepide carni le erano discese a ripetuti interrogatori: gli alibi in giro per la città. In giro dove? nun c'era ...” Poi ammutolì: e stretta ” Poi ammutolì: e stretta da nuove e da nuove e da rinnovate domande, poi altro, la penna di pavone dell'indiziato, fu ridotto in fin di vita a busse non è vero un corno: ma ne buscò de natura, più che Irnerio. Donde, cioè per cenni e per digitazione varia pelle de coccodrillo: de quelli propio e de l'anonime, poi, nun c'è dormì tra du cuscini. Robba garantita du cuscini. Robba garantita da lo stato: de circolante, un prestito, fusse solo negozianti in ritiro, commendatori vòle dottó?” Si praticavano già tanto! Un giorno o l'altro s'ha pure Un cinturone de cuoio, un pistolone: “ E allora, coraggio. Si propio l'abbiamo co l'appartamenti: tutti queli profughi! in casa de lo socero: nun c'era artro guai a sentimme dì de portalla via che cianno certe vorte li preti, p'annà nere lustre lustre, lunghe e forti, bone ai monti, a monte Manno, quasi, che ce se va cor ciuccio, e rientratovi preso un batticore, a momenti. Estrasse se non proprio alterata nelle facoltà. zitto zitto, de sotto, chiotto chiotto, nativo di Filettino, a poca distanza fronte: tutto il macchinone inturgidito di sacro deposito: e la catena d'oro della quale desidero ed auspico fin come nudità chiara di sirena Giano guardata in faccia: e subito dopo alle porte, con tacito imperio: quelle al caos: cioè una brama di riprincipiar circolo dall'uomo ch'essa ci ha rispetto: ch'essa ci ha rispetto: da 'o professore, da 'o professore, da 'o commendatore, da 'o dottore de 'e femmene, da crocerossina: senza la croce, da sei ore.” Ma il Balducci nun da manomissioni. Lo aprì lui: da la faccia, così a un'occhiata: e da falegname a manico quadro Da ultimo fu chiamato un fabbro, da un bel nastrino celeste alla da quanno j'era morta mammà? da morì a quer modo, nun lo po da perde li sentimenti! Che da una ruminazione pervicace del da cumulata veemenza delle da lui prodotti (ufficio, fattorini da chi? Clienti? Donne? da nuove e da rinnovate domande, da rinnovate domande, poi da da esortazioni d'ogni genere, chinò da potersela infilare dove lui da un taliana di quelli: perché gli da stiantare. Oh mani generosi del da queste premesse di fatto, un da finestra a contrada: e viceversa. da signori: che aveva portato con da fidasse pe gnente: anzitutto ... da lo stato: da lo stato italiano! È da lo stato italiano! È un palazzo da oggi a domani ... Che! Una da millecinquecento ar mese? da qualche anno: relazioni d'affari. da morì: e fiji gnente.I Manco da fa paura a guardamme”: scosse da fa, decidémese. S'aricorderà Da lo socero mio c'era posto: in da fa. Quela casa era come si da li Santi Quattro!” Tutto un da l'avvocati a faje capì la da camminà su l'Aventino, da Palestrina ce se va cor ciuccio, da nemmeno venti ore, “appena da quer portafogli di cuoio nero Da quella molle, calda, suasiva da la paura che je mise: e poi da le sorgenti e a 1.062 metri da un deflagrare di cariche da orologio con ciondolo in pietra da oggi, con tutto il mio cuore di da lattescenze marine alla luna di da dietro. Tutti tacquero. Al da cui ci si parte, alfine, da capo: dal primo possibile: un da 'o professore, da 'o da 'o commendatore, da 'o da 'o dottore de 'e femmene, da da l'avvucate 'e lusso, o da chillo - Pag.0087.15 - Pag.0087.24 - Pag.0087.34 - Pag.0088.10 - Pag.0088.19 - Pag.0088.23 - Pag.0088.34 - Pag.0089.26 - Pag.0089.29 - Pag.0089.31 - Pag.0091.4 - Pag.0091.6 - Pag.0091.28 - Pag.0091.30 - Pag.0092.1 - Pag.0092.1 - Pag.0092.2 - Pag.0092.32 - Pag.0093.38 - Pag.0094.2 - Pag.0094.16 - Pag.0094.20 - Pag.0095.23 - Pag.0095.32 - Pag.0096.2 - Pag.0096.2 - Pag.0096.13 - Pag.0096.19 - Pag.0096.29 - Pag.0096.36 - Pag.0097.9 - Pag.0097.13 - Pag.0097.14 - Pag.0097.16 - Pag.0097.25 - Pag.0098.32 - Pag.0098.33 - Pag.0099.5 - Pag.0099.5 - Pag.0099.21 - Pag.0100.13 - Pag.0101.36 - Pag.0102.5 - Pag.0102.17 - Pag.0102.28 - Pag.0103.6 - Pag.0103.33 - Pag.0104.10 - Pag.0105.13 - Pag.0105.37 - Pag.0106.19 - Pag.0106.19 - Pag.0106.20 - Pag.0106.20 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 'e femmene, da l'avvucate 'e lusso, o infruttifero, con un testone finto paternità metafisica. La dimenticata circostanza emerse nel frattempo letto de giovinotto, in famiglia, ossia ner primo cassetto, un anello d'oro uomo con brillante: e una catena d'oro e senza particolare stupore. La catena, una minuscola pace orolegata e tenuta e tenuta da una staffa d'oro, sì I Fetente vento tagli, o canti, o spicchi d'arco, dell'archetipo di tutti i Valdarena: che di un cancro al fegato, concomitato ritrovò diecimila lire: in dieci fogli e qualche interessenza sugli affari l'anello col brillante, i dieci fogli “Lei, Liliana, parlandole certe volte Remo ... sinceramente: cioè un po' noia, noia. Un pantano de noia. 'e sta catena 'e camino”: e, presala Rideva, piangeva. E quello me devi una poverella, che non avesse nulla qui: principiò a sfilallo. Me l'hai annà a Genova. Prima di sposare hai ciondolo portascarogna. Domani devi ” parve ravvedersi. “C'era perfino scappai, corsi via. Me n'annai in sala I “Ah, in sala circa un mese fa, che lei era a pranzo Lui aveva avuto l'ordine de dallo a me, a ridere, anzi. Allegro, bello, hai suo sdentato ghigno, e con quel fiato su, dalle città gremite, dalle genti, dalle genti, da ogni cantone di strada, presto fatto se si faceva regalare lei, stimata dumila lire? ... Quella, j'ho un po' tutti, staveno ad annaspà la salvazione e tirallo fora, lui Giuliano, lustri, guardi! ... so' arrivati propio jeri Sposi?” “Sì, sposi.” “Dieci fogli come un fratello. Sapesse! je feci quasi annasalli. Di “pratiche” ce n'era Di “pratiche” ce n'era da gavazzarci, tiratigli col più soave spago di bocca spago di bocca da una civile dialessi, dialessi, da un appassionato perorare, perorare, da un vivido volger d'occhi, blanda a un tempo e suasiva, tatràc! il professor D'Andrea. Per modo che che da quelle delusioni continuate, l'umiliazione, la disperazione, il pianto, in della sporta, quanno veniveno altro, dalla loro buia stalla, nel nulla. da chillo fetente d' 'o balcone 'e da carnevale. Un arnese che non da Dio e Ingravallo smaniava da minuziosa (beninteso) da la nonna (la zi' Marietta de da uomo con brillante: e una da orologgio, assai greve, da un capo, terminava nel da una staffa d'oro, sì da poter da poter altalenare e anzi revolversi da carestia, cor sapone a trecento da signoria secreta in palagio nelle da pupetto era bionno de capelli: da un confratello al duodeno, che da mille novi novi. I famigliari, da lui curati potevano permettergli da mille, a non voler includere tra da solo a sola, come si fa tra da oca, direi, poverina.” Da diventà matti.” “Mbè, noia, da un capo, glie la faceva da giurà che me lo dài a me. da damme in cambio: che dovesse da lascià pe quarche giorno, disse. da mette casa: al lido d'Albaro? da passà dar Ceccherelli, ch'è da ridere, povera Liliana! Dunque da pranzo: me chiusi dentro, pe da pranzo? Vicino a 'o buffè? da loro? be', una ventina di giorni da Liliana, a me personalmente, il da fallo, diceva. E bionno, me da pozzo nero che lo distingue, il da ogni cantone di strada, da ogni da ogni spalletta di ponte: dalle da lui, invece, un qualche altro da regalà. E l'anello del nonno, da tre giorni chi de qua chi de da li pasticci in cui s'aritrovava, da la Banca d'Italia: appena da mille è sempre un bel regalo: da madre, quann'era pupo. ” da gavazzarci, da nuotarci dentro: da nuotarci dentro: e gente in da una civile dialessi, da un da un appassionato perorare, da da un vivido volger d'occhi, da da una traente maieutica e dalla da cavadenti di tipo amabile. Ed da quelle delusioni continuate, da da quei dieci anni, o quasi, dove da quegli anni inutili della sua da piazza Vittorio, la mattina: o Da quegli anni, operando la - Pag.0106.21 - Pag.0106.38 - Pag.0107.10 - Pag.0107.18 - Pag.0107.22 - Pag.0107.27 - Pag.0107.28 - Pag.0107.32 - Pag.0108.2 - Pag.0108.2 - Pag.0108.8 - Pag.0108.14 - Pag.0108.29 - Pag.0109.25 - Pag.0110.10 - Pag.0110.21 - Pag.0111.8 - Pag.0112.8 - Pag.0112.20 - Pag.0112.34 - Pag.0113.1 - Pag.0114.12 - Pag.0114.19 - Pag.0114.26 - Pag.0115.9 - Pag.0115.24 - Pag.0116.19 - Pag.0117.20 - Pag.0117.23 - Pag.0117.30 - Pag.0117.35 - Pag.0119.18 - Pag.0119.35 - Pag.0120.8 - Pag.0120.8 - Pag.0120.22 - Pag.0122.17 - Pag.0122.38 - Pag.0122.39 - Pag.0123.24 - Pag.0123.29 - Pag.0123.31 - Pag.0124.8 - Pag.0124.8 - Pag.0124.19 - Pag.0124.19 - Pag.0124.20 - Pag.0124.20 - Pag.0124.23 - Pag.0124.32 - Pag.0124.32 - Pag.0124.34 - Pag.0124.39 - Pag.0125.12 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 pupa, arrivò co lo sposo, preceduti parole e carta scritta: disposizioni dal pacchetto, l'ultima, sommerso storia, gli pareva d'avella saputa già Cucco, la Giulietta Frisoni (scala B), Frisoni (scala B), da una parte, e poi: er fermo del Valdarena, a giudicà er maharagia de Scerpure, proveniente che so' ciccioni puro l'ommini, er maharagia indiano, aveva espresso a Santo Stefano. Dove, introdottolo spirituali della compianta signora: sì Il cielo quadrato era tutto luce, come e rispettava er marito, l'uomo uomo da lei scelto: datole, un giorno, in giorno un bambino, d'anno in anno: lui, don Corpi, nun se raccapezzava Corpi, nun se raccapezzava da dove, o con tante anime intorno, con tanto ad ammonirla (“me senta!”: ma lei, della donna: che le veniva, certo, baggiano, di maccherone treenne, 'o professore fu richiamato, fu pregato con un accenno di sorriso, lezio confortati a ricévela de ritorno biancheria co li pizzi. Affetta, com'era, Clotilde. Uno sbrozzolo, un pallettone dietro tutta la carovana de li bottoni rimanente d'altronde, priapavano fuori d'avorio, i suoi occhi! davvero c'era o piedastro, con rispetto granne, da tutte le signore de la scala A, ma er core a quarcuno. Quegli occhi! ” “Quella? quella cià er diavolo Il commendator Angeloni, estratto da Regina Coeli per un'ora, tanto sì mettendo un par d'occhi malinconichi, Macché! Lei te le cantava ner naso, La Madonna! Dico io! Una lagna teneva er libretto all'incontrario, arzato le spalle, quela bestiaccia: “ località “il Torraccio”, non lontano In parole povere, uccel di bosco. il testo: interferenze varie, brondi ghi barla? spediti ieri questura di Roma. Trentasei quintali signor no. Ciò che fu possibile estrarre coltrice, la più adatta, e la più ambita ricevuto e sentito al numero quattro, una addosso all'artra, e arette tutt'e tre dilitto di cui tutto popolo fabulava, l'acerba costura dello stivale su, su, e poi divulgatore e trombettiere: e trombettiere: da Marino ad Albano, da na panza come na mongolfiera da dare: telefono. Il dottor Fumi lo da chissà quali affanni: l'uscio si da un pezzo.I Le impressioni e i da una parte, e da quell'artra la da quell'artra la Cammarota, la da come se presentaveno le cose, da le rive der Brahmaputra pe fa da quele parte, sarvo si fanno la da diversi anni, trammite le da Fumi, questi manifestò da facilitare all'autorità di da eterna presenza dei confessori, da lei scelto: datole, un giorno, da da Dio. La sua disperazione e la da chi poi? un bambino futuro, il da dove, o da chi. “'O cuggino!” da chi. “'O cuggino!” esclamò il da fare in chiesa, e non da quel'orecchia, nun ce voleva da Dio. Quattro! in tre anni! “Un da innamorare tutte le Marie da Liliana di voler dare un da papà severo e bonario in lui da un bel vaglia bancario color da una forma classica di da schioppo sott'ar carcagno, che da prete: che nun aveva né da la vesta che pareveno du affari da crede che avessero ipnotizzato da tutte le signore de la scala A, da quarcuna pure de la B, aveva da sotto le frange nere delli cigli: da la parte sua,” diceveno da Regina Coeli per un'ora, tanto da faje pijà una boccata d'aria da paré un bove de malumore: da tirà li schiaffi, come uno da fa dormì li pupi. Vergognosa! da non poté leggelo, manco si da sentisse rode le mano”. E da le Frattocchie: Lui-ginio! Eh, Da quanto le diligenze auricolari da contatto urbano, da Reggio Emilia ... Parla il da Reggio Emilia, tipo Parma, di da un tal guazzabuglio fu, da un polpettone di quel calibro. da Fumi: presenti Ingravallo, Di da quer po' po' de travicello d'uno da Frascati a Velletri, e tutt'Italia da Vinchiaturo a Ovindoli. E, poi, da Marino ad Albano, da Castel da Castel Gandolfo ad Ariccia. - Pag.0125.34 - Pag.0126.8 - Pag.0126.13 - Pag.0126.15 - Pag.0127.4 - Pag.0127.4 - Pag.0128.8 - Pag.0128.16 - Pag.0128.22 - Pag.0128.29 - Pag.0129.18 - Pag.0129.21 - Pag.0129.30 - Pag.0130.17 - Pag.0130.17 - Pag.0130.25 - Pag.0130.27 - Pag.0130.27 - Pag.0131.9 - Pag.0131.13 - Pag.0131.17 - Pag.0132.14 - Pag.0133.1 - Pag.0133.3 - Pag.0133.11 - Pag.0133.28 - Pag.0134.20 - Pag.0135.8 - Pag.0135.11 - Pag.0135.22 - Pag.0135.35 - Pag.0135.35 - Pag.0136.11 - Pag.0136.21 - Pag.0136.24 - Pag.0136.25 - Pag.0136.29 - Pag.0137.28 - Pag.0137.34 - Pag.0138.2 - Pag.0138.13 - Pag.0139.13 - Pag.0139.16 - Pag.0139.19 - Pag.0139.24 - Pag.0140.3 - Pag.0140.6 - Pag.0140.25 - Pag.0140.30 - Pag.0141.2 - Pag.0141.36 - Pag.0142.11 - Pag.0142.18 - Pag.0142.18 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 di gestione! La Pàcori, oppressa allora in mucchio, s'un tavolo: e roba s'un tavolo: e roba da disinfettare o venuta fuori appunto la ciarpa, tirata in un vaso - Ines ... Ciampini, sì, era stata fermata alcune sere innanzi ), attività cui non era abilitata bancarella: spennato e senza collo, ravvisare nella Ines, Cionini Ines a Roma: a cercà lavoro. “Cercà incaricò Paolillo di farsela consegnare un po' don Ciccio, e squadrandola la Ines capì a volo che cosa volevano di lasciar correre un po' d'acqua fresca, d'una soma greve, eterna: impostale quel suggerimento stupendo: emanava e salivosa, d'un rosso acceso come anche in materia de lavatura de la testa Era esperita, sic_et_simpliciter, come le canine di razza, poerine, ingravidate l'avevano a maestra, pur titolandola di sua divinazione come verità d'attorno a lei, sorgere e vanire e aveva tegumento d'una “coperta stento neoclassico. Attaccata ar muro, muro, da una parte del lettino, c'era a guardà una per una, ma vestito strigneva un mazzetto de pennelli, l'armamentario magico era visitato fiji d'una bona donna! co certi baffi! co certi baffi! da sentì un lenzuolo insomma, il laboratorio della Zamira, accecati dalla immensità: storditi Le gambocce strette strette, a momenti, Occhi! Furtivi dardi! Sfrecciate, Tutte tali, o giuppersù, le nipotine, Il fatto è che i carabinieri sostavano tre figlie, non ancora in età altro: e n'era tornato coi due Salvatori, nei momenti in cui la faceva magari, gli saltava il ticchio di lavorar dal duca di Mantova in Gilda, e le diciotto scarpettine coi diciotto tacchi spento, partoriti, poveri micioni, per dirla col Carducci. Una salute a colpo fatto, di lasciarsi ammanettare da lui, di venir “messi dentro” cuncupiscenza repentina delle catenelle facesse un po' icché voleva: abbacinati voleva: abbacinati da quel volto scurito, da quegli occhi fermi, neri, pungenti: da quelle bande rosse, ai calzoni, da quei galloni d'argento alla manica: inquirente, perseguente, ammanettante: da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da un cumulo di stracci, panni, disinfettare o da ritingere, in ritingere, in due sacchi un capo, la fusciacca: Torraccio, o Torracchio, un pattuglione del patente: (semplice dilettante, quanto risultò, ma in Torraccio, propio la regazza lavorà nun è vergogna.” Il Piscitiello, semmai, si nun capo a piedi il brigadiere lei. Volevano sentire la sua un così generoso rubinetto: e libito antico della Natura. lei, con il notato olezzo, il senso febbre, si apriva male e quasi fa annà via li pidocchi, e dono di natura, era autrice di un bastardo randagio. Sapeva una bevuta all'altra di sudicia, responso. Torbi o sereni, ma lei. A lei, poi, di quella così letto” verde-stinta: con una parte del lettino, c'era da vede un'oliografia molto bella: romano antico, senza occhiali, spennellà co la tintura nun se alcuni grossi topi, con tutte le sentì un lenzuolo da fantasma a fantasma a du parmi de non si poter incontrare il più infinite cicale: con il capo e il parer le covassero un ovo, un sentisse smorì er core in der rendere quelle avvinellate soste lei, dalla Pàcori, dalla sarta: non essere illibate, e due Milano, e, in più, con una radio maschio: perché subito dopo, femmina. Il meraviglioso Rodolfo in Mimì. Del donna che gli ticchettavano un maschio lucchese, dicevano, sensale di campagna. Quei lui, di venir “messi dentro” lui. Quando arrivava lui, polso: come allo scassato e quel volto scurito, da quegli quegli occhi fermi, neri, quelle bande rosse, ai calzoni, quei galloni d'argento alla quella bandoliera bianca di quel V.°E. nella granata - Pag.0142.25 - Pag.0142.37 - Pag.0142.37 - Pag.0143.9 - Pag.0144.6 - Pag.0144.8 - Pag.0144.12 - Pag.0144.32 - Pag.0144.39 - Pag.0145.13 - Pag.0145.21 - Pag.0145.31 - Pag.0145.33 - Pag.0146.15 - Pag.0147.1 - Pag.0147.5 - Pag.0147.36 - Pag.0148.24 - Pag.0148.32 - Pag.0148.36 - Pag.0149.11 - Pag.0149.25 - Pag.0149.27 - Pag.0150.24 - Pag.0150.29 - Pag.0150.30 - Pag.0150.33 - Pag.0150.36 - Pag.0151.4 - Pag.0151.7 - Pag.0151.7 - Pag.0151.24 - Pag.0152.8 - Pag.0152.28 - Pag.0152.37 - Pag.0153.25 - Pag.0154.4 - Pag.0154.35 - Pag.0155.20 - Pag.0155.24 - Pag.0155.25 - Pag.0155.29 - Pag.0155.32 - Pag.0155.36 - Pag.0156.9 - Pag.0156.17 - Pag.0156.18 - Pag.0156.36 - Pag.0156.39 - Pag.0156.39 - Pag.0157.1 - Pag.0157.1 - Pag.0157.2 - Pag.0157.4 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 nella granata d'argento, sul berretto: sul berretto: da quella pancetta, vederlo: esser travolti in catorbia di legione con bande rosse, esalato al rovescio, appena rosa e oro il cielo: da Rocca di Papa a Castel Savelli, giù: direttissimo, iterato iterato a ogni assale trascorrendo a mezzo marzo nel cielo del fuggente, niveo gregge si sdrucivano rinvoltata dentro una copertuccia bigia avrebbe chiamato le direttive come lo chiamavano; che fungeva pure l'opportunità richiedendo. Pompeo, di metterlo. Doppo un par de mozzichi Embè, nun lo so si era mezzo: stava ribattè la Ines: “ma diversi. Diversi pareva ch'er diavolo se fussi vestito rinnovate obiezioni, pervennero si scambiarono occhiate. Lo Sgranfia, sua sudicia avvenenza: parve ritrarsi di lettino: e andando a zonzo pe Roma nun lo diceva, indó stava. Un lettino Un lettino da li parenti: a piggione più, a pagà la piggione, allora doveva itinerari: si differiva passo passo camminava: che poi s'aveva di là dal fluire delle macchine, del tono: “Pe nun fasse trovà a casa di lui.” “Di sapere quacche cosa pasticci nostri: la questura nun se n'ha “Ah! la questura non se n'ha Chillo 'o vvulimmo ccà pecché ci ha la mano. Reclinò il capo madre l'ha fatto bionno. Che? l'aveva filò al deposito a pescarne fuora, e raggiunto, e poi rigalato un po' le disponibilità di ciascuna. Uno magara la spia. “Ma nun c'è gnente ch'era ora: “uno dei tanti”. a voce alta e sonora: “Be', cercheremo cupidità ripugnante. Quegli uomini, poveri cocchetti! Se sentiva stracca suo. Perché stava disoccupato lavoro: un antro lavoro un po' mejo, solo estraendolo un tantino ca tenimmo appena n'indizio, subbeto pe vvota! A 'o molo Beverello! ” Ne svolan fuori a frotte, difatti panza d' 'o Conte, come tante gallinelle ai subalterni. “Chille, appena scese Calabria, Sardegna (ringhiando) come bene: a modo suo. Se ne serviva quasi Nella bocca senza denti er bucio, nero: Un sorriso livido le storceva la bocca, da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da Da da da da da da da da Da da da da da da da da quella pancetta, da quel culo. quel culo. Sì, culo. Perché, lui un suo sguardo. Quando poi dìruti castelli: dove la notte, Rocca di Papa a Castel Savelli, Rocca Orsina al Monte svellere tutti gli aghi degli nullo reale perseguite, anche una perpetua deformabilità, caserma all'insegna der impartire ... alle sottostanti maestro de cerimonie, a Santo parte sua, non vide quale cavajere la sua bocca somigliava certi signori che j'aveveno fatto come ce l'avemo tutte. Come donna. Quell'occhi te ultimo a cavarle dai labbri la quel giovanottone perspicace vergogna, rivestire il dolore: la matina a la sera: in cerca li parenti: a piggione da na na sarta. In der letto vòto der cambià aria, se sa. “Si un quartiere all'altro: fa risolà le scarpe ogni mese: un marciapiede all'altro, o tutte quelle ch'oo cercheno: pe lui pure,” soggiunse il dottor incaricà: so' affari nostri.” incaricà! Picceré, tu stai ccuntà ... quacche cosa: lato a meglio sogguardare il fa moro, si ciaveva la fantasia queli stracci, quella misera tutte, secondo le disponibilità rappresentare in bellezza il spià!” strillò. “Si m'ha dato ultimo, dopo qualche altro fa er possibile.” Il lei, volevano udire, sapere.I morì: ribbambita: sfinita. “Che du mesi: e nun trovava lavoro: poté tirà avanti. “Che arte fa? quella difesa del braccio e del 'o portiere a ssentì. Referenze! 'o Conte Verde!” sentenziò: 'a panza d' 'o Conte, come una gabbia: che dopo lunga 'o barcarizzo, Ingravallo, vui fiale d'un iperofficiante elisire. confidente.” Gli sussurrava, cui, tra verbo e verbo, ella un lato, diaframmando er - Pag.0157.5 - Pag.0157.5 - Pag.0157.15 - Pag.0157.21 - Pag.0157.27 - Pag.0157.28 - Pag.0158.17 - Pag.0159.19 - Pag.0159.22 - Pag.0160.5 - Pag.0160.28 - Pag.0161.26 - Pag.0161.28 - Pag.0162.9 - Pag.0162.23 - Pag.0162.33 - Pag.0162.35 - Pag.0163.12 - Pag.0164.10 - Pag.0164.25 - Pag.0164.37 - Pag.0165.1 - Pag.0165.1 - Pag.0165.4 - Pag.0165.8 - Pag.0165.15 - Pag.0165.21 - Pag.0165.32 - Pag.0166.3 - Pag.0166.14 - Pag.0166.15 - Pag.0166.28 - Pag.0167.5 - Pag.0167.10 - Pag.0167.12 - Pag.0167.30 - Pag.0167.31 - Pag.0168.5 - Pag.0168.20 - Pag.0168.25 - Pag.0170.4 - Pag.0170.33 - Pag.0171.5 - Pag.0171.6 - Pag.0171.14 - Pag.0172.2 - Pag.0172.31 - Pag.0172.35 - Pag.0172.35 - Pag.0173.35 - Pag.0174.28 - Pag.0175.26 - Pag.0176.13 - Pag.0176.27 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 de mezza faccia un riverbero giallo, imbambolato. “E lui je faceva puro de galera de mi' padre. Sicché avevo regazze, senza fasse arubbà er core appena, come a dire: “l'avevo capito - ne aveva dalla Zamira l'incarico? Le vesti, i vezzi, gli odori, da fiale ... Una lamella d'oro, rito: per accedere là dove s'adempisse, “Diomede doveva dunque agire doveva dunque agire da suasore, per i sacri riti dell'émpete pémpete: riti dell'émpete pémpete: da battitore: puntar le quaglie e le starne, sul colle: lasciò intuire la ragazza, i conforti, e degli itinerari, ideò aggiustando, aver accusato la botta. Una botta a cottimo, dunque: poteva indicare dunque: poteva indicare da chi?” “ nun me l'ha detto. Annava a lavorà a casa loro. Quarche vorta agnede puro i labbri, “addó sta 'e casa?” “ vo: er Carpàno” (così accentò). “ avrebbe detto: “cià na camicia de seta singhiozzuccio, di cercare la pezzuola: de Ripetta: o a li Quattro Cantoni, ch'è una de fora, e che viè pure che co quelle attacca subbito, nun cià che paro na poverella. Ma con quelle! Nella stanchezza, nel pianto, eretta, Il volto appariva sudicio, stanco. “Pure quella nun l'ha più rivisto, quer fojo sicché, diventò na furia. Te n'avrai troppo poco! J'arisponne che vadano chi oda o veda silurare o schernire, impegnato le ganasce, che bramavano “Uno che lavorava a bottega, dato pure na pagnottella sverto sverto, de prestiggio: co quell'occhi, bianco pezzo de porchetta col rosmarino. C'era magnà pe du giorni. Senza fasse vede pe facce avé quarche grazzia della implacabile amministrazione che il recupero di un Carlo Emilio del gran morto di Canne, sia risarcito il solito, che dal D`- al `., ne albergava la specie, s'era qualificato, apparve, scura persona, dal buio, sgrondatura di luce pressoché gialla, una certa cautela: sostò due minuti, strane lacche: nobili riverberi, come d'una strapazzata di scirocco. Di là, in certe lividure di piombo: pecore col piede, accelerò verso la Fontana. da fa paura, come de certi fochi da confidente, allora. E certe da abbozzà pe forza.” La da nissuna”. Un codice, o un da un pezzo: naturale: sissignori. da fringuello de chiama, o come da fiale ... Una lamella d'oro, da da tanta luce nella notte, come da ultimo, il vivere. Un orgasmo da suasore, da iniziatore: per i da iniziatore: per i sacri riti da battitore: da pointer, a puntar da pointer, a puntar le quaglie e da spinone giovane, a snidare le da lui), alla matura bettoliera da sempre cogniti, e ripercorsi da felicitarsene. Lui aveva nel da chi?” “Da chi nun lo so: nun Da chi nun lo so: nun me l'ha detto da li signori a casa loro. Quarche da na contessa, me disse: una che Da le parte de la stazzione, me Da Piccarozzi, sotto 'a Galleria. da signore: sissignori!” “E addó da rasciugarsi la faccia, il nasetto; da l'Aliciaro, de dietro a San da lontano, e de razza scerta: che da faticà troppo a dajela a Da porta Pinciana ar giardino del da ultimo, dentro la mucida luce da la zia, si è la zia, poi, da cento. È la moje d'un grugno da pentì, me diceva: quela strega! da un artro. De lavorà pe la da impreveduta beffa o siluro, le da un'ora ben diverso impegno: da li pizzicaroli ... Un po' qua un da sotto ar zinale: è uno che sa da la paura, che nun lo vedesse da magnà pe du giorni. Senza da la nonna, però. Quela befana da San Giuseppe, ch'è tanto bono, da cui abbiamo l'onore e il da un precedente Paolo Maria, da un Gadòla: cui vien fatto, da giovedì a venerdì, nel giro di da un par de giorni, per un da sotto il vòlto: camminò alla da una lampadina schermata, da strologare il mattino. Era da un crogiuolo del profondo. da dietro a Tivoli e a Càrsoli, da broda strette, compatte, Da ritta, ove il piano s'infoltiva di - Pag.0176.28 - Pag.0176.33 - Pag.0176.39 - Pag.0177.8 - Pag.0177.14 - Pag.0177.17 - Pag.0177.24 - Pag.0177.24 - Pag.0177.26 - Pag.0177.37 - Pag.0177.38 - Pag.0177.38 - Pag.0177.39 - Pag.0177.39 - Pag.0178.14 - Pag.0178.22 - Pag.0178.38 - Pag.0180.2 - Pag.0180.3 - Pag.0180.3 - Pag.0180.4 - Pag.0180.17 - Pag.0180.33 - Pag.0180.35 - Pag.0181.9 - Pag.0181.18 - Pag.0181.20 - Pag.0181.38 - Pag.0182.7 - Pag.0182.36 - Pag.0183.3 - Pag.0183.5 - Pag.0183.10 - Pag.0183.22 - Pag.0183.29 - Pag.0183.39 - Pag.0184.22 - Pag.0184.29 - Pag.0184.30 - Pag.0184.34 - Pag.0184.34 - Pag.0185.2 - Pag.0185.38 - Pag.0186.1 - Pag.0186.3 - Pag.0187.13 - Pag.0187.23 - Pag.0189.18 - Pag.0189.28 - Pag.0190.19 - Pag.0190.28 - Pag.0190.31 - Pag.0191.6 - Pag.0191.11 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 597 598 599 600 601 602 603 604 605 altrove tutta rosa e bianca, veli era il comando dell'Arma: là, là, Porcino, sotto festoni di pere gialle eccettoché il trìgono cesputo, sacerdozio. Ed erano gridi ed acuti libere del lido, signoreggiato altre, poetesse ed oceanine precipiti I Ed ecco ora, di là una mano non meno che con l'altra, non meno che con l'altra, da ritta e limitare di peperino grigio e consunto, vigna, o d'un qualche cosa di simile: davanzale di quella specie di finestra: intronato nella capa, si affacciava come su le spalle di sinistra dei due soci, dalle qualità tragiche del suo genio e del suo genio e da una salute di ferro: di ferro: da una corporatura di atleta, di atleta, da un appetito di profeta: e mollàtigli, se pure a contraggenio, inderogabile, della enunciazione ... coartato impulso, come rischizzati là come rischizzati là da resurgiva e la strada o strata che rimaneva loro il naso: titolava d'un principato incerto del tempo e di poi accesa nominate Farcioni Clelia, di Achille, A due a due. Né il brigadiere, sono rimaste a casa? Voglio sentirlo “Ve l'ho detto. Perché voglio sentire detto. Perché voglio sentire da voi, che va in giro, che nun cià du sorelle So' li dispiaceri che m'è toccato aricordato: ce lo sapevo che ereno posti e il filo pareva questa volta smagliarsi alto a mezz'aria mollemente ondulando, marzoline, del sole, preso lui pure i fumi e le palpitazioni a lui pure: allora: poche storie che non ho tempo è una che va a lavorà puro lei, Lavoriamo quanno che c'è robba ... o quanno che c'è robba ... o da fa o ripose la catenella: e tirò fuori, e il palmo: “è il topazio che cerco allora per la prima volta, e lo cercava per un braccio. “Sor brigadiè, me deve mia che è in parola de comprallo che vanno pe le strade cor cavallo, l'ha dato una regazza che lavora qui. Da un pezzetto se parlava de coralli che p'er mio giorno nun ciavevo gnente o assassino, forse. Andiamo: conducimi senza il padrone dava un fastidio primo espediente scogitato là pe llà, da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da Da da da da da da cresima: uno zucchero in più lune, la sua pratica due watt e palloncini sbronzi e ogni torquente veto dei padri, non dire mentre saettava qua bulicante maretta: altre, poetesse le scogliere lunari del circèo, la flottiglia di nubi che ritta e da manca, il lembo manca, il lembo inferiore della fuori, era a livello dell'asfalto cui sopravanzavano alquanto che il divino, un poco un pulvinare sul trambusto basso lasciavano scoperti gli una salute di ferro: da una una corporatura di atleta, da un un appetito di profeta: e da una qualche manatella di chi gli dava incarico di que' coartato impulso, come resurgiva e da polla ... “ch'alta polla ... “ch'alta vena percorrere: quella medesima parer di pietra il capillizio un repentino dardo del sole, Pozzofondo, e Mattonari lei, poteva pretendere anche lo voi, dalla vostra lingua. Noi lo voi, da voi proprio, cosa ne voi proprio, cosa ne pensate marità? Ce l'aveva perfino passà ... che m'hanno fatto facce er fieno.” “Piantatela reobarbara ciarpa, di sotto al parere anelli in dissolvenza, un languore d'utero: ché a quel bellone che è. “Tu ... chi perdere. La Camilla chi è?”: apprendista magliaia ...” fa o da giustà: quanno che giustà: quanno che c'è n'antra tasca, il papiro due giorni: è proprio lui!”: due ore se era poi proprio un crede,” protestò la ragazza na donna: me l'ha prestato per un paese all'artro, che? sanno un pezzetto se parlava de mette ar collo, de scioccaje pe metteme.” “E dillo chi è, se lo lei.” “E la motocicletta?” non dire.I S'era levata dalla tante tribolazioni del vivere. - Pag.0191.20 - Pag.0191.24 - Pag.0193.11 - Pag.0193.18 - Pag.0193.37 - Pag.0194.7 - Pag.0194.8 - Pag.0195.7 - Pag.0195.20 - Pag.0195.20 - Pag.0195.25 - Pag.0195.30 - Pag.0195.36 - Pag.0195.37 - Pag.0196.11 - Pag.0198.8 - Pag.0198.9 - Pag.0198.9 - Pag.0198.10 - Pag.0198.11 - Pag.0198.20 - Pag.0198.21 - Pag.0198.21 - Pag.0198.36 - Pag.0199.10 - Pag.0200.6 - Pag.0200.33 - Pag.0202.22 - Pag.0203.1 - Pag.0203.6 - Pag.0203.6 - Pag.0204.2 - Pag.0204.9 - Pag.0204.12 - Pag.0205.36 - Pag.0206.16 - Pag.0207.39 - Pag.0208.3 - Pag.0208.24 - Pag.0208.26 - Pag.0208.38 - Pag.0208.38 - Pag.0210.3 - Pag.0210.28 - Pag.0210.31 - Pag.0211.5 - Pag.0211.7 - Pag.0211.18 - Pag.0211.29 - Pag.0211.29 - Pag.0211.31 - Pag.0211.36 - Pag.0211.39 - Pag.0212.30 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 606 607 608 609 610 611 612 613 614 615 616 617 618 619 620 621 622 623 624 625 626 627 628 629 630 631 632 633 634 635 636 637 638 639 640 641 642 643 644 645 646 647 648 649 650 651 652 653 654 655 656 657 658 659 o di semplice lettura della mano, tale le rivolgeva le spalle, incerto ancora sul prossimo, carabiniere ora ch'egli era, una seggiola davanti, non fatela toccare la vostra cugina, dov'è? conducetemi ” le gridò ancora il brigadiere, con fuggenti veli di vapori sulla faccia, d'un verde umido e novo, infradiciate guazza: e qua e là come inzuccherate del bivio, a chiedere una bicicletta Pareva la macchina de li denti rotti Il conducente gli fece ih al cavalluccio, in carriola! propio adesso m'avevi morso della occorrenza giornaliera che nella notte: s'era spento con l'alba. Da un olmo non veduto, ora, forse Lì, cioè “qui. Sinnò so' boni pure de' manovellismi su su su fu fu fu del secondo ottocento. Al casello, detto quotati anelli rettali, se pure estenuati impelleva concomitato d'una ragazza che aveva preso su, mattinata, in quel senso. Arrivava su su da Ciampino tutto nero con un fare ma che t'hanno fatto?” e de sotto grugno e nun potenno annà de corsa, de fora dar naso; e a l'istesso tempo cioè maremmano-spinone, si avventò: nonsenso, a un pubblico di soprappresi a' più stolti endecasillabi. Il che, ma un frullo, ancora, d'un forasiepe, nota del colore del pollone. Un moro da teatro, un Otello col berretto nero L'aria s'era assopita e parea ristagnare giorno, erano sopravvissute al dramma: I “E che ne so? Perché ho sostiene ... di averlo avuto in prestito “Che lo ha scelto,” improvvisò, “ altro, o qualche altro, che sono diversi zio è impiegato di stato: voi lavorate si scosse, giravoltò, camminò via invece che fosse. I due la seguirono. la testata della scala. Era occupata posatavi, d'uno specchio già infranto nella sua cornice scura un'oleografia “umana”, e il muro scialbato a calce non è, dato che non ci sarà nulla una scatolina di cartone, una camicia sotto il mento: ne sollevò, come du zigomi tonni che pareveno abbottati cosa incredibile per un comodino dall'arbitrio. Dei cenci, ancora, robba di quelle a treppiede, dei meccanici al quale un cartoccio. Di carta blu, da sciuparne l'esito al tutto: da farsi. I labbri le principiarono, da quel digitare della strega. Un da nessuno.” La sora Pàcori gli da lei! Andiamo.” Pareva preso, da fuori: mentre la di lei guardata da parere il tuorlo d'ovo dentro il da la guazza: e qua e là come da la brina. Se veniva in su, la da quarcuno: e se no sarebbe da sgranocchià er torrone: ma il da rattenerlo un poco, e intanto, da regge, che annamio così bene. da chi ne prova si suol chiamare Da un olmo non veduto, ora, da un leccio alla scure superstite da pensà ... ch'ho fatto la spia a da 'e Fattocchie, vincendo la da taluni di Casal Bruciato, lo si da vecchiezza: non del tutto da fischio ohi ohi ohi acutissimo da un banchetto, una specie de da Ciampino tutto nero con un da pompiere incattivito, mandando da un par de borse a cilindro una da la polagra, la rabbia che cià da li piedi. Oltre il casello poi, da credere volesse jugularsi od da cascaggine: deliberato ridestarli da quel cretino che era, ei da un cespo fino alla grondaia da teatro, un Otello col berretto da sciatore. Il feffe-feffe era il da basso. Il trenuccio dispariva, da anni, oramai, le ex-alunne di da conoscerlo?”: alzò le spalle. da voi.” “No, no, è na buciarda da quelli che ci avete voi!” da questo. Voglio vederli. Fatemi da magliaia, quando lavorate. Non da parere la sonnambula, entrò Da quella cabina telefonica e da tre letti, poco provveduta del da sempre. A parete, a capo l'uno da due lire ingiallita nei margini, da poco. Aveva tutta l'aria di da impacchettare. Il Pestalozzi vi da omo, quella bona. “E l'anello? da un nido di ovatta, una povera da du cazzotti, tutti li mejo da notte: era un comodino da donna, un gilè, un par de da biciclette. L'incredibile pieno da droghiere. Zucchero, - Pag.0212.34 - Pag.0213.5 - Pag.0213.29 - Pag.0213.37 - Pag.0214.12 - Pag.0215.2 - Pag.0216.5 - Pag.0216.16 - Pag.0216.16 - Pag.0216.23 - Pag.0217.22 - Pag.0217.24 - Pag.0217.35 - Pag.0218.13 - Pag.0218.15 - Pag.0218.16 - Pag.0218.22 - Pag.0219.5 - Pag.0219.9 - Pag.0219.27 - Pag.0219.33 - Pag.0220.10 - Pag.0220.16 - Pag.0220.16 - Pag.0220.20 - Pag.0220.26 - Pag.0220.28 - Pag.0220.35 - Pag.0221.2 - Pag.0221.11 - Pag.0221.28 - Pag.0222.2 - Pag.0222.2 - Pag.0222.31 - Pag.0222.39 - Pag.0224.7 - Pag.0224.9 - Pag.0224.11 - Pag.0224.16 - Pag.0224.38 - Pag.0225.28 - Pag.0225.30 - Pag.0225.33 - Pag.0226.1 - Pag.0226.4 - Pag.0226.13 - Pag.0226.19 - Pag.0227.1 - Pag.0227.4 - Pag.0227.18 - Pag.0227.27 - Pag.0227.30 - Pag.0228.27 - Pag.0229.21 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 660 661 662 663 664 665 666 667 668 669 670 671 672 673 674 675 676 677 678 679 680 681 682 683 684 685 686 687 688 689 690 691 692 693 694 695 696 697 698 699 700 701 702 703 704 705 706 707 708 709 710 711 712 713 Il groviglio dei molti nodi fu districato un bel cilindretto verde nero lustro, dall'apotema del pentagono, piazzatisi come una ghiandolina di piccione morto e subito dopo, anzi, limone: trafitta sue centonovanta quadrella: perfusa d'oro, con un chicco rosso di melagrana quasi una palletta di blu di metilene da cavare il giallo al bucato, tenuto bucato, tenuto da una calottina d'oro e tanto, nei trombettosi carnovali, ditrigonali della sua classe, premeditata in una luce, in una gloria mentita, che fosse però veduta dall'alto, e Balducci” gli pareva essersi materiata incubo: fogliata e verbalizzata in pagine cercava intanto districarsi discriminazione dei pezzi singoli erano già: quello che è stato lo conosciamo esauriente la recezione, due pollici col dito medio li sdruci. Il pitale Creso, puerpera, così smagato e sminuito a maturare i giorni e gli eventi: sentiva soffià er treno, se faceva pijà o penetrata, dato che s'era travestito di servizio, era infallantemente colto nonché di sufficienti verbi italiani ascoltati e naturalmente scorbacchiati e naturalmente scorbacchiati da terzi, a significare tira innanzi, quel trenuccio largiva, sotto i bracci, albergo bastevole d'erba: un filo di saliva era per uscirgli con ali d'un verde-cenere metallico du vieux terroirI . Travagliato da pubertà precoce nel dolco e il guidatore schioccò la frusta nell'aria, Levò il collo, superba. “Io t'ho er brigattiere, m'ha creduto promessa lunghe e certe scarpe senza lacciuoli quasi del pomo d'un macinino d'orecchie e una puntatina di zampe aggemellate sullo stecco, in padella, da far porzione: reggendole il guidatore vipera. Tu p'assaggià un omo hai Sei troppo racchia, sei, co quela faccia sei: co nemmeno queli quattro che ciai nun s'aricordava, ce doveva avé giucato casello de Casal Bruciato a mette l'ori Bruciato a mette l'ori da la stronza. “ e l'aveva baciata con una rabbia! ... e bu nun c'era caso che je sortisse, era caso che je sortisse, da quela boca, labboratorio. Ereno in tre, omai, a cucì je pareveno tanti diavoli tosti, da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da da Da da da da da da ungulazione pervicace: la tirarne oroscopi i sacerdoti occaso a blaterare, a riguardar buttare a i' sudicio: e due tutti i raggi un poco del luci verdi chiare, di marina in beccarlo un pollo: e un cavare il giallo al bucato, una calottina d'oro e da un un pippolo: e tramite questo tanti culi di bicchiere, quanto, Dio: a dispetto del una catinella di escrementi. lunge, dal monte o dall'aereo) un incubo: fogliata e un orrore segreto che non era, tutte le serpi del dubbio: “ ... effettuarsi in caserma, su a un pezzo. Anche a Roma, il ginecologo. Buttarono all'aria i un letto all'altro, aveva tutta ricolmo invece che era. A sempre: muta forza o presenza quela paura e speranza d'avello gallina: o in agguato dentro il paralisi del basioglosso, lei poter petrarcheggiare sulle terzi, da ignoti imbecilli, e in ignoti imbecilli, e in definitiva Velletri delle dodici. La avervi potuto allogare e un angolo di quel poco ricordare le bruniture pubertà precoce nel dolco e pubere naso nell'equinozio, in ridestare il cavalluccio, e si dì com'è successo, che lui, sposa, aritrovannome co fratello granne. Un omo forte, caffè, dopo un ultimo schiocco parte del quadrupede, e una far porzione: reggendole il un lato, in controspinta, la comprattelo, come la maestra. patata che t'aritrovi. E troppo parte me lo volessi pijà?” pupette. E nun ne capiva la stronza. “Da questa che me questa che me sta scallanno la fa paura, a momenti. Ma er quela boca, da quela faccia quela faccia cattiva. Allora? Na la Zamira: lei, se po dì ogni poté ballà co tutti quanti e - Pag.0229.34 - Pag.0230.13 - Pag.0230.15 - Pag.0230.20 - Pag.0230.29 - Pag.0230.31 - Pag.0230.34 - Pag.0230.36 - Pag.0230.37 - Pag.0230.37 - Pag.0231.20 - Pag.0231.29 - Pag.0232.13 - Pag.0232.24 - Pag.0233.26 - Pag.0233.27 - Pag.0234.6 - Pag.0234.11 - Pag.0234.33 - Pag.0235.17 - Pag.0235.27 - Pag.0235.29 - Pag.0235.36 - Pag.0236.13 - Pag.0236.36 - Pag.0237.24 - Pag.0237.28 - Pag.0237.32 - Pag.0237.32 - Pag.0238.12 - Pag.0238.19 - Pag.0239.2 - Pag.0239.28 - Pag.0239.32 - Pag.0239.32 - Pag.0240.6 - Pag.0240.23 - Pag.0240.24 - Pag.0240.29 - Pag.0241.4 - Pag.0241.6 - Pag.0241.16 - Pag.0241.16 - Pag.0241.32 - Pag.0241.34 - Pag.0241.35 - Pag.0242.21 - Pag.0243.12 - Pag.0243.14 - Pag.0243.37 - Pag.0244.6 - Pag.0244.6 - Pag.0244.8 - Pag.0244.14 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 714 715 716 717 718 719 720 721 722 723 724 725 726 727 728 729 730 731 732 733 734 735 736 737 738 739 740 741 742 743 744 745 746 747 748 749 750 751 752 753 754 755 756 757 758 759 760 761 762 763 764 765 766 767 I Ma specie di sonnolenza appena rischiarata con le infinite promesse e una faccia disfarsi d'un ninnolo troppo rischioso avesse avuto zampa libera. “Ma della strada solitaria, “l'ho veduti l'ho veduti dar finestrino.” “ pe faccia un ovale, come l'ovo de legno attorno, de sti giorni, a crompà buono a trovarla,” ideò brutalmente, da quel sociologo che credeva d'essere, in gamba, Guerrino. Se ragioni bene, e sì: a Gerace ... Marina è probabile. tumulo, a scrutare e a riconoscere chi caricati a giogaia: (chi li rimirasse aperti tutti i dubbi: era il suo esame vituperi a mezza voce: con degli zigomi voce: con degli zigomi da diavole, nei labbri, la più bella. Incuriosito che si vonno un giovenotto se l'hanno stufa de daje sordi. E siccome eri stufa, strega svergognata, si è propio ch'hai è propio ch'hai da fa la spia, hai così scoperto alle bizze d'equinozio, sulla sua motocicletta la via provinciale l'accademico e in qualche caso il poeta. omai a la deriva, lontan lontano che gli si aggirava pe la gola meglio: e di meglio aveva: “L'hai quela mattina, ce n'era na tribbù. aperto, e dietro i due polsi cadente, assonnato, in cerca d'una cicca delle bruciate in sul chiudere pareva, dalla descrizione della Ines, e già con la zazzera fitta fitta e straunta tutta sordi, povero micco, poteva puro morì io. Assaggiatele!” Posava un attimo la porca! È na miseria, signori! robba e pe terra a la gran battaja de Lévati occhi al cielo stavolta e con delle gote sotto l'occhi, quer ber talismano: “Hai appariva incerta sull'atteggiamento er Torraccio, dopo le Frattocchie: ma be' il padre: il fratello era disoccupato “Chissivede! be'? che fai de bello “Annamo, te vo er commissario: t'ha fargli na proposta seria. Uscirono senza pur volerlo odor d'alighe marine polli vivi coi loro occhi che smicciano lo scialle scuro, o verde erba, una spilla spilla da balia co la punta aperta, ahi! semoventi, esse ambulavano a fatica ambulavano a fatica da uno spaccio e “lunedì ventuno marzo Benedetto da fa la ciovetta co li militari a da lampi, in un sussulto del da far paura, certe volte, aveva da portare addosso, in quei da dove l'hai veduti?” “L'ho da quela casa rosa che se viene Da che finestrino?” “Dar da rinnaccià le carzette. Il da fumà.” Il Pestalozzi aveva da quel sociologo che credeva da quel carabiniere che era. “E da dritto, è la volta che ti piove Da Orta è un po' più lontano di da molti mesi non passa, oggi sì: da un fianco). E ortolani, di da maresciallo, quello: in caserma da diavole, da streghe isteriche: ma da streghe isteriche: ma il da morire il severo Pestalozzi da crompà co li sordi.”I E da tanti che je n'avevi dati, lui da fa la spia, hai da dì la verità, da dì la verità, perché de le da far pensare proprio alla da Marino ad Albano, così Da più d'una indicazione e d'un da ogni meno consapevole da du ore, come un leone in da pescà senza meno. La ragazza Da San Giuseppe in poi è la da parer coda di marsina. Era un da poté fumà. Involtato nel da pochi fornelli superstiti, l'odore da qualche passo lontano il tipetto, da una banda: insieme a la da la voja. “La porca, la porca! da riprender fiato. E poi, a da fa vergogna, signori! a chi da li piedi! Che ar domo de da buccinatore senza senso: da venì un momento in questura: da prendere: costernata no, ma da otto anni ereno venuti a stà da du mesi. “Nun ne sapemo più da ste parte?” (Sottovoce): “Stai da dì una cosa.” Lo prendeva da la confusione verso via da tutto il fresco umidore, quel da un lato solo e vedono, ognuno, da balia co la punta aperta, ahi! da pinzar la poppa alla vicina da uno spaccio e da un da un ombrellaccio al successivo, da Norcia,” enunciò l'appeso al - Pag.0244.15 - Pag.0244.27 - Pag.0245.7 - Pag.0245.16 - Pag.0245.18 - Pag.0245.21 - Pag.0245.25 - Pag.0245.35 - Pag.0246.5 - Pag.0246.21 - Pag.0246.22 - Pag.0246.35 - Pag.0246.36 - Pag.0247.13 - Pag.0247.26 - Pag.0248.15 - Pag.0249.7 - Pag.0249.7 - Pag.0249.9 - Pag.0249.24 - Pag.0249.31 - Pag.0249.34 - Pag.0249.35 - Pag.0250.12 - Pag.0251.5 - Pag.0251.12 - Pag.0252.24 - Pag.0252.30 - Pag.0252.38 - Pag.0253.8 - Pag.0253.17 - Pag.0253.21 - Pag.0253.28 - Pag.0254.8 - Pag.0254.12 - Pag.0254.25 - Pag.0254.33 - Pag.0254.35 - Pag.0255.7 - Pag.0255.24 - Pag.0256.16 - Pag.0256.29 - Pag.0256.39 - Pag.0257.9 - Pag.0257.20 - Pag.0257.23 - Pag.0257.26 - Pag.0257.33 - Pag.0258.4 - Pag.0258.11 - Pag.0258.12 - Pag.0258.14 - Pag.0258.14 - Pag.0258.23 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 768 769 770 771 772 773 774 775 776 777 778 779 780 781 782 783 784 785 786 787 788 789 790 791 792 793 794 795 796 797 798 799 800 801 802 803 804 805 806 807 808 1 2 3 4 5 6 7 8 9 casa addormentata, erompendo inatteso i piedi, ognuna il proprio. Si stiracchiò, ogne sull'occipite-jungla, zìn zìn zìn, pazzia bell'e bona, e deprecata e deprecata da ognuna, in primo luogo diceva lei, “pure a diggiuno l'ho intanto gli batté due colpi su le spalle, su le spalle, da donna pratica, e quasi E l'aveva, cosa incredibile, ottenuta: 'a capa”. Una ciabatta d'una macchina, moveva come du foje de broccolo fori spinta, e non si sa di che ghitarra: a ogni corpo de tutto culo che je dava, te lo sgranava fuori un po' in sordina: che nemmeno si sarebbero sperati Pestalozzi dalla Pàcori, accompagnato alquanto contrariato, si tolse il cappello, e neanche.” “Be' cominciamo indietro e in curva stretta e in salita, cara grazia se la non si è ribaltata giù Svoltarono sull'Appia a li Due Santi, si ergevano qua e là dalla breccia, a mezz'aria, immobili, come rappresi additò) che se vedeno dapertutto, fino su diritti fino a la Pavona che in tutto, il tronco, nel solaio, che la durava atroci del coltello. “Fate passare, ho sor dottó Incravalli: chi è che cià negli anni, pendevano a muro lise e verdastre tegumentate in parte nel cuscino, immota, d'un giallo-bruno infitti in adeguati candelai, appicciati teneva una mano in una mano, la immemore memoria della terra, dalle sue naturali prestazioni cioè non ammette, hélas, interludio alcuno ridotto. Nun ce volevio crede: ciavete minuti, se po dì. Adesso nun se move ricordate?” “Sor dottó, che m'ho potete dire! ché è stata sgozzata che la Tina impaurì, questa volta: “ dà 9 criminologico escluse il rasoio, che un'aria di uomo che ragiona, che sor Cavalli, veda un po' si me li po si è la zia, poi, s'è fatto brrr, brrr, che a ogni botta che je le lune? Ehi, la Zamira Pàcori! Vi all'andirivieni abituale, quello che glie ne poteva dare: ghe ne podeva guardava a lui, ar Biondone, ma senza da quel pataccone della sveglia da parere un guappo in ripresa da paré na scimia: e col fare da ognuna, in primo luogo da da tutte le casigliane affittacamere, da mannà fino a Santo Stefeno.” da donna pratica, e quasi da da sorella, hélas!, amorevolmente da 'o collega suo: 'o commissario da aver vergogna andarci. da la sporta mezzo vota de la da chiamar Luciani e Marie da poté pijà la spinta in avanti. da non resuscitare troppo da lei, la infilò finalmente da un milite, per ulteriori da lasciar traspirare un poco la da chella parte. Andiamo.” da inagugliarsi poi nel toboga del da un ponte. Ma la macchina da doverla percorrere un buon da una traversina all'altra (di da magìa: relitti d'una testé da Marino. Là, si lei volete, da Casal Bruciato, saranno sei da trave. A idea, sotto il terroso da vedé chi ce sta.” “Ce sta da esse? m' 'o dica lei, si lo sa da due chiodi ai due lati d'un letto: da una buona (e tepida, e chiara: da museo egizio: non fosse stato, da un pròspero che misericorde da parer Còsimol pater da lontananze paleontologiche: da quell'attività o per più acconcio da inibizione, o mancato ufficio di da crede, finarmente!” esclamò da tre ore: nun dice na parola: da ricordà?” “Ricordatevi di chi da un assassino!”: du occhi, fece, da un assassino,” ripeté, del - Pag.0258.30 - Pag.0259.18 - Pag.0259.26 - Pag.0260.37 - Pag.0260.38 - Pag.0261.1 - Pag.0261.22 - Pag.0261.22 - Pag.0261.35 - Pag.0262.4 - Pag.0262.9 - Pag.0264.23 - Pag.0264.32 - Pag.0264.36 - Pag.0265.25 - Pag.0266.3 - Pag.0266.9 - Pag.0266.30 - Pag.0266.35 - Pag.0267.3 - Pag.0267.28 - Pag.0268.13 - Pag.0268.16 - Pag.0269.9 - Pag.0269.12 - Pag.0270.24 - Pag.0271.35 - Pag.0272.2 - Pag.0273.7 - Pag.0273.15 - Pag.0273.18 - Pag.0273.29 - Pag.0274.28 - Pag.0274.36 - Pag.0275.8 - Pag.0275.10 - Pag.0275.15 - Pag.0275.25 - Pag.0276.1 - Pag.0276.7 - Pag.0276.8 dà dà dà dà dà dà dà dà dà - Pag.0068.32 - Pag.0083.10 - Pag.0123.18 - Pag.0183.3 - Pag.0185.7 - Pag.0205.1 - Pag.0239.19 - Pag.0248.31 - Pag.0254.20 tagli più netti, ma più tempo al tempo.I “Vede, belli novi si ce l'ha: lei ce lo cento lire. Una vorta che a la macchina, je scappa di volta il cervello? Con chi segno d'una cupidigia di ... on po d' moneda: e a segno de vedello: quer da' 3 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 2 3 istuprato certe bimbe. Paracadde giù avrai da pentì, me diceva: quela strega! I E il dito mastro, pur disunito da' nuvoli e implorava che no, che da' retta a me che te ne pentirai, da' ditonzoli, alla radice l'è - Pag.0094.1 - Pag.0183.10 - Pag.0197.32 1 2 3 4 dacché 4 aprile 1914”. A lei, povera creatura: “ nulla, una pratica demandata ad altro, per metter fuori la voce, inutile affatto: vi avea posto riparo con la mano, dacché l'imperscrutabile volere dacché il commissario Ingravallo, dacché il cavallo, povera creatura, dacché il dottor Fumi gli si - Pag.0100.22 - Pag.0233.21 - Pag.0249.18 - Pag.0252.32 1 2 3 dagio 3 dolce a mattino, si dissipa e vapora via scolari principiò dondolare a sua volta, Ce durava na mezz'ora a cresce, dagio adagio, e quasi di dagio adagio, con un fremito dagio adagio, e n'antra mezz'ora a - Pag.0202.8 - Pag.0264.16 - Pag.0265.9 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 dagli 14 piuttosto versato: intuizione viva, e fino o un'Adriana, che oggi viene in città corrente, cioè contro l'erosione operata riversati a branchi sul molo Beverello Marietta? 'A parentela, semmai, viene portaordini controllato dallo zelo e cofano di gioie: l'una e l'altro maturati confortato dall'alta parola del buce, l'anima dalle ultime perplessità: o batti, in due sottosuole di ciabatta: e sul trambusto dell'Appia. Incorniciata de' suoi: richiamò le bave, aspirando nella gobba e levatecelo un po' goccia, alla subita caduta iridandosi, dagli dagli dagli dagli dagli dagli dagli dagli dagli dagli dagli dagli dagli dagli anni di pubertà: aperta, poi, zii, poi se ne va, poi torna, anni. L'anafonèsi trivellava il scalandroni d'ogni più roco uomini, dai due padri ... orecchi ipersensibili di un anni: dai lenti, dai taciti a stangare. L'intervento ultimi scrupoli. Instradava gli occhioni strabuzzati, che gli stipiti e dall'arco a sesto angoli non ostante il fornice zebedèi questo missionario embrici divenuti neri negli - Pag.0022.31 - Pag.0023.18 - Pag.0051.16 - Pag.0055.32 - Pag.0074.38 - Pag.0081.27 - Pag.0090.21 - Pag.0094.32 - Pag.0149.4 - Pag.0194.17 - Pag.0195.38 - Pag.0203.14 - Pag.0213.15 - Pag.0270.17 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 dai 83 categoria di causa” quale avevamo Ignorò, volle ignorare l'Assunta, da qualche accenno del Balducci, o gremito di sogni, rincasando ... ecco ecco dai cantoni de' palazzi e collettiva. Aiutato e quasi preceduto Ingravallo, seguito dalla portinaia e seguito dalla portinaia e dai due, e du côté de chez madameI . Una policromatica sventatezza vaporava volatili, tra gli uccelli e le farfalle), un buongustaio: a giudicare almeno a giudicare almeno dai pacchetti, nun cantava? Era chiaro: il rapinatore, Fumi, invece, il tipo aveva sonato incelata d'un piano: era andata ospite a cominciare dalle sottane dei preti, Era la nota delle ripescate a ora scura ” Del sangue era stato portato attorno criminologico non desistettero per terra, e quel sangue ... trascinato parentela, semmai, viene dagli uomini, dai dai dai dai dai dai dai dai Dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai filosofi, da Aristotele o da maccheroni in poi, come si dolcissimi “momenti” della cantoni de' palazzi e dai marciapiedi le fiorivano due agenti, Ingravallo si fece due, e dai commenti di tutti, commenti di tutti, “'a polizzia, congiunti e accavallati referti suoi foulards color lilla, dal capelli giallastri con tendenza pacchetti, dai tartufetti ... tartufetti ... Pacchetti che per Balducci, aveva sonato per Balducci per garantirsi che Bottafavi, che all'uscio ci cani fradici. Gli ombrelli non ce vari pattuglioni della “buon tacchi, da le suole di qualcuno, rilievi di prammatica, né dal tacchi. Presso lo sciacquatore, due padri ...”I “Sicuro!” - Pag.0016.30 - Pag.0021.7 - Pag.0022.18 - Pag.0026.23 - Pag.0026.24 - Pag.0028.35 - Pag.0029.8 - Pag.0029.9 - Pag.0034.8 - Pag.0038.34 - Pag.0038.37 - Pag.0041.27 - Pag.0041.27 - Pag.0049.32 - Pag.0050.1 - Pag.0050.18 - Pag.0051.2 - Pag.0052.36 - Pag.0060.21 - Pag.0067.8 - Pag.0067.27 - Pag.0074.38 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 là su la banchina, mentre i viaggiatori, arrivo bagaglio solido: gli fu partecipata l'una e l'altro maturati dagli anni: e l'altro maturati dagli anni: dai lenti, vividi accenti, con risonanze napoletane maschile e partenopea, quando aggalli strana ebrezza al distacco dalle cose, e distacco dalle cose, e dai loro nomi e al marito, o al facente funzione, e I Titillata ricordò d'avergli veduto sul dito a Giuliano. Il Ceccherelli, appoggiato presi p'un angolo, che je pencolava san Cristoforo. Adescato, benché prete, rattenuto il ciuccio per un attimo, ih! lode di Maria Madre, l'inno indelebile; Madre, l'inno indelebile; dai PV e indelebile; dai PV e dai BM e interessato a ottenere il più possibile in der labboratorio? Di che età? davanti (la di lei dentatura aveva inizio Fumi trovò eccellente lui pure. Piovuto pervennero da ultimo a cavarle o due, camminata, al cader della notte, sguardo, acceso e rotto, a intervalli, acceso e rotto, a intervalli, dai segni e dalla Zamira, ogni giorno. Lontano con la più che Cumana Sibilla), operative non adeguatamente confortate scura e petrosa di paese: mensola petrosa di paese: mensola dai licheni e scarpa, quasi di cortine di castella: fiore una rocca di piombo, di cenere. Di là della gita. Due sicuramente santi, arguì derisione, insidia. Fiancheggiato di astinenti bramosi. Torchiò bizza era piuttosto dura, in lui, disceso La moto era ora a tetto, al riparo degli incisivi essendole marcita via fin andare, ma d'esserne impedita e scarlatta del demonio principe: quello quando implorano o imprecano chilometro 20,25, furono accolti snocciolarsi a marciapiede inosservato lì per “transitare”. Il vento che saliva nel che apparve animata, dopo tutto, o un rosario?: strozzato, verso la bocca, comminata all'alunno gli vaporò via la campagna solitaria, fuori, inumidita sotto cielo alido, oltre l'ora mutevole, al Deviti. Sopraffatto dalle voci e e da un ombrellaccio al successivo, adagio, strizzati l'uno dopo l'altro calò il vetro, Santa Maria Maggiore, dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai Dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai dai finestrini, si disputavano parenti della moglie ivi accorsi lenti, dai taciti anni. Era una taciti anni. Era una figliola, quattro cantoni del soffitto, limpidi fondali della loro nomi e dai simboli: simboli: quella voluttà del labbri dell'idolo dispiccica magri, cerei diti del Balducci, dopo il desinare del due, confermò in ogni due diti: “Lustri lustri, guardi! vividi e patetici occhioni der fastigi d'oro, a vespero, o di PV e dai BM e dai BM e dai dieci buchi der dieci buchi der disco der cinque esperti del Cacco: a sedici in su? Ah, ma puro canini: la Ines indicò i propri colli saluberrimi, il labbri la bugia racchetante, la passi meravigliosi della segni e dai lampi, non lampi, non pertinenti alla di lei occhi, e dall'avido molti per quanto titubanti e bilanci. Alcuni erano topazi licheni e dai muri che si muri che si ritraevano a scarpa, volonterosi bilanci, singhiozzo gioghi di Sabina, per dati, cioè vestiti d'una lor vesta quattro canini superstiti il denti, il Pestalozzi: la ritenne monti, non ostante la scuola curiosi, dalla pioggia. Ma tempi della marcia. “Be', sor divieti contrastanti del fato, la galloni marescialli: quello, in o ai loro dei-bestie in lor furibondi latrati d'un due Branca. Filtrati avanti, paduli pareva stanco, gli migliori propositi.I Intendeva, rigiri stretti d'uno spago, e propositi. Un mezzo labbro piovaschi, adocchiata appena tridui certissimi della gridi, dalla stridula sèlleri ai fichi secchi: si consecutivi sbadigli, come le tre fornici oscuri della loggia - Pag.0086.22 - Pag.0086.25 - Pag.0090.21 - Pag.0090.21 - Pag.0100.10 - Pag.0103.31 - Pag.0104.23 - Pag.0104.23 - Pag.0106.23 - Pag.0109.21 - Pag.0113.25 - Pag.0121.5 - Pag.0123.23 - Pag.0132.2 - Pag.0134.10 - Pag.0134.12 - Pag.0134.13 - Pag.0134.13 - Pag.0141.29 - Pag.0146.4 - Pag.0147.33 - Pag.0160.20 - Pag.0163.12 - Pag.0163.19 - Pag.0170.2 - Pag.0170.2 - Pag.0175.15 - Pag.0178.10 - Pag.0185.31 - Pag.0190.8 - Pag.0190.8 - Pag.0190.9 - Pag.0190.23 - Pag.0196.4 - Pag.0200.19 - Pag.0201.15 - Pag.0201.23 - Pag.0201.39 - Pag.0203.21 - Pag.0205.22 - Pag.0212.18 - Pag.0213.12 - Pag.0218.30 - Pag.0220.3 - Pag.0221.27 - Pag.0228.8 - Pag.0229.28 - Pag.0229.31 - Pag.0233.30 - Pag.0252.15 - Pag.0253.34 - Pag.0258.14 - Pag.0259.23 - Pag.0263.27 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 77 78 79 80 81 82 83 sua plebe, una bara che le fosse uscita Ingravallo uscì dall'auto, imitato perdurante fermezza che li fa indenni della cronaca se non addirittura incavati dal passo e dalle scarpe, iridandosi (la tovaglia bianca, spinaci) fatto immortale in Brianza. A cena dai dai dai dai dai dai dai visceri. Enunciazione disegnata seguaci. Disse il milite: “Il sobbalzi della cronaca se non terremoti della storia, della chiodi. Nessuna voce, dentro. capelli avviluppati neri su la Balducci, dalla signora Liliana! 1 2 3 4 5 6 7 dài 7 cupidamente all'evento. Il quale, cupidamente all'evento. Il quale, dài e Italia. Pive ner sacco. E le Magdalene, era andata un po' di saliva in traverso. un po' di saliva in traverso. Dài e E quello me devi da giurà che me lo come fosse fijo suo. “E che me dài e dài, non poté a meno, dài , non poté a meno, alfine, di dài : a preparar Balilli a la patria. Dài e dài, quell'accesso di tosse dài , quell'accesso di tosse voleva dài a me. Insomma, che glie lo dài se te regalo er fijo mio? le - Pag.0031.29 - Pag.0031.29 - Pag.0056.26 - Pag.0102.14 - Pag.0102.14 - Pag.0114.13 - Pag.0114.15 1 2 3 4 5 6 7 daje 7 conferma. Lo aveva colpito il fatto, ner strucchioni de piazza, però pronte pe andare all'ufficio: ad aprire l'ufficio: a no, nun c'è più! (e coll'ago e cor filo: e poi, Santa! co quello aveva fatto male a gridò Lavinia inviperita, “eri stufa de daje er bijetto, che la sciarpa daje er giro puro a loro, nun se daje na spolverata a li tavoli. Il daje a ritoccà la chiave). “Nun c'è daje , dopo quel rapido periplo la daje , a na sposa ... a casa sua, si daje sordi. E siccome eri stufa, da - Pag.0055.15 - Pag.0055.29 - Pag.0064.16 - Pag.0116.9 - Pag.0134.17 - Pag.0243.24 - Pag.0249.30 1 2 dajela 2 dar Ceccherelli, ch'è l'orefice mio. Devi subbito, nun cià da faticà troppo a dajela solo du minuti, che ti dajela a d'intenne. Scusi, mi dire - Pag.0115.25 - Pag.0181.39 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 dal 190 a riparargli i due bernoccoli metafisici Ciccio, dopo aver santificato la festa batuffolo di spinaci strizzati le esorbitò glu glu, oro di Frascati, a giudicarlo uno zio-cavaliere, con la piccola Gina; genio più che letture sistematiche. o da Zagarolo perché deve riandare pensato delle varie ... nipoti? Per lei, della gente. Di quando in quando Aveva accettato una polputa sigaretta Gli sembrava, a don Ciccio, al di là da quel trascolorare delle cose e borbottò: “Jamecenne”, e prese giù, male” a sua volta, appena uscita nevicando-piovendo, ci si bubbolava al portone e al portello piantonati due colpi: due tonfi, che venivano fuori vaporava dai suoi foulards color lilla, foulards color lilla, dal suo baffo bleu, con tendenza a un Tiziano scarruffato, delle gioie, quando l'aveva tolta fuori consapevole, e tuttavia fastidito. de' Francesi e la Minerva. Impercepiti dal dal dal dal dal Dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal Dal dal - Pag.0015.8 - Pag.0018.11 - Pag.0018.39 - Pag.0020.12 - Pag.0021.4 - Pag.0022.34 - Pag.0023.21 - Pag.0024.19 - Pag.0024.23 - Pag.0025.34 - Pag.0026.11 - Pag.0026.28 - Pag.0027.26 - Pag.0029.21 - Pag.0032.26 - Pag.0034.11 - Pag.0036.13 - Pag.0038.35 - Pag.0038.35 - Pag.0038.38 - Pag.0039.19 - Pag.0040.13 - Pag.0041.6 bel sole d'Italia, aveva un'aria barbiere, portò una bottiglia piatto ovale sul candore della tono: la bottiglia di cristallo di lei collo, ancora piuttosto folto brulicare delle dentista: e così di seguito.I Tevere in giù, là, là, dietro i grande Ovario follicoli Balducci (che gli squadernò il velo delle parole e del tepore dei muri emanava un piolo, il cappello. Il male bagno. Don Ciccio raccolse e freddo. Il meccanico non brigadiere, poi da un agente, portone. La portinaia la suo baffo bleu, dal chimono chimono tutto gorgheggiato di nastro viola che li raccoglieva cassetto. Con la pistola gli era tedio e dalla gravezza passante distratto e da quello - Pag.0263.29 - Pag.0265.32 - Pag.0266.16 - Pag.0266.17 - Pag.0270.6 - Pag.0271.1 - Pag.0271.6 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 l'Assuntina era via, era al paese, gridare “aiuto, aiuto!” nel sonno. caritatevole s'era dileguato a tempo ( bianco, redimite di zàgara, fotografate fotografate dal fotografo all'uscire Aveva preso metà il collo, sana, calda, morbidamente venata: corse dai rilievi di prammatica, né Non apparvero poi tanto ignari, quanto davano segno d'un itinerario evidente: O una precauzione? laureata certe volte, la chiamaveno di giù: generoso nel disprigionare pathos le disponibilità resele a disposizione Standard Oil, “condotta personalmente sveglio, buon parlatore quando voleva, prezzi sia pure entro i limiti convenuti Balducci, miracolosamente ignaro, scese direttive: così gloriosamente impartite un giovane ragionieretto appena uscito il sor Remo: più forse, a giudicarlo spilla. Incupite e rese avide, a pensacce, repetunt remI . La richiamano al cognato o genero profferto loro regione d'ogni rancura, dalla milza e a Santo Stefano del Cacco: per più ore: s'incontrassero dopo anni, avvicinati robustezza a giudicare dalle movenze e di mano che regalò al dottor Fumi, un po' a Paolo. Ma capiron tutti fin Item: l'anello con brillante “lasciatomi ricordandomi come una sorella, che argomentare come conquiso turacciolo a una sorta di espatrio (la cara anima!) cioè una brama di riprincipiar da capo: perno del coniugio: plastile cera, chiede I Donde, cioè faccia. La biscarogna doveva uscire costernati dalla morte di Liliana, poi esperienza ...” Lo aveva amato: “ che il signor Balducci, appena sceso spalletta di ponte: dalle brune piagge, e poi de tutta la pietra, che sporgeva “di carattere intimo” quelli espediti pacchetto macedonia, e una sigheretta in una specie di tormentoso recupero, dalle ammissioni del cugino e, ora, marito: fatto loquace dalla disgrazia, e nun ce voleva sentì), a diffidarla nun parlanne!” aveva l'aria d'implorare La comunicazione fu raccolta pervennero infine a racimolare gondessa è in gliniga ... In gliniga così nere, così limpide e malinconiche dal “vecchio padre”, che stava Dal quale si risvegliava al suo dal suo punto di vista). Il dottor dal fotografo all'uscire dal nartece, dal nartece, sognando fasti e dal davanti verso destra, cioè dal tepore di giovinezza: un anello dal fotografare la morta. Aveveno dal di fuori si davan l'aria. Armi, dal superstite ingombro del corpo, dal silenzio? Comunque, era dal pozzo favoloso del cortile: “A dal pelame de' suoi trovieri dal potere, fu quello che si dal dottor Ingravallo”, confermò dal fare distinto: e anche, in dal cartello, a sfruttare il saltino ... dal treno alle otto, col bavero del dal de Quo. La terribile notizia dal barbiere co la vecchia danarosa dal di fuori, dalle immediate dal gran fermentare che l'avarizzia dal buio e dalla notte. Rivogliono, dal demo. E l'unità gamica di cui dal cistifele drento il rodimento dal commissario capo: il giudice dal dolore: cercando l'uno sulla dal passo, dalla stretta di mano dal pieno della tunica, in arto, e dal primo ruggito che mise dove dal nonno, cavaliere ufficiale dal Cielo pregherà costantemente dal dolce filo di correntia verso a dal paese inutile verso materni dal primo possibile: un “rientro dal sigillo l'impronta: al marito il dal marito, il lento e greve dal biossido. Il cancro abbinato dal fermo arbitrario, dicevano, del dal primo giorno che lo aveva dal treno, tutti quei regali, tutti dal popolo distorto e argentato dal castone. Liliana Balducci era dal Balducci: parte dal pacchetto, l'ultima, sommerso dal di lei tempo così atrocemente dal parlare del marito: fatto dal sentirsi al centro dal dissipare in quel modo, e in dal dottor Fumi. Bisognava dal maresciallo Di Pietrantonio. dal naufragio del testo (il crepitio dal signor ammiraglio ... a via dal pallido volto “ anche a notte, - Pag.0050.4 - Pag.0050.23 - Pag.0053.15 - Pag.0056.15 - Pag.0056.15 - Pag.0059.24 - Pag.0061.37 - Pag.0067.8 - Pag.0067.25 - Pag.0069.3 - Pag.0071.7 - Pag.0080.5 - Pag.0081.4 - Pag.0081.10 - Pag.0082.27 - Pag.0082.33 - Pag.0083.7 - Pag.0086.10 - Pag.0086.19 - Pag.0088.1 - Pag.0089.8 - Pag.0089.18 - Pag.0090.9 - Pag.0090.18 - Pag.0091.17 - Pag.0094.37 - Pag.0098.10 - Pag.0098.36 - Pag.0098.36 - Pag.0101.31 - Pag.0102.26 - Pag.0102.32 - Pag.0103.38 - Pag.0105.7 - Pag.0105.37 - Pag.0106.29 - Pag.0106.31 - Pag.0109.38 - Pag.0110.11 - Pag.0112.22 - Pag.0118.39 - Pag.0120.9 - Pag.0121.14 - Pag.0124.11 - Pag.0126.12 - Pag.0126.17 - Pag.0126.23 - Pag.0126.24 - Pag.0131.14 - Pag.0134.39 - Pag.0139.7 - Pag.0139.18 - Pag.0139.30 - Pag.0141.24 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 del tempo albano e suo, si sdipanava lampo, gli occhi: neri, lucidi, emersi di non si capì bene che: sibilando bava involti. Si preannunciava di lontano, dalle Robine Vecchie altre volte o volte o dal Cassero a Sant'Ignazio, o per conturbanti alternazioni d'impasto: una voluttà in gola: o buttavano fumo e l'accorrere de' venenti chilometri: d'altre nereidi pescate ad oceano le sue truculente fessaggini: l'uno 'o tavolino de marmo: a via der Gesù: Alle dieci e mezza erano tutti riuniti suo riflettere, non c'era alcun séguito alcun séguito dal garzone in grembiule, con lunghe guardate scrutatrici di là male a nissuno.” “A te sì! ... meglio sogguardare il palmo, a valutare, suo sguardo di raggi d'oro nella sera, capelli, che spiovevano fuori a fontana l'orologio sul polso. Ingravallo si staccò che non c'era. Sollevò la faccia non appena scodellate sul Beverello a ritroso, come chi, buttato là pensò Fumi: “una grazia largita sognato (con profumi d'aglio nell'alito) un tira-tira che non era il solito, che vecchina, a sentir loro ... nel discender La Zamira soffiò piccole bolle di saliva Il Pestalozzi apparve, scura persona, strette, compatte, addentate in culo sospirata promulga le erompe alfine promulga le erompe alfine dal viscere, e rilampeggiò nella mente, allucinata del mare. Nereidi, ivi, appena emerse e della cervice e dell'animo, ribadita a l'iridi come d'una Teresa riposseduta e ridere a cascatella grulla, smaniare bacìo, del giorno apparito: poi, alfine, una li aveva portati là dalla caserma e lo sguardo, per quanto imbambolato I due ditoni insuperbiti, valorizzati di sotterra, dato che n'erano investiti davanti a loro e si accinge a ritrarli, minima invero, ha tegumento pittorico dell'alluce solitario e iscarnito a ponte e a palàncola, oltreché ogni volta in aria, come a sgrullarli resultante smorfia, illividita di finestra dopo aver raccattato uno scialle che noi donne, hi, hi, hi, poi parere del tutto. Spiccicò l'ali doppiamente ancorata e dallo spago e lei. L'uscio si dischiuse. Una giovane, dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal guindolo di sua divinazione tedio; poi si posavano attediati buco. Anche il maresciallo, il Torraccio, dalle ultime case de Cassero a Sant'Ignazio, o dal Divino Amore: si avvicinava duca di Mantova in Gilda, e naso: “Ecco, sì, va be', polveroso trapezio della strada. pattuglione, involtate in vigogna sedere dell'altro. Era tardi. Maccheronaro: dove ce l'aveva dottor Fumi. Paolillo riportò garzone in grembiule, dal rapinatore in tuta, fluire delle macchine, da un momento che t'ha raccattata il sotto in su, la pertinenza di finestrone rotondo di gomito della ragazza. tavolo, prese a passeggiare sul tavolo. “Arrivedecce accà, fra tenebricoso ventre del Conte, frangente, sia travolto indietro mistero.” Ed era, pensò, il cuore, a sera. Un muto “vivi! D`- al `., da giovedì a tramme. La Zamira soffiò buco e se ne imperlarono i buio, da sotto il vòlto: suo cane suo di loro, il vento, viscere, dal collettore di collettore di scarico del risveglio a ora presta, flutto e subito ignudàtesi della taratatà delle nàcchere. demonio, le gocciolavano giù solletico: ecco là: ce l'aveva crinale, il sopracciglio borgo, il muriccio d'un orto, o sonno e stupefatto dalle novità genio, si proiettavano, si disotto. Il raglio lontano d'un basso, con l'animo di un ditoncello della Sposa: una rimanente branco de' mignoli suo fervore di credente, ma brucio.X “Saépe,”I così biancore incerto del tempo e di ciarpame: e accennava ad momento che semo donne, hi, corpo (e parve estrinsecarne filo, la si levò a volo fino sul marzo di fuori, irruppe nella - Pag.0149.25 - Pag.0152.18 - Pag.0154.20 - Pag.0154.25 - Pag.0154.26 - Pag.0154.27 - Pag.0155.28 - Pag.0156.34 - Pag.0159.16 - Pag.0160.6 - Pag.0161.1 - Pag.0161.24 - Pag.0162.13 - Pag.0164.18 - Pag.0164.18 - Pag.0165.21 - Pag.0166.12 - Pag.0167.6 - Pag.0169.27 - Pag.0171.12 - Pag.0171.36 - Pag.0174.11 - Pag.0174.21 - Pag.0176.16 - Pag.0177.22 - Pag.0177.28 - Pag.0187.12 - Pag.0188.4 - Pag.0188.5 - Pag.0189.18 - Pag.0191.7 - Pag.0191.34 - Pag.0191.34 - Pag.0192.12 - Pag.0193.5 - Pag.0193.24 - Pag.0194.18 - Pag.0194.35 - Pag.0195.10 - Pag.0195.29 - Pag.0196.3 - Pag.0196.27 - Pag.0196.34 - Pag.0197.13 - Pag.0197.19 - Pag.0197.27 - Pag.0198.7 - Pag.0199.23 - Pag.0200.6 - Pag.0201.14 - Pag.0203.28 - Pag.0205.24 - Pag.0206.26 - Pag.0206.34 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 inferta o praticato col pollice, quela mano, e stava a riguardarla la ragazza gli porgeva sbiancata in volto certi prilli, certi lazzi non preventivati scemo, di quelli che soleva dispensare bernoccoli, due fortilizi tuttavia tenuti della sciroccata: fuga e viaggio, e due casipole appigionate al sole o le ricingeva d'un muro, distano della primavera. La Lavinia implorò due ghiandaie senza nido. La ragazza verde le fioriva ora la persona, ed era, e mezzo comodino, emergeva di là tre noci rotolaron fuori. Emerse allora e non manicato emisfero. E lo estrasse dello spago si allentò nel via libera: tante bugiole sbugiardate, riconosciute e giacquero, nella fossa del lettuccio venuto di Ceylon o di Birmania, o d'aver cristallizzato naturalmente fosse però veduta dall'alto, e da lunge, scaturire e fontanare sul lettuccio dai piovaschi, adocchiata appena raccolte lei col pitale, come l'acqua rombi, strapazzate dalla dirotta piova e lo zio: la Camilla era “convocata” una voce sconosciuta veniva preso lasca: e pareva stelo di bandiera campo escogitato, per la nuova storia, Zamira lo compativa dall'alto e di là cagna. Sei una schifosa.” L'uomo pietra tutta luce che pareva sublimata distacco. Il superiore s'era ben guardato di scirocco e delle raminghe sue piove, mota rossiccia dove infoltisce il canneto di tanto in tanto, tutti strapazzati pareva ogni volta ridestarsi di colpo, cresimato (nonché battezzato) perdigiorno urbano che si lascia guidare callarostare dalle nere dita sul fornello, condurre tra i berci e le arance rosse cui sola veduta gli rampollava acquolina portà via?” Richiestane a mezza voce di pelo scuro che s'erano dilungati piatto per la fame che già chiamava di culo duro e soleva cader di sponda delle gambe, che apparivano villose nella tema, forse, di deragliare anche soffocare: a momenti sparava tutto fiacca, bah, due o tre eja avanzati pratico di quella zona: un ometto secco, a bordo. Per arrivare a districar a certe cunette non ancora verbalizzate piccola casa quadrata, un po' disgiunta dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal dal di sotto, ed esternamente con palmo, a leggervi la sorte, si dispetto, livida, con l'aria di comune raziocinio, come se banco nei momenti grigi, per demonio. “Dov'è il Retalli?” ponto, di tutta la nuvolaglia a Lazio dei Principi guardiani, e ponte cinque chilometri brigadiere di lasciarla “fuori” viso di patata scartò con una tronco ruvido, uno sprocco terzo letto, fra la sponda del cenciume, tutto agghindato di tabernacolo (ed era peso disciolto sàcculo, rovesciato a gioielliere di naso adunco, sul pel di topo, coinquilini d'un Siam, nobile d'una sua sesquiossido fuso, lungo le monte o dall'aereo) di globi commisto ammasso di diversi sole a quando a quando fondo della barca, quasi vento, metà sfasciate e metà signor maresciallo Santarella, panico. Al telefono, spiegò suo bicchiere, a un balcone, o Pippo dei mosconi giovani: marmo con tutto il nero della giacchettino stremenzito sparò ranùncolo, dove era? dove era, dirgli “me l'hanno riferito”: lido, ora, approdava in una color verde freddo, gelo senza fango e dalla piova della suo letargo di guidatore, per fuoco.f Le bon vieux tacere d'ogni ipotesi e d'ogni volto serio e affumato tutto suo dinoccolato ottimismo, retrobocca, al Deviti. Biondo, disse il proprio nome negozio attendevano più là: il profondo.I Rotoli di trippe letto, ta-tùm, come un ginocchio in giù, data la Cacco. Devotamente oblato su naso, carbonchioli e caffelatte. dì prima, gli aveva mollato la vestito nero come il vestito cortile della rocca la Touring. Ulivi, e le lor fronde branco: una porticina chiusa, - Pag.0207.19 - Pag.0207.33 - Pag.0210.20 - Pag.0213.2 - Pag.0214.1 - Pag.0214.9 - Pag.0216.9 - Pag.0217.13 - Pag.0217.15 - Pag.0218.21 - Pag.0221.30 - Pag.0221.37 - Pag.0226.11 - Pag.0227.36 - Pag.0228.17 - Pag.0229.35 - Pag.0230.9 - Pag.0231.7 - Pag.0231.23 - Pag.0232.11 - Pag.0232.24 - Pag.0232.29 - Pag.0233.31 - Pag.0235.20 - Pag.0236.39 - Pag.0237.13 - Pag.0237.22 - Pag.0239.7 - Pag.0239.25 - Pag.0242.15 - Pag.0242.32 - Pag.0243.7 - Pag.0246.10 - Pag.0247.3 - Pag.0247.11 - Pag.0247.28 - Pag.0249.16 - Pag.0250.13 - Pag.0252.9 - Pag.0252.19 - Pag.0253.12 - Pag.0253.33 - Pag.0256.31 - Pag.0257.15 - Pag.0257.36 - Pag.0258.37 - Pag.0259.1 - Pag.0261.3 - Pag.0261.18 - Pag.0261.37 - Pag.0266.32 - Pag.0266.34 - Pag.0267.7 - Pag.0270.3 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 186 187 188 189 190 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 piastroni di selce alquanto incavati un rustico ornato. Qualche fil d'erba rivolgersi disperatamente chiamandolo, prudenza. Entrò, seguito dalla Tina e I Ma la realtà differiva ancora dall' 66 del Messaggero , evocato, pompato fuori due giorni avanti, con una chiamata “ ma molto più giovine: appena uscita fiore ancor chiuso e un po' raggelato la catenella ed aprì, si disse incaricato, visto, ben visto, che usciva di corsa ricordare quel che s'era guardato bene deambulare le loro dilette stradicce, la stanzaccia di attesa volle accomiatarsi poi la portiera, emerse, cupa e cicciosa, le pulizzie der giorno. Aveva principiato camicia ... tinto di sangue! agli angoli: che le due donne erano salite certo, e la gonna rilevata addietro vampa calda, vorace, avventatasi fuori voluto. Per darsi; ma per lasciarsi cader il subalterno culseduto s'avvedesse, il parrucchiere, ma s'era subito ritratto eccetera”. E il birro, confortato la domenica dopo, tuonava alle nove sia i prodigi che le bellezze, “ ecolalica delle parole messe in circolo a molla (della maglia dell'orologio): e maresciallo Di Pietrantonio, coadiuvato lieto e turpe, il riso, dalle genti e dalla questura a farsi certa e veridica, e E la seguì: con eccellenti risultati. competenza, dopo la liberazione d'Italia e nessuno poté più rimoverli sala che aveva luce, e magari sole, perlustrazione. All'impiedi, loro, venuti Marsigliese e come ogni inno in genere, in grembiule, dal rapinatore in tuta, ogni giorno. Lontano dai di lei occhi, e sembrò loro di poter tuttavia desumere arcangelo, ma senza spada: di ritorno andò tra uliveti appena argentati all'inferno con tutto l'agio partecipatogli dell'Appia. Incorniciata dagli stipiti e Frattocchie. Una luce doveva irraggiare In quel punto, come evocata di tenebra, di venir fuora, di venir su: tale, commozione che le fosse ascesa co la testa, “con queste procelle, che brivido fosse condiviso col conducente col conducente dall'altro lato, cioè di fermarsi, tenuto tutto, oramai, dal dal dal dal dal passo e dalle scarpe, dai chiodi. po' di terriccio che s'era qua suo mare d'ombra: con lo Di Pietrantonio, in una sogno: quelle immagini d'una dall' assortimento infinito degli dall' esterno” al Collegio Romano, dall' infanzia. Quella dell'ultima dall' aurora dischiudersi, e dall' amministrazione dello stabile, dall' andito, dietro il ladro. dall' accadere. Lo spavento, la dall' arco de Sant'Agostino e da la dall' imbacuccato: e salutò dall' ombra del corridoio. Nulla di dall' alto, naturalmente. In realtà, dall' oro del bottone in fuori. “Stu dall' avvocato Cammarota (quarto dall' oltraggio e l'ostensione delle dall' inferno. Chiamata da una dall' alto, per vendersi a caro dall' altro capo del filo seduta dall' affermazione: no, c'era stato il dall' alta parola del buce, dagli a dall' ambone di San Francesco: un dall' alito infetto e greveolente della dall' uomo ch'essa ci ha rispetto: dall' altro in un'asticciuola d'oro, dall' agente scelto Paolillo, ritrovò dall' anima: come non si può dall' intuito e dalla integrante Dall' avventura filiale, e urbana, dall' incùbo dell'idra bolscevica a dall' opinione) vedova, d'anno in dall' orto. L'orto - poca bieta dall' estate, moschetto a spalla: dall' impeto ardimentoso del refrain: dall' assassino ignoto, agli occhioni dall' avido esercizio dei propri, dall' apprezzato raccontino della dall' aver dato lancia in Abisso. dall' alba e proni scheltri di viti dall' eternità. Il brigadiere filava in dall' arco a sesto scemo, la dall' alto, un tempo, ma gli anni, i dall' usciolo socchiuso della scaluccia dall' oceano, la sàgola interminata dall' utero per i linfatici e le vie dall' oggi ar domani nun se sa dall' altro lato, cioè dall'altra dall' altra coscia di lei. Nonostante dall' idea che la tarchiana gli - Pag.0270.5 - Pag.0270.15 - Pag.0271.33 - Pag.0272.39 - Pag.0274.7 - Pag.0015.24 - Pag.0018.7 - Pag.0018.29 - Pag.0020.6 - Pag.0032.10 - Pag.0035.35 - Pag.0039.4 - Pag.0041.9 - Pag.0043.20 - Pag.0058.21 - Pag.0061.18 - Pag.0062.3 - Pag.0064.1 - Pag.0069.38 - Pag.0071.18 - Pag.0078.17 - Pag.0082.5 - Pag.0091.33 - Pag.0094.32 - Pag.0101.26 - Pag.0102.7 - Pag.0106.19 - Pag.0107.34 - Pag.0110.9 - Pag.0120.5 - Pag.0129.39 - Pag.0133.26 - Pag.0148.27 - Pag.0150.9 - Pag.0150.17 - Pag.0152.7 - Pag.0159.6 - Pag.0164.19 - Pag.0175.16 - Pag.0178.8 - Pag.0178.37 - Pag.0190.15 - Pag.0192.4 - Pag.0195.38 - Pag.0198.38 - Pag.0205.9 - Pag.0205.17 - Pag.0207.2 - Pag.0209.2 - Pag.0216.30 - Pag.0216.30 - Pag.0224.19 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 nella faccia, come di cittadina vessata, ricolmo, a stringerlo riguardosamente una riserva segreta de la nonna. Postosi del futuro maresciallo non si tennero Egitto più che farneticazioni Pitagora una lineatura (che fosse però veduta dall'alto, e da lunge, dal monte o domestica, al chilometro 20,25, al riunirsi: talché gli sgorgava obbedì. Il padrone montò dopo, da un lato, in controspinta, la Camilla, un mistero. E la Zamira lo compativa e portatori di ricotte sui loro ciuchi Un gocciolone di metallo fuso, il tocco, ch'aviva, dint'a 'o cervello, di rivoltarsi d'un limone successivamente utilizzate lui laute abluzioni. Un dolce orgasmo, a Santo Stefeno.” Si guardava bene via Massimo Dazzélio. Ingravallo uscì dall' arbitrio. Dei cenci, ancora, dall' altra parte con il palmo dall' altro lato del lettino, con dall' assaporare, in giri e rigiri: un dall' apotema del pentagono, dall' alto, e da lunge, dal monte o dall' aereo) di globi elettrici nel dall' aperta accessione della dall' imo inguine, come un fusto dall' altra parte. Le molle, al dall' altro, s'era abbrancata al ferro dall' alto e di là dal marmo con dall' allegro sonàgliolo: e camion, dall' orologio di Santa Maria della dall' altra parte e di seguitare a dall' ostricaro. Se diede na dall' altra parte dell'uscio che il dall' aggiungere “del Cacco”, nella dall' auto, imitato dai seguaci. - Pag.0227.30 - Pag.0228.15 - Pag.0229.22 - Pag.0230.12 - Pag.0230.15 - Pag.0232.24 - Pag.0232.25 - Pag.0237.2 - Pag.0239.12 - Pag.0240.38 - Pag.0241.17 - Pag.0242.15 - Pag.0247.27 - Pag.0258.26 - Pag.0258.35 - Pag.0259.25 - Pag.0260.8 - Pag.0261.2 - Pag.0265.32 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 dalla 150 e folti e cresputi che gli venivan fuori gente a distanza di ore, o di mesi, Facilitato nella dura occorrenza Ingravallo spiccicandosi appena bei capelli castani che le irrompevano A giudicare da quel tetro alloggio, e delle donne. Ingravallo, seguito da quel primo testimoniale: principiò soffocare, stritolato dalle relatrici e I Salì, per un altro breve sopraluogo, dovevano di certo essere, a giudicare e tuttavia fastidito. Dal tedio e lasciando fuori solo il naso: fuori d'uscio Ingravallo non se la sfilava chiamate in causa a ogni momento causa a ogni momento dalla invidia e fora bagliori, lividori: come fiamma fremito, pareva essersi appena esalato pelle, dàtale (sopra il tepore creato) nel pallore, il volto: sfinito, emaciato Con che ginocchio?” “Mah! diceva, povera pupa, con labbri ebeti dal superstite ingombro del corpo, meccanicamente di tasca il biglietto: dritto, venuto su tutto in un momento volà via pure lei, come un bolide de' littori, aveva però già preso l'aìre “tre poteri”: che il grande sociologo tanto zi' Marietta che zi' Elvira, deluse remI . La richiamano dal buio e una ruminazione pervicace del tempo, una drammatica regione d'ogni rancura, inguainato nella veste, reggeva dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla - Pag.0015.7 - Pag.0016.18 - Pag.0020.37 - Pag.0025.6 - Pag.0026.37 - Pag.0028.1 - Pag.0029.8 - Pag.0029.24 - Pag.0034.35 - Pag.0036.39 - Pag.0037.23 - Pag.0040.13 - Pag.0047.19 - Pag.0049.35 - Pag.0051.7 - Pag.0051.7 - Pag.0051.37 - Pag.0059.1 - Pag.0059.13 - Pag.0059.22 - Pag.0063.6 - Pag.0063.36 - Pag.0069.4 - Pag.0070.14 - Pag.0074.26 - Pag.0079.39 - Pag.0080.25 - Pag.0080.35 - Pag.0089.24 - Pag.0090.9 - Pag.0091.5 - Pag.0091.16 - Pag.0098.30 metà della fronte quasi a enunciazione: come dopo nobile malinconia della sedia, e stringendo appena, e fronte; vestiva in modo coorte delle finestre, gli squali portinaia e dai due, e dai portinaia, concedendo alla relazione. Dopo le grida Menegazzi: Pompeo, ch'era disinvoltura. Domandò gravezza abituale ritirò le coccia dell'anima. Intendeva capa: i due usci erano tali e invidia e dalla fantasia delle fantasia delle donne, dei pupi. carta unta. Da tempo. Da dolce mollezza del monte, da fiaba degli anni nuovi, delle suzione atroce della Morte. parte der buffè, quello suggezzione che je metteva tepida testimonianza di lei, tasca destra della giacca, medesima ceppaia. Forse ... pista di lancio d'una loro dotazione di bastoncelli modesta e assettatuzza delusione d'un attimo. notte. Rivogliono, rivogliono il virtù economica della gente milza e dal cistifele drento il manca, inzieme cor cappello Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 a giudicare dalle movenze e dal passo, olografo a lui di propria mano affidato ancora tutto emozzionato e inorridito in tanta copia a questa vostra Tibur dispensati a questa antica terra fascio nomentano, tirava ancora tabacco a suo modo di vedere, tanto disgiunte dalla carnalità e in conseguenza sugli ovarii, in tanto si distingue bambino. Intanto gli anni chiamano, della gemma. Dopo sette mesi e mezzo si estraggono in cancherologia, mille novi novi. I famigliari, costernati e pagarsi la bella camera con bagno “Quella busta lì, che mi hanno preso che sciocchezze che me vengheno fora prima lui. Non si può scancellare reprimere l'antico fescennio, sbandire ricevuto più de due mesi prima che le avevano provvedute apposta incapsulato il diaspro: un po' sporgente d'occhi, da una traente maieutica e gli anni, l'uno dopo l'altro, dal parlare del marito: fatto loquace clinica de Liliana venne poi integrata quanto sopra, cioè quanto era emerso incertezza amnesica del poi , confortata a farsi certa e veridica, e dall'intuito e del Cacco: a pompar fuori il meglio come un serpente tratto di buco farsi pregare. Forse aveva lavorato lavorato dalla Pàcori? Sì, proprio, Pàcori? Sì, proprio, dalla Pàcori: bambina, ma precocemente infastidita a spalla: impolverati, accaldati, accecati come di non veduta ghitarra pizzicata è che i carabinieri sostavano da lei, sostavano da lei, dalla Pàcori, con tutti gli ornamenti psichici che nel tubo, chiedeva nerbo di due militi doppia del pari, e similmente intrigate Fumi, “l'amica che lavorava con te per contenere col solo gesto ciò che ideò muto Ingravallo strizzando i denti in sulle prime, era andato a vederla là dal frangente, sia travolto indietro il paìno, doveva funzionare - ne aveva di strame: dalle accese nubi della sera, Il silente e impreveduto apparire di lui di quelle battute del giovanotto, riferite ferro nel primo cassettone del comò, Pestalozzi usciva (in motocicletta) e nello smorire d'ogni mèlode, la maga palpebre al venir del vento, infastidito dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla stretta di mano che regalò “compianta” signora “cosa”, aveva avuto ragione somma provvidenza di Dio”, provvida mano del romano tartaruga nel 1925, a carnalità e in conseguenza psiche della donna maschile, in quanto l'attività lor buia caverna. La carità morte del nonno, lo zio non moderna cabala morte di Liliana, poi dal sora Amalia: manicure e scrivania:” don Ciccio bocca, propio oggi. Begli notte il baleno d'un'idea: vecchia terra la favola, la sua povera signora, le varie fasi Digerini e Coccini, la ditta legatura ovale: il Ceccherelli caritatevole loro buia stalla, nel nulla. disgrazia, e dal sentirsi al pietà delle amiche e delle incertezza amnesica del poi , questura a farsi certa e integrante sagacia del cugino cisterna urbana di Santo coda: verde, un giorno, sì, Pàcori? Sì, proprio, dalla Pàcori: dalla Zamira. Zamira. Zamira? Sì, er pubertà: e alquanto immensità: storditi da falange d'uno spetro. Lei, Pàcori, dalla sarta: né la sarta: né la Tenenza né la illibatezza alle sorelle Tenenza, impartiva ordini: a parentela, e a volta a volta Zamira”, ai Due Santi. La solitudine immiserita del suo rabbia: “spingersi nu poco Zamira, ogni giorno. risacca. Un indugio di Zamira l'incarico? - da promessa del caldo orizzonte. scaluccia: un giovane di Ines, parve metter punto al signora Liliana. caserma degli erre erre ci tabacchiera in apertura polvere. La delusione lo - Pag.0098.36 - Pag.0099.8 - Pag.0099.12 - Pag.0101.38 - Pag.0102.1 - Pag.0102.36 - Pag.0105.20 - Pag.0105.21 - Pag.0106.14 - Pag.0107.16 - Pag.0109.3 - Pag.0110.1 - Pag.0110.11 - Pag.0110.23 - Pag.0117.19 - Pag.0119.15 - Pag.0120.1 - Pag.0120.3 - Pag.0121.6 - Pag.0121.17 - Pag.0122.30 - Pag.0124.21 - Pag.0125.12 - Pag.0126.24 - Pag.0126.34 - Pag.0129.38 - Pag.0129.39 - Pag.0130.1 - Pag.0141.30 - Pag.0143.10 - Pag.0145.35 - Pag.0145.35 - Pag.0145.35 - Pag.0146.36 - Pag.0152.8 - Pag.0152.11 - Pag.0154.4 - Pag.0154.5 - Pag.0154.34 - Pag.0157.10 - Pag.0160.8 - Pag.0162.17 - Pag.0169.8 - Pag.0175.6 - Pag.0175.15 - Pag.0176.17 - Pag.0177.16 - Pag.0177.30 - Pag.0178.35 - Pag.0183.35 - Pag.0186.9 - Pag.0187.3 - Pag.0193.13 - Pag.0195.1 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 afferenti di cui una li aveva portati là e soltanto dell'alluce, sbrancandolo fuori converge all'indentro quasi obbligato quasi obbligato dalla gotta o delle nozze. E risponde, fatto augusto del consueto garofano: e raccatta, ce la faceva proprio più ... ad astenersi non si sa che sponga su i' mmuso a lo squalore della scialbatura: vinta rughe, non anco spianate o dissipate I “Te tirati pure indietro era ora a tetto, al riparo dai curiosi, rimaste a casa? Voglio sentirlo da voi, l'erba,” e con la mano cavava il nome Un'onda di bei capelli castani stringendola ora al polso, e rimirando I S'era levata lei! Andiamo.” Pareva preso, proprio, I Non voleva che la Lavinia udisse, quarcuno: e se no sarebbe risalito fino Il Pestalozzi smontò di bicicletta. al cielo cannonate di fumo bruno gradi sparati. Quoo stendipasta di rondone s'erano sbandati un poco come gnente fosse: e a beccuzzare su ringhi e rignati a denti strizzati gesto di un automa, sollevò lo scipione di legge: quello che è stabilito il tuo anello dov'è?” Infastidita spilla dallo smalto verde, come si toglie lecito disdirsi, o comunque recedere celeste chiaro, con zone sbiancate di panno d'egual colore. Enfatizzate coltello, negato al vivere ogni condono un pitale di topazi, erano anche troppi che davan figure di rombi, strapazzate un giorno, e reso di poi a cenci neri Il padrone del cavallo sedeva, di là a otto: ebbro, quasi, d'esservi astretto avanti diritto, quasi a distogliersi anche s'era fidanzato alla bellissima Lavinia berretto sugli occhi, i muri abbruciati dalle brode di libeccio. Rasciugati in tanto, tutti strapazzati dal fango e un'attesa, prescritta al vetturino Sopraffatto dalle voci e dai gridi, di lato, a volte, le porchette di broccoli, non gli fu difficile ravvisare che contribuì, con marzolino spiffero carri, de le biciclette. Ed emerso allora comunicava d'aver mandato il Pestalozzi tuttavia poco si scotevano: imperlati E Ingravallo strizzò e cigolò, strizzò e cigolò, dalla rabbia e dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla Dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla caserma e dal borgo, il frotta de' ditonzoli meno gotta o dalla costrizione costrizione abituale d'una divaricazione, risponde congiuntura piuttosto rara creazione. “l Fiat lux!I bizza ma lo pigliò un poco luce di sotterra. Il santo crema.I Pareva, quel finestra,” comandò al pioggia. Ma crepitare lungo vostra lingua. Noi lo fronte, “Giovanni, Giovanni fronte all'indietro, quasi in parte interna della mano seggiola. Si storceva le mani smania d'acchiappar strada. Il Farafilio incespicò Zamira, a recuperare la strada di Falcognana, che tromba e poi tutt'a un tratto pelle verde le fioriva ora la sede e gravavano ora, terra, che pareva rabbia, te la farò veder io doppia pelle, vi accennò legge ...” “Mbè, sor deduzione base del siepe di biancospino una negativa. La qualità oleosa, varechina. Due o tre noci posizione di acchiocciamento, belva, l'immobilità di un cornucopia avara di Fortuna. dirotta piova e dal vento, tramontana. Dava un colpo di cunetta, sul margine fatalità rinnovata d'un sola immagine della quale, con le infinite state senza scampo, scialbati solitudine. Il casello piova della notte, coi loro benignità del superiore, e stridula comminatoria di pelle d'oro esibivano i lor descrizione della Ines, e già finestra mal chiusa, cioè mal ramaglia, e già risveglio a Pàcori, accompagnato da un piova della notte, o al primo rabbia e dalla soddisfazione soddisfazione aggiuntate. - Pag.0195.28 - Pag.0196.24 - Pag.0197.33 - Pag.0197.33 - Pag.0197.36 - Pag.0197.39 - Pag.0198.23 - Pag.0198.27 - Pag.0199.1 - Pag.0200.22 - Pag.0201.37 - Pag.0201.39 - Pag.0203.1 - Pag.0204.7 - Pag.0206.36 - Pag.0209.26 - Pag.0211.39 - Pag.0214.13 - Pag.0214.31 - Pag.0216.24 - Pag.0218.3 - Pag.0220.17 - Pag.0221.36 - Pag.0222.36 - Pag.0223.24 - Pag.0223.30 - Pag.0224.23 - Pag.0225.8 - Pag.0227.2 - Pag.0227.10 - Pag.0227.13 - Pag.0227.35 - Pag.0228.24 - Pag.0233.33 - Pag.0234.18 - Pag.0236.38 - Pag.0237.5 - Pag.0238.26 - Pag.0239.24 - Pag.0241.26 - Pag.0245.6 - Pag.0247.15 - Pag.0247.16 - Pag.0247.28 - Pag.0250.21 - Pag.0253.34 - Pag.0253.38 - Pag.0254.7 - Pag.0259.33 - Pag.0264.11 - Pag.0266.3 - Pag.0267.8 - Pag.0267.26 - Pag.0267.26 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 142 143 144 145 146 147 148 149 150 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 tra le due rotaie, si ergevano qua e là coda il codónzolo, allorché ha licenza ai muri uno squalore dilavato, e, in Brianza. A cena dai Balducci, il batuffolo di spinaci: avendone, la punizione paventata? comminata sollecitato troppi doni, e d'averli avuti, di Liliana, oltre all'aver avuto caritatevole prudenza. Entrò, seguito dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla dalla breccia, da una traversina incantatora e dispare con un parte di tramontana, cupa signora Liliana! Il campo signora Liliana, quel legge? Ma di qual reato o di signora Liliana? “Signor Tina indicazioni per lui utili, Tina e dal Di Pietrantonio, - Pag.0268.13 - Pag.0268.22 - Pag.0270.8 - Pag.0271.6 - Pag.0271.14 - Pag.0271.25 - Pag.0271.27 - Pag.0272.17 - Pag.0272.39 dalle 67 una fissazione, quasi: che gli evaporava ai delitti apparentemente più lontani Dal folto brulicare delle generazioni, All'anulare destro, sulla mano bianca come le cervici chine delle vacche Ingravallo si sentiva soffocare, stritolato il mercoledì non aveva che un'ora, ragione volesse figurare di cascar ogni cosa a traverso, a cominciare o dell'Adda, o del Rio Negro andino. sempre i bei giovani ... troppo ricercati affinato da buona pratica dell'arte e aveva avuto tutto il tempo di uscire, nostro, delle radicali cure di un figaro amatore tartufone, dopo ottantasei ore più forse, a giudicarlo dal di fuori, e di eccezionale robustezza a giudicare lo assisté all'apparecchio. Caddero perizia. Una strana ebrezza al distacco ma ... Pietra sublunare, pietra elegiaca, cuscini, tra i congiunti che pendevano che Balducci, stamattina, è cascato su su, lieto e turpe, il riso, scarno monte, nel vento. Su, su, vento. Su, su, dalle città gremite, di strada, da ogni spalletta di ponte: le catene d'oro dei morti ... bambini, Liliana: un po' era venuta a galla speciali. (Tale, poi, la conferma: La Ines. L'avventura urbana! oro, a vespero, o di rubino, e Paolillo, e lo Sgranfia. Il quale, protetto l'Urbe, dopo avergli deterso l'anima spampanato nello scirocco, intignato preannunciava di lontano, dal Torraccio, dalle ultime case de le Frattocchie, castelli: dove la notte, soprappresa gli si fece tetro. “Anche lui! Perseguito lui, Lawrence, li riconosceva emergere vivrai!” dopo forcate ratte di strame: volonterosi bilanci, singhiozzo postremo di già mezzo imbecillati, per vero, imbambolato dal sonno e stupefatto dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle Dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle Dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle labbra carnose, ma piuttosto tempeste d'amore. Qualche guardine delle questure, tra lunghe dita di signore, che gli gran corna del toro: la relatrici e dalla relazione. otto alle nove. Stava per nuvole. Tutto il contegno sottane dei preti, dai cani ultime translitterazioni dei loro concorrenti. Ecco tutto. stretture del bisogno di nove alle dieci e venti, di drastiche forbici. L'effetto che nove di sera del lunedì era immediate reazioni psichiche movenze e dal passo, dalla nuvole tutti e due. Il cose, e dai loro nomi e dai dolci e soffuse lattescenze sue labbra, due bei bafficci nuvole? Un ricordo del genti e dall'anima: come non città gremite, dalle genti, da genti, da ogni cantone di brune piagge, e dal popolo catene d'oro, non ne vien ammissioni del cugino e, canorità merulane della chiarità mattutine del cavate piene del Maderno, ombre d'una specie di ultime perplessità: o dagli pieridi: con una bieca gallina ultime case de le Robine Vecchie altre volte o ore non sue, bah, la s'era donne!” “Sicché, se ne va tre città di Reggio accese nubi della sera, dalla viscere del vice-sindaco per trasmodate officiature: del novità della gita. Due - Pag.0016.33 - Pag.0017.19 - Pag.0022.35 - Pag.0026.6 - Pag.0029.14 - Pag.0034.34 - Pag.0036.2 - Pag.0049.13 - Pag.0051.2 - Pag.0051.21 - Pag.0075.11 - Pag.0076.20 - Pag.0078.39 - Pag.0081.7 - Pag.0082.16 - Pag.0089.8 - Pag.0098.35 - Pag.0099.36 - Pag.0104.23 - Pag.0108.24 - Pag.0109.12 - Pag.0118.12 - Pag.0120.5 - Pag.0120.7 - Pag.0120.8 - Pag.0120.9 - Pag.0120.21 - Pag.0126.23 - Pag.0132.39 - Pag.0134.6 - Pag.0134.10 - Pag.0140.32 - Pag.0149.3 - Pag.0150.18 - Pag.0154.25 - Pag.0154.26 - Pag.0157.22 - Pag.0165.29 - Pag.0175.2 - Pag.0177.29 - Pag.0190.10 - Pag.0193.31 - Pag.0196.4 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 branco de' mignoli è resa preclara dal suo fervore di credente, ma per chiamata a sovvento del gran re e la ferità de' canini e licenziava fuor l'uno dei lettini, con il rametto d'olivo come le chiare carni del martire del Miracolo, il rametto dell'anno prima i due gomiti, la frusta gli veniva fuori evaporata Santa Rita. Il maresciallo, dalla state senza scampo, scialbati beccarvi. Adesso basta. Piantatatela.” papa fra gl'inviti delle callarostare dal retrobocca, al Deviti. Sopraffatto sulle due mandibole, a metà strada tutti i tempi le monache, sanno cavare mucchietto a sinistra.” Emerso allora di selce alquanto incavati dal passo e su la fronte quasi ad opera del Sanzio, ch'era stata così crudelmente separata così crudelmente separata dalle cose, separata dalle cose, dalle luci e quel volto di azteca centonovantenne dalle acquisizioni della specie, il naso, beninteso, non potette esimersi dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle Dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle dalle commessure qualità tragiche del suo corna ritte Astarotte: quello labbra, per fiocchi biancastri foglie accartocciate era appesa sue centonovanta quadrella: foglie accartocciate e dieci dita incavagnate che la confidenze raccattate il giorno brode di libeccio. Rasciugati parti sue dicono difatti nere dita sul fornello, dal voci e dai gridi, dalla orecchie, gli fecero sotto il rispettive discipline quella ondulazioni di quella creta scarpe, dai chiodi. Nessuna azzurre, ai lobi e sulle cose, dalle luci e dalle luci e dalle parvenze del parvenze del mondo! E acquisizioni della specie, dalle ultime così fregolesche sue naturali prestazioni cioè - Pag.0197.28 - Pag.0198.8 - Pag.0212.37 - Pag.0221.5 - Pag.0226.2 - Pag.0230.30 - Pag.0235.30 - Pag.0239.6 - Pag.0245.3 - Pag.0247.16 - Pag.0250.4 - Pag.0252.19 - Pag.0253.34 - Pag.0266.11 - Pag.0266.15 - Pag.0268.29 - Pag.0270.6 - Pag.0271.2 - Pag.0271.7 - Pag.0271.8 - Pag.0271.8 - Pag.0274.37 - Pag.0274.38 - Pag.0275.8 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 dallo 14 la Menegazzi, non totalmente impedita lui venuto da poveri, duri anni, onore alla gente: disceso anche lui così prontamente captati d'un ufficiale portaordini controllato e poi giù giù pe la vita: e Lui aveva avuto l'ordine de dieci buchi der disco der telefono, e la cara voce, manco a dirlo, usciva per quanto doppiamente ancorata e che trapassava di già, e strizzò i denti ballonzolare la croce: poi la spilla cera della morte: e quell'icore putre giù tasto. Padroneggiava e sparava in fuori dallo dallo dallo dallo dallo dallo dallo dallo dallo dallo dallo dallo dallo dallo stato ipnotico. Lui, rivòltosi, scarno monte Matese a le stesso nonno, a lui, anzi, Sgranfia, pareva ... sì, zelo e dagli orecchi sventolare che fece a basso, a me, da Liliana, a me scatolone della radio che stipo della radio: di cui spago e dal filo, la si levò sdegno imbiancando e smalto verde, come si toglie squarcio del collo, i giorni stomaco la bandiera - Pag.0033.14 - Pag.0065.38 - Pag.0074.22 - Pag.0080.13 - Pag.0081.27 - Pag.0098.37 - Pag.0117.35 - Pag.0134.13 - Pag.0155.16 - Pag.0206.26 - Pag.0222.16 - Pag.0227.9 - Pag.0233.39 - Pag.0238.3 1 dama 1 meschino! dameggiava in allora una sua 1 damascatura 1 “coperta da letto” verde-stinta: con 1 dame 1 prodezze del manganello educatore. Le 1 dameggiava 1 Il Ficoni Pirro, meschino! dama anzichenò butirrosa - Pag.0094.11 damascatura di indecifrabili - Pag.0150.25 dame , a Maiano o a Cernobbio, - Pag.0056.17 dameggiava in allora una sua - Pag.0094.11 damiggiana 1 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 ar piano de sotto? Ah, ce teneva una damiggiana d'olio! Ah, er pecorino - Pag.0146.3 1 damigiane 1 Bitonto pure (una botte, la spina: due damigiane , li sifoni de gomma), - Pag.0151.33 1 damme 1 una poverella, che non avesse nulla da damme in cambio: che dovesse - Pag.0114.19 1 danaro 1 a idea, d'un qualche prestituccio di danaro , del quale era sempre in - Pag.0246.19 1 danarosa 1 uscito dal barbiere co la vecchia danarosa e gocciolosa di naso - Pag.0088.1 1 2 3 dando 3 seria, pacata, e tuttavia implorante, interventi nelle utili ore del mattino. E poi che il brigadiè non si moveva, 1 dando per ovvia l'interrogazione, Dando di clacson addosso a un dando a divedere nel volto quanto - Pag.0060.33 - Pag.0192.9 - Pag.0226.36 dandole 1 e controprove laterali, per mute attese: dandole un avvio d'induzione, - Pag.0133.39 1 2 3 dandosi 3 a un tempo ed insigne: e teneva dietro, e co le patate de staggione!”: e P, seppure a malincuore, e dandosi l'aria di conchiuderlo pel dandosi requie dopo la strillata, a dandosi di grand'arie d'avergli - Pag.0081.2 - Pag.0255.10 - Pag.0261.39 1 2 danni 2 qualche prete più edotto dei molti o no? La incredibile rapina ai danni del secolo, alcuni subalterni, danni de quela povera cocorita de - Pag.0017.21 - Pag.0070.24 1 2 3 danno 3 poi di Petrolini: poi dei vari nomi che per sporgere denuncia del fatto. Il a quella tale specie di logorrea cui si danno al mùgine lungo il litorale danno era piuttosto forte: il caso danno vinte certe anime in pena, - Pag.0018.17 - Pag.0042.37 - Pag.0124.14 1 2 danza 2 E ne aveva regalato l'Assunta: che ha la stampita si esasperava a sicinnide, a danza di putti tutt'attorno al capo, danza simulatamente apotropàica: - Pag.0173.24 - Pag.0193.27 1 dapertutto 1 antenne (le additò) che se vedeno dapertutto , fino da Marino. Là, si - Pag.0269.9 1 dappertutto 1 lunga, il maresciallo, aveva pedine dappertutto . Un fiuto! Un naso! - Pag.0246.30 1 dapprima 1 nereggiar di fuori, come serpe, la capa, dapprima , e poi tutto il collo - Pag.0200.24 1 2 3 4 dar 36 me lo so' fatto mannà a casa. Era entrata “un momento solo” che la Gina, la pupilla, era tornata porte d'Inferno che le avevano dovuto Dar dar dar dar - Pag.0045.18 - Pag.0061.23 - Pag.0063.19 - Pag.0071.20 salumaro de via Panisperna, generale, er Grand'Ufficial Sacro Core, in quer momento. passo. L'eccidio “aveva tutto Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 rampe de scale in sala der trono, d'anice. Un venticello! Scegneva, propio, un po' vede.” Annaspava co le mano sto Pupazzo a Palazzo Chiggi, a strillà romantici”: fe' un gesto, come a portascarogna. Domani devi da passà subbito subbito appena l'ho cavato fora po dì: le pinze, ho fatto un sarto la banca: der Banco de Santo Spirito. la Banca d'Italia: appena sputati fora Liliana, ormai, s'era fitta in capo che la salute, tutte le cosce, de dietro: a un'idea. L'accompagno spostò d'allora: che doveva avella presa fori che ce voleva lo scarpello: con quel e l'odor de cacio a 'n chilometro, con un vocione che veniva propio te la trascina in una trattoria de lusso: co sti stracci addosso ... che me moro franca, se direbbe. Uno che te smiccia mutamente, spiccicandoli a pena senza vetri, la maniglia di ottone principiò a ponto, di tutta la nuvolaglia a culaia, a che cià dentro te la spara de fora sul teatro le passioni finte sogliono Mi' zio ha dovuto scegne a Ciampino a reagire, stralucendo a ciel bianco, a diceva de domenica a le Frattocchie, veduti da quela casa rosa che se viene torna.” “Sor marescià, l'ho veduti finestrino.” “Da che finestrino?” “ sott'acqua, ch'ereno 'gni mattina, dar gran Papa alpinista. Pe dì dar paradiso. Un paradiso dar sotto in su ner profumo de dar balcone come uno stracciarolo? dar licenza a un volatile, a dar Ceccherelli, ch'è l'orefice mio. dar castone suo, a forza de dar barbiere de faccia pe Dar cartellino del conto (ai libretti dar torchio. Un odorino bono, dar marito ... non le verrebbero dar momento ch'è de moda che dar Policlinico a le otto, lunedì dar pacco novo de cucina, che ce dar di spalle a ogni tratto, superba, dar monnezzaro dove ce teneveno dar core. Era de li fratelloni de la dar Bottaro, magara, a la dar freddo. Co me, ora, nun vo dar sotto in su, e poi subbito je se dar parola di fuori: “Crescìte dar segno d'irrequietezza anche lei. dar di fianco sopra gli scheggioni dar naso; e a l'istesso tempo da li dar la stura a dei baci non finti e dar sor capo. Er titolare è lui. dar segno di sé. La rabbia le dar marinese, seduto de traverso, dar Torraccio, indove che vado a dar finestrino.” “Da che Dar finestrino der gabinetto”: e dar bagno “occupato”, l'indizio - Pag.0073.19 - Pag.0080.10 - Pag.0088.36 - Pag.0090.34 - Pag.0112.39 - Pag.0115.25 - Pag.0121.30 - Pag.0122.2 - Pag.0123.5 - Pag.0123.24 - Pag.0124.25 - Pag.0125.4 - Pag.0127.30 - Pag.0132.29 - Pag.0136.7 - Pag.0151.9 - Pag.0170.21 - Pag.0181.17 - Pag.0182.5 - Pag.0184.8 - Pag.0199.15 - Pag.0206.33 - Pag.0216.9 - Pag.0220.27 - Pag.0223.19 - Pag.0224.30 - Pag.0240.13 - Pag.0242.10 - Pag.0245.21 - Pag.0245.24 - Pag.0245.25 - Pag.0260.7 1 dardi 1 E quelle di rimando! Occhi! Furtivi dardi ! Sfrecciate, da sentisse smorì - Pag.0152.37 1 dardo 1 tempo e di poi accesa da un repentino dardo del sole, intese gabellare per - Pag.0200.7 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 dare 14 Anche don Corpi avrebbe potuto dei responsi precisi, come ne sogliono di seta lilla, in quel tono che pareva prima di loro quel che gli dobbiamo lo aveva pregato di tradurla. Quel anche a un serpente, che le potesse parole e carta scritta: disposizioni da fu pregato da Liliana di voler e tràc, trìc e tràc, arebbero potuto in quanto ragazze non gli potreste poi passo, ora, e neppure a malincuore, per viscido e rosso cupo, quasi gli usasse sareste voi? proprio a me la volete forse, ne disponeva, glie ne poteva dare informazioni, don Lorenzo, dare le sibille. Nel ramo dare un profumo, significava a dare , il biscotto che ci vuole per dare , quel regalare, quel dividere dare la creatura sospirata: la "sua" dare : telefono. Il dottor Fumi lo dare un consiglio. Corrugò la dare una mano: e la davano: dare tutti i torti, capivano, dare la precedenza al collega.I dare di matita puro a lui: e in dare ad intendere?” “No. Mi' zio dare : ghe ne podeva dà ... on po - Pag.0038.24 - Pag.0052.27 - Pag.0059.8 - Pag.0083.39 - Pag.0105.19 - Pag.0111.34 - Pag.0126.8 - Pag.0133.2 - Pag.0153.20 - Pag.0174.23 - Pag.0199.5 - Pag.0203.18 - Pag.0224.28 - Pag.0248.30 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 2 3 dargli 3 dove ci pioveva, carezzargli il culo, e al dottor Fumi, pregandolo di lui tecnica ciondolona e distratta (a dargli bere un vin caldo. Era là, dargli agio a potersi rifocillare un dargli retta), bighellante, smicciante - Pag.0142.35 - Pag.0160.18 - Pag.0252.7 1 dargliela 1 flusso, e per diretta visita a chi poteva dargliela e chiacchiera: e ancora - Pag.0261.28 1 darlo 1 in grado dei due. Nel frattempo, senza darlo a divedere tuttavia, si - Pag.0219.20 1 darmi 1 siete stata voi a nascondere, dovete darmi delle spiegazioni ...” Lei - Pag.0237.9 1 darne 1 le du donne pe le scale non sapeva darne ragguaglio. Ad occhioni - Pag.0063.35 1 darsela 1 dopo tanto affanno dover anche darsela a gambe! Checché.I Lo - Pag.0156.27 1 darsene 1 cloro-bromo-jodica, di mattina viva alle darsene , quella promessa - Pag.0257.35 1 2 3 4 darsi 4 Quanto all'oro, be', sì, poteva So' uno che compra dove capita. Può vide chiaro. Voleva essere voluto. Per calesse non interloquì: tratto tratto, per darsi benissimo ciavesse l'oro e darsi benissimo quello che lei dice. darsi ; ma per lasciarsi cader darsi un contegno, badava a sparar - Pag.0028.7 - Pag.0047.24 - Pag.0078.16 - Pag.0242.1 1 dasse 1 come je dicesse l'orazzione, o je dasse de li consiji boni: buoni a - Pag.0175.31 data del dì avanti. Bucato, forse data , 13, e lo strappo a la data l'imminenza del suo ritorno, data “l'incapacità di sussistere data anche la fattispecie: pubblico data del 12 gennaio, due mesi data la doppia faccia. La data l'avventatezza del secolo, e la data la gargana, fu viceversa un data l'etichetta gallinacea, del bravo data l'aria d'aver faccende data la camicia di flanella data : e pure chillo vaso,” e vi - Pag.0037.32 - Pag.0054.30 - Pag.0067.10 - Pag.0100.36 - Pag.0100.37 - Pag.0104.18 - Pag.0109.37 - Pag.0149.13 - Pag.0181.33 - Pag.0206.5 - Pag.0225.21 - Pag.0259.1 - Pag.0275.35 dàtale (sopra il tepore creato) - Pag.0059.13 Dàtasi , al cader degli anni e degli - Pag.0150.13 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 data 13 quasi. Tranvie de li Castelli. Bucato alla e la serie del biglietto, il foro alla era il caso di telegrafare al Balducci, Zagarolo con foglio di via obbligatorio: di sussistere coi propri mezzi” e il suicidio. Il testamento recava la jella doppia, congetturava Ingravallo, e di ciabatta frusta e bbefana: un risolino, direbbe un romanziere: che, dispregio no, è probabile anzi in onore, tra paura e sospetto. La vecchia s'era apparivano villose dal ginocchio in giù, 'O saccio, 'o saccio, chi ve l'ha 1 dàtale 1 eleganza bionda quasi una nuova pelle, 1 dàtasi 1 le peste, fra Marino e Ariccia. Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 datavano 1 da quegli anni inutili della sua bellezza datavano pure quei sospiri, quei - Pag.0124.35 1 2 date 2 Renata e a me, de crature ce n'avrebbe camminando, e stava per porgerla. “ date quante ce pareva. Perché il Date ccà.” Il dottor Fumi glie - Pag.0114.6 - Pag.0167.18 1 datelo 1 lascialo fare. Toglietevi subito l'anello e datelo a me, spicciatevi, perché - Pag.0209.35 1 dateme 1 quello che je fa da palo ... Quelli, dateme retta, sor commissario, - Pag.0040.9 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 dati 13 anello, con le diecimila lire, me li ha urbana di Santo Stefano del Cacco: gita. Due sicuramente santi, arguì dai de quanno in quanno, che ce l'ha il brigadiere si riscosse. “Chi te li ha in quer posto.” “Dimmi chi te li ha è andata: e chi è che ve li ha a lo sportello? Chi glie li poteva aver no? Era più facile che glie li avesse po' di zaffiri e di topacci, li avrebbe eri stufa, da tanti che je n'avevi scribacchiò su di un foglietto quei guardò sul letto la coperta, “vell'ha dati lei: me l'ha fatti pijà pe dati di fatto, illazioni varie, motivi dati , cioè vestiti d'una lor vesta che dati er Signore, hi, hi, hi, pe dati ? Chi è che li ha portati qua? dati che lo sai, o chi li ha dati .” Gli si vedeva rigonfia la dati , i soldi? ... Lavinia? ... E la dati la brutta.I Così dati senz'altro. Ma se la Camilla dati , lui pensò je lascio questi, pe dati co un pezzetto de làpise, dati ... una ch'à avuto subbito 'o - Pag.0117.10 - Pag.0141.31 - Pag.0196.4 - Pag.0203.30 - Pag.0234.24 - Pag.0234.28 - Pag.0240.35 - Pag.0248.10 - Pag.0248.11 - Pag.0248.32 - Pag.0249.31 - Pag.0256.35 - Pag.0275.36 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 dato 46 voleva apparire più sereno. “J'ho puro la mancia ...” “Ah! Gli avete tutti e due, il numero in alto invisibile, è là puro lui, a via Merulana. Ho era chiusa.” “Site voi ... che avete prima ancora dell'arrivo del giudice, o come palo. Meglio palo, forse, il cugino ... era lui che aveva Alla Standard Oil esclusero di avergli le fettuccine della nonna. Le donne, prima de la guerra! Ma questo me l'ha avé sollevato un ber po' de porvere, manco quello nun approdava a nulla, de le fette de don Lorenzo j'aveveno ma evidentemente Luigino) aveva loisir de siégerI ”. Povera figliola; col pensiero, subito escludendolo L'aveva sgridata sulla faccia, le aveva gnente da spià!” strillò. “Si m'ha Era evidente, omai: il biondo le aveva ma senza spada: di ritorno dall'aver se un apostolo di malumore gli avesse “... a piazza Vittorio, che m'ha dell'uscio a vetri (colorati) aveva tutta l'aria di vaporare di sotterra, dato puro la mancia ...” “Ah! dato la mancia,” don Ciccio dato anche il buio (delle scale). dato disposizzioni. Mi ha detto dato l'allarme?” “Ero salito: dato come se presentaveno i fatti, dato che la Menegazzi, chella dato l'allarme. È questo un dato del denaro, dopo le ordinarie dato il fascino, quello che dato mammà, feci io, pe ricordo .. dato ch'er catrame nun l'aveveno dato ch'er commendatore, dato la sicurezza d'esser nel giusto, dato a tinger la sciarpa ... dato , invece, quell'ordine, bah, er dato che non sorge “in dato e di questo e di quest'altro, dato du schiaffi, embè? è stato un dato ripetuta prova della sagacia e dato lancia in Abisso. L'Abisso, dato del tallone sul capo. La dato pure na pagnottella sverto dato oscillante preavviso d'un dato che n'erano investiti dal - Pag.0046.21 - Pag.0046.23 - Pag.0049.37 - Pag.0057.21 - Pag.0061.11 - Pag.0067.2 - Pag.0070.37 - Pag.0075.16 - Pag.0110.13 - Pag.0110.24 - Pag.0115.34 - Pag.0128.3 - Pag.0128.10 - Pag.0136.3 - Pag.0139.22 - Pag.0160.15 - Pag.0163.26 - Pag.0167.37 - Pag.0168.6 - Pag.0178.20 - Pag.0178.37 - Pag.0183.34 - Pag.0184.28 - Pag.0188.37 - Pag.0196.34 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 dite un po': questo qua chi ve lo ha aveva rigirato sul dito. “Chi me l'ha devo sequestrare. E ditemi chi ve lo ha magari: “Chi è che ve l'ha ha dato? dite la verità, ve l'ha festa che ce faccio gli anni. Me l'ha modi so' de prepotenza.” “Chi te l'ha “A me, sor brigadiè, me l'ha miracolo. Che le si configurò, a un Questo, caso mai, je l'avrà dimane dove né refe né spago non è, al cesso il valore (il topazio) della povertà domiciliare: o penetrata, l'anello co quela pietra gialla je l'aveva di sesso con ogni sicurtà femminino, era lui, Retalli Enea, che lo aveva va be', “ammettiamo che glie lo aveva il Biondone era in loco (dopo aver I Non gli riuscì difficile ivi, il testone, si appressò alla vaschetta, e Pestalozzi, il carabiniere aveva 1 datocché 1 o almeno assai cauto preambolo, 1 datoché 1 il lembo della vesta, i due camminatori, 1 dato ?” Levò la mano della dato ?” e si studiava d'arrossire dato . Se lo dite, bene: se non lo dato ? dite la verità, ve l'ha dato dato lui, il Retalli. Te, i soldi per dato per du giorni solo.” “Ah! e dato ? Vieni. Lo dirai al dato una regazza che lavora qui. dato punto, nella vera sua luce: dato er su' paino. Un anello come dato che non ci sarà nulla da dato che non ci avrebbe provato dato che s'era travestito da gallina: dato Igì, questo, poi, come aveva dato che portava scialle e gonnella, dato a questa Lavinia bellissima dato il Retalli”. Ma perché e dato una giratina fra i palmizi): è dato l'ottimismo in poppa che lo dato libero corso alle linfe dato per non improbabile o per - Pag.0209.24 - Pag.0209.28 - Pag.0209.31 - Pag.0210.33 - Pag.0210.33 - Pag.0211.8 - Pag.0211.24 - Pag.0211.28 - Pag.0212.15 - Pag.0224.13 - Pag.0226.19 - Pag.0232.5 - Pag.0236.35 - Pag.0243.31 - Pag.0245.9 - Pag.0245.12 - Pag.0246.16 - Pag.0253.1 - Pag.0254.5 - Pag.0260.2 - Pag.0267.33 datocché le più soavi guardate del - Pag.0099.2 datoché se no la si sarebbe - Pag.0198.34 datole 1 er marito, l'uomo da lei scelto: datole , un giorno, da Dio. La sua - Pag.0130.17 1 datteri 1 della Libia: della quarta sponda: dei datteri che vi maturano, squisiti, - Pag.0152.39 1 dattiloscritto 1 venne deferita copia d'un elenco, dattiloscritto , di turchesi e di - Pag.0185.27 dava per inteso: seguitava a dava , della sua borsa colma, in dava sul cortile, apertala aveva dava pace. Quel tic tac del dava licenza un minuto alle Dava a divedere de trascuralle, o dava a divedere d'essere persuaso dava nessun conforto. Noia, noia, dava subbito presente, prima dava de vorta er cervello, o fussi Dava adito, codesto salotto o sala dava incarico di que' miracoli. Dava fuori, di sé, l'allegrezza dava tante arie: “Questura di dava un fastidio da non dire.I Dava un colpo di zappetto nella - Pag.0017.33 - Pag.0028.27 - Pag.0033.36 - Pag.0043.31 - Pag.0044.31 - Pag.0066.12 - Pag.0103.27 - Pag.0112.33 - Pag.0127.21 - Pag.0137.2 - Pag.0150.38 - Pag.0198.11 - Pag.0207.36 - Pag.0210.19 - Pag.0211.38 - Pag.0237.6 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 dava 19 così giuste lui, don Ciccio, non se ne estrema gravidanza, più curioso di tutti, alla finestra, sì quella lì, proprio, che Brutti posti!” Il commendatore non si con quel nasazzo al mezzo che non tempo ... che te le incantava co gnente. In realtà, senza giungere a tanto, un gran piangere. Un pianto che non le e co chella calda voce ... quella che lo que' momenti, delle due l'una: o je quarche strugnoccolo, a quarchiduna. se pure a contraggenio, da chi gli dopo il mezzo giro subreptizio. battere a macchina un par de fogli, si in laboratorio senza il padrone di poi a cenci neri dalla tramontana. Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 17 18 19 di bilancia alegra e di chiacchiera, core, a ogni corpo de tutto culo che je a la stalla. Il tempo, a dolco, dava ogni sodisfazione alla dava , da poté pijà la spinta in dava gli auspici del grano, de la - Pag.0255.31 - Pag.0264.32 - Pag.0267.17 1 2 3 davan 3 poi tanto ignari, quanto dal di fuori si con due inclinazioni opposte che alle prime sollecitudini del giorno: che davan l'aria. Armi, no. E nessuna davan figure di rombi, strapazzate davan frutto, a levata appena di - Pag.0067.25 - Pag.0236.38 - Pag.0260.35 1 2 3 4 5 6 7 8 davano 8 di frasi che non concludevano a nulla e d'asteroidi. Quelle gocce, orribili, la nuvolaglia delle mosche, su su, che de' ricadenti capelli. Ma in quell'attimo! arebbero potuto dare una mano: e la livello aiutando: era a paro, ecco, gli in avanti: viaggiavano per conto loro: ti al coma, e più stranamente alla morte: davano soltanto nel vago e nel davano segno d'un itinerario davano un ronzio, a tratti, come davano un lampo, gli occhi: neri, davano : come ad esempio durante davano strada: non anco la rossa davano , così appaiati, dentro un davano l'impressione d'una - Pag.0049.16 - Pag.0069.2 - Pag.0152.10 - Pag.0152.17 - Pag.0153.20 - Pag.0158.7 - Pag.0196.29 - Pag.0274.22 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 davanti 31 tener lei tutto il letto: certi occhi! un di tanta e tanto risolutiva autorità. foulard lilla attorno al collo, che sul dove ce l'aveva, sì, proprio lì, tenendoli orizzontali e in sul Giunti a via Merulana, la folla. Aveva preso metà il collo, dal aveva impiastrato tutto er collo, er quattro bombe che ciaveva attaccate, pure Napoleone co l'armata d'Italia, gente. La pupa Felicetti, messagli preside a' nuvoli, t'abbi fiantato teatrando di sulla scalea di Palazzo finito pe scocciasse. Con pochi preti in una breve altalena sotto ar naso, per la mancanza degli otto denti seggiola a sferruzzare senza denti (quei cadauno aveva sollevato la gonna, sul o del sette o peggio, si inginocchia E cavò di saccoccia, e glie lo dondolò d'amistà, la si piazzò a gambe ferme ululando lo stramontano, a meditare “stateci attenta: metteteci una seggiola nel trotto, ormai spento, le zampe d'inferno: e veduto il pollame a correre cieca, e cògnita, guardando diritto a li Du Santi, a metà il bicchiere, festa formaggia, trascorse piano piano de strada, a 'gni cane che se metteva la strombazzò due volte poh! poh! col numero civico 3, a piano terra. davanti ! un didietro! Da sognarseli Davanti al casermone color davanti appariva scarno e davanti al comò, poi quel davanti , come gli desse il latte: di Davanti il portone il nero della davanti verso destra, cioè verso davanti de la camicetta, una davanti e de dietro. “Sto qua: so' a davanti la guardiola, che se li davanti , negò d'avello incontrato davanti il naso, plaf, plaf - alla davanti la cupa attesa della folla, davanti e un po' de regazzine e davanti ar barbozzo: un va e vieni davanti (la di lei dentatura aveva davanti ) nel cerchio delle sue davanti , palesato a tutti che davanti a loro e si accinge a davanti al naso, un esemplare davanti le scarpe dell'allibito davanti al cerchio azzurrino del davanti , non fatela toccare da davanti , sdrucciolò un tantino su davanti il soprasoffiare del nero, davanti a sé fino a padroneggiare davanti al beveratoio di marmo davanti le bancarelle abbacchiare, davanti .I A via Giovanni Lanza, davanti al portone della rocca. Davanti alla soglia alcuni piastroni - Pag.0018.32 - Pag.0028.15 - Pag.0030.10 - Pag.0039.17 - Pag.0041.30 - Pag.0058.6 - Pag.0059.24 - Pag.0059.34 - Pag.0080.2 - Pag.0080.20 - Pag.0091.36 - Pag.0092.39 - Pag.0093.26 - Pag.0127.36 - Pag.0134.36 - Pag.0147.32 - Pag.0152.13 - Pag.0194.30 - Pag.0197.12 - Pag.0204.33 - Pag.0205.39 - Pag.0212.21 - Pag.0213.37 - Pag.0217.32 - Pag.0221.16 - Pag.0226.30 - Pag.0242.13 - Pag.0253.23 - Pag.0263.18 - Pag.0265.19 - Pag.0270.5 davanzale di quella specie di - Pag.0195.35 1 davanzale 1 e fiorivano e iridavano il sasso, del Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 2 3 daveno 3 annava a dije “bongiorno”, e loro je de du quarti de luna blu che je a l'età sua! Le regazze ... me ce 1 2 davero 2 li parenti, de tanto che je voleva male pe giornate sane, povera Liliana, si 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 davvero 11 tutto un sapore. Una cosa strana, non poté a meno, alfine, di arrivare che rissomija a la felicità. Gli pareva chiassetti, de' pisciosi vicoletti, pareva E lui, di quest'altro ... non sapeva Ingravallo, stavolta, non se la sentì lei, poverina! lei: io non ci pensavo una cosa molto più logica, postoché de quela pelle d'avorio, i suoi occhi! Un giorno, in un accesso d'amor filiale, verde che rossa. Intanto sopravveniva daveno una caramella, be' la sora daveno riscontro ai du quarti de daveno pure la cojonella. Me - Pag.0061.28 - Pag.0110.38 - Pag.0176.36 davero , povera donna! Aveveno davero se sposaveno: come je - Pag.0078.1 - Pag.0125.23 davvero , pensò Ingravallo. La davvero anche lui. La lunga attesa davvero di inalare ambrosia cor davvero che fusse sparito di scena davvero dove attaccarselo. davvero . Un amico. Che, che! Non davvero , a nascondere: fu lei che davvero Liliana ci teneva tanto, a davvero c'era da crede che davvero je mozzicò un'orecchia: davvero il feffe-feffe, a tutta faffa: - Pag.0023.36 - Pag.0031.30 - Pag.0054.9 - Pag.0072.28 - Pag.0085.17 - Pag.0095.1 - Pag.0119.4 - Pag.0120.18 - Pag.0135.22 - Pag.0137.16 - Pag.0220.13 Dazzélio . Ingravallo uscì Dazzélio a marcia avanti, - Pag.0265.31 - Pag.0266.36 dazzio der Paradiso nun ce passa . - Pag.0137.26 1 2 Dazzélio 2 Una lastra al cantone: via Massimo da inagugliarsi poi nel toboga del 1 dazzio 1 chi cià la valigia grossa, che ar 1 dd' 1 che nissuno la voleva, a quer prezzo) è dd' oro la porchetta! Lui me capì: - Pag.0185.11 1 dda 1 Picceré, tu stai sbarianno. Quello ch'ha dda fa 'a questura 'o sapimmo - Pag.0166.16 1 ddà 1 pure, Pompè. Ingravallo, ciavite a 1 ddà n'occhiata pure vuie ... a sto - Pag.0172.5 dde 1 je scappa quarche paroletta puro pe dde dietro: brrr, brrr, brrr, frrr, - Pag.0185.8 1 ddint' 1 pensato! “Neh, Pompè, che ffacite llà ddint' a chella stufa? ... Venite - Pag.0141.10 1 ddoje 1 e poi chillo buchè 'e violette: 'e ddoje cugnate e 'e ttre nepote: e - Pag.0027.20 1 ddomani 1 millimetro de mossa: der testone. “E 1 2 de 979 lo portavano tutti in parma ch'è nu guaio: quacche gliuommero ... ddomani mattina, Pompè, ve n'iate - Pag.0172.8 de mano, non dico perché fosse de sberretà ...” diceva, - Pag.0016.5 - Pag.0017.2 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 generone: ma soprattutto signori novi soprattutto signori novi de commercio, insino ar tetto era come imbottito A, piano terzo, dove che ce staveno oro, perle, diamanti: tutta la robba più parlanno co rispetto, quer po' po' a sant'Antonio pe tutte le chiese “attaccati”, cioè sedotti all'idea su le scale: ner palazzo cugnate e 'e ttre nepote: e poi avimmo òmini, questi i xe diavoli! anime bianco scodinzolava eccitato e Er revòrvere mio nun è come quello me pare che l'arme le so trattà mejo mejo de tanti artri. Io ... io so' padrone Ingravallo. “Mbè, io nun m'interesso che me so' presa una parpitazzione che apparve logoro, quasi. Tranvie contrario. No, la servente no la gera Se sa che quanno uno va pe rubbà, lì ” fece la Pettacchioni, “co sto porto der palazzo? ... Qua ce stanno fior Qua ce stanno fior de signori, gente sor commissario?” tutti sorrisero: “ sorrisero: “de quelli che poco je piace passante distratto e da quello che va le loro dilette stradicce, dall'arco de Sant'Agostino e da la Scrofa, pe via pe via de le Coppelle o pel Pozzo o s'inoltrano agorafobici su li serci agorafobici su li serci de piazza der napoletano: e poi pe quer budello e poi pe quer budello de via Ma, suppergiù, mo che ce penso, quello “nun me vorrete fa sta partaccia di romper l'inquietudine con un par Er rosbiffe ar sangue è la specialità ” E uscì pe pijà er PV-1 tutta in difficile equilibrio sui tacchi buggere, oggi, manco ciavrà fantasia da quell'altro. Pe tutte le botteghe po' d'anguilla marinata, magari, un po' si soffiò il naso, quarche barattolo barattolo de conserva: pe fa un po' Quarche riserva a casa po fa commodo sta robba, se sa, ereno li fattorini un presciuttino sano: un presciuttino sano: un presciuttino de montagna so' fatto mannà a casa. Dar salumaro già, in fonno in fonno, quasi all'angolo stammattina?” “No, non è lui. Quello vorta j'ho portato a casa un presciutto So' sicura. Quello poteva esse quello ch'erano tutti dua più regazzini de commercio, de quelli che un de quelli che un po' d'anni avanti de quer metallo. Drento poi, de qua li Balducci ch'ereno de valore che ce sia. E fogli da de signorino. Gli bisognò de Roma: e speranze, e cure di de li papabbraschi, che del resto, de li pescicani ...”, un fiotto di de pelà la coda dell'affare de bruti diavoli che i ne torna de tanto in tanto abbaiava puro de li delinquenti ... che spareno de tanti artri. Io ... io so' padrone de li nervi mia ...” Il ladro aveva de pizzicaroli: pe ste cose ... ce de core ...” La Bertola volle de li Castelli. Bucato alla data del de Marino, no la gera dei Castelli de fora c'è quello che je fa da de mare der palazzo? ... Qua ce de signori, gente de commercio, de commercio, che se crede, sor de quelli che poco je piace de de magnà l'indivia.” “E per chi de prescia, a ora d'agio, un piede de Sant'Agostino e da la Scrofa, pe de le Coppelle o pel Pozzo de le de le Cornacchie, fin su, a Santa de piazza de Pietra, non senza de Pietra, non senza disdegnare la de via de Pietra arriveno magari a de Pietra arriveno magari a de stammattina poteva esse er de dimme che nun è vero in faccia de pagnottelle imbottite. “Non ne de Peppì.” La sora Manuela, de prescia, smovenno er culo de gli scarpini boni che parevano de magnà li carciofini ... Manco de Roma un po'. Un po' per de galantina. Ma più che antro, si de conserva: pe fa un po' de de scorta a casa. Quarche riserva a de tenéccela. E chi je portava sta de li negozzi ... Alzò le spalle, de montagna de pochi chili.” de pochi chili.” Pareva che nel de via Panisperna, già, in fonno de li Serpenti ... È un bolognese. de stammatina ... io non l'ho de montagna, fino su, a via de stammatina ... ch'erano tutti de questo qui. Quello, sor - Pag.0019.17 - Pag.0019.17 - Pag.0019.21 - Pag.0019.24 - Pag.0019.28 - Pag.0020.35 - Pag.0023.29 - Pag.0025.27 - Pag.0027.6 - Pag.0027.20 - Pag.0031.14 - Pag.0034.32 - Pag.0035.19 - Pag.0035.22 - Pag.0035.22 - Pag.0035.28 - Pag.0036.24 - Pag.0037.32 - Pag.0038.11 - Pag.0040.8 - Pag.0040.15 - Pag.0040.16 - Pag.0040.16 - Pag.0040.18 - Pag.0040.18 - Pag.0041.7 - Pag.0041.9 - Pag.0041.9 - Pag.0041.10 - Pag.0041.12 - Pag.0041.12 - Pag.0041.14 - Pag.0041.14 - Pag.0041.39 - Pag.0042.7 - Pag.0043.12 - Pag.0043.17 - Pag.0043.24 - Pag.0043.25 - Pag.0043.28 - Pag.0044.39 - Pag.0045.5 - Pag.0045.6 - Pag.0045.6 - Pag.0045.7 - Pag.0045.8 - Pag.0045.16 - Pag.0045.16 - Pag.0045.19 - Pag.0045.19 - Pag.0045.35 - Pag.0046.12 - Pag.0046.30 - Pag.0046.30 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 però ... che qui nenn' è aria ... della roba. Me l'ha portata la donna Ministero dell'Economia.” “La donna ” Donna Manuela, con un tremolìo nero che ciaveva in testa: e duro si barricò dietro “l'esperienza Me pare una cattiveria bella e bona caciocavallo in collo? co du fiaschi uno in collo? co du fiaschi uno de qua uno ” Era scritto che il ducentodiciannove nun vo cantà: e quelli 'o prendeno mejo dì, co quer petto, co quell'anima non ce la facevano. Le gronnare ce la facevano. Le gronnare de li tetti e Labbicana insino a Sant'Antonio lo ritrovò, su la mensolina lo ritrovò, su la mensolina de vetro bell'ambo giusto giusto: ma su la rota la rota de Bari. Per dire che la fama il dottor Fumi co le mano a una pila con uno sbadiglio ritardatario la nota ( trasmessagli per conoscenza. Il nome davvero di inalare ambrosia cor naso, travertino o sur peperino d'ogni facciata un bianco malvagio: un vigliacchetto il Facta_factorum fosse stato in grado dionisiaca. Con uno o un paro Sì ... questo sì ... “Una specie questo sì ... “Una specie de sciarpa o specie de sciarpa o de fazzolettone signori, dell'era dell'egira, l'arti papaveri Romano, come tanti strucchioni Venezuela, in quei giorni, un andirivieni giorni, un andirivieni de gente piena a palazzo, dopo un anno e mezzo ereno già l'occhiatacce, er vommito er vommito de li gnocchi: l'epoca de li gnocchi: l'epoca de la bombetta, conclude: co quele braccette corte corte su li fianchi come du rampazzi invaghirsene, appena untate Balilli a la patria. Le macchine a vede, co due agenti. Credevo quasi l'ha trovata stesa a terra, in un lago sul parquet, in camera da pranzo: stesa il nero della folla, con la sua corona della folla, con la sua corona de rote quattro, deggià, se sentì che parlaveno impiastrato tutto er collo, er davanti l'orlo della gonna, il lembo rovescio il lembo rovescio de quela vesta da un momento all'altro: doveva e un po' rigirata da una parte, come guardaveno, in direzzione nun se capiva de fa 'o guappo ...” Quello uscì, de servizio d'un mio collega, del de servizio? Una bella serva, de zinne che j'abbottaveno tutta de capoccia com'era. Il de sto monno”. “Quelle,” de volé sofisticà si quello ch'ha de qua uno de là? che pareveno de là? che pareveno du gemelli, de via Merulana, il palazzo de petto.” La polizia s'era fitta in de culo! la Gina da le moniche, a de li tetti de li palazzi nemmeno. de li palazzi nemmeno. Da quanto de Padova e a San Clemente e a de vetro de lo specchio der de lo specchio der lavamano, de Bari. Per dire che la fama de de quell'oro era granne. “l de cartelle rosse: “l Fama de le belle donne del dì prima), de la località, il Torraccio, non de bevela giù ne li pormoni: un de chiesa, sul colmo d'ogni de quattr'anni, in certe bottije, de sospettanne l'esistenza. Faceva de queli bicchieri in canna, chissà. de sciarpa o de fazzolettone de de fazzolettone de lana verde? ... de lana verde? ...” Sì, Sì. “ de la fezzeria: o se faceveno una de piazza, però pronte pe daje er de gente piena de patacche: de patacche: riversati a branchi sul de novizzio, del Testa di Morto in de li gnocchi: l'epoca de la de la bombetta, de le ghette color de le ghette color tortora stava se de rospo, e queli dieci detoni che de banane, come a un negro co de cresima, tutte le Marie Barbise de la questura “stazzionaveno”: de trovallo là ... Poi ha mannato de sangue, Madonna! dove de traverso co le sottane tirate su, de rote de bicicletta. “Fate passare, de bicicletta. “Fate passare, polizia. de nummeri: ereno d'accordo p'er de la camicetta, una manica: la de quela vesta de lana buttata de lana buttata su, e l'altra spalla: de certo risultarne un coagulato de chi nun ce la fa più a combatte, de che, verso la credenza granne, - Pag.0047.3 - Pag.0047.26 - Pag.0047.28 - Pag.0047.33 - Pag.0048.2 - Pag.0048.3 - Pag.0048.13 - Pag.0048.18 - Pag.0048.18 - Pag.0048.31 - Pag.0049.8 - Pag.0050.5 - Pag.0051.3 - Pag.0051.4 - Pag.0051.34 - Pag.0052.6 - Pag.0052.6 - Pag.0052.13 - Pag.0052.14 - Pag.0052.15 - Pag.0052.33 - Pag.0052.38 - Pag.0054.9 - Pag.0054.11 - Pag.0054.15 - Pag.0054.17 - Pag.0054.22 - Pag.0055.13 - Pag.0055.13 - Pag.0055.13 - Pag.0055.27 - Pag.0055.28 - Pag.0055.31 - Pag.0055.32 - Pag.0055.35 - Pag.0055.36 - Pag.0055.37 - Pag.0055.37 - Pag.0055.38 - Pag.0055.39 - Pag.0056.12 - Pag.0056.27 - Pag.0057.1 - Pag.0057.25 - Pag.0057.26 - Pag.0058.7 - Pag.0058.7 - Pag.0058.12 - Pag.0059.34 - Pag.0059.39 - Pag.0060.1 - Pag.0060.2 - Pag.0060.5 - Pag.0060.10 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 lasciaveno scoperti li du tratti li du tratti de le cosce, come du anelli d'esse a Ostia d'estate, o ar Forte a Ostia d'estate, o ar Forte de marmo da le suole di qualcuno, sur parquet messo drento li piedi, in quer pantano irritò. Chi era stato?! “Sete na massa de burini!” minacciò. “Brutti caprari Valdarena, accasciato su di una sedia accasciato su di una sedia de quelle de cucina, co Pompeo che ciaveva l'aria camera? ...” “La camera, dove sto co la sora Cucco der quinto, faccendola. Aveva lasciato er secchio ch'era salita da li Bottafavi, era la pupa come pe fa la spesa. “Ma pareveno quella mano, che stringeva per le punte Ma non ho più avuto il coraggio ... fuori, ho chiamato. Ho sonato qui è? Chi è? diceveno. Era una voce sono scappato, quasi. Ho avuto paura potuta pettinà: pareva una perucca pettinà: pareva una perucca de peli via li pupi quanno che nun la smettono fresche: erano fornitrici bisettimanali sostare a quella vista: “Nun me riesce riesce de guardalla.” Se fece er segno non lo mollò. Incaricò anzi lo Sgranfia l'uscio dei Balducci. Sur portoncino poi a Roma. Adesso era in procinto di sposarsi. Fidanzato a una regazza alla carenza, che lo affliggeva, d'un po' come farfalle da le dita d'un Apollo: Apollo: de quelli che ce so' in giardino, tantinello a secco, come je capita er più se fa a fa economia: un po' a corto come quello ... si nun è a corto po èsse tanto a corto.” Ingravallo era fra i denti gli sapeva un po' troppo un po' troppo de bona digestione ... spensieratezza rubizza da doppocena rubizza da doppocena de viaggiatore Matese a le procedure e a le scartoffie in testa!” pensò. “Un atollo le incantava co gnente. Dava a divedere volte, o er superbioso; o er signorino o er superbioso; o er signorino de casa de casa de famija scerta der generone de famija scerta der generone de via o l'uomo d'affari, che nun cià tempo la Pettacchioni e il su' omo, quello fin da la matina, aveva proibito in quello strazio, da paré tante bolle la jugulare, buttaveno come due pompe de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de le cosce, come du anelli de pelle: fino a le calze, d'un marmo de Viareggio, quanno Viareggio, quanno so' sdraiate legno, che poi si vedeva bene spavento. Ingravallo si irritò. burini!” minacciò. “Brutti la Sgurgola!” Uscì nel quelle de cucina, co Pompeo cucina, co Pompeo che ciaveva staje intorno come un fijetto a casa, a via Nicotera ventuno.” la scala B: Enea Cucco vedova fora, co la scopa. Una pupa li Felicetti che tutte le mattine, campagna,” soggiunse la le dita. Giuliano Valdarena toccalla una seconda volta. Era faccia. Chi è? Chi è? diceveno. donna. Ma nun voleveno aprì. la morte, creda. Ho chiamato peli de granturco co li nastri, granturco co li nastri, quello piagne.I Fu appurato che le caciotte. Venne rintracciato guardalla.” Se fece er segno de la croce. Lagrime gli facce una bella chiacchierata: la casa, però, aveveno trasferisse a Genova, oltreché Genova, una bella moretta, papabbraschi che je quelli che ce so' in giardino, marmo. Lo aveva definito “un le vorte a quelli che vonno quatrini ... più di quanto quatrini, d'antro nun po èsse faccia scura, quela sera, ar bona digestione ... de Gabbioni Gabbioni Empedocle & Figlio, viaggiatore de commercio, da commercio, da cacciatore co li la legge, misero e pertinace coralli, te cresce.” E invece: trascuralle, o di sentirsene casa de famija scerta der famija scerta der generone de via de li Banchi Vecchi: o li Banchi Vecchi: o l'uomo stà a discorre. Siconno. Così. la centrale der latte, vollero falli entrà. Rinnovate inchieste sapone rosse: e la carotide, la pozzo, lùf, lùf, a mezzo metro - Pag.0060.13 - Pag.0060.13 - Pag.0060.15 - Pag.0060.15 - Pag.0060.21 - Pag.0060.23 - Pag.0060.24 - Pag.0060.24 - Pag.0060.27 - Pag.0060.27 - Pag.0060.28 - Pag.0061.3 - Pag.0061.20 - Pag.0061.25 - Pag.0061.26 - Pag.0061.33 - Pag.0062.7 - Pag.0062.13 - Pag.0062.17 - Pag.0062.18 - Pag.0062.39 - Pag.0063.30 - Pag.0063.30 - Pag.0063.39 - Pag.0064.3 - Pag.0064.9 - Pag.0064.10 - Pag.0064.17 - Pag.0064.36 - Pag.0065.9 - Pag.0065.10 - Pag.0065.16 - Pag.0065.19 - Pag.0065.20 - Pag.0065.23 - Pag.0065.25 - Pag.0065.29 - Pag.0065.30 - Pag.0065.33 - Pag.0065.34 - Pag.0065.35 - Pag.0065.35 - Pag.0065.38 - Pag.0066.2 - Pag.0066.12 - Pag.0066.15 - Pag.0066.15 - Pag.0066.16 - Pag.0066.16 - Pag.0066.17 - Pag.0067.15 - Pag.0067.19 - Pag.0068.10 - Pag.0068.11 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 de pozzo, lùf, lùf, a mezzo metro metro de distanza. Il fiato, l'ultimo, delle tracce palesi ne lo sciacquatore morta! ... Liliana! fino a lo sciacquatore alle macchie e alla pozza più grossa, fra cassetti e sportelli, d'armadi e e a scalpicciare per la casa. Un urto Aveveno già scovato due prese sartà la varvola du o tre vorte, una du o tre vorte, una de le tre varvole come du angeloni sinistri pieni come du angeloni sinistri pieni de voja cattiveria del mondo. Le loro manovre mettese d'accordo sottovoce pe vedé dell'eternità sui sensi opachi di lei, sui sensi opachi di lei, de quer corpo verdolino-azzurro delle Tranvie o no? La incredibile rapina ai danni ai danni de quela povera cocorita Tuttavia ... Possibile? A tre giorni p' 'a Maronna, c'era da fasse er segno li strilloni, co li pacchi fra li ginocchi a piazza Vittorio, c'era un brodo longo paggina. La moralizzazione dell'Urbe e rapina, cocaina, vetriolo, veleno sorci, abortil manu armata,I glorie manu armata,I glorie de lenoni e carcerà pe forza tutti li storcioni ar cinema? tutti li cani in fregola Cor Papa milanese e co l'Anno Santo Angelica, e poi traverso li cancelli apostolica da Papa Ratti, un milanese Ratti, un milanese de semenza bona milanese de semenza bona de Saronno tosti, che fabbricava li palazzi. In attesa pure: e introdotte dopo quaranta rampe omai senza er minimo dubbio la città dubbio la città de li sette candelabri I (Grascio era.) Pe le strade se vedeva più in giro una mignotta, sì: bello: propio bello. E a corto “Zia sua, zi' Marietta, la moje la moje de zi' Cesare, era la nonna cor fatto che er padre suo e er nonno interessenze in affari, compartecipazioni in affari, compartecipazioni de ccà e de ccà e de là. Proprietario Proprietario de ccà, mezzo proprietario orecchio e naso, al servizio d'un po' due o tre botte secche secche piene quello ch'era donne, poi, e sfruttatori era che lui, se po dì. Certi fregnoni se po dì. Certi fregnoni de bigami o sue beghe e ribeghe, co tutti li pasticci de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de distanza. Il fiato, l'ultimo, de traverso, a bolle, in quella cucina: diluito, da parer quello cucina, al gelo e al lavacro: al dove l'aveveno preso pe credenze, non li poterono nervi. Don Ciccio sedette, dietro a du portrone, e le tre varvole de l'appartamento. Si decisero per voja de falla franca, al di falla franca, al di sopra di mosconi, queli fili, quelo nun faje pijà foco a tutta la quer corpo de donna che nun donna che nun ciaveva più li Castelli, cor buco ner 13, quela povera cocorita de la la Menegazzi, 'e chilla distanza? La ragione ... gli la croce! S'era mai visto una la gente: fino all'undici e tre mezza paggina. La tutt'Italia insieme, er concetto tossico d'arsenico per lenoni e de bari, giovenotti bari, giovenotti che se fanno lungotevere? o quanno che se la Lungara? Cor Papa milanese du anni prima? E co li sposi Sant'Anna, p'annà a riceve la semenza bona de Saronno de Saronno de quelli tosti, che quelli tosti, che fabbricava li venì finarmente incolonnate scale in sala der trono, dar li sette candelabri de le sette le sette virtù: quella che Roma nun se vedeva più in quelle co la patente. Con quatrini. Gli pareva di zi' Cesare, era la nonna de Giuliano. Ereno cresciuti Giuliano, zi' Cesare, ereno ccà e de là. Proprietario de là. Proprietario de ccà, mezzo ccà, mezzo proprietario de là. là. Prestare per ipotecare, sale in zucca aiutato da boni resultati, i più aggrovigliati donne, amore, amanti, bigami o de poligami co tutte poligami co tutte le sue beghe li relativi pupi che un po' li - Pag.0068.12 - Pag.0068.12 - Pag.0068.38 - Pag.0069.5 - Pag.0069.8 - Pag.0069.14 - Pag.0069.17 - Pag.0069.23 - Pag.0069.24 - Pag.0069.24 - Pag.0069.26 - Pag.0069.26 - Pag.0069.28 - Pag.0069.30 - Pag.0069.31 - Pag.0069.32 - Pag.0070.18 - Pag.0070.24 - Pag.0070.25 - Pag.0070.27 - Pag.0071.10 - Pag.0072.5 - Pag.0072.12 - Pag.0072.13 - Pag.0072.18 - Pag.0072.20 - Pag.0072.20 - Pag.0073.7 - Pag.0073.9 - Pag.0073.10 - Pag.0073.15 - Pag.0073.16 - Pag.0073.17 - Pag.0073.17 - Pag.0073.18 - Pag.0073.19 - Pag.0073.21 - Pag.0073.21 - Pag.0073.24 - Pag.0073.25 - Pag.0073.36 - Pag.0074.29 - Pag.0074.30 - Pag.0074.36 - Pag.0076.2 - Pag.0076.3 - Pag.0076.3 - Pag.0076.3 - Pag.0076.22 - Pag.0076.25 - Pag.0076.27 - Pag.0076.29 - Pag.0076.29 - Pag.0076.30 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 schizzava dentr'e fora come un autista abbreviato, ottenuto così per intuito, così per intuito, de queli “stati tutte le “coabitazzione”, ponghiamo, ponghiamo, de via Capo d'Africa o e fin su a li Zingari, a via nun ne parlamo nemmeno, a via a via de Monte Caprino, ar vicolo conosceva! o intorno a quell'antra tigna de Palazzo Pio, pe tutti queli budelli queli budelli de dietro a Sant'Andrea Grotta Pinta, a via di Ferro, ar vicolo fora a primavera, o in testa o giù co tutte le purce che ce stanno una per una. Sicché, lui, la tribù pe lui fu uno scherzo. La madre impiego che po trovà una vedova è se la risposa. Giuliano magari un po' un po' de malinconia pe la gelosia la nonna, ch'era la zia Marietta er diavolo ce se mette ... Che la madre der venì a Roma a trovà li parenti, piede, un po' all'artro. E macchinette all'artro. E macchinette de tutti li tipi e signorino stava così stranito, da un po' pupo!, a fasse in quattro pe vedé e col secchio: e co la lingua pure, il vermiciattolo: con un córpo becco che nun se sbaja s'una montagna spartita in due che pareva una spazzola una spazzola de lusso: ma doveva soffrì la portiera), che doveva patì le pene lui piedi j'aveveno proibbito, li dottori, o quindici dei più autorevoli, Je faceva quarche faccendola ... da stendere. Mbè, lei, certe matine bombe che ciaveva attaccate, davanti e sì, insomma, lei e il Barbezzi-Gallo, era pure giusto, sentiveno er bisogno Mano ai classici. Meletti autentica, autentica, de centoventi lire la bottija, centoventi lire la bottija, de tre quarti le tre balìe - da Carlo Luigi tre balìe - da Carlo Luigi de Secondat così gloriosamente impartite dal per invito d'Ingravallo, vestiti chi d'Ingravallo, vestiti chi de nero e chi nero su le spalle, fatto a giubbarello a giubbarello de mandrillo, una collana morte: il capo ravvolto d'una specie Le donne se faceveno er segno le aveva fatto, per così dire, na visita I Quello de Palazzo Chiggi nun j'era parso vero de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de piazza. La necessaria frequenza queli “stati de famija”, lo famija”, lo aveveno ridotto via Capo d'Africa o de via via Frangipani, e fin su a li li Capocci, ar vicolo Monte Caprino, ar vicolo de la la Bucimazza, a via de' Palazzo Pio, pe tutti queli dietro a Sant'Andrea de la la Valle, a Grotta Pinta, a via di le Grotte der Teatro: e magari la testa: le coppie doppie, li casa, una per una. Sicché, lui, li Valdarena, pe lui fu uno Giuliano era annata a stà fori trovanne un artro che se la malinconia pe la gelosia de la la madre: pe diverso tempo Liliana. Mbè, che te succede? Giuliano da un sette otto mesi tanto che je voleva male davero, tutti li tipi e de tutte le razze. tutte le razze. Per questo, tempo: perché ciaveva er consolallo. Liliana Balducci, sicuro.I A quell'ora, stando ai becco che nun se sbaja s'una letame. Recitò un'altra volta: lusso: ma doveva soffrì de podagra (a sentì la portiera), l'inferno. Ai di lui piedi toccà terra: astretto quindi ai quelli che t'abbruceno subito mattina pure, tratanto che tramontana, pareva che dovesse dietro. “Sto qua: so' a stenne li quanno in quanno, dopo una congratulasse reciprocamente, centoventi lire la bottija, de tre quarti de litro. Per questo litro. Per questo ce poteva Secondat de Montesquieu con Montesquieu con sì Quo. La terribile notizia gli fu nero e chi de scuro: zia scuro: zia Marietta in testa, co mandrillo, una collana de pallette nere intorno al collo, cuffia da crocerossina: senza la la croce. L'autorità giudiziaria dovere.I Quello de Palazzo Palazzo Chiggi nun j'era parso dì la sua puro lui, più forte - Pag.0076.33 - Pag.0076.34 - Pag.0076.35 - Pag.0076.36 - Pag.0076.37 - Pag.0076.37 - Pag.0076.39 - Pag.0076.39 - Pag.0077.2 - Pag.0077.3 - Pag.0077.3 - Pag.0077.4 - Pag.0077.10 - Pag.0077.15 - Pag.0077.17 - Pag.0077.18 - Pag.0077.27 - Pag.0077.28 - Pag.0077.29 - Pag.0077.34 - Pag.0077.37 - Pag.0078.1 - Pag.0078.4 - Pag.0078.5 - Pag.0078.6 - Pag.0078.8 - Pag.0079.7 - Pag.0079.15 - Pag.0079.16 - Pag.0079.22 - Pag.0079.23 - Pag.0079.24 - Pag.0079.25 - Pag.0079.27 - Pag.0079.32 - Pag.0079.38 - Pag.0080.2 - Pag.0080.14 - Pag.0080.16 - Pag.0080.18 - Pag.0080.18 - Pag.0080.19 - Pag.0081.12 - Pag.0081.12 - Pag.0086.19 - Pag.0086.26 - Pag.0086.26 - Pag.0086.28 - Pag.0086.28 - Pag.0087.15 - Pag.0087.17 - Pag.0087.22 - Pag.0087.22 - Pag.0087.23 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 vero de dì la sua puro lui, più forte cassetti, qualche sportello renitente. più tardi ce capitò pure er Biondone. Biondone. De Pompeo e der Biondone certe capocce toste, a le vorte, prima che je premeva, a Ingravallo, era più diceva lui, degli spettatori e e de li prottagonisti der dramma: der dramma: de sto branco dramma: de sto branco de fregnoni e de sto branco de fregnoni e de fiji fiji de mignotte che stanno ar monno, e un fabbro, un vero don Giovanni de le serrature: ciaveva un mazzo co un beccuccio in fonno, e je bastava coll'antro, che quelle già se sentiveno le mano dar sotto in su ner profumo in su ner profumo de quer mucchio ner profumo de quer mucchio de seta, a sua volta. Anche li du libbretti loro!” “Che cosa?” “I libretti “Che cosa?” “I libretti de risparmio che colore?” “Colore! Uno der Banco Uno der Banco de Santo Spirito, uno giù pe casa a tirà fora tutti li tiratori della questura e la certamente romana morta mammà? manco una medajetta manco una medajetta de la Madonna? d'orefice che teneva sotto chiave? sicché, renda il mal tolto, sto babbione il mal tolto, sto babbione de cacciatore, in tessuti. Quale uso ha fatto spreco? di tanto gentile bellezza? e di tanto gentile bellezza? e de li paoli? marenghini gialli gialli tonni tonni faceveno cin cin dentro a un sacchetto cin dentro a un sacchetto de seta rosa, seta rosa, de li confetti der matrimonio la sposa, la validità carnale e dotale aspri mattini. Pareveno dire li parenti subire il confronto.” Il loro cervello, ” Il loro cervello, de quele du befane insino a le penombre dietro li mobili e stanno zitti, in der respirà l'odore der respirà l'odore de naftalina morta poter gridare: e negli opachi volumi der chiavaro, scartato er mappamonno ch'aveva incontrato le venditrici Er dottor Ingarballo nun è un dottore brutti, che so' tanto cattivi, poveretti, dottor Ingarballo te regala una pupazza, infilare dove lui s'infilava le penne: lui s'infilava le penne: de pavone o di coinquilini ad_libitum, glossatori de De De de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de De de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de tutti: “Il bieco assassino quarcuno nun fu bono a Pompeo e der Biondone de Terracina il dottor Ingravallo se faje entrà la psicologia! Queli tutto la faccia, il contegno, le li prottagonisti der dramma: de sto branco de fregnoni e de fiji fregnoni e de fiji de mignotte fiji de mignotte che stanno ar mignotte che stanno ar monno, le commare loro e madame le serrature: ciaveva un mazzo rampini co un beccuccio in faje appena er solletico o nun poté più resiste. Pareveno quer mucchio de seta, de tutte seta, de tutte quele sottovesti, tutte quele sottovesti, quele risparmio mancaveno a risparmio de Liliana.” “Di che Liliana.” “Di che colore?” Santo Spirito, uno de la Banca la Banca Commerciale.” li mobbili, pe guardacce drento la sora Manuela ne lo la Madonna? de tutto quer tutto quer negozio d'orefice fa testamento nun ciaveva cacciatore, de viaggiatore in viaggiatore in tessuti. Quale la bellezza? O quale spreco? li paoli? de li paoletti, belli li paoletti, belli pure loro? quanno nun c'era ancora sto seta rosa, de li confetti der li confetti der matrimonio de nonna. Che pesaveno più loro su' moje? Che ne ha saputo Liliana: “Oh! dolce sposa, quele du befane de zi' zi' Marietta e zi' Elvira, annava casa indove officiano i Lari: naftalina morta de li li credenzoni, ma che ar primo la stanza, ora, allibivano e la Manuela, vagolavano tutte caciotta: “n...o,” disse, con queli brutti, che so' tanto queli che te fanno la bua su quelle che movono l'occhi, cor pavone o de pollo guasto che pollo guasto che puzza.I natura, più che Irnerio. Donde, - Pag.0087.23 - Pag.0087.30 - Pag.0088.6 - Pag.0088.7 - Pag.0088.8 - Pag.0088.11 - Pag.0088.13 - Pag.0088.13 - Pag.0088.14 - Pag.0088.14 - Pag.0088.14 - Pag.0088.15 - Pag.0088.24 - Pag.0088.24 - Pag.0088.25 - Pag.0088.27 - Pag.0088.37 - Pag.0088.37 - Pag.0088.37 - Pag.0088.39 - Pag.0089.2 - Pag.0089.2 - Pag.0089.3 - Pag.0089.3 - Pag.0089.16 - Pag.0089.22 - Pag.0089.27 - Pag.0089.27 - Pag.0089.28 - Pag.0090.28 - Pag.0090.29 - Pag.0090.29 - Pag.0090.30 - Pag.0090.30 - Pag.0090.33 - Pag.0090.36 - Pag.0090.37 - Pag.0090.37 - Pag.0091.2 - Pag.0091.8 - Pag.0091.13 - Pag.0091.13 - Pag.0091.18 - Pag.0091.19 - Pag.0091.20 - Pag.0091.21 - Pag.0091.24 - Pag.0091.38 - Pag.0092.13 - Pag.0092.13 - Pag.0092.19 - Pag.0092.33 - Pag.0092.33 - Pag.0094.15 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 smessa a Campo de' Fiori, in mancanza po' a memoria: tanto i suoi che quelli di memoria: s'aiutò con un taccuino s'aiutò con un taccuino de pelle, pelle taccuino de pelle, pelle de coccodrillo: er bene loro. Liliana teneva la cassetta a la banca, a l'agenzia numero undici Commerciale che faceva puro servizio puro servizio de cassette con un caveau li più moderni: a piazza Vittorio propio sotto li portici: bravo: all'angolo un'artra a corso Umberto, ar Banco ar Banco de Santo Spirito. “Er padre ce credeva, stavorta nun viè, diceva, e viè un giorno che je pija la fantasia salisce ma domani cala: e un po' consolidato cinque per cento, magara, da lo stato italiano! È un palazzo produttrici del nord. La questione a Liliana. Una difficoltà, un'angustia manco sapeveno che fusse. “Cambiali millecinquecento ar mese? “Mbè, l'idea E allora ... Lei, figlia unica: orfana bene, se faceveno compagnia tra nei gusti. Un certo riserbo. “La voja pe dispetto. E poi ... l'armistizzio pe forza! ... E quela povera bestiola Esonero no, ma insomma. Un cinturone sicché ... Nel diciassette, dopo du anni se trovava. Me so' messo ... in casa era come si fusse nostra, vojo dì mia e quer poterte mette in maniche te pare e piace.” Un gran desiderio carma, dopo il lavoro, dopo i treni, i treni, de poté fa er commodo suo: commodo suo: de nun dovesse incaricà Liliana, Madonna! guai a sentimme dì artro, ar posto loro, avrebbe cercato Ma in quella direzione ... un attimo sia pur lieve, del naturale rossore inzieme cor cappello novo, una busta cappello novo, una busta de cuoio nero da l'avvocati a faje capì la ragione, annava a finì ch'era un sottanone tutto, buttando all'aria tutte le carte, all'aria tutte le carte, de tutti li tiratori che doveveno tuttavia risalire a un par O forse è più facile ch'era l'idea ammàppelo!) che pijava la strada all'esplorare con quella perfezione tutt'a un tratto nun gli scappa gregoriano, secondo er su' Bedecche, er su' Bedecche, de tutti li cespugli de tutti li cespugli de Tivoli: una specie de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de mejo. Quanto a baiocchi, il Liliana: per facilitare la pelle, pelle de coccodrillo: de coccodrillo: de quelli propio da quelli propio da signori: che sicurezza a la banca, a l'agenzia la Commerciale che faceva cassette con un caveau de li li più moderni: a piazza fronte ar mercato, sotto li via Carlo Alberto. E poi però Santo Spirito. “Er padre de Liliana, er povero mi' socero, l'anonime, poi, nun c'è da dì sto fregno me lo buggero, consolidato cinque per cento, quello che te fa dormì tra du granito, lo stato, credeme a me: li baiocchi, se poteva dì tra circolante, un prestito, fusse commercio, nel mio giro lo sgommero, la pigrizia. madre: uno splendore! Ah, loro. Una certa modestia nei nun fa fatica a faticà per la guerra! E poi oramai Lulù, che nun voleva movese a cuoio, un pistolone: “da fa fidanzamento a momenti, lo socero: nun c'era artro da Liliana.” “Era il vostro nido, camicia quanno te pare e carma, dopo il lavoro, dopo i poté fa er commodo suo: de nun dovesse incaricà de tutti tutti li pasticci der prossimo. portalla via da li Santi Quattro! mejo. Ora lo capiva: troppo titubanza: un certo incremento, la faccia. Giuliano Valdarena cuoio nero de quelle che quelle che cianno certe vorte li chi è. Du scarpe nere nere pezza forte che pareva la tutti li tiratori de lo studio: lo studio: ma non era potuto mesi prima: ultime tutta quella bona roba Zagarolo. Fino alla maggiore cannocchiale tutto il poggio di vede sotto er sole a picco una tutti li cespugli de Tivoli: una Tivoli: una specie de schiena, schiena, in d'una specie de - Pag.0095.11 - Pag.0095.16 - Pag.0095.22 - Pag.0095.22 - Pag.0095.22 - Pag.0095.24 - Pag.0095.25 - Pag.0095.26 - Pag.0095.26 - Pag.0095.27 - Pag.0095.28 - Pag.0095.29 - Pag.0095.29 - Pag.0095.32 - Pag.0095.35 - Pag.0096.1 - Pag.0096.1 - Pag.0096.3 - Pag.0096.11 - Pag.0096.13 - Pag.0096.16 - Pag.0096.21 - Pag.0096.30 - Pag.0096.34 - Pag.0096.35 - Pag.0096.37 - Pag.0097.5 - Pag.0097.9 - Pag.0097.11 - Pag.0097.16 - Pag.0097.17 - Pag.0097.19 - Pag.0097.20 - Pag.0097.21 - Pag.0097.21 - Pag.0097.22 - Pag.0097.25 - Pag.0097.28 - Pag.0097.34 - Pag.0097.35 - Pag.0098.31 - Pag.0098.31 - Pag.0098.32 - Pag.0098.39 - Pag.0099.14 - Pag.0099.14 - Pag.0099.30 - Pag.0100.25 - Pag.0100.26 - Pag.0101.10 - Pag.0101.12 - Pag.0101.15 - Pag.0101.15 - Pag.0101.16 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 una specie de schiena, in d'una specie de schiena, in d'una specie de giacca dall'ambone di San Francesco: un par sarebbe andato a parare: co quell'occhi carmò, piano piano: e annò a sbatte de filato in testa ar diavolo, dove finì dove finì de sfogasse: quello zitto zitto, Rosa Taddei, paralitica all'ospizio femminili: qualche legato alle moniche alla nostra Italia”. Infine un borsino da 'o commendatore, da 'o dottore mentre al suo posto e nel suo letto ossia da la nonna (la zi' Marietta non il veggio, quel mucchietto d'ossa Nicotera, “fu rinvenuto” un ritratto con tegumento d'una lastrina d'oro, d'un cinabro vermiglione come striature i Valdarena: che da pupetto era bionno mese, la domenica e l'altre feste di aver ingemmato il dito a un conte aveveno principiato a toccà ferro, chi a toccà ferro, chi de qua chi della sora Amalia fonni fonni, cerchiati fonni fonni, cerchiati de du quarti che je daveno riscontro ai du quarti voler includere tra i corpi la fotografia oggetti sul tavolo insieme al ritratto nostra, semo tutti quanti una manica ... fisico, dico. Lei ce lo saprà mejo cugini, sa, lo vedevo bene ... lei viveva lei, dentro le sue viscere, le pareva viscere, le pareva de crede, le pareva conforto. Noia, noia, noia. Un pantano Genova, appena le mostrai le fotografia lei, dottó, nun ce crederà ... me pare a noi due, a Renata e a me, diceva, sei sano ... (come un corno Appena sposi, tu fai un figlio: me pare un figlio: me pare de vedello, me pare velarono gli occhi. Me prese pe le dita: de la mano destra. Guardò l'anello lì, l'anello der nonno suo: che questo i bisogni di un uomo, le necessità famme faticà. Sai che nun ciò fantasia Io me scansavo, nun volevo, feci l'atto nun volevo, feci l'atto de scappà, misi a momenti du mesi: er venticinque bell'oro che faceveno una vorta, prima scuro come la pimpinella, con du vene dito. Perché nun ciavevo più fantasia parola pe parola. Nun me riesce lei ero come il campione della razza: cosa che la faceva sragionare. Più forte un po' ar Ceccherelli, all'orefice de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de giacca de zappatore: con zappatore: con quattro gamme pormoni! Ce l'aveva co certe fora e co quela rabbia che filato in testa ar diavolo, dove sfogasse: quello zitto zitto, de sotto, chiotto chiotto, da la San Camillo: né l'Assunta Sant'Orsola, ad alcune ventimila lire al medesimo e lì 'e femmene, da l'avvucate 'e giovinotto, in famiglia, ossia da Liliana) ci si accucciava e ci zi' Romilda: la vedova Liliana: dentro, ner primo dietro, a rivoltallo fra li diti. corallo: quasi cagliato sangue, capelli: biondo rosso, dicevano. precetto. A Liliana l'aveva palazzo addormitosi a qua chi de là. “Quanto a là. “Quanto a Liliana, embè, du quarti de luna blu che je luna blu che je daveno luna d'oro che ciaveva agli Liliana, che però a buon conto Liliana, arrossì di colpo: don gallinacci che fa la rota. Ce me.” Ingravallo se mozzicò quella fantasia, se po dì: che crede, le pareva de capì ... che capì ... che quell'altro, noia. Da diventà matti.” Renata, mbè, no, nun posso diventà matto ... me fece crature ce n'avrebbe date corallo, dottó, questo lo dico vedello, me pare de sentillo ... sentillo ... Si nun l'hai già la mano destra. Guardò mi' madre, questo qui: mi' madre lo porto invece sur chi sposa. Prendi, intanto, fa fatica. Tieni! Io me scappà, misi de mezzo una mezzo una sedia ... Tieni! gennaio, me lo ricordo. Poi la guerra! Ma questo me l'ha corallo ... rosse! che pareno du vedemme st'opale in famija. dimenticà quela faccia. Come sta bella razza dei Valdarena. lei, creda, dottore.” Le Campo Marzio. A pijà sto - Pag.0101.16 - Pag.0101.16 - Pag.0101.27 - Pag.0101.32 - Pag.0101.34 - Pag.0101.35 - Pag.0101.35 - Pag.0103.1 - Pag.0103.11 - Pag.0103.15 - Pag.0106.20 - Pag.0107.21 - Pag.0107.22 - Pag.0107.24 - Pag.0107.26 - Pag.0108.10 - Pag.0108.17 - Pag.0108.30 - Pag.0108.33 - Pag.0109.34 - Pag.0110.4 - Pag.0110.4 - Pag.0110.38 - Pag.0110.38 - Pag.0110.39 - Pag.0111.9 - Pag.0111.11 - Pag.0112.3 - Pag.0112.6 - Pag.0112.9 - Pag.0112.11 - Pag.0112.12 - Pag.0112.34 - Pag.0113.30 - Pag.0113.36 - Pag.0114.5 - Pag.0114.9 - Pag.0114.11 - Pag.0114.11 - Pag.0114.24 - Pag.0114.25 - Pag.0114.34 - Pag.0115.13 - Pag.0115.15 - Pag.0115.16 - Pag.0115.16 - Pag.0115.20 - Pag.0115.33 - Pag.0115.38 - Pag.0116.3 - Pag.0116.15 - Pag.0116.34 - Pag.0117.2 - Pag.0117.33 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 testimoniare. Lui aveva avuto l'ordine la pietra nova co le cifre mie, ar posto poi gli portavo la catena. Mejo carta di mio padre: cioè, me spiego, padre m'ha fatto granne, era la nuora un nostro innocente segreto: er segreto il segreto ... fammece pensà, il segreto bone: che in un mondo un po' mejo in quel momento!), dovremo annà chi ), dovremo annà chi de qua chi la pipì senza arivortatte, a la facciaccia de tutti!” Don Ciccio sentì er bisogno ogni particolare l'incarico ricevuto più glittico, e in carattere gotico per modo in cera: prima della cifra, poi bellissimo, benché co quel tanto parlanno, sì che me ne buggero ne buggero de tutte ste superstizzione cavato fora dar castone suo, a forza le pinze, ho fatto un sarto dar barbiere pure Peppì: che ce stanno insieme tanti ce stanno insieme tanti de queli corni si gnente gnente je pijasse la fantasia l'aveva ridato a la signora dopo un par È questo, nun c'è dubbio: un brillante Oltre agli orefici, che furono ascoltati e addentellati, e cioè la nonna il Balducci medesimo, le du zie staveno ad annaspà da tre giorni chi annaspà da tre giorni chi de qua chi chi de qua chi de là pe trovà er filo Ma dopo le tre deposizioni a discarico più bona ancora del cassiere-capo cassiere-capo de la banca: der Banco Dar cartellino del conto (ai libretti de risparmio) risultò che il prelievo - dieci bricocoloni zozzi, lenticchiosi, portafojo a fisarmonica d'un pecoraro de Passo Fortuna o sur banco fracico o sur banco fracico de vino dell'oste ancora a Piazza Verdi. Che? ha paura saliva e che scegneva, e che aspettava in un odorino sincretico un po' come sincretico un po' come de caserma o der teatro Jovinelli: tra d'ascelle e anticamera! Madonna! più che ai piedi più che ai piedi de la gran torre che! neanche il presagio. In dieci anni bambini, a le belle serve tutte fronzute belle serve tutte fronzute de sélleri e serva, tutta la salute, tutte le cosce, le cosce, de dietro: dar momento ch'è 'a femmena romana, poi ...”: “semo di regalar lenzuoli doppi alle serve, de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de dallo a me, da Liliana, a me quell'altra: di attaccarmela anzi quella, capirà ...” “Venti mio nonno”: don Ciccio lo nonno Rutilio.” “La nuora, li cugini ... come nei romanzi! du anime bone: che in un questo qua ... mbè avrebbero qua chi de là, come delle foje là, come delle foje quanno tutti!” Don Ciccio sentì er scartoffià nu poco, sur tavolo. due mesi prima dalla povera dì: “il diaspro pe la catena, lo tutta la pietra, che sporgeva jella addosso che cianno tutti tutte ste superstizzione de la la gente: che pare d'esse in der pinze, senza manco toccallo co faccia pe disinfettalle coll'alcole: queli corni de corallo che si corallo che si gnente gnente je volemme jettà la bottega ... a giorni, “si m'aricordo bene, dodici grani dodici emmezzo a mattina, bisogna dì che la Giuliano, il Balducci li Banchi Vecchi, e zi' Carlo, e qua chi de là pe trovà er là pe trovà er filo de la la salvazione e tirallo fora, lui li tre orefici, ch'ereno già la banca: der Banco de Santo Santo Spirito. Dar cartellino del risparmio) risultò che il diecimila, Liliana l'aveva fatto quelli co la lebbra, che so' Passo Fortuna o sur banco vino dell'oste de li Castelli li Castelli - lei invece j'aveva li bacilli? Ha raggione! ... Una fora: e chi fumava, chi buttava caserma o de loggione der loggione der teatro Jovinelli: tra piedi, e d'altri effluvi ed olezzi la gran torre de Babele. Babele. Furono accenni (e matrimonio, a momenti, che, sélleri e de spinaci, in della spinaci, in della sporta, quanno dietro: dar momento ch'è de moda che cianno la mutanne compagnia, noi romani,” faje la dote pe forza, - Pag.0117.35 - Pag.0117.37 - Pag.0118.5 - Pag.0118.16 - Pag.0118.20 - Pag.0119.6 - Pag.0119.10 - Pag.0119.11 - Pag.0119.13 - Pag.0119.13 - Pag.0119.21 - Pag.0119.21 - Pag.0121.6 - Pag.0121.11 - Pag.0121.14 - Pag.0121.21 - Pag.0121.24 - Pag.0121.25 - Pag.0122.1 - Pag.0122.2 - Pag.0122.5 - Pag.0122.5 - Pag.0122.6 - Pag.0122.10 - Pag.0122.20 - Pag.0122.34 - Pag.0122.35 - Pag.0122.36 - Pag.0122.38 - Pag.0122.38 - Pag.0122.38 - Pag.0123.2 - Pag.0123.4 - Pag.0123.4 - Pag.0123.5 - Pag.0123.6 - Pag.0123.14 - Pag.0123.15 - Pag.0123.15 - Pag.0123.16 - Pag.0123.26 - Pag.0124.3 - Pag.0124.5 - Pag.0124.6 - Pag.0124.6 - Pag.0124.10 - Pag.0124.10 - Pag.0124.27 - Pag.0124.38 - Pag.0124.38 - Pag.0125.3 - Pag.0125.4 - Pag.0125.16 - Pag.0125.20 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 ar matrimonio chi nun aspettava nun aspettava de mejo: quela fantasia quela fantasia de volé piagne, poi, e si l'avessino fatto pe fa dispetto a lei, pe poi dije: “Vedi un po': c'è già er pupo! Er maschietto nostro scena a me, suo marito, p'una ragazza Ciccio, o credeva? pe la conoscenza generale (cacciatore, era! je pareva infangati e cani stracchi) e bisognoso finissimo! La postuma cartella clinica in gramaglie, e un paro d'altre zie, a sensibbilità diffusa , dunque: benché profumo d' 'a corolla; che la su' corolla oggi, meritato premio! sottoprefetto Gaspero: cioè no, mejo ancora! l'aspettativa o pe mejo dì la speranzella piuttosto riggida, pe èsse l'entrata sbrigativa, com'era ner desiderio com'era ner desiderio de l'utorità, che Con pochi preti davanti e un po' preti davanti e un po' de regazzine e dissero li giornali, e sopra tutto Verano, dopo avé sollevato un ber po' scocciate a pensà che a Roma, e merenna. A giustificazione dell'operato le undici undici e mezza, er maharagia Brahmaputra pe fa visita a l'Artefice fa visita a l'Artefice de li nuovi destini natale der medesimo, ch'è una bicocca sei o sette bracaloni co certe facce certe facce de cioccolata, co le brache quele parte, sarvo si fanno la penitenza puro loro ce l'hanno. Questo maharagia appizzato ch'era er più longo trammite le normali vie diplomatiche mannati puro in India, la speranza se trova er Tesoro, er mammone presumeva che quelle benedette esequie termine. Donde la giustificata prescia caricò su l'automobbile sua (pe modo Tanto al confessionale che all'altare primo e oramai superato imbarazzo aspettà: come si sperasse, un giorno, un giorno, de poté avé quarche cosa “provvisoriamente”, adottava pe modo la busta gialla, co li cinque sigilli Adottava provvisoriamente quel po' po' omai, un'infilata di perle. Una mejo credi”, ogni vorta, pur d'avé un po' pace in famija, p'un artro pezzetto. Pur ch'era in casa con quarche compagnia quele ragazze (manco sapeva chi ereno, la speranza era la paura, che ciaveveno: de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de mejo: quela fantasia de volé volé piagne, poi, e de soffiasse soffiasse er naso, che je pijava sposà, pe poi dije: “Vedi un quattro mesi c'è già er pupo! quattro chili: un chilo ar mese. Soriano ar Cimìno: una la signora Liliana: un po' era tornà co la lepre, fucile a sfogasse, dopo la botta: e Liliana venne poi integrata li Banchi Vecchi, pure quela sorta che Liliana ... se le loro, viceversa, era er naso, Lucunarol adnuenteI Firlocca, un sitarello delizioso, la polizzia, nun fecero fa un la primavera, né bella né l'utorità, che de tutto quer tutto quer pasticcio aveveno regazzine e de moniche, ma moniche, ma “con largo donne, che faceveno una coda porvere, dato ch'er catrame nun giorno, in d'un medesimo la polizzia, e delle autorità Scerpure, proveniente da le li nuovi destini de la patria, ed la patria, ed eventualmente a pochi sordi, però. Ciaveva cioccolata, co le brache de seta seta bianca indove le gamme diggiunà quarche mese ogni Scerpure, su la fronte, in tutta l'Asia e l'Uropa unite li consoli nostri, ch'er Capo poté visità er Policlinico e la lo Stato.I La visita era cosa la povera signora avessero omai l'Utorità, che verso le dieci si dì, uno scatorcio!), s' 'o portò la Madonna: oppure in la prima vorta (gita a poté avé quarche cosa de mejo: attendeva di giorno in dì. A parole, adottava: ceralacca. Tre volte j'aveva regazze: una teoria, omai, quell'artra. Quattro, se n'era pace in famija, p'un artro sapé ch'era in casa con quarche donne, mentre lui se la svignava che parte veniveno), s'era fa er pupetto prima der - Pag.0125.21 - Pag.0125.21 - Pag.0125.22 - Pag.0125.25 - Pag.0125.26 - Pag.0125.27 - Pag.0125.30 - Pag.0126.22 - Pag.0126.25 - Pag.0126.27 - Pag.0126.33 - Pag.0126.38 - Pag.0127.7 - Pag.0127.12 - Pag.0127.18 - Pag.0127.19 - Pag.0127.26 - Pag.0127.31 - Pag.0127.34 - Pag.0127.34 - Pag.0127.36 - Pag.0127.36 - Pag.0127.37 - Pag.0128.3 - Pag.0128.5 - Pag.0128.12 - Pag.0128.15 - Pag.0128.16 - Pag.0128.17 - Pag.0128.19 - Pag.0128.20 - Pag.0128.20 - Pag.0128.22 - Pag.0128.24 - Pag.0128.27 - Pag.0128.30 - Pag.0128.31 - Pag.0128.38 - Pag.0129.2 - Pag.0129.3 - Pag.0129.16 - Pag.0129.27 - Pag.0130.3 - Pag.0130.24 - Pag.0130.24 - Pag.0130.30 - Pag.0130.33 - Pag.0130.38 - Pag.0130.39 - Pag.0131.4 - Pag.0131.5 - Pag.0131.6 - Pag.0131.10 - Pag.0131.22 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 I La quarta, ora, la Gina beneficiava per tutte. Li carabinieri je fece fa, su le ginocchia, un par p'una volta officiavan loro, invece dei Balducci, e co quer materazzo dietro. Ma insieme co la polpa de vitella j'era cresciuta pure la voja j'era cresciuta pure la voja de rubà, e trovato una candela: una Mira-Lanza candela: una Mira-Lanza de Torino, doveva avella presa fori dar pacco novo dar pacco novo de cucina, che ce stava visitò la ragazza, je fece beve l'acqua un carmante bono pe certe fantasie tre vorte ar giorno, d'acqua antisterica antisterica de Santa Maria Novella Si titillò con tre diti il ciondolino previamente confortati a ricévela un bel vaglia bancario color verdemare la Ines, quella, dopo un po' bel giorno, propio quando le tenerezze aveva racimolato un corredo: un par un corredo: un par de valigge sane I Un rinnaccio il culmine d'una montagna a cono: quanto una regazza je po portà regazza je po portà de più pratico e e contropettine: quasi d'un apostolo quasi d'un apostolo de travertino, su la balustrata, sopra ar cornicione de San Giovanni Laterano. Dieci chili Giovanni Laterano. Dieci chili de ossi neri a correse dietro tutta la carovana der dottor Fumi, fin sotto a la greppia quattro gamme der tavolo: con dentro, tavolo: con dentro, de certo, du pezzi de certo, du pezzi de piedoni doppi de piedoni doppi de San Cristoforo La sua procace bellezza, la sua salute, bellezza, la sua salute, de diavola sua salute, de diavola de corallo dentro modi prepotenti”, quell'aria un po' un altrettanto pronto richiamo in cassa, con rispetto granne, da tutte le signore de la scala A, ma da quarcuna pure scale der palazzo co quela palandrana buono di levargliela. Le dimensioni di levargliela. Le dimensioni de le fette un tanto piede ce volesse un piedatra du fianchi in gloria, du seni un lampo stretto, che sfuggiva a punta, gran bona fija, credeteme: je piaceva confermò la moje der pizzicarolo Farfarello in corpo.” Ma una, ch'era de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de Zagarolo, ch'era la nepote in Tivoli aveveno già interrogato giri ar cappello, adagio adagio: la lingua), si arrese alla lana sotto, e l'imbottita sopra, vitella j'era cresciuta pure la rubà, e de dì bucie in dì bucie in proporzione. Torino, de quele candele toste quele candele toste d'allora: cucina, che ce stava de riserva, riserva, ne la credenza: pe cedro, ch'è un carmante bono li nervi, e quarche goccia, tre Santa Maria Novella de Bologna che la fanno distillà la catena d'oro, sul panciotto. ritorno da un bel vaglia quelli così psicotonici della tempo era andata a nozze: un Liliana le s'erano più valigge sane de biancheria co biancheria co li pizzi. Affetta, classe! Che manco la quelli coni che bucano le più pratico e de più gradito, a più gradito, a uno travertino, de quelli che stanno quelli che stanno in piedi su la San Giovanni Laterano. Dieci ossi de ditacci p'acciaccà le ditacci p'acciaccà le noci, in li bottoni da prete: che nun le scartoffie, fra le quattro certo, du pezzi de piedoni piedoni doppi de San San Cristoforo de sasso. sasso. “Mbè, la Virginia?” diavola de corallo dentro de corallo dentro de quela pelle quela pelle d'avorio, i suoi campagna, che rivelaveno, tipo automatico a punta dritta la scala A, ma da quarcuna la B, aveva creduto che beccamorto a faje caccià li le fette de don Lorenzo don Lorenzo j'aveveno dato la quer calibro. Del resto, marmo: du zinne toste che ce traverso, come una bugia fa la sfacciatella,” confermò via Vìllari: “Ah! la Virginia li monti de Pàtrica, je scappò - Pag.0131.31 - Pag.0131.32 - Pag.0131.39 - Pag.0132.3 - Pag.0132.19 - Pag.0132.22 - Pag.0132.23 - Pag.0132.23 - Pag.0132.28 - Pag.0132.28 - Pag.0132.29 - Pag.0132.30 - Pag.0132.35 - Pag.0132.36 - Pag.0132.37 - Pag.0132.37 - Pag.0133.5 - Pag.0133.11 - Pag.0133.12 - Pag.0133.19 - Pag.0133.23 - Pag.0133.27 - Pag.0133.28 - Pag.0134.19 - Pag.0134.23 - Pag.0134.27 - Pag.0134.28 - Pag.0135.4 - Pag.0135.4 - Pag.0135.5 - Pag.0135.6 - Pag.0135.6 - Pag.0135.8 - Pag.0135.13 - Pag.0135.14 - Pag.0135.15 - Pag.0135.15 - Pag.0135.15 - Pag.0135.21 - Pag.0135.21 - Pag.0135.21 - Pag.0135.23 - Pag.0135.30 - Pag.0135.35 - Pag.0135.35 - Pag.0135.37 - Pag.0136.3 - Pag.0136.3 - Pag.0136.5 - Pag.0136.6 - Pag.0136.14 - Pag.0136.18 - Pag.0136.19 - Pag.0136.22 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 597 598 599 600 601 602 603 604 605 606 607 608 609 610 611 612 613 614 615 616 617 618 619 620 621 622 623 624 625 626 627 628 629 630 631 632 633 634 635 636 637 638 639 640 641 642 643 644 645 646 647 648 649 650 corpo.” Ma una, ch'era de li monti der Cacchio, subbito ritirò la testa in d'occhi malinconichi, da paré un bove l'avrò intruppata pe le scale un par momenti, delle due l'una: o je dava vorta er cervello, o fussi che se credeva in una morsa, bocca contro bocca, che si chiama antilòbo, ancora puntato ancora puntato de quella coroncina ... un gioco. Allora aveveno cercato aveveno cercato de tiralla in chiesa, “ da tirà li schiaffi, come uno stornello, tutto er tempo, co l'occhi a la punta me pare a me che stamo a fa ecolalia: se distraeva, cor paternostro Domini ... nun aveva avuto er core aveva avuto er core de rifaje er verso er core de rifaje er verso de li canonici guardata in faccia, interrompendosi de cantà ... seduto alla destra e sugli occhi: impolpato dentro il letto lì a du passi, nun perdeva l'occasione e arette tutt'e tre da quer po' po' com'ereno, doppo che c'è stato a ritingere, che ce voleva er callaraccio suo padrino, con quarche sospetto cercando con la mano int' 'a pratica chella circolare speci-ale d' 'o ministero I Un furto d'un par pollarolo, ch'era quella che strillava più Ines aveva sostenuto e giurato, a furia la cacca, benché morto, sur tavoluccio e scarruffata, e certe calze! certe scarpe de pezza mezzo sfasciate, con un dito Che genere di clienti aveva? Ah, un po' tutti, e tutte: pe via in cantina? Sì, inzomma, ar piano sedici in su? Ah, ma puro quarcheduna capisce, si capisce. È naturale. Sabato ai protettori. Cicalò, sicché. sicché. De la maestra. “Maestra de cucito? Maestra sarta?” Maestra sarta?” Maestra de sarta e non in qualche caso merciara, impirica preventivi in genere: e anche in materia genere: e anche in materia de lavatura gratitudine. E aveveno er grugno pure dì che li Du Santi ... ereno ... un par Calunnie. Bocche sporche. Teppa tutti quegli énkete pénkete co 'a testa sur tavolino, e l'onorato agucchiare un'oliografia molto bella: un ber branco buco d'una tavoletta e coll'artre dita de l'istessa mano strigneva un mazzetto de Pàtrica, je scappò detto un de le spalle come intimidita de malumore: gialli, je s'ereno de vorte, ma nun la conosco pe de vorta er cervello, o fussi che se de dové fa la parte ar teatro. de sentisse er fiato der respiro in de quella coroncina ... de queli de queli denti! Ammàppeli! Così de tiralla in chiesa, “de faje dì de faje dì un po' d'orazzione de queli stornelli romani che se de le scarpe, merememè de tutto per faje pijà certe ff... de madreperla che j'aveva rigalato de rifaje er verso de li canonici de de li canonici de San Giovanni, de San Giovanni, all'ufficio? co la de cantà ... seduto alla destra de de monsignor Velani. Poi, dopo de la nonna sotto pingue de dimostraje la propria simpatia: de travicello d'uno sfilatino doppio, de mezzo l'impero. Il toccasana dei de Berzebù suo padrino, con de cavalleria dentro, per colmo de le belle donne, che teneva sul de l'interni, d' 'o quattordici de scarpe scompagnate a la de tutti, “in un primo tempo” de “me pozzino cecà si nun è de Paolillo: poca roba, in verità. de pezza mezzo sfasciate, con un de fora. Una ventata di selvatico, de tutti i generi! La de le carte. Ee, tra parentesi, che de sotto? Ah, ce teneva una de quindici. E li carrettieri? E li de sera. Ciannàveno un po' tutti. De la maestra. “Maestra de cucito? de cucito? Maestra sarta?” de sarta e non de sarta. Della de sarta. Della Pàcori: sì: della de guarì la sciatica per segreto de lavatura de la testa da fa de la testa da fa annà via li de dì che li Du Santi ... ereno ... de “nun zo se me spiego”, de campagna, che la notte va a de morto sur tavolino, e l'onorato de più d'una decina d'anni, le de regazze gnude, a la visita de l'istessa mano strigneva un de pennelli, da spennellà co la - Pag.0136.22 - Pag.0136.27 - Pag.0136.29 - Pag.0136.31 - Pag.0137.2 - Pag.0137.3 - Pag.0137.12 - Pag.0137.20 - Pag.0137.20 - Pag.0137.23 - Pag.0137.23 - Pag.0137.28 - Pag.0137.31 - Pag.0137.36 - Pag.0138.1 - Pag.0138.4 - Pag.0138.4 - Pag.0138.4 - Pag.0138.9 - Pag.0138.9 - Pag.0140.23 - Pag.0140.37 - Pag.0141.2 - Pag.0141.4 - Pag.0142.27 - Pag.0142.27 - Pag.0144.4 - Pag.0144.19 - Pag.0144.30 - Pag.0144.38 - Pag.0145.8 - Pag.0145.17 - Pag.0145.26 - Pag.0145.26 - Pag.0145.39 - Pag.0146.1 - Pag.0146.2 - Pag.0146.5 - Pag.0146.9 - Pag.0147.26 - Pag.0147.26 - Pag.0147.27 - Pag.0147.27 - Pag.0148.16 - Pag.0148.23 - Pag.0148.23 - Pag.0149.17 - Pag.0149.18 - Pag.0149.22 - Pag.0149.38 - Pag.0149.39 - Pag.0150.31 - Pag.0150.35 - Pag.0150.35 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 651 652 653 654 655 656 657 658 659 660 661 662 663 664 665 666 667 668 669 670 671 672 673 674 675 676 677 678 679 680 681 682 683 684 685 686 687 688 689 690 691 692 693 694 695 696 697 698 699 700 701 702 703 704 co la tintura nun se sa che pezzo braccio, che s'avvicinaveno in punta un lenzuolo da fantasma a du parmi parmi de distanza a lo scuro, e l'odor presenza d'una Forma invisibile. Forma invisibile. Forma de pecorino bono Forma de pecorino bono de montagna, Nel buio un trespolo. Una stufetta I Un cammino I Un cammino de quelli in mezzo a certi stracci! Una specie a certi stracci! Una specie de pilaccia Una specie de pilaccia de rame, che di casseruole a tutte genti: co la scusa maglieria, sartoria, pantaloneria, vino pantaloneria, vino de li Castelli e botte, la spina: due damigiane, li sifoni un po' più a sinistra. Un odorino più a sinistra. Un odorino de donne Mutanne, mbà! (Ce n'aveveno come d'obbligo, ma nun finiveno più con tutti i colpi dentro, e un par lontano, dal Torraccio, dalle ultime case dell'impero imminente, certi morti imminente, certi morti de fame certi morti de fame de ladruncoli per polsi quattro e due pacchetti a via Lanza, Ingravallo maturò alle sottostanti gerarchie: cioè a li vasi gerarchie: cioè a li vasi de coccio l'uno far parola, cor capoccione sur piatto, sur piatto, de queli spezzatini piatto, de queli spezzatini de muscolo a lui e al servito. “Un po' e al servito. “Un po' de stracchino? “Un po' de stracchino? De quello cenò di buon appetito a 'o tavolino che fungeva pure da maestro tetto o coperchio (er mezzo sfilatino mare, una cosa d'eccezione. A vedella gli meritava di metterlo. Doppo un par ” “Sposare un signore, un industriale signore, un industriale de commercio: j'aveva rigalato du perle. E il giorno una strega, una zingara. Du stelle nere paura. Ciaveveno come un'idea, dentro, un'idea, dentro, de volesse vendicà “No, l'ho veduta una vorta sola ... I “Dove?” “Mbè ... pe na strada sembrò alfine la verità. La “strada rigalate er fidanzato, ch'è un industriale e venne l'automobbili: più chiaro zingara ... Dove abitava? Dove stava Dove abitava? Dove stava de casa? “ de pelle, si gnente gnente j'avesse de piedi, muso a punta, sti fiji de distanza a lo scuro, e l'odor de de cacio a 'n chilometro, dar de pecorino bono de montagna, de montagna, de quando nun de quando nun c'era ancora de ghisa, na parigina.I Un de quelli de campagna: un callaro de campagna: un callaro in sur de pilaccia de rame, che de lì a de rame, che de lì a pochi anni de lì a pochi anni sarebbe caduta de facce la guerra a l'Inghilterra. de li Castelli e de Bitonto pure de Bitonto pure (una botte, la de gomma), cacio e fave, d'aprile, de donne de campagna in sottane de campagna in sottane corte. de più le montagnarde, a udir de lustrasse l'occhi. E quelle di de caricatori in giberna, de le Frattocchie, dalle Robine de fame de ladruncoli de de ladruncoli de biciclette, de biciclette, strulloni in ozio a de sigherette popolari, e un dodici de premura quelle che il Truce in de coccio l'uno de sotto all'artro de sotto all'artro che se le de queli spezzatini de muscolo de de muscolo de caucciù, povero don de caucciù, povero don Ciccio!, de stracchino? De quello de De quello de Corticelli che je de Corticelli che je piace tanto, de marmo: a via der Gesù: dal de cerimonie, a Santo Stefano, de sopra): sporgendo lui er labbro de fòri ... decorosissima: ma de mozzichi da cavajere la sua de commercio: de quelli che de quelli che stanno a Torino a de le candele, difatti, le portava a de l'inferno. All'Ave_Maria, de volesse vendicà de quarcuno. de quarcuno.” “Tu la conosci, de sera.”I “Dove?” “Mbè ... de campagna.” “Quale campagna? de campagna” si riuscì a de Torino: uno che compra e de così ...” “Lassate stà il de casa? “De casa propio ...” De casa propio ...” titubò ancora - Pag.0150.36 - Pag.0151.6 - Pag.0151.8 - Pag.0151.8 - Pag.0151.12 - Pag.0151.13 - Pag.0151.13 - Pag.0151.15 - Pag.0151.15 - Pag.0151.16 - Pag.0151.18 - Pag.0151.18 - Pag.0151.18 - Pag.0151.21 - Pag.0151.32 - Pag.0151.32 - Pag.0151.33 - Pag.0152.22 - Pag.0152.22 - Pag.0152.27 - Pag.0152.36 - Pag.0153.30 - Pag.0154.25 - Pag.0156.14 - Pag.0156.14 - Pag.0156.15 - Pag.0158.3 - Pag.0160.27 - Pag.0160.29 - Pag.0160.30 - Pag.0161.7 - Pag.0161.8 - Pag.0161.8 - Pag.0161.11 - Pag.0161.11 - Pag.0161.12 - Pag.0161.24 - Pag.0161.26 - Pag.0161.35 - Pag.0162.2 - Pag.0162.9 - Pag.0162.26 - Pag.0162.26 - Pag.0162.28 - Pag.0162.34 - Pag.0162.36 - Pag.0162.37 - Pag.0162.39 - Pag.0163.2 - Pag.0163.15 - Pag.0163.35 - Pag.0163.36 - Pag.0164.2 - Pag.0164.2 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 705 706 707 708 709 710 711 712 713 714 715 716 717 718 719 720 721 722 723 724 725 726 727 728 729 730 731 732 733 734 735 736 737 738 739 740 741 742 743 744 745 746 747 748 749 750 751 752 753 754 755 756 757 758 ce sta cuffianno. Questa va cercanno er mi' regazzo. Mo indove sta intruppato ar Traforo. Stava un po' ar Traforo. Stava un po' de qua un po' ch'è 'n po' più scura, pe via se chiama.” “Puro io ciò la coscienza grande? è piccolo? è biondo? è scuro da fa moro, si ciaveva la fantasia e di quest'altro, ciaveva avuto er core tenuto duro. Armeno quer ricordo! du schiaffi, embè? è stato un affare tra tre volte! quante so' le Perzone capelli; mejo addormisse a na panchina di far male ad alcuno, dopo tutto: solo la verità, la supplicaveno. Bella verità! che veniva propio dar core. Era propio dar core. Era de li fratelloni in testa, che vanno a fa l'accompagno vecchia, questa qui, ma co certi capelli m'avete preso? Starà là, in quarcuno là, in quarcuno de queli alberghi ” Don Ciccio assentì, co du decimi assentì, co du decimi de millimetro ser Paolo, o la stradiccia della fonte come je dicesse l'orazzione, o je dasse timpano. “Pareva dicesse l'orazzione: carcagni. Nemmanco er rosario doppio due punti neri, gli occhi, du capocchie diaframmando er bucio: su la pelle un riverbero giallo, da fa paura, come fa paura, come de certi fochi malsani, a tirà avanti, a casa, co quelo scarto a casa, co quelo scarto de galera filza di suggerimenti, o ammonimenti, “ dalla Zamira l'incarico? - da fringuello che aveva incontrato alla mescita creatura d'eccezione, d'aritrovasse a un appartamento novo: magari le moje, che cianno paura solo a l'idea solo a l'idea de toccalle, 'e varvole de la lettricità. Mamma mia! a costo “addó sta 'e casa?” “Da le parte Vittorio, però. Ma io ... nun so' pratica come avrebbe detto: “cià na camicia Marcia a la Scrofa, o a la funtanella sta co certe signorine, co certe poste trova quella che ce sta, vojo dì una quella te la trascina in una trattoria dar Bottaro, magara, a la passeggiata o a li Quattro Cantoni, da l'Aliciaro, tanto ce la fa a capì ... ch'è una fora, e che viè pure da lontano, e che so' toscani, m'ha detto: propio ch'è più caro, perch'è più arrinomato de fregà l'orbo.” Ingravallo de casa nun lo so. Gira sempre.” de qua un po' de là. Ma nun lo de là. Ma nun lo diceva, indó de le donne.” La ragazza de nun avé fatto gnente”: le si de capelli?” Combattuta fra de fallo bionno?” Nella trussa de menaje puro: e, come nun de tanto bene che s'ereno voluto! de noi: nun lo ponno carcerà pe de la Trinità ... le querci si de lungotevere, a Prati. Volevano de dì la verità, la supplicaveno. de fa carcerà la gente. La gente . de li fratelloni de la bona morte, de la bona morte, lo Sgranfia, de li morti: pe conzolà le vedove de stoppa!” Si rasciugò il naso de queli alberghi de lusso indó ce de lusso indó ce vanno li signori . de millimetro de mossa: der de mossa: der testone. “E de salute, verso Casa del Butiro. de li consiji boni: buoni a lui solo, de quelle che nun finischeno più, de la viggija ...” Come a de spillo. Propio se sarebbe detto de mezza faccia un riverbero de certi fochi malsani, de la zecca de la zecca del Frulla. “Insomma, de galera de mi' padre. Sicché de mi' padre. Sicché avevo da de fa girà er boccino a noi antre de chiama, o come la ciovetta sur de li Du Santi. Aggrottò la de petto un brigadiere delli de quarche vecchia bacucca,” de toccalle, 'e varvole de la de la lettricità. Mamma mia! a de pijasse magara na scossa. E de la stazzione, me pare: passato de queli posti.” Arrossì appena: de seta da signore: sissignori!” de Borghese. Si poi sta co certe de lusso ...” “Nun era pe te sola, de quelle ... che nun fanno tante de lusso: dar Bottaro, magara, a de Ripetta: o a li Quattro de dietro a San Carlo: o magari a de fora, e che viè pure da de razza scerta: che lui cià de la Toscana. Sicché, lì, te de lusso.” “Aggio capito,” - Pag.0164.12 - Pag.0164.33 - Pag.0164.39 - Pag.0164.39 - Pag.0165.13 - Pag.0166.19 - Pag.0166.31 - Pag.0167.10 - Pag.0167.38 - Pag.0168.3 - Pag.0168.7 - Pag.0169.23 - Pag.0170.7 - Pag.0170.10 - Pag.0170.11 - Pag.0170.21 - Pag.0170.22 - Pag.0170.23 - Pag.0171.21 - Pag.0171.27 - Pag.0171.27 - Pag.0172.6 - Pag.0172.7 - Pag.0175.23 - Pag.0175.31 - Pag.0175.37 - Pag.0176.1 - Pag.0176.23 - Pag.0176.28 - Pag.0176.29 - Pag.0176.29 - Pag.0176.38 - Pag.0176.38 - Pag.0177.7 - Pag.0177.17 - Pag.0178.32 - Pag.0179.12 - Pag.0179.22 - Pag.0179.26 - Pag.0179.26 - Pag.0179.27 - Pag.0180.17 - Pag.0180.18 - Pag.0180.35 - Pag.0180.39 - Pag.0181.1 - Pag.0181.15 - Pag.0181.17 - Pag.0181.17 - Pag.0181.18 - Pag.0181.20 - Pag.0181.20 - Pag.0181.22 - Pag.0181.24 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 759 760 761 762 763 764 765 766 767 768 769 770 771 772 773 774 775 776 777 778 779 780 781 782 783 784 785 786 787 788 789 790 791 792 793 794 795 796 797 798 799 800 801 802 803 804 805 806 807 808 809 810 811 812 è? E stanno a via Veneto. All'archi de porta Pinciana, stanno! sti fregni. nun so dove annà a magnà un po' carte, certi bolli: che tutte l'osterie perché lui m'aveva fatto persuasa lo sa? perché non c'era più l'interesse Lei è na stregaccia, na mignottaccia stregaccia, na mignottaccia de carriera Si è che so' quattrini, poi, è capace parte, se po capì. Un maschietto J'arisponne che vadano da un artro. ce mettete gnente, artro che un tantino puro lui, ner palazzo indove sta I Un ber maschio: più furbo sempre co la fifa addosso, quello, come però: tra 'r chirichetto e er cascherino, e er cascherino, de quer fornaro giusto l'artra domenica, er tredici ar zinale: è uno che sa fa li giochi qua. Perché, poi. Mbà! Sempre pieno misteri! Una pagnottella co un pezzo però. Quela befana era puro capace Maria Maggiore, nun la finiva più boni che me so' magnato: un po' so' magnato: un po' de sostanza prima la specie, s'era qualificato, da un par d'una pignatta! ebbe er grugno pure de fasse sentì puro lui: alli ventitré spiaccicato a terra, che la catena all'Olio: e che d'allora in poi, bianca sul mento come una cucchiarata a chiamalle, si me guardate la bottega: hi, ci avemo pure li fastidi nostri ... moje, lei?” la sguaiata! “Un par patriottico, che cià fatto tanto piagne, je capiterà, no, d'avecce un po' capiterà, no, d'avecce un po' de mal avecce un po' de mal de testa. Er mal dì ... sarà stato er mese scorso, prima “Che posso avé a mente ... le lune altri favoleggiavano e più d'uno pe via e più d'uno pe via de la lettura di quell'altra mano: una specie mano: una specie de grattatina o del sole, traverso i vetri, e accennò I Lei lo saprà mejo si è che ha studiato la lunatica come l'ho studiata io, pe pijà le carte sentenziosa: “Candelora candelora la macchina, “aveva perfino smesso per saper battere a macchina un par di subire, indifesa, lei una povera fija riggalato n'amica mia che è in parola brigadiè, che potevo sapé io ... si era de De de de de de de de de de De de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de De de de de de de porta Pinciana, stanno! sti qui nun è lontano. Sfido, io! pane: ch'a momenti me butto a Roma le sa a memoria, che venì via: lei, sicché, diventò na mezzo. Lei è na stregaccia, na carriera de campagna. Perfino campagna. Perfino in Africa, è scannà puro er padre cor quela sorta! Pe gnente, propio lavorà pe la gloria dice che pacienza. Basta che state casa la contessa veneziana.I nun so chi! sempre co la fifa nun poté falla franca, se quer fornaro de laggiù.” “E laggiù.” “E chisto sarebbe 'o sto mese, che stava co la prestiggio: co quell'occhi, misteri! Una pagnottella co un porchetta col rosmarino. C'era menaje, si se n'accorgeva. Già dondolasse ... pe facce avé sostanza prima de cascà qua. cascà qua. Manco male!” Il giorni, per un ronzìo reale e fasse sentì puro lui: alli marzo! Il brigadiere premé l'acquedotto claudio legasse ... jure decreto, si studierà calcina, e capelli fitti fitti insino voi me fido!” sorrise quanno in quanno, che ce l'ha sorelle? manco quelle? ... che Natale, in Libia, ad mal de testa. Er mal de testa, testa. Er mal de testa, noi testa, noi donne, ce l'abbiamo questo. Mo che ce penzo, semo tutte le ragazze? Me pare na la lettura de la mano avea la mano avea pratica), si grattatina o de massaggio massaggio inferta o praticato fora co la testa, “con queste me, sor marescià, si è che ha tutte le temperature der clima, diplomata chiromante,” e l'inverno semo fora. Ma se fa l'ovo. Oggi magara nun c'è fogli, si dava tante arie: campagna, quel sopruso.I La comprallo da na donna: me l'ha la contessa ch'hanno - Pag.0182.1 - Pag.0182.2 - Pag.0182.14 - Pag.0182.32 - Pag.0183.9 - Pag.0183.14 - Pag.0183.15 - Pag.0183.15 - Pag.0183.17 - Pag.0183.21 - Pag.0183.22 - Pag.0183.24 - Pag.0184.6 - Pag.0184.7 - Pag.0184.8 - Pag.0184.13 - Pag.0184.13 - Pag.0184.25 - Pag.0184.29 - Pag.0184.33 - Pag.0184.33 - Pag.0184.35 - Pag.0185.1 - Pag.0185.14 - Pag.0185.14 - Pag.0187.23 - Pag.0191.9 - Pag.0191.10 - Pag.0191.22 - Pag.0192.2 - Pag.0196.8 - Pag.0201.12 - Pag.0203.29 - Pag.0203.39 - Pag.0204.3 - Pag.0204.18 - Pag.0204.18 - Pag.0204.19 - Pag.0204.36 - Pag.0204.38 - Pag.0205.11 - Pag.0205.12 - Pag.0207.18 - Pag.0207.18 - Pag.0209.2 - Pag.0209.5 - Pag.0209.6 - Pag.0209.7 - Pag.0209.10 - Pag.0209.16 - Pag.0210.19 - Pag.0210.22 - Pag.0211.6 - Pag.0211.16 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 813 814 815 816 817 818 819 820 821 822 823 824 825 826 827 828 829 830 831 832 833 834 835 836 837 838 839 840 841 842 843 844 845 846 847 848 849 850 851 852 853 854 855 856 857 858 859 860 861 862 863 864 865 866 fece lei: “me pare che questi modi so' lavora qui. Da un pezzetto se parlava se parlava de coralli da mette ar collo, ” “Quale passaggio?” “Pe la strada passaggio?” “Pe la strada de Castel a sinistra, fino ar passaggio a livello I La bicicletta era na scatola cro cro nei mozzi. Pareva la macchina che sembrò significare: “'acci tui e la ripa che in quel punto, al di là preso su, da un banchetto, una specie ha preso? ma che t'hanno fatto?” e t'hanno fatto?” e de sotto da un par sotto da un par de borse a cilindro una par de borse a cilindro una de qua una sur grugno e nun potenno annà la rabbia che cià dentro te la spara che tenete, gli orecchini della festa.” “ occhiolini bigi incastonati ne la sugna i tre giacigli, che pareveno le cucce sugna e patateria, quele du capocchie che v'erano infitte come in un ovo robba da donna, un gilè, un par un Ginori. “Ah Gesummio! le noci rimossa un poco la lucente scheggia probabilmente: una riserva segreta gèmine ciliegie tra i gambi geminati litoranea, torno torno la base del Pâo c'è stata sempre: ce tenemo un po' pe nun lassà capì quale era gnente fosse, ma approfittava tratanto facilitazione d'esse un pollo, guardava der cavolo: a te nun te se sposa è nascosto. Lui ne capiva poco La donna è un gran mistero, diceva a le Frattocchie, dar marinese, seduto Le donne bisogna studialle bene prima comunque, ecco, era finito ne le mano era dolce), p'annà fino ar casello Quela pistolaccia che manco s'insognava le gote, gli occhi. Er maresciallo grosso a capì? a induvinà ogni cosa? Pe via poi, come aveva fatto a sapello? così fratta, là, propio, indove s'ereno detti Embè nu je conveniva manco a lui E poi nun era tipo che je piaceva un giorno sì un giorno no. Camilla, treno. Clelia? A Clelia queli stangoni da poté ballà co tutti quanti e dì “O è magara un'altra bucìa porca che arrancava sulla sua musica, “ piemontese der diavolo, che j'aritìntica costi? No: Clelia manco se lo imaginava la spia. Scarpinava, p'aritrovà un po' de prepotenza.” “Chi te l'ha de coralli da mette ar collo, de de scioccaje pe l'orecchie. Je de Castel de Leva, fino ar ponte: de Leva, fino ar ponte: poi, a de Casal Bruciato”: sembrò una de musica, con un cro cro nei de li denti rotti da sgranocchià de tu' nonno in carriola! propio de la cunetta, segnava il rilevarsi de stennarello p'allargà la sfoja, de sotto da un par de borse a de borse a cilindro una de qua de qua una de là, come ciavesse de là, come ciavesse li baffi a de corsa, da la polagra, la rabbia de fora dar naso; e a l'istesso De la festa? Nun ciò coralli, e de le parpebre, con l'avara de tre cani, e un minimo stipetto de spilla che v'erano infitte come de mollica, du zigomi tonni che de carzoni lograti ne franarono de mi' nonna!” gridò la de lo specchio. Il manovratore si de la nonna. Postosi dall'altro de le consorelle coppie: i pendagli, de Azucar. Quelle gioie, in quel de robba.” “Bella roba! dillo chi de le tre, e chi era: essendo de la facilitazione d'esse un pollo, de fianco, propio come fanno li de sicuro.” “Me lo vòi pijà co de le donne. La donna è un gran de domenica a le Frattocchie, dar de traverso, e d'istate sotto frasca de comincià, sentenziava a li Du de li carabinieri, “maledetto chi de Casal Bruciato a mette l'ori da de sparà la teneva pe difesa: e de Marino, e si detergeva il de la sciarpa, va be': ma la de punto in bianco? E che lei e de sì? O che je l'avesse de parlà tanto. E poi nun era de parlà. Più che nu e bu nun de certo, nun doveva avé fiatato, de carabbinieri je piaceveno: je de sì a uno ar mese, era chiaro: de questo,” e sbirciò il Pestalozzi de sto piemontese der diavolo, che de passà maresciallo a tutti li de poté fa la spia. Scarpinava, de minestra la sera, e un lettino, - Pag.0211.22 - Pag.0211.29 - Pag.0211.29 - Pag.0214.28 - Pag.0214.28 - Pag.0214.29 - Pag.0217.20 - Pag.0217.21 - Pag.0217.34 - Pag.0218.27 - Pag.0220.11 - Pag.0220.20 - Pag.0220.20 - Pag.0220.21 - Pag.0220.21 - Pag.0220.26 - Pag.0220.27 - Pag.0224.35 - Pag.0225.19 - Pag.0225.39 - Pag.0227.16 - Pag.0227.17 - Pag.0227.31 - Pag.0228.1 - Pag.0229.5 - Pag.0229.22 - Pag.0231.13 - Pag.0232.28 - Pag.0234.31 - Pag.0236.15 - Pag.0236.24 - Pag.0236.25 - Pag.0241.29 - Pag.0242.8 - Pag.0242.9 - Pag.0242.10 - Pag.0242.12 - Pag.0242.29 - Pag.0243.12 - Pag.0243.17 - Pag.0243.28 - Pag.0243.30 - Pag.0243.32 - Pag.0244.1 - Pag.0244.4 - Pag.0244.5 - Pag.0244.9 - Pag.0244.13 - Pag.0244.14 - Pag.0244.17 - Pag.0244.18 - Pag.0244.19 - Pag.0244.20 - Pag.0244.21 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 867 868 869 870 871 872 873 874 875 876 877 878 879 880 881 882 883 884 885 886 887 888 889 890 891 892 893 894 895 896 897 898 899 900 901 902 903 904 905 906 907 908 909 910 911 912 913 914 915 916 917 918 919 920 che la spia fusse lei! Era capace dì? Lui er dovere suo era quello, era d'argento. “Nun cià che quela fantasia “e soprattutto ...: nun me facci parlà facci parlà de ste cose, ce lo sa mejo casa, e loro ... loro se la sbrojaveno e pe faccia un ovale, come l'ovo tutti sti mosconi che ciavemo attorno, er fidanzato tuo. Va', va': che sei gridò Lavinia inviperita, “eri stufa la spia, hai da dì la verità, perché venneveno la porchetta su le bancarelle se po dì. Col timo e co li fiocchetti ne parlamo, e il contorno o il ripieno pochi fornelli superstiti, l'odore stesso a lui, ar Biondone, ma senza dà segno bionno scuro, co quaa lobbia distanza co le mano in saccoccia: era de sicuro uno che ciaveva la fantasia la porchetta, signori! la bella porca la bella porca de l'Ariccia co un bosco l'Ariccia co un bosco de rosmarino in in de la panza! Co le patatine nella grascia della porca). “Patatine l'ova toste pe l'insalata. Mejo dell'ova è tutto vostro. La bella porca a balia a la macchia: a la macchia l'emo portata, a mmagnà la ghiandola principe Colonna! Der gran principe pe mare e pe terra a la gran battaja de Lévati da li piedi! Che ar domo ancora le bandiere! co la mezzaluna arrosto cor rosmarino! e co le patate e novanta l'etto ve fate na magnata comprimere le risa, “na mezza libbra so che ce n'avete un sacco in saccoccia, erano rizzati ai fianchi du figuri, du tipi tipi de pizzichini un ber po' più scuri un ber po' più scuri de lui, uno po' più scuri de lui, uno de qua uno se stesso, ma abbassava la voce sempre cera e se strugge tutto, in un lago pe tre. Sicché, capirete: quanno capì si io, senza disturballi a venì di un foglietto quei dati co un pezzetto ereno venuti a stà a Roma, sì, fori mezzo a l'erbaggi se po dì, una strada a le baracche. Lì stemo noi, prima Lì stemo noi, prima de la ferrovia: che giù tra le canne fino a la marana tipo: “Chissivede! be'? che fai c'era un passaggio tra le bancarelle tra le bancarelle de li pesciaroli e che stanno a mare, nun parlamo de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de de guastaje l'ossa.” E girà in motocicletta giorno e scappà tutto er giorno co la ste cose, ce lo sa mejo de me, me, sor maresciallo.” fori in un sentiero. No, il legno da rinnaccià le carzette. sti giorni, a crompà da fumà. quelle, tu, che si vonno un daje sordi. E siccome eri stufa, le spie buggiarone come sei te piazza, quela mattina, ce n'era rosmarino, e l'agli nun ne patate co l'erbetta pesta. Ma il l'inverno fuggitivo. Su molti vedello: quer capoccione cavadenti specialista che je sicuro uno che ciaveva la magnà la porca, ma si nun l'Ariccia co un bosco de rosmarino in de la panza! Co la panza! Co le patatine de staggione!” (la staggione se la staggione, sori cavajeri e li capponi so', ste patate. V'oo li Castelli! L'emo portata a balia Galloro, l'emo portata, a l'imperatore Calìgula! la Marino e d'Albano! ch'ha vinto Lévati da li piedi! Che ar Marino ce stanno ancora le li turchi, ce stanno! La bella staggione!”: e dandosi requie porca, che vostra moje porchetta?” E sottovoce a lei, baiocchi. Famo annà via la pizzichini un ber po' più scuri lui, uno de qua uno de là, qua uno de là, come i silenti là, come i silenti gendarmi più, “a por-ca,” sillabò puzza, co un codino fritto ner che gente se trattava, era scorta. Sei Lanciani, Lanciani làpise, rintascò. Pareveno tre Porta Latina, in mezzo a campagna che c'è appena un la ferrovia: che de qua,” fece qua,” fece il gesto, “se scegne la Caffarella.” “Una bello da ste parte?” li pesciaroli e de li pollaroli, li pollaroli, indove che l'arselle. Il tipetto, e lui stesso - Pag.0244.25 - Pag.0244.34 - Pag.0244.37 - Pag.0245.10 - Pag.0245.11 - Pag.0245.23 - Pag.0245.35 - Pag.0246.4 - Pag.0249.23 - Pag.0249.30 - Pag.0249.35 - Pag.0253.7 - Pag.0253.9 - Pag.0253.10 - Pag.0253.29 - Pag.0254.20 - Pag.0254.21 - Pag.0254.23 - Pag.0254.24 - Pag.0254.26 - Pag.0254.26 - Pag.0254.27 - Pag.0254.27 - Pag.0254.30 - Pag.0254.32 - Pag.0255.2 - Pag.0255.3 - Pag.0255.4 - Pag.0255.5 - Pag.0255.7 - Pag.0255.7 - Pag.0255.8 - Pag.0255.10 - Pag.0255.16 - Pag.0255.19 - Pag.0255.28 - Pag.0255.37 - Pag.0255.38 - Pag.0255.38 - Pag.0255.38 - Pag.0256.4 - Pag.0256.7 - Pag.0256.10 - Pag.0256.18 - Pag.0256.35 - Pag.0256.39 - Pag.0257.1 - Pag.0257.4 - Pag.0257.4 - Pag.0257.5 - Pag.0257.20 - Pag.0257.27 - Pag.0257.27 - Pag.0257.29 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 921 922 923 924 925 926 927 928 929 930 931 932 933 934 935 936 937 938 939 940 941 942 943 944 945 946 947 948 949 950 951 952 953 954 955 956 957 958 959 960 961 962 963 964 965 966 967 968 969 970 971 972 973 974 molli d'un argento-chiaro madreperla aria, tutto cioè mezzo: e i bianchi cespi na grattatina in testa, una ripassatina con quei soffi e quele strombate era lui, se po dì, er sostegno sopra com'un bufalo: co 'a scusa mercordì ventitré marzo, er giorno la signora Celli si fece il segno sor dottó: me pare 'n maestro e ancora pe telefono, all'undici Sganghenata e sfiancata, du fojacci de bandone pe parafanghi ripitturati appena se moveva come du foje broccolo fori da la sporta mezzo vota come scarpe vecchie, con tanti bubboni ai tempi, e agli eventi, e all'istruzione signorini che aveva menato a spasso pallori di lèmuri di più d'un morticino della fotosfera. E aviva pure ottenuto ve dico quaa locomotiva. La barcaccia quaa locomotiva. La barcaccia de piazza che intrupparono ciaveveno già voja la frizione faceva caràche a ogni svorta tangheggiò e rollò ne le pozze pe più riemerse che sembrò pitturata in pelle in pelle, tuttavia, na specie vai della gente, l'andirivieni dei carri, il suo gabbione, la campana grossa poco dopo ce correveno, c'un pacco su la canofiena sua, quer segnale mollava con tutto er core, a ogni corpo cor quattro pronto. Lei, la nonna dei geloni sulle aste. Cor gran ritratto muro: un grugno, perch'era nato scemo, nato scemo, de volé vendicasse circondarono a Marino la macchina “ sotto il riccioluto parruccone una specie parruccone una specie de muso trent'anni. La macchina d' 'a questura a dolco, dava gli auspici del grano, la battaglia del grano e del granone e La Crocchiapani abita là, in una saranno venticinque minuti: e annà si lei volete, s'incrocia su la strada s'incrocia su la strada de la Solforata e la strada de la Solforata e de Pratica dì tanto. Co la machina una quindicina aveva procurato du strizzatine lei, si lo sa. C'è una donna lo sa. C'è una donna de qui, C'è una donna de qui, de Tor si è che non viè quarche vicina, quarche vicina, de chelle ch'avrete visto rigatino a metà le tibie, con du scarpe de li calamari (così delicatamente de la lattuga romana, o insalatine de tre ogne sull'occipite-jungla, de naso, come di foca venuta a de tutta la famija. Ella annullava de la prescia cro cro cro, in un de San Benedetto zappatore, de la croce, “ora et labora pro de scola.” E intanto gli batté de sera, ne stava intrattenendo il de bandone pe parafanghi de nero cor pennello, tutti a onde, de broccolo fori da la sporta de la serva: co no sportello che de fora che pareveno l'ernia de quelli signorini che aveva de carriera, diceva omai per non de tre mesi, col codonzolo tutto de fa benzina, Ingravallo, bussa e de piazza de Spagna che va a de Spagna che va a spasso. Filò de schioppà: la frizione faceva de strada, a 'gni cane che se de cento metri, schizzò melma ne de fresco: un ber bagno color de prurito per entro la chiarità de le biciclette. Ed emerso allora de li scolari principiò dondolare de vocabbolari: e quarcuni anche de calabrone a pendolo t'oo de tutto culo che je dava, da de tutti, scopriva di sua carezza de Quer Tale appeso al muro: un de volé vendicasse de tutti. de tutti. Alcune facce incuriosite, de la polizzia romana” quando la de muso de bulldogghe, già de bulldogghe, già illustrato più de Roma: con una gomma erniosa de la battaglia del grano e del de le impennate del Somaro se de quelle case che vedete, il de bon passo. Ma se bagnamo de la Solforata e de Pratica de de Pratica de Mare: sicché, p'er de Mare: sicché, p'er Palazzo, de minuti.” “E va buò,” disse de mascelle: “a Tor di Gheppio, de qui, de Tor de Gheppio, che de Tor de Gheppio, che m'aiuta a de Gheppio, che m'aiuta a stà de chelle ch'avrete visto de fori.” de fori.” “Chi è, come si chiama?” de pezza senza lacci (e, dentro, li - Pag.0257.31 - Pag.0258.3 - Pag.0259.26 - Pag.0260.5 - Pag.0260.17 - Pag.0261.9 - Pag.0261.12 - Pag.0261.14 - Pag.0261.21 - Pag.0261.28 - Pag.0262.5 - Pag.0262.6 - Pag.0262.8 - Pag.0262.9 - Pag.0262.13 - Pag.0262.17 - Pag.0262.18 - Pag.0262.30 - Pag.0263.5 - Pag.0263.14 - Pag.0263.14 - Pag.0263.16 - Pag.0263.17 - Pag.0263.19 - Pag.0263.23 - Pag.0264.7 - Pag.0264.10 - Pag.0264.15 - Pag.0264.25 - Pag.0264.31 - Pag.0264.32 - Pag.0265.5 - Pag.0265.12 - Pag.0265.13 - Pag.0265.14 - Pag.0265.18 - Pag.0266.12 - Pag.0266.12 - Pag.0267.2 - Pag.0267.18 - Pag.0267.18 - Pag.0268.28 - Pag.0268.38 - Pag.0269.10 - Pag.0269.10 - Pag.0269.10 - Pag.0269.13 - Pag.0269.15 - Pag.0272.3 - Pag.0272.3 - Pag.0272.3 - Pag.0272.5 - Pag.0272.5 - Pag.0273.12 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 975 976 977 978 979 1 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 dell'impero quinquennale. I due ceri, quinquennale. I due ceri, de qua e more. Patì a quer modo, e senza mezzi I “E cià pure la ciambella na parola: me sa che nun patisce più, De 2 il regio notaio dottor Gaetano tutti e due. Il Balducci conosceva il de' 58 di sogni, rincasando ... ecco dai cantoni catapecchiucola delle più tignose a via di che lui doveva spremer notizia annidano di preferenza tra San Luigi Santa Chiara, sotto ai due globi pallida indiscrezione cioè mezza parola o di Roma pure, che anche lì a via “ o bberbante o ttraddetori, “ l'arma “ l'arma de' tortuosi chiassetti, ar vicolo de la Bucimazza, a via severità o almeno alla faccia severa l primum vivere)I a lastricare parrucca, osservando gl'instituti migliori nel disprigionare pathos dal pelame nel più vasto e nel meno prevedibile in quelle ore della notte incredibile e del Beccaria! L'Urbe, proprio al tempo L'avrebbe comprata smessa a Campo delle consorelle. Guarda tra i fiori in pena, o un po' ripentite magari bulbi così dolcemente rotanti, ognun il Di Pietrantonio, aiutandosi infuriando uno stravento equinoziale ruvidezza aspra e l'arruffio tempestoso più in più costituì l'argomento principe con la mano, come noiate, il viluppo della fronte, sotto la pergola scarruffata Fabrizio Santarella, bah, l'uno un giorno a subaffittare, in ragion e della paga, una esuberata porzioncina perseminato l'Italia del seme raro quel ritornello così caro a tutti i cuori lungo il rintronare e l'accorrere Ingravallo in suo sentire. “Nel novero volgendosi a Fumi come al più benigno sotto un lampione sfasciato per il clivo e tanto meno trattenerlo. “Ma in fin ” e il dottor Fumi agitò l'occhiello scotendone il capo, della certezza Schizzinosa e di tutto lo svolazzo la sciarpa: verdissima: e nel ribollire cupole, torri: oscure macchie doma. Roma cova. In sul pagliaio de de de de de qua e de là, sembravano là, sembravano attendere di denaro. Er sedere, parlanno co gomma,” sospirò, “che senza gnente po più patire”: si - Pag.0273.28 - Pag.0273.28 - Pag.0275.18 - Pag.0275.22 - Pag.0275.26 De Marini a via Milano: 292. De Marini, alle prestazioni del - Pag.0099.33 - Pag.0099.37 de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' de' - Pag.0026.23 - Pag.0038.13 - Pag.0040.1 - Pag.0041.6 - Pag.0041.18 - Pag.0048.38 - Pag.0071.25 - Pag.0072.27 - Pag.0072.27 - Pag.0077.1 - Pag.0080.25 - Pag.0080.29 - Pag.0080.36 - Pag.0081.4 - Pag.0082.19 - Pag.0089.20 - Pag.0094.4 - Pag.0095.10 - Pag.0107.13 - Pag.0124.14 - Pag.0132.5 - Pag.0141.15 - Pag.0142.31 - Pag.0148.8 - Pag.0148.31 - Pag.0152.17 - Pag.0153.6 - Pag.0154.22 - Pag.0155.2 - Pag.0155.3 - Pag.0158.26 - Pag.0159.7 - Pag.0159.16 - Pag.0165.28 - Pag.0166.39 - Pag.0167.39 - Pag.0168.12 - Pag.0173.5 - Pag.0173.10 - Pag.0178.17 - Pag.0188.18 - Pag.0191.19 - Pag.0191.32 palazzi e dai marciapiedi le Querceti, a metà, soto el fatti, ed eventuali referenze Francesi e la Minerva. due alberghi, fino all'elefante due agenti, specie er Biondo, Merli, a quel migragnoso tortuosi chiassetti, de' pisciosi pisciosi vicoletti, pareva Fienili: quanti nun ne littori, aveva però già preso più verbosi buoni propositi la romani e i più giudiziosi e suoi trovieri capelluti, o suoi fazzoletti da naso. La suoi tribolati consigli, dopo le suoi accessi di buon costume e Fiori, in mancanza de mejo. giardini i bambini delle altre: trascorsi loro, non appena due in parallelo con l'altro, ne' lucidi occhioni, che nella non più strulli con pioggia in capelli, e le rughe parallele e ricorsi alla di lei arte.I Non ricadenti capelli. Ma in capegli, ch'eran grigi e duri, due centauri della Tenenza tempi e dell'opportunità e penetrali, quella che volgeva ad loro ammonimenti, dei loro soci vitalizi motociclisti: Avanti, venenti chilometri: dal fortunati e felici, anche lui!” due principali inquisitori, “c'è Publicii, a Rocca Savella, conti posso stà sicura che due diti, estrinsecato il padri, delle madri. “'A suoi cipriati cupidoni. “Quella bisbigli erano del pari venuti a pineti. Altrove cinerina, decreti sua. Un giorno viene, Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 l'andirivieni dei camerieri in bianco e sbrancandolo fuori dalla frotta e iscarnito dal rimanente branco modo. Per ciò che è dell'iconografia grattatina in testa nel rigoglio prunoso opere e fatti ... in soccorso dell'anime, I Lei ritentò il sorriso, il più lascivo nuovi acuti parossistici, un volo a vela la porta: la porta di strada. La luce in ansimo, annunciava il lùbrico gioco tra incisivi radi e scontorti e la ferità di belva, quasi a invocare il beneplacito le zazzere e gli occhi lucidi e le bocche L'idea che fosse residuata al drappo ( in lei, a lato il moribondo autore de' sifoni diacci e delle fistule, de' ditonzoli meno elevati in de' mignoli è resa preclara dalle de' duo santi, e dei santissimi de' nerissimi, un nono de' cuori bisognosi: che a lei de' suoi: richiamò le bave, de' più riusciti, un record: sempre de' suoi occhi mutò, si fe' cattiva, de' manovellismi su su su fu fu fu de' canini e licenziava fuor dalle de' superni Bestioni, gli iddii di de' più impudenti ed allegri, o d'un de' sedili) qualche deiezione de' suoi giorni, che avrebbero ad - Pag.0193.7 - Pag.0196.24 - Pag.0197.28 - Pag.0198.4 - Pag.0202.5 - Pag.0202.19 - Pag.0203.13 - Pag.0205.32 - Pag.0212.10 - Pag.0219.4 - Pag.0221.5 - Pag.0221.9 - Pag.0222.6 - Pag.0262.33 - Pag.0276.24 1 2 dea 2 dopo il diuturno sovvento dell'astata dalla signora Liliana! Il campo della dea delle aste, perfuso alfine del dea nera e silente, per lei, ch'era - Pag.0199.32 - Pag.0271.6 1 dealbata 1 delle montagne degli Equi, la nudità dealbata del Velino, antemurale - Pag.0191.1 1 dealbavano 1 eccetto le chiazze color caciotta che gli dealbavano , come per una cresima - Pag.0250.9 1 deambulare 1 un piede appresso l'altro, sogliono deambulare le loro dilette stradicce, - Pag.0041.8 1 debba 1 verità non è pensabile ch'egli 1 debbita 1 sur grugno, je s'era piazzato avanti a 1 debilità 1 fulgurante diavolio: a riscattarla da una 1 debilitata 1 per strizzare nel vortice del delitto la debilitata “ragione del mondo”. - Pag.0017.9 1 debitamente 1 evidenza le rotondità postìche di lui, debitamente rivestite di panno - Pag.0228.23 1 2 debito 2 terribile notizia gli fu partecipata col stoffa. Sollecitata detta cucitura oltre il debito riguardo e con ogni più debito , il carico di spacco non fu - Pag.0086.20 - Pag.0228.32 1 2 3 4 debole 4 ma sbircia sui conti: e cià magari un e cià magari un debole: il suo dicevano, sì, che avesse pure un che fosse, risultava offrire un punto debole : il suo debole. Soffre debole . Soffre anche lei le sue debole per quarcheduna delle debole , come una rete che si - Pag.0083.23 - Pag.0083.23 - Pag.0155.39 - Pag.0248.35 debba mingere nuove asinerie a - Pag.0081.36 debbita distanza co le mano in - Pag.0254.22 debilità recondita nel di lei - Pag.0066.36 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 2 deboli 2 di voluttà che incupidiva i più gli audaci, mostrando loro che le 1 decade 1 Ingravallo, il marito cinquantottenne 1 decantato 1 della paura e della timidezza che aveva 1 decèda 1 dove l'acqua a poco a poco 1 decenni 1 alto, un tempo, ma gli anni, i 1 deboli : e gli occhi affossati, ma deboli creature del sesso non - Pag.0069.39 - Pag.0149.5 decade senza suo demerito a - Pag.0106.33 decantato la Ines, e con la - Pag.0254.11 decèda , stipate, strizzate, - Pag.0258.18 decenni o i secoli, l'avevano - Pag.0198.39 decente 1 in der piano dell'azimut, di tipo italico decente : “Mejo nun parlanne!” - Pag.0134.38 1 decenti 1 di dottore. Da sotto la copertura delle decenti parvenze, come il sasso, - Pag.0075.24 1 decidémese 1 coraggio. Si propio l'abbiamo da fa, decidémese . S'aricorderà come se - Pag.0097.13 1 decidersi 1 disillibatore che, non avendo saputo decidersi , le aveva piantate in asso - Pag.0154.38 1 decidi 1 verità, non abbiamo tempo. Se non ti decidi a parlare qui, parlerai col - Pag.0234.36 1 decimi 1 americana.” Don Ciccio assentì, co du 1 decina 1 e l'onorato agucchiare de più d'una decina d'anni, le sue pupe a - Pag.0149.39 1 decine 1 mondiale come la nostra? ma le pare? Decine di migliaia di galloni - Pag.0084.3 1 decise 1 dato come se presentaveno i fatti, decise per il fermo del Valdarena. - Pag.0067.2 1 2 3 decisero 3 de le tre varvole de l'appartamento. Si o meglio il dottor Fumi e Ingravallo, sissignori.” I funzionari, veduta l'ora, decisero per il magnesio. decisero di aprirla senz'altro: e di decisero di capire che Diomede, il - Pag.0069.25 - Pag.0099.27 - Pag.0177.15 1 decisione 1 dei taliani, senso di responsabilità e decisione sicura, moderazione - Pag.0017.31 1 deciso 1 a Genova. Il trasferimento era già deciso : era imminente, anzi: - Pag.0078.27 decimi de millimetro de mossa: der - Pag.0172.6 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 declamando 1 guardata fisso. “Fisso!” ripeté quasi declamando , entusiasta della - Pag.0032.36 1 declamasse 1 scoppi reiteratamente frenetici: come declamasse irruenti versi del - Pag.0220.39 1 2 declinarsi 2 ai referti di Pompeo, le piaceva di convenne al defecato maltonico doveva declinarsi verso la B, dove il pezzo declinarsi per lei? No, non pareva - Pag.0079.8 - Pag.0147.14 1 decollazione 1 l'Appia insino a Babylon, verso la 1 decombinazione 1 la morte gli apparve, a don Ciccio, una 1 2 3 4 decoro 4 stanzaccia della questura, aggiunse e dispiegò adagio con funzionale ognuno, del proprio retrospetto del proprio retrospetto decoro, cioè decollazione o la crucifissione a - Pag.0197.6 decombinazione estrema dei - Pag.0070.3 decoro al nome: quasi d'un tipo decoro il papiro: a giustificazione decoro , cioè decoro del fondo: decoro del fondo: dei propri - Pag.0173.15 - Pag.0223.39 - Pag.0262.37 - Pag.0262.37 1 decorosamente 1 loro, non poté non adeguarsi al becco. Decorosamente inguainato nella - Pag.0098.29 1 decorosissima 1 cosa d'eccezione. A vedella de fòri ... decorosissima : ma podentemente - Pag.0162.3 1 decozioni 1 come da dono di natura, era autrice di decozioni propiziatorie e anche - Pag.0148.33 1 decrepita 1 di Halley. La vecchia, per quanto decrepita , la dové aver inteso al - Pag.0219.13 1 decrescenti 1 cattiva! trascorse ad alcuni ringhi decrescenti , come d'un temporalino - Pag.0026.17 1 decretale 1 dal collettore di scarico del labirinto decretale : e il relativo rescritto, - Pag.0191.35 1 decreti 1 doma. Roma cova. In sul pagliaio de' decreti sua. Un giorno viene, - Pag.0191.32 1 decreto 1 e che d'allora in poi, de jure decreto , si studierà esercitare un - Pag.0192.2 1 decùbbito 1 quella j'avrebbe fatto infezzione er decùbbito . Ancora stamane a le - Pag.0275.23 1 dedicò 1 santissimi apostoli in genere, oh non vi 1 dedietro 1 la Palommella e sfioreno er dedicò il Manieroni le energie dedietro ar Panteone, già oramai - Pag.0198.5 - Pag.0041.22 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 2 dediti 2 da ricordare le bruniture dell'acciaio, fatto, cioè venga fatta a qualcuno, 1 2 dedotto 2 poco aveva preso a farci caso: ne aveva Dall'avventura filiale, e urbana, aveva 1 dedrìo 1 a via de' Querceti, a metà, soto el 1 deducente 1 ammicco, con lo sguardo presago e 1 2 deduttiva 2 d'essere persuaso pure lui. La calda, la le ultime disgiunzioni della gran sagacia deduttiva sonorità della voce, deduttiva .I E poi l'amor proprio - Pag.0103.28 - Pag.0141.34 1 2 3 4 deduzione 4 quando aggalli dai limpidi fondali della il tuo anello dov'è?” Infastidita dalla brigadiere si smarrì. Ogni ipotesi, ogni russò pesantemente, rinviata ogni deduzione , come nudità chiara di deduzione base del brigadiere: deduzione , per ben congegnata deduzione al mattino. Quando il - Pag.0103.32 - Pag.0227.2 - Pag.0248.34 - Pag.0258.28 1 defecato 1 l'aggettivo che tanto si convenne al defecato maltonico doveva - Pag.0147.13 1 deferiscono 1 mezzo al popolo, vi deferivano, come vi 1 deferita 1 il posteggio. Al Pestalozzi venne 1 deferivano 1 per la campagna in mezzo al popolo, vi deferivano , come vi deferiscono 1 definir 1 riusciva liso in più punti: contribuiva a definir l'immagine d'un - Pag.0253.20 1 2 3 4 definitiva 4 non ne aveva la minima idea: cioè in più approfondito esame del caso e la seno, amministratore, morigeratore e in da terzi, da ignoti imbecilli, e in definitiva definitiva definitiva definitiva - Pag.0070.39 - Pag.0129.22 - Pag.0231.3 - Pag.0237.32 1 2 definitivamente 2 metter ... mano alla bisogna) oggimai mare sulla innocenza della rena, puntò 1 2 3 definitivo 3 che si redintegrava, questa volta, nel aveva finito di ricomporsi: e un aaah ogni volta in un o-àm! che pareva dediti , non appena gli venga fatto, dediti a laute soste, e ad èpule - Pag.0239.29 - Pag.0239.30 dedotto altrettanti indizi, non dedotto un po' di dote, aveva - Pag.0021.21 - Pag.0133.27 dedrìo dei Santi Quattro, con una - Pag.0038.14 deducente di colei che indovina al - Pag.0212.5 deferiscono oggi. Estratto dunque deferita copia d'un elenco, come complice. E con stesura “dicimmo, d' 'o consorte, “e babbeo del lo smarrimento della - Pag.0210.8 - Pag.0185.26 - Pag.0210.8 definitivamente rientrate nella definitivamente sul sodo della via, - Pag.0155.1 - Pag.0217.31 definitivo possesso e pieno definitivo lo rimise in tiro e in definitivo e non era, tant'è vero - Pag.0185.35 - Pag.0250.19 - Pag.0259.21 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 definito 1 ce so' in giardino, de marmo. Lo aveva definito “un bel ragazzo”, il - Pag.0065.20 1 2 deflagrare 2 tutto il macchinone inturgidito da un di fiamma: un sussulto lo scosse. Fu il deflagrare di cariche interne, che deflagrare d'una ulteriore - Pag.0102.17 - Pag.0255.13 1 deflagrava 1 appiccato il foco alle anime, deflagrava ad epos. Parlavano tutte - Pag.0034.27 1 2 deflusso 2 dagli anni. L'anafonèsi trivellava il della probabilità, si perpetua in un deflusso col perforante vigore deflusso drammaticamente - Pag.0051.17 - Pag.0104.4 1 deformabilità 1 gregge si sdrucivano da una perpetua deformabilità , poi si richiudevano - Pag.0159.23 1 deformavano 1 le si perdeva: le immagini reali si deformavano , filtrate in uno - Pag.0245.27 1 2 defunta 2 e nel “produrre il testamento della ogni riguardo pei vivi, per la povera “ defunta signora”), coi capelli a defunta ”, accennò dunque alle - Pag.0130.5 - Pag.0131.27 1 2 defunto 2 un pintore vivo a un Pinturicchio se pur devota ai lacrimati mani del defunto . Ingravallo, poi, aveva defunto , “il mio Gaspare”, si - Pag.0174.26 - Pag.0260.28 1 degeminazione 1 un pezzo per uno: con un processo di degeminazione , di sdoppiamento - Pag.0146.22 1 degente 1 le redini allo scalpitare della rabbia. Il degente , così risecco, appariva - Pag.0274.10 1 degenza 1 più, di feci male accantonate presso la degenza , così bisognosa di riparo. - Pag.0273.4 1 deggià 1 donne voleveno sapé. Tre o quattro, deggià , se sentì che parlaveno de - Pag.0058.11 degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli - Pag.0015.16 - Pag.0015.24 - Pag.0016.13 - Pag.0020.23 - Pag.0023.15 - Pag.0029.5 - Pag.0031.28 - Pag.0032.14 - Pag.0039.2 - Pag.0039.34 - Pag.0043.9 - Pag.0051.10 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 degli 82 di certo avercela: una certa conoscenza pompato fuori dall'assortimento infinito idea (idea generale s'intende) sui casi con l'idea dei colli e delle vigne e affettive (lui diceva anzi erotiche) denunce di locazione e del registro di un qualche armadio più stagionato il freddo) della voglia di spendere ahimè brutalizzazione ma non rubalizio Siccome poi il novanta per cento Ciccio sul saliscendi vario dei tramme, il collo, o il seno, o i lobi uomini: e anche delle donne. statali con quell'esca della uomini: e delle donne. A scabri palazzi, e con le sagre accadimenti umani lo portò inquilini. Il fattaccio era altri: comunque, anticipate inquilini. La fiamma d'ogni ori. Non voleva riflettere, non inquilini e inquiline s'erano autobus, fino a Santo Stefano orecchi, come a trastullarvi Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 si rifaceva alla gutturale tenue donna e del ceto, l'eleganza spenta ceto, l'eleganza spenta degli indumenti, sopra il tepore creato) dalla fiaba I Sono scesi aperto, come ne fossero vaporati fora sur grugno. Fu appurato che nessuno bene informato, se non molto pratico, vulive, n'avvocato penalista! 'a mozione da una troppo focosa reminiscenza stando alle affermazioni unanimi a certe giornate di scirocco: il clima psichiche e fisiognomiche , diceva lui, il repertorio dei tiraviti, dei seghetti e sposa, infarcita di bei ruspi! tesoro tesoro degli anni! Inopinato accredito stato il dì prima. In realtà nessuno le divozioni suburbicarie, e l'epigrafi del gilè: uno dei nove più elevati Il cancro abbinato duodeno-fegato è e dal popolo distorto e argentato un poco, alle case e a tutti li tetti intanto il perdono, e di Cristo e ad acqua, amplificavano al “pensiero tra Marino e Ariccia, per la mancanza fra Marino e Ariccia. Dàtasi, al cader e Ariccia. Dàtasi, al cader degli anni e dei datteri che vi maturano, squisiti, e come saettata spola, nell'ordito virilizzava barba rasa. La pelle generosa a ogni assale da svellere tutti gli aghi sgorgare, a render perfetta la crudeltà su di sé, rabbrividendone, le guardate e il galoppar di labbri d'un ministro di perfezionare. Sì, uno sfavillìo er tesoro, sotto tera, la pila introvabile quanto alla ovvietà delle illècebre e erogato verso la beatitudine usciva (in motocicletta) dalla caserma bianca, a rilevare la speditezza la scogliera cinerina delle montagne polvere, tutte le filze e gli schedari Intervenendo indi nel coro l'aggressione un punto di fuoco, d'in vetta al crinale lor vesta che non era i pantaloni-giacca scoperti gli stinchi e più giù ancora di gloria, ma pur sempre, negli atlanti però. No, i santi non possono mancare attesa e magari di rilancio, la palizzata la stimolante identità del volto, dico io: è roba rubata. È nell'elenco intendesse rompere la consecuzione comune raziocinio, come se sbaccellasse a vetri era ancora aperto a le spalle degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli inizi, da Menegaccio a indumenti, degli atti, il atti, il secreto modo della anni nuovi, delle magliatrici altri ... o sono saliti. È spettri. Liliana! Lilianuccia!” inquilini del casamento poteva usi e costumi del affetti! La madre di antichi bastoncelli (i quali, inquilini, pareva non avesse uffici. Ma coi clienti, per lo spettatori e de li scarpelli, dei martelli, delle anni! Inopinato accredito equinozi! Renda, sicché, inquilini lo aveva visto, in antichi marmi e sacelli.I allora dodici: ad libitum. ambi che più raramente si ulivi, che ascendono il monte. uomini, un àere azzurrino uomini: parte, invece, astanti” cioè al maschile otto denti davanti (la di lei anni e degli incisivi, a un incisivi, a un sempre più ufficiali che vi aveva sguardi furtivi, dei muti italici, nelle lor messi cotti, a scambi. E quelle seguitavano attimi, il gelo e l'irrisione uomini, e le sdruciture, gli esteri di finanziera fresca e occhi, nella faccia, quando zecchini, dei dobloni: o itinerari, ideò aggiustando, ascoltatori: “Cià pure un erre erre ci ci di Marino atti in un elegante apparato Equi, la nudità dealbata del archivi: di ragnateli grevi ignudi (e non per anco Ernici o dei Simbruini uomini: e nimbati la cococcia: stinchi i ridipinti malleoli: e osteologi e nei capolavori alluci di dotazione: come i incisivi essendole marcita via occhi, della gentil persona di ori e dei braccialetti rubati atti e dei fatti inaccettabili, invisibili piselli o usciti, la storia, maestra del - Pag.0051.22 - Pag.0059.9 - Pag.0059.10 - Pag.0059.13 - Pag.0062.21 - Pag.0063.1 - Pag.0065.1 - Pag.0070.31 - Pag.0076.16 - Pag.0081.23 - Pag.0082.20 - Pag.0083.1 - Pag.0088.13 - Pag.0088.21 - Pag.0091.9 - Pag.0091.9 - Pag.0091.34 - Pag.0094.9 - Pag.0107.35 - Pag.0109.39 - Pag.0120.10 - Pag.0120.11 - Pag.0124.18 - Pag.0147.3 - Pag.0147.32 - Pag.0150.13 - Pag.0150.13 - Pag.0153.1 - Pag.0154.2 - Pag.0156.8 - Pag.0158.18 - Pag.0169.10 - Pag.0169.18 - Pag.0176.5 - Pag.0176.21 - Pag.0176.25 - Pag.0178.21 - Pag.0184.4 - Pag.0187.3 - Pag.0189.20 - Pag.0191.1 - Pag.0191.30 - Pag.0193.25 - Pag.0195.11 - Pag.0196.5 - Pag.0196.12 - Pag.0196.26 - Pag.0197.9 - Pag.0203.20 - Pag.0208.6 - Pag.0209.36 - Pag.0212.14 - Pag.0213.2 - Pag.0215.6 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 buffi, allora, finito di girare il rotolo Vorreste dire che ne avete però prezioso e il serpere o il poligonare relitto. Allo sguardo della portinaia e far paura, certe volte, aveva ottenuto volte, aveva ottenuto degli anticipi. “ una chiarìa tersa ai Castelli, a le case a scambiarsi vituperi a mezza voce: con sotto la neve pazientemente ibernanti, da poté fumà. Involtato nel turbine Involtato nel turbine degli inviti e al suo racchetato silenzio. Ch'era quello tre bocche aperte sotto l'indagare nero nel tempo, nel vaporare eguale sedia, impietrata in una rimemorazione “'a ciambella!” e si rammentò 1 degna 1 sembrò invece un'idiota, in tutto 1 degnazione 1 quell'alterigia: come fosse una sua 1 degno 1 reticenza del semestre polare. 1 degradato 1 nel di lei apprendimento inconscio) è 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 dei 273 Ingravallo comandato alla mobile: uno parrucca. Così, proprio così, avveniva molinello (come i sedici venti della rosa sue trovate, qualche prete più edotto i superiori, sostenevano che leggesse manicomio: una terminologia da medici son da lasciare ai trattatisti: la pratica e, quando non traballi tutta la baracca cani: di fucili: poi di Petrolini: poi a forza ne la sagra lupercale, con l'idea a la Candelora, a la benedizione la benedizione dei ceri: un senso d'aria la teneva? celandosi dietro alla cortina dei sorrisi, o delle attenzioni gentili? e Quasi per una incompatibilità gamica da una compenetrazione ideale il matrimonio è un sacramento, uno don Lorenzo Corpi, don Corpi Lorenzo l'incompatibilità sacramentale, era che il serbatoio delle nepoti di fili, un ragnatelo di sentimenti, dell'eterna gente sabellica. L'afflato specie i bei giovani, e tanto più i figli gli faceva dolorar le tempie, un dubbio degli degli degli degli degli Degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli degli spaventi d'obbligo, le altri, un altro, o qualche ori di che si accendevano le agenti (ancor prima delle anticipi. “Degli anticipi?” anticipi?” “Sì, quarche umani, lo fascinò ad un zigomi da diavole, da streghe odori, delle insalatine prime, inviti e degli incitamenti alla incitamenti alla compera e uffici e dei compiti al loro sguardi, accolsero e poi anni. In luogo d'un vetro evi che s'erano viceversa sfoghi del Balducci. “'O - Pag.0223.23 - Pag.0224.15 - Pag.0231.10 - Pag.0233.35 - Pag.0245.7 - Pag.0245.8 - Pag.0247.4 - Pag.0249.6 - Pag.0253.5 - Pag.0253.21 - Pag.0253.21 - Pag.0265.11 - Pag.0265.16 - Pag.0270.32 - Pag.0274.27 - Pag.0275.34 degna di sua madre. Il caso - Pag.0092.29 degnazione servirli a tavola. Al - Pag.0020.33 Degno , per la sua nobiltà, di - Pag.0109.33 degradato a pupazzo: un animale - Pag.0106.37 dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei - Pag.0015.2 - Pag.0016.39 - Pag.0017.6 - Pag.0017.20 - Pag.0017.22 - Pag.0017.26 - Pag.0017.27 - Pag.0017.30 - Pag.0018.16 - Pag.0020.23 - Pag.0020.26 - Pag.0020.27 - Pag.0021.14 - Pag.0021.15 - Pag.0021.39 - Pag.0022.1 - Pag.0022.11 - Pag.0022.20 - Pag.0022.25 - Pag.0023.2 - Pag.0023.26 - Pag.0024.32 - Pag.0025.12 - Pag.0026.4 più giovani e, non si sa “suoi” delitti. “Quanno me venti quando s'avviluppano a molti danni del secolo, alcuni libri strani: da cui cavava tutte matti. Per la pratica ci vuol commissariati e della squadra taliani, senso di vari nomi che danno al colli e delle vigne e degli ceri: un senso d'aria dei giorni sereni e lontani tra sorrisi, o delle attenzioni discorsi non già voluti o due spiriti. I figli discendono genitori. Lei però lo amava: sette del Signor nostro), non Santi Quattro brillava spesso due sacramenti ... divergenti. Balducci fosse tanto colmo di più rari, ... delicati. Lei. Lui. predatori. Già. Le sabine ricchi. Questo sentimento non più ingravalleschi, dei più Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 un dubbio dei più ingravalleschi, trascolorare delle cose e dal tepore popolo e ad urbe. Uno più pomicione ducentodicinnove. Il palazzo dell'Oro, o e l'argento. Una di quelle grandi case il fatto, e poco avanti il sopravvenire i trefoli delle testimonianze iniziali, sullo stesso piano, dirimpetto a quello congiunti smaltate in un rosso fragola stata difatti, giorni prima, una questione gloria e in letizia. Quanto alle camere con tono d'importanza. I garzoni professoressa Bertola smentì la negativa a voler cercare i proiettili, o i segni dietro domanda, che un po' prima no la gera de Marino, no la gera de' Querceti, a metà, soto el dedrìo Ah! che sant'uomo! propio: e al suo gentile obelisco, e alle vetrine come gli desse il latte: di quelli don Ciccio sul saliscendi vario Finanza, il santo riverbero della Corte de via Merulana, il palazzo dell'Oro, o un po' che roba!” Con gran sussurro ” Con gran sussurro dei casigliani e a traverso, a cominciare dalle sottane invidia e dalla fantasia delle donne, andino. Dalle ultime translitterazioni pareri: uno cadauno, beninteso. Diedero da tre minuti, all'appropinquarsi due volte alla direzione delle Tranvie che ingarbugliarsi l'anima e gli orecchi il Novecento, el noeufcént, l'incùbo desdeI Italia, sue la prensaI Italia, sue la prensaI dei pionieri, fronte, in margine al nero cresputo di lor luce il modellato delle gambe, quel capo, nel nimbo, che l'avvolgeva, ai due margini come da un reiterarsi agenti: parevano buchi, al novizio, come Cucco vedova Bolenfi da Castiglion non gli riuscì di varcar l'uscio la legge, misero e pertinace indagatore Ciccio, una decombinazione estrema come tale, nella caduta improvvisa tenero fiore della persona e dell'anima. Laggiù al cantone, all'angolo di via la causale esterna 'e chella gran fama verghe a fascio. Pensare che ce fossero a una donna morta! Oppure ... Ci sono tempo, di accorciare le lunghe catene Allora plac, plac, plac, la pioggia pe consolasse: quattordici o quindici nuvole, struggitrice d'ogni separazione dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei Dei dei dei dei dei dei dei dei dei più doncicciani. All'anulare muri emanava un inseguitore tanti. E più scemo ... Roma è pescicani che fusse, era là: primi del secolo che due della mobile, cioè “giuro che l'ho visto”: Balducci: l'uscio di faccia. Oh! più procaci, le conferivano termosifoni, che alla fine piani alti del salumai, evidentemente, non Bottafavi: e corresse, a un proiettili. Che si trattasse di due colpi di pistola il suo Castelli Romanni ...I Abitava Santi Quattro, con una Santi Quattro Coronati: sì, rosari e delle madonne: passo salumai di lusso, pieni di tramme, degli autobus, fino a Conti? Addio? Solo, seduto pescicani che fosse, era scritto: casigliani e dei colleghi colleghi dell'Economia, della preti, dai cani fradici. Gli pupi. Se ne favoleggiava da registri parrocchiali si rifaceva responsi precisi, come ne pollìni: ma il signore Castelli: gli piaceva di trottare confusi o tentennanti referti di milanesi di allora. Vacava alle pionieri, dei venditori di venditori di vermut. “La capelli, un allinearsi di meravigliosi ginocchi: delle capelli, fili tuttavia operosi colpi, lama o punta: un orrore! maccheroncini color rosso, o Pepoli: er cucco ce l'aveva su Balducci. Sur portoncino de la fatti, o delle anime, secondo possibili, uno sfasarsi di idee rapporti, d'ogni rapporto con brividi gli correvano la Serpenti.” E la sonata di pescicani pesci: e del loro oro ladri, a Roma, ora? Co quer torbidi attimi nel lento soriti procedurali, occhio fogli da mille. Certi goccioloni! più autorevoli, de quelli che poteri e del vivente essere che - Pag.0026.5 - Pag.0026.28 - Pag.0026.30 - Pag.0027.37 - Pag.0028.8 - Pag.0029.2 - Pag.0029.15 - Pag.0030.6 - Pag.0030.15 - Pag.0032.12 - Pag.0032.23 - Pag.0035.30 - Pag.0035.39 - Pag.0036.29 - Pag.0037.7 - Pag.0038.12 - Pag.0038.14 - Pag.0038.25 - Pag.0041.19 - Pag.0041.30 - Pag.0043.9 - Pag.0044.26 - Pag.0048.32 - Pag.0048.35 - Pag.0048.35 - Pag.0051.2 - Pag.0051.8 - Pag.0051.21 - Pag.0052.26 - Pag.0053.14 - Pag.0054.25 - Pag.0054.27 - Pag.0056.5 - Pag.0056.23 - Pag.0056.23 - Pag.0058.2 - Pag.0059.15 - Pag.0059.20 - Pag.0059.26 - Pag.0059.31 - Pag.0061.21 - Pag.0064.35 - Pag.0065.39 - Pag.0070.3 - Pag.0070.6 - Pag.0070.12 - Pag.0071.5 - Pag.0071.29 - Pag.0073.5 - Pag.0075.20 - Pag.0076.21 - Pag.0078.24 - Pag.0079.26 - Pag.0080.33 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 chiamare la patria: d'una distinzione sapeva fare: un certo non so che, di galloni all'anno per la sola Europa, migliori tipi di olio, il che torna a dire piace di raccontare a tutti: la costanza e cinquanta in un botteghino a via stridere ultimo e al conseguente blocco e i facchini avevano assunto il tono dove c'era dentro tutto il repertorio dentro tutto il repertorio dei tiraviti, dei tiraviti, dei seghetti e degli scarpelli, mendace, se po dì: ma nessuno torto fatto a loro, alla casata bellissima limatura sul magnete, le minime fibrille dietro a le fisime: “Giuliano, fiore “Giuliano, fiore dei Valdarena! Empito ora, allibivano e piangevano, co li nervi caciotta: “n...o,” disse, con gran pena inflazzione. Il vedovo abbozzò una nota o probi uomini che fussero, uno per lui, segua l'esempio luminoso il futuro. Lei, Liliana ... Oblioso Lei, Liliana ... Oblioso dei banchi e sé, del proprio collo, del proprio naso, collo, del proprio naso, dei lobi o e greve maturare, il discendere doglioso segretario generale della confederazione infilabile in occhiello del gilè: uno le nocchiute dita e su le panze secche molto. “Aveva molti inviti”, a detta tripli servizi”. “Soprattutto giovane pallore nella luce “speciale” campione della razza: de sta bella razza la scomparsa d' 'o cuofeno 'e fierro? e dite. Ori di famiglia. Oro vecchio nonni: che deve rimanere in possesso Remo, al ritorno! Si sapesse che faccio brutti sogni. Talché soltanto la fumea don Ciccio, scaracchiargli il no rotondo che gli stava avanti), le catene d'oro malinconica nota, le guardate ardite e alla vivida genesia delle genti e la patria, ed eventualmente a le tombe era tutto luce, come da eterna presenza come da eterna presenza dei confessori, all'ombra vellutata e un po' malinconica un mese di quei buoni mangiarini né principio né fine, come il catalogo persona che non conosco. Era la nipote quattro la riferita confabulazione comunicazione telefonica della Tenenza portato a tinger la sciarpa a una donna stato de mezzo l'impero. Il toccasana di linea! Dell'insufficienza del servizio! dei “tre poteri”: che il grande dei modi distinti, un'aria di uomo dei migliori tipi di olio, il che dei tipi della Standard Oil? Che, si dei requisiti per ogni determinato dei Greci: e se ne trova però da dei freni spaccò il minuto, orologi dei loro grandi momenti, svizzeri dei tiraviti, dei seghetti e degli dei seghetti e degli scarpelli, dei dei martelli, delle tenaglie e delle dei presenti riuscì a vincerla, non dei Valdarena, “na famija che in dei loro visceri si polarizzano alla dei Valdarena! Empito dei puberi dei puberi giorni! Grumo di vita! dei martiri.I Be', là, tra le dei labbri che non arrivava a dei titoli di credito, così un po' a dei quali il Balducci, “mio marito dei nonni Valdarena e dei banchi e dei gridi, con brevi dei gridi, con brevi ali di opale, dei lobi o dei labbri, mai però dei labbri, mai però - e don dei figli. Mancandole i figli, dei sopramòbili, a mera immagine dei nove più elevati degli allora dei nonni, ciò che ad oggi l'è carta dei parenti: e anche della padrona dei grandi inviti. Perché tutti gli dei cento watt. “No, non rida! dei Valdarena. Sur serio. Se dei due libretti di risparmio?” dei nonni: che deve rimanere in dei nepoti. Ma perché dei regali a un giovanotto! E sia dei sogni e delle favole può aver dei furbi sul suo parruccone di dei morti ... bambini, dalle catene dei giovani: una carezza, o una dei poveri: quella mania ... di dei due fabbricatori e a la casa dei confessori, dei quattro: uno dei quattro: uno per lato. La dei cigli: fiamme accorate e tuttavia dei Balducci, e co quer materazzo dei secoli. Le due scarpe in riposo, dei Balducci, m'hanno detto.” dei tre, di poi registrata ad atti dei Carabinieri di Marino dei Due Santi, sulla via Appia, dei toccasana, per il suo stomaco Dei lavori in corso! D' 'o - Pag.0080.34 - Pag.0083.9 - Pag.0084.4 - Pag.0084.4 - Pag.0084.7 - Pag.0085.3 - Pag.0086.16 - Pag.0086.24 - Pag.0088.20 - Pag.0088.20 - Pag.0088.21 - Pag.0089.11 - Pag.0089.35 - Pag.0090.12 - Pag.0091.14 - Pag.0091.14 - Pag.0091.22 - Pag.0091.39 - Pag.0095.15 - Pag.0100.29 - Pag.0102.33 - Pag.0105.9 - Pag.0105.9 - Pag.0105.27 - Pag.0105.27 - Pag.0106.32 - Pag.0106.35 - Pag.0107.35 - Pag.0108.6 - Pag.0110.26 - Pag.0110.35 - Pag.0112.18 - Pag.0116.35 - Pag.0117.5 - Pag.0118.10 - Pag.0118.11 - Pag.0119.24 - Pag.0119.33 - Pag.0119.38 - Pag.0120.20 - Pag.0125.7 - Pag.0125.19 - Pag.0128.17 - Pag.0129.30 - Pag.0129.30 - Pag.0132.8 - Pag.0132.18 - Pag.0135.9 - Pag.0136.33 - Pag.0139.3 - Pag.0139.5 - Pag.0140.8 - Pag.0141.5 - Pag.0142.24 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 i periti, la Zamira, la carzonara correva già, col pensiero, alla cinghia Federzoni circa il risanamento il rapporto della questura, il rapporto olezzo, il senso vero e fondo della vita I Il basso scetticismo ruine del tempo. Un punto d'incontro e fave, d'aprile, il nipotino del duce dolci ombre, la chiamata, la evocazione della Patria, della nostra Italia diletta! diletta! Dei ginocchi, pe la Madonna! loro della Libia: della quarta sponda: i capitani o i colonnelli corteggiatori a il succedente gli succedeva: l'integrale spola, nell'ordito degli sguardi furtivi, degli sguardi furtivi, dei muti dissensi, Tenenza albana, il più elevato in grado fra le pareti ... domestiche, in presenza del seme raro de' loro ammonimenti, adagiata in quel divano a opera annà a dormì, ch'era ora: “uno significato “viè ccà” con la zappetta gocce d'un raro giusquiamo: e il moto ” Poi, rivolto agli astanti, sul cerchio il viso scaltro, a riprodurre la scaltrezza colpo che nella terra delle belle arti, e elisire. Gli sovvenne che uno e Civitavecchia, con gran dispetto dai di lei occhi, e dall'avido esercizio fratte, e della persona e del cuore: e tera, la pila introvabile degli zecchini, le note fisiognomiche naturali biondi, su cui erano piovuti come il piacere d'esser ministrati delle carte e indi un certo circoscritto ronzare e a caso magari un po' intensificato ventitré marzo, dunque, nella caserma alba, e più. Le vette dell'Algido, Le vette dell'Algido, dei Carseolani e presagivano l'alacrità dell'indagine, e d'alghe e di spuma fra l'andirivieni trìgono cesputo, da ogni torquente veto fuga, agli specchi del padùle, all'ombre giunchi, alla notte, all'argentata macchia notte, all'argentata macchia dei lecci, d'in vetta al crinale degli Ernici o a bandoliera su le spalle di sinistra un mirabile adeguamento al magistero erano effigiati gli alluci. In ognuno difettare del dono indispensabile che è dell'iconografia de' duo santi, e del più duro. Sotto alle figure le bozze della fronte e la grondaia per un allievo: speranze, nel cuore dei dei dei dei dei dei dei dei dei Dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei Due Santi, aveva osato la pantaloni): argomenti che in marciapiedi urbani in regime carabinieri. L'uno dice sì, visceri, della fame: e del calore carabinieri persisteva ad vitali compossibili: magia, baffoni a ruzzare per entro il compossibili! Povera e cara ginocchi, pe la Madonna! dei ginocchioni ... Calze, manco datteri che vi maturano, semplici militi era un fuggenti attimi è l'ora: l'ora muti dissensi, dei muti muti consentimenti.I Il fatto due, pure lui, aveva portato domestici lari, ch'erano due loro “cartelli stradali”. Il diti peritissimi e paffutelli del tanti”. Da ultimo, dopo quattro diti della destra: e lui labbri andava accompagnando quali rigirò gli occhi, e con il parenti. “Se penzano ca chiste bravi artigiani, avrebbero due grandi erotologi, ma non palermitani. “Poteva arrivé nu propri, pareva, il giovane in sensi. Prendevano il sentiere dobloni: o l'elisir d'amore celesti volatili: quando li goccioloni di colla: poi bolli necessari a vivere, che carabinieri (come di brutti grigioverdi o rossoneri Reali, a Marino. Levatosi a Carseolani e dei Velini Velini inopinatamente presenti, fruttiferi interventi nelle utili camerieri in bianco e de' sifoni padri, si storcevano in una giunchi, alla notte, all'argentata lecci, dei pini a lido, alle pini a lido, alle risciacquature Simbruini l'insostenibile due soci, da basso lasciavano secoli, erano effigiati gli alluci. due protesi la correggiuola di piedi: e tanto meno que' due, santissimi apostoli in genere, due, nei due cartigli due archi orbitali lo sfavillare malviventi, di un migliore - Pag.0143.16 - Pag.0143.23 - Pag.0144.18 - Pag.0146.26 - Pag.0147.6 - Pag.0150.4 - Pag.0151.30 - Pag.0151.34 - Pag.0152.5 - Pag.0152.25 - Pag.0152.25 - Pag.0152.39 - Pag.0153.3 - Pag.0153.37 - Pag.0154.2 - Pag.0154.3 - Pag.0154.23 - Pag.0155.34 - Pag.0158.27 - Pag.0161.32 - Pag.0168.20 - Pag.0168.26 - Pag.0168.34 - Pag.0172.28 - Pag.0173.28 - Pag.0174.24 - Pag.0174.29 - Pag.0175.4 - Pag.0175.16 - Pag.0175.21 - Pag.0176.26 - Pag.0179.4 - Pag.0181.28 - Pag.0185.39 - Pag.0187.8 - Pag.0187.18 - Pag.0189.16 - Pag.0190.21 - Pag.0190.21 - Pag.0192.8 - Pag.0193.6 - Pag.0193.18 - Pag.0194.5 - Pag.0194.6 - Pag.0194.6 - Pag.0195.11 - Pag.0196.11 - Pag.0196.19 - Pag.0196.20 - Pag.0197.4 - Pag.0198.4 - Pag.0199.12 - Pag.0200.17 - Pag.0201.26 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 Parallelamente allo spago e alla infilata allo spago e alla infilata dei nodi e profittò pe non risponne: intanto che aver evacuato il disponibile. La paura ( ghiribizzando lunatico. Alla veduta ce n'è un mucchio.” “Mi par che roba rubata. È nell'elenco degli ori e rompere la consecuzione degli atti e il Filangieri, don Gaetano Filangieri poteva tollerare che la “superstizione” che se spiega co li diti, col moto afono il più legalmente-militarmente agnostico casipole appigionate al sole dal Lazio bene.” Proiettate in avanti le tre cape più disgiungerli i due margini esangui a loro, ai fratelli Branca, l'iniziativa all'anziano e maggiore in grado si sforzava jugular l'evento, quello, più paventava e aborriva nel tormento Pervenne infatti alla deliberata strizione tra le scarpe e le mollettiere gargana, di cui per attimi, alla titubanza Bociarono di bocca lustra e vogliosa consensi alla foga disincagliata le passioni finte sogliono dar la stura a di scena sembrano essere, le più volte, voi?” La ravvisò come una cucitrice legalitaria della domanda: l'elenco guatava tuttavia, con lo zelo il sudore insomma di che i panni da sempre. A parete, a capo l'uno come di cittadina vessata, dall'arbitrio. una pompa, di quelle a treppiede, l'aria, la cucitura posteriore mediana in grado eminente, la proprietà d'ironia: della sua ironia. Il groviglio da ungulazione pervicace: la strettura disvelato agli italiani il nuovo cielo di un'altra, o del mercato delle anime e steva scritte), i coralli, i gioielli, titolari per più preciso dire Mantegazzi. Titolari dire Mantegazzi. Titolari dei nomi e al maresciallo, elenco alla mano: erano pronostici, no, non era di competenza il riconoscimento e la discriminazione a Santo Stefano del Cacco, mentre vuotar del tutto lo stipo delle brache e asciutta le scarpe. Pareva speculare Pareva speculare dei destini umani e per la nuova storia, dal Pippo la resultante enfiata,f empâtéeI , a certi bimbi che ammutiscono al litigio conchiuse nel torpore della mente e e, beninteso, il doppio elenco dei nodi e dei groppi, un filo di dei groppi, un filo di lana grigio dei piumicini a ricciolo, nevosi e dei carabinieri) fa novanta. Ed dei grigioverdi, disceso appena il dei mucchi di belle balle ce ne dei braccialetti rubati alla dei fatti inaccettabili, la validità dei principi di Arianello, ministro dei secoli vaniti la si riscotesse di dei labbri.I Non voleva che la dei carabinieri di tutta la legione, dei Principi guardiani, e Castel di dei viaggiatori, le poppe colme e dei labbri, di due peluzzi a dei convenevoli, all'anziano e dei due. Nel frattempo, senza dei tre soprastanti, che più dei visceri: con raccomandarsi di dei più quotati anelli rettali, se dei carabinieri. Quei petardi dei militi, si palesava il rossore dei fuggitivi madrigali a la dei manovellismi, talché il feffe, dei baci non finti e i cornuti di dei cornuti di fatto. Tutti i giorni, dei Due Santi, non ne conosceva dei topazi già esibito in bottega. dei cretini. “Cercare noi,” dei poveri s'imbevono: una dei lettini, con il rametto d'olivo Dei cenci, ancora, robba da dei meccanici da biciclette. dei pantaloni: che sembrò invece dei buoni, generosi ed onesti: dei molti nodi fu districato da dei rigiri dello spago si allentò dei valori infiascabili, sostituendo, dei berci. Sparse il brigadiere con dei nomi e delle designazioni che dei nomi e dei titoli, per lo più dei titoli, per lo più d'uso, in dei nomi strani e difficili, con un dei carabinieri. No, la campagna dei pezzi singoli erano da dei gioielli della contessa dei calzini sfatti, e il cofano, e dei destini umani e dei presagi: dei presagi: lasciava pascolare il dei mosconi giovani: dove dei vari volumi del volto, quella dei parenti perché non arrivano a dei sensi, donde era già evaporata dei funzionari di Roma, come li - Pag.0205.34 - Pag.0205.34 - Pag.0206.14 - Pag.0206.30 - Pag.0206.38 - Pag.0209.18 - Pag.0209.36 - Pag.0212.14 - Pag.0213.25 - Pag.0213.27 - Pag.0214.30 - Pag.0217.5 - Pag.0217.13 - Pag.0217.36 - Pag.0219.16 - Pag.0219.18 - Pag.0219.19 - Pag.0219.21 - Pag.0219.22 - Pag.0219.27 - Pag.0221.12 - Pag.0221.15 - Pag.0222.11 - Pag.0222.25 - Pag.0223.19 - Pag.0223.20 - Pag.0223.37 - Pag.0224.2 - Pag.0225.24 - Pag.0225.37 - Pag.0226.2 - Pag.0227.30 - Pag.0228.27 - Pag.0228.29 - Pag.0229.11 - Pag.0229.33 - Pag.0229.34 - Pag.0231.34 - Pag.0232.17 - Pag.0232.35 - Pag.0232.39 - Pag.0232.39 - Pag.0233.15 - Pag.0233.29 - Pag.0234.11 - Pag.0234.13 - Pag.0235.23 - Pag.0238.29 - Pag.0238.29 - Pag.0239.25 - Pag.0240.8 - Pag.0242.6 - Pag.0245.2 - Pag.0246.8 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 piovaschi: ivi la paura: i chiusi orizzonti stazioni di carabinieri: e poi il via vai ad attendere il treno, il più povero il più povero dei treni, un “diretto”, o il demonio, della “ricostruzione alberata, o fiancheggiata d'alberi, o fiancheggiata d'alberi, dei giardini e impedito e però campanellante di soda e di saponi, lungo le cancellate loro imminente: l'ora delle mozzarelle, formaggi, delle vermìfughe cipolle, e la repubblica erbaria, dove alla gara ricaduti un poco su la fronte, i fili né una volta a letto il celere vento decoro, cioè decoro del fondo: a cuspide, al di là del groviglio per lo sguardo, sul discendere parallelo tra il via vai della gente, l'andirivieni il candido lembo della cotonata, il velo silenzio. Ch'era quello degli uffici e degli uffici e dei compiti al loro inizio, battuta non sùbita e piuttosto molla radi chicchi di pioggia ai cristalli: con stabbio ne le vigne, ne la bruna terra le vigne, ne la bruna terra dei dossi, d'un'antica mascella del mondo. Le case case dei viventi, mute nella lontananza lucidi, neri: stupiti su la meraviglia batticuore composito: la stupenda serva che figurava condurre tutta la fila di più in più, sotto l'ascendente peso di pervinche e di primule, circonfusa e la speranza, tutt'attorno, 1 dei-bestie 1 implorano o imprecano dai o ai loro 1 2 dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei dei valloncelli, le loro stanche barocci dipinti rossi che treni, un “diretto”, dei due due soli che vi fermano. fatti” gli martellava nelle giardini e dei parchi di cui si parchi di cui si affoltisce la tram, era l'ambienza operativa giardini con oblique palme al formaggi, delle vermìfughe cardi, sotto la neve costi e delle profferte i novelli capelli s'erano arricciolati sogni, erano pervenuti a propri pantaloni: quei così rami e delle alberature che la fili, di cui si alimentavano i carri, de le biciclette. Ed sogni fuggitivi. Ce durava na compiti al loro inizio, dei geloni sulle aste. Cor gran tacchi (erano della questura, sussulti impreveduti a certe dossi, dei clivi. Trasvolava clivi. Trasvolava sopra i viventi, mute nella lontananza coltivi, antistavano: ma un volti, e la povertà pressoché Balducci, con lampi neri sotto cappotti. Alto, e senza parole, tre. Ingravallo, una volta in brontolari assolutori o della vivi e superstiti, una volta - Pag.0247.10 - Pag.0247.24 - Pag.0248.2 - Pag.0248.2 - Pag.0248.17 - Pag.0251.6 - Pag.0251.7 - Pag.0252.4 - Pag.0252.13 - Pag.0253.4 - Pag.0253.4 - Pag.0253.27 - Pag.0254.14 - Pag.0259.8 - Pag.0262.37 - Pag.0263.35 - Pag.0264.5 - Pag.0264.10 - Pag.0265.8 - Pag.0265.11 - Pag.0265.12 - Pag.0265.36 - Pag.0267.5 - Pag.0267.11 - Pag.0267.11 - Pag.0268.33 - Pag.0268.33 - Pag.0269.36 - Pag.0270.37 - Pag.0271.23 - Pag.0272.37 - Pag.0273.35 - Pag.0274.1 dei-bestie in lor lingua - Pag.0213.12 deiezione 2 coi fanali addosso e concomitante residuata al drappo (de' sedili) qualche deiezione d'un paio di bonbons, deiezione organica delle più - Pag.0223.16 - Pag.0262.33 1 dekirkegaardizzava 1 volere. Con altre dieci quella di potere. Dekirkegaardizzava farabuttelli di 1 2 3 4 5 6 7 8 9 del 873 collina molisana. Una certa praticaccia Una certa praticaccia del mondo, che formavano il tormentato contesto preceduto da cinque A sulla inserzione donne”: che nel gergo delle inserzioni “Una signora come me! Vedova di depressione ciclonica nella coscienza avevano finito per strizzare nel vortice vortice del delitto la debilitata “ragione del del del del del del del del del mondo, del nostro mondo nostro mondo detto “latino”, di lui tempo. “Non ha orario, Messaggero , evocato, pompato Messaggero offre, com'è noto, commendatore Antonini! Che mondo, verso cui hanno delitto la debilitata “ragione mondo”. Come si storce il - Pag.0149.2 - Pag.0015.14 - Pag.0015.14 - Pag.0015.20 - Pag.0015.23 - Pag.0015.27 - Pag.0016.2 - Pag.0016.24 - Pag.0017.8 - Pag.0017.9 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 truvà”. Una tarda riedizione italica prete più edotto dei molti danni Collegio Romano, cioè a Santo Stefano al Capo Lilibeo: poi dello scandalo non era quella dell'ultima volta, cioè scorgere, dietro la povera persona o press'a poco, il mito. Gli orecchi primavera. Era sulle bocche di tutti, sotto i suoi occhi nel prodigio giorno era la voce maschia e baritonale e baritonale del Balducci, la voce voce del “padre”: lei, moglie e sposa ancora un po' titubante in quell'atto e tiburtino, soffiata a le ragazze a le ragazze del Pinelli tra le rovine sopra le derogazioni ambigue di sì e di no, come le poche note crescente. E poi qualche mezza parola: qualche esorbitazione venatoria qualche curiosità, qualche estravaganza è un sacramento, uno dei sette in parte integrato da qualche accenno porta. Per lo meno laG dynaminI un cinque anni bianco extra-secco, ora, sia in loco che a domicilio, e visite e visite del professor Beltramelli e signora Liliana, non potendo scodellare come un simbolo, in sostituzione di cui favoleggiavano gli ovaristi la nipote, nel meglio grumolo, propio, nella cassa non sapeva neanche lui se sapeva neanche lui se del cervello o o del cuore, ma forse era l'effetto ma forse era l'effetto del bianco secco sedotti all'idea de li papabbraschi, che bevuto un veleno, era il vino secco Ciccio, al di là dal velo delle parole e lontana, ch'era, in lui, la maschera dietro, quasi per un tacito ordine il grigiore o certa opalescenza superna Una di quelle grandi case dei primi contrizione: be', il contrapposto netto contrapposto netto del color di Roma, netto del color di Roma, del cielo e da un brigadiere di pubblica sicurezza per via delle denunce di locazione e chine delle vacche dalle gran corna sui due piedi quanto poté raccogliere, che faceva ogni volta al primo trillare quel suo perenne pavore nei confronti perenne pavore nei confronti del trillo al destino, al “campo di forze” al trillo, alle più casalinghe istanze ad epilogo protratto, come fu quello del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del vieto “f cherchez la secolo, alcuni subalterni, certi Cacco. Prima, una voce giorno, la contessina giorno di San Francesco, ma “dottore”, tutta la povera dottor Ingravallo, che sotto resto, e in tutti i cervelli della giorno. Il giorno era la voce Balducci, la voce del “padre”: “padre”: lei, moglie e sposa papà, era dunque la mamma. mescere: glu glu, oro di Pinelli tra le rovine del Piranesi, vigendo le efemeridi senso. Fu, Ingravallo, fu molto lamento di un clarino. Ignorò, Balducci stesso: quel maritone marito, qualche curiosità, maschio e padre possibile e Signor nostro), non lo voleva, Balducci, o dai dolcissimi padre doveva avercela. In cavalier Gabbioni Empedocle professor Beltramelli e del professor Macchioro. A ogni proprio ... Così ogni anno: il mancato scodellamento. Come Settecento. E a via Merulana palazzo dell'Oro. La nipote! cervello o del cuore, ma forse cuore, ma forse era l'effetto bianco secco del Gabbioni, Gabbioni, ch'è un vino un po' resto, s'ha un bel dire, ma Gabbioni: gli venne l'idea contegno, che ci fosse della senso d'ufficio. Intanto gli commissario-capo: erano giorno era luce, per loro: quel secolo che t'infondono, solo a color di Roma, del cielo e del cielo e del fulgido sole di fulgido sole di Roma. commissariato San Giovanni. registro degli inquilini. Il toro: la ragione della folla fiotto irrompente, da quel campanello. Poi aveva aperto. trillo del campanello s'era campanello s'era destino. La prefigurazione d' campanello. Risultò che il ventisette, la si alimentò per - Pag.0017.12 - Pag.0017.21 - Pag.0018.8 - Pag.0018.18 - Pag.0018.28 - Pag.0019.11 - Pag.0019.32 - Pag.0019.36 - Pag.0020.7 - Pag.0020.8 - Pag.0020.8 - Pag.0020.9 - Pag.0020.11 - Pag.0020.28 - Pag.0020.28 - Pag.0021.2 - Pag.0021.6 - Pag.0021.23 - Pag.0022.6 - Pag.0022.7 - Pag.0022.11 - Pag.0022.18 - Pag.0022.30 - Pag.0023.11 - Pag.0023.30 - Pag.0023.31 - Pag.0024.4 - Pag.0024.6 - Pag.0024.28 - Pag.0024.29 - Pag.0025.20 - Pag.0025.20 - Pag.0025.21 - Pag.0025.21 - Pag.0025.28 - Pag.0025.39 - Pag.0026.11 - Pag.0027.11 - Pag.0027.32 - Pag.0028.5 - Pag.0028.8 - Pag.0028.10 - Pag.0028.10 - Pag.0028.10 - Pag.0028.39 - Pag.0029.4 - Pag.0029.14 - Pag.0029.23 - Pag.0030.33 - Pag.0031.19 - Pag.0031.19 - Pag.0031.33 - Pag.0032.7 - Pag.0032.18 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 Quanto alle camere dei piani alti con sé né borsa né involto: i ferri gran tasca di cui disponeva sul fianco, un vecchio portafoglio secco, da uomo: per le scale e nell'andito, prima ancora Esigevano ora adeguato riconoscimento il fermo, un'asticciuola nel settimo buco ce la fa.” “E che cosa poteva dire ” fece la Bottafavi a sostegno fu felice: lei! mescolarsi in un mercato udire il Papa a palazzo. Fece chiudere del tutto il portone, lasciando a guardia dell'assassino. Le maniglie, il marmo tempo i giornali avevano molto parlato Tranvie de li Castelli. Bucato alla data ammettendo di poter essere sospettata un poco più piccina di lei, poco poco. i vagotonici abbandoni dell'epigastro e così lazaron,” fu indotta a pensare: poco amica della Menegazzi, e inquilina cavaliere, toccandosi con due diti l'ala un appiglio ... alla prossima caduta in quella ciarpa elegiaca: un chiericone Treccani, ai più invitanti orologi ar Panteone, già oramai però sulla via via del ritorno, e come un po' delusi in seguito alle demolizioni di via con il cordino celeste. E qualche volta, soprattutto, per sporgere denuncia nel vecchio portafoglio. “Il portafoglio degli autobus, fino a Santo Stefano non si dava pace. Quel tic tac un angolo, col testone sulle paperazze raccontò come alle prime battute angoscia pareva essersi impadronita centrale? I “cospicui” incrementi volte, sì, gli avevano mandato a casa Piuttosto franco, ma d'aspetto non ” Cantarellò, quasi: “Articolo 229 spianò la fronte: parve congratularsi Si atteggiò un attimo a descrittore Lei ...” “Lei che?” fece la titolare la donna de servizio d'un mio collega, come tant'altri fabbricati 'e sto munno, del resto. Il garofolone scarlatto più poco dimostrabile) responsabilità e valorizzata, quei repentini rossori aveva pregato Cristoforo, il fattorino sorgive dello Jukon, o dell'Adda, o della squadra mobile, alla presenza risaputa la notizzia, varie donne che prima cura della polizia, specie ritardatario la nota (de le belle donne sospettanne l'esistenza. Faceva l'effetto del del del del del del del del del del del del del del del del Del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del ducentodiciannove, esse caso pel momento non gli pantalone della tuta. “Cosa suo povero marito. (Gli occhi signor Bottafavi der quarto loro coraggio, della loro tamburo. E lui, in tanti anni garzone?” “Quale garzone? marito. “Ecché macché! genere! Non gli parve logico tutto il portone, lasciando a portello quell'agente che aveva canterano: il pavimento lucido. “tenebroso” delitto di via dì avanti. Bucato, forse (c'era contrario. No, la servente no rimanente, lo credesse, pie volto vizzo, e i sospiri della suo angelo custode. No, non 5º. “Se sa che quanno cappello. In onore ministero: non caduco, catasto di quelli neri neri, che gioielliere Catellani. Di ritorno, e come un po' delusi crepuscolo. Da qualche anno il Parlamento - Campo Marzio. resto, glie li mandavano anche fatto. Il danno era piuttosto mio povero Egidio!” Cacco. Fra l'altro gli toccò maledetto orologio della giorno, raccontò come alle duetto il travagliato e intimidito commendatore. Andò a finire diagramma della pesca ... presciutto. Chi! Chi. Una tutto limpido, capelli neri, codice di procedura. fatto: eppure con una costume. “Mbè, la sora portierato, minacciosa. Ministero dell'Economia.” resto. Il garofolone scarlatto “guarda un po' che roba!” commendator Angeloni: motore naso goccioloso, quegli occhi marito, di venire a cenare e di Rio Negro andino. Dalle dottor Fumi, ebbero occasione 217 e 221 ci aveveno dottor Ingravallo, a cui i dì prima), sostò con l'occhio caffè, sui suoi nervi molisani: - Pag.0032.23 - Pag.0032.28 - Pag.0033.11 - Pag.0033.21 - Pag.0034.16 - Pag.0034.39 - Pag.0035.10 - Pag.0035.25 - Pag.0035.36 - Pag.0036.27 - Pag.0036.36 - Pag.0036.37 - Pag.0037.3 - Pag.0037.11 - Pag.0037.32 - Pag.0038.11 - Pag.0038.15 - Pag.0039.1 - Pag.0039.11 - Pag.0040.7 - Pag.0040.31 - Pag.0041.2 - Pag.0041.4 - Pag.0041.16 - Pag.0041.23 - Pag.0041.23 - Pag.0041.25 - Pag.0041.32 - Pag.0042.37 - Pag.0043.3 - Pag.0043.10 - Pag.0043.31 - Pag.0044.2 - Pag.0044.3 - Pag.0044.8 - Pag.0044.24 - Pag.0044.35 - Pag.0045.28 - Pag.0046.9 - Pag.0046.24 - Pag.0047.14 - Pag.0047.17 - Pag.0047.27 - Pag.0048.34 - Pag.0048.34 - Pag.0049.6 - Pag.0049.17 - Pag.0050.11 - Pag.0051.20 - Pag.0051.28 - Pag.0052.10 - Pag.0052.18 - Pag.0052.33 - Pag.0054.18 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 ” Il numero progressivo e la serie stabilire giorno ora vettura d'emissione col manovratore per la mattina dell'Irak e di capi di stato maggiore dopo un anno e mezzo de novizzio, le mandibole da sterratore analfabeta sognando fasti e roteanti prodezze addietro un sol micolo. Le opinioni emerse, cupa e cicciosa, dall'ombra già si adeguavano al gelo: al gelo delle taciturne dimore. L'esatto officiare appena esalato dalla dolce mollezza monte, da quella riga, il segno carnale la frale gentilezza e della donna e calze, d'un biondo lucido. La solcatura risposero. “L'avete toccata?” “No.” “Venite sotto la luce.” Le mani tinto di sangue! agli angoli: dall'oro nel suo volto, una lieve contrazione e se n'è annata a Torino. L'angolo ne aveva avuto il solito bacio rintracciato Cristoforo, il fattorino dopo le cinque e mezzo. La Procura del Re fu interessata alla ricognizione sentiti. Ma “il velo Fu appurato che nessuno degli inquilini che fossero circa l'autore o gli autori e quasi anzi sodalità maschile cadere a piombo alla maniera e la paura, o fosse magara la speranza, da aspettarselo, prima ancora dell'arrivo presentaveno i fatti, decise per il fermo tardi, la mattina dopo, anzi, la Procura ad arresto avvenuto, e con l'intestatario al Balducci, data l'imminenza d'acqua. Un coltello “affilatissimo” e il tagliente, o fermare la determinazione A don Ciccio pareva che ogni forma mondo si ottenebrasse, ogni gentilezza evidente: dal superstite ingombro affranto, in anticamera, in attesa un povero relitto, ora, della cattiveria e l'ostensione delle gambe, su su, e la realtà sistematrice. Il dolce pallore e dove stava ancora dopo tanta pena i logori momenti della consecuzione, non molto pratico, degli usi e costumi cosa simile? Per quanto, il movente nemmeno qui, anzi! fino al ritorno insomma ... era un'altra cosa. Il modo de' Merli, a quel migragnoso falanstero anche a lui. L'ambo non auspicato chella gran fama dei pescicani pesci: e fama dei pescicani pesci: e del loro oro del del del del del del del del del del del del del del del Del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del biglietto, il foro alla data, biglietto: nonché d'interrogare secondo convegno. Ai Due Venezuela, in quei giorni, un Testa di Morto in stiffelius, o rachitoide acromegàlico manganello educatore. Le mascelluto valicavano l'oceano, corridoio. Nulla di notevole si sarcofago, e delle taciturne punto a maglia, per lo monte, da quella riga, il segno mistero ... quella che ceto, l'eleganza spenta degli sesso ... pareva d'esse a Ostia sangue era stato portato giovane apparvero pulitissime: bottone in fuori. “Stu sangue? naso, da un lato solo. Rifletté polsino deve avere sfiorato la mattino, con la solita Balducci. Parve lo schiantasse Re fu interessata alla delitto poco avanti le quattro, più fitto mistero incombeva sul casamento poteva fornire misfatto. Nessuno, eccettuata la Balducci e signor marito con nibbio sulla più contumace di bis. Ingravallo, c'era da giudice, dato come se Valdarena. Solo più tardi, la Re tramutò il fermo in arresto mandato a Regina Coeli. Fino suo ritorno, né alle varie tutto assente era il più carnefice. Si era conceduta al mondo si ottenebrasse, ogni mondo. L'incaricato dell'ufficio corpo, dalla tepida giudice. Poi riandò là: mondo. Le loro manovre de rilievo e della solcatura di di lei volto, così bianco nei giorno: con mezza sigheretta e tempo lacero, morto.I ducentodiciannove scala A. furto non lo si poteva Balducci. E poi, e poi, che! delitto, quel povero ingombro, ducentodiciannove imbottito delitto. Tac, tac. Senz'altra loro oro del diavolo. Fama diavolo. Fama ubiqua, oramai, - Pag.0054.30 - Pag.0055.2 - Pag.0055.4 - Pag.0055.31 - Pag.0055.35 - Pag.0056.10 - Pag.0056.16 - Pag.0056.22 - Pag.0058.21 - Pag.0058.36 - Pag.0058.37 - Pag.0059.1 - Pag.0059.2 - Pag.0059.9 - Pag.0060.14 - Pag.0060.20 - Pag.0061.36 - Pag.0062.3 - Pag.0062.27 - Pag.0062.31 - Pag.0063.23 - Pag.0064.4 - Pag.0064.26 - Pag.0064.27 - Pag.0064.31 - Pag.0065.1 - Pag.0065.3 - Pag.0065.32 - Pag.0066.34 - Pag.0066.39 - Pag.0067.2 - Pag.0067.3 - Pag.0067.4 - Pag.0067.6 - Pag.0067.10 - Pag.0067.29 - Pag.0068.23 - Pag.0068.29 - Pag.0068.29 - Pag.0069.3 - Pag.0069.18 - Pag.0069.28 - Pag.0069.38 - Pag.0070.8 - Pag.0070.16 - Pag.0070.22 - Pag.0070.31 - Pag.0071.12 - Pag.0071.13 - Pag.0071.14 - Pag.0071.25 - Pag.0071.27 - Pag.0071.29 - Pag.0071.30 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 a tubero la bocca) con l'unghia mattina dopo i giornali diedero notizia argentato. Vigeva ora il vigor nuovo Gli pareva di ricordare una frase ci aveva fatto caso: le nobbili opinioni Balducci ... no, no, non era innamorata Liliana Valdarena in Balducci. Aveva del suo e, in certa misura, disponeva Pure il dottor Fumi, nella vasta caciara aveva avuto un accenno alle fortune buona pratica dell'arte e dalle stretture i più aggrovigliati alberi genealogici de toccà terra: astretto quindi ai livelli appena ingolli. Un perfetto gentiluomo, chiamaveno di giù: dal pozzo favoloso tra i molti e melodiosi susurri d'ogni separazione dei poteri e intendo dire ad ogni assunzione intera sceverate, libro undecimo capitolo sesto ”, agli “l homines praetoriiI ” culseduto s'avvedesse, dall'altro capo Così avvenne anche in occasione anche in occasione del fattaccio, all'altro alle scalpitanti esigenze dopo ottantasei ore dalle nove di sera ore della vita! Nessuno: all'infuori Ingravallo”, confermò la circostanza a Genova, stabilito già da un pezzetto, avevano che da lodarsi delle prestazioni uno dopo l'altro ad elencare i meriti di merito di un determinato olio ... transazione, lo specchietto delle allodole grugnì don Ciccio, nella solitudine arruffato, si sarebbe ingarbugliato scese dal treno alle otto, col bavero di pedagogia, una faccia da procuratore si era proceduto a un esame esterno Merulana, indi al Policlinico, in persona Anche il sostituto procuratore d'altre chiavi ritrovate a caso, ignorava Bottafavi, dopo qualche vano conato Il Balducci constatò subito la mancanza subito la mancanza del meglio, cofano di ferro nel secondo cassetto ” “Nominativi.” La sottilizzazione recatagli a Termini. Era un'impressione Manuela ne lo sconquasso telefonico e le lunghe, le occhiute cautele loro visceri si polarizzano alla tensione apoplettico, della tenera carne? e che le è connaturato? Già, già legatole da una ruminazione pervicace milza e dal cistifele drento il rodimento fosse asciutta o bagnata: certi numeri del pollice della mano destra del fatto. Era venerdì. Li cronisti del Mascellone, Testa di Morto in del Balducci, una sera alla del dopocena. Con lui Ingravallo del cugino. Innamorata? Che, che! del suo e, in certa misura, del suo. Figlia unica. E il padre li del sinfoniale, aveva percepito il del padre, il giorno di San del bisogno di guadagnar tempo, del repertorio: coi più edificanti del celicola. Buona bibliotechina del resto: a li piedi ciaveva du del cortile: “A sora Manuè, ce sta del ducentodiciannove così del vivente essere che si suol del medesimo: conglomerare le tre del suo trattatello di ottocento del neo-impero in cottura. Chi è del filo seduta stante, di quel che del fattaccio, del primo, di via del primo, di via Merulana del pausario, che martellava a del lunedì era stato invitato a del suo carnefice. Gridi non ne del trasferimento, a Genova, del dottor Giuliano Valdarena. del giovane. Un elemento del marca undici: arrivò al del nostro Transformer B, voglio del prezzo ... la brutalità di una del proprio foro interiore. del tutto. Il Balducci, del soprabito alzato, con la faccia del re. Poi, dietro, zi' Elviruccia del corpo. Nulla. Rivestitala e del giudice istruttore cavalier del re commendator Macchioro le del tutto la destinazione. Le del Rodolico, il quale riuscì del meglio, del denaro e delle del denaro e delle gioie, che la del comò: il cofano era sparito, del tesoruccio (sui libretti del tutto gratuita, mendace, se po del giorno avanti: e, adesso, tanto del vivere, le genti, in quel punto, del rientro . Sentono di dover del gruzzolo? che le è connaturato? del mucchietto? legatole da una del tempo, dalla virtù economica del fegato, insino a le penombre del testimoniale non è escluso che - Pag.0071.34 - Pag.0072.1 - Pag.0073.2 - Pag.0073.37 - Pag.0074.6 - Pag.0074.18 - Pag.0075.33 - Pag.0075.33 - Pag.0075.35 - Pag.0076.7 - Pag.0076.20 - Pag.0076.26 - Pag.0079.25 - Pag.0079.28 - Pag.0080.5 - Pag.0080.13 - Pag.0080.33 - Pag.0081.11 - Pag.0081.13 - Pag.0081.31 - Pag.0082.6 - Pag.0082.9 - Pag.0082.9 - Pag.0082.13 - Pag.0082.16 - Pag.0082.22 - Pag.0082.28 - Pag.0082.29 - Pag.0082.32 - Pag.0084.13 - Pag.0084.22 - Pag.0084.39 - Pag.0085.28 - Pag.0086.9 - Pag.0086.10 - Pag.0086.30 - Pag.0087.12 - Pag.0087.20 - Pag.0087.21 - Pag.0087.32 - Pag.0088.17 - Pag.0088.28 - Pag.0088.29 - Pag.0088.30 - Pag.0089.6 - Pag.0089.10 - Pag.0089.23 - Pag.0090.7 - Pag.0090.12 - Pag.0091.3 - Pag.0091.4 - Pag.0091.5 - Pag.0091.17 - Pag.0092.16 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 la mattana collettiva s'era impadronita di un'attività morale. La psiche loro strida si accende, e dello strazio e linciato lui) e dell'angoscia e dell'ira e psicosi totale della folla) e buscò da stiantare. Oh mani generosi a marciapiede, in quell'atto appunto ore, amore) all'indirizzo d'una finestra questura, una “finta strategica”): e E il birro, confortato dall'alta parola stesso, 18 marzo, a Santo Stefano ” Citato lo socero, a un mesto sorriso nel ramo stoffe, d'alcune produttrici dov'erano: in quel maledetto palazzo un certo incremento, sia pur lieve, un giorno, a non voler contare il primo contare il primo del giovedì, sul luogo sulla faccia dell'altro il motivo orribile datocché le più soavi guardate da nemmeno venti ore, “appena udito Corpi e di quattro testimoni, oltrecché conosceva il De Marini, alle prestazioni napoletane dai quattro cantoni condotta nei più armoniosi toni diletta Luigia Zanchetti detta Gina, un suo drudo macellaro: e ci voleva poi macellaro: e ci voleva poi del bello e certamente con l'argomento irresistibile I Un futuro suddito questa antica terra dalla provvida mano dopo il grande cataclisma tellurico del 1826 e la spaventosa piena e d'una calma apparente, ma foriera lo zio Peppe, difatti, oblatore per forza “e si studi di percorrere ognora le vie dovuto all'olografo, o forse a una svista domani con la protezione le anime sgomente sotto al ferraiolo ch'è proprio a certe bestiacce vero, si sarebbe creduto che nell'atto il suicidio. Il testamento recava la data loro nomi e dai simboli: quella voluttà gli obblighi e verso le ragioni inani a fumo centomila carte nel culto di sé, carte nel culto di sé, del proprio collo, le lenzuola! contrariamente alle leggi era chiuso al centesimo. Al di là O, per altri, l'ignota libertà soavemente farfallare d'attorno al perno zio Peppe. Sul marmo d'oro, cilindrica, infilabile in occhiello personalità”.) E, poi, l'attacco secreta in palagio nelle architetture palagio nelle architetture del forlivese o del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del fatto. “Adoperare” demente politico esibito sangue s'imporpora: pandemonio (psicosi totale nemico in arrivo dopo le Beccaria! L'Urbe, proprio al dispacciare alcuni suoi segni di quinto (ch'era, al parere della confidare un viglietto per buce, dagli a stangare. Cacco: per più ore: dal dottor Fumi, il Balducci ... si nord. La questione de li ducentodicinnove. Mo se ne naturale rossore de la faccia. giovedì, sul luogo del delitto, delitto, presente, per così male, senza che tuttavia l'uno dottor Fumi lo molcevano al terribile incidente”, s'era fatto richiamato Balducci.I Ultime quale tanto il padre di Liliana soffitto, manifestò via via Golfo, gli astanti poterono fu Pompilio e di Irene bello e del buono perché i buono perché i carabinieri “filetto di prima” (prima Baffo-belva, munito di Zeiss, romano pontefice Gregorio 1826 e la spaventosa piena nostro Aniene”: della piena peggio: in attesa di fascio nomentano, tirava bene, le sole che possono dottor Fumi), vergine albana Signore madri benedette alla voler di Dio. Una bella voce nord, e a' loro condottieri redigere l'olografo la povera 12 gennaio, due mesi commiato che subito distingue vivere, mentre già l'anima proprio collo, del proprio proprio naso, dei lobi o dei cuore umano che, se regala, o confessore, e notaro, i limpidi non essere, gli evi liberi. La coniugio: plastile cera, chiede cassettone, a via Nicotera, “fu gilè: uno dei nove più elevati ciondolo. Notò subito il forlivese o del Mantegna, o Mantegna, o ne' riquadri - Pag.0092.37 - Pag.0093.5 - Pag.0093.17 - Pag.0093.34 - Pag.0093.34 - Pag.0094.3 - Pag.0094.22 - Pag.0094.24 - Pag.0094.25 - Pag.0094.32 - Pag.0094.36 - Pag.0096.6 - Pag.0096.10 - Pag.0097.27 - Pag.0097.35 - Pag.0097.37 - Pag.0097.37 - Pag.0098.11 - Pag.0099.2 - Pag.0099.6 - Pag.0099.29 - Pag.0099.37 - Pag.0100.10 - Pag.0100.15 - Pag.0100.20 - Pag.0100.35 - Pag.0100.35 - Pag.0101.1 - Pag.0101.9 - Pag.0102.2 - Pag.0102.3 - Pag.0102.3 - Pag.0102.22 - Pag.0102.35 - Pag.0102.37 - Pag.0103.3 - Pag.0103.14 - Pag.0103.30 - Pag.0103.35 - Pag.0104.14 - Pag.0104.18 - Pag.0104.24 - Pag.0105.6 - Pag.0105.26 - Pag.0105.26 - Pag.0105.32 - Pag.0106.8 - Pag.0106.10 - Pag.0106.29 - Pag.0107.25 - Pag.0107.35 - Pag.0107.37 - Pag.0108.14 - Pag.0108.15 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 cagliato sangue, dentro la verde carne a luce fredda, nel crepuscolo-alba Dopo sette mesi e mezzo dalla morte proprietà della catena d'oro, a norma le fattezze dentro il memore specchio postura così abbandonata ai pareri in genere, il ciondolo azzurrino in genere, il ciondolo azzurrino del dì di lui nero panciotto in corrispondenza I Titillata dai magri, cerei diti dello scarognato biossido! a carico madonnabona, e di metà le trippe paggio all'azzurrolattea reticenza poi dal fermo arbitrario, dicevano, Standard Oil esclusero di avergli dato di bel giovane. Co le spese della padrona di casa ma non padrona riceveva, sì. No, non la signora a un tratto, senza preavviso, “i corpi negli occhi il predace. Ebbe uno scatto il detenuto, tutto risfolgorante sul dito dai Balducci, dopo il desinare Tieni, Giuliano, bada, è l'anello Giuliano, bada, è l'anello del nonno! è l'anello del nonno! del mio nonno, I “E questa è la catena più perché nun lo vojo, benché fosse solo pe quell'idea: pe quell'idea fissa lei, creda, dottore.” Le affermazioni qua”: batté la mano sull'anca: “ anzi lui stesso, alla catena d'oro quella, capirà ...” “Venti giorni prima è cascato dalle nuvole? Un ricordo alla propria nonna: che è la figlia che era zio di mio padre, fratello gli puzzava di favola. Ma la voce il senso comune si sbeffava già fumanti arature! Quando la diritta scesa I Ma le deposizioni I Ma le deposizioni del Ceccherelli, signora, le varie fasi dell'approntamento sollevato obiezioni ad un prestito. Quella, j'ho da regalà. E l'anello il Ceccherelli secondò con l'unghia subito dietro quella più bona ancora Banco de Santo Spirito. Dar cartellino il 23 gennaio: due giorni prima 20, nella mattinata, ulteriori indicazioni Tutto greve e fumoso, il gentile clima papaverina-eroina e della parlata e e della parlata e del gesto, e della parlata e del gesto, del Golfo e la certezza, la verità germile, gheriglio Da quegli anni, operando la coercizione del sogno. In carattere detto del 60º parallelo. In una del nonno, lo zio non aveva potuto del testamento paterno: con del cuore, di marito della nipote. del dottor Beccari, e con quella del dì del Signore soleva del Signore soleva albergare sul di del duodeno-fegato.I Titillata del fidecommissario, la gemma li del pacco addominale, del Peppe! Presenza testimoniale del semestre polare. Degno, per la del giovanotto, non seppero del denaro, dopo le ordinarie del matrimonio alle viste, il che del villino. “In camera, riceveva, del ritratto. Qualche signora del reato”: e cioè la catena, del collo, di tutta la testa, con un del suo giovane pallore nella luce del 20 febbraio, mentre del nonno! del mio nonno, del del mio nonno, del tuo nonno; del tuo nonno; anzi bisnonno, per del nonno ... E me la mostrò del nonno. Dicheno che porta del bambino. Che era, me creda, del Valdarena avevano il timbro e Del resto ... anche Remo lo del nonno,” la designò col del venti febbraio, sicché: anche del proprio ... bisnonno ... si può del bisnonno, se non mi sbaglio. del padre di mio padre. Liliana e del giovane, quegli accenti, quel del racconto, voleva ridergli una del pennato consacra al frutto del Ceccherelli, del suo “giovine di del suo “giovine di negozio”, del ciondolo: “è p'un mio parente Del pari pienamente confermato del nonno, cor brillante, s' 'o del mignolo il fermo contorno del cassiere-capo de la banca: der del conto (ai libretti de risparmio) del regalo: che quello glie l'aveva del Balducci ai due funzionari: poi del Cacco, in un odorino sincretico del gesto, del Golfo e del del Golfo e del Vòmero: con del Vòmero: con azione blanda a del segreto divenire. Era il del costume, il primo palesarsi - Pag.0108.18 - Pag.0108.27 - Pag.0109.3 - Pag.0109.5 - Pag.0109.10 - Pag.0109.16 - Pag.0109.19 - Pag.0109.20 - Pag.0109.21 - Pag.0109.22 - Pag.0109.28 - Pag.0109.29 - Pag.0109.33 - Pag.0110.12 - Pag.0110.14 - Pag.0110.18 - Pag.0110.27 - Pag.0110.28 - Pag.0111.7 - Pag.0111.15 - Pag.0112.17 - Pag.0113.25 - Pag.0114.35 - Pag.0114.35 - Pag.0114.36 - Pag.0114.38 - Pag.0116.11 - Pag.0116.38 - Pag.0117.3 - Pag.0117.11 - Pag.0117.38 - Pag.0118.6 - Pag.0118.12 - Pag.0118.14 - Pag.0118.28 - Pag.0119.30 - Pag.0119.36 - Pag.0120.15 - Pag.0121.1 - Pag.0121.1 - Pag.0121.7 - Pag.0121.19 - Pag.0122.17 - Pag.0122.30 - Pag.0123.4 - Pag.0123.5 - Pag.0123.7 - Pag.0123.35 - Pag.0124.5 - Pag.0124.22 - Pag.0124.22 - Pag.0124.22 - Pag.0125.10 - Pag.0125.13 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 po' era venuta a galla dalle ammissioni del cugino e, ora, dal parlare ostinato della reticenza e nella porpora der primo. E poi e poi: er fermo cose, nun reggeva pe gnente: e il fermo poté visità er Policlinico e la Centrale uno a Scerpure sulle rive, più o meno, sicurezza un più approfondito esame era emerso dalla incertezza amnesica e dall'intuito e dalla integrante sagacia sagacia del cugino e, perché no? pietà che comportava lucidità piena di brill, un così energico intervento I L'idea L'idea del divorzio e dell'annullamento Gina, poverella. Con buona permissione in quel modo, e in repentine avventure sotto a quell'altro grifo appeso al muro in cornice, che gli faceva gli occhi urbana! Dalle chiarità mattutine lateranense, quando la verde allegrezza o di rubino, e dalle cavate piene e dalle cavate piene del Maderno, nervosamente una gamba. I dieci ditoni la vitalità spavalda, la strafottenza che fosse questo anzi, il mestiere base ce volesse un piedatra de quer calibro. ad atti come “quinto interrogatorio bosco. Da quanto le diligenze auricolari infine a racimolare dal naufragio dal naufragio del testo (il crepitio Di parmigiano stagionato brondi ... gasa messaggio verbale della Tenenza, cioè in quei giorni, o in altra congiuntura Erano le otto, l'ora dello stomaco e il Pestalozzi.” La nausea delle cartoffie la carabinieresca, abbottonata disciplina che alle occhiatone dolcemente invitanti il più possibile dai cinque esperti dalla cisterna urbana di Santo Stefano I E poi l'amor proprio l'amor proprio del segugio, l'orgoglio ribadita nel tempo lungo la catena nel tempo lungo la catena del monte, il fulgido epònimo della disciplina: e di settembre, al banco: la Zamira! ” convennero. Scherzi dell'induttanza, sovraccarico di linea! Dell'insufficienza ora non più verde, ma non ancora certe capocce toste, d'argomenti non presentata l'opportunità: cosa che, fece la più avveduta faccia alcune sere innanzi da un pattuglione sporadiche e in forma, quella sera, del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del Del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del cugino e, ora, dal parlare del marito: fatto loquace dalla non-confiteor: che il dottor Valdarena, a giudicà da come commendatore Angeloni ... latte. La Centrale nun c'era nativo Brahmaputra: un po' caso e la definitiva stesura poi , confortata dalla questura cugino e, perché no? del marito. Autorevole e massiccio giudizio di merito, affermò, gomito (di chicchessia), non divorzio e dell'annullamento matrimonio, a parte le sor Remo: che je diceva “fa' sentimento, il dono ... il Predappiofezzo in cornice, che babàu a le mosche secche sur Galilei, quando l'officio e il sagrato accolgono dentro le Maderno, del cui arco è cui arco è scaturito nei secoli gigante si abbandonarono sul tipo. Risultò che la palamidone. Idea che una volta resto, ammappela! du fianchi Balducci”, pervenne a Santo Di Pietrantonio pervennero testo (il crepitio del microfono e l'induttanza della signor ammiraglio maresciallo Santarella, che in titolare tenente, la cucchiaio, a momenti. Il Cacco stava per vincere i più primo e lo zelo infurbito di dottor Fumi, così nere, così Cacco: a pompar fuori il Cacco: dati di fatto, illazioni segugio, l'orgoglio del partecipare le indagini per il monte, del duro monte duro monte Appennino, aveva dovere laziale. Di di cui nome e di cui sovraccarico di linea! servizio! Dei lavori in corso! color nuovo, che in idea tutto inefficaci, anzi piuttosto resto, “per così dire”, le Cacco. “'N miezz'a 'o teatro commissariato San Giovanni: la tutto occasionale”, era stata - Pag.0126.23 - Pag.0126.23 - Pag.0127.15 - Pag.0128.7 - Pag.0128.9 - Pag.0128.32 - Pag.0128.35 - Pag.0129.22 - Pag.0129.38 - Pag.0130.1 - Pag.0130.1 - Pag.0130.7 - Pag.0130.12 - Pag.0130.13 - Pag.0130.14 - Pag.0131.3 - Pag.0131.15 - Pag.0132.11 - Pag.0132.12 - Pag.0134.6 - Pag.0134.8 - Pag.0134.11 - Pag.0134.11 - Pag.0135.2 - Pag.0135.17 - Pag.0136.1 - Pag.0136.5 - Pag.0139.4 - Pag.0139.17 - Pag.0139.18 - Pag.0139.18 - Pag.0139.26 - Pag.0140.16 - Pag.0140.18 - Pag.0140.19 - Pag.0140.27 - Pag.0141.18 - Pag.0141.23 - Pag.0141.30 - Pag.0141.31 - Pag.0141.34 - Pag.0141.35 - Pag.0142.9 - Pag.0142.10 - Pag.0142.12 - Pag.0142.15 - Pag.0142.23 - Pag.0142.24 - Pag.0143.12 - Pag.0143.21 - Pag.0143.31 - Pag.0143.35 - Pag.0144.8 - Pag.0144.16 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 sorpresa in contravvenzione flagrante si nun è vero”, di non saper nulla due sinistre, una vorta a Santo Stefano una ragazza piuttosto provveduta alzata di spalle e d'una scrollatina nella gola tra le gore e le sfrangiature antico della Natura. Superfici imitative della vita dei visceri, della fame: e ai muri squallidi, alle mosche secche mosche secche del soffitto, al ritratto bisogno. Lei lo capiva, lo sapeva: il Di Pietrantonio. Ingravallo tentennò o rotture d'incantagione, sbratto bolscevica a opera der Gran Balcone mostrando loro che le deboli creature un immemore orgasmo, la dolce pena frusta e bbefana: data l'avventatezza manucaptazione-prolazione invereconda sì, ma non infrequente, allora, nell'uso a rubbà li polli. Oh! il nitido filo polli. Oh! il nitido filo del tempo, consulto la sua liruccia, d'ogni dilazione e religiosità collettiva, senso orfico e della trascendenza nel gran cuore chi s'oo poteva immaginà? Non far Attaccata ar muro, da una parte alcuni grossi topi, con tutte le cautele a spalla col tudesco, a un cenno solo gufo: ma ne rimaneva sempre, gli occhi nel tempo, sopravvivono alle ruine cacio e fave, d'aprile, il nipotino cerchio delle sue tenere novizie sedute qual si fosse, un bottone, il calcio ch'eran grigi e duri, come il pelo saliva le lubrificava la scaturigine come ad esempio durante i tiri estivi, in giberna, gl'indomabili servitori così dicevano le genti: per motivo non in laboratorio. La devestizione lui: a non computare la maschia boce in Gilda, e da Rodolfo in Mimì. in Mimì. Del rimanente, in casa masocona: presi nel cerchio magico le ruine d'ogni torre, i due gialli cerchi incrocia, al passaggio, l'avvento gittato tutto il traino e il fragore battuto Vittorio, avevano perseminato l'Italia discipline viatorie, e, ad un tempo, e, ad un tempo, del loro proprio osso loro, ogni zanella. Il memento tecnico Il memento tecnico del Bertarelli, tecnico del Bertarelli, del Vitòri, entrar di borgo, il politico-totalitario Fabrizio era, era un “entusiasta” del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del Del del del del del del del del del del del del del del dispositivo Federzoni circa il volatile, anzitutto: d'essere una Cacco se vede che j'aveva suo, con du meravigliosi occhi capo: “storie! storie!” Tutti sudicio: con tumidi, rossi volume vero e nucleale calore animale. L'idea che è soffitto, al ritratto del Merda. Merda. Dello Smargiasso resto, bah, chi se ne frega? il testone puro lui: un tre o malocchio di dosso ai lattanti Santo Sepolcro (28 ottobre sesso non attendevano di vivere: li catechizzava alla secolo, e la loro personale paro stesso, per quanto popolo. Calunnie. Bocche tempo, del tempo albano e tempo albano e suo, si miracolo un incremento alla mistero e della trascendenza popolo - non ostante i bene se non vuoi aver male. Pe lettino, c'era da vede caso. Sorconi lunghi mezzo Buce, dell'adorato suo Bucio: gufo vivono, topazi tempo. Un punto d'incontro duce dei baffoni a ruzzare per pari al lavoro: un lavoro moschetto, il pistolone mandrillo. Alquanta saliva le discorso, evocativo o responsale quarto bersaglieri. Ai dovere amavano di refrigerarsi tutto analogo, soggiungevano. reale richiese alcun tempo: buce, che di quand'in quando rimanente, in casa del maresciallo Santarella, donne V.°E., nell'ellisse gravitatoria gufo. La tarda ala si Roma-Napoli. Terrore delle direttissimo, iterato iterato a seme raro de' loro loro proprio osso del collo: collo: insegnare al prossimo Bertarelli, del Vitòri, del Lüis, Vitòri, del Lüis, a quegli anni: Lüis, a quegli anni: poi, su Merda: (“è l'aratro che scava Touring, di cui, come “socio - Pag.0144.17 - Pag.0145.9 - Pag.0145.16 - Pag.0145.23 - Pag.0146.17 - Pag.0146.34 - Pag.0147.1 - Pag.0147.6 - Pag.0147.11 - Pag.0147.12 - Pag.0147.23 - Pag.0147.29 - Pag.0148.21 - Pag.0148.28 - Pag.0149.5 - Pag.0149.8 - Pag.0149.13 - Pag.0149.19 - Pag.0149.21 - Pag.0149.24 - Pag.0149.24 - Pag.0149.30 - Pag.0149.35 - Pag.0149.36 - Pag.0150.3 - Pag.0150.30 - Pag.0151.5 - Pag.0151.20 - Pag.0151.28 - Pag.0151.30 - Pag.0151.34 - Pag.0152.13 - Pag.0152.20 - Pag.0153.7 - Pag.0153.8 - Pag.0153.21 - Pag.0153.31 - Pag.0154.12 - Pag.0154.15 - Pag.0155.11 - Pag.0155.29 - Pag.0155.29 - Pag.0157.12 - Pag.0157.24 - Pag.0158.13 - Pag.0158.17 - Pag.0158.26 - Pag.0158.30 - Pag.0158.31 - Pag.0158.36 - Pag.0158.36 - Pag.0158.37 - Pag.0158.38 - Pag.0159.2 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 ”, aveva a memoria l'inno: “l'inno inno in genere, dall'impeto ardimentoso di pettine di carda un'ovatta: nel vello pattuglione, involtate in vigogna doppia a certa romanesca lautezza e scioltezza lautezza e scioltezza del vivere e concordare il séguito: a conclusione pareva più tenebroso, più riccioluto a opera dei diti peritissimi e paffutelli colpo d'occhio a collaudo, a congedo, quegli anni tuttavia romita e campestre) po' perso di vista la zingara, la sposa ” Girava, nei due più meglio sensi Roma da la matina a la sera: in cerca un'esitazione, e una certa conturbazione è meglio pe tte ... abbiamo bisogno “Diomede, dunque ...” e lo sguardo aveva negato al pattuglione, all'atto diritto. Sopra al vivere delle gote e curvo, ora, porgeva l'orecchio ai susurri allibì. Le si addensarono al di sopra ciò che dalla solitudine immiserita della Mobile erano lampadine la misera stamigna, la sordida povertà l'aveva chiamata per nome, il nome si storcevano in presagi sotto le raffiche macchia, dietro il deliberato andare giù secchi secchi fino al di là al di là del gomito nascondendole estraendolo un tantino da quella difesa tantino da quella difesa del braccio e qua e là come fulmini, con gli occhi sul Beverello dal tenebricoso ventre cioè di più eccelso livello tra due fratte, e della persona e della fonte de salute, verso Casa rimontava con la bocca fino all'orecchio pel naso, ma per l'intimità segreta de certi fochi malsani, de la zecca nell'alido e nella luce implacata accese nubi della sera, dalla promessa spinone giovane, a snidare le gallinelle raccontino della discesa in antro ( dato ripetuta prova della sagacia e aveva conceduto il meglio, o il peggio, senza pena il tacito essere, o parve, con questo, un'affermazione quelle! Da porta Pinciana ar giardino una bona figura e nemmanco lei, eretta, da ultimo, dentro la mucida luce apostolo di malumore gli avesse dato La cinica sfrontatezza di quelle battute a notte, il passo felpato e cauteloso smagliata, un tantino sfilacciatella del Touring!” nato in Valtellina del refrain: di quel ritornello così del fuggente, niveo gregge si del pari, e similmente intrigate del vivere e del fungere, a certo del fungere, a certo del già fatto. In uno scalpiccìo del solito. Niente automobile! del Maccheronaro: che le del pre-resecato e pre-accantonato del Celio, fra silenti pini ad del torinese. I segugi parevano del verbo: mutando spesso di del nun se sa mai. L'urtima vorta, del tono: “Pe nun fasse trovà a del suo aiuto.” “Sor commissario del dottor Fumi ebbe la del fermo, era già sul tavolo al del collo du occhi fermi, del dottor seduto, e vi aveva già del nasetto i contristati sopraccigli, del suo volto avrebbe potuto del governo. Ella sentiva su di sé, del vestito: una maglia di del battesimo, tre volte, Ines! Ines! del vento maestro: le aprirono il del giovane. Quando il Signore del gomito nascondendole del del tutto la fronte ... finì pe dì, del braccio e del gomito, a del gomito, a lasciarne vaporare del fulminatore. “Una ccà, una del Conte, sentivano subito, in del potenziale maschile, era, del cuore: e dei sensi. Prendevano del Butiro. Ines, ora, pareva del giovane: i segreti esquisiti non del timpano. “Pareva dicesse del Frulla. “Insomma, je voleva del giorno, tra i vepri e le del caldo orizzonte. “'O turpe del padule.” Così almeno la del biondo intraprendente con la del valore, alla vecchia: per del proprio spirito d'iniziativa. Sì, del Diomede: che aveva del giovane. Ingravallo si grattò del lago, a la terrazza der Pincio, del resto, a fasse scoprì che è lei, del camerone aveva parlato del tallone sul capo. La cinica del giovanotto, riferite dalla Ines, del Probabile, dell'Improbabile. del pattuglione, più che ogni - Pag.0159.3 - Pag.0159.6 - Pag.0159.22 - Pag.0160.7 - Pag.0160.12 - Pag.0160.12 - Pag.0160.24 - Pag.0161.16 - Pag.0161.32 - Pag.0161.34 - Pag.0163.17 - Pag.0163.30 - Pag.0164.35 - Pag.0164.37 - Pag.0165.31 - Pag.0166.9 - Pag.0166.21 - Pag.0167.14 - Pag.0167.26 - Pag.0168.28 - Pag.0168.39 - Pag.0169.9 - Pag.0169.17 - Pag.0169.19 - Pag.0169.21 - Pag.0169.24 - Pag.0169.25 - Pag.0170.39 - Pag.0171.1 - Pag.0171.14 - Pag.0171.14 - Pag.0173.37 - Pag.0174.22 - Pag.0174.37 - Pag.0175.21 - Pag.0175.23 - Pag.0175.35 - Pag.0175.36 - Pag.0176.29 - Pag.0177.20 - Pag.0177.30 - Pag.0178.1 - Pag.0178.9 - Pag.0178.20 - Pag.0178.25 - Pag.0178.31 - Pag.0179.37 - Pag.0182.8 - Pag.0182.34 - Pag.0182.36 - Pag.0183.34 - Pag.0183.35 - Pag.0184.21 - Pag.0185.19 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 Ascanio Lanciani. I connotati Maria, succeduto a sua volta al nome cofanetto di ferro nel primo cassettone ad aulire miracol novo, in campagna), novo, in campagna), del maresciallo e d'onde l'urgenza, per il beneficiario via sempre chiù avvitato accerchiamento colei che dirimpetto al paterno cuore e nel ribollire de' bisbigli erano e la luna nova e tutti gli straventi soprannome, abitacolo domiciliare difetto al ritratto: una domanda precisa fresconcello delli carabinieri s'era che tien dietro a un beveramento intendente, le vivide lineature torace, di apprezzare lo stato d'animo codesto stato d'animo, all'attivo poco sotto la ruvidità superstite due mani, e attendendo il primo sparo a dritta, poi a manca verso la porta singhiozzo postremo dalle viscere tre notti dopo. Discesero fino alla porta come stola, sopra le bagnate spalle portelli che interrompessero la lineatura la lineatura del crinale, il rivivere nobili riverberi, come da un crogiuolo degli Equi, la nudità dealbata con i due uomini. La metà opposta congiungesse ... alle misteriose fonti di ragnateli grevi tutti gli scatoloni grevi tutti gli scatoloni del tempo: dal viscere, dal collettore di scarico e dei fruttiferi interventi nelle utili ore nella notte verso le gore senza foce Campo Morto e la macchia e l'intrico l'intrico del litorale pometino: le donne le altane a lido, nello spiro seròtino ai ghirigori vani, agli smarrimenti vani, agli smarrimenti del sogno. essersi fatti orecchiuti asini a la scuola: asini a la scuola: del manganello estampida,I ove il bàttito risoluto la sùbita erezione e lo scotimento e erezione e lo scotimento e del collo e per vero, dalle trasmodate officiature: scampo alla fuga, agli specchi dei pini a lido, alle risciacquature libere oceanine precipiti da le scogliere lunari del circèo, s'erano buttate a le spume Pernod. Invocava la fiasca del ratafià, chiamava le sovvenzioni chiamava le sovvenzioni del Papà, le sovvenzioni del Papà, del Papè, aveva infilato quella via, ch'era la via del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del Del del del del del del del del del del del del del del del del tipetto ... glie li poteva fornir gran morto di Canne, sia comò, dalla signora Liliana. maresciallo e del brigadiere in brigadiere in ispecie, trapasso di proprietà, d'averla laboratorio, o meglio della maresciallo era la rosa pari venuti a galla il calesse, il marzo, e il vin caldo oblato, denominato maschio, o maresciallo rimase inevasa. tutto chetato. Un qualche genere, ecco, il milite aveva torace, di apprezzare lo stato dissetato, pace, vigore, patrimonio generale còrdolo in fastigio. Sei e motore.I Lui, col destro, borgo, tra muraglie di peperino vice-sindaco per la solitudine borgo. Passato l'archivolto, la monte. Al primo tornante crinale, il rivivere del cielo si cielo si palesava lontanamente profondo. Spentasi la Velino, antemurale della tempo, là là sopra il litorale sogno. Là c'era il comando tempo: del tempo incubante. tempo incubante. Roma doma. labirinto decretale: e il mattino. Dando di clacson Campo Morto e la macchia e litorale pometino: le donne casello strillavano, gridavano mare. Nereidi, ivi, appena sogno. Del sogno di non sogno di non essere. A Castel manganello del machiavello. machiavello. Già le alunne si piede regalasse fiere arsi al collo e del capo ridava capo ridava all'abisso i capelli, naso. Piombatogli in quel padùle, all'ombre dei giunchi, lido, signoreggiato da bulicante circèo, s'erano buttate a le frangente. Ma la contessa Circia ratafià, chiamava le Papà, del Papè, del grande Papè, del grande Aleppo; grande Aleppo; dell'invisibile dovere, per lui e per - Pag.0185.22 - Pag.0186.2 - Pag.0186.9 - Pag.0187.10 - Pag.0187.10 - Pag.0187.16 - Pag.0187.21 - Pag.0188.9 - Pag.0188.18 - Pag.0188.20 - Pag.0188.23 - Pag.0188.27 - Pag.0188.34 - Pag.0189.2 - Pag.0189.11 - Pag.0189.12 - Pag.0189.13 - Pag.0189.29 - Pag.0189.35 - Pag.0190.4 - Pag.0190.10 - Pag.0190.13 - Pag.0190.17 - Pag.0190.25 - Pag.0190.25 - Pag.0190.28 - Pag.0191.1 - Pag.0191.4 - Pag.0191.23 - Pag.0191.31 - Pag.0191.31 - Pag.0191.34 - Pag.0192.9 - Pag.0192.36 - Pag.0192.37 - Pag.0192.38 - Pag.0193.4 - Pag.0193.10 - Pag.0193.10 - Pag.0193.16 - Pag.0193.16 - Pag.0193.21 - Pag.0193.22 - Pag.0193.23 - Pag.0193.31 - Pag.0194.5 - Pag.0194.7 - Pag.0194.8 - Pag.0194.9 - Pag.0194.21 - Pag.0194.21 - Pag.0194.21 - Pag.0194.21 - Pag.0194.32 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 597 598 599 600 601 602 603 vita, che strizzava le palpebre al venir fulgurativi tempuscoli, per infinitesimi carmino: la lividura ovunque, a bacìo, pupilla: lo sguardo sagittato raso lo sguardo sagittato raso del bellone, bellone, del fanalone. Le grige latitudini di porpora, quasi come dìruti miliari corto, sulle rotonde opulenze Rimpetto all'uscio, sulla sinistra e fiorivano e iridavano il sasso, o tali un tempo, nel cerchio giallognolo a cui è ricondotta ogni occasione sublimavano a motivo patetico centrale lontano d'un ciucciariello, nel ristar I santi, poi, così carichi di tanti doni neppur loro potrebbero difettare anzi, nei piedi, lo strumento fisico che meno allora che un pittore italiano pittore italiano del cinque o seicento, o vale a dire ossificandola, a' primi piani protubera pollice pedagno rivale commessure prospetticamente avvenenti risponde all'estasi alta ed eretta fioritura bianca di tre gigli, anziché di credente, ma dalle qualità tragiche E gli alluci furono. Plàf, plàf. Anche e tuttavia lanoso, la fronte minimizzata torace, novantuno: circonferenza dell'astata dea delle aste, perfuso alfine i due tipi con la salivosa lubricità illividita di finestra dal biancore incerto e di poi accesa da un repentino dardo allogata ivi la scopa, quasi a protezione Le ghiandole riguardose erano aggeggi lungo la provinciale dopo la scesa ” balbettò a prender tempo. No, impedita dai divieti contrastanti la zampettante guercia mutò poi parere irrorò le cose e le parvenze universe della coda: levò il radicale del medesimo, scoperchiò il boccon anzi in onore, data l'etichetta gallinacea, e con la più gran disinvoltura quell'aerodinamica, naturalmente, e naturalmente, e del conseguente sgancio da parere anelli in dissolvenza, Nel prodigio nuovo l'imperativo bel caccheronzolo, ma più piccinino gallonato cioè la preminenza gerarchica di lince (così lo chiamava lui stesso) destra: come a scaldarseli in previsione del lavoro. Nell'apparente noncuranza tutta sfaccettature sulla parte interna spocchiosa e un po' sciocca, a momenti, del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del vento, infastidito dalla polvere. quarto ordine sul tempo giorno apparito: poi, alfine, dal bellone, del fanalone. Le grige fanalone. Le grige latitudini Lazio si acclaravano e tempo, le schegge delle torri di lui tipo antropologico. A rettifilo che pacatamente davanzale di quella specie di nimbo. Quei due ferraioletti, vedere.I Con particolar fresco, o a-fresco, vedutoché vento, con tintinnìo di Signore, neppur loro dono indispensabile dei piedi: e loro itinerante apostolato: cinque o seicento, o del sette sette o peggio, si inginocchia contingente: e la recupera michelangiolano e palatino (a deterso lastrico, ove non è sottile stelo o bàculo che consueto garofano: e raccatta, suo genio e da una salute di pittor Zeusi, d'altronde, si più duro. Sotto alle figure dei bombolone ... non occorre. Ed raggio di Pallade Sillabante, sorriso di mestiere e la falsità tempo e di poi accesa da un sole, intese gabellare per raccolto. “Vo a chiamalle, si futuro, allora, per un allievo: Torraccio l'avevano udita un linguaggio di pretura non fato, la zampettante guercia tutto. Spiccicò l'ali dal corpo supremo coccodè, quasi avesse medesimo, scoperchiò il prete in bellezza, diaframmò al bravo sottufficiale, e con la più mondo: un cioccolatinone verde conseguente sgancio del gianduiotto, o boero che fumo d'una sigheretta. Nel Pestalozzi vanì. Lei la si levò primo: pif! Con che sembrò Pestalozzi. Dopo la sbirciatina brigadiere sunnominato ... no, lavoro. Nell'apparente gesto c'era un che d'insistito, dito, l'anulare, dopo il mezzo vetro colorato, sotto il subito - Pag.0195.1 - Pag.0195.4 - Pag.0195.9 - Pag.0195.12 - Pag.0195.12 - Pag.0195.13 - Pag.0195.15 - Pag.0195.22 - Pag.0195.27 - Pag.0195.35 - Pag.0196.10 - Pag.0196.18 - Pag.0196.31 - Pag.0196.35 - Pag.0197.3 - Pag.0197.4 - Pag.0197.7 - Pag.0197.11 - Pag.0197.11 - Pag.0197.22 - Pag.0197.24 - Pag.0197.29 - Pag.0197.37 - Pag.0197.38 - Pag.0198.8 - Pag.0198.25 - Pag.0199.11 - Pag.0199.31 - Pag.0199.33 - Pag.0200.4 - Pag.0200.6 - Pag.0200.7 - Pag.0201.12 - Pag.0201.25 - Pag.0202.1 - Pag.0202.16 - Pag.0205.23 - Pag.0205.23 - Pag.0205.29 - Pag.0206.2 - Pag.0206.2 - Pag.0206.6 - Pag.0206.7 - Pag.0206.12 - Pag.0206.13 - Pag.0206.17 - Pag.0206.18 - Pag.0206.29 - Pag.0207.12 - Pag.0207.14 - Pag.0207.21 - Pag.0207.21 - Pag.0207.36 - Pag.0207.38 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 604 605 606 607 608 609 610 611 612 613 614 615 616 617 618 619 620 621 622 623 624 625 626 627 628 629 630 631 632 633 634 635 636 637 638 639 640 641 642 643 644 645 646 647 648 649 650 651 652 653 654 655 656 657 alterno, di tra nuvole marzoline, proprio desiderio la stimolante identità lei, non il nome, tuttavia, nel casellario io nun ciò amiche.” La violenza sti tempi,” e profittò d'uno sbiadir zampettante gallina, e il doppio traino conosceva già allora certe figurazioni viste di cercarvi ... la legittima causale come avrebbe fatto un ricettatore di via luce: nel suo senso certo, obbligativo una diavoleria grigia e scarlatta a meditare davanti al cerchio azzurrino il giorno, ubiquo poi nelle grandi ore grandi ore del sole come la veduta là pe llà, da tante tribolazioni a buon diritto per occhiate augurali oltre che per chiamata a sovvento fideistica di certi preti-stregoni un po' dagli zebedèi questo missionario delle guance. La chiarità obiettiva dei principi di Arianello, ministro a promuover cancheri sulla gobba di che, a dispetto d'ogni nuovo lume con l'altra mano, a usufruire: e perniciosa dello sguardo. “È la nipote si acuminava nella cattiveria: “ar ponte come a insevire sulle retroguardie le spalle degli usciti, la storia, maestra I Ar ponte scarpe che ciaveva. Quarche apparita mollo: poi, di qualche subito sbadiglio lui ritornò addietro verso l'osteriuccia nel viso come nel cocò, non parve parve del tutto scontento della trovata a un bivio, col cavallo, già in vista col cavallo, già in vista del ponte detto e sguarda all'intorno con gli occhi vuoti sulle due chiappe come gli schiaffi di Falcognana, che sorpassa col ponte a figurare, in quella ascendente ricerca perenne e insistito, il disperato dittongo irraggiungibile, l'implorante giambo di là de la cunetta, segnava il rilevarsi fottut'in gulo (questo l'ideogramma fenomeno: e cioè il travenire nero il sottosoffiare e soprasoffiare 4% ma tutta curve e controcurve, nel trascorso di lei tempo automatici) se pure estenuati da vecchiezza: non passi gravi e chiodati fino alla porta di ferro dove i peli rabbuffavano, frenetici: come declamasse irruenti versi dei carabinieri. Quei petardi biliosi a correre davanti il soprasoffiare del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del sole, preso lui pure da un volto, degli occhi, della gentil cervello. “Sei la Clelia, la diniego, una seconda volta: sole, traverso i vetri, e filo e dello spago e relativi gusto di oggi. Anche i più procedere. “Mm ...” Gobbo propenso conoscere: una diavoleria demonio principe: quello dai lucignolo i malefizi per il sole come la veduta del falco, falco, che scruta e discerne pe vivere. Un ufficio, per quanto tipo appunto delle sue, gran re dalle corna ritte Tanganika o africani cafri o cacchio.”I Missionario raziocinio, in lui, ebbe il Regno. Non voleva ammettere, prossimo, carabiniere ora Regno e d'ogni diploma in gradino e dell'uscita. La casellante: al passaggio a Divino Amore!” gridò, come vinto. Quali castagnole poi gli vivere, non ha curato registrare. Divino Amore! è na parola! sole, un disco, una sfera labile giorno, tra una nube e la bivio, a chiedere una bicicletta tutto scontento della trovata superiore, che gli risparmiava ponte detto del Divino Amore, Divino Amore, con cui la torracchio, e le ricinge o le mare sulla innocenza della Divino Amore la mezza suo non essere, la povertà chiù s'era taciuto nella notte: cucù. Nel presagire le nove terreno erboso: la Cocullo), ma per buona sorte convoglio, il sottosoffiare e vapore, fluido meraviglioso, che secondo ottocento. Al casello, plesso emorroidale medio,l tutto inoperanti, per quanto casello: quasi ignorarono la furibondo: e a catena tesa Foscolo senza tuttavia suo rancore gli stavano nero, la veemenza ne - Pag.0207.39 - Pag.0208.5 - Pag.0208.7 - Pag.0208.21 - Pag.0209.1 - Pag.0209.22 - Pag.0210.7 - Pag.0210.11 - Pag.0210.25 - Pag.0212.16 - Pag.0212.17 - Pag.0212.22 - Pag.0212.23 - Pag.0212.23 - Pag.0212.30 - Pag.0212.36 - Pag.0212.37 - Pag.0213.8 - Pag.0213.15 - Pag.0213.22 - Pag.0213.26 - Pag.0213.29 - Pag.0213.32 - Pag.0214.21 - Pag.0214.26 - Pag.0215.3 - Pag.0215.4 - Pag.0215.6 - Pag.0216.1 - Pag.0216.3 - Pag.0216.7 - Pag.0216.23 - Pag.0216.25 - Pag.0216.26 - Pag.0217.9 - Pag.0217.9 - Pag.0217.14 - Pag.0217.30 - Pag.0218.4 - Pag.0218.11 - Pag.0218.14 - Pag.0218.18 - Pag.0218.28 - Pag.0218.34 - Pag.0218.39 - Pag.0219.1 - Pag.0219.8 - Pag.0219.25 - Pag.0219.28 - Pag.0220.6 - Pag.0220.37 - Pag.0220.39 - Pag.0221.13 - Pag.0221.17 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 658 659 660 661 662 663 664 665 666 667 668 669 670 671 672 673 674 675 676 677 678 679 680 681 682 683 684 685 686 687 688 689 690 691 692 693 694 695 696 697 698 699 700 701 702 703 704 705 706 707 708 709 710 711 una insegna non sua. Il volto annerato si sporgeva di cabina, a prender nota di cabina, a prender nota del colore allegri, o d'un coglione di più prestigio dopo un attimo, nello sferragliare se il treno, che parea sfiatato che s'era lasciato dietro dopo il ponte ( i più prevedibili e preventivati strappi al silenzio e ai pallori vagotonici in loro ogni giorno, con l'arrancar con un tuffo e un ricupero pronto un tuffo e un ricupero pronto del capo, ma su quell'immagine così ordinaria e con occhi sfuggenti alla lumatina de le parpebre, con l'avara sospensione occupata da tre letti, poco provveduta riconobbe senz'altro. Era la Madonna di là dal terzo letto, fra la sponda sotto al letto. Il volto e la parte colma a sé fino a padroneggiare la rimozione ” Infastidita dalla deduzione base avete un altro,” gli aprì la scatolina sul pavimento, per la cognizione delusa l'autunno aveva deposto nella capienza E fece l'atto, chinandosi, a fianco dura, alla Legge. Ma la pituita ria figura propria dell'utente, o addirittura poi, alla quasi fanciullesca opulenza e vincere al tutto le rotondità lisce e di colore azzurro verde, più scuro elicitandone il suono alle fonti stesse La ragazza taceva, amorfa. La fronte il pitalaccio fu elevato agli onori fu elevato agli onori del piano ( stata appunto la buca, cioè l'impronta de la nonna. Postosi dall'altro lato Il volto gli si illuminò: dell'aurora color distinto avanti alla bocca aperta bocca aperta del Cocullo, al batticuore dura verde cupo, che i polpastrelli che farneticazioni Pitagora dall'apotema misteriosofica, nelle antiche viscere viscere del mondo celata, alle viscere limone: trafitta da tutti i raggi un poco equinoziale come le chiare carni di marina in alba, fino alla lucentezza ad altro e altrettanto essenziale organo bellezza d'un seno, come anche seno, come anche del maschio risvolto o della panciatica e orologiata autorità e in definitiva consorte, “e babbeo risplendettero e giacquero, nella fossa corporalmente sulla povertà bigia sulla povertà bigia del panno, o del macchinista di già si del colore del pollone. Un moro del pollone. Un moro da teatro, del solito, spenzolavano o del convoglio che trapassava di del tutto, non fosse andato così del Divino Amore) e prima del loro primo e giovenil errore del misto. La loro iniziazione del misto e col fischio, alla del capo, del collo, vermolini del collo, vermolini rarissimi. del paino trascurò di fermarsi, del brigadiere quasi a dire “per del contadino che si perita aprir del rimanente. Il Pestalozzi e il del Divino Amore, sopra la del materasso non di spigo del busto soprastavano di poco le del parallelepipedo, poi quasi del brigadiere: “vuol dire che ce del bicarbonato sotto il mento: ne del sottufficiale: vi erano stati del vaso così benigna, en_passant: del brigadiere all'impiedi, di del segugio aveva bell'e fiutato il del proprietario, che si accinga del bravo milite, la giubba del vaso, come le avesse enfiate del grigio della stoffa. Sollecitata del medesimo. La ragazza taceva, del brigadiere si obnubilò: nel del piano (del comodino), rimossa del comodino), rimossa un poco la del corpo nel letto stesso. Ma del lettino, con digitazione del ci siamo. La punizione che del Cocullo, al batticuore del del brigadiere: che sentiva già i del futuro maresciallo non si del pentagono, piazzatisi da del mondo celata, alle viscere del del mondo carpita, un giorno, del mattino equinoziale come le del martire dalle sue centonovanta deli flintI : di che i due del finimento, vuoi della ricolma del maschio risvolto del bavero o del bavero o della panciatica e del tutore di codesto seno, del diavolo!” ideò il Pestalozzi a del lettuccio dal pel di topo, del panno, o del liso, nel chiuso, del liso, nel chiuso, muto - Pag.0221.39 - Pag.0222.1 - Pag.0222.1 - Pag.0222.7 - Pag.0222.15 - Pag.0222.19 - Pag.0222.34 - Pag.0223.3 - Pag.0223.6 - Pag.0223.11 - Pag.0223.26 - Pag.0223.26 - Pag.0224.18 - Pag.0224.25 - Pag.0225.20 - Pag.0225.34 - Pag.0226.5 - Pag.0226.11 - Pag.0226.29 - Pag.0226.31 - Pag.0227.2 - Pag.0227.3 - Pag.0227.32 - Pag.0228.4 - Pag.0228.6 - Pag.0228.11 - Pag.0228.19 - Pag.0228.22 - Pag.0228.25 - Pag.0228.31 - Pag.0229.1 - Pag.0229.2 - Pag.0229.4 - Pag.0229.4 - Pag.0229.18 - Pag.0229.23 - Pag.0229.29 - Pag.0230.3 - Pag.0230.4 - Pag.0230.12 - Pag.0230.15 - Pag.0230.17 - Pag.0230.18 - Pag.0230.29 - Pag.0230.30 - Pag.0230.32 - Pag.0230.39 - Pag.0231.1 - Pag.0231.1 - Pag.0231.2 - Pag.0231.3 - Pag.0231.7 - Pag.0231.16 - Pag.0231.16 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 712 713 714 715 716 717 718 719 720 721 722 723 724 725 726 727 728 729 730 731 732 733 734 735 736 737 738 739 740 741 742 743 744 745 746 747 748 749 750 751 752 753 754 755 756 757 758 759 760 761 762 763 764 765 quanto, in detti deretani, inesistente o azzurro notte, anche, un anello, classe, premeditata da Dio: a dispetto da Dio: a dispetto del valore-lavoro seggiola un'ora, capintesta economista non-finanze: che ad un mover di ciglia sostituendo, nella fascia zodiacale la Menegazzi nemmeno. Un certo senso nemmeno. Un certo senso del valore e gusto nemmen lei, in nessuna parte incubate e nate nei millenni originari dal sesquiossido fuso, lungo le direttrici secondanti le direttrici formali e non il bercio di un'altra, o le favolose caramellozze, lucide gemme o luminosi chicchi sul color bruno nelle notti bananifere, la linea di livello della via litoranea, torno torno la base che figuravano, consoci e consobrini eccetera eccetera. Un esame di lettura brutte o belle ma bugiardissime tutte. bugiardissime tutte. Del recuperato e d'indiano: con tanti fori, come quelli di cui si veste dopo le luci repentine prima delle constatazioni di legge) o e quell'icore putre giù dallo squarcio intanto districarsi da tutte le serpi ma forse qualcuno pure di quegli altri, o forse a Roma a Santo Stefano di Fortuna. Alle statistiche precognitive signorina, coraggio: aria, aria”), vuotar invece che era. A parete i verdirossi al venir fuori: alla subita riapparita al maresciallo, agli informatori per ispoglie mentite nell'ambito pare una trovata di Picasso, un oblò passati più, la Camilla lo sapeva era infallantemente colto da paralisi personalità propria e lo spappolamento anziché invasarvi le clamorose ciance il cane, le galline. Avrebbe atteso ufficiali e nell'esclusivo manucupio affiancarono il calesse. Il padrone dalla cunetta, sul margine alquanto alto il cervello negli interminati campi che i vapori sommossi e le nebule i discorsi di più voci), l'ebbe richiesta a un balcone, o la tacita canna canna del pescatore sopra il silenzio antenna o canna, attributo disgiuntivo perpetuamente sveglia, o risveglia, e peragranti, nei non romiti cantoni empâtéeI , dei vari volumi partire. Poco più là, sul margine alto del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del Del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del del tutto. Il corindone, pleòcromi suggerimento cristallografico di valore-lavoro del Tafàno. Tafàno. Tafàno di Revello Dindo e ministrogallo delle di Caciocavallo stesso avrebbe credito e della circolazione valore e del non-valore ce non-valore ce l'avevan tutt'e ditirambico e fremebondo suo mondo. Il perito lo poteva sistema: e non fatto finta di pensiero: in un diacciato grido! mercato delle anime e dei maharagia nella depressione drappo, una punteggiata si litorale e della via litoranea, Pâo de Azucar. Quelle gioie, topaccio, nei primi righi e via corso allievi, ideò il Pestalozzi. recuperato e del trovato, o trovato, o non trovato, doveva biglietto della ferrovia, in coltello, negato al vivere ogni cugino atterrito ch'era entrato collo, i giorni appresso, in un dubbio: “ ...ma forse qualcuno cofano di ferro dell'assassinata. Cacco, mentre dei gioielli della cervello, acceso ma tuttavia tutto lo stipo delle brache e Miracolo, il rametto dell'anno paese, della nuvolaglia in corsa, Signore: facendo, lui diavolo, domicilio, di quel rurale, cesso, d'un cesso vuoto d'ogni resto, fino al misto per basioglosso, lei disse che je se logos in una rubefatta giorno: emetteva monosillabi pari, nella pienezza delle manganello verde, valevole a cavallo sedeva, di là dalla prato in cui la strada ancora nulla come sogliono utopisti e mattino equinoziale caso. Lavinia, aspra, lo aveva pescatore sopra il silenzio del lago: e nemmeno poggiava a radioamatore-pescatore, o raggiunto avvistamento, cioè territorio:f du vieux volto, quella consistenza di prato, due ragazzette a bocca - Pag.0231.21 - Pag.0231.25 - Pag.0231.30 - Pag.0231.30 - Pag.0231.32 - Pag.0231.33 - Pag.0231.35 - Pag.0232.2 - Pag.0232.2 - Pag.0232.6 - Pag.0232.9 - Pag.0232.12 - Pag.0232.16 - Pag.0232.17 - Pag.0232.21 - Pag.0232.23 - Pag.0232.27 - Pag.0232.27 - Pag.0232.36 - Pag.0233.7 - Pag.0233.13 - Pag.0233.14 - Pag.0233.17 - Pag.0233.33 - Pag.0233.36 - Pag.0233.39 - Pag.0234.6 - Pag.0234.7 - Pag.0234.13 - Pag.0234.19 - Pag.0235.23 - Pag.0235.29 - Pag.0236.2 - Pag.0236.10 - Pag.0236.18 - Pag.0236.31 - Pag.0237.19 - Pag.0237.24 - Pag.0237.33 - Pag.0238.7 - Pag.0238.10 - Pag.0238.11 - Pag.0238.26 - Pag.0238.27 - Pag.0238.31 - Pag.0238.33 - Pag.0238.38 - Pag.0239.8 - Pag.0239.9 - Pag.0239.16 - Pag.0239.20 - Pag.0239.31 - Pag.0240.8 - Pag.0240.27 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 766 767 768 769 770 771 772 773 774 775 776 777 778 779 780 781 782 783 784 785 786 787 788 789 790 791 792 793 794 795 796 797 798 799 800 801 802 803 804 805 806 807 808 809 810 811 812 813 814 815 816 817 818 819 giramento della martinicca, quasi ultimo schiocco della frusta, un àaah e una puntatina di zampe da parte s'era abbrancata al ferro laterale la terra, va', brutta strega.” L'uomo dell'amore frodatole, più che mai la strada, oltre le punte delle orecchie cavalluccio, a ogni nuovo sparo, faceva rischiarata da lampi, in un sussulto gli ordini, anche codesta ipotesi d'un qualche prestituccio di danaro, sempre in bisogno? “Più che il lavoro “E poi, e poi, nella fretta torracchio, impreveduto, sulla groppa o andavano, in quei giorni, coi barili verso la Solforata e la macchia grande piagnucolava d'esser povera? Il cervello qualche sparacchiata ammissione sparacchiata ammissione del culetto disturbatori della frusta, e gli aaah! col proietto le ginocchia imbelli a lui padrone) occorrenza. Il viso ragazze,” fece il Pestalozzi, risentito far pensare proprio alla vecchia tiritera, prescritta al vetturino dalla benignità manifestò nell'erubescente pelle I Nelle stesse ore serena e pressoché domestica, in villa, indiziaria le sette sillabe dell'innografo altrettanto supposito) allo sparacchiare dei tram, era l'ambienza operativa operativa del Biondone: il campo il campo del lavoro e dell'ozio, del lavoro e dell'ozio, del dopolavoro e a capriccio, e la fortunata sagacia grinze al commercio, e il non-invito là nel suo confessionale di vetro: non solo della cena, quanto anzitutto insalatina dopo il capriccioso ritocco nel volto dopo tanti strilli, fece il giro cugino li raggiunse. Era la grande arte lato solo e vedono, ognuno, un quarto della sveglia semovente sul marmo ( tavolino) ad annunziare le nuove grane d'averlo apprezzato a mente sveglia, attivistica al nevrastenico ingegnere subbito, subito dopo. Lacrimò subito dopo. Lacrimò del sinistro, poi e giovenile vescica, il subito risveglio cioè mal chiudibile, a snebbiargli sfilò la camicia, ancora tutta tepida e ancora tutta tepida e del letto e il parruccone sotto il rubinetto alto Margherita: Margherita Celli vedova del pomo d'un macinino da caffè, del padrone, una rizzata d'orecchie del quadrupede, e una sbattutina di del sedile, paventando caderne del calesse non interloquì: tratto del tesoro sequestratole: quello del cavallo che gli servivano quasi del suo meglio per parer del sangue, nel battere che faceva del superiore diretto, l'anello di del quale era sempre in bisogno? del disoccupato ... un'altra del tagliar la corda!” anche del tumulo, a scrutare e a del nuovo di cui erano caricati a del principe, in direzione di Pratica del brigadiere si smarrì. Ogni del culetto del cavallo in tiro, non del cavallo in tiro, non gli del vetturino citrullissimo, che del vetturino, il quale fece aaah! del brigadiere si distese, l'anima del minimo rispetto che del reggimento cresimato (nonché del superiore, e dunque un atto del collo e delle zone ad hoc del mattino di quello stesso giorno, del lauro, di cui altrove è del Touring, il pensiero gli del motore. Di due militi della del Biondone: il campo del lavoro del lavoro e dell'ozio, del del dopolavoro e del lavoro dopo, del lavoro dopo, ove si esplicavano del perdigiorno urbano che si del tassista di turno, imbacuccato del quale automedonte potrebbesi del pranzo alle cure loro del pettine, o come il rotolo del banco, e a lato al cugino li del Biondo: co la testa a del mondo, galline vive chiotte del tavolino) ad annunziare le del giorno, ecco, due picchi ad del tonfo: che risonava pel del piano sotto, col ridestarlo di del sinistro, poi del destro, adagio del destro, adagio adagio, strizzati del proprietario. Ciò che del tutto la capoccia, per quanto del letto e del sonno, l'appese a del sonno, l'appese a 'n gancio: del lavabo, con quei soffi e quele del commendator Antonini: no no - Pag.0241.4 - Pag.0241.5 - Pag.0241.6 - Pag.0241.18 - Pag.0241.39 - Pag.0242.27 - Pag.0242.37 - Pag.0243.1 - Pag.0244.27 - Pag.0246.7 - Pag.0246.19 - Pag.0246.20 - Pag.0246.23 - Pag.0247.13 - Pag.0247.25 - Pag.0248.6 - Pag.0248.34 - Pag.0249.12 - Pag.0249.12 - Pag.0249.15 - Pag.0249.25 - Pag.0249.29 - Pag.0249.37 - Pag.0250.13 - Pag.0250.22 - Pag.0250.26 - Pag.0251.1 - Pag.0251.10 - Pag.0251.19 - Pag.0251.26 - Pag.0252.4 - Pag.0252.5 - Pag.0252.5 - Pag.0252.5 - Pag.0252.8 - Pag.0252.21 - Pag.0252.22 - Pag.0253.3 - Pag.0254.15 - Pag.0257.16 - Pag.0257.17 - Pag.0258.5 - Pag.0258.31 - Pag.0258.32 - Pag.0259.4 - Pag.0259.6 - Pag.0259.22 - Pag.0259.22 - Pag.0259.32 - Pag.0259.34 - Pag.0259.36 - Pag.0259.36 - Pag.0260.4 - Pag.0260.11 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 820 821 822 823 824 825 826 827 828 829 830 831 832 833 834 835 836 837 838 839 840 841 842 843 844 845 846 847 848 849 850 851 852 853 854 855 856 857 858 859 860 861 862 863 864 865 866 867 868 869 870 871 872 873 tutta la famija. Ella annullava l'eternità della continuità nel senso infinitesimale ovatte, se pur devota ai lacrimati mani in alcun modo le successioni strofiche pe tutta casa alle prime sollecitudini ” Si guardava bene dall'aggiungere “ lo zucchero in un disoccupato vaso la macchina: per telefono, sulle navette I la rispettabile automobbile omai per non ambigue note di sé, suspicante e ispettivo, e narici ad atto poco (poco poco), trepidando, ognuno, proprio retrospetto decoro, cioè decoro liquido, opalescente contro le luci rosa basilica, come d'una dimora fastosa il campanile a cuspide, al di là gli occhi alle nuvole, per il pronostico il listone chiaro, a momenti azzurro, suggerimento di porpora, il campanile “ sommessa: no, non l'olio: il male comandato alli Due Santi: per l'affare quei signori) e una levata ad alto Ingravallo, “di cui a mia comunicazione in salita, da inagugliarsi poi nel toboga falba, e tepida, nell'umidore scialbo Il tempo, a dolco, dava gli auspici gli auspici del grano, de la battaglia del grano, de la battaglia del grano e grano e del granone e de le impennate Il vento cadde. Con la moto Guzzi chilometri più a nord, presso il ponte irreale di vapore. La sagoma affumata verso un arco lontano: accreditò di sé, il Nero Personaggio, e la garitta ometto indicando, “verso la masseria d'un antico dente d'un'antica mascella così neri neri nel chiarore aperto pieghettatura ondulata lungo il margine neri su la fronte quasi ad opera dalle cose, dalle luci e dalle parvenze costei era quella, quella (il sentiero sull'ovale ampio e mal proclive fermo, per sempre, sui baleni atroci fili, si sarebbe detto, all'inerte burattino Insofferente 'e chillo novo imbruoglio peritosa e pietosa, la immaginativa cuidado)I per parsimonioso dondolio la gran paura avuta e il pentimento pater patriaeI nel cosiddetto ritratto odore, viscosità e peso specifico il papà, nonché il diretro guasto ” e si rammentò degli sfoghi 'o compenso, p' 'a bontà sua. Nun far volta: “da un assassino,” ripeté, del corridoio a piastrelle e relativo del termine.I La qual fluenza e del defunto, “il mio Gaspare”, si del rito ablutorio, e disingorgativo del giorno: che davan frutto, a del Cacco”, nella tema, forse, di del peptone, un cilindrino tutto del flusso, e per diretta visita a del Questore di Roma. Caduta a del proprio stato di servizzio. del pari: quasi d'un tal vischio ne del proprio retrospetto decoro, del fondo: dei propri pantaloni: del mattino che pure andava del pensiero, aveva sue radici del groviglio dei rami e delle del giorno. Tutte le nuvole si del cielo, tra le due grondaie del nono secolo” sembrò del ridestarsi a conoscere: a del dilitto.” Un altro intanto del volto di cui si enunciò del 20, è già stata interrogata del Dazzélio a marcia avanti, del giorno: più che fiato di vitello del grano, de la battaglia del del grano e del granone e de le del granone e de le impennate del Somaro se ne strafotteva. Una del signor maresciallo Santarella, e del Divino Amore. Fili d'erba, tra del trenetto rimpicciniva in quel del suo vanire, la fuga prospettica del vagone di coda il codónzolo, del Palazzo. La Crocchiapani abita del mondo. Le case dei viventi, del giorno, che andassero a del tetto, un rustico ornato. del Sanzio, dalle azzurre, ai lobi e del mondo! E costei, costei era del tempo si smarriva) che al del piatto tutto il cosciotto, tutto del coltello. “Fate passare, ho da del probabile. “Come non era del genitore moribondo e tuttavia del dottor Ingravallo scalciò, del turibolo: a significare la gran del morto, e l'implorazione e la del Pontormo: pelle secca di del quale tanto lo sguardo di lince del papà.I “E cià pure la del Balducci. “'O saccio, 'o del bene, si nun è che vuoi avé del “qua-le,” favellò curule, - Pag.0260.18 - Pag.0260.26 - Pag.0260.28 - Pag.0260.30 - Pag.0260.34 - Pag.0261.2 - Pag.0261.6 - Pag.0261.27 - Pag.0262.15 - Pag.0262.19 - Pag.0262.28 - Pag.0262.36 - Pag.0262.37 - Pag.0263.22 - Pag.0263.32 - Pag.0263.35 - Pag.0263.39 - Pag.0264.2 - Pag.0264.12 - Pag.0265.2 - Pag.0265.34 - Pag.0265.37 - Pag.0266.21 - Pag.0266.35 - Pag.0267.16 - Pag.0267.17 - Pag.0267.18 - Pag.0267.18 - Pag.0267.19 - Pag.0267.32 - Pag.0268.12 - Pag.0268.18 - Pag.0268.19 - Pag.0268.21 - Pag.0268.27 - Pag.0268.32 - Pag.0269.25 - Pag.0270.14 - Pag.0271.2 - Pag.0271.8 - Pag.0271.9 - Pag.0271.10 - Pag.0271.35 - Pag.0272.25 - Pag.0273.31 - Pag.0273.32 - Pag.0273.38 - Pag.0273.39 - Pag.0274.29 - Pag.0275.5 - Pag.0275.22 - Pag.0275.34 - Pag.0275.37 - Pag.0276.8 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 2 Del 2 solo lei. Il cassiere-capo ragionier lo chiamava Cavalli, in luogo di 1 Delagrange 1 la breccia, al tentativo di sollevamento ( 1 Del Bo conosceva Liliana: l'aveva Del Bo. “Così?” le aveva detto - Pag.0123.9 - Pag.0123.20 Delagrange volerà?), al simulato - Pag.0223.15 delatrice 1 a punta, de traverso, come una bugia delatrice della verità, che non - Pag.0136.15 1 delazione 1 carzonara dei Due Santi, aveva osato la delazione ? Il Pestalozzi lasciò - Pag.0143.16 1 delegato 1 a ornamento piacevole della casa, a delegato e segretario generale - Pag.0106.35 1 delfico 1 è, che non si senta Apollo nel sacello delfico . La qualità - Pag.0106.26 1 delibera 1 alle predestinate e rare, e con arcana delibera elette, si concedeva: come - Pag.0066.30 1 deliberata 1 mediiI . Pervenne infatti alla deliberata strizione dei più quotati - Pag.0219.26 1 deliberatezza 1 delle o: ulceri d'una esattezza e d'una deliberatezza operative non - Pag.0185.30 1 2 3 deliberato 3 testa, con un volo della zazzera: come il cammino della macchia, dietro il pubblico di soprappresi da cascaggine: deliberato buttarsi al peggio. deliberato andare del giovane. deliberato ridestarli tutti e - Pag.0111.16 - Pag.0169.25 - Pag.0221.2 1 deliberava 1 puntuti come du chiodi, e neri; agiva, deliberava , telefonava, trìc, trìc, 1 2 3 delicata 3 che terminavano a metà coscia in una se le teneva a la larga. Una diffusa e che il catenaccino precludeva, una delicata orlatura. Tra l'orlatura e delicata ovaricità, propio così, je delicata formidine, solevano in quei - Pag.0058.31 - Pag.0127.8 - Pag.0260.9 1 delicatamente 1 madreperla de li calamari (così delicatamente brunito nelle - Pag.0257.32 1 2 3 delicatezza 3 botta: e discettante a piede libero su la la gonna ai ginocchi, a proteggere una ma la gonna se la sognaveno. E la delicatezza dell'animo femminile e, delicatezza indifesa: ma la gonna se delicatezza artrettanto. Così, nel - Pag.0126.28 - Pag.0194.2 - Pag.0194.3 1 delicati 1 ragnatelo di sentimenti, dei più rari, ... delicati . Lei. Lui. Lei, pe rispetto a - Pag.0023.26 - Pag.0157.8 delicato 1 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 ” e si studiava d'arrossire come d'un delicato segreto. “Signorina, - Pag.0209.29 1 delineare 1 rosbiffe, lo avevano reso maestro nel delineare in pochi tratti, due o - Pag.0076.24 1 delineava 1 assenso di un'anima fraterna: a chi delineava il disegno della vita. Ma - Pag.0125.11 1 delinquente 1 e alquanto curiosa, per vero. Il delinquente era stato audacemente - Pag.0034.13 1 delinquenti 1 revòrvere mio nun è come quello de li delinquenti ... che spareno sur - Pag.0035.19 1 delirante 1 sogno: quelle immagini d'una pressoché 1 delirare 1 degli astanti” cioè al maschile 1 2 3 delirio 3 accaniva, in una maniera di prestatuito indi il graduale esasperarsi d'un E la delicatezza artrettanto. Così, nel delirio - mai però in onore delle delirio di solitudine: “raro int' 'a delirio , avevano domandato scampo - Pag.0105.28 - Pag.0125.14 - Pag.0194.4 1 2 3 4 5 6 delitti 6 proprio così, avveniva dei “suoi” anche ai “casi d'interesse”, ai La ragione ... gli diceva che i due dì, anzi, che procedeva a gran passi. medesimo palazzo, fossero successi du Quelli, oramai, tutti i giornali, coi due delitti . “Quanno me chiammeno! . delitti apparentemente più lontani delitti non avevano nulla in Delitti e storie sporche ereno delitti come quelli, er siconno più delitti , li avevan letti. Posando - Pag.0016.39 - Pag.0017.18 - Pag.0070.28 - Pag.0072.15 - Pag.0128.6 - Pag.0247.33 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 delitto 12 finito per strizzare nel vortice del molto parlato del “tenebroso” Re fu interessata alla ricognizione del velo del più fitto mistero incombeva sul era un'altra cosa. Il modo del L'eccidio “aveva tutto l'aspetto di un anche a lui. L'ambo non auspicato del la mattina, un subisso. “Orribile sopravvenne il secondo, cioè, l'orribile a contenuto pseudo-etico) aggranfia il il primo del giovedì, sul luogo del San Giovanni: la sera primma d' 'o delitto la debilitata “ragione del delitto di via Valadier, poi di delitto poco avanti le quattro, via delitto ”, dicevano più tardi le delitto , quel povero ingombro, là, delitto passionale”. Oltraggio? delitto . Tac, tac. Senz'altra delitto a via Merulana,” gridavano delitto . “La ingiustificata lentezza delitto alieno, reale o creduto, e vi delitto , presente, per così dire, il delitto : fermata per vagabondaggio, - Pag.0017.8 - Pag.0037.11 - Pag.0064.27 - Pag.0064.32 - Pag.0071.14 - Pag.0071.21 - Pag.0071.27 - Pag.0072.4 - Pag.0082.10 - Pag.0093.7 - Pag.0097.38 - Pag.0144.9 1 delizia 1 olezzi più o meno marzolini, ch'era una delizia annasalli. Di “pratiche” ce 1 delizioso 1 mejo ancora! de Firlocca, un sitarello delirante impazienza riguardavano - Pag.0274.8 delirare quel suggerimento - Pag.0147.4 delizioso , dove ha tutto l'agio di - Pag.0124.8 - Pag.0127.19 dell' 216 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 alla questura su quella ridicola storia nipote. La nipote, però, non era quella appena uscita dall'infanzia. Quella della fronte: una “vergine” romana der popolo lo chiamaveno er palazzo strano fascino della sfolgorante nipote Apostolica. E al centro quegli occhi originaria ma di una condizione attuale Don Ciccio stava per vedere il fondo nel meglio grumolo, propio, del palazzo La nipote! La nepote albana, fiore della notte mediatrice, tepide carni raggiungere, al lido, l'indefettibile attesa un po' canoro e un po' pecoraro nepote: e poi avimmo de pelà la coda mencia dentro al buco: e con la manica il civico ducentodicinnove. Il palazzo davvero anche lui. La lunga attesa dei termosifoni, che alla fine ufficiale opinanti, roboanti in proporzione 'o meccaneche, potesse fare il giro agiate tutte e due, l'una più buia se vi fossero tracce o, meglio, impronte delle tracce ... o impronte, o altro ... ricusasse alla diligenza e alla pertinacia di gloria: sopra i vagotonici abbandoni quella mattina, da nessun pizzicarolo commendator Angeloni: der Ministero con due diti l'ala del cappello. In onore inanità burocratica, addio? I tepori fuori solo il naso: fuori dalla coccia servizio d'un mio collega, del Ministero Due o tre mesi fa, che è molto meno de via Merulana, il palazzo sussurro dei casigliani e dei colleghi cascar dalle nuvole. Tutto il contegno alle montane sorgive dello Jukon, o non appena intravisto da la coda pe portacce a spasso queli signori, portacce a spasso queli signori, dell'era C'era di gran visite di plenipotenziari andavano a pennello. Gli occhi spiritati scientifica e con l'intervento armato c'era da aspettarselo, prima ancora il funzionario capo e due esperti villoso, la mano implacabile e nera ogni gentilezza del mondo. L'incaricato la baracca ... erano il primo ronzare al tenero fiore della persona e 'e cartone fessa d' 'o commendatore de mezza paggina. La moralizzazione Nativo genio, affinato da buona pratica verbosi buoni propositi la patente via chiederne anche qui, all'ingegner Casalis dell' ammenda ... sì, della multa dell' ultima volta, cioè del giorno dell' ultima volta, cioè a San dell' epoca di Clelia; la padrona un dell' oro. Perché tutto er dell' altra volta: un fascino, un dell' Assunta: quell'alterigia: come dell' animo, di uno scoramento dell' ultimo per così dire calice dell' Oro. La nipote! La nepote dell' eterna gente sabellica. dell' alba. Le albane ci pensavan dell' eternità. Ma lui? il signor dell' Assunta: “C'è er signorino dell' affare nuosto: e poi, e poi,” dell' avambraccio, quasi fosse una dell' Oro, o dei pescicani che dell' aggressione a domicilio, dell' inverno con riscaldamento dell' evento: fra i volenti e i dell' appartamento. In camera da dell' altra. La A più tranquilla della dell' assassino. Le maniglie, il dell' assassino. (Quel termine della dell' inchiesta, non volendo far dell' epigastro e del volto vizzo, e dell' Urbe. Nessuno aveva aperto a dell' Economia Nazzionale”, e lo dell' Economia. Er sor Filippo, dell' amministrazione centrale? I dell' anima. Intendeva dire, forse, dell' Economia.” “La donna de dell' eternità, se vi pare. E dell' Oro, o dei pescicani che dell' Economia, della sora Manuela dell' Angeloni, la sua reticenza di dell' Adda, o del Rio Negro dell' occhio destro, lo indusse a dell' era dell'egira, l'arti papaveri dell' egira, l'arti papaveri de la dell' Irak e di capi di stato dell' eredoluetico oltreché luetico in dell' ufficio rilievi. Gli inquilini e la dell' arrivo del giudice, dato come dell' ufficio criminologico non dell' omicida, la sinistra, che già le dell' ufficio criminologico escluse il dell' eternità sui sensi opachi di dell' anima. Dei brividi gli dell' Economia, che se faceva portà dell' Urbe e de tutt'Italia insieme, dell' arte e dalle stretture del dell' inferno. Gassificate indi a dell' Anglo-Romana: all'ingegner - Pag.0015.30 - Pag.0018.27 - Pag.0018.29 - Pag.0019.6 - Pag.0019.20 - Pag.0020.19 - Pag.0020.32 - Pag.0021.22 - Pag.0023.10 - Pag.0024.30 - Pag.0024.31 - Pag.0024.34 - Pag.0024.36 - Pag.0027.2 - Pag.0027.21 - Pag.0027.29 - Pag.0027.37 - Pag.0031.31 - Pag.0032.13 - Pag.0032.21 - Pag.0033.8 - Pag.0034.6 - Pag.0037.2 - Pag.0037.25 - Pag.0038.31 - Pag.0038.39 - Pag.0040.4 - Pag.0040.27 - Pag.0040.31 - Pag.0044.23 - Pag.0047.19 - Pag.0047.27 - Pag.0048.25 - Pag.0048.32 - Pag.0048.36 - Pag.0049.14 - Pag.0051.20 - Pag.0052.39 - Pag.0055.26 - Pag.0055.27 - Pag.0055.30 - Pag.0056.9 - Pag.0064.22 - Pag.0067.1 - Pag.0067.7 - Pag.0068.1 - Pag.0068.31 - Pag.0069.31 - Pag.0070.12 - Pag.0071.1 - Pag.0072.13 - Pag.0076.20 - Pag.0080.30 - Pag.0084.10 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 della salsa di pomodoro, al posto non aveva ancora afflitto le cronache già, per altro, la penna di pavone istruttoria, e l'orgasmo cinobalànico della tema (di venir linciato lui) e di venir linciato lui) e dell'angoscia e quinquennali! diceva. So' più sicuri dal dolore: cercando l'uno sulla faccia di Dio”, nonché verso i “prodigi piena del nostro Aniene”: della piena luminoso dei nonni Valdarena e bambine e giovinette, “oggi teneri fiori il simbolo della fluenza logica: la polla partecipazione quel testo, un po' fuori e in un rifacimento, d' 'o ragionamento o al facente funzione, e dai labbri in anno, ha surrogato la fiala soave d'ossa de zi' Romilda: la vedova di aggancio a molla (della maglia o del Mantegna, o ne' riquadri marmo d'oro chiaro. Tutte ste novità in luogo liscia l'altra. Il nome der nonno, la signora del ritratto. Qualche signora Nell'enunciare la quale prerogativa nemmeno la speranza ... d'un frutto tracciata d'azzurro, le flessibili vene e dall'anima: come non si può smagare prima dalla povera signora, le varie fasi Fortuna o sur banco fracico de vino dalla disgrazia, e dal sentirsi al centro a piede libero su la delicatezza così, je permeava a tutte lo stelo li cavoli a merenna. A giustificazione era ancora, a quell'epoca, e il tifo I L'idea del divorzio e scappò detto), in quella gran bontà gran bontà dell'adozione: proprio a parole, se pure in una effusione vera coppa a 'a capa 'o fez, co 'o pernacchio ar barbozzo: un va e vieni in der piano maresciallo Santarella, che in vacanza “Bah, già!” convennero. Scherzi del sovraccarico di linea! vuosta! - relativa a la moralizzazione al laboratorio-bettola dove i carrettieri dopo la liberazione d'Italia dall'incùbo basso che la quota stradale ordinaria, col tudesco, a un cenno solo del Buce, in d'un credenzone, e li fiaschi Zamira! Soleva mescere ai carrettieri del moschetto, il pistolone d'ordinanza o viscidi: che sguerniti d'ogni taglio a subaffittare, in ragion de' tempi e come tutti i marescialli. Perito dell' olio. E quando il dell' Urbe: il Testa di Morto in dell' indiziato, da potersela infilare dell' antecipato giudizio. Rileggasi dell' angoscia e dell'ira e del dell' ira e del pandemonio (psicosi dell' oro! diceva, ch'oggi salisce ma dell' altro il motivo orribile del dell' arte e della carità patria così dell' Aniene condivideva l'orgoglio, dell' indimenticabile zio Peppe” dell' innocenza, domani con la dell' enunciazione eleatica s'è dell' ordinario per vero, si sarebbe dell' elemento maschile, si putimme dell' idolo dispiccica l'oracolo dell' amore. Un'altra circostanza dell' indimenticabile zio Peppe. Sul dell' orologio): e dall'altro in dell' Andrea d'i Castagno a parete: dell' opale azzurro cenere che il dell' archetipo di tutti i Valdarena: dell' aristocrazia ...” (così dell' ente camera lei, la padrona, dell' amore ... era, pe lei, era come dell' adolescenza: mostrò dell' aroma proprio né il timo, né dell' approntamento del ciondolo: dell' oste de li Castelli - lei invece dell' attenzione e della compassione dell' animo femminile e, in genere, dell' anima: come antiche essenze, dell' operato de la polizzia, e delle dell' anno quindici nun c'era dell' annullamento del matrimonio, dell' adozione: proprio dell' adozione legale di una dell' animo, con tutta la sincerità dell' Emiro. Emirom de sàbet dell' azimut, di tipo italico decente: dell' ufficio, in quei giorni, o in dell' induttanza, del sovraccarico di Dell' insufficienza del servizio! Dei dell' urbe”. Ingravallo non aprì dell' Appia sostassero per una dell' idra bolscevica a opera der dell' Appia. La cantina, o sala dell' adorato suo Bucio: ladro di dell' ojo: mah ... chiusi a spranga dell' Appia: ai carabinieri in dell' appuntato, o un po' più giù, o dell' antico avorio, parevano dell' opportunità e della paga, una dell' arte: è logico. Al momento - Pag.0084.34 - Pag.0092.31 - Pag.0092.32 - Pag.0093.21 - Pag.0093.34 - Pag.0093.34 - Pag.0095.39 - Pag.0098.10 - Pag.0101.39 - Pag.0102.4 - Pag.0102.34 - Pag.0103.13 - Pag.0104.1 - Pag.0104.13 - Pag.0106.17 - Pag.0106.24 - Pag.0107.17 - Pag.0107.25 - Pag.0107.33 - Pag.0108.15 - Pag.0108.21 - Pag.0108.29 - Pag.0110.29 - Pag.0110.31 - Pag.0112.28 - Pag.0113.22 - Pag.0120.6 - Pag.0121.7 - Pag.0123.16 - Pag.0126.24 - Pag.0126.28 - Pag.0127.9 - Pag.0128.12 - Pag.0128.33 - Pag.0130.14 - Pag.0130.22 - Pag.0130.22 - Pag.0130.36 - Pag.0132.16 - Pag.0134.37 - Pag.0140.17 - Pag.0142.23 - Pag.0142.23 - Pag.0144.22 - Pag.0148.19 - Pag.0148.27 - Pag.0150.22 - Pag.0151.20 - Pag.0152.1 - Pag.0152.6 - Pag.0152.21 - Pag.0153.10 - Pag.0155.2 - Pag.0156.4 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 con addosso tutta la migragna di vacchetta ch'era come l'insegna e poco più là, ritto, il palo della via Ardeatina e, più, doveva spengere: al passaggio truculente fessaggini: l'uno dal sedere e dov'era, il giovanotto? E quell'amica oscillazione disgiuntiva. Al veder la foto degli attimi, il gelo e l'irrisione si nu stesse a spasso?” Gli occhioni dove riapparvero un foro, sulla punta “chesta notte me fate avé le schedine E i vertici, i capisaldi geodetici estremi particolarmente bisogno, per la salute zecchini, dei dobloni: o l'elisir d'amore da nissuna”. Un codice, o un galateo, l'apparire e il non sùbito vanire da suasore, da iniziatore: per i sacri riti ne aveva, ne spendeva: se ne procurava si smarrì sottovoce nell'apòcope un sussulto, che contenne, un ringhio passo felpato e cauteloso del Probabile, civica al posto di un Gadda. Il foglio a privata impellenza, cioè all'esuberare una gazzosa. L'oscillare della maniglia all'attivo del patrimonio generale Era l'alba, e più. Le vette fonti del sogno. Là c'era il comando perfettibile macerazione che la capitale nella faccia, gli presagivano l'alacrità la indomita alterezza e della cervice e Papà, del Papè, del grande Aleppo; Onnipresente, ch'era, tutt'al contrario di nubi che bordeggiava le scogliere del di lui tipo antropologico. A destra grigio e consunto, da fuori, era a livello come da un pulvinare sul trambusto preminenza che gli è propria, che è è propria, che è dell'alluce, e soltanto e la recupera subito a' metafisici livori della castità virile) nei Sacri Sponsali oggi a Brera. La divaricazione scalzo, a quel modo. Per ciò che è ora alfine, dopo il diuturno sovvento il malefizio: rompere le spire piuttosto, opere e fatti ... in soccorso a gambe ferme davanti le scarpe e col mignolo quello spaventacchio aveva creduto di captare un “la”, e di distacco ironico nei confronti al solo atto i moventi e le intenzioni all'oscillare d'una carica, d'una tensione qualche invisibile pillola in direzione dal banco nei momenti grigi, per abito dell' impero imminente, certi morti dell' autorità inquirente, dell' appuntato: ossedente presenza dell' Appia: a certo chilometro, dell' Appia, o a Ca' Francesi, a dell' altro. Era tardi. Piovigginava. dell' amica? Embè, quale amica? dell' amor suo riparar sul cuore dell' ora che ne è la somma. Le dell' inquisitore si dilatarono, un dell' osso, e la sdrucitura della dell' alberghi.” Pompeo si guardò dell' ineguagliabile triangolo, lui, dell' anima. Non la finiva più di dell' amore di ritorno. Un sorriso dell' amore avveduto: una dell' immagine. Era, nella sua dell' émpete pémpete: da dell' altro: spendeva anche quello: dell' infinito, in un sempre meno dell' anima: quasi un mastino dell' Improbabile. “Uno che dell' elenco Menecazzi ebbe giunta dell' eterna linfa per entro le dell' uscio a vetri (colorati) aveva dell' umanità: esclusa in atto ogni dell' Algido, dei Carseolani e dei dell' Arma: là, là, da più lune, dell' ex-regno conferisce alla carta, dell' indagine, e dei fruttiferi dell' animo, ribadita dal taratatà dell' invisibile Onnipresente, ch'era, dell' Onnivisibile fetente salutato dell' oriente, l'opale in rosa, il rosa dell' Appia, chi procedesse nella dell' asfalto tuttavia bagnato. dell' Appia. Incorniciata dagli dell' alluce, e soltanto dell'alluce, dell' alluce, sbrancandolo fuori dell' eternità. Il metatarso dell' Urbinate, oggi a Brera. La dell' alluce solitario e iscarnito dal dell' iconografia de' duo santi, e dei dell' astata dea delle aste, perfuso dell' ipnosi.I “Te tirati pure dell' anime, de' cuori bisognosi: che dell' allibito brigadiere, dell' ombrello), a carico o a dell' uso toscano e lombardo, che dell' organizzazione concorrente, la dell' attore, con occhi lucidi e dell' animo, quasi intendesse dell' ignaro Pestalozzi, che le dell' arte sua, di rivenditrice che sa - Pag.0156.14 - Pag.0157.3 - Pag.0157.38 - Pag.0158.4 - Pag.0158.22 - Pag.0161.1 - Pag.0162.15 - Pag.0168.37 - Pag.0169.11 - Pag.0171.10 - Pag.0171.16 - Pag.0171.34 - Pag.0175.1 - Pag.0175.32 - Pag.0176.26 - Pag.0177.9 - Pag.0177.34 - Pag.0177.38 - Pag.0180.29 - Pag.0181.30 - Pag.0184.20 - Pag.0184.22 - Pag.0186.5 - Pag.0187.19 - Pag.0188.36 - Pag.0189.14 - Pag.0190.21 - Pag.0191.23 - Pag.0191.27 - Pag.0192.8 - Pag.0193.24 - Pag.0194.22 - Pag.0194.23 - Pag.0195.8 - Pag.0195.23 - Pag.0195.26 - Pag.0195.38 - Pag.0196.23 - Pag.0196.23 - Pag.0197.23 - Pag.0197.26 - Pag.0197.27 - Pag.0198.4 - Pag.0199.32 - Pag.0201.37 - Pag.0202.19 - Pag.0205.39 - Pag.0207.17 - Pag.0208.19 - Pag.0210.18 - Pag.0212.6 - Pag.0212.13 - Pag.0213.4 - Pag.0214.2 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 altra mano, a usufruire: e del gradino e di culetto magro le strappate successive vittorioso della livelletta: un prodigio Il disperato tentativo di blocco cotto, nella tragica ascesa della livelletta lo immeritato lume, la dolce aura erano una torma di congedati una torma di congedati dell'epoca, cioè cenci a losanga, di che le brave donne si sdebita senza commiato, avanti l'alba, dall'altra parte con il palmo come ben di rado) nella figura propria palpò. Il volto gli si illuminò: croce di granati, momenti rosso cupi si appalesò tale di fatto sul bigio-topo circolazione monetaria, alla bilancia e via via nel foglio e nel secondo foglio che non era, in quella mattina matta repertato erano gli ori e i gioielli “ pure di quegli altri, del cofano di ferro i verdirossi del Miracolo, il rametto perfondeva ne fosse vaporato col mutar bandiera della Torre, della Tartuca o metallico da ricordare le bruniture intorcendo il collo come un popolano il litigio non avesse fine. Si arrovellava gioielli mia der matrimonio”, il pegno la sua protervia, affrante: così esperta poche e limpide: l'una più ragionevole ch'era stato il dio biondo e invisibile 23 marzo, risultate vane le ricerche che vagamente indiziaria le sette sillabe del Biondone: il campo del lavoro e degli odori, delle insalatine prime, che l'ova toste pe l'insalata. Mejo autenticarono l'ammonimento furioso Un dolce orgasmo, dall'altra parte specializzare nei picchi: (sul duro legno un altro, era fuori a seguitar le peste e' dicevano la continuità chiara dietro l'ante accostate, ove il romore in un subisso tutto il fracidume nell'ombra, nell'odore di casa chiusa con uno sforzo: e stava per aggiungere ricevuto?” Era la contabilità dolorosa Era la contabilità dolorosa dell'umile, volano anche nella giungla, nelle steppe delle barbe femminili, il fondatore delle donne e l'odor buono fatti segno a le iterate spruzzatine dalle ultime così fregolesche conquiste Er prete nun po esse qua prima ” Il grido incredibile bloccò il furore nera verticale tra i due sopraccigli dell' uscita. La Lavinia andò fuori dell' imbraca, allorché gli dell' arte, una interminata livelletta dell' ampolla, sulle cui postreme dell' ingegner Negroni. Pareva uno dell' aperto lor cielo:l coeli dell' epoca, cioè dell'era, ma se dell' era, ma se fosse stata un dell' agro e d'ogni altra parte della dell' ospitalità benignamente dell' altra, quasi accarezzandone la dell' utente, o addirittura del dell' aurora del ci siamo. La dell' ombra domestica. Anelli, spille: dell' ambienza, venuto di Ceylon o dell' oro che andò poi a Ramengo dell' elenco Martinazzi, ovverosia dell' equinozio così pieno di dell' uscio di faccia”, gli ori della dell' assassinata.” Non indugiò nei dell' anno prima dalle foglie dell' anno. E giù, infine, sulla dell' Oca. Nato timido, sì, a tu per dell' acciaio, dediti, non appena gli dell' Inganni, un mezzo dell' amore frodatole, più che mai dell' amore, comunque, ecco, era dell' orgoglio di amare: anzi, dell' altra. Lui si trovava ora, dell' interrogatorio a Santo Stefano: dell' Enea Retalli detto Iginio al dell' innografo del Touring, il dell' ozio, del dopolavoro e del dell' abbacchio. Gente che dell' ova de li capponi so', ste dell' imbecillissimo: non ostante il dell' uscio che il catenaccino dell' uscio). Il sor dottó si dell' Enea latitante, detto Iginio, che dell' anno di già pubere, di già dell' automobile l'aveva indotta a dell' ordito: o volar via tutto il dell' andito. “Signor dottó,” fece, dell' altro.I Ma Di Pietrantonio dell' umile, dell'ingenuo, forse. La dell' ingenuo, forse. La notizia dell' Africa. Per un cuore cristiano dell' impero quinquennale. I due dell' incenso, erogabile (cone dell' asperges: fra uno strusciar di dell' occhieggiamento italiano. Una dell' una, m'ha fatto dì. Ah, dell' ossesso. Egli non intese, là dell' ira, nel volto bianchissimo - Pag.0214.22 - Pag.0217.29 - Pag.0219.7 - Pag.0219.31 - Pag.0220.24 - Pag.0221.25 - Pag.0222.13 - Pag.0222.13 - Pag.0226.16 - Pag.0228.5 - Pag.0228.16 - Pag.0228.19 - Pag.0229.29 - Pag.0231.5 - Pag.0231.23 - Pag.0231.36 - Pag.0232.37 - Pag.0233.28 - Pag.0234.2 - Pag.0234.8 - Pag.0235.30 - Pag.0235.33 - Pag.0238.5 - Pag.0239.29 - Pag.0240.31 - Pag.0242.26 - Pag.0242.29 - Pag.0243.5 - Pag.0246.12 - Pag.0249.1 - Pag.0251.2 - Pag.0251.19 - Pag.0252.5 - Pag.0253.6 - Pag.0254.32 - Pag.0258.34 - Pag.0260.8 - Pag.0261.24 - Pag.0266.5 - Pag.0267.9 - Pag.0269.30 - Pag.0270.27 - Pag.0271.20 - Pag.0271.21 - Pag.0272.29 - Pag.0272.30 - Pag.0272.33 - Pag.0273.27 - Pag.0273.37 - Pag.0274.5 - Pag.0274.39 - Pag.0275.29 - Pag.0276.28 - Pag.0276.30 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 della 597 e, non si sa perché, invidiati funzionari Di statura media, piuttosto rotondo che gli venivan fuori dalla metà impercettibili però, quasi un ricordo infinito degli statali con quell'esca ridicola storia dell'ammenda ... sì, sì, della multa per la mancata richiesta illuminatore, rivivevano poi nei timpani bisognasse “riformare in noi il senso soleva atteggiare la metà inferiore inferiore della faccia, sotto quel sonno e delle palpebre e quel nero pìceo a molinello (come i sedici venti trattatisti: la pratica dei commissariati e mobile è tutt'un altro affare: ci vuole affare: ci vuole della gran pazienza, esorbitò dal piatto ovale sul candore gemme, un naso diritto con il piano dopo ogni frullo, da un ramo all'altro tutti, del resto, e in tutti i cervelli e con una certa ansia la gentile manina di pensare di chieder nulla: né nulla: né della nuova nipote né in lui: un po' come lo strano fascino vigendo le efemeridi e i calendari dura occorrenza dalla nobile malinconia il possibile padre di una prole sperata. Balducci, o dai dolcissimi “momenti” spesso lui pure, nei ragionamenti aperta, poi, a tutti gli incontri demici aveva avuto modo di distinguere i fatti i fatti della prolificazione da quelli sta Gina, povera Ginetta! Ma prima fulgore nella tenebra): e prima proprio ... Così ogni anno: il cambio nel cuore, i successivi natali il granuloso e untuoso, il felice caviale di toglierle ... così profonde! attesa Balducci? Che ne pensava, il cacciatore, il cacciatore, della nepote albana, parole e del contegno, che ci fosse All'imbrunire, in quel primo abbandono come un'appassionata mormorazione Intanto gli entrò nella stanza il capo il superiore con gli occhi. “Il primo detto. E stamattina, con chell'ata storia gravidanza, più curioso di tutti, dava, e poco avanti il sopravvenire dei due dalle gran corna del toro: la ragione Accavallò il suo referto a quello suoi ori, ma la certezza ... di usufruire certezza ... di usufruire della protezione della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della Della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della sezione investigativa: ubiquo ai persona, o forse un po' tozzo, fronte quasi a riparargli i due collina molisana. Una certa “bella assolata affittasi” e multa per la mancata licenza di locazione ... che gente a distanza di ore, o di categoria di causa” quale faccia, sotto quel sonno fronte e delle palpebre e parrucca. Così, proprio così, rosa dei venti quando squadra mobile è tutt'un gran pazienza, della gran gran carità: uno stomaco tovaglia immacolata: fronte: una “vergine” primavera. Era sulle bocche gente, una di quelle idee pupilla ancora un po' nuova nipote né della nuova serva. Cercò di sfolgorante nipote dell'altra Chiesa, e, nella vivida lor signora Liliana: il di cui fedeltà di lui, forse, neppure tristezza di lei: anche don signora Liliana. Al diavolo stirpe “fertile in opre e prolificazione da quelli della non-prolificazione. Quel che Ginetta la storia aveva tutto Virginia, chell'ata 'e nipote doveva di certo valere prole. “d Jedes Jahr ein gente. Di quando in quando notte mediatrice, tepide carni nepote albana, della tiburtina? tiburtina? Il campanello freddezza, tra lui e il notte romana ch'è così sera. A volte, ad ottobre, da investigativa. Aveva il stagione. Mo ce pàveno marchesa di viale Liegi ... e sua borsa colma, in culo a mobile, cioè Gaudenzio e folla raccoglieva i trefoli portinaia, dirizzando, protezione della legge, così legge, così validamente - Pag.0015.3 - Pag.0015.5 - Pag.0015.7 - Pag.0015.13 - Pag.0015.25 - Pag.0015.30 - Pag.0015.30 - Pag.0016.17 - Pag.0016.29 - Pag.0016.37 - Pag.0016.38 - Pag.0016.38 - Pag.0017.6 - Pag.0017.28 - Pag.0017.29 - Pag.0017.29 - Pag.0019.1 - Pag.0019.6 - Pag.0019.36 - Pag.0019.37 - Pag.0020.11 - Pag.0020.17 - Pag.0020.17 - Pag.0020.19 - Pag.0020.29 - Pag.0020.37 - Pag.0022.4 - Pag.0022.19 - Pag.0022.21 - Pag.0022.32 - Pag.0022.39 - Pag.0022.39 - Pag.0023.34 - Pag.0023.38 - Pag.0024.5 - Pag.0024.13 - Pag.0024.23 - Pag.0024.33 - Pag.0024.38 - Pag.0024.38 - Pag.0026.12 - Pag.0026.22 - Pag.0026.27 - Pag.0027.12 - Pag.0027.15 - Pag.0027.18 - Pag.0028.27 - Pag.0029.3 - Pag.0029.14 - Pag.0030.26 - Pag.0030.30 - Pag.0030.30 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 aveva agito: non pure sulla psiche ancora più tepidi (verso il freddo) ” ripeté quasi declamando, entusiasta declamando, entusiasta della dirittura e cui disponeva sul fianco, del pantalone più buia dell'altra. La A più tranquilla Dai congiunti e accavallati referti e dalla relazione. Dopo le grida riconoscimento del loro coraggio, e corresse, a un tempo, l'affermativa casa, no? Pratici delle sue abitudini e o altro ... dell'assassino. (Quel termine con suo gran disappunto: (suo, cioè, e del volto vizzo, e i sospiri lei, col titolo di befana, la canna ... notizia de' fatti, ed eventuali referenze suggerì accalorandosi un'amica della Bottafavi, per quanto poco amica il capo, portò l'indice sinistro all'angolo E i due colpi di rivoltella, in quel buio di volersi tenere a disposizione quell'orribile e interminabile garbuglio Quel tic tac del maledetto orologio come una lumaca in guscio nel sussiego a soccorrerlo. Che? le carte magiche I “cospicui” incrementi del diagramma Il temporalesco e pur diletto borbottìo della Finanza, il santo riverbero Addio? Solo, seduto sur una scranna con addosso tutte le sofisticherie l'altro ieri m'hanno mandato a casa casigliani e dei colleghi dell'Economia, Angeloni fu trattenuto fino alle nove l'Ingravallo e il dottor Fumi, capo gravità, ossia la poca giustificabilità, a carico di quell'ottimo sesto grado e lo aveva accomodato nella camera chiaro che pe tutto er vicinato le gioie lo strillavano ruzzando e i due agenti vere o supposte, di quel mucchio d'ori carugnone. S'intenne che prima cura a ora scura dai vari pattuglioni un minuto e mezzo, nel favore Le poche macchine a disposizione ” Raccolte a tulipano le cinque dita la folla. Davanti il portone il nero a terra ... quella cosa orribile. Il corpo denudò se stessa la bianchezza estrema a momenti la frale gentilezza e indumenti, degli atti, il secreto modo dei capelli, fili tuttavia operosi sfinito, emaciato dalla suzione atroce i due seni: n'era tinto anche l'orlo la faccia! rassegnata alla volontà della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della voglia di spendere degli dirittura e della fissità di fissità di quello sguardo: tuta. “Cosa che falo?” gli consorella: tutti signori portinaia e d'altre inquiline signora Menegazzi, i due loro prontezza di spirito. Il portinaia. Stava rincasando: il casa dovevano di certo collettività fabulante gli si Menegazzi). Perciò la sua scampata ahimè pistola. “Una volta no ti persona. Risultò che nessun Bottafavi, per quanto poco Menegazzi, e inquilina del bocca: “me ce facci pensà. scala, boh, chissà dove polizia, per ulteriori firma reverita sua, Manuella stanza, di tocco in tocco gli terminologia ufficiale: che dolce inanità burocratica, pesca ... delle sardelle? Le Finanza, il santo riverbero Corte dei Conti? Addio? questura, con addosso tutte squadra mobile (così roba. Me l'ha portata la sora Manuela poi non sera. Da qualche pallida squadra investigativa.I Essi loro ... diffidenza, insorta da Economia Nazionale. Un domestica assente. Non contessa Menegazzi erano squadra mobile, alla presenza “contessa” der terzo piano polizia, specie del dottor “buon costume”, tenebra e di Santo Stefano polizia vagavano raminghe mano destra, altalenò quel folla, con la sua corona de povera signora giaceva in carne, d'un pallore da donna e del ceto, l'eleganza sommissione, tramutata ora carità. Affilato nel pallore, Morte. Un profondo, un gonna, il lembo rovescio de Morte, apparivano offesi da - Pag.0031.36 - Pag.0032.14 - Pag.0032.36 - Pag.0032.36 - Pag.0033.12 - Pag.0034.6 - Pag.0034.8 - Pag.0034.36 - Pag.0035.1 - Pag.0036.1 - Pag.0037.23 - Pag.0037.25 - Pag.0038.1 - Pag.0039.1 - Pag.0039.10 - Pag.0040.1 - Pag.0040.6 - Pag.0040.7 - Pag.0040.22 - Pag.0042.31 - Pag.0043.6 - Pag.0043.18 - Pag.0043.32 - Pag.0044.15 - Pag.0044.22 - Pag.0044.24 - Pag.0044.26 - Pag.0044.26 - Pag.0044.27 - Pag.0044.28 - Pag.0047.26 - Pag.0048.36 - Pag.0048.37 - Pag.0049.22 - Pag.0049.23 - Pag.0049.25 - Pag.0050.12 - Pag.0051.5 - Pag.0051.28 - Pag.0051.32 - Pag.0052.18 - Pag.0052.37 - Pag.0053.12 - Pag.0055.24 - Pag.0057.12 - Pag.0058.7 - Pag.0058.25 - Pag.0058.33 - Pag.0059.9 - Pag.0059.10 - Pag.0059.21 - Pag.0059.22 - Pag.0059.39 - Pag.0060.6 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 segreta. Ma il polsino destro male a lo stomaco. Sì, un po' prima incarico d'alcune commissioni da parte rinforzo d'agenti: col maresciallo Valiani possibile, invece, a “portata di mano” dicevano più tardi le ultimissime regazza de Genova, una bella moretta, o dopo interminato anelare e basire magnificatrice. In tal caso la gratitudine che un misero conato, da parte a bolle, in quella porpora atroce da lavorare: un colpo ancora: gli occhi! Una dolciastra, una tepida sapidità e là, nella stanchezza e nel pallore un freddo, un povero relitto, ora, di quell'atteggiamento involontario delle gambe, su su, e del rilievo e lei volto, così bianco nei sogni opalini acerbi al conoscere, al tenero fiore di tasca il biglietto: dalla tasca destra avvicinare i momenti, i logori momenti la bocca) con l'unghia del pollice e col pennacchio, e la nuova castità ma ... come a un bel campione tranquilla. Coscienza! ma il polsino lo si vede: come la buia durezza il predicato con alcune volute de piazza. La necessaria frequenza nozze con certo ragionier Carlo Ricco, di via Nicotera 21, da conferma per fine mese. (Chell'atra buggera recitò con sicurezza. Di sopra ancora Il terrazzo è, si sa, il regno stecchi rilegati strinti d'attorno il fusto de' romani e i più giudiziosi e recenti distinto. La nuova resurrezione D'un depositario, o d'un commissario, in quelle ore, le due ultime ore Una inchiesta alla succursale romana dico di noi, no, maa ... così, in generale. Bisogna che s'innamorino di olio, il che torna a dire dei tipi all'ingegner Bocciarelli della Terni.” Si aiutò coi diti Transformer Oil B marca undici Extra che si accorge che cià versato dentro in testa la verità: il gran chiodo solido: gli fu partecipata dai parenti Valdarena aveva fatto, in quelle ore consigli, dopo le voci multiregionali combinà, sto viaggiatore apoplettico, del tempo, dalla virtù economica d'accusà Giuliano, verga splendida o la pseudo-abilitazione a' dittaggi: della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della camicia ... tinto di sangue! Gina, che annava ar Sacro sora Liliana, povera signora! polizia scientifica e con polizia. Il giudice istruttore notte, d'un giornale che ce quale esibì la fotografia: vittima, strascicandone magnificata poteva salire a vittima, uno sguardo sua vita: e si sentiva il belva infinita. La notte. Le mani, bianchissime, morte, come se l'odio avesse cattiveria del mondo. Le quale erano motivi, certo, e solcatura di voluttà che sera, aveva ceduto per persona e dell'anima. Dei giacca, dove lo aveva riposto consecuzione, del tempo mano destra adoperata a baronessa Malacianca-Fasulli, famiglia, come si sorride a camicia? No, non ci vedeva montagna, in un prato. mano destra. Liliana aveva malavita, l'approfondimento Moda Italiana, risiedeva con sora Amalia Bazz... pipe-line, che doveva Cucco, al piano attico, ce biancheria da stendere. Mbè, scure, non soltanto storia inglese, aveva così Italia si aggiungeva a una rinnovata verità non è vita! Nessuno: all'infuori del Standard Oil, “condotta Standard in generale. Standard: che imparino ad Standard Oil? Che, si scherza? Terni.” Si aiutò coi diti sinistra, pollice, indice, Standard Oil è, e rimane, salsa di pomodoro, al posto verità! Nient'altro che moglie ivi accorsi per invito notte incredibile e de' suoi questura e la certamente tenera carne? e del gruzzolo? gente prestante? Così come ceppaia, solo perché ne quale appaiono essere - Pag.0062.3 - Pag.0064.8 - Pag.0064.12 - Pag.0064.21 - Pag.0064.25 - Pag.0064.33 - Pag.0065.10 - Pag.0066.25 - Pag.0066.38 - Pag.0067.37 - Pag.0068.13 - Pag.0068.15 - Pag.0068.19 - Pag.0068.25 - Pag.0069.28 - Pag.0069.37 - Pag.0069.39 - Pag.0070.9 - Pag.0070.11 - Pag.0070.15 - Pag.0070.22 - Pag.0071.35 - Pag.0073.4 - Pag.0074.20 - Pag.0075.18 - Pag.0075.26 - Pag.0076.6 - Pag.0076.33 - Pag.0077.19 - Pag.0078.29 - Pag.0078.31 - Pag.0079.12 - Pag.0079.37 - Pag.0080.27 - Pag.0080.37 - Pag.0080.38 - Pag.0081.36 - Pag.0082.22 - Pag.0082.26 - Pag.0083.36 - Pag.0083.37 - Pag.0084.4 - Pag.0084.11 - Pag.0084.11 - Pag.0084.27 - Pag.0084.33 - Pag.0085.19 - Pag.0086.25 - Pag.0089.20 - Pag.0089.21 - Pag.0091.3 - Pag.0091.5 - Pag.0091.11 - Pag.0093.19 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 contrassegni manifesti e l'arroganza scalea di Palazzo davanti la cupa attesa a Rostòpcin, le attenuanti immediate dell'ira e del pandemonio (psicosi totale finestra del quinto (ch'era, al parere delle nipoti: la strana “mania” per così dire, il corpo testimoniale di servizio. Fumi, con un cenno che regalò al dottor Fumi, dal pieno e di far lettura delle “ultime volontà Lorenzo “doveva essere al corrente ma atrocemente sordo nella rocca erede il marito d'una minor parte de Zagarolo. Fino alla maggiore età padre col cuore se non pel sangue della derelitta Luiggia”. La madre nonché verso i “prodigi dell'arte e spaventosa piena del nostro Aniene”: “dall'alito infetto e greveolente di parte che s'inabissi nei toni cupi prorompere alla mozione demoniaca: “ dalla tartaruga nel 1925, a viale fulminatori: “alla fiorente giovinezza suo consiglio paterno, e con la dottrina il dottor Fumi battendo con due nocche carte, dov'era trascorsa la mano gentile lui. La calda, la deduttiva sonorità calda, la deduttiva sonorità della voce, quando aggalli dai limpidi fondali fluenza sonora non è che il simbolo dello spirito o nelle cieche alternazioni in qualunque direzione. L'istanza al Bambino ... paglia al presepe, luce mentale, certe fissazioni malinconiche carnalità e in conseguenza dalla psiche a don Ciccio, l'alterazione sentimentale le potenti inibitive e, più, le coibitive della Fede: gli enunciati formali perfettamente legale. Il bilancio del confessore, e notaro, i limpidi spazi maschile, in quanto l'attività stessa Chigge. La moralità-individualità dell'idolo dispiccica l'oracolo quotidiano La qualità eminentemente ecolalica ma di gesso, a ornamento piacevole casa, a delegato e segretario generale invida al maschio e solo racchetata come già pertinenti al “tesoro” dispositivo di aggancio a molla ( la nobile e malinconica frigidità di trasferire a Liliana la proprietà il memore specchio del cuore, di marito celebrava in famiglia la gran virtù era figlio, quel talismano all'incontrario, della sconsiderata istruttoria, e della folla, ordina a' dragoni di della tema (di venir linciato lui) e della folla) e del nemico in arrivo della questura, una “finta della vittima, di volere a tutti i della vittima. Tre funzionari della mano, fece uscire i due: il della tunica, in arto, e poi giù giù della povera signora”: della cosa”. Chiama e richiama, della sua competenza. All'ufficio di della sua sostanza, con alcuni ori della pupilla il malloppo doveva della derelitta Luiggia”. La della Luigia, secondo il della carità patria così della piena dell'Aniene condivideva della tenebra: ch'è dovunque in della perorazione e d'una calma della derelitta Luiggia”. Una della Regina 326) “e si studi della quale desidero ed auspico fin della Chiesa”. “Chesta è na della man dritta su quelle povere della trucidata (le reggeva intanto della voce, della frase, aveva della frase, aveva persuaso un po' della deduzione, come nudità della fluenza logica: la polla della probabilità, si perpetua in della controparte si polverizza in della divina scaturigine ... della signora: 12 gennaio. La della donna (femminuccia, credeva della vittima: la psicosi tipica delle della Fede: gli enunciati formali della dottrina: il simbolo operava della morte era chiuso al centesimo. della Misericordia. O, per altri, della corteccia, int' 'o cervello d' della donna si rivolge per della sottintesa ammonizione: ché della di lei anima (il concilio di della casa, a delegato e segretario della confederazione dei della prole, quando la prole manchi della moglie. Senz'astio, e senza della maglia dell'orologio): e della gemma. Dopo sette mesi e della catena d'oro, a norma del della nipote. Allogato là, nel suo della stessa e di tutta l'erba della non imitata elegia; alfiere - Pag.0093.20 - Pag.0093.26 - Pag.0093.33 - Pag.0093.34 - Pag.0094.24 - Pag.0095.9 - Pag.0097.38 - Pag.0098.21 - Pag.0098.37 - Pag.0099.28 - Pag.0099.34 - Pag.0100.3 - Pag.0100.17 - Pag.0100.27 - Pag.0100.30 - Pag.0100.31 - Pag.0101.39 - Pag.0102.4 - Pag.0102.7 - Pag.0102.21 - Pag.0102.23 - Pag.0102.36 - Pag.0103.5 - Pag.0103.20 - Pag.0103.22 - Pag.0103.23 - Pag.0103.28 - Pag.0103.28 - Pag.0103.32 - Pag.0104.1 - Pag.0104.4 - Pag.0104.8 - Pag.0104.31 - Pag.0104.33 - Pag.0105.21 - Pag.0105.34 - Pag.0106.3 - Pag.0106.4 - Pag.0106.8 - Pag.0106.9 - Pag.0106.15 - Pag.0106.22 - Pag.0106.24 - Pag.0106.26 - Pag.0106.34 - Pag.0106.35 - Pag.0107.6 - Pag.0107.31 - Pag.0107.33 - Pag.0109.2 - Pag.0109.5 - Pag.0109.10 - Pag.0109.18 - Pag.0109.31 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 nelle prigioni di settembre. Portatore e sigarette a parte: a parte le fettuccine inviti”, a detta dei parenti: e anche di sé, nel rimirare quegli occhioni si rialzò, si riasciugò il sudore collo, di tutta la testa, con un volo nella fase ardita, quasi anzi eloquente, eloquente, della propria ostinazione e sembrò raccogliere. “Il grande sogno esiste un orgoglio fisico, una vanità no. La più amara di tutte le delusioni e che il chiarore procedurale cranio: “Abbiamo letto il testamento sé: “Io per lei ero come il campione il timbro e il calore inoppugnabile in terzo grado?” “Qualche pollo cugini ... come nei romanzi! Il segreto bellezza, non siamo belli, noi due? quegli accenti, quel gesto, erano la voce il mentastro o l'orìgano: gli odori sacri risorgenti speranze: le speranze favolose aveva preso l'impronta in cera: prima l'unghia del mignolo il fermo contorno e dalla caritatevole papaverina-eroina e il pianto, da quegli anni inutili fronzute de sélleri e de spinaci, in mentalmente largite ai futuri largitori fraterna: a chi delineava il disegno e dal sentirsi al centro dell'attenzione e e, in genere, su quella gran sensitività antiche essenze, nella terra e nei prativi speranza, e nel pallore duro o ostinato additivo circa le condizioni ... spirituali Le visite e le implorazioni un aiuto alla sua pena: la dolce parola della speranza, la misericorde parola e nel “produrre il testamento il tesoro ... di una coscienza ineffabile ineffabile della grande missione la vita, e la continua resurrezione cigli: fiamme accorate e tuttavia fulgenti la conferma: dalle canorità merulane verdemare de quelli così psicotonici s'era saputa cattivare tutto il cuore che contraddistinguono il tacito volere le mura il burino col divoto segno disco der telefono, e dallo scatolone oltre ai giorni sereni e alle dolci notti de traverso, come una bugia delatrice riescì a salvar l'effe: con la sicura voce Romano) comunicazione telefonica premonizione, che il proprietario il crepitio del microfono e l'induttanza fatto l'oberazzione lunedì: l'oberazzione della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della jella doppia, congetturava nonna. Le donne, dato il padrona di casa ma non sora Amalia fonni fonni, fronte: si ricompose: guardò zazzera: come deliberato propria ostinazione e della propria apologia: tacque vita, per lei, era ... di persona, delle viscere. Noi vita. Così, per lei, il mondo stanza, appena spuntati i signora Liliana, pace razza: de sta bella razza dei verità. “E come spiegate la nuova generazione,” bellezza, non siamo belli, noi felicità sperata e non avuta. verità. Il mondo delle terra, dello scarno monte, nel verità! Quando si dissolve, cifra, poi de tutta la pietra, pietra verde, montata a parlata e del gesto, del sua bellezza datavano pure sporta, quanno veniveno da vita: a qualunque le paresse vita. Ma precipitavano gli compassione generale donna: che in loro, povere Marsica, lo stelo d'un fiore: reticenza e nella porpora del compianta signora: sì da Balducci, ai Santi Quattro, a speranza, la misericorde carità. Fede ne aveva lei defunta signora”), coi capelli grande missione della donna: donna: che le veniva, certo, vita. “È un desiderio persuasione e delle dialessi a sora Pettacchioni.) nostra diletta Comit. “La madrina, così materno, o donna, quand'ha un croce, rattenuto il ciuccio per radio che aveva messa fuori comunione delle anime e verità, che non anco carità riferì: lei, in que' Tenenza dei Carabinieri di sciarpa verde (non più linea sonorizzavano il testo: vescica: della vescì-ca. Sì, - Pag.0109.36 - Pag.0110.24 - Pag.0110.26 - Pag.0110.37 - Pag.0111.13 - Pag.0111.15 - Pag.0111.17 - Pag.0111.17 - Pag.0111.31 - Pag.0112.2 - Pag.0112.32 - Pag.0113.9 - Pag.0113.12 - Pag.0116.34 - Pag.0117.4 - Pag.0118.37 - Pag.0119.7 - Pag.0119.8 - Pag.0119.31 - Pag.0120.7 - Pag.0120.13 - Pag.0121.13 - Pag.0122.31 - Pag.0124.22 - Pag.0124.35 - Pag.0124.38 - Pag.0125.8 - Pag.0125.11 - Pag.0126.25 - Pag.0126.29 - Pag.0127.10 - Pag.0127.14 - Pag.0129.20 - Pag.0129.25 - Pag.0129.32 - Pag.0129.33 - Pag.0130.5 - Pag.0131.16 - Pag.0131.16 - Pag.0131.24 - Pag.0132.9 - Pag.0132.39 - Pag.0133.12 - Pag.0133.31 - Pag.0133.36 - Pag.0134.9 - Pag.0134.14 - Pag.0134.26 - Pag.0136.15 - Pag.0137.1 - Pag.0139.5 - Pag.0139.9 - Pag.0139.19 - Pag.0140.5 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 lunedì: l'oberazzione della vescica: scritto e di più di un messaggio verbale alta, con musico vigore, il rapporto occhioni, che nella non molta luce di motocicletta, al meraviglioso timbro gli ultimi a o ba, le ultime disgiunzioni Reggio Lotto, in allotta, e oggidì Lotto a traverso la membrana di pelle d'asino pelle d'asino della diffidenza reciproca, poi, Santarella era il fulgido epònimo che il Pestalozzi aveva fatto capo. C'era di plotone. Dopo alquanto razzolare Santarella. Erano i due motociclisti piuttosto suasivi, contro la gran piaga incaponiti, il timor contrario, il terrore gravità. Una nipote ... una lavorante metà me, metà te. L'unicità in due contrastanti certezze: il rapporto a rimirarla, non ostante lo squallore eterna: impostale da libito antico il notato olezzo, il senso vero e fondo vero e fondo della vita dei visceri, insudiciata, l'aveva regalata alla ventura ” Maestra de sarta e non de sarta. e non de sarta. Della Pàcori: sì: puro lui: un tre o quattro vorte. 28 ottobre 1922), il cracking vivere: li catechizzava alla protezione poi, di quella così trepida aspettazione collettiva, senso orfico del mistero e carabinieri persisteva ad avvilupparla e i responsi (all'ora di dopolavoro) lì a pochi anni sarebbe caduta preda c'era. Un luogo, insomma, il laboratorio una goccia, una goccia sola e splendida povere cicie, alla eterna primavera cicie, alla eterna primavera della Patria, tutt'al contrario: i piedi sulla stecca s'insinuava, s'inerpicava tra le gole nel tempo che la sarta parlava loro che la sarta parlava loro della Libia: a dei semplici militi era un espediente mobilissimi: sotto le multiple solcature quelle avvinellate soste a dolcezza, e soste a dolcezza, e della più allettante, così caldamente ombrato e mutolo, ch'era per tutti gli adepti il vestibolo delle consolazioni albane. L'attimo Santarella, bah, l'uno de' due centauri ragion de' tempi e dell'opportunità e donne!”, quel crudele “alto là!” voce, manco a dirlo, usciva dallo stipo delle nepotine apprendiste papapapapà, riecco invece li spari della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della Della della Della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della vescì-ca. Sì, signorsì ... No, Tenenza, cioè del Tenenza di Marino. stanza rigirò, un po' per su' voce non resistevano i gran sagacia deduttiva.I E Repubblica. Talché una diffidenza reciproca, della gelosia professionale e dello disciplina: e del dovere roba già tinta, in mucchio, titolare Ciurlani (cioè la sora Tenenza. E lui disponeva, reticenza: (Di Pietrantonio privata vendetta. Ma con la Pàcori. Un mazzolin di Storia si deroga in una questura, il rapporto dei stanza, la mucida luce Natura. Superfici imitative del vita dei visceri, della fame: e fame: e del calore animale. fame. Tutti, ora, speravano Pàcori: sì: della Zamira. Zamira. Parallelamente Zamira, sì: nota a tutti, tra jettatural siveI jella, di giovane, in concorrenza con moltitudine le cadeva bene trascendenza nel gran cuore solita indecorosa suspicione di sarta-sibilla: quand'eran tutte Patria Immortale Zamira, da non si poter eternamente proibita o Patria, della nostra Italia nostra Italia diletta! Dei seggiola, talché, a piazzarsi speranza, come affonda e poi Libia: della quarta sponda: quarta sponda: dei datteri seduzione. Gli occhi le fronte, sotto la pergola più allettante, della più più conturbante, a riparo di Zamira: ch'era per tutti gli ipotesi felice, il sacrario dolce angoscia fuggiva, oh, Tenenza albana, il più paga, una esuberata padrona di casa d'Ingravallo. radio: di cui Fabrizio Zamira, la tintora delli Due fremebonda Motoguzzi - Pag.0140.5 - Pag.0140.16 - Pag.0141.12 - Pag.0141.15 - Pag.0141.26 - Pag.0141.33 - Pag.0141.38 - Pag.0142.2 - Pag.0142.2 - Pag.0142.12 - Pag.0142.36 - Pag.0143.6 - Pag.0143.19 - Pag.0143.22 - Pag.0143.26 - Pag.0143.38 - Pag.0146.23 - Pag.0146.25 - Pag.0146.33 - Pag.0147.1 - Pag.0147.6 - Pag.0147.6 - Pag.0147.21 - Pag.0147.27 - Pag.0147.27 - Pag.0147.31 - Pag.0148.29 - Pag.0149.9 - Pag.0149.28 - Pag.0149.36 - Pag.0150.5 - Pag.0151.2 - Pag.0151.19 - Pag.0151.24 - Pag.0151.26 - Pag.0152.24 - Pag.0152.24 - Pag.0152.30 - Pag.0152.33 - Pag.0152.39 - Pag.0152.39 - Pag.0153.4 - Pag.0153.6 - Pag.0153.25 - Pag.0153.26 - Pag.0153.33 - Pag.0153.34 - Pag.0153.35 - Pag.0154.22 - Pag.0155.3 - Pag.0155.7 - Pag.0155.16 - Pag.0156.1 - Pag.0157.17 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 le ragazze: le spose: le nipotine Ornamento, con catenelle in giberna, dodici colpi in riserva, centauro-saetta chilometri: dal polveroso trapezio avrebbe atteso l'alba sul tavolaccio “ma che cos'ha stasera dottore?” pe chelli scocciatori d'aa politica”, cioè archivolto o due, camminata, al cader cader della notte, dai passi meravigliosi cara agli amanti: forse via di San Paolo della Croce, con più probabilità via tuta, dall'assassino ignoto, agli occhioni con le luci e i rossoverdi richiami luci e i rossoverdi richiami della sera, la Ines rasciugò gli occhi col rovescio sconsiderata, alla gioia, quasi. stracci, quella misera trousse: la carta Paolillo rivenne, con la “borzetta” propio, che il quindicinale “Difesa testimonianza di arianesimo splendido: ccà” con la zappetta dei quattro diti cioè contro i vetri incartati od opachi od opachi della finestra: che lo sguardo discesero fino alla bocca: il cammino a chi ha facoltà d'inquisire la nudità e senza sovvento, nell'arena bestiale vi si vedeva il fiato: le lampadine volte, Ines! Ines! Ines! al principiare vento maestro: le aprirono il cammino il pudore. Una sdrucitura, all'attacco all'attacco della manica, un'altra maglietta, scoprirono il biancheggiare ” Lei, tra l'umiliazzione e la rabbia spiovevano fuori a fontana dal gomito sulla punta dell'osso, e la sdrucitura e la sdrucitura della camicetta e camicetta e della maglia e il bianco Beverello: fra bauli, agenti d'alberghi e pur'isso”: e andava scotendone il capo, ” e il cognome, in quella stanzaccia memoria, come i sette sigilli estendendola a tutta la superficie Le rotte ma esplicite ammissioni l'amore, l'accesa rimemorazione con ogni indugio, tra due fratte, e di Tor ser Paolo, o la stradiccia dopo, il vertice acuminato e scarlatto belle. A le belle, a le povere veneri pensò, il dorato, il fumigante mistero ratte di strame: dalle accese nubi dove si vedeva il fiato sotto le pere desumere dall'apprezzato raccontino il biondo le aveva dato ripetuta prova in un sempre meno benevolo farfugliare della della della della della della della della della della della della della della della Della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della Zamira a piè scalzi: dèmone Tenenza albana; con due via Ardeatina e, più, strada.I Poi, presso a camera di sicurezza, rinvoltata impareggiabile padrona tutta squadra politica. La gita notte, dai passi meravigliosi solitudine, così cara agli Croce, con più probabilità Navicella o di Santo Stefano zingara.I “E il giovane?” sera, della notte. A li notte. A li quartieri arti? Sì. mano. “Sto Lanciani fa er parola d'Ingravallo si poverina, ch'ella aveva senzatetto e, nell'altra mano, razza”, quindici anni dopo, gente latina e sabellica. Per destra: e lui s'era dunque finestra: che lo sguardo della notte, fuori, osservava umiliazione, dello sgomento. vergogna e, se pur non la terra. La stufa era diaccia. Mobile erano lampadine del macchia, tre volte! quante macchia, dietro il deliberato manica, un'altra della sottostante maglietta, spalla. Nulla aveva più, per gran gelosia che pativa, col ragazza. “L'elettricista!” camicetta e della maglia e il maglia e il bianco della pelle, alla spalla. “Adesso Cook's Travels recanti certezza de' padri, delle questura, aggiunse decoro al Apocalisse, in un cielo color terra. Aveva dunque ragazza durarono a carne. Il Diomede, in sulle persona e del cuore: e dei fonte de salute, verso Casa lingua s'incaricava di campagna: certe robuste, città. Le vesti, i vezzi, gli sera, dalla promessa del luce, stretti a cerchio attorno discesa in antro (del biondo sagacia e del valore, alla lingua, delle labbra. - Pag.0157.20 - Pag.0158.2 - Pag.0158.4 - Pag.0159.16 - Pag.0160.4 - Pag.0161.9 - Pag.0161.19 - Pag.0163.19 - Pag.0163.19 - Pag.0163.20 - Pag.0163.21 - Pag.0164.19 - Pag.0165.10 - Pag.0165.10 - Pag.0166.34 - Pag.0166.38 - Pag.0167.13 - Pag.0167.15 - Pag.0167.22 - Pag.0167.23 - Pag.0168.27 - Pag.0168.30 - Pag.0168.31 - Pag.0169.6 - Pag.0169.12 - Pag.0169.15 - Pag.0169.16 - Pag.0169.22 - Pag.0169.25 - Pag.0169.36 - Pag.0169.37 - Pag.0169.38 - Pag.0170.37 - Pag.0171.12 - Pag.0171.17 - Pag.0171.17 - Pag.0171.17 - Pag.0172.39 - Pag.0173.10 - Pag.0173.15 - Pag.0173.22 - Pag.0174.32 - Pag.0175.11 - Pag.0175.14 - Pag.0175.20 - Pag.0175.23 - Pag.0176.20 - Pag.0177.18 - Pag.0177.23 - Pag.0177.30 - Pag.0178.3 - Pag.0178.8 - Pag.0178.20 - Pag.0181.31 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 le più radicate opinioni sulla bontà circonflesso, altri erano topo-zii: le gioie Così accade, nei documenti ispecie, tutt'attorno la soave fragranza della maglieria, e fino in sulla soglia dell'eterna linfa per entro le stretture del laboratorio, o meglio impreveduta e poi preveduta e aspettata per comandare una gazzosa. L'oscillare più libero splendore i più nobili bottoni fastigio. Sei e venticinque nell'orologio nudità dealbata del Velino, antemurale Un giorno viene, alfine, che l'ovo a ora presta, l'interminabile sogno innanzi e pressoché al disotto e pressoché al disotto della ruota i nomi si diradano, appiè il monte emerse dal flutto e subito ignudàtesi significando la indomita alterezza e farsi schermo e ricovero e delle mani e in cinese) nella torpida benignità dii white labelI : la fenditura del quarto ordine sul tempo orbitale da ritta e da manca, il lembo inferiore dal sonno e stupefatto dalle novità atlanti degli osteologi e nei capolavori di sonàglioli. La storia gloriosa alluce nel tondo michelangiolano ha tegumento pittorico dal ditoncello il miracolo, o meglio l'audicolo, dalla congiuntura piuttosto rara palesano tutto il vigore e l'urgenza della creazione ... inderogabile, accennato, col solo pollice, il segno che con una mano reggevano il lembo via. Era motosa, infatti, verso il braco l'avevano eguagliata a lo squalore di marruche e di rovi. Sotto le bozze in ascolto. Il Pestalozzi, oramai padrone Quei fiati, quegli occhi sbeffeggiativi poi depose per un attimo sul limitare un attimo sul limitare della impudicizia: essendole marcita via fin dai tempi rimpacchettate a ora prima, sul cigolìo di tenebra, dall'usciolo socchiuso il poco bersaglieresco pennacchietto filo, la si levò a volo fino sul ripiano no, non gli sfuggì un moto e il medio, ai diti lunghi e centrali identità del volto, degli occhi, nun ciò sorelle,” a disdegnare l'ipotesi chi ve lo ha dato?” Levò la mano polso, e rimirando dalla parte interna dunque? Tante storie per il nome della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della natura umana. Rivolse domicilioaggredita e implacabile amministrazione maglieria, e fino in sulla bettola e fin dentro, al disciplina. Che no! Il solerte casuccia che ne albergava la sciarpa: e com'era, e di che maniglia dell'uscio a vetri uniforme, aveva conceduto torre: quanto nel suo Marsica. Ripreso l'andare, il sospirata promulga le notte. Avea veduto nel ruota della macchina, per macchina, per muta magia. contessa Circia, ove luminarie lor veste d'alghe e di spuma cervice e dell'animo, ribadita fuga avverso i rubescenti e notte: zuppi d'uno shampo bocca, quale in un terra, detto comunemente giubba grigioverde, che si gita. Due sicuramente santi, pittura italiana, diti di piede. pittura nostra, di una parte Palatina (Sacra Famiglia): il Sposa: una luce livida e castità virile) nei Sacri fabrile innocenza con la creazione ... inderogabile, enunciazione ... da coartato croce, guardò su a bocca vesta, i due camminatori, pianura, anche la strada o scialbatura: vinta dalla luce fronte e la grondaia dei due propria anima, fulminò una maga, quei lascivi sottintesi, impudicizia: della puttanicizia, direbbe il Belli. marcia. “Be', sor maresciallo seggiola: su cui si sentiva scaluccia approdante in coda: levò il radicale del credenza: dove, di lei mano sinistra (che destra: come a scaldarseli in gentil persona di lei, non il parentela. “Ma la conosci, palpitante Lavinia, mano stessa il topazio, Mattonari Camilla! della tua - Pag.0183.30 - Pag.0185.33 - Pag.0185.38 - Pag.0187.11 - Pag.0187.11 - Pag.0187.20 - Pag.0187.22 - Pag.0188.1 - Pag.0188.36 - Pag.0189.8 - Pag.0189.30 - Pag.0191.2 - Pag.0191.33 - Pag.0192.13 - Pag.0192.20 - Pag.0192.20 - Pag.0193.3 - Pag.0193.5 - Pag.0193.24 - Pag.0193.29 - Pag.0194.12 - Pag.0194.13 - Pag.0195.5 - Pag.0195.21 - Pag.0196.4 - Pag.0196.26 - Pag.0196.36 - Pag.0197.17 - Pag.0197.19 - Pag.0197.25 - Pag.0197.39 - Pag.0198.19 - Pag.0198.20 - Pag.0198.32 - Pag.0198.33 - Pag.0198.35 - Pag.0199.1 - Pag.0200.17 - Pag.0201.7 - Pag.0201.35 - Pag.0203.16 - Pag.0203.16 - Pag.0203.21 - Pag.0203.25 - Pag.0205.10 - Pag.0206.1 - Pag.0206.27 - Pag.0207.15 - Pag.0207.20 - Pag.0208.6 - Pag.0208.13 - Pag.0209.25 - Pag.0209.26 - Pag.0211.35 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 per il nome della Mattonari Camilla! di magia, o di semplice lettura ora a fare, coi diti, sull'otricolo lui, ebbe il sopravvento sulle disragioni ora ch'egli era, da quel digitare scarponi. Ne avessero a mangiare, e barzotto, a cavallo di quel galoppare poi ad angolo retto la deviazione nel cocò, non parve del tutto scontento gli largiva intanto la tepida contiguità intanto la tepida contiguità della coscia l'odore, subito percepito e apprezzato, gli schiaffi del mare sulla innocenza rena, puntò definitivamente sul sodo e il volto e il pallore un po' isterico del Divino Amore la mezza trincera via ferrata a piano pari. Sul colmigno nella solitudine agreste quel morso un leccio alla scure superstite nel vuoto le stagioni eterne e perdute, dolorare Km 20,25 sarebbe altresì vittorioso ogni settantacinque anni, il ricorrere esornati qua e là sopra al mentulare da fischio ohi ohi ohi acutissimo provvidenziale carenza, sotto al cavallo di quel paio di correttivi tubulari il varco ad uomo a lato la colonnetta il buio d'ogni novo speco: l'unico treno odor d'olio cotto, nella tragica ascesa sul sentiero grigio a fianco il fuggire biancastri a ogni nuovo sussultare per lui né per altro ad ogni esplosione Il feffe-feffe era il misto: l'unico treno dimenticando i virtuosismi acustici consueta finzione: all'orgasmo artificioso Non c'era jettatura come alla bottega il papiro: a giustificazione legalitaria piccoli, bigi bigi, annegati nel ridondare tutte le gioie che tenete, gli orecchini irregolare, quanto comportava la testata donne dell'agro e d'ogni altra parte mormorò la patata: più con un'alzata azzurro verde, più scuro del grigio Nella mezza giravolta la metà visibile render più espliciti i connotati d'ironia: sua volta con ogni garbo, ma sul lettino l'ali a non parere, nel grembo misero essenziale organo del finimento, vuoi anche del maschio risvolto del bavero o d'un momento alla vereconda ambage nei modi scalenoedrici ditrigonali nella fascia zodiacale del credito e gemme del maharagia nella depressione la linea di livello del litorale e della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della della tua cugina che fa all'amore mano, tale da sciuparne pancetta come lo speziale sul tenebra: come se il diploma strega. Un utero c'è sempre, polvere! Il cavalier Forcella sciroccata: fuga e viaggio, dal provinciale, pe Falcognana. trovata del superiore, che gli coscia della ragazza, per ragazza, per quanto, hélas! vitalità femminile, e la rena, puntò definitivamente via, senza più levarle nel Lavinia come in un conato ferrovia qualche centinaio di cantoniera gialla pesava, occorrenza giornaliera che da campagna, l'appello primavera. La Lavinia livelletta: un prodigio cometa di Halley. La scucchia: e lasciò a loro, ai vaporiera in arrivo, non vecchia, di quel paio di nudità che i nostri più barra, i carabinieri si mattinata, in quel senso. livelletta dell'ingegner breccia, due o tre galline si capa, una sua bava poltigliosa gola: cerbero in licenza sulla mattinata che ascendesse: pubertà. Una semispenta o vittima che nessuno minaccia, maga, ma forse jactura: domanda: l'elenco dei topazi sugna. “Conoscete questo?” festa.” “De la festa? Nun scala. Era occupata da tre fatal penisola sono capa, mentone poco ce ne stoffa. Sollecitata detta sua faccia si palesò sua ironia. Il groviglio dei nonna ch'era quel di mezzo, indigenza: e parvero, invece: ricolma bellezza d'un seno, panciatica e orologiata perla, sul liso e pressoché sua classe, premeditata da circolazione monetaria, alla misera coperta. Di quelle via litoranea, torno torno la - Pag.0211.35 - Pag.0212.34 - Pag.0212.39 - Pag.0213.23 - Pag.0213.30 - Pag.0214.37 - Pag.0216.8 - Pag.0216.12 - Pag.0216.26 - Pag.0216.28 - Pag.0216.28 - Pag.0217.1 - Pag.0217.30 - Pag.0217.31 - Pag.0217.38 - Pag.0218.4 - Pag.0218.8 - Pag.0218.12 - Pag.0218.17 - Pag.0218.20 - Pag.0219.6 - Pag.0219.12 - Pag.0219.17 - Pag.0219.33 - Pag.0219.39 - Pag.0220.1 - Pag.0220.5 - Pag.0220.15 - Pag.0220.24 - Pag.0220.29 - Pag.0221.6 - Pag.0221.23 - Pag.0222.3 - Pag.0223.9 - Pag.0223.12 - Pag.0223.35 - Pag.0224.1 - Pag.0224.5 - Pag.0224.34 - Pag.0225.33 - Pag.0226.16 - Pag.0226.22 - Pag.0228.31 - Pag.0229.8 - Pag.0229.33 - Pag.0229.36 - Pag.0230.8 - Pag.0230.39 - Pag.0231.1 - Pag.0231.8 - Pag.0231.29 - Pag.0231.35 - Pag.0232.21 - Pag.0232.27 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 con tanti fori, come quelli del biglietto un foglio ma non meno bucherellata Ingravallo, quel testone che invece fosse stato intinto nel sangue, la nota di un funerando relitto. Allo sguardo sbiancato simulacro per i musei di cera i gioielli “dell'uscio di faccia”, gli ori di premura. Sui preziosi eventuali Stefano del Cacco, mentre dei gioielli con gli occhi nel vuoto: la patata a responso. Taceva, al tacere, fuori, lei col pitale, come l'acqua dal fondo forza o presenza in un pandemonismo in un pandemonismo della campagna e fuori: alla subita riapparita del paese, nella povertà e nella solitudine nella cucina, sul mattonato indifeso 20,25, dall'aperta accessione imbecilli, e in definitiva lo smarrimento come gentile alfiere, al Palio, bandiera alfiere, al Palio, bandiera della Torre, detto una mùtola, ora, non meno se mai, a condizione inderogabile I Piazzate sulle selci dei mosconi giovani: dove all'ellisse in quel cosmo di odorini présaghi ( primaverile) se la rifaceva con l'idea: se la rifaceva con l'idea: della codetta co l'anello ar dito.” Gli spari dati.” Gli si vedeva rigonfia la tasca a destra, dopo adeguato giramento da caffè, dopo un ultimo schiocco mezza voce, in un'ira più verde ancora il capo risoluta con lo slancio repentino a distogliersi anche dalla sola immagine immagine della compagna di viaggio, e di là dal marmo con tutto il nero fino a Santa Palomba dove sono i pali di certo, conchiuse nel torpore “L'ho veduti,” rispondeva la fantasima le torri. Una landa per i miraggi tutti strapazzati dal fango e dalla piova I Così almanaccando s'avvide alfine coccodè. Ma lo spirito, o il demonio, colto al volo una parola, nei ragionari E il pesciolino ... addio! Il pesciolino funzionare come quel biondo là racimolo alquanto vizzo la cupidità udiva: il cigolio delle molle, il cro cro senza computare gli scoppi disturbatori milite arrivasse a conoscere la causale pelle del collo e delle zone ad hoc sparacchiare del motore. Di due militi l'ora mutevole, dai tridui certissimi della ferrovia, in luogo d'ogni o. della consorella, gli sembrò della brillantina adoperava il della “refurtiva Balducci” gli della portinaia e degli agenti della morte: e quell'icore putre della contessa bionda, in ogni della Balducci, con quell'elenco a della contessa Mantegazza della faccia, i due vetrini bigi della campagna, di tutta la solitaria della barca, quasi aggottando la della campagna e della terra, della terra, sotto cieli o nuvole della nuvolaglia in corsa, nel cielo. della campagna senza grangia egli della povertà domiciliare: o della campagna. La nonna, tra le della personalità propria e lo della Torre, della Tartuca o della Tartuca o dell'Oca. Nato della nonna, fu condotta al bivio: della vita psichica. Curiosità lo della zana le due scarpe, disgiunte della orbitazione newtoniana si della concimazione primaverile) se della codetta della frusta. Chissà, della frusta. Chissà, il tànghero, della frusta riannunciarono quasi della giubba sull'anca, a destra, della martinicca, quasi del pomo della frusta, un àaah del padrone, della faccia. “A fa la ciovetta sei della serpe, guardando avanti della compagna di viaggio, della della quale percepiva il calore della bocca, metà schifita, metà della radio, e quarche volta, sì, della mente e dei sensi, donde era della strada solitaria, “l'ho veduti della solitudine, un attimo. Ma in della notte, coi loro grossi autisti della strada: erano quasi della “ricostruzione dei fatti” gli della gente, o letto un titolo, d'un della “ricostruzione” impeccabile. della Ines, come il Ganimede della cerca si racchetò. Ganimede della bicicletta sua propria, della frusta, e gli aaah! del della sosta: che di lontano era della faccia la sua riprovazione, il della stazione di Castello aveva della tramontana. Le fontane, la - Pag.0233.17 - Pag.0233.19 - Pag.0233.22 - Pag.0233.26 - Pag.0233.34 - Pag.0233.38 - Pag.0234.2 - Pag.0234.9 - Pag.0234.13 - Pag.0234.38 - Pag.0235.3 - Pag.0235.20 - Pag.0235.37 - Pag.0235.37 - Pag.0236.2 - Pag.0236.9 - Pag.0236.35 - Pag.0237.2 - Pag.0237.33 - Pag.0238.5 - Pag.0238.5 - Pag.0238.14 - Pag.0238.34 - Pag.0239.4 - Pag.0239.26 - Pag.0239.33 - Pag.0239.34 - Pag.0239.35 - Pag.0240.25 - Pag.0240.35 - Pag.0241.3 - Pag.0241.5 - Pag.0241.21 - Pag.0241.25 - Pag.0241.26 - Pag.0241.27 - Pag.0242.15 - Pag.0244.32 - Pag.0245.2 - Pag.0245.20 - Pag.0247.6 - Pag.0247.29 - Pag.0248.13 - Pag.0248.16 - Pag.0248.23 - Pag.0248.37 - Pag.0248.38 - Pag.0249.2 - Pag.0249.11 - Pag.0249.15 - Pag.0250.20 - Pag.0250.26 - Pag.0251.26 - Pag.0252.15 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 Le fontane, la basilica di Santa Maria larga e, più, dopo l'aria di chiusura provvedere a mercato, in vista non solo gli fu difficile ravvisare dalla descrizione occhi! il contrario, in quel momento, in quel momento, della paura e di prezzemolo, inficiate nella grascia entusiasmo, d'essere una zia giovine a vite con tutta la lor ciccia nei vortici il tocco, dall'orologio di Santa Maria si sganciò tutt'a un tratto nel silenzio erompendo inatteso da quel pataccone del giorno, ecco, due picchi ad uscio di colpo. Neppur la tramontana sagittavano perpendicolari alla superficie paré na scimia: e col fare automatico solevano in quei momenti impadronirsi uno strascico ritardatario, l'idea proprio ar calendario, “e co quel pàtema di padre Secchi le rotondità luminose Maria Maggiore, dai tre fornici oscuri il nartèce pareva seguire, con l'afflato il Viminale, l'architettura secentesca sue radici nell'ombra, nella oscurità dove, solerte coorte. I platani e i rami per entro la chiarità lieta e stradale buccia di pisello tenero, tra il via vai ritraendone, con il candido lembo due volte poh! poh! davanti al portone la campagna. Ed era stata, la via e piuttosto molla dei tacchi (erano fermezza che li fa indenni dai sobbalzi cronaca se non addirittura dai terremoti addirittura dai terremoti della storia, Per arrivare a districar dal cortile poco si scotevano: imperlati dalla piova nel sollo. Valicò invece il binario ( archivolto, nel monte: e nel silenzio ” domandò Ingravallo. “Lu paese o una gallina più pericolante. Questa, Opachi, sonnolenti anni, dopo il rosa torno torno, la compattezza bagnata dalla signora Liliana! Il campo fino là. Quei due occhi neri e furiosi I Il legno che teneva appoggiate sulla traversina non fosse stato, invece, l'albore vetroso a non egizio catalogo, a un'era cui nel procedere fra le consolazioni fra le consolazioni della prole e circonfusa dei brontolari assolutori o Don Ciccio moderò il galoppo smania, tirò le redini allo scalpitare il cannòlo d'ebanite, per il serviziale della Neve, e gli archi e i fòrnici della Ines, circa la benedizzione della cena, quanto anzitutto del della Ines, e già da qualche passo della paura e della timidezza che della timidezza che aveva della porca). “Patatine de della mamma di Ascanio. Il della gran fiera magnara. Don della Neve. Si coricò, s'addormì, della casa addormentata, della sveglia semovente sul marmo della padrona, discreti, della notte, al rincasare, né una della pelle i lor peli, neri anche della sonnambula si diresse “ar della gentile ospite signora della continuità nel senso della pover'anima in corpo”, la della fotosfera. E aviva pure della loggia sopra il nartèce della carità di sua plebe, una della basilica, come d'una dimora della diritta via discendente e della Merulana furon selva, allo della lor còrtica, fatta di scaglie e della gente, l'andirivieni dei carri, della cotonata, il velo dei sogni della rocca. Nel riquadro d'una della rocca, una via stretta in della questura, quei signori) e una della cronaca se non addirittura della storia, della quale cronaca o della quale cronaca o storia, vada della rocca la macchina, a culo della notte, o al primo sole della ferrovia di Velletri) a un della campagna e nel muto stupire della Pavona è chillu,” indicò della Tina Crocchiapani, era una della scialbatura inaugurale avevano della terra. Una finestra si uprì, della dea nera e silente, per lei, della Tina, Ingravallo se li sentiva della scala seguitò a crocchiare di della sedia, aperte a pantofola. della barba, che ne denunciò la della storia umana della prole e della zappa in un della zappa in un turbinio di della subita insorgenza di qualche della smania, tirò le redini allo della rabbia. Il degente, così della immunizzazione perpetua. - Pag.0252.16 - Pag.0252.26 - Pag.0253.2 - Pag.0254.8 - Pag.0254.11 - Pag.0254.11 - Pag.0254.29 - Pag.0256.34 - Pag.0258.20 - Pag.0258.27 - Pag.0258.29 - Pag.0258.30 - Pag.0258.32 - Pag.0259.7 - Pag.0259.13 - Pag.0259.27 - Pag.0260.10 - Pag.0260.26 - Pag.0261.13 - Pag.0263.3 - Pag.0263.27 - Pag.0263.28 - Pag.0263.32 - Pag.0263.33 - Pag.0264.3 - Pag.0264.8 - Pag.0264.10 - Pag.0265.8 - Pag.0265.19 - Pag.0265.27 - Pag.0265.37 - Pag.0266.16 - Pag.0266.17 - Pag.0266.17 - Pag.0266.34 - Pag.0267.8 - Pag.0268.10 - Pag.0268.24 - Pag.0268.36 - Pag.0270.2 - Pag.0270.7 - Pag.0270.19 - Pag.0271.6 - Pag.0272.21 - Pag.0272.36 - Pag.0273.13 - Pag.0273.19 - Pag.0273.21 - Pag.0273.24 - Pag.0273.25 - Pag.0273.35 - Pag.0274.9 - Pag.0274.10 - Pag.0274.20 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 593 594 595 596 597 1 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 alto a mezz'aria, sulla gravità rattratta né gli uomini. La quiete spenta all'evento, come la immemore memoria centonovantenne dalle acquisizioni dell'ira, nel volto bianchissimo dellà 2 Un bel ragazzo, er signorino Giuliano, ciannasse. È un gabinetto, quello, che delle 240 certa conoscenza degli uomini: e anche “Escluse donne”: che nel gergo s'intende) sui casi degli uomini: e faccia, sotto quel sonno della fronte e Qualche collega un tantino invidioso la sagra lupercale, con l'idea dei colli e dietro alla cortina dei sorrisi, o pienamente. La “prudenza” era una letture sistematiche. Dal folto brulicare delle generazioni, dalle guardine E la validità santa ed immemore tuttavia, era che il serbatoio Figlio e il Lazio - allorché il fardello di turno? Che ne aveva pensato ragazza, al dispensario celtico di via ai vecchi barbagli umbertini, memore a don Ciccio, al di là dal velo volte, ad ottobre, da quel trascolorare dietro a fortuna da quelle gran vele da quel tetro alloggio, e dalla coorte portinaie, domestiche, ragazzine che monnezza.” Tutt'attorno, la fascia ” Tutt'attorno, la fascia delle ruote lo conosceva da un pezzetto, per via folla, inquilini dello stabile: il cicaleccio le voci spiegate o addirittura canore sopraffatte: come le cervici chine ragione della folla raccoglieva i trefoli e la tipica sollecitudine-devozione sospetto nel romantico elenco sul “campo” ambiente, sul campo referti della portinaia e d'altre inquiline volta, molto bella: escluse di poter fare di poter fare delle congetture: ebbe un indizio? Gente di casa, no? Pratici Domandò ancora se fossero rimaste immemorabile, in una catapecchiucola in ritardo, nel sogno e nel carisma forse, da involtare la scatola di pelle ... I obelisco, e alle vetrine dei rosari e incrementi del diagramma della pesca ... guardò gli astanti facendo il giro della della della della della morte. La vecchia, la sua guardata si opponeva terra, da lontananze specie, dalle ultime così ragazza, lo paralizzò, lo - Pag.0274.25 - Pag.0274.35 - Pag.0274.36 - Pag.0274.38 - Pag.0276.30 dellà : piuttosto fortunato co le dellà se vede tutto: le - Pag.0066.6 - Pag.0245.29 delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle Delle delle delle delle - Pag.0015.16 - Pag.0015.27 - Pag.0016.13 - Pag.0016.38 - Pag.0017.20 - Pag.0020.23 - Pag.0021.15 - Pag.0022.15 - Pag.0022.34 - Pag.0022.35 - Pag.0022.38 - Pag.0023.2 - Pag.0023.14 - Pag.0024.18 - Pag.0025.17 - Pag.0025.32 - Pag.0026.11 - Pag.0026.27 - Pag.0026.33 - Pag.0028.1 - Pag.0028.20 - Pag.0028.32 - Pag.0028.32 - Pag.0029.4 - Pag.0029.8 - Pag.0029.11 - Pag.0029.13 - Pag.0029.15 - Pag.0030.19 - Pag.0030.21 - Pag.0031.37 - Pag.0034.9 - Pag.0037.5 - Pag.0037.5 - Pag.0037.22 - Pag.0037.24 - Pag.0038.13 - Pag.0038.33 - Pag.0039.19 - Pag.0039.23 - Pag.0041.20 - Pag.0044.24 - Pag.0046.5 donne. La sua padrona di inserzioni del Messaggero donne. A prima vista, cioè al palpebre e quel nero pìceo sue trovate, qualche prete vigne e degli scabri palazzi, e attenzioni gentili? e dei quattro virtù cardinali. Tutto generazioni, dalle guardine questure, tra il Lazio e la matrici. Tra le sue genti, nepoti dei Balducci fosse sue private opinioni sulle varie ... nipoti? Per lei, dal Oche:m “I òmen hin vacche grasse, con una parole e del contegno, che cose e dal tepore dei muri orecchie: d'una occhiata fra finestre, gli squali dovevano portinaie che strillavano “a ruote delle biciclette, come biciclette, come un derma denunce di locazione e del donne. Ingravallo, seguito femmine, emulate da vacche dalle gran corna del testimonianze iniziali, dei indelibate, a collocarla senza disponibili, oltreché donne tensioni psichiche esterne. più precipiti a favola, che congetture: ebbe delle buone buone parole per la sue abitudini e della casa tracce ... o impronte, o altro più tignose a via de' ahimè rasentate ma non gioie, quando l'aveva tolta carte? Quel toso, già, era madonne: passo passo: sardelle? Le franchigie di facce. “Che ne so, io, quello Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 Radunate le sue carte e insieme le fila in alto invisibile, dato anche il buio ( momento dalla invidia e dalla fantasia fissa, da ... Torraccio. Era la nota - era stato due volte alla direzione scale un parlottare di ombre, il susurro al gelo: al gelo del sarcofago, e creato) dalla fiaba degli anni nuovi, di quel velo di lor luce il modellato delle gambe, dei meravigliosi ginocchi: I Palesava come a momenti; un pasticcio! con cavò nulla: dopo il caffè e latte, prima e pertinace indagatore dei fatti, o belva infinita. La insospettata ferocia nemmeno. Salvoché ancora sangue: addietro dall'oltraggio e l'ostensione il biglietto allungato verdolino-azzurro Malacianca-Fasulli, la nuova legge dei torbidi attimi nel lento gocciolare attimi nel lento gocciolare delle ore: da sotto il tegumento, da sotto la pelle poi di dottore. Da sotto la copertura a casa Pompeo, aveva fatto il giro tutti, comunque, a gusto nostro, a bocca aperta. Be'. La cascatella delitto. “La ingiustificata lentezza parte loro, non avevano che da lodarsi dal cartello, a sfruttare il saltino ... che conta, sopra tutto, è la costanza alla transazione, lo specchietto occhio, nell'attitudine papaveracea l'occasione divinatoria gli si presentava seghetti e degli scarpelli, dei martelli, scarpelli, dei martelli, delle tenaglie e la mancanza del meglio, del denaro e da un bel nastrino celeste alla élite er generone nun ce n'è un'antra”: ce n'è un'antra”: delle più floride, le erano discese da cumulata veemenza teneva ancora in mano l'iniziativa a disgustose crudezze, d'un'indagine a galla tutta quella incredibile storia quella incredibile storia delle nipotine, di aprirla senz'altro: e di far lettura la croce d'ebano, “perché mi assista prestatuito delirio - mai però in onore onore delle concorrenti: e tanto meno della vittima: la psicosi tipica la psicosi tipica delle insoddisfatte, o Tenebra, può ridischiudere alla catena o addirittura in una riedizione ecolalica sympatíaI sororale nei confronti e bacia nel sogno il ventre fecondo delle risultanze, Ingravallo delle scale). Ravvedutosi, e non delle donne, dei pupi. Se ne delle ripescate a ora scura dai delle Tranvie dei Castelli: gli delle casigliane. Un bimbo delle taciturne dimore. L'esatto delle magliatrici blasfeme: le calze delle gambe, dei meravigliosi delle gambe un po' divaricate, delle filacce rosse, all'interno, tra delle bollicine rimaste a mezzo. delle otto, aveva salutato la delle anime, secondo la legge. delle cose ... le si rivelava d'un delle tracce palesi ne lo delle gambe, su su, e del rilievo e delle Tranvie de li Castelli, cor delle verghe a fascio. Pensare che delle ore: delle ore di pubertà. Il delle ore di pubertà. Il male delle chiacchiere: un bel diploma delle decenti parvenze, come il delle sette chiese: niente: poi 'o delle radicali cure di un figaro delle telefonate gerarchesche, delle indagini” dovette delle prestazioni del giovane. Un delle dieci lire per quintale. Lui, delle caratteristiche , in ogni tipo: delle allodole del prezzo ... la delle grandi occasioni: quando il delle più bischere. Olio! Ne delle tenaglie e delle pinze, con delle pinze, con una chiave delle gioie, che la signora teneva delle gentili e tintinnanti delle più floride, delle più piantate delle più piantate in terra: delle generazioni, dopo aspri delle indagini”. Ingravallo, delle più crude. I rapporti ... tra il delle nipotine, delle nipoti: la delle nipoti: la strana “mania” delle “ultime volontà della delle sue buone preci nel delle concorrenti: e tanto meno delle rivali più giovani. Quel delle insoddisfatte, o delle delle umiliate nell'anima: quasi, delle determinazioni una nuova delle parole messe in circolo delle cosessuate. Accede, potrebbe delle consorelle. Guarda tra i fiori - Pag.0047.6 - Pag.0049.38 - Pag.0051.8 - Pag.0052.36 - Pag.0054.25 - Pag.0058.16 - Pag.0058.36 - Pag.0059.14 - Pag.0059.15 - Pag.0059.16 - Pag.0059.27 - Pag.0059.29 - Pag.0063.22 - Pag.0065.39 - Pag.0068.16 - Pag.0068.37 - Pag.0069.38 - Pag.0070.17 - Pag.0073.5 - Pag.0075.21 - Pag.0075.21 - Pag.0075.23 - Pag.0075.24 - Pag.0076.10 - Pag.0081.6 - Pag.0081.38 - Pag.0082.11 - Pag.0082.32 - Pag.0083.8 - Pag.0084.21 - Pag.0084.39 - Pag.0085.12 - Pag.0085.15 - Pag.0088.21 - Pag.0088.21 - Pag.0088.29 - Pag.0088.34 - Pag.0089.36 - Pag.0089.36 - Pag.0091.7 - Pag.0095.1 - Pag.0095.6 - Pag.0095.8 - Pag.0095.8 - Pag.0099.27 - Pag.0103.17 - Pag.0105.28 - Pag.0105.29 - Pag.0105.35 - Pag.0105.35 - Pag.0105.39 - Pag.0106.18 - Pag.0107.8 - Pag.0107.12 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 Guarda tra i fiori de' giardini i bambini antico stampo”, ex-cliente emerito fisico, una vanità della persona, annà chi de qua chi de là, come erano la voce della verità. Il mondo Talché soltanto la fumea dei sogni e favole può aver nome verità. Ed è, su fisica immagine, e alla vivida genesia Liliana venne poi integrata dalla pietà integrata dalla pietà delle amiche e dell'operato de la polizzia, e di chi lo aveva eletto depositario che la povera morta era un'anima morta era un'anima delle più caste, o meno facile, più o meno spontanea, ne' rispettivi castoni, cioè nella legatura e tuttavia fulgenti della persuasione e scudo su la panza, incrociò i ditoni e alle dolci notti della comunione notti della comunione delle anime e carità riferì: lei, in que' momenti, s'interruppe, a beneficio e in onore “Entri pure il Pestalozzi.” La nausea di zie, di comari a catena: la catena mercoledì giorno 16, dopo la retata in concorrenza coi carabinieri. Ognuna calore animale. L'idea che è propria L'idea che è propria delle stalle, pénkete pùfete iné. Il raduno elisio il capo e il berretto tra la nuvolaglia senza denti (quei davanti) nel cerchio occorreva poi tanto: bastava l'organico vestibolo della ipotesi felice, il sacrario felice, il sacrario delle consultazioni, lui, aveva portato alla maga-tintora pure un debole per quarcheduna nata in loro cuncupiscenza repentina gittato del Roma-Napoli. Terrore inculcare a' velocipedastri il rispetto uncinarle: ed erano le vette argentate in uno strascico brodoso la povertà d'una replica dello sfilatino-scarpa di qua e di là nel tormento affondare nel braco. “Diteci piuttosto guardate scrutatrici di là dal fluire bocca, un taglio diritto. Sopra al vivere il capo, della certezza de' padri, Frari, i cinque cherubini scarlatti d'una intuivano di colpo che nella terra l'opportunità di redigere una mappa il sentiere che lungheggia la macchia sì, dentro le du vesciche sierose alla vecchia: per quanto alla ovvietà meno benevolo farfugliare della lingua, delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle altre: e piange. Si rivolge terme di Chianciano. Mentre viscere. Noi uomini, se sa, chi foje quanno ch'er vento le cosidette verità, filosofò, favole può aver nome povere foglie, la carezza di genti e dei poveri: quella amiche e delle beneficate: beneficate: orfanelle che autorità gerarchicamente proprie angosce, notò ch'egli più caste, delle più pure, più pure, intenzionalmente ... tre pupille mancate.I La palpebre: nere iridi, come di dialessi a scivolo, in quel du mano; che gli caddero in anime e delle lingue, j'aveva lingue, j'aveva portato ... due l'una: o je dava de vorta superne gerarchie: o così cartoffie del Cacco stava per cognazioni, ribadita nel tempo ninfe, il brigadiere due organizzazioni vorrebbe stalle, delle fienaie: e diserta fienaie: e diserta le ossute dolci ombre, la chiamata, la mosche, su su, che davano sue tenere novizie sedute del immediate dipendenti, e consultazioni, delle consolazioni albane. L'attimo maglie a ritingere: grossi nepotine apprendiste della catenelle da polso: come allo galline di guardia, il discipline viatorie, e, ad un antenne, come punte di proteine e peptoncelli sette: con embricature, facili e nondimeno rinnovate buccole.” “Io nun l'ho viste. macchine, da un marciapiede gote e del collo du occhi madri. “'A cappella d' 'o sei madonne in trono di belle arti, e dei bravi isoipse maschili, querci, in direzione di Tor occhiaie due punti neri, gli illècebre e degli itinerari, labbra. “Puzzoni? e che - Pag.0107.13 - Pag.0109.15 - Pag.0112.2 - Pag.0119.14 - Pag.0119.31 - Pag.0119.33 - Pag.0119.34 - Pag.0125.19 - Pag.0126.34 - Pag.0126.34 - Pag.0128.12 - Pag.0129.36 - Pag.0130.8 - Pag.0130.8 - Pag.0131.30 - Pag.0132.6 - Pag.0132.9 - Pag.0133.17 - Pag.0134.26 - Pag.0134.26 - Pag.0137.2 - Pag.0140.12 - Pag.0140.27 - Pag.0142.9 - Pag.0144.27 - Pag.0146.19 - Pag.0147.7 - Pag.0147.7 - Pag.0152.4 - Pag.0152.9 - Pag.0152.13 - Pag.0153.23 - Pag.0153.34 - Pag.0153.34 - Pag.0154.24 - Pag.0156.1 - Pag.0156.36 - Pag.0158.14 - Pag.0158.30 - Pag.0159.21 - Pag.0161.5 - Pag.0161.30 - Pag.0163.11 - Pag.0163.32 - Pag.0165.21 - Pag.0167.26 - Pag.0173.11 - Pag.0173.20 - Pag.0174.24 - Pag.0174.31 - Pag.0175.22 - Pag.0176.22 - Pag.0178.21 - Pag.0181.31 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 Lanciani, more insolito. Ma la canestra fori nella velina, rotondi appunto come e pieno godimento di diritto e di fatto l'onore e il piacere d'esser ministrati rosa dischiusa e porporina nel bouquet sul carattere, tipo, modi, figura, stringhe bordeggiavano la scogliera cinerina risognata attendeva, attendeva. Come attendeva, attendeva. Come delle pere, la faccia stranita in un pallore diceva camerieri in bianco e de' sifoni diacci e e dell'animo, ribadita dal taratatà di satiri, di farsi schermo e ricovero e dìruti miliari del tempo, le schegge ai Due Santi, in una breve strusciata degli alluci di dotazione: come i fanti relapsaI come troppo fetida per l'ora il diuturno sovvento dell'astata dea due archi orbitali lo sfavillare puntuto i suoi fagioli, i baggianeschi eventi badava intanto a dimenarsi, col grosso dondolò davanti al naso, un esemplare martedì quindici, oppure venerdì: una come i grumi di solfo colloide e le vie vagali fin dentro il pieno ma fermamente la destra per le punte a tenerla per la mano, per le punte e fe' cenno col mento alla montagnola contessa Menegazzi: è qui nella nota di mescita e le seggiole, fra il cumulo per occhiate augurali del tipo appunto a color caciotta nella porzione inferiore non si capì bene che cosa, ma di certo in piena regola e conseguente acciacco bianchi ed inutili, sul verde fradicio rarissimi. Trapassata la breve carovana poco ce ne aveva, che con un moto a erogar di tastiera i patetici squadroni raspò su qualche camicetta, uno scialle, oleosa, immota, cocciutamente statuaria, economista del Dindo e ministrogallo a Ramengo a liquefarsi, lo scorpione Il Pestalozzi, no, non era un ministro non il bercio di un'altra, o del mercato i coralli, i gioielli, titolari dei nomi e portinaia e degli agenti (ancor prima a mezzo, gravava ancora l'ambiguità la patata della faccia, i due vetrini bigi aria, aria”), vuotar del tutto lo stipo la posa: a beccuzzare, scaccozzare. Una non si poteva mai sapere quale era, stata voi a nascondere, dovete darmi fino al misto per Ciampino Termini Avrebbe atteso del pari, nella pienezza delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle albicocche era vuota, omai. o: ulceri d'una esattezza e proprie zeta: giulivamente carte e dei bolli necessari a candide e chiuse, gli aveva scarpe. La tuta, per altro, montagne degli Equi, la pere, delle nespole, anche il nespole, anche il maturare porcherie in veneziano, o in fistule, solevano allegrare la nàcchere. Intervenendo indi mani e della fuga avverso i torri senza nome. Quando il ruote, che i freni scatolette di carne di nozze. E risponde, fatto aste, perfuso alfine del iridi, nere, o quasi: paura ore di luce. Una moto sulla sue profferte mal famigerate ferramenta. due.” (Il sabato non osò acque àlbule: e in vetta in poppe: in un ansimo lieve, dita: un invito al ballo che dita. “È ... sì, è una che robe, sdoppiata quasi in due gioie.” E per motivare la maglie e la porta: la porta di sue, zamirine, oltre che per guance. La chiarità porcherie: erano una torma proprie fattezze ed altrui, novali. Le galline, come ogni sollecitazioni timpaniche più labbra accennò a sotto il sue ciecaggini. Trasse fuori calze nere col tallone sue disponibilità di lui buggerate non-finanze: panzane che non se ne finanze d'Italia: e la anime e dei berci. Sparse il designazioni che figuravano, constatazioni di legge) o del ipotesi: il riconoscimento e iridi, le labbra senza colore brache e dei calzini sfatti, e tre: ma quale? E così, presso tre, quella che l'aveva fatto spiegazioni ...” Lei alzò il dodici e quattordici. Il attribuzioni ufficiali e - Pag.0184.17 - Pag.0185.30 - Pag.0185.36 - Pag.0185.39 - Pag.0188.10 - Pag.0188.25 - Pag.0191.1 - Pag.0191.25 - Pag.0191.25 - Pag.0192.23 - Pag.0193.7 - Pag.0193.25 - Pag.0193.29 - Pag.0195.15 - Pag.0195.17 - Pag.0197.10 - Pag.0197.35 - Pag.0199.32 - Pag.0200.18 - Pag.0202.11 - Pag.0203.24 - Pag.0204.34 - Pag.0205.6 - Pag.0206.8 - Pag.0207.3 - Pag.0207.27 - Pag.0208.25 - Pag.0209.19 - Pag.0210.1 - Pag.0212.9 - Pag.0212.36 - Pag.0213.21 - Pag.0222.12 - Pag.0222.29 - Pag.0222.37 - Pag.0223.27 - Pag.0226.23 - Pag.0226.34 - Pag.0226.38 - Pag.0227.14 - Pag.0231.32 - Pag.0231.37 - Pag.0232.1 - Pag.0232.17 - Pag.0232.35 - Pag.0233.35 - Pag.0234.10 - Pag.0234.38 - Pag.0235.23 - Pag.0236.5 - Pag.0236.7 - Pag.0237.9 - Pag.0237.20 - Pag.0238.10 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 tira innanzi, quel trenuccio da Velletri di sguardi, il tepido gravame avvistamento, cioè annasamento, con la pubertà, i due palloncelli oleosi gli occhi a la strada, oltre le punte riferito”: s'era limitato a formulare la fidanzamentale topaziesca, alla luce marzo, che con il ristare di scirocco e apparita di magia: i cubi e i diedri orecchiava, non udiva: il cigolio E altrettanto a Roma. Così l'alterco nell'erubescente pelle del collo e i ruderi augusti e il grigiore umbertino Gallieno e di Liberio papa fra gl'inviti pranzo alle cure loro imminente: l'ora l'ora delle mozzarelle, dei formaggi, pazientemente ibernanti, degli odori, erbaria, dove alla gara dei costi e già tenevano il campo: e l'odore lo andava sospingendo fra il vorticar e con occhi al cielo stavolta e con sui calcagni. Tarchiato, e membruto “occupato”, l'indizio indefettibile del rito ablutorio, e disingorgativo de' sedili) qualche deiezione organica al di là del groviglio dei rami e sui terrazzi, ne vibravano i vetri chiusi sé, del suo vanire, la fuga prospettica della campagna e nel muto stupire volti, e la povertà pressoché cenciosa cor padre,” fece la più prossima discendere a onda: s'erano ammollati maschia barba, come soleva dire, anche alla meno peggio tra le mormorazioni di quelle che a lei dovevano apparire delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle delle dodici. La ragazza, si poppe: che l'arco tuttavia di medesime. Ronzava guance a far tutt'uno coi orecchie del cavallo che gli ipotesi, poche e limpide: nuove oltreché imprevedute raminghe sue piove, dal lido, case la coronavano al sommo, molle, il cro cro della due furie si smorzò, vanì, zone ad hoc della faccia la case a cinque piani, e il callarostare dalle nere dita mozzarelle, dei formaggi, vermìfughe cipolle, e dei insalatine prime, profferte i novelli sedani bruciate in sul chiudere femmine, oberate di reti gote da buccinatore senza gambe, che apparivano di lui laute abluzioni. Un nasali canne ad un tempo, più popolarmente note alberature che la case, ogni più addormita due rotaie convergenti: e cose, d'un'impronta di piè di vesti. “Chi ce sta?” chiese contadine, che s'erano piogge e di poi di nuovo barbe femminili, il fondatore donne e l'odor buono ombre, né la ragazza né gli - Pag.0238.13 - Pag.0238.21 - Pag.0239.21 - Pag.0240.10 - Pag.0242.36 - Pag.0246.11 - Pag.0246.14 - Pag.0247.2 - Pag.0247.5 - Pag.0249.10 - Pag.0250.5 - Pag.0250.26 - Pag.0252.2 - Pag.0252.19 - Pag.0253.4 - Pag.0253.4 - Pag.0253.6 - Pag.0253.27 - Pag.0253.28 - Pag.0254.6 - Pag.0255.24 - Pag.0258.38 - Pag.0260.7 - Pag.0260.30 - Pag.0262.33 - Pag.0263.35 - Pag.0264.19 - Pag.0268.20 - Pag.0268.24 - Pag.0269.37 - Pag.0269.39 - Pag.0270.22 - Pag.0273.27 - Pag.0273.37 - Pag.0274.34 1 2 3 4 5 6 7 8 delli 8 mai più: salvoché di sulla panza Quegli occhi! da sotto le frange nere apprendiste della Zamira, la tintora d'aritrovasse de petto un brigadiere rimase inevasa. Nel laboratorio bettola poi, quello zelo un tantino fresconcello filava, crepitando secco, in direzione incarico di que' miracoli. Nella edicola delli delli delli delli delli delli delli delli eroi funebri, dove si esibiva, cigli: che sfiammavano a un Due Santi. Be'. Era un carabinieri: un palo che poco Du Santi, tutte le ragazze, carabinieri s'era del tutto Du Santi, con il milite Du Santi rifiorita e riccioluta - Pag.0072.29 - Pag.0136.12 - Pag.0156.1 - Pag.0179.13 - Pag.0188.28 - Pag.0188.33 - Pag.0194.38 - Pag.0198.12 1 2 3 4 5 6 7 dello 39 un angolo, accompagnare la sonnolenza da Ventimiglia al Capo Lilibeo: poi portineria un'altra piccola folla, inquilini si disse incaricato, dall'amministrazione persona. Risultò che nessun inquilino indicazioni insufficienti. Questa idea le linfe natali: fino alle montane sorgive dello dello dello dello dello dello dello sguardo e il quasi-ghigno, scandalo del giorno, la stabile: il cicaleccio delle stabile, di una visita ai stabile, né a scala A né a sbaglio d'uscio Ingravallo Jukon, o dell'Adda, o del - Pag.0016.35 - Pag.0018.18 - Pag.0029.7 - Pag.0032.10 - Pag.0040.2 - Pag.0049.35 - Pag.0051.20 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 Da mesi: o da anni. In occasione modo così drastico i certificati in-folio che di loro strida si accende, e e intendasi la sommaria esecuzione nelle disgiunzioni o dicotomie fidecommesso equitativo. Nei confronti a soccombere. Potente emanazione abbozzò, tetro, bitumoso: “Era figlia o l'orìgano: gli odori sacri della terra, Sì, sì: ricordava perfettamente: all'atto la impersonava. Erano le otto, l'ora reciproca, della gelosia professionale e aveva risalito l'acerba costura del soffitto, al ritratto del Merda. e scuro, di legno, e l'avida ambage oggimai (dopo congruo taglio di corda spiccato semaforismo, un bel dì, fece, potesse ostare all'introito d'una replica la foto dell'amor suo riparar sul cuore bocca: il cammino della umiliazione, in un nuovo soprassalto, in un ritorno irraggiavano sopra la serietà luminosa di mestiere e la falsità contadina tale, dall'oceano, la sàgola interminata a tutta apertura invero, la rosa rosata gallina, e il doppio traino del filo e alla fronte incattivita, la luce perniciosa si surrogava, dopo il tratto piano strappi del loro primo e giovenil errore pervicace: la strettura dei rigiri E tutt'attorno al pendulo sussultare oramai a gran passi oltre i confini 1 deludesse 1 volto quanto la ircina stamberga già lo 1 2 dello dello dello dello dello dello dello dello dello dello dello dello dello Dello dello dello dello dello dello dello dello dello dello dello dello dello dello dello dello dello dello dello smarrimento d'un anello con stato civile, demo o strazio e del sangue sciagurato Veresciàghin, spirito o nelle cieche zio Peppe il ciondolo di scarognato biossido! a carico zio Felice: lo zio Felice scarno monte, nel vento. Su, snocciolarle sul vetro i dieci stomaco e del cucchiaio, a spirito di corpo: un flusso stivale su, su, da Vinchiaturo Smargiasso impestato. sguardo a que' momenti ne sperato disillibatore che, non stivale vecchio, un semaforo sfilatino-scarpa delle sette: Sgranfia, la Ines, povera sgomento. Non aveva di che sdegno: il quale sdegno sguardo: le lacrime avevano sguardo. La resultante scandaglio ove il verricello di sfinctere, e plof! la fece spago e relativi nodi. “E ... sguardo. “È la nipote del scalo, la livelletta in starnazzare e spago si allentò nel via sverzino (oscillante col “stato di irreperibilità”. - Pag.0051.38 - Pag.0090.6 - Pag.0093.17 - Pag.0093.24 - Pag.0104.3 - Pag.0108.36 - Pag.0109.28 - Pag.0118.27 - Pag.0120.7 - Pag.0123.12 - Pag.0140.19 - Pag.0142.3 - Pag.0142.11 - Pag.0147.12 - Pag.0148.10 - Pag.0154.37 - Pag.0158.28 - Pag.0161.29 - Pag.0168.37 - Pag.0169.6 - Pag.0174.15 - Pag.0182.38 - Pag.0200.5 - Pag.0205.17 - Pag.0206.4 - Pag.0209.23 - Pag.0214.25 - Pag.0222.22 - Pag.0223.3 - Pag.0229.35 - Pag.0239.17 - Pag.0251.22 deludesse , e il naso ne schifasse, - Pag.0226.37 delusa 2 incontro: a ogni nuovo abbandono giù sul pavimento, per la cognizione delusa . Adottava provvisoriamente delusa del sottufficiale: vi erano - Pag.0130.38 - Pag.0227.32 1 deluse 1 adesso, tanto zi' Marietta che zi' Elvira, deluse dalla delusione d'un attimo. - Pag.0089.24 1 delusi 1 sulla via del ritorno, e come un po' delusi del crepuscolo. Da qualche - Pag.0041.23 1 2 3 delusione 3 zi' Marietta che zi' Elvira, deluse dalla amore ... era, pe lei, era come una del vento, infastidito dalla polvere. La delusione d'un attimo. Lilianuccia, delusione torturante. Se sentiva delusione lo ridestò di colpo. Il - Pag.0089.24 - Pag.0112.28 - Pag.0195.1 1 2 delusioni 2 e loro no. La più amara di tutte le D'Andrea. Per modo che da quelle delusioni della vita. Così, per lei, delusioni continuate, da quei dieci - Pag.0112.32 - Pag.0124.32 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 demandata 1 lo riguardasse per nulla, una pratica 1 demarrava 1 gloria alla gloria, vita alla vita. 1 demente 1 di un'attività morale. La psiche del 1 demerito 1 cinquantottenne decade senza suo demandata ad altro, dacché il - Pag.0233.21 Demarrava tra nuvoli di polvere - Pag.0157.19 demente politico esibito (narcisista - Pag.0093.5 demerito a buon amico ma di - Pag.0106.33 1 demici 1 pubertà: aperta, poi, a tutti gli incontri demici della stirpe “fertile in - Pag.0022.32 1 2 demo 2 i certificati in-folio dello stato civile, al cognato o genero profferto loro dal demo o parrocchia, e le lunghe, le demo . E l'unità gamica di cui si - Pag.0090.6 - Pag.0090.18 1 demografiche 1 in sottane corte. Quali promesse, quali demografiche speranze, povere - Pag.0152.23 1 demolizioni 1 a via Merulana, in seguito alle demolizioni di via del Parlamento - Pag.0041.25 1 dèmone 1 le nipotine della Zamira a piè scalzi: dèmone fugitivo di legione con - Pag.0157.21 1 2 demoniaca 2 gentesI , al dirompere d'una tensione in attesa di prorompere alla mozione demoniaca di che vadano lacerati in demoniaca : “della derelitta - Pag.0090.4 - Pag.0102.23 1 2 3 4 demonio 4 come d'una Teresa riposseduta dal una diavoleria grigia e scarlatta del due fortilizi tuttavia tenuti dal fuori il coccodè. Ma lo spirito, o il demonio , le gocciolavano giù per demonio principe: quello dai demonio . “Dov'è il Retalli?” demonio , della “ricostruzione dei - Pag.0194.18 - Pag.0212.17 - Pag.0214.9 - Pag.0248.16 denaro . Ciò lo mise in furore: un denaro . “Quanto?” chiese denaro in un vecchio portafoglio denaro , nel vecchio portafoglio. “Il denaro pronto? Oppure un colpo denaro e delle gioie, che la denaro , dopo le ordinarie denaro e quegli oggetti sul tavolo denaro : ne aveva, ne spendeva: se denaro . Er sedere, parlanno co - Pag.0026.2 - Pag.0033.19 - Pag.0033.20 - Pag.0043.2 - Pag.0078.34 - Pag.0088.29 - Pag.0110.14 - Pag.0111.10 - Pag.0180.28 - Pag.0275.18 denominata in fa diesis “la forza” - Pag.0210.4 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 1 denaro 10 per ... ma sì! ... per averne favori di in un cofano di pelle. C'era il Quatromila setesiento, me par.” Il e un quattromilasettecento circa in Un rifiuto di Liliana? Mancanza di subito la mancanza del meglio, del Oil esclusero di avergli dato del quella. Il Valdarena, al vedere quel a sua volta. Diomede aveva bisogno di Patì a quer modo, e senza mezzi de denominata 1 di quella che nel Barbiere è Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 denominato 1 soprannome, abitacolo domiciliare del 1 denominato maschio, o “toso”: - Pag.0188.23 dentatura 1 degli otto denti davanti (la di lei dentatura aveva inizio dai canini: - Pag.0147.32 1 2 3 dente 3 da cavadenti di tipo amabile. Ed ecco il Pompeo si lasciò guardare. Mise il nel cielo come scheggia, d'un antico dente . Liliana, ormai, s'era fitta in dente indove gli meritava di dente d'un'antica mascella del - Pag.0124.24 - Pag.0162.8 - Pag.0268.32 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 denti 26 e signor marito con uno stecco fra i ” borbottò don Ciccio strizzando i animali di stagione (Ingravallo strizzò i com'è bella, mi disse: un po' a Quel come te, come te, fece strizzare i ne avevano colpa gli uomini. Strizzò i e ce mozzicava subito er filo, co li protervia, la crudele risata: con quei puntato de quella coroncina ... de queli e Ariccia, per la mancanza degli otto in seggiola a sferruzzare senza o cchiù fetente 'e tutti! ...” grugnì a ideò muto Ingravallo strizzando i spalle: “Affare suo!” E tirò, a stangate. Nella bocca senza che fosse: e la solita strizzatina di via, stritolò una mezza bestemmia fra i di astinenti bramosi. Torchiò bizza dai cro nei mozzi. Pareva la macchina de li cui quasi non si vedevan gli occhi, ma i che trapassava di già, e strizzò i folle, in calamitosi ringhi e rignati a del diavolo!” ideò il Pestalozzi a chi l'ha fatti,” bestemmiò strizzando i traspirare un poco la capoccia, strizzò i a strizzare i mascelloni: gli cigolavano i denti gli sapeva un po' troppo de denti : erano quelli d'un bull-dog: e denti ), pezzi da Regina Coeli, denti stretti, però. È bruna, non denti al bulldog.)I “E questa è denti , livido, radunò le scartoffie denti .I Un rinnaccio de classe! denti bianchi a triangolo come denti ! Ammàppeli! Così pe gioco denti davanti (la di lei dentatura denti (quei davanti) nel cerchio denti stretti. Tutto il merito, ora, denti dalla rabbia: “spingersi nu denti stretti, la conclusione: una denti er bucio, nero: da cui, tra denti , o strizzatona di mascelle, denti : fu allora proprio che gli denti , il Pestalozzi: la ritenne denti rotti da sgranocchià er denti radi e canini con paura, denti dallo sdegno imbiancando e denti strizzati dalla rabbia, te la denti stretti. Una croce di granati, denti . “Una porca spiaccia, sei, denti : due duri gnocchi sulle due denti . Malediceva mentalmente - Pag.0065.33 - Pag.0073.30 - Pag.0078.23 - Pag.0113.32 - Pag.0114.38 - Pag.0120.29 - Pag.0134.19 - Pag.0136.10 - Pag.0137.21 - Pag.0147.32 - Pag.0152.12 - Pag.0161.21 - Pag.0175.5 - Pag.0175.8 - Pag.0176.13 - Pag.0177.33 - Pag.0192.11 - Pag.0201.15 - Pag.0217.22 - Pag.0218.31 - Pag.0222.16 - Pag.0223.29 - Pag.0231.4 - Pag.0242.30 - Pag.0266.10 - Pag.0266.38 dentista : e così di seguito.I - Pag.0023.21 dentoni gialli che somigliava tutto dentoni gialli di cavallo ne - Pag.0087.1 - Pag.0109.13 dentr' e fora come un autista de - Pag.0076.32 dentro , quando gli arriva in casa dentro al buco: e con la manica dentro di sé, non poté a meno di dentro una sorta di suo - Pag.0024.17 - Pag.0027.29 - Pag.0033.5 - Pag.0033.23 1 dentista 1 da Zagarolo perché deve riandare dal 1 2 dentoni 2 l'Orestino, quello granne granne co du due bei bafficci grigi di foca e due 1 dentr' 1 be' lui, in quela fanga, ce schizzava 1 2 3 4 dentro 67 lui che cosa prova, che cosa si sente, lo raccolse, rificcò la radichetta mencia me gaveva ipnotisà ...” Don Ciccio, baleno, aveva già involtato il cofano Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 que' due poveri occhierugioli smarriti in Lucina, l'anello, sapete bene, là pensà, cor sinistro, sì: pe nun annacce che il palazzo aveva la maledizione Ma diversi tiretti e cassetti, a guardacce quando Liliana aveva già il cortello all'undici e tre quarti. Nella cronaca, a 'a capa. Ma di certo, poi, giorno che si accorge che cià versato quadro infilata sul braccio, dove c'era nero con ricami di nontiscordardimé però. Lei, sotto la corona di zàgara e contati: che faceveno cin cin fora le testimonianze, le sussurrava “fu rinvenuto” un ritratto de Liliana: de corallo: quasi cagliato sangue, Balducci ne rivedeva ancora le fattezze “O piuttosto tutte,” grugnì don Ciccio che ciaveva! Sicché in sogno, lei, “Se lo sapessi, quella carogna era già n'annai in sala da pranzo: me chiusi verità! Quando si dissolve, ogni porca, ce n'era da gavazzarci, da nuotarci impartita l'assoluzione a la cassa, e poi, verde allegrezza del sagrato accolgono fra le quattro gamme der tavolo: con la sua salute, de diavola de corallo fin sul collo e sugli occhi: impolpato simpatia: e glie l'aveva embricata, con quarche sospetto de cavalleria pistolone a tamburo con tutti i colpi ammanettare da lui, di venir “messi finita ogni pena: gli riprendeva la gioia, della camera di sicurezza, rinvoltata ma podentemente imbottita, paura. Ciaveveno come un'idea, cui, tra verbo e verbo, ella risucchiava parlasse, al ragazzo, a Diomede: sì, “Quanta chiacchiera, neh, guaglió. O polso, il braccio, le spalle sussultarono nel pianto, eretta, da ultimo, di quegli altri gioielli, tenuti già e fino in sulla soglia della bettola e fin per conto loro: ti davano, così appaiati, dentro un occhio, a momenti: anzi, per i linfatici e le vie vagali fin o un callo, nel mentre la rimirava lei sulla faccia, da parere il tuorlo d'ovo corsa, da la polagra, la rabbia che cià dimenticò anche la vecchia: dietro o stati riposti in qualche modo, pressati ogni gemma, ed opera individua dentro la memoria lontanissima e fanno li polli, s'incaricava d'allumà dentro due caverne di paura, una dentro l'angolo di Palazzo Ruspoli, dentro , in tutto quer sangue.” dentro i muri. Invocava Mària dentro , se capì che quarche cosa dentro il respiro, che le lacerava, dentro , un titolo in neretto su due dentro di sé, una idea ce la dentro della salsa di pomodoro, al dentro tutto il repertorio dei dentro l'armadio a specchi, avvinta dentro il velo, aveva inchinato la dentro a un sacchetto de seta dentro un orecchio, baciandola: dentro , ner primo cassetto, un dentro la verde carne del sogno. dentro il memore specchio del dentro di sé, nel rimirare quegli dentro le sue viscere, le pareva de dentro di certo, al posto mio. Il dentro , pe gioco: trac. Ero appena dentro fumanti arature! Quando dentro : e gente in anticamera! dentro Campo Verano, benedetta dentro le mura il burino col divoto dentro , de certo, du pezzi de dentro de quela pelle d'avorio, i dentro il letto de la nonna sotto dentro , di tali tre fette di filetto, dentro , per colmo d'angoscia, dentro , e un par de caricatori in dentro ” da lui. Quando arrivava dentro , poveri ragazzi! la fiducia dentro una copertuccia bigia da dentro . Er Maccheronaro levò le dentro , de volesse vendicà de dentro la già erogata saliva, con dentro le du vesciche sierose delle dentro o fuori. Aggiustateve dentro disperati singhiozzi. Ma dentro la mucida luce del dentro il cofanetto di ferro nel dentro , al banco; un tira-tira che dentro un occhio, a momenti: dentro a tutt'e due: si sublimavano dentro il pieno delle poppe: in un dentro agli occhi, fiso e perplesso, dentro il chiaro: o tepido, a tratti, o dentro te la spara de fora dar dentro alla cui vuota e male dentro alla peggio. Lui ne tolse di dentro la memoria lontanissima e dentro la fatica di Dio: verace dentro la cucina, si la porta era - Pag.0049.19 - Pag.0052.4 - Pag.0063.7 - Pag.0063.31 - Pag.0067.24 - Pag.0068.7 - Pag.0072.6 - Pag.0078.13 - Pag.0084.33 - Pag.0088.20 - Pag.0088.33 - Pag.0090.27 - Pag.0090.36 - Pag.0092.7 - Pag.0107.26 - Pag.0108.17 - Pag.0109.9 - Pag.0110.36 - Pag.0112.11 - Pag.0117.8 - Pag.0117.21 - Pag.0120.14 - Pag.0124.9 - Pag.0129.11 - Pag.0134.8 - Pag.0135.14 - Pag.0135.21 - Pag.0140.23 - Pag.0140.38 - Pag.0142.28 - Pag.0153.30 - Pag.0156.18 - Pag.0156.23 - Pag.0160.5 - Pag.0162.3 - Pag.0162.36 - Pag.0176.14 - Pag.0176.22 - Pag.0180.21 - Pag.0181.13 - Pag.0182.36 - Pag.0186.8 - Pag.0187.12 - Pag.0196.29 - Pag.0196.30 - Pag.0207.3 - Pag.0207.30 - Pag.0216.5 - Pag.0220.27 - Pag.0223.31 - Pag.0227.33 - Pag.0231.27 - Pag.0231.27 - Pag.0236.26 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 59 60 61 62 63 64 65 66 67 s'era travestito da gallina: o in agguato servizzio 'gni tanto.” “Ma se tu eri o un nòdulo qua e là verde-nero Popolonia, “e lì ce stanno l'ortolani di sé, del proprio stato di servizzio. e a momenti indi officianti. Intrappolata poi don Ciccio co le due mani dalle scarpe, dai chiodi. Nessuna voce, con du scarpe de pezza senza lacci (e, dentro il recinto di canne: dentro casa, e loro ... loro se la dentro la carne pallida e tenera, dentro a le baracche. Lì stemo Dentro , lo si intuiva, lo si dentro il suo gabbione, la dentro a le saccocce der pastrano: dentro . Opachi, sonnolenti anni, dentro , li piedi) che teneva - Pag.0236.36 - Pag.0245.23 - Pag.0253.39 - Pag.0257.3 - Pag.0262.19 - Pag.0264.14 - Pag.0269.23 - Pag.0270.6 - Pag.0273.12 denudò se stessa la bianchezza - Pag.0058.32 1 denudò 1 ch'erano in una lieve luce di seta, 1 denunce 1 conosceva da un pezzetto, per via delle 1 denuncia 1 la seconda, soprattutto, per sporgere denuncia del fatto. Il danno era - Pag.0042.37 1 denunciava 1 grangia egli tentava le anime: poi le denunciava al maresciallo, agli - Pag.0236.10 1 denunciavano 1 delle iridi, le labbra senza colore non denunciavano alcuna inclinazione - Pag.0234.39 1 denunciò 1 l'albore vetroso della barba, che ne denunciò la pertinenza a non - Pag.0273.20 1 depentolati 1 alle ragazze, alle serve, il peggio a' loro depentolati risparmi. Un tipo - Pag.0167.28 1 depor 1 fece le viste di cercare qua e là dove depor l'ombrello: ma non isfuggì - Pag.0207.13 1 2 depose 2 chella femmena: e li lasciava a voi”, e in una falciata ratta il linguino, che poi depose la catena, e prese di sul depose per un attimo sul limitare - Pag.0113.13 - Pag.0203.16 1 deposero 1 Ma furono fregate. Tutte insieme vi si deposero come in una casseruola, - Pag.0229.20 1 2 depositario 2 I D'un sulle invocazioni di chi lo aveva eletto depositario , o d'un commissario, depositario delle proprie angosce, - Pag.0081.35 - Pag.0129.36 1 depositati 1 e le guance sulle due mani, e i gomiti depositati pari pari sui ginocchi, il - Pag.0238.17 1 depositato 1 colpo, gli era venuto a mente: lo aveva depositato con altre buste e con - Pag.0099.16 1 2 deposito 2 Rutilio Valdarena, a titolo di sacro teneva puro er ritratto. Paolillo filò al deposito : e la catena d'oro da deposito a pescarne fuora, da - Pag.0102.27 - Pag.0167.12 denunce di locazione e del registro - Pag.0029.4 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 depositò 1 e rivestita sua dignità, la 1 2 3 deposizioni 3 a verbale, semmai, le ulteriori I Ma le peccato. Una parola. Ma dopo le tre 1 2 deposta 2 gita a stramondo venga finalmente come d'una clinica di prima classe, era depositò , nel vassoio di peltro, - Pag.0206.28 deposizioni : la seconda, deposizioni del Ceccherelli, del suo deposizioni a discarico de li tre - Pag.0042.36 - Pag.0121.1 - Pag.0123.2 deposta a terra, dischiusa: deposta sul pavimento di mattoni, - Pag.0172.37 - Pag.0275.2 1 2 3 deposto 3 intanto la teneva per mano. Lei aveva al tesoro: che l'autunno aveva dal po' di terriccio che s'era qua e là deposto , finalmente, l'ombrello: deposto nella capienza del vaso deposto sui tegoli, àuspice il - Pag.0208.16 - Pag.0228.3 - Pag.0270.15 1 depravata 1 poi ... la religione. No, non era una depravata ” (sic), “non era come - Pag.0116.37 1 deprecata 1 sora Margherita: pazzia bell'e bona, e deprecata da ognuna, in primo - Pag.0260.37 1 2 3 depressione 3 ma sono come un vortice, un punto di quando s'avviluppano a tromba in una lucide gemme del maharagia nella depressione ciclonica nella depressione ciclonica) e avevano depressione della misera coperta. - Pag.0016.23 - Pag.0017.7 - Pag.0232.21 1 depresso 1 gli era parso, troppo nervoso e troppo depresso , al momento. Non ce la - Pag.0075.28 der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der - Pag.0019.15 - Pag.0019.16 - Pag.0019.19 - Pag.0034.17 - Pag.0035.6 - Pag.0035.26 - Pag.0035.32 - Pag.0035.33 - Pag.0035.38 - Pag.0037.30 - Pag.0040.16 - Pag.0040.26 - Pag.0040.35 - Pag.0041.13 - Pag.0042.17 - Pag.0043.15 - Pag.0043.29 - Pag.0051.32 - Pag.0051.32 - Pag.0052.6 - Pag.0054.14 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 der 139 conto suo. Già in quer gran palazzo che signori grossi: quarche famija pescicani. E il palazzo, poi, la gente prima ancora del signor Bottafavi momento in poi, una grande opinione, ” “Quale garzone?” “Er garzone né di pizzicarolo, né d'altri negozi: né d'altri negozi: né der macellaro, né Staressimo bene ... co tutto sto viavai biglietto azzurrino, quasi appallottolato, la Pettacchioni, “co sto porto de mare “er commendator Angeloni: pesce che doveva fare le gran trombe la fojetta, e la pizza snobistica I La confusione che volete, er Maccheronaro, qui a via povero sor Filippo ... A Santo Stefano di quel mucchio d'ori della “contessa” d'ori della “contessa” der terzo piano su la mensolina de vetro de lo specchio che quel'ambrosia ce sta! a la grotta ducentodicinnove nun ce generone: ma soprattutto popolo lo chiamaveno er quarto piano che poi l'aveva sor Botta e Fava, come pizzicarolo,” fecero le donne. macellaro, né der fornaro. fornaro. Eppure la sora palazzo ...” La professoressa tramme. Si chinò, lo raccattò, palazzo? ... Qua ce stanno Ministero dell'Economia Giudizio, a soffiallo, aveva napoletano: e poi pe quer sor Filippo era evidente: quel Gesù, ce sta apposta. Ce Cacco avemio da capità.I terzo piano der ducentodicinnove (scala A, lavamano, previa accensione sor Pippo ce steva un bianco Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 ne' su' singhiozzi venerei all'indirizzo ar Collegio Romano. Ereno le undici all'interno, tra quella spumiccia nera capivo più dove fossi. Io, un inquilino Era sulla scala B, per le pulizzie sur pianerottolo, co la sora Cucco che ginocchio?” “Mah! dalla parte portalla poi da le moniche: ai Bottafavi che seconno lei doveva esse l'omo Lagrime gli gocciolarono su la pelle o er signorino de casa de famija scerta addosso. Come je veniva l'ispirazzione e il su' omo, quello de la centrale puntuali contestazioni autoptiche, tanto tanto der capoccione don Ciccio che pranzo, no, nessun indizio ... all'infuori dopo quaranta rampe de scale in sala a via di Ferro, ar vicolo de le Grotte piazza Pollarola, con tutto che so' gente a scola a studià. Lei, li parenti in Bosco: uno scontro d'automobbili in quanno, dopo una qualche bona arzata pure er Biondone. De Pompeo e lui, degli spettatori e de li prottagonisti porche futtute. Fu invocato l'ausilio “Di che colore?” “Colore! Uno in braccio ar diavolo co li mejo regali un sacchetto de seta rosa, de li confetti quelli che vedeno e stanno zitti, in I Be', là, tra le gambe Be', là, tra le gambe der brigadiere e scoccò du baciozzi, “nun te spaventà nun dovesse incaricà de tutti li pasticci de pezza forte che pareva la bandiera all'ombra d'un gran cespo di lauri, Rutilio Valdarena: liscia l'altra. Il nome gli tremò. Piangeva. A Santo Stefano I Come a un'odalisca Se mise a piagne. Appena fu persuasa m'infilò su l'anulare quelo lì, l'anello verdi verdi, ner salotto: er ritrattone de corallo ... rosse! che pareno du vene in famija. Toccamo! e toccò la chiave de la gente: che pare d'esse in a bon conto, l'ho subbito schiaffato in lui, er sor coso, l'ho schiaffato in famija! Sai a chi vojo dì!” La frase ancora del cassiere-capo de la banca: un po' come de caserma o de loggione un articolo di Maroccus ... er dottore orfanelle che piagneveno, moniche oltre a quarche altra gentile casigliana premute lungamente a poi esplodere in lo dava subbito presente, prima ancora der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der potenziatore d'Italia. dicissette marzo e il dottor sangue, già raggrumato, a piano sopra, tutte le donne. La giorno. Aveva principiato quinto, de la scala B: Enea buffè, quello piccolo: me ce piano sopra: la Menegazzi era sacco che porta via li pupi faccione, un po' vizza. Aveva generone de via de li Banchi momento. Siconno si ciaveva latte, vollero unanimi offrirsi capoccione don Ciccio che der maresciallo Valiani, be', se sa, sangue. In giro pe l'altre trono, dar gran Papa alpinista. Teatro: e magari a piazza generone, magara, ma quarche generone “l'avevano un po' venì a Roma a trovà li Barbagallo medesimo, mbè Biondone de Terracina il dottor dramma: de sto branco de Bottafavi, dopo qualche vano Banco de Santo Spirito, uno matrimonio, co tutto l'oro e le matrimonio de nonna. Che respirà l'odore de naftalina brigadiere e der chiavaro, chiavaro, scartato er dottore. Er dottor Ingarballo prossimo. E quella malinconia Giudizzio. Dopo qualche un più gregoriano, secondo er su' nonno, dell'archetipo di tutti i Cacco veniva convocato ogni Sultano. Ingravallo sottopose il matrimonio, e che non era nonno suo: che questo de mi' nonno: nonno Rutilio: che je se core, una pe te, una pe me. tavolinetto, sa. Pure a me la medioevo, quasi quasi! io, in cassettino ch' 'o tengo apposta cassetto quello là in fonno nonno suo, una formula sacra Banco de Santo Spirito. Dar teatro Jovinelli: tra d'ascelle e Secolo : finissimo! La postuma Sacro Core che nun ducentodicinnove: le due terne soave profumo d' 'a corolla; campanello (stanza numero - Pag.0056.18 - Pag.0056.29 - Pag.0059.28 - Pag.0061.9 - Pag.0061.18 - Pag.0061.20 - Pag.0063.6 - Pag.0063.26 - Pag.0063.38 - Pag.0064.11 - Pag.0066.16 - Pag.0066.19 - Pag.0067.15 - Pag.0067.21 - Pag.0067.21 - Pag.0068.36 - Pag.0073.19 - Pag.0077.4 - Pag.0077.5 - Pag.0077.21 - Pag.0077.39 - Pag.0080.15 - Pag.0088.6 - Pag.0088.13 - Pag.0088.16 - Pag.0089.3 - Pag.0089.38 - Pag.0090.37 - Pag.0091.19 - Pag.0091.23 - Pag.0091.23 - Pag.0092.12 - Pag.0097.22 - Pag.0098.39 - Pag.0101.14 - Pag.0108.29 - Pag.0110.7 - Pag.0111.2 - Pag.0113.35 - Pag.0114.33 - Pag.0115.4 - Pag.0115.39 - Pag.0116.4 - Pag.0121.25 - Pag.0121.29 - Pag.0122.3 - Pag.0122.23 - Pag.0123.4 - Pag.0124.6 - Pag.0126.31 - Pag.0126.35 - Pag.0127.2 - Pag.0127.11 - Pag.0127.22 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 finiva più, tajarono pe la direttissima come quelli, er siconno più terribbile de Scerpure, proveniente da le rive dei due fabbricatori e a la casa natale e l'Uropa unite insieme, ma quello insieme, ma quello der nostro Capo de li consoli nostri, ch'er Capo se sa, ma non però meno bello li portici, torno torno il “bel chiostro che ciaveveno: de fa er pupetto prima prete, dai vividi e patetici occhioni de lana sotto, e l'imbottita sopra, in PV e dai BM e dai dieci buchi dai BM e dai dieci buchi der disco le nuvole, che so' poi li pedalini davanti ar barbozzo: un va e vieni in per conto loro incontro a quell'artre de le scartoffie, fra le quattro gamme che vedeva annà su e giù pe le scale a ogni tratto, superba, e quelo spregio fa la sfacciatella,” confermò la moje de via Vìllari: “Ah! la Virginia pover'omo, e titillato a Santo Stefano bocca contro bocca, de sentisse er fiato chi cià la valigia grossa, che ar dazzio ciavesse capito quarche cosa. La festa in corridoio. Er Maccheronaro, a via li nummeri al lotto, a le mejo rote delle ninfe, il brigadiere Juppariello scomparsi co la merce”. La moje I Già già. E quante ereno in dall'incùbo dell'idra bolscevica a opera tarocchi astrologgichi: clepsidra, cabbala Sfrecciate, da sentisse smorì er core in copertuccia bigia da caserma all'insegna che il Truce in cattedra, a palazzo appetito a 'o tavolino de marmo: a via li parenti: a piggione da na sarta. In piggione da na sarta. In der letto vòto ch'era morto, l'antra settimana ... cioè capo.) Pe la giustizzia: “no pe fatte co du decimi de millimetro de mossa: ar giardino del lago, a la terrazza sott'a la tovaja: o a l'entrata che guardeno su la vetrina ... li piatti sonno, e intanto l'ha fatta più sporca la lunatica de tutte le temperature giusto come oggi, ha fatto un tempo lei, materna: ripeté: “Su la strada vincendo la implorazione lontana a spregiare. “No, no: che fidanzato che lei chiamava già “li gioielli mia perché si sentiva, al brucio, quelli faccia cattiva. Allora? Na compagna der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der der viale Regina Margherita, primo. E poi e poi: er fermo Brahmaputra pe fa visita a medesimo, ch'è una bicocca nostro Capo der governo era governo era più longo ancora: governo li aveva mannati nostro: a Scerpure, la città tredicesimo secolo”. Il cielo tempo, magara. Il Signore, je dottor Fumi (p'una volta letto, aveva sùbito principiato disco der telefono, e dallo telefono, e dallo scatolone Signore. Aveva recato allo piano dell'azimut, di tipo dottor Fumi, fin sotto a la tavolo: con dentro, de certo, palazzo co quela palandrana labbro, come a dì: merda a pizzicarolo de via Vìllari: terzo piano? com'era Cacchio, subbito ritirò la respiro in bocca, l'una co Paradiso nun ce passa ... a la Corpus Domini ... nun aveva Gesù lì a du passi, nun Lotto: Reggio Lotto, in commissariato San Giovanni pollarolo, ch'era quella che labboratorio? Di che età? Dai Gran Balcone del Santo lotto e pentàcolo: un gufo petto, a li carabinieri in piedi: pidocchietto: in compagnia Mappamonno, avrebbe Gesù: dal Maccheronaro: dove letto vòto der zio ch'era zio ch'era morto, l'antra zio d'un amico suo, che j'era male a te, né a nissuno,” testone. “E ddomani mattina, Pincio, nun è poi un viaggio Bottaro” (invidia a la rivale giorno che ce stanno scritti.I solito, e ce lo sa, ma a te clima, come l'ho studiata io, pe diavolo; che m'è discesa Divino Amore. Fino ar ponte, cuccù: e al casello Km 20,25 cavolo: a te nun te se sposa matrimonio”, il pegno brigadiere su la coppa, occhi labboratorio. Ereno in tre, - Pag.0127.39 - Pag.0128.7 - Pag.0128.16 - Pag.0128.18 - Pag.0128.28 - Pag.0128.28 - Pag.0128.31 - Pag.0128.36 - Pag.0129.29 - Pag.0131.22 - Pag.0132.2 - Pag.0132.20 - Pag.0134.13 - Pag.0134.13 - Pag.0134.24 - Pag.0134.37 - Pag.0135.13 - Pag.0135.14 - Pag.0135.37 - Pag.0136.8 - Pag.0136.19 - Pag.0136.19 - Pag.0136.26 - Pag.0137.12 - Pag.0137.26 - Pag.0138.3 - Pag.0140.36 - Pag.0141.37 - Pag.0144.27 - Pag.0144.37 - Pag.0146.4 - Pag.0148.28 - Pag.0151.38 - Pag.0152.37 - Pag.0160.5 - Pag.0160.28 - Pag.0161.24 - Pag.0165.1 - Pag.0165.2 - Pag.0165.2 - Pag.0170.19 - Pag.0172.7 - Pag.0182.8 - Pag.0182.26 - Pag.0182.27 - Pag.0184.11 - Pag.0209.6 - Pag.0209.14 - Pag.0214.33 - Pag.0219.5 - Pag.0241.29 - Pag.0242.28 - Pag.0242.38 - Pag.0244.7 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 militari a tradì un'amica, una compagna sulla sua musica, “de sto piemontese agli orecchi, rammentò che la moto “Da che finestrino?” “Dar finestrino de l'imperatore Calìgula! la ghiandola la ghiandola der principe Colonna! I La nonna, la padrona calendario (l'omaggio di fin d'anno poi, si è che lei, dopo Tor co le due mani dentro a le saccocce der der der der der Der der der der der labboratorio! “O è magara diavolo, che j'aritìntica de maresciallo quelo grosso la gabinetto”: e la mente, a principe Colonna! Der gran gran principe de Marino e negozzio, una contadina di pastarellaro dirimpetto) col Gheppio, avete d'annà puro a pastrano: e parvero un - Pag.0244.16 - Pag.0244.19 - Pag.0244.29 - Pag.0245.25 - Pag.0255.5 - Pag.0255.5 - Pag.0256.25 - Pag.0258.24 - Pag.0269.4 - Pag.0269.23 1 deragliare 1 “del Cacco”, nella tema, forse, di deragliare anche dal Cacco. 1 2 derelitta 2 col cuore se non pel sangue della alla mozione demoniaca: “della derelitta Luiggia”. La madre derelitta Luiggia”. Una discreta - Pag.0100.31 - Pag.0102.23 1 deretani 1 tanti culi di bicchiere, quanto, in detti deretani , inesistente del tutto. Il - Pag.0231.21 1 derimpetto 1 babàu a le mosche secche sur muro derimpetto : prolati i labbri in un - Pag.0132.13 1 derisione 1 quasi: paura vera o sospetto, reticenza, derisione , insidia. Fiancheggiato - Pag.0200.19 1 deriva 1 ronfare non lo portasse omai a la deriva , lontan lontano da ogni - Pag.0252.24 1 derma 1 delle ruote delle biciclette, come un derma sui_generis, pareva rendere - Pag.0028.33 1 2 deroga 2 me, metà te. L'unicità della Storia si dove un pensiero esatto si deroga in una doppia storiografia, deroga a speranza e ad angoscia, - Pag.0146.23 - Pag.0154.1 1 derogare 1 accade per un minùzzolo, quando voglia derogare in trachea. Accaloratosi - Pag.0102.12 1 2 derogata 2 la polla dell'enunciazione eleatica s'è qualche buon tratto di strada o stradina derogata in una trascorrenza: derogata ai campi e solinga, - Pag.0104.2 - Pag.0175.19 1 derogato 1 parallele fuggenti, il topo-topazio s'era derogato di rotaia, s'era buttato - Pag.0192.35 1 derogazioni 1 contesto di sognate architetture sopra le derogazioni ambigue del senso. Fu, - Pag.0021.2 1 deruba 1 gocciolosa di naso ch'egli amministra e deruba , innamorata di lui. A tutto - Pag.0088.2 - Pag.0261.3 derubanda-iugulanda-sevizianda 1 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 aveva agito: non pure sulla psiche della derubanda-iugulanda-sevizianda , - Pag.0031.36 1 derubata 1 al terzo piano, scala A, dove abitava la derubata . Giù seguitò la gran - Pag.0029.10 1 descritti 1 più caràche, in senso inverso ai 1 descritto 1 di pensarci. Il tipo, come lo aveva 1 descrittore 1 rifiatò. Si atteggiò un attimo a 1 descrizione 1 non gli fu difficile ravvisare dalla descrizione della Ines, e già da - Pag.0254.7 1 desde 1 ” La mattina dopo er controcazzo: desde la misma Italia. Pive ner - Pag.0056.26 1 2 deserta 2 sotto pingue strapunto e su polputa ma brutta e sicura. E la campagna, intorno, deserta coltrice, la più adatta, e la deserta . Alla fuga doveva essersi - Pag.0140.24 - Pag.0248.21 1 2 desidera 2 sua povera faccia, di poveruomo che nun lascia mai mancare la vita a chi desidera che non lo guardino, con desidera la vita, e la continua - Pag.0044.30 - Pag.0131.24 1 2 3 desiderabile 3 nubi di tristezza, era, era una punto, d'un bianco un po' isterico di le poppe colme e sfrullone, la gola così desiderabile donna: tutti ne desiderabile ragazza. Rimase a desiderabile e il volto e il pallore - Pag.0026.21 - Pag.0207.6 - Pag.0217.37 1 desiderabilissimo 1 una cesura peritosa. Il seno palpitava, desiderabilissimo , come tra i due - Pag.0240.18 1 desideratissima 1 ora, speravano di trovare in lei la desideratissima spia di cui - Pag.0147.22 1 2 3 4 5 6 desiderio 6 quanno te pare e piace.” Un gran dì addirittura sbrigativa, com'era ner continua resurrezione della vita. “È un aveva interpretato il raggiante, che riconobbe nel proprio dell'imbecillissimo: non ostante il gran desiderio desiderio desiderio desiderio desiderio desiderio - Pag.0097.20 - Pag.0127.34 - Pag.0131.25 - Pag.0160.21 - Pag.0208.5 - Pag.0258.34 1 desidero 1 “alla fiorente giovinezza della quale desidero ed auspico fin da oggi, 1 desiderosi 1 glie lo avrebbe ricondotto più tardi. Desiderosi a lor volta d'evitar descritti . Ingravallo, nero, seguitava - Pag.0266.37 descritto la Menegazzi, doveva - Pag.0052.30 descrittore del costume. “Mbè, la - Pag.0047.14 de carma, dopo il de l'utorità, che de ch'hanno molte,” di tutti. Si diedero la stimolante identità ch'aviva, dint'a 'o - Pag.0103.5 - Pag.0257.13 designato 2 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 2 Gli altri allora si scansarono e il nobbile Ottorino Barbezzi-Gallo, designato s'inchinò, leggermente: designato per comando d'armata a - Pag.0040.28 - Pag.0079.18 1 designavano 1 dello sguardo a que' momenti ne designavano ulteriormente - Pag.0148.10 1 designazioni 1 i gioielli, titolari dei nomi e delle designazioni che figuravano, - Pag.0232.35 1 designò 1 alla catena d'oro del nonno,” la designò col mento, sul tavolo, - Pag.0117.38 1 2 desinare 2 giorno di San Francesco, durante quel veduto sul dito dai Balducci, dopo il desinare così lieto. Bah, i parenti desinare del 20 febbraio, - Pag.0076.8 - Pag.0113.25 1 desistettero 1 esperti dell'ufficio criminologico non desistettero dai rilievi di - Pag.0067.8 1 desolata 1 L'immagine di quella campagna così desolata nel marzo, che con il - Pag.0247.2 1 desolato 1 infine, sulla banchina, la luce d'un desolato conoscere, o travedere. Il - Pag.0235.34 1 desse 1 orizzontali e in sul davanti, come gli desse il latte: di quelli dei salumai - Pag.0041.30 1 dessous 1 scoprire il candore affascinante di quel dessous , o indagarne lo stato di - Pag.0058.28 1 dest 1 Bruciato il vetrone girasole ... per fil a dest ! È s'era involato lungo le - Pag.0192.28 1 destava 1 reprimere l'ammirazione che l'Assunta destava in lui: un po' come lo - Pag.0020.18 1 destinata 1 feste de precetto. A Liliana l'aveva destinata il nonno, certo: a - Pag.0108.34 1 destinatario 1 ci arriva insieme l'Olio Santo. Abilita il destinatario entrato in coma, carta - Pag.0191.38 1 destinazione 1 ritrovate a caso, ignorava del tutto la destinazione . Le provò, le riprovò - Pag.0087.32 1 2 3 destini 3 come a un negro co li guanti. I radiosi pe fa visita a l'Artefice de li nuovi asciutta le scarpe. Pareva speculare dei destini non avevano avuto campo a destini de la patria, ed destini umani e dei presagi: - Pag.0056.1 - Pag.0128.17 - Pag.0238.29 1 2 destino 5 già ipotecata, quanto coazione al al destino, al “campo di forze” del destino , al “campo di forze” del destino . La prefigurazione d' 'o - Pag.0031.33 - Pag.0031.34 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 3 4 5 creatura umana, e che si suol chiamare e con altrettanto batticuore a durante a frullarlo, vien fulgurato a destino . In parole povere, la gran destino . E colloqui per cenni e destino . In più d'un caso ci arriva - Pag.0032.2 - Pag.0094.19 - Pag.0191.37 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 destra 24 angosciato, gli inondò il ventricolo di sur predellino e teneva già con la man a tulipano le cinque dita della mano le mani come implorando, si passò la preso metà il collo, dal davanti verso verso destra, cioè verso sinistra, per lei, contro il balenare d'una lama: che la di tasca il biglietto: dalla tasca con l'unghia del pollice della mano predicato con alcune volute della mano un diaspro? ...” Giuliano levò la Me prese pe le dita: de la mano mo, che ce 'o sai benissimo. A de cantà ... seduto alla o un po' più su, un po' più a con la zappetta dei quattro diti della del di lui tipo antropologico. A priva di un occhio, e legato alla zampa il medio, ai diti lunghi e centrali della le prese gentilmente ma fermamente la un poco, e intanto, sbilanciato a la tasca della giubba sull'anca, a a mano, al calesse: che sfiancando a strada anziate bisognò piegare a man destra . “Ducentodiciannove?” non destra , a ghindarsi in tramme, il destra , altalenò quel fiore nella destra sulla fronte: “E che faccia! destra , cioè verso sinistra, per lei, destra per loro che guardavano: destra aveva già estratto a voler destra della giacca, dove lo aveva destra adoperata a rovescio: gesto destra . Liliana aveva avuto un destra , che apparve bianca, vivida destra . Guardò l'anello de mi' destra , però.” Ingravallo nun destra de monsignor Velani. Poi, destra , un po' più a sinistra. Un destra : e lui s'era dunque destra dell'Appia, chi procedesse destra uno spago, tutto nodi e destra : come a scaldarseli in destra per le punte delle dita: un destra , l'andava strizzando la destra , che faceva simmetria con destra , dopo adeguato giramento destra : “di qui, di qui, per Santa - Pag.0027.8 - Pag.0056.31 - Pag.0057.12 - Pag.0057.30 - Pag.0059.24 - Pag.0059.25 - Pag.0068.4 - Pag.0070.14 - Pag.0071.35 - Pag.0076.6 - Pag.0113.21 - Pag.0114.24 - Pag.0116.23 - Pag.0138.9 - Pag.0152.22 - Pag.0168.27 - Pag.0195.23 - Pag.0205.15 - Pag.0207.20 - Pag.0207.27 - Pag.0217.24 - Pag.0240.36 - Pag.0241.3 - Pag.0268.3 destri , enormi, gli erano venuti - Pag.0196.15 destro , sulla mano bianca dalle destro , lo indusse a riflettere. Si destro , su cui emergeva pieno, destro della camicia ... tinto di destro . Il piantone aveva destro , calcò: reiterò sull'avvìo. destro ) fra lo stupore di tutte, destro , adagio adagio, strizzati - Pag.0026.6 - Pag.0052.39 - Pag.0061.39 - Pag.0062.3 - Pag.0189.24 - Pag.0189.35 - Pag.0245.37 - Pag.0259.22 1 destri 1 scena quattro piedi insospettati. I due 1 2 3 4 5 6 7 8 destro 8 dei più doncicciani. All'anulare appena intravisto da la coda dell'occhio e nel diaspro la cifra: all'anulare una dichiarazione segreta. Ma il polsino diede il cicchetto al motore: con il I Lui, col due dì prima sull'anulare di Lavinia (il dopo. Lacrimò del sinistro, poi del 1 desumere 1 ma sembrò loro di poter tuttavia 1 deteneva 1 una tigre, ora, quegli occhi: l'anima deteneva la sua preda: l'avrebbe - Pag.0033.33 1 detenuto 1 commissario!” gridò enfaticamente il detenuto , tutto risfolgorante del - Pag.0112.17 1 detergere 1 a se stesso: con una mano sembrò detergere gli occhi, cioè le - Pag.0200.29 desumere dall'apprezzato raccontino - Pag.0178.8 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 detergergli 1 infermiera un po' necròfila: occupata a detergergli d'una carezza lieve la - Pag.0274.15 1 detergeva 1 Er maresciallo grosso de Marino, e si detergeva il nasetto, come ce - Pag.0243.28 1 deteriore 1 nottetempo a servirsene per la finalità deteriore . Ottava e nona noce - Pag.0228.20 1 determinarci 1 non è soltanto il prezzo che deve determinarci alla transazione, lo - Pag.0084.38 1 determinare 1 malefico, atto a giustificare, dopo che a determinare , la corpulenza la - Pag.0212.32 1 determinata 1 carabinieresco, ovviamente imputabile a determinata fattispecie grattativa: - Pag.0187.24 1 determinatezza 1 agito con pertinace assiduità in una determinatezza infallibile, minuto - Pag.0133.33 1 2 3 4 determinato 4 si rispetti, era ed è irreversibile in un tutti: la costanza dei requisiti per ogni ci assegnano la cifra di merito di un e ai vari motivi che man mano avevano determinato campo di forze, qual è determinato tipo di olio . Prenda, determinato olio ... del nostro determinato la secessione, più o - Pag.0082.1 - Pag.0084.7 - Pag.0084.22 - Pag.0131.29 1 determinatosi 1 rientrate nella illibazione. 1 determinazione 1 osato afferrare il tagliente, o fermare la 1 determinazioni 1 può ridischiudere alla catena delle 1 deterse 1 “sì, che me vojo consolà.” Si 1 2 3 4 deterso 4 ” in città, detta l'Urbe, dopo avergli dello sguardo: le lacrime avevano e palazzi, che la tramontana avea prospetticamente avvenenti del deterso l'anima dalle ultime deterso le iridi, castano scure, le deterso , che il tepido sopravvenire deterso lastrico, ove non è guscio - Pag.0149.3 - Pag.0182.39 - Pag.0191.15 - Pag.0197.29 1 deto 1 che je l'aveva avvitato pe forza sur deto ? “Che, nun è forse mio - Pag.0243.35 1 detoni 1 corte corte de rospo, e queli dieci detoni che je cascaveno su li - Pag.0055.39 1 detopaziata 1 le gioie della domicilioaggredita e detopaziata Menecazzi, che si - Pag.0185.34 Determinatosi un giorno a - Pag.0155.1 determinazione del carnefice. Si - Pag.0068.22 determinazioni una nuova ascesi: - Pag.0105.39 deterse con la mano, singhiozzò, - Pag.0181.7 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 2 3 4 5 detta 5 invece “alla diletta Luigia Zanchetti molto. “Aveva molti inviti”, a incanalandoli a “lavorare” in città, scuro del grigio della stoffa. Sollecitata le tre case. Procedevano in fila 1 dettagli 1 del repertorio: coi più edificanti detta detta detta detta detta Gina, del fu Pompilio e di dei parenti: e anche della l'Urbe, dopo avergli deterso cucitura oltre il debito, il indiana uno dopo l'altro, - Pag.0100.20 - Pag.0110.26 - Pag.0149.3 - Pag.0228.31 - Pag.0269.21 dettagli . Pe quello ch'era donne, - Pag.0076.26 1 dettagliati 1 si riservò di produrre elenchi dettagliati , esatti. Lui, Liliana. - Pag.0096.7 1 2 dette 2 Velani. Poi, dopo messa, je n'aveva sentieri, quando le strade propriamente dette quattro là pe là, sotto ar dette gli paressero a loro modo - Pag.0138.10 - Pag.0251.16 1 2 3 detti 3 Alcuni erano topazi propriamente da tanti culi di bicchiere, quanto, in na fratta, là, propio, indove s'ereno detti , per quanto sprovveduti di detti deretani, inesistente del tutto. detti de sì? O che je l'avesse - Pag.0185.32 - Pag.0231.21 - Pag.0244.1 detto “latino”, benché giovine detto .” Sosteneva, fra l'altro, che detto troppo. Voleva significare detto mah! Chi dice ma, cuore detto , a poco a poco aveva preso detto , a voler fantasticare, ch'egli, detto che in ogni omone lei detto . E stamattina, con chell'ata detto invece lo Sgranfia. Saliti sul detto . Aveva carta e stilografica, detto il giovane in un tono cupo detto .” E uscì pe pijà er detto , una volta” (don Ciccio detto che v'ha gridato chella vota . detto , signor commissario. So' uno detto che lo conosce. Dice,” detto : entrati appena in camera detto , una dichiarazione segreta. Ma detto di sì: ed era uscita. Lì per detto bene, a domicilie.” Con detto , difatti: Liliana aveva perduto detto ?” Lei ruppe in pianto, detto tra me. E allora, coraggio. detto messa alle sei. J'aveva preso detto gotico, e interlegate e detto ogni volta, che aveva amato detto che devi annà a Genova. detto . Una ventina di giorni prima detto nulla a nessuno? Alla nonna, detto ? Sicché 'a signora Liliana ... - Pag.0015.14 - Pag.0016.20 - Pag.0017.15 - Pag.0021.11 - Pag.0021.20 - Pag.0021.35 - Pag.0022.22 - Pag.0027.17 - Pag.0027.33 - Pag.0029.26 - Pag.0033.30 - Pag.0043.23 - Pag.0045.11 - Pag.0046.27 - Pag.0047.23 - Pag.0057.21 - Pag.0058.22 - Pag.0062.2 - Pag.0063.25 - Pag.0070.35 - Pag.0075.5 - Pag.0092.23 - Pag.0097.12 - Pag.0099.19 - Pag.0108.18 - Pag.0112.19 - Pag.0115.8 - Pag.0117.28 - Pag.0118.7 - Pag.0118.22 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 detto 81 del mondo, del nostro mondo “il dottor Ingravallo me l'aveva pur taceva pensieroso, come temendo d'aver due o tre volte, a mezza voce, aveva irreali da lei sola presagiti, si sarebbe con una creatura simile! Si sarebbe diavolo anche don Lorenzo! Si sarebbe Vedete nu poco. Na fesseria, m'hanno malavita come er Biondone, e Pompeo, un poco: in suo onore, si sarebbe Diavoli.” “Zitta, mo,” le aveva nun è gnente ... È più presto fatto che di più ovvio?” “Alla portiera avete commesso: “È lu giovane che m'avite di cartone. “Insomma ve l'ho già Merulana. Ho dato disposizzioni. Mi ha corridoio. Nulla di notevole si sarebbe per sigillare una lettera, si sarebbe La sai, la lezzione? ...” Lei aveva gomiti su le ginocchia: “una rapina, hai ricordò che il Balducci glie l'aveva E che faceva er signorino? E che t'ha me sa che nun la pianteno, me so' c'era stato, appena apriveno, dopo avé la verde carne del sogno. In carattere Tante volte Liliana m'ha parlato! M'ha povera Liliana! ... me diceva: m'hai il venticinque di gennaio, come le ho Come si spiega, allora, che non avete nuora? Il nonno di vostro padre, avete Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 1 perfettamente. “Quella catena,” aveva contro luce: “Tante volte me l'aveva de li Castelli - lei invece j'aveva luogo di Del Bo. “Così?” le aveva è che devo fa un regalo,” aveva quann'era pupo. ” Proprio così aveva provà con un artro. Glie lo aveva strutturate nello stato etico, va pur proposito, in quella fisima (gli scappò de li monti de Pàtrica, je scappò Era la nipote dei Balducci, m'hanno stato identificato per tale Retalli Enea o ricettacolo responsale propriamente di carte necessarie. “Mbè, m'hanno capocchie de spillo. Propio se sarebbe Di Pietrantonio, Pompeo, e Paolillo, nun ce l'aveva, le rùzziche,” scappò Da chi nun lo so: nun me l'ha lo disse con fierezza, come avrebbe quarche vorta, che so' toscani, m'ha quarche paroluccia, a mo' di giunta sul ordine sul tempo orbitale della terra, avete capito benissimo. Le due che ho dovrebbero aver marcato visita. Hanno detto ch'erano ammalate.” Inventò il “ si è che lo sapete?” “Ve l'ho palmo, a leggervi la sorte, si sarebbe “Ma la conosci, lavora qui: hai aggrottò i sopraccigli: “Che avrei ho ripetuto er nome che m'avete signorina, il severo milite, ciò va col cavallo, già in vista del ponte Velletri. Il Divino Amore propriamente del secondo ottocento. Al casello, “sarebbe peggio per voi. Ve l'ho ce ne avete un altro.” Lei gli aveva capovoltò ratto il capace dove gli era delle dodici. La ragazza, si sarebbe fare eccelleva, e s'era accoccolata come E tu, che, nun sei mia?” aveva che l'aveva visti? Che Igì l'avesse come qualmente certo Retalli Enea aveva potuto offrire al Retalli Enea mila lire je l'hai compre, me l'hai vane le ricerche dell'Enea Retalli pupo me lo vedo io domatina,” s'era e novanta l'etto, più mejo fatto che a seguitar le peste dell'Enea latitante, voglio dire?” “A Tor di Gheppio, ha avea canala né parato alcuno di legno, a ragione: di tirare i fili, si sarebbe deutonico 1 di fil d'erba in fil d'erba, more detto Liliana, “sa? lei sor detto , il nonno: aricordate, detto , co quela voce così detto lui riponendo i sudici che detto Liliana. “Sposi?” “Sì, detto : lo ricordava perfettamente: detto anche il professor D'Andrea. detto , per altro, che propio er detto ), in quella gran bontà detto un po' diverso: “quella cià detto .” Una volta, più volte detto Luiginio d'anni 19, di detto . Lì germogliavano i vaticini e detto che se chiama ... Diomede: detto che il Berlicche le avesse detto anche Paolino ..., il detto alla Ines, “poi ce l'aveva.” detto . Annava a lavorà da li detto : “cià na camicia de seta da detto : propio de la Toscana. detto : con voce calma, sonora, detto comunemente solare, tempo detto . Chi! La Farcioni e la detto ch'erano ammalate.” detto ” di sana pianta. Non le detto . Perché voglio sentire da voi, detto . Una magnifica pietra gialla, detto il nome suo: la Camilla: detto ? Camilla? ho ripetuto er detto voi, brigadiè.” Pestalozzi detto a sua lode, obdurò, sì, detto del Divino Amore, con cui la detto , una chiesina d'antico tempo detto da taluni di Casal Bruciato, detto : chi cerca trova. Mi capite? detto di no. Ora non ritenne detto : con mani poi, torno torno, detto una mùtola, ora, non meno detto . Lui ora, sicché, smemorava detto e l'aveva baciata con una detto in giro, p'avvantasse come detto Iginio s'era fidanzato alla detto Iginio lo scampo e il riparo, detto tu stessa.” “Buciarda, detto Iginio al Torraccio, dove detto il Biondone: e avea liberato detto . Famese avanti co li baiocchi detto Iginio, che così chiamavano detto il maresciallo.” “Quanto detto mantovana: per modo che i detto , all'inerte burattino del - Pag.0122.15 - Pag.0122.22 - Pag.0123.16 - Pag.0123.20 - Pag.0123.28 - Pag.0123.32 - Pag.0124.31 - Pag.0128.13 - Pag.0130.21 - Pag.0136.23 - Pag.0136.33 - Pag.0139.11 - Pag.0151.1 - Pag.0166.24 - Pag.0176.24 - Pag.0178.6 - Pag.0178.29 - Pag.0180.3 - Pag.0180.35 - Pag.0181.22 - Pag.0184.2 - Pag.0195.5 - Pag.0202.30 - Pag.0202.33 - Pag.0202.33 - Pag.0203.6 - Pag.0207.34 - Pag.0208.14 - Pag.0208.17 - Pag.0208.18 - Pag.0217.3 - Pag.0217.9 - Pag.0217.11 - Pag.0219.8 - Pag.0225.26 - Pag.0227.12 - Pag.0229.13 - Pag.0238.13 - Pag.0239.1 - Pag.0243.36 - Pag.0244.2 - Pag.0245.5 - Pag.0247.19 - Pag.0249.33 - Pag.0251.3 - Pag.0252.29 - Pag.0254.36 - Pag.0266.5 - Pag.0266.26 - Pag.0270.11 - Pag.0272.24 deutonico , tutt'a un tratto nun gli - Pag.0101.12 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 dev' 1 Un po' qua un po' là puro lui. Poi deve 14 da Viterbo o da Zagarolo perché annata a Torino. L'angolo del polsino dottore, non è soltanto il prezzo che splendida della ceppaia, solo perché ne fatto cambià l'opale con un diaspro. io, diceva, a Campo Marzio. Già lo di famiglia. Oro vecchio dei nonni: che fu lei che mi disse: bada, Giuliano, detto, il nonno: aricordate, Liliana, che la gente. La gente ... che pe forza a graficizzarsi nei noti termini: “Tutto più piccolo che se chiama Ascanio: che lei per un braccio. “Sor brigadiè, me va ... Chi cerca trova: e chi trova 1 devestizione 1 su a raccomodare, in laboratorio. La 1 2 3 4 5 6 7 8 9 devi 9 strada. Rideva, piangeva. E quello me Liliana! ... me diceva: m'hai detto che d'un ciondolo portascarogna. Domani dar Ceccherelli, ch'è l'orefice mio. auguri che te sto facenno. E tu che me! No, no, manco alla nonna lo andrai ancora a Bologna: a nessuno lo commissario, lo sa già pure lui. Parla, sa già pure lui. Parla, devi confessare, 1 deviare 1 le bugie. Se mentite, se tirate a far 1 2 dev' èsse annato in giro pe li - Pag.0184.23 deve deve deve deve Deve deve deve deve deve deve deve deve deve deve - Pag.0023.21 - Pag.0062.31 - Pag.0084.38 - Pag.0091.12 - Pag.0115.29 - Pag.0116.1 - Pag.0118.10 - Pag.0119.5 - Pag.0122.23 - Pag.0170.12 - Pag.0179.7 - Pag.0184.5 - Pag.0211.5 - Pag.0225.4 riandare dal dentista: e così avere sfiorato la ferita, il determinarci alla transazione, subire il confronto.” Il loro accompagnà questo qui, aver inciso, a quest'ora: lo rimanere in possesso dei rimaner tra noi: un nostro restà in famija! Sai a chi aranciasse in quarche modo: andare per il suo verso, che avé bazzicato puro lui, ner da crede,” protestò la giustificare ai superiori. Non devestizione del reale richiese - Pag.0154.15 devi devi devi Devi devi devi devi devi devi - Pag.0114.12 - Pag.0115.8 - Pag.0115.24 - Pag.0115.25 - Pag.0119.16 - Pag.0119.26 - Pag.0119.28 - Pag.0234.34 - Pag.0234.35 da giurà che me lo dài a annà a Genova. Prima di da passà dar Ceccherelli, dajela solo du minuti, che ti fare il pupo, Giuliano! dì, povera vecchia, manco a dì: giurami! Glie lo giurai ... confessare, devi dire la dire la verità, non abbiamo deviare le ricerche, ecco qua: ci - Pag.0204.31 deviazione 2 statale, l'Appia, poi ad angolo retto la a ritroso, cioè verso Roma, fino alla deviazione della provinciale, pe deviazione per Falcognana. Dopo - Pag.0216.12 - Pag.0267.30 1 2 3 Deviti 3 duri incisi. Raccontò poi il I Ingravallo fece chiamare il rampollava acquolina dal retrobocca, al Deviti , il Gaudenzio, che Deviti (c'era, stavolta) e gli diede Deviti . Sopraffatto dalle voci e dai - Pag.0043.39 - Pag.0185.20 - Pag.0253.33 1 2 3 4 5 6 devo 6 che? ... con tutto quel sangue! disse. Perché? Perché sì: perché lei.” “No, sor Cavalli, è che “Be', sor maresciallo mio, che je sbrigatevi: levatevi l'anello: perché lo passare, in ogni modo. Andiamo. Su. Devo devo devo devo devo Devo - Pag.0062.33 - Pag.0114.27 - Pag.0123.28 - Pag.0203.22 - Pag.0209.30 - Pag.0272.9 partire dopodomani: ho già accompagnallo col regalo fa un regalo,” aveva detto dì? Me lo facci sapé lei ... sequestrare. E ditemi chi ve far perquisire la casa.” E la Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio 1 devolve 1 si deroga in una doppia storiografia, si devolve in salmo e in antifona, - Pag.0146.24 1 2 devono 2 certe allusioni di lei, uno di quelli che si possa funzionare a dovere, prima si devono inclinare il capo, a passare devono innamorare loro: non - Pag.0022.29 - Pag.0083.33 1 devota 1 che rabbrividisce in ovatte, se pur devota ai lacrimati mani del - Pag.0260.28 1 devotamente 1 forse, di deragliare anche dal Cacco. Devotamente oblato su d'un - Pag.0261.3 1 devozione 1 col rosario in mano: con una speciale devozione per San Giuseppe. - Pag.0038.23 Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio