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d' 895
i due bernoccoli metafisici dal bel sole
di vestirsi, e con una o due macchioline
di e nonostante quell'arruffio strano
quell'arruffio strano d'ogni trillo e
imprevista, e di chiamate notturne e
com'è noto, una duplice possibilità
lucida come pece e riccioluta come
come pece e riccioluta come d'agnello
sulla sua bocca il crepitio improvviso
conseguenza o l'effetto che dir si voglia
che dir si voglia d'un unico motivo,
”. E poi pareva pentirsi, come
taceva pensieroso, come temendo
di erotia”, si mescolava anche ai “casi
più lontani dalle tempeste
festa dal barbiere, portò una bottiglia
Il pranzo domenicale fu lieto, nella luce
de commercio, de quelli che un po'
nera e cresputa si confortavano
cui gli andavano insieme i nomi antichi,
a la benedizione dei ceri: un senso
lauta inspirazione albana. Aveva creduto
via come passere al primo stormire
ce cumbineno certe caciare, la notte.”
sui colli e sui monti e nelle brevi piane
fecondo, due salpingi grasse, zigrinate
maturati si aprivano, come ciche
d'una melagrana: e rossi chicchi, pazzi
di là, entrò in sala un giovane, vestito
valicava per altro i limiti ammissibili
le belle tazze, e la cuccuma
cuccuma d'argento, e quella zuccheriera
delle vacche grasse, con una ghianda
con una ghianda d'oro e due foglioline
che gli squadernò il portasigarette
er signorino ci aveva un anello:
ad alcuni ringhi decrescenti, come
da quelle gran vele delle orecchie:
come trasalito: o arrossito, anche:
ch'era, in lui, la maschera del senso
fronte, “mo ce vo, chella scocciatura
contentatura estetica. Vivendo sott'acqua
t'infondono, solo a vederle, un senso
color pidocchio, una folla: circonfusa
sporte, e sedani: qualche esercente
rigato, e col naso in veste e in colore
col cerchio, un attendente saturo
Manuela Pettacchioni non tralasciava
mano sugli occhi, quasi a schermirsi
piuttosto vizzo, la pelle pallida, come
e il prestigio formale momentaneo
d'una tenutaria od ex-frequentatrice
d' Italia, aveva un'aria un po'
d' olio sul bavero, quasi
d' ogni trillo e d'ogni busta gialla
d' ogni busta gialla imprevista, e di
d' ore senza pace, che formavano il
d' interpretazione. E poi era
d' agnello d'Astrakan, nella sua
d' Astrakan, nella sua saggezza
d' uno zolfanello illuminatore,
d' un unico motivo, d'una causa al
d' una causa al singolare: ma sono
d' aver calunniato 'e femmene, e
d' aver detto troppo. Voleva
d' interesse”, ai delitti
d' amore. Qualche collega un
d' uoglie alla signora. Il pranzo
d' un meraviglioso pomeriggio,
d' anni avanti li chiamaveno ancora
d' una vitalità primaverile, lo
d' antiche vergini guerriere e latine
d' aria dei giorni sereni e lontani
d' intuire: non hanno figli.
d' un capriccio: ma i Balducci, via!
D' anno in anno ... una nuova
d' Italia, come un grande ventre
d' una dovizia di granuli, il
d' una melagrana: e rossi chicchi,
d' un'amorosa certezza, ne
d' un completo grigio di taglio non
d' un fenomeno interno, non
d' argento, e quella zuccheriera
d' argento sopravvanzata ai vecchi
d' oro e due foglioline d'argento
d' argento sul coperchio. Già: per
d' oro sotto il mento, con un
d' oro vecchio, assai giallo:
d' un temporalino in ritirata, e
d' una occhiata fra sdegnosa e
d' un rossore “sottocutaneo”.
d' ufficio. Intanto gli entrò nella
d' 'o sottosegretario.I Fin a
d' appetito e di sensazioni fagiche
d' uggia e di canarinizzata
d' una rete protettiva di biciclette.
d' un negozio di là, col grembiule
d' un meraviglioso peperone:
d' arance, prese in una sua gran
d' inzeppare il suo referto: un
d' un fulgore troppo vivo. La
d' un geco infarinato, le labbra
d' una tenutaria od
d' una qualche casa d'appuntamenti
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od ex-frequentatrice d'una qualche casa
miste: con il commento, magari,
forze” del destino. La prefigurazione
quel “chi è?”, belato o raglio abituale
di spendere degli inquilini. La fiamma
per tutto il mese e la si lasciò smorire
quasi col viso sotto il viso. Parevano
e accavallati referti della portinaia e
tanto alto, era”: pareva il garzone
appunto il suo, hanno quel diavolo
sor commissario, è er revòrvere
ce pensa mi' moje,” rispose con tono
nessun garzone: né di pizzicarolo, né
sì, prima di tutto i due colpi: ...
certo ... Un momento prima quer fijo
buone parole per la Menegazzi, le offrì
di giuntare all'inchiesta un supplemento
retta, sor commissario, quelli ... ereno
con la mozzarella: un subito fervore
er sor Filippo, qui,” lo cercò
e da quello che va de prescia, a ora
così pieni di incertezza, a non credere
in grado di riconoscere. No. Mai prima
aveva scavato le orbite: da parer quelle
preda, a tratti, di quel certo “sopore
le palpebre. Momenti di vivacità e
penosamente, contro ogni prelazione
un minuto alle inespresse opinioni
contro la disumanità, la crudeltà
pe levasse na svojatura ... Un po'
Manuela con la Menegazzi, riconvocate
a sua volta. Piuttosto franco, ma
ad un tempo. Una certa ansia
qui presente, se aggio capito, attesta
da voi c'ò'o presutte ... parecchie vote,
dire ch'arrassomiglia di più a chillo
confuse; parlava col tono un po' nasale
Me l'ha portata la donna de servizio
insufficienti. Questa idea dello sbaglio
il signor Balducci all'ufficio, in viaggio
- nulla emerse. Ella tremava all'idea
La contessa Menegazzi s'era incelata
I Al dì
in un vezzo, a carezzarvi la ghiandolina
il deflusso col perforante vigore
gioie, vere o supposte, di quel mucchio
da anni. In occasione dello smarrimento
der lavamano, previa accensione
di “solerte”, era stata quella di cercar
sostò con l'occhio sulle generalità
dorato sur travertino o sur peperino
d'ogni facciata de chiesa, sul colmo
sui suoi nervi molisani: e gli porgeva
tutta la vena, con tutte le sfumature,
d' appuntamenti un po' scaduta di
d' un batticuore improvviso, per un
d' 'o fattacce s'era dovuta
d' ogni reclusa che i mesti lari non
d' ogni eventuale impianto termico,
d' un prolungato languore non
d' una tigre, ora, quegli occhi:
d' altre inquiline delle più precipiti
d' un pizzicarolo, co la parannanza
d' un fermo! che quando c'è giù
d' un galantomo. Io ... so' stato
d' importanza. I garzoni dei
d' altri negozi: né der macellaro,
d' accordo. Poi aveva visto come
d' una bona donna aveva sparato
d' ospitarla: confermò, dietro
d' inchiesta relativo al misterioso
d' accordo ...” “Garzoni di
d' ipotesi, discussioni, ricordi:
d' un'occhiata: fece come lo
d' agio, un piede appresso l'altro,
d' angoscia. Un sospeso interesse
d' allora non lo aveva visto. Mai.
d' un dissepolto. A interrogarlo,
d' ufficio” che gli appiombava
d' ironia: scatti come di repentina
d' uso, a forbirsi i labbri con
d' ogni interlocutore, la sua faccia
d' ogni inquisizione organizzata.
d' anguilla marinata, magari, un po'
d' urgenza, oltreché la
d' aspetto non del tutto limpido,
d' arrivare in fondo. “E voi, signor
d' aver veduto un altro garzone
d' aspetto più giovane, a quanto
d' ò'o garzone di stammatina ...
d' una trombetta di cartone.
d' un mio collega, del Ministero
d' uscio Ingravallo non se la sfilava
d' affari anzi, come spesso, a
d' esser sole, lei e la Ginetta:
d' un piano: era andata ospite dai
d' oggi, poi!” Ricerche alla
d' una perla: e aggiungevano:
d' un'anguilla o di certi pesci
d' ori della “contessa” der terzo
d' un anello con un topazzio o
d' una candela a Sant'Antonio
d' identificare e possibilmente
d' una tizia fermata al Celio, e
d' ogni facciata de chiesa, sul
d' ogni colonnetta, che già je
d' altronde tutta la vena, con tutte
d' un vino di classe: le
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linguatico-palatali-faringo-esofagici
di stabilire giorno ora vettura
d'emissione del biglietto: nonché
Merlani Alfredo fu Giuseppe, escluse
sul molo Beverello dagli scalandroni
de cresima, tutte le Marie Barbise
invulvarselo, appena discese
tutte le Magde, le Milene, le Filomene
venerei all'indirizzo der potenziatore
Corfù! Quell'uomo è la provvidenza
parve glielo stritolasse una morsa,
a trovalla. Pe salutalla, perché ha
dei capelli, un allinearsi di gocciole:
sentì che parlaveno de nummeri: ereno
la bianchezza estrema della carne,
inutilmente le stanche proposte
tese, ondulate appena agli orli,
nella immobilità di un oggetto, o come
la mano: una spaventevole colatura
du anelli de pelle: fino a le calze,
lucido. La solcatura del sesso ... pareva
del sesso ... pareva d'esse a Ostia
che vonno. Co quele maje tirate tirate
dopodomani per Genova. Mi sembrava
di giovinezza: un anello alla cavaliera,
che je metteva quela capoccia nera
un po' vizza. Aveva avuto incarico
chiuso, a uscio chiuso: con rinforzo
più tardi le ultimissime della notte,
oltreché alla carenza, che lo affliggeva,
appiccicati a le dita, armeno in parte:
come farfalle da le dita
quello ... si nun è a corto de quatrini,
faccia scura, quela sera, ar Cantinone
più che mai torvo sotto al parruccone
magari annoiato: troppe, troppo facili!
de via de li Banchi Vecchi: o l'uomo
si ciaveva sigherette cor bocchino
violenza: e nella totale concussione
il pavimento a mattonelle era bagnato
e del tutto assente era il più indiziato
il tagliente e la breve acuità
nuda e indifesa contro il balenare
bocca, e vedeva quegli occhi, non più
ferocia delle cose ... le si rivelava
de cucina: diluito, da parer quello
gocciolà per terra: come sezioni
Quelle gocce, orribili, davano segno
al gelo e al lavacro: al gelo che
i mobili: undici fra cassetti e sportelli,
quelo strigne li diaframmi, quer mettese
già nella persona. Come il risolversi
nella caduta improvvisa dei rapporti,
un'“audacissima” rapina, a opera
d' una introduzione dionisiaca. Con
d' emissione del biglietto: nonché
d' interrogare il bigliettaio emittente,
d' aver visto un giovanotto in tuta,
d' ogni più roco piroscafo. Ereno i
d' Italia, già principiavano
d' altare, tutte le Magde, le
d' Italia: in vel bianco, redimite di
d' Italia. Giornalisti itecaquani lo
d' Italia.” La mattina dopo er
d' una qualche macchina. “Sor
d' annà a Genova. Salutalla a
d' un sudore improvviso. Come un
d' accordo p'er dicissette, ma
d' un pallore da clorosi: quelle due
d' una voluttà il cui ardore, il cui
d' una ondulazione chiara di lattuga:
d' uno sfigurato manichino. Tese,
d' un rosso nero, da Faiti o da
d' un biondo lucido. La solcatura
d' esse a Ostia d'estate, o ar Forte
d' estate, o ar Forte de marmo de
d' oggiggiorno. Ingravallo, a capo
d' averlo pure accennato, che mi
d' oro giallo, con uno stupendo
d' Ingravallo che seconno lei
d' alcune commissioni da parte
d' agenti: col maresciallo Valiani
d' un giornale che ce l'aveva fatta,
d' un po' de papabbraschi che je
d' in pizzo a le quale, invece, je
d' un Apollo: de quelli che ce so'
d' antro nun po èsse tanto a corto.
d' Albano: la rubiconda indulgenza
d' Astrakàn. Giuliano, ora, nel
d' aver sottomano ben altro.
d' affari, che nun cià tempo de
d' oro, o si nun ce l'aveva pe
d' ogni verisimile. Là, propio, dove
d' acqua. Un coltello
d' aver potuto lavorare a quel
d' una lama. In lei uno sgomento.
d' una lama: che la destra aveva
d' uomo, sulla piaga: ch'era ancora
d' un subito ... brevi anni! Ma lo
d' una rana: e molte gocce
d' asteroidi. Quelle gocce, orribili,
d' un itinerario evidente: dal
d' ogni memoria ci assolve. Molte
d' armadi e de credenze, non li
d' accordo sottovoce pe vedé de
d' una unità che non ce la fa più
d' ogni rapporto con la realtà
d' un malvivente molto bene
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” Con quell'irreperibile guaglione
con chella trombetta 'e cartone fessa
da uno spregio simile, erano le porte
del ducentodiciannove imbottito
belli ... che pe un pizzico ar mandolino
e de tutt'Italia insieme, er concetto
scappati via pe sempre da la terra
cocaina, vetriolo, veleno de tossico
una donna, che ve pare? la divina terra
s'aricordava più che robba fusse. Relitti
in quegli anni, il vecchio coltello
vecchio coltello d'ogni maramalduccio e
Ciccio strizzando i denti: erano quelli
da quel suo faccione rubizzo: parlava
È questo un sintomo ... irrefutabile? ...
La storia di quella carezza gli sapeva
occhio orecchio e naso, al servizio
ponghiamo, de via Capo
I E la malinconia
a San Michele in Bosco: uno scontro
dunque, era molto ricca. Figlia
cuggino, la sua tecnica era quella
la sua tecnica era quella d' 'o svagato:
Barbezzi-Gallo, designato per comando
per comando d'armata a riposo:
du pantofole: che pareveno du zamponi
cui la sora Manuela, nei pochi momenti
come un bolide dalla pista di lancio
scalini. Cor fiato che odorava
passà pure Napoleone co l'armata
mazzetto di stecchi rilegati strinti
e fattesi verbo e vento, cospirarono
cospirarono d'impeto in quella tromba
a baciare il culo alle nuvole, struggitrice
essere che si suol chiamare la patria:
tripotente camorra, gli uffici eminenti
del neo-impero in cottura. Chi è certo
genio, e faro alle genti, non sospetta
I
I D'un depositario, o
che si fa? Me la saluta l'economia
delle grandi occasioni: quando il sopore
delle più bischere. Olio! Ne avivene,
I Dopo ventidue ore
co la cravatta allentata: con l'aria
avevano tenuto fede al telegramma,
della moglie ivi accorsi per invito
la gola: con bianche bende: come
distesa nella morte: il capo ravvolto
nun fu bono a trovà le chiave:
tinto a fuoco, pulito pulito, che andava
bottone: non si capì di dove. Il perito
che zi' Elvira, deluse dalla delusione
de la Madonna? de tutto quer negozio
d' 'o pizzicarolo come
d' 'o commendatore dell'Economia,
d' Inferno che le avevano dovuto
d' oro non potesse uscirgli fora il
d' una serva a piazza Vittorio,
d' una maggiore austerità civile, si
d' Ausonia, come un brutto
d' arsenico per acchiappà li sorci,
d' Ausonia manco s'aricordava più
d' un'epoca andata al nulla, con le
d' ogni maramalduccio e d'ogni
d' ogni guappo 'e malu culori, “ o
d' un bull-dog: e la cucina all'aglio
d' una cugina. “Le donne, se sa,
d' innocenza: per lo meno di
d' invenzione. Una carezza a una
d' un po' de sale in zucca aiutato
d' Africa o de via Frangipani, e fin
d' un giovanotto come quello ...
d' automobbili in der venì a Roma
d' un pescecane. E va buò. Lui, 'o
d' 'o svagato: d' 'o bel giovane.
d' 'o bel giovane. Che ne ha o ne
d' armata a riposo: d'anni? bah! da
d' anni? bah! da Casalpusterlengo.
d' elefante. Un gentiluomo. A cui
d' agio che il portierato le offriva,
d' una portaerei. Co quele quattro
d' anice. Un venticello! Scegneva,
d' Italia, davanti la guardiola, che
d' attorno il fusto della scure, non
d' impeto in quella tromba d'aria e
d' aria e di polvere che levò se
d' ogni separazione dei poteri e del
d' una distinzione dei “tre
d' un ufficiale portaordini
d' aver ragione a forza, nemmeno
d' essere moccolo male moribondo,
D' un depositario, o d'un
d' un commissario, della rinnovata
d' esercizio? Me lo saluta
d' ufficio lo coronava di un'amenza
d' uoglie, la gente, in terra di
d' inquietudine generale il Balducci
d' aver dormito, nel disagio e sopra
d' altronde impreciso. Ma
d' Ingravallo, vestiti chi de nero e
d' una carmelitana distesa nella
d' una specie de cuffia da
d' altre chiavi ritrovate a caso,
d' accordo co la libreria di legno
d' armi discese con una cassetta da
d' un attimo. Lilianuccia, che?
d' orefice che teneva sotto chiave?
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lassà un ricordo, senza una parola
lel gentesI , al dirompere
buraccione in commerci! Nun s'azzardi
vita!” Esiste una drammatica regione
gli alibi da lui prodotti (ufficio, fattorini
fino alle 9.20, non oltre. Diceva
Due o tre volte arrossì, come
pupa Felicetti, messagli davanti, negò
rinnovate domande, poi da esortazioni
il naso, plaf, plaf - alla magnificazione
e furente a freddo sopra una mascella
a distendere) nella inane fattispecie
di sicurezza”, la veridica ammissione
o sette diti (ore, amore) all'indirizzo
con lo sminuzzolarsi nelle sofisticherie
nelle sofisticherie d'un particolar genere
o col rompere a disgustose crudezze,
tra il Balducci e la moglie: stati
disse, che lui doveveno mettelo fora
d'ogni dubbio, fusse pure un'ombra
di rappresentante, nel ramo stoffe,
“Cambiali de commercio, nel mio giro
pianto in gola pure lui: come un livello
di Liliana, precisamente. Un colpo
già da qualche anno: relazioni
nun ce l'ha? A Liliana poco je piaceva
intorno. Co quell'idea fissa, oramai,
e il dottor Fumi non li perdevano
inquieto, a tratti: come al ricorrere
povera Balducci rendeva erede il marito
“dacché l'imperscrutabile volere
non ha creduto concedermi la gioia
” Aveva raccolto mammole a Villa
marzo a Villa Gregoriana, un po' prima
Venere Brodolona palmo a palmo di fil
palmo a palmo di fil d'erba in fil
uno strano groppo, all'ombra
de Tivoli: una specie de schiena, in
nei toni cupi della perorazione e
a titolo di sacro deposito: e la catena
in oro”, e infine qualche ghiandolina
nella vita e nella morte al perdono
l'aria don Corpi, con un Crocefisso
con un Crocefisso d'avorio co la croce
senza giungere a tanto, dava a divedere
coi magi ... con quella raggera di fili
stessa della corteccia, int' 'o cervello
un apprendimento, e in un rifacimento,
l'avvucate 'e lusso, o da chillo fetente
la induce a soavemente farfallare
lor buia caverna. La carità educatrice,
prete ma non il veggio, quel mucchietto
dentro, ner primo cassetto, un anello
da uomo con brillante: e una catena
d' addio! Un'idea così, povere zie!
d' una tensione demoniaca di che
d' accusà Giuliano, verga
d' ogni rancura, dalla milza e dal
d' ufficio) si palesarono validi fino
d' essere andato in giro per la
d' una bugia. Aveva messo avanti
d' avello incontrato pe le scale:
d' ogni genere, chinò il volto in
d' una propria attività
d' asino: conducendosi per tal modo
d' un mito punitivo la sudicia
d' aver istuprato certe bimbe.
d' una finestra del quinto (ch'era,
d' un particolar genere
d' inquisizione, o col rompere a
d' un'indagine delle più crude. I
d' animo. Rivenne a galla tutta
d' ogni dubbio, fusse pure
d' un minuto. “Io? Lilianuccia mia?
d' alcune produttrici del nord. La
d' affari: quelle ... Senza cambiali
d' acqua, che alza in un pozzo. Il
d' occhio, nel commercio! “Che
d' affari. E allora ... Lei, figlia unica
d' avé gente intorno. Co quell'idea
d' adottà una regazza, pe forza! ... E
d' occhio un momento. Nessuna
d' una ventata di paura. Le loro
d' una minor parte della sua
d' Iddio non ha creduto concedermi
d' esser madre”. Il Balducci non
d' Este o qualche pratellina di
d' arrivare alla cascata.I Un
d' erba in fil d'erba, more
d' erba, more deutonico, tutt'a un
d' un gran cespo di lauri, der più
d' una specie de giacca de
d' una calma apparente, ma foriera
d' oro da orologio con ciondolo in
d' onice o pallina di lapislazuli,
d' Iddio”. Non aveva dimenticato
d' avorio co la croce d'ebano,
d' ebano, “perché mi assista delle
d' essere persuaso pure lui. La
d' oro sotto al Bambino ... paglia
d' 'a femmena, si manifesta in un
d' 'o ragionamento dell'elemento
d' 'o balcone 'e palazzo Chigge.
d' attorno al perno del coniugio:
d' anno in anno, ha surrogato la
d' ossa de zi' Romilda: la vedova
d' oro da uomo con brillante: e
d' oro da orologgio, assai greve,
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e dall'altro in un'asticciuola
pace orolegata e tenuta da una staffa
un bellissimo diaspro, con tegumento
diaspro, con tegumento d'una lastrina
a certi nobili tagli, o canti, o spicchi
o ne' riquadri marmo dell'Andrea
Castagno a parete: con esigue venuzze
Sul verso, liscia, esatta, la piastrina
a Liliana la proprietà della catena
trippe del Peppe! Presenza testimoniale
daveno riscontro ai du quarti de luna
la liceità di un fatto, di un sentimento
de gallinacci che fa la rota. Ce piace
belli, senza nemmeno la speranza ...
bianca, vivida e appena tracciata
tolto: quello che Ingravallo ricordò
ar ritratto, sa? quello ovale, in cornice
ovale, in cornice d'oro co le foglie
co le foglie d'edera, sa?” “Foglie
di sposare hai da mette casa: al lido
gnente, vojo dì quer buggerone
E avrebbe potuto essere una scena
potuto essere una scena d'amore! No,
sì, Ceccherelli, aricòrdete, poco prima
non doveva. Ma capiva, poco a poco,
verità. “E come spiegate la scomparsa
le avete tagliato la gola?” La faccia
furente. I due occhi erano quelli
attaccarmela anzi lui stesso, alla catena
un quarche documento, diceva: la carta
dividere? di dover spartire la catena
poveri? come Amedeo II 'o collare
No, no!” fece l'incriminato, con voce
si può scancellare dalla notte il baleno
dalla notte il baleno d'un'idea:
lì(che gli stava avanti), le catene
d'oro dei morti ... bambini, dalle catene
signora gli aveva fatto vede un anello
ste superstizzione de la gente: che pare
sul castone: e con una laminetta
che so' stati ner portafojo a fisarmonica
so' arrivati propio jeri da la Banca
verso la mezza, fu tirato a “occuparsi
“uscire un momento”. In verità, “
o de loggione der teatro Jovinelli: tra
Jovinelli: tra d'ascelle e de piedi, e
perorare, da un vivido volger
certo, “sotto tutti gli aspetti”: ma
I Guardava le ragazze, ricambiava
palesarsi indi il graduale esasperarsi
alle serve, de faje la dote pe forza,
Ciccio, tutta quela storia, gli pareva
e zi' Elvira in gramaglie, e un paro
e nei prativi della Marsica, lo stelo
d' oro, cilindrica, infilabile in
d' oro, sì da poter altalenare e anzi
d' una lastrina d'oro, de dietro, a
d' oro, de dietro, a rivoltallo fra li
d' arco, da signoria secreta in
d' i Castagno a parete: con esigue
d' un cinabro vermiglione come
d' oro chiaro. Tutte ste novità in
d' oro, a norma del testamento
d' una luce invisibile, era figlio,
d' oro che ciaveva agli orecchi: che
d' altra persona, che tuttavia lo
d' annà a passeggio ar Corso. “Ma
d' un frutto dell'amore ... era, pe
d' azzurro, le flessibili vene
d' avergli veduto sul dito dai
d' oro co le foglie d'edera, sa?” “
d' edera, sa?” “Foglie d'edera?” “
d' edera?” “Sì, verdi verdi, ner
d' Albaro? Co li genovesi poco ce
d' un ciondolo portascarogna.
d' amore! No, d'amore no, a
d' amore no, a nessun patto!”
d' arrivà in Lucina, dove ce sta la
d' essere strascinato a credere
d' 'o cuofeno 'e fierro? e dei due
d' Ingravallo, ormai, era bianca:
d' un nemico. “Tagliato la gola?
d' oro del nonno,” la designò col
d' identità. Si scusò. Ma poi gli
d' oro ... coi poveri? come Amedeo
d' 'a 'Nunziata?” “Vittorio
d' implorazione. “Fu lei, poverina!
d' un'idea: d'un'idea un poco sporca,
d' un'idea un poco sporca, poi ... Non
d' oro dei morti ... bambini, dalle
d' oro, non ne vien fuori di sicuro
d' oro a la cavaliera, massiccio, oro
d' esse in der medioevo, quasi
d' oro sul rovescio, a celare la
d' un pecoraro de Passo Fortuna o
d' Italia: appena sputati fora dar
d' altro”, preferì “uscire un
d' altre pratiche” non ne
d' ascelle e de piedi, e d'altri effluvi
d' altri effluvi ed olezzi più o meno
d' occhi, da una traente maieutica
d' un bebè in viaggio, che! neanche
d' un lampo, come una profonda
d' un delirio di solitudine: “raro
d' incoraggià ar matrimonio chi
d' avella saputa già da un pezzo.
d' altre zie, de li Banchi Vecchi,
d' un fiore: premute lungamente a
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a poi esplodere in der soave profumo
stanza numero quattro), agli orecchi
agli orecchi d'ogni brigadiere e
come fiamma che dilati ne le stoppie,
pensà che a Roma, e de giorno, in
don Lorenzo, come un boxer al fianco
caso e la definitiva stesura “dicimmo,
di giorno in giorno un bambino,
vera dell'animo, con tutta la sincerità
pare, fa' come credi”, ogni vorta, pur
esitazione, aprì dunque la scarsella
da innamorare tutte le Marie Barbigie
de Torino, de quele candele toste
e quarche goccia, tre vorte ar giorno,
con tre diti il ciondolino de la catena
e nella premeditazione sistematizzata
per mute attese: dandole un avvio
bene) i primi passi al primo barcollare
il ciuccio per un attimo, ih! dai fastigi
pieghe orogenetiche verso il culmine
“Mejo nun parlanne!” aveva l'aria
all'artri: pettine e contropettine: quasi
le noci, in quella fossetta nera
non più di tutto il rimanente
diavola de corallo dentro de quela pelle
don Lorenzo j'aveveno dato la sicurezza
con quei denti bianchi a triangolo come
tanto sì da faje pijà una boccata
si limitò a mugliare, mettendo un par
nun posso dì gnente,” sentenziò, “
a la prima. Un giorno, in un accesso
tiralla in chiesa, “de faje dì un po'
de San Giovanni, all'ufficio? co la voce
per tale Retalli Enea detto Luiginio
Sgranfia. Il quale, protetto dalle ombre
d'una specie di stufone spento, finiva
di masticare alla svelta gli ultimi relitti
tutt'e tre da quer po' po' de travicello
minestra, ma di già rorido nei succhi
ora, a traverso la membrana di pelle
e dello spirito di corpo: un flusso
ad Ariccia. Intanto il Retalli Enea
del servizio! Dei lavori in corso!
sospetto de cavalleria dentro, per colmo
già cotto slavato, epurato in autoclave
a tu per tu con certe capocce toste,
faccia del Cacco. “'N miezz'a 'o teatro
piccina, la Luciana, con poche parole
San Giovanni: la sera primma
dunque). Aveva oltraggiato gli agenti
“a sensi 'e chella circolare speci-ale
speci-ale d' 'o ministero de l'interni,
I Un furto
a la bancarella di quest'ultima, e
d' 'a corolla; che la su' corolla de
d' ogni brigadiere e d'ogni ladro,
d' ogni ladro, non appena mettesse
d' ottobre: senz'approdare a
d' un medesimo palazzo, fossero
d' una giraffa, addobbata pe la
d' 'o referto psicologico”.
d' anno in anno: da chi poi? un
d' una speranza: risorgente a ogni
d' avé un po' de pace in famija,
d' una ... caritatevole prudenza.
d' Italia: co in coppa a 'a capa 'o
d' allora: che doveva avella presa
d' acqua antisterica de Santa Maria
d' oro, sul panciotto. Spianò dopo
d' ogni proprio gesto o sorriso o
d' induzione, come lo statore
d' un parvolo: incanalandolo però
d' oro, a vespero, o di rubino, e
d' una montagna a cono: de quelli
d' implorare dal dottor Fumi.
d' un apostolo de travertino, de
d' 'a sottana: in dove scegneveno
d' altronde, priapavano fuori da la
d' avorio, i suoi occhi! davvero
d' esser nel giusto, a crede che pe
d' uno squalo, come dovesse
d' aria puro a lui, pover'omo, e
d' occhi malinconichi, da paré un
d' una persona che non conosco.
d' amor filiale, davvero je mozzicò
d' orazzione bone, più orazzione
d' omo? che solo er diavolo poteva
d' anni 19, di Anchise e di
d' una specie di stufone spento,
d' introdursi in bocca e di
d' una pagnottella imbottita, al
d' uno sfilatino doppio, ch'era na
d' un'anticipata gratitudine, e non
d' asino della diffidenza reciproca,
d' informazioni bisenso, una partita
d' anni diciannove, di Anchise e di
D' 'o passaggio di gestione! La
d' angoscia, aveva subappaltato
d' ogni eventuale quadrupede, n'era
d' argomenti non del tutto
d' operazione,” soggiunse Fumi,
d' accompagno. Poche, ma buone.
d' 'o delitto: fermata per
d' 'a forza pubblica titolando l'un
d' 'o ministero de l'interni, d' 'o
d' 'o quattordici febbraio, vuje 'o
d' un par de scarpe scompagnate a
d' un pollo pure, lì vicino, a l'artra
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non saper nulla del volatile, anzitutto:
una lavorante sarta, per quanto priva
priva d'occupazione pel momento: e
dopo le Frattocchie. “E poi?” Poi,
Ee ... per quanto tempo? Ah, per più
sotto? Ah, ce teneva una damiggiana
lui, éejvtàer, di lasciar correre un po'
e si contentò, ne' momenti critici,
momenti critici, d'una alzata di spalle e
l'altro dice nero. Cani e gatti van più
certe monache ritenute spagnole) come
come d'un inoppugnabile incarico,
tutti quei maschi di poca cena il nome
il nome d'una felicità tuttavia possibile;
felicità tuttavia possibile; d'una gioia,
possibile; d'una gioia, d'una speranza,
di che la bocca, viscida e salivosa,
sotto, come du vesciche sierose, pieni
battere allora sul duro, come il vampo
come di maga antica in sacerdozio
impirica de guarì la sciatica per segreto
nel ramo esorcismi, aperture o rotture
di rara competenza, dopo la liberazione
e di quasi tutti i filtri e le polverine
tutti i filtri e le polverine d'amore
compenso, un quanto cioè un tanto
di meglio, a' quegli anni, se non
se non d'appoggiarsi a un qualcuno,
i giorni e i casi parevano orbitare
il loro lungo studio a' credenti, cavar
cavar d'ogni consulto la sua liruccia,
del miracolo un incremento alla fede,
più segreto suffumigio l'aurora boreale
tavolino, e l'onorato agucchiare de più
agucchiare de più d'una decina
più rimoverli dall'opinione) vedova,
dall'opinione) vedova, d'anno in anno,
congedo: di cui però a poco a poco,
o sala seminterrata, era provveduta
era provveduta d'un orinale: e, più,
nulla, sto coglione, e aveva tegumento
Er pollice l'aveva infilato ner buco
punta de piedi, muso a punta, sti fiji
Ma quela manna doveveno contentasse
l'olfatto: fiutavano l'Idea, la presenza
a na catena: e una bella pila, in
alle ruine del tempo. Un punto
li sifoni de gomma), cacio e fave,
co du occhi! E pecorino, in
veduta ghitarra pizzicata dalla falange
sedute del pari al lavoro: un lavoro
si posavano attediati sopra l'indifferenza
il calcio del moschetto, il pistolone
li carabinieri! Immusoniti, come
d' essere una lavorante sarta, per
d' occupazione pel momento: e
d' aver già lavorato come
d' essersi ridotta a Roma: a cercà
d' un anno! Ee... che cosa faceva la
d' olio! Ah, er pecorino pure! Ah,
d' acqua fresca, da un così
d' una alzata di spalle e d'una
d' una scrollatina del capo: “storie!
d' accordo. La Ines Cionini aveva
d' un inoppugnabile incarico, d'una
d' una soma greve, eterna:
d' una felicità tuttavia possibile;
d' una gioia, d'una speranza, d'una
d' una speranza, d'una verità
d' una verità superordinata alle
d' un rosso acceso come da febbre,
d' una stordita e un po'
d' un malefizio alla versiera sulla
d' abominevoli sortilegi e di
d' erbe, indovina chiromante e
d' incantagione, sbratto del
d' Italia dall'incùbo dell'idra
d' amore d'ambo i segni, cioè
d' ambo i segni, cioè positivo e
d' energia cinetica a' dubbiosi, a'
d' appoggiarsi a un qualcuno,
d' attaccarsi a un qualche cosa, che
d' attorno a lei, sorgere e vanire
d' ogni consulto la sua liruccia,
d' ogni dilazione del miracolo un
d' ogni più segreto suffumigio
d' un improbabile richiamato a
d' una decina d'anni, le sue pupe
d' anni, le sue pupe a cerchio,
d' anno in anno, d'una quindicina
d' una quindicina di ex-capitani di
d' autunno in autunno, s'erano fatte
d' un orinale: e, più, d'un lettuccio
d' un lettuccio: che però
d' una “coperta da letto”
d' una tavoletta e coll'artre dita de
d' una bona donna! co certi baffi!
d' annasalla appena, senza poterla
d' una Forma invisibile. Forma de
d' un cantone, in mezzo a certi
d' incontro dei vitali compossibili:
d' aprile, il nipotino del duce dei
d' un credenzone, e li fiaschi
d' uno spetro. Lei, dopo aver
d' ago, o di maglia. A capo chino,
d' un obietto qual si fosse, un
d' ordinanza dell'appuntato, o un
d' obbligo, ma nun finiveno più de
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le gencive, aridi o viscidi: che sguerniti
oggimai la soglia, la libera anticamera
“alto là!” della padrona di casa
non meno che a dodici milioni
civiltà. Altra voce maschia, e
pastosissima ed estremamente soave
e viceversa: per conturbanti alternazioni
a un dubbio di cigolio lontano
con una guardata, con un risolino
”: gli facevano omaggio spontaneo
spontaneo d'interi mazzi di grimaldelli,
bande rosse, ai calzoni, da quei galloni
da quel V.°E. nella granata
si rivoltava a scatto, piantava il par
nell'ellisse gravitatoria di quel nucleo
quand'ella spenge, invece, su le ruine
di tenebroso velluto, nel suo nido
nel suo nido d'ombre e di sasso. Arazzi
a tracolla, col V.°E. nella granata
Infilavaf au ralentiI la mala curva
ralentiI la mala curva d'aa stazione
lungamente canticchiando e assaporando
der pidocchietto: in compagnia
eloquenti nel sonno: e in presenza
un tipo autorevole difatti, tesoriere
povero don Ciccio!, amoroso bersaglio
bah! “Ma solo pe chelli scocciatori
carabinieri di Marino. “Sti lanternoni
potesse ostare all'introito
che le tegumentò alfine, un colpo
gli astanti avventori. Una torpediniera
Una torpediniera d'alto mare, una cosa
quello, du occhioni tonni tonni, coll'aria
ammise la Ines, le aveva parlato
di simile. Il tortuoso rigirio di propositi
non era, non poteva essere er Tempio
morto, l'antra settimana ... cioè der zio
mio, che bisogno potete avé
del dottor Fumi ebbe la inderogabilità
ccuntà ... quacche cosa: quacche cosa
paura e di sospetto e ammissioni piene
alla gioia, quasi. Della parola
de' due principali inquisitori, “c'è più
e, nell'altra mano, la fotografia
dire l'uggia e la fatica, e la voja
quei bisbigli, come altrettante gocce
dell'ora che ne è la somma. Le pareva
sprovveduta, avanti a chi ha facoltà
richiamata, col suo sguardo di raggi
lei, ar Zignore, che aveva avuto er core
che quello strappato e scolorato avanzo
finì pe dì, già, ch'era capace puro
della pelle, alla spalla. “Adesso cià
parole: “n'americana brutta, cià
d' ogni taglio dell'antico avorio,
d' ogni amorosa magia. Di cui la
d' Ingravallo. No, no, no, in casa
d' italiani la capa, anzi: ch'era, la
d' escogitazione baritonale pur essa,
d' un grammofono nei momenti in
d' impasto: dal duca di Mantova in
d' un cancello: di scassinare usci
d' intesa, quello che vuol
d' interi mazzi di grimaldelli,
d' interi assortimenti di piè-di-porco.
d' argento alla manica: da quella
d' argento, sul berretto: da quella
d' occhi in faccia a tutti e ad
d' energia così felicemente
d' ogni torre, i due gialli cerchi del
d' ombre e di sasso. Arazzi
d' edera vi schermano il giorno.
d' argento, sul berretto.I
d' aa stazione d'aa Cecchina:
d' aa Cecchina: spengeva solo, poi
d' anima - così come si rimastica
d' altre nereidi pescate ad oceano
d' un càntaro muto, incoperchiato,
d' escrementi. Riportava l'animo a
d' alcuni “ma che cos'ha stasera
d' aa politica”, cioè della squadra
d' 'o tteate 'e Pulcinella.”I
d' una replica dello sfilatino-scarpa
d' occhio a collaudo, a congedo,
d' alto mare, una cosa d'eccezione.
d' eccezione. A vedella de fòri ...
d' avé capito. Alle dieci e mezza
d' un'amica, ch'era stata a Roma a
d' una contadinella che mente.
d' Agrippa, dove i segugi s'erano
d' un amico suo, che j'era morto er
d' un regazzo? Lui nun ha fatto
d' una richiesta di documenti, di
d' interessante. Pecciò l'avimmo a
d' una cautela tardiva, si animò
d' Ingravallo si risentì: “Quanto ar
d' uno che vorebbe aveccelo, quer
d' un giovane stentatamente firmata
d' annà a dormì, ch'era ora: “uno
d' un raro giusquiamo: e il moto
d' esser nuda, sprovveduta, avanti a
d' inquisire la nudità della
d' oro nella sera, dal finestrone
d' arisponneje? “Io vado cor mi'
d' un indumento di povera. Ma gli
d' annà co certe racchie, purché ...
d' avé un'ingresa,” affermò
d' avé, io che ne so? Ma nun è
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ddà n'occhiata pure vuie ... a sto guaio
ad ostensorio. “E la fotografia
la mano sul cuore, con patetica enfasi:
d' 'o guaglione bello, la fotografia
“Va buono, va buono, Ingravallo!
va buono, Ingravallo! D' 'o Lanciani,
occhiello: “'O cchiù gran transatlantico
svolan fuori a frotte, difatti da 'a panza
spargono sul Beverello: fra bauli, agenti
Travels recanti scritta sul berretto a fil
di servigi e indirizzi, e inventori
che non occorrono, faccendieri, curiosi
il mignolo, “galline che ffanno ll'ove
penzano che veneno a vedé 'e quadre
de' padri, delle madri. “'A cappella
'E stanze 'e Raffaello! L'affreschi
aggiunse decoro al nome: quasi
potesse neppure sfiorare. “'O ritratto
ai Frari, i cinque cherubini scarlatti
a ci-ento a ci-ento, come 'e peccerelle
verticale 'n miezz'a fronte: “A Ccortina
a fronte: “A Ccortina d'Ampiezzo!” “
“D'Ampezzo,” brontolò Ingravallo. “
brontolò Ingravallo. “D'Ampezzo,
Sardegna (ringhiando) come da fiale
a esercitare l'arte sua, ch'era quella
parlava allora, a Diomede, col rotolio
rotolio d'occhi e il galoppar di labbri
nell'arte: sature, il sottil muso,
di provvida esperienza, e la schiena
degli zecchini, dei dobloni: o l'elisir
Me sa che je dicesse quarche cosa
con molta probabilità di azzeccare,
tra i vepri e le stoppie, a sol
gli odori, da fiale ... Una lamella
ma presagito e sognato (con profumi
stretti a cerchio attorno al batticuore
bettoliera sarta e tintora, smacchiatrice
che mai necessario. Un valore incurante
meglio, o il peggio, del proprio spirito
Sì, era chiaro, omai, lo spirito
deve andare per il suo verso, che prima
troppo perzuaso, per quanto creatura
per quanto creatura d'eccezione,
manco male. Venuto a Roma a lavorà
chi è che ciavrebbe più la fantasia
zic, a pollice rovescio, il parruccone
“Da Piccarozzi, sotto 'a Galleria. Prima
Galleria. Prima d'annà a pranzo, prima
magari co no sfilatino. È puro capace
puro capace d'attaccasse a la cannella
a la cannella d'aa funtana: un'ingozzata
nun cià da faticà troppo a dajela a
l'esami l'ha fatti, e je manca solo
d' 'a americana.” Don Ciccio
d' 'o guaglione fotografata accà”:
d' 'o guaglione bello, la fotografia
d' 'o ... 'o Diomede Luci-ani ...”
D' 'o Lanciani, d' 'o Lanci-ere.”
d' 'o Lanci-ere.” Poi, rivolto
d' 'a Cauns Làine!” Ne svolan
d' 'o Conte, come tante gallinelle
d' alberghi e della Cook's Travels
d' oro, e facchini, e attendenti a
d' occorrenze che non occorrono,
d' ogni qualità, donne.I “Mah ...”
d' oro! quanno 'e ffanno. 'O pate, 'a
d' 'o Museo, a studià com'è
d' 'o Beato Angelico! 'E stanze 'e
d' 'o Pinturicchio!” Sospirò.
d' un tipo con le carte in regola,
d' 'a Madonna spaccato! co chilli
d' una delle sei madonne in trono
d' 'o collegio. Ci-ento a 'o Museo,
d' Ampiezzo!” “D'Ampezzo,”
D' Ampezzo,” brontolò Ingravallo.
D' Ampezzo, d'Ampezzo: e vva
d' Ampezzo: e vva buono,
d' un iperofficiante elisire. Gli
d' ammammolare i giovanotti.
d' occhi e il galoppar di labbri d'un
d' un ministro degli esteri di
d' iniziative sottili: la coda di
d' indimenticabili stangate. Nella
d' amore dell'amore di ritorno. Un
d' importante. Svergognata! a l'età
d' una filza di suggerimenti, o
d' agosto. “Ogni vesticciola,”
d' oro, da tanta luce nella notte,
d' aglio nell'alito) dal cuore, a sera.
d' una starna, tra birri grossi e
d' abiti militari e civili.I Sì,
d' ogni repulsa di contingenze
d' iniziativa. Sì, era chiaro, omai, lo
d' iniziativa ... glie lo aveva
d' essere il "suo verso" è il mio,
d' eccezione, d'aritrovasse de petto
d' aritrovasse de petto un
d' elettricista, la Ines riferì, aveva
d' arrampicasse fino in cima a na
d' agnus nero. “Aveva lavorato a
d' annà a pranzo, prima d'annà.
d' annà.” Ma questo lo disse con
d' attaccasse a la cannella d'aa
d' aa funtana: un'ingozzata d'acqua
d' acqua Marcia a la Scrofa, o a la
d' intenne. Scusi, mi dire Villa
d' annà a pijà la licenza a via
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lire. Una vorta che ciaveva prescia
rivisto, quer fojo da cento. È la moje
pentirai, cocca mia bella! Co quell'occhi
ragazza non avvertì la domanda. “Lui,
all'ingiro, mesti, quasi a dimandar
Un regazzo sverto, com'er fratello:
del pattuglione, più che ogni sagacia
Al Pestalozzi venne deferita copia
rotondi appunto come delle o: ulceri
come delle o: ulceri d'una esattezza e
da cui abbiamo l'onore e il piacere
foglio, vi lasciò cader gli occhi)
come di brutti mosconi allorché
se non sicuramente, grattata:
beneficiario del trapasso di proprietà,
adepta: e quella sfrecciata così rorida
ragazze, ogni volta, e anche la Zamira
aveva dato oscillante preavviso
per effettuare il laborioso pagamento
del torace, di apprezzare lo stato
orgoglio, e di inscriverlo, codesto stato
degli atti in un elegante apparato
vice-sindaco per la solitudine antelucana
sul viso, l'alito gratuito e omai cadente
I Quarche tuono, rrròoo, fijo
porta San Paolo: una prossimità chiara
pere, delle nespole, anche il maturare
ma interno alla carta e ai relativi bolli,
carta e ai relativi bolli, d'incubazione e
vien fulgurato a destino. In più
esercitato fin là, fino all'Olio: e che
giallo giallo, che ingrossava, ingrandiva
sul pantografo, lucanocervo saturato
e subito ignudàtesi della lor veste
obesi nell'alitare e nello smorire
a mano a mano fino al ritmo trocàico
di spaurite mamillone facevan le viste
tra le gambe come la nera fólgore
come la nera fólgore d'ogni solletico e
I Schegge
in ogni direzione in ogni canto, dimesso
acuminata polpetta. Molte, smemoratesi
d'essere ignude, avevano fatto il gesto
torpida benignità della notte: zuppi
si vede il bianco di sotto a l'iridi come
stille azzurrine: opalescenti perle
fetente salutato salvatore
ha viceversa la rapidità diaframmante
splendido: un punto di fuoco,
l'usciolo a vetri opachi o colorati
dalla caserma e dal borgo, il muriccio
dal borgo, il muriccio d'un orto, o
d'un orto, o d'una vigna, o
santi, arguì dai dati, cioè vestiti
d' annà, nun m'aricordo in che
d' un grugno aripezzato, che dice
d' arpia! Lui me fece toccà un
d' artra parte, se po capì. Un
d' aiuto i coinquirenti signori. Il
d' un artro genere, però: tra 'r
d' arte o capillotomica dialessi.I
d' un elenco, dattiloscritto, di
d' una esattezza e d'una
d' una deliberatezza operative non
d' esser ministrati delle carte e dei
d' un altro elenco, più cupamente
d' un subito abbia preso ad aulire
d' onde l'urgenza, per il
d' averla recata a Zamira a
d' intelligenza gli era stata più che
d' altronde, s'erano smarrite in una
d' un cliente: e questo era apparso:
d' una “bibita”. Quel suo digitar
d' animo del dissetato, pace,
d' animo, all'attivo del patrimonio
d' autorità. Poche parole al
d' una strada donde rovaio
d' una strapazzata di scirocco. Di
d' una pignatta! ebbe er grugno
d' infiniti penzieri e palazzi, che la
d' una pratica s'insignisce di quella
d' incubazione e d'ammollimento
d' ammollimento romano.
d' un caso ci arriva insieme l'Olio
d' allora in poi, de jure decreto, si
d' attimo in attimo fino ad essere
d' elettrico. Fintantoché avvedutosi
d' alghe e di spuma fra l'andirivieni
d' ogni mèlode, la maga dalla
d' unae estampida,I ove il
d' aborrire un branco di satiri, di
d' ogni solletico e d'ogni nero
d' ogni nero evenire, il topaccio
d' un cuore esploso, erano
d' un subito, alla sola vista di
d' essere ignude, avevano fatto il
d' abbassar la gonna ai ginocchi, a
d' uno shampo dii white labelI
d' una Teresa riposseduta dal
d' un contrabbandato Pernod.
d' Italia, onnipotente nel praticare
d' uno scatto di Leika, si misura
d' in vetta al crinale degli Ernici o
d' una botteguccia, il cui limitare
d' un orto, o d'una vigna, o d'
d' una vigna, o d'un qualche cosa
d' un qualche cosa di simile: da
d' una lor vesta che non era i
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I due destri, enormi, gli erano venuti
investiti dal disotto. Il raglio lontano
alluci, sono ingredienti primi e ineffabili
è guscio né buccia né di castagna né
dalla gotta o dalla costrizione abituale
di connotato artigianesco: più
artigianesco: più d'un alluce di più
enfiando il pennello, in vent'anni
il pennello, in vent'anni d'iniziazione e
di barbifluente maestrato. Polluti
Plàf, plàf. Anche del pittor Zeusi,
un monte, di bella spuma, alla bocca
indurava al computo il naso: titolava
la capa, dapprima, e poi tutto il collo
ne vaporava a loro con l'alito, quale
loro con l'alito, quale d'un geco o
insolente. Il manico di quella sudicia
voi, Zamira, che ciavete il diploma
lo sguardo: appeso come un diploma
un diploma d'ingegnere nello studio
se po dì. Chi è, ar giorno
sorella, povera cocca, je capiterà, no,
gl'incisivi. La lingua rattratta, ora, come
er mese scorso ...” “Che mese scorso
fantasticavano, altri favoleggiavano e più
la richiami a bordo e tuttavia gala
in tratto: una mucida, una verde alga
Dopo aver esperito in qua in là più
di saper bene ove intendeva andare, ma
le costole per una più lauta inspirazione
immedicabile o di raggiunta pace,
a ricciolo, nevosi e teneri come
parere anelli in dissolvenza, del fumo
di ottone principiò a dar segno
o parve: ch'era, in quel punto,
noncuranza del gesto c'era un che
mago sul palcoscenico in una esibizione
sole, preso lui pure da un languore
meno, un giorno sì un giorno no. Ma
d'inverno, co sti tempi,” e profittò
“Chi me l'ha dato?” e si studiava
dato?” e si studiava d'arrossire come
tirò fuori, da n'antra tasca, il papiro
squadernati i due fogli quasi alla lettura
subito in quello che cercava: “anello
” le ricantò sulla faccia, in un tono
Pestalozzi scrutando l'anello con occhio
Riserrati i labbri, dimentica oramai
labbri, dimentica oramai d'ogni invito e
Parve oscillare come all'oscillare
oscillare come all'oscillare d'una carica,
testa, impolverati di carbone, un anello
in una scodella di cocco, in segno
un ragionevole utero, che si sconturba
d' impeto: e lautamente si
d' un ciucciariello, nel ristar del
d' ogni pittura che aspiri a vivere,
d' arancia, né foglia vi s'è
d' una calzatura momentaneamente
d' un alluce di più d'un falegname
d' un falegname scalzo, a quel modo.
d' iniziazione e d'alunnato
d' alunnato pittorico, e di persistita
d' empito e di franca mano sulla
d' altronde, si bùcina che n'abbi
d' i' ccavallo, schizzandogli non si
d' un principato da parer di pietra
d' uno impreveduto stratagemma,
d' un geco o d'un draco di cui
d' un draco di cui non si sappia
d' una scopazza, tutta làppole, lo
d' indovina”: e lo cercò a parete
d' ingegnere nello studio d'un
d' un geometra. Ma doveva esser
d' oggi, co tutti sti maschioni che va
d' avecce un po' de mal de testa.
d' un pappagallo che gli gorgoglia
d' Egitto! Badate a quel che dite.
d' uno pe via de la lettura de la
d' una barba la infronzoli, di tratto
d' abisso. Dopo aver esperito in
d' una levata di zampa, con l'aria,
d' esserne impedita dai divieti
d' aria), mentre una bizza mal
d' amistà, la si piazzò a gambe
d' un papero infante, persistevano
d' una sigheretta. Nel prodigio
d' irrequietezza anche lei. L'uscio
d' un bianco un po' isterico di
d' insistito, di premeditato: era il
d' ipnotismo. Finalmente glie
d' utero: ché a primo mese,
d' inverno, co sti tempi,” e
d' uno sbiadir del sole, traverso i
d' arrossire come d'un delicato
d' un delicato segreto. “Signorina,
d' Ingravallo. La pavidità
d' un mandato, Pestalozzi fece pur
d' oro con topazio!”: e fu voce di
d' importanza, e di distacco ironico
d' intendente, rivoltandolo ed
d' ogni invito e d'ogni ammicco, con
d' ogni ammicco, con lo sguardo
d' una carica, d'una tensione
d' una tensione dell'animo, quasi
d' oro appeso al naso, il didietro a
d' onore subtropicale, e
d' un ammicco, d'un accenno,
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utero, che si sconturba d'un ammicco,
sconturba d'un ammicco, d'un accenno,
di polpastrelli di che, a dispetto
d'ogni nuovo lume del Regno e
nessuno.” La sora Pàcori gli sorrise
occhietti significarono, con lo sfavillìo
” Pareva preso, proprio, dalla smania
vapori sulla faccia, da parere il tuorlo
a dar di fianco sopra gli scheggioni
per mezzo le maggesi che apparivano
la conturbante consedenza, nel biroccio,
propriamente detto, una chiesina
tempo qua e là rimpiastricciata
torracchio, e le ricinge o le ricingeva
a malincuore: e ciaggiontò du parolette
furono accolti dai furibondi latrati
l'imminenza, di certo l'aspettazione
l'algebrica certezza e la trepidazione
non riuscì per altro se non allo sblocco
bianco a patata e nel risoluto erompere
p'allargà la sfoja, ma involtato in
a ora chiara le fanaliere avverso il buio
lucide e unte la biella e quasi
arrotino la manovella, con un odor
si palesava il rossore cavernoso, come
rossore cavernoso, come d'una spelonca
addirittura, in un certo punto, risoluto
ala nel giorno: ma un frullo, ancora,
tarocchi di poco conto, e in un atto
ed era, dal tronco ruvido, uno sprocco
bocche de' più impudenti ed allegri, o
torace e col braccio, nel galante addio
a ruota libera alla gloria mussolina
parvenze, schegge, muri dìruti,
il ponte (del Divino Amore) e prima
d'arrivare al casello, ad altezza appena
fanali addosso e concomitante deiezione
finito di girare il rotolo degli spaventi
e sospetto. La vecchia s'era data l'aria
con una scheggia scalenoide posatavi,
a capo l'uno dei lettini, con il rametto
di che le brave donne dell'agro e
verso le improbabili occorrenze
gli spigoli. La ragazza si munì allora
stracci a casaccio col divinante gesto
ovatta, una povera catenina che pareva
d'oro, con una lieve croce che pareva
fra l'ultimo e il muro, in atto quasi
lo sportello, s'avvide ch'era provveduto
un pitale. Ricolmo di noci, e con più
di lui, debitamente rivestite di panno
soltanto allentarsi, nel teso zigzagare
nel silenzio. Colmo, frattanto, e greve
verso la bocca, dai rigiri stretti
d' un accenno, d'uno spolpettare di
d' uno spolpettare di polpastrelli di
d' ogni nuovo lume del Regno e
d' ogni diploma in carta grande, si
d' un sorrisino automatico, per
d' un attimo, il consueto benestare:
d' acchiappar qualcuno, di non
d' ovo dentro il chiaro: o tepido, a
d' Appennino. La strada era una
d' un verde umido e novo,
d' una così “flessuosa” e
d' antico tempo qua e là
d' intonachi e due casipole
d' un muro, distano dal ponte
d' occasione: patti chiari amicizia
d' un bastardaccio di cui quasi non
d' uno straordinario fenomeno: e
d' animo con cui alla specola di
d' un qualche gocciolone piuttosto
d' una ragazza che aveva preso su,
d' una pezza rossa e verde: e in
d' ogni novo speco: l'unico treno
d' un forsennato arrotino la
d' olio cotto, nella tragica ascesa
d' una spelonca d'inferno: e veduto
d' inferno: e veduto il pollame a
d' inseguire a gara le spiritate
d' un forasiepe, da un cespo fino
d' insofferenza quasi male
d' inusitato vigore, alla facciazza di
d' un coglione di più prestigio del
d' una mano sventolata. Bociarono
d' un ribaltamento in piena regola
d' una storia non sua.I I
d' arrivare al casello, ad altezza
d' un volo di rondone s'erano
d' un paio di bonbons, feffe-feffe
d' obbligo, le riprendevano a
d' aver faccende nell'orticolo: e
d' uno specchio già infranto da
d' olivo dalle foglie accartocciate era
d' ogni altra parte della fatal
d' una dimane dove né refe né
d' una chiave quasi approntata di
d' un cieco, abile a imbroccare sul
d' oro, con una lieve croce che
d' oro anche quella: una spilla a
d' interrogare il comodino. Tirò lo
d' una serratura, cosa incredibile
d' un acciacco sulla bombatura
d' egual colore. Enfatizzate dalla
d' un filo poco cucirino e di colore
d' ogni più rasciutto dono di
d' uno spago, e poi nodi e rinodi.
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quasi a render più espliciti i connotati
medagliette, spille e corniole, gingilli
insigniti di pietre rare, o splendenti
sul banco, dopo furto e recupero:
e recupero: d'ogni più color curioso e
e due bùccole, con due gocciolone
nei vertici, dondolone e pese,
arridevano locùpleti, come per pagliuzze
diacciare. E un grosso anello a cilindro
I E un anellino di fil
giallo al bucato, tenuto da una calottina
tramite questo appendibile, per maglia
finimento, vuoi della ricolma bellezza
del lettuccio dal pel di topo, coinquilini
o di Birmania, o dal Siam, nobile
no, non era un ministro delle finanze
a dimenticare al cesso il non-valore:
il taglio, cioè sfaccettatura e politura
sfaccettatura e politura d'arte. Gemme
sparse le pietrine, le pietruzze, i monili
coperta. Di quelle parvenze, festuche
Titolari dei nomi e dei titoli, per lo più
eccetera, grossa spilla con pietra
un che di magico addosso, di misterico,
del biglietto della ferrovia, in luogo
collo, i giorni appresso, in un sentore
in ogni modo: e nei successivi lampi
attendevano, immobili, e come svuotati
alcuna inclinazione a far parola: come
far parola: come d'un'agreste sibilla, o
la solitaria campagna: nella sembianza
da un letto all'altro, aveva tutta l'aria
E giù, infine, sulla banchina, la luce
sensazione di sgomento, di allentamento
o lei, gallina, facendo tuttodì le viste
faceva pijà da quela paura e speranza
com'un pollo, col fare, propiamente,
approfittava tratanto de la facilitazione
propio come fanno li polli, s'incaricava
trovata di Picasso, un oblò del cesso,
un oblò del cesso, d'un cesso vuoto
d'un cesso vuoto d'ogni intendimento e
se pur feroce int'ò 'a faccia, prima
sì, a tu per tu con lo scodellino
ciascuna ascella permetteva di scoprire
affisando a bocca aperta qualche fil
abituale, quello che dà segno
o controvirate a otto: ebbro, quasi,
astretto dalla fatalità rinnovata
d'un campo gravidico sui_generis:
Era uno di quelli belli verdi, con ali
al carrozzino, il padrone s'alzò, e
si studiò di captare, indi, invano,
della martinicca, quasi del pomo
d' ironia: della sua ironia. Il
d' oro, catenine, crocine, collanine
d' una gemma, o talora di due di
d' ogni più color curioso e d'ogni
d' ogni forma: una crocetta di
d' un azzurro cielo a triangolo
d' una meravigliosa
d' oro che vi si fossero intercluse
d' oro fasciante, che aveva
d' oro, con un chicco rosso di
d' oro e da un pippolo: e tramite
d' oro, ad altro e altrettanto
d' un seno, come anche del
d' un momento alla vereconda
d' una sua strutturante accettazione,
d' Italia: e la Menegazzi nemmeno.
d' un culo di bicchiere.I Gemme
d' arte. Gemme d'aver cristallizzato
d' aver cristallizzato naturalmente
d' oro, le favolose caramellozze,
d' oro o luminosi chicchi sul color
d' uso, in qualche caso difficìllimi:
d' onice, eccetera eccetera. Un
d' indiano: con tanti fori, come
d' ogni o. La seconda nota,
d' obitorio. Quelli ch'egli aveva
d' una imagine sognata (non vista)
d' ogni facoltà di seguitare: il
d' un'agreste sibilla, o d'un
d' un giureconsulto cittadino, che
d' un irreparabile diniego.
d' una puerpera, così smagato e
d' un desolato conoscere, o
d' ogni vincolo giusto, che incolse
d' esser solo intento a razzolare, a
d' avello addosso, e l'artre
d' un pollo: come un signore co li
d' esse un pollo, guardava de
d' allumà dentro la cucina, si la
d' un cesso vuoto d'ogni
d' ogni intendimento e d'ogni
d' ogni attitudine a spiare, babordo
d' aver cuccia lungo le rotaie. Era
d' ebanite ingollava saliva, anziché
d' infilata, chi ci buttasse l'occhio,
d' erba: un filo di saliva era per
d' una cupidigia di cibarie
d' esservi astretto dalla fatalità
d' un campo gravidico sui_generis:
d' un campo escogitato, per la
d' un verde-cenere metallico da
d' impeto levò alta la frusta come
d' intendere.I Un leggero
d' un macinino da caffè, dopo un
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un àaah del padrone, una rizzata
non mancò di avviarsi. A passo
come oggi, magara, je piaceva pure
dar marinese, seduto de traverso, e
poco, diceva. E forse capiva poco
esperta dell'orgoglio di amare: anzi,
nun poteva carcerallo tre anni pe via
via d'una sciarpa verde e 'n berretto, e
sudor diaccio, un brivido di ribrezzo e
avé fiatato, co quela coscienza sporca
sui: pe questo portava li galloni doppi
esalando parola non umana, per disfarsi
arrossendo poi quasi compiaciuta
poi quasi compiaciuta d'una lode o
o d'una espressione, fin troppo chiara,
Camilla? Forse un pegno? Non tanto
d'amore, forse, quanto, a idea,
da quel sociologo che credeva
e poi ci sono i fichi: e i fichi
molti mesi non passa, oggi sì: col tetto
lo scampo e il riparo, quand'anche solo
solo d'un minuto, per la prima tappa
agenti motociclisti: pattuglie, forse,
timonieri dietro il vetro, il giubbotto
svignarsela non veduto sotto gli spalti
ragionari della gente, o letto un titolo,
dare: ghe ne podeva dà ... on po
Ma se la Camilla piagnucolava
cavallo in tiro, non gli permettevano
court-vêtuI , così scoperto alle bizze
stupendamente alberata, o fiancheggiata
e in qualche caso il poeta. Da più
il poeta. Da più d'una indicazione e
alla Pavona. Tutt'altra, invece, e
più folto popolo e popoluccio gremita,
gremita, d'altri topònimi inscritta,
urbano che si lascia guidare dal tacere
guidare dal tacere d'ogni ipotesi e
le mura superstiti, i cubi di peperino e
punti: contribuiva a definir l'immagine
d'un bellimbusto assonnato, in cerca
finocchi, baffosetti, nunzi rotondissimi
di lato, a volte, le porchette dalla pelle
ritocco del pettine, o come il rotolo
allorché la ribolle un attimo prima
Der gran principe de Marino e
un sussulto lo scosse. Fu il deflagrare
bella pupa?”, la pupa a quel tono
“Uno e novanta l'etto! La porca
la porca!” Ma intanto quer cavadenti
là, dura, impalata, co un occhio pieno
quand'anche senza entusiasmo,
loro. Lo teneveno pe carità, in cambio
teneveno pe carità, in cambio d'un po'
d' orecchie e una puntatina di
d' uomo, cioè di ronzino in salita
d' aritrovasse quarche vorta co te:
d' istate sotto frasca o fraschetta,
d' ogni cosa. Co quelle, con una
d' essere cercata per amore. Il
d' una sciarpa verde e 'n berretto,
d' una vecchia pistola
d' angoscia la riprendeva ora
d' avé ricettato la merce, co tutti
d' argento. “Nun cià che quela
d' un ninnolo troppo rischioso da
d' una lode o d'una espressione, fin
d' una espressione, fin troppo
d' invidia. “Nun fallo troppo vede,
d' amore, forse, quanto, a idea, d'
d' un qualche prestituccio di
d' essere, da quel carabiniere che
d' India.I Bah! Siamo fatti per
d' un piovente solo, come un
d' un minuto, per la prima tappa
d' una fuga tutt'altro che
d' altre stazioni di carabinieri: e
d' incerato nero impermeabile, il
d' arenaria che fanno la sicurezza
d' un giornale che leggevano. Le
d' moneda: e a lasciarle in pegno
d' esser povera? Il cervello del
d' assaporare quel diverbio,
d' equinozio, da far pensare
d' alberi, dei giardini e dei parchi
d' una indicazione e d'un indizio
d' un indizio v'era motivo a
d' un diverso vivere e di più folto
d' altri topònimi inscritta, d'altri
d' altri nomi insigne, fra i ruderi
d' ogni ipotesi e d'ogni disgiunzione,
d' ogni disgiunzione, come la
d' arenaria: memori di Tullio e
d' un bellimbusto assonnato, in
d' una cicca da poté fumà.
d' Ariete: ivi insomma tutta la
d' oro esibivano i lor visceri di
d' una lama di maretta allorché la
d' impigliarsi a recedere, e
d' Albano! ch'ha vinto tutti li
d' una ulteriore variazione, o tale
d' autorità non poté comprimere
d' oro, la porca!” Ma intanto quer
d' un Biondone t'oo seguitava a
d' inquietudine a la folla, che
d' essere una zia giovine della
d' un po' d'aiuto su la piazza. Il
d' aiuto su la piazza. Il padre ... be'
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più gnente!” Ascanio ... cercavano
più tardi. Desiderosi a lor volta
li calamari e li totani e tutte le qualità
li totani e tutte le qualità d'inguille e
sguardarono a quelle polpe molli
annasarono senza pur volerlo odor
viva alle darsene, quella promessa
ahi! da pinzar la poppa alla vicina
al chiodo calendario (l'omaggio di fin
soleva ripentirsi ipso_facto, ancor prima
pel piancito, nonostante quaa tigna
a potergli arruffare il parruccone di pel
i lor peli, neri anche quelli, saturati
saturati d'elettrico: come linee di forza
consecutivi sbadigli, come le due metà
tutto la capoccia, per quanto si trattasse
e petrolio) con traslazioni silenti, alate
e oramai addirittura inoperante, quasi
a levata appena di letto, anzitutto
la sera: er celebre caffelatte doppio
dal Cacco. Devotamente oblato su
da 'o collega suo: 'o commissario capo
dì prima, gli aveva mollato la milledue
a malincuore, e dandosi di grand'arie
no, “manco p' 'a capa”. Una ciabatta
masticato mortadella, pitturato i labbri
e narici ad atto del pari: quasi
all'odore, pallori di lèmuri di più
fregò quanti ce steveno: fece 'n pieno
secentesca della basilica, come
rombo tuttavia sospeso nei cieli, come
di passeri, di passerette: dopo
sì, l'orecchie: organo indispensabile
Nannine o gli scarruffati Romoletti: che
scarruffati Romoletti: che d'un fregnetto
a riconoscere e a rivivere la verità
al portone della rocca. Nel riquadro
ad alto, dietro grata rugginosa, la faccia
un foglio. Il Santarella, ivi, comunicava
secco, dal vestito nero come il vestito
avrebbe riso pe trent'anni. La macchina
dal Touring. Ulivi, e le lor fronde
di già tribolato in Ariete, odoroso
una mano alla coda: o un branchetto
si dilatarono a pozze, colme, controluce,
fuso celeste argento, ove nereggiò l'ala
ove nereggiò l'ala d'un tùffolo, o
presso il ponte del Divino Amore. Fili
come rappresi da magìa: relitti
parvenza: bianchi, quasi ovatta, o
e nel muto stupire delle cose,
tratti, inverdivano, lo spigolo acuminato
si disegnò nel cielo come scheggia,
cielo come scheggia, d'un antico dente
d' aiutarlo, quel figliolo, “seconno
d' evitar scene, oltreché al cliente
d' inguille e d'aguglie che stanno a
d' aguglie che stanno a mare, nun
d' un argento-chiaro madreperla de
d' alighe marine da tutto il fresco
d' argento fritto nel piatto per la
d' un attimo: così fan tutte.
d' anno der pastarellaro
d' averlo apprezzato a mente
d' 'o scendiletto, e ne annunciava
d' agnello: nero, piceo, riccioluto e
d' elettrico: come linee di forza
d' un campo newtoniano o
d' un limone successivamente
d' una bava di scirocco. Si sfilò la
d' improbabilità e di miracolo, che
d' uno scalamitato magnete.
d' un caffelatte canonico, già
d' 'a sora Margherita: pazzia
d' un vassoio di peltro, il caffè in
d' 'a politica. Il quale, prevedendo
d' 'o collegamento P, seppure a
d' avergli usato no speci-ale favore,
d' una macchina, da aver vergogna
d' Olévano, “a m l'è bon chel
d' un tal vischio ne potessero
d' un morticino de tre mesi, col
d' arrivà in gita a Benevento. Tre
d' una dimora fastosa del pensiero,
d' un'ala metallica. L'onda si
d' essersi sciugate in fretta in
d' ogni alunnato.I Vrùn, vrùn,
d' un fregnetto d'uno svegliarino in
d' uno svegliarino in trilli tutto
d' ogni giorno: cioè che subito dopo
d' una finestretta ad alto, dietro
d' un giovane apparve, con due
d' aver mandato il Pestalozzi dalla
d' Ingravallo. Lo accolsero a bordo.
d' 'a questura de Roma: con una
d' argento cenere, tuttavia poco si
d' un po' di stabbio ne le vigne, ne
d' una quindicina di pecore, il
d' acqua livida, piombo fuso celeste
d' un tùffolo, o d'una spersa
d' una spersa ghiandaia. Pareva
d' erba, tra le due rotaie, si
d' una testé dissolta parvenza:
d' un bianco irreale di vapore. La
d' un'impronta di piè di capro è
d' una torre si disegnò nel cielo
d' un antico dente d'un'antica
d' un'antica mascella del mondo.
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emmezzo puro quattro: nun c'è che
è che lei, dopo Tor der Gheppio, avete
Prennenno su quella ne la dirizione
dove l'omino disse, dopo schizzate
bellezza: non finivano più di guardare,
del tetto, un rustico ornato. Qualche fil
e quasi enfiati nell'ardore: imputavano
nel vaporare eguale degli anni. In luogo
si trovò di faccia ... un viso, un par
di una portata di capretto, o
sul candore tra gli argenti e i cristalli,
i cristalli, d'un calice, o no,
signora Liliana, quel richiamo accorato
quel richiamo accorato d'uno sguardo,
sé, ufficialmente, la potevano punire?
punire? D'aver sollecitato troppi doni, e
duro: duro quanto gli richiedeva
chiamandolo, dal suo mare
pitturati nei colori vivi, blu rossi, oro,
a muro da due chiodi ai due lati
la Madonna blu con la corona
e cachettica posava nel cuscino, immota,
un turbinio di zanzare verso le nozze
già liquidava la bara senza drappo,
ancora dal sogno: quelle immagini
un po' necròfila: occupata a detergergli
potergli infilare il beccuccio, il cannòlo
alla morte: davano l'impressione
italiano. Una padella di maiolica, come
a la parete: e nemmeno era sprovvista
di lince come il fiuto di segugio
a don Ciccio, che la ragazza si peritasse
ciò che la sua anima era in procinto
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D' 1
Glie lo aveva detto anche il professor
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D'Azeglio 3
per salire sul tram, all'angolo di via
marzo e il dottor Ingravallo, a via
Balducci era andato a dormire al
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lungamente sognato, preceduto
di causa” quale avevamo dai filosofi,
avevamo dai filosofi, da Aristotele o
di sigaretta spenta pareva, pencolando
che leggesse dei libri strani:
gli ignari. Erano questioni un po'
un po' da manicomio: una terminologia
vuol altro! I fumi e le filosoficherie son
per tale a San Martino ai Monti, così
al mùgine lungo il litorale tirrenico,
coronata di trecce nere, forte, ampia,
d' annà avanti co la machina.
d' annà puro a la Pavona, alora
d' Ardea s'aritrovamo subbito,
d' acqua e sobbalzi vari, discesero.
d' abbaiare. Occhi lucidi, neri:
d' erba dal po' di terriccio che
d' insicura arte i maestri: o era
d' un vetro carta unta, a un telaio,
d' occhi! nella penombra
d' abbacchio a pezzi che fosse,
d' un calice, o no, d'un bicchiere,
d' un bicchiere, il batuffolo di
d' uno sguardo, d'un nome:
d' un nome: “Assunta!” La Tina,
D' aver sollecitato troppi doni, e
d' averli avuti, dalla signora Liliana?
d' essere, in quel momento,
d' ombra: con lo stanco volto
d' una tradizione coloristica non
d' un letto: l'olivo secco:
d' oro, in una cornice nera di legno.
d' un giallo-bruno da museo egizio:
d' oro, le fosse spuntata quella
d' assi pioppo, rifiorita di
d' una pressoché delirante
d' una carezza lieve la fronte con
d' ebanite, per il serviziale della
d' una miracolosa imminenza: che
d' una clinica di prima classe, era
d' un qualche indecifrato contenuto,
d' Ingravallo non ritennero essere il
d' evocarlo. “Sicuro!” fece
d' intendere. Quella piega nera
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D' Andrea. Per modo che da quelle
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D'°Azeglio . Le poche macchine a
D'°Azeglio , aveva già un piede
D'°Azeglio . Grave e serio il
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cinque A sulla inserzione del
Aristotele o da Emmanuele
Emmanuele Kant, e sostituire
un angolo, accompagnare la
cui cavava tutte quelle parole
manicomio: una terminologia
medici dei matti. Per la pratica
lasciare ai trattatisti: la pratica
rammentare il natalizio. “Due
Ventimiglia al Capo Lilibeo:
tener lei tutto il letto: certi
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certi occhi! un davanti! un didietro!
treccia appennolone, che annava a scola
tredici mesi all'anno, sempre in un gran
robba più de valore che ce sia. E fogli
di merli, o merule, dopo ogni frullo,
tentare uno spazio o un tempo irreali
certo egoismo o egotismo un po'
dei due spiriti. I figli discendono
Corpi diceva ch'era una brutta cosa,
in parte intuito, in parte integrato
discreta torre, sto mulo. A giudicare
di distinguere i fatti della prolificazione
ma le altre semplicemente stupende.
Empedocle & Figlio, Albano Laziale,
cartolina con tanti bacioni, poi riarriva
tanti bacioni, poi riarriva da Viterbo o
” Subito fu presentato e si presentò
proverbio che aveva udito a Milano
ad un tempo. Ingravallo fu colto allora
lunghe dita di signore, che gli servivano
solo una carezzaccia alla canina: che
della sera. A volte, ad ottobre,
con brevi ali di mistero: o, forse,
gloriosamente sospinto dietro a fortuna
Intignazzato e grigio. A giudicare
” Il portone socchiuso era guardato
Gaudenzio e Pompeo: lo conosceva
canore delle femmine, emulate
poté raccogliere, del fiotto irrompente,
a scuola tutto il giorno: ar Sacro Core,
legge, così validamente impersonata
giovane alto col berretto, in tuta grigia
de bruti diavoli che i ne torna indrìo
di dubitosa e tormentata aspettativa.
cordicella, eventualmente preceduto
a sentire a bocca aperta, con un fare
il giro dell'appartamento. In camera
denaro in un vecchio portafoglio secco,
della consorella: tutti signori autentici
di fuori senza scrivere, indi nell'atrio
al portello piantonati dal brigadiere, poi
più. “Io sì! sul marciapiede! Venivo
enormi foglie di un broccolo uscivano
il collo, ammiratissimi. Ne ebbero,
commissario! che so' un regazzino? ...
Io ... so' stato guardia giurata,
brave femmene? Ne stanno parlando
quel serafino spaurito con una zazzera
che sbottò in un diavolìo di caì caì
a un errore.) No, nessuna traccia.
) No, nessuna traccia. Da Pompeo e
della Menegazzi). Perciò la sua camera
fatto inopinatamente sentire. In camera
I Abitava difatti,
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da
sognarseli di notte. Questa qui
le moniche. Don Ciccio, non
fare con quelli là di Vicenza.
mille come farfalle: perché a
un ramo all'altro della
lei sola presagiti, si sarebbe
gallinaccio: con una creatura
una compenetrazione ideale
parte di un marito cristiano:
qualche accenno del Balducci,
certe allusioni di lei, uno di
quelli della non-prolificazione.
che frequentava i coniugi, ne
sognarseli perfino in questura,
Viterbo o da Zagarolo perché
Zagarolo perché deve riandare
sé: “Valdarena.” “Dottor
una ragazza, al dispensario
un'idea strana, come avesse
scotere la sigaretta, er signorino
quei bèf bèf così stizzosi,
quel trascolorare delle cose e
strani erebi cemeteriali risalito
quelle gran vele delle orecchie:
quel tetro alloggio, e dalla
un brigadiere di pubblica
un pezzetto, per via delle
qualche trombone maschio, a
quel primo testimoniale:
le moniche: dove ci faceva
Ingravallo. Al sentir sonare, la
meccanico, almeno le parve,
l'inferno ...” La Menegazzi,
un po' di tempo quel suo
“servizzie”: idea o parola,
addormentato) perché a un
letto, adocchiati alcuni ori sul
uomo: del suo povero marito.
quella parte,f du côté de chez
basso, dietro al portone e al
un agente, si poté alfine
Santa Maria Maggiore! Lui è
una sporta rigonfia, tumefatta.
quel momento in poi, una
sparà così a casaccio?” “Ma
giovinotto: e me pare che
un'ora ...” disse Ingravallo.
non si credere: col viso
doverlo udire il Papa a
Pompeo e da Gaudenzio fece
Gaudenzio fece rimuovere il
letto se la riordinava lei, per
letto, poi, Mària Vergine!
epoca immemorabile, in una
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non poteva lavare i piatti, certe volte,
Coronati: sì, perché si confessava
lui: qualche volta faceva servizio anche
quel fazzolettone sporco, o un cencio
o un cencio da meccanico, forse,
una quindicina di minuti. Buie le scale.
anche col portone così, aveva luce
doveva ricevere nulla, quella mattina,
lì de fora c'è quello che je fa
e al mezzo un nasone alla timoniera
Impercepiti dal passante distratto e
stradicce, dall'arco de Sant'Agostino e
sfociar sul Corso, ma sabato grasso ha
e come un po' delusi del crepuscolo.
- Campo Marzio. Là ci aveva abitato
sera, che je corsi appresso, me strillò
me strillò da le scale che saliva su
scale che saliva su da voi, che v'aveva
” “Dico che quarchiduno che ve porti
A Santo Stefano der Cacco avemio
in tocco gli aveva scavato le orbite:
l'interrogatorio senza averne l'aria
che mai: un lontano Olimpo, soprastato
fornitori fissi. Comprava qua e là: oggi
qua e là: oggi da uno e domani
la professoressa Bertola, pallida, corsa
veduto in faccia: quante vorte ve l'ho
” fece al giovine. “Avete qualche cosa
“Che ne so, io, quello che vo
quanno che c'è stato quarche cosa
detto che v'ha gridato chella vota ...
fa 'o guappo ...” Quello uscì, seguito
veduto un altro garzone venire su
Ma insisteva tuttavia, sotto quel pelo
un po' ne li panni mia. Pe sentì dì
garzone è venuto parecchie volte
fu trattenuto fino alle nove della sera.
quegli occhi imploranti e sfuggenti,
della loro ... diffidenza, insorta
petto, co quell'anima de culo! la Gina
avesse freddo ...” Era un omaccione
molto pratico di cani, di lepri, di fucili
si attristò dolcemente. Scomparsa!
de li tetti de li palazzi nemmeno.
donne, dei pupi. Se ne favoleggiava
rifaceva alla gutturale tenue degli inizi,
lividori: come fiamma dalla carta unta.
fiamma dalla carta unta. Da tempo.
carta unta. Da tempo. Da mesi: o
il cervello, sicché lo aveva lasciato
cucitrice senza dimora fissa,
il Torraccio, non appena intravisto
ripeté: Cionini Ines, anni 20,
ch'ella aveva implorato e ottenuto
da
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Da
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Da
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Da
Da
da
da
Da
Da
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da
da
da
da
da
tanto le bruciavano, le mani:
lui: qualche volta faceva
lui: come rincalzo alla Rosa, la
meccanico, forse, da involtare
involtare la scatola di pelle ...
basso, chiaro l'andito: anche
una vetrata sul cortile.
nessun pizzicarolo dell' Urbe.
palo ... Quelli, dateme retta, sor
prevosto pesce che doveva fare
quello che va de prescia, a ora
la Scrofa, pe via de le Coppelle
essere, dirimpetto
qualche anno il commendator
sempre. Doveva essere un
le scale che saliva su da voi,
voi, che v'aveva da portà er
portà er presciutto.” Tutti gli
magnà a casa, quanno che
capità.I Brutti posti!” Il
parer quelle d'un dissepolto. A
un tavolino in un angolo, col
un Quirino Commendatore,
uno e domani da quell'altro.
quell'altro. Pe tutte le botteghe
vaghi brividi. Il giovanotto che
dì, sor commissario? Era un
dire?” “Io?” il giovane alzò
me?” Don Ciccio, duro,
portà.” La risposta fu
'n coppa a le scale?” “No, no
una lenta, persistente occhiata
voi c'ò'o presutte ... parecchie
can barbone nero che ciaveva
la gente: avemo visto er
voi: chille chiù guaglione, me
qualche pallida indiscrezione
prima, poi que' due poveri
indizi così sfuggevoli: a carico
le moniche, a scuola: il signor
tener in rispetto i ladri col
caccia. La contessa Menegazzi
più di due settimane oramai.
quanto gli riferì Pompeo,
anni. Dicevano le spose: “me
Menegaccio a Ménego e a
tempo. Da mesi: o da anni. In
mesi: o da anni. In occasione
anni. In occasione dello
Cobianchi a San Lorenzo in
... Torraccio. Era la nota delle
la coda dell'occhio destro, lo
Torraccio, nubbile: al “senza
un passante: col quale s'ereno
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tenebra e di Santo Stefano Rotondo, e
Rotondo, e da cui s'era spiccicata
luetico in proprio, le mandibole
in un'agendina presto presto,
trovata puro noi, sul parquet, in camera
Co la gola tutta segata, tutta tajata
Una faccia stirata, stirata, bianca
strano, un sospiro o un lamento
sarebbe detto: entrati appena in camera
estrema della carne, d'un pallore
esalato dalla dolce mollezza del monte,
sfrangiato ai due margini come
dei colpi, lama o punta: un orrore!
spaventevole colatura d'un rosso nero,
colatura d'un rosso nero, da Faiti o
spalla: pareva si dovesse raggrinzare
così abbandonata, e un po' rigirata
volontà della Morte, apparivano offesi
Morte, apparivano offesi da sgraffiature,
era stato portato attorno dai tacchi,
la scala B: Enea Cucco vedova Bolenfi
co la scopa. Una pupa ch'era salita
era vero o no: e lei co una vocetta
volto, una lieve contrazione del naso,
la colazione. Il Balducci doveva arrivare
arrivare da Milano l'indomani ... o
ai casigliani, salvo a portalla poi
Cammarota (quarto piano), cioè
avuto incarico d'alcune commissioni
Pagà un conto, compraje du scope
di non sostare sulle scale, “per modo
via sistematicamente, come farfalle
magara. Quella spensieratezza rubizza
de viaggiatore de commercio,
lo aveva finito di esasperare, lui venuto
quel fulgurante diavolio: a riscattarla
una debilità recondita nel di lei essere,
la speranza, del bis. Ingravallo, c'era
eventualmente Bologna, perché aveva
a sera tardi, ma Ingravallo, fin
se capì che quarche cosa aveveno
a quel modo. Le gocce, anziché
mano assassina, parevano gocciolate giù
I La “colluttazione” se pure era
stata nient'altro che un misero conato,
fuora in quella tosse, in quello strazio,
più d'uomo, sulla piaga: ch'era ancora
alla patria. Il coltello aveva lavorato
il collo, a momenti. In tutta la camera
ne lo sciacquatore de cucina: diluito,
ci assolve. Molte gocce, nella camera
via come pe cancellalle co la sòla
in salotto, era guardato a vista
Anzitutto: le due “birbonate” erano
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cui s'era spiccicata da tre
tre minuti, all'appropinquarsi
sterratore analfabeta del
non lasciarne addietro un sol
pranzo: stesa de traverso co le
una parte. Ma vedesse che
paré un panno risciacquato ...
ferito. Come se sentisse male
pranzo, sul parquet, tra la
clorosi: quelle due cosce un
quella riga, il segno carnale del
un reiterarsi dei colpi, lama o
nun potesse vede.I Palesava
Faiti o da Cengio (don Ciccio
Cengio (don Ciccio
un momento all'altro: doveva de
una parte, come de chi nun ce
sgraffiature, da unghiate: come
unghiate: come ciavesse preso
le suole di qualcuno, sur
Castiglion dei Pepoli: er cucco
li Bottafavi, era la pupa de li
tontarella confermò ch'era
un lato solo. Rifletté un
Milano l'indomani ... o da
Verona. Ingravallo tentò la
le moniche: ai Bottafavi der
su' moje, a portaje du caciotte
parte della sora Liliana,
lo scoparo: provede er riso, la
lasciare più libero corso alle
le dita d'un Apollo: de quelli
doppocena de viaggiatore de
cacciatore co li stivali novi,
poveri, duri anni, dallo scarno
una debilità recondita nel di
una ignominia ... anteriore a
aspettarselo, prima ancora
annà pure a Padova.
la matina, aveva proibito de
sapé. Non apparvero poi tanto
mano assassina, parevano
un coltello. Nere, ora. La
credervi, doveva essere stata
parte della vittima, uno
paré tante bolle de sapone
lavorare: un colpo ancora: gli
par suo. Liliana! Liliana! A
pranzo, no, nessun indizio ...
parer quello d'una rana: e
pranzo, ecco, di cui cinque o
nun falle vede su le mattonelle
due agenti. Cristoforo j'aveva
connettere, o no? La
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Quest'altro, p' 'a Maronna, c'era
gonna ... così! ... buttata addietro, come
avventatasi fuori dall'inferno. Chiamata
dall'inferno. Chiamata da una rabbia,
ubiqua, oramai, pe tutto San Giovanni:
sporche ereno scappati via pe sempre
che se fanno pagà er vermutte
di nerovestite, affittato er velo nero
a riceve la benedizzione apostolica
steva a grufolà tra li papié. C'era
uscita come a un benigno opinante
No, no. Volle distornare l'ipotesi.
Forse ... ah, già, s'erano frequentati
che se chiamava Valdarena pure essa,
'e cavolo! Zi' Marietta me l'hai a levà
a schegge, imprevisto, orribili schegge
orribili schegge da sotto il tegumento,
di ragioniere, un altro, poi di dottore.
maresciallo: niente. Erano venuti loro
isso ben bene: li aveva tastati lui,
alla cognazione. Nativo genio, affinato
d'un po' de sale in zucca aiutato
co la squadra mobbile ce po puro stà.
ch'affittaveno, e quanno se moveveno
e nun aveveno fatto uno sforzo,
a Roma: in compenso, “s'era staccata
“s'era staccata da la socera”, anzi “
se mette ... Che la madre de Giuliano
er signorino stava così stranito,
Ingravallo strizzò i denti), pezzi
plac, plac, plac, la pioggia dei fogli
La bella camera di via Nicotera 21,
modo che non c'era più tempo, oramai,
subbito, lo beccò subito fuori pure lui
d'armata a riposo: d'anni? bah!
Tanto piacere!” Pure nobbile, era.
tutti, viceversa. Lei diceva che ciaveva
è, si sa, il regno della biancheria
medesimo: conglomerare le tre balìe nel novellof ravageI comportato
un ritmo più serrato”, adeguarsi
nel meno prevedibile de' suoi fazzoletti
trasferimento, a Genova, stabilito già
Per parte loro, non avevano che
“dove l'hanno a comprà la nafta!
si può pretendere di più, mi dica lei,
a se stesse nello spazio e nel tempo:
sa. Anche gli orologi ne trova di quelli
a via dei Greci: e se ne trova però
e se ne trova però da duemila lire
nere intorno al collo, un cappellino
professoressa di pedagogia, una faccia
dì, lo zio Peppe spaccato. Un grugno
che stasse co la capoccia per aria,
da fasse er segno de la croce!
da un colpo di vento: una vampa
da una rabbia, da uno spregio
da uno spregio simile, erano le
da Porta Maggiore insino al
da la terra d'Ausonia, come un
da una donna, che ve pare? la
da cerimonia a Borgo Pio, a
da Papa Ratti, un milanese de
da pensare a quel bel tomo, ora:
da quel suo faccione rubizzo:
Da troppi segni, no, Liliana
da ragazzi: come cugini. La
da ragazza? ...” “Com'è? Ma se
da li cojoni.” “Ma è quella che
da sotto il tegumento, da sotto la
da sotto la pelle delle chiacchiere:
Da sotto la copertura delle
da Fumi. Sicché li aveva
da par suo, un po' qua un po' là,
da buona pratica dell'arte e dalle
da quarche pagnottella col
Da quele parte, propio, ciaveva le
da qua pe annà là, le cammere
da Torino a Roma: in compenso,
da la socera”, anzi “da le
da le socere”, come li chiamava
da un sette otto mesi l'aveveno
da un po' de tempo: perché
da Regina Coeli, allora, farabutto!
da mille. Certi goccioloni! Lui,
da conferma della sora Amalia
da perfezionare l'incantagione. E
da tutte quelle paperazze, come
da Casalpusterlengo. Tanto
Da quel che lo Sgranfia gli aveva
da fa li fatti sui, che annava sur
da stendere. Mbè, lei, certe
da Carlo Luigi de Secondat de
da una troppo focosa reminiscenza
da un momento all'altro alle
da naso. La povera Balducci,
da un pezzetto, del dottor
da lodarsi delle prestazioni del
da 'o broccolaro?” Le indovinava,
da un olio per trasformatori? Ma
da una partita all'altra.” Levò la
da quattordici e cinquanta in un
da duemila lire da Catellani. Mi
da Catellani. Mi comperi lei un
da professoressa di pedagogia, una
da procuratore del re. Poi, dietro,
da funerale puro lui. C'era pure il
da nun sentì nemmanco quello che
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il capo ravvolto d'una specie de cuffia
assassino dovrebbe essere già fucilato
Universal”, apparve indenne
bono: sapeveno conosce le persone
perito d'armi discese con una cassetta
di chiodi sciolti, sia dritti che storti.
dentro l'armadio a specchi, avvinta
l'aveva tenuta in collo, se po dì,
pensato, povera fija! Quanno uno ha
lo po prevede. Madonna santa, c'era
Già, già del mucchietto? legatole
quelle tepide carni le erano discese
a ripetuti interrogatori: gli alibi
in giro per la città. In giro dove?
nun c'era ...” Poi ammutolì: e stretta
” Poi ammutolì: e stretta da nuove e
da nuove e da rinnovate domande, poi
altro, la penna di pavone dell'indiziato,
fu ridotto in fin di vita a busse
non è vero un corno: ma ne buscò
de natura, più che Irnerio. Donde, cioè
per cenni e per digitazione varia
pelle de coccodrillo: de quelli propio
e de l'anonime, poi, nun c'è
dormì tra du cuscini. Robba garantita
du cuscini. Robba garantita da lo stato:
de circolante, un prestito, fusse solo
negozianti in ritiro, commendatori
vòle dottó?” Si praticavano già
tanto! Un giorno o l'altro s'ha pure
Un cinturone de cuoio, un pistolone: “
E allora, coraggio. Si propio l'abbiamo
co l'appartamenti: tutti queli profughi!
in casa de lo socero: nun c'era artro
guai a sentimme dì de portalla via
che cianno certe vorte li preti, p'annà
nere lustre lustre, lunghe e forti, bone
ai monti, a monte Manno, quasi, che
ce se va cor ciuccio, e rientratovi
preso un batticore, a momenti. Estrasse
se non proprio alterata nelle facoltà.
zitto zitto, de sotto, chiotto chiotto,
nativo di Filettino, a poca distanza
fronte: tutto il macchinone inturgidito
di sacro deposito: e la catena d'oro
della quale desidero ed auspico fin
come nudità chiara di sirena
Giano guardata in faccia: e subito dopo
alle porte, con tacito imperio: quelle
al caos: cioè una brama di riprincipiar
circolo dall'uomo ch'essa ci ha rispetto:
ch'essa ci ha rispetto: da 'o professore,
da 'o professore, da 'o commendatore,
da 'o dottore de 'e femmene,
da crocerossina: senza la croce,
da sei ore.” Ma il Balducci nun
da manomissioni. Lo aprì lui:
da la faccia, così a un'occhiata: e
da falegname a manico quadro
Da ultimo fu chiamato un fabbro,
da un bel nastrino celeste alla
da quanno j'era morta mammà?
da morì a quer modo, nun lo po
da perde li sentimenti! Che
da una ruminazione pervicace del
da cumulata veemenza delle
da lui prodotti (ufficio, fattorini
da chi? Clienti? Donne?
da nuove e da rinnovate domande,
da rinnovate domande, poi da
da esortazioni d'ogni genere, chinò
da potersela infilare dove lui
da un taliana di quelli: perché gli
da stiantare. Oh mani generosi del
da queste premesse di fatto, un
da finestra a contrada: e viceversa.
da signori: che aveva portato con
da fidasse pe gnente: anzitutto ...
da lo stato: da lo stato italiano! È
da lo stato italiano! È un palazzo
da oggi a domani ... Che! Una
da millecinquecento ar mese?
da qualche anno: relazioni d'affari.
da morì: e fiji gnente.I Manco
da fa paura a guardamme”: scosse
da fa, decidémese. S'aricorderà
Da lo socero mio c'era posto: in
da fa. Quela casa era come si
da li Santi Quattro!” Tutto un
da l'avvocati a faje capì la
da camminà su l'Aventino,
da Palestrina ce se va cor ciuccio,
da nemmeno venti ore, “appena
da quer portafogli di cuoio nero
Da quella molle, calda, suasiva
da la paura che je mise: e poi
da le sorgenti e a 1.062 metri
da un deflagrare di cariche
da orologio con ciondolo in pietra
da oggi, con tutto il mio cuore di
da lattescenze marine alla luna di
da dietro. Tutti tacquero. Al
da cui ci si parte, alfine,
da capo: dal primo possibile: un
da 'o professore, da 'o
da 'o commendatore, da 'o
da 'o dottore de 'e femmene, da
da l'avvucate 'e lusso, o da chillo
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'e femmene, da l'avvucate 'e lusso, o
infruttifero, con un testone finto
paternità metafisica. La dimenticata
circostanza emerse nel frattempo
letto de giovinotto, in famiglia, ossia
ner primo cassetto, un anello d'oro
uomo con brillante: e una catena d'oro
e senza particolare stupore. La catena,
una minuscola pace orolegata e tenuta
e tenuta da una staffa d'oro, sì
I Fetente vento
tagli, o canti, o spicchi d'arco,
dell'archetipo di tutti i Valdarena: che
di un cancro al fegato, concomitato
ritrovò diecimila lire: in dieci fogli
e qualche interessenza sugli affari
l'anello col brillante, i dieci fogli
“Lei, Liliana, parlandole certe volte
Remo ... sinceramente: cioè un po'
noia, noia. Un pantano de noia.
'e sta catena 'e camino”: e, presala
Rideva, piangeva. E quello me devi
una poverella, che non avesse nulla
qui: principiò a sfilallo. Me l'hai
annà a Genova. Prima di sposare hai
ciondolo portascarogna. Domani devi
” parve ravvedersi. “C'era perfino
scappai, corsi via. Me n'annai in sala
I “Ah, in sala
circa un mese fa, che lei era a pranzo
Lui aveva avuto l'ordine de dallo a me,
a ridere, anzi. Allegro, bello, hai
suo sdentato ghigno, e con quel fiato
su, dalle città gremite, dalle genti,
dalle genti, da ogni cantone di strada,
presto fatto se si faceva regalare lei,
stimata dumila lire? ... Quella, j'ho
un po' tutti, staveno ad annaspà
la salvazione e tirallo fora, lui Giuliano,
lustri, guardi! ... so' arrivati propio jeri
Sposi?” “Sì, sposi.” “Dieci fogli
come un fratello. Sapesse! je feci quasi
annasalli. Di “pratiche” ce n'era
Di “pratiche” ce n'era da gavazzarci,
tiratigli col più soave spago di bocca
spago di bocca da una civile dialessi,
dialessi, da un appassionato perorare,
perorare, da un vivido volger d'occhi,
blanda a un tempo e suasiva, tatràc!
il professor D'Andrea. Per modo che
che da quelle delusioni continuate,
l'umiliazione, la disperazione, il pianto,
in della sporta, quanno veniveno
altro, dalla loro buia stalla, nel nulla.
da chillo fetente d' 'o balcone 'e
da carnevale. Un arnese che non
da Dio e Ingravallo smaniava
da minuziosa (beninteso)
da la nonna (la zi' Marietta de
da uomo con brillante: e una
da orologgio, assai greve,
da un capo, terminava nel
da una staffa d'oro, sì da poter
da poter altalenare e anzi revolversi
da carestia, cor sapone a trecento
da signoria secreta in palagio nelle
da pupetto era bionno de capelli:
da un confratello al duodeno, che
da mille novi novi. I famigliari,
da lui curati potevano permettergli
da mille, a non voler includere tra
da solo a sola, come si fa tra
da oca, direi, poverina.”
Da diventà matti.” “Mbè, noia,
da un capo, glie la faceva
da giurà che me lo dài a me.
da damme in cambio: che dovesse
da lascià pe quarche giorno, disse.
da mette casa: al lido d'Albaro?
da passà dar Ceccherelli, ch'è
da ridere, povera Liliana! Dunque
da pranzo: me chiusi dentro, pe
da pranzo? Vicino a 'o buffè?
da loro? be', una ventina di giorni
da Liliana, a me personalmente, il
da fallo, diceva. E bionno, me
da pozzo nero che lo distingue, il
da ogni cantone di strada, da ogni
da ogni spalletta di ponte: dalle
da lui, invece, un qualche altro
da regalà. E l'anello del nonno,
da tre giorni chi de qua chi de
da li pasticci in cui s'aritrovava,
da la Banca d'Italia: appena
da mille è sempre un bel regalo:
da madre, quann'era pupo. ”
da gavazzarci, da nuotarci dentro:
da nuotarci dentro: e gente in
da una civile dialessi, da un
da un appassionato perorare, da
da un vivido volger d'occhi, da
da una traente maieutica e dalla
da cavadenti di tipo amabile. Ed
da quelle delusioni continuate, da
da quei dieci anni, o quasi, dove
da quegli anni inutili della sua
da piazza Vittorio, la mattina: o
Da quegli anni, operando la
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pupa, arrivò co lo sposo, preceduti
parole e carta scritta: disposizioni
dal pacchetto, l'ultima, sommerso
storia, gli pareva d'avella saputa già
Cucco, la Giulietta Frisoni (scala B),
Frisoni (scala B), da una parte, e
poi: er fermo del Valdarena, a giudicà
er maharagia de Scerpure, proveniente
che so' ciccioni puro l'ommini,
er maharagia indiano, aveva espresso
a Santo Stefano. Dove, introdottolo
spirituali della compianta signora: sì
Il cielo quadrato era tutto luce, come
e rispettava er marito, l'uomo
uomo da lei scelto: datole, un giorno,
in giorno un bambino, d'anno in anno:
lui, don Corpi, nun se raccapezzava
Corpi, nun se raccapezzava da dove, o
con tante anime intorno, con tanto
ad ammonirla (“me senta!”: ma lei,
della donna: che le veniva, certo,
baggiano, di maccherone treenne,
'o professore fu richiamato, fu pregato
con un accenno di sorriso, lezio
confortati a ricévela de ritorno
biancheria co li pizzi. Affetta, com'era,
Clotilde. Uno sbrozzolo, un pallettone
dietro tutta la carovana de li bottoni
rimanente d'altronde, priapavano fuori
d'avorio, i suoi occhi! davvero c'era
o piedastro, con rispetto granne,
da tutte le signore de la scala A, ma
er core a quarcuno. Quegli occhi!
” “Quella? quella cià er diavolo
Il commendator Angeloni, estratto
da Regina Coeli per un'ora, tanto sì
mettendo un par d'occhi malinconichi,
Macché! Lei te le cantava ner naso,
La Madonna! Dico io! Una lagna
teneva er libretto all'incontrario,
arzato le spalle, quela bestiaccia: “
località “il Torraccio”, non lontano
In parole povere, uccel di bosco.
il testo: interferenze varie,
brondi ghi barla? spediti ieri
questura di Roma. Trentasei quintali
signor no. Ciò che fu possibile estrarre
coltrice, la più adatta, e la più ambita
ricevuto e sentito al numero quattro,
una addosso all'artra, e arette tutt'e tre
dilitto di cui tutto popolo fabulava,
l'acerba costura dello stivale su, su,
e poi divulgatore e trombettiere:
e trombettiere: da Marino ad Albano,
da na panza come na mongolfiera
da dare: telefono. Il dottor Fumi lo
da chissà quali affanni: l'uscio si
da un pezzo.I Le impressioni e i
da una parte, e da quell'artra la
da quell'artra la Cammarota, la
da come se presentaveno le cose,
da le rive der Brahmaputra pe fa
da quele parte, sarvo si fanno la
da diversi anni, trammite le
da Fumi, questi manifestò
da facilitare all'autorità di
da eterna presenza dei confessori,
da lei scelto: datole, un giorno, da
da Dio. La sua disperazione e la
da chi poi? un bambino futuro, il
da dove, o da chi. “'O cuggino!”
da chi. “'O cuggino!” esclamò il
da fare in chiesa, e non
da quel'orecchia, nun ce voleva
da Dio. Quattro! in tre anni! “Un
da innamorare tutte le Marie
da Liliana di voler dare un
da papà severo e bonario in lui
da un bel vaglia bancario color
da una forma classica di
da schioppo sott'ar carcagno, che
da prete: che nun aveva né
da la vesta che pareveno du affari
da crede che avessero ipnotizzato
da tutte le signore de la scala A,
da quarcuna pure de la B, aveva
da sotto le frange nere delli cigli:
da la parte sua,” diceveno
da Regina Coeli per un'ora, tanto
da faje pijà una boccata d'aria
da paré un bove de malumore:
da tirà li schiaffi, come uno
da fa dormì li pupi. Vergognosa!
da non poté leggelo, manco si
da sentisse rode le mano”. E
da le Frattocchie: Lui-ginio! Eh,
Da quanto le diligenze auricolari
da contatto urbano,
da Reggio Emilia ... Parla il
da Reggio Emilia, tipo Parma, di
da un tal guazzabuglio fu,
da un polpettone di quel calibro.
da Fumi: presenti Ingravallo, Di
da quer po' po' de travicello d'uno
da Frascati a Velletri, e tutt'Italia
da Vinchiaturo a Ovindoli. E, poi,
da Marino ad Albano, da Castel
da Castel Gandolfo ad Ariccia.
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di gestione! La Pàcori, oppressa allora
in mucchio, s'un tavolo: e roba
s'un tavolo: e roba da disinfettare o
venuta fuori appunto la ciarpa, tirata
in un vaso - Ines ... Ciampini, sì,
era stata fermata alcune sere innanzi
), attività cui non era abilitata
bancarella: spennato e senza collo,
ravvisare nella Ines, Cionini Ines
a Roma: a cercà lavoro. “Cercà
incaricò Paolillo di farsela consegnare
un po' don Ciccio, e squadrandola
la Ines capì a volo che cosa volevano
di lasciar correre un po' d'acqua fresca,
d'una soma greve, eterna: impostale
quel suggerimento stupendo: emanava
e salivosa, d'un rosso acceso come
anche in materia de lavatura de la testa
Era esperita, sic_et_simpliciter, come
le canine di razza, poerine, ingravidate
l'avevano a maestra, pur titolandola
di sua divinazione come verità
d'attorno a lei, sorgere e vanire
e aveva tegumento d'una “coperta
stento neoclassico. Attaccata ar muro,
muro, da una parte del lettino, c'era
a guardà una per una, ma vestito
strigneva un mazzetto de pennelli,
l'armamentario magico era visitato
fiji d'una bona donna! co certi baffi!
co certi baffi! da sentì un lenzuolo
insomma, il laboratorio della Zamira,
accecati dalla immensità: storditi
Le gambocce strette strette, a momenti,
Occhi! Furtivi dardi! Sfrecciate,
Tutte tali, o giuppersù, le nipotine,
Il fatto è che i carabinieri sostavano
tre figlie, non ancora in età
altro: e n'era tornato coi due Salvatori,
nei momenti in cui la faceva
magari, gli saltava il ticchio di lavorar
dal duca di Mantova in Gilda, e
le diciotto scarpettine coi diciotto tacchi
spento, partoriti, poveri micioni,
per dirla col Carducci. Una salute
a colpo fatto, di lasciarsi ammanettare
da lui, di venir “messi dentro”
cuncupiscenza repentina delle catenelle
facesse un po' icché voleva: abbacinati
voleva: abbacinati da quel volto scurito,
da quegli occhi fermi, neri, pungenti:
da quelle bande rosse, ai calzoni,
da quei galloni d'argento alla manica:
inquirente, perseguente, ammanettante:
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un cumulo di stracci, panni,
disinfettare o da ritingere, in
ritingere, in due sacchi
un capo, la fusciacca:
Torraccio, o Torracchio,
un pattuglione del
patente: (semplice dilettante,
quanto risultò, ma in
Torraccio, propio la regazza
lavorà nun è vergogna.” Il
Piscitiello, semmai, si nun
capo a piedi il brigadiere
lei. Volevano sentire la sua
un così generoso rubinetto: e
libito antico della Natura.
lei, con il notato olezzo, il senso
febbre, si apriva male e quasi
fa annà via li pidocchi, e
dono di natura, era autrice di
un bastardo randagio. Sapeva
una bevuta all'altra di sudicia,
responso. Torbi o sereni, ma
lei. A lei, poi, di quella così
letto” verde-stinta: con
una parte del lettino, c'era da
vede un'oliografia molto bella:
romano antico, senza occhiali,
spennellà co la tintura nun se
alcuni grossi topi, con tutte le
sentì un lenzuolo da fantasma a
fantasma a du parmi de
non si poter incontrare il più
infinite cicale: con il capo e il
parer le covassero un ovo, un
sentisse smorì er core in der
rendere quelle avvinellate soste
lei, dalla Pàcori, dalla sarta:
non essere illibate, e due
Milano, e, in più, con una radio
maschio: perché subito dopo,
femmina. Il meraviglioso
Rodolfo in Mimì. Del
donna che gli ticchettavano
un maschio lucchese, dicevano,
sensale di campagna. Quei
lui, di venir “messi dentro”
lui. Quando arrivava lui,
polso: come allo scassato e
quel volto scurito, da quegli
quegli occhi fermi, neri,
quelle bande rosse, ai calzoni,
quei galloni d'argento alla
quella bandoliera bianca di
quel V.°E. nella granata
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Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
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nella granata d'argento, sul berretto:
sul berretto: da quella pancetta,
vederlo: esser travolti in catorbia
di legione con bande rosse, esalato
al rovescio, appena rosa e oro il cielo:
da Rocca di Papa a Castel Savelli, giù:
direttissimo, iterato iterato a ogni assale
trascorrendo a mezzo marzo nel cielo
del fuggente, niveo gregge si sdrucivano
rinvoltata dentro una copertuccia bigia
avrebbe chiamato le direttive
come lo chiamavano; che fungeva pure
l'opportunità richiedendo. Pompeo,
di metterlo. Doppo un par de mozzichi
Embè, nun lo so si era mezzo: stava
ribattè la Ines: “ma diversi. Diversi
pareva ch'er diavolo se fussi vestito
rinnovate obiezioni, pervennero
si scambiarono occhiate. Lo Sgranfia,
sua sudicia avvenenza: parve ritrarsi
di lettino: e andando a zonzo pe Roma
nun lo diceva, indó stava. Un lettino
Un lettino da li parenti: a piggione
più, a pagà la piggione, allora doveva
itinerari: si differiva passo passo
camminava: che poi s'aveva
di là dal fluire delle macchine,
del tono: “Pe nun fasse trovà a casa
di lui.” “Di sapere quacche cosa
pasticci nostri: la questura nun se n'ha
“Ah! la questura non se n'ha
Chillo 'o vvulimmo ccà pecché ci ha
la mano. Reclinò il capo
madre l'ha fatto bionno. Che? l'aveva
filò al deposito a pescarne fuora,
e raggiunto, e poi rigalato un po'
le disponibilità di ciascuna. Uno
magara la spia. “Ma nun c'è gnente
ch'era ora: “uno dei tanti”.
a voce alta e sonora: “Be', cercheremo
cupidità ripugnante. Quegli uomini,
poveri cocchetti! Se sentiva stracca
suo. Perché stava disoccupato
lavoro: un antro lavoro un po' mejo,
solo estraendolo un tantino
ca tenimmo appena n'indizio, subbeto
pe vvota! A 'o molo Beverello!
” Ne svolan fuori a frotte, difatti
panza d' 'o Conte, come tante gallinelle
ai subalterni. “Chille, appena scese
Calabria, Sardegna (ringhiando) come
bene: a modo suo. Se ne serviva quasi
Nella bocca senza denti er bucio, nero:
Un sorriso livido le storceva la bocca,
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Da
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quella pancetta, da quel culo.
quel culo. Sì, culo. Perché, lui
un suo sguardo. Quando poi
dìruti castelli: dove la notte,
Rocca di Papa a Castel Savelli,
Rocca Orsina al Monte
svellere tutti gli aghi degli
nullo reale perseguite, anche
una perpetua deformabilità,
caserma all'insegna der
impartire ... alle sottostanti
maestro de cerimonie, a Santo
parte sua, non vide quale
cavajere la sua bocca somigliava
certi signori che j'aveveno fatto
come ce l'avemo tutte. Come
donna. Quell'occhi te
ultimo a cavarle dai labbri la
quel giovanottone perspicace
vergogna, rivestire il dolore:
la matina a la sera: in cerca
li parenti: a piggione da na
na sarta. In der letto vòto der
cambià aria, se sa. “Si
un quartiere all'altro:
fa risolà le scarpe ogni mese:
un marciapiede all'altro, o
tutte quelle ch'oo cercheno: pe
lui pure,” soggiunse il dottor
incaricà: so' affari nostri.”
incaricà! Picceré, tu stai
ccuntà ... quacche cosa:
lato a meglio sogguardare il
fa moro, si ciaveva la fantasia
queli stracci, quella misera
tutte, secondo le disponibilità
rappresentare in bellezza il
spià!” strillò. “Si m'ha dato
ultimo, dopo qualche altro
fa er possibile.” Il
lei, volevano udire, sapere.I
morì: ribbambita: sfinita. “Che
du mesi: e nun trovava lavoro:
poté tirà avanti. “Che arte fa?
quella difesa del braccio e del
'o portiere a ssentì. Referenze!
'o Conte Verde!” sentenziò:
'a panza d' 'o Conte, come
una gabbia: che dopo lunga
'o barcarizzo, Ingravallo, vui
fiale d'un iperofficiante elisire.
confidente.” Gli sussurrava,
cui, tra verbo e verbo, ella
un lato, diaframmando er
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de mezza faccia un riverbero giallo,
imbambolato. “E lui je faceva puro
de galera de mi' padre. Sicché avevo
regazze, senza fasse arubbà er core
appena, come a dire: “l'avevo capito
- ne aveva dalla Zamira l'incarico? Le vesti, i vezzi, gli odori,
da fiale ... Una lamella d'oro,
rito: per accedere là dove s'adempisse,
“Diomede doveva dunque agire
doveva dunque agire da suasore,
per i sacri riti dell'émpete pémpete:
riti dell'émpete pémpete: da battitore:
puntar le quaglie e le starne, sul colle:
lasciò intuire la ragazza, i conforti,
e degli itinerari, ideò aggiustando,
aver accusato la botta. Una botta
a cottimo, dunque: poteva indicare
dunque: poteva indicare da chi?” “
nun me l'ha detto. Annava a lavorà
a casa loro. Quarche vorta agnede puro
i labbri, “addó sta 'e casa?” “
vo: er Carpàno” (così accentò). “
avrebbe detto: “cià na camicia de seta
singhiozzuccio, di cercare la pezzuola:
de Ripetta: o a li Quattro Cantoni,
ch'è una de fora, e che viè pure
che co quelle attacca subbito, nun cià
che paro na poverella. Ma con quelle!
Nella stanchezza, nel pianto, eretta,
Il volto appariva sudicio, stanco. “Pure
quella nun l'ha più rivisto, quer fojo
sicché, diventò na furia. Te n'avrai
troppo poco! J'arisponne che vadano
chi oda o veda silurare o schernire,
impegnato le ganasce, che bramavano
“Uno che lavorava a bottega,
dato pure na pagnottella sverto sverto,
de prestiggio: co quell'occhi, bianco
pezzo de porchetta col rosmarino. C'era
magnà pe du giorni. Senza fasse vede
pe facce avé quarche grazzia
della implacabile amministrazione
che il recupero di un Carlo Emilio
del gran morto di Canne, sia risarcito
il solito, che dal D`- al `.,
ne albergava la specie, s'era qualificato,
apparve, scura persona, dal buio,
sgrondatura di luce pressoché gialla,
una certa cautela: sostò due minuti,
strane lacche: nobili riverberi, come
d'una strapazzata di scirocco. Di là,
in certe lividure di piombo: pecore
col piede, accelerò verso la Fontana.
da fa paura, come de certi fochi
da confidente, allora. E certe
da abbozzà pe forza.” La
da nissuna”. Un codice, o un
da un pezzo: naturale: sissignori.
da fringuello de chiama, o come
da fiale ... Una lamella d'oro, da
da tanta luce nella notte, come
da ultimo, il vivere. Un orgasmo
da suasore, da iniziatore: per i
da iniziatore: per i sacri riti
da battitore: da pointer, a puntar
da pointer, a puntar le quaglie e
da spinone giovane, a snidare le
da lui), alla matura bettoliera
da sempre cogniti, e ripercorsi
da felicitarsene. Lui aveva nel
da chi?” “Da chi nun lo so: nun
Da chi nun lo so: nun me l'ha detto
da li signori a casa loro. Quarche
da na contessa, me disse: una che
Da le parte de la stazzione, me
Da Piccarozzi, sotto 'a Galleria.
da signore: sissignori!” “E addó
da rasciugarsi la faccia, il nasetto;
da l'Aliciaro, de dietro a San
da lontano, e de razza scerta: che
da faticà troppo a dajela a
Da porta Pinciana ar giardino del
da ultimo, dentro la mucida luce
da la zia, si è la zia, poi,
da cento. È la moje d'un grugno
da pentì, me diceva: quela strega!
da un artro. De lavorà pe la
da impreveduta beffa o siluro, le
da un'ora ben diverso impegno:
da li pizzicaroli ... Un po' qua un
da sotto ar zinale: è uno che sa
da la paura, che nun lo vedesse
da magnà pe du giorni. Senza
da la nonna, però. Quela befana
da San Giuseppe, ch'è tanto bono,
da cui abbiamo l'onore e il
da un precedente Paolo Maria,
da un Gadòla: cui vien fatto,
da giovedì a venerdì, nel giro di
da un par de giorni, per un
da sotto il vòlto: camminò alla
da una lampadina schermata,
da strologare il mattino. Era
da un crogiuolo del profondo.
da dietro a Tivoli e a Càrsoli,
da broda strette, compatte,
Da ritta, ove il piano s'infoltiva di
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altrove tutta rosa e bianca, veli
era il comando dell'Arma: là, là,
Porcino, sotto festoni di pere gialle
eccettoché il trìgono cesputo,
sacerdozio. Ed erano gridi ed acuti
libere del lido, signoreggiato
altre, poetesse ed oceanine precipiti
I Ed ecco ora, di là
una mano non meno che con l'altra,
non meno che con l'altra, da ritta e
limitare di peperino grigio e consunto,
vigna, o d'un qualche cosa di simile:
davanzale di quella specie di finestra:
intronato nella capa, si affacciava come
su le spalle di sinistra dei due soci,
dalle qualità tragiche del suo genio e
del suo genio e da una salute di ferro:
di ferro: da una corporatura di atleta,
di atleta, da un appetito di profeta: e
mollàtigli, se pure a contraggenio,
inderogabile, della enunciazione ...
coartato impulso, come rischizzati là
come rischizzati là da resurgiva e
la strada o strata che rimaneva loro
il naso: titolava d'un principato
incerto del tempo e di poi accesa
nominate Farcioni Clelia, di Achille,
A due a due. Né il brigadiere,
sono rimaste a casa? Voglio sentirlo
“Ve l'ho detto. Perché voglio sentire
detto. Perché voglio sentire da voi,
che va in giro, che nun cià du sorelle
So' li dispiaceri che m'è toccato
aricordato: ce lo sapevo che ereno posti
e il filo pareva questa volta smagliarsi
alto a mezz'aria mollemente ondulando,
marzoline, del sole, preso lui pure
i fumi e le palpitazioni a lui pure:
allora: poche storie che non ho tempo
è una che va a lavorà puro lei,
Lavoriamo quanno che c'è robba ... o
quanno che c'è robba ... o da fa o
ripose la catenella: e tirò fuori,
e il palmo: “è il topazio che cerco
allora per la prima volta, e lo cercava
per un braccio. “Sor brigadiè, me deve
mia che è in parola de comprallo
che vanno pe le strade cor cavallo,
l'ha dato una regazza che lavora qui.
Da un pezzetto se parlava de coralli
che p'er mio giorno nun ciavevo gnente
o assassino, forse. Andiamo: conducimi
senza il padrone dava un fastidio
primo espediente scogitato là pe llà,
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cresima: uno zucchero in
più lune, la sua pratica
due watt e palloncini sbronzi e
ogni torquente veto dei padri,
non dire mentre saettava qua
bulicante maretta: altre, poetesse
le scogliere lunari del circèo,
la flottiglia di nubi che
ritta e da manca, il lembo
manca, il lembo inferiore della
fuori, era a livello dell'asfalto
cui sopravanzavano alquanto
che il divino, un poco
un pulvinare sul trambusto
basso lasciavano scoperti gli
una salute di ferro: da una
una corporatura di atleta, da un
un appetito di profeta: e da
una qualche manatella di
chi gli dava incarico di que'
coartato impulso, come
resurgiva e da polla ... “ch'alta
polla ... “ch'alta vena
percorrere: quella medesima
parer di pietra il capillizio
un repentino dardo del sole,
Pozzofondo, e Mattonari
lei, poteva pretendere anche lo
voi, dalla vostra lingua. Noi lo
voi, da voi proprio, cosa ne
voi proprio, cosa ne pensate
marità? Ce l'aveva perfino
passà ... che m'hanno fatto
facce er fieno.” “Piantatela
reobarbara ciarpa, di sotto al
parere anelli in dissolvenza,
un languore d'utero: ché a
quel bellone che è. “Tu ... chi
perdere. La Camilla chi è?”:
apprendista magliaia ...”
fa o da giustà: quanno che
giustà: quanno che c'è
n'antra tasca, il papiro
due giorni: è proprio lui!”:
due ore se era poi proprio un
crede,” protestò la ragazza
na donna: me l'ha prestato per
un paese all'artro, che? sanno
un pezzetto se parlava de
mette ar collo, de scioccaje pe
metteme.” “E dillo chi è, se lo
lei.” “E la motocicletta?”
non dire.I S'era levata dalla
tante tribolazioni del vivere.
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o di semplice lettura della mano, tale
le rivolgeva le spalle, incerto ancora sul
prossimo, carabiniere ora ch'egli era,
una seggiola davanti, non fatela toccare
la vostra cugina, dov'è? conducetemi
” le gridò ancora il brigadiere,
con fuggenti veli di vapori sulla faccia,
d'un verde umido e novo, infradiciate
guazza: e qua e là come inzuccherate
del bivio, a chiedere una bicicletta
Pareva la macchina de li denti rotti
Il conducente gli fece ih al cavalluccio,
in carriola! propio adesso m'avevi
morso della occorrenza giornaliera che
nella notte: s'era spento con l'alba.
Da un olmo non veduto, ora, forse
Lì, cioè “qui. Sinnò so' boni pure
de' manovellismi su su su fu fu fu
del secondo ottocento. Al casello, detto
quotati anelli rettali, se pure estenuati
impelleva concomitato
d'una ragazza che aveva preso su,
mattinata, in quel senso. Arrivava su
su da Ciampino tutto nero con un fare
ma che t'hanno fatto?” e de sotto
grugno e nun potenno annà de corsa,
de fora dar naso; e a l'istesso tempo
cioè maremmano-spinone, si avventò:
nonsenso, a un pubblico di soprappresi
a' più stolti endecasillabi. Il che,
ma un frullo, ancora, d'un forasiepe,
nota del colore del pollone. Un moro
da teatro, un Otello col berretto nero
L'aria s'era assopita e parea ristagnare
giorno, erano sopravvissute al dramma:
I “E che ne so? Perché ho
sostiene ... di averlo avuto in prestito
“Che lo ha scelto,” improvvisò, “
altro, o qualche altro, che sono diversi
zio è impiegato di stato: voi lavorate
si scosse, giravoltò, camminò via
invece che fosse. I due la seguirono.
la testata della scala. Era occupata
posatavi, d'uno specchio già infranto
nella sua cornice scura un'oleografia
“umana”, e il muro scialbato a calce
non è, dato che non ci sarà nulla
una scatolina di cartone, una camicia
sotto il mento: ne sollevò, come
du zigomi tonni che pareveno abbottati
cosa incredibile per un comodino
dall'arbitrio. Dei cenci, ancora, robba
di quelle a treppiede, dei meccanici
al quale un cartoccio. Di carta blu,
da sciuparne l'esito al tutto:
da farsi. I labbri le principiarono,
da quel digitare della strega. Un
da nessuno.” La sora Pàcori gli
da lei! Andiamo.” Pareva preso,
da fuori: mentre la di lei guardata
da parere il tuorlo d'ovo dentro il
da la guazza: e qua e là come
da la brina. Se veniva in su, la
da quarcuno: e se no sarebbe
da sgranocchià er torrone: ma il
da rattenerlo un poco, e intanto,
da regge, che annamio così bene.
da chi ne prova si suol chiamare
Da un olmo non veduto, ora,
da un leccio alla scure superstite
da pensà ... ch'ho fatto la spia a
da 'e Fattocchie, vincendo la
da taluni di Casal Bruciato, lo si
da vecchiezza: non del tutto
da fischio ohi ohi ohi acutissimo
da un banchetto, una specie de
da Ciampino tutto nero con un
da pompiere incattivito, mandando
da un par de borse a cilindro una
da la polagra, la rabbia che cià
da li piedi. Oltre il casello poi,
da credere volesse jugularsi od
da cascaggine: deliberato ridestarli
da quel cretino che era, ei
da un cespo fino alla grondaia
da teatro, un Otello col berretto
da sciatore. Il feffe-feffe era il
da basso. Il trenuccio dispariva,
da anni, oramai, le ex-alunne di
da conoscerlo?”: alzò le spalle.
da voi.” “No, no, è na buciarda
da quelli che ci avete voi!”
da questo. Voglio vederli. Fatemi
da magliaia, quando lavorate. Non
da parere la sonnambula, entrò
Da quella cabina telefonica e
da tre letti, poco provveduta del
da sempre. A parete, a capo l'uno
da due lire ingiallita nei margini,
da poco. Aveva tutta l'aria di
da impacchettare. Il Pestalozzi vi
da omo, quella bona. “E l'anello?
da un nido di ovatta, una povera
da du cazzotti, tutti li mejo
da notte: era un comodino
da donna, un gilè, un par de
da biciclette. L'incredibile pieno
da droghiere. Zucchero,
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Il groviglio dei molti nodi fu districato
un bel cilindretto verde nero lustro,
dall'apotema del pentagono, piazzatisi
come una ghiandolina di piccione morto
e subito dopo, anzi, limone: trafitta
sue centonovanta quadrella: perfusa
d'oro, con un chicco rosso di melagrana
quasi una palletta di blu di metilene
da cavare il giallo al bucato, tenuto
bucato, tenuto da una calottina d'oro e
tanto, nei trombettosi carnovali,
ditrigonali della sua classe, premeditata
in una luce, in una gloria mentita,
che fosse però veduta dall'alto, e
Balducci” gli pareva essersi materiata
incubo: fogliata e verbalizzata in pagine
cercava intanto districarsi
discriminazione dei pezzi singoli erano
già: quello che è stato lo conosciamo
esauriente la recezione, due pollici
col dito medio li sdruci. Il pitale Creso,
puerpera, così smagato e sminuito
a maturare i giorni e gli eventi:
sentiva soffià er treno, se faceva pijà
o penetrata, dato che s'era travestito
di servizio, era infallantemente colto
nonché di sufficienti verbi italiani
ascoltati e naturalmente scorbacchiati
e naturalmente scorbacchiati da terzi,
a significare tira innanzi, quel trenuccio
largiva, sotto i bracci, albergo bastevole
d'erba: un filo di saliva era per uscirgli
con ali d'un verde-cenere metallico
du vieux terroirI . Travagliato
da pubertà precoce nel dolco e
il guidatore schioccò la frusta nell'aria,
Levò il collo, superba. “Io t'ho
er brigattiere, m'ha creduto promessa
lunghe e certe scarpe senza lacciuoli
quasi del pomo d'un macinino
d'orecchie e una puntatina di zampe
aggemellate sullo stecco, in padella,
da far porzione: reggendole il guidatore
vipera. Tu p'assaggià un omo hai
Sei troppo racchia, sei, co quela faccia
sei: co nemmeno queli quattro che ciai
nun s'aricordava, ce doveva avé giucato
casello de Casal Bruciato a mette l'ori
Bruciato a mette l'ori da la stronza. “
e l'aveva baciata con una rabbia! ...
e bu nun c'era caso che je sortisse,
era caso che je sortisse, da quela boca,
labboratorio. Ereno in tre, omai, a cucì
je pareveno tanti diavoli tosti,
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da
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da
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Da
da
da
da
da
da
ungulazione pervicace: la
tirarne oroscopi i sacerdoti
occaso a blaterare, a riguardar
buttare a i' sudicio: e due
tutti i raggi un poco del
luci verdi chiare, di marina in
beccarlo un pollo: e un
cavare il giallo al bucato,
una calottina d'oro e da un
un pippolo: e tramite questo
tanti culi di bicchiere, quanto,
Dio: a dispetto del
una catinella di escrementi.
lunge, dal monte o dall'aereo)
un incubo: fogliata e
un orrore segreto che non era,
tutte le serpi del dubbio: “ ...
effettuarsi in caserma, su a
un pezzo. Anche a Roma, il
ginecologo. Buttarono all'aria i
un letto all'altro, aveva tutta
ricolmo invece che era. A
sempre: muta forza o presenza
quela paura e speranza d'avello
gallina: o in agguato dentro il
paralisi del basioglosso, lei
poter petrarcheggiare sulle
terzi, da ignoti imbecilli, e in
ignoti imbecilli, e in definitiva
Velletri delle dodici. La
avervi potuto allogare e
un angolo di quel poco
ricordare le bruniture
pubertà precoce nel dolco e
pubere naso nell'equinozio, in
ridestare il cavalluccio, e si
dì com'è successo, che lui,
sposa, aritrovannome co
fratello granne. Un omo forte,
caffè, dopo un ultimo schiocco
parte del quadrupede, e una
far porzione: reggendole il
un lato, in controspinta, la
comprattelo, come la maestra.
patata che t'aritrovi. E troppo
parte me lo volessi pijà?”
pupette. E nun ne capiva
la stronza. “Da questa che me
questa che me sta scallanno la
fa paura, a momenti. Ma er
quela boca, da quela faccia
quela faccia cattiva. Allora? Na
la Zamira: lei, se po dì ogni
poté ballà co tutti quanti e
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I Ma
specie di sonnolenza appena rischiarata
con le infinite promesse e una faccia
disfarsi d'un ninnolo troppo rischioso
avesse avuto zampa libera. “Ma
della strada solitaria, “l'ho veduti
l'ho veduti dar finestrino.” “
pe faccia un ovale, come l'ovo de legno
attorno, de sti giorni, a crompà
buono a trovarla,” ideò brutalmente,
da quel sociologo che credeva d'essere,
in gamba, Guerrino. Se ragioni bene, e
sì: a Gerace ... Marina è probabile.
tumulo, a scrutare e a riconoscere chi
caricati a giogaia: (chi li rimirasse
aperti tutti i dubbi: era il suo esame
vituperi a mezza voce: con degli zigomi
voce: con degli zigomi da diavole,
nei labbri, la più bella. Incuriosito
che si vonno un giovenotto se l'hanno
stufa de daje sordi. E siccome eri stufa,
strega svergognata, si è propio ch'hai
è propio ch'hai da fa la spia, hai
così scoperto alle bizze d'equinozio,
sulla sua motocicletta la via provinciale
l'accademico e in qualche caso il poeta.
omai a la deriva, lontan lontano
che gli si aggirava pe la gola
meglio: e di meglio aveva: “L'hai
quela mattina, ce n'era na tribbù.
aperto, e dietro i due polsi cadente,
assonnato, in cerca d'una cicca
delle bruciate in sul chiudere pareva,
dalla descrizione della Ines, e già
con la zazzera fitta fitta e straunta tutta
sordi, povero micco, poteva puro morì
io. Assaggiatele!” Posava un attimo
la porca! È na miseria, signori! robba
e pe terra a la gran battaja de Lévati
occhi al cielo stavolta e con delle gote
sotto l'occhi, quer ber talismano: “Hai
appariva incerta sull'atteggiamento
er Torraccio, dopo le Frattocchie: ma
be' il padre: il fratello era disoccupato
“Chissivede! be'? che fai de bello
“Annamo, te vo er commissario: t'ha
fargli na proposta seria. Uscirono
senza pur volerlo odor d'alighe marine
polli vivi coi loro occhi che smicciano
lo scialle scuro, o verde erba, una spilla
spilla da balia co la punta aperta, ahi!
semoventi, esse ambulavano a fatica
ambulavano a fatica da uno spaccio e
“lunedì ventuno marzo Benedetto
da fa la ciovetta co li militari a
da lampi, in un sussulto del
da far paura, certe volte, aveva
da portare addosso, in quei
da dove l'hai veduti?” “L'ho
da quela casa rosa che se viene
Da che finestrino?” “Dar
da rinnaccià le carzette. Il
da fumà.” Il Pestalozzi aveva
da quel sociologo che credeva
da quel carabiniere che era. “E
da dritto, è la volta che ti piove
Da Orta è un po' più lontano di
da molti mesi non passa, oggi sì:
da un fianco). E ortolani, di
da maresciallo, quello: in caserma
da diavole, da streghe isteriche: ma
da streghe isteriche: ma il
da morire il severo Pestalozzi
da crompà co li sordi.”I E
da tanti che je n'avevi dati, lui
da fa la spia, hai da dì la verità,
da dì la verità, perché de le
da far pensare proprio alla
da Marino ad Albano, così
Da più d'una indicazione e d'un
da ogni meno consapevole
da du ore, come un leone in
da pescà senza meno. La ragazza
Da San Giuseppe in poi è la
da parer coda di marsina. Era un
da poté fumà. Involtato nel
da pochi fornelli superstiti, l'odore
da qualche passo lontano il tipetto,
da una banda: insieme a la
da la voja. “La porca, la porca!
da riprender fiato. E poi, a
da fa vergogna, signori! a chi
da li piedi! Che ar domo de
da buccinatore senza senso:
da venì un momento in questura:
da prendere: costernata no, ma
da otto anni ereno venuti a stà
da du mesi. “Nun ne sapemo più
da ste parte?” (Sottovoce): “Stai
da dì una cosa.” Lo prendeva
da la confusione verso via
da tutto il fresco umidore, quel
da un lato solo e vedono, ognuno,
da balia co la punta aperta, ahi!
da pinzar la poppa alla vicina
da uno spaccio e da un
da un ombrellaccio al successivo,
da Norcia,” enunciò l'appeso al
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casa addormentata, erompendo inatteso
i piedi, ognuna il proprio. Si stiracchiò,
ogne sull'occipite-jungla, zìn zìn zìn,
pazzia bell'e bona, e deprecata
e deprecata da ognuna, in primo luogo
diceva lei, “pure a diggiuno l'ho
intanto gli batté due colpi su le spalle,
su le spalle, da donna pratica, e quasi
E l'aveva, cosa incredibile, ottenuta:
'a capa”. Una ciabatta d'una macchina,
moveva come du foje de broccolo fori
spinta, e non si sa di che ghitarra:
a ogni corpo de tutto culo che je dava,
te lo sgranava fuori un po' in sordina:
che nemmeno si sarebbero sperati
Pestalozzi dalla Pàcori, accompagnato
alquanto contrariato, si tolse il cappello,
e neanche.” “Be' cominciamo
indietro e in curva stretta e in salita,
cara grazia se la non si è ribaltata giù
Svoltarono sull'Appia a li Due Santi,
si ergevano qua e là dalla breccia,
a mezz'aria, immobili, come rappresi
additò) che se vedeno dapertutto, fino
su diritti fino a la Pavona che in tutto,
il tronco, nel solaio, che la durava
atroci del coltello. “Fate passare, ho
sor dottó Incravalli: chi è che cià
negli anni, pendevano a muro
lise e verdastre tegumentate in parte
nel cuscino, immota, d'un giallo-bruno
infitti in adeguati candelai, appicciati
teneva una mano in una mano,
la immemore memoria della terra,
dalle sue naturali prestazioni cioè
non ammette, hélas, interludio alcuno
ridotto. Nun ce volevio crede: ciavete
minuti, se po dì. Adesso nun se move
ricordate?” “Sor dottó, che m'ho
potete dire! ché è stata sgozzata
che la Tina impaurì, questa volta: “
dà 9
criminologico escluse il rasoio, che
un'aria di uomo che ragiona, che
sor Cavalli, veda un po' si me li po
si è la zia, poi, s'è fatto
brrr, brrr, che a ogni botta che je
le lune? Ehi, la Zamira Pàcori! Vi
all'andirivieni abituale, quello che
glie ne poteva dare: ghe ne podeva
guardava a lui, ar Biondone, ma senza
da quel pataccone della sveglia
da parere un guappo in ripresa
da paré na scimia: e col fare
da ognuna, in primo luogo da
da tutte le casigliane affittacamere,
da mannà fino a Santo Stefeno.”
da donna pratica, e quasi da
da sorella, hélas!, amorevolmente
da 'o collega suo: 'o commissario
da aver vergogna andarci.
da la sporta mezzo vota de la
da chiamar Luciani e Marie
da poté pijà la spinta in avanti.
da non resuscitare troppo
da lei, la infilò finalmente
da un milite, per ulteriori
da lasciar traspirare un poco la
da chella parte. Andiamo.”
da inagugliarsi poi nel toboga del
da un ponte. Ma la macchina
da doverla percorrere un buon
da una traversina all'altra (di
da magìa: relitti d'una testé
da Marino. Là, si lei volete,
da Casal Bruciato, saranno sei
da trave. A idea, sotto il terroso
da vedé chi ce sta.” “Ce sta
da esse? m' 'o dica lei, si lo sa
da due chiodi ai due lati d'un letto:
da una buona (e tepida, e chiara:
da museo egizio: non fosse stato,
da un pròspero che misericorde
da parer Còsimol pater
da lontananze paleontologiche:
da quell'attività o per più acconcio
da inibizione, o mancato ufficio di
da crede, finarmente!” esclamò
da tre ore: nun dice na parola:
da ricordà?” “Ricordatevi di chi
da un assassino!”: du occhi, fece,
da un assassino,” ripeté, del
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tagli più netti, ma più
tempo al tempo.I “Vede,
belli novi si ce l'ha: lei ce lo
cento lire. Una vorta che
a la macchina, je scappa
di volta il cervello? Con chi
segno d'una cupidigia di
... on po d' moneda: e a
segno de vedello: quer
da' 3
Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
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istuprato certe bimbe. Paracadde giù
avrai da pentì, me diceva: quela strega!
I E il dito mastro, pur disunito
da' nuvoli e implorava che no, che
da' retta a me che te ne pentirai,
da' ditonzoli, alla radice l'è
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dacché 4
aprile 1914”. A lei, povera creatura: “
nulla, una pratica demandata ad altro,
per metter fuori la voce, inutile affatto:
vi avea posto riparo con la mano,
dacché l'imperscrutabile volere
dacché il commissario Ingravallo,
dacché il cavallo, povera creatura,
dacché il dottor Fumi gli si
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dagio 3
dolce a mattino, si dissipa e vapora via
scolari principiò dondolare a sua volta,
Ce durava na mezz'ora a cresce,
dagio adagio, e quasi di
dagio adagio, con un fremito
dagio adagio, e n'antra mezz'ora a
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dagli 14
piuttosto versato: intuizione viva, e fino
o un'Adriana, che oggi viene in città
corrente, cioè contro l'erosione operata
riversati a branchi sul molo Beverello
Marietta? 'A parentela, semmai, viene
portaordini controllato dallo zelo e
cofano di gioie: l'una e l'altro maturati
confortato dall'alta parola del buce,
l'anima dalle ultime perplessità: o
batti, in due sottosuole di ciabatta: e
sul trambusto dell'Appia. Incorniciata
de' suoi: richiamò le bave, aspirando
nella gobba e levatecelo un po'
goccia, alla subita caduta iridandosi,
dagli
dagli
dagli
dagli
dagli
dagli
dagli
dagli
dagli
dagli
dagli
dagli
dagli
dagli
anni di pubertà: aperta, poi,
zii, poi se ne va, poi torna,
anni. L'anafonèsi trivellava il
scalandroni d'ogni più roco
uomini, dai due padri ...
orecchi ipersensibili di un
anni: dai lenti, dai taciti
a stangare. L'intervento
ultimi scrupoli. Instradava gli
occhioni strabuzzati, che gli
stipiti e dall'arco a sesto
angoli non ostante il fornice
zebedèi questo missionario
embrici divenuti neri negli
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categoria di causa” quale avevamo
Ignorò, volle ignorare l'Assunta,
da qualche accenno del Balducci, o
gremito di sogni, rincasando ... ecco
ecco dai cantoni de' palazzi e
collettiva. Aiutato e quasi preceduto
Ingravallo, seguito dalla portinaia e
seguito dalla portinaia e dai due, e
du côté de chez madameI .
Una policromatica sventatezza vaporava
volatili, tra gli uccelli e le farfalle),
un buongustaio: a giudicare almeno
a giudicare almeno dai pacchetti,
nun cantava? Era chiaro: il rapinatore,
Fumi, invece, il tipo aveva sonato
incelata d'un piano: era andata ospite
a cominciare dalle sottane dei preti,
Era la nota delle ripescate a ora scura
” Del sangue era stato portato attorno
criminologico non desistettero
per terra, e quel sangue ... trascinato
parentela, semmai, viene dagli uomini,
dai
dai
dai
dai
dai
dai
dai
dai
Dai
dai
dai
dai
dai
dai
dai
dai
dai
dai
dai
dai
dai
dai
filosofi, da Aristotele o da
maccheroni in poi, come si
dolcissimi “momenti” della
cantoni de' palazzi e dai
marciapiedi le fiorivano
due agenti, Ingravallo si fece
due, e dai commenti di tutti,
commenti di tutti, “'a polizzia,
congiunti e accavallati referti
suoi foulards color lilla, dal
capelli giallastri con tendenza
pacchetti, dai tartufetti ...
tartufetti ... Pacchetti che per
Balducci, aveva sonato per
Balducci per garantirsi che
Bottafavi, che all'uscio ci
cani fradici. Gli ombrelli non ce
vari pattuglioni della “buon
tacchi, da le suole di qualcuno,
rilievi di prammatica, né dal
tacchi. Presso lo sciacquatore,
due padri ...”I “Sicuro!”
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là su la banchina, mentre i viaggiatori,
arrivo bagaglio solido: gli fu partecipata
l'una e l'altro maturati dagli anni:
e l'altro maturati dagli anni: dai lenti,
vividi accenti, con risonanze napoletane
maschile e partenopea, quando aggalli
strana ebrezza al distacco dalle cose, e
distacco dalle cose, e dai loro nomi e
al marito, o al facente funzione, e
I Titillata
ricordò d'avergli veduto sul dito
a Giuliano. Il Ceccherelli, appoggiato
presi p'un angolo, che je pencolava
san Cristoforo. Adescato, benché prete,
rattenuto il ciuccio per un attimo, ih!
lode di Maria Madre, l'inno indelebile;
Madre, l'inno indelebile; dai PV e
indelebile; dai PV e dai BM e
interessato a ottenere il più possibile
in der labboratorio? Di che età?
davanti (la di lei dentatura aveva inizio
Fumi trovò eccellente lui pure. Piovuto
pervennero da ultimo a cavarle
o due, camminata, al cader della notte,
sguardo, acceso e rotto, a intervalli,
acceso e rotto, a intervalli, dai segni e
dalla Zamira, ogni giorno. Lontano
con la più che Cumana Sibilla),
operative non adeguatamente confortate
scura e petrosa di paese: mensola
petrosa di paese: mensola dai licheni e
scarpa, quasi di cortine di castella: fiore
una rocca di piombo, di cenere. Di là
della gita. Due sicuramente santi, arguì
derisione, insidia. Fiancheggiato
di astinenti bramosi. Torchiò bizza
era piuttosto dura, in lui, disceso
La moto era ora a tetto, al riparo
degli incisivi essendole marcita via fin
andare, ma d'esserne impedita
e scarlatta del demonio principe: quello
quando implorano o imprecano
chilometro 20,25, furono accolti
snocciolarsi a marciapiede inosservato
lì per “transitare”. Il vento che saliva
nel che apparve animata, dopo tutto,
o un rosario?: strozzato, verso la bocca,
comminata all'alunno gli vaporò via
la campagna solitaria, fuori, inumidita
sotto cielo alido, oltre l'ora mutevole,
al Deviti. Sopraffatto dalle voci e
e da un ombrellaccio al successivo,
adagio, strizzati l'uno dopo l'altro
calò il vetro, Santa Maria Maggiore,
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finestrini, si disputavano
parenti della moglie ivi accorsi
lenti, dai taciti anni. Era una
taciti anni. Era una figliola,
quattro cantoni del soffitto,
limpidi fondali della
loro nomi e dai simboli:
simboli: quella voluttà del
labbri dell'idolo dispiccica
magri, cerei diti del
Balducci, dopo il desinare del
due, confermò in ogni
due diti: “Lustri lustri, guardi!
vividi e patetici occhioni der
fastigi d'oro, a vespero, o di
PV e dai BM e dai
BM e dai dieci buchi der
dieci buchi der disco der
cinque esperti del Cacco: a
sedici in su? Ah, ma puro
canini: la Ines indicò i propri
colli saluberrimi, il
labbri la bugia racchetante, la
passi meravigliosi della
segni e dai lampi, non
lampi, non pertinenti alla
di lei occhi, e dall'avido
molti per quanto titubanti e
bilanci. Alcuni erano topazi
licheni e dai muri che si
muri che si ritraevano a scarpa,
volonterosi bilanci, singhiozzo
gioghi di Sabina, per
dati, cioè vestiti d'una lor vesta
quattro canini superstiti il
denti, il Pestalozzi: la ritenne
monti, non ostante la scuola
curiosi, dalla pioggia. Ma
tempi della marcia. “Be', sor
divieti contrastanti del fato, la
galloni marescialli: quello, in
o ai loro dei-bestie in lor
furibondi latrati d'un
due Branca. Filtrati avanti,
paduli pareva stanco, gli
migliori propositi.I Intendeva,
rigiri stretti d'uno spago, e
propositi. Un mezzo labbro
piovaschi, adocchiata appena
tridui certissimi della
gridi, dalla stridula
sèlleri ai fichi secchi: si
consecutivi sbadigli, come le
tre fornici oscuri della loggia
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sua plebe, una bara che le fosse uscita
Ingravallo uscì dall'auto, imitato
perdurante fermezza che li fa indenni
della cronaca se non addirittura
incavati dal passo e dalle scarpe,
iridandosi (la tovaglia bianca, spinaci)
fatto immortale in Brianza. A cena
dai
dai
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dai
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dai
dai
visceri. Enunciazione disegnata
seguaci. Disse il milite: “Il
sobbalzi della cronaca se non
terremoti della storia, della
chiodi. Nessuna voce, dentro.
capelli avviluppati neri su la
Balducci, dalla signora Liliana!
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dài 7
cupidamente all'evento. Il quale,
cupidamente all'evento. Il quale, dài e
Italia. Pive ner sacco. E le Magdalene,
era andata un po' di saliva in traverso.
un po' di saliva in traverso. Dài e
E quello me devi da giurà che me lo
come fosse fijo suo. “E che me
dài e dài, non poté a meno,
dài , non poté a meno, alfine, di
dài : a preparar Balilli a la patria.
Dài e dài, quell'accesso di tosse
dài , quell'accesso di tosse voleva
dài a me. Insomma, che glie lo
dài se te regalo er fijo mio? le
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daje 7
conferma. Lo aveva colpito il fatto, ner
strucchioni de piazza, però pronte pe
andare all'ufficio: ad aprire l'ufficio: a
no, nun c'è più! (e
coll'ago e cor filo: e poi,
Santa! co quello aveva fatto male a
gridò Lavinia inviperita, “eri stufa de
daje er bijetto, che la sciarpa
daje er giro puro a loro, nun se
daje na spolverata a li tavoli. Il
daje a ritoccà la chiave). “Nun c'è
daje , dopo quel rapido periplo la
daje , a na sposa ... a casa sua, si
daje sordi. E siccome eri stufa, da
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dajela 2
dar Ceccherelli, ch'è l'orefice mio. Devi
subbito, nun cià da faticà troppo a
dajela solo du minuti, che ti
dajela a d'intenne. Scusi, mi dire
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a riparargli i due bernoccoli metafisici
Ciccio, dopo aver santificato la festa
batuffolo di spinaci strizzati le esorbitò
glu glu, oro di Frascati, a giudicarlo
uno zio-cavaliere, con la piccola Gina;
genio più che letture sistematiche.
o da Zagarolo perché deve riandare
pensato delle varie ... nipoti? Per lei,
della gente. Di quando in quando
Aveva accettato una polputa sigaretta
Gli sembrava, a don Ciccio, al di là
da quel trascolorare delle cose e
borbottò: “Jamecenne”, e prese giù,
male” a sua volta, appena uscita
nevicando-piovendo, ci si bubbolava
al portone e al portello piantonati
due colpi: due tonfi, che venivano fuori
vaporava dai suoi foulards color lilla,
foulards color lilla, dal suo baffo bleu,
con tendenza a un Tiziano scarruffato,
delle gioie, quando l'aveva tolta fuori
consapevole, e tuttavia fastidito.
de' Francesi e la Minerva. Impercepiti
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bel sole d'Italia, aveva un'aria
barbiere, portò una bottiglia
piatto ovale sul candore della
tono: la bottiglia di cristallo
di lei collo, ancora piuttosto
folto brulicare delle
dentista: e così di seguito.I
Tevere in giù, là, là, dietro i
grande Ovario follicoli
Balducci (che gli squadernò il
velo delle parole e del
tepore dei muri emanava un
piolo, il cappello. Il male
bagno. Don Ciccio raccolse e
freddo. Il meccanico non
brigadiere, poi da un agente,
portone. La portinaia la
suo baffo bleu, dal chimono
chimono tutto gorgheggiato di
nastro viola che li raccoglieva
cassetto. Con la pistola gli era
tedio e dalla gravezza
passante distratto e da quello
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l'Assuntina era via, era al paese,
gridare “aiuto, aiuto!” nel sonno.
caritatevole s'era dileguato a tempo (
bianco, redimite di zàgara, fotografate
fotografate dal fotografo all'uscire
Aveva preso metà il collo,
sana, calda, morbidamente venata: corse
dai rilievi di prammatica, né
Non apparvero poi tanto ignari, quanto
davano segno d'un itinerario evidente:
O una precauzione? laureata
certe volte, la chiamaveno di giù:
generoso nel disprigionare pathos
le disponibilità resele a disposizione
Standard Oil, “condotta personalmente
sveglio, buon parlatore quando voleva,
prezzi sia pure entro i limiti convenuti
Balducci, miracolosamente ignaro, scese
direttive: così gloriosamente impartite
un giovane ragionieretto appena uscito
il sor Remo: più forse, a giudicarlo
spilla. Incupite e rese avide, a pensacce,
repetunt remI . La richiamano
al cognato o genero profferto loro
regione d'ogni rancura, dalla milza e
a Santo Stefano del Cacco: per più ore:
s'incontrassero dopo anni, avvicinati
robustezza a giudicare dalle movenze e
di mano che regalò al dottor Fumi,
un po' a Paolo. Ma capiron tutti fin
Item: l'anello con brillante “lasciatomi
ricordandomi come una sorella, che
argomentare come conquiso turacciolo
a una sorta di espatrio (la cara anima!)
cioè una brama di riprincipiar da capo:
perno del coniugio: plastile cera, chiede
I Donde, cioè
faccia. La biscarogna doveva uscire
costernati dalla morte di Liliana, poi
esperienza ...” Lo aveva amato: “
che il signor Balducci, appena sceso
spalletta di ponte: dalle brune piagge, e
poi de tutta la pietra, che sporgeva
“di carattere intimo” quelli espediti
pacchetto macedonia, e una sigheretta
in una specie di tormentoso recupero,
dalle ammissioni del cugino e, ora,
marito: fatto loquace dalla disgrazia, e
nun ce voleva sentì), a diffidarla
nun parlanne!” aveva l'aria d'implorare
La comunicazione fu raccolta
pervennero infine a racimolare
gondessa è in gliniga ... In gliniga
così nere, così limpide e malinconiche
dal “vecchio padre”, che stava
Dal quale si risvegliava al suo
dal suo punto di vista). Il dottor
dal fotografo all'uscire dal nartece,
dal nartece, sognando fasti e
dal davanti verso destra, cioè
dal tepore di giovinezza: un anello
dal fotografare la morta. Aveveno
dal di fuori si davan l'aria. Armi,
dal superstite ingombro del corpo,
dal silenzio? Comunque, era
dal pozzo favoloso del cortile: “A
dal pelame de' suoi trovieri
dal potere, fu quello che si
dal dottor Ingravallo”, confermò
dal fare distinto: e anche, in
dal cartello, a sfruttare il saltino ...
dal treno alle otto, col bavero del
dal de Quo. La terribile notizia
dal barbiere co la vecchia danarosa
dal di fuori, dalle immediate
dal gran fermentare che l'avarizzia
dal buio e dalla notte. Rivogliono,
dal demo. E l'unità gamica di cui
dal cistifele drento il rodimento
dal commissario capo: il giudice
dal dolore: cercando l'uno sulla
dal passo, dalla stretta di mano
dal pieno della tunica, in arto, e
dal primo ruggito che mise dove
dal nonno, cavaliere ufficiale
dal Cielo pregherà costantemente
dal dolce filo di correntia verso a
dal paese inutile verso materni
dal primo possibile: un “rientro
dal sigillo l'impronta: al marito il
dal marito, il lento e greve
dal biossido. Il cancro abbinato
dal fermo arbitrario, dicevano, del
dal primo giorno che lo aveva
dal treno, tutti quei regali, tutti
dal popolo distorto e argentato
dal castone. Liliana Balducci era
dal Balducci: parte
dal pacchetto, l'ultima, sommerso
dal di lei tempo così atrocemente
dal parlare del marito: fatto
dal sentirsi al centro
dal dissipare in quel modo, e in
dal dottor Fumi. Bisognava
dal maresciallo Di Pietrantonio.
dal naufragio del testo (il crepitio
dal signor ammiraglio ... a via
dal pallido volto “ anche a notte,
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Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
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del tempo albano e suo, si sdipanava
lampo, gli occhi: neri, lucidi, emersi
di non si capì bene che: sibilando bava
involti. Si preannunciava di lontano,
dalle Robine Vecchie altre volte o
volte o dal Cassero a Sant'Ignazio, o
per conturbanti alternazioni d'impasto:
una voluttà in gola: o buttavano fumo
e l'accorrere de' venenti chilometri:
d'altre nereidi pescate ad oceano
le sue truculente fessaggini: l'uno
'o tavolino de marmo: a via der Gesù:
Alle dieci e mezza erano tutti riuniti
suo riflettere, non c'era alcun séguito
alcun séguito dal garzone in grembiule,
con lunghe guardate scrutatrici di là
male a nissuno.” “A te sì! ...
meglio sogguardare il palmo, a valutare,
suo sguardo di raggi d'oro nella sera,
capelli, che spiovevano fuori a fontana
l'orologio sul polso. Ingravallo si staccò
che non c'era. Sollevò la faccia
non appena scodellate sul Beverello
a ritroso, come chi, buttato là
pensò Fumi: “una grazia largita
sognato (con profumi d'aglio nell'alito)
un tira-tira che non era il solito, che
vecchina, a sentir loro ... nel discender
La Zamira soffiò piccole bolle di saliva
Il Pestalozzi apparve, scura persona,
strette, compatte, addentate in culo
sospirata promulga le erompe alfine
promulga le erompe alfine dal viscere,
e rilampeggiò nella mente, allucinata
del mare. Nereidi, ivi, appena emerse
e della cervice e dell'animo, ribadita
a l'iridi come d'una Teresa riposseduta
e ridere a cascatella grulla, smaniare
bacìo, del giorno apparito: poi, alfine,
una li aveva portati là dalla caserma e
lo sguardo, per quanto imbambolato
I due ditoni insuperbiti, valorizzati
di sotterra, dato che n'erano investiti
davanti a loro e si accinge a ritrarli,
minima invero, ha tegumento pittorico
dell'alluce solitario e iscarnito
a ponte e a palàncola, oltreché
ogni volta in aria, come a sgrullarli
resultante smorfia, illividita di finestra
dopo aver raccattato uno scialle
che noi donne, hi, hi, hi,
poi parere del tutto. Spiccicò l'ali
doppiamente ancorata e dallo spago e
lei. L'uscio si dischiuse. Una giovane,
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dal
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dal
dal
dal
dal
dal
dal
dal
dal
dal
dal
dal
dal
dal
dal
guindolo di sua divinazione
tedio; poi si posavano attediati
buco. Anche il maresciallo, il
Torraccio, dalle ultime case de
Cassero a Sant'Ignazio, o dal
Divino Amore: si avvicinava
duca di Mantova in Gilda, e
naso: “Ecco, sì, va be',
polveroso trapezio della strada.
pattuglione, involtate in vigogna
sedere dell'altro. Era tardi.
Maccheronaro: dove ce l'aveva
dottor Fumi. Paolillo riportò
garzone in grembiule, dal
rapinatore in tuta,
fluire delle macchine, da un
momento che t'ha raccattata il
sotto in su, la pertinenza di
finestrone rotondo di
gomito della ragazza.
tavolo, prese a passeggiare sul
tavolo. “Arrivedecce accà, fra
tenebricoso ventre del Conte,
frangente, sia travolto indietro
mistero.” Ed era, pensò, il
cuore, a sera. Un muto “vivi!
D`- al `., da giovedì a
tramme. La Zamira soffiò
buco e se ne imperlarono i
buio, da sotto il vòlto:
suo cane suo di loro, il vento,
viscere, dal collettore di
collettore di scarico del
risveglio a ora presta,
flutto e subito ignudàtesi della
taratatà delle nàcchere.
demonio, le gocciolavano giù
solletico: ecco là: ce l'aveva
crinale, il sopracciglio
borgo, il muriccio d'un orto, o
sonno e stupefatto dalle novità
genio, si proiettavano, si
disotto. Il raglio lontano d'un
basso, con l'animo di un
ditoncello della Sposa: una
rimanente branco de' mignoli
suo fervore di credente, ma
brucio.X “Saépe,”I così
biancore incerto del tempo e di
ciarpame: e accennava ad
momento che semo donne, hi,
corpo (e parve estrinsecarne
filo, la si levò a volo fino sul
marzo di fuori, irruppe nella
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inferta o praticato col pollice,
quela mano, e stava a riguardarla
la ragazza gli porgeva sbiancata in volto
certi prilli, certi lazzi non preventivati
scemo, di quelli che soleva dispensare
bernoccoli, due fortilizi tuttavia tenuti
della sciroccata: fuga e viaggio,
e due casipole appigionate al sole
o le ricingeva d'un muro, distano
della primavera. La Lavinia implorò
due ghiandaie senza nido. La ragazza
verde le fioriva ora la persona, ed era,
e mezzo comodino, emergeva di là
tre noci rotolaron fuori. Emerse allora
e non manicato emisfero. E lo estrasse
dello spago si allentò nel via libera:
tante bugiole sbugiardate, riconosciute
e giacquero, nella fossa del lettuccio
venuto di Ceylon o di Birmania, o
d'aver cristallizzato naturalmente
fosse però veduta dall'alto, e da lunge,
scaturire e fontanare sul lettuccio
dai piovaschi, adocchiata appena
raccolte lei col pitale, come l'acqua
rombi, strapazzate dalla dirotta piova e
lo zio: la Camilla era “convocata”
una voce sconosciuta veniva preso
lasca: e pareva stelo di bandiera
campo escogitato, per la nuova storia,
Zamira lo compativa dall'alto e di là
cagna. Sei una schifosa.” L'uomo
pietra tutta luce che pareva sublimata
distacco. Il superiore s'era ben guardato
di scirocco e delle raminghe sue piove,
mota rossiccia dove infoltisce il canneto
di tanto in tanto, tutti strapazzati
pareva ogni volta ridestarsi di colpo,
cresimato (nonché battezzato)
perdigiorno urbano che si lascia guidare
callarostare dalle nere dita sul fornello,
condurre tra i berci e le arance rosse
cui sola veduta gli rampollava acquolina
portà via?” Richiestane a mezza voce
di pelo scuro che s'erano dilungati
piatto per la fame che già chiamava
di culo duro e soleva cader di sponda
delle gambe, che apparivano villose
nella tema, forse, di deragliare anche
soffocare: a momenti sparava tutto
fiacca, bah, due o tre eja avanzati
pratico di quella zona: un ometto secco,
a bordo. Per arrivare a districar
a certe cunette non ancora verbalizzate
piccola casa quadrata, un po' disgiunta
dal
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dal
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dal
dal
dal
dal
dal
dal
dal
dal
dal
dal
dal
dal
dal
di sotto, ed esternamente con
palmo, a leggervi la sorte, si
dispetto, livida, con l'aria di
comune raziocinio, come se
banco nei momenti grigi, per
demonio. “Dov'è il Retalli?”
ponto, di tutta la nuvolaglia a
Lazio dei Principi guardiani, e
ponte cinque chilometri
brigadiere di lasciarla “fuori”
viso di patata scartò con una
tronco ruvido, uno sprocco
terzo letto, fra la sponda del
cenciume, tutto agghindato di
tabernacolo (ed era peso
disciolto sàcculo, rovesciato a
gioielliere di naso adunco, sul
pel di topo, coinquilini d'un
Siam, nobile d'una sua
sesquiossido fuso, lungo le
monte o dall'aereo) di globi
commisto ammasso di diversi
sole a quando a quando
fondo della barca, quasi
vento, metà sfasciate e metà
signor maresciallo Santarella,
panico. Al telefono, spiegò
suo bicchiere, a un balcone, o
Pippo dei mosconi giovani:
marmo con tutto il nero della
giacchettino stremenzito sparò
ranùncolo, dove era? dove era,
dirgli “me l'hanno riferito”:
lido, ora, approdava in una
color verde freddo, gelo senza
fango e dalla piova della
suo letargo di guidatore, per
fuoco.f Le bon vieux
tacere d'ogni ipotesi e d'ogni
volto serio e affumato tutto
suo dinoccolato ottimismo,
retrobocca, al Deviti.
Biondo, disse il proprio nome
negozio attendevano più là: il
profondo.I Rotoli di trippe
letto, ta-tùm, come un
ginocchio in giù, data la
Cacco. Devotamente oblato su
naso, carbonchioli e caffelatte.
dì prima, gli aveva mollato la
vestito nero come il vestito
cortile della rocca la
Touring. Ulivi, e le lor fronde
branco: una porticina chiusa,
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piastroni di selce alquanto incavati
un rustico ornato. Qualche fil d'erba
rivolgersi disperatamente chiamandolo,
prudenza. Entrò, seguito dalla Tina e
I Ma la realtà differiva ancora
dall' 66
del Messaggero , evocato, pompato fuori
due giorni avanti, con una chiamata “
ma molto più giovine: appena uscita
fiore ancor chiuso e un po' raggelato
la catenella ed aprì, si disse incaricato,
visto, ben visto, che usciva di corsa
ricordare quel che s'era guardato bene
deambulare le loro dilette stradicce,
la stanzaccia di attesa volle accomiatarsi
poi la portiera, emerse, cupa e cicciosa,
le pulizzie der giorno. Aveva principiato
camicia ... tinto di sangue! agli angoli:
che le due donne erano salite
certo, e la gonna rilevata addietro
vampa calda, vorace, avventatasi fuori
voluto. Per darsi; ma per lasciarsi cader
il subalterno culseduto s'avvedesse,
il parrucchiere, ma s'era subito ritratto
eccetera”. E il birro, confortato
la domenica dopo, tuonava alle nove
sia i prodigi che le bellezze, “
ecolalica delle parole messe in circolo
a molla (della maglia dell'orologio): e
maresciallo Di Pietrantonio, coadiuvato
lieto e turpe, il riso, dalle genti e
dalla questura a farsi certa e veridica, e
E la seguì: con eccellenti risultati.
competenza, dopo la liberazione d'Italia
e nessuno poté più rimoverli
sala che aveva luce, e magari sole,
perlustrazione. All'impiedi, loro, venuti
Marsigliese e come ogni inno in genere,
in grembiule, dal rapinatore in tuta,
ogni giorno. Lontano dai di lei occhi, e
sembrò loro di poter tuttavia desumere
arcangelo, ma senza spada: di ritorno
andò tra uliveti appena argentati
all'inferno con tutto l'agio partecipatogli
dell'Appia. Incorniciata dagli stipiti e
Frattocchie. Una luce doveva irraggiare
In quel punto, come evocata di tenebra,
di venir fuora, di venir su: tale,
commozione che le fosse ascesa
co la testa, “con queste procelle, che
brivido fosse condiviso col conducente
col conducente dall'altro lato, cioè
di fermarsi, tenuto tutto, oramai,
dal
dal
dal
dal
dal
passo e dalle scarpe, dai chiodi.
po' di terriccio che s'era qua
suo mare d'ombra: con lo
Di Pietrantonio, in una
sogno: quelle immagini d'una
dall' assortimento infinito degli
dall' esterno” al Collegio Romano,
dall' infanzia. Quella dell'ultima
dall' aurora dischiudersi, e
dall' amministrazione dello stabile,
dall' andito, dietro il ladro.
dall' accadere. Lo spavento, la
dall' arco de Sant'Agostino e da la
dall' imbacuccato: e salutò
dall' ombra del corridoio. Nulla di
dall' alto, naturalmente. In realtà,
dall' oro del bottone in fuori. “Stu
dall' avvocato Cammarota (quarto
dall' oltraggio e l'ostensione delle
dall' inferno. Chiamata da una
dall' alto, per vendersi a caro
dall' altro capo del filo seduta
dall' affermazione: no, c'era stato il
dall' alta parola del buce, dagli a
dall' ambone di San Francesco: un
dall' alito infetto e greveolente della
dall' uomo ch'essa ci ha rispetto:
dall' altro in un'asticciuola d'oro,
dall' agente scelto Paolillo, ritrovò
dall' anima: come non si può
dall' intuito e dalla integrante
Dall' avventura filiale, e urbana,
dall' incùbo dell'idra bolscevica a
dall' opinione) vedova, d'anno in
dall' orto. L'orto - poca bieta
dall' estate, moschetto a spalla:
dall' impeto ardimentoso del refrain:
dall' assassino ignoto, agli occhioni
dall' avido esercizio dei propri,
dall' apprezzato raccontino della
dall' aver dato lancia in Abisso.
dall' alba e proni scheltri di viti
dall' eternità. Il brigadiere filava in
dall' arco a sesto scemo, la
dall' alto, un tempo, ma gli anni, i
dall' usciolo socchiuso della scaluccia
dall' oceano, la sàgola interminata
dall' utero per i linfatici e le vie
dall' oggi ar domani nun se sa
dall' altro lato, cioè dall'altra
dall' altra coscia di lei. Nonostante
dall' idea che la tarchiana gli
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nella faccia, come di cittadina vessata,
ricolmo, a stringerlo riguardosamente
una riserva segreta de la nonna. Postosi
del futuro maresciallo non si tennero
Egitto più che farneticazioni Pitagora
una lineatura (che fosse però veduta
dall'alto, e da lunge, dal monte o
domestica, al chilometro 20,25,
al riunirsi: talché gli sgorgava
obbedì. Il padrone montò dopo,
da un lato, in controspinta, la Camilla,
un mistero. E la Zamira lo compativa
e portatori di ricotte sui loro ciuchi
Un gocciolone di metallo fuso, il tocco,
ch'aviva, dint'a 'o cervello, di rivoltarsi
d'un limone successivamente utilizzate
lui laute abluzioni. Un dolce orgasmo,
a Santo Stefeno.” Si guardava bene
via Massimo Dazzélio. Ingravallo uscì
dall' arbitrio. Dei cenci, ancora,
dall' altra parte con il palmo
dall' altro lato del lettino, con
dall' assaporare, in giri e rigiri: un
dall' apotema del pentagono,
dall' alto, e da lunge, dal monte o
dall' aereo) di globi elettrici nel
dall' aperta accessione della
dall' imo inguine, come un fusto
dall' altra parte. Le molle, al
dall' altro, s'era abbrancata al ferro
dall' alto e di là dal marmo con
dall' allegro sonàgliolo: e camion,
dall' orologio di Santa Maria della
dall' altra parte e di seguitare a
dall' ostricaro. Se diede na
dall' altra parte dell'uscio che il
dall' aggiungere “del Cacco”, nella
dall' auto, imitato dai seguaci.
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dalla 150
e folti e cresputi che gli venivan fuori
gente a distanza di ore, o di mesi,
Facilitato nella dura occorrenza
Ingravallo spiccicandosi appena
bei capelli castani che le irrompevano
A giudicare da quel tetro alloggio, e
delle donne. Ingravallo, seguito
da quel primo testimoniale: principiò
soffocare, stritolato dalle relatrici e
I Salì, per un altro breve sopraluogo,
dovevano di certo essere, a giudicare
e tuttavia fastidito. Dal tedio e
lasciando fuori solo il naso: fuori
d'uscio Ingravallo non se la sfilava
chiamate in causa a ogni momento
causa a ogni momento dalla invidia e
fora bagliori, lividori: come fiamma
fremito, pareva essersi appena esalato
pelle, dàtale (sopra il tepore creato)
nel pallore, il volto: sfinito, emaciato
Con che ginocchio?” “Mah!
diceva, povera pupa, con labbri ebeti
dal superstite ingombro del corpo,
meccanicamente di tasca il biglietto:
dritto, venuto su tutto in un momento
volà via pure lei, come un bolide
de' littori, aveva però già preso l'aìre
“tre poteri”: che il grande sociologo
tanto zi' Marietta che zi' Elvira, deluse
remI . La richiamano dal buio e
una ruminazione pervicace del tempo,
una drammatica regione d'ogni rancura,
inguainato nella veste, reggeva
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metà della fronte quasi a
enunciazione: come dopo
nobile malinconia della
sedia, e stringendo appena, e
fronte; vestiva in modo
coorte delle finestre, gli squali
portinaia e dai due, e dai
portinaia, concedendo alla
relazione. Dopo le grida
Menegazzi: Pompeo, ch'era
disinvoltura. Domandò
gravezza abituale ritirò le
coccia dell'anima. Intendeva
capa: i due usci erano tali e
invidia e dalla fantasia delle
fantasia delle donne, dei pupi.
carta unta. Da tempo. Da
dolce mollezza del monte, da
fiaba degli anni nuovi, delle
suzione atroce della Morte.
parte der buffè, quello
suggezzione che je metteva
tepida testimonianza di lei,
tasca destra della giacca,
medesima ceppaia. Forse ...
pista di lancio d'una
loro dotazione di bastoncelli
modesta e assettatuzza
delusione d'un attimo.
notte. Rivogliono, rivogliono il
virtù economica della gente
milza e dal cistifele drento il
manca, inzieme cor cappello
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a giudicare dalle movenze e dal passo,
olografo a lui di propria mano affidato
ancora tutto emozzionato e inorridito
in tanta copia a questa vostra Tibur
dispensati a questa antica terra
fascio nomentano, tirava ancora tabacco
a suo modo di vedere, tanto disgiunte
dalla carnalità e in conseguenza
sugli ovarii, in tanto si distingue
bambino. Intanto gli anni chiamano,
della gemma. Dopo sette mesi e mezzo
si estraggono in cancherologia,
mille novi novi. I famigliari, costernati
e pagarsi la bella camera con bagno
“Quella busta lì, che mi hanno preso
che sciocchezze che me vengheno fora
prima lui. Non si può scancellare
reprimere l'antico fescennio, sbandire
ricevuto più de due mesi prima
che le avevano provvedute apposta
incapsulato il diaspro: un po' sporgente
d'occhi, da una traente maieutica e
gli anni, l'uno dopo l'altro,
dal parlare del marito: fatto loquace
clinica de Liliana venne poi integrata
quanto sopra, cioè quanto era emerso
incertezza amnesica del poi , confortata
a farsi certa e veridica, e dall'intuito e
del Cacco: a pompar fuori il meglio
come un serpente tratto di buco
farsi pregare. Forse aveva lavorato
lavorato dalla Pàcori? Sì, proprio,
Pàcori? Sì, proprio, dalla Pàcori:
bambina, ma precocemente infastidita
a spalla: impolverati, accaldati, accecati
come di non veduta ghitarra pizzicata
è che i carabinieri sostavano da lei,
sostavano da lei, dalla Pàcori,
con tutti gli ornamenti psichici che
nel tubo, chiedeva nerbo di due militi
doppia del pari, e similmente intrigate
Fumi, “l'amica che lavorava con te
per contenere col solo gesto ciò che
ideò muto Ingravallo strizzando i denti
in sulle prime, era andato a vederla
là dal frangente, sia travolto indietro
il paìno, doveva funzionare - ne aveva
di strame: dalle accese nubi della sera,
Il silente e impreveduto apparire di lui
di quelle battute del giovanotto, riferite
ferro nel primo cassettone del comò,
Pestalozzi usciva (in motocicletta)
e nello smorire d'ogni mèlode, la maga
palpebre al venir del vento, infastidito
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stretta di mano che regalò
“compianta” signora
“cosa”, aveva avuto ragione
somma provvidenza di Dio”,
provvida mano del romano
tartaruga nel 1925, a
carnalità e in conseguenza
psiche della donna
maschile, in quanto l'attività
lor buia caverna. La carità
morte del nonno, lo zio non
moderna cabala
morte di Liliana, poi dal
sora Amalia: manicure e
scrivania:” don Ciccio
bocca, propio oggi. Begli
notte il baleno d'un'idea:
vecchia terra la favola, la sua
povera signora, le varie fasi
Digerini e Coccini, la ditta
legatura ovale: il Ceccherelli
caritatevole
loro buia stalla, nel nulla.
disgrazia, e dal sentirsi al
pietà delle amiche e delle
incertezza amnesica del poi ,
questura a farsi certa e
integrante sagacia del cugino
cisterna urbana di Santo
coda: verde, un giorno, sì,
Pàcori? Sì, proprio, dalla
Pàcori: dalla Zamira.
Zamira. Zamira? Sì, er
pubertà: e alquanto
immensità: storditi da
falange d'uno spetro. Lei,
Pàcori, dalla sarta: né la
sarta: né la Tenenza né la
illibatezza alle sorelle
Tenenza, impartiva ordini: a
parentela, e a volta a volta
Zamira”, ai Due Santi. La
solitudine immiserita del suo
rabbia: “spingersi nu poco
Zamira, ogni giorno.
risacca. Un indugio di
Zamira l'incarico? - da
promessa del caldo orizzonte.
scaluccia: un giovane di
Ines, parve metter punto al
signora Liliana.
caserma degli erre erre ci
tabacchiera in apertura
polvere. La delusione lo
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afferenti di cui una li aveva portati là
e soltanto dell'alluce, sbrancandolo fuori
converge all'indentro quasi obbligato
quasi obbligato dalla gotta o
delle nozze. E risponde, fatto augusto
del consueto garofano: e raccatta,
ce la faceva proprio più ... ad astenersi
non si sa che sponga su i' mmuso
a lo squalore della scialbatura: vinta
rughe, non anco spianate o dissipate
I “Te tirati pure indietro
era ora a tetto, al riparo dai curiosi,
rimaste a casa? Voglio sentirlo da voi,
l'erba,” e con la mano cavava il nome
Un'onda di bei capelli castani
stringendola ora al polso, e rimirando
I S'era levata
lei! Andiamo.” Pareva preso, proprio,
I Non voleva che la Lavinia udisse,
quarcuno: e se no sarebbe risalito fino
Il Pestalozzi smontò di bicicletta.
al cielo cannonate di fumo bruno
gradi sparati. Quoo stendipasta
di rondone s'erano sbandati un poco
come gnente fosse: e a beccuzzare su
ringhi e rignati a denti strizzati
gesto di un automa, sollevò lo scipione
di legge: quello che è stabilito
il tuo anello dov'è?” Infastidita
spilla dallo smalto verde, come si toglie
lecito disdirsi, o comunque recedere
celeste chiaro, con zone sbiancate
di panno d'egual colore. Enfatizzate
coltello, negato al vivere ogni condono
un pitale di topazi, erano anche troppi
che davan figure di rombi, strapazzate
un giorno, e reso di poi a cenci neri
Il padrone del cavallo sedeva, di là
a otto: ebbro, quasi, d'esservi astretto
avanti diritto, quasi a distogliersi anche
s'era fidanzato alla bellissima Lavinia
berretto sugli occhi, i muri abbruciati
dalle brode di libeccio. Rasciugati
in tanto, tutti strapazzati dal fango e
un'attesa, prescritta al vetturino
Sopraffatto dalle voci e dai gridi,
di lato, a volte, le porchette
di broccoli, non gli fu difficile ravvisare
che contribuì, con marzolino spiffero
carri, de le biciclette. Ed emerso allora
comunicava d'aver mandato il Pestalozzi
tuttavia poco si scotevano: imperlati
E Ingravallo strizzò e cigolò,
strizzò e cigolò, dalla rabbia e
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caserma e dal borgo, il
frotta de' ditonzoli meno
gotta o dalla costrizione
costrizione abituale d'una
divaricazione, risponde
congiuntura piuttosto rara
creazione. “l Fiat lux!I
bizza ma lo pigliò un poco
luce di sotterra. Il santo
crema.I Pareva, quel
finestra,” comandò al
pioggia. Ma crepitare lungo
vostra lingua. Noi lo
fronte, “Giovanni, Giovanni
fronte all'indietro, quasi in
parte interna della mano
seggiola. Si storceva le mani
smania d'acchiappar
strada. Il Farafilio incespicò
Zamira, a recuperare la
strada di Falcognana, che
tromba e poi tutt'a un tratto
pelle verde le fioriva ora la
sede e gravavano ora,
terra, che pareva
rabbia, te la farò veder io
doppia pelle, vi accennò
legge ...” “Mbè, sor
deduzione base del
siepe di biancospino una
negativa. La qualità oleosa,
varechina. Due o tre noci
posizione di acchiocciamento,
belva, l'immobilità di un
cornucopia avara di Fortuna.
dirotta piova e dal vento,
tramontana. Dava un colpo di
cunetta, sul margine
fatalità rinnovata d'un
sola immagine della
quale, con le infinite
state senza scampo, scialbati
solitudine. Il casello
piova della notte, coi loro
benignità del superiore, e
stridula comminatoria di
pelle d'oro esibivano i lor
descrizione della Ines, e già
finestra mal chiusa, cioè mal
ramaglia, e già risveglio a
Pàcori, accompagnato da un
piova della notte, o al primo
rabbia e dalla soddisfazione
soddisfazione aggiuntate.
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tra le due rotaie, si ergevano qua e là
coda il codónzolo, allorché ha licenza
ai muri uno squalore dilavato, e,
in Brianza. A cena dai Balducci,
il batuffolo di spinaci: avendone,
la punizione paventata? comminata
sollecitato troppi doni, e d'averli avuti,
di Liliana, oltre all'aver avuto
caritatevole prudenza. Entrò, seguito
dalla
dalla
dalla
dalla
dalla
dalla
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dalla
breccia, da una traversina
incantatora e dispare con un
parte di tramontana, cupa
signora Liliana! Il campo
signora Liliana, quel
legge? Ma di qual reato o di
signora Liliana? “Signor
Tina indicazioni per lui utili,
Tina e dal Di Pietrantonio,
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una fissazione, quasi: che gli evaporava
ai delitti apparentemente più lontani
Dal folto brulicare delle generazioni,
All'anulare destro, sulla mano bianca
come le cervici chine delle vacche
Ingravallo si sentiva soffocare, stritolato
il mercoledì non aveva che un'ora,
ragione volesse figurare di cascar
ogni cosa a traverso, a cominciare
o dell'Adda, o del Rio Negro andino.
sempre i bei giovani ... troppo ricercati
affinato da buona pratica dell'arte e
aveva avuto tutto il tempo di uscire,
nostro, delle radicali cure di un figaro
amatore tartufone, dopo ottantasei ore
più forse, a giudicarlo dal di fuori,
e di eccezionale robustezza a giudicare
lo assisté all'apparecchio. Caddero
perizia. Una strana ebrezza al distacco
ma ... Pietra sublunare, pietra elegiaca,
cuscini, tra i congiunti che pendevano
che Balducci, stamattina, è cascato
su su, lieto e turpe, il riso,
scarno monte, nel vento. Su, su,
vento. Su, su, dalle città gremite,
di strada, da ogni spalletta di ponte:
le catene d'oro dei morti ... bambini,
Liliana: un po' era venuta a galla
speciali. (Tale, poi, la conferma:
La Ines. L'avventura urbana!
oro, a vespero, o di rubino, e
Paolillo, e lo Sgranfia. Il quale, protetto
l'Urbe, dopo avergli deterso l'anima
spampanato nello scirocco, intignato
preannunciava di lontano, dal Torraccio,
dalle ultime case de le Frattocchie,
castelli: dove la notte, soprappresa
gli si fece tetro. “Anche lui! Perseguito
lui, Lawrence, li riconosceva emergere
vivrai!” dopo forcate ratte di strame:
volonterosi bilanci, singhiozzo postremo
di già mezzo imbecillati, per vero,
imbambolato dal sonno e stupefatto
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
Dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
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dalle
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dalle
Dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
labbra carnose, ma piuttosto
tempeste d'amore. Qualche
guardine delle questure, tra
lunghe dita di signore, che gli
gran corna del toro: la
relatrici e dalla relazione.
otto alle nove. Stava per
nuvole. Tutto il contegno
sottane dei preti, dai cani
ultime translitterazioni dei
loro concorrenti. Ecco tutto.
stretture del bisogno di
nove alle dieci e venti, di
drastiche forbici. L'effetto che
nove di sera del lunedì era
immediate reazioni psichiche
movenze e dal passo, dalla
nuvole tutti e due. Il
cose, e dai loro nomi e dai
dolci e soffuse lattescenze
sue labbra, due bei bafficci
nuvole? Un ricordo del
genti e dall'anima: come non
città gremite, dalle genti, da
genti, da ogni cantone di
brune piagge, e dal popolo
catene d'oro, non ne vien
ammissioni del cugino e,
canorità merulane della
chiarità mattutine del
cavate piene del Maderno,
ombre d'una specie di
ultime perplessità: o dagli
pieridi: con una bieca gallina
ultime case de le
Robine Vecchie altre volte o
ore non sue, bah, la s'era
donne!” “Sicché, se ne va
tre città di Reggio
accese nubi della sera, dalla
viscere del vice-sindaco per
trasmodate officiature: del
novità della gita. Due
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branco de' mignoli è resa preclara
dal suo fervore di credente, ma
per chiamata a sovvento del gran re
e la ferità de' canini e licenziava fuor
l'uno dei lettini, con il rametto d'olivo
come le chiare carni del martire
del Miracolo, il rametto dell'anno prima
i due gomiti, la frusta gli veniva fuori
evaporata Santa Rita. Il maresciallo,
dalla state senza scampo, scialbati
beccarvi. Adesso basta. Piantatatela.”
papa fra gl'inviti delle callarostare
dal retrobocca, al Deviti. Sopraffatto
sulle due mandibole, a metà strada
tutti i tempi le monache, sanno cavare
mucchietto a sinistra.” Emerso allora
di selce alquanto incavati dal passo e
su la fronte quasi ad opera del Sanzio,
ch'era stata così crudelmente separata
così crudelmente separata dalle cose,
separata dalle cose, dalle luci e
quel volto di azteca centonovantenne
dalle acquisizioni della specie,
il naso, beninteso, non potette esimersi
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
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Dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
dalle
commessure
qualità tragiche del suo
corna ritte Astarotte: quello
labbra, per fiocchi biancastri
foglie accartocciate era appesa
sue centonovanta quadrella:
foglie accartocciate e
dieci dita incavagnate che la
confidenze raccattate il giorno
brode di libeccio. Rasciugati
parti sue dicono difatti
nere dita sul fornello, dal
voci e dai gridi, dalla
orecchie, gli fecero sotto il
rispettive discipline quella
ondulazioni di quella creta
scarpe, dai chiodi. Nessuna
azzurre, ai lobi e sulle
cose, dalle luci e dalle
luci e dalle parvenze del
parvenze del mondo! E
acquisizioni della specie, dalle
ultime così fregolesche
sue naturali prestazioni cioè
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dallo 14
la Menegazzi, non totalmente impedita
lui venuto da poveri, duri anni,
onore alla gente: disceso anche lui
così prontamente captati
d'un ufficiale portaordini controllato
e poi giù giù pe la vita: e
Lui aveva avuto l'ordine de
dieci buchi der disco der telefono, e
la cara voce, manco a dirlo, usciva
per quanto doppiamente ancorata e
che trapassava di già, e strizzò i denti
ballonzolare la croce: poi la spilla
cera della morte: e quell'icore putre giù
tasto. Padroneggiava e sparava in fuori
dallo
dallo
dallo
dallo
dallo
dallo
dallo
dallo
dallo
dallo
dallo
dallo
dallo
dallo
stato ipnotico. Lui, rivòltosi,
scarno monte Matese a le
stesso nonno, a lui, anzi,
Sgranfia, pareva ... sì,
zelo e dagli orecchi
sventolare che fece a basso,
a me, da Liliana, a me
scatolone della radio che
stipo della radio: di cui
spago e dal filo, la si levò
sdegno imbiancando e
smalto verde, come si toglie
squarcio del collo, i giorni
stomaco la bandiera
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dama 1
meschino! dameggiava in allora una sua
1
damascatura 1
“coperta da letto” verde-stinta: con
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dame 1
prodezze del manganello educatore. Le
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dameggiava 1
Il Ficoni Pirro, meschino!
dama anzichenò butirrosa
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damascatura di indecifrabili
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dame , a Maiano o a Cernobbio,
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dameggiava in allora una sua
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damiggiana 1
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ar piano de sotto? Ah, ce teneva una
damiggiana d'olio! Ah, er pecorino
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damigiane 1
Bitonto pure (una botte, la spina: due
damigiane , li sifoni de gomma),
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damme 1
una poverella, che non avesse nulla da
damme in cambio: che dovesse
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danaro 1
a idea, d'un qualche prestituccio di
danaro , del quale era sempre in
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danarosa 1
uscito dal barbiere co la vecchia
danarosa e gocciolosa di naso
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dando 3
seria, pacata, e tuttavia implorante,
interventi nelle utili ore del mattino.
E poi che il brigadiè non si moveva,
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dando per ovvia l'interrogazione,
Dando di clacson addosso a un
dando a divedere nel volto quanto
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dandole 1
e controprove laterali, per mute attese:
dandole un avvio d'induzione,
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1
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dandosi 3
a un tempo ed insigne: e teneva dietro,
e co le patate de staggione!”: e
P, seppure a malincuore, e
dandosi l'aria di conchiuderlo pel
dandosi requie dopo la strillata, a
dandosi di grand'arie d'avergli
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danni 2
qualche prete più edotto dei molti
o no? La incredibile rapina ai
danni del secolo, alcuni subalterni,
danni de quela povera cocorita de
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danno 3
poi di Petrolini: poi dei vari nomi che
per sporgere denuncia del fatto. Il
a quella tale specie di logorrea cui si
danno al mùgine lungo il litorale
danno era piuttosto forte: il caso
danno vinte certe anime in pena,
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danza 2
E ne aveva regalato l'Assunta: che ha
la stampita si esasperava a sicinnide, a
danza di putti tutt'attorno al capo,
danza simulatamente apotropàica:
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dapertutto 1
antenne (le additò) che se vedeno
dapertutto , fino da Marino. Là, si
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dappertutto 1
lunga, il maresciallo, aveva pedine
dappertutto . Un fiuto! Un naso!
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dapprima 1
nereggiar di fuori, come serpe, la capa,
dapprima , e poi tutto il collo
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me lo so' fatto mannà a casa.
Era entrata “un momento solo”
che la Gina, la pupilla, era tornata
porte d'Inferno che le avevano dovuto
Dar
dar
dar
dar
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salumaro de via Panisperna,
generale, er Grand'Ufficial
Sacro Core, in quer momento.
passo. L'eccidio “aveva tutto
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rampe de scale in sala der trono,
d'anice. Un venticello! Scegneva, propio,
un po' vede.” Annaspava co le mano
sto Pupazzo a Palazzo Chiggi, a strillà
romantici”: fe' un gesto, come a
portascarogna. Domani devi da passà
subbito subbito appena l'ho cavato fora
po dì: le pinze, ho fatto un sarto
la banca: der Banco de Santo Spirito.
la Banca d'Italia: appena sputati fora
Liliana, ormai, s'era fitta in capo che
la salute, tutte le cosce, de dietro:
a un'idea. L'accompagno spostò
d'allora: che doveva avella presa fori
che ce voleva lo scarpello: con quel
e l'odor de cacio a 'n chilometro,
con un vocione che veniva propio
te la trascina in una trattoria de lusso:
co sti stracci addosso ... che me moro
franca, se direbbe. Uno che te smiccia
mutamente, spiccicandoli a pena senza
vetri, la maniglia di ottone principiò a
ponto, di tutta la nuvolaglia a culaia, a
che cià dentro te la spara de fora
sul teatro le passioni finte sogliono
Mi' zio ha dovuto scegne a Ciampino
a reagire, stralucendo a ciel bianco, a
diceva de domenica a le Frattocchie,
veduti da quela casa rosa che se viene
torna.” “Sor marescià, l'ho veduti
finestrino.” “Da che finestrino?” “
sott'acqua, ch'ereno 'gni mattina,
dar gran Papa alpinista. Pe dì
dar paradiso. Un paradiso
dar sotto in su ner profumo de
dar balcone come uno stracciarolo?
dar licenza a un volatile, a
dar Ceccherelli, ch'è l'orefice mio.
dar castone suo, a forza de
dar barbiere de faccia pe
Dar cartellino del conto (ai libretti
dar torchio. Un odorino bono,
dar marito ... non le verrebbero
dar momento ch'è de moda che
dar Policlinico a le otto, lunedì
dar pacco novo de cucina, che ce
dar di spalle a ogni tratto, superba,
dar monnezzaro dove ce teneveno
dar core. Era de li fratelloni de la
dar Bottaro, magara, a la
dar freddo. Co me, ora, nun vo
dar sotto in su, e poi subbito je se
dar parola di fuori: “Crescìte
dar segno d'irrequietezza anche lei.
dar di fianco sopra gli scheggioni
dar naso; e a l'istesso tempo da li
dar la stura a dei baci non finti e
dar sor capo. Er titolare è lui.
dar segno di sé. La rabbia le
dar marinese, seduto de traverso,
dar Torraccio, indove che vado a
dar finestrino.” “Da che
Dar finestrino der gabinetto”: e
dar bagno “occupato”, l'indizio
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dardi 1
E quelle di rimando! Occhi! Furtivi
dardi ! Sfrecciate, da sentisse smorì
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dardo 1
tempo e di poi accesa da un repentino
dardo del sole, intese gabellare per
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dare 14
Anche don Corpi avrebbe potuto
dei responsi precisi, come ne sogliono
di seta lilla, in quel tono che pareva
prima di loro quel che gli dobbiamo
lo aveva pregato di tradurla. Quel
anche a un serpente, che le potesse
parole e carta scritta: disposizioni da
fu pregato da Liliana di voler
e tràc, trìc e tràc, arebbero potuto
in quanto ragazze non gli potreste poi
passo, ora, e neppure a malincuore, per
viscido e rosso cupo, quasi gli usasse
sareste voi? proprio a me la volete
forse, ne disponeva, glie ne poteva
dare informazioni, don Lorenzo,
dare le sibille. Nel ramo
dare un profumo, significava a
dare , il biscotto che ci vuole per
dare , quel regalare, quel dividere
dare la creatura sospirata: la "sua"
dare : telefono. Il dottor Fumi lo
dare un consiglio. Corrugò la
dare una mano: e la davano:
dare tutti i torti, capivano,
dare la precedenza al collega.I
dare di matita puro a lui: e in
dare ad intendere?” “No. Mi' zio
dare : ghe ne podeva dà ... on po
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dargli 3
dove ci pioveva, carezzargli il culo, e
al dottor Fumi, pregandolo
di lui tecnica ciondolona e distratta (a
dargli bere un vin caldo. Era là,
dargli agio a potersi rifocillare un
dargli retta), bighellante, smicciante
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dargliela 1
flusso, e per diretta visita a chi poteva
dargliela e chiacchiera: e ancora
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darlo 1
in grado dei due. Nel frattempo, senza
darlo a divedere tuttavia, si
- Pag.0219.20
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darmi 1
siete stata voi a nascondere, dovete
darmi delle spiegazioni ...” Lei
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darne 1
le du donne pe le scale non sapeva
darne ragguaglio. Ad occhioni
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darsela 1
dopo tanto affanno dover anche
darsela a gambe! Checché.I Lo
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darsene 1
cloro-bromo-jodica, di mattina viva alle
darsene , quella promessa
- Pag.0257.35
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darsi 4
Quanto all'oro, be', sì, poteva
So' uno che compra dove capita. Può
vide chiaro. Voleva essere voluto. Per
calesse non interloquì: tratto tratto, per
darsi benissimo ciavesse l'oro e
darsi benissimo quello che lei dice.
darsi ; ma per lasciarsi cader
darsi un contegno, badava a sparar
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- Pag.0078.16
- Pag.0242.1
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dasse 1
come je dicesse l'orazzione, o je
dasse de li consiji boni: buoni a
- Pag.0175.31
data del dì avanti. Bucato, forse
data , 13, e lo strappo a la
data l'imminenza del suo ritorno,
data “l'incapacità di sussistere
data anche la fattispecie: pubblico
data del 12 gennaio, due mesi
data la doppia faccia. La
data l'avventatezza del secolo, e la
data la gargana, fu viceversa un
data l'etichetta gallinacea, del bravo
data l'aria d'aver faccende
data la camicia di flanella
data : e pure chillo vaso,” e vi
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dàtale (sopra il tepore creato)
- Pag.0059.13
Dàtasi , al cader degli anni e degli
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data 13
quasi. Tranvie de li Castelli. Bucato alla
e la serie del biglietto, il foro alla
era il caso di telegrafare al Balducci,
Zagarolo con foglio di via obbligatorio:
di sussistere coi propri mezzi” e
il suicidio. Il testamento recava la
jella doppia, congetturava Ingravallo,
e di ciabatta frusta e bbefana:
un risolino, direbbe un romanziere: che,
dispregio no, è probabile anzi in onore,
tra paura e sospetto. La vecchia s'era
apparivano villose dal ginocchio in giù,
'O saccio, 'o saccio, chi ve l'ha
1
dàtale 1
eleganza bionda quasi una nuova pelle,
1
dàtasi 1
le peste, fra Marino e Ariccia.
Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
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datavano 1
da quegli anni inutili della sua bellezza
datavano pure quei sospiri, quei
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date 2
Renata e a me, de crature ce n'avrebbe
camminando, e stava per porgerla. “
date quante ce pareva. Perché il
Date ccà.” Il dottor Fumi glie
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datelo 1
lascialo fare. Toglietevi subito l'anello e
datelo a me, spicciatevi, perché
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1
dateme 1
quello che je fa da palo ... Quelli,
dateme retta, sor commissario,
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dati 13
anello, con le diecimila lire, me li ha
urbana di Santo Stefano del Cacco:
gita. Due sicuramente santi, arguì dai
de quanno in quanno, che ce l'ha
il brigadiere si riscosse. “Chi te li ha
in quer posto.” “Dimmi chi te li ha
è andata: e chi è che ve li ha
a lo sportello? Chi glie li poteva aver
no? Era più facile che glie li avesse
po' di zaffiri e di topacci, li avrebbe
eri stufa, da tanti che je n'avevi
scribacchiò su di un foglietto quei
guardò sul letto la coperta, “vell'ha
dati lei: me l'ha fatti pijà pe
dati di fatto, illazioni varie, motivi
dati , cioè vestiti d'una lor vesta che
dati er Signore, hi, hi, hi, pe
dati ? Chi è che li ha portati qua?
dati che lo sai, o chi li ha
dati .” Gli si vedeva rigonfia la
dati , i soldi? ... Lavinia? ... E la
dati la brutta.I Così
dati senz'altro. Ma se la Camilla
dati , lui pensò je lascio questi, pe
dati co un pezzetto de làpise,
dati ... una ch'à avuto subbito 'o
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dato 46
voleva apparire più sereno. “J'ho
puro la mancia ...” “Ah! Gli avete
tutti e due, il numero in alto invisibile,
è là puro lui, a via Merulana. Ho
era chiusa.” “Site voi ... che avete
prima ancora dell'arrivo del giudice,
o come palo. Meglio palo, forse,
il cugino ... era lui che aveva
Alla Standard Oil esclusero di avergli
le fettuccine della nonna. Le donne,
prima de la guerra! Ma questo me l'ha
avé sollevato un ber po' de porvere,
manco quello nun approdava a nulla,
de le fette de don Lorenzo j'aveveno
ma evidentemente Luigino) aveva
loisir de siégerI ”. Povera figliola;
col pensiero, subito escludendolo
L'aveva sgridata sulla faccia, le aveva
gnente da spià!” strillò. “Si m'ha
Era evidente, omai: il biondo le aveva
ma senza spada: di ritorno dall'aver
se un apostolo di malumore gli avesse
“... a piazza Vittorio, che m'ha
dell'uscio a vetri (colorati) aveva
tutta l'aria di vaporare di sotterra,
dato puro la mancia ...” “Ah!
dato la mancia,” don Ciccio
dato anche il buio (delle scale).
dato disposizzioni. Mi ha detto
dato l'allarme?” “Ero salito:
dato come se presentaveno i fatti,
dato che la Menegazzi, chella
dato l'allarme. È questo un
dato del denaro, dopo le ordinarie
dato il fascino, quello che
dato mammà, feci io, pe ricordo ..
dato ch'er catrame nun l'aveveno
dato ch'er commendatore,
dato la sicurezza d'esser nel giusto,
dato a tinger la sciarpa ...
dato , invece, quell'ordine, bah, er
dato che non sorge “in
dato e di questo e di quest'altro,
dato du schiaffi, embè? è stato un
dato ripetuta prova della sagacia e
dato lancia in Abisso. L'Abisso,
dato del tallone sul capo. La
dato pure na pagnottella sverto
dato oscillante preavviso d'un
dato che n'erano investiti dal
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dite un po': questo qua chi ve lo ha
aveva rigirato sul dito. “Chi me l'ha
devo sequestrare. E ditemi chi ve lo ha
magari: “Chi è che ve l'ha
ha dato? dite la verità, ve l'ha
festa che ce faccio gli anni. Me l'ha
modi so' de prepotenza.” “Chi te l'ha
“A me, sor brigadiè, me l'ha
miracolo. Che le si configurò, a un
Questo, caso mai, je l'avrà
dimane dove né refe né spago non è,
al cesso il valore (il topazio)
della povertà domiciliare: o penetrata,
l'anello co quela pietra gialla je l'aveva
di sesso con ogni sicurtà femminino,
era lui, Retalli Enea, che lo aveva
va be', “ammettiamo che glie lo aveva
il Biondone era in loco (dopo aver
I Non gli riuscì difficile ivi,
il testone, si appressò alla vaschetta, e
Pestalozzi, il carabiniere aveva
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datocché 1
o almeno assai cauto preambolo,
1
datoché 1
il lembo della vesta, i due camminatori,
1
dato ?” Levò la mano della
dato ?” e si studiava d'arrossire
dato . Se lo dite, bene: se non lo
dato ? dite la verità, ve l'ha dato
dato lui, il Retalli. Te, i soldi per
dato per du giorni solo.” “Ah! e
dato ? Vieni. Lo dirai al
dato una regazza che lavora qui.
dato punto, nella vera sua luce:
dato er su' paino. Un anello come
dato che non ci sarà nulla da
dato che non ci avrebbe provato
dato che s'era travestito da gallina:
dato Igì, questo, poi, come aveva
dato che portava scialle e gonnella,
dato a questa Lavinia bellissima
dato il Retalli”. Ma perché e
dato una giratina fra i palmizi): è
dato l'ottimismo in poppa che lo
dato libero corso alle linfe
dato per non improbabile o per
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datocché le più soavi guardate del
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datoché se no la si sarebbe
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datole 1
er marito, l'uomo da lei scelto:
datole , un giorno, da Dio. La sua
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datteri 1
della Libia: della quarta sponda: dei
datteri che vi maturano, squisiti,
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dattiloscritto 1
venne deferita copia d'un elenco,
dattiloscritto , di turchesi e di
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dava per inteso: seguitava a
dava , della sua borsa colma, in
dava sul cortile, apertala aveva
dava pace. Quel tic tac del
dava licenza un minuto alle
Dava a divedere de trascuralle, o
dava a divedere d'essere persuaso
dava nessun conforto. Noia, noia,
dava subbito presente, prima
dava de vorta er cervello, o fussi
Dava adito, codesto salotto o sala
dava incarico di que' miracoli.
Dava fuori, di sé, l'allegrezza
dava tante arie: “Questura di
dava un fastidio da non dire.I
Dava un colpo di zappetto nella
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dava 19
così giuste lui, don Ciccio, non se ne
estrema gravidanza, più curioso di tutti,
alla finestra, sì quella lì, proprio, che
Brutti posti!” Il commendatore non si
con quel nasazzo al mezzo che non
tempo ... che te le incantava co gnente.
In realtà, senza giungere a tanto,
un gran piangere. Un pianto che non le
e co chella calda voce ... quella che lo
que' momenti, delle due l'una: o je
quarche strugnoccolo, a quarchiduna.
se pure a contraggenio, da chi gli
dopo il mezzo giro subreptizio.
battere a macchina un par de fogli, si
in laboratorio senza il padrone
di poi a cenci neri dalla tramontana.
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di bilancia alegra e di chiacchiera,
core, a ogni corpo de tutto culo che je
a la stalla. Il tempo, a dolco,
dava ogni sodisfazione alla
dava , da poté pijà la spinta in
dava gli auspici del grano, de la
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davan 3
poi tanto ignari, quanto dal di fuori si
con due inclinazioni opposte che
alle prime sollecitudini del giorno: che
davan l'aria. Armi, no. E nessuna
davan figure di rombi, strapazzate
davan frutto, a levata appena di
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davano 8
di frasi che non concludevano a nulla e
d'asteroidi. Quelle gocce, orribili,
la nuvolaglia delle mosche, su su, che
de' ricadenti capelli. Ma in quell'attimo!
arebbero potuto dare una mano: e la
livello aiutando: era a paro, ecco, gli
in avanti: viaggiavano per conto loro: ti
al coma, e più stranamente alla morte:
davano soltanto nel vago e nel
davano segno d'un itinerario
davano un ronzio, a tratti, come
davano un lampo, gli occhi: neri,
davano : come ad esempio durante
davano strada: non anco la rossa
davano , così appaiati, dentro un
davano l'impressione d'una
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davanti 31
tener lei tutto il letto: certi occhi! un
di tanta e tanto risolutiva autorità.
foulard lilla attorno al collo, che sul
dove ce l'aveva, sì, proprio lì,
tenendoli orizzontali e in sul
Giunti a via Merulana, la folla.
Aveva preso metà il collo, dal
aveva impiastrato tutto er collo, er
quattro bombe che ciaveva attaccate,
pure Napoleone co l'armata d'Italia,
gente. La pupa Felicetti, messagli
preside a' nuvoli, t'abbi fiantato
teatrando di sulla scalea di Palazzo
finito pe scocciasse. Con pochi preti
in una breve altalena sotto ar naso,
per la mancanza degli otto denti
seggiola a sferruzzare senza denti (quei
cadauno aveva sollevato la gonna, sul
o del sette o peggio, si inginocchia
E cavò di saccoccia, e glie lo dondolò
d'amistà, la si piazzò a gambe ferme
ululando lo stramontano, a meditare
“stateci attenta: metteteci una seggiola
nel trotto, ormai spento, le zampe
d'inferno: e veduto il pollame a correre
cieca, e cògnita, guardando diritto
a li Du Santi, a metà il bicchiere,
festa formaggia, trascorse piano piano
de strada, a 'gni cane che se metteva
la strombazzò due volte poh! poh!
col numero civico 3, a piano terra.
davanti ! un didietro! Da sognarseli
Davanti al casermone color
davanti appariva scarno e
davanti al comò, poi quel
davanti , come gli desse il latte: di
Davanti il portone il nero della
davanti verso destra, cioè verso
davanti de la camicetta, una
davanti e de dietro. “Sto qua: so' a
davanti la guardiola, che se li
davanti , negò d'avello incontrato
davanti il naso, plaf, plaf - alla
davanti la cupa attesa della folla,
davanti e un po' de regazzine e
davanti ar barbozzo: un va e vieni
davanti (la di lei dentatura aveva
davanti ) nel cerchio delle sue
davanti , palesato a tutti che
davanti a loro e si accinge a
davanti al naso, un esemplare
davanti le scarpe dell'allibito
davanti al cerchio azzurrino del
davanti , non fatela toccare da
davanti , sdrucciolò un tantino su
davanti il soprasoffiare del nero,
davanti a sé fino a padroneggiare
davanti al beveratoio di marmo
davanti le bancarelle abbacchiare,
davanti .I A via Giovanni Lanza,
davanti al portone della rocca.
Davanti alla soglia alcuni piastroni
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davanzale di quella specie di
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e fiorivano e iridavano il sasso, del
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annava a dije “bongiorno”, e loro je
de du quarti de luna blu che je
a l'età sua! Le regazze ... me ce
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li parenti, de tanto che je voleva male
pe giornate sane, povera Liliana, si
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davvero 11
tutto un sapore. Una cosa strana,
non poté a meno, alfine, di arrivare
che rissomija a la felicità. Gli pareva
chiassetti, de' pisciosi vicoletti, pareva
E lui, di quest'altro ... non sapeva
Ingravallo, stavolta, non se la sentì
lei, poverina! lei: io non ci pensavo
una cosa molto più logica, postoché
de quela pelle d'avorio, i suoi occhi!
Un giorno, in un accesso d'amor filiale,
verde che rossa. Intanto sopravveniva
daveno una caramella, be' la sora
daveno riscontro ai du quarti de
daveno pure la cojonella. Me
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davero , povera donna! Aveveno
davero se sposaveno: come je
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davvero , pensò Ingravallo. La
davvero anche lui. La lunga attesa
davvero di inalare ambrosia cor
davvero che fusse sparito di scena
davvero dove attaccarselo.
davvero . Un amico. Che, che! Non
davvero , a nascondere: fu lei che
davvero Liliana ci teneva tanto, a
davvero c'era da crede che
davvero je mozzicò un'orecchia:
davvero il feffe-feffe, a tutta faffa:
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Dazzélio . Ingravallo uscì
Dazzélio a marcia avanti,
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dazzio der Paradiso nun ce passa .
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Dazzélio 2
Una lastra al cantone: via Massimo
da inagugliarsi poi nel toboga del
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dazzio 1
chi cià la valigia grossa, che ar
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che nissuno la voleva, a quer prezzo) è
dd' oro la porchetta! Lui me capì:
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dda 1
Picceré, tu stai sbarianno. Quello ch'ha
dda fa 'a questura 'o sapimmo
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pure, Pompè. Ingravallo, ciavite a
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ddà n'occhiata pure vuie ... a sto
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je scappa quarche paroletta puro pe
dde dietro: brrr, brrr, brrr, frrr,
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pensato! “Neh, Pompè, che ffacite llà
ddint' a chella stufa? ... Venite
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e poi chillo buchè 'e violette: 'e
ddoje cugnate e 'e ttre nepote: e
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ddomani 1
millimetro de mossa: der testone. “E
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lo portavano tutti in parma
ch'è nu guaio: quacche gliuommero ...
ddomani mattina, Pompè, ve n'iate
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de mano, non dico perché fosse
de sberretà ...” diceva,
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generone: ma soprattutto signori novi
soprattutto signori novi de commercio,
insino ar tetto era come imbottito
A, piano terzo, dove che ce staveno
oro, perle, diamanti: tutta la robba più
parlanno co rispetto, quer po' po'
a sant'Antonio pe tutte le chiese
“attaccati”, cioè sedotti all'idea
su le scale: ner palazzo
cugnate e 'e ttre nepote: e poi avimmo
òmini, questi i xe diavoli! anime
bianco scodinzolava eccitato e
Er revòrvere mio nun è come quello
me pare che l'arme le so trattà mejo
mejo de tanti artri. Io ... io so' padrone
Ingravallo. “Mbè, io nun m'interesso
che me so' presa una parpitazzione
che apparve logoro, quasi. Tranvie
contrario. No, la servente no la gera
Se sa che quanno uno va pe rubbà, lì
” fece la Pettacchioni, “co sto porto
der palazzo? ... Qua ce stanno fior
Qua ce stanno fior de signori, gente
sor commissario?” tutti sorrisero: “
sorrisero: “de quelli che poco je piace
passante distratto e da quello che va
le loro dilette stradicce, dall'arco
de Sant'Agostino e da la Scrofa, pe via
pe via de le Coppelle o pel Pozzo
o s'inoltrano agorafobici su li serci
agorafobici su li serci de piazza
der napoletano: e poi pe quer budello
e poi pe quer budello de via
Ma, suppergiù, mo che ce penso, quello
“nun me vorrete fa sta partaccia
di romper l'inquietudine con un par
Er rosbiffe ar sangue è la specialità
” E uscì pe pijà er PV-1 tutta
in difficile equilibrio sui tacchi
buggere, oggi, manco ciavrà fantasia
da quell'altro. Pe tutte le botteghe
po' d'anguilla marinata, magari, un po'
si soffiò il naso, quarche barattolo
barattolo de conserva: pe fa un po'
Quarche riserva a casa po fa commodo
sta robba, se sa, ereno li fattorini
un presciuttino sano: un presciuttino
sano: un presciuttino de montagna
so' fatto mannà a casa. Dar salumaro
già, in fonno in fonno, quasi all'angolo
stammattina?” “No, non è lui. Quello
vorta j'ho portato a casa un presciutto
So' sicura. Quello poteva esse quello
ch'erano tutti dua più regazzini
de commercio, de quelli che un
de quelli che un po' d'anni avanti
de quer metallo. Drento poi,
de qua li Balducci ch'ereno
de valore che ce sia. E fogli da
de signorino. Gli bisognò
de Roma: e speranze, e cure di
de li papabbraschi, che del resto,
de li pescicani ...”, un fiotto di
de pelà la coda dell'affare
de bruti diavoli che i ne torna
de tanto in tanto abbaiava puro
de li delinquenti ... che spareno
de tanti artri. Io ... io so' padrone
de li nervi mia ...” Il ladro aveva
de pizzicaroli: pe ste cose ... ce
de core ...” La Bertola volle
de li Castelli. Bucato alla data del
de Marino, no la gera dei Castelli
de fora c'è quello che je fa da
de mare der palazzo? ... Qua ce
de signori, gente de commercio,
de commercio, che se crede, sor
de quelli che poco je piace de
de magnà l'indivia.” “E per chi
de prescia, a ora d'agio, un piede
de Sant'Agostino e da la Scrofa, pe
de le Coppelle o pel Pozzo de le
de le Cornacchie, fin su, a Santa
de piazza de Pietra, non senza
de Pietra, non senza disdegnare la
de via de Pietra arriveno magari a
de Pietra arriveno magari a
de stammattina poteva esse er
de dimme che nun è vero in faccia
de pagnottelle imbottite. “Non ne
de Peppì.” La sora Manuela,
de prescia, smovenno er culo
de gli scarpini boni che parevano
de magnà li carciofini ... Manco
de Roma un po'. Un po' per
de galantina. Ma più che antro, si
de conserva: pe fa un po' de
de scorta a casa. Quarche riserva a
de tenéccela. E chi je portava sta
de li negozzi ... Alzò le spalle,
de montagna de pochi chili.”
de pochi chili.” Pareva che nel
de via Panisperna, già, in fonno
de li Serpenti ... È un bolognese.
de stammatina ... io non l'ho
de montagna, fino su, a via
de stammatina ... ch'erano tutti
de questo qui. Quello, sor
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però ... che qui nenn' è aria ...
della roba. Me l'ha portata la donna
Ministero dell'Economia.” “La donna
” Donna Manuela, con un tremolìo
nero che ciaveva in testa: e duro
si barricò dietro “l'esperienza
Me pare una cattiveria bella e bona
caciocavallo in collo? co du fiaschi uno
in collo? co du fiaschi uno de qua uno
” Era scritto che il ducentodiciannove
nun vo cantà: e quelli 'o prendeno
mejo dì, co quer petto, co quell'anima
non ce la facevano. Le gronnare
ce la facevano. Le gronnare de li tetti
e Labbicana insino a Sant'Antonio
lo ritrovò, su la mensolina
lo ritrovò, su la mensolina de vetro
bell'ambo giusto giusto: ma su la rota
la rota de Bari. Per dire che la fama
il dottor Fumi co le mano a una pila
con uno sbadiglio ritardatario la nota (
trasmessagli per conoscenza. Il nome
davvero di inalare ambrosia cor naso,
travertino o sur peperino d'ogni facciata
un bianco malvagio: un vigliacchetto
il Facta_factorum fosse stato in grado
dionisiaca. Con uno o un paro
Sì ... questo sì ... “Una specie
questo sì ... “Una specie de sciarpa o
specie de sciarpa o de fazzolettone
signori, dell'era dell'egira, l'arti papaveri
Romano, come tanti strucchioni
Venezuela, in quei giorni, un andirivieni
giorni, un andirivieni de gente piena
a palazzo, dopo un anno e mezzo
ereno già l'occhiatacce, er vommito
er vommito de li gnocchi: l'epoca
de li gnocchi: l'epoca de la bombetta,
conclude: co quele braccette corte corte
su li fianchi come du rampazzi
invaghirsene, appena untate
Balilli a la patria. Le macchine
a vede, co due agenti. Credevo quasi
l'ha trovata stesa a terra, in un lago
sul parquet, in camera da pranzo: stesa
il nero della folla, con la sua corona
della folla, con la sua corona de rote
quattro, deggià, se sentì che parlaveno
impiastrato tutto er collo, er davanti
l'orlo della gonna, il lembo rovescio
il lembo rovescio de quela vesta
da un momento all'altro: doveva
e un po' rigirata da una parte, come
guardaveno, in direzzione nun se capiva
de fa 'o guappo ...” Quello uscì,
de servizio d'un mio collega, del
de servizio? Una bella serva,
de zinne che j'abbottaveno tutta
de capoccia com'era. Il
de sto monno”. “Quelle,”
de volé sofisticà si quello ch'ha
de qua uno de là? che pareveno
de là? che pareveno du gemelli,
de via Merulana, il palazzo
de petto.” La polizia s'era fitta in
de culo! la Gina da le moniche, a
de li tetti de li palazzi nemmeno.
de li palazzi nemmeno. Da quanto
de Padova e a San Clemente e a
de vetro de lo specchio der
de lo specchio der lavamano,
de Bari. Per dire che la fama de
de quell'oro era granne. “l
de cartelle rosse: “l Fama
de le belle donne del dì prima),
de la località, il Torraccio, non
de bevela giù ne li pormoni: un
de chiesa, sul colmo d'ogni
de quattr'anni, in certe bottije,
de sospettanne l'esistenza. Faceva
de queli bicchieri in canna, chissà.
de sciarpa o de fazzolettone de
de fazzolettone de lana verde? ...
de lana verde? ...” Sì, Sì. “
de la fezzeria: o se faceveno una
de piazza, però pronte pe daje er
de gente piena de patacche:
de patacche: riversati a branchi sul
de novizzio, del Testa di Morto in
de li gnocchi: l'epoca de la
de la bombetta, de le ghette color
de le ghette color tortora stava se
de rospo, e queli dieci detoni che
de banane, come a un negro co
de cresima, tutte le Marie Barbise
de la questura “stazzionaveno”:
de trovallo là ... Poi ha mannato
de sangue, Madonna! dove
de traverso co le sottane tirate su,
de rote de bicicletta. “Fate passare,
de bicicletta. “Fate passare, polizia.
de nummeri: ereno d'accordo p'er
de la camicetta, una manica: la
de quela vesta de lana buttata
de lana buttata su, e l'altra spalla:
de certo risultarne un coagulato
de chi nun ce la fa più a combatte,
de che, verso la credenza granne,
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lasciaveno scoperti li du tratti
li du tratti de le cosce, come du anelli
d'esse a Ostia d'estate, o ar Forte
a Ostia d'estate, o ar Forte de marmo
da le suole di qualcuno, sur parquet
messo drento li piedi, in quer pantano
irritò. Chi era stato?! “Sete na massa
de burini!” minacciò. “Brutti caprari
Valdarena, accasciato su di una sedia
accasciato su di una sedia de quelle
de cucina, co Pompeo che ciaveva l'aria
camera? ...” “La camera, dove sto
co la sora Cucco der quinto,
faccendola. Aveva lasciato er secchio
ch'era salita da li Bottafavi, era la pupa
come pe fa la spesa. “Ma pareveno
quella mano, che stringeva per le punte
Ma non ho più avuto il coraggio ...
fuori, ho chiamato. Ho sonato qui
è? Chi è? diceveno. Era una voce
sono scappato, quasi. Ho avuto paura
potuta pettinà: pareva una perucca
pettinà: pareva una perucca de peli
via li pupi quanno che nun la smettono
fresche: erano fornitrici bisettimanali
sostare a quella vista: “Nun me riesce
riesce de guardalla.” Se fece er segno
non lo mollò. Incaricò anzi lo Sgranfia
l'uscio dei Balducci. Sur portoncino
poi a Roma. Adesso era in procinto
di sposarsi. Fidanzato a una regazza
alla carenza, che lo affliggeva, d'un po'
come farfalle da le dita d'un Apollo:
Apollo: de quelli che ce so' in giardino,
tantinello a secco, come je capita er più
se fa a fa economia: un po' a corto
come quello ... si nun è a corto
po èsse tanto a corto.” Ingravallo era
fra i denti gli sapeva un po' troppo
un po' troppo de bona digestione ...
spensieratezza rubizza da doppocena
rubizza da doppocena de viaggiatore
Matese a le procedure e a le scartoffie
in testa!” pensò. “Un atollo
le incantava co gnente. Dava a divedere
volte, o er superbioso; o er signorino
o er superbioso; o er signorino de casa
de casa de famija scerta der generone
de famija scerta der generone de via
o l'uomo d'affari, che nun cià tempo
la Pettacchioni e il su' omo, quello
fin da la matina, aveva proibito
in quello strazio, da paré tante bolle
la jugulare, buttaveno come due pompe
de
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le cosce, come du anelli de
pelle: fino a le calze, d'un
marmo de Viareggio, quanno
Viareggio, quanno so' sdraiate
legno, che poi si vedeva bene
spavento. Ingravallo si irritò.
burini!” minacciò. “Brutti
la Sgurgola!” Uscì nel
quelle de cucina, co Pompeo
cucina, co Pompeo che ciaveva
staje intorno come un fijetto a
casa, a via Nicotera ventuno.”
la scala B: Enea Cucco vedova
fora, co la scopa. Una pupa
li Felicetti che tutte le mattine,
campagna,” soggiunse la
le dita. Giuliano Valdarena
toccalla una seconda volta. Era
faccia. Chi è? Chi è? diceveno.
donna. Ma nun voleveno aprì.
la morte, creda. Ho chiamato
peli de granturco co li nastri,
granturco co li nastri, quello
piagne.I Fu appurato che le
caciotte. Venne rintracciato
guardalla.” Se fece er segno de
la croce. Lagrime gli
facce una bella chiacchierata:
la casa, però, aveveno
trasferisse a Genova, oltreché
Genova, una bella moretta,
papabbraschi che je
quelli che ce so' in giardino,
marmo. Lo aveva definito “un
le vorte a quelli che vonno
quatrini ... più di quanto
quatrini, d'antro nun po èsse
faccia scura, quela sera, ar
bona digestione ... de Gabbioni
Gabbioni Empedocle & Figlio,
viaggiatore de commercio, da
commercio, da cacciatore co li
la legge, misero e pertinace
coralli, te cresce.” E invece:
trascuralle, o di sentirsene
casa de famija scerta der
famija scerta der generone de
via de li Banchi Vecchi: o
li Banchi Vecchi: o l'uomo
stà a discorre. Siconno. Così.
la centrale der latte, vollero
falli entrà. Rinnovate inchieste
sapone rosse: e la carotide, la
pozzo, lùf, lùf, a mezzo metro
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de pozzo, lùf, lùf, a mezzo metro
metro de distanza. Il fiato, l'ultimo,
delle tracce palesi ne lo sciacquatore
morta! ... Liliana! fino a lo sciacquatore
alle macchie e alla pozza più grossa,
fra cassetti e sportelli, d'armadi e
e a scalpicciare per la casa. Un urto
Aveveno già scovato due prese
sartà la varvola du o tre vorte, una
du o tre vorte, una de le tre varvole
come du angeloni sinistri pieni
come du angeloni sinistri pieni de voja
cattiveria del mondo. Le loro manovre
mettese d'accordo sottovoce pe vedé
dell'eternità sui sensi opachi di lei,
sui sensi opachi di lei, de quer corpo
verdolino-azzurro delle Tranvie
o no? La incredibile rapina ai danni
ai danni de quela povera cocorita
Tuttavia ... Possibile? A tre giorni
p' 'a Maronna, c'era da fasse er segno
li strilloni, co li pacchi fra li ginocchi
a piazza Vittorio, c'era un brodo longo
paggina. La moralizzazione dell'Urbe e
rapina, cocaina, vetriolo, veleno
sorci, abortil manu armata,I glorie
manu armata,I glorie de lenoni e
carcerà pe forza tutti li storcioni
ar cinema? tutti li cani in fregola
Cor Papa milanese e co l'Anno Santo
Angelica, e poi traverso li cancelli
apostolica da Papa Ratti, un milanese
Ratti, un milanese de semenza bona
milanese de semenza bona de Saronno
tosti, che fabbricava li palazzi. In attesa
pure: e introdotte dopo quaranta rampe
omai senza er minimo dubbio la città
dubbio la città de li sette candelabri
I (Grascio era.) Pe le strade
se vedeva più in giro una mignotta,
sì: bello: propio bello. E a corto
“Zia sua, zi' Marietta, la moje
la moje de zi' Cesare, era la nonna
cor fatto che er padre suo e er nonno
interessenze in affari, compartecipazioni
in affari, compartecipazioni de ccà e
de ccà e de là. Proprietario
Proprietario de ccà, mezzo proprietario
orecchio e naso, al servizio d'un po'
due o tre botte secche secche piene
quello ch'era donne, poi, e sfruttatori
era che lui, se po dì. Certi fregnoni
se po dì. Certi fregnoni de bigami o
sue beghe e ribeghe, co tutti li pasticci
de
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de
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de
de
de
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de
de
de
de
de
de
de
distanza. Il fiato, l'ultimo, de
traverso, a bolle, in quella
cucina: diluito, da parer quello
cucina, al gelo e al lavacro: al
dove l'aveveno preso pe
credenze, non li poterono
nervi. Don Ciccio sedette,
dietro a du portrone, e
le tre varvole de
l'appartamento. Si decisero per
voja de falla franca, al di
falla franca, al di sopra di
mosconi, queli fili, quelo
nun faje pijà foco a tutta la
quer corpo de donna che nun
donna che nun ciaveva più
li Castelli, cor buco ner 13,
quela povera cocorita de la
la Menegazzi, 'e chilla
distanza? La ragione ... gli
la croce! S'era mai visto una
la gente: fino all'undici e tre
mezza paggina. La
tutt'Italia insieme, er concetto
tossico d'arsenico per
lenoni e de bari, giovenotti
bari, giovenotti che se fanno
lungotevere? o quanno che se
la Lungara? Cor Papa milanese
du anni prima? E co li sposi
Sant'Anna, p'annà a riceve la
semenza bona de Saronno de
Saronno de quelli tosti, che
quelli tosti, che fabbricava li
venì finarmente incolonnate
scale in sala der trono, dar
li sette candelabri de le sette
le sette virtù: quella che
Roma nun se vedeva più in
quelle co la patente. Con
quatrini. Gli pareva di
zi' Cesare, era la nonna de
Giuliano. Ereno cresciuti
Giuliano, zi' Cesare, ereno
ccà e de là. Proprietario de
là. Proprietario de ccà, mezzo
ccà, mezzo proprietario de là.
là. Prestare per ipotecare,
sale in zucca aiutato da
boni resultati, i più aggrovigliati
donne, amore, amanti,
bigami o de poligami co tutte
poligami co tutte le sue beghe
li relativi pupi che un po' li
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schizzava dentr'e fora come un autista
abbreviato, ottenuto così per intuito,
così per intuito, de queli “stati
tutte le “coabitazzione”, ponghiamo,
ponghiamo, de via Capo d'Africa o
e fin su a li Zingari, a via
nun ne parlamo nemmeno, a via
a via de Monte Caprino, ar vicolo
conosceva! o intorno a quell'antra tigna
de Palazzo Pio, pe tutti queli budelli
queli budelli de dietro a Sant'Andrea
Grotta Pinta, a via di Ferro, ar vicolo
fora a primavera, o in testa o giù
co tutte le purce che ce stanno
una per una. Sicché, lui, la tribù
pe lui fu uno scherzo. La madre
impiego che po trovà una vedova è
se la risposa. Giuliano magari un po'
un po' de malinconia pe la gelosia
la nonna, ch'era la zia Marietta
er diavolo ce se mette ... Che la madre
der venì a Roma a trovà li parenti,
piede, un po' all'artro. E macchinette
all'artro. E macchinette de tutti li tipi e
signorino stava così stranito, da un po'
pupo!, a fasse in quattro pe vedé
e col secchio: e co la lingua pure,
il vermiciattolo: con un córpo
becco che nun se sbaja s'una montagna
spartita in due che pareva una spazzola
una spazzola de lusso: ma doveva soffrì
la portiera), che doveva patì le pene
lui piedi j'aveveno proibbito, li dottori,
o quindici dei più autorevoli,
Je faceva quarche faccendola ...
da stendere. Mbè, lei, certe matine
bombe che ciaveva attaccate, davanti e
sì, insomma, lei e il Barbezzi-Gallo,
era pure giusto, sentiveno er bisogno
Mano ai classici. Meletti autentica,
autentica, de centoventi lire la bottija,
centoventi lire la bottija, de tre quarti
le tre balìe - da Carlo Luigi
tre balìe - da Carlo Luigi de Secondat
così gloriosamente impartite dal
per invito d'Ingravallo, vestiti chi
d'Ingravallo, vestiti chi de nero e chi
nero su le spalle, fatto a giubbarello
a giubbarello de mandrillo, una collana
morte: il capo ravvolto d'una specie
Le donne se faceveno er segno
le aveva fatto, per così dire, na visita
I Quello
de Palazzo Chiggi nun j'era parso vero
de
de
de
de
de
de
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de
de
de
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de
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de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
piazza. La necessaria frequenza
queli “stati de famija”, lo
famija”, lo aveveno ridotto
via Capo d'Africa o de via
via Frangipani, e fin su a li
li Capocci, ar vicolo
Monte Caprino, ar vicolo de la
la Bucimazza, a via de'
Palazzo Pio, pe tutti queli
dietro a Sant'Andrea de la
la Valle, a Grotta Pinta, a via di
le Grotte der Teatro: e magari
la testa: le coppie doppie, li
casa, una per una. Sicché, lui,
li Valdarena, pe lui fu uno
Giuliano era annata a stà fori
trovanne un artro che se la
malinconia pe la gelosia de la
la madre: pe diverso tempo
Liliana. Mbè, che te succede?
Giuliano da un sette otto mesi
tanto che je voleva male davero,
tutti li tipi e de tutte le razze.
tutte le razze. Per questo,
tempo: perché ciaveva er
consolallo. Liliana Balducci,
sicuro.I A quell'ora, stando ai
becco che nun se sbaja s'una
letame. Recitò un'altra volta:
lusso: ma doveva soffrì de
podagra (a sentì la portiera),
l'inferno. Ai di lui piedi
toccà terra: astretto quindi ai
quelli che t'abbruceno subito
mattina pure, tratanto che
tramontana, pareva che dovesse
dietro. “Sto qua: so' a stenne li
quanno in quanno, dopo una
congratulasse reciprocamente,
centoventi lire la bottija, de
tre quarti de litro. Per questo
litro. Per questo ce poteva
Secondat de Montesquieu con
Montesquieu con sì
Quo. La terribile notizia gli fu
nero e chi de scuro: zia
scuro: zia Marietta in testa, co
mandrillo, una collana de
pallette nere intorno al collo,
cuffia da crocerossina: senza la
la croce. L'autorità giudiziaria
dovere.I Quello de Palazzo
Palazzo Chiggi nun j'era parso
dì la sua puro lui, più forte
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Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
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vero de dì la sua puro lui, più forte
cassetti, qualche sportello renitente.
più tardi ce capitò pure er Biondone.
Biondone. De Pompeo e der Biondone
certe capocce toste, a le vorte, prima
che je premeva, a Ingravallo, era più
diceva lui, degli spettatori e
e de li prottagonisti der dramma:
der dramma: de sto branco
dramma: de sto branco de fregnoni e
de sto branco de fregnoni e de fiji
fiji de mignotte che stanno ar monno, e
un fabbro, un vero don Giovanni
de le serrature: ciaveva un mazzo
co un beccuccio in fonno, e je bastava
coll'antro, che quelle già se sentiveno
le mano dar sotto in su ner profumo
in su ner profumo de quer mucchio
ner profumo de quer mucchio de seta,
a sua volta. Anche li du libbretti
loro!” “Che cosa?” “I libretti
“Che cosa?” “I libretti de risparmio
che colore?” “Colore! Uno der Banco
Uno der Banco de Santo Spirito, uno
giù pe casa a tirà fora tutti li tiratori
della questura e la certamente romana
morta mammà? manco una medajetta
manco una medajetta de la Madonna?
d'orefice che teneva sotto chiave?
sicché, renda il mal tolto, sto babbione
il mal tolto, sto babbione de cacciatore,
in tessuti. Quale uso ha fatto
spreco? di tanto gentile bellezza? e
di tanto gentile bellezza? e de li paoli?
marenghini gialli gialli tonni tonni
faceveno cin cin dentro a un sacchetto
cin dentro a un sacchetto de seta rosa,
seta rosa, de li confetti der matrimonio
la sposa, la validità carnale e dotale
aspri mattini. Pareveno dire li parenti
subire il confronto.” Il loro cervello,
” Il loro cervello, de quele du befane
insino a le penombre dietro li mobili
e stanno zitti, in der respirà l'odore
der respirà l'odore de naftalina morta
poter gridare: e negli opachi volumi
der chiavaro, scartato er mappamonno
ch'aveva incontrato le venditrici
Er dottor Ingarballo nun è un dottore
brutti, che so' tanto cattivi, poveretti,
dottor Ingarballo te regala una pupazza,
infilare dove lui s'infilava le penne:
lui s'infilava le penne: de pavone o
di coinquilini ad_libitum, glossatori
de
De
De
de
de
de
de
de
de
de
de
de
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de
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de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
tutti: “Il bieco assassino
quarcuno nun fu bono a
Pompeo e der Biondone de
Terracina il dottor Ingravallo se
faje entrà la psicologia! Queli
tutto la faccia, il contegno, le
li prottagonisti der dramma: de
sto branco de fregnoni e de fiji
fregnoni e de fiji de mignotte
fiji de mignotte che stanno ar
mignotte che stanno ar monno,
le commare loro e madame
le serrature: ciaveva un mazzo
rampini co un beccuccio in
faje appena er solletico o
nun poté più resiste. Pareveno
quer mucchio de seta, de tutte
seta, de tutte quele sottovesti,
tutte quele sottovesti, quele
risparmio mancaveno a
risparmio de Liliana.” “Di che
Liliana.” “Di che colore?”
Santo Spirito, uno de la Banca
la Banca Commerciale.”
li mobbili, pe guardacce drento
la sora Manuela ne lo
la Madonna? de tutto quer
tutto quer negozio d'orefice
fa testamento nun ciaveva
cacciatore, de viaggiatore in
viaggiatore in tessuti. Quale
la bellezza? O quale spreco?
li paoli? de li paoletti, belli
li paoletti, belli pure loro?
quanno nun c'era ancora sto
seta rosa, de li confetti der
li confetti der matrimonio de
nonna. Che pesaveno più loro
su' moje? Che ne ha saputo
Liliana: “Oh! dolce sposa,
quele du befane de zi'
zi' Marietta e zi' Elvira, annava
casa indove officiano i Lari:
naftalina morta de li
li credenzoni, ma che ar primo
la stanza, ora, allibivano e
la Manuela, vagolavano tutte
caciotta: “n...o,” disse, con
queli brutti, che so' tanto
queli che te fanno la bua su
quelle che movono l'occhi, cor
pavone o de pollo guasto che
pollo guasto che puzza.I
natura, più che Irnerio. Donde,
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Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
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smessa a Campo de' Fiori, in mancanza
po' a memoria: tanto i suoi che quelli
di memoria: s'aiutò con un taccuino
s'aiutò con un taccuino de pelle, pelle
taccuino de pelle, pelle de coccodrillo:
er bene loro. Liliana teneva la cassetta
a la banca, a l'agenzia numero undici
Commerciale che faceva puro servizio
puro servizio de cassette con un caveau
li più moderni: a piazza Vittorio propio
sotto li portici: bravo: all'angolo
un'artra a corso Umberto, ar Banco
ar Banco de Santo Spirito. “Er padre
ce credeva, stavorta nun viè, diceva, e
viè un giorno che je pija la fantasia
salisce ma domani cala: e un po'
consolidato cinque per cento, magara,
da lo stato italiano! È un palazzo
produttrici del nord. La questione
a Liliana. Una difficoltà, un'angustia
manco sapeveno che fusse. “Cambiali
millecinquecento ar mese? “Mbè, l'idea
E allora ... Lei, figlia unica: orfana
bene, se faceveno compagnia tra
nei gusti. Un certo riserbo. “La voja
pe dispetto. E poi ... l'armistizzio
pe forza! ... E quela povera bestiola
Esonero no, ma insomma. Un cinturone
sicché ... Nel diciassette, dopo du anni
se trovava. Me so' messo ... in casa
era come si fusse nostra, vojo dì mia e
quer poterte mette in maniche
te pare e piace.” Un gran desiderio
carma, dopo il lavoro, dopo i treni,
i treni, de poté fa er commodo suo:
commodo suo: de nun dovesse incaricà
Liliana, Madonna! guai a sentimme dì
artro, ar posto loro, avrebbe cercato
Ma in quella direzione ... un attimo
sia pur lieve, del naturale rossore
inzieme cor cappello novo, una busta
cappello novo, una busta de cuoio nero
da l'avvocati a faje capì la ragione,
annava a finì ch'era un sottanone
tutto, buttando all'aria tutte le carte,
all'aria tutte le carte, de tutti li tiratori
che doveveno tuttavia risalire a un par
O forse è più facile ch'era l'idea
ammàppelo!) che pijava la strada
all'esplorare con quella perfezione
tutt'a un tratto nun gli scappa
gregoriano, secondo er su' Bedecche,
er su' Bedecche, de tutti li cespugli
de tutti li cespugli de Tivoli: una specie
de
de
de
de
de
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de
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de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
mejo. Quanto a baiocchi, il
Liliana: per facilitare la
pelle, pelle de coccodrillo: de
coccodrillo: de quelli propio da
quelli propio da signori: che
sicurezza a la banca, a l'agenzia
la Commerciale che faceva
cassette con un caveau de li
li più moderni: a piazza
fronte ar mercato, sotto li
via Carlo Alberto. E poi però
Santo Spirito. “Er padre de
Liliana, er povero mi' socero,
l'anonime, poi, nun c'è da
dì sto fregno me lo buggero,
consolidato cinque per cento,
quello che te fa dormì tra du
granito, lo stato, credeme a me:
li baiocchi, se poteva dì tra
circolante, un prestito, fusse
commercio, nel mio giro
lo sgommero, la pigrizia.
madre: uno splendore! Ah,
loro. Una certa modestia nei
nun fa fatica a faticà per
la guerra! E poi oramai
Lulù, che nun voleva movese a
cuoio, un pistolone: “da fa
fidanzamento a momenti,
lo socero: nun c'era artro da
Liliana.” “Era il vostro nido,
camicia quanno te pare e
carma, dopo il lavoro, dopo i
poté fa er commodo suo: de
nun dovesse incaricà de tutti
tutti li pasticci der prossimo.
portalla via da li Santi Quattro!
mejo. Ora lo capiva: troppo
titubanza: un certo incremento,
la faccia. Giuliano Valdarena
cuoio nero de quelle che
quelle che cianno certe vorte li
chi è. Du scarpe nere nere
pezza forte che pareva la
tutti li tiratori de lo studio:
lo studio: ma non era potuto
mesi prima: ultime
tutta quella bona roba
Zagarolo. Fino alla maggiore
cannocchiale tutto il poggio di
vede sotto er sole a picco una
tutti li cespugli de Tivoli: una
Tivoli: una specie de schiena,
schiena, in d'una specie de
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Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
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una specie de schiena, in d'una specie
de schiena, in d'una specie de giacca
dall'ambone di San Francesco: un par
sarebbe andato a parare: co quell'occhi
carmò, piano piano: e annò a sbatte
de filato in testa ar diavolo, dove finì
dove finì de sfogasse: quello zitto zitto,
Rosa Taddei, paralitica all'ospizio
femminili: qualche legato alle moniche
alla nostra Italia”. Infine un borsino
da 'o commendatore, da 'o dottore
mentre al suo posto e nel suo letto
ossia da la nonna (la zi' Marietta
non il veggio, quel mucchietto d'ossa
Nicotera, “fu rinvenuto” un ritratto
con tegumento d'una lastrina d'oro,
d'un cinabro vermiglione come striature
i Valdarena: che da pupetto era bionno
mese, la domenica e l'altre feste
di aver ingemmato il dito a un conte
aveveno principiato a toccà ferro, chi
a toccà ferro, chi de qua chi
della sora Amalia fonni fonni, cerchiati
fonni fonni, cerchiati de du quarti
che je daveno riscontro ai du quarti
voler includere tra i corpi la fotografia
oggetti sul tavolo insieme al ritratto
nostra, semo tutti quanti una manica ...
fisico, dico. Lei ce lo saprà mejo
cugini, sa, lo vedevo bene ... lei viveva
lei, dentro le sue viscere, le pareva
viscere, le pareva de crede, le pareva
conforto. Noia, noia, noia. Un pantano
Genova, appena le mostrai le fotografia
lei, dottó, nun ce crederà ... me pare
a noi due, a Renata e a me,
diceva, sei sano ... (come un corno
Appena sposi, tu fai un figlio: me pare
un figlio: me pare de vedello, me pare
velarono gli occhi. Me prese pe le dita:
de la mano destra. Guardò l'anello
lì, l'anello der nonno suo: che questo
i bisogni di un uomo, le necessità
famme faticà. Sai che nun ciò fantasia
Io me scansavo, nun volevo, feci l'atto
nun volevo, feci l'atto de scappà, misi
a momenti du mesi: er venticinque
bell'oro che faceveno una vorta, prima
scuro come la pimpinella, con du vene
dito. Perché nun ciavevo più fantasia
parola pe parola. Nun me riesce
lei ero come il campione della razza:
cosa che la faceva sragionare. Più forte
un po' ar Ceccherelli, all'orefice
de
de
de
de
de
de
de
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de
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de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
giacca de zappatore: con
zappatore: con quattro gamme
pormoni! Ce l'aveva co certe
fora e co quela rabbia che
filato in testa ar diavolo, dove
sfogasse: quello zitto zitto, de
sotto, chiotto chiotto, da la
San Camillo: né l'Assunta
Sant'Orsola, ad alcune
ventimila lire al medesimo e lì
'e femmene, da l'avvucate 'e
giovinotto, in famiglia, ossia da
Liliana) ci si accucciava e ci
zi' Romilda: la vedova
Liliana: dentro, ner primo
dietro, a rivoltallo fra li diti.
corallo: quasi cagliato sangue,
capelli: biondo rosso, dicevano.
precetto. A Liliana l'aveva
palazzo addormitosi a
qua chi de là. “Quanto a
là. “Quanto a Liliana, embè,
du quarti de luna blu che je
luna blu che je daveno
luna d'oro che ciaveva agli
Liliana, che però a buon conto
Liliana, arrossì di colpo: don
gallinacci che fa la rota. Ce
me.” Ingravallo se mozzicò
quella fantasia, se po dì: che
crede, le pareva de capì ... che
capì ... che quell'altro,
noia. Da diventà matti.”
Renata, mbè, no, nun posso
diventà matto ... me fece
crature ce n'avrebbe date
corallo, dottó, questo lo dico
vedello, me pare de sentillo ...
sentillo ... Si nun l'hai già
la mano destra. Guardò
mi' madre, questo qui:
mi' madre lo porto invece sur
chi sposa. Prendi, intanto,
fa fatica. Tieni! Io me
scappà, misi de mezzo una
mezzo una sedia ... Tieni!
gennaio, me lo ricordo. Poi
la guerra! Ma questo me l'ha
corallo ... rosse! che pareno du
vedemme st'opale in famija.
dimenticà quela faccia. Come
sta bella razza dei Valdarena.
lei, creda, dottore.” Le
Campo Marzio. A pijà sto
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testimoniare. Lui aveva avuto l'ordine
la pietra nova co le cifre mie, ar posto
poi gli portavo la catena. Mejo carta
di mio padre: cioè, me spiego, padre
m'ha fatto granne, era la nuora
un nostro innocente segreto: er segreto
il segreto ... fammece pensà, il segreto
bone: che in un mondo un po' mejo
in quel momento!), dovremo annà chi
), dovremo annà chi de qua chi
la pipì senza arivortatte, a la facciaccia
de tutti!” Don Ciccio sentì er bisogno
ogni particolare l'incarico ricevuto più
glittico, e in carattere gotico per modo
in cera: prima della cifra, poi
bellissimo, benché co quel tanto
parlanno, sì che me ne buggero
ne buggero de tutte ste superstizzione
cavato fora dar castone suo, a forza
le pinze, ho fatto un sarto dar barbiere
pure Peppì: che ce stanno insieme tanti
ce stanno insieme tanti de queli corni
si gnente gnente je pijasse la fantasia
l'aveva ridato a la signora dopo un par
È questo, nun c'è dubbio: un brillante
Oltre agli orefici, che furono ascoltati
e addentellati, e cioè la nonna
il Balducci medesimo, le du zie
staveno ad annaspà da tre giorni chi
annaspà da tre giorni chi de qua chi
chi de qua chi de là pe trovà er filo
Ma dopo le tre deposizioni a discarico
più bona ancora del cassiere-capo
cassiere-capo de la banca: der Banco
Dar cartellino del conto (ai libretti
de risparmio) risultò che il prelievo
- dieci bricocoloni zozzi, lenticchiosi,
portafojo a fisarmonica d'un pecoraro
de Passo Fortuna o sur banco fracico
o sur banco fracico de vino dell'oste
ancora a Piazza Verdi. Che? ha paura
saliva e che scegneva, e che aspettava
in un odorino sincretico un po' come
sincretico un po' come de caserma o
der teatro Jovinelli: tra d'ascelle e
anticamera! Madonna! più che ai piedi
più che ai piedi de la gran torre
che! neanche il presagio. In dieci anni
bambini, a le belle serve tutte fronzute
belle serve tutte fronzute de sélleri e
serva, tutta la salute, tutte le cosce,
le cosce, de dietro: dar momento ch'è
'a femmena romana, poi ...”: “semo
di regalar lenzuoli doppi alle serve,
de
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de
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de
de
de
de
dallo a me, da Liliana, a me
quell'altra: di attaccarmela anzi
quella, capirà ...” “Venti
mio nonno”: don Ciccio lo
nonno Rutilio.” “La nuora,
li cugini ... come nei romanzi!
du anime bone: che in un
questo qua ... mbè avrebbero
qua chi de là, come delle foje
là, come delle foje quanno
tutti!” Don Ciccio sentì er
scartoffià nu poco, sur tavolo.
due mesi prima dalla povera
dì: “il diaspro pe la catena, lo
tutta la pietra, che sporgeva
jella addosso che cianno tutti
tutte ste superstizzione de la
la gente: che pare d'esse in der
pinze, senza manco toccallo co
faccia pe disinfettalle coll'alcole:
queli corni de corallo che si
corallo che si gnente gnente je
volemme jettà la bottega ... a
giorni, “si m'aricordo bene,
dodici grani dodici emmezzo a
mattina, bisogna dì che la
Giuliano, il Balducci
li Banchi Vecchi, e zi' Carlo, e
qua chi de là pe trovà er
là pe trovà er filo de la
la salvazione e tirallo fora, lui
li tre orefici, ch'ereno già
la banca: der Banco de Santo
Santo Spirito. Dar cartellino del
risparmio) risultò che il
diecimila, Liliana l'aveva fatto
quelli co la lebbra, che so'
Passo Fortuna o sur banco
vino dell'oste de li Castelli li Castelli - lei invece j'aveva
li bacilli? Ha raggione! ... Una
fora: e chi fumava, chi buttava
caserma o de loggione der
loggione der teatro Jovinelli: tra
piedi, e d'altri effluvi ed olezzi
la gran torre de Babele.
Babele. Furono accenni (e
matrimonio, a momenti, che,
sélleri e de spinaci, in della
spinaci, in della sporta, quanno
dietro: dar momento ch'è de
moda che cianno la mutanne
compagnia, noi romani,”
faje la dote pe forza,
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ar matrimonio chi nun aspettava
nun aspettava de mejo: quela fantasia
quela fantasia de volé piagne, poi, e
si l'avessino fatto pe fa dispetto a lei,
pe poi dije: “Vedi un po':
c'è già er pupo! Er maschietto nostro
scena a me, suo marito, p'una ragazza
Ciccio, o credeva? pe la conoscenza
generale (cacciatore, era! je pareva
infangati e cani stracchi) e bisognoso
finissimo! La postuma cartella clinica
in gramaglie, e un paro d'altre zie,
a sensibbilità diffusa , dunque: benché
profumo d' 'a corolla; che la su' corolla
oggi, meritato premio! sottoprefetto
Gaspero: cioè no, mejo ancora!
l'aspettativa o pe mejo dì la speranzella
piuttosto riggida, pe èsse l'entrata
sbrigativa, com'era ner desiderio
com'era ner desiderio de l'utorità, che
Con pochi preti davanti e un po'
preti davanti e un po' de regazzine e
dissero li giornali, e sopra tutto
Verano, dopo avé sollevato un ber po'
scocciate a pensà che a Roma, e
merenna. A giustificazione dell'operato
le undici undici e mezza, er maharagia
Brahmaputra pe fa visita a l'Artefice
fa visita a l'Artefice de li nuovi destini
natale der medesimo, ch'è una bicocca
sei o sette bracaloni co certe facce
certe facce de cioccolata, co le brache
quele parte, sarvo si fanno la penitenza
puro loro ce l'hanno. Questo maharagia
appizzato ch'era er più longo
trammite le normali vie diplomatiche
mannati puro in India, la speranza
se trova er Tesoro, er mammone
presumeva che quelle benedette esequie
termine. Donde la giustificata prescia
caricò su l'automobbile sua (pe modo
Tanto al confessionale che all'altare
primo e oramai superato imbarazzo
aspettà: come si sperasse, un giorno,
un giorno, de poté avé quarche cosa
“provvisoriamente”, adottava pe modo
la busta gialla, co li cinque sigilli
Adottava provvisoriamente quel po' po'
omai, un'infilata di perle. Una mejo
credi”, ogni vorta, pur d'avé un po'
pace in famija, p'un artro pezzetto. Pur
ch'era in casa con quarche compagnia
quele ragazze (manco sapeva chi ereno,
la speranza era la paura, che ciaveveno:
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mejo: quela fantasia de volé
volé piagne, poi, e de soffiasse
soffiasse er naso, che je pijava
sposà, pe poi dije: “Vedi un
quattro mesi c'è già er pupo!
quattro chili: un chilo ar mese.
Soriano ar Cimìno: una
la signora Liliana: un po' era
tornà co la lepre, fucile a
sfogasse, dopo la botta: e
Liliana venne poi integrata
li Banchi Vecchi, pure
quela sorta che Liliana ... se le
loro, viceversa, era er naso,
Lucunarol adnuenteI
Firlocca, un sitarello delizioso,
la polizzia, nun fecero fa un
la primavera, né bella né
l'utorità, che de tutto quer
tutto quer pasticcio aveveno
regazzine e de moniche, ma
moniche, ma “con largo
donne, che faceveno una coda
porvere, dato ch'er catrame nun
giorno, in d'un medesimo
la polizzia, e delle autorità
Scerpure, proveniente da le
li nuovi destini de la patria, ed
la patria, ed eventualmente a
pochi sordi, però. Ciaveva
cioccolata, co le brache de seta
seta bianca indove le gamme
diggiunà quarche mese ogni
Scerpure, su la fronte, in
tutta l'Asia e l'Uropa unite
li consoli nostri, ch'er Capo
poté visità er Policlinico e la
lo Stato.I La visita era cosa
la povera signora avessero omai
l'Utorità, che verso le dieci si
dì, uno scatorcio!), s' 'o portò
la Madonna: oppure in
la prima vorta (gita a
poté avé quarche cosa de
mejo: attendeva di giorno in
dì. A parole, adottava:
ceralacca. Tre volte j'aveva
regazze: una teoria, omai,
quell'artra. Quattro, se n'era
pace in famija, p'un artro
sapé ch'era in casa con quarche
donne, mentre lui se la svignava
che parte veniveno), s'era
fa er pupetto prima der
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I La quarta, ora, la Gina
beneficiava per tutte. Li carabinieri
je fece fa, su le ginocchia, un par
p'una volta officiavan loro, invece
dei Balducci, e co quer materazzo
dietro. Ma insieme co la polpa
de vitella j'era cresciuta pure la voja
j'era cresciuta pure la voja de rubà, e
trovato una candela: una Mira-Lanza
candela: una Mira-Lanza de Torino,
doveva avella presa fori dar pacco novo
dar pacco novo de cucina, che ce stava
visitò la ragazza, je fece beve l'acqua
un carmante bono pe certe fantasie
tre vorte ar giorno, d'acqua antisterica
antisterica de Santa Maria Novella
Si titillò con tre diti il ciondolino
previamente confortati a ricévela
un bel vaglia bancario color verdemare
la Ines, quella, dopo un po'
bel giorno, propio quando le tenerezze
aveva racimolato un corredo: un par
un corredo: un par de valigge sane
I Un rinnaccio
il culmine d'una montagna a cono:
quanto una regazza je po portà
regazza je po portà de più pratico e
e contropettine: quasi d'un apostolo
quasi d'un apostolo de travertino,
su la balustrata, sopra ar cornicione
de San Giovanni Laterano. Dieci chili
Giovanni Laterano. Dieci chili de ossi
neri a correse dietro tutta la carovana
der dottor Fumi, fin sotto a la greppia
quattro gamme der tavolo: con dentro,
tavolo: con dentro, de certo, du pezzi
de certo, du pezzi de piedoni doppi
de piedoni doppi de San Cristoforo
La sua procace bellezza, la sua salute,
bellezza, la sua salute, de diavola
sua salute, de diavola de corallo dentro
modi prepotenti”, quell'aria un po'
un altrettanto pronto richiamo in cassa,
con rispetto granne, da tutte le signore
de la scala A, ma da quarcuna pure
scale der palazzo co quela palandrana
buono di levargliela. Le dimensioni
di levargliela. Le dimensioni de le fette
un tanto piede ce volesse un piedatra
du fianchi in gloria, du seni
un lampo stretto, che sfuggiva a punta,
gran bona fija, credeteme: je piaceva
confermò la moje der pizzicarolo
Farfarello in corpo.” Ma una, ch'era
de
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de
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de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
Zagarolo, ch'era la nepote in
Tivoli aveveno già interrogato
giri ar cappello, adagio adagio:
la lingua), si arrese alla
lana sotto, e l'imbottita sopra,
vitella j'era cresciuta pure la
rubà, e de dì bucie in
dì bucie in proporzione.
Torino, de quele candele toste
quele candele toste d'allora:
cucina, che ce stava de riserva,
riserva, ne la credenza: pe
cedro, ch'è un carmante bono
li nervi, e quarche goccia, tre
Santa Maria Novella de
Bologna che la fanno distillà
la catena d'oro, sul panciotto.
ritorno da un bel vaglia
quelli così psicotonici della
tempo era andata a nozze: un
Liliana le s'erano più
valigge sane de biancheria co
biancheria co li pizzi. Affetta,
classe! Che manco la
quelli coni che bucano le
più pratico e de più gradito, a
più gradito, a uno
travertino, de quelli che stanno
quelli che stanno in piedi su la
San Giovanni Laterano. Dieci
ossi de ditacci p'acciaccà le
ditacci p'acciaccà le noci, in
li bottoni da prete: che nun
le scartoffie, fra le quattro
certo, du pezzi de piedoni
piedoni doppi de San
San Cristoforo de sasso.
sasso. “Mbè, la Virginia?”
diavola de corallo dentro de
corallo dentro de quela pelle
quela pelle d'avorio, i suoi
campagna, che rivelaveno,
tipo automatico a punta dritta
la scala A, ma da quarcuna
la B, aveva creduto che
beccamorto a faje caccià li
le fette de don Lorenzo
don Lorenzo j'aveveno dato la
quer calibro. Del resto,
marmo: du zinne toste che ce
traverso, come una bugia
fa la sfacciatella,” confermò
via Vìllari: “Ah! la Virginia
li monti de Pàtrica, je scappò
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corpo.” Ma una, ch'era de li monti
der Cacchio, subbito ritirò la testa in
d'occhi malinconichi, da paré un bove
l'avrò intruppata pe le scale un par
momenti, delle due l'una: o je dava
vorta er cervello, o fussi che se credeva
in una morsa, bocca contro bocca,
che si chiama antilòbo, ancora puntato
ancora puntato de quella coroncina ...
un gioco. Allora aveveno cercato
aveveno cercato de tiralla in chiesa, “
da tirà li schiaffi, come uno stornello,
tutto er tempo, co l'occhi a la punta
me pare a me che stamo a fa
ecolalia: se distraeva, cor paternostro
Domini ... nun aveva avuto er core
aveva avuto er core de rifaje er verso
er core de rifaje er verso de li canonici
guardata in faccia, interrompendosi
de cantà ... seduto alla destra
e sugli occhi: impolpato dentro il letto
lì a du passi, nun perdeva l'occasione
e arette tutt'e tre da quer po' po'
com'ereno, doppo che c'è stato
a ritingere, che ce voleva er callaraccio
suo padrino, con quarche sospetto
cercando con la mano int' 'a pratica
chella circolare speci-ale d' 'o ministero
I Un furto d'un par
pollarolo, ch'era quella che strillava più
Ines aveva sostenuto e giurato, a furia
la cacca, benché morto, sur tavoluccio
e scarruffata, e certe calze! certe scarpe
de pezza mezzo sfasciate, con un dito
Che genere di clienti aveva? Ah,
un po' tutti, e tutte: pe via
in cantina? Sì, inzomma, ar piano
sedici in su? Ah, ma puro quarcheduna
capisce, si capisce. È naturale. Sabato
ai protettori. Cicalò, sicché.
sicché. De la maestra. “Maestra
de cucito? Maestra sarta?” Maestra
sarta?” Maestra de sarta e non
in qualche caso merciara, impirica
preventivi in genere: e anche in materia
genere: e anche in materia de lavatura
gratitudine. E aveveno er grugno pure
dì che li Du Santi ... ereno ... un par
Calunnie. Bocche sporche. Teppa
tutti quegli énkete pénkete co 'a testa
sur tavolino, e l'onorato agucchiare
un'oliografia molto bella: un ber branco
buco d'una tavoletta e coll'artre dita
de l'istessa mano strigneva un mazzetto
de Pàtrica, je scappò detto un
de le spalle come intimidita
de malumore: gialli, je s'ereno
de vorte, ma nun la conosco pe
de vorta er cervello, o fussi che se
de dové fa la parte ar teatro.
de sentisse er fiato der respiro in
de quella coroncina ... de queli
de queli denti! Ammàppeli! Così
de tiralla in chiesa, “de faje dì
de faje dì un po' d'orazzione
de queli stornelli romani che se
de le scarpe, merememè
de tutto per faje pijà certe ff...
de madreperla che j'aveva rigalato
de rifaje er verso de li canonici de
de li canonici de San Giovanni,
de San Giovanni, all'ufficio? co la
de cantà ... seduto alla destra de
de monsignor Velani. Poi, dopo
de la nonna sotto pingue
de dimostraje la propria simpatia:
de travicello d'uno sfilatino doppio,
de mezzo l'impero. Il toccasana dei
de Berzebù suo padrino, con
de cavalleria dentro, per colmo
de le belle donne, che teneva sul
de l'interni, d' 'o quattordici
de scarpe scompagnate a la
de tutti, “in un primo tempo”
de “me pozzino cecà si nun è
de Paolillo: poca roba, in verità.
de pezza mezzo sfasciate, con un
de fora. Una ventata di selvatico,
de tutti i generi! La
de le carte. Ee, tra parentesi, che
de sotto? Ah, ce teneva una
de quindici. E li carrettieri? E li
de sera. Ciannàveno un po' tutti.
De la maestra. “Maestra de cucito?
de cucito? Maestra sarta?”
de sarta e non de sarta. Della
de sarta. Della Pàcori: sì: della
de guarì la sciatica per segreto
de lavatura de la testa da fa
de la testa da fa annà via li
de dì che li Du Santi ... ereno ...
de “nun zo se me spiego”,
de campagna, che la notte va a
de morto sur tavolino, e l'onorato
de più d'una decina d'anni, le
de regazze gnude, a la visita
de l'istessa mano strigneva un
de pennelli, da spennellà co la
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co la tintura nun se sa che pezzo
braccio, che s'avvicinaveno in punta
un lenzuolo da fantasma a du parmi
parmi de distanza a lo scuro, e l'odor
presenza d'una Forma invisibile. Forma
invisibile. Forma de pecorino bono
Forma de pecorino bono de montagna,
Nel buio un trespolo. Una stufetta
I Un cammino
I Un cammino de quelli
in mezzo a certi stracci! Una specie
a certi stracci! Una specie de pilaccia
Una specie de pilaccia de rame, che
di casseruole a tutte genti: co la scusa
maglieria, sartoria, pantaloneria, vino
pantaloneria, vino de li Castelli e
botte, la spina: due damigiane, li sifoni
un po' più a sinistra. Un odorino
più a sinistra. Un odorino de donne
Mutanne, mbà! (Ce n'aveveno
come d'obbligo, ma nun finiveno più
con tutti i colpi dentro, e un par
lontano, dal Torraccio, dalle ultime case
dell'impero imminente, certi morti
imminente, certi morti de fame
certi morti de fame de ladruncoli
per polsi quattro e due pacchetti
a via Lanza, Ingravallo maturò
alle sottostanti gerarchie: cioè a li vasi
gerarchie: cioè a li vasi de coccio l'uno
far parola, cor capoccione sur piatto,
sur piatto, de queli spezzatini
piatto, de queli spezzatini de muscolo
a lui e al servito. “Un po'
e al servito. “Un po' de stracchino?
“Un po' de stracchino? De quello
cenò di buon appetito a 'o tavolino
che fungeva pure da maestro
tetto o coperchio (er mezzo sfilatino
mare, una cosa d'eccezione. A vedella
gli meritava di metterlo. Doppo un par
” “Sposare un signore, un industriale
signore, un industriale de commercio:
j'aveva rigalato du perle. E il giorno
una strega, una zingara. Du stelle nere
paura. Ciaveveno come un'idea, dentro,
un'idea, dentro, de volesse vendicà
“No, l'ho veduta una vorta sola ...
I “Dove?” “Mbè ... pe na strada
sembrò alfine la verità. La “strada
rigalate er fidanzato, ch'è un industriale
e venne l'automobbili: più chiaro
zingara ... Dove abitava? Dove stava
Dove abitava? Dove stava de casa? “
de pelle, si gnente gnente j'avesse
de piedi, muso a punta, sti fiji
de distanza a lo scuro, e l'odor de
de cacio a 'n chilometro, dar
de pecorino bono de montagna,
de montagna, de quando nun
de quando nun c'era ancora
de ghisa, na parigina.I Un
de quelli de campagna: un callaro
de campagna: un callaro in sur
de pilaccia de rame, che de lì a
de rame, che de lì a pochi anni
de lì a pochi anni sarebbe caduta
de facce la guerra a l'Inghilterra.
de li Castelli e de Bitonto pure
de Bitonto pure (una botte, la
de gomma), cacio e fave, d'aprile,
de donne de campagna in sottane
de campagna in sottane corte.
de più le montagnarde, a udir
de lustrasse l'occhi. E quelle di
de caricatori in giberna,
de le Frattocchie, dalle Robine
de fame de ladruncoli de
de ladruncoli de biciclette,
de biciclette, strulloni in ozio a
de sigherette popolari, e un dodici
de premura quelle che il Truce in
de coccio l'uno de sotto all'artro
de sotto all'artro che se le
de queli spezzatini de muscolo de
de muscolo de caucciù, povero don
de caucciù, povero don Ciccio!,
de stracchino? De quello de
De quello de Corticelli che je
de Corticelli che je piace tanto,
de marmo: a via der Gesù: dal
de cerimonie, a Santo Stefano,
de sopra): sporgendo lui er labbro
de fòri ... decorosissima: ma
de mozzichi da cavajere la sua
de commercio: de quelli che
de quelli che stanno a Torino a
de le candele, difatti, le portava a
de l'inferno. All'Ave_Maria,
de volesse vendicà de quarcuno.
de quarcuno.” “Tu la conosci,
de sera.”I “Dove?” “Mbè ...
de campagna.” “Quale campagna?
de campagna” si riuscì a
de Torino: uno che compra e
de così ...” “Lassate stà il
de casa? “De casa propio ...”
De casa propio ...” titubò ancora
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ce sta cuffianno. Questa va cercanno
er mi' regazzo. Mo indove sta
intruppato ar Traforo. Stava un po'
ar Traforo. Stava un po' de qua un po'
ch'è 'n po' più scura, pe via
se chiama.” “Puro io ciò la coscienza
grande? è piccolo? è biondo? è scuro
da fa moro, si ciaveva la fantasia
e di quest'altro, ciaveva avuto er core
tenuto duro. Armeno quer ricordo!
du schiaffi, embè? è stato un affare tra
tre volte! quante so' le Perzone
capelli; mejo addormisse a na panchina
di far male ad alcuno, dopo tutto: solo
la verità, la supplicaveno. Bella verità!
che veniva propio dar core. Era
propio dar core. Era de li fratelloni
in testa, che vanno a fa l'accompagno
vecchia, questa qui, ma co certi capelli
m'avete preso? Starà là, in quarcuno
là, in quarcuno de queli alberghi
” Don Ciccio assentì, co du decimi
assentì, co du decimi de millimetro
ser Paolo, o la stradiccia della fonte
come je dicesse l'orazzione, o je dasse
timpano. “Pareva dicesse l'orazzione:
carcagni. Nemmanco er rosario doppio
due punti neri, gli occhi, du capocchie
diaframmando er bucio: su la pelle
un riverbero giallo, da fa paura, come
fa paura, come de certi fochi malsani,
a tirà avanti, a casa, co quelo scarto
a casa, co quelo scarto de galera
filza di suggerimenti, o ammonimenti, “
dalla Zamira l'incarico? - da fringuello
che aveva incontrato alla mescita
creatura d'eccezione, d'aritrovasse
a un appartamento novo: magari
le moje, che cianno paura solo a l'idea
solo a l'idea de toccalle, 'e varvole
de la lettricità. Mamma mia! a costo
“addó sta 'e casa?” “Da le parte
Vittorio, però. Ma io ... nun so' pratica
come avrebbe detto: “cià na camicia
Marcia a la Scrofa, o a la funtanella
sta co certe signorine, co certe poste
trova quella che ce sta, vojo dì una
quella te la trascina in una trattoria
dar Bottaro, magara, a la passeggiata
o a li Quattro Cantoni, da l'Aliciaro,
tanto ce la fa a capì ... ch'è una
fora, e che viè pure da lontano, e
che so' toscani, m'ha detto: propio
ch'è più caro, perch'è più arrinomato
de fregà l'orbo.” Ingravallo
de casa nun lo so. Gira sempre.”
de qua un po' de là. Ma nun lo
de là. Ma nun lo diceva, indó
de le donne.” La ragazza
de nun avé fatto gnente”: le si
de capelli?” Combattuta fra
de fallo bionno?” Nella trussa
de menaje puro: e, come nun
de tanto bene che s'ereno voluto!
de noi: nun lo ponno carcerà pe
de la Trinità ... le querci si
de lungotevere, a Prati. Volevano
de dì la verità, la supplicaveno.
de fa carcerà la gente. La gente .
de li fratelloni de la bona morte,
de la bona morte, lo Sgranfia,
de li morti: pe conzolà le vedove
de stoppa!” Si rasciugò il naso
de queli alberghi de lusso indó ce
de lusso indó ce vanno li signori .
de millimetro de mossa: der
de mossa: der testone. “E
de salute, verso Casa del Butiro.
de li consiji boni: buoni a lui solo,
de quelle che nun finischeno più,
de la viggija ...” Come a
de spillo. Propio se sarebbe detto
de mezza faccia un riverbero
de certi fochi malsani, de la zecca
de la zecca del Frulla. “Insomma,
de galera de mi' padre. Sicché
de mi' padre. Sicché avevo da
de fa girà er boccino a noi antre
de chiama, o come la ciovetta sur
de li Du Santi. Aggrottò la
de petto un brigadiere delli
de quarche vecchia bacucca,”
de toccalle, 'e varvole de la
de la lettricità. Mamma mia! a
de pijasse magara na scossa. E
de la stazzione, me pare: passato
de queli posti.” Arrossì appena:
de seta da signore: sissignori!”
de Borghese. Si poi sta co certe
de lusso ...” “Nun era pe te sola,
de quelle ... che nun fanno tante
de lusso: dar Bottaro, magara, a
de Ripetta: o a li Quattro
de dietro a San Carlo: o magari a
de fora, e che viè pure da
de razza scerta: che lui cià
de la Toscana. Sicché, lì, te
de lusso.” “Aggio capito,”
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è? E stanno a via Veneto. All'archi
de porta Pinciana, stanno! sti fregni.
nun so dove annà a magnà un po'
carte, certi bolli: che tutte l'osterie
perché lui m'aveva fatto persuasa
lo sa? perché non c'era più l'interesse
Lei è na stregaccia, na mignottaccia
stregaccia, na mignottaccia de carriera
Si è che so' quattrini, poi, è capace
parte, se po capì. Un maschietto
J'arisponne che vadano da un artro.
ce mettete gnente, artro che un tantino
puro lui, ner palazzo indove sta
I Un ber maschio: più furbo
sempre co la fifa addosso, quello, come
però: tra 'r chirichetto e er cascherino,
e er cascherino, de quer fornaro
giusto l'artra domenica, er tredici
ar zinale: è uno che sa fa li giochi
qua. Perché, poi. Mbà! Sempre pieno
misteri! Una pagnottella co un pezzo
però. Quela befana era puro capace
Maria Maggiore, nun la finiva più
boni che me so' magnato: un po'
so' magnato: un po' de sostanza prima
la specie, s'era qualificato, da un par
d'una pignatta! ebbe er grugno pure
de fasse sentì puro lui: alli ventitré
spiaccicato a terra, che la catena
all'Olio: e che d'allora in poi,
bianca sul mento come una cucchiarata
a chiamalle, si me guardate la bottega:
hi, ci avemo pure li fastidi nostri ...
moje, lei?” la sguaiata! “Un par
patriottico, che cià fatto tanto piagne,
je capiterà, no, d'avecce un po'
capiterà, no, d'avecce un po' de mal
avecce un po' de mal de testa. Er mal
dì ... sarà stato er mese scorso, prima
“Che posso avé a mente ... le lune
altri favoleggiavano e più d'uno pe via
e più d'uno pe via de la lettura
di quell'altra mano: una specie
mano: una specie de grattatina o
del sole, traverso i vetri, e accennò
I Lei lo saprà mejo
si è che ha studiato la lunatica
come l'ho studiata io, pe pijà le carte
sentenziosa: “Candelora candelora
la macchina, “aveva perfino smesso
per saper battere a macchina un par
di subire, indifesa, lei una povera fija
riggalato n'amica mia che è in parola
brigadiè, che potevo sapé io ... si era
de
De
de
de
de
de
de
de
de
de
De
de
de
de
de
de
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de
de
de
de
de
de
de
de
de
De
de
de
de
de
de
porta Pinciana, stanno! sti
qui nun è lontano. Sfido, io!
pane: ch'a momenti me butto a
Roma le sa a memoria, che
venì via: lei, sicché, diventò na
mezzo. Lei è na stregaccia, na
carriera de campagna. Perfino
campagna. Perfino in Africa, è
scannà puro er padre cor
quela sorta! Pe gnente, propio
lavorà pe la gloria dice che
pacienza. Basta che state
casa la contessa veneziana.I
nun so chi! sempre co la fifa
nun poté falla franca, se
quer fornaro de laggiù.” “E
laggiù.” “E chisto sarebbe 'o
sto mese, che stava co la
prestiggio: co quell'occhi,
misteri! Una pagnottella co un
porchetta col rosmarino. C'era
menaje, si se n'accorgeva. Già
dondolasse ... pe facce avé
sostanza prima de cascà qua.
cascà qua. Manco male!” Il
giorni, per un ronzìo reale e
fasse sentì puro lui: alli
marzo! Il brigadiere premé
l'acquedotto claudio legasse ...
jure decreto, si studierà
calcina, e capelli fitti fitti insino
voi me fido!” sorrise
quanno in quanno, che ce l'ha
sorelle? manco quelle? ... che
Natale, in Libia, ad
mal de testa. Er mal de testa,
testa. Er mal de testa, noi
testa, noi donne, ce l'abbiamo
questo. Mo che ce penzo, semo
tutte le ragazze? Me pare na
la lettura de la mano avea
la mano avea pratica), si
grattatina o de massaggio
massaggio inferta o praticato
fora co la testa, “con queste
me, sor marescià, si è che ha
tutte le temperature der clima,
diplomata chiromante,” e
l'inverno semo fora. Ma se
fa l'ovo. Oggi magara nun c'è
fogli, si dava tante arie:
campagna, quel sopruso.I La
comprallo da na donna: me l'ha
la contessa ch'hanno
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fece lei: “me pare che questi modi so'
lavora qui. Da un pezzetto se parlava
se parlava de coralli da mette ar collo,
” “Quale passaggio?” “Pe la strada
passaggio?” “Pe la strada de Castel
a sinistra, fino ar passaggio a livello
I La bicicletta era na scatola
cro cro nei mozzi. Pareva la macchina
che sembrò significare: “'acci tui e
la ripa che in quel punto, al di là
preso su, da un banchetto, una specie
ha preso? ma che t'hanno fatto?” e
t'hanno fatto?” e de sotto da un par
sotto da un par de borse a cilindro una
par de borse a cilindro una de qua una
sur grugno e nun potenno annà
la rabbia che cià dentro te la spara
che tenete, gli orecchini della festa.” “
occhiolini bigi incastonati ne la sugna
i tre giacigli, che pareveno le cucce
sugna e patateria, quele du capocchie
che v'erano infitte come in un ovo
robba da donna, un gilè, un par
un Ginori. “Ah Gesummio! le noci
rimossa un poco la lucente scheggia
probabilmente: una riserva segreta
gèmine ciliegie tra i gambi geminati
litoranea, torno torno la base del Pâo
c'è stata sempre: ce tenemo un po'
pe nun lassà capì quale era
gnente fosse, ma approfittava tratanto
facilitazione d'esse un pollo, guardava
der cavolo: a te nun te se sposa
è nascosto. Lui ne capiva poco
La donna è un gran mistero, diceva
a le Frattocchie, dar marinese, seduto
Le donne bisogna studialle bene prima
comunque, ecco, era finito ne le mano
era dolce), p'annà fino ar casello
Quela pistolaccia che manco s'insognava
le gote, gli occhi. Er maresciallo grosso
a capì? a induvinà ogni cosa? Pe via
poi, come aveva fatto a sapello? così
fratta, là, propio, indove s'ereno detti
Embè nu je conveniva manco a lui
E poi nun era tipo che je piaceva
un giorno sì un giorno no. Camilla,
treno. Clelia? A Clelia queli stangoni
da poté ballà co tutti quanti e dì
“O è magara un'altra bucìa porca
che arrancava sulla sua musica, “
piemontese der diavolo, che j'aritìntica
costi? No: Clelia manco se lo imaginava
la spia. Scarpinava, p'aritrovà un po'
de prepotenza.” “Chi te l'ha
de coralli da mette ar collo, de
de scioccaje pe l'orecchie. Je
de Castel de Leva, fino ar ponte:
de Leva, fino ar ponte: poi, a
de Casal Bruciato”: sembrò una
de musica, con un cro cro nei
de li denti rotti da sgranocchià
de tu' nonno in carriola! propio
de la cunetta, segnava il rilevarsi
de stennarello p'allargà la sfoja,
de sotto da un par de borse a
de borse a cilindro una de qua
de qua una de là, come ciavesse
de là, come ciavesse li baffi a
de corsa, da la polagra, la rabbia
de fora dar naso; e a l'istesso
De la festa? Nun ciò coralli, e
de le parpebre, con l'avara
de tre cani, e un minimo stipetto
de spilla che v'erano infitte come
de mollica, du zigomi tonni che
de carzoni lograti ne franarono
de mi' nonna!” gridò la
de lo specchio. Il manovratore si
de la nonna. Postosi dall'altro
de le consorelle coppie: i pendagli,
de Azucar. Quelle gioie, in quel
de robba.” “Bella roba! dillo chi
de le tre, e chi era: essendo
de la facilitazione d'esse un pollo,
de fianco, propio come fanno li
de sicuro.” “Me lo vòi pijà co
de le donne. La donna è un gran
de domenica a le Frattocchie, dar
de traverso, e d'istate sotto frasca
de comincià, sentenziava a li Du
de li carabinieri, “maledetto chi
de Casal Bruciato a mette l'ori da
de sparà la teneva pe difesa: e
de Marino, e si detergeva il
de la sciarpa, va be': ma la
de punto in bianco? E che lei e
de sì? O che je l'avesse
de parlà tanto. E poi nun era
de parlà. Più che nu e bu nun
de certo, nun doveva avé fiatato,
de carabbinieri je piaceveno: je
de sì a uno ar mese, era chiaro:
de questo,” e sbirciò il Pestalozzi
de sto piemontese der diavolo, che
de passà maresciallo a tutti li
de poté fa la spia. Scarpinava,
de minestra la sera, e un lettino,
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che la spia fusse lei! Era capace
dì? Lui er dovere suo era quello, era
d'argento. “Nun cià che quela fantasia
“e soprattutto ...: nun me facci parlà
facci parlà de ste cose, ce lo sa mejo
casa, e loro ... loro se la sbrojaveno
e pe faccia un ovale, come l'ovo
tutti sti mosconi che ciavemo attorno,
er fidanzato tuo. Va', va': che sei
gridò Lavinia inviperita, “eri stufa
la spia, hai da dì la verità, perché
venneveno la porchetta su le bancarelle
se po dì. Col timo e co li fiocchetti
ne parlamo, e il contorno o il ripieno
pochi fornelli superstiti, l'odore stesso
a lui, ar Biondone, ma senza dà segno
bionno scuro, co quaa lobbia
distanza co le mano in saccoccia: era
de sicuro uno che ciaveva la fantasia
la porchetta, signori! la bella porca
la bella porca de l'Ariccia co un bosco
l'Ariccia co un bosco de rosmarino in
in de la panza! Co le patatine
nella grascia della porca). “Patatine
l'ova toste pe l'insalata. Mejo dell'ova
è tutto vostro. La bella porca
a balia a la macchia: a la macchia
l'emo portata, a mmagnà la ghiandola
principe Colonna! Der gran principe
pe mare e pe terra a la gran battaja
de Lévati da li piedi! Che ar domo
ancora le bandiere! co la mezzaluna
arrosto cor rosmarino! e co le patate
e novanta l'etto ve fate na magnata
comprimere le risa, “na mezza libbra
so che ce n'avete un sacco in saccoccia,
erano rizzati ai fianchi du figuri, du tipi
tipi de pizzichini un ber po' più scuri
un ber po' più scuri de lui, uno
po' più scuri de lui, uno de qua uno
se stesso, ma abbassava la voce sempre
cera e se strugge tutto, in un lago
pe tre. Sicché, capirete: quanno capì si
io, senza disturballi a venì
di un foglietto quei dati co un pezzetto
ereno venuti a stà a Roma, sì, fori
mezzo a l'erbaggi se po dì, una strada
a le baracche. Lì stemo noi, prima
Lì stemo noi, prima de la ferrovia: che
giù tra le canne fino a la marana
tipo: “Chissivede! be'? che fai
c'era un passaggio tra le bancarelle
tra le bancarelle de li pesciaroli e
che stanno a mare, nun parlamo
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
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de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
de
guastaje l'ossa.” E
girà in motocicletta giorno e
scappà tutto er giorno co la
ste cose, ce lo sa mejo de me,
me, sor maresciallo.”
fori in un sentiero. No, il
legno da rinnaccià le carzette.
sti giorni, a crompà da fumà.
quelle, tu, che si vonno un
daje sordi. E siccome eri stufa,
le spie buggiarone come sei te
piazza, quela mattina, ce n'era
rosmarino, e l'agli nun ne
patate co l'erbetta pesta. Ma il
l'inverno fuggitivo. Su molti
vedello: quer capoccione
cavadenti specialista che je
sicuro uno che ciaveva la
magnà la porca, ma si nun
l'Ariccia co un bosco de
rosmarino in de la panza! Co
la panza! Co le patatine de
staggione!” (la staggione se la
staggione, sori cavajeri e
li capponi so', ste patate. V'oo
li Castelli! L'emo portata a balia
Galloro, l'emo portata, a
l'imperatore Calìgula! la
Marino e d'Albano! ch'ha vinto
Lévati da li piedi! Che ar
Marino ce stanno ancora le
li turchi, ce stanno! La bella
staggione!”: e dandosi requie
porca, che vostra moje
porchetta?” E sottovoce a lei,
baiocchi. Famo annà via la
pizzichini un ber po' più scuri
lui, uno de qua uno de là,
qua uno de là, come i silenti
là, come i silenti gendarmi
più, “a por-ca,” sillabò
puzza, co un codino fritto ner
che gente se trattava, era
scorta. Sei Lanciani, Lanciani
làpise, rintascò. Pareveno tre
Porta Latina, in mezzo a
campagna che c'è appena un
la ferrovia: che de qua,” fece
qua,” fece il gesto, “se scegne
la Caffarella.” “Una
bello da ste parte?”
li pesciaroli e de li pollaroli,
li pollaroli, indove che
l'arselle. Il tipetto, e lui stesso
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molli d'un argento-chiaro madreperla
aria, tutto cioè mezzo: e i bianchi cespi
na grattatina in testa, una ripassatina
con quei soffi e quele strombate
era lui, se po dì, er sostegno
sopra com'un bufalo: co 'a scusa
mercordì ventitré marzo, er giorno
la signora Celli si fece il segno
sor dottó: me pare 'n maestro
e ancora pe telefono, all'undici
Sganghenata e sfiancata, du fojacci
de bandone pe parafanghi ripitturati
appena se moveva come du foje
broccolo fori da la sporta mezzo vota
come scarpe vecchie, con tanti bubboni
ai tempi, e agli eventi, e all'istruzione
signorini che aveva menato a spasso
pallori di lèmuri di più d'un morticino
della fotosfera. E aviva pure ottenuto
ve dico quaa locomotiva. La barcaccia
quaa locomotiva. La barcaccia de piazza
che intrupparono ciaveveno già voja
la frizione faceva caràche a ogni svorta
tangheggiò e rollò ne le pozze pe più
riemerse che sembrò pitturata
in pelle in pelle, tuttavia, na specie
vai della gente, l'andirivieni dei carri,
il suo gabbione, la campana grossa
poco dopo ce correveno, c'un pacco
su la canofiena sua, quer segnale
mollava con tutto er core, a ogni corpo
cor quattro pronto. Lei, la nonna
dei geloni sulle aste. Cor gran ritratto
muro: un grugno, perch'era nato scemo,
nato scemo, de volé vendicasse
circondarono a Marino la macchina “
sotto il riccioluto parruccone una specie
parruccone una specie de muso
trent'anni. La macchina d' 'a questura
a dolco, dava gli auspici del grano,
la battaglia del grano e del granone e
La Crocchiapani abita là, in una
saranno venticinque minuti: e annà
si lei volete, s'incrocia su la strada
s'incrocia su la strada de la Solforata e
la strada de la Solforata e de Pratica
dì tanto. Co la machina una quindicina
aveva procurato du strizzatine
lei, si lo sa. C'è una donna
lo sa. C'è una donna de qui,
C'è una donna de qui, de Tor
si è che non viè quarche vicina,
quarche vicina, de chelle ch'avrete visto
rigatino a metà le tibie, con du scarpe
de li calamari (così delicatamente
de la lattuga romana, o insalatine
de tre ogne sull'occipite-jungla,
de naso, come di foca venuta a
de tutta la famija. Ella annullava
de la prescia cro cro cro, in un
de San Benedetto zappatore,
de la croce, “ora et labora pro
de scola.” E intanto gli batté
de sera, ne stava intrattenendo il
de bandone pe parafanghi
de nero cor pennello, tutti a onde,
de broccolo fori da la sporta
de la serva: co no sportello che
de fora che pareveno l'ernia
de quelli signorini che aveva
de carriera, diceva omai per non
de tre mesi, col codonzolo tutto
de fa benzina, Ingravallo, bussa e
de piazza de Spagna che va a
de Spagna che va a spasso. Filò
de schioppà: la frizione faceva
de strada, a 'gni cane che se
de cento metri, schizzò melma ne
de fresco: un ber bagno color
de prurito per entro la chiarità
de le biciclette. Ed emerso allora
de li scolari principiò dondolare
de vocabbolari: e quarcuni anche
de calabrone a pendolo t'oo
de tutto culo che je dava, da
de tutti, scopriva di sua carezza
de Quer Tale appeso al muro: un
de volé vendicasse de tutti.
de tutti. Alcune facce incuriosite,
de la polizzia romana” quando la
de muso de bulldogghe, già
de bulldogghe, già illustrato più
de Roma: con una gomma erniosa
de la battaglia del grano e del
de le impennate del Somaro se
de quelle case che vedete, il
de bon passo. Ma se bagnamo
de la Solforata e de Pratica de
de Pratica de Mare: sicché, p'er
de Mare: sicché, p'er Palazzo,
de minuti.” “E va buò,” disse
de mascelle: “a Tor di Gheppio,
de qui, de Tor de Gheppio, che
de Tor de Gheppio, che m'aiuta a
de Gheppio, che m'aiuta a stà
de chelle ch'avrete visto de fori.”
de fori.” “Chi è, come si chiama?”
de pezza senza lacci (e, dentro, li
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dell'impero quinquennale. I due ceri,
quinquennale. I due ceri, de qua e
more. Patì a quer modo, e senza mezzi
I “E cià pure la ciambella
na parola: me sa che nun patisce più,
De 2
il regio notaio dottor Gaetano
tutti e due. Il Balducci conosceva il
de' 58
di sogni, rincasando ... ecco dai cantoni
catapecchiucola delle più tignose a via
di che lui doveva spremer notizia
annidano di preferenza tra San Luigi
Santa Chiara, sotto ai due globi
pallida indiscrezione cioè mezza parola
o di Roma pure, che anche lì a via
“ o bberbante o ttraddetori, “ l'arma
“ l'arma de' tortuosi chiassetti,
ar vicolo de la Bucimazza, a via
severità o almeno alla faccia severa
l primum vivere)I a lastricare
parrucca, osservando gl'instituti migliori
nel disprigionare pathos dal pelame
nel più vasto e nel meno prevedibile
in quelle ore della notte incredibile e
del Beccaria! L'Urbe, proprio al tempo
L'avrebbe comprata smessa a Campo
delle consorelle. Guarda tra i fiori
in pena, o un po' ripentite magari
bulbi così dolcemente rotanti, ognun
il Di Pietrantonio, aiutandosi
infuriando uno stravento equinoziale
ruvidezza aspra e l'arruffio tempestoso
più in più costituì l'argomento principe
con la mano, come noiate, il viluppo
della fronte, sotto la pergola scarruffata
Fabrizio Santarella, bah, l'uno
un giorno a subaffittare, in ragion
e della paga, una esuberata porzioncina
perseminato l'Italia del seme raro
quel ritornello così caro a tutti i cuori
lungo il rintronare e l'accorrere
Ingravallo in suo sentire. “Nel novero
volgendosi a Fumi come al più benigno
sotto un lampione sfasciato per il clivo
e tanto meno trattenerlo. “Ma in fin
” e il dottor Fumi agitò l'occhiello
scotendone il capo, della certezza
Schizzinosa e di tutto lo svolazzo
la sciarpa: verdissima: e nel ribollire
cupole, torri: oscure macchie
doma. Roma cova. In sul pagliaio
de
de
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de
de
qua e de là, sembravano
là, sembravano attendere di
denaro. Er sedere, parlanno co
gomma,” sospirò, “che senza
gnente po più patire”: si
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De Marini a via Milano: 292.
De Marini, alle prestazioni del
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de'
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palazzi e dai marciapiedi le
Querceti, a metà, soto el
fatti, ed eventuali referenze
Francesi e la Minerva.
due alberghi, fino all'elefante
due agenti, specie er Biondo,
Merli, a quel migragnoso
tortuosi chiassetti, de' pisciosi
pisciosi vicoletti, pareva
Fienili: quanti nun ne
littori, aveva però già preso
più verbosi buoni propositi la
romani e i più giudiziosi e
suoi trovieri capelluti, o
suoi fazzoletti da naso. La
suoi tribolati consigli, dopo le
suoi accessi di buon costume e
Fiori, in mancanza de mejo.
giardini i bambini delle altre:
trascorsi loro, non appena
due in parallelo con l'altro, ne'
lucidi occhioni, che nella non
più strulli con pioggia in
capelli, e le rughe parallele e
ricorsi alla di lei arte.I Non
ricadenti capelli. Ma in
capegli, ch'eran grigi e duri,
due centauri della Tenenza
tempi e dell'opportunità e
penetrali, quella che volgeva ad
loro ammonimenti, dei loro
soci vitalizi motociclisti: Avanti,
venenti chilometri: dal
fortunati e felici, anche lui!”
due principali inquisitori, “c'è
Publicii, a Rocca Savella,
conti posso stà sicura che
due diti, estrinsecato il
padri, delle madri. “'A
suoi cipriati cupidoni. “Quella
bisbigli erano del pari venuti a
pineti. Altrove cinerina,
decreti sua. Un giorno viene,
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l'andirivieni dei camerieri in bianco e
sbrancandolo fuori dalla frotta
e iscarnito dal rimanente branco
modo. Per ciò che è dell'iconografia
grattatina in testa nel rigoglio prunoso
opere e fatti ... in soccorso dell'anime,
I Lei ritentò il sorriso, il più lascivo
nuovi acuti parossistici, un volo a vela
la porta: la porta di strada. La luce
in ansimo, annunciava il lùbrico gioco
tra incisivi radi e scontorti e la ferità
di belva, quasi a invocare il beneplacito
le zazzere e gli occhi lucidi e le bocche
L'idea che fosse residuata al drappo (
in lei, a lato il moribondo autore
de' sifoni diacci e delle fistule,
de' ditonzoli meno elevati in
de' mignoli è resa preclara dalle
de' duo santi, e dei santissimi
de' nerissimi, un nono
de' cuori bisognosi: che a lei
de' suoi: richiamò le bave,
de' più riusciti, un record: sempre
de' suoi occhi mutò, si fe' cattiva,
de' manovellismi su su su fu fu fu
de' canini e licenziava fuor dalle
de' superni Bestioni, gli iddii di
de' più impudenti ed allegri, o d'un
de' sedili) qualche deiezione
de' suoi giorni, che avrebbero ad
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dea 2
dopo il diuturno sovvento dell'astata
dalla signora Liliana! Il campo della
dea delle aste, perfuso alfine del
dea nera e silente, per lei, ch'era
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dealbata 1
delle montagne degli Equi, la nudità
dealbata del Velino, antemurale
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dealbavano 1
eccetto le chiazze color caciotta che gli
dealbavano , come per una cresima
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deambulare 1
un piede appresso l'altro, sogliono
deambulare le loro dilette stradicce,
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debba 1
verità non è pensabile ch'egli
1
debbita 1
sur grugno, je s'era piazzato avanti a
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debilità 1
fulgurante diavolio: a riscattarla da una
1
debilitata 1
per strizzare nel vortice del delitto la
debilitata “ragione del mondo”.
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debitamente 1
evidenza le rotondità postìche di lui,
debitamente rivestite di panno
- Pag.0228.23
1
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debito 2
terribile notizia gli fu partecipata col
stoffa. Sollecitata detta cucitura oltre il
debito riguardo e con ogni più
debito , il carico di spacco non fu
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debole 4
ma sbircia sui conti: e cià magari un
e cià magari un debole: il suo
dicevano, sì, che avesse pure un
che fosse, risultava offrire un punto
debole : il suo debole. Soffre
debole . Soffre anche lei le sue
debole per quarcheduna delle
debole , come una rete che si
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debba mingere nuove asinerie a
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debbita distanza co le mano in
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debilità recondita nel di lei
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deboli 2
di voluttà che incupidiva i più
gli audaci, mostrando loro che le
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decade 1
Ingravallo, il marito cinquantottenne
1
decantato 1
della paura e della timidezza che aveva
1
decèda 1
dove l'acqua a poco a poco
1
decenni 1
alto, un tempo, ma gli anni, i
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deboli : e gli occhi affossati, ma
deboli creature del sesso non
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decade senza suo demerito a
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decantato la Ines, e con la
- Pag.0254.11
decèda , stipate, strizzate,
- Pag.0258.18
decenni o i secoli, l'avevano
- Pag.0198.39
decente 1
in der piano dell'azimut, di tipo italico
decente : “Mejo nun parlanne!”
- Pag.0134.38
1
decenti 1
di dottore. Da sotto la copertura delle
decenti parvenze, come il sasso,
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1
decidémese 1
coraggio. Si propio l'abbiamo da fa,
decidémese . S'aricorderà come se
- Pag.0097.13
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decidersi 1
disillibatore che, non avendo saputo
decidersi , le aveva piantate in asso
- Pag.0154.38
1
decidi 1
verità, non abbiamo tempo. Se non ti
decidi a parlare qui, parlerai col
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decimi 1
americana.” Don Ciccio assentì, co du
1
decina 1
e l'onorato agucchiare de più d'una
decina d'anni, le sue pupe a
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1
decine 1
mondiale come la nostra? ma le pare?
Decine di migliaia di galloni
- Pag.0084.3
1
decise 1
dato come se presentaveno i fatti,
decise per il fermo del Valdarena.
- Pag.0067.2
1
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decisero 3
de le tre varvole de l'appartamento. Si
o meglio il dottor Fumi e Ingravallo,
sissignori.” I funzionari, veduta l'ora,
decisero per il magnesio.
decisero di aprirla senz'altro: e di
decisero di capire che Diomede, il
- Pag.0069.25
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1
decisione 1
dei taliani, senso di responsabilità e
decisione sicura, moderazione
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1
deciso 1
a Genova. Il trasferimento era già
deciso : era imminente, anzi:
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decimi de millimetro de mossa: der
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declamando 1
guardata fisso. “Fisso!” ripeté quasi
declamando , entusiasta della
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declamasse 1
scoppi reiteratamente frenetici: come
declamasse irruenti versi del
- Pag.0220.39
1
2
declinarsi 2
ai referti di Pompeo, le piaceva di
convenne al defecato maltonico doveva
declinarsi verso la B, dove il pezzo
declinarsi per lei? No, non pareva
- Pag.0079.8
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1
decollazione 1
l'Appia insino a Babylon, verso la
1
decombinazione 1
la morte gli apparve, a don Ciccio, una
1
2
3
4
decoro 4
stanzaccia della questura, aggiunse
e dispiegò adagio con funzionale
ognuno, del proprio retrospetto
del proprio retrospetto decoro, cioè
decollazione o la crucifissione a
- Pag.0197.6
decombinazione estrema dei
- Pag.0070.3
decoro al nome: quasi d'un tipo
decoro il papiro: a giustificazione
decoro , cioè decoro del fondo:
decoro del fondo: dei propri
- Pag.0173.15
- Pag.0223.39
- Pag.0262.37
- Pag.0262.37
1
decorosamente 1
loro, non poté non adeguarsi al becco.
Decorosamente inguainato nella
- Pag.0098.29
1
decorosissima 1
cosa d'eccezione. A vedella de fòri ...
decorosissima : ma podentemente
- Pag.0162.3
1
decozioni 1
come da dono di natura, era autrice di
decozioni propiziatorie e anche
- Pag.0148.33
1
decrepita 1
di Halley. La vecchia, per quanto
decrepita , la dové aver inteso al
- Pag.0219.13
1
decrescenti 1
cattiva! trascorse ad alcuni ringhi
decrescenti , come d'un temporalino
- Pag.0026.17
1
decretale 1
dal collettore di scarico del labirinto
decretale : e il relativo rescritto,
- Pag.0191.35
1
decreti 1
doma. Roma cova. In sul pagliaio de'
decreti sua. Un giorno viene,
- Pag.0191.32
1
decreto 1
e che d'allora in poi, de jure
decreto , si studierà esercitare un
- Pag.0192.2
1
decùbbito 1
quella j'avrebbe fatto infezzione er
decùbbito . Ancora stamane a le
- Pag.0275.23
1
dedicò 1
santissimi apostoli in genere, oh non vi
1
dedietro 1
la Palommella e sfioreno er
dedicò il Manieroni le energie
dedietro ar Panteone, già oramai
- Pag.0198.5
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1
2
dediti 2
da ricordare le bruniture dell'acciaio,
fatto, cioè venga fatta a qualcuno,
1
2
dedotto 2
poco aveva preso a farci caso: ne aveva
Dall'avventura filiale, e urbana, aveva
1
dedrìo 1
a via de' Querceti, a metà, soto el
1
deducente 1
ammicco, con lo sguardo presago e
1
2
deduttiva 2
d'essere persuaso pure lui. La calda, la
le ultime disgiunzioni della gran sagacia
deduttiva sonorità della voce,
deduttiva .I E poi l'amor proprio
- Pag.0103.28
- Pag.0141.34
1
2
3
4
deduzione 4
quando aggalli dai limpidi fondali della
il tuo anello dov'è?” Infastidita dalla
brigadiere si smarrì. Ogni ipotesi, ogni
russò pesantemente, rinviata ogni
deduzione , come nudità chiara di
deduzione base del brigadiere:
deduzione , per ben congegnata
deduzione al mattino. Quando il
- Pag.0103.32
- Pag.0227.2
- Pag.0248.34
- Pag.0258.28
1
defecato 1
l'aggettivo che tanto si convenne al
defecato maltonico doveva
- Pag.0147.13
1
deferiscono 1
mezzo al popolo, vi deferivano, come vi
1
deferita 1
il posteggio. Al Pestalozzi venne
1
deferivano 1
per la campagna in mezzo al popolo, vi
deferivano , come vi deferiscono
1
definir 1
riusciva liso in più punti: contribuiva a
definir l'immagine d'un
- Pag.0253.20
1
2
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definitiva 4
non ne aveva la minima idea: cioè in
più approfondito esame del caso e la
seno, amministratore, morigeratore e in
da terzi, da ignoti imbecilli, e in
definitiva
definitiva
definitiva
definitiva
- Pag.0070.39
- Pag.0129.22
- Pag.0231.3
- Pag.0237.32
1
2
definitivamente 2
metter ... mano alla bisogna) oggimai
mare sulla innocenza della rena, puntò
1
2
3
definitivo 3
che si redintegrava, questa volta, nel
aveva finito di ricomporsi: e un aaah
ogni volta in un o-àm! che pareva
dediti , non appena gli venga fatto,
dediti a laute soste, e ad èpule
- Pag.0239.29
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dedotto altrettanti indizi, non
dedotto un po' di dote, aveva
- Pag.0021.21
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dedrìo dei Santi Quattro, con una
- Pag.0038.14
deducente di colei che indovina al
- Pag.0212.5
deferiscono oggi. Estratto dunque
deferita copia d'un elenco,
come complice. E con
stesura “dicimmo, d' 'o
consorte, “e babbeo del
lo smarrimento della
- Pag.0210.8
- Pag.0185.26
- Pag.0210.8
definitivamente rientrate nella
definitivamente sul sodo della via,
- Pag.0155.1
- Pag.0217.31
definitivo possesso e pieno
definitivo lo rimise in tiro e in
definitivo e non era, tant'è vero
- Pag.0185.35
- Pag.0250.19
- Pag.0259.21
Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
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definito 1
ce so' in giardino, de marmo. Lo aveva
definito “un bel ragazzo”, il
- Pag.0065.20
1
2
deflagrare 2
tutto il macchinone inturgidito da un
di fiamma: un sussulto lo scosse. Fu il
deflagrare di cariche interne, che
deflagrare d'una ulteriore
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1
deflagrava 1
appiccato il foco alle anime,
deflagrava ad epos. Parlavano tutte
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1
2
deflusso 2
dagli anni. L'anafonèsi trivellava il
della probabilità, si perpetua in un
deflusso col perforante vigore
deflusso drammaticamente
- Pag.0051.17
- Pag.0104.4
1
deformabilità 1
gregge si sdrucivano da una perpetua
deformabilità , poi si richiudevano
- Pag.0159.23
1
deformavano 1
le si perdeva: le immagini reali si
deformavano , filtrate in uno
- Pag.0245.27
1
2
defunta 2
e nel “produrre il testamento della
ogni riguardo pei vivi, per la povera “
defunta signora”), coi capelli a
defunta ”, accennò dunque alle
- Pag.0130.5
- Pag.0131.27
1
2
defunto 2
un pintore vivo a un Pinturicchio
se pur devota ai lacrimati mani del
defunto . Ingravallo, poi, aveva
defunto , “il mio Gaspare”, si
- Pag.0174.26
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1
degeminazione 1
un pezzo per uno: con un processo di
degeminazione , di sdoppiamento
- Pag.0146.22
1
degente 1
le redini allo scalpitare della rabbia. Il
degente , così risecco, appariva
- Pag.0274.10
1
degenza 1
più, di feci male accantonate presso la
degenza , così bisognosa di riparo.
- Pag.0273.4
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deggià 1
donne voleveno sapé. Tre o quattro,
deggià , se sentì che parlaveno de
- Pag.0058.11
degli
degli
degli
degli
degli
degli
degli
degli
degli
degli
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degli
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degli 82
di certo avercela: una certa conoscenza
pompato fuori dall'assortimento infinito
idea (idea generale s'intende) sui casi
con l'idea dei colli e delle vigne e
affettive (lui diceva anzi erotiche)
denunce di locazione e del registro
di un qualche armadio più stagionato
il freddo) della voglia di spendere
ahimè brutalizzazione ma non rubalizio
Siccome poi il novanta per cento
Ciccio sul saliscendi vario dei tramme,
il collo, o il seno, o i lobi
uomini: e anche delle donne.
statali con quell'esca della
uomini: e delle donne. A
scabri palazzi, e con le sagre
accadimenti umani lo portò
inquilini. Il fattaccio era
altri: comunque, anticipate
inquilini. La fiamma d'ogni
ori. Non voleva riflettere, non
inquilini e inquiline s'erano
autobus, fino a Santo Stefano
orecchi, come a trastullarvi
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si rifaceva alla gutturale tenue
donna e del ceto, l'eleganza spenta
ceto, l'eleganza spenta degli indumenti,
sopra il tepore creato) dalla fiaba
I Sono scesi
aperto, come ne fossero vaporati fora
sur grugno. Fu appurato che nessuno
bene informato, se non molto pratico,
vulive, n'avvocato penalista! 'a mozione
da una troppo focosa reminiscenza
stando alle affermazioni unanimi
a certe giornate di scirocco: il clima
psichiche e fisiognomiche , diceva lui,
il repertorio dei tiraviti, dei seghetti e
sposa, infarcita di bei ruspi! tesoro
tesoro degli anni! Inopinato accredito
stato il dì prima. In realtà nessuno
le divozioni suburbicarie, e l'epigrafi
del gilè: uno dei nove più elevati
Il cancro abbinato duodeno-fegato è
e dal popolo distorto e argentato
un poco, alle case e a tutti li tetti
intanto il perdono, e di Cristo e
ad acqua, amplificavano al “pensiero
tra Marino e Ariccia, per la mancanza
fra Marino e Ariccia. Dàtasi, al cader
e Ariccia. Dàtasi, al cader degli anni e
dei datteri che vi maturano, squisiti, e
come saettata spola, nell'ordito
virilizzava barba rasa. La pelle generosa
a ogni assale da svellere tutti gli aghi
sgorgare, a render perfetta la crudeltà
su di sé, rabbrividendone, le guardate
e il galoppar di labbri d'un ministro
di perfezionare. Sì, uno sfavillìo
er tesoro, sotto tera, la pila introvabile
quanto alla ovvietà delle illècebre e
erogato verso la beatitudine
usciva (in motocicletta) dalla caserma
bianca, a rilevare la speditezza
la scogliera cinerina delle montagne
polvere, tutte le filze e gli schedari
Intervenendo indi nel coro l'aggressione
un punto di fuoco, d'in vetta al crinale
lor vesta che non era i pantaloni-giacca
scoperti gli stinchi e più giù ancora
di gloria, ma pur sempre, negli atlanti
però. No, i santi non possono mancare
attesa e magari di rilancio, la palizzata
la stimolante identità del volto,
dico io: è roba rubata. È nell'elenco
intendesse rompere la consecuzione
comune raziocinio, come se sbaccellasse
a vetri era ancora aperto a le spalle
degli
degli
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degli
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degli
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degli
degli
degli
degli
degli
degli
degli
inizi, da Menegaccio a
indumenti, degli atti, il
atti, il secreto modo della
anni nuovi, delle magliatrici
altri ... o sono saliti. È
spettri. Liliana! Lilianuccia!”
inquilini del casamento poteva
usi e costumi del
affetti! La madre di
antichi bastoncelli (i quali,
inquilini, pareva non avesse
uffici. Ma coi clienti, per lo
spettatori e de li
scarpelli, dei martelli, delle
anni! Inopinato accredito
equinozi! Renda, sicché,
inquilini lo aveva visto, in
antichi marmi e sacelli.I
allora dodici: ad libitum.
ambi che più raramente si
ulivi, che ascendono il monte.
uomini, un àere azzurrino
uomini: parte, invece,
astanti” cioè al maschile
otto denti davanti (la di lei
anni e degli incisivi, a un
incisivi, a un sempre più
ufficiali che vi aveva
sguardi furtivi, dei muti
italici, nelle lor messi cotti, a
scambi. E quelle seguitavano
attimi, il gelo e l'irrisione
uomini, e le sdruciture, gli
esteri di finanziera fresca e
occhi, nella faccia, quando
zecchini, dei dobloni: o
itinerari, ideò aggiustando,
ascoltatori: “Cià pure un
erre erre ci ci di Marino
atti in un elegante apparato
Equi, la nudità dealbata del
archivi: di ragnateli grevi
ignudi (e non per anco
Ernici o dei Simbruini
uomini: e nimbati la cococcia:
stinchi i ridipinti malleoli: e
osteologi e nei capolavori
alluci di dotazione: come i
incisivi essendole marcita via
occhi, della gentil persona di
ori e dei braccialetti rubati
atti e dei fatti inaccettabili,
invisibili piselli o
usciti, la storia, maestra del
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buffi, allora, finito di girare il rotolo
Vorreste dire che ne avete però
prezioso e il serpere o il poligonare
relitto. Allo sguardo della portinaia e
far paura, certe volte, aveva ottenuto
volte, aveva ottenuto degli anticipi. “
una chiarìa tersa ai Castelli, a le case
a scambiarsi vituperi a mezza voce: con
sotto la neve pazientemente ibernanti,
da poté fumà. Involtato nel turbine
Involtato nel turbine degli inviti e
al suo racchetato silenzio. Ch'era quello
tre bocche aperte sotto l'indagare nero
nel tempo, nel vaporare eguale
sedia, impietrata in una rimemorazione
“'a ciambella!” e si rammentò
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degna 1
sembrò invece un'idiota, in tutto
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quell'alterigia: come fosse una sua
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reticenza del semestre polare.
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nel di lei apprendimento inconscio) è
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dei 273
Ingravallo comandato alla mobile: uno
parrucca. Così, proprio così, avveniva
molinello (come i sedici venti della rosa
sue trovate, qualche prete più edotto
i superiori, sostenevano che leggesse
manicomio: una terminologia da medici
son da lasciare ai trattatisti: la pratica
e, quando non traballi tutta la baracca
cani: di fucili: poi di Petrolini: poi
a forza ne la sagra lupercale, con l'idea
a la Candelora, a la benedizione
la benedizione dei ceri: un senso d'aria
la teneva? celandosi dietro alla cortina
dei sorrisi, o delle attenzioni gentili? e
Quasi per una incompatibilità gamica
da una compenetrazione ideale
il matrimonio è un sacramento, uno
don Lorenzo Corpi, don Corpi Lorenzo
l'incompatibilità sacramentale,
era che il serbatoio delle nepoti
di fili, un ragnatelo di sentimenti,
dell'eterna gente sabellica. L'afflato
specie i bei giovani, e tanto più i figli
gli faceva dolorar le tempie, un dubbio
degli
degli
degli
degli
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Degli
degli
degli
degli
degli
degli
degli
degli
degli
degli
degli
spaventi d'obbligo, le
altri, un altro, o qualche
ori di che si accendevano le
agenti (ancor prima delle
anticipi. “Degli anticipi?”
anticipi?” “Sì, quarche
umani, lo fascinò ad un
zigomi da diavole, da streghe
odori, delle insalatine prime,
inviti e degli incitamenti alla
incitamenti alla compera e
uffici e dei compiti al loro
sguardi, accolsero e poi
anni. In luogo d'un vetro
evi che s'erano viceversa
sfoghi del Balducci. “'O
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degna di sua madre. Il caso
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degnazione servirli a tavola. Al
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Degno , per la sua nobiltà, di
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degradato a pupazzo: un animale
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più giovani e, non si sa
“suoi” delitti. “Quanno me
venti quando s'avviluppano a
molti danni del secolo, alcuni
libri strani: da cui cavava tutte
matti. Per la pratica ci vuol
commissariati e della squadra
taliani, senso di
vari nomi che danno al
colli e delle vigne e degli
ceri: un senso d'aria dei
giorni sereni e lontani tra
sorrisi, o delle attenzioni
discorsi non già voluti o
due spiriti. I figli discendono
genitori. Lei però lo amava:
sette del Signor nostro), non
Santi Quattro brillava spesso
due sacramenti ... divergenti.
Balducci fosse tanto colmo di
più rari, ... delicati. Lei. Lui.
predatori. Già. Le sabine
ricchi. Questo sentimento non
più ingravalleschi, dei più
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un dubbio dei più ingravalleschi,
trascolorare delle cose e dal tepore
popolo e ad urbe. Uno più pomicione
ducentodicinnove. Il palazzo dell'Oro, o
e l'argento. Una di quelle grandi case
il fatto, e poco avanti il sopravvenire
i trefoli delle testimonianze iniziali,
sullo stesso piano, dirimpetto a quello
congiunti smaltate in un rosso fragola
stata difatti, giorni prima, una questione
gloria e in letizia. Quanto alle camere
con tono d'importanza. I garzoni
professoressa Bertola smentì la negativa
a voler cercare i proiettili, o i segni
dietro domanda, che un po' prima
no la gera de Marino, no la gera
de' Querceti, a metà, soto el dedrìo
Ah! che sant'uomo! propio:
e al suo gentile obelisco, e alle vetrine
come gli desse il latte: di quelli
don Ciccio sul saliscendi vario
Finanza, il santo riverbero della Corte
de via Merulana, il palazzo dell'Oro, o
un po' che roba!” Con gran sussurro
” Con gran sussurro dei casigliani e
a traverso, a cominciare dalle sottane
invidia e dalla fantasia delle donne,
andino. Dalle ultime translitterazioni
pareri: uno cadauno, beninteso. Diedero
da tre minuti, all'appropinquarsi
due volte alla direzione delle Tranvie
che ingarbugliarsi l'anima e gli orecchi
il Novecento, el noeufcént, l'incùbo
desdeI Italia, sue la prensaI
Italia, sue la prensaI dei pionieri,
fronte, in margine al nero cresputo
di lor luce il modellato delle gambe,
quel capo, nel nimbo, che l'avvolgeva,
ai due margini come da un reiterarsi
agenti: parevano buchi, al novizio, come
Cucco vedova Bolenfi da Castiglion
non gli riuscì di varcar l'uscio
la legge, misero e pertinace indagatore
Ciccio, una decombinazione estrema
come tale, nella caduta improvvisa
tenero fiore della persona e dell'anima.
Laggiù al cantone, all'angolo di via
la causale esterna 'e chella gran fama
verghe a fascio. Pensare che ce fossero
a una donna morta! Oppure ... Ci sono
tempo, di accorciare le lunghe catene
Allora plac, plac, plac, la pioggia
pe consolasse: quattordici o quindici
nuvole, struggitrice d'ogni separazione
dei
dei
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Dei
dei
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più doncicciani. All'anulare
muri emanava un inseguitore
tanti. E più scemo ... Roma è
pescicani che fusse, era là:
primi del secolo che
due della mobile, cioè
“giuro che l'ho visto”:
Balducci: l'uscio di faccia. Oh!
più procaci, le conferivano
termosifoni, che alla fine
piani alti del
salumai, evidentemente, non
Bottafavi: e corresse, a un
proiettili. Che si trattasse di
due colpi di pistola il suo
Castelli Romanni ...I Abitava
Santi Quattro, con una
Santi Quattro Coronati: sì,
rosari e delle madonne: passo
salumai di lusso, pieni di
tramme, degli autobus, fino a
Conti? Addio? Solo, seduto
pescicani che fosse, era scritto:
casigliani e dei colleghi
colleghi dell'Economia, della
preti, dai cani fradici. Gli
pupi. Se ne favoleggiava da
registri parrocchiali si rifaceva
responsi precisi, come ne
pollìni: ma il signore
Castelli: gli piaceva di trottare
confusi o tentennanti referti di
milanesi di allora. Vacava alle
pionieri, dei venditori di
venditori di vermut. “La
capelli, un allinearsi di
meravigliosi ginocchi: delle
capelli, fili tuttavia operosi
colpi, lama o punta: un orrore!
maccheroncini color rosso, o
Pepoli: er cucco ce l'aveva su
Balducci. Sur portoncino de la
fatti, o delle anime, secondo
possibili, uno sfasarsi di idee
rapporti, d'ogni rapporto con
brividi gli correvano la
Serpenti.” E la sonata di
pescicani pesci: e del loro oro
ladri, a Roma, ora? Co quer
torbidi attimi nel lento
soriti procedurali, occhio
fogli da mille. Certi goccioloni!
più autorevoli, de quelli che
poteri e del vivente essere che
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chiamare la patria: d'una distinzione
sapeva fare: un certo non so che,
di galloni all'anno per la sola Europa,
migliori tipi di olio, il che torna a dire
piace di raccontare a tutti: la costanza
e cinquanta in un botteghino a via
stridere ultimo e al conseguente blocco
e i facchini avevano assunto il tono
dove c'era dentro tutto il repertorio
dentro tutto il repertorio dei tiraviti,
dei tiraviti, dei seghetti e degli scarpelli,
mendace, se po dì: ma nessuno
torto fatto a loro, alla casata bellissima
limatura sul magnete, le minime fibrille
dietro a le fisime: “Giuliano, fiore
“Giuliano, fiore dei Valdarena! Empito
ora, allibivano e piangevano, co li nervi
caciotta: “n...o,” disse, con gran pena
inflazzione. Il vedovo abbozzò una nota
o probi uomini che fussero, uno
per lui, segua l'esempio luminoso
il futuro. Lei, Liliana ... Oblioso
Lei, Liliana ... Oblioso dei banchi e
sé, del proprio collo, del proprio naso,
collo, del proprio naso, dei lobi o
e greve maturare, il discendere doglioso
segretario generale della confederazione
infilabile in occhiello del gilè: uno
le nocchiute dita e su le panze secche
molto. “Aveva molti inviti”, a detta
tripli servizi”. “Soprattutto
giovane pallore nella luce “speciale”
campione della razza: de sta bella razza
la scomparsa d' 'o cuofeno 'e fierro? e
dite. Ori di famiglia. Oro vecchio
nonni: che deve rimanere in possesso
Remo, al ritorno! Si sapesse che faccio
brutti sogni. Talché soltanto la fumea
don Ciccio, scaracchiargli il no rotondo
che gli stava avanti), le catene d'oro
malinconica nota, le guardate ardite
e alla vivida genesia delle genti e
la patria, ed eventualmente a le tombe
era tutto luce, come da eterna presenza
come da eterna presenza dei confessori,
all'ombra vellutata e un po' malinconica
un mese di quei buoni mangiarini
né principio né fine, come il catalogo
persona che non conosco. Era la nipote
quattro la riferita confabulazione
comunicazione telefonica della Tenenza
portato a tinger la sciarpa a una donna
stato de mezzo l'impero. Il toccasana
di linea! Dell'insufficienza del servizio!
dei “tre poteri”: che il grande
dei modi distinti, un'aria di uomo
dei migliori tipi di olio, il che
dei tipi della Standard Oil? Che, si
dei requisiti per ogni determinato
dei Greci: e se ne trova però da
dei freni spaccò il minuto, orologi
dei loro grandi momenti, svizzeri
dei tiraviti, dei seghetti e degli
dei seghetti e degli scarpelli, dei
dei martelli, delle tenaglie e delle
dei presenti riuscì a vincerla, non
dei Valdarena, “na famija che in
dei loro visceri si polarizzano alla
dei Valdarena! Empito dei puberi
dei puberi giorni! Grumo di vita!
dei martiri.I Be', là, tra le
dei labbri che non arrivava a
dei titoli di credito, così un po' a
dei quali il Balducci, “mio marito
dei nonni Valdarena e
dei banchi e dei gridi, con brevi
dei gridi, con brevi ali di opale,
dei lobi o dei labbri, mai però dei labbri, mai però - e don
dei figli. Mancandole i figli,
dei sopramòbili, a mera immagine
dei nove più elevati degli allora
dei nonni, ciò che ad oggi l'è carta
dei parenti: e anche della padrona
dei grandi inviti. Perché tutti gli
dei cento watt. “No, non rida!
dei Valdarena. Sur serio. Se
dei due libretti di risparmio?”
dei nonni: che deve rimanere in
dei nepoti. Ma perché
dei regali a un giovanotto! E sia
dei sogni e delle favole può aver
dei furbi sul suo parruccone di
dei morti ... bambini, dalle catene
dei giovani: una carezza, o una
dei poveri: quella mania ... di
dei due fabbricatori e a la casa
dei confessori, dei quattro: uno
dei quattro: uno per lato. La
dei cigli: fiamme accorate e tuttavia
dei Balducci, e co quer materazzo
dei secoli. Le due scarpe in riposo,
dei Balducci, m'hanno detto.”
dei tre, di poi registrata ad atti
dei Carabinieri di Marino
dei Due Santi, sulla via Appia,
dei toccasana, per il suo stomaco
Dei lavori in corso! D' 'o
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i periti, la Zamira, la carzonara
correva già, col pensiero, alla cinghia
Federzoni circa il risanamento
il rapporto della questura, il rapporto
olezzo, il senso vero e fondo della vita
I Il basso scetticismo
ruine del tempo. Un punto d'incontro
e fave, d'aprile, il nipotino del duce
dolci ombre, la chiamata, la evocazione
della Patria, della nostra Italia diletta!
diletta! Dei ginocchi, pe la Madonna!
loro della Libia: della quarta sponda:
i capitani o i colonnelli corteggiatori a
il succedente gli succedeva: l'integrale
spola, nell'ordito degli sguardi furtivi,
degli sguardi furtivi, dei muti dissensi,
Tenenza albana, il più elevato in grado
fra le pareti ... domestiche, in presenza
del seme raro de' loro ammonimenti,
adagiata in quel divano a opera
annà a dormì, ch'era ora: “uno
significato “viè ccà” con la zappetta
gocce d'un raro giusquiamo: e il moto
” Poi, rivolto agli astanti, sul cerchio
il viso scaltro, a riprodurre la scaltrezza
colpo che nella terra delle belle arti, e
elisire. Gli sovvenne che uno
e Civitavecchia, con gran dispetto
dai di lei occhi, e dall'avido esercizio
fratte, e della persona e del cuore: e
tera, la pila introvabile degli zecchini,
le note fisiognomiche naturali
biondi, su cui erano piovuti come
il piacere d'esser ministrati delle carte e
indi un certo circoscritto ronzare
e a caso magari un po' intensificato
ventitré marzo, dunque, nella caserma
alba, e più. Le vette dell'Algido,
Le vette dell'Algido, dei Carseolani e
presagivano l'alacrità dell'indagine, e
d'alghe e di spuma fra l'andirivieni
trìgono cesputo, da ogni torquente veto
fuga, agli specchi del padùle, all'ombre
giunchi, alla notte, all'argentata macchia
notte, all'argentata macchia dei lecci,
d'in vetta al crinale degli Ernici o
a bandoliera su le spalle di sinistra
un mirabile adeguamento al magistero
erano effigiati gli alluci. In ognuno
difettare del dono indispensabile
che è dell'iconografia de' duo santi, e
del più duro. Sotto alle figure
le bozze della fronte e la grondaia
per un allievo: speranze, nel cuore
dei
dei
dei
dei
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dei
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dei
dei
dei
dei
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dei
dei
dei
dei
dei
dei
dei
Due Santi, aveva osato la
pantaloni): argomenti che in
marciapiedi urbani in regime
carabinieri. L'uno dice sì,
visceri, della fame: e del calore
carabinieri persisteva ad
vitali compossibili: magia,
baffoni a ruzzare per entro il
compossibili! Povera e cara
ginocchi, pe la Madonna! dei
ginocchioni ... Calze, manco
datteri che vi maturano,
semplici militi era un
fuggenti attimi è l'ora: l'ora
muti dissensi, dei muti
muti consentimenti.I Il fatto
due, pure lui, aveva portato
domestici lari, ch'erano due
loro “cartelli stradali”. Il
diti peritissimi e paffutelli del
tanti”. Da ultimo, dopo
quattro diti della destra: e lui
labbri andava accompagnando
quali rigirò gli occhi, e con il
parenti. “Se penzano ca chiste
bravi artigiani, avrebbero
due grandi erotologi, ma non
palermitani. “Poteva arrivé nu
propri, pareva, il giovane in
sensi. Prendevano il sentiere
dobloni: o l'elisir d'amore
celesti volatili: quando li
goccioloni di colla: poi
bolli necessari a vivere, che
carabinieri (come di brutti
grigioverdi o rossoneri
Reali, a Marino. Levatosi a
Carseolani e dei Velini
Velini inopinatamente presenti,
fruttiferi interventi nelle utili
camerieri in bianco e de' sifoni
padri, si storcevano in una
giunchi, alla notte, all'argentata
lecci, dei pini a lido, alle
pini a lido, alle risciacquature
Simbruini l'insostenibile
due soci, da basso lasciavano
secoli, erano effigiati gli alluci.
due protesi la correggiuola di
piedi: e tanto meno que' due,
santissimi apostoli in genere,
due, nei due cartigli
due archi orbitali lo sfavillare
malviventi, di un migliore
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Parallelamente allo spago e alla infilata
allo spago e alla infilata dei nodi e
profittò pe non risponne: intanto che
aver evacuato il disponibile. La paura (
ghiribizzando lunatico. Alla veduta
ce n'è un mucchio.” “Mi par che
roba rubata. È nell'elenco degli ori e
rompere la consecuzione degli atti e
il Filangieri, don Gaetano Filangieri
poteva tollerare che la “superstizione”
che se spiega co li diti, col moto afono
il più legalmente-militarmente agnostico
casipole appigionate al sole dal Lazio
bene.” Proiettate in avanti le tre cape
più disgiungerli i due margini esangui
a loro, ai fratelli Branca, l'iniziativa
all'anziano e maggiore in grado
si sforzava jugular l'evento, quello,
più paventava e aborriva nel tormento
Pervenne infatti alla deliberata strizione
tra le scarpe e le mollettiere
gargana, di cui per attimi, alla titubanza
Bociarono di bocca lustra e vogliosa
consensi alla foga disincagliata
le passioni finte sogliono dar la stura a
di scena sembrano essere, le più volte,
voi?” La ravvisò come una cucitrice
legalitaria della domanda: l'elenco
guatava tuttavia, con lo zelo
il sudore insomma di che i panni
da sempre. A parete, a capo l'uno
come di cittadina vessata, dall'arbitrio.
una pompa, di quelle a treppiede,
l'aria, la cucitura posteriore mediana
in grado eminente, la proprietà
d'ironia: della sua ironia. Il groviglio
da ungulazione pervicace: la strettura
disvelato agli italiani il nuovo cielo
di un'altra, o del mercato delle anime e
steva scritte), i coralli, i gioielli, titolari
per più preciso dire Mantegazzi. Titolari
dire Mantegazzi. Titolari dei nomi e
al maresciallo, elenco alla mano: erano
pronostici, no, non era di competenza
il riconoscimento e la discriminazione
a Santo Stefano del Cacco, mentre
vuotar del tutto lo stipo delle brache e
asciutta le scarpe. Pareva speculare
Pareva speculare dei destini umani e
per la nuova storia, dal Pippo
la resultante enfiata,f empâtéeI ,
a certi bimbi che ammutiscono al litigio
conchiuse nel torpore della mente e
e, beninteso, il doppio elenco
dei nodi e dei groppi, un filo di
dei groppi, un filo di lana grigio
dei piumicini a ricciolo, nevosi e
dei carabinieri) fa novanta. Ed
dei grigioverdi, disceso appena il
dei mucchi di belle balle ce ne
dei braccialetti rubati alla
dei fatti inaccettabili, la validità
dei principi di Arianello, ministro
dei secoli vaniti la si riscotesse di
dei labbri.I Non voleva che la
dei carabinieri di tutta la legione,
dei Principi guardiani, e Castel di
dei viaggiatori, le poppe colme e
dei labbri, di due peluzzi a
dei convenevoli, all'anziano e
dei due. Nel frattempo, senza
dei tre soprastanti, che più
dei visceri: con raccomandarsi di
dei più quotati anelli rettali, se
dei carabinieri. Quei petardi
dei militi, si palesava il rossore
dei fuggitivi madrigali a la
dei manovellismi, talché il feffe,
dei baci non finti e i cornuti di
dei cornuti di fatto. Tutti i giorni,
dei Due Santi, non ne conosceva
dei topazi già esibito in bottega.
dei cretini. “Cercare noi,”
dei poveri s'imbevono: una
dei lettini, con il rametto d'olivo
Dei cenci, ancora, robba da
dei meccanici da biciclette.
dei pantaloni: che sembrò invece
dei buoni, generosi ed onesti:
dei molti nodi fu districato da
dei rigiri dello spago si allentò
dei valori infiascabili, sostituendo,
dei berci. Sparse il brigadiere con
dei nomi e delle designazioni che
dei nomi e dei titoli, per lo più
dei titoli, per lo più d'uso, in
dei nomi strani e difficili, con un
dei carabinieri. No, la campagna
dei pezzi singoli erano da
dei gioielli della contessa
dei calzini sfatti, e il cofano, e
dei destini umani e dei presagi:
dei presagi: lasciava pascolare il
dei mosconi giovani: dove
dei vari volumi del volto, quella
dei parenti perché non arrivano a
dei sensi, donde era già evaporata
dei funzionari di Roma, come li
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piovaschi: ivi la paura: i chiusi orizzonti
stazioni di carabinieri: e poi il via vai
ad attendere il treno, il più povero
il più povero dei treni, un “diretto”,
o il demonio, della “ricostruzione
alberata, o fiancheggiata d'alberi,
o fiancheggiata d'alberi, dei giardini e
impedito e però campanellante
di soda e di saponi, lungo le cancellate
loro imminente: l'ora delle mozzarelle,
formaggi, delle vermìfughe cipolle, e
la repubblica erbaria, dove alla gara
ricaduti un poco su la fronte, i fili
né una volta a letto il celere vento
decoro, cioè decoro del fondo:
a cuspide, al di là del groviglio
per lo sguardo, sul discendere parallelo
tra il via vai della gente, l'andirivieni
il candido lembo della cotonata, il velo
silenzio. Ch'era quello degli uffici e
degli uffici e dei compiti al loro inizio,
battuta non sùbita e piuttosto molla
radi chicchi di pioggia ai cristalli: con
stabbio ne le vigne, ne la bruna terra
le vigne, ne la bruna terra dei dossi,
d'un'antica mascella del mondo. Le case
case dei viventi, mute nella lontananza
lucidi, neri: stupiti su la meraviglia
batticuore composito: la stupenda serva
che figurava condurre tutta la fila
di più in più, sotto l'ascendente peso
di pervinche e di primule, circonfusa
e la speranza, tutt'attorno,
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implorano o imprecano dai o ai loro
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valloncelli, le loro stanche
barocci dipinti rossi che
treni, un “diretto”, dei due
due soli che vi fermano.
fatti” gli martellava nelle
giardini e dei parchi di cui si
parchi di cui si affoltisce la
tram, era l'ambienza operativa
giardini con oblique palme al
formaggi, delle vermìfughe
cardi, sotto la neve
costi e delle profferte i novelli
capelli s'erano arricciolati
sogni, erano pervenuti a
propri pantaloni: quei così
rami e delle alberature che la
fili, di cui si alimentavano i
carri, de le biciclette. Ed
sogni fuggitivi. Ce durava na
compiti al loro inizio, dei
geloni sulle aste. Cor gran
tacchi (erano della questura,
sussulti impreveduti a certe
dossi, dei clivi. Trasvolava
clivi. Trasvolava sopra i
viventi, mute nella lontananza
coltivi, antistavano: ma un
volti, e la povertà pressoché
Balducci, con lampi neri sotto
cappotti. Alto, e senza parole,
tre. Ingravallo, una volta in
brontolari assolutori o della
vivi e superstiti, una volta
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dei-bestie in lor lingua
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deiezione 2
coi fanali addosso e concomitante
residuata al drappo (de' sedili) qualche
deiezione d'un paio di bonbons,
deiezione organica delle più
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dekirkegaardizzava 1
volere. Con altre dieci quella di potere.
Dekirkegaardizzava farabuttelli di
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del 873
collina molisana. Una certa praticaccia
Una certa praticaccia del mondo,
che formavano il tormentato contesto
preceduto da cinque A sulla inserzione
donne”: che nel gergo delle inserzioni
“Una signora come me! Vedova
di depressione ciclonica nella coscienza
avevano finito per strizzare nel vortice
vortice del delitto la debilitata “ragione
del
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del
del
del
del
del
del
mondo, del nostro mondo
nostro mondo detto “latino”,
di lui tempo. “Non ha orario,
Messaggero , evocato, pompato
Messaggero offre, com'è noto,
commendatore Antonini! Che
mondo, verso cui hanno
delitto la debilitata “ragione
mondo”. Come si storce il
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truvà”. Una tarda riedizione italica
prete più edotto dei molti danni
Collegio Romano, cioè a Santo Stefano
al Capo Lilibeo: poi dello scandalo
non era quella dell'ultima volta, cioè
scorgere, dietro la povera persona
o press'a poco, il mito. Gli orecchi
primavera. Era sulle bocche di tutti,
sotto i suoi occhi nel prodigio
giorno era la voce maschia e baritonale
e baritonale del Balducci, la voce
voce del “padre”: lei, moglie e sposa
ancora un po' titubante in quell'atto
e tiburtino, soffiata a le ragazze
a le ragazze del Pinelli tra le rovine
sopra le derogazioni ambigue
di sì e di no, come le poche note
crescente. E poi qualche mezza parola:
qualche esorbitazione venatoria
qualche curiosità, qualche estravaganza
è un sacramento, uno dei sette
in parte integrato da qualche accenno
porta. Per lo meno laG dynaminI
un cinque anni bianco extra-secco, ora,
sia in loco che a domicilio, e visite
e visite del professor Beltramelli e
signora Liliana, non potendo scodellare
come un simbolo, in sostituzione
di cui favoleggiavano gli ovaristi
la nipote, nel meglio grumolo, propio,
nella cassa non sapeva neanche lui se
sapeva neanche lui se del cervello o
o del cuore, ma forse era l'effetto
ma forse era l'effetto del bianco secco
sedotti all'idea de li papabbraschi, che
bevuto un veleno, era il vino secco
Ciccio, al di là dal velo delle parole e
lontana, ch'era, in lui, la maschera
dietro, quasi per un tacito ordine
il grigiore o certa opalescenza superna
Una di quelle grandi case dei primi
contrizione: be', il contrapposto netto
contrapposto netto del color di Roma,
netto del color di Roma, del cielo e
da un brigadiere di pubblica sicurezza
per via delle denunce di locazione e
chine delle vacche dalle gran corna
sui due piedi quanto poté raccogliere,
che faceva ogni volta al primo trillare
quel suo perenne pavore nei confronti
perenne pavore nei confronti del trillo
al destino, al “campo di forze”
al trillo, alle più casalinghe istanze
ad epilogo protratto, come fu quello
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vieto “f cherchez la
secolo, alcuni subalterni, certi
Cacco. Prima, una voce
giorno, la contessina
giorno di San Francesco, ma
“dottore”, tutta la povera
dottor Ingravallo, che sotto
resto, e in tutti i cervelli della
giorno. Il giorno era la voce
Balducci, la voce del “padre”:
“padre”: lei, moglie e sposa
papà, era dunque la mamma.
mescere: glu glu, oro di
Pinelli tra le rovine del
Piranesi, vigendo le efemeridi
senso. Fu, Ingravallo, fu molto
lamento di un clarino. Ignorò,
Balducci stesso: quel maritone
marito, qualche curiosità,
maschio e padre possibile e
Signor nostro), non lo voleva,
Balducci, o dai dolcissimi
padre doveva avercela. In
cavalier Gabbioni Empedocle
professor Beltramelli e del
professor Macchioro. A ogni
proprio ... Così ogni anno: il
mancato scodellamento. Come
Settecento. E a via Merulana
palazzo dell'Oro. La nipote!
cervello o del cuore, ma forse
cuore, ma forse era l'effetto
bianco secco del Gabbioni,
Gabbioni, ch'è un vino un po'
resto, s'ha un bel dire, ma
Gabbioni: gli venne l'idea
contegno, che ci fosse della
senso d'ufficio. Intanto gli
commissario-capo: erano
giorno era luce, per loro: quel
secolo che t'infondono, solo a
color di Roma, del cielo e del
cielo e del fulgido sole di
fulgido sole di Roma.
commissariato San Giovanni.
registro degli inquilini. Il
toro: la ragione della folla
fiotto irrompente, da quel
campanello. Poi aveva aperto.
trillo del campanello s'era
campanello s'era
destino. La prefigurazione d'
campanello. Risultò che il
ventisette, la si alimentò per
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Quanto alle camere dei piani alti
con sé né borsa né involto: i ferri
gran tasca di cui disponeva sul fianco,
un vecchio portafoglio secco, da uomo:
per le scale e nell'andito, prima ancora
Esigevano ora adeguato riconoscimento
il fermo, un'asticciuola nel settimo buco
ce la fa.” “E che cosa poteva dire
” fece la Bottafavi a sostegno
fu felice: lei! mescolarsi in un mercato
udire il Papa a palazzo. Fece chiudere
del tutto il portone, lasciando a guardia
dell'assassino. Le maniglie, il marmo
tempo i giornali avevano molto parlato
Tranvie de li Castelli. Bucato alla data
ammettendo di poter essere sospettata
un poco più piccina di lei, poco poco.
i vagotonici abbandoni dell'epigastro e
così lazaron,” fu indotta a pensare:
poco amica della Menegazzi, e inquilina
cavaliere, toccandosi con due diti l'ala
un appiglio ... alla prossima caduta
in quella ciarpa elegiaca: un chiericone
Treccani, ai più invitanti orologi
ar Panteone, già oramai però sulla via
via del ritorno, e come un po' delusi
in seguito alle demolizioni di via
con il cordino celeste. E qualche volta,
soprattutto, per sporgere denuncia
nel vecchio portafoglio. “Il portafoglio
degli autobus, fino a Santo Stefano
non si dava pace. Quel tic tac
un angolo, col testone sulle paperazze
raccontò come alle prime battute
angoscia pareva essersi impadronita
centrale? I “cospicui” incrementi
volte, sì, gli avevano mandato a casa
Piuttosto franco, ma d'aspetto non
” Cantarellò, quasi: “Articolo 229
spianò la fronte: parve congratularsi
Si atteggiò un attimo a descrittore
Lei ...” “Lei che?” fece la titolare
la donna de servizio d'un mio collega,
come tant'altri fabbricati 'e sto munno,
del resto. Il garofolone scarlatto
più poco dimostrabile) responsabilità
e valorizzata, quei repentini rossori
aveva pregato Cristoforo, il fattorino
sorgive dello Jukon, o dell'Adda, o
della squadra mobile, alla presenza
risaputa la notizzia, varie donne
che prima cura della polizia, specie
ritardatario la nota (de le belle donne
sospettanne l'esistenza. Faceva l'effetto
del
del
del
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Del
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del
del
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del
ducentodiciannove, esse
caso pel momento non gli
pantalone della tuta. “Cosa
suo povero marito. (Gli occhi
signor Bottafavi der quarto
loro coraggio, della loro
tamburo. E lui, in tanti anni
garzone?” “Quale garzone?
marito. “Ecché macché!
genere! Non gli parve logico
tutto il portone, lasciando a
portello quell'agente che aveva
canterano: il pavimento lucido.
“tenebroso” delitto di via
dì avanti. Bucato, forse (c'era
contrario. No, la servente no
rimanente, lo credesse, pie
volto vizzo, e i sospiri della
suo angelo custode. No, non
5º. “Se sa che quanno
cappello. In onore
ministero: non caduco,
catasto di quelli neri neri, che
gioielliere Catellani. Di
ritorno, e come un po' delusi
crepuscolo. Da qualche anno il
Parlamento - Campo Marzio.
resto, glie li mandavano anche
fatto. Il danno era piuttosto
mio povero Egidio!”
Cacco. Fra l'altro gli toccò
maledetto orologio della
giorno, raccontò come alle
duetto il travagliato e intimidito
commendatore. Andò a finire
diagramma della pesca ...
presciutto. Chi! Chi. Una
tutto limpido, capelli neri,
codice di procedura.
fatto: eppure con una
costume. “Mbè, la sora
portierato, minacciosa.
Ministero dell'Economia.”
resto. Il garofolone scarlatto
“guarda un po' che roba!”
commendator Angeloni: motore
naso goccioloso, quegli occhi
marito, di venire a cenare e di
Rio Negro andino. Dalle
dottor Fumi, ebbero occasione
217 e 221 ci aveveno
dottor Ingravallo, a cui i
dì prima), sostò con l'occhio
caffè, sui suoi nervi molisani:
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” Il numero progressivo e la serie
stabilire giorno ora vettura d'emissione
col manovratore per la mattina
dell'Irak e di capi di stato maggiore
dopo un anno e mezzo de novizzio,
le mandibole da sterratore analfabeta
sognando fasti e roteanti prodezze
addietro un sol micolo. Le opinioni
emerse, cupa e cicciosa, dall'ombra
già si adeguavano al gelo: al gelo
delle taciturne dimore. L'esatto officiare
appena esalato dalla dolce mollezza
monte, da quella riga, il segno carnale
la frale gentilezza e della donna e
calze, d'un biondo lucido. La solcatura
risposero. “L'avete toccata?” “No.”
“Venite sotto la luce.” Le mani
tinto di sangue! agli angoli: dall'oro
nel suo volto, una lieve contrazione
e se n'è annata a Torino. L'angolo
ne aveva avuto il solito bacio
rintracciato Cristoforo, il fattorino
dopo le cinque e mezzo. La Procura
del Re fu interessata alla ricognizione
sentiti. Ma “il velo
Fu appurato che nessuno degli inquilini
che fossero circa l'autore o gli autori
e quasi anzi sodalità maschile
cadere a piombo alla maniera
e la paura, o fosse magara la speranza,
da aspettarselo, prima ancora dell'arrivo
presentaveno i fatti, decise per il fermo
tardi, la mattina dopo, anzi, la Procura
ad arresto avvenuto, e con l'intestatario
al Balducci, data l'imminenza
d'acqua. Un coltello “affilatissimo” e
il tagliente, o fermare la determinazione
A don Ciccio pareva che ogni forma
mondo si ottenebrasse, ogni gentilezza
evidente: dal superstite ingombro
affranto, in anticamera, in attesa
un povero relitto, ora, della cattiveria
e l'ostensione delle gambe, su su, e
la realtà sistematrice. Il dolce pallore
e dove stava ancora dopo tanta pena
i logori momenti della consecuzione,
non molto pratico, degli usi e costumi
cosa simile? Per quanto, il movente
nemmeno qui, anzi! fino al ritorno
insomma ... era un'altra cosa. Il modo
de' Merli, a quel migragnoso falanstero
anche a lui. L'ambo non auspicato
chella gran fama dei pescicani pesci: e
fama dei pescicani pesci: e del loro oro
del
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biglietto, il foro alla data,
biglietto: nonché d'interrogare
secondo convegno. Ai Due
Venezuela, in quei giorni, un
Testa di Morto in stiffelius, o
rachitoide acromegàlico
manganello educatore. Le
mascelluto valicavano l'oceano,
corridoio. Nulla di notevole si
sarcofago, e delle taciturne
punto a maglia, per lo
monte, da quella riga, il segno
mistero ... quella che
ceto, l'eleganza spenta degli
sesso ... pareva d'esse a Ostia
sangue era stato portato
giovane apparvero pulitissime:
bottone in fuori. “Stu sangue?
naso, da un lato solo. Rifletté
polsino deve avere sfiorato la
mattino, con la solita
Balducci. Parve lo schiantasse
Re fu interessata alla
delitto poco avanti le quattro,
più fitto mistero incombeva sul
casamento poteva fornire
misfatto. Nessuno, eccettuata la
Balducci e signor marito con
nibbio sulla più contumace di
bis. Ingravallo, c'era da
giudice, dato come se
Valdarena. Solo più tardi, la
Re tramutò il fermo in arresto
mandato a Regina Coeli. Fino
suo ritorno, né alle varie
tutto assente era il più
carnefice. Si era conceduta al
mondo si ottenebrasse, ogni
mondo. L'incaricato dell'ufficio
corpo, dalla tepida
giudice. Poi riandò là:
mondo. Le loro manovre de
rilievo e della solcatura di
di lei volto, così bianco nei
giorno: con mezza sigheretta e
tempo lacero, morto.I
ducentodiciannove scala A.
furto non lo si poteva
Balducci. E poi, e poi, che!
delitto, quel povero ingombro,
ducentodiciannove imbottito
delitto. Tac, tac. Senz'altra
loro oro del diavolo. Fama
diavolo. Fama ubiqua, oramai,
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a tubero la bocca) con l'unghia
mattina dopo i giornali diedero notizia
argentato. Vigeva ora il vigor nuovo
Gli pareva di ricordare una frase
ci aveva fatto caso: le nobbili opinioni
Balducci ... no, no, non era innamorata
Liliana Valdarena in Balducci. Aveva
del suo e, in certa misura, disponeva
Pure il dottor Fumi, nella vasta caciara
aveva avuto un accenno alle fortune
buona pratica dell'arte e dalle stretture
i più aggrovigliati alberi genealogici
de toccà terra: astretto quindi ai livelli
appena ingolli. Un perfetto gentiluomo,
chiamaveno di giù: dal pozzo favoloso
tra i molti e melodiosi susurri
d'ogni separazione dei poteri e
intendo dire ad ogni assunzione intera
sceverate, libro undecimo capitolo sesto
”, agli “l homines praetoriiI ”
culseduto s'avvedesse, dall'altro capo
Così avvenne anche in occasione
anche in occasione del fattaccio,
all'altro alle scalpitanti esigenze
dopo ottantasei ore dalle nove di sera
ore della vita! Nessuno: all'infuori
Ingravallo”, confermò la circostanza
a Genova, stabilito già da un pezzetto,
avevano che da lodarsi delle prestazioni
uno dopo l'altro ad elencare i meriti
di merito di un determinato olio ...
transazione, lo specchietto delle allodole
grugnì don Ciccio, nella solitudine
arruffato, si sarebbe ingarbugliato
scese dal treno alle otto, col bavero
di pedagogia, una faccia da procuratore
si era proceduto a un esame esterno
Merulana, indi al Policlinico, in persona
Anche il sostituto procuratore
d'altre chiavi ritrovate a caso, ignorava
Bottafavi, dopo qualche vano conato
Il Balducci constatò subito la mancanza
subito la mancanza del meglio,
cofano di ferro nel secondo cassetto
” “Nominativi.” La sottilizzazione
recatagli a Termini. Era un'impressione
Manuela ne lo sconquasso telefonico
e le lunghe, le occhiute cautele
loro visceri si polarizzano alla tensione
apoplettico, della tenera carne? e
che le è connaturato? Già, già
legatole da una ruminazione pervicace
milza e dal cistifele drento il rodimento
fosse asciutta o bagnata: certi numeri
del pollice della mano destra
del fatto. Era venerdì. Li cronisti
del Mascellone, Testa di Morto in
del Balducci, una sera alla
del dopocena. Con lui Ingravallo
del cugino. Innamorata? Che, che!
del suo e, in certa misura,
del suo. Figlia unica. E il padre li
del sinfoniale, aveva percepito il
del padre, il giorno di San
del bisogno di guadagnar tempo,
del repertorio: coi più edificanti
del celicola. Buona bibliotechina
del resto: a li piedi ciaveva du
del cortile: “A sora Manuè, ce sta
del ducentodiciannove così
del vivente essere che si suol
del medesimo: conglomerare le tre
del suo trattatello di ottocento
del neo-impero in cottura. Chi è
del filo seduta stante, di quel che
del fattaccio, del primo, di via
del primo, di via Merulana
del pausario, che martellava a
del lunedì era stato invitato a
del suo carnefice. Gridi non ne
del trasferimento, a Genova,
del dottor Giuliano Valdarena.
del giovane. Un elemento
del marca undici: arrivò al
del nostro Transformer B, voglio
del prezzo ... la brutalità di una
del proprio foro interiore.
del tutto. Il Balducci,
del soprabito alzato, con la faccia
del re. Poi, dietro, zi' Elviruccia
del corpo. Nulla. Rivestitala e
del giudice istruttore cavalier
del re commendator Macchioro le
del tutto la destinazione. Le
del Rodolico, il quale riuscì
del meglio, del denaro e delle
del denaro e delle gioie, che la
del comò: il cofano era sparito,
del tesoruccio (sui libretti
del tutto gratuita, mendace, se po
del giorno avanti: e, adesso, tanto
del vivere, le genti, in quel punto,
del rientro . Sentono di dover
del gruzzolo? che le è connaturato?
del mucchietto? legatole da una
del tempo, dalla virtù economica
del fegato, insino a le penombre
del testimoniale non è escluso che
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la mattana collettiva s'era impadronita
di un'attività morale. La psiche
loro strida si accende, e dello strazio e
linciato lui) e dell'angoscia e dell'ira e
psicosi totale della folla) e
buscò da stiantare. Oh mani generosi
a marciapiede, in quell'atto appunto
ore, amore) all'indirizzo d'una finestra
questura, una “finta strategica”): e
E il birro, confortato dall'alta parola
stesso, 18 marzo, a Santo Stefano
” Citato lo socero, a un mesto sorriso
nel ramo stoffe, d'alcune produttrici
dov'erano: in quel maledetto palazzo
un certo incremento, sia pur lieve,
un giorno, a non voler contare il primo
contare il primo del giovedì, sul luogo
sulla faccia dell'altro il motivo orribile
datocché le più soavi guardate
da nemmeno venti ore, “appena udito
Corpi e di quattro testimoni, oltrecché
conosceva il De Marini, alle prestazioni
napoletane dai quattro cantoni
condotta nei più armoniosi toni
diletta Luigia Zanchetti detta Gina,
un suo drudo macellaro: e ci voleva poi
macellaro: e ci voleva poi del bello e
certamente con l'argomento irresistibile
I Un futuro suddito
questa antica terra dalla provvida mano
dopo il grande cataclisma tellurico
del 1826 e la spaventosa piena
e d'una calma apparente, ma foriera
lo zio Peppe, difatti, oblatore per forza
“e si studi di percorrere ognora le vie
dovuto all'olografo, o forse a una svista
domani con la protezione
le anime sgomente sotto al ferraiolo
ch'è proprio a certe bestiacce
vero, si sarebbe creduto che nell'atto
il suicidio. Il testamento recava la data
loro nomi e dai simboli: quella voluttà
gli obblighi e verso le ragioni inani
a fumo centomila carte nel culto di sé,
carte nel culto di sé, del proprio collo,
le lenzuola! contrariamente alle leggi
era chiuso al centesimo. Al di là
O, per altri, l'ignota libertà
soavemente farfallare d'attorno al perno
zio Peppe. Sul marmo
d'oro, cilindrica, infilabile in occhiello
personalità”.) E, poi, l'attacco
secreta in palagio nelle architetture
palagio nelle architetture del forlivese o
del
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fatto. “Adoperare”
demente politico esibito
sangue s'imporpora:
pandemonio (psicosi totale
nemico in arrivo dopo le
Beccaria! L'Urbe, proprio al
dispacciare alcuni suoi segni di
quinto (ch'era, al parere della
confidare un viglietto per
buce, dagli a stangare.
Cacco: per più ore: dal
dottor Fumi, il Balducci ... si
nord. La questione de li
ducentodicinnove. Mo se ne
naturale rossore de la faccia.
giovedì, sul luogo del delitto,
delitto, presente, per così
male, senza che tuttavia l'uno
dottor Fumi lo molcevano al
terribile incidente”, s'era fatto
richiamato Balducci.I Ultime
quale tanto il padre di Liliana
soffitto, manifestò via via
Golfo, gli astanti poterono
fu Pompilio e di Irene
bello e del buono perché i
buono perché i carabinieri
“filetto di prima” (prima
Baffo-belva, munito di Zeiss,
romano pontefice Gregorio
1826 e la spaventosa piena
nostro Aniene”: della piena
peggio: in attesa di
fascio nomentano, tirava
bene, le sole che possono
dottor Fumi), vergine albana
Signore madri benedette alla
voler di Dio. Una bella voce
nord, e a' loro condottieri
redigere l'olografo la povera
12 gennaio, due mesi
commiato che subito distingue
vivere, mentre già l'anima
proprio collo, del proprio
proprio naso, dei lobi o dei
cuore umano che, se regala, o
confessore, e notaro, i limpidi
non essere, gli evi liberi. La
coniugio: plastile cera, chiede
cassettone, a via Nicotera, “fu
gilè: uno dei nove più elevati
ciondolo. Notò subito il
forlivese o del Mantegna, o
Mantegna, o ne' riquadri
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Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
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cagliato sangue, dentro la verde carne
a luce fredda, nel crepuscolo-alba
Dopo sette mesi e mezzo dalla morte
proprietà della catena d'oro, a norma
le fattezze dentro il memore specchio
postura così abbandonata ai pareri
in genere, il ciondolo azzurrino
in genere, il ciondolo azzurrino del dì
di lui nero panciotto in corrispondenza
I Titillata dai magri, cerei diti
dello scarognato biossido! a carico
madonnabona, e di metà le trippe
paggio all'azzurrolattea reticenza
poi dal fermo arbitrario, dicevano,
Standard Oil esclusero di avergli dato
di bel giovane. Co le spese
della padrona di casa ma non padrona
riceveva, sì. No, non la signora
a un tratto, senza preavviso, “i corpi
negli occhi il predace. Ebbe uno scatto
il detenuto, tutto risfolgorante
sul dito dai Balducci, dopo il desinare
Tieni, Giuliano, bada, è l'anello
Giuliano, bada, è l'anello del nonno!
è l'anello del nonno! del mio nonno,
I “E questa è la catena
più perché nun lo vojo, benché fosse
solo pe quell'idea: pe quell'idea fissa
lei, creda, dottore.” Le affermazioni
qua”: batté la mano sull'anca: “
anzi lui stesso, alla catena d'oro
quella, capirà ...” “Venti giorni prima
è cascato dalle nuvole? Un ricordo
alla propria nonna: che è la figlia
che era zio di mio padre, fratello
gli puzzava di favola. Ma la voce
il senso comune si sbeffava già
fumanti arature! Quando la diritta scesa
I Ma le deposizioni
I Ma le deposizioni del Ceccherelli,
signora, le varie fasi dell'approntamento
sollevato obiezioni ad un prestito.
Quella, j'ho da regalà. E l'anello
il Ceccherelli secondò con l'unghia
subito dietro quella più bona ancora
Banco de Santo Spirito. Dar cartellino
il 23 gennaio: due giorni prima
20, nella mattinata, ulteriori indicazioni
Tutto greve e fumoso, il gentile clima
papaverina-eroina e della parlata e
e della parlata e del gesto,
e della parlata e del gesto, del Golfo e
la certezza, la verità germile, gheriglio
Da quegli anni, operando la coercizione
del sogno. In carattere detto
del 60º parallelo. In una
del nonno, lo zio non aveva potuto
del testamento paterno: con
del cuore, di marito della nipote.
del dottor Beccari, e con quella
del dì del Signore soleva
del Signore soleva albergare sul di
del duodeno-fegato.I Titillata
del fidecommissario, la gemma li
del pacco addominale,
del Peppe! Presenza testimoniale
del semestre polare. Degno, per la
del giovanotto, non seppero
del denaro, dopo le ordinarie
del matrimonio alle viste, il che
del villino. “In camera, riceveva,
del ritratto. Qualche signora
del reato”: e cioè la catena,
del collo, di tutta la testa, con un
del suo giovane pallore nella luce
del 20 febbraio, mentre
del nonno! del mio nonno, del
del mio nonno, del tuo nonno;
del tuo nonno; anzi bisnonno, per
del nonno ... E me la mostrò
del nonno. Dicheno che porta
del bambino. Che era, me creda,
del Valdarena avevano il timbro e
Del resto ... anche Remo lo
del nonno,” la designò col
del venti febbraio, sicché: anche
del proprio ... bisnonno ... si può
del bisnonno, se non mi sbaglio.
del padre di mio padre. Liliana e
del giovane, quegli accenti, quel
del racconto, voleva ridergli una
del pennato consacra al frutto
del Ceccherelli, del suo “giovine di
del suo “giovine di negozio”,
del ciondolo: “è p'un mio parente
Del pari pienamente confermato
del nonno, cor brillante, s' 'o
del mignolo il fermo contorno
del cassiere-capo de la banca: der
del conto (ai libretti de risparmio)
del regalo: che quello glie l'aveva
del Balducci ai due funzionari: poi
del Cacco, in un odorino sincretico
del gesto, del Golfo e del
del Golfo e del Vòmero: con
del Vòmero: con azione blanda a
del segreto divenire. Era il
del costume, il primo palesarsi
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po' era venuta a galla dalle ammissioni
del cugino e, ora, dal parlare
ostinato della reticenza e nella porpora
der primo. E poi e poi: er fermo
cose, nun reggeva pe gnente: e il fermo
poté visità er Policlinico e la Centrale
uno a Scerpure sulle rive, più o meno,
sicurezza un più approfondito esame
era emerso dalla incertezza amnesica
e dall'intuito e dalla integrante sagacia
sagacia del cugino e, perché no?
pietà che comportava lucidità piena
di brill, un così energico intervento
I L'idea
L'idea del divorzio e dell'annullamento
Gina, poverella. Con buona permissione
in quel modo, e in repentine avventure
sotto a quell'altro grifo appeso al muro
in cornice, che gli faceva gli occhi
urbana! Dalle chiarità mattutine
lateranense, quando la verde allegrezza
o di rubino, e dalle cavate piene
e dalle cavate piene del Maderno,
nervosamente una gamba. I dieci ditoni
la vitalità spavalda, la strafottenza
che fosse questo anzi, il mestiere base
ce volesse un piedatra de quer calibro.
ad atti come “quinto interrogatorio
bosco. Da quanto le diligenze auricolari
infine a racimolare dal naufragio
dal naufragio del testo (il crepitio
Di parmigiano stagionato brondi ... gasa
messaggio verbale della Tenenza, cioè
in quei giorni, o in altra congiuntura
Erano le otto, l'ora dello stomaco e
il Pestalozzi.” La nausea delle cartoffie
la carabinieresca, abbottonata disciplina
che alle occhiatone dolcemente invitanti
il più possibile dai cinque esperti
dalla cisterna urbana di Santo Stefano
I E poi l'amor proprio
l'amor proprio del segugio, l'orgoglio
ribadita nel tempo lungo la catena
nel tempo lungo la catena del monte,
il fulgido epònimo della disciplina: e
di settembre, al banco: la Zamira!
” convennero. Scherzi dell'induttanza,
sovraccarico di linea! Dell'insufficienza
ora non più verde, ma non ancora
certe capocce toste, d'argomenti non
presentata l'opportunità: cosa che,
fece la più avveduta faccia
alcune sere innanzi da un pattuglione
sporadiche e in forma, quella sera,
del
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del
del
del
del
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cugino e, ora, dal parlare del
marito: fatto loquace dalla
non-confiteor: che il dottor
Valdarena, a giudicà da come
commendatore Angeloni ...
latte. La Centrale nun c'era
nativo Brahmaputra: un po'
caso e la definitiva stesura
poi , confortata dalla questura
cugino e, perché no? del
marito. Autorevole e massiccio
giudizio di merito, affermò,
gomito (di chicchessia), non
divorzio e dell'annullamento
matrimonio, a parte le
sor Remo: che je diceva “fa'
sentimento, il dono ... il
Predappiofezzo in cornice, che
babàu a le mosche secche sur
Galilei, quando l'officio e il
sagrato accolgono dentro le
Maderno, del cui arco è
cui arco è scaturito nei secoli
gigante si abbandonarono sul
tipo. Risultò che la
palamidone. Idea che una volta
resto, ammappela! du fianchi
Balducci”, pervenne a Santo
Di Pietrantonio pervennero
testo (il crepitio del
microfono e l'induttanza della
signor ammiraglio
maresciallo Santarella, che in
titolare tenente, la
cucchiaio, a momenti. Il
Cacco stava per vincere i più
primo e lo zelo infurbito di
dottor Fumi, così nere, così
Cacco: a pompar fuori il
Cacco: dati di fatto, illazioni
segugio, l'orgoglio del
partecipare le indagini per il
monte, del duro monte
duro monte Appennino, aveva
dovere laziale. Di
di cui nome e di cui
sovraccarico di linea!
servizio! Dei lavori in corso!
color nuovo, che in idea
tutto inefficaci, anzi piuttosto
resto, “per così dire”, le
Cacco. “'N miezz'a 'o teatro
commissariato San Giovanni: la
tutto occasionale”, era stata
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Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
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sorpresa in contravvenzione flagrante
si nun è vero”, di non saper nulla
due sinistre, una vorta a Santo Stefano
una ragazza piuttosto provveduta
alzata di spalle e d'una scrollatina
nella gola tra le gore e le sfrangiature
antico della Natura. Superfici imitative
della vita dei visceri, della fame: e
ai muri squallidi, alle mosche secche
mosche secche del soffitto, al ritratto
bisogno. Lei lo capiva, lo sapeva:
il Di Pietrantonio. Ingravallo tentennò
o rotture d'incantagione, sbratto
bolscevica a opera der Gran Balcone
mostrando loro che le deboli creature
un immemore orgasmo, la dolce pena
frusta e bbefana: data l'avventatezza
manucaptazione-prolazione invereconda
sì, ma non infrequente, allora, nell'uso
a rubbà li polli. Oh! il nitido filo
polli. Oh! il nitido filo del tempo,
consulto la sua liruccia, d'ogni dilazione
e religiosità collettiva, senso orfico
e della trascendenza nel gran cuore
chi s'oo poteva immaginà? Non far
Attaccata ar muro, da una parte
alcuni grossi topi, con tutte le cautele
a spalla col tudesco, a un cenno solo
gufo: ma ne rimaneva sempre, gli occhi
nel tempo, sopravvivono alle ruine
cacio e fave, d'aprile, il nipotino
cerchio delle sue tenere novizie sedute
qual si fosse, un bottone, il calcio
ch'eran grigi e duri, come il pelo
saliva le lubrificava la scaturigine
come ad esempio durante i tiri estivi,
in giberna, gl'indomabili servitori
così dicevano le genti: per motivo non
in laboratorio. La devestizione
lui: a non computare la maschia boce
in Gilda, e da Rodolfo in Mimì.
in Mimì. Del rimanente, in casa
masocona: presi nel cerchio magico
le ruine d'ogni torre, i due gialli cerchi
incrocia, al passaggio, l'avvento gittato
tutto il traino e il fragore battuto
Vittorio, avevano perseminato l'Italia
discipline viatorie, e, ad un tempo,
e, ad un tempo, del loro proprio osso
loro, ogni zanella. Il memento tecnico
Il memento tecnico del Bertarelli,
tecnico del Bertarelli, del Vitòri,
entrar di borgo, il politico-totalitario
Fabrizio era, era un “entusiasta”
del
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Del
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del
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del
del
del
dispositivo Federzoni circa il
volatile, anzitutto: d'essere una
Cacco se vede che j'aveva
suo, con du meravigliosi occhi
capo: “storie! storie!” Tutti
sudicio: con tumidi, rossi
volume vero e nucleale
calore animale. L'idea che è
soffitto, al ritratto del Merda.
Merda. Dello Smargiasso
resto, bah, chi se ne frega? il
testone puro lui: un tre o
malocchio di dosso ai lattanti
Santo Sepolcro (28 ottobre
sesso non attendevano di
vivere: li catechizzava alla
secolo, e la loro personale
paro stesso, per quanto
popolo. Calunnie. Bocche
tempo, del tempo albano e
tempo albano e suo, si
miracolo un incremento alla
mistero e della trascendenza
popolo - non ostante i
bene se non vuoi aver male. Pe
lettino, c'era da vede
caso. Sorconi lunghi mezzo
Buce, dell'adorato suo Bucio:
gufo vivono, topazi
tempo. Un punto d'incontro
duce dei baffoni a ruzzare per
pari al lavoro: un lavoro
moschetto, il pistolone
mandrillo. Alquanta saliva le
discorso, evocativo o responsale
quarto bersaglieri. Ai
dovere amavano di refrigerarsi
tutto analogo, soggiungevano.
reale richiese alcun tempo:
buce, che di quand'in quando
rimanente, in casa del
maresciallo Santarella, donne
V.°E., nell'ellisse gravitatoria
gufo. La tarda ala si
Roma-Napoli. Terrore delle
direttissimo, iterato iterato a
seme raro de' loro
loro proprio osso del collo:
collo: insegnare al prossimo
Bertarelli, del Vitòri, del Lüis,
Vitòri, del Lüis, a quegli anni:
Lüis, a quegli anni: poi, su
Merda: (“è l'aratro che scava
Touring, di cui, come “socio
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”, aveva a memoria l'inno: “l'inno
inno in genere, dall'impeto ardimentoso
di pettine di carda un'ovatta: nel vello
pattuglione, involtate in vigogna doppia
a certa romanesca lautezza e scioltezza
lautezza e scioltezza del vivere e
concordare il séguito: a conclusione
pareva più tenebroso, più riccioluto
a opera dei diti peritissimi e paffutelli
colpo d'occhio a collaudo, a congedo,
quegli anni tuttavia romita e campestre)
po' perso di vista la zingara, la sposa
” Girava, nei due più meglio sensi
Roma da la matina a la sera: in cerca
un'esitazione, e una certa conturbazione
è meglio pe tte ... abbiamo bisogno
“Diomede, dunque ...” e lo sguardo
aveva negato al pattuglione, all'atto
diritto. Sopra al vivere delle gote e
curvo, ora, porgeva l'orecchio ai susurri
allibì. Le si addensarono al di sopra
ciò che dalla solitudine immiserita
della Mobile erano lampadine
la misera stamigna, la sordida povertà
l'aveva chiamata per nome, il nome
si storcevano in presagi sotto le raffiche
macchia, dietro il deliberato andare
giù secchi secchi fino al di là
al di là del gomito nascondendole
estraendolo un tantino da quella difesa
tantino da quella difesa del braccio e
qua e là come fulmini, con gli occhi
sul Beverello dal tenebricoso ventre
cioè di più eccelso livello
tra due fratte, e della persona e
della fonte de salute, verso Casa
rimontava con la bocca fino all'orecchio
pel naso, ma per l'intimità segreta
de certi fochi malsani, de la zecca
nell'alido e nella luce implacata
accese nubi della sera, dalla promessa
spinone giovane, a snidare le gallinelle
raccontino della discesa in antro (
dato ripetuta prova della sagacia e
aveva conceduto il meglio, o il peggio,
senza pena il tacito essere,
o parve, con questo, un'affermazione
quelle! Da porta Pinciana ar giardino
una bona figura e nemmanco lei,
eretta, da ultimo, dentro la mucida luce
apostolo di malumore gli avesse dato
La cinica sfrontatezza di quelle battute
a notte, il passo felpato e cauteloso
smagliata, un tantino sfilacciatella
del Touring!” nato in Valtellina
del refrain: di quel ritornello così
del fuggente, niveo gregge si
del pari, e similmente intrigate
del vivere e del fungere, a certo
del fungere, a certo
del già fatto. In uno scalpiccìo
del solito. Niente automobile!
del Maccheronaro: che le
del pre-resecato e pre-accantonato
del Celio, fra silenti pini ad
del torinese. I segugi parevano
del verbo: mutando spesso di
del nun se sa mai. L'urtima vorta,
del tono: “Pe nun fasse trovà a
del suo aiuto.” “Sor commissario
del dottor Fumi ebbe la
del fermo, era già sul tavolo al
del collo du occhi fermi,
del dottor seduto, e vi aveva già
del nasetto i contristati sopraccigli,
del suo volto avrebbe potuto
del governo. Ella sentiva su di sé,
del vestito: una maglia di
del battesimo, tre volte, Ines! Ines!
del vento maestro: le aprirono il
del giovane. Quando il Signore
del gomito nascondendole del
del tutto la fronte ... finì pe dì,
del braccio e del gomito, a
del gomito, a lasciarne vaporare
del fulminatore. “Una ccà, una
del Conte, sentivano subito, in
del potenziale maschile, era,
del cuore: e dei sensi. Prendevano
del Butiro. Ines, ora, pareva
del giovane: i segreti esquisiti non
del timpano. “Pareva dicesse
del Frulla. “Insomma, je voleva
del giorno, tra i vepri e le
del caldo orizzonte. “'O turpe
del padule.” Così almeno la
del biondo intraprendente con la
del valore, alla vecchia: per
del proprio spirito d'iniziativa. Sì,
del Diomede: che aveva
del giovane. Ingravallo si grattò
del lago, a la terrazza der Pincio,
del resto, a fasse scoprì che è lei,
del camerone aveva parlato
del tallone sul capo. La cinica
del giovanotto, riferite dalla Ines,
del Probabile, dell'Improbabile.
del pattuglione, più che ogni
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Ascanio Lanciani. I connotati
Maria, succeduto a sua volta al nome
cofanetto di ferro nel primo cassettone
ad aulire miracol novo, in campagna),
novo, in campagna), del maresciallo e
d'onde l'urgenza, per il beneficiario
via sempre chiù avvitato accerchiamento
colei che dirimpetto al paterno cuore
e nel ribollire de' bisbigli erano
e la luna nova e tutti gli straventi
soprannome, abitacolo domiciliare
difetto al ritratto: una domanda precisa
fresconcello delli carabinieri s'era
che tien dietro a un beveramento
intendente, le vivide lineature
torace, di apprezzare lo stato d'animo
codesto stato d'animo, all'attivo
poco sotto la ruvidità superstite
due mani, e attendendo il primo sparo
a dritta, poi a manca verso la porta
singhiozzo postremo dalle viscere
tre notti dopo. Discesero fino alla porta
come stola, sopra le bagnate spalle
portelli che interrompessero la lineatura
la lineatura del crinale, il rivivere
nobili riverberi, come da un crogiuolo
degli Equi, la nudità dealbata
con i due uomini. La metà opposta
congiungesse ... alle misteriose fonti
di ragnateli grevi tutti gli scatoloni
grevi tutti gli scatoloni del tempo:
dal viscere, dal collettore di scarico
e dei fruttiferi interventi nelle utili ore
nella notte verso le gore senza foce
Campo Morto e la macchia e l'intrico
l'intrico del litorale pometino: le donne
le altane a lido, nello spiro seròtino
ai ghirigori vani, agli smarrimenti
vani, agli smarrimenti del sogno.
essersi fatti orecchiuti asini a la scuola:
asini a la scuola: del manganello
estampida,I ove il bàttito risoluto
la sùbita erezione e lo scotimento e
erezione e lo scotimento e del collo e
per vero, dalle trasmodate officiature:
scampo alla fuga, agli specchi
dei pini a lido, alle risciacquature libere
oceanine precipiti da le scogliere lunari
del circèo, s'erano buttate a le spume
Pernod. Invocava la fiasca
del ratafià, chiamava le sovvenzioni
chiamava le sovvenzioni del Papà,
le sovvenzioni del Papà, del Papè,
aveva infilato quella via, ch'era la via
del
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del
del
del
del
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del
del
del
Del
del
del
del
del
del
del
del
del
del
del
del
del
del
del
del
tipetto ... glie li poteva fornir
gran morto di Canne, sia
comò, dalla signora Liliana.
maresciallo e del brigadiere in
brigadiere in ispecie,
trapasso di proprietà, d'averla
laboratorio, o meglio della
maresciallo era la rosa
pari venuti a galla il calesse, il
marzo, e il vin caldo oblato,
denominato maschio, o
maresciallo rimase inevasa.
tutto chetato. Un qualche
genere, ecco, il milite aveva
torace, di apprezzare lo stato
dissetato, pace, vigore,
patrimonio generale
còrdolo in fastigio. Sei e
motore.I Lui, col destro,
borgo, tra muraglie di peperino
vice-sindaco per la solitudine
borgo. Passato l'archivolto, la
monte. Al primo tornante
crinale, il rivivere del cielo si
cielo si palesava lontanamente
profondo. Spentasi la
Velino, antemurale della
tempo, là là sopra il litorale
sogno. Là c'era il comando
tempo: del tempo incubante.
tempo incubante. Roma doma.
labirinto decretale: e il
mattino. Dando di clacson
Campo Morto e la macchia e
litorale pometino: le donne
casello strillavano, gridavano
mare. Nereidi, ivi, appena
sogno. Del sogno di non
sogno di non essere. A Castel
manganello del machiavello.
machiavello. Già le alunne si
piede regalasse fiere arsi al
collo e del capo ridava
capo ridava all'abisso i capelli,
naso. Piombatogli in quel
padùle, all'ombre dei giunchi,
lido, signoreggiato da bulicante
circèo, s'erano buttate a le
frangente. Ma la contessa Circia
ratafià, chiamava le
Papà, del Papè, del grande
Papè, del grande Aleppo;
grande Aleppo; dell'invisibile
dovere, per lui e per
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vita, che strizzava le palpebre al venir
fulgurativi tempuscoli, per infinitesimi
carmino: la lividura ovunque, a bacìo,
pupilla: lo sguardo sagittato raso
lo sguardo sagittato raso del bellone,
bellone, del fanalone. Le grige latitudini
di porpora, quasi come dìruti miliari
corto, sulle rotonde opulenze
Rimpetto all'uscio, sulla sinistra
e fiorivano e iridavano il sasso,
o tali un tempo, nel cerchio giallognolo
a cui è ricondotta ogni occasione
sublimavano a motivo patetico centrale
lontano d'un ciucciariello, nel ristar
I santi, poi, così carichi di tanti doni
neppur loro potrebbero difettare
anzi, nei piedi, lo strumento fisico
che meno allora che un pittore italiano
pittore italiano del cinque o seicento, o
vale a dire ossificandola, a' primi piani
protubera pollice pedagno rivale
commessure prospetticamente avvenenti
risponde all'estasi alta ed eretta
fioritura bianca di tre gigli, anziché
di credente, ma dalle qualità tragiche
E gli alluci furono. Plàf, plàf. Anche
e tuttavia lanoso, la fronte minimizzata
torace, novantuno: circonferenza
dell'astata dea delle aste, perfuso alfine
i due tipi con la salivosa lubricità
illividita di finestra dal biancore incerto
e di poi accesa da un repentino dardo
allogata ivi la scopa, quasi a protezione
Le ghiandole riguardose erano aggeggi
lungo la provinciale dopo la scesa
” balbettò a prender tempo. No,
impedita dai divieti contrastanti
la zampettante guercia mutò poi parere
irrorò le cose e le parvenze universe
della coda: levò il radicale
del medesimo, scoperchiò il boccon
anzi in onore, data l'etichetta gallinacea,
e con la più gran disinvoltura
quell'aerodinamica, naturalmente, e
naturalmente, e del conseguente sgancio
da parere anelli in dissolvenza,
Nel prodigio nuovo l'imperativo
bel caccheronzolo, ma più piccinino
gallonato cioè la preminenza gerarchica
di lince (così lo chiamava lui stesso)
destra: come a scaldarseli in previsione
del lavoro. Nell'apparente noncuranza
tutta sfaccettature sulla parte interna
spocchiosa e un po' sciocca, a momenti,
del
del
del
del
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del
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del
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del
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del
del
del
del
del
del
del
del
del
del
del
del
del
del
del
del
del
vento, infastidito dalla polvere.
quarto ordine sul tempo
giorno apparito: poi, alfine, dal
bellone, del fanalone. Le grige
fanalone. Le grige latitudini
Lazio si acclaravano e
tempo, le schegge delle torri
di lui tipo antropologico. A
rettifilo che pacatamente
davanzale di quella specie di
nimbo. Quei due ferraioletti,
vedere.I Con particolar
fresco, o a-fresco, vedutoché
vento, con tintinnìo di
Signore, neppur loro
dono indispensabile dei piedi: e
loro itinerante apostolato:
cinque o seicento, o del sette
sette o peggio, si inginocchia
contingente: e la recupera
michelangiolano e palatino (a
deterso lastrico, ove non è
sottile stelo o bàculo che
consueto garofano: e raccatta,
suo genio e da una salute di
pittor Zeusi, d'altronde, si
più duro. Sotto alle figure dei
bombolone ... non occorre. Ed
raggio di Pallade Sillabante,
sorriso di mestiere e la falsità
tempo e di poi accesa da un
sole, intese gabellare per
raccolto. “Vo a chiamalle, si
futuro, allora, per un allievo:
Torraccio l'avevano udita un
linguaggio di pretura non
fato, la zampettante guercia
tutto. Spiccicò l'ali dal corpo
supremo coccodè, quasi avesse
medesimo, scoperchiò il
prete in bellezza, diaframmò al
bravo sottufficiale, e con la più
mondo: un cioccolatinone verde
conseguente sgancio del
gianduiotto, o boero che
fumo d'una sigheretta. Nel
Pestalozzi vanì. Lei la si levò
primo: pif! Con che sembrò
Pestalozzi. Dopo la sbirciatina
brigadiere sunnominato ... no,
lavoro. Nell'apparente
gesto c'era un che d'insistito,
dito, l'anulare, dopo il mezzo
vetro colorato, sotto il subito
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alterno, di tra nuvole marzoline,
proprio desiderio la stimolante identità
lei, non il nome, tuttavia, nel casellario
io nun ciò amiche.” La violenza
sti tempi,” e profittò d'uno sbiadir
zampettante gallina, e il doppio traino
conosceva già allora certe figurazioni
viste di cercarvi ... la legittima causale
come avrebbe fatto un ricettatore di via
luce: nel suo senso certo, obbligativo
una diavoleria grigia e scarlatta
a meditare davanti al cerchio azzurrino
il giorno, ubiquo poi nelle grandi ore
grandi ore del sole come la veduta
là pe llà, da tante tribolazioni
a buon diritto per occhiate augurali
oltre che per chiamata a sovvento
fideistica di certi preti-stregoni
un po' dagli zebedèi questo missionario
delle guance. La chiarità obiettiva
dei principi di Arianello, ministro
a promuover cancheri sulla gobba
di che, a dispetto d'ogni nuovo lume
con l'altra mano, a usufruire: e
perniciosa dello sguardo. “È la nipote
si acuminava nella cattiveria: “ar ponte
come a insevire sulle retroguardie
le spalle degli usciti, la storia, maestra
I Ar ponte
scarpe che ciaveva. Quarche apparita
mollo: poi, di qualche subito sbadiglio
lui ritornò addietro verso l'osteriuccia
nel viso come nel cocò, non parve
parve del tutto scontento della trovata
a un bivio, col cavallo, già in vista
col cavallo, già in vista del ponte detto
e sguarda all'intorno con gli occhi vuoti
sulle due chiappe come gli schiaffi
di Falcognana, che sorpassa col ponte
a figurare, in quella ascendente ricerca
perenne e insistito, il disperato dittongo
irraggiungibile, l'implorante giambo
di là de la cunetta, segnava il rilevarsi
fottut'in gulo (questo l'ideogramma
fenomeno: e cioè il travenire nero
il sottosoffiare e soprasoffiare
4% ma tutta curve e controcurve,
nel trascorso di lei tempo automatici)
se pure estenuati da vecchiezza: non
passi gravi e chiodati fino alla porta
di ferro dove i peli rabbuffavano,
frenetici: come declamasse irruenti versi
dei carabinieri. Quei petardi biliosi
a correre davanti il soprasoffiare
del
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del
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del
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del
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del
sole, preso lui pure da un
volto, degli occhi, della gentil
cervello. “Sei la Clelia, la
diniego, una seconda volta:
sole, traverso i vetri, e
filo e dello spago e relativi
gusto di oggi. Anche i più
procedere. “Mm ...”
Gobbo propenso
conoscere: una diavoleria
demonio principe: quello dai
lucignolo i malefizi per il
sole come la veduta del falco,
falco, che scruta e discerne pe
vivere. Un ufficio, per quanto
tipo appunto delle sue,
gran re dalle corna ritte
Tanganika o africani cafri o
cacchio.”I Missionario
raziocinio, in lui, ebbe il
Regno. Non voleva ammettere,
prossimo, carabiniere ora
Regno e d'ogni diploma in
gradino e dell'uscita. La
casellante: al passaggio a
Divino Amore!” gridò, come
vinto. Quali castagnole poi gli
vivere, non ha curato registrare.
Divino Amore! è na parola!
sole, un disco, una sfera labile
giorno, tra una nube e la
bivio, a chiedere una bicicletta
tutto scontento della trovata
superiore, che gli risparmiava
ponte detto del Divino Amore,
Divino Amore, con cui la
torracchio, e le ricinge o le
mare sulla innocenza della
Divino Amore la mezza
suo non essere, la povertà
chiù s'era taciuto nella notte:
cucù. Nel presagire le nove
terreno erboso: la
Cocullo), ma per buona sorte
convoglio, il sottosoffiare e
vapore, fluido meraviglioso, che
secondo ottocento. Al casello,
plesso emorroidale medio,l
tutto inoperanti, per quanto
casello: quasi ignorarono la
furibondo: e a catena tesa
Foscolo senza tuttavia
suo rancore gli stavano
nero, la veemenza ne
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una insegna non sua. Il volto annerato
si sporgeva di cabina, a prender nota
di cabina, a prender nota del colore
allegri, o d'un coglione di più prestigio
dopo un attimo, nello sferragliare
se il treno, che parea sfiatato
che s'era lasciato dietro dopo il ponte (
i più prevedibili e preventivati strappi
al silenzio e ai pallori vagotonici
in loro ogni giorno, con l'arrancar
con un tuffo e un ricupero pronto
un tuffo e un ricupero pronto del capo,
ma su quell'immagine così ordinaria
e con occhi sfuggenti alla lumatina
de le parpebre, con l'avara sospensione
occupata da tre letti, poco provveduta
riconobbe senz'altro. Era la Madonna
di là dal terzo letto, fra la sponda
sotto al letto. Il volto e la parte colma
a sé fino a padroneggiare la rimozione
” Infastidita dalla deduzione base
avete un altro,” gli aprì la scatolina
sul pavimento, per la cognizione delusa
l'autunno aveva deposto nella capienza
E fece l'atto, chinandosi, a fianco
dura, alla Legge. Ma la pituita ria
figura propria dell'utente, o addirittura
poi, alla quasi fanciullesca opulenza
e vincere al tutto le rotondità lisce
e di colore azzurro verde, più scuro
elicitandone il suono alle fonti stesse
La ragazza taceva, amorfa. La fronte
il pitalaccio fu elevato agli onori
fu elevato agli onori del piano (
stata appunto la buca, cioè l'impronta
de la nonna. Postosi dall'altro lato
Il volto gli si illuminò: dell'aurora
color distinto avanti alla bocca aperta
bocca aperta del Cocullo, al batticuore
dura verde cupo, che i polpastrelli
che farneticazioni Pitagora dall'apotema
misteriosofica, nelle antiche viscere
viscere del mondo celata, alle viscere
limone: trafitta da tutti i raggi un poco
equinoziale come le chiare carni
di marina in alba, fino alla lucentezza
ad altro e altrettanto essenziale organo
bellezza d'un seno, come anche
seno, come anche del maschio risvolto
o della panciatica e orologiata autorità
e in definitiva consorte, “e babbeo
risplendettero e giacquero, nella fossa
corporalmente sulla povertà bigia
sulla povertà bigia del panno, o
del macchinista di già si
del colore del pollone. Un moro
del pollone. Un moro da teatro,
del solito, spenzolavano o
del convoglio che trapassava di
del tutto, non fosse andato così
del Divino Amore) e prima
del loro primo e giovenil errore
del misto. La loro iniziazione
del misto e col fischio, alla
del capo, del collo, vermolini
del collo, vermolini rarissimi.
del paino trascurò di fermarsi,
del brigadiere quasi a dire “per
del contadino che si perita aprir
del rimanente. Il Pestalozzi e il
del Divino Amore, sopra la
del materasso non di spigo
del busto soprastavano di poco le
del parallelepipedo, poi quasi
del brigadiere: “vuol dire che ce
del bicarbonato sotto il mento: ne
del sottufficiale: vi erano stati
del vaso così benigna, en_passant:
del brigadiere all'impiedi, di
del segugio aveva bell'e fiutato il
del proprietario, che si accinga
del bravo milite, la giubba
del vaso, come le avesse enfiate
del grigio della stoffa. Sollecitata
del medesimo. La ragazza taceva,
del brigadiere si obnubilò: nel
del piano (del comodino), rimossa
del comodino), rimossa un poco la
del corpo nel letto stesso. Ma
del lettino, con digitazione
del ci siamo. La punizione che
del Cocullo, al batticuore del
del brigadiere: che sentiva già i
del futuro maresciallo non si
del pentagono, piazzatisi da
del mondo celata, alle viscere del
del mondo carpita, un giorno,
del mattino equinoziale come le
del martire dalle sue centonovanta
deli flintI : di che i due
del finimento, vuoi della ricolma
del maschio risvolto del bavero o
del bavero o della panciatica e
del tutore di codesto seno,
del diavolo!” ideò il Pestalozzi a
del lettuccio dal pel di topo,
del panno, o del liso, nel chiuso,
del liso, nel chiuso, muto
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quanto, in detti deretani, inesistente
o azzurro notte, anche, un anello,
classe, premeditata da Dio: a dispetto
da Dio: a dispetto del valore-lavoro
seggiola un'ora, capintesta economista
non-finanze: che ad un mover di ciglia
sostituendo, nella fascia zodiacale
la Menegazzi nemmeno. Un certo senso
nemmeno. Un certo senso del valore e
gusto nemmen lei, in nessuna parte
incubate e nate nei millenni originari
dal sesquiossido fuso, lungo le direttrici
secondanti le direttrici formali
e non il bercio di un'altra, o
le favolose caramellozze, lucide gemme
o luminosi chicchi sul color bruno
nelle notti bananifere, la linea di livello
della via litoranea, torno torno la base
che figuravano, consoci e consobrini
eccetera eccetera. Un esame di lettura
brutte o belle ma bugiardissime tutte.
bugiardissime tutte. Del recuperato e
d'indiano: con tanti fori, come quelli
di cui si veste dopo le luci repentine
prima delle constatazioni di legge) o
e quell'icore putre giù dallo squarcio
intanto districarsi da tutte le serpi
ma forse qualcuno pure di quegli altri,
o forse a Roma a Santo Stefano
di Fortuna. Alle statistiche precognitive
signorina, coraggio: aria, aria”), vuotar
invece che era. A parete i verdirossi
al venir fuori: alla subita riapparita
al maresciallo, agli informatori
per ispoglie mentite nell'ambito
pare una trovata di Picasso, un oblò
passati più, la Camilla lo sapeva
era infallantemente colto da paralisi
personalità propria e lo spappolamento
anziché invasarvi le clamorose ciance
il cane, le galline. Avrebbe atteso
ufficiali e nell'esclusivo manucupio
affiancarono il calesse. Il padrone
dalla cunetta, sul margine alquanto alto
il cervello negli interminati campi
che i vapori sommossi e le nebule
i discorsi di più voci), l'ebbe richiesta
a un balcone, o la tacita canna
canna del pescatore sopra il silenzio
antenna o canna, attributo disgiuntivo
perpetuamente sveglia, o risveglia, e
peragranti, nei non romiti cantoni
empâtéeI , dei vari volumi
partire. Poco più là, sul margine alto
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del
tutto. Il corindone, pleòcromi
suggerimento cristallografico di
valore-lavoro del Tafàno.
Tafàno. Tafàno di Revello
Dindo e ministrogallo delle di
Caciocavallo stesso avrebbe
credito e della circolazione
valore e del non-valore ce
non-valore ce l'avevan tutt'e
ditirambico e fremebondo suo
mondo. Il perito lo poteva
sistema: e non fatto finta di
pensiero: in un diacciato grido!
mercato delle anime e dei
maharagia nella depressione
drappo, una punteggiata si
litorale e della via litoranea,
Pâo de Azucar. Quelle gioie,
topaccio, nei primi righi e via
corso allievi, ideò il Pestalozzi.
recuperato e del trovato, o
trovato, o non trovato, doveva
biglietto della ferrovia, in
coltello, negato al vivere ogni
cugino atterrito ch'era entrato
collo, i giorni appresso, in un
dubbio: “ ...ma forse qualcuno
cofano di ferro dell'assassinata.
Cacco, mentre dei gioielli della
cervello, acceso ma tuttavia
tutto lo stipo delle brache e
Miracolo, il rametto dell'anno
paese, della nuvolaglia in corsa,
Signore: facendo, lui diavolo,
domicilio, di quel rurale,
cesso, d'un cesso vuoto d'ogni
resto, fino al misto per
basioglosso, lei disse che je se
logos in una rubefatta
giorno: emetteva monosillabi
pari, nella pienezza delle
manganello verde, valevole a
cavallo sedeva, di là dalla
prato in cui la strada ancora
nulla come sogliono utopisti e
mattino equinoziale
caso. Lavinia, aspra, lo aveva
pescatore sopra il silenzio del
lago: e nemmeno poggiava a
radioamatore-pescatore, o
raggiunto avvistamento, cioè
territorio:f du vieux
volto, quella consistenza di
prato, due ragazzette a bocca
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giramento della martinicca, quasi
ultimo schiocco della frusta, un àaah
e una puntatina di zampe da parte
s'era abbrancata al ferro laterale
la terra, va', brutta strega.” L'uomo
dell'amore frodatole, più che mai
la strada, oltre le punte delle orecchie
cavalluccio, a ogni nuovo sparo, faceva
rischiarata da lampi, in un sussulto
gli ordini, anche codesta ipotesi
d'un qualche prestituccio di danaro,
sempre in bisogno? “Più che il lavoro
“E poi, e poi, nella fretta
torracchio, impreveduto, sulla groppa
o andavano, in quei giorni, coi barili
verso la Solforata e la macchia grande
piagnucolava d'esser povera? Il cervello
qualche sparacchiata ammissione
sparacchiata ammissione del culetto
disturbatori della frusta, e gli aaah!
col proietto le ginocchia imbelli
a lui padrone) occorrenza. Il viso
ragazze,” fece il Pestalozzi, risentito
far pensare proprio alla vecchia tiritera,
prescritta al vetturino dalla benignità
manifestò nell'erubescente pelle
I Nelle stesse ore
serena e pressoché domestica, in villa,
indiziaria le sette sillabe dell'innografo
altrettanto supposito) allo sparacchiare
dei tram, era l'ambienza operativa
operativa del Biondone: il campo
il campo del lavoro e dell'ozio,
del lavoro e dell'ozio, del dopolavoro e
a capriccio, e la fortunata sagacia
grinze al commercio, e il non-invito
là nel suo confessionale di vetro:
non solo della cena, quanto anzitutto
insalatina dopo il capriccioso ritocco
nel volto dopo tanti strilli, fece il giro
cugino li raggiunse. Era la grande arte
lato solo e vedono, ognuno, un quarto
della sveglia semovente sul marmo (
tavolino) ad annunziare le nuove grane
d'averlo apprezzato a mente sveglia,
attivistica al nevrastenico ingegnere
subbito, subito dopo. Lacrimò
subito dopo. Lacrimò del sinistro, poi
e giovenile vescica, il subito risveglio
cioè mal chiudibile, a snebbiargli
sfilò la camicia, ancora tutta tepida e
ancora tutta tepida e del letto e
il parruccone sotto il rubinetto alto
Margherita: Margherita Celli vedova
del pomo d'un macinino da caffè,
del padrone, una rizzata d'orecchie
del quadrupede, e una sbattutina di
del sedile, paventando caderne
del calesse non interloquì: tratto
del tesoro sequestratole: quello
del cavallo che gli servivano quasi
del suo meglio per parer
del sangue, nel battere che faceva
del superiore diretto, l'anello di
del quale era sempre in bisogno?
del disoccupato ... un'altra
del tagliar la corda!” anche
del tumulo, a scrutare e a
del nuovo di cui erano caricati a
del principe, in direzione di Pratica
del brigadiere si smarrì. Ogni
del culetto del cavallo in tiro, non
del cavallo in tiro, non gli
del vetturino citrullissimo, che
del vetturino, il quale fece aaah!
del brigadiere si distese, l'anima
del minimo rispetto che
del reggimento cresimato (nonché
del superiore, e dunque un atto
del collo e delle zone ad hoc
del mattino di quello stesso giorno,
del lauro, di cui altrove è
del Touring, il pensiero gli
del motore. Di due militi della
del Biondone: il campo del lavoro
del lavoro e dell'ozio, del
del dopolavoro e del lavoro dopo,
del lavoro dopo, ove si esplicavano
del perdigiorno urbano che si
del tassista di turno, imbacuccato
del quale automedonte potrebbesi
del pranzo alle cure loro
del pettine, o come il rotolo
del banco, e a lato al cugino li
del Biondo: co la testa a
del mondo, galline vive chiotte
del tavolino) ad annunziare le
del giorno, ecco, due picchi ad
del tonfo: che risonava pel
del piano sotto, col ridestarlo di
del sinistro, poi del destro, adagio
del destro, adagio adagio, strizzati
del proprietario. Ciò che
del tutto la capoccia, per quanto
del letto e del sonno, l'appese a
del sonno, l'appese a 'n gancio:
del lavabo, con quei soffi e quele
del commendator Antonini: no no
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tutta la famija. Ella annullava l'eternità
della continuità nel senso infinitesimale
ovatte, se pur devota ai lacrimati mani
in alcun modo le successioni strofiche
pe tutta casa alle prime sollecitudini
” Si guardava bene dall'aggiungere “
lo zucchero in un disoccupato vaso
la macchina: per telefono, sulle navette
I la rispettabile automobbile
omai per non ambigue note di sé,
suspicante e ispettivo, e narici ad atto
poco (poco poco), trepidando, ognuno,
proprio retrospetto decoro, cioè decoro
liquido, opalescente contro le luci rosa
basilica, come d'una dimora fastosa
il campanile a cuspide, al di là
gli occhi alle nuvole, per il pronostico
il listone chiaro, a momenti azzurro,
suggerimento di porpora, il campanile “
sommessa: no, non l'olio: il male
comandato alli Due Santi: per l'affare
quei signori) e una levata ad alto
Ingravallo, “di cui a mia comunicazione
in salita, da inagugliarsi poi nel toboga
falba, e tepida, nell'umidore scialbo
Il tempo, a dolco, dava gli auspici
gli auspici del grano, de la battaglia
del grano, de la battaglia del grano e
grano e del granone e de le impennate
Il vento cadde. Con la moto Guzzi
chilometri più a nord, presso il ponte
irreale di vapore. La sagoma affumata
verso un arco lontano: accreditò di sé,
il Nero Personaggio, e la garitta
ometto indicando, “verso la masseria
d'un antico dente d'un'antica mascella
così neri neri nel chiarore aperto
pieghettatura ondulata lungo il margine
neri su la fronte quasi ad opera
dalle cose, dalle luci e dalle parvenze
costei era quella, quella (il sentiero
sull'ovale ampio e mal proclive
fermo, per sempre, sui baleni atroci
fili, si sarebbe detto, all'inerte burattino
Insofferente 'e chillo novo imbruoglio
peritosa e pietosa, la immaginativa
cuidado)I per parsimonioso dondolio
la gran paura avuta e il pentimento
pater patriaeI nel cosiddetto ritratto
odore, viscosità e peso specifico
il papà, nonché il diretro guasto
” e si rammentò degli sfoghi
'o compenso, p' 'a bontà sua. Nun far
volta: “da un assassino,” ripeté,
del corridoio a piastrelle e relativo
del termine.I La qual fluenza e
del defunto, “il mio Gaspare”, si
del rito ablutorio, e disingorgativo
del giorno: che davan frutto, a
del Cacco”, nella tema, forse, di
del peptone, un cilindrino tutto
del flusso, e per diretta visita a
del Questore di Roma. Caduta a
del proprio stato di servizzio.
del pari: quasi d'un tal vischio ne
del proprio retrospetto decoro,
del fondo: dei propri pantaloni:
del mattino che pure andava
del pensiero, aveva sue radici
del groviglio dei rami e delle
del giorno. Tutte le nuvole si
del cielo, tra le due grondaie
del nono secolo” sembrò
del ridestarsi a conoscere: a
del dilitto.” Un altro intanto
del volto di cui si enunciò
del 20, è già stata interrogata
del Dazzélio a marcia avanti,
del giorno: più che fiato di vitello
del grano, de la battaglia del
del grano e del granone e de le
del granone e de le impennate
del Somaro se ne strafotteva. Una
del signor maresciallo Santarella, e
del Divino Amore. Fili d'erba, tra
del trenetto rimpicciniva in quel
del suo vanire, la fuga prospettica
del vagone di coda il codónzolo,
del Palazzo. La Crocchiapani abita
del mondo. Le case dei viventi,
del giorno, che andassero a
del tetto, un rustico ornato.
del Sanzio, dalle azzurre, ai lobi e
del mondo! E costei, costei era
del tempo si smarriva) che al
del piatto tutto il cosciotto, tutto
del coltello. “Fate passare, ho da
del probabile. “Come non era
del genitore moribondo e tuttavia
del dottor Ingravallo scalciò,
del turibolo: a significare la gran
del morto, e l'implorazione e la
del Pontormo: pelle secca di
del quale tanto lo sguardo di lince
del papà.I “E cià pure la
del Balducci. “'O saccio, 'o
del bene, si nun è che vuoi avé
del “qua-le,” favellò curule,
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Del 2
solo lei. Il cassiere-capo ragionier
lo chiamava Cavalli, in luogo di
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Delagrange 1
la breccia, al tentativo di sollevamento (
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Del Bo conosceva Liliana: l'aveva
Del Bo. “Così?” le aveva detto
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Delagrange volerà?), al simulato
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delatrice 1
a punta, de traverso, come una bugia
delatrice della verità, che non
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delazione 1
carzonara dei Due Santi, aveva osato la
delazione ? Il Pestalozzi lasciò
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delegato 1
a ornamento piacevole della casa, a
delegato e segretario generale
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delfico 1
è, che non si senta Apollo nel sacello
delfico . La qualità
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delibera 1
alle predestinate e rare, e con arcana
delibera elette, si concedeva: come
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1
deliberata 1
mediiI . Pervenne infatti alla
deliberata strizione dei più quotati
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deliberatezza 1
delle o: ulceri d'una esattezza e d'una
deliberatezza operative non
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1
2
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deliberato 3
testa, con un volo della zazzera: come
il cammino della macchia, dietro il
pubblico di soprappresi da cascaggine:
deliberato buttarsi al peggio.
deliberato andare del giovane.
deliberato ridestarli tutti e
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- Pag.0221.2
1
deliberava 1
puntuti come du chiodi, e neri; agiva,
deliberava , telefonava, trìc, trìc,
1
2
3
delicata 3
che terminavano a metà coscia in una
se le teneva a la larga. Una diffusa e
che il catenaccino precludeva, una
delicata orlatura. Tra l'orlatura e
delicata ovaricità, propio così, je
delicata formidine, solevano in quei
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- Pag.0127.8
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1
delicatamente 1
madreperla de li calamari (così
delicatamente brunito nelle
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1
2
3
delicatezza 3
botta: e discettante a piede libero su la
la gonna ai ginocchi, a proteggere una
ma la gonna se la sognaveno. E la
delicatezza dell'animo femminile e,
delicatezza indifesa: ma la gonna se
delicatezza artrettanto. Così, nel
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1
delicati 1
ragnatelo di sentimenti, dei più rari, ...
delicati . Lei. Lui. Lei, pe rispetto a
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delicato 1
Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
1
” e si studiava d'arrossire come d'un
delicato segreto. “Signorina,
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delineare 1
rosbiffe, lo avevano reso maestro nel
delineare in pochi tratti, due o
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delineava 1
assenso di un'anima fraterna: a chi
delineava il disegno della vita. Ma
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1
delinquente 1
e alquanto curiosa, per vero. Il
delinquente era stato audacemente
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1
delinquenti 1
revòrvere mio nun è come quello de li
delinquenti ... che spareno sur
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delirante 1
sogno: quelle immagini d'una pressoché
1
delirare 1
degli astanti” cioè al maschile
1
2
3
delirio 3
accaniva, in una maniera di prestatuito
indi il graduale esasperarsi d'un
E la delicatezza artrettanto. Così, nel
delirio - mai però in onore delle
delirio di solitudine: “raro int' 'a
delirio , avevano domandato scampo
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delitti 6
proprio così, avveniva dei “suoi”
anche ai “casi d'interesse”, ai
La ragione ... gli diceva che i due
dì, anzi, che procedeva a gran passi.
medesimo palazzo, fossero successi du
Quelli, oramai, tutti i giornali, coi due
delitti . “Quanno me chiammeno! .
delitti apparentemente più lontani
delitti non avevano nulla in
Delitti e storie sporche ereno
delitti come quelli, er siconno più
delitti , li avevan letti. Posando
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delitto 12
finito per strizzare nel vortice del
molto parlato del “tenebroso”
Re fu interessata alla ricognizione del
velo del più fitto mistero incombeva sul
era un'altra cosa. Il modo del
L'eccidio “aveva tutto l'aspetto di un
anche a lui. L'ambo non auspicato del
la mattina, un subisso. “Orribile
sopravvenne il secondo, cioè, l'orribile
a contenuto pseudo-etico) aggranfia il
il primo del giovedì, sul luogo del
San Giovanni: la sera primma d' 'o
delitto la debilitata “ragione del
delitto di via Valadier, poi di
delitto poco avanti le quattro, via
delitto ”, dicevano più tardi le
delitto , quel povero ingombro, là,
delitto passionale”. Oltraggio?
delitto . Tac, tac. Senz'altra
delitto a via Merulana,” gridavano
delitto . “La ingiustificata lentezza
delitto alieno, reale o creduto, e vi
delitto , presente, per così dire, il
delitto : fermata per vagabondaggio,
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delizia 1
olezzi più o meno marzolini, ch'era una
delizia annasalli. Di “pratiche” ce
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delizioso 1
mejo ancora! de Firlocca, un sitarello
delirante impazienza riguardavano
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delirare quel suggerimento
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delizioso , dove ha tutto l'agio di
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dell' 216
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alla questura su quella ridicola storia
nipote. La nipote, però, non era quella
appena uscita dall'infanzia. Quella
della fronte: una “vergine” romana
der popolo lo chiamaveno er palazzo
strano fascino della sfolgorante nipote
Apostolica. E al centro quegli occhi
originaria ma di una condizione attuale
Don Ciccio stava per vedere il fondo
nel meglio grumolo, propio, del palazzo
La nipote! La nepote albana, fiore
della notte mediatrice, tepide carni
raggiungere, al lido, l'indefettibile attesa
un po' canoro e un po' pecoraro
nepote: e poi avimmo de pelà la coda
mencia dentro al buco: e con la manica
il civico ducentodicinnove. Il palazzo
davvero anche lui. La lunga attesa
dei termosifoni, che alla fine ufficiale
opinanti, roboanti in proporzione
'o meccaneche, potesse fare il giro
agiate tutte e due, l'una più buia
se vi fossero tracce o, meglio, impronte
delle tracce ... o impronte, o altro ...
ricusasse alla diligenza e alla pertinacia
di gloria: sopra i vagotonici abbandoni
quella mattina, da nessun pizzicarolo
commendator Angeloni: der Ministero
con due diti l'ala del cappello. In onore
inanità burocratica, addio? I tepori
fuori solo il naso: fuori dalla coccia
servizio d'un mio collega, del Ministero
Due o tre mesi fa, che è molto meno
de via Merulana, il palazzo
sussurro dei casigliani e dei colleghi
cascar dalle nuvole. Tutto il contegno
alle montane sorgive dello Jukon, o
non appena intravisto da la coda
pe portacce a spasso queli signori,
portacce a spasso queli signori, dell'era
C'era di gran visite di plenipotenziari
andavano a pennello. Gli occhi spiritati
scientifica e con l'intervento armato
c'era da aspettarselo, prima ancora
il funzionario capo e due esperti
villoso, la mano implacabile e nera
ogni gentilezza del mondo. L'incaricato
la baracca ... erano il primo ronzare
al tenero fiore della persona e
'e cartone fessa d' 'o commendatore
de mezza paggina. La moralizzazione
Nativo genio, affinato da buona pratica
verbosi buoni propositi la patente via
chiederne anche qui, all'ingegner Casalis
dell' ammenda ... sì, della multa
dell' ultima volta, cioè del giorno
dell' ultima volta, cioè a San
dell' epoca di Clelia; la padrona un
dell' oro. Perché tutto er
dell' altra volta: un fascino, un
dell' Assunta: quell'alterigia: come
dell' animo, di uno scoramento
dell' ultimo per così dire calice dell' Oro. La nipote! La nepote
dell' eterna gente sabellica.
dell' alba. Le albane ci pensavan
dell' eternità. Ma lui? il signor
dell' Assunta: “C'è er signorino
dell' affare nuosto: e poi, e poi,”
dell' avambraccio, quasi fosse una
dell' Oro, o dei pescicani che
dell' aggressione a domicilio,
dell' inverno con riscaldamento
dell' evento: fra i volenti e i
dell' appartamento. In camera da
dell' altra. La A più tranquilla della
dell' assassino. Le maniglie, il
dell' assassino. (Quel termine della
dell' inchiesta, non volendo far
dell' epigastro e del volto vizzo, e
dell' Urbe. Nessuno aveva aperto a
dell' Economia Nazzionale”, e lo
dell' Economia. Er sor Filippo,
dell' amministrazione centrale? I
dell' anima. Intendeva dire, forse,
dell' Economia.” “La donna de
dell' eternità, se vi pare. E
dell' Oro, o dei pescicani che
dell' Economia, della sora Manuela
dell' Angeloni, la sua reticenza di
dell' Adda, o del Rio Negro
dell' occhio destro, lo indusse a
dell' era dell'egira, l'arti papaveri
dell' egira, l'arti papaveri de la
dell' Irak e di capi di stato
dell' eredoluetico oltreché luetico in
dell' ufficio rilievi. Gli inquilini e la
dell' arrivo del giudice, dato come
dell' ufficio criminologico non
dell' omicida, la sinistra, che già le
dell' ufficio criminologico escluse il
dell' eternità sui sensi opachi di
dell' anima. Dei brividi gli
dell' Economia, che se faceva portà
dell' Urbe e de tutt'Italia insieme,
dell' arte e dalle stretture del
dell' inferno. Gassificate indi a
dell' Anglo-Romana: all'ingegner
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della salsa di pomodoro, al posto
non aveva ancora afflitto le cronache
già, per altro, la penna di pavone
istruttoria, e l'orgasmo cinobalànico
della tema (di venir linciato lui) e
di venir linciato lui) e dell'angoscia e
quinquennali! diceva. So' più sicuri
dal dolore: cercando l'uno sulla faccia
di Dio”, nonché verso i “prodigi
piena del nostro Aniene”: della piena
luminoso dei nonni Valdarena e
bambine e giovinette, “oggi teneri fiori
il simbolo della fluenza logica: la polla
partecipazione quel testo, un po' fuori
e in un rifacimento, d' 'o ragionamento
o al facente funzione, e dai labbri
in anno, ha surrogato la fiala soave
d'ossa de zi' Romilda: la vedova
di aggancio a molla (della maglia
o del Mantegna, o ne' riquadri marmo
d'oro chiaro. Tutte ste novità in luogo
liscia l'altra. Il nome der nonno,
la signora del ritratto. Qualche signora
Nell'enunciare la quale prerogativa
nemmeno la speranza ... d'un frutto
tracciata d'azzurro, le flessibili vene
e dall'anima: come non si può smagare
prima dalla povera signora, le varie fasi
Fortuna o sur banco fracico de vino
dalla disgrazia, e dal sentirsi al centro
a piede libero su la delicatezza
così, je permeava a tutte lo stelo
li cavoli a merenna. A giustificazione
era ancora, a quell'epoca, e il tifo
I L'idea del divorzio e
scappò detto), in quella gran bontà
gran bontà dell'adozione: proprio
a parole, se pure in una effusione vera
coppa a 'a capa 'o fez, co 'o pernacchio
ar barbozzo: un va e vieni in der piano
maresciallo Santarella, che in vacanza
“Bah, già!” convennero. Scherzi
del sovraccarico di linea!
vuosta! - relativa a la moralizzazione
al laboratorio-bettola dove i carrettieri
dopo la liberazione d'Italia dall'incùbo
basso che la quota stradale ordinaria,
col tudesco, a un cenno solo del Buce,
in d'un credenzone, e li fiaschi
Zamira! Soleva mescere ai carrettieri
del moschetto, il pistolone d'ordinanza
o viscidi: che sguerniti d'ogni taglio
a subaffittare, in ragion de' tempi e
come tutti i marescialli. Perito
dell' olio. E quando il
dell' Urbe: il Testa di Morto in
dell' indiziato, da potersela infilare
dell' antecipato giudizio. Rileggasi
dell' angoscia e dell'ira e del
dell' ira e del pandemonio (psicosi
dell' oro! diceva, ch'oggi salisce ma
dell' altro il motivo orribile del
dell' arte e della carità patria così
dell' Aniene condivideva l'orgoglio,
dell' indimenticabile zio Peppe”
dell' innocenza, domani con la
dell' enunciazione eleatica s'è
dell' ordinario per vero, si sarebbe
dell' elemento maschile, si putimme
dell' idolo dispiccica l'oracolo
dell' amore. Un'altra circostanza
dell' indimenticabile zio Peppe. Sul
dell' orologio): e dall'altro in
dell' Andrea d'i Castagno a parete:
dell' opale azzurro cenere che il
dell' archetipo di tutti i Valdarena:
dell' aristocrazia ...” (così
dell' ente camera lei, la padrona,
dell' amore ... era, pe lei, era come
dell' adolescenza: mostrò
dell' aroma proprio né il timo, né
dell' approntamento del ciondolo:
dell' oste de li Castelli - lei invece
dell' attenzione e della compassione
dell' animo femminile e, in genere,
dell' anima: come antiche essenze,
dell' operato de la polizzia, e delle
dell' anno quindici nun c'era
dell' annullamento del matrimonio,
dell' adozione: proprio
dell' adozione legale di una
dell' animo, con tutta la sincerità
dell' Emiro. Emirom de sàbet
dell' azimut, di tipo italico decente:
dell' ufficio, in quei giorni, o in
dell' induttanza, del sovraccarico di
Dell' insufficienza del servizio! Dei
dell' urbe”. Ingravallo non aprì
dell' Appia sostassero per una
dell' idra bolscevica a opera der
dell' Appia. La cantina, o sala
dell' adorato suo Bucio: ladro di
dell' ojo: mah ... chiusi a spranga
dell' Appia: ai carabinieri in
dell' appuntato, o un po' più giù, o
dell' antico avorio, parevano
dell' opportunità e della paga, una
dell' arte: è logico. Al momento
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con addosso tutta la migragna
di vacchetta ch'era come l'insegna
e poco più là, ritto, il palo
della via Ardeatina e, più,
doveva spengere: al passaggio
truculente fessaggini: l'uno dal sedere
e dov'era, il giovanotto? E quell'amica
oscillazione disgiuntiva. Al veder la foto
degli attimi, il gelo e l'irrisione
si nu stesse a spasso?” Gli occhioni
dove riapparvero un foro, sulla punta
“chesta notte me fate avé le schedine
E i vertici, i capisaldi geodetici estremi
particolarmente bisogno, per la salute
zecchini, dei dobloni: o l'elisir d'amore
da nissuna”. Un codice, o un galateo,
l'apparire e il non sùbito vanire
da suasore, da iniziatore: per i sacri riti
ne aveva, ne spendeva: se ne procurava
si smarrì sottovoce nell'apòcope
un sussulto, che contenne, un ringhio
passo felpato e cauteloso del Probabile,
civica al posto di un Gadda. Il foglio
a privata impellenza, cioè all'esuberare
una gazzosa. L'oscillare della maniglia
all'attivo del patrimonio generale
Era l'alba, e più. Le vette
fonti del sogno. Là c'era il comando
perfettibile macerazione che la capitale
nella faccia, gli presagivano l'alacrità
la indomita alterezza e della cervice e
Papà, del Papè, del grande Aleppo;
Onnipresente, ch'era, tutt'al contrario
di nubi che bordeggiava le scogliere
del di lui tipo antropologico. A destra
grigio e consunto, da fuori, era a livello
come da un pulvinare sul trambusto
preminenza che gli è propria, che è
è propria, che è dell'alluce, e soltanto
e la recupera subito a' metafisici livori
della castità virile) nei Sacri Sponsali
oggi a Brera. La divaricazione
scalzo, a quel modo. Per ciò che è
ora alfine, dopo il diuturno sovvento
il malefizio: rompere le spire
piuttosto, opere e fatti ... in soccorso
a gambe ferme davanti le scarpe
e col mignolo quello spaventacchio
aveva creduto di captare un “la”,
e di distacco ironico nei confronti
al solo atto i moventi e le intenzioni
all'oscillare d'una carica, d'una tensione
qualche invisibile pillola in direzione
dal banco nei momenti grigi, per abito
dell' impero imminente, certi morti
dell' autorità inquirente,
dell' appuntato: ossedente presenza
dell' Appia: a certo chilometro,
dell' Appia, o a Ca' Francesi, a
dell' altro. Era tardi. Piovigginava.
dell' amica? Embè, quale amica?
dell' amor suo riparar sul cuore
dell' ora che ne è la somma. Le
dell' inquisitore si dilatarono, un
dell' osso, e la sdrucitura della
dell' alberghi.” Pompeo si guardò
dell' ineguagliabile triangolo, lui,
dell' anima. Non la finiva più di
dell' amore di ritorno. Un sorriso
dell' amore avveduto: una
dell' immagine. Era, nella sua
dell' émpete pémpete: da
dell' altro: spendeva anche quello:
dell' infinito, in un sempre meno
dell' anima: quasi un mastino
dell' Improbabile. “Uno che
dell' elenco Menecazzi ebbe giunta
dell' eterna linfa per entro le
dell' uscio a vetri (colorati) aveva
dell' umanità: esclusa in atto ogni
dell' Algido, dei Carseolani e dei
dell' Arma: là, là, da più lune,
dell' ex-regno conferisce alla carta,
dell' indagine, e dei fruttiferi
dell' animo, ribadita dal taratatà
dell' invisibile Onnipresente, ch'era,
dell' Onnivisibile fetente salutato
dell' oriente, l'opale in rosa, il rosa
dell' Appia, chi procedesse nella
dell' asfalto tuttavia bagnato.
dell' Appia. Incorniciata dagli
dell' alluce, e soltanto dell'alluce,
dell' alluce, sbrancandolo fuori
dell' eternità. Il metatarso
dell' Urbinate, oggi a Brera. La
dell' alluce solitario e iscarnito dal
dell' iconografia de' duo santi, e dei
dell' astata dea delle aste, perfuso
dell' ipnosi.I “Te tirati pure
dell' anime, de' cuori bisognosi: che
dell' allibito brigadiere,
dell' ombrello), a carico o a
dell' uso toscano e lombardo, che
dell' organizzazione concorrente, la
dell' attore, con occhi lucidi e
dell' animo, quasi intendesse
dell' ignaro Pestalozzi, che le
dell' arte sua, di rivenditrice che sa
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altra mano, a usufruire: e del gradino e
di culetto magro le strappate successive
vittorioso della livelletta: un prodigio
Il disperato tentativo di blocco
cotto, nella tragica ascesa della livelletta
lo immeritato lume, la dolce aura
erano una torma di congedati
una torma di congedati dell'epoca, cioè
cenci a losanga, di che le brave donne
si sdebita senza commiato, avanti l'alba,
dall'altra parte con il palmo
come ben di rado) nella figura propria
palpò. Il volto gli si illuminò:
croce di granati, momenti rosso cupi
si appalesò tale di fatto sul bigio-topo
circolazione monetaria, alla bilancia
e via via nel foglio e nel secondo foglio
che non era, in quella mattina matta
repertato erano gli ori e i gioielli “
pure di quegli altri, del cofano di ferro
i verdirossi del Miracolo, il rametto
perfondeva ne fosse vaporato col mutar
bandiera della Torre, della Tartuca o
metallico da ricordare le bruniture
intorcendo il collo come un popolano
il litigio non avesse fine. Si arrovellava
gioielli mia der matrimonio”, il pegno
la sua protervia, affrante: così esperta
poche e limpide: l'una più ragionevole
ch'era stato il dio biondo e invisibile
23 marzo, risultate vane le ricerche
che vagamente indiziaria le sette sillabe
del Biondone: il campo del lavoro e
degli odori, delle insalatine prime,
che l'ova toste pe l'insalata. Mejo
autenticarono l'ammonimento furioso
Un dolce orgasmo, dall'altra parte
specializzare nei picchi: (sul duro legno
un altro, era fuori a seguitar le peste
e' dicevano la continuità chiara
dietro l'ante accostate, ove il romore
in un subisso tutto il fracidume
nell'ombra, nell'odore di casa chiusa
con uno sforzo: e stava per aggiungere
ricevuto?” Era la contabilità dolorosa
Era la contabilità dolorosa dell'umile,
volano anche nella giungla, nelle steppe
delle barbe femminili, il fondatore
delle donne e l'odor buono
fatti segno a le iterate spruzzatine
dalle ultime così fregolesche conquiste
Er prete nun po esse qua prima
” Il grido incredibile bloccò il furore
nera verticale tra i due sopraccigli
dell' uscita. La Lavinia andò fuori
dell' imbraca, allorché gli
dell' arte, una interminata livelletta
dell' ampolla, sulle cui postreme
dell' ingegner Negroni. Pareva uno
dell' aperto lor cielo:l coeli
dell' epoca, cioè dell'era, ma se
dell' era, ma se fosse stata un
dell' agro e d'ogni altra parte della
dell' ospitalità benignamente
dell' altra, quasi accarezzandone la
dell' utente, o addirittura del
dell' aurora del ci siamo. La
dell' ombra domestica. Anelli, spille:
dell' ambienza, venuto di Ceylon o
dell' oro che andò poi a Ramengo
dell' elenco Martinazzi, ovverosia
dell' equinozio così pieno di
dell' uscio di faccia”, gli ori della
dell' assassinata.” Non indugiò nei
dell' anno prima dalle foglie
dell' anno. E giù, infine, sulla
dell' Oca. Nato timido, sì, a tu per
dell' acciaio, dediti, non appena gli
dell' Inganni, un mezzo
dell' amore frodatole, più che mai
dell' amore, comunque, ecco, era
dell' orgoglio di amare: anzi,
dell' altra. Lui si trovava ora,
dell' interrogatorio a Santo Stefano:
dell' Enea Retalli detto Iginio al
dell' innografo del Touring, il
dell' ozio, del dopolavoro e del
dell' abbacchio. Gente che
dell' ova de li capponi so', ste
dell' imbecillissimo: non ostante il
dell' uscio che il catenaccino
dell' uscio). Il sor dottó si
dell' Enea latitante, detto Iginio, che
dell' anno di già pubere, di già
dell' automobile l'aveva indotta a
dell' ordito: o volar via tutto il
dell' andito. “Signor dottó,” fece,
dell' altro.I Ma Di Pietrantonio
dell' umile, dell'ingenuo, forse. La
dell' ingenuo, forse. La notizia
dell' Africa. Per un cuore cristiano
dell' impero quinquennale. I due
dell' incenso, erogabile (cone
dell' asperges: fra uno strusciar di
dell' occhieggiamento italiano. Una
dell' una, m'ha fatto dì. Ah,
dell' ossesso. Egli non intese, là
dell' ira, nel volto bianchissimo
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della 597
e, non si sa perché, invidiati funzionari
Di statura media, piuttosto rotondo
che gli venivan fuori dalla metà
impercettibili però, quasi un ricordo
infinito degli statali con quell'esca
ridicola storia dell'ammenda ... sì,
sì, della multa per la mancata richiesta
illuminatore, rivivevano poi nei timpani
bisognasse “riformare in noi il senso
soleva atteggiare la metà inferiore
inferiore della faccia, sotto quel sonno
e delle palpebre e quel nero pìceo
a molinello (come i sedici venti
trattatisti: la pratica dei commissariati e
mobile è tutt'un altro affare: ci vuole
affare: ci vuole della gran pazienza,
esorbitò dal piatto ovale sul candore
gemme, un naso diritto con il piano
dopo ogni frullo, da un ramo all'altro
tutti, del resto, e in tutti i cervelli
e con una certa ansia la gentile manina
di pensare di chieder nulla: né
nulla: né della nuova nipote né
in lui: un po' come lo strano fascino
vigendo le efemeridi e i calendari
dura occorrenza dalla nobile malinconia
il possibile padre di una prole sperata.
Balducci, o dai dolcissimi “momenti”
spesso lui pure, nei ragionamenti
aperta, poi, a tutti gli incontri demici
aveva avuto modo di distinguere i fatti
i fatti della prolificazione da quelli
sta Gina, povera Ginetta! Ma prima
fulgore nella tenebra): e prima
proprio ... Così ogni anno: il cambio
nel cuore, i successivi natali
il granuloso e untuoso, il felice caviale
di toglierle ... così profonde! attesa
Balducci? Che ne pensava, il cacciatore,
il cacciatore, della nepote albana,
parole e del contegno, che ci fosse
All'imbrunire, in quel primo abbandono
come un'appassionata mormorazione
Intanto gli entrò nella stanza il capo
il superiore con gli occhi. “Il primo
detto. E stamattina, con chell'ata storia
gravidanza, più curioso di tutti, dava,
e poco avanti il sopravvenire dei due
dalle gran corna del toro: la ragione
Accavallò il suo referto a quello
suoi ori, ma la certezza ... di usufruire
certezza ... di usufruire della protezione
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
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della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
sezione investigativa: ubiquo ai
persona, o forse un po' tozzo,
fronte quasi a riparargli i due
collina molisana. Una certa
“bella assolata affittasi” e
multa per la mancata
licenza di locazione ... che
gente a distanza di ore, o di
categoria di causa” quale
faccia, sotto quel sonno
fronte e delle palpebre e
parrucca. Così, proprio così,
rosa dei venti quando
squadra mobile è tutt'un
gran pazienza, della gran
gran carità: uno stomaco
tovaglia immacolata:
fronte: una “vergine”
primavera. Era sulle bocche
gente, una di quelle idee
pupilla ancora un po'
nuova nipote né della
nuova serva. Cercò di
sfolgorante nipote dell'altra
Chiesa, e, nella vivida lor
signora Liliana: il di cui
fedeltà di lui, forse, neppure
tristezza di lei: anche don
signora Liliana. Al diavolo
stirpe “fertile in opre e
prolificazione da quelli della
non-prolificazione. Quel che
Ginetta la storia aveva tutto
Virginia, chell'ata 'e
nipote doveva di certo valere
prole. “d Jedes Jahr ein
gente. Di quando in quando
notte mediatrice, tepide carni
nepote albana, della tiburtina?
tiburtina? Il campanello
freddezza, tra lui e il
notte romana ch'è così
sera. A volte, ad ottobre, da
investigativa. Aveva il
stagione. Mo ce pàveno
marchesa di viale Liegi ... e
sua borsa colma, in culo a
mobile, cioè Gaudenzio e
folla raccoglieva i trefoli
portinaia, dirizzando,
protezione della legge, così
legge, così validamente
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aveva agito: non pure sulla psiche
ancora più tepidi (verso il freddo)
” ripeté quasi declamando, entusiasta
declamando, entusiasta della dirittura e
cui disponeva sul fianco, del pantalone
più buia dell'altra. La A più tranquilla
Dai congiunti e accavallati referti
e dalla relazione. Dopo le grida
riconoscimento del loro coraggio,
e corresse, a un tempo, l'affermativa
casa, no? Pratici delle sue abitudini e
o altro ... dell'assassino. (Quel termine
con suo gran disappunto: (suo, cioè,
e del volto vizzo, e i sospiri
lei, col titolo di befana, la canna ...
notizia de' fatti, ed eventuali referenze
suggerì accalorandosi un'amica
della Bottafavi, per quanto poco amica
il capo, portò l'indice sinistro all'angolo
E i due colpi di rivoltella, in quel buio
di volersi tenere a disposizione
quell'orribile e interminabile garbuglio
Quel tic tac del maledetto orologio
come una lumaca in guscio nel sussiego
a soccorrerlo. Che? le carte magiche
I “cospicui” incrementi del diagramma
Il temporalesco e pur diletto borbottìo
della Finanza, il santo riverbero
Addio? Solo, seduto sur una scranna
con addosso tutte le sofisticherie
l'altro ieri m'hanno mandato a casa
casigliani e dei colleghi dell'Economia,
Angeloni fu trattenuto fino alle nove
l'Ingravallo e il dottor Fumi, capo
gravità, ossia la poca giustificabilità,
a carico di quell'ottimo sesto grado
e lo aveva accomodato nella camera
chiaro che pe tutto er vicinato le gioie
lo strillavano ruzzando e i due agenti
vere o supposte, di quel mucchio d'ori
carugnone. S'intenne che prima cura
a ora scura dai vari pattuglioni
un minuto e mezzo, nel favore
Le poche macchine a disposizione
” Raccolte a tulipano le cinque dita
la folla. Davanti il portone il nero
a terra ... quella cosa orribile. Il corpo
denudò se stessa la bianchezza estrema
a momenti la frale gentilezza e
indumenti, degli atti, il secreto modo
dei capelli, fili tuttavia operosi
sfinito, emaciato dalla suzione atroce
i due seni: n'era tinto anche l'orlo
la faccia! rassegnata alla volontà
della
della
della
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voglia di spendere degli
dirittura e della fissità di
fissità di quello sguardo:
tuta. “Cosa che falo?” gli
consorella: tutti signori
portinaia e d'altre inquiline
signora Menegazzi, i due
loro prontezza di spirito. Il
portinaia. Stava rincasando: il
casa dovevano di certo
collettività fabulante gli si
Menegazzi). Perciò la sua
scampata ahimè
pistola. “Una volta no ti
persona. Risultò che nessun
Bottafavi, per quanto poco
Menegazzi, e inquilina del
bocca: “me ce facci pensà.
scala, boh, chissà dove
polizia, per ulteriori
firma reverita sua, Manuella
stanza, di tocco in tocco gli
terminologia ufficiale: che
dolce inanità burocratica,
pesca ... delle sardelle? Le
Finanza, il santo riverbero
Corte dei Conti? Addio?
questura, con addosso tutte
squadra mobile (così
roba. Me l'ha portata la
sora Manuela poi non
sera. Da qualche pallida
squadra investigativa.I Essi
loro ... diffidenza, insorta da
Economia Nazionale. Un
domestica assente. Non
contessa Menegazzi erano
squadra mobile, alla presenza
“contessa” der terzo piano
polizia, specie del dottor
“buon costume”,
tenebra e di Santo Stefano
polizia vagavano raminghe
mano destra, altalenò quel
folla, con la sua corona de
povera signora giaceva in
carne, d'un pallore da
donna e del ceto, l'eleganza
sommissione, tramutata ora
carità. Affilato nel pallore,
Morte. Un profondo, un
gonna, il lembo rovescio de
Morte, apparivano offesi da
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segreta. Ma il polsino destro
male a lo stomaco. Sì, un po' prima
incarico d'alcune commissioni da parte
rinforzo d'agenti: col maresciallo Valiani
possibile, invece, a “portata di mano”
dicevano più tardi le ultimissime
regazza de Genova, una bella moretta,
o dopo interminato anelare e basire
magnificatrice. In tal caso la gratitudine
che un misero conato, da parte
a bolle, in quella porpora atroce
da lavorare: un colpo ancora: gli occhi!
Una dolciastra, una tepida sapidità
e là, nella stanchezza e nel pallore
un freddo, un povero relitto, ora,
di quell'atteggiamento involontario delle gambe, su su, e del rilievo e
lei volto, così bianco nei sogni opalini
acerbi al conoscere, al tenero fiore
di tasca il biglietto: dalla tasca destra
avvicinare i momenti, i logori momenti
la bocca) con l'unghia del pollice
e col pennacchio, e la nuova castità
ma ... come a un bel campione
tranquilla. Coscienza! ma il polsino
lo si vede: come la buia durezza
il predicato con alcune volute
de piazza. La necessaria frequenza
nozze con certo ragionier Carlo Ricco,
di via Nicotera 21, da conferma
per fine mese. (Chell'atra buggera
recitò con sicurezza. Di sopra ancora
Il terrazzo è, si sa, il regno
stecchi rilegati strinti d'attorno il fusto
de' romani e i più giudiziosi e recenti
distinto. La nuova resurrezione
D'un depositario, o d'un commissario,
in quelle ore, le due ultime ore
Una inchiesta alla succursale romana
dico di noi, no, maa ... così,
in generale. Bisogna che s'innamorino
di olio, il che torna a dire dei tipi
all'ingegner Bocciarelli
della Terni.” Si aiutò coi diti
Transformer Oil B marca undici Extra
che si accorge che cià versato dentro
in testa la verità: il gran chiodo
solido: gli fu partecipata dai parenti
Valdarena aveva fatto, in quelle ore
consigli, dopo le voci multiregionali
combinà, sto viaggiatore apoplettico,
del tempo, dalla virtù economica
d'accusà Giuliano, verga splendida
o la pseudo-abilitazione a' dittaggi:
della
della
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della
della
della
della
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della
camicia ... tinto di sangue!
Gina, che annava ar Sacro
sora Liliana, povera signora!
polizia scientifica e con
polizia. Il giudice istruttore
notte, d'un giornale che ce
quale esibì la fotografia:
vittima, strascicandone
magnificata poteva salire a
vittima, uno sguardo
sua vita: e si sentiva il
belva infinita. La
notte. Le mani, bianchissime,
morte, come se l'odio avesse
cattiveria del mondo. Le
quale erano motivi, certo, e
solcatura di voluttà che
sera, aveva ceduto per
persona e dell'anima. Dei
giacca, dove lo aveva riposto
consecuzione, del tempo
mano destra adoperata a
baronessa Malacianca-Fasulli,
famiglia, come si sorride a
camicia? No, non ci vedeva
montagna, in un prato.
mano destra. Liliana aveva
malavita, l'approfondimento
Moda Italiana, risiedeva con
sora Amalia Bazz...
pipe-line, che doveva
Cucco, al piano attico, ce
biancheria da stendere. Mbè,
scure, non soltanto
storia inglese, aveva così
Italia si aggiungeva a una
rinnovata verità non è
vita! Nessuno: all'infuori del
Standard Oil, “condotta
Standard in generale.
Standard: che imparino ad
Standard Oil? Che, si scherza?
Terni.” Si aiutò coi diti
sinistra, pollice, indice,
Standard Oil è, e rimane,
salsa di pomodoro, al posto
verità! Nient'altro che
moglie ivi accorsi per invito
notte incredibile e de' suoi
questura e la certamente
tenera carne? e del gruzzolo?
gente prestante? Così come
ceppaia, solo perché ne
quale appaiono essere
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contrassegni manifesti e l'arroganza
scalea di Palazzo davanti la cupa attesa
a Rostòpcin, le attenuanti immediate
dell'ira e del pandemonio (psicosi totale
finestra del quinto (ch'era, al parere
delle nipoti: la strana “mania”
per così dire, il corpo testimoniale
di servizio. Fumi, con un cenno
che regalò al dottor Fumi, dal pieno
e di far lettura delle “ultime volontà
Lorenzo “doveva essere al corrente
ma atrocemente sordo nella rocca
erede il marito d'una minor parte
de Zagarolo. Fino alla maggiore età
padre col cuore se non pel sangue
della derelitta Luiggia”. La madre
nonché verso i “prodigi dell'arte e
spaventosa piena del nostro Aniene”:
“dall'alito infetto e greveolente
di parte che s'inabissi nei toni cupi
prorompere alla mozione demoniaca: “
dalla tartaruga nel 1925, a viale
fulminatori: “alla fiorente giovinezza
suo consiglio paterno, e con la dottrina
il dottor Fumi battendo con due nocche
carte, dov'era trascorsa la mano gentile
lui. La calda, la deduttiva sonorità
calda, la deduttiva sonorità della voce,
quando aggalli dai limpidi fondali
fluenza sonora non è che il simbolo
dello spirito o nelle cieche alternazioni
in qualunque direzione. L'istanza
al Bambino ... paglia al presepe, luce
mentale, certe fissazioni malinconiche
carnalità e in conseguenza dalla psiche
a don Ciccio, l'alterazione sentimentale
le potenti inibitive e, più, le coibitive
della Fede: gli enunciati formali
perfettamente legale. Il bilancio
del confessore, e notaro, i limpidi spazi
maschile, in quanto l'attività stessa
Chigge. La moralità-individualità
dell'idolo dispiccica l'oracolo quotidiano
La qualità eminentemente ecolalica
ma di gesso, a ornamento piacevole
casa, a delegato e segretario generale
invida al maschio e solo racchetata
come già pertinenti al “tesoro”
dispositivo di aggancio a molla (
la nobile e malinconica frigidità
di trasferire a Liliana la proprietà
il memore specchio del cuore, di marito
celebrava in famiglia la gran virtù
era figlio, quel talismano all'incontrario,
della sconsiderata istruttoria, e
della folla, ordina a' dragoni di
della tema (di venir linciato lui) e
della folla) e del nemico in arrivo
della questura, una “finta
della vittima, di volere a tutti i
della vittima. Tre funzionari
della mano, fece uscire i due: il
della tunica, in arto, e poi giù giù
della povera signora”:
della cosa”. Chiama e richiama,
della sua competenza. All'ufficio di
della sua sostanza, con alcuni ori
della pupilla il malloppo doveva
della derelitta Luiggia”. La
della Luigia, secondo il
della carità patria così
della piena dell'Aniene condivideva
della tenebra: ch'è dovunque in
della perorazione e d'una calma
della derelitta Luiggia”. Una
della Regina 326) “e si studi
della quale desidero ed auspico fin
della Chiesa”. “Chesta è na
della man dritta su quelle povere
della trucidata (le reggeva intanto
della voce, della frase, aveva
della frase, aveva persuaso un po'
della deduzione, come nudità
della fluenza logica: la polla
della probabilità, si perpetua in
della controparte si polverizza in
della divina scaturigine ...
della signora: 12 gennaio. La
della donna (femminuccia, credeva
della vittima: la psicosi tipica delle
della Fede: gli enunciati formali
della dottrina: il simbolo operava
della morte era chiuso al centesimo.
della Misericordia. O, per altri,
della corteccia, int' 'o cervello d'
della donna si rivolge per
della sottintesa ammonizione: ché
della di lei anima (il concilio di
della casa, a delegato e segretario
della confederazione dei
della prole, quando la prole manchi
della moglie. Senz'astio, e senza
della maglia dell'orologio): e
della gemma. Dopo sette mesi e
della catena d'oro, a norma del
della nipote. Allogato là, nel suo
della stessa e di tutta l'erba
della non imitata elegia; alfiere
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nelle prigioni di settembre. Portatore
e sigarette a parte: a parte le fettuccine
inviti”, a detta dei parenti: e anche
di sé, nel rimirare quegli occhioni
si rialzò, si riasciugò il sudore
collo, di tutta la testa, con un volo
nella fase ardita, quasi anzi eloquente,
eloquente, della propria ostinazione e
sembrò raccogliere. “Il grande sogno
esiste un orgoglio fisico, una vanità
no. La più amara di tutte le delusioni
e che il chiarore procedurale
cranio: “Abbiamo letto il testamento
sé: “Io per lei ero come il campione
il timbro e il calore inoppugnabile
in terzo grado?” “Qualche pollo
cugini ... come nei romanzi! Il segreto
bellezza, non siamo belli, noi due?
quegli accenti, quel gesto, erano la voce
il mentastro o l'orìgano: gli odori sacri
risorgenti speranze: le speranze favolose
aveva preso l'impronta in cera: prima
l'unghia del mignolo il fermo contorno
e dalla caritatevole papaverina-eroina e
il pianto, da quegli anni inutili
fronzute de sélleri e de spinaci, in
mentalmente largite ai futuri largitori
fraterna: a chi delineava il disegno
e dal sentirsi al centro dell'attenzione e
e, in genere, su quella gran sensitività
antiche essenze, nella terra e nei prativi
speranza, e nel pallore duro o ostinato
additivo circa le condizioni ... spirituali
Le visite e le implorazioni
un aiuto alla sua pena: la dolce parola
della speranza, la misericorde parola
e nel “produrre il testamento
il tesoro ... di una coscienza ineffabile
ineffabile della grande missione
la vita, e la continua resurrezione
cigli: fiamme accorate e tuttavia fulgenti
la conferma: dalle canorità merulane
verdemare de quelli così psicotonici
s'era saputa cattivare tutto il cuore
che contraddistinguono il tacito volere
le mura il burino col divoto segno
disco der telefono, e dallo scatolone
oltre ai giorni sereni e alle dolci notti
de traverso, come una bugia delatrice
riescì a salvar l'effe: con la sicura voce
Romano) comunicazione telefonica
premonizione, che il proprietario
il crepitio del microfono e l'induttanza
fatto l'oberazzione lunedì: l'oberazzione
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
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della
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della
della
della
della
jella doppia, congetturava
nonna. Le donne, dato il
padrona di casa ma non
sora Amalia fonni fonni,
fronte: si ricompose: guardò
zazzera: come deliberato
propria ostinazione e della
propria apologia: tacque
vita, per lei, era ... di
persona, delle viscere. Noi
vita. Così, per lei, il mondo
stanza, appena spuntati i
signora Liliana, pace
razza: de sta bella razza dei
verità. “E come spiegate la
nuova generazione,”
bellezza, non siamo belli, noi
felicità sperata e non avuta.
verità. Il mondo delle
terra, dello scarno monte, nel
verità! Quando si dissolve,
cifra, poi de tutta la pietra,
pietra verde, montata a
parlata e del gesto, del
sua bellezza datavano pure
sporta, quanno veniveno da
vita: a qualunque le paresse
vita. Ma precipitavano gli
compassione generale
donna: che in loro, povere
Marsica, lo stelo d'un fiore:
reticenza e nella porpora del
compianta signora: sì da
Balducci, ai Santi Quattro, a
speranza, la misericorde
carità. Fede ne aveva lei
defunta signora”), coi capelli
grande missione della donna:
donna: che le veniva, certo,
vita. “È un desiderio
persuasione e delle dialessi a
sora Pettacchioni.)
nostra diletta Comit. “La
madrina, così materno, o
donna, quand'ha un
croce, rattenuto il ciuccio per
radio che aveva messa fuori
comunione delle anime e
verità, che non anco
carità riferì: lei, in que'
Tenenza dei Carabinieri di
sciarpa verde (non più
linea sonorizzavano il testo:
vescica: della vescì-ca. Sì,
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Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
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lunedì: l'oberazzione della vescica:
scritto e di più di un messaggio verbale
alta, con musico vigore, il rapporto
occhioni, che nella non molta luce
di motocicletta, al meraviglioso timbro
gli ultimi a o ba, le ultime disgiunzioni
Reggio Lotto, in allotta, e oggidì Lotto
a traverso la membrana di pelle d'asino
pelle d'asino della diffidenza reciproca,
poi, Santarella era il fulgido epònimo
che il Pestalozzi aveva fatto capo. C'era
di plotone. Dopo alquanto razzolare
Santarella. Erano i due motociclisti
piuttosto suasivi, contro la gran piaga
incaponiti, il timor contrario, il terrore
gravità. Una nipote ... una lavorante
metà me, metà te. L'unicità
in due contrastanti certezze: il rapporto
a rimirarla, non ostante lo squallore
eterna: impostale da libito antico
il notato olezzo, il senso vero e fondo
vero e fondo della vita dei visceri,
insudiciata, l'aveva regalata alla ventura
” Maestra de sarta e non de sarta.
e non de sarta. Della Pàcori: sì:
puro lui: un tre o quattro vorte.
28 ottobre 1922), il cracking
vivere: li catechizzava alla protezione
poi, di quella così trepida aspettazione
collettiva, senso orfico del mistero e
carabinieri persisteva ad avvilupparla
e i responsi (all'ora di dopolavoro)
lì a pochi anni sarebbe caduta preda
c'era. Un luogo, insomma, il laboratorio
una goccia, una goccia sola e splendida
povere cicie, alla eterna primavera
cicie, alla eterna primavera della Patria,
tutt'al contrario: i piedi sulla stecca
s'insinuava, s'inerpicava tra le gole
nel tempo che la sarta parlava loro
che la sarta parlava loro della Libia:
a dei semplici militi era un espediente
mobilissimi: sotto le multiple solcature
quelle avvinellate soste a dolcezza, e
soste a dolcezza, e della più allettante,
così caldamente ombrato e mutolo,
ch'era per tutti gli adepti il vestibolo
delle consolazioni albane. L'attimo
Santarella, bah, l'uno de' due centauri
ragion de' tempi e dell'opportunità e
donne!”, quel crudele “alto là!”
voce, manco a dirlo, usciva dallo stipo
delle nepotine apprendiste
papapapapà, riecco invece li spari
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
Della
della
Della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
vescì-ca. Sì, signorsì ... No,
Tenenza, cioè del
Tenenza di Marino.
stanza rigirò, un po' per
su' voce non resistevano i
gran sagacia deduttiva.I E
Repubblica. Talché una
diffidenza reciproca, della
gelosia professionale e dello
disciplina: e del dovere
roba già tinta, in mucchio,
titolare Ciurlani (cioè la sora
Tenenza. E lui disponeva,
reticenza: (Di Pietrantonio
privata vendetta. Ma con la
Pàcori. Un mazzolin di
Storia si deroga in una
questura, il rapporto dei
stanza, la mucida luce
Natura. Superfici imitative del
vita dei visceri, della fame: e
fame: e del calore animale.
fame. Tutti, ora, speravano
Pàcori: sì: della Zamira.
Zamira. Parallelamente
Zamira, sì: nota a tutti, tra
jettatural siveI jella, di
giovane, in concorrenza con
moltitudine le cadeva bene
trascendenza nel gran cuore
solita indecorosa suspicione di
sarta-sibilla: quand'eran tutte
Patria Immortale
Zamira, da non si poter
eternamente proibita o
Patria, della nostra Italia
nostra Italia diletta! Dei
seggiola, talché, a piazzarsi
speranza, come affonda e poi
Libia: della quarta sponda:
quarta sponda: dei datteri
seduzione. Gli occhi le
fronte, sotto la pergola
più allettante, della più
più conturbante, a riparo di
Zamira: ch'era per tutti gli
ipotesi felice, il sacrario
dolce angoscia fuggiva, oh,
Tenenza albana, il più
paga, una esuberata
padrona di casa d'Ingravallo.
radio: di cui Fabrizio
Zamira, la tintora delli Due
fremebonda Motoguzzi
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le ragazze: le spose: le nipotine
Ornamento, con catenelle in giberna,
dodici colpi in riserva, centauro-saetta
chilometri: dal polveroso trapezio
avrebbe atteso l'alba sul tavolaccio
“ma che cos'ha stasera dottore?”
pe chelli scocciatori d'aa politica”, cioè
archivolto o due, camminata, al cader
cader della notte, dai passi meravigliosi
cara agli amanti: forse via di San Paolo
della Croce, con più probabilità via
tuta, dall'assassino ignoto, agli occhioni
con le luci e i rossoverdi richiami
luci e i rossoverdi richiami della sera,
la Ines rasciugò gli occhi col rovescio
sconsiderata, alla gioia, quasi.
stracci, quella misera trousse: la carta
Paolillo rivenne, con la “borzetta”
propio, che il quindicinale “Difesa
testimonianza di arianesimo splendido:
ccà” con la zappetta dei quattro diti
cioè contro i vetri incartati od opachi
od opachi della finestra: che lo sguardo
discesero fino alla bocca: il cammino
a chi ha facoltà d'inquisire la nudità
e senza sovvento, nell'arena bestiale
vi si vedeva il fiato: le lampadine
volte, Ines! Ines! Ines! al principiare
vento maestro: le aprirono il cammino
il pudore. Una sdrucitura, all'attacco
all'attacco della manica, un'altra
maglietta, scoprirono il biancheggiare
” Lei, tra l'umiliazzione e la rabbia
spiovevano fuori a fontana dal gomito
sulla punta dell'osso, e la sdrucitura
e la sdrucitura della camicetta e
camicetta e della maglia e il bianco
Beverello: fra bauli, agenti d'alberghi e
pur'isso”: e andava scotendone il capo,
” e il cognome, in quella stanzaccia
memoria, come i sette sigilli
estendendola a tutta la superficie
Le rotte ma esplicite ammissioni
l'amore, l'accesa rimemorazione
con ogni indugio, tra due fratte, e
di Tor ser Paolo, o la stradiccia
dopo, il vertice acuminato e scarlatto
belle. A le belle, a le povere veneri
pensò, il dorato, il fumigante mistero
ratte di strame: dalle accese nubi
dove si vedeva il fiato sotto le pere
desumere dall'apprezzato raccontino
il biondo le aveva dato ripetuta prova
in un sempre meno benevolo farfugliare
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
Della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
Zamira a piè scalzi: dèmone
Tenenza albana; con due
via Ardeatina e, più,
strada.I Poi, presso a
camera di sicurezza, rinvoltata
impareggiabile padrona tutta
squadra politica. La gita
notte, dai passi meravigliosi
solitudine, così cara agli
Croce, con più probabilità
Navicella o di Santo Stefano
zingara.I “E il giovane?”
sera, della notte. A li
notte. A li quartieri arti? Sì.
mano. “Sto Lanciani fa er
parola d'Ingravallo si
poverina, ch'ella aveva
senzatetto e, nell'altra mano,
razza”, quindici anni dopo,
gente latina e sabellica. Per
destra: e lui s'era dunque
finestra: che lo sguardo della
notte, fuori, osservava
umiliazione, dello sgomento.
vergogna e, se pur non la
terra. La stufa era diaccia.
Mobile erano lampadine del
macchia, tre volte! quante
macchia, dietro il deliberato
manica, un'altra della
sottostante maglietta,
spalla. Nulla aveva più, per
gran gelosia che pativa, col
ragazza. “L'elettricista!”
camicetta e della maglia e il
maglia e il bianco della
pelle, alla spalla. “Adesso
Cook's Travels recanti
certezza de' padri, delle
questura, aggiunse decoro al
Apocalisse, in un cielo color
terra. Aveva dunque
ragazza durarono a
carne. Il Diomede, in sulle
persona e del cuore: e dei
fonte de salute, verso Casa
lingua s'incaricava di
campagna: certe robuste,
città. Le vesti, i vezzi, gli
sera, dalla promessa del
luce, stretti a cerchio attorno
discesa in antro (del biondo
sagacia e del valore, alla
lingua, delle labbra.
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le più radicate opinioni sulla bontà
circonflesso, altri erano topo-zii: le gioie
Così accade, nei documenti
ispecie, tutt'attorno la soave fragranza
della maglieria, e fino in sulla soglia
dell'eterna linfa per entro le stretture
del laboratorio, o meglio
impreveduta e poi preveduta e aspettata
per comandare una gazzosa. L'oscillare
più libero splendore i più nobili bottoni
fastigio. Sei e venticinque nell'orologio
nudità dealbata del Velino, antemurale
Un giorno viene, alfine, che l'ovo
a ora presta, l'interminabile sogno
innanzi e pressoché al disotto
e pressoché al disotto della ruota
i nomi si diradano, appiè il monte
emerse dal flutto e subito ignudàtesi
significando la indomita alterezza e
farsi schermo e ricovero e delle mani e
in cinese) nella torpida benignità
dii white labelI : la fenditura
del quarto ordine sul tempo orbitale
da ritta e da manca, il lembo inferiore
dal sonno e stupefatto dalle novità
atlanti degli osteologi e nei capolavori
di sonàglioli. La storia gloriosa
alluce nel tondo michelangiolano
ha tegumento pittorico dal ditoncello
il miracolo, o meglio l'audicolo,
dalla congiuntura piuttosto rara
palesano tutto il vigore e l'urgenza
della creazione ... inderogabile,
accennato, col solo pollice, il segno
che con una mano reggevano il lembo
via. Era motosa, infatti, verso il braco
l'avevano eguagliata a lo squalore
di marruche e di rovi. Sotto le bozze
in ascolto. Il Pestalozzi, oramai padrone
Quei fiati, quegli occhi sbeffeggiativi
poi depose per un attimo sul limitare
un attimo sul limitare della impudicizia:
essendole marcita via fin dai tempi
rimpacchettate a ora prima, sul cigolìo
di tenebra, dall'usciolo socchiuso
il poco bersaglieresco pennacchietto
filo, la si levò a volo fino sul ripiano
no, non gli sfuggì un moto
e il medio, ai diti lunghi e centrali
identità del volto, degli occhi,
nun ciò sorelle,” a disdegnare l'ipotesi
chi ve lo ha dato?” Levò la mano
polso, e rimirando dalla parte interna
dunque? Tante storie per il nome
della
della
della
della
della
della
della
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della
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della
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della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
della
natura umana. Rivolse
domicilioaggredita e
implacabile amministrazione
maglieria, e fino in sulla
bettola e fin dentro, al
disciplina. Che no! Il solerte
casuccia che ne albergava la
sciarpa: e com'era, e di che
maniglia dell'uscio a vetri
uniforme, aveva conceduto
torre: quanto nel suo
Marsica. Ripreso l'andare, il
sospirata promulga le
notte. Avea veduto nel
ruota della macchina, per
macchina, per muta magia.
contessa Circia, ove luminarie
lor veste d'alghe e di spuma
cervice e dell'animo, ribadita
fuga avverso i rubescenti e
notte: zuppi d'uno shampo
bocca, quale in un
terra, detto comunemente
giubba grigioverde, che si
gita. Due sicuramente santi,
pittura italiana, diti di piede.
pittura nostra, di una parte
Palatina (Sacra Famiglia): il
Sposa: una luce livida e
castità virile) nei Sacri
fabrile innocenza con la
creazione ... inderogabile,
enunciazione ... da coartato
croce, guardò su a bocca
vesta, i due camminatori,
pianura, anche la strada o
scialbatura: vinta dalla luce
fronte e la grondaia dei due
propria anima, fulminò una
maga, quei lascivi sottintesi,
impudicizia: della
puttanicizia, direbbe il Belli.
marcia. “Be', sor maresciallo
seggiola: su cui si sentiva
scaluccia approdante in
coda: levò il radicale del
credenza: dove,
di lei mano sinistra (che
destra: come a scaldarseli in
gentil persona di lei, non il
parentela. “Ma la conosci,
palpitante Lavinia,
mano stessa il topazio,
Mattonari Camilla! della tua
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per il nome della Mattonari Camilla!
di magia, o di semplice lettura
ora a fare, coi diti, sull'otricolo
lui, ebbe il sopravvento sulle disragioni
ora ch'egli era, da quel digitare
scarponi. Ne avessero a mangiare,
e barzotto, a cavallo di quel galoppare
poi ad angolo retto la deviazione
nel cocò, non parve del tutto scontento
gli largiva intanto la tepida contiguità
intanto la tepida contiguità della coscia
l'odore, subito percepito e apprezzato,
gli schiaffi del mare sulla innocenza
rena, puntò definitivamente sul sodo
e il volto e il pallore un po' isterico
del Divino Amore la mezza trincera
via ferrata a piano pari. Sul colmigno
nella solitudine agreste quel morso
un leccio alla scure superstite nel vuoto
le stagioni eterne e perdute, dolorare
Km 20,25 sarebbe altresì vittorioso
ogni settantacinque anni, il ricorrere
esornati qua e là sopra al mentulare
da fischio ohi ohi ohi acutissimo
provvidenziale carenza, sotto al cavallo
di quel paio di correttivi tubulari
il varco ad uomo a lato la colonnetta
il buio d'ogni novo speco: l'unico treno
odor d'olio cotto, nella tragica ascesa
sul sentiero grigio a fianco il fuggire
biancastri a ogni nuovo sussultare
per lui né per altro ad ogni esplosione
Il feffe-feffe era il misto: l'unico treno
dimenticando i virtuosismi acustici
consueta finzione: all'orgasmo artificioso
Non c'era jettatura come alla bottega
il papiro: a giustificazione legalitaria
piccoli, bigi bigi, annegati nel ridondare
tutte le gioie che tenete, gli orecchini
irregolare, quanto comportava la testata
donne dell'agro e d'ogni altra parte
mormorò la patata: più con un'alzata
azzurro verde, più scuro del grigio
Nella mezza giravolta la metà visibile
render più espliciti i connotati d'ironia:
sua volta con ogni garbo, ma sul lettino
l'ali a non parere, nel grembo misero
essenziale organo del finimento, vuoi
anche del maschio risvolto del bavero o
d'un momento alla vereconda ambage
nei modi scalenoedrici ditrigonali
nella fascia zodiacale del credito e
gemme del maharagia nella depressione
la linea di livello del litorale e
della
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della
della
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della
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della
della
della
della
della
della
della
tua cugina che fa all'amore
mano, tale da sciuparne
pancetta come lo speziale sul
tenebra: come se il diploma
strega. Un utero c'è sempre,
polvere! Il cavalier Forcella
sciroccata: fuga e viaggio, dal
provinciale, pe Falcognana.
trovata del superiore, che gli
coscia della ragazza, per
ragazza, per quanto, hélas!
vitalità femminile, e la
rena, puntò definitivamente
via, senza più levarle nel
Lavinia come in un conato
ferrovia qualche centinaio di
cantoniera gialla pesava,
occorrenza giornaliera che da
campagna, l'appello
primavera. La Lavinia
livelletta: un prodigio
cometa di Halley. La
scucchia: e lasciò a loro, ai
vaporiera in arrivo, non
vecchia, di quel paio di
nudità che i nostri più
barra, i carabinieri si
mattinata, in quel senso.
livelletta dell'ingegner
breccia, due o tre galline si
capa, una sua bava poltigliosa
gola: cerbero in licenza sulla
mattinata che ascendesse:
pubertà. Una semispenta o
vittima che nessuno minaccia,
maga, ma forse jactura:
domanda: l'elenco dei topazi
sugna. “Conoscete questo?”
festa.” “De la festa? Nun
scala. Era occupata da tre
fatal penisola sono
capa, mentone poco ce ne
stoffa. Sollecitata detta
sua faccia si palesò
sua ironia. Il groviglio dei
nonna ch'era quel di mezzo,
indigenza: e parvero, invece:
ricolma bellezza d'un seno,
panciatica e orologiata
perla, sul liso e pressoché
sua classe, premeditata da
circolazione monetaria, alla
misera coperta. Di quelle
via litoranea, torno torno la
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con tanti fori, come quelli del biglietto
un foglio ma non meno bucherellata
Ingravallo, quel testone che invece
fosse stato intinto nel sangue, la nota
di un funerando relitto. Allo sguardo
sbiancato simulacro per i musei di cera
i gioielli “dell'uscio di faccia”, gli ori
di premura. Sui preziosi eventuali
Stefano del Cacco, mentre dei gioielli
con gli occhi nel vuoto: la patata
a responso. Taceva, al tacere, fuori,
lei col pitale, come l'acqua dal fondo
forza o presenza in un pandemonismo
in un pandemonismo della campagna e
fuori: alla subita riapparita del paese,
nella povertà e nella solitudine
nella cucina, sul mattonato indifeso
20,25, dall'aperta accessione
imbecilli, e in definitiva lo smarrimento
come gentile alfiere, al Palio, bandiera
alfiere, al Palio, bandiera della Torre,
detto una mùtola, ora, non meno
se mai, a condizione inderogabile
I Piazzate sulle selci
dei mosconi giovani: dove all'ellisse
in quel cosmo di odorini présaghi (
primaverile) se la rifaceva con l'idea:
se la rifaceva con l'idea: della codetta
co l'anello ar dito.” Gli spari
dati.” Gli si vedeva rigonfia la tasca
a destra, dopo adeguato giramento
da caffè, dopo un ultimo schiocco
mezza voce, in un'ira più verde ancora
il capo risoluta con lo slancio repentino
a distogliersi anche dalla sola immagine
immagine della compagna di viaggio,
e di là dal marmo con tutto il nero
fino a Santa Palomba dove sono i pali
di certo, conchiuse nel torpore
“L'ho veduti,” rispondeva la fantasima
le torri. Una landa per i miraggi
tutti strapazzati dal fango e dalla piova
I Così almanaccando s'avvide alfine
coccodè. Ma lo spirito, o il demonio,
colto al volo una parola, nei ragionari
E il pesciolino ... addio! Il pesciolino
funzionare come quel biondo là
racimolo alquanto vizzo la cupidità
udiva: il cigolio delle molle, il cro cro
senza computare gli scoppi disturbatori
milite arrivasse a conoscere la causale
pelle del collo e delle zone ad hoc
sparacchiare del motore. Di due militi
l'ora mutevole, dai tridui certissimi
della ferrovia, in luogo d'ogni o.
della consorella, gli sembrò
della brillantina adoperava il
della “refurtiva Balducci” gli
della portinaia e degli agenti
della morte: e quell'icore putre
della contessa bionda, in ogni
della Balducci, con quell'elenco a
della contessa Mantegazza
della faccia, i due vetrini bigi
della campagna, di tutta la solitaria
della barca, quasi aggottando la
della campagna e della terra,
della terra, sotto cieli o nuvole
della nuvolaglia in corsa, nel cielo.
della campagna senza grangia egli
della povertà domiciliare: o
della campagna. La nonna, tra le
della personalità propria e lo
della Torre, della Tartuca o
della Tartuca o dell'Oca. Nato
della nonna, fu condotta al bivio:
della vita psichica. Curiosità lo
della zana le due scarpe, disgiunte
della orbitazione newtoniana si
della concimazione primaverile) se
della codetta della frusta. Chissà,
della frusta. Chissà, il tànghero,
della frusta riannunciarono quasi
della giubba sull'anca, a destra,
della martinicca, quasi del pomo
della frusta, un àaah del padrone,
della faccia. “A fa la ciovetta sei
della serpe, guardando avanti
della compagna di viaggio, della
della quale percepiva il calore
della bocca, metà schifita, metà
della radio, e quarche volta, sì,
della mente e dei sensi, donde era
della strada solitaria, “l'ho veduti
della solitudine, un attimo. Ma in
della notte, coi loro grossi autisti
della strada: erano quasi
della “ricostruzione dei fatti” gli
della gente, o letto un titolo, d'un
della “ricostruzione” impeccabile.
della Ines, come il Ganimede
della cerca si racchetò. Ganimede
della bicicletta sua propria,
della frusta, e gli aaah! del
della sosta: che di lontano era
della faccia la sua riprovazione, il
della stazione di Castello aveva
della tramontana. Le fontane, la
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Le fontane, la basilica di Santa Maria
larga e, più, dopo l'aria di chiusura
provvedere a mercato, in vista non solo
gli fu difficile ravvisare dalla descrizione
occhi! il contrario, in quel momento,
in quel momento, della paura e
di prezzemolo, inficiate nella grascia
entusiasmo, d'essere una zia giovine
a vite con tutta la lor ciccia nei vortici
il tocco, dall'orologio di Santa Maria
si sganciò tutt'a un tratto nel silenzio
erompendo inatteso da quel pataccone
del giorno, ecco, due picchi ad uscio
di colpo. Neppur la tramontana
sagittavano perpendicolari alla superficie
paré na scimia: e col fare automatico
solevano in quei momenti impadronirsi
uno strascico ritardatario, l'idea proprio
ar calendario, “e co quel pàtema
di padre Secchi le rotondità luminose
Maria Maggiore, dai tre fornici oscuri
il nartèce pareva seguire, con l'afflato
il Viminale, l'architettura secentesca
sue radici nell'ombra, nella oscurità
dove, solerte coorte. I platani e i rami
per entro la chiarità lieta e stradale
buccia di pisello tenero, tra il via vai
ritraendone, con il candido lembo
due volte poh! poh! davanti al portone
la campagna. Ed era stata, la via
e piuttosto molla dei tacchi (erano
fermezza che li fa indenni dai sobbalzi
cronaca se non addirittura dai terremoti
addirittura dai terremoti della storia,
Per arrivare a districar dal cortile
poco si scotevano: imperlati dalla piova
nel sollo. Valicò invece il binario (
archivolto, nel monte: e nel silenzio
” domandò Ingravallo. “Lu paese
o una gallina più pericolante. Questa,
Opachi, sonnolenti anni, dopo il rosa
torno torno, la compattezza bagnata
dalla signora Liliana! Il campo
fino là. Quei due occhi neri e furiosi
I Il legno
che teneva appoggiate sulla traversina
non fosse stato, invece, l'albore vetroso
a non egizio catalogo, a un'era
cui nel procedere fra le consolazioni
fra le consolazioni della prole e
circonfusa dei brontolari assolutori o
Don Ciccio moderò il galoppo
smania, tirò le redini allo scalpitare
il cannòlo d'ebanite, per il serviziale
della Neve, e gli archi e i fòrnici
della Ines, circa la benedizzione
della cena, quanto anzitutto del
della Ines, e già da qualche passo
della paura e della timidezza che
della timidezza che aveva
della porca). “Patatine de
della mamma di Ascanio. Il
della gran fiera magnara. Don
della Neve. Si coricò, s'addormì,
della casa addormentata,
della sveglia semovente sul marmo
della padrona, discreti,
della notte, al rincasare, né una
della pelle i lor peli, neri anche
della sonnambula si diresse “ar
della gentile ospite signora
della continuità nel senso
della pover'anima in corpo”, la
della fotosfera. E aviva pure
della loggia sopra il nartèce
della carità di sua plebe, una
della basilica, come d'una dimora
della diritta via discendente e
della Merulana furon selva, allo
della lor còrtica, fatta di scaglie e
della gente, l'andirivieni dei carri,
della cotonata, il velo dei sogni
della rocca. Nel riquadro d'una
della rocca, una via stretta in
della questura, quei signori) e una
della cronaca se non addirittura
della storia, della quale cronaca o
della quale cronaca o storia, vada
della rocca la macchina, a culo
della notte, o al primo sole
della ferrovia di Velletri) a un
della campagna e nel muto stupire
della Pavona è chillu,” indicò
della Tina Crocchiapani, era una
della scialbatura inaugurale avevano
della terra. Una finestra si uprì,
della dea nera e silente, per lei,
della Tina, Ingravallo se li sentiva
della scala seguitò a crocchiare di
della sedia, aperte a pantofola.
della barba, che ne denunciò la
della storia umana
della prole e della zappa in un
della zappa in un turbinio di
della subita insorgenza di qualche
della smania, tirò le redini allo
della rabbia. Il degente, così
della immunizzazione perpetua.
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alto a mezz'aria, sulla gravità rattratta
né gli uomini. La quiete spenta
all'evento, come la immemore memoria
centonovantenne dalle acquisizioni
dell'ira, nel volto bianchissimo
dellà 2
Un bel ragazzo, er signorino Giuliano,
ciannasse. È un gabinetto, quello, che
delle 240
certa conoscenza degli uomini: e anche
“Escluse donne”: che nel gergo
s'intende) sui casi degli uomini: e
faccia, sotto quel sonno della fronte e
Qualche collega un tantino invidioso
la sagra lupercale, con l'idea dei colli e
dietro alla cortina dei sorrisi, o
pienamente. La “prudenza” era una
letture sistematiche. Dal folto brulicare
delle generazioni, dalle guardine
E la validità santa ed immemore
tuttavia, era che il serbatoio
Figlio e il Lazio - allorché il fardello
di turno? Che ne aveva pensato
ragazza, al dispensario celtico di via
ai vecchi barbagli umbertini, memore
a don Ciccio, al di là dal velo
volte, ad ottobre, da quel trascolorare
dietro a fortuna da quelle gran vele
da quel tetro alloggio, e dalla coorte
portinaie, domestiche, ragazzine
che monnezza.” Tutt'attorno, la fascia
” Tutt'attorno, la fascia delle ruote
lo conosceva da un pezzetto, per via
folla, inquilini dello stabile: il cicaleccio
le voci spiegate o addirittura canore
sopraffatte: come le cervici chine
ragione della folla raccoglieva i trefoli
e la tipica sollecitudine-devozione
sospetto nel romantico elenco
sul “campo” ambiente, sul campo
referti della portinaia e d'altre inquiline
volta, molto bella: escluse di poter fare
di poter fare delle congetture: ebbe
un indizio? Gente di casa, no? Pratici
Domandò ancora se fossero rimaste
immemorabile, in una catapecchiucola
in ritardo, nel sogno e nel carisma
forse, da involtare la scatola di pelle ...
I
obelisco, e alle vetrine dei rosari e
incrementi del diagramma della pesca ...
guardò gli astanti facendo il giro
della
della
della
della
della
morte. La vecchia, la
sua guardata si opponeva
terra, da lontananze
specie, dalle ultime così
ragazza, lo paralizzò, lo
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dellà : piuttosto fortunato co le
dellà se vede tutto: le
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donne. La sua padrona di
inserzioni del Messaggero
donne. A prima vista, cioè al
palpebre e quel nero pìceo
sue trovate, qualche prete
vigne e degli scabri palazzi, e
attenzioni gentili? e dei
quattro virtù cardinali. Tutto
generazioni, dalle guardine
questure, tra il Lazio e la
matrici. Tra le sue genti,
nepoti dei Balducci fosse
sue private opinioni sulle
varie ... nipoti? Per lei, dal
Oche:m “I òmen hin
vacche grasse, con una
parole e del contegno, che
cose e dal tepore dei muri
orecchie: d'una occhiata fra
finestre, gli squali dovevano
portinaie che strillavano “a
ruote delle biciclette, come
biciclette, come un derma
denunce di locazione e del
donne. Ingravallo, seguito
femmine, emulate da
vacche dalle gran corna del
testimonianze iniziali, dei
indelibate, a collocarla senza
disponibili, oltreché donne
tensioni psichiche esterne.
più precipiti a favola, che
congetture: ebbe delle buone
buone parole per la
sue abitudini e della casa
tracce ... o impronte, o altro
più tignose a via de'
ahimè rasentate ma non
gioie, quando l'aveva tolta
carte? Quel toso, già, era
madonne: passo passo:
sardelle? Le franchigie di
facce. “Che ne so, io, quello
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Radunate le sue carte e insieme le fila
in alto invisibile, dato anche il buio (
momento dalla invidia e dalla fantasia
fissa, da ... Torraccio. Era la nota
- era stato due volte alla direzione
scale un parlottare di ombre, il susurro
al gelo: al gelo del sarcofago, e
creato) dalla fiaba degli anni nuovi,
di quel velo di lor luce il modellato
delle gambe, dei meravigliosi ginocchi:
I Palesava come
a momenti; un pasticcio! con
cavò nulla: dopo il caffè e latte, prima
e pertinace indagatore dei fatti, o
belva infinita. La insospettata ferocia
nemmeno. Salvoché ancora sangue:
addietro dall'oltraggio e l'ostensione
il biglietto allungato verdolino-azzurro
Malacianca-Fasulli, la nuova legge
dei torbidi attimi nel lento gocciolare
attimi nel lento gocciolare delle ore:
da sotto il tegumento, da sotto la pelle
poi di dottore. Da sotto la copertura
a casa Pompeo, aveva fatto il giro
tutti, comunque, a gusto nostro,
a bocca aperta. Be'. La cascatella
delitto. “La ingiustificata lentezza
parte loro, non avevano che da lodarsi
dal cartello, a sfruttare il saltino ...
che conta, sopra tutto, è la costanza
alla transazione, lo specchietto
occhio, nell'attitudine papaveracea
l'occasione divinatoria gli si presentava
seghetti e degli scarpelli, dei martelli,
scarpelli, dei martelli, delle tenaglie e
la mancanza del meglio, del denaro e
da un bel nastrino celeste alla élite
er generone nun ce n'è un'antra”:
ce n'è un'antra”: delle più floride,
le erano discese da cumulata veemenza
teneva ancora in mano l'iniziativa
a disgustose crudezze, d'un'indagine
a galla tutta quella incredibile storia
quella incredibile storia delle nipotine,
di aprirla senz'altro: e di far lettura
la croce d'ebano, “perché mi assista
prestatuito delirio - mai però in onore
onore delle concorrenti: e tanto meno
della vittima: la psicosi tipica
la psicosi tipica delle insoddisfatte, o
Tenebra, può ridischiudere alla catena
o addirittura in una riedizione ecolalica
sympatíaI sororale nei confronti
e bacia nel sogno il ventre fecondo
delle risultanze, Ingravallo
delle scale). Ravvedutosi, e non
delle donne, dei pupi. Se ne
delle ripescate a ora scura dai
delle Tranvie dei Castelli: gli
delle casigliane. Un bimbo
delle taciturne dimore. L'esatto
delle magliatrici blasfeme: le calze
delle gambe, dei meravigliosi
delle gambe un po' divaricate,
delle filacce rosse, all'interno, tra
delle bollicine rimaste a mezzo.
delle otto, aveva salutato la
delle anime, secondo la legge.
delle cose ... le si rivelava d'un
delle tracce palesi ne lo
delle gambe, su su, e del rilievo e
delle Tranvie de li Castelli, cor
delle verghe a fascio. Pensare che
delle ore: delle ore di pubertà. Il
delle ore di pubertà. Il male
delle chiacchiere: un bel diploma
delle decenti parvenze, come il
delle sette chiese: niente: poi 'o
delle radicali cure di un figaro
delle telefonate gerarchesche,
delle indagini” dovette
delle prestazioni del giovane. Un
delle dieci lire per quintale. Lui,
delle caratteristiche , in ogni tipo:
delle allodole del prezzo ... la
delle grandi occasioni: quando il
delle più bischere. Olio! Ne
delle tenaglie e delle pinze, con
delle pinze, con una chiave
delle gioie, che la signora teneva
delle gentili e tintinnanti
delle più floride, delle più piantate
delle più piantate in terra:
delle generazioni, dopo aspri
delle indagini”. Ingravallo,
delle più crude. I rapporti ... tra il
delle nipotine, delle nipoti: la
delle nipoti: la strana “mania”
delle “ultime volontà della
delle sue buone preci nel
delle concorrenti: e tanto meno
delle rivali più giovani. Quel
delle insoddisfatte, o delle
delle umiliate nell'anima: quasi,
delle determinazioni una nuova
delle parole messe in circolo
delle cosessuate. Accede, potrebbe
delle consorelle. Guarda tra i fiori
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Guarda tra i fiori de' giardini i bambini
antico stampo”, ex-cliente emerito
fisico, una vanità della persona,
annà chi de qua chi de là, come
erano la voce della verità. Il mondo
Talché soltanto la fumea dei sogni e
favole può aver nome verità. Ed è, su
fisica immagine, e alla vivida genesia
Liliana venne poi integrata dalla pietà
integrata dalla pietà delle amiche e
dell'operato de la polizzia, e
di chi lo aveva eletto depositario
che la povera morta era un'anima
morta era un'anima delle più caste,
o meno facile, più o meno spontanea,
ne' rispettivi castoni, cioè nella legatura
e tuttavia fulgenti della persuasione e
scudo su la panza, incrociò i ditoni
e alle dolci notti della comunione
notti della comunione delle anime e
carità riferì: lei, in que' momenti,
s'interruppe, a beneficio e in onore
“Entri pure il Pestalozzi.” La nausea
di zie, di comari a catena: la catena
mercoledì giorno 16, dopo la retata
in concorrenza coi carabinieri. Ognuna
calore animale. L'idea che è propria
L'idea che è propria delle stalle,
pénkete pùfete iné. Il raduno elisio
il capo e il berretto tra la nuvolaglia
senza denti (quei davanti) nel cerchio
occorreva poi tanto: bastava l'organico
vestibolo della ipotesi felice, il sacrario
felice, il sacrario delle consultazioni,
lui, aveva portato alla maga-tintora
pure un debole per quarcheduna
nata in loro cuncupiscenza repentina
gittato del Roma-Napoli. Terrore
inculcare a' velocipedastri il rispetto
uncinarle: ed erano le vette argentate
in uno strascico brodoso la povertà
d'una replica dello sfilatino-scarpa
di qua e di là nel tormento
affondare nel braco. “Diteci piuttosto
guardate scrutatrici di là dal fluire
bocca, un taglio diritto. Sopra al vivere
il capo, della certezza de' padri,
Frari, i cinque cherubini scarlatti d'una
intuivano di colpo che nella terra
l'opportunità di redigere una mappa
il sentiere che lungheggia la macchia
sì, dentro le du vesciche sierose
alla vecchia: per quanto alla ovvietà
meno benevolo farfugliare della lingua,
delle
delle
delle
delle
delle
delle
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delle
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delle
delle
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delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
altre: e piange. Si rivolge
terme di Chianciano. Mentre
viscere. Noi uomini, se sa, chi
foje quanno ch'er vento le
cosidette verità, filosofò,
favole può aver nome
povere foglie, la carezza di
genti e dei poveri: quella
amiche e delle beneficate:
beneficate: orfanelle che
autorità gerarchicamente
proprie angosce, notò ch'egli
più caste, delle più pure,
più pure, intenzionalmente ...
tre pupille mancate.I La
palpebre: nere iridi, come di
dialessi a scivolo, in quel
du mano; che gli caddero in
anime e delle lingue, j'aveva
lingue, j'aveva portato ...
due l'una: o je dava de vorta
superne gerarchie: o così
cartoffie del Cacco stava per
cognazioni, ribadita nel tempo
ninfe, il brigadiere
due organizzazioni vorrebbe
stalle, delle fienaie: e diserta
fienaie: e diserta le ossute
dolci ombre, la chiamata, la
mosche, su su, che davano
sue tenere novizie sedute del
immediate dipendenti, e
consultazioni, delle
consolazioni albane. L'attimo
maglie a ritingere: grossi
nepotine apprendiste della
catenelle da polso: come allo
galline di guardia, il
discipline viatorie, e, ad un
antenne, come punte di
proteine e peptoncelli
sette: con embricature,
facili e nondimeno rinnovate
buccole.” “Io nun l'ho viste.
macchine, da un marciapiede
gote e del collo du occhi
madri. “'A cappella d' 'o
sei madonne in trono di
belle arti, e dei bravi
isoipse maschili,
querci, in direzione di Tor
occhiaie due punti neri, gli
illècebre e degli itinerari,
labbra. “Puzzoni? e che
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Lanciani, more insolito. Ma la canestra
fori nella velina, rotondi appunto come
e pieno godimento di diritto e di fatto
l'onore e il piacere d'esser ministrati
rosa dischiusa e porporina nel bouquet
sul carattere, tipo, modi, figura, stringhe
bordeggiavano la scogliera cinerina
risognata attendeva, attendeva. Come
attendeva, attendeva. Come delle pere,
la faccia stranita in un pallore diceva
camerieri in bianco e de' sifoni diacci e
e dell'animo, ribadita dal taratatà
di satiri, di farsi schermo e ricovero e
dìruti miliari del tempo, le schegge
ai Due Santi, in una breve strusciata
degli alluci di dotazione: come i fanti
relapsaI come troppo fetida per l'ora
il diuturno sovvento dell'astata dea
due archi orbitali lo sfavillare puntuto
i suoi fagioli, i baggianeschi eventi
badava intanto a dimenarsi, col grosso
dondolò davanti al naso, un esemplare
martedì quindici, oppure venerdì: una
come i grumi di solfo colloide
e le vie vagali fin dentro il pieno
ma fermamente la destra per le punte
a tenerla per la mano, per le punte
e fe' cenno col mento alla montagnola
contessa Menegazzi: è qui nella nota
di mescita e le seggiole, fra il cumulo
per occhiate augurali del tipo appunto
a color caciotta nella porzione inferiore
non si capì bene che cosa, ma di certo
in piena regola e conseguente acciacco
bianchi ed inutili, sul verde fradicio
rarissimi. Trapassata la breve carovana
poco ce ne aveva, che con un moto
a erogar di tastiera i patetici squadroni
raspò su qualche camicetta, uno scialle,
oleosa, immota, cocciutamente statuaria,
economista del Dindo e ministrogallo
a Ramengo a liquefarsi, lo scorpione
Il Pestalozzi, no, non era un ministro
non il bercio di un'altra, o del mercato
i coralli, i gioielli, titolari dei nomi e
portinaia e degli agenti (ancor prima
a mezzo, gravava ancora l'ambiguità
la patata della faccia, i due vetrini bigi
aria, aria”), vuotar del tutto lo stipo
la posa: a beccuzzare, scaccozzare. Una
non si poteva mai sapere quale era,
stata voi a nascondere, dovete darmi
fino al misto per Ciampino Termini
Avrebbe atteso del pari, nella pienezza
delle
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delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
albicocche era vuota, omai.
o: ulceri d'una esattezza e
proprie zeta: giulivamente
carte e dei bolli necessari a
candide e chiuse, gli aveva
scarpe. La tuta, per altro,
montagne degli Equi, la
pere, delle nespole, anche il
nespole, anche il maturare
porcherie in veneziano, o in
fistule, solevano allegrare la
nàcchere. Intervenendo indi
mani e della fuga avverso i
torri senza nome. Quando il
ruote, che i freni
scatolette di carne di
nozze. E risponde, fatto
aste, perfuso alfine del
iridi, nere, o quasi: paura
ore di luce. Una moto sulla
sue profferte mal
famigerate ferramenta.
due.” (Il sabato non osò
acque àlbule: e in vetta in
poppe: in un ansimo lieve,
dita: un invito al ballo che
dita. “È ... sì, è una che
robe, sdoppiata quasi in due
gioie.” E per motivare la
maglie e la porta: la porta di
sue, zamirine, oltre che per
guance. La chiarità
porcherie: erano una torma
proprie fattezze ed altrui,
novali. Le galline, come ogni
sollecitazioni timpaniche più
labbra accennò a sotto il
sue ciecaggini. Trasse fuori
calze nere col tallone
sue disponibilità
di lui buggerate non-finanze:
panzane che non se ne
finanze d'Italia: e la
anime e dei berci. Sparse il
designazioni che figuravano,
constatazioni di legge) o del
ipotesi: il riconoscimento e
iridi, le labbra senza colore
brache e dei calzini sfatti, e
tre: ma quale? E così, presso
tre, quella che l'aveva fatto
spiegazioni ...” Lei alzò il
dodici e quattordici. Il
attribuzioni ufficiali e
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tira innanzi, quel trenuccio da Velletri
di sguardi, il tepido gravame
avvistamento, cioè annasamento,
con la pubertà, i due palloncelli oleosi
gli occhi a la strada, oltre le punte
riferito”: s'era limitato a formulare
la fidanzamentale topaziesca, alla luce
marzo, che con il ristare di scirocco e
apparita di magia: i cubi e i diedri
orecchiava, non udiva: il cigolio
E altrettanto a Roma. Così l'alterco
nell'erubescente pelle del collo e
i ruderi augusti e il grigiore umbertino
Gallieno e di Liberio papa fra gl'inviti
pranzo alle cure loro imminente: l'ora
l'ora delle mozzarelle, dei formaggi,
pazientemente ibernanti, degli odori,
erbaria, dove alla gara dei costi e
già tenevano il campo: e l'odore
lo andava sospingendo fra il vorticar
e con occhi al cielo stavolta e con
sui calcagni. Tarchiato, e membruto
“occupato”, l'indizio indefettibile
del rito ablutorio, e disingorgativo
de' sedili) qualche deiezione organica
al di là del groviglio dei rami e
sui terrazzi, ne vibravano i vetri chiusi
sé, del suo vanire, la fuga prospettica
della campagna e nel muto stupire
volti, e la povertà pressoché cenciosa
cor padre,” fece la più prossima
discendere a onda: s'erano ammollati
maschia barba, come soleva dire, anche
alla meno peggio tra le mormorazioni
di quelle che a lei dovevano apparire
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
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delle
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delle
delle
delle
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delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
delle
dodici. La ragazza, si
poppe: che l'arco tuttavia di
medesime. Ronzava
guance a far tutt'uno coi
orecchie del cavallo che gli
ipotesi, poche e limpide:
nuove oltreché imprevedute
raminghe sue piove, dal lido,
case la coronavano al sommo,
molle, il cro cro della
due furie si smorzò, vanì,
zone ad hoc della faccia la
case a cinque piani, e il
callarostare dalle nere dita
mozzarelle, dei formaggi,
vermìfughe cipolle, e dei
insalatine prime,
profferte i novelli sedani
bruciate in sul chiudere
femmine, oberate di reti
gote da buccinatore senza
gambe, che apparivano
di lui laute abluzioni. Un
nasali canne ad un tempo,
più popolarmente note
alberature che la
case, ogni più addormita
due rotaie convergenti: e
cose, d'un'impronta di piè di
vesti. “Chi ce sta?” chiese
contadine, che s'erano
piogge e di poi di nuovo
barbe femminili, il fondatore
donne e l'odor buono
ombre, né la ragazza né gli
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delli 8
mai più: salvoché di sulla panza
Quegli occhi! da sotto le frange nere
apprendiste della Zamira, la tintora
d'aritrovasse de petto un brigadiere
rimase inevasa. Nel laboratorio bettola
poi, quello zelo un tantino fresconcello
filava, crepitando secco, in direzione
incarico di que' miracoli. Nella edicola
delli
delli
delli
delli
delli
delli
delli
delli
eroi funebri, dove si esibiva,
cigli: che sfiammavano a un
Due Santi. Be'. Era un
carabinieri: un palo che poco
Du Santi, tutte le ragazze,
carabinieri s'era del tutto
Du Santi, con il milite
Du Santi rifiorita e riccioluta
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dello 39
un angolo, accompagnare la sonnolenza
da Ventimiglia al Capo Lilibeo: poi
portineria un'altra piccola folla, inquilini
si disse incaricato, dall'amministrazione
persona. Risultò che nessun inquilino
indicazioni insufficienti. Questa idea
le linfe natali: fino alle montane sorgive
dello
dello
dello
dello
dello
dello
dello
sguardo e il quasi-ghigno,
scandalo del giorno, la
stabile: il cicaleccio delle
stabile, di una visita ai
stabile, né a scala A né a
sbaglio d'uscio Ingravallo
Jukon, o dell'Adda, o del
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Da mesi: o da anni. In occasione
modo così drastico i certificati in-folio
che di loro strida si accende, e
e intendasi la sommaria esecuzione
nelle disgiunzioni o dicotomie
fidecommesso equitativo. Nei confronti
a soccombere. Potente emanazione
abbozzò, tetro, bitumoso: “Era figlia
o l'orìgano: gli odori sacri della terra,
Sì, sì: ricordava perfettamente: all'atto
la impersonava. Erano le otto, l'ora
reciproca, della gelosia professionale e
aveva risalito l'acerba costura
del soffitto, al ritratto del Merda.
e scuro, di legno, e l'avida ambage
oggimai (dopo congruo taglio di corda
spiccato semaforismo, un bel dì, fece,
potesse ostare all'introito d'una replica
la foto dell'amor suo riparar sul cuore
bocca: il cammino della umiliazione,
in un nuovo soprassalto, in un ritorno
irraggiavano sopra la serietà luminosa
di mestiere e la falsità contadina
tale, dall'oceano, la sàgola interminata
a tutta apertura invero, la rosa rosata
gallina, e il doppio traino del filo e
alla fronte incattivita, la luce perniciosa
si surrogava, dopo il tratto piano
strappi del loro primo e giovenil errore
pervicace: la strettura dei rigiri
E tutt'attorno al pendulo sussultare
oramai a gran passi oltre i confini
1
deludesse 1
volto quanto la ircina stamberga già lo
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dello
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Dello
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dello
smarrimento d'un anello con
stato civile, demo o
strazio e del sangue
sciagurato Veresciàghin,
spirito o nelle cieche
zio Peppe il ciondolo di
scarognato biossido! a carico
zio Felice: lo zio Felice
scarno monte, nel vento. Su,
snocciolarle sul vetro i dieci
stomaco e del cucchiaio, a
spirito di corpo: un flusso
stivale su, su, da Vinchiaturo
Smargiasso impestato.
sguardo a que' momenti ne
sperato disillibatore che, non
stivale vecchio, un semaforo
sfilatino-scarpa delle sette:
Sgranfia, la Ines, povera
sgomento. Non aveva di che
sdegno: il quale sdegno
sguardo: le lacrime avevano
sguardo. La resultante
scandaglio ove il verricello di
sfinctere, e plof! la fece
spago e relativi nodi. “E ...
sguardo. “È la nipote del
scalo, la livelletta in
starnazzare e
spago si allentò nel via
sverzino (oscillante col
“stato di irreperibilità”.
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deludesse , e il naso ne schifasse,
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delusa 2
incontro: a ogni nuovo abbandono
giù sul pavimento, per la cognizione
delusa . Adottava provvisoriamente
delusa del sottufficiale: vi erano
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deluse 1
adesso, tanto zi' Marietta che zi' Elvira,
deluse dalla delusione d'un attimo.
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delusi 1
sulla via del ritorno, e come un po'
delusi del crepuscolo. Da qualche
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delusione 3
zi' Marietta che zi' Elvira, deluse dalla
amore ... era, pe lei, era come una
del vento, infastidito dalla polvere. La
delusione d'un attimo. Lilianuccia,
delusione torturante. Se sentiva
delusione lo ridestò di colpo. Il
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delusioni 2
e loro no. La più amara di tutte le
D'Andrea. Per modo che da quelle
delusioni della vita. Così, per lei,
delusioni continuate, da quei dieci
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Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
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demandata 1
lo riguardasse per nulla, una pratica
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demarrava 1
gloria alla gloria, vita alla vita.
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demente 1
di un'attività morale. La psiche del
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demerito 1
cinquantottenne decade senza suo
demandata ad altro, dacché il
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Demarrava tra nuvoli di polvere
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demente politico esibito (narcisista
- Pag.0093.5
demerito a buon amico ma di
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demici 1
pubertà: aperta, poi, a tutti gli incontri
demici della stirpe “fertile in
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demo 2
i certificati in-folio dello stato civile,
al cognato o genero profferto loro dal
demo o parrocchia, e le lunghe, le
demo . E l'unità gamica di cui si
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demografiche 1
in sottane corte. Quali promesse, quali
demografiche speranze, povere
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demolizioni 1
a via Merulana, in seguito alle
demolizioni di via del Parlamento
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dèmone 1
le nipotine della Zamira a piè scalzi:
dèmone fugitivo di legione con
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demoniaca 2
gentesI , al dirompere d'una tensione
in attesa di prorompere alla mozione
demoniaca di che vadano lacerati in
demoniaca : “della derelitta
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demonio 4
come d'una Teresa riposseduta dal
una diavoleria grigia e scarlatta del
due fortilizi tuttavia tenuti dal
fuori il coccodè. Ma lo spirito, o il
demonio , le gocciolavano giù per
demonio principe: quello dai
demonio . “Dov'è il Retalli?”
demonio , della “ricostruzione dei
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denaro . Ciò lo mise in furore: un
denaro . “Quanto?” chiese
denaro in un vecchio portafoglio
denaro , nel vecchio portafoglio. “Il
denaro pronto? Oppure un colpo
denaro e delle gioie, che la
denaro , dopo le ordinarie
denaro e quegli oggetti sul tavolo
denaro : ne aveva, ne spendeva: se
denaro . Er sedere, parlanno co
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denominata in fa diesis “la forza”
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denaro 10
per ... ma sì! ... per averne favori di
in un cofano di pelle. C'era il
Quatromila setesiento, me par.” Il
e un quattromilasettecento circa in
Un rifiuto di Liliana? Mancanza di
subito la mancanza del meglio, del
Oil esclusero di avergli dato del
quella. Il Valdarena, al vedere quel
a sua volta. Diomede aveva bisogno di
Patì a quer modo, e senza mezzi de
denominata 1
di quella che nel Barbiere è
Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
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denominato 1
soprannome, abitacolo domiciliare del
1
denominato maschio, o “toso”:
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dentatura 1
degli otto denti davanti (la di lei
dentatura aveva inizio dai canini:
- Pag.0147.32
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dente 3
da cavadenti di tipo amabile. Ed ecco il
Pompeo si lasciò guardare. Mise il
nel cielo come scheggia, d'un antico
dente . Liliana, ormai, s'era fitta in
dente indove gli meritava di
dente d'un'antica mascella del
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denti 26
e signor marito con uno stecco fra i
” borbottò don Ciccio strizzando i
animali di stagione (Ingravallo strizzò i
com'è bella, mi disse: un po' a
Quel come te, come te, fece strizzare i
ne avevano colpa gli uomini. Strizzò i
e ce mozzicava subito er filo, co li
protervia, la crudele risata: con quei
puntato de quella coroncina ... de queli
e Ariccia, per la mancanza degli otto
in seggiola a sferruzzare senza
o cchiù fetente 'e tutti! ...” grugnì a
ideò muto Ingravallo strizzando i
spalle: “Affare suo!” E tirò, a
stangate. Nella bocca senza
che fosse: e la solita strizzatina di
via, stritolò una mezza bestemmia fra i
di astinenti bramosi. Torchiò bizza dai
cro nei mozzi. Pareva la macchina de li
cui quasi non si vedevan gli occhi, ma i
che trapassava di già, e strizzò i
folle, in calamitosi ringhi e rignati a
del diavolo!” ideò il Pestalozzi a
chi l'ha fatti,” bestemmiò strizzando i
traspirare un poco la capoccia, strizzò i
a strizzare i mascelloni: gli cigolavano i
denti gli sapeva un po' troppo de
denti : erano quelli d'un bull-dog: e
denti ), pezzi da Regina Coeli,
denti stretti, però. È bruna, non
denti al bulldog.)I “E questa è
denti , livido, radunò le scartoffie
denti .I Un rinnaccio de classe!
denti bianchi a triangolo come
denti ! Ammàppeli! Così pe gioco
denti davanti (la di lei dentatura
denti (quei davanti) nel cerchio
denti stretti. Tutto il merito, ora,
denti dalla rabbia: “spingersi nu
denti stretti, la conclusione: una
denti er bucio, nero: da cui, tra
denti , o strizzatona di mascelle,
denti : fu allora proprio che gli
denti , il Pestalozzi: la ritenne
denti rotti da sgranocchià er
denti radi e canini con paura,
denti dallo sdegno imbiancando e
denti strizzati dalla rabbia, te la
denti stretti. Una croce di granati,
denti . “Una porca spiaccia, sei,
denti : due duri gnocchi sulle due
denti . Malediceva mentalmente
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dentista : e così di seguito.I
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dentoni gialli che somigliava tutto
dentoni gialli di cavallo ne
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dentr' e fora come un autista de
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dentro , quando gli arriva in casa
dentro al buco: e con la manica
dentro di sé, non poté a meno di
dentro una sorta di suo
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dentista 1
da Zagarolo perché deve riandare dal
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dentoni 2
l'Orestino, quello granne granne co du
due bei bafficci grigi di foca e due
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dentr' 1
be' lui, in quela fanga, ce schizzava
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dentro 67
lui che cosa prova, che cosa si sente,
lo raccolse, rificcò la radichetta mencia
me gaveva ipnotisà ...” Don Ciccio,
baleno, aveva già involtato il cofano
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que' due poveri occhierugioli smarriti
in Lucina, l'anello, sapete bene, là
pensà, cor sinistro, sì: pe nun annacce
che il palazzo aveva la maledizione
Ma diversi tiretti e cassetti, a guardacce
quando Liliana aveva già il cortello
all'undici e tre quarti. Nella cronaca,
a 'a capa. Ma di certo, poi,
giorno che si accorge che cià versato
quadro infilata sul braccio, dove c'era
nero con ricami di nontiscordardimé
però. Lei, sotto la corona di zàgara e
contati: che faceveno cin cin
fora le testimonianze, le sussurrava
“fu rinvenuto” un ritratto de Liliana:
de corallo: quasi cagliato sangue,
Balducci ne rivedeva ancora le fattezze
“O piuttosto tutte,” grugnì don Ciccio
che ciaveva! Sicché in sogno, lei,
“Se lo sapessi, quella carogna era già
n'annai in sala da pranzo: me chiusi
verità! Quando si dissolve, ogni porca,
ce n'era da gavazzarci, da nuotarci
impartita l'assoluzione a la cassa, e poi,
verde allegrezza del sagrato accolgono
fra le quattro gamme der tavolo: con
la sua salute, de diavola de corallo
fin sul collo e sugli occhi: impolpato
simpatia: e glie l'aveva embricata,
con quarche sospetto de cavalleria
pistolone a tamburo con tutti i colpi
ammanettare da lui, di venir “messi
finita ogni pena: gli riprendeva la gioia,
della camera di sicurezza, rinvoltata
ma podentemente imbottita,
paura. Ciaveveno come un'idea,
cui, tra verbo e verbo, ella risucchiava
parlasse, al ragazzo, a Diomede: sì,
“Quanta chiacchiera, neh, guaglió. O
polso, il braccio, le spalle sussultarono
nel pianto, eretta, da ultimo,
di quegli altri gioielli, tenuti già
e fino in sulla soglia della bettola e fin
per conto loro: ti davano, così appaiati,
dentro un occhio, a momenti: anzi,
per i linfatici e le vie vagali fin
o un callo, nel mentre la rimirava lei
sulla faccia, da parere il tuorlo d'ovo
corsa, da la polagra, la rabbia che cià
dimenticò anche la vecchia: dietro o
stati riposti in qualche modo, pressati
ogni gemma, ed opera individua
dentro la memoria lontanissima e
fanno li polli, s'incaricava d'allumà
dentro due caverne di paura, una
dentro l'angolo di Palazzo Ruspoli,
dentro , in tutto quer sangue.”
dentro i muri. Invocava Mària
dentro , se capì che quarche cosa
dentro il respiro, che le lacerava,
dentro , un titolo in neretto su due
dentro di sé, una idea ce la
dentro della salsa di pomodoro, al
dentro tutto il repertorio dei
dentro l'armadio a specchi, avvinta
dentro il velo, aveva inchinato la
dentro a un sacchetto de seta
dentro un orecchio, baciandola:
dentro , ner primo cassetto, un
dentro la verde carne del sogno.
dentro il memore specchio del
dentro di sé, nel rimirare quegli
dentro le sue viscere, le pareva de
dentro di certo, al posto mio. Il
dentro , pe gioco: trac. Ero appena
dentro fumanti arature! Quando
dentro : e gente in anticamera!
dentro Campo Verano, benedetta
dentro le mura il burino col divoto
dentro , de certo, du pezzi de
dentro de quela pelle d'avorio, i
dentro il letto de la nonna sotto
dentro , di tali tre fette di filetto,
dentro , per colmo d'angoscia,
dentro , e un par de caricatori in
dentro ” da lui. Quando arrivava
dentro , poveri ragazzi! la fiducia
dentro una copertuccia bigia da
dentro . Er Maccheronaro levò le
dentro , de volesse vendicà de
dentro la già erogata saliva, con
dentro le du vesciche sierose delle
dentro o fuori. Aggiustateve
dentro disperati singhiozzi. Ma
dentro la mucida luce del
dentro il cofanetto di ferro nel
dentro , al banco; un tira-tira che
dentro un occhio, a momenti:
dentro a tutt'e due: si sublimavano
dentro il pieno delle poppe: in un
dentro agli occhi, fiso e perplesso,
dentro il chiaro: o tepido, a tratti, o
dentro te la spara de fora dar
dentro alla cui vuota e male
dentro alla peggio. Lui ne tolse di
dentro la memoria lontanissima e
dentro la fatica di Dio: verace
dentro la cucina, si la porta era
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s'era travestito da gallina: o in agguato
servizzio 'gni tanto.” “Ma se tu eri
o un nòdulo qua e là verde-nero
Popolonia, “e lì ce stanno l'ortolani
di sé, del proprio stato di servizzio.
e a momenti indi officianti. Intrappolata
poi don Ciccio co le due mani
dalle scarpe, dai chiodi. Nessuna voce,
con du scarpe de pezza senza lacci (e,
dentro il recinto di canne:
dentro casa, e loro ... loro se la
dentro la carne pallida e tenera,
dentro a le baracche. Lì stemo
Dentro , lo si intuiva, lo si
dentro il suo gabbione, la
dentro a le saccocce der pastrano:
dentro . Opachi, sonnolenti anni,
dentro , li piedi) che teneva
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denudò se stessa la bianchezza
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1
denudò 1
ch'erano in una lieve luce di seta,
1
denunce 1
conosceva da un pezzetto, per via delle
1
denuncia 1
la seconda, soprattutto, per sporgere
denuncia del fatto. Il danno era
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1
denunciava 1
grangia egli tentava le anime: poi le
denunciava al maresciallo, agli
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1
denunciavano 1
delle iridi, le labbra senza colore non
denunciavano alcuna inclinazione
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denunciò 1
l'albore vetroso della barba, che ne
denunciò la pertinenza a non
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depentolati 1
alle ragazze, alle serve, il peggio a' loro
depentolati risparmi. Un tipo
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depor 1
fece le viste di cercare qua e là dove
depor l'ombrello: ma non isfuggì
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1
2
depose 2
chella femmena: e li lasciava a voi”, e
in una falciata ratta il linguino, che poi
depose la catena, e prese di sul
depose per un attimo sul limitare
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1
deposero 1
Ma furono fregate. Tutte insieme vi si
deposero come in una casseruola,
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1
2
depositario 2
I D'un
sulle invocazioni di chi lo aveva eletto
depositario , o d'un commissario,
depositario delle proprie angosce,
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depositati 1
e le guance sulle due mani, e i gomiti
depositati pari pari sui ginocchi, il
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1
depositato 1
colpo, gli era venuto a mente: lo aveva
depositato con altre buste e con
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2
deposito 2
Rutilio Valdarena, a titolo di sacro
teneva puro er ritratto. Paolillo filò al
deposito : e la catena d'oro da
deposito a pescarne fuora, da
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denunce di locazione e del registro
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depositò 1
e rivestita sua dignità, la
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deposizioni 3
a verbale, semmai, le ulteriori
I Ma le
peccato. Una parola. Ma dopo le tre
1
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deposta 2
gita a stramondo venga finalmente
come d'una clinica di prima classe, era
depositò , nel vassoio di peltro,
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deposizioni : la seconda,
deposizioni del Ceccherelli, del suo
deposizioni a discarico de li tre
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deposta a terra, dischiusa:
deposta sul pavimento di mattoni,
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- Pag.0275.2
1
2
3
deposto 3
intanto la teneva per mano. Lei aveva
al tesoro: che l'autunno aveva
dal po' di terriccio che s'era qua e là
deposto , finalmente, l'ombrello:
deposto nella capienza del vaso
deposto sui tegoli, àuspice il
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1
depravata 1
poi ... la religione. No, non era una
depravata ” (sic), “non era come
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1
deprecata 1
sora Margherita: pazzia bell'e bona, e
deprecata da ognuna, in primo
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1
2
3
depressione 3
ma sono come un vortice, un punto di
quando s'avviluppano a tromba in una
lucide gemme del maharagia nella
depressione ciclonica nella
depressione ciclonica) e avevano
depressione della misera coperta.
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1
depresso 1
gli era parso, troppo nervoso e troppo
depresso , al momento. Non ce la
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der
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der 139
conto suo. Già in quer gran palazzo
che signori grossi: quarche famija
pescicani. E il palazzo, poi, la gente
prima ancora del signor Bottafavi
momento in poi, una grande opinione,
” “Quale garzone?” “Er garzone
né di pizzicarolo, né d'altri negozi: né
d'altri negozi: né der macellaro, né
Staressimo bene ... co tutto sto viavai
biglietto azzurrino, quasi appallottolato,
la Pettacchioni, “co sto porto de mare
“er commendator Angeloni:
pesce che doveva fare le gran trombe
la fojetta, e la pizza snobistica
I La confusione
che volete, er Maccheronaro, qui a via
povero sor Filippo ... A Santo Stefano
di quel mucchio d'ori della “contessa”
d'ori della “contessa” der terzo piano
su la mensolina de vetro de lo specchio
che quel'ambrosia ce sta! a la grotta
ducentodicinnove nun ce
generone: ma soprattutto
popolo lo chiamaveno er
quarto piano che poi l'aveva
sor Botta e Fava, come
pizzicarolo,” fecero le donne.
macellaro, né der fornaro.
fornaro. Eppure la sora
palazzo ...” La professoressa
tramme. Si chinò, lo raccattò,
palazzo? ... Qua ce stanno
Ministero dell'Economia
Giudizio, a soffiallo, aveva
napoletano: e poi pe quer
sor Filippo era evidente: quel
Gesù, ce sta apposta. Ce
Cacco avemio da capità.I
terzo piano der
ducentodicinnove (scala A,
lavamano, previa accensione
sor Pippo ce steva un bianco
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ne' su' singhiozzi venerei all'indirizzo
ar Collegio Romano. Ereno le undici
all'interno, tra quella spumiccia nera
capivo più dove fossi. Io, un inquilino
Era sulla scala B, per le pulizzie
sur pianerottolo, co la sora Cucco
che ginocchio?” “Mah! dalla parte
portalla poi da le moniche: ai Bottafavi
che seconno lei doveva esse l'omo
Lagrime gli gocciolarono su la pelle
o er signorino de casa de famija scerta
addosso. Come je veniva l'ispirazzione
e il su' omo, quello de la centrale
puntuali contestazioni autoptiche, tanto
tanto der capoccione don Ciccio che
pranzo, no, nessun indizio ... all'infuori
dopo quaranta rampe de scale in sala
a via di Ferro, ar vicolo de le Grotte
piazza Pollarola, con tutto che so' gente
a scola a studià. Lei, li parenti
in Bosco: uno scontro d'automobbili in
quanno, dopo una qualche bona arzata
pure er Biondone. De Pompeo e
lui, degli spettatori e de li prottagonisti
porche futtute. Fu invocato l'ausilio
“Di che colore?” “Colore! Uno
in braccio ar diavolo co li mejo regali
un sacchetto de seta rosa, de li confetti
quelli che vedeno e stanno zitti, in
I Be', là, tra le gambe
Be', là, tra le gambe der brigadiere e
scoccò du baciozzi, “nun te spaventà
nun dovesse incaricà de tutti li pasticci
de pezza forte che pareva la bandiera
all'ombra d'un gran cespo di lauri,
Rutilio Valdarena: liscia l'altra. Il nome
gli tremò. Piangeva. A Santo Stefano
I Come a un'odalisca
Se mise a piagne. Appena fu persuasa
m'infilò su l'anulare quelo lì, l'anello
verdi verdi, ner salotto: er ritrattone
de corallo ... rosse! che pareno du vene
in famija. Toccamo! e toccò la chiave
de la gente: che pare d'esse in
a bon conto, l'ho subbito schiaffato in
lui, er sor coso, l'ho schiaffato in
famija! Sai a chi vojo dì!” La frase
ancora del cassiere-capo de la banca:
un po' come de caserma o de loggione
un articolo di Maroccus ... er dottore
orfanelle che piagneveno, moniche
oltre a quarche altra gentile casigliana
premute lungamente a poi esplodere in
lo dava subbito presente, prima ancora
der
der
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der
der
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der
der
der
der
der
der
der
der
der
der
der
der
der
der
potenziatore d'Italia.
dicissette marzo e il dottor
sangue, già raggrumato, a
piano sopra, tutte le donne. La
giorno. Aveva principiato
quinto, de la scala B: Enea
buffè, quello piccolo: me ce
piano sopra: la Menegazzi era
sacco che porta via li pupi
faccione, un po' vizza. Aveva
generone de via de li Banchi
momento. Siconno si ciaveva
latte, vollero unanimi offrirsi
capoccione don Ciccio che der
maresciallo Valiani, be', se sa,
sangue. In giro pe l'altre
trono, dar gran Papa alpinista.
Teatro: e magari a piazza
generone, magara, ma quarche
generone “l'avevano un po'
venì a Roma a trovà li
Barbagallo medesimo, mbè
Biondone de Terracina il dottor
dramma: de sto branco de
Bottafavi, dopo qualche vano
Banco de Santo Spirito, uno
matrimonio, co tutto l'oro e le
matrimonio de nonna. Che
respirà l'odore de naftalina
brigadiere e der chiavaro,
chiavaro, scartato er
dottore. Er dottor Ingarballo
prossimo. E quella malinconia
Giudizzio. Dopo qualche un
più gregoriano, secondo er su'
nonno, dell'archetipo di tutti i
Cacco veniva convocato ogni
Sultano. Ingravallo sottopose il
matrimonio, e che non era
nonno suo: che questo de mi'
nonno: nonno Rutilio: che je se
core, una pe te, una pe me.
tavolinetto, sa. Pure a me la
medioevo, quasi quasi! io, in
cassettino ch' 'o tengo apposta
cassetto quello là in fonno
nonno suo, una formula sacra
Banco de Santo Spirito. Dar
teatro Jovinelli: tra d'ascelle e
Secolo : finissimo! La postuma
Sacro Core che nun
ducentodicinnove: le due terne
soave profumo d' 'a corolla;
campanello (stanza numero
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finiva più, tajarono pe la direttissima
come quelli, er siconno più terribbile
de Scerpure, proveniente da le rive
dei due fabbricatori e a la casa natale
e l'Uropa unite insieme, ma quello
insieme, ma quello der nostro Capo
de li consoli nostri, ch'er Capo
se sa, ma non però meno bello
li portici, torno torno il “bel chiostro
che ciaveveno: de fa er pupetto prima
prete, dai vividi e patetici occhioni
de lana sotto, e l'imbottita sopra, in
PV e dai BM e dai dieci buchi
dai BM e dai dieci buchi der disco
le nuvole, che so' poi li pedalini
davanti ar barbozzo: un va e vieni in
per conto loro incontro a quell'artre
de le scartoffie, fra le quattro gamme
che vedeva annà su e giù pe le scale
a ogni tratto, superba, e quelo spregio
fa la sfacciatella,” confermò la moje
de via Vìllari: “Ah! la Virginia
pover'omo, e titillato a Santo Stefano
bocca contro bocca, de sentisse er fiato
chi cià la valigia grossa, che ar dazzio
ciavesse capito quarche cosa. La festa
in corridoio. Er Maccheronaro, a via
li nummeri al lotto, a le mejo rote
delle ninfe, il brigadiere Juppariello
scomparsi co la merce”. La moje
I Già già. E quante ereno in
dall'incùbo dell'idra bolscevica a opera
tarocchi astrologgichi: clepsidra, cabbala
Sfrecciate, da sentisse smorì er core in
copertuccia bigia da caserma all'insegna
che il Truce in cattedra, a palazzo
appetito a 'o tavolino de marmo: a via
li parenti: a piggione da na sarta. In
piggione da na sarta. In der letto vòto
ch'era morto, l'antra settimana ... cioè
capo.) Pe la giustizzia: “no pe fatte
co du decimi de millimetro de mossa:
ar giardino del lago, a la terrazza
sott'a la tovaja: o a l'entrata
che guardeno su la vetrina ... li piatti
sonno, e intanto l'ha fatta più sporca
la lunatica de tutte le temperature
giusto come oggi, ha fatto un tempo
lei, materna: ripeté: “Su la strada
vincendo la implorazione lontana
a spregiare. “No, no: che fidanzato
che lei chiamava già “li gioielli mia
perché si sentiva, al brucio, quelli
faccia cattiva. Allora? Na compagna
der
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der
der
der
der
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der
der
der
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der
der
der
der
der
der
der
der
der
der
der
der
der
der
viale Regina Margherita,
primo. E poi e poi: er fermo
Brahmaputra pe fa visita a
medesimo, ch'è una bicocca
nostro Capo der governo era
governo era più longo ancora:
governo li aveva mannati
nostro: a Scerpure, la città
tredicesimo secolo”. Il cielo
tempo, magara. Il Signore, je
dottor Fumi (p'una volta
letto, aveva sùbito principiato
disco der telefono, e dallo
telefono, e dallo scatolone
Signore. Aveva recato allo
piano dell'azimut, di tipo
dottor Fumi, fin sotto a la
tavolo: con dentro, de certo,
palazzo co quela palandrana
labbro, come a dì: merda a
pizzicarolo de via Vìllari:
terzo piano? com'era
Cacchio, subbito ritirò la
respiro in bocca, l'una co
Paradiso nun ce passa ... a la
Corpus Domini ... nun aveva
Gesù lì a du passi, nun
Lotto: Reggio Lotto, in
commissariato San Giovanni
pollarolo, ch'era quella che
labboratorio? Di che età? Dai
Gran Balcone del Santo
lotto e pentàcolo: un gufo
petto, a li carabinieri in piedi:
pidocchietto: in compagnia
Mappamonno, avrebbe
Gesù: dal Maccheronaro: dove
letto vòto der zio ch'era
zio ch'era morto, l'antra
zio d'un amico suo, che j'era
male a te, né a nissuno,”
testone. “E ddomani mattina,
Pincio, nun è poi un viaggio
Bottaro” (invidia a la rivale
giorno che ce stanno scritti.I
solito, e ce lo sa, ma a te
clima, come l'ho studiata io, pe
diavolo; che m'è discesa
Divino Amore. Fino ar ponte,
cuccù: e al casello Km 20,25
cavolo: a te nun te se sposa
matrimonio”, il pegno
brigadiere su la coppa, occhi
labboratorio. Ereno in tre,
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militari a tradì un'amica, una compagna
sulla sua musica, “de sto piemontese
agli orecchi, rammentò che la moto
“Da che finestrino?” “Dar finestrino
de l'imperatore Calìgula! la ghiandola
la ghiandola der principe Colonna!
I La nonna, la padrona
calendario (l'omaggio di fin d'anno
poi, si è che lei, dopo Tor
co le due mani dentro a le saccocce
der
der
der
der
der
Der
der
der
der
der
labboratorio! “O è magara
diavolo, che j'aritìntica de
maresciallo quelo grosso la
gabinetto”: e la mente, a
principe Colonna! Der gran
gran principe de Marino e
negozzio, una contadina di
pastarellaro dirimpetto) col
Gheppio, avete d'annà puro a
pastrano: e parvero un
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- Pag.0269.4
- Pag.0269.23
1
deragliare 1
“del Cacco”, nella tema, forse, di
deragliare anche dal Cacco.
1
2
derelitta 2
col cuore se non pel sangue della
alla mozione demoniaca: “della
derelitta Luiggia”. La madre
derelitta Luiggia”. Una discreta
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1
deretani 1
tanti culi di bicchiere, quanto, in detti
deretani , inesistente del tutto. Il
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1
derimpetto 1
babàu a le mosche secche sur muro
derimpetto : prolati i labbri in un
- Pag.0132.13
1
derisione 1
quasi: paura vera o sospetto, reticenza,
derisione , insidia. Fiancheggiato
- Pag.0200.19
1
deriva 1
ronfare non lo portasse omai a la
deriva , lontan lontano da ogni
- Pag.0252.24
1
derma 1
delle ruote delle biciclette, come un
derma sui_generis, pareva rendere
- Pag.0028.33
1
2
deroga 2
me, metà te. L'unicità della Storia si
dove un pensiero esatto si
deroga in una doppia storiografia,
deroga a speranza e ad angoscia,
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- Pag.0154.1
1
derogare 1
accade per un minùzzolo, quando voglia
derogare in trachea. Accaloratosi
- Pag.0102.12
1
2
derogata 2
la polla dell'enunciazione eleatica s'è
qualche buon tratto di strada o stradina
derogata in una trascorrenza:
derogata ai campi e solinga,
- Pag.0104.2
- Pag.0175.19
1
derogato 1
parallele fuggenti, il topo-topazio s'era
derogato di rotaia, s'era buttato
- Pag.0192.35
1
derogazioni 1
contesto di sognate architetture sopra le
derogazioni ambigue del senso. Fu,
- Pag.0021.2
1
deruba 1
gocciolosa di naso ch'egli amministra e
deruba , innamorata di lui. A tutto
- Pag.0088.2
- Pag.0261.3
derubanda-iugulanda-sevizianda 1
Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
1
aveva agito: non pure sulla psiche della
derubanda-iugulanda-sevizianda ,
- Pag.0031.36
1
derubata 1
al terzo piano, scala A, dove abitava la
derubata . Giù seguitò la gran
- Pag.0029.10
1
descritti 1
più caràche, in senso inverso ai
1
descritto 1
di pensarci. Il tipo, come lo aveva
1
descrittore 1
rifiatò. Si atteggiò un attimo a
1
descrizione 1
non gli fu difficile ravvisare dalla
descrizione della Ines, e già da
- Pag.0254.7
1
desde 1
” La mattina dopo er controcazzo:
desde la misma Italia. Pive ner
- Pag.0056.26
1
2
deserta 2
sotto pingue strapunto e su polputa ma
brutta e sicura. E la campagna, intorno,
deserta coltrice, la più adatta, e la
deserta . Alla fuga doveva essersi
- Pag.0140.24
- Pag.0248.21
1
2
desidera 2
sua povera faccia, di poveruomo che
nun lascia mai mancare la vita a chi
desidera che non lo guardino, con
desidera la vita, e la continua
- Pag.0044.30
- Pag.0131.24
1
2
3
desiderabile 3
nubi di tristezza, era, era una
punto, d'un bianco un po' isterico di
le poppe colme e sfrullone, la gola così
desiderabile donna: tutti ne
desiderabile ragazza. Rimase a
desiderabile e il volto e il pallore
- Pag.0026.21
- Pag.0207.6
- Pag.0217.37
1
desiderabilissimo 1
una cesura peritosa. Il seno palpitava,
desiderabilissimo , come tra i due
- Pag.0240.18
1
desideratissima 1
ora, speravano di trovare in lei la
desideratissima spia di cui
- Pag.0147.22
1
2
3
4
5
6
desiderio 6
quanno te pare e piace.” Un gran
dì addirittura sbrigativa, com'era ner
continua resurrezione della vita. “È un
aveva interpretato il
raggiante, che riconobbe nel proprio
dell'imbecillissimo: non ostante il gran
desiderio
desiderio
desiderio
desiderio
desiderio
desiderio
- Pag.0097.20
- Pag.0127.34
- Pag.0131.25
- Pag.0160.21
- Pag.0208.5
- Pag.0258.34
1
desidero 1
“alla fiorente giovinezza della quale
desidero ed auspico fin da oggi,
1
desiderosi 1
glie lo avrebbe ricondotto più tardi.
Desiderosi a lor volta d'evitar
descritti . Ingravallo, nero, seguitava - Pag.0266.37
descritto la Menegazzi, doveva
- Pag.0052.30
descrittore del costume. “Mbè, la
- Pag.0047.14
de carma, dopo il
de l'utorità, che de
ch'hanno molte,”
di tutti. Si diedero
la stimolante identità
ch'aviva, dint'a 'o
- Pag.0103.5
- Pag.0257.13
designato 2
Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
1
2
Gli altri allora si scansarono e il
nobbile Ottorino Barbezzi-Gallo,
designato s'inchinò, leggermente:
designato per comando d'armata a
- Pag.0040.28
- Pag.0079.18
1
designavano 1
dello sguardo a que' momenti ne
designavano ulteriormente
- Pag.0148.10
1
designazioni 1
i gioielli, titolari dei nomi e delle
designazioni che figuravano,
- Pag.0232.35
1
designò 1
alla catena d'oro del nonno,” la
designò col mento, sul tavolo,
- Pag.0117.38
1
2
desinare 2
giorno di San Francesco, durante quel
veduto sul dito dai Balducci, dopo il
desinare così lieto. Bah, i parenti
desinare del 20 febbraio,
- Pag.0076.8
- Pag.0113.25
1
desistettero 1
esperti dell'ufficio criminologico non
desistettero dai rilievi di
- Pag.0067.8
1
desolata 1
L'immagine di quella campagna così
desolata nel marzo, che con il
- Pag.0247.2
1
desolato 1
infine, sulla banchina, la luce d'un
desolato conoscere, o travedere. Il
- Pag.0235.34
1
desse 1
orizzontali e in sul davanti, come gli
desse il latte: di quelli dei salumai
- Pag.0041.30
1
dessous 1
scoprire il candore affascinante di quel
dessous , o indagarne lo stato di
- Pag.0058.28
1
dest 1
Bruciato il vetrone girasole ... per fil a
dest ! È s'era involato lungo le
- Pag.0192.28
1
destava 1
reprimere l'ammirazione che l'Assunta
destava in lui: un po' come lo
- Pag.0020.18
1
destinata 1
feste de precetto. A Liliana l'aveva
destinata il nonno, certo: a
- Pag.0108.34
1
destinatario 1
ci arriva insieme l'Olio Santo. Abilita il
destinatario entrato in coma, carta
- Pag.0191.38
1
destinazione 1
ritrovate a caso, ignorava del tutto la
destinazione . Le provò, le riprovò
- Pag.0087.32
1
2
3
destini 3
come a un negro co li guanti. I radiosi
pe fa visita a l'Artefice de li nuovi
asciutta le scarpe. Pareva speculare dei
destini non avevano avuto campo a
destini de la patria, ed
destini umani e dei presagi:
- Pag.0056.1
- Pag.0128.17
- Pag.0238.29
1
2
destino 5
già ipotecata, quanto coazione al
al destino, al “campo di forze” del
destino , al “campo di forze” del
destino . La prefigurazione d' 'o
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Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
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creatura umana, e che si suol chiamare
e con altrettanto batticuore a
durante a frullarlo, vien fulgurato a
destino . In parole povere, la gran
destino . E colloqui per cenni e
destino . In più d'un caso ci arriva
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destra 24
angosciato, gli inondò il ventricolo di
sur predellino e teneva già con la man
a tulipano le cinque dita della mano
le mani come implorando, si passò la
preso metà il collo, dal davanti verso
verso destra, cioè verso sinistra, per lei,
contro il balenare d'una lama: che la
di tasca il biglietto: dalla tasca
con l'unghia del pollice della mano
predicato con alcune volute della mano
un diaspro? ...” Giuliano levò la
Me prese pe le dita: de la mano
mo, che ce 'o sai benissimo. A
de cantà ... seduto alla
o un po' più su, un po' più a
con la zappetta dei quattro diti della
del di lui tipo antropologico. A
priva di un occhio, e legato alla zampa
il medio, ai diti lunghi e centrali della
le prese gentilmente ma fermamente la
un poco, e intanto, sbilanciato a
la tasca della giubba sull'anca, a
a mano, al calesse: che sfiancando a
strada anziate bisognò piegare a man
destra . “Ducentodiciannove?” non
destra , a ghindarsi in tramme, il
destra , altalenò quel fiore nella
destra sulla fronte: “E che faccia!
destra , cioè verso sinistra, per lei,
destra per loro che guardavano:
destra aveva già estratto a voler
destra della giacca, dove lo aveva
destra adoperata a rovescio: gesto
destra . Liliana aveva avuto un
destra , che apparve bianca, vivida
destra . Guardò l'anello de mi'
destra , però.” Ingravallo nun
destra de monsignor Velani. Poi,
destra , un po' più a sinistra. Un
destra : e lui s'era dunque
destra dell'Appia, chi procedesse
destra uno spago, tutto nodi e
destra : come a scaldarseli in
destra per le punte delle dita: un
destra , l'andava strizzando la
destra , che faceva simmetria con
destra , dopo adeguato giramento
destra : “di qui, di qui, per Santa
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destri , enormi, gli erano venuti
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destro , sulla mano bianca dalle
destro , lo indusse a riflettere. Si
destro , su cui emergeva pieno,
destro della camicia ... tinto di
destro . Il piantone aveva
destro , calcò: reiterò sull'avvìo.
destro ) fra lo stupore di tutte,
destro , adagio adagio, strizzati
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destri 1
scena quattro piedi insospettati. I due
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destro 8
dei più doncicciani. All'anulare
appena intravisto da la coda dell'occhio
e nel diaspro la cifra: all'anulare
una dichiarazione segreta. Ma il polsino
diede il cicchetto al motore: con il
I Lui, col
due dì prima sull'anulare di Lavinia (il
dopo. Lacrimò del sinistro, poi del
1
desumere 1
ma sembrò loro di poter tuttavia
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deteneva 1
una tigre, ora, quegli occhi: l'anima
deteneva la sua preda: l'avrebbe
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1
detenuto 1
commissario!” gridò enfaticamente il
detenuto , tutto risfolgorante del
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1
detergere 1
a se stesso: con una mano sembrò
detergere gli occhi, cioè le
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desumere dall'apprezzato raccontino
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Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
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detergergli 1
infermiera un po' necròfila: occupata a
detergergli d'una carezza lieve la
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detergeva 1
Er maresciallo grosso de Marino, e si
detergeva il nasetto, come ce
- Pag.0243.28
1
deteriore 1
nottetempo a servirsene per la finalità
deteriore . Ottava e nona noce
- Pag.0228.20
1
determinarci 1
non è soltanto il prezzo che deve
determinarci alla transazione, lo
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1
determinare 1
malefico, atto a giustificare, dopo che a
determinare , la corpulenza la
- Pag.0212.32
1
determinata 1
carabinieresco, ovviamente imputabile a
determinata fattispecie grattativa:
- Pag.0187.24
1
determinatezza 1
agito con pertinace assiduità in una
determinatezza infallibile, minuto
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1
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determinato 4
si rispetti, era ed è irreversibile in un
tutti: la costanza dei requisiti per ogni
ci assegnano la cifra di merito di un
e ai vari motivi che man mano avevano
determinato campo di forze, qual è
determinato tipo di olio . Prenda,
determinato olio ... del nostro
determinato la secessione, più o
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1
determinatosi 1
rientrate nella illibazione.
1
determinazione 1
osato afferrare il tagliente, o fermare la
1
determinazioni 1
può ridischiudere alla catena delle
1
deterse 1
“sì, che me vojo consolà.” Si
1
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3
4
deterso 4
” in città, detta l'Urbe, dopo avergli
dello sguardo: le lacrime avevano
e palazzi, che la tramontana avea
prospetticamente avvenenti del
deterso l'anima dalle ultime
deterso le iridi, castano scure, le
deterso , che il tepido sopravvenire
deterso lastrico, ove non è guscio
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1
deto 1
che je l'aveva avvitato pe forza sur
deto ? “Che, nun è forse mio
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1
detoni 1
corte corte de rospo, e queli dieci
detoni che je cascaveno su li
- Pag.0055.39
1
detopaziata 1
le gioie della domicilioaggredita e
detopaziata Menecazzi, che si
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Determinatosi un giorno a
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determinazione del carnefice. Si
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determinazioni una nuova ascesi:
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deterse con la mano, singhiozzò,
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Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
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5
detta 5
invece “alla diletta Luigia Zanchetti
molto. “Aveva molti inviti”, a
incanalandoli a “lavorare” in città,
scuro del grigio della stoffa. Sollecitata
le tre case. Procedevano in fila
1
dettagli 1
del repertorio: coi più edificanti
detta
detta
detta
detta
detta
Gina, del fu Pompilio e di
dei parenti: e anche della
l'Urbe, dopo avergli deterso
cucitura oltre il debito, il
indiana uno dopo l'altro,
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dettagli . Pe quello ch'era donne,
- Pag.0076.26
1
dettagliati 1
si riservò di produrre elenchi
dettagliati , esatti. Lui, Liliana.
- Pag.0096.7
1
2
dette 2
Velani. Poi, dopo messa, je n'aveva
sentieri, quando le strade propriamente
dette quattro là pe là, sotto ar
dette gli paressero a loro modo
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1
2
3
detti 3
Alcuni erano topazi propriamente
da tanti culi di bicchiere, quanto, in
na fratta, là, propio, indove s'ereno
detti , per quanto sprovveduti di
detti deretani, inesistente del tutto.
detti de sì? O che je l'avesse
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detto “latino”, benché giovine
detto .” Sosteneva, fra l'altro, che
detto troppo. Voleva significare
detto mah! Chi dice ma, cuore
detto , a poco a poco aveva preso
detto , a voler fantasticare, ch'egli,
detto che in ogni omone lei
detto . E stamattina, con chell'ata
detto invece lo Sgranfia. Saliti sul
detto . Aveva carta e stilografica,
detto il giovane in un tono cupo
detto .” E uscì pe pijà er
detto , una volta” (don Ciccio
detto che v'ha gridato chella vota .
detto , signor commissario. So' uno
detto che lo conosce. Dice,”
detto : entrati appena in camera
detto , una dichiarazione segreta. Ma
detto di sì: ed era uscita. Lì per
detto bene, a domicilie.” Con
detto , difatti: Liliana aveva perduto
detto ?” Lei ruppe in pianto,
detto tra me. E allora, coraggio.
detto messa alle sei. J'aveva preso
detto gotico, e interlegate e
detto ogni volta, che aveva amato
detto che devi annà a Genova.
detto . Una ventina di giorni prima
detto nulla a nessuno? Alla nonna,
detto ? Sicché 'a signora Liliana ...
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detto 81
del mondo, del nostro mondo
“il dottor Ingravallo me l'aveva pur
taceva pensieroso, come temendo d'aver
due o tre volte, a mezza voce, aveva
irreali da lei sola presagiti, si sarebbe
con una creatura simile! Si sarebbe
diavolo anche don Lorenzo! Si sarebbe
Vedete nu poco. Na fesseria, m'hanno
malavita come er Biondone, e Pompeo,
un poco: in suo onore, si sarebbe
Diavoli.” “Zitta, mo,” le aveva
nun è gnente ... È più presto fatto che
di più ovvio?” “Alla portiera avete
commesso: “È lu giovane che m'avite
di cartone. “Insomma ve l'ho già
Merulana. Ho dato disposizzioni. Mi ha
corridoio. Nulla di notevole si sarebbe
per sigillare una lettera, si sarebbe
La sai, la lezzione? ...” Lei aveva
gomiti su le ginocchia: “una rapina, hai
ricordò che il Balducci glie l'aveva
E che faceva er signorino? E che t'ha
me sa che nun la pianteno, me so'
c'era stato, appena apriveno, dopo avé
la verde carne del sogno. In carattere
Tante volte Liliana m'ha parlato! M'ha
povera Liliana! ... me diceva: m'hai
il venticinque di gennaio, come le ho
Come si spiega, allora, che non avete
nuora? Il nonno di vostro padre, avete
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perfettamente. “Quella catena,” aveva
contro luce: “Tante volte me l'aveva
de li Castelli - lei invece j'aveva
luogo di Del Bo. “Così?” le aveva
è che devo fa un regalo,” aveva
quann'era pupo. ” Proprio così aveva
provà con un artro. Glie lo aveva
strutturate nello stato etico, va pur
proposito, in quella fisima (gli scappò
de li monti de Pàtrica, je scappò
Era la nipote dei Balducci, m'hanno
stato identificato per tale Retalli Enea
o ricettacolo responsale propriamente
di carte necessarie. “Mbè, m'hanno
capocchie de spillo. Propio se sarebbe
Di Pietrantonio, Pompeo, e Paolillo,
nun ce l'aveva, le rùzziche,” scappò
Da chi nun lo so: nun me l'ha
lo disse con fierezza, come avrebbe
quarche vorta, che so' toscani, m'ha
quarche paroluccia, a mo' di giunta sul
ordine sul tempo orbitale della terra,
avete capito benissimo. Le due che ho
dovrebbero aver marcato visita. Hanno
detto ch'erano ammalate.” Inventò il “
si è che lo sapete?” “Ve l'ho
palmo, a leggervi la sorte, si sarebbe
“Ma la conosci, lavora qui: hai
aggrottò i sopraccigli: “Che avrei
ho ripetuto er nome che m'avete
signorina, il severo milite, ciò va
col cavallo, già in vista del ponte
Velletri. Il Divino Amore propriamente
del secondo ottocento. Al casello,
“sarebbe peggio per voi. Ve l'ho
ce ne avete un altro.” Lei gli aveva
capovoltò ratto il capace dove gli era
delle dodici. La ragazza, si sarebbe
fare eccelleva, e s'era accoccolata come
E tu, che, nun sei mia?” aveva
che l'aveva visti? Che Igì l'avesse
come qualmente certo Retalli Enea
aveva potuto offrire al Retalli Enea
mila lire je l'hai compre, me l'hai
vane le ricerche dell'Enea Retalli
pupo me lo vedo io domatina,” s'era
e novanta l'etto, più mejo fatto che
a seguitar le peste dell'Enea latitante,
voglio dire?” “A Tor di Gheppio, ha
avea canala né parato alcuno di legno,
a ragione: di tirare i fili, si sarebbe
deutonico 1
di fil d'erba in fil d'erba, more
detto Liliana, “sa? lei sor
detto , il nonno: aricordate,
detto , co quela voce così
detto lui riponendo i sudici che
detto Liliana. “Sposi?” “Sì,
detto : lo ricordava perfettamente:
detto anche il professor D'Andrea.
detto , per altro, che propio er
detto ), in quella gran bontà
detto un po' diverso: “quella cià
detto .” Una volta, più volte
detto Luiginio d'anni 19, di
detto . Lì germogliavano i vaticini e
detto che se chiama ... Diomede:
detto che il Berlicche le avesse
detto anche Paolino ..., il
detto alla Ines, “poi ce l'aveva.”
detto . Annava a lavorà da li
detto : “cià na camicia de seta da
detto : propio de la Toscana.
detto : con voce calma, sonora,
detto comunemente solare, tempo
detto . Chi! La Farcioni e la
detto ch'erano ammalate.”
detto ” di sana pianta. Non le
detto . Perché voglio sentire da voi,
detto . Una magnifica pietra gialla,
detto il nome suo: la Camilla:
detto ? Camilla? ho ripetuto er
detto voi, brigadiè.” Pestalozzi
detto a sua lode, obdurò, sì,
detto del Divino Amore, con cui la
detto , una chiesina d'antico tempo
detto da taluni di Casal Bruciato,
detto : chi cerca trova. Mi capite?
detto di no. Ora non ritenne
detto : con mani poi, torno torno,
detto una mùtola, ora, non meno
detto . Lui ora, sicché, smemorava
detto e l'aveva baciata con una
detto in giro, p'avvantasse come
detto Iginio s'era fidanzato alla
detto Iginio lo scampo e il riparo,
detto tu stessa.” “Buciarda,
detto Iginio al Torraccio, dove
detto il Biondone: e avea liberato
detto . Famese avanti co li baiocchi
detto Iginio, che così chiamavano
detto il maresciallo.” “Quanto
detto mantovana: per modo che i
detto , all'inerte burattino del
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deutonico , tutt'a un tratto nun gli
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Concordanze generate da M.L.Ceccotti e M.Sassi con DBT  CNR-E. Picchi su testi forniti da Garzanti Editore spa nel 1994 per scopi di studio
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dev' 1
Un po' qua un po' là puro lui. Poi
deve 14
da Viterbo o da Zagarolo perché
annata a Torino. L'angolo del polsino
dottore, non è soltanto il prezzo che
splendida della ceppaia, solo perché ne
fatto cambià l'opale con un diaspro.
io, diceva, a Campo Marzio. Già lo
di famiglia. Oro vecchio dei nonni: che
fu lei che mi disse: bada, Giuliano,
detto, il nonno: aricordate, Liliana, che
la gente. La gente ... che pe forza
a graficizzarsi nei noti termini: “Tutto
più piccolo che se chiama Ascanio: che
lei per un braccio. “Sor brigadiè, me
va ... Chi cerca trova: e chi trova
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devestizione 1
su a raccomodare, in laboratorio. La
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devi 9
strada. Rideva, piangeva. E quello me
Liliana! ... me diceva: m'hai detto che
d'un ciondolo portascarogna. Domani
dar Ceccherelli, ch'è l'orefice mio.
auguri che te sto facenno. E tu che
me! No, no, manco alla nonna lo
andrai ancora a Bologna: a nessuno lo
commissario, lo sa già pure lui. Parla,
sa già pure lui. Parla, devi confessare,
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le bugie. Se mentite, se tirate a far
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dev' èsse annato in giro pe li
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riandare dal dentista: e così
avere sfiorato la ferita, il
determinarci alla transazione,
subire il confronto.” Il loro
accompagnà questo qui,
aver inciso, a quest'ora: lo
rimanere in possesso dei
rimaner tra noi: un nostro
restà in famija! Sai a chi
aranciasse in quarche modo:
andare per il suo verso, che
avé bazzicato puro lui, ner
da crede,” protestò la
giustificare ai superiori. Non
devestizione del reale richiese
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da giurà che me lo dài a
annà a Genova. Prima di
da passà dar Ceccherelli,
dajela solo du minuti, che ti
fare il pupo, Giuliano!
dì, povera vecchia, manco a
dì: giurami! Glie lo giurai ...
confessare, devi dire la
dire la verità, non abbiamo
deviare le ricerche, ecco qua: ci
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deviazione 2
statale, l'Appia, poi ad angolo retto la
a ritroso, cioè verso Roma, fino alla
deviazione della provinciale, pe
deviazione per Falcognana. Dopo
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duri incisi. Raccontò poi il
I Ingravallo fece chiamare il
rampollava acquolina dal retrobocca, al
Deviti , il Gaudenzio, che
Deviti (c'era, stavolta) e gli diede
Deviti . Sopraffatto dalle voci e dai
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che? ... con tutto quel sangue!
disse. Perché? Perché sì: perché
lei.” “No, sor Cavalli, è che
“Be', sor maresciallo mio, che je
sbrigatevi: levatevi l'anello: perché lo
passare, in ogni modo. Andiamo. Su.
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partire dopodomani: ho già
accompagnallo col regalo
fa un regalo,” aveva detto
dì? Me lo facci sapé lei ...
sequestrare. E ditemi chi ve
far perquisire la casa.” E la
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devolve 1
si deroga in una doppia storiografia, si
devolve in salmo e in antifona,
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certe allusioni di lei, uno di quelli che
si possa funzionare a dovere, prima si
devono inclinare il capo, a passare
devono innamorare loro: non
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che rabbrividisce in ovatte, se pur
devota ai lacrimati mani del
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forse, di deragliare anche dal Cacco.
Devotamente oblato su d'un
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devozione 1
col rosario in mano: con una speciale
devozione per San Giuseppe.
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