IL VANGELO
E UNA
VITA PRODUTTIVA
MANUALE
DELL’INSEGNANTE
Religione 150
IL VANGELO E UNA VITA PRODUTTIVA
MANUALE DELL’INSEGNANTE
Religione 150
Preparato dal
Sistema Educativo della Chiesa
Pubblicato dalla
Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni
Salt Lake City, Utah (USA)
Inviate commenti e correzioni, anche per gli errori di stampa, a:
CES Curriculum, 50 E. North Temple Street, Floor 8, Salt Lake City, UT 84150-2722 USA.
E-mail: [email protected]
© 2008 by Intellectual Reserve, Inc.
Tutti i diritti riservati
Printed in the United States of America
Testo inglese approvato: 8/03
Approvato per la traduzione: 8/03.
Traduzione dell’opera originale The Gospel and the Productive Life Teacher Manual
Italian
iii
SOMMARIO
Introduzione al manuale dell’insegnante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . V
1 Il piano di salvezza per i figli del Padre celeste . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
2 La guida dello Spirito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
3 Le mete e la gestione del tempo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
4 La gestione saggia delle risorse economiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
5 La fede in Gesù Cristo ci fornisce la capacità di provvedere a noi stessi
e agli altri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
6 Provvediamo a noi stessi, alla famiglia e al nostro prossimo . . . . . . . . . . . . . 25
7 Riconosciamo e sviluppiamo i talenti e le capacità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
8 Tutti noi possiamo contribuire all’edificazione del regno
di Dio sulla terra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
9 Diventiamo autosufficienti nella maniera del Signore . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
10 Cerchiamo l’istruzione mediante lo studio e mediante la fede . . . . . . . . . . . 41
11 Scegliamo e diventiamo un compagno eterno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47
12 L’osservanza delle leggi della salute fisica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53
13 «Queste cose ti daranno esperienza» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59
14 L’osservanza delle alleanze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64
15 Serviamoci l’un l’altro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69
v
INTRODUZIONE AL
MANUALE DELL’INSEGNANTE
Questo corso ha lo scopo di aiutare gli studenti a migliorare la loro vita sotto l’aspetto sia materiale sia spirituale seguendo consigli ispirati. Apprenderanno che la
conoscenza dei principi spirituali insegnati nel piano di salvezza del Padre celeste
può aiutarli nelle difficoltà terrene. Applicando i principi evangelici alle questioni
temporali, si renderanno conto dell’esigenza di istruirsi e di qualificarsi per un
lavoro abbastanza buono che possa soddisfare i bisogni della loro famiglia. Il
miglioramento basato sui principi evangelici li aiuterà a adempire il loro scopo
nella vita e ad accrescere la loro capacità di servire il Signore e i Suoi figli.
Usate il materiale di questo manuale durante la preparazione per l’esperienza
didattica. Ogni capitolo è strutturato nelle sezioni seguenti:
• «Introduzione», che fornisce una visione d’insieme sullo scopo della lezione
e sulla sua importanza per gli studenti.
• «Principi da comprendere», che riporta i principi basilari da insegnare.
• «Suggerimenti didattici», che fornisce idee per insegnare ogni principio.
• «Compiti suggeriti», che contiene attività che gli studenti possono completare.
Riflettono l’aspettativa della preparazione prevista dal corso (che cosa gli studenti
dovrebbero riuscire a fare grazie al corso).
Scegliete i suggerimenti didattici che desiderate usare in classe. Il simbolo (
) si
trova all’inizio di un suggerimento che può essere usato in maniera indipendente.
Alcuni suggerimenti includono dichiarazioni di Autorità generali che non si trovano
nel manuale dello studente. Queste dichiarazioni offrono agli insegnanti ulteriore
materiale da usare nella lezione e sono ombreggiate in modo che siano più facili da
individuare. Usate o modificate i suggerimenti secondo le esigenze degli studenti e
il vostro stile didattico. Se necessario, incorporate altre idee a sostegno del tema o di
un principio. Durante la lezione, lasciate agli studenti la possibilità di riconoscere,
spiegare e rendere testimonianza delle dottrine e dei principi.
È disponibile anche il manuale dello studente (codice articolo 36599 160) da usare
unitamente al presente manuale. I capitoli del manuale dello studente sono strutturati nelle sezioni seguenti:
• «Introduzione».
• «Principi da comprendere», che riporta i principi insegnati.
• «Passi scritturali e dichiarazioni di sostegno» per ogni principio, tra cui dichiarazioni attinte dagli insegnamenti dei profeti e apostoli degli ultimi giorni, nonché
di altri dirigenti della Chiesa.
• «Applicazioni ed esempi», che presenta situazioni ipotetiche e domande correlate.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
vi
I N T R O D U Z I O N E A L M A N U A L E D E L L’ I N S E G N A N T E
• «Punti su cui meditare», che riporta altre domande atte ad aiutare gli studenti
a capire e a mettere in pratica i principi.
• «Note e impressioni», che offre uno spazio in cui gli studenti possono scrivere
i sentimenti provati e rispondere alle domande.
IL COMPLETAMENTO DEL CORSO
Il corso Il Vangelo e una vita produttiva dura un semestre. Consiste di 15 lezioni da
100 minuti, oppure di 30 lezioni da 50 minuti. Nel caso delle 30 lezioni, dovrete
stabilire dove dividere ogni capitolo per adattarlo a due lezioni.
Per ricevere i crediti dell’Istituto, gli studenti dovranno frequentare almeno il 75
percento delle lezioni.
LA PREPARAZIONE DELLE LEZIONI
Un insegnamento efficace richiede che decidiate che cosa insegnare e come farlo
(vedere L’insegnamento del Vangelo: Manuale di istruzioni per gli insegnanti e i dirigenti
del CES [34829 160], 19–24). Durante la preparazione, seguendo i suggerimenti dello
Spirito, individuate i principi e le dottrine che ritenete importanti per gli studenti
(che cosa insegnare). Scegliete poi un’idea didattica o un’attività per ognuno di questi
principi e dottrine. Incorporate gli insegnamenti contenuti in «L’attuale enfasi sull’insegnamento per il Sistema Educativo della Chiesa» (come insegnare). Durante la
preparazione e l’esposizione delle lezioni, tenete presenti le domande e i suggerimenti seguenti:
• Che cosa faranno gli studenti durante la lezione? Usate metodi e attività che
incoraggiano la partecipazione.
• Come posso mantenere l’attenzione degli studenti? Cambiate abbastanza spesso
metodi didattici per aiutare gli studenti a rimanere attenti.
• Che sentimenti, soluzioni o comportamenti potrebbero scaturire dalla lezione?
Aiutate gli studenti ad applicare le dottrine e i principi del Vangelo.
• Seguite l’ispirazione dello Spirito in ciò che dite e fate. Aiutate gli studenti a
comprendere che devono chiedere la presenza dello Spirito e vivere in maniera
tale che Esso sia con loro durante la lezione.
• Ponete domande e sollevate questioni che incoraggino una discussione e
l’edificazione della fede (vedere DeA 38:23; 43:8; 88:77–80, 122; vedere anche
L’insegnamento del Vangelo: Manuale di istruzioni per gli insegnanti e i dirigenti del
CES, 37–39). Per incoraggiare gli studenti, trattenetevi dal rispondere alle domande
che ponete. Lasciate loro il tempo necessario per pensare e sviluppare delle idee.
Ascoltateli con attenzione e rispondete a ciò che vi dicono.
• Rendete testimonianza e invitate gli studenti a fare altrettanto.
• Abbiate fede in Dio e abbiate il potere della Sua parola per interessare e aiutare
gli studenti (vedere 2 Nefi 32:3; Alma 31:5). Abbiate fiducia negli studenti e nella
capacità del Signore di aiutarvi a essere un insegnante di successo.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
1
1 IL PIANO DI SALVEZZA PER
I FIGLI DEL PADRE CELESTE
La città eterna, di D. Keith Larson
INTRODUZIONE
Gli studenti spesso sentono nel
mondo false filosofie sullo scopo
dell’esistenza. Insegnando il piano
di salvezza, aiutate a chiarire lo scopo
della vita e il ruolo del piano del
Padre celeste nel fornirci una guida
e nel dare un significato all’esistenza.
Se gli studenti comprendono il piano
di salvezza, capiscono come le tribolazioni, la gioia, il lavoro, lo studio
e il mantenimento delle forze fisiche
giocano una parte importante nell’esperienza quotidiana. Quando seguiamo l’esempio del Salvatore, siamo più felici e meglio in grado di aiutare i familiari e coloro
che serviamo.
PRINCIPI DA COMPRENDERE
• Il Padre celeste preparò un piano di salvezza. Esso c’insegna da dove veniamo,
perché siamo qui e dove andremo dopo questa vita.
• La comprensione del nostro posto all’interno del piano di salvezza ci aiuta a
sviluppare la fede e a trovare gioia in un mondo dove c’è molta iniquità.
• Possiamo servirci della conoscenza del piano di salvezza per superare le
difficoltà terrene.
SUGGERIMENTI DIDATTICI
Il Padre celeste preparò un piano di salvezza. Esso c’insegna da dove veniamo,
perché siamo qui e dove andremo dopo questa vita.
Chiedete se qualche studente si ricorda Mosè 1:39 (Padronanza delle Scritture).
Date la possibilità a una persona di recitare il versetto, poi chiedete alla classe di
ripeterlo una o due volte. Chiedete a uno studente di spiegare che cosa significa
questo versetto per lui.
Scrivete alla lavagna: Il piano. Scrivete sotto i riferimenti scritturali seguenti,
tralasciando le frasi tra parentesi:
• 2 Nefi 9:6 («il piano misericordioso del grande Creatore»)
• 2 Nefi 9:13 («il piano del nostro Dio»)
• Alma 24:14 («il piano di salvezza»)
• Alma 34:16 («il grande ed eterno piano della redenzione»)
• Alma 42:16 (il «piano di felicità»)
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
2
I L P I A N O D I S A LV E Z Z A P E R I F I G L I D E L PA D R E C E L E S T E
Chiedete di leggere i versetti e di evidenziare (o sottolineare) alcuni nomi del
piano che il Padre celeste ha preparato per i Suoi figli. Aiutate gli studenti a scoprire che i nomi dati al piano descrivono gli scopi previsti dal Padre celeste per noi.
Scrivete le seguenti tre frasi alla lavagna, che identificano le tre fasi dell’esistenza:
vita preterrena, vita terrena e vita dopo la morte. Chiedete di condividere la conoscenza che hanno su ogni fase del piano del Padre celeste. Chiedete loro di leggere
passi scritturali e dichiarazioni di profeti che li aiutino a comprendere i concetti
seguenti:
La vita preterrena
• Il Padre è un essere celeste, con un corpo glorificato di carne e ossa (vedere
DeA 130:22 [Padronanza delle Scritture, DeA 130:22–23]). È il Padre del nostro
spirito (vedere Romani 8:16–17; Ebrei 12:9). Vivemmo con Lui come figli
spirituali (vedere Abrahamo 3:22–23 [Padronanza delle Scritture]).
In «La famiglia: un proclama al mondo», la Prima Presidenza e il Quorum dei
Dodici Apostoli dichiarano:
«Tutti gli esseri umani—maschi e femmine—sono creati a immagine di Dio.
Ognuno di essi è un beneamato figlio o figlia di spirito di genitori celesti
e, come tale, ognuno di essi possiede una natura e un destino divini…
Nel regno preterreno i figli e le figlie di spirito conoscevano e adoravano
Dio come loro Padre Eterno e accettarono il Suo piano mediante il quale
i Suoi figli potevano ricevere un corpo fisico e fare un’esperienza terrena
per progredire verso la perfezione, e infine realizzare il loro destino divino
come eredi della vita eterna» (La Stella, gennaio 1996, 116).
• Il Padre celeste ci spiegò il Suo piano di salvezza (vedere DeA 138:56). Il Suo
piano ci consentì di venire sulla terra per ottenere un corpo e per imparare a
essere obbedienti (vedere Abrahamo 3:24–26).
• Il piano richiedeva un Salvatore e Redentore; Gesù Cristo fu preordinato dal
Padre celeste per diventare il nostro Salvatore e Redentore (vedere Mosè 4:2;
Abrahamo 3:27).
• Gioimmo quando iniziammo a comprendere il piano del Padre celeste (vedere
Giobbe 38:4–7; i profeti degli ultimi giorni hanno insegnato che il versetto 7
si riferisce alla gioia che provammo nell’esistenza preterrena quando accettammo il piano di salvezza; vedere ad esempio la dichiarazione dell’anziano
Richard G. Scott a pagina 1 del manuale dello studente).
• Satana si ribellò contro il piano del Padre celeste e presentò un piano alternativo che avrebbe limitato il libero arbitrio. Lui e i suoi seguaci furono scacciati
(vedere Apocalisse 12:7–11; DeA 29:36; 76:25–27; Mosè 4:1, 3–4).
La vita terrena
• Rimanere fedeli nella vita preterrena significò mantenere il «primo stato»; il
«secondo stato» iniziò con la vita sulla terra (vedere Abrahamo 3:26).
• A causa della caduta di Adamo ed Eva, entrammo nella mortalità in uno stato
decaduto. La Caduta e la nostra condizione mortale sono parti necessarie del
piano (vedere 2 Nefi 2:22–25 [Padronanza delle Scritture, 2 Nefi 2:25]; DeA
29:40; Mosè 5:10–11).
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
I L P I A N O D I S A LV E Z Z A P E R I F I G L I D E L PA D R E C E L E S T E
3
• Gesù Cristo ci redense dalla Caduta. Senza l’Espiazione non potremmo risorgere e vivremmo per sempre con Satana come spiriti in uno stato di miseria
(vedere 2 Nefi 2:26; 9:6–10).
• Le esperienze che facciamo in questa vita ci consentono di usare il libero
arbitrio per scegliere e di sperimentarne le conseguenze (vedere 2 Nefi 2:11–13,
27; Alma 34:32–34 [Padronanza delle Scritture]; DeA 58:27–28 [Padronanza
delle Scritture, DeA 58:26–27]).
• Un obiettivo del piano di salvezza è stabilire famiglie eterne e istruirle (vedere
DeA 93:40; 131:1–4 [Padronanza delle Scritture]; 138:47–48; Mosè 2:28).
• La conoscenza e l’intelligenza che otteniamo durante la vita terrena grazie
alla diligenza e all’obbedienza sorgeranno con noi nella risurrezione (vedere
DeA 130:18–19 [Padronanza delle Scritture]).
La vita dopo la morte
• Alla morte il nostro spirito va nel mondo degli spiriti in attesa della risurrezione. Lì continueremo a imparare (vedere Alma 40:11–14; DeA 138:10–22).
• Il Signore ci giudicherà secondo come vivremo e secondo i desideri del nostro
cuore (vedere Giovanni 5:22, 30; Alma 41:3; DeA 137:9 [Padronanza delle
Scritture, DeA 137:7–10]).
• Coloro che seguono il piano del Padre celeste vivranno di nuovo alla Sua
presenza, conducendo il tipo di esistenza che conduce Lui (vedere DeA
76:92–96; 93:16–20).
Stimolate una discussione sulle domande seguenti:
• Perché ognuna di queste tre fasi dell’esistenza è importante per diventare come
il nostro Padre celeste?
• In che modo sapere di essere figli di Dio vi aiuta a comprendere il vostro
potenziale divino?
• Quali qualità spirituali ci aiutano a diventare più simili al Padre celeste?
(Fede, obbedienza, umiltà, eccetera).
• Quali saranno i risultati se seguiamo il piano del Padre celeste? (Diventeremo
come Lui, riceveremo una pienezza di gioia, eccetera).
La comprensione del nostro posto all’interno del piano di salvezza ci aiuta a
sviluppare la fede e a trovare gioia in un mondo dove c’è molta iniquità.
Chiedete di leggere i passi scritturali seguenti e di spiegare perché vivere secondo
il piano di Dio ci procura felicità:
• 2 Nefi 2:25 (Padronanza delle Scritture)
• Mosia 2:41
• Alma 19:6
Spiegate che, anche se viviamo secondo il grande piano di salvezza, parti della
vita terrena potrebbero essere difficili e includere prove molto ardue. Ciò nondimeno, dovremmo ricordare che il Padre celeste vuole che abbiamo gioia e pace
osservando i Suoi comandamenti.
Invitate gli studenti a nominare alcune opere teatrali che hanno visto o letto e
che sono formate da più di un atto. Chiedete:
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
4
I L P I A N O D I S A LV E Z Z A P E R I F I G L I D E L PA D R E C E L E S T E
• Perché in un’opera in tre atti è importante conoscere ciò che accade nel
primo atto?
• In che modo la mancanza di conoscenza della vita preterrena può portare a
malintesi su chi siamo e sul nostro potenziale eterno?
Condividete la descrizione seguente che il presidente Boyd K. Packer, presidente
facente funzione del Quorum dei Dodici Apostoli, fece paragonando il piano di
salvezza a una «grande opera in tre atti»:
«Il primo atto s’intitola “La vita preterrena”. Le Scritture lo descrivono come
il nostro primo stato (vedere Giuda 1:6; Abrahamo 3:26, 28). Il secondo atto,
dalla nascita al tempo della risurrezione, è il “secondo stato”. Il terzo atto è
chiamato “la vita dopo la morte” o “vita eterna”.
Nella vita terrena siamo come attori che entrano in un teatro proprio nell’attimo in cui si alza il sipario per il secondo atto. Abbiamo perso il primo atto.
L’opera in scena presenta molte vicende, principali e secondarie, intessute
l’una nell’altra sì che ci resta difficile capire quali sono i rapporti tra i vari
personaggi e tra loro e le azioni che si svolgono; abbiamo difficoltà nell’individuare chi sono i buoni e i cattivi. La situazione è ancora più complicata
perché noi non siamo semplici spettatori; siamo attori, siamo sul palcoscenico, siamo al centro dell’azione!
Come parte del piano eterno, il ricordo della vita preterrena, ossia il primo
atto, è coperto da un velo. Dal momento che arriviamo nella vita terrena
all’inizio del secondo atto, senza avere un ricordo del primo atto, non c’è
da stupirsi che sia difficile capire che cosa stia accadendo» (The Play and the
Plan [discorso tenuto ai giovani adulti, 7 maggio 1995], 2).
Chiedete:
• Perché la dimenticanza del «primo atto» (la vita preterrena) richiede l’esercizio
della fede nel Signore?
• In che modo la conoscenza che la nostra venuta sulla terra e che l’entrata nella
mortalità fanno parte di un piano divino può aiutarci quando la vita è difficile?
Condividete l’insegnamento del presidente Packer:
«A volte ci chiediamo: se il piano è veramente il grande piano di felicità,
perché dobbiamo lottare per gustarne la pienezza nella vita terrena?
Rimarrete senz’altro delusi se vi aspettate di trovare nel secondo atto solo
comodità, pace e beatitudine. Capirete poco di ciò che accade e perché le
cose sono lasciate andare come vanno.
Ricordatevelo: la frase “E vissero tutti felici e contenti” non è mai scritta
nel secondo atto. Essa è compresa nel terzo atto, quando i misteri saranno
risolti e ogni cosa sarà rettificata…
Sino a quando non avrete un’ampia prospettiva della natura eterna di questo
grande dramma, non capirete molto le ingiustizie della vita. Alcuni nascono
con quasi nulla, altri con moltissimo. C’è chi nasce nella povertà, con handicap, con dolore e sofferenze. Taluni muoiono prematuramente, persino
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
I L P I A N O D I S A LV E Z Z A P E R I F I G L I D E L PA D R E C E L E S T E
5
da bambini innocenti. Ci sono le forze brutali e inclementi della natura,
come pure la brutalità dell’uomo verso l’uomo…
Non pensate che Iddio causi intenzionalmente ciò che, per i Suoi scopi,
consente che accada. Quando conoscerete completamente il piano e il suo
scopo, anche queste cose mostreranno l’amore del Padre celeste» (The Play
and the Plan, 2).
Esaminate la dichiarazione del presidente Packer «Sino a quando non avrete
un’ampia prospettiva della natura eterna di questo grande dramma, non capirete
molto le ingiustizie della vita». Chiedete come userebbero la conoscenza del piano
di salvezza per rispondere alle dichiarazioni e alle domande seguenti:
• Mio padre morì prima che io fossi abbastanza grande da conoscerlo. Lo
rivedrò mai?
• Ho un amico che fa tutto ciò che è sbagliato e che sembra perfettamente felice.
Perché dovrei osservare i comandamenti di Dio?
• Io e il mio fidanzato siamo d’accordo di non avere figli, perché sono un fardello dal punto di vista economico ed emotivo. Saremo più felici senza di loro.
Possiamo servirci della conoscenza del piano di salvezza per superare le
difficoltà terrene.
Aiutate gli studenti a comprendere che nella vita preterrena sviluppammo talenti
e capacità e che la conoscenza di questo stadio esistenziale dovrebbe incoraggiarci
a rimanere fedeli e a sviluppare in questa vita detti talenti e capacità. Per aiutarli
a comprendere questi principi, leggete le dichiarazioni seguenti fatte da Autorità
generali e analizzate le domande che le seguono.
Nella vita preterrena sviluppammo talenti e capacità.
L’anziano Bruce R. McConkie, membro del Quorum dei Dodici Apostoli, dichiarò:
«In questa precedente vita, l’esistenza preterrena o preesistenza, sviluppammo
varie capacità e talenti. Alcuni li svilupparono in un campo e altri in un
altro. Il campo più importante di tutti era quello della spiritualità, ossia la
competenza, il talento e la capacità di riconoscere la verità» (Making Our
Calling and Election Sure, Brigham Young University Speeches of the Year [25
marzo 1969], 5–6).
Chiedete:
• Perché pensate che la spiritualità sia «il campo più importante di tutti»?
• In che modo la spiritualità potrebbe influire sulla nostra capacità di comprendere la conoscenza secolare?
La conoscenza della vita preterrena dovrebbe incoraggiarci a rimanere fedeli e a
sviluppare i talenti e le capacità.
Chiedete di elencare diversi problemi comuni di tipo secolare che abbiamo avuto
(ad esempio, trovare un lavoro, avere abbastanza soldi per soddisfare le esigenze
basilari, mantenersi in salute, comprendere le prove).
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
6
I L P I A N O D I S A LV E Z Z A P E R I F I G L I D E L PA D R E C E L E S T E
L’anziano Neal A. Maxwell, membro del Quorum dei Dodici Apostoli, spiegò:
«Acconsentire a venire in questo secondo stato fu tuttavia come acconsentire
in anticipo a subire una anestesia, l’anestesia della dimenticanza. I dottori
non risvegliano una persona nel bel mezzo di una anestesia che erano stati
autorizzati a praticare, per chiedergli se devono o no continuare. Abbiamo
acconsentito a venire quaggiù e a sottoporci a determinate esperienze in
determinate circostanze» (La Stella, gennaio 1986, 14).
Chiedete:
• In che modo la conoscenza che nella vita preterrena foste disposti a sottoporvi
a certe condizioni sulla terra influisce sul modo in cui accettate e affrontate
le difficoltà?
• In che modo sapere che nell’esistenza preterrena sviluppammo vari talenti
e capacità ci aiuta a motivarci a svilupparli anche in questa vita?
COMPITI SUGGERITI
Incoraggiate gli studenti a spiegare il piano di salvezza in occasione di una
serata familiare.
Chiedete di scrivere nel manuale degli studenti le risposte alle domande seguenti:
• In che modo migliorare la nostra istruzione e le capacità lavorative ci aiuta a
adempiere il nostro scopo nella vita?
• In che modo, se otteniamo una preparazione professionale migliore e miglioriamo la nostra istruzione, siamo di maggior beneficio per la famiglia e per il
nostro prossimo spiritualmente e materialmente?
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
7
2 LA GUIDA DELLO SPIRITO
INTRODUZIONE
Poiché ci sono molte false voci che richiamano la nostra
attenzione, abbiamo bisogno di riconoscere la rivelazione personale che giunge da Dio. Una debita preparazione personale per ricevere lo Spirito è essenziale per
una comunicazione spirituale. Lo Spirito Santo porta
conforto, pace e una guida nelle questioni sia materiali
sia temporali. Aiutate gli studenti a comprendere il ruolo
dello Spirito Santo e a riconoscere i Suoi suggerimenti.
Imparando a riconoscere e a seguire la guida dello
Spirito, possiamo evitare quelle aree che sono uno
spreco di tempo o che hanno poca importanza.
PRINCIPI DA COMPRENDERE
• Lo Spirito Santo può portare conforto, pace e guida.
• La guida dello Spirito Santo è disponibile a tutti i membri degni della Chiesa.
• La preghiera è un mezzo per ricevere la guida dello Spirito.
SUGGERIMENTI DIDATTICI
Lo Spirito Santo può portare conforto, pace e guida.
Dividete i seguenti versetti tra gli studenti. Chiedete loro di leggerli e di spiegare
alla classe che cosa insegnano riguardo allo Spirito Santo. Riportate alla lavagna
le risposte sotto il titolo Ruoli dello Spirito Santo.
• Giovanni 14:26
• Giovanni 16:13
• Romani 5:5
• 2 Nefi 31:17
• 2 Nefi 31:18
• Dottrina e Alleanze 6:15
Invitate gli studenti a raccontare esperienze personali che illustrano uno dei
ruoli dello Spirito Santo.
Leggete insieme 2 Nefi 32:5. Scrivete alla lavagna «Lo Spirito Santo… vi mostrerà
tutte le cose che dovrete fare» (2 Nefi 32:5). Lasciate un minuto affinché gli studenti
memorizzino la frase e il riferimento scritturale. Cancellate la frase e chiedete a
due o tre volontari di citare la frase e d’indicarne il riferimento scritturale.
Fate elencare nella sezione «Note e impressioni» del manuale dello studente le
tre o quattro decisioni più importanti che devono prendere. Leggete Dottrina e
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
8
LA GUIDA DELLO SPIRITO
Alleanze 90:24 e fate loro riassumere quello che dovrebbero fare per ricevere
aiuto dallo Spirito del Signore in ognuna delle decisioni scritte.
Condividete la dichiarazione seguente dell’anziano Joseph B. Wirthlin, membro
del Quorum dei Dodici Apostoli:
«Lo Spirito Santo… è un rivelatore e insegnante che trasmette informazioni
al nostro spirito con maggiore certezza di quanta è possibile riceverne tramite i nostri sensi naturali. Egli può guidarci in ogni scelta e decisione e
mai ci ingannerà o ci travierà. Egli è un consolatore che porta pace alla
nostra anima in tempi di necessità» (La Stella, gennaio 1995, 85).
Chiedete: che cosa affermò l’anziano Wirthlin in merito alla certezza delle
informazioni che possiamo ricevere dallo Spirito Santo?
La guida dello Spirito Santo è disponibile a tutti i membri degni della Chiesa.
Condividete il seguente insegnamento:
«Il potere dello Spirito Santo può scendere su una persona prima del battesimo e rendere testimonianza che il Vangelo è vero. Ma il diritto di avere
la costante compagnia dello Spirito Santo, quando una persona ne è degna,
è un dono che si può ricevere soltanto mediante l’imposizione delle mani
da parte di un detentore del Sacerdozio di Melchisedec, dopo il battesimo
autorizzato nella vera chiesa di Gesù Cristo» (Guida alle Scritture, «Spirito
Santo», 190).
Chiedete: qual è la chiave per avere la compagnia costante dello Spirito Santo?
(Dignità).
Invitate gli studenti a leggere la dichiarazione dell’anziano Henry B. Eyring
riportata a pagina 8 del manuale dello studente.
Chiedete: che cosa possiamo fare per essere degni dell’influenza dello Spirito
Santo?
Fate leggere a qualcuno gli ultimi due paragrafi della dichiarazione dell’anziano
Joseph B. Wirthlin riportata alle pagine 8–9 del manuale dello studente. Chiedete:
• Che cosa l’anziano Wirthlin affermò che può ostacolare l’influenza dello
Spirito Santo?
• Che cosa avete verificato che dovete fare regolarmente per invitare lo Spirito?
(Le risposte possono includere vivere in maniera retta, studiare le Scritture,
pregare, seguire i profeti viventi, osservare le alleanze battesimali, essere caritatevoli, controllare i pensieri. Invitate gli studenti a riportare le risposte alla
lavagna. Man mano che rispondono, incoraggiateli a spiegare l’importanza
dell’attività menzionata. Esortate i presenti a prendere appunti nella sezione
«Note e impressioni» del manuale dello studente).
La preghiera è un mezzo per ricevere la guida dello Spirito.
Se vi siete serviti della domanda finale del suggerimento didattico precedente,
potreste riferirvi all’elenco con le azioni suggerite dagli studenti per invitare lo
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
LA GUIDA DELLO SPIRITO
9
Spirito. Leggete insieme la dichiarazione del presidente James E. Faust riportata
a pagina 9 del manuale dello studente. Chiedete:
• Su quale pratica il presidente Faust pose l’accento nel terzo e nel quarto punto?
• Pregare era nell’elenco delle azioni che invitano lo Spirito? Perché?
Chiedete a uno studente di leggere la dichiarazione seguente del presidente
Heber J. Grant:
«Nel momento stesso in cui l’uomo cessa di supplicare Dio per godere del
Suo Spirito e della Sua guida, egli comincia a diventare estraneo a Lui e alle
Sue opere. Quando gli uomini cessano di pregare per godere dello Spirito di
Dio, ripongono la loro fiducia nella sola ragione e perdono gradualmente lo
Spirito di Dio, proprio come degli amici che pure sono stati molto cari e
intimi, se non si scrivono o non si fanno visita diventeranno degli sconosciuti.
Dobbiamo tutti pregare che Dio non ci lasci mai soli per un momento senza
il Suo Spirito che ci aiuti e ci assista a resistere al peccato e alla tentazione»
(Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Heber J. Grant, 183).
Chiedete: perché la preghiera è importante per chi desidera la guida dello Spirito?
Condividete la dichiarazione seguente del presidente Ezra Taft Benson sul rapporto
tra preghiera e Spirito. Nel leggere il consiglio di questo profeta, invitate gli studenti a prestare attenzione alle domande che pone e a pensare a come risponderebbero.
«Quando pregate, ossia quando parlate con il vostro Padre celeste, esternate
davvero i vostri problemi? Lasciate che conosca i sentimenti, i dubbi, le
insicurezze, le gioie o i vostri desideri più profondi, oppure la preghiera
è semplicemente un’espressione abitudinaria con le stesse parole e frasi?
Meditate su quello che volete veramente dire? Dedicate del tempo ad ascoltare i suggerimenti dello Spirito? Le risposte alle preghiere giungono più
comunemente mediante una voce dolce e sono percepite tramite i nostri
sentimenti più intimi. Vi dico che potete conoscere la volontà di Dio
riguardo a voi se dedicherete del tempo alla preghiera e all’ascolto» («To
“the Rising Generation”», New Era, giugno 1986, 8).
(Nota: i suggerimenti didattici seguenti pongono l’accento sull’importanza di
imparare ad ascoltare lo Spirito per riconoscere la risposta del Signore alle preghiere. Per via della loro lunghezza porteranno via la maggior parte del tempo
previsto per la lezione. Il consiglio dell’anziano Richard G. Scott è particolarmente
pertinente ai giovani adulti, perché questi giungono a molti bivi dove affrontano
decisioni che avranno un’influenza durevole sulla loro vita come individui, come
coniugi e come genitori. Aiutate gli studenti a imparare ad avere fiducia nel
riconoscere le risposte del Signore alle preghiere, in modo che ogni giorno si
rivolgano umilmente a Lui).
Prima della lezione potreste scrivere alla lavagna le prime due o tre domande che
fungono da sottotitoli nel discorso della conferenza generale tenuto dall’anziano
Richard G. Scott (vedere manuale dello studente, pagine 10–12). Chiedete ai
presenti se hanno mai meditato su queste domande.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
10
LA GUIDA DELLO SPIRITO
Usate il discorso della conferenza generale dell’anziano Scott come risorsa per
rispondere alle dieci domande dei sottotitoli inseriti nel manuale dello studente.
Potreste dividere la classe in gruppi e chiedere ad ognuno di questi di cercare le
risposte a una o più domande. Invitate i gruppi a raccontare che cosa hanno
imparato. Man mano che andate avanti con le domande, aggiungetele a quelle
già riportate alla lavagna.
COMPITI SUGGERITI
Fate esaminare la sezione «Applicazioni ed esempi» del manuale dello studente
e rispondere alle domande lì riportate.
Invitate gli studenti a meditare su come possono invitare lo Spirito. Chiedete
loro di scrivere i loro pensieri nella sezione «Note e impressioni» del manuale
dello studente.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
11
3 LE METE E LA GESTIONE DEL TEMPO
INTRODUZIONE
Molte persone fanno fatica a stabilire delle mete
e a gestire efficacemente il tempo. Aiutate gli
studenti a comprendere come stabilire delle
mete e gestire saggiamente il tempo può
migliorare la loro vita e far sì che servano
meglio gli altri.
PRINCIPI DA COMPRENDERE
• Stabilire mete degne ci fornisce una guida per la vita.
• Dovremmo stabilire delle mete in varie aree.
• Una buona gestione del tempo ci dà controllo sulla nostra vita, cosicché possiamo
servire con più efficacia.
SUGGERIMENTI DIDATTICI
Stabilire mete degne ci fornisce una guida per la vita.
Condividete questo brano tratto dal diario di un agricoltore:
«Ho deciso di tagliare il fieno. Ho iniziato a bardare i cavalli, ma ho visto che i
finimenti erano rotti. Li ho portati nel granaio per ripararli e ho notato in terra
alcuni sacchi vuoti. I sacchi servivano a ricordarmi che dovevo togliere i germogli
da alcune patate che erano nello scantinato. Sono sceso nello scantinato e ho
notato che la stanza andava scopata. Sono salito in casa a prendere una scopa e
ho visto che la scatola della legna era vuota. Sono andato alla catasta della legna
e ho notato che alcuni polli non stavano bene. Avevano un aspetto malaticcio,
così ho deciso di dar loro un po’ di medicine. Dato che avevo finito le medicine,
sono salito in macchina e mi sono diretto alla farmacia. Lungo la strada ho finito
la benzina».
Chiedete:
• Che cosa allontanò l’agricoltore dalla meta di tagliare il fieno?
• Perché a volte ci comportiamo come lui?
• Che cos’è una meta?
• Perché è importante rimanere concentrati su un obiettivo?
• Perché è importante stabilire delle mete?
• Come raggiungiamo dei traguardi?
Condividete i concetti seguenti, che possono aiutarci a imparare a stabilire delle
buone mete:
• Una meta è un conseguimento atteso.
• Il valore di un obiettivo ci aiuta a stabilirne la priorità.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
12
LE METE E LA GESTIONE DEL TEMPO
• Assegnare un’importanza agli obiettivi da raggiungere significa metterli in
un ordine desiderato.
• Un calendario ci aiuta a programmare quello che dobbiamo raggiungere.
La maggior parte delle persone di successo fissa degli obiettivi. Stabilire delle
mete ci aiuta a programmare e ci fornisce una guida.
Scrivete alla lavagna Mete a lungo termine, Mete intermedie, Mete a breve termine,
Compiti giornalieri. Chiedete:
• Quali sono per voi le mete a lungo termine?
• Quali sono per voi le mete intermedie?
• Quali sono per voi le mete a breve termine?
• Quali sono alcuni esempi di compiti giornalieri?
Riportate alla lavagna le risposte sotto il titolo corrispondente (vedere gli esempi
riportati nella tabella seguente).
Mete a lungo termine
Accrescere le mie capacità per ottenere
una promozione.
Essere degno dell’esaltazione e diventare
come il mio Padre celeste.
Mete intermedie
Completare un anno accademico
puntando a conseguire una laurea
o un certificato.
Ricevere le ordinanze del tempio.
Servire nel Regno.
Mete a breve termine
Iscrivermi e completare un semestre o
trimestre puntando a conseguire una
laurea o un certificato.
Pagare regolarmente la decima e le offerte.
Essere fedele ogni mese nell’insegnamento
familiare o in visita.
Compiti giornalieri
Fare i compiti per la lezione successiva.
Leggere le Scritture per trenta minuti
ogni mattino.
Pregare al mattino e alla sera.
Chiedete:
• Perché l’elenco «Compiti giornalieri» aiuta a conseguire gli obiettivi?
• Perché è importante esaminare i compiti quotidiani in rapporto alle mete
a lungo termine?
• In che modo le mete a breve termine ci aiutano a raggiungere gli obiettivi
accademici e spirituali a lungo termine?
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
LE METE E LA GESTIONE DEL TEMPO
13
• In che modo le mete a lungo termine, intermedie e a breve termine
interagiscono tra loro e con i compiti giornalieri?
È stato affermato che una meta non scritta è soltanto un desiderio. Aiutate i
presenti a comprendere che scrivere le mete può aiutarli a ricordare e a conseguire
i loro obiettivi.
Leggete il consiglio seguente impartito dall’anziano Franklin D. Richards, allora
Assistente al Quorum dei Dodici Apostoli:
«Gli obiettivi e le mete non dovrebbero essere soltanto degni, ma anche
realistici. Dovrebbero essere un incentivo a lavorare in maniera più efficace.
Stabilire pertanto obiettivi realistici e raggiungerli diviene allora una parte
importante del grande processo di progressione eterna» (Conference
Report, ottobre 1969, 123).
Chiedete: come potete stabilire se una meta è realistica?
Dovremmo stabilire delle mete in varie aree.
Invitate due studenti alla lavagna. Fate scrivere a uno materiale e all’altro spirituale.
Chiedete a una terza persona di leggere ad alta voce la storia riportata nel manuale
dello studente (pagina 18) sul giovane John Widtsoe, raccontata dall’anziano G.
Homer Durham. Chiedete agli studenti alla lavagna di riportare tutte le mete di
John Widtsoe sotto materiale o spirituale.
Chiedete in quale categoria (materiale o spirituale) porrebbero i seguenti campi:
servizio ecclesiastico, servizio civile, famiglia, istruzione, carriera, lavoro missionario, finanze, genealogia, esercizio fisico, tempo libero.
Invitate i presenti a suggerire mete specifiche adatte ad ogni campo dell’elenco
precedente (ad esempio, per la genealogia, inviare un nome al tempio affinché
la persona riceva le ordinanze; per le finanze, tenere un bilancio).
Una buona gestione del tempo ci dà controllo sulla nostra vita, cosicché
possiamo servire con più efficacia.
Discutete partendo dalle domande seguenti:
• Quanti di voi vorrebbero avere ogni giorno più tempo? Perché?
• Perché perdete il controllo del tempo a disposizione?
Scrivete alla lavagna: Assumiamo il controllo della nostra vita controllando il tempo
a disposizione.
Chiedete: perché è importante che dirigiamo in maniera attiva il corso della
nostra esistenza, piuttosto che lasciare che le cose accadano?
Leggete insieme Dottrina e Alleanze 60:13.
Chiedete: perché è importante non sprecare il tempo?
Condividete la dichiarazione seguente dell’anziano M. Russell Ballard, membro del
Quorum dei Dodici Apostoli. Nell’elenco delle cose semplici che i giovani possono
fare per mantenersi «puliti, puri e valorosi» per servire una missione, menzionò:
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
14
LE METE E LA GESTIONE DEL TEMPO
«Limitare il tempo trascorso giocando al computer. Quanti nemici sapete eliminare in un minuto quando giocate al computer non avrà alcun effetto sulla
vostra capacità di essere un buon missionario» (Liahona, novembre 2002, 48).
Chiedete:
• Che principio insegna la dichiarazione dell’anziano Ballard?
• In che cosa sprechiamo spesso il tempo?
• Quali atteggiamenti portano a sprecare il tempo?
• In che modo le invenzioni moderne possono farci risparmiare tempo
o sprecarlo?
Uno degli strumenti migliori che abbiamo per gestire il tempo è la programmazione.
Qualcuno disse: programmate il lavoro e poi lavorate secondo il programma. La
programmazione ci aiuta a portare gli eventi futuri nel presente, in modo che
possiamo fare ora qualcosa a loro riguardo.
Scrivete alla lavagna le seguenti semplici regole per programmare in maniera
efficace (il modello potrebbe essere adattato alle mete intermedie e a lungo
termine, come a quelle settimanali, mensili o annuali).
1. Fate un elenco di tutte le cose che dovete compiere oggi.
2. Assegnate un’importanza a ognuna di esse (ad esempio, A = essenziale,
B = importante, C = di poco valore, D = perdita di tempo).
3. Portate a termine tutte le mete A, poi le B, e così via.
Fate leggere agli studenti la sezione «Applicazioni ed esempi» nel manuale dello
studente (pagina 20).
Leggete le dichiarazioni del presidente Thomas S. Monson e del presidente
Gordon B. Hinckley riportate nel manuale dello studente (pagina 19). Chiedete
agli studenti di trovare e di riassumere il loro consiglio sulle priorità. Elencatele
alla lavagna.
COMPITI SUGGERITI
Chiedete agli studenti di dedicare un po’ di tempo durante la settimana a ritirarsi
in un luogo tranquillo e di scrivere le mete per la loro vita; di descrivere su un
foglio che cosa devono fare nei prossimi cinque anni, nel prossimo anno, nei
prossimi sei mesi e nella prossima settimana per conseguire una di queste mete.
Invitateli a scrivere un paragrafo su ogni meta per la vita, descrivendo l’importanza che ha per loro. Possono usare la sezione «Note e impressioni» del manuale
dello studente.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
15
4 LA GESTIONE SAGGIA DELLE
RISORSE ECONOMICHE
INTRODUZIONE
Molte persone si preoccupano della loro situazione
economica. Tanti si preoccupano di avere le risorse
economiche necessarie per provvedere a se stessi o alla
propria famiglia. Altri potrebbero non comprendere
l’importanza di essere onesti nei rapporti economici,
perché vedono persone che sembrano prosperare grazie
a pratiche disoneste. Aiutate gli studenti a comprendere l’importanza di pagare la decima e le offerte, di
evitare i debiti e di risparmiare per il futuro, di essere
onesti negli affari, di lavorare insieme in famiglia per
fare un bilancio delle risorse. Se osserviamo fedelmente
i comandamenti del Signore, prospereremo sulla terra
(vedere 1 Nefi 2:20). Questa promessa non si riferisce
solo ai beni materiali, ma anche alle benedizioni
personali e familiari.
PRINCIPI DA COMPRENDERE
• Il pagamento della decima e delle offerte porta benedizioni.
• Evitare i debiti non necessari e risparmiare per il futuro contribuisce a mantenerci
liberi dalla schiavitù economica.
• L’onestà negli affari mostra la nostra integrità personale.
• La consultazione tra familiari ci aiuta a decidere come dovremmo impiegare
le risorse.
SUGGERIMENTI DIDATTICI
Il pagamento della decima e delle offerte porta benedizioni.
Nella gestione delle finanze, il pagamento della decima dovrebbe essere al
primo posto. Condividete il racconto seguente del presidente Joseph F. Smith:
«Mia madre era una vedova con una famiglia numerosa a cui provvedere. Una
primavera, dopo aver raccolto le patate, chiese a noi ragazzi di preparare un
carico delle patate più belle da portare all’ufficio della decima. Quell’anno
c’era scarsità di tale prodotto. Io, che a quel tempo ero un bambino piccolo,
guidavo il carro con le patate. Quando giungemmo presso gli scalini dell’ufficio della decima, pronti per scaricare le patate, uno degli impiegati venne
fuori e disse a mia madre: “Vedova Smith, è una vergogna che lei debba
pagare la decima”… Rimproverò mia madre perché pagava la decima, le disse
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
16
LA GESTIONE SAGGIA DELLE RISORSE ECONOMICHE
che non era né prudente né saggia; e aggiunse che c’erano altri, in grado di
lavorare, che invece erano mantenuti dall’ufficio della decima. Mia madre si
voltò verso di lui dicendogli: “William, dovresti vergognarti di te stesso. Mi
negheresti una benedizione? Se non pagassi la decima, io non potrei aspettarmi le benedizioni del Signore. Io pago la decima non soltanto perché è
una legge di Dio, ma perché facendolo spero di ricevere una benedizione.
Osservando questa ed altre leggi, mi aspetto di prosperare e di essere in grado
di provvedere alla mia famiglia”» (Conference Report, aprile 1900, 48).
Chiedete: che lezioni apprendiamo dalla madre del presidente Smith sull’importanza del pagamento della decima?
Chiedete di leggere la dichiarazione del presidente Gordon B. Hinckley riportata
a pagina 24 del manuale dello studente, che inizia con «Non dico che…»
Chiedete: in che modo il Signore potrebbe riversare su di noi delle benedizioni,
oltre a darci maggiori ricchezze, se paghiamo fedelmente la decima e le offerte?
Spiegate che quando paghiamo la decima mostriamo fede, amore e dedizione verso
il Signore. I fondi della decima sono seguiti con attenzione dalla Prima Presidenza
e sono impiegati per edificare il regno di Dio sulla terra (vedere DeA 120).
Mostrate agli studenti la moneta di minor valore in circolazione nel paese dove
vivete.
Chiedete: in che modo una monetina come questa può essere preziosa per il
Signore?
Durante il ministero terreno, il Signore osservò una vedova che versava un’offerta.
Fate leggere a uno studente Luca 21:1–4. Spiegate che quegli spiccioli erano le
monete di minor valore in circolazione ai tempi di Gesù.
Chiedete:
• Che cosa significa che i ricchi diedero «del loro superfluo», mentre la vedova
donò «tutto quanto avea per vivere»?
• Perché per Dio è più importante l’atteggiamento che abbiamo nel donare del
valore del dono stesso?
Leggete o esponete il seguente caso di studio:
Steve si era iscritto a scuola. Aveva un lavoro part-time, ma non aveva debiti di
cui preoccuparsi. Quando ricevette la paga, tuttavia, scoprì di non avere abbastanza soldi per pagare sia l’affitto sia la decima.
Chiedete: che consiglio gli dareste?
Aiutate gli studenti a comprendere che paghiamo la decima perché abbiamo
fede, non perché abbiamo denaro (vedere la dichiarazione dell’anziano Joseph
B. Wirthlin riportata nel manuale dello studente a pagina 24).
Chiedete a una persona di leggere la dichiarazione del presidente James E. Faust
riportata a pagina 24 del manuale dello studente.
Leggete insieme Malachia 3:8–12 (Padronanza delle Scritture, Malachia 3:8–10).
Chiedete:
• Che cosa pensate significhi «apro le cateratte del cielo»? (Le risposte possono
includere benedizioni spirituali e materiali).
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
LA GESTIONE SAGGIA DELLE RISORSE ECONOMICHE
17
• Considerate la decima un dono a Dio o il pagamento di un debito? Perché?
Condividete il consiglio seguente dell’anziano Jeffrey R. Holland, membro del
Quorum dei Dodici Apostoli:
«Pagate le vostre decime e le vostre offerte onestamente e integralmente,
perché esse sono giustamente dovute al Signore…
Pagare la decima non è una dimostrazione di quanto siamo caritatevoli
perché offriamo qualcosa a Dio. Pagare la decima è come pagare un debito»
(Liahona, gennaio 2002, 39).
Chiedete:
• In che modo possiamo ricevere benefici spirituali quando paghiamo la decima?
• Chi o che cosa pensate che sia il «divoratore» di cui si parla in Malachia 3:11?
Spiegate che il divoratore può essere un ostacolo che tende a mangiarci le risorse,
come incidenti costosi, problemi di salute, inclinazione a spendere. Talvolta il
divoratore è minacciato dalle conseguenze delle nostre azioni. Il Signore può
insegnarci come evitare o superare questi problemi.
Chiedete: in che modo il pagamento della decima ci aiuta a prepararci per la
seconda venuta di Gesù Cristo? (Chiedete di leggere DeA 64:23 [Padronanza
delle Scritture] per trovare la risposta).
Condividete le due dichiarazioni seguenti e fate individuare le benedizioni concesse a coloro che pagano la decima, facendo spiegare perché molti di questi
benefici sono più preziosi del denaro.
L’anziano Heber J. Grant, allora membro del Quorum dei Dodici Apostoli, attestò:
«Rendo testimonianza—e so che la testimonianza che rendo è vera—che
gli uomini e le donne che sono stati completamente onesti con Dio, che
hanno pagato la loro decima… attestano a tutto il mondo le benedizioni
divine che sono giunte loro in adempimento di questa legge, e che hanno
ricevuto da Dio la saggezza necessaria per amministrare i rimanenti nove
decimi delle loro sostanze, sì da renderli di maggiore consistenza per loro,
e hanno fatto di più con quella somma di quanto avrebbero fatto se non
fossero stati onesti con il Signore» (Conference Report, aprile 1912, 30).
Il presidente N. Eldon Tanner, che era un consigliere della Prima Presidenza,
insegnò:
«Il pagamento della decima è un comandamento, un comandamento con
una promessa. Se obbediamo a questo comandamento abbiamo la promessa
che prospereremo nel nostro paese. Questa prosperità consiste di qualcosa
di più del benessere materiale: può includere anche il godimento di buona
salute e il vigore della mente. Include la solidarietà familiare e lo sviluppo
spirituale» (Conference Report, ottobre 1979, 119; Ensign, novembre 1979, 81).
Invitate uno o due studenti a condividere la loro esperienza con il pagamento
della decima e a spiegare come esso ha rafforzato la loro fede nel Salvatore.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
18
LA GESTIONE SAGGIA DELLE RISORSE ECONOMICHE
Evitare i debiti non necessari e risparmiare per il futuro contribuisce a
mantenerci liberi dalla schiavitù economica.
Scrivete alla lavagna: In che modo i debiti limitano la nostra libertà?
Dividete la classe in quattro gruppi e assegnate a ciascuno di essi una delle prime
quattro dichiarazioni delle Autorità generali riportate nella sezione «Evitare i
debiti non necessari…» alle pagine 24–25 del manuale dello studente. Chiedete
ai gruppi di trovare il punto fondamentale della dichiarazione loro assegnata.
Dopo che i gruppi hanno avuto la possibilità di esaminare le dichiarazioni,
chiedete a un rappresentante di ogni gruppo di farsi avanti per una discussione
di classe. Ponete le domande seguenti ai rappresentanti e chiedete loro di fare
possibilmente riferimento alle dichiarazioni del manuale dello studente:
• Quali sono alcune buone abitudini economiche che dovremmo acquisire?
• Che cosa significa «spendere con moderazione»?
• Perché è facile contrarre debiti, ma è difficile estinguerli?
• Quali sono i debiti accettabili?
• In che modo i debiti possono limitare la libertà?
Chiedete di leggere Dottrina e Alleanze 104:78–80. Riportate poi alla lavagna
i principi e il consiglio del Signore in merito ai debiti. Chiedete:
• Perché pensate che sia un consiglio importante su come pagare i debiti?
• In che modo questi versetti possono aiutarvi a evitare i debiti?
Condividete la seguente dichiarazione del presidente Heber J. Grant:
«Se vi è una cosa che porterà pace e contentezza nel cuore dell’uomo e della
famiglia è vivere nell’ambito dei propri mezzi; e se c’è una cosa difficile, scoraggiante e sconsolante è avere debiti e obblighi ai quali non siamo in grado
di fare fronte» (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Heber J. Grant, 128).
Chiedete di andare al calendario per l’eliminazione dei debiti riportato nel
manuale degli studenti (pagina 25) e di leggere la spiegazione dell’anziano
Marvin J. Ashton, che precede il calendario. Chiedete loro di notare sul calendario
che quando il debito 1 è stato pagato a luglio, il pagamento mensile per quel
debito saldato è stato aggiunto al pagamento per il debito 2 al fine di eliminarlo
prima. Chiedete di spiegare il modello, come funziona per i rimanenti debiti.
L’onestà negli affari mostra la nostra integrità personale.
Scrivete alla lavagna la parola onestà. Chiedete agli studenti che cosa significa
per loro questa parola.
Chiedete: come influisce l’onestà sul rapporto che abbiamo con il prossimo,
come, ad esempio, con i genitori, il coniuge, i colleghi di lavoro e gli amici?
Spiegate che l’onestà con gli altri riflette come seguiamo il Signore. Il Signore ci
ha chiamato il Suo popolo dell’alleanza. Questo perché siamo disposti a stringere
alleanze con Lui e a tenervi fede. Egli ci ha comandato di essere onesti con Lui
e con il prossimo. Leggete o raccontate l’esperienza seguente dell’anziano James E.
Faust, allora membro del Quorum dei Dodici Apostoli:
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
LA GESTIONE SAGGIA DELLE RISORSE ECONOMICHE
19
«Quand’ero supervisore di area nell’America Meridionale, durante una permanenza a Montevideo, in Uruguay, vissi un’esperienza indimenticabile.
Volevo cambiare in valuta locale alcune banconote brasiliane, così fratello
Carlos Pratt mi portò ad un ufficio di cambio nel centro della città. Mi presentò ad uno dei dirigenti il quale si disse disposto a cambiarmi 1.000 dollari.
Non avevo con me 1.000 dollari in contanti, ma soltanto un assegno di una
banca di Salt Lake City. Quell’ufficio di cambio non aveva mai trattato con
me in precedenza. Infatti, non mi avevano mai visto e potevano aspettarsi
di non vedermi mai più. Non c’era alcun modo di verificare se vi erano mille
dollari nel mio conto presso la banca di cui volevo incassare un assegno.
Ma essi accettarono il mio assegno senza alcuna esitazione, soltanto sulla
base del fatto che ero un Mormone e che essi avevano in precedenza fatto
affari con altri Mormoni. Francamente fui sia grato che compiaciuto per la
fiducia dimostratami» (La Stella, aprile 1981, 76–77).
Chiedete:
• Come membri della Chiesa, in che modo l’onestà influisce non solo su noi
stessi?
• In che modo la disonestà è una forma di egoismo?
Invitate gli studenti a raccontare esperienze che esemplificano l’onestà nei
rapporti d’affari.
Condividete la dichiarazione seguente del presidente N. Eldon Tanner:
«L’ideale dell’integrità non passerà mai di moda. Si applica a tutto ciò che
facciamo. Come dirigenti e membri della Chiesa dobbiamo essere l’epitome
dell’integrità» (La Stella, maggio 1982, 18).
Chiedete: perché pensate che l’onestà personale sia uno dei requisiti per ottenere
una raccomandazione del tempio?
La consultazione tra familiari ci aiuta a decidere come dovremmo impiegare
le risorse.
Disegnate alla lavagna tre colonne e intitolatele Padre, Madre e Altri parenti.
Studiando la dichiarazione seguente della Prima Presidenza e del Quorum dei
Dodici Apostoli, chiedete d’individuare le aspettative e di elencarle nella debita
categoria:
«Per disegno divino i padri devono presiedere alle loro famiglie con amore
e rettitudine e hanno il dovere di provvedere alle necessità di vita e alla
protezione delle loro famiglie. La principale responsabilità delle madri è
quella di educare i figli. In queste sacre responsabilità padre e madre sono
tenuti ad aiutarsi l’un l’altro come soci con eguali doveri. Le infermità, la
morte o altre circostanze possono richiedere degli adattamenti individuali.
Anche gli altri parenti sono tenuti a dare un sostegno quando è necessario»
(«La famiglia: un proclama al mondo», La Stella, gennaio 1996, 117).
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
20
LA GESTIONE SAGGIA DELLE RISORSE ECONOMICHE
Spiegate che nel provvedere alle necessità di vita può essere molto utile un piano
che mostri il denaro guadagnato e dove i soldi saranno spesi. Questo piano si
chiama bilancio.
Chiedete: perché è importante che entrambi i coniugi partecipino al bilancio
familiare?
Leggete il consiglio seguente dell’anziano Marvin J. Ashton, membro del Quorum
dei Dodici Apostoli. Chiedete d’individuare altre cose da aggiungere all’elenco
alla lavagna.
«Nella casa, l’amministrazione del denaro da parte del marito e della moglie
deve essere gestita su base societaria; entrambe le parti devono avere voce
nel decidere e nello stabilire le linee di condotta…
L’amministrazione delle finanze della famiglia deve essere una questione in
comune tra marito e moglie, svolta con atteggiamento di apertura e fiducia.
Il controllo del denaro da parte di un solo coniuge, come fonte di potere e
di autorità, causa uno squilibrio nel matrimonio e non è lecito. Al contrario,
se una delle parti si disinteressa volutamente della gestione delle finanze
familiari, non ottempera ad una necessaria responsabilità» (Liahona, aprile
2000, 44).
COMPITI SUGGERITI
Chiedete agli studenti di andare al foglio del bilancio a pagina 31 del loro manuale.
Spiegate che, indipendentemente che le entrate siano molte o poche, possono
trarre beneficio imparando a tenere un bilancio. Il bilancio ci aiuta a programmare e a controllare il denaro che entra e che esce. Chiedete agli studenti d’iniziare a stilare un bilancio stimato usando il foglio nel libro. Mentre spiegate la
procedura, compilate alla lavagna un bilancio con alcune voci per ogni colonna.
Invitate gli studenti a mantenere riservato il bilancio.
Tra le «Entrate» fate riportare agli studenti le entrate previste per un dato mese
nella colonna «Previste». Queste entrate potrebbero includere il denaro proveniente da varie fonti, come il lavoro, i conti di risparmio e le borse di studio.
Tra le «Uscite» fate calcolare le spese nella colonna «Previste». Incoraggiateli a includere le donazioni alla Chiesa e i risparmi per le emergenze e le necessità future.
Incoraggiate i presenti a riportare le entrate reali di un dato mese nella colonna
«Reali». Chiedete, inoltre, di registrare le spese effettive per quel mese, per
vedere che cosa hanno speso. Questo sarà un compito difficile, perché richiederà di tenere giornalmente il conto delle spese. Probabilmente occorrerà più
spazio di quello disponibile sul foglio del manuale dello studente. Potrebbero
tenere i conti dettagliati su un foglio separato e poi servirsi del bilancio nel
manuale per riassumere le entrate e le spese alla fine del mese.
Alla fine del mese, gli studenti dovrebbero comparare le spese con le entrate.
Dopo aver calcolato il totale, potranno analizzare quanti soldi avranno bisogno
ogni mese, come pure le spese che dovranno ridurre. Tenere saggiamente un
bilancio significa equilibrare le entrate e le uscite, spendendo meno di quanto
entra. (Potreste riportare alla lavagna un esempio di bilancio, con entrate e uscite
tipiche per la vostra zona).
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
21
5 LA FEDE IN GESÙ CRISTO
CI FORNISCE LA CAPACITÀ
DI PROVVEDERE A NOI
STESSI E AGLI ALTRI
INTRODUZIONE
La fede in Gesù Cristo è un principio di potere e d’azione, che può portarci a migliorare e ad aiutare il
prossimo. Aiutate gli studenti a comprendere che se
esercitano la fede in Cristo e cercano attivamente di
migliorare la loro situazione, il Signore li assisterà
nel provvedere alle loro necessità fisiche e spirituali.
PRINCIPI DA COMPRENDERE
• La fede nel Signore Gesù Cristo ci conferisce il
potere necessario per crescere spiritualmente e per
affrontare le questioni temporali.
• Il Signore ha promesso che ci avrebbe aiutato a provvedere a noi stessi.
• Il Signore non ci comanderà in ogni cosa. Dobbiamo essere ansiosamente impegnati in una buona causa.
• Quando ci volgiamo al Signore con fede, egli ci aiuterà a capire come possiamo
migliorare la nostra vita e aiutare gli altri.
SUGGERIMENTI DIDATTICI
La fede nel Signore Gesù Cristo ci conferisce il potere necessario per crescere
spiritualmente e per affrontare le questioni temporali.
Chiedete se qualche studente si ricorda Proverbi 3:5–6 (Padronanza delle Scritture).
Date la possibilità a una persona di recitare i versetti, poi chiedete alla classe di
ripeterli una o due volte.
Chiedete:
• Che cosa pensate che significhi «confidati nell’Eterno con tutto il cuore»?
• Confidare nel Signore riduce la necessità di sviluppare una comprensione
delle cose? Perché?
Scrivete alla lavagna La fede è un principio di potere. Domandate agli studenti che
cosa pensano che significhi.
Leggete o fate leggere la dichiarazione seguente dell’anziano Bruce R. McConkie,
membro del Quorum dei Dodici Apostoli:
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
22
L A F E D E I N G E S Ù C R I S T O C I F O R N I S C E L A C A PA C I T À D I P R O V V E D E R E A N O I S T E S S I E A G L I A LT R I
«La fede, nel suo vero significato, è più che l’impulso in conformità al quale
gli uomini e gli angeli agiscono. È anche un principio di potere. La fede è
potere. Dove c’è potere, c’è fede; dove non c’è potere, non c’è fede. Pertanto,
Joseph Smith prosegue: “La fede non è soltanto il principio d’azione, ma
anche di potere, in tutti gli esseri intelligenti, in cielo o sulla terra”. La fede
si applica a tutte le sfere. Tutti gli esseri intelligenti, siano essi dèi, angeli,
spiriti o uomini, operano tutti tramite il suo potere» (A New Witness for the
Articles of Faith [1985], 164).
Chiedete:
• Quali sono alcuni esempi nelle Scritture che mostrano che la fede è potere?
(Vedere, ad esempio, Ether 12:7–22).
• In che modo questi esempi incrementano la vostra comprensione della fede?
Invitate gli studenti a raccontare alcune esperienze nelle quali la fede è stata di
loro beneficio.
Leggete la spiegazione seguente della fede:
«Avere fede in Gesù Cristo significa avere una tale fiducia in Lui da obbedire
a qualsiasi cosa Egli comandi. Non c’è fede dove non c’è obbedienza. Similmente, c’è vera obbedienza soltanto dove c’è fede. Riponendo la fede in Gesù
Cristo diventiamo Suoi discepoli obbedienti e il Padre celeste perdonerà i
nostri peccati e ci preparerà a ritornare a Lui» (Gospel Principles, [1997], 118).
Chiedete:
• Che cosa v’insegna su come accrescere la fede?
• In che modo una maggiore fede vi darebbe il potere di migliorare le vostre
circostanze materiali?
Scrivete le parole seguenti alla lavagna in alto: Istruzione, Lavoro, Famiglia.
Chiedete: come una maggiore fede in Gesù Cristo ci può aiutare a migliorare in
ognuna di queste aree?
Riportate le risposte alla lavagna. (Aiutate gli studenti a comprendere che se
obbediamo ai comandamenti di Dio otteniamo una maggiore abbondanza dello
Spirito, che ci guida nelle occupazioni materiali. Il Signore può fornirci occasioni
in cui apprendiamo e incrementiamo capacità, talenti e abilità).
Fate scrivere nella sezione «Note e impressioni» del manuale dello studente una
breve dichiarazione su come pensano che la fede e l’obbedienza possano consentir loro di crescere dal punto di vista spirituale e materiale. Invitate alcuni di
loro a leggere ciò che hanno scritto.
Condividete la vostra testimonianza che, se si sforzano di vivere secondo il
Vangelo al meglio delle loro capacità, il Signore li benedirà nelle questioni spirituali e materiali.
Il Signore ha promesso che ci avrebbe aiutato a provvedere a noi stessi.
Scrivete alla lavagna: Preghiamo per ricevere aiuto nelle questioni spirituali e materiali. Sotto il titolo, elencate in una sola colonna i riferimenti scritturali seguenti:
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
L A F E D E I N G E S Ù C R I S T O C I F O R N I S C E L A C A PA C I T À D I P R O V V E D E R E A N O I S T E S S I E A G L I A LT R I
23
• Alma 34:20
• Alma 34:21
• Alma 34:22
• Alma 34:23
• Alma 34:24
• Alma 34:25
• Alma 34:26
Chiedete di leggere e di fornire un’applicazione moderna per ogni versetto.
Invitateli a scrivere sul manuale dello studente ciò per cui vorrebbero pregare
nelle prossime settimane.
Mostrate alcune immagini della terra e di alcuni animali (se le avete, usate l’illustrazione Corredo di illustrazioni per lo studio del Vangelo [codice articolo 34735
160] 100, «La Creazione—Gli esseri viventi», e 600, «Il mondo»). Leggete insieme
Dottrina e Alleanze 104:14–18 e domandate:
• Che cosa insegnano questi versetti sul rapporto tra il Signore e la terra?
• Che cosa insegnano sulla capacità del Signore di provvedere ai Suoi figli?
• Qual è la nostra responsabilità nel qualificarci a ricevere l’aiuto del Signore?
Invitate due o tre studenti a raccontare degli esempi tratti dalla loro vita in cui
la fede, combinata con il lavoro, ha portato benedizioni, come un posto di lavoro
o la possibilità di studiare.
Il Signore non ci comanderà in ogni cosa. Dobbiamo essere ansiosamente
impegnati in una buona causa.
Chiedete agli studenti di pensare all’ultima volta che hanno fatto un gesto gentile nei confronti di una persona, senza che gli fosse stato richiesto. Chiedete:
• Perché lo avete fatto?
• Come vi siete sentiti dopo?
Chiedete di scrivere con parole proprie l’insegnamento contenuto in Dottrina e
Alleanze 58:26–27 (Padronanza delle Scritture). Chiedete a due o tre di loro di
leggere quello che hanno scritto.
Chiedete:
• Che cosa significa essere «ansiosamente impegnati»?
• Quali sono alcune buone cause che saranno di beneficio per voi, la vostra
famiglia e il prossimo?
• In quali buone cause materiali siete ora impegnati?
Fate riferimento alla dichiarazione dell’anziano Bruce R. McConkie che si trova
a pagina 34 del manuale dello studente.
Chiedete: quali istruzioni impartireste per stabilire l’equilibrio tra fede e opere?
Ricordate agli studenti che agli albori della Restaurazione, il Signore diede il permesso a Oliver Cowdery di tradurre le tavole d’oro. Leggete insieme Dottrina e
Alleanze 9:7–8.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
24
L A F E D E I N G E S Ù C R I S T O C I F O R N I S C E L A C A PA C I T À D I P R O V V E D E R E A N O I S T E S S I E A G L I A LT R I
Chiedete:
• Secondo la prima metà del versetto 8, invece di limitarsi a chiedere aiuto al
Signore, che cos’altro avrebbe dovuto fare Oliver Cowdery?
• Che cosa possiamo imparare dall’esperienza di Oliver Cowdery quando cerchiamo l’aiuto del Signore?
Quando ci volgiamo al Signore con fede, egli ci aiuterà a capire come possiamo migliorare la nostra vita e aiutare gli altri.
Leggete la dichiarazione seguente dell’anziano Joseph B. Wirthlin, membro del
Quorum dei Dodici Apostoli, che illustra la compassione che il Signore prova
per le persone:
«Posso facilmente immaginare le gambe deformi di un uomo che non
camminava dalla nascita e le lacrime che scorrevano sul volto della vedova
quando seguiva il corpo del suo unico figlio che veniva portato alla tomba.
Vedo gli occhi vacui degli affamati, le mani tremanti degli infermi, la voce
disperata dei condannati, l’occhio sconsolato dei reietti. Tutte queste persone
chiedono aiuto a un uomo solitario, un uomo privo di ricchezza, privo di
casa, privo di posizione.
Vedo quest’uomo, il Figlio del Dio vivente, guardare ognuno di loro con
infinita compassione. Con il tocco della Sua santa mano Egli porta conforto
agli afflitti, guarisce gli infermi, libera i condannati. Alla Sua parola il morto
si leva dalla bara e la vedova abbraccia il figlio tornato in vita» (La Stella,
luglio 1999, 89).
Chiedete: che prove vedete nella Chiesa che mostrano che il Signore oggi si
preoccupa delle nostre necessità materiali?
Servitevi delle domande poste in «Punti su cui meditare» a pagina 36 del manuale
dello studente per stimolare una discussione di classe.
Il presidente Gordon B. Hinckley spiegò il principio su cui si basa il Fondo perpetuo per l’educazione. Fate leggere agli studenti la sua prima dichiarazione a
pagina 35 del loro manuale, cercando di capire come questo fondo può aiutare
loro e altre persone.
COMPITI SUGGERITI
Invitate gli studenti a intervistare una o due persone della comunità che hanno
migliorato l’istruzione o la carriera mediante ulteriore preparazione. Gli studenti
dovrebbero quindi scrivere un paragrafo su ogni persona intervistata, riassumendo
come questa ha progredito sino a completare la propria istruzione e come la sua
capacità di aiutare i membri o i non membri della Chiesa sia cambiata.
Esaminate insieme i modi specifici in cui pensano che l’essere istruiti e avere
un buon posto di lavoro migliorerà la loro capacità di servire nella Chiesa del
Signore, come pure di prendersi cura della famiglia.
Discutete su come l’uso del tempo abbia a che fare con il principio di essere
ansiosamente impegnati in una buona causa.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
25
6 PROVVEDIAMO A NOI STESSI, ALLA
FAMIGLIA E AL NOSTRO PROSSIMO
INTRODUZIONE
Le responsabilità materiali sono legate alla
crescita spirituale. Ad esempio, c’è un rapporto
tra l’osservanza dei comandamenti del Signore
e il provvedere economicamente alla famiglia.
Aiutate gli studenti a imparare a riconoscere
le priorità e a stabilire obiettivi meritevoli. Il
Signore ci può aiutare a adempiere la responsabilità di provvedere a coloro che amiamo
se prepariamo un piano per migliorare le
circostanze temporali e se lo seguiamo.
PRINCIPI DA COMPRENDERE
• Le cose temporali e quelle spirituali sono collegate.
• Le nostre priorità dovrebbero riflettere i principi evangelici.
• Il padre ha la responsabilità di provvedere alle necessità di vita e alla protezione
della famiglia. La principale responsabilità della madre è quella di educare i figli.
SUGGERIMENTI DIDATTICI
Le cose temporali e quelle spirituali sono collegate.
Scrivete alla lavagna la parola temporale e chiedete agli studenti che cosa pensano
che significhi. Potreste leggere la definizione riportata in un vocabolario.
Aiutateli a comprendere che si riferisce al tempo, alla vita terrena e alle preoccupazioni secolari, piuttosto che alle questioni spirituali o sacre.
Chiedete:
• Quali sono alcuni comandamenti che sembrano di natura temporale?
(Elencate le risposte alla lavagna).
• Perché questi comandamenti sembrano temporali piuttosto che spirituali?
• Perché non è esatto ritenere che ciò che facciamo la domenica sia spirituale
e quello che facciamo gli altri giorni della settimana sia temporale?
Leggete insieme Dottrina e Alleanze 29:34–35 e analizzate come i comandamenti
scritti alla lavagna riguardano gli aspetti sia temporali sia spirituali della vita.
Condividete l’insegnamento seguente del presidente George Q. Cannon, che fu
un consigliere della Prima Presidenza:
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
26
PROVVEDIAMO A NOI STESSI, ALLA FAMIGLIA E AL NOSTRO PROSSIMO
«Il piano di salvezza abbraccia tutto quanto riguarda gli uomini nella carne
che vivono sulla terra. Nella mente di Dio non c’è distinzione tra ciò che è
spirituale e ciò che è temporale. Egli usa questa frase nelle rivelazioni che ci
dà, perché Si adatta alla nostra condizione e al nostro modo di considerare
le situazioni, tuttavia per Lui non c’è distinzione tra temporale e spirituale.
Non c’è distinzione tra salvezza spirituale… e salvezza temporale. Agli occhi
di Dio il nostro corpo è tanto prezioso quanto il nostro spirito… Iddio dà
rivelazioni per la salvezza temporale dei Suoi figli, ossia per la salvezza del loro
corpo, e queste rivelazioni sono tanto importanti quanto le Sue rivelazioni
riguardanti il loro spirito» (Gospel Truth: Discourses and Writings of President
George Q. Cannon, Jerreld L. Newquist, 2 volumi [1957–74], 2:310).
Chiedete:
• In che modo le nostre forze spirituali sostengono le nostre necessità temporali
o materiali?
• Che rapporto c’è tra il lavorare per vivere e la nostra crescita spirituale?
Le nostre priorità dovrebbero riflettere i principi evangelici.
Fate l’esempio seguente:
Un missionario recentemente ritornato fa fatica a trovare un lavoro. Alla fine
trova due lavori. Il lavoro che paga di più richiede che lavori alla domenica. Egli
pensa: «So che andare in chiesa è importante, ma questa è un’ottima offerta di
lavoro. Anche se devo lavorare alla domenica, ho paura che se non accetto il
lavoro non riuscirò mai ad assolvere i miei doveri economici».
Chiedete: quale principio evangelico importante dovrebbe tenere presente questa
persona? (Elencate le risposte alla lavagna).
Fate leggere Matteo 22:36–39 e domandate che cosa insegnano questi versetti
sulle priorità.
Esaminate insieme la dichiarazione dell’anziano Russell M. Nelson riportata a
pagina 41 del manuale dello studente.
Chiedete:
• In che modo porre le priorità in maniera corretta può essere per noi una
protezione?
• In che modo possiamo interiorizzare le giuste priorità?
Spiegate che poiché Iddio è interessato al nostro benessere temporale quanto a
quello spirituale, ci aiuterà in entrambi gli aspetti della vita, a condizione che
Lo mettiamo al primo posto.
Condividete il consiglio seguente impartito dal presidente Ezra Taft Benson:
«Dobbiamo anteporre Dio a qualsiasi altro interesse nella vita. Egli deve
venire al primo posto, come dichiara Egli stesso nel primo dei Suoi dieci
comandamenti: “Non avere altri dii nel mio cospetto” (Esodo 20:3).
Quando mettiamo il Signore al primo posto, ogni altra cosa va al posto giusto,
oppure scompare dalla nostra vita. Il nostro amore per il Signore regolerà i
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
PROVVEDIAMO A NOI STESSI, ALLA FAMIGLIA E AL NOSTRO PROSSIMO
27
nostri affetti, l’uso che facciamo del tempo, gli interessi ai quali ci dedichiamo
e quali cose contano di più per noi.
Dobbiamo anteporre Dio a chiunque altro nella vita…
Se qualcuno vuole sposarvi al di fuori del tempio, chi vi sforzerete di compiacere: Dio o un essere umano? Se insistete per contrarre il matrimonio
nel tempio, compiacerete il Signore e farete anche il bene dell’altra persona.
Perché? Perché questa persona o diventerà degna di andare al tempio—il che
sarà invero una benedizione—oppure se ne andrà, e anche questa potrebbe
essere una benedizione—poiché nessuno dei due vuole trovarsi sotto un
giogo che non fa per lui (vedi 2 Corinzi 6:14).
Dovete prepararvi per andare al tempio, poiché così capirete che non c’è
nessuno abbastanza meritevole che possiate sposare fuori del tempio. Se vi
sono persone veramente meritevoli del vostro affetto, esse vorranno sforzarsi
in ogni maniera di raggiungere la condizione in cui anch’esse potranno
sposarsi nel tempio.
Aiutiamo il prossimo nella miglior maniera possibile quando mettiamo al
primo posto il primo comandamento…
Dio ci ama, il diavolo ci odia. Dio vuole che godiamo della pienezza di gioia
di cui Egli gode. Il diavolo vuole che siamo infelici come lui. Dio ci dà dei
comandamenti per aiutarci. Il diavolo vuole che violiamo questi comandamenti per farci del male» (La Stella, luglio 1988, 3, 4).
Chiedete agli studenti di fornirvi degli esempi di cose a cui rinuncerebbero per
mettere Dio al primo posto.
Chiedete di scrivere nella sezione «Note e impressioni» del manuale dello studente tre decisioni importanti che sanno prenderanno in un futuro prossimo.
Fate loro descrivere come le giuste priorità influiranno su ciascuna decisione.
Il padre ha la responsabilità di provvedere alle necessità di vita e alla protezione
della famiglia. La principale responsabilità della madre è quella di educare
i figli.
Chiedete d’immaginare che alcune persone pensino che non sia loro compito
provvedere e prendersi cura di se stessi e della propria famiglia. Esse ritengono
che altri dovrebbero essere responsabili di provvedere a loro.
Leggete insieme Dottrina e Alleanze 42:42 e 56:17, poi chiedete: perché pensate
che l’autosufficienza sia un principio evangelico importante?
Scrivete alla lavagna Responsabilità del padre e Responsabilità della madre.
Dividete la classe in tre gruppi. Chiedete al primo gruppo di studiare il consiglio del presidente Gordon B. Hinckley riportato a pagina 41 del manuale
dello studente. Chiedete al secondo gruppo di studiare la dichiarazione della
Prima Presidenza e del Quorum dei Dodici Apostoli tratta dal proclama sulla
famiglia e l’insegnamento del presidente Spencer W. Kimball a pagina 41 del
manuale dello studente. Chiedete al terzo gruppo di studiare la dichiarazione
dell’anziano Bruce R. McConkie che si trova a pagina 42 del manuale dello
studente.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
28
PROVVEDIAMO A NOI STESSI, ALLA FAMIGLIA E AL NOSTRO PROSSIMO
Chiedete a un rappresentante di ciascun gruppo di elencare alla lavagna le
responsabilità del padre e della madre, come insegnate nell’incarico di lettura.
Chiedete:
• In che cosa differiscono le responsabilità del padre e della madre?
• Quali responsabilità riportate alla lavagna hanno in comune?
Leggete la dichiarazione seguente del presidente Gordon B. Hinckley:
«Qualche anno fa il presidente Benson rivolse un messaggio alle donne della
Chiesa. Le esortava a lasciare il lavoro fuori di casa per dedicarsi ai figli.
Ribadisco la posizione che egli assunse in merito alla questione.
Nondimeno mi rendo conto, come anch’egli faceva, che vi sono alcune
donne, e in effetti sono diventate molte, che devono lavorare per provvedere
alle necessità dei loro figli. Io vi dico: fate del vostro meglio. Spero che se
lavorate a tempo pieno lo facciate per provvedere alle cose necessarie per
vivere, non semplicemente perché desiderate una casa più lussuosa, automobili più costose, e altri beni superflui. Il lavoro più importante che una
donna sarà mai chiamata a fare è quello di nutrire, istruire, edificare, incoraggiare e allevare i figli nella rettitudine e nella verità. Nessuno può prendere
adeguatamente il suo posto.
È praticamente impossibile fare la donna di casa a tempo pieno e lavorare
a tempo pieno. So che alcune di voi lottano perché devono prendere una
decisione in tal senso. Ripeto: fate del vostro meglio. Voi conoscete la vostra
situazione, e io so che vi preoccupate profondamente per il benessere dei
vostri figli. Ognuna di voi ha un vescovo che può consigliarla e aiutarla. Se
avete bisogno di parlare con una donna comprensiva, non esitate a mettervi
in contatto con la presidentessa della vostra Società di Soccorso» (La Stella,
gennaio 1997, 77).
COMPITI SUGGERITI
Fate rispondere alle domande seguenti nella sezione «Note e impressioni» del
manuale dello studente:
• Che cosa pensate significhi non far mancare nulla alla famiglia?
• In che modo il ruolo di provvedere alle necessità della famiglia differisce per
il padre e per la madre? Che cosa apporta ciascuno dei due?
• Che cosa state facendo che vi consentirà di sostenere bene voi stessi e la
vostra famiglia?
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
29
7 RICONOSCIAMO E SVILUPPIAMO
I TALENTI E LE CAPACITÀ
INTRODUZIONE
Giungiamo sulla terra con una combinazione unica
di talenti e capacità che sviluppiamo ulteriormente
durante la vita. I timori e i dubbi hanno impedito ad
alcune persone di sviluppare appieno il potenziale dei
loro talenti e delle loro capacità. Aiutate gli studenti a
imparare a scoprire i talenti e le capacità individuali
che possiedono e a decidersi di svilupparli con dedizione, determinazione e lavorando sodo. I talenti e le
capacità dei membri della Chiesa sono una fonte di
benedizioni quando sono condivisi con buona volontà.
PRINCIPI DA COMPRENDERE
• In parte grazie al nostro sviluppo nella vita preterrena, ognuno di noi viene al
mondo con una combinazione unica di talenti e di capacità.
• Quando ci affidiamo allo Spirito, il Signore ci aiuta a riconoscere e a sviluppare
i talenti e le capacità.
• Il Signore ci aiuta a superare i dubbi e i timori se cerchiamo il Suo aiuto per
sviluppare i talenti e le capacità.
• Lo sviluppo dei talenti e delle capacità richiede un impegno individuale.
SUGGERIMENTI DIDATTICI
In parte grazie al nostro sviluppo nella vita preterrena, ognuno di noi viene al
mondo con una combinazione unica di talenti e di capacità.
Chiedete di nominare alcune persone ricche di talenti o capacità. Elencate le
risposte alla lavagna. Chiedete:
• Quanto occorre per sviluppare le capacità al livello di queste persone?
• In che modo i talenti e le capacità possono essere usati per giovare al prossimo?
• Perché alcune persone sembrano nascere con certi talenti e capacità?
Leggete o fate leggere l’insegnamento seguente dell’anziano Bruce R. McConkie,
membro del Quorum dei Dodici Apostoli:
«Ogni individuo è dotato in questa vita di quei talenti e capacità che ha
meritato di ricevere nella sua vita preterrena. Alcuni per obbedienza a una
legge hanno ricevuto un talento, altri per un’altra legge e tutti portano con
sé nella mortalità i talenti e le capacità acquisite là (Abrahamo 3:22–23)»
(Doctrinal New Testament Commentary, 3 volumi [1966–73], 1:688).
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
30
R I C O N O S C I A M O E S V I L U P P I A M O I TA L E N T I E L E C A PA C I T À
Chiedete:
• Perché è importante sviluppare i talenti che abbiamo portato con noi dall’esistenza preterrena?
• In che modo i nostri talenti potrebbero aiutarci a decidere che tipo di lavoro
cercare?
• Come possiamo usare questi talenti nel lavoro?
• Come possiamo usare questi talenti nel crescere i figli?
• Quali talenti può trovare particolarmente utili una madre che cresce i figli?
Quando ci affidiamo allo Spirito, il Signore ci aiuta a riconoscere e a sviluppare
i talenti e le capacità.
Chiedete: come possiamo stabilire quali sono i nostri talenti e capacità? Le
risposte possono essere:
• Riconoscendo ciò che possiamo fare bene.
• Chiedendo ad altre persone, ad esempio, ai genitori e agli amici, quali sono
i nostri talenti.
• Facendo un test sugli interessi e sulle capacità, che spesso si fa a scuola o in
un ufficio di collocamento.
• Conoscendo meglio varie capacità o talenti grazie alla lettura, all’osservazione
o parlando con altre persone.
• Esplorando alcune aree d’interesse con l’aiuto di persone capaci e in grado di
dare consigli.
• Pregando per essere guidati dal Signore.
• Leggendo con devozione la benedizione patriarcale.
• Sfruttando il tempo libero per conoscere e sviluppare alcune capacità utili.
Chiedete di scrivere alcuni talenti nella sezione «Note e impressioni» del manuale
dello studente e di descrivere come pensano di svilupparli.
Chiedete d’individuare una persona ricca di talento in una delle aree seguenti
e di spiegare perché tale persona li ha colpiti:
• Professione
• Musica, arte o un altro talento
• Hobby o capacità richieste per governare la casa
Fate leggere 1 Nefi 17:7–11, 16 e 18:1–2.
Chiedete:
• Che talenti e capacità impiegò Nefi per adempiere l’incarico affidatogli dal
Signore? (Fu in grado di lavorare i metalli per costruirsi degli utensili).
• Che cosa fece il Signore per aiutare Nefi? (Il Signore gli mostrò dove trovare
il metallo e come costruire la barca).
Aiutate gli studenti a comprendere che affidandosi al Signore, Nefi fu in grado
di usare e sviluppare i suoi talenti.
Fate leggere 2 Nefi 5:15–17.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
R I C O N O S C I A M O E S V I L U P P I A M O I TA L E N T I E L E C A PA C I T À
31
Chiedete: perché pensate che Nefi fu in grado d’insegnare al popolo a fare tutte
queste cose? (In precedenza aveva appreso e sviluppato queste capacità).
Il Signore ci aiuta a superare i dubbi e i timori se cerchiamo il Suo aiuto per
sviluppare i talenti e le capacità.
Fate leggere Mosè 6:31. Disegnate alla lavagna la scala seguente:
(Insicuro) 1—2—3—4—5—6—7—8—9—10 (Sicuro)
Chiedete agli studenti di scegliere un numero sulla scala che indichi quanto
Enoc potesse sentirsi sicuro delle sue capacità (probabilmente sceglieranno un
numero basso). Chiedete di raccontare esperienze nelle quali hanno affrontato
un compito che non si sentivano in grado di portare a termine o di svolgere
bene, come pure di spiegare che cosa hanno fatto per affrontare le difficoltà.
Chiedete a una persona di leggere Mosè 7:13 e di notare i conseguimenti di Enoc.
Chiedete agli studenti di scegliere un numero sulla scala che indichi quanto
pensano che allora potesse essere fiducioso nelle sue capacità. Chiedete che cosa
pensano che abbia determinato il cambiamento della fiducia di Enoc in se stesso.
Fate leggere Mosè 6:32–34. Chiedete:
• In che modo il Signore aiutò Enoc a vincere i dubbi e i timori?
• Quali principi contenuti in questi versetti possiamo applicare affinché ci
aiutino ad avere fiducia in noi stessi?
Chiedete che consiglio impartirebbero nelle situazioni seguenti:
1. Un giovane ha accresciuto la fiducia in se stesso svolgendo con successo una
missione. Tuttavia, una volta ritornato a casa, non ha avuto la fiducia necessaria per trovare un buon impiego o per continuare a studiare.
2. Un giovane dirigente del sacerdozio è incerto su come equilibrare la chiamata
di chiesa con gli studi.
3. Una giovane coppia di sposi è preoccupata in merito alla propria capacità di
sostenere economicamente una famiglia.
Scrivete alla lavagna Non rinunciate e Non abbandonate.
Condividete l’esperienza seguente:
L’anziano Jeffrey R. Holland, membro del Quorum dei Dodici Apostoli, raccontò
quando da giovane attraversò con la famiglia gli Stati Uniti, da St. George, Utah,
a Boston, Massachusetts, dove avrebbe conseguito una specializzazione post laurea. Avevano percorso solo trentaquattro miglia quando la macchina si ruppe.
L’anziano Holland lasciò in macchina la moglie, Pat, e due bambini piccoli per
recarsi a piedi alla vicina cittadina per chiedere aiuto. Dopo aver ricevuto l’assistenza necessaria e dopo che la macchina fu riparata, ritornarono a St. George
per un controllo, quindi ripartirono, tuttavia rimasero nuovamente appiedati a
pochi metri da dove si erano fermati la prima volta.
Trent’anni dopo, con i figli cresciuti e sposati, l’anziano Holland e sua moglie
passarono in macchina proprio dove egli li aveva lasciati per andare a cercare
aiuto. Ripensando all’incidente, con gli occhi della mente gli sembrò di vedere
un giovane scoraggiato. Raccontò: «Le sue spalle sembravano un po’ curve sotto
il peso dei suoi timori di giovane padre… Tanto viva era quell’immagine che non
potei resistere alla tentazione di gridargli: “Non rinunciare, ragazzo mio. Non
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
32
R I C O N O S C I A M O E S V I L U P P I A M O I TA L E N T I E L E C A PA C I T À
rinunciare. Continua a camminare. Continua a sforzarti. Davanti a te hai aiuto
e felicità—in grande quantità—almeno per trent’anni e ancora di più. Tieni alta
la testa. Tutto alla fine andrà bene. Confida in Dio e credi nei futuri beni”»
(Liahona, gennaio 2000, 44–45).
Chiedete: in che modo il non arrenderci ci aiuta a vincere i dubbi e i timori?
Chiedete a uno studente di leggere il consiglio impartito dal presidente Gordon B.
Hinckley riportato a pagina 47 del manuale dello studente. Chiedete: che cosa vi
ha colpito del consiglio del presidente Hinckley?
Lo sviluppo dei talenti e delle capacità richiede un impegno individuale.
Mostrate un’immagine di una persona che ammirate e spiegate perché ritenete
che abbia molto talento. In alternativa, mostrate una fotografia di un atleta, di
un pianista concertista, di un leader o di una persona molto esperta in qualche
campo. Un giornale locale potrebbe essere un ottimo posto in cui cercare una
fotografia di una persona da usare come esempio. Chiedete:
• In che modo questa persona è diventata tanto brava nel suo campo?
(Spesso ha sviluppato i talenti attraverso molta pratica e sacrifici).
• Che ruolo gioca il lavoro e la pratica nello sviluppo dei talenti?
• Se ci esercitassimo abbastanza, potremmo diventare tutti concertisti di
pianoforte? Perché?
• Che cosa accade al talento di una persona se non è usato o sviluppato?
Condividete la dichiarazione seguente del presidente James E. Faust, un consigliere della Prima Presidenza:
«Al presidente [Heber J.] Grant piaceva citare una dichiarazione di Ralph
Waldo Emerson, che egli prese come suo motto: “Quello che insistiamo
a fare diventa più facile, non perché cambi la natura della cosa in sé, ma
perché aumenta la nostra capacità di farlo”» (Liahona, luglio 2000, 55).
Le due storie seguenti tratte dalla vita del presidente Grant illustrano come egli
sviluppò delle capacità in campi in cui, originariamente, era poco abile:
• Da bambino, Heber J. Grant aveva poca esperienza negli sport. Entrò in una
squadra di baseball, ma dovette giocare con la categoria di coloro che erano
più piccoli di lui. Spiegò:
«Una delle ragioni di questo fatto era che non sapevo lanciare la palla da una
base all’altra; un’altra ragione era che mi mancava la forza fisica per correre o
battere bene la palla. Quando prendevo una palla, i ragazzi erano soliti gridare:
“Lanciala qui, stuzzicadenti!” Era tale il divertimento che io procuravo ai
ragazzi, che giurai solennemente che sarei arrivato a giocare nella squadra
regolare di baseball che avrebbe vinto il campionato del Territorio dello Utah.
Per guadagnarsi da vivere mia madre teneva in casa dei pensionanti, ai quali
io lucidavo gli stivali; quando riuscii a risparmiare un dollaro, mi comprai una
palla da baseball. Trascorrevo ore e ore lanciando la palla contro il granaio di
un vicino… Spesso il braccio mi faceva così male che a malapena la notte riuscivo a dormire, ma nonostante ciò continuavo a esercitarmi, così riuscii a
essere inserito nella prima squadra di riserva. In seguito entrai in un gruppo
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
R I C O N O S C I A M O E S V I L U P P I A M O I TA L E N T I E L E C A PA C I T À
33
migliore e alla fine giocai nella squadra che vinse il campionato del Territorio.
Avendo raggiunto quello che mi ero prefisso, mi ritirai dai campi di baseball»
(Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Heber J. Grant, 34–35).
• Da giovane, Heber J. Grant «decise di diventare anch’egli un contabile della
Banca Wells Fargo and Company. A quel tempo tutti i registri e tutti i conti
della banca venivano scritti a penna, e uno dei requisiti di un bravo contabile
era la capacità di scrivere bene. Imparare a scrivere bene fu il primo passo per
ottenere il lavoro e a tal fine decise di lavorare per diventare scrivano.
All’inizio la sua calligrafia era così brutta che quando due suoi amici la osservarono, uno disse all’altro: “Sembra una zampa di gallina”. “No”, disse l’altro,
“è come se un fulmine avesse colpito il calamaio”. Questo ferì il suo orgoglio,
e battendo il pugno sul tavolo disse: “Un giorno vi darò lezioni di calligrafia”...
Quand’era ancora adolescente lavorava come impiegato assicurativo nell’ufficio della H. R. Mann and Co., gli offrirono tre volte il suo stipendio per
andare a San Francisco come calligrafo. In seguito divenne insegnante di calligrafia e computisteria all’Università di Deseret (University of Utah)»
(Bryant S. Hinckley, Heber J. Grant: Highlights in the Life of a Great Leader
[1951], 39–40).
Prima di compiere diciannove anni aveva raggiunto il suo obiettivo di lavorare
alla Wells Fargo and Company (vedere Hinckley, Heber J. Grant, 42).
Chiedete: perché la maggior parte dei successi sono frutto di duro lavoro?
Incoraggiate gli studenti a sviluppare i talenti e le capacità. Leggete la dichiarazione seguente del presidente Gordon B. Hinckley:
«Non desidero di meglio per voi che la vostra vita sia produttiva, che il vostro
lavoro sia svolto diligentemente e volontariamente, che contribuiate alla
conoscenza e al bene del mondo in cui vivete, e che lo facciate con umiltà
e fedeltà al cospetto di Dio. Egli vi ama. Noi vi amiamo. Vogliamo che siate
felici e abbiate successo, perché possiate dare un prezioso contributo nel
mondo in cui vivrete e in questo grande e maestoso lavoro del Signore» («Il
consiglio e la preghiera di un profeta per i giovani», Liahona, aprile 2001, 40).
COMPITI SUGGERITI
Chiedete di elencare o di rileggere nella sezione «Note e impressioni» del manuale
dello studente quelli che ritengono essere i talenti e le capacità che possiedono.
Chiedete poi a ogni studente di chiedere a un’altra persona di elencare quelli che
questa persona ritiene siano i talenti e le capacità dello studente che si è rivolto
a lei. Chiedete agli studenti di confrontare i due elenchi e d’individuare due
talenti o capacità su cui concentrarsi per svilupparli.
Dopo che gli studenti hanno individuato alcuni talenti e capacità, chiedete loro
di stabilire quali tra essi potrebbero portarli a ottenere un buon impiego. Chiedete
quindi: se nessuno dei talenti o delle capacità individuati ha a che vedere direttamente con abilità utili per un impiego, potrebbero contribuire a creare una
buona atmosfera nell’ambiente di lavoro? Come?
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
34
8 TUTTI NOI POSSIAMO
CONTRIBUIRE ALL’EDIFICAZIONE
DEL REGNO DI DIO SULLA TERRA
INTRODUZIONE
Ogni membro della Chiesa ha qualcosa da
offrire per l’edificazione del regno di Dio. Il
luogo migliore dove ciò può avvenire è a casa,
nel nostro rione o palo. Aiutate gli studenti a
comprendere che nel servire il Signore non conta
dove si serve, ma come. Essere attivamente impegnati nell’opera del Regno, a qualsiasi livello,
porta grandi benefici nella vita e ci offre l’occasione di crescere in innumerevoli circostanze.
PRINCIPI DA COMPRENDERE
• Contribuiamo all’edificazione del regno di Dio vivendo in maniera retta.
• I singoli e le famiglie sono rafforzati dall’attività nella Chiesa.
• Dovremmo servire di buon animo ovunque siamo.
• Le benedizioni giungono quando serviamo nel regno di Dio.
SUGGERIMENTI DIDATTICI
Contribuiamo all’edificazione del regno di Dio vivendo in maniera retta.
Scrivete alla lavagna Regno di Dio. Chiedete agli studenti che cosa pensano che
sia il regno di Dio. Fate poi leggere a uno di loro l’introduzione al capitolo 8 del
manuale dello studente (pagina 52).
Condividete l’invito seguente del presidente Gordon B. Hinckley:
«Invito ognuno di voi, ovunque vi troviate come membri di questa chiesa,
ad alzarvi e, con un canto nel cuore, a procedere innanzi, mettendo in pratica
il Vangelo, amando il Signore e edificando il Regno. Insieme rimarremo sulla
rotta giusta e persevereremo sino alla fine. L’Onnipotente sarà la nostra
forza» (La Stella, gennaio 1996, 81).
Chiedete: perché tutti i fedeli hanno un ruolo importante nella crescita della
Chiesa?
Invitate i presenti a suggerire quali atteggiamenti e azioni dei singoli santi contribuiscono a rafforzare la Chiesa. Scrivete le risposte alla lavagna. Ecco alcune
possibili risposte:
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
T U T T I N O I P O S S I A M O C O N T R I B U I R E A L L’ E D I F I C A Z I O N E D E L R E G N O D I D I O S U L L A T E R R A
35
• Essere felici.
• Essere positivi.
• Pregare e studiare le Scritture quotidianamente (vedere Giosuè 1:8 [Padronanza
delle Scritture]).
• Pentirsi dei peccati (vedere DeA 58:42–43 [Padronanza delle Scritture]).
• Essere degni di detenere una raccomandazione valida per il tempio.
• Ascoltare il consiglio del profeta (vedere DeA 1:38 [Padronanza delle Scritture,
DeA 1:37–38]).
• Servire fedelmente negli incarichi di Chiesa.
• Pagare per intero una decima onesta (vedere Malachia 3:8–10 [Padronanza
delle Scritture]).
• Partecipare alle riunioni della Chiesa.
• Tenere la serata familiare.
Chiedete: in che modo gli atteggiamenti e le attività riportati alla lavagna
rafforzano la Chiesa?
Chiedete: quali sono alcuni modi in cui possiamo rafforzarci come membri del
regno di Dio?
Spiegate che in un discorso diretto ai ragazzi e ai giovani adulti non sposati, il
presidente Gordon B. Hinckley indicò sei modi per rafforzarci al fine di affrontare
meglio le difficoltà che incontriamo (vedere «Il consiglio e la preghiera di un
profeta per i giovani», Liahona, aprile 2001, 30–41). Elencate alla lavagna questi
sei consigli e chiedete di fare esempi o di esprimere i sentimenti che provano su:
1. Siate grati.
2. Siate intelligenti.
3. Siate puri.
4. Siate fedeli.
5. Siate umili.
6. Siate devoti.
I singoli e le famiglie sono rafforzati dall’attività nella Chiesa.
Chiedete a uno studente di leggere alla classe la storia del presidente Thomas S.
Monson riportata a pagina 53 del manuale dello studente. Chiedete:
• Come il «carbone ardente» si riferisce all’attività nella Chiesa?
• Che cosa possiamo fare per essere attivi nella Chiesa e vivere all’altezza degli
impegni che abbiamo preso con il Signore?
Discutete partendo dall’elenco seguente fornito dal presidente Ezra Taft Benson
(potreste proiettarlo o stamparlo per distribuirlo):
«1. Dobbiamo essere per il mondo una “luce” del vangelo di Gesù Cristo…
2. Dobbiamo approfittare di ogni possibilità di far conoscere il messaggio
del Vangelo al mondo…
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
36
T U T T I N O I P O S S I A M O C O N T R I B U I R E A L L’ E D I F I C A Z I O N E D E L R E G N O D I D I O S U L L A T E R R A
3. Dobbiamo fare tutto il possibile per preparare i nostri figli e nipoti ad
andare in missione…
4. Le nostre case devono essere luoghi di rifugio, di amore e di armonia...
5. Dobbiamo cercare le benedizioni e le ordinanze del tempio…
6. Abbiamo l’obbligo di svolgere il lavoro di tempio per i nostri parenti
defunti…
7. Ogni famiglia deve sforzarsi di essere autosufficiente…
8. I detentori del sacerdozio devono vegliare con cura sui membri dei loro
quorum e sulle famiglie di questi per mezzo dell’insegnamento familiare…
9. Dobbiamo partecipare ai programmi e alle attività della Chiesa: osservare
la santità della domenica, partecipare alle riunioni, accettare gli incarichi
che ci vengono affidati, e ad essi fare onore…
10. Ogni membro adulto della Chiesa deve pagare interamente la decima
e contribuire generosamente al fondo delle offerte di digiuno» («Rinforza
i tuoi pali», La Stella, agosto 1991, 5–6).
Suggerite che gli studenti nelle prossime settimane scelgano tre aree elencate
dal presidente Benson in cui impegnarsi a migliorare. Fate scrivere nella sezione
«Note e impressioni» del manuale dello studente che cosa pensano di fare per
migliorare in ogni area scelta. Incoraggiateli a raccontare le loro esperienze in
una lezione futura.
Dovremmo servire di buon animo ovunque siamo.
Chiedete a uno studente di recitare a memoria o di leggere Mosia 2:17
(Padronanza delle Scritture). Chiedete agli studenti che cosa significa per loro
questo versetto.
Agli albori della Chiesa, il Signore chiese ai santi di radunarsi nei luoghi centrali
della Chiesa, come Kirtland, Ohio; Contea di Jackson, Missouri; Nauvoo,
Illinois; e Utah.
Chiedete: ai nostri giorni, dove dovrebbero radunarsi i santi?
Per aiutarli a rispondere alla domanda precedente, condividete la dichiarazione
seguente della Prima Presidenza, tratta da una lettera datata 1 dicembre 1999,
nella quale riaffermò il consiglio impartito da lungo tempo dai dirigenti del
sacerdozio in merito all’importanza che i fedeli edifichino la Chiesa nel loro paese:
«Se i membri di tutto il mondo rimangono nei rispettivi paesi, lavorando
per edificare ivi la Chiesa, grandi benedizioni si riverseranno su di loro
individualmente e sulla Chiesa collettivamente, [i pali e i rioni in tutto il
mondo saranno rafforzati] consentendo così di portare le benedizioni del
Vangelo a un numero ancora più grande di figli del nostro Padre celeste.
Siamo certi che i membri della Chiesa di tutto il mondo saranno benedetti se
ascolteranno questo consiglio e si adopereranno per rafforzare la loro unità
della Chiesa e la comunità in generale» («Counsel about Immigration»,
Ensign, marzo 2000, 79).
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
T U T T I N O I P O S S I A M O C O N T R I B U I R E A L L’ E D I F I C A Z I O N E D E L R E G N O D I D I O S U L L A T E R R A
37
Chiedete: perché è importante edificare il regno di Dio nel proprio paese?
Leggete la dichiarazione seguente dell’anziano Bruce R. McConkie, membro del
Quorum dei Dodici Apostoli:
«I pali di Sion vengono istituiti in ogni parte della terra. A questo proposito,
meditiamo sulle seguenti verità: Un palo di Sion è una parte di Sion. Non si
può creare un palo di Sion senza creare una parte di Sion. Sion è la pura di
cuore. Noi acquisiamo la purezza di cuore mediante il battesimo e l’obbedienza. Un palo ha determinati confini geografici. Creare un palo significa
fondare una Città di Santità. Ogni palo sulla terra è il luogo di raduno delle
pecorelle disperse di Israele che vivono in quella zona.
Il luogo di raduno per i Peruviani è nei pali di Sion del Perù, o nei luoghi
in cui presto vi saranno dei pali. Il luogo di raduno per i Cileni è il Cile; per
i Boliviani, la Bolivia; per i Coreani, la Corea, e così via in tutta la larghezza
e la lunghezza della terra. La dispersa Israele in ogni nazione viene chiamata
a radunarsi nel gregge di Cristo, nei pali di Sion istituiti in ogni nazione…
Questo, pertanto, è il consiglio dei Fratelli: Edificate Sion, ma edificatela nel
Paese in cui Dio vi ha dato i natali e la nazionalità. Edificatela nel luogo in
cui si trovano i vostri concittadini, la vostra famiglia ed i vostri amici. Sion
è quaggiù nel Sud-America, e i Santi che costituiscono questa parte di Sion
sono e devono essere il lievito che permetterà all’influenza benefica del
Vangelo di propagarsi in tutte queste nazioni.
Ed io so questo: Dio benedirà quella nazione che dispone tutte le misure
necessarie per permettere l’ulteriore prosecuzione di questo lavoro»
(«L’edificazione di Sion», La Stella, settembre 1977, 14).
Chiedete:
• Che cosa insegnò l’anziano McConkie su Sion?
• Che cosa significa essere «il lievito»?
• In che modo la Chiesa può essere il lievito in un paese?
Invitate gli studenti a raccontare esperienze sui membri della Chiesa che conoscono e che hanno un’influenza benefica sul loro ramo, rione, palo o comunità
e come questi fedeli sono di beneficio agli altri.
Le benedizioni giungono quando serviamo nel regno di Dio.
Chiedete di leggere la dichiarazione dell’anziano Derek A. Cuthbert riportata
alle pagine 55 del manuale dello studente. Chiedete d’individuare i benefici
apportati dal servizio. Invitate gli studenti a raccontare esempi tratti dalle proprie
esperienze.
COMPITI SUGGERITI
Chiedete agli studenti d’individuare nella loro vita alcune aree specifiche nelle
quali potrebbero migliorare per vivere in maniera più retta.
Chiedete agli studenti d’individuare tre modi in cui possono edificare il regno di
Dio dove vivono e di riportarli nella sezione «Note e impressioni» del loro manuale.
Chiedete loro di stabilire alcune mete specifiche che li aiutino ad avere successo.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
38
9 DIVENTIAMO AUTOSUFFICIENTI
NELLA MANIERA DEL SIGNORE
INTRODUZIONE
«Sin dai primi giorni dell’esistenza della Chiesa, i
profeti hanno insegnato ai Santi degli Ultimi Giorni
a essere indipendenti ed autosufficienti evitando
l’indolenza. Nessun vero Santo degli Ultimi Giorni in
grado di lavorare vorrà mai lasciare ad altri la responsabilità del proprio mantenimento. Sino a quando è
in grado di farlo, per l’ispirazione dell’Onnipotente,
e grazie alle sue proprie fatiche, egli si procurerà di
che soddisfare le necessità della vita» (Principi evangelici, 162).
Aiutate gli studenti a comprendere la necessità di sviluppare l’autosufficienza nella
maniera del Signore. Man mano che impariamo a essere autosufficienti, sviluppiamo
quella fede in Lui che ci porta a cercare quotidianamente il Suo aiuto. Quando riusciamo a equilibrare l’aiuto del Signore con le risorse e i talenti che Egli ci ha dato,
impariamo a prenderci cura delle nostre necessità e a fornire aiuto al prossimo.
PRINCIPI DA COMPRENDERE
• Una giusta autosufficienza comprende la fede e la dipendenza dal Salvatore.
• Il Vangelo c’insegna a diventare autosufficienti dal punto di vista materiale, a
crescere spiritualmente e ad aiutare gli altri a fare altrettanto.
• Abbiamo il dovere di migliorarci.
• L’autosufficienza implica lo sviluppo di talenti e di capacità in una varietà di campi.
SUGGERIMENTI DIDATTICI
Una giusta autosufficienza comprende la fede e la dipendenza dal Salvatore.
Mostrate un’illustrazione di Gesù Cristo. Chiedete agli studenti di elencare
esempi di cose che Egli ha fatto per loro e che essi non avrebbero potuto fare da
soli. Leggete insieme alcuni dei passi scritturali seguenti e chiedete agli studenti
di spiegare che cosa questi c’insegnano sulla nostra dipendenza dal Signore:
• Proverbi 3:5–10 (Padronanza delle Scritture, Proverbi 3:5–6)
• 2 Nefi 4:34
• 2 Nefi 9:42–43
Condividete il primo paragrafo dell’introduzione. Scrivete alla lavagna autosufficienza. Leggete la descrizione dell’autosufficienza fatta dall’anziano Bruce R.
McConkie e riportata a pagina 59 del manuale dello studente. Chiedete agli studenti di cercare la spiegazione dell’anziano McConkie sul significato della parola
autosufficienza.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
DIVENTIAMO AUTOSUFFICIENTI NELLA MANIERA DEL SIGNORE
39
Chiedete di raccontare esperienze in cui hanno preso l’iniziativa di fare una
cosa e il Signore li ha sostenuti nel loro sforzo. (Ad esempio, lo studio di un
problema e una decisione basata su tale studio, per ottenere poi la conferma
del Signore; ottenere le migliori qualifiche professionali disponibili e ricevere
quindi la guida del Signore per trovare un lavoro adatto; lavorare onestamente
al fine di provvedere alla famiglia e ottenere quindi l’aiuto del Signore per
gestire con saggezza le risorse).
Il Vangelo c’insegna a diventare autosufficienti dal punto di vista materiale,
a crescere spiritualmente e ad aiutare gli altri a fare altrettanto.
Scrivete alla lavagna 24 luglio 1847. Chiedete qual è l’importanza di questa data
nella storia della Chiesa. (Il presidente Brigham Young e il gruppo finale della
sua compagnia di pionieri entrarono nella Valle del Gran Lago Salato). Quando
i santi arrivarono nella valle lavorarono sodo per trasformare una zona desertica
in un fiorente insediamento. Leggete la descrizione seguente dei pionieri fatta
dal presidente Gordon B. Hinckley, allora consigliere della Prima Presidenza:
«Avevano viaggiato dal Fiume Missouri, impiegando tre mesi per coprire
una distanza che noi percorriamo in aereo in due ore. Con fede nelle loro
capacità di compiere ciò che c’era bisogno di fare, si misero all’opera. La loro
era una filosofia di autosufficienza. Non c’era uno stato che li assistesse.
Avevano risorse naturali, è vero, tuttavia dovevano scovarle e adattarle…
Avevano imparato, con gran pazienza, a fare costruzioni in muratura, la
lavorazione del legno, la preparazione e lavorazione degli stucchi, l’arte
vetraria» («The Faith of the Pioneers», Ensign, luglio 1984, 3).
Quasi cento anni dopo che i primi pionieri entrarono nella valle, una grave crisi
economica si abbatté sul mondo e la percentuale di disoccupazione divenne
altissima. La Prima Presidenza organizzò un programma di benessere per la Chiesa.
Condividete la dichiarazione seguente del presidente Heber J. Grant, nella quale
questi presentò i principi basilari del programma di benessere della Chiesa:
«Il nostro scopo principale era di istituire, per quanto possibile, un sistema
che permettesse di eliminare la piaga dell’ozio, abolire i mali dei sussidi e
ristabilire tra il nostro popolo l’indipendenza, la laboriosità, la parsimonia e il
rispetto di sé. L’obiettivo della Chiesa è aiutare gli uomini ad aiutare sé stessi.
Il lavoro deve essere riportato al suo ruolo di principio guida nella vita dei
membri della Chiesa» (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Heber J. Grant,
XXV).
Chiedete:
• Che cosa insegna il programma di benessere della Chiesa sull’autosufficienza?
• Quali sono alcuni modi in cui le persone possono aiutare se stesse ad uscire
dalla trappola della povertà in cui sono rimaste per generazioni?
• Perché è onorevole cercare di ottenere un buon impiego? (In modo da provvedere a noi stessi e alla nostra famiglia).
Leggete insieme l’esempio riportato a pagina 64 nella sezione «Applicazioni ed
esempi» del manuale dello studente e chiedete loro di rispondere alle domande.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
40
DIVENTIAMO AUTOSUFFICIENTI NELLA MANIERA DEL SIGNORE
Leggete con gli studenti le due dichiarazioni del presidente Spencer W. Kimball
riportate a pagina 60 del loro manuale.
Chiedete:
• Quali sono i benefici che derivano dal lavoro?
• Che significato ha per voi la dichiarazione «il lavoro deve essere il principio
guida nella vita dei membri della nostra chiesa»?
Abbiamo il dovere di migliorarci.
Chiedete: perché la responsabilità personale è importante?
Scrivete alla lavagna la dichiarazione seguente: Abbiamo il dovere di migliorarci.
Dividete la classe in quattro gruppi. Assegnate a ciascun gruppo una delle quattro
dichiarazioni riportate a pagina 62 del manuale dello studente. Queste dichiarazioni sono del profeta Joseph Smith, del vescovo Robert D. Hales, dell’anziano
Russell M. Nelson e dell’anziano Joseph B. Wirthlin. Fate preparare a ogni gruppo
uno schema per un discorso di due minuti sull’argomento scritto alla lavagna.
Chiedete d’inserire nel discorso la dichiarazione assegnata. Chiedete a un rappresentante di ogni gruppo di tenere il discorso.
L’autosufficienza implica lo sviluppo di talenti e di capacità in una varietà
di campi.
Elencate alla lavagna le categorie seguenti:
1. Istruzione
2. Salute
3. Lavoro
4. Amministrazione delle risorse
5. Equilibrio socio-emotivo e forza spirituale
Chiedete agli studenti di scrivere dei modi in cui diventare autosufficienti grazie
all’istruzione. Fate poi loro leggere il materiale presentato nella sezione «Istruzione»
a pagina 62 del manuale dello studente.
Fate altrettanto per ognuna delle cinque categorie elencate alla lavagna.
COMPITI SUGGERITI
Chiedete agli studenti di pregare sui loro bisogni e di discutere alcune mete appro-
priate con un genitore, il coniuge, un amico fidato o un insegnante. Chiedete
di scrivere uno o più obiettivi per ciascuna delle cinque categorie: istruzione,
salute fisica, lavoro, gestione delle risorse; forza spirituale, emotiva e sociale.
Fate loro mettere una copia delle mete dove possono esaminarle regolarmente.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
41
10 CERCHIAMO L’ISTRUZIONE
MEDIANTE LO STUDIO E MEDIANTE
LA FEDE
INTRODUZIONE
Il Signore insegnò che dovremmo «cerca[r]e l’istruzione,
sì, mediante lo studio ed anche mediante la fede» (DeA
88:118). Se cerchiamo la conoscenza spirituale e secolare,
il Signore ci sosterrà. L’istruzione è una chiave che apre le
porte alle occasioni e dovrebbe essere cercata per tutta la
vita. Può prepararci a mantenere la famiglia e a offrire un
contributo alla Chiesa e alla comunità. Aiutate gli studenti
a comprendere la necessità di sfruttare le possibilità di
migliorarsi e di ottenere ulteriore istruzione. Ci sono sempre
nuove cose da apprendere e da condividere con gli altri.
PRINCIPI DA COMPRENDERE
• Dovremmo cercare la conoscenza e la saggezza.
• La conoscenza spirituale è più importante di quella secolare.
• L’istruzione è una chiave che apre la porta alle occasioni.
• Il Signore ci guiderà verso aree d’apprendimento che ci aiuteranno a servire
meglio il prossimo.
• L’apprendimento è uno sforzo che dura tutta la vita.
SUGGERIMENTI DIDATTICI
Dovremmo cercare la conoscenza e la saggezza.
Discutete insieme sulle domande seguenti.
• Che differenza c’è tra conoscenza e saggezza? (Le risposte possono riflettere
l’idea che la conoscenza ha a che fare con la capacità di ripetere una lezione
e con la comprensione di fatti, idee o principi, mentre la saggezza è l’uso
opportuno della conoscenza a beneficio altrui).
• In che modo l’istruzione accresce la conoscenza e la saggezza?
Condividete la dichiarazione seguente del presidente Gordon B. Hinckley:
«Credo nella ricerca dell’educazione. Che cos’è l’educazione? Ridotta ai
minimi termini, è la formazione della mente e del corpo… L’educazione
è un grande processo di conversione sotto il quale la conoscenza astratta
diviene un’attività utile e produttiva. È qualcosa che non può mai arrestarsi.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
42
C E R C H I A M O L’ I S T R U Z I O N E M E D I A N T E L O S T U D I O E M E D I A N T E L A F E D E
A prescindere da quanto siamo vecchi possiamo acquisire conoscenze e
servircene. Possiamo ottenere saggezza e trarne profitto» (Teachings of
Gordon B. Hinckley [1997], 170).
Chiedete: in che modo ottenere un’educazione migliore ci aiuta a servire Dio e
il prossimo?
Esaminate le occasioni d’apprendimento non sfruttate dall’anziano Henry B.
Eyring riportate alle pagine 67–68 del manuale dello studente.
Chiedete: come riassumereste il consiglio dell’anziano Eyring?
Fate leggere Dottrina e Alleanze 88:77–80. Chiedete: a quali aree generali di studio si riferisce il versetto 79? (Alcune possibili risposte: astronomia, geografia,
storia, e così via).
Leggete l’insegnamento seguente dell’anziano John A. Widtsoe, membro del
Quorum dei Dodici Apostoli:
«La teologia non è l’unica materia a cui gli anziani dovrebbero essere interessati. Essi dovrebbero studiare:
cose che sono sia in cielo, ossia l’astronomia;
e in terra, ovvero tutto quanto riguarda la coltivazione del suolo;
e sotto la terra, quindi la mineralogia, la geologia, eccetera;
cose che sono state, vale a dire la storia e tutte le sue branche;
cose che devono venire fra breve, cioè le profezie;
cose che avvengono in patria e cose che avvengono all’estero, ovverosia la
politica nazionale e straniera;
le guerre, le complicazioni e i castighi, in altre parole i segni dei tempi, tramite i quali l’osservatore potrà conoscere che il giorno del Signore è alla porta;
una conoscenza di paesi e di regni, ossia la geografia fisica e politica,
le lingue, eccetera.
Questi sono gli studi che il Signore considera necessari [Sezione 88:80]. Dio
non richiede a tutti i Suoi servi di diventare dottori o professori e neppure
profondi studiosi di queste materie, ma si aspetta che essi conoscano tali cose
abbastanza bene da poter fare onore alla loro chiamata di Suoi ambasciatori
nel mondo» (Priesthood and Church Government in The Church of Jesus Christ
of Latter-day Saints [1939], 55–56).
Chiedete: qual è l’importanza di studiare una molteplicità di materie? (Vedere
DeA 88:80).
Leggete e commentate insieme 2 Nefi 9:28–29 (Padronanza delle Scritture).
Chiedete:
• In che modo la conoscenza ci può aiutare?
• In che modo la conoscenza può danneggiarci?
Chiedete a uno studente di raccontare un’esperienza nella quale aveva fame
o sete. Chiedete: che cosa ha soddisfatto la fame o la sete?
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
C E R C H I A M O L’ I S T R U Z I O N E M E D I A N T E L O S T U D I O E M E D I A N T E L A F E D E
43
Condividete la dichiarazione seguente del presidente Gordon B. Hinckley, chiedendo di prestare attenzione a ciò di cui l’autore vuole che siamo affamati:
«Non è sufficiente limitarsi a vivere, o meglio sopravvivere. Vige per ogni
membro di questa chiesa il comandamento divino di attrezzarsi per compiere
qualcosa di degno nella società. Il Signore ha ben chiarito in Dottrina e
Alleanze che mediante lo studio e mediante la fede dobbiamo ottenere una
conoscenza delle cose sotto la terra, sulla terra e sopra la terra, delle guerre,
delle complicazioni e dei castighi delle nazioni, dei tempi e delle stagioni di
ogni cosa attinente alla terra (vedere DeA 88:79). Desidero raccomandare ai
nostri giovani di essere affamati dell’istruzione. Farete la volontà del Signore
se istruirete la mente e le mani per un lavoro futuro che contribuisca a migliorare il mondo di cui farete parte. A questo fine sacrificatevi, lavorate, risparmiate, programmate e datevi da fare» (Teachings of Gordon B. Hinckley, 172).
Chiedete: secondo il presidente Hinckley, che cosa dobbiamo fare per soddisfare
l’appetito per l’istruzione?
Condividete la dichiarazione seguente dell’anziano Henry B. Eyring, membro
del Quorum dei Dodici Apostoli, e fate notare come è usata la parola sete:
«La sete d’istruzione che subentra con il cambiamento che il Vangelo porta
può essere una benedizione o una maledizione, dipende dai nostri motivi.
Se cerchiamo l’istruzione per servire Dio e i Suoi figli, è una benedizione di
grande valore. Se cerchiamo l’istruzione solo per noi stessi, può condurci
all’egoismo e all’orgoglio, che ci allontaneranno dalla vita eterna» (Education
for Real Life [discorso tenuto ai giovani adulti, 6 maggio 2001], 2).
Chiedete: qual è la chiave per soddisfare in maniera corretta la nostra sete
d’istruzione?
La conoscenza spirituale è più importante di quella secolare.
Leggete l’esempio seguente:
Juan aveva diciotto anni e voleva diventare un ingegnere. Aveva pensato seriamente ad andare in missione, ma non era sicuro di quando farlo. Avrebbe compiuto diciannove anni prima d’iniziare i corsi propedeutici. Si chiedeva se dovesse
interrompere gli studi per svolgere una missione, oppure se dovesse completare
i corsi necessari e poi partire.
Chiedete:
• Quali sono i rischi potenziali nel posporre il servizio missionario?
• Che consiglio gli dareste? Perché?
Condividete la dichiarazione seguente del presidente Spencer W. Kimball, allora
membro del Quorum dei Dodici Apostoli:
«Giovani, amati giovani, vedete il motivo per cui noi dobbiamo far sì che
l’addestramento spirituale venga al primo posto? Perché dobbiamo pregare
con fede e perfezionare la nostra vita come quella del Salvatore? Riuscite a
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
44
C E R C H I A M O L’ I S T R U Z I O N E M E D I A N T E L O S T U D I O E M E D I A N T E L A F E D E
capire che la conoscenza spirituale può essere integrata da quella scolastica
in questa vita e nell’eternità, ma che la conoscenza scolastica senza le fondamenta dello spirito è soltanto come la schiuma sul latte o come un’ombra fuggevole?
Non lasciatevi ingannare! Non dovete scegliere tra le due, ma soltanto metterle nel giusto ordine, giacché c’è la possibilità di acquisirle simultaneamente;
ma dovete convincervi che i corsi del seminario devono avere la preferenza
sui corsi scolastici, l’istituto sui corsi universitari, lo studio delle Scritture deve
venire prima dello studio di testi scritti dall’uomo, la compagnia degli altri
membri della Chiesa è più importante dei circoli e delle associazioni; il pagamento della decima è più importante del pagamento delle tasse scolastiche.
Siete convinti che le ordinanze del tempio sono più importanti della laurea
e di ogni altro diploma?» (La Stella, gennaio 1987, 48–49).
Chiedete:
• Che cosa insegnò l’anziano Kimball sulle priorità nell’apprendimento?
• In che modo la conoscenza del Salvatore completa l’apprendimento secolare?
Condividete la dichiarazione seguente dell’anziano Gordon B. Hinckley, allora
membro del Quorum dei Dodici Apostoli:
«Gesù disse: “Imparate da me…
poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero” (Matteo 11:29–30).
Voglio esortarvi a obbedire all’ingiunzione impartita dal Figlio di Dio. In ogni
momento del vostro studio, imparate da Lui. In ogni momento del vostro
studio, cercate la conoscenza del Maestro. Questa conoscenza integrerà in
maniera meravigliosa l’addestramento secolare che ricevete; vi darà una
pienezza di gioia e forza di carattere che non potreste acquisire in nessun’altra maniera» (Conference Report, ottobre 1964, 118).
Fate leggere Dottrina e Alleanze 88:118.
Chiedete di descrivere una persona di loro conoscenza che sia un buon esempio
nel mantenere un giusto equilibrio tra l’apprendimento spirituale e secolare.
L’istruzione è una chiave che apre la porta alle occasioni.
Mostrate (o disegnate alla lavagna) una chiave.
Chiedete: che cosa succede se una porta è serrata e non abbiamo la chiave?
Scrivete alla lavagna: L’istruzione è una chiave che apre la porta alle occasioni.
Chiedete: in che modo l’istruzione è come una chiave? (Apre la porta alle occasioni che altrimenti non avremmo).
Leggete il consiglio seguente del presidente Gordon B. Hinckley:
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
C E R C H I A M O L’ I S T R U Z I O N E M E D I A N T E L O S T U D I O E M E D I A N T E L A F E D E
45
«È molto importante che voi giovani, uomini e donne, riceviate tutta l’istruzione possibile. Il Signore ha detto chiaramente che il Suo popolo deve acquisire la conoscenza delle nazioni, dei regni e delle cose del mondo mediante
il processo dell’istruzione, sia con lo studio che con la fede. L’istruzione è la
chiave che vi aprirà la porta di innumerevoli occasioni. Vale quindi la pena
di sacrificarsi; vale la pena di applicarsi. Se educate la vostra mente e le vostre
mani, potrete dare un grande contributo alla società di cui fate parte e farete
onore alla Chiesa alla quale appartenete. Miei cari giovani fratelli e sorelle,
approfittate di ogni possibilità di ricevere un’istruzione» («Pensieri ispirati»,
La Stella, giugno 1999, 4–5).
Chiedete:
• Che cosa pensate significhi educare le nostre mani? (Apprendere mestieri che
richiedono l’uso delle mani).
• Che chiavi dell’educazione o mestieri vorreste acquisire?
Lasciate il tempo necessario per scrivere alcuni desideri relativi all’educazione
e ai mestieri nella sezione «Note e impressioni» del manuale dello studente.
Il Signore ci guiderà verso aree d’apprendimento che ci aiuteranno a servire
meglio il prossimo.
Preparate una diapositiva o un volantino sulla dichiarazione seguente dell’anziano
Henry B. Eyring. Chiedete a uno studente di leggerla ad alta voce. Chiedete a
un’altra persona di riassumere con parole sue il messaggio dell’anziano Eyring.
«La vostra vita è altrettanto assistita, come lo era la mia. Il Signore conosce
sia quello che Egli vi chiamerà a fare sia ciò che voi avrete bisogno di conoscere. Egli è benevolo e onnisciente. Voi, pertanto, potete con fiducia aspettarvi che Egli abbia preparato le occasioni tramite le quali vi prepariate per
il servizio che vi assegnerà. Voi non riconoscerete in maniera perfetta quelle
occasioni, come capitò anche a me. Quando tuttavia metterete le cose spirituali al primo posto, sarete indirizzati verso certe conoscenze e sarete motivati a lavorare più alacremente. In seguito vi renderete conto che il vostro
potere di servire è cresciuto e ne sarete grati» (Education for Real Life, 3–4).
Chiedete:
• Che cosa potete fare per assicurarvi di essere pronti per le occasioni che Iddio
vi fornirà?
• In che modo la lettura quotidiana delle Scritture ci aiuta a prepararci per ricevere ispirazione in tutte le decisioni? (Vedere 2 Nefi 32:3–5 [Padronanza delle
Scritture, 2 Nefi 32:3]).
• Quando è stata l’ultima volta in cui un insegnamento del Salvatore vi ha aiutato a prendere una decisione specifica?
Chiedete a uno studente di leggere ad alta voce la dichiarazione del presidente
Howard W. Hunter riportata a pagina 70 del manuale dello studente.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
46
C E R C H I A M O L’ I S T R U Z I O N E M E D I A N T E L O S T U D I O E M E D I A N T E L A F E D E
L’apprendimento è uno sforzo che dura tutta la vita.
Chiedete: perché l’apprendimento dovrebbe essere uno sforzo che dura tutta
la vita?
Condividete il consiglio seguente dell’anziano Gordon B. Hinckley, allora membro
del Quorum dei Dodici Apostoli:
«Continuate a crescere, fratelli e sorelle, sia che abbiate trenta o settant’anni.
La vostra operosità in questa impresa farà sì che gli anni trascorrano più
velocemente di quanto desideriate, ma saranno ricchi di una meravigliosa
dolcezza che aggiungerà sapore alla vita e potere all’insegnamento. A tutto
ciò vi è aggiunta la promessa che “qualsiasi principio di intelligenza noi conseguiamo in questa vita sorgerà con noi nella risurrezione” (DeA 130:18)» (Four
Imperatives for Religious Educators [discorso tenuto agli educatori religiosi, 15
settembre 1978], 2).
Lasciate del tempo per discutere in classe sulle biblioteche, sulle scuole e sulle
occasioni formative che saranno disponibili dopo l’istruzione formale. Si potrebbe
parlare anche delle scuole locali e dei centri d’addestramento.
Chiedete: chi sono nella comunità alcune persone che possono aiutarvi a decidere
come proseguire il processo d’apprendimento per tutta la vita?
Chiedete di raccontare degli esempi di persone che hanno continuato a imparare
nel corso degli anni.
COMPITI SUGGERITI
Chiedete agli studenti di scegliere dagli appunti presi durante la lezione un
mestiere che vorrebbero imparare o un obiettivo educativo che vorrebbero raggiungere. Chiedete loro di parlare della meta con una persona esterna che possa
aiutarli a prendere decisioni importanti su come raggiungerla.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
47
11 SCEGLIAMO E DIVENTIAMO
UN COMPAGNO ETERNO
© 1999 Steve Bunderson
INTRODUZIONE
Contrarre la nuova ed eterna alleanza del matrimonio è
indispensabile per ottenere il massimo grado di gloria nel
regno celeste (vedere DeA 131:1–4). Una delle decisioni
più importanti che prendiamo è la scelta di un compagno eterno. È importante non solo trovare il compagno
giusto, ma anche essere il compagno giusto. Aiutate gli
studenti a comprendere che il modo in cui vivono attrae
le persone che hanno simili valori, interessi, desideri e
obiettivi. Poiché l’impegno tra marito e moglie è inteso
essere eterno, a questo riguardo è fondamentale cercare
e ricevere una guida divina. «La famiglia: un proclama
al mondo» offre consigli su come scegliere e diventare un compagno eterno.
Quando parlate del matrimonio eterno, tenete presente che ci sono molte persone
rette, in particolare sorelle, che non hanno ancora avuto la possibilità di ricevere le
benedizioni del matrimonio. Alcuni studenti potrebbero soffrire a causa delle conseguenze di un matrimonio fallito o potrebbero avere delle difficoltà nel matrimonio
attuale. Sebbene il matrimonio sia un requisito per raggiungere il massimo grado
del regno celeste, tenete in considerazione i sentimenti dei presenti.
PRINCIPI DA COMPRENDERE
• Il matrimonio è arricchito quando marito e moglie hanno valori e interessi simili.
• Siamo tenuti a prepararci a diventare il miglior coniuge possibile.
• Nella scelta del coniuge dovremmo cercare la conferma del Signore.
• Il proclama sulla famiglia è una guida per valutare il nostro atteggiamento
e quello del nostro futuro coniuge.
• Marito e moglie hanno la solenne responsabilità di amarsi e sostenersi reciprocamente, come pure di amare e sostenere i figli.
SUGGERIMENTI DIDATTICI
Il matrimonio è arricchito quando marito e moglie hanno valori e interessi
simili.
Invitate gli studenti a pensare a una coppia felicemente sposata di loro
conoscenza. Chiedete:
• Che interessi e valori hanno in comune i coniugi?
• In che modo queste similitudini contribuiscono a rafforzare il matrimonio?
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
48
S C E G L I A M O E D I V E N T I A M O U N C O M PA G N O E T E R N O
Chiedete di leggere le dichiarazioni dei presidenti Spencer W. Kimball e N. Eldon
Tanner riportate alle pagine 75–76 del manuale dello studente. Fate loro individuare le caratteristiche che contribuiscono a costruire un matrimonio felice.
Scrivete le risposte alla lavagna. L’elenco potrebbe includere:
• Un simile background economico, scolastico, religioso e sociale
• Interessi simili
• Valori simili riguardo al denaro, alla religione, al lavoro, ai figli, all’uso del
tempo libero e all’istruzione
• Capacità comunicative
• Dignità per il matrimonio del tempio
Chiedete:
• Perché gli elementi in comune tendono a rafforzare un matrimonio?
• In che modo le differenze nei valori possono indebolire un matrimonio?
Chiedete agli studenti di controllare l’elenco delle caratteristiche che costruiscono
un matrimonio felice e di pensare a quali siano più importanti. Chiedete a diversi
studenti di condividere ciò che pensano sulle caratteristiche che hanno scelto.
Leggete la dichiarazione seguente del presidente Spencer W. Kimball:
«Le divergenze religiose sono quelle più provanti e tra le più irrisolvibili di
tutte le differenze» («L’unità nel matrimonio», Liahona, ottobre 2002, 41).
Chiedete:
• Perché ritenete che questa dichiarazione sia vera?
• In che modo si collega al consiglio dei dirigenti della Chiesa di corteggiare
soltanto coloro che hanno elevate norme morali?
• In che modo nel matrimonio il Vangelo funge da legame unificante?
Siamo tenuti a prepararci a diventare il miglior coniuge possibile.
Chiedete agli studenti di elencare cinque o sei qualità che considerano importanti
nel loro futuro coniuge. Chiedete:
• Come troverete una persona con tutte queste qualità?
• A che punto siete nello sviluppo di queste qualità nella vostra vita?
Scrivete alla lavagna la seguente dichiarazione del presidente Ezra Taft Benson
e discutete su come si applica nel matrimonio: «Non pretendete la perfezione
quando scegliete il vostro futuro marito [o la vostra futura moglie]» («Alle sorelle
adulte non sposate della Chiesa», La Stella, gennaio 1989, 84).
Chiedete: perché questa dichiarazione è un buon consiglio?
Aiutate gli studenti a comprendere che avere aspettative irrealistiche per un
futuro coniuge può rendere impossibile trovare una persona con la quale pensiamo di poter essere felicemente sposati. Condividete la dichiarazione seguente
del presidente Spencer W. Kimball:
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
S C E G L I A M O E D I V E N T I A M O U N C O M PA G N O E T E R N O
49
«Se da un lato ogni giovane cerca con tutta la sua diligenza e devozione
di trovare un compagno o una compagna insieme alla quale la vita possa
essere più felice e più bella possibile, è certo che quasi tutti i bravi giovani
possono trovare la felicità e il successo nel matrimonio se sono disposti a
pagarne il prezzo» (Liahona, ottobre 2002, 38).
Chiedete: che cosa significa «pagare il prezzo» per avere la felicità e il successo
nel matrimonio?
Chiedete di leggere la dichiarazione dell’anziano Richard G. Scott riportata a
pagina 77 del manuale dello studente, che inizia con «Facendo delle scelte…»
e individuate la preparazione al matrimonio suggerita da lui.
Nella scelta del coniuge dovremmo cercare la conferma del Signore.
Chiedete:
• Come si sceglie il coniuge?
• Perché non dovreste limitarvi a pregare il Signore e a chiederGli di mostrarvi
chi sposare?
• Nella scelta del coniuge, perché è importante comprendere che dobbiamo
scegliere noi chi sposare?
Chiedete agli studenti di leggere a pagina 77 del loro manuale le dichiarazioni
della sezione «Nella scelta del coniuge dovremmo cercare la conferma del Signore».
Aiutateli a comprendere che hanno la responsabilità di trovare una persona con
la quale possono costruire un matrimonio felice. Devono fare tutto il possibile
per fare una scelta corretta di un compagno eterno e per cercare la conferma del
Signore mediante il digiuno e la preghiera.
Il proclama sulla famiglia è una guida per valutare il nostro atteggiamento
e quello del nostro futuro coniuge.
Chiedete agli studenti di prendere «La famiglia: un proclama al mondo» a pagina
114 del loro manuale. Spiegate che questo proclama ispirato può essere una
guida per valutare l’atteggiamento nostro e quello di un futuro coniuge. Leggete
insieme le dichiarazioni seguenti tratte dal proclama, quindi discutete sulle
domande che seguono ogni dichiarazione. Potreste anche scegliere altri passi del
proclama che sono particolarmente adatti alle necessità degli studenti. Ricordate
agli studenti che un potenziale coniuge dovrebbe avere simili punti di vista su
queste questioni importanti.
«Noi, Prima Presidenza e Consiglio dei Dodici Apostoli della Chiesa di
Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, proclamiamo solennemente che
il matrimonio tra l’uomo e la donna è ordinato da Dio e che la famiglia è il
cardine del piano del Creatore per il destino eterno dei Suoi figli».
• Perché credete che il matrimonio sia ordinato da Dio?
• In che modo la famiglia è importante nel piano del Padre celeste per il destino
eterno dei Suoi figli?
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
50
S C E G L I A M O E D I V E N T I A M O U N C O M PA G N O E T E R N O
«Tutti gli esseri umani—maschi e femmine—sono creati a immagine di Dio.
Ognuno di essi è un beneamato figlio o figlia di spirito di genitori celesti… Il
sesso è una caratteristica essenziale dell’identità e del fine della vita preterreni, terreni ed eterni dell’individuo».
• In che modo la conoscenza del nostro primo stato ci consente di comprendere
meglio il ruolo fondamentale dei sessi nel piano del Signore?
«Le sacre alleanze e ordinanze disponibili nei sacri templi consentono alle
persone di ritornare alla presenza di Dio e alle famiglie di essere unite per
l’eternità».
• Quali qualità con un valore eterno possiamo sviluppare ora in noi stessi e in
famiglia?
• In che modo servire frequentemente nel tempio ci aiuta a serbare nella mente
le ordinanze e la loro importanza?
«Noi proclamiamo che il comandamento dato da Dio ai Suoi figli di moltiplicarsi e riempire la terra è sempre valido. Dichiariamo inoltre che Dio ha
comandato che i sacri poteri della procreazione devono essere usati soltanto
tra l’uomo e la donna che sono legittimamente sposati come marito e moglie».
• Perché pensate che il Signore ci abbia comandato di moltiplicarci e di riempire
la terra?
«Noi affermiamo la santità della vita e la sua importanza nel piano eterno
di Dio».
• In che modo questa dichiarazione sulla santità della vita si rivolge all’aborto
in genere?
«La felicità nella vita familiare è meglio conseguibile quando è basata sugli
insegnamenti del Signore Gesù Cristo».
• In che modo questa dichiarazione può essere usata come guida nella scelta
della persona da sposare?
• Come marito o moglie, che cosa farete per basare e mantenere la vita familiare
«sugli insegnamenti del Signore Gesù Cristo»?
Leggete il rimedio seguente prescritto dal presidente Gordon B. Hinckley per
combattere le influenze distruttive per la famiglia:
«Guardando al futuro, vedo poco di cui sentirmi entusiasta riguardo alla
famiglia in America e nel mondo. La droga e l’alcool esigono un tributo terribile che non è probabile diminuisca. Le parole dure e l’indifferenza verso
le necessità del coniuge sembrano essere in aumento. Troppi sono i maltrattamenti inflitti ai figli; troppi sono i maltrattamenti inflitti alla moglie. C’è
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
S C E G L I A M O E D I V E N T I A M O U N C O M PA G N O E T E R N O
51
un aumento anche dei maltrattamenti agli anziani. Tutto questo continuerà
e peggiorerà se non vi sarà il riconoscimento, sì, il profondo riconoscimento
del fatto che la famiglia è uno strumento dell’Onnipotente. È la Sua creazione; è l’unità fondamentale della società.
Levo una voce di ammonimento per la nostra gente. In questo siamo diventati
troppo simili agli altri abitanti del mondo. Naturalmente vi sono buone
famiglie. Vi sono buone famiglie dappertutto. Ma sono troppe quelle che si
trovano nei guai. È una malattia che tuttavia si può curare. La ricetta è semplice e meravigliosamente efficace: è l’amore, è il semplice, chiaro amore e
il rispetto espressi quotidianamente. È una tenera pianticella che ha bisogno
di essere nutrita. Ma vale tutti gli sforzi che ad essa dedichiamo.
Per concludere, vedo un meraviglioso futuro in un mondo incerto. Se ci terremo stretti ai nostri valori, se edificheremo sul nostro retaggio, se cammineremo in obbedienza al cospetto del Signore, se semplicemente metteremo
in pratica il Vangelo, saremo benedetti in maniera magnifica e meravigliosa.
Saremo considerati un popolo eletto, un popolo che ha trovato il segreto
per godere di una grande felicità» (La Stella, gennaio 1998, 82–83).
Chiedete: come il seguire i principi insegnati nel proclama sulla famiglia aiuta
la nostra casa a diventare un luogo sicuro per la famiglia e una fortificazione
contro le tentazioni e i peccati del mondo?
Marito e moglie hanno la solenne responsabilità di amarsi e sostenersi
reciprocamente, come pure di amare e sostenere i figli.
Chiedete: in che modo amarsi e prendersi cura l’uno dell’altro aiuta marito
e moglie a prepararsi per diventare genitori?
Chiedete a uno studente di leggere la dichiarazione seguente dell’anziano Boyd K.
Packer, membro del Quorum dei Dodici Apostoli:
«Io credo nel matrimonio. Credo che sia il modello ideale della vita umana.
So che è stato ordinato da Dio. I limiti che lo regolano sono stati posti per
proteggere la nostra felicità.
Non conosco nella vita momenti più felici di quelli vissuti da una giovane
coppia dell’età giusta, che ha raggiunto la necessaria preparazione, che si
ama e che pensa al matrimonio. Non vi è momento migliore della vita poiché
quello è il vostro momento.
So che viviamo in tempi difficili. Le difficoltà che dobbiamo affrontare oggi
gravano molto sul matrimonio.
Non perdete la fede nel matrimonio: neppure se avete dovuto subire l’infelicità di un divorzio e vi trovate circondati dalle macerie di un matrimonio
crollato» (La Stella, ottobre 1981, 24).
Continuate leggendo le dichiarazioni seguenti tratte da «La famiglia: un proclama
al mondo» (pagina 114 del manuale dello studente) e discutendo le domande
che seguono ciascuna affermazione:
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
52
S C E G L I A M O E D I V E N T I A M O U N C O M PA G N O E T E R N O
«I genitori hanno il sacro dovere di allevare i loro figli nell’amore e nella
rettitudine, di provvedere alle loro necessità fisiche e spirituali, di insegnare
loro ad amarsi e ad aiutarsi l’un l’altro, a osservare i comandamenti di Dio
e ad essere cittadini obbedienti alle leggi ovunque vivano».
• In che modo possiamo provvedere ai bisogni fisici e spirituali dei figli?
• Che cosa state facendo ora per prepararvi alle vostre responsabilità di genitori?
«Il successo del matrimonio e della famiglia è fondato e mantenuto sui principi della fede, della preghiera, del pentimento, del perdono, del rispetto,
dell’amore, della compassione, del lavoro e delle sane attività ricreative».
• Che cosa potete fare per assicurarvi che questi principi facciano parte del
matrimonio e dei rapporti familiari?
• Che cosa siete disposti a fare per costruire un matrimonio di successo?
«Noi avvertiamo le persone che violano le alleanze della castità, che maltrattano il coniuge o i figli, che mancano di assolvere i loro doveri familiari, che
un giorno saranno chiamati a renderne conto dinanzi a Dio. Inoltre ammoniamo che la disintegrazione della famiglia richiamerà sugli individui, sulle
comunità e sulle nazioni le calamità predette dai profeti antichi e moderni».
• Quale ritenete sia oggi la minaccia peggiore per la famiglia?
• In che modo il rafforzamento della famiglia può contribuire a fortificare le
comunità e le nazioni.
Chiedete agli studenti di pregare e di meditare sulle qualità che desiderano nel
coniuge. Incoraggiateli a stabilire mete significative per diventare il tipo di coniuge
che vivrà sempre secondo gli standard de «La famiglia: un proclama al mondo».
COMPITI SUGGERITI
Chiedete agli studenti di individuare due famiglie che ammirano. Chiedete:
• Quali qualità hanno che contribuiscono al loro successo e alla loro felicità?
• Sotto quali aspetti sono diverse e sotto quali altri aspetti sono simili?
• In che modo reagiscono davanti alle situazioni difficili?
Chiedete agli studenti d’intervistare una delle coppie per scoprire:
• Quali caratteristiche amano nel coniuge.
• Quale abitudine ognuno di loro ha sviluppato personalmente per diventare
un coniuge migliore.
• Come coppia, in che modo hanno rafforzato la loro fede.
Fate loro scrivere ciò che apprendono nella sezione «Note e impressioni» del
manuale dello studente e poi chiedete loro di scrivere un paragrafo nel quale
descrivono che cosa programmano di fare per prepararsi al matrimonio o per
diventare un coniuge migliore.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
53
12 L’OSSERVANZA DELLE LEGGI
DELLA SALUTE FISICA
INTRODUZIONE
L’apostolo Paolo insegnò che il corpo è il tempio di Dio
(vedere 1 Corinzi 3:16–17), ma molte persone pensano in
maniera diversa e agiscono di conseguenza. L’osservanza
della legge divina della salute porta innumerevoli benefici.
Aiutate gli studenti a comprendere che possono mantenere
e migliorare la loro salute in molti modi. L’esame delle
abitudini salutari, come pure degli effetti nocivi di alcune
sostanze, ci aiuta a rafforzare la nostra determinazione a
trattare il corpo con riverenza e rispetto.
PRINCIPI DA COMPRENDERE
• Le buone abitudini salutari sono importanti nell’applicazione del Vangelo.
• La Parola di Saggezza è una parte importante della legge della salute dataci dal
Signore.
• La dieta, il riposo e l’esercizio fisico adeguati ci portano grandi benefici per la
salute.
• Dobbiamo evitare sostanze e pratiche dannose per il corpo e per la mente.
SUGGERIMENTI DIDATTICI
Le buone abitudini salutari sono importanti nell’applicazione del Vangelo.
Mostrate qualche immagine di templi e parlate di alcuni begli aspetti di questi
edifici e del terreno che li circonda. Potreste far scrivere le risposte alle domande
seguenti nella sezione «Note e impressioni» del manuale dello studente:
• Che cosa e chi rappresentano questi edifici?
• Perché sono tanto curati?
• In che modo la cura di questi edifici aiuta coloro che vi entrano a sentire lo
Spirito?
Chiedete a uno studente di leggere 1 Corinzi 3:16.
Chiedete: in che modo possiamo paragonare il nostro corpo ai templi?
Leggete insieme la dichiarazione del presidente Thomas S. Monson riportata a
pagina 83 del manuale dello studente.
Chiedete: perché è importante equilibrare le necessità fisiche e quelle spirituali?
Invitate gli studenti a fare esempi di problemi di salute che non riusciamo a
risolvere. Condividete il consiglio seguente dell’anziano Russell M. Nelson,
membro del Quorum dei Dodici Apostoli, nonché ex cardiochirurgo:
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
54
L’ O S S E R VA N Z A D E L L E L E G G I D E L L A S A L U T E F I S I C A
«Per motivi di solito sconosciuti, alcune persone nascono con limitazioni
fisiche. Certe parti del corpo possono presentare anomalie. I sistemi che
regolano le funzioni del corpo talvolta non funzionano correttamente; e
tutti i corpi sono soggetti alle malattie e alla morte. Nondimeno il dono del
corpo fisico è inestimabile. Senza esso non potremmo ottenere una pienezza di gioia [vedere DeA 138:17].
Un corpo perfetto non è un requisito indispensabile per raggiungere il nostro
destino divino. Infatti alcuni degli spiriti più dolci sono ospitati in tabernacoli molto fragili. Spesso coloro che incontrano difficoltà fisiche sviluppano
una grande forza spirituale proprio perché sono messi alla prova. Queste
persone hanno diritto a tutte le benedizioni che Dio ha in serbo per i Suoi
figli fedeli e obbedienti [vedere Abrahamo 3:25–26].
«Verrà infine il momento in cui ogni “spirito e il corpo saranno riuniti…
nella loro forma perfetta; sia le membra che le giunture saranno restituite
alla loro propria forma” [Alma 11:43; vedere anche Alma 40:23; Ecclesiaste
12:7; DeA 138:17]. Allora, grazie all’espiazione di Gesù Cristo, potremo
diventare perfetti in Lui.
Quale influenza devono avere questi principi sul nostro comportamento
personale?…
Dobbiamo considerare il nostro corpo come il nostro tempio privato
[vedere 1 Corinzi 3:16]. Non dobbiamo lasciare che sia sconsacrato o profanato in nessuna maniera. Dobbiamo controllare la dieta ed esercitarci per
tenerci in forma» (La Stella, gennaio 1999, 103).
Chiedete:
• In che modo le difficoltà fisiche ci aiutano a sviluppare una forza spirituale?
• Come la mancanza di riguardo per la salute fisica può influire sul nostro
potenziale?
• In che modo le buone abitudini salutari vi hanno aiutato ad assolvere
i compiti quotidiani?
La Parola di Saggezza è una parte importante della legge della salute dataci
dal Signore.
Scrivete alla lavagna Parola di Saggezza e chiedete agli studenti che cosa significano
per loro queste parole.
Chiedete: perché pensate che il Signore ci abbia dato la Parola di Saggezza?
(Vedere DeA 89:4).
Tracciate alla lavagna tre colonne. Scrivete una delle parole seguenti in cima a
ogni colonna: avvertimenti, raccomandazioni, promesse. Invitate gli studenti a leggere Dottrina e Alleanze 89:4–9. Fate loro elencare alla lavagna gli avvertimenti
e le raccomandazioni fatteci dal Signore, come pure le promesse che la Parola di
Saggezza ci offre.
Per porre l’accento sulle benedizioni derivanti dall’osservanza della Parola di
Saggezza, condividete questa prima parte di una storia raccontata dal presidente
James E. Faust, un consigliere della Prima Presidenza:
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
L’ O S S E R VA N Z A D E L L E L E G G I D E L L A S A L U T E F I S I C A
55
«Quando ero presidente del Palo di Cottonwood, uno dei nostri patriarchi era
il Dr. Creed Haymond... Da giovane egli era stato il capitano della squadra
di atletica leggera della Pennsylvania State University. Nel 1919, il fratello
Haymond e la sua squadra furono invitati a partecipare alla gara annuale
dell’Associazione interuniversitaria. La sera prima della gara l’allenatore…
disse ai giovani della sua squadra di bere dello sherry. A quel tempo, gli
allenatori pensavano erroneamente che l’alcool fosse un “tonico” per i
muscoli preparati con un rigoroso allenamento. Tutti gli altri membri della
squadra presero lo sherry, ma il fratello Haymond rifiutò perché i suoi genitori
gli avevano insegnato la Parola di Saggezza. Il fratello Haymond era inquieto
perché gli dispiaceva disobbedire al suo allenatore. Avrebbe dovuto competere con l’uomo più veloce del mondo. Cosa sarebbe accaduto se il giorno
seguente fosse andato male? Come avrebbe affrontato il suo allenatore?»
Chiedete: se foste stati amici del fratello Haymond, che cosa gli avreste consigliato di fare?
Il presidente Faust continuò:
«Il giorno dopo, il resto dei compagni di squadra si sentirono male e ottennero scarsi risultati o addirittura non furono in grado di correre. Il fratello
Haymond, invece, stava bene e vinse i 100 e 200 metri piani. Il suo allenatore
gli disse: “Nei 200 metri hai appena battuto il record mondiale”. Quella sera
e per il resto della vita Creed Haymond fu molto grato per la sua semplice
fede nell’osservare la Parola di Saggezza» (Liahona, gennaio 2001, 54–55).
Chiedete:
• Considerereste in maniera diversa la sua decisione di non bere lo sherry se
fosse andato male e i suoi compagni avessero ottenuto un buon risultato?
Perché?
• Vediamo sempre subito i risultati positivi che derivano da scelte giuste?
• Che parte ha la fede nell’osservanza dei comandamenti come la Parola di
Saggezza?
Chiedete agli studenti di leggere Dottrina e Alleanze 89:18–21 e di elencare i benefici ottenibili osservando la Parola di Saggezza e i comandamenti. Discutete su ogni
beneficio, se necessario.
La dieta, il riposo e l’esercizio fisico adeguati ci portano grandi benefici per
la salute.
Condividete la dichiarazione seguente del presidente Ezra Taft Benson, allora
presidente del Quorum dei Dodici Apostoli, e chiedete d’individuare che cosa
dobbiamo fare per mantenerci sani:
«La condizione del corpo può influenzare il nostro spirito. Questo è il motivo
per cui il Signore ci ha dato la Parola di Saggezza. Egli disse anche che dobbiamo andare a dormire presto e levarci di buon mattino (Vedere DeA
88:124), che non dobbiamo correre più in fretta di quanto ci permetta di
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
56
L’ O S S E R VA N Z A D E L L E L E G G I D E L L A S A L U T E F I S I C A
fare la nostra forza (Vedere DeA 10:4) e che dobbiamo usare moderazione in
tutte le buone cose. In generale, più il cibo che mangiamo è nel suo stato
naturale, senza aver subito alcun processo di raffinazione o trattamento e
più sano sarà per noi. Il cibo può influenzare la mente; la mancanza di certi
elementi nel nostro corpo può provocare la depressione mentale. Un controllo medico periodico è una protezione ed il mezzo mediante il quale è
possibile identificare problemi, cui si può porre rimedio. Il riposo e l’esercizio
fisico sono essenziali; una passeggiata all’aria fresca può rinvigorire lo Spirito.
La sana ricreazione fa parte della nostra religione ed un cambiamento di
passo è necessario, poiché anche la sola prospettiva di questo cambiamento
può elevare lo spirito» (La Stella, febbraio 1975, 43).
Chiedete:
• Perché le persone sarebbero meglio in grado di servire il Signore se riposassero
a sufficienza?
• Che benefici spirituali porta la sana ricreazione?
Prepara il questionario seguente per ogni studente:
Con una scala da 1 a 5, con 5 come punteggio massimo, valutate individualmente
le dichiarazioni seguenti:
1. La mia dieta include frutta, verdura e cereali.
2. Faccio regolarmente esercizio fisico.
3. La maggior parte delle notti dormo a sufficienza.
4. Conosco le comuni malattie e le cure disponibili all’occorrenza.
5. Evito le abitudini e le sostanze nocive al corpo e alla mente.
6. Mi sforzo di mantenere me stesso, la mia famiglia e la mia casa puliti
e in ordine.
Dopo che gli studenti hanno compilato il questionario, promuovete una discussione su come il miglioramento in ognuno dei punti influisce sullo stato di
salute. Incoraggiateli a stabilire mete ragionevoli che potrebbero migliorare la
salute e a scriverle nella sezione «Note e impressioni» del loro manuale.
Chiedete: in che modo l’esercizio fisico contribuisce a tenere sotto controllo il
peso e a mantenerci in buona salute?
Ricordate brevemente agli studenti che l’esercizio fisico brucia le calorie; ci aiuta
a controllare il peso e a ridurre la pressione arteriosa; rafforza i muscoli; riduce lo
stress, la tensione e la fatica; aumenta le energie; accresce il benessere mentale
ed emotivo.
Leggete la dichiarazione seguente del presidente Ezra Taft Benson:
«Il corpo ha bisogno del rinnovamento che proviene dall’esercizio.
Camminare all’aria fresca rallegra il cuore e solleva lo spirito. Anche correre, se viene fatto correttamente, può avere effetti benefici. Anche la più
semplice attività sportiva può essere proficua» (La Stella, febbraio 1989, 6).
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
L’ O S S E R VA N Z A D E L L E L E G G I D E L L A S A L U T E F I S I C A
57
Incoraggiate gli studenti che non fanno regolarmente esercizio fisico a scegliere
un’attività che potrebbero svolgere nei prossimi mesi. Spiegate che dovrebbero
stabilire mete ragionevoli. Potrebbero anche condividere tra loro le mete o lavorare insieme per conseguirle. È inoltre utile preparare una tabella per riportare il
progresso compiuto. Un’altra idea per aiutarli a rimanere motivati è scegliere un
compagno con il quale fare esercizi fisici.
Dobbiamo evitare sostanze e pratiche dannose per il corpo e per la mente.
Chiedete: come reagireste se foste i genitori di un figlio che vi dicesse: «Il corpo
è mio e ci faccio quello che voglio»?
Scrivete alla lavagna l’equazione seguente: Droga = Dipendenza = Infelicità. Chiedete:
• Perché la tossicodipendenza non porta alla felicità?
• In che modo un uso improprio dei farmaci o l’uso della droga influisce su ciò
che le persone possono conseguire nella vita?
Condividete il consiglio seguente dell’anziano Marvin J. Ashton, che fu membro
del Quorum dei Dodici Apostoli:
«Mi riferisco a un giovane marito e padre tossicodipendente. Egli sta per
perdere la famiglia, il lavoro, la dignità e la vita stessa. Le sue invocazioni
di aiuto ci stringono il cuore. L’uso degli stupefacenti è una delle peggiori
catene che possano opprimere l’uomo. Coloro che spacciano stupefacenti
non soltanto forgiano delle catene per gli altri, ma soffrono essi stessi sotto
il peso delle tragedie di cui sono colpevoli. A coloro che sono immuni da
questo vizio raccomando di evitare l’uso di queste sostanze in qualsivoglia
forma con tutta la loro forza. Coloro che sono vittime di questo vizio cerchino aiuto per liberarsi dalle catene che li opprimono e li soffocano. Gli
stupefacenti non sono la risposta adatta alle difficoltà della vita; sono una
rapida fuga attraverso una porta che si apre soltanto sul crepacuore e sull’autodistruzione.
Credetemi quando dico che alcune delle cose più tristi che l’occhio umano
possa vedere sono le persone afflitte da questo vizio. Sono anime prigioniere
del loro corpo. Molti sono ormai incapaci di fare qualsiasi cosa, dipendono
completamente dall’aiuto altrui, sono infelici, ma non del tutto privi di
speranza se hanno il desiderio di scuotersi di dosso queste catene e combattere sinceramente per ritrovare la loro dignità, la pace e uno scopo nella
vita. Chiunque vi dica che fare uso di droga è divertente, mente» (La Stella,
gennaio 1987, 11–12).
Chiedete:
• Che cosa direste a una persona che afferma che la sua tossicodipendenza
nuoce soltanto a lei?
• In che modo la tossicodipendenza distrugge la famiglia della persona?
• Quali sono alcuni passi che una persona può compiere per liberarsi da una
dipendenza?
Fate leggere a metà degli studenti la dichiarazione del presidente Gordon B.
Hinckley riportata a pagina 86 del loro manuale e chiedete all’altra metà di
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
58
L’ O S S E R VA N Z A D E L L E L E G G I D E L L A S A L U T E F I S I C A
leggere l’insegnamento dell’anziano Boyd K. Packer, che si trova alle pagine
86–87 dello stesso testo. Chiedete ai gruppi d’insegnare agli altri ciò che hanno
appreso da quello che hanno letto.
COMPITI SUGGERITI
Chiedete agli studenti di monitorare per una settimana le loro abitudini alimen-
tari e di stabilire se consumano pasti equilibrati.
Invitate gli studenti a iniziare un programma di esercizi fisici, in caso non ne
seguano già uno.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
59
13 «QUESTE COSE TI
DARANNO ESPERIENZA»
INTRODUZIONE
Le difficoltà e gli ostacoli fanno parte della nostra prova
terrena. Lottare fedelmente con le difficoltà della vita può
diventare un’occasione di crescita spirituale. Aiutate gli
studenti a comprendere che con l’aiuto del Salvatore possiamo provare pace durante le prove (vedere Giovanni
16:33). L’anziano Neal A. Maxwell, membro del Quorum
dei Dodici Apostoli, insegnò che le avversità vanno sopportate e che dobbiamo apprendere da esse: «Il fronte stesso
delle tempeste può passare turbolentemente sopra la nostra
vita, ma non durerà per sempre. Possiamo imparare l’importante differenza che c’è tra la nuvola locale passeggera
e le tenebre generali» (Lord Increase Our Faith [1994], 43).
PRINCIPI DA COMPRENDERE
• Le avversità sono parte integrante della nostra esperienza terrena.
• Le difficoltà della vita ci possono aiutare a crescere.
• Serbare la fede in Gesù Cristo ci aiuta a risolvere i problemi e a superare le avversità.
• Dobbiamo perseverare sino alla fine.
SUGGERIMENTI DIDATTICI
Le avversità sono parte integrante della nostra esperienza terrena.
Chiedete agli studenti di completare la frase seguente: «La vita sarà più facile
quando finalmente
».
Ricordate loro che è cosa comune sperare che la vita sia più facile e piacevole,
tuttavia per molti è difficile. Leggete la dichiarazione seguente dell’anziano
Boyd K. Packer, presidente facente funzione del Quorum dei Dodici Apostoli:
«Non saremo esentati dalle prove che dovranno venire né come popolo, né
come famiglie, né come individui. A nessuno saranno evitate le prove che
si devono affrontare nella casa e nella famiglia, sul lavoro, le delusioni, il
dolore, la cattiva salute, l’invecchiamento, infine la morte» (vedere Liahona,
luglio 2000, 9).
Spiegate che le tre categorie in cui le prove possono essere classificate sono:
1. Quelle conseguenti ai nostri errori.
2. Quelle causate da altre persone.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
60
«QUESTE COSE TI DARANNO ESPERIENZA»
3. Quelle che fanno semplicemente parte della vita terrena.
Invitate gli studenti a fare degli esempi per le tre categorie.
Leggete il consiglio seguente del presidente Gordon B. Hinckley e chiedete agli
studenti come dovremmo reagire alle difficoltà:
«Mi piacciono queste parole di Jenkins Lloyd Jones, che alcuni anni fa
ritagliai da un giornale. Egli dice:…
“Chiunque immagina che quella suprema gioia… sia una condizione normale, dovrà sprecare gran parte del suo tempo correndo qua e là e gridando
di essere stato defraudato.
Il fatto è… che la maggior parte delle volte la bistecca è dura. Che la maggior
parte dei figli crescono come persone normali. Che il successo nel matrimonio richiede un alto grado di tolleranza reciproca. Anche la maggior parte
dei lavori è noiosa, più spesso che no…
La vita è come un viaggio in treno nel secolo scorso: ritardi, deviazioni,
fumo, polvere, fuliggine e scossoni, intervallati ogni tanto da bellissimi
panorami e da improvvisi scatti di velocità.
Il segreto del successo è ringraziare il Signore per averci concesso di fare
questo viaggio” («Big Rock Candy Mountains», Deseret News, 12 giugno
1973, A4)» («Una conversazione con gli adulti non sposati», La Stella,
novembre 1997, 20).
Leggete insieme Dottrina e Alleanze 122:7 e 136:31. Invitateli a evidenziare la
frase che nei versetti indica il motivo per cui il Signore consente che i Suoi figli
incontrino difficoltà. Chiedete loro di scrivere nella sezione «Note e impressioni»
del manuale dello studente alcune prove che hanno affrontato.
Chiedete: come siete diventati persone migliori grazie alle prove?
Mostrate un pezzo di carta vetrata e un pezzo di legno. Mentre scartavetrate
il legno, chiedete:
• Qual è il pregio di questa carta vetrata?
• Levigare questo legno a che cosa può essere paragonato nella nostra vita?
Leggete la seguente dichiarazione dell’anziano Neal A. Maxwell, membro del
Quorum dei Dodici Apostoli:
«Nella vita, la carta vetrata delle circostanze spesso leviga la nostra crosta e
rifinisce pazientemente gli spigoli grezzi. Non vi è tuttavia nulla di piacevole
in questo processo e il Signore lavorerà sodo per insegnarci una lezione particolare e aiutarci a superare una particolare debolezza, soprattutto se non
ci sono altre vie» (Notwithstanding My Weakness [1981], 67–68).
Chiedete:
• In che modo le prove possono smussarci e prepararci alla vita eterna?
• In che modo il nostro atteggiamento è un elemento decisivo nell’affrontare
le difficoltà?
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
«QUESTE COSE TI DARANNO ESPERIENZA»
61
Le difficoltà della vita ci possono aiutare a crescere.
Chiedete a uno studente fisicamente capace di venire davanti alla classe e di
fare dieci flessioni sulle braccia. Chiedete poi a un altro studente di alzarsi e di
fare in aria il movimento che le braccia fanno nelle flessioni a terra.
Chiedete:
• In che modo la resistenza è un fattore importante per lo sviluppo dei muscoli?
• In che modo possiamo paragonare questo esempio alla crescita spirituale?
Aiutateli a comprendere che le difficoltà della vita spesso offrono la resistenza
grazie alla quale possiamo rafforzarci come Santi degli Ultimi Giorni.
Scrivete quanto segue alla lavagna:
• Trampolini di lancio o pietre d’inciampo?
• Le prove possono smussare.
• Le afflizioni possono essere castighi divini.
Invitate gli studenti a leggere le dichiarazioni degli anziani John B. Dickson,
Richard G. Scott e Neal A. Maxwell riportate a pagina 91–92 del loro manuale.
Chiedete loro di spiegare come le frasi alla lavagna si riferiscono a ogni
dichiarazione.
Chiedete:
• Quali sono le difficoltà tipiche che i giovani incontrano?
• Quali reazioni avete trovato più utili a questo tipo di difficoltà?
• In quale modo le difficoltà vi hanno aiutato a diventare migliori?
Serbare la fede in Gesù Cristo ci aiuta a risolvere i problemi e a superare le
avversità.
Chiedete agli studenti di pensare a una volta in cui hanno affrontato ostacoli
insormontabili e non sapevano che cosa fare. Chiedete poi d’individuare quali
delle domande seguenti contribuiscono maggiormente alla crescita durante le
prove impegnative e di spiegarne il motivo:
• Perché doveva succedere proprio a me?
• Che cosa posso imparare da questa esperienza?
• C’è qualcosa di me stesso che dovrei cambiare?
• Perché ora mi tocca soffrire così?
• Ho fatto qualcosa per meritarmi questo?
• Come il Signore mi ha aiutato e sostenuto nelle difficoltà passate?
Fate leggere agli studenti 2 Re 6:14–15 e individuare la domanda che il servo
pose a Eliseo. Fate loro leggere i versetti 16–17, poi chiedete:
• Quale grande lezione Eliseo insegnò al servo su come affrontare le avversità
e le prove? (Vedere versetto 16).
• Che cosa sapeva Eliseo più del servo? (Vedere versetto 17).
• Come pensate si sia sentito il giovane servo quando riuscì a vedere i cavalli
e i carri di fuoco?
• Come possiamo applicare questa storia nella nostra vita?
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
62
«QUESTE COSE TI DARANNO ESPERIENZA»
Condividete la seguente dichiarazione di Jeffrey R. Holland, in seguito membro
del Quorum dei Dodici Apostoli:
«Nel Vangelo di Gesù Cristo avete a disposizione un aiuto da entrambi i lati
del velo e non dovete mai dimenticarlo. Quando la delusione e lo scoraggiamento vi colpiscono—come certamente accadrà—dovete ricordare fermamente che se i vostri occhi fossero aperti vedreste cavalli e carri di fuoco
estendersi sino all’orizzonte e procedere a briglia sciolta verso di voi per
proteggervi. Questi eserciti celesti saranno sempre presenti in difesa della
progenie di Abrahamo» («Per i tempi difficili», La Stella, gennaio 1982, 13).
Chiedete: perché è importante ricordare che quando osserviamo i principi evangelici gli «eserciti celesti» ci sosterranno?
Dobbiamo perseverare sino alla fine.
Incaricate gli studenti di leggere i seguenti tre passi scritturali e di spiegare che
cosa insegnano sul perseverare sino alla fine: 2 Nefi 31:20; Dottrina e Alleanze
24:8; 121:7–8.
Spiegate che non dobbiamo mai smettere di essere fedeli, anche quando i problemi
e le relative sofferenze si moltiplicano. Possiamo attingere forza dal Signore,
sapendo che l’incertezza riguardo ai problemi fa parte della prova terrena.
Dimostriamo la fedeltà e l’amore verso il Signore osservando i principi evangelici
anche quando affrontiamo difficoltà inaspettate. Perseverare sino alla fine non
significa rimanere seduti nei momenti difficili della vita.
Condividete la dichiarazione seguente dell’anziano Neal A. Maxwell:
«Dal momento che per Cristo non ci fu esenzione dalle sofferenze, come
potrebbe essercene una per noi? Vogliamo veramente l’immunità alle avversità? Soprattutto quando certi tipi di sofferenze ci possono aiutare a crescere?
Privarci di quelle esperienze, per quanto ci possa piacere al momento, significherebbe privarci dei risultati per i quali gridammo di gioia quando molto
tempo fa, nel mondo in cui ci trovavamo prima di venire qua, ci furono
spiegate le esperienze che avremmo fatto.
La vita è una scuola alla quale ci iscrivemmo non solo di nostra spontanea
volontà, ma anche con gioia. Se il preside implementa un corso di studio—
che ha ripetutamente dimostrato su altri pianeti di portare la felicità ai partecipanti; se accettammo che una volta iscritti non ci sarebbero stati ritiri e
che ci saremmo sottoposti a esami che avrebbero davvero messo alla prova
le nostre capacità e percettività, che cosa farebbe un esperto preside se, in
seguito, ci fossero lamentele? Soprattutto se, durante la Sua apparente assenza,
molti allievi stracciano i loro quaderni d’istruzioni e richiedono che
sospenda gli esami, dal momento che producono un po’ di sofferenze?…
L’apprendimento si ha completando il corso!» (All These Things Shall Give
Thee Experience [1979], 26–27).
Leggete o cantate insieme la quinta strofa dell’inno «Un fermo sostegno» (Inni,
49). Chiedete loro di ascoltare ciò che insegna sulle avversità:
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
«QUESTE COSE TI DARANNO ESPERIENZA»
63
Se irto di prove foss’anche il sentier,
ti veglia costante il mio poter;
la fiamma del fuoco non ti brucerà,
soltanto il mio amore, soltanto il mio amore ti raffinerà.
COMPITI SUGGERITI
Chiedete agli studenti d’individuare due persone che conoscono e che abbiano
perseverato in mezzo a molte prove e, se possibile, di chiedere loro come sono
cresciute grazie alle esperienze vissute. Incoraggiate gli studenti a esprimere la
loro gratitudine a queste persone e a esternare i sentimenti d’ammirazione che
provano per ciò che hanno raccontato. Spiegate loro di prepararsi a raccontare
durante la lezione successiva qualsiasi cosa abbiano appreso su come perseverare
bene nelle difficoltà che affrontano.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
64
14 L’OSSERVANZA DELLE ALLEANZE
INTRODUZIONE
Stringere le alleanze e rispettarle è una parte essenziale del piano di salvezza. Per sforzarci di raggiungere
il nostro potenziale divino, dobbiamo ricevere le
ordinanze e le alleanze evangeliche attraverso coloro
che detengono la debita autorità del sacerdozio.
Aiutate gli studenti a comprendere che, sebbene
viviamo in un mondo dove tener fede alle promesse
è spesso una cosa di poco conto, il Signore si aspetta
che noi le manteniamo e riversa benedizioni su
coloro che sono disposti a stringere le alleanze con
Lui e a osservarle. Quando facciamo e teniamo fede
alle alleanze con il Signore e perseveriamo sino alla
fine, riceviamo la promessa della vita eterna.
PRINCIPI DA COMPRENDERE
• Un’alleanza è una promessa sacra tra Dio e i Suoi figli.
• Tenendo fede alle alleanze possiamo raggiungere il nostro potenziale divino.
• L’autorità del sacerdozio è necessaria per ricevere le alleanze e le ordinanze di
salvezza.
• Tenendo fede alle alleanze ci prepariamo a ricevere la vita eterna.
SUGGERIMENTI DIDATTICI
Un’alleanza è una promessa sacra tra Dio e i Suoi figli.
Mostrate un certificato di matrimonio, una fede o una foto di matrimonio.
Chiedete che cosa rappresenta l’oggetto. Chiedete quindi:
• Quali sono le promesse che si fanno le persone quando si sposano?
• Quali benedizioni possono giungere quando tengono fede a queste promesse?
• Che cosa si perderà se non terranno fede alle alleanze?
Scrivete alla lavagna alleanza. Chiedete che cosa significa questa parola. Chiedete
a qualcuno di leggere la dichiarazione tratta dalla Guida alle Scritture, riportata
a pagina 99 del manuale dello studente. Invitate gli studenti a scrivere la risposta alle domande seguenti nella sezione «Note e impressioni» del manuale dello
studente:
• Quali sono alcune alleanze che avete stretto?
• Che rapporto c’è tra le parole promesse, contratti e impegni e le alleanze?
• Chi ne subisce le conseguenze quando le alleanze non sono osservate?
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
L’ O S S E R VA N Z A D E L L E A L L E A N Z E
65
• In che cosa differiscono le alleanze che stringiamo con Dio da quelle che
facciamo con le altre persone?
• Quale preparazione dovrebbe precedere le alleanze evangeliche?
Spiegate che le alleanze sono bilaterali. Chiedete agli studenti di leggere la spiegazione dell’anziano Jack H. Goaslind Jr. riportata a pagina 99 del loro manuale.
Scrivete alla lavagna i seguenti riferimenti scritturali. Chiedete agli studenti di
leggere i passi scritturali e di discutere su ciò che imparano da ognuno di essi in
merito alle alleanze.
• Mosia 18:13
• Dottrina e Alleanze 42:78
• Dottrina e Alleanze 101:39
Condividete la dichiarazione seguente del presidente James E. Faust, un consigliere della Prima Presidenza:
«Le alleanze non sono semplicemente riti esteriori, ma sono mezzi di cambiamento reali ed efficaci. “Il nascere di nuovo si ottiene dallo Spirito di
Dio per mezzo delle ordinanze” [Insegnamenti del profeta Joseph Smith, 124].
Dobbiamo sempre onorare e considerare sacre le ordinanze di salvezza che
facciamo con il Signore» (La Stella, luglio 1998, 17).
Chiedete: in che modo l’osservanza delle alleanze vi aiuta a resistere alle
tentazioni?
Tenendo fede alle alleanze possiamo raggiungere il nostro potenziale divino.
Chiedete agli studenti di cantare una strofa di «Sono un figlio di Dio» (Inni,
190). Chiedete: quali lezioni importanti apprendiamo da questo inno?
Leggete Abrahamo 3:22–26 (Padronanza delle Scritture, Abrahamo 3:22–23)
e poi discutetene. Chiedete:
• Che cosa apprese Abrahamo sul suo potenziale?
• Che cosa ci aiuta a comprendere su noi stessi?
Condividete le dichiarazioni seguenti del presidente Spencer W. Kimball:
«Ricordate, nel mondo in cui vivevamo prima di venire quaggiù alle donne
fedeli furono affidati determinati incarichi, mentre gli uomini fedeli furono
preordinati all’adempimento di determinati compiti del sacerdozio… Voi
siete responsabili di quelle cose che tanto tempo fa vi furono richieste proprio come lo sono coloro che sosteniamo come profeti e apostoli!» («Il
ruolo delle donne rette», La Stella, maggio 1980, 165).
«Facemmo voti, voti solenni, in cielo prima di venire in questa vita terrena…
Abbiamo stretto alleanze. Le stringemmo prima di accettare la nostra
posizione qui sulla terra.
Allora prendemmo l’impegno di compiere “tutte le cose che il Signore nostro
Dio ci avrebbe comandato”. C’impegnammo con il Padre celeste che se ci
avesse mandato sulla terra e dato un corpo, fornendoci le occasioni di valore
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
66
L’ O S S E R VA N Z A D E L L E A L L E A N Z E
inestimabile che la vita offre, noi ci saremmo mantenuti puri, ci saremmo
sposati nel sacro tempio, avremmo cresciuto dei figli e insegnato loro a
camminare in rettitudine. Questo fu un giuramento e una promessa solenne»
(«Be Ye Therefore Perfect» [discorso tenuto all’Istituto di Religione di Salt
Lake, 10 gennaio 1975], 2).
Chiedete:
• Come la comprensione di avere stretto delle alleanze nella vita preterrena
può influire sulle decisioni che prendiamo in questa vita?
• In che modo stringere delle alleanze ci aiuta a vivere all’altezza del nostro
potenziale?
L’autorità del sacerdozio è necessaria per ricevere le alleanze e le ordinanze
di salvezza.
Leggete la dichiarazione seguente sul sacerdozio fatta dal presidente Gordon B.
Hinckley, allora consigliere della Prima Presidenza, e chiedete agli studenti di
prestare attenzione a ciò che egli affermò essere il «requisito per detenerlo»:
«Il Signore lo ha dato [il sacerdozio] a uomini che sono considerati degni di
riceverlo, a prescindere dalla loro condizione sociale, dal colore della loro
pelle o dalla nazione in cui vivono. È il potere e l’autorità di governare negli
affari del regno di Dio. Viene dato soltanto per ordinazione mediante l’imposizione delle mani da parte di coloro che hanno l’autorità di farlo. Il
requisito per detenerlo è l’obbedienza ai comandamenti di Dio.
Sulla terra non c’è potere simile ad esso. La sua autorità si estende oltre la
vita, attraverso il velo della morte per raggiungere le eternità a venire. Le
sue conseguenze sono eterne» (La Stella, gennaio 1985, 46).
Chiedete: che cosa sono le chiavi del sacerdozio?
Condividete la spiegazione delle chiavi del sacerdozio tratta dalla Guida alle
Scritture:
«Le chiavi sono i diritti di presidenza, ossia il potere conferito da Dio all’uomo
per dirigere, controllare e governare il Suo sacerdozio sulla terra. I detentori
del sacerdozio chiamati a posizioni di presidenza ricevono le chiavi da coloro
che hanno autorità su di loro. I detentori del sacerdozio usano il sacerdozio
soltanto nell’ambito dei limiti stabiliti da coloro che detengono le chiavi. Il
presidente della Chiesa detiene tutte le chiavi del sacerdozio» («Chiavi del
sacerdozio», 28).
Chiedete di leggere Dottrina e Alleanze 132:7–14. Chiedete quindi: quali promesse e ammonimenti si trovano in questi versetti?
Chiedete loro di leggere Dottrina e Alleanze 138:58. Chiedete poi: in che modo
le ordinanze per procura possono avere effetto su coloro che sono morti?
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
L’ O S S E R VA N Z A D E L L E A L L E A N Z E
67
Tenendo fede alle alleanze ci prepariamo a ricevere la vita eterna.
Chiedete:
• Come vi sentireste se pagaste un cavallo e finiste per ricevere un’intera
mandria?
• Sotto quali aspetti è come le benedizioni che Iddio concede ai Suoi figli?
Disegnate alla lavagna due colonne, intitolandone una Ordinanze e l’altra
Promesse. Scrivete le ordinanze seguenti nella colonna «Ordinanze»: battesimo,
sacramento, sacerdozio, investitura del tempio, suggellamento del tempio.
Fate leggere i passi scritturali corrispondenti ai riferimenti elencati con le ordinanze e trovare le promesse che facciamo. Scrivete le promesse nella relativa
colonna. Aiutate gli studenti a comprendere il motivo per cui ricevere le ordinanze e stringere le alleanze è una parte importante della vita. Potreste chiedere
loro di completare l’esercizio nella sezione «Note e impressioni» del manuale
dello studente, in modo da poterlo consultare in futuro.
• Battesimo. Leggete Mosia 18:8–10 e Dottrina e Alleanze 20:37. (Promettiamo
di «portare i fardelli gli uni degli altri», «stare come testimoni di Dio in ogni
momento e in ogni cosa e in ogni luogo», di «servire [Dio] e obbedir[e] ai
suoi comandamenti», di pentirci, di «prendere su di [noi] il nome di Gesù
Cristo», e di «servirlo fino alla fine»).
• Sacramento. Leggete Dottrina e Alleanze 20:77, 79. (Prendiamo il sacramento
in ricordo dell’espiazione di Gesù Cristo e rinnoviamo le promesse battesimali.
Tra queste promesse c’è prendere su di noi il nome di Gesù Cristo, ricordarci
sempre di Lui, osservare i Suoi comandamenti, stare come Suoi testimoni e
mostrare che ci ricordiamo di Lui).
• Sacerdozio. Leggete Dottrina e Alleanze 84:33–42 (Padronanza delle Scritture,
DeA 84:33–39) e 121:34–36 (Padronanza delle Scritture). (Coloro che ricevono
il sacerdozio promettono di magnificare le chiamate del sacerdozio, di obbedire ai comandamenti, di vivere secondo ogni parola di Dio [vedere il discorso
dell’anziano Carlos E. Asay, La Stella, gennaio 1986, 37–39]).
• L’investitura e il matrimonio del tempio. Condividete l’insegnamento dell’anziano
James E. Talmage, membro del Quorum dei Dodici Apostoli. (State attenti a
non rivelare maggiori dettagli sulle promesse che facciamo nell’investitura di
quelli forniti nella dichiarazione dell’anziano Talmage).
«Le ordinanze dell[’investitura] comportano determinati obblighi da parte
dell’individuo, quali il patto di osservare la legge della più stretta virtù e
castità; di essere caritatevole, benevolo, tollerante e puro; di mettere sia le
proprie capacità che i propri mezzi materiali al servizio della propagazione
della verità e dell’elevazione della razza umana; di mantenersi fedeli alla causa
della verità e di cercare infine di contribuire in ogni maniera alla grande
opera di preparare la terra a ricevere degnamente il suo Re, il Signore Gesù
Cristo. Ogni qualvolta viene stipulata un’alleanza e viene assunto un obbligo,
viene fatta la promessa di una benedizione la cui realizzazione è contingente
alla fedele osservanza delle condizioni imposte» (La casa del Signore, 76).
Rendete testimonianza di quale grande opportunità e benedizione sia ricevere le
ordinanze e stringere alleanza con il Signore.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
68
L’ O S S E R VA N Z A D E L L E A L L E A N Z E
COMPITI SUGGERITI
Invitate gli studenti a meditare sulle alleanze che hanno stretto sino ad ora
nella vita. Raccomandate loro di chiedere al Signore in preghiera e durante la
riunione sacramentale successiva di comprendere che cosa Egli vorrebbe che
facessero per rendere onore e magnificare le alleanze che hanno stretto.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
69
15 SERVIAMOCI L’UN L’ALTRO
INTRODUZIONE
Il servizio è una parte importante del nostro progresso
eterno. Cresciamo servendo il prossimo e consentendo
agli altri di servirci. Incoraggiate gli studenti a programmare una vita di servizio utile e fate loro comprendere
che non dovrebbero sentirsi colpevoli o vergognarsi
quando ricevono aiuto. Coloro che ricevono il servizio
a loro volta servono altre persone in molti modi diversi.
PRINCIPI DA COMPRENDERE
• I servitori del Signore e le Scritture c’insegnano a servirci l’un l’altro.
• Tutti prima o poi abbiamo bisogno di aiuto.
• Possiamo servirci a vicenda in molti modi diversi.
• Servirci a vicenda dovrebbe essere un impegno per tutta la vita.
SUGGERIMENTI DIDATTICI
I servitori del Signore e le Scritture c’insegnano a servirci l’un l’altro.
Raccontate la storia seguente: Andrew era un atleta ben conosciuto nella sua
scuola. Era fiero dei risultati ottenuti. Un giorno il vescovo gli chiese di trascorrere due ore alla settimana servendo in un vicino orfanotrofio. Rimase turbato
dalla richiesta del vescovo.
Chiedete agli studenti di servirsi della Guida alle Scritture per trovare dei versetti
che potrebbero condividere con Andrew per aiutarlo in merito alla richiesta di
servizio del vescovo. Invitate diversi studenti a condividere un passo scritturale
che hanno trovato e a spiegare perché pensano si applichi ad Andrew.
Chiedete agli studenti di leggere le dichiarazioni delle Autorità generali riportate
nella sezione «I servitori del Signore e le Scritture c’insegnano a servirci l’un l’altro», alle pagine 107–108 del loro manuale, e di trovare i principi e le idee che
potrebbero condividere e che sarebbero rilevanti ai fini della richiesta del vescovo.
Chiedete:
• In che modo Andrew potrebbe crescere grazie a questa esperienza?
• Che valore potrebbe avere il suo servizio reso nell’orfanotrofio?
• Perché pensate che l’argomento del servizio sia menzionato spesso nelle
Scritture e dai servitori del Signore?
• In che modo il servizio reso al prossimo vi avvicina al Salvatore?
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
70
S E R V I A M O C I L’ U N L’ A LT R O
Tutti prima o poi abbiamo bisogno di aiuto.
Raccontate la storia seguente: Cinthia era sempre disponibile ad aiutare gli altri.
Quasi tutti nel suo rione prima o poi avevano ricevuto il suo aiuto. Ella sembrava
sapere quando le persone avevano bisogno di qualcosa, ancor prima che ne parlassero. Un giorno cadde dalle scale mentre aiutava un’altra famiglia a pulire la
casa. Si ruppe una gamba e rimase ingessata per diversi mesi. Le molte persone
che aveva servito si radunarono attorno a lei e si offrirono di aiutarla. Con loro
sorpresa, ella non accettò l’aiuto.
Fate discutere gli studenti su questa situazione e sul consiglio che darebbero
a Cinthia e ai fedeli del suo rione.
Chiedete: quali categorie di persone potrebbero avere bisogno del servizio o del
sostegno che noi potremmo offrire? Riportate le risposte alla lavagna. L’elenco
potrebbe includere:
• Le persone malate
• Le persone sole
• Le persone tristi
• I vedovi e le vedove
• Gli affamati
• I poveri
• I missionari appena chiamati
• I genitori di bambini piccoli
• I genitori soli
• I bambini rimasti orfani
• Coloro che stanno soffrendo per le conseguenze del peccato
Spiegate che talvolta cerchiamo occasioni per servire gli altri quando coloro che
hanno maggior bisogno di aiuto si trovano entro le mura di casa nostra.
Chiedete: perché a volte trascuriamo le necessità dei nostri familiari?
Leggete il brano tratto da «La famiglia: un proclama al mondo» a pagina 108
del manuale dello studente. Chiedete:
• Che cosa insegna il proclama sulla famiglia riguardo al servizio?
• Che ragioni adduciamo talvolta per non prestare servizio in famiglia?
Invitate gli studenti a raccontare alcune esperienze di quando hanno servito
i propri familiari e i sentimenti che hanno provato nell’aiutarli.
Condividete il consiglio seguente del presidente Gordon B. Hinckley:
«Siamo propensi a parlare di grandi numeri, come ad esempio il numero
totale dei membri della Chiesa. Ma non dobbiamo mai dimenticare che siamo
tutti singoli individui, ognuno con le sue necessità e problemi, speranze e
sogni, fede e convinzioni. Alcuni sono forti, altri deboli, ma tutti ci sforziamo.
Abbiamo dei problemi da affrontare, problemi seri e difficili. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro per edificarci e rafforzarci reciprocamente. Non dobbiamo
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
S E R V I A M O C I L’ U N L’ A LT R O
71
mai perdere di vista il fatto che dobbiamo soccorrere i deboli, rialzare le
braccia stanche e fortificare le ginocchia vacillanti (vedere DeA 81:5)» (La
Stella, luglio 1999, 5).
Chiedete:
• Come vi sentite quando ricevete l’aiuto necessario?
• Perché è importante essere abbastanza umili non solo da prestare frequentemente servizio, ma anche da riceverlo quando ne abbiamo bisogno?
Possiamo servirci a vicenda in molti modi diversi.
I miracoli che Gesù compì esemplificano atti di servizio. Scrivete alla lavagna i
riferimenti scritturali seguenti, tralasciando le frasi tra parentesi. Dividete i riferimenti tra gli studenti e chiedete loro di leggere in silenzio i passi scritturali
assegnati, poi scrivete alla lavagna accanto al riferimento una breve descrizione
del servizio reso dal Salvatore. (Secondo il numero di studenti, potreste aver
bisogno di aggiungere o di togliere riferimenti scritturali).
• Matteo 8:1–3 (guarì un lebbroso)
• Matteo 9:27–31 (diede la vista a due ciechi)
• Matteo 14:16–21 (sfamò una moltitudine di persone)
• Marco 1:23–26 (scacciò uno spirito immondo)
• Marco 2:5 (perdonò i peccati)
• Luca 7:11–17 (fece risuscitare il figlio di una vedova)
• Giovanni 2:1–10 (trasformò l’acqua in vino per gli invitati a delle nozze)
• Giovanni 4:46–54 (guarì il figlio dell’ufficial reale)
Chiedete:
• Quali sono alcuni atti di servizio che noi possiamo compiere per il prossimo?
• Quali sono alcuni atti di servizio che possiamo offrire a Dio? (Dopo le risposte,
fate leggere a uno studente Mosia 2:17 [Padronanza delle Scritture], se non è
stato menzionato).
• Quanto è importante il nostro atteggiamento quando serviamo? Perché?
La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è stata riconosciuta a livello
internazionale per i suoi sforzi umanitari. Leggete la dichiarazione seguente dell’anziano Gordon B. Hinckley, allora membro del Quorum dei Dodici Apostoli:
«[Nella Chiesa] troviamo centinaia di migliaia di uomini, provenienti da
ogni strato sociale, dotati dell’autorità di agire nel nome di Dio ed obbligati
dalla natura stessa del sacro dono che ognuno di loro ha ricevuto, a rafforzarsi e ad aiutarsi reciprocamente…
Questo è uno dei grandi propositi dell’organizzazione dei quorum del sacerdozio della Chiesa—quello di renderci edotti delle necessità degli altri e di
fornirci l’opportunità ed i mezzi per rafforzarci reciprocamente» (La Stella,
dicembre 1972, 502, 503).
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
72
S E R V I A M O C I L’ U N L’ A LT R O
Condividete la dichiarazione seguente della sorella Mary Ellen Smoot, allora
presidentessa generale della Società di Soccorso, diretta alle donne della Chiesa:
«Mi sento costantemente ispirata dalla vostra fede, dalla vostra bontà e dal
vostro desiderio di fare quanto il Signore vuole che voi facciate. Grazie del
servizio che svolgete… In ogni luogo in cui vado vedo i frutti della Società
di Soccorso manifesti nella vita delle sorelle della Chiesa. Ognuna di noi è
uno strumento nelle mani di Dio…
Quando siamo unite e ci serviamo reciprocamente, e serviamo anche tutti
gli altri figli di Dio, possiamo essere strumenti nelle mani di Dio non soltanto per alleviare le sofferenze fisiche, ma, cosa più importante, per soccorrere coloro che hanno carenze spirituali» («Siamo strumenti nelle mani
di Dio», Liahona, gennaio 2001, 104, 105).
Chiedete: in che modo voi e la vostra famiglia potete fare di più per aiutare
i bisognosi?
Leggete Mosia 4:16–27 e discutetene. Potreste trovare utili le domande seguenti:
• Quale dovrebbe essere il nostro atteggiamento riguardo a «impartire gli uni
agli altri le sostanze che a[bbiamo]» (versetto 21)?
• Dovremmo dare del denaro a tutti coloro che lo chiedono? Ci sono volte in
cui altri tipi di servizio sono più utili?
• Quale dovrebbe essere il nostro atteggiamento se «non a[bbiamo], e tuttavia
a[bbiamo] il necessario» (versetto 24)?
• Che cosa significa «bada[re] che tutte queste cose siano fatte con saggezza
e ordine» (versetto 27)?
Leggete il consiglio seguente del vescovo H. Burke Peterson, allora consigliere
del Vescovato Presiedente:
«[Nelle] Scritture ci è stato insegnato che, a prescindere da quanto grandi e
significativi possano essere i nostri successi mortali, a prescindere dalle imprese
compiute dalla nostra mano—come vescovi, archivisti, presidenti, insegnanti o genitori—se non impariamo a praticare la carità non siamo nulla
(vedere 1 Corinzi 13:1–3). Tutte le nostre buone opere non peseranno in
nostro favore se sarà mancata la carità.
La carità si misura in diverse maniere. Forse una suprema forma di carità può
essere dimostrata da colui che si trattiene dal giudicare le azioni o la condotta altrui ricordando che c’è soltanto Uno che può guardare nel cuore e
conoscerne gli intenti—e discernerne i desideri onesti che vi albergano. C’è
soltanto Uno che ha il diritto di giudicare i successi del viaggio compiuto
dagli altri attraverso questa vita. I giudizi non richiesti o i sentimenti preconcetti possono impedire a molti di dimostrare un atteggiamento veramente
caritatevole o la disponibilità ad aiutare chi si trova nel bisogno, anche coloro
che fanno parte del nostro cerchio familiare» (La Stella, ottobre 1981, 153).
Aiutate gli studenti a comprendere che dovremmo trovare il modo di aiutare i
bisognosi in maniera da rafforzarli veramente. Potreste ripassare i principi contenuti in «Diventiamo autosufficienti nella maniera del Signore» (vedere pagina 39).
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
S E R V I A M O C I L’ U N L’ A LT R O
73
Servirci a vicenda dovrebbe essere un impegno per tutta la vita.
Invitate gli studenti a pensare a una persona che conoscono personalmente la
cui vita sia stata riempita dal servizio. Scrivete alla lavagna Come hanno servito.
Senza nominare la persona a cui pensano, chiedete agli studenti di raccontare il
tipo di servizio reso al prossimo. Elencate le risposte alla lavagna.
Chiedete:
• In che modo il servizio di questa persona segue il principio insegnato in
Matteo 6:3–4?
• Secondo Dottrina e Alleanze 64:33, che cosa insegna il Signore riguardo ai
piccoli gesti di servizio?
• Che cosa fanno alcune persone anziane che conoscete per aiutare il prossimo?
• Che cosa v’insegna il loro esempio sull’importanza di servire per tutta la vita?
Spiegate che quando alcune persone sono rilasciate da incarichi che hanno
richiesto loro di prestare un grande servizio, come una missione, erroneamente
pensano che poiché hanno fatto tanto sono esentate dal servire il prossimo.
Chiedete: perché questo atteggiamento può essere spiritualmente pericoloso?
Condividete il consiglio seguente dell’anziano M. Russell Ballard, membro del
Quorum dei Dodici Apostoli:
«A voi che avete già servito [come missionari a tempo pieno]: ricordate che
siete stati rilasciati dalla missione ma non dalla Chiesa. Avete trascorso due
anni come rappresentanti del Signore Gesù Cristo. Ci aspettiamo che il vostro
aspetto e le vostre azioni siano sempre quelle di un Suo discepolo. Siate d’esempio e agite. Non seguite le tendenze e le mode del mondo… Le regole
per avere felicità e successo dopo la missione sono pressoché le stesse che
dovevate seguire durante la missione: pregare sempre, lavorare sodo ed essere
obbedienti» (Liahona, novembre 2002, 49).
Chiedete:
• Come si può applicare il consiglio dell’anziano Ballard a tutti i Santi degli
Ultimi Giorni?
• Perché dobbiamo continuare a servire il Signore e i Suoi figli per tutta la vita?
COMPITI SUGGERITI
Chiedete agli studenti di pensare a dei modi in cui, durante la settimana
seguente, possono aiutare un parente, una persona della congregazione locale o
della comunità. Che pensino possibilmente a una persona per ognuna delle tre
categorie. Fate scrivere le loro esperienze nella sezione «Note e impressioni» del
manuale dello studente.
I L VA N G E L O E U N A V I T A P R O D U T T I VA M A N U A L E D E L L ’ I N S E G N A N T E
ITALIAN
4
02365 97160
36597 160
3
Scarica

il vangelo e una vita produttiva manuale dell`insegnante