poste italiane spa - sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB Roma - ISSN 1970-8211 Anno XXX - Numero 2 - febbraio 2008 - euro 2,00 XXX Giornata per la vita immagini & eventi da tutta Italia La legge 194 non è più l’ultimo tabù EDITORIALE DI CARLO CASINI a Giornata per la vita 2008 ha sottolineato due aspetti su cui è opportuno meditare. In primo luogo è emerso prepotentemente il tema dell'aborto, inevitabilmente collegato alla legge 194. Sembrerebbe scontato perché la Giornata è stata istituita proprio all'indomani della legge legittimante l'aborto per dimostrare che “la Chiesa non si rassegna e non si rassegnerà mai”, ma la paura di una troppo accesa discussione sulla legge unita alla memoria di sofferenze, sconfitte e divisioni, consigliava molti, negli anni passati, a parlare di altro. Invece, nel 2008 anche la legge 194 è tornata al centro del dibattito, in modo prepotente, ma innervato in un prudente realismo che fa sperare che qualcosa, davvero, si possa muovere. In questa ottica riproponiamo i binari di un possibile percorso graduale ma concreto: da un lato non è negoziabile il riconoscimento dell'esistenza di un essere umano fin dal concepimento e della sua uguaglianza in dignità e diritto alla vita di ogni altro essere umano; dall'altro non è certo un valore indiscutibile la punizione della donna che abortisce. La sintesi può essere espressa nello slogan: lo Stato che rinuncia a vietare non può non rinunciare a difendere. Non si può certo, esprimere, la sintesi della legge 194 come “norma a tutela del diritto alla vita del concepito”. Purtroppo è vero il contrario. E, allora, se proprio non c'è la forza per toccare il cuore della 194, si faccia almeno una legge parallela per la tutela del diritto alla vita del concepito che investa i livelli di educazione, assistenza, consiglio. Ma se una tale normativa vuole essere davvero seria, è inevitabile includere una riforma profonda dei consultori familiari. Con particolare riferimento alla loro funzione riguardo alla difesa del diritto alla vita dei concepiti, sicchè almeno i primi articoli della 194 dovrebbero essere rivisti. Dentro questi due binari non c'è posto per l'autodeterminazione come diritto di libertà: non può ammettersi la libertà di uccidere. C'è spazio, invece, per intendere l'autodeterminazione come una realtà di fatto, come consapevolezza, cioè che ultimamente il L lettere al Popolo della vita diritto del piccolo ospite nel grembo materno è difeso meglio dalla mente e dal cuore della madre ospitante e che contro una sua scelta contraria non vi sono mezzi coercitivi abbastanza efficaci. Mentre tentiamo di aprire questa via (pur difficile) dobbiamo evitare che si diffonda la convinzione che la 194 sia una legge accettabile. L'anima della legge è oggi costituita dal diritto della donna (la madre!) di sopprimere il proprio figlio ed è questa la grande inaccettabile ingiustizia. Il secondo aspetto evidenziato dalla Giornata 2008 è il riconoscimento del servizio reso dal Movimento per la vita, fatto uscire dalla semiclandestinità e proposto come modello per le pubbliche istituzioni. Dalla recente Giornata per la vita deriva dunque per l'intero movimento per la vita, e in particolare per i Cav, un ulteriore carico di responsabilità. Dobbiamo essere all'altezza delle espressioni di gratitudine manifestateci dalla Chiesa. Dobbiamo dare al nostro servizio un ordine, una puntualità, una efficacia, uno stile che possano resistere alle critiche che fioccheranno specie se il dibattito diventerà acceso. Occorre, invece, suscitare simpatia e consenso. In molti casi si tratta di compiere un salto di qualità. E' ancora una guida attuale quel manuale che suggerisce le modalità con cui un Centro non si limita a distribuire pannolini o latte in polvere, ma, prioritariamente, ad essere lo strumento che difende il diritto alla vita non contro, ma insieme alle mamme. E’ poi il momento di rendere vera l'aspirazione ad essere “l'espressione di una intera comunità che accoglie” coinvolgendo nuovi soci e nuove associazioni. Ci attende un grande lavoro. L'affrontiamo con la gioia di constatare che è valso la pena di faticare nei nostri trentatrè anni di storia. 5 febbraio 2008 DIARIO Diario DI PIER GIORGIO LIVERANI 28 DICEMBRE MANAGUA (Nicaragua). Daniel Ortega, capo prima della guerriglia, poi del governo sandinista e ora alla guida del Paese democratizzato, promulga una legge che vieta l'aborto per qualsiasi motivo e lo punisce con detenzione fino a 6 anni per la donna e fino a 8 anni di sospensione per il medico. 3 GENNAIO FIRENZE. Coppia “matrimoniale” di due gay comincia l'anno con una separazione. Erano stati gli unici, finora, a “sposarsi” in Italia (ma nel consolato francese di Roma) il 21 ottobre del 2002. 4 GENNAIO PECHINO. No della Cina alla moratoria Onu per la pena di morte. 5 GENNAIO In marzo la Ru486 in tutti gli ospedali italiani su richiesta già formalizzata presso l'Agenzia italiana del farmaco. In corso le procedure per inserirla nel prontuario farmacologico in “fascia H” (medicinali riservati agli ospedali). 6 GENNAIO ROMA. A proposito di revisione della legge 194, richiamo del ministro Bindi: «Se la 194 è stata applicata solo per l'aborto e non anche per le parti che tutelano la maternità, è perché questa legge è stata combattuta principalmente dal mondo cattolico». Inutili i commenti. 8 GENNAIO ROMA. Gli aborti clandestini «una pratica non debellata, anzi un po' in ripresa negli ultimi anni. Le ultime stime parlano di 15mila casi l'anno». Lo scrive il Manifesto, ma l'apposito Osservatorio del ministero della Salute parla di 20mila. Bel successo della 194. 9 GENNAIO MADRID. Sciopero degli aborti in Spagna: le cliniche private (il 98% degli interventi) decidono una settimana di sospensione per protestare contro le troppe ispezioni delle autorità, dopo che sono stati scoperti casi di aborti fuori legge. Protestano anche per le minacce che dicono di ricevere dai pro life. Auto-moratoria che non dispiace. 14 GENNAIO ROMA. Quasi mille emendamenti presentati al Senato per il progetto di legge sui Cus, Contratti di unione solidale. Ma tanto ci pensa la crisi politica... 15 GENNAIO ROMA. Primo sì alla Camera per il riconoscimento del “gender”. La commissione Giustizia licenzia il progetto di legge che legalizza la libertà di sentirsi maschio o femmina o qualcos'altro. Anche qui: meno male che c’è la crisi... clonato 5 embrioni umani (ottenuti da 29 ovociti “donati” da tre donne) mediante il trasferimento del nucleo in cellule adulte della pelle. I 5 embrioni, sarebbero arrivati allo stadio di blastocisti (meno di una settimana di età). La ditta mira alla possibilità di ricavarne nuove linee di cellule staminali. 18 GENNAIO ROMA. Via libera della commissione Affari costituzionali della Camera a un provvedimento che privatizza il cordone ombelicale. Invece di destinarlo alle banche del sangue cordonale, cui tutti potrebbero far ricorso, i radicali preferiscono che ognuno lo tenga per sé. 19 GENNAIO ROMA. Il XX municipio approva, dopo lunghe battaglie sulla legge 194, la costituzione di un Centro di ascolto (in pratica un Cav) presso le strutture del Municipio. 20 GENNAIO MILANO. «Lo Stato mi sequestra l'auto, perché non finanzio l'aborto». Andrea Mazzi, 41 anni, ha fatto obiezione fiscale per la parte destinata alla legge 194. E lui denuncia al Giornale questa tassa sull'eliminazione dei concepiti. 9 175 GENNAIO LA JOLLA (California). Un'azienda di biotecnologie, annuncia di aver febbraio 2008 LEGGE 194 Cancelliamo almeno gli equivoci La crisi di governo ha sospeso il dibattito sulla 194, ma nella campagna elettorale che ci attende nei prossimi mesi grande spazio troveranno i grandi temi della vita e della famiglia. La riforma della legge tornererà dunque di attualità col nuovo Parlamento. In attesa di quel dibattito e come contributo alla formulazione dei vari programmi elettorali vale la pena di fissare qualche paletto su cosa e come cambiare della legge sull’aborto 10 febbraio 2008 Il ministro Turco non ha dubbi: “la legge 194 non si tocca”. Gli slogan sono sempre gli stessi, oggi come nei lontanissimi anni Settanta (in alto: femministe in piazza nel 1975) l Movimento per la vita plaude alla iniziativa di Ferrara e del Foglio, che condivide, appoggia ed alla quale fornisce adesione. La proposta di una “moratoria sull'aborto” indicata come logico sviluppo della “moratoria sulla pena di morte” costringe a meditare sulla identità umana di ogni figlio dell'uomo e della donna fin dal concepimento e sul principio di eguaglianza che è acquisizione indiscussa della dottrina civile moderna. Il Mpv chiede che la richiesta di moratoria si sviluppi in modo coordinato a livello universale (Onu), a livello europeo, a livello italiano. In questo senso opereremo. I 194, UNA LEGGE INGIUSTA. La legge che fu approvata 30 anni fa resta una legge ingiusta. I giudizi espressi in vario modo e in molteplici circostanze dal Movimento per la vita restano tutti veri. Tuttavia lo sforzo di aprire canali di comunicazione con le pubbliche istituzioni al fine di salvare concretamente il maggior numero di vite umane (e di restituire alle madri la libertà di non abortire) ha indotto a chiedere sempre più insistentemente l'applicazione di quelle parti della legge, dalle quali traspare, sia pur debolmente, il principio di “preferenza per la nascita”. Si tratta di quelle espressioni che - se interpretate e attuate secondo il suddetto principio e se isolate dal restante contesto - si possono dire “buone”. Ma, sull'onda di questa passione per la vita, non si può giungere ad affermare che la legge è giusta. Sarebbe falso, pericoloso e anche offensivo per coloro che in questi 30 anni hanno sacrificato energie di ogni genere per salvare vite umane nonostante la legge. Gli 85mila bambini nati con l'aiuto dei Cav fino al 2006 sono il frutto della resistenza morale alla legge. EQUIVOCITÀ INGIUSTA. Delle parti della Le nuove ricerche della medicina hanno inevitabilmente cambiato il modo di appprocciarsi al grande assente, il concepito. A cominciare dalla capacità di vita autonoma legge, che vengono qualificate “buone” vogliamo segnalare in particolare l'equivocità che le rende anche ingiuste. Quando diciamo che la legge è stata applicata male non dobbiamo dimenticare che la cattiva gestione è consentita dalla legge. L'ambiguità è stata voluta proprio per evitare di prendere posizione sulla questione ora posta dall'idea di moratoria: “il concepito ha o no diritto a nascere? Questo diritto deve o no essere tutelato dallo Stato?” Perciò se vogliamo limitarci a migliorare la gestione della legge 194 bisogna eliminare le ambiguità delle parti “buone” che in pratica sono servite a fini propagandistici e cioè per guadagnare consensi alla legge anche nella aree che non sono disposte a riconoscere un diritto all'aborto, mascherando la ben più aspra volontà della legge. Neppure si può sostenere, nel tentativo di aprire il dialogo con difensori della 194, che questa è la legge migliore tra quelle sull'aborto, perché non è vero. Ad esempio in Europa sono certamente più attente al diritto del concepito quelle: maltese, irlandese, polacca, tedesca, austriaca, ungherese, portoghese, slovacca, spagnola e, in certo modo, anche quella francese. LA RIFORMA LEGISLATIVA. Si può immaginare in questo momento una riforma della legge 194? Noi rispondiamo di sì a condizione di capire il livello su cui è possibile intervenire. Il rifiuto di qualsiasi valutazione con l'affermazione che “oggi non ci sono le condizioni politico parlamentari” non è ragionevole perché se “oggi” non ci sono le condizioni dovremmo elaborare una strategia per determinarle. Se i movimenti antischiavisti e contro la pena di morte si fossero fermati di fronte alla constatazione dell'assenza attuale delle condizioni per pronunciare il bando della schiavitù o l'abolizione della pena di morte, avremmo ancora l'istituto giuridico della schiavitù e non sarebbe stata dichiarata la moratoria sulla pena capitale. D'altra parte anche non prendere in considerazione le difficoltà attuali e limitarsi a chiedere il capovolgimento della legge significa non cambiare niente se davvero il capovolgimento è impossibile. Ma c'è chi non vuole che si parli di modifiche della legge per timore che un dibattito parlamentare porti a correzioni che potrebbero rendere il testo peggiore dell'attuale. Sennonché questa sembra un'autocondanna all'immobilismo dettata da una irragionevole paura. Come è immaginabile un peggioramento legislativo? L'aborto è già libero nei primi 90 giorni e nessuno propone l'allungamento di questo termine. Per il tempo successivo vi è già un orientamento abbastanza generalizzato a restringerlo, non ad allungarlo. L'unico punto potrebbe essere la disciplina della obie- zione di coscienza, ma sembrano abbastanza deboli le istanze di una sua ulteriore mortificazione. C'è chi dice che il solo modo di contrastare l'uso della Ru486 è aggrapparsi alla 194 che prevede obbligatoriamente l'esecuzione dell'intervento abortivo in un presidio ospedaliero. La Ru486 privatizza l'aborto ed ha un significato ideologico. Il pericolo è reale. Ma è illusorio credere che la legge 194 nel medio e lungo periodo possa limitarne l'uso. Proprio di fronte alla deriva della privatizzazione dell'aborto, il cui presupposto è l'idea della inesistenza o della irrilevanza del figlio, occorre, almeno, irrobustire quell'elemento massimo di prevenzione che è il riconoscimento del diritto alla vita del concepito, con tutte le conseguenze di carattere culturale, educativo, solidaristico che possono raggiungere la mente e il cuore della donna, attraverso cui la tutela del diritto alla vita deve inevitabilmente passare. ELEMENTI DI SPERANZA. Noi riteniamo che il ribaltamento della vigente legge non sia oggi possibile e che anzi chiederlo significhi rendere più difficile le modifiche che già oggi, pur restando difficili, sono possibili. Tuttavia queste ultime - le modifiche possibili - devono essere tentate. Non ci accontentiamo dei riconoscimenti che (finalmente!) vengono pubblicamente effettuati nei confronti del nostro Movimento e dei nostri Cav. Sono cosa buona. Possono determinare finanziamenti utili e una eventuale più estesa e intensa collaborazione tra Consultori, presidi ospedalieri, Cav. Ma la difesa del diritto alla vita (si ripete: e del diritto di non abortire delle madri) non può essere delegato al volontariato. E' un compito che appartiene alla Stato e alle istituzioni. I Cav propongono un modello di azione, credi- 11 febbraio 2008 La riforma della legge 194 deve partire dalla proclamazione formale del diritto alla vita del concepito e da una profonda revisione della funzione consultoriale bile perché sostenuto da ostensibili risultati. Ma questo modello dovrebbe essere imitato dallo Stato con i suoi organismi, non abbandonato alla iniziativa privata. D'altronde senza i necessari elementi legislativi di garanzia è difficile che le strutture pubbliche (consultori, etc.) cambino metodologia. E' necessaria una riforma quanto alla funzione e alla struttura degli strumenti preposti alla protezione della vita in un sistema di rinuncia al divieto di aborto (entro i limiti della 194). Neppure ci contentiamo di ciò che è scontato perché già presente nella legge. Siamo ovviamente d'accordo sulla inaccettabilità di aborti così tardivi da lasciare sul tavolo operatorio un corpicino di bimbo che geme per qualche tempo. Ma già l'art. 7 della legge vieta questi aborti perché vieta - salvo il pericolo di vita per la madre - l'Ivg quando vi è “possibilità di vita autonoma”. La possibilità è molto meno della probabilità e deve tener conto dei progressi della scienza e della tecnica. Inoltre l'aborto di massa è quello che avviene nei primi tre mesi di gravidanza (98,4%) e meno quello del periodo successivo (2,6%). Perciò l'eventuale correzione della legge deve riguardare prioritariamente gli articoli 4 e 5 che disciplinano, appunto l'Ivg nei primi tre mesi di gravidanza. “TERMINI” O “INDICAZIONI”? Una lettura superficiale dell'art. 4 della legge può far credere che in Italia l'Ivg sia possibile anche nei primi tre mesi soltanto in casi particolari e che occorra l'accertamento obiettivo di tali circostanze ad opera di un terzo imparziale. In realtà non è così. Lo dimostra il successivo art. 5. Il medico è obbligato a rilasciare il “titolo” che impone al presidio sanitario l'esecuzione dell'intervento (v. Art. 8 ultimo comma) sulla sola base dell'accertamento della gravidanza e della richiesta della donna. Niente altro condiziona la liceità dell'aborto nei primi tre mesi di gestazione. Ciò è sicuramente in contrasto con gli orientamenti espressi dalla Corte Costituzionale, in modo particolarmente chiaro nelle sentenze 27/1975 e 35/1997. Astrattamente una disciplina dell'Ivg se- 12 febbraio 2008 condo una logica di “indicazioni” è meno iniqua di una disciplina per termini, che suppone, come unico criterio di legittimità dell'aborto, la “scelta” della donna. La precisazione e il controllo delle indicazioni suppone, almeno concettualmente, l'esistenza di uno “stato di necessità” già previsto come esimente generale nel diritto penale e civile, disciplinato in modo differenziato in ragione della speciale situazione della gravidanza che esige una valutazione della “necessità” non dopo l'evento, ma prima dell'aborto allo scopo di predisporre idonee garanzie igienico-sanitarie per la donna. Questa è la logica seguita dalla Corte Costituzionale, sicuramente tradita dalla legge. Ma una modifica della legge 194 secondo la logica delle “indicazioni” sembra oggi impossibile. Tuttavia sebbene l'elenco delle cause contenute nell'art. 4 non abbia una efficacia giuridicamente limitante, si può supporre che esso costituisca un invito alla responsabilità nella scelta femminile. Sotto questo profilo la indicazione come causa di pericolo per la salute di ragioni economico-sociali è francamente urtante con l'idea di uno Stato sociale e forse la eliminazione di tali indicazioni sarebbe utile, specie se accompagnata dalla prescrizione di una verbalizzazione delle cause indicate dalla donna e di una loro precisazione anche sul “documento attestante la gravidanza” che è “titolo” per eseguire l'intervento. L'ESEMPIO DEI CAV. Oggi la donna si rivolge al consultorio per ottenere il “foglio” da presentare all'ospedale per eseguire l'aborto, mentre una riforma seria dovrebbe chiedere alla donna di rivolgersi al consultorio per verificare la possibilità di evitare l'aborto. Un tale sistema dovrebbe imporre al medico che programma l'aborto il duplice dovere di invitare la donna a recarsi al consultorio di zona (o altro centro convenzionato) e di informare il consultorio medesimo dell'aborto richiesto, in modo che sia possibile un contatto con la donna, anche per iniziativa degli operatori consultoriali. Mai, peraltro, il consultorio potrebbe rilasciare il documento che costituisce “titolo” per l'esecuzione dell'Ivg. L'intervento abortivo potrebbe avvenire ugualmente a richiesta della donna, ma le istituzioni avrebbero fatto tutto il possibile per evitarlo. LA RIFORMA DEI CONSULTORI. La proposta ora espo- Le riforme in pillole L e proposte già formulate dal Movimento per la vita e presentate anche come proposte di legge nel corso della attuale legislativa 1) Il diritto alla vita di ogni essere umano è riconosciuto fin dal concepimento (integrazione art. 1 L. 194 o, meglio ancora, riconoscimento della capacità giuridica del concepito e conseguente correzione dell'art 1 c.c.) 2) Il consultorio pubblico ha il solo compito di offrire alternative all'aborto. La donna che intende abortire si rivolge al medico del presidio sanitario che, svolto il colloquio già previsto e, nel caso di insistenza della donna, fissato l'intervento, la invita a recarsi presso il Consultorio informato, comunque, dal medico riservatamente della avvenuta richiesta. Il consultorio è dotato di poteri di iniziativa per offrire ogni opportuna alternativa. Il consultorio non rilascia alcuna autorizzazione o documento per l'Ivg. Documenta, invece, l'attività compiuta e il risultato raggiunto, se cono- sta è il frutto di una prolungata meditazione, che si è formalizzata in vere e proprie proposte di legge e in alcuni saggi pubblicati su riviste specializzate. Essa si fonda essenzialmente sull'idea che la rinuncia a punire l'aborto, a sua volta basata sulla constatazione della particolarissima condizione della gravidanza, non deve significare rinuncia a difendere con altri mezzi il diritto alla vita. La riflessione costituzionale tedesca suggerisce molti concreti elementi per realizzare senza inganno questo obiettivo. Poiché l'aborto resterebbe connotato da illeicità soltanto astrattamente e quindi, una volta fallito il tentativo di dissuasione, resterebbe il diritto (di questo si tratta al di là di ogni mascheramento verbale) di ottenerlo dalle strutture sanitarie, non sarebbe meglio mantenere una opposizione totale alla legge, inutile da punto di vista politico-legislativo, che però eviterebbe il rischio di fraintendimenti? RIMUOVERE LE EQUIVOCITÀ. La rilettura della 194 alla luce di una esperienza trentennale mostra altri punti bisognosi di correzione. Si pensi al necessario coinvolgimento del padre del concepito, alla necessità di verifiche collegiali e specialistiche della malattia materna nel caso di aborto “terapeutico”, alla opportunità di un obbligatorio riscontro diagnostico sui feti abortiti a seguito di una diagnosi di anomalia o malformazione. Ma l'ossatura di una riforma difficile eppure possibile, limitata eppure importante, deve puntare - a no- sciuto, che riferisce alla Regione. Le cause indicate dalla donna vengono registrate sia dal medico dell'ospedale sia dal consultorio. L'assenza di consultazione del padre del concepito deve essere motivata. 3) E' obbligatorio il riscontro diagnostico sul feto abortito quando l'Ivgè avvenuta per la previsione di anomalie o malformazioni. Un consulto specialistico accerta preventivamente le malformazioni del figlio e la malattia psichiatrica della madre. Il meccanismo dell'intervento consultoriale opera anche per l'aborto oltre il 3° mese. 4) Il ministro della Salute riferisce ogni anno non solo sul numero degli aborti, ma anche sulle Ivg evitate attraverso l'intervento consultoriale e delle strutture di volontariato. Queste ultime sono ammesse a riferire sui risultati delle loro attività. L'obiezione di coscienza è dichiarata caso per caso, e si estende anche ai farmacisti in relazione a prodotti che abbiano effetti abortivi. stro giudizio - sulla proclamazione formale nell'ordinamento giuridico del diritto alla vita del concepito e su una profonda revisione della funzione consultoriale. I difensori della legge 194 sostengono che la legge ha fatto diminuire gli aborti. Non siamo affatto d'accordo. Questa tesi non tiene conto della diminuzione delle classi di donne in età feconda, dell'innalzamento dell'età matrimoniale in un Paese in cui l'aborto è soprattutto un fenomeno familiare e soprattutto del diffondersi, anche con il sostegno pubblico, di forme nuove di aborto occulto. Tale è l'aborto precocissimo indotto dalla “pillola del giorno dopo” che si aggiunge al tradizionale aborto “clandestino”. Se diminuzione vi è stata in Italia la causa non può essere individuata nella 194, ma, piuttosto nell'azione di promozione culturale del diritto alla vita e di sostegno solidaristico che si è svolta in Italia, dove resta più diffusa che altrove la tradizione cristiana. CARLO CASINI tratto dal saggio pubblicato da Studi cattolici, febbraio 2008 13 febbraio 2008 LEGGE 194 Sono laico e quindi per la vita Il direttore del Foglio ha incontrato nelle scorse settimane, a Roma il popolo della vita. Un incontro affollatissimo e cordiale che si è svolto nel centro che Nomadelfia ha nella Capitale. Un’opportunità per ribadire e condividere le ragioni della Grande Moratoria sull’aborto, ma anche l’occasione per tessere le lodi per l’azione, spesso silenziosa e negletta, del Movimento per la vita. Vi proponiamo una sintesi del suo intervento 14 febbraio 2008 o sono un uomo di passione e d'impegno in tutto quello che faccio. Se sbaglio, sbaglio alla grande, ma in questo caso non credo di sbagliare perché ciò che ho fatto e detto non è mio. Ciò che ho fatto è una semplice sveglia, un grido di dolore intellettuale, un appello all'intelligenza morale delle cose. Ascoltando il rallegrarsi delle buone coscienze, in particolare delle buone coscienze laiche, laiciste e radicali, per la moratoria sulla pena di morte che era stata votata da 104 Paesi alle Nazioni Unite, mi sono detto con molta semplicità: “bene, è un passo avanti la moratoria sulla pena di morte”. Ma perché è un passo avanti? Perché afferma un principio di valore universale riguardante la vita. E’ un tentativo di dare alla vita un valore universale e di mettersi d'accordo su un'affermazione di principio solenne in un'istituzione mondiale come le Nazioni Unite per dare alla vita un valore universale. Però proprio questo faceva risuonare nella mia testa - non voglio scomodare il cuore - un campanello stonato. Mi è sembrato che quel generalizzato rallegrarsi umanitario fosse, in qualche modo, ipocrita. Da lì è nata la proposta che, 60 anni dopo la promulgazione della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, si introduca un piccolo I Grande Moratoria rivoluzione planetaria La sala conferenze del Centro Giovanni Paolo II realizzato da Nomadefia a Roma emendamento all'art. 3, laddove dice “ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona” chiediamo che vanga inserita la frase “dal concepimento fino alla morte naturale”. Questa è una rivoluzione dalla portata così grande dal rendere inutile e stupido l'immiserirsi in piccole polemiche. Il problema non è quello delle legislazioni abortiste. Che l'aborto venga reso legale per via giudiziaria come in America o per via legislativa, come in Europa, esso nasconde sempre un fatto di cultura. L'aborto non è un'invenzione delle leggi: c'è sempre stato e le leggi nascono per renderlo pubblico. Non c'è dubbio che è difficile immaginare qualcosa peggio di un aborto, ma forse qualcosa c’è: c'è un aborto disperato nelle mani di un praticone o di una praticona fatto assumendo su di sé solitudine, senso di colpa, isolamento totale, isolamento dalla società. Per questo l'idea di combattere l'aborto clandestino anche attraverso la legge ha una sua efficacia. Ma quella cultura che c'è dietro, da “legale” ha finito per renderlo “legittimo”, l'aborto è diventato moralmente indifferente. E’ questa cultura che rende la proposta della moratoria lanciata appunto il 19 dicembre, uno scandalo. Non ho detto “arrestate le donne che abortiscono” o “obbligate a partorire le donne che sono in difficoltà di gestazione” ma ho detto: organizziamoci, mobilitiamo le nostre idee, stabiliamo principi, stringiamoci tra noi e operiamo in questa direzione con tutti i mezzi e le risorse morali e materiali che abbiamo a disposizione perché si riduca a tasso zero l'aborto nel mondo, perché si impedisca agli Stati che lo fanno, di incentivare l'aborto di togliere la libertà e il diritto di nascere alle bambine, di togliere la libertà alle madri che sono incentivate e in qualche caso obbligate ad abortire dalla legge sociale e dalla legge legale. Il fatto di dire prima di selezionare in vitro o nel seno di una donna un bambino dall'altro per decidere quale è quello migliore da fabbricare pensiamoci, perché non tutto quello che è possibile tecnicamente fare è anche moralmente lecito fare. Ebbene questo è diventato uno scandalo. E lo scandalo era in particolare che l’appello venisse da un giornale, che non è né l'Osservatore Romano, né Avvenire, ma da un piccolo giornale considerato a giusto titolo un giornale laico. Quella stessa cultura che si scandalizza ha finito per relegare l'impegno di chi si oppone all’aborto nella clandestinità. Le persone si organizzano fanno un Movimento - il Movimento per la vita - insieme a tanti altri per aiutare le donne in difficoltà, fanno nascere decine di mi- gliaia di bambini, hanno degli aiuti così così, vivono una sorta di clandestinità psicologica e culturale… Non solo non vengono considerate il fiore della società, ma neppure vengono interpellate da un ministro, da un assessore, da un direttore di Asl, per chiedere come si può dare un aiuto alle donne in difficoltà e alla vita del nascituro, un'idea per un'educazione collettiva all'alleanza fra la vita e la liberta che è la base di una cultura moderna Niente di tutto cio'. La rimozione è completa Ed invece non bisogna essere moralmente indifferenti di fronte al fenomeno dell'aborto. Questa è un'affermazione di elementare buon senso etico sulla quale io penso che in una situazione normale e non patologica ci sarebbe la convergenza di 100 persone su 100 e invece per quella cultura maligna e distorsiva della verità, oggi essere contro l'aborto non è più affermare una semplice umana verità. E non si tratta affatto di una verità di fede. Quando Benedetto XVI fa il suo appello alla ragione, 15 febbraio 2008 LEGGE 194 al Verbo incarnato, alla storia si rivolge alla ragionevolezza, alla sensibilità, alla credibilità, alla verità per tutti di alcune dimensioni etiche fondamentali dell'uomo. Prima del cristianesimo non c'era l'uomo come lo conosciamo oggi: era l'epoca della Rupe tarpea. La testimonianza dell'avvenimento storico testimoniato dei vangeli della passione e resurrezione di Gesù ha cambiato il mondo. Questo grande evento messianico ha riguardato comunque tutti gli uomini quelli che sono alla sequela di Gesù e coloro che guardano con un occhio più disincantato, ma non per questo stupidamente ateo e irreligioso. Piano piano è nata l'idea di uomo che abbiamo noi, che ha al suo centro il fatto che la libertà dell'uomo ed i suoi diritti non sono divisibili. Il prodotto di un atto d'amore, di un dono reciproco non è “nulla”, è qualcosa e qualcuno, non è una macchia gelatinosa come dicono i nemici della cultura della vita, non è un grumo di materie inerte per quanto sia microscopico al suo nascere. Questo miracolo non ci può lasciare indifferenti. 16 febbraio 2008 Impariamo dagli Enti locali I l parallelo tra pena di morte e aborto, sollevato con forza da una coscienza laica attraverso la moratoria, ha avuto il grande pregio non solo di stimolare una riflessione sull'identità umana del concepito e sul reale significato del principio d'eguaglianza; ma pure di collocare la difesa della vita nascente sul terreno laico e civile dei diritti umani, smarcando l'aborto dalla sessualità e dall'idea che la difesa del concepito rappresenti una “faccenda cattolica”. Ma vi è una nuova frontiera. Quando scienziati e ministri giudicano “crudele” curare un neonato senza previa autorizzazione; quando si “costruiscono” figli di tre genitori; quando il diritto di nascere è ostacolato con intransigenza arrogante; quando l'obiezione di coscienza è vilipesa; quando la tecnoscienza si pone come nuova profezia del “diritto” di morire e del “dovere” di dare la morte, un non senso preoccupante si insinua nella convivenza civile. E' possibile ridare autorevolezza alla politica contro la disumanizzazione Roberto Formigoni, governatore della Lombardia che ha sfidato il ministro Turco modificando della vita e la trasformale norme di applicazione della 194, zione dei desideri in diritti senza attendere le linee guida del Ministero che ledono la legge di na- L’Italia è ora nelle condizioni di sperimentare una nuova esaltante stagione politica in cui lo Stato si fa il più forte difensore dei deboli Il palazzo della Provincia di Trento tura e quella di ragione? A dare risposta affermativa a questa domanda hanno contribuito negli anni autorevoli testimonianze politiche: parlamentari, regionali e comunali, mosse tutte dalla centralità non solo culturale e giuridica, ma pure politica del diritto alla vita di ogni essere umano fin dal suo concepimento e dal dovere primario di ogni Stato di proteggerlo. Si è trattato di testimonianze spesso lasciate sole nell'agire politico, ma i cui risultati hanno lasciato il segno di una presenza ricca di identità e di profezia. Oggi si può fare ancora di più. L'Italia è nelle condizioni sperimentali per realizzare una nuova stagione politica. Di una politica davvero alta che indichi ai cittadini la reale priorità e configuri il ruolo di uno Stato moderno come il più forte difensore dei deboli. Non mancano interessanti fermenti di questa nuova stagione. La Regione Lombardia al fine di “rinforzare l'aiuto e il sostegno psicologico e specialistico alle donne che devono decidere se portare avanti o meno una gravidanza”, ha approvato con delibera (quindi con atto amministrativo) due iniziative. La prima concernente il “potenziamento delle attività preventive e di accoglienza delle donne in stato di gravidanza”, intende rivolgersi alle Asl, ai consultori ed ai servizi di ostetricia e ginecologia, “con attenzione alle sinergie rispetto ad altri soggetti rappresentativi del volontariato sociale”. Per quel potenziamento vengono stanziati 8 milioni di euro. La seconda si concretizza “nell'individuazione del termine ultimo di effettuazione delle interruzioni volontarie di gravidanza non oltre la 22ma settimana + 3 giorni, ad eccezione dei casi in cui sussiste la possibilità di vita autonoma del feto. Trattasi di decisione strettamente connessa alle attuali evidenze del progresso scientifico, alle esperienze mediche di eccellenza ed alle riflessioni in atto sull'applicazione della legge 194: esse richiedono con forza che si adegui un limite temporale che la legge non può stabilire a priori. Analogamente, la Provincia autonoma di Trento ha visto la presentazione, da parte di un consigliere della minoranza, di un disegno di legge (quindi di un atto legislativo), che ha iniziato il nuovo iter. Esso prevede che, ogniqualvolta l'aborto sia determinato da ragioni finanziarie o comunque di bisogno materiale, la Provincia intervenga attraverso i servizi sociali, cui è demandata l'attività di controllo caso per caso, con un consistente contributo: mille euro al mese per un anno. Vi hanno diritto coloro che risiedono in provincia da almeno 3 anni. Anche questa seconda iniziativa si colloca dentro le misure di forte riduzione degli aborti, se si pensa che, alla luce delle esperienze del volontariato per la vita e delle numerose testimonianze di donne, circa la metà delle interruzioni di gravidanza avviene per ragioni finanziarie o di bisogno materiale. Il tutto a conferma che la verità della politica è proprio la difesa e la proclamazione della vita di ogni singolo in base al principio d'eguaglianza, per il quale meritano doverosa protezione in particolare anche coloro che possono apparire socialmente senza valore (Corte Costituzionale tedesca: sentenze 25 febbraio 1975; 4 agosto '92 e 28 maggio '93). PINO MORANDINI 17 febbraio 2008 I SOPRAVVISSUTI Aggrappati alla speranza Questa è la storia della piccola “Raggio di paradiso”, sopravvissuta ad un aborto terapeutico deciso dai genitori perché probabilmente sarebbe stata cieca. Abbandonata da tutti ma accolta da una famiglia di don Benzi. Una storia di sofferenza e di difficoltà fisiche continue che pure non impediscono a quella bambina di essere al centro del suo mondo, una testimonianza vivente di quanto può essere preziosa “la pietra scartata dai costruttori” al punto di diventare pietra angolare di una nuova casa 18 febbraio 2008 Il tentativo del ministro Turco di risolvere il dibattito sulle modifiche alla legge 194 ritoccando solo le linee guida e riducendo i termini per l’aborto “terapeutico”ha innescato una tempesta ancora più imbarazzante per il ministro. Si è scoperto infatti che le capacità di vita autonoma, grazie ai progressi della medicina, vanno ormai al di là di quella manciata di giorni che avrebbe voluto concedere, si è scoperto anche che la legge 194 è, in questo molto chiara ed anche senza le nuove linee guida gli aborti in presenza di un’età getazionale in cui il feto ha la possibilità anche solo teorica di sopravvivere, sono vietati e perseguiti. Eppure nessuno dei suoi ispettori ha mai fatto nulla in proposito. Lasciando che i medici si regolassero un po’ a modo loro, fino al punto di far finta di non vedere che il bambino è nato vivo dall’aborto lasciando che la scintilla della vita si spenga da sola. Non sempre finisce così. Qualche bambino viene soccorso ed aiutato a vivere anche se i genitori non vogliono saperne nulla. E’ il caso della bambina sopravvissuta all’aborto, rifiutata dai genitori ed affidata ad una famiglia dell’associazione Giovanni XXIII che ora rende la propria testimonianza. Amilia Sonja Taylor è nata nell’ottobre scorso a Miami dopo solo 21 settimane di gestazione. Alla nascita pesava 285 grammi e misurava 24,13 cm. Ora, dopo alcuni mesi in ospedale, è tornata a casa e sembra non patire conseguenze dalla sua prematurità estrema ono le tre di notte ed io sono qui, col cuore un po' stretto, ad ammirarti, a coccolarti, piccolo tesoro: “Raggio di Paradiso” come amo chiamarti. Sembri così fragile ed indifesa, con i tuoi 6 chili di peso a 15 mesi di vita, ma noi che ti amiamo sappiamo quanto sia grande la tua grinta e quanto tu stia lottando, da sempre, per vivere contro tutte le diagnosi che sembravano essere nefaste. Penso alla tua storia iniziata poco più di un anno e mezzo fa, nel ventre caldo ed accogliente della tua mamma. Chissà quante speranze, quanti sogni, quanto amore sarà passato attraverso quel cordone ombelicale, insieme al sangue che ti nutriva e formava via via il tuo corpicino. Qualcosa però non deve essere andato per il verso giusto: a 21 settimane di gestazione è stato trovato un problema: non avevi bulbi oculari,non avresti mai potuto vedere nulla. E in quei giorni chissà che cosa avrà provato la tua mamma? A volte mi chiedo: qualcuno sarà stato vicino a lei a sostenerla, a consolarla, a darle il coraggio per poter tenere con se la sua piccina? Mille domande che non troveranno mai risposta,angelo mio. Una settimana dopo è stato iniziato il tuo “aborto terapeu- S tico”, così viene chiamato. Ti guardo nel tuo lettino mentre riposi e mi dico: “tentato omicidio è stato!”. Ma tu, iniziando già a mostrare di che pasta sei fatta, non hai ceduto. Dopo 4 giorni di travaglio, a 22 settimane e 5 giorni di gestazione, sei nata: VIVA! L'ostetrica, una donna meravigliosa che accudiva la tua mamma, ci ha raccontato: “è nata con 7 di Apgar, urlante e scalciante: sarebbe potuta stare tranquillamente in una mano, ma ne sono servite due, tanto si dibatteva”. Pesavi 562 grammi. Un peso che ai più sembrava poco compatibile con la vita. Ed invece tu lottavi, dimostrando a tutti quanto sei grintosa. Accudita dalle cure amorevoli del personale dell'Ospedale, hai superato prove incredibili: un intervento al cuore a 10 giorni di vita, un'emorragia celebrale, infezioni varie, problemi respiratori ed alimentari… Piano piano passavano i giorni, le settimane, e tu, piano piano, ti rinforzavi. Ti abbiamo incontrato dopo più di 7 mesi che avevi passato sempre nel reparto di neonatologia, perchè dopo che la tua famiglia ha scelto di non continuare il cammino con te, non avevi più con chi poter stare. Ricordo il momento magico in cui ti ho preso in braccio per la prima volta: ti sei girata verso il mio corpo, mi hai annusata, e poi ti sei accoccolata tra le mie braccia. Ancora oggi, ogni volta che ti prendo in braccio, è la prima cosa che fai: è il tuo modo per “vedere” chi ti sta accanto. La tua nascita così prematura ha portato con sé anche la sordità: per ora non odi nulla, forse con un apparecchio acustico? Stiamo attendendo a giorni che ti sia installato. Ma neppure quello ti ha fermato: attraverso il tatto, l'olfatto, e chissà cos'altro ti sei inventata, riesci a riconoscere tutti quelli che vivono con te (e siamo una famiglia numerosa!), ad avere con ognuno una relazione individualizzata e, quando incontri una persona nuova, sei tu a decidere se ti piace oppure no, e quando è no, non ti fai tenere in braccio per niente al mondo. Ci avevano detto che saresti stata allo stato vegetativo: 2 giorni dopo la dimissione hai iniziato a ciucciarti le manine e da lì non ti sei più fermata: ora sorridi, ridi a crepapelle quando ti 19 febbraio 2008 I SOPRAVVISSUTI diverti, mandi bacini a noi della famiglia, fai le pernacchie quando le “senti” fare a noi,…sei un miracolo piccola mia. I tuoi polmoncini, così piccoli, sono molto delicati e tu ti ammali spesso, anche in modo serio, ma neppure nei momenti più critici ti abbiamo visto mollare. L'altra sera parlavo con i tuoi fratelli adolescenti delle grosse difficoltà che stai vivendo ora. F., 15 anni, mi ha confidato: “tu mamma lo sai che quando ci hanno chiesto di accogliere M. avevo dei dubbi; ora so che se mi fossi fermato a quelli avrei perduto alcuni tra i momenti più belli che ho vissuto finora: quando lei mi sorride, o mi ciuccia le guance, o si addormenta tra le mie braccia, mi sento la persona più felice del mondo!”. Abbiamo parlato anche del fatto che stai nuovamente rischiando la vita: chissà quale sarà il Progetto di Dio su di te? Certo che tu lo stai vivendo in pienezza ed insegni a noi, ogni giorno, come si fa. Nessuna delle persone che hanno incrociato la tua vita se ne è andata senza essere scossa da te. Tu hai aperto le porte della nostra casa famiglia a tante persone, nel nuovo paese dove abbiamo traslocato: c'è chi viene a dare un saluto, chi si ferma un po' a coccolarti, chi offre un aiuto e tutti chiedono: “posso tornare ancora?”. Che Dono sei! Che Grazia averti incontrato! Non vedi e fai vedere a noi la Luce di Dio, non senti e fai sentire a noi la Voce di Dio, fatichi a respirare e fai percepire a noi il profumo di Dio. Grazie di esistere piccolo Raggio di Paradiso! LA TUA “MAMMA DEL CUORE” 20 febbraio 2008 Rocky, la roccia, non molla medici avevano deciso di sacrificarlo nell'utero di sua madre per non mettere in pericolo il gemello, visto che il suo cuore era troppo grande e lui invece non si sviluppava normalmente. Prima hanno tentato di tagliare il cordone ombelicale, ma non ci sono riusciti, poi hanno diviso la placenta in due convinti che sarebbe morto. Ma lui, Gabriel, non ne ha voluto assolutamente sapere e ora è un bel pupo di sette mesi, senza più i drammatici problemi di salute che minacciavano di farlo nascere morto. I Se a sopravvivere è la madre L ei, la mamma, cercava di salvare la aveva un tumore alla cervice uterina. Mivita alle sue bambine non ancora chelle Stepney, già mamma di un bambino nate, rifiutando un intervento chi- di cinque anni di nome Jack, ha deciso di rurgico e la classica chemioterapia accettare soltanto una chemioterapia leg(optando per una forma leggera) che gera e nient'altro che avrebbe potuto metl'avrebbero costretta all'aborto. Loro, le tere fine alla gravidanza. «E' stata una decisione difficile da prendue gemelline, hanno letteralmente «preso a calci» il tumore materno, spostan- dere» ha detto la donna alla Bbc. «Volevo dolo e impedendo che facesse danni a essere sicura che quello che stavo facendo tutte e tre. E sono nate sane e salve alla fosse giusto per Jack, ma non volevo fare trentatreesima settimana di gravidanza. qualcosa di sbagliato per le bambine». E ha aggiunto: «Sentivo le mie figlie Così Michelle Stepney ha avuto, da parte del Cancer Research britannico, una nomi- scalciare, ma non potevo certo immaginare nation al Women Courage Award, che che avrebbero "spostato" il tumore». Così vuole premiare chi fa qualcosa di vera- Alice e Harriet sono nate con un cesareo: erano senza capelli proprio mente speciale per sé o per gli per gli effetti collaterali dei altri. E questa storia è davvero farmaci chemioterapici, ma speciale, quasi incredibile. oggi stanno bene. La donna, 35 anni, di LonSoltanto dopo quattro setdra, era rimasta incinta ed era timane dal parto, la donna si è stata successivamente ricovesottoposta a un'isterectomia: rata in ospedale per un sofortunatamente il tumore non spetto aborto. Solo allora i era diffuso ed è stato complemedici del Royal Marsden HoMichelle Stepney tamente asportato. spital hanno scoperto che con le due figlie LA SENTENZA DEI MEDICI. «E' davvero un miracolo!», esulta Rebecca Jones, la mamma, che si era lasciata convincere dai medici sulla «assoluta necessità» di sopprimere Gabriel prima della nascita. Trentacinque anni, consulente finanziaria, sposata a Mark, un venditore d'auto di 36 anni, Rebecca ha raccontato al tabloid Daily Mail la sua angoscia quando alla ventesima settimana di gravidanza i medici le hanno detto che le cose si mettevano male: uno dei due gemelli - il futuro Gabriel - aveva un cuore ingrossato, non si sviluppava e rischiava di morire da un momento all'altro con conseguenze altrettanto fatali per il fratellino. «Meglio porre fine alle sue sofferenze prima, piuttosto che dopo»: quest'argomento ha finito per far breccia nella donna che, alla 25ª settimana, ha auto- rizzato la soppressione del feto malato. TENTATIVI PER SOPPRIMERLO. L'impresa però si è rivelata molto più difficile del previsto: i medici del Women's Hospital di Birmingham non sono riusciti a tagliare in due il robusto cordone ombelicale e nemmeno la separazione della placenta in due ha impedito a Gabriel di alimentarsi. Gabriel ha tenuto duro e assieme all'altro gemellino - Ieuan - è stato senza ulteriori problemi dentro la pancia di mamma per altre cinque settimane, quando entrambi sono stati portati prematuramente alla luce con il taglio cesareo. TENACE COME ROCKY: lo hanno soprannominato così. «Mi sono resa conto che Gabriel non aveva alcuna intenzione di mollare - dice la madre, che vive a Stoke-on-Trent - la mattina dopo l'operazione, quando ho sentito che tirava i calci. I medici non riu- scivano a crederci quando hanno sentito il battito del suo cuore. E' un miracolo!». A quanto sembra, il "miracolo" è stato reso possibile proprio dall'operazione che doveva concludersi con la morte di Gabriel. Grazie alla separazione in due della placenta il piccolo - subito soprannominato "rocky" (roccioso) per l'eccezionale tenacia dimostrata - ha infatti ricevuto più nutrimento dalla mamma e ha cominciato a svilupparsi normalmente. A sette mesi Gabriel pesa cinque chili e mezzo, non ha più problemi di cuore ed è perennemente appiccicato a Ieuan. 21 febbraio 2008 GIORNATA PER LA VITA Le mille piazze in fiore Breve e certo non esaustivo resoconto della recente Giornata per la vita, la trentesima che si celebra dal 1979. Particolare del manifesto realizzato a Bollate. Sotto: la marcia ad Acerra e lo striscione di Acquapendente ACERRA. La diocesi, guidata dal suo vescovo e dal vicepresidente del Movimento per la vita, si è ritrovata in un corteo che ha attraversato le vie della città ed in un convegno di studio e riflessione sui temi della Giornata per la vita. Una Giornata ecclesiale ma alla quale il Movimento per la vita, come anche negli anni precedenti, non ha fatto mancare il proprio contributo di idee, esperienza e creatività. Per un giorno l’Italia ha risuonato di conferenze, intenzioni di preghiera, veglie, rosari, spettacoli, feste. Ma sono state soprattutto le primule a farla da padrone, confermandosi una volta di più, il vero simbolo della Giornata 22 febbraio 2008 La segretaria generale del Movimento insieme al card Ruini in attesa del Papa a San Pietro ACQUAPENDENTE (VT). In un clima di grande festa, in rispetto al tema "servire la vita" il movimento aquesiano ha proposto Progetto gemma (adottiamo la mamma aiutiamo il suo bambino) in un particolare, gioioso segnalibro posizionato nel tradizionale vasetto di primule viene spiegato il Progetto e vengono invitati tutti ad aderire perché insieme si può aiutare una gemma a nascere. APPIANO GENTILE. Il Cav raggiunge un territorio di 18comuni, tutti raggiunti dall'iniziativa “Una primula per la vita”. Tutte le comunità parrocchiali sono state preparate da incontri e pubblicazioni sui notiziari e soprattutto dalle omelie tenute il 3 febbraio. All'esterno delle chiese tutti i sacrati, in una giornata di pioggia, splendevano con i meravigliosi colori delle primule. ARAGONA. Il Cav di Aragona (AG) ”Giovanni Paolo II”, in collaborazione con l'amministrazione comunale, ha allestito in piazza “l'Albero della Vita” per dare il benvenuto ai bambini nati nel 2007, adornato con i nomi di tutti i bambini. Un “Albero della Vita” anche in ogni parrocchia con i nomi dei bambini che sono stati battezzati. Anche la distribuzione delle primule ha ottenuto un grande successo. La stessa sera del 3 febbraio, tra luci, suoni e colori di carnevale il Cav è stato presente in piazza per la raccolta delle firme per lanciare la grande Moratoria internazionale per l'abolizione della pena di aborto. AREZZO. Il Cav ed il movimento di Arezzo, hanno organizzato una sottoscrizione a premi che ha finanziato la presenza di manifesti nelle strade cittadine e le varie iniziative (presenza sulle tv, incontro con il professor Giorgio Campanini, su "la famiglia al servizio della vita nell'attuale dibattito politico-culturale", e veglia di preghiera organizzata con l'ufficio diocesano per la Pastorale Familiare, incontro con Giuliano Ferrara sulla Grande Moratoria). Nel vicino Marciano della Chiana, la comunità parrocchiale, non avendo primule a disposizione, ha inventato "le frittelle per la vita". ASCOLI. Il movimento per la vita e Scienza&vita di Ascoli Piceno hanno promosso un incontro con Maria Luisa Di Pietro che con un'analisi serrata e una inesauribile capacità di argomentazione ha esaminato il tema, iniziando dalla vita umana esposta a rischio non solo dalla fase embrionale o quella terminale ma anche per i rischi sulla strada, sul lavoro, segno di una visione culturale che non ne coglie il pieno valore, come mostra la contraddizione fra il suo rifiuto, attraverso l'aborto, e la sua ricerca ad ogni costo attraverso l'ausilio delle biotecnologie. BOLOGNA. Il movimento di Bologna insieme alla federazione regionale dell'Emilia Romagna hanno organizzato il convegno “Dopo 30 anni superare la 194? Laboratorio sulla legge 194 in Emilia Romagna”. Si è parlato di movimenti e di moratoria contro l'aborto, di impatto della 194 in Regione con elaborazione dati statistici regionali,, di interventi pro-life: solo sporadici e inadeguati? Hanno partecipato, tra gli altri, Lucio Romano, Vice- Presidente Mpv, Giuseppe Masellis Primario Osp. Ramazzini Luisa Santolini, Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei deputati, Anna Maria Dapporto, Assessore Regionale Promozione politiche sociali ed educative infanzia e adolescenza. BORGO VALSUGANA. Il locale movimento insieme al coordinamento delle associazioni di volontariato ha proposto il musical “Ama la vita così com'è” a cui hanno preso parte i cori della zona. BRESCIA. Il movimento di Brescia si è ritrovato al Cimitero Vantiniano per una Preghiera per i bimbi mai nati presieduta dal vescovo, mons. Luciano Monari. Poi tavola rotonda con Carlo Casini, Arturo Buongiovanni, responsabile giuridico giovani Mpv; Simone Pillon, presidente Forum delle famiglie dell'Umbria. Infine S. Messa per la vita in basilica, presieduta dal Vicario episcopale, Mons. Gianfranco Mascher. 23 febbraio 2008 CALTAGIRONE. In tutte le Messe della domenica nelle varie chiese si è letta la preghiera a Maria dell'Evangelium vitae. All'uscita vendita di primule. E primule – accompagnate da un messaggio di Papa Giovanni Paolo II di ringraziamento per avere scelto la vita, a tutte le donne – alle madri ricoverate nel reparto di Ostetricia dell’ospedale. Nel pomeriggio nella chiesetta di S.Giuseppe, custode della vita, in una celebrazione presieduta da mons. Pedi vicario del vescovo, padre Enzo Mangano, missionario in Amazzonia, ha proposto una riflessione-provocazione sul tema “Servire la vita”. CAMPOSANPIERO (PD). Fiaccolata con partenza dall'ospedale cittadino. Oltre duecento persone, dopo aver letto il messaggio dei vescovi con le fiaccole accese e recitando il rosario per la vita sono giunte ai santuari antoniani. La veglia è proseguita con la video-testimonianza di una mamma. Nelle messe della domenica i sacerdoti delle sette parrocchie hanno letto una sintesi del messaggio dei vescovi e le intenzioni di preghiera suggerite dal Cav, ed alla fine spazio per illustrare le iniziative. All'uscita delle messe sono state vendute 4.650 primule. CARPI. L' ufficio diocesano della Pastorale familiare ha organizzato la Chiesa di S. Ignazio un incontro sul tema “Servire la vita… di chi ancora non è nato (Antonella Diegoli, presidente di FederVita Emilia-Romagna) ... di chi ne è stato privato (don Domenico Malmusi, presidente dell'Associazione Marta e Maria di Modena) ... di chi è al termine (Paolo Vacondio, medico specialista esperto in cure palliative) CASSINO. La celebrazione della XXX Giornata per la vita è stata la prima di una serie di iniziative per il ventesimo anno di attività del Cav. Per volontà del nuovo ordinario diocesano, l'Abate di Montecassino, Mons. Pietro Vittorelli, è stata celebrata con una tavola rotonda di alto livello e spessore culturale. Il tema “Servire la vita. Aborto: vero servizio alla vita?” a cui hanno partecipato mons. Vittorelli, Paola Binetti e Giuliano Ferrara. Moderatore è stato il Vaticanista di Sky News Stefano Maria Paci. Presenti il prefetto di Frosinone, Cesari, il sindaco di Cassino, Scittarelli, l'ex governatore della Banca d'Italia, Fazio, il Procuratore della Repubblica, Izzo, in un'Aula Pacis gremitissima di pubblico fino all'inverosimile, i tre oratori hanno svolto le loro relazioni puntualizzando, ciascuno per il campo di propria competenza, le motivazioni per le quali la vita umana debba essere difesa sempre e comunque dal concepimento alla morte naturale. CASTELFIDARDO. Marcia per le via della città di Castelfidardo e poi una Messa in piazza con il vescovo. 24 febbraio 2008 CASTELLANETA. Le politiche familiari in chiave cristiana al centro di un convegno promosso dal Forum delle famiglie e dalla diocesi di Castellaneta con il patrocinio del Comune di Ginosa. “Servire la vita. Spiritualità cristiana e politiche familiari nel nostro territorio” il titolo. Testimonianza di Luigi Montanaro, sindaco di Ginosa e di Maria Cafolla, responsabile del consultorio “Gemelli” di Taranto, e di alcune famiglie del Masci, dell'Azione cattolica, e dei Neocatecumenali. Conclusioni affidate al vescovo di Castellaneta, mons. Pietro Maria Fragnelli. Moderatore Cosimo Damiano Fonseca, accademico dei Lincei. Un supplemento di audacia l cardinale Tettamanzi ha voluto celebrare in Duomo riunendo movimenti, associazioni, realtà che operano a favore della vita. Nella sua omelia ha invitato i cattolici a fare di più e meglio a servizio della vita, ha invitato i cristiani a fare un salto di qualità, un supplemento di generosità e di audacia. Ha ringraziato chi si spende nel servire e difendere la vita, ha parlato dell'intollerabile disordine di ogni vita misconosciuta nei suoi valori e nelle sue esigenze. Ha richiamato oltre l'impegno comunitario anche alle responsabilità personali. Quella della vita è questione, ha affermata, che riguarda non soltanto i cristiani o i credenti, ma tutti gli uomini, tutti i cittadini, anche i non credenti: è la prima e più grande questione umana e sociale. Nel pomeriggio nella centralissima Piazza San Babila, banchetto prt distribuire il messaggio I della Cei, un volantino con le proposte del Movimento per la vita di riforma della 194 e altro materiale per sensibilizzare ed informare sui temi della vita. A tutte le parrocchie della diocesi ha inviato un lettera per sollecitare e promuovere incontri sui temi della vita e una copia del libretto La vita umana prima meraviglia per favorirne un'ampia distribuzione. CASTELVETRANO. Incontro su “Nuove vie per tutelare la vita” con il prof. Salvino Leone presso il liceo classico G. Pantaleo CATANZARO. In numerose parrocchie di Catanzaro e provincia il MpvCAV ha animato le S. Messe ed è stato presente con banchetti di distribuzione di materiale informativo sulle attività del Cav e di vendita delle primule, simbolo della Giornata. CITTA' DI CASTELLO. Alla presenza del vescovo, padre Domenico Cancian, veglia di preghiera con rosario meditato seguita dall'esposizione dell'Eucaristia durata tutta la notte. Al teatro comunale si è svolto uno spettacolo di recitazione, danza, musica e filmato all'insegna del tutto esaurito. COMO. Fiaccolata in preghiera attraverso la città da piazza Cacciatori delle Alpi verso la Chiesa di San Fedele, momento di riflessione guidato da Giuseppe Anzani, conclusione e benedizione di mons. Diego Coletti. Al termine distribuzione di un kit contenente materiale informativo di enti ed associazioni che si occupano della promozione e tutela della vita e della famiglia. CORATO. Congresso scientifico nella sala Troisi del Nicotel Wellness, alla presenza di centinaia di persone, per presentare il parto in analgesia che da ora sarà praticato in convenzione con la Asl. Sino ad ora solo le persone benestanti potevano usufruirne. E anche questo è servire la vita visto che all'art. 31 della Costituzione è scritto “la Repubblica agevola con misure economiche, protegge la maternità. l'infanzia, favorendo istituti necessari a tale scopo”. Per l'appunto, il parto in analgesia gratuito a tutte le donne che lo dovessero richiedere, e quando si crea la condizione necessaria. Frutto di questo congresso: da subito il parto in analgesia sarà gratuito presso l'ospedale di Corato per poi estendersi a tutte le altre Asl della Regione. 25 febbraio 2008 CREMONA. Il movimento di Cremona ha organizzato l'incontro pubblico dal titolo “30 anni di aborto legale in Italia, dal Referendum alla Moratoria” con relatore Rocco Buttiglione, presidente Udc ENNA. Il movimento e il Cav di Enna per la Giornata per la vita hanno predisposto la lettura del documento dei vescovi nelle più rappresentative parrocchie della città. Qualche parroco ha dedicato tutta l'omelia al tema della vita. Distribuzione di Siallavita e di NoiGenitori&figli. La settimana precedente la “Comunità Ancilla Dei” del Rinnovamento in occasione del festeggiamento del suo trentennale ha organizzato una manifestazione a carattere regionale dal titolo “FATTI PER LA VITA”. Nell'ambito di tale ricorrenza sono state organizzate due tavole rotonde: una alla Università Kore di Enna con la partecipazione di Giuliano Ferrara, Rocco Bottiglione, Paola Binetti e del vescovo di Piazza Armerina mons. Michele Pennini dal titolo “E' vita: Evitiamo di parlarne?”. L'altra tavola rotonda è stata celebrata al Duomo di Enna ed ha visto la presenza di Alessandro Meluzzi, Luca Marconi e dell'arcivescovo metropolita di Siracusa, mons. Giuseppe Costanzo. Tutte le due tavole rotonde sono state presentate e moderate da Salvatore Martinez. FANO. Veglia per raccontare “la meraviglia della vita ai bambini, in una serata fatta di immagini, racconti, testimonianze”, come ha scritto in una lettera a tutta la diocesi Vittorio Amaduzzi, presidente del Movimento per la vita locale, affinché non sia “il tedioso elenco delle disgrazie ma una riflessione vivace sul bello, perché siamo stati creati per la felicità”. FERRARA. Il Sav, in collaborazione con la diocesi, l'Amci, Scienza&vita, Medicina e persona, ed il Comune di Ferrara ha organizzato, in occasione del trentesimo anniversario della fondazione un incontro con Assuntina Morresi e Renzo Puccetti dal titolo “Trent'anni di servizio alla vita”. FIRENZE. All'incontro con i giovani delle scuole medie superiori su “Diritti umani e dignità della donna” erano presenti circa 400 persone. Introduzione sulla Giornata per la vita di don Giuliani, del Centro diocesano famiglia, filmato sull'opera di Don Oreste Benzi a favore delle ragazze schiave, dei disabili, dei carcerati, dei tossicodipendenti, dei senza-tetto, intervento di Souad Sbai, presidente delle Donne marocchine d'Italia (ACMID). Toccante anche la testimonianza di suor Raffaella Corvino, responsabile delle case-famiglia del progetto Agata Smeralda per l'adozione a distanza a Salvador de Baja in Brasile. GENZANO. Un gruppo di giovani che sta seguendo con un corso di formazione per operatori Cav per la prossima apertura di un Centro, ha promosso l'organizzazione della Giornata per la vita nelle due parrocchie. 26 febbraio 2008 GUASTALLA. All'esterno delle chiese della città e nei luoghi di maggior presenza di persone, vendita di primule per finanziare l'attività del Cav e diffusione di materiale informativo. LAVENO (VA). Il due febbraio Veglia per la vita a Cuveglio, a cura del Cav, con la testimonianza di don Gianluigi Peruggia. Il 10 febbraio pranzo a Gemonio per amici e simpatizzanti a beneficio delle iniziative del Cav. Spettacolo teatrale a Porto Valtravaglia della Compagnia amici del tea- Dalla mafia alla vita on il motto “A servizio della vita nascente”, sabato 2 febbraio, è stata inaugurata la sede del movimento per la vita in un locale confiscato nel quartiere S. Lorenzo, avamposto delle cosche mafiose debellate dalle Forze dell'Ordine negli ultimi anni: a benedire l'appartamento, il vicario episcopale padre Michele Polizzi. Alla nutrita presenza di tanti cittadini e dei volontari, l'assessore comunale al Patrimonio, Giuseppe Enea, ha rivolto parole di elogio al movimento e al Cav per la tenacia con la quale svolgono l'azione capillare di ripristino della cultura della vita e, quindi, anche della legalità. In segno di gratitudine all'amministrazione comunale, il movimento per la vita ha offerto una targa ricordo dell’evento all'assessore Ai partecipanti sono stati offerti in omaggio i Piedini preziosi, indossati pure C dai rappresentati delle istituzioni presenti, i dossier del Concorso scolastico europeo, e vari gadget del Movimento per la vita. tro di Luino: “una strana coppia”. Con estrazione della lotteria a favore del Cav. Corso di formazione per volontari, aspiranti volontari ed operatori dei servizi alla persona, pubblici e del terzo settore in collaborazione tra il Cav e la Provincia di Varese. LECCO. Il Cav era presente alle porte delle chiese con banchetti di primule e di caramelle. LEGNAGO. Festival “Serviamo e cantiamo la vita” al Teatro Salus di Legnago con la partecipazione dei cori di Angiari, Begosso, Casette, Castagnaro, Legnago, Porto di Legnago, Villa Bartolomea, Terranegra, S. Pietro di Legnago. LENOLA. Presso il Santuario della Madonna del Colle a Lenola (LT) è iniziato un corso di formazione per volontari in vista dell'apertura di un Centro di aiuto alla vita: il sesto aperto con il contributo del Segretariato sociale di Roma. LONATO. Incontro su “La vita al suo inizio” tenuto dal dott. Bruno Mozzanega ginecologo e ricercatore all'università di Padova. MACERATA. La Provincia di Macerata ha istituito un appuntamento che prende il nome di SOLIDALMENTE per riconoscere lo spirito di solidarietà e il senso civico di donne e uomini che, con il loro impegno e la loro dedizione, hanno dato un generoso contributo dedicandosi a chi ne ha più bisogno. In questo ambito per il Centro di aiuto alla vita di Macerata, sono stati premiati Romeo Bianchi già presidente del Cav e, sua moglie, Teresa Ciarapica, volontaria dal 1978. In cattedrale, con il vescovo, mons. Giuliodori, bambini di materne ed elementari, insieme a genitori, medici, ginecologi, anestesisti e infermieri hanno animato la celebrazione di domenica. 27 febbraio 2008 MAGENTA. Il Centro di aiuto alla vita Abbiategrasso - Magenta ha distribuito nel centro cittadino migliaia di piantine di primule per finanziare le proprie attività. MEDIO VERBANO (VA). Distribuzione di vasetti di primule presso molte parrocchie il tre febbraio per iniziativa del Cav. MILANO. Veglia per la vita a Mesero, Santuario dedicato a Santa Gianna Beretta Molla, con i giovani del movimento per la vita ambrosiano e quelli di Rinnovamento dello Spirito. Messa col card. Tettamanzi (Vedi spazio apposito a pag. 21). NAPOLI. Il 3 febbraio oltre ventimila persone hanno animato la manifestazione pro vita organizzata dalla Diocesi di Napoli. Da piazza Dante a piazza Plebiscito, poi in chiesa per la messa della domenica, insieme ai bambini ed alle famiglie. Ha avuto un carattere multietnico la XXX giornata della vita, celebrata quest'anno a Napoli dal cardinale Crescenzio Sepe. Nella piazza antistante Palazzo Reale sono stati allestiti gli stand delle 69 associazioni che in città lavorano per la vita. Il Mpv di Napoli era presente con un colorato stand, cosi come non potevano mancare gli stand dei Cav partenopei. “La vita va sempre servita - dice il cardinale durante l'omelia nella chiesa di San Francesco di Paola - e di cui non bisogna servirsi. Si serve della vita chi la mette in pericolo sulle strade, chi non garantisce la sicurezza negli ambienti di lavoro, chi la manipola”. La chiesa, dunque, ha voluto dire il suo sì alla vita, anche con un appello di Sepe che ha ripercorso il vangelo delle Beatitudini, con una particolare attenzione ai genitori: “Beati voi - ha concluso il cardinale - che continuate ad amarvi, beati voi giovani che testimoniate la vita, beati voi bambini che vi aprite alla vita, beati voi nonni che trasmettete ai nipoti la gioia della vita vissuta”. Inoltre nelle parrocchie si è diffusa la preghiera per la vita e numerosissimi sono stati i punti di raccolta per le offerte da destinare alle mamme che si rivolgono al Mpv. Procede l'iter per la realizzazione di una Culla per la vita. PADOVA. In occasione della Giornata per la vita il movimento di Padova ha promosso un convegno che si è tenuto presso lo Studio teologico del Santo. Marina Casini, ricercatrice in Bioetica-Università Sacro Cuore di Roma, ha trattato il tema: "Rispetto della vita e diritti umani” . 28 febbraio 2008 PALERMO. Le manifestazioni delle due giornate, organizzate insieme dal movimento e Cav di Palermo, sono state supportate dal Centro servizi per il volontariato. Sabato 2 febbraio, è stata inaugurata la sede del movimento per la vita (vedi spazio a pag. 23). La Madonna è stata la protagonista assoluta della Giornata: ne è stata messa in evidenza la maternità soteriologica e sociologica, ad imitazione della quale il Mpv accoglie il bambino in pericolo di vita e la donna in difficoltà. La presidente Rosa Rao, alla fine della S. Messa per la festività della Candelora nella parrocchia S. Rosalia, ha consegnato un dono alla comunità locale: l'icona della Vergine di Guadalupe ad una famiglia che ha attivato quattro Progetti Gemma. La giornata si è conclusa con un banchetto preparato dalle alunne della Scuola alberghiera mediterranea-Associazione Elis. Domenica, diffusi nelle cittadine 2mila copie di Siallavita. Nel pomeriggio tutti insieme ad assistere allo spettacolo di cabaret del gruppo “Lasciare libero lo scarrozzo” nel salone del Centro educativo ignaziano. L’Angelus di Benedetto XVI uest'oggi, vorrei affidare alla vostra preghiera la Giornata per la vita, che si celebra oggi in Italia, e che ha come tema Servire la vita. Saluto e ringrazio quanti sono convenuti qui, in Piazza San Pietro, per testimoniare il loro impegno a difesa e promozione della vita e per ribadire che "la civiltà di un popolo si misura dalla sua capacità di servire la vita". Ognuno, secondo le proprie possibilità, professionalità e competenze, si senta sempre spinto ad amare e servire la vita, dal suo inizio al suo naturale tramonto. È infatti impegno di Q tutti accogliere la vita umana come dono da rispettare, tutelare e promuovere, ancor più quando essa è fragile e bisognosa di attenzioni e di cure, sia prima della nascita che nella sua fase terminale. Mi unisco ai vescovi italiani nell'incoraggiare quanti, con fatica ma con gioia, senza clamori e con grande dedizione, assistono familiari anziani o disabili, e a coloro che consacrano regolarmente parte del proprio tempo per aiutare quelle persone di ogni età la cui vita è provata da tante e diverse forme di povertà. PARMA. Anche quest'anno i direttori dell'Ospedale Maggiore e della Casa di Cura Città di Parma hanno autorizzato l'ingresso nel reparto maternità delle volontarie del Cav per consegnare alle neomamme i bavaglini rosa e azzurri con la scritta "felici di essere nati" insieme alla preghiera per la vita di Madre Teresa di Calcutta. PAVIA. “Veglia per la Vita” presso la Chiesa del Sacro Cuore promossa dalla Diocesi in collaborazione con il Cav, il movimento e la Casa di accoglienza di Belgioioso presieduta dal vescovo, mons. Giovanni Giudici. PERUGIA. Il movimento di Perugia ha organizzato una raccolta fondi da devolvere ai progetti attuati in collaborazione con il Cav. I volontari, per tutta la giornata di sabato, hanno venduto piante di azalee alle porte all'ospedale perugino S.Maria della Misericordia. La raccolta fondi è stata ripetuta la domenica con la vendita di primule in quindici parrocchie perugine. Sempre rivolti alla tutela del bene primario dell'uomo, ovvero la vita, sabato 23 Febbraio bioeticisti e psicoterapeuti si sono a Perugia, presso la sala Liipi della sede di Unicredit Banca, in un convegno del titolo: “Servire la Vita, misura di civiltà”, al quale sono state invitate le istituzioni locali e la cittadinanza. PESARO. Il Cav di Pesaro ha organizzato per i bambini una festa dove hanno ricevuto il diploma “Felici di essere nati” e per i grandi “E se dovessi chiedermi… lettura di testi e improvvisazione musicale a curiosar su nascita e vita” al Teatro Rossini, per ascoltare Chiara di Domenico, Gianluca del Prete, Peppe Joe Pagnoni, Massimiliano Tonelli. PISA. Il Cav insieme a Scienza&vita ed a numerose altre associazioni con il patrocinio di Provincia e Comune hanno organizzato una grande festa 29 febbraio 2008 per bambini e famiglie che prevedeva uno spettacolo di danza, musica e testi (“In scena la vita”) ed una relazione di Laura Guerrini sulle nuove sfide della vita (“Il tenero fiore”). PRATO. Il Cav ed il movimento di Prato hanno offerto delle primule (accompagnate con un messaggio promozionale) alle mamme ricoverate nel reparto di ostetricia dell'ospedale di Prato ed al personale medico e paramedico presente. Il movimento di Prato ha organizzato una manifestazione in cui i bambini hanno attraversato il centro storico testimoniando il loro amore per la vita con un bellissimo striscione con il motto che è stato pensato, parafrasando una nota canzone di Ligabue "Metti in circolo la vita" e realizzato durante gli incontri di catechismo. “La sindrome post-aborto: un dramma nel dramma” - 1° seminario di studi promosso da movimento e Cav. Relatori: Dario Casadei, Elena Vergani,Claudia Ravaldi, Maurizio Bellini. Ha riscosso molto successo anche l'iniziativa “Un fiore che sboccia per una vita che nasce” che il Cav ormai propone da diversi anni e quest'anno ha visto coinvolto ben 42 parrocchie. All'uscita delle S. Messe sono stati offerti bulbi e primule (accompagnate dal messaggio dei vescovi), per completare i lavori di ristrutturazione di una nuova casa di accoglienza. La Giornata si è conclusa con la Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Gastone Simoni in Cattedrale animata da un coro Gospels J.V. In tutte le realtà parrocchiali sono stati distribuiti volantini sul messaggio dei vescovi, d'informazione sull'attività del Cav, Siallavita e NoiGenitori&figli. RAVANUSA. Il Cav. di Ravanusa ha celebrato la Giornata della vita offrendo ai fedeli, al termine di ogni S. Messa, una piantina di primule per finanziare le iniziative del Centro.1.200 piantine erano state messe a disposizione e tutte sono state comperate. RIVIGNANO. “vivi...d@vvero!” È la manifestazione proposta a bambini e famiglie a Rivignano, un pomeriggio di festa, canzoni e giochi con la partecipazione della band “Gli Accordi” ROMA. Il Segretariato sociale di Roma (Cav) ha animato la Giornata in 20 punti della città: parrocchie, scuole e ospedali con distribuzione di materiale informativo e del messaggio dei vescovi e il coinvolgimento dei bambini. Durante la settimana per la vita e la famiglia promossa dalla Diocesi sono stati organizzati incontri di sensibilizzazione per giovani e coppie e conferenze; partecipazione alla Festa diocesana della famiglia. Il Movimento giovani della cattolica ha organizzato una mostra fotografica "La Vita umana: prima meraviglia" e un banchetto di distribuzione di materiale informativo del Mpv e vendita delle primule nella hall del Policlinico Gemelli ed una veglia di preghiera per la vita, Chiesa Centrale UCSC Roma. E domenica tutti in piazza San Pietro per pregare col Papa (vedi spazio a pagina 25) 30 febbraio 2008 SALO'. Incontro-testimonanza con Mario Melazzini su “Liberi di vivere. Come la malattia che mi uccide mi ha insegnato a vivere”. SAN BONIFACIO. Corso di Bioetica organizzato dai movimenti e dai CAV di San Bonifacio e San Giovanni Ilarione (VR) su “La vita prima di tutto “ si è tenuto presso il Centro San Giovanni Bosco. Relatori: Antonella Redolfi, Francesca Luciani, Franco Alberton, Mons. Giancarlo Grandis. SIENA. Il CAV di Siena e l'Ufficio diocesano della famiglia hanno promosso la Festa della Famiglia e della Vita; il 3 febbraio a S. Quirico d'Orcia, incontro su “la ricerca del figlio perfetto” con mons. Luca Bonari e dott.ssa Lucia Tannini, a seguire il pranzo, i giochi e la S. Messa. Sempre il Cav di Siena in collaborazione con Cappella universitaria, Gifra, Scout e Azione cattolica giovani, ha organizzato l'incontro di preghiera “Ecco tuo figlio”. SIRACUSA. Ad ogni parrocchia della diocesi è stato distribuito Sìallavita, il depliant del Cav, la brochure di Progetto Gemma e una copia del Messaggio della Cei “Servire la vita”. Animate le Messe della Giornata. TERMOLI. La diocesi insieme alle associazioni di volontariato a servizio della persona hanno organizzato la Settimana del servizio alla vita. Partita il 2 febbraio con una marcia per la vita fino in cattedrale. Domenica primule in tutte le parrocchie e mostra fotografica sul servizio alla vita. Lunedì: “Volontari in corsia”, animazione nel reparto di pediatria dell'ospedale cittadino. Giovedì: incontro dibattito “Giovani insieme per la vita”. Sabato: festa a Casa Serena e domenica Santa Messa del malato. TORINO. Bancarelle per dialogare con il pubblico e offrire volantini informativi e gadget del Movimento per la vita, tra cui le ormai note e apprezzatissime magliette “Tre bimbi”; due spettacoli di strada: uno al mattino, dalle 11 alle 12,30, e l'altro al pomeriggio, dalle 15,30 alle 17, con tanto di esibizione di attori, clown, e giocolieri; centinaia di palloncini con lo slogan “Viva la vita” fatti volare alla fine della mattinata e di sera, a conclusione della manifestazione. Il tutto nella centralissima piazza San Carlo organizzato dal coordinamento di Vitatorino Domenica 3 febbraio, tutti i Cav ed i movimenti della diocesi di Torino hanno portato nelle rispettive parrocchie vasetti di primule, offerte ai fedeli all'ingresso e all'uscita delle messe festive Messa presieduta dal vescovo ausiliare, monsignor Fiandino, nella basilica di Maria Ausiliatrice. “Eutanasia e testamento biologico: pro e contro l'uomo? - la vita è un dono che supera il dolore“ presso il Liceo Scientifico Faà di Bruno. L'incontro, promosso dal movimento ha visto la partecipazione della professoressa Maria Luisa Di Pietro, del professor Mauro Roco e dell professoressa Silvia Introvigne. TORLUPARA. La Giornata per la vita è stata anticipata al 27 gennaio per non incorrere nei festeggiamenti dell'ultima domenica di carnevale. E' stato organizzato un incontro articolato per livelli di età. Per i più piccoli gioco, musica, filmati sulla vita e letture bibliche inerenti al tema. I più grandi tra i ragazzi sono stati intrattenuti sullo stesso tema, ma con modalità più adatte ad adolescenti. Il gruppo degli adulti ha seguito le argomentazioni della psicoterapeuta Marianna Di Fiore, la quale ha presentato il risultato di uno studio sulla sindrome post-abortiva. Il prof. Leonardo Macrobio, docente della Facoltà di Bioetica dell'Università Regina Apostolorum, è stato fin dalla mattina con i gruppi dei Laboratori seguendo con partecipazione. Il professore ha condotto il suo intervento partendo da un interrogativo iniziale : “Rispetto della vita nascente o ricerca della morte?”. Il vescovo, mons. Lino Fumagalli ha chiuso i lavori elogiando l'impegno che il Cav profonde ogni giorno nel difendere la vita nascente da più di dieci anni ed esortandolo ad estendere i suoi servizi anche alla famiglia. 31 febbraio 2008 TREIA. Il movimento per la vita ha organizzato una messa il pomeriggio di domenica specialmente dedicata ai giovani ed ai volontari. Nella diocesi di Ancona è prevista, invece, una marcia per le via della città di Castelfidardo e poi una messa in piazza con il vescovo, Edoardo Menichelli. TRIESTE. S. Messa celebrata dal vescovo, mons. Ravignani, nella cappella dell'ospedale infantile Burlo Garofolo, istituto di ricerca e cura a carattere scientifico di Trieste, dove i bambini nascono, vengono curati e purtroppo anche abortiti. Offerta di 6000 primule, a cura di volontari del Cav e del movimento in 40 parrocchie della città. Il Cav in collaborazione con il Comune ha promosso “Cantabimbi. I bambini cantano la vita” a cui hanno partecipato gli studenti di 12 scuole dell'infanzia e primarie. UDINE. Per il Cav di Udine sono state offerte le primule davanti a più di 65 chiese della diocesi. VALCERESIO. Rappresentazione della commedia brillante "La fortuna l'è sorda" interpretata dalla Compagnia dei Quattro Venti di Arcisate presso il cinema-teatro San Giorgio - ricavato delle serate a favore del movimento per la vita. A tutti i partecipanti è stata consegnata una copia di Siallavita e una di NoiGenitori&figli. Banchetti in diverse parrocchie con distribuzione di materiale pubblicitario del Movimento Pemiazione del concorso riservato ai bambini di quinta elementare sul tema "Servire la vita" che ha visto la partecipazione di 150 ragazzi. Ai partecipanti è stata consegnata una copia di Siallavita e una di NoiGenitori&figli; agli insegnanti anche il Dvd "La Vita umana prima meraviglia" con il relativo libretto. VALLECAVALLINA. Il Mpv della Valle Cavallina (BG) ha organizzato una Marcia per la vita prendendo il via dalla Chiesa di Cristo Re a Bergamo ed una veglia di preghiera presieduta dal vescovo, Mons. Roberto Amadei. VARESE. Il Cav ed il movimento locale hanno dato vita al Mese per la vita dal titolo “E' in scena la vita” che ha previsto mostre fotografiche (“Che bello nascere”); spettacoli teatrali (“La fortuna l'è sorda”, conferenze (“Curare la vita”), concerti (“Cantare la vita”, “Note di vita”). Per il 3 febbraio vendita di arance nelle piazze principali della città e recita del Rosario per la vita. VENEZIA. La giornata di pioggia non ha impedito di raggiungere con l'informazione la quasi totalità dei fedeli delle parrocchie della diocesi a cui sono state offerte le primule, simbolo della vita nascente. 32 febbraio 2008 VICENZA. Veglia di preghiera diocesana presieduta dal vescovo, mons. Nosiglia nella Basilica dei Santi Felice e Fortunato. La celebrazione è stata organizzata da numerose associazioni: movimento per la vita e Cav, Associazione cattolica internazionale al servizio della giovane, Agesc, Azione Cattolica, Cif, Comunità di incontro matrimoniale, Movimento dei Focolari, Meic, Rinnovamento nello Spirito Santo. Tavolini preparati alle porte di 40 parrocchie per l'offerta di un fiore per la vita. VIGEVANO. Movimento per la vita, Ufficio diocesano per la pastorale della famiglia, Coordinamento delle scuole materne cittadine e Amministrazione cittadina hanno rielaborato il messaggio dei vescovi in un linguaggio accessibile ai bambini traducendo “Servire la vita” con ”Petali dal cuore”. I bambini delle scuole lo hanno poi sviluppato attraverso espressioni artistiche molto belle e significative, costruendo un vero spettacolo che è stato presentato al teatro comunale “Cagnoni”, davanti a 700 adulti con interventi del sindaco, dell'assessore, del vescovo che commentano il tema della giornata. VITERBO. Movimento e cav hanno distribuito in 65 punti della città - parrocchie, monasteri, negozi - le primule per la vita unitamente a materiale informativo e formativo. La sera del 2 febbraio, veglia in Cattedrale, organizzata dalla pastorale giovanile e da quella familiare, con il vescovo, mons. Chiarinelli. Il pomeriggio della domenica si è tenuto un “INNO ALLA VITA”, un concerto per organo del maestro Bastianini mentre un gruppo di giovani è andato nel reparto di ostetricia dell'Ospedale di Viterbo per consegnare alle partorienti un fiore realizzato nel laboratorio della Casa d'accoglienza “Madre Teresa di Calcutta”. Venerdi 8 febbraio, incontro con Edoardo Patriarca ed il vescovo di Viterbo per una riflessione sulla bioetica e l'antropologia nei luoghi della formazione cristiana. Manifesti di riflessione ed annuncio delle varie iniziate sono stati affissi in tutte le strade della città. NOVITA' DVD: “LA VITA UMANA: PRIMA MERAVIGLIA!” Il dvd “LA VITA UMANA: PRIMA MERAVIGLIA!” mostra con rigore scientifico e caldo linguaggio lo sviluppo umano dal concepimento alla nascita. Le sensazionali immagini, scattate dal vero con sofisticate tecniche endoscopiche, sono state realizzate dal più celebre fotografo-scienziato in campo medico, Lennart Nilsson. Al dvd è abbinato l'omonimo libretto in cui l’autrice, Lucia Barocchi, con linguaggio semplice e chiaro illustra la formazione e la crescita dell'essere umano nel seno materno. Una pubblicazione già molto diffusa nelle scuole di vario livello, nei corsi per fidanzati, negli studi di ginecologi, ostetriche e primari ospedalieri. E' possibile scegliere tra 2 dvd: DVD n.1: filmato in ITALIANO, INGLESE, FRANCESE, SPAGNOLO DVD n.2: filmato in ITALIANO, RUSSO, SLOVENO, ARABO Per informazioni e richieste: CENTRO DOCUMENTAZIONE E SOLIDARIETA' Via Cattaro 28, 00198 Roma - tel. e fax 06.8620.2224 E-mail: [email protected] PRO LIFE Parigi chiama. Roma c’è L’ormai tradizionale appuntamento con la “marche pour la vie” parigina aveva quest’anno un significato particolare: di là - come di qua dalle Alpi si ricordano i trenta anni della legge sull’aborto. Proprio per sottolineare questa “fratellanza” di intenti e di storia una delegazione dei nostri giovani è partita per la capitale francese dove ha marciato gomito a gomito con decine di migliaia di pro life di tutta Europa, ed ha partecipato agli incontri che hanno gettato le basi di una futura azione comune 34 febbraio 2008 0 ANS ça suffit! En marche pour la VIE!” Questo è il motto che ci ha accompagnato per le strade di Parigi, partendo da Place de la Republique verso Place de l'Opera, nostro punto d'arrivo. 3 km di ardore e di esaltante voglia di vita contro la legge Veil che, in Francia, nel 1975 ha legalizzato l'Ivg. Eravamo 35 partecipanti dall'Italia, da Palermo a Brescia, passando per Napoli, Roma, Firenze, Milano. Inizialmente eravamo un po' insicuri sulla risposta all'evento, poi ci siamo dovuti ricredere. E la tanta gente, accorsa da ogni dove per dire forte, a una voce sola, seppure in tante lingue diverse, il comune Sì alla vita, ha accresciuto il nostro entusiasmo. È stato bello vedere più di 20mila persone, fra musiche e balli, in un clima di festa, che af- “3 Il messaggio di Casini ari amici, ho molto desiderato di partecipare alla manifestazione di Parigi, ma difficoltà insuperabili me lo hanno impedito. Appare sempre più chiaro che la difesa del diritto alla vita deve dispiegarsi non solo a livello nazionale, ma anche europeo e mondiale. Infatti tutto il complesso dei diritti umani viene distrutto se il primo fra tutti i diritti, quello a vivere, non è riconosciuto al più piccolo e povero tra gli esseri umani qual è il bambino non nato. Sui diritti umani si fonda non solo l'ordinamento nazionale, ma anche l'Unione europea. E' irrisorio pensare di costruire l'unione tra i popoli del nostro continente se non abbiamo C valori comuni. L'aborto è perciò la sconfitta dell'Europa. Bisogna dunque che le nostre associazioni lavorino sempre più in modo coordinato e per questo propongo di nuovo, come ho già fatto a Strasburgo l'11 e 12 dicembre del 2007, in un incontro dei rappresentanti di 14 Paesi dell'Ue, fra cui la Francia, una grande petizione alle Istituzioni europee affinché nella Carta dei diritti Fondamentali dell'Europa, il diritto alla vita sia riconosciuto fin dal concepimento. Questa iniziativa che potrà raccogliere sottoscrizioni in tutto il 2008, si potrà concludere a Strasburgo nel prossimo dicembre, nel 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Intanto auguro pieno successo all'iniziativa di oggi a Parigi, alla quale sono spiritualmente presente. CARLO CASINI Presidente Mpv Italiano Due giovani della delegazione italiana alla Marcia di Parigi, A sinistra e alla pagina a fianco: Immagini della grande folla dei partecipanti fermava la propria volontà di lottare, per dare voce alle migliaia di vittime a cui viene negata la possibilità di esistere. Sappiamo bene che questo è un periodo particolare per questo tema; i vari dibattiti riempiono le pagine dei quotidiani e, grazie a personaggi famosi, ci si può finalmente confrontare in maniera critica. In questo senso, la marcia ha incentivato la nostra volontà di affermazione pro life. Nella storia, si è marciato per diversi motivi, spesso negativi come la guerra. In questo caso le nostre armi sono state cartelli e striscioni, che colpivano direttamente i cuori di chi crede ancora nel dono più grande e meraviglioso. 35 febbraio 2008 PRO LIFE Una marcia “battagliera” contro il nemico comune, l'aborto, che vuole attaccare l'unica cosa eterna e il Valore Assoluto per eccellenza, la vita stessa. Ecco perché è cosi significativo lo slogan della marcia “Poiché i malvagi fanno lega tra loro per costituire una forza… è necessario che gli onesti facciano altrettanto” (L. Tolstoj); e insieme alle bandiere della delegazione italiana, anche l'appello alla moratoria sull'aborto, perché in Francia c'è una grandissima considerazione in Europa di quanto gli italiani hanno fatto e stanno facendo in difesa della vita”. Il sabato precedente la manifestazioni i vari movimenti si sono riuniti per decidere una strategia comune in ambito europeo. Sono state condivise le esperienze formative e informative, per costruire percorsi comuni. E' stato deciso di far nascere un portale europeo dei Movimenti europei, nelle diverse lingue. “Si è deciso anche di perseguire una strategia europea sopranazionale per rafforzarsi a vicenda e frutto dell'incontro è stato l'invito ai giovani italiani di mettersi alla testa del corteo, con bandiere, cartelli, striscioni, cappelli. Parigi… per tutti la città dell'amour. Ancora una volta il sentimento che regna ed è motore dei nostri passi. Parigi… palcoscenico di una delle grandi rivoluzioni… auspicando che sia il punto di partenza per un cambiamento culturale che abbia la nostra “meta vitale”. LEO PERGAMO 38 febbraio 2008 Trecentomila per le strade degli States P ur in un clima molto rigido, l'annuale appuntamento dei sostenitori del diritto alla vita degli Stati Uniti ha raccolto quasi 300mila persone, che hanno sfilato e manifestato alla March for Life svoltasi martedì 22 gennaio a Washington. La Marcia per la vita è nata trentacinque anni fa: il 22 gennaio del 1973 quando fu proclamata la sentenza Roe v. Wade, con cui la Corte Suprema americana, con una maggioranza di 7 a 2, legalizzò di fatto l'aborto negli Stati Uniti. Le vittime di questa sentenza sono state, fino ad oggi, 48 milioni, e nonostante il calo del 25% dell'aborto in Usa, ogni giorno 3000 tra bambini e bambine concepiti, vengono soppressi prima di vedere venire alla luce. Il numero impressionante delle vittime diventa più atroce se si pensa che la legge che ha permesso l'uccisione di milioni di vite è nata da una bugia. Jane Row raccontò nel 1973 di essere rimasta incinta dopo essere stata violentata da una gruppo di sbandati . L'avvocatessa Sarah Weddington montò un caso giudiziario speculando sul fatto che difficilmente sarebbe stato possibile rifiutare l'interruzione di gravidanza per una donna stuprata. Si è scoperto poi che Jane Row, non è mai esistita. La donna in questione si chiama Norma McCorvey, non è mai stata stuprata e non ha mai subito un aborto. Al tempo dei fatti era incinta di una bambina che ha dato in adozione. E' stata l'avvocatessa Sarah Weddington, insieme alla lobby pro aborto, che ha utilizzato la montatura giudiziaria. E'stata la stessa Norma McCorvey a raccontare la verità. Dopo una vita molto difficile, la McCorvey è entrata in una Chiesa, ha chiesto perdono per i suoi peccati, si è convertita e ha trovato il coraggio di raccontare come erano andate veramente le cose. Indipendentemente da ciò e prima di scoprire la verità, il popolo pro vita americano, composto principalmente da cattolici, ma anche da diversi gruppi cristiani, ha continuato a battersi per la cultura della vita, ed oggi negli Stati Uniti la loro voce risuona forte, tanto è che il tema delle difesa della vita e della famiglia sarà quest'anno al centro della campagna elettorale per eleggere il nuovo presidente americano. Alla March of life c'era Human Life International, l'Università francescana di Steubenville, la fondazione intitolata a Terri Schindler Schiavo, le suore Benedettine del New Hamshipre ma anche i Lutherans for Life e poi i giovani protestanti di "Stand True", i gruppi quasi punk del “Rock for Life”, le donne che hanno subìto uno o più aborti, e oggi parlano a favore della vita "Silent No More”, gruppi metodisti e episcopaliani. Molto elevata la partecipazioni dei giovani alla manifestazione. Un segno di opposizione all'aborto che si ritrova anche nei sondaggi. Secondo un sondaggio Gallup-Newsweek del 2003, infatti, un giovane su tre fra i 13 e i 17 anni riteneva che l'aborto debba essere sempre considerato illegale, in ogni circostanza. Il 72% dei giovani lo riteneva "moralmente sbagliato". L'aborto che nel 1973, era considerato una 'conquista civile' irreversibile, viene oggi accusato di essere razzista dalle popolazioni di colore, mentre i sentimenti antiabortisti si allargano sempre di più negli Stati Uniti. L'editorialista Steve Chapman, sul Washington Times del 23 gennaio, ha riassunto il cambiamento in questa formula: ieri si diceva "l'aborto può essere un male, ma è necessario", oggi si afferma che "l'aborto può essere necessario, ma è un male". Nelly Gray, la fondatrice della Marcia per la vita, ha ricordato che l'evento si svolge volutamente in un giorno feriale, tra i "Palazzi del Potere" di Washington, per gridare a tutti i "colletti bianchi" dei tre rami del potere - legislativo, esecutivo e giudiziario - che l'aborto costituisce un'inaccettabile infamia”. La March for Life è stata preceduta da tre giorni di iniziative in difesa della vita: riunioni, scambi di esperienze tra i diversi gruppi e numerosi eventi religiosi, tra cui una grande Messa celebrata nel Santuario dell'Immacolata Concezione dal cardinale Justin Rigali di Philadelphia e un'affollata Eucaristia celebrata secondo il Rito Romano antico nella chiesa di Saint Mary dall'abbé Trauchessec, dell'Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote. Messaggi alla manifestazione sono stati inviati da Papa Benedetto XVI e dal Presidente degli Stati Uniti George W. Bush. Il messaggio personale del Pontefice Benedetto XVI è stata una sorpresa. E' stato letto dal Nunzio Apostolico monsignor Pietro Sambi. Nel messaggio il Papa ha espresso la sua gratitudine per l'impegno assunto dai giovani in favore della vita ed ha detto che è di buon auspicio per la visita che il vescovo di Roma effettuerà a Washington (15-17 aprile) e New York (1820 aprile). Il presidente Gorge W. Bush non ha mai fatto mancare il suo appoggio ai sostenitori della vita. Anche quest'anno è intervenuto con un discorso in cui ha detto tra l'altro: “Voi siete qui perché sapete che tutta la vita nella sua interezza deve essere protetta. E io sono orgoglioso di unirmi a voi in questa marcia”. Il presidente Usa non si è accontentato dei risultati in merito alla crescita delle nascite e della riduzione degli aborti, ha detto che “l'America può fare molto meglio” perché “vogliamo costruire una società in cui ognuno di noi è benvenuto alla vita e protetto dalla legge”. Ai militanti pro life Bush ha detto che “Quest'America è nutrita da persone come voi che parlate in nome dei più deboli e innocenti. Quest'America è il destino di un popolo il cui documento fondativo parla di quel diritto alla vita che è un dono del nostro Creatore, e non un premio concesso dallo Stato”. Il presidente Usa ha concluso incoraggiando i militanti pro life ad “avere coraggio nel dare voce a chi non ha voce”. ANTONIO GASPARI 37 febbraio 2008 MAMME CORAGGIO Tonia sulle orme di Gianna E’ morta Tonia Accardo la donna che aveva rinunciato alle cure antitumorali per non far del male alla figlia che le cresceva in seno. Una storia per molti versi simile a quella di Gianna Beretta Molla recentemente elevata agli altari. Una storia dal finale tragico che si capisce e si accetta solo meditando le parole della stessa Tonia: “mettere al mondo un bambino è un dono di Dio che va protetto sempre, anche a costo della propria vita” 38 febbraio 2008 Per nulla al mondo avrei rinunciato a questo bambino. Anche mio marito ha dovuto cedere a questa scelta fatta col cuore omenica 3 febbraio, proprio mentre in tutta Italia si celebrava la XXX Giornata per la vita, è stato l'ultimo giorno di vita di una donna che ha servito e amato la vita fino alla D fine. E' una storia d'amore, di amore alla vita quella che vede come unica grande protagonista una giovane donna che ha avuto il coraggio di barattare la sua vita con quella della creatura che portava nel grembo; leggendo questa storia molti penseranno che non è una storia a lieto fine, è una storia triste, ma per chi ha fede nel Dio della vita, come l'aveva lei, Tonia, bene comprende che la sua è una vittoria non una sconfitta, è una precisa scelta d'amore che intimamente ci porta a ricordare “Non vi è amore più grande di chi sacrifica la propria vita ……” (Gv.15,13) Già nei mesi scorsi il nostro giornale si era occupata di lei, ma ora che la sua storia è finita sarà opportuno ricordarla dall'inizio. Tonia Accardo, era nata nel 1974, una laurea in giurisprudenza, un lavoro sicuro presso lo Sportello Unico del comune di Ercolano, sposata con Nicola Visciano 37 anni, commercialista, si erano conosciuti quando lei Tonia Accardo, insieme al marito Nicola mentre era in attesa di Sofia aveva quindici anni e lui 21, sogna,come tutte le donne che ritengono la maternità un dono, di avere presto tra le braccia un bambino; donna attiva e di fede, Tonia si dedica agli altri, partecipa nella sua parrocchia dello Spirito Santo ai corsi prematrimoniali per le giovani coppie e guarda avanti al suo futuro come lo può fare una giovane donna di truntuno anni, da pochi anni sposata; per due anni però il suo desiderio rimane inappagato nonostante che avessero tentato in tutti i modi di avere un figlio. Ad agosto del 2005 Tonia accusa i primi sintomi della tremenda malattia: inizia per la giovane donna un lungo e penoso itinerario sanitario fatto di analisi, visite specialistiche, Tac, radiografie; alla fine di tutto questo iter, il tremendo verdetto: “metastasi da carcinoma epidermoide della ghiandola salivare sottolinguale”; è una diagnosi determinante per intraprendere una immediata terapia di attacco; Tonia affronta, con il suo carattere forte e determinato, lo schema terapeutico che i medici le hanno indicato. Si parte con l'intervento chirurgico che viene effettuato a settembre e, anche se riesce bene, non è sufficiente per debellare la malattia; servono cure più forti e aggressive per distruggere le cellule cancerogene; il primo ciclo di chemioterapia viene fissato per ottobre. Ma proprio in questo mese di ottobre Tonia scopre di essere incinta: quello che lei e il marito avevano desiderato per tanto tempo, si realizza ora, in un momento critico e doloroso; ma lei è felice al pensiero di quella gravidanza tanto sognata e non pensa ad altro che a quella piccola vita iniziata in lei. Il ginecologo che la segue è categorico e le consiglia fortemente di interrompere la gravidanza, perché la vita della donna è in serio pericolo e i farmaci antineoplastici possono danneggiare fortemente il feto; il rifiuto della terapia significherebbe la certezza di una recidiva ma Tonia non ha un attimo di esitazione e decide che “mai e poi mai interromperebbe la gravidanza”, “la vita di mio figlio è più importante della mia e per nulla al mondo rinuncerei a questo bambino”; ”davanti al mio entusiasmo, alla mia serenità, al mio ottimismo, mio marito ha dovuto cedere e sostenere la mia scelta. Ho seguito solo il cuore”. La scelta di Tonia ricorda tanto quella fatta da una altra mamma nella sua stessa situazione, Gianna Beretta Molla, elevata alla gloria degli altari per il suo totale amore alla vita; ma anche Tonia ha una forte fede “Io credo tanto in Dio e in questi momenti la fede mi sta dando una grande forza. Nel buio di questo momento così difficile ho trovato conforto nella preghiera”, poi aggiunge “questa scelta mi riempie la vita di ogni bene... mettere al mondo un bambino è una cosa straordinaria, un privilegio assoluto, un dono di Dio che va protetto sempre, anche a costo della propria vita”. Per sette mesi, minimizzando sempre la sua scelta, Tonia va avanti così, rifiutando qualunque cura che poteva essere dannosa alla vita nascente che portava in grembo, incurante del male che progredisce inesorabilmente finché non si presentano le metastasi che le invadono il collo in più parti ed è importante agire con immediatezza. Tonia e Nicola consultano i migliori specialisti italiani senza mai avvilirsi ma la risposta è sempre la stessa: la sua vita o quella del bambino. Prima però di prendere una decisione definitiva si perde del tempo prezioso che poi alla fine di tutta la storia risulterà fatale. Si prende di nuovo la strada della Fondazione Pascale, l'Istituto dei tumori di Napoli in cui già era avvenuta la prima operazione e dove l'equipe del dottor Franco Ionna , primario del reparto di Otorinolaringoiatria-maxillofacciale, accetta di condividere la scelta di Tonia, anche se per l'intervento si dovranno adottare molte precauzioni per fronteggiare anche l'ipotesi di un parto cesareo; il direttore generale dell'Istituto, Mario Santangelo, chiede e ottiene tutte le autorizzazioni burocratiche necessarie dato la particolarità delle circostanze e nell'Istituto viene preparata anche una camera prenatale. L'intervento dura cinque ore e alla fine viene asportata la neoplasia che si era estesa invadendo tutto il collo. L'operazione è riuscita ma ora è necessario immediatamente iniziare le cure radioterapiche. La donna , giunta al settimo mese di gravidanza, accetta di far nascere sua figlia col parto cesa- 39 febbraio 2008 reo; il 10 giugno 2006 nasce a Villa Betania, una clinica della periferia orientale di Napoli, una bella bimba anche se prematura, di 33 settimane e un chilo e 800 grammi di peso che Tonia e Nicola chiameranno Sofia come la Loren “…una donna forte che ha lottato con grande coraggio per avere i suoi figli”. Ora Sofia ha un anno e mezzo e con il suo papà ha detto addio alla sua mamma che si è spenta nella sua casa di Torre del Greco, domenica 3 febbraio 2008, Giornata per la Vita……. Poche ore prima di morire,”madre coraggio” ha fatto per l'ultima volta il bagnetto a sua figlia,e “mi ha salutato serena ”dice il marito Nicola tra le lacrime, ”regalandomi un piccolo, delicato gesto che mi tengo segreto e che racconterò a Sofia quando sarà più grande...” Una storia d'amore quella di Tonia,di amore assoluto e totale alla vita nella pienezza dei significati più profondi, un grido silenzioso nella notte buia dell'egoismo, del relativismo. La piccola Sofia, crescerà senza le carezze della sua mamma ma sicura che lei le sarà sempre accanto a vegliarla ed amarla perché Tonia non solo l'ha desiderata con tutta se stessa ma le ha donato la vita due volte insegnandole silenziosamente tutto quello che altri bambini non avranno mai. PAOLA MANCINI 40 febbraio 2008 Tre storie di ordinario amore F rancesco sorride, i suoi dolci occhi sono fissi sul dono che ha ricevuto. Sorretto dalle braccia della madre ogni tanto solleva lo sguardo e si guarda intorno. Francesco è un bambino down ed ha ora sei mesi di vita. E' uno dei pochi sopravvissuti alla diagnosi prenatale. Di fronte a lui c'è il papà che lo guarda con uno sguardo che è un misto di tenerezza e di fortezza. E' come se volesse dirgli “puoi contare Francesco, ha sei mesi sul mio amore e sul mio sostegno”. Immacolata, la mamma l'ha fortemente voluto. Prima di accorgersi di aspettarlo ha avuto due incidenti stradali seri, ma grazie a Dio non ci sono state conseguenze. “Pensavo che tutto ciò era dovuto al fatto che Francesco doveva vivere. Mi sono accorta di aspettarlo quando ero al terzo mese di gravidanza. Il primo controllo ecografico ha evidenziato subito che c'era un ispessimento della plica della nuca, segno di sospetto della sindrome di Down ”. Questi bambini presentano un'alta incidenza di malformazioni cardiache. In effetti l'ecocardiografia fetale ha dimostrato l'esistenza del canale atrio ventricolare unico, per cui Francesco è in attesa di essere operato presso l'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Nel marzo scorso in occasione del Convegno annuale di Scienza&Vita della provincia di Frosinone che si è tenuto a Sora, il programma prevedeva una tavola rotonda dal tema: “Tante madri, tanti amori”. Testimonianze di donne con situazioni significative riguardo alla maternità. C'era Maria Frati presidente della casa di accoglienza di Viterbo, Pia Mancini che ha costituito una casa per decine di bambini handicappati, Tiziana Trivellino madre di undici bambini, Maria Teresa Di Vizia che ha adottato due bambine. Quando Immacolata ne venne a conoscenza manifestò alla propria ginecologa il desiderio di poter esprimere la propria esperienza che fu immediatamente accolta. “Di fronte alla diagnosi di attendere un bambino Down, scatta immediatamente l'indicazione di consultare il medico abortista. Quando mi trovai di fronte a lui, provai un senso profondo di disagio. Certo è stato difficile reagire ma ho trovato sostegno in mio marito e nei miei due figli più grandi di 21 e 25 anni. Mi hanno incoraggiato dicendomi - mamma ci siamo anche noi e così Francesco è con noi ed è la gioia non solo della casa ma di tutto il condominio” Francesco è sempre nelle braccia della sua mamma. Le sue mani, il suo volto, le sue parole, il suo esempio sono una lezione di vita. VITTORIA è una bambina di quindici giorni. Ha un nome un po' desueto nei nostri tempi. Fa pensare ad altre epoche, ad altre situazioni. La mamma lo sa bene e non tarda a dirci il perché di questo nome. “Il nome Vittoria è stato scelto perché è stata Vittoria a quindici giorni vinta una battaglia: quella per la vita. Ero già incinta quando mi sono accorta di avere un nodulo al seno. Ho consultato un ginecologo il quale dopo l'esame ecografico mi ha subito consigliato di abortire perché era necessario l'intervento chirurgico con l'anestesia generale e poi sarebbe stata necessaria la chemioterapia. Ma queste indicazioni peraltro perentorie non mi convincevano. La bambina era dentro di me e non potevo pensare di disfarmela. Ho allora consultato un altro ginecologo del Gemelli, il quale mi ha proposto di aspettare il quarto mese di gravidanza, per consentire alla bambina di crescere e quindi di fare l'intervento di asportazione della mammella con lo svuotamento dei linfonodi ascellari. Ho fatto l'intervento e al nono mese Vittoria è nata e la cosa straordinaria è che il tumore è benigno” Nel raccontare questa sua avventura Simonetta mostra un sano e santo orgog l i o . Guarda la sua bambina Vittoria con uno sguardo che solo una mamma può esprimere. L'ascoltano gli altri due figli Daniele e Gabriele che si contendono la piccola mentre il papà Fabio osserva il tutto in un religioso silenzio ma con un sorriso carico di gioia. Due vittorie entrambe per la vita: quella di Vittoria che ora vive, quella della sua mamma che può con totalità dedicarsi ad essa. Una vita quella di Vittoria “conquistata” con il coraggio che nasce dall'amore. “L'OPERA NASCE da alcune emozioni provate durante la mia gravidanza» Spiega Luisa mancini. Durante i primi mesi non sapevo di avere due gemelli eterozigoti e quando ho avuto una minaccia di aborto con una gran paura… Fortunatamente il cuoricino di uno dei due bambini ha continuato a battere, anche se in modo debole. “Trionfo della vita” nasce proprio da quei ricordi, da quelle sensazioni. Il fondo è nero come quello che vedevo attraverso le ecografie, le mani rappresentano quelle mie e quelle di mio marito,ma anche simbolicamente di quelle dei medici che mi hanno seguito ; il girasole rappresenta il sole, la vita mentre tutti quei ghirigori luccicanti sono le esplosioni di gioia nel vedere il mio bambino che cresceva sempre più forte e caparbio…. Voleva vivere e noi volevamo che vivesse! Anche se ancora tutt'ora dopo ben sei anni conservo ancora le ecografie dove c'è il cuoricino che non batte più.” GIANNI ASTREI 41 febbraio 2008 SCIENZA NEMICA Il ritorno degli stregoni La notizia, come capita spesso di questi tempi, arriva dall’Inghilterra e come ancora più spesso succede, è tutta da verificare. Nella sostanza i ricercatori sarebbero riusciti a creare un nuovo patrimonio genetico (cioè un nuovo individuo) dal Dna della sola madre. Sarebbero riusciti, insomma, a fecondare l’ovocita con altre cellule somatiche della madre. Tutto da verificare, dicevamo, ma intanto proviamo a fare delle ipotesi sulle conseguenze che avrebbe una procedura di questo genere 42 febbraio 2008 a notizia, che viene dalla rivista britannica New Scientific e secondo cui in Inghilterra si sta realizzando la possibilità, sperimentata per ora soltanto sui topi, di una riproduzione senza padre anche per l’uomo, non è solo sconvolgente di per sé, non solleva soltanto gravissimi problemi medici ed etici, ma preconizza addirittura l’avvento di una «società senza padri». Assai prima, però, di questo effetto prevedibile, ma ancora lontano e di cui ci occuperemo nel prossimo numero, è necessario esaminare il progetto britannico sotto i profili della medicina e della morale. In sintesi: da una cellula staminale ricavata dal midollo osseo di una donna e con un particolare pro cedimento si ottiene uno “spermatozoo femminile” e con questo si feconda un ovulo della medesima donna. Risultato: nasce una bambina «clone» della mamma, con il patrimonio genetico (XX per una femmina) dato dalla stessa persona. La stessa tecnica può anche permettere la nascita di una bambina da due donne. Se l’esperimento L Struttura a doppia elica del Dna sull’uomo dovesse riuscire, ci troveremmo davanti a una nuova forma di fecondazione artificiale: tutta ancora da verificare, ma, in ogni modo preoccupante negli scopi che si propone. La paternità resterebbe solo un retaggio culturale di altri tempi, la procreazione non sarebbe più l’incontro tra due persone, che si amano e si donano l’uno all’altra, anche coppie di donne omosessuali potrebbero avere un figlio biologicamente proprio. Se poi – come qualcuno ipotizza – si riuscisse a ottenere anche la trasformazione in “ovulo maschile” di una staminale ossea maschile, anche le coppie omosessuali maschili potrebbero avere un “figlio” clone, ovviamente con l’impiego di un “utero in affitto” in cui l’ipotetico embrione andrebbe impiantato. «Queste considerazioni – dice una nota del Sir, l’Agenzia di informazioni della Cei – sollevano gravi riserve morali, che trovano la loro forza non in motivazioni di fede, ma nella stessa ragione umana: essa non è solo scientifica, ma è anche etica, nel senso che è capace di valutare se una ricerca compiuta sul mondo animale debba essere trasferita all’uomo. La ragione fa capire che ci sono ottime ragioni perché la procreazione resti un fatto umano e non sia un mero evento biologico. Ai ricercatori inglesi la comunità internazionale dovrebbe chiedere con forza di fermare una pratica che è contro l’uomo e dedicarsi ad altri ambiti, che urgono maggiormente, come quello del superamento delle cause che conducono alla infertilità. Questo sarebbe un reale servizio alle donne e alle famiglie». Su questi aspetti si è pronunciata anche “Scienza & Vita” con un comunicato che parla di «una nuova tappa nel processo di clonazione, con l’obiettivo dichiarato di separare la procreazione dalla relazione affettiva e sessuale tra uomo e donna, per farne sempre più un feticcio ideologico e un grande business». In sostanza – osserva l’Associazione – gli scienziati britannici hanno scelto la strada della produzione di embrioni «con patrimonio genetico sostanzialmente identico. In questo caso solo della donna, che sarebbe al tempo stesso madre e padre». Scienza&vita sottolinea «l’innalzamento altissimo del rischio di profonde alterazioni nella regolazione dei geni, con la possibilità, per nulla remota, della nascita di bambini con forti ritardi mentali e altre gravi anomalie. Ci troveremmo, dunque, dinanzi ad una tecnica che, nel trasmettere all’embrione il patrimonio genetico di un solo individuo, in questo caso solo la madre, porterebbe con sé ricadute mediche gravissime». Alle questioni scientifiche vanno poi aggiunte tutte le ripercussioni di ordine psicologico e relazionale: «La prospettiva di una riproduzione che non si avvale più dell'uomo e della donna priva l’essere umano di quei legami che si realizzano all’interno di una coppia e che sono a fondamento non solo della famiglia, ma anche della chiamata all’esistenza di una nuova vita umana. La differenza-complementarietà uomo/donna non esisterebbe più e la scissione coniugalità-procreazione e coniugalità-genitorialità diverrebbe completa». Infine, «dal punto di vista antropologico si verifica una lacerazione tra generazione sessuale e genealogia della persona. Con il totale sconvolgimento delle relazioni fondamentali della persona umana: filiazione, parentela e genitorialità. In sostanza, un incubo esistenziale». A onor del vero, le reazioni della stampa italiana sono almeno di perplessità. Sul Corriere della sera, la giornalista Rai Bianca Berlinguer, volto del Tg3, dichiara: «Avere una mamma e un papà è diritto di ogni bambino». Carlo Alberto Redi, Accadenico dei Lincei e genetista dell’Università di Pavia, parla, su La Stampa, di «mostri della scienza spettacolo». 43 febbraio 2008 SCIENZA NEMICA Anche il terrorismo Gli organi già oggi rimpiazzabili con le staminali adulte secondo Repubblica del 14 gennaio le date sono importanti. Lunedì 14 gennaio: arriva su Repubblica una grossa notizia che occupa tutta una pagina: «Batte il cuore creato in laboratorio». Nel titolo non c'è scritto, ma nel testo sì: si tratta di un cuore di topo ricostruito in laboratorio con cellule staminali adulte del medesimo animale e «in prospettiva, agli uomini in attesa di un trapianto potrebbe essere applicato un cuore trattato con le proprie cellule staminali». E inoltre: «Grandi speranze da un esperimento davvero semplice». Naturalmente ci vorranno anni di studi ed esperimenti, ma la strada è stata trovata. Questo è un ulteriore successo ottenuto con cellule adulte. Il confronto con le cellule staminali embrionali, con le quali, sostanzialmente, non si è ancora concluso nulla, ma delle quali si insiste (ideologicamente) a parlare come di una panacea universale, è inevitabile. Martedì 15: tutti i giornali riportano una notizia allarmante: il laboratorio di studio sulle cellule staminali adulte del prof. Vescovi all'Università di Milano Bicocca è stato sabotato nella notte tra l'11 e il 12. Qualcuno è entrato scassinando la porta, ha identificato, tra molti, il L Cantelmi A alla gogna mediatica 44 febbraio 2008 lla fine di dicembre un falso giornalistico di Liberazione, il quotidiano di Rifondazione comunista, è stato ripreso in modo sorprendentemente acritico da quotidiani ritenuti seri (Unità, Repubblica, Stampa), da agenzie, siti web, blog, radio e montando un “caso” tutto artificioso. Un giornalista di Liberazione ha raccontato di essersi finto omosessuale, di aver bussato allo studio medico di uno psichiatra e poi sul giornale ha denunciato su due pagine che quello lo voleva... curare: «Mi sono finto gay ed ho scoperto una rete cattolica clandestina che fa terapie forzate ai gay». Naturalmente era tutto falso: persino che si fosse presentato come gay, perché, invece, allo psichiatra ha dichiarato una serie di abusi subiti e di essere in crisi nel suo matrimonio. Al termine di un accurato studio psicodiagnostico e, sulla base dei suoi racconti, non è stata diagnosticata l'omosessualità, ma una condizione di immaturità affettiva e gli è stata consigliata una terapia cognitivo-comportamentale. Poiché il tema dell'omosessualità ha oggi addirittura una rilevanza politica (i gay rivendicano la legalizzazione delle loro “coppie” di fatto, il diritto al matrimonio omosessuale e persino quello di adottare, ne abbiamo parlato con lo psichiatra in questione: il prof. Tonino Cantelmi, docente all'Università Gregoriana e presidente dell'Associazione degli psicologi e psichiatri cattolici (Aippc), direttore della Scuola di specializzazione in psicoterapia cognitivo-interpersonale di Roma e infine anche diacono della diocesi di Roma. per fermare le staminali adulte contenitore di idrogeno liquido surgelato che conteneva le linee di cellule staminali adulte, l'ha forzato, aperto e gettato a terra spargendo sul pavimento anche le colture di cellule cerebrali umane, alcune colture di cellule per trapianti contro la Sla, cellule del cancro cerebrale in corso di studio e altre ancora. Sotto l'aspetto economico il danno si aggira sul mezzo miliardo di euro, ma assai più grave è il danno scientifico, per motivi intuitivi. Per fortuna Vescovi ha potuto salvare alcune importanti colture per esperimenti che dovranno essere fatti all'ospedale di Niguarda e al Centro “Brain Repair” di Terni per la cura del cervello. Con Vescovi lavorano ventidue giovani ricercatori: anch'essi hanno visto andare in fumo mesi di lavoro, che - dice Vescovi - li impegna con abnegazione per 14 e anche 16 ore al giorno». Null'altro è stato toccato nel laboratorio nonostante vi fossero vari altri contenitori anch'essi con materiale biologico prezioso. Come spiegare questo atto di sabotaggio e la sua vicinanza temporale con l'annuncio delle concrete prospettive offerte dalle staminali adulte (negli ambienti scientifici la promettente ricerca sui cuori di topo era sicuramente nota da tempo) e la costante delusione delle ricerche sulle staminali embrionali se non un'inedita forma di terrorismo staminale? Conferma questa ipotesi anche il fatto che Vescovi sa di essere nel mirino da quasi tre anni: «Da quando, cioè presi posizione, da laico, contro la ricerca sulle cellule staminali embrionali in vista del referendum sulla legge 40. Da allora ho subito ostracismi e minacce». Sembra evidente che i successi già ottenuti con le staminali adulte - diversi parti del corpo umano ricostruite con cellule prelevate dagli stessi malati - mettono fortemente a rischio (e su diversi piani: scientifico, economico e anche politico) i capitali finanziari e umani impiegati nella, finora inutile, ricerca sulle staminali embrionali. Tra l'uccisione degli embrioni umani perpetrata per ricercare successi scientifici e la devastazione dei laboratori giudicati pericolosamente “concorrenti” il nesso è abbastanza evidente. Si è trattato di un falso giornalistico che, per quanto riguarda i giornalisti, ci saremmo aspettati che venisse censurato almeno dal nostro ordine professionale. E lei, professore, che ne è stato vittima, che dice di questa esperienza e quale giudizio esprime su questo tipo di giornalismo? Quello che più mi sconcerta è la modalità del tutto acritica con cui la stampa ed i media in generale Tonino Cantelmi hanno accolto una inchiesta dal tono evidentemente diffamatorio: è bastata una parola magica, “gay”, perché tutto assumesse significato. In altri termini è bastato far intendere che qualcuno contestasse in qualunque modo la visione gay del mondo per scatenare una caccia alle streghe. La gogna mediatica è il rogo dei nostri giorni. Lei, prof. Cantelmi, ha replicato con molta moderazione e signorilità, da scienziato, anche in rete. Negli articoli che ha pubblicato specialmente sul quotidiano Avvenire lei parla di “sofferenza”. Al contrario il mondo degli omosessuali ama autodefinirsi “gay”, cioè persone gaie, gioiose proprio in virtù della loro condizione. Questo è un punto importante: l'orientamento omosessuale deve per forza coincidere con la condizione gay? In altri termini: è proprio vero che ogni omosessuale deve essere considerato gay? Io posso dire che molti omosessuali non si riconoscono nella definizione gay, che è una visione sociopolitica dell'omosessualità. Ma il problema diventa ancora più spinoso: davvero non ci sono persone omosessuali che vivono problematicamente questa condizione e non intendono assumere la condizione di gay? Ebbene, ci sono e la loro sofferenza non è sempre spiegabile in termini di omofobia interiorizzata. Questa condizione ha una diagnosi scientifica ufficiale: “sessualità egodistonica” e, come su Avvenire ha ricordato il prof. 45 febbraio 2008 Anche l’esaltazione delle relazioni omosessuali va inserita nel contesto della più ampia crisi della relazione interpersonale. Un processo, al termine del quale l’uomo finirà per essere l’amante di se stesso Risé (Claudio Risé insegna Sociologia dei processi culturali all'Università di Scienze di Varese e si occupa di Psicologia analitica - N.d.R.) è degna di ricevere aiuto terapeutico. Sarebbe grave pensare che esista una sofferenza giusta (quella riferibile all'omofobia) ed una sofferenza ingiusta, da negare e da condannare (quella di coloro che vivono in modo egodistonico il proprio orientamento sessuale). La condizione o l'orientamento omosessuale vanno considerati anche in relazione al grande tema della trasmissione e della cura della vita, se non altro per la scelta che queste persone fanno di una sterilità assoluta, volontaria e permanente. Qual è in proposito il pensiero di un medico della psiche? E per giunta credente come lei? Qualcuno ha scritto che questa è l'epoca della “sessualità senza”. Oggi infatti la sessualità può essere senza relazione (occasionale), senza amore (edonistica), senza vita (sterile). Quello che impressiona, però, è che un gran numero di ricerche sulla cosiddetta psicologia del benessere denunciano un problema: il tasso di infelicità dell'uomo d'oggi è invariabilmente più alto nelle società apparentemente più libere. Alcuni psichiatri americani hanno riferito il tasso di infelicità alla rinuncia a relazioni “generative”. Siamo sicuri che la strada di una apparente libertà sia quella giusta? O forse dovremo usare le parole in modo diverso e dire che nella società dei “senza” l'uomo si impoverisce, anche se apparentemente è più ricco? C'è anche un altro aspetto dal quale, sempre nel medesimo ambito, si deve guardare all'omosessualità: è quello del rifiuto dell'alterità, vale a dire del valore della differenza e, 46 febbraio 2008 insieme, della complementarità insiti nel concetto e nella realtà della sessualità. Un valore che non solo arricchisce il genere umano, ma gli consente la trasmissione della vita e la continuità. Assistiamo alla più clamorosa crisi della relazione interpersonale: siamo arrivati alla virtualizzazione della relazione e dell'amore grazie alle nuove tecnologie digitaliche. È vero: la relazione con un altro da me è una relazione difficile e conflittuale, ma è l'unica strada per crescere. Tutto, anche la incredibile esaltazione delle relazioni omosessuali, va inserito in questo contesto della più ampia crisi della relazione interpersonale. Lo preannunciava Hillman (James Hillman è uno psicanalista euroamericano - N.d.R.): la relazione sarà sostituita da nuovi paradisi telematici sempre più affascinanti, dove l'uomo sarà l'amante di se stesso. È forte, in questi tempi e per motivi esclusivamente ideologici, la “domanda” di “matrimonio” omosessuale o, quanto meno, della normalizzazione anche della coppia di fatto omosessuale. Molti gay rivendicano anche il diritto di adottare. Ci possono essere motivazioni più sostanziali di quella, del tutto artificiosa e infondata, di un “diritto”e quali ne potrebbero essere gli effetti nella vita e nella rete delle relazioni sociali? Ritengo che la famiglia sia il luogo insostituibile della crescita e dello sviluppo della persona e per famiglia intendo quella composta da un uomo ed una donna. Sicuramente oggi ci sono studi che tenderebbero a smentire questa mia affermazione, ma si tratta di un problema molto più ampio e gli studi sul benessere e lo sviluppo dei bambini in contesti atipici dovrebbero essere svolti su più generazioni. Insomma, come al solito, si tende ad accreditare tesi su dati assolutamente incompleti, interpretati in modo ideologico. Rimane invece saldo il contributo di innumerevoli ricerche che evidenziano come la famiglia composta da un padre e da una madre sia in assoluto il luogo privilegiato per lo sviluppo della persona. CASE DI ACCOGLIENZA Belgioioso “creatura” di don Leo a casa è nata su iniziativa di don Leo Cerabolini. Nella seconda metà degli anni '70, mentre era parroco di Belgioso, alcune ragazze si rivolgono a lui per essere aiutate a portare avanti una gravidanza che la loro famiglia non intende accettare. Don Leo intuisce allora che solo avendo una casa dove dare ospitalità a queste ragazze può impedire che esse siano costrette ad abortire. Egli chiede quindi a mons. Angioni, vescovo di Pavia, di poter utilizzare una villa lasciata in eredità alla diocesi dal dott. Vigo, farmacista di Belgioiso. E' in questo modo che il 12 Maggio 1979 inizia l'attività della Casa di accoglienza alla vita, una realtà che originariamente rivolge la sua attenzione alle ragazze madri, ma col passare del tempo amplia e diversifica notevolmente il proprio ambito di intervento nel campo socioassistenziale. La Casa è da sempre impegnata nella formazione a difesa del valore della vita umana attraverso l'organizzazione di manifestazioni, dibattiti e iniziative a vari livelli (tra cui spiccano l'annuale "Festa della Vita" e l'assegnazione del "Premio in difesa della Vita" e attraverso l'organizzazione di veglie di preghiera e fiaccolate per la vita a livello diocesano ). Chi sono, oggi, gli ospiti di Belgioiso? - Ragazze madri assistite sia durante la gravidanza sia nel periodo successivo al parto. - Mamme con bambini in situazione di disagio sociale, abitativo, familiare. - Minori di età compresa tra 0 e 12 anni che sono stati allontanati dalle famiglie su disposizione dell'Autorità giudiziaria. L LE CASE PER LE MAMME. La casa di accoglienza gestisce diverse comunità per mamme e bambini dislocate in differenti unità abitative a Belgioso e a Copiano. Dal punto di vista strutturale, esse presentano caratteristiche ampiamente diversificate: si tratta di ville, appartamenti, gruppi di appartamenti. Le mamma e i 47 febbraio 2008 Vediamoci a Firenze ome ha scritto recentemente Carlo Casini il Movimento per la vita ha espresso fin dall’inizio l’adesione alla grande moratoria lanciata da Ferrara. E non poteva essere diversamente, dato che il parallelo tra pena di morte e aborto ci è sempre appartenuto. Si può dire, perciò, che il Movimento per la vita da sempre è per la “moratoria”. Difatti, non a caso, il dibattito suscitato da Ferrara ha messo in luce la nostra più che trentennale opera. Compito dei movimenti è non far spegnere la fiammata suscitata da Ferrara ed anzi utilizzarla come forza propulsiva per le iniziative già lanciate dal Movimento in modo da dare ordine, durata, efficacia pratica alla sensibilità nuova che improvvisamente si è manifestata. Per questi motivi è necessario, da giovani amanti della verità e dell’umanità, offrire il C bambini accolte vi conducono vita comunitaria, condividendo con gli altri ospiti l'uso di locali comuni (cucina, sala da pranzo, soggiorno ecc.) e disponendo di ambienti riservati ad un uso individuale (camera da letto). Il livello di autonomia delle singole ospiti varia a seconda della comunità, delle sue caratteristiche strutturali e del modo in cui è organizzata la gestione della vita quotidiana: si può passare dalla vita comunitaria vera e propria (ad esempio nella comunità alloggio Villa Gianna) a situazioni in cui le mamme ospiti godono di una certa indipendenza, in funzione del diverso grado di autonomia e responsabilità loro concesse nell' ambito del progetto individuale (Casa Angioletta, Casa Dante e Maria, Casa Riccardo). LE CASE PER I BIMBI. Le comunità alloggio che accolgono minori sono appartamenti situati a Bolgioso e a Copiano in cui si vuole assicurare ai bambini ospiti - che solitamente provengono da situazioni di vita familiare altamente problematiche - una esperienza di vita "normale", aiutati dalla costante presenza ac- 48 febbraio 2008 nostro contributo per la causa della vita e per la crescita della nostra associazione. Approfittando dell’invio del programma definitivo, vi scrivo chiedendo la vostra partecipazione qualificata e qualificante al Life Happening fiorentino. La scelta di Firenze non è un caso, perché a questa città è legata tanta parte della storia del Movimento. Ma è con lo sguardo rivolto al futuro che, a 30 anni dalla legge sull’aborto, proprio da Firenze vogliamo lanciare un “nuovo appello ai giovani per partire dall’uomo”. Il prossimo Life happening Vittoria Quarenghi, sarà dal 2 al 9 agosto 2008 in Calabria. La proposta formativa e di amicizia del Life Happening può essere un prezioso strumento a servizio dei Cav e dei mpv, infatti la scelta di scommettere sui giovani porta sempre ottimi frutti, come possono testimoniare i Cav e mpv che ne hanno fatto esperienza. canto a loro di due figure di riferimento educativo e affettivo, una femminile e l'atra maschile. Al termine della loro permanenza in comunità questi bambini potranno rientrare in famiglia o essere inseriti in una nuova famiglia affidataria o adottiva nel caso in cui non fosse possibile risolvere i problemi che hanno motivato l'allontanamento da casa. OPERATORI DELLE STRUTTURE. All'interno delle strutture socio-assistenziali gestite dalla Casa di Accoglienza operano diverse figure professionali: anzitutto responsabili educati vi, ai quali spetta il compito di organizzare la vita quotidiana all'interno di ciascuna comunità, mantenere i rapporti con gli operatori sociali di riferimento, e soprattutto seguire dal punto di vista educativo le mamme e ei bambini accolti nella casa. A queste figure si affiancano gli psicologi, la cui presenza garantisce il necessario sostegno alle mamme e ai bambini ospiti attraverso colloqui individuali e incontri di gruppo con le mamme. Sono presenti due neuropsichiatri infantili che si occupano delle valutazioni psicodiagnostiche dei minori e della supervisione dei responsabili e degli educatori. La Casa si avvale inoltre della collaborazione di due infermiere professionali e di ausiliari socio-assistenziali e di numerosi volontari, i quali assicurano una presenza qualificata grazie alla frequenza a corsi di formazione di base e a incontri di aggiornamento e formazione permanente. LO SPIRITO DELLA VITA Chi accoglie i bambini accoglie me a questione di fondo della questione antropologica, cioè della riflessione e del dibattito sulla dignità e il rispetto della vita umana, è riconoscerne il valore assoluto e perciò intangibile. Tale valore è immediatamente percepito nel volto di un bambino che ti guarda con l’arcana, limpida bellezza della sua anima innocente: lo è di meno (psicologicamente) all’occhio dell’osservatore cui è concesso guardare al microscopio di un laboratorio un embrione umano vivo, il quale non ha volto ma che comunque può essere chiamato “bambino” osservandolo con uno sguardo diverso da quello degli occhi. Appare allora chiaro che il valore della vita, non potendo essere condizionato dall’emotività psicologica, deve basarsi, per rimanere intero ed inviolabile sempre (dall’aurora del concepimento al tramonto della morte naturale), sulla verità “tutta intera” dell’uomo, di ogni essere umano concepito sotto il cuore della madre. Tale verità è la sola che permette di riconoscere, con immenso stupore, il valore infinito della vita umana. L’evangelista Giovanni ha rivelato questa verità antropologica in cinque parole: “IL VERBO SI FECE CARNE” (Gv 1,14), mentre l’evangelista Luca ne ha dato un annuncio ancora più breve, an- L nuncio che sembra in special modo indirizzato alla donna, ma che coinvolge inseparabilmente anche l’uomo: “CONCEPIRAI UN FIGLIO” (Lc 1,31). Ecco: questo “VERBO”, questa “CARNE”, questo “FIGLIO” appena concepito, è anzitutto il figlio di Dio che si è fatto uomo, Lui il divino Bambino che abbiamo adorato a Natale mentre giaceva sopra una mangiatoia. Ma Dio, che sino al concepimento si è fatto figlio dell’uomo, si è fatto ogni uomo concepito, dal momento che l’umanità assunta e redenta da Gesù Cristo è “la polpa” comune di ogni frutto del grembo umano. Il valore della vita è un assoluto antropologico, ma tale affermazione non coglie l’intera vita umana, la quale è una verità soprannaturale, umana e inseparabilmente divina. E’ lo splendore di questa Verità, rivelata dalla Parola di Dio che fonda il valore assoluto e divino dell’uomo, sin dal primo istante della sua esistenza nel grembo, quando il Padre Creatore infonde il lui l’anima immortale. Così il rispetto della vita umana, di ogni vita, riguarda sempre, che lo si riconosca o no, Colui che ha detto: “CHI ACCOGLIE UNO SOLO DI QUESTI BAMBINI IN NOME MIO, ACCOGLIE ME” (Mt 18,5); “IN VERITA’ VI DICO: OGNI VOLTA CHE AVETE 49 febbraio 2008 Due minuti per la vita na campagna per promuovere la ste tra i mezzi, numerosi e potenti, di cui Grande preghiera per la vita che ha sono dotate le forze operanti a sostegno preso il via il 7 ottobre 2005. “Due della cultura della morte e quelli di cui diminuti al giorno” è lo slogan. Due spongono i promotori di una cultura della minuti per recitare una Salve regina, la pre- vita e dell’amore. M noi sappiamo di poter ghiera finale dell’Evangelium vitae, un An- confidare sull’aiuto di Dio, al quale nulla è gelo di Dio ed un Eterno riposo. impossibile”. Per richiedere ulterori informazioni, coIl progetto è quello di trovare almeno 150mila persone che ogni giorno partecipino municare la propria adesione ed essere alla Grande preghiera richiesta da Giovanni iscritti alla newsletter di aggiornamento è possibile scrivere a info@duemiPaolo II. 150mila, un numero vinutiperlavita.org oppure telefocino a quello degli aborti che ogni anno - tra legali e clandenare al 328.1152.945. L’adesione deve avvenire costini - si verficano in Italia. municando nome, cognome, loGli organizzatori sono sicuri calità e provincia. che questa preghiera serva effettivamente a difendere la vita. Lo E’ possibile aderire anche a nome delle proprie associazioni, confermano le parole dell’Evan- Il logo della campagna movimenti o gruppi parrocgelium vitae: “E’ certamente di preghiera Due minuti per la vita enorme la sproporzione che esichiali. U FATTO QUESTE COSE A UNO DI QUESTI MIEI FRATELLI PIU’ PICCOLI, L’AVETE FATTO A ME” (Mt 25,40) (Enciclica “EVANGELIUM VITAE”, di Giovanni Paolo II, n° 104) P. ANGELO DELL’ANNUNCIAZIONE Carmelitano Scalzo 50 febbraio 2008 Il Servizio di accoglienza alla vita del Vicariato di Galliera ha prodotto, come tutti gli anni, uno strumento per spiegare ai più piccoli il senso del messaaggio della Giornata per la vita. Per informazioni: Via Ramponi 3, 40016 San Giorgio di P. - BO Tel e Fax: 051/893102- C/c postale 20433405