poste italiane spa - sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB Roma - ISSN 1970-8211
Anno XXX - Numero 2 - febbraio 2008 - euro 2,00
XXX Giornata
per la vita
immagini & eventi da tutta Italia
La legge 194
non è più l’ultimo tabù
EDITORIALE
DI CARLO CASINI
a Giornata per la vita 2008 ha sottolineato due
aspetti su cui è opportuno meditare. In primo
luogo è emerso prepotentemente il tema dell'aborto, inevitabilmente collegato alla legge
194. Sembrerebbe scontato perché la Giornata è stata
istituita proprio all'indomani della legge legittimante
l'aborto per dimostrare che “la Chiesa non si rassegna
e non si rassegnerà mai”, ma la paura di una troppo
accesa discussione sulla legge unita alla memoria di
sofferenze, sconfitte e divisioni, consigliava molti,
negli anni passati, a parlare di altro. Invece, nel 2008
anche la legge 194 è tornata al centro del dibattito, in
modo prepotente, ma innervato in un prudente realismo che fa sperare che qualcosa, davvero, si possa
muovere.
In questa ottica riproponiamo i binari di un possibile percorso graduale ma concreto: da un lato non è
negoziabile il riconoscimento dell'esistenza di un essere umano fin dal concepimento e della sua uguaglianza in dignità e diritto alla vita di ogni altro essere
umano; dall'altro non è certo un valore indiscutibile la
punizione della donna che abortisce. La sintesi può essere espressa nello slogan: lo Stato che rinuncia a vietare non può non rinunciare a difendere. Non si può
certo, esprimere, la sintesi della legge 194 come
“norma a tutela del diritto alla vita del concepito”.
Purtroppo è vero il contrario. E, allora, se proprio non
c'è la forza per toccare il cuore della 194, si faccia almeno una legge parallela per la tutela del diritto alla
vita del concepito che investa i livelli di educazione,
assistenza, consiglio.
Ma se una tale normativa vuole essere davvero
seria, è inevitabile includere una riforma profonda dei
consultori familiari. Con particolare riferimento alla
loro funzione riguardo alla difesa del diritto alla vita
dei concepiti, sicchè almeno i primi articoli della 194
dovrebbero essere rivisti.
Dentro questi due binari non c'è posto per l'autodeterminazione come diritto di libertà: non può ammettersi la libertà di uccidere. C'è spazio, invece, per
intendere l'autodeterminazione come una realtà di
fatto, come consapevolezza, cioè che ultimamente il
L
lettere
al Popolo
della vita
diritto del piccolo ospite nel grembo materno è difeso meglio dalla mente e dal cuore della madre
ospitante e che contro una sua scelta contraria non
vi sono mezzi coercitivi abbastanza efficaci. Mentre
tentiamo di aprire questa via (pur difficile) dobbiamo
evitare che si diffonda la convinzione che la 194 sia
una legge accettabile. L'anima della legge è oggi costituita dal diritto della donna (la madre!) di sopprimere il proprio figlio ed è questa la grande
inaccettabile ingiustizia.
Il secondo aspetto evidenziato dalla Giornata 2008
è il riconoscimento del servizio reso dal Movimento
per la vita, fatto uscire dalla semiclandestinità e proposto come modello per le pubbliche istituzioni.
Dalla recente Giornata per la vita deriva dunque
per l'intero movimento per la vita, e in particolare per
i Cav, un ulteriore carico di responsabilità. Dobbiamo
essere all'altezza delle espressioni di gratitudine manifestateci dalla Chiesa. Dobbiamo dare al nostro servizio un ordine, una puntualità, una efficacia, uno stile
che possano resistere alle critiche che fioccheranno
specie se il dibattito diventerà acceso. Occorre, invece,
suscitare simpatia e consenso.
In molti casi si tratta di compiere un salto di qualità. E' ancora una guida attuale quel manuale che
suggerisce le modalità con cui un Centro non si limita
a distribuire pannolini o latte in polvere, ma, prioritariamente, ad essere lo strumento che difende il diritto
alla vita non contro, ma insieme alle mamme. E’ poi il
momento di rendere vera l'aspirazione ad essere
“l'espressione di una intera comunità che accoglie”
coinvolgendo nuovi soci e nuove associazioni.
Ci attende un grande lavoro. L'affrontiamo con la
gioia di constatare che è valso la pena di faticare nei
nostri trentatrè anni di storia.
5
febbraio 2008
DIARIO
Diario
DI PIER GIORGIO LIVERANI
28 DICEMBRE
MANAGUA (Nicaragua). Daniel
Ortega, capo prima della guerriglia, poi del governo sandinista e
ora alla guida del Paese democratizzato, promulga una legge che
vieta l'aborto per qualsiasi motivo
e lo punisce con detenzione fino a
6 anni per la donna e fino a 8 anni
di sospensione per il medico.
3 GENNAIO
FIRENZE. Coppia “matrimoniale”
di due gay comincia l'anno con
una separazione. Erano stati gli
unici, finora, a “sposarsi” in Italia
(ma nel consolato francese di
Roma) il 21 ottobre del 2002.
4 GENNAIO
PECHINO. No della Cina alla moratoria Onu per la pena di morte.
5 GENNAIO
In marzo la Ru486 in tutti gli ospedali italiani su richiesta già formalizzata presso l'Agenzia italiana del
farmaco. In corso le procedure per
inserirla nel prontuario farmacologico in “fascia H” (medicinali riservati agli ospedali).
6 GENNAIO
ROMA. A proposito di revisione
della legge 194, richiamo del ministro Bindi: «Se la 194 è stata applicata solo per l'aborto e non anche
per le parti che tutelano la maternità, è perché questa legge è stata
combattuta principalmente dal
mondo cattolico». Inutili i commenti.
8 GENNAIO
ROMA. Gli aborti clandestini «una
pratica non debellata, anzi un po'
in ripresa negli ultimi anni. Le ultime stime parlano di 15mila casi
l'anno».
Lo scrive il Manifesto, ma l'apposito Osservatorio del ministero
della Salute parla di 20mila. Bel
successo della 194.
9 GENNAIO
MADRID. Sciopero degli aborti in
Spagna: le cliniche private (il 98%
degli interventi) decidono una settimana di sospensione per protestare contro le troppe ispezioni
delle autorità, dopo che sono stati
scoperti casi di aborti fuori legge.
Protestano anche per le minacce
che dicono di ricevere dai pro life.
Auto-moratoria che non dispiace.
14 GENNAIO
ROMA. Quasi mille emendamenti
presentati al Senato per il progetto
di legge sui Cus, Contratti di
unione solidale. Ma tanto ci pensa
la crisi politica...
15 GENNAIO
ROMA. Primo sì alla Camera per il
riconoscimento del “gender”. La
commissione Giustizia licenzia il
progetto di legge che legalizza la
libertà di sentirsi maschio o femmina o qualcos'altro. Anche qui:
meno male che c’è la crisi...
clonato 5 embrioni umani (ottenuti da 29 ovociti “donati” da tre
donne) mediante il trasferimento
del nucleo in cellule adulte della
pelle.
I 5 embrioni, sarebbero arrivati allo
stadio di blastocisti (meno di una
settimana di età). La ditta mira alla
possibilità di ricavarne nuove linee
di cellule staminali.
18 GENNAIO
ROMA. Via libera della commissione Affari costituzionali della Camera a un provvedimento che
privatizza il cordone ombelicale.
Invece di destinarlo alle banche del
sangue cordonale, cui tutti potrebbero far ricorso, i radicali preferiscono che ognuno lo tenga per sé.
19 GENNAIO
ROMA. Il XX municipio approva,
dopo lunghe battaglie sulla legge
194, la costituzione di un Centro di
ascolto (in pratica un Cav) presso le
strutture del Municipio.
20 GENNAIO
MILANO. «Lo Stato mi sequestra
l'auto, perché non finanzio
l'aborto». Andrea Mazzi, 41 anni,
ha fatto obiezione fiscale per la
parte destinata alla legge 194. E lui
denuncia al Giornale questa tassa
sull'eliminazione dei concepiti.
9
175 GENNAIO
LA JOLLA (California). Un'azienda
di biotecnologie, annuncia di aver
febbraio 2008
LEGGE 194
Cancelliamo
almeno
gli equivoci
La crisi di governo ha sospeso
il dibattito sulla 194, ma
nella campagna elettorale
che ci attende nei prossimi mesi
grande spazio troveranno
i grandi temi della vita e della famiglia.
La riforma della legge tornererà
dunque di attualità
col nuovo Parlamento.
In attesa di quel dibattito e come
contributo alla formulazione
dei vari programmi elettorali
vale la pena di fissare qualche paletto
su cosa e come cambiare
della legge sull’aborto
10
febbraio 2008
Il ministro Turco non ha dubbi:
“la legge 194 non si tocca”.
Gli slogan sono sempre gli stessi,
oggi come nei lontanissimi anni Settanta
(in alto: femministe in piazza nel 1975)
l Movimento per la vita plaude alla iniziativa di
Ferrara e del Foglio, che condivide, appoggia ed
alla quale fornisce adesione. La proposta di una
“moratoria sull'aborto” indicata come logico
sviluppo della “moratoria sulla pena di morte” costringe a meditare sulla identità umana di ogni figlio
dell'uomo e della donna fin dal concepimento e sul
principio di eguaglianza che è acquisizione indiscussa
della dottrina civile moderna.
Il Mpv chiede che la richiesta di moratoria si sviluppi in modo coordinato a livello universale (Onu),
a livello europeo, a livello italiano. In questo senso
opereremo.
I
194, UNA LEGGE INGIUSTA. La legge che fu approvata 30 anni fa resta una legge ingiusta. I giudizi
espressi in vario modo e in molteplici circostanze dal
Movimento per la vita restano tutti veri. Tuttavia lo
sforzo di aprire canali di comunicazione con le pubbliche istituzioni al fine di salvare concretamente il
maggior numero di vite umane (e di restituire alle
madri la libertà di non abortire) ha indotto a chiedere sempre più insistentemente l'applicazione di
quelle parti della legge, dalle quali traspare, sia pur
debolmente, il principio di “preferenza per la nascita”. Si tratta di quelle espressioni che - se interpretate e attuate secondo il suddetto principio e
se isolate dal restante contesto - si possono dire
“buone”.
Ma, sull'onda di questa passione per la vita,
non si può giungere ad affermare che la legge
è giusta. Sarebbe falso, pericoloso e anche offensivo per coloro che in questi 30 anni hanno
sacrificato energie di ogni genere per salvare
vite umane nonostante la legge. Gli 85mila
bambini nati con l'aiuto dei Cav fino al 2006
sono il frutto della resistenza morale alla legge.
EQUIVOCITÀ INGIUSTA. Delle parti della
Le nuove ricerche della medicina hanno inevitabilmente
cambiato il modo di appprocciarsi al grande assente, il concepito.
A cominciare dalla capacità di vita autonoma
legge, che vengono qualificate “buone” vogliamo segnalare in particolare l'equivocità che le rende anche
ingiuste. Quando diciamo che la legge è stata applicata male non dobbiamo dimenticare che la cattiva
gestione è consentita dalla legge. L'ambiguità è stata
voluta proprio per evitare di prendere posizione sulla
questione ora posta dall'idea di moratoria: “il concepito ha o no diritto a nascere? Questo diritto deve o
no essere tutelato dallo Stato?”
Perciò se vogliamo limitarci a migliorare la gestione della legge 194 bisogna eliminare le ambiguità
delle parti “buone” che in pratica sono servite a fini
propagandistici e cioè per guadagnare consensi alla
legge anche nella aree che non sono disposte a riconoscere un diritto all'aborto, mascherando la ben più
aspra volontà della legge.
Neppure si può sostenere, nel tentativo di aprire il
dialogo con difensori della 194, che questa è la legge
migliore tra quelle sull'aborto, perché non è vero. Ad
esempio in Europa sono certamente più attente al diritto del concepito quelle: maltese, irlandese, polacca,
tedesca, austriaca, ungherese, portoghese, slovacca,
spagnola e, in certo modo, anche quella francese.
LA RIFORMA LEGISLATIVA. Si può immaginare in questo momento una riforma della legge 194? Noi rispondiamo di sì a condizione di capire il livello su cui è
possibile intervenire. Il rifiuto di qualsiasi valutazione
con l'affermazione che “oggi non ci sono le condizioni
politico parlamentari” non è ragionevole perché se
“oggi” non ci sono le condizioni dovremmo elaborare
una strategia per determinarle. Se i movimenti antischiavisti e contro la pena di morte si fossero fermati
di fronte alla constatazione dell'assenza attuale delle
condizioni per pronunciare il bando della schiavitù o
l'abolizione della pena di morte, avremmo ancora
l'istituto giuridico della schiavitù e non sarebbe stata
dichiarata la moratoria sulla pena capitale.
D'altra parte anche non prendere in considerazione le difficoltà attuali e limitarsi a chiedere il capovolgimento della legge significa non cambiare niente
se davvero il capovolgimento è impossibile.
Ma c'è chi non vuole che si parli di modifiche della
legge per timore che un dibattito parlamentare porti
a correzioni che potrebbero rendere il testo peggiore
dell'attuale. Sennonché questa sembra un'autocondanna all'immobilismo dettata da una irragionevole
paura. Come è immaginabile un peggioramento legislativo? L'aborto è già libero nei primi 90 giorni e nessuno propone l'allungamento di questo termine. Per
il tempo successivo vi è già un orientamento abbastanza generalizzato a restringerlo, non ad allungarlo.
L'unico punto potrebbe essere la disciplina della obie-
zione di coscienza, ma sembrano abbastanza deboli
le istanze di una sua ulteriore mortificazione.
C'è chi dice che il solo modo di contrastare l'uso
della Ru486 è aggrapparsi alla 194 che prevede obbligatoriamente l'esecuzione dell'intervento abortivo in
un presidio ospedaliero. La Ru486 privatizza l'aborto
ed ha un significato ideologico.
Il pericolo è reale. Ma è illusorio credere che la
legge 194 nel medio e lungo periodo possa limitarne
l'uso.
Proprio di fronte alla deriva della privatizzazione
dell'aborto, il cui presupposto è l'idea della inesistenza
o della irrilevanza del figlio, occorre, almeno, irrobustire quell'elemento massimo di prevenzione che è il
riconoscimento del diritto alla vita del concepito, con
tutte le conseguenze di carattere culturale, educativo,
solidaristico che possono raggiungere la mente e il
cuore della donna, attraverso cui la tutela del diritto
alla vita deve inevitabilmente passare.
ELEMENTI DI SPERANZA. Noi riteniamo che il ribaltamento della vigente legge non sia oggi possibile e che
anzi chiederlo significhi rendere più difficile le modifiche che già oggi, pur restando difficili, sono possibili.
Tuttavia queste ultime - le modifiche possibili - devono
essere tentate.
Non ci accontentiamo dei riconoscimenti che (finalmente!) vengono pubblicamente effettuati nei
confronti del nostro Movimento e dei nostri Cav. Sono
cosa buona. Possono determinare finanziamenti utili
e una eventuale più estesa e intensa collaborazione
tra Consultori, presidi ospedalieri, Cav. Ma la difesa del
diritto alla vita (si ripete: e del diritto di non abortire
delle madri) non può essere delegato al volontariato.
E' un compito che appartiene alla Stato e alle istituzioni. I Cav propongono un modello di azione, credi-
11
febbraio 2008
La riforma della legge 194 deve partire dalla
proclamazione formale del diritto alla vita
del concepito e da una profonda revisione
della funzione consultoriale
bile perché sostenuto da ostensibili risultati. Ma questo modello dovrebbe essere imitato dallo Stato con i
suoi organismi, non abbandonato alla iniziativa privata. D'altronde senza i necessari elementi legislativi
di garanzia è difficile che le strutture pubbliche (consultori, etc.) cambino metodologia. E' necessaria una
riforma quanto alla funzione e alla struttura degli
strumenti preposti alla protezione della vita in un sistema di rinuncia al divieto di aborto (entro i limiti
della 194).
Neppure ci contentiamo di ciò che è scontato perché già presente nella legge. Siamo ovviamente d'accordo sulla inaccettabilità di aborti così tardivi da
lasciare sul tavolo operatorio un corpicino di bimbo
che geme per qualche tempo. Ma già l'art. 7 della
legge vieta questi aborti perché vieta - salvo il pericolo di vita per la madre - l'Ivg quando vi è “possibilità
di vita autonoma”. La possibilità è molto meno della
probabilità e deve tener conto dei progressi della
scienza e della tecnica. Inoltre l'aborto di massa è
quello che avviene nei primi tre mesi di gravidanza
(98,4%) e meno quello del periodo successivo (2,6%).
Perciò l'eventuale correzione della legge deve riguardare prioritariamente gli articoli 4 e 5 che disciplinano,
appunto l'Ivg nei primi tre mesi di gravidanza.
“TERMINI” O “INDICAZIONI”? Una lettura superficiale
dell'art. 4 della legge può far credere che in Italia l'Ivg
sia possibile anche nei primi tre mesi soltanto in casi
particolari e che occorra l'accertamento obiettivo di
tali circostanze ad opera di un terzo imparziale. In realtà non è così. Lo dimostra il successivo art. 5. Il medico è obbligato a rilasciare il “titolo” che impone al
presidio sanitario l'esecuzione dell'intervento (v. Art. 8
ultimo comma) sulla sola base dell'accertamento della
gravidanza e della richiesta della donna. Niente altro
condiziona la liceità dell'aborto nei primi tre mesi di
gestazione. Ciò è sicuramente in contrasto con gli
orientamenti espressi dalla Corte Costituzionale, in
modo particolarmente chiaro nelle sentenze 27/1975
e 35/1997. Astrattamente una disciplina dell'Ivg se-
12
febbraio 2008
condo una logica di “indicazioni” è meno iniqua di
una disciplina per termini, che suppone, come unico
criterio di legittimità dell'aborto, la “scelta” della
donna. La precisazione e il controllo delle indicazioni
suppone, almeno concettualmente, l'esistenza di uno
“stato di necessità” già previsto come esimente generale nel diritto penale e civile, disciplinato in modo differenziato in ragione della speciale situazione della
gravidanza che esige una valutazione della “necessità” non dopo l'evento, ma prima dell'aborto allo
scopo di predisporre idonee garanzie igienico-sanitarie per la donna.
Questa è la logica seguita dalla Corte Costituzionale, sicuramente tradita dalla legge. Ma una modifica della legge 194 secondo la logica delle
“indicazioni” sembra oggi impossibile. Tuttavia sebbene l'elenco delle cause contenute nell'art. 4 non
abbia una efficacia giuridicamente limitante, si può
supporre che esso costituisca un invito alla responsabilità nella scelta femminile. Sotto questo profilo la indicazione come causa di pericolo per la salute di
ragioni economico-sociali è francamente urtante con
l'idea di uno Stato sociale e forse la eliminazione di
tali indicazioni sarebbe utile, specie se accompagnata
dalla prescrizione di una verbalizzazione delle cause
indicate dalla donna e di una loro precisazione anche
sul “documento attestante la gravidanza” che è “titolo” per eseguire l'intervento.
L'ESEMPIO DEI CAV. Oggi la donna si rivolge al consultorio per ottenere il “foglio” da presentare all'ospedale per eseguire l'aborto, mentre una riforma
seria dovrebbe chiedere alla donna di rivolgersi al consultorio per verificare la possibilità di evitare l'aborto.
Un tale sistema dovrebbe imporre al medico che programma l'aborto il duplice dovere di invitare la donna
a recarsi al consultorio di zona (o altro centro convenzionato) e di informare il consultorio medesimo dell'aborto richiesto, in modo che sia possibile un
contatto con la donna, anche per iniziativa degli operatori consultoriali. Mai, peraltro, il consultorio potrebbe rilasciare il documento che costituisce “titolo”
per l'esecuzione dell'Ivg. L'intervento abortivo potrebbe avvenire ugualmente a richiesta della donna,
ma le istituzioni avrebbero fatto tutto il possibile per
evitarlo.
LA RIFORMA DEI CONSULTORI. La proposta ora espo-
Le riforme in pillole
L
e proposte già formulate dal Movimento
per la vita e presentate anche come proposte di legge nel corso della attuale legislativa
1) Il diritto alla vita di ogni essere umano è
riconosciuto fin dal concepimento (integrazione art. 1 L. 194 o, meglio ancora, riconoscimento della capacità giuridica del concepito e
conseguente correzione dell'art 1 c.c.)
2) Il consultorio pubblico ha il solo compito di offrire alternative all'aborto. La donna
che intende abortire si rivolge al medico del
presidio sanitario che, svolto il colloquio già
previsto e, nel caso di insistenza della donna,
fissato l'intervento, la invita a recarsi presso il
Consultorio informato, comunque, dal medico
riservatamente della avvenuta richiesta. Il consultorio è dotato di poteri di iniziativa per offrire ogni opportuna alternativa. Il consultorio
non rilascia alcuna autorizzazione o documento per l'Ivg. Documenta, invece, l'attività
compiuta e il risultato raggiunto, se cono-
sta è il frutto di una prolungata meditazione, che si è
formalizzata in vere e proprie proposte di legge e in
alcuni saggi pubblicati su riviste specializzate.
Essa si fonda essenzialmente sull'idea che la rinuncia a punire l'aborto, a sua volta basata sulla constatazione della particolarissima condizione della
gravidanza, non deve significare rinuncia a difendere
con altri mezzi il diritto alla vita. La riflessione costituzionale tedesca suggerisce molti concreti elementi per
realizzare senza inganno questo obiettivo.
Poiché l'aborto resterebbe connotato da illeicità
soltanto astrattamente e quindi, una volta fallito il
tentativo di dissuasione, resterebbe il diritto (di questo si tratta al di là di ogni mascheramento verbale) di
ottenerlo dalle strutture sanitarie, non sarebbe meglio mantenere una opposizione totale alla legge, inutile da punto di vista politico-legislativo, che però
eviterebbe il rischio di fraintendimenti?
RIMUOVERE LE EQUIVOCITÀ. La rilettura della 194
alla luce di una esperienza trentennale mostra altri
punti bisognosi di correzione. Si pensi al necessario
coinvolgimento del padre del concepito, alla necessità
di verifiche collegiali e specialistiche della malattia materna nel caso di aborto “terapeutico”, alla opportunità di un obbligatorio riscontro diagnostico sui feti
abortiti a seguito di una diagnosi di anomalia o malformazione.
Ma l'ossatura di una riforma difficile eppure possibile, limitata eppure importante, deve puntare - a no-
sciuto, che riferisce alla Regione. Le cause indicate dalla donna vengono registrate sia dal
medico dell'ospedale sia dal consultorio. L'assenza di consultazione del padre del concepito
deve essere motivata.
3) E' obbligatorio il riscontro diagnostico
sul feto abortito quando l'Ivgè avvenuta per la
previsione di anomalie o malformazioni. Un
consulto specialistico accerta preventivamente
le malformazioni del figlio e la malattia psichiatrica della madre. Il meccanismo dell'intervento
consultoriale opera anche per l'aborto oltre il
3° mese.
4) Il ministro della Salute riferisce ogni anno
non solo sul numero degli aborti, ma anche
sulle Ivg evitate attraverso l'intervento consultoriale e delle strutture di volontariato. Queste
ultime sono ammesse a riferire sui risultati delle
loro attività.
L'obiezione di coscienza è dichiarata caso
per caso, e si estende anche ai farmacisti in relazione a prodotti che abbiano effetti abortivi.
stro giudizio - sulla proclamazione formale nell'ordinamento giuridico del diritto alla vita del concepito e
su una profonda revisione della funzione consultoriale.
I difensori della legge 194 sostengono che la legge
ha fatto diminuire gli aborti. Non siamo affatto d'accordo. Questa tesi non tiene conto della diminuzione
delle classi di donne in età feconda, dell'innalzamento
dell'età matrimoniale in un Paese in cui l'aborto è soprattutto un fenomeno familiare e soprattutto del diffondersi, anche con il sostegno pubblico, di forme
nuove di aborto occulto. Tale è l'aborto precocissimo
indotto dalla “pillola del giorno dopo” che si
aggiunge al tradizionale aborto “clandestino”.
Se diminuzione vi è stata in Italia la causa
non può essere individuata nella 194, ma, piuttosto nell'azione di promozione culturale del diritto alla vita e di sostegno solidaristico che si è
svolta in Italia, dove resta più diffusa che altrove la
tradizione cristiana.
CARLO CASINI
tratto dal saggio pubblicato da Studi cattolici, febbraio 2008
13
febbraio 2008
LEGGE 194
Sono laico
e quindi
per la vita
Il direttore del Foglio ha incontrato
nelle scorse settimane, a Roma
il popolo della vita.
Un incontro affollatissimo
e cordiale che si è svolto
nel centro che Nomadelfia
ha nella Capitale.
Un’opportunità per ribadire
e condividere le ragioni
della Grande Moratoria sull’aborto,
ma anche l’occasione
per tessere le lodi per l’azione,
spesso silenziosa e negletta,
del Movimento per la vita.
Vi proponiamo una sintesi
del suo intervento
14
febbraio 2008
o sono un uomo di passione
e d'impegno in tutto quello
che faccio. Se sbaglio, sbaglio
alla grande, ma in questo
caso non credo di sbagliare perché
ciò che ho fatto e detto non è mio.
Ciò che ho fatto è una semplice
sveglia, un grido di dolore intellettuale, un appello all'intelligenza
morale delle cose.
Ascoltando il rallegrarsi delle
buone coscienze, in particolare
delle buone coscienze laiche, laiciste e radicali, per la moratoria sulla
pena di morte che era stata votata
da 104 Paesi alle Nazioni Unite, mi
sono detto con molta semplicità:
“bene, è un passo avanti la moratoria sulla pena di morte”. Ma perché è un passo avanti? Perché
afferma un principio di valore universale riguardante la vita. E’ un
tentativo di dare alla vita un valore universale e di mettersi d'accordo su un'affermazione di
principio solenne in un'istituzione
mondiale come le Nazioni Unite
per dare alla vita un valore universale.
Però proprio questo faceva risuonare nella mia testa - non voglio scomodare il cuore - un
campanello stonato. Mi è sembrato che quel generalizzato rallegrarsi umanitario fosse, in qualche
modo, ipocrita.
Da lì è nata la proposta che, 60
anni dopo la promulgazione della
Dichiarazione universale dei diritti
dell'uomo, si introduca un piccolo
I
Grande Moratoria
rivoluzione
planetaria
La sala conferenze
del Centro Giovanni Paolo II
realizzato
da Nomadefia a Roma
emendamento all'art. 3, laddove
dice “ogni individuo ha diritto alla
vita, alla libertà e alla sicurezza
della propria persona” chiediamo
che vanga inserita la frase “dal
concepimento fino alla morte naturale”.
Questa è una rivoluzione dalla
portata così grande dal rendere
inutile e stupido l'immiserirsi in
piccole polemiche. Il problema
non è quello delle legislazioni
abortiste. Che l'aborto venga reso
legale per via giudiziaria come in
America o per via legislativa, come
in Europa, esso nasconde sempre
un fatto di cultura. L'aborto non è
un'invenzione delle leggi: c'è sempre stato e le leggi nascono per
renderlo pubblico. Non c'è dubbio
che è difficile immaginare qualcosa peggio di un aborto, ma forse
qualcosa c’è: c'è un aborto disperato nelle mani di un praticone o
di una praticona fatto assumendo
su di sé solitudine, senso di colpa,
isolamento totale, isolamento
dalla società. Per questo l'idea di
combattere l'aborto clandestino
anche attraverso la legge ha una
sua efficacia. Ma quella cultura che
c'è dietro, da “legale” ha finito per
renderlo “legittimo”, l'aborto è diventato moralmente indifferente.
E’ questa cultura che rende la
proposta della moratoria lanciata
appunto il 19 dicembre, uno scandalo. Non ho detto “arrestate le
donne che abortiscono” o “obbligate a partorire le donne che sono
in difficoltà di gestazione” ma ho
detto: organizziamoci, mobilitiamo le nostre idee, stabiliamo
principi, stringiamoci tra noi e operiamo in questa direzione con tutti
i mezzi e le risorse morali e materiali che abbiamo a disposizione
perché si riduca a tasso zero
l'aborto nel mondo, perché si impedisca agli Stati che lo fanno, di
incentivare l'aborto di togliere la
libertà e il diritto di nascere alle
bambine, di togliere la libertà alle
madri che sono incentivate e in
qualche caso obbligate ad abortire
dalla legge sociale e dalla legge legale. Il fatto di dire prima di selezionare in vitro o nel seno di una
donna un bambino dall'altro per
decidere quale è quello migliore
da fabbricare pensiamoci, perché
non tutto quello che è possibile
tecnicamente fare è anche moralmente lecito fare. Ebbene questo
è diventato uno scandalo. E lo
scandalo era in particolare che
l’appello venisse da un giornale,
che non è né l'Osservatore Romano, né Avvenire, ma da un piccolo giornale considerato a giusto
titolo un giornale laico.
Quella stessa cultura che si
scandalizza ha finito per relegare
l'impegno di chi si oppone all’aborto nella clandestinità.
Le persone si organizzano
fanno un Movimento - il Movimento per la vita - insieme a tanti
altri per aiutare le donne in difficoltà, fanno nascere decine di mi-
gliaia di bambini, hanno degli aiuti
così così, vivono una sorta di clandestinità psicologica e culturale…
Non solo non vengono considerate il fiore della società, ma neppure vengono interpellate da un
ministro, da un assessore, da un direttore di Asl, per chiedere come si
può dare un aiuto alle donne in
difficoltà e alla vita del nascituro,
un'idea per un'educazione collettiva all'alleanza fra la vita e la liberta che è la base di una cultura
moderna
Niente di tutto cio'. La rimozione è completa
Ed invece non bisogna essere
moralmente indifferenti di fronte
al fenomeno dell'aborto. Questa è
un'affermazione di elementare
buon senso etico sulla quale io
penso che in una situazione normale e non patologica ci sarebbe
la convergenza di 100 persone su
100 e invece per quella cultura
maligna e distorsiva della verità,
oggi essere contro l'aborto non è
più affermare una semplice
umana verità.
E non si tratta affatto di una
verità di fede. Quando Benedetto
XVI fa il suo appello alla ragione,
15
febbraio 2008
LEGGE 194
al Verbo incarnato, alla storia si rivolge alla ragionevolezza, alla sensibilità, alla credibilità, alla verità
per tutti di alcune dimensioni etiche fondamentali dell'uomo.
Prima del cristianesimo non c'era
l'uomo come lo conosciamo oggi:
era l'epoca della Rupe tarpea. La
testimonianza dell'avvenimento
storico testimoniato dei vangeli
della passione e resurrezione di
Gesù ha cambiato il mondo. Questo grande evento messianico ha
riguardato comunque tutti gli uomini quelli che sono alla sequela di
Gesù e coloro che guardano con
un occhio più disincantato, ma
non per questo stupidamente ateo
e irreligioso. Piano piano è nata
l'idea di uomo che abbiamo noi,
che ha al suo centro il fatto che la
libertà dell'uomo ed i suoi diritti
non sono divisibili.
Il prodotto di un atto d'amore,
di un dono reciproco non è
“nulla”, è qualcosa e qualcuno,
non è una macchia gelatinosa
come dicono i nemici della cultura
della vita, non è un grumo di materie inerte per quanto sia microscopico al suo nascere. Questo
miracolo non ci può lasciare indifferenti.
16
febbraio 2008
Impariamo
dagli
Enti locali
I
l parallelo tra pena di
morte e aborto, sollevato
con forza da una coscienza
laica attraverso la moratoria, ha avuto il grande pregio
non solo di stimolare una riflessione sull'identità umana del
concepito e sul reale significato
del principio d'eguaglianza; ma
pure di collocare la difesa della
vita nascente sul terreno laico e
civile dei diritti umani, smarcando l'aborto dalla sessualità e
dall'idea che la difesa del concepito rappresenti una “faccenda
cattolica”.
Ma vi è una nuova frontiera. Quando scienziati e ministri giudicano “crudele” curare
un neonato senza previa autorizzazione; quando si “costruiscono” figli di tre
genitori; quando il diritto
di nascere è ostacolato con
intransigenza arrogante;
quando l'obiezione di coscienza è vilipesa; quando
la tecnoscienza si pone
come nuova profezia del
“diritto” di morire e del
“dovere” di dare la morte,
un non senso preoccupante si insinua nella convivenza civile.
E' possibile ridare autorevolezza alla politica contro la disumanizzazione
Roberto Formigoni, governatore della Lombardia
che ha sfidato il ministro Turco modificando
della vita e la trasformale norme di applicazione della 194,
zione dei desideri in diritti
senza attendere le linee guida del Ministero
che ledono la legge di na-
L’Italia è ora nelle condizioni di
sperimentare una nuova esaltante
stagione politica in cui lo Stato si fa
il più forte difensore dei deboli
Il palazzo
della Provincia di Trento
tura e quella di ragione?
A dare risposta affermativa a questa domanda
hanno contribuito negli anni autorevoli testimonianze politiche:
parlamentari, regionali e comunali, mosse tutte dalla centralità
non solo culturale e giuridica,
ma pure politica del diritto alla
vita di ogni essere umano fin dal
suo concepimento e dal dovere
primario di ogni Stato di proteggerlo.
Si è trattato di testimonianze
spesso lasciate sole nell'agire
politico, ma i cui risultati hanno
lasciato il segno di una presenza
ricca di identità e di profezia.
Oggi si può fare ancora di
più. L'Italia è nelle condizioni
sperimentali per realizzare una
nuova stagione politica. Di una
politica davvero alta che indichi
ai cittadini la reale priorità e
configuri il ruolo di uno Stato
moderno come il più forte difensore dei deboli.
Non mancano interessanti
fermenti di questa nuova stagione. La Regione Lombardia al
fine di “rinforzare l'aiuto e il sostegno psicologico e specialistico alle donne che devono
decidere se portare avanti o
meno una gravidanza”, ha approvato con delibera (quindi
con atto amministrativo) due
iniziative. La prima concernente
il “potenziamento delle attività
preventive e di accoglienza delle donne in
stato di gravidanza”, intende rivolgersi alle Asl, ai consultori ed ai servizi di ostetricia
e ginecologia, “con attenzione
alle sinergie rispetto ad altri
soggetti rappresentativi del volontariato sociale”. Per quel potenziamento vengono stanziati
8 milioni di euro.
La seconda si concretizza
“nell'individuazione del termine
ultimo di effettuazione delle interruzioni volontarie di gravidanza non oltre la 22ma
settimana + 3 giorni, ad eccezione dei casi in cui sussiste la
possibilità di vita autonoma del
feto.
Trattasi di decisione strettamente connessa alle attuali evidenze del progresso scientifico,
alle esperienze mediche di eccellenza ed alle riflessioni in atto
sull'applicazione della legge
194: esse richiedono con forza
che si adegui un limite temporale che la legge non può stabilire a priori.
Analogamente, la Provincia
autonoma di Trento ha visto la
presentazione, da parte di un
consigliere della minoranza, di
un disegno di legge (quindi di
un atto legislativo), che ha iniziato il nuovo iter. Esso prevede
che, ogniqualvolta l'aborto sia
determinato da ragioni finanziarie o comunque di bisogno
materiale, la Provincia intervenga attraverso i servizi sociali,
cui è demandata l'attività di
controllo caso per caso, con un
consistente contributo: mille
euro al mese per un anno. Vi
hanno diritto coloro che risiedono in provincia da almeno 3
anni.
Anche questa seconda iniziativa si colloca dentro le misure di
forte riduzione degli aborti, se si
pensa che, alla luce delle esperienze del volontariato per la
vita e delle numerose testimonianze di donne, circa la metà
delle interruzioni di gravidanza
avviene per ragioni finanziarie o
di bisogno materiale.
Il tutto a conferma che la verità della politica è proprio la difesa e la proclamazione della
vita di ogni singolo in base al
principio d'eguaglianza, per il
quale meritano doverosa protezione in particolare anche coloro che possono apparire
socialmente senza valore (Corte
Costituzionale tedesca: sentenze
25 febbraio 1975; 4 agosto '92 e
28 maggio '93).
PINO MORANDINI
17
febbraio 2008
I SOPRAVVISSUTI
Aggrappati
alla
speranza
Questa è la storia
della piccola “Raggio di paradiso”,
sopravvissuta ad un aborto
terapeutico deciso dai genitori
perché probabilmente
sarebbe stata cieca. Abbandonata
da tutti ma accolta da una famiglia
di don Benzi. Una storia di sofferenza
e di difficoltà fisiche continue
che pure non impediscono
a quella bambina di essere
al centro del suo mondo,
una testimonianza vivente
di quanto può essere preziosa
“la pietra scartata dai costruttori”
al punto di diventare pietra angolare
di una nuova casa
18
febbraio 2008
Il tentativo del ministro Turco di
risolvere il dibattito sulle modifiche alla legge 194 ritoccando
solo le linee guida e riducendo i
termini per l’aborto “terapeutico”ha innescato una tempesta
ancora più imbarazzante per il
ministro.
Si è scoperto infatti che le capacità di vita autonoma, grazie ai
progressi della medicina, vanno
ormai al di là di quella manciata
di giorni che avrebbe voluto concedere, si è scoperto anche che la
legge 194 è, in questo molto
chiara ed anche senza le nuove
linee guida gli aborti in presenza
di un’età getazionale in cui il
feto ha la possibilità anche solo
teorica di sopravvivere, sono vietati e perseguiti.
Eppure nessuno dei suoi ispettori ha mai fatto nulla in proposito. Lasciando che i medici si
regolassero un po’ a modo loro,
fino al punto di far finta di non
vedere che il bambino è nato
vivo dall’aborto lasciando che la
scintilla della vita si spenga da
sola.
Non sempre finisce così. Qualche bambino viene soccorso ed
aiutato a vivere anche se i genitori non vogliono saperne nulla.
E’ il caso della bambina sopravvissuta all’aborto, rifiutata dai
genitori ed affidata ad una famiglia dell’associazione Giovanni
XXIII che ora rende la propria testimonianza.
Amilia Sonja Taylor è nata
nell’ottobre scorso a Miami
dopo solo 21 settimane di gestazione.
Alla nascita pesava 285 grammi
e misurava 24,13 cm.
Ora, dopo alcuni mesi in ospedale,
è tornata a casa e sembra
non patire conseguenze
dalla sua prematurità estrema
ono le tre di notte ed io
sono qui, col cuore un po'
stretto, ad ammirarti, a
coccolarti, piccolo tesoro:
“Raggio di Paradiso” come amo
chiamarti.
Sembri così fragile ed indifesa, con i tuoi 6 chili di peso a 15
mesi di vita, ma noi che ti
amiamo sappiamo quanto sia
grande la tua grinta e quanto tu
stia lottando, da sempre, per vivere contro tutte le diagnosi che
sembravano essere nefaste.
Penso alla tua storia iniziata
poco più di un anno e mezzo fa,
nel ventre caldo ed accogliente
della tua mamma. Chissà quante
speranze, quanti sogni, quanto
amore sarà passato attraverso
quel cordone ombelicale, insieme al sangue che ti nutriva e
formava via via il tuo corpicino.
Qualcosa però non deve essere
andato per il verso giusto: a 21
settimane di gestazione è stato
trovato un problema: non avevi
bulbi oculari,non avresti mai potuto vedere nulla. E in quei
giorni chissà che cosa avrà provato la tua mamma? A volte mi
chiedo: qualcuno sarà stato vicino a lei a sostenerla, a consolarla, a darle il coraggio per
poter tenere con se la sua piccina? Mille domande che non
troveranno mai risposta,angelo
mio.
Una settimana dopo è stato
iniziato il tuo “aborto terapeu-
S
tico”, così viene chiamato. Ti
guardo nel tuo lettino mentre riposi e mi dico: “tentato omicidio
è stato!”.
Ma tu, iniziando già a mostrare di che pasta sei fatta, non
hai ceduto. Dopo 4 giorni di travaglio, a 22 settimane e 5 giorni
di gestazione, sei nata: VIVA!
L'ostetrica, una donna meravigliosa che accudiva la tua
mamma, ci ha raccontato: “è
nata con 7 di Apgar, urlante e
scalciante: sarebbe potuta stare
tranquillamente in una mano,
ma ne sono servite due, tanto si
dibatteva”. Pesavi 562 grammi.
Un peso che ai più sembrava
poco compatibile con la vita. Ed
invece tu lottavi, dimostrando a
tutti quanto sei grintosa.
Accudita dalle cure amorevoli
del personale dell'Ospedale, hai
superato prove incredibili: un intervento al cuore a 10 giorni di
vita, un'emorragia celebrale, infezioni varie, problemi respiratori ed alimentari…
Piano piano passavano i
giorni, le settimane, e tu, piano
piano, ti rinforzavi. Ti abbiamo
incontrato dopo più di 7 mesi
che avevi passato sempre nel reparto di neonatologia, perchè
dopo che la tua famiglia ha
scelto di non continuare il cammino con te, non avevi più con
chi poter stare. Ricordo il momento magico in cui ti ho preso
in braccio per la prima volta: ti
sei girata verso il mio corpo, mi
hai annusata, e poi ti sei accoccolata tra le mie braccia. Ancora
oggi, ogni volta che ti prendo in
braccio, è la prima cosa che fai: è
il tuo modo per “vedere” chi ti
sta accanto.
La tua nascita così prematura
ha portato con sé anche la sordità: per ora non odi nulla, forse
con un apparecchio acustico?
Stiamo attendendo a giorni che
ti sia installato.
Ma neppure quello ti ha fermato: attraverso il tatto, l'olfatto, e chissà cos'altro ti sei
inventata, riesci a riconoscere
tutti quelli che vivono con te (e
siamo una famiglia numerosa!),
ad avere con ognuno una relazione individualizzata e, quando
incontri una persona nuova, sei
tu a decidere se ti piace oppure
no, e quando è no, non ti fai tenere in braccio per niente al
mondo.
Ci avevano detto che saresti
stata allo stato vegetativo: 2
giorni dopo la dimissione hai iniziato a ciucciarti le manine e da lì
non ti sei più fermata: ora sorridi, ridi a crepapelle quando ti
19
febbraio 2008
I SOPRAVVISSUTI
diverti, mandi bacini a noi della
famiglia, fai le pernacchie
quando le “senti” fare a
noi,…sei un miracolo piccola
mia.
I tuoi polmoncini, così piccoli,
sono molto delicati e tu ti ammali spesso, anche in modo serio,
ma neppure nei momenti più critici ti abbiamo visto mollare.
L'altra sera parlavo con i tuoi
fratelli adolescenti delle grosse
difficoltà che stai vivendo ora. F.,
15 anni, mi ha confidato: “tu
mamma lo sai che quando ci
hanno chiesto di accogliere M.
avevo dei dubbi; ora so che se mi
fossi fermato a quelli avrei perduto alcuni tra i momenti più
belli che ho vissuto finora:
quando lei mi sorride, o mi ciuccia le guance, o si addormenta
tra le mie braccia, mi sento la
persona più felice del mondo!”.
Abbiamo parlato anche del
fatto che stai nuovamente rischiando la vita: chissà quale sarà
il Progetto di Dio su di te? Certo
che tu lo stai vivendo in pienezza
ed insegni a noi, ogni giorno,
come si fa. Nessuna delle persone che hanno incrociato la tua
vita se ne è andata senza essere
scossa da te.
Tu hai aperto le porte della
nostra casa famiglia a tante persone, nel nuovo paese dove abbiamo traslocato: c'è chi viene a
dare un saluto, chi si ferma un
po' a coccolarti, chi offre un
aiuto e tutti chiedono: “posso
tornare ancora?”. Che Dono sei!
Che Grazia averti incontrato!
Non vedi e fai vedere a noi la
Luce di Dio, non senti e fai sentire a noi la Voce di Dio, fatichi a
respirare e fai percepire a noi il
profumo di Dio.
Grazie di esistere piccolo Raggio di Paradiso!
LA TUA “MAMMA DEL CUORE”
20
febbraio 2008
Rocky,
la roccia,
non molla
medici avevano deciso di sacrificarlo nell'utero di sua
madre per non mettere in
pericolo il gemello, visto che
il suo cuore era troppo grande e
lui invece non si sviluppava normalmente. Prima hanno tentato
di tagliare il cordone ombelicale,
ma non ci sono riusciti, poi hanno
diviso la placenta in due convinti
che sarebbe morto. Ma lui, Gabriel, non ne ha voluto assolutamente sapere e ora è un bel pupo
di sette mesi, senza più i drammatici problemi di salute che minacciavano di farlo nascere morto.
I
Se a sopravvivere è la madre
L
ei, la mamma, cercava di salvare la aveva un tumore alla cervice uterina. Mivita alle sue bambine non ancora chelle Stepney, già mamma di un bambino
nate, rifiutando un intervento chi- di cinque anni di nome Jack, ha deciso di
rurgico e la classica chemioterapia accettare soltanto una chemioterapia leg(optando per una forma leggera) che gera e nient'altro che avrebbe potuto metl'avrebbero costretta all'aborto. Loro, le tere fine alla gravidanza.
«E' stata una decisione difficile da prendue gemelline, hanno letteralmente
«preso a calci» il tumore materno, spostan- dere» ha detto la donna alla Bbc. «Volevo
dolo e impedendo che facesse danni a essere sicura che quello che stavo facendo
tutte e tre. E sono nate sane e salve alla fosse giusto per Jack, ma non volevo fare
trentatreesima settimana di gravidanza. qualcosa di sbagliato per le bambine».
E ha aggiunto: «Sentivo le mie figlie
Così Michelle Stepney ha avuto, da parte
del Cancer Research britannico, una nomi- scalciare, ma non potevo certo immaginare
nation al Women Courage Award, che che avrebbero "spostato" il tumore». Così
vuole premiare chi fa qualcosa di vera- Alice e Harriet sono nate con un cesareo:
erano senza capelli proprio
mente speciale per sé o per gli
per gli effetti collaterali dei
altri. E questa storia è davvero
farmaci chemioterapici, ma
speciale, quasi incredibile.
oggi stanno bene.
La donna, 35 anni, di LonSoltanto dopo quattro setdra, era rimasta incinta ed era
timane dal parto, la donna si è
stata successivamente ricovesottoposta a un'isterectomia:
rata in ospedale per un sofortunatamente il tumore non
spetto aborto. Solo allora i
era diffuso ed è stato complemedici del Royal Marsden HoMichelle Stepney
tamente asportato.
spital hanno scoperto che
con le due figlie
LA SENTENZA DEI MEDICI. «E'
davvero un miracolo!», esulta Rebecca Jones, la mamma, che si era
lasciata convincere dai medici
sulla «assoluta necessità» di sopprimere Gabriel prima della nascita.
Trentacinque anni, consulente
finanziaria, sposata a Mark, un
venditore d'auto di 36 anni, Rebecca ha raccontato al tabloid
Daily Mail la sua angoscia quando
alla ventesima settimana di gravidanza i medici le hanno detto che
le cose si mettevano male: uno
dei due gemelli - il futuro Gabriel
- aveva un cuore ingrossato, non
si sviluppava e rischiava di morire
da un momento all'altro con conseguenze altrettanto fatali per il
fratellino.
«Meglio porre fine alle sue
sofferenze prima, piuttosto che
dopo»: quest'argomento ha finito per far breccia nella donna
che, alla 25ª settimana, ha auto-
rizzato la soppressione del feto
malato.
TENTATIVI PER SOPPRIMERLO.
L'impresa però si è rivelata molto
più difficile del previsto: i medici
del Women's Hospital di Birmingham non sono riusciti a tagliare
in due il robusto cordone ombelicale e nemmeno la separazione
della placenta in due ha impedito
a Gabriel di alimentarsi. Gabriel
ha tenuto duro e assieme all'altro
gemellino - Ieuan - è stato senza
ulteriori problemi dentro la pancia di mamma per altre cinque
settimane, quando entrambi sono
stati portati prematuramente alla
luce con il taglio cesareo.
TENACE COME ROCKY: lo
hanno soprannominato così. «Mi
sono resa conto che Gabriel non
aveva alcuna intenzione di mollare - dice la madre, che vive a
Stoke-on-Trent - la mattina dopo
l'operazione, quando ho sentito
che tirava i calci. I medici non riu-
scivano a crederci quando hanno
sentito il battito del suo cuore. E'
un miracolo!».
A quanto sembra, il "miracolo" è stato reso possibile proprio dall'operazione che doveva
concludersi con la morte di Gabriel. Grazie alla separazione in
due della placenta il piccolo - subito soprannominato "rocky"
(roccioso) per l'eccezionale tenacia dimostrata - ha infatti ricevuto
più nutrimento dalla mamma e
ha cominciato a svilupparsi normalmente. A sette mesi Gabriel
pesa cinque chili e mezzo, non ha
più problemi di cuore ed è perennemente appiccicato a Ieuan.
21
febbraio 2008
GIORNATA PER LA VITA
Le mille
piazze
in fiore
Breve e certo non esaustivo
resoconto della recente
Giornata per la vita, la trentesima
che si celebra dal 1979.
Particolare
del manifesto
realizzato a Bollate.
Sotto: la marcia
ad Acerra
e lo striscione
di Acquapendente
ACERRA. La diocesi, guidata dal
suo vescovo e dal vicepresidente
del Movimento per la vita, si è ritrovata in un corteo che ha attraversato le vie della città ed in un
convegno di studio e riflessione sui
temi della Giornata per la vita.
Una Giornata ecclesiale ma
alla quale il Movimento per la vita,
come anche negli anni precedenti,
non ha fatto mancare
il proprio contributo
di idee, esperienza e creatività.
Per un giorno l’Italia ha risuonato
di conferenze, intenzioni di preghiera,
veglie, rosari, spettacoli, feste.
Ma sono state soprattutto le primule
a farla da padrone, confermandosi
una volta di più, il vero simbolo
della Giornata
22
febbraio 2008
La segretaria generale
del Movimento
insieme al card Ruini
in attesa del Papa
a San Pietro
ACQUAPENDENTE (VT). In un
clima di grande festa, in rispetto al
tema "servire la vita" il movimento aquesiano ha proposto Progetto gemma (adottiamo la
mamma aiutiamo il suo bambino)
in un particolare, gioioso segnalibro posizionato nel tradizionale
vasetto di primule viene spiegato
il Progetto e vengono invitati tutti
ad aderire perché insieme si può
aiutare una gemma a nascere.
APPIANO GENTILE. Il Cav raggiunge un territorio di 18comuni,
tutti raggiunti dall'iniziativa “Una
primula per la vita”. Tutte le comunità parrocchiali sono state preparate
da incontri e pubblicazioni sui notiziari e soprattutto dalle omelie tenute
il 3 febbraio. All'esterno delle chiese tutti i sacrati, in una giornata di pioggia, splendevano con i meravigliosi colori delle primule.
ARAGONA. Il Cav di Aragona (AG) ”Giovanni Paolo II”, in collaborazione
con l'amministrazione comunale, ha allestito in piazza “l'Albero della
Vita” per dare il benvenuto ai bambini nati nel 2007, adornato con i nomi
di tutti i bambini. Un “Albero della Vita” anche in ogni parrocchia con i
nomi dei bambini che sono stati battezzati. Anche la distribuzione delle
primule ha ottenuto un grande successo.
La stessa sera del 3 febbraio, tra luci, suoni e colori di carnevale il Cav
è stato presente in piazza per la raccolta delle firme per lanciare la
grande Moratoria internazionale per l'abolizione della pena di aborto.
AREZZO. Il Cav ed il movimento di Arezzo, hanno organizzato una sottoscrizione a premi che ha finanziato la presenza di manifesti nelle strade
cittadine e le varie iniziative (presenza sulle tv, incontro con il professor
Giorgio Campanini, su "la famiglia al servizio della vita nell'attuale dibattito politico-culturale", e veglia di preghiera organizzata con l'ufficio
diocesano per la Pastorale Familiare, incontro con Giuliano Ferrara sulla
Grande Moratoria).
Nel vicino Marciano della Chiana, la comunità parrocchiale, non
avendo primule a disposizione, ha inventato "le frittelle per la vita".
ASCOLI. Il movimento per la vita e Scienza&vita di Ascoli Piceno hanno
promosso un incontro con Maria Luisa Di Pietro che con un'analisi serrata e una inesauribile capacità di argomentazione ha esaminato il tema,
iniziando dalla vita umana esposta a rischio non solo dalla fase embrionale o quella terminale ma anche per i rischi sulla strada, sul lavoro, segno
di una visione culturale che non ne coglie il pieno valore, come mostra la
contraddizione fra il suo rifiuto, attraverso l'aborto, e la sua ricerca ad
ogni costo attraverso l'ausilio delle biotecnologie.
BOLOGNA. Il movimento di Bologna insieme alla federazione regionale
dell'Emilia Romagna hanno organizzato il convegno “Dopo 30 anni superare la 194? Laboratorio sulla legge 194 in Emilia Romagna”. Si è parlato di movimenti e di moratoria contro l'aborto, di impatto della 194 in
Regione con elaborazione dati statistici regionali,, di interventi pro-life:
solo sporadici e inadeguati? Hanno partecipato, tra gli altri, Lucio Romano, Vice- Presidente Mpv, Giuseppe Masellis Primario Osp. Ramazzini
Luisa Santolini, Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei deputati, Anna Maria Dapporto, Assessore Regionale Promozione politiche
sociali ed educative infanzia e adolescenza.
BORGO VALSUGANA. Il locale movimento insieme al coordinamento
delle associazioni di volontariato ha proposto il musical “Ama la vita così
com'è” a cui hanno preso parte i cori della zona.
BRESCIA. Il movimento di Brescia si è ritrovato al Cimitero Vantiniano
per una Preghiera per i bimbi mai nati presieduta dal vescovo, mons. Luciano Monari.
Poi tavola rotonda con Carlo Casini, Arturo Buongiovanni, responsabile giuridico giovani Mpv; Simone Pillon, presidente Forum delle famiglie dell'Umbria. Infine S. Messa per la vita in basilica, presieduta dal
Vicario episcopale, Mons. Gianfranco Mascher.
23
febbraio 2008
CALTAGIRONE. In tutte le Messe della domenica nelle varie chiese si è
letta la preghiera a Maria dell'Evangelium vitae. All'uscita vendita di primule. E primule – accompagnate da un messaggio di Papa Giovanni
Paolo II di ringraziamento per avere scelto la vita, a tutte le donne – alle
madri ricoverate nel reparto di Ostetricia dell’ospedale. Nel pomeriggio
nella chiesetta di S.Giuseppe, custode della vita, in una celebrazione presieduta da mons. Pedi vicario del vescovo, padre Enzo Mangano, missionario in Amazzonia, ha proposto una riflessione-provocazione sul tema
“Servire la vita”.
CAMPOSANPIERO (PD). Fiaccolata con partenza dall'ospedale cittadino.
Oltre duecento persone, dopo aver letto il messaggio dei vescovi con le
fiaccole accese e recitando il rosario per la vita sono giunte ai santuari
antoniani. La veglia è proseguita con la video-testimonianza di una
mamma.
Nelle messe della domenica i sacerdoti delle sette parrocchie hanno
letto una sintesi del messaggio dei vescovi e le intenzioni di preghiera
suggerite dal Cav, ed alla fine spazio per illustrare le iniziative. All'uscita
delle messe sono state vendute 4.650 primule.
CARPI. L' ufficio diocesano della Pastorale familiare ha organizzato la
Chiesa di S. Ignazio un incontro sul tema “Servire la vita… di chi ancora
non è nato (Antonella Diegoli, presidente di FederVita Emilia-Romagna)
... di chi ne è stato privato (don Domenico Malmusi, presidente dell'Associazione Marta e Maria di Modena) ... di chi è al termine (Paolo Vacondio, medico specialista esperto in cure palliative)
CASSINO. La celebrazione della XXX Giornata per la vita è stata la prima
di una serie di iniziative per il ventesimo anno di attività del Cav. Per volontà del nuovo ordinario diocesano, l'Abate di Montecassino, Mons. Pietro Vittorelli, è stata celebrata con una tavola rotonda di
alto livello e spessore culturale. Il tema “Servire la vita.
Aborto: vero servizio alla vita?” a cui hanno partecipato
mons. Vittorelli, Paola Binetti e Giuliano Ferrara. Moderatore è stato il Vaticanista di Sky News Stefano Maria Paci.
Presenti il prefetto di Frosinone, Cesari, il sindaco di Cassino, Scittarelli, l'ex governatore della Banca d'Italia, Fazio,
il Procuratore della Repubblica, Izzo, in un'Aula Pacis gremitissima di pubblico fino all'inverosimile, i tre oratori
hanno svolto le loro relazioni puntualizzando, ciascuno per
il campo di propria competenza, le motivazioni per le quali
la vita umana debba essere difesa sempre e comunque dal
concepimento alla morte naturale.
CASTELFIDARDO. Marcia per le via della città di Castelfidardo e poi una
Messa in piazza con il vescovo.
24
febbraio 2008
CASTELLANETA. Le politiche familiari in chiave cristiana al centro di un
convegno promosso dal Forum delle famiglie e dalla diocesi di Castellaneta con il patrocinio del Comune di Ginosa.
“Servire la vita. Spiritualità cristiana e politiche familiari nel nostro territorio” il titolo.
Testimonianza di Luigi Montanaro, sindaco di Ginosa e di Maria Cafolla, responsabile del consultorio “Gemelli” di Taranto, e di alcune famiglie del Masci, dell'Azione cattolica, e dei Neocatecumenali. Conclusioni
affidate al vescovo di Castellaneta, mons. Pietro Maria Fragnelli. Moderatore Cosimo Damiano Fonseca, accademico dei Lincei.
Un supplemento di audacia
l cardinale Tettamanzi ha voluto celebrare in
Duomo riunendo movimenti, associazioni,
realtà che operano a favore della vita.
Nella sua omelia ha invitato i cattolici a fare
di più e meglio a servizio della vita, ha invitato i
cristiani a fare un salto di qualità, un supplemento di generosità e di audacia. Ha ringraziato
chi si spende nel servire e difendere la vita, ha
parlato dell'intollerabile disordine di ogni vita misconosciuta nei suoi valori e nelle sue esigenze.
Ha richiamato oltre l'impegno comunitario anche
alle responsabilità personali.
Quella della vita è questione, ha affermata,
che riguarda non soltanto i cristiani o i credenti,
ma tutti gli uomini, tutti i cittadini, anche i non
credenti: è la prima e più grande questione
umana e sociale.
Nel pomeriggio nella centralissima Piazza San
Babila, banchetto prt distribuire il messaggio
I
della Cei, un volantino con le proposte del Movimento per la vita di riforma della 194 e altro materiale per sensibilizzare ed informare sui temi
della vita.
A tutte le parrocchie della diocesi ha inviato
un lettera per sollecitare e promuovere incontri
sui temi della vita e una copia del libretto La vita
umana prima meraviglia per favorirne un'ampia
distribuzione.
CASTELVETRANO. Incontro su “Nuove vie per tutelare la vita” con il
prof. Salvino Leone presso il liceo classico G. Pantaleo
CATANZARO. In numerose parrocchie di Catanzaro e provincia il MpvCAV ha animato le S. Messe ed è stato presente con banchetti di distribuzione di materiale informativo sulle attività del Cav e di vendita delle
primule, simbolo della Giornata.
CITTA' DI CASTELLO. Alla presenza del vescovo, padre Domenico Cancian, veglia di preghiera con rosario meditato seguita dall'esposizione
dell'Eucaristia durata tutta la notte.
Al teatro comunale si è svolto uno spettacolo di recitazione, danza, musica e filmato all'insegna del tutto esaurito.
COMO. Fiaccolata in preghiera attraverso la città da piazza Cacciatori
delle Alpi verso la Chiesa di San Fedele, momento di riflessione guidato
da Giuseppe Anzani, conclusione e benedizione di mons. Diego Coletti.
Al termine distribuzione di un kit contenente materiale informativo
di enti ed associazioni che si occupano della promozione e tutela della
vita e della famiglia.
CORATO. Congresso scientifico nella sala Troisi del Nicotel Wellness, alla
presenza di centinaia di persone, per presentare il parto in analgesia che da ora sarà praticato in convenzione con la Asl. Sino ad
ora solo le persone benestanti potevano usufruirne. E anche questo è servire la vita visto che all'art. 31 della Costituzione è scritto
“la Repubblica agevola con misure economiche, protegge la maternità. l'infanzia, favorendo istituti necessari a tale scopo”. Per
l'appunto, il parto in analgesia gratuito a tutte le donne che lo
dovessero richiedere, e quando si crea la condizione necessaria.
Frutto di questo congresso: da subito il parto in analgesia sarà
gratuito presso l'ospedale di Corato per poi estendersi a tutte le
altre Asl della Regione.
25
febbraio 2008
CREMONA. Il movimento di Cremona ha organizzato l'incontro pubblico dal titolo “30 anni di aborto legale in Italia, dal Referendum alla
Moratoria” con relatore Rocco Buttiglione, presidente Udc
ENNA. Il movimento e il Cav di Enna per la Giornata per la vita hanno
predisposto la lettura del documento dei vescovi nelle più rappresentative parrocchie della città. Qualche parroco ha dedicato tutta
l'omelia al tema della vita. Distribuzione di Siallavita e di NoiGenitori&figli.
La settimana precedente la “Comunità Ancilla Dei” del Rinnovamento in occasione del festeggiamento del suo trentennale ha organizzato una manifestazione a carattere regionale
dal titolo “FATTI PER LA VITA”. Nell'ambito di tale ricorrenza
sono state organizzate due tavole rotonde: una alla Università
Kore di Enna con la partecipazione di Giuliano Ferrara, Rocco
Bottiglione, Paola Binetti e del vescovo di Piazza Armerina
mons. Michele Pennini dal titolo “E' vita: Evitiamo di parlarne?”.
L'altra tavola rotonda è stata celebrata al Duomo di Enna ed
ha visto la presenza di Alessandro Meluzzi, Luca Marconi e dell'arcivescovo metropolita di Siracusa, mons. Giuseppe Costanzo. Tutte le
due tavole rotonde sono state presentate e moderate da Salvatore Martinez.
FANO. Veglia per raccontare “la meraviglia della vita ai bambini, in una
serata fatta di immagini, racconti, testimonianze”, come ha scritto in una
lettera a tutta la diocesi Vittorio Amaduzzi, presidente del Movimento
per la vita locale, affinché non sia “il tedioso elenco delle disgrazie ma
una riflessione vivace sul bello, perché siamo stati creati per la felicità”.
FERRARA. Il Sav, in collaborazione con la diocesi, l'Amci, Scienza&vita,
Medicina e persona, ed il Comune di Ferrara ha organizzato, in occasione
del trentesimo anniversario della fondazione un incontro con Assuntina
Morresi e Renzo Puccetti dal titolo “Trent'anni di servizio alla vita”.
FIRENZE. All'incontro con i giovani delle scuole medie superiori su “Diritti umani e dignità della donna” erano presenti circa 400 persone.
Introduzione sulla Giornata per la vita di don Giuliani, del Centro
diocesano famiglia, filmato sull'opera di Don Oreste Benzi a favore
delle ragazze schiave, dei disabili, dei carcerati, dei tossicodipendenti, dei senza-tetto, intervento di Souad Sbai, presidente delle
Donne marocchine d'Italia (ACMID). Toccante anche la testimonianza di suor Raffaella Corvino, responsabile delle case-famiglia
del progetto Agata Smeralda per l'adozione a distanza a Salvador
de Baja in Brasile.
GENZANO. Un gruppo di giovani che sta seguendo con un corso di formazione per operatori Cav per la prossima apertura di un Centro, ha promosso l'organizzazione della Giornata per la vita nelle due parrocchie.
26
febbraio 2008
GUASTALLA. All'esterno delle chiese della città e nei luoghi di maggior
presenza di persone, vendita di primule per finanziare l'attività del Cav
e diffusione di materiale informativo.
LAVENO (VA). Il due febbraio Veglia per la vita a Cuveglio, a cura del
Cav, con la testimonianza di don Gianluigi Peruggia. Il 10 febbraio pranzo
a Gemonio per amici e simpatizzanti a beneficio delle iniziative del Cav.
Spettacolo teatrale a Porto Valtravaglia della Compagnia amici del tea-
Dalla mafia alla vita
on il motto “A servizio della vita
nascente”, sabato 2 febbraio, è
stata inaugurata la sede del movimento per la vita in un locale confiscato nel quartiere S. Lorenzo, avamposto
delle cosche mafiose debellate dalle Forze
dell'Ordine negli ultimi anni: a benedire
l'appartamento, il vicario episcopale padre
Michele Polizzi.
Alla nutrita presenza di tanti cittadini e
dei volontari, l'assessore comunale al Patrimonio, Giuseppe Enea, ha rivolto parole di
elogio al movimento e al Cav per la tenacia
con la quale svolgono l'azione capillare di
ripristino della cultura della vita e, quindi,
anche della legalità. In segno di gratitudine all'amministrazione comunale, il movimento per la vita ha offerto una targa
ricordo dell’evento all'assessore
Ai partecipanti sono stati offerti in
omaggio i Piedini preziosi, indossati pure
C
dai rappresentati delle istituzioni presenti,
i dossier del Concorso scolastico europeo,
e vari gadget del Movimento per la vita.
tro di Luino: “una strana coppia”. Con estrazione della lotteria a favore
del Cav. Corso di formazione per volontari, aspiranti volontari ed operatori dei servizi alla persona, pubblici e del terzo settore in collaborazione
tra il Cav e la Provincia di Varese.
LECCO. Il Cav era presente alle porte delle chiese con banchetti di primule
e di caramelle.
LEGNAGO. Festival “Serviamo e cantiamo la vita” al Teatro Salus di Legnago con la partecipazione dei cori di Angiari, Begosso, Casette, Castagnaro, Legnago, Porto di Legnago, Villa Bartolomea, Terranegra, S.
Pietro di Legnago.
LENOLA. Presso il Santuario della Madonna del Colle a Lenola (LT) è iniziato un corso di formazione per volontari in vista dell'apertura di un
Centro di aiuto alla vita: il sesto aperto con il contributo del Segretariato
sociale di Roma.
LONATO. Incontro su “La vita al suo inizio” tenuto dal dott. Bruno Mozzanega ginecologo e ricercatore all'università di Padova.
MACERATA. La Provincia di Macerata ha istituito un appuntamento che
prende il nome di SOLIDALMENTE per riconoscere lo spirito di solidarietà e il senso civico di donne e uomini che, con il loro impegno
e la loro dedizione, hanno dato un generoso contributo dedicandosi a chi ne ha più bisogno. In questo ambito per il Centro di aiuto
alla vita di Macerata, sono stati premiati Romeo Bianchi già presidente del Cav e, sua moglie, Teresa Ciarapica, volontaria dal 1978.
In cattedrale, con il vescovo, mons. Giuliodori, bambini di materne ed elementari, insieme a genitori, medici, ginecologi, anestesisti e infermieri hanno animato la celebrazione di domenica.
27
febbraio 2008
MAGENTA. Il Centro di aiuto alla vita Abbiategrasso - Magenta ha distribuito nel centro cittadino migliaia di piantine di primule per finanziare
le proprie attività.
MEDIO VERBANO (VA). Distribuzione di vasetti di primule presso molte
parrocchie il tre febbraio per iniziativa del Cav.
MILANO. Veglia per la vita a Mesero, Santuario dedicato a Santa Gianna
Beretta Molla, con i giovani del movimento per la vita ambrosiano e
quelli di Rinnovamento dello Spirito.
Messa col card. Tettamanzi (Vedi spazio apposito a pag. 21).
NAPOLI. Il 3 febbraio oltre ventimila persone hanno animato la manifestazione pro vita organizzata dalla Diocesi di Napoli. Da piazza
Dante a piazza Plebiscito, poi in chiesa per la messa della domenica, insieme ai bambini ed alle famiglie. Ha avuto un carattere multietnico la XXX giornata della vita, celebrata quest'anno a Napoli
dal cardinale Crescenzio Sepe. Nella piazza antistante Palazzo Reale
sono stati allestiti gli stand delle 69 associazioni che in città lavorano per la vita. Il Mpv di Napoli era presente con un colorato stand,
cosi come non potevano mancare gli stand dei Cav partenopei.
“La vita va sempre servita - dice il cardinale durante l'omelia
nella chiesa di San Francesco di Paola - e di cui non bisogna servirsi.
Si serve della vita chi la mette in pericolo sulle strade, chi non garantisce la sicurezza negli ambienti di lavoro, chi la manipola”.
La chiesa, dunque, ha voluto dire il suo sì alla vita, anche con un appello di Sepe che ha ripercorso il vangelo delle Beatitudini, con una particolare attenzione ai genitori: “Beati voi - ha concluso il cardinale - che
continuate ad amarvi, beati voi giovani che testimoniate la vita, beati voi
bambini che vi aprite alla vita, beati voi nonni che trasmettete ai nipoti
la gioia della vita vissuta”. Inoltre nelle parrocchie si è diffusa la preghiera
per la vita e numerosissimi sono stati i punti di raccolta per le offerte da
destinare alle mamme che si rivolgono al Mpv. Procede l'iter per la realizzazione di una Culla per la vita.
PADOVA. In occasione della Giornata per la vita il movimento di Padova
ha promosso un convegno che si è tenuto presso lo Studio teologico del
Santo. Marina Casini, ricercatrice in Bioetica-Università Sacro Cuore di
Roma, ha trattato il tema: "Rispetto della vita e diritti umani” .
28
febbraio 2008
PALERMO. Le manifestazioni delle due giornate, organizzate insieme
dal movimento e Cav di Palermo, sono state supportate dal Centro
servizi per il volontariato.
Sabato 2 febbraio, è stata inaugurata la sede del movimento
per la vita (vedi spazio a pag. 23). La Madonna è stata la protagonista assoluta della Giornata: ne è stata messa in evidenza la maternità soteriologica e sociologica, ad imitazione della quale il Mpv
accoglie il bambino in pericolo di vita e la donna in difficoltà. La
presidente Rosa Rao, alla fine della S. Messa per la festività della
Candelora nella parrocchia S. Rosalia, ha consegnato un dono alla
comunità locale: l'icona della Vergine di Guadalupe ad una famiglia che ha attivato quattro Progetti Gemma. La giornata si è conclusa con un banchetto preparato dalle alunne della Scuola
alberghiera mediterranea-Associazione Elis.
Domenica, diffusi nelle cittadine 2mila copie di Siallavita. Nel pomeriggio tutti insieme ad assistere allo spettacolo di cabaret del gruppo “Lasciare libero lo scarrozzo” nel salone del Centro educativo ignaziano.
L’Angelus di Benedetto XVI
uest'oggi, vorrei affidare alla vostra
preghiera la Giornata per la vita,
che si celebra oggi in Italia, e che ha
come tema Servire la vita. Saluto e
ringrazio quanti sono convenuti qui, in Piazza
San Pietro, per testimoniare il loro impegno a
difesa e promozione
della vita e per ribadire che "la civiltà di
un popolo si misura
dalla sua capacità di
servire la vita".
Ognuno,
secondo le proprie
possibilità, professionalità e competenze,
si senta sempre
spinto ad amare e
servire la vita, dal
suo inizio al suo naturale tramonto. È
infatti impegno di
Q
tutti accogliere la vita umana come dono da
rispettare, tutelare e promuovere, ancor più
quando essa è fragile e bisognosa di attenzioni e di cure, sia prima della nascita che
nella sua fase terminale.
Mi unisco ai vescovi italiani nell'incoraggiare quanti, con
fatica ma con
gioia, senza clamori e con grande
dedizione,
assistono familiari anziani o disabili, e a
coloro che consacrano
regolarmente parte del
proprio tempo per
aiutare quelle persone di ogni età la
cui vita è provata
da tante e diverse
forme di povertà.
PARMA. Anche quest'anno i direttori dell'Ospedale Maggiore e della
Casa di Cura Città di Parma hanno autorizzato l'ingresso nel reparto maternità delle volontarie del Cav per consegnare alle neomamme i bavaglini rosa e azzurri con la scritta "felici di essere nati" insieme alla
preghiera per la vita di Madre Teresa di Calcutta.
PAVIA. “Veglia per la Vita” presso la Chiesa del Sacro Cuore promossa dalla Diocesi in collaborazione con il Cav, il movimento e la Casa
di accoglienza di Belgioioso presieduta dal vescovo, mons. Giovanni
Giudici.
PERUGIA. Il movimento di Perugia ha organizzato una raccolta fondi da
devolvere ai progetti attuati in collaborazione con il Cav.
I volontari, per tutta la giornata di sabato, hanno venduto piante di
azalee alle porte all'ospedale perugino S.Maria della Misericordia. La raccolta fondi è stata ripetuta la domenica con la vendita di primule in quindici parrocchie perugine.
Sempre rivolti alla tutela del bene primario dell'uomo, ovvero la vita,
sabato 23 Febbraio bioeticisti e psicoterapeuti si sono a Perugia, presso
la sala Liipi della sede di Unicredit Banca, in un convegno del titolo: “Servire la Vita, misura di civiltà”, al quale sono state invitate le istituzioni locali e la cittadinanza.
PESARO. Il Cav di Pesaro ha organizzato per i bambini una festa dove
hanno ricevuto il diploma “Felici di essere nati” e per i grandi “E se dovessi chiedermi… lettura di testi e improvvisazione musicale a curiosar su
nascita e vita” al Teatro Rossini, per ascoltare Chiara di Domenico, Gianluca del Prete, Peppe Joe Pagnoni, Massimiliano Tonelli.
PISA. Il Cav insieme a Scienza&vita ed a numerose altre associazioni con
il patrocinio di Provincia e Comune hanno organizzato una grande festa
29
febbraio 2008
per bambini e famiglie che prevedeva uno spettacolo di danza, musica e
testi (“In scena la vita”) ed una relazione di Laura Guerrini sulle nuove
sfide della vita (“Il tenero fiore”).
PRATO. Il Cav ed il movimento di Prato hanno offerto delle primule (accompagnate con un messaggio promozionale) alle mamme ricoverate nel reparto di ostetricia dell'ospedale di Prato ed al personale
medico e paramedico presente.
Il movimento di Prato ha organizzato una manifestazione in
cui i bambini hanno attraversato il centro storico testimoniando il
loro amore per la vita con un bellissimo striscione con il motto che
è stato pensato, parafrasando una nota canzone di Ligabue "Metti
in circolo la vita" e realizzato durante gli incontri di catechismo.
“La sindrome post-aborto: un dramma nel dramma” - 1° seminario di studi promosso da movimento e Cav. Relatori: Dario Casadei, Elena Vergani,Claudia Ravaldi, Maurizio Bellini.
Ha riscosso molto successo anche l'iniziativa “Un fiore che sboccia per
una vita che nasce” che il Cav ormai propone da diversi anni e quest'anno
ha visto coinvolto ben 42 parrocchie. All'uscita delle S. Messe sono stati
offerti bulbi e primule (accompagnate dal messaggio dei vescovi), per
completare i lavori di ristrutturazione di una nuova casa di accoglienza.
La Giornata si è conclusa con la Celebrazione Eucaristica presieduta
da mons. Gastone Simoni in Cattedrale animata da un coro Gospels J.V.
In tutte le realtà parrocchiali sono stati distribuiti volantini sul messaggio dei vescovi, d'informazione sull'attività del Cav, Siallavita e NoiGenitori&figli.
RAVANUSA. Il Cav. di Ravanusa ha celebrato la Giornata della vita offrendo ai fedeli, al termine di ogni S. Messa, una piantina di primule per
finanziare le iniziative del Centro.1.200 piantine erano state messe a disposizione e tutte sono state comperate.
RIVIGNANO. “vivi...d@vvero!” È la manifestazione proposta a bambini
e famiglie a Rivignano, un pomeriggio di festa, canzoni e giochi con la
partecipazione della band “Gli Accordi”
ROMA. Il Segretariato sociale di Roma (Cav) ha animato la Giornata in 20
punti della città: parrocchie, scuole e ospedali con distribuzione di materiale informativo e del messaggio dei vescovi e il coinvolgimento dei bambini. Durante la settimana per la vita e la famiglia promossa dalla Diocesi
sono stati organizzati incontri di sensibilizzazione per giovani e coppie
e conferenze; partecipazione alla Festa diocesana della famiglia.
Il Movimento giovani della cattolica ha organizzato una mostra fotografica "La Vita umana: prima meraviglia" e un banchetto di distribuzione di materiale informativo del Mpv e vendita delle primule nella hall
del Policlinico Gemelli ed una veglia di preghiera per la vita, Chiesa Centrale UCSC Roma.
E domenica tutti in piazza San Pietro per pregare col Papa (vedi spazio a pagina 25)
30
febbraio 2008
SALO'. Incontro-testimonanza con Mario Melazzini su “Liberi di vivere.
Come la malattia che mi uccide mi ha insegnato a vivere”.
SAN BONIFACIO. Corso di Bioetica organizzato dai movimenti e dai CAV
di San Bonifacio e San Giovanni Ilarione (VR) su “La vita prima di tutto “
si è tenuto presso il Centro San Giovanni Bosco. Relatori: Antonella Redolfi, Francesca Luciani, Franco Alberton, Mons. Giancarlo Grandis.
SIENA. Il CAV di Siena e l'Ufficio diocesano della famiglia hanno promosso la Festa della Famiglia e della Vita; il 3 febbraio a S. Quirico d'Orcia,
incontro su “la ricerca del figlio perfetto” con mons. Luca Bonari e
dott.ssa Lucia Tannini, a seguire il pranzo, i giochi e la S. Messa.
Sempre il Cav di Siena in collaborazione con Cappella universitaria, Gifra,
Scout e Azione cattolica giovani, ha organizzato l'incontro di preghiera
“Ecco tuo figlio”.
SIRACUSA. Ad ogni parrocchia della diocesi è stato distribuito Sìallavita,
il depliant del Cav, la brochure di Progetto Gemma e una copia del Messaggio della Cei “Servire la vita”. Animate le Messe della Giornata.
TERMOLI. La diocesi insieme alle associazioni di volontariato a servizio
della persona hanno organizzato la Settimana del servizio alla vita. Partita il 2 febbraio con una marcia per la vita fino in cattedrale. Domenica
primule in tutte le parrocchie e mostra fotografica sul servizio alla vita.
Lunedì: “Volontari in corsia”, animazione nel reparto di pediatria dell'ospedale cittadino.
Giovedì: incontro dibattito “Giovani insieme per la vita”. Sabato: festa
a Casa Serena e domenica Santa Messa del malato.
TORINO. Bancarelle per dialogare con il pubblico e offrire volantini informativi e gadget del Movimento per la vita, tra cui le ormai note e apprezzatissime magliette “Tre bimbi”; due spettacoli di strada: uno al
mattino, dalle 11 alle 12,30, e l'altro al pomeriggio, dalle 15,30 alle 17,
con tanto di esibizione di attori, clown, e giocolieri; centinaia di palloncini con lo slogan “Viva la vita” fatti volare alla fine della mattinata e di
sera, a conclusione della manifestazione. Il tutto nella centralissima
piazza San Carlo organizzato dal coordinamento di Vitatorino
Domenica 3 febbraio, tutti i Cav ed i movimenti della diocesi di Torino
hanno portato nelle rispettive parrocchie vasetti di primule, offerte ai fedeli all'ingresso e all'uscita delle messe festive
Messa presieduta dal vescovo ausiliare, monsignor Fiandino, nella basilica di Maria Ausiliatrice.
“Eutanasia e testamento biologico: pro e contro l'uomo? - la vita è
un dono che supera il dolore“ presso il Liceo Scientifico Faà di Bruno.
L'incontro, promosso dal movimento ha visto la partecipazione della professoressa Maria Luisa Di Pietro, del professor Mauro Roco e dell professoressa Silvia Introvigne.
TORLUPARA. La Giornata per la vita è stata anticipata al 27 gennaio per
non incorrere nei festeggiamenti dell'ultima domenica di carnevale. E'
stato organizzato un incontro articolato per livelli di età. Per i più piccoli
gioco, musica, filmati sulla vita e letture bibliche inerenti al tema. I più
grandi tra i ragazzi sono stati intrattenuti sullo stesso tema, ma con modalità più adatte ad adolescenti.
Il gruppo degli adulti ha seguito le argomentazioni della psicoterapeuta Marianna Di Fiore, la quale ha presentato il risultato di uno studio
sulla sindrome post-abortiva.
Il prof. Leonardo Macrobio, docente della Facoltà di Bioetica dell'Università Regina Apostolorum, è stato fin dalla mattina con i gruppi dei Laboratori seguendo con partecipazione. Il professore ha condotto il suo
intervento partendo da un interrogativo iniziale : “Rispetto della vita nascente o ricerca della morte?”.
Il vescovo, mons. Lino Fumagalli ha chiuso i lavori elogiando l'impegno
che il Cav profonde ogni giorno nel difendere la vita nascente da più di
dieci anni ed esortandolo ad estendere i suoi servizi anche alla famiglia.
31
febbraio 2008
TREIA. Il movimento per la vita ha organizzato una messa il pomeriggio
di domenica specialmente dedicata ai giovani ed ai volontari. Nella diocesi di Ancona è prevista, invece, una marcia per le via della città di Castelfidardo e poi una messa in piazza con il vescovo, Edoardo Menichelli.
TRIESTE. S. Messa celebrata dal vescovo, mons. Ravignani, nella cappella
dell'ospedale infantile Burlo Garofolo, istituto di ricerca e cura a carattere scientifico di Trieste, dove i
bambini nascono, vengono curati e purtroppo anche
abortiti.
Offerta di 6000 primule, a cura di volontari del
Cav e del movimento in 40 parrocchie della città. Il
Cav in collaborazione con il Comune ha promosso
“Cantabimbi. I bambini cantano la vita” a cui hanno
partecipato gli studenti di 12 scuole dell'infanzia e
primarie.
UDINE. Per il Cav di Udine sono state offerte le primule davanti a più di
65 chiese della diocesi.
VALCERESIO. Rappresentazione della commedia brillante "La fortuna
l'è sorda" interpretata dalla Compagnia dei Quattro Venti di Arcisate
presso il cinema-teatro San Giorgio - ricavato delle serate a favore del
movimento per la vita. A tutti i partecipanti è stata consegnata una copia
di Siallavita e una di NoiGenitori&figli.
Banchetti in diverse parrocchie con distribuzione di materiale pubblicitario del Movimento
Pemiazione del concorso riservato ai bambini di quinta elementare
sul tema "Servire la vita" che ha visto la partecipazione di 150 ragazzi. Ai
partecipanti è stata consegnata una copia di Siallavita e una di NoiGenitori&figli; agli insegnanti anche il Dvd "La Vita umana prima meraviglia"
con il relativo libretto.
VALLECAVALLINA. Il Mpv della Valle Cavallina (BG) ha organizzato una
Marcia per la vita prendendo il via dalla Chiesa di Cristo Re a Bergamo ed
una veglia di preghiera presieduta dal vescovo, Mons. Roberto Amadei.
VARESE. Il Cav ed il movimento locale hanno dato vita al Mese per la
vita dal titolo “E' in scena la vita” che ha previsto mostre fotografiche
(“Che bello nascere”); spettacoli teatrali (“La fortuna l'è sorda”, conferenze (“Curare la vita”), concerti (“Cantare la vita”, “Note di vita”). Per
il 3 febbraio vendita di arance nelle piazze principali della città e recita
del Rosario per la vita.
VENEZIA. La giornata di pioggia non ha impedito di raggiungere con
l'informazione la quasi totalità dei fedeli delle parrocchie della diocesi a
cui sono state offerte le primule, simbolo della vita nascente.
32
febbraio 2008
VICENZA. Veglia di preghiera diocesana presieduta dal vescovo, mons.
Nosiglia nella Basilica dei Santi Felice e Fortunato.
La celebrazione è stata organizzata da numerose associazioni: movimento per la vita e Cav, Associazione cattolica internazionale al servizio
della giovane, Agesc, Azione Cattolica, Cif, Comunità di incontro matrimoniale, Movimento dei Focolari, Meic, Rinnovamento nello Spirito
Santo.
Tavolini preparati alle porte di 40 parrocchie per l'offerta di un fiore
per la vita.
VIGEVANO. Movimento per la vita, Ufficio diocesano per la pastorale
della famiglia, Coordinamento delle scuole materne cittadine e Amministrazione cittadina hanno rielaborato il messaggio dei vescovi in un linguaggio accessibile ai bambini traducendo “Servire la vita” con ”Petali
dal cuore”.
I bambini delle scuole lo hanno poi sviluppato attraverso espressioni
artistiche molto belle e significative, costruendo un vero spettacolo che
è stato presentato al teatro comunale “Cagnoni”, davanti a 700 adulti
con interventi del sindaco, dell'assessore, del vescovo che commentano il
tema della giornata.
VITERBO. Movimento e cav hanno distribuito in 65 punti della città - parrocchie, monasteri, negozi - le primule per la vita unitamente a materiale
informativo e formativo.
La sera del 2 febbraio, veglia in Cattedrale, organizzata dalla pastorale giovanile e da quella familiare, con il vescovo, mons. Chiarinelli.
Il pomeriggio della domenica si è tenuto un “INNO ALLA VITA”, un
concerto per organo del maestro Bastianini mentre un gruppo di giovani
è andato nel reparto di ostetricia dell'Ospedale di Viterbo per consegnare
alle partorienti un fiore realizzato nel laboratorio della Casa
d'accoglienza “Madre Teresa di Calcutta”.
Venerdi 8 febbraio, incontro con Edoardo Patriarca ed il vescovo di
Viterbo per una riflessione sulla bioetica e l'antropologia nei luoghi della
formazione cristiana. Manifesti di riflessione ed annuncio delle varie iniziate sono stati affissi in tutte le strade della città.
NOVITA' DVD: “LA VITA UMANA: PRIMA MERAVIGLIA!”
Il dvd “LA VITA UMANA: PRIMA MERAVIGLIA!”
mostra con rigore scientifico e caldo linguaggio
lo sviluppo umano dal concepimento alla nascita.
Le sensazionali immagini, scattate dal vero
con sofisticate tecniche endoscopiche,
sono state realizzate dal più celebre fotografo-scienziato
in campo medico, Lennart Nilsson.
Al dvd è abbinato l'omonimo libretto in cui l’autrice,
Lucia Barocchi, con linguaggio semplice e chiaro illustra
la formazione e la crescita dell'essere umano nel seno
materno. Una pubblicazione già molto diffusa nelle
scuole di vario livello, nei corsi per fidanzati, negli studi
di ginecologi, ostetriche e primari ospedalieri.
E' possibile scegliere tra 2 dvd:
DVD n.1: filmato in
ITALIANO, INGLESE, FRANCESE, SPAGNOLO
DVD n.2: filmato in
ITALIANO, RUSSO, SLOVENO, ARABO
Per informazioni e richieste: CENTRO DOCUMENTAZIONE E SOLIDARIETA'
Via Cattaro 28, 00198 Roma - tel. e fax 06.8620.2224 E-mail: [email protected]
PRO LIFE
Parigi
chiama.
Roma c’è
L’ormai tradizionale appuntamento
con la “marche pour la vie” parigina
aveva quest’anno un significato
particolare: di là - come di qua dalle Alpi si ricordano i trenta anni
della legge sull’aborto.
Proprio per sottolineare questa
“fratellanza” di intenti e di storia
una delegazione dei nostri giovani
è partita per la capitale francese
dove ha marciato gomito a gomito
con decine di migliaia di pro life
di tutta Europa, ed ha partecipato
agli incontri che hanno gettato le basi
di una futura azione comune
34
febbraio 2008
0 ANS ça suffit! En
marche pour la VIE!”
Questo è il motto
che ci ha accompagnato per le strade di Parigi, partendo da Place de la Republique
verso Place de l'Opera, nostro
punto d'arrivo. 3 km di ardore e
di esaltante voglia di vita contro
la legge Veil che, in Francia, nel
1975 ha legalizzato l'Ivg.
Eravamo 35 partecipanti dall'Italia, da Palermo a Brescia, passando per Napoli, Roma, Firenze,
Milano. Inizialmente eravamo
un po' insicuri sulla risposta all'evento, poi ci siamo dovuti ricredere.
E la tanta gente, accorsa da
ogni dove per dire forte, a una
voce sola, seppure in tante lingue diverse, il comune Sì alla
vita, ha accresciuto il nostro entusiasmo.
È stato bello vedere più di
20mila persone, fra musiche e
balli, in un clima di festa, che af-
“3
Il messaggio di Casini
ari amici, ho molto desiderato di partecipare alla manifestazione di Parigi,
ma difficoltà insuperabili me lo hanno
impedito.
Appare sempre più chiaro che la difesa del
diritto alla vita deve dispiegarsi non solo a livello nazionale, ma anche europeo e mondiale. Infatti tutto il complesso dei diritti
umani viene distrutto se il primo fra tutti i diritti, quello a vivere, non è riconosciuto al più
piccolo e povero tra gli esseri umani qual è il
bambino non nato.
Sui diritti umani si fonda non solo l'ordinamento nazionale, ma anche l'Unione europea.
E' irrisorio pensare di costruire l'unione tra i
popoli del nostro continente se non abbiamo
C
valori comuni. L'aborto è perciò la sconfitta
dell'Europa.
Bisogna dunque che le nostre associazioni
lavorino sempre più in modo coordinato e per
questo propongo di nuovo, come ho già fatto
a Strasburgo l'11 e 12 dicembre del 2007, in
un incontro dei rappresentanti di 14 Paesi dell'Ue, fra cui la Francia, una grande petizione
alle Istituzioni europee affinché nella Carta dei
diritti Fondamentali dell'Europa, il diritto alla
vita sia riconosciuto fin dal concepimento.
Questa iniziativa che potrà raccogliere sottoscrizioni in tutto il 2008, si potrà concludere a
Strasburgo nel prossimo dicembre, nel 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei
Diritti dell'Uomo.
Intanto auguro pieno successo all'iniziativa
di oggi a Parigi, alla quale sono spiritualmente
presente.
CARLO CASINI
Presidente Mpv Italiano
Due giovani della
delegazione italiana
alla Marcia di Parigi,
A sinistra e alla
pagina a fianco:
Immagini della
grande folla
dei partecipanti
fermava la propria volontà di
lottare, per dare voce alle migliaia di vittime a cui viene negata la possibilità di esistere.
Sappiamo bene che questo è
un periodo particolare per questo tema; i vari dibattiti riempiono le pagine dei quotidiani e,
grazie a personaggi famosi, ci si
può finalmente confrontare in
maniera critica. In questo senso,
la marcia ha incentivato la nostra
volontà di affermazione pro life.
Nella storia, si è marciato per
diversi motivi, spesso negativi
come la guerra. In questo caso le
nostre armi sono state cartelli e
striscioni, che colpivano direttamente i cuori di chi crede ancora
nel dono più grande e meraviglioso.
35
febbraio 2008
PRO LIFE
Una marcia “battagliera”
contro il nemico comune,
l'aborto, che vuole attaccare
l'unica cosa eterna e il Valore Assoluto per eccellenza, la vita
stessa.
Ecco perché è cosi significativo lo slogan della marcia “Poiché i malvagi fanno lega tra loro
per costituire una forza… è necessario che gli onesti facciano
altrettanto” (L. Tolstoj); e insieme alle bandiere della delegazione italiana, anche l'appello
alla moratoria sull'aborto, perché in Francia c'è una grandissima considerazione in Europa di
quanto gli italiani hanno fatto e
stanno facendo in difesa della
vita”.
Il sabato precedente la manifestazioni i vari movimenti si
sono riuniti per decidere una
strategia comune in ambito europeo.
Sono state condivise le esperienze formative e informative,
per costruire percorsi comuni. E'
stato deciso di far nascere un
portale europeo dei Movimenti
europei, nelle diverse lingue.
“Si è deciso anche di perseguire una strategia europea sopranazionale per rafforzarsi a
vicenda e frutto dell'incontro è
stato l'invito ai giovani italiani di
mettersi alla testa del corteo, con
bandiere, cartelli, striscioni, cappelli.
Parigi… per tutti la città dell'amour. Ancora una volta il sentimento che regna ed è motore
dei nostri passi. Parigi… palcoscenico di una delle grandi rivoluzioni… auspicando che sia il
punto di partenza per un cambiamento culturale che abbia la
nostra “meta vitale”.
LEO PERGAMO
38
febbraio 2008
Trecentomila
per le strade
degli States
P
ur in un clima molto rigido, l'annuale appuntamento dei sostenitori del diritto alla vita
degli Stati Uniti ha raccolto quasi 300mila persone, che hanno sfilato e manifestato alla
March for Life svoltasi martedì 22 gennaio a Washington.
La Marcia per la vita è nata trentacinque anni fa: il
22 gennaio del 1973 quando fu proclamata la sentenza Roe v. Wade, con cui la Corte Suprema americana, con una maggioranza di 7 a 2, legalizzò di fatto
l'aborto negli Stati Uniti. Le vittime di questa sentenza
sono state, fino ad oggi, 48 milioni, e nonostante il
calo del 25% dell'aborto in Usa, ogni giorno 3000 tra
bambini e bambine concepiti, vengono soppressi
prima di vedere venire alla luce.
Il numero impressionante delle vittime diventa più
atroce se si pensa che la legge che ha permesso l'uccisione di milioni di vite è nata da una bugia.
Jane Row raccontò nel 1973 di essere rimasta incinta dopo essere stata violentata da una gruppo di
sbandati . L'avvocatessa Sarah Weddington montò un
caso giudiziario speculando sul fatto che difficilmente
sarebbe stato possibile rifiutare l'interruzione di gravidanza per una donna stuprata.
Si è scoperto poi che Jane Row, non è mai esistita.
La donna in questione si chiama Norma McCorvey, non
è mai stata stuprata e non ha mai subito un aborto. Al
tempo dei fatti era incinta di una bambina che ha dato
in adozione. E' stata l'avvocatessa Sarah Weddington,
insieme alla lobby pro aborto, che ha utilizzato la
montatura giudiziaria.
E'stata la stessa Norma McCorvey a raccontare la
verità. Dopo una vita molto difficile, la McCorvey è entrata in una Chiesa, ha chiesto perdono per i suoi peccati, si è convertita e ha trovato il coraggio di
raccontare come erano andate veramente le cose.
Indipendentemente da ciò e prima di scoprire la verità, il popolo pro vita americano, composto principalmente da cattolici, ma anche da diversi gruppi cristiani,
ha continuato a battersi per la cultura della vita, ed
oggi negli Stati Uniti la loro voce risuona forte, tanto
è che il tema delle difesa della vita e della famiglia sarà
quest'anno al centro della campagna elettorale per
eleggere il nuovo presidente americano.
Alla March of life c'era Human Life International,
l'Università francescana di Steubenville, la fondazione
intitolata a Terri Schindler Schiavo, le suore Benedettine del New Hamshipre ma anche i Lutherans for Life
e poi i giovani protestanti di "Stand True", i gruppi
quasi punk del “Rock for Life”, le donne che hanno
subìto uno o più aborti, e oggi parlano a favore della
vita "Silent No More”, gruppi metodisti e episcopaliani.
Molto elevata la partecipazioni dei giovani alla
manifestazione. Un segno di opposizione all'aborto
che si ritrova anche nei sondaggi. Secondo un sondaggio Gallup-Newsweek del 2003, infatti, un giovane su
tre fra i 13 e i 17 anni riteneva che l'aborto debba essere sempre considerato illegale, in ogni circostanza.
Il 72% dei giovani lo riteneva "moralmente sbagliato". L'aborto che nel 1973, era considerato una
'conquista civile' irreversibile, viene oggi accusato di
essere razzista dalle popolazioni di colore, mentre i
sentimenti antiabortisti si allargano sempre di più
negli Stati Uniti.
L'editorialista Steve Chapman, sul Washington
Times del 23 gennaio, ha riassunto il cambiamento in
questa formula: ieri si diceva "l'aborto può essere un
male, ma è necessario", oggi si afferma che "l'aborto
può essere necessario, ma è un male".
Nelly Gray, la fondatrice della Marcia per la vita, ha
ricordato che l'evento si svolge volutamente in un
giorno feriale, tra i "Palazzi del Potere" di Washington, per gridare a tutti i "colletti bianchi" dei tre rami
del potere - legislativo, esecutivo e giudiziario - che
l'aborto costituisce un'inaccettabile infamia”.
La March for Life è stata preceduta da tre giorni di
iniziative in difesa della vita: riunioni, scambi di esperienze tra i diversi gruppi e numerosi eventi religiosi,
tra cui una grande Messa celebrata nel Santuario dell'Immacolata Concezione dal cardinale Justin Rigali di
Philadelphia e un'affollata Eucaristia celebrata secondo il Rito Romano antico nella chiesa di Saint Mary
dall'abbé Trauchessec, dell'Istituto di Cristo Re Sommo
Sacerdote.
Messaggi alla manifestazione sono stati inviati da
Papa Benedetto XVI e dal Presidente degli Stati Uniti
George W. Bush.
Il messaggio personale del Pontefice Benedetto
XVI è stata una sorpresa. E' stato letto dal Nunzio Apostolico monsignor Pietro Sambi. Nel messaggio il Papa
ha espresso la sua gratitudine per l'impegno assunto
dai giovani in favore della vita ed ha detto che è di
buon auspicio per la visita che il vescovo di Roma effettuerà a Washington (15-17 aprile) e New York (1820 aprile).
Il presidente Gorge W. Bush non ha mai fatto mancare il suo appoggio ai sostenitori della vita. Anche
quest'anno è intervenuto con un discorso in cui ha
detto tra l'altro: “Voi siete qui perché sapete che tutta
la vita nella sua interezza deve essere protetta. E io
sono orgoglioso di unirmi a voi in questa marcia”.
Il presidente Usa non si è accontentato dei risultati
in merito alla crescita delle nascite e della riduzione
degli aborti, ha detto che “l'America può fare molto
meglio” perché “vogliamo costruire una società in cui
ognuno di noi è benvenuto alla vita e protetto dalla
legge”.
Ai militanti pro life Bush ha detto che “Quest'America è nutrita da persone come voi che parlate in nome
dei più deboli e innocenti. Quest'America è il destino
di un popolo il cui documento fondativo parla di quel
diritto alla vita che è un dono del nostro Creatore, e
non un premio concesso dallo Stato”. Il presidente Usa
ha concluso incoraggiando i militanti pro life ad
“avere coraggio nel dare voce a chi non ha voce”.
ANTONIO GASPARI
37
febbraio 2008
MAMME CORAGGIO
Tonia
sulle orme
di Gianna
E’ morta Tonia Accardo
la donna che aveva rinunciato
alle cure antitumorali
per non far del male
alla figlia che le cresceva in seno.
Una storia per molti versi
simile a quella di Gianna Beretta Molla
recentemente elevata agli altari.
Una storia dal finale tragico
che si capisce e si accetta solo
meditando le parole della stessa Tonia:
“mettere al mondo un bambino
è un dono di Dio
che va protetto sempre,
anche a costo della propria vita”
38
febbraio 2008
Per nulla al mondo
avrei rinunciato a
questo bambino.
Anche mio marito ha
dovuto cedere a
questa scelta fatta
col cuore
omenica 3 febbraio, proprio
mentre in tutta
Italia si celebrava
la XXX Giornata per la
vita, è stato l'ultimo
giorno di vita di una
donna che ha servito e
amato la vita fino alla
D
fine.
E' una storia d'amore, di
amore alla vita quella che vede
come unica grande protagonista
una giovane donna che ha avuto
il coraggio di barattare la sua vita
con quella della creatura che portava nel grembo; leggendo questa storia molti penseranno che
non è una storia a lieto fine, è una
storia triste, ma per chi ha fede
nel Dio della vita, come l'aveva
lei, Tonia, bene comprende che la
sua è una vittoria non una sconfitta, è una precisa scelta d'amore
che intimamente ci porta a ricordare “Non vi è amore più grande
di chi sacrifica la propria vita
……” (Gv.15,13)
Già nei mesi scorsi il nostro
giornale si era occupata di lei, ma
ora che la sua storia è finita sarà
opportuno ricordarla dall'inizio.
Tonia Accardo, era nata nel
1974, una laurea in giurisprudenza, un lavoro sicuro presso lo
Sportello Unico del comune di Ercolano, sposata con Nicola Visciano 37 anni, commercialista, si
erano conosciuti
quando lei
Tonia Accardo,
insieme al marito Nicola
mentre era in attesa di Sofia
aveva quindici anni e lui 21,
sogna,come tutte le donne che ritengono la maternità un dono, di
avere presto tra le braccia un
bambino; donna attiva e di fede,
Tonia si dedica agli altri, partecipa
nella sua parrocchia dello Spirito
Santo ai corsi prematrimoniali per
le giovani coppie e guarda avanti
al suo futuro come lo può fare
una giovane donna di truntuno
anni, da pochi anni sposata; per
due anni però il suo desiderio rimane inappagato nonostante che
avessero tentato in tutti i modi di
avere un figlio.
Ad agosto del 2005 Tonia accusa i primi sintomi della tremenda malattia: inizia per la
giovane donna un lungo e penoso
itinerario sanitario fatto di analisi,
visite specialistiche, Tac, radiografie; alla fine di tutto questo iter, il
tremendo verdetto: “metastasi da
carcinoma epidermoide della
ghiandola salivare sottolinguale”;
è una diagnosi determinante per
intraprendere una immediata terapia di attacco; Tonia affronta,
con il suo carattere forte e determinato, lo schema terapeutico
che i medici le hanno indicato.
Si parte con l'intervento chirurgico che viene effettuato a settembre e, anche se riesce bene,
non è sufficiente per debellare la
malattia; servono cure più forti e
aggressive per distruggere le cellule cancerogene; il primo ciclo di
chemioterapia viene fissato per
ottobre.
Ma proprio in questo mese di
ottobre Tonia scopre di essere incinta: quello che lei e il marito
avevano desiderato per tanto
tempo, si realizza ora, in un momento critico e doloroso; ma lei è
felice al pensiero di quella gravidanza tanto sognata e non pensa
ad altro che a quella piccola vita
iniziata in lei.
Il ginecologo che la segue è categorico e le consiglia fortemente
di interrompere la gravidanza,
perché la vita della donna è in
serio pericolo e i farmaci antineoplastici possono danneggiare fortemente il feto; il rifiuto della
terapia significherebbe la certezza
di una recidiva ma Tonia non ha
un attimo di esitazione e decide
che “mai e poi mai interromperebbe la gravidanza”, “la vita di
mio figlio è più importante della
mia e per nulla al mondo rinuncerei a questo bambino”; ”davanti
al mio entusiasmo, alla mia serenità, al mio ottimismo, mio marito
ha dovuto cedere e sostenere la
mia scelta. Ho seguito solo il
cuore”.
La scelta di Tonia ricorda tanto
quella fatta da una altra mamma
nella sua stessa situazione, Gianna
Beretta Molla, elevata alla gloria
degli altari per il suo totale amore
alla vita; ma anche Tonia ha una
forte fede “Io credo tanto in Dio e
in questi momenti la fede mi sta
dando una grande forza. Nel buio
di questo momento così difficile
ho trovato conforto nella preghiera”, poi aggiunge “questa
scelta mi riempie la vita di ogni
bene... mettere al mondo un
bambino è una cosa straordinaria,
un privilegio assoluto, un dono di
Dio che va protetto sempre, anche
a costo della propria vita”.
Per sette mesi, minimizzando
sempre la sua scelta, Tonia va
avanti così, rifiutando qualunque
cura che poteva essere dannosa
alla vita nascente che portava in
grembo, incurante del male che
progredisce inesorabilmente finché non si presentano le metastasi che le invadono il collo in più
parti ed è importante agire con
immediatezza.
Tonia e Nicola consultano i migliori specialisti italiani senza mai
avvilirsi ma la risposta è sempre la
stessa: la sua vita o quella del
bambino. Prima però di prendere
una decisione definitiva si perde
del tempo prezioso che poi alla
fine di tutta la storia risulterà fatale.
Si prende di nuovo la strada
della Fondazione Pascale, l'Istituto
dei tumori di Napoli in cui già era
avvenuta la prima operazione e
dove l'equipe del dottor Franco
Ionna , primario del reparto di
Otorinolaringoiatria-maxillofacciale, accetta di condividere la
scelta di Tonia, anche se per l'intervento si dovranno adottare
molte precauzioni per fronteggiare anche l'ipotesi di un parto
cesareo; il direttore generale dell'Istituto, Mario Santangelo,
chiede e ottiene tutte le autorizzazioni burocratiche necessarie
dato la particolarità delle circostanze e nell'Istituto viene preparata anche una camera prenatale.
L'intervento dura cinque ore e alla
fine viene asportata la neoplasia
che si era estesa invadendo tutto il
collo. L'operazione è riuscita ma
ora è necessario immediatamente
iniziare le cure radioterapiche.
La donna , giunta al settimo
mese di gravidanza, accetta di far
nascere sua figlia col parto cesa-
39
febbraio 2008
reo; il 10 giugno 2006 nasce a Villa
Betania, una clinica della periferia
orientale di Napoli, una bella
bimba anche se prematura, di 33
settimane e un chilo e 800
grammi di peso che Tonia e Nicola
chiameranno Sofia come la Loren
“…una donna forte che ha lottato con grande coraggio per
avere i suoi figli”.
Ora Sofia ha un anno e mezzo
e con il suo papà ha detto addio
alla sua mamma che si è spenta
nella sua casa di Torre del Greco,
domenica 3 febbraio 2008, Giornata per la Vita…….
Poche
ore
prima
di
morire,”madre coraggio” ha fatto
per l'ultima volta il bagnetto a sua
figlia,e “mi ha salutato serena
”dice il marito Nicola tra le lacrime, ”regalandomi un piccolo,
delicato gesto che mi tengo segreto e che racconterò a Sofia
quando sarà più grande...”
Una storia d'amore quella di
Tonia,di amore assoluto e totale
alla vita nella pienezza dei significati più profondi, un grido silenzioso
nella
notte
buia
dell'egoismo, del relativismo.
La piccola Sofia, crescerà senza
le carezze della sua mamma ma sicura che lei le sarà sempre accanto
a vegliarla ed amarla perché Tonia
non solo l'ha desiderata con tutta
se stessa ma le ha donato la vita
due volte insegnandole silenziosamente tutto quello che altri bambini non avranno mai.
PAOLA MANCINI
40
febbraio 2008
Tre storie
di ordinario
amore
F
rancesco sorride, i suoi dolci
occhi sono fissi sul dono che
ha ricevuto. Sorretto dalle
braccia della madre ogni
tanto solleva lo sguardo e si guarda
intorno.
Francesco è un bambino down
ed ha ora sei mesi di vita. E' uno dei
pochi sopravvissuti alla diagnosi prenatale. Di fronte a lui c'è il papà che
lo guarda con uno sguardo che è un
misto di tenerezza e di fortezza. E'
come se volesse dirgli “puoi contare
Francesco, ha sei mesi
sul mio amore e sul mio sostegno”.
Immacolata, la mamma l'ha fortemente voluto. Prima di accorgersi di aspettarlo ha
avuto due incidenti stradali seri, ma grazie a Dio non
ci sono state conseguenze. “Pensavo che tutto ciò era
dovuto al fatto che Francesco doveva vivere. Mi sono
accorta di aspettarlo quando ero al terzo mese di gravidanza. Il primo controllo ecografico ha evidenziato
subito che c'era un ispessimento della plica della nuca,
segno di sospetto della sindrome di Down ”.
Questi bambini presentano un'alta incidenza di
malformazioni cardiache. In effetti l'ecocardiografia
fetale ha dimostrato l'esistenza del canale atrio ventricolare unico, per cui Francesco è in attesa di essere
operato presso l'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di
Roma.
Nel marzo scorso in occasione del Convegno annuale di Scienza&Vita della provincia di Frosinone che
si è tenuto a Sora, il programma prevedeva una tavola
rotonda dal tema: “Tante madri, tanti amori”. Testimonianze di donne con situazioni significative riguardo alla maternità. C'era Maria Frati presidente
della casa di accoglienza di Viterbo, Pia Mancini che
ha costituito una casa per decine di bambini handicappati, Tiziana Trivellino madre di undici bambini, Maria
Teresa Di Vizia che ha adottato due bambine.
Quando Immacolata ne venne a conoscenza manifestò alla propria ginecologa il desiderio di poter esprimere la propria esperienza che fu immediatamente
accolta.
“Di fronte
alla diagnosi
di attendere
un bambino
Down, scatta
immediatamente l'indicazione
di
consultare il
medico abortista. Quando
mi trovai di
fronte a lui,
provai
un
senso
profondo di disagio. Certo è
stato difficile reagire ma ho trovato
sostegno in mio marito e nei
miei due figli più grandi di 21 e 25 anni. Mi hanno incoraggiato dicendomi - mamma ci siamo anche noi e così Francesco è con noi ed è la gioia non solo della
casa ma di tutto il condominio”
Francesco è sempre nelle braccia della sua mamma.
Le sue mani, il suo volto, le sue parole, il suo esempio
sono una lezione di vita.
VITTORIA è una bambina di quindici giorni. Ha un
nome un po' desueto nei nostri
tempi. Fa pensare ad altre
epoche, ad altre
situazioni.
La
mamma lo sa
bene e non tarda
a dirci il perché
di questo nome.
“Il nome Vittoria
è stato scelto
perché è stata
Vittoria a quindici giorni
vinta una battaglia: quella per la
vita. Ero già incinta quando mi sono accorta di avere
un nodulo al seno. Ho consultato un ginecologo il
quale dopo l'esame ecografico mi ha subito consigliato di abortire perché era necessario l'intervento
chirurgico con l'anestesia generale e poi sarebbe stata
necessaria la chemioterapia. Ma queste indicazioni peraltro perentorie non mi convincevano. La bambina
era dentro di me e non potevo pensare di disfarmela.
Ho allora consultato un altro ginecologo del Gemelli,
il quale mi ha proposto di aspettare il quarto mese di
gravidanza, per consentire alla bambina di crescere e
quindi di fare l'intervento di asportazione della mammella con lo svuotamento dei linfonodi ascellari. Ho
fatto l'intervento e al
nono
mese
Vittoria è nata
e la cosa straordinaria è
che il tumore
è benigno”
Nel raccontare questa
sua
avventura
Simonetta
mostra un
sano
e
santo orgog l i o .
Guarda la sua bambina
Vittoria con uno sguardo che solo una mamma può
esprimere. L'ascoltano gli altri due figli Daniele e Gabriele che si contendono la piccola mentre il papà
Fabio osserva il tutto in un religioso silenzio ma con un
sorriso carico di gioia. Due vittorie entrambe per la
vita: quella di Vittoria che ora vive, quella della sua
mamma che può con totalità dedicarsi ad essa.
Una vita quella di Vittoria “conquistata” con il coraggio che nasce dall'amore.
“L'OPERA NASCE da alcune emozioni provate durante la mia gravidanza» Spiega Luisa mancini. Durante i primi mesi non sapevo di avere due gemelli
eterozigoti e quando ho avuto una minaccia di aborto
con una gran paura… Fortunatamente il cuoricino di
uno dei due bambini ha continuato a battere, anche
se in modo debole. “Trionfo della vita” nasce proprio
da quei ricordi, da quelle sensazioni.
Il fondo è nero come quello che vedevo attraverso
le ecografie, le mani rappresentano quelle mie e
quelle di mio marito,ma anche simbolicamente di
quelle dei medici che mi hanno seguito ; il girasole
rappresenta il sole, la vita mentre tutti quei ghirigori
luccicanti sono le esplosioni di gioia nel vedere il mio
bambino che cresceva sempre più forte e caparbio….
Voleva vivere e noi volevamo che vivesse!
Anche se ancora tutt'ora dopo ben sei anni conservo ancora le ecografie dove c'è il cuoricino che non
batte più.”
GIANNI ASTREI
41
febbraio 2008
SCIENZA NEMICA
Il ritorno
degli
stregoni
La notizia, come capita spesso
di questi tempi, arriva dall’Inghilterra
e come ancora più spesso succede,
è tutta da verificare.
Nella sostanza i ricercatori
sarebbero riusciti a creare
un nuovo patrimonio genetico
(cioè un nuovo individuo)
dal Dna della sola madre.
Sarebbero riusciti, insomma,
a fecondare l’ovocita con
altre cellule somatiche della madre.
Tutto da verificare, dicevamo, ma
intanto proviamo a fare delle ipotesi
sulle conseguenze che avrebbe
una procedura di questo genere
42
febbraio 2008
a notizia, che viene dalla
rivista britannica New
Scientific e secondo cui in
Inghilterra si sta realizzando la possibilità, sperimentata per ora soltanto sui topi, di
una riproduzione senza padre
anche per l’uomo, non è solo
sconvolgente di per sé, non solleva soltanto gravissimi problemi
medici ed etici, ma preconizza
addirittura l’avvento di una «società senza padri». Assai prima,
però, di questo effetto prevedibile, ma ancora lontano e di cui
ci occuperemo nel prossimo numero, è necessario esaminare il
progetto britannico sotto i profili della medicina e della morale.
In sintesi: da una cellula staminale ricavata dal midollo
osseo di una donna e con un particolare pro cedimento si ottiene
uno “spermatozoo femminile” e
con questo si feconda un ovulo
della medesima donna.
Risultato: nasce una bambina
«clone» della mamma, con il patrimonio genetico (XX per una
femmina) dato
dalla stessa persona. La stessa
tecnica
può
anche permettere la nascita di
una bambina da
due donne. Se
l’esperimento
L
Struttura a doppia elica del Dna
sull’uomo dovesse riuscire, ci troveremmo davanti a una nuova
forma di fecondazione artificiale: tutta ancora da verificare,
ma, in ogni modo preoccupante
negli scopi che si propone.
La paternità resterebbe solo
un retaggio culturale di altri
tempi, la procreazione non sarebbe più l’incontro tra due persone, che si amano e si donano
l’uno all’altra, anche coppie di
donne omosessuali potrebbero
avere un figlio biologicamente
proprio. Se poi – come qualcuno
ipotizza – si riuscisse a ottenere
anche la trasformazione in
“ovulo maschile” di una staminale ossea maschile, anche le
coppie omosessuali maschili potrebbero avere un “figlio” clone,
ovviamente con l’impiego di un
“utero in affitto” in cui l’ipotetico embrione andrebbe impiantato.
«Queste considerazioni – dice
una nota del Sir, l’Agenzia di informazioni della Cei – sollevano
gravi riserve morali, che trovano
la loro forza non in motivazioni
di fede, ma nella stessa ragione
umana: essa non è solo scientifica, ma è anche etica, nel senso
che è capace di valutare se una
ricerca compiuta sul mondo animale debba essere trasferita all’uomo. La ragione fa capire che
ci sono ottime ragioni perché la
procreazione resti un fatto
umano e non sia un mero evento
biologico. Ai ricercatori inglesi la
comunità internazionale dovrebbe chiedere con forza di fermare una pratica che è contro
l’uomo e dedicarsi ad altri ambiti, che urgono maggiormente,
come quello del superamento
delle cause che conducono alla
infertilità. Questo sarebbe un
reale servizio alle donne e alle
famiglie».
Su questi aspetti si è pronunciata anche “Scienza & Vita” con
un comunicato che parla di «una
nuova tappa nel processo di clonazione, con l’obiettivo dichiarato di separare la procreazione
dalla relazione affettiva e sessuale tra uomo e donna, per
farne sempre più un feticcio
ideologico e un grande business».
In sostanza – osserva l’Associazione – gli scienziati britannici
hanno scelto la strada della produzione di embrioni «con patrimonio genetico sostanzialmente
identico. In questo caso solo
della donna, che sarebbe al
tempo stesso madre e padre».
Scienza&vita sottolinea «l’innalzamento altissimo del rischio di
profonde alterazioni nella regolazione dei geni, con la possibilità, per nulla remota, della
nascita di bambini con forti ritardi mentali e altre gravi anomalie. Ci troveremmo, dunque,
dinanzi ad una tecnica che, nel
trasmettere all’embrione il patrimonio genetico di un solo individuo, in questo caso solo la
madre, porterebbe con sé ricadute mediche gravissime».
Alle questioni scientifiche
vanno poi aggiunte tutte le ripercussioni di ordine psicologico
e relazionale: «La prospettiva di
una riproduzione che non si avvale più dell'uomo e della donna
priva l’essere umano di quei legami che si realizzano all’interno
di una coppia e che sono a fondamento non solo della famiglia,
ma anche della chiamata all’esistenza di una nuova vita umana.
La differenza-complementarietà
uomo/donna non esisterebbe più
e la scissione coniugalità-procreazione e coniugalità-genitorialità diverrebbe completa».
Infine, «dal punto di vista antropologico si verifica una lacerazione tra generazione sessuale e
genealogia della persona. Con il
totale sconvolgimento delle relazioni fondamentali della persona
umana: filiazione, parentela e
genitorialità. In sostanza, un incubo esistenziale».
A onor del vero, le reazioni
della stampa italiana sono almeno di perplessità. Sul Corriere
della sera, la giornalista Rai
Bianca Berlinguer, volto del Tg3,
dichiara: «Avere una mamma e
un papà è diritto di ogni bambino». Carlo Alberto Redi, Accadenico dei Lincei e genetista
dell’Università di Pavia, parla, su
La Stampa, di «mostri della
scienza spettacolo».
43
febbraio 2008
SCIENZA NEMICA
Anche il terrorismo
Gli organi già oggi
rimpiazzabili con
le staminali adulte
secondo
Repubblica
del 14 gennaio
le date sono importanti. Lunedì 14 gennaio: arriva su Repubblica una grossa notizia che occupa
tutta una pagina: «Batte il cuore creato in laboratorio». Nel titolo non c'è scritto, ma nel testo sì:
si tratta di un cuore di topo ricostruito in laboratorio con
cellule staminali adulte del medesimo animale e «in prospettiva, agli uomini in attesa di un trapianto potrebbe
essere applicato un cuore trattato con le proprie cellule
staminali». E inoltre: «Grandi speranze da un esperimento davvero semplice». Naturalmente ci vorranno
anni di studi ed esperimenti, ma la strada è stata trovata. Questo è un ulteriore successo ottenuto con cellule adulte. Il confronto con le cellule staminali
embrionali, con le quali, sostanzialmente, non si è ancora concluso nulla, ma delle quali si insiste (ideologicamente) a parlare come di una panacea universale, è
inevitabile.
Martedì 15: tutti i giornali riportano una notizia allarmante: il laboratorio di studio sulle cellule staminali
adulte del prof. Vescovi all'Università di Milano Bicocca
è stato sabotato nella notte tra l'11 e il 12. Qualcuno è
entrato scassinando la porta, ha identificato, tra molti, il
L
Cantelmi A
alla gogna
mediatica
44
febbraio 2008
lla fine di dicembre un falso giornalistico di
Liberazione, il quotidiano di Rifondazione comunista, è stato ripreso in modo sorprendentemente acritico da quotidiani ritenuti seri
(Unità, Repubblica, Stampa), da agenzie, siti web,
blog, radio e montando un “caso” tutto artificioso.
Un giornalista di Liberazione ha raccontato di essersi
finto omosessuale, di aver bussato allo studio medico
di uno psichiatra e poi sul giornale ha denunciato su
due pagine che quello lo voleva... curare: «Mi sono
finto gay ed ho scoperto una rete cattolica clandestina che fa terapie forzate ai gay».
Naturalmente era tutto falso: persino che si fosse
presentato come gay, perché, invece, allo psichiatra
ha dichiarato una serie di abusi subiti e di essere in
crisi nel suo matrimonio. Al termine di un accurato
studio psicodiagnostico e, sulla base dei suoi racconti,
non è stata diagnosticata l'omosessualità, ma una
condizione di immaturità affettiva e gli è stata consigliata una terapia cognitivo-comportamentale.
Poiché il tema dell'omosessualità ha oggi addirittura una rilevanza politica (i gay rivendicano la legalizzazione delle loro “coppie” di fatto, il diritto al
matrimonio omosessuale e persino quello di adottare,
ne abbiamo parlato con lo psichiatra in questione: il
prof. Tonino Cantelmi, docente all'Università Gregoriana e presidente dell'Associazione degli psicologi e
psichiatri cattolici (Aippc), direttore della Scuola di
specializzazione in psicoterapia cognitivo-interpersonale di Roma e infine anche diacono della diocesi di
Roma.
per fermare le staminali adulte
contenitore di idrogeno liquido surgelato che conteneva le linee di cellule staminali adulte, l'ha forzato, aperto e gettato a terra spargendo sul
pavimento anche le colture di cellule cerebrali
umane, alcune colture di cellule per trapianti contro la Sla, cellule del cancro cerebrale in corso di studio e altre ancora.
Sotto l'aspetto economico il danno si aggira sul
mezzo miliardo di euro, ma assai più grave è il
danno scientifico, per motivi intuitivi. Per fortuna
Vescovi ha potuto salvare alcune importanti colture
per esperimenti che dovranno essere fatti all'ospedale di Niguarda e al Centro “Brain Repair” di Terni
per la cura del cervello. Con Vescovi lavorano ventidue giovani ricercatori: anch'essi hanno visto andare
in fumo mesi di lavoro, che - dice Vescovi - li impegna
con abnegazione per 14 e anche 16 ore al giorno».
Null'altro è stato toccato nel laboratorio nonostante
vi fossero vari altri contenitori anch'essi con materiale biologico prezioso.
Come spiegare questo atto di sabotaggio e la sua
vicinanza temporale con l'annuncio delle concrete
prospettive offerte dalle staminali adulte (negli ambienti scientifici la promettente ricerca sui cuori di
topo era sicuramente nota da tempo) e la costante
delusione delle ricerche sulle staminali embrionali se
non un'inedita forma di terrorismo staminale? Conferma questa ipotesi anche il fatto che Vescovi sa di
essere nel mirino da quasi tre anni: «Da quando, cioè
presi posizione, da laico, contro la ricerca sulle cellule staminali embrionali in vista del referendum
sulla legge 40. Da allora ho subito ostracismi e minacce».
Sembra evidente che i successi già ottenuti con le
staminali adulte - diversi parti del corpo umano ricostruite con cellule prelevate dagli stessi malati - mettono fortemente a rischio (e su diversi piani:
scientifico, economico e anche politico) i capitali finanziari e umani impiegati nella, finora inutile, ricerca sulle staminali embrionali. Tra l'uccisione degli
embrioni umani perpetrata per ricercare successi
scientifici e la devastazione dei laboratori giudicati
pericolosamente “concorrenti” il nesso è abbastanza
evidente.
Si è trattato di un falso
giornalistico che, per quanto
riguarda i giornalisti, ci saremmo aspettati che venisse
censurato almeno dal nostro
ordine professionale. E lei,
professore, che ne è stato
vittima, che dice di questa
esperienza e quale giudizio
esprime su questo tipo di
giornalismo?
Quello che più mi sconcerta è la modalità del tutto acritica con cui la
stampa ed i media in generale
Tonino Cantelmi
hanno accolto una inchiesta dal
tono evidentemente diffamatorio: è
bastata una parola magica, “gay”,
perché tutto assumesse significato. In altri termini è
bastato far intendere che qualcuno contestasse in
qualunque modo la visione gay del mondo per scatenare una caccia alle streghe. La gogna mediatica è il
rogo dei nostri giorni.
Lei, prof. Cantelmi, ha replicato con molta
moderazione e signorilità, da scienziato,
anche in rete. Negli articoli che ha pubblicato
specialmente sul quotidiano Avvenire lei
parla di “sofferenza”. Al contrario il mondo
degli omosessuali ama autodefinirsi “gay”,
cioè persone gaie, gioiose proprio in virtù della loro condizione.
Questo è un punto importante:
l'orientamento omosessuale deve
per forza coincidere con la condizione gay? In altri termini: è proprio
vero che ogni omosessuale deve essere considerato gay? Io posso dire
che molti omosessuali non si riconoscono nella definizione gay, che è
una visione sociopolitica dell'omosessualità. Ma il problema diventa
ancora più spinoso: davvero non ci
sono persone omosessuali che vivono problematicamente questa
condizione e non intendono assumere la condizione di gay? Ebbene,
ci sono e la loro sofferenza non è sempre spiegabile in
termini di omofobia interiorizzata. Questa condizione
ha una diagnosi scientifica ufficiale: “sessualità egodistonica” e, come su Avvenire ha ricordato il prof.
45
febbraio 2008
Anche l’esaltazione delle relazioni omosessuali
va inserita nel contesto della più ampia crisi
della relazione interpersonale.
Un processo, al termine del quale l’uomo finirà
per essere l’amante di se stesso
Risé (Claudio Risé insegna Sociologia dei processi culturali all'Università di Scienze di Varese e si occupa di
Psicologia analitica - N.d.R.) è degna di ricevere aiuto
terapeutico. Sarebbe grave pensare che esista una sofferenza giusta (quella riferibile all'omofobia) ed una
sofferenza ingiusta, da negare e da condannare
(quella di coloro che vivono in modo egodistonico il
proprio orientamento sessuale).
La condizione o l'orientamento omosessuale
vanno considerati anche in relazione al
grande tema della trasmissione e della cura
della vita, se non altro per la scelta che queste persone fanno di una sterilità assoluta,
volontaria e permanente. Qual è in proposito
il pensiero di un medico della psiche? E per
giunta credente come lei?
Qualcuno ha scritto che questa è l'epoca della “sessualità senza”. Oggi infatti la sessualità può essere senza
relazione (occasionale), senza amore (edonistica),
senza vita (sterile). Quello che impressiona, però, è che
un gran numero di ricerche sulla cosiddetta psicologia
del benessere denunciano un problema: il tasso di infelicità dell'uomo d'oggi è invariabilmente più alto
nelle società apparentemente più libere. Alcuni psichiatri americani hanno riferito il tasso di infelicità alla
rinuncia a relazioni “generative”. Siamo sicuri che la
strada di una apparente libertà sia quella giusta? O
forse dovremo usare le parole in modo diverso e dire
che nella società dei “senza” l'uomo si impoverisce,
anche se apparentemente è più ricco?
C'è anche un altro aspetto dal quale, sempre
nel medesimo ambito, si deve guardare all'omosessualità: è quello del rifiuto dell'alterità, vale a dire del valore della differenza e,
46
febbraio 2008
insieme, della complementarità insiti nel concetto e nella realtà della sessualità. Un valore
che non solo arricchisce il genere umano, ma
gli consente la trasmissione della vita e la
continuità.
Assistiamo alla più clamorosa crisi della relazione interpersonale: siamo arrivati alla virtualizzazione della
relazione e dell'amore grazie alle nuove tecnologie digitaliche. È vero: la relazione con un altro da me è una
relazione difficile e conflittuale, ma è l'unica strada
per crescere. Tutto, anche la incredibile esaltazione
delle relazioni omosessuali, va inserito in questo contesto della più ampia crisi della relazione interpersonale. Lo preannunciava Hillman (James Hillman è uno
psicanalista euroamericano - N.d.R.): la relazione sarà
sostituita da nuovi paradisi telematici sempre più affascinanti, dove l'uomo sarà l'amante di se stesso.
È forte, in questi tempi e per motivi esclusivamente ideologici, la “domanda” di “matrimonio” omosessuale o, quanto meno, della
normalizzazione anche della coppia di fatto
omosessuale. Molti gay rivendicano anche il
diritto di adottare. Ci possono essere motivazioni più sostanziali di quella, del tutto artificiosa e infondata, di un “diritto”e quali ne
potrebbero essere gli effetti nella vita e nella
rete delle relazioni sociali?
Ritengo che la famiglia sia il luogo insostituibile della
crescita e dello sviluppo della persona e per famiglia
intendo quella composta da un uomo ed una donna.
Sicuramente oggi ci sono studi che tenderebbero a
smentire questa mia affermazione, ma si tratta di un
problema molto più ampio e gli studi sul benessere e
lo sviluppo dei bambini in contesti atipici dovrebbero
essere svolti su più generazioni. Insomma, come al solito, si tende ad accreditare tesi su dati assolutamente
incompleti, interpretati in modo ideologico.
Rimane invece saldo il contributo di innumerevoli
ricerche che evidenziano come la famiglia composta
da un padre e da una madre sia in assoluto il luogo
privilegiato per lo sviluppo della persona.
CASE DI ACCOGLIENZA
Belgioioso
“creatura”
di don Leo
a casa è nata su iniziativa di don Leo Cerabolini.
Nella seconda metà degli anni '70, mentre era
parroco di Belgioso, alcune ragazze si rivolgono
a lui per essere aiutate a portare avanti una gravidanza che la loro famiglia non intende accettare.
Don Leo intuisce allora che solo avendo una casa
dove dare ospitalità a queste ragazze può impedire
che esse siano costrette ad abortire. Egli chiede quindi
a mons. Angioni, vescovo di Pavia, di poter utilizzare
una villa lasciata in eredità alla diocesi dal dott. Vigo,
farmacista di Belgioiso. E' in questo modo che il 12
Maggio 1979 inizia l'attività della Casa di accoglienza
alla vita, una realtà che originariamente rivolge la sua
attenzione alle ragazze madri, ma col passare del
tempo amplia e diversifica notevolmente il proprio
ambito di intervento nel campo socioassistenziale.
La Casa è da sempre impegnata nella formazione a
difesa del valore della vita umana attraverso l'organizzazione di manifestazioni, dibattiti e iniziative a vari
livelli (tra cui spiccano l'annuale "Festa della Vita" e
l'assegnazione del "Premio in difesa della Vita" e attraverso l'organizzazione di veglie di preghiera e fiaccolate per la vita a livello diocesano ).
Chi sono, oggi, gli ospiti di Belgioiso?
- Ragazze madri assistite sia durante la gravidanza
sia nel periodo successivo al parto.
- Mamme con bambini in situazione di disagio sociale, abitativo, familiare.
- Minori di età compresa tra 0 e 12 anni che sono
stati allontanati dalle famiglie su disposizione dell'Autorità giudiziaria.
L
LE CASE PER LE MAMME. La casa di accoglienza gestisce diverse comunità per mamme e bambini dislocate in differenti unità abitative a Belgioso e a
Copiano.
Dal punto di vista strutturale, esse presentano caratteristiche ampiamente diversificate: si tratta di ville,
appartamenti, gruppi di appartamenti. Le mamma e i
47
febbraio 2008
Vediamoci a Firenze
ome ha scritto recentemente Carlo
Casini il Movimento per la vita ha
espresso fin dall’inizio l’adesione alla
grande moratoria lanciata da Ferrara.
E non poteva essere diversamente, dato che
il parallelo tra pena di morte e aborto ci è
sempre appartenuto. Si può dire, perciò, che
il Movimento per la vita da sempre è per la
“moratoria”. Difatti, non a caso, il dibattito
suscitato da Ferrara ha messo in luce la nostra più che trentennale opera.
Compito dei movimenti è non far spegnere la fiammata suscitata da Ferrara ed
anzi utilizzarla come forza propulsiva per le
iniziative già lanciate dal Movimento in
modo da dare ordine, durata, efficacia pratica alla sensibilità nuova che improvvisamente si è manifestata.
Per questi motivi è necessario, da giovani
amanti della verità e dell’umanità, offrire il
C
bambini accolte vi conducono vita comunitaria, condividendo con gli altri ospiti l'uso di locali comuni
(cucina, sala da pranzo, soggiorno ecc.) e disponendo
di ambienti riservati ad un uso individuale (camera
da letto).
Il livello di autonomia delle singole ospiti varia a
seconda della comunità, delle sue caratteristiche
strutturali e del modo in cui è organizzata la gestione della vita quotidiana: si può passare dalla vita
comunitaria vera e propria (ad esempio nella comunità alloggio Villa Gianna) a situazioni in cui le
mamme ospiti godono di una certa indipendenza, in
funzione del diverso grado di autonomia e responsabilità loro concesse nell' ambito del progetto individuale (Casa Angioletta, Casa Dante e Maria, Casa
Riccardo).
LE CASE PER I BIMBI. Le comunità alloggio che accolgono minori sono appartamenti situati a Bolgioso
e a Copiano in cui si vuole assicurare ai bambini ospiti
- che solitamente provengono da situazioni di vita
familiare altamente problematiche - una esperienza
di vita "normale", aiutati dalla costante presenza ac-
48
febbraio 2008
nostro contributo per la causa della vita e per
la crescita della nostra associazione. Approfittando dell’invio del programma definitivo,
vi scrivo chiedendo la vostra partecipazione
qualificata e qualificante al Life Happening
fiorentino. La scelta di Firenze non è un caso,
perché a questa città è legata tanta parte
della storia del Movimento. Ma è con lo
sguardo rivolto al futuro che, a 30 anni dalla
legge sull’aborto, proprio da Firenze vogliamo lanciare un “nuovo appello ai giovani
per partire dall’uomo”. Il prossimo Life happening Vittoria Quarenghi, sarà dal 2 al 9
agosto 2008 in Calabria. La proposta formativa e di amicizia del Life Happening può essere un prezioso strumento a servizio dei Cav
e dei mpv, infatti la scelta di scommettere sui
giovani porta sempre ottimi frutti, come possono testimoniare i Cav e mpv che ne hanno
fatto esperienza.
canto a loro di due figure di riferimento educativo e
affettivo, una femminile e l'atra maschile. Al termine
della loro permanenza in comunità questi bambini
potranno rientrare in famiglia o essere inseriti in una
nuova famiglia affidataria o adottiva nel caso in cui
non fosse possibile risolvere i problemi che hanno
motivato l'allontanamento da casa.
OPERATORI DELLE STRUTTURE. All'interno delle
strutture socio-assistenziali gestite dalla Casa di Accoglienza operano diverse figure professionali: anzitutto responsabili educati vi, ai quali spetta il
compito di organizzare la vita quotidiana all'interno
di ciascuna comunità, mantenere i rapporti con gli
operatori sociali di riferimento, e soprattutto seguire
dal punto di vista educativo le mamme e ei bambini
accolti nella casa.
A queste figure si affiancano gli psicologi, la cui
presenza garantisce il necessario sostegno alle
mamme e ai bambini ospiti attraverso colloqui individuali e incontri di gruppo con le mamme. Sono presenti due neuropsichiatri infantili che si occupano
delle valutazioni psicodiagnostiche dei minori e della
supervisione dei responsabili e degli educatori.
La Casa si avvale inoltre della collaborazione di
due infermiere professionali e di ausiliari socio-assistenziali e di numerosi volontari, i quali assicurano
una presenza qualificata grazie alla frequenza a corsi
di formazione di base e a incontri di aggiornamento
e formazione permanente.
LO SPIRITO DELLA VITA
Chi accoglie
i bambini
accoglie me
a questione di fondo della
questione antropologica,
cioè della riflessione e del
dibattito sulla dignità e il
rispetto della vita umana, è riconoscerne il valore assoluto e perciò intangibile.
Tale valore è immediatamente
percepito nel volto di un bambino che ti guarda con l’arcana,
limpida bellezza della sua anima
innocente: lo è di meno (psicologicamente) all’occhio dell’osservatore cui è concesso guardare al
microscopio di un laboratorio un
embrione umano vivo, il quale
non ha volto ma che comunque
può essere chiamato “bambino”
osservandolo con uno sguardo
diverso da quello degli occhi.
Appare allora chiaro che il valore della vita, non potendo essere condizionato dall’emotività
psicologica, deve basarsi, per rimanere intero ed inviolabile sempre
(dall’aurora
del
concepimento al tramonto della
morte naturale), sulla verità
“tutta intera” dell’uomo, di ogni
essere umano concepito sotto il
cuore della madre. Tale verità è la
sola che permette di riconoscere,
con immenso stupore, il valore
infinito della vita umana.
L’evangelista Giovanni ha rivelato questa verità antropologica
in cinque parole: “IL VERBO SI
FECE CARNE” (Gv 1,14), mentre
l’evangelista Luca ne ha dato un
annuncio ancora più breve, an-
L
nuncio che sembra in special
modo indirizzato alla donna, ma
che coinvolge inseparabilmente
anche l’uomo: “CONCEPIRAI UN
FIGLIO” (Lc 1,31).
Ecco: questo “VERBO”, questa
“CARNE”, questo “FIGLIO” appena concepito, è anzitutto il figlio di Dio che si è fatto uomo,
Lui il divino Bambino che abbiamo adorato a Natale mentre
giaceva sopra una mangiatoia.
Ma Dio, che sino al concepimento si è fatto figlio dell’uomo,
si è fatto ogni uomo concepito,
dal momento che l’umanità assunta e redenta da Gesù Cristo è
“la polpa” comune di ogni frutto
del grembo umano.
Il valore della vita è un assoluto antropologico, ma tale affermazione non coglie l’intera vita
umana, la quale è una verità soprannaturale, umana e inseparabilmente divina. E’ lo splendore
di questa Verità, rivelata dalla Parola di Dio che fonda il valore assoluto e divino dell’uomo, sin dal
primo istante della sua esistenza
nel grembo, quando il Padre
Creatore infonde il lui l’anima immortale.
Così il rispetto della vita
umana, di ogni vita, riguarda
sempre, che lo si riconosca o no,
Colui che ha detto: “CHI ACCOGLIE UNO SOLO DI QUESTI BAMBINI IN NOME MIO, ACCOGLIE
ME” (Mt 18,5); “IN VERITA’ VI
DICO: OGNI VOLTA CHE AVETE
49
febbraio 2008
Due minuti per la vita
na campagna per promuovere la ste tra i mezzi, numerosi e potenti, di cui
Grande preghiera per la vita che ha sono dotate le forze operanti a sostegno
preso il via il 7 ottobre 2005. “Due della cultura della morte e quelli di cui diminuti al giorno” è lo slogan. Due spongono i promotori di una cultura della
minuti per recitare una Salve regina, la pre- vita e dell’amore. M noi sappiamo di poter
ghiera finale dell’Evangelium vitae, un An- confidare sull’aiuto di Dio, al quale nulla è
gelo di Dio ed un Eterno riposo.
impossibile”.
Per richiedere ulterori informazioni, coIl progetto è quello di trovare almeno
150mila persone che ogni giorno partecipino municare la propria adesione ed essere
alla Grande preghiera richiesta da Giovanni iscritti alla newsletter di aggiornamento è
possibile scrivere a info@duemiPaolo II. 150mila, un numero vinutiperlavita.org oppure telefocino a quello degli aborti che
ogni anno - tra legali e clandenare al 328.1152.945.
L’adesione deve avvenire costini - si verficano in Italia.
municando nome, cognome, loGli organizzatori sono sicuri
calità e provincia.
che questa preghiera serva effettivamente a difendere la vita. Lo
E’ possibile aderire anche a
nome delle proprie associazioni,
confermano le parole dell’Evan- Il logo della campagna
movimenti o gruppi parrocgelium vitae: “E’ certamente di preghiera
Due minuti per la vita
enorme la sproporzione che esichiali.
U
FATTO QUESTE COSE A UNO DI
QUESTI MIEI FRATELLI PIU’ PICCOLI, L’AVETE FATTO A ME” (Mt
25,40) (Enciclica “EVANGELIUM
VITAE”, di Giovanni Paolo II, n°
104)
P. ANGELO DELL’ANNUNCIAZIONE
Carmelitano Scalzo
50
febbraio 2008
Il Servizio di accoglienza alla vita del Vicariato di Galliera ha prodotto,
come tutti gli anni, uno strumento per spiegare ai più piccoli il senso del
messaaggio della Giornata per la vita.
Per informazioni: Via Ramponi 3, 40016 San Giorgio di P. - BO
Tel e Fax: 051/893102- C/c postale 20433405
Scarica

La legge 194 non è più l`ultimo tabù