Carla Fleischli Caporale
La scienza dello Spirito
www.evolutivity.info
Una scienza per lo Spirito
Questa sezione l'ho dedicata ad articoli che ho scritto per spiegare con parole più semplici i
concetti che si deducono studiando le scoperte della nuova fisica.
Questi sono davvero interessanti. Non solo perché certamente intriganti, ma perché, in definitiva, queste scoperte stanno sempre più convalidando ciò che le antiche dottrine misticoesoteriche hanno da sempre sostenuto.
In questa sezione gli articoli spesso si assomigliano. Questo è voluto. Ovvero riprendo sovente i
concetti, per riproporli da un altro punto di vista o seguendo un altro filo del discorso. Questo
permette alle persone di comprendere meglio.
In fondo repetita iuvant...
E' importante comprendere in prospettiva, e non solo fissarsi sui particolari.
La quantistica è arrivata a postulare l'esistenza di una realtà omnicomprensiva, che darebbe un
significato, una direzione, all'apprente caos che noi, piccoli menti umane, sperimentiamo.
Questa realtà è un'energia potentissima, probabilmente onnipotente, che si muove secondo un
suo progetto, un suo disegno, a cui dà vita, e la mantiene, attraverso la sua compenetrazione.
Ogni cosa nel creato è permeata da questa energia, persino i sassi ne posseggono - anche se in
diversa qualità!
Per poter usufruire al massimo di questa energia che ci compenetra, dobbiamo mantenere i nostri canali energetici sottili sgombri dalle occlusioni determinate dalle tossine psicofisiche.
Gli articoli di questa sezione:
- L'infinito che ci dà vita
- Materia e coscienza
- Tra scienza e coscienza
- La coerenza di specie
- Il cervello di gruppo
- Simboli sincronicità evoluzione
Nota
In questi miei testi, in modo particolare quelli di questa sezione, cito spesso Alberto Tedeschi ed
Emilio Del Giudice. Ingegnere il primo, con una spiccata predilezione verso la fisica quantistica,
che con le sue ricerche ha creato la Tecnologia quantistica di Biorisonanza Olografica White,
che utilizzo come supporto al metodo dell’Oloquantica. Un metodo questo mio, per sciogliere
le memorie cellulari radicate nell’organismo per andare poi a trasformare il malvissuto, attraverso un’azione della coscienza rigenerata.
Emilio Del Giudice, che oggi è, fra l’altro anche il Responsabile delle ricerche che verificano e
sperimentano il White, è comunque il più noto fisico quantistico italiano, Primo ricercatore
all’INFN di Milano.
L’amicizia che mi lega ad Alberto, e il rapporto che si è sviluppato con Del Giudice, mi hanno
permesso di approfondire a livello filosofico scoperte che altrimenti sarebbero rimaste solo nel
campo dei numeri. Quando invece, dietro ai numeri, c’è sempre un pensiero che mostra la nostra tensione verso l’evoluzione dello Spirito.
In questa sezione trovate così molto degli interventi di questi due ricercatori, che per me sono
diventati una conferma effettiva a quanto da sempre i mistici e gli esoteristi avevano eneunciato.
L’infinito che ci dà vita
Ogni nostra percezione, che sia una di quelle che noi cataloghiamo come interna, oppure una
di quelle esterne, avviene però sempre e comunque all'interno della nostra mente, è un processo neurofisiologico che avviene da qualche parte all'interno del nostro cervello.
Facciamo un esempio: se ci pestiamo un dito mentre martelliamo un chiodo nella parete, noi
sviluppiamo la percezione del dolore nel dito, quando invece è nel nostro cervello!
Noi pensiamo di avere la percezione sensoriale, invece, quello che "percepiamo" è un impulso
del nostro cervello.
E infatti, persone che hanno avuto determinate parti del cervello lese, hanno ben evidenziato di
avere perso la percezione o del dolore o di altro tipo di sensorialità, in base alla parte di cervello
offesa.
Per una qualche ragione ancora sconosciuta il cervello ci inganna, dandoci la percezione di una
realtà che sta fuori di noi, quando invece tutto, ma proprio tutto, viene creato all'interno della
nostra mente!
Quindi la realtà, anche quella che noi crediamo essere là fuori e avere determinate forme e caratteristiche, in un mondo che noi chiamiamo materia, in effetti è semplicemente una proiezione che si crea nel nostro cervello.
La realtà, quella che noi localizziamo là fuori e con determinate caratteristiche, è veramente solo e unicamente dentro di noi. Il nostro di dentro è l'interfaccia con l'infinito che ci contiene!
Tutto avviene ed esiste dentro di noi...
Questa capacità di "spostare" l'attenzione, creando l'illusione che l'oggetto sia localizzato dove,
in effetti, non si trova, è la tipica caratteristica dell'ologramma.
Il cervello è davvero un organo dalla funzinalità che noi ancora non conosciamo. Continuano a
esserci molti enigmi e, per certi versi anche dei controsensi. Se da un lato, come abbiamo visto,
parti di cervello lese possono togliere determinate sensibilità. Dall'altro, però, si è scoperto che,
se asportate alcune zone, normalmente considerate abbinate a certe funzioni, quelle però continuavano a esserci nonostante la menomazione.
Questo ha fatto presupporre che l'intero si ritrova sempre in ogni più piccola parte di un sistema.
Tale constatazione la fece e poi formulò il ricercatore Karl Pribram, un neurofisico-chirurgo austricaco naturalizzato negli Usa dopo essere fuggito dall’occupazione nazista. Pribram scoprì
intorno al 1969 che il nostro cervello funziona in modo olografico (ovvero le funzioni del cervello avvengono in ogni parte di esso e non in singole zone specifiche) e pubblicò i risultati di queste sue ricerche attorno al 1966.
In poche parole Pribram sostiene e dimostra con la sua tesi che le nostre percezioni, i nostri
pensieri consci o inconsci, la nostra memoria, non possiedono in effetti una locazione specifica
nel cervello. Infatti, è stato appurato che persone a cui erano state eliminate parti del cervello,
parti che fino ad allora erano credute la sede di determinate funzioni, continuavano invece ad
averle, nonostante la menomazione cerebrale. In effetti, chi poi convalidò in pieno queste affermazioni, fu un biologo: Paul Pietsch [2], che intorno agli anni ’80 iniziò a sperimentare quanto affermato da Pribram proprio per arrivare a invalidare la sua tesi.
In una serie di oltre 700 operazioni, affettò, girò, mischiò, sminuzzò, sottrasse parti di cervello
alle sue cavie, per poi ripristinare il restante e dimostrare ciò che invece diede ragione a Pribram, ovvero che il comportamento di questi animali non cambiava.
Infatti, la memoria delle loro esperienze, accumulate quando il cervello era ancora integro e che
li portava a comportarsi in un determinato modo, persisteva nonostante il fatto che si ritrovassero solo minime parti di cervello, o anche quando i lobi venivano scambiati!
Ciò che successivamente Pribram constatò, grazie anche a ricerche di altri studiosi, fra cui, in
modo particolare, il fisico statunitense David Bohm, fu che il cervello funziona elaborando solo
delle frequenze. Ovvero la realtà "là fuori" viene percepita, quindi arriva al cervello, sotto forma
di frequenza, prima che di forma. Solo in seguito è trasformata, dal cervello, nella forma che noi
pensiamo essere quella percepita dai nostri sensi.
Questo significa che là fuori, non c'è un mondo come ce lo immaginiamo noi. Ovvero, è un po'
come se, scattando una foto "quantica" a un gruppo di persone attorno a un tavolo, la foto poi
mostrasse solo nuvole indefinite di schemi di frequenze! Dunque quale è la realtà: quella degli
schemi di interferenza o quella tradotta poi in immagini definite sensoriali?
È ovvio a questo punto che Pribram cominciasse a chiedersi se, dopo tutto, i mistici che da
sempre sostenevano come la realtà fosse "Maya", ovvero un'illusione, davvero avessero ragione!
Se noi scomponiamo la materia in porzioni sempre più piccole arriviamo a un punto in cui tutti
gli elementi subatomici: come gli elettroni, i protoni e via dicendo, non presentano più le qualità fisiche che noi attribuiamo agli oggetti della materia.
Questa scoperta scombussolò fortemente i fisici, in quanto tali elementi dimostrarono di potersi
manifestare sia come particella che come onda.
Spieghiamoci meglio: se un elettrone si manifesta come particella è, per così dire, visibile. Se
invece si manifesta come onda, risulta "invisibile". Inoltre, quando un elettrone si manifesta
come onda può compiere cose che, a una particella, sono del tutto impossibili!
La cosa curiosa è che questi elementi risultano visibili quando li si osserva, altrimenti non lo
sono e mantengono la loro forma ondulatoria.
Facciamo un esempio ipotetico. Immaginatevi di far rotolare una biglia su della sabbia e di osservarla mentre rotola lasciando dietro di sé la sua orma. Ora immaginatevi di distogliere lo
sguardo. Certo, tutti noi ci aspetteremmo di vedere la traccia lineare lasciata dal suo rotolare
continuare sulla sabbia, invece, guardando di nuovo, ci ritroveremo che la biglia, sulla sabbia,
mentre noi non la guardavamo, non ha lasciato alcuna impronta!
Continuando questo presunto esperimento di osservare la biglia per poi distogliere lo sguardo,
ci accorgeremmo che la traccia sulla sabbia risulterebbe quella di una linea tratteggiata! Infatti
la biglia diventa visibile, quindi materiale (secondo il nostro concetto di materia), solo quando
la osserviamo. Per la nostra normale logica tutto ciò sarebbe un evidente controsenso, non vi
pare? Ecco perché, per i nostri fisici, tale scoperta fu una vera e propria doccia fredda. Un paradosso che però, vista la chiara evidenza, furono costretti ad accettare!
Questi mutevoli elementi subatomici, sia quelli in forma di particelle che quelli in forma di onda (per cui anche la luce, i raggi gamma, le onde radio, i raggi X) furono definiti "Quanta". Essi
rappresentano la sostanza di base che costituisce l'intero universo.
Fu il fisico danese Niels Bohr a dimostrare che i Quanta diventano esistenti nella nostra realtà
solo in presenza di un osservatore che li "trasforma" (o, usando un linguaggio tecnico, li fa
"precipitare") in particelle, quindi materia per noi misurabile. Secondo Bohr i Quanta fanno parte di un sistema indivisibile in costante fluttuazione e dalle infinite possibilità di fissazione nella cosiddetta materia.
Tuttavia Bohr e colleghi non dimostrarono molto interesse nei confronti di questa constatazione, cosa che invece dimostrò il fisico David Bohm, che approfondì la faccenda, iniziando a considerare quello stato di interconnessione che sembrava esistere fra eventi subatomici, apparentemente privi di relazione.
Bohm individua le qualità di costante fluttuazione dei Quanta, definendoli dalle proprietà "non
locali", ovvero non fisse. Spieghiamoci meglio.
Paragoniamo questa specie di mare invisibile con infinite fluttuazioni di onde a un acquario al
cui interno nuota un pesce. All'esterno di questo acquario sono posizionate diverse telecamere
che filmano quanto avviene all'interno. Se noi non sapessimo che le telecamere riprendono la
stessa situazione, vedendo le immagini, spesso così diverse fra loro, (perché prese dalle diverse
prospettive in cui esse si trovano), noi potremmo anche credere di osservare le foto di diverse
realtà! Infatti, ora il pesce è fotografato di fronte e sullo sfondo osserviamo un determinato paesaggio; con un'altra telecamera è invece fotografato di lato, e lo sfondo, ovviamente, cambia,
visto che la prospettiva da cui si guarda è diversa!
A far precipitare la funzione d'onda è quindi l'interferenza di un altro sistema. Ovvero la presenza di un osservatore che fissa, per così dire, la fluttuazione costante dell'onda, facendo divenire ciò che, fino a prima, era semplicemente una delle tante possibilità. Proprio come se ci trovassimo di fronte a una specie di pellicola di un film dalle infinite e coesistenti possibilità, nel
momento che isoliamo un fotogramma, fermiamo il suo possibile scorrere in altre possibilità e
fissiamo quella determinata immagine, che così diventa "reale" nel nostro mondo (mentre le
altre possibilità continuano però a esistere in un'altra dimensione - il film, dopo tutto, anche se
ne abbiamo estratti dei fotogrammi, è sempre e ancora lì tutto!).
Quello che i fisici quantistici sembrano affermare è quindi che la nostra realtà fisica è semplicemente il risultato della nostra percezione. Ovvero, in base all'esempio della biglia/quanta
lanciata sulla sabbia di uno dei messaggi precedenti, la cosiddetta "realtà" dipende unicamente
da ciò su cui noi ci focalizziamo. Questo diventa così "visibile", diventa cioè una nostra realtà
interna, una nostra convinzione, che poi la mente ci propone ai sensi come se fosse una coreografia esterna.
Secondo questa affermazione sembrerebbe che non esista una realtà "oggettiva" - per lo meno
oggettiva in questo nostro mondo terreno - prima che avvenga la misurazione, cioè prima che
avvenga la presa di coscienza, da parte nostra, del risultato.
E qui la fisica quantistica si spinge addirittura oltre. Infatti afferma che il risultato è sempre determinato dalle aspettative, spessissimo inconsce, del soggetto che "osserva" l'avvenire della
cosiddetta realtà.
Il fisico tedesco Werner Heisenberg, già nel 1927 aveva dichiarato che, a livello subatomico, le
particelle esercitano un'influenza reciproca e, l'influenza derivante dall'osservatore per ciò che
si aspetta o è convinto di trovare, gioca un ruolo determinante nella realizzazione degli accadimenti. Questa visione, così indeterministica, che si distingueva dalla visione deterministica
della fisica ottocentesca, ha dato il nome alla teoria.
"La successiva interpretazione di Copenhagen (detta così in riferimento alla città di Bohr, in cui
operarono anche altri importantissimi scienziati come Heisenberg, Pauli, Born. N.d.a.), rende
'operativo' il principio di indeterminazione affermando che, per poter misurare una caratteristica di un oggetto fisico, occorre necessariamente interagire con esso, e questa interazione
'perturba' inevitabilmente lo stato originario, creando appunto la piccola 'indeterminazione'."
(Fabrizio Coppola, fisico e ricercatore)
Una particolarità "incredibile" dei Quanta è anche quella di effettuare una specie di salto da un
orbitale all'altro, senza effettuare il passaggio in modo graduale.
Spieghiamoci meglio. Gli elettroni gravitano intorno al nucleo atomico in orbite concentriche ovvero, aventi lo stesso centro. Quando si caricano di energia, questi possono letteralmente saltare da un orbita a un'altra più distante, senza effettuare un passaggio graduale. In poche parole "scompaiono" dall'orbita in cui gravitavano, per ricomparire in un'altra.
Questi "salti" corrispondono sempre a un loro stato di maggiore energia, che li porta a caricarsi
e permette loro di emergere quindi in una nuova orbita.
Se ci pensate bene, questo fatto è molto significativo per la nostra vita.
Dato che il comportamento dei Quanta è alla base dell'universo, è chiaro che anche noi esseri
umani, come parte di questo universo, seguiamo le stesse regole con cui si muove il creato. Di
conseguenza, il fatto che un Quanta possa cambiare la propria orbita, dopo essersi debitamente
caricato di energia, senza che gli tocchi percorrere dei percorsi intermedi che lo portino alla
nuova destinazione, ci fa presupporre che anche noi siamo in grado di passare da un modo di
vivere a un altro, senza che per questo dobbiamo percorrere i passi intermedi - se non quelli,
ovviamente, che ci permetteranno di caricarci energeticamente.
Fu Bohm che verso il 1947 scopre che i movimenti apparentemente casuali dei singoli elettroni
producevano di fatto dei risultati globali altamente organizzati e sinergici tra loro. Interi "oceani" di particelle si comportavano come se sapessero cosa altri incalcolabili numeri di particelle
da loro separate stessero facendo, così da trovare, da entrambe le parti, un modo finale di divenire sinergiche tra loro. Questa scoperta gli fece dedurre che esiste una realtà più profonda, un
nuovo genere di campo non ancora misurabile, che contiene tutte le realtà, sia quelle rese a noi
visibili, sia quelle non ancora - o magari mai - visibili.
Bohm chiamò questo nuovo campo che aveva ipotizzato il "potenziale quantistico" teorizzando
che esso pervade l'intero spazio con la stessa intensità, che non diminuisce anche se a prima
vista, a noi limitate creature cieche al tutto, appare distante e non presente. Come si vede, abbiamo qui la prima intuizione, di cui abbiamo già più volte accennato quando il professor Del
Giudice parla di potenziale elettromagnetico quantistico.
“Le molecole in fase si conoscono le une con le altre, proprio come se si raggiungessero attraverso una radio che comunica la loro musica a distanza e provoca così, fra loro, una grande armonia.” (Emilio Del Giudice)
Sembrerebbe dunque che dietro all'apparente caos e all'apparente distacco tra i singoli che noi
vediamo, ci sia invece una specie di forza collante infinita che ci nutre e tiene uniti.
Nel testo del professor Ubaldo Nicola, dell'Università di Pavia, "Sembre ma non è, 60 esperienze filosofiche per imparare a dubitare" (Demetra editore), troviamo riportato un intrigante "giochetto". Su un foglio di carta si disegnano una quantità di puntini in ordine sparso, facendo poi
attenzione a disegnare delle crocette ai due lati. Poi si fotocopia su foglio lucido e quindi si sovrappongono facendo in modo che le crocette combacino. Dopo si fa ruotare il lucido. A quel
punto si noterà che l'insieme crea sempre un disegno a spirale.... (vedi l'immagine cliccando sul
link del riquadro a lato).
Sembrerebbe dunque che, dietro all'apparente disordine, sempre e comunque ci sia un senso
che dà ordine al caos!
Materia e coscienza
All'interno di noi stessi, ancora più in profondo della consapevolezza, che è una rappresentazione del livello mentale ed emozionale, sussiste una specie di mare interno - energetico, scuro
e profondo, ma soprattutto ancora ignoto, dove la coscienza si cela dietro a manifestazioni energetiche insospettate dalla consapevolezza.
Emilio Del Giudice in una nostra chiacchierata mi lancia una sfida sostenendo che noi spiritualisti affermiamo essere il pensiero a creare, mentre lui dichiara che è la materia a creare la coscienza.
Queste parole mi scuotono dentro: “ma come... e come la mettiamo poi anche con Heisenberg e
la sua tesi che è l’osservatore a far precipitare nella materia l’oggetto fissato con
l’osservazione…”
Ma la miccia è innescata ormai e la questione mi intriga, così mi apro all’ascolto.
“La psicodinamica del profondo, iniziata da Freud, ha sottolineato nell'ultimo secolo come la
psiche sia una struttura gerarchica che si forma nel livello misterioso in cui le reazioni chimiche
delle molecole producono l'energia, che viene poi convogliata, incanalata, organizzata.
La parte più profonda e misteriosa di questa nostra interiorità, che non è il livello ell'emozionale-mentale, anche se ne è l'indispensabile premessa, dialoga direttamente con il soma, che accetta ordini dall'inconscio.
Viene quindi da sospettare che la psiche sia il modo di essere del soma e sia, in buona sostanza,
l'organizzazione che regola l'insieme delle molecole e nello stesso tempo il linguaggio che emerge dalla struttura molecolare.”
In altre parole si potrebbe quindi affermare che la coscienza, ovvero quella parte al di là della
consapevolezza e del mentale-emozionale, sia una specie di interfaccia fra il soma e quell'energia sottile universale, che permea e mantiene in vita tutto il creato, ancora non misurabile nella
fisica classica, ma ora ipotizzata dai fisici quantistici.
E il professor Del Giudice continua la sua spiegazione:
"La materia, nelle sue componenti elementari è dotata di cariche elettriche, infatti gli atomi sono
neutri, ma sono composti da nuclei caricati positivamente ed elettroni caricati negativamente. le
oscillazioni della materia carica (per le cariche elettriche), producono dei campi elettromagnetici.
La domanda che ci si pone è se le oscillazioni spontanee non diano origine a un sottofondo naturale che stia 'dietro' ai campi elettromagnetici. In effetti c'è qualcosa di simile. infatti le fluttuazioni della materia danno luogo a un ‘campo’ che non è il campo elettromagnetico, bensì è
ciò che solitamente viene definito il ‘potenziale del campo elettromagnetico’. In fisica quantistica sappiamo che il potenziale è connesso con le fluttuazioni spontanee della materia, che nella
fisica classica non sono invece osservabili e misurabili.
L 'evoluzione dinamica di un sistema (osservato dal punto di vista quantistico) non dipende
solo dalla forza esterna, ma anche dalla sua fluttuabilità intrinseca, che gli permette di scoprire
la situazione energetica più favorevole, quella di minima energia esistente al suo intorno, e farla
quindi propria."
Dunque, questo campo determinato dal potenziale elettromagnetico, è un "qualcosa" in libera
oscillazione e, evidentemente, ci si può sintonizzare con questa fluttuazione solo se noi - come
tutta la materia vivente del resto - siamo in libera fluttuazione.
All’interno di questo “potenziale elettromagnetico”, questa enorme e articolata fase che contiene e vivifica il tutto, ognuno di noi, oscillando al suo ritmo primordiale, dovrebbe trovare la
propria dimensione corrispondente. Proprio come la disposizione di un’orchestra, in cui i violini si trovano tutti in una sezione, le grancasse in un'altra, i piatti in un'altra ancora e trombe e
tromboni in un'altra dislocazione, e l'insieme risulta sinergico, armonico e funzionale per il singolo e il tutto, noi saremmo fatti per mantenere la nostra collocazione all'interno del nostro
gruppo di appartenenza. Questo può accadere spontaneamente se il nostro organismo oscilla
liberamente.
Alberto Tedeschi, un ricercatore indipendente che ha elaborato una interessante tecnologia di
Biorisonanza Olografica - il White – a cui il professor Del Giudice si è ora appassionato, spiega
ulteriormente: "La malattia è sempre un accumulo di energia dell’individuo, che genera un
blocco e quindi una chiusura, un non dialogo. Questo avviene nel proprio corpo che comunque
si interfaccia anche col macro cosmo, con cui è in risonanza a un livello di network più esteso.
Quando il corpo, per una serie diversa di problematiche, si chiude e non riesce più a dialogare,
ovvero a entrare in fase con il proprio gruppo di coerenza di specie, si isola e si creano poi situazioni sempre più negative e di disagio.”
Le tossine psicofisiche generano degli agglomerati inquinanti e ostruenti all'interno dei nostri
canali energetici sottili. In tale situazione noi fluttiamo sempre meno liberamente e, di conseguenza, abbiamo sempre più difficoltà a oscillare in sincrono con la fase, ovvero con il nostro
gruppo di appartenenza. Per questa ragione ci risulta poi anche impossibile comprendere "che
strumento" siamo e quindi entrare in risonanza con i nostri simili: abbiamo infatti smesso di
sentirci! Appare dunque estremamente evidente perché sia così importante purificarci dalle
tossine psicofisiche che generano ostruzioni e blocchi ai nostri canali energetici sottili.
Quanto più questi sono fluidi tanto più noi siamo liberi di oscillare secondo la nostra natura,
che ci permette quindi di entrare in risonanza con gli altri, a noi corrispondenti, "violini" o
"grancasse" che siano. L'inquinamento dei nostri canali genera una nota discordante che ci può
solo far risuonare con le altre note dissonanti di questo cacofonico mondo deteriorato. Ritrovare
la nostra nota e iniziare a risuonare con i nostri simili ci separa da chi non ci corrisponde, senza
però alcun giudizio di negatività nei loro confronti. C'è posto per tutti a questo mondo ma non
tutti devono però stare nello stesso posto!
A questo punto è pure possibile comprendere come mai il professor Del Giudice afferma che è
la materia a creare la coscienza. Basta solo riflettere e l'affermazione è chiara. Provate un po’ a
immaginarvi che tipo di pensieri, e quindi di creazioni mentalli-emozionali, sareste in grado di
fare se attanagliati da un feroce mal di testa, o altri disagi fisici? Certo, il pensiero, lo stato della
nostra interiorità evoca la realtà che attiriamo, in genere inconsapevolmente, nella nostra vita.
Per poter iniziare a utilizzare mente ed emozioni in modo mirato, come lo intendevano gli spiritualisti, o anche Heisenberg, il nostro cervello, sede tra l’altro delle nostre emozioni, deve poter funzionare bene.
Se il nostro corpo è inquinato da tossine psicofisiche, è ovvio che la qualità della nostra coscienza sarà il risultato di quell’offuscamento. Per cui è indispensabile come prima istanza avere una
materia, un corpo efficiente, queste determinerà la qualità della nostre energia, dopo di che potremo agire da "osservatori" quantistici e far precipitare nella nostra realtà ciò che osserviamo/pensiamo positivo per noi, ma non certo prima!
Tra scienza e coscienza
Il mondo esterno ci sollecita con delle specie di pressioni che vengono esercitate su di noi. Alcune di queste piacevoli e altre spiacevoli. Di alcune siamo coscienti mentre di altre no, pur tuttavia queste interagiscono sempre con la nostra unità psicofisica.
Le pressioni che investono i nostri sensi sono abbastanza evidenti, anche se, bisogna precisare,
che di queste non sempre ne siamo però del tutto consapevoli.
Udito - il suono è costituito da pressioni che si sviluppano ad onde.
Voce - le corde vocali emanano onde di pressione sonore non solo all’esterno ma anche
all’interno del corpo.
Vista - questo senso usa le energie elettromagnetiche le quali sono pressioni radianti.
Olfatto - le radiazioni da decadimento atomico dei minerali e di qualsiasi cosa rilasci (emani)
un odore o un profumo, sono sempre pressioni provocate da altre pressioni ossia da particelle
che cambiano il loro stato quantico.
Tatto - è un organo di senso molto interessante perché abbina, alle pressioni da decadimento, il
senso della pressione data dal calore.
Gusto - il senso del gusto è forse il più sofisticato di tutti i sensi perché lavora su pressioni che
ci rappresentano: acido/alcalino e dolce/amaro.
Alcuni scienziati affermano che la nostra esistenza è un continuo interagire, opporsi e integrare
le costanti e incessanti, spesso anche imponderabili pressioni, che derivano dall'esterno. questo
continuo interagire forma ciò che poi possiamo definire come una rappresentazione del mondo,
della realtà.
Pur cercando di divenire consapevoli di ciò che preme attorno e dentro di noi, anche quando
crediamo di esserlo non è detto che ciò che percepiamo sia effettivamente quello che veramente
è ed entra in contatto con la nostra dimensione psicofisica. (Vedi: "La percezione del reale" ) Sia
a causa di spontanee proiezioni all'esterno di propri vissuti, sia a causa del più o meno sottile
condizionamento esercitato dalla cultura ambientale su di noi
Del resto, un antico motto taoista afferma: "come fa il contenuto a comprendere il contenitore?"
Per cui è chiaro che possediamo una limitatezza intrinseca, che però non dovrebbe impedrici di
voler continuare a espandere nonostante tutto la nostra consapevolezza, per poi tornare a quella fonte, da individui più pronti.
Non è semplice definre l'insondabile. All'interno di noi stessi, ancora più in profondo della consapevolezza, che è una rappresentazione del livello mentale ed emozionale, sussite una specie
di mare interno - energetico, scuro e profondo, ma soprattutto ancora ignoto.
Spiega il professor Del Giudice: la psicodinamica del profondo, iniziata da Freud, ha sottolineato nell'ultimo secolo come la psiche sia una struttura gerarchica che si for ma nel livello misterioso in cui le reazioni chimiche delle molecole producono l'energia, che viene poi convogliata,
incanalata, organizzata. Questo livello misterioso fu battezzato Es (in tedesco è il pronome personale di genere neuto), o Id, cioè "la cosa", da Groddeck e da Freud, fino ad arrivare ai livelli
superiori dell'inconscio, del subconscio, del preconscio, fino alle soglie della consapevolezza. La
psiche non è il livello ell'emozionale-mentale, anche se ne è l'indispensabile premessa. A differenza della mente, la psiche dialoga direttamente con il soma, che accetta ordini dall'inconscio.
Viene quindi da sospettare che la psiche sia il modo di essere del soma e sia, in buona sostanza,
l'organizzazione che regola l'insieme delle molecole e nello stesso tempo il linguaggio che emerge dalla struttura molecolare." (Dall'intervento del professore: La materia coerente. )
In altre parole si potrebbe quindi affermare che la coscienza, ovvero quella parte al di là della
consapevolezza e del mentale-emozionale, sia una specie di interfaccia fra il soma e quell'energia sottile universale, che permea e mantiene in vita tutto il creato, ancora non misurabile nella
fisica classica, ma ora ipotizzata dai fisici quantistici. La coscienza è quindi quella dimensione
per cui la nostra unità psicofisica reagisce alle pressioni indicate prima senza l’intervento della
consapevolezza, ma come risposta immeditata, generata dallo stato energetico del soma, cioè
del nostro organismo.
Scrive Luciano Manicardi, monaco della comunità monastica ecumenica di Bose a Magnano
(BL): “Se il corpo (come sottolinea la concezione biblica) è il crocevia delle relazioni del singolo
con gli altri, con la società, con il creato e con Dio stesso, ciò ha una ricaduta precisa
sull’esistenza di ciascun uomo: dovremmo cioè ricordare che noi siamo anche la storia del nostro corpo, a partire dalla sua origine, la condizione fetale. (…)
Il corpo è portatore di una sua memoria profonda: esso conserva tracce invisibili ma realissime
di ciò che l’uomo ha vissuto, provato, sofferto. Questa memoria viene fatta emergere e ‘portata
in superficie’ dalle esperienze che ciascuno vive: il corpo, infatti, è il libro del tempo, il libro su
cui restano registrate emozioni, sofferenze ed esperienze di un passato che non è dietro di noi,
ma dentro di noi; le posture del nostro corpo non sono innocenti, ma sono il frutto di una storia,
sono rivelazione ed eloquenza. (…)
Posture e gestualità del nostro corpo, il modo con cui lo trasciniamo o lo portiamo ben eretto, il
nostro essere incurvati, o ciondolanti, il modo di camminare, le rigidità, sono un linguaggio che
riflette il nostro psichismo e i nostri vissuti e che attende interpretazione.” (Da “Il corpo”, edizioni Qiqajon)
Spesso attribuiamo il termine di coscienza alla dimensione dello spirituale. Anche ora, accettando la teoria che la coscienza sia quella dimensione al di là del mentale-emozionale, che interfaccia il nostro corpo - soma - con l'energia universale, è evidente quanto tutto ciò sia in correlazione con la dimensione spirituale.
Tuttavia ora, proprio a tal proposito, è necessario evidenziare una ulteriore precisazione.
Quando noi Occidentali ci riferiamo allo spirituale, inevitabilmente pensiamo che sia un livello
in cui si manifesta il mentale elevato o la dimensione di un cuore illuminato. Invece non è così.
La dimensione dello spirituale si trova nella connessione a quell'energia universale attraverso
l'aderenza al proprio corpo, alla propria vitalità, alla propria fisicità!
Possiamo oggi dimostrare l'esistenza di quell’energia che mantiene in vita tutto il creato?
In tutti i testi mistici dell'Antichità si è sempre parlato di questo "soffio" sottile di cui è impregnato il creato. I latini lo chiamavano spiritus, i greci pneuma, mentre in sanscrito si chiama
prana e i cinesi lo definiscono chi, e i giapponesi ki.
Come già accennato, con gli strumenti e la logica della fisica clasica tale energia non è ancora
osservabile e quindi misurabile. Invece, ragionando in termini quantistici si inizia a constatare
l'esistenza di questa dimensione.
A questo proposito guardate questa immagine e leggete la spiegazione, dove, incredibilmente,
questo assunto viene messo in evidenza.
Questo per visualizzare ciò che la quantistica ipotizza. Ovvero l'esistenza di una forza – una
specie di campo – che abbraccia tutto il creato, lo nutre e mantiene in vita. Nella fisica quantistica viene definito il potenziale elettromagnetico.
Spiega il professor Del Giudice: "La materia, nelle sue componenti elementari è dotata di cariche elettriche, infatti gli atomi sono neutri, ma sono composti da nuclei caricati positivamente
ed elettroni caricati negativamente. le oscillazioni della materia carica (per le cariche elettriche),
producono dei campi elettromagnetici. La domanda che ci si pone è se le oscillazioni spontanee
non diano origine a un sottofondo naturale che stia "dietro" ai campi elettromagnetici.
In effetti c'è qualcosa di simile. infatti le fluttuazioni della materia danno luogo a un "campo"
che non è il campo elettromagnetico, bensì è ciò che solitamente viene definito il "potenziale del
campo elettromagnetico". In fisica quantistica sappiamo che il potenziale è connesso con le fluttuazioni spontanee della materia, che nella fisica classica non sono invece osservabili e misurabili.
L'evoluzione dinamica di un sistema (osservato dal punto di vista quantistico) non dipende
solo dalla forza esterna, ma anche dalla sua fluttuabilità intrinseca, che gli permette di scoprire
la situazione energetica più favorevole, quella di minima energia esistente al suo intorno, e farla
quindi propria." (Ibidem)
Come ha appena spiegato il professor Del Giudice, questo campo determinato dal potenziale
elettromagnetico, è un "qualcosa" in libera oscillazione. Evidentemente, ci si può sintonizzare
con questa fluttuazione solo se noi - come tutta la materia vivente del resto - siamo in libera
fluttuazione.
"In presenza di un campo (vedi riquadro a lato), un sistema fluttuante può essere influenzato,
oltre che da una forza esterna, anche dalla risonanza tra la propria fase (ritmo) di oscillazione e
la fase di oscillazione del campo.
Come ben potete vedere, nasce quindi una nuova forma di interazione fra i corpi, per cui questi
si mettono a interagire attraverso la fase, ovvero il ritmo che li porta a muoversi all'unisono, e a
oscillare sincronicamente, grazie alla mediazione del campo che tocca entrambi. Questo tipo di
interazione non implica uno scambio di energia o impulso, e produce un mutuo 'sentirsi' dei
corpi interagenti i quali, senza spese energetiche, si muovono in fase, cioè a ritmo.
Tra i vari sistemi coerenti si apre perciò la possibilità di un 'dialogo sottile', senza scambio di
energia, che coinvolge solo le fasi, che sfugge perciò a ogni misura di tipo parcellare e può essere percepita solo se ci si pone in un ambito ondulatorio di fluttuazione. L'aspetto più interessante di questa scoperta è che, l'instaurazione del regime coerente, porta a una ristrutturazione energetica del sistema! Infatti, durante il processo del divenire coerenti, le particelle indipendenti
liberano dell'energia che va a vantaggio del campo.
Questo significa che i partecipanti a questo regime, essendo divenuti un organismo unico, che
si è rigenerato e compattizzato durante il processo di 'coerentizzazione' gli uni con gli altri e
con il ritmo della fase che li conduce, hanno generato una forza protettiva di diversa dimensione - chiamata "gap" - contro i possibili disturbi generati dagli agenti esterni. più grande è il gap
e più difficile diventa l'intrusione di agenti disturbanti. Al contempo, è altrettanto difficile introdurre delle trasformazioni individuali dei componenti, se non sono condivise dagli altri e, in
genere, l'accettazione può avvenire solo se l'energia ricevuta in cambio si rivela maggiore di
quella ottenuta mantenendo lo status quo. Di conseguenza, fino a quando gli inviti dall'ambiente circostante non saranno in grado di fornire maggiore energia, lo stato della situazione rimarrà inalterato, nel bene e nel male… Infatti i campi possono essere tanto positivi quanto negativi.
dipende, bisogna dunque saper sfruttare questa teoria per generare dei campi elettromagnetici
positivi per la vita.
Questa è una scoperta molto significativa sotto tutti gli aspetti. infatti, di insiemi coerenti è fatto
l'universo." (Ibidem)
All’interno di questo “potenziale elettromagnetico”, questa enorme e articolata fase che contiene e vivifica il tutto, ognuno di noi dovrebbe trovare la propria dimensione corrispondente.
Proprio come la disposizione di un’orchestra, in cui i vioolini si trovano tutti in una sezione, le
grancasse in un'altra, i piatti in un'altra ancora e trombe e tromboni in un'altra dislocazione, e
l'insieme risulta sinergico, armonico e funzionale per il singolo e il tutto, noi saremmo fatti per
mantenere la nostra collocazione all'interno del nostro gruppo di appartenenza. Questo può
accadere spontaneamente se il nostro organismo oscilla liberamente.
Tuttavia delle inevitabili ostruzioni impediscono mano a mano che questa fluttuazione si perpetri nel tempo. Così noi ci irrigidiamo e sempre meno energia vitale scorre liberamente nei
nostri canali energetici sottili, proprio perché perdiamo quel ritmo di oscillazione primario, in
fase con la fase appunto!
Ciò che crea delle ostruzioni e impedisce questa aderenza con il ritmo della fase del potenziale
elettromagnetico universale, sono tutti quegli irrigidimenti che portano a dei blocchi energetici.
Le tossine psicofisiche creano questi impedimenti – dei veri e propri clusters - per cui l’energia
vitale non può più scorrere liberamente nei nostri canali sottili.
Alberto Tedeschi così spiega: "La malattia è sempre un accumulo di energia dell’individuo, che
genera un blocco e quindi una chiusura, un non dialogo. Questo avviene nel proprio corpo che
comunque si interfaccia anche col macro cosmo, con cui è in risonanza a un livello di network
più esteso. Quando il corpo, per una serie diversa di problematiche, si chiude e quindi non
spende abbastanza energia, non riesce più a dialogare, ovvero a entrare in fase con il proprio
gruppo di coerenza di specie. Questo lo isola anche dall’ambiente, creando perciò situazioni
negative nel suo quotidiano. (...)
In questo ultimo ventennio, in cui la psicosomatica ha sempre più evidenziato come le emozioni (e quindi i mentalismi) influiscono massicciamente sullo stato dell’organismo, è ormai divenuto chiaro a tutti che il disagio psico-emozionale crea dei veri e propri blocchi energetici che si
manifestano nell’organismo, causando prima o poi dei reali malesseri fisici." (Dal suo intervento Etica ed estetica del White)
Come spiego nell'introduzione del libretto dedicato alla tecnologia di Biorisonanza Olografica
White, le tossine psicofisiche generano delli agglomerati inquinanti e ostruenti all'interno dei
nostri canali energetici sottili.
In tale situazione noi fluttiamo sempre meno liberamente e, di conseguenza, abbiamo sempre
più difficoltà a oscillare in sincrono con la fase, ovvero con il nostro gruppo di appartenenza
(vedi spiegazione nel riquadro a lato: Il campo). Per questa ragione ci risulta poi anche impossibile comprendere "che strumento" siamo e quindi entrare in risonanza con i nostri simili: abbiamo infatti smesso di sentirci!
Appare dunque estremamente evidente perché sia così importante purificarci dalle tossine psicofisiche che generano ostruzioni e blocchi ai nostri canali energetici sottili. Quanto più questi
sono fluidi tanto più noi siamo liberi di oscillare secondo la nostra antura, che ci permette
quindi di entrare in risonanza con gli altri, a noi corrispondenti, "violini" o "grancasse" che siano.
L'inquinamento dei nostri canali genera una nota discordante che ci può solo far risuonare con
le altre note dissonanti di questo cacofonico mondo deteriorato. Ritrovare la nostra nota e iniziare a risuonare con i nostri simili ci separa da chi non ci corrisponde, senza però alcun giudizio di negatività nei loro confronti. C'è posto per tutti a questo mondo ma non tutti devono però stare nello stesso posto!
A questo punto è pure possibile comprendere come mai il professor Del Giudice, contraddicento il detto esoterico per cui "il pensiero crea, ma anche il principio di indeterminazione di Heisenbreg in cui è l'osservatore a far "precipitare" nella realtà l'osservato, invece afferma che è la
materia a creare la coscienza. Basta solo riflettere e l'affermazione è chiara: se noi abbiamo un
feroce mal di testa, o altri disagi ficii che ci mettono fuori gioco, non saremo certo in grado di
utilizzare la nostra mente - che fa perte del nostro organismo - per elaborare dei pensieri costruttivi. Per cui è indispensabile come prima istanza avere una materia, un corpo efficiente,
queste determinerà la qualità della nostre energia, dopo di che potremo agire da "osservatori"
quantistici e far precipitare nella nostra realtà ciò che osserviamo/pensiamo positivo per noi,
ma non certo prima!
Note
CHI CREA LA REALTA'?
Già nel 1927 veniva dichiarato che, a livello subatomico, le particelle esercitano un'influenza
reciproca e, l'influenza derivante dall'osservatore per ciò che si aspetta o è convinto di trovare,
gioca un ruolo determinante nella realizzazione degli accadimenti.
Questa visione, così indeterministica, che si distingueva dalla visione deterministica della fisica
ottocentesca, ha dato il nome alla teoria.
"La successiva interpretazione di Copenhagen (detta così in riferimento alla città di Bohr, in cui
operarono anche altri importantissimi scienziati come Heisenberg, Pauli, Born. N.d.A.), rende
'operativo' il principio di indeterminazione affermando che, per poter misurare una caratteristica di un oggetto fisico, occorre necessariamente interagire con esso, e questa interazione
'perturba' inevitabilmente lo stato originario, creando appunto la piccola 'indeterminazione'."
(Fabrizio Coppola, fisico e ricercatore - vedi suo sito Ipotesinet)
A quanto pare, la fisica quantistica sembra suggerire che l'universo sia una struttura mentale.
James Jeans, fisico ed astronomo, così affermava: "L'universo comincia a sembrare più simile ad
un grande pensiero che non a una grande macchina."
IL CAMPO
Per cercare di spiegare con parole più semplici il concetto di campo si può pensare a un'orchestra che suona una melodia.
Se quella musica ci corrisponde noi ne saremo attratti e ci uniremo al corpo di ballo che la sta
danzando.
Se invece non ci appartiene ne saremo infastiditi e quindi ci allontaneremo per trovare la musica con cui effettivamente risuoniamo.
CAMPO MORFOGENETICO
Il campo del potenziale elettromagnetico può pure far pensare al "campo morfogenetico" di cui
parla il fisiologo britannico Rupert Sheldrake, e alla famosa storia delle 100 scimmie (si veda
per entrambi l'articolo "Il potere della meditazione").
A livello "sottile" quando un'informazione raggiunge il numero necessario, avviene il cosiddetto salto quantico, per cui tutti i corrispondenti di quella particolare specie, all'improvviso mostrano di aver integrato tali comportamenti, anche se nulla li ha mai avvisati in tal senso.
LO PSICOSOMATISMO
Fu Alexander Lowen che approfondì gli studi di Wilhelm Reich, il quale postulava l'esistenza
di un'energia cosmica di base che chiamò "orgone", la cui natura non è elettrica. Alla pulsazione
definita orgastica, l'organismo vi si dispone con un processo di espansione, ovvero di piacere,
mentre di fronte a ciò che reputa una minaccia si dispone con un processo di contrazione, percepito come dispiacere.
Quando l'individuo vive in un ambiente repressivo e autoritario, gli viene praticamente imposta una fr ustrazione delle sensazioni piacevoli connesse all'alimentazione o alla stimolazione
orale, anale e genitale. Alla frustrazione si accompagna poi una reazione di
collera, cui segue la paura del piacere che eccita il Simpatico, generando una condizione di
simpaticotonia cronica che Reich considera il fattore patogeno centrale di tutte le malattie funzionali. L'ipertonia simpatica conduce infatti l'individuo a un costante atteggiamento difensivo,
che limita la funzionalità dell'organismo, dando origine alle varie malattie.
Lowen, nella sua terapia bioenergetica, sottolinea il concetto di grounding, ovvero l’importanza
di 'avere i piedi solidamente sulla terra'. Il suo scopo è quello di accrescere nella persona il senso di sicurezza basilare, conferita dal 'sentire' la realtà del terreno, del suo corpo, della sua condizione vitale. Lowen interveniva con una serie di manipolazioni, atte a sciogliere il blocco muscolare e per mettere così un riavvicinamento con una integra sensazione del corpo.
L'ALIENANTE CONSAPEVOLEZZA
Le forze di guarigione presenti nell'organismo umano sono proprie della sua tipologia e permettono di venire a capo di piccoli malesseri anche senza alcun aiuto esterno. Una piccola ferita
guarisce da sé: i suoi margini ricrescono verso il centro. All'opera una forza di crescita in grado
di guarire, chiamata appunto capacità di rigenerazione, che è particolarmente sviluppata negli
animali inferiori.
Quanto minore è la consapevolezza dell'animale tanto maggiore è la sua capacità di rigenerazione. Nel regno vegetale poi, dove si ha più a che fare con una coscienza autonoma, la capacità
di crescita e di rigenerazione appare illimitata. Invece gli animali superiori e poi l'uomo posseggono una minima capacità rigenerativa.
Esiste cioè, nella scala evolutiva degli esseri viventi, una puntuale contrapposizione tra consapevolezza da un lato e vitalità dall'altro lato.
Nell'essere umano, all'accrescimento dei processi di consapevolezza, corrisponde fisicamente
un continuo processo distruttivo. Non solo l'organo su cui si fonda gran parte della consapevolezza di veglia, cioè il cervello, è fatto di cellule che hanno perduto ogni capacità rigenerativa,
ma ogni giorno vede la morte irreversibile di parecchie di esse.
A fondamento della consapevolezza umana sta dunque un processo di distruzione, di malattia,
di morte. Molte malattie sono connesse con l'esperienza del dolore. Anche il dolore ci si presenta come un incremento della consapevolezza, che si manifesta in una forma disarmonica, a volte drammatica, che non si inserisce nelle altre condizioni della vita.
Diventa dolente, e quindi consapevole, qualcosa di cui prima non si aveva alcuna esperienza. Il
mal di stomaco ci rende consapevoli di una regione dell'organismo nella quale normalmente i
processi biologici si svolgono in modo sano con l'esclusione della consapevolezza. La formazione di un'ulcera in tale ambito è l'immagine concreta del modo in cui una forza creatrice di
coscienza ha agito oltre il suo ambito, distruggendo sostanza corporea. (Dottor Peter Brunn
Schulte Wissing)
LA DIMENSIONE SOTTILE E' MISURABILE?
Al momento esiste una prima apparecchiatura: lo Squid, in dotazione solo a istituti di ricerca
molto avanzati (in Italia si trova all'università di Siena), che ha iniziato a misurare un qualcosa
di impalpabile secondo i parametri della fisica classica, ma che appartiene a quella dimensione
del sottile a cui si fa riferimento nel testo.
La coerenza di specie
Studiando cosa accade durante la meditazione si è constatato una coerentizzazione delle diverse onde cerebrali durante il raccoglimento. Ovvero i cervelli si sincronizzano tra di loro. In
altre parole i loro cervelli è un po' come se diventassero un unico “grande” cervello e questo
amplia ulteriormente gli effetti benefici della meditazione.
Lo stesso aveva pure osservato Alberto Tedeschi, ingegnere con la passione per la quantistica,
quando misurò le onde cerebrali durante l'intercorso fra paziente e operatore/medico, solo che
in quella situazione è il cervello del terapeuta a “colorare” con le proprie frequenze quello del
paziente – ed è per questo che poi Tedeschi si è dedicato a ricercare una metodica di evoluzione
e guarigione che non presentasse l'interferenza dell'operatore.
In ogni relazione umana i cervelli tendono a “omologarsi”. Dove c'è l'autorità o il potere prevalente di uno, sarà questo a imporre le proprie note, altrimenti è la similitudine a entrare in risonanza. Per similitudine però non si intende avere magari gli stessi intenti e/o ideali.
Quante volte ci siamo trovati con persone che professavano mete e ideali apparentemente uguali ai nostri e poi strada facendo scopriamo con amarezza le profonde diversità. Eppure tali
individui sembravano convinti e forse, anzi, quasi sicuramente, dal loro punto di vista perseguivano veramente quegli obiettivi, pur tuttavia le modalità adottate non erano in sintonia con
le nostre. Quindi non sono gli ideali ad accomunare fisicamente, materialmente le persone, ma
sembra esserci qualcosa d'altro.
Il professor Emilio Del Giudice spiega: “Il significato profondo della fisica quantistica è la negazione della separabilità tra materia e movimento; la materia non può essere concepita come
inerte, ma si agita, oscilla, è irrequieta, e, citando l'amico ora scomparso, il fisico nucleare Giuliano Preparata, è afflitta da un ‘horror quietis'. Un insieme di particelle diventa allora un campo di materia, che acquista grazie alle sue fluttuazioni intrinseche un aspetto ondoso; viceversa,
come mostrò per primo Einstein, un campo elettromagnetico acquista un aspetto granulare,
perché può scambiare energia ed impulso in quantità finite, pacchetti di energia ed impulso
denominati 'quanti'. Nell'ambito della fisica quantistica pertanto materia e luce, materia e campo elettromagnetico convergono verso una comune natura, il 'campo quantistico'.
Nel 1916 Walter Nernst, fisico e chimico tedesco, formulò la congettura che in un insieme di
corpi , quando essi fossero in grado di mettere in fase (cioè di far risuonare) le loro fluttuazioni
quantistiche, nascesse un'interazione attrattiva.
Data la sua fluttuabilità, un sistema quantistico ha la possibilità di esplorare l'ambiente circostante e perciò di scoprire quale sia la configurazione di minima energia, mentre un sistema
classico la scopre solo se la sua traiettoria vi passa. E' proprio per la loro fluttuabilità che gli
atomi di una data specie assumono tutti, in assenza di flussi esterni di energia, la stessa configurazione, mentre non vi sono, in fisica classica, due sistemi planetari uguali. In presenza di un
campo elettromagnetico un oggetto classico può essere influenzato soltanto se subisce una forza, mentre l'oggetto quantistico fluttuante può essere influenzato, oltre che tramite la forza, anche dalla risonanza tra la sua fase di oscillazione e la fase di oscillazione del campo.
“Il significato profondo della fisica quantistica è la negazione della separabilità tra materia e
movimento; la materia non può essere concepita come inerte, ma si agita, oscilla, è irrequieta, e,
citando l'amico ora scomparso, il fisico nucleare Giuliano Preparata, è afflitta da un ‘horror
quietis'.
Un insieme di particelle diventa allora un campo di materia, che acquista grazie alle sue fluttuazioni intrinseche un aspetto ondoso; viceversa, come mostrò per primo Einstein, un campo
elettromagnetico acquista un aspetto granulare, perché può scambiare energia ed impulso in
quantità finite, pacchetti di energia ed impulso denominati 'quanti'. Nell'ambito della fisica
quantistica pertanto materia e luce, materia e campo elettromagnetico convergono verso una
comune natura, il 'campo quantistico'.
Nel 1916 Walter Nernst, fisico e chimico tedesco, formulò la congettura che in un insieme di
corpi , quando essi fossero in grado di mettere in fase (cioè di far risuonare) le loro fluttuazioni
quantistiche, nascesse un'interazione attrattiva.
Data la sua fluttuabilità, un sistema quantistico ha la possibilità di esplorare l'ambiente circostante e perciò di scoprire quale sia la configurazione di minima energia, mentre un sistema
classico la scopre solo se la sua traiettoria vi passa. E' proprio per la loro fluttuabilità che gli
atomi di una data specie assumono tutti, in assenza di flussi esterni di energia, la stessa configurazione, mentre non vi sono, in fisica classica, due sistemi planetari uguali. In presenza di un
campo elettromagnetico un oggetto classico può essere influenzato soltanto se subisce una forza, mentre l'oggetto quantistico fluttuante può essere influenzato, oltre che tramite la forza, anche dalla risonanza tra la sua fase di oscillazione e la fase di oscillazione del campo.
Nasce allora una nuova forma di interazione tra corpi, diversa dalla interazione tramite la forza, cosa che implica scambio di energia e/o impulso; si tratta di una interazione attraverso la
fase in cui i corpi interagenti prendono ad oscillare sincronicamente attraverso la mediazione
del campo elettromagnetico che tocca entrambi.
Questa interazione non implica scambio dì energia e/o impulso e produce il mutuo 'sentirsi'
dei corpi interagenti, i quali, senza intervento di forze e conseguente spesa di energia si muovono 'in fase' ovvero, al di fuori del gergo dei fisici, si muovono a ritmo, come i componenti di
un corpo di ballo che seguono le indicazioni del direttore senza grande spesa d'energia da parte
sua. I corpi assumono quindi una configurazione ‘coerente' - nel gergo dei fisici ‘coerente' vuol
dire dotato di una fase di oscillazione ben definita. In altre parole le particelle prendono ad oscillare all'unisono, tutte insieme, in fase con un campo elettromagnetico avente la stessa frequenza. L'instaurazione del regime coerente dà luogo, come mostrato da Preparata, ad una ristrutturazione energetica del sistema. (…)
La formazione di insiemi coerenti di organismi biologici individuali è un fatto molto frequente
in natura. Basta pensare agli sciami di insetti, la cui coerenza è stata mostrata dall'entomologo
americano Philip Callahan essere corrispondente ad una oscillazione elettromagnetica originata
dal battito delle ali. Questa coerenza si manifesta nel comportamento collettivo ordinato dello
sciame. Analogamente il comportamento collettivo ordinato delle popolazioni di uccelli e pesci
deriva anch'esso da un accordo coerente di fase di specifiche oscillazioni elettromagnetiche degli individui.
In accordo con la legge generale della coerenza, l'instaurazione di uno stato coerente della popolazione di individui, si traduce in due conseguenze:
A) diminuzione dell'energia dei singoli individui – l'eccesso viene infatti ceduto all'esterno attraverso il campo elettromagnetico associato alla coerenza;
B) blocco di tutte le variazioni individuali capaci di far uscire il singolo individuo dall'oscillazione elettromagnetica comune; per uscire dallo stato coerente e riguadagnare lo stato di individuo indipendente, il singolo deve ricevere un apporto energetico almeno uguale al gap. ”
Voi vi potrete chiedere a questo punto: “Ma come, nel sincronizzarci noi perdiamo energia e
questo viene letto come positivo?”
Come spiega il professor Del Giudice riprendendo i concetti di Freud, sono i dolori soppressi –
fisici o emozionali – i dolori resi inconsapevoli a essere la causa di ostruzione e quindi accumulo energetico.
Quel trauma non elaborato e dissolto forma un sovraccarico energetico. Riprendo quindi le
spiegazioni di Del Giudice che andranno a chiarire con un linguaggio scientifico la questione.
“La suddetta ristrutturazione dei ritmi di oscillazione di particelle e campo elettromagnetico
comporta un livello di minore energia dello stato coerente rispetto alla precedente configurazione non coerente . In altri termini l'insieme di particelle indipendenti, nel momento in cui diventa coerente, libera energia verso l'esterno. Viceversa l'estrazione di qualche componente dal
sistema coerente, come accade quando il componente subisce qualche trasformazione individuale non condivisa dagli altri componenti, richiede una fornitura di energia dall'esterno; quindi
l'appartenenza ad uno stato coerente preserva l'identità dei componenti entro i limiti del salto
di energia implicato dalla transizione dallo stato non coerente allo stato coerente - chiamato nel
gergo dei fisici 'gap energetico'. Più grande è il 'gap' del particolare stato coerente più difficile è
introdurre trasformazioni individuali dei componenti.
L'organismo umano è caratterizzato da due reti di comando:
A) una provvede al rifornimento degli ioni in tutto il corpo secondo ritmi e modalità direttamente controllate dalla distribuzione spaziale e temporale dei flussi di energia;
B) l'altra, il sistema nervoso, informata in ogni istante senza spesa di energia delle operazioni
della prima rete, produce un insieme di correnti elettriche, che distribuiscono la consapevolezza
in tutto il corpo, producono in altre parole la percezione degli avvenimenti e mettono in grado
la sfera volontaria dell'individuo di decidere eventuali interventi. In qualche misura il sistema
nervoso può anche esercitare qualche influenza sulla prima rete, che è quella che ha il controllo
diretto del funzionamento biochimico del corpo.
Entrambe le reti hanno un contenuto informativo. La prima rete detiene il software, prodotto
dall'organismo medesimo ed evolventesi in fase con esso, che governa la distribuzione generale
degli ioni e, con essa, il ritmo e la qualità dell'attività biochimica. In particolare il potenziale
elettromagnetico distribuito lungo la rete mette in fase le attività enzimatiche in tutto il corpo,
attraverso la messa in fase e conseguente coerenza delle eccitazioni del potenziale indotte dalle
reazioni chimiche.
Questa rete coerente generalizzata può avere qualcosa in comune con 'l'ologramma' ipotizzato
da Karl Pribram. Questo contenuto informativo però, benché attivo ed operante, non è immediatamente percepito dal corpo, non diventa parte della sua consapevolezza." (Vedi nel riquadro a lato: Il connettivo).
Il professor Del Giudice così continua: "La ‘coerenza di specie', cioè l'esistenza di oscillazioni
dei potenziali elettromagnetici individuali comuni all'intera specie umana, è mantenuta non
dallo stretto contatto dei corpi materiali, ma dalla mediazione dei potenziali elettromagnetici
che possono coprire grandi distanze e perciò assicurano correlazioni anche di grande raggio.
Anche un eremita che viva da solo nel deserto può correlarsi con l'intera specie umana. Il contatto con il potenziale elettromagnetico risultante dalle oscillazioni collettive della fase dell'intera umanità appare alla singola percezione individuale come una esperienza ‘mistica' trascendente la sua individualità e può dar luogo alla percezione di un ‘sacro' diffuso nel mondo.
Attraverso questa via il singolo può percepire l'esistenza di altri individui preganti per lui e in
caso egli possa entrare in coerenza di fase con questi campi, può rilasciare energia verso il campo comune e così rimuovere i suoi propri ingorghi. (…)
Perciò, al di là dei rimedi particolari che la scienza in continuo progresso è in grado di produrre, la più profonda e duratura soluzione al problema del dolore e della patologia è l'esistenza
durevole di una coerenza di specie, che sarà possibile all'interno di una diversa società in cui gli
individui non saranno più contrapposti dalla guerra universale attorno alle basi materiali della
loro esistenza.”
Ricordiamo che la messa in fase più profonda e compatta che può avvenire tra gli individui non
è tanto quella suggestiva che si crea quando sono le emozioni – o la sua controparte mentale – a
entrare in risonanza. Bensì quando la coscienza del corpo trova i suoi reali corrispondenti e di
conseguenza entra profonda in risonanza fisica – che è quella su cui si basa la materia creata,
per questo, quando ciò accade, la coerenza si rivela più solida, stabile, protettiva.
Le correnti “buoniste” che, purtroppo, continuano a venire scambiate per spirituali, non fanno
che ammutolire la reazione spontanea che noi proviamo di fronte a persone e a situazioni che,
al di là di un presunto ideale comune, però, non ci corrispondono. Con l'imposizione a oltranza
del voler/dover essere tutti buoni, tolleranti, accoglienti noi mettiamo a tacere ciò che forse potremmo definire l'istinto, che immediatamente ci mette in guardia dal rapportarci o dal coinvolgerci in situazioni che qualcosa nel profondo di noi stessi avverte come dissonante.
C'è posto per tutti su questa Terra ma non tutti devono e possono occupare lo stesso spazio.
Proprio come in una buona orchestra in cui gli strumenti musicale vengono suddivisi in gruppi
corrispondenti. Violini e grancasse non possono stare vicini. Così nella vita. Se noi tacciamo la
nostra risposta immediata alle situazioni finisce che da violini ci mettiamo vicini a delle gran
casse e questa vicinanza disturba la buona espressione della nostra vibrazione da violini – e
probabilmente noi, a nostra volta, disturberemo la manifestazione della gran cassa!
Note
TRA ORIENTE E OCCIDENTE
Questo punto di vista fondato sulla moderna elettrodinamica quantistica può allora forse collegare le tradizioni dell'Oriente e dell'Occidente, l'antica medicina cinese e la moderna psicodinamica del profondo di Freud e Reich e dei loro seguaci. La prima rete di comando comunica
attraverso il potenziale elettromagnetico con la seconda rete di comando, con il sistema nervoso, il cui contenuto informativo è alla base della consapevolezza del corpo, che si articola a sua
volta in una sfera involontaria e in una sfera volontaria.
Il cervello di gruppo
Come già detto nell’articolo precedente, i ricercatori che in questi ultimi anni hanno osservato
cosa accade durante la meditazione, vedi il dottor Nitamo Montecucco o le varie équiipe mediche delle università Maharishi, hanno constatato che si forma una coerentizzazione delle diverse onde cerebrali, ovvero i cervelli si sincronizzano tra di loro.
In altre parole i loro cervelli è un po' come se diventassero un unico “grande” cervello e questo
amplia ulteriormente gli effetti benefici della meditazione.
Lo stesso aveva osservato Alberto Tedeschi quando misurò le onde cerebrali durante l'intercorso fra paziente e operatore/medico. In quella situazione constatò che il cervello del terapeuta
“colora” con le proprie frequenze quello del paziente – ed è per questo che poi Tedeschi si è
dedicato a ricercare una metodica di evoluzione che non presentasse l'interferenza dell'operatore arrivando quindi a creare la tecnologia White.
In ogni relazione umana i cervelli tendono a “omologarsi”. Dove c'è l'autorità o il potere prevalente di uno, sarà questo a imporre le proprie note, altrimenti è la similitudine a entrare in risonanza. Per similitudine però non si intende avere magari gli stessi intenti e/o ideali.
Non basta mettersi insieme, in un gruppo, che ha gli stessi afflati nostri. Infatti quante volte ci
siamo trovati con persone che professavano mete e ideali apparentemente uguali ai nostri e poi
abbiamo scoperto con amarezza che invece così non era.
Eppure tali individui sembravano convinti e forse, anzi, quasi sicuramente, dal loro punto di
vista perseguono veramente quegli obiettivi, pur tuttavia le modalità adottate non ci corrispondono. Per cui non si entra in risonanza, ma, di contro, ci si deve veramente allontanare perché
dentro qualcosa stride veementemente. Quindi non sono gli ideali ad accomunare fisicamente,
materialmente le persone. C'è qualcosa d'altro che entra in gioco.
Il professor Emilio Del Giudice così spiega: “Il significato profondo della fisica quantistica è la
negazione della separabilità tra materia e movimento; la materia non può essere concepita come inerte, ma si agita, oscilla, è irrequieta, e,citando Giuliano Preparata, è afflitta da un ‘horror
quietis'.
Un insieme di particelle diventa allora un campo di materia, che acquista grazie alle sue fluttuazioni intrinseche un aspetto ondoso; viceversa, come mostrò per primo Einstein, un campo
elettromagnetico acquista un aspetto granulare, perché può scambiare energia ed impulso in
quantità finite, pacchetti di energia ed impulso denominati 'quanti'. Nell'ambito della fisica
quantistica pertanto materia e luce, materia e campo elettromagnetico convergono verso una
comune natura, il 'campo quantistico'.
Nel 1916 Walter Nernst (1) formulò la congettura che in un insieme di corpi , quando essi fossero in grado di mettere in fase (cioè di far risuonare) le loro fluttuazioni quantistiche, nascesse
un'interazione attrattiva.
Data la sua fluttuabilità, un sistema quantistico ha la possibilità di esplorare l'ambiente circostante e perciò di scoprire quale sia la configurazione di minima energia, mentre un sistema
classico la scopre solo se la sua traiettoria vi passa. E' proprio per la loro fluttuabilità che gli
atomi di una data specie assumono tutti, in assenza di flussi esterni di energia, la stessa configurazione, mentre non vi sono, in fisica classica, due sistemi planetari uguali. In presenza di un
campo elettromagnetico un oggetto classico può essere influenzato soltanto se subisce una forza, mentre l'oggetto quantistico fluttuante può essere influenzato, oltre che tramite la forza, anche dalla risonanza tra la sua fase di oscillazione e la fase di oscillazione del campo.
Nasce allora una nuova forma di interazione tra corpi, diversa dalla interazione tramite la forza, cosa che implica scambio di energia e/o impulso; si tratta di una interazione attraverso la
fase in cui i corpi interagenti prendono ad oscillare sincronicamente attraverso la mediazione
del campo elettromagnetico che tocca entrambi.
Questa interazione non implica scambio dì energia e/o impulso e produce il mutuo 'sentirsi'
dei corpi interagenti, i quali, senza intervento di forze e conseguente spesa di energia si muovono 'in fase' ovvero, al di fuori del gergo dei fisici, si muovono a ritmo, come i componenti di
un corpo di ballo che seguono le indicazioni del direttore senza grande spesa d'energia da parte
sua. I corpi assumono quindi una configurazione ‘coerente' - nel gergo dei fisici ‘coerente' vuol
dire dotato di una fase di oscillazione ben definita. In altre parole le particelle prendono ad oscillare all'unisono, tutte insieme, in fase con un campo elettromagnetico avente la stessa frequenza. L'instaurazione del regime coerente dà luogo, come mostrato da Preparata, ad una ristrutturazione energetica del sistema. (…)
La formazione di insiemi coerenti di organismi biologici individuali è un fatto molto frequente
in natura. Basta pensare agli sciami di insetti, la cui coerenza è stata mostrata dall'entomologo
americano Philip Callahan essere corrispondente ad una oscillazione elettromagnetica originata
dal battito delle ali. Questa coerenza si manifesta nel comportamento collettivo ordinato dello
sciame. Analogamente il comportamento collettivo ordinato delle popolazioni di uccelli e pesci
deriva anch'esso da un accordo coerente di fase di specifiche oscillazioni elettromagnetiche degli individui.
In accordo con la legge generale della coerenza, l'instaurazione di uno stato coerente della popolazione di individui, si traduce in due conseguenze:
A) diminuzione dell'energia dei singoli individui – l'eccesso viene infatti ceduto all'esterno attraverso il campo elettromagnetico associato alla coerenza; B) blocco di tutte le variazioni individuali capaci di far uscire il singolo individuo dall'oscillazione elettromagnetica comune; per
uscire dallo stato coerente e riguadagnare lo stato di individuo indipendente, il singolo deve
ricevere un apporto energetico almeno uguale al gap. ”
Ci si potrebbe ora chiedere: “Ma come, nel sincronizzarci noi perdiamo energia e questo viene
letto come positivo?” Come spiega il professor Del Giudice riprendendo i concetti di Freud,
sono i dolori soppressi – fisici o emozionali – i dolori resi inconsapevoli a essere la causa di ostruzione e quindi accumulo energetico. Quel trauma non elaborato e dissolto forma un sovraccarico energetico. Riprendo quindi le spiegazioni di Del Giudice che andranno a chiarire con un
linguaggio scientifico la questione.
“La suddetta ristrutturazione dei ritmi di oscillazione di particelle e campo elettromagnetico
comporta un livello di minore energia dello stato coerente rispetto alla precedente configurazione non coerente . In altri termini l'insieme di particelle indipendenti, nel momento in cui diventa coerente, libera energia verso l'esterno. Viceversa l'estrazione di qualche componente dal
sistema coerente, come accade quando il componente subisce qualche trasformazione individuale non condivisa dagli altri componenti, richiede una fornitura di energia dall'esterno; quindi
l'appartenenza ad uno stato coerente preserva l'identità dei componenti entro i limiti del salto
di energia implicato dalla transizione dallo stato non coerente allo stato coerente - chiamato nel
gergo dei fisici 'gap energetico'. Più grande è il 'gap' del particolare stato coerente più difficile è
introdurre trasformazioni individuali dei componenti.
L'organismo umano è caratterizzato da due reti di comando:
A) una provvede al rifornimento degli ioni in tutto il corpo secondo ritmi e modalità direttamente controllate dalla distribuzione spaziale e temporale dei flussi di energia; B) l'altra, il sistema nervoso, informata in ogni istante senza spesa di energia delle operazioni della prima
rete, produce un insieme di correnti elettriche, che distribuiscono la consapevolezza in tutto il
corpo, producono in altre parole la percezione degli avvenimenti e mettono in grado la sfera
volontaria dell'individuo di decidere eventuali interventi.
In qualche misura il sistema nervoso può anche esercitare qualche influenza sulla prima rete,
che è quella che ha il controllo diretto del funzionamento biochimico del corpo.
Entrambe le reti hanno un contenuto informativo. La prima rete detiene il software, prodotto
dall'organismo medesimo ed evolventesi in fase con esso, che governa la distribuzione generale
degli ioni e, con essa, il ritmo e la qualità dell'attività biochimica. In particolare il potenziale
elettromagnetico distribuito lungo la rete mette in fase le attività enzimatiche in tutto il corpo,
attraverso la messa in fase e conseguente coerenza delle eccitazioni del potenziale indotte dalle
reazioni chimiche. Questa rete coerente generalizzata può avere qualcosa in comune con
'l'ologramma' ipotizzato da Karl Pribram. Questo contenuto informativo però, benché attivo ed
operante, non è immediatamente percepito dal corpo, non diventa parte della sua consapevolezza (vedi nota a lato: Il connettivo).
Nella misura in cui l'attività di questa rete si traduce in attività biochimica, l'esito delle reazioni
chimiche prodotte, in particolare il loro prodotto energetico, dà luogo a sensazioni corporee,
che si traducono in emozioni. Il contenuto informativo inconsapevole di questa rete può forse
coincidere con l'Es, con l'inconscio teorizzato da Sigmund Freud e identificato da Wilhelm
Reich con l'insieme delle correnti vegetative del corpo, che a loro volta potrebbero coincidere
con le nostre correnti di ioni viaggianti sulla rete del connettivo, a sua volta concepibile come la
rete dei meridiani cinesi (2). La prima rete contiene il fondamento oscuro delle emozioni, in accordo con la concezione freudiana dell'Es (vedi nota a lato: Psiche o coscienza?) . La seconda
rete è alla base della percezione consapevole delle stesse emozioni.
La percezione delle emozioni non coincide perciò con la natura profonda delle emozioni, legata
alla circolazione generale degli ioni, ai suoi eventuali blocchi o ingorghi e, per questa via, legata
in ultima analisi all'attività biochimica. La soppressione della percezione delle emozioni ad opera di farmaci operanti sul sistema nervoso o con altre tecniche, non elimina perciò il fondamento energetico delle stesse emozioni. Eventuali blocchi nella circolazione degli ioni, di cui i
messaggi del sistema nervoso costituiscono soltanto il segnale di allarme, continuerebbero infatti ad operare, a determinare l'andamento dell'attività biochimica e a produrre effetti sulla
salute del corpo. Il quadro qui delineato è in totale accordo con la concezione generale di Wilhelm Reich sulla salute psicofisica del corpo.
In accordo con Freud, sono i dolori soppressi, i dolori resi inconsapevoli, a essere la causa profonda che mina nel lungo periodo la salute psicofisica dell'organismo. Una terapia radicale del
dolore e delle malattie in genere dovrebbe perciò mirare a rimuovere gli accumuli di energia
all'origine del complesso processo elettromagnetico che si traduce nella sensazione dolorosa e
nel conseguente insorgere di malattie. Questi accumuli vanno dissipati sollecitamente, anzi se il
corpo, imparasse a sviluppare sistemi spontanei di dissipazione dell'energia, imparerebbe a
contrastare efficacemente l'insorgere del dolore. (…)
Se, come appena detto, la patologia e il dolore sono la conseguenza di accumuli di energia, la
possibilità di rilasciare energia attraverso l'instaurazione di uno stato coerente tra individui corrispondenti, una ‘coerenza di specie', ha un effetto benefico sulla salute dei singoli individui."
Il professor Del Giudice così continua: "La ‘coerenza di specie', cioè l'esistenza di oscillazioni
dei potenziali elettromagnetici individuali comuni all'intera specie umana, è mantenuta non
dallo stretto contatto dei corpi materiali, ma dalla mediazione dei potenziali elettromagnetici
che possono coprire grandi distanze e perciò assicurano correlazioni anche di grande raggio.
Anche un eremita che viva da solo nel deserto può correlarsi con l'intera specie umana. Il contatto con il potenziale elettromagnetico risultante dalle oscillazioni collettive della fase dell'intera umanità appare alla singola percezione individuale come una esperienza ‘mistica' trascendente la sua individualità e può dar luogo alla percezione di un ‘sacro' diffuso nel mondo. Attraverso questa via il singolo può percepire l'esistenza di altri individui preganti per lui e in
caso egli possa entrare in coerenza di fase con questi campi, può rilasciare energia verso il campo comune e così rimuovere i suoi propri ingorghi. (…)
Perciò, al di là dei rimedi particolari che la scienza in continuo progresso è in grado di produrre, la più profonda e duratura soluzione al problema del dolore e della patologia è l'esistenza
durevole di una coerenza di specie, che sarà possibile all'interno di una diversa società in cui gli
individui non saranno più contrapposti dalla guerra universale attorno alle basi materiali della
loro esistenza.”
Ricordiamo che la messa in fase più profonda e compatta che può avvenire tra gli individui non
è tanto quella suggestiva che si crea quando sono le emozioni – o la sua controparte mentale – a
entrare in risonanza. Bensì quando la coscienza del corpo trova i suoi reali corrispondenti e di
conseguenza entra profonda in risonanza fisica – che è quella su cui si basa la materia creata,
per questo, quando ciò accade, la coerenza si rivela più solida, stabile, protettiva.
Coloro che sono ancora a livello emotivo, continuano a professare una "bonta", una "amorevolezza", una "tolleranza" che, se non è raggiunta davvero come risultato di una elevazione della
coscienza, porta davvero a poco. Vediamo gruppi che si professano spirituali che sono realmente covi di vipere nascoste. Invidie, acidità, lotte di potere incredibili... mascherate però da quel
buonismo, che non cambia tuttavia la sostanza.
Questo buonismo indotto non fa altro che ammutolire la reazione spontanea che noi proviamo
di fronte a persone e a situazioni.
Con l'imposizione a oltranza del voler/dover essere tutti buoni, tolleranti, accoglienti noi mettiamo a tacere ciò che forse potremmo definire l'istinto, che immediatamente ci mette in guardia
dal rapportarci o dal coinvolgerci in situazioni che qualcosa nel profondo di noi stessi avverte
come dissonante.
C'è davvero posto per tutti su questa Terra ma non tutti devono e possono occupare lo stesso
spazio.
Io amo fare l'esempio dll'orchestra, che immediatamente offre la comprensione di un insieme
che lavora bene in sinergia e crea col proprio operato della magnificenza. Se ci pensate bene, gli
strumenti musicale vengono suddivisi in gruppi corrispondenti. Violini e grancasse non possono stare vicini.
Così dovrebbe essere nella vita. Se noi tacciamo la nostra risposta immediata alle situazioni finisce che da violini ci mettiamo vicini a delle gran casse e questa vicinanza disturba la buona
espressione della nostra vibrazione da violini – e probabilmente noi, a nostra volta, disturberemo la manifestazione della gran cassa!
Note
(1) Fisico e chimico tedesco (1864 – 1941), noto anche per essere stato un pioniere nella ricerca
sulle armi chimiche.
(2) Questo punto di vista fondato sulla moderna elettrodinamica quantistica può allora forse
collegare le tradizioni dell'Oriente e dell'Occidente, l'antica medicina cinese e la moderna psicodinamica del profondo di Freud e Reich e dei loro seguaci. La prima rete di comando comunica attraverso il potenziale elettromagnetico con la seconda rete di comando, con il sistema
nervoso, il cui contenuto informativo è alla base della consapevolezza del corpo, che si articola
a sua volta in una sfera involontaria e in una sfera volontaria.
IN SINTESI
In parole più comuni, quanto spiegato dal professor Del Giudice conferma ciò che la fisica classica non prevede ma che, attraverso le scoperte della fisica quantistica si è arrivati ad appurare,
ovvero che i corpi possono, grazie alla fluttuabilità posseduta dalla materia, trovare ciò con cui
entrare in risonanza e assumere un aspetto coerente, in fase, cioè sincronico tra loro.
Questa “coerentizzazione” porta i vari sistemi che compongono il gruppo in fase, che Del Giudice rapporta a i componenti di un corpo di ballo, a:
1) una rigenerazione energetica del singolo innanzitutto – in quanto viene ceduto all'esterno
l'eccesso energetico non metabolizzato, causa primaria di malattie;
2) anche a una compattizzazione dell'energia nel gruppo stesso, che diventa fortemente protettiva nei confronti dei singoli, difendendoli dalle intromissioni esterne.
PSICHE O COSCIENZA?
La psicodinamica del profondo, iniziata da Freud, ha sottolineato nell'ultimo secolo come la
psiche sia una struttura gerarchica che si for ma nel livello misterioso in cui le reazioni chimiche delle molecole producono l'energia, che viene poi convogliata, incanalata, organizzata.
Questo livello misterioso fu battezzato Es (in tedesco è il pronome personale di genere neuto), o
Id, cioè "la cosa", da Groddeck e da Freud, fino ad arrivare ai livelli superiori dell'inconscio, del
subconscio, del preconscio, fino alle soglie della consapevolezza. La psiche non è il livello
ell'emozionale-mentale, anche se ne è l'indispensabile premessa. A differenza della mente, la
psiche dialoga direttamente con il soma, che accetta ordini dall'inconscio.
Viene quindi da sospettare che la psiche sia il modo di essere del soma e sia, in buona sostanza,
l'organizzazione che regola l'insieme delle molecole e nello stesso tempo il linguaggio che emerge dalla struttura molecolare." (Dall'intervento del professore: La materia coerente, tenuto a
Reggio Emilia nel giugno 2005 in parte riportato nell'articolo Fra scienza e coscienza)
IL CAMPO
Per cercare di spiegare con parole più semplici il concetto di campo si può pensare a un'orchestra che suona una melodia. Se quella musica ci corrisponde noi ne saremo attratti e ci uniremo
al corpo di ballo che la sta danzando. Se invece non ci appartiene ne saremo infastiditi e quindi
ci allontaneremo per trovare la musica con cui effettivamente risuoniamo.
Si può pure pensare al "campo morfogenetico" di cui parla il fisiologo britannico Rupert Sheldrake.
IL CONNETTIVO
"Il connettivo, è quello strato dove si trovano immagazzinate tutte le emozioni, è più antico del
sistema nervoso, che è la fonte della consapevolezza. Due memorie sono presenti in noi: una è
legata al cervello vero e proprio, l’altra si trova nell’acqua che, ricordiamolo rappresenta il 70%
del nostro peso corporeo.
La memoria che incide maggiormente sull’organismo è quella presente nell’acqua. Questa rappresenta la memoria storica del nostro vissuto, mentre l’altra riguarda i processi mentali.
Se si agisce sull’acqua della memoria storica depurandola, allora si sta meglio a livello fisico,
perché le emozioni sono l’interruttore scatenante di tutto il nostro vivere, e si migliora addirittura il nostro carattere. Infatti si diventa maggiormente quello che si è veramente.
È nell’acqua che sono inserite le nostre memorie storiche, finché non depuriamo quest’acqua
dal vissuto - negativo - che è rimasto intrappolato in queste memorie, non possiamo stare meglio e vivere bene la nostra vera natura!" (Emilio del Giudice in riferimento alla tecnologia White)
Simboli, sincronicità, evoluzione
Non per niente la parola simbolo significa, dal greco symbàllò, "connessione". Infatti i simboli
riuniscono in un solo segno, sia parlato sia grafico, un insieme di concetti che, collegati, esprimono e riuniscono in uno, un significato altrimenti più articolato.
A livello energetico esprimono un concentrato, visto che ogni significato in esso racchiuso è di
per se stesso conduttore dell'energia che rappresenta. Per questo sono considerati molto potenti, per esempio in esoterismo, dove, come si sa, è essenziale utilizzare consapevolmente le energie in noi e fuori di noi.
Chi però si aspetta che tali simboli agiscano da soli si sbaglia. Ci deve sempre essere la partecipazione dell'interessato. Sia nel caso si voglia utilizzare un simbolo per un determinato scopo,
sia quando invece il simbolo viene ricevuto, come nel caso di risposta a una divinazione.
Facciamo un esempio: mettiamo di non sentirci particolarmente soddisfatti della nostra vita. C'è
qualcosa che non va ma non riusciamo a identificarlo. Una situazione questa che davvero spesso accade.
Coinvolti in emozioni e pensieri diventa difficile districarsi nel dedalo interiore.
In questo caso, come il concetto di sincronicità junghiano ha ben dimostrato, si possono utilizzare delle forme di divinazione, non tanto per indagare il futuro che ci aspetta, bensì proprio
per osservare, come in uno specchio lo stato della propria interiorità.
Faremo così una domanda e la divinazione - che siano carte, rune, o quant'altro, ci darà la sincronica risposta.
Nella prefazione della prima traduzione in lingua occidentale (l'edizione tedesca) dell'IChing,
scritta da Richard Wilhelm, Jung parla del concetto sincronico riferito alla diviniazione. Qui
scrive come la nostra scienza si basi sulla legge di causalità, ovvero ogni effetto ha la sua causa.
Ma questo assioma, continua Jung, costringerebbe di per sé a una staticità che di fatto non riscontriamo nella natura, e così spiega: "Lasciando che la natura faccia da sé scorgiamo un quadro ben differente: ogni processo subisce delle interferenze parziali o totali da parte del caso".
Oggi noi conosciamo meglio questo "caso". Infatti il fisica quantistic David Bohm "verso il 1947
scopre che i movimenti apparentemente casuali dei singoli elettroni producevano di fatto dei
risultati globali altamente organizzati e sinergici tra loro. Interi 'oceani' di particelle si comportavano come se sapessero cosa altri incalcolabili numeri di particelle da loro separate stessero
facendo, così da trovare, da entrambe le parti, un modo finale di divenire sinergiche tra loro.
Questa scoperta gli fece dedurre che esiste una realtà più profonda, un nuovo genere di campo
non ancora misurabile, che contiene tutte le realtà, sia quelle rese a noi visibili, sia quelle non
ancora - o magari mai - visibili."
(Da un mio precedente articolo: "L'infinito che ci dà vita").
In altre parole c'è un "contenitore" che ci contiene e conferisce però significato anche alle cosiddette casualità che compaiono nella vita. Noi siamo troppo limitati per scoprire quei nessi che
stanno di molto sopra la nostra capacità di comprendere, e il motto taoista: "come fa il contenuto a comprendere il contenitore?" esprime egregiamente tale situazione.
Un modo per arrivare però a intuire i significati più prossimi a noi, quelli cioè più immediati e
necessari, ce lo offre la divinazione. Jung, nella già citata prefazione, così continua: "La mentalità cinese, quale io la vedo all'opera nell'I-Ching, sembra invece preoccuparsi esclusivamente
dell'aspetto accidentale degli eventi.
Ciò che noi chiamiamo coincidenza sembra essere la cosa della quale questa peculiare mentalità
principalmente si interessa, e ciò che noi adoriamo come causalità passa quasi inosservato. (...)
Il modo in cui l'I-Ching è incline a considerare la realtà sembra non vedere di buon occhio i nostri procedimenti causalistici. L'istante che sta attualmente sotto osservazione appare all'antica
visione cinese più come un azzardo che come un ben costruito risultato di catene causali concorrenti."
In altre parole la "casualità" che viene indagata attraverso la divinazione permette di cogliere il
tutto della nostra realtà in fieri. E dopo tutto questo è anche il concetto olografico, per cui ogni
più piccola parte dell'uno contiene in sé le informazioni sul tutto, sebbene sia una sezione ben
distinta e anche separata dall'unità complessiva!
Dunque, in un nostro discorso esistenziale, quando magari la vita sembra non girare più nel
modo dovuto, possiamo ottenere alcune indicazioni sulle prime tracce di percorso possibile,
che ci permetta di uscire dal dedalo in cui ci troviamo in empasse, utilizzando in forma sincronica la divinazione.
Utilizzata in tal senso possiamo rivolgerci a una qualsiasi forma: l'I-Ching, le Rune scandinave,
i Tarocchi (non dimentichiamo che molti analisti junghiani fanno utilizzare le carte ai loro pazienti per avere una visione amplificata del loro stato interiore), e via dicendo.
La risposta ottenuta ci suggerirà un modo di comprendere meglio la situazione in cui ci troviamo.
A quel punto possiamo decidere noi che tipo di azione possiamo intraprendere per portarci in
zone migliori. Oppure possiamo nuovamente chiedere suggerimento.
Una volta chiariti i passi necessari per migliorare la nostra condizione dovremo fare in modo di
mantenerci focalizzati in queste nostre azioni. Ecco che il simbolo ci viene in aiuto. Infatti sarebbe davvero troppo lungo, ogni volta ricordarci la lezione verbale.
Per esempio, se dobbiamo/vogliamo cambiar lavoro e abbiamo capito quali nostre caratteristiche, fino adesso, abbiano contribuito negativamente al raggiungimento di tale meta, non possiamo ogni mattina, prima di iniziare la nostra giornata, stare a recitarci "Devo essere più attivo,
non lasciarmi impigrire, distrarre, addormentare... da questi o quegli eventi che inevitabilmente
si presenteranno nel corso della giornata per fare in modo che io rimanga in questo stato negativo".
Come ben capirete diventa lungo e decisamente diluito a livello energetico. C'è invece bisogno
di qualcosa di più immediato che, magari, ci porteremo appresso su un foglietto da tenere in
tasca e osservare più volte al giorno. Ecco dunque la validità del simbolo che in un solo segno
racchiude la forza concentrata dell'informazione, del messaggio che voglio imprimere al mio
inconscio.
A questo punto inizia il lavoro di autoeducazione. Attraverso la ripetizione costante, fatta quotidianamente, più volte al giorno e prima di addormentarsi, con atteggiamento vigile e totalmente presenti a noi stessi, riusciamo, poco alla volta, a cambiare i messaggi negativi fino ad
ora attivi al nostro interno (ci si potrà anche aiutare con dell'acqua informata con tale indicazione, come pure con la ripetizione sonora di mantra...).
Questo impegno personale è necessario per attivare i simboli, che altrimenti non funzionano, a
meno che si sia ancora un'anima semplici, per cui il significato possibilmente "magico" produce
effetti di suggestione. Siamo però in una società troppo cerebralizzata, e in genere tali suggestioni non incidono veramente sulle coscienze.
Invece il lavoro personale, quello che in gergo si definisce di "carica" del simbolo, funziona. Ma
tutto dipende dall'energia che ci mettiamo dentro. E questo dipende da noi!
CONTATTI
Carla Fleischli Caporale [email protected]
Cellulare di servizio: +39.334.533.22.66
Pagina web: www.evolutivity.info
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La scienza dello Spirito