BARBIERA RAFFAELLO L'IDEALE VERSO PROFILI LETTERATURA DI CON RISTORI MORELLI - - DI DOMENICO - CREMONA TRANQUILLO REVERE GIUSEPPE CHI INEDITE PAGINE ADELAIDE - E - MOSÈ PRATI GIOVANNI - BIAN- EMILIO ... » ì PRAGA - VERGA - ARRIGO ADA BOITO NEGRI - - GIOVANNI EMILIO MILANO Libreria Editrice 1905 Nazionale ZOLA D'ARTE / I/A '.. : ' /V / L. . 4 HARVARD LiTO -Tipografia Via Lombarda Kramer, liBRAMT COtlEGF 19-ai di - Francesco MILANO Bollini L'IDEALE,,,, VERSO qMì scrittori^ lineare loro nelle Verso forse^ il che Questi ai di nella Corriere della campi della sulla ritoccati^ persino che il mio de- Essi ideale?... del motto libro^ loro affido che Libreria della Arnaldo letterati de sull e mia d'artisti e forma prima sera uscirono d'insigni., di Mohr; e clementi. profili comparvero gli de- tentato un letterario prof, mire carattere. essere del titolo Nazionale, affido ho perseguono non direttore alVegregio Editrice o alle loro nel potrebb'* sia che artisti^ opere, V\dza\z blasone: risponda titolo degli ebbero^ non il che pare ' decorano tutti j" ne Le pagine formano sul liana, Ita- attività: ma rifusi., rifatti. tutti Illustrazione maggiore Perseveranza; le quasi moderni alcuni qui sono inedite la sola attrattiva; buito anch' io, far e continuo chi amare questi con nel pubblicati d* m'illudo pure avere di lavoro chi immagina, \ molti con contri- po' un altri scritti, anni, tanti chi pensa, a i opera alte^^a, con Isella vita delle e Dove migliore. parte altrui^ opere si non io la cerco facili i trovano spregiatori? L'arte e tutti un letteratura moderna: letteratura e la gli Ef in si argomenti affrettano^ tutto un momento, cui discorro brevissima secolo: di tutto d'alcuni pei giorni^ e anche di che tutto rano. divo- questo libro, Milano, Raffaello e viventi: nostri condensano^ sparirà arte nell'orbita aggirano età è tocco, Barbiera. SERIE .Mjf.'e.. PRIMA. PROPRIETÀ LETTERARIA ADELAIDE E % UNA LETTERA RISTORI INEDITA DEM.' ILLUSTRE ATTRICE i Da sul di lago Maria, Como, Giovanni scuola della villa, il Maria le sue : il letto, riflettori non mancavano lago bagna memore Casina villa d'altre dee bata piom- un giorno lo che nel nella cielo verdi dell'amore. per spettrale tista sta- dovette da stanza spesseggiavano le con ad nordica Capranica persino la giore mag- acquistata con specchi gaudii, piacque che era l'aveva marchese di romanzi acuminato, felicità gli togliere d'altri L'edifìcio italiano, che Rattazzi, Urbano nuziale. d'una bre cele- autore d'Azeglio, tetto sorriso pieno e ad della Capranica, Massimo dal Villa che cognato nere nido carattere nascondervi far di proprio in di Bande qual dà essa al estate nella montagna Luigi dalle della dì che marchese 1' passa Blevio, verde villa, attrice, un dalla sovrasta; storici Ristori presso ombrata essa di Adelaide anni, più troppo: Il dell'alcova. onde e Non gia, spumeg- lungi, il .villino sorge dalla abitato le ricorda la braccia, sue Bellini: e figlia del thier, due duca De volte quasi paurose villa Pliniana. dai d'Este follie della erotiche Elisabetta di Nella purezza nica del chi Adelaide Giuditta Pasta, villeggiava pittoreschi nella rissime e ardente sembra un dì a un di nome pensa, ri- trionfi. d'altro merito, giorno degli E ; lunghi un pure di Capra- frescura ai riva, care Foscolo. fantasmagoria mormorare ma all'ombra boscosa Ugo i pace scene, e marchesa quella alle Amelia d'artista nome quella Lario, la di Galles? principessa eroina del mentale monu- conosce non Ristori le sospirarla fra platani, superstiti Grillo, riposa in lembo marito principe prossima, Un'altra quel chessa, duBer- dal della suo delle cenzo Vin- maresciallo disgraziata Carolina del forse, in teneva un'altiera a Brunswich, gentildonna, morì stette E vecchi fronte, dall' amante Plaisance, poi ombre di bimbo, roseo un come che anni che fuggiasca, prima Belgiojoso Villa Turrina tenera napoleonico Emilio suoi Belgìojoso: Moltrasio, a ultimi negli Cristina principessa Moltrasio fra Ristori Adelaide 12 tutta ricordi. alberi su sì poeti, cadolce una flutto Ogni glorioso : ogni Verso ombra che 13 dai monti discende velo che copra l*Ideale sembra d'errori memorie appassionati. Ristori,che compiendo nel 29 gennàio Adelaide del 1902, ottantanni,vide in a Roma, di tutta quelgiorno, III Emanuele Vittorio re porgerle altri tributi di fra innumerevoli omaggio quasiil cipi, prin- di popolo, di poeti,d'artisti, pensatori, ricordanza. del la lucidezza conserva Ove pensieroe della è l'idea,non raggia ancora tramonto. Adelaide di Ristori è di un' epoca tutta quando grand'arte, luminosi ingegni passavano cieli ideali magnificapersonificazione in fitta schiera lo stesso stori,che, come si può a forte ai cuori alte malinconie sogna l'amore,la le anime parola. ,..^: e che e di voleva in trascinava parlare vortice di fulgorila giovinezzache virilità che hanno Ri personò imRigoletto^ di il creatore di razza una d'Adelaide dire romantica, che quell'arte ben pei d'Europa. Giuseppe Verdi apparteneva giganti; incliti sete d' combatte, una tutte appassionata \ Ristori Adelaide 14 Adelaide Ristori il romanticismo, quando di non odio, dei afflitti, di dello la Schumann, Chopin di Gaetano sculture fra le e del Vela... ; scene Shakespeare, interpretatida si stori... Allora sulle lo come l'Alfieri, Modena, di Ri- grandezza. vita espressione d'una grand'arte, la Era passano Rossi, Adelaide respiravaun'aria del gendo svol- Gustavo come le andava Schiller, come attori e quello — poeti di Salvini,Ernesto Tommaso si eroici lo come opere i cuori. — creazioni erano schianto tristezza melodica grandioso altri drammi ed degli Giuseppe Verdi, risorgimento della patria — parole turbe il cupo agitavano dramma un Hugo disperatepassionidelle Donizetti, di Mentre le quando ; di Victor diffondeva e d'amore ma miserabili Roberto genio fiamma le ali di spiegava nell'epocadel grande rifulse di vasti ideali. * definiva d'intuito. formò su (che Modena Gustavo Adelaide Ella deve altri ? non gi) prodigava gli elonvCattrice Ristori tutto a sé stessa modelli, neppure su ; divina non si Carlotta f Ideale l^erso Marchionni Nata Cividale a la precocissima tardi nei l'amor che A « suoi farse, anni nelle attirava dodici anni, per le le sosteneva di o che prima recitai Rimini di Questa dalla e la Silvio inebbriava e fu « Pellico visione gli animi infelici. particolare la col cola pic- meneghino allora a donna prima la nella dici, quattor- giovane (rammenta volta quinto da di Novara. » rampollata canto Pellico ella) Francesca città sitibondi Silvio parte applausi. mediocremente del stori Ri- cole pic- della » bambina; di la recitare affidava scritturata prima tragedia, ideale si parti donna, per mi di nel esprime Rossi. facevano parti ribalta (racconta gente, era non mento attacca- della Ernesto mi fatica « quali poi, tenace fuoco mezzo quali La Ristori Moncalvo e ravano gisu Rossi, padre di Ricordi) principale.» A cavalli quattro ne' al Dumas dei uno quel prova Alessandro Kearij Ernesto per l'attore che dalle scene, di pari che saltimbanchi, sviluppò dei delle al anni, maestra. Dalmazia la Istria, T fu attori da Friuli, allontanarsi poteva e del quelli a le primordii, Penìsola, simili carri nei che, 15 di deWInJerno, passioni ideò luttabili ine- la Fran- ^ i6 Rimini cesca da brevi scene gonda, del nel piccolo teatro di nata officina in mutato ora chionni, Milano, a pallidafanciulla mici Ristori Adelaide di fanciulla Rade- elettrica,una anch'essa erranti; la quale doveva attrice d'Italia. Santa quindici anni, Carlotta Pescia a sulle vedere da Mar- attori diventare la prima Quel palloree il sentimento il inspirarono tragedia dalle linee giovane Silvio semplicissime,un co- della in una profumo agreste. Era curioso che rappresentava l'adulterio incestuoso Mirra, dì (le Orsoline da votarsi comparire croce, e di sulla pregava le La nella in silenzio. convento un giosa reli- Prima di celibato. « — della il segno Al declamar Leoni febbre, tanto la dova) Pa- di ella s'identificava » recitò insieme per più mesi rappresentazioni a illustrata anche con la Marchionni (al servizio Compagnia Sardegna) che, continue la l'amore e rigidamente Carlo conte quale passioni. Ristori Reale così si faceva scena, susseguiva nelle da uscisse perpetuo (ricordavail Mirra di Francesca Verona) a la quella Marchìonni, da del re dell' anno, Torino ; Luigi Vestri, di dava gnia compa- il quale t^erso t Ideate ce dalia passato era cenno un clie e scolpiva modulazioni del teatro citato del di Vestri poscena, Dell arte il rammenta patriota, epigrafista,ammiratore della e libro Padova^ con con una nei come di nuovo Leoni, avvivava ; dove teatro, carattere, un voce pianto, riso strappava ai chirurgia ti » 17 Ristori. « Tommaso suoi Salvini, negli Ricordi:, quelli di Ernesto il ritratto fortuna, deano di di Adelaide e si di a di delie più belle, che i capi che sovvengo di La contessa nella Napoli, : anni, favorevolmente Madonna una e già sera, la di delle artiste e a buon Mi disputavano alla assistendo tradotto Altembergy una valenti drammatico; se dramma d* come giovani comici un molto spien- ventitré dignitosi. Era e più una le flessuose, attraenti,adorna il teatro vantasse diritto forme eleganti modi allora parlare attrice, bella Raffaello, dalle a Mascherpa aveva dalla privilegiata ella recitava Ristori con Ristori, delinea primavere Romualdo cominciava questa della e ventitré ed trittico un attrice questa volto nei formano Rossi quando Compagnia a che equilibrati, succosi piansi dal duzione ripro- francese, dirottamente i6 sentirle nel sima, recitare si ove amore. In fingeva fronte della il serto Dominatrice Ristori) da di la quale di Lione, poveretta nuvole condotta commediante a Il A tutta al mano, la famosa sua di dal da e a le Gymnase, caffè La chel Ra- per affidata fu al senza ma altro, ben Rachel madamigella sue per protettore, il questo venne, laggio vil- durante infimi pipe. suo grandezza. Dopo per del raccolta negli fumo della israelita, lagrimevole, Parigi » mano fu era prima strada una di successo Francia ambulante, cantava Esordì « liana ita- tragica anni Turgovia, Samson, Conservatorio. fortuna. (due nata un'infanzia fra la città Parigi della su in Mumpf fu tava susci- non grande scene Partorita la Ma ? merciajo un carità, ed ebbe couvreur, rivale gloria. Rachel, Felix. spiegò verava rimpro- crederla di della delle madamigella presto. che Ristori ammirazioni sulla pose fu madre una Adelaide città quale certo commoventis» scena » affetti che una figliail sospetto alla in RistoH Adelaide Le- Adriana passioni e per il Adelaide 20 Il duello mondiale. la con italiana al risalire donna (ora innamorata quel Re, di amica peraltro, dei francesi ad Gioachino la musica, la politica,piegavano E gì' italiani. del quando i Fu vinse dell'Alfieri cuòre. A campioni : la in animi contro d'un nobile Mirra dell* di francesi romanticismo : con verso scordare che, le ultime il classicismo, Victor Hugo del battaglia: versò ratore, Impe- Cavour taglie bat- la Ponsard. l'attrice nella il fuoco quella rappresentazione, del lora alcelebre italiano, che ella sogna, bi- simpatie Un Camillo gelida Lucrezia tragedia Non le amico combattevano ardenti da cominciavano convien drammi nella italiana gli romanticismo sulla vincevano più nemmeno allora, si appunto i e attrice . festeggiata che Rossini, la prima e prima espansioni. con occorreva Medici. italiani gli verso con De dimenticare accentuarsi italiano, dice il lei trovare per Corte, Maria ; poetessa si dalla acclamata giovane) di prima IV Andreini, Isabella padovana Nessuna francese Enrico di sostenuto memorando. e metropoli tempo lei affrontato aveva della giudizio artistico, da fu ardito Rachel, attrice Ristori Mirra del suo assistevano vi assisteva Giù- P^erso Clara contessa della lo la Rachel la ha Alfonso e Isabella un dì classica è Adelaide a nostri nei di al tragedia È alla Ristori, il Chiabrera la quale a Ristori non teva po- rigidezze della che in attrice, e chel Ra- la sublime parte gran non di effetto oggi gloriosa e vite ; a Dal Antonio di Milano, Verme Somma, rata vene- artistiche; e in noi, sorvive quarto un scene Teatro di sacrarono con- per il era sorvive ricordi,ella le volta nel!' naufragii di memorie. la Sand... possibile? Ristori molti padre, » nesto Er- fanatico Rachel ! consacrati sostengono » petto; Musset, Tasso, le sistematiche della Ma de aveano più teva po- sughero d'ammirazione ne alcuni nel di Scribe, non domandava. cuore pezzo Ristori la come un Torquato Il inconscia studio. e Alfredo Dumas arte il trionfo il che un prose Andreini. ; eppure arte petto Marino soffrire « ha Eugenio e Alessandro era quanto perchè? e Ristori versi il cavalier dell'anùca commosso; Lamartine, come lettera diceva autentico, nel Legouvé, 21 una Rachel... della Perchè « e fosse vivamente dire in quale MafFei, Ristori avesse — il Verdi, seppe l'Ideale a molti secolo l'udimmo nella udinese. naufragii ch'ella bandonò ab- l'ultima Cassandra^ Adelaide 22 Quella armoniosi, poeta talvolta e le spiegare Chi libro etiam Dei Ora, commossi la non cielo, e versi di cevano fa- dell' trice. at- nel Virgilio fuiuris Teucri eredita trascinata gli occhi le tenere con pianto, qualità stupende unquam profetessa con ed dal fatis aperit Cassandra Minerva, accurati Eneide: àtW jussu mente romantica- era i versi ma i mente intensa- essere ci quegli altri, pietosissimi, che E al ; ricorda non secondo doveva il soggetto, per dal svolta Tunc che tragedia, classica Ristori ardenti, fanno del fuor dere ve- tempio di rivolti invano da avvinte palme ?,., s lacci indegni?... Ecce trahebatur Crinibus Ad tendens Lumina, Il rovina nam Somma, Il egli rimpianto il Cassandra virgo ardentia adytisque lumina teneras arcebant nelF inascoltata era, di ha Cassandra, profetessa patriota tratta degli perduto palmas. il sentimento infatti, un rimpianto Minervce, frustra^ vincula patria, adombrò della : Priame'ia Cassandra tempio a ccelum passis esuli la in della triottico pa- sincero. cordava servitù, ri- italiani. patria; e quando yerso ascolta i suoni le più cose l'Ideale 23 1 allettarono che dilette di ritornare le par e bambina, sogna ai roseti materni: O Melanconici Rive dello voi a O divo 0 mia Da* Scamandro, che la cornamusa.... Sotto la la Spengo d'un rendeva E il mio Ristori metti — la che Maria nati per come il suo ella teatro rialzarli tentò allegra cedro alfine di Adelaide voce fin Ristori dì di donna dolore appunto per e la Giaconon scrivere gli ingegni dal Paolo cuore, faceva ma vidi quando Antonietta interpretava i grandi, volta per riveggo, fonti tue risale ricordo poiché ti ineffabile. incanto nella ancora saluta lo recessi alle spandi dell'esilio. sete musicali Versi bella, dell'antico e chioma, sei rosseggia ! Io i cui bosco, sacro La ; il Sol voce respiro, profumi e metro ti risalgo inaccesso, Degli augelli O che e dell' Ida corimbo Io Come Ecco, roseti! 1 meandri Al mio!... quel mia, alfin! valle... con cui a piante e anima torno etere tuoi dolci O l'addolorata Chiama E cari! e suoni solo qualche meno fortunati, forse dalla Paolo seria, mi- Giacometti. Adelaide 24 Maria La le certo; no non brutalità inflitte dal scena la ma principio è ben Ristori dea. pure in sul principio, la Corte con un la gesto: solenne un'armonia, terrazzo d'estate. sera ; di verso Adelaide di passo vibrava voce nello dolce e in apparisce maestro terrazzo suo primitiva; e da ampio un spiegate sono disegnata limpida il Magnifico ~ è su appariva come ciabattino, rigina pa- letto, figliuo- suo che resa una al e Mirabeau, dramma, giardini, in canaglia volgare del Antonietta Maria i del figura dalla troppo arte con capolavoro, un donna povera maltrattato sulla è Antonietta quella a ed Ristori . stesso tempo. ricordo E di Stuarda Adelaide Federico Maffei. d'Andrea Anche la più Corte ostile, Tolomei di rassegnata da e Rimini su Ristori di umana, Silvio dezza gran- spiegava rivale, Ma tutti 1 nella vittima Marenco, crudeltà si terribile s'imponeva la traduzione quale regale la avvolgeva Carlo della E nell'umiliazione, ricordano maturi nella Maria quella tragedia, qual in il suol pur ed ineluttabile nella Schiller, regale portamento che, Ristori nella i Pia dei soave e cesca Fran- Pellico, vittima di Verso così passione una quasi Vittorio dall'idea torbide rea, inflitta passione una come ricordano i quale l'illustre fisiologi moderni morbosi, nei inglese, in guisa ; nuca terrificante. gli occhi rigidissima vesta dita; tutta ; aperte lenta e lenta ; incedeva terrore tezza l'esat- dal sommo Ristori Macbeth lady incedeva con ravvolta le istecchite presentava rap- alta, piegata testa figura le allucinazi fra braccia sotto passo un vacillante sulla vitrei spalancati, immobili, la Mac- nel sconvolti di La rucciati. cor- trovano il sonnambulismo nima un'a- Shakaspeare Adelaide i rimorsi. ad numi espressi colpevoli, di gmanie, tragica dello psicologico {fenomeni e di vendetta una che Mirra nella da beth^ capolavoro poeta gentile, Alfieri, esagitata di de' così e ; I vecchi nel 25 peccato frale, e sincera il purifica f Ideale in ; bianca ; aperte le incubo di ; spaventoso fantasma. I vecchi la Goldoni; di Carlo ella adorabile. anche ricordano nella spiegava nella Locandiera spigliatissima, fine media, com- comico grazia talento e Adelaide 26 Nei Ricordi Ristori studi e nel pubblicò di parsimonia Rossi sto che di della corpo lettori dei pubblico ammirare le dell'arte ragioni ond'ella carattere sul leggenda, frutto di sui destini e lettura ci di r chi vuol interprete, che Leggiamo biamo dobporge il modo della ria sto- derazioni, consi- sue di meditazioni e degnamente Stuarda, sul sabetta di. Eli- lady Macbeth, tutta scrivere V attenzione di quel- creatrice. pareva ciò momento E il ch'ella pensa di Stuarda: Maria a un fessioni con- a lui spiega Le teatro. meritano spesso Erne- racconta personaggi di Maria Mirra.... di Medea, di Ristori regina d'Inghilterra,di di cercare morta... come i varii interpretò della e ; deve lavato aver Adelaide sua quella con quando d' come di persino madre propria e ar-tistica vita raccapriccianti,come al Adelaide racconta si non abbandona si questi : ella 1888, parola Quaranfanni nei artistici^ che semplice, modesto, accento con se Risiori Mi parvero così esercitaite chiare su ed questa evidenti martire, le che secuzioni peresse Adelaide 28 il battesimo vette Milano la tuttora di delicata, che pur là e Ristori Adelaide recitò da affetti. ben rappresentate Ciò significa la sollevava Tutti la stessa gli attori se incline al lavoro r da che, r era in se concordi subito le "c a umore anima che ; posito pro- proprio noto e che le tragedie le che commozione e del mi o laide Adeella tusiasmo. en- rono afferma- dovinavano palcoscenico, in- pubblico collettiva terra lo stesso interrogati sul essere faceva ne della appena stessi passioni doveva ogni angolo me questo gli solo non ma benevolenza che italiana, parti del mondo, suscitarono rappresentazione Ristori nel che, dappertutto : lei vera bontà palese parlare tutte eguali dovunque, sono il le nazioni tutte rilevantissimo di e donna. girò a non Ristori, bensì dell'attrice far la Ristori davanti fatto o di l'artista,non Adelaide ostante non e autobiografiche Ricordi risplende, della libro nei a ammirazione femminile grazia molti che e con di sapienza profumo qua fama, quelle pagine ; emanano un della ricordano rimpianto Ristori » no, rappresentavano. ; sentivano degli spettatori all' interprete Ne chiesi an- t^erso l'Ideale che Adelaide ad nemico dal quale neppure i ed le ecco non la teatrale psicologia « « « No, ho non alla subito Rispondo mai nico; rispettavo il incuteva forse « timore, della prova Più a mio è di più che difficile,invece, domanda: tra a dere « d'animo « dere, a « verso di « spettatori furono Qt già sicura, fino a parte, « preparavano. in tanto doppio del pubblico priori^ se era Ebbene, me? della : senso buona In quanto accolto essi a le dirò sinceramente, « speciale per « di buono o di la cattivo può si o mal disposto dire che avevo a io della che gli era mia essi mi presentire come data una umore. a che che battute poi inten- compren- benevoli prime all'al- io lo stato da posso comprendere avuto sempre rispondere bene io mi riguardo. accoglienza a avrebbero ho il pace non esso modo tanto dalle domanda. Apprezzava in 1904. fosse ma perchè valgono aprile cosa pubblico, bontà sua a che ; scene : prima sua saputo che 96 Romai a talvolta delle risposte, testuali sue panico liberarsi sanno non del chiesi più agguerriti campioni per poco Ristori; le d$ produzione, intuito un priori se erano intuito Era « « po' déiranima a ciie "c giudica?.. « lo Io potrò Ristori una sul Lago di suo nome. di La Eleonora Duse soave, da quella a voce Ri mi ni ancor quell'ora, con e, nella vita. al le lago, dì a parti. Medea. penombre Adelaide la su delle divina più cesca Fran- onde, poesia, quell'artistaimmortale, nell'animo, stori Ri- parte Dante susurrio dolce, quella s'imprimevano gloria canto voleva ma grandi villa, fra sul tistiche ar- ammirava Mirra, sommessa del : a Maria interpreti che nelle laide Ade- con memorie ed disse lavori, della sublime voce e espresse villa moderni; scendevano che più mi di autori Macbeth, lady recitò mi e essa fenomeno, nella sera mi grandi terrazzo sera com' voce Como, drammi nei a sul Là, artisti, passata sera su Ristori nei alludeva un » a Una giudizi i moderni. vederla studio suo scordare dal e il spiegare che d'arte. giudizi illustrata noi in pochino un so al è folla gentile attrice,che la Mai in non piuttosto non o delia sottopongo altri della però, giudichiamo noi Così E Ristori Adelaide 3Ó come le impressioni una UN DELLA GIORNALISTA LEONE FORTIS RIVOLUZIONE : Il (il Doctor delle Veritas modelli del periodo della vivere il e il (nacque 5 Nell'ultimo quasi alla la 1824), tempo, la ci più; vista Morì i secondo vecchio era decrepito. non serviva gli non non così ferveva ancora ma cervello suo scriveva penna sua il ; voluto principe. ma cino vi- ; la Forse, ancora. un quartiere senile, malato, pareva tomba di L'uomo ottobre in Roma avrebbe tabe per senile?... Tabe dispacci. a largo un nel palazzo un 1898 tutto istinto per in gennaio 7 che morire di modesto assai egli Conversazioni, morì italiana) vita Fortis, Leone lodate specchio genere, appartamentino Ludovisi, rivoluzione, della giornalista me- * alla moria quale articoli chi continuo di pieni qualche ma egli non che di s'affidava figure volta gli ammirava aveva tipi, tutto animate falliva quella susurri cólti con e nel vivezza di doti, aned- tramonto: fontana graditi, dere sten- per a quel getto doscopio calei- d'artista?... 3 Fortis Leone 34 Poiché Il Fortis, più che giornalista,era Leone perchè artista periodo trapassato fu Fortis drammaturgo e critico un Era romantico. giornalismo del Ga^:{etta al di facoltà la del pari bella mi ironico: ma altri esempio l'una Fortis non 1... » dietro nella 1 equatore. della Cesare penna. cieco, dettava « diceva Ripetono scrisse più Infatti, l'altra lunga Era un Da accanto le sua se Bersezìo, prodigiosa una suo scritto ho di me? si dovessero parole scrollando nel sera ch'io della qualche per Cantù, una Il scritte ultimo, alla Fortis, per mettere da Leone al- improvvisatore dettava; vecchia cento ac- molto; vita, si arriverebbe infaticabile del quanto con Vittorio d' un vecchia Pezzi rimase dotato produzione. testa, (ma quale Fortis della gaudente superstite glorioso tempo siasmi. entu- volta; del d'una cMilano di del 1); e del e di può campione Locatelli Ga!({etta di Venezia, più ingegno che e romantico, il politico letterario buon rita; colo- patriota romantico, un giornalismo vecchia frase d'ispirazioni, di slanci, Leone giornalista dalla ; artista artista d'un tesori vantare un piacevolmente efficace, giornalista riusciva appunto sta. arti- egli, quasi moglie, cieca lere Fortis Leone 30 finivano, i rancori e simpatia. Un Nella sorriso, suo di stretta una conversazione signore piacevoli, specialmente quale più nato era la medico; al che la del volere i corsi lo di padre, Fortis poeti alle me alla il nel del guardo^ domanda lettere. belle a fattagli se a della guardo!,,, sull'animo Padova madre gnora si- rati lette- Prati che Per alla si radunavano il me della ideali. Intorno quali quello triottici pa- entrava, seguì Giovanni Veneto. fra' elevati il sangue ma il per cìrcolo gran Fortis -Wollemborg sonetti, A Leone medicina; spingeva e di lettere italiana, agitata da famiglia che, era sentimenti pei e secolo, del metà rata, lette- Egli Trieste uomini di nobilissimi verso Padova. di di intellettuale movimento Emilia, Reggio Wollemborg, quell'alacre città in politico. di latinista, al teatrale, mondo era valiere ca- d' aneddoti mondo Elena madre, poetessa, nato amabilissimo; sul padre, Davide, Suo gli avversaria narratore ; la con parola cordiale, una riusciva le tardi, o disarmavano mano verso tosto o visava improv- comincia: in umano risposta pò- Verso lo più teva sguardo rime -tici,a di esordì il Luigia^ 37 in che e quel siedeva tinte di giovinetta innamorato poe- poi colo cena- chiomato ben dalle carme un della nome il quale Edmenegarda con I temi sospiro. obbligate, piovevano poeta Fortis il o letterario, nel celebre V Ideale e Il re. pratiane, cui fece era sua dutamente persposa, passando egli,di religione israelita, alla religione cattolica, per rendere sospirata con la quale fanciulla di che d' sera, inverno, pioggia, nella e una bianca mano come con una di capisce quant'è bugiardo quel a le Dio creò l'uomo impaziente le piangendo e il mondo del Ultime lettere sospirando sentimento » che veglie degl' innamorati, leggevane 1 detto alle di loro amoroso E teso, s'aprisse, lasciasse magari e la sotto di pezzetto parola affettuosa, di ore, alzato, finestra un namoramen in- si pensa gelo, giovinetta farfalla, una nel nota una gli ed ore collo col neve, che speranza piedi dalla Erano Quando attendeva coi la sotto un'ora. quel tempo. giovanotto un cattolica, lontano vivere potea non possìbile l'unione appunto dere, ca- carta scipita; si del Corano' s'aggiungano leggevano, Jacopo Terese. è ri- Ortis, Anche mutato: 1 Fortis Leone 38 oggi; più le fiamme, non il libro di più Il più iscuola del latina s una e la o si altro! T^edroechi in del Veneto: Seismit-Doda delle finanze Berti e un fondò Paulo che (che allora allora scriveva bel che Arnaldo numer Fusinato , uno e ». altri minori. è Come giornali scritti liberali i da non quel Agenzia più nobili poi Prati, ministro Antonio versi), versi scriveva , Fambri, da V ci Caffè nel e l'Aleardi, lo stesso fu con bell'articolo poi poi alienista), Jacopo Cabianca, Ongaro strada. Un Adesso, vita)sfilavano (quegli che nome la facilità era Euganea Stefani, che ancora telegrafica ingegni il giornale serio, diretto (un Guglielmo gliaggiunsero manzoniana. Rivista Nella sì chiamava fece Bastava bell'ode una media, Com- rimase) 5 quei tempi acquistavanome. teatrale vuol di carattere cui si lo celiare giovane poeta, dunque altro l'abaco* divina (veramente Forti; i condiscepoliper in della non 1 Fortis del nome di cosa Bacco per il libro mastro; poesie,ma qualche conta il compasso; ma che e Francesco fu l' Dal- Luigi Carrer, Il Fortis fu « del possibileimmaginare uomini liberali con ajutassero di tendimenti inmolto il risorgimento in lo essi per la fasce; yerso I*Ideale d'Italia? Le cautela alla soppressione, dicessero; veneti furono delle il come vano sfuggimorabile me- che giornali Quei anch' benemeriti frasi capire più educavano. e germe Crepuscolo facevano Tenca, buon que' periodici, che e studiatissima del non là ; e qua li strozzavano polizie intanto, qualche ma, gittavan 39 del essi mento movi- liberale. * Trascinato tavole nel all' arte, della 847 1 clinica con Alfredo Romano,- dramma cupo e al i quale di trattava giovani un il duca uccisa la Luzy santa; di la moda, Parigi autori in della di più La Sebastiani, Sebastiani; ella crazia, aristoaveva col- vita mademoiselle era figliadel unica come che uccisa povera e alta libera casa, Praslin; ispirati.Si s'erano godere per compose quei giorni Choiseul-Praslin, Desportes. conte di a l' istitutrice Fanny duchessa personaggio moglie l'amante, De successo le oggi dimenticato, correva come il fatto era cupo La e scena, coetaneo, suo un la per lasciò Fortis Leone adorava una sciallo mare- il marito. Leone 40 che L'assassino, fu arrestato, r arsenico. con si oggi consuetudini in del l'atroce V in di gentildonna andava ogni anno (tuttisi e solare con- autori Ferrara si le quale non li col di con nascita a commutano dramma rappresentato a la Padova i riesce e polizia, dovuti li arresta. austriaca, lagrime austriache, che e pubblico degli bravo chiesto avevano perquisisce Fortis, loro venne ritorno piccante. : allora patriqtici clamori esso loro il che aveva politiche aggiungevano condimento recarono al interesse, che soggetto, repliche l'autunno nel- Padova vivo più allusioni Le con (e là, ma del a chessa du- La compagno, il dramma chiedeva e e destò Europa. polizia vietò del ancor fuggire riabbracciare Fortis 1847, al alla fatto Perchè per attualità commosso piacque) società, T^rasliìiy rappresentato del i due avvelenò figlio?... di studenti fu madre, non se Il dramma La il duca misteriosamente. domandavano) per alta riservatissime, Inghilterra il nelP vecchia coltellate, (si disse) si carcere, che susurra di crivellata Invece, Inghilterra. La a Favea in e Fortis saporti, pasmadre La con le commuovere al fervido ghiere prerità auto- Leone Verso la del pena l'Ideale carcere 41 dell' esilio quella con a Trieste. Nel 1848, il Fortis Vienna, e si rifugia nel battaglione degli Monte a d'ufficiale. di cafarnao era un effimera che di « // tanti che altri giornali di Firenze, suWAIbaj tempo impellicciato difensori Roma della (raccontava prefazioni arruolandosi Repubblica de' suoi drammi voce da polizia qual visse striaca au- traltare, con- la vita quel tempo. ivi scrive per rentini i Fio- Di tis là, il Forfile nelle romana. il Fortis sorridendo praffare so- diretto ischerno per il Guerrazzi. chiamavano a e Nel giornale d'opposizione come » prio pro- sua Il Fortis, Operajo^ a qui, di la alla vero passa passa è ed e poi sicario. spalline provvisorio cercava sensata; di batte com- giornalista. come vendette penna Milano qualche all' Governo Milano; a e le giornale, UOperajOj fondò • viene democrazia Perego la Da del esordisce furente un volontario di Padova d'allora, la demagogia la pescatore arruola studenti incarico egli che qui. da Sorìo, guadagnandosi Per Venezia, Si di sommossa travestito fugge Venezia. a la scoppiata appena « in apparsi A dei Roma una uniti delle nel Leone 42 1888 Milano) a del chiusa addetto fase epica col 30 aprile. prodezze non ebbi, compiute. Ne desiderio, il sogno, quasi incruenta trovò mai in Fatto fra le pel figlio; e in libero che di nel suolo, aveva Questo Compa'gnia Sarda, di madre Torino, il Camoens^ plagio. Ma il un da Felice Romani la sua spasimato colla vivere scalmanato interpretato anche al critico lo Paolo diventò rinese to- accusò • Giaco Salvini allora e dalla pubblico che da l'accusa, che quel su fetto, d'ef- io, da Tommaso strada, sposa drammaccio (appendicista ufficiale)annullò continuò un Padova, a aveva giurì, formato metti, da Angelo Brofier » pubblico piacque ad tirsi conver- riproduce dramma, piacque non a non per nuovo che a scosso Padova. : di '50, passato Carignano teatro vediamo il mia tenentuccio maresciallo. lo la ma da della braccia di averne giovani, speranza; propizia che sta eroiche di i occasione bastone un ormai era vantarmi tutti sciabola la arrivai imprese, come toli ti- Maggiore resistenza Grandi la miei Roma a proprio posso de' Stato ma della la virtù allo Rosselli.... generale quando in Roina, a venni militari Fortis della - e zetta Gaz- Leone Fortis una strada Leone 44 dovevamo destino, Fortis cercarci.... istante. un cercarci.... dividerci e No, .. nella congiungerci di amandò.... Ma « tua s*anco di dimmi Aroldo. di voce mi ami. che sul io si t*amo. Aroldo di cuore mi arder Un' spegne) ». ultima (Gabriella s'abbellisce le piega mani, Morta! muore) e ed consumo fatale.... incantevole, giunge riso testa fiamma sua credendo vostra. il mio.... Si, t*amo, — un mia la poco a ricordati muojo la mano.... benedetto.... (a poco volta, Voltaire, La Sia... Addio ... amami.... me... no.... ... eternità.... trovarci ri- per la Gran Dio! Voltaire. Vi dunque è qualche della parola il Milano, della sua Scala; Fortis vita. vale E degli spropositi che bella goffi, dei Egli tutte continuando in le queir agli divinità esse, di non tenda sua di suo canore ostante fase alla teatro correttore scena, compagnia e dei amici a l' dal- nuova jidicoli ufficio piango. una ; correttore movimenti Tremenda concessa tenori, baritoni raccontava stesso toccategli non loro la poeta direttore cantando sparano io portò diventa Egli dire a vinto..», comincia qui uccide.,.. vero... dell'amnistia giovandosi imperatore. di cosa hai morte, Torino, Da tristezza) L'amore (con grave — loro sulla le gesti scena. peripezie particolare, apprezzavano le che " spiega- l'Ideale ì^erso zioni raccomandazioni e strafalcioni, automi come pazienti, sulla gestire a a 45 del buca camminare sballare a tore suggerigendarmi come irritati. Sonnambula^ Nella un^ Amina ostinava si a ? Ardon dire: il Fortis E E — — — E una d'un tende sacre faccia pompiere) t l'impazienza piacere: questo dica : tede tende! allora la Bene, si di farle tratta dolcezza, tutta con piacere, un chinandosi in- dirò lei. Oh, grazie! questi sono sera cantante, se ciò spasimando, che non Imperdonabile persino, di incensarli molti tede. sempre: l'amica era le Mi vuol come forse Ardon Senta. di luogo fine, il Fortis, frenando non E in tende, tede, non quella (che Alla e 1 ripetere: tende, sacre correggerla a Perdoni — a le torti tanti come per le i obbligatissimo. sono grandi tanti che in giornalisti pronti questo: E anche troppi. la tutta la l' accondiscendenza, idoli. pensiero, del lavoratori guadagnano in guadagnano a vita. servilità lodarli, ad il Fortis aveva Leone 46 Fortis * ? del L'impresa Fortis perde niente ma si non Le di la Venezia polizia giovani poi di era e dei uno Mille citare morì e che un dì si la quale potendolo Ercole. di la dopo gramente alleancora nel che fa spedizione Fortis Leone Quel » si che vede bacio della uno sfidando i baci della polizia ideò, così nacque il Milano, Pungolo famoso. tanto Quando calde teste nascere identico cosi « scrivevano farne pensò E prima esso, sfogavano spirò polizia veneziana, milanese. ad si quando vede gano obbli- il governo non quel e qualche tempo. per subito e si non a si vede Ippolito Nievo, s\AV conciliabolo quel giornaletto Veneto, caricatura, Sicilia, naufrago del del allora) che Basti la sciabola. un che contro letterati colla con angustie; in infliggere a Leone e nuove poi la soppressione. Lo si diceva (come dirige allusioni l'ammonizione, fior di lo e di Quel : rotoli, a lavora Egli vede^ pungenti va Giorni il posto. paura. umoristico che teatro (nel 1857), leggeva aveva ancora fatto il Pungolo la nacque a lano, Mi- decrepita Gai^i^etta, guadagnare un diluvio di l^erso l'Ideale a svanziche e Pezzi,suo un direttore; e che al » cista appendiproprietario, amabile tipodi epicureo spèndevae spandevacon costumi con orientali lusso da un rajà analoghi.... riguardoal bello di cui teneva sesso 47 in campioni. parecchi casa diretto poi da G. B^ MeQuel giornale, nini,era quale lo a faceva cantare Governo; il voleva,obbligandolo come ma delPItalia, parlaremai non al mani legatopiedie sempre della Cina. Gli sfaccendati del caffè Martini della CecchinUfdavano fu ma teatrali; loro quello in cui giornaleche nuovo lo del 7 da con Da una barba -••' ^- giorno anche un volta la settimana una suonava per di discorrere poterono il fontana. primo parte,un interminabile e con formato di ali mano: nuscolo. mi- campeggia e di coda e è Asmodeo. centenario tali la scheroni magnificima- mezzo, d'oca in vecchione in tre In Reca numero. è tanto con di penna levati al .. bel un fronte, porta diavolaccio tanto più importanzaai giornali 1857 ed marzo In un del caffé del patriottismo. svegliarino Alquanto ameno, data e con una chi lagrimeaglioc- che pajonoi bottoni d'un cielo, ca- Leone 48 Eraclito. è rabiniere; dal scoppia di col numerose, di popoloni, leggono la penna si della Il questione sociale. ch'era firmava si al quale ricordava dei alto. dei Ed Arnaldo strada: in cui pellagra, gemiti, fedele; abbandonò il vile dietro correr volavano poliziotti,dei Fusinato a ma sotto, indovini Carlo veri Verità, che ; miserie Dottor serbò gine pa- Mazza animoso, si sabato sono il direttore troppo Impossibile ogni primi ora pseudonimo che della i Fortis, banda, sulla pezzetti di dialogo comasco: Vi mostrano povere sono qualchevolta e Salvator pittore male. non note, allora. usava cantor e persone grafico ragazze del ravalle, di e disegni serii, che son si illustrato, segno del intere questi è tipi calligrafico che piacevolone Democrito, giornale caricature Le Dall'altra,un è ridere: il Tutto Fortis ed gemiti e dello tutte le staff, Fal- ora (Fra Fusina) chè per- speare. Shake- allusioni dirizzo all' in- regolarmente ciambellani, capo nimo pseudo- presto, tipo Ba- più e era in uno più arguti. eccoci nella primavera del 1858. Già si Verso parlava deirajuto al Piemonte Veneto. A Milano, — Ils — Ma — La sotto chi A — Al — Notre o Chi « doppio Ils de Meynadier.,,, credevo.... l»., ils viennent riscaldavano l,.. allora gli animi; àel giorno il discorso settimana. di senso io Milano collo intende quelle scherzo, » partita. Il delle cacciava che le o parole?... di polizia fece, ma comanda? grognard le non tratto, sentire; la chi e viennent della guardia La comédiel tutta predilezione di il ed Meynadier; che? freddure della ogni nate canto- viennent!... parlavi.... ed tu adombrate uno la vieux per anche Ils far a solito.... (In coro) erano sulle annunciava francese, e Queste il Lombardo- mai? jouer Ah! — avrebbe caricatura: una truppa — la Francia francese viennent!... Bah!., — si 4$ liberare per compagnia Pungolo che armato portato la l*Ideale « le con sulle allusioni urli fiuti al come il passo prime, le diventavano viste o Pungolo con occupava Scala della degli notte si voi che ambiguità, scriveva Fortis cose infamie a ma, » un cane dei di di ladri. non setti- Leone 5o in mana dire il settimana più quel personaggio come ben bastonato: T^ungolo odo prosa mandato da lo e col Marionette polizia soppresse allusiva all'arciduca Vienna per mise mandò finì e delle La Lombardo-Veneto; Fortis, del mordenti, rumore. una per Massimiliano, il Fortis la sossopra Trieste a nire rabbocasa cambiar a aria. Nella anche natia La Ciarla^ Fortis passa sopprime nel Piemonte, il Fortis a Ruggero nei che anni primi in Bonghi, Perseveranza battesimo del a chiamò le é uno Milano i rimasto suoi per Roma- Manzoni, altri come letterati, i i accorrono « delle Milano, di Milano de' e ai tanti come oggi come del Berchet, allora tenda calda ancor orgogliosa poiché fugge liberazione intelletti, accorrevano poeti, gli artisti, Fu alla attratto, d'ingegno; d' del Foscolo, giornaletto, il ospitai che ma polizia,deve proprie mire; quale città, si sentiva centro le Ciarla: della questo esce giustamente e La larga ne non del tradizioni italiani e ; alla Milano gnosi anche non profughi, fonda ordine per Soppresso tacere. di Trieste, canti. mer- libera, che articoli sulla capitale morale molti anni. » multuanti; se intimazioni di rettificava bel un alcuni, affatto: ci delle pezze allora tutto La le vollero vollero ci dì in momento; Quando valoroso popolazione sollevò anche cittadini era La Fortis. da Vittorio Emanuele re. Emanuele; E di e il tassero por- romano. frasi di che lo alla quale, il Milano, della l'entusiasmo proposta. sua Nigra lo gratitudine l'indirizzo, con da indirizzo Indicibile questa commissione Costantino a un d'affetto firmarono steso con fatta non vincitore propose gran era che un ; indirizzo presentarsi al Niente verde. e rossa mancò come pubblicista sentir A tappezzieri Fortis Leone Vittorio venne il persino applauso generale. poco trionfo in i il non francesi.... bianca, un di Ma accuse, proclama. un truppe stoffa finì le soltanto popolarità quel con nel fuoco, Pungolo. Intervenne niente. Vigliani governatore al ribadiva Fortis, imperterrito, di lettere » nicìpio; mu- colpiti sentendosi rettifiche « il contro patriottistno,mandarono loro che calda pigliava la gli assessori, e da Portis Leone 52 mila Nove- tende, s'in- che, dal circostanza fu introdotta recava presenza alla quelle parole entusiastiche, rispose di lettura commosso, re di Verso e ordinò il documento che vii archi di Tali i l'Ideale si 53 negli conservasse Stato. in tempi, cui il Pungolo crebbe; tali le prime glorie del Fortis Ogni sera, ruba. Era E il Mille il milione un per dava Lombardia nostri. della guardia Pungolo si a biondo anni d'esilio tornava improvvisare. elezioni, esumò molti Fu un cospicui ad alle odi, esaltare che sponde Milano e a all'eroe. Non si offrivano i i militi sonetti, il le ed il Mercan- dopo d'Olona tanti ad che, alla vigiliadelle famigerato milanesi an Vigliani, sottoscrizioni, Regaldi, il Fortis che quei tempi... e pei Le alle stamparle, milioni venti gli operai, fra nazionale. Fancor Garibaldi eccitava slancio poeta un Pungolo^ milione un fra gare tini, di il quale univano dei il governatore con Fervevan epigrafi da E rispettabilissime per somme spedizione diceva nazionale ministeriale, ideare, può a imminente. era ella sola, subito, versar La come fucili. di punzecchiando La si prestito un andava momento. pettenadUy d'allora) giornalista. Pungola ingrossava. /la gran chiedeva del giornale momento meneghino il usciva, appena e nacque indirizzo firmato airimperatore Fran- Giuseppe Cesco del fallito scandalo braccia volta. formato ; addirittura. campagna il un quale il ingrandì raddoppiò Michele entrarono scrivere deltà cru- elettorale. lo successivo a tate No- la con Pungolo redazione cominciò venti spizzico, a prima Nella che Uda, nomi sua anno Alcuni la neroniana Tarma 1860, uno parve aereostatico. pallone quei un sospiri essere furono nelP e da devozione. consumava gennajo 2 quei tempi, Essi la combatté Maestà i palpiti e voluto in su pubblicare alla Col o il Fortis di I In i avrebbero sotterra che ei allora ") Sua con regicidio, operato quell'atto di atroce firmatarii po' di tentativo compromessi a dei congratularsi per Immaginarsi pazzo. dei Fortis Leone 54 brevi appendici . drammatiche, le Ciarle a l'uomo Carlo e dal cittadine Broglio, papà amante del vino alimentava suoi « Cane fatti di c( della terribili o dall'eterno il popolare meneghina, cronaca sgrammaticature « » e di Paolo Gatto colle assassinii « che i più Ferrari morde rettifiche » serì v' in- Broglio, cacciatora, le burlette cronaca: insolente di colossale della delle e che Vincenzo ». cappellone all'occhiello fiorellino Mascheroni co' » — gnose inge- » quali pine, su- a furia Verso di rettifiche a due di e 55 accondiscendenze, Uda air nelle alternandosi le Fra celebri i giorni, Alcuni Scala che sulla Pungolo lettere Nel 1866, il nelle Per di Sicilia. ansiosi il giornale ; miglia) a di ogni giorno, in guisa deplorare un compilato con che, gerle, leg- fino metodi ; a la entravano in ma Nato il più moderni Secolo, più comperasse più tardi di Milano^ con un concorrente dai ancor lo il più di temuto riere Cor- del Pungolo che il Fortis fratelli Treves, scopo a Pungolo^ Nato bastò Non decisa. ebbe giornale del decadenza ste queil direttore, si d'anno, j ancor vano legge- tuffatine decadere. a Milano fin tutti lire troppe a deficit! cominciò di guerra, dell' amministrazione casse questo della Tanno Pungolo dava, via celebre del tarda.... notte fu dèi padre. spedizione si aspettava cesse suc- pratutto so- Dumas le ancora F.) curava del Alessandro ricordano P. una ». collaboratori emerse romanziere Verità, della cose « a drammatiche; appendici Dottor col oscuro (firmava Il Ferrari smarrita. si riducevano air pizzicotti dispensati serva bei l'Ideale levarsi del il Corriere dalla Secolo^ Leone 56 fondendolo scrive (chi nel proprio queste linee for struggle ma life I E quante bastò Non sforzi il Fortis che di prove Quanti tentarono!... debole i concorrenti rinsangua che di Per proprietà. molte chiere Belinzaghi; conte Cantoni barone di ignoto pubblicità ; » misterioso; e Cambiamenti milanesi grafo, più soffio del speculazione di della Ecco il non qualche due si del giornale conosceva linguaggio non tava mu- nali gior- col tele Una delle Industria che della Fortis. notizie, più moderna. la zia agen- altri gli chiama muse « padrone specialmente vita niere coto- qualche mentre d'un ora gran nuovo il ma e sindaco-ban- del fresche, pronte Fortis Artista, sempre di è di di divenivano, dal commedie è ora forma; ricchi Fortis, ora ora ora vista, a dall'antica animati ; valse non padroni passò presieduti dal d'azionisti gruppo di del è ; e amministrazione mani Pungolo,.,.Ora il povero gallai a combinazioni d'azionisti di si mento tenersi per tentasse cambiamenti nello e soccombette; raccogliessesottoscrizioni facesse quali a Sera^ della più 1876 mezzo battaglie contro dopo quante animosi in sa il » Nel giornale. il Corriere serpenti 1) nacque « Fortis non prima; seconda. gli e e risero sor- tese frain- l'Ideale Verso Il T^ungolo spirò dopo trentatre nella storia del di foglio carta Desdemona, fra di Milano del da quel fazzoletto di T^ungolo ne risorta. pendevano dall'oracolo popolo, Esso dolorosi; più e più largo non come il eccelsi i Milanesi primi anni, vita italiano. giornale primo 1890, memorabile vita; più del d'agosto risorgimento i fatti il fu essp di anni accompagnò Nei l'ultimo 57 Delfo; di lora, al- e di sinonimo era ' Molti giornale. senza letto aver della Fortìs ciò facevano volta, il lago di da quale piaceva non al attualità al Il all'ora il fiato Una una pezzo! (poco Una stosamente) mae- partiva quando e Così articoli gli quando estremo, annunciando i a lui. ad ora Neppure concorrenti gli tato. rispet- l'orario era diramò agli loro di piaceva usciva non garbava volta, il direttore circolare bel piroscafo, // Falco^ "Pungolo che tempi, questi "Pungolo quando sul della spesso solcato orario, aveva Fortis. ultimi mozzavano un signor capitano. fissa,bensì negli Ma era vecchio uscivano signor C. attendere un Leone dell'opera B, A, Como sonno, sentenziato aveva municipale giudizii si il che commedia deliberazione pigliar potevano non una nati abbospe- Leone 58 ciale novità, che Ed in sarebbe che distribuire il invece all'ora Forti che vi s da tempo denso un della carro molto fece Il silenziosa, sulla dopo come Eppure la di si Leone divertivano a caporal Leone » come gli amici, vigoroso. Che 11 vi egli abbia i volumi insegnato ad nel era l'antica tava mon- primi. Pungolo festa: una fosforescenza, begli mavano lo chia- impresso aveva il suo gillo si- Fortis. Leone era Il anni. scherzosamente Pungolo del ancora de' leggeva rava girozze car- quando uno giornalista originale e scorrere vecchie seguiva nei come ancora, che tempi, le Fortis, quelle pagine ripigliavano del ruota ultimi si e ruota una sempre che molto per una l'auriga, era pranzo articolo un stento, perchè cassetto, a Quel a neve. l'occhio, con fu Negli rumore. giornale un milanese: vita del d' ammiratori pubblico T^ungolo Leone meglio circuita personalità d'ammiratrici. gran facendone ingegno, d'una il modo, letto, a tavolai.. a ditissima. gra- ?... Nel d' andare all'ora ogni a loro a consisteva mai d'andare trasfuse, personale, ritornata cosa giornale portentoso suo foriis innovatore I Nello si vede quanto Pungolo^ altri venuti dopo. Infuse Leone 6o Ma che terribili E di sui frasi vita Illustrazione Italiana! la Fortis tollerava in arte nota di Riccardo non capiva il Rovani una de' di {Milano^ al pari del che e suoi Fortis la gli scapigliatiaccoliti del quelli corretti intorno caffè Leone che lo Cova, Fortis aveva tanto a fu vero, nella sopra innamorato gioconda se a e Fortis nelle linavano, centeldel del italiano. Padova, raggiosamente co- liquori, del sé, ^he, non tentavano giovinetto di come intorno cenacolo tutto ne' Gazzetta lui, il pseudo-moka ufficiale ma Fermo Wagner, Rovani vini si innovazione; corte; sua l'articolo osterie, laddove alcuna d'avere godeva in giovanili,il anni imperante sonoramente porita. sa- Fortis è quelli. nel non dal neologismi, principiie gusto era usata anche espressivi della triestino,rarissimo un di egli sfoggiava canzonatura lingua svolgeva tempestata vicende Conversazioni La in raro giornalista, ricca, ed moderna settimanali sue Pregio • cata. stoc- scopio caleido- sulle improntate della la della sicurezza originale, qual nuove, costumi nelle un la brio quanto Possedeva polemiche! dell'assalto, prontezza e Foriis gnorile si- nume. L'Italia, nella continuò raonda baad 6i Verso Vldeak infiammarlo lui lunga per anche serie d'anni per procellosi. nel s'era fatto cammino breve Non ufficiale italiano,dal 1818 in cui nella Gallettadi Milano queato avviso: « lismo giorna- (24 settembre)si leggeva Angelo Brambilla, quondam nella Giuseppe,negoziantespedizioniere a Carlo c( contrada « prevenirei sigg.negoziantiche « lite condotte « Italia « questa ditta Kramer dotta delle Ore, N confusione so- pel Piemonte, Francia,Genova, regolareper neanche oltre alle viceversa,ha stabilito k e di si fa premura 4909, e una comp. Vienna società con te con- nuova viceversa 1 » Molta e allora,nella geografiad' Italia1 adesso è tutta ben corretta. Pur troppo, di questo genere i correttori di stampa E mano... si chia- cannoni. « Oltre il Pungolo^ « Nel ^66y appena giornali. Marco Venezia anche sventolò sulle la bandiera // Corriere della godeva tutte ideò altri di San antenne tricolore,fonde Venezia, Se allora,dovette cedere il campo che ^_ Fortis Leone le a a non che un corrente con- simpatiepopolari: 02 al Rinnovamento del bollente appendici, pubblicò il suoi. A Leone più sul tipi vitali Paolo un nelle assiduo di vicende Non cui con redattori non di grazioso quattrino. a ne restò è e.... forse da Qualcuno 1860, il Fortis Napoli, aneddoti amico trattava d' altri siti tentava del i suoi Il ancora. I redattori lavoravano e col insieme arbitro. questo: mesi varie all'arte. infiniti il nostro partenopeo vedevano, anche blico, pub- seguiva nelle consacrata raccontare Napoli lo discese, che, nel che Comin, potrebbero Pungolo tutta "Pungolo un modo più vita una biale. proverun che di Sirchi conte divenne imo, nelle dimenticato va cognato salite, geva emer- creatore vantare poteva pubblico gran qual che stenne so- affetto suo Ferrari quel Colombi Ferrari anni persino il E italiano come amici veramente entusiasmo, imperituri, e marchese quel Si fu lunghi dell'amico. teatro rari, Fer- degli amato giustificato. Paolo che Paolo di per con impeto, l'opera fondò più Fortis calore, primo e il Nelle Pisani. proposito....quest'amicizia con con Carlo romanzo un più intimo, ammirabile. era P'oriis Leone alla mesi, di del meglio, il becco rifarsene di ma un get- t^erso ^ideale tandosi i ma scrivevano più all' illustre Milano, a di compiacesse Cari alla Aspettatemi arrivava infatti, egli zione onori, con sorridenti Dispensava di là; mano tratto un : che » nel banchetto, sarebbe poveri con Nella fondò vi Napoli; La nuova fondò liberata non posso a il e E il vi allegri tuoso son- un a tal somma, quei E partiva ri- l'uomo. appena Napoli sce, rincre- insieme. guisa che, liberata liberata della fondò lano, Mi, appena il Corriere ad tutto benissimo Tale Pungolo, strette tutti quanti giovinotti, tutti — lice. fe- soddisfarvi! restiamo soddisfare sta era Mi ! quale spendeva così, appena Roma, miei tutti solennità. stessa vi appena bastata bravi e oggi li invitava E egli qua, amici E, » ratori collabo- suoi mano a giorno, alla affettuose; poi, Sentite, voglio insieme. che di pel momento, ma, Però, anch' si egli il tal accolto felici. E strette Ed stazione. da' parole « alla inchini con e 1 Verrò Napoli, a perchè i conti. amici : ora. Fortis^ loro telegrafarloro tal rispettosamente cav. regolar « strazione; dell' ammini- francobolli sui disperato 63 il liberata Roma Pungolo della nezia, Ve- Venezia, ed Pungolo di vi fondò Domenica? Leone 64 nell'ultimo Fondato fu ^che a non più il anche Qualche il oMarchese un' amico si ai Faraoni direttore « del comparve ombra veementi; lasciar morire patriota che la aveva della e che raccomandò lo nominarono i ma perchè poi? giornali la che certo Fortis 1... Non lo Compose Crispi, altre nobili un ingegno, e di avvocato uomini quanti ma interessi a di assolvo; lo scuso, un libro di elogi volte da lui doveva italiana verboso eccellern^eservirono più gliarono sca- ventennio, politici,quante erano d' causa ministeri ; una nell'inedia, troppi, troppi, non Si nell'ultimo in si rossi italiano servito è vero, tramutato, chio vec- lo cui Egli, del Ga:{\ettaufficiale ; vigilia, un monarchia?.,,. s'era ; nell'abbandono, sempre e cinese. alla sorte della altro Colombi^ Tevere, contro » Morto un commosse aggiunto sinecura di d'un domenica, giornalista impoverito tanto agli associati, ... della come scomparve nese, mila- Pungolo dono qual i dodicimila Pungolo giornaletto, del periodo unito questo eran Fortis quelli lo su aspramente del piango. com- sco Francecom- V Ideale Verso battuto; quanti girasolidell'italo ma si volsero d'improvviso allo s'innal?ò 65 nefasto all'uomo Eran zenit! Parlamento morti quando tutti i vecchi .. Filippo Filippi, Franco amici, che Ferrari, col formavano Fortis famosa, leggendaria chiesuola sentir la taluni, facevano, in pioggia, il commissione e si sconsolato, stanco, pel bel tempo del alle le stampe premio vinto un Il nei la dopo per le mentre Leone lunga rivali Fortis di accumulavano bei lui) si dava affi- le e la Ma spariva come battaglia della della drammatico; della proprie prodigalità i suoi Fortis, lavori memorie; a in arte, e larghi rimpianti. con interruppe. vinto un letteratura il terremoto. nelle la degli effe,e che, rifugiava rifugiava sopratutto morte Milano a (estintapochi giorni prima conferimento Paolo Faccio, zioni, dissipa- e dica perio- stampa rettangoli di vita: cartelle di rendita. 4- Leone del morì Fortis 1898, che diciotto fu il suo anni a a Roma il 7 Roberto dopo quel collaboratore gennaio » chetti Sac- più paziente 5 66 Leone più amabile; e ricordo al e Fortis è quale doveroso ben un d'affetto. Nella miseranda di di fresca ancor buon quel anni, quattro è memoria nostra di giovane quel simpatico, fine la trenta- tore scrit- entusiasta piemontese. Sacchetti Roberto di gentile De nel di dalle quale fra può venne a Milano in dall' amicizia Farina Pungolo e del principale. per il giornalismo, piegato più solo inacetisce per il Ch' egli sangue. al Vi Torino fortuna di ; un tore Salva- posto un in il breve dattore re- proprio nato mestiere, sono uno lenite ottenne fosse e da direbbe. nessuno bisogno giorno Praga, divenne messo scrivano giornate, giovani, per era miglior Emilio quale il Sacchetti, uno cosi di dure di d'altri al no, cerca sofferte aver si nato, lire volta qualche dopo nel due guadagnare II siccome ma rifulsero dell' avvocatura sentiva quegli ingegni; scrittore po' si Edmondo osservare ritrarlo strettoje non famiglia che di scopo di e di Giacosa, lo con mondo nel fuggendo la Bersezio, Giuseppe Piemonte, bello e Vittoria Amicis, alla apparteneva Egli s'era che nei anche nel Leone 68 mediocri quella stessa onestà anche di gli mano si fidano fra i alludeva coi del passione » e Torino, visto venne nel qual con il viso bisogna Sacchetti, per aver dell'anima là tra potuto sua Egli scrisse occhi affilato,quasi aver visto quella folla era Milano di parecchi ribaldi Gaun « fu la sua gurato inaueh' egli, bisogna e era ài aver egli contemplava cadaverico quel del nerale; Geil momento inquieta, rumorosa, la pronta conoscere ebbra in mente nobil- Risorgimento assistervi; negli mai campagna, a del altri Giuseppe Mentana, direttore fuoco scarno, 1880 propria aveva Garibaldi a per Per nove dician- a la di quella ineffabile. intanto danno ragione, 1866, quale vita. il monumento divenuto sua simpatia a Trentino col la quando e, ben rovescio al gli restò, dopo immenso, la Giusti, nel nel fatto quel a cominciata culto il la simile. esponesse garibaldini, come e presto guanti loro assai pensavano operosa, parlava. Benché mai anni, vita modesta, conciliavano cuore poco sé la non che, direbbe coloro del la vita sua quella tolleranza, che coloro lui ; Di altri ; degli verso rara, Fortis espansione entusiasmo. romanzi e racconti : Ce- Verso un sulla devStino un via. crudele Roma, A del il fu ne dopo Vi diletta a ciò ciò che ciò che vuol vuol vivere. la re che fanno vuol racco sua povera pensare nell'aria, a pie- istanti la ardere, era addominale, amici che zione dire- si tifo ultimi nascosto spezzare ècco Ga^{etta da sciagure maligno potere spegnere sono pre sem- penosa della agli più Sacchetti negli avere era quando la febbri, pietosamente famiglia. un da preso morì mandata si Risorgimento, castello^ bruscamente corrispondente monteie^ a lasciata quale cato saliva tronca dove, ti- romanzo dell'arte; gli il e suo saliva, egli elevata curva Tenda Ogni avanti; passo Riccardo cascina^ e Entusiasmi. Candaule, 69 volumi, tre Castello ranno, e in Mariani^ sare ì^ Ideale il quale crescere, recidere a tato spie- DUE AMICI: PITTORI PAGLIANO ELEUTERIO DOMENICO MORELLI E morelli) (con lettere inedite del f " Eleuterio indipendenza Gerolamo dell'arte senza Calvi, della Sogni, De della luzione, rivo- patria; figura schietta, d^accademia pose l' del- Sebastiano pittoriI Figura altri e soldato e Giuseppe come Paolo quanti e pittore italiana, Induno, Albertis, fu Pagliano e senza sciattezze di fu timo l'ul- bohème. Anch'egli giorno. suo scrivere la fine vita nostra nel incliti eroi delle 1903 consolante italiani, che il dover simpatico, travolti che rono destadi vibrazione; una come — nella posero la tanti folla délVIliade nel — degli regno ombre. Monferrato, '^ tanti canto gennaio è non cuore primo benché lÀ E Il 5 ricordo un italiani nel di nostro Eleuterio delle disparve. glorie Pagliano, (il 5 maggio nato era il vecchietto una milanesi. delle E arzillo 1826) macchiette, ci pare e in reno, se- Casal e impossibile una che Eleuterio 74 Pagliano egli sia sparito di della in dalla alto, in Vittorio correnti delle di su, giù; della In di mare un sopra di di collezionista, di e lacche all'ultima sua col invece, Eleuterio della precederla studio, il Pagliano come un fraticello Venuto Accademia Sogni, ebbe a di che nella che Brera tendeva maestro quel rumorosa. ammantato bozzetti, di rarità fra preziosi di dipinse tomba!... al e , nel E in a grandioso, lui, quello beato convento. suo prima fiorentino toccò morte tranquillo, giovanissimo, ; e fino cabile, instan- della inferma; prega di Murano specchi doloroso dipingeva Milano a e luce, di librato l'Hayez; dipinse moglie nuele, Ema- serene, bozzetti e rombo studio vie; Pagliano come ora, di raffinato, presentimento imminente di quadri, giapponesi pittori amici, al inquieta inondato d'arazzi, popolato cendate, affac- Vittorio e 72, scale, di mezzo vicine gente studio quello in lucide pittore d'immagini un di N. sconosciute, Galleria delle studio Scala anditi, possibile im- ci pare suo Emanuele^ persone piazze, nel più di moltitudine Morelli quotidiana; labirinto un ballatoi,di usci, e della vita trovarlo non Galleria Domenico e studiò del il alla liberal Pagliano Sabatelli, astore Eletiterio 76 e, Domenico Pagliano — Morelli ^ lerìa Nazionale grido; tecnica di l'artista era diceva non Roma, qual grido e Egli di il come patria il e manda di e nei ritratti) « non terio pennello il T Italia fucile, quando pitture Nel nel e di ma 1848, prese Luciano ' tere operò gittar di con patrioti lombardi quel Fin decennio » Eleu- prendere per di non di la con vita. Il la e ma meditò dal più il dura ripe- sapiente, quando e matita decennio d'allora, il Pagliano Inutile palla, una a Pagliano, litografia,fu ricordi, Manara Seguire valoroso da nel Milano; Roma. lui; con la di obbligarsi Roma. ritrasse che, riprodotto dire morte a di Manara, combattè Spada, spirò, ho non bersaglieri del risoluti Luciano colpito io colore! barricate difesa voleva all'assedio amicissimo, nella bisogno aveva nei alla Manara ciò che ha dalle combattè parte disciplina,a Egli battaglie. si arruolò 1849, il depose olocausto! ammirabile partitipolitici:la pittura Pagliano un insieme. patriota Moltèni, (specialmente ancora a lui il Manara, a Villa quel volto, venerato 49 di dai al 59 ; in speranze. quadro sulla l'Ideale Verso del morte Manara; dipingesse Eleuterio Sentivo il Al l'hanno dove capezzale, ufficiale letto,un volontari, due Sul anch'esso gli della il alla lotta una un Sulla sole quale il simbolo rimase titanica dei per nella Ai piedi d'una dal é non pagina di uscio Manara, di aperte: guarda.... popolo o che E la mano, ro- quasi, vano vole- papale, governo una suno.. nes- morte sono italiani del verina. traste- nella del fratelli sempre sacri- lo copre. spettatore inerte, quadro vissuto; grandiosa Manara gli occhi pupille voro, la- quel del servo che egli soglia dell' chiusi, son trastevefina strapparlo È sciabola. si vedono si direbbe popolana di barella il fido occhi quadro^ Luciano loro, il volto Non nell'angoscia. Due quelle è fra e, morto. Tutti la piange. pavimento, . o tunica, dolente. 11 lenzuolo portato. la idolatrato, parlavano sulla morto e questo che rigido duce entusiasta capolavoro. suo ginocchio: Manara suo gico tra- Angelico in proprio fare di coloro steso morto, il milite biaogno tutti a ch'è stia il di il Beato che stando tesa.veròo il diceva è disse Pagliano dipinse devozione con dipinse-più tardi, Madonna la Tanima con Si semplice. e lo e 77 decorazione; storia, non uno Eleuterio 78 di squarcio Pagliano rettorìca concentrazione d' Domenico e col pennello^; Fu dipinto nell'84. scritta un'epopea. Morelli è la «- Fino al 1851, il alla fine, fu scoperto sfrattato. Egli Garibaldi via Brera) Nievo; di E, dopo la della il soldato lotta liberata croci, fra tuniche è le bianche casa meschine dei corse soldato e sero. s'inte- Pagliano; ritornò Milano; sulle del Fra fra trattò cimitero indicazioni morti. lapidi e del lotta atroce; soldati delle Poeta la Presa che stanza manoscritto sua dei nel con povera Eleuterio sanguinosa, nella combattuta una il Solferino; quadro dipinto quella e di le di morte, basse villaggio, le austriaci... La lotta disperata. Nel periodo delle e guadagnandosi ottuagenario. guerra, ma e Ippolito Nievo, (in soggetti militari, fra' quali di fucile, lui con e Milano, a Varese, incompiuto pittore ebbrezze il Milano a d'un Confessioni le era lasciato, aveva il colli medaglia: una di sui dipingendo; allora, nuovo servato, inos- polizia pontificia dalla tornò, di impugnò 59, studiando, Roma, a dimorò Pagliano nostro battaglie nazionali, quando ì^erso all'aperto,anche la di Ticino il Solferino, Sesto a iS^g; la ma Presa sono valore italiano. della viltà, erano nella vita usci La figlia di hai Mi dato una a fotografia del tuo « Mi «e a ha II fatto quadro finezza « una a la trovata « la festa un lo quadro, effetto il dappertutto. del disprezzo ammirati del Pagliano vita in fiuta ri- che quadro che artistica del bella una lettera così: mandandomi te e ne chiaro la ringrazio. chiaro meravigliosa, va che stupendo. immagino mi quadri, valore, sorpresa di colore che due pera, su- documenti nella Morelli Domenico i8^g; Casa) Aldobrandini inedita, glielo loda tuttora alla real Maramaldo, lucente pagnia com- giugno pennello Silvestro con punto Pagliano. dal Così Alpi La fortemente elementi ballare un segna il g al del delle ancora, tempo, L'omaggio nostra. di del voci reva cor- della prima Cacciatori prima e, luce, Passaggio evidenza, questi essi pur dei (che appartiene netta per il dipinse Seriate Bron:j[eitia la cercava Pagliano Calende maggio 2j l'ampia luce, sotto pittura Eleuterio all'aperto Presa 79 si slanciava italiana Tanima ^Ideale tanto Deve a avere ed genio; una e di è questa si sente evidenza Eleuterio 8o ? ??????? ?? ??--.. . Pagliano M ^-^,1,1 ~ ?! . I ^ Domenico e ? ? ? I Il I ? ? . ? ~l Morelli ^ M ? ? ? I I ?? ? , , , M t « di a Maramaldo « quello « La a tua « mia « la a molto. a altra gente, « Belli i costumi « eseguiti. Io a ora « studio. da esecuzione è proprio soldataccio; un sfarzoso vestito, si è bellissima, e ragazza mi porta che pare forse metterò la le quel pareti delle Milano, di venirlo fotografia di sale in affresco. l'allegoriadi Napoli; d'un circonfusa da il fumo dell'aere della rendere del etere radioso figura e paiono ma Mirabile Tutto mio Morelli. » di abbellire trale cen- fu chiamato sopratutto composizione della e sì luminoso, realtà, quando appena tranquillo. per nel Pagliano macula muliebre. mi stazione sì trasparente T illusione Vesuvio D. vasta una pensate ragazze. cornice della Eleuterio della sotto vedere, a d'aspetto ed questa né cui si trattò tempo, dipingerle ad a è torno canaglia. hai giovani, a In a quella porta peritezza con di spero sotto messo le sotto non la e hai non desiderato Avrei Il guardando che figure Le la sente tutti. meglio gli errori figurina comprendo Madonna. da capita essere la purezza Nobile sorride è il profilo in pace. l^erso l'ideale compiuti Appena trionfante lieto colleghi i intlicata, numerosi nello dovete colossali nel bujo bottiglie,e, piantate bottiglie I che di altro un' Vittorio decorazione La morte delia ren^e nel Emanuele d'effetto della 1475, La — candele. un'ora M le giorno, trattava e questo la cordialità. al la Pagliano: della e leria Gal- un'altra Africa. della vendetta che ardenti a Milano; a queste vuoterete, queste semi-lune figlia del Compagnia le intendeva delle e Voi — tutte illuminazione dobbiamo una vino, lanti pittori branco- che Cosi parve com- mala a i candelabri artisti ; cosi in ai passata era affresco Agricoltura, nebre... te- steariche. mano un'allegriaindescrivibile. Un salirono trovarono vuotare diventate erano, cogli all'ora rischiarò collo, accese, Non : dell'Apocalisse artista e, bottiglie di dovrete a sul — vi ma Pagliano mano a loro Coraggio il voi — colo cena- Milano di candele di disse — ; un d'Egitto I... Il Pagliano foresta una piramidi tavolozza; lumicino, un tutta pena della Pagliano le tenebre con raccogliere a pittori del studio affreschi, il quegli ampii volle pittore 6] Tintoretto Misericordia degli Amedei^ e gine L'oriin Fi Buon6 Eletiterio Pagliano 02 delmonte l'uno storico; altri Donati^ la e ci di quadri sono il sentimento tocca portano Morelli Domenico e contatto a carattere elegiaco, gli cronache vecchie con italiane. Si è come fatte di nel È in : vero È maniera. un del po' tenori e è facile ai e un nel ma figure certe il dalle urgenti la e. di alito letterarie, per robusta?.., alla Manara..,. del della Luciano figlia disperato dolore del d'un hanno pensare ai periodo mantico; ro- del innovatore e morte trattarlo. si risente pittura storica, influenze di . feriorità L'in- figurine un'espressione spontanea Morte ?, piuttosto del opere Pagliano un ma rinfrescare che bene. fanno delle baritoni forse far genere melodrammatico: comune; si teme grande e modo tura pit- cadere, coi quadri storici,nella vero: anche la interesse? nel tura, pit- artificiali, risorgere? vera in consiste altro, un arte fare, saper non che ad di genere libri. Ma suscitare elevarsi sta sui forse debba non possa Tutto fatte dovrà non questo composizioni reminiscenze che non di genere storica forse disprezzato troppo fetto di- può non liberandola vibrare E si di pensi Anche La Tintoretto, espressione padre per la morte Éleuterio 84 Pagliano Domenico e . zieri imitate, furono non dai più libertino, ideali a Morelli - ? - - . I ? nel nemmeno pittoriche nostri periodo prati tem- sono severi. artistici » Fra i modelli « curiosissimo: storte, del con ma doveva uomo arrivare studio ginnasti ad come della un Dan^a ogni gradino, rabbioso, speitasciaa più ardite studio del Quasimodo improperii, e e curvandosi, più melliflua: il ritornello: finalmente salutava il illustrissimo nei su pena le più ingiurie spegascìni arrivava là allo quel scarica umilissimo Pagliano E, more malu- pagamenti) tratto a per affaticato, meneghino perpetuo atteggiandosi scale proprio Pagliano d'un povero Goethe. il buon troncava Il gli scheletri del nel pittore (puntuale avert e, come isfogare quando gamb mala a morti scagliava un sjpegasctnl,,.Ma dei per contro con Pagliano; ragno, gambe lunghe s'arrampicava ansante, pei gradini del uno le testa. e fu ne con di bella lunghe ve nano, Marchionn una salire allo sudante, di specie Porta; Pagliano, disgraziato un una del » con di servo, la voce signor cavaliere^ il- Verso l'Ideale 85 illustrissimo signor commendatore^ lustrissimo signor professore!... Ebbene: PagUano, udiva coloro da labbra di press'a si poco, artista Eleuterio con l'uno concorde elevatezza dal j86i, il Pagliano // paggio attendeva alla dipingeva della al a figlia del Bagno Milano, Il carteggio fra Domenico menico ospitato Do- ; il e dell'amico^ Pagliano La scena Il Morelli in di esempio fraternità. straziante e relli Mo- amicizia, che Tale studio Lara Tintoretto. pompeiano: GV di o sincero. e aveva nello che, sulle più giusto; salda di e citati con- spegascìn, l'altro, rimane e Morelli, di di Pagliano. onorava Fin equilibrato quelli almeno, nome un all'amicizia accennato a adesso il titolo in muta arrivare, per simili ma, quei signori salutano Ho nano; povero penavano poco Eleuterio anche anni, che giudizii press'a del lo ultimi negli quel 1861 tanto in- morte anche attese espose qui, iconoclasti. fra i due amici battaglie dell'arte e si andò anche, pur tando alimen- troppo, 86 Eìeuterio Pagliano Morelli Domenico e 9 fra intime all'amico, quando coraggio ardui del Domenico quelle « tremare lettere bontà, me. ciò lettera che culto » che alla scriverai più Trovo poiché il l'infelice artisti eleganza « del c( contorcere a scusa: « per fare a fare la a studia della che Tasso, un qui non con figura io me. e ho al abbiamo » del Per tempo che omaggio salemme Gerunel suo mi dici contorno la donna, da della esterno per volerlo ho una specialmente figurati che Leonora nora^ Eleo- gentili: modelle, : in a della cantore sbagliato pochino. della mano dinanzi al brano questo romanticamente signora una ragione Morelli, giustissimo quello « dava da perdurava i difetti notava Morelli, nella Tasso dal facevano mi uno anche Napoli a per degli che grandezza, riflette liberata cuore E si rileva dipinto « ex dell'altro,Domenico pari Pagliano; al gli scriveva mi non scoraggianti per artistici di che certo sono « sua Morelli quadro : Io « menti i ci- buon un da preso accompagnano dell'opera.E, dopo Pagliano, corde vedeva lo che quegli scoraggiamenti infondeva Morelli Domenico tristezze. ho dovuto Miola, che V Ideale Verso È in villay del al Pagliano: Quel a mani « sulle a che egli Non fu greci, o rinnovano; E « « Non io « Ho « ho « perchè a ora a dallo e « altro a Dio e ti perderai egli un di del sco a prova bisogno Tasso. e testa a nulla. al muro, e altro, sopra un'altra tela, mi tuo ti rialzi sciuperai fiducia meglio. quadro tutte in ogni a comincia e lo modo, subito spirito,perchè, le tue te ne rovinato: avevano camminare committente; che ho non so non Tasso misure il perchè me, del potrò la ha stesso ancora voglio, finisci al il quadro che lavoro 1 tu si nulla mezze spero « « il le tu Morelli agli Pagìiano, cominciato Ma scoramenti gli parla cosa messo » I tristi pronto ti dico neppur nuove. cose Pagliano. Caro « fermo torniamo mentre conforto. studii per . e riconfortarlo, tener ro- Ma cosi.. proprio del scriveva suoi i che delle Orazio soggetti sempre fanno mi vedere farà Morelli assicuro ti e antiche cose raggiamenti di tratterà giovane a si il fiducioso quale deìV Miola, l'autore pittore Camillo il S^ buone stesso. un per qualità Quando Eleuterio 88 al tuo a penso a se « xiella vita « a mi non Morelli correrei morale, stato : ti prometto io Non ho mi se testa di riesce, di d'arte e lotte innalza il loro cadeva. Assai rilevante anno nel data, che ma quale di comitato scelto A mostra, Saìve fuegina! e aveva mandato vento che un a s'aperse belle lo regia schizzo Milano suggerito di di Cristo non 1872, rabile memo- da un di Brera. la esposto aveva deposto sua dalla il Monteverde Franklin, spirava tavolozza, qualcuno al una Accademia d'uomo; il famoso lettera, una arti, diretta il Morelli ritratto Croce della dalla perchè Morelli Domenico è vrebbero do- gelosie si riferisce certo Milano a esposizione quella » il loro basso, fra torbide in Ma di dove ingegno, codarde? priva persuaderti, Morelli. sin persino vi non di prima nulla. a V animo immiseriscono mai miserie artisti, letterati,poeti, che mai innalzare ideale le farlo « Perchè Milano, a legato qui tenessero provandomi, Addio. Domenico e domestica. Scrivimi te, « Pagliano contro gli aveva concorrere vi Odorato quel il creatore mente amichevolai premi. l^erso E ' il Morelli d' invece f Ideale rispondergli a imprecare^ l'afifettuosità verso alle che critiche lettera una eoa artisti fa gli e che Bertini, amico. Ho Carissimo avuto si professato era di memoranda lettera mi « e a avvenuto a la « si « vero. mio per lode a dichiararlo oc che « tu a Manda a esempio. mi avverte, di venire a Mi qualche mi né volta ; ho Te cosa una e non dare sia preoccupa solo che contrarie al è buono mandato ricordi? ne quale cosa di esporre: raccogliere, per scrivesti. Che supposizioni un'altra il concorrere, non spiacerebbe pretensione potuto S...., Milano. so, non delle avevo « da critica. la non lettera Milano facessero ho mi bene o Pagliano, una dige, anzi a Io qualche Morelli: a « a pittore Giuseppe volta la intera Ecco del parte altra pure Domenico "i da patita nelle tere trasmet- qualche saggio consiglio: accenna delusione anche scriveva Filippo Filippi Perseveram^ay allude : che, modestia, la rivela tutta gli altri della appendici '89 quello parola, che dicesti: Mi il cattivo Eleuterio 90 Gli a « ed Pagliano amici io ho di questa: a mezzo « avuto et figuratiora a Non pretendo a sono veramente « che a se « amerei a ai io fossi l'arte io di consigli Milano. paese, a vadano far su di su è Dunque che buono « accetto « in tutte buona Spero a fluenza « essere le fede, si la era altri mia perchè fare e mi amici cose; che di che Tu di Milano fratello)digli che che si io molto ho mi far hai non meno potuto; effetto, niente studio intesi. che sappia quello ma osservazioni siamo sugli al- disturba mi ne questa belle di pretendo non supe- su. poi, capi d'opera, e mi lì servigio sgabello^ agli di mandar pensato a che pare e, che sento un godo, ne e mi reso quelli li amo; allievi i miei che quello anzi l'ultimo, mai lemme. invidio di. me, aver ho bolliva; di non in stare e lemme altro fatti; di che il sangue essere Quando ancora, Non scorre meglio sento anzi missione, a intenzione il sangue addirittura al e a ho altra di di tutti. punto, « che dipingono c( « amici miei spinto tuoi i Morelli hanno pretensione quando rano, « senza ascoltare a « mi qua esposto Domenico e affatto si : fanno meglio tanta in- (coi quali voglio ricordino di me. Eleuterio 92 Pagliano Il Morelli tardi che di dato che avrei «pena nel voluto mi è « motivi diversi, tutti a che se io venuto « tesi non « qui e « una condotta a atmosfera « nito, a occasione « conosciuti c( tempo a metter « nel « reduce fossi di e avvenuti é ed fra bene gli e loro. dell'Esposizione fuori la cuore da fra cose, « un a procurato il tutto le articolo quali di subito di anche giornale di artisti stabilito non Forse, se qui, di ha che leggere, ma si sono al vivo, affetto io che a ha Tofano, tante dispiacere ora fi- è riuscirò che in questa raccontato qui, di una Ma artistica. il tuo di malin- iniziati artisti tesoro mi Venezia, gli spiace famiglia nostra convinto affettuosa. Mi cento per certi li avrei almeno o fraterna passata fra io costà: vi è rimedio. non « Milano ; venendo personali. Sono diversa, più impossibile a pena Esposizione risparmiarti stato sarebbero quei della tempo io ma : ringraziarti della debbo a costà; quest'altra con italianissima e Più Pagliano^ tutto ti ho Milano. a all'amico, nuovo Carissimo Prima Morelli allora venne preziosa, ben « « di parlò lettera « non Domenico e mi è per sono passato l'Ideale Verso non sarà parli più: ne se a e a la oc modo che a tori capaci, non maligni, « la critica, questa gramigna, a si a genio, « aspetta « nostra « piglia « altrui, « sue « furbo, ce dell'asino, e a e e i avveleni non qualche accademia, Ma di il gusto mentre alla piano piano neziani: bisogna k italiani e « cavaliere « regioni! gente « Milano a avreste il debito del che gente Italia. Nella sulle di si opere le esporre Ma, gesuiticamente disegnando, guadagna si che si sentano nient'altro: e l' Italia,e fa si busca del dotto allora cavaliere: vi siete come dovuto a condotti la ideale,,ma fare di più; Vc- e da lo dico perchè condurre fra sarà fazioni gentilmente non o nell'anima lotta le morte siete; e questo è il mio tutti do- ci non Milanesi più Napoletani, essere « a che il.., che il dottore si che sapiente. vranno Voi in fare scrivendo scrit- lavoro la e troverete capito che, in quest'ellera, al altri. farò io abbiano non degli per ridicoli; e dall'arte aveva critica ha né l'artista cosa "c « giornali di qui inesorabilmente abbarbica del « tutti lezione una Allora esposizione. prossima 93 e le brava perchè così con è. Ma voi 94 Eleuterio « i recalcitranti a idee « rebbe false sul stata povera Madonna: mandare « mi « amico, « differente. a di « le altre e altri « e « più bisogna Io finito alla accanto « Calabria « venire « fra « con « nimo, e « è commedia, « la c( fra te, una i hai fatto s'intende: gratis. io ti prometto silenzio gela alimentano non tante comica, cose pure. Santi questi e smania rideremo qualunque che lungo due darmi a una dirti parte in- essere pago, sì che briganti, e Milano e ì Madonna, (c voi. Ho Il tuo vita. quasi a la gli umori, nostra ho del geloso so quelle le abbia sempre. spedizione sono non qjalche volta, come rispondere la che io mia fammene fotografia mia sa- rosa. questa pure La quadri. artistica piace: punto Mandami cristallizza « mi buona questo su certe fotografiadella la copie. Con una Scrivimi di di firmata, ricordalo; «quadro « color essa dodici festa la e fatto ha manderai « ritrosi, combattere tutti per Morelli Domenico e nascere, fratello « i e Tuo a « Pagliano di malinconia. poi poco stare del Non dicono: e li porterò di là vorrei un mio risotto in proprio' di sollievo giorno un d'a- stato la temere: dunque un vorrei che vi è vita pure sospende P^erso Salutami « « « « Induno. tizia. Che Ti ad è segnato: vita a più « francese; « speranza degli in c" nella « la « della che di è delle saranno la trovare Uri, vita orientale Il tuo Pagliano. caro Nessuna r invidia invidia che Tintoretto; mia, così e dispiaceri afF.mo per pure Domenico in lacerò il merito degli di squisitezza, agli e, Morelli. » Morelli, bensì del quando quel- Tiziano sommo calda Fortuny Morelli nel pel ammira altri. Mariano occhi anche rara il invidia; nessuna appariva pittore ottobre 21 1874, l'insuperato acquarellista spagnuòlo si spense senza la con mancando dei « del alla tavolozza. Addio, zione sulla non va consola mi ma della di- Maometto; studii che pittura d'oggi: parlo fare a soli trentacinque fine, Domenico nel cuor del anni, Morelli Pagliano fra compianti s'affrettò l'ineffabile ad dolore. lare esa- 1 \ me? pensiero un questi mai con vorrei ora per capisci. Fo' tu mio no ha l'abbia un poco nessuna Non che quadro un vi Bertini, Ma orientali: là, vita « fra 95 facendo? sta mia. una manderò « Di diavolo risposto « ^Ideale ' '! Pagliano Eleuierìo 96 Carissimo « della l'annunzio tre a ammalato c" jion « ferrata « sul letto a nulla, « Suo in a (c care la a non hanno « niciosa. a ha « Fracassini, preparargli loro il ora Gii il Mariano hanno a impressione a v diceva paura. che sempre di Roma, giustifi- a la veduta in Roma poco artisti: per- tempo Celentano, pittore, il ce no- I fatto fare saputo ce la fo- metteva più grande artisti "hanno ce Caro di bravi tre carissimo trovai gli artisti intra o l'aria e Lo ingiustificabileperchè prevenuta Ah! strada i medici funerale; condotta, avvelenato stro tutti Io alla non piangeva cioè gli amici, a che stato uno è morto. facevano calma, era Riccardo cognato poteva: ce moglie ma è - gli : ebbi dicevano: andare che dormente La Io immediatamente partire « ce altro come tografia. mi salvarlo ce al- provare Fortunyl insieme, che far seppi e di disperasi • dovuto hai morte telegrammi « Morelli Pagliano, impressione Quale « Domenico e per il loro bene, e ne dovere resterà lo e lunga Roma. Pagliano 1 Tu comprendevi il merito . ce di Fortuny, e devi pensare come penso io, " l'Ideale F'erso « cioè che Fortuny « perdita irreparabile;anche a artista. Io a « manderai? «lo « fare. di credi Tu di che io approvazione « quadro. T'inganni; « « c( « degli nulla amici a a subito, « che « ho « certo « Pagliano. « « carissimi tue altri che di il poco non o fanno mi scampi colpe, non e alla piacere di amici e rispondo molto difetti sordo essere farai dal se carissimo e dico non Dio che parole. Eh, guai alle lodi amici. dipende non fo' delle Mi pure 1 E mio povero neanche come tue così avvilito sono capirloche, devi tu tanti ; Misericordia i miei Basta: te come gli estetici. tutti io ma quel per ingiuste osservazioni alle pro- alle freddo rispondo più nulla, non mi qualcosa.Quando stato sono parole che era l'aspettiamo. « a una amico, come Dimmene Qui è : l'acquarelloche aspetto sempre mettesti 97 si sostituisce non • conto amico, quella approvazione rispondermi per l'ac- quarello? « Salutami gli ama sempre « il tuo Morelli. di » Eleuierio 98 Pagliano il tempo più più profonda e fra il Morelli da donna una queste nulla di pietà, e Domenico Morelli; dev'essere del Morelli degl'Italiani, appartengono di Carlo Vanhiaptchi di Milano, che giorno, di più a tutte sedurre lui, al vivamente gliano, Pa- Essa valente rivela il della le presentate ricca un accogliere giovane qui alla a Dovrò la Musa ma superiore lettere, inedite^ Le é zavano, avan- confidenza dolorosa? d'un volta vita si lascia allora lettera nome una e la triste ricorre. la pagine, il Un Morelli, volgare; offende di al della si faceva Pagliano. il Morelli che in il e carissimo giovane, le vicende e Morelli * * E Domenico e ColUeiong in gno de- cuore zione discre- Muse. all' ammirazione d'autografi ringrazio. Scompaiono che sì aveva figure, le del lottò Mosé di quella che collera, pronto pareva non si artisti altri. Della lombardi. Magni. dimenticar poteva sua non tempra Tranquillo suoi que' da folti guardie, istruttore suo fare un pugno la originale, schietto, sugli darti affettuosamente stringeva volta, quel originale Cento vociona a tipo Con altri. gli un delle con patto nessun con uomo. forte sua artistica, a fu comandante da in quale una volgarità uniformità Monza come e dire a la contro irreggimentarsi Bianchi bafifoni il Bianchi, artista con dell' voluto Mosè come E consuetudine, avrebbe ti uniformità. l'indice quasi livellarsi, a d'un'età scompaiono ; ch'erano tende tutto parola: della l'impronta macchiette : figli caratteristici, tipi particolare le tempo sola i mano, sì litare mi- risoluto visto più. Tipo foggiato per erano Cremona invece e tista d'ar- nulla altri due e una lo tore scul- // 102 nella Nato Mosè sulle quasi sulle la avuto, avea maestri ; di paesaggio, d'architettura,con cui fu nulla a un Il San Luigi che feci appena t'anni addietro Mariani) vecchi Sorbonne il più studii di Il riesce. è che nenti emi- famoso. figura, quella passione primo suo dro qua- Sant'Albino, paesello per Ma uscito Figurati che o mi tien su. e al a italiana e Mosè si peo Pom- diventa presto. » di cosa scuola : meglio austriaco sopravvenne Bianchi, del- Schmidt dello il governo insegnare ; ven- nipote che è voro la- primo incominciato della che Zimmermann rivoluzione ho il dall'accademia I... O qualche di Brera chiamati è (scriveva egli sopravvenne r accademia dello « Sant'Albino a » davvero, Quest'ultima aveva rola pa- Monza. prezzo e si Luigi, san gli percorse cui allora citare per trattista, ri- 1856, Egli anche Mosè senza la francesi. E « Bianchi nel parola aveva l'Hayez, e principiantisuona della e 1840 padre Brera artisti studenti degli dal Milano a ; questa degli nel disegno venne solennità labbra Brera del Brera a labbra con Teodolinda Bianchi istudiare Bianchi Mosè di città elementi appresi gli per pittore come la tanti Verso altri Ma il Bianchi militare di aveva solo, ; abbandonò pazienza antidi stanco sene star- perdette sentinella, il Garibaldi. dell'indole giorno, di soletto, rere accor- per di po' un Un Orazio. pennelli il comando sotto guerra 103 i artisti, gettò giovani alla rideaìe ritornò fucile, e ripigliò la intensa, d'artista, e la alla tavolozza. Mosè Bianchi inebbriata la quando non in vita lagrimevole stato uno Dipingere,, dipingere questo gli bastava buona, della forte tutt' come fisime i nostri a del filosofi troppo ; Veronese, male. si e egli che facevano non si e può tanti bramava egli voleva non hanno tutt'i si altri sofici, filo- pittori atteggiavano d'essere dire ; della estetici, preconcetti accontentavano non se gettarlo pittura, questo razza, quali troncò spegnerlo. della Far quasi per Questo cosi ; i passato pittori Paolo E ; bensì e 1 di di capo simbolici. assalse pittura; pittori il per 1 la non lo paralisi sua che siano tanto sol- Tiziano, riusciti II 104 Mosè Quando Bianchi quadri, imperava THayez a la storici. ispirataal giovane del Sposi^ grido di Chi è Gerolamo e momenti le del Bianchi volle e il quadro suscitò che il commozione accorreva della a guerra quadro per e la di nel nella liberazione vincere madri, Iddio le Mosè nostre allora pubblico; profonda Brera. menico Do- periodo che dipìnto a colore. ?.... Anche palpiti supplicavano far del genere, un ritrassero quali al campo^ vederlo è : fratelli due i Pro- quadri col solenni nel rappresentava che amanti, adorati dei risorgimento Fratelli viva vera, Induno, suscitava, naturalmente, Motu^a^ dai espressa tele provarsi di folla di altri storici, pateticio guerresco l'epoca nelBianchi monzese una ribellione ricorda non da il riflesso, essere signora pagina una tragica La tiginosa ver- era Mosè E nostro. pittore si eleva : genere di ragione sua risorgimento dipinse quadri cui di con nella sorta napoleonica trovava dipingere a pittura storica la pittura che, epopea messi cominciò ancora : capo del Bianchi pittore Mosè nel 1866, moltitudine S'era del al tempo Veneto; spose, di salvare armi. e sorelle, i loro Verso Pn altro Ma ?... 105 ammirato, quadro Q.ual Cleopatra. vero P Ideale non è originale pel rancido, soggetto pittura parve rato: ammi- più ancor e nuova colore. Come il Cremona, di veneziani. si ne' il colore, quelle gruppi, il così serventi Il tempo. suo Venezia sua volle villa del a è e in palese. il studiò Tie- trasparenti di quei e contrastava placida Giuseppe il Bianchi Lonigo; Tiepolo facendolo trionfanti, damine delle principe che toni la con e deva posse- non movimento febbrile drammaticamente cavalieri la cui dijQfuse molti liberissimo fantastico, arie essi tht Bianchi magnifici quei da finemente quadri, i studiò che e disegno Mosè volante, ; studiò polo suoi Cosi emergere. Tiepolo, disegno; ch'egli, invece, e metteva e mai il contentò ac- il Cremona che veneti, si non Venezia, forse dai copiando negano a ignorano anche apprese Bianchi andò : Molti esercitò gli Brera Mosè dei incipriate Giova decorasse quella vita nelli a pittura del di fresco flusso l'in- pittore Mosè // io6 Quando Tranquillo innovatori sorsero dero loro principi!d'arte chi i propri Nel di Milano, Chi Puricelli, Tranquillo « Ieri a Brera a No, « punto « quantunque « piacerà. Ma « volontà di « tutta, « furono mai tengo quasi or bocchi mi e la cosi una giorno (che non tera let- una Sono che mente ribelli fortuna oso a così a la me strapparmi chiamar messa mia mano desiderii. miei per la compatire; ne a' Lei, benigno, gradite gliela ho mia sono non neppure sempre a finite ? esse di volermi cose io, donna di specialmente si mostri fare Giuseppe : teste temo la prego né ma il ; pure, Ep- deplorava?... scriveva due seconda contento li dei conosceva Milano, Esposizione. Della certo. nuto « T per die- Signore! le consegnai lui sincerità e Stimatissimo a Cremona Cremona modestia tutta d'arte burbanzosi. di mecenate un Bianchi d'ignoranza di più Mosè i critici accusandoli Tranquillo difetti? a e ; li chiamavano più i86$, Cremona a addosso, Bianchi che codesti quadri) sia Rice ve- scara- dal ca- // io8 Mosè I Bianchi » mai contento E una bella In al questo tempo, de' ho fatto, rifatto, ritoccato « proporzione « dra a dire un « gio dì « sarà « rifatto, un « versata^ a Brera, a di Sottomarina^ « di tutte « rimorso mio a per diavoli c( così via a bastare. e alle dopo mi vi : mie voglio il corag- poltroneria questa ho preparato, Tra- la fatte po' un tele... Ora che preoccupa mi fare brulicano la a alla Barca ho ne dovrò sia Lon- sono affresco un il capo, per salute, ; e dovrebbe » del lettere caustiche : purché scioltezza scritta via in quest' autunno acquarello un altri ; via ; avuto il fondo fatto sulle razze ed A incompleto, espoista e poi La e ho ed meglio. Bologna, A stava le li rifaceva. avversari molto aver non finalmente, e, suoi pentimento figura, danno. troppo « fatto un di : di anche ho ho una che a' lavorato quadro troppo occupato a propri lavori, parecchi quadri, tutto spedito, ma rifare dio stu- nipote: a al Studio, studio, « risposta lettera ho Bianchi ripeteva : E, questa « pittore Mosè e l'originalitàdella Bianchi, di Gustavo conversazioni fa pensare Modena, del frase parlata qualche volta ma Cremona, più alle dello Ferso inesauribili Grandi, scultore ^Ideale 109 invidiar Intorno di al nella nella musica lirica ; Daniele il Boito Emilio : ed doveva che ode sua ; : zitto ma vuole che scrive questo perchè il Boito se vi dimostra « Carissimo Il ritardo a più ce una « par cose delle di inserito qualche del Dualismo l' insigne ha del non amico valore mi biografico, che immediata. porte atre volta poeta:. 6 Giugno ipo4. Barbiera^ questa eloquenti risposta nale gior- un all'arte a a Praga 1' auto-criticismo, questa palese ragione, senza Il alla letteratura 1... l'autore bigliettoche nella tempo) aveva parli : ne chi, Bian- poco (visse addosso dare convenzionale Mese Milano a letterario, // Figaro Faccio Franco scoltura. nella fondato avevano Arrigo animosi, altri Grandi scuola una Praga, Boito, Arrigo Ranzoni pittura ; Giuseppe e si formò Tranquillo Cremona, ; terati let- loro. dopo, e innovatori giovani Boito 1866, niare co- molti che espressioni caratteristiche potevano nel anch'essi, di ti risposta non Ti Pluto ti dice avrebbe dico che i miei assai detto odio versi al gio- // no « vanili ; ti dico « e « Ciò « cortese « quest'ultima parte « potuto R tu, meno che desidero non parlarne ancora m'impedisce non intenzione della mia Odio al Colui si è lettera deve dir certi E ha il urla intuona volgo si dovrà il Boito?... tacere del questo L'opera è in 21 ben musica del le per ticare dimen- Praga? piazze dell' ire pazze, dell'avvenire! » là, in del che chiude rac- innovatrici idee gennaio vitalissimo core. quel giornale, delle germe Poiché di sul Emilio risate Arte : potranno fanfara le « E a » Pluto di si Boito noi, fra a Ma ora. Boito sincera atre Ma La Ed d' avrebbe perdoni. labbro, altro sul del versi intanto porte Omero. con amico, Arrigo dubbio delle ch'altro tua affezionatissimo senza par parli. ne caro prima mi a La se risposta molto Tuo • che o d; ringraziarti della indulgente, e ricordarmene veramente, e detta essere buono Bianchi Mosè pittore articolo un 1864) eh' è del cisamente (preciato trac- programma: presente^ per aver vita e Verso gloria e segnati, deve I. La II. La giungere della creazione IV. ritmico La Boito la Dalla in cerchia Si dal saffica all'Arte franchi Questo inserì 1877: nel si del Odio il suo al Figaro 1863. spirito di geometrica. « lì meta.... sfida. Il Boito per di per far breccia pungere, di versi^ pubblicato nel intero nel Museo di porte.... quasi mai. demolizione con pessimismo è dell'intelletto; l'ottimismo e la non si taccia: lodava non sbarro, e divina de* Ma delle par cretino sana. catena una trovarlo del e e la Libro suo può famiglia II è brindisi : momentino un sua tocchi e italiana italiana vecchio vulgo, d'amici, Arrigo cena Giovane Perchè tonale dramma. del una del formula, sviluppo vasto fuori scappi sono oggi. dell'arte salute Perchè più un'ode improvvisò Alla della incarnazione prima, le forma. possibile suprema l'anao E del che nostro: parer obliterazione completa III. L'attuazione e a in destini alti agli tornare per ¥ Ideale è un'immagine l'angolo l'angolo nell'avvenire, c'è piagare, di Giustificava ottuso; bisogno gran crivellare. acuto » 11 112 Uno il de' Umberto suo fautore della la del Boito trentino ' Ciò poeti il del che, al v^incitore ; lombardi contro e e gli con Dev'essere Cremoma volta poeta 1857 nel Torino, e cisamente pre- che mincia co- ! Al Nume ! ! artisti volgo del » il veda si : scena ! Al dramma episodio commosso contrastava e suo m'inganno? cristiana di trionfo che dal rac- Nerone: contemporanea Nerone Gloria, cipava parte- non PaolOy San prima per terza a al o — la tutto Gloria Stivale si vede come Tragedia « pubblicata dalla auliche allo Poesie) dal scintille Rivista sulla intrepido nota Forse trasse della atto terzo per Epistolario amorosamente Massarani. Gazzoletti la Prime sue sfavillante da Tulio Bergamo, le tradizioni (si legga nelle Arrigo — di quel disprezzo, a Gazzoletti povero contro guerra letteratura colto il Zendrini, forma Bianchi Biancamano. della arguto Mosè fu piagati Bernardino e pittore era il Mosè anche Bianchi proposito, avevano dei vani giodazzo l'an- sopratutto volgo piaciuto a ideali preso essi a si gliavano. sca- quillo Tran- mento l'atteggiacontro le •^ Verso l'Ideate Emilio turbe Praga delle Penombre i quali inserita non lo dice che Praga tondo che mereiai delle raccolta dal in coloro Un'ode, poesie del il commediografo figlio, Penombre di è chiare; ben il mestiere l'ode ecco il po' dichiarava // poeta dei d'imitar quel chiaro e Manzoni. mereiai, la quale è anche linguaggio di di tutti lombardi gl'innovatori clamoroso quel periodo il Sono farfalla,un* insettuccio, Che poeta, per Sento mia è Ma verso, Ecco dama e è perchè non E in ho è nube è mesto volo un mai. regina. cielo... piccolina, non strofa, son e solo le stelle del creatura esser sogno! farete non compagne d' s' intitola i mereiai!... s'inebria e Che L'illusione siete voi e i fiori liba Ho : folla: alla Sono È poeta : Ma Io Il cenacolo. suo note a nelle Odio un nella favoritami Praga, e Marco, del erano non Arrigo Boito. e vedeva non 113 il velo. agli occhi il sogno l'idea mio... peregrina! ogni mattina perchè credo in' Dio. 8 ti pittoreMosè It4 Nella Dei E bionda mia capezzal E di Immagini Della la oramai fantasie ? di nebbia, Bianchi Anche che Mariani, demico il Scoglio suo a scoglio di « corso, te « accademie « spirito nuovo « bisogna a accademica) e Mosè della ancora uscivano al fatto fare a volte il alio con- nelle che infiltrato quello ci aspetta figUuolanza (s'intende nuova è inutile. accanito i In « acca* che vita altrimenti amava : altre ancora della Bianchi, che è si demie. acca- nipote Pompeo male fatto le concorso un Quarto di tosco. contro al a detto avevo essere » scriveva lo non non scriveva hai Quarto, in egli pure mandato aveva brine il muschio tardi raggi. fosco nel repenti batteva più bei colline ove Mutan Mosè !.... ! Laggiù sulle lontaù, Sparse essi miraggi mistiche, Languide Orizzonte in allegorie ! Ombre siete, : 1* amico. e sposa core, mente Dove pudito ciel, chiari del Iperboli gli amplessi ebbi anni, già vedevo quindici a infànzia al serafini Éianchi contro quadri dai nipote : « così » smo, V accademidetti pennelli Quali : sono « peccabili im- aulici, le opere e 11 pittore Mosè Bianchi - - ii6 I giore, studiare, a air Bianchi, legato per dei poteva sono tutto, dei di ritrarre vanno, Bianchi, i cavalloni Il suo vero genio un magistero tinte tipi in l'ampio quelvole; mute- volti, i cui che oggi, stumi co- nella di livellamento con acuto rammarico anch'essi. ne'suoi del vedeva marina cui E toresca, pit- sfoggiar comune purtroppo, più. sovranamente aria tipi, i al pittori,sparendo Mosè di antichissimi; inclinazione nulla che 1 marinaresca incomparabili, luce nelle curioso applicare con finezze e Ben il colore; per resta della risiede della rapporti ; poteva circolo decisa Bianchi trionfare infinite quali quadri i : passione apertissimo di Mosè Chioggia. peschereccia città, teoria a' quadri nome suo l'aperto, al- dipingere chioggiotte. una vedeva Il ? passione si innamorò con là, nella neutre i di scene monzese Chioggia la il costumi nelle ? ? la originalità del marine, campo I ? dipingere. a sempre vera Questo j. ritrasse ne dei e I libera, fu aria che marina La j . mare si trasse quadri chioggiotti, ricon verità esplicò in stupenda. quelle ma- Vèrso rine e il nel quadro famoso suo chioggiotti^in mezzo reti, di corde, di dei Mosè grandi gridare vècchi le loro di pronto mare, quei chioggiotte testa mo' a Nella 1881 i la di vela di alzato comandano, o voce la morte. E l'urlo del di quei chi Burrasca che ha non nel ramente misedi quelle e donne tonda vento tir sen- cielo quel orientale gonfiata dal par vero cattivo, (quella quei braccio al di sentirli guadagnarsi per loro gito mug- cadenze, sulla impetuoso. del nazionale esposizione Milano, la il di proporzioni Par la con cenere, con Michetti) pescatori quadri per un vedere memoranda a nel nei più giovani quali, di e color nemboso, ritratto sentire merito. vita, sfidano venti per inghiottire qualcuno a poveri marinai, la di con vincere pe aggrovigliamenti Par che e suicida dei prolungate ai consiglio cercando aveva partern^a per bruni (morto piccoli quadri si marinai quei cappotti spumeggianti pescatori, danno La ad quadri con dai 1835,) vele. marosi Bianchi, sì in pittore Robert, Venezia a 117 pure pescatori chioggiotti amore del così insuperabili ; santi, che e l*Ideale rivelò il lungamente golfo di Venera genio templata con- ? ] 1 // 18 pittore Mosè è Felemento L'acqua Mosè e Bianchi difficile per più Bianchi, Traghetto della Maddalena^ terribili difficoltà. Quella verdastre Curioso mare. è ferma terra I anche talvolta pittore,è il il poeta, V anima quel ; impaurisce di Sono il biente,per naturalmente e A Chioggia : popolato tinte in dalle giallo e picchiettateda segni blasoni per tempo in burrasca Laguna la dei far poveri conoscere ; chioggiotta; piccoli meno dell' giustezza dal malia. am- pennello suo aw- esce fluido. lo ammirava quadro le vele stesso esposizioneinternazionale si Adriatico colore, che rende d'arcano, che Mascherata luce, per esatto All'ultima del nello e che so qual più qual la portenti per del pittore-poeta del poiché egli ne non CHioggia ; Chioggia, ; quelle trasparenze trasparenze il un'altra Ricordiamo Canale ; è spuma della ripetiamolo: questo figlio sì, anche mare; ; vera nel quelle con è biacca le stesse sono Favretto scherzava non agile,impetuosa, spuma il come tore; pit- un smalto un in la e lembo barche rosso, i del padroni vivacità del da verde pesca con striate e convenzionali lavoratori di Venezia, ; specie mare delle o di tivi ; distinbarche. Verso Varii V Ideale pescatori stanno assistono esse sono riva; per la pesca che i loro il ora è mare : Volti in bonaccia il il cui chioggiotte, miseria loro dei scrive a costumi: il al nipote, Qiaesta sia « ne « spero di la con mi il trovarsi « buono « d'aprirsi delle « lati « quello « dovrei c( veneziani. « giottina dice pittura, che strade vorrei fare si In e modellina lasciar parla stampo uno Chioggia incontentabilità: e la la fa modo oramai in vo- principio prima cosa questi una alla porta. e sangue trova momento, batte cause, solitudine vero, in sono non molte Sono stabilirmi questo loro mente nuove. fare, è Bianchi marinai; per sul la e mesi, quattro Mosè il artistica, benché si come in nel utile, giacche sarà donne lettere, parla della soddisfatto tutto a da solita campagnetta del sarà non crudelmente dà 1883, Ma più. povere tanti mare Nel antico. d'uomo di sue compassionevole salutano; 1 ritratti figlio,sono donne sgomento; attesa rubò mare religiosa pietà. Nelle con T : angosciosi e li e ritornino non rivederci, adunque a patiti marito, cari le loro e dallo oppresse temono penosa sulla alla partenza talvolta 119 di che paesi chiog- » A pittore Mosè // I20 si Chioggla pittore Bazzaro, il Roma, a chioggiotta, Madonna, Un di altro rici in con Mosé solo. che pi^di del del omaggio al padre cari, colgono la amano come in un la V'era del cuore: e fettuoso af- maestro ; sé per Poiché dell'estro dolce fini zata sboz- ritenne ; in nere ge- che an- un il Favretto. famiglia asilo più testa primo e lo stesso il infatti Era questi artisti, all'indipendenza loro dei uno padre^ delicatamerte /c/z/e- espose pittore. affetto. l'indipendenza universale ricordare nostro e uniscono immagine miseri. violino^ proprio tardi, fece d'un facevano maestria Bianchi, Più di quadri ritratto un mento nell'annienta- Bianchi Mosè 1878, vera po- Margherita una dei derna mo- d'una Nell'esposizione : Legione deliziosi a' madre processione, della e la ricordo nel Parigi d'arte giace prostrata desolazione e peccatorum^ tragedia abbandonata, che della la namorato in- adriatica, nazionale espresse giovane della Galleria della decoro Refugium col che, felice città pittoresca il quel tempo, a lombardo, altro più pittore Nono, ora radunavano, un della Bianchi non i amano essa si j^icuro. racr P^erso ì^Ideale 121 4" Nel Mosè Bianchi. il accettò di belle mezzo che del i fulmini e falsa ere « qualità E si ed mise « istruzione sebbene racchiuda avrò disfare air da coir opera cori la sapienza Pensava anco « mi « gestioni « seno ct rielle Così veniva a un di e proprii cose da confidavasi fiaccata artista dal veronese, d' ardore nuovi buona » notto, giova- un di dedicarmi che e Angelo : « alle Non sug- nasconde col ; poiché dettagli e nipote morbo; colori vio. sa- un quadri, raccontarsi ad fare. per monumenti col (scriveva qualche Verona, questa e i tuoni fra disciplinatriced' di tempo impavido passata, medio- magie presenta mancherà ai a pure Verona giornalistiche, trovato una « andò innovatore, Bibbia, Ho cademia nell'acvi come Bianchi, della di accademie, ma polemiche Sinai. Bianchi) « metodi, il Mosè come vita pittura Verona; lui, Mosè lasciavano Mosè di delle di a furiose a sereno Il nemico arti nella nuova maestro svecchiatore come e Egli, posto di in fase 1898, s'aprì una ma in e sto- pennello. la doveva Dall'Oca » volontà rimanere Bianca, // 122 la gloria tecnica i di fittoré Mosè ritrarre le costumi, poesia finissima, con la gagliarda Bianchi vita il carattere, popolare, l'anima giovani donne, con della città la lotta dell'Adige. Angelo che Dall'Oca l'illustre insidie ed deiratroce infermità forte da l'arma mani combattere di meglio lui Monza, dove agonia dopo e dove il grande Negli quando per il maestro visto, ribellandosi « volle (( bido cercare la e vita. in d'un si marzo pace, sono ancora una volta Ahimè ! la mano a 1904,. quelle gelo An- : silenziosa, di esser non del crudeltà da spense, ispirato. stanza s' illudeva trasse ri- Bianchi 15 la suno Nes- parole piangendo per alla Le poeta quasi tempi, « il a Bianca, Chioggia sempre disse ultimi di lunga, cuore Dall'Oca « pittore spezzava ideali. Mosè di presso op- accinto s'era fine. feretro penosa, riposa d'un « sul gli Dall'Oca Angelo lato deso- genio, de' suoi lagrimevole pronunciate che quale il trionfo per quella la del e le con vedeva egli : crudele con mente profonda- sosteneva volontà destino lui da amato, della un strazio con lombardo artista ammirato un nelle seguiva nel ben destino, braccio usa tor- a fer- \ // 124 pittore Mosè Bianchi nezza innamorata, dell'infanzia madri ; il della pittore-poetadegl'ideali vita. La col fama tempo di Mosè chioggiotti,che a quella città I brani inedito, a di messo di lettere umili di Mosè Raccolta valore pensare s' ingrandirà dei con di getti sogaffetto virtù. Bianchi sono tolti dal dall'egregio pittore Pompeo gentimente disposizione dell'autore appartiene alla fanno delle più gentili Bianchi pel sopratutto e pensosa questo Vanbiatìchi libro. di La lettera Milano, del carteg^gio Mariani, Cremona SECONDA SERIE UN SATIRICO IL CONTE DE' PREGIUDIZII GIOVANNI SOCIALI: GIRAUD . » ^ A durante Lione, a Napoleone e satirico, I i conte un di Il transazione^ per fortunati, Euticchio nostri e farsa la e buon che nonni, del padre, losi ge- ossia dei zione tradi- festiva le peraltro I delizia la la snelle dell'autore finezze le e sperato di- disabitata casa medie com- galantuomo signor trovavano senza venete Il formarono vi cui Desiderio cuore^ La 5m/oro5a, presentato le Don figlio goldoniana, ganze Giraud, neirimhara^:{0^ eccesso per fu commediografo romano, Giovanni quel L'Ajo giorni, cento del eie- Ven- m taglio. • Napoleone meno) I nella sentiva, si congratulò Ma Sta — con dei in di vena l'acclamato il bene, conte ripigliò cenza; compia- grafo commedio- il subito si giorni cento pronunciandone Girò. Gi-ra-ud. miele ammirava e poco pare, romano, francese: di luna quanto a lodava (che a alla nome correggerlo: Napoleone, dunque Giovanni 13*0 Girò. E — disciolto: La conte-poeta Gi-ra-ud. voltò gli il le secolo Nato XVIII; il il nel fatta era tutti l'autore cattoliche, le d'ideale viperea avrebbe del mana, ro- il e tipo rante, noncu- scherno: tipo freno, anzi classiche, le pompe d'una per ricevuto nel grandezza : di paura in coraggio le chiudergli da un quella casa mostrò e colpita vendicativo le braccia ottobrata eran Giraud; fu sale, onde poeta non rovine d'Albany contessa sua dominatore. di noi Nessuno allo e tradizioni austere nella gaudioso quale le ne deir4;o rappresentava vilipendio alla contrastavano, celebri un'allegra Giraud al mana ro- despoti. scetticamente razza, lingua in 1776 romano una del si Tevere come dei despota pronto la sul e nome Giovanni fatta indispettito, imbara!{!{0 voleva, contrariando, temerità, di Napoleone, — spalle. pronunciavano del ripetere, col dittongo a famiglia Giraud, francese, nel neir Giraud proprie epigramma altri,invece, gli aprivano quella penna e di quella lingua. Eppure, di anche in quella natura, sbrigliati epigrammi che contro si piaceva com- l'uno, Giovanni 132 ricordano Parecchi commedia Roma alla e la con quale vita,sostenendo di parecchi delle trillanti fra di gemito Donizzetti le di famiglia quella e è il citar le confrontarne Gregorio del moderne. ; il e aristocratica lo dal persone, mente rigida- sono Giraud vero, e, farei lo somiglianze. Cordebono, (nella si affrettò ma tolto le marchese commedia le idee note riprodotto aveva grossi e vero Il fatto fosse e stesso Favorita il Giraud che era non « Enrico lo ; Lucia, che Don la note Ferretti; tenuti) la propria famiglia. Il per Rossi gaje vesti della passione di Antiquati Giacopo figliuoligrandi i quale la interno queir pure si disse Ebbene, in ricordano di Valle prolungò » marchese libretto prima Cesare tremarella « la per teatro la parte del noi sul soggetto ^^^ 1807 il caratterista Gaetano quali rappresentò del classica sua VAjo neirimbara^^o ancora il Giraud che nell'autunno volta Giraud Pajo del chiarò di- a giungere: sog- se messo per- tieri volen- » marchese Pippetto, rappresenta spirito educativo Le ragioni del moderno buon senso in ì^erso deir finiscono umanità dove casa tirannia l'Ideale la la e 133 è potestà paterna in pervertita costumi corretti dei religione quella in trionfare col in bigottismo. Chi mai in riprodotti misurare può Don Gregorio, atto, quando quella Fate Gregorio. tenerli sotterra? i vostri figlifaranno conosce e si vi tenuti da rampollò vi piace: volete siate che, si mai si se a alla s'imbratta, mente soverchia- T spezzare muraglia! qualche in fa e lascia annasa, tiene giunge che certo sciolto, cammina, s'imbatte se vi ma cane attaccato e ravvolge, il quando se tiene addenta, e ma catena, lo che che quello come libero passa; alla urta, primo marchese bene (i figli)Fatelo; prudenza con Un soggezione? del scena figlidel di parole franche seconda ai Chi scena. Don « nella allude ferrea sotto delle l'effetto visti sono Antiquati?... marchese quel si quanti padri dire può cino un- corre, letamajo, peggio degli ialtri cani. « Il Marchese. ragione presente. che e si Io i miei tiene in ajo o casa così di principi allevato così, e volete aver alla moda così voglio figli,» marchese un che uomo un parole stato sono mai figliun di forza a crescano Come Siete quale sovversivo? cosi codino educatore La ha de' scelto proprii contraddizione Giovanni 134 è palese. Ma è r ciò Giraud che della inverosimiglianze sfida principio, la nella nuova da ribelle un d'un conservatore mondo minava casa non il bensì posizione, gettata stessa qui rilevare importa delPetà l'età del- vecchia. ? ai vecchio realtà, un In Nel Giraud. lo sui a reboanti, nuove stupiti. Il equipaggiò in per a francesi. in Roma idee, e monto baldo a squadrone del in qual meraviglia svecchiando Pio VII, guidato de' suoi tempi, ben cavallo, si e cavalieri lontari, vo- scendo pontificio,riu- il Giraud adottò nell'effimero, ma imperiale, innovando, i contro dominatori presto dominio e dal se nomi guardavano fazione una (i808-1 814) del di Governo questi, stessa periodo andava le difesa di nuovi altri segnalarsi Ma comparse, parole; uno trizzavano si elet- Alcuni pronunciavano Giraud i berretti proclami giacobini i omelie. : melodrammatiche quelle gesticolando che tricorni; sulle trionfavano francesi Chiesa della Stato frigiidominavano intorno rivoluzionari i 1796, invaso avevano ? e se le condo fe- tutto si lo stesso Consalvi, statista maggiore s'acconciò ai mutamenti? Verso furono Quelli gli l'Ideale anni pronto plebee di nei altri salotti della la disputava suoi anni nel 1802, sfucinò titolo nastro bianco d'un Questo gentil Pulsale ed D'un sonata. bla- società stessa bollate eran col satire da lui. che in mottetto nero al stretto tenea cinto, dipinto: era apertetur. la cintura sua scritto: Non Nell'arra proprie La nobile In atto Nel sua di 1805, e Noè^ il sopra e zinale suo v'è non scritto risparmia non male. le neppure parenti : Giraud la Nerina e plus ultra, di strette Tenea una la duello; un di primi altra: Sopra V'è Nei ad : una Sopra dove belle. serie una contro romane gio, all'oltrag- romana delle gliato sbri- persino sino sostenuto tutta dame Giraud, avventure, società giovanili, aveva Le D' le grazia Mascherate del malèdico Trastevere; e, anche più giocondi tutte a 135 audaci più grossolanamente e ' da naturale prèda il carnevale clamoroso. modestina maschera cognata, far fìnta In quél da pezzo vestita di Roma casa spettacolosa mascherata da faina. di saetta, civetta. riusci Chrgi, si simo allegrisconcertò rappresentante « Il 136 Giovanni • concilio Dei degli la La »? la chessa du- Torlonia, Giunone; Giraud il conte Sei Dea, Ebbi da si Ma, né Psiche getta il e strale suo Braschi: alla le E di nozze raffigurava Pallade; Flora; Braschi, via. le per principéssa Chigi via Glraud si mia dirà, era i misuravano Carlo civile satira le colpi e e Pietro altri e in eredità il Giraud vero, morale e dal Buratti; altri secolo volle continuavano, della che Qual- XVIII. provarsi lyi, di lano, Mi- a intensiva resta : satireggiare; parole, persino talento, la coltura satira, lasciata volta, è ; anch'io. allora Venezia, A Porta diverso fioretto usanza Dio, senz'esser pur e qualche te coltellate con Flora^ fra nella altro, Giustina, La * Nel 18 15, stato a si fermò Bologna, applaudito d'essere alle lodi stato per Milano, le Parigi. meritava apprezzarono sue a Mantova, commedie; Firenze — maldicenze, sue ch'egli fiorentini a a d'essere Firenze, dopo a anche ma per I... città la subito dena, Mo- dopo zia propi- pronta valentia la a alle comica. spigliata com- I l^erso l'Ideale 137 '. ^_j»L. -i — in mediola atto un al della suoi, direi non nella Adelaide quale d^ parte subissarono // gione, faccia Adelaide, figlio franca, stessi la di battaglia tutta con signor padre; de uno i fiorentini sposina; ra il Giraud ma l' anno ripresentò la contro favorita dopo agli la Lucca, contro fossero di valente cabadati, moglie lo di levò di e del bella ingannasse non satire con attrice un che era sulla del Porta, Giraud Italia tutta Questi ; poesie di costumi, ; Gattina commediografo Bologna. bisca una Buratti, del in tificata iden- Santini, finì assassinato Baffo, del clamore d'una moglie altro quali capolavori,le Doloroso Albergati che bellissima Berta una in Firenze Stendhal, ingordo del la marchesa Questi lei, baro, quelle ammirava, I ; contro teneva Grillo. un Lo strada. quale specialmente Mozzi, vecchia tal una epigrammi, Giraud, Teresa Napoleone con ed satire del penna contessa di il drudo satire, e dalla colarono e Cocomero poi fischi, e di gelosi giudici, ricucinata. Epigrammi di del fece cavallini la peraltro del teatro Ristori cavalli, ma I personaggi tre e Jortunatiy rappresentata e — I il suicidio Boc- marchese sospettò giovane che la attore, Giovanni 138 da e lei da creduto Il della fu fé' sospetto funesto; i il Varie vicende quel le come fuochi 1° a rovesci dal anni dramma, un parenti dell'Albergati titolo pubblica // ammenda, in romano bancari, e politiche, al cambiò, secondo di pari amori tanti fantasmagorie, splendevano e in n^Ue sparivano fatui. del a 1834, Napoli; Giovanni e la illanguidendo, poco d'una non suicidio col il conte reali ottobre lanterne il la Torino fé' passò corone d'apoplessia poco Giraud d'improvvise tempo quali Il ma opinioni vento, invece, lui dramma. disgraziati, in il uccisa trasse ne a ritirò diventò quattordici rappresentare il erroneamente aver accertò, il Giraud protestarono; e d' Dopo caso, marchese^ Albergati accusato processo al nozze, marchese sventurata. tragico lo 11 e ; fidanzarsi delle tempo morto. moglie. e al Otello un di prima amato lei, Giratid si sagra recitano sua come notturna. più. Giraud fama le Le morì andò a variopinte sue medie com- 140 Giraud. fanno credere; il Giusti metri; che il nia n'è Giraud Leon in di Quanti in estro se tutto.-, come i se valletto;, quel satira, Giraud stesso: mente tal Vi stessi?... della e fiele in petto; d'aspetto. satiro crine, posseggono ritrarre il persino volto, specialmente signore \\ del quello anche Giraud, è Giusti piuttosto disprezzava Riso del prese invece sono addita Gnoli Tommaso che il Giraud giustiane poesie nei Giovanni bambini. sono forza uomini di sincerità che nel dicono LUIGI CARRÈR Dolce delle poeta d'affetti; di la il onorare a nel morì due lord Byron sulle il tramonti, allorché mesi che palle fosse roventi, disceso di uscita un velo col e — colera, Ponte nici malinco- nei umano; appena il meditava laguna, dolore Venezia, su di della acque Visse Venezia Shelley lo quando Sospiri/ fugace Manin. Daniele a duta ca- l'imbelle del- quella e cantava la secolare quella dittatore i8oi^ fra dunque Manin visse nel nacque Visse Lodovico Cesare Carrèr Luigi dove repubbliche: dell'ardimentoso Byron sici, clas- venutovi visitare per Venezia, i8$o. doge quando dif- a Milano, a Maffei, chiuso di dei gita — sempre teratura let- studi degli cultura Manzoni, Andrea e bella di contribuì onde secoli, breve una Cantù lavori in poeta ; romantico. Tranne dove i Veneto nel egli, per tutti Carrèr Luigi operosissimo e fondere lagune, da di nero sparve lunghi fame, di brava sem- morte. ' Luigi 144 Carrèr * è L'elegia com'è il fondo il fondo ballata La la sotto della della del corrusche lo più meste, cullate dalla fiorì, alla egli il e ammirare, sua il cielo sbocciato Carrèr Giovanni Sono Luigi per fluenti, primi Carrèr: fecero che fiore I temi patetici; senza la alla anche — tico poescelti prebida tor- ballata Prati, più vigoroso, più caldo, storie Carrèr. d'amori La Taccia Fuga infelici sposa il le Fra gli scogli spirto (di due a quelle che di mincia: co- giocondo vie azzurre anche dell' Adriatico sonito Per Nudo La amore ripetevano, straniero. presto, lata, bal- corretto. meno ma ben d' Luigi con volanti quella d'Italia, un erano foga, che, infuse storie i cielo sotto nelle cadenze furono dello Btirger, nostre delle vita, sua Germania Hugo; le madri Berchet, in Francia, volta, italiana sotto dal del rapide melodia della fiorì Victor di che e in e, racchiude che che Goethe, Schiller, dell'Heine, Luigi Carrèr, di anima, sua moderna, penna fantasie poesia del ov'io mar, m'ascondo sospirar...; giovani amanti perseguitati); yerso Stradélla del chiesa, di 145 giovane popolano cantore, cantante l*Ideale fra afflitte;altre fra un momento fra superbi un succedersi di e Mrrà dei le contrade d^Oriente, di fantasmi ballate storici dei Spagna, fieri cosacchi cuna qual- accenti, troppo; pur che E fa ricordare del Suvaroff tutto come vasione, l'innelle lombarde: La picca Il fren in resta, sull'erto corridore: Al e cosacco, sprona; abbandona collo ferisci a va. Urrà Urrà, Al La cosacco! le fuggitivo Pesta il caduto picca reni sotto L'elmo In suon l'unghia spezzato di ! urrà 1 pietà. tuo del squilla ! passa; senza del ! urrà abbassa, Urrà E vivere banditi; di freme ed amore di fra ci suora, romantici. Cosacchi, rapine una ci fanno monarchi superbi troppo, pur Carrèr del sultani quelle veri queir ballate La e trepidanti d' giovinezze Venezia, s' innamorò quale giovinetta patrizia di Venezia; portano di destriero dragon fiero rimbomberà. Urrà! ufrà! itr Carrèr tMigi t4^ nel L'ira Più Per Italo rivegga V non tua il e le spento, man manco^ venga non sangue Franco, città. sue Urrà Trafitti i forti tua le De' belle L'ostil d*oro cupole decoro, templi moscoviti ! «già. Urrà Sotto ! urrà Milano; caduti Francia e ! mano, Parigi, pianga Pianga Italia la per ! urrà sventolerà vessillo Urrà! « nel Veneto: Venezia e la gondole sue da cui di storie città romanticismo del più della letteratura alla misteriosa romantica? capitale del romanticismo co' silenziosi nere, suoi palazzi popolati sorgono grandiose, quella luna, di quale vera « principe si prestava Sembrava le fu Carrèr Luigi urrà! co' di lampada patrioti sognanti suoi la di chiari innamorati svanita con canali, leggende di e luna; insonni grandezza e della patria. E città Luigi Carrèr nell'opera ricordò in prosa: le glorie Anello della delle patria sette Carrèr Luigi 148 Forse lei insolitamente per S'oltre la Potesse tomba quel Se quelle Se quel Se nel Mi riardesse freme Qui fremeva: vivere desìo, treccie riso d'ebano, d*amor, mio sepolcro il cor!... il tumulto del Ultime lettere Foscolo, del amico Carrèr. nelle Come Foscolo Ugo dipinge suicida, così Stampa^ spara in Succede Natalino. d'animi mite, Carrèr Il Carrèr ne tutt'i i terra biografi Foscolo, Alle e qua romantica Nel tempo, del poi; s'ispiròai stesso terzo là balena canto, si vide Silvio alla frammenti inni di luce il sciolse di si dano accen- triade una e Foscolo. la prima attinsero Sepolcri^ delle venuti Gra:^ie dello gli inni Alla gianti largo volo, lampegE romantica. byroniano Clotaldo fu quale dei cantor medesimo Pellico Ugo vita, che e quando arti; e la scrisse di miti fervidamente amare ordine per perciò Ippolito Pindemonte, Luigi di violenti; sé ritrae animi che protagonista infelice di Ga- Amore Carrèr Luigi Ortis, Jacopo nel stesso se lettere nelle d* carme guarda fosca luce Clotaldo. iracondo alla V Ideale Verso della festa alla nel natura 149 ed maggio; dice afri^ terra, il Apri Tuo Più che L'erbe di questo Lutto delle tue di Sian Il giacinto dopo Quanti, mammola il Carrèr^ è che il poeta Io penetro di Enrico tedesco e sceva cono- Heine; il poeta cristallo, Che il giulivo Col Giaccion veste gittò Ecco (t) Traduzione di vedo si sforza coprir i morti: veggo anguste terra bare, aperti gli occhi, bianca funeral, nel Io nelle mani, Carrér, di verde. suo corcati le Giunte l'orror e indarno maggio la entro bianca questo la d) ... della cantore Quarantotto Beroardiuo faccia Zandriani. di canti ^ la ziano vene- concetto. stesso l'occhio con fosse Come Luigi il Carrèr che dirà stesse tedesco: il poeta La le ripeterono nello s'incontrarono giglio. amorosa. d^ Iddìi il Tramonto verità ribrezzo, il bianco forse sono l'infinito e vergini la Qualcuno ideel non riveli. viscere umane, e morti che fior,più maggio, pudiche dall'ossa Nati i sono non i numeri ch'io voratore, grembo conia, malinguerra fierìssimi, dove della Carrèr Luigi 150 d'udire par Norma: Via noi, Tedesco da Non più patti, Guerra E' Ogni divien nei E' d'Italia E barbari pianta. figlio dà non nemico un si santa, indegno all'acciar lordi, sangue spada Che Chi di virtù. si di piglio, ! atterra non Guerra, versi ritorno incollati maligno, nini sulle la pia rimosse le penosi dai nemici, letterari! e alla unica in con genere, ammalato fine infinito. pietosissimi, gravi A fra inasprito moglie, da lavori assidui per editori, seramente petto, volgeva mi- immatura. Elena, fastidii; che, inasprito compilati di La lo della morte avea piombato quella figlia consacrò i più un Renier-Zan- poeta, la quei da città Adriana esaurito figlia ventenne, dolore al spine di vario della Carrèr di mano stanco, tipografi,e per al Venezia, in muraglie conflitti dai guerra! Austriaci procurarono allora ma degli grido servitù. fa Il furor altro Ogn* ! e rei, que' infido, più accordi: non ! guerra d'infamia Su Al Guerra! il Guerra! belli che netti so- usdssero l'Ideale Ferso da (nuovo del di nome lirica Dalla D'un affetto che quindi la Dei superbi preiferiva gli E, terra. dalla umili così cade dei restio in Taccento core fu. non mitologia convenzionale, che dell' Olimpo della sorridente sorge ai canti della sua vita di infelice affaticato. intendere della i canti pensieri delicati,echi Nella marito, di ode meditazione^ la vedervi La poeta, di propria malinconia, limpida, di piedi gioja antepone di meglio dall'onda sembra ai piangendo della che poesia tormento; fìnge Venere, mestizia, feconda versi labica decasil- sofferenti, democrazia della fa non dell'Ionio, egli,religioso,antepone che lavoratore La all' aristocrazia e a spuma Croce; ; chi ode spunta che verso come Maddalena suoi; moda) lungo con il timento, sen- merita spontaneo, che Odio senza sincero: verso mente Detestava in di cristiani^ prorompe il che, concitata allora Odio egli è non e atteggiamento) «possibile; non nella perciò (il metro i è non chi poeta sincero; secoli felice qualche per nobilissimo Già, egli affermava sonetto. la è cultore, anche, quel poeta, nuovo 151 come quasi tutt'i l'onda versi del Adriatico SUO dolenti del intorno di dormono solitarie. sulle passavano la Michele, £ i tombe poetica Venezia, di i morti isola sospiravano Carrèr: le voci Son de* Del chiostro Sotto solitario a' mi Mi lo Nina mia, Sto Nina Chi aveva sul go gà cor: sui un per sto o del del Flo- Buratti !... confonde: me malinconico. più lo gli caffè zogàtolo, sentimento laconico, vói ragione?... serio, cuscini invece, col caustico sugoso, cara, brivido un linguaggio me concave suono, cupo al rian, motteggiavano, sono, pie le sdraiati maldicenti, non scorre Religioso Più più dan Onde medito giorni miei Tombe El pio dolor. che quei silenzio nel un i Sotto acute e mentre Di mute, volte le Scorgemi E Topere e viventi Nell'ombra tutto che San Quando I isole alle sentimentali, chiostro dove col Carrèr Luigi 152 Gli mi ! uni altri che che prendevano prendevano tutto : l'Ideale Ferso in Anche burletta?... nel Cinque vi maggio riesce; è di fn dal Don Carrér del Quarantotto; per forma, scritti altri l'amica Fata Vergine rerum natura il come Me{:(anotte ballate r d'un poeta simo Fra di dal gentile titano. sapeva Carcano lo gli scritti anni un del De dimostra il cantor vaste; la di quel-' le difficoltà affrontare anche e alLa (come opere Shakespeare, fa lasciò del che Campana), misurarsi inediti egli il vedemmo Non malato. un serenate di capace con alcuni blande anche infelici traduzione Lucrezio; musicata Giulio titano, ad di senti vasi ingegno di liberali incompiuto. .poema prove e cantor occultati) di aberrazioni un uscire stavano quei versi, é d'Amleto. dovevano che, morendo, diletta, v' è cione fac- roseo valentuomini varii le sono pallore mai dove ma non Leopardi; il vedi il (che derise il non ma santuario geloso Fra Figaro satirici egli ma come Bartolo, versi Luigi di del r/^^n^, sforzato; malinconico il rasoio sotto provarsi parodia sua Malibran; la H^emocritus un bernesco un nella come per volle Carrér il faceto, genere 153 con il mitisun altro tradurlo?... Carrér, rimase Capitolo pubblicato fino in ^^' soli pochi esemplari sfere certo!); esordienti in altre Copf- terso nelle lettere paterni consigli: dava De* I della Fanno Ma della le fra il gracile salute la penna. del Essi orbita, colte le volgo per non come impulso venga una rose nume- Gondoliere^ scuole. Infa la ostante non che di volgo. ad tata allen- almeno, vita, del spiriti a curò del o, Egli per nelle e nella occhi agli o ; tipi i nervi danno, seguono venga materiali domestiche, pene tagliati sfuggono importa coi edita Tasso. infaticabile, e primi serbati. Gerolamo classici Si passi italiana persone avrebbero ai un'enciclopedia, copiosi Carrèr; ticabile latrati agli ultimi tipografo di soavi; genio letteratura edizioni diffuse del raccolti pure storia i miseri dobbiamo dal bagnati più son plausi i gravi sudor virtù turba sono 1842 aveva di intoppo Carrèr Al di vi non mediocri; frutti Che nel Tira giovinetti, O che lessero giovanetti ai (glisposi nozze per lo rapiti, non tolOy che altri Carrèr Luigi 154 tali virtù Ma che Luigi rèr? Car- istintivo l'applauso. la loro I. Lasciatemi in tomba monumento della raggio luna . , La li esortava di altamente primato in La che suscitava suoi satire d'altre l'Italia invidie sdegni altiero che sentisse quello. fu eccitavano i certi gli suo più ma sincero. la per suoi le il Eppure lirica, destavano Non nervi sentimento ammirato Prima, Ma — cantore natura olimpici, personali. per quanto bugie; contrastato; che abbia ». muse. sempre malevoli, dir non egli gli meravigliosa sua mai emuli; fu di altero « medesimo, se poetico parole il risparmiate ; consìglio fuvvi supremazie vantate basta mi rose; per scultura. dirlo Se soffrire poteva il non fu. egli poeta basta villaggio la e dava a mio Mi . spesa biografi Ai di doppiere per al . Prati. cespuglio un della pace — Giovanni cantava — libera nella pace più tanti antipatie furori, certe contrapponevano vida fer- anni, certi sue Giovanni 15^ da TAleardi; Giosuè sua nuovi io, sono venuti. iol I vecchi si Il vivono venivano leggere del glorie Savoja. di italiano era ideali alla sguardo attendeva la Nel non 1848, Alberto; in smaniato, aveva valore lo lacerarono di che e sogno avesse egli fieri con par allora Anche la spose ri- casmi, sar- d'integrità. al tenero ne come ed poeta; come sanguinosi, un gli meglio o non confessioni fu Cosi della compiacenze Lo gli assalti. poeta lir ribol- sentono e l'orgoglio proprio veementi Nessun sono persecuzioni. Egli da epigrammi con le conquista patriota, come con d'Italia ingiustizie patite. perchè contro uomo, d'Egitto, le esaltazioni poeta memorie, perito, se coscienza sostenuto lo nel le per cui la forse piena esaltare primo poeta amareggiate sarebbe per che primo di crucciava gloria,per ticato dimen- » gli sdegni egli Ma « quasi solitudine iracondo, prorompeva avevano amara Carducci. de' lo ultimo, nella Prati i lui il delle mento risorgi- giovani reggiavano amo- repubblicani, egli appuntava reggia dei liberazione e risparmiava queste? Amleto Savojardì, dalla quale la salute lodi del ardenti dell'italica paese. a Carlo indipen- t^erso (Ideate denza, lo definì come Mazzini, vedeva gì'inflissero egli spia, lo battezzarono tutti certo di « non le con i volumi dovizie. poeta cantai, visse versi stampati Non si dir lo » // giornale patavino ti cantai: scagliar Sulla raminga Ma liberal E fér Le Che il del Vili deserto miei Me Fa la il de* Rigo Ma Per latrata ! le non perfido sigillo eterno: a sogghignar Vili d'Alberto comprò. ! dannate Labbro occhi: dissero e tulgid'òr I canti fierezza cetra; sinedrio, jene soflfrire. Io povera, mia scherno. pagine meste miei ha ingiuria di sudori, ed gemme comperarle un poiché di l'insulto pietra e lire quanto Pedr la Ema raccolse sacrileghe Mani gli e non con Caffè » di duemila facesse scriveva Savoja, Io può punir- per chiamarono tempo, di venduto o tanto blicani repub- Vittorio quando il giorno cesareo pensione una quali Lo poeta « titolo questo gli assegnò annue, oltraggi li dimenticò. ed nuele un d' Italia. I crudeli nelo; ribadirono felicemente salvatore un 159 re! ori ti nel i6o Né gl'insulti Tesasperazione al parole a delle Ferruccio caffè gli il dì dì si bastanti parvero sètte due Livorno, partisse entro ventiquattro soffrì allora di sangue; dovette fu pregare accordata; gli ma lo cossero; percon Giovanni Il ore. la bile Prati tava; gli mon- dilazione, una per pubblicani re- ordinava Prati sbocchi erculei il nominato che 1848, contro, il Guerrazzi decreto nel- politiche. Nel scagliarono dopo, draconiano un Prati Giovanni gli al gendarme un posero e letto. Gli austriaci, mostrati erano perchè di « più « coscienza « mio « fosse « malato « nei a la « Prati « superiore e è realmente umani. Arrestato anche ; mando polsi, e voglia poche le respirazione e la scriveva di Padova ammalato. e prigionato, im- l'evento, perchè ore, vita. lo E Prati Sette fu am- la febbre mi carcere » sono ho petto, il Leonardi, — » consigliere accelerarne d'un mura Padova si legittimo questo dal sangue a un a pienamente di gli libertà, perché la mia mia ; ella desiderio anno, principi corrotti scriveva la rende — stesso Prati Aspetto « quello conosciuti il aulico: in tolgono liberarono. commissario ammalato salassi e ed continui (t sputì sanguigni, a sono forte per sussistenti... cose gli commissario la prossima lirica Nella gennaio brutte Grande Grande; £ al Che la è ed di Chi s»l riverenti e lei le genti, alterna stupende Nido Ara età. asil dell'ara su cui L'Onnipotente anche d' Italia mercè i culmini inospital. Guerriero E Libano, incede. pesta Dell'Anda due osava strofe: al tenda deserto chi Imperatrice IX, Pio a immortai, la pon a il ly Padova fede, sua la Come Di di coraggiose Chi Guardano avviso un lei si prostra, a Roma, Sommesse e nastro patria nostra; tempio è quel dell'Austria. Carceri ma che mente popoli semplice- (1848) egli, alludendo in cantare ai morte Dalle petto, bel un dama, una annunciava che poesia notisi trovato aveva di attacco E » tricolore, regalatogli da in i6i l'Ideale Verso allora dei Cesari, eterna. pontefice sta. preannunciava il Piemonte e la la salvezza Savoja. Savoja IZ ! Giovanni 102 ripeteva come fu il ali* attacco corresse se battaglia. SavojaI ne Prati E — profeta. Gli non fu ne eventi in il poeta: solo diedero gli una ragione. II. Giovanni 181 5. far Prati Nacque, non quél villaggio; paesello valle del rovina; si ma in crebbe in « valle di conca genitori e tenace, da lui freschi // conte poema buona di Carlo le O native rivi, Riga, erte « a Prati giogaie ricordar, mattini dell'Alpe, Del Benaco natio, eterne che urna De Bei Giogaie con arcane quando gli fan nutrì gioghi, per esagerazione fiori di agli consacrato Giovanni cari sempre definita cui Egli — quei per quali allodole alle in e su' monti, versi... Francesca e gente, saluta flebili in intenso, quella ai mezzo della vecchia ora lesto, cacciando poi inneggiava fondo nel casa una di simo poveris- brutto, Trentino, del amava poetico suono Campo, a Sarca arrampicava amore com'egli il dolce per del gennajo 27 Dasindo a forse credere nel nacque Manfroni, ». Nel estinti umile affettuosamente eterne » salvete, sere dall'erte ghirlanda così: : sai Ma perchè del col desiderio Insiem Perdona, Che Nel mi Io ti Come di £ di Soffocata di anche a d'étre mia i quella de' uno sonetto, é Fece Cosi si è me ti Oh e di con chi ! vòlta ! basti; io bocca ti vedrei sia tolta, agli occhi miei dolcezza, ai insegnò Alla serie e filosofia nonni V Art Solitudine spirito, appartiene più penetranti con di con di ridente, sue quanto e questo chi, anche affetto pietoso mani spensierato sei il fanciuUetto e lieve. breve ! Prima egli idoleggiò. dell' uom, natura uscir fiore? signore: Primavera Perciò a bambini dello in amarezza pére. grand contento, t' ingannasti lagrime. Hugo, ! core momento sarai lontan immensa Questa Vittor sorte il tuo figlio, il Signore come da saperlo udendol Che pari la dura accento piaga vita tua oh madre, il dolore? quel tu e la tutta Povera mio Va, molto pregai sento l^amaro se ritorna : io anche cor dicesti Riderà di dal sgorga Che rivederti madre, o pensier E Prati Giovanni 164 ! coglimenti rac- netto, so- nel Son Rose del Divina ciel è Inaura Lasciamo in picciolo Che breve in serba Sospira, chi A di a di ribaciar la è e è più la fantasia versi diranno non colorista sgorgati l'amore, lampo lanconia il dolore, d'un di di la sue i le iridi d'una ; i si felice cuni; al- egli riscalda più migliori quando suoi cantò patria italiana, mandano e d'un nume. Nella me strofe, ispirate quando patrioti e sentire idee; Certo pensatore ma cascata; diranno inani, sono quelle senza suono del monia Quell'ar- musica, una talora cuamente va- lirica poesia impetuoso. vena profeta certe sembrar può cuore; con perseguitavano par il altezza esattamente. che che ! culla. della come quelle immagini ma il prima rapisce come musica pianto. fanciulla corre balenano quella incanto del quella che verso immagini ma schiavo parte torrente petto. luminoso severissimo giudica sonora Prati: in dell'età torna beve, scorre al diverrà amor e che ; dell'allegrezza, re rimembranze Oh Chi gli grembo riceve che e l'acqua che Questo picciol letto, suo dona, che i baci rugiada ìL. del i lini rose 165 l'Ideale Verso il si pianto alzavano ì della patria si boli, patiII Giovanni i66 divino Leopardi gli spiriti c( delle dolore, essere povero « desolata donne o » tardi più nemmen la dipinge Tinto è di Nascere Uscir Non quel dalla odi Qualche Non tu Più egli scorda falcato senza Vedi, di quel i tanti suoi réverie che nella quando tu un è in ? accento vago che ? sia memoria tacita pur Lucia, o d'argento astro saper infinite profondo vita ogni il poeta una culto sera: sospir, qualche cose di lentieri vo- doveva e provano e cismo scetti- del cuore », fu grand' ombra consegni Delle lo il ciel. rosa ogni Prati sperato; di- atteggiavano infranto tristezza di pieni di il tempo era « psicologico; Psiche si lagrime: Giovanni ». momento versi le cantico suo pregni erano sentimentali; a il levato avea morboso; del Prati pia vento? al il sentimento quest'ora, o donna mia! III. Ma se avrebbe fosse stato romantiche?... forse una egli solo suscitato il poeta Toccò volta sola la un' eco delle corda la toccò così viva rie fantastichedella sione; pas- degnamente; Verso è ma bastato i de' l'Ideale 167 perchè gli rispondessero manti concla- giovani poeti. Nella 1841) che fa le donne, e fautrici Edmenegarda sua alla pensare Parisina del d' • all'animo bella E cade : è degarde, del mezzo sorella il lo mare, sera colori Lido, Giuliano con e i fantasticamente balena la d' Edmenegarda d'Il- veneziana, i versi quel rità ve- salì subito appassionati more d'a- dramma luoghi ch'eglidipinge, dove degli ebrei, la alla di con esagerazione verità, quelli dello dipinti sono lieve presso smarrisce bella d' oro, qualche Maddalo, del poema Manin, cimitero rispondono confrontare : la piange. e la storia d'una trentino: vero che, salvo che Daniele braccialetto un veli si lessero squallido al ai nome di giovane poeta come miglior sanno quando dramma il romanticismo, vera; labbra è il in il peccato Eva, agita quando divampa resta ormai tutti si l'amore e del drappeggiati niosa armo- sciagure, rispondono sue che Edmenegarda perchè l'onda passione palpita: le e nostro, Eva, Prati alle ; la donna una Byron, sciolto,ch'eglimaestrevolmente verso ci trascina tratta, nel (apparsa l'ispirazioneè calda, spontanea; del fama della e Shelley si mantica, ro- possono nel carme i68 Giovanni di Il detto la scagli Gesù prima le La bella sulla Ma la si senti il Troppo forte Delirando e sia Volontà Dal turbine Del livido d*ogni le venne sclamò ; La « ! » già franta, tua sotto e Non capo, Anco cadeste percossi la gioia dal dei volse tremenda la ai canna morsi terra. sull'afflitto terribil scagliatela voi, che Perdonati Cosi la si Era — Oh! Giovane Dio il fiorellino colubro alla battaglia a — compiuta sperdeva la e giorno Tossa per affetto bene il fatai e — misera novo ! stato. Avversario gioia quante sa tremando felice sua sue chi e — ! e pietra tante nella dolor felici vi volte polve parve insulto ! vano sta- soglia figli le invidiar nel geloso la biondi labbra lieta era Serpere Si la dubitoso terror senza baci quei Consumò Che dì un colpevoli il o amplessi due di fronte Depose Ella com- Edmenegarda i maritali superba Donne le varcato avevano piedino con Il Prati lui con teratura let- una caduta. e che peccato, senza tutta la donna signore .... Non è dovere: rigido E voi informò » verso varcare per Gioì di Edmenegarda; compativa del chi pietra pietosa pativano « Prati V^ersò ^Ideale Il Prati terribili: ma Dìo; il Fato al tremava voluta dal Destino, il è fato ; é Tenebrose lusinghe: Malinconia nel Tu Ubicini, chiomato chi poteva fosse versi ultimo — — segreto « ultimo cara » » », amore figlia non del poteva non vorrebbe, e Giulietta del Pezzi « si gloria drea An- presso misteriosa: cara — che lascerà gioie Nel salotto della si tirava la mai essere di giovinetta - anima. bardo, titolo dedica mio memore giovane amor fati », canto Milano a MaflFei, la quale accolse contessa r« ed nella — 1841 questa questi te a intense dei fatale il maggior nel recava segreto amor anch'essa insinuarsi core resta Uscita poeta. dedico la caduto una e Così senti... UEdmenegarda del da te mantica ro- decreti Dio. prepotenza « l'angelo donna, o di i riguardata A Susurra, letteratura cospetto colpa d'Edmenegarda come della molti di tremendi^ parte gran sentiva di molti di abusa 169 amore a indovinare giovinetta credeva, Prati... Quella essere, Pezzi, il con cara che no, vinetta gio- « cuno qual- come poetessa giornalista, y", nato mantica, ro- a Giovanni 170 Venezia, la quale al ricordo anche riccioli piaciuti un giorno Neiralbum il Balzac, lasciarono lo strofe La poesia del 184 a allora del Milano; ed è poesia una capisce ch'egli, sull'Olona, glienze più festose Simile del meno ai soliti letteraria dei Li crederai attendeva venne Si acco- la frase con : suono pettegolezzi maligni Egli core malcontento. il Prati. volgo; non migliori, perchè del di egli che ; la data reca cui capisce vedeva qui domanda : e Che il e in battaglianti, vespe a Mugge alludeva ; si del che armonioso e si il Emilio Giulietta; Revere appunto cordi ri- 1837; nel à^ Edmenegarda cantor l'anno 1, lasciarono corrusco Giuseppe il bell'oro bell'argento. mazziniano, stile erano che un di dai che non Milano a Io vecchietta Pezzi, venerato ritraeva se diventato Giulietta Venosta maestro austriaco. bella e Balzac, venuto idolo Visconti al era di Mazzini, Governo Milano a tempie, gli stessi sulle giorno d'un del lei, gentile cadenti affidata stato era ufficiale gazzetta Prati aireccelse fratelli? la quelli arti fan dono più o nità frater- Vanirne Così È O chiuse Non muteran dunque ver: i Che Quaggiù ! più tardi, le la Prati del eco un che. scolo, Foanni sette giorni avreb profezia delle anime e » fiori dei lidi squal- d* P presso nel Ubicini, queste con uscì, Edmenegarda parole Il 1845. alle donne d' Italia — cui — tornò l'autore consacra caro — il — questa nome nuova riconoscente. edizione, nella dell' la silenzii lano Mi- biasimare : donne lagna corda mesta Cinque sorte edizione d'Edmenegarda E desolata consacrò la Alle mia urne. Milano, italiane dei mai seconda a la immaginare muteran non delle pure E risponde. barricate smentita La sponde poteva non morda che aura come liburne morte. qui accolga che sembra « su Prati-, il quale, nei Giovanni bero della dolor tuo ! sorte nascono passi/ tu Al mai fiori giovinetta taciturne e non Isterilite che Prati Giovanni 172 prefazione arte quale (in quel critica nelle poco si lamenta dei critici,si : lodi, nei che mi biasimi, riguarda) sin e mi nei pare yerso abbia non ciò che è cui si corrette virtù squisita domanda forte da' In poi caratteri sono, di scrittori. divenuta album » del ce colore ùn^ode e al dolorose La Fior al di troppo nenti emi- là della Prati lasciò della contessa tanto allora Clara in È una « è alla poetiche la » di i sorella all'Italia speranze. : creatura bellezza uguale celeste che Olga^ ad matura j Fra le Fior che L'aspre nevi in allegra notti e riva al al Volga; despota russo i corti dì ì e giornalisti; OLGA. splende quale verità, della nelle questa romanza abuso, tirannide Polonia, e raccolte direbbero » una in e accenti ha anche Maffei uso nelle compresa AD In tre il divisioni Dove questi e flagello; e allude poesia autorevole, degli album, della lutto dell'uomo, moda d' attualità che moralità vero, oggi, purtroppo, ancor innanzi la trentino. lirico sentire. fioriva vedo non di e tribunale generoso; per sapienza, proprietà ministri animo romanza che suoi molti intendere più. nobile quel tempo, suir « la ingegno, forza d* soda né savia, questo arte giudica 173 misure tenuto Infatti, quest' a P Ideale Russia nelle Giovanni 174 dàn Ma Alla perle e twja del figlia Sprezza l*or, in Chiude Torna Se sogni Aspri Pensa a sempre il Mira bellissima La Bella Ma e umile tuo fianco Dei pusilli Oh, fa Forse all'uom core Dio che dei e : popoli. giovin un crucciosi Lui Contro aspetta corona una e Al è ti eppur piede immensi : buona/ e tuo core principi sospir, Al Sollevar reggia poveretta. o soglio gran fa sola e il chiedi; Un e dame a tanto Nulla ; lungo fremito un della queir anime nascesti, 2u pianure passeggia ! ignorato Di ; figliuola Malinconica È uscì / impallidir. archi gli tra le occulta giardini O lagrime^ giornate padre,,, e re. negato acce ìi il pesa ti fato potenti. un comincia j affanno; insanguinate i labbri fa nappi dure ree a Varsavia Di le veglie e i alto Un balli ai ; cura con alterna Ella Pei non sempre drappi e tiranno petto sforzata Le Prati nuovo in secolo te'! ; Ferso vorrai JVon che Destinata mite D'alcun E sì a Festeggiar Sorgerebbero Tende ti ihiamij polvere la libertà ? in quel giorno archi ed segno ingegno sua tolti dalla coi bel il duro che re 175 ti brami ognun far Per l'Ideale altari e , Men andrebbe secura La Tornerebbe La è se dolci ai che ver Questo giorno Ferro e Di ad fuoco protegga che Olga bella, atte?idi, tuo fiume Fin che lieto Dei saluti Pia di Pesa in in e quel cielo e non ! vivi concessi. tempo arrivi degli amplessi di tanti il tuo era, unanime mar i dì il vento Dio tanto e Sul al drappo un monti Tanti ; preghiera. ira in passi martiri. suoi accento di e Quel pensier E flutti imprecar u?i speranza Perchè de' l'urlo indomabile Ma dai B eresina Dell'orrenda più destina. te a tutti di il Dio udrai Sollevarsi Non parvoli eredità. sviata Oh, intorno feroci ; dei parola crocia ; profughi dolor/ Giovanni i'j6 I}ona Non * ^en^ Puoi * Le ombra genitor Sogna i bandi e le tanti a lampeggia un Nei fantasmi del a' in il Monarca E Dalle Sorridendo Ti ad successo nel dolci del dalla costituzionale il .nel da , anni I, divenuto dominio le audacie di dell' Austria ; sarebbe da nella del settima catena. I lonia Po- blicata pub- essere allusioni in Nicolò re allora moscovita ; 1841, quando sedici lampeggianti parse gli occhi angelo poteva non despota censura ; alforiglier / Alessandro sotto cure , un regnava 181 5, imperio ginocchi paure come ritrovi Russie le /... pensier, lirica, composta Questa catene aprendo torbide frodi; e nuovo suoi intenta y prodi Gli bella, / pene insidie Siedi sarebbero al intorno Olga amica s^ affacciano Sogna Eternate tutte sorriso tuo immense sogna : delitto col notte il viso di che paure Egli ^ chino temprar Nella afflitto cer^ sì tener Tu • al pace Prati sì fida stata tata vie- regime strofa Notevole, P^erso 1. -adunque, non lèi che poeta trentino. Olga alcuna sogni il Prati Q4d di e del le sogni mori Prati Jiel 1 85 5, il sognd , del, "-^ ' fantasmi mondo la pian. è E guai inferme canti per il sogno se Nel I cascaggine sani; son i suoi del Olga ^~am . menti Prati, '- w-^ m ? avverasse ntìV Armando. illudesse suoi . • Il vecchio i ? Ma Di non ^11, \' *. forma, difettosa. Nicolai senza esclama Ai rode questo per la per . Ndeale ticismo roman- è malata rara; nobili, gagliardi la pratutto so- patria. IV. Nell'elegia,il le tombe sue cipressi,ne' sembra di del sepolcro nell'anima» Turroni, ne udirlo (Padova solitarie egli e signoreggia deplora di 1847) mi scrive: fiorisce tre Buggiani, la misera cantare patetici, « ad aggirarsi egli prediligie; Nelle lamentarsi. nel vederlo eh' crepuscoli Muoiono Amalia par : accenti d'altrui, trova affettuose; immagini tra' Prati Passeggiate L'idea ogni nica malincomomento giovanette: Malvina sorte. Amalia Gilli ; ed Ne muore 19 un'altra, Emma, di scuoia d' foga Prati Giovanni 178 di e Egli è povero, sgorga dal è del cuore poeta si non può di la lotta costretta a ostentare infelice violenta e ai proprii segreti conjugali, ne dissero Nel di Quelle delle due Gittavan Tempi Io mie nozze nostre un fosti Ella : fiori; Faceano Tu tante giorno un Languì Tafìetto Passar segreti Di Ma E scrutarli iuron Dio seco Giovanni e mia disse il credean noti la : la suo tolse maligni ?) : festa. breve « Ah, se m*ami ancor ! testa. Fatali core a il mio e gli occhi solamente i grami e rispuntò. tra cui sommesso. reclinai voce senza su accenti Torbidi no. mi nozze, appresso quella oscurar proprie si sedeàno mormorar io alle ti rammenti furtivi calma una forzato (oh di e vago lieto; accenna zione. commo- riso un passione. Il morte innamorata volto sotto la Prati senza quella sul simulare a lirica, In una allora E muore. leggere Dipinge fanciulla. una ella la tutta con da divisi,ed compagno suo amato passione sono che Un piange. gioventù prima una d'Elisa^ la e : mortali, Dio ! ! Prati, sposatosi a vent'anni a una » i6o Giovanni né ma Ariberto, V Armando Egli « isforzi con lezione di fosse sinceri incresciosa, ordinare studii Dio ; in mondo ciò e gli getti, che oggi scienza: Sotto « Dio vana, Così di tentato di ha vorrebbe tradizionale della la Vastissimo — titolo derare consi- storica, e e le dell'intelletto le le grandi epoche hanno tema; risponderebbero padre suoi Provvidenza meta che i col Epopea quale il l' influsso nuova uomini non tornò una dipingere » debbe immaginazioni, e illustrate... ture, lettera- sue guida per costituir ma terra; l'autore catena il cammino e : trovar ri- ispie- per crear gli se di pura, disperata...» poi e la con vedere quindi fatica nella suprema origini, nova le vasta la o ; e risoluta e egli volta mente leggi, cose fine Umanità; V la del stesso pensieri e creato alla tutte e sotto nobili persuasione, profonda e Dio, e codesta e d'una ragion evidente di che se di governi, portar confessare di lunghi di eh' palma di filosofia, V Uomo Mondo, popolar Prati la più nerbo a formola società, far e Gra:^ie, né le e tentato varia e possibile, il ben ha molta una gar Satana gli guadagnaronp ambiva. e né Prati delle nate goveralti i sog tutti alla origini — f Ideale Verso Adamo Noè — Croce... eccetera. Si smarrì — ì"[t\V Armando, in ozi, in davanti vita, che la muore, vigilia delle il Prati spesso di BUrger, piene un (come quadro), la poema di la ballata t' Elena e del Ruello fanno in il il marinaro, canto una cavalli magico, umano rosa, dente evi- che vi è fresca quello della decorato de' peggiano ser- più e bondante abdel intermezzi del di ballate,alla risaltare alcuni dell'ape,della Pachita, e e ispiratoglida zampilla, come in folletti, di dell'elemento lirica voci I Le di soprassensibile e Arabella, in compiacque famoso scrizioni de- soprannaturale, il Ma stemperato. Il poema Il colorite travolto suo povertà di nozze, streghe, dolorosa. candida il nel la sì della l'Italia;peregrinazione dalla amato casi ai il destro nell'Adriatico. tempesta fatati dà casca freddo rimane fine visita diare stu- -che uomo natura, qualche poeta è ; cui in T morbosi, Armando al potè non nel. 1868, voleva della scene sparisce scettico pelago; moderna: tedi, in sogni alle e la e lìrico. apparso malattia una suo in tanto filosofo; restò essere Cristo — pontefici,i santi, i filosofi, l'infinito, i e patriarchi i — i8i farfalla, di San- pittori e scul- i82 tori... ricordano alati suoi elevata le forza. sulla popolo tratta lo loro che Psiche E Iside in iridate sapone musiche ricercata, epiteti; ma li le per gemme Meglio cantica che versi sceglie nel Vittor t come il 1 che un patrio Armando, bolle Ma di quali eleganza, forse negli gioiellieresceglie e nel di eccelsi a lo reale. fiammeggia Napoleone della e filosofico,riuscì poema drammatici Pisani aria. in diadema d'argomento momenti Virgilio espressione! Abbonda di un di sonnambulo; da di attirano amara in come viaggiano divine troppo in Psiche e lo sonetti satira la invece, qui classici: temi Nei latini. i fantasmi vacui errano di ; delVIside, l'influsso sente predomina, sdegno. Tasso Si tutti sopra romantico ispira:gli dèi pagani convito. ama de' classici liriche classico gusto Mnemosine, su poeta varie in più d'Igea, canto lo studioso il : Cosi con antica Roma storfe si sente Qui quasi dispare. egli le con sfera A ». dell'aria,della terra, strofe il classicista spunta Il le con sorge magnificato, così i del Canti « ballate, i disinvolte più sue foco, dell'acqua,del Tutto; col del al Prati Giovanni Sanf nella pennelleggiare poeti e d'eroi. d'entusiasmo; il Elena il rivelano ì^erso spirito pronto suo forza Air del dei d' de' parte E quale Prati della la Dopo vede Vittorio in Così l'arrivo italiana 1 e di battaglia Emanuele — Novara, il il vate profeta vero il ratore libe- inaugurale dell'esule salma della Qual Novara, 7Venorf/a nella Superga a di l'araldo E' patria I Coito politici, canti popolo. di I morti — alla dinanzi battaglia della libertà d'Italia. per suoi cantore destini un la Novara dopo 183 esaltarsi a genio. Dopo esercito fanno l'Ideale di Oporto: Vittorio Per ! Vittorio lancia Raccolta La dal La mesta Di tanto Non di che su per d'allegrezza benedetta a di Novara spezzar. sull'ara, dèi vendicar. ornò sette de' l'arme torneo, nato morti la furia vittoria basterebbero profeta?... lutto alla Segnai Verrà dei sabauda, Raggiando Segnai fatai corona, Davanti fiero sei campo suo Croce nel suprema Anteo, giovane Tu, dolente, questa La ! troni, tuoi battaglioni, l'antico fulgor. gli per occhi de' forti. l'ossa de' morti. sull'Adige questi versi ancor. a indicare il Prati Giovanni 184 V. ... Vorrei « le E vane. di Fronte Giù Il labbro : i il Cosi volta; il li 1 versi chiusa dipingeva ben era Non altro. Il suo non vedeva consumava : spirò il 9 sempre volentieri agonia maggio ben che pochi più acre d'una aveva a 1884. e un a poco sua casa, venivano e chicchessia. lunga più cadenze Nella persona. chio, vec- declamava occhio, maniero, Divenuto Il Prati aquila, spegnevasi la ; ; stesso. se sibilava. un sciolto rende. affascinanti come ammessi. incolto le dell' ho piede si me folto. s'accende o il scende mi e l'abito di che vacillava E il crin : splende; che con lampo poco. voce talor visibil, il Prati propri sua: agii la volto; di occhio impallida gesti ; ahimè ideavano. brun e ampia, i mustacchi Ecco lo come forme, ed sottile, rasson^igliava punto non spalle abbandonato le per. Pronti immaginavano ciglia; intento mobile Sotto si Ma di giusto e Nero dì lo ragazze pallido salice, un Alto i giovane.» sospirava egli da gio- sparuto. magro, a morir penosa tropo, misan- Soffriva, fu la l'Ideale Verso Morto all'ombra ài tempo del vide Roma, Aventino, compiersi capitale ch'egli Torino da Firenze a delle una sato fis- s'era ove della trasporto seguito sempre aveva dell' 185 a luminose sue profezie^ il Senato, Nella Camera fu giorno un la poco: Tecchio deputati di deputato lo poesia zione, istru- funebri insigni veneto dei della Consiglio ebbe senatore, e in del membro Quale lo onori magnificò. ricordò si Teramo ; trasportò : ch'egli lo ma fu in rapida per più eleganti regioni. Prosatori « àtìV poema a — nel "( quale, « dì ci della « fra « si titolo con contamina scorso, « da il ma patria; una le non degna 1 « spargere le musiche resistere gelidi tutto di alla ». del Ma melodia ce di- immagine invadendo, musiche vane, sorrìso, clemente vane la e la seria, ogni armonie faccendiera, un iticela ; gente sole noi, poveri combinatori mettere awen sovente nome e, di ameno più Maria a lasciamoci gente nel assai prosa Lettere non una scriveva egli — con poeti, e sepolcro » evanescenti sue prosatori « Ah Armando^ delle vibrata poeti e » quanti àtW sono pos- Ideale? Tu Di piangi, meco tue Io le L'ora del Cara fresco Sinché t'oscuri tristi giorni consolati la si stami Ascolta, arcani. d'aiFanno vel viso è danno. grande un del la 1 anche ! sorriso; tuo quando pupille sogno; domani, bellezza, la luce, ahimè La d* amante, il mio Tamabil dal sente inaridite passa tacito vivere poi la gloria Meglio vergogno; d'un parola non E le gli sembiante tuo forse recida preme, insieme. seguo Parca Questa Pur del mi giorno e la ne In ci par già bianchi, notte Deh del non crin Non paure; raggio Innamorarmi Io confidi, fanciulla, sognando Nel Coi mie tempo oscure: mi tu speranze ti confido sorridi meco favole nostre queste Le E Prati Giovanni i86 Io si amore muore. rapiscono, vecchio bellezza consolano cantore. : Azzarelina: La'^speranza La gloria La bellezza dolore, è scienza è ruina, è roseo è nugolo. divina ombra d'un fiore. Ma ARNALDO FUSINATO la Vastìssima Arnaldo Mercantini n'ebbe di specie una far sapeva far fruì Fusinato far Prati, che le con sussultare nei scrisse Oserei dire il in sembra quale quella e nei voltura, disin- trascurata sua del neto, Ve- dotati di figlio tanti siderato con- improvvisatore. nemmeno diede esser adottati, d'un e patriottiche deve poesia facilità la che, non di Carrèr odi alcune ch'ei Guadagnoli, uso Egli generi con ad Era Veneto, alla ballate Berchet. tre del poesie con il ricordano quali le il Italia. tutta idolo con Veneto, ventennio; un in tanta ridere piangere per Béranger, nel che, popolarità scrittori finezza. finezza Che lo e nelle di nel Zorutti, vigorose spirito inseriti non in friulano, fisiologie reggono qualche nel Gritti, Lamberti gli satiriche. al apologo ! suoi confronto del ratti Bu- maestri sono I Il di Pasto. motti quelli Ogni I Arnaldo 192 bernesche è sopratutto, cuore ricco de' suoi sopratutto d'un » pianga recano la giovani di Venezia audaci patriota gini ridicolag- L' lità attua- « più delle un molte che in il Le a nel Ivii, come ultime 1865 egli verso; Firenze Logge : fra Padova non s'eclissa. cospirazionipatriotichee barzellette s' impegna teatro a vigiliadelle alla cessa nuovo invecchia ma nel '49,sia eroica scrivevano che fuori e delle poetica,cominciata Dopo zione del debiti: storica, sia data battaglie nazionali. L'uomo luti, capel- preferita ; perciò una Caffè Pedrocchi^ manda tica^ roman- al paura. tipi poliziaaustriaca. vita sua dei damerini onore aveva Musa sua la caduta derida La i la poesie che accresce che fatti del della T)onna e di pienid'allegria Governo fu dei svelta mano punzecchiatoreimpavido un sue rima calzoni,dei ciò e — di in deglistudenti — in dì,come delle donne cero sin- aperto, giulivo,boheme^ caricaturista burlevoli Eppure, terra... tipo simpatico, tipo d'aneddoti, cronista giorno, pareggiava,forse, la radenti Fusinato Arnaldo lo di Padova scapato studente nelle uscite Ftisinaio delle nell'àmminitra- poi passa silenzio,consolato, a per Roma, altro, l'Ideale (^erso dalla lieta riuscita suo bel figliche fanno alle cure principalidella sua ingegno nato al onore sottile Guido, segnatamente nome, profondo e dei 193 del ardue Governo. Ecco i tratti della poetica, vita, che, nei sua fisonomia della giorni :1 I lotta più in rifulse campo, attento la accresce ?Il nel Nacque mercè il verso liberale il Fusinato senarii in d'avere fortuna inceppò nelle lo anzi Nel Giacomo ; al padre, quale canto un nella Venezia. il quale Benché figliofosse Ebbe lo non quel genitore lui come nella sbizzarrire mosa fa- uomo poesia faceta, rallegrava. collegio affidato, ebbe parozzo Vicentino, di popolo un il toga, lo lasciò che nel consacrava inclinazioni. desiderasse di ispira. accoppiati, inserito del Strenna esame ? Schio a che simpatia di quel Rossi, gli opificii .1863 concitato la 1817 Un nobilissima. Cordellina a arguto, Zanella maestro di Vicenza, l'abate affettuoso ammira la Giuseppe Cap- poeta, « fu cui tersa del forma quale e » 13 Arnaldo 194 che Fusinato Occioni, discepoloriverente,Onorato un onorò, pubblicandonele opere. et Ovidio Metamorfosi del Tradusion d* Ovidio Metamorfosi è A rozzo. della e !... degliepigrammi più pepatidel Cappa- uno questo poeta dobbiamo La è sorella alla che sera^ ode Luigi Carrèr,e di padre Egidio /... il cui Preghiera Meditazione religioso sentimento nella Visita al cimitero echeggiapure patetico * del Fusinato. del 1848, che gli uomini Il poteva non più sveglidell'Università nostro Arnaldo. al vecchio dramma suo descrive che Guglielmo al intorno e di di Padova, La dei società Stefani duchessa di Praslin^ giovani letterati raccolse in fervida gara Caffè Pedrocchi, periodicodi versi,arena Quel tempo del ispirazioni dei fu il più Fusinato che, in prose miglioriingegni del : la stessa quel momento, neto. Ve- alle facili favorevole vita studentesca, sregolatae gioconda,gli dettò più ameno fra cui il Fortis, nella prefazione Leone la balda prepararono, presentitodai giovani essere non 21 il lavoro gli diede riscossa, nente birraie del segna dei uno Egli vita Alcuni facendo di di morire si per confusero in e montò sulle sulle a isbaglio, di ivi traccie ri volò il da milite cantore della ; loro di si rivoluzione studente bondo. freme- senti, pre- giuramenti rivoluzionario ; perdette libertà. pose, com- Ceccopieri ma si gettò questi, Fusinato tempo ordinò era era con seppe ardimento, polizia, scambiando, nome dello che divenuti morte polizia poeta Vienna Fusinato. ungheresi deirinaudito la La suo i e generale Il più sciabole, giurarono tumulto furie: Schio, anche patrio coi le libertà del la il vivd presente Fioravante, quando e e un e Vienna inno un coi la Vienna, a del di ufficiali italiani. spia una italiana giovani eco procaci compiacendosene, rigore, sguainarono quelli degl' da soggiorno giovanile banchetto, un bionde, più allegri colonia alla poi Il raccontava, mezzo le momenti della stesso a salutare e Danubio. patriottici in Fusinato Arnaldo 196 con a di beli' allora rapido, per quello ricercarlo; rimediare e e l'equivo al- scoppiata, diventato baldo l'Ideale l^erso frenesia Che allora a Ci I E » di vendetta ; i commilitoni Vendetta Già Il Si calice strinser è declama ! Già Fora la sugli empiì dell' ira colmo la le mano coi Il fratello lo e è un mano decla- lo ; chi denti Clemente cade conduce ! sonata crociata ! italiana^ città : campana.... brando ha. non ferito Ferrara a è santa cento Sentite, sentite, squillò la Combatta battaglione : ! vendetta piomba : col degl'insorti lo egli moglie insieme Sorio, nel Canto sue simo Mas- denza dell'indipen- guerra Fusinato Monte a Il universitario. grido il vediamo Clemente fratello alla che alla Vicenza da finalmente, sono il tempo I... Era scriveva d'Azeglio 197 ; ; egli poi lo corre soc- a passa Genova. In questa patetica : si mendica^ per bombe, teatro città Venezia V obolo scena una la grande "bloccata, fulminata dalle raccoglieva flagellatadal Carlo allora avveniva colera, Felice, si dà un' per dalla fame. accademia Nel musi- Arnaldo 198 cale poetica, Vi i versi cui : Date « è i ma dei carmi Venezia dolore bastano non ; elemosine : il nemico. dei cacciatori il salì quale fronte E delle succede qui di tempi da gentildonna, la drappello fiero Calvi, patibolo con cosa leggendone non dèi cannoni, lo con che ; la e là comincia sì trovava scrisse, col : del vola fra sposa, morte slanci di Castelfranc Colonna ; ella cedeva. stremata, il Fusinato Laguna lo e di innamorata era i versi lascia, Venezia, caduta, s' in ma, possibile ?... Una era Anna contessa ; febbrili, non si direbbero che scene d' opera libretto Veneto, Tode il quelle concitazioni che lui, di una appassionati, nato, dal tare affron- serena. quasi quei nel Mantova, a da petti Alpi guidati poi, egli bastano, . si arruola egli poesia, una non occorrono Ed scitano su- » Arnaldo pietà. declama promotori; . dice, le di turata. sven- Mameli, obolo un e e Goffredo giovane a di fremiti Fusinato il parte eroica città della favore a ha Fusinato in al Fusi- fianco di il rimbombo faccia... Alla in sangue vigilia un'isola del della della cuore, Verso [ l'Ideale È fosco l'aere Il cielo è Ed muto... io, sul Veron 199 tacito seduto, solitaria In Melanconia, s Ti guardo " Venezia Fra Quest' quelle non poeta sulla raggio Del so] morente... un tocco su Venezia, è vista patria sperdesi luminosi di vero in e quella sera Su Sole Non che calava E guai^ d* Italia splender sulla Spenta Sia Della mai ! veneta fortuna eterno il lagnila. ha di deserto doveva splendere non no, tanti non melanconici, uno morente. No, chi : sul effetto quale immagina la nugoli Il ultimo acque, I occidente, tramonti i visto mia i rotti Deir lagrimo, e gemito fare sul funerea \ Fusitiaio Arnalda '.aoo ' - - I _ -*' III' - Il V ultima Venezia, Ora è venuta, màrtire, Illustre Tu sei perduta Il morbo Il pan Sul infuria, ci manca, sventola ponte Bandiera desolati Accenti per giorni della quell'odefamosa mistero con a per la nel 5 Bella 1 ; La graziosa Bettina di premeva in tempo e in in tutto Quel che che di fu veneti scrìtta copiata e data man- egli tacque. — dell'uomo città,nel 53. vivo, sempre si voleva morto e quel di inno un Ma Budella del Medico si vede zione produ- Berchet, penne ricetta nella ode storiella mostrarsi cui del trepidando La la sposa. vuoto Venezia, tante memoria poco. apparve da questi Scritto impeto a Venezia, dopo su perdeva Fusinato. V cupi Venezia! qualche ha lorosissimo do- V Italia, Nei mormoravano di ora successe che storico momento labbra poetica del guerra ! ripiombata il poeta dopo, Allora d'un servitù deirZ7/ftma Poco bianca Venezia, per Tassedio, quante versi ; condotto Al e Fusinato vivo, ; nel che non nel cano "Vulsi ^Ideale Ferso aor . dì vede nel Veneasia, cóme . nel Pungolo, Pano- « rama neìVUomo e Sina Don e Fuso furono volo a Milana, di dai Fu- Fra stici) giornali- pseudonimi (suoi ricercati capivano ne di Pietra liberali, che lettori le malizie. » Nel 54, morì lagrime; Fuà, e deplorò ne due e rispose cuori nel altre con poetici si Ero Così « O che quando alfin gli occhi per Compresi Era allor dal Dolce cielo, s*è or se Egli è Poi che Chi tutto occhi mi per in me terra muove dì ! » volta accolta modo il sai. mia, un che mi vien luce e m'aperse tutto sognai prece brilla e : m'ascolta, mestizia la sonetto: fissai. qual per sorriso un Il creato e te israe rivolta prima la mia che fatta negli è in dei echi religione un la tuosa affet- s'intesero l' invocai che cor Malinconicamente E io Signore, Signore quel Dio a piangente, Concedimi Gli inviandogli questo e nia Ermi- scrisse. Arnaldo ; essi la delle lirica una dolenti. lasciata scorata; tutta poi scambiarono il poeta mesta, perdita in rime 56, Erminia, lita,sposò E la i versi tutti il poeta Grossi, giovinetta di Rovigo, bella una come le Tommaso sorriso. dal core. armonia. paradiso un può ; TAmore ! ; Arnaldo 202 le Intanto, U Etere facezie Il prima Estella Suor ferito) Lina nelle la ballate principe in donne. ed è fatto madri, Giaello racconto delle // di Pietro cattivo morale che troppo reali ricco vevano commo- storia la del due s'aggiunga ancora ai diceva Le si del : Giuria, : « Si solo hanno pietoso un e calore. la buona d'esacerbare popolo esagerandole » operajo buon quella sente » fiammelle luce // due Letterarii da tratta è Le due Le « bandiere fiammelle. Profili novelle che studia due « ligure operajo bella Mori animate popolare, quella pezzente) molto e nei leggenda altre come un a sposa di Vomicida, Camerini amorose^ e ; benigno, sempre E molto cavaliere Eugenio guerriero da poi toglie e tiche roman- giovin damigella Ricca protetto, del aggiunga che piccolo mendicante, Una va che gente (fanciulla che vesti Si mavano richia- le ballate Ma la povera^ comparso d'una (Finnamorata spagnuole, le è labbra pianto. aveva La fulminante^ Forlimpopoli a sulle volavano. Fusinato Cotone Passatore il sorriso poco del Il solforico^ Svan^tca^ Fusinato poesia ; non le miserie e contrap- t t Fusinato Arnaldo 204 schiave dovevano modi, tutt'i costi il Fusinato a la secondo pur di gaja indole raggiungereT cantastorie in rima del Veneto prima d'Arnaldo e la Dall' Francesco di da — della voce Logge, Lo zione libera- sua Musa Firenze,fosse gioviale e vedeva col e, là suo geva, scor- aperta in piedi; intorno,una : politici pro61oe ri poveretto! travagliato ; Cesare quellad'un d' antica a famosi, d'uomini Ongaro pareva e alla sognata faccia fauno, sempre (era invece in libero conquistadi Roma, angustie domestiche cui testa giorno un poeta di Schio gentileErminia, di letterati schiera solino della Fusinato. lui con alle palco,la un la di libertà. Chi, nel Teatro in del versi ; l'ultima voto un entrato trasformò un'allusione ancora ancora Per deludere ingannata,glilasciò polizia, il passo. Gli ultimi é burleschi improvvisando barzellette errante, ; la rifuggì, non da mezzi sua, intento. austriaca,si vigilanza sono vive in tutt'i mantenute essere Correnti, la israelita francese famigliapatriziadi lano) Mi- altri. ..._9l»*t f Ideale Verso Il teatro delle '65, quando insieme Bellotti ideò Bon, arrise non il poeta, alla sforzi agli di fissa. ; Continuò tetraggine. di revisore Durante nella dove stanza sedeva: Arnaldo egli, per Sullo il Verona, il Natale, dove la Bramava invece, al feste: 28 entrò incolume. lo mente lieta- si recò accolse di celebrare dicembre, al tranquillo poeta figlia Teresita gere spar- passò celebrare per vecchio vivamente a fulmine un garo, si- suo Senato. rimase 1888, del il Fusinato fortuna, scorcio allora continuò al verbali ten"porale, un Dea sorridendo, e dei volubile fumare a facezie; e, fumando posto una nemmeno inseparabile ; compagno Luigi e istituirvi La ma renze, Fi- a filosofica,s'abbandonò tempra sana Nel passò Meynadier erigerlo per di drammatica compagnia Studente dello Eugenio con al Fusinato. si deve Logge il poeta 205 in passò a rosa. amo- le pace mente dolorosa- . altra ad La fu salma accanto morta avuto a un Erminia dolce pace... trasportata a quella nel fremito affettuosa a 1876. di Il Erminia poeta riunendosi, sua perchè Roma, compagna... Fuà deve nella posasse risinato, Fuaver tomba, ao6 Fusinato Arnaldo * -Il « Le del poesie diceva di rinnovamento un il di contagio. alla biondo Onde, alkigria, crediamo che vecchieranno, aprile la come certi come della la del canti quelli » che zione dispera- di Renato divengono al Di canto. Fusinato ritraggono un andare lascia si l'usignuolo vita. incanutiscono Non gioventù dello lutto tetraggine sporadico. stato travaglio giovanile, la e il non paese capo Werther allo restano proprio il o rini Came- Il Quando « sociale del piegano vivranno? Profili: nei sterminio e Fusinato che in- noa il dente ri- GIUSEPPE (con .--*»...?•». * M .. strofe REVERE inedite di lui) ' t 1 la Amate « gioja compiuta non opera di per de' vostri Dalle Di ^ctt/ ha Roma nel de' le grime la- con del mondo. lei a per nelle fratello e si drammi Marine e rassomigliante, stesso 1889, D'un/emmwtóA.. del quale, per raccolsero storici, 5o^- triestino, poeta in fantasie Paesi/ cura morto tuosa affet- più volumi di viaggio, sonetti. carmi, Il un nepoti, opere: ire correte parole? Revere dello alpini terra, queste Giuseppe che che » sono di libro pace. chi Sono a della battaglie confortatrice le voi entri non pietosa in tempera carezze di fonte mondo d'amore; essa la come la dolori, un^ora quale Amatela al lampo suo nella umana, v'ha non il senza molto. e perchè donna, baldo Revere^ giorno; assistette poi ma ai ingegno, cadde funerali in della fu onorato un dimenticanza. propria Egli fama ; so- 14 Giuseppe Revere 2Ì0 lamentarsene?... egli è iraconda e propri a' pravvisse fine. Si che famiglia. quella di di sgorgano r idillio idea questa degli un Il poeta di da Essi una nel poeta, Mario Oh « il canto hanno » contare rac- Cosetta, e gentile: e in Hugo, vità festi- perchè » che ha non il rappresenta nido, un il canto ha rado città, senza pensieri d'amore del profonda nido. in Victor « penna senza solo, gittata come amoroso uccelli! è V uomo era di gemme dalla perciò scontento città passi e voli, fra quei che di egli doveva poesie, continua ; lo Miserabili Nei che ben sue vagato massa hanno Nelle che avea fata v'è Non la delusione aggiunga l'uomo libri. Giuseppe sereno, dell' tipo famiglia, una vere Re- solo uomo e scorato. Egli cercò bellezza dello e bionda Sono Perchè De* Il spirito.Disseminò perchè Giulietta devota Pezzi, mazziniana. gli augelli ascoltar tenero — Se augel lavelli — in te sete e parole d'amore; inediti: boschi? più di milanese, poetessa versi cercò lo nell' album trovo ne l'amore; gorgheggia. la nei Come per alcuni nei libri e sonante ammiri si elegante il dì quasi come- r assassinio corrotto del e Con bruno a e notti, uccide Medici, di un dove dramma muor e con dramma in breve antiche: dura finisce e de' Bruto ranno ti- tino, fioren- piccolo, esile, di con Medici, monasteri, malinconico, che, dopo Venezia, questo quel tragedie violator de' di Alessandro duca è adatto non circoscritta due patria. Lo Lorenzino fugge e crudele, della è nelle giorno un appena azione dramma Medici^ studiato più manda Qui lunghezza sua sembra tista?... cinquecen- Milano. de* purezza che scrittore a stino, trie- (perchè tanta con classico, sapor la per cui volto scrive Loren^ino suo fiorentino, la tempo, bene un banchiere un vediamo Nulla scene. — mordenti mai come robusto e lo storico, che alle domanda, tanto con luce ironie italianissimo stile banchierèl) '45, rassomiglia a commerciante, toscana, alla mezzo cui, — lingua ricca, impeccabile. mai, anche Nel del Guerrazzi il Revere uno una un un in suoi, e Come roventi libri riguardi, sdegni, fu Revere Giuseppe 212 dal il delitto, pugnale. gli altri,I Piagnoni I^erso g// e Arrabbiati Lombarda), moderno caratteri solo riane: rappresentava nella fa Egli parlare quei popolani, nella concisi e di orrida età », lingua fatti quei e moderno pensatore s'uccidono, Non sia è fino Cossa?... del E !• il passato: ieri a E in Germania drammi storici ci Dumas notte Lorenzino in sono di come del dramma un non storico si è non storici non in tificato beaversi scrivono?... ne di continuo rappresentano dello colpe passioni italiano Francia rico sto- » drammi dei Schiller?.,. padre, inesauribile, dal Una in non Alessandro fantasia noil pubblico rapidi I caratteri le 1 il tempo che vero di sentir gran esclama Ahi « polo. po- rettorico fine, : un Varchi, per 0 il Monti. uccidono ma del romanamente alla di esprimono quella ripeterebbe che, si toscana di curati, specie quello Lorenzino, che alfie- tragedie quei tempi; a pagnia Com- rappresenta cos.cienza la sentire (che apparisce non nelle di vivere quasi Revere Giuseppe isolati, come ci egli Par ^astelìca innovatore. e 213 di Sampiero e Morelli Alamaano f Ideale non del Jiren^e^ benché dotato di isdegnò Revere apparso il suo a far di vare deri- dramma Napoli nel Il veneziano 1860. in renpno Nel 1 ricordò a rabbiatiy celebrò di E' pc'polo può di rigidità religiosa scena del vita adorato in al corpo attorno d'una in lottava gli epoca catrice. pec- la lunghezza, ammirazione. fra quel tempo nel contro i sorrisi Savonarola un che Q/lr- ascetico nonostante la quale la che popolani, frate e Basterebbe gaudente. del nessuno penetrare un per e suU' Revere senza Alcuni rogo. Piagnoni che, leggerlo Firenze, della ; giorno qualche un dramma il centenario costumi dramma suscitò si / del molli Lo- suo il ma Savonarola dramma un ; un presentare, rap- cadente. quel proposito il fece fa, Firenze a Gerolamo flagellatore de' Non secolo stella d'una 898, si il martirio di Salmini niccoliniani versi vita la Vittorio quarto un visse Revere Giuseppe 214 ieri profeta, gani pasola vano ave- vanno brucia, cantandogli beffardi: Padre santo, T'entra e poi segue Marcuccio in questo Salviati. qual per cor la via profezia? dialogo: — Simoncino, noi abbiam yerso veduto il brutto campo, e avoli. tumultuando Camerini, nella e de' suoi uno fiero da dalle braverie l^astelica nei militare destate e quale e Medici, de' l'ingegno delle mirabili vita. in nei ma Anche » in Quale affannati, è il primo atto Sam- Tltalia si disciplina donne, fossero del gran l'alto di che cuore in terribili è in rono fu- vero solo non frangenti più virtù quanta d' animo dramma gono val- si mantennero lucere quel secolo, prosa cia- della rata, ser- d'oro. colorito atto nella quella parte altresì come nostre questo lingua tra la per popoli. il ritrae in meglio grandezza nostri nei scun'arte, vendette lasciando — definisce va Revere al Sampiero e i letterari!,» che egli Il « spiccarono Córsi Giovanni : dalle e meglio ove Così che insiiperato consacrò Profili « questo a codesto.... a critico squisiti ma ; al fiate moltiiudine la E genialità, corona. una soldati (Accenti a - mille martiri* 1 all'impazzata), Eugenio 215 morte da soltanto Il Lisciadi finezza della morir sappiamo muoiono modo — ceffo l'ItUaU con e veloce, con quei congiurati della Congiura di quei giocatore mascherati Pedinar!... 21 6 Tutto il dramma ed Anche il tipo Opere col di primo solo da cólta vien quella i volte, neppure e La teste. garda del derivare) varii ma non rovina e molte l'educazion stillati dalnelle evitare ntW boli de- Edmenesembra famiglia. Ne guono se- casi, tutti tristi. Vittoria, colpevole, e le bello non e di indegna braccia del Camerini). mirabilmente. Quante La pietà, muore marito. « è commovente il (scrive seduttore, un come di bambina. una onesti della gomento. l'ar- fortunata vertigine che, fede, può è ed lasciato (dalia quale il dramma la fra più folle in rovina, sua corrotta perdonata d' principii più dalla Prati è madre pione co- dalla già smarrito; moglie s'incontra tante, come Il trovare. abbia ne della tratta signore, saggio Ella, andò sieme in- Vittoria recitata commedia, il Camerini Si Revere, commedia potuto Cazzòla, volumi nei Giuseppe siasi del caratteristico. è compreso della densato; con- quelli tutti greca di che questa che di è atto ammiratissima fortuna una complete oAlfiani^il di hreve più dramma questo delle è spagnuolo-veneziano è Il Revere. un Revere Giuseppe Cazzòla lagrime in Il personaggio Vittoria lo — espresse quegli occhi. y'erso ^k che hanno già non quella moribonda in. Non quel il tratti sintetici. stesso di né Ora, fa di a il Re abitasse solo Milano, qui dei per burloni vere ». « gagliardi del mai vere, Redello Le e sventure furono sentati rappre- quella fu via narra come poeta e prosatore il Revere non Passato da casa. notato presto burloni all'Orto Pietro S. per il che di per vestire acuivan lui. conto presto. muore che foscoliane, più qual si teatro Ma l'avvenenza, le vanterie Arconati sul un'epìgrafe reca Milano per i drammi drammatico dell'angusta casa ardito, il Re- complete setaiolo autore questo civili in » nell'amorosa, altri che più pubblicati. di Milano '47 due drammi l'Italia?... Ahimè! Una Opere Sandro pittore; un alle spiri so- non messo Ròndani, a genere: ha prediligeva Alberto accenna non forse passioni I grandi in affannosi e psicologia»vi prefazione strazio Quale Quanti all'analisi quale l'ardore della che e giovanile cuor delle vere, 217 1 voce! quanta so forbita mandare può indovino che pianto tanto febbre ^ l'Ideale Il Visconti, patriota, sant'uomo, ivi nel tendimenti d'inabitò Trieste l'ingegno sfarzoso, le satire marchese acquistò 2i8 luì solo tutta Revere Re toglierlo felice come ammirare tilbury, i degli Lui « della sfaccendati patrioti Egli di di che i di men gli lui e un atti i suoi patriottiche. cospiratori più fra la quanto degna era carteggio un allusioni mostravano era Egli trovo vide » tacque. non riguarda fra però orio Vitt- soglio Tra più pericolanti ; bensì e inspirava che caldi contava non in caffè, e Stato, fa rapido, fragoroso un mazziniano. austriaca sonetti^ su si e (ora Corso il Revere. un abitare ad ^oschetti^ Servi da amavano dell'Archivio polizia Nuovi dei allora, il e corre sfolgorante patriota convinto, segreti ai troheggiante Emanuele) Ma angustie; scapolo del degli scritti uccello, Corsia sulla genio dalle un da quartierino il un'edizione quanta per vere, un Revere Giuseppe ricolosi pe- i liberi ingegni che terra destini crudeli li (i). * Come a Vincenzo letto, e fumava... facilità la (i) vedi Treves Per con questa Passioni ed.) 3* al liberale Famosa appioppava e Risorgimento edizione, componeva il Vesuvio. come quale parte del il Revere Monti, capitolo poliziesca di P a della Raffaello vita Barbiera era questo del o Revere (Milano, |i Revere Giuseppe 220 virile, lo delle ispirano. quartine sue Il sferra Niccolini d'un tutte della secolar sonno il Per una J pezzo: \ terra sua I Questi E col rompeva il rogo il solo il ruppe neir bresciano la guerra. pugnò sonetto, chiusa ardui finisce tempi, il contro il suo questa con : Ancor cui in ad e eguale; Rido, e E dello studiate dal Italia,parla », fra Revere i fratello, quasi a come scherno rido,, gli dice. le Piango, maestro « furono pagine Campidoglio. il vietato Heine, primissimi gladiatore eterno, il verso, pugna Enrico A schiera il Revere in apparso e le onde Brescia egli, ghibellino certo prima in da Arnaldo AtW d'Italia: temporale; poter sagrata autore sonno anima, sovrano deirindomito Grilluminava Non pensier labbra e riso un ride lagrimando cupo riso feral Tanima un la morde; sfiora, pupilla; • Cosi Via La Nel della rocchio pei campi che nube Sol del del il ciel Grossi, eccelle. come e misericorde. lacrime ancor sonetto, il Revere quale sbefFeggia indora distilla. Quest'arma confessava al corta, Porta, l^Ideate Verso aveva f del vatore una Io bella di della desìo Né Ferrar dello lo al stuol Mi coprendo Il mutato fu qual Dal Si sono creatura, Che a a casti Uno ho questo la a sera il cielo, gentili profumi. Così, un'Ofelia, splendido Serva inchino; mattino. donne « fallo ebreo, a una more d'adolce canta desso; j pupilla pronta; or e più quel son la patria devote egli risponde: Non lampeggia non velo affetti lasciando sull'alpe nel dome, cipresso! altera, stolti Sol, vuoi, sorella? Più il superbo a forme quelle che, infiammata del sonetti » E nube raggela promesso; ha con chiome come s'alzi e sorriso Altri saprà abbracciamenti Visse cor delle concesso. l'avvenir lor su spensierati ecco amplesso; o fremito il tempo che sonetto un coll'Aleardi; breve sguardo, mio fede Taciturno Di del curioso ruppe E, poi Ecco il nome, sepolta l'acuto Né Belli, Tavvi- dirla per » Foscolo, : Né 11 volume E rea il romanesco italiano. cuore dirò non col sonetto « Fantasia é, Dopo sua. arma Revere Giuseppe per è paura, a2i l'alma sconta; l'intelletto la « 1 \ \ oppresso. fanciulla ebrea » del la Manzoni, nelle cui terzine Voi, madre, A' Perchè Tamarezza intitolati visione. Ma della Ha odi uno Revere di del Revere, dei più di veggansi coi drammi bilder supplizio in onorato dinanzi sacerdoti il altri bre lugu- generosi dei patìbolo dell' dove Heine, coloriti e i della fra i di tiri mar- sonetti dei il rengo^ Ma- carme let-' sterminata più ossequienti mal talento. arieggia verbosità alla Intanto, ^0{:^eitialpini e il Revere con raccolta compreso quel genio paesi, la diamanti memoria e il qui ci passan pur forte, impaura?..-. stesso piangendo napoleonica, teratura del patibolo patria.... fulgor delle morte. Mantova, vi furono pura, salmeggiando or Nemesii), confortarono che e (dal di netto so- patria: tutta il carnefice supplizii Dottesio versi al morendo i della della leviti intorno Vanno un lagrimando. croce i vostri consacra aglMnclegni preti figlia e della piedi Che le e allude sposa Mostraste Qui, Vergine, agli oppressori ossequienti del Revere Giuseppe 222 le ai talvolta rine Ma- Reisecessiva. ec- I 1 yerso Il critico Rovani, col acerbissimo alcuna che fantasia. a di del Ma la non vi quella della « dì Torino, che, all'ospedale: e vien da recata pezzi E secoli per tante e e disusati nella inserviente un di la alla Poe; oggetti bottega del della clinica, tetre dell'onda fra ammassati la gli ad Q^mori galleria Brignole a un velle. no- che, e narra polvere al rigattiere,narrano E E' i vecchi che i racconti dei Tarchetti il spiagge tante lui, al a uno sue dell'onda?.., secoli, bagnò muore studii!... delle una istoria nella come perchè e reve- ragazza proprio medicina, anatomici, poeta? ritratti testa italiane?... E storie una » recisa Ricordi i d'idee. la sua le romanze dall'amante, intessuta avrebbe ne le pietosa Cecilia somigliano ras- come abbandonata Hoflfmann alla tratto si impronta Qual della studente seduttore, soliti caratteristica manca. viaggio, loro» lattea via una testa di come e movere, che e fra svizzere sono brusca, potrebbe impressioni po' troppo Non riana si drammi nei fantastiche compagnia TovSti. preconcetti, trova non queste essere un ^^3 arbitrarii L'appunto vorrebbero dame di Re vere, più ragione, con l'Ideale tasticante fan- oliOy quei Genova?... Sono Giuseppe Revere 224 che pagine libro un nell' della idolatra troppo sole, esse rivelano che le altre perdonare amante valgono fanno e autore un parola. 4- ij Revere Anche al insieme comando, fila valore, tal e l'Italia d'amar cessava desìo fratello liete più » in questo Trento. a lui: come Emilio vieppiù lui come alla aurore Senza il Visconti - con misero posto del bollettino di consoli, talora alla di alla po' un di quale la giusta superbi nera, amarezza. dell' questa Nel egli libri vinezza gio- doveva non quel direttore relazioni mettere Neil' Osiride e poetici,egli sfoga sonetto Osiride^ inchioda quartina: di raccolta grammatica. negli Sgoccioli, ultimi di posto : spirava so- egli Venosta Consulta: consolare, che forse, neppure ottenere, potuto libero Trieste amico suo non « Prati, , avrebbe che nativa Giovanni a amaro scrittore uno sospirava e innegabile d' sentir salire vide — lasciavano quale patriota un no? uomini con d'inetti, da nel l'abbandono chi e — Silenti là, in una ebbri pagina l'Ideale Verso A me, die Punture £ lo Che chiamò cupa volgo lembi pei quali del del sulla è passata circo?... Revere. ed sulla qua' cerchi Ricordate Un era spilla; attoscata con sdegno or pietà profana, alla turba una 225 Tale dì, v'era di la pupilla polve carta, umana. laceri smagliante doveva passata essere dentro ed a lerizza caval- l'animo sione; l'illu- scomparsa. 15 L Il del maggio IO silenzii di lettera questa la Cattaneo a del morte vedova la marito, Pregiatissima « « Col lettera che « Toccagni Milano: di a un « « « « amico che io sincero ha perduto I Tutti I La parole il quando ne alla uno cuore conoscevano di nostro ed sposo, né è sì saprei, conforto! è dolorosa del disgrazia consolarla; tento trovar muto 1853.' maggio perdita la carissimo volendolo, è Ella non IO rispondo m'annunzia 1 Elisa Signora! straziato, cuore lata deso- signora Busseto, « veva scri- donna, povera Toccagni, tore Trova- Venezia) a una // anno Traviata La e d'aver dopo riposava stesso dai Verdi Giuseppe si quello in Roma per (dove Busseto rappresentato a 1853, stretto l'alto Il da io grave, anche labbro dolore ingegno ; Luigi 230 io, che « ma « conoscevo « surare a soffro « fino nelle « deir amore « la morte « In questa « ranze « fosse « amico io ultime gli futuro al il « della a l'illustre le padre « che mi « noi piangiamo. « Con tutta da stima del Verdi, memorie santissima credeva molto, in di del- degna la fa del amicizia, mia quella come all'Uomo devotissimo suo Giuseppe che tanti cenno gran servo Verdi. di » biografi accurati i tanti dei nessuno amicizia com^ella dico mi fra Verdiane le spe- occuparsi per anni tanti a nessuno — coraggio santissima, e « Ebbene, giojal sua renderla grata sincera legava beato porta. essere gliela offro che pensando dolore e che "i Egli, fìgliuoletta. troverà suo, soverchio può che figliuolettariponga e mi- quello 1 della e conforto, nome da si chiamava ogni educazione sua Se lettere ne posso amico troncato deliziosa cara soffrire moglie ha anni, tanti il cuore, Povero — sue della di ed deve 1 stesso da intimo quant'EUa Maffei Andrea e l'ingegno e superare « loccagni raccoglitori questa generale, all'amicizia antica, che Maestro, e di che non l'ac- Verso cordava Il meno. Luigi Toccagni Domenico Verdi. Il aprile del non si traduzione d'altre compilato fu fin dagli un amico delie anni artistici. e la Cambiasi accorrevano da a musicare bensi ; lui ma il (un astro interamente dal Toccagni compose tratto dal terza vittorioso musica, in I era il sole del omonimo di casa maestri poesia poeta, vero grandezza il libretto romanzo la Per accurato. di siasmi d'entu- qualche non Verdi maestro; artista. ottenere Lon- polvere. del Milano, e Toccagni verseggiatore Vacca) sconti^ per della amava a mecenate vecchio un passeggiate, Toccagni specialmente gustava Isidoro Il di dello Giuseppe lotte oscure confidenze, di di amico pena ap- vecchia Achille con 24 sua lui; la d' pubblicazioni preda Luigi Toccagni la Cristianesimo frontispizio italiano il di sotto nome di e Giuseppe Milano più del sul Sole, di a di quelli lui, sepolta con legge quel Chateaubriand, e amici sepolto Genio fra Nicola si ricorda del dizionario mai veri e, bresciano letterato poeta fu nessuno oggi ghi, del Toccagni 1833; 231 appare furono che memoria: del nome Morelli, altri pochi l'Ideale maestro eclissato Verdiano), oMarco del il Fi-' Grossi: Luigi 232 loùcagni l'opera fu rappresentata di Regio Torino, Andrea e la volta prima cadde e Maffei al Teatro, oblìo. in *** i Il Tóccagnì anche amava Ogni artistiche. Hayez di e dalla belle di Canadelli dì facevano giornali illustrati tutta le seguiva Rosaspina, Boscolo, del Maddalena Brera del incantevole, soavità In vita... di la a d' delle quel tempo, lacerarsi alla citare fioriva lavoro del quel Luigi d'oro cademia dell'Ac- della Schiavoni sfumature nostri Morghen, l' incisione magico un dei allora Raffaello veneziano che intaglio, la quale medaglia per d'arti Carpano, che ; basti patrizi mecenati, e salvo scuola Longhi vinse Gemme l'ufficio poco si noti ma tradizioni che di la ; finissima una nelle Ripamonti- press'a strati illu- o^éX" Album in e Francesco venivano amorosa dell' editore italiane un Induno penna del arti di quadro Domenico sua razioni pittura, le figu- la di delle ; famosa un nudo bulino carni per e la letterati, musicisti, pittori vivevano prima in armonia, occasioni^, come sempre. E lo sapeva il Toccagni che fu aspreggiato l^erso dalle invidie, egli offendono i i diseredati ; In onori. piccoli; fu perdita Attilio morì ne la per assai di Dal ritratto disegnò alla un in lapis In e di guerriero e a quei del primo immagina Wagram?... Il marchese cenni scienza la lineamenti legale) com' che guerriero ; un italiano? combatté a Raab così. fu di Milano, stravagante, biograficidell'amico nel mente, vera- era esercito la dolce padre egli un Villani uomo edita Hayez bonarietà, di glorioso Filippo Luigi Toccagniy il fratello dicono, (ritratto, scorgi Eppure inesauribile, : Francesco che soldato un La adorato. cari e dopo. Bell'esempio indovinerebbe mai chi Chi nella pio, religioso, uomo né Verdi, uti era dell'amico morte irritano I rassomigliantissimo) schiettezza. da da' suoi mese Caino che singolarità, sua sentita luminare dolore razza né che amato famiglia (un di fortune ne era nella E possedeva Non primeggianti superbia, ne 233 poi?... ingegni compenso, bastava. sua perchè e quegli di uno V Ideale 1854 nella coi tista sonet- dettò fettuosi af- Strenna tipiBorroni Luigi 234 e Scotti Milano a ricorda loccagni ; e, in i fasti appunto Questi subì anch'esso Bónaparte, che Andrea e militari in ruberie, sanguinose Nato cagni di avventure in ventitre I ) si Ma e i a le disagi il di fegato, biografo Toccagni, sembra e dal anche ; il di Toccagni uno de' lo marcie, presto ruppero che l'impeto nuto soste- di tremila Castel sotto primi 0 alla il ; caddero a Cerino. pugna che Sorbier generale Schedoni Luigi aveva Montefoscarino Il il rammenta » ancora ,. stento travagliar a veliti 1 riere car- sott' ufficiale. di malato.... po' troppo », e rapidissime cominciò nota reale «velite Verona, da il Toc- 1788, presso battaglione potenze, pre- voglioso affrettate lUasi, enorm audace, grado quale scendenti un il capo passi fu il languì seicento con austriaci ad ne sue Allora, fé' vigor giovanile; e fragor diciott'anni. veglie degli accampamenti lui di insoffribili del (bei tempi delle Napoleone Paria e persona, guadagnò in suo soli belligere. Si mesi di tante a fine a della Toccagni. negl' italiani. sulla si fé' soldato gagliardo era mezzo militare Brescia a del riempito d'armi, ridestando, l'onor il Villani quei cenni, il fascino aveva inumanità Maffei » pochi Egli a Raab Luigi 236 della Toccagni dell' Direzione i numeri delle se fra davano ; lavoro di dal III cen^o di la tedesco dell' Hurter, VAtaìà e Catacombe scrittore « a immortale soli più Raul del italiano fu anni uno eletto Francia « stianesimo Critanti con Rochette; un delle Inno» Papa Genio di essa; martiri dei lazioni, compi- elegante in di di Toc- cataloghi. letta venticinque segretario perpetuo morto il dall'Accademia » di di giorno voltò descritte che lavoro oltre e Il librai-editori I Storia (un sospiri) il Toccagni i terni!,,. dizionàrii, di di blico, pub- diligente erudito traduzioni, proemii, Tradusse le al vevano do- soffitta; una e avvilito. n'era peraltro lavoro cagni ambi gli meri nu- « impiego in morire ai i letterati che -vero Fra Lotto. nato qualunque campare Toccagni povero È volevano non dover ma polizze, egli ch'era accettare pur Maffei imperiale regio MusaL. della » Andrea e e poi immortale » Catacombe. sue * Gaspare letterario, ebbe e Venezia, della in del Gozzij padre in di « giornalismo discendenti, Locatelli, Venepa; Luigi Toccagni, famoso due Tommaso Ga^{etta del Glissons e nella che » e l'uno a appendicista l'altro appunto letteraria parte nell'£'co lista mora- di Milano, y'erso ritratti intercalava V Ideale 237 morali, fisiologiesociali,apologhi, critichette, novellette. il sociali, noto volta, una di nuovi che di informatissimi delle tipo al dei è Il Toccagni per gusto, la raggi alcuni le amico Beati che tempi autori lanti, ambudei odii jeri ne in che oggi, disparte : solo Giuseppe il alla « Il tutto. Scala e epigoni ». » è oggi vecchia una immagine ricordo del Verdi, illumina senza e il Carcel lampada una il come voltaico arco loro come redìmiti la è Ah, parere erano L' ai passavano fan eclissato messa di gli brillanti celesti ! hanno suo, stessa lorol Luigi Toccagni anche gli avventure teatro vedono ne « i moda, Auer nella archivii le il Locatelli e Dominazioni becco E se scrittori giorni tutti a fortune, Al sereni. e quentatori fre- perpetui degli tutte scomparso. imperterriti vecchi quei d'anni loro delle Manzoni teatro si chiamavano capricci,degli amori, degli ballerine, non Cosi ». vecchi, degli interpreti vecchi; dietroscena, logie fisio- sue vedevano laudatori e le assirii,terribili giudici dei numi tentativi, si ordine lungo a sediafissa Milano, a teatro spettacoli da sedia, simili « Fra I pada lamdita, sbia- glorioso e ravviva loccagni Luigi 238 Ma momeato. un contribuì egli alla cultura pubblicista,egli educatore pubblica, egli,onesto patrizie famiglie, dove in Maffei Andrea e buoni gettò semi, che fruttarono. IL E ora del amico altro un a Verdi: drea An- Maffei, in Venezia, A nella precisamente a quel la si Scala, di V Attila Verdi, facile O Il perduto Per Mi E Poi mio temprar destra la la Andrea V Italia ho lo Tua Te a scettro un — Maflei quest'ottava con terribile V la sua del me fra la le genti suona, degli amarezza immortai mano non ragiona e eventi coropa, mio pose del LOwe possenti, l'armonia donò la numeri di trovator nome parole Marini, comune volta maestro: (Cosi lieta Se le esecutori melodico, l'ammirazione quanto prima su — il basso e verso l'acclamato famoso la 1846, quando marzo 17 per del sera allora rappresentò Costantini dal espresse per Fenice^ Giuseppe Guasco, poeta del sera Solerà, essendone bizzarro e alla teatro festosissima una Rossini, ai crini. l^erso Il si rendeva che poeta degl' Italiani Verdi del musicale, ; anch'esso nelle poi dove a eccelsi parola e il traduttore a Milano s' in di casa Gaf^e/fa Clara più di qualche del ; si davano doloroso : la Clara aveva Giulio i sonetti una semplice il creatore volte incontrati MafiFei i due di e dalla Carcano, era steso Passò amici?... per E' in partita tu. Ma separazione tenuto separazione Grossi. giocato avevano Andrea parte moglie un e Giuseppe dell' amica fatto della coniugale ; me insie- tarocco avvenuto era lotto, sa- ; tessa con- Verdi anzi, all'atto notajo-poeta, Tommaso questo facile celebre testimone stato dal quel al In sono , d'Andrea; punto ap- comprese Eppure, più erano Lo- omaggi. pur Verdi. d'un come proprie Liriche, nemmeno Giuseppe per torrente non delle riceve italiani; ma nel pubblicava Liriche, parecchi di volume ratore ammi- ufficiale il MafFei musicale mento senti- Tommaso dcìVAttila edizioni quattro r arte quel dottor che quell'ottava del un l'Italia antica parlando Venepa^ esso rapito inondava della catelli,direttore di anch' Il buon luce. 239 interprete era allora che di fiume l'Ideale qualche dissapore arguirlo. Per con di fra altro, il Luigi 240 Maffei non uomini loccagni era della prima La del 1 846 è ricorda fu di di occasione La patria in in applausi di tradita Nelle molte delJ' anno del estratto polavoro ca- del Macbeth al rantotto. Quateatro che come postilla una Verdi intercalò del fra Piangendo, — della Pougìn quelli del dal un a telegramma spagnuolo tenore e c'invita. Corriamo — paiono frenetici Venezia, 16 : versi teatro il avvenne sime) patriottiche tumultuosis- Fratelli, gli oppressi Questi Maffei, direbbero luglio Giuseppe Maffei i versi Piave, dal (il Macbeth, scene Andrea nome. suo rivoluzione il Caponi aneddotica Vita che suo, Schiller. Venezia Jacopo verso rappresentazione 22 vigilia della di Fenice il sopra, fiacco Riproducendo La cui il un Federico alla era del scritto prima segui di Si di la ; ; il libretto dopo fu separazione Masnadieri dei rancori maggiormente separazione burocratici. giugno serbar Masnadieri dei Maffei più poderosi illustrare Il libretto i da uomo d'ingegno potevano Andrea e salvar! ; ma Palma, fecero grida all'Italia, suscitando lettere il fra giro scintille. nuove del tati can- Verdi all'amica sua l^erso Clara al riconciliato, a (c scriveva leggo moglie, Ad rifiuto il mal risposta dielVerdi. di « e « dei M quello musicare del d'aver brindisi nel a Felice lui, che « da « pel « chio « se a sugli s Stivali suoi non in Verdi del e due Andrea musicare del Ecco MafFei le Odi incapace di che aveva ; stupendamente Masnadieri^ nei e !... adamantina tempra ciò che gli non d' di pregato un del flessibile no. 1871 inflessibile (in va vec- che scrivere di detto maggio il carattere tratti la anacreontico avrei 29 quello troppo MafFei. Verdi: mia, invece, è così molle, avesse guardo ri- giunse il desiderio mi lettera mi tutto Verdi Questa alla preghiera: una anche La amico. il ha fosse verso, umore, il vino respingere poter Giuseppe genere sua Mescetemi ^ anni di Macbeth^ Maffei, sconforto di musicati scrissi che ultimi Ricusa, dicendosi poesie dimentica il che parole queste accrescere a un'allusione lettere negli reciso un 241 lette, neppure me Invece, nelle marito. a da MafFei, l'Ideale certe » finisce dedel cose...) si trattava: pregato d'Anacreonte il maestro da di lui tradotte, 16 Luigi ^4^ nella Taccagni Il traduttore dello tradusse V Iliade tradusse gli scolaretti peraltro, che cime e del il MafiFei infiorato di di quale rendesse che letterali che miare rispar- per impedì, non la con Maspero* sua Anacreonte sione ver- superasse il greco; bene sapeva latina prosa Maspero, Ciò il sapeva Monti, che nascosto toccasse insuperate, che il in versioni tradurre. il Monti Pindemonte, che dalle acquistano fatica il Paolo come V Odissea la il e Ricordi. Byron come versione dalla Mustoxidi, del e nulla, o dal approntata Schiller di greco pochissimo del edizione signorile Maffei Andrea e nuovamente rose. Il brindisi il vino.., Mescetemi allude cui drea An- Maffei, comincia: Mescetemi il vino Fra Tu gaiidii Amai ; m' Credei Follia E de* vita finisce afferma de* Ricordi, no. solo, non sei seusi, dolcezza due primi anni, prima l'editore Verdi di menzognere del : cor. fatali, senz'ali... fantasma strofa. Giuseppe bicchiere, o sguardi fanciulla T amicizia colla di terreni infiammàro musicato Giulio ! Tu Ma illusor.... lo questo Giuseppe ha mente vera- brindisi?. Verdi, mi Luigi 244 r alienista loccagni Andrea infinite, nulla il ecco nelle sue del Verga di ^ lo che che bre tene- Verga senatore amicizia d' Verdi, Giuseppe stesso espansioni care vedeva non leopardiano. aneddoto un Maffei Andrea Verga, proposito A e mi tava raccon- : Entrambi la si eh' disse al era quasi Maestro la — E — Nella — possibile. di sempre d'un* amica, Negroni. faceto umore, : io Maestro, casa Morosini Giuseppina contessa Verga, in trovavano Ma negligenza supero in che nelP cosa? andare al Senato. Il TOMMASEO NICOLO (brevi ricordi) il Verso 1874, dalla d'aria provvista benché dove, in col toscano libri svariati su del l'impronta eh' dire egli le Era la titano un Muratori, sete scrittore del il di scrivere, moltissime idee e lasciava Si paralisi può diva irrigiuscivano labbra aforismi. come di pagine intelletto. sue e giovane quali La dalle e colto nelle dettando. labbra, sue profondi ancora il morì in metteva numerose singolare casa, caminetto, un — argomenti, suo a sua bile instanca- si un lettere, numerose — a la tornava Colà, segretario suo fare lavorava rivolto cieco, seo. Tomma- a poi gioventù. dorso al dettava Nicolò luce; ogni vecchio usciva di e vedeva un settuagenario, come piedi, Grazie letterato grande si venerabile: barba, nivea Il di alle passeggiare giorno Firenze, a che battagliero lavoro intellettuale, Cantù. Sentiva diffondere gli nel fremevano pronto il nel a ogni come bisogno, mondo cervello momento, le ; pensatore ferrea solenne gfave, antichi La memoria» venerabile più ancor di. stragrande continuo, getta a di agli Tonttnasé^ Nicolò 248 pensiero, sventura il e patriarca un ; il e animo suo suo fido lo facevano ideali, sdegnoso, a lo rendeva cecità ; questa dizione, eru- migliare rasso- appropriato più nome , a lui, che di Voltaire, patriarca alla dalmata, questo e al che, I sofferto. de' pietoso Dalmazia sua mia, il tuo da che, reciso, dolorosa in Scarsa, Dalmazia, ben Patria lui, a di E o te Turca e d'altrui viva non così ed vivo, noja. la e altrui vita dolor con Itala né tua ben ha chi di s'infonde Francese, e fosti te quale la i^ nome. corpo come amò genti, superbe mo lavorato aveva Tommaseo il suona Spenzola, Ne' l' Italia connazionali. loro 1802, nel letteratura guardavano amore, braccio Siccome Serbica Sebenìco della per pietate alle o poveretta Mezzo a revano cor- il Tommaseo; 1 Spregio Ó nato Dalmati più grande intenso che Italia, e d' Thierry, vedere storia nella grandeggiava derna nel mente testato de- nomi I Ferney. Milton, ciechi, Omero, d' illustri al biblico, che del tanto aveva mai nacque. : } Verso E più in questo acerbo vera e non Nicolò facile Nel r non via corre descrive Ma quanta in . . . scultorie del della sua pensare /«/i?rwocon Che suo persona. scultorio. di tanto Sebenìco; di eliclo, figura sua svelta,disinvolta, come quella forma forzai patria prosa T Yriarte i suoi alle periodi figureche di cappe bo. piom- stringata,quante idee, egli non cosa tratta? ratura, Lette- educazione, filosofia,filologia, politica, morale, romanzo, Cristoforo con tutto slancia ai » El Colombo, r ardore l'uomo Il e e senza Leopardi « pare che mundo cristiano cieli,a Dio, egli creare morte. ppesia; es Dio? naufraga ripetacon perchè, poco, di cui domanda it travagliata. alto rilievi. La sono nelP ,1^ il dolore che la vita le linee lenti ; fanno incontra chiuso monumentale era le ragazze procedono Dante pace stile, v'é pagine sue è atteggiamento stesso suo Molte in e ritrarsi per volto, per ^ fìsso focolare, non non Tommaseo a -^ 4el -Tommaseo, perenne aveva, 245^ ^ A -— t verso iiltjjnó finir sicuro dove ^Ideale ' I- è capace, : « Che Nemmeno dolcemente si può la » Nicolò 35© nel il Tommaseo Infinito; dell' pelago Tommaseo lo leggia ve- pregando. In lui si fondono slava per parte della r italiana per Si scorge lo slavo r italiano in in Sua madre del padre in un Filippo Bordini, poi guidò i suoi Barbieri, Giuseppe in Cristianesimo era più lo dello stretto le dalle il E volte il lo necessità le Antonio che Nicolò nella beli' abate predicatore famoso, Chateaubriand, che allevato venne del quasi nava soggior- all' Italia dove la cato edu- Sebenìco, idee protesse ammiratore Tutte zio stato di classica forma donna, stato suo vescovo Padova, a sitivo, po- Italiana era era studii. primi penisola, passò Ma altro una uomo sospirava 1,.. Si imbarcò, Tommaseo chiudeva padre Italia Italia in Roma: a Suo forma in come madre,, povera suo: zio, poeta: suo di afflizioni, pregava. da addolorata vaporose; concretezza sua sogno. mercante. italiano. idealità sue stringe quasi e il Girolamo padre la razze; Cheesevich, Caterina certe quella anche morsa del due nature, madre parte incornicia che due che Genio del protesse. Rosmini, di cui fanatico. il aveva giovane bisogno Tommaseo, di denaro, La pioggia ombrello, sfanga nefattrice. dair finche fa vedendolo di ricca e Quella meraviglia con soffrire a in Io la E mi non prega studi, non Tommaseo. infinito, la Italia ella Egli pose la studiò mi da nata desti- « chiostro; uscire a fradicia arena. il » lago dall'alto, freddi non la la quasi sugli moralmente lungo, a e gli » amare studiò una votarsi a battaglie gioie, » nota la ritrae o misto una parla riguarda i dolori. devono le più affetto. (egli dice) lungo le le un soffrire nel durate molli vani a infiammata ora retta. car- guarda, andava Ei suora. tuttavia donne Le di era in ferma, mondo, o veggo sonante... della delle presto di questa « gli giovane la nel premio perchè « s' imbatte Il Tommaseo Dio. lo signora, accompagnata di carità. suora propria indovinando e meraviglia, Desenzano, giovane e di compassione, nella sue d'esclamazione accento un d'ogni parola, Presso a in alle commosso civile bnjo, nel campagnuolo il difeso mal e, lungamente d'aspetto dà potente coglie; posticino un All'aurora, miserie, lo campagnuolo, un preghiere, gli e, Tommaseo Nicolò 252 donna altari. più del memoria culto con Nessuno di lui. A in Parigi, yerso chiamerebbero lo oggi conoscono un serve commedie: si padrone, che, Evo, come a Noi la d' un innanzi, a piedi nudi^ pallida, coi estenuata, La ; la nel cuore che arde e lo ella di D'un non ardisce; un tutto, ed fosse signora affetto egli e severa. La Lucca^ alcune quasi A di presso foglia^ e esser Una lo ella quieta, in- vede, altera, come sentimento a affetto La fine è poemetto di e del prosa poesie profonde e s'unisce schiavo. michelangelasca cieco una finezze bene; che patetica. Questo di la un ; turbata ed i propri tratti soffrire;ed fa esce rossi, fronte* pietà l' affetto lo venir labbri la Alla ammala. al vende commosso, vescovo profumo nascoste, l' ascolta castaido dal vescovo del sommamente un il tormenta, comprende se che poverina al racconta prelato vuole consola, ma il e schiava flagello sulla del solco infelice, percossa, guai è col e proprie vediamo castaido di una sangue inutile, la merce vescovo. le giovane percossa ottave, d' tratta leggeva d'una tratta Medio del bianca si il Molière cui in poemetto, ?.». Non serva a 253 fémiriiste. Quanti un sublime suo Una intitolato quelle l'Ideale e Sacco affettuose vedovo^ serva, zia gra- Piaghe formano Nicolò ^54 la artistica corona eh' è che Sotto i Forsie ti sul sovente Morta, ti penso, simpatia per della ti calpesto. tuo te mi ramo, pensai: non t'amo. che sento raffina, gli umili caduti per una foglia morta. unita alla è sensibilità si La larga affetto dell'universale visione profonda di richiamo mite. con e cadesti brezza verde e esplica raffinatezza la a lagni perch'io viva si cominciano foglia una piedi, Passai persino e lieve miei Mentr'eri La critico così: squisitamente Foglia, Tommaseo, qual pensatore, A terzine del decorosa più sopratutto onorato filologo.Le e lommaséó stiano. cri- * * * esercitare Per di critico di passare Antologia da va Milano. in a del Soppressa Corsica, di cui quindi perchè a che Vieusseux, Venezia dove francamente, V ottenne collaboratore lo chiamò Antologia, raccoglie 1 la pensatore, Tommaseo qual Firenze, di qualità tre filologo,il di e le arditamente apposta il Tommaseo canti polizia della lo popolari ; imprigiona italiano ; ma t^erso l'ideale il trionfo in porta e sollevato popolo saluta lo Governo il il cuore: voci, di maestri soffrivano e deir eccelso Venezia il facezia Ma non ricordi resistenza fé' popolo mai va gli calma, sulle labbra affamate e spesso e pari nome in Quarantotto, che compiva tanta Il austriaci il mondo veneziano i suoi disgiunto del contro altre dell'era quelli e appunto stupire ascolta sofferenti. ai con serenità, occhi insegnavano amò sopratutto pur da tato rispet- ch'egli Tommaseo Dalmata che oggi nome e caro popolo diversi Nicolò dai quella che ben cui in santa il d' illuminare popolo del capo memorie, risuona tentò che Manin, Marco. San delle città carceri, lo Daniele con popolo: quel fortemente, nel dì Tommaseo fra da la dalle magnanimo questo provvisorio Nicolò di libera le vie per con Venezia, A lo 255 col dienti asse- pur tavia tuttanta con coli' arguta sorriso negli moribondi. poteva Manin?... Daniele Manin pratico, risolutissimo poeta, circostanze serbare il Tommaseo : ideologo, ; tanto è vero era accordo il Tommaseo e non che azione, tutto uomo si più era adattava tardi col il rato, lettealle Manin, Nicolò 256 neir esilio in sacrificare i nel la dinastia fino nella più di mille. la prete sima più re. il si nobile e luì, A me nel come Ricordo una potevano Luzzatti, spiegare allora nel nuovo deputato e battè com- potere monde le alla piis- vedere le Guardava lettera venire ad scritta me delFenergia regno: il contro piaciuto sua israeliti italiani cento, il Cinquecento giovinetto [sinite parvulos parla degli di battaglia Chiesa. dal penna devoto, et sarebbe nella vigore dairalto. Rome densa più Colonna, novo più stringentìssima libro suo valer ; avrebbe della lavoro cattolico Quantunque Vittoria infuso a di eloquenza temporale; cose del solo rimase nulla e tare aiu- Italia unita repubblicano mai, ebbe consapevolezza con è nulla vivendo accettato, d^un^ di per il Tommaseo Savoja, e inflessibile regno necessità repubblicani di visamento di air ultimo nuovo ideali proprii la conobbe Francia, il Cavour con lommaseo lodava facondo, poi /,. ) che Luigi operoso ministro. Daniele Manin a mandò Parigi. Più il Tommaseo tardi, quand'ei sciatore ambavoleva Verso in passare di contro Piemonte, lui ; l'Ideale ostili il ma Massimo genero s' innalzano barriere adorabile « il scrive » i voti d'Azeglio, e che l' uomo Manzoni, definisce Tommaseo 257 del al pròfugo esauditi. sono Se Sebenico città è d'elezione la studii della monumenti lingua compiuto, italiana alla ; spese poi e dell' opera, edizione lagna di quell'amarezza con pagine. « fornito Il un e Una nel agi suo tesoro quelli a un' alla di sul citazioni. Vico, dei che a pirati s' impadronirono tempi studi fra di tima ul- se ne sue mi dia avrebbe » è Commedia Divina Gasparo su paese sue Neil' stilla in tante in altro I suoi contano dasse man- il Tommaseo famiglia. intera commento monografia pieno che un' opera campamento lo pretendo (egliscrive) che Non sino- Appena storpiandola. Milano, stano re- stesso librai tre dei che pubblicò egli compì Dizionario Milano. a editore un due, uno, il vi la quali T^i^ionario ideò lo Lo luce. de' lingua il e trovò non Egli imperituri : Quest'ultimo nimi. di è Firenze nativa, Tommaseo. del quei portentosi due città i sul più Gozzi Rosmini accurati. ci porta quell'atticoingegno. E' 17 Nicolò 258 lo lui in perfetta scrittore; scritti, suoi di pensieri atteggiava gola usciva l'uomo è solcati da le il come miele. fra dalla Egli cose. ma del e tivo: cat- talvolta drago; ruggiva; gola le d'alti vendicativo impeto e e continui lampi del Tuomo innumerevoli negli tutto armonie di scaglie leone, a spesso, e qualche aveva fra corrispondenza la fede in scattava Jommase leone dalla si sua biblico, COSTANTINO L NIGRA E T T E R Al' O Ascoli Graziadio all'Istituto 1889 lodi con Lombardo molto labbra di preziose illustrazioni aula essi alle s' accinse quale studii gli E' si dell' e fecero l' onora eco studioso del opera brilmente feb- quale qualche la Nigra, di uomo dal che 1854 alle il ricerche della Costantino popolare poesia cominciavano esse del popolari di nome Piemonte pubblicati appena. da , Un città una sapere; solo stimoniare te- a guadagni, al Pochi (i) Stato e moderni. lega Canti sùbiti giornali, Allora, (i) in che, amore grandemente copiose raccolti erano ai Canti " con Nigra. discorrere a dei sue , portavano Nei lodi. sulle pubblicati rivolta lettere, e il volume melanconica dell' Milano, rare Costantino da queir perchè Piemonte „ in scienze del giorno un di sapiente, sommo del Popolari in presentava voi. di 596 pag. in-8 (Torino, Loescher). Costantino Nigra parata. com- Inu- Nigra. tile qui non disdegnavano Si mori. il amante secoli lunghi fra nelle perle disperse da ignoti patimenti del false grandezze tenace mocratico de- civili, o e dire stocratico ari- nei e mente ufficial- vere o a- tìtolo a altamente e elette d' e Tommaseo, letterarii guise le verso di che della trono seminati popolo, negl'intenti disdegni le Nicolò del studioso e dal gì' Italiani, citare, di nome letterati, scendere popolari deve, d'onore, dei rintracciare canti per letterato nomi di per ingenui cantori i ripetere dotta poesia d' Nigra Costantino 264 costituite. Il cominciò Nigra le di pubblicazioni prime » canzoni nel popolari periodo più agitato nazionale, di tetto dal Piemontesi Gamillo al più fecondo, e Cavour, GÌ' parte. vedere Italiani in Cavour, dolevasi di nei imitava quale aver nel robusti con il non accolse che delia reggitori in del gimento risor- e cosa e pro- piccola non da letterati parecchi e prestò avvezzi sono 1860, egli, allievo quale ... al 1854 più secoli poeti, a plomatici di- dei pubblica. millo Ca- Parlamento pieno compiti degni studii rarii, lette- proprio gabinetto quel Nigra sciolti entusiasmo La Rassegna la colorita di Novara maniera del Verso '\ Prati, mezzo alle decidere dei in e dovevano spigolando al Adesso alle soltanto, atti alle avvezzo di nelle di si che taglie. bat- nuove sono tati repuchi eppure pensiero e può un'acutezza amministrazioni recare di è derazioni consi- investigazioni pazienti, alle profonde che e consacrano letterarie e agli ufficii pubblici; critiche agilità libertà il sangue coloro nei cantate la per discipline filosofiche poco d'Italia, andava vernacole domani che diplomatiche, destini insanguinati attendevano 26^ note rime rozze ieri campi ì^Ideale una vedute che an- più complicate più e ardue. Nella di corte letterarie del italiana di alcune di giornali.Nelle Corti seducenti dal bene Eugenia. sovrana, Il dal Il ; bel un si le offrì forse nei più articoli tanti e alla più guardevoli ragdelle discorrere elegantissimo corte Manzoni, in plomatico di- trice dell'impera- fé' trascrivere Alessandro e di d'Europa nella Nigra vecchio Cinque maggio e giovane accetto dubbio senza giovarono diplomatiche note salotti, si fece arti : Parigi, le grazie a Nigra giovarono dell' unità causa III Napoleone omaggio per la l'ode proprii Costantino 266 versi ; versi allusivi ben ancora gentili Nel d' Italia ; che, mercè tutti Veneto Nigra (a quel tempo l' imperatrice, le allusiva a così i865, gondola^ a ordine solcare piacque che III. HI, il stria) dell'Au- mano Il Nigra, al e Il fatto — per barcarola^ una schiava noi da e " muto avvenne : Nel per lui in a regno Napoleone offrì ancor Napoleone „ nuovo all' Italia, piegare imperatore di ancora unito Venezia e appunto era da bramava si col alte cose del T influenza venisse accenderle di ambasciatore allora e egli donna. 1865, Costantino Parigi, quale ed noi; per suaditrice della cuor imperatrice potente simpatie poesia, nel la libera tutta non italiano, voleva e della patria che accese ambasciatore mezzo alla sapendo nutriva non letterato Migra i giornali veneziana, gondola vera una di raccontavano il all' di lago di prendeva diletto barca veneziana, venire apposta Costantino guidata da cullarsi da Venezia. Nigra Francia , di un E, compose e Il Fontainebleau. imperatrice fabbricata III dell'imperatore Napoleone nella dono , elegante quella e posta Eugenia gondoliero in una dedicò fatto sione, occa- al- 268 Costantino il Sovra Che Donna, se Tuo che del a all'Adria, esangue, Venezia e il langue. aspetta e " due umiliarla; il e regni, Veneto, da francese, sovrano ancor. imperatore muto l'Austria per mani riva ignuda, dopo, l'Italia quando a solcando vive,., contro placido quando a in Soffre Ma il imperator, Povera, anno ridestar. verrà Il muto vendetta caso a lago Teco aspetta e a venga Digli d'alighe della il di Lo L' letto suo il Leone Posa letterato Nigra gliava sca,. Prussia la e nelle ceduto veniva questo noi. L' ambasciatore Vienna il cui state erano studii sui canti di diritto ben il primo r identità popolari che sono tolte nei affermarsi d' dice una comuni presso bellissime le ardore gli antichi quali egli antesignano. a — numerosa ai di Corte annodare con popolari, egli — alla passato fila doveva italiane, ripigliò terre fui altre dove monarca Nigra, indicare " ha Io mente chiara- serie di canti paesi Romanzi l'Ideale Verso aventi inferiore nella e identità queir raccolta farà che più possibile deir se dubbio, più popolare Alta futuri sanno anche abbraccia mia Francese, quella poesia su non I Portoghese e media la e conferma. poesia studio uno Italia Castigliana. Ora, certa Catalana Provenzale, le più della commentatori popolari fa esistono non nelP cioè Spagna non ne che e paesi Romanzi, altri negli e Celtico, substrato 269 mai ora- è non le canzoni fra Italia, e, prime queste, Piemontesi. „ Questo vastità solo di prima regioni grandiose Nello Nigra Dopolare o move i due fatti del che per rami dell'Alta e quello Nell'Alta Ciò gretto, che a assume una il parte è di fatti, Popolari, della — poesia Italia, che dell'Italia è feriore in- romanzeschi soltanto, l'amore. l'amore canto ricco Italia,il popolo storici,racconti mezzodì, scalda Canti grandi quello lirica. rima Italia e e frasi, ma ai premette famigliari, e, Neil' di narrativa, è che in capire quale pensiero. misero parco italiana: generalmente mette far a proporzioni. delineati sono il corre parere studio, il che può vista basta accenno il che nume popolare: o, se non l'amore sempre nell'Alta ralmente Friuli, mirabili per la suona E lirica noto di gene' tiva narra- singolari canti dell'anima, per narrativa friulane, villotte zioni. ecce- popolari filosofi espresse la un tenze sen- camente, liriè tradotta, : gli alberi chiomati braveggiano di son le così fiori, giovinette nei son primi amori. un'altra: Che La un' mi pare Bagna il del Nigra Friuli. del mattino del sentimento, della il fior ron riso: : il fior rugiada col paradiso. ancora rugiada bocca angioletto un già dal Bagna La che parla altra La quella non Sceso Ma la signoreggia; Benedetta E predomina di alti Quando E Italia degne Anche Se che dovizioso delle così disse veri Una scarsa. ben accenti morali detto, Egli poiché generalmente, Nel letterato propriamente dell'animo. affetto : Migra Costantino 270 sera del pentimento. s'occupa Rileva bensì della che la poesia ciale spe- poesia degli t^erso V Ideale è fiore stornelli Strambotti e inferiore. E trovo poesia popolare una strambotti cogli di Invece, infatti, in in diffuse sono nella in nel ma modo è di in diverse, quella, come piante tombe spesso di temi razze a due sulle L'identità amanti. Parecchi mondo delle s'abbracciano e tema, il tutto abbondanti Provenza, comuni sono poetica, soavemente due altre Portogallo. italiani? (ad esempio, riscontri net nità affi- vera domestiche e italica terre, straniero stornelli ripetizionie narrative canzoni abbia regione Piemonte) Catalogna, che nell' alta nel già paese romanzesche ascolti volano qual cogli e dell' Italia indigeno caiv{oni che 271 che scono cre- di separate solo non narrarlo, persino nel nelle rime. è Non della e dello il qui fioritura stornello narrativa forma Italia. Accettiamo che sfavillano accogliamo che luogo non levigate. emanano spiegare particolare nell' Italia nei il canti dello il vero cuore da dalla inferiore, popolari molta e della dell'Alta le bellezze materia, rozza palpiti tivo mo- strambotto fatto, ammirando talora nel di di sentimento poesia di forme e Costantino 272 Nigra * La raccolta del della canzone varie lezioni Donna donna. al Lombarda gli (In del veleno e lo sette o da nove chiama o E — un bambino padre, da dal il marito parla ovvero — attossicato. o da* Il marito di Fatelo Chiede orto La zone, can- o — bere. in culla che quindici anni.) amore marito. tuono versioni mesi, d' pestatela,e torbido. dal alcune al il — riassunto : nelP cano re- offrono come? andate il vino è è marito. chiede e intorbidato — sette il ha si della cosi richiesta che che s' accorge Toscana, efficacemente indica cui Piemonte, essenziali, vino, propinatela assetato fu tratti egli : il marito la famosa L' argomento ; troncategli la testa, serpente che la Marche, le il seduttore. Ed — il oltre Lombarda, dice morire, la ai risponde nozze, di Nigra stesso — Lombarda, identiche. ridotto dallo con versioni: quasi 9 Nigra. comincia Donna Veneto, l'Emilia, letterato : e' è un latela mesco- Giunge Donna Il rito ma- donna dice vento rino. ma- è avvertito di tre, quattro, miracolosamente una dice ragazza alla donna di l'Ideale Verso che beva beve la spada taglia la la Rosmunda. regina le in La nelle ci porta difatti nel secolo Marvejols moglie re ha diede della di Francia maritata ad un di tenebre Il anch'essa anche re di variante cencinquanta che la col Cayx è Clotilde canzone Visigoti ucciso lei, in punizione dei le faceva La di una dei sta queSiamo evo. afferma della ch'egli principe medio Nigra al chiamar potrebbe del l'eroina aveva più Rosmunda spira vendetta; fratello trattam^enti traduzione si d'Amalarico Childeberto cattivi La che ci sia non appartiene VI. alla 573. che questa che pervenne morte nel canzoni, Anche truce. Correnti pare la che ragioni Lombarda Cesare vendicata delle le Donna popolari Ravenna sorella ciclo di marito donna. esponeva Oggi S' avverta avvenne alla toscana, il romana, testa tradizioni conchiusione. dubbio. una la con barda Lom- lezione una Nigra l'identità stessa Il il 1858, studiava da In egli Donna bere. a — istabilire per de muore. in dal Fin con e rifiuta,ed sforza entrambi; muoiono con la snudata spada si Questa essa. 273 subire. è questa Mondovì figlia da miglia batteva maritare. lontano. tre : La al volte 18 Costantino ^74 dì. la La seconda volta, le piglia camicie, presto e Perchè — si venir Vidi i miei bianche t*anni, andate camicie Giovanna, bianche vesti di color di già sett'anni, vesti Sposa Picchiano la dov'è Non castello. vostra — pigliò. Andò Colla bocca letto. il petto. Che caccia, cara, la più massima tragedia. Ecco dama col e dito sobrietà le abitudini colori bimbi dove Dio di è ? — sotto foratogli spada e se andò tornare. accennava colla semplice bei dotve a li dove il buon marito ? questo colori guari Oh! — di i vostri — castello i miei vostro ma li. la Dio, — andato. sono vostri buon messo. sono questo cara, trovato, di cosa i Son — più set- Sposa — di io istarà non diceva, L'hanno Con una Sorella — a al Il — ho lasciati ho Sorella — lasciati? cara, mi già mettere. a : Giovanna, messo. caccia son Li — casa. li avete li Sorella — lasciati? avete a cameriera, son più dama sue le disse: Son — cavalieri la le gli disse Sposa — non a tre porta: dite, cameriera, — che Piglia somigliavano, andate color dite Giovanna, ho non vano, somiglia- Ella mettere. a tre Men- che — mi che fratelli. tre lavarle. principe ? tornata cavalieri, tre somigliavano camicie siete presto Il tornò. casa a (Ella) fratelli. suoi ei la Tanto sangue. a cavalieri tre i tre somigliavano grondava va la melagrano; spada. sua d'ulivo, ramo di canale al venir vide lavava, un verga lei di camicie, sue con della punta il corpo che batteva, una con colla volta terza letterato la batteva volta, prima Migra più narrata casalinghe bile? territutta d'una Costantino 276 cato. e Re — dai legato è corona, Una — lo costretto che al obbedire fare d' abbia figlia Isabella, e, sua fa chiamare ei rosse. '41 Un' — fatto alla forca. da tre giovinotti Essi ad vanno boia un'ostessa; colle delitto sotto ferrina il dì sposo lui una le nozze spada per nel una serie E' torrenti dell' onore in castello queste vibra fienaiuola, è derubata boscaglia. la madre Una — bella nel dove conduce.... : il sentimento il loro dello da donne il sangue Ma lei, mon- cuor delle la di il confessano punirlo canzoni. ; vibra tenaglie sue una immerge d' efferatezze è giustizia, una presso battiture. delle uccise in scoperti, e sono terebbe meri- questo, onesta uccisa alloggiare presidente: alla ragazza e cose L' infanticida infanticida, Una — : „ „ va dicendo belle il obbedendo gran altra le „ tanagliata, essere lo pescano, E ragazze. al isfuggire per presidente, ragazza timo, illegit- presidente signor sua ordini. bambino un I marinai mare. le nostre la loro ai baciato, qui, signor Qualunque *' in è preso caccia ostante non e, averlo portano san alla va a lo getta Guardi " letterato partorisce dopo disonore mentre ladroni, ragazza e, e Luigi, Migra corre a sentimento della giù- y'erso stizia, o quello che, tale. par Le così sano, è Quel accennavo, dei alle resiste e più di tempi i contro in gli di Savoia duca accompagna la donna burlare sa di marchesa La è Il Ricciolind^ manca. N'est é bien ben o da d'ale Fora d'amore. ho in rè bel levarmi Che ricciolin di mette II Trecesson, Parigi nel an 1677. carossa grazia, regina dormire, la d'andare — di munta la anche nei siciliani, non Amore: perla. Eccone una E* Téura sfoga Emanuele popolari toscani, veneziani, canti si stintiva L'ibenché popolo, Maria morta Ma satira. un'aspra Faust piemontese Giovanna Altejra plice, sem- fulgidi doni, del del cui galanti pericolosi Carlo di Cavour, Sua canzone i di popolo amori con tese piemon- dell'onore, vassallaggio, Il fondo un fibra Margherita ferreo signori. canzone ha non sentimento giustizia punitrice in fuoco, di e canzonacce che seduzioni della savia certe la robusta che campi, 277 di ferro poesia, forte: tutta. poc' anzi tempi di questa vi ben in sconcezze ammorbano così l'Ideale rifsolend'amure bla o letterale: versione a vuoi dormire, d'amore buonora, fare tu ? o — bella o di Domani bella lina ricciomire, dor- tanto mattina ricciolina d'a- Costantino 278 more. Ho — la Che — da fina ? Farò — farai ne tua Ribordone. di Altre, cavarle della piuma ragazza. baciarmela da Ho Che — plaga nel nelle più remoto di montagne luoghi d'Italia,di cia Fran- rassomigliano. le colle scorrono i nella loro ali eleganti poesia popolare sono : al e, ambasciatrici spesso più bela ragazze) anche una Nella terra rataplan, mancare. batton rundunine, tre sun che ì forte di insegna dai guerreschi tamburini, il tumbà; (probabilmente spade, qual' è i ricordi mar. cacciatori vi : lombarda. versione delle Tè s'a tute lontane star dal végnan di ti tute canzonetta una alle i da amore. La è fare raccolta d'altri Catalogna, larga A è Ho — mia — Soana, pari degli usignuoli, d' ? buonora? tanto a alla fu Val rondinelle una ? tanto ragazza canzoncina della angolo Le di all'ora. Questa e hai il cuscino della volte tre Che — fare tu la rondinella pigliare fina. piuma vuoi ne letterato Nigf-a tamburo; venendo e il il Piemonte, non dalla più bello possono guerra, porta un l*Ideale Verso di mazzetto da guerriera, l'amato e nella come alla Fia L' assedio come di casa principi la fatti del storici che popolo. La suscitò è e delle una più dal destato alla lampeggia I Nigra. leva... guerra in coscritti non non è atterrato? Napoleone piangono Lrf Maurizio, Napoleone ne guerra è Il che fatto come vano corre- riportate malincuore non dal alla prigioniero, il I fascino, bandiere, sue di principe (1639- 1642) Per canzoni vanno memoria del giovani le sotto due Torino; nella simpatia. dell'Heine; tutt'altro, se da ricordano Piemonte nei Vienna di cardinale nessuna nelle certo di Torino fratello Bonaparte Appena Piemontesi solco ! turne sun anche tristi memorie. pei giacobini, ma vergine e Tommaso... su civile ; l' assedio lasciaron la guerra padre sanno, Principe marcia Grossi, l' a'sedio Savoia); che, col Tommaso, del veste seguire per fia n'a e tutti del marcia si ritorna: ne Verrua, di (sostenuto, del la guarà a non Fuggitiva vergine sta fanciulla campo, luogo in guerra, sun bella al va combattere per va Una rose. 279 i granatiere rallegrano. Il despota sterminatrice non Costantino 28o finita " è locali, venimen^ti d' canti Questi importazione che le letterato Nigra ^he non Veramente, molti. canzoni più abbondanti i ricordi d'eroismi; più abbondanti gli esempi ai devozione principi di io fossero politiche devo cre- bondanti; ab- più di guerre, di che Savoja av- sospetti essere possono come gli ritraggono quella segnala la Piemontese. razza * E' del d'amore E' giustizia contadini, i canti natio di poiché le le tino, famiglia, nel cooperatori e circondario tre d' di di v^ce comparati e contadine, ritengono ricevute nel le serbano defunti. valle Ivrea, vanno mon intatte dai vecchi, del santuario dovizie vecchierella, Una Croce della di più uniche le forse Teresa viva Nigra, tradizioni dei Bracco, tutf dal dovizie, come Nigra. portinaie, raccolsero donne più religiosamente Domenica del numerosi di dire Dpvevo memoria della i montanari, ordinati riccamente. cuore, monumento e il volume loco il rilevare bene tanare.... dottrina scrittore; quali, dalla deirillustre nella di monumento e di Teresa Ber- Castelnuovo annoverate fra le 4i cantatrici altri gli cooperatrici fu quest'opera, avverte memorie. quella Musa costante si deve tesori, T quale da chi nel d'immaginazione, letterati e scrupolosa eulta Stato belle popolo scienza co- guida e di alle tralascia nofl Italia uomo che reverenza, Nigra con all'eminente della popolari la per grata vivo la 281 cooperatori suoi gentili,' che It dettatile!. o citare l'Ideale i^ierso - di dev' ; sere es- esempio emanazioni giustamente d'affetti e di V il ha libro un più con d' Colei che giorni spirito altissimo, di dell' è rispondeva tacito strazio Ella col le vedute di al dotte pagine, in nascere terre, destino, gentilissima già sotto parte lità, idea- tura, Na- Il immagini di tutt' al lungo e care la reva scor- averle per penna i invitta. sguardo, me a dallo Massarani. tante melanconico dolce, Colei anime. Tulio le crudel negli della delle tutte che, sovrane bellezze evoca martire della suo le che infelici, tempi, le tutte donna^óX martirologio, donne più; sacrificio della libro, è a senza leggeva non tutte del e V Odissea Questo di arte l'ultimo augurio, aperto innamorato riaprire posso E' parole ultimi libro non ricordo. atroce ricevuto che dell' signe in* I autore; ora a sacre. me 4- ? Mentre è quasi la sempre donna nella considerata ? moderna letteratura fiore del male, de- lullo 3^6 di mone della corruzione è donna angelo vittime, cavalleresco o di nell'orbita infelici che Nella che d' cattivi Ma più, son nati trasci- son sembran dea una chi e ; tutti poeta leggi ludibrio son meno come vittima. quale chi gli umani, Odissea quasi adorata, compianta e nelP rovina, di e contemplata, mesto tutti, tutti tutti Massarani punizioni; folleggiante,, più ! dell' Odissea prefazione della donna^ , dichiarate son radice in le sentimento un Non e misteriosa diverse, suoi spasimi, virtù di stesso soluzione. stoltezza meditarle accidiose — senile. senza fatto al Fatto è è assai che ne* avrebbe più inacidita, nostri giorni non di vanto che però d'averne questa maniera ? posto esibirvene io formato trovai di e a il proposito; intera avuta a una vanità mi di questa ho poterlo, sarebbe altrimenti averne senza venture, non io ram- plata contem- di scuotere che — di anzi, prima coscienza: dei aspirare Presumere sue anime, credetelo per profondo: eterno, letteratura questa han contrade battaglie, sue indiff'erente generazione me nelle queste Dimande nelle che donna, genti, interrogata rinsanire agitare e della figura epoche, attraverso fine intimo più il femminino avrebbe .... maliante dell'opera, ragioni contem- la yerso fu plazione della mia ultimo non Non vita. in i ricordi di dalla riveste cosi, volgare, del pensiero disserrano mai artista a di psichici, Tanta rianda lo le tutte letto, predi- forme non insegua, a molteplici, la coltura allo studioso? cuore che dine l'abitu- e E v'ebbe stasse impre- non di pathos dir quei espressioni, tutti le il tutto tutti stessa rampollanti varie chi che tutte elevatezza Odissea che sotto sé bri sem- neamenti i li- anime più ? umane neir Che fervido volto noto un dolorosa, abbiamo ambienti al ima- una passato, arte per quegli ignoti in parecchi che perpetuamente sentimento, attraverso mondi egli in fantasia? nostra un e nostro che visioni le stessa mesta del ciò anni egli forse cuore intensi più tutte ad quasi impersonare o reminiscenze 287 pascolo accade gine, ragionandoci suscitare r Ideale la della In donna. casi, i lutti Oh! il se Per della Sapesse Larve, onde Pinger con Ne la la solinga sestine Parini, nella donna vagante infinito mai fondo a le tante fu rapito,. favella cella ! tenarie, set- attici altorilievi del pensier l'etera cima quelle mirabili insuperata . da serbata diventan mano i è il poeta storia: luìlo 288 Non io Massarani Mentiti Ma, eroi tolta Vorrei De ogni sa che sfiorano E I rami poma la chioma. lancie diviso ha Che infami- i lutti. nemiche Micidiale le il petto guancie, affetto dolcezza promettea dentro cor col medio nostri sfilar la pensiero alle Gerusalemme, I frutti tantalee forate Il membra. nacque? Le Gallie, evo, sembra ne casa le E, volando pur di Da Non guerra dell'odio Misera rei, costei: regger la da a* e potente? de Se terra, giorni fragile E stile. placabil non Saggia fa gentile in Nacque ci mesta Parnasi lieti ciechi, tempi dolente Si poeta a' donna Costei, ai gesta, al Che nostri, le Tèma La al biechi l'istoria la A' Roma, di narrar e, paesi, dinanzi spezza. al alla Grecia fino venendo alle Gange, sacro ai una a giorni donne, nostre agli occhi antica, a schiera il l^erso di visioni meste finisce femminili; Tela Donne vi pinsi mi svolti Mie squallide Più larga, carità cui a che di soggetto lo dell'ode manzoniana; Felice Uberti è il solo lombardo movimento in liriche già scuola si infrangibile. tale, oriende' la usa frase la da non poeti il Tulio Arnaboldi, rimasto della letteratura Lombardia : l' abate s' accosta al Manzoni. forma è, alcuno. no, Dopo Giulio Ambrosoli, sia voto, de- fugace. Quando disse che cista classi- argomento il poeta ma lirica; tenacemente l' influsso è ma suggerisce, Alessandro della d' Bellotti, Francesco e questa patria avverti romantici; come in volo lirica qualche svólti i sono seguono, si serba moderni manzoniana, : piangete. tradizione domestico, Tadre pitture se il Massarani in o de quel fraseggiare quasi Appena trici, let- farete. accennati cori alle eppure, : pento componimenti soggetti rivolto e, leggiadre, Non La Nei 289 delicatamente: Trista, • P Ideale Massarani al estraneo popolare Pozzone Il niana manzo- nelle Massarani 19 rimane ne Massarani Tulio 290 classici, estraneo direi, laddove per istinti neir impero piò ma democratico. è eh' tanta, quando erudite ei chiarisce copiose, anch'esse sorgenti molto dir aduna, condensa coi Cosi quello come ove dice Schopenhauer, . . . . o queir il Marzo delle Spunta, Padrone donna e di nel suo varii limaneggia usa presi com- memoria. Sermoni^ dello consola che pianto; eterno Legnano^ delle sul Marzo, battaglie, e : ricordi il Marzo densi a : rivolte, rimembranze patrie arte poemetto delle mese Freme dell' il nostro del altro bene, verità, al pari tanta note con poco, letti suoi sente, pre- attinta scolpiti nella quest'arte, Eternamente e In versi, de' con scenze remini- d'erudizione suoi parecchi luoghi nemmeno suoi conosciute. bene, rimangono Massarani nell' opera disegni mal certi ; celarla ricche spesso del ; tamente schiet- più uomo versi, che, nei studii letteratura può non verseggia; della dottrina La egli sicuri aristocratici, legittimisti, v' ha politica non in di virtù per e pallor metri, la tutta viola è pensiero. nell' Odissea magistralmente, della preferendo Si in cantava ed diviso era in le Neir feste duravano isola delle biblico, è cui fede con del la credenza che gareggia cui par mi di le veder in rituali. Un si dona addio uccide, amerà al per non anche di e sue sempre senza dopo ; Ena, aver morto sestine, in persino del mi bra sem- la palpita all' ben l'uomo donna in l'isola quel;Ena le dice desolata, giurato ; vampe amore presto infine, prima Bellini. alle attorno s'abbandona che sarani Mas- quella meravigliosa d'amore diletto suo le con profetesse, Ena altri se monografia una eh' è la Norma dramma so la rassomiglianza lirica, primeggia le sacra. di mento componi- quei Druidi, (non Druidi scene questa primeggiano di il fremito druidica durano spiritismo. Il moderno bellezza d' udire divinazione Anche in gli Ebrei, al segue punti sui compone che aveva molti notato) punto ap- nozze. ultramondana 1' abbia ziali, nu- come presso visione una feste dell' Oriente Sene, delle le più giornate, in contrada qualche tutt'ora durante Palestina più giornate e Massarani Tulio 292 si eh' ella adoratissimo. l'Ideale Verso Si passa cielo sotto ai lettrice sia adunque, splendide formosità, e la scelta decisiva che lavorò pei sua Elena, ottenne per plasmare Candida le la il pie snello Mano su Tutto il corpo una s'aderge come Di monil, al antica Roma ideali infatti,Roma di ammirarle. gV antica^ straziare la fine e e le Pensiamo al e belle ai Frine; cinge tanta breve; o Sfinge. luminosità Grecia. patripa^ forme a servirgli viso ideali della Roma pende stu- tinge, roseo leonessa possiede ; pittore, dovea : palma, posar giudizio scegliere cinto, il fianco non artistici neve, le loro di Menelao in appena di non vince Quella gode gli orli fra corona che di eccoci la celebrata quali poteva sposa Ora il Crotone una il modello Tuna Questa di tutta fra piacimento di tare salu- Il famoso Zeusi. di della torna aspettano cittadini ragazze, suo che quadri spirito dell' opera. e gimento accor- i Vergini Crotoniati^ le fra lo contristato, la varietà per L' nell' alternare troppo felici più Grecia. sereni, perchè quadri anche alla : Massarani non donne a ridente più del foschi fortuna per 293 Ecco, la più gladiatori...Il quale che Massa- ad Tulio 294 rani ci cui nude carni che e dì impossibile rileggerla, confortiamoci nelle bene fa passiamo il d'uopo Romani e al del suo parte poeta e, della Il il quale trionfo, San lombardo. femminette alle il bandisce Nell'ultima verbo strofa, immortale. Mystères Per mo, Cristianesi- comprendere così di intitolata, Paolo San ai dell'indomito Cristianesimo deve echeggia sbarca lo ascoltano arride una gran strofe nelle Paolo elevazione È ferocie; queste linguaggio che dell' codesto inspirava. del epistole fame. in- raccapriccio. da canzone le ai Corinti. apostolo, il è Signore. ripassare dei la irto scopo su crepuscoli del senso tale presto nei Albe quello che Sue, sottili tutto era scena molli molti Massarani una nelle sui i ne a con Eugenio Passiamo, e che del gareggia peuple configgere arnese saffica ode supplizio sdraiate unicamente serviva schiave povere padrone, a ghiomo, L' du le divertivano del aghi quelle rammenta letti, si Massarani del Pozzuoli, a volentieri, dello speranza: spirito. la ranza spe- Verso Irene sulle può eguagliarla? orrendamente fa di col acclamata quasi finisce umiliante, in mortale; imperatrice degli coli' mortale per uomini. conocchia. L' Il Massarani Il delitto le E nel consumato poeta dagli stolti Giudipi ai Tedii lasciate mariti alle che di superba è di dagnarsi guafilar col po' lizzata.. idea- figliooscura si risolvevano in rapine fondo ; col T"io, passiamo Ah I povere del alle correvano alle di castellana. nell'abbandono e stragi più virtù. sue ora Concilio lei un . tutte adorata, Forse 1' ha ella obbligo obbligo il pane. con volte che nel santa una e a figlioribelle e zio Bisan- a amorosa, bando penosamente alla forte intrigante, temuta, ; astuta, Nicea, virile e sesso volte A barbara accecare persino del donna di il trono sale illuminata ninno che energia origine così lari singo- drammaturgo nessun umile mente con regna tipi più quella figura scene che, da ateniese 295 de' uno Perchè storia. riproduce tale è imperatrice della l'Ideale maniero crociate, poiché quelle in o lane casteldai meglio nuli' altro irruenti maree lultì» Massaram p$6 r d' armati slanciavano si che oriente, T verso . alcuni colla certo nel fede delle barbarie. nei a travolti i co' nudi Ma non piangevano elemosine, ballate tani lon- cari vano soccorre- Perchè del canto comincia col col amare nostro sorridere al lo nelle degli farsi affetti?.. amare?.,. Monna una lontano sposo paggio votarsi esse o autore, piangere pre sem- sciarpe come Potevano vicino. E' boli, tri- sempre; distribuivano ricamavano dovevano non polvere, sui vita, al deserto della ardue mura sospiravano ne romantiche all'aridità nella sempre, o le rasenti piedi sanguinanti. Nel loro perigliose; avventure salmeggiando castelli non pregavano pellegrini che, riarsi, famelici, piagati, passavano dei in pei oratorii giunte negli selvaggi sospiravano sale ; loro delle ben ma istinti abbandonate spose silenzii cupi mani Le gP tutti altri,e quanti altri, con pio, cuor pia e una sce finitire mar- consolata. Sorride basca una seducente, vaghissime Favorita che ballate ci del califfo^Aurora, risveglia orientali di i ricordi Victor delle Hugo, del d'orrore fremere preziosalettera delle una più delle al battezzati o in meditate munifico di è e non aiuti avrebbe Brillano, infine, parte eco del « che, degli sul Sant del grey Ebrei che, razione conside- le dolci libro » la venerane: (la serie antica) goldoniana, lombo Co- Cristoforo Notti del citamenti gl'in- senza l'America. scoperto le semiti. anti- moglie Angel, quale sotto sopratutto la rogo nipoti pro- furono La alta in è cupidigia per ricchezze. saliti Essa quei precursori degli perita gli : una nipoti o ufficii,esercitò alti in giudaismo, coorte perspicace e al loro presto ferocie Così delle numerosa erano e un' anche perseguitate, forme Ì8i vittima Cristianesimo, segreto atrocemente conversa^ con della quisizione In- condannata spiega meglio il destino di ritorno loro prima mi convertiti pretesto le vien fa ci Santa della cui figliuoleo magari di encendido torture Spagna, Il poeta infelice. '*2V^ Està le con in un' Carrèr: del Rlickert, rtdealk Verso " si chiude serenamente. * * L'orizzonte francese * si ottenebra: solcano i lampi il cielo della della luzione rivo- Francia. In Massarani Tulio •298 due elegante salotto, un sorelle, si confortano nella dell' aria qualche gentildonne, L'una musica. Gluck del Orfeo : due guisce ese- V altra ascolta. Lisa Le arpeggia. ecco in Salgono vista Tumide a larve amorose pupille, soavi. Saigon Ma le cadenze dall'urlo già la del la cui d' argento, ... Deh Occhi fa tue ridere sereni da a la dfSan vanni, Gio- pareti: di San vanni, Gio- Erodiade tastiera, in che quel La da Palestina Rider : crudele: pennel pende alto presagio. sovrano Eumenide e pia. o Tetro Resuscitata vedresti d'argento bacil sul Pallida, austera. Gli occhi Volger La socchiusi solenne profetante vèr' nel da le fonde Toccidua deserto Non quadro glauchi levar non Robespierre; recisa, pallida, austera, testa I . al dalle pende dal arriva, irrompe. Lisa, gli occhi o che bacile furibonda interrotte sono ecco incitato popolo fiumana levare, Gluck del occhiàje luce indarno Testa recisa. nel Massarani Tulio 300 invece dell'antenna ricordato quella della ludibrio il cadavere episodio il per il giorno terzo fianco fuori sparse e F della ormidabile, italiano deirammiraglio imbelle re ed dell'acqua crudele e andar stillanti, alzato, viso a vede al che il tutto « chiome con minaccioso lui, quasi a a Quale ? insepolto,, codesto Carme, egli penzolare vide che Minerva, ha non e loce ve- !... » 1»' Nella A canzone al rivolge quello di primo rivelato Tenca) ; che mare Enrico alle figurina di giovinetta un'emigrante, nel di porto per dalla Dove Passera che porge marittime d' ci povera Genova, lidi che remoti in patria, questo l'arancio è in campagnola ascolto alle Una fra ella poco cerca d' gentil un V incàuta seduzioni ; mentata addor- e corde di donerà abban- pane gatole ne- paese. sordi. fior, gli animi è dinanzi sorge forse, giustament in- e patetica mucchio un su Italia, nobile, al Aleardi. scalza, famelica momento un per di Carlo civile dimenticato lui da Crepuscolo città canto un rani Massa- ricorda che (il poeta all' Italia nel inspirarono il mare^ saluto un Heine ripensa e di fortuna contadinella del ricco cac- Verso datore di delle è è le (V di Sul vie tutte le sulla vita libertà inorridita quando fratello; Pro alle in e chiostro, ferocie straziante un' ci intermezzo dal viso sia sione vi- migelle da- a antica villa in le fugge ucciso le relle so- servili. agli orrori, al russo, d' un' illibata gentildonna senza re fonda con despota ignominie ha quanto mezzo vera, quella ne romana compie per scrive al talamo forza, e Clotario a penultimo serbata che utili aperto ricorda del d' di egli quanto che porta ma' ; s' incontrano convento sale opere immaginata, sanguinosi, da ivi, orando, e fede patria che schiava sa povertà squallida Massarani In vi in per che, figliuola del non Faust, nudi. si vede essendo Clotario, di hanno del monastica. Turingi, un Letizia poverette, T^ro russo. senza lastrico; piedini pia Radegonda, non che l'animo Quanto dei di pari elegia chiostri. Margherita freddo dai un' dell' assolutismo Londra, di è nei quelle spazzaturaje e il al componimenti, sulle vive una idilio puro un quartine di è alpe 301 convento pagina una Fiorellino due In passaggio. giovani, sepolte patria ed ì Ideale e vittima nome cospetto polacca, di : flagelli — risve- Tulio 302 in glia noi ' suscitò dei spietata 7^0 lo il delle poeta donna; del della vita attrici. al e suicidio. L'una è placarle per include si Morire?... ?.., gioje è non potrebbe le brace con contro tuosa, voluttitolo : moni i matri- così sconvenienti. alla pietoso compianto ricorda accenti poesie di Tommaso ove vuole dal spesso Sospiri^ tra, l'al- miserie, credere e dei sono vita; scena ; Ponte al caccia una soffitta quel poesie donne della umane suicida, nella delle la qui, le asfissiandosi convenienza, è il non oscillazioni : requisitoria severa una di le tutte Gioire come è e ultime due moderna alle sempre, soffitta. nella Massarani le le Anche nata flagellatada scene testimonio, ecco della piacere Dove volta. dell' O^mea pendolo Tulio il Morire?.., — più ancor desolanti le con fu è dei componimento quali come inerte, più d'una Gioire?.,, il e esprime d' inondazione rivelazioni la natura ci che indignazione orrende Ma tiranni; irrompe ora le con Siberia. in d' fremiti i il Kennan deportati Massarani si i fanciulla più penetranti Hood, dipinge specie una sui- l^erso cida ignota, un'annegata nezia; ricorda Medusa di Chi un' chi Morendo Grembo de tua che Scoscender di Ha Così dissea il Per gentil. il Massarani. della XIX, secolo dei che letteratura è come lieta a pace brace. queste suicidio finisce è figura il morbo una dominante l' Ocida. suidel definito, fra altro,il essere libro questo che, pessimismo suicidio mura? suicidi. da Anche può dura che per l'ultima rappresenta secolo e Men Col donna: Essa il secreto t'addusse che mamma ignoto dramma, queste a queto e tua che vita, tua dolce la a turbini, frale primo acute oscura, al nozze, salisti croce al lame modesto nel stanza, Attraverso Pace umane le accanto. di pesto o contro e casalinga, Tranquilla Via 1' affogata della battaglie, fiorir a vita la Ve* a combattute? E, aspettando Asil canale un suicida, le nata di in procella hai èri 303 Graf. narra in che Forse altra Arturo sa, Fior, la V Ideale da un ; europea l'ultima anela il nostro e al esala secolo non più, inspira e pessimismo, logica poeta I... Con del quale delle questa il pure, Ep- conseguenza. lenimento il poco piaghe sola O- dissea donna della la primeggia lire Croce da principesco eh' è di Allievo Milano, la a le ; diversa dell'anatomia aspetti maggior qui più volte. i tipi di i costumi, persino e gli diverse caste nei figure, Le menomi o in e edificii di di sono ciò che diverse superstiti dell' evita trattato e regioni : riprodotti architetture anch'essi si la che presentano vero, particolari.Le ha tanti italiani studiati, decorativi scrupolosa musei dal storicamente accessorii nudo, difficile,è perchè troppo allegramente tavole, con pose, pittorimoderni a pose com- L'artista !.„ 11 umana dei parte tante pie am- menti-di atteggia- per costumi. difficoltà,con un Parigi, a ventiquattro figure, di tipi,di affrontato di il Massarani Roma... dall' altra diversa gatura, riled' autore Vienna, a Odissea sua ; lusso Medici. de' Induno; esposte lusso con tanti riproduzione Caterina Domenico Napoli, a per una a storiche tele mila dodici- caratteri, nella nei superba appartenuto quali sottoscrittori, che carta, una le raccogliendo rossa, trecento nella beneficare a italiane, tra gli esemplari pubblicati furono libro egli giunse istituzioni quattordici pie 1' Massarani Tulio 304 duzione ripro- conserva antichità. ne' Verso Fra In i si della disegni ^oma di Fra : lastrico ; d' che composizione di Domenico della e fa Induno una serie derna mo- freddo Sul e al pensare alla e che colpi d'aghi a ^obespierrCj e preferisco: patrizia una supplicante) ; Gluck 305 antica, martoriare schiava povera serie (scena patripa compiace l'Ideale nello pen- di Carlo penna Dickens. Quest'opera doti di del ai d'Azeglio, esempio. per di nutriti che che fa sua bontà, così di passano scienza e tanti la alle in è vita magie un in è non pazienti; tutti Ma mezzo nobile cuore nella forte malvagità che, degni ai luce d'una alla mezzo coloro fra vivere ri- gentil pensiero degli altri, rara e classici. lo illumina Massarani i dolori proprii codarda pur Tulio poesia attenti magnanimo e degli Massimo in : Questa studir il lavoro sorregge purissima. buoni il comprenderanno alcuni lettori rare vedemmo che e in tutti ; richiede per lettori nostri proprie eran Cinquecento, tempi Massarani Tulio versatilità, quali italiani pane in afferma prodigi o no, della dell'arte. 90 i L'« eremita lungo dei quanti che fa di fu eterni », che fece simili ne quali ai ce ne ha lombrosiani lo : Guardate datarii del che dame ghigliottina, gl'insorti che ì volontari Garibaldi di uno sano recente tante onesta, schietto il tipo assalto pagine, del scritte un' neppure mai un italiana razza il sano morbo, cuore sua di che e la sana ombra pensiero fisofeula X^ Pio Caccianiga Antonio della dalla mando racco- i Viva gridavano I. intelletto, suo tottesca... quaran- salirono . è so studio) presenta speciali, caratteristiche. le non (ne nomìe Seicento, nerazione ge- generazione storica epoca la testa una 1823; vigorosi, porse la gli del vecchi fabbricherà ogni varcò Qiiarantotto gli scioperi. Egli Poiché tranquillo giugno dei uno il nel Treviso il 30 nato tempo, giovani a Saltore presso essendo oltant'anni, per Villa di Maseràda di comune e » sana: fino al fibra. In facile ed penna malinconia s'allontani laticcia; ma- da un Antonio 310 Lon^feltow della vita Mcrin. nel a é ICffli Antonio lo Salmo della Ulunqai yKtriéih del anche e che professore e superiore (Pautorc dcWHistoire mantenne sempre i libri suol la letteratura Cours e buon dei pur visse di lingua campi. tanto e italiana dal indù- politiqué) morato inna- perpetuo scrisse miglioramento trasparenti,che poix^lare messa in a diretta r"'conomie il cui della senso, d* economie italiano il operosa, commercio de per facili di dei e vritalìa, diede emanazione » l'apostolo Caccianiga, scuola vita lo instancabilmente scrittore Purijfi,profug:© Sii vita, quale americana grazia paesana; alla della j^iusto concetto Caccianiga arrichiscono Man- dal trono aoni, /a \Sv^\ il rimano ••?""#• hv\ Nv jK X uscita la riù succoso l:bro l'na 0^vvi,inì"^* òcì Nv o•»m;v.^^r* v,%M V^-»-* .'»'*C" ""**« w-ci'" ' « . » k^x. x*^*^* xvx««A * «x « "x^"' X X ,x X 'v" ^ «s -•• . .'«X ?». J» c:^ usd ^,x*x« .«j»» •- *.. in CiA-"" .-f e Xk hello r:ù e "NÌ:.-ìc^ne nova nel volta prima -•»??* "M".. un "C"^ " B "."'—'* «««..^ V Ideale Verso alla le vita nostre che ch'essa contadino prietariifra s'inchioda in d'una X) nel tante cose che e tale idea zione coli' ostinaè stata quanto d' distruttivi lotte: nei sostenere i riforma, di di calunniare d'ogni generoso comuni che » progetti, odio in sedicenti « invidiosi utili ogni di Gozzi e capitolo (il un anch'esso sono attraversare intendimenti, ha del parla campi » uomini vantaggiosa che campestre^ la dirittura devon ignoranti, maligni, danno pro- Vita Legouvè, si uomini. Quegli d'« dei tenace nella con quale parla lotte cogli già e terre menti tanto del rozza misure, lavorano; povere Caccianiga grazia del la a quelle mente entrarvi. c'insegna delle che mania, Antonio con la delle spartimento coloro e dissolventi più mezze conosce lo immagina ad effetti produce non pensiero; preda dell'agitazione voglia: poiché non il purifica sono campagne socialista tarda che campestre 311 in si studiano denigrare una gli assennati progresso tentativo tutt' i agricoltori, ». paesi e in Elementi civili del Antonio 312 mondo. Noi, Caccianiga Italia,ne in aggiungere altri, che avvelenano tutta quale è non un dì di rettitudine, loro terre macchine da spezzano. Il in fossero Discorsi: il suoi Leitmotiv la nelle Caccianiga Italia: in è uno Inghilterra che solo da La è stato dei campestre e che de' sulla sità neces- e diretto un vero che campi suoi È è non da pochi anni più di troviamo e il questo motiv LeitIl accorto. precursore che gentiluomini-campagnoli, vanta / ne armonioso poco ciò gettava s'affacciava campagnuoli. in altro, si insiste egoista, occupazioni pre- quando dell'interesse : loro nuir Vita prendere di lavoravano e eremita, un Caccianiga chi quali nella masse, necessità del i Machiavelli deve le con facilmente d' lavoratori per è capace cartella una in là Caccianiga, proprietario dei definiva soffrire. macchine sostituirsi Nicolò a di coloro che quasi sementi che bensi come più Almanacco "\\it\V buone r il campo andando non : le la ; la i quali considerarono parte, è dei proprietarii; gran finora rendita, cause, lavoratori come » è capace come buone di Pandolfini, Agnolo messer colpa, in classe malvagia « purtroppo, le guastano una no dobbiamo, qualche anche secolo fra e noi, Verso l'Ideale 313 . isolati, eccezioni, uccelli disseminati, ma paradiso, fenici arabe dell'agricoltura. « * La campagna. dei poeti, è 1' per essa, respiro. La dei che il limpido un' che manca Pindemonte che antica rosa la delle i e una ogni e il fior bufere é è conosce vino » schietta; tabernacoli, spica mense d'arancio le come cipressiche adorata, esaltata, il libro del Caccianiga al quale è è non il metro. del nel la è col : cori tempo nostro della cantore e specie d'Ippolito una quattro dei campi vita progresso e ferenza difdelle parti del giorno, è contemplativo; affetto un questa Malinconia^ delle Caccianiga è; invece, cammina la didascalico, poema campestri l'affetto per nel poiché Caccianiga Antonio Prose dei gli avelli, cantata; cui terra), colle lottano custodiscono di poeti, il giglio madre « della » campestre^ produce della ' querele quasi che sangue spose, Vita immortale, zolla religione quell'anima della autore d'oro, il lauro (questo di l'altare e la « tellus^ la sacra viva creatura delle ha Caccianiga Antonio del operoso vorrebbe in che ogni Antonio 314 lembo di italiana campagna della agricoli « rinchiusa... triste e è monaco un che della l'amor sarà un di eremita è è un Brera, del noia di del mondo di egli la altro i campi Caccianiga; qual virgiliano affetto,li liati Umi- degli che Un amava si definisce, preferisce il lana, Palermo, glio me- dovizie, stesso che ». tonio ; An- feconda indipendenza. Ippolito Nievo, indole lavorare tessevano Gancia pestri cam- da dell' ordine che operoso Prose' nasce eremita» « Il progresso. veder com' monaco dell' veneto, di vuol torni portati i Montecassino di » un della campane dalla che perché t ma lavoro, solitudine mediativo terra del nelle scrive nasce Caccianiga, la applicare scienza, nova Pindemonte, buon Caccianiga e o del vento con- suonò le scrittore col tutti timento sen- sanno Alessandro amasse Manzoni. Da che quella il Caccianiga e che tutt'i Per Villa sua Saltore, abita descrisse in da tanti un' anni, bozzetto, un villa antica che egli bellì, abserva os- progressi dell'agraria. arrivare alle scoperte e invenzioni d'oggi Antonio 3i6 infallibili,come riuscire possa che farfalla da ma ricca coordinate il II sono e le della quelle ancor (( Si della principe loro di io non ne' animali condotti. incolte, una Young Arturo in Francia il duca di Bouillon abbia Caractéres feroci, dal sole, attaccati una vedute incolle, lande, dipinge campagna, : Francia ancora terre la con E' agricoli per smuovono Francia milionarii, furono sono Labruyère certi sparsi e porta nella meglio e che desolante vedono abbrustoliti formare più grandi proprietariidella Il più letture, di note, squallide ^terre Soubise grandezza » frugano di ci viaggi traccie sole ogni fiore, su da rivoluzione.... suoi ne' i due di modo àtì proprietà cause^ deserti. è XVIII, che scriveva a in capitolo, che quantunque delle si libra fantasia, il libro. secolo risaputo che garbo, ma Il quarto dalla usciti loro co- libri di comporre non preparazione con volume^ del libri capricciosa una pretendono la difficoltà ignorano questi; come Caccianiga un quadro de l'homme: maschi e mine, fem- neri, lividi,tutti alla terra perseveranza che in- l^erso vincibile: e hanno umana ed in ritirano in tane e di Aubin chioma il fece un eden in il De scene Saint- vano dipinge- campestri il latte pastorelle quante canzonette che de- Corte : Trianon a da si vestiva delle storella pa- cascine sue cavalieri, trasformatisi pastorelli,per e Anche moda. pastori costruire ai eran sconsigliatesignore, tante e la sotto e, della favorite sa?j dame simili in artificiali ; per celebrarono Italia avemmo lungo la « gianeria, corti- tempo, bella pa- I.... » Un illustri la di distribuiva per stora delle delizie artificiali alle anch'essi le Antonietta, Maria noi (chi e d'acqua usavano Lancret, si notte, nero, pan si il Di elegantissime, scandali di Corte faccia una pittori di egloghe baci. libertinaggio si articolata, voce degli alberi, gl'istantifelici dai gli di Watteau, altri verde stava di uomini. vivono d'Arcadia numerati 317 piedi,mostrano sono nella E tanti e scene e e il E in effetto radici...» pastorali I specie una si levano quando rideaU vita altro capitolo è quello sugli italiani antichi campestre. Nell'imperversare e moderni ce che esempi di amarono » delle accademie, Cesare Bec- Antonio 3i8 scriveva caria ' utile al state. » Alla la con 1885, laddove in di circa due pace di Nella della Francia scrisse giano contessa sarebbe agraria cominciata nel costata 300000 lire, milioni. Villa V eremita Saltore, tutt' i suoi geniali lavori Savina cronache Ortensia^ ha Le del niscen^e vicende dello amico caro del e fece al suo niscen!{e dell'esilio e della quel titoli) le vita salotto : // bacio Villaggio quelle Remibuon tanto con Spirito folletto, il Milano, di armi prime nel (ilCaccianiga e narrano umoristico Radetzky tremarelle gustosi dei che giornale il j^ar niente delPesilio le umore trivi- ^ Il dolce il talento anche coserella qualche costata , Villa d'Italia Regno nuovo e è più fossero mai quante del Inchiesta nel tica poli- quest'accademia supplì di il governo 1877, finita più: di mancanza famosa d' economia d'agricoltura umano genere giorno un Elementi negli accademia una « Caccianiga '48 die editore raccontano tanti Redaelli. varii degli emigrati Ancelot, e dove nel che quale al torno ri- sopraccapi Le Remi- particolari italiani il funto de- a padrone rigi, Pa- di rldeale Verso i contro popolo, di poiché e otturarli piaceva al in versi che popolo a dovere Il Mosaenigò fuggi e da sempre per tuno opporche urlava questi più dei Dandolo^ Caccianiga il momento erano non dei fulminare a francese, la sotto credeva non nel i Veneziani figli dei Morosini^ schierati pronti il viaggiatore Ancelot monsieur ducale palazzo terribili versi austriaci i cannoni del loggia Perchè Veneziani. visti aveva declamava Venezia, da reduce casa, 319 degni Pesaro, il prese dei cappello; della quell'Arcadia Senna. A d'un Villa marito effusione è Saltore, egli scrisse d'affetto la ricca: di all'istituzione tutte; settimo una colta rara schiera come del francese delle per Caccianiga Carlo fanno è due divorzio Il signora francese, mogli Goldoni soli. pensare libri a cianiga Caccolei gio dell'egre- sensi, della dei ed Le la d'elogio sacramento. d'alti una povera, torna parecchi buone citarne del non signora una ebbero ne Daudet, in Era uomo. ciò lettere tutta coniugale e Le morta: letteratura del sposò tradusse I La letteratura più povera che moglie una a anche care uno letterati, Alfonso pagine squisito Antonio 320 di bozzetto Gustavo Droz, deirultima racconta profumo un Caccianiga La stanza è Saltore il di sentimento di lavoro studio delle in soffitta,alla quale su per (mi di e dotto, Balzac, La tanto peau buongustaio Gautier sue quei sale oggetti. chagrin^ de nare ador- Parigi dosi arrampican- la lusso Balzac. da vide); la aveva rajà gatti d'Angora rarità Poi arti sione vi- nato raffi- del un artistica più genere ma, bato addob- è rappresentato del curiosità tibolare pa- capolavoro d'ogni (l'adoratore delle abbellite a d'un Nel del grande doviziosamente innamorato Onorato famosi chi gabinetto era appassionato d'ogni era Il abitava dì iin nel rarissimi con ad sfarzo. soffitta, il visitatore trovarsi quella il Balzac si arrivava Villa a ideala sudicia, angusta, una raccontava nella entrato tale è humaine Comédie moglie; Caccianiga con dove mestizia. addobbata: autore su della di e del riccamente proprio Omelette, passeggiata possidente. Cominciò letterato una V venne eletto: Teofilo decorative) colle artistiche dalle code e con princi- f Ideale y^erso i pesche, sulle lavorano di a lasciata è Milano, il paia Per un nido Caccianiga e i colla dello tore scrit- mente artistico addobbato in tutto? sopra- che modo d'un riservato prefetto parrucchiere arricchito, d'un ?...." A sì. Ma forse forma, lui furono cultrici Antonio per beri al- ispiratorigli i cielo veneto, La in campi, quell'aura sulle gelsomini pensieri gentili de dei solenne pace del l'autore confina fiore, i rosaj, i raggi di sole; fu ispiratrice la spuntare o Morone, raccolto, squisitamente adornato?.. perfette della azzurro alla che via stanza intelligenze impressionabili, certe in in elegante, ricco, classe prima scrittori,invece, pareti. La nude semplicità gabinetto sultani, come Manzoni dal gabinetto un bensì fra necessario locale un Altri velluto. d'una povertà.,.,E di di benissimo studio non s' accoccolavano, quali poltrone 321 il blando mite spallieredelle scrittori simpatici che fa ville come vita campestre. ai Desidero che i sacerdote un nel affettuosa anche soldati i pace Quel due alto, in di valeva assai valeva Nato per nel virtù 1834 a apparteneva veneti alle educati letterature assiduo a da in e il studio la ; silenzio. rosa Pe- Leonardo austerità quando dottrina di famiglia cui nezia Ve- zia Vene- di della Portogruaro, quella di classicista quel purezza loso, angolettere licei nei esercitate classiche, fin profilo Quiriniana la per olocausto. insegnò giovani della nardo Leo- chiudendo dal che ad zioni, convin- sue un Mantova; bibliotecario devoto, più di virtù Monsignor tutta mite, quello delle magro, sguardo generazioni e fu Venezia sue seltant'anni, a che alto, prete dallo a vita le di nome a per ideali. disparve una morto nemici i d'opposti Perosa in che, costrinse 1904, lode il conoscano letterato, luglio 31 lettori alle sacerdoti delle grazie alimentavasi Repubblica di Ve- Un 326 nezia in temprava governanti,, Come Zanella, leggere nel palazzo dovrebbero deve forme grammaticali, caposaldo di in dal e odi Vicenza dal Foscolo, / e chris solo ben bella fama nella stessa lirico del e anco, nei seminarli sapere. Era il veneto voltò nel gentile Villaverla, Capparozzo, — e dei allievo nel dal dallo in Nato che dusse tra- Schiller latino e due Sepullevò nel diede patriottico abate Francesco minario se- Monti, De 1855; tendere, in- Veneto del corretta latinista. religioso più, per 1' anima latini versi Monza le Filippi, che L'edizione a latino, che conoscere pensiero, quale giorno un per Francesco del cate pubbli- dell'istruzione Carrér, dal Goethe, sepolcri. apparve al non ammiratissimi Parini, dal ogni si : sull'insegnamento studio formava di tenuto Lo ma stesso prose i ministri il sentire grandi padri, il che coltivato per sue discorso meditare. essere egli di Venezia classico; discorso la letteratura como quei preti,Gia- maestro delle suo ducale di uno volume Firenze, il a Veneto, nel insigne nel turi giovani patrizìi,fu- statisti. futuri giorno un i quello s'insegnasse, latina, disse può educatore Filippi in 1794, i tali na- seppe Giumori l^erso nel 1860 liceo (oggi anni. Cabianca, Ecco del i versi Quest'uom E di Virgilio ruvida A tempo un Perchè scorsa un cittadìn di era che pieno classici scuola. di Così Luigi sulle classico, offrendola Zanella dello dai stile. veneto, più l'abate nella voleva ammettere luce la del sua radio. * il e corretta Leonardo e e affilavano pietre eterne più attinse Perosa, la del linda. nuova minore de' nuova amico suo Capparozzo classici il culto della esuberanze Carrèr Giuseppe romantica grecista. romanticismo, le castigava abate strofa bollor Roma. Perosa; come * In altro non appariva e anche era il uomo eletto: Sparta un era idioma: core Filippi il buon verità una l'aspetto '1 dolce avea Latinista modestia, quato Tor- su poema Lacedemone fortissimo Corradini. Jacopo baci, di stelle,di fiori. di Francesco Latinista da Cabianca: di Sotto terina Ca- Santa ritratto d'un autore cantore e di liceo poetico un vicentino, Tasso, 327 Foscarini) insegnò più Marco meritò Egli cui nel Venezia, a ì*Ideale guace se- la gusto como Giagoria viper Un 328 tanti allo riguardi educatore lo Zanella, classicheggiante, fino po' duro, un quel legno legnoso; 1 pubblicò Poco Leonardo invincibile: spesso Il linguaggi^ forse di rimane, il pure Armonie ^tWt nel 1876, anch'essi prete amico la spessa : la nel poeta ne Venezia a non parlava nel Dio mi Pur un cor non consenta barlume, è non la è sente commosso. ruggir pioggia verno! dell'eterno il fredda, batte, flagellamura verno 1 — esclama vegliante: Ma la era Quando egli scroscia cor verno. d'in- poesia socialista,questo procella invernale tetti. Ma la serenità eh' uomo. inverno, burrascoso: riore infe- limpida moderatrice degli umili, d' di Paolo impeti d'affetto, disciplinati nobilissimo moda notte una mar e di ancor era e un'alba forza una tipica del forza In da dei sciolto, cesellato poetiche^apparse vivi noto poesia concetto, Tommaseo, dell'insieme, piace, come mente diligente- parola nel verso al è La dalla ritrosia per poco carme suo eleganza, gradita con quel ispirato Padova, al tema; Perosa, ma lavorato. Marzolo intagli in fini quali ma talvolta sembrar a gnità di- nella supera E fin lume che all'anima il Verso Non vincerammi Anzi chi Per E gelo, che, sonno e sanno amare poeta, rivolto da che al ai poveri, Aule tepenti Dite ! fra Fra il vi non alle po' stenti e lacrime, credere: sanno il e immemori o amici o quelli gelo ozio in soffici ignobile, lucenti e ; di e voi il quaVè natura quel e più del ? misero cuore peggiore?... Nel dal innalzata legislatrice, pose parti d'Italia. radici Veneto le e Arnaldo Berti Fusinato (morto mentre col Parini propaggini a in liriche, eccitanti carità, alla pietà, alla benevolenza Antonio di un tocchi, devoti, poesia moralista, dififusero: che godere aspri fortuna, piacer ingombro varie dalle capanne felici, prosegue: ai Fate potenza ai marosi, felici; che è loro sincerità, sgomento, sui smarrito, fra pur di e possono con dei Qual alla non dolor D'ogni le con blanditi voi Voi lagrime. ancora pericolo viandante al dal Sol altrui tenebre in travolti valanghe, La di naviganti montanari O delle accenderammi quell'ora ai vinti 329 • dolora. in pensa obblìo pensiero un f Ideale Buon parlava umana, si Operajo; nel Consi- Un 330 sui di comunale glio mendicanti pietà fior (Poveri Passa O la il irruente povere ! cuor beltà; vostra poesia socialista; forte amar di grido d'una la non che sa) doveva dalla dolore lodigiana, giovinetta Negri. Il Perosa soffriva madre povera folle si nobile Onde in altri. lagrime figlio;e quel pianto, il tuo E redento Il figlio tuo buon Una per amico Egli rei che sa qual dolce Si, bollente e mercede, vapori Né gli lascia La via Iddio? risponda non ha creta cuore, un di veder e lo circonda baldanza, giovami ancor desolata, pio?... quel è che madre o può ben si grida gli chiede, esser che Dio sospiri folli desiri suoi amante, Com' quei a a cuore da' madre Di degli : quel Ei dolori i struggeva del condotta conforta O le con lavoratrici le che lirica poveri, or più suo sui Ongaro il ricco compra precedettero A la d' prezzo emettere Dall' poveri ! le rime con verso ignorata a La Ada Venezia) ; Francesco di espansioni educatore nebbia gli avanza. profonda plasmata, la la Un 332 rultimo è primo. accento è l'ultimo verso Deh La e quei nevrosici hanno critica da considerava di chi? dei veri gioja ai Chi la sostanza, faceva ne di non Lo Con che spiegava il vrastenici ne- todo me- a' suoi giva rifug- e, perchè poeta, ammirare pensiero, le di intensa, il Pa?^adiso lezze bel- carattere, chiamavano quale più appariscenza; conosciuto aveva ai Leonardo Il Perosa fatua zienza pa- discostandosi Sanctis, era giovani. pedanti. il Perosa De la di che ancora ; con imparare generazione applicava sentimento, stile Ma poeti; ragione, rispetto che attento i sentiva ciò tutto irosi insegnano impone abbagliando. signoreggiava stero. mini- augusto dignitosa, del segnamento in- nelP stava pieno trionfo, lo ! calma Prima ottenesse dalla sorella !.., potevano questa tacitamente perciò di di ribelli. di storico Perosa la che ragazzi e e volte Perosa costante, di che il come soave: Penosa italiani magnifici stipendi Leonardo da sonetto ciel, dolce del molte (e primo; egli riguardava professori irritati del maggiore eh' il come del parlami forza I educatore pedante. la miseria tranquilla dì Dante 1 Verso occhi I suoi cielo in Il di lanciata P sottili dal positivista da (c spirito distruttore a quei generosi entusiasmi, « in a il a ed « ginazione « si « dire. a frutta, « altri preparino Senza o onesti ed dell' affetto all' Italia, l'elemento frutta e il il dell' interesse e più forti che nasce idee ; di e elevavano ne della critica dell' ima- generazioni voglio, morale, spirito infiammando gelo non sovente ; nell' età : caratteri carattere nobili giovani, portato noi tra dall' altra scettico che del quell'anno: classica quelle i nostri Abbiamo il calcolo vive; di nel istruzione informa sia parte, una tempi cuore. gli di spirito arido, pesante, tecnica, critica adunanza agosto 15 Non classico; nella pubblica del tiche cri- precisamente e morale V « tutt' altro. : l'acerba 1870, nella sia al sfera investigazioni suonava T)ella istruzione, di salisse egli sull'insegnamento Veneto Uno allora volgevano fulgore. lui, fin : 333 T ideale letto Istituto « in sue Zanella secondaria^ R. le per discorso suo « fra non di Giacomo critica anch' trascurava lui, per che fulgore Perosa, non si miti, buoni, ; sembrava sfera, P Ideale né l' ingegno vergogne. Napone una dal culto devo non Sen:{a non delle ^^ 334 « idee, che a lasciate Alle bada nelV odierno da idee parte dei insegnamento derise. anche o o perciò quelle in sommo sono » volta poeti (direte) qualche Ecco poco. maestro educatore d'uno si scienziato, Mole- positivismo, Jacopo schott. Il grande il i6 pronunciò onore, precise parole « Noi tutti « aridi « lettere « idee. « prendiamo di c( di metterli in « rime ci « in « correrci fatti, ma le c( pre mane « premura, in queste fra di loro di di e esau- noi. con Ed vediamo diventa Duilio, vita, cerchiamo e ricerca, noi un rileggervi della stanno che in pre- barca di cui va e e fiamme, inarrivabile la possiamo ; con e la tutta poi sem- l'albero; più smaglianti banderuole non di fiumana cui navicella sempre suo trasformarli a riesca rapporto innalzandosi « in accumulare di i fenomeni mira bastimento, vengono ci nella quel viaggio nave, giubilari appaghiamo quali relazioni una di Sapienza quale pronunciò aspiriamo Navigando le « nel feste vita : non con alla 1892 delle discorso, un della Circolazione dicembre occasione in Roma, della autore ce di- nave ri- la nostra raggiungere E yerso « quella « toccarlo, cc gredire, « biltà l'ideale. porta nave da ma l*Ideale delle Non la forza dell'albero aspirazioni nostre possiamo ci viene esso coll'altezza e 335 mai di prola cresce no- (i). » * famiglie, limava Il continuo petto. Un fu e come danno anche solo anche un la dal ottenere pensione. altro E lavoro; Milano, riuscì non briciolo un Nella vivere?... siamo non ». nazionale dovette età, in ricominciare affidarono Per Sandron, la la biblioteca gli amici dall'originale R. Se « lui 1902, miei tedesco pag. gnava inse- — riposano, egli dovette Moleschott, Traduzione egli, (devo giustamente insegnare, tanto come gli schott. a Governo lavoratori (i) Jacopo Venezia: dobbiamo dopo Eppure, molti di detto amava lasciarla; letteratura Fu bontà. magistrato più cattivi, lo la gracile che dovette poiché morale, rilevarlo) non ben da famiglia, una lui per Perosa. il struggeva tristissimo giorno, scuola la gli nelle e dell'infaticabile la salute parlare iscuola in continuo, L'insegnamento — di 304. di cui cercarsi vita. della Ricordi Elsa a tosamente PieFon- grafici, autobio- Patrizi. Mole^ Un 336 dazione Stampalia, istituita Querini Giovanni Querini, illustfi guerra. Fra adatto Era « Pio i lavori sul del talvolta scriveva lavoro al Nicolò lavoro così : : De//' giusto alcune ; lucide egli uomo noto ma pri- Firenze, il quale nel del parla intitolava dei alla il progressi maseo Il Tom- libro questo condotto che devoto, a di uno rebbe vor- dignità che ». anche florilegio poesie si andava questo il amava considera origine, accennare Piccolo oneste, dito all'eru- in Italia, L' autore « ebbe non succoso che civile, che lui melodramma il melodramma argute nati, ante- Tommaseo^, a veneto, del degli effetti dice Perosa edito estetico dell' abate proprio ad suoi maestro, ch'egli melodramma, Dizionario E' sir gran governo X, compianto dell'opera romantica. sinora de' patrizio * studio e di quel posto diceva tranquillo ;» Perosa. tradizioni prelature,nel nelle fcl liberalità con delle degno gnore, nella educatore in dialetto scintille, e spegnendo. di cercava che non di Veneta; veneziano ultime, Così, mai esatto un storia dissimulare aveva a e festevoli, fuoco di quel con le celie i fieri mali, gioito la festa yersa vita ; della quest'uomo l'Ideale che 337 col proprio faticóso . altrui silenaÌQsamente lavoro aveva questo invitto, magnifico credente., appassionato della adoratore Nazaret soccorso ; questo poesia maestro gentilezza ; questo, lui forse d' argento poco e cuor , che accetta, d'oro dolorosa d' con ogni frase chiamerei Maria di di rettitudine e a ori"jiitale, « ingegno ». 32 \ GIOVANNI VERGA Il agile Nel Ongaro. r Stornelli degli autore delicata novellista Percoto, queste Un mi di monacella una sua di mandare di abnegazione quelle materia; i eh' io Si fu fu giudizio della trattava primo il primo che nell* era Storia lavoro piacque. arte, prime dolore siffatta bagnai o afferrò mi T letta non e epistole, vivo, se con in quelle al deposi di maestra di lettere sulle vita siete gandomi pre- scambiate Pensai a- giudizio un e d*una che fogli, Erano amica. lettura le non certi : d' come proferire dipingono vecchio mio quello il che che stesso, Il vere. la poi fatti modo voi corona modi scritte pagine a ma meglio per ed compagna Caterina contenevano. siciliana, alla una fa e che istoria scriveva di anno scorrere, Roma, contessa gentile un volerli da valevano che consegnava dolente una Friuli, siciliano^ di sulla del un l' Dal- 1871, politici parole giovane spetto, del novembre fu Verga Francesco rivoluzione, della poeta del letterario padrino primo ultima, lacrime di proferito. così d\ del capinera. una giovane Leggendolo Non catanese; (prima nel- TIllustrazione molti di Popolare si occhi volontà in dolore, la che Suora, mi Verga vera, avveniva la fra le cui mura cacciatevi Prima della correva ri- Carrèr, del rata innamo- tinte, Una - (V in scoprivi qualche muore fine germe secolo nel di rete steri, mona- ragazze povere capinera, una raccoltina una Torino, a Gesualdo alla è parenti. un il non Eppure, d' altri a romanzo suoi avvelenata suonando romantica, teatrale, di autore vorrebbe quell'aborto, luce. Verga di romanzi Il nobile oggi nominare appena — una era peccatrice. nemmeno peccatrice città usciva T^on rinnegato a storia (e altrove), Milano avveniva Storia che Sicilia sua dai inserire fatto oMastro sentir del pensiero quella gemevano forza a novelle forti che quello che Nella quando XVIII, e Il monacella assicurava troppo. pur aveva contro la sincerità ballata d'una parla gridi suicida. e Il flebile una a Nei Diderot, ^ÌV Ildegonda del ^eligieuse volume) un incarcerata dell' artista. sincerità in làgrime. sentivi monastero, Grossi, la di quella fanciulla, un alla poi e riempirono di soccorso del Verga Giovanni 344 in da lui quello lavori. il che, La noforte, piapur l'Ideale Versa di rea la suscitava capinera diceva come » T vanni Gio- Don qualche imitato. ha provincra Mentre di tradita l'amante troppo, 3-15 pietà,una Eva^ Aleardi, bella « rivelava me. all'Italia glio di narratore fa, il che più. non rammenta nuovo romanzo via ruba, a un' era palesavano Eva usciva alle favorevoli italiana. Anton fra vele Giulio Barrili più giovani, i Donati fra il campo. potevano candide esser i lette, famiglia più riguardosa dalla boheme vita garibaldina; milanese ingolfato, mano ma d' amico Vittorio : era generoso novellistica Salvatore e di quest'ingegni* che a in usciva dalla usciva tendere per un ogni tuttavia era sceso sare Cecon Barrili, che s' non e tenevano pericolo, il rina Fa- Bersezio il Farina dove dove della senza venti spiravano novelle Le quelle su provetta. giovani, meno cese, fran- l' impostatura mano quando appunto Eva scuola taglio, una ? Andò laddove riverberavasi il dove animate, La stessa. più fine, ottenne siciliano giovane essa trentanni che successo, un sopra di gli imitatori, sorsero la racconto onore del contare i lettori fra il lieto e non pagine del Chi imitazione e doveva si caro mai la fratello 1 Giovanni 34^ d' armi, caduto nella portavano non era il greco del Ghislanzoni di Paolo de Kock scodella pareva tremavano : del dal un ma il gran : nella que, adunjE*»/^, i torcicolli ne i pubblico leggeva, e di questo ascoltati,il elegantegiovinotto, profilo aristocratico a non poteva intorno, vide mondo carbone Milano ; il moso fa- ritornava Sicilia. Eva sua nografia: por- — qualche mosca letteratura. aspetto, dal in della po', del un trombettieri quale, capitato oscuro non spigliatenovelle ardimento già Verga, serio Ma d' della giornali ripetevano, nome pronunciano le gettavano di latte parolacciadi : significato intinte della quello che poi una la appena- appena a con immondo — Il pubblico patriarcale. ancora gentiliche Tarchetti, la freschezza con di definire le dame sanno novella avvezzo convenuto cui al tempo, soffio d' onestà gioventù, un fu anzi Verga negletta isola appagarlo. Egli, che la vita gendosi vol- campestre nativa, presentava inesploratod'osservazioni, d'arte; un e Giovanni 34^ Eros^ ricordo, ancora e di alcuni avean le Una donna quei i vampe, si scene fine, ne) metà del la patetiche pari. volte una del e,... E mal appare ; il qui, le le eleganti. classi » classi lari, popo- l' dal- milanese, che vero visione passa, Il suscita Verga reale è ora uscì così Mastro nitido e tante rifatta tre tento malconda osservare don : fantasie sempre figli.Bisogna propri fu punto ap- graziosa ingrassarsi come Tigre in Verga: studiare coli' la ma palpiti umani. d' amore, finisce quali pentimenti che A romanzo. quali laboriose, sapienti correzioni, e rata innamo- languiva madamina « principessa) dall' autore. de' a cevano fa- principesco (la soprannominavano s' ammala sue fermarsi Tigre Reale, Primavera, incesso forse avevan ritornava in e, altre delicatamente del mesto T ultima e doveva non Primavera^ In fondo tura, ma- to. inesper- ma profilava libro, V azione parte la con giovane un che febbre. ripetizióne. Un' si infelice, Adele, nella della ripetevano, la perdonare amori quegli provocava bellezza, vivi, fossero se vaneggiamenti quarantenne Alcune E quasi personaggi, marmorea prima V'erga da quanti Gesualdo^ armonico 1 La Verso lezione prima nella di di lavoro da Tanto V ideale nel di i dal Egli lento, lavora corregge A "K a non Tigre Reale la risponder frenetica,che, sfuggire salvezza anelando è la : trova, ti di un a voglio rappresentato recando realtà vita, s' afferra che un corone Mentre un 1 Gli il il le » dalla alla convoglio mortuarie, nel Balzac. correzioni: quante volte 1 mina fem- tisi,sentendosi prima cui uomo ultimi Flaubert; quel tipo di tavola co' quali ferroviario, che passa i pubblico leggente di m'ormora tocchi, feretro, impressionano Impressioni poneva com- esclamava. », come è sorda limata rando, lavo- letto; schiva come valsero alla nello religiosamente altro materia vuole e cerca, ha che pericoloso non risponde e tentatori. per rifatto quanto si asteneva E' si tratta insegue ricorregge quasi e Tuttavia, « ha perfezione possibile. ciò caposcuola Zola. nulla lavoro sente, tutto Malavoglia, leggere parsa com- non soggetti, come scordare specialmente i fa i : d'un della concepire svilupparli,egli libro artista, che un raggiungere del bensì riveduto, pianta, Gesualdo Antologia, quasi quella con 349 don Mastro Usuava comune d'un di V Ideale ghirlandat in- lento più. lasciò an- Giovanni 350 che il alla luce, // è contento Egli da Marito finisce di Niente di lusso di quelle si sforzano Il che eh' tanti come della società risoluto parrebbe paterna Elena, di sposarsi : dalla che se madre che fugge non che, Egli la lo sua inganni Elena lo fa ; il sudar del gine compa- unico suo atto dalla V casa lui pur con quella fuga che uomo rizzo, indi- la volentieri a è senza rapire ragazza preparata. Elena, Il di vero digiuno indeboliscono quello più gaudenti volontà, moderna. della di scimmieggiare. di salda vina. ro- apparenze stomaco i e nella niente come marito senza sospinta ricca quelle vogliono esse il protagonista, energia, di lo con sorridere a che, miseria, fame; che creature, mondo, senza la borghese sembrar a nella non marito. fumi, di più tragico celano Verga famiglia una mandò Verga Il questo anela vanità, aristocratica, e il Elena. ricca denaro, smodata gran di riprodotto di 1882 di neppure ha povera nel che romanzo Verga è spinto scamente furbe- ha , la solo l'ama ama, sospetto freddo ; ma pre, sem- eh' ella V amo- l*Ideale Verso grinfondela non re fibra che lira,a copiareatti avvocateschi farlo di notte, altri,e deve della donnaccia serva, punzecchiaree Elena di ch'ella quellafemmina, di perchè le proprifalli. Il padre deve con lui. Avendo falsa del più cara; umile è fa il pajo idee un villaggio, splendedella marito di la coscienza bensì,in del che nuoti figliecon che della miseria nemmeno umile è la madre eglila le ha C clusionata più scon- creatura di Elena educate proprioerrore. madre una madre grandezza,non consapevole dei sa Eglicrede per sogno. 1 La agiatezza coraggio Elena, ex-cancelliere di della terra. Vede neir il sata più di qualcheme- borbonico, è la ? Neanche figlia ha non e perchèla salario, del governo che An- momento. sopportare ogni impertinenza deve di licenziare si lascia quale ogni a di conto per all'insaputa persino dalla avvilire Egli, glimanca. guadagnar qualche è costretto, per avvocato, 351 di luce Elena; la quale,poveretta,compie ogni sacrificio pelfiglio. Quella buona è è donna lo zio del galantuomo,che i 1 pesid'una commovente marito si famigliasenza assume di : movente com- cerdote Elena, sa- volonteroso gustarne le dol- Giovanni 352 Varii cezze. viziata ; altri ma tipi si coscienza in muovono di tutti son senza Verga quelParia flosce, creature ficiali, super- deplorevolmente ; creature moderne. Nel la di di e di di comico ritratto lei, è un nel di Elena compiere quel ritratto, « Così, ho di il comico loro un son son calme, sposi, per ; altre tragiche. Egli, avere vescia ro- che corron un'onda svanisce: dallo finti tutto sfacelo ricchi, e il volume. calme, lasci veder concitate al dendo cre- giustizia, inesorabilmente d' acqua, specchio naufrago emana circola miseria, pagine uno quegli dre pa- più figlia,non Ma di Il piagnucoloso più figliai» illusioni parsa scom- esclamando voglio che nitore ge- infligge casa. suprema non in disperazione; che in così ; io melanconia, della sua trova una del capolavoro. castigo che capitolo, (passeggere) nella flessa ri- volentieri s' accorge comico vede si primo piccolo persino di Il smanie quando è Elena chiameremmo Elena Elena di stagno. le rappresenta di marito che società similoro cui è // romanzo nel : delle dalla Certe come fondo le ultime : Verso l'Ideale 353 * * Tutta del quelle 1880) ha titolo è novelle ha Vita dei campi La sovrastano. volume; di serie una di ben più mostrato * Vita dei è più: il campi nel è non un Il Verga ritrasse menti senti- libro. un ma (apparsa quando potenza Verga; vergini,istinti selvaggi che quando dipinse ammanierata società una siciliano,dimostrava bozzetto esista inzuccherato vive e vi il sole aspra, che brucia. il del crudele. non può sua che comprende che bensì studio, bozzetto l'artista più campi non splorata ineidoneo ha si è del anche chiama di alla dal lui, che cifra, si maniera^ vero. a e dalla parola valore bozzetto Verga : liani, sici- crudo come sua davanti soffoca campi coscienzioso si campi che dei ritrae, ha dalla al nei : esagera esistono non polvere vita non spesso Giovanni j ci misurata, scolpisce e allo La artista inventare, frase la fra Verga Un ancora esistiti mai sono vita che quasi in Sicilia siciliano, il Verga. L' idillio n' è ito. Nei se ne una un come Nedda, sua laggiù come campestre, artista,e fosse ritrarla Melibei, vita una dall' per frolla. La e Nel raccolta, 33 Giovanni 354 condensa le efficaci sue bruscamente afferra espressivo, pare ciò che in molte altri parole. A Vita dei della Otto Lupa, che scrittori le di due dove la ritratto la brutalità in sepolte col suo vita delle orride, all' che non di d' piedi miniere dove un a padroni delle virili, dalle vittime, iìglia e Sicilia, mollezze fatuità; per Castelnuovo, Romagne, meno non la transizioni gante, ele- fibra, men letali, dalla uomo la ritratto rafforzarsi esser dove miseramente lotta, ha da la malpelo^ giovane colto, desiderato, sedurre pressione im- torvo infierisce, Enrico inferno. La lano, divinco- si in rena finiscono chiudersi, per lasciarsi dalla dei zetto boz- quel Rosso di cave che un' due della novella Nella romanzo di spasimi diversi, nelle poco argomento subisce cui non un un apparizione la se s'intitola che ; sa in citiamo non ignorate queir va per Chi con vita vittime tante sole ma esprimere diverse, il marito creature figlia? Il Verga ha dice sanno scolpita, a' spasimanti allora campi, dita. donna sceglie provarlo, profonda tipo non paginette scotta lo non artistico: scrittore: verità, brusca e di qualità la il soggetto scegliere Verga teria^ civetin una Giovanni 356 intimi Drammi è 84) d' magari ragazze un di malata, di notte, comincia e finisce marzo si plebea che, gente scherzare a violarle stanca le con ucciderle ed su campo. le Sempre buon in crudezze stesse il punto, bondaggio, altra la delicatezza. non dominanti sono della Storia scultoria secca, posto della frase a più è // d'esser a di poeta, mòri Vita e dei scuola per ch'egli idoleggia mai. Ha una assidua quel di genio del quel poeta non e. onesta fratello: inedito, compreso. per e sempre sorella, povera devota ammiratrice o della Un vero po- s' illude continuo questa il che rilevante elementare di frase lascia ragajp. : fumo pro- morbida più e cui plebe un La campi più accarezza platonici della quasi dei larga Maestro maestro ferocia capinera. una novella La pennelieggia. raccolta d' in' lui,signoreggia ritorna ; Ma Uaga- novelle per brutalità, la La diceva. preparava di nuovo si l Verga raccolta elemento, quasi un d' còl di e del che elegante gente eh' è o amare le viole (apparsi con misto un Verga pensieri quella non gazza ra- isposa anch'essa, è lei la lettrice il Tutta pubblico la vita di di yerso codesti nella La casuccia, sua di procurando inedito pudore. solo rimane riordina farsi egli medesimo, da scorgere platonicamente, innamorato sempre che non dal velata il maestro e muore, 357 svolge tacita, occulta, si studiosamente poveretta ta fratelli affettuosi miseria nella rideale alcuno, sempre poe- idealista. e # E i drammi Fra desunti coloro il forse ?... E, prova, lei gli forza a della dramma tre che in E Torino Cavalleria caposcuola, egli si trovò scrive qualche dicevano. di lo Si sentirlo provi matico dram- autore Vita dei campi, solo si mise che parve Cavalleria — e Eleonora lo affidò Duse. si avventurò rusticana^ egli a La al fuoco se ne alla una sticana ru- d'un nervi, tutto atto, il per fornirgli l'argomento scrisse, a Gli cosa 1 ripetere, illudersi. un creatrice, a non potesse — azione. eh' senza ma novella rusticana^ accidente. Perchè teatro ?.., Verga drammaturgo sanno per — novelle la Cavalleria che, dopo acclamarono pochi dalle tutto interpe- un sera stessa della ribalta stava lontano, Giovanni 35^ in altro un ato, bello teatro, fìasco; un a Si, fu il trionfo E ogni di r esito non che Mafiusi neir vedeva di già in quale si Torino, del teatro altri go rasse- andò ad nunciargli an- voleva non impossibile. trionfo un disposto, anzi grandissimo, gli pareva : e quando e il trionfo credere Verga ripetè continente. Ma fu ? trionfale Milano, a Il in e in lia, Sici- pubblico liano sici- perchè applaudito aveva succede. raramente ai volte tante palermitano Rizzotto, attore-autore Cavalleria Rusticana riverbero un quelli? vita La novità popolare siciliana, così le per nostre vendette linguaggio, quelle mortali e come un Ma tutto dopo fulmine, ciò non mano così efficacemente scene concise, quei cuori, e allora Volli a sarebbe Torino, scoppiano noi d'artista e scolpiti,con (era per il due gennaio assistere a rancore un lieto gagliardo, non avesse quelle condotte le mosse lenti vio- originalità. per ingegno un prestabilitee veloci, un' bastato ferrea quasi una che per se costumi, quel freddo, lungo un erano durevole, successo Quei scene. era espressa, passioni in tratti,quei tipi. del 1884) quelle che il mi recar- Verga l'Ideale Verso chiamava settima ripetizione di rigurgitava d' trattasse di alte ad studia in alto Mirabile sì e 1 Ella che le resta. e della disonore in giungeva d' avorio, pie a della singhiozzo. Creature, ghiozzano una febbre quella alla febbre madre le sorda. di con sua voce e, la Duse e — quelle nell' Quando di Turiddu del colore sfinite tadine con- non sin- bassa, fievole: accento, Santuzza per lore pal- nessun voce, Santuzza, come divora, il pallida,d'un Nella più: parlano del gioventù, una di angoscia nelP emaciata, dell'Etna. quel po' tutto gelosìa,.smarrì come mente dolorosa- sola, tradita, sprezzata, Santuzza, scena A mediocrità carattere ripone viso, la freschezza si che quest' attrice, di oscura quel ragazza nell'amore che richiedeva di Santuzza. parte 1' arte intuì di umano, vita nella ziente impa- basso. balzo, passò dalla gloria elegante popolare in arrivò qual perfezione alla adula si se popolare, che, spettacolo,lo : teatro come folla La elemento Duse la che, d'un spettatori, allo queir : Il lavoro. nuovo folla assistere domenica Era »• nuovissima. alla voci del ansiosi una mescolata era popolari scene « 359 pregarla senti ge si rivolin nome Giovanni 360 Verga *.» dei Lola gnà ama davanti là, alla chiesa la ella ; che Lola — lo Turiddu ha Sa delle T aria di piacere proprie il egli sentì suo salire rozzo che e ha ha dispeAlfio Alfio, glie levato, chi — può dalla espressa sfacciatamente « del con sistere? re- Duse alle donne, attrattive che cappello si paese, visto ricevuto tante bei abusa del che cose la vita corrotto. tistico, bersagliere, l'ar- piace vanità crede donne delle l' abbia questa », tore. conquista- virili. Lasciata della i fumi prava popolano cappello piumato teatrale farda, bef- ad da muore è Praga, militare, si direbbe giato scontra potenza. e Emilio direbbe egli si emunto, chi verità, semplicità nel non no, narra richiestane volto di strozzata voce Sotto tenta e brutta, poverissima, suo Tanta e è tradisce, e, col ripete, con traditole,'' amarla, quando — estremi^ gente, infine, Santuzza quando, rata la il figliò» rivale, bella, ricca, felice, lievemente mentr' lo deve non Lola; gnà di il le affronta piena che che vero raccolte disperazione, amarla con proprio quando, — fargli sentire deve è se ; della energìe di dirle di santi alle ; e, ragazze, ritornato superiore e nuove sorrisi. E il ha a tutti, viag- rovescio Verso 'dei 1 soldati del bersagliere De l'Ideale Celeste. il é Amicis; della 361 tovescio è Alfio Compar — del il ^. ^*vero meridionale, carabinieri. dèi da Parla stesso. se le saldare Rosea, è di r altre il e fronte si farà non giustizia ; è osserva spiccio nel le del di del che più — collocati gruppetti le bel si marito suo arricchirla. per tamente segre- Nulla altrui. intanto lontano gaudiosa. gioisce oro, predilezioni paese, suda popolana miseria alla macchiette, sono ; della tipo nemmeno giovanotto affatica egli straccarica grassa, manca ed poco egli sopruso: un rossi pennacchi partite. Lola Gnà e Fategli patirà. Offendetelo, lo ai superiore Le qua là. Ciò non ma che Giacinto la del popolo. Il viva vivo è pubblico è la sazio di Verga del minciava co- dela Moroso pittura il sentimento era il nel disse, fé' mirabilmente anime, Sicilia. Anche Gallina, popolare, di genio, si come moderna, Venezia la autentico Goldoni, svisceratore accorato per Nona del continuatore per Gallina, me costu- dell'onore aristocrazie nel ar- Giovanni 362 tificiali di e baronesse « alta Il conti società Emilio Zola fu fortunato di tante di in confrèrey et Au milieu qui m' me réconforte^ a quelques courage save!( des me que jours pour je oii continuer desidero che i^ di siderazione con- des et elle suis que peu besoin la a Jaitl volontés de main j'^ecris au littcraires, un fai ni* poignée prouvant amis écrite^ mon mauvaises votre 84 avril ni* ave^ vous encore, en questi e italiano: quel plaisir haines entourent pour Vous il y des che Verga testimonianza Médan^ lettre il Ma lettera scrittore borine ciò Zola; una vanni Gio- verità. francese. Emilio da Vorrebbe italiano teatro nel tentò allo moins detta così si è vestito. pubblicare qual giusta cher da convenzioni, alla nel quasi glielo confessa Quelle e diversamente consentaneo tentò Verga di nella il dramma spogliarlo procedesse più contesse rappresentati vissuti quali, invecchiando, che di ». vorrebbe : delle mai intende Verga altri marchesi e attori e ; sazio convenzione e autori Verga lutte. hypocondre de tout mon ; scene, gli autori di moda, sfondare il espressione, di teatro d' usare per e, energica ma tutti articoli, sprezzava acri in egli se triviale carta sua una di cercava pesta di colpi a A.. scopa Sappiamo figlio.Nella monde, e nel lo del il Dumas i persino fanciulli dicono tutti deciso del « che ferare, di sulla nel vuoto. dialogo. di che per alla ottenere verità, di un e della — le si è han Zola di del giungeva ag- leggi- aveva fatto vertito perlismo. natura- il sostituto 1' effetto trampolino Dumas distruggono Emilio tutt'al ha donne, spesso più possenti operai terra: come pure le ma del convertire, (concludeva) il collo vero commedie va tro- spirito deplorevole bisogno un de' Dumas, del del lo nelle predicare, uno di Dio che e ; principe gli uomini, » Demi- Zola ; che successo nel rigorosa dire a Alessandro Emilio fortunato Victor di no!({e^ facezie,quelle facezie la verità tutta verità costringono rovinato di Figlio naturale^ produzioni scena Visita notevole, analisi il teatro com'egli giudicò Dumas altre definì com'egli Ricordiamo Hugo. torce Verga Giovanni 364 più per scenico, si serve saltare Ferso il Sardou E fino ?... Erede vecchie le alla di è alle battere e ignorante, ravvivar e di e Religions et de Emilio Zola era Sembrava fischi co' è che di gli qui luogo combattuta Ci è basti nemmen urti per il inquieta il verso soleil: indomito tente. combat- piantassero più terreno. la rusticana questione appartiene bandita ritenerlo uri di di castigo. Ma decidere luogo tutto, le teatrale qui chiamava Zola créer lo dirsi dis- Hugo: duro suo Cavalleria all' arte veramente Zola. se allo infliggergli un tempra Dumas del folla Victor à terre, fondo, più fitto,nel Non di via... applaudire la la forza via rinnovar che di poteva chi di la ad Sardou a Religion volesse che non mani 1 Pareva ver pareva in le ripetesse Renonce, del briose vita, sua E - predicozzi presumeva tutto beffarda caricatura. sfavillanti caricature la folla, pronta la se ha indiavolato umane: di forza tutta agli appunto creature scenica arte non movimento un - non Figurarsi e V spinta vate rinno- ha Scribe, prestidigitazione ; egli fantocci, comica 365 dello ficelles,e movimento, ma l'Ideale da Emilio capolavoro. esaminare E le Giovanni 366 della cause caduta (scene milanesi) del dicembre il un'altra è l'altro : esempio Nunzio di dei ferini antico a a poco arriva è discrezione, passioni operajo : uomo. miniere delle arricchitosi creatura al- nuovo nell' covanti poco è mio; involata a alla sottommetterli a un'altra siciliane, il cui dall'uno di Milano, al tuo scene miscela Rametta, di lieto poco Dal ricchezza degl' istinti portineria Manzoni esito violenti torbida padroni, dura di In : del drammi, Nel /wpa (scene siciliane). con la zolfo, che novelle commedia serie agitatore altri al teatro 1903, La battaglia. due La e aSicaOò Verga di dalle desunti Verga, Verga spese propria viva. vera, * Eppure, tutto forse il in Verga parte ha eclissato lavoro: le braccia piede che dei i suoi disperate brutale e dei e i piegano che percorsp sualdo; Ge- vintL Malavoglia^ sono ha Mastro-don col / e marrà ri- opere romanzi, dei pensato s'intitola prefazione il vasto ciclo Malavoglia ciclo Nella dal vigorosamente coi di complesso questo « egli vinti che il capo sopravvegnenti, i traccia levano sotto vincitori il Verso che e la in Mastro Nei Mastro-don Quale da romanzo' così. da ad operai perchè nobili astuto lo e fa — e li da è non così intrigante, Trao per marito come coprire un capomastro, durante in i più lo seduce. — dal della trascorso L'idea un tado paren- facilmente soffiataglida lontano, quel credenzone, si ricerca : quando obbedito. ottenere idea egli dirige, affaticandosi, aderenze — infelice pubbliche sollecito e del di bracciante utili acquistare gli appalti lucrosi, ben borghese protagonista d' opere interviene : bestemmiando di sacchi, a affidati poter Mastrordon nel veggono condizione in arricchito. risparmiare pochi soldi, anche ingegnere di l'avidità pescatore; profondo imprenditore i denari lavori è popolano felice 1 II torilievi, al- bisogni potrebb'essere più Dall'umile e, per conta e non sale ; diviene — che soddisfatto nuovo l'umile il questo coloro a i per Gesualdo, -don Malavoglia, smentita l'uomo durata lotta » superbi contengono Gesualdo, Gesualdo, di che ferve denaro. rivare, d'ar- anch'essi sorpassati domani. saramio Malavoglia^ materiali: di 367 atBfeettati anch'essi, avidi d'oggi, Nei l'Ideale un Ma egli è che supporre signora di nico, cano- Bianca gioventù della Giovanni 368 di dall'obbligo miseria infine sposarla,e almeno dei uno Trao pressioni, gli allettamenti, formano rete, di 48, noi si vedono: d'appalti, a anch'ella lo campagna, i nobili lo di là, in la è l'arte nobili da di fuochi coU'abito l' infelicissim conoscere far sorridente la ricchita ar- massaia lo e e ingresso baronessa, in festeggia, data, superbi tempo quale il Verga poverissimi maestro. s'impadronisce quell' angusto al forza d'antica con codesti che e del loro schivano. Ferdinando) volta nuova accoglie L'evidenza, noto, a Una di suo dee titolata, dove Bianca.... uno : accanite baglior a fa il solenne nuovo, la società blasone, svolge quell'aria, aste Gesualdo, Mastro-don cappello mentre getto sog- Sicilia direi quelle a processione una bengala. fra assistiamo si della nella il Verga L'azione paesello un dalla quelle spettacolose processioni. Durante col del lei intrighi, le coglierlo quei luoghi, quasi quella gente, di in GÌ' per romanzo di rapire per 1 pagine meravigliose. del prima nel il seduttore liberare per ragazza, povera Verga dei e di altieri è Non tali la in un (don prima tipi;ma siciliano ambiente Borboni, rappresenta poco pettegolo Verso paesetto, : Non Don un' assumono ha bocca; eppure ha Tarla nella ha non tutti furie; d'un da pane in dosso mettersi alla soccorso di ogni sposa sorella. sua tutti tano mon- testardo, soffre de' Soltanto giano. grandeg- quel disgraziato,che soltanto casa lità origina- essi s'arrabattano, imbecille squallida mai. esce fiera mettersi arricchito, che vociano, sulle da rifiuta, sdegna muratore Tutti di aria abito un Ferdinando; quel 369 quella marmaglia, tutta su ì*Ideale egli Bianca donna e cui avi, da suoi tace e non sanno soffrire. Fra muliebri, più lavorati, più fini i caratteri della letteratura questa Bianca. contemporanea, Magrissima, tisi muta ereditaria, larva della Amerà dedizione soffrirà angoscia senza da rivederla. farsi lui, che Per di morte, scorgere sforzo sionata, appas- sitibonde la sua cinicamente, ma da impallidisce quale la illuderà inespertagiovinezza,e, abbandonata ne da .romanzo, anime che tiri. mar- insidiata con delle giovane delle il attraverso dolorosa. vita, il primo schiera pallida,debole, passa intiera di è Ella collocata va l'ombra, tacita, nel- alcuno, di sovrumano rimorso sì meno' nem- nel potrà 34 ella concedere che muratore, Il Verga parenti, per tutta Tha fatta racconta con scusa delitto; in come un i terrori... più dalla forza. non nel suo destino. dati uomo inevitabilmente ? dica con dell'azione, che i tali nel istinti tale questo e quella il crificio?.,, sa- fa indovifrenata sua lo tutto prescritto pare si voglie, questo. pulsioni, ri- disperazione? seguire ambiente, e di Verga l'autore che sposa istin tive l'arte naturalmente, delle tutto la Il — mettere com- tato incan- una a delle indovina stato Sembra rimane indovina ne di parola ribellioni non ne non posso, svolgimento tale chi chi che nare un una parola furie sulle neppur quale ziale, nu- malaugurio; allibita soffocate Ma sventurata. di perciò il venissero: inter- Gesualdo davanti una delle Non ma i nozze, notte Mastro-don sogno, lei ; neppur come nella Bianca quel marito, di carezze a rozzo -altra, non montasse davanti un coli' ritornello un quell'omaccio minacciando quelle a dì quel a moglie? malcreato, finestre beffardo cantasse vita sua o un le sotto la come una come come ì^erga Giovanni 37^ dica e da sibile: impasil messo succederà ne Una — . filo- Giovanni 372 sulla tempo desidera desolazione, all'affetto ultimo andar che e che lotta all' predomina e destra a ; è sostiene e ; ; non vuol è danaro circondano, lo pace; la terre con di ammalare : bassa ma omaggio chi non rabbia, anche lega per dei ne di è nuovi is mungerlo suo. gli non ch'egli sciano la- sino per- principii, le lo ha. Ma del del comandano gli cordoglio i medici gola nella sangue vogliono e gli disperderla assediano, soffocano, rivoluzione divida, in suo, avaro; stenti quali gettarla lo tutti... è vuole non dri. i la- contro non manca, a lotta una soccorrere sudore, fortuna sua Scoppia doveva quanto sa gnace pu- sempre. quindi lo davvero carattere lunga, rabbiosa, disperata quella venuto; Tutti una mai, Gesualdo impazzata primo sue protagonista, ricco, la 1) unico, marito (di quel implacabile altrui, egli costa naufraga fine, come l'avidità soccorre ma che, nella madre la — la che madre del Mastro-don E' E la permetteranno sostegno. più contro vedere marito Il carattere che a muore, del una le s'afferra, alla suo E' Non fronte. sua di nemmeno Verga 1 E paese più faranno s'ammala stringono che è pos- l^Ideak Verso Non sibile. basta vive, sua Le in agonizza dai scherno del che il per I tocca da grosse «A guadagno le 1 lo donna, trattava come amava umilmente, fedele. Ella lo la è padrone: è che il la come del goduto. egli scapolo strapazzo. sola ha eh' e una aveva ch'egli Diodata una negli lo bestia ultimi benefattore, suo che ti d'udir tranne sola, che, anche del che questo 1 Nulla seguiva ricordi vissuto ci sembra era da sei non giovane giorni infelici, si suo ; le qu^si l'ultimo amato, una arnese è te veramente quand'egli casa che in fondo serva, una in preso ha esaminano par te egli nito scher- cane, che che parole sibilare. Pover'uomo, Nessuno A ca- e cui con un muratore, destino: Sono » come livrea in camerieri mani sue miserando, solo, muore, e figlia è d'un'evidenza Tutto Il modo terribile. quasi la aristocratiche, sale quelle si dimenticheranno. non lermo, Pa- a l'ex-muratore vediamo infermo pomastro dove quel palazzo dove pagine, là portano quasi straniera, quasi ignota. lui a lo ancora: in proprio 373 non gli menta faccia. in Mi vero pareva quei tipi.E il Verga gentil li amico avesse mi copiati risponde dal con lettera una eccessiva nella è quale palese la Catania, ag tellanza « ve. la piacere con letteraria di don Mastro " altri « vazione « di lavori e ; no vero, cui è ma zione diretta zione logica immaginarli. « e c( che i « tati tali a è critico questo è, come finisca dei ho personaggi che segno siano miglior vivi sono a dirti soltanto « tutti quei tipi attorno a condizione « in che mi essenziale lode che tu ringrazio tutti c( cambio « augurii. se dentro o farne i tanto, dei dime^ tipireali Barbiera, caro migliori saluti accusa i suoi e Tuo G. Si Posso conosciuti aver me per por- farmi; possa veri. sembra a e immaginazione, sembrano e vero arte. Ti « d' artista l' illusione dal presi ci dedu- sei dare potuto l' osserva- avvenimenti che te, a dal nella degli e quali nell'opera la questa tipi dove fonda si e Se. anche arguto, e dire gli d'osser- direttamente Preso difficile pro- tutti frutto genere, fra- novelle dai mi Gesualdo ricordi. di a « 1904. antica nostra „ « aprile Barbiera, Ricordo « « benevolenza : Caro « Verga Giovanni 374 il Verga romanzi di stancare fossero, per i ti e ri- migliori aff.rao Verga i lettori ; come disgrazia, quelli l'Ideale Verso indigesti, benché, insopportabilmente Melchiorre un Quando si de Vogtlé Mastro e tali accenti da Gesualdo è del di sotto il lavoro ; verità anch'essi i si prono sco- psicologica Mastro compreso. Malavoglia recano ma giusta ? Gesualdo, è più poderoso / Verga, è conviene, come profonda tutto vuoti, di l'accusa ma don di l'animo averne ; leggere, sanno Malavoglia 375 gli il don più zioso preal stanno del colpo lice pol- possente. / racconti fine del fanno trama, d'Afre, capitano in pensare di delle riserva. dei Emilio E' lacrime Anche combats che in des chiamava Giovanni Verga, Flaubert, dallo d'artista con il quale Zola, arte la cima fervente coperta di Sotto neve. conjugale traccie de' suoi deriva propria, 1 Così nendole ammo- sicure il drammi. dal italiano, la suo sua di Balzac, dal nitidissime e come profondo quella con ma dame, personnages, quelli siciliano, nei soggetti. scrittore racconti, quei un'opera tutta le al giorno un V infedeltà che interieurs Zola proprie, entusiasmi mesti su qualche pagina Feuillet, il signoril romanziere, inebriava lavorati visioni o meglio calma, quale Etna natio ha GABRIELE IL CONCETTO D'ANNUNZIO " DELLA LAUS VIT^E „ nel vitce, apparso del cielo, del sospinto dal sì caro da il Dopo lord del si quale il poeta Non Fausto è laddove Sono l'^austo. crociata Tasso modelli sui sola e suscitarle Possono di li che nei e Armando; poemq; Manfredo si collegano è di prima la con dimenticato il Jacopo Cabianca; antichi, vibrazioni amare e alla meschini, degli fanno Italia, Giovanni di eco vicentino quelle del il mio che altri, troppo dimenticati lettori del degni cantava romantico-cristiana; Torquato d'una Grossi, di / Lombardi dimenticati del fioritura un' peggiate lam- Manfredo Grafie Manfredo appunto era all' trentino o il poemi le e mare rinnovano e ebbero Satana del cielo. del solo sempre continua, onde si Goethe limitarci tentò Prati del non che poeta, febbre alle luci le Jausto Per da pensa onde tutte Byron, nome. si degli eroi^ e del proprio genio, lui; alle a terra ricchezza perciò scrivere; della ideale àtìlt^ Laudi prima parte 1903; tnare^ la attestanti a d'Annunzio Gabriele 380 freddi, che e cati cal- troppo privi i scuotono seguire chi sa libri. essere scossi i lettori dalla Laus yerso vitoe di perchè della Gabriele concetto vita^ l'amore della un e che il concetto nella Un la poesia al ancora è vita seria, alta sereni le altri poeti, suo cosa, biamo lotte,dob- anglo-americano, in lata deso- per il delicato escluso. non fra Anche vittorie. alla diffusa cosi splende l'amore sorregge: l'Italia,il Longfellow, Concetto che potrebbero; lotta, delle affrontarne amarla; Tennyson le amò che dobbiamo eccellenza, Lo contrappose sue distruttiva, tempo, e che americano, liriche 381 d'Annunzio?.,. forte poeta nelle ì Ideale noi, Giacomo prete, un vibrato: Conchiglia fossile canta Se schiavi, Ancora E Zanella, lagrime se rinserra, la giovin terra! Eccèlsa, segreta Nel bujo Dio pose De' nobili Con Persino degli anni la affanni; brando e IsidCy apparsa con Sull'erta fatale Ascendi, mortale! la classica nel fiaccola. Giovanni il romantico libra méta 1878 ode in Prati onore (segnamene mando n^ìV Ar- d'Igea; la e data) 3Ò2 dolce, un ^Annunzio Gabriele deirEllade lume roseo visioni. E' dì riso un « in Antimaco, Patria nei Bacio di i d"*Eliade d'Amatunta di Alessandro » che stringe Astianatte; Manzoni della petto allude disperato il pianto cosi Morte altero « e ai classiche, delle quali la a saturnia Saffo. sandro Ales- Ad candido Don tornare a ritrovare e ben del presto alle tore Et- il bimbo conati primi ritornò Carducci e Andromaca nell'agone classicista, Giosuè di Pentecoste^ Scamandro, al i roseti agili strofe nelle il cantor dello margini è nella Paone invita, V Manzoni olezzano ; ed Il Prati basta. Larissa, pitocchi Frammenti vittima Non in bruna ; e Cefiso al dell'Olimpo^ gli Dei, Limosinando Citerà E il » nato pastor [profughi all'ora della ai d'Anacreonte? stelle margine come di greco d'Achille. che vero vanno ma Brindisi nappo gioconde tramontane ul- tra Canta Giove, È snello dal sbocciato sembra non Lo accoglie bandonato. ab- tradizioni tellus è cosi l^erso che pregna, veder basta antiche solitario, il strofe pariniana di fra fed«, Boito, Arrigo (il grande fistofele. è Il ellenico antico. nel poema poste della a quale canto; moderna forza che l'oro che al il Così primo, vince; opprime. due sereno, torbido, la suo Gabriele risoluta, dell'ideale il ritorno risuona ne poema del mito con la s'innestano ne religiose cosi voce fanno Me- suo dì pari le evocazioni e l'uno ; l'altro Nel e nel Poesie con Tutto contrasti. nel nelle Goethe del Elena evoca irruente riscontro vita . nessuno, così fa ne d'Ercole. statua il modello domandò estesa, rava sospi- ellenici: una seguendo Ma in Arnaboldi, miti per Rapisardi d'Annunzio, il Vode pagano), pagana così ai poeta sinceramente tersità, per Qualche faville. greco, altro, martello di Alessandro milanese all'ideale 3^3 colpo un le sprizzare l* Ideale sono realtà risaltare mondi s'intravvedono eroico, lealmente subdolo, bellezza nell'altro, celatamente che la fame ; denti stri- lento vio- dele. cru- risplende, dell'oro, la e Gabriele 384 d'Annunzio ¥ * Nel del principio italo-greco, Ugo ellenico antico, nei e, nella ; giovanile, più, tragedia quel immaginate deità la terra; la doni; agli la vita cui il che così Zacinto, e, è nel Raffaello Galileo Baviera, d'Italia la e bel ad Montpellier; dove e — d'Urbino il pittore Fabre lasciamo le amanti ia bellissima fatali? occhi così di viceré Beauharnais, ; così grandi »^ Augusta della « mita ro- monaca Foscolo, specialmente l'immagine dai anco clavicembalo; Amalia Eugenio Napoleone la il fabro principessa sposa per il « nella Canova, Antonio suona e incliti Venere così consacrato; chiostro cielo Grafie,,mesce Così, ricorda lui da dispensano esse adorò nelle il e, più ricevono doni quei nel evoca fra quale quel Tieste^ Grai^ie intermedie Foscolo carme nelle cielo, dal moderna. mensa im- già come Grape, Le Ugo uomini. di alfieriano mondo: dove terra, nativa sua il — visioni Ajace, de ampiamente mondo il Sepolcri^ insuperata, immortali frammenti sommo idoleggiò fremebondo, nei un scorso, Foscolo, lirica,ebbe mondo secolo di del Bignami, » Gabriele Anche vitce figure suoi vivi moderne antichissime; d' idee frammenti nei dorate nel assumono il mentre squarci ch'egli de' suoi è tutto un cavalli il quella della in tutte cui lavoro dall'ardore affresco un forma una strofe sue pajon volta tal- volanti. d'Annunzio cantico vita della universale, appariscano le opere della dovrebbero manifestatomi concetto un e adopera quelle forme culto, dal mulino; suadente musica dall'autore, rilievo; negli lirici e e, pittrice, d'Annunzio di secondo le descrittivi di Gabriele Laudi essere, diffonde Zacinto melodia una gruppi un d'annunziano scolo, Fo- definisce: scultoria, serrata; tutte poema inni tre divino, Gabriele corde Grai^ie dì Ugo di sommo Armoniosa Le delle più voluto, più forte, più squillante; rilievo onde notiamo ma, trapassi, nuvole i e Laus affetti figure mitiche; a memorie nel unisce d'Annunzio associazioni le che a 385 V Ideale Ferso fornace in cui degno ricevano umane miniera in ex a che quello del liquefa il bronzo della diversa Adunque, corona. E' vita. da perciò quella morboso attenua E umana. fresco », per Piacere^ che « dignità di come Manzoni, dello canta, perchè tore spirito nell'auil come il Leopardi, * « è, quindi, in 11 poema è colorito adoperare la civiltà lo escludente dolore è un ellenica,al cui un il ritorno degli umili/. Maria è se tendere d'income nella un'Immagine conforto di un poeta sospira, persino, pagana, dolorosissima, modo antico modo vuole, offendendo adorazione sonale; per- spiriti programma, parola, d'un poi e altri dove viaggio, la lirica di un'autobiografia, vita, ch'è chiama, cristiana di specchiarsi; permesso forma monologo, un giornale possono e la e Risorgimento. suo la sfibrante piacere col ben antecedenti rallegrarcene dirla eroica visione; persino distrugge risurrezione una del il : vere rice- visione una pagine dove dobbiamo evento segna e devono questa sana d'altre abruzzese, poeta lavoratori umili gli oscuri, la loro ciò dell'eroe, alla seminagione la statua per anche del d'Annunzio Gabriele 386 ineffabile Nazareth. al il semidio Ulisse, a le sventure; d'Africa ce Ulisse, che la Ulisse è l'inno alla è necessario nel celebre di II, quando indisse Guglielnio di adorna d'una di di terra fronde Gabriele fronde la e Laus est lottare ; di Pompeo, e classiche, classica, ci adorniamo » è non cessario ne- mentata ram- ripetuta Germania, questo cima necesse della tedesco, laddove un mo Gugliel- il rifiorimento II : vitce in reca non Plutarco, dall'imperatore Itaca a Zacinto A onde frase stento Ulisse. est; vivere vite sulle volta a fìne alla Itaca navigare, quindi nelle giorno salvandosi sonetto navigazione; vivere; all'isola un'altra navigatore; necesse lottò anni naufragò ancora e petrosa sua il gran Navigare dieci riparandosi e ritorna dunque Ciclopi; naufragò naufragò e il Foscolo Baciò è ; tavola, ; onde sua per navi, compagni, perdendo una che all'isola dei Calipso, coste su d'Omero, Ulisse insegnare: contro di d'Annunzio Gabriele 388 vigazione; na- che noi, figli ahimè spesso, si I tedesche. d'Annunzio viaggiò (come un dì il Pindemonte) una nave di uno nei Verso ì Ideale mari della questi, Guido americana, resta un'elegia ch'è dei al e il Boggiani, i bastoni il quale è mito, poeta nell'/n/erno, nel che e E degli Gabriele I del j nuta vizii e, Dante potrebbe colloca il canto adopera in Ulìssidi egli navigatori tesa Chi nel e si ricorda diso, Para- Ulisse « non che, cor- ideale di cui afferrare giustamente, dantesca. E patronimico il povero come in bene può terzina nome re « fiamma rammenta non la con hanno, un che valore. la d'Annunzio, chiama a Ulisse, aggiungersi, parlante, quel luogo che alle con ricorda àAVInferno del del e comincia e mezzo : umani Ulisse. XXVI il concetto l'anima » gio. omag- esperto d'Annunzio Mediterraneo » mondo consacra Dante Purgatorio egli rappresenta del in fo- una mesto e quale del mente atroce- in lui,il semidio quell'Ulisse giganteggia; così selvaggi giusta esaltazione, del vane geniale gio- finì E, nel felice viaggio di mare, memorie, compagni: tre con pittor-esploratore, che sotto in Grecia; viaggiò insieme vela, a 389 scoperta i Boggiani^ e di lotta. Gabriele 390 Ma che il annuncia La bellezza come ai E eleva il poeta ecco portento È npo. una rica, li- : sopita si ridesta sereni. bellezza questa Vannu mondo del di d'Annunzio l'ideale è antico. greco Poiché la menti che Un certi in versi è al » febbrile, éppur Pieno d'entusiasmo. era ! morto larghi orchestrali, crescenti il Sole Pan « : lirico movimento come e gridò voce il sommo; si largo, espande il era giorno, Sole, il puro occhio E lo tutto che il silenzio dalle e le onde dei delle rossi fermi messi genuflessi d'argilla proni i vasi alle simile fronti fatica, dai presso le mani, nella carri fuoco suo stirpi, i mietitori terribili,e tramandati e al l'acqua trasuda, madide cose. piani consacrate falci le tutto offerendo l'adorava tutte adorava: e altrici vede padri nella aspettanti il la bica. forma peso immortale, cereale in l'Ideale Verso dei schiuma grandi La il dei in " dal eterni; appresi ad aperto sentiti più ma con assorbirne Pan foglia, le le Tutte acque, non Pan le rupi, è morto i fuochi, le selve, fiori,le belve. i ! „ sola il capelli, e i miei tremarono una : ! morto vene, creature favilla, sotto solare Mare „ mie Pan come Il gran è del radici alle parola non le Il gran cieli la risonò messi, profondo. dei culmine Il gran Tutte ** al infiniti, l'abondanza i cieli il Mar Tremarono le classici nezza pie- mediterranea, di miti predisposto e me piani, balenò, ** luce gran ebbra poesia: Erano E e sostanza. questa popolato mare animo mia la era s'intende e libri nei un preghiere profondo. nella del amore le e crudele, infiniti,Tabondanza cieli poeta; vita cospetto la i me piani, il Mar di da Sole del in Così sferza criniere le silenzio, luce, forza, desio, sostanza dei la sotto e l'opra antica. era Erano seguaci, quel furore, di su Tutto femmine furibondi cavalli la e delle chiome le e 391 lampo non è come goccia, e come il tuono morto una una sola sola della parola. voce vivente ! „ le creature udirono la I Gabriele 392 Ma gli non umiliò Ed la io le ch'io solo, E l'Eterna Canta e l'udii muto. son l'ombra cui d'una croce fronte. io, che creature uomini d'Annunzio stetti il dio mi tremanti le con " disse O : canti, che tu fonte. laudi mie O rinascessi. ch'io Parvemi eterne.,, Morte, Vita, o morissi Eternità! o E Canterò, Signore. Donde di cui le Laudi: da delle per Il metro vita; ai e Fati^ è consacrato delle ricordi delle notti una folla di nave. E Itaca. le parole risvegli,delle donne, Certo Ulisse, Né Ulisse, la (si suppone) Dante che poiché fa dolcezza dire del nave al a degli ; la vita di sensazioni ancora gioje d'Afrodite; doni dei d'estate, ; delle passate, prove rimembranze, Telemaco di dei vita, laude alla Invocazione cambia. agi, e che e *Plejadi, costellazione eccellenza, gioite, dei sonni, della versi, », il poema. appunto alla alle e universale figliuolod'Atlante, Maja, Maja; a 8400 conta parte, Plejadi; marinesca il canto donde la. prima sMntitola una dissi: è con al figlio.... cospetto ricorrono poeta Ulisse lope Pene- : P Ideale Verso assalto E che quel con le qui seguono filiale tre della fraterno. visioni pufe madre e d' affetto versi e al perchè segue; memorie 393 poeta fanno delle sorelle. ; soave Quelle un fumo pro- sorelle tre sono : della madre .... ridente, sostegno sorelle, di e nel voi me madre Mare. confessa nell' invitta emerge madri altre nel dolore 1... A del canto filiale. Noi l'affetto del Qual per e E a te gloriosa tu, che fenduta sarò in patire madre o dai dell'immenso sacro; ! rimani nelle ferrea sua del l'amiamo te immota costringer in e un lei, benedetta, per resistere, come ignote figlio. sono, la contrito; è umile, quante fortuna tetto guardando il fratello morale, La Ah! nidi TAdriatico loro, pure, inferiorità dal forse, di verso a obliai; vi favellate vespero arguto E io non dolci mie o zona fulmini, mondo braccia tue la casa il soffio propria tente. peniforza. pari tocca tissime forla verso attra- Gabriele 394 in sentirai vorticoso me saprai,pur ; e gloria la Vergine in quello che ignoto nel sta il poeta E profondo .... invoca redivivo il a delicato che Solitaria, Dolorosa, O Paziente. preso Lo degl'inni Pindaro da da conoscono narca mo- tutti.... per il nome: per da il genio.E' poeta capirsiper troppo lo allontanano nei lirici, trapassi lo imita famosi sembrano salti isolati in hanno nesso antica da noi. — che pindarici, aria; eppure si ode lusioni, le al- negliarditissimi voli come celato, della più principio tessalo '* „. Gabriele d'Annunzio un altitonante questo eh' eglichiama arduo tradursi, che vitce^ poeta mi dichiarò d' aver è conosciuto pochissimilo arduo grandioso e stesso modello a : è un' eccezione nel Laiis ritrae dal genere di Pindaro. 1)così pagano O » la delle litanie della (oh,ricordo canta un capo della maclre sul O Ma tutto terrore, e senza mi d'Annunzio può di vincitore giovinetto Ippocle, talvolta vedere nel Pindaro al alla corsa; Gabriele 39^ da pita, d'Annunzio millenaria sembrar ; foltissimi con capelli bianchi, di crinita il poeta Ebbene, le poeta il d'Alessandro eroe Elena di l' immagine e ; timo l'ul- suppone dopo e di lui, notti per notti, e il sangue tra di centurioni dai dai manomessa l' incendio, e Roma: servi, mercenarii dai di Ida, fantasìa polluta .... è nella ch'egli Macedone, possessore è Elena dell' immagini serva, vecchia, decrepita ; solleva che figurazione questa, del "iueir abbietta in vede, diventata d' Omero r Elena canizie. grande ladroni, dagli dai fuggiaschi, dai cidi, omi- profanatori tombe; calpestata Chi troverebbe alle Porte iddii... Nella e polvere in costei diva, che di dall' incesso in e in Laus così potente. alle tante dei bellissima, l' Elena i vegliardi un giorno, Tramonto Scee, ammiravano?... di fango. di dee. vitce Ed è miti non una v' ha altra metamorfosi ellenici; dove figurazione consentanea vediamo le l'Ideale yerso figliuole dell' cinquanta Cipro Scilla cambia d' Ulisse in Passano e gli ora Felice che EUeni dopo Olimpia, a il che compagni via. via e i e di re ; Circe alcioni marino, lupi, Cavallotti agile, in mostro orsi, in Alcibiade, di in Ciniro incestuoso Giove da tramutate 397 a Pericle, dimenticato dramma torna (appassionato ellenista) riE snello. Erodoto, passa quel e Pindaro, flammeo pari moltitudine li solo del monte, un cielo sommo a invoca. nel i vocativi al vitce, eh' è Laus vocativo. ansioso ; così Inni. degli monarca sovrabbondano cari, vampa, solo, lo incalzante, al eoa, aquila il il d'Annunzio avevano dei dell* più I vocativi tutto porpora inestinguibile a nella E di : così cielo Gli antichi le palme saliva il devano ten- fumo sacrificii. » Dalla pagina nella di ottantesima ellenica visione luce, finché all' " in ; avanti quasi in e' immergiamo un nimbo apparizione apollinea un „ Gabriele 398 silenzio sacro attonite procombe Cadde il vento. èramo senza alla Sospeso di Quale Noi tutti meraviglia. gran sul il Giorno era tacevano le con cose sospetto un oppressione, quest' vivo era O Qual Qual Coro come che delle meriggi, Alla di ci de' il principio Sirene di mare! canto? suo Parche Muse? procede o volontà ? Il silenzio le voci sovrumane. sovviene quali dei agevolmente il canta Primavera le strofe canto suo il silenzio segue meriggi, ! respiro al di o il del echi traeva o Meriggio chiuso avea coro Tiadi era qui apollinea, negli dare per 1... veggente. e coro remoto ultima solo tregua di nostro eternità. L' occhio Tutte restano parola, Tutte capo. sacri anime le e : fissi E d'Annunzio visitati che o dai Leopardi delle favole numi, parlan del dai fuoco mìstici nella zone can- antiche; silvani.... delfico, * l'Ideale Ferso delle Castalidi, delle Oceanine, d'immagini, l'attesa della Poesia nelle moltitudini palpitava come r innumerevole del desio le con di larva in Non quelle pratico dei che ridenti di superbi della sole di a apparisce di Maratona al guerresche. egli il clamor persona, cuore ; è la anche bisogno dire, di mare escla- » quelle di dove Ugo Gabriele guerre; il balenio e le altre d'Annunzio ode Che- i versi Foscolo àncora, e campi ricorda battaglia) descrive ; dei Platea, di Ognuno navigante, delle di è ma » un patria! combattenti greci, notte, par visioni, peraltro. Anche Sepolcri, là campi suo quel vagabondare in Mantinèa, Leuctra.... dei « è Qui guerra; di dell'onda. bisogno un battaglie ronéa, il « della labbra il poeta Grecia: le s'alza che larva, che in il suo; irruente delle mille traboccante urna riso marino si diffonde Troppo bagliore uri sono questa: come E un' 399 (ben i fantasmi nell'orror degli elmi gorie fantasmaode pur w Gabritle 400 — : ---* P il lo e, d'Annunzio dei scherno amebeo della e di la siamo ecco il sotto Ma ferro. pianto di si il via galoppo tocchi vi cuore vergini, vagito pargoli, ululo di madri !.... — I vincitori: — le Le nel soffocheremo nostro Sul robusto. amplesso molli vergini vostre marmo ginecei violati dei i sbatterono pargoli vostri cuccioli come — I vinti: — Ah, a' telai che sorelle avete non vi il ritorno? aspettando soavi vesti tessano I vincitori: — che Già corse il Messo. gittano sciamano spole le — la e Ora elle Ed vincemmo. — strage canto tano lamen- feroci. spietati, rispondono palpitante di il • Ecco, — : i vinti dove guerra; i vincitori I vinti: vincitori effetto, gli sgorga indovinato con yinti dei lagno annunzia infiammate Sien e grandi le prede '?.. l^erso l*ideale, Tutto dò orribile;, ma è che del neìV Iliade; si pensi dèi cadavere inascoltata si vinto alla al pensi vincitori La quelli delle d'aUre d' la tare; Àjace sull'al- da diritto oppressivodel di guerre guerre, derne. mo- lagrimevoli di meno volta una ritto di- offre,nelle l'esistenza non guerre Achille fa conquista; meno città,sterminii vaste di d'oggi per lotta pensi allo:l5trazio vergine Cassandra, diritto non ma 401 ^ Ettore profetessa,violata sanguinoso; dei si ' ; di inondate sangue. E qui appunto sorge fra l'antico il e moderno, città fatti,coi le a con' città terribili le loro le loro Sistina descritte piaghe chiama la vanta » rabida coi lampade* elettriche,con Roma Ma gente con copertidi muri « con che moderne, Sistina un'altra il volo invocazione dai alle volti dis- lebbra Sono ». tramvai, le loro gini, cali- s^ozzure. e di passa loro trasti con- alludevo cui d'Annunzio poc'anzi:qui, Gabriele grandi degli stridenti uno del poeta; Michelangelo; si sferra dal Roma e alla cuor del poeta: 96 d'Annunzio Gabriele 402 O rifugio più Sistina, solitario che le ove l'aquile altitudine la per e di di del in te novelli verso di e ritrovai miei della formidabile quel Male, potenza disperato E sale; carnale degli spiriti di chi immortale; rapimento cieli nido; violenza dolore sublimità gloria, fratelli, vittoria. i allora nati proprii V spirito il della del grido umanità e grido del un pare efficacia,luce di che dera consi- il dolore. Vibra poeta, traviamenti antichissimo È ?» grido allo che capolavoro, dipinto altorilievo, sprigiona redenzione monti fonti di sete lor hanno senza dominio dei eccelse vette : Perchè « Giobbe biblico percossa; siam e il il ; lo poeta rinnova. Per Gabriele d'Annunzio, d'ordine, d'autorità, di il poeti, bensì ribellione alcuna ribelle,ìion biasimo demagogica ammirazione: forza riceve siccome non egli Giove è simbolo meteo, Pro- equilibrata: e lui da a l'inno un ottiene bolla d'altri empio. dal La poeta spietatamente Gabriele 404 ripienezze d'Annunzio violenze; e sione vi- di vastità quale ma !... L'Italia, baciata dai mari, letteratura una e i{etii del marine De del Appena, mare. Sull'Oceano Revere, Amicis, qualche e marinaresco, poema navali, con definita, anche anche chioma; per mondo Ed- vitos, eh' il sale ponto specie il rone, Cice- cesarie usa immagine: per giungere ag- così come Virgilio; come è ben per classica: mare rinaresco, ma- tecniche scelti all'evocazione chiama e di Laus latinismi con sapore d'Annunzio J5of- fraseologia onomatopeica una e i scritto descrizioni con cora an- altro precedettero questo un possiede non unto per movenze a terra.... Il novenario quasi di discorso leggere di consta strofe per ; « lato» il poeta, versi; tempio mi che suU' e talvolta scorrente: di cento sono e di Dante persino accessorii: colonne Così il d'Annunzio. esempio strofa Ogni quattrocento sono quadrato notava questi e mano for- concatenati versi plastici esametri. ventun un i rapide sue fuso geometriche Ma le il poema: tutto un par presta metrie le sim- ama stici. cabali- i numeri ciò ideò che vigo- ^Ideale yerso ciò reggia, il che tumultuoso dalla complesso placidità serena ellenica, inquietissime tale che pensare. è importa ci e ; e 405 il concetto lontano, obbliga, della almeno ben della maestà necessariamente ombre gagliardo, è vera turbato vita moderna, un momento, vero, lezza bel- dalle ma a ADA NEGRI *?? ?K I. poeti italiani, chi, oltre i fra Oggi, d'Annunzio Ada e mondiale? Dal » commossi oltremonte breve e bene e si falange Vasto era un tutta di nome la le con onesta che strofa piacimento,, com- forte e libero un della cento ac- zato innal; la povertà falange immensa lavora. cui della Lombardia a vivo schietta privazioni d' un' insegnava Negri, giustizias'era stenti la Ada giovane popolana una villaggio della — Italia,e l'orizzonte, verso volava irruente in gli conosceva sociale: d' sofferto aveva in e ripetuto per giovinetta Fatalità^ coscienza una fama « volumetto rivelata,perchè dall' anima e fu vera la cui destarono; d'entusiasmo quale primo sonante, s'era poetessa il oltremare, il perchè di in giorno lodigiana pubblicò cuori di Negri, gode Gabriele sillabare rapida e quasi giovinetta che — ai Motta figlidei sconti Vicon- Ada Negri solitaria con 4IO tadini viveva e di doveri gridi elementare, maestra fra' suoi e nello stesso questi due tempo, in sbocciate dei nel l'animo dondolio se cantilene per la tutti; per che sospinge per la tua Dio ti — le fede la razze a e la salvi, fratello sepolte al cuore vita, uguale ansia per molte hai fondo in sacra le per che de oscuro senso leggiadre riposo; e speranze in madre, sue il tuo piccoli morti, come in le e si culla tua di che protesse lagrime, pel lontana di immortale l'avvenire; fede — uso. e in sione, espan- socialiste accese nel poetici e lirica, // saluto Negri de poche, dolcezze le Ada poetessa: la sì in liriche dell'autore nelle della avesti madre dottrine affetti. L'ultima cullò; pei baci ti rare tolle- atteggiamenti fraterno^ pubblicata da che si possano tempo, suo trovò di consonanze le Negri, che Ada Misérables Pel tiva, collet- calda, vibrante con con Parigi a di rivela e fratellanza, che umana palpitò armonia pur eran gridi degli pur aggettivi,oggi della Hugo se barbari Il sentimento cuore piti, com- poesia soggettiva, adunque, una Vittor fra' suoi gridi dolorosi eran ma sua, madre, esattamente sogni. Alcuni dell'anima altri: la mia, così sia. Maternità^ Ada 412 nulla eppure Negri, del quel Ada Negri, Carcano, affetto con stile di poeta un nell'elegia Una d'una delle lavoro in da Visconti Motta pianto. Nel notava che non la Fra Se le ròcche ruote pietà Sapienza Intristirsi il e ha non che dei cuore Arnaboldi, la (quante prima anni strofe di Arnaboldi^ i signorotti ' umana, vede signorili fragor sangui scesa dell'opificio, almen voce, il è contrasti repentino e la perenne morte sante l'inces- Brianza trasformati: durezza le fra caldo per Negri, che .... Che di industriali, padroni sono giorno, A della vibrassero i moderni officine^altro parte ragazze; piange Alessandro 1873, d'un e ove Ada di prima povere morta filanda una leil...) preludiava come che pariniano quindicenne ragazza in la miseranda liriche filandaja, del compiangeva negletto,Alessandro immeritatamente fa vendicazio ri- patrizio, Giulio un degli umili, specialmente e Già delicatissimo nelle e Ada democratico Lombardia, in novelle nelle ritrae giustizia,di aristocratica. classicamente veste di senso schiettamente poeta un Giorno d'eguaglianza sociale, che e Parini del cantore in tranne Negri egual ricco, delle dei stelli ca- Verso Notte dei Non Fra E volghi. Quanti daran Lacrime le frutto dei Quanti pietà dei lirici che Lorenzo di altro forse Mario che d'Enrico l'innocuo non È Ada teste un'eco dei era che a la ha Biricchino diritto di la lumore ma- Giustizia minaccia non ma suo di bicchiere libro di forse era / tessitori impeto, sfogato con tori i mieti- perchè innocuo, Mario leggono nel dell'ode un inchiostro; il cattivo un signori; letteraria Heine; Negri da ode certa ma mietitori ai bocca le strofa facile in scuri; Rapisardi Rapisardi. poetessa affettuosa sole. di proveniva falciare la tri d'al- taccio diseredati; pure st'ultimo (que- eccitavano povero) parlava e in Parzanese pietoso. incendiarie birra. poneva dei Stecchetti fiàccole cieli nostri trivigiano Francesco del rivolgevano sociale scopo il Canti favore a ignoti dissidio meridionale dei autore alla mai molti! il e che al mondo Quanto E, prima dell' Arnaboldi, DairOnga.ro 4 13 fior splendor sovrano sorti ! dì! d'ogni il l'Ideale di alla tutta sua più risoluta una parte gente di strada^ Autopsia, e riata marto- pace Fin ternamente fra- e di ch'io ^(^(^ 414 viva più e in nelV nel la l'ammirazione dicevano lavora; irruente, può e frenato, si misurano i Mondo non lo sguardo Movo. di E — e borghesia lo sempre nelle sempre che tu sdegno battaglie più sia astri serpenti, dannato; fulgenti. incontro movo. inerme luce, di e negli Io Sitibonda non d'oche vigliacco, Fiso alla vindice colpi: mondo grasso parola una poiché profonda, penosamente o oltraggiosa grassa, essere O anche persino gaudente oscuro cevano di- — sima decisis- » compassione chi per Fatalità « della parola macchina operaia, Largo! volume primo della canto La ingranaggio. Salve te, Madre romba. Il breccia, la, Sulla Mano {appa, Negri al sola, e ristai, scettico tu fato: e gretto, . Più d'amor la fatidica Mi Così SJida, anche fra i di il bene, lustro Sfida) verso alla i miseri. con borghesi mentono, parole dal prorompe finisce che parola che borghesi l'onore, patria, e e dicono ! sferzata. una pungono, altri petto pure, Ep- strisciano, digliano, sba- mordono (sono si verso lavorano il vero, elevano accrescendo confortano P^erso l*Ideale In la Tempesta^ è accentuata, Quella Che in al Sembra il L'incendio delia doloranti dal del più vive, di fuor stesso tinte con luogo destato aveva col Da della ne fu Erede il lo Achille tavolozze e questione poco fiu- ispirato E altro D'Orsi di tinte con qui non artista di ridionale, me- Napoli, affranto, dei scalpellidivennero La campi. terpreti in- produzione (espressionedei tempi artistica..,. è più profonda fatiche sociale. belle descrizione di contadino dure La stesse è Mostra anima un naca^ cro- zese pittoreabruz- è la l'ode che dalle abbondante, febbrili)ma alla statua tuus, inebetito allora, e che di delle inipressioneancor Proximus quasi U proprie. sue lo scultore vedova^ scatti. nome rilevare Nota ciclo la poetessa ma Scio- Disoccupato^ un 1881: via barricata. La espose nel Milano quadro, di e Patini Teofilo a tutto s'avvia, la Verede^ Invano^ visioni, quadro dello arti d'una notturno^ formano — l'avvenir a miniera^ Fraternità^ barricate? ingombra principio All'asilo mana fango che miseria alle denudata mobilia mezzo Quella pero^ quasi, più ancor giato Sgombero for- vibrante. più ancor guasta è rivendicazione accenna, non 415 alacri In Negri Ada 4i6 Maternità, il comun deaominatore l'espressione matematica) non è vi un sacro passione: universale, sposata a debito madre nessuna che credo d'Ada semplice loro le verità tanta vivranno verso i figli del io come triste e mono espri- che delle della pienezza dell'amore, i nati affetto nostro coloso, peri- sacrosanti nella la liste socia- giorno Negri verso È sociale gli affetti dedizione lei profeti; ma un d'Ada sima; puris- tendenze periodo sempre sviscerata di poesie poesie molte di scritta. da il assunse pari poesia farla un Negri, l'altezza al rimarranno d' traccia con madri, le Negri fremebondo, in ridicolo mentre si lei finora vissuta spesso di pari espresse materna Ada religione: una al sentono vindice sentimento maternità. come la più galantuomo, degno un ne poesia la eterno: di madri signoreggia (sipassi del e nostro sangue. In Maternità, qualche sposa e cosa madre, versi madri di possono ispirata,che alla la benedizione religioso,di al consacra che adora in la La sacro. mistero preghiere. sembran trovare vita lei la delicata, loro austera assume poetessa, della ternità ma- Tutte le interprete poesia Verso le ineffabili. È dolcezze parla, che canta: Maternità i si concatena calpestatidella terra; culto casa santificata dall' amore, è vero? socialista, che famiglia, che, nella vindice la loro parola: Nessuno orribil la come la essere donna così, e in » quelli Il libro ha agli dell'affetto la severità cosai.... innato, Fatalità, Negri donna una accentuò i la slanci la con in lei Ada al cuore, fondo coir unire solo devano ve- pietà.E questo ispiratricedi Forse questa donna dirla e poesia di coloro non gentil la sente musa dei diseredati. umili; di nova per per — tessa poedella di lodigiana, parola dell'ardente il motore sentir illumina proprio,della donna, sentimento doveva » soave. l'altare sorpresa poetessa femminilità (c nido molti, questa lo Quale purissima! fiamma dal e verso famiglia, della rovescia rassoda lo ma con il culto primeggia per non e affetto della il che cuore. Fatalità vi ma maternità, sorpresa, al fremebondo della Quale sorella va con per l'accorato Tempeste canto le ansie stessa loro una quel e 417 ella maternità, provandone della e l'Ideale poteva degli gemiti propria della vore fa- a « minilità fem- sione compas- materno. d'un poema. Comincia 27 Ada 4i8 la con lirica la Maternità^ di comprensiva si eleva Negri il volume. tutto dal all'umanità; il dovere di elevata più Dal confortare più proprio dolore proprio la e tutti fa io turire sca- umani gli dolori: Io dal sento, sei tu, nato non un'esile profondo, che ancora, chiamarmi: voce vieni nel sonno a [destarmi O vita, vita o in irasalgono nova!... le sussulti che mie viscere palpitanti i tuoi sono ? baci, i tuoi [pianti. Tu sei l'Ignoto. col ti nutro Forse — mio pel e sangue, dolore disperato tuo formo il tuo col cor 't'^iocore; io pure io stendo rido, ebra le di mani vita, a un di lenta gesto con di sogno carezza forza bel- e [lezza t'amo e t'invoco, o figlio,in poi che ti chiama al del nome mondo la bene e del male, im- Natura sacra : [mortale. E a penso dal sale E la madri; martìrio fa quante grembo ne al la stessa poetessa chiama core penetra sacro della l'ora donne, madre nel l'altro i trepida che dà coltelli,essendo avanza, devota speranza!... cuore delle il germe; appello agli uomini, perchè contro che e, alla non altre pensando luce il affilino tutti al figlio, l'uno figlid'uno Ada 420 alla pensato lungo la neurastenia la e di la spenta vibrò la e Maternità proprio grembo parto regina maternità ella per sedotto ha alle Maternità fanno che morente possono suora^ loro di odiose forme quella piccola uccide che perchè rate; belle, ammi- Serbia finge che il povero fanciullo implacabili, figure; eccezioni, carità dolore. che un Una tengono appar- ombre conforta dalla nostra tutto, quella Mater in che nose lumi- donna corredino un nel memoria. e la che queste ma fosche all'ospedale, passano svanire fosse quella bimba, dell'amore voluttà in silenzio di sopra si Negri; invece, signora, le ingannare stesso cuce suora mese risplendere figure gentili,e meglio nel una sono un ricorda il germe Draga con dopo Una bambina. disformi le non la di Ada l'elegante, ricca Eliana, anni. tenebra La riose, miste- più cantare per quella e mori poesia malata. spire sue quella in anche tomba; tomba il della ancora, sua nel che fu stanca seconda, sua voce nelle inerte, Pareva vita. ella tempo, prese tenne la bambina, miseramente fine, cui poteva stessa Per correre? Negri taria, soli- piange; bambino libro; non Quella inviolata,,, qual l'Ideale yerso Un figura!.,.. mesta la egli si fanno e che negli arde finta di onda colei, trova ri- morticino; che una e nuova pietà si per arriva non timento? E la a voce e sonoro d'oro: immense quelle chiusa glauco porta una comprese, la ne mar un ella in parve diffusa una irruppe sopra aprirsi vide tremò, strano, amore vita: Chi di venuta Falba e trasfigurata; occhi spasimo le sul : Suor madre. Uno sua più. l'alba curva ella è intanto rino pove- sia al fine madre carità del vedono non la occhi gli notte nelPagonia e mamma, Spunta di suòra cuore era vetro, finge la luce di di muore chiama; io accarezzi che nel dalla la invoca, Benedetta bambino lontano alPospedale 421 onde sparire, si sentì la profondità di questo la della e morire. vittoria sen- Natura, immortale. La d' Ada strofa Negri riuscì efficace perchè spoglia d'orpelliletteraria gli forme del stilisti dire potevano non mai Guide comporre bel avevano nati, i raffi- approvare certe folla oscuri, elette, una poco d'ignoti, che al Mentre anco preso di in palpitavano mano su le quelle Ada 422 lettere ch'erano quelle lettere acutamente slanci di che circonda come questo il fascino. volte certe quale un sapeva deformarne senza la penna assenso Essere schietti; ri- un sempre il dio. l'essenza, Più che, scrivendo invasa da potere un si sentiva conto: del scinare tra- d'agitazione come stato uno febbrile; la con è rendersi in penna è Negri indomita; d'amore. confessava sentiva liriche, si sogno forza sua sovrana, mi d'Ada Carlyle, essere sincero Negri la in quanto r affetto non trasfonde dell'universale del gli eroi Ada la d'un'aureola sinceri, jfìesso: lirica della il segreto L'arte,' per più affettuosa. questa, è anche la scrittore, che principale sincerità; questo gloria segreta, folle,le proprie idee, i proprii passione Il carattere la la d'uno negli altri,nelle tumulti d'affetto,d'ammirazione; formano cara le inviavano all'autrice,é benedicevano pagine, è Negri e, dopo, sulle strofe il concetto, poteva non così nare tor- sgorgate smorzarne senza vampa. Ada liriche pone Negri, quando per il giornale Popolare, mi le componeva delle scriveva : famiglie « Io sono prime sue V Illustra- indisposta Verso forse in fuoco e di la messo Anche febbre. rimaneva le midollo, La di nelle il giorno dopo, se uscita e come di Ada poesia al sole poesie di in vi è appena Negri squilla il bronzo; : Ada è sostanza, suo verso qualche quella poesia cosa che è poesia una versione? una abbiano Negri dalle provato traduzione La a hanno rompe ir- abbaglia. e Che Mi la febbre sentiva velocissimo torrente un inerte, e un'urna sonante, di piene scritto. improvvisava: come corre ho Milli,si malattia. sonora che liriche » rifinita una 423 ultime passione, quando da due Giannina vene di di causa l'Ideale di pietra fuoco, molte fallibile: in- paragone può sostanza senza sioni. ver- l'impalpabile si gere reg- può durre tra- ? IL Chi può vede scordarla pieno Pallido una le di la per per criniera mascelle. volta Ada Negri l'espressionedell'occhio pensiero il viso prima e quasi sormontato ribelle Il sorriso sempre da non bruno melanconico. cappelli folti^neri, quasi leonina; forti,quadre sempre schietto, amabile, lascia E Duse; d^alcun ma Si superdonna. più umile suoi orgogli a scorso) nata fra Lodi, il balcone nella nel Normale ottengo 1893 Maria il montagne rudi libri, 1896 e Milli: s'innamora sapere quattro sogni, nel in Scuola e pubblico le fra del suo Biellcse di me senza mia esce Milano, Garlanda della di povertà, 1892 della 1895 nel Giovanni possenti nulla Agnesi, maestra — insegnante Gaetana premio nel senza vengo sempre anni — in guardava ove Visconti: divine: nella patrizia diciotto Motta libertà e Tempeste^ veduta, a a — i maggio anni, faticoso, di ardenti fierezza i miei : turalezza na- pur verdeggia cameretta, e suta 1870: vis- casa giardino^ mia lavoro bella una ombroso del diciassette ai ha nel ella non sembrar a che febbraio il 3 fino fanciulli Fatalità: scriveva memoria mia di (mi di della cento anni fierezze. Lodi i libri il cui sue le conventuale pace di a ella a lei della in sforzi si possibile: Lodi semplicità tutta che volto, teatrali; Nulla direbbe e nel pose conversa. eh' è Nata E genere. quando a ha non le femminile tipo un bianchi. e finezza Rassomiglia, tempo. Eleonora regolari E sobrio. gesto nostro ha denti piccole, d'un'aristocratica dal mani, ne i bei scorgere bianche, del Negri Ada 424 legge avermi vita, e me rideale y'erso lo e chiedendomi scrive ci sposiamo Bianca a cari mi a Mi a Altro riprendo è poema che mi ;e entrò in per morte, cosi tutti i In miei questo seconda una a bina bam- la conoscete di casa e nella mente, voi A veduta. Il forse che e ho ne V avete .cristallo.Mia figlial'avete mia noto. Maternità. scrivo e poco: una urge il parlato per a Ada e, Numero son Negri era sgorgò fa parte di bambina Ada con e un la figlio, Lodi, quale operaja, e lungo, paziente,diiigentissima.Un quale che Corsìa di volle (nella corsìa le nell'Ospedale Maggiore mantenere lanificio un morì lasciandola questa, per sul allora Negri Milano, Maggiore Or la e resto salvezza. casa, : : d'Ada lavorò giorno, e è vi padre madre 20 accetto: ». di n. mia me con scriverò, ivi io che muore poco definita madre primo a ?... La stesso Il la vita mia mi e io Vittorina. — voi nasce anni: d' anemia della disperano tempo fra malata gravemente due dopo tempo isposa, ed dopo. mese un nasce lunghissimo in 425 San venti. vedere di San di giorno Mio padre gior Ospedale Mag- AlV destra a Il letto tant'anni, sul suo il letto Tempeste: Giuseppe, — Ospedale Giuseppe) spiratoun la lirica all' è vuoto, guanciale padre in fondo, adesso. istesso moribondo ; Ada 426 Giacque spirò. e di Ero; e Che, per Negri Gracile — lui, di lui mi che lagrimando, me padre La ch'io mio mia voce abbandonasti Che ricordo ài La E Ti senti la a sciagura. schiaffi sofferto, ha dei venti, lavorato, piange... Alla madre, di pari eroica di nella i per che Fatalità è lei ; è quella la operaja operaia santa « e* rona co- una Maire La al sfidano tutto consacrò Ada figli, afifettuosissime. odi semplicità, sua madri altre tante soffrono tutto di ha cresciuta, — creatura geli, Agli nulla — conobbi, non tu?... ora adorava, agonizzava Nulla O culla in bimba » che si è Qualche volta: oh, sì, stanca Ma Spiana e La madre la Scuola accolta rialza e la volle oggi mi vecchio belle e celebre allieva: Lodi autore tempo fa patita della si Paolo di dei figliuola; d'avere onora lettere. Il Tedeschi cieco, ragguagliava fronte franca. ch'ebbe giovinetta, professore di la maestra una di normale affievolita!... e fermezza con fare stanca Tedeschi di a Trieste, novelle, patriota, primi studi della Ada 428 come Visconti. Fra si come dagli ammiratori sacrario un Negri i contadi nelli il favoleggiò, fu scolaro bensì di assassino Caserio nella liricaFra alla del ziato disgra- la poetessa, accennando cédui,in Fatalità, i bosci di quella terra boscaglia cantava a e il fu, Negri: egliera di Ada Visconti ; Motta vi non scolari, della Repubblica,Carnot: presidente non di Motta lambita dal Ticino, così,alcuni anni prima del misfatto cui il debole infami,da Caserio fu trascinato da amici demone: un Fra i boschi Infuria cedui demone, Sghignazza,avventasi, Piega le quercie Rompe ogni stel, un Sinistre nuvole Chiama pel ciel. Fra i boschi cedui Sghignazza un demone. fischianti ai venti, Quelle ampie boscaglie, talvolta inondate Ada fra la fiume dal Ticino,ispiravano Negri,quando, finita la scuola,s' aggirava fantasticando quellepiante, la coglieva Solitudin notte dì Qui qualche volta : gelo. ner : — bosco La tenèbra m*ha cólta. ' - I ¥ Ideale l^erso Così di in Voce della di è il novembre vita del Ada 1 di poetessa vita ch'io vita «La : latìccia sono 901, dà il In a le scorcio sola valle in mente Ada La da di po' me una Negri sua prima pubblicata della : la faccio è mamma mi le di zioni esagera- ganti.. gi- trattò lirica,che 7 : ; Anzi, ho terra. mi freme » soggetto. piacque, aprile del è grandiosa inondati, questo sereno inondati; tetraggine la Tutti passeggiate. I tutti come ma« sembrano lunghe sono stissima tri- del libro notte. ne (intellettuale)oggi nel è Motta a stupendamente lirica: Boschi non una espansive giorno, ma Ticino febbre in martellante mente, inspira pensieri grandi un della prima poco narrava ripetizioni, tutte spettacolo pieno uno mi ora pensiero rigido d'autunno, di Negri, conduco in tornano questo boschi (direbbe : mai, né pace difetti, tutte mi cosi sempre ancora: mi non voce battagliera candidamente lettere sue sua la anco programma, poetica pubblicare Fatalità, delle è lombarda. poetessa Nel ; eh' tenebra ed quei baschi, qualcuno) i di 429 fu 1880 Gelosia, nel gior- Ada 430 delle naie famiglie di speciali parole sullo pubblicai Venezia e si specie al Giornale raccoglierle in non, Isidoro Marco Del Milli: premio nel premio dalle 1873 la redenzione fervida e di 1742 signore buona ingegno soltanto singolare, Negri tenne credette di Fatalità otteneva i cuore, a Ada lire trina, dotfessori pro- il Negri dato fon- annue, italiane scrittrici per di correre soc- della Teramo; italiane di illibati,e povere. di doverlo il stringere co- d'Ancona Milli quel premio così da improvvisatrice di costumi giusto 1892. rigida a fino che, sposatasi all'agiato industriale landa, nel Alessandro italiana, Giannina destinato di rigido conferire a done aggiungen- entusiasmo di quali si decise apparsa toscani altre crescente, nuove tale Lungo, a le musa, poetessa molte fortuna, Tabarrini, premio la al di Palermo) giovane finche letterati per di ammirazione sollevò tre Ada della parte, Il volumetto e di Sicilia Fatalità^ trionfalmente in allora dXV Adriatico Milano, destando Milano; a di con sèguito, giornale (unito Sera susseguirono in presentazione; vibratissime liriche Illustrazione Popolare stesso della Corriere V Negri suo al giorno signor lasciare. Gar- L'esito coronamento, e l'Ideale Verso riuscì di sorpresa alla stessa abbiamo visto, di tutto Ella di Motta viveva dove donna, su forno, un a nel la con quella stessa i suoi cento a ba. alla vociferanti di Ada villaggio Negri volle di le povere Che per Fanno quella che un semplice, tu il all' bi a è pinta ditratto ridel Tiziano del prio pro- villaggio, maestrina bambino Bernardino parlare il cuore Zendrini !.. . maestrine. meglio in fra preteso sfogo tua il lume stanza, operoso della mevano fre- scuola e piccolo a le risvegliava alla signorina: inorgoglisci oggi come come O tavola, e tornava pennelleggiare entusiasmo. E di che marmocchi, muraglia figura e là, sopra addormentava, si mattina, posizione Sulla una sulla abbandonata testa s' posta sovrap- e liriche Talvolta cuore. accanto;, acceso le saliva stanza una riscaldarsi; tavola, scriveva rozza sempre Ada d'inverno, per buona una ricorda Negri pinoli,in a colonica, presso Ada sere scala una per una Nelle come nQÌsìÌQnzìi casa sana madre ja,che forna una Fatalità di una la con affetto. con in Visconti, poetessa, che, temeva. liriche le compose 431 alle ed un bambine il pensier, giorno cantava I I Ada 432 Como a d^una la morte deplorando lo per studio stero pensando alle loro collega di Motta / loro, ne è maestra^ È La chi Con I Insegna Ne la mai Ove Ove D'un lieto su E nel Morrà Del e delirio suo volumi oscura, Visconti. ed il buono perdono. d'ebbrezza di "s. de O poiché tenerezza; gli occhi spenti parola bimbi, di Ada esercitava giorno, sola. viola l'ultima : amara, stanca a bara, un o Negri lirica ch'ella E sguardo giovinezza morrà essa breve anime la stupor con I tre una mai sogno, vago lo come fiamma l'algide labbra E canto lente. e fredda il volto Composta sacrò con- prepara; povertade fulse non pianto voci riscaldò sconosciuta La Negri faticosamente, stanza, sua Ada paziente austere con dalla durate sentitissimo ne l'avvenir a mini- preghiera: Ha il lungo amore, povere penoso fatiche una calma figlid'altri loro Visconti. — il vuoto, sa nel un sacrijiciiy maestra. una tasi spen- eccessivo; le stesse quasi rassegnata Di allieva-maestra attingano lena maestrine La Negri bimbi, » contengono non scrisse, quando, umile l'ufficio di maestra essa attenti. è stanche, qui sia accolto la : voce a di Motta molte Verso l'Ideale 433 INTIMA. L'ampia verde solitudin quieta e pensierosa nel vespro tace fuggevole larva come la di ; sogno ultima rosea luce muore. // mio m'è ricamo io caduto grembo; in stanca, stanca^ stanca^ soffro. baci tuoi Ai ripenso, la a mia o che tu triste vita parli r labbro mio arso ; labbro il tuo che dolcemente solo chiede sospira: Vieni! ^* * A Mosso, Valle reca nell'estate in nel una * Piemonte, casetta opificiodel marito; anche gli poiché passano quasi come del antenati un Ada accanto Negri al nante riso- opificiodi panni, signor Garlanda quell'operosa vallata, le di generazione dovere domestico che cavano; fabbri- in in si dustrie in- generazione, da compiere. 28 ??? ~' —???-»??-? -???^.,?1-. Patriarcale è è la la lei la in E dove omaggi alla Carmen Sylva, oggi la tata can- filiale. la con bina bam- Maternità! Con Il Crede ella in affinamento dai di traccie più di è raro ; care immensa stessi primi versi estinte nel squisita ell^ di derle rive- sorridenti? Crede futura? ? e pietà, dal e amiche vita miche, d'a- ritratti altre di noi fi- un e cosi Ada, di quello vaghe leggende di rimpianto di preziosi Rumania: pensieri. Sogna una mestiche do- (in via Lanzone) autografa quelle giorno intimità le vive, vivissime; nei ?.:. Fin adorata Milano a firma sentimento hanno Negri I regina spirito in in si vedono gentilissimo e Ada rese inesausto con soffrire più propria narratrice canuta alcune infinito neranda ve- agonia. di sono poetessa. della lacrimate la libro quel Negri lavora, un ^—éM^MK »^— ; lui, da Ada sa visione delicato sala non poesie qual in un m Garlanda immemore una vero. tocco popolari, che le tutte nel tratto di *: I , palpito di religione cuor Bianca, Ada madre con stanco Poiché Nella ?? del paterna casa vecchia S'aggela quale I Centenaria: Lo il fondo .---^ --— Maternità in E' Negri ^da 431 in balena un mondo una ere- Ada 436 Mentre ff di il stellare; in abbagliati, fraternità, chinarci fra colpa vieni, piccola di io ti amo. vono, muo- divina madri, possiamo che creatura e luce cade, condurla che fa miseria^ sangue: aggrappati Sei » FINE è non a e verso appassionatamente: anima questa sociologi d'azione, braccia, nostre i una noi la sussurrandole verità, una le uomini e indagano, mentre verso raccogliere a cosmica pensano, donne, noi, prenderla la gli con campo bellezza ricostruire; per come di filosofi i riposo, senza cercano, della segreto mentre distruggendo scesi scienziati gli afferrare Negri me, tua la fidati, I INDICE l^erso l'Ideale (Prefazione) pag. PRIMA Adelaide Un SERIE Ristori n della giornalista rivoluzione: pittore satirico di Roma: » 33 » 73 e Bianchi Mosè SECONDA Un Pagliano Morelli Domenico Il Eleuterio amici: pittori » idi » 129 » 143 n 157 » 191 SERIE Giovanni Giraud . Il delle poeta lagune: Luigi Carrèr . Giovanni . Prati Arnaldo Fusinato Revere Giuseppe » 209 » 229 » 247 . Due amici di Giuseppe Verdi .... Nicolò Tommaseo 11 Leone Fortis Due 5 TERZA Costantino Tulio Un letterato Nigra, Massarani: pag, TOdissea dei apostolo SERIE della Antonio campi: donna » 285 » 309 Cac- cianìga Un educatore 325 » QUARTA Giovanni SERIE Verga Gabriele d'Annunzio e Laus sua Ada 263 il concetto » 343 » 379 » 409 della vitoe Negri