BARBIERA
RAFFAELLO
L'IDEALE
VERSO
PROFILI
LETTERATURA
DI
CON
RISTORI
MORELLI
-
-
DI
DOMENICO
-
CREMONA
TRANQUILLO
REVERE
GIUSEPPE
CHI
INEDITE
PAGINE
ADELAIDE
-
E
-
MOSÈ
PRATI
GIOVANNI
-
BIAN-
EMILIO
...
»
ì
PRAGA
-
VERGA
-
ARRIGO
ADA
BOITO
NEGRI
-
-
GIOVANNI
EMILIO
MILANO
Libreria
Editrice
1905
Nazionale
ZOLA
D'ARTE
/
I/A
'..
:
'
/V
/
L.
.
4
HARVARD
LiTO
-Tipografia
Via
Lombarda
Kramer,
liBRAMT
COtlEGF
19-ai
di
-
Francesco
MILANO
Bollini
L'IDEALE,,,,
VERSO
qMì
scrittori^
lineare
loro
nelle
Verso
forse^
il
che
Questi
ai
di
nella
Corriere
della
campi
della
sulla
ritoccati^
persino
che
il
mio
de-
Essi
ideale?...
del
motto
libro^
loro
affido
che
Libreria
della
Arnaldo
letterati
de
sull
e
mia
d'artisti
e
forma
prima
sera
uscirono
d'insigni.,
di
Mohr;
e
clementi.
profili
comparvero
gli
de-
tentato
un
letterario
prof,
mire
carattere.
essere
del
titolo
Nazionale,
affido
ho
perseguono
non
direttore
alVegregio
Editrice
o
alle
loro
nel
potrebb'*
sia
che
artisti^
opere,
V\dza\z
blasone:
risponda
titolo
degli
ebbero^
non
il
che
pare
'
decorano
tutti
j" ne
Le
pagine
formano
sul
liana,
Ita-
attività:
ma
rifusi., rifatti.
tutti
Illustrazione
maggiore
Perseveranza;
le
quasi
moderni
alcuni
qui
sono
inedite
la
sola
attrattiva;
buito
anch'
io,
far
e
continuo
chi
amare
questi
con
nel
pubblicati
d*
m'illudo
pure
avere
di
lavoro
chi
immagina,
\
molti
con
contri-
po'
un
altri
scritti,
anni,
tanti
chi
pensa,
a
i
opera
alte^^a,
con
Isella
vita
delle
e
Dove
migliore.
parte
altrui^
opere
si
non
io
la
cerco
facili
i
trovano
spregiatori?
L'arte
e
tutti
un
letteratura
moderna:
letteratura
e
la
gli
Ef
in
si
argomenti
affrettano^
tutto
un
momento,
cui
discorro
brevissima
secolo:
di
tutto
d'alcuni
pei
giorni^
e
anche
di
che
tutto
rano.
divo-
questo
libro,
Milano,
Raffaello
e
viventi:
nostri
condensano^
sparirà
arte
nell'orbita
aggirano
età
è
tocco,
Barbiera.
SERIE
.Mjf.'e..
PRIMA.
PROPRIETÀ
LETTERARIA
ADELAIDE
E
%
UNA
LETTERA
RISTORI
INEDITA
DEM.'
ILLUSTRE
ATTRICE
i
Da
sul
di
lago
Maria,
Como,
Giovanni
scuola
della
villa,
il
Maria
le
sue
:
il
letto,
riflettori
non
mancavano
lago
bagna
memore
Casina
villa
d'altre
dee
bata
piom-
un
giorno
lo
che
nel
nella
cielo
verdi
dell'amore.
per
spettrale
tista
sta-
dovette
da
stanza
spesseggiavano
le
con
ad
nordica
Capranica
persino
la
giore
mag-
acquistata
con
specchi
gaudii,
piacque
che
era
l'aveva
marchese
di
romanzi
acuminato,
felicità
gli
togliere
d'altri
L'edifìcio
italiano,
che
Rattazzi,
Urbano
nuziale.
d'una
bre
cele-
autore
d'Azeglio,
tetto
sorriso
pieno
e
ad
della
Capranica,
Massimo
dal
Villa
che
cognato
nere
nido
carattere
nascondervi
far
di
proprio
in
di
Bande
qual
dà
essa
al
estate
nella
montagna
Luigi
dalle
della
dì
che
marchese
1'
passa
Blevio,
verde
villa,
attrice,
un
dalla
sovrasta;
storici
Ristori
presso
ombrata
essa
di
Adelaide
anni,
più
troppo:
Il
dell'alcova.
onde
e
Non
gia,
spumeg-
lungi,
il .villino
sorge
dalla
abitato
le
ricorda
la
braccia,
sue
Bellini:
e
figlia del
thier,
due
duca
De
volte
quasi
paurose
villa
Pliniana.
dai
d'Este
follie della
erotiche
Elisabetta
di
Nella
purezza
nica
del
chi
Adelaide
Giuditta
Pasta, villeggiava
pittoreschi nella
rissime
e
ardente
sembra
un
dì
a
un
di
nome
pensa,
ri-
trionfi.
d'altro
merito,
giorno
degli
E
;
lunghi
un
pure
di
Capra-
frescura
ai
riva, care
Foscolo.
fantasmagoria
mormorare
ma
all'ombra
boscosa
Ugo
i
pace
scene,
e
marchesa
quella
alle
Amelia
d'artista
nome
quella
Lario,
la
di Galles?
principessa
eroina
del
mentale
monu-
conosce
non
Ristori
le
sospirarla fra
platani, superstiti
Grillo, riposa in
lembo
marito
principe
prossima,
Un'altra
quel
chessa,
duBer-
dal
della
suo
delle
cenzo
Vin-
maresciallo
disgraziata Carolina
del
forse, in
teneva
un'altiera
a
Brunswich,
gentildonna,
morì
stette
E
vecchi
fronte,
dall' amante
Plaisance, poi
ombre
di
bimbo,
roseo
un
come
che
anni
che
fuggiasca, prima
Belgiojoso
Villa
Turrina
tenera
napoleonico
Emilio
suoi
Belgìojoso:
Moltrasio,
a
ultimi
negli
Cristina
principessa
Moltrasio
fra
Ristori
Adelaide
12
tutta
ricordi.
alberi
su
sì
poeti, cadolce
una
flutto
Ogni
glorioso
:
ogni
Verso
ombra
che
13
dai monti
discende
velo che copra
l*Ideale
sembra
d'errori
memorie
appassionati.
Ristori,che compiendo nel 29 gennàio
Adelaide
del 1902, ottantanni,vide in
a
Roma,
di
tutta
quelgiorno,
III
Emanuele
Vittorio
re
porgerle
altri tributi di
fra innumerevoli
omaggio
quasiil
cipi,
prin-
di popolo,
di poeti,d'artisti,
pensatori,
ricordanza.
del
la lucidezza
conserva
Ove
pensieroe
della
è
l'idea,non
raggia ancora
tramonto.
Adelaide
di
Ristori è
di
un' epoca
tutta
quando
grand'arte,
luminosi
ingegni passavano
cieli ideali
magnificapersonificazione
in fitta schiera
lo stesso
stori,che, come
si
può
a
forte ai cuori
alte malinconie
sogna
l'amore,la
le anime
parola.
,..^:
e
che
e
di
voleva
in
trascinava
parlare
vortice
di
fulgorila giovinezzache
virilità che
hanno
Ri
personò
imRigoletto^
di
il creatore
di
razza
una
d'Adelaide
dire
romantica, che
quell'arte
ben
pei
d'Europa.
Giuseppe Verdi apparteneva
giganti;
incliti
sete
d'
combatte,
una
tutte
appassionata
\
Ristori
Adelaide
14
Adelaide
Ristori
il
romanticismo, quando
di
non
odio,
dei
afflitti,
di
dello
la
Schumann,
Chopin
di Gaetano
sculture
fra
le
e
del Vela...
;
scene
Shakespeare,
interpretatida
si
stori... Allora
sulle
lo
come
l'Alfieri,
Modena,
di
Ri-
grandezza.
vita
espressione d'una
grand'arte,
la
Era
passano
Rossi, Adelaide
respiravaun'aria
del
gendo
svol-
Gustavo
come
le
andava
Schiller, come
attori
e
quello
—
poeti
di
Salvini,Ernesto
Tommaso
si
eroici
lo
come
opere
i cuori.
—
creazioni
erano
schianto
tristezza
melodica
grandioso
altri drammi
ed
degli
Giuseppe Verdi,
risorgimento della patria
—
parole
turbe
il cupo
agitavano
dramma
un
Hugo
disperatepassionidelle
Donizetti, di
Mentre
le
quando
;
di Victor
diffondeva
e
d'amore
ma
miserabili
Roberto
genio
fiamma
le ali di
spiegava
nell'epocadel grande
rifulse
di
vasti ideali.
*
definiva
d'intuito.
formò
su
(che
Modena
Gustavo
Adelaide
Ella
deve
altri
?
non
gi)
prodigava gli elonvCattrice
Ristori
tutto
a
sé
stessa
modelli, neppure
su
;
divina
non
si
Carlotta
f Ideale
l^erso
Marchionni
Nata
Cividale
a
la
precocissima
tardi
nei
l'amor
che
A
«
suoi
farse,
anni
nelle
attirava
dodici
anni,
per
le
le
sosteneva
di
o
che
prima
recitai
Rimini
di
Questa
dalla
e
la
Silvio
inebbriava
e
fu
«
Pellico
visione
gli
animi
infelici.
particolare
la
col
cola
pic-
meneghino
allora
a
donna
prima
la
nella
dici,
quattor-
giovane
(rammenta
volta
quinto
da
di Novara.
»
rampollata
canto
Pellico
ella)
Francesca
città
sitibondi
Silvio
parte
applausi.
mediocremente
del
stori
Ri-
cole
pic-
della
»
bambina;
di
la
recitare
affidava
scritturata
prima
tragedia,
ideale
si
parti
donna,
per
mi
di
nel
esprime
Rossi.
facevano
parti
ribalta
(racconta
gente,
era
non
mento
attacca-
della
Ernesto
mi
fatica
«
quali poi,
tenace
fuoco
mezzo
quali
La
Ristori
Moncalvo
e
ravano
gisu
Rossi,
padre
di
Ricordi)
principale.»
A
cavalli
quattro
ne'
al
Dumas
dei
uno
quel
prova
Alessandro
Kearij
Ernesto
per
l'attore
che
dalle
scene,
di
pari
che
saltimbanchi, sviluppò
dei
delle
al
anni,
maestra.
Dalmazia
la
Istria,
T
fu
attori
da
Friuli,
allontanarsi
poteva
e
del
quelli
a
le
primordii,
Penìsola,
simili
carri
nei
che,
15
di
deWInJerno,
passioni
ideò
luttabili
ine-
la Fran-
^
i6
Rimini
cesca
da
brevi
scene
gonda,
del
nel
piccolo teatro
di
nata
officina
in
mutato
ora
chionni,
Milano,
a
pallidafanciulla
mici
Ristori
Adelaide
di
fanciulla
Rade-
elettrica,una
anch'essa
erranti; la quale doveva
attrice d'Italia.
Santa
quindici anni, Carlotta
Pescia
a
sulle
vedere
da
Mar-
attori
diventare
la
prima
Quel palloree il sentimento
il
inspirarono
tragedia dalle
linee
giovane
Silvio
semplicissime,un
co-
della
in
una
profumo
agreste.
Era
curioso
che
rappresentava
l'adulterio
incestuoso
Mirra,
dì
(le Orsoline
da
votarsi
comparire
croce,
e
di
sulla
pregava
le
La
nella
in silenzio.
convento
un
giosa
reli-
Prima
di
celibato.
«
—
della
il segno
Al
declamar
Leoni
febbre, tanto
la
dova)
Pa-
di
ella s'identificava
»
recitò
insieme
per
più
mesi
rappresentazioni a
illustrata
anche
con
la Marchionni
(al servizio
Compagnia
Sardegna) che,
continue
la
l'amore
e
rigidamente
Carlo
conte
quale
passioni.
Ristori
Reale
così
si faceva
scena,
susseguiva
nelle
da
uscisse
perpetuo
(ricordavail
Mirra
di Francesca
Verona)
a
la
quella Marchìonni,
da
del
re
dell' anno,
Torino
;
Luigi Vestri,
di
dava
gnia
compa-
il
quale
t^erso t Ideate
ce
dalia
passato
era
cenno
un
clie
e
scolpiva
modulazioni
del
teatro
citato
del
di
Vestri
poscena,
Dell
arte
il
rammenta
patriota, epigrafista,ammiratore
della
e
libro
Padova^
con
con
una
nei
come
di
nuovo
Leoni,
avvivava
;
dove
teatro,
carattere,
un
voce
pianto, riso
strappava
ai
chirurgia
ti
»
17
Ristori.
«
Tommaso
suoi
Salvini, negli
Ricordi:,
quelli
di
Ernesto
il ritratto
fortuna,
deano
di
di
Adelaide
e
si
di
a
di
delie
più belle,
che
i
capi
che
sovvengo
di
La
contessa
nella
Napoli,
:
anni,
favorevolmente
Madonna
una
e
già
sera,
la
di
delle
artiste
e
a
buon
Mi
disputavano
alla
assistendo
tradotto
Altembergy
una
valenti
drammatico;
se
dramma
d*
come
giovani
comici
un
molto
spien-
ventitré
dignitosi. Era
e
più
una
le
flessuose, attraenti,adorna
il teatro
vantasse
diritto
forme
eleganti
modi
allora
parlare
attrice, bella
Raffaello, dalle
a
Mascherpa
aveva
dalla
privilegiata
ella recitava
Ristori
con
Ristori, delinea
primavere
Romualdo
cominciava
questa
della
e
ventitré
ed
trittico
un
attrice
questa
volto
nei
formano
Rossi
quando
Compagnia
a
che
equilibrati, succosi
piansi
dal
duzione
ripro-
francese,
dirottamente
i6
sentirle
nel
sima,
recitare
si
ove
amore.
In
fingeva
fronte
della
il serto
Dominatrice
Ristori)
da
di
la
quale
di
Lione,
poveretta
nuvole
condotta
commediante
a
Il
A
tutta
al
mano,
la
famosa
sua
di
dal
da
e
a
le
Gymnase,
caffè
La
chel
Ra-
per
affidata
fu
al
senza
ma
altro, ben
Rachel
madamigella
sue
per
protettore, il
questo
venne,
laggio
vil-
durante
infimi
pipe.
suo
grandezza. Dopo
per
del
raccolta
negli
fumo
della
israelita,
lagrimevole,
Parigi
»
mano
fu
era
prima
strada
una
di
successo
Francia
ambulante,
cantava
Esordì
«
liana
ita-
tragica
anni
Turgovia,
Samson,
Conservatorio.
fortuna.
(due
nata
un'infanzia
fra
la città
Parigi
della
su
in
Mumpf
fu
tava
susci-
non
grande
scene
Partorita
la
Ma
?
merciajo
un
carità, ed ebbe
couvreur,
rivale
gloria.
Rachel,
Felix.
spiegò
verava
rimpro-
crederla
di
della
delle
madamigella
presto.
che
Ristori
ammirazioni
sulla
pose
fu
madre
una
Adelaide
città
quale
certo
commoventis»
scena
»
affetti
che
una
figliail sospetto
alla
in
RistoH
Adelaide
Le-
Adriana
passioni
e
per
il
Adelaide
20
Il duello
mondiale.
la
con
italiana
al
risalire
donna
(ora
innamorata
quel Re,
di
amica
peraltro,
dei
francesi
ad
Gioachino
la musica,
la
politica,piegavano
E
gì' italiani.
del
quando
i
Fu
vinse
dell'Alfieri
cuòre.
A
campioni
:
la
in
animi
contro
d'un
nobile
Mirra
dell*
di
francesi
romanticismo
:
con
verso
scordare
che,
le
ultime
il
classicismo,
Victor
Hugo
del
battaglia:
versò
ratore,
Impe-
Cavour
taglie
bat-
la
Ponsard.
l'attrice
nella
il fuoco
quella rappresentazione,
del
lora
alcelebre
italiano, che
ella
sogna,
bi-
simpatie
Un
Camillo
gelida Lucrezia
tragedia
Non
le
amico
combattevano
ardenti
da
cominciavano
convien
drammi
nella
italiana
gli
romanticismo
sulla
vincevano
più
nemmeno
allora, si
appunto
i
e
attrice
.
festeggiata
che
Rossini,
la
prima
e
prima
espansioni.
con
occorreva
Medici.
italiani
gli
verso
con
De
dimenticare
accentuarsi
italiano,
dice
il
lei
trovare
per
Corte,
Maria
;
poetessa
si
dalla
acclamata
giovane)
di
prima
IV
Andreini,
Isabella
padovana
Nessuna
francese
Enrico
di
sostenuto
memorando.
e
metropoli
tempo
lei
affrontato
aveva
della
giudizio
artistico, da
fu ardito
Rachel,
attrice
Ristori
Mirra
del
suo
assistevano
vi assisteva
Giù-
P^erso
Clara
contessa
della
lo
la
Rachel
la
ha
Alfonso
e
Isabella
un
dì
classica
è
Adelaide
a
nostri
nei
di
al
tragedia
È
alla Ristori,
il Chiabrera
la
quale
a
Ristori
non
teva
po-
rigidezze della
che
in
attrice,
e
chel
Ra-
la sublime
parte
gran
non
di
effetto
oggi gloriosa e
vite
;
a
Dal
Antonio
di
Milano,
Verme
Somma,
rata
vene-
artistiche; e in noi,
sorvive
quarto
un
scene
Teatro
di
sacrarono
con-
per
il
era
sorvive
ricordi,ella
le
volta
nel!'
naufragii di
memorie.
la Sand...
possibile?
Ristori
molti
padre,
»
nesto
Er-
fanatico
Rachel
!
consacrati
sostengono
»
petto;
Musset,
Tasso,
le sistematiche
della
Ma
de
aveano
più
teva
po-
sughero
d'ammirazione
ne
alcuni
nel
di
Scribe,
non
domandava.
cuore
pezzo
Ristori
la
come
un
Torquato
Il
inconscia
studio.
e
Alfredo
Dumas
arte
il trionfo
il che
un
prose
Andreini.
; eppure
arte
petto
Marino
soffrire
«
ha
Eugenio
e
Alessandro
era
quanto
perchè?
e
Ristori
versi
il cavalier
dell'anùca
commosso;
Lamartine,
come
lettera
diceva
autentico,
nel
Legouvé,
21
una
Rachel...
della
Perchè
«
e
fosse
vivamente
dire
in
quale
MafFei,
Ristori
avesse
—
il
Verdi,
seppe
l'Ideale
a
molti
secolo
l'udimmo
nella
udinese.
naufragii
ch'ella
bandonò
ab-
l'ultima
Cassandra^
Adelaide
22
Quella
armoniosi,
poeta
talvolta
e
le
spiegare
Chi
libro
etiam
Dei
Ora,
commossi
la
non
cielo, e
versi
di
cevano
fa-
dell'
trice.
at-
nel
Virgilio
fuiuris
Teucri
eredita
trascinata
gli
occhi
le
tenere
con
pianto,
qualità
stupende
unquam
profetessa
con
ed
dal
fatis aperit Cassandra
Minerva,
accurati
Eneide:
àtW
jussu
mente
romantica-
era
i versi
ma
i
mente
intensa-
essere
ci
quegli altri, pietosissimi, che
E
al
;
ricorda
non
secondo
doveva
il soggetto,
per
dal
svolta
Tunc
che
tragedia,
classica
Ristori
ardenti,
fanno
del
fuor
dere
ve-
tempio
di
rivolti
invano
da
avvinte
palme
?,.,
s
lacci
indegni?...
Ecce
trahebatur
Crinibus
Ad
tendens
Lumina,
Il
rovina
nam
Somma,
Il
egli
rimpianto
il
Cassandra
virgo
ardentia
adytisque
lumina
teneras
arcebant
nelF
inascoltata
era,
di
ha
Cassandra,
profetessa
patriota
tratta
degli
perduto
palmas.
il sentimento
infatti, un
rimpianto
Minervce,
frustra^
vincula
patria, adombrò
della
:
Priame'ia
Cassandra
tempio
a
ccelum
passis
esuli
la
in
della
triottico
pa-
sincero.
cordava
servitù, ri-
italiani.
patria;
e
quando
yerso
ascolta
i suoni
le
più
cose
l'Ideale
23
1 allettarono
che
dilette
di ritornare
le par
e
bambina,
sogna
ai roseti
materni:
O
Melanconici
Rive
dello
voi
a
O
divo
0
mia
Da*
Scamandro,
che
la
cornamusa....
Sotto
la
la
Spengo
d'un
rendeva
E
il mio
Ristori
metti
—
la
che
Maria
nati
per
come
il
suo
ella
teatro
rialzarli
tentò
allegra
cedro
alfine
di Adelaide
voce
fin
Ristori
dì
di
donna
dolore
appunto
per
e
la
Giaconon
scrivere
gli ingegni
dal
Paolo
cuore,
faceva
ma
vidi
quando
Antonietta
interpretava i grandi,
volta per
riveggo,
fonti
tue
risale
ricordo
poiché
ti
ineffabile.
incanto
nella
ancora
saluta
lo
recessi
alle
spandi
dell'esilio.
sete
musicali
Versi
bella,
dell'antico
e
chioma,
sei
rosseggia
! Io
i cui
bosco,
sacro
La
; il Sol
voce
respiro,
profumi
e
metro
ti
risalgo
inaccesso,
Degli augelli
O
che
e
dell' Ida
corimbo
Io
Come
Ecco,
roseti!
1 meandri
Al
mio!...
quel
mia,
alfin!
valle...
con
cui
a
piante
e
anima
torno
etere
tuoi
dolci
O
l'addolorata
Chiama
E
cari!
e
suoni
solo
qualche
meno
fortunati,
forse
dalla
Paolo
seria,
mi-
Giacometti.
Adelaide
24
Maria
La
le
certo;
no
non
brutalità
inflitte
dal
scena
la
ma
principio
è
ben
Ristori
dea.
pure
in
sul
principio,
la
Corte
con
un
la
gesto:
solenne
un'armonia,
terrazzo
d'estate.
sera
;
di
verso
Adelaide
di
passo
vibrava
voce
nello
dolce
e
in
apparisce
maestro
terrazzo
suo
primitiva;
e
da
ampio
un
spiegate
sono
disegnata
limpida
il
Magnifico
~
è
su
appariva
come
ciabattino,
rigina
pa-
letto,
figliuo-
suo
che
resa
una
al
e
Mirabeau,
dramma,
giardini, in
canaglia
volgare
del
Antonietta
Maria
i
del
figura
dalla
troppo
arte
con
capolavoro,
un
donna
povera
maltrattato
sulla
è
Antonietta
quella
a
ed
Ristori
.
stesso
tempo.
ricordo
E
di
Stuarda
Adelaide
Federico
Maffei.
d'Andrea
Anche
la
più
Corte
ostile,
Tolomei
di
rassegnata
da
e
Rimini
su
Ristori
di
umana,
Silvio
dezza
gran-
spiegava
rivale,
Ma
tutti 1
nella
vittima
Marenco,
crudeltà
si
terribile
s'imponeva
la
traduzione
quale regale
la
avvolgeva
Carlo
della
E
nell'umiliazione,
ricordano
maturi
nella
Maria
quella tragedia, qual
in
il suol
pur
ed
ineluttabile
nella
Schiller,
regale portamento
che,
Ristori
nella
i
Pia
dei
soave
e
cesca
Fran-
Pellico, vittima
di
Verso
così
passione
una
quasi
Vittorio
dall'idea
torbide
rea,
inflitta
passione
una
come
ricordano
i
quale
l'illustre
fisiologi moderni
morbosi,
nei
inglese,
in
guisa
;
nuca
terrificante.
gli
occhi
rigidissima
vesta
dita;
tutta
; aperte
lenta
e
lenta
; incedeva
terrore
tezza
l'esat-
dal
sommo
Ristori
Macbeth
lady
incedeva
con
ravvolta
le
istecchite
presentava
rap-
alta, piegata
testa
figura
le allucinazi
fra
braccia
sotto
passo
un
vacillante
sulla
vitrei
spalancati, immobili,
la
Mac-
nel
sconvolti
di
La
rucciati.
cor-
trovano
il sonnambulismo
nima
un'a-
Shakaspeare
Adelaide
i rimorsi.
ad
numi
espressi
colpevoli,
di
gmanie,
tragica
dello
psicologico
{fenomeni
e
di
vendetta
una
che
Mirra
nella
da
beth^ capolavoro
poeta
gentile,
Alfieri, esagitata
di
de'
così
e
;
I vecchi
nel
25
peccato
frale,
e
sincera
il
purifica
f Ideale
in
;
bianca
; aperte
le
incubo
di
; spaventoso
fantasma.
I vecchi
la
Goldoni;
di Carlo
ella
adorabile.
anche
ricordano
nella
spiegava
nella
Locandiera
spigliatissima, fine
media,
com-
comico
grazia
talento
e
Adelaide
26
Nei
Ricordi
Ristori
studi
e
nel
pubblicò
di
parsimonia
Rossi
sto
che
di
della
corpo
lettori
dei
pubblico
ammirare
le
dell'arte
ragioni
ond'ella
carattere
sul
leggenda,
frutto
di
sui
destini
e
lettura
ci
di
r
chi
vuol
interprete, che
Leggiamo
biamo
dobporge
il modo
della
ria
sto-
derazioni,
consi-
sue
di meditazioni
e
degnamente
Stuarda,
sul
sabetta
di. Eli-
lady Macbeth,
tutta
scrivere
V attenzione
di
quel-
creatrice.
pareva
ciò
momento
E
il
ch'ella
pensa
di
Stuarda:
Maria
a
un
fessioni
con-
a
lui
spiega
Le
teatro.
meritano
spesso
Erne-
racconta
personaggi
di Maria
Mirra....
di
Medea,
di
Ristori
regina d'Inghilterra,di
di
cercare
morta...
come
i varii
interpretò
della
e
;
deve
lavato
aver
Adelaide
sua
quella
con
quando
d'
come
di
persino
madre
propria
e
ar-tistica
vita
raccapriccianti,come
al
Adelaide
racconta
si
non
abbandona
si
questi
:
ella
1888,
parola
Quaranfanni
nei
artistici^ che
semplice, modesto,
accento
con
se
Risiori
Mi
parvero
così
esercitaite
chiare
su
ed
questa
evidenti
martire,
le
che
secuzioni
peresse
Adelaide
28
il battesimo
vette
Milano
la
tuttora
di
delicata, che
pur
là
e
Ristori
Adelaide
recitò
da
affetti.
ben
rappresentate
Ciò
significa
la
sollevava
Tutti
la
stessa
gli
attori
se
incline
al
lavoro
r
da
che,
r
era
in
se
concordi
subito
le
"c
a
umore
anima
che
;
posito
pro-
proprio
noto
e
che
le tragedie
le
che
commozione
e
del
mi
o
laide
Adeella
tusiasmo.
en-
rono
afferma-
dovinavano
palcoscenico, in-
pubblico
collettiva
terra
lo stesso
interrogati
sul
essere
faceva
ne
della
appena
stessi
passioni
doveva
ogni angolo
me
questo
gli
solo
non
ma
benevolenza
che
italiana,
parti del mondo,
suscitarono
rappresentazione
Ristori
nel
che, dappertutto
:
lei
vera
bontà
palese
parlare
tutte
eguali dovunque,
sono
il
le nazioni
tutte
rilevantissimo
di
e
donna.
girò
a
non
Ristori, bensì
dell'attrice
far
la
Ristori
davanti
fatto
o
di
l'artista,non
Adelaide
ostante
non
e
autobiografiche
Ricordi
risplende,
della
libro
nei
a
ammirazione
femminile
grazia
molti
che
e
con
di
sapienza
profumo
qua
fama,
quelle pagine
;
emanano
un
della
ricordano
rimpianto
Ristori
»
no,
rappresentavano.
;
sentivano
degli spettatori
all'
interprete
Ne
chiesi
an-
t^erso l'Ideale
che
Adelaide
ad
nemico
dal
quale
neppure
i
ed
le
ecco
non
la
teatrale
psicologia
«
«
«
No,
ho
non
alla
subito
Rispondo
mai
nico; rispettavo
il
incuteva
forse
«
timore,
della
prova
Più
a
mio
è
di
più
che
difficile,invece,
domanda:
tra
a
dere
«
d'animo
«
dere,
a
«
verso
di
«
spettatori
furono
Qt
già sicura,
fino
a
parte,
«
preparavano.
in
tanto
doppio
del
pubblico
priori^
se
era
Ebbene,
me?
della
:
senso
buona
In
quanto
accolto
essi
a
le dirò
sinceramente,
«
speciale
per
«
di
buono
o
di
la
cattivo
può
si
o
mal
disposto
dire
che
avevo
a
io
della
che
gli
era
mia
essi
mi
presentire come
data
una
umore.
a
che
che
battute
poi
inten-
compren-
benevoli
prime
all'al-
io lo stato
da
posso
comprendere
avuto
sempre
rispondere
bene
io
mi
riguardo.
accoglienza
a
avrebbero
ho
il pace
non
esso
modo
tanto
dalle
domanda.
Apprezzava
in
1904.
fosse
ma
perchè
valgono
aprile
cosa
pubblico,
bontà
sua
a
che
;
scene
:
prima
sua
saputo
che
96
Romai
a
talvolta
delle
risposte,
testuali
sue
panico
liberarsi
sanno
non
del
chiesi
più agguerriti campioni
per
poco
Ristori; le
d$
produzione,
intuito
un
priori
se
erano
intuito
Era
«
«
po' déiranima
a
ciie
"c
giudica?..
«
lo
Io
potrò
Ristori
una
sul
Lago
di
suo
nome.
di
La
Eleonora
Duse
soave,
da
quella
a
voce
Ri mi
ni
ancor
quell'ora,
con
e,
nella
vita.
al
le
lago,
dì
a
parti.
Medea.
penombre
Adelaide
la
su
delle
divina
più
cesca
Fran-
onde,
poesia,
quell'artistaimmortale,
nell'animo,
stori
Ri-
parte
Dante
susurrio
dolce, quella
s'imprimevano
gloria
canto
voleva
ma
grandi
villa, fra
sul
tistiche
ar-
ammirava
Mirra,
sommessa
del
:
a
Maria
interpreti
che
nelle
laide
Ade-
con
memorie
ed
disse
lavori,
della
sublime
voce
e
espresse
villa
moderni;
scendevano
che
più
mi
di
autori
Macbeth,
lady
recitò
mi
e
essa
fenomeno,
nella
sera
mi
grandi
terrazzo
sera
com'
voce
Como,
drammi
nei
a
sul
Là,
artisti,
passata
sera
su
Ristori
nei
alludeva
un
»
a
Una
giudizi i
moderni.
vederla
studio
suo
scordare
dal
e
il
spiegare
che
d'arte.
giudizi
illustrata
noi
in
pochino
un
so
al
è
folla
gentile attrice,che
la
Mai
in
non
piuttosto
non
o
delia
sottopongo
altri
della
però,
giudichiamo
noi
Così
E
Ristori
Adelaide
3Ó
come
le impressioni
una
UN
DELLA
GIORNALISTA
LEONE
FORTIS
RIVOLUZIONE
:
Il
(il
Doctor
delle
Veritas
modelli
del
periodo
della
vivere
il
e
il
(nacque
5
Nell'ultimo
quasi
alla
la
1824),
tempo,
la
ci
più;
vista
Morì
i
secondo
vecchio
era
decrepito.
non
serviva
gli
non
non
così
ferveva
ancora
ma
cervello
suo
scriveva
penna
sua
il
;
voluto
principe.
ma
cino
vi-
;
la
Forse,
ancora.
un
quartiere
senile,
malato,
pareva
tomba
di
L'uomo
ottobre
in
Roma
avrebbe
tabe
per
senile?...
Tabe
dispacci.
a
largo
un
nel
palazzo
un
1898
tutto
istinto
per
in
gennaio
7
che
morire
di
modesto
assai
egli
Conversazioni,
morì
italiana)
vita
Fortis,
Leone
lodate
specchio
genere,
appartamentino
Ludovisi,
rivoluzione,
della
giornalista
me-
*
alla
moria
quale
articoli
chi
continuo
di
pieni
qualche
ma
egli
non
che
di
s'affidava
figure
volta
gli
ammirava
aveva
tipi,
tutto
animate
falliva
quella
susurri
cólti
con
e
nel
vivezza
di
doti,
aned-
tramonto:
fontana
graditi,
dere
sten-
per
a
quel
getto
doscopio
calei-
d'artista?...
3
Fortis
Leone
34
Poiché
Il
Fortis, più che giornalista,era
Leone
perchè
artista
periodo trapassato
fu
Fortis
drammaturgo
e
critico
un
Era
romantico.
giornalismo
del
Ga^:{etta
al
di
facoltà
la
del
pari
bella
mi
ironico:
ma
altri
esempio
l'una
Fortis
non
1... »
dietro
nella
1 equatore.
della
Cesare
penna.
cieco, dettava
«
diceva
Ripetono
scrisse
più
Infatti,
l'altra
lunga
Era
un
Da
accanto
le
sua
se
Bersezìo,
prodigiosa
una
suo
scritto
ho
di
me?
si
dovessero
parole
scrollando
nel
sera
ch'io
della
qualche
per
Cantù,
una
Il
scritte
ultimo,
alla
Fortis, per
mettere
da
Leone
al-
improvvisatore
dettava;
vecchia
cento
ac-
molto;
vita, si arriverebbe
infaticabile
del
quanto
con
Vittorio
d'
un
vecchia
Pezzi
rimase
dotato
produzione.
testa,
(ma
quale
Fortis
della
gaudente
superstite
glorioso
tempo
siasmi.
entu-
volta; del
d'una
cMilano
di
del
1); e
del
e
di
può
campione
Locatelli
Ga!({etta di Venezia,
più ingegno
che
e
romantico,
il
politico letterario
buon
rita;
colo-
patriota romantico,
un
giornalismo
vecchia
frase
d'ispirazioni, di slanci,
Leone
giornalista
dalla
; artista
artista
d'un
tesori
vantare
un
piacevolmente efficace,
giornalista riusciva
appunto
sta.
arti-
egli, quasi
moglie,
cieca
lere
Fortis
Leone
30
finivano,
i rancori
e
simpatia. Un
Nella
sorriso,
suo
di
stretta
una
conversazione
signore
piacevoli, specialmente
quale
più
nato
era
la
medico;
al
che
la
del
volere
i corsi
lo
di
padre,
Fortis
poeti
alle
me
alla
il
nel
del
guardo^
domanda
lettere.
belle
a
fattagli
se
a
della
guardo!,,,
sull'animo
Padova
madre
gnora
si-
rati
lette-
Prati
che
Per
alla
si radunavano
il
me
della
ideali.
Intorno
quali quello
triottici
pa-
entrava,
seguì
Giovanni
Veneto.
fra'
elevati
il sangue
ma
il
per
cìrcolo
gran
Fortis
-Wollemborg
sonetti,
A
Leone
medicina;
spingeva
e
di lettere
italiana, agitata da
famiglia
che,
era
sentimenti
pei
e
secolo,
del
metà
rata,
lette-
Egli
Trieste
uomini
di nobilissimi
verso
Padova.
di
di
intellettuale
movimento
Emilia,
Reggio
Wollemborg,
quell'alacre città
in
politico.
di
latinista,
al
teatrale,
mondo
era
valiere
ca-
d' aneddoti
mondo
Elena
madre,
poetessa,
nato
amabilissimo;
sul
padre, Davide,
Suo
gli avversaria
narratore
;
la
con
parola cordiale,
una
riusciva
le
tardi,
o
disarmavano
mano
verso
tosto
o
visava
improv-
comincia:
in
umano
risposta
pò-
Verso
lo
più
teva
sguardo
rime
-tici,a
di
esordì
il
Luigia^
37
in
che
e
quel
siedeva
tinte
di
giovinetta
innamorato
poe-
poi
colo
cena-
chiomato
ben
dalle
carme
un
della
nome
il
quale
Edmenegarda
con
I temi
sospiro.
obbligate, piovevano
poeta
Fortis
il
o
letterario, nel
celebre
V Ideale
e
Il
re.
pratiane,
cui
fece
era
sua
dutamente
persposa,
passando egli,di religione israelita, alla religione
cattolica, per
rendere
sospirata con
la
quale
fanciulla
di
che
d'
sera,
inverno,
pioggia,
nella
e
una
bianca
mano
come
con
una
di
capisce quant'è bugiardo quel
a
le
Dio
creò
l'uomo
impaziente
le
piangendo
e
il mondo
del
Ultime
lettere
sospirando
sentimento
»
che
veglie degl' innamorati,
leggevane
1
detto
alle
di
loro
amoroso
E
teso,
s'aprisse,
lasciasse
magari
e
la
sotto
di
pezzetto
parola affettuosa,
di
ore,
alzato,
finestra
un
namoramen
in-
si pensa
gelo,
giovinetta
farfalla,
una
nel
nota
una
gli
ed
ore
collo
col
neve,
che
speranza
piedi
dalla
Erano
Quando
attendeva
coi
la
sotto
un'ora.
quel tempo.
giovanotto
un
cattolica, lontano
vivere
potea
non
possìbile l'unione
appunto
dere,
ca-
carta
scipita; si
del
Corano'
s'aggiungano
leggevano,
Jacopo
Terese.
è
ri-
Ortis,
Anche
mutato:
1
Fortis
Leone
38
oggi;
più le fiamme,
non
il libro di
più
Il
più
iscuola
del
latina
s
una
e
la
o
si
altro!
T^edroechi
in
del
Veneto:
Seismit-Doda
delle
finanze
Berti
e
un
fondò
Paulo
che
(che
allora
allora
scriveva
bel
che
Arnaldo
numer
Fusinato
,
uno
e
».
altri minori.
è
Come
giornali scritti
liberali
i
da
non
quel
Agenzia
più nobili
poi
Prati,
ministro
Antonio
versi),
versi
scriveva
,
Fambri,
da
V
ci
Caffè
nel
e
l'Aleardi, lo stesso
fu
con
bell'articolo
poi
poi alienista),
Jacopo Cabianca,
Ongaro
strada. Un
Adesso,
vita)sfilavano
(quegli che
nome
la facilità
era
Euganea
Stefani, che
ancora
telegrafica
ingegni
il
giornale serio, diretto
(un
Guglielmo
gliaggiunsero
manzoniana.
Rivista
Nella
sì chiamava
fece
Bastava
bell'ode
una
media,
Com-
rimase)
5
quei tempi
acquistavanome.
teatrale
vuol
di
carattere
cui si
lo
celiare
giovane poeta, dunque
altro
l'abaco*
divina
(veramente
Forti; i condiscepoliper
in
della
non
1
Fortis
del
nome
di
cosa
Bacco
per
il libro mastro;
poesie,ma
qualche
conta
il compasso;
ma
che
e
Francesco
fu
l'
Dal-
Luigi Carrer,
Il Fortis fu
«
del
possibileimmaginare
uomini
liberali
con
ajutassero di
tendimenti
inmolto
il
risorgimento
in
lo
essi
per
la
fasce;
yerso
I*Ideale
d'Italia?
Le
cautela
alla
soppressione,
dicessero;
veneti
furono
delle
il
come
vano
sfuggimorabile
me-
che
giornali
Quei
anch'
benemeriti
frasi
capire più
educavano.
e
germe
Crepuscolo
facevano
Tenca,
buon
que' periodici, che
e
studiatissima
del
non
là ;
e
qua
li strozzavano
polizie
intanto, qualche
ma,
gittavan
39
del
essi
mento
movi-
liberale.
*
Trascinato
tavole
nel
all' arte,
della
847
1
clinica
con
Alfredo
Romano,-
dramma
cupo
e
al
i
quale
di
trattava
giovani
un
il duca
uccisa
la
Luzy
santa;
di
la
moda,
Parigi
autori
in
della
di
più
La
Sebastiani,
Sebastiani;
ella
crazia,
aristoaveva
col-
vita
mademoiselle
era
figliadel
unica
come
che
uccisa
povera
e
alta
libera
casa,
Praslin;
ispirati.Si
s'erano
godere
per
compose
quei giorni
Choiseul-Praslin,
Desportes.
conte
di
a
l' istitutrice
Fanny
duchessa
personaggio
moglie
l'amante,
De
successo
le
oggi dimenticato,
correva
come
il fatto
era
cupo
La
e
scena,
coetaneo,
suo
un
la
per
lasciò
Fortis
Leone
adorava
una
sciallo
mare-
il marito.
Leone
40
che
L'assassino,
fu
arrestato,
r arsenico.
con
si
oggi
consuetudini
in
del
l'atroce
V
in
di
gentildonna
andava
ogni
anno
(tuttisi
e
solare
con-
autori
Ferrara
si
le
quale
non
li
col
di
con
nascita
a
commutano
dramma
rappresentato
a
la
Padova
i
riesce
e
polizia,
dovuti
li arresta.
austriaca,
lagrime
austriache, che
e
pubblico degli
bravo
chiesto
avevano
perquisisce
Fortis,
loro
venne
ritorno
piccante.
: allora
patriqtici
clamori
esso
loro
il
che
aveva
politiche aggiungevano
condimento
recarono
al
interesse,
che
soggetto,
repliche
l'autunno
nel-
Padova
vivo
più
allusioni
Le
con
(e là,
ma
del
a
chessa
du-
La
compagno,
il
dramma
chiedeva
e
e
destò
Europa.
polizia vietò
del
ancor
fuggire
riabbracciare
Fortis
1847,
al
alla
fatto
Perchè
per
attualità
commosso
piacque)
società,
T^rasliìiy rappresentato
del
i due
avvelenò
figlio?...
di
studenti
fu
madre,
non
se
Il dramma
La
il duca
misteriosamente.
domandavano)
per
alta
riservatissime,
Inghilterra
il
nelP
vecchia
coltellate,
(si disse) si
carcere,
che
susurra
di
crivellata
Invece,
Inghilterra. La
a
Favea
in
e
Fortis
saporti,
pasmadre
La
con
le
commuovere
al fervido
ghiere
prerità
auto-
Leone
Verso
la
del
pena
l'Ideale
carcere
41
dell' esilio
quella
con
a
Trieste.
Nel
1848,
il Fortis
Vienna,
e
si
rifugia
nel
battaglione degli
Monte
a
d'ufficiale.
di
cafarnao
era
un
effimera
che
di
«
//
tanti
che
altri
giornali
di
Firenze,
suWAIbaj
tempo
impellicciato
difensori
Roma
della
(raccontava
prefazioni
arruolandosi
Repubblica
de'
suoi
drammi
voce
da
polizia
qual
visse
striaca
au-
traltare,
con-
la vita
quel tempo.
ivi
scrive
per
rentini
i Fio-
Di
tis
là, il Forfile
nelle
romana.
il Fortis
sorridendo
praffare
so-
diretto
ischerno
per
il Guerrazzi.
chiamavano
a
e
Nel
giornale d'opposizione
come
»
prio
pro-
sua
Il Fortis,
Operajo^
a
qui,
di
la
alla
vero
passa
passa
è
ed
e
poi
sicario.
spalline
provvisorio
cercava
sensata;
di
batte
com-
giornalista.
come
vendette
penna
Milano
qualche
all'
Governo
Milano;
a
e
le
giornale, UOperajOj
fondò
•
viene
democrazia
Perego
la
Da
del
esordisce
furente
un
volontario
di Padova
d'allora, la demagogia
la
pescatore
arruola
studenti
incarico
egli
che
qui.
da
Sorìo, guadagnandosi
Per
Venezia,
Si
di
sommossa
travestito
fugge
Venezia.
a
la
scoppiata
appena
«
in
apparsi
A
dei
Roma
una
uniti
delle
nel
Leone
42
1888
Milano)
a
del
chiusa
addetto
fase
epica
col
30
aprile.
prodezze
non
ebbi,
compiute.
Ne
desiderio,
il sogno,
quasi
incruenta
trovò
mai
in
Fatto
fra
le
pel figlio; e
in
libero
che
di
nel
suolo,
aveva
Questo
Compa'gnia
Sarda,
di
madre
Torino,
il
Camoens^
plagio. Ma
il
un
da
Felice
Romani
la
sua
spasimato
colla
vivere
scalmanato
interpretato
anche
al
critico
lo
Paolo
diventò
rinese
to-
accusò
•
Giaco
Salvini
allora
e
dalla
pubblico
che
da
l'accusa,
che
quel
su
fetto,
d'ef-
io, da Tommaso
strada,
sposa
drammaccio
(appendicista
ufficiale)annullò
continuò
un
Padova,
a
aveva
giurì, formato
metti, da Angelo Brofier
»
pubblico
piacque
ad
tirsi
conver-
riproduce
dramma,
piacque
non
a
non
per
nuovo
che
a
scosso
Padova.
:
di
'50, passato
Carignano
teatro
vediamo
il
mia
tenentuccio
maresciallo.
lo
la
ma
da
della
braccia
di
averne
giovani,
speranza;
propizia
che
sta
eroiche
di
i
occasione
bastone
un
ormai
era
vantarmi
tutti
sciabola
la
arrivai
imprese,
come
toli
ti-
Maggiore
resistenza
Grandi
la
miei
Roma
a
proprio
posso
de'
Stato
ma
della
la
virtù
allo
Rosselli....
generale
quando
in
Roina,
a
venni
militari
Fortis
della
-
e
zetta
Gaz-
Leone
Fortis
una
strada
Leone
44
dovevamo
destino,
Fortis
cercarci....
istante.
un
cercarci....
dividerci
e
No,
..
nella
congiungerci
di
amandò....
Ma
«
tua
s*anco
di
dimmi
Aroldo.
di
voce
mi
ami.
che
sul
io
si
t*amo.
Aroldo
di
cuore
mi
arder
Un'
spegne)
».
ultima
(Gabriella
s'abbellisce
le
piega
mani,
Morta!
muore)
e
ed
consumo
fatale....
incantevole, giunge
riso
testa
fiamma
sua
credendo
vostra.
il mio....
Si, t*amo,
—
un
mia
la
poco
a
ricordati
muojo
la
mano....
benedetto....
(a poco
volta,
Voltaire,
La
Sia...
Addio
...
amami....
me...
no....
...
eternità....
trovarci
ri-
per
la
Gran
Dio!
Voltaire.
Vi
dunque
è
qualche
della
parola
il
Milano,
della
sua
Scala;
Fortis
vita.
vale
E
degli spropositi che
bella
goffi, dei
Egli
tutte
continuando
in
le
queir
agli
divinità
esse,
di
non
tenda
sua
di
suo
canore
ostante
fase
alla
teatro
correttore
scena,
compagnia
e
dei
amici
a
l'
dal-
nuova
jidicoli
ufficio
piango.
una
; correttore
movimenti
Tremenda
concessa
tenori, baritoni
raccontava
stesso
toccategli
non
loro
la
poeta
direttore
cantando
sparano
io
portò
diventa
Egli
dire
a
vinto..»,
comincia
qui
uccide.,..
vero...
dell'amnistia
giovandosi
imperatore.
di
cosa
hai
morte,
Torino,
Da
tristezza) L'amore
(con grave
—
loro
sulla
le
gesti
scena.
peripezie
particolare,
apprezzavano
le
che
"
spiega-
l'Ideale
ì^erso
zioni
raccomandazioni
e
strafalcioni,
automi
come
pazienti,
sulla
gestire
a
a
45
del
buca
camminare
sballare
a
tore
suggerigendarmi
come
irritati.
Sonnambula^
Nella
un^ Amina
ostinava
si
a
?
Ardon
dire:
il Fortis
E
E
—
—
—
E
una
d'un
tende
sacre
faccia
pompiere)
t
l'impazienza
piacere:
questo
dica
:
tede
tende!
allora
la
Bene,
si
di farle
tratta
dolcezza,
tutta
con
piacere,
un
chinandosi
in-
dirò
lei.
Oh,
grazie!
questi
sono
sera
cantante,
se
ciò
spasimando,
che
non
Imperdonabile
persino, di
incensarli
molti
tede.
sempre:
l'amica
era
le
Mi
vuol
come
forse
Ardon
Senta.
di
luogo
fine, il Fortis, frenando
non
E
in
tende, tede,
non
quella (che
Alla
e
1
ripetere:
tende,
sacre
correggerla
a
Perdoni
—
a
le
torti
tanti
come
per
le
i
obbligatissimo.
sono
grandi
tanti
che
in
giornalisti pronti
questo:
E
anche
troppi.
la
tutta
la
l' accondiscendenza,
idoli.
pensiero,
del
lavoratori
guadagnano
in
guadagnano
a
vita.
servilità
lodarli, ad
il Fortis
aveva
Leone
46
Fortis
*
?
del
L'impresa
Fortis
perde
niente
ma
si
non
Le
di
la
Venezia
polizia
giovani
poi
di
era
e
dei
uno
Mille
citare
morì
e
che
un
dì
si
la
quale
potendolo
Ercole.
di
la
dopo
gramente
alleancora
nel
che
fa
spedizione
Fortis
Leone
Quel
»
si
che
vede
bacio
della
uno
sfidando
i baci
della
polizia
ideò, così
nacque
il
Milano,
Pungolo
famoso.
tanto
Quando
calde
teste
nascere
identico
cosi
«
scrivevano
farne
pensò
E
prima
esso,
sfogavano
spirò
polizia veneziana,
milanese.
ad
si
quando
vede
gano
obbli-
il governo
non
quel
e
qualche tempo.
per
subito
e
si
non
a
si vede
Ippolito Nievo,
s\AV
conciliabolo
quel
giornaletto
Veneto,
caricatura,
Sicilia, naufrago
del
del
allora) che
Basti
la sciabola.
un
che
contro
letterati
colla
con
angustie;
in
infliggere
a
Leone
e
nuove
poi la soppressione. Lo
si diceva
(come
dirige
allusioni
l'ammonizione,
fior di
lo
e
di
Quel
:
rotoli,
a
lavora
Egli
vede^
pungenti
va
Giorni
il posto.
paura.
umoristico
che
teatro
(nel 1857),
leggeva
aveva
ancora
fatto
il
Pungolo
la
nacque
a
lano,
Mi-
decrepita Gai^i^etta,
guadagnare
un
diluvio
di
l^erso l'Ideale
a
svanziche
e
Pezzi,suo
un
direttore;
e
che
al
»
cista
appendiproprietario,
amabile
tipodi epicureo
spèndevae spandevacon
costumi
con
orientali
lusso da
un
rajà
analoghi....
riguardoal
bello di cui teneva
sesso
47
in
campioni.
parecchi
casa
diretto poi da G. B^ MeQuel giornale,
nini,era
quale lo
a
faceva cantare
Governo; il
voleva,obbligandolo
come
ma
delPItalia,
parlaremai
non
al
mani
legatopiedie
sempre
della Cina.
Gli sfaccendati del caffè Martini
della
CecchinUfdavano
fu
ma
teatrali;
loro
quello in
cui
giornaleche
nuovo
lo
del 7
da
con
Da
una
barba
-••'
^-
giorno anche
un
volta la settimana
una
suonava
per
di
discorrere
poterono
il
fontana.
primo
parte,un
interminabile
e
con
formato
di ali
mano:
nuscolo.
mi-
campeggia
e
di
coda
e
è Asmodeo.
centenario
tali
la
scheroni
magnificima-
mezzo,
d'oca in
vecchione
in
tre
In
Reca
numero.
è
tanto
con
di penna
levati al
..
bel
un
fronte, porta
diavolaccio
tanto
più importanzaai giornali
1857 ed
marzo
In
un
del caffé
del patriottismo.
svegliarino
Alquanto ameno,
data
e
con
una
chi
lagrimeaglioc-
che pajonoi bottoni d'un
cielo,
ca-
Leone
48
Eraclito.
è
rabiniere;
dal
scoppia
di
col
numerose,
di
popoloni,
leggono
la
penna
si
della
Il
questione
sociale.
ch'era
firmava
si
al
quale
ricordava
dei
alto.
dei
Ed
Arnaldo
strada:
in
cui
pellagra,
gemiti,
fedele;
abbandonò
il
vile
dietro
correr
volavano
poliziotti,dei
Fusinato
a
ma
sotto,
indovini
Carlo
veri
Verità,
che
;
miserie
Dottor
serbò
gine
pa-
Mazza
animoso,
si
sabato
sono
il direttore
troppo
Impossibile
ogni
primi
ora
pseudonimo
che
della
i
Fortis,
banda,
sulla
pezzetti di dialogo
comasco:
Vi
mostrano
povere
sono
qualchevolta
e
Salvator
pittore
male.
non
note,
allora.
usava
cantor
e
persone
grafico
ragazze
del
ravalle,
di
e
disegni serii, che
son
si
illustrato,
segno
del
intere
questi
è
tipi
calligrafico che
piacevolone
Democrito,
giornale
caricature
Le
Dall'altra,un
è
ridere:
il
Tutto
Fortis
ed
gemiti
e
dello
tutte
le
staff,
Fal-
ora
(Fra Fusina)
chè
per-
speare.
Shake-
allusioni
dirizzo
all' in-
regolarmente
ciambellani,
capo
nimo
pseudo-
presto,
tipo
Ba-
più
e
era
in
uno
più arguti.
eccoci
nella
primavera
del
1858. Già
si
Verso
parlava deirajuto
al
Piemonte
Veneto.
A
Milano,
—
Ils
—
Ma
—
La
sotto
chi
A
—
Al
—
Notre
o
Chi
«
doppio
Ils
de
Meynadier.,,,
credevo....
l»., ils viennent
riscaldavano
l,..
allora
gli animi;
àel giorno
il discorso
settimana.
di
senso
io
Milano
collo
intende
quelle
scherzo,
»
partita. Il
delle
cacciava
che
le
o
parole?...
di
polizia fece,
ma
comanda?
grognard
le
non
tratto,
sentire;
la
chi
e
viennent
della
guardia
La
comédiel
tutta
predilezione
di
il
ed
Meynadier;
che?
freddure
della
ogni
nate
canto-
viennent!...
parlavi.... ed
tu
adombrate
uno
la
vieux
per
anche
Ils
far
a
solito....
(In coro)
erano
sulle
annunciava
francese,
e
Queste
il Lombardo-
mai?
jouer
Ah!
—
avrebbe
caricatura:
una
truppa
—
la Francia
francese
viennent!...
Bah!.,
—
si
4$
liberare
per
compagnia
Pungolo
che
armato
portato
la
l*Ideale
«
le
con
sulle
allusioni
urli
fiuti
al
come
il passo
prime,
le
diventavano
viste
o
Pungolo
con
occupava
Scala
della
degli
notte
si
voi
che
ambiguità,
scriveva
Fortis
cose
infamie
a
ma,
»
un
cane
dei
di
di
ladri.
non
setti-
Leone
5o
in
mana
dire
il
settimana
più
quel
personaggio
come
ben
bastonato:
T^ungolo
odo
prosa
mandato
da
lo
e
col
Marionette
polizia soppresse
allusiva
all'arciduca
Vienna
per
mise
mandò
finì
e
delle
La
Lombardo-Veneto;
Fortis,
del
mordenti,
rumore.
una
per
Massimiliano,
il
Fortis
la
sossopra
Trieste
a
nire
rabbocasa
cambiar
a
aria.
Nella
anche
natia
La
Ciarla^
Fortis
passa
sopprime
nel
Piemonte,
il Fortis
a
Ruggero
nei
che
anni
primi
in
Bonghi,
Perseveranza
battesimo
del
a
chiamò
le
é
uno
Milano
i
rimasto
suoi
per
Roma-
Manzoni,
altri
come
letterati, i
i
accorrono
«
delle
Milano,
di Milano
de'
e
ai
tanti
come
oggi
come
del
Berchet,
allora
tenda
calda
ancor
orgogliosa
poiché
fugge
liberazione
intelletti, accorrevano
poeti, gli artisti,
Fu
alla
attratto,
d'ingegno;
d'
del
Foscolo,
giornaletto, il
ospitai
che
ma
polizia,deve
proprie mire;
quale città,
si sentiva
centro
le
Ciarla:
della
questo
esce
giustamente
e
La
larga
ne
non
del
tradizioni
italiani
e
; alla
Milano
gnosi
anche
non
profughi,
fonda
ordine
per
Soppresso
tacere.
di
Trieste,
canti.
mer-
libera, che
articoli
sulla
capitale morale
molti
anni.
»
multuanti;
se
intimazioni
di
rettificava
bel
un
alcuni,
affatto:
ci
delle
pezze
allora
tutto
La
le
vollero
vollero
ci
dì
in
momento;
Quando
valoroso
popolazione
sollevò
anche
cittadini
era
La
Fortis.
da
Vittorio
Emanuele
re.
Emanuele;
E
di
e
il
tassero
por-
romano.
frasi
di
che
lo
alla
quale,
il
Milano,
della
l'entusiasmo
proposta.
sua
Nigra
lo
gratitudine
l'indirizzo,
con
da
indirizzo
Indicibile
questa
commissione
Costantino
a
un
d'affetto
firmarono
steso
con
fatta
non
vincitore
propose
gran
era
che
un
; indirizzo
presentarsi al
Niente
verde.
e
rossa
mancò
come
pubblicista
sentir
A
tappezzieri
Fortis
Leone
Vittorio
venne
il
persino
applauso generale.
poco
trionfo
in
i
il
non
francesi....
bianca,
un
di
Ma
accuse,
proclama.
un
truppe
stoffa
finì
le
soltanto
popolarità
quel
con
nel
fuoco,
Pungolo.
Intervenne
niente.
Vigliani
governatore
al
ribadiva
Fortis, imperterrito,
di
lettere
»
nicìpio;
mu-
colpiti
sentendosi
rettifiche
«
il
contro
patriottistno,mandarono
loro
che
calda
pigliava
la
gli assessori,
e
da
Portis
Leone
52
mila
Nove-
tende,
s'in-
che,
dal
circostanza
fu introdotta
recava
presenza
alla
quelle parole entusiastiche, rispose
di
lettura
commosso,
re
di
Verso
e
ordinò
il documento
che
vii
archi
di
Tali
i
l'Ideale
si
53
negli
conservasse
Stato.
in
tempi,
cui
il
Pungolo
crebbe; tali le prime glorie del Fortis
Ogni
sera,
ruba.
Era
E
il
Mille
il
milione
un
per
dava
Lombardia
nostri.
della
guardia
Pungolo
si
a
biondo
anni
d'esilio
tornava
improvvisare.
elezioni, esumò
molti
Fu
un
cospicui
ad
alle
odi,
esaltare
che
sponde
Milano
e
a
all'eroe. Non
si
offrivano
i
i militi
sonetti,
il
le
ed
il
Mercan-
dopo
d'Olona
tanti
ad
che, alla vigiliadelle
famigerato
milanesi
an
Vigliani,
sottoscrizioni,
Regaldi,
il Fortis
che
quei tempi... e pei
Le
alle
stamparle,
milioni
venti
gli operai, fra
nazionale.
Fancor
Garibaldi
eccitava
slancio
poeta
un
Pungolo^
milione
un
fra
gare
tini,
di
il
quale
univano
dei
il governatore
con
Fervevan
epigrafi
da
E
rispettabilissime per
somme
spedizione
diceva
nazionale
ministeriale,
ideare,
può
a
imminente.
era
ella sola, subito,
versar
La
come
fucili.
di
punzecchiando
La
si
prestito
un
andava
momento.
pettenadUy
d'allora)
giornalista.
Pungola
ingrossava.
/la gran
chiedeva
del
giornale
momento
meneghino
il
usciva,
appena
e
nacque
indirizzo
firmato
airimperatore
Fran-
Giuseppe
Cesco
del
fallito
scandalo
braccia
volta.
formato
;
addirittura.
campagna
il
un
quale
il
ingrandì
raddoppiò
Michele
entrarono
scrivere
deltà
cru-
elettorale.
lo
successivo
a
tate
No-
la
con
Pungolo
redazione
cominciò
venti
spizzico,
a
prima
Nella
che
Uda,
nomi
sua
anno
Alcuni
la neroniana
Tarma
1860,
uno
parve
aereostatico.
pallone
quei
un
sospiri
essere
furono
nelP
e
da
devozione.
consumava
gennajo
2
quei tempi,
Essi
la
combatté
Maestà
i
palpiti e
voluto
in
su
pubblicare
alla
Col
o
il Fortis
di
I In
i
avrebbero
sotterra
che
ei
allora
")
Sua
con
regicidio, operato
quell'atto di
atroce
firmatarii
po'
di
tentativo
compromessi
a
dei
congratularsi
per
Immaginarsi
pazzo.
dei
Fortis
Leone
54
brevi
appendici
.
drammatiche,
le
Ciarle
a
l'uomo
Carlo
e
dal
cittadine
Broglio, papà
amante
del
vino
alimentava
suoi
«
Cane
fatti
di
c(
della
terribili
o
dall'eterno
il popolare
meneghina,
cronaca
sgrammaticature
«
»
e
di Paolo
Gatto
colle
assassinii
«
che
i
più
Ferrari
morde
rettifiche
»
serì
v' in-
Broglio,
cacciatora,
le burlette
cronaca:
insolente
di
colossale
della
delle
e
che
Vincenzo
».
cappellone
all'occhiello
fiorellino
Mascheroni
co'
»
—
gnose
inge-
»
quali
pine,
su-
a
furia
Verso
di rettifiche
a
due
di
e
55
accondiscendenze,
Uda
air
nelle
alternandosi
le
Fra
celebri
i
giorni,
Alcuni
Scala
che
sulla
Pungolo
lettere
Nel
1866,
il
nelle
Per
di
Sicilia.
ansiosi
il
giornale
;
miglia) a
di
ogni giorno,
in
guisa
deplorare
un
compilato
con
che,
gerle,
leg-
fino
metodi
;
a
la
entravano
in
ma
Nato
il
più
moderni
Secolo,
più
comperasse
più
tardi
di
Milano^
con
un
concorrente
dai
ancor
lo
il
più
di
temuto
riere
Cor-
del
Pungolo
che
il Fortis
fratelli Treves,
scopo
a
Pungolo^
Nato
bastò
Non
decisa.
ebbe
giornale
del
decadenza
ste
queil direttore,
si
d'anno,
j
ancor
vano
legge-
tuffatine
decadere.
a
Milano
fin
tutti
lire
troppe
a
deficit!
cominciò
di
guerra,
dell' amministrazione
casse
questo
della
Tanno
Pungolo
dava,
via
celebre
del
tarda....
notte
fu
dèi
padre.
spedizione
si aspettava
cesse
suc-
pratutto
so-
Dumas
le
ancora
F.)
curava
del
Alessandro
ricordano
P.
una
».
collaboratori
emerse
romanziere
Verità,
della
cose
«
a
drammatiche;
appendici
Dottor
col
oscuro
(firmava
Il Ferrari
smarrita.
si riducevano
air
pizzicotti dispensati
serva
bei
l'Ideale
levarsi
del
il Corriere
dalla
Secolo^
Leone
56
fondendolo
scrive
(chi
nel
proprio
queste
linee
for
struggle
ma
life
I E
quante
bastò
Non
sforzi
il Fortis
che
di
prove
Quanti
tentarono!...
debole
i concorrenti
rinsangua
che
di
Per
proprietà.
molte
chiere
Belinzaghi;
conte
Cantoni
barone
di
ignoto
pubblicità
;
»
misterioso;
e
Cambiamenti
milanesi
grafo, più
soffio
del
speculazione
di
della
Ecco
il
non
qualche
due
si
del
giornale
conosceva
linguaggio
non
tava
mu-
nali
gior-
col tele
Una
delle
Industria
che
della
Fortis.
notizie, più
moderna.
la
zia
agen-
altri
gli
chiama
muse
«
padrone
specialmente
vita
niere
coto-
qualche
mentre
d'un
ora
gran
nuovo
il
ma
e
sindaco-ban-
del
fresche, pronte
Fortis
Artista,
sempre
di
è
di
di
divenivano,
dal
commedie
è
ora
forma;
ricchi
Fortis,
ora
ora
ora
vista,
a
dall'antica
animati
;
valse
non
padroni passò
presieduti dal
d'azionisti
gruppo
di
del
è
;
e
amministrazione
mani
Pungolo,.,.Ora
il povero
gallai
a
combinazioni
d'azionisti
di
si
mento
tenersi
per
tentasse
cambiamenti
nello
e
soccombette;
raccogliessesottoscrizioni
facesse
quali
a
Sera^
della
più
1876
mezzo
battaglie contro
dopo quante
animosi
in
sa
il
»
Nel
giornale.
il Corriere
serpenti 1) nacque
«
Fortis
non
prima;
seconda.
gli
e
e
risero
sor-
tese
frain-
l'Ideale
Verso
Il
T^ungolo spirò
dopo
trentatre
nella
storia
del
di
foglio
carta
Desdemona,
fra
di
Milano
del
da
quel
fazzoletto
di
T^ungolo
ne
risorta.
pendevano
dall'oracolo
popolo,
Esso
dolorosi;
più
e
più largo
non
come
il
eccelsi
i Milanesi
primi anni,
vita
italiano.
giornale
primo
1890,
memorabile
vita;
più
del
d'agosto
risorgimento
i fatti
il
fu
essp
di
anni
accompagnò
Nei
l'ultimo
57
Delfo;
di
lora,
al-
e
di
sinonimo
era
'
Molti
giornale.
senza
letto
aver
della
Fortìs
ciò
facevano
volta, il lago di
da
quale
piaceva
non
al
attualità
al
Il
all'ora
il fiato
Una
una
pezzo!
(poco
Una
stosamente)
mae-
partiva quando
e
Così
articoli
gli
quando
estremo,
annunciando
i
a
lui.
ad
ora
Neppure
concorrenti
gli
tato.
rispet-
l'orario
era
diramò
agli
loro
di
piaceva
usciva
non
garbava
volta, il direttore
circolare
bel
piroscafo, // Falco^
"Pungolo
che
tempi,
questi
"Pungolo quando
sul
della
spesso
solcato
orario,
aveva
Fortis.
ultimi
mozzavano
un
signor capitano.
fissa,bensì
negli
Ma
era
vecchio
uscivano
signor
C.
attendere
un
Leone
dell'opera B,
A,
Como
sonno,
sentenziato
aveva
municipale
giudizii si
il
che
commedia
deliberazione
pigliar
potevano
non
una
nati
abbospe-
Leone
58
ciale
novità,
che
Ed
in
sarebbe
che
distribuire
il
invece
all'ora
Forti
che
vi
s
da
tempo
denso
un
della
carro
molto
fece
Il
silenziosa,
sulla
dopo
come
Eppure
la
di
si
Leone
divertivano
a
caporal
Leone
»
come
gli amici,
vigoroso.
Che
11
vi
egli abbia
i volumi
insegnato
ad
nel
era
l'antica
tava
mon-
primi.
Pungolo
festa:
una
fosforescenza,
begli
mavano
lo chia-
impresso
aveva
il
suo
gillo
si-
Fortis.
Leone
era
Il
anni.
scherzosamente
Pungolo
del
ancora
de'
leggeva
rava
girozze
car-
quando
uno
giornalista originale e
scorrere
vecchie
seguiva
nei
come
ancora,
che
tempi,
le
Fortis,
quelle pagine ripigliavano
del
ruota
ultimi
si
e
ruota
una
sempre
che
molto
per
una
l'auriga,
era
pranzo
articolo
un
stento,
perchè
cassetto,
a
Quel
a
neve.
l'occhio,
con
fu
Negli
rumore.
giornale
un
milanese:
vita
del
d' ammiratori
pubblico
T^ungolo
Leone
meglio
circuita
personalità
d'ammiratrici.
gran
facendone
ingegno,
d'una
il
modo,
letto,
a
tavolai..
a
ditissima.
gra-
?... Nel
d' andare
all'ora
ogni
a
loro
a
consisteva
mai
d'andare
trasfuse,
personale,
ritornata
cosa
giornale
portentoso
suo
foriis
innovatore
I Nello
si vede
quanto
Pungolo^
altri venuti
dopo.
Infuse
Leone
6o
Ma
che
terribili
E
di
sui
frasi
vita
Illustrazione Italiana!
la
Fortis
tollerava
in
arte
nota
di
Riccardo
non
capiva
il Rovani
una
de'
di
{Milano^
al
pari
del
che
e
suoi
Fortis
la
gli scapigliatiaccoliti
del
quelli corretti
intorno
caffè
Leone
che
lo
Cova,
Fortis
aveva
tanto
a
fu
vero,
nella
sopra
innamorato
gioconda
se
a
e
Fortis
nelle
linavano,
centeldel
del
italiano.
Padova,
raggiosamente
co-
liquori,
del
sé,
^he,
non
tentavano
giovinetto
di
come
intorno
cenacolo
tutto
ne'
Gazzetta
lui, il pseudo-moka
ufficiale
ma
Fermo
Wagner,
Rovani
vini
si
innovazione;
corte;
sua
l'articolo
osterie, laddove
alcuna
d'avere
godeva
in
giovanili,il
anni
imperante
sonoramente
porita.
sa-
Fortis
è
quelli.
nel
non
dal
neologismi,
principiie
gusto
era
usata
anche
espressivi
della
triestino,rarissimo
un
di
egli sfoggiava
canzonatura
lingua
svolgeva tempestata
vicende
Conversazioni
La
in
raro
giornalista,
ricca, ed
moderna
settimanali
sue
Pregio
•
cata.
stoc-
scopio
caleido-
sulle
improntate
della
la
della
sicurezza
originale, qual
nuove,
costumi
nelle
un
la
brio
quanto
Possedeva
polemiche!
dell'assalto,
prontezza
e
Foriis
gnorile
si-
nume.
L'Italia,
nella
continuò
raonda
baad
6i
Verso Vldeak
infiammarlo
lui
lunga
per
anche
serie d'anni
per
procellosi.
nel
s'era fatto
cammino
breve
Non
ufficiale
italiano,dal 1818 in cui nella
Gallettadi
Milano
queato avviso:
«
lismo
giorna-
(24 settembre)si leggeva
Angelo Brambilla, quondam
nella
Giuseppe,negoziantespedizioniere
a
Carlo
c(
contrada
«
prevenirei sigg.negoziantiche
«
lite condotte
«
Italia
«
questa ditta Kramer
dotta
delle
Ore, N
confusione
so-
pel Piemonte, Francia,Genova,
regolareper
neanche
oltre alle
viceversa,ha stabilito k
e
di
si fa premura
4909,
e
una
comp.
Vienna
società
con
te
con-
nuova
viceversa 1 » Molta
e
allora,nella geografiad' Italia1
adesso
è tutta
ben
corretta.
Pur troppo,
di questo genere
i correttori di stampa
E
mano...
si chia-
cannoni.
«
Oltre
il
Pungolo^
«
Nel ^66y appena
giornali.
Marco
Venezia
anche
sventolò
sulle
la bandiera
// Corriere
della
godeva
tutte
ideò
altri
di San
antenne
tricolore,fonde
Venezia, Se
allora,dovette cedere il campo
che
^_
Fortis
Leone
le
a
a
non
che
un
corrente
con-
simpatiepopolari:
02
al Rinnovamento
del bollente
appendici, pubblicò
il
suoi.
A
Leone
più
sul
tipi vitali
Paolo
un
nelle
assiduo
di
vicende
Non
cui
con
redattori
non
di
grazioso
quattrino.
a
ne
restò
è
e....
forse
da
Qualcuno
1860, il Fortis
Napoli,
aneddoti
amico
trattava
d' altri
siti
tentava
del
i suoi
Il
ancora.
I redattori
lavoravano
e
col
insieme
arbitro.
questo:
mesi
varie
all'arte.
infiniti
il nostro
partenopeo
vedevano,
anche
blico,
pub-
seguiva
nelle
consacrata
raccontare
Napoli
lo
discese,
che, nel
che
Comin,
potrebbero
Pungolo
tutta
"Pungolo
un
modo
più
vita
una
biale.
proverun
che
di
Sirchi
conte
divenne
imo,
nelle
dimenticato
va
cognato
salite,
geva
emer-
creatore
vantare
poteva
pubblico
gran
qual
che
stenne
so-
affetto
suo
Ferrari
quel
Colombi
Ferrari
anni
persino
il
E
italiano
come
amici
veramente
entusiasmo,
imperituri,
e
marchese
quel
Si
fu
lunghi
dell'amico.
teatro
rari,
Fer-
degli
amato
giustificato. Paolo
che
Paolo
di
per
con
impeto, l'opera
fondò
più
Fortis
calore,
primo
e
il
Nelle
Pisani.
proposito....quest'amicizia
con
con
Carlo
romanzo
un
più intimo,
ammirabile.
era
P'oriis
Leone
alla
mesi,
di
del
meglio,
il becco
rifarsene
di
ma
un
get-
t^erso ^ideale
tandosi
i
ma
scrivevano
più
all' illustre
Milano,
a
di
compiacesse
Cari
alla
Aspettatemi
arrivava
infatti, egli
zione
onori,
con
sorridenti
Dispensava
di
là;
mano
tratto
un
:
che
»
nel
banchetto,
sarebbe
poveri
con
Nella
fondò
vi
Napoli;
La
nuova
fondò
liberata
non
posso
a
il
e
E
il
vi
allegri
tuoso
son-
un
a
tal somma,
quei
E
partiva
ri-
l'uomo.
appena
Napoli
sce,
rincre-
insieme.
guisa che,
liberata
liberata
della
fondò
lano,
Mi,
appena
il Corriere
ad
tutto
benissimo
Tale
Pungolo,
strette
tutti
quanti
giovinotti, tutti
—
lice.
fe-
soddisfarvi!
restiamo
soddisfare
sta
era
Mi
!
quale spendeva
così, appena
Roma,
miei
tutti
solennità.
stessa
vi
appena
bastata
bravi
e
oggi
li invitava
E
egli
qua,
amici
E,
»
ratori
collabo-
suoi
mano
a
giorno,
alla
affettuose; poi,
Sentite,
voglio
insieme.
che
di
pel momento,
ma,
Però,
anch'
si
egli
il tal
accolto
felici. E
strette
Ed
stazione.
da'
parole
«
alla
inchini
con
e
1 Verrò
Napoli,
a
perchè
i conti.
amici
:
ora.
Fortis^
loro
telegrafarloro
tal
rispettosamente
cav.
regolar
«
strazione;
dell' ammini-
francobolli
sui
disperato
63
il
liberata
Roma
Pungolo
della
nezia,
Ve-
Venezia,
ed
Pungolo
di
vi
fondò
Domenica?
Leone
64
nell'ultimo
Fondato
fu
^che
a
non
più
il
anche
Qualche
il oMarchese
un'
amico
si
ai Faraoni
direttore
«
del
comparve
ombra
veementi;
lasciar
morire
patriota
che
la
aveva
della
e
che
raccomandò
lo
nominarono
i
ma
perchè poi?
giornali
la
che
certo
Fortis
1... Non
lo
Compose
Crispi,
altre
nobili
un
ingegno,
e
di
avvocato
uomini
quanti
ma
interessi
a
di
assolvo;
lo
scuso,
un
libro
di
elogi
volte
da
lui
doveva
italiana
verboso
eccellern^eservirono
più
gliarono
sca-
ventennio,
politici,quante
erano
d'
causa
ministeri
;
una
nell'inedia,
troppi, troppi,
non
Si
nell'ultimo
in
si
rossi
italiano
servito
è vero,
tramutato,
chio
vec-
lo
cui
Egli,
del
Ga:{\ettaufficiale
;
vigilia, un
monarchia?.,,.
s'era
;
nell'abbandono,
sempre
e
cinese.
alla sorte
della
altro
Colombi^
Tevere,
contro
»
Morto
un
commosse
aggiunto
sinecura
di
d'un
domenica,
giornalista impoverito
tanto
agli associati,
...
della
come
scomparve
nese,
mila-
Pungolo
dono
qual
i dodicimila
Pungolo
giornaletto,
del
periodo
unito
questo
eran
Fortis
quelli
lo
su
aspramente
del
piango.
com-
sco
Francecom-
V Ideale
Verso
battuto;
quanti girasolidell'italo
ma
si volsero
d'improvviso
allo
s'innal?ò
65
nefasto
all'uomo
Eran
zenit!
Parlamento
morti
quando
tutti i vecchi
..
Filippo Filippi, Franco
amici,
che
Ferrari,
col
formavano
Fortis
famosa, leggendaria chiesuola
sentir
la
taluni, facevano, in
pioggia, il
commissione
e
si
sconsolato,
stanco,
pel
bel tempo
del
alle
le
stampe
premio
vinto
un
Il
nei
la
dopo
per
le
mentre
Leone
lunga
rivali
Fortis
di
accumulavano
bei
lui)
si
dava
affi-
le
e
la
Ma
spariva come
battaglia
della
della
drammatico;
della
proprie prodigalità
i suoi
Fortis,
lavori
memorie;
a
in arte,
e
larghi rimpianti.
con
interruppe.
vinto
un
letteratura
il terremoto.
nelle
la
degli effe,e che,
rifugiava
rifugiava sopratutto
morte
Milano
a
(estintapochi giorni prima
conferimento
Paolo
Faccio,
zioni,
dissipa-
e
dica
perio-
stampa
rettangoli di
vita:
cartelle
di
rendita.
4-
Leone
del
morì
Fortis
1898,
che
diciotto
fu il
suo
anni
a
a
Roma
il 7
Roberto
dopo quel
collaboratore
gennaio
»
chetti
Sac-
più paziente
5
66
Leone
più amabile;
e
ricordo
al
e
Fortis
è
quale
doveroso
ben
un
d'affetto.
Nella
miseranda
di
di
fresca
ancor
buon
quel
anni,
quattro
è
memoria
nostra
di
giovane
quel simpatico,
fine
la
trenta-
tore
scrit-
entusiasta
piemontese.
Sacchetti
Roberto
di
gentile
De
nel
di
dalle
quale
fra
può
venne
a
Milano
in
dall' amicizia
Farina
Pungolo
e
del
principale.
per
il
giornalismo,
piegato
più
solo
inacetisce
per
il
Ch'
egli
sangue.
al
Vi
Torino
fortuna
di
;
un
tore
Salva-
posto
un
in
il
breve
dattore
re-
proprio
nato
mestiere,
sono
uno
lenite
ottenne
fosse
e
da
direbbe.
nessuno
bisogno
giorno
Praga,
divenne
messo
scrivano
giornate,
giovani,
per
era
miglior
Emilio
quale
il
Sacchetti,
uno
cosi
di
dure
di
d'altri
al
no,
cerca
sofferte
aver
si
nato,
lire
volta
qualche
dopo
nel
due
guadagnare
II
siccome
ma
rifulsero
dell' avvocatura
sentiva
quegli ingegni;
scrittore
po'
si
Edmondo
osservare
ritrarlo
strettoje
non
famiglia
che
di
scopo
di
e
di
Giacosa,
lo
con
mondo
nel
fuggendo
la
Bersezio,
Giuseppe
Piemonte,
bello
e
Vittoria
Amicis,
alla
apparteneva
Egli
s'era
che
nei
anche
nel
Leone
68
mediocri
quella
stessa
onestà
anche
di
gli
mano
si
fidano
fra
i
alludeva
coi
del
passione
»
e
Torino,
visto
venne
nel
qual
con
il viso
bisogna
Sacchetti,
per
aver
dell'anima
là tra
potuto
sua
Egli scrisse
occhi
affilato,quasi
aver
visto
quella
folla
era
Milano
di
parecchi
ribaldi
Gaun
«
fu
la
sua
gurato
inaueh'
egli,
bisogna
e
era
ài
aver
egli contemplava
cadaverico
quel
del
nerale;
Geil
momento
inquieta, rumorosa,
la pronta
conoscere
ebbra
in
mente
nobil-
Risorgimento
assistervi;
negli
mai
campagna,
a
del
altri
Giuseppe
Mentana,
direttore
fuoco
scarno,
1880
propria
aveva
Garibaldi
a
per
Per
nove
dician-
a
la
di
quella
ineffabile.
intanto
danno
ragione,
1866,
quale
vita.
il monumento
divenuto
sua
simpatia
a
Trentino
col
la
quando
e, ben
rovescio
al
gli restò, dopo
immenso,
la
Giusti,
nel
nel
fatto
quel
a
cominciata
culto
il
la
simile.
esponesse
garibaldini,
come
e
presto
guanti
loro
assai
pensavano
operosa,
parlava. Benché
mai
anni,
vita
modesta,
conciliavano
cuore
poco
sé
la
non
che, direbbe
coloro
del
la
vita
sua
quella tolleranza,
che
coloro
lui ;
Di
altri ;
degli
verso
rara,
Fortis
espansione
entusiasmo.
romanzi
e
racconti
:
Ce-
Verso
un
sulla
devStino
un
via.
crudele
Roma,
A
del
il
fu
ne
dopo
Vi
diletta
a
ciò
ciò
che
ciò
che
vuol
vuol
vivere.
la
re
che
fanno
vuol
racco
sua
povera
pensare
nell'aria,
a
pie-
istanti
la
ardere,
era
addominale,
amici
che
zione
dire-
si
tifo
ultimi
nascosto
spezzare
ècco
Ga^{etta
da
sciagure
maligno
potere
spegnere
sono
pre
sem-
penosa
della
agli
più
Sacchetti
negli
avere
era
quando
la
febbri,
pietosamente
famiglia.
un
da
preso
morì
mandata
si
Risorgimento,
castello^
bruscamente
corrispondente
monteie^
a
lasciata
quale
cato
saliva
tronca
dove,
ti-
romanzo
dell'arte;
gli
il
e
suo
saliva,
egli
elevata
curva
Tenda
Ogni
avanti;
passo
Riccardo
cascina^
e
Entusiasmi.
Candaule,
69
volumi,
tre
Castello
ranno,
e
in
Mariani^
sare
ì^ Ideale
il
quale
crescere,
recidere
a
tato
spie-
DUE
AMICI:
PITTORI
PAGLIANO
ELEUTERIO
DOMENICO
MORELLI
E
morelli)
(con
lettere
inedite
del
f
"
Eleuterio
indipendenza
Gerolamo
dell'arte
senza
Calvi,
della
Sogni,
De
della
luzione,
rivo-
patria; figura schietta,
d^accademia
pose
l'
del-
Sebastiano
pittoriI Figura
altri
e
soldato
e
Giuseppe
come
Paolo
quanti
e
pittore
italiana,
Induno,
Albertis,
fu
Pagliano
e
senza
sciattezze
di
fu
timo
l'ul-
bohème.
Anch'egli
giorno.
suo
scrivere
la fine
vita
nostra
nel
incliti
eroi
delle
1903
consolante
italiani, che
il dover
simpatico,
travolti
che
rono
destadi
vibrazione;
una
come
—
nella
posero
la
tanti
folla
délVIliade
nel
—
degli
regno
ombre.
Monferrato,
'^
tanti
canto
gennaio
è
non
cuore
primo
benché
lÀ
E
Il 5
ricordo
un
italiani
nel
di
nostro
Eleuterio
delle
disparve.
glorie
Pagliano,
(il 5 maggio
nato
era
il vecchietto
una
milanesi.
delle
E
arzillo
1826)
macchiette,
ci pare
e
in
reno,
se-
Casal
e
impossibile
una
che
Eleuterio
74
Pagliano
egli sia sparito
di
della
in
dalla
alto, in
Vittorio
correnti
delle
di
su,
giù;
della
In
di
mare
un
sopra
di
di
collezionista, di
e
lacche
all'ultima
sua
col
invece,
Eleuterio
della
precederla
studio, il Pagliano
come
un
fraticello
Venuto
Accademia
Sogni,
ebbe
a
di
che
nella
che
Brera
tendeva
maestro
quel
rumorosa.
ammantato
bozzetti, di rarità
fra
preziosi di
dipinse
tomba!...
al
e
,
nel
E
in
a
grandioso,
lui,
quello
beato
convento.
suo
prima
fiorentino
toccò
morte
tranquillo,
giovanissimo,
;
e
fino
cabile,
instan-
della
inferma;
prega
di Murano
specchi
doloroso
dipingeva
Milano
a
e
luce,
di
librato
l'Hayez; dipinse
moglie
nuele,
Ema-
serene,
bozzetti
e
rombo
studio
vie;
Pagliano
come
ora,
di
raffinato,
presentimento
imminente
di
quadri,
giapponesi
pittori amici,
al
inquieta
inondato
d'arazzi, popolato
cendate,
affac-
Vittorio
e
72,
scale, di
mezzo
vicine
gente
studio
quello
in
lucide
pittore d'immagini
un
di
N.
sconosciute,
Galleria
delle
studio
Scala
anditi,
possibile
im-
ci pare
suo
Emanuele^
persone
piazze,
nel
più
di
moltitudine
Morelli
quotidiana;
labirinto
un
ballatoi,di usci, e
della
vita
trovarlo
non
Galleria
Domenico
e
studiò
del
il
alla
liberal
Pagliano
Sabatelli, astore
Eletiterio
76
e, Domenico
Pagliano
—
Morelli
^
lerìa
Nazionale
grido;
tecnica
di
l'artista
era
diceva
non
Roma,
qual grido
e
Egli
di
il
come
patria
il
e
manda
di
e
nei
ritratti)
«
non
terio
pennello
il
T Italia
fucile, quando
pitture
Nel
nel
e
di
ma
1848,
prese
Luciano
'
tere
operò
gittar
di
con
patrioti lombardi
quel
Fin
decennio
»
Eleu-
prendere
per
di
non
di
la
con
vita.
Il
la
e
ma
meditò
dal
più
il
dura
ripe-
sapiente,
quando
e
matita
decennio
d'allora, il Pagliano
Inutile
palla,
una
a
Pagliano,
litografia,fu
ricordi,
Manara
Seguire
valoroso
da
nel
Milano;
Roma.
lui;
con
la
di
obbligarsi
Roma.
ritrasse
che, riprodotto
dire
morte
a
di
Manara,
combattè
Spada, spirò,
ho
non
bersaglieri del
risoluti
Luciano
colpito
io
colore!
barricate
difesa
voleva
all'assedio
amicissimo,
nella
bisogno
aveva
nei
alla
Manara
ciò che
ha
dalle
combattè
parte
disciplina,a
Egli
battaglie.
si arruolò
1849,
il
depose
olocausto!
ammirabile
partitipolitici:la pittura
Pagliano
un
insieme.
patriota
Moltèni,
(specialmente
ancora
a
lui
il Manara,
a
Villa
quel volto,
venerato
49
di
dai
al 59 ; in
speranze.
quadro
sulla
l'Ideale
Verso
del
morte
Manara;
dipingesse
Eleuterio
Sentivo
il
Al
l'hanno
dove
capezzale,
ufficiale
letto,un
volontari,
due
Sul
anch'esso
gli
della
il
alla
lotta
una
un
Sulla
sole
quale
il simbolo
rimase
titanica
dei
per
nella
Ai
piedi
d'una
dal
é
non
pagina
di
uscio
Manara,
di
aperte:
guarda....
popolo
o
che
E
la
mano,
ro-
quasi,
vano
vole-
papale,
governo
una
suno..
nes-
morte
sono
italiani
del
verina.
traste-
nella
del
fratelli
sempre
sacri-
lo copre.
spettatore inerte,
quadro vissuto;
grandiosa
Manara
gli occhi
pupille
voro,
la-
quel
del
servo
che
egli
soglia dell'
chiusi,
son
trastevefina
strapparlo
È
sciabola.
si vedono
si direbbe
popolana
di
barella
il fido
occhi
quadro^
Luciano
loro, il volto
Non
nell'angoscia. Due
quelle
è
fra
e,
morto.
Tutti
la
piange.
pavimento,
.
o
tunica,
dolente.
11 lenzuolo
portato.
la
idolatrato,
parlavano
sulla
morto
e
questo
che
rigido
duce
entusiasta
capolavoro.
suo
ginocchio:
Manara
suo
gico
tra-
Angelico
in
proprio
fare
di
coloro
steso
morto,
il
milite
biaogno
tutti
a
ch'è
stia
il
di
il Beato
che
stando
tesa.veròo
il
diceva
è
disse
Pagliano dipinse
devozione
con
dipinse-più tardi,
Madonna
la
Tanima
con
Si
semplice.
e
lo
e
77
decorazione;
storia,
non
uno
Eleuterio
78
di
squarcio
Pagliano
rettorìca
concentrazione
d'
Domenico
e
col
pennello^;
Fu
dipinto nell'84.
scritta
un'epopea.
Morelli
è
la
«-
Fino
al
1851, il
alla
fine, fu scoperto
sfrattato.
Egli
Garibaldi
via
Brera)
Nievo;
di
E, dopo
la
della
il
soldato
lotta
liberata
croci, fra
tuniche
è
le
bianche
casa
meschine
dei
corse
soldato
e
sero.
s'inte-
Pagliano;
ritornò
Milano;
sulle
del
Fra
fra
trattò
cimitero
indicazioni
morti.
lapidi
e
del
lotta
atroce;
soldati
delle
Poeta
la Presa
che
stanza
manoscritto
sua
dei
nel
con
povera
Eleuterio
sanguinosa,
nella
combattuta
una
il
Solferino; quadro dipinto
quella
e
di
le
di
morte,
basse
villaggio, le
austriaci...
La
lotta
disperata.
Nel
periodo
delle
e
guadagnandosi
ottuagenario.
guerra,
ma
e
Ippolito Nievo,
(in
soggetti militari, fra' quali
di
fucile,
lui
con
e
Milano,
a
Varese,
incompiuto
pittore
ebbrezze
il
Milano
a
d'un
Confessioni
le
era
lasciato,
aveva
il
colli
medaglia:
una
di
sui
dipingendo;
allora,
nuovo
servato,
inos-
polizia pontificia
dalla
tornò,
di
impugnò
59,
studiando,
Roma,
a
dimorò
Pagliano
nostro
battaglie nazionali, quando
ì^erso
all'aperto,anche
la
di
Ticino
il
Solferino,
Sesto
a
iS^g;
la
ma
Presa
sono
valore
italiano.
della
viltà, erano
nella
vita
usci
La
figlia
di
hai
Mi
dato
una
a
fotografia del
tuo
«
Mi
«e
a
ha
II
fatto
quadro
finezza
«
una
a
la
trovata
«
la
festa
un
lo
quadro,
effetto
il
dappertutto.
del
disprezzo
ammirati
del
Pagliano
vita
in
fiuta
ri-
che
quadro
che
artistica
del
bella
una
lettera
così:
mandandomi
te
e
ne
chiaro
la
ringrazio.
chiaro
meravigliosa,
va
che
stupendo.
immagino
mi
quadri,
valore,
sorpresa
di colore
che
due
pera,
su-
documenti
nella
Morelli
Domenico
i8^g;
Casa)
Aldobrandini
inedita, glielo loda
tuttora
alla real
Maramaldo,
lucente
pagnia
com-
giugno
pennello
Silvestro
con
punto
Pagliano.
dal
Così
Alpi
La
fortemente
elementi
ballare
un
segna
il g
al
del
delle
ancora,
tempo,
L'omaggio
nostra.
di
del
voci
reva
cor-
della
prima
Cacciatori
prima
e,
luce,
Passaggio
evidenza, questi
essi
pur
dei
(che appartiene
netta
per
il
dipinse
Seriate
Bron:j[eitia
la
cercava
Pagliano
Calende
maggio
2j
l'ampia luce,
sotto
pittura
Eleuterio
all'aperto
Presa
79
si slanciava
italiana
Tanima
^Ideale
tanto
Deve
a
avere
ed
genio;
una
e
di
è questa
si sente
evidenza
Eleuterio
8o
?
???????
??
??--..
.
Pagliano
M
^-^,1,1
~
?!
.
I
^
Domenico
e
?
?
?
I
Il
I
?
?
.
?
~l
Morelli
^
M
?
?
?
I
I
??
?
,
,
,
M
t
«
di
a
Maramaldo
«
quello
«
La
a
tua
«
mia
«
la
a
molto.
a
altra
gente,
«
Belli
i costumi
«
eseguiti. Io
a
ora
«
studio.
da
esecuzione
è
proprio
soldataccio;
un
sfarzoso
vestito,
si
è
bellissima,
e
ragazza
mi
porta
che
pare
forse
metterò
la
le
quel
pareti
delle
Milano,
di
venirlo
fotografia
di
sale
in
affresco.
l'allegoriadi Napoli;
d'un
circonfusa
da
il fumo
dell'aere
della
rendere
del
etere
radioso
figura
e
paiono
ma
Mirabile
Tutto
mio
Morelli.
»
di abbellire
trale
cen-
fu chiamato
sopratutto
composizione
della
e
sì luminoso,
realtà, quando
appena
tranquillo.
per
nel
Pagliano
macula
muliebre.
mi
stazione
sì trasparente
T illusione
Vesuvio
D.
vasta
una
pensate
ragazze.
cornice
della
Eleuterio
della
sotto
vedere,
a
d'aspetto
ed
questa
né
cui
si trattò
tempo,
dipingerle ad
a
è
torno
canaglia.
hai
giovani,
a
In
a
quella porta
peritezza con
di
spero
sotto
messo
le
sotto
non
la
e
hai
non
desiderato
Avrei
Il
guardando
che
figure
Le
la
sente
tutti.
meglio gli errori
figurina comprendo
Madonna.
da
capita
essere
la purezza
Nobile
sorride
è
il profilo
in
pace.
l^erso l'ideale
compiuti
Appena
trionfante
lieto
colleghi
i
intlicata, numerosi
nello
dovete
colossali
nel
bujo
bottiglie,e,
piantate
bottiglie
I
che
di
altro
un'
Vittorio
decorazione
La
morte
delia
ren^e
nel
Emanuele
d'effetto
della
1475, La
—
candele.
un'ora
M
le
giorno,
trattava
e
questo
la cordialità.
al
la
Pagliano:
della
e
leria
Gal-
un'altra
Africa.
della
vendetta
che
ardenti
a
Milano;
a
queste
vuoterete,
queste
semi-lune
figlia del
Compagnia
le
intendeva
delle
e
Voi
—
tutte
illuminazione
dobbiamo
una
vino,
lanti
pittori branco-
che
Cosi
parve
com-
mala
a
i candelabri
artisti ; cosi
in
ai
passata
era
affresco
Agricoltura,
nebre...
te-
steariche.
mano
un'allegriaindescrivibile.
Un
salirono
trovarono
vuotare
diventate
erano,
cogli
all'ora
rischiarò
collo, accese,
Non
:
dell'Apocalisse
artista
e,
bottiglie di
dovrete
a
sul
—
vi
ma
Pagliano
mano
a
loro
Coraggio
il
voi
—
colo
cena-
Milano
di
candele
di
disse
—
;
un
d'Egitto I... Il Pagliano
foresta
una
piramidi
tavolozza;
lumicino,
un
tutta
pena
della
Pagliano
le tenebre
con
raccogliere a
pittori
del
studio
affreschi, il
quegli ampii
volle
pittore
6]
Tintoretto
Misericordia
degli Amedei^
e
gine
L'oriin Fi
Buon6
Eletiterio Pagliano
02
delmonte
l'uno
storico;
altri
Donati^
la
e
ci
di
quadri
sono
il sentimento
tocca
portano
Morelli
Domenico
e
contatto
a
carattere
elegiaco, gli
cronache
vecchie
con
italiane.
Si è
come
fatte
di
nel
È
in
:
vero
È
maniera.
un
del
po'
tenori
e
è
facile
ai
e
un
nel
ma
figure
certe
il
dalle
urgenti
la
e.
di
alito
letterarie, per
robusta?..,
alla
Manara..,.
del
della
Luciano
figlia
disperato
dolore
del
d'un
hanno
pensare
ai
periodo
mantico;
ro-
del
innovatore
e
morte
trattarlo.
si risente
pittura storica,
influenze
di
.
feriorità
L'in-
figurine
un'espressione spontanea
Morte
?,
piuttosto
del
opere
Pagliano
un
ma
rinfrescare
che
bene.
fanno
delle
baritoni
forse
far
genere
melodrammatico:
comune;
si teme
grande
e
modo
tura
pit-
cadere, coi quadri storici,nella
vero:
anche
la
interesse?
nel
tura,
pit-
artificiali,
risorgere?
vera
in
consiste
altro,
un
arte
fare,
saper
non
che
ad
di
genere
libri. Ma
suscitare
elevarsi
sta
sui
forse
debba
non
possa
Tutto
fatte
dovrà
non
questo
composizioni
reminiscenze
che
non
di
genere
storica
forse
disprezzato
troppo
fetto
di-
può
non
liberandola
vibrare
E
si
di
pensi
Anche
La
Tintoretto, espressione
padre
per
la
morte
Éleuterio
84
Pagliano
Domenico
e
.
zieri
imitate,
furono
non
dai
più libertino,
ideali
a
Morelli
-
?
-
-
.
I
?
nel
nemmeno
pittoriche
nostri
periodo
prati
tem-
sono
severi.
artistici
»
Fra
i
modelli
«
curiosissimo:
storte,
del
con
ma
doveva
uomo
arrivare
studio
ginnasti
ad
come
della
un
Dan^a
ogni gradino,
rabbioso,
speitasciaa
più
ardite
studio
del
Quasimodo
improperii,
e
e
curvandosi,
più
melliflua:
il
ritornello:
finalmente
salutava
il
illustrissimo
nei
su
pena
le
più
ingiurie
spegascìni
arrivava
là
allo
quel
scarica
umilissimo
Pagliano
E,
more
malu-
pagamenti)
tratto
a
per
affaticato,
meneghino
perpetuo
atteggiandosi
scale
proprio
Pagliano
d'un
povero
Goethe.
il buon
troncava
Il
gli scheletri
del
nel
pittore (puntuale
avert
e,
come
isfogare
quando
gamb
mala
a
morti
scagliava
un
sjpegasctnl,,.Ma
dei
per
contro
con
Pagliano;
ragno,
gambe
lunghe
s'arrampicava
ansante,
pei gradini
del
uno
le
testa.
e
fu
ne
con
di
bella
lunghe
ve
nano,
Marchionn
una
salire
allo
sudante,
di
specie
Porta;
Pagliano,
disgraziato
un
una
del
»
con
di
servo,
la
voce
signor cavaliere^
il-
Verso
l'Ideale
85
illustrissimo
signor commendatore^
lustrissimo
signor professore!...
Ebbene:
PagUano,
udiva
coloro
da
labbra
di
press'a
si
poco,
artista
Eleuterio
con
l'uno
concorde
elevatezza
dal
j86i, il Pagliano
//
paggio
attendeva
alla
dipingeva
della
al
a
figlia del
Bagno
Milano,
Il
carteggio
fra
Domenico
menico
ospitato Do-
;
il
e
dell'amico^
Pagliano
La
scena
Il Morelli
in
di
esempio
fraternità.
straziante
e
relli
Mo-
amicizia, che
Tale
studio
Lara
Tintoretto.
pompeiano:
GV
di
o
sincero.
e
aveva
nello
che,
sulle
più giusto;
salda
di
e
citati
con-
spegascìn,
l'altro, rimane
e
Morelli,
di
di
Pagliano.
onorava
Fin
equilibrato
quelli
almeno,
nome
un
all'amicizia
accennato
a
adesso
il titolo
in
muta
arrivare,
per
simili
ma,
quei signori
salutano
Ho
nano;
povero
penavano
poco
Eleuterio
anche
anni,
che
giudizii press'a
del
lo
ultimi
negli
quel
1861
tanto
in-
morte
anche
attese
espose
qui,
iconoclasti.
fra
i due
amici
battaglie dell'arte
e
si andò
anche,
pur
tando
alimen-
troppo,
86
Eìeuterio
Pagliano
Morelli
Domenico
e
9
fra intime
all'amico, quando
coraggio
ardui
del
Domenico
quelle
«
tremare
lettere
bontà,
me.
ciò
lettera
che
culto
»
che
alla
scriverai
più
Trovo
poiché
il
l'infelice
artisti
eleganza
«
del
c(
contorcere
a
scusa:
«
per
fare
a
fare
la
a
studia
della
che
Tasso,
un
qui
non
con
figura
io
me.
e
ho
al
abbiamo
»
del
Per
tempo
che
omaggio
salemme
Gerunel
suo
mi
dici
contorno
la
donna,
da
della
esterno
per
volerlo
ho
una
specialmente
figurati che
Leonora
nora^
Eleo-
gentili:
modelle,
:
in
a
della
cantore
sbagliato
pochino.
della
mano
dinanzi
al
brano
questo
romanticamente
signora
una
ragione
Morelli,
giustissimo quello
«
dava
da
perdurava
i difetti
notava
Morelli, nella
Tasso
dal
facevano
mi
uno
anche
Napoli
a
per
degli
che
grandezza,
riflette
liberata
cuore
E
si rileva
dipinto
«
ex
dell'altro,Domenico
pari
Pagliano;
al
gli scriveva
mi
non
scoraggianti
per
artistici
di
che
certo
sono
«
sua
Morelli
quadro
:
Io
«
menti
i ci-
buon
un
da
preso
accompagnano
dell'opera.E, dopo
Pagliano,
corde
vedeva
lo
che
quegli scoraggiamenti
infondeva
Morelli
Domenico
tristezze.
ho
dovuto
Miola,
che
V Ideale
Verso
È
in
villay del
al
Pagliano:
Quel
a
mani
«
sulle
a
che
egli
Non
fu
greci,
o
rinnovano;
E
«
«
Non
io
«
Ho
«
ho
«
perchè
a
ora
a
dallo
e
«
altro
a
Dio
e
ti
perderai
egli
un
di
del
sco
a
prova
bisogno
Tasso.
e
testa
a
nulla.
al muro,
e
altro, sopra
un'altra
tela,
mi
tuo
ti rialzi
sciuperai
fiducia
meglio.
quadro
tutte
in
ogni
a
comincia
e
lo
modo,
subito
spirito,perchè,
le tue
te
ne
rovinato:
avevano
camminare
committente;
che
ho
non
so
non
Tasso
misure
il
perchè
me,
del
potrò
la
ha
stesso
ancora
voglio,
finisci
al
il
quadro
che
lavoro
1 tu
si
nulla
mezze
spero
«
«
il
le
tu
Morelli
agli
Pagìiano,
cominciato
Ma
scoramenti
gli parla
cosa
messo
»
I tristi
pronto
ti dico
neppur
nuove.
cose
Pagliano.
Caro
«
fermo
torniamo
mentre
conforto.
studii
per
.
e
riconfortarlo,
tener
ro-
Ma
cosi..
proprio
del
scriveva
suoi
i
che
delle
Orazio
soggetti
sempre
fanno
mi
vedere
farà
Morelli
assicuro
ti
e
antiche
cose
raggiamenti
di
tratterà
giovane
a
si
il fiducioso
quale
deìV
Miola, l'autore
pittore Camillo
il
S^
buone
stesso.
un
per
qualità
Quando
Eleuterio
88
al
tuo
a
penso
a
se
«
xiella vita
«
a
mi
non
Morelli
correrei
morale,
stato
:
ti prometto
io
Non
ho
mi
se
testa
di
riesce,
di
d'arte
e
lotte
innalza
il loro
cadeva.
Assai
rilevante
anno
nel
data,
che
ma
quale
di
comitato
scelto
A
mostra,
Saìve
fuegina!
e
aveva
mandato
vento
che
un
a
s'aperse
belle
lo
regia
schizzo
Milano
suggerito
di
di
Cristo
non
1872,
rabile
memo-
da
un
di Brera.
la
esposto
aveva
deposto
sua
dalla
il Monteverde
Franklin,
spirava
tavolozza, qualcuno
al
una
Accademia
d'uomo;
il famoso
lettera,
una
arti, diretta
il Morelli
ritratto
Croce
della
dalla
perchè
Morelli
Domenico
è
vrebbero
do-
gelosie
si riferisce
certo
Milano
a
esposizione
quella
»
il loro
basso, fra torbide
in
Ma
di
dove
ingegno,
codarde?
priva
persuaderti,
Morelli.
sin
persino
vi
non
di
prima
nulla.
a
V animo
immiseriscono
mai
miserie
artisti, letterati,poeti, che
mai
innalzare
ideale
le
farlo
«
Perchè
Milano,
a
legato qui
tenessero
provandomi,
Addio.
Domenico
e
domestica.
Scrivimi
te,
«
Pagliano
contro
gli
aveva
concorrere
vi
Odorato
quel
il
creatore
mente
amichevolai
premi.
l^erso
E
'
il Morelli
d'
invece
f Ideale
rispondergli
a
imprecare^
l'afifettuosità
verso
alle
che
critiche
lettera
una
eoa
artisti
fa
gli
e
che
Bertini,
amico.
Ho
Carissimo
avuto
si
professato
era
di
memoranda
lettera
mi
«
e
a
avvenuto
a
la
«
si
«
vero.
mio
per
lode
a
dichiararlo
oc
che
«
tu
a
Manda
a
esempio.
mi
avverte,
di
venire
a
Mi
qualche
mi
né
volta
; ho
Te
cosa
una
e
non
dare
sia
preoccupa
solo
che
contrarie
al
è buono
mandato
ricordi?
ne
quale
cosa
di esporre:
raccogliere, per
scrivesti.
Che
supposizioni
un'altra
il
concorrere,
non
spiacerebbe
pretensione
potuto
S....,
Milano.
so,
non
delle
avevo
«
da
critica.
la
non
lettera
Milano
facessero
ho
mi
bene
o
Pagliano,
una
dige, anzi
a
Io
qualche
Morelli:
a
«
a
pittore Giuseppe
volta
la
intera
Ecco
del
parte
altra
pure
Domenico
"i
da
patita
nelle
tere
trasmet-
qualche saggio consiglio: accenna
delusione
anche
scriveva
Filippo Filippi
Perseveram^ay
allude
:
che,
modestia,
la
rivela
tutta
gli altri
della
appendici
'89
quello
parola, che
dicesti:
Mi
il
cattivo
Eleuterio
90
Gli
a
«
ed
Pagliano
amici
io
ho
di
questa:
a
mezzo
«
avuto
et
figuratiora
a
Non
pretendo
a
sono
veramente
«
che
a
se
«
amerei
a
ai
io
fossi
l'arte
io
di
consigli
Milano.
paese,
a
vadano
far
su
di
su
è
Dunque
che
buono
«
accetto
«
in
tutte
buona
Spero
a
fluenza
«
essere
le
fede,
si
la
era
altri
mia
perchè
fare
e
mi
amici
cose;
che
di
che
Tu
di Milano
fratello)digli
che
che
si
io
molto
ho
mi
far
hai
non
meno
potuto;
effetto, niente
studio
intesi.
che
sappia
quello
ma
osservazioni
siamo
sugli
al-
disturba
mi
ne
questa
belle
di
pretendo
non
supe-
su.
poi, capi d'opera,
e
mi
lì
servigio
sgabello^ agli
di mandar
pensato
a
che
pare
e,
che
sento
un
godo,
ne
e
mi
reso
quelli
li amo;
allievi
i miei
che
quello
anzi
l'ultimo,
mai
lemme.
invidio
di. me,
aver
ho
bolliva;
di
non
in
stare
e
lemme
altro
fatti;
di
che
il sangue
essere
Quando
ancora,
Non
scorre
meglio
sento
anzi
missione,
a
intenzione
il sangue
addirittura
al
e
a
ho
altra
di
di
tutti.
punto,
«
che
dipingono
c(
«
amici
miei
spinto
tuoi
i
Morelli
hanno
pretensione quando
rano,
«
senza
ascoltare
a
«
mi
qua
esposto
Domenico
e
affatto
si
:
fanno
meglio
tanta
in-
(coi quali voglio
ricordino
di
me.
Eleuterio
92
Pagliano
Il Morelli
tardi
che
di
dato
che
avrei
«pena
nel
voluto
mi
è
«
motivi
diversi,
tutti
a
che
se
io
venuto
«
tesi
non
«
qui
e
«
una
condotta
a
atmosfera
«
nito,
a
occasione
«
conosciuti
c(
tempo
a
metter
«
nel
«
reduce
fossi
di
e
avvenuti
é
ed
fra
bene
gli
e
loro.
dell'Esposizione
fuori
la
cuore
da
fra
cose,
«
un
a
procurato
il
tutto
le
articolo
quali
di
subito
di
anche
giornale
di
artisti
stabilito
non
Forse,
se
qui,
di
ha
che
leggere,
ma
si
sono
al
vivo,
affetto
io
che
a
ha
Tofano,
tante
dispiacere
ora
fi-
è
riuscirò
che
in
questa
raccontato
qui,
di
una
Ma
artistica.
il tuo
di
malin-
iniziati
artisti
tesoro
mi
Venezia,
gli
spiace
famiglia
nostra
convinto
affettuosa.
Mi
cento
per
certi
li avrei
almeno
o
fraterna
passata
fra
io
costà:
vi è rimedio.
non
«
Milano
;
venendo
personali. Sono
diversa,
più
impossibile
a
pena
Esposizione
risparmiarti
stato
sarebbero
quei
della
tempo
io
ma
:
ringraziarti della
debbo
a
costà;
quest'altra
con
italianissima
e
Più
Pagliano^
tutto
ti ho
Milano.
a
all'amico,
nuovo
Carissimo
Prima
Morelli
allora
venne
preziosa,
ben
«
«
di
parlò
lettera
«
non
Domenico
e
mi
è
per
sono
passato
l'Ideale
Verso
non
sarà
parli più:
ne
se
a
e
a
la
oc
modo
che
a
tori
capaci,
non
maligni,
«
la critica, questa
gramigna,
a
si
a
genio,
«
aspetta
«
nostra
«
piglia
«
altrui,
«
sue
«
furbo,
ce
dell'asino, e
a
e
e
i
avveleni
non
qualche
accademia,
Ma
di
il gusto
mentre
alla
piano
piano
neziani:
bisogna
k
italiani
e
«
cavaliere
«
regioni!
gente
«
Milano
a
avreste
il debito
del
che
gente
Italia. Nella
sulle
di
si
opere
le
esporre
Ma, gesuiticamente
disegnando,
guadagna
si
che
si sentano
nient'altro:
e
l' Italia,e
fa
si
busca
del
dotto
allora
cavaliere:
vi siete
come
dovuto
a
condotti
la
ideale,,ma
fare
di
più;
Vc-
e
da
lo dico
perchè
condurre
fra
sarà
fazioni
gentilmente
non
o
nell'anima
lotta
le
morte
siete; e questo
è il mio
tutti
do-
ci
non
Milanesi
più Napoletani,
essere
«
a
che
il.., che
il dottore
si
che
sapiente.
vranno
Voi
in
fare
scrivendo
scrit-
lavoro
la
e
troverete
capito che,
in
quest'ellera,
al
altri.
farò
io
abbiano
non
degli
per
ridicoli; e
dall'arte
aveva
critica
ha
né
l'artista
cosa
"c
«
giornali di qui
inesorabilmente
abbarbica
del
«
tutti
lezione
una
Allora
esposizione.
prossima
93
e
le
brava
perchè
così
con
è. Ma
voi
94
Eleuterio
«
i
recalcitranti
a
idee
«
rebbe
false sul
stata
povera
Madonna:
mandare
«
mi
«
amico,
«
differente.
a
di
«
le altre
e
altri
«
e
«
più
bisogna
Io
finito
alla
accanto
«
Calabria
«
venire
«
fra
«
con
«
nimo,
e
«
è
commedia,
«
la
c(
fra
te,
una
i
hai
fatto
s'intende:
gratis.
io ti prometto
silenzio
gela
alimentano
non
tante
comica,
cose
pure.
Santi
questi
e
smania
rideremo
qualunque
che
lungo
due
darmi
a
una
dirti
parte
in-
essere
pago,
sì che
briganti, e
Milano
e
ì
Madonna,
(c
voi. Ho
Il
tuo
vita.
quasi
a
la
gli umori,
nostra
ho
del
geloso
so
quelle
le abbia
sempre.
spedizione
sono
non
qjalche volta, come
rispondere
la
che
io
mia
fammene
fotografia
mia
sa-
rosa.
questa
pure
La
quadri.
artistica
piace:
punto
Mandami
cristallizza
«
mi
buona
questo
su
certe
fotografiadella
la
copie. Con
una
Scrivimi
di
di
firmata, ricordalo;
«quadro
«
color
essa
dodici
festa
la
e
fatto
ha
manderai
«
ritrosi, combattere
tutti
per
Morelli
Domenico
e
nascere,
fratello
«
i
e
Tuo
a
«
Pagliano
di
malinconia.
poi
poco
stare
del
Non
dicono:
e
li
porterò
di là vorrei
un
mio
risotto
in
proprio'
di sollievo
giorno
un
d'a-
stato
la
temere:
dunque
un
vorrei
che
vi
è
vita
pure
sospende
P^erso
Salutami
«
«
«
«
Induno.
tizia. Che
Ti
ad
è
segnato:
vita
a
più
«
francese;
«
speranza
degli
in
c"
nella
«
la
«
della
che
di
è
delle
saranno
la
trovare
Uri,
vita
orientale
Il tuo
Pagliano.
caro
Nessuna
r invidia
invidia
che
Tintoretto;
mia,
così
e
dispiaceri
afF.mo
per
pure
Domenico
in
lacerò
il merito
degli
di
squisitezza,
agli
e,
Morelli.
»
Morelli,
bensì
del
quando
quel-
Tiziano
sommo
calda
Fortuny
Morelli
nel
pel
ammira
altri. Mariano
occhi
anche
rara
il
invidia;
nessuna
appariva
pittore
ottobre
21
1874, l'insuperato acquarellista spagnuòlo
si spense
senza
la
con
mancando
dei
«
del
alla
tavolozza.
Addio,
zione
sulla
non
va
consola
mi
ma
della
di-
Maometto;
studii
che
pittura d'oggi: parlo
fare
a
soli
trentacinque
fine, Domenico
nel
cuor
del
anni,
Morelli
Pagliano
fra
compianti
s'affrettò
l'ineffabile
ad
dolore.
lare
esa-
1
\
me?
pensiero
un
questi
mai
con
vorrei
ora
per
capisci. Fo'
tu
mio
no
ha
l'abbia
un
poco
nessuna
Non
che
quadro
un
vi
Bertini,
Ma
orientali:
là,
vita
«
fra
95
facendo?
sta
mia.
una
manderò
«
Di
diavolo
risposto
«
^Ideale
'
'!
Pagliano
Eleuierìo
96
Carissimo
«
della
l'annunzio
tre
a
ammalato
c"
jion
«
ferrata
«
sul
letto
a
nulla,
«
Suo
in
a
(c
care
la
a
non
hanno
«
niciosa.
a
ha
«
Fracassini,
preparargli
loro
il
ora
Gii
il
Mariano
hanno
a
impressione
a
v
diceva
paura.
che
sempre
di
Roma,
giustifi-
a
la
veduta
in
Roma
poco
artisti:
per-
tempo
Celentano,
pittore, il
ce
no-
I
fatto
fare
saputo
ce
la fo-
metteva
più grande
artisti "hanno
ce
Caro
di
bravi
tre
carissimo
trovai
gli artisti
intra
o
l'aria
e
Lo
ingiustificabileperchè
prevenuta
Ah!
strada
i medici
funerale;
condotta,
avvelenato
stro
tutti
Io
alla
non
piangeva
cioè
gli amici,
a
che
stato
uno
è
morto.
facevano
calma,
era
Riccardo
cognato
poteva:
ce
moglie
ma
è
-
gli
:
ebbi
dicevano:
andare
che
dormente
La
Io
immediatamente
partire
«
ce
altro
come
tografia.
mi
salvarlo
ce
al-
provare
Fortunyl
insieme, che
far
seppi
e
di
disperasi
•
dovuto
hai
morte
telegrammi
«
Morelli
Pagliano,
impressione
Quale
«
Domenico
e
per
il loro
bene,
e
ne
dovere
resterà
lo
e
lunga
Roma.
Pagliano
1 Tu
comprendevi
il merito
.
ce
di
Fortuny,
e
devi
pensare
come
penso
io,
"
l'Ideale
F'erso
«
cioè
che
Fortuny
«
perdita irreparabile;anche
a
artista.
Io
a
«
manderai?
«lo
«
fare.
di
credi
Tu
di
che
io
approvazione
«
quadro. T'inganni;
«
«
c(
«
degli
nulla
amici
a
a
subito,
«
che
«
ho
«
certo
«
Pagliano.
«
«
carissimi
tue
altri
che
di
il
poco
non
o
fanno
mi
scampi
colpe, non
e
alla
piacere
di
amici
e
rispondo
molto
difetti
sordo
essere
farai
dal
se
carissimo
e
dico
non
Dio
che
parole. Eh,
guai
alle lodi
amici.
dipende
non
fo' delle
Mi
pure
1 E
mio
povero
neanche
come
tue
così avvilito
sono
capirloche,
devi
tu
tanti
;
Misericordia
i miei
Basta:
te
come
gli estetici.
tutti
io
ma
quel
per
ingiuste osservazioni
alle
pro-
alle
freddo
rispondo più nulla,
non
mi
qualcosa.Quando
stato
sono
parole
che
era
l'aspettiamo.
«
a
una
amico,
come
Dimmene
Qui
è
:
l'acquarelloche
aspetto sempre
mettesti
97
si sostituisce
non
•
conto
amico,
quella
approvazione
rispondermi
per
l'ac-
quarello?
«
Salutami
gli
ama
sempre
«
il tuo
Morelli.
di
»
Eleuierio
98
Pagliano
il tempo
più
più profonda
e
fra il Morelli
da
donna
una
queste
nulla
di
pietà, e
Domenico
Morelli;
dev'essere
del
Morelli
degl'Italiani, appartengono
di
Carlo
Vanhiaptchi
di
Milano,
che
giorno,
di
più
a
tutte
sedurre
lui, al
vivamente
gliano,
Pa-
Essa
valente
rivela
il
della
le
presentate
ricca
un
accogliere
giovane
qui
alla
a
Dovrò
la Musa
ma
superiore
lettere, inedite^
Le
é
zavano,
avan-
confidenza
dolorosa?
d'un
volta
vita
si lascia
allora
lettera
nome
una
e
la
triste
ricorre.
la
pagine,
il
Un
Morelli,
volgare;
offende
di
al
della
si faceva
Pagliano.
il Morelli
che
in
il
e
carissimo
giovane,
le vicende
e
Morelli
*
*
E
Domenico
e
ColUeiong
in
gno
de-
cuore
zione
discre-
Muse.
all' ammirazione
d'autografi
ringrazio.
Scompaiono
che
sì
aveva
figure,
le
del
lottò
Mosé
di
quella
che
collera,
pronto
pareva
non
si
artisti
altri.
Della
lombardi.
Magni.
dimenticar
poteva
sua
non
tempra
Tranquillo
suoi
que'
da
folti
guardie,
istruttore
suo
fare
un
pugno
la
originale,
schietto,
sugli
darti
affettuosamente
stringeva
volta,
quel
originale
Cento
vociona
a
tipo
Con
altri.
gli
un
delle
con
patto
nessun
con
uomo.
forte
sua
artistica,
a
fu
comandante
da
in
quale
una
volgarità
uniformità
Monza
come
e
dire
a
la
contro
irreggimentarsi
Bianchi
bafifoni
il
Bianchi,
artista
con
dell'
voluto
Mosè
come
E
consuetudine,
avrebbe
ti
uniformità.
l'indice
quasi
livellarsi,
a
d'un'età
scompaiono
;
ch'erano
tende
tutto
parola:
della
l'impronta
macchiette
:
figli
caratteristici,
tipi
particolare
le
tempo
sola
i
mano,
sì
litare
mi-
risoluto
visto
più.
Tipo
foggiato
per
erano
Cremona
invece
e
tista
d'ar-
nulla
altri
due
e
una
lo
tore
scul-
//
102
nella
Nato
Mosè
sulle
quasi
sulle
la
avuto,
avea
maestri
;
di
paesaggio, d'architettura,con
cui
fu
nulla
a
un
Il San
Luigi
che
feci appena
t'anni
addietro
Mariani)
vecchi
Sorbonne
il
più
studii
di
Il
riesce.
è che
nenti
emi-
famoso.
figura,
quella passione
primo
suo
dro
qua-
Sant'Albino, paesello
per
Ma
uscito
Figurati
che
o
mi
tien
su.
e
al
a
italiana
e
Mosè
si
peo
Pom-
diventa
presto.
»
di
cosa
scuola
:
meglio
austriaco
sopravvenne
Bianchi,
del-
Schmidt
dello
il governo
insegnare
;
ven-
nipote
che
è
voro
la-
primo
incominciato
della
che
Zimmermann
rivoluzione
ho
il
dall'accademia
I... O
qualche
di Brera
chiamati
è
(scriveva egli
sopravvenne
r accademia
dello
«
Sant'Albino
a
»
davvero,
Quest'ultima
aveva
rola
pa-
Monza.
prezzo
e
si
Luigi,
san
gli
percorse
cui
allora
citare
per
trattista,
ri-
1856,
Egli
anche
Mosè
senza
la
francesi.
E
«
Bianchi
nel
parola
aveva
l'Hayez,
e
principiantisuona
della
e
1840
padre
Brera
artisti
studenti
degli
dal
Milano
a
; questa
degli
nel
disegno
venne
solennità
labbra
Brera
del
Brera
a
labbra
con
Teodolinda
Bianchi
istudiare
Bianchi
Mosè
di
città
elementi
appresi gli
per
pittore
come
la
tanti
Verso
altri
Ma
il
Bianchi
militare
di
aveva
solo,
; abbandonò
pazienza
antidi
stanco
sene
star-
perdette
sentinella,
il
Garibaldi.
dell'indole
giorno,
di
soletto,
rere
accor-
per
di
po'
un
Un
Orazio.
pennelli
il comando
sotto
guerra
103
i
artisti, gettò
giovani
alla
rideaìe
ritornò
fucile,
e
ripigliò
la
intensa,
d'artista,
e
la
alla
tavolozza.
Mosè
Bianchi
inebbriata
la
quando
non
in
vita
lagrimevole
stato
uno
Dipingere,,
dipingere
questo
gli
bastava
buona,
della
forte
tutt'
come
fisime
i
nostri
a
del
filosofi
troppo
;
Veronese,
male.
si
e
egli
che
facevano
non
si
e
può
tanti
bramava
egli
voleva
non
hanno
tutt'i
si
altri
sofici,
filo-
pittori
atteggiavano
d'essere
dire
;
della
estetici,
preconcetti
accontentavano
non
se
gettarlo
pittura,
questo
razza,
quali
troncò
spegnerlo.
della
Far
quasi
per
Questo
cosi
; i
passato
pittori
Paolo
E
; bensì
e
1
di
di
capo
simbolici.
assalse
pittura;
pittori
il
per
1
la
non
lo
paralisi
sua
che
siano
tanto
sol-
Tiziano,
riusciti
II
104
Mosè
Quando
Bianchi
quadri, imperava
THayez
a
la
storici.
ispirataal giovane
del
Sposi^
grido
di
Chi
è
Gerolamo
e
momenti
le
del
Bianchi
volle
e
il
quadro
suscitò
che
il
commozione
accorreva
della
a
guerra
quadro
per
e
la
di
nel
nella
liberazione
vincere
madri,
Iddio
le
Mosè
nostre
allora
pubblico;
profonda
Brera.
menico
Do-
periodo
che
dipìnto
a
colore.
?.... Anche
palpiti
supplicavano
far
del
genere,
un
ritrassero
quali
al campo^
vederlo
è
:
fratelli
due
i
Pro-
quadri
col
solenni
nel
rappresentava
che
amanti,
adorati
dei
risorgimento
Fratelli
viva
vera,
Induno,
suscitava, naturalmente,
Motu^a^
dai
espressa
tele
provarsi
di
folla di altri
storici, pateticio
guerresco
l'epoca
nelBianchi
monzese
una
ribellione
ricorda
non
da
il riflesso,
essere
signora
pagina
una
tragica
La
tiginosa
ver-
era
Mosè
E
nostro.
pittore
si eleva
:
genere
di
ragione
sua
risorgimento
dipinse quadri
cui
di
con
nella
sorta
napoleonica
trovava
dipingere
a
pittura storica
la
pittura che,
epopea
messi
cominciò
ancora
:
capo
del
Bianchi
pittore Mosè
nel
1866,
moltitudine
S'era
del
al tempo
Veneto;
spose,
di salvare
armi.
e
sorelle,
i loro
Verso
Pn
altro
Ma
?...
105
ammirato,
quadro
Q.ual
Cleopatra.
vero
P Ideale
non
è
originale
pel
rancido,
soggetto
pittura
parve
rato:
ammi-
più
ancor
e
nuova
colore.
Come
il Cremona,
di
veneziani.
si
ne'
il
colore,
quelle
gruppi,
il
così
serventi
Il
tempo.
suo
Venezia
sua
volle
villa
del
a
è
e
in
palese.
il
studiò
Tie-
trasparenti
di
quei
e
contrastava
placida
Giuseppe
il Bianchi
Lonigo;
Tiepolo
facendolo
trionfanti,
damine
delle
principe
che
toni
la
con
e
deva
posse-
non
movimento
febbrile
drammaticamente
cavalieri
la
cui
dijQfuse
molti
liberissimo
fantastico,
arie
essi
tht
Bianchi
magnifici
quei
da
finemente
quadri,
i
studiò
che
e
disegno
Mosè
volante,
; studiò
polo
suoi
Cosi
emergere.
Tiepolo,
disegno;
ch'egli, invece,
e
metteva
e
mai
il
contentò
ac-
il Cremona
che
veneti,
si
non
Venezia,
forse
dai
copiando
negano
a
ignorano
anche
apprese
Bianchi
andò
:
Molti
esercitò
gli
Brera
Mosè
dei
incipriate
Giova
decorasse
quella
vita
nelli
a
pittura
del
di
fresco
flusso
l'in-
pittore Mosè
//
io6
Quando
Tranquillo
innovatori
sorsero
dero
loro
principi!d'arte
chi
i
propri
Nel
di
Milano,
Chi
Puricelli, Tranquillo
«
Ieri
a
Brera
a
No,
«
punto
«
quantunque
«
piacerà.
Ma
«
volontà
di
«
tutta,
«
furono
mai
tengo
quasi
or
bocchi
mi
e
la
cosi
una
giorno
(che
non
tera
let-
una
Sono
che
mente
ribelli
fortuna
oso
a
così
a
la
me
strapparmi
chiamar
messa
mia
mano
desiderii.
miei
per
la
compatire;
ne
a'
Lei,
benigno,
gradite gliela ho
mia
sono
non
neppure
sempre
a
finite ?
esse
di volermi
cose
io,
donna
di
specialmente
si mostri
fare
Giuseppe
:
teste
temo
la prego
né
ma
il
;
pure,
Ep-
deplorava?...
scriveva
due
seconda
contento
li
dei
conosceva
Milano,
Esposizione.
Della
certo.
nuto
«
T
per
die-
Signore!
le
consegnai
lui
sincerità
e
Stimatissimo
a
Cremona
Cremona
modestia
tutta
d'arte
burbanzosi.
di
mecenate
un
Bianchi
d'ignoranza
di
più
Mosè
i critici
accusandoli
Tranquillo
difetti?
a
e
; li chiamavano
più
i86$,
Cremona
a
addosso,
Bianchi
che
codesti
quadri)
sia
Rice
ve-
scara-
dal
ca-
//
io8
Mosè
I
Bianchi
»
mai
contento
E
una
bella
In
al
questo
tempo,
de'
ho
fatto, rifatto, ritoccato
«
proporzione
«
dra
a
dire
un
«
gio
dì
«
sarà
«
rifatto, un
«
versata^
a
Brera,
a
di
Sottomarina^
«
di
tutte
«
rimorso
mio
a
per
diavoli
c(
così
via
a
bastare.
e
alle
dopo
mi
vi
:
mie
voglio
il corag-
poltroneria
questa
ho
preparato,
Tra-
la
fatte
po'
un
tele...
Ora
che
preoccupa
mi
fare
brulicano
la
a
alla Barca
ho
ne
dovrò
sia
Lon-
sono
affresco
un
il capo,
per
salute,
;
e
dovrebbe
»
del
lettere
caustiche
:
purché
scioltezza
scritta
via
in
quest' autunno
acquarello
un
altri
;
via
;
avuto
il fondo
fatto
sulle
razze
ed
A
incompleto,
espoista
e
poi
La
e
ho
ed
meglio.
Bologna,
A
stava
le
li rifaceva.
avversari
molto
aver
non
finalmente,
e,
suoi
pentimento
figura,
danno.
troppo
«
fatto
un
di
:
di
anche
ho
ho
una
che
a'
lavorato
quadro troppo
occupato
a
propri lavori,
parecchi quadri,
tutto
spedito, ma
rifare
dio
stu-
nipote:
a
al
Studio, studio,
«
risposta
lettera
ho
Bianchi
ripeteva :
E,
questa
«
pittore Mosè
e
l'originalitàdella
Bianchi,
di
Gustavo
conversazioni
fa
pensare
Modena,
del
frase
parlata
qualche
volta
ma
Cremona,
più
alle
dello
Ferso
inesauribili
Grandi,
scultore
^Ideale
109
invidiar
Intorno
di
al
nella
nella
musica
lirica ;
Daniele
il Boito
Emilio
:
ed
doveva
che
ode
sua
;
:
zitto
ma
vuole
che
scrive
questo
perchè
il Boito
se
vi
dimostra
«
Carissimo
Il ritardo
a
più
ce
una
«
par
cose
delle
di
inserito
qualche
del Dualismo
l' insigne
ha
del
non
amico
valore
mi
biografico,
che
immediata.
porte
atre
volta
poeta:.
6
Giugno
ipo4.
Barbiera^
questa
eloquenti
risposta
nale
gior-
un
all'arte
a
a
Praga
1' auto-criticismo, questa
palese ragione,
senza
Il
alla letteratura
1... l'autore
bigliettoche
nella
tempo)
aveva
parli :
ne
chi,
Bian-
poco
(visse
addosso
dare
convenzionale
Mese
Milano
a
letterario, // Figaro
Faccio
Franco
scoltura.
nella
fondato
avevano
Arrigo
animosi,
altri
Grandi
scuola
una
Praga,
Boito,
Arrigo
Ranzoni
pittura ; Giuseppe
e
si formò
Tranquillo Cremona,
;
terati
let-
loro.
dopo,
e
innovatori
giovani
Boito
1866,
niare
co-
molti
che
espressioni caratteristiche
potevano
nel
anch'essi,
di
ti
risposta
non
Ti
Pluto
ti
dice
avrebbe
dico
che
i miei
assai
detto
odio
versi
al
gio-
//
no
«
vanili ; ti dico
«
e
«
Ciò
«
cortese
«
quest'ultima parte
«
potuto
R
tu,
meno
che
desidero
non
parlarne
ancora
m'impedisce
non
intenzione
della
mia
Odio
al
Colui
si
è
lettera
deve
dir
certi
E
ha
il
urla
intuona
volgo
si dovrà
il
Boito?...
tacere
del
questo
L'opera
è
in
21
ben
musica
del
le
per
ticare
dimen-
Praga?
piazze
dell' ire
pazze,
dell'avvenire!
»
là,
in
del
che
chiude
rac-
innovatrici
idee
gennaio
vitalissimo
core.
quel giornale,
delle
germe
Poiché
di
sul
Emilio
risate
Arte
:
potranno
fanfara
le
«
E
a
»
Pluto
di
si
Boito
noi, fra
a
Ma
ora.
Boito
sincera
atre
Ma
La
Ed
d'
avrebbe
perdoni.
labbro, altro
sul
del
versi
intanto
porte
Omero.
con
amico,
Arrigo
dubbio
delle
ch'altro
tua
affezionatissimo
senza
par
parli.
ne
caro
prima
mi
a
La
se
risposta
molto
Tuo
•
che
o
d; ringraziarti della
indulgente,
e
ricordarmene
veramente,
e
detta
essere
buono
Bianchi
Mosè
pittore
articolo
un
1864)
eh' è
del
cisamente
(preciato
trac-
programma:
presente^
per
aver
vita
e
Verso
gloria
e
segnati, deve
I. La
II. La
giungere
della
creazione
IV.
ritmico
La
Boito
la
Dalla
in
cerchia
Si
dal
saffica all'Arte
franchi
Questo
inserì
1877:
nel
si
del
Odio
il
suo
al
Figaro
1863.
spirito di
geometrica.
«
lì
meta....
sfida.
Il Boito
per
di
per
far
breccia
pungere,
di
versi^ pubblicato nel
intero
nel
Museo
di
porte....
quasi mai.
demolizione
con
pessimismo
è
dell'intelletto; l'ottimismo
e
la
non
si taccia:
lodava
non
sbarro,
e
divina
de*
Ma
delle
par
cretino
sana.
catena
una
trovarlo
del
e
e
la
Libro
suo
può
famiglia
II
è
brindisi
:
momentino
un
sua
tocchi
e
italiana
italiana
vecchio
vulgo,
d'amici, Arrigo
cena
Giovane
Perchè
tonale
dramma.
del
una
del
formula,
sviluppo
vasto
fuori
scappi
sono
oggi.
dell'arte
salute
Perchè
più
un'ode
improvvisò
Alla
della
incarnazione
prima,
le
forma.
possibile
suprema
l'anao
E
del
che
nostro:
parer
obliterazione
completa
III. L'attuazione
e
a
in
destini
alti
agli
tornare
per
¥ Ideale
è
un'immagine
l'angolo
l'angolo
nell'avvenire, c'è
piagare,
di
Giustificava
ottuso;
bisogno
gran
crivellare.
acuto
»
11
112
Uno
il
de'
Umberto
suo
fautore
della
la
del
Boito
trentino
'
Ciò
poeti
il
del
che,
al
v^incitore
;
lombardi
contro
e
e
gli
con
Dev'essere
Cremoma
volta
poeta
1857
nel
Torino,
e
cisamente
pre-
che
mincia
co-
! Al
Nume
!
!
artisti
volgo
del
»
il
veda
si
:
scena
! Al
dramma
episodio
commosso
contrastava
e
suo
m'inganno?
cristiana
di
trionfo
che
dal
rac-
Nerone:
contemporanea
Nerone
Gloria,
cipava
parte-
non
PaolOy
San
prima
per
terza
a
al
o
—
la
tutto
Gloria
Stivale
si vede
come
Tragedia
«
pubblicata
dalla
auliche
allo
Poesie)
dal
scintille
Rivista
sulla
intrepido
nota
Forse
trasse
della
atto
terzo
per
Epistolario amorosamente
Massarani.
Gazzoletti
la
Prime
sue
sfavillante
da Tulio
Bergamo,
le tradizioni
(si legga
nelle
Arrigo
—
di
quel disprezzo,
a
Gazzoletti
povero
contro
guerra
letteratura
colto
il
Zendrini,
forma
Bianchi
Biancamano.
della
arguto
Mosè
fu
piagati
Bernardino
e
pittore
era
il
Mosè
anche
Bianchi
proposito, avevano
dei
vani
giodazzo
l'an-
sopratutto
volgo
piaciuto
a
ideali
preso
essi
a
si
gliavano.
sca-
quillo
Tran-
mento
l'atteggiacontro
le
•^
Verso l'Ideate
Emilio
turbe
Praga
delle Penombre
i
quali
inserita
non
lo dice
che
Praga
tondo
che
mereiai
delle
raccolta
dal
in coloro
Un'ode,
poesie
del
il commediografo
figlio,
Penombre
di
è
chiare;
ben
il mestiere
l'ode
ecco
il
po'
dichiarava
// poeta
dei
d'imitar
quel
chiaro
e
Manzoni.
mereiai, la quale è anche
linguaggio di
di
tutti
lombardi
gl'innovatori
clamoroso
quel periodo
il
Sono
farfalla,un* insettuccio,
Che
poeta,
per
Sento
mia
è
Ma
verso,
Ecco
dama
e
è
perchè
non
E
in
ho
è
nube
è
mesto
volo
un
mai.
regina.
cielo...
piccolina,
non
strofa,
son
e
solo
le stelle del
creatura
esser
sogno!
farete
non
compagne
d'
s' intitola
i mereiai!...
s'inebria
e
Che
L'illusione
siete
voi
e
i fiori
liba
Ho
:
folla:
alla
Sono
È
poeta
:
Ma
Io
Il
cenacolo.
suo
note
a
nelle
Odio
un
nella
favoritami
Praga, e
Marco,
del
erano
non
Arrigo Boito.
e
vedeva
non
113
il velo.
agli occhi
il sogno
l'idea
mio...
peregrina!
ogni mattina
perchè credo
in' Dio.
8
ti pittoreMosè
It4
Nella
Dei
E
bionda
mia
capezzal
E
di
Immagini
Della
la
oramai
fantasie
?
di
nebbia,
Bianchi
Anche
che
Mariani,
demico
il
Scoglio
suo
a
scoglio
di
«
corso,
te
«
accademie
«
spirito nuovo
«
bisogna
a
accademica)
e
Mosè
della
ancora
uscivano
al
fatto
fare
a
volte
il
alio
con-
nelle
che
infiltrato
quello
ci aspetta
figUuolanza
(s'intende
nuova
è
inutile.
accanito
i
In
«
acca*
che
vita
altrimenti
amava
:
altre
ancora
della
Bianchi,
che
è
si
demie.
acca-
nipote Pompeo
male
fatto
le
concorso
un
Quarto
di
tosco.
contro
al
a
detto
avevo
essere
»
scriveva
lo
non
non
scriveva
hai
Quarto,
in
egli pure
mandato
aveva
brine
il muschio
tardi
raggi.
fosco
nel
repenti
batteva
più
bei
colline
ove
Mutan
Mosè
!....
!
Laggiù
sulle
lontaù,
Sparse
essi
miraggi
mistiche,
Languide
Orizzonte
in
allegorie
! Ombre
siete,
:
1* amico.
e
sposa
core,
mente
Dove
pudito
ciel, chiari
del
Iperboli
gli amplessi
ebbi
anni, già vedevo
quindici
a
infànzia
al
serafini
Éianchi
contro
quadri
dai
nipote :
«
così
»
smo,
V accademidetti
pennelli
Quali
:
sono
«
peccabili
im-
aulici,
le opere
e
11 pittore Mosè
Bianchi
-
-
ii6
I
giore,
studiare,
a
air
Bianchi,
legato
per
dei
poteva
sono
tutto,
dei
di
ritrarre
vanno,
Bianchi,
i cavalloni
Il
suo
vero
genio
un
magistero
tinte
tipi
in
l'ampio
quelvole;
mute-
volti, i cui
che
oggi,
stumi
co-
nella
di
livellamento
con
acuto
rammarico
anch'essi.
ne'suoi
del
vedeva
marina
cui
E
toresca,
pit-
sfoggiar
comune
purtroppo,
più.
sovranamente
aria
tipi, i
al
pittori,sparendo
Mosè
di
antichissimi;
inclinazione
nulla
che
1
marinaresca
incomparabili,
luce
nelle
curioso
applicare con
finezze
e
Ben
il colore;
per
resta
della
risiede
della
rapporti ; poteva
circolo
decisa
Bianchi
trionfare
infinite
quali
quadri
i
:
passione
apertissimo
di Mosè
Chioggia.
peschereccia città,
teoria
a'
quadri
nome
suo
l'aperto,
al-
dipingere
chioggiotte.
una
vedeva
Il
?
passione
si innamorò
con
là, nella
neutre
i
di
scene
monzese
Chioggia
la
il
costumi
nelle
?
?
la
originalità del
marine,
campo
I
?
dipingere.
a
sempre
vera
Questo
j.
ritrasse
ne
dei
e
I
libera, fu
aria
che
marina
La
j
.
mare
si
trasse
quadri chioggiotti, ricon
verità
esplicò
in
stupenda.
quelle
ma-
Vèrso
rine
e
il
nel
quadro
famoso
suo
chioggiotti^in
mezzo
reti, di corde,
di
dei
Mosè
grandi
gridare
vècchi
le
loro
di
pronto
mare,
quei
chioggiotte
testa
mo'
a
Nella
1881
i
la
di vela
di
alzato
comandano,
o
voce
la morte.
E
l'urlo
del
di
quei
chi
Burrasca
che
ha
non
nel
ramente
misedi
quelle
e
donne
tonda
vento
tir
sen-
cielo
quel
orientale
gonfiata dal
par
vero
cattivo,
(quella
quei
braccio
al
di
sentirli
guadagnarsi
per
loro
gito
mug-
cadenze,
sulla
impetuoso.
del
nazionale
esposizione
Milano,
la
il
di
proporzioni
Par
la
con
cenere,
con
Michetti)
pescatori
quadri
per
un
vedere
memoranda
a
nel
nei
più giovani
quali,
di
e
color
nemboso,
ritratto
sentire
merito.
vita, sfidano
venti
per
inghiottire qualcuno
a
poveri marinai,
la
di
con
vincere
pe
aggrovigliamenti
Par
che
e
suicida
dei
prolungate
ai
consiglio
cercando
aveva
partern^a
per
bruni
(morto
piccoli quadri
si
marinai
quei
cappotti
spumeggianti
pescatori,
danno
La
ad
quadri
con
dai
1835,)
vele.
marosi
Bianchi,
sì
in
pittore Robert,
Venezia
a
117
pure
pescatori chioggiotti
amore
del
così
insuperabili ;
santi, che
e
l*Ideale
rivelò
il
lungamente
golfo
di
Venera
genio
templata
con-
?
]
1
//
18
pittore Mosè
è Felemento
L'acqua
Mosè
e
Bianchi
difficile per
più
Bianchi,
Traghetto della Maddalena^
terribili difficoltà.
Quella
verdastre
Curioso
mare.
è
ferma
terra
I
anche
talvolta
pittore,è
il
il poeta,
V anima
quel
;
impaurisce
di
Sono
il
biente,per
naturalmente
e
A
Chioggia :
popolato
tinte
in
dalle
giallo e
picchiettateda segni
blasoni
per
tempo
in burrasca
Laguna
la
dei
far
poveri
conoscere
;
chioggiotta;
piccoli
meno
dell'
giustezza
dal
malia.
am-
pennello
suo
aw-
esce
fluido.
lo
ammirava
quadro
le vele
stesso
esposizioneinternazionale
si
Adriatico
colore, che
rende
d'arcano, che
Mascherata
luce, per
esatto
All'ultima
del
nello
e
che
so
qual più qual
la
portenti per
del
pittore-poeta del
poiché egli ne
non
CHioggia ;
Chioggia,
;
quelle trasparenze
trasparenze
il
un'altra
Ricordiamo
Canale
; è spuma
della
ripetiamolo: questo figlio
sì, anche
mare;
;
vera
nel
quelle
con
è biacca
le stesse
sono
Favretto
scherzava
non
agile,impetuosa,
spuma
il
come
tore;
pit-
un
smalto
un
in
la
e
lembo
barche
rosso,
i
del
padroni
vivacità
del
da
verde
pesca
con
striate
e
convenzionali
lavoratori
di Venezia,
;
specie
mare
delle
o
di
tivi
; distinbarche.
Verso
Varii
V Ideale
pescatori stanno
assistono
esse
sono
riva;
per
la pesca
che
i loro
il
ora
è
mare
:
Volti
in
bonaccia
il
il
cui
chioggiotte,
miseria
loro
dei
scrive
a
costumi:
il
al
nipote,
Qiaesta
sia
«
ne
«
spero
di
la
con
mi
il trovarsi
«
buono
«
d'aprirsi delle
«
lati
«
quello
«
dovrei
c(
veneziani.
«
giottina
dice
pittura,
che
strade
vorrei
fare
si
In
e
modellina
lasciar
parla
stampo
uno
Chioggia
incontentabilità:
e
la
la
fa
modo
oramai
in
vo-
principio
prima
cosa
questi
una
alla
porta.
e
sangue
trova
momento,
batte
cause,
solitudine
vero,
in
sono
non
molte
Sono
stabilirmi
questo
loro
mente
nuove.
fare,
è
Bianchi
marinai;
per
sul
la
e
mesi,
quattro
Mosè
il
artistica, benché
si
come
in
nel
utile, giacche
sarà
donne
lettere, parla della
soddisfatto
tutto
a
da
solita
campagnetta
del
sarà
non
crudelmente
dà
1883,
Ma
più.
povere
tanti
mare
Nel
antico.
d'uomo
di
sue
compassionevole
salutano;
1
ritratti
figlio,sono
donne
sgomento;
attesa
rubò
mare
religiosa pietà. Nelle
con
T
:
angosciosi
e
li
e
ritornino
non
rivederci, adunque
a
patiti
marito,
cari
le loro
e
dallo
oppresse
temono
penosa
sulla
alla partenza
talvolta
119
di
che
paesi
chiog-
»
A
pittore Mosè
//
I20
si
Chioggla
pittore Bazzaro,
il
Roma,
a
chioggiotta,
Madonna,
Un
di
altro
rici
in
con
Mosé
solo.
che
pi^di
del
del
omaggio
al
padre
cari,
colgono
la
amano
come
in
un
la
V'era
del
cuore:
e
fettuoso
af-
maestro
;
sé
per
Poiché
dell'estro
dolce
fini
zata
sboz-
ritenne
; in
nere
ge-
che
an-
un
il Favretto.
famiglia
asilo
più
testa
primo
e
lo stesso
il
infatti
Era
questi artisti, all'indipendenza
loro
dei
uno
padre^
delicatamerte
/c/z/e-
espose
pittore.
affetto.
l'indipendenza
universale
ricordare
nostro
e
uniscono
immagine
miseri.
violino^
proprio
tardi, fece
d'un
facevano
maestria
Bianchi,
Più
di
quadri
ritratto
un
mento
nell'annienta-
Bianchi
Mosè
1878,
vera
po-
Margherita
una
dei
derna
mo-
d'una
Nell'esposizione
:
Legione
deliziosi
a'
madre
processione,
della
e
la
ricordo
nel
Parigi
d'arte
giace prostrata
desolazione
e
peccatorum^
tragedia
abbandonata,
che
della
la
namorato
in-
adriatica,
nazionale
espresse
giovane
della
Galleria
della
decoro
Refugium
col
che,
felice
città
pittoresca
il
quel tempo,
a
lombardo,
altro
più
pittore Nono,
ora
radunavano,
un
della
Bianchi
non
i
amano
essa
si
j^icuro.
racr
P^erso
ì^Ideale
121
4"
Nel
Mosè
Bianchi.
il
accettò
di
belle
mezzo
che
del
i fulmini
e
falsa
ere
«
qualità
E
si
ed
mise
«
istruzione
sebbene
racchiuda
avrò
disfare
air
da
coir
opera
cori la sapienza
Pensava
anco
«
mi
«
gestioni
«
seno
ct
rielle
Così
veniva
a
un
di
e
proprii
cose
da
confidavasi
fiaccata
artista
dal
veronese,
d'
ardore
nuovi
buona
»
notto,
giova-
un
di
dedicarmi
che
e
Angelo
:
«
alle
Non
sug-
nasconde
col
;
poiché
dettagli
e
nipote
morbo;
colori
vio.
sa-
un
quadri,
raccontarsi
ad
fare.
per
monumenti
col
(scriveva
qualche
Verona,
questa
e
i tuoni
fra
disciplinatriced'
di
tempo
impavido
passata, medio-
magie
presenta
mancherà
ai
a
pure
Verona
giornalistiche,
trovato
una
«
andò
innovatore,
Bibbia,
Ho
cademia
nell'acvi
come
Bianchi,
della
di
accademie,
ma
polemiche
Sinai.
Bianchi)
«
metodi,
il Mosè
come
vita
pittura
Verona;
lui, Mosè
lasciavano
Mosè
di
delle
di
a
furiose
a
sereno
Il nemico
arti
nella
nuova
maestro
svecchiatore
come
e
Egli,
posto
di
in
fase
1898, s'aprì una
ma
in
e
sto-
pennello.
la
doveva
Dall'Oca
»
volontà
rimanere
Bianca,
//
122
la
gloria
tecnica
i
di
fittoré Mosè
ritrarre
le
costumi,
poesia finissima,
con
la
gagliarda
Bianchi
vita
il carattere,
popolare,
l'anima
giovani donne,
con
della
città
la
lotta
dell'Adige.
Angelo
che
Dall'Oca
l'illustre
insidie
ed
deiratroce
infermità
forte
da
l'arma
mani
combattere
di
meglio
lui
Monza,
dove
agonia
dopo
e
dove
il
grande
Negli
quando
per
il
maestro
visto, ribellandosi
«
volle
((
bido
cercare
la
e
vita.
in
d'un
si
marzo
pace,
sono
ancora
una
volta
Ahimè
! la
mano
a
1904,.
quelle
gelo
An-
:
silenziosa,
di
esser
non
del
crudeltà
da
spense,
ispirato.
stanza
s' illudeva
trasse
ri-
Bianchi
15
la
suno
Nes-
parole
piangendo
per
alla
Le
poeta
quasi
tempi,
«
il
a
Bianca,
Chioggia
sempre
disse
ultimi
di
lunga,
cuore
Dall'Oca
«
pittore
spezzava
ideali.
Mosè
di
presso
op-
accinto
s'era
fine.
feretro
penosa,
riposa
d'un
«
sul
gli
Dall'Oca
Angelo
lato
deso-
genio,
de' suoi
lagrimevole
pronunciate
che
quale
il trionfo
per
quella
la
del
e
le
con
vedeva
egli
:
crudele
con
mente
profonda-
sosteneva
volontà
destino
lui
da
amato,
della
un
strazio
con
lombardo
artista
ammirato
un
nelle
seguiva
nel
ben
destino,
braccio
usa
tor-
a
fer-
\
//
124
pittore Mosè
Bianchi
nezza
innamorata, dell'infanzia
madri
; il
della
pittore-poetadegl'ideali
vita. La
col
fama
tempo
di Mosè
chioggiotti,che
a
quella città
I brani
inedito,
a
di
messo
di
lettere
umili
di
Mosè
Raccolta
valore
pensare
s' ingrandirà
dei
con
di
getti
sogaffetto
virtù.
Bianchi
sono
tolti dal
dall'egregio pittore Pompeo
gentimente
disposizione dell'autore
appartiene alla
fanno
delle
più gentili
Bianchi
pel
sopratutto
e
pensosa
questo
Vanbiatìchi
libro.
di
La
lettera
Milano,
del
carteg^gio
Mariani,
Cremona
SECONDA
SERIE
UN
SATIRICO
IL
CONTE
DE'
PREGIUDIZII
GIOVANNI
SOCIALI:
GIRAUD
.
»
^
A
durante
Lione,
a
Napoleone
e
satirico,
I
i
conte
un
di
Il
transazione^
per
fortunati,
Euticchio
nostri
e
farsa
la
e
buon
che
nonni,
del
padre,
losi
ge-
ossia
dei
zione
tradi-
festiva
le
peraltro
I
delizia
la
la
snelle
dell'autore
finezze
le
e
sperato
di-
disabitata
casa
medie
com-
galantuomo
signor
trovavano
senza
venete
Il
formarono
vi
cui
Desiderio
cuore^
La
5m/oro5a,
presentato
le
Don
figlio
goldoniana,
ganze
Giraud,
neirimhara^:{0^
eccesso
per
fu
commediografo
romano,
Giovanni
quel
L'Ajo
giorni,
cento
del
eie-
Ven-
m
taglio.
•
Napoleone
meno)
I
nella
sentiva,
si
congratulò
Ma
Sta
—
con
dei
in
di
vena
l'acclamato
il
bene,
conte
ripigliò
cenza;
compia-
grafo
commedio-
il
subito
si
giorni
cento
pronunciandone
Girò.
Gi-ra-ud.
miele
ammirava
e
poco
pare,
romano,
francese:
di
luna
quanto
a
lodava
(che
a
alla
nome
correggerlo:
Napoleone,
dunque
Giovanni
13*0
Girò.
E
—
disciolto:
La
conte-poeta
Gi-ra-ud.
voltò
gli
il
le
secolo
Nato
XVIII;
il
il
nel
fatta
era
tutti
l'autore
cattoliche, le
d'ideale
viperea
avrebbe
del
mana,
ro-
il
e
tipo
rante,
noncu-
scherno:
tipo
freno, anzi
classiche, le pompe
d'una
per
ricevuto
nel
grandezza
:
di
paura
in
coraggio
le
chiudergli
da
un
quella
casa
mostrò
e
colpita
vendicativo
le braccia
ottobrata
eran
Giraud;
fu
sale, onde
poeta
non
rovine
d'Albany
contessa
sua
dominatore.
di noi
Nessuno
allo
e
tradizioni
austere
nella
gaudioso
quale
le
ne
deir4;o
rappresentava
vilipendio
alla
contrastavano,
celebri
un'allegra
Giraud
al
mana
ro-
despoti.
scetticamente
razza,
lingua
in
1776
romano
una
del
si
Tevere
come
dei
despota
pronto
la
sul
e
nome
Giovanni
fatta
indispettito,
imbara!{!{0 voleva, contrariando,
temerità,
di
Napoleone,
—
spalle.
pronunciavano
del
ripetere, col dittongo
a
famiglia Giraud, francese,
nel
neir
Giraud
proprie
epigramma
altri,invece, gli aprivano
quella
penna
e
di
quella
lingua.
Eppure,
di
anche
in
quella
natura,
sbrigliati epigrammi
che
contro
si
piaceva
com-
l'uno,
Giovanni
132
ricordano
Parecchi
commedia
Roma
alla
e
la
con
quale
vita,sostenendo
di
parecchi
delle
trillanti
fra
di
gemito
Donizzetti
le
di
famiglia
quella
e
è
il citar
le
confrontarne
Gregorio
del
moderne.
;
il
e
aristocratica
lo
dal
persone,
mente
rigida-
sono
Giraud
vero,
e,
farei
lo
somiglianze.
Cordebono,
(nella
si affrettò
ma
tolto
le
marchese
commedia
le idee
note
riprodotto
aveva
grossi
e
vero
Il fatto
fosse
e
stesso
Favorita
il Giraud
che
era
non
«
Enrico
lo
;
Lucia,
che
Don
la
note
Ferretti;
tenuti) la propria famiglia. Il
per
Rossi
gaje
vesti
della
passione
di
Antiquati
Giacopo
figliuoligrandi
i
quale
la
interno
queir
pure
si disse
Ebbene,
in
ricordano
di
Valle
prolungò
»
marchese
libretto
prima
Cesare
tremarella
«
la
per
teatro
la parte del
noi
sul
soggetto
^^^
1807
il caratterista
Gaetano
quali
rappresentò
del
classica
sua
VAjo neirimbara^^o
ancora
il Giraud
che
nell'autunno
volta
Giraud
Pajo
del
chiarò
di-
a
giungere:
sog-
se
messo
per-
tieri
volen-
»
marchese
Pippetto, rappresenta
spirito educativo
Le
ragioni
del
moderno
buon
senso
in
ì^erso
deir
finiscono
umanità
dove
casa
tirannia
l'Ideale
la
la
e
133
è
potestà
paterna
in
pervertita
costumi
corretti
dei
religione
quella
in
trionfare
col
in
bigottismo.
Chi
mai
in
riprodotti
misurare
può
Don
Gregorio,
atto,
quando
quella
Fate
Gregorio.
tenerli
sotterra?
i vostri
figlifaranno
conosce
e
si
vi
tenuti
da
rampollò
vi
piace: volete
siate
che,
si
mai
si
se
a
alla
s'imbratta,
mente
soverchia-
T
spezzare
muraglia!
qualche
in
fa
e
lascia
annasa,
tiene
giunge
che
certo
sciolto, cammina,
s'imbatte
se
vi
ma
cane
attaccato
e
ravvolge,
il
quando
se
tiene
addenta,
e
ma
catena,
lo
che
che
quello
come
libero
passa;
alla
urta,
primo
marchese
bene
(i figli)Fatelo;
prudenza
con
Un
soggezione?
del
scena
figlidel
di
parole
franche
seconda
ai
Chi
scena.
Don
«
nella
allude
ferrea
sotto
delle
l'effetto
visti
sono
Antiquati?...
marchese
quel
si
quanti padri
dire
può
cino
un-
corre,
letamajo,
peggio
degli
ialtri cani.
«
Il
Marchese.
ragione
presente.
che
e
si
Io
i miei
tiene
in
ajo
o
casa
così
di
principi
allevato
così,
e
volete
aver
alla
moda
così
voglio
figli,»
marchese
un
che
uomo
un
parole
stato
sono
mai
figliun
di
forza
a
crescano
Come
Siete
quale
sovversivo?
cosi
codino
educatore
La
ha
de'
scelto
proprii
contraddizione
Giovanni
134
è
palese. Ma
è
r
ciò
Giraud
che
della
inverosimiglianze
sfida
principio, la
nella
nuova
da
ribelle
un
d'un
conservatore
mondo
minava
casa
non
il
bensì
posizione,
gettata
stessa
qui rilevare
importa
delPetà
l'età
del-
vecchia.
?
ai
vecchio
realtà, un
In
Nel
Giraud.
lo
sui
a
reboanti,
nuove
stupiti. Il
equipaggiò
in
per
a
francesi.
in
Roma
idee,
e
monto
baldo
a
squadrone
del
in
qual meraviglia
svecchiando
Pio
VII, guidato
de'
suoi
tempi,
ben
cavallo,
si
e
cavalieri
lontari,
vo-
scendo
pontificio,riu-
il Giraud
adottò
nell'effimero, ma
imperiale,
innovando,
i
contro
dominatori
presto
dominio
e
dal
se
nomi
guardavano
fazione
una
(i808-1 814)
del
di
Governo
questi,
stessa
periodo
andava
le
difesa
di
nuovi
altri
segnalarsi
Ma
comparse,
parole;
uno
trizzavano
si elet-
Alcuni
pronunciavano
Giraud
i berretti
proclami giacobini
i
omelie.
:
melodrammatiche
quelle
gesticolando
che
tricorni;
sulle
trionfavano
francesi
Chiesa
della
Stato
frigiidominavano
intorno
rivoluzionari
i
1796,
invaso
avevano
?
e
se
le
condo
fe-
tutto
si
lo stesso
Consalvi, statista maggiore
s'acconciò
ai
mutamenti?
Verso
furono
Quelli
gli
l'Ideale
anni
pronto
plebee
di
nei
altri
salotti
della
la
disputava
suoi
anni
nel
1802, sfucinò
titolo
nastro
bianco
d'un
Questo
gentil
Pulsale
ed
D'un
sonata.
bla-
società
stessa
bollate
eran
col
satire
da
lui.
che
in
mottetto
nero
al
stretto
tenea
cinto,
dipinto:
era
apertetur.
la
cintura
sua
scritto:
Non
Nell'arra
proprie
La
nobile
In
atto
Nel
sua
di
1805,
e
Noè^
il
sopra
e
zinale
suo
v'è
non
scritto
risparmia
non
male.
le
neppure
parenti :
Giraud
la
Nerina
e
plus ultra,
di
strette
Tenea
una
la
duello;
un
di
primi
altra:
Sopra
V'è
Nei
ad
:
una
Sopra
dove
belle.
serie
una
contro
romane
gio,
all'oltrag-
romana
delle
gliato
sbri-
persino
sino
sostenuto
tutta
dame
Giraud,
avventure,
società
giovanili, aveva
Le
D'
le
grazia
Mascherate
del
malèdico
Trastevere;
e, anche
più giocondi
tutte
a
135
audaci
più grossolanamente
e
'
da
naturale
prèda
il carnevale
clamoroso.
modestina
maschera
cognata,
far
fìnta
In
quél
da
pezzo
vestita
di Roma
casa
spettacolosa mascherata
da
faina.
di
saetta,
civetta.
riusci
Chrgi,
si
simo
allegrisconcertò
rappresentante
«
Il
136
Giovanni
•
concilio
Dei
degli
la
La
»?
la
chessa
du-
Torlonia, Giunone;
Giraud
il conte
Sei
Dea,
Ebbi
da
si
Ma,
né
Psiche
getta
il
e
strale
suo
Braschi:
alla
le
E
di
nozze
raffigurava Pallade;
Flora;
Braschi,
via.
le
per
principéssa Chigi
via
Glraud
si
mia
dirà,
era
i
misuravano
Carlo
civile
satira
le
colpi e
e
Pietro
altri
e
in eredità
il Giraud
vero,
morale
e
dal
Buratti;
altri
secolo
volle
continuavano,
della
che
Qual-
XVIII.
provarsi
lyi,
di
lano,
Mi-
a
intensiva
resta
:
satireggiare;
parole, persino
talento, la coltura
satira, lasciata
volta, è
;
anch'io.
allora
Venezia,
A
Porta
diverso
fioretto
usanza
Dio,
senz'esser
pur
e
qualche
te
coltellate
con
Flora^
fra
nella
altro,
Giustina,
La
*
Nel
18 15,
stato
a
si fermò
Bologna,
applaudito
d'essere
alle
lodi
stato
per
Milano,
le
Parigi.
meritava
apprezzarono
sue
a
Mantova,
commedie;
Firenze
—
maldicenze,
sue
ch'egli
fiorentini
a
a
d'essere
Firenze, dopo
a
anche
ma
per
I... città
la
subito
dena,
Mo-
dopo
zia
propi-
pronta
valentia
la
a
alle
comica.
spigliata com-
I
l^erso
l'Ideale
137
'.
^_j»L.
-i
—
in
mediola
atto
un
al
della
suoi,
direi
non
nella
Adelaide
quale
d^
parte
subissarono
//
gione,
faccia
Adelaide,
figlio
franca,
stessi
la
di
battaglia
tutta
con
signor padre;
de
uno
i fiorentini
sposina;
ra
il Giraud
ma
l' anno
ripresentò
la
contro
favorita
dopo
agli
la
Lucca,
contro
fossero
di
valente
cabadati, moglie
lo
di
levò
di
e
del
bella
ingannasse
non
satire
con
attrice
un
che
era
sulla
del
Porta,
Giraud
Italia
tutta
Questi
;
poesie di costumi,
; Gattina
commediografo
Bologna.
bisca
una
Buratti, del
in
tificata
iden-
Santini,
finì assassinato
Baffo, del
clamore
d'una
moglie
altro
quali capolavori,le
Doloroso
Albergati
che
bellissima
Berta
una
in Firenze
Stendhal, ingordo
del
la
marchesa
Questi
lei, baro,
quelle
ammirava,
I ; contro
teneva
Grillo.
un
Lo
strada.
quale
specialmente
Mozzi,
vecchia
tal
una
epigrammi,
Giraud,
Teresa
Napoleone
con
ed
satire
del
penna
contessa
di
il drudo
satire,
e
dalla
colarono
e
Cocomero
poi
fischi, e
di
gelosi
giudici, ricucinata.
Epigrammi
di
del
fece
cavallini
la
peraltro
del
teatro
Ristori
cavalli, ma
I
personaggi
tre
e
Jortunatiy rappresentata
e
—
I
il suicidio
Boc-
marchese
sospettò
giovane
che
la
attore,
Giovanni
138
da
e
lei
da
creduto
Il
della
fu
fé'
sospetto
funesto;
i
il
Varie
vicende
quel
le
come
fuochi
1°
a
rovesci
dal
anni
dramma,
un
parenti
dell'Albergati
titolo
pubblica
//
ammenda,
in
romano
bancari,
e
politiche,
al
cambiò,
secondo
di
pari
amori
tanti
fantasmagorie,
splendevano
e
in
n^Ue
sparivano
fatui.
del
a
1834,
Napoli;
Giovanni
e
la
illanguidendo,
poco
d'una
non
suicidio
col
il conte
reali
ottobre
lanterne
il
la
Torino
fé'
passò
corone
d'apoplessia
poco
Giraud
d'improvvise
tempo
quali
Il
ma
opinioni
vento,
invece,
lui
dramma.
disgraziati, in
il
uccisa
trasse
ne
a
ritirò
diventò
quattordici
rappresentare
il
erroneamente
aver
accertò,
il Giraud
protestarono;
e
d'
Dopo
caso,
marchese^
Albergati
accusato
processo
al
nozze,
marchese
sventurata.
tragico
lo
11
e
;
fidanzarsi
delle
tempo
morto.
moglie.
e
al
Otello
un
di
prima
amato
lei,
Giratid
si
sagra
recitano
sua
come
notturna.
più.
Giraud
fama
le
Le
morì
andò
a
variopinte
sue
medie
com-
140
Giraud.
fanno
credere;
il
Giusti
metri;
che
il
nia
n'è
Giraud
Leon
in
di
Quanti
in
estro
se
tutto.-,
come
i
se
valletto;,
quel
satira,
Giraud
stesso:
mente
tal
Vi
stessi?...
della
e
fiele
in
petto;
d'aspetto.
satiro
crine,
posseggono
ritrarre
il
persino
volto,
specialmente
signore
\\
del
quello
anche
Giraud,
è
Giusti
piuttosto
disprezzava
Riso
del
prese
invece
sono
addita
Gnoli
Tommaso
che
il
Giraud
giustiane
poesie
nei
Giovanni
bambini.
sono
forza
uomini
di
sincerità
che
nel
dicono
LUIGI
CARRÈR
Dolce
delle
poeta
d'affetti;
di
la
il
onorare
a
nel
morì
due
lord
Byron
sulle
il
tramonti,
allorché
mesi
che
palle
fosse
roventi,
disceso
di
uscita
un
velo
col
e
—
colera,
Ponte
nici
malinco-
nei
umano;
appena
il
meditava
laguna,
dolore
Venezia,
su
di
della
acque
Visse
Venezia
Shelley
lo
quando
Sospiri/
fugace
Manin.
Daniele
a
duta
ca-
l'imbelle
del-
quella
e
cantava
la
secolare
quella
dittatore
i8oi^
fra
dunque
Manin
visse
nel
nacque
Visse
Lodovico
Cesare
Carrèr
Luigi
dove
repubbliche:
dell'ardimentoso
Byron
sici,
clas-
venutovi
visitare
per
Venezia,
i8$o.
doge
quando
dif-
a
Milano,
a
Maffei,
chiuso
di
dei
gita
—
sempre
teratura
let-
studi
degli
cultura
Manzoni,
Andrea
e
bella
di
contribuì
onde
secoli,
breve
una
Cantù
lavori
in
poeta
;
romantico.
Tranne
dove
i
Veneto
nel
egli,
per
tutti
Carrèr
Luigi
operosissimo
e
fondere
lagune,
da
di
nero
sparve
lunghi
fame,
di
brava
sem-
morte.
'
Luigi
144
Carrèr
*
è
L'elegia
com'è
il fondo
il fondo
ballata
La
la
sotto
della
della
del
corrusche
lo
più
meste,
cullate
dalla
fiorì, alla
egli
il
e
ammirare,
sua
il cielo
sbocciato
Carrèr
Giovanni
Sono
Luigi
per
fluenti,
primi
Carrèr:
fecero
che
fiore
I temi
patetici; senza
la
alla
anche
—
tico
poescelti
prebida
tor-
ballata
Prati, più vigoroso, più caldo,
storie
Carrèr.
d'amori
La
Taccia
Fuga
infelici
sposa
il
le
Fra
gli scogli
spirto
(di due
a
quelle
che
di
mincia:
co-
giocondo
vie
azzurre
anche
dell' Adriatico
sonito
Per
Nudo
La
amore
ripetevano,
straniero.
presto,
lata,
bal-
corretto.
meno
ma
ben
d'
Luigi
con
volanti
quella
d'Italia, un
erano
foga, che,
infuse
storie
i
cielo
sotto
nelle
cadenze
furono
dello
Btirger,
nostre
delle
vita,
sua
Germania
Hugo;
le madri
Berchet,
in
Francia,
volta, italiana
sotto
dal
del
rapide
melodia
della
fiorì
Victor
di
che
e
in
e,
racchiude
che
che
Goethe,
Schiller, dell'Heine,
Luigi Carrèr,
di
anima,
sua
moderna,
penna
fantasie
poesia
del
ov'io
mar,
m'ascondo
sospirar...;
giovani
amanti
perseguitati);
yerso
Stradélla
del
chiesa,
di
145
giovane popolano
cantore,
cantante
l*Ideale
fra
afflitte;altre
fra
un
momento
fra
superbi
un
succedersi
di
e
Mrrà
dei
le
contrade
d^Oriente,
di
fantasmi
ballate
storici
dei
Spagna,
fieri
cosacchi
cuna
qual-
accenti,
troppo;
pur
che
E
fa
ricordare
del
Suvaroff
tutto
come
vasione,
l'innelle
lombarde:
La
picca
Il fren
in
resta,
sull'erto
corridore:
Al
e
cosacco,
sprona;
abbandona
collo
ferisci
a
va.
Urrà
Urrà,
Al
La
cosacco!
le
fuggitivo
Pesta
il caduto
picca
reni
sotto
L'elmo
In
suon
l'unghia
spezzato
di
! urrà
1
pietà.
tuo
del
squilla
!
passa;
senza
del
! urrà
abbassa,
Urrà
E
vivere
banditi;
di
freme
ed
amore
di
fra
ci
suora,
romantici.
Cosacchi,
rapine
una
ci fanno
monarchi
superbi
troppo,
pur
Carrèr
del
sultani
quelle
veri
queir
ballate
La
e
trepidanti d'
giovinezze
Venezia,
s' innamorò
quale
giovinetta patrizia di Venezia;
portano
di
destriero
dragon
fiero
rimbomberà.
Urrà!
ufrà!
itr
Carrèr
tMigi
t4^
nel
L'ira
Più
Per
Italo
rivegga V
non
tua
il
e
le
spento,
man
manco^
venga
non
sangue
Franco,
città.
sue
Urrà
Trafitti
i forti
tua
le
De'
belle
L'ostil
d*oro
cupole
decoro,
templi
moscoviti
!
«già.
Urrà
Sotto
! urrà
Milano;
caduti
Francia
e
!
mano,
Parigi, pianga
Pianga
Italia
la
per
! urrà
sventolerà
vessillo
Urrà!
«
nel
Veneto:
Venezia
e
la
gondole
sue
da
cui
di
storie
città
romanticismo
del
più
della
letteratura
alla
misteriosa
romantica?
capitale del
romanticismo
co'
silenziosi
nere,
suoi
palazzi popolati
sorgono
grandiose,
quella luna,
di
quale
vera
«
principe
si prestava
Sembrava
le
fu
Carrèr
Luigi
urrà!
co'
di
lampada
patrioti sognanti
suoi
la
di
chiari
innamorati
svanita
con
canali,
leggende
di
e
luna;
insonni
grandezza
e
della
patria.
E
città
Luigi
Carrèr
nell'opera
ricordò
in
prosa:
le
glorie
Anello
della
delle
patria
sette
Carrèr
Luigi
148
Forse
lei insolitamente
per
S'oltre
la
Potesse
tomba
quel
Se
quelle
Se
quel
Se
nel
Mi
riardesse
freme
Qui
fremeva:
vivere
desìo,
treccie
riso
d'ebano,
d*amor,
mio
sepolcro
il cor!...
il tumulto
del
Ultime
lettere
Foscolo,
del
amico
Carrèr.
nelle
Come
Foscolo
Ugo
dipinge
suicida, così
Stampa^
spara
in
Succede
Natalino.
d'animi
mite,
Carrèr
Il Carrèr
ne
tutt'i
i
terra
biografi
Foscolo,
Alle
e
qua
romantica
Nel
tempo,
del
poi; s'ispiròai
stesso
terzo
là
balena
canto,
si vide
Silvio
alla
frammenti
inni
di luce
il
sciolse
di
si
dano
accen-
triade
una
e
Foscolo.
la
prima
attinsero
Sepolcri^
delle
venuti
Gra:^ie dello
gli
inni
Alla
gianti
largo volo, lampegE
romantica.
byroniano
Clotaldo
fu
quale
dei
cantor
medesimo
Pellico
Ugo
vita, che
e
quando
arti;
e
la
scrisse
di
miti
fervidamente
amare
ordine
per
perciò
Ippolito Pindemonte,
Luigi
di
violenti;
sé
ritrae
animi
che
protagonista
infelice di Ga-
Amore
Carrèr
Luigi
Ortis,
Jacopo
nel
stesso
se
lettere
nelle
d*
carme
guarda
fosca
luce
Clotaldo.
iracondo
alla
V Ideale
Verso
della
festa
alla
nel
natura
149
ed
maggio;
dice
afri^
terra,
il
Apri
Tuo
Più
che
L'erbe
di
questo
Lutto
delle
tue
di
Sian
Il
giacinto
dopo
Quanti,
mammola
il
Carrèr^
è
che
il poeta
Io
penetro
di
Enrico
tedesco
e
sceva
cono-
Heine;
il poeta
cristallo,
Che
il
giulivo
Col
Giaccion
veste
gittò
Ecco
(t) Traduzione
di
vedo
si sforza
coprir
i morti:
veggo
anguste
terra
bare,
aperti gli occhi, bianca
funeral,
nel
Io
nelle
mani,
Carrér,
di
verde.
suo
corcati
le
Giunte
l'orror
e
indarno
maggio
la
entro
bianca
questo
la
d)
...
della
cantore
Quarantotto
Beroardiuo
faccia
Zandriani.
di
canti
^
la
ziano
vene-
concetto.
stesso
l'occhio
con
fosse
Come
Luigi
il Carrèr
che
dirà
stesse
tedesco:
il poeta
La
le
ripeterono
nello
s'incontrarono
giglio.
amorosa.
d^ Iddìi
il Tramonto
verità
ribrezzo,
il bianco
forse
sono
l'infinito
e
vergini
la
Qualcuno
ideel
non
riveli.
viscere
umane,
e
morti
che
fior,più
maggio,
pudiche
dall'ossa
Nati
i
sono
non
i
numeri
ch'io
voratore,
grembo
conia,
malinguerra
fierìssimi, dove
della
Carrèr
Luigi
150
d'udire
par
Norma:
Via
noi, Tedesco
da
Non
più patti,
Guerra
E'
Ogni
divien
nei
E'
d'Italia
E
barbari
pianta.
figlio
dà
non
nemico
un
si
santa,
indegno
all'acciar
lordi,
sangue
spada
Che
Chi
di
virtù.
si
di
piglio,
!
atterra
non
Guerra,
versi
ritorno
incollati
maligno,
nini
sulle
la
pia
rimosse
le
penosi
dai
nemici,
letterari!
e
alla
unica
in
con
genere,
ammalato
fine
infinito.
pietosissimi,
gravi
A
fra
inasprito
moglie,
da
lavori
assidui
per
editori,
seramente
petto, volgeva mi-
immatura.
Elena,
fastidii;
che, inasprito
compilati
di
La
lo
della
morte
avea
piombato
quella figlia consacrò
i
più
un
Renier-Zan-
poeta,
la
quei
da
città
Adriana
esaurito
figlia ventenne,
dolore
al
spine
di vario
della
Carrèr
di
mano
stanco,
tipografi,e
per
al
Venezia,
in
muraglie
conflitti
dai
guerra!
Austriaci
procurarono
allora
ma
degli
grido
servitù.
fa
Il furor
altro
Ogn*
!
e
rei,
que'
infido,
più accordi:
non
! guerra
d'infamia
Su
Al
Guerra!
il Guerra!
belli
che
netti
so-
usdssero
l'Ideale
Ferso
da
(nuovo
del
di
nome
lirica
Dalla
D'un
affetto
che
quindi
la
Dei
superbi
preiferiva
gli
E,
terra.
dalla
umili
così
cade
dei
restio
in
Taccento
core
fu.
non
mitologia convenzionale,
che
dell'
Olimpo
della
sorridente
sorge
ai canti
della
sua
vita
di
infelice
affaticato.
intendere
della
i canti
pensieri delicati,echi
Nella
marito,
di
ode
meditazione^
la
vedervi
La
poeta,
di
propria malinconia,
limpida,
di
piedi
gioja antepone
di
meglio
dall'onda
sembra
ai
piangendo
della
che
poesia
tormento;
fìnge
Venere,
mestizia, feconda
versi
labica
decasil-
sofferenti, democrazia
della
fa
non
dell'Ionio, egli,religioso,antepone
che
lavoratore
La
all' aristocrazia
e
a
spuma
Croce;
;
chi
ode
spunta
che
verso
come
Maddalena
suoi;
moda)
lungo
con
il
timento,
sen-
merita
spontaneo,
che
Odio
senza
sincero:
verso
mente
Detestava
in
di
cristiani^ prorompe
il
che,
concitata
allora
Odio
egli
è
non
e
atteggiamento)
«possibile; non
nella
perciò
(il metro
i
è
non
chi
poeta
sincero;
secoli
felice
qualche
per
nobilissimo
Già, egli affermava
sonetto.
la
è
cultore, anche,
quel poeta,
nuovo
151
come
quasi
tutt'i
l'onda
versi
del
Adriatico
SUO
dolenti
del
intorno
di
dormono
solitarie.
sulle
passavano
la
Michele,
£
i
tombe
poetica
Venezia,
di
i morti
isola
sospiravano
Carrèr:
le
voci
Son
de*
Del
chiostro
Sotto
solitario
a'
mi
Mi
lo
Nina
mia,
Sto
Nina
Chi
aveva
sul
go
gà
cor:
sui
un
per
sto
o
del
del
Flo-
Buratti
!...
confonde:
me
malinconico.
più
lo
gli
caffè
zogàtolo,
sentimento
laconico,
vói
ragione?...
serio,
cuscini
invece, col caustico
sugoso,
cara,
brivido
un
linguaggio
me
concave
suono,
cupo
al
rian, motteggiavano,
sono,
pie le
sdraiati
maldicenti,
non
scorre
Religioso
Più
più
dan
Onde
medito
giorni
miei
Tombe
El
pio dolor.
che
quei
silenzio
nel
un
i
Sotto
acute
e
mentre
Di
mute,
volte
le
Scorgemi
E
Topere
e
viventi
Nell'ombra
tutto
che
San
Quando
I
isole
alle
sentimentali,
chiostro
dove
col
Carrèr
Luigi
152
Gli
mi
!
uni
altri che
che
prendevano
prendevano
tutto
:
l'Ideale
Ferso
in
Anche
burletta?...
nel
Cinque
vi
maggio
riesce;
è
di
fn
dal
Don
Carrér
del
Quarantotto;
per
forma,
scritti
altri
l'amica
Fata
Vergine
rerum
natura
il
come
Me{:(anotte
ballate
r
d'un
poeta
simo
Fra
di
dal
gentile
titano.
sapeva
Carcano
lo
gli
scritti
anni
un
del
De
dimostra
il cantor
vaste;
la
di
quel-'
le difficoltà
affrontare
anche
e
alLa
(come
opere
Shakespeare,
fa
lasciò
del
che
Campana),
misurarsi
inediti
egli
il
vedemmo
Non
malato.
un
serenate
di
capace
con
alcuni
blande
anche
infelici
traduzione
Lucrezio;
musicata
Giulio
titano,
ad
di
senti vasi
ingegno
di
liberali
incompiuto.
.poema
prove
e
cantor
occultati)
di
aberrazioni
un
uscire
stavano
quei versi,
é
d'Amleto.
dovevano
che, morendo,
diletta, v'
è
cione
fac-
roseo
valentuomini
varii
le
sono
pallore
mai
dove
ma
non
Leopardi;
il
vedi
il
(che
derise
il
non
ma
santuario
geloso
Fra
Figaro
satirici
egli
ma
come
Bartolo,
versi
Luigi
di
del
r/^^n^, sforzato;
malinconico
il rasoio
sotto
provarsi
parodia
sua
Malibran;
la
H^emocritus
un
bernesco
un
nella
come
per
volle
Carrér
il
faceto,
genere
153
con
il mitisun
altro
tradurlo?...
Carrér,
rimase
Capitolo pubblicato
fino
in
^^'
soli
pochi esemplari
sfere
certo!);
esordienti
in
altre
Copf-
terso
nelle
lettere
paterni consigli:
dava
De*
I
della
Fanno
Ma
della
le
fra
il
gracile
salute
la
penna.
del
Essi
orbita,
colte
le
volgo
per
non
come
impulso
venga
una
rose
nume-
Gondoliere^
scuole.
Infa
la
ostante
non
che
di
volgo.
ad
tata
allen-
almeno,
vita,
del
spiriti
a
curò
del
o,
Egli
per
nelle
e
nella
occhi
agli
o
;
tipi
i nervi
danno,
seguono
venga
materiali
domestiche,
pene
tagliati
sfuggono
importa
coi
edita
Tasso.
infaticabile,
e
primi
serbati.
Gerolamo
classici
Si
passi
italiana
persone
avrebbero
ai
un'enciclopedia,
copiosi
Carrèr;
ticabile
latrati
agli ultimi
tipografo
di
soavi;
genio
letteratura
edizioni
diffuse
del
raccolti
pure
storia
i miseri
dobbiamo
dal
bagnati
più
son
plausi
i
gravi
sudor
virtù
turba
sono
1842
aveva
di
intoppo
Carrèr
Al
di
vi
non
mediocri;
frutti
Che
nel
Tira
giovinetti,
O
che
lessero
giovanetti
ai
(glisposi
nozze
per
lo
rapiti, non
tolOy che
altri
Carrèr
Luigi
154
tali virtù
Ma
che
Luigi
rèr?
Car-
istintivo
l'applauso.
la loro
I.
Lasciatemi
in
tomba
monumento
della
raggio
luna
.
,
La
li
esortava
di
altamente
primato
in
La
che
suscitava
suoi
satire
d'altre
l'Italia
invidie
sdegni
altiero
che
sentisse
quello.
fu
eccitavano
i
certi
gli
suo
più
ma
sincero.
la
per
suoi
le
il
Eppure
lirica,
destavano
Non
nervi
sentimento
ammirato
Prima,
Ma
—
cantore
natura
olimpici,
personali.
per
quanto
bugie;
contrastato;
che
abbia
».
muse.
sempre
malevoli,
dir
non
egli
gli
meravigliosa
sua
mai
emuli;
fu
di
altero
«
medesimo,
se
poetico
parole
il
risparmiate
;
consìglio
fuvvi
supremazie
vantate
basta
mi
rose;
per
scultura.
dirlo
Se
soffrire
poteva
il
non
fu.
egli
poeta
basta
villaggio
la
e
dava
a
mio
Mi
.
spesa
biografi
Ai
di
doppiere
per
al
.
Prati.
cespuglio
un
della
pace
—
Giovanni
cantava
—
libera
nella
pace
più
tanti
antipatie
furori,
certe
contrapponevano
vida
fer-
anni,
certi
sue
Giovanni
15^
da
TAleardi;
Giosuè
sua
nuovi
io,
sono
venuti.
iol
I vecchi
si
Il
vivono
venivano
leggere
del
glorie
Savoja.
di
italiano
era
ideali
alla
sguardo
attendeva
la
Nel
non
1848,
Alberto;
in
smaniato,
aveva
valore
lo
lacerarono
di
che
e
sogno
avesse
egli
fieri
con
par
allora
Anche
la
spose
ri-
casmi,
sar-
d'integrità.
al
tenero
ne
come
ed
poeta;
come
sanguinosi,
un
gli
meglio
o
non
confessioni
fu
Cosi
della
compiacenze
Lo
gli assalti.
poeta
lir
ribol-
sentono
e
l'orgoglio
proprio
veementi
Nessun
sono
persecuzioni. Egli
da
epigrammi
con
le
conquista
patriota,
come
con
d'Italia
ingiustizie patite.
perchè
contro
uomo,
d'Egitto,
le esaltazioni
poeta
memorie,
perito, se
coscienza
sostenuto
lo
nel
le
per
cui
la
forse
piena
esaltare
primo poeta
amareggiate
sarebbe
per
che
primo
di
crucciava
gloria,per
ticato
dimen-
»
gli sdegni
egli
Ma
«
quasi
solitudine
iracondo,
prorompeva
avevano
amara
Carducci.
de'
lo
ultimo,
nella
Prati
i
lui
il
delle
mento
risorgi-
giovani
reggiavano
amo-
repubblicani, egli appuntava
reggia
dei
liberazione
e
risparmiava
queste? Amleto
Savojardì, dalla quale
la
salute
lodi
del
ardenti
dell'italica
paese.
a
Carlo
indipen-
t^erso (Ideate
denza,
lo definì
come
Mazzini,
vedeva
gì'inflissero
egli
spia,
lo
battezzarono
tutti
certo
di
«
non
le
con
i volumi
dovizie.
poeta
cantai,
visse
versi
stampati
Non
si
dir
lo
»
//
giornale patavino
ti cantai:
scagliar
Sulla
raminga
Ma
liberal
E
fér
Le
Che
il
del
Vili
deserto
miei
Me
Fa
la
il
de*
Rigo
Ma
Per
latrata
! le
non
perfido
sigillo eterno:
a
sogghignar
Vili
d'Alberto
comprò.
! dannate
Labbro
occhi:
dissero
e
tulgid'òr
I canti
fierezza
cetra;
sinedrio,
jene
soflfrire. Io
povera,
mia
scherno.
pagine
meste
miei
ha
ingiuria
di
sudori,
ed
gemme
comperarle
un
poiché
di
l'insulto
pietra
e
lire
quanto
Pedr
la
Ema
raccolse
sacrileghe
Mani
gli
e
non
con
Caffè
»
di duemila
facesse
scriveva
Savoja,
Io
può
punir-
per
chiamarono
tempo,
di
venduto
o
tanto
blicani
repub-
Vittorio
quando
il
giorno
cesareo
pensione
una
quali
Lo
poeta
«
titolo
questo
gli assegnò
annue,
oltraggi
li dimenticò.
ed
nuele
un
d' Italia. I
crudeli
nelo;
ribadirono
felicemente
salvatore
un
159
re!
ori
ti
nel
i6o
Né
gl'insulti
Tesasperazione
al
parole
a
delle
Ferruccio
caffè
gli
il dì
dì
si
bastanti
parvero
sètte
due
Livorno,
partisse entro
ventiquattro
soffrì
allora
di sangue;
dovette
fu
pregare
accordata;
gli
ma
lo
cossero;
percon
Giovanni
Il
ore.
la bile
Prati
tava;
gli mon-
dilazione,
una
per
pubblicani
re-
ordinava
Prati
sbocchi
erculei
il nominato
che
1848,
contro,
il Guerrazzi
decreto
nel-
politiche. Nel
scagliarono
dopo,
draconiano
un
Prati
Giovanni
gli
al
gendarme
un
posero
e
letto.
Gli
austriaci,
mostrati
erano
perchè
di
«
più
«
coscienza
«
mio
«
fosse
«
malato
«
nei
a
la
«
Prati
«
superiore
e
è realmente
umani.
Arrestato
anche
; mando
polsi, e
voglia
poche
le
respirazione
e
la
scriveva
di
Padova
ammalato.
e
prigionato,
im-
l'evento,
perchè
ore,
vita.
lo
E
Prati
Sette
fu
am-
la febbre
mi
carcere
»
sono
ho
petto,
il Leonardi,
—
»
consigliere
accelerarne
d'un
mura
Padova
si
legittimo questo
dal
sangue
a
un
a
pienamente
di
gli
libertà, perché la mia
mia
; ella
desiderio
anno,
principi
corrotti
scriveva
la
rende
—
stesso
Prati
Aspetto
«
quello
conosciuti
il
aulico:
in
tolgono
liberarono.
commissario
ammalato
salassi
e
ed
continui
(t
sputì sanguigni,
a
sono
forte
per
sussistenti...
cose
gli
commissario
la
prossima
lirica
Nella
gennaio
brutte
Grande
Grande;
£
al
Che
la
è
ed
di
Chi
s»l
riverenti
e
lei
le
genti,
alterna
stupende
Nido
Ara
età.
asil
dell'ara
su
cui
L'Onnipotente
anche
d' Italia mercè
i culmini
inospital.
Guerriero
E
Libano,
incede.
pesta
Dell'Anda
due
osava
strofe:
al
tenda
deserto
chi
Imperatrice
IX,
Pio
a
immortai,
la
pon
a
il ly
Padova
fede,
sua
la
Come
Di
di
coraggiose
Chi
Guardano
avviso
un
lei si prostra,
a
Roma,
Sommesse
e
nastro
patria nostra;
tempio
è
quel
dell'Austria.
Carceri
ma
che
mente
popoli semplice-
(1848) egli, alludendo
in
cantare
ai
morte
Dalle
petto,
bel
un
dama,
una
annunciava
che
poesia
notisi
trovato
aveva
di
attacco
E
»
tricolore, regalatogli da
in
i6i
l'Ideale
Verso
allora
dei
Cesari,
eterna.
pontefice
sta.
preannunciava
il Piemonte
e
la
la
salvezza
Savoja. Savoja
IZ
!
Giovanni
102
ripeteva
come
fu
il
ali* attacco
corresse
se
battaglia. SavojaI
ne
Prati
E
—
profeta. Gli
non
fu
ne
eventi
in
il poeta:
solo
diedero
gli
una
ragione.
II.
Giovanni
181 5.
far
Prati
Nacque,
non
quél villaggio;
paesello
valle
del
rovina;
si
ma
in
crebbe
in
«
valle
di
conca
genitori
e
tenace,
da
lui
freschi
// conte
poema
buona
di
Carlo
le
O
native
rivi,
Riga,
erte
«
a
Prati
giogaie
ricordar,
mattini
dell'Alpe,
Del
Benaco
natio,
eterne
che
urna
De
Bei
Giogaie
con
arcane
quando
gli fan
nutrì
gioghi,
per
esagerazione
fiori
di
agli
consacrato
Giovanni
cari
sempre
definita
cui
Egli
—
quei
per
quali
allodole
alle
in
e
su'
monti,
versi...
Francesca
e
gente,
saluta
flebili
in
intenso,
quella
ai
mezzo
della
vecchia
ora
lesto, cacciando
poi inneggiava
fondo
nel
casa
una
di
simo
poveris-
brutto,
Trentino,
del
amava
poetico
suono
Campo,
a
Sarca
arrampicava
amore
com'egli
il dolce
per
del
gennajo
27
Dasindo
a
forse
credere
nel
nacque
Manfroni,
».
Nel
estinti
umile
affettuosamente
eterne
»
salvete,
sere
dall'erte
ghirlanda
così:
:
sai
Ma
perchè
del
col
desiderio
Insiem
Perdona,
Che
Nel
mi
Io
ti
Come
di
£
di
Soffocata
di
anche
a
d'étre
mia
i
quella
de'
uno
sonetto,
é
Fece
Cosi
si è
me
ti
Oh
e
di
con
chi
!
vòlta
!
basti;
io
bocca
ti vedrei
sia
tolta,
agli
occhi
miei
dolcezza,
ai
insegnò
Alla
serie
e
filosofia
nonni
V Art
Solitudine
spirito, appartiene
più penetranti
con
di
con
di
ridente,
sue
quanto
e
questo
chi, anche
affetto
pietoso
mani
spensierato
sei
il fanciuUetto
e
lieve.
breve
!
Prima
egli idoleggiò.
dell' uom,
natura
uscir
fiore?
signore:
Primavera
Perciò
a
bambini
dello
in
amarezza
pére.
grand
contento,
t' ingannasti
lagrime.
Hugo,
!
core
momento
sarai
lontan
immensa
Questa
Vittor
sorte
il tuo
figlio, il Signore
come
da
saperlo
udendol
Che
pari
la
dura
accento
piaga
vita
tua
oh
madre,
il dolore?
quel
tu
e
la
tutta
Povera
mio
Va,
molto
pregai
sento
l^amaro
se
ritorna
:
io
anche
cor
dicesti
Riderà
di
dal
sgorga
Che
rivederti
madre,
o
pensier
E
Prati
Giovanni
164
!
coglimenti
rac-
netto,
so-
nel
Son
Rose
del
Divina
ciel
è
Inaura
Lasciamo
in
picciolo
Che
breve
in
serba
Sospira,
chi
A
di
a
di
ribaciar
la
è
e
è
più
la
fantasia
versi
diranno
non
colorista
sgorgati
l'amore,
lampo
lanconia
il
dolore,
d'un
di
di
la
sue
i
le iridi d'una
;
i
si felice
cuni;
al-
egli
riscalda
più
migliori
quando
suoi
cantò
patria italiana, mandano
e
d'un
nume.
Nella
me
strofe, ispirate quando
patrioti e
sentire
idee;
Certo
pensatore
ma
cascata;
diranno
inani,
sono
quelle
senza
suono
del
monia
Quell'ar-
musica,
una
talora
cuamente
va-
lirica
poesia
impetuoso.
vena
profeta
certe
sembrar
può
cuore;
con
perseguitavano
par
il
altezza
esattamente.
che
che
!
culla.
della
come
quelle immagini
ma
il
prima
rapisce come
musica
pianto.
fanciulla
corre
balenano
quella
incanto
del
quella
che
verso
immagini
ma
schiavo
parte
torrente
petto.
luminoso
severissimo
giudica
sonora
Prati:
in
dell'età
torna
beve,
scorre
al
diverrà
amor
e
che
;
dell'allegrezza,
re
rimembranze
Oh
Chi
gli
grembo
riceve
che
e
l'acqua
che
Questo
picciol letto,
suo
dona,
che
i baci
rugiada
ìL.
del
i lini
rose
165
l'Ideale
Verso
il
si
pianto
alzavano
ì
della
patria
si
boli,
patiII
Giovanni
i66
divino
Leopardi
gli
spiriti
c(
delle
dolore,
essere
povero
«
desolata
donne
o
»
tardi
più
nemmen
la
dipinge
Tinto
è
di
Nascere
Uscir
Non
quel
dalla
odi
Qualche
Non
tu
Più
egli
scorda
falcato
senza
Vedi,
di
quel
i tanti
suoi
réverie
che
nella
quando
tu
un
è
in
?
accento
vago
che
?
sia
memoria
tacita
pur
Lucia,
o
d'argento
astro
saper
infinite
profondo
vita
ogni
il poeta
una
culto
sera:
sospir, qualche
cose
di
lentieri
vo-
doveva
e
provano
e
cismo
scetti-
del
cuore
»,
fu
grand' ombra
consegni
Delle
lo
il ciel.
rosa
ogni
Prati
sperato;
di-
atteggiavano
infranto
tristezza
di
pieni
di
il tempo
era
«
psicologico;
Psiche
si
lagrime:
Giovanni
».
momento
versi
le
cantico
suo
pregni
erano
sentimentali;
a
il
levato
avea
morboso;
del
Prati
pia
vento?
al
il sentimento
quest'ora,
o
donna
mia!
III.
Ma
se
avrebbe
fosse
stato
romantiche?...
forse
una
egli
solo
suscitato
il poeta
Toccò
volta
sola
la
un'
eco
delle
corda
la toccò
così
viva
rie
fantastichedella
sione;
pas-
degnamente;
Verso
è
ma
bastato
i
de'
l'Ideale
167
perchè gli rispondessero
manti
concla-
giovani
poeti. Nella
1841)
che
fa
le donne,
e
fautrici
Edmenegarda
sua
alla
pensare
Parisina
del
d'
•
all'animo
bella
E
cade
:
è
degarde,
del
mezzo
sorella
il
lo
mare,
sera
colori
Lido,
Giuliano
con
e
i
fantasticamente
balena
la
d' Edmenegarda
d'Il-
veneziana,
i versi
quel
rità
ve-
salì
subito
appassionati
more
d'a-
dramma
luoghi ch'eglidipinge,
dove
degli ebrei,
la
alla
di
con
esagerazione
verità,
quelli dello
dipinti
sono
lieve
presso
smarrisce
bella
d' oro,
qualche
Maddalo,
del
poema
Manin,
cimitero
rispondono
confrontare
:
la
piange.
e
la storia
d'una
trentino:
vero
che, salvo
che
Daniele
braccialetto
un
veli
si lessero
squallido
al
ai
nome
di
giovane poeta
come
miglior
sanno
quando
dramma
il
romanticismo,
vera;
labbra
è
il
in
il peccato
Eva,
agita quando
divampa
resta
ormai
tutti
si
l'amore
e
del
drappeggiati
niosa
armo-
sciagure, rispondono
sue
che
Edmenegarda
perchè
l'onda
passione palpita:
le
e
nostro,
Eva,
Prati
alle
; la
donna
una
Byron,
sciolto,ch'eglimaestrevolmente
verso
ci trascina
tratta,
nel
(apparsa
l'ispirazioneè calda, spontanea;
del
fama
della
e
Shelley
si
mantica,
ro-
possono
nel
carme
i68
Giovanni
di
Il detto
la
scagli
Gesù
prima
le
La
bella
sulla
Ma
la
si senti
il
Troppo
forte
Delirando
e
sia
Volontà
Dal
turbine
Del
livido
d*ogni
le
venne
sclamò
;
La
«
!
»
già franta,
tua
sotto
e
Non
capo,
Anco
cadeste
percossi
la
gioia
dal
dei
volse
tremenda
la
ai
canna
morsi
terra.
sull'afflitto
terribil
scagliatela voi, che
Perdonati
Cosi
la
si
Era
—
Oh!
Giovane
Dio
il fiorellino
colubro
alla
battaglia
a
—
compiuta
sperdeva
la
e
giorno
Tossa
per
affetto
bene
il fatai
e
—
misera
novo
!
stato.
Avversario
gioia
quante
sa
tremando
felice
sua
sue
chi
e
—
!
e
pietra
tante
nella
dolor
felici
vi
volte
polve
parve
insulto
!
vano
sta-
soglia
figli
le
invidiar
nel
geloso
la
biondi
labbra
lieta
era
Serpere
Si
la
dubitoso
terror
senza
baci
quei
Consumò
Che
dì
un
colpevoli
il
o
amplessi
due
di
fronte
Depose
Ella
com-
Edmenegarda
i maritali
superba
Donne
le
varcato
avevano
piedino
con
Il Prati
lui
con
teratura
let-
una
caduta.
e
che
peccato,
senza
tutta
la donna
signore
....
Non
è
dovere:
rigido
E
voi
informò
»
verso
varcare
per
Gioì
di
Edmenegarda;
compativa
del
chi
pietra
pietosa
pativano
«
Prati
V^ersò ^Ideale
Il
Prati
terribili:
ma
Dìo;
il
Fato
al
tremava
voluta
dal
Destino,
il
è
fato
; é
Tenebrose
lusinghe:
Malinconia
nel
Tu
Ubicini,
chiomato
chi
poteva
fosse
versi
ultimo
—
—
segreto
«
ultimo
cara
»
»
»,
amore
figlia
non
del
poteva
non
vorrebbe,
e
Giulietta
del
Pezzi
«
si
gloria
drea
An-
presso
misteriosa:
cara
—
che
lascerà
gioie
Nel
salotto
della
si tirava
la
mai
essere
di
giovinetta
-
anima.
bardo,
titolo
dedica
mio
memore
giovane
amor
fati »,
canto
Milano
a
MaflFei, la quale accolse
contessa
r«
ed
nella
—
1841
questa
questi
te
a
intense
dei
fatale
il maggior
nel
recava
segreto
amor
anch'essa
insinuarsi
core
resta
Uscita
poeta.
dedico
la
caduto
una
e
Così
senti...
UEdmenegarda
del
da
te
mantica
ro-
decreti
Dio.
prepotenza
«
l'angelo
donna,
o
di
i
riguardata
A
Susurra,
letteratura
cospetto
colpa d'Edmenegarda
come
della
molti
di
tremendi^
parte
gran
sentiva
di
molti
di
abusa
169
amore
a
indovinare
giovinetta
credeva,
Prati... Quella
essere,
Pezzi,
il
con
cara
che
no,
vinetta
gio-
«
cuno
qual-
come
poetessa
giornalista,
y",
nato
mantica,
ro-
a
Giovanni
170
Venezia,
la
quale
al
ricordo
anche
riccioli
piaciuti un
giorno
Neiralbum
il
Balzac,
lasciarono
lo
strofe
La
poesia
del
184
a
allora
del
Milano;
ed
è
poesia
una
capisce ch'egli, sull'Olona,
glienze
più
festose
Simile
del
meno
ai
soliti
letteraria
dei
Li
crederai
attendeva
venne
Si
acco-
la frase
con
:
suono
pettegolezzi maligni
Egli
core
malcontento.
il
Prati.
volgo;
non
migliori, perchè
del
di
egli
che
;
la data
reca
cui
capisce
vedeva
qui
domanda
:
e
Che
il
e
in
battaglianti,
vespe
a
Mugge
alludeva
; si
del
che
armonioso
e
si
il
Emilio
Giulietta;
Revere
appunto
cordi
ri-
1837;
nel
à^ Edmenegarda
cantor
l'anno
1,
lasciarono
corrusco
Giuseppe
il bell'oro
bell'argento.
mazziniano,
stile
erano
che
un
di
dai
che
non
Milano
a
Io
vecchietta
Pezzi,
venerato
ritraeva
se
diventato
Giulietta
Venosta
maestro
austriaco.
bella
e
Balzac,
venuto
idolo
Visconti
al
era
di
Mazzini,
Governo
Milano
a
tempie, gli stessi
sulle
giorno
d'un
del
lei, gentile
cadenti
affidata
stato
era
ufficiale
gazzetta
Prati
aireccelse
fratelli?
la
quelli
arti
fan
dono
più
o
nità
frater-
Vanirne
Così
È
O
chiuse
Non
muteran
dunque
ver:
i
Che
Quaggiù
!
più tardi,
le
la
Prati
del
eco
un
che.
scolo,
Foanni
sette
giorni
avreb
profezia
delle
anime
e
»
fiori
dei
lidi
squal-
d*
P
presso
nel
Ubicini,
queste
con
uscì,
Edmenegarda
parole
Il
1845.
alle
donne
d' Italia
—
cui
—
tornò
l'autore
consacra
caro
—
il
—
questa
nome
nuova
riconoscente.
edizione,
nella
dell'
la
silenzii
lano
Mi-
biasimare
:
donne
lagna
corda
mesta
Cinque
sorte
edizione
d'Edmenegarda
E
desolata
consacrò
la
Alle
mia
urne.
Milano,
italiane
dei
mai
seconda
a
la
immaginare
muteran
non
delle
pure
E
risponde.
barricate
smentita
La
sponde
poteva
non
morda
che
aura
come
liburne
morte.
qui accolga
che
sembra
«
su
Prati-, il quale, nei
Giovanni
bero
della
dolor
tuo
!
sorte
nascono
passi/
tu
Al
mai
fiori
giovinetta
taciturne
e
non
Isterilite
che
Prati
Giovanni
172
prefazione
arte
quale
(in quel
critica
nelle
poco
si
lamenta
dei
critici,si
:
lodi, nei
che
mi
biasimi,
riguarda)
sin
e
mi
nei
pare
yerso
abbia
non
ciò
che
è
cui
si
corrette
virtù
squisita
domanda
forte
da'
In
poi
caratteri
sono,
di
scrittori.
divenuta
album
»
del
ce
colore
ùn^ode
e
al
dolorose
La
Fior
al di
troppo
nenti
emi-
là della
Prati
lasciò
della
contessa
tanto
allora
Clara
in
È
una
«
è
alla
poetiche
la
»
di
i
sorella
all'Italia
speranze.
:
creatura
bellezza
uguale
celeste
che
Olga^
ad
matura
j
Fra
le
Fior
che
L'aspre
nevi
in
allegra
notti
e
riva
al
al
Volga;
despota
russo
i corti
dì ì
e
giornalisti;
OLGA.
splende
quale
verità,
della
nelle
questa
romanza
abuso,
tirannide
Polonia,
e
raccolte
direbbero
»
una
in
e
accenti
ha
anche
Maffei
uso
nelle
compresa
AD
In
tre
il
divisioni
Dove
questi
e
flagello; e
allude
poesia
autorevole,
degli album,
della
lutto
dell'uomo,
moda
d' attualità
che
moralità
vero,
oggi, purtroppo,
ancor
innanzi
la
trentino.
lirico
sentire.
fioriva
vedo
non
di
e
tribunale
generoso;
per
sapienza,
proprietà
ministri
animo
romanza
che
suoi
molti
intendere
più. nobile
quel tempo,
suir
«
la
ingegno,
forza
d*
soda
né
savia, questo
arte
giudica
173
misure
tenuto
Infatti, quest'
a
P Ideale
Russia
nelle
Giovanni
174
dàn
Ma
Alla
perle
e
twja
del
figlia
Sprezza l*or,
in
Chiude
Torna
Se
sogni
Aspri
Pensa
a
sempre
il
Mira
bellissima
La
Bella
Ma
e
umile
tuo
fianco
Dei
pusilli
Oh, fa
Forse
all'uom
core
Dio
che
dei
e
:
popoli.
giovin
un
crucciosi
Lui
Contro
aspetta
corona
una
e
Al
è
ti
eppur
piede immensi
:
buona/
e
tuo
core
principi
sospir,
Al
Sollevar
reggia
poveretta.
o
soglio
gran
fa
sola
e
il
chiedi;
Un
e
dame
a
tanto
Nulla
;
lungo fremito
un
della
queir anime
nascesti,
2u
pianure
passeggia !
ignorato
Di
;
figliuola
Malinconica
È
uscì /
impallidir.
archi
gli
tra
le
occulta
giardini
O
lagrime^
giornate
padre,,, e
re.
negato
acce
ìi
il
pesa
ti
fato
potenti.
un
comincia
j
affanno;
insanguinate
i labbri
fa
nappi
dure
ree
a
Varsavia
Di
le
veglie
e
i
alto
Un
balli
ai
;
cura
con
alterna
Ella
Pei
non
sempre
drappi
e
tiranno
petto
sforzata
Le
Prati
nuovo
in
secolo
te'!
;
Ferso
vorrai
JVon
che
Destinata
mite
D'alcun
E
sì
a
Festeggiar
Sorgerebbero
Tende
ti ihiamij
polvere
la
libertà ?
in
quel giorno
archi
ed
segno
ingegno
sua
tolti dalla
coi
bel
il duro
che
re
175
ti brami
ognun
far
Per
l'Ideale
altari
e
,
Men
andrebbe
secura
La
Tornerebbe
La
è
se
dolci
ai
che
ver
Questo giorno
Ferro
e
Di
ad
fuoco
protegga
che
Olga
bella, atte?idi,
tuo
fiume
Fin
che
lieto
Dei
saluti
Pia
di
Pesa
in
in
e
quel
cielo
e
non
!
vivi
concessi.
tempo
arrivi
degli amplessi
di
tanti
il tuo
era,
unanime
mar
i dì
il
vento
Dio
tanto
e
Sul
al
drappo
un
monti
Tanti
;
preghiera.
ira
in
passi
martiri.
suoi
accento
di
e
Quel pensier
E
flutti
imprecar
u?i
speranza
Perchè
de'
l'urlo
indomabile
Ma
dai
B eresina
Dell'orrenda
più
destina.
te
a
tutti
di
il Dio
udrai
Sollevarsi
Non
parvoli
eredità.
sviata
Oh,
intorno
feroci ;
dei
parola
crocia
;
profughi
dolor/
Giovanni
i'j6
I}ona
Non
*
^en^
Puoi
*
Le
ombra
genitor
Sogna
i bandi
e
le
tanti
a
lampeggia
un
Nei
fantasmi
del
a'
in
il Monarca
E
Dalle
Sorridendo
Ti
ad
successo
nel
dolci
del
dalla
costituzionale
il
.nel
da
,
anni
I, divenuto
dominio
le
audacie
di
dell' Austria
; sarebbe
da
nella
del
settima
catena.
I
lonia
Po-
blicata
pub-
essere
allusioni
in
Nicolò
re
allora
moscovita
;
1841, quando
sedici
lampeggianti
parse
gli occhi
angelo
poteva
non
despota
censura
;
alforiglier /
Alessandro
sotto
cure
,
un
regnava
181 5,
imperio
ginocchi
paure
come
ritrovi
Russie
le
/...
pensier,
lirica, composta
Questa
catene
aprendo
torbide
frodi;
e
nuovo
suoi
intenta
y
prodi
Gli
bella,
/
pene
insidie
Siedi
sarebbero
al
intorno
Olga
amica
s^ affacciano
Sogna
Eternate
tutte
sorriso
tuo
immense
sogna
:
delitto
col
notte
il viso
di
che
paure
Egli
^
chino
temprar
Nella
afflitto
cer^
sì
tener
Tu
•
al
pace
Prati
sì
fida
stata
tata
vie-
regime
strofa
Notevole,
P^erso
1.
-adunque,
non
lèi
che
poeta
trentino.
Olga
alcuna
sogni
il Prati
Q4d
di
e
del
le
sogni
mori
Prati
Jiel 1
85 5,
il sognd
,
del,
"-^
'
fantasmi
mondo
la
pian.
è
E
guai
inferme
canti
per
il sogno
se
Nel
I
cascaggine
sani;
son
i suoi
del
Olga
^~am
.
menti
Prati,
'-
w-^
m
?
avverasse
ntìV Armando.
illudesse
suoi
.
•
Il vecchio
i
?
Ma
Di
non
^11, \'
*.
forma, difettosa. Nicolai
senza
esclama
Ai
rode
questo
per
la
per
.
Ndeale
ticismo
roman-
è
malata
rara;
nobili, gagliardi
la
pratutto
so-
patria.
IV.
Nell'elegia,il
le
tombe
sue
cipressi,ne'
sembra
di
del
sepolcro
nell'anima»
Turroni,
ne
udirlo
(Padova
solitarie
egli
e
signoreggia
deplora
di
1847)
mi
scrive:
fiorisce
tre
Buggiani,
la
misera
cantare
patetici,
«
ad
aggirarsi
egli prediligie;
Nelle
lamentarsi.
nel
vederlo
eh'
crepuscoli
Muoiono
Amalia
par
:
accenti
d'altrui, trova
affettuose;
immagini
tra'
Prati
Passeggiate
L'idea
ogni
nica
malincomomento
giovanette:
Malvina
sorte.
Amalia
Gilli ; ed
Ne
muore
19
un'altra, Emma,
di
scuoia
d'
foga
Prati
Giovanni
178
di
e
Egli
è povero,
sgorga
dal
è
del
cuore
poeta
si
non
può
di
la
lotta
costretta
a
ostentare
infelice
violenta
e
ai
proprii segreti conjugali,
ne
dissero
Nel
di
Quelle
delle
due
Gittavan
Tempi
Io
mie
nozze
nostre
un
fosti
Ella
:
fiori;
Faceano
Tu
tante
giorno
un
Languì
Tafìetto
Passar
segreti
Di
Ma
E
scrutarli
iuron
Dio
seco
Giovanni
e
mia
disse
il
credean
noti
la
:
la
suo
tolse
maligni
?)
:
festa.
breve
«
Ah,
se
m*ami
ancor
!
testa.
Fatali
core
a
il mio
e
gli occhi
solamente
i
grami
e
rispuntò.
tra
cui
sommesso.
reclinai
voce
senza
su
accenti
Torbidi
no.
mi
nozze,
appresso
quella
oscurar
proprie
si sedeàno
mormorar
io
alle
ti rammenti
furtivi
calma
una
forzato
(oh
di
e
vago
lieto;
accenna
zione.
commo-
riso
un
passione. Il
morte
innamorata
volto
sotto
la
Prati
senza
quella
sul
simulare
a
lirica, In
una
allora
E
muore.
leggere
Dipinge
fanciulla.
una
ella
la
tutta
con
da
divisi,ed
compagno
suo
amato
passione
sono
che
Un
piange.
gioventù
prima
una
d'Elisa^
la
e
:
mortali,
Dio
!
!
Prati, sposatosi
a
vent'anni
a
una
»
i6o
Giovanni
né
ma
Ariberto,
V Armando
Egli
«
isforzi
con
lezione
di
fosse
sinceri
incresciosa,
ordinare
studii
Dio
;
in
mondo
ciò
e
gli
getti, che
oggi
scienza:
Sotto
«
Dio
vana,
Così
di
tentato
di
ha
vorrebbe
tradizionale
della
la
Vastissimo
—
titolo
derare
consi-
storica,
e
e
le
dell'intelletto
le
le
grandi epoche
hanno
tema;
risponderebbero
padre
suoi
Provvidenza
meta
che
i
col
Epopea
quale
il
l' influsso
nuova
uomini
non
tornò
una
dipingere
»
debbe
immaginazioni,
e
illustrate...
ture,
lettera-
sue
guida
per
costituir
ma
terra;
l'autore
catena
il cammino
e
:
trovar
ri-
ispie-
per
crear
gli
se
di
pura,
disperata...»
poi
e
la
con
vedere
quindi
fatica
nella
suprema
origini,
nova
le
vasta
la
o
;
e
risoluta
e
egli
volta
mente
leggi,
cose
fine
Umanità;
V
la
del
stesso
pensieri
e
creato
alla
tutte
e
sotto
nobili
persuasione,
profonda
e
Dio,
e
codesta
e
d'una
ragion
evidente
di
che
se
di
governi, portar
confessare
di
lunghi
di
eh'
palma
di
filosofia,
V Uomo
Mondo,
popolar
Prati
la
più
nerbo
a
formola
società, far
e
Gra:^ie, né
le
e
tentato
varia
e
possibile,
il
ben
ha
molta
una
gar
Satana
gli guadagnaronp
ambiva.
e
né
Prati
delle
nate
goveralti i sog
tutti
alla
origini
—
f Ideale
Verso
Adamo
Noè
—
Croce...
eccetera.
Si smarrì
—
ì"[t\V Armando,
in ozi, in
davanti
vita,
che
la
muore,
vigilia delle
il Prati
spesso
di
BUrger, piene
un
(come
quadro),
la
poema
di
la ballata
t' Elena
e
del
Ruello
fanno
in
il
il
marinaro,
canto
una
cavalli
magico,
umano
rosa,
dente
evi-
che
vi è
fresca
quello
della
decorato
de'
peggiano
ser-
più
e
bondante
abdel
intermezzi
del
di
ballate,alla
risaltare
alcuni
dell'ape,della
Pachita,
e
e
ispiratoglida
zampilla,
come
in
folletti, di
dell'elemento
lirica
voci
I Le
di
soprassensibile
e
Arabella,
in
compiacque
famoso
scrizioni
de-
soprannaturale,
il
Ma
stemperato.
Il
poema
Il
colorite
travolto
suo
povertà
di
nozze,
streghe,
dolorosa.
candida
il
nel
la
sì
della
l'Italia;peregrinazione
dalla
amato
casi
ai
il destro
nell'Adriatico.
tempesta
fatati
dà
casca
freddo
rimane
fine
visita
diare
stu-
-che
uomo
natura,
qualche
poeta
è
;
cui
in
T
morbosi,
Armando
al
potè
non
nel. 1868, voleva
della
scene
sparisce
scettico
pelago;
moderna:
tedi, in sogni
alle
e
la
e
lìrico.
apparso
malattia
una
suo
in tanto
filosofo; restò
essere
Cristo
—
pontefici,i santi, i filosofi,
l'infinito,
i
e
patriarchi
i
—
i8i
farfalla,
di San-
pittori e
scul-
i82
tori... ricordano
alati
suoi
elevata
le
forza.
sulla
popolo
tratta
lo
loro
che
Psiche
E
Iside
in
iridate
sapone
musiche
ricercata,
epiteti; ma
li
le
per
gemme
Meglio
cantica
che
versi
sceglie
nel
Vittor
t
come
il
1 che
un
patrio
Armando,
bolle
Ma
di
quali
eleganza,
forse
negli
gioiellieresceglie
e
nel
di eccelsi
a
lo
reale.
fiammeggia
Napoleone
della
e
filosofico,riuscì
poema
drammatici
Pisani
aria.
in
diadema
d'argomento
momenti
Virgilio
espressione! Abbonda
di
un
di
sonnambulo;
da
di
attirano
amara
in
come
viaggiano
divine
troppo
in Psiche
e
lo
sonetti
satira
la
invece,
qui
classici:
temi
Nei
latini.
i
fantasmi
vacui
errano
di
;
delVIside,
l'influsso
sente
predomina,
sdegno.
Tasso
Si
tutti
sopra
romantico
ispira:gli dèi pagani
convito.
ama
de' classici
liriche
classico
gusto
Mnemosine,
su
poeta
varie
in
più
d'Igea,
canto
lo studioso
il
:
Cosi
con
antica
Roma
storfe
si sente
Qui
quasi dispare.
egli
le
con
sfera
A
».
dell'aria,della terra,
strofe
il classicista
spunta
Il
le
con
sorge
magnificato,
così
i
del
Canti
«
ballate, i
disinvolte
più
sue
foco, dell'acqua,del Tutto; col
del
al
Prati
Giovanni
Sanf
nella
pennelleggiare
poeti e
d'eroi.
d'entusiasmo;
il
Elena
il
rivelano
ì^erso
spirito pronto
suo
forza
Air
del
dei
d'
de'
parte
E
quale
Prati
della
la
Dopo
vede
Vittorio
in
Così
l'arrivo
italiana
1
e
di
battaglia
Emanuele
—
Novara,
il
il
vate
profeta
vero
il
ratore
libe-
inaugurale
dell'esule
salma
della
Qual
Novara,
7Venorf/a
nella
Superga
a
di
l'araldo
E'
patria I
Coito
politici,
canti
popolo.
di
I morti
—
alla
dinanzi
battaglia
della libertà
d'Italia.
per
suoi
cantore
destini
un
la
Novara
dopo
183
esaltarsi
a
genio. Dopo
esercito
fanno
l'Ideale
di
Oporto:
Vittorio
Per
! Vittorio
lancia
Raccolta
La
dal
La
mesta
Di
tanto
Non
di
che
su
per
d'allegrezza
benedetta
a
di
Novara
spezzar.
sull'ara,
dèi
vendicar.
ornò
sette
de'
l'arme
torneo,
nato
morti
la
furia
vittoria
basterebbero
profeta?...
lutto
alla
Segnai
Verrà
dei
sabauda,
Raggiando
Segnai
fatai
corona,
Davanti
fiero
sei
campo
suo
Croce
nel
suprema
Anteo,
giovane
Tu,
dolente,
questa
La
!
troni,
tuoi
battaglioni,
l'antico
fulgor.
gli
per
occhi
de'
forti.
l'ossa
de'
morti.
sull'Adige
questi
versi
ancor.
a
indicare
il
Prati
Giovanni
184
V.
...
Vorrei
«
le
E
vane.
di
Fronte
Giù
Il labbro
:
i
il
Cosi
volta;
il
li
1
versi
chiusa
dipingeva
ben
era
Non
altro.
Il
suo
non
vedeva
consumava
:
spirò
il 9
sempre
volentieri
agonia
maggio
ben
che
pochi
più
acre
d'una
aveva
a
1884.
e
un
a
poco
sua
casa,
venivano
e
chicchessia.
lunga
più
cadenze
Nella
persona.
chio,
vec-
declamava
occhio,
maniero,
Divenuto
Il Prati
aquila, spegnevasi
la
;
;
stesso.
se
sibilava.
un
sciolto
rende.
affascinanti
come
ammessi.
incolto
le
dell'
ho
piede
si
me
folto.
s'accende
o
il
scende
mi
e
l'abito
di
che
vacillava
E
il crin
:
splende;
che
con
lampo
poco.
voce
talor
visibil,
il Prati
propri
sua:
agii la
volto;
di
occhio
impallida
gesti ;
ahimè
ideavano.
brun
e
ampia,
i mustacchi
Ecco
lo
come
forme,
ed
sottile,
rasson^igliava punto
non
spalle abbandonato
le
per.
Pronti
immaginavano
ciglia; intento
mobile
Sotto
si
Ma
di
giusto
e
Nero
dì
lo
ragazze
pallido salice,
un
Alto
i
giovane.» sospirava egli da gio-
sparuto.
magro,
a
morir
penosa
tropo,
misan-
Soffriva,
fu
la
l'Ideale
Verso
Morto
all'ombra
ài tempo
del
vide
Roma,
Aventino,
compiersi
capitale ch'egli
Torino
da
Firenze
a
delle
una
sato
fis-
s'era
ove
della
trasporto
seguito
sempre
aveva
dell'
185
a
luminose
sue
profezie^
il
Senato,
Nella
Camera
fu
giorno
un
la
poco:
Tecchio
deputati
di
deputato
lo
poesia
zione,
istru-
funebri
insigni
veneto
dei
della
Consiglio
ebbe
senatore,
e
in
del
membro
Quale
lo
onori
magnificò.
ricordò
si
Teramo
;
trasportò
:
ch'egli
lo
ma
fu
in
rapida
per
più
eleganti regioni.
Prosatori
«
àtìV
poema
a
—
nel
"(
quale,
«
dì
ci
della
«
fra
«
si
titolo
con
contamina
scorso,
«
da
il
ma
patria;
una
le
non
degna
1
«
spargere
le
musiche
resistere
gelidi
tutto
di
alla
».
del
Ma
melodia
ce
di-
immagine
invadendo,
musiche
vane,
sorrìso,
clemente
vane
la
e
la
seria, ogni
armonie
faccendiera,
un
iticela ;
gente
sole
noi, poveri combinatori
mettere
awen
sovente
nome
e,
di
ameno
più
Maria
a
lasciamoci
gente
nel
assai
prosa
Lettere
non
una
scriveva
egli
—
con
poeti,
e
sepolcro
»
evanescenti
sue
prosatori
«
Ah
Armando^
delle
vibrata
poeti
e
»
quanti
àtW
sono
pos-
Ideale?
Tu
Di
piangi,
meco
tue
Io
le
L'ora
del
Cara
fresco
Sinché
t'oscuri
tristi
giorni
consolati
la
si
stami
Ascolta,
arcani.
d'aiFanno
vel
viso
è
danno.
grande
un
del
la
1 anche
!
sorriso;
tuo
quando
pupille
sogno;
domani,
bellezza, la luce,
ahimè
La
d*
amante,
il mio
Tamabil
dal
sente
inaridite
passa
tacito
vivere
poi la gloria
Meglio
vergogno;
d'un
parola
non
E
le
gli
sembiante
tuo
forse
recida
preme,
insieme.
seguo
Parca
Questa
Pur
del
mi
giorno
e
la
ne
In
ci
par
già bianchi,
notte
Deh
del
non
crin
Non
paure;
raggio
Innamorarmi
Io
confidi,
fanciulla, sognando
Nel
Coi
mie
tempo
oscure:
mi
tu
speranze
ti confido
sorridi
meco
favole
nostre
queste
Le
E
Prati
Giovanni
i86
Io
si
amore
muore.
rapiscono,
vecchio
bellezza
consolano
cantore.
:
Azzarelina:
La'^speranza
La
gloria
La
bellezza
dolore,
è
scienza
è
ruina,
è
roseo
è
nugolo.
divina
ombra
d'un
fiore.
Ma
ARNALDO
FUSINATO
la
Vastìssima
Arnaldo
Mercantini
n'ebbe
di
specie
una
far
sapeva
far
fruì
Fusinato
far
Prati,
che
le
con
sussultare
nei
scrisse
Oserei
dire
il
in
sembra
quale
quella
e
nei
voltura,
disin-
trascurata
sua
del
neto,
Ve-
dotati
di
figlio
tanti
siderato
con-
improvvisatore.
nemmeno
diede
esser
adottati,
d'un
e
patriottiche
deve
poesia
facilità
la
che,
non
di
Carrèr
odi
alcune
ch'ei
Guadagnoli,
uso
Egli
generi
con
ad
Era
Veneto,
alla
ballate
Berchet.
tre
del
poesie
con
il
ricordano
quali
le
il
Italia.
tutta
idolo
con
Veneto,
ventennio;
un
in
tanta
ridere
piangere
per
Béranger,
nel
che,
popolarità
scrittori
finezza.
finezza
Che
lo
e
nelle
di
nel
Zorutti,
vigorose
spirito
inseriti
non
in
friulano,
fisiologie
reggono
qualche
nel
Gritti,
Lamberti
gli
satiriche.
al
apologo
!
suoi
confronto
del
ratti
Bu-
maestri
sono
I
Il
di
Pasto.
motti
quelli
Ogni
I
Arnaldo
192
bernesche
è
sopratutto,
cuore
ricco
de' suoi
sopratutto
d'un
»
pianga
recano
la
giovani
di Venezia
audaci
patriota
gini
ridicolag-
L'
lità
attua-
«
più
delle
un
molte
che
in
il
Le
a
nel
Ivii,
come
ultime
1865 egli
verso;
Firenze
Logge
:
fra
Padova
non
s'eclissa.
cospirazionipatriotichee
barzellette s' impegna
teatro
a
vigiliadelle
alla
cessa
nuovo
invecchia
ma
nel '49,sia
eroica
scrivevano
che
fuori
e
delle
poetica,cominciata
Dopo
zione del
debiti:
storica, sia
data
battaglie nazionali.
L'uomo
luti,
capel-
preferita
; perciò
una
Caffè Pedrocchi^
manda
tica^
roman-
al
paura.
tipi
poliziaaustriaca.
vita
sua
dei
damerini
onore
aveva
Musa
sua
la caduta
derida
La
i
la
poesie
che
accresce
che
fatti del
della T)onna
e di
pienid'allegria
Governo
fu
dei
svelta
mano
punzecchiatoreimpavido
un
sue
rima
calzoni,dei
ciò
e
—
di
in
deglistudenti
—
in
dì,come
delle donne
cero
sin-
aperto, giulivo,boheme^
caricaturista
burlevoli
Eppure,
terra...
tipo simpatico, tipo
d'aneddoti, cronista
giorno,
pareggiava,forse,
la
radenti
Fusinato
Arnaldo
lo
di Padova
scapato studente
nelle uscite
Ftisinaio
delle
nell'àmminitra-
poi
passa
silenzio,consolato,
a
per
Roma,
altro,
l'Ideale
(^erso
dalla
lieta riuscita
suo
bel
figliche
fanno
alle
cure
principalidella
sua
ingegno
nato
al
onore
sottile
Guido,
segnatamente
nome,
profondo
e
dei
193
del
ardue
Governo.
Ecco
i tratti
della
poetica,
vita, che, nei
sua
fisonomia
della
giorni
:1
I
lotta
più
in
rifulse
campo,
attento
la
accresce
?Il
nel
Nacque
mercè
il
verso
liberale
il Fusinato
senarii
in
d'avere
fortuna
inceppò
nelle
lo
anzi
Nel
Giacomo
;
al
padre,
quale
canto
un
nella
Venezia.
il
quale
Benché
figliofosse
Ebbe
lo
non
quel genitore
lui
come
nella
sbizzarrire
mosa
fa-
uomo
poesia faceta,
rallegrava.
collegio
affidato, ebbe
parozzo
Vicentino,
di
popolo
un
il
toga, lo lasciò
che
nel
consacrava
inclinazioni.
desiderasse
di
ispira.
accoppiati, inserito
del
Strenna
esame
?
Schio
a
che
simpatia
di quel Rossi,
gli opificii
.1863
concitato
la
1817
Un
nobilissima.
Cordellina
a
arguto,
Zanella
maestro
di
Vicenza,
l'abate
affettuoso
ammira
la
Giuseppe Cap-
poeta,
«
fu
cui
tersa
del
forma
quale
e
»
13
Arnaldo
194
che
Fusinato
Occioni,
discepoloriverente,Onorato
un
onorò, pubblicandonele opere.
et Ovidio
Metamorfosi
del
Tradusion
d* Ovidio
Metamorfosi
è
A
rozzo.
della
e
!...
degliepigrammi più pepatidel Cappa-
uno
questo poeta dobbiamo
La
è sorella alla
che
sera^ ode
Luigi Carrèr,e
di
padre Egidio /...
il cui
Preghiera
Meditazione
religioso
sentimento
nella Visita al cimitero
echeggiapure
patetico
*
del Fusinato.
del
1848, che gli uomini
Il
poteva
non
più sveglidell'Università
nostro
Arnaldo.
al
vecchio dramma
suo
descrive
che
Guglielmo
al
intorno
e
di
di
Padova,
La
dei
società
Stefani
duchessa
di
Praslin^
giovani letterati
raccolse
in fervida gara
Caffè Pedrocchi, periodicodi
versi,arena
Quel tempo
del
ispirazioni
dei
fu il
più
Fusinato
che, in
prose
miglioriingegni del
:
la stessa
quel
momento,
neto.
Ve-
alle facili
favorevole
vita studentesca,
sregolatae gioconda,gli dettò
più ameno
fra cui il
Fortis, nella prefazione
Leone
la balda
prepararono,
presentitodai giovani
essere
non
21
il lavoro
gli
diede
riscossa,
nente
birraie
del
segna
dei
uno
Egli
vita
Alcuni
facendo
di
di
morire
si
per
confusero
in
e
montò
sulle
sulle
a
isbaglio,
di
ivi
traccie
ri volò
il
da
milite
cantore
della
;
loro
di
si
rivoluzione
studente
bondo.
freme-
senti,
pre-
giuramenti
rivoluzionario
;
perdette
libertà.
pose,
com-
Ceccopieri
ma
si
gettò
questi,
Fusinato
tempo
ordinò
era
era
con
seppe
ardimento,
polizia, scambiando,
nome
dello
che
divenuti
morte
polizia
poeta
Vienna
Fusinato.
ungheresi
deirinaudito
la
La
suo
i
e
generale
Il
più
sciabole, giurarono
tumulto
furie:
Schio,
anche
patrio
coi
le
libertà
del
la
il
vivd
presente
Fioravante,
quando
e
e
un
e
Vienna
inno
un
coi
la
Vienna,
a
del
di
ufficiali
italiani.
spia
una
italiana
giovani
eco
procaci
compiacendosene,
rigore, sguainarono
quelli degl'
da
soggiorno
giovanile
banchetto,
un
bionde,
più allegri
colonia
alla
poi
Il
raccontava,
mezzo
le
momenti
della
stesso
a
salutare
e
Danubio.
patriottici
in
Fusinato
Arnaldo
196
con
a
di
beli'
allora
rapido,
per
quello
ricercarlo;
rimediare
e
e
l'equivo
al-
scoppiata,
diventato
baldo
l'Ideale
l^erso
frenesia
Che
allora
a
Ci
I
E
»
di
vendetta
;
i commilitoni
Vendetta
Già
Il
Si
calice
strinser
è
declama
! Già
Fora
la
sugli empiì
dell' ira
colmo
la
le
mano
coi
Il fratello
lo
e
è
un
mano
decla-
lo
;
chi
denti
Clemente
cade
conduce
!
sonata
crociata
!
italiana^
città
:
campana....
brando
ha.
non
ferito
Ferrara
a
è
santa
cento
Sentite, sentite, squillò la
Combatta
battaglione
:
! vendetta
piomba
:
col
degl'insorti
lo
egli
moglie
insieme
Sorio, nel
Canto
sue
simo
Mas-
denza
dell'indipen-
guerra
Fusinato
Monte
a
Il
universitario.
grido
il
vediamo
Clemente
fratello
alla
che
alla
Vicenza
da
finalmente,
sono
il tempo
I... Era
scriveva
d'Azeglio
197
;
;
egli
poi
lo
corre
soc-
a
passa
Genova.
In
questa
patetica :
si
mendica^
per
bombe,
teatro
città
Venezia
V obolo
scena
una
la
grande
"bloccata, fulminata
dalle
raccoglieva
flagellatadal
Carlo
allora
avveniva
colera,
Felice, si dà
un'
per
dalla
fame.
accademia
Nel
musi-
Arnaldo
198
cale
poetica,
Vi
i
versi
cui
:
Date
«
è
i
ma
dei
carmi
Venezia
dolore
bastano
non
;
elemosine
:
il nemico.
dei
cacciatori
il
salì
quale
fronte
E
delle
succede
qui
di
tempi
da
gentildonna,
la
drappello
fiero
Calvi,
patibolo
con
cosa
leggendone
non
dèi
cannoni,
lo
con
che
;
la
e
là
comincia
sì
trovava
scrisse, col
:
del
vola
fra
sposa,
morte
slanci
di Castelfranc
Colonna
; ella
cedeva.
stremata,
il Fusinato
Laguna
lo
e
di
innamorata
era
i versi
lascia,
Venezia,
caduta,
s'
in
ma,
possibile ?... Una
era
Anna
contessa
;
febbrili,
non
si direbbero
che
scene
d' opera
libretto
Veneto,
Tode
il
quelle
concitazioni
che
lui,
di
una
appassionati,
nato,
dal
tare
affron-
serena.
quasi
quei
nel
Mantova,
a
da
petti
Alpi guidati
poi,
egli
bastano,
.
si arruola
egli
poesia,
una
non
occorrono
Ed
scitano
su-
»
Arnaldo
pietà.
declama
promotori;
.
dice, le
di
turata.
sven-
Mameli,
obolo
un
e
e
Goffredo
giovane
a
di
fremiti
Fusinato
il
parte
eroica
città
della
favore
a
ha
Fusinato
in
al
Fusi-
fianco
di
il rimbombo
faccia...
Alla
in
sangue
vigilia
un'isola
del
della
della
cuore,
Verso
[
l'Ideale
È
fosco
l'aere
Il
cielo
è
Ed
muto...
io, sul
Veron
199
tacito
seduto,
solitaria
In
Melanconia,
s
Ti
guardo
"
Venezia
Fra
Quest'
quelle
non
poeta
sulla
raggio
Del
so]
morente...
un
tocco
su
Venezia,
è
vista
patria
sperdesi
luminosi
di
vero
in
e
quella
sera
Su
Sole
Non
che
calava
E
guai^
d* Italia
splender
sulla
Spenta
Sia
Della
mai
!
veneta
fortuna
eterno
il
lagnila.
ha
di
deserto
doveva
splendere
non
no,
tanti
non
melanconici,
uno
morente.
No,
chi
:
sul
effetto
quale
immagina
la
nugoli
Il
ultimo
acque,
I
occidente,
tramonti
i
visto
mia
i rotti
Deir
lagrimo,
e
gemito
fare
sul
funerea
\
Fusitiaio
Arnalda
'.aoo
'
-
-
I
_
-*'
III'
-
Il
V ultima
Venezia,
Ora
è
venuta,
màrtire,
Illustre
Tu
sei
perduta
Il morbo
Il pan
Sul
infuria,
ci manca,
sventola
ponte
Bandiera
desolati
Accenti
per
giorni della
quell'odefamosa
mistero
con
a
per
la
nel
5
Bella
1
; La
graziosa Bettina
di
premeva
in
tempo
e
in
in
tutto
Quel
che
che
di
fu
veneti
scrìtta
copiata
e
data
man-
egli tacque.
—
dell'uomo
città,nel
53.
vivo, sempre
si voleva
morto
e
quel
di
inno
un
Ma
Budella
del Medico
si vede
zione
produ-
Berchet,
penne
ricetta
nella
ode
storiella
mostrarsi
cui
del
trepidando
La
la sposa.
vuoto
Venezia,
tante
memoria
poco.
apparve
da
questi
Scritto
impeto
a
Venezia, dopo
su
perdeva
Fusinato.
V
cupi
Venezia!
qualche
ha
lorosissimo
do-
V Italia, Nei
mormoravano
di
ora
successe
che
storico
momento
labbra
poetica del
guerra
!
ripiombata
il poeta
dopo,
Allora
d'un
servitù
deirZ7/ftma
Poco
bianca
Venezia, per
Tassedio, quante
versi
;
condotto
Al
e
Fusinato
vivo,
; nel
che
non
nel
cano
"Vulsi
^Ideale
Ferso
aor
.
dì
vede
nel
Veneasia, cóme
.
nel
Pungolo,
Pano-
«
rama
neìVUomo
e
Sina
Don
e
Fuso
furono
volo
a
Milana,
di
dai
Fu-
Fra
stici)
giornali-
pseudonimi
(suoi
ricercati
capivano
ne
di Pietra
liberali, che
lettori
le malizie.
»
Nel
54, morì
lagrime;
Fuà,
e
deplorò
ne
due
e
rispose
cuori
nel
altre
con
poetici si
Ero
Così
«
O
che
quando
alfin
gli occhi
per
Compresi
Era
allor
dal
Dolce
cielo,
s*è
or
se
Egli
è
Poi
che
Chi
tutto
occhi
mi
per
in
me
terra
muove
dì
!
»
volta
accolta
modo
il sai.
mia,
un
che
mi
vien
luce
e
m'aperse
tutto
sognai
prece
brilla
e
:
m'ascolta,
mestizia
la
sonetto:
fissai.
qual
per
sorriso
un
Il creato
e
te
israe
rivolta
prima
la mia
che
fatta
negli
è
in
dei
echi
religione
un
la
tuosa
affet-
s'intesero
l' invocai
che
cor
Malinconicamente
E
io
Signore, Signore
quel
Dio
a
piangente,
Concedimi
Gli
inviandogli questo
e
nia
Ermi-
scrisse. Arnaldo
; essi
la
delle
lirica
una
dolenti.
lasciata
scorata;
tutta
poi
scambiarono
il poeta
mesta,
perdita in
rime
56, Erminia,
lita,sposò
E
la
i versi
tutti
il poeta
Grossi,
giovinetta di Rovigo,
bella
una
come
le
Tommaso
sorriso.
dal
core.
armonia.
paradiso
un
può
;
TAmore
!
;
Arnaldo
202
le
Intanto,
U
Etere
facezie
Il
prima
Estella
Suor
ferito) Lina
nelle
la
ballate
principe
in
donne.
ed
è
fatto
madri,
Giaello
racconto
delle
//
di Pietro
cattivo
morale
che
troppo
reali
ricco
vevano
commo-
storia
la
del
due
s'aggiunga
ancora
ai
diceva
Le
si
del
:
Giuria,
:
«
Si
solo
hanno
pietoso
un
e
calore.
la
buona
d'esacerbare
popolo esagerandole
»
operajo
buon
quella
sente
»
fiammelle
luce
//
due
Letterarii
da
tratta
è
Le
due
Le
«
bandiere
fiammelle.
Profili
novelle
che
studia
due
«
ligure
operajo
bella
Mori
animate
popolare,
quella
pezzente)
molto
e
nei
leggenda
altre
come
un
a
sposa
di
Vomicida,
Camerini
amorose^
e
;
benigno,
sempre
E
molto
cavaliere
Eugenio
guerriero
da
poi toglie
e
tiche
roman-
giovin damigella
Ricca
protetto,
del
aggiunga
che
piccolo mendicante,
Una
va
che
gente
(fanciulla che
vesti
Si
mavano
richia-
le ballate
Ma
la
povera^
comparso
d'una
(Finnamorata
spagnuole,
le
è
labbra
pianto.
aveva
La
fulminante^
Forlimpopoli
a
sulle
volavano.
Fusinato
Cotone
Passatore
il sorriso
poco
del
Il
solforico^
Svan^tca^
Fusinato
poesia
;
non
le
miserie
e
contrap-
t
t
Fusinato
Arnaldo
204
schiave dovevano
modi,
tutt'i costi il Fusinato
a
la
secondo
pur di
gaja indole
raggiungereT
cantastorie
in rima
del Veneto
prima
d'Arnaldo
e
la
Dall'
Francesco
di
da
—
della
voce
Logge,
Lo
zione
libera-
sua
Musa
Firenze,fosse
gioviale e
vedeva
col
e,
là
suo
geva,
scor-
aperta
in
piedi;
intorno,una
:
politici
pro61oe
ri
poveretto!
travagliato
; Cesare
quellad'un
d' antica
a
famosi, d'uomini
Ongaro
pareva
e
alla sognata
faccia
fauno, sempre
(era invece
in
libero
conquistadi Roma,
angustie domestiche
cui testa
giorno
un
poeta di Schio
gentileErminia,
di letterati
schiera
solino
della
Fusinato.
lui
con
alle
palco,la
un
la
di libertà.
Chi, nel Teatro
in
del
versi
; l'ultima
voto
un
entrato
trasformò
un'allusione
ancora
ancora
Per deludere
ingannata,glilasciò
polizia,
il passo. Gli ultimi
é
burleschi
improvvisando barzellette
errante,
; la
rifuggì,
non
da mezzi
sua,
intento.
austriaca,si
vigilanza
sono
vive in tutt'i
mantenute
essere
Correnti, la
israelita francese
famigliapatriziadi
lano)
Mi-
altri.
..._9l»*t
f Ideale
Verso
Il teatro
delle
'65, quando
insieme
Bellotti
ideò
Bon,
arrise
non
il poeta,
alla
sforzi
agli
di
fissa.
;
Continuò
tetraggine.
di
revisore
Durante
nella
dove
stanza
sedeva:
Arnaldo
egli, per
Sullo
il
Verona,
il
Natale,
dove
la
Bramava
invece, al
feste:
28
entrò
incolume.
lo
mente
lieta-
si
recò
accolse
di celebrare
dicembre,
al
tranquillo
poeta
figlia Teresita
gere
spar-
passò
celebrare
per
vecchio
vivamente
a
fulmine
un
garo,
si-
suo
Senato.
rimase
1888,
del
il
Fusinato
fortuna,
scorcio
allora
continuò
al
verbali
ten"porale,
un
Dea
sorridendo,
e
dei
volubile
fumare
a
facezie; e, fumando
posto
una
nemmeno
inseparabile ;
compagno
Luigi
e
istituirvi
La
ma
renze,
Fi-
a
filosofica,s'abbandonò
tempra
sana
Nel
passò
Meynadier
erigerlo per
di
drammatica
compagnia
Studente
dello
Eugenio
con
al Fusinato.
si deve
Logge
il poeta
205
in
passò
a
rosa.
amo-
le
pace
mente
dolorosa-
.
altra
ad
La
fu
salma
accanto
morta
avuto
a
un
Erminia
dolce
pace...
trasportata
a
quella
nel
fremito
affettuosa
a
1876.
di
Il
Erminia
poeta
riunendosi,
sua
perchè
Roma,
compagna...
Fuà
deve
nella
posasse
risinato,
Fuaver
tomba,
ao6
Fusinato
Arnaldo
*
-Il
«
Le
del
poesie
diceva
di
rinnovamento
un
il
di
contagio.
alla
biondo
Onde,
alkigria,
crediamo
che
vecchieranno,
aprile
la
come
certi
come
della
la
del
canti
quelli
»
che
zione
dispera-
di
Renato
divengono
al
Di
canto.
Fusinato
ritraggono
un
andare
lascia
si
l'usignuolo
vita.
incanutiscono
Non
gioventù
dello
lutto
tetraggine
sporadico.
stato
travaglio
giovanile,
la
e
il
non
paese
capo
Werther
allo
restano
proprio
il
o
rini
Came-
Il
Quando
«
sociale
del
piegano
vivranno?
Profili:
nei
sterminio
e
Fusinato
che
in-
noa
il
dente
ri-
GIUSEPPE
(con
.--*»...?•».
*
M
..
strofe
REVERE
inedite
di
lui)
'
t
1
la
Amate
«
gioja
compiuta
non
opera
di
per
de'
vostri
Dalle
Di
^ctt/
ha
Roma
nel
de'
le
grime
la-
con
del
mondo.
lei
a
per
nelle
fratello
e
si
drammi
Marine
e
rassomigliante,
stesso
1889,
D'un/emmwtóA..
del
quale,
per
raccolsero
storici,
5o^-
triestino,
poeta
in
fantasie
Paesi/
cura
morto
tuosa
affet-
più
volumi
di
viaggio,
sonetti.
carmi,
Il
un
nepoti,
opere:
ire
correte
parole?
Revere
dello
alpini
terra,
queste
Giuseppe
che
che
»
sono
di
libro
pace.
chi
Sono
a
della
battaglie
confortatrice
le
voi
entri
non
pietosa
in
tempera
carezze
di
fonte
mondo
d'amore;
essa
la
come
la
dolori,
un^ora
quale
Amatela
al
lampo
suo
nella
umana,
v'ha
non
il
senza
molto.
e
perchè
donna,
baldo
Revere^
giorno;
assistette
poi
ma
ai
ingegno,
cadde
funerali
in
della
fu
onorato
un
dimenticanza.
propria
Egli
fama
;
so-
14
Giuseppe Revere
2Ì0
lamentarsene?...
egli
è
iraconda
e
propri
a'
pravvisse
fine.
Si
che
famiglia.
quella
di
di
sgorgano
r idillio
idea
questa
degli
un
Il poeta
di
da
Essi
una
nel
poeta,
Mario
Oh
«
il canto
hanno
»
contare
rac-
Cosetta,
e
gentile:
e
in
Hugo,
vità
festi-
perchè
»
che
ha
non
il
rappresenta
nido,
un
il canto
ha
rado
città, senza
pensieri d'amore
del
profonda
nido.
in
Victor
«
penna
senza
solo,
gittata come
amoroso
uccelli!
è
V uomo
era
di
gemme
dalla
perciò
scontento
città
passi e voli, fra quei
che
di
egli
doveva
poesie, continua
; lo
Miserabili
Nei
che
ben
sue
vagato
massa
hanno
Nelle
che
avea
fata
v'è
Non
la delusione
aggiunga
l'uomo
libri.
Giuseppe
sereno,
dell'
tipo
famiglia,
una
vere
Re-
solo
uomo
e
scorato.
Egli
cercò
bellezza
dello
e
bionda
Sono
Perchè
De*
Il
spirito.Disseminò
perchè
Giulietta
devota
Pezzi,
mazziniana.
gli augelli
ascoltar
tenero
—
Se
augel
lavelli
—
in
te
sete
e
parole d'amore;
inediti:
boschi?
più
di
milanese,
poetessa
versi
cercò
lo
nell' album
trovo
ne
l'amore;
gorgheggia.
la
nei
Come
per
alcuni
nei
libri
e
sonante
ammiri
si
elegante
il
dì
quasi
come-
r assassinio
corrotto
del
e
Con
bruno
a
e
notti,
uccide
Medici,
di
un
dove
dramma
muor
e
con
dramma
in
breve
antiche:
dura
finisce
e
de'
Bruto
ranno
ti-
tino,
fioren-
piccolo, esile,
di
con
Medici,
monasteri,
malinconico, che, dopo
Venezia,
questo
quel
tragedie
violator
de'
di
Alessandro
duca
è adatto
non
circoscritta
due
patria. Lo
Lorenzino
fugge
e
crudele,
della
è
nelle
giorno
un
appena
azione
dramma
Medici^
studiato
più
manda
Qui
lunghezza
sua
sembra
tista?...
cinquecen-
Milano.
de*
purezza
che
scrittore
a
stino,
trie-
(perchè
tanta
con
classico,
sapor
la
per
cui
volto
scrive
Loren^ino
suo
fiorentino, la
tempo,
bene
un
banchiere
un
vediamo
Nulla
scene.
—
mordenti
mai
come
robusto
e
lo
storico, che
alle
domanda,
tanto
con
luce
ironie
italianissimo
stile
banchierèl)
'45,
rassomiglia
a
commerciante,
toscana,
alla
mezzo
cui,
—
lingua ricca, impeccabile.
mai,
anche
Nel
del Guerrazzi
il Revere
uno
una
un
un
in
suoi,
e
Come
roventi
libri
riguardi,
sdegni,
fu
Revere
Giuseppe
212
dal
il delitto,
pugnale.
gli altri,I Piagnoni
I^erso
g//
e
Arrabbiati
Lombarda),
moderno
caratteri
solo
riane:
rappresentava
nella
fa
Egli
parlare quei popolani,
nella
concisi
e
di
orrida
età
»,
lingua
fatti
quei
e
moderno
pensatore
s'uccidono,
Non
sia
è
fino
Cossa?...
del
E
!•
il
passato:
ieri
a
E
in Germania
drammi
storici
ci
Dumas
notte
Lorenzino
in
sono
di
come
del
dramma
un
non
storico
si è
non
storici
non
in
tificato
beaversi
scrivono?...
ne
di continuo
rappresentano
dello
colpe
passioni
italiano
Francia
rico
sto-
»
drammi
dei
Schiller?.,.
padre,
inesauribile,
dal
Una
in
non
Alessandro
fantasia
noil
pubblico
rapidi
I caratteri
le
1
il tempo
che
vero
di sentir
gran
esclama
Ahi
«
polo.
po-
rettorico
fine,
:
un
Varchi,
per
0
il Monti.
uccidono
ma
del
romanamente
alla
di
esprimono
quella
ripeterebbe
che,
si
toscana
di
curati, specie quello
Lorenzino,
che
alfie-
tragedie
quei tempi;
a
pagnia
Com-
rappresenta
cos.cienza
la
sentire
(che
apparisce
non
nelle
di vivere
quasi
Revere
Giuseppe
isolati, come
ci
egli
Par
^astelìca
innovatore.
e
213
di
Sampiero
e
Morelli
Alamaano
f Ideale
non
del
Jiren^e^
benché
dotato
di
isdegnò
Revere
apparso
il
suo
a
far
di
vare
deri-
dramma
Napoli
nel
Il veneziano
1860.
in
renpno
Nel
1
ricordò
a
rabbiatiy
celebrò
di
E'
pc'polo
può
di
rigidità religiosa
scena
del
vita
adorato
in
al corpo
attorno
d'una
in
lottava
gli
epoca
catrice.
pec-
la lunghezza,
ammirazione.
fra
quel
tempo
nel
contro
i sorrisi
Savonarola
un
che
Q/lr-
ascetico
nonostante
la
quale
la
che
popolani,
frate
e
Basterebbe
gaudente.
del
nessuno
penetrare
un
per
e
suU'
Revere
senza
Alcuni
rogo.
Piagnoni
che,
leggerlo
Firenze,
della
;
giorno qualche
un
dramma
il centenario
costumi
dramma
suscitò
si
/
del
molli
Lo-
suo
il
ma
Savonarola
dramma
un
;
un
presentare,
rap-
cadente.
quel proposito
il
fece
fa,
Firenze
a
Gerolamo
flagellatore de'
Non
secolo
stella
d'una
898, si
il martirio
di
Salmini
niccoliniani
versi
vita
la
Vittorio
quarto
un
visse
Revere
Giuseppe
214
ieri
profeta,
gani
pasola
vano
ave-
vanno
brucia, cantandogli
beffardi:
Padre
santo,
T'entra
e
poi
segue
Marcuccio
in
questo
Salviati.
qual
per
cor
la
via
profezia?
dialogo:
—
Simoncino,
noi
abbiam
yerso
veduto
il brutto
campo,
e
avoli.
tumultuando
Camerini,
nella
e
de' suoi
uno
fiero
da
dalle
braverie
l^astelica
nei
militare
destate
e
quale
e
Medici,
de'
l'ingegno
delle
mirabili
vita.
in
nei
ma
Anche
»
in
Quale
affannati,
è
il
primo
atto
Sam-
Tltalia
si
disciplina
donne,
fossero
del
gran
l'alto
di
che
cuore
in
terribili
è
in
rono
fu-
vero
solo
non
frangenti più
virtù
quanta
d' animo
dramma
gono
val-
si mantennero
lucere
quel secolo,
prosa
cia-
della
rata,
ser-
d'oro.
colorito
atto
nella
quella parte
altresì
come
nostre
questo
lingua
tra
la
per
popoli.
il
ritrae
in
meglio
grandezza
nostri
nei
scun'arte,
vendette
lasciando
—
definisce
va
Revere
al
Sampiero
e
i
letterari!,» che
egli
Il
«
spiccarono
Córsi
Giovanni
:
dalle
e
meglio
ove
Così
che
insiiperato
consacrò
Profili
«
questo
a
codesto....
a
critico
squisiti
ma
;
al
fiate
moltiiudine
la
E
genialità,
corona.
una
soldati
(Accenti a
-
mille
martiri*
1
all'impazzata),
Eugenio
215
morte
da
soltanto
Il Lisciadi
finezza
della
morir
sappiamo
muoiono
modo
—
ceffo
l'ItUaU
con
e
veloce,
con
quei congiurati
della
Congiura
di
quei giocatore
mascherati
Pedinar!...
21
6
Tutto
il
dramma
ed
Anche
il
tipo
Opere
col
di
primo
solo
da
cólta
vien
quella
i
volte, neppure
e
La
teste.
garda
del
derivare)
varii
ma
non
rovina
e
molte
l'educazion
stillati dalnelle
evitare
ntW
boli
de-
Edmenesembra
famiglia.
Ne
guono
se-
casi, tutti tristi. Vittoria, colpevole,
e
le
bello
non
e
di
indegna
braccia
del
Camerini).
mirabilmente.
Quante
La
pietà, muore
marito.
«
è
commovente
il
(scrive
seduttore,
un
come
di
bambina.
una
onesti
della
gomento.
l'ar-
fortunata
vertigine che,
fede, può
è
ed
lasciato
(dalia quale il dramma
la
fra
più
folle
in
rovina,
sua
corrotta
perdonata
d'
principii più
dalla
Prati
è
madre
pione
co-
dalla
già
smarrito;
moglie
s'incontra
tante,
come
Il
trovare.
abbia
ne
della
tratta
signore,
saggio
Ella,
andò
sieme
in-
Vittoria
recitata
commedia,
il Camerini
Si
Revere,
commedia
potuto
Cazzòla,
volumi
nei
Giuseppe
siasi
del
caratteristico.
è
compreso
della
densato;
con-
quelli
tutti
greca
di
che
questa
che
di
è
atto
ammiratissima
fortuna
una
complete
oAlfiani^il
di
hreve
più
dramma
questo
delle
è
spagnuolo-veneziano
è
Il
Revere.
un
Revere
Giuseppe
Cazzòla
lagrime
in
Il personaggio
Vittoria
lo
—
espresse
quegli occhi.
y'erso
^k
che
hanno
già
non
quella
moribonda
in.
Non
quel
il
tratti
sintetici.
stesso
di
né
Ora,
fa
di
a
il Re
abitasse
solo
Milano,
qui
dei
per
burloni
vere
».
«
gagliardi
del
mai
vere,
Redello
Le
e
sventure
furono
sentati
rappre-
quella
fu
via
narra
come
poeta
e
prosatore
il
Revere
non
Passato
da
casa.
notato
presto
burloni
all'Orto
Pietro
S.
per
il
che
di
per
vestire
acuivan
lui.
conto
presto.
muore
che
foscoliane,
più
qual
si
teatro
Ma
l'avvenenza,
le vanterie
Arconati
sul
un'epìgrafe
reca
Milano
per
i
drammi
drammatico
dell'angusta
casa
ardito,
il Re-
complete
setaiolo
autore
questo
civili
in
»
nell'amorosa,
altri
che
più
pubblicati.
di Milano
'47
due
drammi
l'Italia?... Ahimè!
Una
Opere
Sandro
pittore;
un
alle
spiri
so-
non
messo
Ròndani,
a
genere:
ha
prediligeva
Alberto
accenna
non
forse
passioni I
grandi
in
affannosi
e
psicologia»vi
prefazione
strazio
Quale
Quanti
all'analisi
quale
l'ardore della
che
e
giovanile
cuor
delle
vere,
217
1
voce!
quanta
so
forbita
mandare
può
indovino
che
pianto
tanto
febbre
^
l'Ideale
Il
Visconti, patriota, sant'uomo,
ivi nel
tendimenti
d'inabitò
Trieste
l'ingegno
sfarzoso,
le satire
marchese
acquistò
2i8
luì
solo
tutta
Revere
Re
toglierlo
felice
come
ammirare
tilbury,
i
degli
Lui
«
della
sfaccendati
patrioti
Egli
di
di
che
i
di
men
gli
lui
e
un
atti
i suoi
patriottiche.
cospiratori più
fra
la
quanto
degna
era
carteggio
un
allusioni
mostravano
era
Egli
trovo
vide
»
tacque.
non
riguarda
fra
però
orio
Vitt-
soglio
Tra
più pericolanti ; bensì
e
inspirava
che
caldi
contava
non
in
caffè, e
Stato,
fa
rapido, fragoroso
un
mazziniano.
austriaca
sonetti^
su
si
e
(ora Corso
il Revere.
un
abitare
ad
^oschetti^
Servi
da
amavano
dell'Archivio
polizia
Nuovi
dei
allora, il
e
corre
sfolgorante
patriota convinto,
segreti
ai
troheggiante
Emanuele)
Ma
angustie;
scapolo
del
degli scritti
uccello,
Corsia
sulla
genio
dalle
un
da
quartierino
il
un'edizione
quanta
per
vere,
un
Revere
Giuseppe
ricolosi
pe-
i liberi ingegni
che
terra
destini
crudeli
li
(i).
*
Come
a
Vincenzo
letto,
e
fumava...
facilità
la
(i)
vedi
Treves
Per
con
questa
Passioni
ed.) 3*
al
liberale
Famosa
appioppava
e
Risorgimento
edizione,
componeva
il Vesuvio.
come
quale
parte
del
il Revere
Monti,
capitolo
poliziesca
di
P
a
della
Raffaello
vita
Barbiera
era
questo
del
o
Revere
(Milano,
|i
Revere
Giuseppe
220
virile, lo
delle
ispirano.
quartine
sue
Il
sferra
Niccolini
d'un
tutte
della
secolar
sonno
il
Per
una
J
pezzo:
\
terra
sua
I
Questi
E
col
rompeva
il rogo
il solo
il
ruppe
neir
bresciano
la
guerra.
pugnò
sonetto,
chiusa
ardui
finisce
tempi,
il
contro
il
suo
questa
con
:
Ancor
cui
in
ad
e
eguale;
Rido,
e
E
dello
studiate
dal
Italia,parla
»,
fra
Revere
i
fratello, quasi
a
come
scherno
rido,, gli dice.
le
Piango,
maestro
«
furono
pagine
Campidoglio.
il vietato
Heine,
primissimi
gladiatore eterno,
il verso,
pugna
Enrico
A
schiera
il Revere
in
apparso
e
le
onde
Brescia
egli, ghibellino
certo
prima
in
da
Arnaldo
AtW
d'Italia:
temporale;
poter
sagrata
autore
sonno
anima,
sovrano
deirindomito
Grilluminava
Non
pensier
labbra
e
riso
un
ride
lagrimando
cupo
riso
feral
Tanima
un
la
morde;
sfiora,
pupilla;
•
Cosi
Via
La
Nel
della
rocchio
pei campi
che
nube
Sol
del
del
il
ciel
Grossi,
eccelle.
come
e
misericorde.
lacrime
ancor
sonetto, il Revere
quale
sbefFeggia
indora
distilla.
Quest'arma
confessava
al
corta,
Porta,
l^Ideate
Verso
aveva
f
del
vatore
una
Io
bella
di
della
desìo
Né
Ferrar
dello
lo
al
stuol
Mi
coprendo
Il
mutato
fu
qual
Dal
Si
sono
creatura,
Che
a
a
casti
Uno
ho
questo
la
a
sera
il
cielo,
gentili
profumi. Così,
un'Ofelia,
splendido
Serva
inchino;
mattino.
donne
«
fallo
ebreo,
a
una
more
d'adolce
canta
desso;
j
pupilla pronta;
or
e
più quel
son
la
patria
devote
egli risponde:
Non
lampeggia
non
velo
affetti
lasciando
sull'alpe nel
dome,
cipresso!
altera,
stolti
Sol,
vuoi, sorella?
Più
il
superbo
a
forme
quelle
che, infiammata
del
sonetti
»
E
nube
raggela
promesso;
ha
con
chiome
come
s'alzi
e
sorriso
Altri
saprà
abbracciamenti
Visse
cor
delle
concesso.
l'avvenir
lor
su
spensierati
ecco
amplesso;
o
fremito
il tempo
che
sonetto
un
coll'Aleardi;
breve
sguardo,
mio
fede
Taciturno
Di
del
curioso
ruppe
E, poi
Ecco
il nome,
sepolta
l'acuto
Né
Belli, Tavvi-
dirla
per
»
Foscolo,
:
Né
11 volume
E
rea
il
romanesco
italiano.
cuore
dirò
non
col
sonetto
«
Fantasia
é,
Dopo
sua.
arma
Revere
Giuseppe
per
è
paura,
a2i
l'alma
sconta;
l'intelletto
la
«
1
\
\
oppresso.
fanciulla
ebrea
»
del
la
Manzoni,
nelle
cui
terzine
Voi, madre,
A'
Perchè
Tamarezza
intitolati
visione.
Ma
della
Ha
odi
uno
Revere
di
del
Revere,
dei
più
di
veggansi
coi drammi
bilder
supplizio
in
onorato
dinanzi
sacerdoti
il
altri
bre
lugu-
generosi
dei
patìbolo
dell'
dove
Heine,
coloriti
e
i
della
fra i
di
tiri
mar-
sonetti
dei
il
rengo^
Ma-
carme
let-'
sterminata
più ossequienti
mal
talento.
arieggia
verbosità
alla
Intanto,
^0{:^eitialpini e
il Revere
con
raccolta
compreso
quel genio
paesi,
la
diamanti
memoria
e
il
qui
ci passan
pur
forte,
impaura?..-.
stesso
piangendo
napoleonica,
teratura
del
patibolo
patria....
fulgor
delle
morte.
Mantova,
vi furono
pura,
salmeggiando
or
Nemesii),
confortarono
che
e
(dal
di
netto
so-
patria:
tutta
il carnefice
supplizii
Dottesio
versi
al
morendo
i
della
della
leviti
intorno
Vanno
un
lagrimando.
croce
i vostri
consacra
aglMnclegni preti
figlia
e
della
piedi
Che
le
e
allude
sposa
Mostraste
Qui,
Vergine,
agli oppressori
ossequienti
del
Revere
Giuseppe
222
le
ai
talvolta
rine
Ma-
Reisecessiva.
ec-
I
1
yerso
Il
critico
Rovani,
col
acerbissimo
alcuna
che
fantasia.
a
di
del
Ma
la
non
vi
quella
della
«
dì
Torino, che,
all'ospedale: e
vien
da
recata
pezzi
E
secoli
per
tante
e
e
disusati
nella
inserviente
un
di
la
alla
Poe;
oggetti
bottega
del
della
clinica,
tetre
dell'onda
fra
ammassati
la
gli
ad
Q^mori
galleria Brignole
a
un
velle.
no-
che,
e
narra
polvere
al
rigattiere,narrano
E
E'
i vecchi
che
i racconti
dei
Tarchetti
il
spiagge
tante
lui, al
a
uno
sue
dell'onda?..,
secoli, bagnò
muore
studii!...
delle
una
istoria
nella
come
perchè
e
reve-
ragazza
proprio
medicina,
anatomici,
poeta?
ritratti
testa
italiane?... E
storie
una
»
recisa
Ricordi
i
d'idee.
la
sua
le
romanze
dall'amante,
intessuta
avrebbe
ne
le
pietosa
Cecilia
somigliano
ras-
come
abbandonata
Hoflfmann
alla
tratto
si
impronta
Qual
della
studente
seduttore,
soliti
caratteristica
manca.
viaggio,
loro»
lattea
via
una
testa
di
come
e
movere,
che
e
fra
svizzere
sono
brusca,
potrebbe
impressioni
po' troppo
Non
riana
si
drammi
nei
fantastiche
compagnia
TovSti.
preconcetti,
trova
non
queste
essere
un
^^3
arbitrarii
L'appunto
vorrebbero
dame
di
Re vere,
più ragione,
con
l'Ideale
tasticante
fan-
oliOy quei
Genova?...
Sono
Giuseppe Revere
224
che
pagine
libro
un
nell'
della
idolatra
troppo
sole,
esse
rivelano
che
le altre
perdonare
amante
valgono
fanno
e
autore
un
parola.
4-
ij Revere
Anche
al
insieme
comando,
fila
valore, tal
e
l'Italia
d'amar
cessava
desìo
fratello
liete
più
»
in
questo
Trento.
a
lui:
come
Emilio
vieppiù
lui
come
alla
aurore
Senza
il
Visconti
-
con
misero
posto
del
bollettino
di
consoli,
talora
alla
di
alla
po'
un
di
quale
la
giusta
superbi
nera,
amarezza.
dell'
questa
Nel
egli
libri
vinezza
gio-
doveva
non
quel
direttore
relazioni
mettere
Neil'
Osiride
e
poetici,egli sfoga
sonetto
Osiride^ inchioda
quartina:
di
raccolta
grammatica.
negli Sgoccioli, ultimi
di
posto
:
spirava
so-
egli
Venosta
Consulta:
consolare,
che
forse, neppure
ottenere,
potuto
libero
Trieste
amico
suo
non
«
Prati,
,
avrebbe
che
nativa
Giovanni
a
amaro
scrittore
uno
sospirava
e
innegabile
d'
sentir
salire
vide
—
lasciavano
quale
patriota
un
no?
uomini
con
d'inetti, da
nel
l'abbandono
chi
e
—
Silenti
là, in
una
ebbri
pagina
l'Ideale
Verso
A
me,
die
Punture
£
lo
Che
chiamò
cupa
volgo
lembi
pei quali
del
del
sulla
è passata
circo?...
Revere.
ed
sulla
qua' cerchi
Ricordate
Un
era
spilla;
attoscata
con
sdegno
or
pietà profana,
alla
turba
una
225
Tale
dì, v'era
di
la
pupilla
polve
carta,
umana.
laceri
smagliante
doveva
passata
essere
dentro
ed
a
lerizza
caval-
l'animo
sione;
l'illu-
scomparsa.
15
L
Il
del
maggio
IO
silenzii
di
lettera
questa
la
Cattaneo
a
del
morte
vedova
la
marito,
Pregiatissima
«
«
Col
lettera
che
«
Toccagni
Milano:
di
a
un
«
«
«
«
amico
che
io
sincero
ha
perduto
I
Tutti
I
La
parole
il
quando
ne
alla
uno
cuore
conoscevano
di
nostro
ed
sposo,
né
è
sì
saprei,
conforto!
è
dolorosa
del
disgrazia
consolarla;
tento
trovar
muto
1853.'
maggio
perdita
la
carissimo
volendolo,
è
Ella
non
IO
rispondo
m'annunzia
1
Elisa
Signora!
straziato,
cuore
lata
deso-
signora
Busseto,
«
veva
scri-
donna,
povera
Toccagni,
tore
Trova-
Venezia)
a
una
//
anno
Traviata
La
e
d'aver
dopo
riposava
stesso
dai
Verdi
Giuseppe
si
quello
in
Roma
per
(dove
Busseto
rappresentato
a
1853,
stretto
l'alto
Il
da
io
grave,
anche
labbro
dolore
ingegno
;
Luigi
230
io, che
«
ma
«
conoscevo
«
surare
a
soffro
«
fino
nelle
«
deir
amore
«
la
morte
«
In
questa
«
ranze
«
fosse
«
amico
io
ultime
gli
futuro
al
il
«
della
a
l'illustre
le
padre
«
che
mi
«
noi
piangiamo.
«
Con
tutta
da
stima
del
Verdi,
memorie
santissima
credeva
molto,
in
di
del-
degna
la
fa
del
amicizia,
mia
quella
come
all'Uomo
devotissimo
suo
Giuseppe
che
tanti
cenno
gran
servo
Verdi.
di
»
biografi
accurati
i tanti
dei
nessuno
amicizia
com^ella
dico
mi
fra
Verdiane
le spe-
occuparsi
per
anni
tanti
a
nessuno
—
coraggio
santissima,
e
«
Ebbene,
giojal
sua
renderla
grata
sincera
legava
beato
porta.
essere
gliela offro
che
pensando
dolore
e
che
"i
Egli,
fìgliuoletta.
troverà
suo,
soverchio
può
che
figliuolettariponga
e
mi-
quello
1
della
e
conforto,
nome
da
si chiamava
ogni
educazione
sua
Se
lettere
ne
posso
amico
troncato
deliziosa
cara
soffrire
moglie
ha
anni,
tanti
il cuore,
Povero
—
sue
della
di
ed
deve
1
stesso
da
intimo
quant'EUa
Maffei
Andrea
e
l'ingegno
e
superare
«
loccagni
raccoglitori
questa
generale, all'amicizia
antica,
che
Maestro,
e
di
che
non
l'ac-
Verso
cordava
Il
meno.
Luigi Toccagni
Domenico
Verdi.
Il
aprile
del
non
si
traduzione
d'altre
compilato
fu
fin
dagli
un
amico
delie
anni
artistici.
e
la
Cambiasi
accorrevano
da
a
musicare
bensi
;
lui
ma
il
(un
astro
interamente
dal
Toccagni
compose
tratto
dal
terza
vittorioso
musica,
in
I
era
il
sole
del
omonimo
di
casa
maestri
poesia
poeta,
vero
grandezza
il libretto
romanzo
la
Per
accurato.
di
siasmi
d'entu-
qualche
non
Verdi
maestro;
artista.
ottenere
Lon-
polvere.
del
Milano,
e
Toccagni
verseggiatore
Vacca)
sconti^
per
della
amava
a
mecenate
vecchio
un
passeggiate,
Toccagni
specialmente
gustava
Isidoro
Il
di
dello
Giuseppe
lotte
oscure
confidenze,
di
di
amico
pena
ap-
vecchia
Achille
con
24
sua
lui;
la
d'
pubblicazioni preda
Luigi Toccagni
la
Cristianesimo
frontispizio
italiano
il
di
sotto
nome
di
e
Giuseppe
Milano
più
del
sul
Sole,
di
a
di
quelli
lui, sepolta
con
legge quel
Chateaubriand,
e
amici
sepolto
Genio
fra
Nicola
si ricorda
del
dizionario
mai
veri
e,
bresciano
letterato
poeta
fu
nessuno
oggi
ghi,
del
Toccagni
1833;
231
appare
furono
che
memoria:
del
nome
Morelli,
altri
pochi
l'Ideale
maestro
eclissato
Verdiano),
oMarco
del
il
Fi-'
Grossi:
Luigi
232
loùcagni
l'opera fu rappresentata
di
Regio
Torino,
Andrea
e
la
volta
prima
cadde
e
Maffei
al
Teatro,
oblìo.
in
***
i
Il
Tóccagnì
anche
amava
Ogni
artistiche.
Hayez
di
e
dalla
belle
di
Canadelli
dì
facevano
giornali illustrati
tutta
le
seguiva
Rosaspina,
Boscolo,
del
Maddalena
Brera
del
incantevole,
soavità
In
vita...
di
la
a
d'
delle
quel tempo,
lacerarsi
alla
citare
fioriva
lavoro
del
quel Luigi
d'oro
cademia
dell'Ac-
della
Schiavoni
sfumature
nostri
Morghen,
l' incisione
magico
un
dei
allora
Raffaello
veneziano
che
intaglio, la quale
medaglia
per
d'arti
Carpano,
che
; basti
patrizi mecenati,
e
salvo
scuola
Longhi
vinse
Gemme
l'ufficio
poco
si noti
ma
tradizioni
che
di
la
;
finissima
una
nelle
Ripamonti-
press'a
strati
illu-
o^éX" Album
in
e
Francesco
venivano
amorosa
dell' editore
italiane
un
Induno
penna
del
arti
di
quadro
Domenico
sua
razioni
pittura, le figu-
la
di
delle
;
famosa
un
nudo
bulino
carni
per
e
la
letterati, musicisti, pittori
vivevano
prima
in
armonia,
occasioni^,
come
sempre.
E
lo
sapeva
il
Toccagni
che
fu
aspreggiato
l^erso
dalle
invidie,
egli
offendono
i
i diseredati
;
In
onori.
piccoli;
fu
perdita
Attilio
morì
ne
la
per
assai
di
Dal
ritratto
disegnò
alla
un
in
lapis
In
e
di
guerriero
e
a
quei
del
primo
immagina
Wagram?...
Il marchese
cenni
scienza
la
lineamenti
legale)
com'
che
guerriero
;
un
italiano?
combatté
a
Raab
così.
fu
di
Milano,
stravagante,
biograficidell'amico
nel
mente,
vera-
era
esercito
la
dolce
padre
egli
un
Villani
uomo
edita
Hayez
bonarietà,
di
glorioso
Filippo
Luigi Toccagniy
il fratello
dicono,
(ritratto,
scorgi
Eppure
inesauribile,
:
Francesco
che
soldato
un
La
adorato.
cari
e
dopo. Bell'esempio
indovinerebbe
mai
chi
Chi
nella
pio, religioso,
uomo
né
Verdi,
uti
era
dell'amico
morte
irritano
I
rassomigliantissimo)
schiettezza.
da
da' suoi
mese
Caino
che
singolarità,
sua
sentita
luminare
dolore
razza
né
che
amato
famiglia
(un
di
fortune
ne
era
nella
E
possedeva
Non
primeggianti
superbia,
ne
233
poi?...
ingegni
compenso,
bastava.
sua
perchè
e
quegli
di
uno
V Ideale
1854
nella
coi
tista
sonet-
dettò
fettuosi
af-
Strenna
tipiBorroni
Luigi
234
e
Scotti
Milano
a
ricorda
loccagni
; e, in
i fasti
appunto
Questi
subì
anch'esso
Bónaparte,
che
Andrea
e
militari
in
ruberie,
sanguinose
Nato
cagni
di
avventure
in
ventitre
I ) si
Ma
e
i
a
le
disagi
il
di
fegato,
biografo
Toccagni,
sembra
e
dal
anche
; il
di
Toccagni
uno
de'
lo
marcie,
presto
ruppero
che
l'impeto
nuto
soste-
di
tremila
Castel
sotto
primi
0
alla
il
;
caddero
a
Cerino.
pugna
che
Sorbier
generale
Schedoni
Luigi
aveva
Montefoscarino
Il
il
rammenta
»
ancora
,.
stento
travagliar
a
veliti
1
riere
car-
sott' ufficiale.
di
malato....
po' troppo
», e
rapidissime
cominciò
nota
reale
«velite
Verona,
da
il Toc-
1788,
presso
battaglione
potenze,
pre-
voglioso
affrettate
lUasi,
enorm
audace,
grado
quale
scendenti
un
il capo
passi
fu
il
languì
seicento
con
austriaci
ad
ne
sue
Allora,
fé'
vigor giovanile;
e
fragor
diciott'anni.
veglie degli accampamenti
lui
di
insoffribili
del
(bei tempi
delle
Napoleone
Paria
e
persona,
guadagnò
in
suo
soli
belligere. Si
mesi
di
tante
a
fine
a
della
Toccagni.
negl' italiani.
sulla
si fé' soldato
gagliardo
era
mezzo
militare
Brescia
a
del
riempito
d'armi, ridestando,
l'onor
il Villani
quei cenni,
il fascino
aveva
inumanità
Maffei
»
pochi
Egli
a
Raab
Luigi
236
della
Toccagni
dell'
Direzione
i numeri
delle
se
fra
davano
; lavoro
di
dal
III
cen^o
di
la
tedesco
dell'
Hurter,
VAtaìà
e
Catacombe
scrittore
«
a
immortale
soli
più
Raul
del
italiano
fu
anni
uno
eletto
Francia
«
stianesimo
Critanti
con
Rochette;
un
delle
Inno»
Papa
Genio
di
essa;
martiri
dei
lazioni,
compi-
elegante
in
di
di
Toc-
cataloghi.
letta
venticinque
segretario perpetuo
morto
il
dall'Accademia
»
di
di
giorno
voltò
descritte
che
lavoro
oltre
e
Il
librai-editori
I
Storia
(un
sospiri) il Toccagni
i terni!,,.
dizionàrii, di
di
blico,
pub-
diligente erudito
traduzioni,
proemii,
Tradusse
le
al
vevano
do-
soffitta;
una
e
avvilito.
n'era
peraltro lavoro
cagni
ambi
gli
meri
nu-
«
impiego
in
morire
ai
i letterati
che
-vero
Fra
Lotto.
nato
qualunque
campare
Toccagni
povero
È
volevano
non
dover
ma
polizze, egli ch'era
accettare
pur
Maffei
imperiale regio
MusaL.
della
»
Andrea
e
e
poi
immortale
»
Catacombe.
sue
*
Gaspare
letterario, ebbe
e
Venezia,
della
in
del
Gozzij padre
in
di
«
giornalismo
discendenti,
Locatelli,
Venepa;
Luigi Toccagni,
famoso
due
Tommaso
Ga^{etta
del
Glissons
e
nella
che
»
e
l'uno
a
appendicista
l'altro
appunto
letteraria
parte
nell'£'co
lista
mora-
di
Milano,
y'erso
ritratti
intercalava
V Ideale
237
morali, fisiologiesociali,apologhi,
critichette, novellette.
il
sociali, noto
volta,
una
di
nuovi
che
di
informatissimi
delle
tipo
al
dei
è
Il
Toccagni
per
gusto,
la
raggi
alcuni
le
amico
Beati
che
tempi
autori
lanti,
ambudei
odii
jeri ne
in
che
oggi,
disparte :
solo
Giuseppe
il
alla
«
Il
tutto.
Scala
e
epigoni
».
»
è
oggi
vecchia
una
immagine
ricordo
del
Verdi,
illumina
senza
e
il
Carcel
lampada
una
il
come
voltaico
arco
loro
come
redìmiti
la
è
Ah,
parere
erano
L'
ai
passavano
fan
eclissato
messa
di
gli
brillanti
celesti !
hanno
suo,
stessa
lorol
Luigi Toccagni
anche
gli
avventure
teatro
vedono
ne
«
i
moda,
Auer
nella
archivii
le
il Locatelli
e
Dominazioni
becco
E
se
scrittori
giorni
tutti
a
fortune,
Al
sereni.
e
quentatori
fre-
perpetui degli
tutte
scomparso.
imperterriti
vecchi
quei
d'anni
loro
delle
Manzoni
teatro
si chiamavano
capricci,degli amori, degli
ballerine,
non
Cosi
».
vecchi, degli interpreti vecchi;
dietroscena,
logie
fisio-
sue
vedevano
laudatori
e
le
assirii,terribili giudici dei
numi
tentativi,
si
ordine
lungo
a
sediafissa
Milano,
a
teatro
spettacoli da
sedia, simili
«
Fra
I
pada
lamdita,
sbia-
glorioso
e
ravviva
loccagni
Luigi
238
Ma
momeato.
un
contribuì
egli
alla
cultura
pubblicista,egli educatore
pubblica, egli,onesto
patrizie famiglie, dove
in
Maffei
Andrea
e
buoni
gettò
semi, che
fruttarono.
IL
E
ora
del
amico
altro
un
a
Verdi:
drea
An-
Maffei,
in
Venezia,
A
nella
precisamente
a
quel
la
si
Scala,
di
V Attila
Verdi,
facile
O
Il
perduto
Per
Mi
E
Poi
mio
temprar
destra
la
la
Andrea
V
Italia
ho
lo
Tua
Te
a
scettro
un
—
Maflei
quest'ottava
con
terribile
V
la
sua
del
me
fra
la
le
genti
suona,
degli
amarezza
immortai
mano
non
ragiona
e
eventi
coropa,
mio
pose
del
LOwe
possenti,
l'armonia
donò
la
numeri
di
trovator
nome
parole
Marini,
comune
volta
maestro:
(Cosi lieta
Se
le
esecutori
melodico,
l'ammirazione
quanto
prima
su
—
il basso
e
verso
l'acclamato
famoso
la
1846,
quando
marzo
17
per
del
sera
allora
rappresentò
Costantini
dal
espresse
per
Fenice^
Giuseppe
Guasco,
poeta
del
sera
Solerà, essendone
bizzarro
e
alla
teatro
festosissima
una
Rossini,
ai
crini.
l^erso
Il
si rendeva
che
poeta
degl' Italiani
Verdi
del
musicale,
; anch'esso
nelle
poi
dove
a
eccelsi
parola
e
il
traduttore
a
Milano
s'
in
di
casa
Gaf^e/fa
Clara
più
di
qualche
del
; si davano
doloroso
:
la
Clara
aveva
Giulio
i sonetti
una
semplice
il creatore
volte
incontrati
MafiFei
i due
di
e
dalla
Carcano,
era
steso
Passò
amici?...
per
E'
in
partita
tu.
Ma
separazione
tenuto
separazione
Grossi.
giocato
avevano
Andrea
parte
moglie
un
e
Giuseppe
dell' amica
fatto
della
coniugale
;
me
insie-
tarocco
avvenuto
era
lotto,
sa-
;
tessa
con-
Verdi
anzi,
all'atto
notajo-poeta,
Tommaso
questo
facile
celebre
testimone
stato
dal
quel
al
In
sono
,
d'Andrea;
punto
ap-
comprese
Eppure,
più
erano
Lo-
omaggi.
pur
Verdi.
d'un
come
proprie Liriche,
nemmeno
Giuseppe
per
torrente
non
delle
riceve
italiani; ma
nel
pubblicava
Liriche, parecchi
di
volume
ratore
ammi-
ufficiale
il MafFei
musicale
mento
senti-
Tommaso
dcìVAttila
edizioni
quattro
r arte
quel
dottor
che
quell'ottava
del
un
l'Italia
antica
parlando
Venepa^
esso
rapito
inondava
della
catelli,direttore
di
anch'
Il buon
luce.
239
interprete
era
allora
che
di
fiume
l'Ideale
qualche dissapore
arguirlo.
Per
con
di
fra
altro,
il
Luigi
240
Maffei
non
uomini
loccagni
era
della
prima
La
del
1
846
è
ricorda
fu
di
di
occasione
La
patria
in
in
applausi
di
tradita
Nelle
molte
delJ'
anno
del
estratto
polavoro
ca-
del
Macbeth
al
rantotto.
Quateatro
che
come
postilla
una
Verdi
intercalò
del
fra
Piangendo,
—
della
Pougìn
quelli
del
dal
un
a
telegramma
spagnuolo
tenore
e
c'invita.
Corriamo
—
paiono
frenetici
Venezia,
16
:
versi
teatro
il
avvenne
sime)
patriottiche tumultuosis-
Fratelli, gli oppressi
Questi
Maffei,
direbbero
luglio
Giuseppe
Maffei
i versi
Piave,
dal
(il Macbeth,
scene
Andrea
nome.
suo
rivoluzione
il
Caponi
aneddotica
Vita
che
suo,
Schiller.
Venezia
Jacopo
verso
rappresentazione
22
vigilia della
di
Fenice
il
sopra,
fiacco
Riproducendo
La
cui
il
un
Federico
alla
era
del
scritto
prima
segui
di
Si
di
la
;
; il libretto
dopo
fu
separazione
Masnadieri
dei
rancori
maggiormente
separazione
burocratici.
giugno
serbar
Masnadieri
dei
Maffei
più poderosi
illustrare
Il libretto
i
da
uomo
d'ingegno
potevano
Andrea
e
salvar!
;
ma
Palma,
fecero
grida all'Italia,
suscitando
lettere
il
fra
giro
scintille.
nuove
del
tati
can-
Verdi
all'amica
sua
l^erso
Clara
al
riconciliato,
a
(c
scriveva
leggo
moglie,
Ad
rifiuto
il mal
risposta dielVerdi.
di
«
e
«
dei
M
quello
musicare
del
d'aver
brindisi
nel
a
Felice
lui, che
«
da
«
pel
«
chio
«
se
a
sugli
s
Stivali
suoi
non
in
Verdi
del
e
due
Andrea
musicare
del
Ecco
MafFei
le
Odi
incapace
di
che
aveva
;
stupendamente
Masnadieri^
nei
e
!...
adamantina
tempra
ciò
che
gli
non
d'
di
pregato
un
del
flessibile
no.
1871
inflessibile
(in
va
vec-
che
scrivere
di
detto
maggio
il carattere
tratti
la
anacreontico
avrei
29
quello troppo
MafFei.
Verdi:
mia, invece, è così molle,
avesse
guardo
ri-
giunse
il desiderio
mi
lettera
mi
tutto
Verdi
Questa
alla
preghiera:
una
anche
La
amico.
il
ha
fosse
verso,
umore,
il vino
respingere
poter
Giuseppe
genere
sua
Mescetemi
^
anni
di
Macbeth^
Maffei,
sconforto
di
musicati
scrissi
che
ultimi
Ricusa, dicendosi
poesie
dimentica
il
che
parole
queste
accrescere
a
un'allusione
lettere
negli
reciso
un
241
lette, neppure
me
Invece, nelle
marito.
a
da
MafFei,
l'Ideale
certe
»
finisce
dedel
cose...)
si trattava:
pregato
d'Anacreonte
il maestro
da
di
lui tradotte,
16
Luigi
^4^
nella
Taccagni
Il traduttore
dello
tradusse
V Iliade
tradusse
gli
scolaretti
peraltro, che
cime
e
del
il MafiFei
infiorato
di
di
quale
rendesse
che
letterali
che
miare
rispar-
per
impedì,
non
la
con
Maspero*
sua
Anacreonte
sione
ver-
superasse
il greco;
bene
sapeva
latina
prosa
Maspero,
Ciò
il
sapeva
Monti, che
nascosto
toccasse
insuperate, che
il
in
versioni
tradurre.
il Monti
Pindemonte,
che
dalle
acquistano
fatica
il
Paolo
come
V Odissea
la
il
e
Ricordi.
Byron
come
versione
dalla
Mustoxidi,
del
e
nulla,
o
dal
approntata
Schiller
di greco
pochissimo
del
edizione
signorile
Maffei
Andrea
e
nuovamente
rose.
Il brindisi
il vino..,
Mescetemi
allude
cui
drea
An-
Maffei, comincia:
Mescetemi
il vino
Fra
Tu
gaiidii
Amai
; m'
Credei
Follia
E
de*
vita
finisce
afferma
de*
Ricordi,
no.
solo,
non
sei
seusi, dolcezza
due
primi
anni,
prima
l'editore
Verdi
di
menzognere
del
:
cor.
fatali,
senz'ali...
fantasma
strofa.
Giuseppe
bicchiere,
o
sguardi
fanciulla
T amicizia
colla
di
terreni
infiammàro
musicato
Giulio
! Tu
Ma
illusor....
lo
questo
Giuseppe
ha
mente
vera-
brindisi?.
Verdi,
mi
Luigi
244
r
alienista
loccagni
Andrea
infinite,
nulla
il
ecco
nelle
sue
del
Verga
di
^
lo
che
che
bre
tene-
Verga
senatore
amicizia
d'
Verdi,
Giuseppe
stesso
espansioni
care
vedeva
non
leopardiano.
aneddoto
un
Maffei
Andrea
Verga,
proposito
A
e
mi
tava
raccon-
:
Entrambi
la
si
eh'
disse
al
era
quasi
Maestro
la
—
E
—
Nella
—
possibile.
di
sempre
d'un*
amica,
Negroni.
faceto
umore,
:
io
Maestro,
casa
Morosini
Giuseppina
contessa
Verga,
in
trovavano
Ma
negligenza
supero
in
che
nelP
cosa?
andare
al
Senato.
Il
TOMMASEO
NICOLO
(brevi
ricordi)
il
Verso
1874,
dalla
d'aria
provvista
benché
dove,
in
col
toscano
libri
svariati
su
del
l'impronta
eh'
dire
egli
le
Era
la
titano
un
Muratori,
sete
scrittore
del
il
di
scrivere,
moltissime
idee
e
lasciava
Si
paralisi
può
diva
irrigiuscivano
labbra
aforismi.
come
di
pagine
intelletto.
sue
e
giovane
quali
La
dalle
e
colto
nelle
dettando.
labbra,
sue
profondi
ancora
il
morì
in
metteva
numerose
singolare
casa,
caminetto,
un
—
argomenti,
suo
a
sua
bile
instanca-
si
un
lettere,
numerose
—
a
la
tornava
Colà,
segretario
suo
fare
lavorava
rivolto
cieco,
seo.
Tomma-
a
poi
gioventù.
dorso
al
dettava
Nicolò
luce;
ogni
vecchio
usciva
di
e
vedeva
un
settuagenario,
come
piedi,
Grazie
letterato
grande
si
venerabile:
barba,
nivea
Il
di
alle
passeggiare
giorno
Firenze,
a
che
battagliero
lavoro
intellettuale,
Cantù.
Sentiva
diffondere
gli
nel
fremevano
pronto
il
nel
a
ogni
come
bisogno,
mondo
cervello
momento,
le
;
pensatore
ferrea
solenne
gfave,
antichi
La
memoria»
venerabile
più
ancor
di. stragrande
continuo,
getta
a
di
agli
Tonttnasé^
Nicolò
248
pensiero,
sventura
il
e
patriarca
un
;
il
e
animo
suo
suo
fido
lo facevano
ideali, sdegnoso,
a
lo rendeva
cecità
; questa
dizione,
eru-
migliare
rasso-
appropriato più
nome
,
a
lui,
che
di
Voltaire, patriarca
alla
dalmata,
questo
e
al
che,
I
sofferto.
de'
pietoso
Dalmazia
sua
mia,
il tuo
da
che,
reciso, dolorosa
in
Scarsa,
Dalmazia,
ben
Patria
lui,
a
di
E
o
te
Turca
e
d'altrui
viva
non
così
ed
vivo,
noja.
la
e
altrui
vita
dolor
con
Itala
né
tua
ben
ha
chi
di
s'infonde
Francese,
e
fosti
te
quale
la
i^
nome.
corpo
come
amò
genti,
superbe
mo
lavorato
aveva
Tommaseo
il
suona
Spenzola,
Ne'
l' Italia
connazionali.
loro
1802,
nel
letteratura
guardavano
amore,
braccio
Siccome
Serbica
Sebenìco
della
per
pietate alle
o
poveretta
Mezzo
a
revano
cor-
il Tommaseo;
1
Spregio
Ó
nato
Dalmati
più grande
intenso
che
Italia, e
d'
Thierry,
vedere
storia
nella
grandeggiava
derna
nel
mente
testato
de-
nomi
I
Ferney.
Milton,
ciechi, Omero,
d' illustri
al
biblico, che
del
tanto
aveva
mai
nacque.
:
}
Verso
E
più
in questo
acerbo
vera
e
non
Nicolò
facile
Nel
r
non
via
corre
descrive
Ma
quanta
in
.
.
.
scultorie del
della
sua
pensare
/«/i?rwocon
Che
suo
persona.
scultorio.
di
tanto
Sebenìco;
di
eliclo,
figura
sua
svelta,disinvolta,
come
quella forma
forzai
patria
prosa
T Yriarte
i suoi
alle
periodi
figureche
di
cappe
bo.
piom-
stringata,quante idee,
egli non
cosa
tratta?
ratura,
Lette-
educazione,
filosofia,filologia,
politica,
morale,
romanzo,
Cristoforo
con
tutto
slancia
ai
»
El
Colombo,
r ardore
l'uomo
Il
e
e
senza
Leopardi
«
pare che
mundo
cristiano
cieli,a Dio,
egli creare
morte.
ppesia;
es
Dio?
naufraga
ripetacon
perchè,
poco,
di cui
domanda
it
travagliata.
alto rilievi. La
sono
nelP
,1^
il dolore
che
la vita
le linee
lenti ; fanno
incontra
chiuso
monumentale
era
le ragazze
procedono
Dante
pace
stile, v'é
pagine
sue
è
atteggiamento
stesso
suo
Molte
in
e
ritrarsi per
volto, per
^
fìsso focolare, non
non
Tommaseo
a
-^
4el -Tommaseo,
perenne
aveva,
245^
^
A
-—
t
verso
iiltjjnó
finir sicuro
dove
^Ideale
'
I-
è capace,
:
«
Che
Nemmeno
dolcemente
si
può
la
»
Nicolò
35©
nel
il Tommaseo
Infinito;
dell'
pelago
Tommaseo
lo
leggia
ve-
pregando.
In
lui
si fondono
slava
per
parte della
r italiana
per
Si scorge
lo slavo
r italiano
in
in
Sua
madre
del
padre
in
un
Filippo Bordini, poi
guidò
i suoi
Barbieri,
Giuseppe
in
Cristianesimo
era
più
lo
dello
stretto
le
dalle
il
E
volte
il
lo
necessità
le
Antonio
che
Nicolò
nella
beli' abate
predicatore famoso,
Chateaubriand,
che
allevato
venne
del
quasi
nava
soggior-
all' Italia
dove
la
cato
edu-
Sebenìco,
idee
protesse
ammiratore
Tutte
zio
stato
di
classica
forma
donna,
stato
suo
vescovo
Padova,
a
sitivo,
po-
Italiana
era
era
studii.
primi
penisola, passò
Ma
altro
una
uomo
sospirava 1,.. Si imbarcò,
Tommaseo
chiudeva
padre
Italia
Italia
in
Roma:
a
Suo
forma
in
come
madre,, povera
suo:
zio, poeta:
suo
di
afflizioni, pregava.
da
addolorata
vaporose;
concretezza
sua
sogno.
mercante.
italiano.
idealità
sue
stringe quasi
e
il
Girolamo
padre
la
razze;
Cheesevich,
Caterina
certe
quella
anche
morsa
del
due
nature,
madre
parte
incornicia
che
due
che
Genio
del
protesse.
Rosmini,
di
cui
fanatico.
il
aveva
giovane
bisogno
Tommaseo,
di
denaro,
La
pioggia
ombrello,
sfanga
nefattrice.
dair
finche
fa
vedendolo
di
ricca
e
Quella
meraviglia
con
soffrire
a
in
Io
la
E
mi
non
prega
studi,
non
Tommaseo.
infinito, la
Italia
ella
Egli
pose
la studiò
mi
da
nata
desti-
«
chiostro;
uscire
a
fradicia
arena.
il
»
lago
dall'alto,
freddi
non
la
la
quasi sugli
moralmente
lungo,
a
e
gli
»
amare
studiò
una
votarsi
a
battaglie
gioie,
»
nota
la ritrae
o
misto
una
parla
riguarda
i dolori.
devono
le
più
affetto.
(egli dice) lungo
le
le
un
soffrire nel
durate
molli
vani
a
infiammata
ora
retta.
car-
guarda,
andava
Ei
suora.
tuttavia
donne
Le
di
era
in
ferma,
mondo,
o
veggo
sonante...
della
delle
presto di questa
«
gli
giovane
la
nel
premio
perchè
«
s' imbatte
Il Tommaseo
Dio.
lo
signora, accompagnata
di carità.
suora
propria
indovinando
e
meraviglia,
Desenzano,
giovane
e
di
compassione,
nella
sue
d'esclamazione
accento
un
d'ogni parola,
Presso
a
in
alle
commosso
civile
bnjo,
nel
campagnuolo
il
difeso
mal
e,
lungamente
d'aspetto
dà
potente
coglie;
posticino
un
All'aurora,
miserie,
lo
campagnuolo,
un
preghiere, gli
e,
Tommaseo
Nicolò
252
donna
altari.
più
del
memoria
culto
con
Nessuno
di lui. A
in
Parigi,
yerso
chiamerebbero
lo
oggi
conoscono
un
serve
commedie:
si
padrone, che,
Evo,
come
a
Noi
la
d'
un
innanzi,
a
piedi nudi^ pallida, coi
estenuata,
La
;
la
nel
cuore
che
arde
e
lo
ella
di
D'un
non
ardisce;
un
tutto, ed
fosse
signora
affetto
egli
e
severa.
La
Lucca^
alcune
quasi
A
di
presso
foglia^
e
esser
Una
lo
ella
quieta,
in-
vede,
altera, come
sentimento
a
affetto
La
fine
è
poemetto
di
e
del
prosa
poesie profonde
e
s'unisce
schiavo.
michelangelasca
cieco
una
finezze
bene;
che
patetica. Questo
di
la
un
;
turbata
ed
i propri
tratti
soffrire;ed
fa
esce
rossi,
fronte*
pietà
l' affetto
lo
venir
labbri
la
Alla
ammala.
al
vende
commosso,
vescovo
profumo
nascoste,
l' ascolta
castaido
dal
vescovo
del
sommamente
un
il
tormenta,
comprende
se
che
poverina
al
racconta
prelato
vuole
consola,
ma
il
e
schiava
flagello sulla
del
solco
infelice, percossa,
guai
è
col
e
proprie
vediamo
castaido
di
una
sangue
inutile, la
merce
vescovo.
le
giovane
percossa
ottave,
d'
tratta
leggeva
d'una
tratta
Medio
del
bianca
si
il Molière
cui
in
poemetto,
?.». Non
serva
a
253
fémiriiste. Quanti
un
sublime
suo
Una
intitolato
quelle
l'Ideale
e
Sacco
affettuose
vedovo^
serva,
zia
gra-
Piaghe
formano
Nicolò
^54
la
artistica
corona
eh' è
che
Sotto
i
Forsie
ti
sul
sovente
Morta,
ti penso,
simpatia
per
della
ti
calpesto.
tuo
te
mi
ramo,
pensai:
non
t'amo.
che
sento
raffina,
gli
umili
caduti
per
una
foglia
morta.
unita
alla
è
sensibilità
si
La
larga
affetto
dell'universale
visione
profonda
di
richiamo
mite.
con
e
cadesti
brezza
verde
e
esplica
raffinatezza
la
a
lagni perch'io
viva
si
cominciano
foglia
una
piedi,
Passai
persino
e
lieve
miei
Mentr'eri
La
critico
così:
squisitamente
Foglia,
Tommaseo,
qual pensatore,
A
terzine
del
decorosa
più
sopratutto
onorato
filologo.Le
e
lommaséó
stiano.
cri-
*
*
*
esercitare
Per
di
critico
di
passare
Antologia
da
va
Milano.
in
a
del
Soppressa
Corsica, di cui
quindi
perchè
a
che
Vieusseux,
Venezia
dove
francamente,
V
ottenne
collaboratore
lo
chiamò
Antologia,
raccoglie 1
la
pensatore,
Tommaseo
qual
Firenze,
di
qualità
tre
filologo,il
di
e
le
arditamente
apposta
il Tommaseo
canti
polizia
della
lo
popolari ;
imprigiona
italiano
;
ma
t^erso l'ideale
il
trionfo
in
porta
e
sollevato
popolo
saluta
lo
Governo
il
il
cuore:
voci, di
maestri
soffrivano
e
deir eccelso
Venezia
il
facezia
Ma
non
ricordi
resistenza
fé'
popolo
mai
va
gli
calma,
sulle
labbra
affamate
e
spesso
e
pari
nome
in
Quarantotto,
che
compiva
tanta
Il
austriaci
il mondo
veneziano
i suoi
disgiunto
del
contro
altre
dell'era
quelli
e
appunto
stupire
ascolta
sofferenti.
ai
con
serenità,
occhi
insegnavano
amò
sopratutto
pur
da
tato
rispet-
ch'egli
Tommaseo
Dalmata
che
oggi
nome
e
caro
popolo
diversi
Nicolò
dai
quella
che
ben
cui
in
santa
il
d' illuminare
popolo
del
capo
memorie,
risuona
tentò
che
Manin,
Marco.
San
delle
città
carceri, lo
Daniele
con
popolo: quel
fortemente,
nel
dì
Tommaseo
fra
da
la
dalle
magnanimo
questo
provvisorio
Nicolò
di
libera
le vie
per
con
Venezia,
A
lo
255
col
dienti
asse-
pur
tavia
tuttanta
con
coli' arguta
sorriso
negli
moribondi.
poteva
Manin?...
Daniele
Manin
pratico, risolutissimo
poeta,
circostanze
serbare
il Tommaseo
:
ideologo,
; tanto
è
vero
era
accordo
il Tommaseo
e
non
che
azione,
tutto
uomo
si
più
era
adattava
tardi
col
il
rato,
lettealle
Manin,
Nicolò
256
neir
esilio
in
sacrificare
i
nel
la dinastia
fino
nella
più
di mille.
la
prete
sima
più
re.
il
si
nobile
e
luì,
A
me
nel
come
Ricordo
una
potevano
Luzzatti,
spiegare
allora
nel
nuovo
deputato
e
battè
com-
potere
monde
le
alla
piis-
vedere
le
Guardava
lettera
venire
ad
scritta
me
delFenergia
regno:
il
contro
piaciuto
sua
israeliti italiani
cento,
il
Cinquecento
giovinetto [sinite
parvulos
parla degli
di
battaglia
Chiesa.
dal
penna
devoto,
et
sarebbe
nella
vigore
dairalto.
Rome
densa
più
Colonna,
novo
più
stringentìssima
libro
suo
valer
;
avrebbe
della
lavoro
cattolico
Quantunque
Vittoria
infuso
a
di
eloquenza
temporale;
cose
del
solo
rimase
nulla
e
tare
aiu-
Italia unita
repubblicano
mai,
ebbe
consapevolezza
con
è
nulla
vivendo
accettato,
d^un^
di
per
il Tommaseo
Savoja, e
inflessibile
regno
necessità
repubblicani
di visamento
di
air ultimo
nuovo
ideali
proprii
la
conobbe
Francia,
il Cavour
con
lommaseo
lodava
facondo,
poi
/,. )
che
Luigi
operoso
ministro.
Daniele
Manin
a
mandò
Parigi.
Più
il
Tommaseo
tardi, quand'ei
sciatore
ambavoleva
Verso
in
passare
di
contro
Piemonte,
lui ;
l'Ideale
ostili
il
ma
Massimo
genero
s' innalzano
barriere
adorabile
«
il
scrive
»
i voti
d'Azeglio, e
che
l' uomo
Manzoni,
definisce
Tommaseo
257
del
al
pròfugo
esauditi.
sono
Se
Sebenico
città
è
d'elezione
la
studii
della
monumenti
lingua
compiuto,
italiana
alla
;
spese
poi
e
dell' opera,
edizione
lagna
di
quell'amarezza
con
pagine.
«
fornito
Il
un
e
Una
nel
agi
suo
tesoro
quelli
a
un'
alla
di
sul
citazioni.
Vico,
dei
che
a
pirati
s' impadronirono
tempi
studi
fra
di
tima
ul-
se
ne
sue
mi
dia
avrebbe
»
è
Commedia
Divina
Gasparo
su
paese
sue
Neil'
stilla in tante
in altro
I suoi
contano
dasse
man-
il Tommaseo
famiglia.
intera
commento
monografia
pieno
che
un' opera
campamento
lo
pretendo (egliscrive) che
Non
sino-
Appena
storpiandola.
Milano,
stano
re-
stesso
librai
tre
dei
che
pubblicò egli
compì
Dizionario
Milano.
a
editore
un
due,
uno,
il
vi
la
quali
T^i^ionario
ideò
lo
Lo
luce.
de'
lingua
il
e
trovò
non
Egli
imperituri :
Quest'ultimo
nimi.
di
è
Firenze
nativa,
Tommaseo.
del
quei portentosi
due
città
i
sul
più
Gozzi
Rosmini
accurati.
ci
porta
quell'atticoingegno.
E'
17
Nicolò
258
lo
lui
in
perfetta
scrittore;
scritti,
suoi
di
pensieri
atteggiava
gola
usciva
l'uomo
è
solcati
da
le
il
come
miele.
fra
dalla
Egli
cose.
ma
del
e
tivo:
cat-
talvolta
drago;
ruggiva;
gola
le
d'alti
vendicativo
impeto
e
e
continui
lampi
del
Tuomo
innumerevoli
negli
tutto
armonie
di
scaglie
leone,
a
spesso,
e
qualche
aveva
fra
corrispondenza
la
fede
in
scattava
Jommase
leone
dalla
si
sua
biblico,
COSTANTINO
L
NIGRA
E
T
T
E
R
Al'
O
Ascoli
Graziadio
all'Istituto
1889
lodi
con
Lombardo
molto
labbra
di
preziose
illustrazioni
aula
essi
alle
s'
accinse
quale
studii
gli
E'
si
dell'
e
fecero
l'
onora
eco
studioso
del
opera
brilmente
feb-
quale
qualche
la
Nigra,
di
uomo
dal
che
1854
alle
il
ricerche
della
Costantino
popolare
poesia
cominciavano
esse
del
popolari
di
nome
Piemonte
pubblicati
appena.
da
,
Un
città
una
sapere;
solo
stimoniare
te-
a
guadagni,
al
Pochi
(i)
Stato
e
moderni.
lega
Canti
sùbiti
giornali,
Allora,
(i)
in
che,
amore
grandemente
copiose
raccolti
erano
ai
Canti
"
con
Nigra.
discorrere
a
dei
sue
,
portavano
Nei
lodi.
sulle
pubblicati
rivolta
lettere,
e
il volume
melanconica
dell'
Milano,
rare
Costantino
da
queir
perchè
Piemonte
„
in
scienze
del
giorno
un
di
sapiente,
sommo
del
Popolari
in
presentava
voi.
di
596
pag.
in-8
(Torino,
Loescher).
Costantino
Nigra
parata.
com-
Inu-
Nigra.
tile
qui
non
disdegnavano
Si
mori.
il
amante
secoli
lunghi
fra
nelle
perle disperse
da
ignoti
patimenti
del
false
grandezze
tenace
mocratico
de-
civili, o
e
dire
stocratico
ari-
nei
e
mente
ufficial-
vere
o
a-
tìtolo
a
altamente
e
elette
d'
e
Tommaseo,
letterarii
guise
le
verso
di
che
della
trono
seminati
popolo,
negl'intenti
disdegni
le
Nicolò
del
studioso
e
dal
gì' Italiani, citare,
di
nome
letterati,
scendere
popolari
deve,
d'onore,
dei
rintracciare
canti
per
letterato
nomi
di
per
ingenui
cantori
i
ripetere
dotta
poesia
d'
Nigra
Costantino
264
costituite.
Il
cominciò
Nigra
le
di
pubblicazioni
prime
»
canzoni
nel
popolari
periodo più agitato
nazionale,
di
tetto
dal
Piemontesi
Gamillo
al
più fecondo,
e
Cavour,
GÌ'
parte.
vedere
Italiani
in
Cavour,
dolevasi
di
nei
imitava
quale
aver
nel
robusti
con
il
non
accolse
che
delia
reggitori
in
del
gimento
risor-
e
cosa
e
pro-
piccola
non
da
letterati
parecchi
e
prestò
avvezzi
sono
1860,
egli, allievo
quale
...
al
1854
più
secoli
poeti,
a
plomatici
di-
dei
pubblica.
millo
Ca-
Parlamento
pieno
compiti degni
studii
rarii,
lette-
proprio gabinetto quel Nigra
sciolti
entusiasmo
La
Rassegna
la colorita
di
Novara
maniera
del
Verso
'\
Prati,
mezzo
alle
decidere
dei
in
e
dovevano
spigolando
al
Adesso
alle
soltanto,
atti
alle
avvezzo
di
nelle
di
si
che
taglie.
bat-
nuove
sono
tati
repuchi
eppure
pensiero
e
può
un'acutezza
amministrazioni
recare
di
è
derazioni
consi-
investigazioni pazienti, alle
profonde
che
e
consacrano
letterarie
e
agli ufficii pubblici;
critiche
agilità
libertà
il sangue
coloro
nei
cantate
la
per
discipline filosofiche
poco
d'Italia, andava
vernacole
domani
che
diplomatiche,
destini
insanguinati
attendevano
26^
note
rime
rozze
ieri
campi
ì^Ideale
una
vedute
che
an-
più complicate
più
e
ardue.
Nella
di
corte
letterarie
del
italiana
di
alcune
di
giornali.Nelle
Corti
seducenti
dal
bene
Eugenia.
sovrana,
Il
dal
Il
;
bel
un
si
le offrì
forse
nei
più
articoli
tanti
e
alla
più
guardevoli
ragdelle
discorrere
elegantissimo
corte
Manzoni,
in
plomatico
di-
trice
dell'impera-
fé' trascrivere
Alessandro
e
di
d'Europa
nella
Nigra
vecchio
Cinque maggio
e
giovane
accetto
dubbio
senza
giovarono
diplomatiche
note
salotti, si fece
arti
:
Parigi, le grazie
a
Nigra giovarono
dell' unità
causa
III
Napoleone
omaggio
per
la
l'ode
proprii
Costantino
266
versi
; versi
allusivi
ben
ancora
gentili
Nel
d' Italia ;
che, mercè
tutti
Veneto
Nigra
(a quel tempo
l' imperatrice, le
allusiva
a
così
i865,
gondola^
a
ordine
solcare
piacque
che
III.
HI, il
stria)
dell'Au-
mano
Il
Nigra,
al
e
Il fatto
—
per
barcarola^
una
schiava
noi
da
e
"
muto
avvenne
:
Nel
per
lui
in
a
regno
Napoleone
offrì
ancor
Napoleone
„
nuovo
all' Italia,
piegare
imperatore
di
ancora
unito
Venezia
e
appunto
era
da
bramava
si
col
alte
cose
del
T influenza
venisse
accenderle
di
ambasciatore
allora
e
egli
donna.
1865, Costantino
Parigi, quale
ed
noi;
per
suaditrice
della
cuor
imperatrice
potente
simpatie
poesia,
nel
la
libera
tutta
non
italiano, voleva
e
della
patria
che
accese
ambasciatore
mezzo
alla
sapendo
nutriva
non
letterato
Migra
i
giornali
veneziana,
gondola
vera
una
di
raccontavano
il
all'
di
lago
di
prendeva
diletto
barca
veneziana,
venire
apposta
Costantino
guidata
da
cullarsi
da
Venezia.
Nigra
Francia
,
di
un
E,
compose
e
Il
Fontainebleau.
imperatrice
fabbricata
III
dell'imperatore Napoleone
nella
dono
,
elegante
quella
e
posta
Eugenia
gondoliero
in
una
dedicò
fatto
sione,
occa-
al-
268
Costantino
il
Sovra
Che
Donna,
se
Tuo
che
del
a
all'Adria,
esangue,
Venezia
e
il
langue.
aspetta
e
"
due
umiliarla;
il
e
regni,
Veneto,
da
francese,
sovrano
ancor.
imperatore
muto
l'Austria
per
mani
riva
ignuda,
dopo,
l'Italia
quando
a
solcando
vive,.,
contro
placido
quando
a
in
Soffre
Ma
il
imperator,
Povera,
anno
ridestar.
verrà
Il muto
vendetta
caso
a
lago
Teco
aspetta
e
a
venga
Digli
d'alighe
della
il di
Lo
L'
letto
suo
il Leone
Posa
letterato
Nigra
gliava
sca,.
Prussia
la
e
nelle
ceduto
veniva
questo
noi.
L' ambasciatore
Vienna
il
cui
state
erano
studii
sui
canti
di
diritto
ben
il
primo
r identità
popolari
che
sono
tolte
nei
affermarsi
d'
dice
una
comuni
presso
bellissime
le
ardore
gli
antichi
quali egli
antesignano.
a
—
numerosa
ai
di
Corte
annodare
con
popolari,
egli
—
alla
passato
fila doveva
italiane, ripigliò
terre
fui
altre
dove
monarca
Nigra,
indicare
"
ha
Io
mente
chiara-
serie di canti
paesi
Romanzi
l'Ideale
Verso
aventi
inferiore
nella
e
identità
queir
raccolta
farà
che
più possibile
deir
se
dubbio,
più
popolare
Alta
futuri
sanno
anche
abbraccia
mia
Francese,
quella poesia
su
non
I
Portoghese
e
media
la
e
conferma.
poesia
studio
uno
Italia
Castigliana. Ora,
certa
Catalana
Provenzale,
le
più
della
commentatori
popolari
fa
esistono
non
nelP
cioè
Spagna
non
ne
che
e
paesi Romanzi,
altri
negli
e
Celtico,
substrato
269
mai
ora-
è
non
le canzoni
fra
Italia, e, prime
queste,
Piemontesi.
„
Questo
vastità
solo
di
prima
regioni
grandiose
Nello
Nigra
Dopolare
o
move
i
due
fatti
del
che
per
rami
dell'Alta
e
quello
Nell'Alta
Ciò
gretto,
che
a
assume
una
il
parte
è
di
fatti,
Popolari,
della
—
poesia
Italia, che
dell'Italia
è
feriore
in-
romanzeschi
soltanto, l'amore.
l'amore
canto
ricco
Italia,il popolo
storici,racconti
mezzodì,
scalda
Canti
grandi
quello
lirica.
rima
Italia
e
e
frasi, ma
ai
premette
famigliari, e,
Neil'
di
narrativa,
è
che
in
capire quale
pensiero.
misero
parco
italiana:
generalmente
mette
far
a
proporzioni.
delineati
sono
il
corre
parere
studio,
il
che
può
vista
basta
accenno
il
che
nume
popolare:
o,
se
non
l'amore
sempre
nell'Alta
ralmente
Friuli,
mirabili
per
la
suona
E
lirica
noto
di
gene'
tiva
narra-
singolari
canti
dell'anima,
per
narrativa
friulane,
villotte
zioni.
ecce-
popolari
filosofi espresse
la
un
tenze
sen-
camente,
liriè
tradotta,
:
gli alberi
chiomati
braveggiano
di
son
le
così
fiori,
giovinette
nei
son
primi
amori.
un'altra:
Che
La
un'
mi
pare
Bagna
il
del
Nigra
Friuli.
del
mattino
del
sentimento,
della
il fior
ron
riso:
:
il fior
rugiada
col
paradiso.
ancora
rugiada
bocca
angioletto
un
già dal
Bagna
La
che
parla
altra
La
quella
non
Sceso
Ma
la
signoreggia;
Benedetta
E
predomina
di alti
Quando
E
Italia
degne
Anche
Se
che
dovizioso
delle
così
disse
veri
Una
scarsa.
ben
accenti
morali
detto,
Egli
poiché
generalmente,
Nel
letterato
propriamente
dell'animo.
affetto
:
Migra
Costantino
270
sera
del
pentimento.
s'occupa
Rileva
bensì
della
che
la
poesia
ciale
spe-
poesia degli
t^erso
V Ideale
è fiore
stornelli
Strambotti
e
inferiore.
E
trovo
poesia popolare
una
strambotti
cogli
di
Invece,
infatti, in
in
diffuse
sono
nella
in
nel
ma
modo
è
di
in
diverse,
quella,
come
piante
tombe
spesso
di
temi
razze
a
due
sulle
L'identità
amanti.
Parecchi
mondo
delle
s'abbracciano
e
tema,
il
tutto
abbondanti
Provenza,
comuni
sono
poetica,
soavemente
due
altre
Portogallo.
italiani?
(ad esempio,
riscontri
net
nità
affi-
vera
domestiche
e
italica
terre,
straniero
stornelli
ripetizionie
narrative
canzoni
abbia
regione
Piemonte)
Catalogna,
che
nell' alta
nel
già
paese
romanzesche
ascolti
volano
qual
cogli
e
dell' Italia
indigeno
caiv{oni
che
271
che
scono
cre-
di
separate
solo
non
narrarlo, persino
nel
nelle
rime.
è
Non
della
e
dello
il
qui
fioritura
stornello
narrativa
forma
Italia. Accettiamo
che
sfavillano
accogliamo
che
luogo
non
levigate.
emanano
spiegare
particolare
nell' Italia
nei
il
canti
dello
il
vero
cuore
da
dalla
inferiore,
popolari
molta
e
della
dell'Alta
le bellezze
materia,
rozza
palpiti
tivo
mo-
strambotto
fatto, ammirando
talora
nel
di
di
sentimento
poesia
di
forme
e
Costantino
272
Nigra
*
La
raccolta
del
della
canzone
varie
lezioni
Donna
donna.
al
Lombarda
gli
(In
del veleno
e
lo
sette
o
da
nove
chiama
o
E
—
un
bambino
padre,
da
dal
il marito
parla
ovvero
—
attossicato.
o
da*
Il marito
di
Fatelo
Chiede
orto
La
zone,
can-
o
—
bere.
in culla
che
quindici anni.)
amore
marito.
tuono
versioni
mesi,
d'
pestatela,e
torbido.
dal
alcune
al
il
—
riassunto
:
nelP
cano
re-
offrono
come?
andate
il vino
è
è
marito.
chiede
e
intorbidato
—
sette
il
ha
si
della
cosi
richiesta
che
che
s' accorge
Toscana,
efficacemente
indica
cui
Piemonte,
essenziali,
vino, propinatela
assetato
fu
tratti
egli :
il marito
la famosa
L' argomento
; troncategli la testa,
serpente
che
la
Marche,
le
il seduttore.
Ed
—
il
oltre
Lombarda,
dice
morire,
la
ai
risponde
nozze,
di
Nigra
stesso
—
Lombarda,
identiche.
ridotto
dallo
con
versioni:
quasi
9
Nigra. comincia
Donna
Veneto, l'Emilia,
letterato
:
e' è
un
latela
mesco-
Giunge
Donna
Il
rito
ma-
donna
dice
vento
rino.
ma-
è avvertito
di tre, quattro,
miracolosamente
una
dice
ragazza
alla
donna
di
l'Ideale
Verso
che
beva
beve
la
spada taglia
la
la
Rosmunda.
regina
le
in
La
nelle
ci porta
difatti
nel
secolo
Marvejols
moglie
re
ha
diede
della
di
Francia
maritata
ad
un
di
tenebre
Il
anch'essa
anche
re
di
variante
cencinquanta
che
la
col
Cayx
è Clotilde
canzone
Visigoti ucciso
lei, in punizione
dei
le faceva
La
di
una
dei
sta
queSiamo
evo.
afferma
della
ch'egli
principe
medio
Nigra
al
chiamar
potrebbe
del
l'eroina
aveva
più
Rosmunda
spira vendetta;
fratello
trattam^enti
traduzione
si
d'Amalarico
Childeberto
cattivi
La
che
ci sia
non
appartiene
VI.
alla
573.
che
questa
che
pervenne
morte
nel
canzoni,
Anche
truce.
Correnti
pare
la
che
ragioni
Lombarda
Cesare
vendicata
delle
le
Donna
popolari
Ravenna
sorella
ciclo
di
marito
donna.
esponeva
Oggi
S' avverta
avvenne
alla
toscana,
il
romana,
testa
tradizioni
conchiusione.
dubbio.
una
la
con
barda
Lom-
lezione
una
Nigra
l'identità
stessa
Il
il
1858,
studiava
da
In
egli
Donna
bere.
a
—
istabilire
per
de
muore.
in
dal
Fin
con
e
rifiuta,ed
sforza
entrambi;
muoiono
con
la
snudata
spada
si
Questa
essa.
273
subire.
è questa
Mondovì
figlia da
miglia
batteva
maritare.
lontano.
tre
:
La
al
volte
18
Costantino
^74
dì.
la
La
seconda
volta,
le
piglia
camicie,
presto
e
Perchè
—
si
venir
Vidi
i miei
bianche
t*anni,
andate
camicie
Giovanna,
bianche
vesti
di
color
di
già sett'anni, vesti
Sposa
Picchiano
la
dov'è
Non
castello.
vostra
—
pigliò.
Andò
Colla
bocca
letto.
il
petto.
Che
caccia,
cara,
la
più
massima
tragedia. Ecco
dama
col
e
dito
sobrietà
le abitudini
colori
bimbi
dove
Dio
di
è
?
—
sotto
foratogli
spada
e
se
andò
tornare.
accennava
colla
semplice
bei
dotve
a
li
dove
il buon
marito
?
questo
colori
guari
Oh!
—
di
i vostri
—
castello
i miei
vostro
ma
li.
la
Dio,
—
andato.
sono
vostri
buon
messo.
sono
questo
cara,
trovato,
di
cosa
i
Son
—
più
set-
Sposa
—
di
io
istarà
non
diceva,
L'hanno
Con
una
Sorella
—
a
al
Il
—
ho
lasciati
ho
Sorella
—
lasciati?
cara,
mi
già
mettere.
a
:
Giovanna,
messo.
caccia
son
Li
—
casa.
li avete
li
Sorella
—
lasciati?
avete
a
cameriera,
son
più
dama
sue
le disse:
Son
—
cavalieri
la
le
gli disse
Sposa
—
non
a
tre
porta:
dite, cameriera,
—
che
Piglia
somigliavano,
andate
color
dite
Giovanna,
ho
non
vano,
somiglia-
Ella
mettere.
a
tre
Men-
che
—
mi
che
fratelli.
tre
lavarle.
principe
?
tornata
cavalieri,
tre
somigliavano
camicie
siete
presto
Il
tornò.
casa
a
(Ella)
fratelli.
suoi
ei la
Tanto
sangue.
a
cavalieri
tre
i tre
somigliavano
grondava
va
la
melagrano;
spada.
sua
d'ulivo,
ramo
di
canale
al
venir
vide
lavava,
un
verga
lei
di
camicie,
sue
con
della
punta
il corpo
che
batteva,
una
con
colla
volta
terza
letterato
la batteva
volta,
prima
Migra
più
narrata
casalinghe
bile?
territutta
d'una
Costantino
276
cato.
e
Re
—
dai
legato
è
corona,
Una
—
lo
costretto
che
al
obbedire
fare
d'
abbia
figlia Isabella, e,
sua
fa chiamare
ei
rosse.
'41
Un'
—
fatto
alla
forca.
da
tre
giovinotti
Essi
ad
vanno
boia
un'ostessa;
colle
delitto
sotto
ferrina
il dì
sposo
lui
una
le
nozze
spada
per
nel
una
serie
E'
torrenti
dell'
onore
in
castello
queste
vibra
fienaiuola,
è derubata
boscaglia.
la madre
Una
—
bella
nel
dove
conduce....
:
il sentimento
il
loro
dello
da
donne
il sangue
Ma
lei,
mon-
cuor
delle
la
di
il
confessano
punirlo
canzoni.
; vibra
tenaglie
sue
una
immerge
d' efferatezze
è
giustizia,
una
presso
battiture.
delle
uccise
in
scoperti, e
sono
terebbe
meri-
questo,
onesta
uccisa
alloggiare
presidente:
alla
ragazza
e
cose
L' infanticida
infanticida,
Una
—
:
„
„
va
dicendo
belle
il
obbedendo
gran
altra
le
„
tanagliata,
essere
lo pescano,
E
ragazze.
al
isfuggire
per
presidente,
ragazza
timo,
illegit-
presidente
signor
sua
ordini.
bambino
un
I marinai
mare.
le nostre
la
loro
ai
baciato,
qui, signor
Qualunque
*'
in
è preso
caccia
ostante
non
e,
averlo
portano
san
alla
va
a
lo getta
Guardi
"
letterato
partorisce
dopo
disonore
mentre
ladroni,
ragazza
e,
e
Luigi,
Migra
corre
a
sentimento
della
giù-
y'erso
stizia, o
quello che,
tale.
par
Le
così
sano,
è
Quel
accennavo,
dei
alle
resiste
e
più
di
tempi
i
contro
in
gli
di Savoia
duca
accompagna
la donna
burlare
sa
di
marchesa
La
è
Il Ricciolind^
manca.
N'est
é
bien
ben
o
da
d'ale
Fora
d'amore.
ho
in
rè
bel
levarmi
Che
ricciolin
di
mette
II
Trecesson,
Parigi
nel
an
1677.
carossa
grazia, regina
dormire,
la
d'andare
—
di
munta
la
anche
nei
siciliani, non
Amore:
perla. Eccone
una
E*
Téura
sfoga
Emanuele
popolari toscani, veneziani,
canti
si
stintiva
L'ibenché
popolo,
Maria
morta
Ma
satira.
un'aspra
Faust
piemontese
Giovanna
Altejra
plice,
sem-
fulgidi doni,
del
del
cui
galanti pericolosi
Carlo
di
Cavour,
Sua
canzone
i
di
popolo
amori
con
tese
piemon-
dell'onore,
vassallaggio,
Il
fondo
un
fibra
Margherita
ferreo
signori.
canzone
ha
non
sentimento
giustizia punitrice
in
fuoco,
di
e
canzonacce
che
seduzioni
della
savia
certe
la robusta
che
campi,
277
di ferro
poesia,
forte:
tutta.
poc' anzi
tempi
di
questa
vi
ben
in
sconcezze
ammorbano
così
l'Ideale
rifsolend'amure
bla
o
letterale:
versione
a
vuoi
dormire,
d'amore
buonora,
fare
tu
?
o
—
bella
o
di
Domani
bella
lina
ricciomire,
dor-
tanto
mattina
ricciolina
d'a-
Costantino
278
more.
Ho
—
la
Che
—
da
fina ?
Farò
—
farai
ne
tua
Ribordone.
di
Altre,
cavarle
della
piuma
ragazza.
baciarmela
da
Ho
Che
—
plaga
nel
nelle
più
remoto
di
montagne
luoghi d'Italia,di
cia
Fran-
rassomigliano.
le
colle
scorrono
i
nella
loro
ali
eleganti
poesia popolare
sono
:
al
e,
ambasciatrici
spesso
più bela
ragazze)
anche
una
Nella
terra
rataplan,
mancare.
batton
rundunine,
tre
sun
che
ì
forte
di
insegna
dai
guerreschi
tamburini,
il
tumbà;
(probabilmente
spade, qual' è
i ricordi
mar.
cacciatori
vi
:
lombarda.
versione
delle
Tè
s'a
tute
lontane
star
dal
végnan
di
ti tute
canzonetta
una
alle
i
da
amore.
La
è
fare
raccolta
d'altri
Catalogna,
larga
A
è
Ho
—
mia
—
Soana,
pari degli usignuoli,
d'
?
buonora?
tanto
a
alla
fu
Val
rondinelle
una
?
tanto
ragazza
canzoncina
della
angolo
Le
di
all'ora.
Questa
e
hai
il cuscino
della
volte
tre
Che
—
fare
tu
la rondinella
pigliare
fina.
piuma
vuoi
ne
letterato
Nigf-a
tamburo;
venendo
e
il
il
Piemonte,
non
dalla
più
bello
possono
guerra,
porta
un
l*Ideale
Verso
di
mazzetto
da
guerriera,
l'amato
e
nella
come
alla
Fia
L'
assedio
come
di
casa
principi
la
fatti
del
storici
che
popolo.
La
suscitò
è
e
delle
una
più
dal
destato
alla
lampeggia
I
Nigra.
leva...
guerra
in
coscritti
non
non
è
atterrato?
Napoleone
piangono
Lrf
Maurizio,
Napoleone
ne
guerra
è
Il
che
fatto
come
vano
corre-
riportate
malincuore
non
dal
alla
prigioniero,
il
I
fascino,
bandiere,
sue
di
principe
(1639- 1642)
Per
canzoni
vanno
memoria
del
giovani
le
sotto
due
Torino;
nella
simpatia.
dell'Heine; tutt'altro, se
da
ricordano
Piemonte
nei
Vienna
di
cardinale
nessuna
nelle
certo
di
Torino
fratello
Bonaparte
Appena
Piemontesi
solco
!
turne
sun
anche
tristi memorie.
pei giacobini,
ma
vergine
e
Tommaso...
su
civile
;
l' assedio
lasciaron
la guerra
padre
sanno,
Principe
marcia
Grossi,
l' a'sedio
Savoia);
che, col
Tommaso,
del
veste
seguire
per
fia n'a
e
tutti
del
marcia
si
ritorna:
ne
Verrua,
di
(sostenuto,
del
la guarà
a
non
Fuggitiva
vergine
sta
fanciulla
campo,
luogo
in
guerra,
sun
bella
al
va
combattere
per
va
Una
rose.
279
i
granatiere
rallegrano. Il despota
sterminatrice
non
Costantino
28o
finita "
è
locali,
venimen^ti
d'
canti
Questi
importazione
che
le
letterato
Nigra
^he
non
Veramente,
molti.
canzoni
più
abbondanti
i ricordi
d'eroismi; più
abbondanti
gli esempi
ai
devozione
principi
di
io
fossero
politiche
devo
cre-
bondanti;
ab-
più
di
guerre,
di
che
Savoja
av-
sospetti
essere
possono
come
gli
ritraggono
quella
segnala
la
Piemontese.
razza
*
E'
del
d'amore
E'
giustizia
contadini,
i canti
natio
di
poiché
le
le
tino,
famiglia,
nel
cooperatori
e
circondario
tre
d'
di
di
v^ce
comparati
e
contadine,
ritengono
ricevute
nel
le serbano
defunti.
valle
Ivrea,
vanno
mon
intatte
dai
vecchi,
del
santuario
dovizie
vecchierella,
Una
Croce
della
di
più
uniche
le
forse
Teresa
viva
Nigra,
tradizioni
dei
Bracco,
tutf
dal
dovizie,
come
Nigra.
portinaie, raccolsero
donne
più religiosamente
Domenica
del
numerosi
di
dire
Dpvevo
memoria
della
i
montanari,
ordinati
riccamente.
cuore,
monumento
e
il volume
loco
il rilevare
bene
tanare....
dottrina
scrittore; quali, dalla
deirillustre
nella
di
monumento
e
di
Teresa
Ber-
Castelnuovo
annoverate
fra
le
4i
cantatrici
altri
gli
cooperatrici
fu
quest'opera,
avverte
memorie.
quella
Musa
costante
si
deve
tesori,
T
quale
da
chi
nel
d'immaginazione,
letterati
e
scrupolosa
eulta
Stato
belle
popolo
scienza
co-
guida
e
di
alle
tralascia
nofl
Italia
uomo
che
reverenza,
Nigra
con
all'eminente
della
popolari
la
per
grata
vivo
la
281
cooperatori
suoi
gentili,'
che
It
dettatile!.
o
citare
l'Ideale
i^ierso
-
di
dev'
;
sere
es-
esempio
emanazioni
giustamente
d'affetti
e
di
V
il
ha
libro
un
più
con
d'
Colei
che
giorni
spirito
altissimo,
di
dell'
è
rispondeva
tacito
strazio
Ella
col
le
vedute
di
al
dotte
pagine,
in
nascere
terre,
destino,
gentilissima
già
sotto
parte
lità,
idea-
tura,
Na-
Il
immagini
di
tutt'
al
lungo
e
care
la
reva
scor-
averle
per
penna
i
invitta.
sguardo,
me
a
dallo
Massarani.
tante
melanconico
dolce,
Colei
anime.
Tulio
le
crudel
negli
della
delle
tutte
che,
sovrane
bellezze
evoca
martire
della
suo
le
che
infelici,
tempi,
le
tutte
donna^óX
martirologio,
donne
più;
sacrificio
della
libro,
è
a
senza
leggeva
non
tutte
del
e
V Odissea
Questo
di
arte
l'ultimo
augurio,
aperto
innamorato
riaprire
posso
E'
parole
ultimi
libro
non
ricordo.
atroce
ricevuto
che
dell'
signe
in*
I
autore;
ora
a
sacre.
me
4-
?
Mentre
è
quasi
la
sempre
donna
nella
considerata
?
moderna
letteratura
fiore
del
male,
de-
lullo
3^6
di
mone
della
corruzione
è
donna
angelo
vittime,
cavalleresco
o
di
nell'orbita
infelici
che
Nella
che
d'
cattivi
Ma
più,
son
nati
trasci-
son
sembran
dea
una
chi
e
; tutti
poeta
leggi
ludibrio
son
meno
come
vittima.
quale
chi
gli umani,
Odissea
quasi adorata,
compianta
e
nelP
rovina,
di
e
contemplata,
mesto
tutti, tutti
tutti
Massarani
punizioni;
folleggiante,, più
!
dell' Odissea
prefazione
della
donna^
,
dichiarate
son
radice
in
le
sentimento
un
Non
e
misteriosa
diverse,
suoi
spasimi,
virtù
di
stesso
soluzione.
stoltezza
meditarle
accidiose
—
senile.
senza
fatto
al
Fatto
è
è
assai
che
ne*
avrebbe
più
inacidita,
nostri
giorni
non
di
vanto
che
però
d'averne
questa
maniera
?
posto
esibirvene
io
formato
trovai
di
e
a
il proposito;
intera
avuta
a
una
vanità
mi
di
questa
ho
poterlo, sarebbe
altrimenti
averne
senza
venture,
non
io
ram-
plata
contem-
di scuotere
che
—
di
anzi, prima
coscienza:
dei
aspirare
Presumere
sue
anime,
credetelo
per
profondo:
eterno,
letteratura
questa
han
contrade
battaglie,
sue
indiff'erente
generazione
me
nelle
queste
Dimande
nelle
che
donna,
genti,
interrogata
rinsanire
agitare
e
della
figura
epoche,
attraverso
fine
intimo
più il femminino
avrebbe
....
maliante
dell'opera,
ragioni
contem-
la
yerso
fu
plazione
della
mia
ultimo
non
Non
vita.
in
i ricordi
di
dalla
riveste
cosi,
volgare,
del
pensiero
disserrano
mai
artista
a
di
psichici,
Tanta
rianda
lo
le
tutte
letto,
predi-
forme
non
insegua,
a
molteplici,
la
coltura
allo
studioso?
cuore
che
dine
l'abitu-
e
E
v'ebbe
stasse
impre-
non
di
pathos
dir
quei
espressioni, tutti
le
il
tutto
tutti
stessa
rampollanti
varie
chi
che
tutte
elevatezza
Odissea
che
sotto
sé
bri
sem-
neamenti
i li-
anime
più
?
umane
neir
Che
fervido
volto
noto
un
dolorosa,
abbiamo
ambienti
al
ima-
una
passato,
arte
per
quegli
ignoti
in
parecchi
che
perpetuamente
sentimento,
attraverso
mondi
egli
in
fantasia?
nostra
un
e
nostro
che
visioni
le
stessa
mesta
del
ciò
anni
egli forse
cuore
intensi
più
tutte
ad
quasi impersonare
o
reminiscenze
287
pascolo
accade
gine, ragionandoci
suscitare
r Ideale
la
della
In
donna.
casi, i lutti
Oh!
il
se
Per
della
Sapesse
Larve,
onde
Pinger
con
Ne
la
la
solinga
sestine
Parini,
nella
donna
vagante
infinito
mai
fondo
a
le
tante
fu
rapito,.
favella
cella
!
tenarie,
set-
attici
altorilievi
del
pensier
l'etera
cima
quelle
mirabili
insuperata
.
da
serbata
diventan
mano
i
è
il
poeta
storia:
luìlo
288
Non
io
Massarani
Mentiti
Ma,
eroi
tolta
Vorrei
De
ogni
sa
che
sfiorano
E
I rami
poma
la
chioma.
lancie
diviso
ha
Che
infami-
i lutti.
nemiche
Micidiale
le
il petto
guancie,
affetto
dolcezza
promettea
dentro
cor
col
medio
nostri
sfilar
la
pensiero
alle
Gerusalemme,
I frutti
tantalee
forate
Il
membra.
nacque?
Le
Gallie,
evo,
sembra
ne
casa
le
E, volando
pur
di
Da
Non
guerra
dell'odio
Misera
rei,
costei:
regger
la
da
a*
e
potente?
de
Se
terra,
giorni
fragile
E
stile.
placabil
non
Saggia
fa
gentile
in
Nacque
ci
mesta
Parnasi
lieti
ciechi,
tempi
dolente
Si
poeta
a'
donna
Costei,
ai
gesta,
al
Che
nostri,
le
Tèma
La
al
biechi
l'istoria
la
A'
Roma,
di
narrar
e,
paesi,
dinanzi
spezza.
al
alla
Grecia
fino
venendo
alle
Gange,
sacro
ai
una
a
giorni
donne,
nostre
agli occhi
antica,
a
schiera
il
l^erso
di
visioni
meste
finisce
femminili;
Tela
Donne
vi
pinsi
mi
svolti
Mie
squallide
Più
larga,
carità
cui
a
che
di
soggetto
lo
dell'ode
manzoniana;
Felice
Uberti
è
il solo
lombardo
movimento
in
liriche
già
scuola
si
infrangibile.
tale,
oriende'
la
usa
frase
la
da
non
poeti
il
Tulio
Arnaboldi,
rimasto
della
letteratura
Lombardia
:
l' abate
s' accosta
al
Manzoni.
forma
è,
alcuno.
no,
Dopo
Giulio
Ambrosoli,
sia
voto,
de-
fugace. Quando
disse
che
cista
classi-
argomento
il poeta
ma
lirica;
tenacemente
l' influsso
è
ma
suggerisce,
Alessandro
della
d'
Bellotti, Francesco
e
questa
patria
avverti
romantici;
come
in
volo
lirica
qualche
svólti i
sono
seguono,
si serba
moderni
manzoniana,
:
piangete.
tradizione
domestico,
Tadre
pitture
se
il Massarani
in
o
de
quel fraseggiare
quasi
Appena
trici,
let-
farete.
accennati
cori
alle
eppure,
:
pento
componimenti
soggetti
rivolto
e,
leggiadre,
Non
La
Nei
289
delicatamente:
Trista,
•
P Ideale
Massarani
al
estraneo
popolare
Pozzone
Il
niana
manzo-
nelle
Massarani
19
rimane
ne
Massarani
Tulio
290
classici,
estraneo
direi,
laddove
per
istinti
neir
impero
piò
ma
democratico.
è
eh'
tanta,
quando
erudite
ei
chiarisce
copiose,
anch'esse
sorgenti
molto
dir
aduna,
condensa
coi
Cosi
quello
come
ove
dice
Schopenhauer,
.
.
.
.
o
queir
il Marzo
delle
Spunta,
Padrone
donna
e
di
nel
suo
varii
limaneggia
usa
presi
com-
memoria.
Sermoni^
dello
consola
che
pianto;
eterno
Legnano^
delle
sul Marzo,
battaglie,
e
:
ricordi
il Marzo
densi
a
:
rivolte,
rimembranze
patrie
arte
poemetto
delle
mese
Freme
dell'
il nostro
del
altro
bene,
verità, al pari
tanta
note
con
poco,
letti
suoi
sente,
pre-
attinta
scolpiti nella
quest'arte,
Eternamente
e
In
versi,
de'
con
scenze
remini-
d'erudizione
suoi
parecchi luoghi
nemmeno
suoi
conosciute.
bene, rimangono
Massarani
nell' opera
disegni
mal
certi
;
celarla
ricche
spesso
del
;
tamente
schiet-
più
uomo
versi, che,
nei
studii
letteratura
può
non
verseggia;
della
dottrina
La
egli
sicuri
aristocratici, legittimisti,
v' ha
politica non
in
di
virtù
per
e
pallor
metri,
la
tutta
viola
è
pensiero.
nell' Odissea
magistralmente,
della
preferendo
Si
in
cantava
ed
diviso
era
in
le
Neir
feste
duravano
isola
delle
biblico, è
cui
fede
con
del
la credenza
che
gareggia
cui
par mi
di
le
veder
in
rituali.
Un
si dona
addio
uccide,
amerà
al
per
non
anche
di
e
sue
sempre
senza
dopo
;
Ena,
aver
morto
sestine, in
persino
del
mi
bra
sem-
la
palpita
all'
ben
l'uomo
donna
in
l'isola
quel;Ena
le
dice
desolata,
giurato
;
vampe
amore
presto
infine,
prima
Bellini.
alle
attorno
s'abbandona
che
sarani
Mas-
quella meravigliosa
d'amore
diletto
suo
le
con
profetesse,
Ena
altri
se
monografia
una
eh' è la Norma
dramma
so
la
rassomiglianza
lirica, primeggia
le
sacra.
di
mento
componi-
quei Druidi,
(non
Druidi
scene
questa
primeggiano
di
il fremito
druidica
durano
spiritismo. Il
moderno
bellezza
d' udire
divinazione
Anche
in
gli Ebrei,
al
segue
punti
sui
compone
che
aveva
molti
notato)
punto
ap-
nozze.
ultramondana
1' abbia
ziali,
nu-
come
presso
visione
una
feste
dell' Oriente
Sene,
delle
le
più giornate,
in
contrada
qualche
tutt'ora
durante
Palestina
più giornate
e
Massarani
Tulio
292
si
eh' ella
adoratissimo.
l'Ideale
Verso
Si
passa
cielo
sotto
ai
lettrice
sia
adunque,
splendide formosità,
e
la
scelta
decisiva
che
lavorò
pei
sua
Elena,
ottenne
per
plasmare
Candida
le
la
il
pie snello
Mano
su
Tutto
il corpo
una
s'aderge
come
Di
monil,
al
antica
Roma
ideali
infatti,Roma
di
ammirarle.
gV
antica^
straziare
la
fine
e
e
le
Pensiamo
al
e
belle
ai
Frine;
cinge
tanta
breve;
o
Sfinge.
luminosità
Grecia.
patripa^
forme
a
servirgli
viso
ideali della
Roma
pende
stu-
tinge,
roseo
leonessa
possiede
;
pittore,
dovea
:
palma,
posar
giudizio
scegliere
cinto, il fianco
non
artistici
neve,
le loro
di
Menelao
in
appena
di
non
vince
Quella
gode
gli orli
fra
corona
che
di
eccoci
la celebrata
quali poteva
sposa
Ora
il
Crotone
una
il modello
Tuna
Questa
di
tutta
fra
piacimento
di
tare
salu-
Il famoso
Zeusi.
di
della
torna
aspettano
cittadini
ragazze,
suo
che
quadri
spirito
dell' opera.
e
gimento
accor-
i
Vergini Crotoniati^
le
fra
lo
contristato,
la varietà
per
L'
nell' alternare
troppo
felici
più
Grecia.
sereni, perchè
quadri
anche
alla
:
Massarani
non
donne
a
ridente
più
del
foschi
fortuna
per
293
Ecco,
la
più
gladiatori...Il
quale
che
Massa-
ad
Tulio
294
rani
ci
cui
nude
carni
che
e
dì
impossibile
rileggerla,
confortiamoci
nelle
bene
fa
passiamo
il
d'uopo
Romani
e
al
del
suo
parte
poeta
e,
della
Il
il
quale
trionfo,
San
lombardo.
femminette
alle
il
bandisce
Nell'ultima
verbo
strofa,
immortale.
Mystères
Per
mo,
Cristianesi-
comprendere
così
di
intitolata,
Paolo
San
ai
dell'indomito
Cristianesimo
deve
echeggia
sbarca
lo
ascoltano
arride
una
gran
strofe
nelle
Paolo
elevazione
È
ferocie;
queste
linguaggio
che
dell'
codesto
inspirava.
del
epistole
fame.
in-
raccapriccio.
da
canzone
le
ai Corinti.
apostolo,
il
è
Signore.
ripassare
dei
la
irto
scopo
su
crepuscoli
del
senso
tale
presto
nei
Albe
quello
che
Sue,
sottili
tutto
era
scena
molli
molti
Massarani
una
nelle
sui
i
ne
a
con
Eugenio
Passiamo,
e
che
del
gareggia
peuple
configgere
arnese
saffica
ode
supplizio
sdraiate
unicamente
serviva
schiave
povere
padrone,
a
ghiomo,
L'
du
le
divertivano
del
aghi
quelle
rammenta
letti, si
Massarani
del
Pozzuoli,
a
volentieri,
dello
speranza:
spirito.
la
ranza
spe-
Verso
Irene
sulle
può
eguagliarla?
orrendamente
fa
di
col
acclamata
quasi
finisce
umiliante,
in
mortale;
imperatrice degli
coli'
mortale
per
uomini.
conocchia.
L'
Il Massarani
Il delitto
le
E
nel
consumato
poeta
dagli stolti Giudipi
ai
Tedii
lasciate
mariti
alle
che
di
superba
è
di
dagnarsi
guafilar
col
po'
lizzata..
idea-
figliooscura
si risolvevano
in
rapine
fondo
;
col
T"io, passiamo
Ah
I povere
del
alle
correvano
alle
di
castellana.
nell'abbandono
e
stragi
più
virtù.
sue
ora
Concilio
lei
un
.
tutte
adorata,
Forse
1' ha
ella
obbligo
obbligo
il pane.
con
volte
che
nel
santa
una
e
a
figlioribelle
e
zio
Bisan-
a
amorosa,
bando
penosamente
alla
forte
intrigante, temuta,
; astuta,
Nicea,
virile
e
sesso
volte
A
barbara
accecare
persino
del
donna
di
il trono
sale
illuminata
ninno
che
energia
origine
così
lari
singo-
drammaturgo
nessun
umile
mente
con
regna
tipi più
quella figura
scene
che, da
ateniese
295
de'
uno
Perchè
storia.
riproduce
tale
è
imperatrice
della
l'Ideale
maniero
crociate,
poiché
quelle
in
o
lane
casteldai
meglio
nuli' altro
irruenti
maree
lultì» Massaram
p$6
r
d' armati
slanciavano
si
che
oriente,
T
verso
.
alcuni
colla
certo
nel
fede
delle barbarie.
nei
a
travolti
i
co'
nudi
Ma
non
piangevano
elemosine,
ballate
tani
lon-
cari
vano
soccorre-
Perchè
del
canto
comincia
col
col
amare
nostro
sorridere
al
lo
nelle
degli
farsi
affetti?..
amare?.,.
Monna
una
lontano
sposo
paggio
votarsi
esse
o
autore,
piangere
pre
sem-
sciarpe come
Potevano
vicino.
E'
boli,
tri-
sempre;
distribuivano
ricamavano
dovevano
non
polvere, sui
vita, al deserto
della
ardue
mura
sospiravano
ne
romantiche
all'aridità
nella
sempre,
o
le
rasenti
piedi
sanguinanti.
Nel
loro
perigliose;
avventure
salmeggiando
castelli
non
pregavano
pellegrini che, riarsi, famelici, piagati,
passavano
dei
in
pei
oratorii
giunte negli
selvaggi
sospiravano
sale ;
loro
delle
ben
ma
istinti
abbandonate
spose
silenzii
cupi
mani
Le
gP
tutti
altri,e quanti altri, con
pio,
cuor
pia
e
una
sce
finitire
mar-
consolata.
Sorride
basca
una
seducente,
vaghissime
Favorita
che
ballate
ci
del
califfo^Aurora,
risveglia
orientali
di
i ricordi
Victor
delle
Hugo,
del
d'orrore
fremere
preziosalettera
delle
una
più
delle
al
battezzati
o
in
meditate
munifico
di
è
e
non
aiuti
avrebbe
Brillano, infine,
parte
eco
del
«
che,
degli
sul
Sant
del
grey
Ebrei
che,
razione
conside-
le
dolci
libro
»
la
venerane:
(la serie antica)
goldoniana,
lombo
Co-
Cristoforo
Notti
del
citamenti
gl'in-
senza
l'America.
scoperto
le
semiti.
anti-
moglie
Angel,
quale
sotto
sopratutto
la
rogo
nipoti
pro-
furono
La
alta
in
è
cupidigia
per
ricchezze.
saliti
Essa
quei precursori degli
perita
gli
:
una
nipoti o
ufficii,esercitò
alti
in
giudaismo,
coorte
perspicace
e
al
loro
presto
ferocie
Così
delle
numerosa
erano
e
un'
anche
perseguitate,
forme
Ì8i
vittima
Cristianesimo,
segreto
atrocemente
conversa^
con
della
quisizione
In-
condannata
spiega meglio
il destino
di ritorno
loro
prima
mi
convertiti
pretesto
le
vien
fa
ci
Santa
della
cui
figliuoleo magari
di
encendido
torture
Spagna,
Il poeta
infelice.
'*2V^
Està
le
con
in
un'
Carrèr:
del
Rlickert,
rtdealk
Verso
"
si
chiude
serenamente.
*
*
L'orizzonte
francese
*
si ottenebra:
solcano
i
lampi
il cielo
della
della
luzione
rivo-
Francia.
In
Massarani
Tulio
•298
due
elegante salotto,
un
sorelle, si confortano
nella
dell'
aria
qualche
gentildonne,
L'una
musica.
Gluck
del
Orfeo
:
due
guisce
ese-
V altra
ascolta.
Lisa
Le
arpeggia.
ecco
in
Salgono
vista
Tumide
a
larve
amorose
pupille,
soavi.
Saigon
Ma
le cadenze
dall'urlo
già
la
del
la
cui
d' argento,
...
Deh
Occhi
fa
tue
ridere
sereni
da
a
la
dfSan
vanni,
Gio-
pareti:
di
San
vanni,
Gio-
Erodiade
tastiera,
in
che
quel
La
da
Palestina
Rider
:
crudele:
pennel
pende
alto
presagio.
sovrano
Eumenide
e
pia.
o
Tetro
Resuscitata
vedresti
d'argento
bacil
sul
Pallida, austera.
Gli
occhi
Volger
La
socchiusi
solenne
profetante
vèr'
nel
da
le
fonde
Toccidua
deserto
Non
quadro
glauchi
levar
non
Robespierre;
recisa, pallida, austera,
testa
I
.
al
dalle
pende
dal
arriva, irrompe.
Lisa, gli occhi
o
che
bacile
furibonda
interrotte
sono
ecco
incitato
popolo
fiumana
levare,
Gluck
del
occhiàje
luce
indarno
Testa
recisa.
nel
Massarani
Tulio
300
invece
dell'antenna
ricordato
quella della
ludibrio
il cadavere
episodio
il
per
il
giorno
terzo
fianco
fuori
sparse
e
F
della
ormidabile,
italiano
deirammiraglio
imbelle
re
ed
dell'acqua
crudele
e
andar
stillanti,
alzato,
viso
a
vede
al
che
il
tutto
«
chiome
con
minaccioso
lui, quasi
a
a
Quale
?
insepolto,,
codesto
Carme,
egli
penzolare
vide
che
Minerva,
ha
non
e
loce
ve-
!... »
1»'
Nella
A
canzone
al
rivolge
quello
di
primo
rivelato
Tenca)
;
che
mare
Enrico
alle
figurina
di
giovinetta
un'emigrante,
nel
di
porto
per
dalla
Dove
Passera
che
porge
marittime
d'
ci
povera
Genova,
lidi
che
remoti
in
patria, questo
l'arancio
è
in
campagnola
ascolto
alle
Una
fra
ella
poco
cerca
d'
gentil
un
V incàuta
seduzioni
;
mentata
addor-
e
corde
di
donerà
abban-
pane
gatole
ne-
paese.
sordi.
fior, gli animi
è
dinanzi
sorge
forse,
giustament
in-
e
patetica
mucchio
un
su
Italia,
nobile,
al
Aleardi.
scalza, famelica
momento
un
per
di Carlo
civile
dimenticato
lui
da
Crepuscolo
città
canto
un
rani
Massa-
ricorda
che
(il poeta
all' Italia nel
inspirarono
il
mare^
saluto
un
Heine
ripensa
e
di
fortuna
contadinella
del
ricco
cac-
Verso
datore
di
delle
è
è
le
(V
di
Sul
vie
tutte
le
sulla
vita
libertà
inorridita
quando
fratello;
Pro
alle
in
e
chiostro,
ferocie
straziante
un'
ci
intermezzo
dal
viso
sia
sione
vi-
migelle
da-
a
antica
villa
in
le
fugge
ucciso
le
relle
so-
servili.
agli orrori,
al
russo,
d' un'
illibata
gentildonna
senza
re
fonda
con
despota
ignominie
ha
quanto
mezzo
vera,
quella
ne
romana
compie
per
scrive
al talamo
forza, e
Clotario
a
penultimo
serbata
che
utili
aperto
ricorda
del
d'
di
egli
quanto
che
porta
ma'
;
s' incontrano
convento
sale
opere
immaginata,
sanguinosi,
da
ivi, orando,
e
fede
patria
che
schiava
sa
povertà
squallida
Massarani
In
vi
in
per
che, figliuola del
non
Faust,
nudi.
si vede
essendo
Clotario,
di
hanno
del
monastica.
Turingi,
un
Letizia
poverette,
T^ro
russo.
senza
lastrico;
piedini
pia Radegonda,
non
che
l'animo
Quanto
dei
di
pari
elegia
chiostri.
Margherita
freddo
dai
un'
dell' assolutismo
Londra,
di
è
nei
quelle spazzaturaje
e
il
al
componimenti,
sulle
vive
una
idilio puro
un
quartine
di
è
alpe
301
convento
pagina
una
Fiorellino
due
In
passaggio.
giovani, sepolte
patria
ed
ì Ideale
e
vittima
nome
cospetto
polacca,
di
:
flagelli
—
risve-
Tulio
302
in
glia
noi
'
suscitò
dei
spietata
7^0
lo
il
delle
poeta
donna;
del
della
vita
attrici.
al
e
suicidio.
L'una
è
placarle
per
include
si
Morire?...
?..,
gioje
è
non
potrebbe
le
brace
con
contro
tuosa,
voluttitolo
:
moni
i matri-
così sconvenienti.
alla
pietoso compianto
ricorda
accenti
poesie
di
Tommaso
ove
vuole
dal
spesso
Sospiri^
tra,
l'al-
miserie,
credere
e
dei
sono
vita;
scena
;
Ponte
al
caccia
una
soffitta
quel
poesie
donne
della
umane
suicida, nella
delle
la
qui, le
asfissiandosi
convenienza,
è il
non
oscillazioni
:
requisitoria severa
una
di
le
tutte
Gioire
come
è
e
ultime
due
moderna
alle
sempre,
soffitta.
nella
Massarani
le
le
Anche
nata
flagellatada
scene
testimonio,
ecco
della
piacere
Dove
volta.
dell' O^mea
pendolo
Tulio
il
Morire?..,
—
più
ancor
desolanti
le
con
fu
è
dei
componimento
quali
come
inerte, più d'una
Gioire?.,,
il
e
esprime
d' inondazione
rivelazioni
la natura
ci
che
indignazione
orrende
Ma
tiranni;
irrompe
ora
le
con
Siberia.
in
d'
fremiti
i
il Kennan
deportati
Massarani
si
i
fanciulla
più penetranti
Hood,
dipinge
specie
una
sui-
l^erso
cida
ignota, un'annegata
nezia;
ricorda
Medusa
di
Chi
un'
chi
Morendo
Grembo
de
tua
che
Scoscender
di
Ha
Così
dissea
il
Per
gentil.
il Massarani.
della
XIX,
secolo
dei
che
letteratura
è
come
lieta
a
pace
brace.
queste
suicidio
finisce
è
figura
il morbo
una
dominante
l' Ocida.
suidel
definito, fra altro,il
essere
libro
questo
che,
pessimismo
suicidio
mura?
suicidi.
da
Anche
può
dura
che
per
l'ultima
rappresenta
secolo
e
Men
Col
donna:
Essa
il secreto
t'addusse
che
mamma
ignoto dramma,
queste
a
queto
e
tua
che
vita,
tua
dolce
la
a
turbini,
frale
primo
acute
oscura,
al
nozze,
salisti
croce
al
lame
modesto
nel
stanza,
Attraverso
Pace
umane
le
accanto.
di
pesto
o
contro
e
casalinga,
Tranquilla
Via
1' affogata della
battaglie,
fiorir
a
vita
la
Ve*
a
combattute?
E, aspettando
Asil
canale
un
suicida,
le
nata
di
in
procella
hai
èri
303
Graf.
narra
in
che
Forse
altra
Arturo
sa,
Fior,
la
V Ideale
da
un
;
europea
l'ultima
anela
il nostro
e
al
esala
secolo
non
più, inspira
e
pessimismo,
logica
poeta I... Con
del
quale
delle
questa
il
pure,
Ep-
conseguenza.
lenimento
il
poco
piaghe
sola
O-
dissea
donna
della
la
primeggia
lire
Croce
da
principesco
eh' è
di
Allievo
Milano,
la
a
le
; diversa
dell'anatomia
aspetti
maggior
qui più
volte.
i
tipi
di
i
costumi,
persino
e
gli
diverse
caste
nei
figure,
Le
menomi
o
in
e
edificii
di
di
sono
ciò
che
diverse
superstiti dell'
evita
trattato
e
regioni
:
riprodotti
architetture
anch'essi
si
la
che
presentano
vero,
particolari.Le
ha
tanti
italiani
studiati,
decorativi
scrupolosa
musei
dal
storicamente
accessorii
nudo,
difficile,è
perchè troppo
allegramente
tavole,
con
pose,
pittorimoderni
a
pose
com-
L'artista
!.„ 11
umana
dei
parte
tante
pie
am-
menti-di
atteggia-
per
costumi.
difficoltà,con
un
Parigi,
a
ventiquattro
figure, di tipi,di
affrontato
di
il Massarani
Roma...
dall' altra
diversa
gatura,
riled'
autore
Vienna,
a
Odissea
sua
; lusso
Medici.
de'
Induno;
esposte
lusso
con
tanti
riproduzione
Caterina
Domenico
Napoli,
a
per
una
a
storiche
tele
mila
dodici-
caratteri, nella
nei
superba
appartenuto
quali
sottoscrittori, che
carta,
una
le
raccogliendo
rossa,
trecento
nella
beneficare
a
italiane, tra
gli esemplari pubblicati
furono
libro
egli giunse
istituzioni
quattordici pie
1'
Massarani
Tulio
304
duzione
ripro-
conserva
antichità.
ne'
Verso
Fra
In
i
si
della
disegni
^oma
di
Fra
:
lastrico
;
d'
che
composizione
di Domenico
della
e
fa
Induno
una
serie
derna
mo-
freddo
Sul
e
al
pensare
alla
e
che
colpi d'aghi
a
^obespierrCj
e
preferisco:
patrizia
una
supplicante) ;
Gluck
305
antica,
martoriare
schiava
povera
serie
(scena
patripa
compiace
l'Ideale
nello
pen-
di Carlo
penna
Dickens.
Quest'opera
doti
di
del
ai
d'Azeglio,
esempio.
per
di
nutriti
che
che
fa
sua
bontà,
così
di
passano
scienza
e
tanti
la
alle
in
è
vita
magie
un
in
è
non
pazienti;
tutti
Ma
mezzo
nobile
cuore
nella
forte
malvagità
che, degni
ai
luce
d'una
alla
mezzo
coloro
fra
vivere
ri-
gentil pensiero
degli altri,
rara
e
classici.
lo illumina
Massarani
i dolori
proprii
codarda
pur
Tulio
poesia
attenti
magnanimo
e
degli
Massimo
in
:
Questa
studir
il lavoro
sorregge
purissima.
buoni
il
comprenderanno
alcuni
lettori
rare
vedemmo
che
e
in
tutti ; richiede
per
lettori
nostri
proprie
eran
Cinquecento,
tempi
Massarani
Tulio
versatilità, quali
italiani
pane
in
afferma
prodigi
o
no,
della
dell'arte.
90
i
L'«
eremita
lungo
dei
quanti
che
fa
di
fu
eterni
»,
che
fece
simili
ne
quali
ai
ce
ne
ha
lombrosiani
lo
:
Guardate
datarii
del
che
dame
ghigliottina, gl'insorti che
ì volontari
Garibaldi
di
uno
sano
recente
tante
onesta,
schietto
il
tipo
assalto
pagine,
del
scritte
un'
neppure
mai
un
italiana
razza
il
sano
morbo,
cuore
sua
di
che
e
la
sana
ombra
pensiero
fisofeula
X^
Pio
Caccianiga
Antonio
della
dalla
mando
racco-
i
Viva
gridavano
I.
intelletto,
suo
tottesca...
quaran-
salirono
.
è
so
studio) presenta
speciali, caratteristiche.
le
non
(ne
nomìe
Seicento,
nerazione
ge-
generazione
storica
epoca
la
testa
una
1823;
vigorosi,
porse
la
gli
del
vecchi
fabbricherà
ogni
varcò
Qiiarantotto
gli scioperi. Egli
Poiché
tranquillo
giugno
dei
uno
il
nel
Treviso
il 30
nato
tempo,
giovani
a
Saltore
presso
essendo
oltant'anni,
per
Villa
di
Maseràda
di
comune
e
»
sana:
fino
al
fibra.
In
facile
ed
penna
malinconia
s'allontani
laticcia;
ma-
da
un
Antonio
310
Lon^feltow
della
vita
Mcrin.
nel
a
é
ICffli
Antonio
lo
Salmo
della
Ulunqai
yKtriéih
del
anche
e
che
professore
e
superiore
(Pautorc
dcWHistoire
mantenne
sempre
i libri suol
la letteratura
Cours
e
buon
dei
pur
visse
di
lingua
campi.
tanto
e
italiana
dal
indù-
politiqué)
morato
inna-
perpetuo
scrisse
miglioramento
trasparenti,che
poix^lare messa
in
a
diretta
r"'conomie
il cui
della
senso,
d* economie
italiano
il
operosa,
commercio
de
per
facili
di
dei
e
vritalìa,
diede
emanazione
»
l'apostolo
Caccianiga,
scuola
vita
lo
instancabilmente
scrittore
Purijfi,profug:©
Sii
vita, quale
americana
grazia paesana;
alla
della
j^iusto
concetto
Caccianiga
arrichiscono
Man-
dal
trono
aoni,
/a
\Sv^\
il
rimano
••?""#•
hv\
Nv
jK
X
uscita
la
riù
succoso
l:bro
l'na
0^vvi,inì"^*
òcì
Nv
o•»m;v.^^r*
v,%M
V^-»-*
.'»'*C"
""**«
w-ci'"
'
«
.
»
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«
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X
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r:ù
e
"NÌ:.-ìc^ne
nova
nel
volta
prima
-•»??*
"M"..
un
"C"^
"
B
"."'—'*
«««..^
V Ideale
Verso
alla
le
vita
nostre
che
ch'essa
contadino
prietariifra
s'inchioda
in
d'una
X)
nel
tante
cose
che
e
tale
idea
zione
coli' ostinaè stata
quanto
d'
distruttivi
lotte:
nei
sostenere
i
riforma,
di
di calunniare
d'ogni
generoso
comuni
che
»
progetti,
odio
in
sedicenti
«
invidiosi
utili
ogni
di
Gozzi
e
capitolo (il
un
anch'esso
sono
attraversare
intendimenti,
ha
del
parla
campi
»
uomini
vantaggiosa
che
campestre^
la dirittura
devon
ignoranti, maligni,
danno
pro-
Vita
Legouvè,
si
uomini.
Quegli
d'«
dei
tenace
nella
con
quale parla
lotte
cogli
già
e
terre
menti
tanto
del
rozza
misure,
lavorano;
povere
Caccianiga
grazia del
la
a
quelle
mente
entrarvi.
c'insegna
delle
che
mania,
Antonio
con
la
delle
spartimento
coloro
e
dissolventi
più
mezze
conosce
lo
immagina
ad
effetti
produce
non
pensiero;
preda dell'agitazione
voglia: poiché
non
il
purifica
sono
campagne
socialista
tarda
che
campestre
311
in
si
studiano
denigrare
una
gli assennati
progresso
tentativo
tutt' i
agricoltori,
».
paesi
e
in
Elementi
civili
del
Antonio
312
mondo.
Noi,
Caccianiga
Italia,ne
in
aggiungere
altri, che
avvelenano
tutta
quale
è
non
un
dì
di
rettitudine,
loro
terre
macchine
da
spezzano.
Il
in
fossero
Discorsi:
il
suoi
Leitmotiv
la
nelle
Caccianiga
Italia:
in
è
uno
Inghilterra
che
solo
da
La
è
stato
dei
campestre
e
che
de'
sulla
sità
neces-
e
diretto
un
vero
che
campi
suoi
È
è
non
da
pochi
anni
più
di
troviamo
e
il
questo
motiv
LeitIl
accorto.
precursore
che
gentiluomini-campagnoli,
vanta
/
ne
armonioso
poco
ciò
gettava
s'affacciava
campagnuoli.
in
altro,
si
insiste
egoista,
occupazioni
pre-
quando
dell'interesse
:
loro
nuir
Vita
prendere
di
lavoravano
e
eremita,
un
Caccianiga
chi
quali
nella
masse,
necessità
del
i
Machiavelli
deve
le
con
facilmente
d'
lavoratori
per
è capace
cartella
una
in là
Caccianiga,
proprietario
dei
definiva
soffrire.
macchine
sostituirsi
Nicolò
a
di
coloro
che
quasi
sementi
che
bensi
come
più
Almanacco
"\\it\V
buone
r
il campo
andando
non
:
le
la
; la
i quali considerarono
parte, è dei proprietarii;
gran
finora
rendita,
cause,
lavoratori
come
»
è capace
come
buone
di
Pandolfini,
Agnolo
messer
colpa, in
classe
malvagia
«
purtroppo,
le
guastano
una
no
dobbiamo,
qualche
anche
secolo
fra
e
noi,
Verso
l'Ideale
313
.
isolati, eccezioni, uccelli
disseminati,
ma
paradiso,
fenici
arabe
dell'agricoltura.
«
*
La
campagna.
dei
poeti,
è
1'
per
essa,
respiro. La
dei
che
il
limpido
un'
che
manca
Pindemonte
che
antica
rosa
la
delle
i
e
una
ogni
e
il fior
bufere
é
è
conosce
vino
»
schietta;
tabernacoli,
spica
mense
d'arancio
le
come
cipressiche
adorata, esaltata,
il libro
del
Caccianiga
al
quale
è
è
non
il metro.
del
nel
la
è
col
: cori
tempo
nostro
della
cantore
e
specie d'Ippolito
una
quattro
dei
campi
vita
progresso
e
ferenza
difdelle
parti del giorno,
è
contemplativo;
affetto
un
questa
Malinconia^
delle
Caccianiga è; invece,
cammina
la
didascalico,
poema
campestri
l'affetto per
nel
poiché
Caccianiga
Antonio
Prose
dei
gli avelli,
cantata;
cui
terra),
colle
lottano
custodiscono
di
poeti, il
giglio
madre
«
della
»
campestre^
produce
della
'
querele
quasi
che
sangue
spose,
Vita
immortale,
zolla
religione
quell'anima
della
autore
d'oro, il lauro
(questo
di
l'altare
e
la
«
tellus^ la
sacra
viva
creatura
delle
ha
Caccianiga
Antonio
del
operoso
vorrebbe
in
che
ogni
Antonio
314
lembo
di
italiana
campagna
della
agricoli
«
rinchiusa...
triste
e
è
monaco
un
che
della
l'amor
sarà
un
di
eremita
è
è
un
Brera,
del
noia
di
del
mondo
di
egli
la
altro
i
campi
Caccianiga;
qual virgiliano affetto,li
liati
Umi-
degli
che
Un
amava
si definisce,
preferisce il
lana,
Palermo,
glio
me-
dovizie,
stesso
che
».
tonio
; An-
feconda
indipendenza.
Ippolito Nievo,
indole
lavorare
tessevano
Gancia
pestri
cam-
da
dell' ordine
che
operoso
Prose'
nasce
eremita»
«
Il
progresso.
veder
com'
monaco
dell'
veneto,
di
vuol
torni
portati
i
Montecassino
di
»
un
della
campane
dalla
che
perché
t
ma
lavoro,
solitudine
mediativo
terra
del
nelle
scrive
nasce
Caccianiga,
la
applicare
scienza,
nova
Pindemonte,
buon
Caccianiga
e
o
del
vento
con-
suonò
le
scrittore
col
tutti
timento
sen-
sanno
Alessandro
amasse
Manzoni.
Da
che
quella
il
Caccianiga
e
che
tutt'i
Per
Villa
sua
Saltore,
abita
descrisse
in
da
tanti
un'
anni,
bozzetto,
un
villa
antica
che
egli
bellì,
abserva
os-
progressi dell'agraria.
arrivare
alle
scoperte
e
invenzioni
d'oggi
Antonio
3i6
infallibili,come
riuscire
possa
che
farfalla
da
ma
ricca
coordinate
il
II
sono
e
le
della
quelle
ancor
((
Si
della
principe
loro
di
io
non
ne'
animali
condotti.
incolte,
una
Young
Arturo
in
Francia
il duca
di
Bouillon
abbia
Caractéres
feroci,
dal
sole, attaccati
una
vedute
incolle, lande,
dipinge
campagna,
:
Francia
ancora
terre
la
con
E'
agricoli
per
smuovono
Francia
milionarii, furono
sono
Labruyère
certi
sparsi
e
porta nella
meglio
e
che
desolante
vedono
abbrustoliti
formare
più grandi proprietariidella
Il
più
letture, di note,
squallide ^terre
Soubise
grandezza
»
frugano
di
ci
viaggi
traccie
sole
ogni fiore,
su
da
rivoluzione....
suoi
ne'
i due
di
modo
àtì
proprietà
cause^
deserti.
è
XVIII,
che
scriveva
a
in
capitolo, che
quantunque
delle
si libra
fantasia,
il libro.
secolo
risaputo
che
garbo,
ma
Il quarto
dalla
usciti
loro
co-
libri
di comporre
non
preparazione
con
volume^
del
libri
capricciosa
una
pretendono
la difficoltà
ignorano
questi;
come
Caccianiga
un
quadro
de
l'homme:
maschi
e
mine,
fem-
neri, lividi,tutti
alla
terra
perseveranza
che
in-
l^erso
vincibile:
e
hanno
umana
ed
in
ritirano
in
tane
e
di
Aubin
chioma
il
fece
un
eden
in
il De
scene
Saint-
vano
dipinge-
campestri
il latte
pastorelle
quante
canzonette
che
de-
Corte
:
Trianon
a
da
si vestiva
delle
storella
pa-
cascine
sue
cavalieri, trasformatisi
pastorelli,per
e
Anche
moda.
pastori
costruire
ai
eran
sconsigliatesignore,
tante
e
la
sotto
e,
della
favorite
sa?j
dame
simili
in
artificiali ;
per
celebrarono
Italia
avemmo
lungo
la
«
gianeria,
corti-
tempo,
bella
pa-
I.... »
Un
illustri
la
di
distribuiva
per
stora
delle
delizie
artificiali alle
anch'essi
le
Antonietta,
Maria
noi
(chi
e
d'acqua
usavano
Lancret,
si
notte,
nero,
pan
si
il
Di
elegantissime,
scandali
di
Corte
faccia
una
pittori di egloghe
baci.
libertinaggio
si
articolata,
voce
degli alberi, gl'istantifelici
dai
gli
di
Watteau,
altri
verde
stava
di
uomini.
vivono
d'Arcadia
numerati
317
piedi,mostrano
sono
nella
E
tanti
e
scene
e
e
il
E
in
effetto
radici...»
pastorali I
specie
una
si levano
quando
rideaU
vita
altro
capitolo è quello sugli
italiani
antichi
campestre.
Nell'imperversare
e
moderni
ce
che
esempi
di
amarono
»
delle accademie,
Cesare
Bec-
Antonio
3i8
scriveva
caria
'
utile
al
state.
»
Alla
la
con
1885,
laddove
in
di
circa
due
pace
di
Nella
della
Francia
scrisse
giano
contessa
sarebbe
agraria
cominciata
nel
costata
300000
lire,
milioni.
Villa
V eremita
Saltore,
tutt' i suoi
geniali lavori
Savina
cronache
Ortensia^
ha
Le
del
niscen^e
vicende
dello
amico
caro
del
e
fece
al
suo
niscen!{e dell'esilio
e
della
quel
titoli)
le
vita
salotto
:
// bacio
Villaggio
quelle
Remibuon
tanto
con
Spirito folletto, il
Milano,
di
armi
prime
nel
(ilCaccianiga
e
narrano
umoristico
Radetzky
tremarelle
gustosi
dei
che
giornale
il
j^ar niente
delPesilio
le
umore
trivi-
^
Il dolce
il talento
anche
coserella
qualche
costata
,
Villa
d'Italia
Regno
nuovo
e
è
più
fossero
mai
quante
del
Inchiesta
nel
tica
poli-
quest'accademia supplì
di
il governo
1877, finita
più:
di
mancanza
famosa
d' economia
d'agricoltura
umano
genere
giorno
un
Elementi
negli
accademia
una
«
Caccianiga
'48
die
editore
raccontano
tanti
Redaelli.
varii
degli emigrati
Ancelot,
e
dove
nel
che
quale
al
torno
ri-
sopraccapi
Le
Remi-
particolari
italiani
il
funto
de-
a
padrone
rigi,
Pa-
di
rldeale
Verso
i
contro
popolo,
di
poiché
e
otturarli
piaceva
al
in versi
che
popolo
a
dovere
Il
Mosaenigò
fuggi
e
da
sempre
per
tuno
opporche
urlava
questi
più
dei
Dandolo^
Caccianiga
il
momento
erano
non
dei
fulminare
a
francese,
la
sotto
credeva
non
nel
i Veneziani
figli dei Morosini^
schierati
pronti
il
viaggiatore
Ancelot
monsieur
ducale
palazzo
terribili
versi
austriaci
i cannoni
del
loggia
Perchè
Veneziani.
visti
aveva
declamava
Venezia,
da
reduce
casa,
319
degni
Pesaro,
il
prese
dei
cappello;
della
quell'Arcadia
Senna.
A
d'un
Villa
marito
effusione
è
Saltore, egli scrisse
d'affetto
la
ricca:
di
all'istituzione
tutte;
settimo
una
colta
rara
schiera
come
del
francese
delle
per
Caccianiga
Carlo
fanno
è
due
divorzio
Il
signora francese,
mogli
Goldoni
soli.
pensare
libri
a
cianiga
Caccolei
gio
dell'egre-
sensi, della
dei
ed
Le
la
d'elogio
sacramento.
d'alti
una
povera,
torna
parecchi
buone
citarne
del
non
signora
una
ebbero
ne
Daudet,
in
Era
uomo.
ciò
lettere
tutta
coniugale
e
Le
morta:
letteratura
del
sposò
tradusse
I La
letteratura
più povera
che
moglie
una
a
anche
care
uno
letterati,
Alfonso
pagine
squisito
Antonio
320
di
bozzetto
Gustavo
Droz,
deirultima
racconta
profumo
un
Caccianiga
La
stanza
è
Saltore
il
di
sentimento
di
lavoro
studio
delle
in
soffitta,alla quale
su
per
(mi
di
e
dotto,
Balzac,
La
tanto
peau
buongustaio
Gautier
sue
quei
sale
oggetti.
chagrin^
de
nare
ador-
Parigi
dosi
arrampican-
la
lusso
Balzac.
da
vide);
la
aveva
rajà
gatti d'Angora
rarità
Poi
arti
sione
vi-
nato
raffi-
del
un
artistica
più
genere
ma,
bato
addob-
è rappresentato
del
curiosità
tibolare
pa-
capolavoro
d'ogni
(l'adoratore delle
abbellite
a
d'un
Nel
del
grande
doviziosamente
innamorato
Onorato
famosi
chi
gabinetto
era
appassionato d'ogni
era
Il
abitava
dì
iin
nel
rarissimi
con
ad
sfarzo.
soffitta, il visitatore
trovarsi
quella
il Balzac
si arrivava
Villa
a
ideala sudicia, angusta,
una
raccontava
nella
entrato
tale
è
humaine
Comédie
moglie;
Caccianiga
con
dove
mestizia.
addobbata:
autore
su
della
di
e
del
riccamente
proprio
Omelette,
passeggiata
possidente. Cominciò
letterato
una
V
venne
eletto:
Teofilo
decorative) colle
artistiche
dalle
code
e
con
princi-
f Ideale
y^erso
i
pesche,
sulle
lavorano
di
a
lasciata
è
Milano,
il
paia
Per
un
nido
Caccianiga
e
i
colla
dello
tore
scrit-
mente
artistico
addobbato
in
tutto?
sopra-
che
modo
d'un
riservato
prefetto
parrucchiere arricchito,
d'un
?...." A
sì. Ma
forse
forma,
lui
furono
cultrici
Antonio
per
beri
al-
ispiratorigli
i
cielo
veneto,
La
in
campi,
quell'aura
sulle
gelsomini
pensieri gentili
de
dei
solenne
pace
del
l'autore
confina
fiore, i rosaj, i raggi di sole; fu ispiratrice
la
spuntare
o
Morone,
raccolto, squisitamente adornato?..
perfette della
azzurro
alla
che
via
stanza
intelligenze impressionabili,
certe
in
in
elegante, ricco,
classe
prima
scrittori,invece,
pareti. La
nude
semplicità
gabinetto
sultani,
come
Manzoni
dal
gabinetto
un
bensì
fra
necessario
locale
un
Altri
velluto.
d'una
povertà.,.,E
di
di
benissimo
studio
non
s' accoccolavano,
quali
poltrone
321
il
blando
mite
spallieredelle
scrittori
simpatici
che
fa
ville
come
vita campestre.
ai
Desidero
che
i
sacerdote
un
nel
affettuosa
anche
soldati
i
pace
Quel
due
alto,
in
di
valeva
assai
valeva
Nato
per
nel
virtù
1834
a
apparteneva
veneti
alle
educati
letterature
assiduo
a
da
in
e
il
studio
la
;
silenzio.
rosa
Pe-
Leonardo
austerità
quando
dottrina
di
famiglia
cui
nezia
Ve-
zia
Vene-
di
della
Portogruaro,
quella
di
classicista
quel
purezza
loso,
angolettere
licei
nei
esercitate
classiche,
fin
profilo
Quiriniana
la
per
olocausto.
insegnò
giovani
della
nardo
Leo-
chiudendo
dal
che
ad
zioni,
convin-
sue
un
Mantova;
bibliotecario
devoto,
più
di
virtù
Monsignor
tutta
mite,
quello
delle
magro,
sguardo
generazioni
e
fu
Venezia
sue
seltant'anni,
a
che
alto,
prete
dallo
a
vita
le
di
nome
a
per
ideali.
disparve
una
morto
nemici
i
d'opposti
Perosa
in
che,
costrinse
1904,
lode
il
conoscano
letterato,
luglio
31
lettori
alle
sacerdoti
delle
grazie
alimentavasi
Repubblica
di
Ve-
Un
326
nezia
in
temprava
governanti,,
Come
Zanella,
leggere
nel
palazzo
dovrebbero
deve
forme
grammaticali,
caposaldo
di
in
dal
e
odi
Vicenza
dal
Foscolo,
/
e
chris
solo
ben
bella
fama
nella
stessa
lirico
del
e
anco,
nei
seminarli
sapere.
Era
il veneto
voltò
nel
gentile Villaverla,
Capparozzo,
—
e
dei
allievo
nel
dal
dallo
in
Nato
che
dusse
tra-
Schiller
latino
e
due
Sepullevò
nel
diede
patriottico abate
Francesco
minario
se-
Monti,
De
1855;
tendere,
in-
Veneto
del
corretta
latinista.
religioso
più, per
1' anima
latini
versi
Monza
le
Filippi, che
L'edizione
a
latino, che
conoscere
pensiero,
quale
giorno
un
per
Francesco
del
cate
pubbli-
dell'istruzione
Carrér, dal Goethe,
sepolcri.
apparve
al
non
ammiratissimi
Parini,
dal
ogni
si
:
sull'insegnamento
studio
formava
di
tenuto
Lo
ma
stesso
prose
i ministri
il
sentire
grandi padri,
il
che
coltivato
per
sue
discorso
meditare.
essere
egli
di Venezia
classico; discorso
la letteratura
como
quei preti,Gia-
maestro
delle
suo
ducale
di
uno
volume
Firenze, il
a
Veneto,
nel
insigne
nel
turi
giovani patrizìi,fu-
statisti.
futuri
giorno
un
i
quello
s'insegnasse,
latina, disse
può
educatore
Filippi
in
1794,
i
tali
na-
seppe
Giumori
l^erso
nel
1860
liceo
(oggi
anni.
Cabianca,
Ecco
del
i versi
Quest'uom
E
di
Virgilio
ruvida
A
tempo
un
Perchè
scorsa
un
cittadìn
di
era
che
pieno
classici
scuola.
di
Così
Luigi
sulle
classico, offrendola
Zanella
dello
dai
stile.
veneto,
più
l'abate
nella
voleva
ammettere
luce
la
del
sua
radio.
*
il
e
corretta
Leonardo
e
e
affilavano
pietre
eterne
più
attinse
Perosa,
la
del
linda.
nuova
minore
de'
nuova
amico
suo
Capparozzo
classici
il culto
della
esuberanze
Carrèr
Giuseppe
romantica
grecista.
romanticismo,
le
castigava
abate
strofa
bollor
Roma.
Perosa;
come
*
In
altro
non
appariva
e
anche
era
il
uomo
eletto:
Sparta
un
era
idioma:
core
Filippi
il buon
verità
una
l'aspetto
'1 dolce
avea
Latinista
modestia,
quato
Tor-
su
poema
Lacedemone
fortissimo
Corradini.
Jacopo
baci, di stelle,di fiori.
di
Francesco
Latinista
da
Cabianca:
di
Sotto
terina
Ca-
Santa
ritratto
d'un
autore
cantore
e
di
liceo
poetico
un
vicentino,
Tasso,
327
Foscarini) insegnò più
Marco
meritò
Egli
cui
nel
Venezia,
a
ì*Ideale
guace
se-
la
gusto
como
Giagoria
viper
Un
328
tanti
allo
riguardi
educatore
lo
Zanella,
classicheggiante, fino
po' duro,
un
quel legno
legnoso;
1
pubblicò
Poco
Leonardo
invincibile:
spesso
Il
linguaggi^ forse
di
rimane,
il
pure
Armonie
^tWt
nel
1876,
anch'essi
prete
amico
la
spessa
:
la
nel
poeta
ne
Venezia
a
non
parlava
nel
Dio
mi
Pur
un
cor
non
consenta
barlume,
è
non
la
è
sente
commosso.
ruggir
pioggia
verno!
dell'eterno
il
fredda,
batte, flagellamura
verno
1
—
esclama
vegliante:
Ma
la
era
Quando
egli
scroscia
cor
verno.
d'in-
poesia socialista,questo
procella invernale
tetti. Ma
la serenità
eh'
uomo.
inverno,
burrascoso:
riore
infe-
limpida
moderatrice
degli umili,
d'
di Paolo
impeti d'affetto, disciplinati
nobilissimo
moda
notte
una
mar
e
di
ancor
era
e
un'alba
forza
una
tipica del
forza
In
da
dei
sciolto, cesellato
poetiche^apparse
vivi
noto
poesia
concetto,
Tommaseo,
dell'insieme, piace, come
mente
diligente-
parola
nel
verso
al
è
La
dalla
ritrosia
per
poco
carme
suo
eleganza, gradita
con
quel
ispirato
Padova,
al tema;
Perosa,
ma
lavorato.
Marzolo
intagli in
fini
quali
ma
talvolta
sembrar
a
gnità
di-
nella
supera
E
fin
lume
che
all'anima
il
Verso
Non
vincerammi
Anzi
chi
Per
E
gelo,
che,
sonno
e
sanno
amare
poeta,
rivolto
da
che
al
ai
poveri,
Aule
tepenti
Dite
! fra
Fra
il
vi
non
alle
po'
stenti
e
lacrime,
credere:
sanno
il
e
immemori
o
amici
o
quelli
gelo
ozio
in
soffici
ignobile,
lucenti
e
;
di
e
voi
il
quaVè
natura
quel
e
più
del
?
misero
cuore
peggiore?...
Nel
dal
innalzata
legislatrice,
pose
parti d'Italia.
radici
Veneto
le
e
Arnaldo
Berti
Fusinato
(morto
mentre
col
Parini
propaggini
a
in
liriche, eccitanti
carità, alla pietà, alla benevolenza
Antonio
di
un
tocchi,
devoti,
poesia moralista,
dififusero:
che
godere
aspri
fortuna,
piacer
ingombro
varie
dalle
capanne
felici, prosegue:
ai
Fate
potenza
ai
marosi,
felici;
che
è
loro
sincerità,
sgomento,
sui
smarrito,
fra
pur
di
e
possono
con
dei
Qual
alla
non
dolor
D'ogni
le
con
blanditi
voi
Voi
lagrime.
ancora
pericolo
viandante
al
dal
Sol
altrui
tenebre
in
travolti
valanghe,
La
di
naviganti
montanari
O
delle
accenderammi
quell'ora
ai
vinti
329
•
dolora.
in
pensa
obblìo
pensiero
un
f Ideale
Buon
parlava
umana,
si
Operajo;
nel
Consi-
Un
330
sui
di
comunale
glio
mendicanti
pietà
fior
(Poveri
Passa
O
la
il
irruente
povere
!
cuor
beltà;
vostra
poesia
socialista;
forte
amar
di
grido
d'una
la
non
che
sa)
doveva
dalla
dolore
lodigiana,
giovinetta
Negri.
Il Perosa
soffriva
madre
povera
folle
si
nobile
Onde
in
altri.
lagrime
figlio;e quel
pianto,
il tuo
E
redento
Il
figlio tuo
buon
Una
per
amico
Egli
rei
che
sa
qual
dolce
Si, bollente
e
mercede,
vapori
Né
gli lascia
La
via
Iddio?
risponda
non
ha
creta
cuore,
un
di
veder
e
lo
circonda
baldanza,
giovami
ancor
desolata,
pio?...
quel
è
che
madre
o
può
ben
si
grida
gli chiede,
esser
che
Dio
sospiri
folli desiri
suoi
amante,
Com'
quei
a
a
cuore
da'
madre
Di
degli
:
quel
Ei
dolori
i
struggeva
del
condotta
conforta
O
le
con
lavoratrici
le
che
lirica
poveri,
or
più
suo
sui
Ongaro
il ricco
compra
precedettero
A
la
d'
prezzo
emettere
Dall'
poveri
!
le rime
con
verso
ignorata
a
La
Ada
Venezia)
; Francesco
di
espansioni
educatore
nebbia
gli
avanza.
profonda
plasmata,
la
la
Un
332
rultimo
è
primo.
accento
è
l'ultimo
verso
Deh
La
e
quei
nevrosici
hanno
critica
da
considerava
di
chi?
dei
veri
gioja
ai
Chi
la sostanza,
faceva
ne
di
non
Lo
Con
che
spiegava
il
vrastenici
ne-
todo
me-
a' suoi
giva
rifug-
e,
perchè poeta,
ammirare
pensiero,
le
di
intensa,
il Pa?^adiso
lezze
bel-
carattere,
chiamavano
quale
più
appariscenza;
conosciuto
aveva
ai
Leonardo
Il Perosa
fatua
zienza
pa-
discostandosi
Sanctis,
era
giovani.
pedanti.
il Perosa
De
la
di
che
ancora
;
con
imparare
generazione
applicava
sentimento,
stile
Ma
poeti;
ragione,
rispetto
che
attento
i
sentiva
ciò
tutto
irosi
insegnano
impone
abbagliando.
signoreggiava
stero.
mini-
augusto
dignitosa,
del
segnamento
in-
nelP
stava
pieno trionfo,
lo
!
calma
Prima
ottenesse
dalla
sorella
!.., potevano
questa
tacitamente
perciò
di
di
ribelli.
di
storico
Perosa
la
che
ragazzi
e
e
volte
Perosa
costante,
di
che
il
come
soave:
Penosa
italiani
magnifici stipendi
Leonardo
da
sonetto
ciel, dolce
del
molte
(e
primo;
egli riguardava
professori
irritati
del
maggiore
eh'
il
come
del
parlami
forza
I
educatore
pedante.
la
miseria
tranquilla
dì
Dante
1
Verso
occhi
I suoi
cielo
in
Il
di
lanciata
P
sottili
dal
positivista da
(c
spirito distruttore
a
quei generosi entusiasmi,
«
in
a
il
a
ed
«
ginazione
«
si
«
dire.
a
frutta,
«
altri
preparino
Senza
o
onesti
ed
dell' affetto
all'
Italia,
l'elemento
frutta
e
il
il
dell' interesse
e
più
forti
che
nasce
idee
;
di
e
elevavano
ne
della
critica
dell' ima-
generazioni
voglio,
morale,
spirito
infiammando
gelo
non
sovente
;
nell' età
:
caratteri
carattere
nobili
giovani,
portato
noi
tra
dall' altra
scettico
che
del
quell'anno:
classica
quelle
i nostri
Abbiamo
il calcolo
vive;
di
nel
istruzione
informa
sia
parte,
una
tempi
cuore.
gli
di
spirito arido, pesante,
tecnica,
critica
adunanza
agosto
15
Non
classico;
nella
pubblica
del
tiche
cri-
precisamente
e
morale
V
«
tutt' altro.
:
l'acerba
1870,
nella
sia
al
sfera
investigazioni
suonava
T)ella
istruzione,
di
salisse
egli
sull'insegnamento
Veneto
Uno
allora
volgevano
fulgore.
lui,
fin
:
333
T ideale
letto
Istituto
«
in
sue
Zanella
secondaria^
R.
le
per
discorso
suo
«
fra
non
di Giacomo
critica
anch'
trascurava
lui,
per
che
fulgore
Perosa,
non
si
miti, buoni,
; sembrava
sfera,
P Ideale
né
l' ingegno
vergogne.
Napone
una
dal
culto
devo
non
Sen:{a
non
delle
^^
334
«
idee, che
a
lasciate
Alle
bada
nelV odierno
da
idee
parte
dei
insegnamento
derise.
anche
o
o
perciò quelle
in
sommo
sono
»
volta
poeti (direte) qualche
Ecco
poco.
maestro
educatore
d'uno
si
scienziato,
Mole-
positivismo, Jacopo
schott.
Il
grande
il i6
pronunciò
onore,
precise parole
«
Noi
tutti
«
aridi
«
lettere
«
idee.
«
prendiamo
di
c(
di
metterli
in
«
rime
ci
«
in
«
correrci
fatti, ma
le
c(
pre
mane
«
premura,
in
queste
fra
di
loro
di
di
e
esau-
noi.
con
Ed
vediamo
diventa
Duilio,
vita,
cerchiamo
e
ricerca, noi
un
rileggervi
della
stanno
che
in
pre-
barca
di
cui
va
e
e
fiamme,
inarrivabile
la
possiamo
;
con
e
la
tutta
poi
sem-
l'albero; più smaglianti
banderuole
non
di
fiumana
cui
navicella
sempre
suo
trasformarli
a
riesca
rapporto
innalzandosi
«
in
accumulare
di
i fenomeni
mira
bastimento,
vengono
ci
nella
quel viaggio
nave,
giubilari
appaghiamo
quali
relazioni
una
di
Sapienza
quale pronunciò
aspiriamo
Navigando
le
«
nel
feste
vita
:
non
con
alla
1892
delle
discorso,
un
della
Circolazione
dicembre
occasione
in
Roma,
della
autore
ce
di-
nave
ri-
la nostra
raggiungere
E
yerso
«
quella
«
toccarlo,
cc
gredire,
«
biltà
l'ideale.
porta
nave
da
ma
l*Ideale
delle
Non
la forza
dell'albero
aspirazioni
nostre
possiamo
ci viene
esso
coll'altezza
e
335
mai
di prola
cresce
no-
(i).
»
*
famiglie, limava
Il continuo
petto. Un
fu
e
come
danno
anche
solo
anche
un
la
dal
ottenere
pensione.
altro
E
lavoro;
Milano,
riuscì
non
briciolo
un
Nella
vivere?...
siamo
non
».
nazionale
dovette
età, in
ricominciare
affidarono
Per
Sandron,
la
la biblioteca
gli amici
dall'originale
R.
Se
«
lui
1902,
miei
tedesco
pag.
gnava
inse-
—
riposano, egli dovette
Moleschott,
Traduzione
egli, (devo
giustamente
insegnare,
tanto
come
gli
schott.
a
Governo
lavoratori
(i) Jacopo
Venezia:
dobbiamo
dopo
Eppure,
molti
di
detto
amava
lasciarla;
letteratura
Fu
bontà.
magistrato
più cattivi, lo
la
gracile
che
dovette
poiché
morale,
rilevarlo) non
ben
da
famiglia,
una
lui
per
Perosa.
il
struggeva
tristissimo
giorno,
scuola
la
gli
nelle
e
dell'infaticabile
la salute
parlare
iscuola
in
continuo,
L'insegnamento
—
di
304.
di
cui
cercarsi
vita.
della
Ricordi
Elsa
a
tosamente
PieFon-
grafici,
autobio-
Patrizi.
Mole^
Un
336
dazione
Stampalia, istituita
Querini
Giovanni
Querini,
illustfi
guerra.
Fra
adatto
Era
«
Pio
i lavori
sul
del
talvolta
scriveva
lavoro
al
Nicolò
lavoro
così
:
:
De//'
giusto
alcune
; lucide
egli
uomo
noto
ma
pri-
Firenze,
il
quale
nel
del
parla
intitolava
dei
alla
il
progressi
maseo
Il Tom-
libro
questo
condotto
che
devoto,
a
di
uno
rebbe
vor-
dignità
che
».
anche
florilegio
poesie
si andava
questo
il
amava
considera
origine,
accennare
Piccolo
oneste,
dito
all'eru-
in Italia,
L' autore
«
ebbe
non
succoso
che
civile,
che
lui
melodramma
il melodramma
argute
nati,
ante-
Tommaseo^,
a
veneto,
del
degli effetti
dice
Perosa
edito
estetico
dell' abate
proprio
ad
suoi
maestro,
ch'egli
melodramma,
Dizionario
E'
sir
gran
governo
X,
compianto
dell'opera romantica.
sinora
de'
patrizio
*
studio
e
di
quel posto
diceva
tranquillo ;»
Perosa.
tradizioni
prelature,nel
nelle
fcl
liberalità
con
delle
degno
gnore,
nella
educatore
in
dialetto
scintille,
e
spegnendo.
di
cercava
che
non
di
Veneta;
veneziano
ultime,
Così,
mai
esatto
un
storia
dissimulare
aveva
a
e
festevoli,
fuoco
di
quel
con
le
celie
i fieri
mali,
gioito la
festa
yersa
vita ;
della
quest'uomo
l'Ideale
che
337
col
proprio
faticóso
.
altrui
silenaÌQsamente
lavoro
aveva
questo
invitto, magnifico credente., appassionato
della
adoratore
Nazaret
soccorso
; questo
poesia
maestro
gentilezza ; questo,
lui
forse
d' argento
poco
e
cuor
,
che
accetta,
d'oro
dolorosa
d'
con
ogni
frase
chiamerei
Maria
di
di
rettitudine
e
a
ori"jiitale,
«
ingegno
».
32
\
GIOVANNI
VERGA
Il
agile
Nel
Ongaro.
r
Stornelli
degli
autore
delicata
novellista
Percoto,
queste
Un
mi
di
monacella
una
sua
di
mandare
di
abnegazione
quelle
materia;
i
eh'
io
Si
fu
fu
giudizio
della
trattava
primo
il
primo
che
nell*
era
Storia
lavoro
piacque.
arte,
prime
dolore
siffatta
bagnai
o
afferrò
mi
T
letta
non
e
epistole,
vivo,
se
con
in
quelle
al
deposi
di
maestra
di
lettere
sulle
vita
siete
gandomi
pre-
scambiate
Pensai
a-
giudizio
un
e
d*una
che
fogli,
Erano
amica.
lettura
le
non
certi
:
d'
come
proferire
dipingono
vecchio
mio
quello
il
che
che
stesso,
Il
vere.
la
poi
fatti
modo
voi
corona
modi
scritte
pagine
a
ma
meglio
per
ed
compagna
Caterina
contenevano.
siciliana,
alla
una
fa
e
che
istoria
scriveva
di
anno
scorrere,
Roma,
contessa
gentile
un
volerli
da
valevano
che
consegnava
dolente
una
Friuli,
siciliano^
di
sulla
del
un
l'
Dal-
1871,
politici
parole
giovane
spetto,
del
novembre
fu
Verga
Francesco
rivoluzione,
della
poeta
del
letterario
padrino
primo
ultima,
lacrime
di
proferito.
così
d\
del
capinera.
una
giovane
Leggendolo
Non
catanese;
(prima
nel-
TIllustrazione
molti
di
Popolare
si
occhi
volontà
in
dolore,
la
che
Suora,
mi
Verga
vera,
avveniva
la
fra le cui
mura
cacciatevi
Prima
della
correva
ri-
Carrèr,
del
rata
innamo-
tinte,
Una
-
(V
in
scoprivi qualche
muore
fine
germe
secolo
nel
di
rete
steri,
mona-
ragazze
povere
capinera,
una
raccoltina
una
Torino,
a
Gesualdo
alla
è
parenti.
un
il
non
Eppure,
d' altri
a
romanzo
suoi
avvelenata
suonando
romantica,
teatrale,
di
autore
vorrebbe
quell'aborto,
luce.
Verga
di romanzi
Il nobile
oggi
nominare
appena
—
una
era
peccatrice.
nemmeno
peccatrice
città
usciva
T^on
rinnegato
a
storia
(e altrove),
Milano
avveniva
Storia
che
Sicilia
sua
dai
inserire
fatto
oMastro
sentir
del
pensiero
quella
gemevano
forza
a
novelle
forti
che
quello
che
Nella
quando
XVIII,
e
Il
monacella
assicurava
troppo.
pur
aveva
contro
la sincerità
ballata
d'una
parla
gridi
suicida.
e
Il
flebile
una
a
Nei
Diderot, ^ÌV Ildegonda
del
^eligieuse
volume)
un
incarcerata
dell' artista.
sincerità
in
làgrime.
sentivi
monastero,
Grossi,
la
di
quella fanciulla,
un
alla
poi
e
riempirono
di
soccorso
del
Verga
Giovanni
344
in
da
lui
quello
lavori.
il
che,
La
noforte,
piapur
l'Ideale
Versa
di
rea
la
suscitava
capinera
diceva
come
»
T
vanni
Gio-
Don
qualche
imitato.
ha
provincra
Mentre
di
tradita
l'amante
troppo,
3-15
pietà,una
Eva^
Aleardi,
bella
«
rivelava
me.
all'Italia
glio
di
narratore
fa,
il
che
più.
non
rammenta
nuovo
romanzo
via
ruba,
a
un'
era
palesavano
Eva
usciva
alle
favorevoli
italiana.
Anton
fra
vele
Giulio
Barrili
più giovani,
i
Donati
fra
il campo.
potevano
candide
esser
i
lette,
famiglia più riguardosa
dalla
boheme
vita
garibaldina;
milanese
ingolfato,
mano
ma
d' amico
Vittorio
:
era
generoso
novellistica
Salvatore
e
di
quest'ingegni*
che
a
in
usciva
dalla
usciva
tendere
per
un
ogni
tuttavia
era
sceso
sare
Cecon
Barrili, che
s'
non
e
tenevano
pericolo,
il
rina
Fa-
Bersezio
il Farina
dove
dove
della
senza
venti
spiravano
novelle
Le
quelle
su
provetta.
giovani,
meno
cese,
fran-
l' impostatura
mano
quando
appunto
Eva
scuola
taglio,
una
? Andò
laddove
riverberavasi
il
dove
animate,
La
stessa.
più fine,
ottenne
siciliano
giovane
essa
trentanni
che
successo,
un
sopra
di
gli imitatori,
sorsero
la
racconto
onore
del
contare
i lettori
fra
il lieto
e
non
pagine
del
Chi
imitazione
e
doveva
si
caro
mai
la
fratello
1
Giovanni
34^
d'
armi, caduto
nella
portavano
non
era
il greco
del
Ghislanzoni
di Paolo
de Kock
scodella
pareva
tremavano
:
del
dal
un
ma
il gran
:
nella
que,
adunjE*»/^,
i torcicolli
ne
i
pubblico leggeva, e
di questo
ascoltati,il
elegantegiovinotto,
profilo aristocratico
a
non
poteva
intorno, vide
mondo
carbone
Milano
; il
moso
fa-
ritornava
Sicilia.
Eva
sua
nografia:
por-
—
qualche mosca
letteratura.
aspetto, dal
in
della
po', del
un
trombettieri
quale, capitato oscuro
non
spigliatenovelle
ardimento
già
Verga,
serio
Ma
d'
della
giornali ripetevano,
nome
pronunciano
le
gettavano
di latte
parolacciadi
:
significato
intinte
della
quello che poi
una
la
appena-
appena
a
con
immondo
—
Il pubblico
patriarcale.
ancora
gentiliche
Tarchetti,
la freschezza
con
di definire
le dame
sanno
novella
avvezzo
convenuto
cui
al
tempo,
soffio d' onestà
gioventù, un
fu
anzi
Verga
negletta isola
appagarlo. Egli,
che
la
vita
gendosi
vol-
campestre
nativa, presentava
inesploratod'osservazioni, d'arte;
un
e
Giovanni
34^
Eros^
ricordo,
ancora
e
di
alcuni
avean
le
Una
donna
quei
i
vampe,
si
scene
fine, ne)
metà
del
la
patetiche
pari.
volte
una
del
e,...
E
mal
appare
;
il
qui,
le
le
eleganti.
classi
»
classi
lari,
popo-
l'
dal-
milanese,
che
vero
visione
passa,
Il
suscita
Verga
reale
è
ora
uscì
così
Mastro
nitido
e
tante
rifatta
tre
tento
malconda
osservare
don
:
fantasie
sempre
figli.Bisogna
propri
fu
punto
ap-
graziosa
ingrassarsi come
Tigre
in
Verga:
studiare
coli'
la
ma
palpiti umani.
d' amore,
finisce
quali pentimenti
che
A
romanzo.
quali laboriose, sapienti correzioni,
e
rata
innamo-
languiva
madamina
«
principessa)
dall' autore.
de'
a
cevano
fa-
principesco (la soprannominavano
s' ammala
sue
fermarsi
Tigre Reale,
Primavera,
incesso
forse
avevan
ritornava
in
e,
altre
delicatamente
del
mesto
T ultima
e
doveva
non
Primavera^
In
fondo
tura,
ma-
to.
inesper-
ma
profilava
libro, V azione
parte
la
con
giovane
un
che
febbre.
ripetizióne. Un'
si
infelice, Adele,
nella
della
ripetevano,
la
perdonare
amori
quegli
provocava
bellezza,
vivi,
fossero
se
vaneggiamenti
quarantenne
Alcune
E
quasi
personaggi,
marmorea
prima
V'erga
da
quanti
Gesualdo^
armonico
1
La
Verso
lezione
prima
nella
di
di
lavoro
da
Tanto
V ideale
nel
di
i
dal
Egli
lento,
lavora
corregge
A
"K
a
non
Tigre
Reale
la
risponder
frenetica,che,
sfuggire
salvezza
anelando
è
la
:
trova,
ti
di
un
a
voglio
rappresentato
recando
realtà
vita, s' afferra
che
un
corone
Mentre
un
1 Gli
il
il
le
»
dalla
alla
convoglio
mortuarie,
nel
Balzac.
correzioni:
quante
volte
1
mina
fem-
tisi,sentendosi
prima
cui
uomo
ultimi
Flaubert;
quel tipo di
tavola
co'
quali
ferroviario,
che
passa
i
pubblico leggente
di
m'ormora
tocchi,
feretro, impressionano
Impressioni
poneva
com-
esclamava.
»,
come
è sorda
limata
rando,
lavo-
letto; schiva
come
valsero
alla
nello
religiosamente
altro
materia
vuole
e
cerca,
ha
che
pericoloso
non
risponde
e
tentatori.
per
rifatto
quanto
si asteneva
E'
si tratta
insegue
ricorregge quasi
e
Tuttavia,
«
ha
perfezione possibile.
ciò
caposcuola
Zola.
nulla
lavoro
sente,
tutto
Malavoglia,
leggere
parsa
com-
non
soggetti,
come
scordare
specialmente
i
fa
i
:
d'un
della
concepire
svilupparli,egli
libro
artista, che
un
raggiungere
del
bensì
riveduto,
pianta,
Gesualdo
Antologia, quasi
quella
con
349
don
Mastro
Usuava
comune
d'un
di
V Ideale
ghirlandat
in-
lento
più.
lasciò
an-
Giovanni
350
che
il
alla
luce, //
è
contento
Egli
da
Marito
finisce
di
Niente
di
lusso
di
quelle
si
sforzano
Il
che
eh'
tanti
come
della
società
risoluto
parrebbe
paterna
Elena,
di
sposarsi :
dalla
che
se
madre
che
fugge
non
che,
Egli
la
lo
sua
inganni
Elena
lo
fa
;
il
sudar
del
gine
compa-
unico
suo
atto
dalla
V
casa
lui pur
con
quella fuga
che
uomo
rizzo,
indi-
la
volentieri
a
è
senza
rapire
ragazza
preparata.
Elena,
Il
di
vero
digiuno
indeboliscono
quello
più
gaudenti
volontà,
moderna.
della
di
scimmieggiare.
di
salda
vina.
ro-
apparenze
stomaco
i
e
nella
niente
come
marito
senza
sospinta
ricca
quelle
vogliono
esse
il
protagonista,
energia,
di
lo
con
sorridere
a
che,
miseria,
fame;
che
creature,
mondo,
senza
la
borghese
sembrar
a
nella
non
marito.
fumi,
di
più tragico
celano
Verga
famiglia
una
mandò
Verga
Il
questo
anela
vanità,
aristocratica, e
il
Elena.
ricca
denaro,
smodata
gran
di
riprodotto
di
1882
di
neppure
ha
povera
nel
che
romanzo
Verga
è
spinto
scamente
furbe-
ha
,
la
solo
l'ama
ama,
sospetto
freddo
;
ma
pre,
sem-
eh' ella
V
amo-
l*Ideale
Verso
grinfondela
non
re
fibra che
lira,a copiareatti avvocateschi
farlo di notte,
altri,e deve
della
donnaccia
serva,
punzecchiaree
Elena
di
ch'ella
quellafemmina,
di
perchè le
proprifalli. Il padre
deve
con
lui. Avendo
falsa
del
più
cara;
umile
è
fa il
pajo
idee
un
villaggio,
splendedella
marito
di
la coscienza
bensì,in
del
che nuoti
figliecon
che
della
miseria
nemmeno
umile
è la madre
eglila
le
ha
C
clusionata
più scon-
creatura
di Elena
educate
proprioerrore.
madre
una
madre
grandezza,non
consapevole dei
sa
Eglicrede
per sogno.
1 La
agiatezza
coraggio
Elena, ex-cancelliere
di
della terra. Vede
neir
il
sata
più di qualcheme-
borbonico, è la
? Neanche
figlia
ha
non
e perchèla
salario,
del governo
che
An-
momento.
sopportare ogni impertinenza
deve
di licenziare
si lascia
quale
ogni
a
di
conto
per
all'insaputa
persino
dalla
avvilire
Egli,
glimanca.
guadagnar qualche
è costretto, per
avvocato,
351
di
luce
Elena;
la
quale,poveretta,compie ogni sacrificio pelfiglio.
Quella buona
è
è
donna
lo
zio
del
galantuomo,che
i
1
pesid'una
commovente
marito
si
famigliasenza
assume
di
:
movente
com-
cerdote
Elena, sa-
volonteroso
gustarne
le
dol-
Giovanni
352
Varii
cezze.
viziata
;
altri
ma
tipi
si
coscienza
in
muovono
di
tutti
son
senza
Verga
quelParia
flosce,
creature
ficiali,
super-
deplorevolmente
; creature
moderne.
Nel
la
di
di
e
di
di
comico
ritratto
lei, è
un
nel
di
Elena
compiere
quel ritratto,
«
Così,
ho
di
il comico
loro
un
son
son
calme,
sposi,
per
; altre
tragiche.
Egli,
avere
vescia
ro-
che
corron
un'onda
svanisce:
dallo
finti
tutto
sfacelo
ricchi,
e
il volume.
calme,
lasci veder
concitate
al
dendo
cre-
giustizia,
inesorabilmente
d' acqua,
specchio
naufrago
emana
circola
miseria,
pagine
uno
quegli
dre
pa-
più figlia,non
Ma
di
Il
piagnucoloso
più figliai»
illusioni
parsa
scom-
esclamando
voglio
che
nitore
ge-
infligge
casa.
suprema
non
in
disperazione;
che
in
così ; io
melanconia,
della
sua
trova
una
del
capolavoro.
castigo
che
capitolo,
(passeggere)
nella
flessa
ri-
volentieri
s' accorge
comico
vede
si
primo
piccolo
persino
di
Il
smanie
quando
è
Elena
chiameremmo
Elena
Elena
di
stagno.
le
rappresenta
di
marito
che
società
similoro
cui
è
//
romanzo
nel
:
delle
dalla
Certe
come
fondo
le ultime
:
Verso
l'Ideale
353
*
*
Tutta
del
quelle
1880)
ha
titolo
è
novelle
ha
Vita
dei
campi
La
sovrastano.
volume;
di
serie
una
di
ben
più
mostrato
*
Vita
dei
è
più:
il
campi
nel
è
non
un
Il
Verga
ritrasse
menti
senti-
libro.
un
ma
(apparsa
quando
potenza
Verga;
vergini,istinti selvaggi che quando dipinse
ammanierata
società
una
siciliano,dimostrava
bozzetto
esista
inzuccherato
vive
e
vi
il sole
aspra,
che
brucia.
il
del
crudele.
non
può
sua
che
comprende
che
bensì
studio,
bozzetto
l'artista
più
campi
non
splorata
ineidoneo
ha
si è
del
anche
chiama
di
alla
dal
lui,
che
cifra, si
maniera^
vero.
a
e
dalla
parola
valore
bozzetto
Verga
:
liani,
sici-
crudo
come
sua
davanti
soffoca
campi
coscienzioso
si
campi
che
dei
ritrae, ha
dalla
al
nei
:
esagera
esistono
non
polvere
vita
non
spesso
Giovanni
j
ci
misurata,
scolpisce e
allo
La
artista
inventare,
frase
la
fra
Verga
Un
ancora
esistiti mai
sono
vita
che
quasi
in Sicilia
siciliano, il Verga. L' idillio
n' è ito. Nei
se
ne
una
un
come
Nedda,
sua
laggiù
come
campestre,
artista,e
fosse
ritrarla
Melibei,
vita
una
dall'
per
frolla. La
e
Nel
raccolta,
33
Giovanni
354
condensa
le
efficaci
sue
bruscamente
afferra
espressivo,
pare
ciò
che
in
molte
altri
parole.
A
Vita
dei
della
Otto
Lupa,
che
scrittori
le
di
due
dove
la
ritratto
la
brutalità
in
sepolte
col
suo
vita
delle
orride,
all'
che
non
di
d'
piedi
miniere
dove
un
a
padroni
delle
virili, dalle
vittime,
iìglia e
Sicilia,
mollezze
fatuità;
per
Castelnuovo,
Romagne,
meno
non
la
transizioni
gante,
ele-
fibra,
men
letali, dalla
uomo
la
ritratto
rafforzarsi
esser
dove
miseramente
lotta, ha
da
la
malpelo^
giovane colto, desiderato,
sedurre
pressione
im-
torvo
infierisce,
Enrico
inferno.
La
lano,
divinco-
si
in
rena
finiscono
chiudersi, per
lasciarsi
dalla
dei
zetto
boz-
quel
Rosso
di
cave
che
un'
due
della
novella
Nella
romanzo
di
spasimi diversi,
nelle
poco
argomento
subisce
cui
non
un
un
apparizione
la
se
s'intitola
che
;
sa
in
citiamo
non
ignorate
queir
va
per
Chi
con
vita
vittime
tante
sole
ma
esprimere
diverse, il marito
creature
figlia? Il Verga
ha
dice
sanno
scolpita, a'
spasimanti
allora
campi,
dita.
donna
sceglie
provarlo,
profonda
tipo
non
paginette
scotta
lo
non
artistico:
scrittore:
verità,
brusca
e
di
qualità
la
il soggetto
scegliere
Verga
teria^
civetin
una
Giovanni
356
intimi
Drammi
è
84)
d'
magari
ragazze
un
di
malata,
di
notte,
comincia
e
finisce
marzo
si
plebea che,
gente
scherzare
a
violarle
stanca
le
con
ucciderle
ed
su
campo.
le
Sempre
buon
in
crudezze
stesse
il
punto,
bondaggio,
altra
la delicatezza.
non
dominanti
sono
della
Storia
scultoria
secca,
posto
della
frase
a
più
è
//
d'esser
a
di
poeta,
mòri
Vita
e
dei
scuola
per
ch'egli idoleggia
mai.
Ha
una
assidua
quel
di
genio
del
quel poeta
non
e. onesta
fratello:
inedito,
compreso.
per
e
sempre
sorella, povera
devota
ammiratrice
o
della
Un
vero
po-
s' illude
continuo
questa
il
che
rilevante
elementare
di
frase
lascia
ragajp.
:
fumo
pro-
morbida
più
e
cui
plebe
un
La
campi
più
accarezza
platonici
della
quasi
dei
larga
Maestro
maestro
ferocia
capinera.
una
novella
La
pennelieggia.
raccolta
d'
in'
lui,signoreggia
ritorna
;
Ma
Uaga-
novelle
per
brutalità, la
La
diceva.
preparava
di
nuovo
si
l
Verga
raccolta
elemento, quasi
un
d'
còl
di
e
del
che
elegante
gente
eh' è
o
amare
le viole
(apparsi con
misto
un
Verga
pensieri
quella
non
gazza
ra-
isposa
anch'essa,
è lei la lettrice
il
Tutta
pubblico
la
vita
di
di
yerso
codesti
nella
La
casuccia,
sua
di
procurando
inedito
pudore.
solo
rimane
riordina
farsi
egli medesimo,
da
scorgere
platonicamente,
innamorato
sempre
che
non
dal
velata
il maestro
e
muore,
357
svolge tacita, occulta,
si
studiosamente
poveretta
ta
fratelli
affettuosi
miseria
nella
rideale
alcuno,
sempre
poe-
idealista.
e
#
E
i drammi
Fra
desunti
coloro
il
forse
?...
E,
prova,
lei
gli
forza
a
della
dramma
tre
che
in
E
Torino
Cavalleria
caposcuola,
egli si
trovò
scrive
qualche
dicevano.
di
lo
Si
sentirlo
provi
matico
dram-
autore
Vita
dei
campi,
solo
si
mise
che
parve
Cavalleria
—
e
Eleonora
lo
affidò
Duse.
si avventurò
rusticana^ egli
a
La
al fuoco
se
ne
alla
una
sticana
ru-
d'un
nervi,
tutto
atto,
il
per
fornirgli l'argomento
scrisse,
a
Gli
cosa
1
ripetere,
illudersi.
un
creatrice,
a
non
potesse
—
azione.
eh'
senza
ma
novella
rusticana^
accidente.
Perchè
teatro
?..,
Verga drammaturgo
sanno
per
—
novelle
la Cavalleria
che, dopo
acclamarono
pochi
dalle
tutto
interpe-
un
sera
stessa
della
ribalta
stava
lontano,
Giovanni
35^
in
altro
un
ato,
bello
teatro,
fìasco;
un
a
Si, fu
il trionfo
E
ogni
di
r esito
non
che
Mafiusi
neir
vedeva
di
già
in
quale
si
Torino,
del
teatro
altri
go
rasse-
andò
ad
nunciargli
an-
voleva
non
impossibile.
trionfo
un
disposto, anzi
grandissimo,
gli pareva
:
e
quando
e
il trionfo
credere
Verga
ripetè
continente.
Ma
fu
?
trionfale
Milano,
a
Il
in
e
in
lia,
Sici-
pubblico
liano
sici-
perchè
applaudito
aveva
succede.
raramente
ai
volte
tante
palermitano Rizzotto,
attore-autore
Cavalleria
Rusticana
riverbero
un
quelli?
vita
La
novità
popolare siciliana, così
le
per
nostre
vendette
linguaggio, quelle
mortali
e
come
un
Ma
tutto
dopo
fulmine,
ciò
non
mano
così
efficacemente
scene
concise,
quei cuori,
e
allora
Volli
a
sarebbe
Torino,
scoppiano
noi
d'artista
e
scolpiti,con
(era
per
il
due
gennaio
assistere
a
rancore
un
lieto
gagliardo,
non
avesse
quelle
condotte
le
mosse
lenti
vio-
originalità.
per
ingegno
un
prestabilitee
veloci,
un'
bastato
ferrea
quasi
una
che
per
se
costumi, quel
freddo, lungo
un
erano
durevole,
successo
Quei
scene.
era
espressa,
passioni
in
tratti,quei tipi.
del
1884)
quelle che
il
mi
recar-
Verga
l'Ideale
Verso
chiamava
settima
ripetizione
di
rigurgitava
d'
trattasse
di
alte
ad
studia
in
alto
Mirabile
sì
e
1 Ella
che
le
resta.
e
della
disonore
in
giungeva
d'
avorio,
pie
a
della
singhiozzo. Creature,
ghiozzano
una
febbre
quella
alla
febbre
madre
le
sorda.
di
con
sua
voce
e,
la Duse
e
—
quelle
nell'
Quando
di Turiddu
del
colore
sfinite
tadine
con-
non
sin-
bassa, fievole:
accento,
Santuzza
per
lore
pal-
nessun
voce,
Santuzza,
come
divora,
il
pallida,d'un
Nella
più: parlano
del
gioventù,
una
di
angoscia
nelP
emaciata,
dell'Etna.
quel po'
tutto
gelosìa,.smarrì
come
mente
dolorosa-
sola, tradita, sprezzata,
Santuzza,
scena
A
mediocrità
carattere
ripone
viso, la freschezza
si
che
quest' attrice,
di
oscura
quel
ragazza
nell'amore
che
richiedeva
di Santuzza.
parte
1' arte
intuì
di
umano,
vita
nella
ziente
impa-
basso.
balzo, passò dalla
gloria
elegante
popolare
in
arrivò
qual perfezione
alla
adula
si
se
popolare, che,
spettacolo,lo
:
teatro
come
folla
La
elemento
Duse
la
che, d'un
spettatori,
allo
queir
:
Il
lavoro.
nuovo
folla
assistere
domenica
Era
»•
nuovissima.
alla
voci
del
ansiosi
una
mescolata
era
popolari
scene
«
359
pregarla
senti
ge
si rivolin
nome
Giovanni
360
Verga
*.»
dei
Lola
gnà
ama
davanti
là,
alla
chiesa
la
ella
;
che
Lola
—
lo
Turiddu
ha
Sa
delle
T aria
di
piacere
proprie
il
egli sentì
suo
salire
rozzo
che
e
ha
ha
dispeAlfio
Alfio, glie
levato,
chi
—
può
dalla
espressa
sfacciatamente
«
del
con
sistere?
re-
Duse
alle
donne,
attrattive
che
cappello
si
paese,
visto
ricevuto
tante
bei
abusa
del
che
cose
la
vita
corrotto.
tistico,
bersagliere, l'ar-
piace
vanità
crede
donne
delle
l' abbia
questa
»,
tore.
conquista-
virili. Lasciata
della
i fumi
prava
popolano
cappello piumato
teatrale
farda,
bef-
ad
da
muore
è
Praga,
militare, si direbbe
giato
scontra
potenza.
e
Emilio
direbbe
egli
si
emunto,
chi
verità,
semplicità
nel
non
no,
narra
richiestane
volto
di
strozzata
voce
Sotto
tenta
e
brutta, poverissima,
suo
Tanta
e
è
tradisce, e,
col
ripete,
con
traditole,''
amarla,
quando
—
estremi^
gente,
infine, Santuzza
quando,
rata
la
il
figliò»
rivale, bella, ricca, felice, lievemente
mentr'
lo
deve
non
Lola;
gnà
di
il
le
affronta
piena
che
che
vero
raccolte
disperazione,
amarla
con
proprio
quando,
—
fargli sentire
deve
è
se
;
della
energìe
di
dirle
di
santi
alle
; e,
ragazze,
ritornato
superiore
e
nuove
sorrisi.
E
il
ha
a
tutti,
viag-
rovescio
Verso
'dei
1
soldati
del
bersagliere
De
l'Ideale
Celeste.
il
é
Amicis;
della
361
tovescio
è
Alfio
Compar
—
del
il
^.
^*vero
meridionale,
carabinieri.
dèi
da
Parla
stesso.
se
le
saldare
Rosea,
è
di
r
altre
il
e
fronte
si
farà
non
giustizia
; è
osserva
spiccio nel
le
del
di
del
che
più
—
collocati
gruppetti
le
bel
si
marito
suo
arricchirla.
per
tamente
segre-
Nulla
altrui.
intanto
lontano
gaudiosa.
gioisce
oro,
predilezioni
paese,
suda
popolana
miseria
alla
macchiette,
sono
;
della
tipo
nemmeno
giovanotto
affatica
egli
straccarica
grassa,
manca
ed
poco
egli
sopruso:
un
rossi
pennacchi
partite.
Lola
Gnà
e
Fategli
patirà. Offendetelo,
lo
ai
superiore
Le
qua
là.
Ciò
non
ma
che
Giacinto
la
del
popolo.
Il
viva
vivo
è
pubblico
è
la
sazio
di
Verga
del
minciava
co-
dela
Moroso
pittura
il sentimento
era
il
nel
disse,
fé' mirabilmente
anime,
Sicilia. Anche
Gallina,
popolare,
di
genio,
si
come
moderna,
Venezia
la
autentico
Goldoni,
svisceratore
accorato
per
Nona
del
continuatore
per
Gallina,
me
costu-
dell'onore
aristocrazie
nel
ar-
Giovanni
362
tificiali
di
e
baronesse
«
alta
Il
conti
società
Emilio
Zola
fu
fortunato
di tante
di
in
confrèrey
et
Au
milieu
qui
m'
me
réconforte^
a
quelques
courage
save!(
des
me
que
jours
pour
je
oii
continuer
desidero
che
i^
di
siderazione
con-
des
et
elle
suis
que
peu
besoin
la
a
Jaitl
volontés
de
main
j'^ecris au
littcraires,
un
fai
ni*
poignée
prouvant
amis
écrite^ mon
mauvaises
votre
84
avril
ni* ave^
vous
encore,
en
questi
e
italiano:
quel plaisir
haines
entourent
pour
Vous
il y
des
che
Verga
testimonianza
Médan^
lettre
il
Ma
lettera
scrittore
borine
ciò
Zola;
una
vanni
Gio-
verità.
francese.
Emilio
da
Vorrebbe
italiano
teatro
nel
tentò
allo
moins
detta
così
si è vestito.
pubblicare qual giusta
cher
da
convenzioni,
alla
nel
quasi glielo confessa
Quelle
e
diversamente
consentaneo
tentò
Verga
di
nella
il dramma
spogliarlo
procedesse
più
contesse
rappresentati
vissuti
quali, invecchiando,
che
di
».
vorrebbe
:
delle
mai
intende
Verga
altri
marchesi
e
attori
e
; sazio
convenzione
e
autori
Verga
lutte.
hypocondre
de
tout
mon
;
scene,
gli
autori
di
moda,
sfondare
il
espressione,
di
teatro
d'
usare
per
e,
energica
ma
tutti
articoli, sprezzava
acri
in
egli
se
triviale
carta
sua
una
di
cercava
pesta
di
colpi
a
A..
scopa
Sappiamo
figlio.Nella
monde,
e
nel
lo
del
il Dumas
i
persino
fanciulli
dicono
tutti
deciso
del
«
che
ferare, di
sulla
nel
vuoto.
dialogo.
di
che
per
alla
ottenere
verità,
di
un
e
della
—
le
si è
han
Zola
di
del
giungeva
ag-
leggi-
aveva
fatto
vertito
perlismo.
natura-
il sostituto
1' effetto
trampolino
Dumas
distruggono
Emilio
tutt'al
ha
donne,
spesso
più possenti operai
terra:
come
pure
le
ma
del
convertire,
(concludeva)
il collo
vero
commedie
va
tro-
spirito
deplorevole bisogno
un
de'
Dumas,
del
del
lo
nelle
predicare,
uno
di Dio
che
e
;
principe
gli uomini,
»
Demi-
Zola
; che
successo
nel
rigorosa
dire
a
Alessandro
Emilio
fortunato
Victor
di
no!({e^
facezie,quelle facezie
la verità
tutta
verità
costringono
rovinato
di
Figlio naturale^
produzioni
scena
Visita
notevole,
analisi
il teatro
com'egli giudicò
Dumas
altre
definì
com'egli
Ricordiamo
Hugo.
torce
Verga
Giovanni
364
più
per
scenico,
si
serve
saltare
Ferso
il Sardou
E
fino
?... Erede
vecchie
le
alla
di
è
alle
battere
e
ignorante,
ravvivar
e
di
e
Religions
et
de
Emilio
Zola
era
Sembrava
fischi
co'
è
che
di
gli
qui luogo
combattuta
Ci
è
basti
nemmen
urti
per
il
inquieta
il
verso
soleil:
indomito
tente.
combat-
piantassero più
terreno.
la
rusticana
questione
appartiene
bandita
ritenerlo
uri
di
di
castigo. Ma
decidere
luogo
tutto,
le
teatrale
qui
chiamava
Zola
créer
lo
dirsi
dis-
Hugo:
duro
suo
Cavalleria
all' arte
veramente
Zola.
se
allo
infliggergli un
tempra
Dumas
del
folla
Victor
à
terre,
fondo, più fitto,nel
Non
di
via...
applaudire
la
la
forza
via
rinnovar
che
di
poteva
chi
di
la
ad
Sardou
a
Religion
volesse
che
non
mani
1 Pareva
ver
pareva
in
le
ripetesse
Renonce,
del
briose
vita,
sua
E
-
predicozzi
presumeva
tutto
beffarda
caricatura.
sfavillanti
caricature
la
folla, pronta
la
se
ha
indiavolato
umane:
di
forza
tutta
agli
appunto
creature
scenica
arte
non
movimento
un
-
non
Figurarsi
e
V
spinta
vate
rinno-
ha
Scribe,
prestidigitazione ; egli
fantocci,
comica
365
dello
ficelles,e
movimento,
ma
l'Ideale
da
Emilio
capolavoro.
esaminare
E
le
Giovanni
366
della
cause
caduta
(scene milanesi)
del
dicembre
il
un'altra
è
l'altro
:
esempio
Nunzio
di
dei
ferini
antico
a
a
poco
arriva
è
discrezione,
passioni
operajo
:
uomo.
miniere
delle
arricchitosi
creatura
al-
nuovo
nell'
covanti
poco
è
mio;
involata
a
alla
sottommetterli
a
un'altra
siciliane, il cui
dall'uno
di
Milano,
al
tuo
scene
miscela
Rametta,
di
lieto
poco
Dal
ricchezza
degl' istinti
portineria
Manzoni
esito
violenti
torbida
padroni,
dura
di
In
:
del
drammi,
Nel
/wpa (scene siciliane).
con
la
zolfo, che
novelle
commedia
serie
agitatore
altri
al teatro
1903,
La
battaglia.
due
La
e
aSicaOò
Verga
di
dalle
desunti
Verga,
Verga
spese
propria
viva.
vera,
*
Eppure,
tutto
forse
il
in
Verga
parte
ha
eclissato
lavoro:
le braccia
piede
che
dei
i suoi
disperate
brutale
e
dei
e
i
piegano
che
percorsp
sualdo;
Ge-
vintL
Malavoglia^
sono
ha
Mastro-don
col
/
e
marrà
ri-
opere
romanzi,
dei
pensato
s'intitola
prefazione
il vasto
ciclo
Malavoglia
ciclo
Nella
dal
vigorosamente
coi
di
complesso
questo
«
egli
vinti
che
il capo
sopravvegnenti,
i
traccia
levano
sotto
vincitori
il
Verso
che
e
la
in
Mastro
Nei
Mastro-don
Quale
da
romanzo'
così.
da
ad
operai
perchè
nobili
astuto
lo
e
fa
—
e
li
da
è
non
così
intrigante,
Trao
per
marito
come
coprire
un
capomastro,
durante
in
i
più
lo seduce.
—
dal
della
trascorso
L'idea
un
tado
paren-
facilmente
soffiataglida
lontano, quel credenzone,
si ricerca
:
quando
obbedito.
ottenere
idea
egli
dirige, affaticandosi,
aderenze
—
infelice
pubbliche
sollecito
e
del
di bracciante
utili
acquistare
gli appalti lucrosi,
ben
borghese
protagonista
d' opere
interviene
:
bestemmiando
di
sacchi,
a
affidati
poter
Mastrordon
nel
veggono
condizione
in
arricchito.
risparmiare pochi soldi, anche
ingegnere
di
l'avidità
pescatore;
profondo
imprenditore
i denari
lavori
è
popolano
felice 1 II
torilievi,
al-
bisogni
potrebb'essere più
Dall'umile
e, per
conta
e
non
sale ; diviene
—
che
soddisfatto
nuovo
l'umile
il
questo
coloro
a
i
per
Gesualdo,
-don
Malavoglia,
smentita
l'uomo
durata
lotta
»
superbi
contengono
Gesualdo,
Gesualdo,
di
che
ferve
denaro.
rivare,
d'ar-
anch'essi
sorpassati domani.
saramio
Malavoglia^
materiali:
di
367
atBfeettati anch'essi, avidi
d'oggi,
Nei
l'Ideale
un
Ma
egli
è
che
supporre
signora
di
nico,
cano-
Bianca
gioventù
della
Giovanni
368
di
dall'obbligo
miseria
infine
sposarla,e
almeno
dei
uno
Trao
pressioni, gli allettamenti,
formano
rete,
di
48,
noi
si vedono:
d'appalti, a
anch'ella
lo
campagna,
i nobili
lo
di
là, in
la
è
l'arte
nobili
da
di
fuochi
coU'abito
l' infelicissim
conoscere
far
sorridente
la
ricchita
ar-
massaia
lo
e
e
ingresso
baronessa,
in
festeggia,
data, superbi
tempo
quale
il
Verga
poverissimi
maestro.
s'impadronisce
quell' angusto
al
forza
d'antica
con
codesti
che
e
del
loro
schivano.
Ferdinando)
volta
nuova
accoglie
L'evidenza,
noto,
a
Una
di
suo
dee
titolata, dove
Bianca....
uno
:
accanite
baglior
a
fa il solenne
nuovo,
la società
blasone,
svolge
quell'aria,
aste
Gesualdo,
Mastro-don
cappello
mentre
getto
sog-
Sicilia
direi
quelle
a
processione
una
bengala.
fra
assistiamo
si
della
nella
il
Verga
L'azione
paesello
un
dalla
quelle spettacolose processioni.
Durante
col
del
lei
intrighi, le
coglierlo
quei luoghi, quasi
quella gente,
di
in
GÌ'
per
romanzo
di
rapire
per
1
pagine meravigliose.
del
prima
nel
il seduttore
liberare
per
ragazza,
povera
Verga
dei
e
di
altieri
è
Non
tali
la
in
un
(don
prima
tipi;ma
siciliano
ambiente
Borboni,
rappresenta
poco
pettegolo
Verso
paesetto,
:
Non
Don
un'
assumono
ha
bocca; eppure
ha
Tarla
nella
ha
non
tutti
furie;
d'un
da
pane
in
dosso
mettersi
alla
soccorso
di
ogni
sposa
sorella.
sua
tutti
tano
mon-
testardo, soffre
de'
Soltanto
giano.
grandeg-
quel disgraziato,che
soltanto
casa
lità
origina-
essi
s'arrabattano,
imbecille
squallida
mai.
esce
fiera
mettersi
arricchito, che
vociano,
sulle
da
rifiuta, sdegna
muratore
Tutti
di
aria
abito
un
Ferdinando;
quel
369
quella marmaglia,
tutta
su
ì*Ideale
egli
Bianca
donna
e
cui
avi, da
suoi
tace
e
non
sanno
soffrire.
Fra
muliebri, più lavorati, più fini
i caratteri
della
letteratura
questa
Bianca.
contemporanea,
Magrissima,
tisi
muta
ereditaria,
larva
della
Amerà
dedizione
soffrirà
angoscia
senza
da
rivederla.
farsi
lui, che
Per
di
morte,
scorgere
sforzo
sionata,
appas-
sitibonde
la
sua
cinicamente,
ma
da
impallidisce
quale
la
illuderà
inespertagiovinezza,e, abbandonata
ne
da
.romanzo,
anime
che
tiri.
mar-
insidiata
con
delle
giovane
delle
il
attraverso
dolorosa.
vita, il primo
schiera
pallida,debole,
passa
intiera
di
è
Ella
collocata
va
l'ombra,
tacita, nel-
alcuno,
di
sovrumano
rimorso
sì
meno'
nem-
nel
potrà
34
ella
concedere
che
muratore,
Il
Verga
parenti,
per
tutta
Tha
fatta
racconta
con
scusa
delitto;
in
come
un
i terrori...
più
dalla
forza.
non
nel
suo
destino.
dati
uomo
inevitabilmente
?
dica
con
dell'azione, che
i tali
nel
istinti
tale
questo
e
quella
il
crificio?.,,
sa-
fa indovifrenata
sua
lo
tutto
prescritto
pare
si
voglie,
questo.
pulsioni,
ri-
disperazione?
seguire
ambiente,
e
di
Verga
l'autore
che
sposa
istin tive
l'arte
naturalmente,
delle
tutto
la
Il
—
mettere
com-
tato
incan-
una
a
delle
indovina
stato
Sembra
rimane
indovina
ne
di
parola
ribellioni
non
ne
non
posso,
svolgimento
tale
chi
chi
che
nare
un
una
parola
furie
sulle
neppur
quale
ziale,
nu-
malaugurio;
allibita
soffocate
Ma
sventurata.
di
perciò
il
venissero:
inter-
Gesualdo
davanti
una
delle
Non
ma
i
nozze,
notte
Mastro-don
sogno,
lei ; neppur
come
nella
Bianca
quel marito,
di
carezze
a
rozzo
-altra, non
montasse
davanti
un
coli'
ritornello
un
quell'omaccio
minacciando
quelle
a
dì
quel
a
moglie?
malcreato,
finestre
beffardo
cantasse
vita
sua
o
un
le
sotto
la
come
una
come
come
ì^erga
Giovanni
37^
dica
e
da
sibile:
impasil
messo
succederà
ne
Una
—
.
filo-
Giovanni
372
sulla
tempo
desidera
desolazione,
all'affetto
ultimo
andar
che
e
che
lotta
all'
predomina
e
destra
a
; è
sostiene
e
;
;
non
vuol
è
danaro
circondano,
lo
pace;
la
terre
con
di
ammalare
:
bassa
ma
omaggio
chi
non
rabbia,
anche
lega
per
dei
ne
di
è
nuovi
is mungerlo
suo.
gli
non
ch'egli
sciano
la-
sino
per-
principii, le
lo
ha. Ma
del
del
comandano
gli
cordoglio
i medici
gola
nella
sangue
vogliono
e
gli
disperderla
assediano,
soffocano,
rivoluzione
divida, in
suo,
avaro;
stenti
quali
gettarla
lo
tutti...
è
vuole
non
dri.
i la-
contro
non
manca,
a
lotta
una
soccorrere
sudore,
fortuna
sua
Scoppia
doveva
quanto
sa
gnace
pu-
sempre.
quindi
lo
davvero
carattere
lunga, rabbiosa, disperata quella
venuto;
Tutti
una
mai,
Gesualdo
impazzata
primo
sue
protagonista,
ricco,
la
1) unico,
marito
(di quel
implacabile altrui,
egli
costa
naufraga
fine, come
l'avidità
soccorre
ma
che, nella
madre
la
—
la
che
madre
del
Mastro-don
E'
E
la
permetteranno
sostegno.
più
contro
vedere
marito
Il carattere
che
a
muore,
del
una
le
s'afferra, alla
suo
E'
Non
fronte.
sua
di
nemmeno
Verga
1 E
paese
più
faranno
s'ammala
stringono
che
è
pos-
l^Ideak
Verso
Non
sibile.
basta
vive,
sua
Le
in
agonizza
dai
scherno
del
che
il
per
I
tocca
da
grosse
«A
guadagno
le
1
lo
donna,
trattava
come
amava
umilmente,
fedele.
Ella
lo
la
è
padrone:
è
che
il
la
come
del
goduto.
egli
scapolo
strapazzo.
sola
ha
eh'
e
una
aveva
ch'egli
Diodata
una
negli
lo
bestia
ultimi
benefattore,
suo
che
ti
d'udir
tranne
sola, che, anche
del
che
questo
1 Nulla
seguiva
ricordi
vissuto
ci sembra
era
da
sei
non
giovane
giorni infelici, si
suo
;
le
qu^si l'ultimo
amato,
una
arnese
è
te
veramente
quand'egli
casa
che
in fondo
serva,
una
in
preso
ha
esaminano
par
te
egli
nito
scher-
cane,
che
che
parole
sibilare. Pover'uomo,
Nessuno
A
ca-
e
cui
con
un
muratore,
destino:
Sono
»
come
livrea
in
camerieri
mani
sue
miserando,
solo,
muore,
e
figlia
è d'un'evidenza
Tutto
Il modo
terribile.
quasi
la
aristocratiche,
sale
quelle
si dimenticheranno.
non
lermo,
Pa-
a
l'ex-muratore
vediamo
infermo
pomastro
dove
quel palazzo
dove
pagine,
là
portano
quasi straniera, quasi ignota.
lui
a
lo
ancora:
in
proprio
373
non
gli menta
faccia.
in
Mi
vero
pareva
quei tipi.E
il
Verga
gentil
li
amico
avesse
mi
copiati
risponde
dal
con
lettera
una
eccessiva
nella
è
quale
palese
la
Catania,
ag
tellanza
«
ve.
la
piacere
con
letteraria
di
don
Mastro
"
altri
«
vazione
«
di
lavori
e
;
no
vero,
cui
è
ma
zione
diretta
zione
logica
immaginarli.
«
e
c(
che
i
«
tati
tali
a
è
critico
questo
è, come
finisca
dei
ho
personaggi
che
segno
siano
miglior
vivi
sono
a
dirti
soltanto
«
tutti
quei tipi attorno
a
condizione
«
in
che
mi
essenziale
lode
che
tu
ringrazio
tutti
c(
cambio
«
augurii.
se
dentro
o
farne
i
tanto,
dei
dime^
tipireali
Barbiera,
caro
migliori
saluti
accusa
i suoi
e
Tuo
G.
Si
Posso
conosciuti
aver
me
per
por-
farmi;
possa
veri.
sembra
a
e
immaginazione,
sembrano
e
vero
arte.
Ti
«
d'
artista
l' illusione
dal
presi
ci
dedu-
sei
dare
potuto
l' osserva-
avvenimenti
che
te,
a
dal
nella
degli
e
quali nell'opera
la
questa
tipi
dove
fonda
si
e
Se. anche
arguto,
e
dire
gli
d'osser-
direttamente
Preso
difficile
pro-
tutti
frutto
genere,
fra-
novelle
dai
mi
Gesualdo
ricordi.
di
a
«
1904.
antica
nostra
„
«
aprile
Barbiera,
Ricordo
«
«
benevolenza
:
Caro
«
Verga
Giovanni
374
il
Verga
romanzi
di stancare
fossero, per
i
ti
e
ri-
migliori
aff.rao
Verga
i lettori
;
come
disgrazia, quelli
l'Ideale
Verso
indigesti, benché,
insopportabilmente
Melchiorre
un
Quando
si
de
Vogtlé
Mastro
e
tali accenti
da
Gesualdo
è
del
di
sotto
il
lavoro
;
verità
anch'essi
i
si
prono
sco-
psicologica
Mastro
compreso.
Malavoglia
recano
ma
giusta ?
Gesualdo,
è
più poderoso
/
Verga,
è
conviene,
come
profonda
tutto
vuoti, di
l'accusa
ma
don
di
l'animo
averne
;
leggere,
sanno
Malavoglia
375
gli
il
don
più
zioso
preal
stanno
del
colpo
lice
pol-
possente.
/
racconti
fine
del
fanno
trama,
d'Afre,
capitano
in
pensare
di
delle
riserva.
dei
Emilio
E'
lacrime
Anche
combats
che
in
des
chiamava
Giovanni
Verga,
Flaubert,
dallo
d'artista
con
il
quale
Zola,
arte
la cima
fervente
coperta
di
Sotto
neve.
conjugale
traccie
de'
suoi
deriva
propria,
1 Così
nendole
ammo-
sicure
il
drammi.
dal
italiano,
la
suo
sua
di
Balzac, dal
nitidissime
e
come
profondo quella
con
ma
dame,
personnages,
quelli
siciliano, nei soggetti.
scrittore
racconti,
quei
un'opera
tutta
le
al
giorno
un
V infedeltà
che
interieurs
Zola
proprie,
entusiasmi
mesti
su
qualche pagina
Feuillet, il signoril romanziere,
inebriava
lavorati
visioni
o
meglio
calma, quale
Etna
natio
ha
GABRIELE
IL
CONCETTO
D'ANNUNZIO
"
DELLA
LAUS
VIT^E
„
nel
vitce, apparso
del
cielo, del
sospinto
dal
sì
caro
da
il
Dopo
lord
del
si
quale
il poeta
Non
Fausto
è
laddove
Sono
l'^austo.
crociata
Tasso
modelli
sui
sola
e
suscitarle
Possono
di
li
che
nei
e
Armando;
poemq;
Manfredo
si
collegano
è
di
prima
la
con
dimenticato
il
Jacopo Cabianca;
antichi,
vibrazioni
amare
e
alla
meschini,
degli
fanno
Italia, Giovanni
di
eco
vicentino
quelle
del
il mio
che
altri, troppo
dimenticati
lettori
del
degni
cantava
romantico-cristiana;
Torquato
d'una
Grossi,
di
/ Lombardi
dimenticati
del
fioritura
un'
peggiate
lam-
Manfredo
Grafie
Manfredo
appunto
era
all'
trentino
o
il
poemi
le
e
mare
rinnovano
e
ebbero
Satana
del
cielo.
del
solo
sempre
continua,
onde
si
Goethe
limitarci
tentò
Prati
del
non
che
poeta,
febbre
alle
luci
le
Jausto
Per
da
pensa
onde
tutte
Byron,
nome.
si
degli eroi^
e
del
proprio genio,
lui; alle
a
terra
ricchezza
perciò
scrivere;
della
ideale
àtìlt^ Laudi
prima parte
1903;
tnare^
la
attestanti
a
d'Annunzio
Gabriele
380
freddi,
che
e
cati
cal-
troppo
privi
i
scuotono
seguire
chi
sa
libri.
essere
scossi
i
lettori
dalla
Laus
yerso
vitoe di
perchè
della
Gabriele
concetto
vita^ l'amore
della
un
e
che
il concetto
nella
Un
la
poesia
al
ancora
è
vita
seria, alta
sereni
le
altri
poeti,
suo
cosa,
biamo
lotte,dob-
anglo-americano,
in
lata
deso-
per
il delicato
escluso.
non
fra
Anche
vittorie.
alla
diffusa
cosi
splende
l'amore
sorregge:
l'Italia,il Longfellow,
Concetto
che
potrebbero;
lotta, delle
affrontarne
amarla;
Tennyson
le
amò
che
dobbiamo
eccellenza,
Lo
contrappose
sue
distruttiva,
tempo,
e
che
americano,
liriche
381
d'Annunzio?.,.
forte
poeta
nelle
ì Ideale
noi,
Giacomo
prete,
un
vibrato:
Conchiglia fossile canta
Se
schiavi,
Ancora
E
Zanella,
lagrime
se
rinserra,
la
giovin
terra!
Eccèlsa, segreta
Nel
bujo
Dio
pose
De'
nobili
Con
Persino
degli anni
la
affanni;
brando
e
IsidCy apparsa
con
Sull'erta
fatale
Ascendi,
mortale!
la
classica
nel
fiaccola.
Giovanni
il romantico
libra
méta
1878
ode
in
Prati
onore
(segnamene
mando
n^ìV Ar-
d'Igea;
la
e
data)
3Ò2
dolce,
un
^Annunzio
Gabriele
deirEllade
lume
roseo
visioni.
E'
dì
riso
un
«
in
Antimaco,
Patria
nei
Bacio
di
i
d"*Eliade
d'Amatunta
di
Alessandro
»
che
stringe
Astianatte;
Manzoni
della
petto
allude
disperato il pianto
cosi
Morte
altero
«
e
ai
classiche, delle
quali
la
a
saturnia
Saffo.
sandro
Ales-
Ad
candido
Don
tornare
a
ritrovare
e
ben
del
presto
alle
tore
Et-
il bimbo
conati
primi
ritornò
Carducci
e
Andromaca
nell'agone classicista,
Giosuè
di
Pentecoste^
Scamandro,
al
i roseti
agili strofe
nelle
il cantor
dello
margini
è
nella
Paone
invita, V
Manzoni
olezzano
; ed
Il Prati
basta.
Larissa,
pitocchi
Frammenti
vittima
Non
in
bruna
;
e
Cefiso
al
dell'Olimpo^ gli Dei,
Limosinando
Citerà
E
il
»
nato
pastor
[profughi
all'ora
della
ai
d'Anacreonte?
stelle
margine
come
di
greco
d'Achille.
che
vero
vanno
ma
Brindisi
nappo
gioconde
tramontane
ul-
tra
Canta
Giove,
È
snello
dal
sbocciato
sembra
non
Lo
accoglie
bandonato.
ab-
tradizioni
tellus
è
cosi
l^erso
che
pregna,
veder
basta
antiche
solitario,
il
strofe
pariniana
di
fra
fed«,
Boito,
Arrigo
(il grande
fistofele.
è
Il
ellenico
antico.
nel
poema
poste
della
a
quale
canto;
moderna
forza
che
l'oro
che
al
il
Così
primo,
vince;
opprime.
due
sereno,
torbido,
la
suo
Gabriele
risoluta,
dell'ideale
il ritorno
risuona
ne
poema
del
mito
con
la
s'innestano
ne
religiose
cosi
voce
fanno
Me-
suo
dì
pari
le evocazioni
e
l'uno
; l'altro
Nel
e
nel
Poesie
con
Tutto
contrasti.
nel
nelle
Goethe
del
Elena
evoca
irruente
riscontro
vita
.
nessuno,
così
fa
ne
d'Ercole.
statua
il modello
domandò
estesa,
rava
sospi-
ellenici:
una
seguendo
Ma
in
Arnaboldi,
miti
per
Rapisardi
d'Annunzio,
il
Vode
pagano),
pagana
così
ai
poeta
sinceramente
tersità,
per
Qualche
faville.
greco,
altro,
martello
di
Alessandro
milanese
all'ideale
3^3
colpo
un
le
sprizzare
l* Ideale
sono
realtà
risaltare
mondi
s'intravvedono
eroico,
lealmente
subdolo,
bellezza
nell'altro,
celatamente
che
la
fame
;
denti
stri-
lento
vio-
dele.
cru-
risplende,
dell'oro,
la
e
Gabriele
384
d'Annunzio
¥
*
Nel
del
principio
italo-greco, Ugo
ellenico
antico,
nei
e,
nella
;
giovanile,
più,
tragedia
quel
immaginate
deità
la
terra;
la
doni;
agli
la
vita
cui
il
che
così
Zacinto,
e,
è
nel
Raffaello
Galileo
Baviera,
d'Italia
la
e
bel
ad
Montpellier;
dove
e
—
d'Urbino
il
pittore Fabre
lasciamo
le
amanti
ia bellissima
fatali?
occhi
così
di
viceré
Beauharnais,
; così
grandi
»^
Augusta
della
«
mita
ro-
monaca
Foscolo, specialmente l'immagine
dai
anco
clavicembalo;
Amalia
Eugenio
Napoleone
la
il
fabro
principessa
sposa
per
il
«
nella
Canova,
Antonio
suona
e
incliti
Venere
così
consacrato;
chiostro
cielo
Grafie,,mesce
Così, ricorda
lui
da
dispensano
esse
adorò
nelle
il
e,
più
ricevono
doni
quei
nel
evoca
fra
quale
quel
Tieste^
Grai^ie
intermedie
Foscolo
carme
nelle
cielo, dal
moderna.
mensa
im-
già
come
Grape,
Le
Ugo
uomini.
di
alfieriano
mondo:
dove
terra,
nativa
sua
il
—
visioni
Ajace,
de
ampiamente
mondo
il
Sepolcri^ insuperata,
immortali
frammenti
sommo
idoleggiò
fremebondo,
nei
un
scorso,
Foscolo,
lirica,ebbe
mondo
secolo
di
del
Bignami,
»
Gabriele
Anche
vitce
figure
suoi
vivi
moderne
antichissime;
d' idee
frammenti
nei
dorate
nel
assumono
il
mentre
squarci
ch'egli
de' suoi
è
tutto
un
cavalli
il
quella
della
in
tutte
cui
lavoro
dall'ardore
affresco
un
forma
una
strofe
sue
pajon
volta
tal-
volanti.
d'Annunzio
cantico
vita
della
universale,
appariscano
le opere
della
dovrebbero
manifestatomi
concetto
un
e
adopera
quelle
forme
culto, dal
mulino;
suadente
musica
dall'autore,
rilievo;
negli
lirici
e
e,
pittrice,
d'Annunzio
di
secondo
le
descrittivi
di Gabriele
Laudi
essere,
diffonde
Zacinto
melodia
una
gruppi
un
d'annunziano
scolo,
Fo-
definisce:
scultoria, serrata;
tutte
poema
inni
tre
divino, Gabriele
corde
Grai^ie dì Ugo
di
sommo
Armoniosa
Le
delle
più voluto, più forte, più squillante;
rilievo
onde
notiamo
ma,
trapassi, nuvole
i
e
Laus
affetti
figure mitiche;
a
memorie
nel
unisce
d'Annunzio
associazioni
le
che
a
385
V Ideale
Ferso
fornace
in cui
degno
ricevano
umane
miniera
in
ex
a
che
quello
del
liquefa il
bronzo
della
diversa
Adunque,
corona.
E'
vita.
da
perciò
quella
morboso
attenua
E
umana.
fresco
»,
per
Piacere^
che
«
dignità
di
come
Manzoni,
dello
canta,
perchè
tore
spirito nell'auil
come
il
Leopardi,
*
«
è, quindi, in
11 poema
è
colorito
adoperare
la
civiltà
lo
escludente
dolore
è
un
ellenica,al
cui
un
il
ritorno
degli umili/. Maria
è
se
tendere
d'income
nella
un'Immagine
conforto
di
un
poeta sospira,
persino,
pagana,
dolorosissima,
modo
antico
modo
vuole, offendendo
adorazione
sonale;
per-
spiriti
programma,
parola, d'un
poi
e
altri
dove
viaggio,
la
lirica
di
un'autobiografia,
vita, ch'è
chiama,
cristiana
di
specchiarsi;
permesso
forma
monologo,
un
giornale
possono
e
la
e
Risorgimento.
suo
la
sfibrante
piacere
col
ben
antecedenti
rallegrarcene
dirla
eroica
visione;
persino distrugge
risurrezione
una
del
il
:
vere
rice-
visione
una
pagine
dove
dobbiamo
evento
segna
e
devono
questa
sana
d'altre
abruzzese,
poeta
lavoratori
umili
gli oscuri,
la loro
ciò
dell'eroe, alla seminagione
la statua
per
anche
del
d'Annunzio
Gabriele
386
ineffabile
Nazareth.
al
il semidio
Ulisse,
a
le sventure;
d'Africa
ce
Ulisse,
che
la
Ulisse
è
l'inno
alla
è
necessario
nel
celebre
di
II, quando
indisse
Guglielnio
di
adorna
d'una
di
di
terra
fronde
Gabriele
fronde
la
e
Laus
est
lottare ;
di
Pompeo,
e
classiche,
classica, ci adorniamo
»
è
non
cessario
ne-
mentata
ram-
ripetuta
Germania,
questo
cima
necesse
della
tedesco,
laddove
un
mo
Gugliel-
il rifiorimento
II
:
vitce
in
reca
non
Plutarco,
dall'imperatore
Itaca
a
Zacinto
A
onde
frase
stento
Ulisse.
est; vivere
vite
sulle
volta
a
fìne
alla
Itaca
navigare, quindi
nelle
giorno
salvandosi
sonetto
navigazione;
vivere;
all'isola
un'altra
navigatore;
necesse
lottò
anni
naufragò
ancora
e
petrosa
sua
il gran
Navigare
dieci
riparandosi
e
ritorna
dunque
Ciclopi; naufragò
naufragò
e
il Foscolo
Baciò
è
;
tavola,
; onde
sua
per
navi, compagni,
perdendo
una
che
all'isola dei
Calipso,
coste
su
d'Omero,
Ulisse
insegnare:
contro
di
d'Annunzio
Gabriele
388
vigazione;
na-
che
noi,
figli
ahimè
spesso,
si
I
tedesche.
d'Annunzio
viaggiò (come
un
dì
il
Pindemonte)
una
nave
di
uno
nei
Verso
ì Ideale
mari
della
questi,
Guido
americana,
resta
un'elegia
ch'è
dei
al
e
il
Boggiani,
i bastoni
il
quale
è
mito,
poeta
nell'/n/erno, nel
che
e
E
degli
Gabriele
I
del
j
nuta
vizii
e,
Dante
potrebbe
colloca
il canto
adopera
in
Ulìssidi
egli
navigatori
tesa
Chi
nel
e
si ricorda
diso,
Para-
Ulisse
«
non
che,
cor-
ideale
di
cui
afferrare
giustamente,
dantesca.
E
patronimico
il povero
come
in
bene
può
terzina
nome
re
«
fiamma
rammenta
non
la
con
hanno,
un
che
valore.
la
d'Annunzio,
chiama
a
Ulisse,
aggiungersi, parlante,
quel luogo
che
alle
con
ricorda
àAVInferno
del
del
e
comincia
e
mezzo
:
umani
Ulisse.
XXVI
il concetto
l'anima
»
gio.
omag-
esperto
d'Annunzio
Mediterraneo
»
mondo
consacra
Dante
Purgatorio
egli rappresenta
del
in
fo-
una
mesto
e
quale
del
mente
atroce-
in
lui,il semidio
quell'Ulisse
giganteggia;
così
selvaggi
giusta esaltazione,
del
vane
geniale gio-
finì
E, nel felice viaggio di mare,
memorie,
compagni:
tre
con
pittor-esploratore, che
sotto
in
Grecia; viaggiò
insieme
vela,
a
389
scoperta
i
Boggiani^
e
di
lotta.
Gabriele
390
Ma
che
il
annuncia
La
bellezza
come
ai
E
eleva
il poeta
ecco
portento
È
npo.
una
rica,
li-
:
sopita si ridesta
sereni.
bellezza
questa
Vannu
mondo
del
di
d'Annunzio
l'ideale
è
antico.
greco
Poiché
la
menti
che
Un
certi
in
versi
è
al
»
febbrile, éppur
Pieno
d'entusiasmo.
era
!
morto
larghi orchestrali,
crescenti
il Sole
Pan
«
:
lirico
movimento
come
e
gridò
voce
il
sommo;
si
largo,
espande
il
era
giorno,
Sole,
il puro
occhio
E
lo
tutto
che
il silenzio
dalle
e
le
onde
dei
delle
rossi
fermi
messi
genuflessi
d'argilla proni
i vasi
alle
simile
fronti
fatica,
dai
presso
le
mani,
nella
carri
fuoco
suo
stirpi, i mietitori
terribili,e
tramandati
e
al
l'acqua trasuda,
madide
cose.
piani
consacrate
falci
le
tutto
offerendo
l'adorava
tutte
adorava:
e
altrici
vede
padri
nella
aspettanti il
la
bica.
forma
peso
immortale,
cereale
in
l'Ideale
Verso
dei
schiuma
grandi
La
il
dei
in
"
dal
eterni;
appresi
ad
aperto
sentiti
più
ma
con
assorbirne
Pan
foglia,
le
le
Tutte
acque,
non
Pan
le
rupi,
è
morto
i
fuochi,
le
selve,
fiori,le belve.
i
!
„
sola
il
capelli, e
i miei
tremarono
una
:
!
morto
vene,
creature
favilla, sotto
solare
Mare
„
mie
Pan
come
Il gran
è
del
radici
alle
parola
non
le
Il gran
cieli
la
risonò
messi,
profondo.
dei
culmine
Il gran
Tutte
**
al
infiniti, l'abondanza
i cieli
il Mar
Tremarono
le
classici
nezza
pie-
mediterranea,
di miti
predisposto e
me
piani,
balenò,
**
luce
gran
ebbra
poesia:
Erano
E
e
sostanza.
questa
popolato
mare
animo
mia
la
era
s'intende
e
libri
nei
un
preghiere
profondo.
nella
del
amore
le
e
crudele,
infiniti,Tabondanza
cieli
poeta;
vita
cospetto
la
i
me
piani, il Mar
di
da
Sole
del
in
Così
sferza
criniere
le
silenzio, luce, forza, desio,
sostanza
dei
la
sotto
e
l'opra antica.
era
Erano
seguaci,
quel furore,
di
su
Tutto
femmine
furibondi
cavalli
la
e
delle
chiome
le
e
391
lampo
non
è
come
goccia,
e
come
il tuono
morto
una
una
sola
sola
della
parola.
voce
vivente
!
„
le
creature
udirono
la
I
Gabriele
392
Ma
gli
non
umiliò
Ed
la
io
le
ch'io
solo,
E
l'Eterna
Canta
e
l'udii
muto.
son
l'ombra
cui
d'una
croce
fronte.
io, che
creature
uomini
d'Annunzio
stetti
il dio
mi
tremanti
le
con
"
disse
O
:
canti,
che
tu
fonte.
laudi
mie
O
rinascessi.
ch'io
Parvemi
eterne.,,
Morte,
Vita,
o
morissi
Eternità!
o
E
Canterò,
Signore.
Donde
di
cui
le Laudi:
da
delle
per
Il metro
vita;
ai
e
Fati^
è consacrato
delle
ricordi
delle
notti
una
folla
di
nave.
E
Itaca.
le
parole
risvegli,delle donne,
Certo
Ulisse,
Né
Ulisse,
la
(si suppone)
Dante
che
poiché
fa
dolcezza
dire
del
nave
al
a
degli
; la vita
di sensazioni
ancora
gioje
d'Afrodite;
doni
dei
d'estate,
;
delle
passate,
prove
rimembranze,
Telemaco
di
dei
vita, laude
alla
Invocazione
cambia.
agi,
e
che
e
*Plejadi, costellazione
eccellenza,
gioite, dei sonni,
della
versi,
»,
il poema.
appunto
alla
alle
e
universale
figliuolod'Atlante,
Maja,
Maja;
a
8400
conta
parte,
Plejadi;
marinesca
il canto
donde
la. prima
sMntitola
una
dissi:
è
con
al
figlio....
cospetto
ricorrono
poeta
Ulisse
lope
Pene-
:
P Ideale
Verso
assalto
E
che
quel
con
le
qui seguono
filiale
tre
della
fraterno.
visioni
pufe
madre
e
d' affetto
versi
e
al
perchè
segue;
memorie
393
poeta
fanno
delle
sorelle.
;
soave
Quelle
un
fumo
pro-
sorelle
tre
sono
:
della
madre
....
ridente,
sostegno
sorelle,
di
e
nel
voi
me
madre
Mare.
confessa
nell' invitta
emerge
madri
altre
nel
dolore
1... A
del
canto
filiale. Noi
l'affetto
del
Qual
per
e
E
a
te
gloriosa
tu, che
fenduta
sarò
in
patire
madre
o
dai
dell'immenso
sacro;
!
rimani
nelle
ferrea
sua
del
l'amiamo
te
immota
costringer
in
e
un
lei, benedetta,
per
resistere,
come
ignote
figlio.
sono,
la
contrito; è
umile,
quante
fortuna
tetto
guardando
il fratello
morale,
La
Ah!
nidi
TAdriatico
loro, pure,
inferiorità
dal
forse,
di
verso
a
obliai;
vi
favellate
vespero
arguto
E
io
non
dolci
mie
o
zona
fulmini,
mondo
braccia
tue
la
casa
il soffio
propria
tente.
peniforza.
pari
tocca
tissime
forla
verso
attra-
Gabriele
394
in
sentirai vorticoso
me
saprai,pur
; e
gloria
la
Vergine in
quello che ignoto
nel
sta
il poeta
E
profondo
....
invoca
redivivo
il a delicato
che
Solitaria,
Dolorosa,
O
Paziente.
preso
Lo
degl'inni
Pindaro
da
da
conoscono
narca
mo-
tutti....
per il nome:
per
da
il
genio.E' poeta
capirsiper
troppo lo allontanano
nei
lirici,
trapassi
lo imita
famosi
sembrano
salti isolati in
hanno
nesso
antica
da
noi.
—
che
pindarici,
aria; eppure
si
ode
lusioni,
le al-
negliarditissimi
voli
come
celato,
della più
principio
tessalo
'*
„.
Gabriele d'Annunzio
un
altitonante
questo eh' eglichiama
arduo
tradursi,
che
vitce^
poeta mi dichiarò d' aver
è conosciuto
pochissimilo
arduo
grandioso e
stesso
modello
a
:
è un' eccezione nel Laiis
ritrae dal genere
di Pindaro.
1)così
pagano
O
»
la
delle litanie della
(oh,ricordo
canta
un
capo della maclre
sul
O
Ma
tutto
terrore, e
senza
mi
d'Annunzio
può
di
vincitore
giovinetto
Ippocle,
talvolta
vedere nel
Pindaro
al
alla corsa;
Gabriele
39^
da
pita,
d'Annunzio
millenaria
sembrar
;
foltissimi
con
capelli bianchi,
di
crinita
il poeta
Ebbene,
le
poeta
il
d'Alessandro
eroe
Elena
di
l' immagine
e
;
timo
l'ul-
suppone
dopo
e
di
lui,
notti
per
notti,
e
il sangue
tra
di
centurioni
dai
dai
manomessa
l' incendio,
e
Roma:
servi,
mercenarii
dai
di
Ida,
fantasìa
polluta
....
è
nella
ch'egli
Macedone,
possessore
è
Elena
dell'
immagini
serva,
vecchia, decrepita ;
solleva
che
figurazione questa,
del
"iueir abbietta
in
vede,
diventata
d' Omero
r Elena
canizie.
grande
ladroni, dagli
dai
fuggiaschi,
dai
cidi,
omi-
profanatori
tombe;
calpestata
Chi
troverebbe
alle
Porte
iddii...
Nella
e
polvere
in
costei
diva, che
di
dall' incesso
in
e
in
Laus
così
potente.
alle
tante
dei
bellissima,
l' Elena
i
vegliardi un
giorno,
Tramonto
Scee, ammiravano?...
di
fango.
di
dee.
vitce
Ed
è
miti
non
una
v' ha
altra
metamorfosi
ellenici;
dove
figurazione
consentanea
vediamo
le
l'Ideale
yerso
figliuole dell'
cinquanta
Cipro
Scilla
cambia
d' Ulisse
in
Passano
e
gli
ora
Felice
che
EUeni
dopo
Olimpia,
a
il
che
compagni
via.
via
e
i
e
di
re
; Circe
alcioni
marino,
lupi,
Cavallotti
agile,
in
mostro
orsi, in
Alcibiade,
di
in
Ciniro
incestuoso
Giove
da
tramutate
397
a
Pericle,
dimenticato
dramma
torna
(appassionato ellenista) riE
snello.
Erodoto,
passa
quel
e
Pindaro,
flammeo
pari
moltitudine
li
solo
del
monte,
un
cielo
sommo
a
invoca.
nel
i vocativi
al
vitce, eh' è
Laus
vocativo.
ansioso
; così
Inni.
degli
monarca
sovrabbondano
cari,
vampa,
solo,
lo
incalzante,
al
eoa,
aquila
il
il d'Annunzio
avevano
dei
dell*
più
I vocativi
tutto
porpora
inestinguibile
a
nella
E
di
:
così
cielo
Gli antichi
le
palme
saliva
il
devano
ten-
fumo
sacrificii.
»
Dalla
pagina
nella
di
ottantesima
ellenica
visione
luce, finché
all'
"
in
;
avanti
quasi
in
e' immergiamo
un
nimbo
apparizione apollinea
un
„
Gabriele
398
silenzio
sacro
attonite
procombe
Cadde
il vento.
èramo
senza
alla
Sospeso
di
Quale
Noi
tutti
meraviglia.
gran
sul
il Giorno
era
tacevano
le
con
cose
sospetto
un
oppressione, quest'
vivo
era
O
Qual
Qual
Coro
come
che
delle
meriggi,
Alla
di
ci
de'
il
principio
Sirene
di
mare!
canto?
suo
Parche
Muse?
procede
o
volontà
?
Il
silenzio
le
voci
sovrumane.
sovviene
quali
dei
agevolmente
il
canta
Primavera
le strofe
canto
suo
il silenzio
segue
meriggi,
!
respiro
al
di
o
il
del
echi
traeva
o
Meriggio
chiuso
avea
coro
Tiadi
era
qui
apollinea,
negli
dare
per
1...
veggente.
e
coro
remoto
ultima
solo
tregua
di
nostro
eternità.
L' occhio
Tutte
restano
parola,
Tutte
capo.
sacri
anime
le
e
:
fissi
E
d'Annunzio
visitati
che
o
dai
Leopardi
delle
favole
numi,
parlan
del
dai
fuoco
mìstici
nella
zone
can-
antiche;
silvani....
delfico,
*
l'Ideale
Ferso
delle
Castalidi, delle Oceanine,
d'immagini,
l'attesa
della
Poesia
nelle
moltitudini
palpitava
come
r innumerevole
del
desio
le
con
di larva
in
Non
quelle
pratico
dei
che
ridenti
di
superbi
della
sole
di
a
apparisce
di
Maratona
al
guerresche.
egli
il clamor
persona,
cuore
; è
la
anche
bisogno
dire,
di
mare
escla-
»
quelle
di
dove
Ugo
Gabriele
guerre;
il balenio
e
le altre
d'Annunzio
ode
Che-
i versi
Foscolo
àncora,
e
campi
ricorda
battaglia) descrive
;
dei
Platea, di
Ognuno
navigante,
delle
di
è
ma
»
un
patria!
combattenti
greci,
notte,
par
visioni, peraltro. Anche
Sepolcri, là
campi
suo
quel vagabondare
in
Mantinèa,
Leuctra....
dei
«
è
Qui
guerra;
di
dell'onda.
bisogno
un
battaglie
ronéa,
il
«
della
labbra
il poeta
Grecia:
le
s'alza
che
larva, che
in
il suo;
irruente
delle
mille
traboccante
urna
riso
marino
si diffonde
Troppo
bagliore
uri
sono
questa:
come
E
un'
399
(ben
i fantasmi
nell'orror
degli
elmi
gorie
fantasmaode
pur
w
Gabritle
400
—
:
---*
P
il
lo
e,
d'Annunzio
dei
scherno
amebeo
della
e
di
la
siamo
ecco
il
sotto
Ma
ferro.
pianto
di
si
il
via
galoppo
tocchi
vi
cuore
vergini, vagito
pargoli, ululo
di
madri
!....
—
I vincitori:
—
le
Le
nel
soffocheremo
nostro
Sul
robusto.
amplesso
molli
vergini
vostre
marmo
ginecei violati
dei
i
sbatterono
pargoli vostri
cuccioli
come
—
I vinti:
—
Ah,
a' telai
che
sorelle
avete
non
vi
il ritorno?
aspettando
soavi
vesti
tessano
I vincitori:
—
che
Già
corse
il Messo.
gittano
sciamano
spole
le
—
la
e
Ora
elle
Ed
vincemmo.
—
strage
canto
tano
lamen-
feroci.
spietati,
rispondono
palpitante
di
il
•
Ecco,
—
:
i vinti
dove
guerra;
i vincitori
I vinti:
vincitori
effetto, gli sgorga
indovinato
con
yinti
dei
lagno
annunzia
infiammate
Sien
e
grandi
le
prede
'?..
l^erso l*ideale,
Tutto
dò
orribile;,
ma
è
che
del
neìV
Iliade; si pensi
dèi
cadavere
inascoltata
si
vinto
alla
al
pensi
vincitori
La
quelli
delle
d'aUre
d'
la
tare;
Àjace sull'al-
da
diritto
oppressivodel
di guerre
guerre,
derne.
mo-
lagrimevoli di
meno
volta
una
ritto
di-
offre,nelle
l'esistenza
non
guerre
Achille
fa
conquista;
meno
città,sterminii
vaste
di
d'oggi per
lotta
pensi allo:l5trazio
vergine Cassandra,
diritto
non
ma
401
^
Ettore
profetessa,violata
sanguinoso;
dei
si
'
;
di
inondate
sangue.
E
qui
appunto
sorge
fra
l'antico
il
e
moderno,
città
fatti,coi
le
a
con'
città terribili
le loro
le loro
Sistina
descritte
piaghe
chiama
la
vanta
»
rabida
coi
lampade* elettriche,con
Roma
Ma
gente
con
copertidi
muri
«
con
che
moderne,
Sistina
un'altra
il volo
invocazione
dai
alle
volti dis-
lebbra
Sono
».
tramvai,
le loro
gini,
cali-
s^ozzure.
e
di
passa
loro
trasti
con-
alludevo
cui
d'Annunzio
poc'anzi:qui, Gabriele
grandi
degli stridenti
uno
del
poeta;
Michelangelo;
si sferra
dal
Roma
e
alla
cuor
del poeta:
96
d'Annunzio
Gabriele
402
O
rifugio più
Sistina,
solitario
che
le
ove
l'aquile
altitudine
la
per
e
di
di
del
in
te
novelli
verso
di
e
ritrovai
miei
della
formidabile
quel
Male,
potenza
disperato
E
sale;
carnale
degli spiriti
di
chi
immortale;
rapimento
cieli
nido;
violenza
dolore
sublimità
gloria,
fratelli,
vittoria.
i
allora
nati
proprii
V
spirito
il
della
del
grido
umanità
e
grido
del
un
pare
efficacia,luce
di
che
dera
consi-
il dolore.
Vibra
poeta,
traviamenti
antichissimo
È
?»
grido
allo
che
capolavoro,
dipinto altorilievo, sprigiona
redenzione
monti
fonti
di
sete
lor
hanno
senza
dominio
dei
eccelse
vette
:
Perchè
«
Giobbe
biblico
percossa;
siam
e
il
il
;
lo
poeta
rinnova.
Per
Gabriele
d'Annunzio,
d'ordine, d'autorità, di
il
poeti,
bensì
ribellione
alcuna
ribelle,ìion
biasimo
demagogica
ammirazione:
forza
riceve
siccome
non
egli
Giove
è
simbolo
meteo,
Pro-
equilibrata: e
lui
da
a
l'inno
un
ottiene
bolla
d'altri
empio.
dal
La
poeta
spietatamente
Gabriele
404
ripienezze
d'Annunzio
violenze;
e
sione
vi-
di
vastità
quale
ma
!...
L'Italia, baciata
dai
mari,
letteratura
una
e
i{etii
del
marine
De
del
Appena,
mare.
Sull'Oceano
Revere,
Amicis,
qualche
e
marinaresco,
poema
navali,
con
definita,
anche
anche
chioma;
per
mondo
Ed-
vitos, eh'
il
sale
ponto
specie
il
rone,
Cice-
cesarie
usa
immagine:
per
giungere
ag-
così
come
Virgilio;
come
è
ben
per
classica:
mare
rinaresco,
ma-
tecniche
scelti
all'evocazione
chiama
e
di
Laus
latinismi
con
sapore
d'Annunzio
J5of-
fraseologia onomatopeica
una
e
i
scritto
descrizioni
con
cora
an-
altro
precedettero questo
un
possiede
non
unto
per
movenze
a
terra....
Il novenario
quasi
di
discorso
leggere
di
consta
strofe
per
;
«
lato»
il poeta,
versi;
tempio
mi
che
suU'
e
talvolta
scorrente:
di
cento
sono
e
di Dante
persino
accessorii:
colonne
Così
il d'Annunzio.
esempio
strofa
Ogni
quattrocento
sono
quadrato
notava
questi
e
mano
for-
concatenati
versi
plastici esametri.
ventun
un
i
rapide
sue
fuso
geometriche
Ma
le
il poema:
tutto
un
par
presta
metrie
le sim-
ama
stici.
cabali-
i numeri
ciò
ideò
che
vigo-
^Ideale
yerso
ciò
reggia,
il
che
tumultuoso
dalla
complesso
placidità
serena
ellenica,
inquietissime
tale
che
pensare.
è
importa
ci
e
;
e
405
il concetto
lontano,
obbliga,
della
almeno
ben
della
maestà
necessariamente
ombre
gagliardo,
è
vera
turbato
vita
moderna,
un
momento,
vero,
lezza
bel-
dalle
ma
a
ADA
NEGRI
*??
?K
I.
poeti italiani, chi, oltre
i
fra
Oggi,
d'Annunzio
Ada
e
mondiale?
Dal
»
commossi
oltremonte
breve
e
bene
e
si
falange
Vasto
era
un
tutta
di
nome
la
le
con
onesta
che
strofa
piacimento,,
com-
forte
e
libero
un
della
cento
ac-
zato
innal; la
povertà
falange
immensa
lavora.
cui
della
Lombardia
a
vivo
schietta
privazioni
d' un'
insegnava
Negri,
giustizias'era
stenti
la
Ada
giovane popolana
una
villaggio della
—
Italia,e
l'orizzonte, verso
volava
irruente
in
gli
conosceva
sociale:
d'
sofferto
aveva
in
e
ripetuto
per
giovinetta
Fatalità^
coscienza
una
fama
«
volumetto
rivelata,perchè
dall' anima
e
fu
vera
la
cui
destarono;
d'entusiasmo
quale
primo
sonante,
s'era
poetessa
il
oltremare, il
perchè
di
in
giorno
lodigiana pubblicò
cuori
di
Negri, gode
Gabriele
sillabare
rapida
e
quasi
giovinetta che
—
ai
Motta
figlidei
sconti
Vicon-
Ada
Negri
solitaria
con
4IO
tadini
viveva
e
di
doveri
gridi
elementare,
maestra
fra' suoi
e
nello
stesso
questi due
tempo,
in
sbocciate
dei
nel
l'animo
dondolio
se
cantilene
per
la
tutti; per
che
sospinge
per
la
tua
Dio
ti
—
le
fede
la
razze
a
e
la
salvi, fratello
sepolte
al
cuore
vita, uguale
ansia
per
molte
hai
fondo
in
sacra
le
per
che
de
oscuro
senso
leggiadre
riposo;
e
speranze
in
madre,
sue
il tuo
piccoli morti,
come
in
le
e
si
culla
tua
di
che
protesse
lagrime,
pel
lontana
di
immortale
l'avvenire;
fede
—
uso.
e
in
sione,
espan-
socialiste
accese
nel
poetici e
lirica, // saluto
Negri
de
poche, dolcezze
le
Ada
poetessa:
la
sì in
liriche dell'autore
nelle
della
avesti
madre
dottrine
affetti. L'ultima
cullò; pei baci
ti
rare
tolle-
atteggiamenti
fraterno^ pubblicata da
che
si possano
tempo,
suo
trovò
di
consonanze
le
Negri, che
Ada
Misérables
Pel
tiva,
collet-
calda, vibrante
con
con
Parigi
a
di
rivela
e
fratellanza, che
umana
palpitò
armonia
pur
eran
gridi degli
pur
aggettivi,oggi
della
Hugo
se
barbari
Il sentimento
cuore
piti,
com-
poesia soggettiva, adunque,
una
Vittor
fra' suoi
gridi dolorosi
eran
ma
sua,
madre,
esattamente
sogni. Alcuni
dell'anima
altri:
la
mia,
così
sia.
Maternità^
Ada
412
nulla
eppure
Negri,
del
quel
Ada
Negri,
Carcano,
affetto
con
stile
di
poeta
un
nell'elegia Una
d'una
delle
lavoro
in
da
Visconti
Motta
pianto.
Nel
notava
che
non
la
Fra
Se
le
ròcche
ruote
pietà
Sapienza
Intristirsi
il
e
ha
non
che
dei
cuore
Arnaboldi,
la
(quante
prima
anni
strofe
di
Arnaboldi^
i
signorotti
'
umana,
vede
signorili
fragor
sangui
scesa
dell'opificio,
almen
voce,
il
è
contrasti
repentino
e
la
perenne
morte
sante
l'inces-
Brianza
trasformati:
durezza
le
fra
caldo
per
Negri,
che
....
Che
di
industriali, padroni
sono
giorno,
A
della
vibrassero
i moderni
officine^altro
parte
ragazze;
piange
Alessandro
1873,
d'un
e
ove
Ada
di
prima
povere
morta
filanda
una
leil...)
preludiava
come
che
pariniano
quindicenne
ragazza
in
la miseranda
liriche
filandaja,
del
compiangeva
negletto,Alessandro
immeritatamente
fa
vendicazio
ri-
patrizio, Giulio
un
degli umili, specialmente
e
Già
delicatissimo
nelle
e
Ada
democratico
Lombardia,
in
novelle
nelle
ritrae
giustizia,di
aristocratica.
classicamente
veste
di
senso
schiettamente
poeta
un
Giorno
d'eguaglianza sociale, che
e
Parini
del
cantore
in
tranne
Negri
egual
ricco,
delle
dei
stelli
ca-
Verso
Notte
dei
Non
Fra
E
volghi. Quanti
daran
Lacrime
le
frutto
dei
Quanti
pietà
dei
lirici
che
Lorenzo
di
altro
forse
Mario
che
d'Enrico
l'innocuo
non
È
Ada
teste
un'eco
dei
era
che
a
la
ha
Biricchino
diritto
di
la
lumore
ma-
Giustizia
minaccia
non
ma
suo
di
bicchiere
libro
di
forse
era
/
tessitori
impeto, sfogato
con
tori
i mieti-
perchè
innocuo,
Mario
leggono
nel
dell'ode
un
inchiostro;
il
cattivo
un
signori;
letteraria
Heine;
Negri
da
ode
certa
ma
mietitori
ai
bocca
le
strofa
facile
in
scuri;
Rapisardi
Rapisardi.
poetessa
affettuosa
sole.
di
proveniva
falciare
la
tri
d'al-
taccio
diseredati;
pure
st'ultimo
(que-
eccitavano
povero)
parlava
e
in
Parzanese
pietoso.
incendiarie
birra.
poneva
dei
Stecchetti
fiàccole
cieli
nostri
trivigiano Francesco
del
rivolgevano
sociale
scopo
il
Canti
favore
a
ignoti
dissidio
meridionale
dei
autore
alla
mai
molti!
il
e
che
al mondo
Quanto
E, prima dell' Arnaboldi,
DairOnga.ro
4 13
fior
splendor
sovrano
sorti
!
dì!
d'ogni
il
l'Ideale
di
alla
tutta
sua
più
risoluta
una
parte
gente
di
strada^ Autopsia,
e
riata
marto-
pace
Fin
ternamente
fra-
e
di
ch'io
^(^(^
414
viva
più
e
in
nelV
nel
la
l'ammirazione
dicevano
lavora;
irruente,
può
e
frenato,
si misurano
i
Mondo
non
lo
sguardo
Movo.
di
E
—
e
borghesia
lo
sempre
nelle
sempre
che
tu
sdegno
battaglie
più
sia
astri
serpenti,
dannato;
fulgenti.
incontro
movo.
inerme
luce,
di
e
negli
Io
Sitibonda
non
d'oche
vigliacco,
Fiso
alla
vindice
colpi:
mondo
grasso
parola
una
poiché
profonda,
penosamente
o
oltraggiosa
grassa,
essere
O
anche
persino
gaudente
oscuro
cevano
di-
—
sima
decisis-
»
compassione
chi
per
Fatalità
«
della
parola
macchina
operaia, Largo!
volume
primo
della
canto
La
ingranaggio.
Salve te, Madre
romba.
Il
breccia,
la, Sulla
Mano
{appa,
Negri
al
sola,
e
ristai, scettico
tu
fato:
e
gretto,
.
Più
d'amor
la
fatidica
Mi
Così
SJida,
anche
fra
i
di
il
bene,
lustro
Sfida)
verso
alla
i miseri.
con
borghesi
mentono,
parole
dal
prorompe
finisce
che
parola
che
borghesi
l'onore,
patria,
e
e
dicono
!
sferzata.
una
pungono,
altri
petto
pure,
Ep-
strisciano,
digliano,
sba-
mordono
(sono
si
verso
lavorano
il vero,
elevano
accrescendo
confortano
P^erso l*Ideale
In
la
Tempesta^
è
accentuata,
Quella
Che
in
al
Sembra
il
L'incendio
delia
doloranti
dal
del
più vive,
di
fuor
stesso
tinte
con
luogo
destato
aveva
col
Da
della
ne
fu
Erede
il
lo
Achille
tavolozze
e
questione
poco
fiu-
ispirato
E
altro
D'Orsi
di
tinte
con
qui
non
artista
di
ridionale,
me-
Napoli,
affranto,
dei
scalpellidivennero
La
campi.
terpreti
in-
produzione
(espressionedei tempi
artistica..,.
è
più profonda
fatiche
sociale.
belle
descrizione
di contadino
dure
La
stesse
è
Mostra
anima
un
naca^
cro-
zese
pittoreabruz-
è la
l'ode
che
dalle
abbondante,
febbrili)ma
alla
statua
tuus,
inebetito
allora, e
che
di
delle
inipressioneancor
Proximus
quasi
U
proprie.
sue
lo scultore
vedova^
scatti.
nome
rilevare
Nota
ciclo
la poetessa
ma
Scio-
Disoccupato^
un
1881:
via
barricata.
La
espose
nel
Milano
quadro,
di
e
Patini
Teofilo
a
tutto
s'avvia,
la
Verede^
Invano^
visioni,
quadro dello
arti
d'una
notturno^
formano
—
l'avvenir
a
miniera^
Fraternità^
barricate?
ingombra
principio
All'asilo
mana
fango
che
miseria
alle
denudata
mobilia
mezzo
Quella
pero^
quasi,
più
ancor
giato
Sgombero for-
vibrante.
più
ancor
guasta
è
rivendicazione
accenna,
non
415
alacri
In
Negri
Ada
4i6
Maternità,
il comun
deaominatore
l'espressione matematica)
non
è
vi
un
sacro
passione:
universale,
sposata
a
debito
madre
nessuna
che
credo
d'Ada
semplice
loro
le
verità
tanta
vivranno
verso
i
figli
del
io
come
triste
e
mono
espri-
che
delle
della
pienezza
dell'amore,
i nati
affetto
nostro
coloso,
peri-
sacrosanti
nella
la
liste
socia-
giorno
Negri
verso
È
sociale
gli affetti
dedizione
lei
profeti; ma
un
d'Ada
sima;
puris-
tendenze
periodo
sempre
sviscerata
di
poesie
poesie
molte
di
scritta.
da
il
assunse
pari
poesia
farla
un
Negri,
l'altezza
al
rimarranno
d'
traccia
con
madri,
le
Negri
fremebondo,
in
ridicolo
mentre
si
lei
finora
vissuta
spesso
di
pari
espresse
materna
Ada
religione:
una
al
sentono
vindice
sentimento
maternità.
come
la
più
galantuomo,
degno
un
ne
poesia
la
eterno:
di
madri
signoreggia
(sipassi
del
e
nostro
sangue.
In
Maternità,
qualche
sposa
e
cosa
madre,
versi
madri
di
possono
ispirata,che
alla
la benedizione
religioso,di
al
consacra
che
adora
in
la
La
sacro.
mistero
preghiere.
sembran
trovare
vita
lei la
delicata,
loro
austera
assume
poetessa,
della
ternità
ma-
Tutte
le
interprete
poesia
Verso
le
ineffabili. È
dolcezze
parla, che
canta:
Maternità
i
si concatena
calpestatidella
terra;
culto
casa
santificata
dall' amore,
è
vero?
socialista, che
famiglia,
che,
nella
vindice
la
loro
parola:
Nessuno
orribil
la
come
la
essere
donna
così,
e
in
»
quelli
Il libro
ha
agli
dell'affetto
la
severità
cosai....
innato,
Fatalità,
Negri
donna
una
accentuò
i
la
slanci
la
con
in lei
Ada
al cuore,
fondo
coir unire
solo
devano
ve-
pietà.E questo
ispiratricedi
Forse
questa donna
dirla
e
poesia di
coloro
non
gentil
la
sente
musa
dei diseredati.
umili;
di
nova
per
per
—
tessa
poedella
di
lodigiana,
parola
dell'ardente
il motore
sentir
illumina
proprio,della donna,
sentimento
doveva
»
soave.
l'altare
sorpresa
poetessa
femminilità
(c
nido
molti, questa
lo
Quale
purissima!
fiamma
dal
e
verso
famiglia, della
rovescia
rassoda
lo
ma
con
il culto
primeggia
per
non
e
affetto
della
il
che
cuore.
Fatalità
vi
ma
maternità,
sorpresa,
al
fremebondo
della
Quale
sorella
va
con
per l'accorato
Tempeste
canto
le ansie
stessa
loro
una
quel
e
417
ella
maternità, provandone
della
e
l'Ideale
poteva
degli
gemiti
propria
della
vore
fa-
a
«
minilità
fem-
sione
compas-
materno.
d'un
poema.
Comincia
27
Ada
4i8
la
con
lirica
la
Maternità^
di
comprensiva
si eleva
Negri
il volume.
tutto
dal
all'umanità;
il dovere
di
elevata
più
Dal
confortare
più
proprio
dolore
proprio
la
e
tutti
fa
io
turire
sca-
umani
gli
dolori:
Io
dal
sento,
sei
tu,
nato
non
un'esile
profondo,
che
ancora,
chiamarmi:
voce
vieni
nel
sonno
a
[destarmi
O
vita,
vita
o
in
irasalgono
nova!...
le
sussulti
che
mie
viscere
palpitanti
i tuoi
sono
?
baci,
i tuoi
[pianti.
Tu
sei
l'Ignoto.
col
ti nutro
Forse
—
mio
pel
e
sangue,
dolore
disperato
tuo
formo
il tuo
col
cor
't'^iocore;
io
pure
io
stendo
rido, ebra
le
di
mani
vita,
a
un
di lenta
gesto
con
di
sogno
carezza
forza
bel-
e
[lezza
t'amo
e
t'invoco, o figlio,in
poi che
ti chiama
al
del
nome
mondo
la
bene
e
del
male,
im-
Natura
sacra
:
[mortale.
E
a
penso
dal
sale
E
la
madri;
martìrio
fa
quante
grembo
ne
al
la stessa
poetessa
chiama
core
penetra
sacro
della
l'ora
donne,
madre
nel
l'altro
i
trepida
che
dà
coltelli,essendo
avanza,
devota
speranza!...
cuore
delle
il germe;
appello agli uomini, perchè
contro
che
e,
alla
non
altre
pensando
luce
il
affilino
tutti
al
figlio,
l'uno
figlid'uno
Ada
420
alla
pensato
lungo
la
neurastenia
la
e
di
la
spenta
vibrò
la
e
Maternità
proprio grembo
parto
regina
maternità
ella
per
sedotto
ha
alle
Maternità
fanno
che
morente
possono
suora^
loro
di
odiose
forme
quella piccola
uccide
che
perchè
rate;
belle, ammi-
Serbia
finge
che
il povero
fanciullo
implacabili,
figure;
eccezioni,
carità
dolore.
che
un
Una
tengono
appar-
ombre
conforta
dalla
nostra
tutto, quella Mater
in
che
nose
lumi-
donna
corredino
un
nel
memoria.
e
la
che
queste
ma
fosche
all'ospedale, passano
svanire
fosse
quella bimba,
dell'amore
voluttà
in silenzio
di
sopra
si
Negri; invece,
signora,
le
ingannare
stesso
cuce
suora
mese
risplendere figure gentili,e
meglio
nel
una
sono
un
ricorda
il germe
Draga
con
dopo
Una
bambina.
disformi
le
non
la
di Ada
l'elegante, ricca
Eliana,
anni.
tenebra
La
riose,
miste-
più
cantare
per
quella
e
mori
poesia
malata.
spire
sue
quella
in
anche
tomba;
tomba
il
della
ancora,
sua
nel
che
fu
stanca
seconda,
sua
voce
nelle
inerte,
Pareva
vita.
ella
tempo,
prese
tenne
la
bambina,
miseramente
fine, cui poteva
stessa
Per
correre?
Negri
taria,
soli-
piange;
bambino
libro;
non
Quella
inviolata,,,
qual
l'Ideale
yerso
Un
figura!.,..
mesta
la
egli
si fanno
e
che
negli
arde
finta
di
onda
colei,
trova
ri-
morticino;
che
una
e
nuova
pietà si
per
arriva
non
timento?
E
la
a
voce
e
sonoro
d'oro:
immense
quelle
chiusa
glauco
porta
una
comprese,
la
ne
mar
un
ella
in
parve
diffusa
una
irruppe
sopra
aprirsi vide
tremò,
strano,
amore
vita:
Chi
di
venuta
Falba
e
trasfigurata;
occhi
spasimo
le
sul
:
Suor
madre.
Uno
sua
più.
l'alba
curva
ella è intanto
rino
pove-
sia al fine
madre
carità
del
vedono
non
la
occhi
gli
notte
nelPagonia
e
mamma,
Spunta
di
suòra
cuore
era
vetro,
finge
la
luce
di
di
muore
chiama;
io accarezzi
che
nel
dalla
la
invoca,
Benedetta
bambino
lontano
alPospedale
421
onde
sparire,
si
sentì
la
profondità
di questo
la
della
e
morire.
vittoria
sen-
Natura,
immortale.
La
d' Ada
strofa
Negri
riuscì
efficace
perchè spoglia d'orpelliletteraria
gli
forme
del
stilisti
dire
potevano
non
mai
Guide
comporre
bel
avevano
nati,
i raffi-
approvare
certe
folla
oscuri,
elette, una
poco
d'ignoti, che
al
Mentre
anco
preso
di
in
palpitavano
mano
su
le
quelle
Ada
422
lettere
ch'erano
quelle
lettere
acutamente
slanci
di
che
circonda
come
questo
il fascino.
volte
certe
quale
un
sapeva
deformarne
senza
la
penna
assenso
Essere
schietti;
ri-
un
sempre
il dio.
l'essenza,
Più
che, scrivendo
invasa
da
potere
un
si sentiva
conto:
del
scinare
tra-
d'agitazione come
stato
uno
febbrile;
la
con
è
rendersi
in
penna
è
Negri
indomita;
d'amore.
confessava
sentiva
liriche, si
sogno
forza
sua
sovrana,
mi
d'Ada
Carlyle, essere
sincero
Negri
la
in
quanto
r affetto
non
trasfonde
dell'universale
del
gli eroi
Ada
la
d'un'aureola
sinceri,
jfìesso:
lirica
della
il segreto
L'arte,' per
più
affettuosa.
questa,
è anche
la
scrittore, che
principale
sincerità;
questo
gloria segreta,
folle,le proprie idee, i proprii
passione
Il carattere
la
la
d'uno
negli altri,nelle
tumulti
d'affetto,d'ammirazione;
formano
cara
le inviavano
all'autrice,é
benedicevano
pagine,
è
Negri
e,
dopo,
sulle
strofe
il concetto,
poteva
non
così
nare
tor-
sgorgate
smorzarne
senza
vampa.
Ada
liriche
pone
Negri, quando
per
il
giornale
Popolare,
mi
le
componeva
delle
scriveva
:
famiglie
«
Io
sono
prime
sue
V Illustra-
indisposta
Verso
forse
in
fuoco
e
di
la
messo
Anche
febbre.
rimaneva
le
midollo,
La
di
nelle
il
giorno
dopo,
se
uscita
e
come
di Ada
poesia
al sole
poesie
di
in
vi
è
appena
Negri squilla
il
bronzo;
:
Ada
è
sostanza,
suo
verso
qualche
quella poesia
cosa
che
è
poesia
una
versione?
una
abbiano
Negri
dalle
provato
traduzione
La
a
hanno
rompe
ir-
abbaglia.
e
Che
Mi
la febbre
sentiva
velocissimo
torrente
un
inerte,
e
un'urna
sonante,
di
piene
scritto.
improvvisava:
come
corre
ho
Milli,si
malattia.
sonora
che
liriche
»
rifinita
una
423
ultime
passione,
quando
da
due
Giannina
vene
di
di
causa
l'Ideale
di
pietra
fuoco,
molte
fallibile:
in-
paragone
può
sostanza
senza
sioni.
ver-
l'impalpabile
si
gere
reg-
può
durre
tra-
?
IL
Chi
può
vede
scordarla
pieno
Pallido
una
le
di
la
per
per
criniera
mascelle.
volta
Ada
Negri
l'espressionedell'occhio
pensiero
il viso
prima
e
quasi
sormontato
ribelle
Il sorriso
sempre
da
non
bruno
melanconico.
cappelli folti^neri,
quasi leonina; forti,quadre
sempre
schietto, amabile,
lascia
E
Duse;
d^alcun
ma
Si
superdonna.
più
umile
suoi
orgogli
a
scorso)
nata
fra
Lodi,
il balcone
nella
nel
Normale
ottengo
1893
Maria
il
montagne
rudi
libri,
1896
e
Milli:
s'innamora
sapere
quattro
sogni,
nel
in
Scuola
e
pubblico
le
fra
del
suo
Biellcse
di
me
senza
mia
esce
Milano,
Garlanda
della
di povertà,
1892
della
1895
nel
Giovanni
possenti
nulla
Agnesi,
maestra
—
insegnante
Gaetana
premio
nel
senza
vengo
sempre
anni
—
in
guardava
ove
Visconti:
divine:
nella
patrizia
diciotto
Motta
libertà
e
Tempeste^
veduta,
a
a
—
i
maggio
anni,
faticoso, di ardenti
fierezza
i miei
:
turalezza
na-
pur
verdeggia
cameretta,
e
suta
1870: vis-
casa
giardino^
mia
lavoro
bella
una
ombroso
del
diciassette
ai
ha
nel
ella
non
sembrar
a
che
febbraio
il 3
fino
fanciulli
Fatalità:
scriveva
memoria
mia
di
(mi
di
della
cento
anni
fierezze.
Lodi
i libri
il cui
sue
le
conventuale
pace
di
a
ella
a
lei della
in
sforzi
si
possibile:
Lodi
semplicità
tutta
che
volto,
teatrali;
Nulla
direbbe
e
nel
pose
conversa.
eh' è
Nata
E
genere.
quando
a
ha
non
le
femminile
tipo
un
bianchi.
e
finezza
Rassomiglia,
tempo.
Eleonora
regolari
E
sobrio.
gesto
nostro
ha
denti
piccole, d'un'aristocratica
dal
mani,
ne
i bei
scorgere
bianche,
del
Negri
Ada
424
legge
avermi
vita,
e
me
rideale
y'erso
lo
e
chiedendomi
scrive
ci
sposiamo
Bianca
a
cari
mi
a
Mi
a
Altro
riprendo
è
poema
che
mi
;e
entrò
in
per
morte,
cosi
tutti
i
In
miei
questo
seconda
una
a
bina
bam-
la conoscete
di
casa
e
nella
mente,
voi
A
veduta.
Il
forse
che
e
ho
ne
V avete
.cristallo.Mia
figlial'avete
mia
noto.
Maternità.
scrivo
e
poco:
una
urge
il
parlato per
a
Ada
e,
Numero
son
Negri
era
sgorgò
fa parte
di
bambina
Ada
con
e
un
la
figlio,
Lodi, quale operaja,
e
lungo, paziente,diiigentissima.Un
quale
che
Corsìa
di
volle
(nella corsìa
le
nell'Ospedale Maggiore
mantenere
lanificio
un
morì
lasciandola
questa, per
sul
allora
Negri
Milano,
Maggiore
Or
la
e
resto
salvezza.
casa,
:
:
d'Ada
lavorò
giorno,
e
è
vi
padre
madre
20
accetto:
».
di
n.
mia
me
con
scriverò,
ivi
io
che
muore
poco
definita
madre
primo
a
?... La
stesso
Il
la vita
mia
mi
e
io
Vittorina.
—
voi
nasce
anni:
d' anemia
della
disperano
tempo
fra
malata
gravemente
due
dopo
tempo
isposa, ed
dopo.
mese
un
nasce
lunghissimo
in
425
San
venti.
vedere
di San
di
giorno
Mio
padre
gior
Ospedale Mag-
AlV
destra
a
Il letto
tant'anni, sul
suo
il letto
Tempeste:
Giuseppe,
—
Ospedale
Giuseppe)
spiratoun
la lirica
all'
è
vuoto,
guanciale
padre
in
fondo,
adesso.
istesso
moribondo
;
Ada
426
Giacque
spirò.
e
di
Ero;
e
Che,
per
Negri
Gracile
—
lui, di
lui
mi
che
lagrimando,
me
padre
La
ch'io
mio
mia
voce
abbandonasti
Che
ricordo
ài
La
E
Ti
senti
la
a
sciagura.
schiaffi
sofferto,
ha
dei
venti,
lavorato,
piange...
Alla
madre,
di
pari
eroica
di
nella
i
per
che
Fatalità
è
lei ; è
quella
la
operaja
operaia
santa
«
e*
rona
co-
una
Maire
La
al
sfidano
tutto
consacrò
Ada
figli,
afifettuosissime.
odi
semplicità,
sua
madri
altre
tante
soffrono
tutto
di
ha
cresciuta,
—
creatura
geli,
Agli
nulla
—
conobbi,
non
tu?...
ora
adorava,
agonizzava
Nulla
O
culla
in
bimba
»
che
si
è
Qualche
volta:
oh, sì,
stanca
Ma
Spiana
e
La
madre
la
Scuola
accolta
rialza
e
la
volle
oggi
mi
vecchio
belle
e
celebre
allieva:
Lodi
autore
tempo
fa
patita
della
si
Paolo
di
dei
figliuola;
d'avere
onora
lettere. Il Tedeschi
cieco,
ragguagliava
fronte
franca.
ch'ebbe
giovinetta,
professore di
la
maestra
una
di
normale
affievolita!...
e
fermezza
con
fare
stanca
Tedeschi
di
a
Trieste,
novelle, patriota,
primi studi
della
Ada
428
come
Visconti. Fra
si
come
dagli ammiratori
sacrario
un
Negri
i contadi nelli
il
favoleggiò,
fu scolaro
bensì
di
assassino
Caserio
nella liricaFra
alla
del
ziato
disgra-
la poetessa, accennando
cédui,in Fatalità,
i bosci
di quella
terra
boscaglia
cantava
a
e
il
fu,
Negri: egliera
di Ada
Visconti ;
Motta
vi
non
scolari,
della Repubblica,Carnot:
presidente
non
di Motta
lambita
dal
Ticino,
così,alcuni anni prima del misfatto
cui il debole
infami,da
Caserio
fu trascinato da
amici
demone:
un
Fra
i boschi
Infuria
cedui
demone,
Sghignazza,avventasi,
Piega le quercie
Rompe ogni stel,
un
Sinistre nuvole
Chiama
pel ciel.
Fra
i boschi cedui
Sghignazza un
demone.
fischianti ai venti,
Quelle ampie boscaglie,
talvolta inondate
Ada
fra
la
fiume
dal
Ticino,ispiravano
Negri,quando, finita la scuola,s' aggirava
fantasticando
quellepiante,
la
coglieva
Solitudin
notte
dì
Qui
qualche volta
:
gelo.
ner
:
—
bosco
La
tenèbra
m*ha
cólta.
'
-
I
¥ Ideale
l^erso
Così
di
in
Voce
della
di
è
il
novembre
vita
del
Ada
1
di
poetessa
vita
ch'io
vita
«La
:
latìccia
sono
901,
dà
il
In
a
le
scorcio
sola
valle
in
mente
Ada
La
da
di
po'
me
una
Negri
sua
prima
pubblicata
della
:
la
faccio
è
mamma
mi
le
di
zioni
esagera-
ganti..
gi-
trattò
lirica,che
7
:
;
Anzi, ho
terra.
mi
freme
»
soggetto.
piacque,
aprile del
è
grandiosa
inondati,
questo
sereno
inondati;
tetraggine
la
Tutti
passeggiate. I
tutti
come
ma«
sembrano
lunghe
sono
stissima
tri-
del libro
notte.
ne
(intellettuale)oggi
nel
è
Motta
a
stupendamente
lirica: Boschi
non
una
espansive
giorno,
ma
Ticino
febbre
in
martellante
mente,
inspira pensieri grandi
un
della
prima
poco
narrava
ripetizioni, tutte
spettacolo pieno
uno
mi
ora
pensiero
rigido
d'autunno,
di
Negri,
conduco
in
tornano
questo
boschi
(direbbe
:
mai, né
pace
difetti, tutte
mi
cosi
sempre
ancora:
mi
non
voce
battagliera
candidamente
lettere
sue
sua
la
anco
programma,
poetica
pubblicare Fatalità,
delle
è
lombarda.
poetessa
Nel
; eh'
tenebra
ed
quei baschi,
qualcuno)
i
di
429
fu
1880
Gelosia,
nel
gior-
Ada
430
delle
naie
famiglie
di
speciali parole
sullo
pubblicai
Venezia
e
si
specie
al Giornale
raccoglierle
in
non,
Isidoro
Marco
Del
Milli:
premio
nel
premio
dalle
1873
la
redenzione
fervida
e
di
1742
signore
buona
ingegno
soltanto
singolare,
Negri
tenne
credette
di Fatalità
otteneva
i
cuore,
a
Ada
lire
trina,
dotfessori
pro-
il
Negri
dato
fon-
annue,
italiane
scrittrici
per
di
correre
soc-
della
Teramo;
italiane
di
illibati,e povere.
di doverlo
il
stringere
co-
d'Ancona
Milli
quel premio
così
da
improvvisatrice
di costumi
giusto
1892.
rigida
a
fino
che, sposatasi all'agiato industriale
landa,
nel
Alessandro
italiana, Giannina
destinato
di
rigido
conferire
a
done
aggiungen-
entusiasmo
di
quali
si decise
apparsa
toscani
altre
crescente,
nuove
tale
Lungo,
a
le
musa,
poetessa
molte
fortuna,
Tabarrini,
premio
la
al
di
Palermo)
giovane
finche
letterati
per
di
ammirazione
sollevò
tre
Ada
della
parte,
Il volumetto
e
di Sicilia
Fatalità^ trionfalmente
in
allora
dXV Adriatico
Milano,
destando
Milano;
a
di
con
sèguito,
giornale (unito
Sera
susseguirono
in
presentazione;
vibratissime
liriche
Illustrazione Popolare
stesso
della
Corriere
V
Negri
suo
al
giorno
signor
lasciare.
Gar-
L'esito
coronamento,
e
l'Ideale
Verso
riuscì di
sorpresa
alla stessa
abbiamo
visto, di
tutto
Ella
di
Motta
viveva
dove
donna,
su
forno,
un
a
nel
la
con
quella
stessa
i suoi
cento
a
ba.
alla
vociferanti
di
Ada
villaggio
Negri
volle
di
le
povere
Che
per
Fanno
quella
che
un
semplice,
tu
il
all'
bi
a
è
pinta
ditratto
ridel
Tiziano
del
prio
pro-
villaggio,
maestrina
bambino
Bernardino
parlare
il
cuore
Zendrini
!..
.
maestrine.
meglio
in
fra
preteso
sfogo
tua
il lume
stanza,
operoso
della
mevano
fre-
scuola
e
piccolo
a
le
risvegliava
alla
signorina:
inorgoglisci oggi
come
come
O
tavola, e
tornava
pennelleggiare
entusiasmo.
E
di
che
marmocchi,
muraglia
figura
e
là, sopra
addormentava,
si
mattina,
posizione
Sulla
una
sulla
abbandonata
testa
s'
posta
sovrap-
e
liriche
Talvolta
cuore.
accanto;,
acceso
le
saliva
stanza
una
riscaldarsi;
tavola, scriveva
rozza
sempre
Ada
d'inverno,
per
buona
una
ricorda
Negri
pinoli,in
a
colonica,
presso
Ada
sere
scala
una
per
una
Nelle
come
nQÌsìÌQnzìi
casa
sana
madre
ja,che
forna
una
Fatalità
di
una
la
con
affetto.
con
in
Visconti,
poetessa, che,
temeva.
liriche
le
compose
431
alle
ed
un
bambine
il
pensier,
giorno
cantava
I
I
Ada
432
Como
a
d^una
la morte
deplorando
lo
per
studio
stero
pensando
alle
loro
collega di
Motta
/
loro, ne
è
maestra^
È
La
chi
Con
I
Insegna
Ne
la
mai
Ove
Ove
D'un
lieto
su
E
nel
Morrà
Del
e
delirio
suo
volumi
oscura,
Visconti.
ed
il
buono
perdono.
d'ebbrezza
di
"s.
de
O
poiché
tenerezza;
gli occhi
spenti
parola
bimbi,
di Ada
esercitava
giorno, sola.
viola
l'ultima
:
amara,
stanca
a
bara,
un
o
Negri
lirica ch'ella
E
sguardo
giovinezza
morrà
essa
breve
anime
la
stupor
con
I tre
una
mai
sogno,
vago
lo
come
fiamma
l'algide labbra
E
canto
lente.
e
fredda
il volto
Composta
sacrò
con-
prepara;
povertade
fulse
non
pianto
voci
riscaldò
sconosciuta
La
Negri
faticosamente,
stanza,
sua
Ada
paziente
austere
con
dalla
durate
sentitissimo
ne
l'avvenir
a
mini-
preghiera:
Ha
il
lungo amore,
povere
penoso
fatiche
una
calma
figlid'altri
loro
Visconti.
—
il vuoto,
sa
nel
un
sacrijiciiy
maestra.
una
tasi
spen-
eccessivo; le
stesse
quasi
rassegnata
Di
allieva-maestra
attingano lena
maestrine
La
Negri
bimbi,
»
contengono
non
scrisse, quando, umile
l'ufficio di maestra
essa
attenti.
è
stanche, qui sia accolto
la
:
voce
a
di
Motta
molte
Verso
l'Ideale
433
INTIMA.
L'ampia
verde
solitudin
quieta
e
pensierosa
nel
vespro
tace
fuggevole
larva
come
la
di
;
sogno
ultima
rosea
luce
muore.
//
mio
m'è
ricamo
io
caduto
grembo;
in
stanca,
stanca^
stanca^
soffro.
baci
tuoi
Ai
ripenso,
la
a
mia
o
che
tu
triste
vita
parli
r
labbro
mio
arso
;
labbro
il tuo
che
dolcemente
solo
chiede
sospira:
Vieni!
^*
*
A
Mosso,
Valle
reca
nell'estate
in
nel
una
*
Piemonte,
casetta
opificiodel marito;
anche
gli
poiché
passano
quasi
come
del
antenati
un
Ada
accanto
Negri
al
nante
riso-
opificiodi panni,
signor
Garlanda
quell'operosa vallata, le
di
generazione
dovere
domestico
che
cavano;
fabbri-
in
in
si
dustrie
in-
generazione,
da
compiere.
28
???
~'
—???-»??-?
-???^.,?1-.
Patriarcale
è
è
la
la
lei
la
in
E
dove
omaggi
alla
Carmen
Sylva,
oggi
la
tata
can-
filiale.
la
con
bina
bam-
Maternità!
Con
Il
Crede
ella
in
affinamento
dai
di
traccie
più
di
è
raro
;
care
immensa
stessi
primi
versi
estinte
nel
squisita
ell^ di
derle
rive-
sorridenti?
Crede
futura?
?
e
pietà, dal
e
amiche
vita
miche,
d'a-
ritratti
altre
di noi
fi-
un
e
cosi
Ada,
di
quello
vaghe leggende
di
rimpianto
di
preziosi
Rumania:
pensieri. Sogna
una
mestiche
do-
(in via Lanzone)
autografa
quelle
giorno
intimità
le
vive, vivissime;
nei
?.:. Fin
adorata
Milano
a
firma
sentimento
hanno
Negri
I
regina
spirito
in
in
si vedono
gentilissimo
e
Ada
rese
inesausto
con
soffrire
più
propria
narratrice
canuta
alcune
infinito
neranda
ve-
agonia.
di
sono
poetessa.
della
lacrimate
la
libro
quel
Negri lavora,
un
^—éM^MK
»^—
;
lui, da Ada
sa
visione
delicato
sala
non
poesie
qual
in
un
m
Garlanda
immemore
una
vero.
tocco
popolari,
che
le
tutte
nel
tratto
di
*:
I
,
palpito di religione
cuor
Bianca,
Ada
madre
con
stanco
Poiché
Nella
??
del
paterna
casa
vecchia
S'aggela
quale
I
Centenaria:
Lo
il fondo
.---^
--—
Maternità
in
E'
Negri
^da
431
in
balena
un
mondo
una
ere-
Ada
436
Mentre
ff
di
il
stellare;
in
abbagliati,
fraternità,
chinarci
fra
colpa
vieni,
piccola
di
io
ti
amo.
vono,
muo-
divina
madri,
possiamo
che
creatura
e
luce
cade,
condurla
che
fa
miseria^
sangue:
aggrappati
Sei
»
FINE
è
non
a
e
verso
appassionatamente:
anima
questa
sociologi
d'azione,
braccia,
nostre
i
una
noi
la
sussurrandole
verità,
una
le
uomini
e
indagano,
mentre
verso
raccogliere
a
cosmica
pensano,
donne,
noi,
prenderla
la
gli
con
campo
bellezza
ricostruire;
per
come
di
filosofi
i
riposo,
senza
cercano,
della
segreto
mentre
distruggendo
scesi
scienziati
gli
afferrare
Negri
me,
tua
la
fidati,
I
INDICE
l^erso
l'Ideale
(Prefazione)
pag.
PRIMA
Adelaide
Un
SERIE
Ristori
n
della
giornalista
rivoluzione:
pittore
satirico
di
Roma:
»
33
»
73
e
Bianchi
Mosè
SECONDA
Un
Pagliano
Morelli
Domenico
Il
Eleuterio
amici:
pittori
»
idi
»
129
»
143
n
157
»
191
SERIE
Giovanni
Giraud
.
Il
delle
poeta
lagune:
Luigi
Carrèr
.
Giovanni
.
Prati
Arnaldo
Fusinato
Revere
Giuseppe
»
209
»
229
»
247
.
Due
amici
di
Giuseppe
Verdi
....
Nicolò
Tommaseo
11
Leone
Fortis
Due
5
TERZA
Costantino
Tulio
Un
letterato
Nigra,
Massarani:
pag,
TOdissea
dei
apostolo
SERIE
della
Antonio
campi:
donna
»
285
»
309
Cac-
cianìga
Un
educatore
325
»
QUARTA
Giovanni
SERIE
Verga
Gabriele
d'Annunzio
e
Laus
sua
Ada
263
il
concetto
»
343
»
379
»
409
della
vitoe
Negri
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