TERZA PAGINA «Ma come parlerà mai la cinese di vent’anni che riempie il cartoccio dell’Happy Meal al McDrive di Forlì per i bambini che gridano e saltano alla festa di compleanno, con le crocchette di pollo olandese e le patatine surgelate della Quinta Stagione riscaldate nelle bolle di un grasso che non smette mai di friggere per la gioia di tutti ? Lei da dove viene? Come ha fatto a finire proprio lì? C’è forse anche una mafia dei McJob? E poi sarà davvero cinese? E se invece di essere di Canton o di Changchun, fosse di Dong Dang o di Phnom Pehn, per quelle mamme tutte leccate in fuoristrada, che si parlano nella lingua della televisione, cosa cambierebbe mai?» (tratto da «Scorar») Giovanni Nadiani. Nadiani Giovanni, il professor Nadiani, il traduttore Nadiani, il letterato Nadiani, il poeta Nadiani. Comunque Nadiani. 23 DICEMBRE 2006 3 La strenna di «sette sere» in edicola Nadiani, la lingua nuova Un cd di poesie inedite solo per i nostri lettori. Fra dialetto e modernità. Lo conosciamo bene, lo apprezziamo sempre. Quella maniera di prendere la lingua e di trattarla ogni volta come materia duttile; quel benedetto vizio che ha di sradicare il dialetto dagli uggiosi bozzetti del bel tempo andato e di affrontarlo a viso aperto. Per poi contaminarlo, sporcarlo, modificarne il codice genetico con la lingua viva, concreta, reale. Quella che si parla tutti i giorni, quella che si imbastardisce con la televisione e con gli inglesismi recepiti e/o accattati day-by-day. Quella lingua meticcia che ci troviamo nostro malgrado a digerire, fra un happy meal e un wine bar. La lingua local/globale («g-local», si dovrebbe dire) che guarda dalla Romagna all’identità globale in divenire. Ci piace quel modo che ha Nadiani di renderla fluida, la lingua nuova. Sia quando la scrive che quando la recita. La lingua di Nadiani è musica, in fondo. Musica senza note, ma non per questo meno musica. Dicevamo: Giovanni Nadiani. Lo conosciamo, lo apprezziamo e sia- mo contenti di ospitarlo, in allegato, sulle nostre pagine. Scen/People è la strenna che «sette sere» vi propone per il Natale 2006 (o magari per la Befana, o anche dopo). Una raccolta di poesie, scritte e recitate nella lingua viva di Nadiani. Con un libretto allegato, dove Nadiani stesso si traduce, e traducendo dispiega ancora meglio le poesie e il loro significato. Dentro il cd c’è solo Nadiani, alle prese con le sue parole. Nadiani che recita un Nadiani inedito, senza accompagnamenti, per lasciare LE POESIE DELLE FESTE risaltare ancor meglio il suono delle parole. Un regalo speciale, diverso, importante che i nostri lettori possono richiedere all’edicolante, a soli sei euro (comprensivo della copia del giornale). E visto che si parla di regali: i nostri abbonati possono passare a ritirare Scen/People in redazione, al prezzo speciale di tre euro. V L’OPERA, L’AUTORE S-cen (esseri) persi in una lingua da bar LA POESIA: «GITA A PARIGI PARIGI»» A Ros zentar d’Rumâgna tra e’ caratôn dl’Eridania i silos e l’ingavâgn dal tubaziôn d’cla fabrica smesa d’un zocar ch’u n’vó piò incion agli imbaladori rosi dla Gallignani che fermi in fila sot’’ e’sól insprì agli imbala e’ gnînt cvatar pisgher malêdi e l’asflet arbulì a parchigê dnenz i scatlôn de’ Mercatone Uno la nöstra se d’cumprê gnacvël longa a la feròveia prèma dal vilet a schiera della nuova periferia urbana Nell’attività letteraria di Giovanni Nadiani, autore di numerosi volumi di poesie, racconti, prose brevi, traduzioni e opere teatrali, che hanno ottenuto nel corso degli anni vari riconoscimenti (Tra cui nel 2006 il «Premio Pascoli» e il «Premio Noventa») e che sono presenti in diverse antologie, assume particolare importanza una sorta di meticciamento linguistico e dei generi. Sia che si tratti di narrativa e prosa breve in lingua italiana (Nonstorie, 1992; Solo musica italiana, 1995; Flash – Storie bastarde, 2004; tutti volumi editi da Mobydick o, più frequentemente, di poesia in dialetto (Feriae, 1999, Marsilio), da sempre Nadiani si confronta con la trasfigurazione paesaggistica, linguistica e antropologica della Romagna, metafora di una certa modernità che si ritrova a molte latitudini. E da sempre egli ha privilegiato una scrittura fortemente caratterizzata dall’oralità, che col u j è cvatar ca in cros s’t’a t’a firum t’si arivê a BORGO PARIGI… (a sreb curios d’savê cum ch’u s’sta a Parigi int e’ nibiôn d’nuvembar int e’ buldez senza rimisiôn d’l’istê infughida…) curios cum ch’a so cun la mi bicicleta a m’i so infilê in dentar u n’è ch’a m’aspites d’avdê passare del tempo ha assunto aspetti indiscutibilmente teatrali. Questi elementi sono confluiti dapprima nel monologo esilarante Fòrmica – Flusso d’incoscienza (2001, Mobydick), e successivamente in Romagna Garden – CaBARet (2005, Mobydick), un doppio album animato dalle musiche della band di blue-jazz Faxtet (con cui Nadiani aveva già inciso in passato i poemi in musica Invel,1997; e Insen, 2001, Mobydick) che presentava sette «storie», sotto forma di monologhi e dialoghi di personaggi di mezza età incapaci di raccapezzarsi nel mondo in cui sono nati e divenuto, anche proprio in loro, irriconoscibile. Sulla falsariga di questa forma di «scrittura orale», di storie da dirsi ad alta voce dal tono cabarettistico, Nadiani ha dato vita ora a tutta una galleria di S-cen, di persone, di common people che si ritrovano a vivere in un presente che indossa i lustrini del linguaggio sincretico i zarden d’Versailles il Quartiere Latino o Montparnasse parò tra tot chi caset cal lamir e chi pulir i chen saidbegh ch’i baia a i frustir on inmânch on a m’l’aspiteva da bon un pitor d’Montmartre ch’e’ disignes tot cl’invel a vaiôn int i nöstar dè… e a dì la varitè on un s-ciân u j éra un cicloturesta ch’l’éra apena arivê a ca ch’u s’asugheva d’int la faza e’ sudór cun e’ bartì dla Polisportiva Bertolt Brecht e ch’u m’à dê la su buracia vuta… anglo-italiano della televisione, di Internet e della pubblicità (da Nadiani definito anglobo) e che cerca di nascondere in tutti modi le ferite inferte a una varia umanità che, dedita alla ricerca di una pseudo-felicità a ogni costo, si ritrova immersa nella più sconsolante solitudine o assenza di comunicazione. I toni usati da Nadiani per cogliere questa contemporaneità sfregiata sono pertinenti a un’ironia amara, che spesso sconfina nel comico inteso come forma sovversiva assoluta e messa in mora delle forme razionali, basata sull’incontro/scontro di lingua e dialetto (la lingua da bar) ad attraversare i «ragionamenti» ad alta voce, le ossessioni (lo sport, il sesso, l’apparire, il senso della vita ecc.) dei personaggi, presi e persi nel conflitto tra i sessi o tra le generazioni, tra l’ipermodernità e un inconscio desiderio di una qualche identità. V DOVE TROVARLO «SCEN/PEOPLE» E’ UN CD AUDIO IN VENDITA CON «SETTE SERE», IN TUTTE LE EDICOLE, AL PREZZO DI SEI EURO (COMPRENSIVO DELLA COPIA DEL GIORNALE). GLI ABBONATI POSSONO RITIRARLO IN REDAZIONE AL PREZZO SPECIALE DI 3 EURO. EURO. Informazioni: 0546-20535 [email protected]