CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA
X LEGISLATURA
IV COMMISSIONE CONSILIARE
“ATTIVITÀ PRODUTTIVE E OCCUPAZIONE”
Seduta del 24 aprile 2013
Processo verbale n. 2
Il giorno 24 aprile 2013, alle ore 14.30, è convocata a norma dell’art. 31 del Regolamento generale,
presso la sede del Consiglio regionale, la IV Commissione consiliare.
Presiede la seduta il Presidente Angelo CIOCCA.
Assistono alla seduta il dirigente dell’Ufficio Francesca SANTAMBROGIO, il responsabile della
posizione organizzativa Nella MOSCON e il funzionario verbalizzante Roberto CHIANINI.
Alle ore 14.42 il Presidente CIOCCA apre la seduta.
Si riporta di seguito la trascrizione integrale degli interventi.
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Argomento n. 1 dell’o.d.g.
Comunicazioni del Presidente
Presidente Angelo CIOCCA
Bene. 14.42, siamo dentro di qualche minuto anche al quarto d’ora accademico. Partiamo con
i lavori. Due comunicazioni veloci. Dovreste aver ricevuto tutti via mail i verbali della
seduta di insediamento, che riteniamo di mettere in approvazione nella prossima seduta per
dare tempo, insomma, di leggerli a tutti. Altro elemento importante. Li avete già letti? Però
gli Uffici mi dicono che vi concedono ancora qualche ora e quindi fino alla prossima seduta
ve li lasciamo, insomma, in visione. Altra comunicazione di servizio. Molti di voi lo sanno,
le Commissioni sono trasmesse via internet sul sito del Consiglio regionale , e quindi sia
trasmesse che registrate, e l’incontro di oggi, soprattutto relativamente all’intervento
dell’Assessore, sarà anche trascritto in modo tale da metterlo a disposizione.
Argomento n. 2 dell’o.d.g.
Incontro
con
l’Assessore
all’Istruzione,
Formazione e Lavoro, Valentina Aprea, per
l’illustrazione dei temi relativi alla tutela e alla
promozione del lavoro, anche in relazione alla
DCR n. X/11/2013 (mozione n. 4), concernente
le risorse destinate alla cassa integrazione in
deroga.
Presidente Angelo CIOCCA
Io ringrazio subito l’Assessore Aprea di aver dato la disponibilità di incontrare la
Commissione e i Commissari colleghi della IV per fare un po’ il punto della situazione, ma
anche per cercare di costruire un percorso di raccordo, cioè lo spirito nostro è quello di
lavorare assieme alle attività che l’Assessore porterà avanti, che la struttura, che la Giunta
porteranno avanti, in modo tale da raccordare le nostre attività con quanto l’Assessorato poi
svilupperà. Ringrazio oltre all’Assessore Aprea anche il Direttore generale Boccheri, se non
leggo male... Bocchieri quindi, scusatemi, il Direttore anche della ARIFL, che è il dottor
Matone. Io lascerei subito la parola all’Assessore Aprea, in modo tale da iniziare a introdurre
un po’, oltre a un’analisi di alcuni dati che so lei aver già predisposto e anche presentato in
altre circostanze, che possono essere utili ai Commissari per dare un quadro generale, ahimè,
dello stato drammatico dell’arte, e per iniziare magari a riflettere, a costruire alcuni percorsi
da sviluppare, perché dobbiamo partire da un presupposto, cioè tutti sappiamo e siamo
consapevoli che esistono una serie di problemi e siamo altrettanto consapevoli che i problemi
non si risolvono da soli, quindi soprattutto se le problematiche sono quelle occupazionali,
sono quelle del lavoro, sono quelle delle attività produttive , non è che se il problema lo lasci
lì col tempo esso si risolve, si risolve solo se mettiamo in campo tutti assieme con vivacità,
con voglia di fare, direi, come ho già detto in seduta di insediamento, con voglia anche di
osare, una serie di provvedimenti, provvedimenti che devono nascere con il contributo di
tutti perché poi il vostro contributo, colleghi, sia dei vostri occhi, che delle vostre orecchie,
e anche delle vostre intelligenze, sono contributi estremamente importanti per affrontare una
serie di problematiche e costruire dei percorsi per arrivare alle risposte, che ormai fuori da
palazzo ci chiedono da tempo. Assessore, lascio la parola a lei, la ringrazio, siamo a
disposizione per ascoltare.
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Assessore Valentina APREA
Presidente, è un piacere e un onore essere qui oggi pomeriggio e sono felice di iniziare i
lavori nelle Commissioni da questa Commissione e in audizione. Abbiamo avuto modo già di
incontrarci, di conoscerci e di lavorare insieme nel Consiglio , ma questo è il luogo
privilegiato delle politiche del lavoro quindi, Presidente, penso che ci vedremo molto spesso.
Io saluto e faccio gli auguri migliori all’Ufficio di Presidenza , quindi al Vice Presidente e ai
Capigruppo dei Gruppi consiliari, e do un particolare benvenuto e augurio rispetto alle
politiche a tutti i Consiglieri che hanno scelto consapevolmente di far parte di questa
Commissione, perché sapete che siamo nell’occhio del ciclone. Oggi il Presidente incaricato
Enrico Letta, al quale rivolgiamo i nostri auguri perché anche noi abbiamo bisogno di un
Governo e di un Governo operativo già da domani, se possibile da un minuto dopo che avrà
prestato giuramento, egli ha proprio accettato l’incarico assumendosi la responsabilità della
soluzione dei problemi legati al lavoro, all’occupazione e purtroppo all a disoccupazione,
quindi, come dire, è una priorità non solo per Regione Lombardia ma per la Nazione, per il
Governo nazionale, quindi noi dobbiamo cercare, anche nel metodo, di lavorare molto di più
per quello che ci unisce e molto per quello che ci divi de, almeno in questa fase così
aggressiva e così difficile certamente per i lavoratori innanzitutto, per chi perde il lavoro.
Adesso vi racconterò un po’ di dati e apriremo alcune finestre sulla situazione in Lombardia,
però certamente è anche difficile per chi come noi sta nelle Istituzioni ed è chiamato a dare
risposte, quindi più le nostre politiche saranno unitarie e saranno forti nell’autorevolezza
della Regione, innanzitutto conteremo sempre di più rispetto al Governo nazionale , ma anche
riusciremo forse a dare un orizzonte di speranza e di fiducia ai lavoratori, alle imprese,
insomma a quei soggetti che oggi sono in difficoltà. Vi chiedo di distribuire la mia relazione,
però voglio presentarvi prima il Direttore Bocchieri, Gianni Bocchieri, che è il Direttore
generale della struttura, entra in Regione Lombardia dopo aver maturato esperienze al
Ministero del Lavoro e al Ministero dell’Istruzione, ha avuto esperienze anche nelle Agenzie
nazionali di valutazione, di ISFOL, all’INVALSI, ISO , quindi, come dire, sta sul pezzo da
parecchio tempo ecco, non è nuovo, è avvezzo a queste politiche ed è la persona che cercherà
di coordinare al meglio un’ottima squadra di dirigenti di Regione Lombardia, che poi avremo
modo di presentarvi. Presidente, man mano, stiamo perfezionando le ultime nomine in questi
giorni e quindi la struttura si rafforza con nuovi ingressi ma, come dire, si consolida nelle
politiche in alcuni punti nodali, abbiamo mantenuto le stesse figure e tra queste sicuramente
il dottor Matone, che sta risolvendo per noi un problema per il San Raffaele di cui vi parlerò
successivamente e poi ci raggiungerà qui, invece viene confermato nell’Agenzia ARIFL, che
è l’ Agenzia regionale per l’istruzione e formazione lavoro, come anche Stefano Bressani,
che invece è del mio staff e che terrà il collegamento, Presidente lo dico al Presidente,
all’Ufficio di Presidenza e ai Consiglieri, tra il mio Assessorato nel senso di ufficio politico
e il Consiglio regionale, quindi lui mi seguirà sempre quando ci saranno a ppunto audizioni,
sedute del Consiglio e in ogni caso è una persona di riferimento per qualsiasi cosa, mozioni,
interrogazioni, richieste, appuntamenti, incontri, delegazioni, è a vostra completa
disposizione e sarà l’interfaccia del mio Ufficio politico. Possiamo distribuire? Bene,
abbiamo distribuito, ecco, così vado più velocemente. Allora, voi vedete che qui vi abbiamo
presentato un’ampia relazione che è il frutto di considerazioni e di analisi che abbiamo fatto
da quando siamo entrati nel Governo di Regione Lombardia, presentati una prima volta
questi dati alle parti sociali subito dopo il nostro insediamento , una seconda volta in
Conferenza stampa all’inizio di questa settimana e alcun e parti voi le conoscete, perché
invece li abbiamo discussi in Consiglio regionale e allora questa è una sintesi, è un quadro di
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sintesi. Abbiamo pensato, appunto, di organizzare questi dati e di lasciarvi copia perché ci
sia, appunto, una condivisione anche materiale e non solo ideale di questo dibattito che
faremo oggi. Allora, andiamo velocemente a vedere un po’ i punti, il quadro della crisi. I
segnali del mercato del lavoro restano fortemente preoccupanti, proviamo a scorrere appunto
alcuni degli elementi più significativi in modo da condividere un primo passo di cono scenza
comune. Vediamo allora: disoccupazione. Fra il 2008 e il 2012 il tasso di disoccupazione
totale medio è passato in Lombardia dal 3,7% al 7,5%, in termini assoluti i disoccupati sono
passati da 168.000 a 346.000, capite che 178.000 unità in più, inso mma, è un numero che
veramente crea inquietudine. Nell’ultimo trimestre 2012 il tasso di disoccupazione in
Lombardia era al 7,9 contro il 6,7% del trimestre precedente e quindi anche qui un segno più ,
che in questo caso non è positivo. Il tasso di disoccupazione giovanile è passato dal 12,5%
del 2008 al 26,6% del 2012, vi è stato un primo forte innalzamento del tasso di
disoccupazione nel 2009 con la rilocalizzazione delle grandi imprese multinazionali, ha
superato il 7% nel 2012 quando gli effetti di trascinamento della crisi industriale e la
pressione fiscale sulla domanda interna hanno provocato un rialzo del numero di persone in
cerca di occupazione. L’uso intenso di ammortizzatori sociali e della cassa in deroga in
particolare è parzialmente raffreddato, i licenziamenti anche, e questo è il dato che
ereditiamo, anche se molti lavoratori restano occupati con un numero ridotto di ore o con
contratti meno stabili e che coprono periodi ridotti dell’anno, quindi capite che è in una
situazione comunque di sofferenza anche il mercato del lavoro lombardo. Domande di lavoro
e forme contrattuali. I dati sulle comunicazioni obbligatorie unificate spiegano meglio cosa
avviene dal punto di vista di come si concretizza la domanda espressa dai datori di lavoro.
Un dato emerge su tutti: nel 2012 a perdere il maggior numero di posizioni contrattuali è il
contratto a tempo indeterminato, che costituisce l’80% circa dei contratti cessati, cedendo
quote a tutte le altre forme contrattuali, il tempo determinato, somministrazi oni e
apprendistato. Il contratto a tempo indeterminato vede nel 2012 la chiusura di 309.000
posizioni, delle quali vengono riaperte solo 196.000 nuovi contratti sempre a tempo
indeterminato. Circa il 25% della popolazione che ritrova lavoro dopo averlo pe rso vede
peggiorare la propria condizione contrattuale. Ammortizzatori sociali. I dati sulle
autorizzazioni di cassa integrazioni guadagni nelle form e principali ha visto un aumento
delle ore del 7,46% nel 2012 rispetto al 2011, le ore autorizzate in Lomba rdia costituiscono il
21,86% del totale autorizzato a livello nazionale, non eravamo mai arrivati a un livello così,
a una percentuale così alta. La riduzione dello straordinario è dovut a all’aumento
concomitante dei licenziamenti, quindi un fatto assolutamente negativo, mentre le tensioni
sulla cassa in deroga, più 10% nel 2012, evidenziano la progressiva crescita degli stati di
crisi fra le piccole e medie imprese. Esodati. Come documentato ieri nell’interrogazione
svolta in Consiglio regionale, permane tra le priorità alla nostra attenzione il serio problema
sociale degli esodati per cui INPS non ci ha finora consentito di avere dati della situazione
lombarda. Regione Lombardia è certamente disponibile ad attivare con le forze sociali
un’azione volta a rilevare le effettive esigenze e i numeri dei lavoratori non sottoposti a
salvaguardia, al fine di stimare azioni concrete di sostegno al reddito di tali lavoratori. Come
appunto ho avuto modo di rispondere ieri al Consigliere Rosati, confermiamo l’impegno a
valutare con le forze sociali il sistema di priorità e regole per gli ammortizzatori sociali in
deroga e l’inserimento nei prossimi accordi di una norma omogenea e concordata con le altre
Regioni, soprattutto del nord, orientata a sostenere il raggiungime nto dell’età pensionabile
per alcune categorie di lavoratori non altrimenti salvaguardati. Come affronteremo le crisi
aziendali? Dal 2008 a oggi abbiamo garantito la gestione delle istruttorie, lo svolgimento
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degli esami congiunti, l’attivazione degli ammortizzatori sociali per lavoratori di un numero
sempre crescente di aziende lombarde. Per la cassa integrazione straordinaria dai 366 esami
del 2008 siamo arrivati a 1.100 esami e pareri emessi nel 2012, quasi 7.000 sono state nel
2012 le pratiche direttamente seguite dagli Uffici regionali per la concessione di
ammortizzatori di vario tipo, meno di 700 erano le pratiche dello stesso tipo nel 2008.
Pensate che salto nel buio. La crisi colpisce ormai tutti i comparti secondo alcune dinamiche
ormai note, che vedono la delocalizzazione alla chiusura delle unità locali sul nostro
territorio da parte di multinazionali per scelte che spesso nulla hanno a che vedere con la
produttività dei siti lombardi, come potete immaginare, ma derivano da decisioni operate in
ambito globale, tra gli ambiti più colpiti in queste circostanze le aziende della ICT di
Telecomunicazione, la Automotive, la ricerca nel settore biotecnologico e farmaceutico.
Sono noti i casi purtroppo: Nokia, Siemens, Jabil, Italtel, qui trovate tutto l’elenco, vi
abbiamo citato solo alcune situazioni di crisi tra le più problematiche. La seconda causa: la
progressiva riduzione della produzione manifatturiera legata ai beni di investimento,
impianti, macchinari, edilizia indotta a causa della riduzione deg li ordini, delle criticità
finanziarie anche connesse alla scarsità del credito, al mancato pagamento delle commesse da
parte dei clienti, qui altri nomi che conosciamo molto bene. Terza causa: la contrazione dei
consumi interni che colpisce inevitabilmente alcuni settori come il tessile, l’alimentare,
l’arredamento, gli elettrodomestici, la distribuzione commerciale, Indesit, Zucchi e
recentemente anche Bessel Candy come gli amici di Monza sanno, Monza e Brianza con i
Consiglieri che si sono subito attivati perché noi stessimo accanto a questi lavoratori. La
riduzione di risorse pubbliche che inevitabilmente va ad impattare su settori come la sanità e
i trasporti, ambiti con forte impatto sulla qualità della vita delle persone , ma che più
direttamente vengono interessati dai processi di razionalizzazione degli investimenti
pubblici. Qui vi dico che quando si parla di Multimedica, Caronte Transport, Wagon Lit o
San Raffaele avete capito subito che anche gli ultimi interventi governativi legati alla
spending review hanno fatto, come dire, il centro già su una situazione molto difficile, cioè è
andata a generare una situazione di grande grande difficoltà. Apro una parentesi sul San
Raffaele perché ieri siamo stati impegnati in Consiglio regionale e nel frattempo mi ha
raggiunto il dottor Matone di ARIFL. Posso confermarvi che nell’incontro che abbiamo avuto
ieri con la delegazione dei lavoratori avevamo parlato già di una convocazione da parte di
Regione Lombardia per questo venerdì, poi, poiché c’erano problemi oggettivi non legati
ovviamente alla nostra disponibilità a confermare questa ripresa delle trattative, abbiamo
invece rinviato ma si tratta sempre comunque di una data ravvicinatissima. Vi possiamo
confermare che l’incontro con l’Azienda e i Sindacati del San Raffaele avverrà lunedì nel
pomeriggio, ecco appunto è stato spostato da venerdì per un problema di calendario, vertenza
che non si riusciva a superare senza disagio ecco, le convocazioni partono nel pomeriggio di
oggi, quindi, coerentemente a quanto insieme abbiamo deciso con la mozione e con
l’impegno di Regione Lombardia, lunedì riapriamo le trattative presso i nostri Uffici, anzi
presso l’Agenzia, quindi prima a livello tecnico ecco, però capite che il problema del San
Raffaele, già critico per le note questioni di cui si sta occupando anche la Procura della
Repubblica a rischio fallimento, sono andate peggiorando anche dopo gli interventi di
riduzione di trasferimenti per la spesa sanitaria ad opera dell’ultimo Governo e speriamo che
questo prossimo che sta nascendo possa rassicurare almeno alcune Regioni come la nostra,
perché è chiaro che sulla sanità bisogna anche lì distinguere da una Regione all’altra.
Comunque, insomma, questa è la situazione. Nei diversi casi di crisi aziendali che vediamo e
vedremo sorgere, si svilupperanno diverse strutture; alcune linee di lavoro possiamo vederle
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come tipiche per far fronte a queste situazioni, di cui ritengo utile tratteggiare i contenuti.
Allora, insomma, gli interventi, vediamo che cosa noi possiamo f are e faremo? Garanzia di
gestione puntuale e coordinata con le parti sociali, istituzionali e delle procedure previste
dalla legge 233/91 “Cassa integrazione in deroga. Mobilità”. La gestione delle procedure
prevede la presa in carico delle richieste di accesso a mobilità e cassa integrazione di
competenza regionale, dall’istruttoria all’esame congiunto sino al parere finale dato
dall’Assessore competente, che consente ai lavoratori che ne hanno diritto di percepire
l’indennità di mobilità di cassa integrazione. Le risorse per finanziare le indennità di
mobilità e cassa integrazione, nonché il sistema dei controlli sono interamente statali. Questo
lo abbiamo scritto proprio perché sappiamo che questo è un passaggio delicato, cioè , non
avendo avuto il Governo in questi primi mesi dell’anno o un Governo, diciamo, per ordinaria
amministrazione di fatto abbiamo... la situazione ha determinato un serio, serissimo problemi
per la seconda metà del 2013, ma io mi auguro, appunto, che questo sia il primo problema
che vorrà il Presidente del Consiglio incaricato prendere, affrontare e quindi risolvere.
Comunque, secondo punto: definizione con le parti sociali e istituzionali di un sistema di
regole e responsabilità per ciò che attiene agli ammortizzatori sociali in der oga e tutto il
resto. Devo dire che le parti sociali sono state molto responsabili in Regione Lombardia, ci
hanno aiutato a definire delle regole e un Piano di assegnazione delle stesse ore in cassa
integrazione in deroga, che ci ha consentito di spalmare quello che ci veniva assegnato dallo
Stato in modo molto, ma molto più penetrante rispetto alla cassa integrazione che si dava
negli anni passati. Poi, attivazione di specifiche iniziative su particolari situazioni di crisi
che possano riguardare aziende rilevanti per settore, un numero di occupati, territori specifici
connotati per vocazione produttiva, settori strategici dell’industria lombarda, tale attività si
articola in un paziente presidio tecnico di esercizio di tutte le parti sociali e istituzional i
coinvolte con la promozione, l’organizzazione o la partecipazione a tavoli, incontri pubblici
o riservati, promozioni di accordi su linee di sviluppo, tutela dei livelli occupazionali,
presidio di tutte le vertenze più significative sui tavoli ministeria li. Questo è quello che ci
occupa di più, e che a volte ci crea maggiore frustrazione proprio perché, anche nel confronto
col Ministero del Lavoro o in Conferenza Stato-Regioni, noi abbiamo una situazione
predeterminata dalla spesa storica che mette in grave difficoltà Regione Lombardia che, per
la verità, è sempre stata generosa in passato cioè era la Regione che aiutava gli altri, adesso
avendo noi bisogno di più cassa, di più ore di cassa integrazione, di riparti più sensibili alle
richieste del territorio, insomma andiamo a scontrarci con situazioni, voi sapete, non
facilmente superabili, soprattutto senza una precisa normativa che garantisca molto di più i
costi standard che la spesa storica. Quello che Regione Lombardia intende fare in questa
Legislatura con il Presidente Maroni, la Giunta Maroni, e che abbiamo presentato agli
elettori nel nostro programma, ha a che fare proprio con questi aspetti, quando noi diciamo,
non è una battuta o un, come dire, una “pensata” originale quella di richiedere il 75% delle
tasse spese per Regione Lombardia, è che rispetto ad alcune questioni ormai noi siamo
soltanto penalizzati dalle forme di contribuzione o dalle forme di richieste che noi avanziamo
allo Stato, quindi noi certamente faremo la nostra parte, quando andiamo ai tavoli
ministeriali la nostra presenza si avverte, non a caso abbiamo anche il vice, la Lombardia ha
il vicepresidente del coordinamento della IX Commissione in Conferenza Stato -Regioni, la
Presidenza ce l’ha la Regione Toscana, ma devo dire che la Toscana è molto sensibile alle
posizioni di Lombardia, del Piemonte e del Veneto , proprio perché rispetto ai problemi
emergenti degli ultimi anni le situazioni stanno determinando una revisione di tutto quello
che lo Stato finora dava, concedeva o assegnava per esempio proprio alle Regioni del Nord,
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in particolare in materia di lavoro alla Lombardia. D’altra parte , avete fatto anche voi la
richiesta in Consiglio , affinché si riesca ad ottenere una percentuale diversa di finanziamenti
appostati per questi problemi. In tutte le attività indicate l’azione di Regione Lombardia
trarrà fondamento dall’analisi e dallo studio di specifiche situazioni di crisi aziendali e dal
contesto territoriale e settoriale in cui si sviluppa, da una nuova, più dinamica ed integ rata
modalità di collaborazione e di lavoro innanzitutto tra tutte le deleghe regionali , con
l’obiettivo di individuare e sostenere tutte le iniziative che possano favorire azioni di
sviluppo economico e di tutela dei livelli occupazionali, dal raccordo e dalla condivisione dei
flussi informativi tra i soggetti coinvolti, parti sociali, istituzionali a ogni livello, con
particolare attenzione al coinvolgimento del “partenariato” istituzionale economico, sociale e
locale nella programmazione territoriale e al concorso delle risorse pubbliche e private per la
realizzazione degli interventi di politica attiva del lavoro. Allora, quella era la fotografia,
diciamo, della situazione, come pensiamo di muoverci? Contesto, valori e metodi. Abbiamo
detto, la crisi economica e le costanti sfide generate dalla globalizzazione e dai nuovi
processi produttivi, il crescente bisogno di occupazione e allo stesso tempo di competitività,
vi faccio notare che nelle relazioni precedenti, nelle politiche precedenti Lombardia era t esa
a garantire soprattutto competitività, come vedete ora nelle relazioni del Governo di Regione
Lombardia al primo punto c’è occupazione, e questo è un cambio, non solo uno spostamento
di parole, non è un fatto lessicale, cioè adesso il problema è l’occu pazione ed è la prima
volta, Presidente, che Regione Lombardia, forse per la prima volta a partire, diciamo, dal
secondo dopoguerra, che Regione Lombardia conosce questo tipo di problemi, quindi certo
resta la competitività, perché noi non vogliamo arrenderci, non vogliamo certamente una
politica passiva del lavoro, noi siamo per una politica attiva, siamo per l’innovazione e la
competitività. Non abbiamo dimenticato qual è la nostra “mission” principale per essere una
delle Regioni più avanzate d’Italia, ma certo oggi dobbiamo purtroppo fare i conti prima di
tutto col problema dell’occupazione, che rappresenta quindi le questioni fondamentali a cui il
nostro Assessorato deve guardare, per ritrovare il proprio senso e un rinnovato ruolo nella
Regione e nel Paese. Inoltre, se le azioni di politica sui nostri settori di competenza
continueranno a basarsi sui principi fondamentali già sperimentati finora con successo di
sussidiarietà orizzontale e verticale, pari indennità tra pubblico e privato, centralità del la
persona, libertà di scelta. È pur vero che la gravità della crisi impone di disegnare un sistema
nuovo di relazioni tra Istituzioni e cittadini, intendo dire che secondo un metodo già
sperimentato in queste prime settimane di governo, che potremmo chiam are proprio io direi
“metodo Maroni”, promuoveremo una “governance”partecipata capace di ascoltare i bisogni,
i territori, le istanze e le idee. Insomma, ancor più che negli anni precedenti Regione
Lombardia dovrà fare rete, condividere obiettivi e progett i con famiglie, imprese e corpi
sociali, il nostro sforzo sarà cioé quello di riconoscere il ruolo della società civile e
rafforzare le funzioni e la collaborazione con gli Enti locali e con tutti coloro i quali
potranno avere un ruolo e un legittimo interesse a portare un contributo di solidarietà, di
iniziativa, ma anche di creatività e di risorse. Allora cosa possiamo fare nei primi 100 giorni?
Ecco, noi abbiamo individuato – e ringrazio ancora una volta la struttura di Regione
Lombardia, i dirigenti, le parti sociali e tutti coloro che hanno permesso di potervi oggi
presentare questo programma – cinque leve per l’occupazione e priorità al lavoro. Allora,
innanzitutto Regione e rapporti col Governo, mi sono soffermata prima su questo, richiamo
soltanto la necessità di usare la macroregione del Nord in particolare per incentivare
occupazione e sicurezza, per la previdenza, per un sistema educativo e informativo più
efficace e vicino al mondo del lavoro, realizzare insomma un’intesa con le Regione del Nord
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finalizzata a costituire un sistema unitario per le politiche del lavoro, della formazione da
sostenere in Conferenza Stato-Regioni; azioni congiunte nei confronti del Governo per
introdurre un uso premiale della leva fiscale, defiscalizzazione, decontribu zione, per attrarre
insediamenti produttivi. Chiediamo subito la formazione di un Governo forte che dia risposte
a questi temi, credo che in queste ore si stiano prendendo delle decisioni che ci riguardano e
quindi valuteremo nelle prossime settimane l’esito di queste giornate romane. Fondo
regionale per l’anticipazione sociale. Nei primi tre mesi dell’anno si registra un trend
crescente, abbiamo detto, di cassa integrazione in deroga, allora l’accordo quadro 2013 nella
prospettiva di una contrattazione, di una contrazione delle risorse disponibili è stato frutto di
un impegno responsabile delle parti sociali, che hanno convenuto di assumere regole di
accesso e di utilizzo della cassa integrazione più restrittive, vi avevo accennato a qualcosa
precedentemente. Le aziende hanno pertanto risposto riducendo il numero delle ore richieste
che è diminuito pur a fronte di un aumento delle domande. Qui ci sono i numeri e sono molto
interessanti. Dal 1° gennaio 2013 sono pervenute a Regione Lombardia 9.500 domande di
cassa integrazione in deroga per quasi 52.000 lavoratori, con le risorse ad oggi assegnate a
Regione Lombardia, 87,2 milioni, la Regione ha autorizzato le domande di mobilità in deroga
a meno di 1/4 delle domande di cassa integrazione in deroga pervenute , per le quali INPS sta
per procedere con l’erogazione dei lavoratori. Recentemente si è conclusa la negoziazione,
come sapete, del riparto a livello nazionale di 248 milioni di euro per il 2013 , che renderanno
disponibili per Regione Lombardia ulteriori 42 milioni. Avrebbe potuto essere una buona
notizia, ma con la crisi in corso risultano ampiamente insufficienti , al punto che ci
consentiranno di autorizzare solo le richieste già pervenute in fase di istruttoria. Resta
l’emergenza di garantire le risorse per il secondo semestre 2013. Regione Lombardia è pronta
ad attivare uno strumento per la anticipazione sociale della cassa integrazione straordinaria e
in deroga, obiettivo: sostenere i lavoratori posti in cassa integrazione guadagni nel periodo
che intercorre fra la richiesta da parte dell’Azienda e la ricezione delle indennità da parte
dell’INPS. Come i più esperti della materia sanno, questo avveniva precedentemente alla
“legge Fornero”, quindi era possibile assegnare le indennità ai lavoratori riconosci uti aventi
diritto e l’INPS procedeva, poi ovviamente la legge Fornero che da una parte ha, come dire,
messo nero su bianco i nuovi diritti, ha diciamo chiarito alcune cose, ma soprattutto ha tolto
nel senso di garantire un minor esborso di somme da parte dello Stato, insomma dei
finanziamenti e di cose, ha cercato di mettere un po’ d’ordine anche nei conti purtroppo di
questa materia, questo non è più possibile, e allora noi sappiamo già che, quando lo Stato
assegnerà questi finanziamenti, da quel momento fino a quando il lavoratore potrà percepire
queste indennità potrebbero trascorrere mesi e mesi e mesi, cioè capite che è una situazione
insostenibile dal punto di vista certamente occupazionale, certamente aziendale , ma
soprattutto sociale e un’istituzione come la nostra si deve preoccupare perché, cioè, qui
stiamo parlando di migliaia di lavoratori che rischiano di vedere un diritto garantito sulla
carta non esigibile per mesi e mesi. Visto che Regione Lombardia questa cosa non la può
tollerale, allora che cosa abbiamo fatto? Abbiamo fatto un accordo con il sistema bancario ,
che potrà erogare l’anticipazione ai lavoratori percettori di cassa integrazione, Regione
Lombardia mette in campo insomma un fondo di garanzia alle banche erogatrici attraverso
Finlombarda, la nostra Finanziaria Finlombarda, al fine di restringere i tempi di attesa per
l’ottenimento dell’indennità spettante ai lavoratori, non vi saranno interessi e spese bancarie
per i lavoratori e, trattandosi di anticipazione come condiviso, appunto , dalla mozione
approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, questo strumento potrà essere attivato
quando ci sarà la certezza dell’assegnazione delle risorse da parte del Ministero. Qui voglio
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aprire e chiudere una parentesi, perché già immagino quello che il Consigliere Rosati mi
chiederà da qui a poco. Ecco, l’ha detto sui giornali, mi ha fatto la domanda sui giornali: ma
perché Regione Lombardia non si sostituisce allo Stato? Allora, non possiamo farlo perché è
una competenza statale, dovremmo metterci a modificare la legge nazionale, quindi anche in
quel caso non sarebbe più neanche richiesta, dovremmo chiederlo alla Conferenza Stato Regioni, andare in Parlamento, modificare la legge e non basterebbe una legge regionale ,
perché la legge regionale non può, come il Consigliere sa bene, sostituirsi o correggere o
intervenire o modificare una legge nazionale e quindi su questa materia per come è stata
scritta nell’ultima revisione, quindi “legge Fornero”, quello che possiamo fare, e le
garantisco che siamo l’unica Regione che è già pronta soldi alla mano proprio a fare il
bancomat rispetto alla cassa integrazione in deroga e lo faremo. Altra questione, ma qui
possiamo discutere, io mi auguro che il Presidente Letta, se sarà Enrico Letta, conoscendo la
sua competenza in materia, è stato Ministro, come ricorderete, delle Attività Produttive , poi
lo conosco anche come persona, sono sicura che uno dei primi provvedimenti che il
Presidente Letta prenderà con i suoi Ministri e col nuovo Ministro sarà proprio que llo di
definire questo finanziamento e se non possiamo dire che non abbiamo problemi, comunque
questo aspetto sarà in parte risolto, perché a quel punto, vero Direttore Bocchieri e dottor
Matone, noi siamo già pronti con Finlombarda e voi sapete che c’è st ata solo
un’anticipazione, il Fondo Ambrosiano, il “Welfare” Ambrosiano che già per la città di
Milano, bravo, che ha fatto il Consigliere Rosati, quindi un merito da ascrivere al Consigliere
Rosati o comunque poi ci spiegherà lui, ma il modello è quello, quindi lo estenderemo in
tutta la Regione per tutte le Province con sportelli provinciali , quindi un sistema che in parte
è già collaudato, non è un salto nel buio perché abbiamo visto che funziona, però finora i
lavoratori di Milano erano favoriti rispetto ai ri lavoratori di altre Province e neanche questo
andava bene, quindi, ecco, siamo corsi ai ripari, siamo pronti, c’è un modello e noi lo
amplieremo, facciamo tutte queste cose. Vi voglio anche dire, così do, come dire, una
risposta preventiva ai colleghi dell’opposizione, che siamo pronti per un piano B, ma che non
può essere la sostituzione alla cassa integrazione, nel senso che noi vogliamo prevenire
qualsiasi crisi o emergenza sociale, per cui se vediamo che, insomma, anche questo Governo
non si muove, prende tempo, io non credo, perché loro la prima cosa che faranno è la
manovra di predisposizione di luglio, perché ormai le manovre finanziarie non si fanno più a
fine anno e poi soprattutto quest’anno dovranno anticiparla prima della pausa estiva , quindi
secondo me lo vedremo prestissimo come si muove questo Governo e se così è, se così
fosse, cioè se arriva questo miliardo o miliardo e mezzo per la cassa integrazione in deroga ,
non dico che abbiamo risolto tutti i problemi, ma certamente mettiamo un po’ al riparo da
tensioni sociali fortissime quei lavoratori che hanno da una parte e quelle aziende che hanno
già depositato da noi la richiesta di cassa integrazione in deroga , quindi questa è la prima
cosa. Diversamente dobbiamo fare un piano B che è un’altra cosa, che deve andare incontro a
questi lavoratori e a queste aziende, ma che non può chiamarsi sostituzione allo Stato per
cassa integrazione in deroga, ecco. Allora cominciamo a vedere, come hanno detto in questi
giorni anche i nostri sindacalisti, dico nostri cioè i rappresentanti, i Segretari generali delle
Confederazioni che abbiamo incontrato ripetutamente, e che lo diciamo prima di tutto anche
noi del Governo di Regione Lombardia, non vogliamo parlare solo evidentemente di cassa
integrazione in deroga, non vogliamo parlare solo di disoccupazione, vogliamo prevenire la
crisi, vogliamo dare strumenti per l’occupazione, insomma ci piace parlare di lavoro e di
politiche attive per il lavoro. Allora la prima, questa è fortissima guardate, è fortiss ima, io mi
auguro che il Direttore Bocchieri e la sua struttura possano veramente presto metterci a
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disposizione questa dote unica per il lavoro, che cos’è? Il primo obiettivo è riportare le
persone al lavoro, quelle che perdono il lavoro. Va bene, prendon o la cassa integrazione, ma
non è una soluzione, devono avere un’altra, una seconda opportunità, una seconda “chance”.
Allora, dote unica per il lavoro che consentirà di – ecco lo strumento – di avere
immediatamente a disposizione delle persone uno strumento riferito alla loro condizione e ai
loro bisogni. Cosa cambia rispetto alla dote per il lavoro che pure abbiamo sempre avuto in
Regione Lombardia? Non più singoli bandi con necessità di attese e procedure burocratiche ,
ma possibilità di accesso diretto e continuo ai servizi di Regione Lombardia per
l’occupazione, insomma uno sportello per l’occupazione. Ci sono dei finanziamenti? Ci sono
delle cose che noi possiamo fare? Bene, le mettiamo subito a disposizione, è uno sportello ,
quindi diciamo che questo strumento si basa su due principi: semplificazione e
personalizzazione, quindi non più noi che decidiamo qui insieme , prima in Giunta e poi in
Consiglio, quei finanziamenti a chi vanno e che modalità si devono seguire per avere quei
finanziamenti, che poi sono tutti passaggi, tempi, cose che non possiamo più permetterci,
costi, costi che non possiamo più permetterci, allora abbiamo dei finanziamenti?
Individuiamo quattro cose importanti, la finalizzazione deve essere quella di portare le
persone al lavoro,quindi quattro criteri che vanno rispettati e il lavoratore che è in difficoltà
si rivolge allo Sportello di Regione Lombardia, chiede aiuto e chiede finanziamenti e ci
saranno proposte, verranno personalizzate le proposte di aiuto. Questa ci sembra la maniera
più diretta, e soprattutto nell’ottica della semplificazione, perché sapete che molti ci hanno
detto, sia le parti sociali che le aziende, che pur avevamo belle idee e buoni finanziamenti,
ma che diventava difficile attingere ai finanziamenti o realizz are le belle idee che erano nei
bandi, quindi ancora di più ma questo perché ci aggredisce la crisi, perché abbiamo bisogno
di darle subito le risposte, quindi anche quei tempi che erano tempi istituzionali tollerabili
rispetto anche ad altre Regioni adesso devono scomparire, quindi prima grande esperienza.
Poi questa è una tradizione che avevamo già, ma noi vorremo attivarne di più, nuovi servizi
di “work experience” in Pubblica Amministrazione e misure di inserimento lavorativo dei
soggetti deboli, cioè vuol dire che anche coloro che prendono la cassa integrazione proprio
per riportare le persone al lavoro, per non farli cadere in depressione rispetto anche a forme
di stipendi che, insomma, forme di contribuzione sociale e salariale che ovviamente non
sono... non si possono definire stipendi, noi abbiamo bisogno di fare , creare noi delle
opportunità nei Tribunali, negli Enti locali, sapete che avevamo già fatto questa esperienza,
di più, di più! Cioè fare convenzioni con tutti quei settori che possono acco gliere questi
lavoratori e far maturare esperienze e far arricchire il proprio bagaglio di libretto formativo,
di libretto lavorativo. Conciliazione famiglia e lavoro finalizzata al reinserimento lavorativo,
ecco qui abbiamo messo 45 milioni di euro di politiche attive che sono già presenti,
evidentemente per il 2013 non le avevamo ancora destinate e le finalizzeremo a tutto questo.
Disponibili, io ho dato, guardate, addirittura una data, adesso ve la dico però spero che la
struttura non mi riprenda, cioè non mi dica “Assessore, ci aveva promesso di non dirlo”, io
mi auguro entro il 10 maggio di avere questi bandi , perché noi siamo stati eletti il 25
febbraio, poi sapete i tempi istituzionali sono stati quelli che sono, qua siamo ancora alla
prima seduta di Commissione insomma, però la gente non lo capisce, quando tu hai un
problema di lavoro, di stipendio, di difficile... cioè sei in difficoltà, è inutile che vai a
spiegare, l’abbiamo visto anche col Governo nazionale, no? “Ma ci sono i tempi
istituzionali”, non può bastare più. Quindi, ecco, io non vorrei far passare il mese di maggio
senza avere la possibilità di offrire... di rispondere ai cittadini con questi finanziamenti. Poi
c’è il rinnovo del patto per le politiche del lavoro, naturalmente a differenz a di quanto
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accaduto e accade a livello nazionale in Lombardia manteniamo il metodo di condividere con
le parti sociali un patto che guardi almeno a tutto il 2013 e le politiche del lavoro, il primo
obiettivo è promuovere e sostenere tutti gli strumenti di ammortizzazione sociale a partire
dalla cassa in deroga, i contratti di solidarietà per esempio , ecco il famoso Piano B, Rosati,
di cui parlavo prima, può prevedere, mi rivolgo a Rosati perché è stato il mio interlocutore in
Consiglio regionale e mi auguro dalla prossima volta di naturalmente chiamare anche altri
colleghi e di interloquire direttamente anche con altri, ma, voglio dire, rispetto al piano B, il
problema della cassa integrazione in deroga, Presidente, i contratti di solidarietà possono
essere sicuramente una risposta, per prevenire le crisi aziendali, e poi se siete interessati vi
spieghiamo meglio questa partita, con una forte e costante attenzione sul Governo centrale
come abbiamo detto. Favorire il lavoro dei giovani, questo come sapete è la parte che più è
sfidante per la mia storia professionale, io mi sono battuta, diciamo, con la mia parte politica,
col Presidente Maroni e oggi ho uno... realizzo, come dire, un sogno , ma che è una spinta
ideale ad intervenire nel tessuto sociale in questo caso formativo e lavorativo lombardo,
perché ho sempre pensato che, ma ultimamente ancora di più, molto si può fare cambiando la
scuola, molto per la formazione dei giovani, per il successo dei giovani, ma se non mettiamo
insieme questi due mondi, istruzione e formazione lavoro, se non creiamo le premesse per
garantire non solo il diritto allo studio, non solo la cultura evidentemente del merito, del
successo formativo, ma se non lavoriamo per una cultura del diritto all’occupabilità , noi
lasceremmo la scuola in una autoreferenzialità ormai inutile e vedremmo sempre più il
mercato del lavoro ricercare magari profili e risorse umane che difficilmente la scuola ha
formato. Allora voglio dire che pure per me, persona che si è spesa per riformare il sistema
educativo formativo, questa rappresenta una sfida, perché storicamente nel nostro Paese in
Italia la scuola non si è mai occupata del lavoro e non ha mai cercato di essere funzionale al
mercato del lavoro, in quanto abbiamo una tradizione tutto sommato ancora “gentiliana”, non
lo vogliamo ammettere, ma in realtà tutto nasce da quelle origini. Ultimamente i documenti
europei, le politiche europee, i documenti anche adottati dai Governi più recenti, penso al
documento vero 20-20 piuttosto che quelli sottoscritti già dal Ministero del Lavoro e
dell’Istruzione, hanno già fatto intendere che questa è la via che noi dobbiamo perseguire e
noi intendiamo realizzarli in Lombardia perché, guardate, se non ci riusciamo in Lombardia,
ve lo dico da persona che ha provato a cambiare dal livello nazionale, non ci riusciremo ma
in nessun’altra Regione d’Italia. Allora qual è lo scopo? È quello di sperimentare tutte le
iniziative per favorire l’occupazione giovanile a partire dal ponte gene razionale e cioè, per
esempio, questo è uno strumento molto più del mercato del lavoro, riduzione di orario dei
lavoratori con massimo dell’età pensionabile, la contestuale assunzione di un giovane, al
lavoratore impiegato con contratto part-time e assicurata l’integrazione della contribuzione
con risorse pubbliche e fondi interprofessionali, le risorse messe a disposizione 5,5 milioni di
euro, di cui 2,5 milioni di euro di fondi imprese e fondi dirigenti per la formazione. Vi voglio
dire una cosa, però questo è un altro... ha un alto valore a nche educativo, come capite, perché
qui c’è un “tutor”, una persona che ha lavorato per anni, che prima di andar via ha la
possibilità anche di trasferire ad un giovane il proprio “know-how” e quindi, al di là del
profilo, è anche un’esperienza e pertanto c’è anche un aspetto etico che noi vorremmo
salvaguardare e rilanciare, e poi chi invece si occupa del lavoro sa che purtroppo ora le
aziende più facilmente non assumono nessuno quando ci sono lavoratori che lasciano il
proprio posto di lavoro, quindi è un incentivo ad assumere e a far pagare sempre meno questa
nuova assunzione preparandola, accompagnandola con incentivi. Per ora l’abbiamo
sperimentata come sapete con Assolombarda a Milano, Lodi e Monza, ma pensiamo anche di
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estenderla , devo dire, abbiamo visto con altre confederazioni che ci hanno detto di essere
interessate, Confcommercio, Confartigianato, quindi... siamo partiti con l’industria però altri
soggetti, altre parti datoriali hanno detto e hanno dichiarato il proprio interesse e quindi
stiamo cercando adesso di arrivare a queste (inc.). Il rilancio dell’apprendistato, anche qui
noi dobbiamo essere quelli che devono riuscire ad avere più soggetti in apprendistato che in
altre Regioni. Adesso ve la dico tutta, abbiamo anche rispetto all’apprendi stato bei
finanziamenti, bei finanziamenti che non riusciamo a mettere sul mercato del lavoro , perché
ancora una volta la legge Fornero è difficilissima, complicatissima. Gli imprenditori dicono:
guarda, non ci provare neanche, non ci interessa, perché tra tutto quello che dobbiamo fare
prima, durante, dopo, la sproporzione tra le ore di lavoro in apprendistato e le ore di
formazione e i costi... Insomma, per dirvela tutta, un giovane in apprendistato costa di più
che un lavoratore formato che è sul mercato, allora capite che dobbiamo rivedere qualcosa.
Lo dico perché non vorrei creare illusioni, ci sono alcune cose che possiamo fare e faremo
subito a livello regionale, altre cose che invece riguardano la modifica della legge nazionale
e lì faremo le battaglie nelle sedi opportune con i nostri Deputati e Senatori , ma anche in
Conferenza Stato-Regioni come proposta di modifica delle Regioni, ma quello che si può fare
subito per rilanciare l’apprendistato va fatto e va fatto con regole più semplici , per attivare la
formazione per le certificazioni in esito, una formazione più vicina ai bisogni delle imprese
giustamente, loro dicono: ma non possiamo sostituirci alla scuola tout court, noi vogliamo
formarli e prepararli per i nostri settori; c’è una cultura anche di natura teorica che sta alla
base dei nostri lavori, fateci fare quello, perché questo è quello che noi sappiamo fare, che
possiamo fare e vogliamo fare con i giovani che assumiamo, non fateci sostituire la scuola
che questi giovani magari non hanno fatto. Accordo con il Governo per ridurre gli oneri sui
contratti di apprendistato, accordo con le parti sociali per promuovere distribuzioni flessibili
inversamente proporzionali. Pieno sostegno all’attuazione delle idee imprenditoriali dei
giovani per la nascita di imprese giovanili, qui abbiamo parecchi, abbiamo tantissimi bandi,
forse non sono conosciuti, però dobbiamo lavorare molto di più, ma abbiamo fatto anche per
le imprese creative “start-up”, abbiamo una serie di cose che dimostrano come i numeri
siano impressionanti oggi della disoccupazione giovanile, ma non sono mancate né nella
scorsa Legislatura, né mancheranno in questa, idonee iniziative e bisogna, ecco anche col
vostro aiuto, coi vostri siti, pubblicizzarle e fare incontri all’uopo, noi facciamo campagne
di formazione e informazione, probabilmente va fatto... trovato, Presidente, anche su questo
aspettiamo davvero idee e suggerimenti. Poi programma triennale, sottoscrizione di un
protocollo d’intesa con “Île de France” per rafforzare il legame di formazione e mobilità
internazionale degli apprendisti e dei lavoratori nel settore moda, qui siamo leader nel
settore e vogliamo esserlo anche su questa questione. Programma triennale per l’inserimento
e il mantenimento lavorativo di persone con disabilità, risorse 67 milioni, ovviamente stiamo
parlando di cifre ancora da destinare perché se no sarebbe poca cosa, cioè c’è tutta una marea
di finanziamenti che han già dato, che stanno dando, ci sono dei flussi, questi sono quelli
ancora da destinare. Poi, agganciare le politiche del lavoro, dal lavoro alla crescita
economica, abbiamo detto gestione di crisi aziendali, combattere chiusure e delocalizzazioni,
favorire la reindustrializzazione delle aree, prevenire la chiusura di siti importanti. Su
questo avrete modo di sentire anche l’Assessore alle Attività produttive, è di Melazzini, ecco,
però, anticipo. Contrattazione di secondo livello, attivazione di un programma sperimentale a
sostegno della contrattazione di secondo livello per migliorare la fle ssibilità e produttività
del lavoro, coordinando le azioni con gli Assessori che si occupano appunto degli altri
settori, soprattutto finanziamenti rivolti alle imprese lombarde per la promozione di modelli
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organizzativi flessibili. Strumenti per il sistema delle politiche del lavoro e formazione,
attivazione del libretto formativo del cittadino per documentare le competenze sviluppate
dalle persone e certificare l’apprendimento durante tutto l’arco della vita, valutazione e
trasparenza, sperimentazione della valutazione della rete degli operatori accreditati dalla
Regione e potenziamento dei controlli e della vigilanza. Qui , questo è un aspetto, sembra un
principio, come dire, annunciato, che non produce effetti, invece qui siamo nell’ambito della
semplificazione, quindi praticamente noi vogliamo semplificare tutte le azioni degli Enti
accreditati con Regione Lombardia piuttosto che delle agenzie ex ante e poi andare ex post
invece a fare vigilanza, controlli, proprio per dare una accelerazione al mercato de l lavoro.
Naturalmente questo significa avere un sistema di “rating” meglio individuato, quindi ecco
perché c’è da una parte la necessità di semplificare, ma dall’altra anche di aumentare la
valutazione della vigilanza. Procedure delle politiche regionali più semplici e controlli più
efficaci, rilancio della Consulta delle professioni per un confronto stabile con il mondo delle
professioni lombarde. Poi c’è il presidio sulla programmazione comunitaria FSE, utilizzo
pieno, corretto ed efficace di tutte le risorse messe a disposizione dalla programmazione
comunitaria del POR 2007/2013, siamo in fase conclusiva, quindi con il Direttore Bocchieri
e la struttura abbiamo deciso di, appunto, mettere a disposizione tutto, tutto entro dicembre,
tutto sempre secondo naturalmente le procedure previste in questo caso dalla Comunità
Europea, ma soprattutto condiviso con le parti sociali e tutti gli altri soggetti. Ma poi
assoluta priorità in ordine alla programmazione comunitaria FSE 2014/2020, quindi qual è
l’obiettivo, prima dell’estate saremo in grado di darvi un indice del programma operativo
regionale, quindi il POR-FSE 2014/2020 con indicazione delle priorità di utilizzo delle
risorse comunitarie. Vi anticipiamo già che abbiamo prenotato, se così si può dire, presso il
coordinamento di Regione Lombardia la maggior parte dei fondi per i prossimi anni proprio
su queste materie: istruzione, formazione, lavoro, occupazione, inclusione, disabilità e tutti
questi settori che devono, come dire, che oggi sono in sofferenza e che rischiano di far
perdere alla Lombardia quel livello di qualità e di priorità in tutte le politiche e anche di,
diciamo, di dominio, insomma finora siamo stati i primi della classe un po’ in tutto, adesso
rischiamo di essere declassati ma non perché venga meno la nostra bravura ma per, appunto,
questa situazione oggettiva di crisi. Quindi noi dobbiamo, con questi strumenti, fare in modo
che il livello di intervento di qualità, di misure eccezionali , sia capace di riportarci a quel
livello di innovazione e di competitività che ci è proprio nota. Un nuovo patto tra sistema
educativo e imprese. Voi sapete che, come vi dicevo, la sfida che io vorrei poter portare
avanti nei prossimi anni è riuscire a realizzare quella di avere una offerta formativa delle
scuole molto ma molto più sinergica e coerente al sistema produttivo che cambia, alle nuove
esigenze del mondo del lavoro, del mercato del lavoro, rispetto quindi ai profili professionali
dei prossimi decenni, provate solo a immaginare che cosa succede nel le scuole in questi anni
con i nativi digitali e con una didattica digitale, che di fatto ha messo in discussione tutta la
didattica e la metodologia del ‘900, e che oggi richiede nuove professionalità da parte degli
insegnanti, nuovi ambienti di lavoro e di studio e nuovi raccordi con il mondo, appunto,
esterno, quindi non soltanto all’interno con riferimento agli ambienti di apprendimento.
Quindi priorità e percorsi più richiesti dal tessuto economico, possibilità di inserimento
lavorativo, promozione dei Comitati tecnico - scientifici nelle scuole, politecnico
professionale, accordi di rete tra scuole e imprese per collaborazione strutturata e sinergie,
utilizzo di laboratori professionisti delle imprese ai fini dell’apprendimento, possibilità di
apprendere un “job”, stretta collaborazione scuole-imprese e centri di ricerca. Noi abbiamo
eccellenti centri di ricerca del CNR, questi centri devono mettersi a disposizione anche dei
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più giovani, degli studenti delle scuole superiori e universitari perché l’innovazione e la
nuova ricerca possa essere un elemento di conoscenza, di studio e a portata di mano anche
degli studenti finché sono a scuola e nelle Università. Non possiamo pensare di trattenere gli
studenti fino a 24, 25 anni in ambiente accademico o fino a 19 anni nelle scuole, e aspettare
che poi facciano esperienze o di ricerca o di lavoro o di innovazione . La scuola deve essere
la scuola del futuro, in ispecie quella lombarda, non una scuola che prepara al futuro, perché
è qui che nasce l’innovazione, è qui che la ricerca è più avanzata e quindi soprattutto le
giovani generazioni devono sentire questo clima, viverlo, sperimentarlo e abituarsi a
progettare il futuro prima dei 25 anni. Noi non possiamo permetterci, se siamo in
competizione globale con l’India, la Cina e con i Paesi cosiddetti emergenti, ma che sono
emersi da parecchio e che hanno sostituto anche nei luoghi di elaborazione della ricerca,
pensate alle Università indiane, pensate ai centri di ricerca di Sciangay, pensate a tutto quello
che sta succedendo in California o in Canada già da decenni, ecco noi dobbiamo ritornare ad
essere attraenti e capaci di fare ricerca, per esempio una Università che già si pone come
livello di eccellenza, ne abbiamo tante ma il Politecnico di Milano sta facen do questo sforzo,
lo sta facendo e lo sta facendo chiaramente con politiche di internazionalizzazione, ecco
allora noi questo intendiamo: i nostri studenti, gli studenti che studiano in Lombardia,
devono poter vivere un clima di innovazione e raccogliere l a sfida dell’innovazione e del
futuro già quando sono a scuola e quando sono nelle nostre Università , perché è giusto che
sia così. Diversamente sarebbe un delitto non farli vivere, non far vivere a loro questo clima
ma soprattutto non sfruttare questa situazione. Scuola per il lavoro, progetti di
intermediazione – sono arrivata alla fine – tirocini, servizi al lavoro, promozione delle
attività da parte delle scuole Università per portare gli studenti al lavoro. Abbiamo previsto
1,2 milioni di euro per 40 reti di scuole per creare uffici di orientamento e “placement”.
Presto entro maggio, prima della fine dell’anno – poi vi arriverà l’invito, Presidente, perché
poi io questa è una cosa che già facevo nella scorsa Legislatura – tutte le iniziative
dell’Assessorato ovviamente verranno messe a disposizione dei Consiglieri e delle
Commissioni di riferimento, e noi chiameremo queste scuole che sono state selezionate come
scuole che già praticano attività di orientamento e di tirocinio e a queste scuole metteremo a
disposizione 600 tirocini per i ragazzi, che andranno a diplomarsi a giugno-luglio. Che cosa
significa? Che noi vogliamo accorciare i tempi della transizione dalla scuola -lavoro,
dobbiamo fare in modo che tutti i ragazzi o che la maggior parte dei ragazzi che vanno a
diplomarsi, e soprattutto quelli che non proseguono ovviamente, negli studi universitari
abbiano la possibilità entro sei mesi-un anno di fare un’esperienza di lavoro o di
apprendistato o di tirocinio o di conoscenza, o di scambio culturale, o quindi di viaggi ed
esperienze. Quello che non possiamo permettere è che stiano a casa a chiedere ai genitori
“cosa devo fare oggi” o, peggio, a non chiederlo neanche e quindi i famosi “net”, perché
adesso siamo arrivati anche a questo. Anche in Lombardia continuiamo ad avere un esercito
sempre più grande di studenti che non sono né nella formazione né nella scuola, insomma, né
al lavoro, ed è questo che non vogliamo. I nostri sono in genere qualificati perché finiscono
tutti gli studi, però è ancora peggio se possibile, perché è una risorsa umana che non viene
utilizzata. Allora noi ce la metteremo tutta, vi inviteremo, chiederemo a queste scuole cosa
fare e con il direttore Bocchieri pensavamo poi di lanciare la sfida a tutte le scuole di
attuazione, dico il dottor Bocchieri perché lui ha scritto questa norma con il Ministro Sacconi
allora e Biagi , non era Ministro, allora era Sottosegretario, col Ministro Maroni, quindi col
nostro Presidente, la storia appunto degli uffici di “placement” in tutte le scuole superiori,
quindi partiamo con un finanziamento, però l’obiettivo è quello. Rilancio della formazione
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tecnica e professionale superiore per lo sviluppo di una nuova professionalità, mettiamo 20
milioni di euro nel triennio per aprire altri percorsi d i istruzione tecnica superiore, hanno già
manifestato interesse per il nuovo bando i settori del legno e arredo, del calzaturiero, della
meccanica di precisione e l’efficienza energetica degli edifici. Nuova alleanza con le
Università e le Istituzioni scolastiche per la qualità e l’innovazione, ho già più o meno
chiarito questi aspetti e diciamo che quegli altri due punti, President e, riguardano in maniera
più specifica la scuola, però voi capite che se non leghiamo questi due aspetti e soprattutto
non rendiamo sempre più dinamica, innovativa e straordinariamente efficace la nostra
istruzione superiore, poi sarà difficile piazzare nel mercato del lavoro i nostri giovani.
Concludo sul “partenariato” aperto. Continueremo con le politiche eccellenti di Regione
Lombardia per il sistema educativo dote scuola, istruzione e formazione professionale, per
quel che vi riguarda con una forte attenzione anche alle scuole dell’infanzia da affrontare
nelle alleanze con i Comuni e le Province e sono previsti tavoli permanen ti. Concludendo:
100 giorni in cifre. L’ambito di intervento politiche attive per l’occupazione 112 milioni di
euro, nuovo patto tra sistema educativo e imprese 21,2 milioni, nuove alleanze con le
Università e Istituzioni scolastiche per la qualità e l’inn ovazione 10,5 milioni di euro.
Naturalmente questo si aggiunge, attenzione, al flusso di finanziamenti che sono voci
ordinarie di Regione Lombardia e anche quelle a tutte quelle somme che erano state già
stabilite e assegnate ai capitoli di spesa nello scorso esercizio, a partire dalla Finanziaria
scorsa che risale al novembre dello scorso anno e quindi, insomma, ci sono alcune politiche
che non si sono mai fermate, non sono state mai interrotte e ce ne sono di nuove. Ecco,
questo è un inizio, ripeto, i primi tre mesi di nuove idee e nuove modalità di erogazione
fondi, ma soprattutto un nuovo atteggiamento e un nuovo spirito. Grazie.
Presidente Angelo CIOCCA
Bene. Ringrazio l’Assessore per averci fornito, in un tempo contenuto, perché poi
l’argomento è ovvio che necessita di molto e molto più tempo e di più fasi anche
approfondite, ringrazio anche per la passione che abbiamo sentito nell’esporre le azioni che,
appunto, la Giunta e l’Assessorato vorranno mettere in campo. Condivido che ci saranno dei
momenti di interfaccia con altri colleghi e con altre Commissioni , quindi sarà importante non
restare chiusi nei compartimenti stagni delle singole Commissioni, sarà indispensabile
lavorare in attività congiunta ad esempio con la Commissione VII e con il collega Ferrazzi
per la parte formazione, ne abbiamo programmata mi sembra una già , che vi anticipiamo con
la Commissione III e con il Presidente Rizzi per la Fondazione di Nerviano, quindi
lavoreremo sicuramente assieme,
togliendo quegli elementi che
non aiuta no di
“compartimenti stagno”. Io farei un primo giro del tavolo per raccogliere anche un po’ i
contributi di tutti. Vi chiedo, compatibilmente con il pensiero, appunto, che volete esporre,
nell’ottica di contribuire a un percorso che oggi è quello di trova re politiche passive, ma
soprattutto politiche attive del lavoro in Lombardia, chiedo magari all’ Assessore di prendere
nota di alcune considerazioni e anche ai collaboratori , più che altro per raccogliere eventuali
elementi di riflessione. Ne lancio subito io uno, chiedendovi di aggiungere una colonna a
fianco a quel bellissimo prospetto dei “100 giorni in cifre” che chiamerei: risultati. So che
non dipenderà solo da voi, perché dipenderà sicuramente da tutto il sistema del lavoro , che è
un sistema articolato, quindi tutti dovranno fare la loro parte, ma sarà bello tra 100 giorni
oltre a leggere le cifre, oltre a leggere le energie che Regione mette in campo, anche quali,
appunto, sono stati o saranno, mi auguro, i risultati che saremo in grado di raccoglie re,
quindi questo può essere un elemento interessante. Ho altre considerazioni da svolgere, ma
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preferisco prima lasciare la parola ai colleghi che intendono contribuire. Aggiungo però una
considerazione e inserisco una prassi, magari gli Uffici mi rimprove reranno, qualora ci fosse
qualcuno, che non è Commissario, nel pubblico che vuole intervenire, perché questo il
Regolamento non ce lo consente, ma si propone di contribuire, siccome di intelligenze
abbiamo la fortuna di averne e sicuramente possono essere collaboratori di Consiglieri
piuttosto che funzionari, io sono a disposizione a ricevere una nota che depositate e mi fa
personalmente piacere, ma sono convinto anche ai colleghi, poter allargare la partecipazione
in questa forma, perché diversamente non possiamo farlo, raccogliendo eventuali contributi
anche di chi è seduto in fondo al tavolo, al di là del tavolo. Grazie. Chi chiede di intervenire,
così mi aiutate a imparare anche uno alla volta i nomi? Sono fortunato, Antonello Formenti,
Lega Nord. Prego.
Consigliere Antonello FORMENTI
Sì. Parto ringraziando l’Assessore per la illustrazione e la fotografia che ci ha fatto della
situazione lombarda e anche nazionale, per due parole, aggiungere innanzitutto a
quell’ultimo specchietto, visto che già il Presidente ha fatto una aggiunta, io vorrei
aggiungere anche un obiettivo da raggiungere nel breve tempo, forse non nei 100 giorni ma
nel più breve tempo possibile, la sburocratizzazione di tutte quelle che sono le norme che
oggi ostacolano l’attività delle nostre imprese. Quando parliamo di delocalizzazione
sentiamo spesso parlare queste imprese, che si vanno a de- localizzare, che fanno questa
scelta anche per un problema di burocrazia che opprime la loro attività. Un’altra cosa che io
invece invito il Presidente a mettere come obiettivo di questa Commissione è quella di far sì
che la politica, le Istituzioni, anticipino quelle che sono le problematiche delle imprese. Oggi
sentiamo dire dagli imprenditori, lo sentiamo dire costantemente, che le imprese sono d avanti
alla politica e la politica rincorre, io vorrei che invece riuscissimo nel tempo a invertire
questa, per lo meno, sensazione che hanno gli imprenditori , e quindi invertire questa
tendenza ed essere la politica che determina anche, se vogliamo, un po ’ quella che è
l’economia della nostra Regione. La nostra Regione, come ha detto l’ Assessore, è la Regione
che se non riesce lei a uscire dalla crisi che attanaglia il nostro territorio , sicuramente non
saranno le altre a riuscirci. Ho altri appunti, che mi riservo poi nelle prossime sedute di
Commissione di porre, ne pongo solo una: mi è stato presentato ad esempio un progetto da
dei ragazzi universitari e questo, dico semplicemente questo perché, come stimolo questi
ragazzi che mi hanno interpellato mi hanno proposto un progetto, perché nel nostro territorio
abbiamo una possibilità di investimento di impresa nell’ambito culturale che ha delle grosse
aspettative, abbiamo molti studenti che vogliono fare e ritengo che forse il nostro territorio,
io provengo dalla Provincia di Lecco dove si è pensato più a lavorare il ferro nonostante
avessimo forse la Provincia che ha, da un punto di vista ambientale, tre elementi bellissimi
che sono la montagna, il lago e la collina, ma purtroppo, per una mentalità che era del nostro
territorio, si è pensato più a lavorare per fare la meccanica e si è trascurato un importante
settore, che è quello del turismo, che ha, a mio modo di vedere, una possibilità di
occupazione molto elevato. Grazie.
Presidente Angelo CIOCCA
Grazie, Formenti. Ecco, volevo precisare che negli incontri delle prossime settimane
incontreremo anche l’Assessore Cavalli al Commercio e l’Assessore Melazzini alle Attività
Produttive, quindi avremo poi un quadro completo. Mi ha chiesto di intervenire il Vice
Presidente Malvezzi, prego.
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Vice Presidente Salvatore Carlo MALVEZZI
Grazie, Presidente. Anch'io ringrazio l’Assessore Valentina Aprea che conosco da tempo e ne
conosco le capacità, la passione politica e l’intelligenza anche, ho apprezzato la relazion e che
ha svolto, ricca di dati che sollecitano chi ha responsabilità amministrativa e politica non
solo a una riflessione, ma ad una azione concreta, allora io ritengo di partire subito con
qualche proposta, perché penso che questo sia il luogo dove le proposte debbono nascere.
Allora, la Regione Lombardia ha una legge di riferimento relativa alla competitività che è la
legge n. 1 del 2007, una legge che sicuramente ha portato alcuni effetti , ma io ritengo che
essa debba essere oggetto di una revisione in termini di estensione, cioè io penso che si
debba ripensare ad una nuova legge sulla competitività, per la competitività del territorio
lombardo, dico questo ampliando su una serie di temi e su una serie di livelli istituzionali,
temi perché? Perché la competitività giustamente, come anche la legge prevede, è fatta di
misure di natura che comprendono sia l’aspetto della formazione, sia l’aspetto degli
ammortizzatori sociali, sia l’aspetto diciamo di tutte le politiche attive del lavoro, ma io
penso che la competitività sia fatta anche di misure legate all’insediabilità delle aziende
quindi legate alle materie urbanistiche, alle materie fiscali, quindi io credo che un territorio
diventi competitivo non solo quando si scelgono misure legate ad un segmento de lla filiera,
ma quando abbraccia tutte le opportunità e qui, da questo punto di vista, certamente,
recupero l’intervento del collega parlando della semplificazione delle procedure
amministrative per l’insediabilità, parlo ad esempio di una premialità e un a defiscalizzazione
perché dobbiamo pensare a queste misure, cioè non tanto a grandi erogazion i di contributi,
quanto all’alleggerimento di chi investe, e penso ad esempio al tema degli oneri di
urbanizzazione e quindi anche ad allargare i vari livelli i stituzionali, cioè coinvolgendo non
solo il livello regionale, che è oggetto della legge che ho citato prima, ma anche i livelli
locali e quando penso ai livelli locali parlo dei Comuni, parlo delle Province , perché
comunque ci sono normative che riguardano anche i settori provinciali e lancio anche una
proposta: che rispetto, ad esempio, alle ulteriori proposte rispetto alle tematiche che
l’Assessore proponeva, io lancio un’alleanza da porre agli Onorevoli lombardi, ai
Parlamentari lombardi, rispetto ad esempio ad alcune misure di cui ci diceva prima
l’Assessore, io giudico che questa Commissione insieme alla Giunta possa formulare
proposte anche di leggi sperimentali legate, appunto, alla competitività dei territori. Ecco,
questo perché abbiamo seguito durante le elezioni quanto era determinante il numero dei
parlamentari che esprimeva la Lombardia in termini di peso e di rappresentanza.
Assessore Valentina APREA
Non saremo mai come la Sicilia, solo loro riescono.
Vice Presidente Salvatore Carlo MALVEZZI
Io penso che, anche da questo punto di vista, essere promotori di misure di livello nazionale,
parlo ad esempio alla defiscalizzazione di assunzioni piuttosto che di giovani , ma anche di
persone che vengono reinserite nel mondo del lavoro, possa essere p articolarmente
interessante se collocata dentro una filiera di sperimentazione molto forte e spinta. Da
questo punto di vista saluto anche con piacere il fatto di superare la logica del bando come
modello, dico questo perché da parte di numerosi imprendit ori abbiamo avuto riscontri
negativi: troppa burocrazia rispetto ai tempi mentre il tema del “voucher”, cioè
dell’intrapresa, della libera intrapresa e della premialità rispetto a determinati obiettivi, è
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determinante. L’imprenditore deve fare il suo lavoro, l’Amministrazione deve essere alleata
all’imprenditore, non già un soggetto che dispone, appesantisce, controlla e fa perdere
tempo. Questo è il mio pensiero. Da ultimo un’altra sollecitazione che secondo me è
importante, nella scorsa Legislatura ho visto che spesso si riuniva il tavolo del patto per lo
sviluppo, che è uno strumento secondo me interessante nel senso che è uno strumento che ci
consente, non in termini generici ma in termini estremamente concreti, di confrontare le
politiche del lavoro con gli attori del mondo del lavoro, allora io so che molto diligentemente
il Presidente ha programmato una serie di incontri con i colleghi di Valentina Aprea , e questo
mi fa assolutamente piacere, reputo che per me personalmente, che sono un novello di que sta
Commissione e di questa Istituzione, poter avere un primo incontro in tempi brevi con i
rappresentanti del mondo del lavoro e delle categorie del mondo del lavoro ci possa magari
aiutare a comprendere, ad esempio, una riforma sulla legge della compet itività dei territori
quali elementi da arricchire noi. Da questo punto di vista vorrei mettermi subito al lavoro , e
chiedo pertanto anche alla struttura della Commissione di metterci in condizione di poter
fare già nei prossimi giorni una serie di rifles sioni da questo punto di vista, e se esistono – e
termino con una domanda anche dal punto di vista tecnico – strumenti che ci possano aiutare
a coinvolgere in un provvedimento legislativo anche i livelli istituzionali inferiori e
superiori, non in termini di valore, ma in termini di gerarchia e di dimensione di
rappresentanza istituzionale. Grazie.
Presidente Angelo CIOCCA
Grazie, Vice Presidente Malvezzi. Ha chiesto al parola Tizzoni.
Consigliere Marco TIZZONI
Sì. Innanzitutto ringrazio il Presidente e l’Assessore Aprea che ha svolto questa relazione
esaustiva e interessantissima anche per i contenuti e i dati di cui oggi ci ha portato a
conoscenza, più che un intervento e un ringraziamento il mio vuole essere anche una
domanda sul breve futuro che ci aspetta in Regione Lombardia, nel senso che la, credo,
rivisitazione della struttura pubblica prevederà, ormai è noto, l’abolizione delle Province e in
questo caso sappiamo tutti che nelle Province la delega del lavoro è molto importante, lo è
stata almeno fino a poco tempo fa, tant’è che ci sono delle agenzie che oltretutto sono sui
mass media purtroppo per fatti negativi e non positivi ultimamente , ma le famose AFOL, le
Agenzie di lavoro, di Formazione e Orientamento lavoro, a questo punto chiedo, e la mia è
una domanda, come si vuole surrogare, cosa si pensa su questo caso? E se la Regione,
l’Assessore, ha già in mente di adottare eventualmente forme, tipologie adatte o tipiche o
similari a quelle dell’Agenzia del lavoro, che onestamente e obiettivamente credo purtroppo
fino a questo momento non abbiano dato dei grandi risultati e soprattutto non credo siano lo
strumento, almeno così come sono state ideate, idoneo per combattere questa crisi
economica?
Presidente Angelo CIOCCA
Grazie, e condivido anche perché sappiamo che presso le Amministrazioni provinciali
abbiamo i Centri per l’Impiego, che sono comunque uno strumento sul quale, a mio avviso,
bisognerà anche lì essere in grado di misurare l’efficienza e i tempi di questi strumenti , di
questi organi che hanno comunque un costo per la collettività. Chiedo a Pedrazzini di
lasciare la parola prima, ti chiedo scusa, passerei la parola a Enrico Brambilla, PD.
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Consigliere Enrico BRAMBILLA
Sì, grazie. Penso che il collega Rosati, che è stato anche il promotore d ella mozione con la
quale si è messo un po’ all’ordine del giorno la tematica complessiva, farà poi un quadro più
generale anche degli orientamenti del nostro Gruppo. Io, nel ringraziare a mia volta
l’Assessore per la esaustiva e tempestiva rappresentazion e delle tematiche, mi vorrei
concentrare molto velocemente su quattro questioni: la prima è questo tema della cassa
integrazione in deroga, che comprendiamo tutti avere un elemento di drammaticità e di
urgenza, quindi siamo tutti impegnati affinché si repe riscano al più presto le risorse
necessarie per far fronte all’emergenza, dopodiché, credo, abbiamo tutti quanti la
consapevolezza, però, che, come dice il termine stesso, questa è una misura in deroga, e
quindi è una misura che, oltre a non essere, evidentemente, esaustiva dal punto di vista della
tenuta sociale, non può nemmeno essere pensata come una misura a lunga durata, anzi,
probabilmente è durata già più di quanto era stato originariamente previsto. Il permanere e il
protrarsi della crisi l’ha espansa ulteriormente, qui il punto è capire come si mettono in
campo, al di là delle misure di sostegno al reddito, immediate, anche delle misure che poi
possano supportare le difficoltà soprattutto delle famiglie e dei lavoratori. È vero, questa è
una competenza prettamente di natura statale, credo, però, che qualche spazio per mettere in
campo politiche che siano a metà tra la sussistenza e il sostegno all’impresa sia possibile
anche pensarle qui, ripeto, al di fuori dell’emergenza. Secondo tema: ho apprezzato il
riferimento alla centralità ad esempio dei contratti di solidarietà come una delle possibilità
alternative rispetto alla stessa CIGS in deroga, ecco, qui la domanda che purtroppo
evidentemente non possiamo non rivolgerle è: se su questo c’è disponibil ità e volontà di
metterci anche qualche risorsa, perché i contratti di solidarietà divent ino interessanti ed
appetibili c’è la necessità che ci sia anche una qualche forma di incentivo al ricorso verso
questo sistema. Terza questione: è stata toccata negli ultimi interventi dei colleghi, riguarda
il mercato del lavoro. Appunto, il Vice Presidente Malvezzi ha citato prima una legge
regionale, la legge n.1, come una delle leggi che dovranno essere rimesse a modello,
riattualizzate rispetto all’oggi, io cito, a questo proposito, allora, anch’io la legge n. 22 che,
credo, anch’essa, agendo esattamente sul tema del mercato del lavoro , abbia la necessità di
attualizzazione, proprio alla luce dei ragionamenti fatti prima, cioè io credo che il sistema,
oggi, in campo, dell’accompagnamento dei lavoratori in questa fase di crisi sia, francamente,
molto debole. Ho visto che una delle giuste aspirazioni della proposta dell’Assessore è
proprio questa, di fornire ai lavoratori dei servizi che li accompagnino, questi oggi
dovrebbero trovare proprio nelle agenzie provinciali la sede di fornitura di questi servizi, mi
pare evidente che questo oggi non avvenga, e quindi ciò presuppone, probabilmente, una
riorganizzazione dei servizi sulle politiche del lavoro, partendo da una r iorganizzazione di
questi, non so se ancora il livello provinciale sia quello più adatto, penso che questo sarà
tema di discussione. Infine, la questione che maggiormente ha presieduto anche le
discussioni fatte in questa Commissione nella passata legislat ura, la necessità di
implementare le politiche valutative. Prima, diceva qualcuno, “abbiamo bisogno di capire
cosa succederà di qui a 90 giorni”, magari 90 giorni sono un po’ troppo pochi, sicuramente il
punto, la capacità di avere delle politiche valutative più pertinenti è una delle questioni
fondamentali per noi. Grazie.
Presidente Angelo CIOCCA
Bene. Sì, è fondamentale misurare, ecco, ci auguriamo il successo anche di alcuni strumenti.
Ha chiesto la parola, e chiedo scusa sempre a Pedrazzini e a Rosati , in questo caso, e lascio
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la parola a Lara Magoni, MARONI Presidente.
Consigliere Lara MAGONI
Grazie, Presidente, buongiorno Assessore. Anch’io, che sono neofita di questi ambienti, mi
sto avvicinando in punta di piedi, vi ascolto con molto interesse, per ché vorrei preparami
quanto voi. Il programma esposto dall’Assessore è sicuramente un’eccellenza - uso la parola
che ha usato lei spesso, illustrandocelo -, e, se posso dire un mio personale pensiero, ritengo
che sia opportuno puntare molto sulla formazione professionale, visto che è di competenza
regionale, mentre un livello scolastico, che è di competenza nazionale, più complicato,
sappiamo che è più difficile accedervi. Una competenza professionale più specifica,
soprattutto nell’ambito montano, una Regione Lombardia che ricopre il 40 per cento di
montagne, merita di avere professionalità più specifiche, operative sul territorio. Questo è un
mio pensiero, perché ho raccolto i pensieri della gente, dove nell’ambito anche turistico e
professionale montano mancano queste figure. Il mio pensiero è questo, e mi piacerebbe
iniziare un percorso di avvicinamento a questo indirizzo professionale. Grazie a tutti e buon
lavoro.
Presidente Angelo CIOCCA
Grazie, Magoni Lara. Lascerei la parola a Pedrazzini Claudio, PdL.
Consigliere Claudio PEDRAZZINI
Grazie, Presidente. Un saluto a tutti i colleghi. Vorrei aggiungermi ai ringraziamenti per la
relazione dell’Assessore, Valentina Aprea, che, davvero, oggi si presenta qui in
Commissione, come primo appuntamento tra gli Assessori e i rappresentanti della Giunta, a
significare, forse, anche il tema, davvero delicato, che ci chiede uno straordinario impegno
nelle tematiche, soprattutto quelle relative all’occupazione e al lavoro, che necessitano di
risposte e di atti concreti, con forza, a sollecitare, anche oggi, con l’auspicio che si possa
trovare, davvero, in poche ore, la formazione di un Governo, che accompagni quei
provvedimenti che già sono stati posti all’ordine del giorno, dichiarati, con l’individuazione
delle adeguate risorse, proprio per affiancarci a quelle emergenze che oggi devono,
ovviamente, trovare, in Regione Lombardia, l’interlocutore principale. Dalla relazione,
puntuale e precisa, si colgono anche, davvero, tanti spunti innovativi, come per esempio il
richiamo con l’introduzione della figura, dell’affiancamento del tutor, con la diminuzione
degli orari di lavoro per chi si avvicina all’età pensionabile, uno strumento che è già stato
adottato in molti Paesi del Nord Europa e che dà dei risultati interessa nti, che dovranno
essere valutati anche qui in Italia. Per passare, poi, anche all’intensificazione del rapporto tra
una migliore “governante” degli strumenti, che vadano a gestire meglio tutte le risorse
nell’ambito della ricerca, dell’innovazione e dello sviluppo, parallelamente all’ambito
universitario. Noi abbiamo delle eccellenze sul territorio lombardo, io ne porto a
testimonianza e conoscenza una, che arriva proprio da Lodi, che è il Parco Tecnologico
Padano, dove un suo collega, l’Assessore Fava, proprio in un incontro recente, di una decina
di giorni fa, ha individuato una criticità con la quale queste eccellenze spesso non portano i
risultati che meriterebbero. Questo Parco Tecnologico, che dà anche delle attenzioni
interessanti per la ricaduta degli insediamenti di attività produttive sul territorio lombardo, e
di implementazione del livello occupazionale, non riesce ad esprimersi come si deve,
probabilmente, perché queste “governante” di gestione amministrativa vengono lasciate
limitate a dei singoli territori, come quello provinciale, che spesso non riescono, ovviamente,
a massimizzare e a condividerne i benefici. Per cui, intervenire in maniera efficace, sul
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ripensamento di gestioni amministrative, in questo caso di Enti come quello che abbiamo
citato, è fondamentale, proprio perché gli sforzi devono essere massimizzati e devono essere
orientati verso dei nuovi modelli. Vorrei riprendere, poi, uno spunto che è stato sollevato
dagli ultimi interventi, quello relativo alla territorialità, al ripens amento anche dei servizi che
a livello provinciale si collocano nella gestione dei servizi per il collocamento mirato, il
lavoro, come i centri per l’impiego, Regione Lombardia ha sostenuto, negli ultimi mesi del
precedente mandato, anche delle misure interessanti e sperimentali, che erano quelle volte
alla creazione di reti, con un affiancamento tra servizi pubblici, che spesso erano demandati
ai centri per l’impiego, anche con i partner privati, i partner privati accreditati in Regione
Lombardia per le funzioni formative, di collocamento mirato, che stanno dando dei risultati
interessanti. Uno di questi è proprio su un territorio di confine tra Lodi, Cremona e Milano, e
sono degli esempi che necessitano, ovviamente, anche di trovare delle risorse adeguate, ma
che hanno un’efficacia interessante, sulla quale pongo all’attenzione la possibilità di
proseguire in quest’ottica, valutandone, ovviamente, i risultati insieme. Per cui, i centri per
l’impiego hanno una funzione importante, ma essa deve essere integrata per forza di cose,
per beneficiarne al meglio anche con i partner privati, proprio per uno scambio, un flusso di
informazioni, che spesso rimangono isolati e non portano a valorizzare quelle che sono le
necessità di intervento sui singoli territori. Per cui auguro buon lavoro all’Assessore,
ringraziando proprio anche per il cronoprogramma, intenso, ma necessario, perché penso che
questo sia l’ambito operativo primario sul quale Regione Lombardia dovrà richiamare la sua
attenzione. Grazie.
Presidente Angelo CIOCCA
Grazie al collega Pedrazzini. Lascerei la parola al collega Rosati, PD.
Consigliere Onorio ROSATI
Grazie. Molto brevemente, anche perché mi pare che questo documento, questa illustrazione
sia piena di spunti interessanti e di affermazioni sulle quali, poi, avremo la necessità, in
futuro, di entrare più nel merito delle cose, per capire meglio di che cosa si parla, ad esempio
per quanto riguarda l’apprendistato e la flessibilità relativa al mix tra formazione e
retribuzione, vorremmo capire di cosa si tratta, sapendo che, oggi come oggi, il contratto di
apprendistato è un contratto che riesce a collocare, in Regione Lombardia, il 3 per cento
delle persone. Quindi, visto che la riforma Fornero individua nell’apprendistato una delle
forme prevalenti di costituzione del rapporto di lavoro, bisogna capire quali forme di
ulteriore incentivo, rispetto a quanto non viene già previsto dalla legge Fornero, si debba no
utilizzare e far ricorso per rendere effettivamente questo strumento adeguato. Però non
vorrei entrare nel merito delle questioni, vorrei solo fare alcuni ragionamenti, più di carattere
generale. Il primo: è del tutto evidente che, dopo cinque anni di crisi, parlare solo di
politiche attive dell’impiego, scollegate da tutto il ragionamento leg ato alle attività
produttive, rischia di avere un’efficacia effettivamente parziale, rischiamo di ragionare solo
di ammortizzatori sociali. E quindi io penso che, mai come in questo momento, ci sia
l’esigenza non solo di completare, come diceva il Presiden te, il percorso relativo alle
audizioni, ma anche di introdurre uno strumento, una modalità di funzionamento di questa
Commissione, che si possa, su alcuni temi, interfacciare anche con una certa sistematicità
pure con tutte le attività che sono correlate all’altro Assessorato, per ovvi motivi. Io ho avuto
già, in più occasioni, modo di relazionarmi con l’Assessore, anche in precedenza, è del tutto
evidente che avremo bisogno, e quindi all’interno di questa Commissione, di poter avere la
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presenza, anche se è possibile, contestuale, dei due Assessori, rispetto ad alcuni temi, che
sono di fondamentale importanza. Ne dico uno su tutti: venendo dalla mia esperienza, io per
anni ho fatto il sindacalista, uno dei problemi sui quali abbiamo “toppato”, è stato tutto il
tema riguardante, al di là dell’istruttoria, di quello che si dice, della gestione delle crisi
aziendali. Cioè sulla gestione delle crisi aziendali c’è stata una debolezza di carattere
strutturale, dal punto di vista della capacità di intervento, che R egione Lombardia ha avuto
modo di mettere in campo per definire, ad esempio, piani industriali che potessero essere
alternativi rispetto alla dismissione dei siti produttivi e, molto spesso, i lavoratori si sono
sentiti lasciati soli rispetto a quella che era la gestione della crisi, rispetto, poi, anche al
confronto che, in più di un’occasione, veniva prevalentemente affidato al Ministro delle
Attività Produttive, all’Ufficio del Ministero delle Attività Produttive, senza provare, in
Regione Lombardia - almeno, questa è l’esperienza di cui io sono testimone diretto -, a
vedere se si riusciva, sul territorio, a trovare qualche soluzione, non dal punto di vista delle
politiche per il lavoro, ma da un punto di vista della continuità produttiva per quanto
riguarda le imprese, questo è l’elemento. Noi possiamo avere tutti gli ammortizzatori che
vogliamo, prima o poi finiranno. Poi io sono dell’idea che, prima di cambiarli, è meglio
tenerci quelli che ci sono, provando a difendere quelli che abbiamo, a me preoccup a la
scadenza del 2016, se andiamo avanti di questo passo, perché rischiamo di trovarci in un
quadro di riforme degli ammortizzatori sociali dove, al di là di quelli che sono stati i
proclami, avremo una copertura ridotta rispetto al modello di ammortizzat ori sociali che
abbiamo ad oggi. Quindi, se nel frattempo non dovessimo registrare la ripresa dal punto di
vista dell’attività produttiva, è del tutto evidente che quest o elemento rischia di ridurre
ulteriormente quelle che sono le coperture. Quindi un tema è il rapporto tra i due Assessorati,
se riusciamo a ragionare di un modello di gestione delle crisi aziendali, che sia più efficace
rispetto a quello che abbiamo registrato. Secondo elemento, che io considero di fondamentale
importanza, è il capitolo f), dove si parla di risorse, presidio della programmazione
comunitaria per quanto riguarda i fondi sociali europei. A noi interesserebbe sapere, come
Gruppo, in che misura sono stati spesi e come sono stati spesi negli anni precedenti, per
capire un po’ come queste risorse sono state indirizzate e veicolate e, soprattutto, visto che
lei parla, qui, di programmazione comunitaria che riguarda il periodo 2014 - 2020, a che
punto siamo della discussione relativa a questa programmazione. Perché noi abbiamo
assolutamente necessità di capire, queste sono risorse europee, attraverso quale confronto noi
ci approcciamo a questa discussione, se è già stato fatto nella Conferenza Stato -Regione,
qual è il percorso, quali sono le linee - guida e, soprattutto, quali sono le richieste che noi,
legittimamente, pensiamo di poter avanzare dal punto di vista del rifinanziamento. Stiamo
parlando di fondi che riguarderanno il periodo dal 2014 al 2020. Quindi, come dire, sono le
risorse con le quali noi, poi, ci troveremo a dover fin anziare gran parte delle politiche che
qui vengono indicate. Per ultimo, non perché, dottoressa, non ci sia la necessità, ma lo
faremo in un altro momento, mi pare che oggi sia una giornata nella quale è giusto farci i
saluti e un reciproco “in bocca al lupo” e cominciare a strutturare un rapporto e una
relazione, però all’interno anche di questa prima giornata, molto panoramica, qui si parla di
dote unica per il lavoro. Allora, come dire, una delle questioni, e so che su questo c’è stato
un dibattito infinito, però come tale io lo riporto, dalla mia esperienza, molto spesso i
lavoratori, nella gestione della propria dote, si sono trovati soli, cioè si sono trovati soli a
dover decidere di quella dote cosa fare, dal punto di vista della formazione e quant’a ltro.
Voi sapete tutti che, per accedere alla cassa in deroga c’era bisogno di un percorso
formativo, la gente andava a cercarsi qualcuno che le facesse la formazione per poter avere
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gli ammortizzatori sociali. Allora la domanda è: nella misura in cui si dice “facciamo la dote
unica per il lavoro”, noi siamo d’accordo, “semplifichiamo il numero dei bandi e quindi
evitiamo...”, benissimo, però noi, per fare una cosa seri a e obiettiva, dovremmo anche capire
come hanno funzionato le doti che c’erano, cioè il sistema che c’era precedentemente e,
possibilmente, attraverso un’azione di rendicontazione e di monitoraggio che poi , insomma,
sarebbe opportuno che fosse gestita da un soggetto terzo, che è titolato a incrociare parametri
e valori e vedere, in buona sostanza – la dico così, per essere chiari –, quanta gente ha
ritrovato il lavoro grazie a questi strumenti qui, perché poi è quello che serve a noi, non
quanta gente abbiamo mandato in formazione, che va bene, ci mancherebbe, però mi
porterebbe a dire “sì, però quanto questi strumenti sono stati efficaci dal punto di vista della
ricollocazione occupazionale da parte delle persone?”. Questo è un elemento di fondamentale
importanza. Perché, o noi partiamo da un’analisi dettagliata e appropriata di quello che è
stato, e di come ha funzionato, e quindi questo ci aiuta tutti a discutere di merito, evitando,
poi, le contrapposizioni e le articolazioni varie, o diventa estremamente difficile capire verso
quale direzione è più opportuno fare un passo. Io penso che questo sia un elemento, per noi,
di fondamentale importanza, capire quello che è stato per comprendere quali sono gli
orientamenti più adeguati verso i quali muoverci. Infine, i contratti di solidarietà. Guardate
che, veniva già detto dal Consigliere Brambilla, io lo voglio qui richiamare, noi recentemente
abbiamo avuto modo di fare un incontro con una serie di organizzazioni sindacali che
tutelano i lavoratori del settore manifatturiero - ho incontrato la FIOM, ho incontrato altre
organizzazioni -, loro mi dicono che c’è un problema di rendere più agibile l’istituto dei
contratti di solidarietà. Guardate che l’istituto dei contratti di solidarietà non è solo un
istituto che consente di introdurre un meccanismo solidaristico tra lavoratori, ma consente ai
lavoratori di rimanere in fabbrica, cioè consente ai lavoratori di rimanere in azienda e di non
scollegarsi, come purtroppo avviene, soprattutto in periodi di cassa integrazione molto
prolungata, non scollegare i lavoratori dal sito produttivo, perché questo sign ifica perdita di
professionalità, significa accentuazione anche di elementi di disistima delle persone, perché
poi scattano anche questi meccanismi, ci sono, sono in campo, sono in campo anche politiche
di sostegno anche psicologico ai lavoratori che perdo no l’occupazione o che sono in cassa
integrazione, il contratto di solidarietà va nella direzione di poter tenere insieme un po’
queste cose. Devo dire che non sempre le associazioni imprenditoriali in questi anni hanno
creduto a questo istituto. Devo dire, peraltro, che non c’è, anche da parte loro, un
atteggiamento omogeneo su tutto il territorio della Regione Lombardia, da associazione ad
associazione cambia la sensibilità, noi saremmo per dire, perché così ci viene richiesto, e
consigliato da chi è sul campo a gestire la crisi, che una politica di incentivo sui contratti di
solidarietà potrebbe essere uno strumento assolutamente adeguato. In ultimo, e chiudo, due
domande. Ci sono due istituti, la borsa lavoro e poi c’è il tema dell’osservatorio del merca to
del lavoro, che qui non è stato inserito, ma mi è stato detto esistere dal punto di vista di
Regione Lombardia. Vorremmo capire, visto che non li ho visti qui annoverati, se c’è, da
parte vostra, l’intenzione di reiterare questi strumenti e capire
com e essi stanno
funzionando. Grazie.
Presidente Angelo CIOCCA
Ha chiesto di intervenire Mauro Piazza.
Consigliere Mauro PIAZZA
Grazie, signor Presidente. Colgo anche l’occasione per rivolgere gli auguri di buon lavoro a
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lei e alla Commissione, visto che nella seduta di insediamento non sono stato presente.
Ringrazio anch’io l’Assessore Aprea per la sua presenza e per la sua relazione. La prima
parte, credo, forse, che non meriti nemmeno la sottolineatura della gravità della situazione
con la quale siamo quotidianamente a confronto. Io vengo da un territorio, che è quello della
Provincia di Lecco, che era abituato a tassi di piena occupazione, oggi, francamente, siamo
di fronte ad un bollettino di guerra quotidiano, che ci mette in evidenza una situazione ch e è
profondamente cambiata, e dove il tasso di allarme, rispetto alla questione degli
ammortizzatori sociali, è davvero molto alto e genera fortissima preoccupazione e fortissime
tensioni ogni giorno. Quindi la ringrazio per questo quadro che ci è stato dato, che ci aiuta
anche ad avere dei riferimenti più precisi rispetto agli interlocutori e alle sollecitazioni che
noi abbiamo quotidianamente. E questo riguarda, come veniva appunto detto, quelle che,
potremmo chiamare così, le politiche di protezione, le politiche di sicurezza sociale, poi ci
sono, invece, tutti gli altri aspetti che abbiamo ricordato anche prima, che sono, forse, quelli
sui quali dobbiamo concentrarci con grande puntualità, delle politiche attive per rimettere in
moto l’economia anche di questa nostra Regione. Su questo io vedo moltissime sollecitazioni
arrivare, da parte del mio territorio, da parte degli imprenditori, da parte delle parti sociali,
delle organizzazioni e delle associazioni di categoria, e credo che questi spunti, appunto,
avremo modo, poi, di incanalarli e trovare il modo per discuterli all’interno di questa
Commissione. Il documento che ci ha presentato merita, ovviamente, molti approfondimenti.
Anch’io faccio soltanto una sottolineatura, signor Assessore, sulla questione della dote unica.
Il progetto, il percorso che lei ci ha presentato è sicuramente positivo, quello di
semplificazione e di eliminazione di alcuni passaggi ed aspetti, è, effettivamente, importante
che questo vada di pari passo con, come dire, anche una v erifica della pertinenza di queste
doti lavoro, perché sul territorio, da parte di tutti, dei lavoratori, anche, delle associazioni di
categoria, ci vengono, a volte, delle sottolineature sul fatto che queste doti lavoro, a volte,
sono state, appunto, così, una sorta di fase transitoria o di elemento per trovare, poi, una
ricollocazione dentro gli ammortizzatori sociali, ma che non hanno avuto sempre una grande
pertinenza, perché non per tutti il corso di inglese - mi permetta la semplificazione - va bene,
non per tutti il corso di inglese è una dote necessaria per la ricollocazione, mentre abbiamo
avuto, ripeto, secondo me, molti casi in cui queste doti sono state usate non con una
congruenza adeguata rispetto al percorso, poi, del reinserimento del lavorat ore. Quindi
secondo me le due cose devono andare di pari passo, in questo, credo, ci possono essere
d’aiuto le associazioni di categoria, le parti sociali, anche le libere professioni, mi permetto
di dire, che sono, oggi, un interlocutore non solo nei conf ronti delle quali dobbiamo avere un
riconoscimento per quello che riguarda in generale i bandi, penso, appunto, proprio anche
alle doti, che siccome abbiamo a che fare con dei soggetti, le libere professioni, che non
rientrano nella contrattazione di secondo livello, oggi, molto spesso, sono escluse da queste
doti, e invece noi abbiamo, ormai, bisogno di includere anche questi soggetti all’interno della
possibilità dell’erogazione della dote. Ma penso a loro anche, davvero, come un “partner”,
per indicarci quali possono essere le strade migliori per l’indirizzo corretto delle doti e del
reinserimento, così come anche su altri elementi che lei ha citato nella sua relazione. Grazie.
Presidente Angelo CIOCCA
Grazie al collega Piazza. Ultimo intervento che ho iscritto è il collega Del Gobbo.
Consigliere Luca DEL GOBBO
Grazie, Presidente. Anch’io voglio ringraziare l’Assessore Valentina Aprea per la passione e
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la disponibilità che oggi ha trasmesso a tutti noi. Io volevo non ripetere alcune sottolineature
interessanti, che i colleghi hanno già fatto prima, ma soffermarmi semplicemente su una
puntualizzazione di carattere politico. Io credo che sia evidente a tutti che in questo momento
il nostro Paese sta affrontando un’emergenza drammatica, che è quella dell’occ upazione e del
lavoro, e l’auspicio che faccio a noi, che lavoriamo in questa importante Commissione, è
quella di un lavoro che sia davvero un lavoro che va a guarda re al contenuto, appunto, di
questa tematica. In questi giorni un po’ tutti noi, che rappresentiamo i cittadini nelle
Istituzioni, a vario livello, e la politica, siamo impegnati in risposte concrete ad una sfida,
che è , io direi, epocale. Forse l’Italia e l’Occidente non si sono trovate, in questa situazione,
se non nel dopoguerra. E, davvero, l’auspicio è quello che noi possiamo fare un lavoro
proficuo, che vada anche al di là delle appartenenze. Io ho ascoltato, per esempio, prima, con
grande attenzione, gli interventi del collega Rosati, del PD, credo, su temi come questi, la
maggioranza e l’opposizione, quindi, chi oggi rappresenta, appunto, i cittadini in
maggioranza, e chi in opposizione, sono convinto che possano, in questa Commissione,
davvero, fare un lavoro che ci permetta di dire ai nostri concittadini che la politica è ancora
in grado di tentare, con tutte le proprie forze, di dare delle risposte a sfide epocali come
questa, appunto, attuale, del lavoro e dell’occupazione. Vorrei anche ricordare che in questi
giorni, proprio il nuovo Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha invitato tutti ad
un lavoro così. Per cui, se l’auspicio è questo tipo di lavoro in Commissione, la richiesta è
anche all’Assessore Aprea, e quindi alla Giunta, e agli strumenti che la Giunta ha a
disposizione, per un lavoro condiviso, condiviso, appunto , con la Commissione e con il
Consiglio, su un tema che, come dicevo prima, mi sembra di capire sia davvero il tema
principale. Ultimo aspetto. Perdere il lavoro, come abbiamo visto, non è solo la perdita di un
contributo economico alla tua famiglia, un contributo economico che ti permette di vivere
ma, in molti casi drammatici in questi giorni, abbiamo visto che equivale anche a perdere la
dignità. Ci sono delle persone che sono arrivate a gesti estremi, proprio perché il lavoro
coincide anche con la totale e completa realizzazione di una persona. E quindi anche questo
aspetto credo che noi dobbiamo tenerlo in debita attenzione. Brevissimo. Anch’io ho due
aspetti di carattere più tecnico. Non so se sia sufficiente o dobbiamo trovare una forma di
rafforzamento rispetto al tavolo del patto per il lavoro, quindi per questo tema, ovviamente,
serve la concertazione con tutte le parti, con le parti sociali, con i rappresentanti dei
lavoratori, con i rappresentanti del mondo delle imprese. Io credo che, anche da qu esto punto
di vista, dobbiamo fare una verifica se questo tavolo sia sufficiente o serv a qualcosa in più,
uno sforzo in più in questo particolare momento. Proprio perché, anche nell’esperienza che
ho avuto come Sindaco, ho incontrato spesso, in questi ulti mi anni, imprenditori che da una
parte, e in alcuni casi, lamentavano una crisi forte nei loro settori, dall’altra, a volte, non
essendoci una perfetta collimazione con il mondo della formazione, non avevano, magari,
laddove servivano, personale adeguato per poter inserirlo all’interno delle proprie attività.
Quindi una maggior verifica anche - è stato detto prima - di tutto l’apparato che riguarda la
formazione attraverso i soggetti accreditati ma, io ripeto, anche le imprese, anche chi tutti i
giorni vive quotidianamente il problema di dover dare lavoro e di dover creare imprese che in
Lombardia siano ancora un fiore all’occhiello dell’economia italiana e internazionale, credo
che sia un tema importante. Poi, ultimissimo, davvero, il tema dei risultati e d egli strumenti,
lo diceva prima il collega Rosati, mi sento anch’io di sottolinearlo. È importante verificare
quanto la Regione riuscirà a mettere a disposizione anche come risorse in strumenti per
affrontare questa grande emergenza, però è interessante, p oi, avere degli strumenti che ci
dicano, alla fine, gli strumenti e le forze e le risorse che abbiamo messo in campo quali
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risultati concreti abbiano dato. Quindi io, ripeto, da una parte la verifica dei risultati puntuali
e, dall’altra parte, una sempre più maggior concertazione sul tema della formazione e
dell’apprendistato e di tutti quei temi che prima abbiamo trattato, con i soggetti che, insieme
alle Istituzioni, in questo momento possono tentare di creare con noi una grande alleanza
contro, ripeto, quella che è la sfida, davvero, del momento.
Presidente Angelo CIOCCA
Grazie al collega Del Gobbo. Aggiungo tre considerazioni veloci, poi lascio la parola
all’Assessore per, magari, appunto, chiudere negli elementi e negli stimoli che sono stati
dati. Sicuramente io condivido che bisognerà anche su alcuni aspetti, che non vanno, com’è
stato detto dall’Assessore, il rilancio dell’apprendistato, cioè l’apprendistato ha delle
difficoltà, bisognerà lavorare anche con gli addetti ai lavori, anche con la libera professione,
anche con i consulenti del lavoro, capire perché alcune informazioni non arrivano, perché
alcuni elementi non arrivano, perché ci sono anche sul territorio interpretazioni diverse. Ad
esempio, sulla formazione obbligatoria dell’apprendista, su lle 120 ore potremmo aprire una
serie di difficoltà. E, forse, ecco, il compito che oggi viene chiesto a Regione Lombardia è
anche quello di chiarire, cioè io vi chiedo, laddove è possibile, non so sotto l’aspetto poi
giuridico, chiederemo agli addetti ai lavori, anche delle circolari regionali, che possano, in
qualche modo, tracciare delle certezze, oggi c’è troppa incertezza, cioè, ancora prima della
sburocratizzazione, servono elementi di certezza. Il mondo produttivo, sul tema del lavoro,
ha ancora troppe incertezze, cioè molte informazioni non arrivano o arrivano in modo
confuso, e qui dovremo capire come agire assieme. Sul tema della dote unica, io condivido
che sia una grande opportunità, bisognerà capire questo sportello per l’occupazione, che deve
essere uno sportello sicuramente accessibile, come possa, in qualche modo, anche
coinvolgere, a mio avviso, in un ruolo anche gli Enti locali, mi riferisco ai Sindaci, cioè il
primo “front-office” è sicuramente il Sindaco, oggi, su un territorio, e quindi, in qualche
modo, servirà anche coinvolgere il ruolo dell’Ente locale, con un obiettivo che dobbiamo
porci, che è quello che le risorse devono dare la massima resa, devono andare alla reale
necessità, quindi non devono diventare – perdonatemi, lo dico – ma è stato il “business” o il
“core business” di qualche realtà. Devono essere, sicuramente, gli strumenti utili e
finalizzati in una sola ottica, importante, è stato detto da un collega, nel momento in cui uno
fa un percorso formativo bisogna fare in modo che, alla fine di quel percorso, quell’attrezzo
che acquisisce, che va nella cassetta degli attrezzi personale, del lavoratore o del
disoccupato, possa essere un attrezzo utile. Quindi il percorso deve andare in quell’ottica,
perché se io ho una bellissima cassetta degli attrezzi, ma gli attrezzi che mi trovo a poter
utilizzare non sono impiegabili, capite che ho una bellissima cassetta degli attrezzi , che
continuerà a restare bella e lucida. Diventa altrettanto fondamentale, e qui l’Assessore ha
toccato uno dei temi, cioè far parlare questi tre mondi: il mondo della formazione, il mondo
del lavoro e il mondo dell’impresa. E quindi bisognerà anche trovare qualche strumento per
far leggere alla formazione, alla scuola, l’andamento, non so, delle Partite Iva, l’ andamento
dei permessi di costruire, perché se io voglio essere vivace nella formazione professionale, e
voglio anche poter costruire un percorso didattico attento, devo poter avere uno strumento,
quindi lo strumento anche di leggere dove va il mercato imp renditoriale, quindi potendo
leggere i permessi di costruire, poter leggere, ovviamente per categorie, anche le Partite Iva.
Assessore, lascio a lei una serie di considerazioni, a lei e ai collaboratori della struttura,
dirigenti di struttura. Vi chiedo ancora di pazientare dieci minuti e poi chiudiamo i lavori
della Commissione.
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Assessore. Valentina APREA
Grazie, Presidente. Sarò brevissima. Risponderò a flash, però abbiamo preso nota e,
soprattutto, risponderemo con i fatti. A questo proposito, Presidente, lo dico ai Consiglieri,
non solo noi verremo a raccontarvi l’esito delle politiche, evidentemente, che è prima di tutto
un nostro impegno, ma è anche un dovere istituzionale, però ci impegniamo fin da adesso a
monitorare tutte queste politiche. Sia chiaro, quando noi parliamo di “politica dei 100
giorni”, però, Presidente, lo voglio dire soprattutto a te, perché hai parlato di risultati, noi
non è che fra 100 giorni vedremo i risultati, attenzione, noi fra 100 giorni torniamo qui,
prima della pausa estiva, a dirvi se abbiamo messo in campo tutte queste risorse, cioè se
abbiamo speso e speso nella maniera... investito queste risorse. No, no, lo voglio dire... E gli
obiettivi. No, no, ma il discorso è questo, cioè che poi queste politiche o questi strumenti
siano stati più o meno efficaci, e quanti occupati, e quanta soddisfazione questo lo vedremo
più avanti. Il primo passo è rispettare la tempistica rispetto alle misure da promuovere,
perché questo è importante, cioè 100 giorni sono pochi, ma sono anche ta nti per imprimere
un nuovo corso di una nuova legislatura e dare dei segnali. Questo sicuramente. Quindi il
monitoraggio parte e prima della pausa estiva, in ogni caso, ci ved remo per fare il punto della
situazione - ci vedremo sempre, tante altre volte prima, ma insomma - rispetto proprio a
questo punto di partenza. Ringrazio il collega Formenti, che ha ribadito il concetto della
semplificazione. Voi in più interventi avete, dal primo all’ultimo, sollecitato e incoraggiato
noi a sburocratizzare, a semplificare. Vedete, purtroppo questo è stato, diciamo, da una parte
la forza, ma anche il limite dell’intervento pubblico nel nostro Paese. Da una parte c’era la
legge e il regolamento e tutta una serie di codici e codicilli che garantivano, da un punto di
vista formale, l’uso del denaro pubblico, l’investimento pubblico nei settori della vita dei
cittadini, ma il limite è proprio quello, che poi alla fine abbiamo fatto la legge per la legge,
cioè ci siamo avvitati intorno alla norma e tutto quello che oggi, anch e, sembra... ha un titolo
accattivante “legge per lo sviluppo”, “legge per la competitività”. Pensate solo alle leggi...
adesso, tanto per non andare lontano nel tempo, del Governo Monti, “salva Italia”, e questo,
e quest’altro, sembravano tutti titoli accattivanti, che hanno aperto speranze, e poi, invece,
sono state grandi delusioni o, la stessa legge del mercato del lavoro, tanto attesa, poi alla fine
ha prodotto più delusioni - non parliamo, poi, del problema degli esodati - e più buchi che
altro. Invece qui, veramente, vogliamo sperimentarlo, ma adesso posso dirvi che lo faremo e
lo dobbiamo fare, perché se no è inutile, proprio, che prepariamo gli strumenti, capito?
Ormai l’economia è moribonda, per non dire morta, allora noi, siccome abbiamo questa
situazione, dobbiamo assolutamente anche immaginare l’intervento pubblico in modo
diverso. Certo, non dobbiamo né regalare finanziamenti né sbagliare a farli andare,
naturalmente, a destinarli, allora ecco che abbiamo bisogno di altri correttivi e di altri
strumenti per l’erogazione dei contributi pubblici. Il progetto di imprese creative, abbiamo
tanti progetti, parlo adesso sempre a Formenti, velocemente. Ancora quando ero Assessore
al Lavoro, abbiamo fatto un bando di 2 milioni di euro per le imprese crea tive, per esempio
tutti questi progetti di cui parlava Formenti potrebbero rientrare benissimo in questo bando di
Regione Lombardia, credo che sia ancora aperto. Malvezzi: la legge sulla competitività.
Vero, però, quello che dicevo prima... , intanto molti temi sono di Melazzini e di Garavaglia,
su questo poi tornerò velocemente per Rosati, però non mi chiamo fuori, naturalmente, nel
senso che se voi volete sentirci o in seduta congiunta o fare proposte rispetto a modifiche che
riguardano il nostro Assessorato, va benissimo. Sull’alleanza con tutti i livelli istituzionali,
sfondate una porta aperta, io mi auguro, guardate, lo dico... abbiamo già avuto un buon inizio
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in Consiglio regionale, mi auguro che si possa fare anche nelle aule parlamentari. La mia
esperienza politica mi dice che solo la Sicilia riesce a fare lobby, quando i siciliani sono
nelle aule parlamentari non esistono partiti, non esistono schieramenti. Lo dico perché loro
sono abituati a viversi come un’altra Repubblica, noi no, noi abbiamo avu to sempre senso
istituzionale, noi abbiamo fatto sempre le battaglie dai nostri banchi, ma non ci siamo mai
incontrati né prima, né durante, né dopo, poi magari si votava allo stesso modo, se eravamo
tutti lombardi, per esempio penso alle grandi questioni che abbiamo trattato anche negli anni
scorsi. No, mi avete capito, invece? Cioè, voglio dire, abbiamo dato già un esempio in
Consiglio regionale, questo è importante. Allora, ci vediamo nelle Commissioni? Decidiamo
che si deve fare una battaglia? Poi, è logico, ognuno ha le persone di riferimento, come
giustamente diceva Malvezzi, forse è arrivato il momento in cui anche noi dobbiamo far
sentire la voce delle Istituzioni lombarde, e quindi degli eletti lombardi, e così mi correggo
rispetto a quello che avevo detto prima. Benissimo superare la logica di bando, fra un po’
darò la parola al dottor Bocchieri, che vi spiegherà questa faccenda della dote unica. Patto
per lo sviluppo, in realtà Maroni l’ha già fatto, quindi continueremo. Io lo farò per quello che
è di mia competenza, ma so che anche il Presidente Maroni periodicamente incontrerà le parti
sociali e tutti i soggetti, pubblici e privati, intorno a questo tavolo. Tizzoni. Dunque, sì, sulle
Province, in realtà l’abolizione delle Province io non la vedo t anto vicina, non so se poi
adesso con il Governo Enrico Letta, cioè nel rispetto alla tematica istituzionale, al
programma delle politiche istituzionali, verrà ripreso anche questo, però io voglio
tranquillizzarvi su questo, nel senso che Regione Lombardia, siccome ci siamo andati vicini
all’abolizione o all’aggregazione delle Province, per la verità, mai all’abolizione in senso
stretto, aveva già ragionato anche su una diversa distribuzione di competenze, ma anche
l’utilizzo di attrezzare gli uffici provinciali della Regione eventualmente a svolgere le
funzioni delle Province. Quindi siamo attrezzati. Non ci spaventa tanto questo, è invece la
qualità del servizio, che deve essere dato sia a livello regionale che provinciale, quello sì è
diverso, e su questo risponderà con i centri dell’impiego Bocchieri, quel che ci è stato
sollevato anche... Comunque, quello che sta succedendo ad AFOL riguarda la gestione,
quindi non è che mette in discussione il servizio. Brambilla. Grazie... Va bene, ringrazio
tutti, innanzitutto, per aver condiviso, diciamo, il taglio del mio intervento, mi sembrava
doveroso, avendo io chiaro il quadro, di condividerlo con voi, perché quella è una base di
partenza, sono numeri, fatti e risorse, dobbiamo essere tutti consapevoli che si par te da lì.
Quindi ringrazio anche il Consigliere Brambilla che ha apprezzato il taglio della relazione.
Certamente le nuove misure per il lavoro devono superare anche la cassa integrazione in
deroga, però in questo ha ragione il Consigliere Rosati, finché l e abbiamo, cerchiamo di
utilizzarle al meglio, poi vediamo che succederà dal 2016 in avanti. Il contratto di
solidarietà. È difficile da far passare, ma soprattutto dobbiamo tenere i finanziamenti
nell’accordo del secondo semestre, fatto quello... però ce l’hanno richiesto le parti sociali,
quindi dovremmo parlarne più agevolmente. Sicuramente le leggi si possono rivedere, lo
faremo, immagino, a partire dopo i 100 giorni, adesso mettiamo in giro un po’ di risorse,
quelle che abbiamo, poi chiaro che la parte legislativa e normativa ripartirà, anche se, io
credo, guardate, qui lo dico, che noi dobbiamo anche lì semplificare. Io non l’ho messo nei
100 giorni, perché non sarebbe stato credibile, ma voi avete capito che dovremo, forse,
arrivare, anche a livello regionale, a fare Testi Unici, perché anche se siamo più giovani
dello Stato nazionale, già stiamo complicando la vita. Quindi io direi che, appunto, anche
questa è una cosa che poi sappiamo che dobbiamo fare nell’arco dei cinque anni, quando
siamo pronti poi veniamo a farvi una proposta. Politiche valutative. Quelle sono un altro
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punto di forza di questo programma. L’amica Lara è andata via, era interessante questa storia
del profilo della formazione professionale per le attività montane. Onestamente non ci
abbiamo ancora pensato, perché abbiamo altre sollecitazioni, però può essere, anche questa,
una risposta anche per quel tipo di realtà. Grazie, Pedrazzini. Condividiamo la priorità lavoro
e il ponte generazionale, la territorialità. Ecco, allora io darei, intanto, subito la parola, così
mi aggancio ad una prima risposta a quello che diceva anche Rosati, al dottor Bocchieri, per
la parte reti pubblico-privato, Province e dote unica del lavoro, perché su questo sono stati
espressi da vari Consiglieri un po’ di perplessità, poi un chiarimento da parte del dottor
Matone, e concludiamo. Dr. Giovanni Bocchieri Direttore Generale Assessorato Istruzione,
Formazione e Lavoro. L’intervento sulla dote lavoro fondamentalmente serve a rassicurare
rispetto alle sollecitazioni che sono arrivate dai Consiglieri, in quanto, appunto, la
valutazione degli esiti degli strumenti di dote lavoro che abbiamo avuto finora, sia rispetto
agli aspetti positivi, sia rispetto alle criticità, sono alla base dell’elaborazione che stiamo
facendo rispetto a dote unica. È ovvio, non abbiamo un’analisi documentale che può essere
prodotta immediatamente per un momento di giusta valutazione rispetto agli esiti degli
strumenti precedenti, però la logica sottostante parte proprio dalla consapevolez za che quegli
strumenti avevano dei limiti. Dote lavoro e dote unica vuole essere, sostanzialmente, un
“mainstream” a disposizione del lavoratore, che possa attivare autonomamente e
immediatamente, senza l’attesa di un nuovo bando, lo strumento di cui ha b isogno in quel
particolare momento della sua vita lavorativa o di apprendimento lungo tutto l’arco della
vita. Noi abbiamo cercato di dare, e spero che traspaia dal documento lasciato
dall’Assessore, una coerenza interna alle azioni che abbiamo cantierato nei primi 100 giorni.
Richiamo, a tal proposito, quindi rispetto a dote unica, anche l’idea di usare, di implementare
il libretto formativo del cittadino che, come sapete, è uno strumento previsto da una legge
nazionale, la legge Biagi, del 2003, che non ha ancora trovato un’attuazione, il nostro
obiettivo è quello proprio di mettere a sistema il libretto formativo rispetto a dote unica,
proprio perché – tanto per semplificare – non è detto, appunto, che l’inglese sia necessario in
un particolare momento della vita del lavoratore, ma non è detto nemmeno che sia necessaria
la reiterazione di percorsi formativi in diversi momenti della vita del lavoratore stesso.
Quindi mettere a sistema dote unica, con uno strumento di “governante”, che faccia
riferimento, faccia perno sul libretto formativo o sull’integrazione delle banche dati, che
vadano dalle banche dati degli studenti fino alle comunicazioni obbligatorie, crediamo che
sia il miglior modo per un’architettura di “governante” coerente rispetto alla situazione data
in quel momento nel mercato del lavoro. In questa logica si inserisce, quindi, anche
l’elaborazione rispetto ai servizi all’impiego. La nostra lettura della riforma Fornero è che,
appunto, si è voluto in fretta passare da un sistema di ammortizzator i, che conoscevamo, ad
un sistema di ammortizzatori universalistico, con le difficoltà di cerniera tra il vecchio
regime e il nuovo, e quindi con le contraddizioni che stiamo vivendo rispetto agli
ammortizzatori in deroga, altro momento di debolezza della riforma Fornero stessa è,
appunto, la riforma dei servizi al lavoro. C’era una delega, che ormai si sta chiudendo
rispetto alla riforma dei servizi al lavoro, l’obiettivo di Regione Lombardia è fare
riferimento, partire dalle “best practices” di cooperazione o di raccordo tra pubblico e
privato, quindi tra servizi al lavoro pubblici, centri per l’impiego e servizi al lavoro privati,
intesi quali soggetti autorizzati o accreditati nel sistema dei servizi al lavoro di Regione
Lombardia per creare, anche qui, una “governante” del mercato del lavoro e spostare le
sicurezze dai posti di lavoro al mercato del lavoro. Quindi questo è un altro degli obiettivi
che metterei in affiancamento rispetto a dote unica. Riflessione in una costruzione di un
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sistema così articolato, che stiamo sviluppando, è anche rispetto ai sistemi di accreditamento
e ai sistemi del controllo. Cioè noi sappiamo che tanto più i sistemi di accreditamento sono
con un’asticella alta, tanto più i controlli possono essere depotenziati, quindi poter passare da
una logica di sanzione successiva ad una logica preventiva di indirizzo degli operatori,
riteniamo che possa essere un giusto bilanciamento per dare anche spazio alle esigenze delle
imprese. Il bilanciamento tra un sistema di accreditamento, che possa, appunto, essere serio e
possa richiedere preventivamente delle dotazioni strumentali, e quindi anche di capitale
umano, all’altezza delle situazioni rispetto alla possibilità di depotenziare i controlli,
superando una logica sanzionatoria, crediamo debba essere fatto con il momento della
valutazione. Quindi stiamo ragionando per mettere in equilibrio il trittico, i sistemi di
autorizzazioni, controlli, tramite valutazione. Infine, il presidio della programmazione
comunitaria, ovviamente per noi è determinante, sia perché rappresenta una fonte di
finanziamento che deve essere assolutamente utilizzata e sfruttata. Abbiamo già avviato, con
l’Assessore, un’immediata ricognizione sui fondi residui della programmazione 2007 -2013, e
quindi, parallelamente, la nostra attenzione si svilupperà lungo la necessità di impegnare
tutte le risorse, come ha detto l’Assessore prima, per il 2013, che non significa spesa entro il
2013, ma comunque impegno delle risorse disponibili e, soprattutto, presidio della
programmazione comunitaria 2014-2020, che soprattutto per il Fondo Sociale Europeo, vede
i temi del lavoro, della formazione e dell’istruzione avere un peso preponderante. Quindi
saremo in grado, anche da questo punto di vista, di dare un’informativa approfondita e
adeguata rispetto alle richieste che sono emerse nell’incontro di oggi.
Presidente Angelo CIOCCA
Grazie. Ma volevo ora passare la parola al dottor Matone.
Dr. Fulvio MATONE Direttore Generale ARIFL
Buonasera. Visto l’orario, con molti, con il Consigliere o con altre situazioni di presenza
istituzionale e sociale abbiamo avuto molte occasioni di frequentazioni, quindi quando si
parla di Sindaci, vedere... per noi era “Del Gobbo il Sindaco”, non riesco ancora a chiamarlo
Consigliere, perché abbiamo avuto una crisi molto acuta sul territorio di Magenta, con dei
personaggi alquanto vivaci ed esuberanti, per cui abbiamo dovuto, insieme, anche
condividere tante parti, Presidente, abbiamo avuto anche delle storie abbastanza tragiche su
certe situazioni. Sulle crisi, penso che l’indicazione politica che ha dato l’Assessore ci possa
aiutare a comprendere la prospettiva su cui andiamo. Io, personalmente, professionalmente
raccolgo molto con interesse la sollecitazione del Consigliere Rosati, nel senso che è il pa sso
in più che oggi siamo chiamati a fare e che il Presidente Maroni ha chiesto all’Assessore
Aprea di sostenere con vigore e con forza, cioè il coinvolgimento delle deleghe
dell’Assessore Melazzini e dell’Assessore Cavalli, e poi la parte anche di Garavag lia,
insomma, un’idea più radicata di azioni per lo sviluppo. Quindi io non vado oltre sulle crisi,
direi soltanto due spunti di quello che chiedeva il Consigliere Rosati su borsa lavoro e su
osservatorio. Sull’osservatorio, voi sapete, c’è una norma regionale che ha coordinato tutti
gli osservatori sull’Ente Eupolis, che raccoglie ricerca e informazione. Quindi l’osservatorio
risiede in Eupolis, per cui, forse, con Eupolis è utile fare, magari nelle varie fasi di incontro,
l’approfondimento del caso. L’intervento dell’Assessore è stato introdotto da una sintesi di
alcuni dati, per cui vedete che, anche attraverso il lavoro di Eupolis, c’è un costante presidio
di monitoraggio delle fonti libere e delle fonti da trattare, come, ad esempio, gli esiti delle
cosiddette comunicazioni obbligatorie, che oggi ci danno un patrimonio formidabile di
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conoscenza sull’andamento della situazione occupazionale dipendente, ma abbiamo
collaborato, insieme a Eupolis e insieme a Unioncamere, alle parti datoriali e alle parti
sindacali anche sul presidio di tutti i dati legati all’andamento congiunturale. Quindi è lì che
si esplicitano tutti i momenti di conoscenza che, credo, siano effettivamente imprescindibili
anche rispetto all’attività di questa Commissione, per noi così impo rtante come riferimento.
Borsa lavoro, è un tema per me molto importante, anche perché si presta anche a due
elementi di conoscenza diversa: borsa lavoro dal punto di vista puramente tecnico e
istituzionale, è quella sede di incontro tra domanda e offerta dal punto di vista delle
opportunità di lavoro, ed è connessa a degli obblighi di legge, è un sistema informativo
residente, esistente, non farlo farebbe incorrere in sanzioni, quindi evidentemente la norma
viene rispettata, e l’infrastruttura su cui gira borsa lavoro è l’infrastruttura che ha consentito
quel lavoro di rete istituzionale e di partenariato sociale con gli Enti accreditati, che
altrimenti non sarebbe stato possibile. È l’ossatura su cui è partita Sintesi, è l’ossatura che ci
consente anche di garantire i flussi di andata e di ritorno delle comunicazioni obbligatorie.
Quindi, di per sé, esiste, direi, con una battuta, se mi è consentita, “combatti insieme a noi”,
è uno degli strumenti possibili da utilizzarsi da parte dei soggetti chiamati a in tervenire sul
territorio, con cui abbiamo anche intensificato la relazione, proprio nell’ottica delle
sottolineature che facevate voi rispetto all’efficacia delle azioni, e quindi è per noi un punto
di riferimento direi endoprocedimentale, cioè all’interno di tutte le funzioni che noi
vogliamo. Abbiamo, però, anche capito, ed è questa la ratio della l. 22, che i lavoratori non
sono cose, le persone hanno una complessità nel muoversi, grazie a Dio, direi, anche, così
come le aziende non sono degli ambiti dove meccanicamente si inseriscono delle figure.
Quindi c’è bisogno di soggetti che intermedino l’azione di “scouting” da parte delle aziende
e l’azione di ricerca da parte dei lavoratori. Quindi l’idea, forse iniziale, forse pre-crisi, di un
automatismo nell’esposizione del curriculum e dell’acquisizione da parte dell’azienda è
fallita, cioè non ha ragion d’essere, ma perché c’è bisogno di tutti i diversi soggetti e,
guardate, l’avventura di questi anni ci dice che la cosa più efficace è quando sia le aziende
che i sindacati che gli Enti lavorano insieme per trovare la soluzione, sia alla domanda di
forza lavoro da parte dell’azienda, che l’esigenza di occupazione da parte della persona.
Questa sintesi si svolge attraverso questa infrastruttura che non è, di p er sé, la soluzione a
tutti i mali. Mi fermo.
Assessore Valentina APREA
Grazie. Presidente, tutto questo per dire che siamo sul pezzo. Io ringrazio anche i Consiglieri
Piazza, Del Gobbo, ringrazio ancora te, personalmente, e tutto l’Ufficio di Presidenza . È solo
l’inizio di un lungo lavoro, per ora ci siamo dati il percorso per i prossimi 100 giorni, al
netto delle cose straordinarie, imprevedibili, pensate soltanto alla crisi del San Raffaele che,
per carità, era già nota nella scorsa legislatura ma che, per esempio, ci ha impegnato due
giorni, ieri e oggi, per dire. Però siamo sul pezzo, i dirigenti saranno al loro posto da
settimana prossima, tutta la struttura, per ora avete già conosciuto e ascoltato il nostro
direttore generale e il direttore dell’AR IFL, io posso solo dirvi “arrivederci”, a questo punto,
a presto, però vi coinvolgeremo in tutte le nostre iniziative, così voi seguirete il nostro
percorso e, se questi strumenti saranno giusti andremo avanti, se ci sarà da correggere
qualcosa, per carità, pronti a rivedere anche le nostre posizioni, se sarà necessario, se
vedremo che non saranno così positive e così soddisfacenti, come oggi ci sembrano. Grazie,
Presidente, grazie Consiglieri.
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Presidente Angelo CIOCCA
Grazie all’Assessore, grazie al dottor Bocchieri e al dottor Matone. Vi chiedo anche, adesso,
è un tema che non abbiamo trattato, di riflettere, assieme, ma nei prossimi incontri
sicuramente emergerà, sull’inserimento occupazionale dei diversamente abili. Cioè anche
quello sarà, ovviamente, un tema che ci dovrà, in qualche modo, impegnare, e mi auguro
anche portare una serie di risposte. Chiedo, a nome della Commissione, Assessore, se ci
aggiorni dopo l’incontro di lunedì 22, del quale ti ringrazio di essere stata così celere e così
veloce, appunto, nel programmare la riapertura di un tavolo importante, e questo è un
risultato, a mio avviso, significativo, del quale ti ringrazio e probabilmente è frutto anche di
una maturità, di un atto portato in Consiglio. Vi chiedo, così, la cortesia di alzare la mano se
qualcuno di voi ha difficoltà nella giornata di giovedì prossimo, 2 maggio. Chi ha difficoltà
giovedì mattina alzi la mano, perché è meglio evitare di... mattina, alle 10.00. Grazie. Sì, sì,
ho visto, ho visto. Grazie.
La seduta termina alle ore 17.00.
Hanno partecipato ai lavori della seduta:
- i seguenti Consiglieri componenti della Commissione:
Presidente
Vice Presidente
Cons. Segretario
Angelo CIOCCA
Salvatore Carlo MALVEZZI
Enrico BRAMBILLA
Lega Lombarda-Lega Nord-Padania
Il Popolo della Libertà
Partito Democratico della Lombardia
(3)
(4)
(4)
Componenti
Agostino ALLONI
Stefano BUFFAGNI
Michele BUSI
Luca DEL GOBBO
Francesco DOTTI
Antonello FORMENTI
Lara MAGONI
Daniela MARONI
Maurizio MARTINA
Donatella MARTINAZZOLI
Claudio PEDRAZZINI
Mauro PIAZZA
Fabio ROLFI
Onorio ROSATI
Marco TIZZONI
Dario VIOLI
Partito Democratico della Lombardia
Movimento 5 Stelle
Con Ambrosoli Presidente-Patto Civico
Il Popolo della Libertà
Fratelli d’Italia Centro Destra Nazionale
Lega Lombarda-Lega Nord-Padania
Maroni Presidente
Maroni Presidente
Partito Democratico della Lombardia
Lega Lombarda-Lega Nord-Padania
Il Popolo della Libertà
Il Popolo della Libertà
Lega Lombarda-Lega Nord-Padania
Partito Democratico della Lombardia
Maroni Presidente
Movimento 5 Stelle
(5)
(4)
(5)
(4)
(2)
(4)
(4)
(4)
(4)
(4)
(4)
(4)
(4)
(5)
(4)
(5)
- Risulta assente alla seduta il Consigliere componente della Commissione:
Elisabetta FATUZZO
Giulio GALLERA
Partito Pensionati
Il Popolo della Libertà
(1)
(4)
33
E’ presente l’Assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina APREA e il Direttore Generale
Giovanni BOCCHIERI.
E’ presente altresì il Direttore dell’Agenzia regionale Istruzione, Formazione e Lavoro dr. Fulvio
MATONE.
IL PRESIDENTE
IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
(Angelo CIOCCA)
(Enrico BRAMBILLA)
LA RESPONSABILE DELLA POSIZIONE ORGANIZZATIVA
(Nella MOSCON)
IL FUNZIONARIO VERBALIZZANTE
(Roberto CHIANINI)
Allegato: ordine del giorno della seduta
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IV Commissione - Attività produttive e occupazione
mercoledì
24 aprile 2013
Seduta di Commissione
ore: 14:30
O.D.G. DELLA SEDUTA DI MERCOLEDÌ 24 APRILE 2013
1
Comunicazioni del Presidente
2
Incontro con l’Assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea
per l’illustrazione dei temi relativi alla tutela e alla promozione del lavoro,
anche in relazione alla DCR n. X/11/2013 (mozione n. 4), concernente le risorse
destinate alla cassa integrazione in deroga.
TRATTAZIONE
RELATORE
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CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA