1 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia Intendo esaminare qui i ricordi di esperienze estreme, di offese subite o inflitte. In questo caso sono all’opera tutti o quasi i fattori che possono obliterare o deformare la registrazione mnemonica: il ricordo di un trauma, patito o inflitto, è esso stesso traumatico, perché richiamarlo duole o almeno disturba: chi è stato ferito tende a rimuovere il ricordo per non rinnovare il dolore; chi ha ferito ricaccia il ricordo nel profondo, per liberarsene, per alleggerire il suo senso di colpa. Primo Levi I sommersi e i salvati I AM HERE NOW Racconti sui giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch PRESS KIT: https://www.dropbox.com/sh/8k10mpi7sj0m8h4/JsTK6kYI0Z Progetto multidisciplinare – radio / teatro / arte / musica 1. Il progetto 2. Il presente permanente 3. Obiettivi e Cicatrici 4. Il progetto nel dettaglio − 4.1 I racconti − 4.2 La mostra itinerante “I Am Here Now” − 4.2.1 Distribuzione − 4.3 I Quaderni di Nisveta − 4.4 I am here now – EP 5. Traduzione e valenza nazionale 6. Organizzazione 7. Sponsor e contributi Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 pag 2 pag 3 pag 4 pag 6 pag 6 pag 10 pag 12 pag 14 pag 18 pag 19 pag 20 Pag 22 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 2 I've seen things you people wouldn't believe, attack ships on fire off the shoulder of Orion, I watched the c-beams glitter in the dark near the Tannhäuser Gates. All those moments will be lost in time, like tears in rain. Roy Batty – Blade Runner 1. Il progetto Ogni uomo è caratterizzato dalla sua storia e da questa dipendono le sue scelte e il destino che si crea, conoscere la storia di chi ci circonda, ci permette di conoscere meglio noi stessi. Bombardati dalle immagini di guerre e tragedie nel resto del mondo, un po’ assuefatti dal male, non ci si chiede cosa succeda alle persone che le tragedie le vivono. Nel 1991 nell’Ex Jugoslavia è scoppiata una guerra che ha colto tutti impreparati. Lo stupore di fronte alla violenza e all’odio della guerra e’ uno dei sentimenti che accomuna le persone scampate al conflitto. In Europa il velo vergognoso della pulizia etnica sembrava essere sepolto con la fine del nazismo, o almeno la magnitudine con cui si è abbattuto sul continente. La guerra nei Balcani ha dimostrato il contrario e ha ricordato che le tragedie più drammatiche possono accadere anche davanti alla propria porta. All’improvviso, nei paesi dell’Europa occidentale sono arrivati una grande quantità di profughi che cercavano asilo politico. Il ricordo di chi era a scuola nei primi anni ’90 è quello di nuovi bambini che si sedevano nei banchi, con nomi strani, sguardi diversi, una lingua sconosciuta. Tutti sapevano da dove venissero e cosa stesse succedendo, tutti vedevano la TV. Ma nessuno poteva dire di sapere cosa fosse la guerra e cosa avessero passato quei bambini, prima di varcare l’entrata della nostra aula. Questo lavoro vorrebbe mostrare cosa sia successo alle persone che la guerra l’hanno vissuta, nelle sue diverse sfaccettature e da parti differenti, ma che hanno un punto in comune, cioè essere rimaste nel paese che le ha ospitate durante il conflitto. A vent’anni dall’ultimo grande conflitto europeo ricostruiamo alcune storie di esuli moderni, che hanno ormai trascorso la maggior parte della loro vita in Svizzera. In questo luogo per loro sconosciuto, mischiati agli altri cittadini e lasciandosi apparentemente scomparire le tracce del loro passato, si sono dovuti reinventare un’identita’, malgrado il vissuto dell’esperienza piu’ tragica per l’essere umano: la guerra. Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 3 2. Il Presente Permanente La distruzione del passato, o meglio la distruzione dei meccanismi sociali che connettono l’esperienza dei contemporanei a quella delle generazioni precedenti, è uno dei fenomeni più tipici e insieme più strani degli ultimi anni del novecento. La maggior parte dei ragazzi e delle ragazze alla fine del secolo è cresciuta in una sorta di presente permanente, nel quale manca ogni rapporto organico con il passato storico del tempo in cui essi vivono. Questo fa sì che gli storici, il cui compito è di ricordare ciò che gli altri dimenticano, siano più essenziali alla fine del secondo millennio di quanto lo siano mai stati prima. Ma proprio per questo devono essere più che semplici coronisti e compilatori di memorie sebbene anche questa sia la loro necessaria funzione. Eric Hobsbawn Come dice Eric Hobsbawn, viviamo un presente permanente, che inevitabilmente ci distacca dal “già vissuto” diminuendo la possibilità di poter imparare dagli errori commessi. Solo un approccio benedettiniano volto a salvaguardare il patrimonio della memoria può riscattare e sostenere il significato della bellezza umana. La definizione di giovane europeo è molto discussa. Il continente che intende muoversi come un unico organismo da un punto di vista finanziario e politico vede però un doloroso sgretolarsi alle fondamenta: la perdita di fiducia nelle istituzioni politiche tra i giovani li porta a desiderare un cambiamento contrario, che valorizza l’appartenenza linguistica e la coesione tra simili, tra chi non ha lavoro o chi vede promesse di carriera svanire. A causa della crisi interna e della mancanza di memoria, le nuove generazioni sono portate a cercare le cause del proprio malessere cedendo a facili inclinazioni xenofobe. Si prova un forte senso di impotenza nell’osservare gli eventi scatenanti come qualcosa di più grande e inafferrabile. Le domande Chi siamo? Cosa consumiamo? Come giudichiamo? Come e in che cosa crediamo? sono declinate dal rapporto con l’altro e da quello con il passato. Non sapere come rispondere a queste domande significa far parte del presente permanente e, di conseguenza, essere alla mercé di un chi o un cosa che muove e definisce gli eventi. L’effetto è una terribile chiusura e ignoranza di fronte alle storie umane che intorno a noi avvengono con drammatica frequenza e intensità. Il progetto I Am Here Now vuole chiamare il giovane pubblico e partecipanti a chiedersi se siamo capaci di cogliere il pericolo dell'ignoranza e se riusciamo a specchiarci nella storia dell'altro. Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 4 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 3. Obiettivi Definiamo cultura la trasmissione del bagaglio di conoscenze di un gruppo di persone al prossimo. Le conoscenze ci definiscono come uomini, ci permettono di muoverci nel mondo con una maggiore consapevolezza di come funziona il sistema in cui esistiamo, delle persone che la compongono, delle dinamiche che lo attivano. La trasmissione di cultura definirà il livello di consapevolezza umanistica di un cittadino e gli permette di pensare e scegliere con maggior capacità di giudizio critico. La cultura in questo senso permette di posizionare ognuno nella propria storia e ci aiuta a capire che ogni esperienza personale è, in realtà, parte di una condivisione di esperienza umana. Il lavoro permetterà in questo senso di portare alla luce e condividere con la popolazione le storie dei cittadini del nostro paese che hanno vissuto l'esperienza della guerra, della pulizia etnica, della fuga e dell'esilio. Cittadini che hanno oggi acquisito la cittadinanza svizzera ma anche coloro che pur non avendo richiesto la nazionalità, sono ormai parte integrante della società e sono, come esiliati, pressocché irriconoscibili. Il lavoro è indirizzato a chiunque sia interessato; tuttavia verrà indirizzato particolarmente a chi è in età giovane, ovvero ha la stessa età di coloro che durante le guerre hanno dovuto scegliere l'esilio. È fondamentale per questo progetto che il target dei giovani sia raggiunto, in quanto è proprio questa generazione che ha un grande bisogno di confrontarsi con la crisi identitaria, i pericolosi nazionalismi, la storia contemporanea. Questo preciso obiettivo culturale si traduce quindi in una concreta comunicazione: mostrare che la guerra non è solo fisica, ma prosegue ben oltre i suoi confini tangibili e si trasforma in uno stato mentale, declinato di volta in volta a dipendenza del momento storico personale che stai vivendo. Un po’ più forte ogni tanto, un po’ più debole in altri momenti. Rimane attivo per molto tempo dopo, nelle persone che la guerra l'hanno subita, a volte anche per tutta la vita. La violenza inaudita che si è vissuto non può nascondersi o sparire: occorre rielaborarla. “La metafora dell’albero dice che non è facile trapiantarne uno già cresciuto, bisogna stare attenti a non ferirne le radici, bisogna trasportarlo bene e con cura, trovare un terreno adatto a lui per ripiantarlo, quindi con almeno un po’ di terra simile a quella dove ha vissuto in precedenza, poi bisogna aspettare che attecchiscano le radici e così via. Ci vuole tempo e forse nemmeno il tempo è sufficiente.” Storia 02 – Una metafora biologica Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 5 Cicatrici Dall’inizio del ventesimo secolo i Balcani sono stati stigmatizzati come “polveriere d’Europa”, come se l’incendiarsi della violenza e la nascita di conflitti fossero attribuibili ad un’atavica propensione alla violenza delle popolazioni slave. Durante il conflitto jugoslavo degli anni ’90, media e politici europei hanno dipinto gli avvenimenti come inevitabile espressione della propensione slava alla violenza. Spesso la stigmatizzazione è stata interiorizzata dalle persone stesse, con conseguenze gravissime. I profughi arrivati nell’Europa occidentali, portatori di storie di sofferenza, si sono scontrati con il pregiudizio, che ha ostacolato oltremodo il loro percorso di integrazione e elaborazione del lutto. Un lutto profondo, per la perdita di una parte di loro stessi, di una parte della loro vita che né sarebbe tornata né sarebbe stato più possibile ricostruirla così come la conoscevano fino a quel momento. Chi fugge da una guerra cerca vita, cerca la possibilità di ricominciare, ma anche di riposarsi un po’, di capire cosa sia successo, di poter trovare una spiegazione che aiuti a dare un senso a quello che si è vissuto. Tanti bisogni, tanti vissuti e soprattutto tante storie che hanno un percorso in comune, un filo che conduce i loro protagonisti a dovercela fare, a dover ricrearsi un mondo. Questo lavoro vuole condurre l’ascoltatore a fare un passo verso la storia dell’altro, del vicino, dell’amico, dello sconosciuto per riconoscersi e conoscersi meglio, per non poter più fingere di non sapere. Comprendere come lo scatenarsi della violenza abbia stupito le persone, come sia facile immedesimarsi nelle reazioni, nelle scelte compiute dalla maggior parte di loro, avvicina e contribuisce ad abbattare i muri dell’indifferenza. Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 6 4. Il progetto nel dettaglio 4.1 I Racconti A vent’anni dall’ultimo grande conflitto europeo, la guerra nell'ex Jugoslavia, ricostruiamo alcune storie di esuli moderni, che hanno ormai trascorso la maggior parte della loro vita in un paese non loro e che si sono dovuti reinventare un’identità in un luogo sconosciuto. Si sono mimetizzati alla moltitudine di persone che vivono in Svizzera lasciando apparentemente scomparire le tracce del proprio passato, nonostante portino i segni di un'esperienza devastante: la guerra. Alan Alpenfelt tra il 2012 e 2013 ha ascoltato le storie di 20 persone fuggite a causa del conflitto balcanico quando avevano tra 10 e 20 anni e che tutt'ora vivono in Ticino, integrandosi e cercando di superare lo strappo subito. Le testimonianze sono state trasformate anonimamente in una serie di storie audio rilette da degli attori permettendo al racconto di acquisire valore universale. Ogni vissuto personale è il vissuto di tutti, passato, presente o che verrà. Le 20 storie sono co-prodotte con la RSI Rete Due. La raccolta delle testimonianze ruota intorno a sette punti: 1. Chi sono ora Il lavoro, le passioni, i passatempi. La città e luoghi considerati casa, gli amici, le relazioni, le abitudini di vita. L’intento è portare subito in primo piano un dialogo che avviene in primis con una persona. 2. La provenienza Il luogo di provenienza, i ricordi d’infanzia, della propria casa, gli oggetti, le persone, i desideri d’allora. 3. La partenza I motivi per cui si è deciso di partire. Come si è viaggiato, quali persone si sono incontrate. Il percorso effettuato. 4. L’arrivo Il momento d’arrivo, attraverso quale dogana si è passati, l’impatto e i primi ricordi, i suoni della lingua nuova, i centri d'accoglienza. 5. La prima intergrazione I momenti dell’inserimento scolastico, i primi amici, come si è imparata la lingua. La “nuova” infanzia, i ricordi degli altri bambini, di come ci si sentiva ad essere “slavi”. 6. La seconda integrazione Il pericolo è passato? Come è avvenuta l’integrazione da adulti. I problemi che ancora si riscontrano in termini di razzismo, disequilibri linguistici, religiosi, culturali e lavorativi. Il rapporto con la lingua di provenienza e quella della terra ospite. Il rapporto con la propria storia. 7. Il futuro I desideri di adesso. Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 7 L’intento è dare un’immagine artistica della condizione di chi è forzatamente esule. Sarà uno strumento in più per capire il proprio posto nel mondo, sia per coloro a cui queste storie appartengono, sia per chi le ascolta. 4.1.2 Le storie (estratti): 01 – Il sapore delle fragole C'è una cosa molto forte che mi ricordo di quando sono arrivata in Svizzera, dei primi anni, mi ricordo il silenzio. Perché in famiglia non si poteva ascoltare la musica. Per via del lutto. Noi abbiamo fatto un lungo lutto. Questa è un’usanza. 02 – Una metafora biologica Penso che una pianta possa continuare a vivere su un terreno diverso da quello in cui è nata, ma per farlo ha bisogno di cure, di attenzioni e di amore... Bisogna aspettare che le radici attecchiscano bene al terreno, che non si rompano trapiantandola... Questa “metafora biologica” mi sembra esemplificativa rispetto a quel che penso dell’integrazione. 03 – Giocare alla guerra Sono arrivata con il bus nel 1992. Sarajevo, Novi Sad, Budapest, Graz, Klagenfurt, Udine, Verona, Milano, Chiasso, Faido. E oggi vivo a Lugano. A Sarajevo la guerra per me era un gioco. Ma quando sono dovuta partire il gioco era finito. Dalla partenza da quella stazione iniziò la brutalità. Uno strappo forte. Da quando presi quel bus, tutto d'un colpo, sono diventata adulta. 04 – Una vita normale Abbiamo iniziato a giocare a basket, a conoscere le persone, a cercare lavoro. Gli sguardi accusatori stavano diventando troppi, persone che ci guardavano male perché non facevamo nulla. Era come sentirsi un leone in una gabbia. 05 – La luce della salvezza Il fatto di essere scappata, per me è stata una fortuna. È brutto da dire, me ne rendo conto. Ma poi non so, è come il film Sliding Doors. Se fossi ancora giù non conoscerei questa vita e sarei probabilmente contenta. Chi lo sa. Credo sia una domanda che si pongono tante persone. 06 – I cavalli nel grande prato verde Mio papà è uscito, volevo seguirlo a tutti i costi, sono scappato fuori, bramavo di vedere cosa fosse successo. C'era una gioielleria, un'oreficeria, mi ricordo tutte le scatolette e l'oro fuori, la gente che prendeva, saccheggiavano, in piena guerra, vetrine spaccate. Io, camminavo sopra i vetri. 07 – Mi sum da chi Noi siamo esuli. In Svizzera ci sono molti ragazzi dall'ex Jugoslavia: kosovari, croati, bosniaci, serbi, montenegrini… che si sono integrati, ma anche no. Tutti hanno avuto dei problemi. Mi da fastidio che molti hanno accantonato la loro storia. Devi sapere da dove sei partito. Se non conosci bene la tua storia, come fai allora a conoscere quella del paese in cui stai, quella svizzera? 08 – Cosmopolita Quando tu cammini sulla strada principale del tuo quartiere dove prima riconoscevi la metà delle perone, torni dopo Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 8 una guerra e non conosci piu nessuno. Si crea una percezione di profonda ambiguità, magari riconosci tutto, ogni sassolino di quella strada, ma comunque capisci che quella strada non ti appartiene più e tu non appartieni più a quella strada. Hai un’altra percezione di un altro mondo. 09 – Le pesche sulle ginocchia Stavo in classe, non capivo niente, e poi mi prelevavano e mi mettevano in quest'altra aula per imparare l'italiano, io, una ragazzina francese e una ragazzina indiana. La mia maestra, Giovanna, era bellissima, ci portava a fare dei giretti per ordinare o comprare il pane. Così utilizzavamo quello che imparavamo. Grazie a lei era diventato tutto un po' un gioco. 10 – Ra je nekom mama a nekom je maceha Siamo usciti per capodanno. La città era piena di luce e di decorazioni natalizie. Non avevo mai visto tanta bellezza, tanta luce. Era il mio primo contatto con il mondo vero dopo molto tempo. La via Nassa era incredibile con le sue vetrine, i gioielli, i vestiti e questi orologi che costavano tantissimo. Ero completamente stupito da tutta la bellezza. 11 – Le impronte sulla finestra Quel periodo della mia vita, è come se non ci fosse, come se non la considerassi. Ci sono solo i ricordi. Quando sei piccola, ci sono i sogni, gli incubi ricorrenti. Uno di quelli era che c'erano i miei genitori che partivano su un autobus, questo partiva e loro sparivano. Io li salutavo piangendo. 12 – Camminare con l'erba sotto i piedi Come adesso siamo qua tranquilli seduti a mangiare questi dolci, così era anche a casa mia, tranquilli. Cioè io non sarei mai venuta di mia spontanea volontà qua, ad abitare e a vivere se non ci fosse stata quella guerra. Perchè avevo una bella famiglia, un'infanzia felice, perché mai sarei venuta qua? 13 – Johnny Vedo che il problema principale era che la nostra gente non si rendeva conto che non sarebbe quasi mai più tornata giù. I miei genitori non avevano neanche tanta voglia di integrarsi. Gli offrivano dei corsi di lingua e noi invece imparavamo a scuola. Però non la prendevano molto sul serio, vivevamo i giorni con il pensiero che la guerra sarebbe prima o poi finita e noi ce ne tornati. 14 – Sotto l'albero dei ciliegi Le vittime rimangono vittime anche dopo la guerra. Non ci sentiamo vittime, siamo vittime. Ma si va avanti a vivere. Perdonare, è difficile. Io non ci penso a queste cose. Penso a me e al futuro dei figli, un futuro senza odio e che loro non odino nessuno. Per essere persone complete e oneste. 15 – Vivere come dei piccioni Quando siamo tornati, mio papà si è messo a cercare il nonno, e ha chiesto alla gente dicendo che doveva essere stato ucciso in quel punto preciso. E ha provato a scavare. Non ha trovato niente. Poi quando siamo tornati dalle ferie, nel sonno, mio nonno gli ha detto "io sono a 4 metri da dove tu mi hai cercato". Siamo andati giu l'estate dopo e abbiamo trovato il corpo del nonno. Proprio li dove aveva detto. Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 9 16 – Il tacchino nel forno Poi sono arrivati gli spari. Mi mamma stava preparando il pranzo. Lei e le mie tre sorelle e altra gente del vicinato siamo scesi nella cantina sotto casa nostra, per ripararci. La mamma ha chiuso la casa a chiave e il pranzo è rimasto in forno. Sono corso a liberare Johnny dal recinto, non avremmo potuto prestargli cure adeguate. Da quella volta non l'ho più rivisto. 17 – Quelle stelle nel cielo Ogni tanto esco di sera a fare una passeggiata nei dintorni di Besso e guardo le stelle. Guardo l'azzurro scuro, che è come una grande apertura. Significa tanta libertà, e mi fa piacere il pensiero che nello stesso momento altre persone nel mondo magari fanno lo stesso gesto. È la stessa sensazione che avevo da piccolo quando scoprivo che esistevano persone anche negli altri continenti, che quando io andavo a letto, loro si alzavano. 18 – Politica Bulgara Durante lo stage lavoravo con colleghe adulte, di una certa età. E in quel periodo ne ho sentite parecchie. Mi hanno anche paragonato ai tedeschi di Hitler. In casa anziani, in momenti di pausa, le infermiere continuavano a commentare noi jugoslavi e sparlarci dietro. Sono cose che ti toccano nel profondo. Poi soprattutto detto a una bambina di quindici anni. 19 – Montreal Non riesco a capire, è stata una guerra in cui nessuno si è identificato. Una guerra stupida, tutta uguale. Mia nonna aveva dovuto lasciare le mucche, le pecore, la fattoria. Mio nonno, l’hanno ucciso davanti alla stalla, colpendolo all’occhio. È rimasto 16 giorni sul prato, è andato poi mio papà, con i caschi blu, lo hanno preso e portato via per indentificarlo, era tutto ghiacciato. Volevo vedere anch’io, era avvolto nel cellofan, ma ho solo visto il suo braccio, con l'orologio. 20 – I colori di una bandiera Vedi, io non potevo immaginare che se qualcuno mi diceva "guarda che vivrai qua tra 20 e avrai una famiglia " per me era "ma sei scemo?". Veramente, nessuno ci ha detto "voi siete qua, questo è il vostro paese, il vostro futuro". Se fosse stato chiaro, magari sceglievo un'altra strada, magari avrei studiato, magari chissà che cosa per stare meglio". Oggi eri in questo centro, un mese dopo ti portavano in una altro posto, e giù là continuavano a farsi sta guerra. Eri li come un numero ad aspettare che tutto finisse per tornare. Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 10 4.2 I AM HERE NOW – mostra itinerante audio-pittorica L'artista Ravi Tironi dipinge le storie degli esuli raccolte da Alan Alpenfelt ascoltandone le voci senza mai conoscerne l'identità. Egli utilizza diverse tecniche per trasportare su quadro ciò che sente. Assembla il quadro alla maniera rinascimentale preparando il fondo del tessuto ed il supporto in legno permettendo una totale creazione. Il materiale usato varia a seconda della storia, ma ognuna ha in comune l'utilizzo del gesso fresco: come avviene per la vita, esso può essere lavorato attraverso l'incisione di solchi che plasmano la nostra esperienza. In essi il gesso accoglie polvere di pigmento che stringe a sé prima di seccare, come si fa con le gioie più grandi o col dolore più profondo. I colori in trasparenza sono le memorie di ogni esule, coperte dagli strati di gesso come una censura, un forzato impedimento di espressione culturale e storico. Ma il colore si fa strada celando la sua luce: una grande indomita forza vitale. L'sposizione implica l’abbinamento di ogni quadro con la sua storia audio che è possibile ascoltare seduti e rivolti verso l’opera. L’effetto diventa un’esperienza multimediale ed immaginativa diversa per ogni persona: la storia raccontata evoca immagini proprie e le forme astratte del quadro prendono forme concrete. Le esposizioni che propone il progetto prevede un numero di 20 esemplari (quadro + storia audio su supporto CD con CD player e cuffie). A dipendenza dello spazio noi offriamo un pacchetto espositivo a scelta da un minimo di 5 a un massimo di 20 esemplari. La scelta delle singole storie viene caratterizzata da un equilibrio tra le storie femminili, maschili e Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 11 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia di provenienza (ad esempio, non solo storie bosniache o storie serbe). 4.2.1 Distribuzione 2014 Maggio 2014 Mostra: Biblioteca Cantonale di Bellinzona Media: RSI Rete Due Biblioteca Cantonale di Bellinzona Inaugurazione 10 maggio ore 14.00! Dal 10 maggio 2014 al 7 giugno 2014 la mostra I AM HERE NOW verrà allestita presso la Biblioteca Cantonale di Bellinzona con 20 postazioni audio-pittoriche. Responsabili: Direttore Stefano Vassere Theo Mossi La Biblioteca Cantonale di Bellinzona si presenta come un luogo molto suggestivo e territorialmente centrale in occasione del lancio ufficiale delle mostre nel lungo termine. Poiché il progetto ha avuto inizio in Ticino, la capitale di Bellinzona insieme al suo centro culturale si pone come miglior spazio per presentare la prima esposizione al pubblico dopo l'anteprima durante il Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 12 festival di Chiassoletteraria nel 2013. La Biblioteca ha il grande vantaggio di essere un luogo pubblico e perciò non caratterizzato da cornici artistici o curatori. Esso è un luogo sia di ritrovo ma anche di passaggio in cui possono avvenire incontri inaspettati, tra giovani, tra diverse etnie, tra diverse generazioni. Per il progetto I Am Here Now è una perfetta soluzione in quanto mantiene la sua condotta a-politica e rivolta a sensibilizzare la popolazione sulla memoria e sulla storia delle migrazioni contemporanee. Durante il mese espositivo, noi insieme alla direzione della Biblioteca Cantonale organizzeremo l'inaugurazione con approfondimenti sui seguenti temi: − Saluto del Municipio di Bellinzona − I Am Here Now – presentazione progetto Intervento di Alan Alpenfelt Esplicazione del progetto − La propria storia Intervento di Milica Miladinović La difficoltà di superare il trauma e la presa di coscienza dell'importanza delle propria storia. Come essa serve a rendere una società più cosciente. − Il viaggio. Interviene Aldo Sofia - giornalista L'esperienza di viaggio come la vita: la ricerca continua di una provenienza e quella di un arrivo. − Ascolto collettivo Il pubblico ascolterà simultaneamente tramite cuffie wireless una storia audio. − Identità. Interviene Stefano Malpangotti – Ufficio Federale della Migrazione Il conflitto Jugoslavo come tragedia di un'Europa ancora alla ricerca di un'identità. Cause: un rimescolamento etnico in paesi di migrazione. − La migrazione contemporanea. Interviene Stefano Malpangotti – Ufficio Federale della Migrazione Chi sono i migranti di oggi? E quale sarà il loro futuro? Infine un ringraziamento da parte del direttore Vassene della Biblioteca Cantonale di Bellinzona Trasmissione sulla radio nazionale RSI Rete Due La Radio della Svizzera italiana, dipartimento dei radiodrammi sotto la direzione di Francesca Giorzi ha confermato la produzione di 20 puntate audio di I Am Here Now in occasione delle due mostre I Am Here Now. Ci sarà una speciale settimana di Colpo di scena, dal 5 al 9 maggio durante la quale agli ascoltatori di Rete Due verrà proposta una selezione di racconti, in onda dalle 13.30. Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 13 Novembre 2014 Mostra: LUGANO Media: Radio Gwendalyn – Gwenstival V Nella seconda parte del 2014 la mostra I AM HERE NOW si sposterà nel centro di Lugano. Il nostro interesse è di avvicinare i temi anche verso i più giovani in un ambiente metropolitano e facilmente accessibile. L'aspetto artistico della mostra è molto diversa da altre mostre classiche: la forza estetica non si ritrova nel quadro ma piuttosto nella relazione tra la storia audio e il quadro. L'intimità che si crea nell'ascolto parallelo alla visione nasconde la bellezza estetica che in altri casi avverebbe esclusivamente sull'esecuzione artistica. Il valore estetico perciò non è del quadro ma è nel rapporto. Questo rapporto è la vera propulsione artistica della mostra, dimostra un senso nell'arte come supporto sensibile ai problemi sociali ed esistenziali che circondano la vita degli uomini. Trasmissione sulla radio locale indipendente Durante il periodo dell'esposizione, la radio indipendente ticinese Radio Gwendalyn trasmetterà le 20 puntate audio in occasione del loro 5° festival internazionale di musica e radiofonia. Il festival riceve per un breve periodo le frequenze FM che coprono il Mendrisiotto e Lugano. Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 14 4.3 I Quaderni di Nisveta – basta che non venga la guerra Scritto da Elvira Mujčić Trailer spettacolo: http://youtu.be/vW8nK_WrAGk Ad accompagnare il progetto è uno spettacolo teatrale sulla guerra, la fuga dal proprio paese e sulla fragilità dell’essere sospesi tra due mondi. Sarà la riflessione visiva e letteraria della documentazione audio. La prima internazionale è stata portata in scena con 530 spettatori il: 1° MAGGIO 2013 Ore 17.30 In occasione di Chiassoletteraria VIII edizione CinemaTeatro di Chiasso Prefazione di Elvira Mujčić Ogni volta che ritorno a scrivere di certe tematiche e certi eventi che hanno condizionato la mia esistenza, mi ritrovo imbrigliata in una rete di ricordi, emozioni e sentimenti, che non sapevo nemmeno fossero ancora lì, dentro di me, sepolti dalla quotidianità normale di oggi. I quaderni di Nisveta mi ha di nuovo permesso di scendere in profondità, recuperare qualcosa e se non proprio dargli un senso, almeno vederlo da un altro punto di vista. Tutto la storia gira intorno a una frase di Nisveta: “Il fatto è che uno non se ne va mai del tutto, però non può nemmeno ritornare davvero. Ecco il dramma dell'emigrare”. L’identità, la memoria, la rimozione, la ricerca, il conflitto sono tutti aspetti facilmente comprensibili quando li si colloca in quella dimensione di mezzo, di chi non è mai andato via del tutto, ma nemmeno può tornare e quindi vive un eterno esilio interiore. È un mondo precario e può bastare poco per spezzare tutto; a Nisveta basta che qualcuno pronunci male il suo nome o che non sappia dove si trova il suo Paese di provenienza. Basta una canzone, sentita per caso in una metropolitana a migliaia di chilometri dal suo Paese d’origine, per riaprire le porte del passato, rivivere la guerra e rimettere tutto in discussione. Ma questa dimensione di mezzo è anche un mondo ricco di vita, identità, consapevolezza, lingue e linguaggi. È ricco di possibilità. Sinossi La memoria è polvere fine, polvere che copre i quaderni d’infanzia e con essi i sogni che li animavano, una coltre che copre le ferite. Ma a volte basta un odore, un suono, un soffio di vento per svelare ciò che era sepolto e trasformare la memoria in una scintilla che deflagra nel presente e costringe a fare i conti con il passato. Con ciò che ci segnò, ci marchiò, con ciò da cui fuggiamo. I Quaderni di Nisveta vede al centro la storia di una giovane donna prossima ai trent'anni la cui esistenza è segnata da una doppia vertigine: da una parte un presente in piena crisi economica ossessionato dalla rincorsa alla carriera rassicurante, in una società in costante crisi d’identità. Dall'altra un passato lontano, segnato da una paura diversa, da emozioni indicibili, dalla violenza estrema, dalla guerra. Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 15 Nisveta, bosniaca, è avvocato di professione e a distanza di molti anni dal conflitto in Jugoslavia, si è costruita una nuova esistenza in un paese non suo, mischiandosi alla moltitudine di persone e lasciando scomparire le tracce della propria storia. Una mattina si dirige a lavoro e scende a prendere la metropolitana. Sottoterra, immersa nella luce innaturale dei neon, accade un evento inaspettato che apre una scatola chiusa da troppo tempo. Di fronte ad una realtà dimenticata e frammenti di un puzzle smarrito sarà costretta ad affrontare il fantasma di un sé altro, vivo e graffiante, dove una sorella impressa in un'immagine sbiadita diventa il tramite fondamentale con la propria storia più intima. È un percorso senza il quale correrebbe il rischio di ritrovarsi tritata in un presente permanente, distaccato dal “già vissuto”. In scena tre donne: Nisveta e le figure da lei evocate ,vorticanti in un ring di emozioni. Il pubblico compierà un proprio viaggio attraverso lo sguardo di Nisveta. Si confronterà con le domande che definiscono la nostra esistenza e sarà chiaro che solo il rapporto con l’altro e con il passato può renderci individui consapevoli e liberi. A noi la scelta. Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 16 Scritto da Elvira Mujčić Coordinazione registica: Valentina Bartolo Interpreti: Valentina Bartolo, Silvia Grande, Giulia Valenti In collaborazione con Chiasso, culture in movimento Commenti allo spettacolo: Questo spettacolo mi ha emozionato da morire. Mi ha fatto piangere e sorridere. Nello stesso tempo ha dato spazio alla mia immaginazione, al nero più profondo che terrorizza ma anche alla leggerezza più pura, che innalza, che apre, che fa respirare. Il tutto senza invadere, senza costringere. Ha lasciato spazio alle emozioni che l'evocazione ed il racconto suscitano, in ognuno di noi. Ha lasciato spazio, guidando..percorrendo..raccontando. E' difficile fare questo. Il rischio può essere quello di costringere..di imporre. Ma non è accaduto. Lo spettacolo mi ha trasmesso un'insieme di emozioni forti e contraddittorie, ma con la delicatezza di una danza, arrivando piano piano dritto dove doveva arrivare..a raccontare il dolore e la paura con gli occhi di un bambino. Bello davvero. Complimenti. Sandra Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 17 Nisveta Mehmedovic, un nome e un cognome che non sono altro più che una formalità, un annoiamento burocratico che salta fuori allo sportello dell’ ufficio postale, quando meno ce lo si aspetta. Una cosa insolita, ma niente di più. Sembrano aver perso, da qualche parte la loro storia, che siano stati sepolti da qualcuno sotto una coltre di qualcosa. Incontriamo Nisveta nell’oscuro budello della Metropolitana, un metaforico non-luogo per eccellenza, lontano dalla luce del sole. N, chiamiamola così ora, è una rampante corazzata in tailleur, un'avvocatessa pendolare metropolitana sulla Linea 1, una donna che si è fatta da sé e che non dipende da nessuno. Senza rimpianti, forse anche senza ricordi, perché sono poco più che zavorra. Ma basta una eco lieve, una musica che si infila fra le pieghe, a far risuonare e poi collassare questa fortezza in gonnella. Crollano i muri, intesi come separazioni che allontanano, fortificano ma nascondono. Crollano e il passato (prima solo tenebroso sullo sfondo) e il presente iniziano un dialogo fitto, una confusione costruttiva tra tempo e spazio. Allora il tunnel della metropolitana sfocia fra le innevate colline balcaniche, nel 1992, con una Nisveta bambina e la sorella Suada. Due ragazze che tentano di sfidare l’illogica spietatezza della guerra incombente con un’ altra illogicità, quella candida e ludica dell’infanzia. Nascono così “i quaderni” con i quali le due Mehmedovic separano nettamente i buoni (tanti), quelli contrari al conflitto, dai cattivi (pochi) che sono a favore. Ma allora com’è che la violenza esplode lo stesso? E con il conflitto e l’abbandono della terra natìa anche i ricordi della Nisveta di oggi si fanno più rarefatti ma fluidi e ricominciano, dopo essersi sbrigliati, a scorrere e sfilarsi naturalmente. E così al posto di una stretta maglia che trattiene e separa, abbiamo un unico lunghissimo filo che collega presente e passato e invita, tanto noi quanto la stessa protagonista, a ricordare, approfondire per riscoprirsi. Filippo Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 18 4.4. EP + Libretto I musicisti della label Pulver&Asche Records (http://www.pulverundasche.com) comporranno la colonna sonora del progetto. Essa sarà presente nello spettacolo I Quaderni di Nisveta e nei racconti audio. Il lavoro confluirà in un EP incluso nel libro stampato in numero limitato di Elvira Mučić. Il prezioso prodotto sarà creato dalla agenzia di design ROSSI&MAZZEI http://www.rossimazzei.com Qui di seguito un esempio di un audio-libro della P&A Records. Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 19 5. Traduzione e valenza nazionale l progetto vuole essere distribuito su tutto il territorio elvetico. L'importanza dei racconti merita una valenza nazionale. Il problema trattato è una questione che concerne tutto il Paese, la sua popolazione e il rapporto con chi è esiliato. Per questo motivo, il progetto prevede una seconda fase. A partire da settembre 2014 fino al 2016, le puntate saranno tradotte in tedesco, francese, (se le forze lo permettono anche in romancio) e pubblicate sul sito iamherenow.ch. La mostra I Am Here Now dopo essere stata distribuita nel suo cantone di concepimento, TICINO, si allarga nel 2015 e 2016 alle rimamenti zone linguistiche. Ogni mostra viene accompagnata dalla radio nazionale e da radio indipendenti. Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 6. Organizzazione Un progetto di Alan Alpenfelt Collaboratrice progetto Milica Miladinović Pittura e scultura: Ravi Tironi I Quaderni di Nisveta: Testo di Elvira Mujčić Musica: Jakob Ullmann Black Fluo Storie prodotte da RSI Rete Due registrate allo studio 4 della Radiotelevisione svizzera da Thomas Chiesa Un particolare ringraziamento a: Lucia Ceccato Flavia Cereghetti Thomas Chiesa Francesca Giorzi Tiziana Mona-Magni Adele Raes e tutte le persone che hanno contribuito con le loro storie. Per maggiori informazioni, documentazione e ascolti: http://www.iamherenow.ch Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 20 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 8. Contributi e Partner: FSRC/SRKS – Fondazione svizzera per la radio e la cultura RSI Rete Due Ufficio federale delle migrazioni - UFM Servizio per la lotta al razzismo - SRL Repubblica e Cantone Ticino - Fondo Swisslos Migros Percento Culturale Ernst Göhner Stiftung Città di Bellinzona Radio Gwendalyn Biblioteca Cantonale di Bellinzona Nucleo Meccanico Produzioni ChiassoLetteraria Dicastero Servizi e attività sociali: Chiasso, culture in movimento V XX ZWEETZ Creative Company APG/SGA Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016 21 I Am Here Now – Racconti dei giovani esuli dalle terre dell'Ex Yugoslavia 22 “Ovunque nel mondo, in qualsiasi posto il mio pensiero vada o si arresti, trova fedeli e operosi ponti, come eterno e mai soddisfatto desiderio dell'uomo di collegare, pacificare e unire tutto ciò che appare davanti al nostro spirito, ai nostri occhi, ai nostri piedi, affinché non ci siano divisioni, contrasti, distacchi.” Ivo Andrić Dal progetto I Am Here Now – racconti dei giovani esuli dalle terre dell'ex Jugoslavia http://www.iamherenow.ch - © Alan Alpenfelt 2013 - 2016