L’ALIM ENTAZIONE DELL’ ITALIA
IN TEMPO DI GUERRA
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DISCORSO
DI
S. E. SILVIO CRESPI
Commissario generale per gli approvvigionamenti e consumi
P R O N U N Z IA T O
ALLA CAMERA DEI DEPUTATI
nella tornata del 21 dicembre 1917
momia e
riurisprud.
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ROMA
TIPOGRAFIA D E L L A CAMERA DEI DEPUTATI
1917
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L’ALIM ENTAZIONE DELL’ ITALIA
IN TEMPO DI GUERRA
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DISCORSO
DI
S. E. SILVIO CRESPI
Commissario generale per gli approvvigionamenti e consumi
P R O N U N Z IA T O
ALLA CAMERA DEI DEPUTATI
nella tornata del 21 dicembre 1917
«BLIOTECA
^pDVANNI CUOMO
SALERNO
ROMA
TI PO GRAFIA D E L L A CAME RA DE I D EP UTA TI
P R E S I D E N T E . H a facoltà di p a rla re
l ’onorevole co m missario generale per i con­
sumi.
C R E S P I, commissario per gli approvvi­
gionamenti alimentari ed i consumi. O nore­
voli colleglli, d u r a n te queste ultim e sedute,
d a varie p a r t i della Camera, si fecero degli
a c c e n n i alle diverse questioni che c oncer­
n o n o gli a p p ro v v ig io n a m e n ti e i consumi.
Ne parlò specificatam ente l’onorevole
Tlieodoli in C om itato segreto, e gli dissi che
avrei risposto in s e d u ta p u b b lic a rn e parlò
ieri l’a ltro l ’onorevole G iretti e oggi l’ono­
revole P ietravalle. F u ro n o p r e s e n ta ti al
rig u a rd o anche diversi ordini del giorno,
fra gli altri, quello dell’onorevole Casolini
e quello dell’onorevole Dugoni.
i L ’onorevole Chiudenti ha p r e s e n ta to
u n ’a p p o s ita in te rp ella n z a di c a r a tt e r e ge­
nerale; m olti d e p u ta ti h a n n o p r e s e n ta to
delle in te rro g a z io n i e pa re c c h i senatori,
nell’a ltro ram o del P a rla m e n to , han n o p re ­
s e n ta to in te rro g a z io n i ed in te rp ella n z e .
G io rn alm en te gruppi di d e p u ta ti, di rap-
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p r e s e n ta n ti provinciali e com unali e di p r i ­
v a te a sso ciazioni e gru p p i di p r iv a t i c it­
ta d in i mi fan n o l’onore di visite nelle quali
chiedono inform azioni, mi dicono cose u t i ­
lissime, m a n ife s ta n d o t u t t i però e sempre
nobilissimi in te n d im e n ti. G io rnalm ente la
s ta m p a si occupa della questione degli
a p p ro v v ig io n a m e n ti e dei consumi, e a u ­
torevolissim i uom ini ne t r a t t a n o larg a m e n te
nei periodici e nelle riviste.
Cercherò du n q u e di risp o n d e re a t u t t i
il più b re v e m e n te possibile, tra c c ia n d o delle
linee e riferendo quei d a ti che si possono
rag ionevolm ente richiedere alla b r e v ità di
un discorso p a rla m e n ta r e , sem pre p ro n to ,
in qualsiasi m o m e n to , a fo rn ire t u t t i i d a ti
c o m p le m e n ta ri che fossero necessari e le
giustificazioni e d o c u m e n taz io n i relative.
E dirò t u t t a la v e rità , niente a ltro che
la v erità, perchè a un popolo di forti, c om ’è
l’italiano, la v e rità in te r a deve essere d e tta .
Il popolo italiano, come ogni popolo forte,
tem e so lta n to l’ ignoto e la d e n e g ata giu­
stizia, è p r o n to ad ogni privazione e la sop­
p o rta , qu a n d o è c o nvinto che si fa giusti­
zia, e principio essenziale di giustizia è la
v erità. (Bravo !).
Cominciamo dal pro b le m a granario.
L ’ onorevole G iretti ieri 1’ a ltro ha d i­
me n a t o che, d a ta la deficienza del n ostro
i accoi;:o in c o n fronto del raccolto m edio,
sarebbe sta to necessario di assicurarsi p er
l ’anno cerealifero 1917-1918 u n ’im p o rta z io n e
di q u a r a n t a milioni di q u in ta li di f ru ­
m ento.
L ’ onorevole G iretti ha in p a rte ragione.
E d ecco perchè. Secondo i da ti da me a c ­
c e rta ti, si dice e si è s ta m p a to r e c e n te ­
m ente anche in u na autorevolissim a rivista
che il fabbisogno dell’ I ta lia è di 55 milioni
di q u in ta li di frum ento. {Oh ! oh ! oh !)
Ora, questo dato,com e a ltri che p u r tro p p o
sono s ta ti pubblicati, ingenera dubbiezze
e confusione di giudizi e pregiudica g ravis­
sim am ente l’ interesse del Paese.
Consentitem i, dunque, di riafferm are le
v e rità che già P onorevole Canepa ha qui
a c ce rta te, servendom i di cifre t r a t t e dalla
s ta tis tic a g ran a ria dei nostri raccolti, s ta ­
tistic a che è da ritenere re la tiv a m e n te e s a t­
ta , perchè, verificandosi in essa gli stessi
ev e n tu a li errori, deve dare e s a tta m e n te non
le cifre assolute, ma le c o m p a rativ e. O r­
bene, se somm iam o ai d a ti sui raccolti le
cifre delle im portazioni, d e d o tte le e s p o rta ­
zioni, ne risulta in co n fu tab ilm e n te che il
consumo del grano è a n d a to negli ultim i
anni sem pre a u m e n tan d o .
Bisogna distinguere t r a il quinquennio
1907-911 in cui il fabbisogno è a c c e rta to in
base alla somma della produzione e della
im p o rta z io n e in 53 milioni di quintali, ed
il periodo im m ed ia ta m en te susseguente, nel
quale m aggiorm ente si è s v ilu p p a ta la ric­
chezza nazionale e si è a u m e n ta ta la p o p o ­
lazione e nel quale il fabbisogno è salito a
61 e più milioni di quintali.
Ma nei prim i due anni della guerra a b ­
biam o già a v u to un fabbisogno d im o s tra to
di 59 e di 64 milioni, in m edia 62 milioni ;
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dun q u e era ed è necessario, per stabilire
il fabbisogno di guerra, di p a r tir e dalla ci­
fra degli u ltim i due a nni di guerra in 62
milioni. Ma in qu e sta cifra e nelle cifre
che si susseguono e n tr a il giuoco delle
scorte che bisogna te n e re c o sta n te m e n te
presente.
Calcolo che le scorte p rim a della guerra
am m o n ta sse ro a 10 milioni di quintali, che
b a s ta n o al consumo di due mesi; ora è cer­
to che d u r a n te la guerra queste scorte si
sono a n d a te m an m ano esaurendo per la
dim inuzione del raccolto. È a c c e rta to che
alla fine del decorso anno gran a rio non solo
erano s ta te m an g ia te t u t t e le scorte che
esistevano al principio d ’anno, m a che, come
già disse l ’onorevole Canepa, occorsero per
fare la s a ld a tu ra fra il vecchio ed il nuovo
anno granario, alm eno 2 milioni di q u in ta li
di grano del nuovo raccolto.
Cosicché io debbo stabilire il consumo,
a v v e n u to nello scorso anno, così: 41 m i­
lioni di raccolto, 22 milioni e mezzo di im ­
p o rtazione, 2 milioni e mezzo di scorta, a
prim o anno, (calcolando le scorte r id o tte
ad un q u a rto del normale) due milioni circa
del nuovo raccolto per p o te r fare la sa ld a ­
tu ra ; to ta le 68 .milioni. Occorsero quindi e si
m angiarono nello scorso anno 68 milioni di
"quintali di grano.
D unque è ev id e n te che, d a to il nuovo
raccolto, v a lu ta to in o tto b re in 38 milioni,
a c c e rta to per le ultim e cifre in 36 milioni,
d e t r a t t i 7 milioni per le sementi - oc­
corre sem inare q u a n to più grano è possi-
bile, anche m arzuolo - avevam o disponibili
per il consumo prim a 31 milioni, oggi, dopo
l’a c ce rta m en to , solo 29 milioni.
E r a dnnqiie evidente che, per a rriv a re
a 68 milioni si dovevano chiedere alla im­
p o rta z io n e in o tto b re 37 milioni ed oggi
39 milioni.
Ora, una q u a n ti tà di dolorose circostanze,
che furono spiegate alla Camera d a ll’ ono­
revole Canepa, pubblicazioni, che non si
possono che deplorare, le famose p u b b lic a ­
zioni ufficiose che hanno dato, non so se
ingenuam ente, o m aliziosam ente, un ra c ­
colto probabile di 50 milioni di grano, ed
altre di scritto ri autorevolissim i, t r a t t i p ro ­
b abilm ente in errore da quei d a ti inesatti,
han n o ingenerato vivo sospetto t r a gli a l­
leati e dubbiezze sui nostri veri bisogni,
anche nello stesso Wheat Executive di L o n ­
dra, che è l’organo centrale, dove converge
t u t t o il fabbisogno di grano, dove si com ­
piono t u t t i gli acquisti del m ondo e dove
poi gli acquisti f a tti vengono rip a rtiti. N o­
n o s ta n te che il nostro ra p p r e s e n ta n te in
quell’ufficio con opera molto abile ed intel­
ligente abbia cercato in vari modi di o t te ­
nere un m aggior q u a n tita tiv o , fum m o co­
s tr e tti per tu t t e queste circostanze, superiori
alla b u o n a vo lo n tà di chi s ta v a allora al
Governo, fo rz a ta m e n te ad a ccordarci sopra
u na cifra di 30 milioni. (Commenti).
Cx\SALINI. N e tti?
C R E S P I, commissario generale per gli apprigionamenti e consumi. N e tti da silu ra ­
menti.
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M AUBY. Chi diede le cifre false !
Z I B O B D I . È il sistem a dell’ ottim ism o
e dell’ inganno! (Commenti — Conversa­
zioni).
P B E S I D E N T E . F a c c ia n o silenzio !
C B E S P I, commissario generale per gli ap­
provvigionamenti e i consumi. Onorevoli colleghi, siamo sereni di fro n te a questi gravi
problem i ! Con le in te rru z io n i non si ri­
solve nulla ! Le cifre bisogna prenderle
quali sono, vagliarle e pro v v ed e re , se ed
in q u a n to si è in temj)o.
I n t a n t o a v v e n n e il dolorosissimo disas­
tro di C aporetto. Quali le conseguenze ?
U na p e r d i t a di qualche milione di q u in ta li
nel te rrito rio oc c u p ato dal nemico e nella
zona d iv e n t a ta di operazioni, s o tt o p o s ta a
b o m b a rd a m e n ti ed al disordine delle bat-,
taglie. I n o ltre : la c h ia m a ta , già de lib e ra ta,
di 25 classi di riform ati, e quindi un fo r­
tissimo a u m e n to dell’esercito m o b ilitato ,
l’a u m e n to n e ll’esercito della razione in d i­
v id u ale p er tro p p o ovvie ragioni, il m ag ­
giore fabbisogno quindi del M inistero della
guerra. Le circostanze che ho f a tto p rim a
presenti, resero e v id e n te l’asso lu ta neces­
sità, anche p er t u t t i gl’ inconvenienti, che
voi cònoscete, e che si verificano in quasi
t u t t e le c ittà d ’ Ita lia , d ’i n tr o d u r r e subito,
per disciplinare la distribuzione, la tessera
del. p a n e in ogni c ittà e in ogni b o rg ata .
O ra voi, onorevoli colleghi, mi insegnate
che la tessera è uno chèque, e che lo chèque
deve essere p a g a to a vista, sempre, in ogni
e qualsiasi circostanza. Chi e m e tte questo
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chèque deve avere u na scorta in c a s s a . Ora
per a c c e tta re la in tro d u z io n e to ta le della
tessera io dovevo avere u na scorta, e la
scorta non l’avevo.
Pochi giorni dopo la mia assunzione al
Com m issariato dei consumi, lio esposto la
situazione, t a l quale la espongo a voi, al
mio m inistro, p residente del Consiglio ; e
il presid e n te del Consiglio p o r ta t a la cosa
in Consiglio dei m inistri, mi disse : Chi
vuole, v a d a ! E d io sono p a r tito per P arigi
e per L ondra.
Come voi ben c o m p renderete, ho tr o v a to
cortesissim a accoglienza, ma t u t t o ciò che
era a c c a d u to n a tu r a lm e n te a v e v a lasciato
qualche tra c c ia di dubbiezza sulle cifre
che a n d a v o esponendo. In so m m a non si
volevano a c c e tta r e che con benefìcio d ’in ­
v en tario . Ma, a poco a poco io riuscii a
p ersuadere. Io ricordai che Lloyd George,
p rim a di a c c e tta re l’ufficio, a v e v a voluto
u n a forte scorta di grano in I n g h ilte rra ,
dicesi, tre mesi. Io chiedevo m olto ma
m olto meno, chiedevo 5 milioni di quintali,
e cioè un mese di sc o rta necessaria per
far fro n te ad ogni in cid e n te e per ten er
tra n q u ille le popolazioni.
E b b i u na q u a n tità di riunioni e di col­
loqui e, m ed ia n te il validissim o e decisivo
appoggio del p residente del Consiglio e
del m inistro degli esteri, finii ad o t te ­
nere che u na notevole q u a n ti tà di farina,
per far fro n te alle m aggiori urgenze, fosse
p re le v a ta dalla scorta dell’esercito inglese
o p e ra n te in F r a n c ia e a mezzo del Governo
10
francese fosse sp e d ita per ferrovia in I ta lia .
Riuscii a d o tte n e re che qualche b a s tim e n to
di grano d ire tto a ll’I n g h ilte r ra fosse im ­
m e d ia ta m e n te de v ia to per l ’I ta lia . Riuscii
a far a u m e n ta r e il c o n tin g e n ta m e n to d e l­
l’I ta l ia per dicem bre, in via d ’urgenza, di
50,000 to n n ella te .
Riuscii in oltre a far sì che il Wheat Exe­
cutive riprendesse in esame t u t t o il nostro
fabbisogno, cosicché u n a questione che era
chiusa, si è r ia p e r ta ; ed ho la soddisfazione
di p o te r d ich ia ra re alla C am era che in un
r a p p o r to m a n d a to m i re c e n te m e n te sulle u l­
tim e deliberazioni del Wheat Executive,
nel p re s e n ta re i fabbisogni degli Alleati al
Governo am ericano, il Wheat Executive ha
posti in prim issim a linea i bisogni dell’I t a ­
lia, secondo le cifre che l a m i a missione ha
dichiarato. (Approvazioni).
E t u t t o ciò fu, non è m estieri che io
dica, o tte n u to m e d ia n te il validissim o e
cordiale appoggio così del Governo f r a n ­
cese come del G overno inglese, e con t u t t o
il consenso dei delegati del Governo a m e ­
ricano che in quei giorni erano a L o n d ra e
che poi si tra sfe riro n o a P arigi per la Con­
ferenza.
Alla Conferenza di P arigi gli A lleati si
sono messi t u t t i d ’accordo neH’a c c e tta r e il
principio dell’uguaglianza dei sacrifìci e non
dubito m en o m a m e n te che le p ro v v is te sa­
ranno r ip a r ti te in base alla rigorosa a p p li­
cazione di questo principio.
Gli italiani, si dice, ed è vero, m angiano
meno... (Commenti).
11
Gli scienziati afferm ano che per n u trire
un inglese occorrono 3,200 calorie, che per
n u tr ir e un francese ne occorrono 2,900, che
b a sta n o 2,700 calorie a n u trire un italiano,
e 2,500 calorie a n u trire un giapponese.
Gli scienziati am ericani, che sono rim asti
in G erm ania fino al giorno della d ic h ia ra ­
zione di guerra da p a rte del presid e n te W il­
son, mi h a n n o afferm ato che la G erm ania
ha fa tto tale raz io n am e n to , m ed ia n te u n a
grossissima m acchina che impiega n ie n te ­
meno che 600 mila in dividui, per cui al t e ­
desco è concesso di alim e n ta rsi giornalm ente
so lta n to con 2,100 calorie. E, n o n o s ta n te
questo, i tedeschi lavorano e si b a tto n o ,
come si vede. Però, gli scienziati a m ericani
dicono che diminuiscono di peso... (Ilarità
— Commenti).
Speriam o che c o ntinuino a dim inuire di
peso ! Ma in ta n to , onorevoli colleglli, biso­
gna v a p ro v v e d e re e p ro v v ed e re alle u r ­
genze, urgenze che sono t a n t o più neces­
sarie non solam ente per noi, m a anche per
gli alle ati in q u a n to che le cifre che sono
s ta te c o n c o rd a te con il Wheat Executive,
circa i bisogni delle singole nazioni alleate,
compresi gli S ta ti m inori, non sono cifre
di c o n tr a tto .
Queste cifre sono so tto p o ste a t u t t e le
e v e n tu a lità della guerra. Vi sono le defi­
cienze di tonnellaggio, vi sono le scarse u t i ­
lizzazioni dei tonnellaggi stessi, i riguardi
per i ne u tra li, le difficoltà dei finanziam enti,
difficoltà gravi non solam ente per noi, che
abbiam o altissimo il cambio, come voi t u t t i
12
sapete, m a anche per l’In g h ilte r ra e perfino
per l’Am erica, perchè, come g i | vi disse il
m inistro del tesoro ieri l’altro, i n e u tra li
rifiutano l ’oro, rifiutano dollari e sterline,
perchè fra la sterlina e la peseta, ad esem ­
pio, oggi vi è un cam bio a d a n n o della
ste rlin a del 20 p e r cento !
Gli S ta ti n e u tra li sono in condizioni a li­
m e n ta ri anche peggiori delle nostre..., t e ­
niam olo t u t t i bene prese n te ; e gli S ta ti
n e u tra li si tro v a n o v e ra m e n te nelle condisioni del E e Mida.
T u tte queste circostanze p o r ta n o neces­
sa ria m e n te a r ita r d i nelle spedizioni e ne­
gli acquisti.
E n o ta te : il raccolto del grano, che sem ­
b r a v a o ttim o negli S ta ti Uniti, si rilevò
poi deficiente; e anche negli S t a ti U n iti il
grano si imbosca, onorevoli colleghi, p e r ­
chè t u t t o il m ondo è paese !...
Vi è poi la questione gravissim a dei con­
vogli. I convogli riducono n o te v o lm e n te
l’efficienza del tonnellaggio. L ’h a n n o già
r id o t ta di circa il 30 per cento... sono cose
che t u t t i sanno, e m inacciano di rid u rla
anche di più, fin t a n t o che gli S ta ti a l­
leati non abbiano d ’accordo t r o v a t o un si­
stem a di c onvogliam ento migliore, più r a ­
pido e più sicuro.
I convogli non d ip endono da noi, non
dipendono dal n ostro m inistro della m a ­
rin a che in p a rte , perchè il M e d iterraneo
è diviso in tre zone : u n a g ran d e zona da
P o r to Said a ll’I ta l ia è t e n u ta d a ll’a m m ir a ­
gliato brita n n ic o , u n ’a ltr a zona, la zona
13
del Sud, è te n u ta d a ll’am m ira g lia to f r a n ­
cese; e la zona N ord solam ente è te n u ta
d a ll’a m m ira g lia to italiano.
Sono t u t t e cause che devono essere s tu ­
d iate e insieme regolate, sono t u t t e cause,
che deprim ono fo rte m e n te il traffico di
t u t t e le merci e quindi anche dei cereali.
Certo sta il fa tto , onorevoli colleghi, che,
m entre il C om m issariato dei consumi, in
base ai calcoli del Wheat Executive a v r e b ­
be do v u to a tte n d e r s i per il prim o trim e ­
stre dell’anno g ranario - stabilito ora t r a il
prim o se tte m b re e il 31 agosto - un a rriv o
di 825 mila to n n e lla te di grano, ne sono a r ­
r iv a te invece so lta n to 325 mila.
La situazione quindi, onorevoli colleglli,
non è allegra, -e spiega le molte insistenze
di t u t t e le provincie, spiega perchè spesso
il C om m issariato è obbligato a far v iag ­
giare le d e rra te da un .porto a ll’altro, m a ­
gari in ta c c a n d o quelle riserve de stin a te al
consumo per un d a to luogo, e che poi si
fanno im p ro v v isa m e n te p a rtire verso u n ’al­
t r a località.
Così i tre n i s ’incrociano, così vi è l ’a p ­
p a re n z a del disordine, che invece non è
che il p o r ta to dell’assoluta necessità. Ad
ogni modo t u t t o ciò sta a d im o stra re - è
inutile che io ne parli, - l’effetto dei silu­
ram e n ti, che sono poi la causa di q u a n to
ho d e tto , e che, come voi sapete, hanno
a v u to u n ’efficacia specialissima, in questi
ultim i tem pi, nel M editerraneo. L a guerra
so tto m a rin a p rovoca dolorose perdite, come
è a v v e n u to in queste ultim e settim ane. I
14
b a s tim e n ti devono seguire ro tte specialis­
sime, e sta re molto vicino alla costa, così
che spesso s’incagliano. I n queste ultim e set­
tim a n e abbiam o a v u to q u a tt r o piroscafi
silu rati e q u a tt r o incagliati.
Sono queste t u t t e cause che d im o stra n o
l ’urgenza a ssoluta della revisione del nostro
fabbisogno e l’urgenza assoluta di da re al
grano un m aggiore tonnellaggio, specialm en te al grano che deve venire in Ita lia ,
la quale si tr o v a per la sua condizione geo­
grafica, non bisogna d im enticarlo, in con­
dizioni sfavorevoli di viaggio, in confronto
degli altri paesi alleati; poiché, m e n tre d a l­
l’Am erica alla F ra n c ia e rito rn o s’im pie­
gano 45 giorni, d a ll’A m erica a G enova, e
rito rno, s’im piegano 90 giorni.
Di qui l’assoluta necessità di prem ere
sugli alleati, perchè gli alleati diano a ll’I ­
ta lia uno specialissimo appoggio. E questo,
onorevoli colleglli, mi p a re di averlo in
g ran p a r t e o tte n u to .
Q uando ebbi l’incarico, essendo a p e rta
u n a conferenza a L o n d ra sul tonnellaggio,
l ’onorevole m inistro dei t r a s p o r t i non p o ­
ten d o in te rv e n ire a quella riunione, mi diede
t u t t i i d a ti necessari per p o te rv i p a r t e c i ­
pare.
I*, da .parte mia, avevo già p rec isato
t u t t o il fabbisogno, e posso a c c e rta re che
il G overno ha un p ro g ra m m a ben preciso
e definito rig u a rd o al tonnellaggio, e che
ha so tto p o s to questo suo p ro g ra m m a alla
conferenza di Parigi, ove fu accolto con la
m assim a sim patia.
N on posso dare le cifre, perche, essendo
una questione a n c o ra da t r a t t a r e , sub judice,
riguardi speciali consigliano di non dirle.
S ap p ia però la Cam era e il paese «he
noi difenderem o il nostro p ro g ra m m a con
la m assim a energia.
Onorevoli colleglli, ho l ’im pressione che
v e ra m e n te gli alle ati nostri, e l’A m erica
s o p r a t tu t to , d a ra n n o a ll’I ta lia il necessario
appoggio, perchè io facevo, in colloqui p r i­
vati, specialm ente con gli am ericani, un sem ­
plice rag io n a m e n to che im pressionava. Io
dicevo : voi a m ericani a v e te p o r ta to già
in F ra n c ia m olti soldati, ne p o rte re te m ol­
tissimi in breve, in piena efficienza di
guerra, m a b a d a te che a n z itu tto bisogna
che sia ben salda la resistenza in Ita lia ,
perchè, cosa vi gioverebbe p o r ta r e m olto
r a p id a m e n te le m olte c e n tin aia di migliaia
di so ld a ti vostri, q u a n d o vi venisse a
m an c a re il valido appoggio e la suprem a
resistenza di milioni di so ld a ti ita lia n i ì
E questo ra g io n a m e n to P è t S f i Q l ^ a tan- ^
to, che ebbi u n a v
o
U
a
sentire il signor ColW , che iè^|%V]T{5resen­
t a n t e a P arigi del
i çhjw trasporti
dire al r a p p r e s e n t a n ^ K ^ h £ .r a ^ a Control­
ler, cioè al mio c o lle o ^ a m e r ic a n o : Crespi
h a ragione; fate in modo di dargli t u t t o
ciò che v e ra m e n te gli occorre. (Bene !)
Noi vigileremo ev id e n tem e n te con la
m assim a energia perchè questa fiamma che
si è svegliata nel cuore degli alleati, per
le n o stre stesse disgrazie, a favore dell’ Italia, sia t e n u t a viva: questa è u na spe-
* IG
ciale, assoluta, im prescindibile necessità
E la terrem o accesa !
Ma a iu ta te c i t u t t i voi !
Noi vigileremo perche i v a n ta g g i che sono
s ta ti promessi, ed in p a r te o tte n u ti - p e r ­
chè i tre n i a rriv a n o ed i convogli p u re a r ­
riv a n o - d iv e n tin o t u t t i u n a rea ltà , che ci
sollevi e c o rrisp o n d a alle n o stre giuste esi­
genze.
Io sono, onorevoli colleglli, p ien a m en te
tra n q u illo sulla situazione g ra n a ria in I t a ­
lia, per ciò che rig u a rd a lo scorcio di di­
cem bre a ttu a le , per il quale a b biam o p o ­
tu to , in qualche c ittà , costitu ire anche
qualche scorta, e per t u t t o il mese di gen­
naio. Al di là noi vigileremo. Se gli alleati
m an te n g o n o le loro promesse, sarem o t r a n ­
quilli fino al nuovo raccolto.
Una voce. E se no ? (Commenti — Rumori).
C R E S P I, commissario generale per gli ap­
provvigionamenti e i consumi. Noi siamo qui
a p p o s ta per t u te la r e e g a ra n tir e gli i n te ­
ressi italiani. (Approvazioni).
Io ritengo che il Governo per rig u a rd o
agli a p p ro v v ig io n a m e n ti, non o s ta n te le in ­
discutibili difficoltà della situazione, non
fallirà al suo scopo. (Benissimo !)
Le mie forze sono assai m odeste, onore­
voli colleghi ; m a mi soccorrono quelle del
mio m inistro e p resid e n te del Consiglio,
quelle dei m inistri degli esteri, del tesoro,
del commercio, dell’agricoltura, dei t r a ­
sporti, di t u t t i i m inistri che mi h a n n o c h ia ­
m ato alla durissim a p ro v a. Mi soccorrono
le vostre, onorevoli colleghi, e t u t t i assieme,
17
Con me o senza di ine, con questo o con
altro Governo, percorrerem o certo la diffi­
cile e lunga s tr a d a e fino in fo n d o , fino alla
v itto ria . ( Vive approvazioni).
COTUGNO. Poi c ’ è il paese che s a p rà
sacrificarsi !
C R E S P I, commissario generale per gli ap­
provvigionamenti e consumi. Onorevoli col­
leglli, il p roblem a granario è uno dei p r o ­
blemi che rig u a rd an o in modo speciale i
popoli civili in guerra. Ogni alim ento in
guerra o d iv e n ta tro p p o scarso o d iv e n ta
tro p p o caro e spesso tro p p o scarso e tro p p o
caro. Lo S ta to finisce per dovere p r o v v e ­
dere a t u t t o (1).
(1) jSbn bastando più, corno si è detto, nell’anno agri­
colo 1916-17 la produzione nazionale o le importazioni
dall’estero a soddisfare lo richieste dei vari Consorzi
granari, il Commissariato dovè ridurle a seconda della
disponibilìtù. Per ovviare agli inconvenienti che ne­
cessariamente dovevano verificarsi per queste decurta­
zioni fatte di mese in mese senza un sistema prestabi­
lito, il Commissariato preparò un completo piano di di­
stribuzione che mise in atto col nuovo anno agricolo.
Il contingentamento fu fatto tenendo conto del censi­
mento della popolazione e degli spostamenti che questa
subì in seguito ai richiami sotto le armi, ai nuovi ag­
glomerarne nti industriali, ai profughi, ecc.
La popolazione è poi considerata non solo nella sua
cifra assoluta, ma in rapporto al modo con cui è com­
posta tenendosi conto dell’età, del sesso e del lavoro
a cui è adibita.
Ma le differenze maggiori che si possono notare fra
provincia e provincia nella quantità di grano assegnata
sono principalmente dovute al fatto che, a seconda dei
18
A nche s ta m a n e leggevo che i prezzi in
R om a ten d o n o c o n tin u a m e n te a salire, e lo
S ta to d o v rà poco a poco, p u r tr o p p o , p r o v ­
vedere a che, non o sta n te ogni mia b u o n a
v o lo n tà di lasciar libero il com m ercio, non
si danneggi eccessivam ente il co n su m a to re
e a sso lu tam e n te s’im pedisca, con la m assim a
energia, ogni e qualsiasi fo rm a di a c c a p a r ­
ram e n to . (Approvazioni).
Chi m ai avrebbe d e tto , onorevole ì t i tt i,
qu a n d o c o m b a tte v o il tu o m onopolio e,
onorevole B ianchi, q u a n d o c o m b a tte v o la
statizzazione delle ferrovie, che p roprio io
dovessi d iv e n ta re feroce s ta tiz z a to re , m o­
nopolista e collettivista"?... (Commenti — Si
ride).
Voci. P e r la guerra !
C R E S P I, commissario generale per gli ap­
provvigionamenti e consumi. La guerra ha
fa tto le v o stre v e n d e tte ! (Approvazioni —
Si ride).
luoghi, giti da prima la popolazione si nutriva in modo
diverso. In certi paesi l’uso del granturco, in altri del
riso e di qualche altro cereale o legume anche per il
passato hanno sempre portato un notevole risparmio di
grano. Quindi mentre in taluni casi può sembrare es­
servi disparità di trattamento, se si tiene soltanto conto
del contingentamento dei singoli generi, sommando in­
vece tutte le molteplici risorse alimentari locali, che va­
riano da regione a regione, si trova il giusto equilibrio.
Ael seno poi di ciascuna provincia l'autorità locale
procedo al contingentamento dei singoli comuni se­
guendo quelle stesse direttive che il Commissariato
adottò per il contingentamento delle provincie
19
Il problem a granario è collaterale a
quello del g ran tu rco , il quale in te g ra il p r o ­
blem a granario.
Il raccolto del gran tu rco , secondo le ul­
tim e cifre, fu pure deficiente in ragione di
tre milioni di q u intali e mezzo. Noi abbiam o
f a tto un raccolto di 23 milioni di q u in ta li ;
abbiam o a v u to un raccolto di 1,616,000 q u in ­
ta li di orzo ; di 1,133,000 q u in ta li di segala.
Abbiam o t r a t t a t o a p a rte il pro b le m a del­
l’avena, per il quale abbiam o un raccolto
di quasi 5 milioni di quintali. Abbiam o
perciò richiesto agli alleati e al Wheat Exe­
cutive di darci una im p o rta z io n e di 525,000
ton n ella te .
Alla rac c o lta di t u t t o ciò che il Paese
può da re deve s o p p e rirc e la requisizione,
che voi sapete avviene a mezzo di ufficiali
forniti dal Ministero della guerra. È però
a sso lu tam e n te necessario di sveltire gli or­
gani delle requisizioni, e di fare in modo
che esse a vvengano con il m inor dolore pos­
sibile, m a anche con la m assim a energia.
T roppo g ranturco in questo m om ento si
imbosca, e noi dovrem o necessariam ente
m ette rlo a disposizione delle località dove
ce n ’è m aggiorm ente bisogno.
DUGONT. Si vende il fru m e n to n e im bo­
c c a t o fino a 90 lire il q uintale. (Commenti).
C B E S P I, commissario generale per gli ap­
provvigionamenti e i consumi. P u r tr o p p o !
Lo so, e le dirò poi, onorevole Dugoni, come
sto provvedendo.
Vi è poi il p roblem a dei legumi, che è
a n c h e un grosso problema»
20
Noi p roducevarno p rim a della guerra
16 milioni e 200 mila q u in ta li di p a ta t e ,
m en tre la F r a n c ia pro d u ce 100 milioni di
q u in ta li di p a ta te . Anche qui abbiam o una
deficienza di raccolto di circa 3 milioni e
mezzo, poiché abbiam o p r o d o tto , secondo
le cifre giuntem i ieri sera, so lta n to 13 mi­
lioni e mezzo di q u in ta li di p a ta te .
A vevam o u n a produzione di 6 milioni di
q u in ta li di castagne, un m ilione e mezzo di
q u in ta li di fagioli, 4 milioni e mezzo di q u in ­
tali di fave, e un milione di legumi secchi;
11 milioni e mezzo di q u in ta li di legumi
freschi.
I legumi secchi sono piselli, ceci, le n tic ­
chie, lupini e veccie, e quelli freschi a s p a ­
ragi, carciofi, cavoli, ecc., to ta le una grossa
produzione di circa 41 milioni di q u in ta li di
legumi, che io calcolo al prezzo medio di
40 lire al quintale.
Come v e d e te è u n a grossa produzione
che può venire in sussidio a quella del grano.
Noi e s p o rta v a m o prim a della g uerra 3 m i­
lioni di q u in ta li in t u t t o ed im p o r ta v a m o
una cifra tra sc u ra b ile . Ora negli a n n i di
guerra, per m a n c a n z a di m ano d ’opera, n e ­
cessariam ente si è r is t r e t ta anche la p r o d u ­
zione dei legumi. P e r esempio in q u e s t’anno
(le cifre di prim a si rife riv an o ante bellum)
a b biam o p r o d o tto 950 mila q u in ta li di fagiuoli, e 3 milioni e mezzo di q u in ta li di
fave, ed abbiam o s o lta n to 800 mila q u in ta li
di legumi secchi, e, come già ho d e tto , 13
milioni e mezzo di p a ta te .
Passo ora a d un a ltro problem a, quello
21
del riso, sul quale si è m olto discusso. Si
d o m an d a dove sia a n d a to a finire t u t t o il
riso. (Segni di attenzione).
I n f a t ti noi p ro d u ce v a m o p rim a della
guerra 3,177,000 q u intali di riso, ed espor­
ta v a m o la bella cifra di 720,000 q u in ta li :
resid u a v an o quindi per il consumo due mi­
lioni e mezzo di q u intali circa.
Nel 1917, f o rtu n a ta m e n te , abbiam o p o ­
t u to p ro d u rn e 3,329,000 q uintali, ed abbiam o
im p o r ta to al n e tto dalla e sportazione m i­
nim a 550,000 q u in ta li : a v evam o quindi a
n o stra disposizione 3,879,000 quintali, e cioè
1.400.000 q u in ta li di riso in più del con­
sumo ante bellum.
Dove sono "andati ? (Commenti).
Onorevoli colleglli, se voi c o n fro n ta te
in ta n to questa maggiore produzione di
1.400.000 q u in ta li con l’enorm e fabbisogno
a lim e n ta re della popolazione, essa d iv e n ta
p u r tr o p p o u na assai piccola cifra. Siccome
in m olte provincie è ven u to a m a n c a re il
grano per il p ane e la p a sta , bisognava
e v id e n te m e n te sostituirlo con il riso, ed
ecco già u na grossa falcidia alla cifra, della
quale giustam ente t u t t i mi chiedono conto.
Vi sono poi i bisogni dell’esercito, il
quale ba chiesto e consum ato nello scorso
anno 720,000 quintali di riso ; cioè ha con­
sum ato la m e tà dell’aum ento. Ora chiede
120 mila q u intali di più per le ragioni a
t u t t i n o t e ; dunque l’esercito p o r ta via 840
mila "quintali di riso circa. Ma poi vi sono
m olte ragioni che giustificano il maggiore
consum o.
22
Onorevoli colleglli, q u a n d o si è in guerra
si crea uno s ta to non n a tu r a le nelle fam i­
glie, i m em bri di un a stessa fam iglia v e n ­
gono divisi, e qu in d i questo solo f a tto spiega
il maggior consumo.
Ma vi ha di più. La gu e rra in p a rte è
un necessario disordine, e quindi uno sp e r­
pero : in o ltre la guerra, e questo è un fe­
nom eno speciale per noi, ha im p e d ito com ­
p le ta m e n te l’emigrazione. Q uando è scop­
p ia ta la gu e rra europea, e cioè fin d a ll’a ­
gosto 1914, l’emigrazione fu c o m p le ta m en te
v ie ta ta , di m odo che la popolazione i t a ­
liana in questi tre a nni e mezzo di guerra
europea è n o tev o lm e n te a u m e n t a t a in r a ­
gione di circa 400 mila in d iv id u i a ll’anno,
e cioè dell’in te ra eccedenza a n n u a dei n a ti
sui m orti.
F a t e i conti, e v e d e te che oggi, a ll’incirea, si può v a lu ta re la popolazione i ta ­
liana non più a 37 milioni, come si v a lu ­
t a v a p rim a della guerra, m a alm eno a 39
milioni, e ciò spiega n a tu r a lm e n te un m ag ­
giore fabbisogno di alim entazione.
B v ’ha di più. La guerra ha p o r ta t o un
aum e n to di ricchezza, e con r a u m e n to di
ricchezza r a u m e n t o di consum i a lim e n ta ri,
perchè il co n ta d in o e l ’operaio vogliono a n ­
z itu tto spendere di più, m angiare di più.
V edete du n q u e che è facile risp o n d e re
alle dom ande, che p u r sono poste da a u t o ­
revolissimi economisti, in rig u a rd o alla n e ­
cessità e alla urgenza dell’ au m e n to dei
consumi.
F vengo a l r a l t r a grossa questione, q u e l l a
23
dello zucchero. Anche qui si dice : dove è
a n d a to a finire t u t t o lo zucchero ?
Onorevoli colleglli, b a d a te che siamo ri­
m asti sotto l ’impressione del grandissim o
raccolto e della grandissim a produzione di
zucchero, che si è verificata nel 1915, q u a n d o
abbiam o anche p o tu to fare larghissim a
esportazione ; m a p rim a del 1915 noi non
abbiam o mai p r o d o tto in m edia oltre un
milione e mezzo di quintali di zucchero,
m en tre se ne im p o r ta v a un mezzo milione
di quintali, di modo che noi p o tev a m o
calcolare il consumo medio, il fabbisogno
degli anni di guerra in due milioni di q u in ­
tali. Ora invece, d u r a n te lo scorso anno,
per le cause che sapete, e cioè la deficienza
di m ano d ’opera e la deficienza di raccolto,
si è p o tu to p ro d u rr e so ltanto un milione
di quintali, al quale va aggiunto un mezzo
milione di q u intali di im portazione al n e tto
della esportazione, di modo che noi abbiam o
a n o s tra disposizione solam ente un milione
e mezzo di q u intali di zucchero.
Di contro abbiam o ora il consumo d e l­
l ’esercito, e t u t t e le cause di m aggiore con­
sumo ; ciò spiega ogni deficienza e la ne­
cessità di razionare lo zucchero (1).
(1) La limitazione al consumo dello zucchero venne
attuata col decreto luogotenenziale 18 ottobre 1916,
n. 1332, e con la circolare 22 dicembre 1918, n. 84300,
del Ministero di agricoltura, industria e commercio
(servizio temporaneo approvvigionamenti). Secondo tali
disposizioni il Commissariato generale dei consumi de*
b’i'jnina bimestralmente 0 contingente mensile di zuc-
5v,.
V
21
Vi ha poi l’a ltr a questione dell’olio di
oliva. È u na quistione che d o v reb b e tenere
cliero assegnato al consumo di ciascuna provincia, e
l’intendente, assistito da un consigliere di prefettura e
dall’ingegnere capo dell’ufficio tecnico di finanza, ri­
partisce il contingente provinciale fra i comuni della
provincia. Tanto nella determinazione del contingente
provinciale quanto nel contingentamento comunale da
parte dell’ intendente si tenne conto del consumo medio
verificatosi nel triennio 1913-1915, e si ebbe cura di
distinguere il consumo diretto della popolazione da
quello dei fabbricanti di prodotti zuccherati.
Il prelevamento dello zucchero assegnato alle sin­
gole provincie viene fatto direttamente presso gli zuc­
cherifici e presso i depositi statali previa presentazione
di licenze rilasciate dagli intendenti a. speciali organi
di distribuzione chiamati depositi provinciali di distri­
buzione. Questi depositi distribuiscono lo zucchero entro
l ’ambito di ciascuna provincia su presentazione delle
licenze sindacali rilasciate dai sindaci ai rivenditori.
Senza il ritiro delle licenze intendentizie e di quelle
sindacali che vengono rilasciale soltanto per le quan­
tità assegnate rispettivamente alla provincia e al co­
mune, nessuna consegna di zucchero può effettuarsi
dagli zuccherifici e dai depositi.
Lo stesso sistema viene praticato con lo zucchero
di Stato (zucchero saccarinato) che vien fabbricato dal
Ministero delle finanze, direzione generale delle ga­
belle (decreti luogotenenziali 4 febbraio 1917, n. 161,
e 11 marzo 1917, n. 374) e messo a disposizione del
Commissariato generale per gli approvvic ma menti ed
i consumi nei vari depositi doganali.
L'attuale regime della distribuzione dello zucchero
fu, in Italia, il primo sistema introdotto di limitazione
al consumo di derrate alimentari è del razionamento
indiretto sulla base del contingentamento provinciale
e comunale.
t u t t i calmi come l’olio, m a che viceversa
ha eccitato v a ri n o s tri colleglli, i quali
hanno creduto di r a v v is a re in un p r o v v e ­
dim ento del quale io ho segnato le linee,
p rim a della mia p a rte n z a per L o n d ra , e che
si è in p a rte a tt u a to in questi ultim i giorni
per il raccolto dell’olio, u n a ten d e n z a al
monopolio, all’a c c a p a rr a m e n to , ecc.
Il congegno è semplicissimo. L ’ anno
scorso la requisizione dell’olio è a n d a ta
male, e l’onorevole Canepa può farne fede.
Bisognava tro v a r e qualche cosa di diverso,
e allora sono ricorso ai com petenti, ai grossi
in c e tta to ri di olio prim a della guerra ;
ho scelto le più note d itte nelle varie re ­
gioni d ’Ita lia , e le ho in v ita te a div en ta re
longa manus del Com m issariato, facendo
esse stesse am ichevoli requisizioni.
Ho assegnato d a te q u a n tità di olio a
ciascuna d itta , e mi sono assicurato che
queste d itte a c c e tta v a n o di lav o ra re con
un com penso a sso lu tam e n te minimo, q u a t ­
tord ic i lire al quintale, le quali sono niente
a ltro che le spese. Queste d itte si sono volon­
tero sa m e n te messe a ll’opera, e, per il quasi
puro rim borso delle spese, si sono im pegnate
in g ran p a rte delle regioni d ’I ta l ia di fare
qu e sta nuova form a di requisizione, ma nes­
sun monopolio. P erchè è bene stabilito nel
c o n tr a tto che il Com m issariato può in q u a ­
lunque m om ento chiam are nuove d itte o
gruppi di ditte, ed è anche stabilito che, se
e v e n tu a lm e n te i p ro d u tto ri presentassero al
m om ento o p p o rtu n o grosse p a rtite , il Go­
verno, se tro v e r à convenienza, le requisirà.
26
D u n q u e piena lib e rtà di com m ercio nelle
provincie p r o d u ttric i, u n a c e rta lib e rtà di
comm ercio anche fuori, e qu e sta requisi­
zione f a t t a a mezzo dei c o m p e ten ti la quale
dà al Com m issariato t u t t o l’olio per l ’eser­
cito 9 per la popolazione non p r o d u ttric e .
Q uando ho spiegato questo m eccanism o
a p arecchi degli onorevoli colleglli che se
ne la m e n ta v a n o , essi stessi h a n n o conve­
n u to , come hanno c o n v e n u to t u t t i i m em ­
bri del C om itato consultivo che ho a fianco,
e del quale mi giovo - e anzi colgo qu e sta
occasione per m a n d a r e a questo C om itato
consultivo e ai colleglli che ne fanno p a r t e
le mie più sincere azioni di grazie per l ’o­
pe ra v e ra m e n te v o lo n te ro sa con la quale
mi a iu ta n o nel disim pegno delle mie m a n ­
sioni - t u tt i, dico, si sono persuasi che il
congegno è s ta to bene scelto e bene a tt u a to .
Vi sono a n c o ra regioni nelle quali non
sono riuscito a t r o v a r e delle d itte che a c :
Gettassero le p ro p o ste del C om m issariato.
Io confido che in queste regioni dove vi
sono effe ttiv a m e n te condizioni speciali che
riconosco, si tr o v e r à pure l’accordo per il
va n ta g g io generale senza d a n n o di alcuno;
chè, se a n c o ra un accordo non fosse possi­
bile, allora requisirem o l’olio coi mezzi or­
din ari (1).
(1) Il primo provvedimento in materia di olio d'o­
liva è il decreto 9 marzo 1916 che impose il prezzo
di calmiere. Subito dopo si procedette alla requisizione
nello provincie principalmente produttrici, Puglie, Ca­
labria, Sicilia e Liguria. Si procedette anche all’ittl*
7
M A N D R IN I. Bisogna im pedire il taglio
degli alberi di olivo, che si fa per il legnam e !
C R E S P I, commissario generale per gli
approvvigionamenti e consumi. La questione
del taglio degli alberi di olivo è u na grossa
questione che non dipende da me, m a mi
è s ta to assicurato che se le olive, che possono
essere p a g a te oggi 7 o 8 lire la q u a rta , secon­
do il calm iere che abbiam o stabilito, fos­
sero p a g a te anche 10 e 12 lire la q u a r ta , vi
sarebbe e gualm ente la convenienza di t a ­
gliare gli alberi. (Commenti).
Questa è u n a d u ra c o nstatazione ; provv e d e rà chi di ragione.
M IL Ix lN I, ministro di agricoltura. Ho
preso già le disposizioni possibili, ed esse
sono in via di esecuzione.
C R E S P I, commissario generale per gli ap ­
provvigionamenti e consumi. Q u a n to alla
carne io posso assicurare la Cam era e il paese
che finora in num ero il nostro p a trim o n io
zootecnico non è dim inuito. Però è dim inuito
in peso, inquanto cliè il decreto luogotenenportazione di olio dalla Spagna por conto del Governo.
Con i quantitativi provenienti dalla requisizione e dalla
importazione il Commissariato provvide all’approvvi­
gionamento dell’esercito e della popolazione civile, spe­
cialmente nelle provincie non produttrici dell’Italia
settentrionale p centrale, vigilando la distribuzione nelle
varie zone a seconda della popolazione e del consumo
abituale dell’olio in relazione al consumo degli altri
grassi. Si è potuto così ridurre notevolmente il con­
sumo come era necessario - data la minore disponibilità,
totale - per effetto della quasi cessata importazione di
olii di some.
23
ziale che stabilì il peso minimo per la m a ­
cellazione dei bovini, ha n o tev o lm e n te d i­
m inuito il peso medio, poiché oggi n a t u ­
ra lm e n te si m acella un maggior num ero di
bovini di grosso peso e un m inor num ero
di vitelli.
Io dovrò p ro b ab ilm e n te , mi prem e d i­
c h ia rarlo fra n c a m e n te , ricorrere a una m ag ­
giore dim inuzione del n o stro c a p itale zoo­
tecnico in q u a n to che la dim inuzione dei
cereali che sono a m ia disposizione, la n e ­
cessità del tesse ra m en to del p ane e delle
piccole razioni per le classi abbienti, obbli­
gherà n e c essariam ente a lasciare che queste
e le classi medie si approvigionino m aggior­
m ente di carne ; quindi dovrò richiedere
un a u m e n to di a lim en tazio n e c a rnea ; m a
non tem o affatto per il no stro patrim o n io
zootecnico, poiché, a fine della guerra, sarà
assai facile, m e d ia n te piroscafi refrigeranti,
che p rim a l’I ta l ia non possedeva ed ora
possiede, di r in n o v a re il m a te ria le z o otec­
nico, lasciando che per il tem po a ciò n e ­
cessario le no stre popolazioni si n u tra n o
con carni p ro v e n ie n ti d a ll’estero (1). (Com­
menti).
(1) Il Ministero di agricoltura aveva già provve­
duto coi Regi decreti 22 aprile 1915, n. 497 e 2 maggio
1915, n. 566 - convelliti poscia in legge - peaimpedire la
macellazione dei vitelli di peso inferiore a 200 kg., ec­
cezion fatta per quelli di razza montanara, per i quali
il limite di peso può essere portato fino a 120 kg. dal
prefetto su parere motivato del veterinario provinciale.
Il 3 dicembre 1916 è stato emanato il decreto luo­
gotenenziale n. 1685, mediante il quale si è imposto
£
21)
Q uanto al l a tte ed ai latticini, voi sa ­
p e te bene che il l a tte è fo n te di u n a ali­
m entazione quasi i m p o r ta n te come quella
del grano e che viene subito dopo di essa.
La produzione del l a tte in I ta l ia è c e r ta ­
m ente dim inuita, aH’incirca di un terzo della
produzione norm ale, per u na q u a n ti tà di
cause a ttin e n ti alla guerra e su cui non
un limite nelle macellazioni del bestiame bovino ed
ovino e nel commercio e la vendita delle carni e del
poliamo e dei conigli nonché della cacciagione nei co­
muni del Regno.
L ’ingranaggio e le finalità del decreto luogotenen­
ziale 5 dicembre si possono così riassumere :
a) limitazione del 50 por cento circa delle macel­
lazioni dei bovini (ivi compresi i bufalini) prendendo
per base i dati del 1915: proibizione della vendita e
del consumo delle carni nel giovedì e venerdì;
b) limitazione della macellazione delle pecore e
capre alla quantità di capi macellati nel 1915 ;
c) limitazione al commercio dei volatili da cortile
(tre giorni di vendita, consecutivi, alla settimana) ;
d) macellazione normale dei suini, libertà nel com­
mercio e nel consumo delle carni suine salate;
e) macellazione libera' degli equini e libero com­
mercio delle carni equine.
Furono pubblicate amplissime norme, in data 11 di­
cembre 1916, per la esecuzione del citato decreto Ino
gotenenziale.
Il 12 dicembre 1916, col decreto luogotenenziale
n. 1709, si stabilì che il consumo della carne negli al­
berghi, nelle trattorie, ece. (fermo restando il divieto
di consumarvi carne nei giorni di giovedì e venerdì)
fosse limitato a un solo piatto di carne per ogni pasto.
Con lo stesso decreto, alio scopo di risparmiare burro,
crema od uova, si vietò di somministrare al pubblico,
30
voglio tro p p o a, lungo in tr a tt e n e r e la Ca­
m era, m a che del resto sono in tu itiv e . In
conseguenza è d im in u ita la p ro duzione del
form aggio e del burro. E d a nche qui si dice:
d o v ’è a n d a to a finire il b u r ro ?
La n o s tra p ro duzione norm ale p rim a
della guerra era di 250 mila quintali, e spor­
ta v a m o o rd in a ria m e n te 37 mila q u in ta li ed
av e v am o quindi u n a d isponib ilità di 213
mila quintali.
per il consumo diretto durante i pasti, il burro, la crema
o panna e le vivande nelle quali le uova entrino come
guarnizione.
Il 28 dicembre 1916 con decreto luogotenenziale nu­
mero 1840 si stabilirono delle norme più rigorose per
l’osservanza del decreto luogotenenziale con cui si dava
facoltà ai prefetti di stabilire un limito di peso per la
macellazione dei vitelli inferiore ai 200 kg. e non ol­
tre. i 120 kg.
Si pubblicarono in data 12 marzo 1917 istruzioni
dettagliate per l’applicazione di detto decreto.
Colla stessa data del 28 dicembre 1916 e con lo
stesso decreto luogotenenziale n. 1840 si vietò la ma­
cellazione dello vacche e delle giovenche gestanti e si
pubblicarono istruzioni dettagliate per la esecuzione.
Il 25 gennaio 1917 col decreto luogotenenziale n. 110
si fissarono lo norme per impedire la macellazione dei
suini di peso inferiore ai 75 kg. dello scrofe ge­
stanti o ancora atte alla riproduzione e dei verri.
Con ordinanza commissariale del 21 febbraio 1917
si proibì la macellazione degli agnelli di peso inferiore
a 10 kg. Tale limite minimo fu ridotto a 8 kg. in quei
casi in cui difficoltà di alimentazione e di pascolo sug­
geriscano ai prefetti un temperamento.
In data 25 giugno vennero dettate norme per le
cosidette macellazioni d’urgenza (nei piccoli comuni non
31
La produzione a ttu a le del b u rro è scesa
a 160 mila q u in ta li e non abb ia m o nessuna
im p o r ta z io n e , ecco la p rim a causa della
dim inuzione del burro.
G U G O R I. R ivedete il consorzio obbli­
gatorio !
C R E S P I, commissario generale per gli ap­
provvigionamenti e consumi. Ma vi è di più.
Molti clie p rim a non m angiavano b u rro , oggi
10 vogliono m angiare. {Commenti). Si è fa tto
11 tesse ra m en to del b u rro in m olte città ; m a
questo che cosa vuol dire, specialm ente nella
p rim a fase! Che t u t t i quelli che non manpossono essere computate nel contingentamento, men­
tre nel grandi debbono esserlo).
In data 11 aprile 1917 venne consentita la vendita
delle frattaglie di bovini, ovini, caprini e suini anche
al giovedì e venerdì e il consumo nei pubblici eser­
cizi al giovedì e venerdì delle trippe, degli intestini e
del sangue.
Il 18 maggio 1917 con C. C. venne consentita la
vendita al pubblico dei conigli vivi ed uccisi nei giorni
di giovedì e venerdì.
In data 7 giugno 1917 con C. C. venne consentiio
il consumo delle cervella nei pubblici esercizi.
In data 15 giugno 1917 con C. C. venne consen­
tito l’uso della carne di coniglio il giovedì e venerdì
nei pubblici esercizi.
In data 26 agosto 1917 con C. 0. venne discipli­
nato il commercio dei suini nell’interno del Regno.
In data 19 ottobre 1917 con C. C. venne vietato
l’uso di carni fredde e salumi nell’antipasto.
In data 19 dicembre 1917 con telegramma circolare ai
prefetti si stabilì che, per i mesi di gennaio e feb­
braio 1918, si macelli lo stesso numero di bovini e
ovini che si macellarono nel gennaio o febbraio 1917.
giavano un d a to alim ento, p rim a non te s ­
serato, lo vogliono a loro disposizione, m a ­
gari per rivenderlo. E ciò spiega la dim i­
nuzione per le famiglie a bbienti, che p rim a
ne m a n g ia v a n o di più. (1)
Q uanto al formaggio, av e v am o u na p r o ­
duzione di due milioni di qu in ta li, u n ’e s p o r­
tazione di 300 mila q u in ta li ed una disp o n i­
b ilità di un milione e 700'mila quintali. O ra
la produzione, e quindi la disponibilità, è
di un m ilione e 300 mila q u in ta li e quindi
la m a n c a ta esportazione non com pensa la
d im in u ita produzione. L ’esercito, che ha
poca carne, ha bisogno di m an g iare il fo r­
maggio e se ne m angia di più d a p p e r t u tt o :
quindi la necessità di c o n tin g e n ta re anche
il formaggio.
Onorevoli colleglli, i problem i sono molti
ed a rd u i e bisogna farv i fro n te con u rg en ti
provvidenze. A n z itu tto bisogna cercare di
intensificare, per q u a n to è possibile, la p r o ­
duzione nazionale. (Commenti).
(1) Con decreto del commissario generale por i consumi
del 2ó maggio 1917 fu ordinata' la requisizione totale
del burro e fu ad un tempo provveduto alla costitu­
zione di un Consorzio obbligatorio di tutti i commer­
cianti all'ingrosso, sotto la direzione di un commissa­
rio governativo.
Il burro requisito viene distribuito mediante un con­
tingentamento comunale, o le spedizioni sono fatte dallo
ditto consorziate direttamente alle annone municipali
o altri enti autorizzati.
Si è così, date le assottigliate disponibilité, provve­
duto ad un razionamento indiretto del burro.
33
Il m inistro di a g ric o ltu ra onorevole Miliani, lia p ro n to t u t t o un piano di sviluppo
delle produzioni agrarie (lo posso dire, p e r ­
chè mi ha f a t t o l’alto onore di farm i colla­
b o rare alla form azione di questo piano)...
Una voce al centro. M a n ca la m ano d ’opera.
C R E S P I, commissario generale per gli ap­
provvigionamenti e consumi. ... ed insieme
studierem o t u t t o q u a n to è possibile, se non
per a u m e n ta re , per non a rre s ta re la p r o d u ­
zione ag ra ria nazionale.
Studierem o insieme anche la e q u ip a r a ­
zione logica dei prezzi, che oggi è deficiente
e cagiona t a n t i disordini, in convenienti e
reclam i da p a rte delle popolazioni.
N a tu ra lm e n te mi sono p r e p a r a to anche
il fabbisogno finanziario. Sono diversi mi­
liardi, onorevoli colleglli, che ho d o v u to
chiedere al m inistro del tesoro per l’im p o r ­
tazione d a ll’estero; ed esso (lo ha p ro v a to
con la sua esposizione finanziaria) non si è
a d a t t o s p a v e n ta to delle mie richieste u r ­
genti e necessarie.
Vi è poi un fabbisogno di capitale cir­
colante per far fro n te alla requisizione e
mi prem e di dire che vi sono a ltri bisogni
ta s s a tiv i e precisi, ai quali mai si sarebbe
do v u to m ancare, perchè le merci requisite
siano im m e d ia ta m e n te p a g a te in contanti.
Teniam olo prese n te; è colpa non del
Com m issariato, m a degli organi locali, se
si sono verificati r ita rd i nella contabilità.^
se non si eseguiscono im m ed ia ta m en te i p a ­
gam enti. Il pubblico ne ha f a w a p p u n tò
al Com m issariato.
w »/yO
*
34
Sono 500 milioni assegnati ai bisogni a t ­
tu ali ; m a l ’a u m e n to giustificato ed a m ­
messo delle diverse produzioni, e il maggior
fabbisogno di requisizioni mi obbligano a
chiedere al m inistro del tesoro qualche
centinaio di milioni di a u m ento.
Il piano finanziario del C om m issariato
dei consum i si c o ncreta in un m ovim ento
complessivo previsto pel 1918, som m ate le
spese con le e n tra te , di circa 15 m iliardi.
Come vedete, è un p a trim o n io ingente
che si deve a m m in is tra re e che quindi deve
essere a m m in is tra to colle più rigorose norm e
di c o n ta b ilità , colla m assim a c a u te la e con
t u t t i gli accorgim enti necessari. Si t r a t t a
di cifre enorm i e anche i r e la tiv a m e n te
piccoli risp a rm i possono avere un a g ra n d is ­
sima efficienza su t u t t a l’econom ia nazionale.
La necessità di rid u r re il cambio, del
quale ha t r a t t a t o il m inistro del tesoro e
che è la maggiore ta s s a che g ravi sul p o ­
polo, che s o v ra s ta su t u t t o e su t u t t i , la
necessità di a dibire la m assim a p a r t e del
tonnellaggio ai t r a s p o r t i m ilita ri deve ec­
c ita re al maggiore risparm io.
T u tti devono ric o rd arsi che q u a n to più
p resto a rr iv e r a n n o i s o ld a ti a m ericani, t a n t o
p iù presto finirà v itto rio s a m e n te la gu e rra .
Bisogna du n q u e in s ta u ra r e la più rigida
economia dei consumi. La signora che oggi
si a t t a r d a in spese v o lu ttu a r ie , il c itta d in o
che consum a in eccesso, compie, sia p u re
inconsciam ente, un a tt o colposo verso la
p a tr i a e verso chi soffre.
P e r p a r t e mia, per risp ondere a ll’appello
35
del m inistro del tesoro, che richiede al paese
di sopprim ere ogni spesa v o lu ttu a r ia , ho
p r e p a r a to un decreto di abolizione della
fabbricazione dei dolciumi. F a rò u n a sola
eccezione per i biscotti a lim e n ta ri, esclu­
sivam ente per i bam bini, i vecchi e gli a m ­
m a la ti (Commenti) e per la c io ccolata in
pa n i che è p u re s tr e tta m e n te alim e n ta re .
(Interruzione del deputato De Felice-Giuffrida)
Mi piace di c o n s ta ta re che l’abolizione
dei dolcium i è orm ai richiesta da t u t t e le
p a r t i del paese e specialm ente dalle donne,
le quali mi hanno m a n d a to a p p o siti ordini
del giorno ed a p posite ra p p re s e n ta n z e per
richiederla.
Noi p ro v v ed e re m o a ll’impiego delle m a e ­
stra n z e che resteranno disoccupate ed a
t u t t o ciò che è necessario perchè la sop­
pressione di questa piccola in d u s tria sia
q u a n to meno s e n tita anche per coloro che
ne fanno parte. Ma orm ai la questione si im ­
pone anche per ragioni di c a ra tte re m orale
e sarà un f a tto com piuto al più presto (1).
I n o ltre bisogna spingere effióacemente
t u t t i i com uni a in tro d u rre la tessera.
(1) Una prima restrizione del consumo dei dolciumi
fu imposta con decreto luogotenenziale 12 dicembre
1916, n. 1709, clxe vietava l'uso del « dolce » durante
i pasti nei ristoranti, salvo nei giorni di giovedì e ve­
nerdì, nei quali è Anelato l’uso della carne.
Con decreto luogotenenziale poi del 7 gennaio 1917,
n. 14, fu fatto divieto a tutti gli spacci di sommini­
strare dolciumi nei giorni di sabato, domenica e lu­
nedì di ogni settimana. Durante tali giorni fu vietata
T u t ti i com uni sono disposti a i n tr o ­
durla, a com inciare dal com une di Napoli,
il cui sindaco mi ha d ic h ia ra to di essere
p ro n to a in tr o d u rr e la tessera. (Commenti
animati)..
Ora, si dice, come si farà il te s s e ra ­
mento? I l tesseram ento, si farà t r a noi come
si fa in F ra n c ia , cioè in base al lavoro com ­
p iu to dagli in d iv id u i: coloro che h a n n o un
lavoro meno pesante, a v ra n n o u na piccola
razione di pane, e coloro che fanno un la ­
voro più pesan te a v ra n n o u n a m aggiore r a ­
zione di pane...
persino l’esposizione nella vetrina dei dolciumi me­
desimi.
Ma più grave e quasi radicale fu la limitazione
imposta dal decreto luogotenenziale 8 marzo 1917,
n. 371. Tale decreto ha vietato la confezione e la ven­
dita dei dolciumi, salvo di quelli che non contengono
farine nè zucchero, delle marmellate di frutta del cioc­
colato purché in forme di peso non inferiore ai 50
grammi, dei biscotti, purché non combinati con mar­
mellate o con cioccolato.
Il decreto stesso, come risulta dalla presente espo­
sizione, non ha impedito assolutamente l’ industria dei
dolcieri. Si fabbrica infatti una quantità di dolciumi,
a base di farina di castagne, di uva sultanina, di
mandorle, di noci, di nocciuole, ecc., ed il cioccolato
è n anipolato nelle forme più diverse, pur rispettando
il limite minimo di peso in 50 grammi.
In mancanza di zucchero si fa grandissimo con­
sumo di miele.
La produzione dei biscotti, col decreto del Commis­
sariato approvvigionamenti e consumi in data 10 set­
tembre 1917, è stata regolata e limitata. Detto decreto.
37
COLxVJANÎs I. Coinè a Milano.
C B E S P I, commissario generale per gli
approvvigionamenti alimentari e i consumi.
♦Come a Milano, a Torino, in t u t t i i paesi,
che ragionano.
Quale sarà questa m isura ? La questione
è assai complessa. Non può essere u n ifo r­
m em ente d a ta la m isura p er t u t t i i paesi
d ’ Ita lia . Molto p ro b ab ilm e n te la m isura
d o v rà essere lasciata ai sindaci o alle r a p ­
p rese n tan z e provinciali, perchè le regioni
d ’I ta l ia sono così differenti le une dalle
altre, che non si può fare u n a legge eguale
per t u t t e (1).
infatti ha vietato assolutamente ai venditori di pane
di confezionare e vendere biscotti, ed ha prescritto che
ai fabbricanti db biscotti fosse dai Consorzi granari
concesso quel quantitativo di farina che risultasse esu
berante ai bisogni della panificazione noi limiti del
contingentamento provinciale. Data la ristrettezza di
tali limiti o l'aumento dei bisogni della panificazione
nelle varie provincie, por l'afflusso dei profughi dello
regioni invase, la produzione dei biscotti è stata ri­
dotta ai minimi termini ed, in alcune provincie, anzi,
x del tutto soppressa.
Per gli altri dolciumi, attualmente consentiti, sono
in corso provvedimenti che li sopprimono del tutto più
por ragioni d’indole morale e politica, che per ragioni
d’indole economica, inquantochè sono confezionati so­
pratutto con frutta, largamente prodotte in paese. Anche
per quanto riguarda il cioccolato si prescriverà che
esso debba essere prodotto in tavolette li scie del peso
minimo di 50 grammi.
(1) Pin dai primi mesi del 11)17, la deficienza di
alcuni generi di prima necessità e specialmente dello
38
Ma non b a s ta tesserare le classi non
p r o d u tt r i c i di grano: occorre anclie disci­
p linare il consumo delle classi p r o d u ttric i.
Perchè, è doloroso il dirlo, vi sono m olti
mezzi a d o p e ra ti dalla p r o p a g a n d a n e m ic i
per b o ic o tta re la n o stra guerra, e uno dei
mezzi che più mi h a n n o im p re ssio n a to e
che m eno sono noti, s ta nella p ro p a g a n d a
che si fa in certe ca m p a g n e presso i con­
ta d in i, affinchè consum ino t u t t o il grano
lasciato a loro disposizione, per creare poi
in p rim a v e ra u na grave crisi alim entare.
zucchero, indusse parecchi comuni ad applicare la tes­
sera annonaria per assicurare l’equa distribuzione delle
quantità disponibili, evitare le incette e controllare ef­
ficacemente gli esercenti.
Il Commissariato per eliminare le prime difficoltà
e le incertezze che la novità del servizio non avrebbe
mancato di presentare, stimò opportuno, con le istru­
zioni 2 marzo e 7 maggio 1917, indicare le modalità
che sarebbe stato utile seguire perchè il razionamento
raggiungesse pienamente i propri scopi.
La persistente ed anzi l’accentuatasi deficienza dei
cereali impose il contingentamento delle provincie e
dei comuni e quindi, come corollario logico ed indi­
spensabile, il razionamento individuale. Fu in propo­
sito emanata l’ordinanza 11 settembre con la quale si
dichiarò obbligatorio il razionamento del grano, della
farina e del pane ed, in quelle provincie in cui co­
stituiscono alimento principale della popolazione, anche
della pasta, del riso, della segala, del granturco e del­
l’orzo.
Quanto alle modalità per l’attuazione di tale razio­
namento venne lasciato alla libera determinazione delle
Amministrazioni comunali, salva l’approvazione dol
39'
È mio dovere di opporm i agii effetti di
questa p ro p a g a n d a , e lo farò con un con­
gegno che spero tro v e re te a b b a s ta n z a felice.
{Commenti).
Non lo posso dire per ora. I n t a n t o ho
so tto p o sto al mio m inistro e ai Consiglio
prefetto ed ogni eventuale azione coordinatrice da parte
del Commissariato,' di prescegliere i sistemi meglio ri­
spondenti alle peculiari esigenze locali.
Dagli esemplari dello deliberazioni delle singole
Giunte municipali pervenute lino al 25 corrente di­
cembre in copia al Commissariato, risulta che è già
stata data regolare esecuzione all'ordinanza 12 settembre
in 3190 comuni. Anche per la maggior parte degli
altri comuni del Regno il servizio consta di già ini­
ziato. Di questi 31’ 0 comuni, numero 2791 hanno aprilicato il razionamento diretto Con tessera, numero 130
il razionamento senza tessera, e cioè una ripartizione
immediata tra le varie famiglie ita parte dell 'autorità
comunale, numero 209 comuni hanno applicato il ra­
zionamento indiretto a carico degli esercenti.
In regime di tessera ebbe sin qui la preferenza la
tessera (o il buono o il libretto) famigliare.
Dei capolnoghi di provincia, 31 hanno già appli­
cato la tessera, 8 il razionamento indiretto combinato
con tessera di riconoscimento o elenco dei consumatori,
27 il sistema di razionamento indiretto puro e semplice.
A Torino, Bergamo. Milano e Roma fin qui in regime
di razionamento indiretto, l applicazioue della tessera
con effettiva limitazione delle razioni è già stata deli­
berata e la sua attuazione può dirsi ormai imminente.
A Napoli è stata introdotta la tessera della pasta, e si
tono iniziati gli studi per la tessera del pane e cereali.
Dei 169 comuni la cui popolazione raggiunge o supera
i 20.0 ‘0 abitanti, 93 hanno già applicato la tessera, e
i rimanenti 7< provvedono con razionamento indiretto
40
dei m inistri uno schem a di censim ento di
t u t t i i cereali e uno schem a di decreto per
elim inare ogni e qualsiasi form a di acca­
p a rr a m e n to : a nessuno, perchè più ricco,
deve essere consentito di p ro v v ed e rsi a
d a n n o di chi è meno ricco.
L a cosa che fa più p a u ra , onorevoli col­
leghi, è la confisca, non il carcere, ed è
perciò che questi decreti d o v ra n n o essere
firm ati dal luogotenente.
O ra voi co m p ren d ete, onorevoli colle­
ghi, q u a n to breve sia s ta to il tem p o a
m ia disposizione per d e te rm in a re un com ­
plesso di p rovvidenze, le quali t u t t e con­
cernono problem i m olto delicati. Ho a v u to
fìn’ora pochi giorni di studio a mia dispo­
sizione, in q u a n to c h è da 46 giorni so lta n to
fui insediato al mio ufficio, e di questi, 21
giorni ho d o v u to p assare a ll’estero per i
bisogni p iù u rg e n ti e più indeclinabili delle
nostre popolazioni. E poi da dieci giorni
sediam o alla Cam era.
Come v e dete ho f a tto t u t t o ciò che mi
e ra consentito dalle mie m odeste forze. Al­
tre cose resta n o da stu d ia re e da fare.
Ma s o p r a t tu t to , per a rr iv a r e allo scopo
che si deve raggiungere, cioè quello del r a ­
zionam ento in d iv id u ale e deH’alim entazione
eguale p er t u t t i a seconda del bisogno di
ciascuno, e perchè in fa tto di v e tto v a g lia ­
m ento il popolo ita lia n o sia t r a t t a t o con
la m assim a equità e con la m assim a c h ia ­
rezza, occorre che io abbia a mia disposi­
zione un organo m olto robusto, che abbia
d ira m a z io n i a ll’estero e che sia a l t r e t ta n t o
41
agile a Rom a. A ciò ho riv o lto le mie p r i ­
me cure ed ho p r e s e n ta to uno schema di
decreto luogotenenziale al Consiglio dei
m inistri per la riorganizzazione del Com­
m issariato dei consum i il quale sarà diviso
in tre direzioni generali... (Interruzioni —
Commenti).
N on vi piace q u e sta p a ro la di direzioni
generali ì Onorevoli colleghi, nessuno più
di me è c o n tra rio al b u ro c ra tiz z a re , m a è
p u r necessario creare u n a g erarchia e la
re la tiv a responsabilità perchè, senza g e ra r­
chia e senza responsabilità, nessuna grande
in d u stria e nessuna gran d e azienda può
a n d a re a v a n ti nem m eno o tto giorni.
D unque, d a te il nom e che volete ; dite
direzioni o servizi; la cosa è sem pre la
stessa... (Commenti — Interruzioni).
Ad ogni modo sono in to rn o a me v a lo ­
rosissimi funzionari e uom ini tecnici; fra
questi ultimi colui che, d u r a n te la crisi de­
corsa del C om m issariato dei consum i, ebbe
sulle spalle l ’enorm e fardello p er intero,
e che proviene, come t u t t i sapete, dal grande
commercio e dalla g ra n d e in d u stria . Questi
non è affatto un b u ro cra tic o ; è un tecnico
di altissimo valore a cui la P a t r i a è e sarà
sem pre riconoscente. (Benissimo ! — Com­
menti) .
A ccentrerò poi i diversi servizi nel m i­
nor num ero possibile di uffici; anzi è mia
intenzione di rid u rre gli uffici del Commis­
sariato, in q u a n to rig u a rd a n o i consum i e
gli a p p ro v v ig io n a m e n ti interni, da 22 a 14
soltanto. Ci sarà m olto da fare per t u t t i ,
42
in q u a n to che il lavoro cresce c o n tin u a ­
m ente, pro lu n g a n d o si la guerra e m o ltip li­
candosi le necessità, come mi p a re di avere
d im o s tra to c h iaram ente.
Urge, ed il G overno ne è p e rf e tta m e n te
conscio, onorevole G iretti, di rifare la no ­
s tr a organizzazione degli a p p ro v v ig io n a ­
m en ti a ll’estero, sia a Parigi, sia a L o n d ra ,
sia a W ashington; ed il Governo p r e n d e r à
a questo riguardo le necessarie provvidenze,
facendo osservare che anche qui occorre
che le responsabilità si a c ce ntrino in uno
solo e poi vengano r ip a rtite , inquantocliè
in t u t t e le aziende e in t u t t e le organizza­
zioni occorre un capo suprem o, il quale ri­
s p o n d a per t u tt i, salvo poi a p e rm e tte re che
i servizi possano, anche per gli affari di
d e tta g lio , corrispondere d ire tta m e n te fra
loro, come a vviene nelle gran d i imprese
jì ri vate.
Onorevoli colleglli, vi ho esposto con
la m aggiore r a p id ità i diversi problem i del
Com m issariato: non vi ho f a tto un q u a ­
dro se ducente ed allegro, m a vi ho d e tta
la semplice e p u r a v e rità , non a ltro che la
v e rità . N o n o s ta n te la g ra v ità dei problem i,
sono fiducioso che anche coi miei scarsi
mezzi - col f ra te rn o aiuto dei miei v a lid is­
simi c o llab o rato ri, c ir c o n d a to dai m inistri
che p u re collaborano con me - p o trò sem ­
pre in q u a lu n q u e m om ento rag io n e v o lm e n te
p ro v v e d e re aH’a lim e n ta zio n e del popolo i t a ­
liano con criteri di asso lu ta e q u ità e di a s­
soluta giustizia.
N u tro tale fiducia, onorevoli colleglli,
43
perchè mi sorregge u na g ra n d e fede. A n ­
che chi ha piccoli mezzi può compiere
g ran d i sforzi, q uando c’è una fede. Io ho
forte fede nella s a n tità della n o s tra guerra,
e nella v itto ria . Se tale fede p u r a e grande
è condivisa, come non d u bito, se v ib rerà *
sempre, come oggi vibra, a ll’unisono in voi
t u t t i e nel popolo, non fallirem o allo scopo!
Due pezzi di legno in croce come il più
alto simbolo di una fede e di una idea
h a nno trio n fa to della v e tu s t a organizza­
zione im periale rom ana e della b a rb a rie
m edioevale. L ’idea, per cui oggi si com ­
b a t t e e si m uore dalla M anica a G erusa­
lemme, trio n fe rà della b a r b a r a organizza­
zione tedesca. ( Vivissimi a pp l a u s i — Moltis­
sime congratulazioni).
;
.
A
»
*
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S. E. SILVIO CRESPI