L’ALIM ENTAZIONE DELL’ ITALIA IN TEMPO DI GUERRA ^5- T'gj'e'T ■3^ DISCORSO DI S. E. SILVIO CRESPI Commissario generale per gli approvvigionamenti e consumi P R O N U N Z IA T O ALLA CAMERA DEI DEPUTATI nella tornata del 21 dicembre 1917 momia e riurisprud. ECA jomo ) ROMA TIPOGRAFIA D E L L A CAMERA DEI DEPUTATI 1917 ■ i ... •• 1 • , • - ■ <■ - . _•> - ■•• L’ALIM ENTAZIONE DELL’ ITALIA IN TEMPO DI GUERRA <§><> T *Q )(g, T «>^> DISCORSO DI S. E. SILVIO CRESPI Commissario generale per gli approvvigionamenti e consumi P R O N U N Z IA T O ALLA CAMERA DEI DEPUTATI nella tornata del 21 dicembre 1917 «BLIOTECA ^pDVANNI CUOMO SALERNO ROMA TI PO GRAFIA D E L L A CAME RA DE I D EP UTA TI P R E S I D E N T E . H a facoltà di p a rla re l ’onorevole co m missario generale per i con sumi. C R E S P I, commissario per gli approvvi gionamenti alimentari ed i consumi. O nore voli colleglli, d u r a n te queste ultim e sedute, d a varie p a r t i della Camera, si fecero degli a c c e n n i alle diverse questioni che c oncer n o n o gli a p p ro v v ig io n a m e n ti e i consumi. Ne parlò specificatam ente l’onorevole Tlieodoli in C om itato segreto, e gli dissi che avrei risposto in s e d u ta p u b b lic a rn e parlò ieri l’a ltro l ’onorevole G iretti e oggi l’ono revole P ietravalle. F u ro n o p r e s e n ta ti al rig u a rd o anche diversi ordini del giorno, fra gli altri, quello dell’onorevole Casolini e quello dell’onorevole Dugoni. i L ’onorevole Chiudenti ha p r e s e n ta to u n ’a p p o s ita in te rp ella n z a di c a r a tt e r e ge nerale; m olti d e p u ta ti h a n n o p r e s e n ta to delle in te rro g a z io n i e pa re c c h i senatori, nell’a ltro ram o del P a rla m e n to , han n o p re s e n ta to in te rro g a z io n i ed in te rp ella n z e . G io rn alm en te gruppi di d e p u ta ti, di rap- 4 p r e s e n ta n ti provinciali e com unali e di p r i v a te a sso ciazioni e gru p p i di p r iv a t i c it ta d in i mi fan n o l’onore di visite nelle quali chiedono inform azioni, mi dicono cose u t i lissime, m a n ife s ta n d o t u t t i però e sempre nobilissimi in te n d im e n ti. G io rnalm ente la s ta m p a si occupa della questione degli a p p ro v v ig io n a m e n ti e dei consumi, e a u torevolissim i uom ini ne t r a t t a n o larg a m e n te nei periodici e nelle riviste. Cercherò du n q u e di risp o n d e re a t u t t i il più b re v e m e n te possibile, tra c c ia n d o delle linee e riferendo quei d a ti che si possono rag ionevolm ente richiedere alla b r e v ità di un discorso p a rla m e n ta r e , sem pre p ro n to , in qualsiasi m o m e n to , a fo rn ire t u t t i i d a ti c o m p le m e n ta ri che fossero necessari e le giustificazioni e d o c u m e n taz io n i relative. E dirò t u t t a la v e rità , niente a ltro che la v erità, perchè a un popolo di forti, c om ’è l’italiano, la v e rità in te r a deve essere d e tta . Il popolo italiano, come ogni popolo forte, tem e so lta n to l’ ignoto e la d e n e g ata giu stizia, è p r o n to ad ogni privazione e la sop p o rta , qu a n d o è c o nvinto che si fa giusti zia, e principio essenziale di giustizia è la v erità. (Bravo !). Cominciamo dal pro b le m a granario. L ’ onorevole G iretti ieri 1’ a ltro ha d i me n a t o che, d a ta la deficienza del n ostro i accoi;:o in c o n fronto del raccolto m edio, sarebbe sta to necessario di assicurarsi p er l ’anno cerealifero 1917-1918 u n ’im p o rta z io n e di q u a r a n t a milioni di q u in ta li di f ru m ento. L ’ onorevole G iretti ha in p a rte ragione. E d ecco perchè. Secondo i da ti da me a c c e rta ti, si dice e si è s ta m p a to r e c e n te m ente anche in u na autorevolissim a rivista che il fabbisogno dell’ I ta lia è di 55 milioni di q u in ta li di frum ento. {Oh ! oh ! oh !) Ora, questo dato,com e a ltri che p u r tro p p o sono s ta ti pubblicati, ingenera dubbiezze e confusione di giudizi e pregiudica g ravis sim am ente l’ interesse del Paese. Consentitem i, dunque, di riafferm are le v e rità che già P onorevole Canepa ha qui a c ce rta te, servendom i di cifre t r a t t e dalla s ta tis tic a g ran a ria dei nostri raccolti, s ta tistic a che è da ritenere re la tiv a m e n te e s a t ta , perchè, verificandosi in essa gli stessi ev e n tu a li errori, deve dare e s a tta m e n te non le cifre assolute, ma le c o m p a rativ e. O r bene, se somm iam o ai d a ti sui raccolti le cifre delle im portazioni, d e d o tte le e s p o rta zioni, ne risulta in co n fu tab ilm e n te che il consumo del grano è a n d a to negli ultim i anni sem pre a u m e n tan d o . Bisogna distinguere t r a il quinquennio 1907-911 in cui il fabbisogno è a c c e rta to in base alla somma della produzione e della im p o rta z io n e in 53 milioni di quintali, ed il periodo im m ed ia ta m en te susseguente, nel quale m aggiorm ente si è s v ilu p p a ta la ric chezza nazionale e si è a u m e n ta ta la p o p o lazione e nel quale il fabbisogno è salito a 61 e più milioni di quintali. Ma nei prim i due anni della guerra a b biam o già a v u to un fabbisogno d im o s tra to di 59 e di 64 milioni, in m edia 62 milioni ; 6 dun q u e era ed è necessario, per stabilire il fabbisogno di guerra, di p a r tir e dalla ci fra degli u ltim i due a nni di guerra in 62 milioni. Ma in qu e sta cifra e nelle cifre che si susseguono e n tr a il giuoco delle scorte che bisogna te n e re c o sta n te m e n te presente. Calcolo che le scorte p rim a della guerra am m o n ta sse ro a 10 milioni di quintali, che b a s ta n o al consumo di due mesi; ora è cer to che d u r a n te la guerra queste scorte si sono a n d a te m an m ano esaurendo per la dim inuzione del raccolto. È a c c e rta to che alla fine del decorso anno gran a rio non solo erano s ta te m an g ia te t u t t e le scorte che esistevano al principio d ’anno, m a che, come già disse l ’onorevole Canepa, occorsero per fare la s a ld a tu ra fra il vecchio ed il nuovo anno granario, alm eno 2 milioni di q u in ta li di grano del nuovo raccolto. Cosicché io debbo stabilire il consumo, a v v e n u to nello scorso anno, così: 41 m i lioni di raccolto, 22 milioni e mezzo di im p o rtazione, 2 milioni e mezzo di scorta, a prim o anno, (calcolando le scorte r id o tte ad un q u a rto del normale) due milioni circa del nuovo raccolto per p o te r fare la sa ld a tu ra ; to ta le 68 .milioni. Occorsero quindi e si m angiarono nello scorso anno 68 milioni di "quintali di grano. D unque è ev id e n te che, d a to il nuovo raccolto, v a lu ta to in o tto b re in 38 milioni, a c c e rta to per le ultim e cifre in 36 milioni, d e t r a t t i 7 milioni per le sementi - oc corre sem inare q u a n to più grano è possi- bile, anche m arzuolo - avevam o disponibili per il consumo prim a 31 milioni, oggi, dopo l’a c ce rta m en to , solo 29 milioni. E r a dnnqiie evidente che, per a rriv a re a 68 milioni si dovevano chiedere alla im p o rta z io n e in o tto b re 37 milioni ed oggi 39 milioni. Ora, una q u a n ti tà di dolorose circostanze, che furono spiegate alla Camera d a ll’ ono revole Canepa, pubblicazioni, che non si possono che deplorare, le famose p u b b lic a zioni ufficiose che hanno dato, non so se ingenuam ente, o m aliziosam ente, un ra c colto probabile di 50 milioni di grano, ed altre di scritto ri autorevolissim i, t r a t t i p ro b abilm ente in errore da quei d a ti inesatti, han n o ingenerato vivo sospetto t r a gli a l leati e dubbiezze sui nostri veri bisogni, anche nello stesso Wheat Executive di L o n dra, che è l’organo centrale, dove converge t u t t o il fabbisogno di grano, dove si com piono t u t t i gli acquisti del m ondo e dove poi gli acquisti f a tti vengono rip a rtiti. N o n o s ta n te che il nostro ra p p r e s e n ta n te in quell’ufficio con opera molto abile ed intel ligente abbia cercato in vari modi di o t te nere un m aggior q u a n tita tiv o , fum m o co s tr e tti per tu t t e queste circostanze, superiori alla b u o n a vo lo n tà di chi s ta v a allora al Governo, fo rz a ta m e n te ad a ccordarci sopra u na cifra di 30 milioni. (Commenti). Cx\SALINI. N e tti? C R E S P I, commissario generale per gli apprigionamenti e consumi. N e tti da silu ra menti. 8 M AUBY. Chi diede le cifre false ! Z I B O B D I . È il sistem a dell’ ottim ism o e dell’ inganno! (Commenti — Conversa zioni). P B E S I D E N T E . F a c c ia n o silenzio ! C B E S P I, commissario generale per gli ap provvigionamenti e i consumi. Onorevoli colleghi, siamo sereni di fro n te a questi gravi problem i ! Con le in te rru z io n i non si ri solve nulla ! Le cifre bisogna prenderle quali sono, vagliarle e pro v v ed e re , se ed in q u a n to si è in temj)o. I n t a n t o a v v e n n e il dolorosissimo disas tro di C aporetto. Quali le conseguenze ? U na p e r d i t a di qualche milione di q u in ta li nel te rrito rio oc c u p ato dal nemico e nella zona d iv e n t a ta di operazioni, s o tt o p o s ta a b o m b a rd a m e n ti ed al disordine delle bat-, taglie. I n o ltre : la c h ia m a ta , già de lib e ra ta, di 25 classi di riform ati, e quindi un fo r tissimo a u m e n to dell’esercito m o b ilitato , l’a u m e n to n e ll’esercito della razione in d i v id u ale p er tro p p o ovvie ragioni, il m ag giore fabbisogno quindi del M inistero della guerra. Le circostanze che ho f a tto p rim a presenti, resero e v id e n te l’asso lu ta neces sità, anche p er t u t t i gl’ inconvenienti, che voi cònoscete, e che si verificano in quasi t u t t e le c ittà d ’ Ita lia , d ’i n tr o d u r r e subito, per disciplinare la distribuzione, la tessera del. p a n e in ogni c ittà e in ogni b o rg ata . O ra voi, onorevoli colleghi, mi insegnate che la tessera è uno chèque, e che lo chèque deve essere p a g a to a vista, sempre, in ogni e qualsiasi circostanza. Chi e m e tte questo 9 chèque deve avere u na scorta in c a s s a . Ora per a c c e tta re la in tro d u z io n e to ta le della tessera io dovevo avere u na scorta, e la scorta non l’avevo. Pochi giorni dopo la mia assunzione al Com m issariato dei consumi, lio esposto la situazione, t a l quale la espongo a voi, al mio m inistro, p residente del Consiglio ; e il presid e n te del Consiglio p o r ta t a la cosa in Consiglio dei m inistri, mi disse : Chi vuole, v a d a ! E d io sono p a r tito per P arigi e per L ondra. Come voi ben c o m p renderete, ho tr o v a to cortesissim a accoglienza, ma t u t t o ciò che era a c c a d u to n a tu r a lm e n te a v e v a lasciato qualche tra c c ia di dubbiezza sulle cifre che a n d a v o esponendo. In so m m a non si volevano a c c e tta r e che con benefìcio d ’in v en tario . Ma, a poco a poco io riuscii a p ersuadere. Io ricordai che Lloyd George, p rim a di a c c e tta re l’ufficio, a v e v a voluto u n a forte scorta di grano in I n g h ilte rra , dicesi, tre mesi. Io chiedevo m olto ma m olto meno, chiedevo 5 milioni di quintali, e cioè un mese di sc o rta necessaria per far fro n te ad ogni in cid e n te e per ten er tra n q u ille le popolazioni. E b b i u na q u a n tità di riunioni e di col loqui e, m ed ia n te il validissim o e decisivo appoggio del p residente del Consiglio e del m inistro degli esteri, finii ad o t te nere che u na notevole q u a n ti tà di farina, per far fro n te alle m aggiori urgenze, fosse p re le v a ta dalla scorta dell’esercito inglese o p e ra n te in F r a n c ia e a mezzo del Governo 10 francese fosse sp e d ita per ferrovia in I ta lia . Riuscii a d o tte n e re che qualche b a s tim e n to di grano d ire tto a ll’I n g h ilte r ra fosse im m e d ia ta m e n te de v ia to per l ’I ta lia . Riuscii a far a u m e n ta r e il c o n tin g e n ta m e n to d e l l’I ta l ia per dicem bre, in via d ’urgenza, di 50,000 to n n ella te . Riuscii in oltre a far sì che il Wheat Exe cutive riprendesse in esame t u t t o il nostro fabbisogno, cosicché u n a questione che era chiusa, si è r ia p e r ta ; ed ho la soddisfazione di p o te r d ich ia ra re alla C am era che in un r a p p o r to m a n d a to m i re c e n te m e n te sulle u l tim e deliberazioni del Wheat Executive, nel p re s e n ta re i fabbisogni degli Alleati al Governo am ericano, il Wheat Executive ha posti in prim issim a linea i bisogni dell’I t a lia, secondo le cifre che l a m i a missione ha dichiarato. (Approvazioni). E t u t t o ciò fu, non è m estieri che io dica, o tte n u to m e d ia n te il validissim o e cordiale appoggio così del Governo f r a n cese come del G overno inglese, e con t u t t o il consenso dei delegati del Governo a m e ricano che in quei giorni erano a L o n d ra e che poi si tra sfe riro n o a P arigi per la Con ferenza. Alla Conferenza di P arigi gli A lleati si sono messi t u t t i d ’accordo neH’a c c e tta r e il principio dell’uguaglianza dei sacrifìci e non dubito m en o m a m e n te che le p ro v v is te sa ranno r ip a r ti te in base alla rigorosa a p p li cazione di questo principio. Gli italiani, si dice, ed è vero, m angiano meno... (Commenti). 11 Gli scienziati afferm ano che per n u trire un inglese occorrono 3,200 calorie, che per n u tr ir e un francese ne occorrono 2,900, che b a sta n o 2,700 calorie a n u trire un italiano, e 2,500 calorie a n u trire un giapponese. Gli scienziati am ericani, che sono rim asti in G erm ania fino al giorno della d ic h ia ra zione di guerra da p a rte del presid e n te W il son, mi h a n n o afferm ato che la G erm ania ha fa tto tale raz io n am e n to , m ed ia n te u n a grossissima m acchina che impiega n ie n te meno che 600 mila in dividui, per cui al t e desco è concesso di alim e n ta rsi giornalm ente so lta n to con 2,100 calorie. E, n o n o s ta n te questo, i tedeschi lavorano e si b a tto n o , come si vede. Però, gli scienziati a m ericani dicono che diminuiscono di peso... (Ilarità — Commenti). Speriam o che c o ntinuino a dim inuire di peso ! Ma in ta n to , onorevoli colleglli, biso gna v a p ro v v e d e re e p ro v v ed e re alle u r genze, urgenze che sono t a n t o più neces sarie non solam ente per noi, m a anche per gli alle ati in q u a n to che le cifre che sono s ta te c o n c o rd a te con il Wheat Executive, circa i bisogni delle singole nazioni alleate, compresi gli S ta ti m inori, non sono cifre di c o n tr a tto . Queste cifre sono so tto p o ste a t u t t e le e v e n tu a lità della guerra. Vi sono le defi cienze di tonnellaggio, vi sono le scarse u t i lizzazioni dei tonnellaggi stessi, i riguardi per i ne u tra li, le difficoltà dei finanziam enti, difficoltà gravi non solam ente per noi, che abbiam o altissimo il cambio, come voi t u t t i 12 sapete, m a anche per l’In g h ilte r ra e perfino per l’Am erica, perchè, come g i | vi disse il m inistro del tesoro ieri l’altro, i n e u tra li rifiutano l ’oro, rifiutano dollari e sterline, perchè fra la sterlina e la peseta, ad esem pio, oggi vi è un cam bio a d a n n o della ste rlin a del 20 p e r cento ! Gli S ta ti n e u tra li sono in condizioni a li m e n ta ri anche peggiori delle nostre..., t e niam olo t u t t i bene prese n te ; e gli S ta ti n e u tra li si tro v a n o v e ra m e n te nelle condisioni del E e Mida. T u tte queste circostanze p o r ta n o neces sa ria m e n te a r ita r d i nelle spedizioni e ne gli acquisti. E n o ta te : il raccolto del grano, che sem b r a v a o ttim o negli S ta ti Uniti, si rilevò poi deficiente; e anche negli S t a ti U n iti il grano si imbosca, onorevoli colleghi, p e r chè t u t t o il m ondo è paese !... Vi è poi la questione gravissim a dei con vogli. I convogli riducono n o te v o lm e n te l’efficienza del tonnellaggio. L ’h a n n o già r id o t ta di circa il 30 per cento... sono cose che t u t t i sanno, e m inacciano di rid u rla anche di più, fin t a n t o che gli S ta ti a l leati non abbiano d ’accordo t r o v a t o un si stem a di c onvogliam ento migliore, più r a pido e più sicuro. I convogli non d ip endono da noi, non dipendono dal n ostro m inistro della m a rin a che in p a rte , perchè il M e d iterraneo è diviso in tre zone : u n a g ran d e zona da P o r to Said a ll’I ta l ia è t e n u ta d a ll’a m m ir a gliato brita n n ic o , u n ’a ltr a zona, la zona 13 del Sud, è te n u ta d a ll’am m ira g lia to f r a n cese; e la zona N ord solam ente è te n u ta d a ll’a m m ira g lia to italiano. Sono t u t t e cause che devono essere s tu d iate e insieme regolate, sono t u t t e cause, che deprim ono fo rte m e n te il traffico di t u t t e le merci e quindi anche dei cereali. Certo sta il fa tto , onorevoli colleghi, che, m entre il C om m issariato dei consumi, in base ai calcoli del Wheat Executive a v r e b be do v u to a tte n d e r s i per il prim o trim e stre dell’anno g ranario - stabilito ora t r a il prim o se tte m b re e il 31 agosto - un a rriv o di 825 mila to n n e lla te di grano, ne sono a r r iv a te invece so lta n to 325 mila. La situazione quindi, onorevoli colleglli, non è allegra, -e spiega le molte insistenze di t u t t e le provincie, spiega perchè spesso il C om m issariato è obbligato a far v iag giare le d e rra te da un .porto a ll’altro, m a gari in ta c c a n d o quelle riserve de stin a te al consumo per un d a to luogo, e che poi si fanno im p ro v v isa m e n te p a rtire verso u n ’al t r a località. Così i tre n i s ’incrociano, così vi è l ’a p p a re n z a del disordine, che invece non è che il p o r ta to dell’assoluta necessità. Ad ogni modo t u t t o ciò sta a d im o stra re - è inutile che io ne parli, - l’effetto dei silu ram e n ti, che sono poi la causa di q u a n to ho d e tto , e che, come voi sapete, hanno a v u to u n ’efficacia specialissima, in questi ultim i tem pi, nel M editerraneo. L a guerra so tto m a rin a p rovoca dolorose perdite, come è a v v e n u to in queste ultim e settim ane. I 14 b a s tim e n ti devono seguire ro tte specialis sime, e sta re molto vicino alla costa, così che spesso s’incagliano. I n queste ultim e set tim a n e abbiam o a v u to q u a tt r o piroscafi silu rati e q u a tt r o incagliati. Sono queste t u t t e cause che d im o stra n o l ’urgenza a ssoluta della revisione del nostro fabbisogno e l’urgenza assoluta di da re al grano un m aggiore tonnellaggio, specialm en te al grano che deve venire in Ita lia , la quale si tr o v a per la sua condizione geo grafica, non bisogna d im enticarlo, in con dizioni sfavorevoli di viaggio, in confronto degli altri paesi alleati; poiché, m e n tre d a l l’Am erica alla F ra n c ia e rito rn o s’im pie gano 45 giorni, d a ll’A m erica a G enova, e rito rno, s’im piegano 90 giorni. Di qui l’assoluta necessità di prem ere sugli alleati, perchè gli alleati diano a ll’I ta lia uno specialissimo appoggio. E questo, onorevoli colleglli, mi p a re di averlo in g ran p a r t e o tte n u to . Q uando ebbi l’incarico, essendo a p e rta u n a conferenza a L o n d ra sul tonnellaggio, l ’onorevole m inistro dei t r a s p o r t i non p o ten d o in te rv e n ire a quella riunione, mi diede t u t t i i d a ti necessari per p o te rv i p a r t e c i pare. I*, da .parte mia, avevo già p rec isato t u t t o il fabbisogno, e posso a c c e rta re che il G overno ha un p ro g ra m m a ben preciso e definito rig u a rd o al tonnellaggio, e che ha so tto p o s to questo suo p ro g ra m m a alla conferenza di Parigi, ove fu accolto con la m assim a sim patia. N on posso dare le cifre, perche, essendo una questione a n c o ra da t r a t t a r e , sub judice, riguardi speciali consigliano di non dirle. S ap p ia però la Cam era e il paese «he noi difenderem o il nostro p ro g ra m m a con la m assim a energia. Onorevoli colleglli, ho l ’im pressione che v e ra m e n te gli alle ati nostri, e l’A m erica s o p r a t tu t to , d a ra n n o a ll’I ta lia il necessario appoggio, perchè io facevo, in colloqui p r i vati, specialm ente con gli am ericani, un sem plice rag io n a m e n to che im pressionava. Io dicevo : voi a m ericani a v e te p o r ta to già in F ra n c ia m olti soldati, ne p o rte re te m ol tissimi in breve, in piena efficienza di guerra, m a b a d a te che a n z itu tto bisogna che sia ben salda la resistenza in Ita lia , perchè, cosa vi gioverebbe p o r ta r e m olto r a p id a m e n te le m olte c e n tin aia di migliaia di so ld a ti vostri, q u a n d o vi venisse a m an c a re il valido appoggio e la suprem a resistenza di milioni di so ld a ti ita lia n i ì E questo ra g io n a m e n to P è t S f i Q l ^ a tan- ^ to, che ebbi u n a v o U a sentire il signor ColW , che iè^|%V]T{5resen t a n t e a P arigi del i çhjw trasporti dire al r a p p r e s e n t a n ^ K ^ h £ .r a ^ a Control ler, cioè al mio c o lle o ^ a m e r ic a n o : Crespi h a ragione; fate in modo di dargli t u t t o ciò che v e ra m e n te gli occorre. (Bene !) Noi vigileremo ev id e n tem e n te con la m assim a energia perchè questa fiamma che si è svegliata nel cuore degli alleati, per le n o stre stesse disgrazie, a favore dell’ Italia, sia t e n u t a viva: questa è u na spe- * IG ciale, assoluta, im prescindibile necessità E la terrem o accesa ! Ma a iu ta te c i t u t t i voi ! Noi vigileremo perche i v a n ta g g i che sono s ta ti promessi, ed in p a r te o tte n u ti - p e r chè i tre n i a rriv a n o ed i convogli p u re a r riv a n o - d iv e n tin o t u t t i u n a rea ltà , che ci sollevi e c o rrisp o n d a alle n o stre giuste esi genze. Io sono, onorevoli colleglli, p ien a m en te tra n q u illo sulla situazione g ra n a ria in I t a lia, per ciò che rig u a rd a lo scorcio di di cem bre a ttu a le , per il quale a b biam o p o tu to , in qualche c ittà , costitu ire anche qualche scorta, e per t u t t o il mese di gen naio. Al di là noi vigileremo. Se gli alleati m an te n g o n o le loro promesse, sarem o t r a n quilli fino al nuovo raccolto. Una voce. E se no ? (Commenti — Rumori). C R E S P I, commissario generale per gli ap provvigionamenti e i consumi. Noi siamo qui a p p o s ta per t u te la r e e g a ra n tir e gli i n te ressi italiani. (Approvazioni). Io ritengo che il Governo per rig u a rd o agli a p p ro v v ig io n a m e n ti, non o s ta n te le in discutibili difficoltà della situazione, non fallirà al suo scopo. (Benissimo !) Le mie forze sono assai m odeste, onore voli colleghi ; m a mi soccorrono quelle del mio m inistro e p resid e n te del Consiglio, quelle dei m inistri degli esteri, del tesoro, del commercio, dell’agricoltura, dei t r a sporti, di t u t t i i m inistri che mi h a n n o c h ia m ato alla durissim a p ro v a. Mi soccorrono le vostre, onorevoli colleghi, e t u t t i assieme, 17 Con me o senza di ine, con questo o con altro Governo, percorrerem o certo la diffi cile e lunga s tr a d a e fino in fo n d o , fino alla v itto ria . ( Vive approvazioni). COTUGNO. Poi c ’ è il paese che s a p rà sacrificarsi ! C R E S P I, commissario generale per gli ap provvigionamenti e consumi. Onorevoli col leglli, il p roblem a granario è uno dei p r o blemi che rig u a rd an o in modo speciale i popoli civili in guerra. Ogni alim ento in guerra o d iv e n ta tro p p o scarso o d iv e n ta tro p p o caro e spesso tro p p o scarso e tro p p o caro. Lo S ta to finisce per dovere p r o v v e dere a t u t t o (1). (1) jSbn bastando più, corno si è detto, nell’anno agri colo 1916-17 la produzione nazionale o le importazioni dall’estero a soddisfare lo richieste dei vari Consorzi granari, il Commissariato dovè ridurle a seconda della disponibilìtù. Per ovviare agli inconvenienti che ne cessariamente dovevano verificarsi per queste decurta zioni fatte di mese in mese senza un sistema prestabi lito, il Commissariato preparò un completo piano di di stribuzione che mise in atto col nuovo anno agricolo. Il contingentamento fu fatto tenendo conto del censi mento della popolazione e degli spostamenti che questa subì in seguito ai richiami sotto le armi, ai nuovi ag glomerarne nti industriali, ai profughi, ecc. La popolazione è poi considerata non solo nella sua cifra assoluta, ma in rapporto al modo con cui è com posta tenendosi conto dell’età, del sesso e del lavoro a cui è adibita. Ma le differenze maggiori che si possono notare fra provincia e provincia nella quantità di grano assegnata sono principalmente dovute al fatto che, a seconda dei 18 A nche s ta m a n e leggevo che i prezzi in R om a ten d o n o c o n tin u a m e n te a salire, e lo S ta to d o v rà poco a poco, p u r tr o p p o , p r o v vedere a che, non o sta n te ogni mia b u o n a v o lo n tà di lasciar libero il com m ercio, non si danneggi eccessivam ente il co n su m a to re e a sso lu tam e n te s’im pedisca, con la m assim a energia, ogni e qualsiasi fo rm a di a c c a p a r ram e n to . (Approvazioni). Chi m ai avrebbe d e tto , onorevole ì t i tt i, qu a n d o c o m b a tte v o il tu o m onopolio e, onorevole B ianchi, q u a n d o c o m b a tte v o la statizzazione delle ferrovie, che p roprio io dovessi d iv e n ta re feroce s ta tiz z a to re , m o nopolista e collettivista"?... (Commenti — Si ride). Voci. P e r la guerra ! C R E S P I, commissario generale per gli ap provvigionamenti e consumi. La guerra ha fa tto le v o stre v e n d e tte ! (Approvazioni — Si ride). luoghi, giti da prima la popolazione si nutriva in modo diverso. In certi paesi l’uso del granturco, in altri del riso e di qualche altro cereale o legume anche per il passato hanno sempre portato un notevole risparmio di grano. Quindi mentre in taluni casi può sembrare es servi disparità di trattamento, se si tiene soltanto conto del contingentamento dei singoli generi, sommando in vece tutte le molteplici risorse alimentari locali, che va riano da regione a regione, si trova il giusto equilibrio. Ael seno poi di ciascuna provincia l'autorità locale procedo al contingentamento dei singoli comuni se guendo quelle stesse direttive che il Commissariato adottò per il contingentamento delle provincie 19 Il problem a granario è collaterale a quello del g ran tu rco , il quale in te g ra il p r o blem a granario. Il raccolto del gran tu rco , secondo le ul tim e cifre, fu pure deficiente in ragione di tre milioni di q u intali e mezzo. Noi abbiam o f a tto un raccolto di 23 milioni di q u in ta li ; abbiam o a v u to un raccolto di 1,616,000 q u in ta li di orzo ; di 1,133,000 q u in ta li di segala. Abbiam o t r a t t a t o a p a rte il pro b le m a del l’avena, per il quale abbiam o un raccolto di quasi 5 milioni di quintali. Abbiam o perciò richiesto agli alleati e al Wheat Exe cutive di darci una im p o rta z io n e di 525,000 ton n ella te . Alla rac c o lta di t u t t o ciò che il Paese può da re deve s o p p e rirc e la requisizione, che voi sapete avviene a mezzo di ufficiali forniti dal Ministero della guerra. È però a sso lu tam e n te necessario di sveltire gli or gani delle requisizioni, e di fare in modo che esse a vvengano con il m inor dolore pos sibile, m a anche con la m assim a energia. T roppo g ranturco in questo m om ento si imbosca, e noi dovrem o necessariam ente m ette rlo a disposizione delle località dove ce n ’è m aggiorm ente bisogno. DUGONT. Si vende il fru m e n to n e im bo c c a t o fino a 90 lire il q uintale. (Commenti). C B E S P I, commissario generale per gli ap provvigionamenti e i consumi. P u r tr o p p o ! Lo so, e le dirò poi, onorevole Dugoni, come sto provvedendo. Vi è poi il p roblem a dei legumi, che è a n c h e un grosso problema» 20 Noi p roducevarno p rim a della guerra 16 milioni e 200 mila q u in ta li di p a ta t e , m en tre la F r a n c ia pro d u ce 100 milioni di q u in ta li di p a ta te . Anche qui abbiam o una deficienza di raccolto di circa 3 milioni e mezzo, poiché abbiam o p r o d o tto , secondo le cifre giuntem i ieri sera, so lta n to 13 mi lioni e mezzo di q u in ta li di p a ta te . A vevam o u n a produzione di 6 milioni di q u in ta li di castagne, un m ilione e mezzo di q u in ta li di fagioli, 4 milioni e mezzo di q u in tali di fave, e un milione di legumi secchi; 11 milioni e mezzo di q u in ta li di legumi freschi. I legumi secchi sono piselli, ceci, le n tic chie, lupini e veccie, e quelli freschi a s p a ragi, carciofi, cavoli, ecc., to ta le una grossa produzione di circa 41 milioni di q u in ta li di legumi, che io calcolo al prezzo medio di 40 lire al quintale. Come v e d e te è u n a grossa produzione che può venire in sussidio a quella del grano. Noi e s p o rta v a m o prim a della g uerra 3 m i lioni di q u in ta li in t u t t o ed im p o r ta v a m o una cifra tra sc u ra b ile . Ora negli a n n i di guerra, per m a n c a n z a di m ano d ’opera, n e cessariam ente si è r is t r e t ta anche la p r o d u zione dei legumi. P e r esempio in q u e s t’anno (le cifre di prim a si rife riv an o ante bellum) a b biam o p r o d o tto 950 mila q u in ta li di fagiuoli, e 3 milioni e mezzo di q u in ta li di fave, ed abbiam o s o lta n to 800 mila q u in ta li di legumi secchi, e, come già ho d e tto , 13 milioni e mezzo di p a ta te . Passo ora a d un a ltro problem a, quello 21 del riso, sul quale si è m olto discusso. Si d o m an d a dove sia a n d a to a finire t u t t o il riso. (Segni di attenzione). I n f a t ti noi p ro d u ce v a m o p rim a della guerra 3,177,000 q u intali di riso, ed espor ta v a m o la bella cifra di 720,000 q u in ta li : resid u a v an o quindi per il consumo due mi lioni e mezzo di q u intali circa. Nel 1917, f o rtu n a ta m e n te , abbiam o p o t u to p ro d u rn e 3,329,000 q uintali, ed abbiam o im p o r ta to al n e tto dalla e sportazione m i nim a 550,000 q u in ta li : a v evam o quindi a n o stra disposizione 3,879,000 quintali, e cioè 1.400.000 q u in ta li di riso in più del con sumo ante bellum. Dove sono "andati ? (Commenti). Onorevoli colleglli, se voi c o n fro n ta te in ta n to questa maggiore produzione di 1.400.000 q u in ta li con l’enorm e fabbisogno a lim e n ta re della popolazione, essa d iv e n ta p u r tr o p p o u na assai piccola cifra. Siccome in m olte provincie è ven u to a m a n c a re il grano per il p ane e la p a sta , bisognava e v id e n te m e n te sostituirlo con il riso, ed ecco già u na grossa falcidia alla cifra, della quale giustam ente t u t t i mi chiedono conto. Vi sono poi i bisogni dell’esercito, il quale ba chiesto e consum ato nello scorso anno 720,000 quintali di riso ; cioè ha con sum ato la m e tà dell’aum ento. Ora chiede 120 mila q u intali di più per le ragioni a t u t t i n o t e ; dunque l’esercito p o r ta via 840 mila "quintali di riso circa. Ma poi vi sono m olte ragioni che giustificano il maggiore consum o. 22 Onorevoli colleglli, q u a n d o si è in guerra si crea uno s ta to non n a tu r a le nelle fam i glie, i m em bri di un a stessa fam iglia v e n gono divisi, e qu in d i questo solo f a tto spiega il maggior consumo. Ma vi ha di più. La gu e rra in p a rte è un necessario disordine, e quindi uno sp e r pero : in o ltre la guerra, e questo è un fe nom eno speciale per noi, ha im p e d ito com p le ta m e n te l’emigrazione. Q uando è scop p ia ta la gu e rra europea, e cioè fin d a ll’a gosto 1914, l’emigrazione fu c o m p le ta m en te v ie ta ta , di m odo che la popolazione i t a liana in questi tre a nni e mezzo di guerra europea è n o tev o lm e n te a u m e n t a t a in r a gione di circa 400 mila in d iv id u i a ll’anno, e cioè dell’in te ra eccedenza a n n u a dei n a ti sui m orti. F a t e i conti, e v e d e te che oggi, a ll’incirea, si può v a lu ta re la popolazione i ta liana non più a 37 milioni, come si v a lu t a v a p rim a della guerra, m a alm eno a 39 milioni, e ciò spiega n a tu r a lm e n te un m ag giore fabbisogno di alim entazione. B v ’ha di più. La guerra ha p o r ta t o un aum e n to di ricchezza, e con r a u m e n to di ricchezza r a u m e n t o di consum i a lim e n ta ri, perchè il co n ta d in o e l ’operaio vogliono a n z itu tto spendere di più, m angiare di più. V edete du n q u e che è facile risp o n d e re alle dom ande, che p u r sono poste da a u t o revolissimi economisti, in rig u a rd o alla n e cessità e alla urgenza dell’ au m e n to dei consumi. F vengo a l r a l t r a grossa questione, q u e l l a 23 dello zucchero. Anche qui si dice : dove è a n d a to a finire t u t t o lo zucchero ? Onorevoli colleglli, b a d a te che siamo ri m asti sotto l ’impressione del grandissim o raccolto e della grandissim a produzione di zucchero, che si è verificata nel 1915, q u a n d o abbiam o anche p o tu to fare larghissim a esportazione ; m a p rim a del 1915 noi non abbiam o mai p r o d o tto in m edia oltre un milione e mezzo di quintali di zucchero, m en tre se ne im p o r ta v a un mezzo milione di quintali, di modo che noi p o tev a m o calcolare il consumo medio, il fabbisogno degli anni di guerra in due milioni di q u in tali. Ora invece, d u r a n te lo scorso anno, per le cause che sapete, e cioè la deficienza di m ano d ’opera e la deficienza di raccolto, si è p o tu to p ro d u rr e so ltanto un milione di quintali, al quale va aggiunto un mezzo milione di q u intali di im portazione al n e tto della esportazione, di modo che noi abbiam o a n o s tra disposizione solam ente un milione e mezzo di q u intali di zucchero. Di contro abbiam o ora il consumo d e l l ’esercito, e t u t t e le cause di m aggiore con sumo ; ciò spiega ogni deficienza e la ne cessità di razionare lo zucchero (1). (1) La limitazione al consumo dello zucchero venne attuata col decreto luogotenenziale 18 ottobre 1916, n. 1332, e con la circolare 22 dicembre 1918, n. 84300, del Ministero di agricoltura, industria e commercio (servizio temporaneo approvvigionamenti). Secondo tali disposizioni il Commissariato generale dei consumi de* b’i'jnina bimestralmente 0 contingente mensile di zuc- 5v,. V 21 Vi ha poi l’a ltr a questione dell’olio di oliva. È u na quistione che d o v reb b e tenere cliero assegnato al consumo di ciascuna provincia, e l’intendente, assistito da un consigliere di prefettura e dall’ingegnere capo dell’ufficio tecnico di finanza, ri partisce il contingente provinciale fra i comuni della provincia. Tanto nella determinazione del contingente provinciale quanto nel contingentamento comunale da parte dell’ intendente si tenne conto del consumo medio verificatosi nel triennio 1913-1915, e si ebbe cura di distinguere il consumo diretto della popolazione da quello dei fabbricanti di prodotti zuccherati. Il prelevamento dello zucchero assegnato alle sin gole provincie viene fatto direttamente presso gli zuc cherifici e presso i depositi statali previa presentazione di licenze rilasciate dagli intendenti a. speciali organi di distribuzione chiamati depositi provinciali di distri buzione. Questi depositi distribuiscono lo zucchero entro l ’ambito di ciascuna provincia su presentazione delle licenze sindacali rilasciate dai sindaci ai rivenditori. Senza il ritiro delle licenze intendentizie e di quelle sindacali che vengono rilasciale soltanto per le quan tità assegnate rispettivamente alla provincia e al co mune, nessuna consegna di zucchero può effettuarsi dagli zuccherifici e dai depositi. Lo stesso sistema viene praticato con lo zucchero di Stato (zucchero saccarinato) che vien fabbricato dal Ministero delle finanze, direzione generale delle ga belle (decreti luogotenenziali 4 febbraio 1917, n. 161, e 11 marzo 1917, n. 374) e messo a disposizione del Commissariato generale per gli approvvic ma menti ed i consumi nei vari depositi doganali. L'attuale regime della distribuzione dello zucchero fu, in Italia, il primo sistema introdotto di limitazione al consumo di derrate alimentari è del razionamento indiretto sulla base del contingentamento provinciale e comunale. t u t t i calmi come l’olio, m a che viceversa ha eccitato v a ri n o s tri colleglli, i quali hanno creduto di r a v v is a re in un p r o v v e dim ento del quale io ho segnato le linee, p rim a della mia p a rte n z a per L o n d ra , e che si è in p a rte a tt u a to in questi ultim i giorni per il raccolto dell’olio, u n a ten d e n z a al monopolio, all’a c c a p a rr a m e n to , ecc. Il congegno è semplicissimo. L ’ anno scorso la requisizione dell’olio è a n d a ta male, e l’onorevole Canepa può farne fede. Bisognava tro v a r e qualche cosa di diverso, e allora sono ricorso ai com petenti, ai grossi in c e tta to ri di olio prim a della guerra ; ho scelto le più note d itte nelle varie re gioni d ’Ita lia , e le ho in v ita te a div en ta re longa manus del Com m issariato, facendo esse stesse am ichevoli requisizioni. Ho assegnato d a te q u a n tità di olio a ciascuna d itta , e mi sono assicurato che queste d itte a c c e tta v a n o di lav o ra re con un com penso a sso lu tam e n te minimo, q u a t tord ic i lire al quintale, le quali sono niente a ltro che le spese. Queste d itte si sono volon tero sa m e n te messe a ll’opera, e, per il quasi puro rim borso delle spese, si sono im pegnate in g ran p a rte delle regioni d ’I ta l ia di fare qu e sta nuova form a di requisizione, ma nes sun monopolio. P erchè è bene stabilito nel c o n tr a tto che il Com m issariato può in q u a lunque m om ento chiam are nuove d itte o gruppi di ditte, ed è anche stabilito che, se e v e n tu a lm e n te i p ro d u tto ri presentassero al m om ento o p p o rtu n o grosse p a rtite , il Go verno, se tro v e r à convenienza, le requisirà. 26 D u n q u e piena lib e rtà di com m ercio nelle provincie p r o d u ttric i, u n a c e rta lib e rtà di comm ercio anche fuori, e qu e sta requisi zione f a t t a a mezzo dei c o m p e ten ti la quale dà al Com m issariato t u t t o l’olio per l ’eser cito 9 per la popolazione non p r o d u ttric e . Q uando ho spiegato questo m eccanism o a p arecchi degli onorevoli colleglli che se ne la m e n ta v a n o , essi stessi h a n n o conve n u to , come hanno c o n v e n u to t u t t i i m em bri del C om itato consultivo che ho a fianco, e del quale mi giovo - e anzi colgo qu e sta occasione per m a n d a r e a questo C om itato consultivo e ai colleglli che ne fanno p a r t e le mie più sincere azioni di grazie per l ’o pe ra v e ra m e n te v o lo n te ro sa con la quale mi a iu ta n o nel disim pegno delle mie m a n sioni - t u tt i, dico, si sono persuasi che il congegno è s ta to bene scelto e bene a tt u a to . Vi sono a n c o ra regioni nelle quali non sono riuscito a t r o v a r e delle d itte che a c : Gettassero le p ro p o ste del C om m issariato. Io confido che in queste regioni dove vi sono effe ttiv a m e n te condizioni speciali che riconosco, si tr o v e r à pure l’accordo per il va n ta g g io generale senza d a n n o di alcuno; chè, se a n c o ra un accordo non fosse possi bile, allora requisirem o l’olio coi mezzi or din ari (1). (1) Il primo provvedimento in materia di olio d'o liva è il decreto 9 marzo 1916 che impose il prezzo di calmiere. Subito dopo si procedette alla requisizione nello provincie principalmente produttrici, Puglie, Ca labria, Sicilia e Liguria. Si procedette anche all’ittl* 7 M A N D R IN I. Bisogna im pedire il taglio degli alberi di olivo, che si fa per il legnam e ! C R E S P I, commissario generale per gli approvvigionamenti e consumi. La questione del taglio degli alberi di olivo è u na grossa questione che non dipende da me, m a mi è s ta to assicurato che se le olive, che possono essere p a g a te oggi 7 o 8 lire la q u a rta , secon do il calm iere che abbiam o stabilito, fos sero p a g a te anche 10 e 12 lire la q u a r ta , vi sarebbe e gualm ente la convenienza di t a gliare gli alberi. (Commenti). Questa è u n a d u ra c o nstatazione ; provv e d e rà chi di ragione. M IL Ix lN I, ministro di agricoltura. Ho preso già le disposizioni possibili, ed esse sono in via di esecuzione. C R E S P I, commissario generale per gli ap provvigionamenti e consumi. Q u a n to alla carne io posso assicurare la Cam era e il paese che finora in num ero il nostro p a trim o n io zootecnico non è dim inuito. Però è dim inuito in peso, inquanto cliè il decreto luogotenenportazione di olio dalla Spagna por conto del Governo. Con i quantitativi provenienti dalla requisizione e dalla importazione il Commissariato provvide all’approvvi gionamento dell’esercito e della popolazione civile, spe cialmente nelle provincie non produttrici dell’Italia settentrionale p centrale, vigilando la distribuzione nelle varie zone a seconda della popolazione e del consumo abituale dell’olio in relazione al consumo degli altri grassi. Si è potuto così ridurre notevolmente il con sumo come era necessario - data la minore disponibilità, totale - per effetto della quasi cessata importazione di olii di some. 23 ziale che stabilì il peso minimo per la m a cellazione dei bovini, ha n o tev o lm e n te d i m inuito il peso medio, poiché oggi n a t u ra lm e n te si m acella un maggior num ero di bovini di grosso peso e un m inor num ero di vitelli. Io dovrò p ro b ab ilm e n te , mi prem e d i c h ia rarlo fra n c a m e n te , ricorrere a una m ag giore dim inuzione del n o stro c a p itale zoo tecnico in q u a n to che la dim inuzione dei cereali che sono a m ia disposizione, la n e cessità del tesse ra m en to del p ane e delle piccole razioni per le classi abbienti, obbli gherà n e c essariam ente a lasciare che queste e le classi medie si approvigionino m aggior m ente di carne ; quindi dovrò richiedere un a u m e n to di a lim en tazio n e c a rnea ; m a non tem o affatto per il no stro patrim o n io zootecnico, poiché, a fine della guerra, sarà assai facile, m e d ia n te piroscafi refrigeranti, che p rim a l’I ta l ia non possedeva ed ora possiede, di r in n o v a re il m a te ria le z o otec nico, lasciando che per il tem po a ciò n e cessario le no stre popolazioni si n u tra n o con carni p ro v e n ie n ti d a ll’estero (1). (Com menti). (1) Il Ministero di agricoltura aveva già provve duto coi Regi decreti 22 aprile 1915, n. 497 e 2 maggio 1915, n. 566 - convelliti poscia in legge - peaimpedire la macellazione dei vitelli di peso inferiore a 200 kg., ec cezion fatta per quelli di razza montanara, per i quali il limite di peso può essere portato fino a 120 kg. dal prefetto su parere motivato del veterinario provinciale. Il 3 dicembre 1916 è stato emanato il decreto luo gotenenziale n. 1685, mediante il quale si è imposto £ 21) Q uanto al l a tte ed ai latticini, voi sa p e te bene che il l a tte è fo n te di u n a ali m entazione quasi i m p o r ta n te come quella del grano e che viene subito dopo di essa. La produzione del l a tte in I ta l ia è c e r ta m ente dim inuita, aH’incirca di un terzo della produzione norm ale, per u na q u a n ti tà di cause a ttin e n ti alla guerra e su cui non un limite nelle macellazioni del bestiame bovino ed ovino e nel commercio e la vendita delle carni e del poliamo e dei conigli nonché della cacciagione nei co muni del Regno. L ’ingranaggio e le finalità del decreto luogotenen ziale 5 dicembre si possono così riassumere : a) limitazione del 50 por cento circa delle macel lazioni dei bovini (ivi compresi i bufalini) prendendo per base i dati del 1915: proibizione della vendita e del consumo delle carni nel giovedì e venerdì; b) limitazione della macellazione delle pecore e capre alla quantità di capi macellati nel 1915 ; c) limitazione al commercio dei volatili da cortile (tre giorni di vendita, consecutivi, alla settimana) ; d) macellazione normale dei suini, libertà nel com mercio e nel consumo delle carni suine salate; e) macellazione libera' degli equini e libero com mercio delle carni equine. Furono pubblicate amplissime norme, in data 11 di cembre 1916, per la esecuzione del citato decreto Ino gotenenziale. Il 12 dicembre 1916, col decreto luogotenenziale n. 1709, si stabilì che il consumo della carne negli al berghi, nelle trattorie, ece. (fermo restando il divieto di consumarvi carne nei giorni di giovedì e venerdì) fosse limitato a un solo piatto di carne per ogni pasto. Con lo stesso decreto, alio scopo di risparmiare burro, crema od uova, si vietò di somministrare al pubblico, 30 voglio tro p p o a, lungo in tr a tt e n e r e la Ca m era, m a che del resto sono in tu itiv e . In conseguenza è d im in u ita la p ro duzione del form aggio e del burro. E d a nche qui si dice: d o v ’è a n d a to a finire il b u r ro ? La n o s tra p ro duzione norm ale p rim a della guerra era di 250 mila quintali, e spor ta v a m o o rd in a ria m e n te 37 mila q u in ta li ed av e v am o quindi u n a d isponib ilità di 213 mila quintali. per il consumo diretto durante i pasti, il burro, la crema o panna e le vivande nelle quali le uova entrino come guarnizione. Il 28 dicembre 1916 con decreto luogotenenziale nu mero 1840 si stabilirono delle norme più rigorose per l’osservanza del decreto luogotenenziale con cui si dava facoltà ai prefetti di stabilire un limito di peso per la macellazione dei vitelli inferiore ai 200 kg. e non ol tre. i 120 kg. Si pubblicarono in data 12 marzo 1917 istruzioni dettagliate per l’applicazione di detto decreto. Colla stessa data del 28 dicembre 1916 e con lo stesso decreto luogotenenziale n. 1840 si vietò la ma cellazione dello vacche e delle giovenche gestanti e si pubblicarono istruzioni dettagliate per la esecuzione. Il 25 gennaio 1917 col decreto luogotenenziale n. 110 si fissarono lo norme per impedire la macellazione dei suini di peso inferiore ai 75 kg. dello scrofe ge stanti o ancora atte alla riproduzione e dei verri. Con ordinanza commissariale del 21 febbraio 1917 si proibì la macellazione degli agnelli di peso inferiore a 10 kg. Tale limite minimo fu ridotto a 8 kg. in quei casi in cui difficoltà di alimentazione e di pascolo sug geriscano ai prefetti un temperamento. In data 25 giugno vennero dettate norme per le cosidette macellazioni d’urgenza (nei piccoli comuni non 31 La produzione a ttu a le del b u rro è scesa a 160 mila q u in ta li e non abb ia m o nessuna im p o r ta z io n e , ecco la p rim a causa della dim inuzione del burro. G U G O R I. R ivedete il consorzio obbli gatorio ! C R E S P I, commissario generale per gli ap provvigionamenti e consumi. Ma vi è di più. Molti clie p rim a non m angiavano b u rro , oggi 10 vogliono m angiare. {Commenti). Si è fa tto 11 tesse ra m en to del b u rro in m olte città ; m a questo che cosa vuol dire, specialm ente nella p rim a fase! Che t u t t i quelli che non manpossono essere computate nel contingentamento, men tre nel grandi debbono esserlo). In data 11 aprile 1917 venne consentita la vendita delle frattaglie di bovini, ovini, caprini e suini anche al giovedì e venerdì e il consumo nei pubblici eser cizi al giovedì e venerdì delle trippe, degli intestini e del sangue. Il 18 maggio 1917 con C. C. venne consentita la vendita al pubblico dei conigli vivi ed uccisi nei giorni di giovedì e venerdì. In data 7 giugno 1917 con C. C. venne consentiio il consumo delle cervella nei pubblici esercizi. In data 15 giugno 1917 con C. C. venne consen tito l’uso della carne di coniglio il giovedì e venerdì nei pubblici esercizi. In data 26 agosto 1917 con C. 0. venne discipli nato il commercio dei suini nell’interno del Regno. In data 19 ottobre 1917 con C. C. venne vietato l’uso di carni fredde e salumi nell’antipasto. In data 19 dicembre 1917 con telegramma circolare ai prefetti si stabilì che, per i mesi di gennaio e feb braio 1918, si macelli lo stesso numero di bovini e ovini che si macellarono nel gennaio o febbraio 1917. giavano un d a to alim ento, p rim a non te s serato, lo vogliono a loro disposizione, m a gari per rivenderlo. E ciò spiega la dim i nuzione per le famiglie a bbienti, che p rim a ne m a n g ia v a n o di più. (1) Q uanto al formaggio, av e v am o u na p r o duzione di due milioni di qu in ta li, u n ’e s p o r tazione di 300 mila q u in ta li ed una disp o n i b ilità di un milione e 700'mila quintali. O ra la produzione, e quindi la disponibilità, è di un m ilione e 300 mila q u in ta li e quindi la m a n c a ta esportazione non com pensa la d im in u ita produzione. L ’esercito, che ha poca carne, ha bisogno di m an g iare il fo r maggio e se ne m angia di più d a p p e r t u tt o : quindi la necessità di c o n tin g e n ta re anche il formaggio. Onorevoli colleglli, i problem i sono molti ed a rd u i e bisogna farv i fro n te con u rg en ti provvidenze. A n z itu tto bisogna cercare di intensificare, per q u a n to è possibile, la p r o duzione nazionale. (Commenti). (1) Con decreto del commissario generale por i consumi del 2ó maggio 1917 fu ordinata' la requisizione totale del burro e fu ad un tempo provveduto alla costitu zione di un Consorzio obbligatorio di tutti i commer cianti all'ingrosso, sotto la direzione di un commissa rio governativo. Il burro requisito viene distribuito mediante un con tingentamento comunale, o le spedizioni sono fatte dallo ditto consorziate direttamente alle annone municipali o altri enti autorizzati. Si è così, date le assottigliate disponibilité, provve duto ad un razionamento indiretto del burro. 33 Il m inistro di a g ric o ltu ra onorevole Miliani, lia p ro n to t u t t o un piano di sviluppo delle produzioni agrarie (lo posso dire, p e r chè mi ha f a t t o l’alto onore di farm i colla b o rare alla form azione di questo piano)... Una voce al centro. M a n ca la m ano d ’opera. C R E S P I, commissario generale per gli ap provvigionamenti e consumi. ... ed insieme studierem o t u t t o q u a n to è possibile, se non per a u m e n ta re , per non a rre s ta re la p r o d u zione ag ra ria nazionale. Studierem o insieme anche la e q u ip a r a zione logica dei prezzi, che oggi è deficiente e cagiona t a n t i disordini, in convenienti e reclam i da p a rte delle popolazioni. N a tu ra lm e n te mi sono p r e p a r a to anche il fabbisogno finanziario. Sono diversi mi liardi, onorevoli colleglli, che ho d o v u to chiedere al m inistro del tesoro per l’im p o r tazione d a ll’estero; ed esso (lo ha p ro v a to con la sua esposizione finanziaria) non si è a d a t t o s p a v e n ta to delle mie richieste u r genti e necessarie. Vi è poi un fabbisogno di capitale cir colante per far fro n te alla requisizione e mi prem e di dire che vi sono a ltri bisogni ta s s a tiv i e precisi, ai quali mai si sarebbe do v u to m ancare, perchè le merci requisite siano im m e d ia ta m e n te p a g a te in contanti. Teniam olo prese n te; è colpa non del Com m issariato, m a degli organi locali, se si sono verificati r ita rd i nella contabilità.^ se non si eseguiscono im m ed ia ta m en te i p a gam enti. Il pubblico ne ha f a w a p p u n tò al Com m issariato. w »/yO * 34 Sono 500 milioni assegnati ai bisogni a t tu ali ; m a l ’a u m e n to giustificato ed a m messo delle diverse produzioni, e il maggior fabbisogno di requisizioni mi obbligano a chiedere al m inistro del tesoro qualche centinaio di milioni di a u m ento. Il piano finanziario del C om m issariato dei consum i si c o ncreta in un m ovim ento complessivo previsto pel 1918, som m ate le spese con le e n tra te , di circa 15 m iliardi. Come vedete, è un p a trim o n io ingente che si deve a m m in is tra re e che quindi deve essere a m m in is tra to colle più rigorose norm e di c o n ta b ilità , colla m assim a c a u te la e con t u t t i gli accorgim enti necessari. Si t r a t t a di cifre enorm i e anche i r e la tiv a m e n te piccoli risp a rm i possono avere un a g ra n d is sima efficienza su t u t t a l’econom ia nazionale. La necessità di rid u r re il cambio, del quale ha t r a t t a t o il m inistro del tesoro e che è la maggiore ta s s a che g ravi sul p o polo, che s o v ra s ta su t u t t o e su t u t t i , la necessità di a dibire la m assim a p a r t e del tonnellaggio ai t r a s p o r t i m ilita ri deve ec c ita re al maggiore risparm io. T u tti devono ric o rd arsi che q u a n to più p resto a rr iv e r a n n o i s o ld a ti a m ericani, t a n t o p iù presto finirà v itto rio s a m e n te la gu e rra . Bisogna du n q u e in s ta u ra r e la più rigida economia dei consumi. La signora che oggi si a t t a r d a in spese v o lu ttu a r ie , il c itta d in o che consum a in eccesso, compie, sia p u re inconsciam ente, un a tt o colposo verso la p a tr i a e verso chi soffre. P e r p a r t e mia, per risp ondere a ll’appello 35 del m inistro del tesoro, che richiede al paese di sopprim ere ogni spesa v o lu ttu a r ia , ho p r e p a r a to un decreto di abolizione della fabbricazione dei dolciumi. F a rò u n a sola eccezione per i biscotti a lim e n ta ri, esclu sivam ente per i bam bini, i vecchi e gli a m m a la ti (Commenti) e per la c io ccolata in pa n i che è p u re s tr e tta m e n te alim e n ta re . (Interruzione del deputato De Felice-Giuffrida) Mi piace di c o n s ta ta re che l’abolizione dei dolcium i è orm ai richiesta da t u t t e le p a r t i del paese e specialm ente dalle donne, le quali mi hanno m a n d a to a p p o siti ordini del giorno ed a p posite ra p p re s e n ta n z e per richiederla. Noi p ro v v ed e re m o a ll’impiego delle m a e stra n z e che resteranno disoccupate ed a t u t t o ciò che è necessario perchè la sop pressione di questa piccola in d u s tria sia q u a n to meno s e n tita anche per coloro che ne fanno parte. Ma orm ai la questione si im pone anche per ragioni di c a ra tte re m orale e sarà un f a tto com piuto al più presto (1). I n o ltre bisogna spingere effióacemente t u t t i i com uni a in tro d u rre la tessera. (1) Una prima restrizione del consumo dei dolciumi fu imposta con decreto luogotenenziale 12 dicembre 1916, n. 1709, clxe vietava l'uso del « dolce » durante i pasti nei ristoranti, salvo nei giorni di giovedì e ve nerdì, nei quali è Anelato l’uso della carne. Con decreto luogotenenziale poi del 7 gennaio 1917, n. 14, fu fatto divieto a tutti gli spacci di sommini strare dolciumi nei giorni di sabato, domenica e lu nedì di ogni settimana. Durante tali giorni fu vietata T u t ti i com uni sono disposti a i n tr o durla, a com inciare dal com une di Napoli, il cui sindaco mi ha d ic h ia ra to di essere p ro n to a in tr o d u rr e la tessera. (Commenti animati).. Ora, si dice, come si farà il te s s e ra mento? I l tesseram ento, si farà t r a noi come si fa in F ra n c ia , cioè in base al lavoro com p iu to dagli in d iv id u i: coloro che h a n n o un lavoro meno pesante, a v ra n n o u na piccola razione di pane, e coloro che fanno un la voro più pesan te a v ra n n o u n a m aggiore r a zione di pane... persino l’esposizione nella vetrina dei dolciumi me desimi. Ma più grave e quasi radicale fu la limitazione imposta dal decreto luogotenenziale 8 marzo 1917, n. 371. Tale decreto ha vietato la confezione e la ven dita dei dolciumi, salvo di quelli che non contengono farine nè zucchero, delle marmellate di frutta del cioc colato purché in forme di peso non inferiore ai 50 grammi, dei biscotti, purché non combinati con mar mellate o con cioccolato. Il decreto stesso, come risulta dalla presente espo sizione, non ha impedito assolutamente l’ industria dei dolcieri. Si fabbrica infatti una quantità di dolciumi, a base di farina di castagne, di uva sultanina, di mandorle, di noci, di nocciuole, ecc., ed il cioccolato è n anipolato nelle forme più diverse, pur rispettando il limite minimo di peso in 50 grammi. In mancanza di zucchero si fa grandissimo con sumo di miele. La produzione dei biscotti, col decreto del Commis sariato approvvigionamenti e consumi in data 10 set tembre 1917, è stata regolata e limitata. Detto decreto. 37 COLxVJANÎs I. Coinè a Milano. C B E S P I, commissario generale per gli approvvigionamenti alimentari e i consumi. ♦Come a Milano, a Torino, in t u t t i i paesi, che ragionano. Quale sarà questa m isura ? La questione è assai complessa. Non può essere u n ifo r m em ente d a ta la m isura p er t u t t i i paesi d ’ Ita lia . Molto p ro b ab ilm e n te la m isura d o v rà essere lasciata ai sindaci o alle r a p p rese n tan z e provinciali, perchè le regioni d ’I ta l ia sono così differenti le une dalle altre, che non si può fare u n a legge eguale per t u t t e (1). infatti ha vietato assolutamente ai venditori di pane di confezionare e vendere biscotti, ed ha prescritto che ai fabbricanti db biscotti fosse dai Consorzi granari concesso quel quantitativo di farina che risultasse esu berante ai bisogni della panificazione noi limiti del contingentamento provinciale. Data la ristrettezza di tali limiti o l'aumento dei bisogni della panificazione nelle varie provincie, por l'afflusso dei profughi dello regioni invase, la produzione dei biscotti è stata ri dotta ai minimi termini ed, in alcune provincie, anzi, x del tutto soppressa. Per gli altri dolciumi, attualmente consentiti, sono in corso provvedimenti che li sopprimono del tutto più por ragioni d’indole morale e politica, che per ragioni d’indole economica, inquantochè sono confezionati so pratutto con frutta, largamente prodotte in paese. Anche per quanto riguarda il cioccolato si prescriverà che esso debba essere prodotto in tavolette li scie del peso minimo di 50 grammi. (1) Pin dai primi mesi del 11)17, la deficienza di alcuni generi di prima necessità e specialmente dello 38 Ma non b a s ta tesserare le classi non p r o d u tt r i c i di grano: occorre anclie disci p linare il consumo delle classi p r o d u ttric i. Perchè, è doloroso il dirlo, vi sono m olti mezzi a d o p e ra ti dalla p r o p a g a n d a n e m ic i per b o ic o tta re la n o stra guerra, e uno dei mezzi che più mi h a n n o im p re ssio n a to e che m eno sono noti, s ta nella p ro p a g a n d a che si fa in certe ca m p a g n e presso i con ta d in i, affinchè consum ino t u t t o il grano lasciato a loro disposizione, per creare poi in p rim a v e ra u na grave crisi alim entare. zucchero, indusse parecchi comuni ad applicare la tes sera annonaria per assicurare l’equa distribuzione delle quantità disponibili, evitare le incette e controllare ef ficacemente gli esercenti. Il Commissariato per eliminare le prime difficoltà e le incertezze che la novità del servizio non avrebbe mancato di presentare, stimò opportuno, con le istru zioni 2 marzo e 7 maggio 1917, indicare le modalità che sarebbe stato utile seguire perchè il razionamento raggiungesse pienamente i propri scopi. La persistente ed anzi l’accentuatasi deficienza dei cereali impose il contingentamento delle provincie e dei comuni e quindi, come corollario logico ed indi spensabile, il razionamento individuale. Fu in propo sito emanata l’ordinanza 11 settembre con la quale si dichiarò obbligatorio il razionamento del grano, della farina e del pane ed, in quelle provincie in cui co stituiscono alimento principale della popolazione, anche della pasta, del riso, della segala, del granturco e del l’orzo. Quanto alle modalità per l’attuazione di tale razio namento venne lasciato alla libera determinazione delle Amministrazioni comunali, salva l’approvazione dol 39' È mio dovere di opporm i agii effetti di questa p ro p a g a n d a , e lo farò con un con gegno che spero tro v e re te a b b a s ta n z a felice. {Commenti). Non lo posso dire per ora. I n t a n t o ho so tto p o sto al mio m inistro e ai Consiglio prefetto ed ogni eventuale azione coordinatrice da parte del Commissariato,' di prescegliere i sistemi meglio ri spondenti alle peculiari esigenze locali. Dagli esemplari dello deliberazioni delle singole Giunte municipali pervenute lino al 25 corrente di cembre in copia al Commissariato, risulta che è già stata data regolare esecuzione all'ordinanza 12 settembre in 3190 comuni. Anche per la maggior parte degli altri comuni del Regno il servizio consta di già ini ziato. Di questi 31’ 0 comuni, numero 2791 hanno aprilicato il razionamento diretto Con tessera, numero 130 il razionamento senza tessera, e cioè una ripartizione immediata tra le varie famiglie ita parte dell 'autorità comunale, numero 209 comuni hanno applicato il ra zionamento indiretto a carico degli esercenti. In regime di tessera ebbe sin qui la preferenza la tessera (o il buono o il libretto) famigliare. Dei capolnoghi di provincia, 31 hanno già appli cato la tessera, 8 il razionamento indiretto combinato con tessera di riconoscimento o elenco dei consumatori, 27 il sistema di razionamento indiretto puro e semplice. A Torino, Bergamo. Milano e Roma fin qui in regime di razionamento indiretto, l applicazioue della tessera con effettiva limitazione delle razioni è già stata deli berata e la sua attuazione può dirsi ormai imminente. A Napoli è stata introdotta la tessera della pasta, e si tono iniziati gli studi per la tessera del pane e cereali. Dei 169 comuni la cui popolazione raggiunge o supera i 20.0 ‘0 abitanti, 93 hanno già applicato la tessera, e i rimanenti 7< provvedono con razionamento indiretto 40 dei m inistri uno schem a di censim ento di t u t t i i cereali e uno schem a di decreto per elim inare ogni e qualsiasi form a di acca p a rr a m e n to : a nessuno, perchè più ricco, deve essere consentito di p ro v v ed e rsi a d a n n o di chi è meno ricco. L a cosa che fa più p a u ra , onorevoli col leghi, è la confisca, non il carcere, ed è perciò che questi decreti d o v ra n n o essere firm ati dal luogotenente. O ra voi co m p ren d ete, onorevoli colle ghi, q u a n to breve sia s ta to il tem p o a m ia disposizione per d e te rm in a re un com plesso di p rovvidenze, le quali t u t t e con cernono problem i m olto delicati. Ho a v u to fìn’ora pochi giorni di studio a mia dispo sizione, in q u a n to c h è da 46 giorni so lta n to fui insediato al mio ufficio, e di questi, 21 giorni ho d o v u to p assare a ll’estero per i bisogni p iù u rg e n ti e più indeclinabili delle nostre popolazioni. E poi da dieci giorni sediam o alla Cam era. Come v e dete ho f a tto t u t t o ciò che mi e ra consentito dalle mie m odeste forze. Al tre cose resta n o da stu d ia re e da fare. Ma s o p r a t tu t to , per a rr iv a r e allo scopo che si deve raggiungere, cioè quello del r a zionam ento in d iv id u ale e deH’alim entazione eguale p er t u t t i a seconda del bisogno di ciascuno, e perchè in fa tto di v e tto v a g lia m ento il popolo ita lia n o sia t r a t t a t o con la m assim a equità e con la m assim a c h ia rezza, occorre che io abbia a mia disposi zione un organo m olto robusto, che abbia d ira m a z io n i a ll’estero e che sia a l t r e t ta n t o 41 agile a Rom a. A ciò ho riv o lto le mie p r i me cure ed ho p r e s e n ta to uno schema di decreto luogotenenziale al Consiglio dei m inistri per la riorganizzazione del Com m issariato dei consum i il quale sarà diviso in tre direzioni generali... (Interruzioni — Commenti). N on vi piace q u e sta p a ro la di direzioni generali ì Onorevoli colleghi, nessuno più di me è c o n tra rio al b u ro c ra tiz z a re , m a è p u r necessario creare u n a g erarchia e la re la tiv a responsabilità perchè, senza g e ra r chia e senza responsabilità, nessuna grande in d u stria e nessuna gran d e azienda può a n d a re a v a n ti nem m eno o tto giorni. D unque, d a te il nom e che volete ; dite direzioni o servizi; la cosa è sem pre la stessa... (Commenti — Interruzioni). Ad ogni modo sono in to rn o a me v a lo rosissimi funzionari e uom ini tecnici; fra questi ultimi colui che, d u r a n te la crisi de corsa del C om m issariato dei consum i, ebbe sulle spalle l ’enorm e fardello p er intero, e che proviene, come t u t t i sapete, dal grande commercio e dalla g ra n d e in d u stria . Questi non è affatto un b u ro cra tic o ; è un tecnico di altissimo valore a cui la P a t r i a è e sarà sem pre riconoscente. (Benissimo ! — Com menti) . A ccentrerò poi i diversi servizi nel m i nor num ero possibile di uffici; anzi è mia intenzione di rid u rre gli uffici del Commis sariato, in q u a n to rig u a rd a n o i consum i e gli a p p ro v v ig io n a m e n ti interni, da 22 a 14 soltanto. Ci sarà m olto da fare per t u t t i , 42 in q u a n to che il lavoro cresce c o n tin u a m ente, pro lu n g a n d o si la guerra e m o ltip li candosi le necessità, come mi p a re di avere d im o s tra to c h iaram ente. Urge, ed il G overno ne è p e rf e tta m e n te conscio, onorevole G iretti, di rifare la no s tr a organizzazione degli a p p ro v v ig io n a m en ti a ll’estero, sia a Parigi, sia a L o n d ra , sia a W ashington; ed il Governo p r e n d e r à a questo riguardo le necessarie provvidenze, facendo osservare che anche qui occorre che le responsabilità si a c ce ntrino in uno solo e poi vengano r ip a rtite , inquantocliè in t u t t e le aziende e in t u t t e le organizza zioni occorre un capo suprem o, il quale ri s p o n d a per t u tt i, salvo poi a p e rm e tte re che i servizi possano, anche per gli affari di d e tta g lio , corrispondere d ire tta m e n te fra loro, come a vviene nelle gran d i imprese jì ri vate. Onorevoli colleglli, vi ho esposto con la m aggiore r a p id ità i diversi problem i del Com m issariato: non vi ho f a tto un q u a dro se ducente ed allegro, m a vi ho d e tta la semplice e p u r a v e rità , non a ltro che la v e rità . N o n o s ta n te la g ra v ità dei problem i, sono fiducioso che anche coi miei scarsi mezzi - col f ra te rn o aiuto dei miei v a lid is simi c o llab o rato ri, c ir c o n d a to dai m inistri che p u re collaborano con me - p o trò sem pre in q u a lu n q u e m om ento rag io n e v o lm e n te p ro v v e d e re aH’a lim e n ta zio n e del popolo i t a liano con criteri di asso lu ta e q u ità e di a s soluta giustizia. N u tro tale fiducia, onorevoli colleglli, 43 perchè mi sorregge u na g ra n d e fede. A n che chi ha piccoli mezzi può compiere g ran d i sforzi, q uando c’è una fede. Io ho forte fede nella s a n tità della n o s tra guerra, e nella v itto ria . Se tale fede p u r a e grande è condivisa, come non d u bito, se v ib rerà * sempre, come oggi vibra, a ll’unisono in voi t u t t i e nel popolo, non fallirem o allo scopo! Due pezzi di legno in croce come il più alto simbolo di una fede e di una idea h a nno trio n fa to della v e tu s t a organizza zione im periale rom ana e della b a rb a rie m edioevale. L ’idea, per cui oggi si com b a t t e e si m uore dalla M anica a G erusa lemme, trio n fe rà della b a r b a r a organizza zione tedesca. ( Vivissimi a pp l a u s i — Moltis sime congratulazioni). ; . A » * i ;•