Aiti Parlamentari
^^^^^^^^
— 3915 —
' LEGISLATURA XVI —
2
a
SESSIONE —
Camera
DISCUSSIGLI —
dei
TORNATA DEL 2 3 GIUGNO
Deputati
1888
CXL.
TORNATA DI SABATO 23 GIUGNO 188
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BIANCHERI.
SOMMÀRIO. Osservazione
guitasi
là discussione
spesa
al
capitolo
Baccarini,
Levi,
provati
i capitoli
capitoli,
Sorrentino,
parlano
—
F.,
iZ relatore
rimanenti
sui successivi
dei lavori
e di agricoltura
del deputato
tinio segreto sul bilancio del Ministero
Lovito,
Bonfadini,
dell' istruzione
Adamo!:, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana precedente, che è
approvato*, quindi legge il seguente sunto di
Petizioni.
4317. L a Deputazione provinciale di Mantova
consente nella petizione (ri. 4229) della Deputazione provinciale di Padova, relativa all'allacciamento delle ferrovie secondarie ed al servizio cumulativo.
4318. L a Giunta municipale di P a r m a chieda
che vengano modificate alcune disposizioni del
delle
$ono
della
del
Sorrentino
—
e straordinaria
Zeppa,
i primi
ed il presidente
il risultamelo
<
16
Filì-Astolfone,
— Approvami
e dei ministri
due domande
soElia,
Franceschini,
i
disegno di legge. =•
Camera
comunicate
comunica
finanze
rimasta
pubblica
senza discussione,
Colombo, Ellena1
== Se-
Cor reale,
il totale della spesa ordinaria
e gli articoli
dell' istruzione
L a seduta comincia alle 2.15 pomeridiane.
542
Indetti,
Lacava,
del presidente
— Il presidente
pubblica
Diligenti,
ed il ministro
ed il ministro
e commercio. =
Bobbio, l'altra
a quest'ultima.
dell'istruzione
Conti,
Bonfadini,
complessivo
parlamentari
dei lavori parlamentari,
dell' entrata — Approvati,
Maurogònato
e lo stanziamento
di rispondere
Gamba,
Arcoleo
i deputati
deputato
sull'ordine
Nasi,
del bilancio, approvasi
toli del bilancio
una del deputato
Balestra,
deputato
zioni
zione pubblica
Camera
i deputati
discussione del bilancio
il relatore
sull'ordine
della
del bilancio del Ministero
Parlano
Martini
Luzi,
— Seguito della
dei capitoli
45
Favole,
Flauti,
del presidente
di
capi-
Osservòdell' istru-
interpellanza,
del Consiglio si
della votazione
riserva
a, scru-
pubblica.
disegno di legge sulla riforma della legge comunale e provinciale.
Congedi.
Presidente. Chiedono un congedo, per motivi
di famiglia, gli onorevoli : Toaldi, di giorni 15 ;
Sciacca delia Scala, di 10 ; Bertolotti, Bernardi,
Baracco, Berneschi, Figlia, Ginori e Galli, di 5 ;
Alimena, Scarpelli, Ganzi, Cavalieri e F a b r i s , di 8 ;
Badini, di 3; Casati, di 6; Di Breganze e F a r i n a
Nicola, di 7. P e r motivi di salate : l'onorevole
Rizzardi, di giorni 30. P e r ufficio pubblico: gli
onorevoli Papadopoli, di giorni 5 : Pelloux, di 30.
(Sono
conceduti).
Atti Parlamentari
LEGISLATURA X Y I
— 3916
—
2a
SESSIONE —
DISCUSSIONI —
Deliberazione sull'ordine del giorno,
Presidente. L'ordine del giorno recherebbe lo
svolgimento di una interpellanza dell'onorevole
deputato Indelìi al ministro di agricoltura e commercio, ma, viste le condizioni della discussione
dei bilanci, pregherei l'onorevole Indolii di consentire che questo svolgimento sia rimesso ad
altro giorno.
Indeiii- Proporrei che si stabilisse il giorno di
lunedì»
Grimaldi, ministro di agricoltura & commercio.
Io non ho niente da opporre. Faccio però osservare che, lunedì, si farà al Senato la discussione
del bilancio del Ministero di agricoltura e commercio.
Quindi, o si fissi questo svolgimento nella seduta mattutina di lunedì, o si faccia in modo che
la seduta pomeridiana incominci ai tocco. Sono
agli ordini della Camera.
Presidente. Se vi sono due sedute, non è possibile che la seconda incominci al tocco. Sa la seduta mattutina va fino al tocco, non si può stabilir
per quell'ora la seconda seduta.
Grimaldi, ministro ci'agricoltura e commercio.
Questo svolgimento si può allora rimettere a martedì in principio di seduta, se saranno finiti i bilanci. Martedì sarò libero,
P s'esili ente. Consente l'onorevole Indolii ?
fndeSIL Consento.
Presidente. Allora rimane così stabilito,
Discussione del bilancio del Ministero della poliMica istruzione.
Presidente, L'ordine del giorno reca : Seguito
della discussione sullo stato di previsione della
spesa del Ministero della pubblica istruzione per
l'esercizio finanziario 1888-89.
La discussione rimase ieri sospesa al capitolo 41.
L'onorevole Nasi ha facoltà di parlare.
Nasi. Io non intendo approfittare della discussione di questo capitolo, per dire quanto avrei
voluto e potuto, nella discussione generale, sui
difetti dei vari ordinamenti scolastici. Che se
questa discussione si è forse soverchiamente prolungata, ne hanno anche colpa involontaria l'onorevole relatore e l'onorevole ministro. Il primo,
perchè con ìa sua relazione e con le sue parola
ha posto una quantità di quesiti importanti; il
secondo, perchè nuovo, e non vincolato eia alcun
precedente, ha fatto nascere la speranza di molte
Camera
TORNATA DEL 2 3
GIUGNO
dei
Deputati
1888
e buone riforme, sulle quali ognuno ha voluto
manifestare la sua opinione.
Nella discussione avvenuta io ho trovato una
cosa veramente notevole, una specie di gara coraggiosa nella manifestazione di verità, o di opinioni ardite ; e 1' onorevole relatore ne ha dato
ampiamente l'esempio. Ma l'avrei molto più ammirato, se la critica sagace che ha fatto degli ordinamenti universitari, l'avesse anche estesa agli
ordinamenti della istruzione secondaria, e piti
specialmente a quelli dell' insegnamento tecnico.
Quel processo di specificazione, vizioso perchè
eccessivo e meccanico, che egli ha riscontrato negli insegnamenti universitari, credo che si sia
manifestato con forme anche più sbagliate, e che
abbia prodotto danni maggiori nella istruzione
mezzana.
Noi, coli'idea di provvedere a bisogni nuovi,
abbiamo avuto un gran desiderio di specializzare; ed abbiamo creato una quantità di tipi
scolastici. E poi questa specificazione abbiamo
altresì voluto estendere all'insegnamento; onde
ne sono venuti quegli errori, quei frazionamenti,
quegli eccessi, che alla Camera molti oratori hanno
deplorato.
Da ciò la questione dei programmi, che non
intendo qui ripetere.
La specificazione si è introdotta persino nelle
materie; sicché qualche volta si è preteso che
una materia nell'insegnamento classico fosse trattata in un modo diverso da quello che è trattata
nell'insegnamento tecnico; quasi che, per esempio,
F Italiano dell' insegnamento classico fosse diverso
dall' Italiano dell' insegnamento tecnico.
Poi questa frenesia di specificazione si è'anche
manifestata dentro ai vari enti scolastici ; sicché
abbiamo ginnasio inferiore e ginnasio superiore,
come abbiamo il corso elementare inferiore e
superiore, ed abbiamola scuola tecnica e l'istituto tecnico; e quando si tratti di una città marittima, si sente subito anche il bisogno di una
scuola nautica, che tende a trasformarsi in istituto
nautico. Sono sorte le varie forme di scuole magistrali; poi la scuola di arti e mestieri. Ed ora
siamo nel tempo in cui tutti quanti desiderano la
formazione di altri tipi scolastici, che rispondano
meglio ai bisogni popolari.
Ora dalla molteplicità di questi tipi scolastici
viene anche la necessità di creare scuole con un
insegnamento che si vorrebbe pretendere completoj e la necessità di fornire agli studenti la
cosiddetta licenza. Abbiamo troppe licenze; piccole e grandi, che naturalmente rappresentano
.questo preteso sistema di" cognizioni complete.
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XYI —
— 3917 —
2
a
SESSIONE —
DISCUSSIONI —
Da ciò è altresì venuta la necessità di distribuire in ciascun gruppo di scuole, una quantità
d'insegnamenti, e la necessità di ripeterli, aggiungendovene degli altri nella sfera superiore.
Lascio considerare a chiunque gli effetti dannosi, dal punto di vista didattico, di questo sistema di specificazione. Oggi si studia per l'esame
e soprattutto per l'acquisto di una licenza.
Certo è che, volendo costituire molti tipi scolastici e molti gruppi di scuole, noi che andiamo
sempre dicendo essere ostacolo alla riforma scolastica la mancanza dei fondi, aumentiamo le spese
in un modo esorbitante ; perchè con questo sistema
abbiamo bisogno di molte direzioni distinte, di
molti locali, e quindi di gabinetti, di biblioteche
e di personale speciale, sia insegnante che subalterno. Ora tutto ciò a chi giova?
Se io dovessi esprimere la mia opinione, con la
massima franchezza, direi che questo sistema finora
ha giovato agl'insegnanti, i quali hanno potuto
trovare in esso il mezzo di redimersi dalle condizioni poco agiate, in cui la legge li mantiene
con scarsissime ed ingiuste rimunerazioni.
Non sono pochi gl'insegnanti delle scuole secondarie, che hanno un cumulo d'insegnamenti;
che uniscono all'ufficio proprio parecchi incarichi.
E se l'onorevole relatore, invece di limitarsi
alla statistica degl'incarichi nelle Università,
avesse avuto il pensiero di darci anche la statistica degl'incarichi negl' istituti dell'istruzione
mezzana, si sarebbe veduto come una gran quantità di simili incarichi, malamente distribuiti, vi
producono inconvenienti gravissimi.
Ma l'insegnante delle scuole secondarie non si
limita al cumulo degli uffici ; qualche volta ricorre ad altri espedienti per risolvere il problema
economico.
Io non esito a segnalare all'onorevole ministro
un inconveniente, che forse non è così raro come
può essere riferito al Ministero, cioè, la frequenza
dell'insegnamento privato, delle lezioni particolari,
che molti insegnanti dànno spesso ai proprii
alunni, facendo loro pagare una tassa, che può
anche rappresentare un premio di assicurazione.
Molti presidi e provveditori, non sentendosi capaci di reprimere questa colpa, tacciono col pretesto dei mancati reclami; e taluni, venendo dalla
stessa via, non possono tirare la prima pietrai
Ora io conosco un altro cumulo che sarebbe
molto più opportuno ed efficace; cioè quello che
riunirebbe insegnamenti affini, per obbligo di
legge, nello stesso insegnante; e ciò a fine di economia da una parte, ed a fine didattico dall' altra,
impedendo quell'inconveniente, spesso deplorato,
Camera dei
TORNATA DEL 2 3
GIUGNO
Deputati
1888
che gli insegnanti delle scuole secondarie troppo
si occupino dei loro rispettivi insegnamenti, senza
dare alia intelligenza della gioventù insegnamento
proporzionato.
Ma io non mi fermo a questo punto ; ho idee
radicali sulla riforma dell'insegnamento tecnico.
Per me la distinzione tra insegnamento tecnico
ed insegnamento classico è viziosa; costituisce un
errore pedagogico ed un errore politico.
L'onorevole relatore, parlando appunto di que sto capitolo, ripeteva opportunamente una censura fatta alle scuole tecniche, inquantochè esse
non rispondono al doppio ufficio a cui sono destinate, di dare la cultura necessaria per le professioni minori, e di preparar bene i giovani agli
studii tecnici superiori. Domandava quindi se
non fosse il caso di trattenere il continuo movimento di conversione delle scuole comunali tecniche in scuole governative.
Ma dopo aver posto il quesito, la Giunta si è
limitata a proporre il risparmio di lire 20,000 su
questo capitolo del bilancio. Per conto mio, senza
pretendere certamente di fare proposta indiscutibile, ma col convincimento d'interpretare veri
bisogni, farei quella addirittura di abolire le scuole
tecniche.
Né mi fermo a questo punto, perchè proporrei
altresì l'abolizione, od almeno la trasformazione
radicale degli istituti tecnici. C'è una contesa
vecchia tra i così detti fautori del tecnicismo
ed i fautori del classicismo; ed io mi limiterò a
ricordarla; perchè la Camera non ha bisogno di
avere notizie su questo argomento da me.
Si è detto che la scuola secondaria classica
debba dare alla gioventù, che si prepara alle
grandi professioni, il così detto ideale disinteressato della vita; quindi nulla di meglio che lo
studio del mondo antico, e perciò Io studio della
storia e delle lingue classiche, che sono ritenute
lingue eminentemente pedagogiche. Ma naturalmente, non potendo eliminare ciò che è portato
della civiltà moderna, si è anche introdotto negli
istituti classici una piccola dose di scienza.
I tecnicisti, alla loro volta, prendendo le mosse
dallo svolgimento e dall'importanza delle scienze
moderne, vi dicono che F insegnamento tecnico ha
un grande avvenire, perchè esso ha per massima
d'istruire per la vita.
Ora, o signori, a me pare che queste sieno da
una parte e dall'altra.vere esagerazioni. Istruire
per la vita è certamente un grande principio, ma
esso costituisce una finalità pedagogica, che deve
essere comune a tutti i gradi d'insegnamento*
Istruire per la vita non significa istruire per
Atti
3918
irèamentari
LEGISLATURA XVI —
2 a SESSIONE —
(Jamara dei
DISCUSSIONI
l'utile personale, ma provvedere in modo che la
scuola abbia un nesso, come si è detto più volte,
con la vita sociale e con il buono esercizio delie
professioni.
Aggiungasi che questa distinzione fondamentale fra l'insegnamento tecnico ed il classico,
costituisce una specie di violenza alle vocazioni,
anzi impedisce che si possano manifestare a tempo.
In un'epoca in cui si accentua l'antagonismo delle
classi, non può essere ritenuto utile un ordinamento che produca una quantità di ceti scolastici
e tolga innanzi .tempo la comunanza dei giovani
di ogni classe sociale nelle scuole secondarie.
Col creare una fittizia distinzione tra lo stadio
classico ed il tecnico, noi, a furia di programmi
e regolamenti, distribuendo le lettere e la scienza,
nelle varie scuole, per farvi ora la parte di accessorio, ora di principale, noi facciamo che non
si studi bene ne l'una cosa, ne l'altra.
In altri termini io credo sommamente utile che
i due rami d'insegnamento siano riuniti in unico
tronco; e con ciò non credo di andare in esagerazione, perchè io non dico che debba essere completamente soppresso il ben'inteso insegnamento'
tecnico.
Dateci la scuola popolare che ci manca, come
complemento della scuola elementare, che dovrebbe essere; tutta obbligatoria; dateci le vere
scuole magistrali ; dateci le scuole ove veramente
s'insegni per le arti, pei mestieri, per le minori
professioni ; dateci tutti questi insegnamenti speciali, ma coordinati all'istruzione primaria ed
all'istruzione media unica; ed avrete risoluto completamente il problema tanto dibattuto.
Naturalmente in questo progetto della scuoia
media non c'è posto per la pretesa di tutti coloro
che vogliono moltiplicare gl'insegnamenti, sia
delle lettere che della scienza; ma è così che la
scuola secondaria potrà davvero essere capace di
darci una,buona coltura generale; è cosí che la
coltura scientifica non farà divorzio dalia coltura
emozionale, rispondendo ai fini educativi della
scuola. Ed ò così che la scuola secondaria potrà
davvero preparare i giovani agli studi superiori
con un processo pedagogico, che non sia tutto il
contrario del processo intellettuale, senza, cioè d i stogliere i giovani dallo studio, rendendolo troppo
oneroso nei gradi inferiori, per venire a una libertà quasi assoluta nei gradi superiori.
Una riforma, onorevole ministro, intesa in
questo modo, riuscirà tanto utile quanto facile;
perche essa non troverà avanti a sè il solito ostacolo formidabile della spesa. Difficilissimo è riformare, quando si ha un meccanismo complicato
Deputati
TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8
e pieno di congegni, in gran parte, inutili; ma non
è difficile riformare, quando si tratta, come nel caso
presente, di semplificare e di coordinare.
Allora l'istruzione mezzana sarà esente da molte
censure; e forse non resterà che una censura sola,
che è la meno giusta, benché tanto ripetuta anche nella presente discussione; cioè, che questa
istruzione sia oggi la fabbrica degli spostati.
Gli spostati non sono un frutto delle scuole
secondarie; non sono esse che danno ai giovani la
preoccupazione dell'avvenire, l'incertezza e gli
scoraggiamenti. Gli spostati rappresentano un fenomeno di cause sociali molto complesse; gli spostati sono conseguenza di quella esacerbazione della
lotta per l'esistenza, che vien necessaria dall'applicazione di un concetto atomistico della libertà,
nell'attuale regime economico; e che costituisce
un periodo certamente transitorio della storia.
E d appunto perchè tale è il fenomeno, accade
spesso che i giovani si domandano se sono i più
dotti, i più intelligenti, i più buoni che riescono
a guadagnare i favori della fortuna e le migliori
posizioni sociali.
Tengo per fermo che lo Stato, assumendo l'uffizio
assegnatogli dalla democrazia, dovrà darsipensiero
di questo inasprimento della lotta per l'esistenza e
sottoporla ai fini etici della vita.
Ma se la scuola non produce questo fatto deplorevole, non lo corregge nemmeno; in quantoche con queste distinzioni inutili delle scuole tecniche e delle classiche, voi favorite le tendenze
pigre dell' intelletto e lo tendenze troppo utilitarie
del tempo, L a scuola tecnica, l'istituto tecnico,
sono il rifugio di molti che amano poco lo studio. Questa mi pare la verità, e credo poterlo dire per
esperienza personale.
Quindi non mi posso associare ai desiderii
espressi l'altro giorno dall'onorevole mio amico
Finocchiaro, il quale sperava che presto la riforma promossa dall'onorevole Ceppino sull'insegnamento secondario classico venisse alla Camera,
Io pregherei l'onorevole ministro Boselii di ritirarla, invece, per darci una riforma di tutto
l'insegnamento secondario. Ne vale che iì Senato
abbia approvato quehprogetto, imperocché io trovo
eloquentissirae le seguenti parole dell'onorevole
relatore Tabarrini :
u
Leggi incompiute e di carattere incerto, come
è quella che ora si propone, manifestano la mancanza di criteri concordati nell'ambiente morale
che ci circonda e sono piuttosto espedienti e t r a n sazioni secondarie, posti innanzi nell'impossibilità di far risolvere le questioni principali. „
Atti
- 3919
Parlamentari
LEGISLATURA XVI — 2
a
Camera dei Deputati
SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8
L'onorevole ministro non vorrà certo seguire
la politica dei piccoli espedienti 5 vorrà fare delle '
buona riforme.
Molti hanno deplorato l'eccessivo numero delle nostre Università, di queste grandi navi della pubblica istruzione, che disgraziatamente non sono
ben costruite, come quelle che l'Italia deve al talento geniale dell'onorevole Brin.
Io confido che l'onorevole Boseìli possa darci
le buone navi medie, e soprattutto il buon personale, perchè la questione delle scuole in Italia
è anche una questione di difesa. {Bene!)
Presidente. Onorevole ministrò, le do comunicazione dell'ordine del giorno proposto dall'onorevole Conti, così potrà dichiarare se l'accetti 0 no:
" La Camera autorizza il ministro ad inscrivere nel prossimo bilancio di assestamento, Ire
4,500, somma occorrente per l'impianto delle due
sezioni, Ragioneria e Commercio ed Agronomia,
nell'Istituto tecnico di Lodi, e lo autorizza altresì a decretarne l'apertura per il prossimo anno
scolastico. „
L'onorevole miniatro ha facoltà di parlare.
Boselli, ministro dell'istruzione pubblica. Faccio
mie le- dichiarazioni esposte ieri alla Camera
dall'onorevole relatore della Giunta generale del
bilancio.
•Dopo queste dichiarazioni ritengo che l'onorevole deputato Conti consentirà a ritirare il suo
Ordine del giorno.
Uguale dichiarazione io sono disposto a fare,
e penso che la Commissione non dissenta da me,
rispetto alla conversione di altri istituti scolastici.
L'indole del bilancio della - pubblica istruzione,
0 meglio l'indole dei servizi a cai si riferisce, è
tale che non si può sempre rigorosamente rimanere nella precisa osservanza delle norme che governano la materia dei bilanci ; ma è mestieri
tener conto di taluni casi eccezionali, carne quello
del quale ci ha intrattenuto l'onorevole deputato
Conti.
Entro i debiti confini si può ammettere il
metodo dichiarato ieri dall'onorevole relatore.
L'onorevole deputato Nasi ha svolto in questa
Camera un ordine di idee molto importante, e
che è bene sia stato qui ricordato,
L'ora del tempo non mi consente di discutere
con lui il grave argomento, che bisognerebbe trattare percorrendo la genesi delle nostre istituzioni
scolastiche, e confrontandola con quella di esse
ni tutti gli altri pgesi civili nei quali,-per vero
dire, l'unicità.cui egli ha accennato non si avvera.
Anzi, nel paese che suole essere eia tutti per
gli istituti, scolastici più ammirato, nella Germania, oltre l'istruzione classica propriamente detta
e l'istruzione reale, abbiamo altresì un'istituzione
media, meno clàssica, ma che appartiene pure al•ordine di quelli studi che chiamiamo umani, la
quale dimostra come nella società moderna in
mezzo a tante varietà di aspirazioni si crede da
quel dotto e grande popolo che non sia male vi
siano diversi tipi d'istituti classici. Ad ogni modo
quando l'onorevole Nasi testé ricordava che l'albero del sapere umano è un sol tronco, mi richiamava alla mente un'immagine uguale messa innanzi da quell'illustre uomo che fu il Sella, il
quale appunto era d'opinione che il tronco del
sapere umano è unico, ma come i rami se ne innalzino e come si svolga in ciascuno di essi il
succo vitale richiamato dalle radici, costituirebbe
tale un problema, ohe ora non mi è dato di risolvere. La mia dichiarazione è questa : avrò presente anche, l'ordine d'idee dell'onorevole Nasi»
Presidente». Onorevole Conti, mantiene 0 ritira
il suo ordine del giorno?
Conti. Ringrazio il ministro delle dichiarazioni
che ha fatte, e ritiro il mio ordine del giorno.
Presidente Non essendovi altre osservazioni,
rimane approvato il capitolo 41.
Capitolo 42. Insegnamento industriale e professionale - Sussidi ad istituti, a scuole e ad insegnanti; assegni di borsa e premi d'incoraggiamento; compensi al personale per la Giunta centrale e ai commissari per gli esami di licenza ;
rimunerazioni e sussidi eventuali; propine di
esami, lire 844,175.
Capitolo 43. Scuole tecniche - Personale (Spese
fisse), lire 2,494,355.10.
Su questo capitolo ha facoltà di parlare l'onorevole Diligenti.
Diligenti. Io mi era iscritto per chiedere il
provvedimento che ieri in fin di seduta ci an»
nunzio l'onorevole relatore"; cioè che gii stanziamenti che non figurano nel bilancio attualmente
in discussione per le scuole tecniche di cui fu
ammesso il passaggio da comunali a governative,
vengano trasportati ai bilancio di assestamento.
Dopo l'assicurazione dataci dall'onorevole Arcoleo io non avrei più su tal proposito ragione
di parlare, se la scuola di San Sepolcro nella
Valle Tiberina fosse compresa tra le undici che
si debbono convertire (uso la parola ufficiale della
relazione) al 1° ottobre 1888. Ma co testa scuola
non è nominata nell'elenco ; e quantunque l'onorevole relatore cortesemente mi abbia informato
ehe i desideri! miei e quelli della egregia rappresentanza comunale di quella industre città
Atti Parlamentari
— 3920 —
Camera dei Deputati
LEGISLATIVA XVI —- 2 SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8
a
verranno sodisfatti, prego la cortesia del ministro e del relatore di volermi dare oggi positiva
assicurazione in questa Camera che anche cotesto istituto, rinnovellato, potrà sorgere alla stessa
data del 1° ottobre 1888. Del resto con ciò non
si colmerà che una delle tante lacune che si sono
deplorate nel corso di questa discussione e che
così particolarmente si riferiscono alla regione
toscana cui appartiene la Valle Tiberina della
quale è San Sepolcro centro cospicuo.
La Toscana è una di quelle regioni che più
si risentono della sperequazione del concorso governativo nell'insegnamento secondario, di cui
molti oratori hanno parlato*, sperequazione che
è funesta all'economia degli enti locali non che
alla cultura nazionale. I governanti toscani del
1859 e del 1860, allora con pieni poteri, respinsero infatti la legge Casati del 1859, la quale era
allora già stata promulgata, e vi sostituirono una
più piccola legge per l'istruzione secondaria, la
legge Ridolfi, la quale consacrava il principio
dell'autonomia dei comuni per questa parte. Questo principio di autonomia poteva certo avere i
suoi pregi, se si fossero disposti i mezzi necessari
perchè i comuni sodisfacessero a questo ufficio, e
se si fosse potuto in seguito impedire l'esaurimento di tanti proventi dei comuni, e non si fossero invece messi nella necessità di ricorrere ad
ogni sorta di economie nelle spese facoltative.
Da questo consegue che l'insegnamento congregazionista e clericale, il quale già pullulava singolarmente in Toscana, prese straordinarie proporzioni, sostituendosi facilmente col solito buon
mercato alle scuole comunali, od assumendone
l'esercizio. In alcune provincie divenne quasi
un monopolio: si impose alle amministrazioni
locali e s'impose allo stesso Governo. Io non
ho che a ricordarvi la celebre contesa per gli
Scolopi a San Giovannino nel 1878, che affaticò
lungamente ed anche dolorosamente il Governo
e la pubblica opinione.
Potrei citare anche altri episodi, di minor
grido, ma non di minore importanza, che dimostrano con quale tenacia si difendesse e si difenda tuttora in Toscana l'insegnamento congregazionista, o clericale.
In alcune provincie non vi sono affatto istituti governativi, o ve n'.è' uno solo, come rammentò l'altro giorno l'onorevole Martini. Gii educandati sono tutti, più o meno, monacali; non
vi è quasi un convitto nazionale, Io credo che
oggi soltanto se ne 'siano potuti fondare duo militarizzati, e questi con qualche difficoltà, ad ogni
modo funzionano da pochissimo tempo.
Nel corso di questa discussione è stato detto
troppo, e troppo bene, come nelle scuole oggi si
annidino le più poderose insidie contro il principio nazionale, e contro tutti i principii delia
società moderna. Io, quindi, non intendo, su
questo argomento, dire una parola di più, e sfondare delle porte spalancate.
A me sembra però che, in tali condizioni, il
Governo debba accogliere premurosamente tutte
le domande di quei municipi, i quali non sono
così riottosi all'insegnamento locale; e che debba
assicurare l'impianto di istituti come questi delle
scuole tecniche governative, che certo si potranno
discutere, ma che rispondono, meglio degli istituti clericali, degli istituti congregazionisti, alle
esigenze dello spirito moderno e della stessa esistenza nazionale.
E, poiché ho facoltà di parlare, mi permetterò di aggiungere una sola parola su questo argomento delle scuole tecniche governative. Io non
voglio entrare nella parie didattica, toccata così
maestrevolmente dall'egregio relatore, ed oggi
così sapientemente discussa dall'egregio preopinante, l'onorevole Nasi. Forse potrei, su questo,
accostarmi, in gran parte, alle opinioni manifestate dall'onorevole relatore. Ma io voglio dire
una parola soltanto della parte direttiva ed amministrativa.
Lo estendere oltremodo la ingerenza del Governo, per questa parte (poiché trattasi di instituti che dovrebbero essere, almeno generalmente,
facoltativi) non mi pare troppo conforme a quei
principii di decentramento e di divisione di poteri, che sono i miei e che credo sian quelli di
molti altri colleghi. Non mi pare poi assolutamente
giusto che tutte le facoltà siano assorbite dal Governo, e di tutte siano spogliati i comuni ; ai quali
rimane la massima parte delle spese: tre quinti
pel personale, e tutte quante quelle d'impianto e
di manutenzione.
Io comprendo che a questa guisa si è tolto
l'adito a parecchi inconvenienti tra cui quelli da
me accennati. Prima di tutto, l'onorevole Coppino
ha probabilmente immaginato e messo in atto
questo nuovo instituto di scuole governative che,
del resto mi compiaccio di veder continuato dal
suo successore per aver riconosciuto la difficoltà
di far approvare una legge di riordinamento generale delia istruzione secondaria sebbene da
tutti invocato. Ed io lo lodo di avere imaginato
cotesto espediente, che ha potuto almeno in parte
riparare a tanta sperequazione, e che introdottosi
così di straforo nel bilancio ha potuto già dare
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XVI
3921
2
a
SESSIONE
DISCUSSIONI
resultati di qualche importanza. E lodo pure il
suo successore di continuare per questa via.
Poi vi sarà stata anche un'altra ragione ed è
questa.
E dolorosamente vero (e io ho pure dovuto
accertarlo per mio conto) che in alcuni manca
non solo la competenza, ma anche 1' amore per
l'insegnamento; onde avviene che molti insegnanti si trovano in balìa dei capricci e delle passioni locali, che molti istituti potrebbero sorgere
e cadere a seconda dei responsi non sempre illuminati dalle urne amministrative.
Quindi io approvo questa specie di consolidamento di tali istituti, come un progresso sul passato, augurandomi però che un migliore avvenire
possa dar luogo a un ordinamento più omogeneo
e più razionale, e in attesa di quell'altro pareggiamento dell' insegnamento secondario di cui
l'onorevole ministro Boselli ci ha confermato la
speranza.
E poiché ho ricordato la legge Ridolfi in Toscana, mi fo lecito di richiamare l'attenzione dell'onorevole ministro sull'anomalia delle svariate
legislazioni che si verifica in Toscana ove la
istruzione secondaria ed anche la primaria sono
regolate da tre diverse leggi che si escludono e
si contraddicono a vicenda.
In Toscana, infatti, oltre la legge Ridolfi per
le scuole secondarie, impera la legge Casati per
la istruzione primaria pubblica, ma per la privata, tanto secondaria che primaria, vi è un'altra
legge quella Baccella promulgata in tempi di reazione, nel 1852 che ancora non fu abrogata;
legge che sottopone l'esistenza e la sorveglianza
delle scuole secondarie ed elementari private alla
direzione ed alla sorveglianza dei vescovi oltreché
al pieno arbitrio del potere esecutivo.
Questa legge è andata in disuso e difficilmente
oggi certo si potrebbe applicare, ma non sarebbe
egli conveniente che fosse abrogata almeno
per le scuole secondarie, per cui certo oggi sussiste? (Segni di diniego del ministro).
Eppure io assicuro l'onorevole ministro che
questa legge è ancora in vigore.
Aggiungerò anzi che, avendo io ricorso per una
gravissima questione, relativa appunto all'insegnamento clericale in Toscana, all'autorità governativa, questa, per farmi ottenere quella ragione
che dovevo avere e che con la legge Ridolfi non
avrei mai potuto ottenere, per ossequio ai principi, che ci governano e nell'interesse di codesti
principi è ricorsa appunto a codesta legge la quale,
mentre conferisce grandi facoltà ai vescovi naturalmente non concede minore arbitrio al Governo.
Camera dei Deputati
TORNATA DEL 2 3 GIUGNO
Spero quindi che l'onorevole ministro si varrà
di questo mio modesto avvertimento per sottoporre anche F insegnamento privato in Toscana a
quella discipline che sono conformi ai nostri ordinamenti e che regolano cotesto insegnamento
in ogni altra parte d'Italia.
Presidente. L'onorevole Indolii ha facoltà di
parlare.
I¡ideili. Una modesta preghiera.
La scuola tecnica di Monopoli doveva essere
convertita in governativa. La domanda presentata
a questo scopo è
però rimandata da un bilancio all'altro ed ancora rimane inesaudita.
Ultimamente il Ministero aveva negato il sussidio a quella scuola perchè si diceva che essa
non si era uniformata alle prescrizioni del Governo stesso ; ma io so che, in seguito ad una visita fatta fare dal provveditore, le cose sono stato
trovate perfettamente in regola. E siccome lo
pratiche per questa conversione sono avanzate,
io vorrei pregare l'onorevole ministro di fare in
modo che nel bilancio d'assestamento fosse accolta
quest'annosa domanda del comune di Monopoli.
Non ho altro da dire.
Presidente. L'onorevole relatore ha facoltà di
parlare.
Arcoleo, relatore. Ieri a nome della Commissione del bilancio, feci una dichiarazione la quale
si riferiva non solo alle scuole tecniche ed agli
istituti tecnici ma anche ad istituti appartenenti
all'istruzione primaria. Quindi in quella dichiarazione, confermata stamane dall'onorevole ministro, è compresa la scuola di San Sepolcro, di
cui ha parlato l'onorevole Diligenti, e potrebbero
esservi comprese anche le scuole di Monopoli e di
Città Sant'Angelo.
Senonchè debbo fare un'osservazione. Non deve
attribuirsi a negligenza ne del Ministero ne della
Commissione, se la scuola di Monopoli non e
stata ancora trasformata. E vero che questo desiderio fu manifestato, è vero che delle iniziative furono prese, ma poi ristagnarono, cosicché
in questo momento non si potrebbe rivolgere
l'attenzione del ministro che sul sussidio da accordarsi a quella scuola. Ed io so che il ministro
ha intenzione di concederlo dappoiché le ispezioni hanno già assodato che la scuola medesima
ha corrisposto alle istruzioni che si erano date in
proposito.
Quanto alla conversione poi, la scuola di Monopoli prenderebbe lo stesso posto delle altre, in
sede d'assestamento.
L'onorevole Diligenti ha sollevato un' altra
questione rispetto alla conversione delle scuola
Atti
Parlamentari
LEGISLATURA XVI —
—
2a
SESSIONE —
3922
DISCUSSIONI —
tecniche, ed ha accennato anche all' insegnamento privato. Io faccio osservare che anche la
Commissione generale del bilancio nelP allegato
numero 16 ha pubblicata u n a relazione sull'opera
del Ministero, dalla quale si vede con quanta diligenza esso abbia rivolte le sue cure anche all'insegnamento privato delle scuole tecniche.
P r e s i d e n ! © . H a facoltà di parlare l'onorevole
ministro della pubblica istruzione.
BoselII, ministro dell'istruzione pubblica.Io
confermo un'altra volta, così in risposta all'onorevole
Diligenti come all'onorevole Indelli le dichiarazioni già fatte dalla Commissione del bilancio e
da me. Ove gli istituti da essi ricordati si trovino
nelle condizioni volute, godranno del medesimo
trattamento del quale ieri ed oggi si è discorso.
Ringrazio l'egregio relatore di aver ricordato
quali sono gli intendimenti dell'Amministrazione
rispetto all'istruzione tecnica privata.
I n quanto alla istruzione primaria, io mi riservo
di esaminare la questione sollevata dall'onorevole
Diligenti, ma ritengo che dopo la legge del 1877
sul!" istruzione obbligatoria anche in Toscana non
siano più in vigore le leggi delle quali egli ha
parlato. Nondimeno mi riservo di esaminare meglio la questione.
Presidente. Onorevole Diligenti?
Diligenti. Ringrazio l'onorevole ministro e prendo
atto delie sue cortesi dichiarazioni, ma io mantengo in modo assoluto quello che ho detto relativamente alla esistenza della legge sul!' insegnamento privato in Toscana, e potrei citare l'autorità
di molti alti funzionari del suo Ministero, forse ora
non più in servizio, ma non perciò meno autorevoli.
Anzi potrei citare anche il parere di persona, cui
l'onorevole ministro stesso è certo deferente, almeno in queste materie, vale a dire il parere dell'onorevole Bonghi, il quale consultato da me in
proposito mi dichiarò che la istruzione privata in
Toscana è ex-lege e che dipende sempre dalle
leggi del Granduca.
B o s e i ì l , ministro dall'istruzione
anni è questo p a r e r e ?
Diligenti. D e l
pubblica, Di che
1879.
Boseilì, ministro dell'istruzione pubblica. Io ho
un'altra opinione, ma questo non vuol dire.
Indolii. Ringrazio e prendo atto delle dichiarazioni del ministro e relatore per la scuola di
Monopoli.
P r e s i d e n t e . Non essendovi altre osservazioni, il
capitolo 43 è approvato; passeremo al capitolo44.
Scuole tecniche - Sussidi ad insegnanti, a scuole e
ad alunni, indennità, rimunerazioni e propine di
esami - Sussidi a provinole e comuni e ad altri »
Camera
•—
TORNATA D E L 2 3
dei
GIUGNO
Deputati
1888
Corpi morali pel mantenimento delle scuole tecniche, lire 251,582. 33.
H a facoltà di parlare l'onorevole Correale.
Correste. Dopo le dichiarazioni fatte ieri ed
oggi dall'onorevole relatore, ed avvalorate da
quelle dell'onorevole ministro, a me non rimane
che di rivolgere a lui una 'ben modesta preghiera,
e con stile telegrafico per non f a r perder tempo
alla Camera e per meritarmi la benevolenza del
ministro.
Il municipio di Matera da parecchi mesi ha
presentato un' istanza perchè la sua scuola tecnica sia convertita in governativa; ma io non
vedo figurare quella scuola nello elenco di quelle
che prossimamente saranno trasformate.
Mi giova sperare che l'autorità provinciale ab<
bia saputo valutare l ' i m p o r t a n z a e l'urgenza di
questa istanza, e non l'abbia messa a dormire
nei suoi scaffali; onde io rivolgo la preghiera all'onorevole ministro di voler richiamare quella
domanda e di accoglierla.
La'ci ita eli Matera si è resa veramente benemerita delia pubblica istruzione; oltre all'avere
completate tutte le sue scuole elementari, ha una
scuoia normale ed ha un liceo ginnasio con convitto che, per avvenuta convenzione, fu dichiarato governativo, ma è mantenuto a tutte spese
del municipio.
E di questa, questione parlerò a suo tempo,
Ma dico solamente ora che non può dirsi a r d i mentosa la domanda della città di Matera per la
conversione della sua scuola tecnica, quando sopporta sì gravi oneri per la istruzione pubblica.
D'altronde ricordo all'onorevole ministro che
la provincia di Basilicata ha cinque scuole tecniche di cui una soltanto è dichiarata governativa,
e per ìa. sua vastità, per la sua configurazione e
per la difficoltà dei mezzi di viabilità ha ben
diritto ai vantaggi che sono stati accordati ad
altre provineie.
Confido perciò nell'onorevole ministro.
Presidente. Onorevole ministro?
B o s e l l l , ministro dell' istruzione pubblica. Io rinnovo all'onorevole Correale le dichiarazioni che
ebbi a fargli parecchie volte privatamente assicurandolo che se la scuola di Matera si troverà
nelle condizioni prescritte, la mia sollecitudine
corrisponderà al suo desiderio,
Presidente. È approvato il capitolo 44.
Capitolo 45. Sussidi per l'istruzione primaria,
lire 2,357,883.
È presente l'onorevole Balestra ?
(Non è presente).
Atti
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Parlamentari
LEGISLATURA XVI — 2
a
SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA BEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8
Non essendo presente, perde la sua volta.
È presente l'onorevole Sola?
Sola. Sì.
Presidente. Ha facoltà di parlare.
Sola. Io mi ero iscritto per rivolgere una
preghiera all'onorevole ministro anche in nome
del mio collega ed amico onorevole Gallo che non
vedo presente; ma siccome si tratta di cosa che
non potrebbe essere svolta con dieci parole e che
non ha nessun carattere speciale di urgenza, tengo
conto dell'immane lavoro che sovrasta ancora
alla Camera e rinunzio ad esporre quella preghiera. (Bene!)
Crispi. presidente del Consiglio. Io applaudisco.
Sola. Sarà un discorso per l'anno venturo. (Si
ride). Questo è un augurio che rivolgo all'onorevole Gallo ed a me. Auguro, poi, a tutti voi di
poterlo ascoltare. (Si ride).
Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Nasi.
Nasi. Avendo passato molti anni nell'insegnamento non solo, ma anche nella direzione delle
scuole, avrei molte osservazioni da fare su questo
capitolo. Ma non mi permetto annoiare una se
conda volta la Camera; solamente pregherei l'onorevole ministro di rivolgere la sua attenzione sopra
alcune cifre relative ai sussidi, che si danno per
l'istruzione primaria e popolare.
Prendo così, a salti, talune cifre dagli allegati
della relazione, per indicare i rapporti approssimativi delle somme distribuite ad alcune Provincie. La sperequazione è evidente: Palermo 31,
Trapani 9, Girgenti 19, Caltanissetta 16, Messina 7, Catania 15 Siracusa 29, Brescia 55, Perugia 46, Novara 55, Verona 55, Alessandria 48.
Questa disuguaglianza fra le diverse provinole
del regno m'induce ad invocare dall'onorevole
ministro un trattamento più equo per l'avvenire.
Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Elia.
Elia. L'istruzione popolare, come ha detto
l'onorevole ministro, ha non poco progredito in
questi ultimi tempi e le cifre che egli ci ha indicate ce lo dimostrano.
Ma a me pare che non basti rendere la scuola
popolare più frequentata e si debba fare qualche
cosa per renderla più proficua. A questo fine
mi permetta l'onorevole ministro di raccomandargli di dare quanto più può e con tutti i mezzi
di cui può disporre il maggiore sviluppo possi»
bile al lavoro manuale nelle scuole popolari. Col
lavoro, all'elemento educativo la scuola aggiungerà l'altro efficacissimo ed assai utile di avviare
al lavoro, alle arti e mestieri i figli del popolo
;
m
Camera dei Deputati
che nella grandissima maggioranza oggi a nuìl'altro aspirano (non era così nei tempi della nostra giovinezza) che a divenire impiegati dello
Stato e delle ferrovie. Bisogna curare più di
quanto si fa l'educazione dei figli del popolo;
non è solo coi cannoni e con le grandi e forti
navi da guerra che si fa grande una nazione.
Grande essa si fa quando il popolo è fortemente
educato al lavoro ed ai sentimenti di amore alla
patria,
E giacche ho la facoltà di parlare, mi permetta,
onorevole ministro, che io volga all'animo suo benfatto una calda raccomandazione perchè sia largo
di sussidi agli Asili infantili più di quello che
non lo sia stata la Commissione incaricata delia
distribuzione di tali sussidi.
Io conosco un asilo infantile, sorto in un piecolo comune delle Marche per concorso di patrioti, al quale fu negato il sussidio perchè la direttrice, che da oltre venti anni insegna a quei bambini, non è patentata. Cosicché quell'asilo d'infanzia è messo nell'alternativa o di licenziare
quella donna che ha fatto per tanti anni da madre a quei piccoli figli del popolo, ovvero di rinunziare al misero sussidio di lire 300 che quella
Commissione gli aveva elargito. Io mi rivolgo all'animo gentile dell'onorevole ministro perchè un
più largo sussidio sia a quell'asilo accordato e gli
sia mantenuta la direttrice che tiene luogo di madre a quei bambini.
Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Baccarini.
BaccarifiK Più che una raccomandazione, io
dovrei fare un ringraziamento all'onorevole ministro, il quale ha già prevenuto il mio desiderio.
Infatti io voleva richiamare la sua attenzione
sulla riduzione dei viaggi ferroviari per i maestri elementari; ma egli ha già dichiarato spontaneamente che col fondo dei sussidi, vale a dire
con questo capitolo 45, avrebbe provveduto alla
perdita della differenza che le Società ferroviarie
non intendono di sopportare.
Io non entrerò nel merito della questione per
sapere se il Governo abbia, o non abbia, la facoltà di fare codeste riduzioni ; troppe saranno le
conseguenze, che, un poco alia volta, aggraveranno il bilancio delio Stato per effetto delie convenzioni; ne questo è il luogo di discuterle.
Rimanendo quindi nel terreno della istruzione
pubblica, io ringrazio l'onorevole ministro delle
sue dichiarazioni le quali mi rassicurano che
questa questione sarà risoluta in favore dei maestri elementari.
Voglio però raccomandare all'onorevole mini-
Atti
LEGISLATURA
Camera dei
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Parlamentari
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SESSIONE —
DISCUSSIONI —
stro che la somma di 30 o 40,000 lire, che sarà necessaria a colmare questa differenza, non sia tolta
da quegli articoli del capitolo 45 che riguardano
i sussidi ai maestri elementari ; perchè se le togliesse dall'articolo dei sussidi, che si concedono
alle vedove ed agli orfani, non resterebbe più
nulla per essi.
Non credo che questo possa essere il pensiero
dell'egregio ministro perchè, trattandosi di un
capitolo in verità troppo comprensivo, egli potrà
togliere la somma necessaria in qualche altro articolo.
Raccolgo un'altra dichiarazione fatta dall'onorevole ministro, e sulla quale io intendeva rivolgergli un'altra raccomandazione, e cioè la intenzione da lui già manifestata di venire in aiuto
di una nuova istituzione, eh'è quella di un collegio per le orfane dei maestri elementari.
A questo proposito egli dichiarò che avrebbe
destinato 40,000 lire su questo capitolo. Io non
posso che rendergliene le maggiori lodi ma lo
esorto a costituire con quella somma un capitolo
speciale per assicurare la permanenza del sussidio.
E giacché si tratta delle famiglie dei maestri,
mi fo lecito di richiamare l'attenzione dell'onorevole ministro sopra questo punto di sacra beneficenza, Neppure con la legge sul Monte delle
pensioni dei maestri elementari si provvede alle
pensioni delle vedove. Cosa crudele! Si pensiona
ormai tutto il mondo, si fanno delle istituzioni
per le pensioni della vecchiaia e poi siamo ancora
a discutere se si debba far qualche cosa per provvedere alle pensioni delle maestre invalide! e
non si arriva ancora a provvedere alle vedove
dei maestri. Se valesse la mia raccomandazione,
direi al ministro: si faccia questo merito e nella
legge per le pensioni introduca anche la pensione
per le vedove. Non sarà il finimondo!
E poiché sono a fare delle raccomandazioni,
mi permetta l'egregio ministro che gliene faccia
un'altra; la quale non ha una grande importanza materiale ma ne ha una, dirò cosi, d'amor
proprio.
Poiché si tratta di fare una riduzione qualsiasi
sopra i biglietti ferroviari in genere degli impiegati dello Stato, estensibili adesso, ciò che è molto
bene, anche ai maestri elementari, faccio notare
all'onorevole ministro che i professori straordinari delle Università non godono del benefizio,
chiamatelo anche privilegio se volete, di cui pur
godono i custodi, gli uscieri delle Università medesime. Gli uscieri, come gl'impiegati, hanno non $
so se un libretto o una richiesta permanente per |
TOH NATA DEL 2 3
GIUGNO
Debutati
1888
la riduzione dei loro viaggi. Ebbene, il professore
straordinario dell' Università, che è pure soggetto
a ritenuta e per conseguenza è un impiegato stabile dello Stato, non dispone che di due o tre di
queste richieste annuali. Dunque non si tratta di
un aumento di spesa, ma di un doveroso pareggiamento.
Lo stesso debbo dire per i professori così detti
incaricati delle Università dello Stato. Essi sono
pagati meno degli uscieri, l'onorevole Martini lo
sa meglio di me ; non hanno che 80 lire il mese.
Ora, se volete pagar così male un professore di
Università, che regge una cattedra obbligatoria
per legge (e ce ne sono molti) almeno non feritelo
nell'amor proprio in confronto dei suoi dipendenti
e subalterni; dategli questa sodisfazione di trattarlo almeno come il maestro elementare. Mi pare
che non sia una pretesa eccessiva»
Vi sono anche i professori di certi istituti pareggiati a quelli dello Stato, che non si trovano
nelle condizioni in cui si trovano gl'impiegati inferiori dello Stato, e in cui si troveranno, spero,
anche i maestri elementari. Costa così poco il non
ferire almeno l'amor proprio di certe persone,
che io sono sicuro che l'onorevole ministro studierà questa questione, molto più che il risolverla
non porterà nessun aggravio alle finanze dello
Stato.
Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Favale.
Favate. Per una semplice dichiarazione.
Nella discussione generale di questo bilancio
parecchi nostri autorevoli colleghi fecero voto
perchè l'istruzione elementare 'fosse avocata allo
Stato.
Non è qui il luogo, ne il tempo di discutere
questa gravissima questione; ma qualora nessuno
sorgesse ad opporsi a tutti questi voti, Governo
e paese potrebbero credere che essi rappresentino
l'unanime parere della Camera, ed è per questo
che io mi sono deciso ad esprimermi assolutamente contrario alla proposta riforma.
E veramente strano che, mentre abbiamo sentito in qual modo poco lodevole proceda l'insegnamento secondario e qual confusione regni nelle
Università, come ci disse l'onorevole relatore, si
voglia poi incaricare il Governo, che non è in
grado di dirigere quei pochi stabilimenti, di assumersi anche l'insegnamento primario, cioè di
dirigere i 50,000 maestri sparsi negli 8000 comuni dello Stato.
Io non comprendo veramente come si possa
utilmente sostituire l'azione della burocrazia all'azione benemerita di tanti cittadini, che dadi-
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Parlamentari
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cano il loro tempo e le loro cure all'istruzione
elementare.
So anch'i© clie la scuola elementare .in balìa
de' comuni dà luogo ad inconvenienti ; ma il primo
inconveniente ha una ragione tutta finanziaria;
se il Governo potesse disporre di sette o otto milioni di pili per sussidiare i comuni, che non possono pagare i loro maestri, io credo che la questione sarebbe, in gran parte, risoluta.
Dunque, avochi il Governo a se questi maestri
elementari, o li lasci ai comuni, se non aumenta
la somma del bilancio, non potrà risolvere la
questione.
Quanto poi alla questione del ritardo nel pagamento dei mandati, io credo che si tratti di
pochi casi, e se noi guardiamo bene, in questi
pochi casi, che non supereranno la diecina, il comune non ha colpa: si tratta di bilanci di cui è
ritardata l'approvazione, di esattori che non pagano, perchè mancano dei mezzi sebbene il municipio abbia provvisto i fondi. E poi stranissimo che si faccia gran caso di questo lamentevole ritardo nel pagamento, quando il Ministero
stesso, senza sua colpa, non paga, e fa aspettare,
cinque e sei mesi, gli assegni dovuti per le scuole
serali e per le scuole festive. E dico: senza sua
colpa, perchè so bene quante siano le formalità
che occorrono per questi pagamenti.
L'altro inconveniente a cui ha accennato l'onorevole ministro, nei suo splendido discorso, è
quello degli urti locali ; ma questi urti io credo
che vi saranno sempre sieno governativi o comunali i maestri; perchè, se non si avranno col
comune, si avranno con gli impiegati governativi, specialmente per questioni elettorali. Ora io
ritengo che il ministro farebbe opera molto buona
e molto utile per la tranquillità dei maestri, se
inculcasse loro, o per mezzo di circolari, o per
mezzo dei provveditori e degli ispettori, di non
prendere una parte troppo attiva nelle elezioni.
Votino pur liberamente, come vogliono; ma, se
prenderanno parte attivissima ad una lotta elettorale ed il partito da essi sostenuto rimarrà soccombente, sorgeranno naturalmente le reazioni,
gli urti ed i conflitti.
Io credo che chi deve insegnare ai figli degli
elettori, debba tenere un contegno molto riservato; e ripeto che il ministro renderà un segnalato servigio ai maestri elementari, se consiglierà loro (non dico: imporrà) se consiglierà
loro di tenere una grande riserva nelle questioni
e nelle lotte locali.
P r e s i d e n t e . Ha facoltà di parlare l ' o n o r e v o l e
Martini Ferdinando.
TOBNATA DEL 2 3
GIUGNO
Martini Ferdinando. L'onorevole Baccarini lamentava, molto giustamente, che si trovassero,
a proposito della istruzione primaria, nei bilanci
alcuni capitoli molto pingui i quali servono a servizi disparatis'simi. Veramente, quando io ebbi
l'onore di essere relatore del bilancio della pubblica istruzione, la Commissione del bilancio separò in vari capitoli questo del quale ora si parla ;
anzi, convertì tutti gli articoli in capitoli e
fu la Camera che volle sintetizzare da capo
in un solo capitolo le diverse cifre che erano divise, ripeto, in altrettanti capitoli.
L'onorevole Baccarini faceva una giusta considerazione. Diceva: se volete dare un vantaggio ai maestri, accordando loro il ribasso sulle
spese dei viaggi ferroviari, non togliete però
questa somma dall'articolo dei sussidi coi quali
il Governo viene in soccorso dei maestri e delle
loro famiglie che si trovano in misere condizioni.
A questo proposito io prègo l'onorevole mini»
stro di rivolgere la sua attenzione sopra un decreto antecedente al suo ingresso nel Ministero,
col quale si affida ai Consigli provinciali scolastici la distribuzione di cotesti sussidi.
Le ragioni per cui si è fatta questa innovazione
sono state diverse. Si è detto, per esempio, che il
Consiglio provinciale scolastico è in grado di conoscere meglio le condizioni del maestro di quello
che non lo sia il ministro, e teoricamente la osservazione è giusta; ma in pratica, onorevole ministro, non è così.
Si è detto che i sussidi ai maestri elementari
servivano a mantenere i deputati presenti; ebbene, onorevole ministro, d'ora innanzi essi serviranno a faEe i deputati avvenire.
Nel modo col'quale sono oggi costituiti i Consigli provinciali scolastici, l'affidar loro codesto
ufficio non è, secondo me, senza pericolo.
Io non faccio proposte; ma s'informi l'onorevole ministro, e vedrà che la cosa non procede
tanto bene.
Passo ad altro; richiamando l'attenzione dell'onorevole ministro sulla somma destinata in sussidio alle scuole serali.
Per quello che ne so io, queste scuole sono una
lustra, sono un' immaginazione; si ricompensano delle volte quelli che non lo meritano, per
mancanza di notizie determinate.
Non sempre gì'ispettori sono in grado di riferire ai provveditori, ed i provveditori non sempre
sono in grado di riferire al ministro sulla verità
delle cose.
Molte volte si apre la scuola serale a novembre,
dura qualche mese, e poi si chiude, ed arrivati
Atti Parlamentari
L E G I S L A T U R A XVI —
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Camera dei
DISCUSSIONI —
alla fine, per benevolenza verso quei delegati mandamentali scolastici, che io pregherei molto seriamente l'onorevole ministro di sopprimere, si accorda un sussidio, ritenendo che il maestro abbia
fatto delie lezioni, che in realtà non ha fatte.
Io spero che l'onorevole ministro vorrà portare
su questo punto la sua attenzione, e procurarsi
tutti i dati statistici occorrenti.
Ed allora il modo di sopperire alla differenza
tra il prezzo del biglietto e quello di favore, sarà
bello e trovato.
Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Balestra.
Balestra. Veramente mi ero iscritto su questo
capitolo per pregare l'onorevole ministro di voler
stralciare da esso una somma per assegnarla al
convitto delle orfane dei maestri elementari, ma
dal momento che l'onorevole ministro nel suo discorso dell'altro giorno, prevenendomi, ha dichiarato che avrebbe stralciato una somma di 40,000
lire, precisamente per questo convitto delle orfane
dei maestri elementari, a me non resta che di
prender atto delle sue dichiarazioni; tanto più
che su questo argomento ha già parlato l'onorevole Baccarini, e dopo le sue splendide parole non
farei che sfondare una porta aperta.
Ma giacche ho la facoltà di parlare, aggiungerò
una semplice raccomandazione all'onorevole ministro, pregandolo di prendere in seria considerazione le varie domande di sussidio fatte dai
comuni per locali ad uso scolastico.
F r a le diverse domande v ? è quella di un comune importantissimo delia provincia di Roma
che ha aperto uno splendido edificio scolastico in
ameno e saluberrimo luogo.
Sa pure l'onorevole ministro che un egregio
concittadino ha offerto la cospicua somma di lire
50,000: mi pare che questa offerta sia di tale importanza da richiamare la sua attenzione sulla
domanda di quel comune.
Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole
relatore.
Areoleo, relatore. L'onorevole Baccarini ha
fatto una giusta osservazione che si può applicare a questo come a qualunque altro capitolo;
e sono sicuro che il ministro l'accoglierà dopo
di aver studiato sino a qual punto si possa raggiungere lo scopo.
L'osservazione dell'onorevole Baccarini riguarda
la sostanza e la forma. Nella sostanza egli dice:
guardate bene alla natura dei sussidi, e se questi
sono di natura permanente, fatene un capitolo
speciale.
Quanto alla forma, è evidente che ripartita me-
TORNATA DEL 2 3
GIUGNO
Deputati
1888
glio la spesa, più chiara risulterà la nozione dei
sussidi, innanzi alla Camera.
L' onorevole Nasi ha lamentato la sperequazione nella distribuzione dei sussidii; ma tale sperequazione avviene necessariamente, perchè i sussidii si distribuiscono secondo le domande.
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Due anni or sono io esposi alla Camera un'idea
un po' ardita, ed è questa: il ministro non deve
sussidiare quelli soltanto che domandano, ma tutti
quelli che hanno bisogno; vale a dire fino allo
estremo angolo d'Italia deve spingere l'occhio per
vedere se ci sieno comuni che, pur avendo bisogno»
non domandano.
A questo proposito fo osservare alla Camera
che la legge Casati in un articolo speciale dice che
i comuni che hanno i loro bilanci inadeguati all'obbligo dell'istruzione, hanno il diritto di domandare
ed il Ministero ha, non la facoltà, ma il dovere di
sussidiare.
Ebbene, nell'Italia meridionale le domande dei
comuni nun raggiunsero il numero di 100. Ora
questo che cosa significa? O che l'articolo non è
conosciuto, o che sono negligenti coloro che dovrebbero vigilare all'esecuzione della legge. Quindi
questa sperequazione nei sussidi di cui si accusa
l'Amministrazione centrale, mi pare non possa dar
luogo ad una censura giustificata.
Una questione grave sarebbe quella del lavoro
manuale sollevata dall'onorevole Elia, ma in questo momento tutte le questioni devono diventare
piccole, per essere trattate in miglior sede e studiate meglio.
Due anni or sono venne chiesta alla Camera la
somma di lire 100 mila per introdurre il lavoro
manuale nelle scuole elementari. Il creare àegli
artefici a 8 o 9 anni parve fin d'allora una idea
molto ardita; ma ora è intervenuto un fatto che
pone la questione nei propri termini.
Una Commissione autorevolissima nominata dal
ministro per il riordinamento della scuola popolare, relatore l'onorevole Gabelli, ad unanimità
ha deciso che il lavoro manuale non può introdursi se non si crea la scuola popolare (vale a dire
se questa scuola elementare non si completi in
modo che sia fine a se stessa; di maniera che possa
servire d'addentellato ai piccoli mestieri, alle piccole professioni) e se non si istituisce una scuola
officina od una scuola normale modello che prepari
il maestro a siffatto insegnamento.
Fo osservar© poi all'onorevole Elia, che la Commissione del bilancio ha creduto conservare la
somma di 100 mila lire, appunto perchè il ministro ha già dichiarato che intende provvedere
Atti Parlamentari
LEGISLATURA
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XVI
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2*
SESSIONE
—
DISCUSSIONI
al riordinamento della scuola elementare, in modo
da renderla una vera scuola popolare.
L'onorevole Martini ha fatto un'osservazione
molto giusta, riguardo alle scuole serali. Esse si
avvolgono in un certo mistero ; ma quando ci sono
persone autorevoli che premono presso il Ministero per avere un sussidio, mi pare almeno precipitato chiederne la soppressione.
Soltanto la Giunta del bilancio può unirsi all'onorevole Martini, nel pregare l'onorevole ministro di trovare un margine per sodisfare i varii
desiderii che sono stati espressi qui alla Camera.
Quanto agli incaricati e straordinari una sola
parola. L'onorevole fiaccarmi ha lamentato che
questi incaricati abbiano soltanto 1250 lire, e ne
ha deplorato il soverchio numero; ma io faccio
osservare all'onorevole Baccarini che l'incaricato
non deve rappresentare che il primo stadio della
carriera; ed in quanto al professore straordinario è da notarsi che la sua nomina deve rinnovarsi ad ogni anno, mentre il professore ordinario è nominato in virtù di concorso e dovrebbe
avere una posizione permanente,
Boselli, ministro dell'istruzione t pubblica.
Domando di parlare.
Presidente. Ne ha facoltà, onorevole ministro.
Boselli, ministro dell'istruzione
pubblica.
Mi
affretto a dichiarare che in quanto alla forma del
bilancio, io consento con l'onorevole Baccarini,
con l'onorevole Martini e con l'onorevole relatore. Anzi, se non erro, nell'ordine del giorno
proposto dalla Commissione e votato dalla Camera c ' è implicita l'idea di questa maggiore
specificazione di somme nel bilancio.
In quanto alle scuole serali, è apparso già alla
mia mente il fatto accennato dall'onorevole Martini, 0 ne so anche le ragioni. L e scuole serali
rappresentavano un insegnamento, direi transitorio, ma di molta importanza nei primi tempi
dell 'applicazione della legge generale, quando bisognava istruire adulti e giovani esclusi dalla
scuola a cagione dell'età.
Ma oggi che la istruzione ordinaria è più diffusa nel paese, l'utilità delle scuole serali in generale è di gran lunga scemata.
Perciò ho date già istruzioni che, in qualche
parte, i fondi destinati alle scuole serali si devolvano" piuttosto alle scuole complementari che ora
prendono incremento.
In quanto al lavoro manuale, ha già risposto
l'onorevole relatore; del resto l'onorevole Elia sa
che non si tratta di un lavoro professionale ed
economico, ma di un lavoro educativo. E , riguardato come tale, esso non può considerarsi qua! un
—
TORNATA
DEL
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Camera
dei
GIUGNO
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Deputati
complemento speciale della educazione dei figli del
popolo ; ma si richiede altresì per addestrare la mano
e tutte le attitudini del corpo di coloro che non sono
chiamati ad esercitare professioni manuali ; è un metodo di svolgimento di tutte quante le facoltà umane
raccomandato da coloro i quali credono, con certo
fondamento, che, svolgendo l'intelletto, convenga
anche svolgere entro certi limiti tutte le attitudini della persona umana. Ho visto infatti all'estero alcune scuole nelle quali il lavoro manuale ha dato risultati buoni, ma sono scuole
limitate; ad ogni modo l'esperimento da noi continua, la Commissione del bilancio lo ha consentito, ed è una questione che conviene osservare ogni giorno nel suo svolgimento, por poter
prendere un partito definitivo.
Egualmente non vi ha dubbio che gli asili infantili meritino tutta la sollecitudine del Governo ; ed il caso a cui l'onorevole Elia ha accennato è così singolare, che io non posso precipitare un giudizio. Certo è però che se vi
è una direttrice d'asilo così benemerita come
egli ha detto, non possono esservi norme regolamentari che valgano a toglierla all'asilo del quale
si tratta. Pare diversamente, sarebbe una pedanteria che io non capisco; e stia certo l'onorevole Elia che, stando le cose come egli le ha esposte, quella direttrice sarà conservata al suo posto.
Elia. La ringrazio.
Boselli, ministro dell'istruzione
pubblica.
Rispetto poi alla distribuzione dei sussidi agli asili,
tutti intendono che io debbo procedere col doppio criterio di favorire la fondazione di questi
istituti; e in pari tempo di far sì che sia regolata con metodi sempre migliori e che principalmente corrisponda alle buone norme didattiche ;
poiché e naturale che il Governo cerchi di dare
il suo sussidio non solamente dove c' è bisogno,
ma dove il bisogno si collega alla dimostrazione
che vi è anche un sentiménto ed una cura di progresso didattico.
L'onorevole Baccarini ha parlato delle agevolezze ferroviarie per i maestri elementari, ed io
sono lieto che egli abbia approvato il provvedimento che accennai alla Camera. Non tutti i fondi
necessari a quest'uopo, dovremo prenderli dal
fondo dei sussidi destinati ai maestri; se ne può togliere una parte dai fondi ai quali vari oratori
hanno fatto allusione; senonchè ricordo all'onorevole Baccarini quello che dissi a questo proposito.
A parer mio, il capitolo dei sussidi deve andare via via trasformandosi e consolidandosi con
iscopi determinati, i quali riducano, se non fac-
Atti Parlamentari
LEGISLATURA X V I —
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2 a SESSIONE —
DISCUSSIONI —
ciano cessare, il sussidio scarso e particolare,
quasi a forma di carità, che si dà ai maestri ed
alle maestre, e che, secondo io penso, non è conforme alla loro dignità e non serve davvero a
mutare le loro condizioni.
10 credo che, tranne in casi specialissimi, si
provveda meglio con disposizioni di ordine generale, sovvenendo, per esempio, gli orfani, pensionando le vedove, promovendo anche agevolezze materiali e morali, anziché distribuendo
sussidi che, ai miei occhi, hanno tutti i difetti
della carità legale, la quale, anche quando è bene
inspirata, non è sempre equa e non sempre è
collocata dove è il vero bisogno.
A proposito di sussidi io debbo una risposta
all'onorevole deputato Nasi. L a materia della distribuzione dei sussidi è molto ardua. -L'onorevole relatore ricordò oggi idee che non solamente
espresse altre volte, ma che sono anche accennate nella sua pregevolissima relazione. Vuol vedere l'onorevole Nasi quanta sia la diversità
delle idee in questo argomento? L'onorevole
Martini richiamava la mia attenzione sopra un
recente decreto, il quale assegna la distribuzione
dei sussidi per provincia, ed avvertiva che non
s e m p r e l'equità locale è l'equità vera. Invece l'onorevole Nasi mi ricordava alcune cifre le quali
dimostrerebbero che la distribuzione non è caduta in eguale proporzione in tutte le provincie
d'Italia. Si potrebbe fare, specialmente per ciò che
concerne, poniamo, gli edifici, una distribuzione
provinciale ; ma è d'uopo che qui concorrano tutti
gli elementi ai quali il relatore ha fatto allusione;
conviene, cioè, che ci sia il bisogno, lo zelo nel
domandare, la buona volontà di concorrere dei
corpi locali perchè il sussidio del Governo giovi,
ma giovi come integramento. In altri termini,
occorre che sia congiunta all'azione del Governo
l'iniziativa locale; se oggi volessimo esaminare
molte di quelle cifre che l'onorevole Nasi ha citato si troverebbe che se riscontrasi qualche
sperequazione, ciò deriva perchè o non furono
presentate le domande di sussidio, o tali domande
non erano accompagnate da quel concorso dei
corpi locali a cui accennavo or ora, e che si deve
congiungere al sussidio dello Stato.
Un'altra specie di sussidio concede anche lo
Stato ; forse a questo pensava l'onorevole deputato Nasi, perchè è una questione che si è presentata in breve tempo più volte.
11 Governo integra per un terzo l'aumento di
stipendio portato dalla legge per i maestri elementari, ed ora siamo nel secondo anno della attuazione di questa legge. Ma questo integramento
Carmra dei Deputati
TORNATA DEL 2 3
GIUGNO
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per un terzo sull'aumento di stipendio portato
dalla legge, deve essere applicato a tutti i municipi d'Italia? Per applicarlo a tutti, si sarebbe
dovuto aumentare la cifra iscritta in bilancio.
L'Amministrazione esaminò la questione, interpellò il Consiglio di Stato, e si venne nella deliberazione di concedere questo sussidio soltanto
ai municipi che ne hanno bisogno ; ma come, in
tal modo, rimanevano escluse le grandi città,
l'Amministrazione volle pensare a rimediare altresì
a questo inconveniente, e stabilì che rispetto alle
maggiori città, se lo Stato non concorre per
quanto si riferisce all'aumento degli stipendi dei
maestri urbani, debba concorrere almeno per lo
stipendio dei maestri, che non appartengono al
servizio della città.
E questione gravissima, ripeto, questa dei sussidi; e l'Amministrazione e chi ora la rappresenta
continueranno a cercare il miglior modo possibile affinchè l'equità nella distribuzione, corrisponda all'equità dei divisamenti del Governo.
L'onorevole Baccarini mi fece invito a provvedere per la riduzione ferroviaria anche per i
professori straordinari e incaricati. Tutta quanta
la posizione dei professori straordinari e incaricati delle Università, deve essere riveduta e riformata, perchè oramai la legge Casati non si
può più eseguire. Quei professori, oggi, hanno
una posizione assai diversa da quella che la legge
Casati aveva loro creata; e perfino le prescrizioni
posteriormente fatte per le loro nomine, mentre
sono intese a dare guarentigia di scienza, non corrispondono alle prescrizioni legislative del 1859.
Converrà dunque dare con un provvedimento
legislativo ai professori straordinari una posizione "
meglio definita. Intanto, nell'attuale stato delle
cose, questi professori godono, sì, qualche agevolezza ferroviaria, ma debbono, volta per volta,
fare la richiesta del viaggio per avere il benefizio
che è consentito agli impiegati governativi provinciali. Questi viaggi per essi, come per gli impiegati che sono nella medesima condizione, credo
siano limitati a tre per ogni anno ; mentre gli altri
impiegati dello Stato nominati con decreto reale
sono forniti di un libretto, e possono compiere
annualmente dodici viaggi di andata e ritorno.
E vero l'inconveniente, al quale alludeva l'onorevole Baccarini, che i minori impiegati delle
Università hanno questo libretto che non hanno
i professori straordinari.
Io farò nuovi uffici presso le Società ferroviarie; ma non posso promettere all'onorevole Baccarini, ove questi uffici non riescano, di supplire
col danaro dello Stato alla differenza.
Atti
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Parlamentari
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2a
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DISCUSSIONI —
Quando si tratta di maestri elementari, vi sono
speciali considerazioni che la Camera comprende
senza che io le ricordi ; ma quando si tratta di
professori straordinari di Università, la cosa è
diversa, e ci troviamo perfino dinanzi ad una
questione di amor proprio.
Metterò, come ho detto, ogni impegno nel far
sì che le Società riconoscano in essi quelle qualità che riconoscono negli impiegati di grado minore, unicamente perchè questi hanno un titolo
di nomina duratura.
Ringrazio l'onorevole Favale di darmi occasione
di ripetere qui, quanto dissi in altra circostanza
a tutti i membri del corpo insegnante ; e cioè, che
io riconosco nei professori e nei maestri il pieno
diritto di partecipare alla vita pubblica del paese,
in tutti i modi legittimamente consentiti a tutti
i cittadini; ma che provvedono male a loro stessi
e perdono la fiducia delle famiglie, e guastano
l'ambiente, dal quale la scuola deve essere circondata, quegli insegnanti che scendono a prender
parte nella lotta dei partiti locali.
Infine il deputato Balestra, ricordandomi il
futuro collegio per le orfane dei maestri elementari, mi accennava al progetto di cui avevo avuto
•notizia anche dagli onorevoli colleghi Ellena, Narducci e Bonghi i quali intorno ad esso mi hanno
intrattenuto più volte. Io non posso ora prendere
un impegno determinato e positivo rispetto alla
scelta del locale in Anagni, tanto più che debbo
considerare altre proposte che si riferiscono alla
provincia di Salerno ed un'altra che si riferisce
al terzo l'educandato di Napoli. Ma certo è che
l'offerta del municipio di Anagni, avvalorata da
talune generose offerte di privati cittadini, mi
sembra degna di una particolarissima considerazione.
Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Correale.
Correale. In tema di sussidi, debbo rivolgere
un'altra brevissima preghiera all'onorevole ministro.
Molti comuni della mia provincia mi interessarono affinchè mi adoperassi a far loro ottenere il
pagamento del sussidio per le loro scuole. Finora
non fui in grado di dare risposta sodisfacente,
perchè ho sempre creduto che il sussidio non fosse
stato accordato, o perchè la pratica non fosse in
regola, o perchè i comuni non avessero diritto al
sussidio governativo. L a risposta però la trovo
sodisfacentissima nella relazione del bilancio, nell'avvertenza che si legge alla pagina 164.
" I contributi pagati ai comuni per gli aumenti
di stipendio ai maestri elementari delle 69 Pro-
Camera dei
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Deputati
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vincie sopra indicate, giungono quindi alla somma
di lire 921,451.61. Detratta questa somma dal
milione stanziato in bilancio, rimangono ancora
lire 78,548.39, sufficienti a pagare il contributo
alle quattro provincie sotto indicate, di Livorno,
Napoli, Potenza, e Sassari.
Ora per quanto concerne la mia provincia di
Potenza, se è per oscitanza o indolenza degli uffici governativi che i comuni siano ancora privi
del sussidio al quale hanno diritto, io non ho parole abbastanza vive per deplorare il contegno
di quegli uffici; come non ho parole abbastanza
calde per raccomandare al ministro che faccia
cessare così deplorevole trascuranza. (Bravo !)
Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Baccarini.
Baccarini. Due sole parole; prima per ringraziare l'egregio ministro di quello che ha ripetuto
benevolmente circa ai maestri elementari; poi
per fare osservare al mio amico Martini che io
non ho fatto alcuna critica al modo con cui
oggi è compilato il bilancio dell' istruzione pubblica, e che mi sono solamente permesso di richiamare l'attenzione dell'onorevole ministro sulla
somma enorme di questo capitolo che è di 2,400,000
lire erogate in sussidi, pregandolo di avvisare se non
sia più corrispondente alla natura di un bilancio
il mettere in evidenza, con capitoli speciali, quella
parte di questa somma la quale abbia un carattere
permanente. E mi sono specialmente riferito al
caso delle lire 40,000 che l'onorevole ministro
ha annunziato di volere assegnare al collegio
delle orfane dei maestri, perchè se il collegio
delle orfane deve esistere, si dovrà sussidiare
ogni anno, e quindi lo stanziamento perde il carattere di sussidio vero e proprio. Sarà un sus-*
sidio dello Stato ad una istituzione che non è s u a ;
ma il sussidio deve essere permanente; altrimenti si verrebbe ad uccidere, o a tenere in
sospeso di anno in anno la vita di questo istituto. I capricci vengono spesso alle femmine; e
tutti sanno che la Camera è qualche volta anche
peggiore di una femmina. (Mormorio) Io non
parlo dei deputati, parlo della Camera. L a Camera è donna, dunque ha capricci come tutte le
donne.
Presidente. Ha un nome femminile, ma non è
una donna.
Baccarini. Io sono abituato a chiamar le cose
col loro nome. Non è la prima volta che si son
cancellati i capitoli di un bilancio ; e non soltanto
in Italia ma in tutto il mondo. Dunque può capitare benissimo che una volta o l'altra, per fare
dell'economia, si cancelli anche il capitolo rela-
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Camera
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dèi-
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tivo al collegio delle orfane; e per questa ra- ' abbassi la sua dignità fino ai punto di far giugione persisto a credere che si dovrebbe stan- dicare dalle Società contraenti con lui, quali siano
gli impiegati dello Stato. No, onorevole ministro.
ziare la somma in nn capitolo speciale.
Un'altra brevissima risposta devo all'egregio Le Società hanno un contratto, ed hanno il diritto di applicarlo per quel che è scritto, ed io
relatore.
Io non ho raccomandato punto (e per ragioni non domando loro nessuna grazia. Esse hanno il
speciali, non l'avrei mai pensato) che sia aumen- diritto di fare il loro interesse; quanto ai maestri,
tato lo stipendio dei professori incaricati nelle comprendo che esse non vogliano sopportare tutta
intera la perdita, perchè la classe dei maestri
Università.
Comprenderà bene l'egregio relatore che questi non è, secondo loro, compresa tra gli impiegati
incaricati abbiano 90 lire o ne abbiano 100, la dello Stato per gli effetti delle convenzioni. Ma
nelle convenzioni è fatto obbligo alle Società di
questione rimane tal quale.
Io ho accennato a questa miseria di compenso, usare una tariffa ridotta per gli impiegati dello
soltanto per dire che alla parte morale, almeno, Stato; ed a me pare che spetti al Governo, non
sarebbe utile aver riguardo, perchè non de solo alle Società, di dichiarare quali siano gli impiegati dello Staio. Nel caso speciale, poi, onoreyane vivit homo.
L a stridente disuguaglianza di trattamento fra vole ministro, è tanto vero quel che dico, che i
colleghi di Università, e quel che è peggio fra professori incaricati hanno diritto a tre richieste
professori e dipendenti, è cosa da evitarsi; e all'anno; lo che dimostra son già considerati, in
l'onorevole ministro sarà il primo a convenirne, parte, come impiegati dello Stato.
Per essi, dunque, prego l'onorevole ministro
come ne converrà, spero, l'egregio relatore.
L'onorevole Arcoleo ha detto che gl'incari- di non fare niente di quanto ha detto, almeno
cati non sono professori titolari permanenti, ma per raccomandazione mia; perchè io tengo più
che si nominano di anno in anno. Ma ciò non a non compromettere l'autorità dello Stato, di
cambia la questione; durante l'anno sono profes- quello che ad ottenere un beneficio, qualunque
, .
sori ; e per quell'anno trattateli come trattate gli esso sia. .
altri. E d'altronde la verità vera è che sono
BoseSii, ministro dell' istruzione pubblica. Chiedo
permanenti, perchè in Italia siamo a questo punto:
parlare.
;
. . .
,
che si vorrebbe un Ateneo, se fosse possibile, in
Baccano!. Lo Stato deve dichiarare quali siano
ogni città; ma i professori poi bisogna inventarli i suoi impiegati. Per me, impiegati dello Stato
di una specie diversa da quella che la legge dice, son tutti quelli che sono nominati dallo Stato; e
perchè non c'è modo di pagarli.
se il ministro della pubblica istruzione fa decreti
Ci sono molti di questi incaricati che hanno allo scopo di nominar professori per conto dello
cattedre obbligatorie che dovrebbero essere co- Stato, ciò mi basta, perchè, agli effetti delle conperte da professori ordinari. Dunque si può venzioni, si considerino (siano, o no, pagati) come
dire quanto si vuole che sono nominati di anno impiegati tutti coloro che sono in tal modo noin anno, ma il fatto è che tutti gli anni, in tutte minati. Questa è la mia opinione. Se parò il
le Università dello Stato, c'è qualche centinaio Governo pensa diversamente, rifiuti di concedere
di questi incaricati di cui non si può fare a questa facilitazione; rifiuti di pareggiare questi
impiegati agii altri; ma, per l'amor di Dio, non
meno.
Ora io dico : se non li pagate a dovere, almeno vada a cavarsi il cappello alle Società per ottenon ferite il loro amor proprio, e non trattateli nere dei favori.
diversamente da quel che trattate i loro colleghi.
Presidente. Ha facoltà'di parlare l'onorevole
Ecco la mia raccomandazione.
ministro.
. Boseili, ministro dell'istruzione pubblica. AssiMa io non posso ringraziare l'onorevole ministro di quel che ha detto in ultimo, rispetto a curo l'onorevole Baccarini che non mi è venuto
questi professori straordinari e incaricati: vaie a in mente di abbassare la dignità dello Stato, nè
dire che, per usare ad essi questo trattamento di per agevolare i viaggi a qualsiasi categoria di
favore che è piuttosto morale che materiale, cer- professori, nè per qualunque altro motivo. Sopra
cherà d'interporre i suoi buoni uffici presso le il G-ovemo e sopra le Società ferroviarie sta la
legge, che determina tassativamente le condizioni
Società ferroviarie.
Per conto mio non intendo di raccomandargli per le quali l'ufficiale dello Stato ha diritto alla
di far così, e nemmeno di essergli grato se così riduzione dei prezzi nel viaggiare sulle strade
ferrate.
^arà. Imperocché io non ammetto che il Governo
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Il Ministero dell'istruzione, come tutte le altre
Amministrazioni centrali, dovette, d'accordo con
le Società ferroviarie, determinare le categorie
d'impiegati che si trovavano nelle condizioni legali per godere della riduzione. Ora poi si vorrebbe esteso anche a quegl' impiegati che non
sono pienamente nelle condizioni prescritte il
medesimo beneficio.
A tale intento si sono iniziate trattative con
le Società ferroviarie per mezzo del Ministero
dei lavori pubblici; le quali parmi non detraggano in nulla alla dignità del Governo. Certo
che il rimedio migliore e più equo sarebbe un
provvedimento legislativo, che estendesse siffatto
benefizio a tutti coloro che per qualsiasi lasso
di tempo e in qualunque modo effettivamente
servono lo Stato. Così cesserebbero le esclusioni
che l'onorevole Bacearini ha lamentate, e che non
vorrei neppure io.
Presidente. H a facoltà di parlare l'onorevole
Gamba.
Samba, Veramente io mi era iscritto al capitolo 50 per parlare della applicazione della legge
11 aprile 1886. Ma siccome sono stato prevenuto
dall'onorevole ministro e dall'onorevole Correale
i quali hanno toccato tale argomento in occasione
di questo capitolo, così credo di poter trattare ora
anch' io il modo con cui quella legge è stata applicata: modo che, secondo il mio parere, è stato
piuttosto arbitrario. Certamente di questo non può
essere chiamato responsabile l'onorevole ministro
Boselli, a cui perciò mi limito a chiedere qualche
assicurazione che valga a tranquillizzarmi per l'avvenire, nonostante che questa speranza sia però
un poco indebolita dopo le parole che egli in
precedenza ha già dette.
E ciò posto vengo al fatto senz'altro.
L a legge 11 aprile 1886 è molto semplice e
chiara. D a una parte f a obbligo ai comuni di accrescere lo stipendio dei propri maestri elementari fino ad un minimo che essa stabilisce; dall'altra fa obbligo al Governo di risarcire i comuni
di questa maggiore spesa che loro impone, e stabilisce all'uopo lo stanziamento in bilancio della
somma di 9,000,000 di lire che figura infatti al
capitolo 50,
Solamente, quali sono i comuni che hanno diritto a questo risarcimento? A me pare che non
ci sia alcun dubbio a questo proposito. Sono precisamente i comuni che si trovano nelle condizioni specificate negli alinea a, b} c, dell'articolo
3 della citata legge, nessuno eccettuato. L a legge
non f a nessuna esclusione, e nessuna limitazione ;
non potrebbe essere più precisa e più esplicita.
Camera
—
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deÀ Deputati
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E d'altronde, più precisa e più esplicita della legge
fu la manifestazione delia volontà del Parlamento. A questo proposito bisogna ricordare che
nel disegno di legge quale era presentato dalla
Commissione e dal Governo era veramente fatta
un'eccezione. L'ultimo alinea dell'articolo 3 diceva
infatti così: 44 I .comuni chiusi per effetto della
legge sul dazio consumo non hanno diritto al concorso dello Stato per le scuole elementari obbligatorie. „
Ma la Camera, accettando un emendamento
dell'onorevole Costantini, abolì questo comma, e
manifestò in tal modo, e solennemente, la propria volontà che anche i comuni urbani dovessero
avere parte al concorso. E dico in modo solenne,
o signori, inquantochè nò la Commissione nò il
Governo accettarono l'emendamento proposto dall'onorevole Costantini, e anzi lo combatterono ac canitamente', ma la Camera, persuasa delle buone
ragioni e del diritto dei comuni urbani lo adottò
contro il parere della Commissione e del Governo ;
caso, questo, piuttosto unico che raro.
Ma che perciò? Per questa volta la volontà ^
della Camera e quella del Senato che l ' h a confermata, non hanno avuto altro effetto che quello di
una semplice manifestazione.
Per questa volta la legge è rimasta lettera
morta.
E non ho bisogno di andare molto lontano per
dimostrarlo. Mi basta di richiamare la vostra
attenzione sopra l'allegato 3 1 unito al presente
disegno di legge, ove è detto :
Dietro questo parere del Consiglio di Stato,
la Commissione dei sussidi deliberava che i comuni urbani di l a e di 2 a classe non fossero ammessi a partecipare del concorso governativo. ?5
u
E così f u fatto. E d ecco che la volontà del
Consiglio di Stato si sovrappone e predomina la
volontà della Camera e del Senato, facendo rientrare nella legge quel concetto che la Camera
aveva voluto solennemente che ne fosse tolto.
Io non spenderò parole per dimostrare l'anormalità di questo fatto ; mi limiterò a chiedere al
ministro che trovi modo di uscire da questo stato
anormale di cose. Capisco che non è facile; le
difficoltà ognuno le vede. Noi ci troviamo nel
caso di quel tale che avendo preparato un pranza
per cinque persone si trova d ' a v e r n e invitate
dieci o dodici. Ma si sa quello che avviene in
simili c a s i ; si stringono le sedie, si dimezzano la
porzioni, e tutti si mettono a tavola. Gl'invitati
andranno via con la fame, ma nessuno almeno
avrà l'onta di rimanere fuori dell'uscio.
Aiti
Parlamentari
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GIUGNO
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Nella legge del 1886 io non trovo assoluta- rispose che ne avrebbe fatto oggetto di studio e
mente nulla clie si opponga a questa soluzione : che avrebbe cercato modo o di diminuire il nuinquantochò se ivi ò detto che il concorso delio mero dei maestri, o di venire in aiuto a quei coStato non può mai superare i due terzi dell'au- muni che si trovassero in cattive condizioni fimento di spesa che hanno avuto i comuni, la nanziarie. Ora io non faccio altro che ripeter©
legge non dice però che non possa essere supe- al mio onorevole amico Boselli la stessa preghiera
affinchè egli voglia trovar modo di venire in
riore a questi due terzi.
aiuto
a quei comuni e di togliere l'inconveniente
Quindi la soluzione è molto semplice. Il Governo faccia l'elenco dei comuni che si trovano di cui ho teste parlato.
nelle condizioni volute dalla legge. E in base
Lovifo. Domando di parlare.
al loro numero e in base al loro diritto distriPresidente, Ne ha. facoltà.
buisca fra tutti i tre milioni di lire.
Levito. L'anno scorso, nella Commissione geneVi sono anche altre due strade che conducono rale del bilancio, fu sollevata la questione del
egualmente alla legalità : la prima sarebbe quella numero dei maestri elementari a carico de' codi venire alla Camera con un disegno di legge, muni,
col quale si abolisse l'articolo terzo della legge
Io non ricordo se fosse presente l'onorevole Bo11 aprile e si abolisse contemporaneamente lo selli che faceva parte così degnamente di quella
stanziamento dei tre milioni nel bilancio ; ed io Commissione, L a Commissione però non credette
credo che questo provvedimento non sarebbe di prendere una risoluzione...
cattivo. Oppure ci sarebbe l'altra strada di adotArcofeo; relatore, Domando di parlare.
tare il provvedimento contrario ; cioè di venire
Lovlto. ... poiché ritenne che questa non fosse
alla Camera a chiedere l'aumento di questo fondo, una materia strettamente legata colle attribuper modo che si potesse accordare il sussidio a zioni della Commissione del bilancio.
tutti quelli cui è dovuto per legge.
Ed allora, lasciata libertà a ciascuno dei com10 non tengo ad una soluzione piuttostochè ad missari del bilancio, la questione fu portata alla
un'altra; domando soltanto che il ministro faccia Camera se non erro dall'onorevole Del Giudice
cessare questo stato di cose il quale, secondo me, e dall'onorevole Lacava,
offende non tanto le finanze di quei comuni che
Secondo le leggi che vigono nella materia delsi trovano ingiustamente spogliati di un diritto, l'istruzione elementare, taluna delle quali mi
quanto, e più, il sentimento della giustizia, la permetto eli chiamare molto teorica, il numero
fede nell'inviolabilità della legge e, permettetemi dei maestri è regolato secondo quello della popodi dirlo, il prestigio del Parlamento.
lazione, ed il numero dei maestri arriva a tale
Lacava. L'anno scorso sollevai una questione proporzione da assorbire più della terza parte
abbastanza grave, in occasione di questo capitolo, ed anche più, del bilancio di un comune. Un
cioè circa il numero dei maestri elementari in comune, per esempio, quello mio nativo, .sopra
alcuni comuni, e feci rilevare alla Camera che il un bilancio di 34 o 35 mila lire dovrebbe avere
numero di essi era così elevato che i comuni, per undici maestri che assorbono più della terza parte
le loro condizioni finanziarie, non potevano cor- del bilancio.
rispondere loro quello stipendio che la legge preE questo fenomeno avviene in tutti i comuni
scrive ai detti maestri ; specialmente poi in quei aventi una popolazione inferiore a 10,000 abimolti comuni della provincia di? Basilicata, dove tanti. E d allora le strettezze dei comuni, i
l'emigrazione ha ridotti alla metà i loro abitanti, quali del resto non aspettano il restauro delle
che hanno le loro risorse così sparute che non pos- finanze loro, mi permetto questa parentesi, ne
sono assolutamente mantenere le spese per tanti dall'allargamento del voto, ne dal sindaco eletmaestri. Feci anche rilevare, in quell'occasione, tivo, fanno sì che i comuni ricalcitrano a quelle
che il numero degli allievi era scarsissimo nelle che sono pur spese obbligatorie; nasce una lotta
classi elementari superiori e che andava sempre fra il Consiglio provinciale scolastico, eh'è chiapiù scemando non ostante l'aumentato numero mato ad applicare rigorosamente la legge, ed I
dei maestri, tantoché questi, nella quarta classe, comuni che non possono pagare, perchè dal più
non avevano più che 3 o 4 scolari.
al meno sono tutti sulla via del fallimento, ed
Dissi pure che bisognava tenere conto della allora sopravviene anche una reazione ingiusta
popolazione scolastica e non del numero degli contro i maestri elementari i quali non c'entrano
abitanti dei comuni.
per nulla ed intanto si ritarda il pagamento del
11 ministro Coppino, a queste mie osservazioni, i loro stipendio, e si nega, o si provvede male
W^
^
Atti
;
Parlamentari
LEGISLATURA XVI —
— 3933 —2a
SESSIONE —
DISCUSSIONI
al loro alloggio, o si fanno loro altre manifestazioni di malevolenza,
Ora il quesito che vorrei sottoporre all'onorevole
ministro della pubblica istruzione che è così diligente e studioso delle materie attinenti al dicastero
ch'è chiamato a governare, è questo; se, in alcuni
comuni, di una discreta popolazione, comuni di
campagna, i maestri che sono della, terza elementare non possano, per avventura, economizzando,
fare anche i maestri della quarta.
L a ragione è semplicissima, 1' ha accennata già
l'onorevole Lacava; la massima parte di queste
scuole di quarta presentano un numero così esiguo
di alunni da tornare in più casi eguali al numero dei maestri.
Ma c'è di più. L'alunno di quarta, in un comune di campagna, appartiene ad una famiglia
agiata, ed allora questa famiglia lo manderà ad
educarsi in città dove siano ginnasi, licei, Università, ecc. ; o non appartiene a famiglia agiata,
ed allora questo alunno, lasciato dalia società
senza aiuto alcuno, diventa un essere spostato ;
ed in Italia ormai la questione degli spostati
è una questione che s'impone.
Ed ecco la ragione per la quale desidererei che
l'onorevole ministro rivolgesse la sua attenzione
su questa parte del problema, affinchè i comuni
potessero fare delle economie riguardo ai maestri
di quarta che possono, in moltissimi casi, essere
quelli stessi di terza.
Così rimarrebbe maggior margine al ministro
sulla somma stanziata nel capitolo 45, che è appunto quello che stiamo discutendo.
Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole
relatore.
Arcoieo, relatore. L'onorevole Lacava e l'onorevole Lovito hanno sollevato una questione che
richiamò l'attenzione della Camera anche negli
anni scorsi.
Veramente il Ministero ha cercato di provvedere, per quanto era possibile, perchè il criterio
della popolazione, statisticamente considerato,
fosse sostituito dal criterio della popolazione scolastica, sebbene presso alcuni comuni viga ancora,
come fatto compiuto, l'applicazione della legge secondo l'antico criterio. Ma io sono sicuro che se
il Ministero, anche in conformità del parere del
Consiglio di Stato, dovesse tener conto anche della
popolazione scolastica, certamente quest'obbligo
verrebbe a riuscire meno grave a molti comuni.
Inoltre, ripeto, l'osservazione che aveva fatta anteriormente, che cioè i comuni non si valgono di
quelle disposizioni per le quali, secondo lo stato
dei loro bilanci comunali, essi hanno la facoltà
Camera dei
—
TORNATA DEL 2 3
GIUGNO
Deputati
1888
di chiedere, ed il Ministero ha, non la facoltà,
ma il dovere di soccorrerli.
Io non faccio che queste brevi osservazioni, lasciando al ministro di-rispondere qualche cosa di
speciale se lo creda opportuno.
Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole
ministro.
Bosetti, ministro dell'istruzione
pubblica. Secondo le osservazioni fatte dall'onorevole relatore,
posso assicurare l'onorevole Correale che metterò
ogni mia cura perchè nella provincia di Potenza
arrivi un impulso che produca gli effetti da
lui desiderati, per modo che nel futuro bilancio
mi sia dato di porgere alla Camera migliori notizie
di quelle che egli ha raccolto ; e senza proseguire
qui la discussione, dirò tanto all'onorevole Gamba
per la grave questione di cui ha parlato, quanto
agli onorevoli Lacava e Lovito, i quali hanno accompagnato le loro idee con considerazioni così
importanti, che, come è mio dovere, non mancherò di esaminare accuratamente la questione
sulla quale hanno richiamato la mia attenzione.
Presidente. Non essendovi altre osservazioni,
rimane approvato il capitolo 45 in lire 2,357,883.
Capitolo 46. Scuole normali per allievi maestri
ed allieve maestre e scuole preparatorie annesse
aile normali - Personale {Spese fisse), 1,224,226.60
lire.
Ha facoltà di parlare l'onorevole Bonfadini.
Bontadini. Vorrei sottoporre all'onorevole ministro della pubblica istruzione un fatto che a
me pare un inconveniente, e che spero sembri
tale anche a lui. Per un decreto di uno dei
suoi antecessori, i Consigli direttivi delle scuole
normali, maschili e femminili, sono presieduti,
nei capoluoghi di provincia, dal provveditore ;
nei capoluoghi di circondario da un'ispettore.
Ora accade che, nei capoluoghi di provincia,
l'autorità del provveditore rimane integra, e nessuno dei membri dei Consigli che presiedono a
questa materia, può ritenersi di un grado superiore al provveditore, neanche il preside; accade
invece il contrario nei capoluoghi di circondario.
L'ispettore, il quale, è nulla più che un maestro elementare, promosso a questa carica pei suoi
meriti, non può avere una grande autorità sopra
i professori delie scuole secondarie, come sono i
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professori delle scuole normali; non può avere
autorità, per esempio, sopra il sindaco della città,
il quale ordinariamente prende parte a questi
Consigli.
Per questa ragione, questi Consigli sono poco
frequentati; perchè se l'ispettore alla poca autorità intrinseca, congiunge, come molte volte ac-
Atti Parlamentari
— 3934 —
Camera dei Deputati
LEGISLATURA XVi — 2 SESSIONE — DISCUSSIONI — TORIATA DEL 23 GIUGNO 1888
a
cade, una poca considerazione della cittadinanza, . stri elementari (Legge 11 aprile 1886, n. 3798).
difficilmente nomini di valore accettano di fa- [Spese fisse), lire 3,000,000.
sciarsi dirigere da lui, Io credo che, in questo
Capitolo 51. Collegio-convitto principe di Nacaso, sarebbe da preferirsi che questi Consigli di- poli in Assisi per i figli degli insegnanti. Persarettivi fossero presieduti dal sindaco perchè certo naie. [Spese fisse), lire 35,400.
esso avrebbe una maggiore autorità in questa
Onorevole Francescani, ha facoltà di parlare
materia. Ad ogni modo, sottometto questa que- sul capitolo 51.
stiono all'onorevole ministro, perchè essendo affine
Francescani. Pel desiderio, che sento, di essere
a molti altri argomenti, ai quali ha promesso di brevissimo, non mi tratterrò a dimostrare l'imrivolgere le cure della sua attiva menta, provveda portanza grandissima che ha, e che potrà sempre
anche a questa.
più avere, il collegio-convitto di Assisi, destiArcoieoj relatore. Chiedo di parlare.
nato, come esso è, a dare una buona educazione
Presidente. Ne ha facoltà.
e saggia istruzione agli orfani dei maestri eleArcoleo, relatore. Debbo sottoporre alla Camera mentari di tutto il regno, provvedendo, in tale
questo fatto.
modo, come diceva saggiamente poco fa il miNella compilazione dello stato di previsione di nistro, molto più nobilmente ed efficacemente non
quest'anno, è incorsa una omissione di cifra di solo all'avvenire di quei derelitti, ma alle condilire 47,100 nonostante che sia stato ammesso il zioni economiche degli stessi maestri elementari,
principio della conversione delle scuole di Cata- di quello che provvederebbe l'aumento anche ieri
nia, Campobasso, Piacenza.
reclamato, sia pure di 15 o 20 lire all'anno sul
L'errore è avvenuto soltanto nel bilancio della loro stipendio. Solo mi si consenta su questo
spesa, mentre invece nel bilancio dell'entrata si è proposito che possa fare un ricordo, che solo bainscritta la somma corrispondente del contributo, sterebbe a dimostrare quanto dobbiamo aver©
tutti a cuore il miglioramento ed il prosperoso
che dovrebbero pagare questi comuni.
Ora questa nota di variazione del ministro non avvenire di quest'istituto. L'egregio amico e colpotrebbe qui accettarsi dalla Commissiono dei bi- lega onorevole Gallo nel discorso fatto, m occalancio, in omaggio alla legge di contabilità, ed in sione della discussione generale, saggiamente osomaggio alle prerogative della Camera, innanzi servava che l'imperfezione dei collegi e convitti
nazionali dipende, in grandissima parte, dalla
alla quale debbono esser presentate tali note.
La Commissione del bilancio, sebbene l'abbia deficienza degl'istitutori e buoni educatori raccoricevuta dal presidente della Camera, si rifiuta gliendoli dovunque, come egli diceva, e *?enza
determinati e giusti criteri.
di inscrivere la somma in bilancio.
Rimane però al ministro la facoltà di inscrivere
Quindi interessava il ministro, perchè, come si
in sede di assestamento questa cifra, la quale è fatto per gli esercenti le altre professioni, volesse
viene ammessa dalla Camera, che ha per altro porre tutta la sua attività per formare, dirò così,
autorizzato altre convenzioni, delle quali non era un vivaio d'istitutori, i quali informassero la
segnata la somma,
mente di quei giovanetti ad una saggia educaPresidente. Onorevole ministro, accetta quanto zione, a sentimenti nazionali e patriottici. L'onoha detto l'onorevole relatore?
revole ministro, nel rispondere all'onorevole Gallo,
BoseS!?, ministro dell' istruzione pubblica. L'ac- assicurava la Camera che a codesto bisogno si era
cetto completamente.
già in parte provveduto, dappoiché il vivaio degli
Presidente. Se non vi sono altre osservazioni s'in- istitutori ed educatori si faceva precisamente nel
tenderà approvato il capitolo46 in lire 1,224,226.60. collegio-convitto di Assisi, Ho voluto ciò ricorCapitolo 47. Scuole normali. Acquisto di ma- dare perchè questo solo fatto basterebbe a che
lo Stato, le provincie, i comuni e tutti insomma
teriale scientifico, lire 40,000.
Capitolo 48. Scuole normali per allievi maestri avessero a cuore che il collegio-convitto di Ased allieve maestre. Sussidi. (Spese fisse), 375,200 sisi prosperasse sempre più di vita forte e rigogliosa. Difatti, come dice l'onorevole relalire.
Capitolo 49. Sussidi per l'istruzione primaria tore, il problema dell'educazione è connesso ale magistrale nelle prov'ineie napoletane- (art. 35 l'ordinamento dei convitti ; è qui soprattutto che
del decreto luogotenenziale 17 febbraio 1861), lire convergono le tendenze retrive ed insieme i pericoli per la nuova gioventù. Ne con i mezzi ©
84,000.
metodi
attuali lo Stato può sostenere la concorCapitolo 50. Concorso dello Stato nella spesa
renza.
che i comuni sostengono -per gli stipendi dei mae-
Atti
$935
Parlamentari
LEGISLATURA XVI —
2
a
SESSIONE —
DISCUSSIONI —
L'onorevole ministro, prendendo, quindi, nella
dovuta considerazione, la importanza e le condizioni economiche del collegio-convitto di Assisi,
e ricordando l'ordine del giorno votato l'anno
scorso dalla Camera, ed al quale ebbi il piacere
di apporre assieme con altri colleglli la mia firma,
e che diceva: " La Camera prende atto delle
dichiarazioni del ministro (che avrebbe cioè accresciuto gli stanziamenti, convertendo i risparmi
che poteva fare in un aumento eli posti gratuiti)
favorevoli all'incremento dei collegio di Assisi,
passa all'ordine del giorno-, „ l'onorevole ministro,
dico, prendendo nella dovuta considerazione le
condizioni economiche di quel collegio, assicurava ieri l'altro ìa Camera che, con ogni cura
ed amore, avrebbe procurato di migliorarne sempre piti le condizioni. E quindi diceva che già
aveva stabilito e decretato di diminuire la retta,
portandola (mi pare) a lire 450, e di recare quegli altri vantaggi che fosse stato in suo potere
di fare. Ma non basta questo aiuto, questo provvedimento che vorrà prendere il Governo, se vogliamo portare quell'istituto a quell'altezza di cui
era capace ìa intelligenza feconda delia carità dei
padri nostri. Egli è anche vero che la carità e la
beneficenza cittadina hanno voluto anch'esse concorrere; egli è anche vero che, in una petizione
tutti i maestri elementari si sono assunto l'obbligo di detrarre dal loro meschino stipendio una
lira all'anno perchè andasse a vantaggio del collegio e degli orfani dei loro colleghi»
Ma se questa petizione fa piacere nel leggerla
perchè si vede in essa il risveglio di quella benemerita classe, lo sforzo che essa ha fatto per potere, anche coi propri sacrifizi, dare un aiuto ai
figli propri e dei colleghi, non bastano neppure
questi generosi sforzi, torno a ripetere, a poter
dare una vita forte e rigogliosa a quel benemerito istituto, D'altronde io non voglio peccare d'indiscrezione col domandare al Governo altri sussidi, una larghezza maggiore di aiuti e pecuniari
provvedimenti di quelli che ha promesso di fare.
Invece mi permetto di sottoporre al Governo
una proposta, che raccomando non solo al ministro della pubblica istruzione, ma ancora più all'onorevole ministro dell'interno, il quale ho piena
fiducia che a questa mia proposta vorrà dare la
più benevola e favorevole accoglienza. Non intendo
rivolgermi all'onorevole ministro delle finanze,
che in tal caso potrei temere che non venisse
accolta la mia proposta, non già per cattiva volontà, ina attese le nostre non prospere condizioni
finanziarie: io domando quindi all'onorevole ministro dell'interno, il quale ha già dato tante
Garmra dei
TORNATA DEL 2 3
GIUGNO
1888
prove di affetto a queir istituto, perchè voglia,
d'accordo con l'onorevole ministro dell'istruzione
pubblica, aderire a questa mia proposta che formulo in brevissime parole.
Il convitto di Assisi è un convitto nazionale.
In esso hanno diritto di essere accolti gli orfani
dei maestri elementari di tatto il regno.
Varie provincie (sono sei o sette) fra le quali
mi si consenta che io citi la mia Umbria, hanno
preso parecchi posti gratuiti.
Faccio quindi vivissima preghiera all'onore»
vole ministro dell'interno, oltreché al ministra
della pubblica istruzione, perchè, con quell'amore
che essi pongono per tutto ciò che è nobile, grandioso ed umanitario, rivolgano una raccomandazione ai prefetti, ai presidenti dei Consigli provinciali, perchè, a seconda dei vantaggi, che
ciascuna provincia può andare a risentire conio
aumentare i posti del Collegio di Assisi, vogliano
stanziare una somma a favore di un posto gratuito
in quel collegio.
Forse si potrebbe far questa preghiera anche
pei grossi comuni; ma io, per ora, mi limito a
chiedere agli onorevoli ministri dell'interno e
della pubblica istruzione che vogliano mandare
una specie di circolare, raccomandando che quando
saranno convocati i Consigli provinciali, venga
posta nell'ordine del giorno dei loro lavori la proposta che, a seconda dei vantaggi che risentano, le
provincie vogliano prendere o uno o più pssti
nel collegio di Assisi, per assegnarli gratuitamente
a beneficio e vantaggio degli orfani dei maestri
elementari delle rispettive provincie.
Ringrazio da ultimo l'onorevole ministro, della
riduzione accordata sulle ferrovie alla benemerita
classe degli insegnanti, e rinnovo anche io le
più vive raccomandazioni perchè venga presto in
discussione la provvida legge sul Monte delle pensioni per i maestri.
Presidente. Onorevole ministro della pubblica
istruzione ha facoltà di parlare.
Boselii, ministro dell'istruzione, 'pubblica. Il Governo s'interessa, in modo particolare, al collegi®
di Assisi, e desidera vivamente che sia migliorato.
L'onorevole presidente del Consiglio ed il ministro
dell'istruzione pubblica studieranno, conia massima benevolenza, l'idea espressa dall'onorevole
Franceschini, tenendo conto ad un tempo e della
sollecitudine che inspira il collegio d'Assisi e del
modo parco e riguardoso con cui si deve procedere, quando si tratta d'invitare le provincie ad
aumentare le spese.
Presidente. Non venendo fatte altre osservazioni,
rimane approvato il capitolo 51 in lire 35,400.
Atti Parlamentari
— 3936 —
Camera dei Deputati
LEGISLATURA XVI — 2 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 23 GIUGNO 1888
Capitolo 52. Collegio-convitto principe di Napoli in Assisi « Assegni per arredamenti dei gabinetti, lire 1,800.
Capitolo 53. Istituti superiori di magistero
femminile a Roma ed a Firenze - Personale {Spese
fìsse]), lire 107,179.98»
Capitolo 54. Istituti superiori di magistero femminile a Roma e a Firenze lire 14,400.
Capitolo 55. Istituti superiori di magistero
femminile a Roma e a Firenze - Acquisto di materiale scientifico, lire 10,Uu0.
Capitolo 56. — Educandati femminili •• Personale (Spesa fisse), lire 202,902.
Su questo capitolo ha facoltà di parlare l'onorevole Flauti.
Flauti. Le cose dette ieri dall'onorevole ministro,
in risposta all'onorevole Di San Donato, intorno
alla riforma degli educandati di Napoli, rendono
assai agevole il mio compito. Mi limiterò, quindi,
a dire, in poche parole, quello che avevo in animo
di chiedere.
Desideravo di conoscere dal ministro della
pubblica istruzione che cosa egli pensasse di
quel disegno di riforma che fu presentato dal
Consiglio direttivo, e quanta speranza si potesse avere che il disegno medesimo fosse, tra
breve, approvato. A questo l'onorevole ministro
risponderebbe, qualora volesse avere la bontà di
dare a me la stessa assicurazione, aggiungendo
anche qualche cosa di più esplicito, ove creda di
poterlo aggiungere.
Qualora ciò facesse, io lo l'ingrazierei, e non
mi resterebbe che esprimere l'augurio che, al
più presto possibile, quel disegno di riforma divenga una realtà.
Presidente. L'onorevole ministro della pubblica
istruzione ha facoltà di parlare.
Bosellìj ministro dell' istruzione pubblica. L'unica
cosa che posso aggiungere di più esplicito a quanto
ho già detto si è che prima che cominci il nuovo
anno scolastico il riordinamento sarà fatto.
Flauti Ringrazio l'onorevole ministro.
Presidente. Non essendovi altre osservazioni,
rimane approvato il capitolo 56 nella somma di
lire 202,902.
Capitolo 57, Educandati femminili ed istruzione elementare superiore femminile - Posti gratuiti; assegni ai Conservatori della Toscana e
ad altri collegi ed educandati femminili ; sussidi
ed assegni per promuovere Istituti superiori femminili provinciali e comunali e per il loro maggiore incremento, lire 366,118.
Capitolo 58. Istituti dei sordo-muti - Personale
(Spese fisse), lire 81,861.
Su questo capitolo ha facoltà di parlare l'onorevole Levi.
Levi. Io diro pochissime parole, che la Camera
spero vorrà perdonarmi se non le risparmio, poiché pronunziate a favore dei ciechi e dei sordomuti.
La stagione e l'ora in cui ci troviamo, non mi
permettono di riandare sul già fatto, su quanto da
egregi colleghi e da me venne detto qui in proposito; non parlerò dei varii ordini dei giorno che
sono stati presentati, ed accettati con grandi promesse, e che poi rimasero sempre lettera morta.
Io ho fiducia nel cuore dell'onorevole ministro,
e quindi mi contenterò che egli risponda con
una promessa alla raccomandazione, che anche a
nome de miei onorevoli amici Bianchi, Gherardini, Luciani, Mocenni, Fornaciari, Bonfadini e
di molti altri colleghi, gli faccio acciocché prenda
in accurato esame i precedenti che esistono su
questa materia, e voglia quindi provvedere al
miglioramento di tutti gl'Istituti che accolgono
questi infelici.
Presidente, Ha facoltà di parlare l'onorevole
ministro della pubblica istruzione.
BoseSii, ministro deli' istruzione pubblica. La
questione della quale ha parlato l'onorevole Levi
è questione d'umanità. Egli è da lungo tempo
benemerito di questa causa insieme con altri
egregi nostri colleglli, ed altri uomini valenti, e,
fra gli altri, col collega Bianchi, che ebbe dal
mio predecessore speciali incarichi a questo riguardo.
Quindi, non solo a nome mio, ma anche a
nome dell'onorevole ministro dell'interno, col
quale debbo procedere di concerto in questa
materia, dichiaro che il Governo non solo ha
fatto degli studi, ma /si adoprerà in modo da
poter prossimamente presentare qualche provvedimento.
Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Levi.
L©¥Ì. Ringrazio l'onorevole ministro, e prendo
atto di queste dichiarazioni, nella speranza di
poterlo ringraziare dei fatti, come faccio ora delle
parole.
Presidente. Non essendovi altre osservazioni,
rimane approvato il capitolo 58 nella somma di
lire 81,861.
Capitolo 59. Istituti dei sordo-muti - Spese
di mantenimento d'Istituti governativi, posti
gratuiti, assegni e sussidi ad Istituti autonomi,
lire 99,179.
Capitolo 60. Costruzione, ampliamento e risarcimento degli edifizi scolastici destinati ad uso
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XVI —
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2 a SESSIONE —
DISCUSSIONI —
delle scuole elementari. (Legge 18 luglio 1878).
n, 4460, lire 335,000.
Spese diverse. — Capitolo 61. Partecipazione
al mantenimento dell'uffizio internazionale dei pesi
@ delle misure in Parigi. (Legge 23 dicembre 1875,
n. 2875), 11,000.
Categoria quarta. Partite dì giro. — Capitolo 62. Fitto dei beni demaniali destinati ad uso
od in servizio di amministrazioni governative,
lire Ì ,036,782.01
TITOLO I I . Spesa straordinaria.
— Categoria
prima. Spese effettive. — Spese generali. — Capitolo 63. Assegni di disponibilità (Spese fisse),
lire 4,000.
Capitolo 64. Maggiori assegnamenti sotto qualsiasi denominazione (Spese fisse), lire 12,823.45.
Capitolo 65. Indennità ad impiegati in compenso
delle pigioni che corrispondono all'erario per locali occupati gratuitamente ad uso di abitazione
{Spese fisse), lire 38,496.10.
Spese per le Università ed, altri stabilimenti
dJ insegnamento superiore. — Capitolo 66. Rimborso di spese per lavori eseguiti e da eseguire
nell'edificio dell'ospedale di Sant'Orsola in Bologna pel definitivo assetto di quelle cliniche. (Legge
18 maggio 1882, n. 765) (Spesa ripartita), lire
26,500.
Capitolo 67. Torino - Scuola di applicazione
degli ingegneri - Restauro di locali, adattamento di strumenti e costruzione di modelli, lire
4,000.
Capitolo 68. Concorso dello Stato nella spesa
di costruzione e miglioramento di locali in servizio degli Istituti scientifici universitari di Torino (Convenzione 29 gennaio 1885 approvata con
la legge 28 giugno 1885, n. 3225) (Spesa ripartita), lire 544,740.
Capitolo 69» Assetto di vari Istituti scientifici
dell'Università di Pavia - Rimborso di capitale
alla Banca popolare di Pavia, (Legge 26 dicembre 1886, n. 4235 (Spesa ripartita), lire 67,500.
Capitolo 70« Spese per gli studi e progetti relativi ai nuovi stabilimenti scientifici dell' Università di Napoli, lire 15,000.
Capitolo 71. Università di Bologna. - Adattamento di locali per la scuola di medicina veterinaria, lire 2,100.
Capitolo 72. Università di Cagliari. - Clinica
chirurgica. - Spese per completare l'armamentario chirurgico e per l'impianto d'un laboratorio, lire 3,000.
Capitolo 73. Università di Genova. - Museo
4i mineralogia e geologia. » Impianto di un
laboratorio per le esercitazioni degli studenti. -
Camera dei
TOENATA DEL 2 3 GIUGNO
Deputati
1888
Adattamento di scaffali, costruzione di banchi,
collocamento di stufe e trasporto delle collezioni,
lire 7,000.
Capitolo 74. Università di Genova. - Spesa
pel trasferimento - dell' Istituto anatomico, lira
30,000.
Capitolo 74 bis. Università di Genova. — Ac->
quisto di un'oncia d'acqua pei gabinetti biologici,
lire 8,000.
Capitolo 75. Università di Napoli. - Acquisto
di materiale scientifico pei gabinetti di antropologia e di patologia generale, lire 5,000.
Capitolo 75 bis. Università di Napoli. - Gabinetto di mineralogia. - Acquisto di strumenti ©
di materiale scientifico, lire 5,200.
Capitolo 76. Università di Palermo. - Acquisto
e collocamento di una pompa a vapore nell'orto
botanico, lire 7,200.
Capitolo 77. Università di Parma. - Spese
d'impianto, di adattamento e di acquisto di materiale scientifico per alcuni gabinetti, lire 7,000.
Capitolo 78. Università di Pavia. - Orto botanico. - Lavori addizionali per l'ultimazione
della serra, lire 5,000.
Capitolo 79. Università di Pisa. - Impianto
del gabinetto di medicina legale; riparazione e
adattamento del gabinetto di chimica farmaceutica, lire. 8,470.70.
Capitolo 80. Università di Roma. - Provviste
diverse e acquisto di materiale scientifico per
l'orto botanico e per la sezione archeologica annessa alla scuola di magistero, lire 3,500.
Presidente. Su questo capitolo 80 ha facoltà di
parlare l'onorevole relatore,
Arcoleo, relatore. Questo capitolo 80 corrisponde ad un altro della parte ordinaria, capitolo 19, e che si riferisce alla scuola archeologica
di Roma, La Commissione del bilancio trovò inscritta la somma di 12,000 lire che si riferivano
a questa scuola archeologica. Avendo chiesto informazioni in via ufficiosa, si è accertato che la
scuola ancora non esiste, ma che si sono date della
conferenze soltanto.
Ora la Commissione del bilancio ha riconosciuta l'utilità di una scuola archeologica a Roma.
Il Ministero si è proposto d'istituirla per mezzo
di un decreto reale. Abbiamo iscritto, nella parte
ordinaria, 8 mila lire con una riduzione di 4 mila,
e nella parte straordinaria abbiamo ridotto 3 mila
lire, dando occasione al ministro di poter istituire
la scuola e che suppone facoltà di chiedere in seda
di assestamento quella somma che crederà necessaria allo scopo.
Atti Parlamentari
^
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Camera dei Deputati
LEGISLATURA XVI — 2 SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 3 8 8
a
BoseSli, ministro dell'istruzione pubblica. Siamo
d'accordo.
Presidente, Non essendovi osservazioni, rimane
approvato il capitolo 80 in lire 3,500.
Capitolo 81. Università di Roma - Lavori per
l'Istituto fisiologico, lire 10,000.
Luzi. Chiedo di parlare.
Presidente. Ne Ha facoltà.
Luzi. L'anno scorso, l'onorevole ministro fece
. riflettere che tanto le collezioni mineralogica e
geologica, quanto il così detto Gabinetto d'ana, tomia comparata, sono dentro i cassoni ed in luoghi
nei quali i preparati tutti deperiscono ; mi fu risposto che si sarebbe pensato sollecitamente a
provvedere i locali, perchè queste collezioni potessero essere disposte in modo da tornare utili
agli studenti.
Quest'anno ho cercato nel bilancio se vi fossero somme inscritte a questo scopo, ma non le
ho trovate; rinnovo quindi la preghiera dell'anno
scorso, molto più che le somme destinate a queste
collezioni sono state impiegate ad altri usi, cioè
all'acquisto del palazzo Corsini per l'Accademia
dei Lincei e non sono state mai surrogate, come
era stato promesso.
Raccomando di nuovo per usi altro anno che
si pensi a questi gabinetti, elio sono nella capitale del regno, perchè, quando vengono i forestieri e vedono che le collezioni mineralogiche e d'altro genere, come i preparati di anatomia comparata, stanno malamente disposti in
cassoni, noi ci facciamo proprio una figura deplorevole.
Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole
ministro dell'istruzione pubblica.
Bosetti, ministro dell'istruzione pubblica, In
quanto alle collezioni può esser certo l'onorevole
Luzi che mi informerò e sarà riparato quanto
più presto è possibile. L'acquisto poi del palazzo
Corsini non ha alcuna relazione con questo capitolo, ma esso è legato alla legge relativa alle spese
per Roma. È ben vero che acquistandosi quel palazzo si è adoperato un fondo che era destinato
per stabilimenti scientifici. Già ho dichiarato
come anche nella mente dell'uomo illustre che
consigliò l'acquisto del palazzo Corsini era fisso
che questo, oltre che ad ospitare l'Accademia
dei Lincei, dovesse anche servire ad altri usi. Del
rimanente colgo volentieri questa occasione per
dire all'onorevole Luzi come l'acquisto del palazzo Corsini per lo Stato è tanto un buon affare
che, quand'anche lo Stato non riconoscesse la
utilità di possederlo, non avrebbe certamente mai
a pentirsi di avere fatto quell'acquisto. Del resto
io credo che anche per gli usi scientifici, ai quali
può essere adoperato, presenti molta utilità. Non
vi è dubbio che a Roma bisognerebbe costituire
un grande museo di storia naturale ed altri simili.
Auguriamoci che la prosperità nazionale possa
tanto conferire al miglioramento della finanza
dello Stato, che ci conceda di creare questi grandi
stabilimenti scientifici in un tempo non lontano.
{Benissimo ! Bravo !)
Presidente. Non essendovi altre osservazioni,
rimane approvato il capitolo 81 in lire 10,000.
Capitolo 82. Università di Roma - Gabinetto
d'igiene - Spese d'impianto - Adattamento di locali ad uso laboratorio, lire 6,735.86.
Capitolo 82 bis. Università di Roma - Mantenimento delle cliniche medica e otoiatrica - Rateo
1887-88, lire 15,663.40.
Capitolo 83. Scuoia d'applicazione degli ingegneri di Roma - Adattamento di locali, lire 30,000.
Capitolo 84. Scuola d'applicazione degli ingegneri di Roma - Costruzione del laboratorio di
chimica applicata, lire 30,000.
Capitolo 85. Scuola d'applicazione degli ingegneri di Roma - Costruzione del laboratorio di
geologia applicata, lire 30,000.
Capitolo 86. Scuoia d'applicazione degli ingegneri di Roma - Spese per la costruzione di vespai sotto il pavimento del porticato e per scarna
bio di locali fra la scuola e la chiesa annessavi
di San Pietro in Vincoli, lire 12,800.
Capitolo 87. Scuola d'applicazione degli ingegneri di Napoli - Adattamento di locali, lire
20,000.
Capitolo 88. Scuola d'applicazione degli ingegneri di Napoli - Lavori per riduzioni e adattamento di locali, lire 10,940.
Capitolo 89. Scuola di medicina veterinaria di
Milano - Adattamento di locali, lire 7,000.
Capitolo 90. Regio Istituto di studi superiori
pratici e di perfezionamento in Firenze - Riparazioni all'Osservatorio d'Arcetri, lire 30,000.
Capitolo 91. Spesa per premi nelle Scuole superiori di magistero, lire 18,000,
Spese per gli istituti e corpi scientifici e letterari. — Capitolo 92. Raccolta di libri, opuscoli
e documenti editi ed inediti relativi alla storia
del risorgimento italiano da collocarsi nella biblioteca Vittorio Emanuele di Roma, lire 4,000.
Capitolo 93. Biblioteca Laurenziana di Firenze
- Spesa per costruzione di vetrine, per restauri
e legatura di manoscritti, lire 4,521.10.
Capitolo 94. Biblioteca Marucelliana di Firenze - Impianto di caloriferi, lire 4,000.
Atti Parlamentari
LEGISLATURA
— 3939 —
XYI
—
2a
SESSIONE —
DISCUSSIONI —
Capitolo 95. Biblioteca universitaria di Catania - Acquisto di libri, lire 4,000.
Capitolo 96. Biblioteca universitaria di Roma Spesa per l'ordinamento della raccolta delle esercitazioni accademiche, lire 2,000.
Capitolo 96 bis. Biblioteca Alessandrina di Roma - Provvista di opere letterarie e scientifiche,
lire 5,000.
Spese per le antichità e le belle arti. — Capitolo 97. Lavori, attrezzi e spese diverse per il
ricupero degli oggetti d'antichità provenienti dai
lavori del Tevere, lire 16,000.
Capitolo 98. Istituti di bello arti di Napoli Sistemazione della facciata e dei locali interni,
lire 30,000,,
Capitolo 99. Lavori di ricostruzione della basilica di S. Paolo, lire 160,000.
Capitolo 100. Regia Pinacoteca di Napoli Spesa pel passaggio della Pinacoteca del Museo
nazionale nel fabbricato ove ha sede il regio
Istituto di belle arti - Spese di trasporto; sistemazione dei locali che rimangano vacanti nel
Museo per collocarvi le collezioni antiquarie,
lirè 30,000,
Camera
TORNATA D E L 2 3
GIUGNO
dei
Deputati
1888
dell'ufficio internazionale di segreteria a Berlino,
lire 2,500«
Capitolo 108. Istituto tecnico superiore di Milano - Spese per l'impianto del laboratorio per la
scuola elettro-tecnica fondata dal commendatore
Carlo Erba, lire 25,000.
Capitolo 109. Uffizio speciale per i lavori degli
istituti scientifici - Remunerazioni al personale,
lire 6,000.
Capitolo 109 bis. Continuazione della ristampa
delle opere latine di Giordano Bruno, lire 6,000.
Stanziamento totale del titolo JL (Spesa
ordinaria), lire 40,116,413. 83.
Stanziamento totale del titolo I I . (Spesa stra
ordinaria),
lire 1,600,699. 35.
I N S I E M E (Spesa ordinaria
e straordinaria),
lire
41,717,113.18.
Rileggo ora l'articolo unico del disegno di
legge:
" Il Governo del Re è autorizzato a far pagare
le spese ordinarie e straordinarie del Ministero
della istruzione pubblica, per l'esercizio finanziario dal 1° luglio 1888 al 30 giugno 1889, in conformità dello stato di previsione annesso alla presente legge. „
Capitola 101. Spesa per monuménti'"' e scàvi f
nell'Italia meridionale, lire 480.
Lo pongo a partito.
Capitolo 101 bis. Esposizione nazionale artiChi l'approva è pregato ad alzarsi.
stica in Venezia - Concorso nelle spese, 30,000
(E
approvato:)
lire.
Capitolo 101 ter. Regio Istituto di belle arti di
Procederemo ora alla votazione a scrutinio seBologna - Ampliamento di locali, lire 25,000.
greto del disegno di legge.
Spesa per l'istruzione normale, magistrale ed eleSi proceda alla chiama.
mentare. — Capitolo 102. Sussidi al Monte per le
Adamolì, segretario, f a la chiama.
pensioni degl'insegnanti elementari (Spesa riparPresidente. Prego gli onorevoli deputati, che non.
tita), lire 150,000.
avessero votato, di recarsi alle urne.
Spese diverse. — Capitolo 103. Continuazione
Si lasceranno le urne aperte.
dei lavori geodetici ed astronomici per la misura
del grado europeo, lire 30,000.
Sèguito dèlia discussione de! bilancio dell'enCapitolo 104. Studi per preparare la carta artrala.
cheologica d'Italia, e per raccogliere documenti
della storia dei musei e degli scavi del regno, lire
Presidente. L'ordine del giorno reca: Seguito
16,000.
della
discussione del bilancio dell'entrata.
Capitolo 105. Continuazione della stampa delRammento
alla Camera che, nell' ultima seduta
l'opera del De-Rossi intitolata Inscriptiones
chrimattutina, fu chiusa la discussione generale. Ora
stianae, lire 12,000.
procederemo alla discussione degli articoli.
Capitolo 106. Conferenza internazionale degli
elettricisti a Parigi - Esperiènze per la determi" Art. 1. Il Governo del Re è autorizzato ad acnazione delle unità elettriche - acquisto di stru- certare e a riscuotere, secondo le leggi in vigore,
menti e oggetti scientifici, spese per gli assistenti le imposte e le tasse di ogni specie, a provvedere
e per il personale di basso servizio, indennità di allo smaltimento dei generi di privativa secondo
soggiorno ai rappresentanti italiani, lire 20,028.74. le tariffe vigenti, e a fare entrare nelle casse
Capitolo 107. Associazione geodetica interna- dello Stato le somme e i proventi che gli sono
zionale - Concorso dell'Italia al mantenimento dovuti per l'esercizio finanziario dal 1° luglio 1888
m
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XVI —
— 3940 —2 a SESSIONE —
Camera dei
DISCUSSIONI —
al 30 giugno 1889, giusta lo stato di previsione
per l'entrata annesso alla presente legge.
u
E altresì autorizzato a rendere esecutivi i ruoli
delle imposte dirette pel suddetto esercizio. „
Si dà lettura dello stato di previsione annesso
alla presente legge ; sempre con l'avvertenza che
i capitoli, sui quali non si fanno proposte ovvero
osservazioni s'intenderanno approvati con la semplice lettura.
TITOLO I . Entrata
ordinaria. — Categoria
prima. Entrate effettive. — Redditi patrimoniali
dello Stato. — Capitolo 3. Redditi patrimoniali
del demanio dello Stato, lire 8,087,000.
Capitolo 2. Proventi dei canali Cavour, lire
3,060,000.
Capitolo 3. Redditi patrimoniali di enti morali
amministrati dal demanio, lire 875,000.
Capitolo 4. Redditi patrimoniali dell'Asse ecclesiastico, lire 4,100,000.
Capitolo 5. Interessi, di titoli di credito e
di azioni industriali posseduti dal tesoro, lire
250,558.15.
Capitolo 6. Interessi dovuti sui crediti dell'amministrazione del tesoro, lire 154,000.
Capitolo 7. Ricupero di futi di parte dei locali addetti ai servizi governativi, lire 338,527.50.
Capitolo 8. Partecipazione dello Stato sui prodotti lordi delle ferrovie costituenti le reti principali Mediterranea, Adriatica e Sicula, lire
60,500,000.
Capitolo 9. Prodotto delle linee complementari costituenti le reti secondarie Mediterranea,
Adriatica e Sicula, escluse le quote devolute ai
rispettivi fondi di riserva (articolo 73 dei capitolati per le reti Mediterranea ed Adriatica ed
articolo 69 di quello per la rete Sicula), lire
7,098,560.
Capitolo 10. Prodotti lordi del servizio di navigazione a vapore sul lago di Garda (articolo
29 del contratto di esercizio della rete Adriatica), lire 115,000.
Capitolo 11. Prodotto delle ferrovie dello Stato
esercitate dalla Società veneta per imprese e costruzioni pubbliche, al netto dei corrispettivi di
esercizio, lire 40,000.
Contributi. — Imposte dirette. — Capitolo 12.
Imposta sui fondi rustici, lire 106 ; 316,355.38.
Capitolo 13. Imposta sui fabbricati, 67,700,000
lire.
Capitolo 14. Imposta sui redditi di ricchezza
mobile, lire 220,191,328.44.
' Onorevole ministro delle finanze, accetta questo stanziamento proposto dalla Commissione?"
TORNATA DEL 2 3
GIUGNO
Deputati
1888
Sbagliarli, ministro delle finanze. L'accetto.
Presidente. Tasse sugli affari di amministrazione del Ministero delle finanze. — Capitolo 15.
Tasse di successione, lire 34,000,000.
Capitolo 16. Tasse di manomorta, lire 6,400,000
Capitolo 17. Tasse di registro, lire 70,000,000.
Onorevole Bonfadini, ha facoltà di parlare sul
capitolo 17.
Bonfadini. Intorno a questa trappola di sopratasse e di multe, che è la nostra legge del registro
e bollo, ho avuto già l'onore di presentare altra
volta al ministro delle finanze alcune osservazioni e preghiere.
E per dire la verità, dall'onorevole ministro
mi sono venute l'anno scorso cortesi assicurazioni che agi' inconvenienti da me deplorati
avrebbe cercato di mettere riparo. Non dubito
della sua piena buona volontà, ma purtroppo, a
proposito di queste promesse ministeriali, troppe
volte ricorre la frase di Foscolo:
Odio il verso che suona e che non crea.
La legge del bollo e del registro è più grave
per le provincie dove la proprietà è più sminuzzata; e quindi per le provincie povere e per i
contribuenti piccoli e poveri dovrebbe essere applicata con un criterio di grande equità e, se la
parola fosse possibile, per le finanze in genere e
per la finanza del regno d'Italia in specie, con
molta mitezza. Invece io temo che accada il
contrario.
E siccome i piccoli redditi sono facili ad essere perseguitati nella loro emigrazione, ivi accade che la mano del Fisco pesa più dura e più
grave.
La nostra finanza democratica, come si è voluto un giorno chiamarla, ha indulgenze infinite
per esempio per le grandi associazioni bancarie,
che fruiscono dei redditi della circolazione abusiva, per i grandi avvocati che guadagnando 60
mila lire ne denunziano 6 mila, ma quando si
tratta di piccoli contribuenti gravala mano. Grava
cioè la maùo su quel piccolo contribuente a cui la
sua santa ignoranza non lascia la possibilità di
credere ad un abuso per parte di un agente dèi
Governo. Il piccolo contribuente molte volte paga
il doppio, il triplo di quel che deve, perche non
ha i mezzi di ricorrere.
Io non dirò in tesi generale che tutto questo
avvenga da per tutto, ma avviene, onorevole ministro, in alcune provincie del regno, ed avviene
soprattutto in quelle delle quali Ella ha meno nozione, perchè l'insieme delle sue attitudini, del
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XVI —
— 3941 —
2a
SESSIONE —
DISCUSSIONI —
suo ingegno, dell'ambiente in cui vive, non le permette di considerarne interamente l'aspra e dura
esistenza.
Io vorrei proporre, a proposito di un altro capitolo, una piccola riduzione. E per non tediare
di più la Camera, dirò, fin d'ora, qual' è la ragione, che mi muove a proporre questa modificazione. La ragione sta in un fatto che, fuori di
questa Camera, chiamerei una birbonata e che in
questa Camera mi limito a definire un abuso. Il
regolamento catastale, una vera iniquità legislativa, che pur troppo dovrà durare finche sarà applicato il nuovo catasto, vale a dire fra 20 anni,
contiene fra gli altri un articolo almeno ragionevole, il quale stabilisce che unitamente a ciascuna domanda di voltura debba essere esibita
o in originale, o in copia, l'atto di traslazione
sul quale cioè si fonda la domanda medesima.
Ora accade che vi sono agenti delle tasse, non
so se ispirati da circolari governative, che certo
non possono andare fino all'abuso, o se ispirati
da uno zelo per la cosa pubblica, che sarebbe lodevole qua dentro, ma che fuori è eccessivo, che
si permettono di mutare a loro piacere la legge
ed i regolamenti e di obbligare i notai a presentare le copie dell'atto e non l'atto autentico ; perchè la copia dell'atto esige un nuovo bollo, che
va a profitto dell'erario*, ma l'agente non pensa che
a questo nuovo bollo va unito un nuovo pagagamento al notaio, per l'atto da redigere. Ora
siccome nei piccoli centri questi contratti si fanno
per un valore di 50, mentre nelle grandi città si
fanno per un valore di 500 0 di 5000, avviene che
questa tassa pesa 20, 30 volte più sui poveri contribuenti della montagna, anziché sui ricchi e grossi
contribuenti della pianura, perchè per un atto solo
che può comprendere un valore di 5000 lire paga
un bollo, mentre altrove pagano 20 0 30 bolli per
un gran numero di atti, che comprendono lo stesso
valore.
Ora se l'agente delle tasse s'impunta a volere
questo, contrariamente alla legge ed al regolamento, fa pesare per conto suo duramente sui più
poveri e i più piccoli, una tassa assolutamente
contraria ad ogni equità e ad ogni principio di
giustizia distributiva.
Io dirò al signor ministro fuori di quest'Aula
quali sono i casi che conosco. Non lo dirò certo
in quest'Aula e non gli domanderò neanche che
punisca l'ufficiale zelante che li permette. Ma fin
d'ora faccio notare all'onorevole ministro che
quando le sue circolari sono buone, non sempre
sono adempite, ma quando per caso esse sono cattive, troppe volte sono anche esagerate.
(Bravo!)
Camera
TORNATA B E L
23
GIUGNO
dei
Deputati
1888
Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole
ministro delle finanze.
Magliari!, ministro delle finanze. L'onorevole deputato Bonfadini ha cominciato a parlare sul
capitolo 17 u Tasse di registro „ ma sostanzialmente ha concentrato le sue censure contro l'Amministrazione a proposito delle volture; argomento diverso, come ben sa l'onorevole Bonfadini,
che riguarda non il bollo e il registro, ma le volture per il trapasso delle proprietà e cioè le imposte dirette.
Quanto a ciò che riguarda la tassa di registro,
se io ho fatto delle dichiarazioni l'anno scorso,
rispondendo all'onorevole Bonfadini, posso oggi
sicuramente affermare che non le ho fatte invano.
Ed invero alcune fiscalità troppo odiose, alcune
formalità inutili, che si richiedevano negli uffici
di registro, sono oggimai cessate; ed ho preso
occasione dalla esecuzione dell'ultima legge del
14 luglio 1887, che ha modificato alcune di que-<
ste tasse, per introdurre discipline più semplici,
e meno complicate pei contribuenti.
Non posso però affermare alla Camera che gli
sforzi dell'Amministrazione saranno interamente
coronati di buon successo, infino a che io non sia
in grado di porre negli uffici di registro di una
qualche importanza i controllori, che appena,
adesso, possono essere collocati negli uffici dei
capoluoghi di provinciaQuando un ufficio d'importanza, ' come un ufficio di registro, è affidato ad un individuo solo,
il quale è liquidatore, è tassatore e riscuotitore
della tassa, e questo individuo solo che concentra
sul suo capo tanta responsabilità, non è soggetto
che al siadacato di un ispettore, che fa delle verificazioni periodiche di giro; intende bene l'onorevole Bonfadini che in questo modo non è
sempre facile sorprendere gli abusi, e non è sempre facile garantire gl'interessi della finanza e
quelli dei contribuenti.
Non così avviene in quegli uffizi, nei quali
accanto al ricevitore del registro, vi è il controllore: istituzione che io ebbi l'onore di proporre
alla Camera e che la Camera mi approvò per
metà. Allora vi è un controllo immediato sugli
atti dell'ufficiale dell'amministrazione, e questo
controllo giova all' interesse erariale e all'interesse dei contribuenti ad un tempo.
Venendo, poi, alle volture delle quali specialmente ha parlato l'onorevole Bonfadini, io gli
dichiaro, nel modo più preciso, che non è punto
necessario esibire la copia dell'atto di vendita,
per ottener la voltura; e non credo che questa
Aiti Parlamentari
LEGISLATURA XVI —
. —• 3942 —
2
a
SESSIONE —
DISCUSSIONI —
sìa una esigenza generale, degli agenti delle imposte dirette. Se così fosse, sarebbe cosa grave,
perchè essi opererebbero contro i regolamenti.
Ora avrà potuto avvenir benissimo un caso singolare ; ed io sarei grato all'onorevole Bonfadini
se m'indicasse l'agente delle imposte, che ha contravvenuto senza giustificazione al regolamento ;
perchè io userò del massimo rigore contro di lui.
Una voce. Sono tutti !
Magliari, ministro delle finanze. Ma tutti, no. Io
devo dichiarare all'onorevole interruttore, che,
quando un reclamo di questa natura giunge al
Ministero delle finanze, si provvede immediatamente. Se un reclamo arriva alle intendenze di
finanza o alla Amministrazione centrale, è impossibile che una infrazione al regolamento, se
c' è, resti impunita. E però necessario reclamare.
Del resto, dalie verifiche degli ispettori, dalle relazioni mensili e ordinarie, delle ispezioni delle
intendenze non mi risulta che questa pratica abusiva sia generalmente invalsa. Vi possono essere
dei casi particolari che io non esito a chiamare
abusi, come li ha chiamati l'onorevole Bonfadini;
e quando ne conosca i particolari, li farò cessare.
Bonfadini. Chiedo di parlare.
P r e s i d e n t e . Parli pure.
B o n f a d i n i . Mi dichiaro sodisfatto delle dichiarazioni (specialmente delle uitime spiegazioni)
dell'onorevole ministro.
Presidente, Rimane dunque approvato il capit o l o 17, in lire 70,000,000.
Capitolo 18. Tasse di bollo, lire 63,500,000.
Capitolo 19. Tasse di surrogazione del registro e del bollo, lire 6,718,000.
Capitolo 20. Tasse ipotecarie, lire 7,000,000.
Capitolo 21. Tasse sulle concessioni governative
lire 6,400,000.
Tasse sugli affari in amministrazione dell'Ispettorato generale delle strade ferrate. — Capitolo 22.
Tassa sul prodotto del movimento a grande e piccola velocità sulle ferrovie, lire 18,035,000.
Tasse sugli affari in amministrazione del Ministero degli esteri. — Capitolo 23, Diritti delle legazioni e dei consolati all'estero, lire 670,000.
Tasse di consumo.— Capitolo 24. Tassa sulla fabbricazione degli spiriti, della birra, delle acque garose delle polveri ed altre materie esplodenti, della
c i c o r i a preparata, dello zucchero indigeno, del glucosio, dell'olio di seme di cotone e dell'acido acetico, lire 47,000,000.
Capitolo 25. Dogane e diritti marittimi, lire
281,000,000.
Ha facoltà di parlare l'onorevole Colombo.
Colombo. Io mi era inscritto su questo capitolo,
Camera dei " Deputati
TORNATA DEL 2 3 GIUGNO
1888
perchè intendevo di discorrere sul dazio d'uscita
sulle sete, e di proporre che questo dazio venisse
abolito. Ma ieri, nella discussione generale, ho
già avuto l'opportunità di parlare su quest'argomento, per conseguenza ora rinuncio a parlare.
Solamente mi permetto di osservare che ho sottoscritto, insieme ai colleglli Filì-Astolfone e Zanolini, un ordine del giorno, il quale si riferisce
appunto alla questione dei dazi d'uscita sulle
sete e sugli zolfi. Per conseguenza io lascio che il
mio onorevole collega Filì-Astolfone sviluppi l'ordine del giorno per la parte che si riferisce agli
zolfi, mentre io credo d'avere ieri abbastanza sviluppato la parte mia, che riguardava le sete.
P r e s i d e n t e . L ' o n o r e v o l e Filì-Astolfone, insieme
agli onorevoli Zanolini e Colombo, ha presentato
un ordine del giorno.
L'onorevole Filì-Àstolfone lo svolgerà quando
verrà il suo turno.
Intanto do facoltà di parlare all'onorevole
Eìlena.
ElSena. Io sono gratissimo all'onorevole Branca,
che nella seduta antimeridiana di ieri, discorrendo delia previsione d'entrata al capitolo 25,
ha sollevato la questione doganale, in relazione
all'altezza dei diritti di confine, ed in relazione
ai trattati di commercio.
Credo sia utile, che si dica qualche parola intorno a questi argomenti. Imperocché la Camera,
al tempo in cui si procedette alla denuncia dei
trattati di commercio, stimò conveniente di approvare, quasi senza far motto, la condotta del
Governo, e poi, quando le fu sottoposta la tariffa
del 14 luglio 1887, preparata con studio diligente da una Commissione d inchiestae con molta
cura esaminata dalla Commissione parlamentare
dei 18, la discusse alquanto affrettatamente, quattro sole sedute essendo state consacrate a tanta
opera. Finalmente, allorché furono proposti i provvedimenti, che dovevano rispondere ad offese altrui e preparare un miglior avvenire, un alto sentiménto di patriottismo le ispirava il silenzio.
Io reputo che il silenzio, finora utile e in qualche caso doveroso, riuscirebbe di danno se si prolungasse. Talvolta il silenzio delle Assemblee fa
sì che la storia si converta in leggenda, ed è
ciò che minaccia di avvenire in questa faccenda,
se non si ristabiliscono i diritti della storia.
Alcuni qui dentro, molti fuori, hanno raccontato le fasi per cui passò la riforma doganale,
in modo non rispondente ai fatti. Non mancano
coloro i quali credono che iì carattere della nostra
tariffa sia diverso da quello che è realmente.
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XVI
2
a
SESSIONE
DISCUSSIONI
Altri reputano che la sua origine sia molto differente da quella che è in effetto.
L'iniziativa della riforma doganale non appartiene al Governo: fu una solerte e competentissima Commissione, quella chiamata dalla Camera ad esaminare la legge daziaria del 6 luglio 1883, che dimostrò la necessità e l'urgenza
eli questa revisione. Fu essa che propose una Commissione d'inchiesta parlamentare, la quale attese
con lungo studio e grande amore al suo ufficio.
Questa Commissione mi incaricò di preparare
la parte della tariffa che si riferisce ai dazi industriali: ed io sottoposi ai miei colleghi il frutto
modesto de'miei lavori.
In questi studi fui sempre ispirato da una grande
moderazione, ed evitai, per quanto era possibile,
gli eccessi della protezione.
Più chf< lunghi ragionamenti, vale a dimostrarlo
il ricordo, e*© la Commissione d'inchiesta non deliberò mai che si diminuissero i dazi divisati dame;
numerose invece e soventi gravi furono le proposte di aumento.
Convoglio tediare la Camera enumerando tutti
i d a z i che la Commissione d'inchiesta volle accres c e r e : n e accennerò alcuni, per dimostrare che nelle
proposte mie la Commissione ha ravvisato tutt'altro che un soverchio spirito di protezione.
Sarò brevissimo negli esempi.
Riguardo ai filati di lino e di canapa meno grossi,
10 avevo suggerito il dazio di 24 lire per quintale e
la Commissione d'inchiesta accettò il dazio di 26.
Sopra i tessuti greggi di lino meno ordinari i
dazi "da me proposti erano di 70 e 90 lire per quintale; la Commissione li portò a 92,50 e 94; lieve
aumento, ma pur sempre aumento.
Per i filati di cotone io credevo espediente
che si mantenessero i vecchi diritti della tariffa
30 maggio 1878; la Commissione li aumentò di 2
<di 3 e di 4 lire.
Altri accrescimenti furono accolti dalla Commissione d'inchiesta rispetto alle mercerie di legno, ai cappelli di paglia, alle carte dipinte e da
parati, ai cementi, ai laterizi, alle lastre di vetro,
#11 e sete tinte, alle sete da cucire e via via.
Tale è in breve la rassegna degli inacerbimenti
di ciazio che la Commissione deliberò di stanziare,
dopo a ccurato e competente studio del mio lavoro.
Ma non basta; il Governo accettò tale e quale
11 progetto che gli venne presentato dalla Commissione d'inchiesta e lo sottopose alla Camera senza
alcun e m e n d a mento. Però la Commissione dei 18,
la quale come h <> già detto fece lodevolissimo studio
della materia, mo strò di esser persuasa che i dazi
della Commissione d'inchiesta, trascritti testual- I
1
Camera dei Deputati
3943
TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8
mente dal Governo nel suo progetto di legge, non
erano sufficienti a raggiungere nell'ordine economico e nel campo finanziario i fini, ai quali mirava
la revisione della -tariffa.
Io doyrei leggere una lista assai lunga di aggravi molto più ragguardevoli, sopra prodotti
industriali, che la Commissione parlamentare dei
18 raccomandò alla Camera.
Ma riuscirei troppo lungo, troppo minuto, se
mi talentasse di fare il confronto esatto di tutte
le proposte d'aggravamento dei dazi accettate
dalla Commissione della Camera.
I filati di lino, il cui dazio era già stato cresciuto rispetto alla mia proposta dalia Commissione d'inchiesta, sono oggetto di un nuovo
aumento da parte della Commissione parlamentare; da lire 18 e 26 giungono a 19 e 28. I filati da cucire di lino da 70 furono portati a 110.
I tessuti di lino sono nuovamente aggravati. Per
i tessuti stampati l'aumento da lire 70 arriva a 80.
I pizzi vanno da 5 a 7 lire per chilogramma.
Gii oggetti cuciti, per cui il Governo proponeva
il dazio in relazione al tessuto di cui sono composti più il 40 per cento, furono classificati se. eondo la diversa qualità loro con aumenti di 50
e 100 per cento. Il dazio delle maglie di lino, da
lire 130 come era iscritto nel progetto del Ministero fu elevato a 195 per le foggiate. E, riguardo ai filati greggi di cotone di mezzana grossezza, un altro aumento, oltre quello fatto dalla
Commissione d'inchiesta, doveva condurre i dazi
da lire 42 e 45 a 48 e 52....
Presidente. Ma, onorevole Ellena, e inutile che
Ella s'intrattenga troppo su casi particolari ed a
fare delle cifre ; quando ne ha accennate alcune,
basta!...
Ellena. Io mi rassegno al desiderio del nostro
onorevole presidente, solo gli chiedo licenza di
unire al testo del mio discorso questi pochi
quadri...
Presidente. Sì, sì, li unisca, sarà meglio...
Ellena. La lista sarebbe ancora lunga...
Presidente. Sarà dunque meglio il risparmiarla !
(Ilarità).
Ellena. ...ma, poiché alcuni! vicini mi sollecitano, io voglio al meno accennare al caso, se non
più grave almeno più appariscente, che è quello
delle maglie di cotone: nel progetto ministeriale
erano a 150 e 225 lire; la Commissione ha creduto opportuno di portarle a 220 lire per le semplici, a 330 le foggiate ed a lire 495 le foggiata
cucite. La modificazione può essere opportuna;
ma è certamente ragguardevole.
Io, ripeto, potrei citare molti altri esempi, n
;
Q
Atti Parlamentari
— 8944 —
Camera dei Deputati
LEGISLATURA SVI — 2 SESSIONE — DISCUSSIONI — TOBNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8
a
dirò ancora uno solo, quello del ferro, perchè
molti ritengono che i dazi sopra questa materia,
tanto necessaria all'agricoltura e all'industria,
siano esagerati.
I dazi sui ferri grossi, che dan norma a tutta
la tariffa siderurgica, nel progetto ministeriale
erano fissati a 6 lire e tutti gli altri dazi venivano
proporzionati a questo. Ebbene, la Commissione
parlamentare portò siffatto diritto a lire 6. 50, e
fu quindi costretta a introdurre somiglianti aumenti in tutti i diritti sopra i ferri piccoli e quelli
lavorati.
L'evoluzione della tariffa non era finita. La
Camera ha rincarato ancora sulle proposte della
Commissione. Talché abbiamo avuti quattro
stadi: primo, dazi industriali calcolati da me,
con grande e forse soverchia moderazione; secondo stadio, aumenti della Commissione d'inchiesta; terzo stadio, aumenti della Commissione
parlamentare. Finalmente la Camera mette il
suggello ed aumenta i diritti sopra i ferri di seconda lavorazione, le pelli verniciate, le pelli
ovine, il rame, le macchine da cucire con tavole,
i vassoi di ferro...
Ed al quarto stadio non ci si ferma ancora;
parche con parecchi ordini del giorno, unanimemente accettati dalla Camera, il Governo ebbe
invito di fare nuove indagini e, non occorre dirlo,
per accrescere i dazi delle lane, dei filati di cotone, del carbone, delle legna, delle pelli, delie
macchine. La Camera dubitava forte, che i dazi
stanziati sopra tali materie non fossero sufficienti.
Tutto ciò ho detto, o signori, per fare la storia
delle trasformazioni della tariffa, per additare gli
studi e i voti attraverso ai quali è passata la quistione daziaria. Ma io non censuro questi voti ed
i loro frutti.
Le tariffe doganali sono cosa così complessa,
così difficile, in esse si intrecciano talmente le ragioni tecniche, economiche, e finanziarie, che è
impossibile di aspirare alla perfezione.
E impossibile, a qualunque conclusione si addivenga, evitare le accuse dai due campi opposti,
dagli amici cioè di una protezione smoderata, e dai
partigiani di una libertà di scambio sconfinata;
si tratta,come direbbe un matematico, di problemi
troppo determinati.
Io ho descritto brevemente le vicende attraversate dalla tariffa ; ma sono lungi dal condannarla ;
anzi io credo che la tariffa, come è, uscita dal
voto del Parlamento, non per opera mia, ma per
virtù di persone più autorevoli di me, sia buona
e risponda ai bisogni per i quali era stata preparata. E lo si può dimostrare molto facilmente.
Quando la Camera deliberava intorno alla tariffa del 30 maggio 1878, erano numerosi i lamenti, ed erano lamenti uguali a quelli che
udiamo ora. Per alcuni ogni aumento di dazio costituiva una proibizione, ogni rimaneggiamento
di nomenclatura, ogni cambiamento di classificazione erano fatti per recar danno alle finanze o
all'economia pubblica. Vi era soprattutto un punto,
avvertitelo bene, vi era soprattutto un punto nel
quale quasi tutti erano concordi: deploravano che
la tariffa fosse troppo alta, fosse addirittura esorbitante nella categoria del cotone.
Ebbene: pochi anni erano trascorsi, e i reclami
più vivi si udivano in questa Camera, ed in tutto
il paese, rispetto all'insufficienza de'dazi per difendere gli interessi delie industrie cotoniere,
che sotto la tutela della tariffa del 1878 erano
state create.
Difatti, la Commissione d'inchiesta prima, ìa
Commissione dei diciotto poi, aumentavano questi
dazi, e la Camera imponeva al Governo l'obbligo
di studiare nuovamente la questione. Ond'è che
nuove proposte di legge per aumentare i dazi
sui filati di cotone stanno ora davanti alla Camera.
Ma c'è di più. Se noi guardiamo intorno che
vediamo?
La Francia, per abile artifizio di negoziati, e
forse anche perchè i giudizi troppo generali e
troppo assoluti, in questa materia, riescono molte
volte fallaci, e l'analisi minuta non è sempre agevole, la. Francia ha detto, soventi volte per mezzo
della stampa ed anco alla tribuna delle Camere,
che la nostra nuova tariffa aveva carattere proibitivo; e pur troppo questa dichiarazione è stata
ripetuta, non so con quanta saviezza, anche in
Italia.
Come si può provare meglio che questa opinione
non è fondata sull'esame accurato dei fatti, se non
guardandoci intorno e dimostrando che la Francia, la Germania, l'Austria, e più la Spagna ed il
Portogallo hanno tariffe più elevate che non sia
l'italiana, soprala maggior parte dei prodotti industriali? Mi sarebbe facile di darne la prova,
paragonando alcuni dei dazi importanti della tariffa italiana con i dazi corrispondenti di queste
nazioni ; però, obbedendo anche qui al cortese e
giusto invito dell'onorevole presidente, io me ne
astengo e dichiaro soltanto che, particolarmente
rispetto alle industrie tessili, le quali per gli effetti
economici e per le ragioni finanziarie hanno la
prevalenza in tutte le tariffe industriali, noi ci
troviamo in questa condizione: che proteggiamo
meno l'industria del cotone e quelle della lana
Atti
3945
Parlamentari
LEGISLATURA
X V I —- 2 a
SESSIONE
—
-
DISCUSSIONI
è della seta, di quello che non facciano la Ger
mania, là S p a g n a e l'Austria-Ungheria.
Quanto alla F r a n c i a è evidente che essa non
ha d'uopo di difendere le industrie della lana
e della seta, tanto robusta è la condizione dei suoi
opifici. Ma la F r a n c i a ha dazi più alti dei nostri
per le arti che trasformano il lino e il cotone.
L a considerazione fatta testé sulla gagliardi a
delle fabbriche francesi di seterie e di pannilani,
m'induce ad aggiungere che i confronti, che io
intendevo di sottoporvi e che allegherò a queste
brevi parole, sono confronti aritmetici.
Allorché noi dimostriamo che i dazi stanziati
in Italia, in Germania, in Francia ed in AustriaU n g h e r i a sono fra loro in tale rapporto, che chiarisce cóme quei paesi stranieri accordino alle loro
industrie una protezione aritmeticamente maggiore ; noi dobbiamo trarne questa conclusione:
che la protezione da quei paesi accolta nelle loro
tariffe, è di gran lunga superiore alla nostra.
Perchè, signori, la protezione si misura nella
sua efficacia, non soltanto dalla sua potenza numerica,, ma altresì e soprattutto dalle condizioni
economiche dei paesi, nei quali questa protezione
produce i suoi effetti.
Or bene, quando noi vediamo che paesi tanto
potenti e provati nella via della produzione
industriale, come sono la F r a n c i a e la Germania, ed un poco più indietro anche l'Austria-Ungheria, accordano alla loro produzione, alle loro
industrie, una protezione aritmeticamente superiore a quella che noi ad esse concediamo ; dobbiamo restar persuasi, che se tutto il mondo è malato, se tutto il mondo (salvo la Gran Bretagna
e iipaesi barbareschi) ha peccato di Colbertismo;
noi di questa malattia siamo meno affetti, questo
peccato commettiamo con minor, frequenza ed intensità, che altre contrade non facciano.
E quando questi altri paesi mostrano di credere,
che la nostra tariffa sia estremamente protettiva,
o meglio proibitiva, dobbiamo astenerci dal dar
prova d'ingenuità, convenendo in questi giudizi
tendenziosi e credendo che gli stranieri non siano
animati da altro desiderio, che quello di vederci
praticare, per il bene nostro, una savia ortodossia
economica.
S i è parlato altresì della diminuzione dei redditi doganali, come di prova che il sistema daziario, inaugurato in Italia dalla legge del 14
luglio 1887, e alquanto inacerbito, bisogna convenirne, con i dazi di ritorsione applicati dal
decreto del 29 febbraio di quest'anno, che tale
sistema, non solo non favoriva le ragioni dell'erario, ma era un forte elemento deprimente.
Camera
—
TORNATA D E L 2 3
GIUGNO
dei
Deputati
1888
Io veramente non ho mai pensato e non ho m a i
udito le persone pratiche affermare, che il contrabbando si eserciti a preferenza sui prodotti
industriali, tassati il 20, il 30, il 40 per cento (per
il ferro anche più) del loro valore, disertando quei
prociotti, che sembrano più particolarmente adatti
alla frode, commessa con la violenza o con l'artifìcio.
Accenno allo zucchero, che paga un dazio di
200 per 100 del suo valore; parlo del petrolio, che
soggiace pure a diritti di 200 per 100; mi riferisco al caffè, il dazio del quale ammonta a 100
per 1 0 0 ; infine alludo all'alcool, che sottostà a
tanti diritti, i quali nel tutto insieme equivalgono
al 500 per 100 del pregio della merce, prima che
abbia sodisfatto tali gravezze.
Ora, siccome il contrabbandiere due cose ricerca,
una che il guadagno, offerto dal contrabbando, sia
largo, l'altra, che la perdita, conseguente alla
eventuale confisca, sia la più piccola possibile,
così è chiaro che questi prodotti, sui quali si
assidono i dazi, che usiamo di chiamare fiscali,
sono ricercati di preferenza dai nemici della dogana.
Quindi, se togliete qualche eccezione, non è il
contrabbando dei prodotti industriali, tassati al
20, al 30, al quaranta per 100, che può recare
g r a v e danno alla finanza.
Difatti, se noi ricerchiamo per quali ragioni il
reddito doganale sia diminuito nei primi cinque
mesi di quest'anno di 22 milioni di lire, che
cosa vediamo? Vediamo che lo spirito offre una
minore entrata di circa 1 milione di lire; il petrolio 500,000 lire di più; il caffè 1,200,000 lire
d i m e n o ; lo zucchero 20,648,000 lire di meno;
il grano 5 milioni di lire di p i ù ; e tutti gli altri
prodotti insieme riuniti, non solo tutti i prodotti
dell'industria, ma tutti i prodotti agrari, eccettuato il grano, tutte le materie prime e i prodotti
semi manufatti, offrono una diminuzione di lire
5,837,000. In questa ultima cifra i prodotti prettamente industriali possono entrare per 3 milioni
all' incirca o poco più. Quindi questa g r a v e sciagura finanziaria, che avrebbe seguito l'applicazione delle tariffe differenziali, si ridurrebbe ad
una perdita di 3 milioni di lire o giù di lì,
Ma errano di molto coloro i quali credono, che
questo assottigliamento d'entrata sia la conseguenza diretta dell'applicazione delle tariffe generali. L a diminuzione di entrata, e noi abbiamo
avuto numerosi esempi di diminuzioni, causate da
analoghi provvedimenti, la diminuzione di entrata
dipende da due fatti. E , in primo luogo, conviene
attribuirla agli straordinari approvvigionamenti di
Atti
Parlamentari
— 3946 —
Camera dei Deputa ti
LEGISLATURA XVI — 2 SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8
a
zucchero e di altre materie soggette a dazio fiscale, che si fecero lo scorso anno, e che hanno
prodotto quella differenza di 20,600,000 lire testé
rammentata.
Che cosa c'entra il trattato di c o m r d G w
la Francia, che cosa c'entrano le tariffe generai»
e differenziali con lo zucchero, col caffè, con lo
spirito?
Sono argomenti affatto estranei ; non hanno
nulla che vedere coi diritti industriali pèr cui
si mena tanto scalpore,
Oltre ad avere costituito uno stock straordinario delle derrate soggette a dazi fiscali, si
fecero copiosi approvvigionamenti di prodotti
delle manifatture, in attesa dell'applicazione delle
tariffe generali. Questo avvenne negli ultimi due
mesi dell'anno scorso, e un pochino anco nel
primo bimestre di quest'anno, perchè, come sapete, le tariffe generali non furono applicate che
il 1° marzo del 1888.
Un'altra ragione, e forse altrettanto efficace,
contribuisce a diminuire, per non lungo tempo,
l'entrata fornita dai prodotti industriali. Si sa da
tutti che le trattative tra l'Italia e la Francia per
la conclusione di un nuovo trattato di commercio
continuano. I giornali, non so se siano bene informati, ma a leggerli si deve credere che lo sono
più di me (Ilarità), molto spesso annunziano che
è imminente la favorevole soluzione del lungo
litìgio. Quindi e,he cosa fanno i negozianti? Vivono delle scorte esistenti: aspettano a far delle
commesse all'estero, nella speranza di avere le
merci a migliori condizioni. Ecco, come da un
lato gli approvvigionamenti precedenti che hanno
costituito un larghissimo stock, dall'altra il consumo dello stock ordinario e straordinario, abbiano determinato questa del resto non grave
diminuzione d'entrata per le manifatture.
Dunque io non so vedere tutta questa rovina,
tutte queste influenze, che taluno attribuisce alla
neo-tariffa sul reddito delle dogane. Non spetta a
me di parlare, e sarebbe troppo lungo il farlo,
della previsione dei 281 milioni stanziati al capitolo 25. Quel che io voleva dimostrare è, che
non possono avere pernicioso influsso su di tale
previsione le tariffe generali, e che la conclusione
di uno o più trattati di commercio, che tutti desideriamo, non può dar ristoro all'erario.
Nessuno ha mai creduto che si concordassero
i trattati di commercio, per aumentare l'entrata
delle dogane.
Perchè ciò avvenisse, occorrerebbe: che i dazi
che coi trattati di commercio sarebbero mitigati, ]
1 0
c
o
n
f o s s e r o d i ti%]e e l e v a t e z z a , d a a ^ i r e g i n i s t r a m e n t e i
sui consumi, o da dare un impulso efficacissimo
al contrabbando. Ciò che non si può dire affatto
del nostro reggimento daziario sui prodotti delle
manifatture.
Quindi, come è naturale, se si conclude un
trattato di commercio (e, ripeto, speriamo che si
jluda) non sarà certo un aumento d'entrata
che noi a J
P ttarci, ma una diminuzione,
maggiore o mkC r seconda del novero e della
importanza delle còiìo^
che saranno fatte. E
difatti la Commissione dei bik-noio ne ha dato
la prova, nella pregevole relazione dell'onorevole
Maurogònato. La Commissione del bilancio non
ha mai domandato al Ministero, se U .conclusione
di un trattato di commercio avrebbe aumentato
le previsioni delle entrate doganali J ha o_v dato precisamente il contrario, ed avevá- ragio. '
E poiché ho detto dei trattati di cornicerei«},
aggiungerò brevissime parole e le aggiungerò
quali chiunque potrebbe dirle, dopo la lettura
dei due Libri Verdi, contenenti tutti i documenti del negoziato,' che F onorevole ministra
degli affari esteri ha presentato alla Camera.
Io non sono mai stato troppo fidente nella facilità di concludere con la Francia un nuovo trattato di commercio. Due mesi prima che la denunzia avesse luogo, in un documento presentata
alla Camera, io scriveva, a nome della Commissione d'inchiesta sulle tariffe daziarie, le considerazioni, di cui mi permetto di dar lettura:
" Se i due paesi (Italia e Francia) guardassero
all'importanza delle correnti commerciali che da
essi si dipartono, dovrebbero essere persuasi della
convenienza reciproca di scendere ad equi patti.
Le cifre che trascriviamo qui appresso, le quali
rappresentano il valore degli scambi di merci
(esclusi i metalli* preziosi in verghe e monete) fra
l'Italia e la Francia, sono chiare...
" All'Italia non deve sembrare di poco momento
un trattato, che porga valida tutela a tanta parte
delle sue esportazioni: che dia ordine stabile agli
scambi con un mercato, il quale serve di clearing
house per i pagamenti internazionali, in un paese
col quale fra pochi anni converrà forse di procedere alla liquidazione degli scudi d'argento. Ma
se i beni intesi interessi reciproci son tali da
persuadere le due parti della opportunità di un
accordo, le tendenze che mostrano le Camere
francesi ci impensieriscono. Per tacere di cose
minori, Finacerbimento grave dei dazi sul bestiame, F indirizzo che sembra volersi presciegliere riguardo alla legislazione dei vini, e più il
recente voto sulla convenzione di navigazione
sono sintomi poco rassicuranti. „
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Atti Parlamentari
LEGISLATURA XVI —
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2 a SESSIONE —
Oamsra dei Deputati
MSCtÌSSIOHI —
L a Camera era avvertita.
Ma appunto perchè le difficoltà da superare nel
negoziato erano gravi (e tutti voi ne potete essere giudici perchè, lo ripeto, si tratta di documenti pubblici) si volle che le concessioni fossero
tali da vincere gli ostacoli. In primo luogo si evitò
dal oreare alla Francia il minimo impaccio di
programma economico.
Si sapeva che i suoi trattati con la Spagna,
col Portogallo, con la Svizzera, col Belgio scadevano il primo febbraio 1892 e noi, lungi dal
chiedere un trattato a lunga scadenza, che porgesse difesa più efficace e più valida (perchè
quattro anni sono pochi nella vita economica di
un paese) abbiamo subito dichiarato che ci pie
gavamo a ciò.
Ma v'è di più: nel trattato del 3 novembre 1881,
oltre le concessioni, che la Francia aveva già
fatte, o che rinnovava poi ad altri Stati, c'erano
alcune disposizioni particolari ai prodotti nostri,
alcune concessioni speciali, che costituivano un
particolare diritto convenzionale fra la Francia
e l'Italia.
F u dichiarato, che l'Italia si restringeva a
domandare il trattamento della nazione più favorita e che rinunziava a tutti i favori eccezionali
che le erano accordati, se ne annoveravano degli
importanti, per esempio, riguardo al riso, alle
paste, ecc.
E ciò perchè? Perchè si voleva togliere ogni
ragione alla Francia di dire, che il nuovo trattato le imponesse dei sacrifizi.
Larghissime concessioni noi abbiamo proposto,
tenuto conto degli interessi preponderanti che
ha la Francia, soprattutto rispetto al vino, alle
seterie, alle lane, al lino, agli oggetti di moda,
alle mercerie.
Se fate la somma di tutti i favori, di tutte le
agevolezze, che l'Italia è disposta a concedere, come
risulta dai documenti pubblicati, ne concluderete
che la perdita finanziaria si aggirerà intorno a
10 o 12 milioni di lire, il che non è poca cosa.
Se molti trattati si facessero, e tutti avessero
uguale portata di concessioni, il reddito doganale
ne sarebbe dolorosamente ferito.
Invece che cosa si domandava alla Francia?
Il trattamento della nazione più favorita e
niente più, il che vuol dire: nessuna perdita per
11 tesoro, nessuna rinunzia a quei fini economici,
che le tariffe doganali si propongono.
Perchè la Francia potrebbe negare a noi ciò
che ha accordato, con tanta larghezza, alla Spagna, al Portogallo, all'Austria Ungheria, che sottopongono i prodotti francesi a dazi, non solo gran54S
TOBHATA DEL 2 3 GltTGHO 1 8 8 8
demente maggiori di quelli che noi convenzionalmente abbiamo offerti alla Francia, ma a dazi soventi più alti di quelli della tanto denigrata nostra tariffa generale?
Se nei trattati di commercio, come in tutti i
patti, le concessioni reciproche si devono equivalere, come mai si può dubitare che la Francia
non si persuada della convenienza di fare all'Italia le stesse concessioni largite ad altri Stati,
quando l'Italia le offre un corrispettivo molto,
ma molto maggiore?
Non ha la Francia un interesse eminente a
concludere un trattato con noi? Essa trova nel
Portogallo delle tariffe quasi proibitive: non può
vendere a quel paese, che 23 milioni dei suoi
prodotti; in Ispagna, per condizioni analoghe,
sebbene meno gravi, ne esporta per 167 ; in Italia
(desumo queste cifre dalle statistiche francesi, e si
riferiscono tutte al 1886) in I t a l i a n e manda per
192 milioni. Nondimeno la penisola iberica forniva alla Francia quattro volte più vino dell' Italia.
In Austria, poi, lieve è la importazione francese; e nondimeno la Francia ha consentito all'Austria il trattamento della nazione più favorita, per questo unico corrispettivo che l'Austria
si è obbligata a far pagare ai vini francesi spumanti il dazio di 100 lire. Noi abbiamo offerto
per questi vini il dazio di quattro lire, oltre a
a tutte le altre concessioni.
E dunque a credere, o signori, che un esame
diligente ed imparziale del tema, persuaderà le
due parti contraenti a venire ad un accordo
equo; ad un accordo, che dobbiamo credere sia
egualmente desiderato dall'uno e dall'altro Stato.
Ma non sarebbe savio nè commendevole consiglio il far sì che, con giudizi non fondati sull'esame accurato dei fatti, si attribuisse alla nostra tariffa generale dei dazi di confine un carattere ostile ai prodotti stranieri, un carattere
ostile a certi Stati, carattere che, se si tien conto
delle condizioni in cui si trova quasi dappertutto
la politica daziaria moderna, la tariffa nostra non
ha assolutamente.
Non sarebbe utile ai fini giusti che ci proponiamo, il censurare i provvedimenti di difesa
che abbiamo dovuto adottare (provvedimenti di
difesa, che il più ortodosso degli economisti,
Adamo Smith, suggeriva appunto per il caso
nostro) e censurarli, col palese intendimento di
indebolirli.
Non sarebbe degno di noi l'esagerare dei mali
e dei disturbi, che si sapevano inevitabile Con-
Atti
—3948 —
Parlamentaci
LEGISLATURA XVI —
2a
SESSIONE —
DISCUSSIONI —
seguenza della lotta che noi, non provocatori,
abbiamo dovuto accettare.
Infine non sarebbe equo il negare che il Governo, in tutta questa ormai lunga serie di negoziati, e di provvedimenti, non si sia inspirato
esclusivamente al bene inteso interesse del nostro
paese. (Bene! Bravo!) ( Vedi in fine gli allegati).
Zeppa. Chiedo di parlare per fatto personale.
Presidente. Parli pure.
Zeppa. L'onorevole Ellena ha fatto una doverosa difesa di se stesso, poiché veramente troppo
accuse si erano a lui rivolte, quasi fosse l'autore
del mancato trattato di commercio con la F r a n cia, e quasi fosse l'ispiratore dell'attuale tariffa
generale.
Ma nel fare questa difesa l'onorevole Ellena
io credo che abbia un poco ecceduto, poiché egli
ha detto che la Commissione d'inchiesta della tariffa doganale, o meglio i membri della medesima avessero aumentati quasi tutti i dazi, che
egli sui diversi generi aveva proposto.
Ellena. La maggioranza.
Zeppa. Siccome io ho l'onore di far parte di
questa Commissione, teneva a dire, e l'onorevole
Ellena lo sa, che io ho quasi sempre votato contro
la maggioranza, perchè era mia ferma convinzione che, con quella tariffa, non si sarebbe potuto concludere il trattato di commercio con la
Francia.
Questa è la verità dei fatti.
Presidente- Ha facoltà di parlare l'onorevole
Filì-Astolfone.
Filì-Astolfone. Io non ho bisogno d'intrattenere
lungamente la Camera.
Ieri, quando l'onorevole Colombo parlò sulla
necessità di abolire il dazio sulle sete, mostrò di
credere che fosse giustificato quello sugli zolfi
ed io chiesi la parola per combattere quella sua
persuasione; ma sono lieto oggi di vedere che
egli è entrato in un altro ordine d'idee, sicché
parlo sopra altro argomento.
Ieri abbiamo inteso le dichiarazioni fatte dall'onorevole ministro delle finanze, abbiamo altresì inteso le dichiarazioni esplicite del presidente della Commissione del-bilancio, per le qmli,
tanto l'uno che l'altro, convengono nel concetto,
che si debba studiare la questione di vedere se
si debbano abolire i dazi di esportazione e ammettono inoltre che occorre provvedere urgentemente sopra questo argomento. Dopo ciò, noi abbiamo formulato un ordine del giorno d'una semplicità rara, d'un'intelligenza facilissima, perchè
diciamo che si prende atto delle dichiarazioni del
ministro, e confidiamo che egli proporrà i tempe-
Camera dei
TORNATA DEL 2 3
GIUGNO
Dìputati
1888
ramenti opportuni per abolire i due dazi d'esportazione per le sete e per gli zolfi.
Questo è il nostro ordine del giorno. Non credo
che il ministro e la Commissione abbiano da farvi
opposizione.
Mi basta quindi averlo enunciato.
Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole
ministro.
iVlagliani, ministro delle finanze. Dopo le dichiarazioni fatte ieri intorno ai dazi di esportazione,
nulla mi resta a dire.
Dichiarai ieri che avrei ripreso lo studio della
materia dei dazi d'uscita dei zolfi e delle sete ;
ma dissi che deve essere lasciato alla iniziativa
ed alla responsabilità del Governo la scelta del
tempo opportuno e dei provvedimenti da prendere.
Mi pare quindi che basti che l'onorevole FilìAstolfone prenda atto di queste dichiarazioni
senza provocare un voto solenne dell'Assemblea ;
quindi io lo pregherei di ritirare il suo ordine
del giorno, una volta che ci troviamo tutti perfettamente d'accordo.
Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Fili-Astolfone.
Fili-Astolfone. Anche a nome dell'onorevole Colombo che è ora vicino a me e con me consente,
prendo atto di questa formale dichiarazione e ri
tiro l'ordine del giorno, considerando (ripeto un'altra volta) che il momento non sarà lontano in
cui il Ministero potrà a queste sue dichiarazioni,
far seguire i fatti.
Presidente. Capitolo 26. Dazi interni di consumo, 81,577,245 lire.
Ha facoltà di parlare l'onorevole Sorrentino.
Sorrentino. Ho bisogno di chiedere brevi momenti d'indulgenza e d'attenzione alla Camera e
al ministro.
Sento il dovere di denunziare abusi gravissimi
che durano da parecchi anni e che non ho avuto
la fortuna di vedere qui denunziati da nessuno.
Questi abusi sono commessi dagli agenti daziari del dazio di consumo, e sono di tre categorie: i primi sono veramente attentati alla libertà
individuale, per cui tante volte qui si reclama,
tante volte qui si grida, quando da parte del
Governo, si colpisca o una riunione mal tenuta
o un articolo di giornale sbrigliato. Ma nessuno
si occupa delle offese che ogni giorno si fanno ai
cittadini i quali hanno la disgrazia di passare per
una cinta daziaria.
Generalmente accade questo: se un cittadino
passa dinanzi ad una barriera daziaria, e porta
in mano un piccolo pacco, eccoti farsi avanti una
Atti
— 3949 —
Parlamentari
LEGISLATURA XVI —
2 a SESSIONE —
DISCUSSIONI —
guardia daziaria, un pubblicano, il quale lo arresta e gli chiede: cosa porta lei in quel pacco?
Mi lasci vedere.
Io non credo che vi sia alcuna legge che autorizzi a ciò f a r e ; forse la ignoro, ma non mi
pare che ci sia.
Lo stesso avviene e spesso con grave incomodo
e danno a chi passa in carrozza per una barriera.
Il pubblicano si crede in diritto di arrestare il
cammino della carrozza e di obbligare il viandante
ad alzarsi e permettere che si rovisti nello interno della carrozza. Ove il viaggiatore si nieghi
o respinga questo abuso, la guardia daziaria minaccia subito un procedimento penale per ribellione.
Ma in che consiste la libertà individuale garantita dallo Statuto? Io desidero averlo spiegato
e chiarito. Questi sono veri attentati alla libertà individuale.
Ora se ci sono leggi, si citino, e si eseguiscano;
ma poiché leggi siffatte non ve ne sono non deve
esser permesso agli agenti daziari di abusare in
questo modo. E siccome in tutte le cose c' è la
parte amena, io citerò un fatto avvenuto ultimamente in un comune dove si doveva appaltare il dazio consumo. Fiera lotta vi era stata
tra un partito e l'altro per le solite questioni
municipali e naturalmente il partito del sindaco
era rimasto vittorioso. Il partito battuto sapete
che cosa fa? Concorre con tanto calore all'asta
pel dazio consumo che resta a lui aggiudicato
lo appalto ; ma sapete perchè il capopartito aveva
fatto ciò? Per avere il gusto di rovistare il sindaco e la sua signora alla barriera daziaria.
{Ilarità
vivissima).
Questa appunto è la parte umoristica.
Gli abusi che chiamo di seconda categoria
sono quelli che hanno tratto alla libertà del
commercio.
Quando devono entrare in comuni chiusi le
merci ricevono per colpa degli agenti daziarii
ritardi e danni assai notevoli.
Se un carrettiere si presenta alla barriera col
suo carro pieno di merce non soggetta a dazio,
egli deve subire questa specie di vessazione. L a
guardia o pubblicano gli dice: Si, è vero che apparentemente la merce che portate non è soggetta a dazio, ma chi mi garantisce quello che
non si vede, cioè tutto quello che è nell'interno
delle casse o sacchi o altro recipiente? perciò o
pagate un tanto o pure scaricate la roba e mostratemi tutto quello che avete. E giusto? è legale? è onesto tutto questo?
Volete un esempio? Voi quasi tutti conoscete
Camera dei
TORNATA DEL 2 3
GIUGNO
Deputati
1888
il celebre Cirio, il grande esportatore. Egli mandava all'estero dei grandi carichi di cavoli e di
carciofi e li spediva in piccole cassette, ma per
imbarcare questa merce doveva transitare per la
barriera di un comune chiuso.
L'appaltatore del dazio gli dice : Alto là, di qui
non si passa se non mi lasciate vedere che cosa portate in ciascuna cassetta. Sono cavoli, risponde
l'agente del Cirio. Non ho l'obbligo di credervi,
risponde il pubblicano: quindi o aprite le cassette, o pagate, o non passerete. Posto a queste
strette il Cirio venne ad una transazione e si contentò di pagare un centesimo per ogni cassetta.
Sapete a quanto sommavano tutti questi centesimi? A trentamila lire. Ma possono e devono
tollerarsi tutte queste angherie ?
Per legge i comuni chiusi dovrebbero avere
la strada di circonvallazione, or quasi nessuno
1' ha ed allora sorge un' altra specie di concussione.
Un carico di merce soggetta a dazio parte da
un paese per essere consumata in un altro ed in
questo deve pagare il dazio
Ma per giungere al luogo di destinazione deve
passare parecchi comuni intermedi, tutti muniti
di barriera daziaria. Quando il vetturale si presenta alla barriera di transito dichiara di dovere
andare in altro comune.
Ma il pubblicano non vuol saperne di lasciarlo
passare libero : quindi gì' impone o di pagare un
tanto per la sua libertà, o di fare la bolletta di
transito. Siccome poi alla barriera di uscita non
trova il danaro depositato gli s'impone di tornare
indietro all'ufficio centrale per riscuotere il depo •
sito. Si finisce per pagare lo scotto, cioè la camorraTutto ciò va principalmente a danno dei consumatori e specialmente della povera gente che
deve pagare le merci alimentari molto più care.
Volete vedere a che punto è arrivata la malizia di questi agenti daziari? Recentemente che
cosa hanno immaginato? Ci sono i carretti che
portano le merci da un paese all'altro;ai carretti
invece dei cavalli e dei muli spesso si attaccano
i bovi. Essi hanno detto: voi carrettieri che per
andare da un paese ad un altro adoperate i bovi
e le vacche, non potete passare senza pagare la
tassa sugli animali vaccini perchè può avvenire
che voi entriate da una barriera e non usciate dall'altra e conduciate i vostri bovi al macello...
Una voce. Ma l'hanno fatto?
Sorrentino. L'avranno fatto qualche volta ; ma
in ogni modo la legge dà ai pubblicani molti privilegi, come il diritto di fare le contravvenzioni
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e di farsi pagare 10 volte tanto il dazio, non sarebbero qnindi necessarie tante vessazioni.
Ora solo perchè qualcheduno avrà abusato, perciò deve derivarne il diritto di riscuotere una
tassa indebita sugli animali vaccini, oppure non
dev'essere lecito di adoperare quelle bestie pel
trasporto delle merci?
A tutto ciò è necessario apporre un rimedio.
Ed il rimedio è semplice. Vi è una serie di
regolamenti o di istruzioni, le quali non fanno
altro che favorire gli arbitri e le angherie a danno
del povero pubblico che paga. Il ministro rifaccia questi regolamenti, perchè ne ha tutto il
diritto, anzi il dovere. Egli dovrebbe conformarlo
alle leggi ed allo Statuto del regno e così tutto
sarebbe aggiustato.
Ho esposto come meglio ho potuto questo deplorevole stato di cose, ma degli abusi non ho
detto che una infinitesima parte, perchè gli appaltatori dei dazii ne hanno inventate di tutti i
colori. Questo è uno stato di cose intollerabile e
prego l'onorevole ministro di portarvi la sua attenzione a tempo, prima che si rinnuovino i contratti del dazio consumo. E tempo che si corregga
questo pessimo sistema di percezione d'imposta,
e si rendano meno gravosi e meno odiosi che sia
possibile i dazi di consumo.
Si deve pagare, si paghi, ma si paghi quello chesi deve, non quello che non si deve. Dopo queste preghiere mi aspetto una parola di conforto
da parte dell'onorevole ministro, il quale, ne son
certo, vorrà esaminare la questione che è assai
grave e provvedere al più presto possibile.
Magliari, ministro delle finanze. Chiedo di parlare.
Presidente. Ne ha facoltà.
Magliari, ministro delle finanze. Risponderò
molto brevemente alle raccomandazioni ed alle
osservazioni dell'onorevole Sorrentino.
Egli sa, meglio di me, che l'azione del ministro delle finanze nella riscossione del dazio consumo comunale, o appaltato ai comuni, o dai
comuni riappaltato a privati, è mólto limitata.
Il ministro delle finanze è estraneo all'azione
degli agenti daziari comunali.
Essi però sono sottoposti alla vigilanza della
amministrazione comunale, ed alla vigilanza dei
prefetti.
Il ministro delle finanze interviene solo in caso
di reclami, cioè solo quando siano offese le leggi
ed i regolamenti del dazio.
Ora io posso dichiarare all'onorevole Sorrentino, ed egli stesso potrà farne fede, che tutte
le volte, che è giunto al Ministero delle finanze
un reclamo contro un appaltatore comunale del
dazio consumo, per avere violato il regolamento,
o per aver usato delle indebite vessazioni, il ministro delle finanze ha mandato sul luogo gli
ispettori per verificare, ed ha provveduto scrivendo energicamente al prefetto dalla provincia.
Sorrentino. E il prefetto non ha fatto niente.
Magliari, ministro delle finanze. Più di questo
dal ministro non si può fare.
Io rispondo moralmente dinnanzi al Parlamento
della condotta degli agenti, che dipendono da me,
ma non della condotta degli agenti, che da me non
dipendono.
Del resto l'onorevole Sorrentino non potrà mai
citare un caso di abusi, di pressioni indebite, di
vessazioni da parte degli agenti daziari della
città di Napoli, i quali sono governativi.
Dove il dazio è riscosso da agenti governativi,
questi lamenti non si verificano.
Si verificano là, dove il dazio consumo è appaltato a privati, i quali qualche volta eccedono
per procurare di avere un lucro indebito.
In questi casi, sebbene io non abbia una azione
diretta verso questi agenti, pure non ho mai mancato e non mancherò mai di usare tutta la vigilanza possibile quando mi giungano ricorsi. Per
esempio, ho udito dall'onorevole Sorrentino accennare oggi alla questione del trasporto delle
merci col mezzo dei buoi. Io questa questione
l'ignoro; me ne informerò e verificherò se per
avventura gli appaltatori del dazio di consumo
vanno al di là dei regolamenti in questa materia.
In quanto alle strade di circonvallazione me ne
sono già occupato ed ho fatto già togliere alcuni
di questi abusi che l'onorevole Sorrentino ha lamentato. Così farò in altri casi consimili. Ma è
necessario che i reclami vengano al Ministero, e
in ogni modo il Ministero non può provvedere
che nei limiti dell'azione che la legge gli attribuisce. Io spero che l'onorevole Sorrentino vorrà
esser pago di queste dichiarazioni.
Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Sorrentino.
Sorrentino. In quanto agli agenti daziari della
città di Napoli, ora che il dazio è nelle mani
del Governo, la condotta ch'essi tengono è migliorata. Però non sono immuni da peccati. Ma,
a fronte di quelli che si commettevano, io mi
dichiaro sodisfatto, perchè quando gli abusi non
sono troppi se ne può tollerare qualcuno.
Non posso però essere d'accordo col ministro
per ciò che egli dice della impotenza sua per reprimere questi abusi.
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2a
SESSIONE
DISCUSSIONI —
L'onorevole ministro sa che ci siamo più volte
occupati di tale questione.
E verissimo che il ministro ha trasmesso al
prefetto dei reclami, ma egli stesso deve confessare che il prefetto poco se ne è occupato.
Nonostante ordini telegrafici, nulla si è ottenuto.
Sono troppe le ruote che bisogna far girare
per arrivare a reprimere questi abusi quando
non c'è azione diretta del Ministero. Quindi il
rimedio che io proponeva mi pareva il più semplice.
Che cosa chiedevo io? Che fosse reso più chiaro
e più legale l'attuale regolamento ! Quando avrete
chiarito il regolamento, i cittadini se ne serviranno.
Ma i regolamenti attuali sono equivoci: sono
essi che dànno il pretesto a questi agenti daziari. Perciò, quardo io vi dico: rifate il regolamento, vi chiedo cosa eh'è nel potere vostro.
Coi regolamenti chiari, gli agenti possono essere
tenuti al posto loro dagli stessi cittadini; coi regolamenti attuali, no. Quindi modificate i regolamenti, in modo, che, agli sconci che si sono
verificati, si ponga riparo.
L'onorevole ministro ha parlato delle strade
di circonvallazione. Ma l'onorevole ministro potrebbe obbligare i comuni ad avere le strade di
circonvallazione. Ma ci riesce a farlo?
Bisognerà trovare un rimedio efficace. Deplorare non significa nulla; conviene raggiungere
10 scopo. Io allora solo mi dirò sodisfatto quando
11 ministro per lo meno mi prometterà di riesaminare il regolamento e di provvedere, acciocché si rimuovano tutti questi mali che io ho deplorato. E se vorrà darmi questo affidamento, io
gli darò lode e procurerò per quanto posso di
aiutarlo.
Presidente. L'onorevole ministro delle finanze
ha facoltà di parlare.
Magliani, ministro delle finanze. Io prego l'ono
revole Sorrentino di considerare che i regolamenti attuali sono abbastanza chiari, e non solo
sono chiari per sè medesimi, ma sono chiariti
poi e interpretati da una giurisprudenza abbastanza illuminata dei tribunali; poiché quasi tutte
le questioni alle quali egli ha fatto allusione hanno
formato oggetto di lunghi giudizi. Quindi non vi è
Un'interpretazione autentica, perchè non data da
poteri legislativi, ma un'intera giurisprudenza.
Vi sono volumi di giurisprudenza sul dazio
consumo, appunto sull'intelligenza e sull'interpretazione dei vari articoli del regolamento, e
quando un articolo del regolamento è sembrato
dubbio anche all'amministrazione è stato chiarito
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TORNATA DEL 2 3
GIUGNO
dei
Deputati
1888
con il consenso del Consiglio di Stato. Ma quegli
articoli che non sono dubbi non intendo come possano dar luogo ad abusi.
Badi poi l'onorevole Sorrentino che i regolamenti sono la base di contratti che sono stati fatti
dai comuni ; quindi il modificarli sarebbe lo stesso
che esporre i comuni a gravi danni ed interessi
verso gli appaltatori.
Quanto alle strade di eircumvallazione io non
ho potuto fare altro, seguendo lo spirito del regolamento, che una circolare ai prefetti e insistere
vivamente perchè i comuni compiano queste strade
il più presto possibile. Ora molti comuni non
hanno i mezzi per fare queste strade. Potrei citare degli esempi che l'onorevole Sorrentino conosce forse meglio di me. Un comune, per esempio, ha chiesto 10 anni di tempo per fare la strada
perchè non ha i mezzi e deve contrarre un prestito per farla. Dunque bisogna, onorevole Sorrentino, mettere d'accordo il giusto desiderio del pubblico con l'economia dei comuni, di cui nessuno
ignora le strettezze finanziarie.
E poi mi permetta di dirgli che possono essere
veri questi abusi, anzi sono veri, ma la malizia
dei contravventori alla legge supera anche gli
abusi stessi.
In conseguenza può dirsi che nos et hanc veniam petimusque damusque vicissim.
Sorrentino. Chiedo di parlare per una dichiarazione.
Presidente. Ha già parlato due volte, onorevole
Sorrentino. Per una semplice dichiarazione parli
pure.
Sorrentino. Io vorrei fare una semplice domanda al ministro dell'interno e vorrei che ci
fosse anche il guardasigilli, per sapere, innanzi a
tutto il mondo, se un cittadino ha la libertà di
camminare liberamente senza essere arrestato
per via.
Crispi, presidente del Consiglio. Quando non
ruba, sì!
Sorrentino. Benissimo.
Presidente. Siccome questa interrogazione non
trova posto in questo capitolo, si riservi di farla
altra volta.
Sorrentino. Sicuro, la farò in altra occasione con
apposita interpellanza.
Crispi, presidente del Consiglio. Sì; si riservi
di farla in altra occasione !
Presidente. Non essendovi altre osservazioni, rimane approvato il capitolo 26. Dazi interni di
consumo, lire 81,577,245.
Capitolo 27. Tabacchi, lire 196,800,000.
Capitolo 28. Sali, lire 61,000,000.
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Tasse diverse. — Capitolo 29. Multe e pene
pecuniarie relative alla riscossione delle imposte,
lire 2,000.
Capitolo 30. Lotto, lire 76,300,000.
•Proventi di servizi pubblici. — Capitolo 31.
Poste, lire 45,700,000.
Capitolo 32. Corrispondenza telegrafica e telefonica (esclusi i telegrammi governativi), lire
12,860,000.
Capitolo 33. Telegrammi governativi, lire
1,900,000.
Capitolo 34. Tasse varie e proventi di servizi
pubblici che si riscuotono dagli agenti demaniali,
lire 7,537,585.
Bontadini. Chiedo di parlare.
Presidente. Ne ha facoltà.
Bontadini. Io ho l'audacia inaudita di pregare
la Commissione del bilancio e il ministro di rinunziare ad una parte di questo capitolo : ad una
piccola somma di lire 37,585, che corrispondono
su per giù a quelle 40,000 lire, che l'onorevole
ministro si ripromette dagli emolumenti catastali.
Se nel mio discorso c'è
una piccola parte
di verità, queste 40-,000 lire devono proprio corrispondere a molte e maggiori angherie, che sono
fatte dagli agenti delle tasse per procurare ai
singoli uffici, in cui si trovano, un aumento che
possa esser per loro titolo di lode.
Ora la Commissione del bilancio ha già avuto
l'intenzione di rinunziare a molto maggior somma
di queste povere e meschine 40,000 lire ; e
quanto al ministro, esso darà una prova efficace
a me, ai contribuenti, agli ufficiali del Governo,
che, effettivamente, le sue circolari corrispondono
alle sue intenzioni, e che egli non vuole che in
questi proventi, dove effettivamente la tassa di
voltura censuaría rappresenta un grave sacrifizio,
gli agenti delle imposte eccedano, contro la volontà e le intenzioni buone del ministro. Io supplico il ministro e la Commissione di accedere a
questa piccola diminuzione di entrata.
Presidente. Dichiaro chiusa la votazione a scrutinio segreto sul bilancio della pubblica istruzione.
Invito i segretari a numerare i voti,
(I segretari numerano i voti).
Onorevole ministro delle finanze, desidera di
parlare?
Magliari, ministro delle finanze. Io prego, a mia
volta, vivamente l'onorevole Bonfadini di non insistere nella sua proposta. E glie ne dirò brevemente la ragione.
L'essere iscritta una somma maggiore o minore
nel bilancio dell'entrata, non importa che questa
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TORNATA DEL 2 3 GIUGNO
1888
somma si debba riscuotere tutta per intero, o che
non si possa riscuotere anche di più, o che si debba
riscuotere in un modo vessatorio o ingiusto, ad
arbitrio degli agenti, e non nei limiti, nei modi
e con le forme stabilite dalle leggi in vigore.
La legge del bilancio della entrata non è una
legge di limite; è una legge che autorizza a riscuotere le entrate nel modo normalmente prescritto, e ne approva la previsione. Noti l'onorevole Bonfadini, che non è ne punto ne poco la
legge del bilancio della entrata che stabilisca le
imposte e il modo di riscuoterle; bensì sono le
leggi corrispondenti a ciascuna specie d'impostaLa legge attuale non fa che determinare presuntivamente l'ammontare della entrata corrispondente a ciascuna imposta; infatti, l'articolo I o
del disegno di legge dice :
u
II Governo del Re è autorizzato a riscuotere
le entrate in virtù delle leggi vigenti. „
Conseguentemente, se non si modifica la legge
esistente sulle volture, è impossibile fare la diminuzione che egli vuole.
Quindi, io non posso assolutamente accettare
(anche perchè verrebbe ad introdursi un precedente pericolosissimo) una diminuzione in questa
previsione. Confermo, però, ciò che ho detto
poc'anzi: vale a dire che darò istruzioni molto
chiare e precise (anche più precise di quelle che
ho già date) agli agenti delle imposte, affinchè
gli inconvenienti deplorati finora circa alle copie
degli atti per le volture, non si abbiano a ripetere.
Ciò mi sembra che possa bastare all'onorevole
Bonfadini.
Maurogònato, relatore. Chiedo di parlare.
Presidente. Parli pure.
Maurogònato, relatore. I reclami fatti dall'onorevole collega Bonfadini son certamente gravi, e
meritano tutta la considerazione e lo studio dell'onorevole ministro ; ma, appunto per le ragioni
che l'onorevole ministro ha dette, la Commissione
del bilancio non potrebbe in alcun modo diminuire questo capitolo; il quale non fa che esprimere quello che, in base alle leggi si deve pagare.
Spero che l'onorevole ministro farà in modo
che sia impedito il danno che tutto quello che è
stabilito dalle leggi non venga ad entrare nelle
casse dello Stato.
Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole
Bonfadini.
Bontadini. Costretto a contentarmi di buone parole e di buone intenzioni io ritiro la mia proposta.
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a
SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8
Presidente. Allora rimane approvato il capitolo 34 nella somma di lire 7,537,585.
Capitolo 35. Multe inflitte dalle autorità giudiziarie e amministrative, lire 2,300,000.
Capitolo 36. Tassa d'entrata nei musei, nelle
gallerie di belle arti e negli scavi archeologici, lire
300,000.
Capitolo 37. Proventi diversi di servizi pubblici
amministrati dal Ministero dell'istruzione pubblica, 50,000.
Capitolo 38. Gazzetta Ufficiale del Regno e
fogli provinciali per gli annunzi amministrativi e
giudiziari, compreso quello di Roma (Legge 30
giugno 1876, n. 3195"), lire 952,600.
Capitolo 38bis. Diritti dovuti per il servizio
Araldico (art. 15 del regio decreto 11 dicembre
1887, n. 5138, serie 3 ), lire 10,000.
Capitolo 39. Proventi delle carceri , lire
5,200,000.
Capitolo 40. Introiti sanitari, lire 550,000.
Capitolo 41. Proventi degli stabilimenti di reclusione militare, lire 66,200.
Capitolo 42. Proventi eventuali delle zecche,
lire 66,200,
Capitolo 43. Annualità a carico di società e
stabilimenti di credito e di emissione per le spese
di sorveglianza amministrativa per parte del Governo, lire 117,600.
Rimborsi e concorsi nelle spese. Capitolo 44«
Contributi diversi per spese telegrafiche, lire
450,000.
Capitolo 45. Ricuperi di spese di giustizia e di
quelle anticipate pel servizio delle volture catastali, ecc., lire 800,000.
Capitolo 46. Ritenute sugli stipendi e sulle pensioni in rimborso della somma inscritta nel bilancio della spesa per l'annualità dovuta alla Cassa
pensioni per pensioni nuove, lire 4,794,987. 50.
Capitolo 47. Rimborsi e concorsi nelle spese
di stipendi ed altre spese ordinarie pagate a carico del bilancio dello Stato, lire 19,207,690.
Capitolo 48. Rimborso di spese per l'amministrazione dei beni, diritti e rendite tenute dagli uffici finanziari per conto del fondo per il culto,
lire 105,0U0.
Capitolo 49. Rimborso dalla provincia e dal
comune di Roma della metà della spesa per gli
interessi sulle obbligazioni pei lavori del Tevere
(Articolo 4 della legge 30 giugno 1876, n. 3201,
leggi 23 luglio 1881, n. 338, e 15 aprile 1886,
n. 3791), lire 1,125,850.
Capitolo 50. Rimborso da parte del municipio
di Napoli della metà della spesa occorrente al
pagamento degli interessi dei titoli per il risaa
Camera dei Deputati
namento della città di Napoli (Articolo 6 della
legge 15 gennaio 1885, n. 2892), lire 412,375.
Capitolo 51. Ricupero di interessi di obbligazioni emesse per conto di comuni e di provincie
per costruzioni ferroviarie (Legge 27 aprile 1885,
n. 3048), per memoria.
Capitolo 52. Ricupero di interessi di obbligazioni ferroviarie emesse per conto delle Casse
degli aumenti patrimoniali delle Società Adriatica, Mediterranea e Sicula (Legge 27 aprile 1885,
n. 3048), lire 2,237,642.25.
Capitolo 53. Ricupero delle spese di commissione per il servizio delle obbligazioni ferroviarie
3 per cento, emesse per conto delle Casse degli
aumenti patrimoniali delle Società Adriatica, Mediterranea e Sicula, lire 17,830.68.
Capitolo 54. Concorso della Società esercente
le linee Vicenza-Schio, Vicenza-Cittadella-Treviso
e Padova-Bassano nelle spese da rimborsarsi all'amministrazione della rete Adriatica, per l'uso
comune delle stazioni di Padova, Vicenza e Treviso (Legge 25 giugno 1882, n. 871, serie 3 ),
lire 27,000.
Capitolo 55. Ricupero dalla Cassa militare di
Massaua dei diritti doganali pagati sui generi
colà forniti od acquistati per uso militare, lire
a
100,000.
Capitolo 56. Entrate eventuali per reintegrazioni di fondi nel bilancio passivo, lire 1,700,000.
Entrate diverse„ — Capitolo 57. Profitti netti
annuali della Cassa dei depositi e prestiti devoluti al tesoro dello Stato, lire 1,350,000.
Capitolo 58. Capitale, interessi e premi riferibili a titoli di debito pubblico caduti in prescrizione a termini di legge, lire 572,880.
Capitolo 59. Vendita di oggetti fuori d'uso
ed altri proventi eventuali diversi (Tesoro), lire
2,400,000.
Capitolo 60. Proventi e ricuperazioni di portafoglio, lire 1,090,000.
Capitolo 61. Somma dovuta dalla Società concessionaria della ferrovia Pontegalera-Fiumicino
per eccedenza dei correspettivi di esercizio sui
prodotti della ferrovia stessa, compresa nella rete
Mediterranea (Convenzione 8 marzo 1880), lire
2,200.
Capitolo 62. Entrate eventuali diverse dell'amministrazione demaniale, lire 1,300,000.
Categoria quarta. — Partite di giro. — Capitolo 63. Fitti di beni demaniali destinati ad uso
od in servizio di amministrazioni governative, lire
12,253,828. 68.
Capitolo 64. Interessi sulla rendita consolidata 5 e 3 per cento di proprietà del tesoro dello
AtU Parlamentari
Camera dei
mmmtmmmmmmimamm
LEGISLATURA
XVI —
2 * SESSIONE —
DISCISSIONI
Stato in deposito per la Cassa dei depositi e prestiti, a garanzia dei biglietti di ¡Stato di cui all'articolo 11 della legge 7 aprile 1881, n. 133, lire
11,583,875.78.
Capitolo 65. Interessi di titoli di debito pubblico
di proprietà del tesoro, lire 5,461.46
Capitolo 66. Interessi semestrali delle obbligazioni 5 per cento sui beni ecclesiastici, emesse e
non alienate per memoria.
Capitolo 67. Imposta di ricchezza mobile sugli interessi di titoli di debito pubblico in deposito alla Cassa depositi e prestiti a garanzia dei
biglietti di Stato di cui all'articolo 11 della legge
7 aprile 1881, n. 133 e di quelli di proprietà del
tesoro vincolati e delle obbligazioni sui beni ecclesiastici non alienate, lire 1,762,433. 76.
Capitolo 68. Somma da versarsi al tesoro dello
Stato dalla Cassa dei depositi e prestiti pel servizio delle pensioni vecchie, lire 36,549,340. 91.
Capitolo 69. Somma da versarsi al tesoro dello
Stato dalla Cassa dei depositi e prestiti pel servizio delle pensioni nuove, lire 31,533,468.
T I T O L O I I . Entrata straordinaria.
— Categoria prima. Spese effettive — Contributi — Capitolo 70. Debito del comune di Ancona per dazio
di consumo dilazionato, lire 2,270.43.
Rimborsi e concorsi nelle spese — Capitolo 71.
Rimborsi e concorsi nelle spese per opere stradali straordinarie, lire 5,171,208.37.
Capitolo 72. Concorso dei corpi morali nelle
spese per opere straordinarie ai porti marittimi,
lire 2,766,750.
Onorevole ministro, accetta la cifra proposta
dall'onorevole ministro?
Magliari, ministro delle finanze. Accetto.
Presidente. Capitolo 73. Rimborsi delle spese per
compenso ai danneggiati dalle truppe borboniche
in Sicilia, lire 423,930.
Capitolo 74. Introiti vari dipendenti dalle opere
di bonificamento, lire 613,000.
Capitolo 75. Ricupero delle somme rimborsate
dall'amministrazione delle imposte dirette agli
esattori comunali del prezzo dei beni espropriati
ai debitori di imposte, e poscia dai debitori medesimi, o dai loro creditori legali, riscattati a
forma dell'articolo 57 della legge 2 aprile 18B2,
n. 674, lire 2,000.
Capitolo 76. Rimborsi diversi straordinari,
lire 2,453,431.31.
Capitolo 77. Offerte per l'erezione in Roma di
un monumento onorario a Vittorio Emanuele II,
primo Re d'Italia, per memoria.
Capitolo 78. Concorso delle provincie e dei
—
TOSNATA
DEL 2 3
GIUGNO
1888
comuni per nuovi uffici telegrafici nei capiluoghi
di mandamento, lire 122,383.33.
Entrate diverse. — Capitolo 79. Ricavo per
alienazioni di navi, lire 100,000.
Capitolo 79 bis. Utili del tesoro per la compartecipazione nella misura del 40 per cento del
saggio dello sconto sulle operazioni fatte dagli
Istituti di emissione in corrispondenza del fondo
metallico in piastre borboniche depositate dal
tesoro, lire 500,000.
Categoria seconda. — Movimento di capitali —
Vendita di beni ed affrancamento di canoni. —
Capitolo 80. Vendita di beni immobili, affrancazione ed alienazione di prestazioni perpetue e
restituzione al demanio di capitali da esso ripetibili, lire 5,380,000.
Capitolo 81. Affrancamento del Tavoliere di
Puglia (esclusa la parte di capitale pagabile dagli
affrancanti in certificati di rendita), lire 306,606.
Capitolo 82. Prezzo capitale ricavato dalla vendita dei beni provenienti dall'Asse ecclesiastico,
lire 7,950,000.
Capitolo 83. Tassa straordinaria 30 per cento
e tasse ed altri corrispettivi per lo svincolo a la
rivendicazione dei benefizi, lire 800,000.
Capitolo 84. Capitale ricavabile dalla estinzione
per sorteggio o per altre cause di titoli di credito e di azioni industriali posseduti dal tesoro,
lire 13,840.
Riscossione di crediti — Capitolo 85. Rimborso
dell'amministrazione della marina del fondo di
scorta per le regie navi armate, lire 2,500,000.
Capitolo 86. Rimborso dalla provincia e dal
comune di Roma della metà della spesa per l'ammortamento delle obbligazioni pei lavori del Tevere, lire 203,000.
Capitolo 87. Riscossione di crediti diversi,
lire 358,414.45.
Accensione di debiti — Capitolo 88. Alienazione di obbligazioni sui beni ecclesiastici, lire
6,000,000.
Capitolo 89. Prodotto del collocamento di titoli
speciali da emetterai ai termini della legge 15
aprile 1886, n. 3791, pei lavori del Tevere, lire
5,000,000.
Capitolo 90. Prodotto di titoli speciali di rendita da emettersi per il risanamento della città di
Napoli (Articoli 3 e 5 della legge 15 gennaio 1885,
numero 2892, lire 8,000,000.
Capitolo 91. Vendita di beni immobili ed affrancazione ed alienazione di prestazioni perpetue
appartenenti ad enti amministrati, lire 120,000.
Capitolo 92. Depositi per spese d'asta ed altri
Atti
Parlamentari
LEGISLATURA XVI —
— 3955 —
2a
SESSIONE —
DISCUSSIONI
che per le vigenti disposizioni si eseguiscono negli uffici contabili demaniali, lire 1,600,000.
Capitolo 93. Competenze di avvocati e procuratori poste a carico della controparte nei giudizi
sostenuti direttamente dalle avvocature erariali,
lire 114,000.
Capitolo 94. Anticipazione delle provincie che
hanno chiesto l'acceleramento dei lavori catastali
nei loro territori (Articolo 47 della legge 1°
marzo 1886, n. 3682), lire 500,000.
Categoria terza. Costruzione di strade
ferrate.
— Capitolo 95. Rimborsi e concorsi dai comuni
e dalle provincie, ed anticipazioni ai sensi dell'articolo 15 della legge 29 luglio 1879, numero 5002 e legge 27 aprile 1885, numero 3048,
(serie 3 a ), lire 838,183.90.
Capitolo 96. P a r t e del prezzo del materiale mobile destinato a provvedere nell'esercizio 1888-89
alle spese di ferrovie di cui all'articolo 2 della
legge 27 aprile 1885, numero 3048 (serie 3 a ), lire
32,561,550.
Capitolo 97. Prodotto dell'alienazione di obbli*
gazioni per costruzioni ferroviarie a carico dello
Stato, lire 132,000,000.
Capitolo 98. Prodotto delle obbligazioni da
emettersi per il pagamento delle spese di fabbricazione e di bollo dei titoli che si emettono
per le spese di costruzioni ferroviarie a carico
dello Stato, per memoria.
Capitolo 99. Prodotto dell'alienazione di obbligazioni ferroviarie da emettersi per le quote
di concorso e di anticipazione da parte dei comuni e delle provincie, yer memoria.
Capitolo 100. Prodotto dell'alienazione delle
obbligazioni ferroviarie da emettersi per il pagamento delle spese di fabbricazione di bollo dei
titoli che si emettono per le quote di concorso
e di anticipazione dei comuni e delle provincie,
per memoria.
Capitolo 101. Prodotto dell'alienazione di obbligazioni ferroviarie da emettersi per conto delle
casse degli aumenti patrimoniali, lire 30,000,000.
Capitolo 102. Prodotti dell' alienazione delle
obbligazioni eferroviarie da emettersi per pagamento delle spese di fabbricazione e di bollo dei
titoli da emettersi per conto delle casse degli
aumenti patrimoniali, per memoria.
Capitolo 103. Ricupero di somme già pagate
per costruzioni ferroviarie da reintegrarsi ai relativi capitoli di spesa del bilancio del Ministero
dei lavori pubblici, per memoria.
Riassunto della spesa ordinarialire 1,644,223,423
e 49 centesimi.
547
Camera
—
TORNATA DEL 2 3
GIUGNO
dei
Deputati
1888
Riassunto della spesa straord. lire 246,461,967
e 79 centesimi.
Insieme (entrata ordinaria e straordinaria)
lire 1,890,685,391.28,
Pongo a partito questo stanziamento complessivo.
(E
approvato).
Se la Camera consente, proporrei
alla discussione degli articoli.
Voci. Sì ! sì !
di passare
Presidente. " Art. 1. Il Governo del Re è autorizzato ad accertare e a riscuotere, secondo le
leggi in vigore, le imposte e le tasse di ogni
specie, a provvedere allo smaltimento dei generi
di privativa secondo le tariffe vigenti, e a fare ent r a r e nelle casse dello Stato le somme e i proventi
che gli sono dovuti per l'esercizio finanziario dal
1° luglio 1888 al 30 giugno 1889, giusta lo stato
di previsione per l'entrata annesso alla presente
legge.
" E altresì autorizzato a rendere esecutivi i
ruoli delle imposte dirette pel suddetto esercizio. „
(E
approvato).
" Art. 2. E mantenuto anche per il periodo dal
1° luglio 1888 al 30 giugno 1889 l'aumento d ' i m posta sui fondi urbani, di cui all'articolo 1° della
legge 26 luglio 1868, n. 4513, e quello dell'imposta sui redditi di ricchezza mobile, di cui all'articolo 3° della legge 11 agosto 1870, n, 5784.
" L'aumento dell'imposta sui fondi rustici, di
cui nella detta legge 26 luglio 1868, è mantenuto pel periodo suddetto limitatamente' ad un
tsolo decimo dell'imposta principale ai termini
dell'articolo 49 della legge 1° marzo 1886, numero 3682 ed articolo 1° della legge 1° luglio 1887,
n. 4665. „
(E
approvato).
u
A r t . 3. I contingenti comunali d'imposta sui
terreni nel compartimento ligure piemontese restano fissati per il periodo, di cui nell'articolo precedente, nella misura in cui furono stabiliti dalla
legge 30 giugno 1872, n. 884, confermata di anno
in anno colla legge d'approvazione del. bilancio, „
{E
i!
approvalo).
' A r t . 4. E continuata al ministro del tesoro la
facoltà di emettere buoni del tesoro, secondo le
norme in vigore. L a somma dei buoni del tesoro in
circolazione non potrà mai eccedere i 300 milioni
di lire, oltre le anticipazioni che possono domandarsi alle Banche ed ai Banchi eli emissione. „
A iti
Parlamentari
LEGISLATURA XVI —
3956
2
a
SESSIONE
DISCUSSIONI —
w
II Governo è pure autorizzato a mantenere in
deposito alla Banca Nazionale del Regno ed agii
altri Istituti di emissione buoni del tesoro, per
la somma di lire 68,183,152.24, per l'anticipazione da essi fatta al tesoro della suddetta somma
pagata alla Commissione di stralcio della Società
della Regìa cointeressata dei tabacchi. n
(.È approvato).
u
Art. 5. E approvato l'unito riepilogo da cui
risulta Tinsieme dell'entrata e della spesa prevista per l'esercizio finanziario dal 1° luglio 1888
al 30 giugno 1889, cioè:
Deggio avvertire la Camera che siccome furono
introdotte variazioni nel bilancio della marineria
così occorre introdurre variazioni nelle cifre il di
cui riassunto sta in quest'articolo 5, per cui avvertirò le cifre che sono state variate. L'entrata
effettiva rimane inalterata in lire 1,562,751,388.34.
Spesa, qui c'è una variazione. Convien dire:
Spesa . . . . . .
L. 1,604,634,155.87
Disavanzo effettivo , . „
41,882,767.53
Movimento di
capitali
. . . . . .
L.
38,845,860.45
33,947,415.54
Avanzo . . . . .
L.
4,898,444.91
Entrata
Spesa .
Costruzioni di strade
Entrata . . . . . .
L.
Spesa, . . . . . . • ' „
ferrate.
195,399,733.90
195,399,733.90
L.
Partite di giro.
Entrata
Spesa.
L.
„
93,688,408.59
93,688,408.59
Differenza passiva . . L.
36,984,322.62
Pongo a partito questo articolo.
(È
approvato).
Camera dei
TORNATA DEL 2 3
GIUGNO
Deputati
1888
Discussione sull'ordine del giorno.
i , ministro di agricoltura e commercio.
Chiedo di parlare.
Presidente. Ne ha facoltà.
ministro di agricoltura e commercio.
Debbo rivolgere alla Camera una preghiera, ed
è questa: vi sono due disegni di legge i cui termini utili per l'approvazione scadono il 30 giugno e cioè quello sulla w proroga per il corso legale dei biglietti d i banca „ e l'altro sulla " autorizzazione di prelevamenti al fondo di riserva per
le spese impreviste per i musei geologico ed agrario in Roma. „
Siccome la contabilità deve essere chiusa il 30
giugno, io prego la Camera di acconsentire che
questi due disegni di legge siano messi in principio dell'ordine del giorno delie sedute mattutine.
Una voce. Dopo quello sulla insequestrabilità.
Grimaldi, ministro di agricoltura e commercio.
No, prima (Rumori) perchè il termine, ripeto,
scade il 30 giugno e dopo occorrerebbe pagare
dei gravi interessi. Io lo dico nell'interesse della
finanza.
Basai!i, ministro dell' istruzione pubblica. Anch'io avrei da fare la stessa preghiera per il disegno di legge che riguarda la casa Melzi in Milano (Ooh!) che è nelle identiche condizioni.
Presidente. Dunque l'onorevole ministro della
istruzione pubblica prega la Camera di voler consentire che sia iscritto nell'ordine del giorno della
seduta antimeridiana di lunedì il disegno di legge
per l'acquisto della casa Melzi di Milano in precedenza di quello sulla insequestrabilità degli stipendi; la stessa preghiera fa l'onorevole ministro
eli agricoltura e commercio per i disegni di legge
sulla proroga del corso legale dei biglietti e sul
prelevamento di fondi per spese impreviste per il
museo zoologico ed agrario di Roma.
Porrò a partito queste proposte degli onorevoli
ministri.
Chi le approva è pregato di alzarsi.
(Sono approvate).
Grimaldi,
In seguito verrà il disegno di legge sulla insequestrabilità degli stipendi.
(lomunicansi una domanda eli interpellanza del
Si procederà alla votazione a scrutinio segreto
di questo disegno di legge lunedì in principio
HO,
della seduta pomeridiana. Per la seduta antimede pi
ridiana resta iscritto nell'ordine del giorno il dirent?®)
segno di leggìi sulla insequestrabilità d'egli sti
Presidente. Comunico alla Camera due domande
pendi.
<
d'interpellanza.
Una è dell'onorevole Bobbio ed
Propongo poi alla Camera di volersi riunire
j
è
la
seguente
:
domani in comitato segreto per discutere il suo
" Il sottoscritto desidera interpellare l'onorevole
bilancio interno.
una del deputalo Sor-
Atti
Parlamentari
LEGISLATURA XVI —- 2
—- 3957 —a
SESSIONE —
Camera
DISCUSSIONI —- T O R I A T A
ministro della pubblica istruzione sugli intendimenti del Governo onde ordinare l'istituto tecnico
d'Alessandria, per la competenza ed il concorso
della spesa, secondo le disposizioni della legge
comunale e provinciale, e quelle della legge sulla
pubblica istruzione. „
Prego l'onorevole ministro di dichiarare, se e
quando intenda rispondere a questa interpellanza.
BoseHi, ministro dell'istruzione
pubblica. Dirò
lunedì se e quando potrò rispondere.
Presidente. L ' a l t r a è dell'onorevole Sorrentino:
" Il sottoscritto domanda d'interpellare il ministro dell'interno sulla inchiesta da lui ordinata a
carieo dell'amministrazione provinciale di Napoli,
e sulla esecuzione della legge di risanamento di
quella città. ,,
Prego l'onorevole ministro di dichiarare se e
quando intenda di rispondere.
Crispí, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Non ho ordinato inchiesta a carico di nessuno.
Ad ogni modo, qualunque sia la formula della
interpellanza non la devo respingere.
Risponderò dopo la votazione della legge comunale e provinciale. ( S i ride).
Presidente. Onorevole Sorrentino, ha facoltà di
parlare.
Sorrentino. L a risposta del ministro mi pare
chiara ed esplicita; però potrei intendere che il
ministro dicesse non accetto l'interpellanza; ma
non accetto la canzonatura di rimandarla a dopo
la legge provinciale e comunale...
Presidente. Non c'è canzonatura, onorevole Sorrentino. E una legge che la Camera può deliberare che venga in discussione domani.
Sorrentino. Scusi., dopo la legge comunale e
provinciale non ci sarà più nessuno, a chi dovrò
parlare per isvolgere la mia interpellanza? Ai
banchi ?
Presidente. Non è il primo caso...
(Ilarità).
H a facoltà di parlare l'onorevole presidente
del Consiglio.
Crispi, presidente del Consiglio. Che l'onorevole
Sorrentino non abbia interesse alla discussione
e votazione della legge comunale e provinciale
può essere; ma che io non voglia rispondere alla
sua interpellanza non è. Ci deve pensare più
l'onorevole Sorrentino, che io allo svolgimento di
cotesta interpellanza. Avrei desiderato che non
si portasse in quest'Aula, una così grave questione ; ma poiché egli così vuole sarà portata
qui, e se ne sarà d'uopo porterò anche i documenti.
Presidente.
Sorrentino.
Presidente.
Sorrentino.
Presidente.
nistro.
DEL 2 3
GIUGNO
dei
Deputati
1888
Allora rimane inteso così?
Non rimane inteso niente affatto.
Se intende interpellare la Camera...
Non voglio interpellare nessuno.
Allora accetta la proposta del mi-
Sorrentino. Dirò solo che prendo atto che l'onorevole ministro ammette questa interpellanza.
Che egli voglia comunicare i documenti, è quello
che io chiedo. Solo vorrei pregare l'onorevole
ministro di non credere, nel respingere lo svolgimento, per ora, di questa interpellanza, di non
credere due cose: l'una che io volessi portare qui,
in questi giorni, una discussione su questa mater i a ; l'altra, che questa mia interpellanza potesse
avere un carattere qualunque di ostilità.
Spero che l'onorevole Crispi non mi f a r à il
torto di credere che io possa esser mosso da spirito di opposizione ; e d'altra parte io non arno
che di fare una discussione ampia sopra tuttociò
che succede nella città e provincia di Napoli,
sopra tuttociò che si suppone, si dice e si discute,
vero 0 falso che sia, ma che nessuno conosce
esattamente,
Io desidero a tempo opportuno luce piena su
Napoli e di fronte a t u t t a l'Italia. P e r ora dimando la pubblicazione o • comunicazione dei
documenti, poiché vi è di mezzo una questione
delicatissima.
Sessanta consiglieri provinciali non possono
stare per anni ed anni sotto accuse incerte.
Vi f u una prima inchiesta sotto l'amministrazione Depretis...
Presidente. Ma, onorevole Sorrentino, io non
posso permettere che Ella entri nel merito. Dichiari se accetta o no la proposta del ministro.
Sorrentino. Io sono a sua disposizione quando
crede.
Presidente. L'onorevole presidente del Consiglio
ha facoltà di parlare.
Crispi, 'presidente del Consiglio. Innanzitutto b
bene che la Camera sappia, che sono io giudice
se devo o no presentare i documenti sul!' inchiesta di Napoli; e quindi su questo non m'impegno a nulla.
In quanto all'interpellanza sono pronto ad accettarla; ma però non posso accettare che si svolga
(dappoiché essendo interpellanza, provocherà una
discussione) prima di quelle leggi che credo che
debbano essere discusse- e votate innanzi che la
Camera si proroghi.
Quando ho proposto che l'interpellanza sia
svolta dopo la legge comunale e provinciale, ho
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XVI —
— 3958 —
2 a SESSIONE —
DISCUSSIONI —
dotto cosa seria, perchè io cose non serie non mi
permetto di dire.
Presidente. Allora così rimarrà stabilito.
Onorevole presidente del Consiglio, l'onorevole
Levi da più giorni ha presentato una domanda di
interrogazione.
Cfìspi, 'presidente del Consiglio. Trattandosi di
interrogazione che sarà svolta in poche parole,
risponderò lunedì in principio della seduta pomeridiana.
Presidente. Onorevole Levi, accetta?
Levi. Mi rimetto a quanto ha detto l'onorevole presidente del Consiglio.
Presidente. Allora lunedì, in principio della seduta pomeridiana, potrà svolgere la sua interrogazione.
Levi. Avevo chiesto di parlare per rivolgere
una preghiera alla Camera.
La preghiera è questa, che domani la seduta
cominci al tocco, invece che alle due.
Presidente. Se la Camera consente e la seduta,
come speriamo, sarà breve potremo avere qualche ora di libertà. {Si ride),
(La proposta dell'onorevole Levi è accettata).
iUsiiKameiito della votazione a squiitinio segreto
so! bilancio dell' istruzione pubblica.
Presidente. Comunico alla Camera il risultamente della votazione a scrutinio segreto sul bilancio di previsione della spesa pel Ministero della
pubblica istruzione.
Presenti e votanti
201
Maggioranza
. 101
Voti favorevoli . . . 181
Voti contrari . . . .
20
(La Camera
Camera dei
approva).
Domani al tocco, Comitato segreto \ lunedì alle
10 antimeridiane, seduta pubblica.
La seduta termina alle 7.20.
Ordine del giorno per le tornate di lunedi.
Seduta antimeridiana.
Discussione dei disegni di legge:
1. Spesa straordinaria per l'acquisto della casa
Melzi in Milano e per l'adattamento di essa in
servizio degli Istituti d'istruzione superiore in
quella città. (164)
TORNATA DEL 2 3 GIUGNO
Deputati
1888
2. Proroga del corso legale dei biglietti di
banca. (171)
3. Autorizzazione di prelevamento dal fondo
di riserva per le spese impreviste per pagamento
del residuo prezzo dei lavori per l'edificio dei
musei geologico ed agrario in Roma. (141)
4. Estensione della insequestrabilità dello stipendio a favore degli impiegati di ruolo dei comuni, delle provincie e delle Opere pie. (156)
5. Riordinamento del Collegio Asiatico di Napoli. (88)
Seduta pomeridiana.
1. Votazione a scrutinio segreto dello stato di
previsione dell'entrata per l'esercizio finanziario
1888-89.
2. Interrogazione del deputato Levi al ministro
dell'interno.
Discussione dei disegni di legge:
3. Convalidazione del regio decreto 10 febbraio 1888, n. 5189, sui dazi dei cereali ed altri
provvedimenti finanziari. (126J
4. Modificazione alla legge comunale e provinciale. (18)
5. Sulla pubblica sicurezza. (115)
6. Relazione della Commissione sui decreti
registrati con riserva dalla Corte dei conti. (LI A)
7. Riforma sulla legge di pubblica sicurezza
— Istituzione delle guardie di città. (86)
8. Deferimento alla Cassazione di Roma della
cognizione di tutti gli affari penali del Regno.
(147)
9. Modificazione alla legge 16 dicembre 1$78,
concernente il Monte delie pensioni per gli insegnanti nelle scuole elementari. (3)
10. Sulla emigrazione. (85)
11. Sulle espropriazioni sui consorzi, sulla polizia dei lavori per l'esercizio delle miniere, cave
e torbiere e sulla ricerca delle miniere. (65)
12. Approvazione di vendite e permute di'beni
demaniali e di altri contratti stipulati nell'interesse di servizi pubblici e governativi. (145)
13. Aggregazione al comune di Villa San Secondo al mandamento di Montechiaro d'Asti. (162)
14. Aggregazione del comune di Molochio al
mandamento di Radicena. (163)
PROF. A v v .
LUIGI
RAVANI
Capo dell'ufficio di revisione.
Roma, 1888. — Tip. della Camera dei Deputati
(Stabilimenti del Fibreno)
Atti
3959
Parlamentari
LEGISLATURA XVI —
2a
SESSIONE —
DISCUSSIONI —
Camera
TORNATA DEL 2 3
dei
GIUGNO
1888
Allegato A.
Numero e lettera
delle voci
Confronto fra le proposte presentate dal relatore Ellena
e 3e conclusioni della Commissione d'inchiesta doganale.
VOCI DI TARIFFA
80 c
Filati di lino e di canapa semplici greggi che misurano
più di 15,000 metri per chilogrammo
Dazi proposti
Unità
dal
relatore
86 a-1 Tessuti di lino e di canapa greggi, lisci, aventi più
di 10 fino a 26 fili elementari fra Catena e trama nel
86 a-3 Tessuti di lino e di canapa greggi, lisci, aventi più
di 26 fino a 40 fili elementari fra catena e trama nel
Dazi adottati
dalla
Commissione
d'inchiesta
Lire 0.
Lire G.
42. »
Quintale
i-
• i
26; »
Id.
70. »
72.50
Id.
90. »
94. »
96 a-2 rilati di cotone semplici greggi che misurano più di
10,000 fino a 20,000metri per ogni mezzo chilogrammo.
Id.
22. »
24. »
96a-3 Filati di cotone semplici greggi che misurano più di
20,000 fino a SO,000 metri per ogni mezzo chilogrammo.
Id.
26. »
30. »
96 a-4 Filati di cotone semplici greggi che misurano più di
30,000 fino a 40,000 metri per ogni mezzo chilogrammo.
Id.
32. »
96 a-ò Filati di cotone semplici greggi che misurano più di
40,000 fino a 50,000 metri per ogni mezzo chilogrammo.
1455
146
Seta tratta semplice, addoppiata, o torta t i n t a . . . .
Fili da cucire sia di seta, sia di cascami ecc
165 a-2 Mobili non imbottiti di legno comune (altri)
165 a-8 Mobili non imbottiti di legno da ebanisti, impiallacciati,
intagliati o intarsiati
165 b-2 Mobili imbottiti di legno da ebanisti, impiallacciati, intagliati o intarsiati
36. »
V
Id.
39. »
Chilogr.
Esenzione
42. »
0. 50
Id.
1.50
2. 50
Quintale
15. »
20. »
50. »
60. »
ia.
r.
1
Mercerie comuni di legno
Id.
30. »
40. »
172
Balocchi di legno
Id.
50. »
60. »
1776
Lavori da panieraio e da stoiaio fini
Id.
22. »
30. »
180
Cappelli di paglia, eccetto quelli guarniti, da donna.
Cento
20. »
25. »
182
Pasta di legno, di paglia e d'altre simili sostanze . .
Quintale
171
183 d
246 6
Cementi e calce idràulica
247 a
Mattoni, tegoli comuni, ambrogette greggio e mattoni
247 6
Embrici alla foggia marsigliese e parigina e mattoni
256 a-4 Lastre di vetro o di cristallo non pulite (altre) escluse
quelle comuni da finestra.
Esenzione
2. »
Id.
35. »
45. »
Id.
1. *
1.25
Id.
Esenzione
0.25
Id.
1. »
1.50
Id.
6. »
8. »
Étti Parlamentari
-
Camera dei Deputati
3960 ~
LEGISLATURA XVI — 2 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 23 GIUGNO 1888
Allegato B.
Confronto tra le proposte presentate dai Governo rispetto ai dazi industriali
e
le conclusioni
della Gommi ssioae parlamentare
per
cue
<0
CD
0
®
o®
<£> <x>
a ^
pi
i
Unità
VOCI DI TARIFFA
-86 a-2 Tessuti di lino e di canapa greggi, lisci, aventi più di
10 fino a 26 fili elementari fra catena e trama nel
quadrato di 5 millimetri di lato
80a-3 Tessuti di lino e di canapa greggi, lisci aventi più di
26 fino a 40 fili
86 a-4 Tessuti di lino e di canapa greggi, lisci, aventi più di
40 fili
86 c Tessuti di lino e di canapa lisciviati o imbianchiti, lisci. •
Tessuti di lino e di canapa,stampati, lisci . . . . . .
V
89 b
92
94
'
Oggetti cuciti di lino, ecc., (altri)
96a-5 Filati di cotone semplici greggi che non misurino più
di 40 mila fino a 50 mila metri ogni mezzo chilog.
96 a-i) Filati di cotone semplici greggi che non misurino più
di 50 mila fino a 60 mila metri
97
99
Filati di cotone da cucire.
-•
102
riforma
doganale.
Dazi proposti Dazi proposti
dal
dalla
Governo
Commissione
;
33 a Sali di chinina
,
j Chilogr.
33 6 Alcaloidi non nominati e loro sali
........
Id.
80 ò Filati di lino e di canapa semplici' greggi che misurino
più di 6000 fino a 15000 metri per chilogrammo. . Quintale
80 c Klati di lino e di canapa semplici greggi che misurino
più di 15,000 metri per chilogrammo
Id.
84
Id.
Mg
la
L ia C.
10. »
10. »
Lire GÌ
12. »
12 »
18. »
19, »
26. »
25 lire più il dazio secondo la
qualità
28. »
110. »
Id.
72. 50
75. »
Id.
94. »
96. »
120. »
Aumento di 25
per cento sul
dazio dei greggi lisci
Id,
Aumento di 70
lire il quintale
-sul dazio dei lisci imbianchiti
Id,
130. »
Chilogr.
5. »
Quintale Dazio del tessuto più 40 per
cento
122. »
Aumento di 30
per cento come
contro
42. »
45. »
Id.
Id.
Id.
Id.
Id.
/
Id.
*
Id.
Aumento di 80
lire come contro
195. »
7. »
Come contro più
50 per cento e
100 per cento
52. »
Aumento
di 17
Aumento di 15
lire al quintale lire còme consul dazio dei tro
semplici
25 lire più il da110. »
zio secondo la
qualità
48.
»
Dazio dei filati 10 per cento più
/li cui sono com- del dazio dei filati di cui sono
poste
composte
Atti
Camera dei Deputati
— 3961 —
Parlamentari
LEGISLATURA XVI — 2 SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO .1888
a
Segue A l l e g a t o B.
cSu
0;
-u "o
®
O ,2 »
pa ^
I
1086-1 Tessuti di cotone greggi del peso di chilogrammi 7 o
più, ma meno di 13 per 100 mq., clie presentano nel
quadrato di 5 millimetri di lato 27 fili elementari o
1085-2 Tessuti di cotone greggi del peso c. s. che presentano
più di 27 fili elementari
103 c-1 Tessuti di cotone greggi che pesano meno di 7 chilogrammi e che presentano 27 fili o meno
103 e-2 Tessuti di cotone c, s. con più di 27 fili
Tessuti di cotone stampati
106
114 a
114 6
—
117
118 «-2
1185-2
118 a-3
1185-3
118 a-4
1186-4
120 c
121 e
121 g
125a
1256
126
127 a
1275
128
Unità
VOCI DI TARIFFA
Dazi proposti Dazi proposti
dalla
dal
Commissione
Governo
*
Quintale
80. »
84. »
Id.
92. »
100. »
110, »
100. »
130. »
120. »
Alimento di 70 Aumento di 80
lire il quintale lire come consul dazio degli tro.
imbianchiti.
220. »
Id.
Maglie semplici di cotone
150 »
330.0 »
Id.
225. »
Maglie foggiate di cotone
495. »
Id.
Maglie cucite, di cotone
225. »
7. »
5. »
Chilogr.
140. »
Velluti comuni imbianchiti
Quintale
145. »
170. »
Id.
165. »
Id. comuni tinti
Id.
165* *
260. »
Id.
j
\
220. »
Id. comuni stampati
m.
f
215. » <
250. »
Id.
fini
id
Id.
Dazio del tessu- Come contro colOggetti cuciti di cotone (altri)
".
id.
to còll'aggiunta l'aggiunta del
del 40per cento. 50 per cento e
del 100 per 100
15. *
10'. »
Lane pettinate
Id.
25. »
20. »
Lane pettinate tinte
Id.
Filati di lana cardata, semplici greggi, con 10,000
45. »
metri per chilogrammo
40. »
Id.
Filati di lana cardata, semplici gregari, fino a più di
55. »
10,000 metri
.
50. »
Id.
Aumento
di 17
Aumento di 15
Filati di lana cardata ritorti
Id.
lire il quintale lire come consul dazio dei tro.
semplici.
Filati di lana pettinata, semplici greggi, fino a 50,000
60. »
55. >
metri per chilogrammo
Id.
Filati di lana pettinati, semplici greggi con più di 50,000
75. >
metri
65. »
Id.
Filati di lana ¡pettinata, ritorti
Id. ' Aumento di 15 Aumento di 17
lire il qrintale lire come consul dazio dei tro.
¡semplici.
Id.
Id.
Id.
Atti Parlamentari
— 3962 —
LEGISLATURA XVI —
2a
SESSIONE —
DISCUSSIONI
Camera dei Deputati
—
TORNATA DEL 2 8
GIUGNO
1888
Segue A l l e g a t o
•
B.
3
u<cD
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<J>
o £
»—1
<£> <D
e
£
Unità
VOCI DI TARIFFA
*
Dazi proposti
Dazi proposti
dal
dalla
Governo
Commiss ione
»
*
129 a-1 Tessuti di lana scardassata del peso di 300 grammi e
meno per metro quadrato
Quintale
129 a-2 Tessuti di lana scardassata del peso di più di 300, ma
180. »
. 200. »
Id.
160. »
175. »
129 a-3 Tessuti di lana scardassata del peso di più di 500 gr. .
Id.
140. »
150. »
129 6-1 Tessuti di lana pettinata del peso di 200 grammi e
meno per metro quadrato.
Id.
230. >
250. »
129 5-2 Tessuti di lana pettinata del peso di più di 200 grammi,
ma non più di 500 grammi . . .
Id.
200. »
220. »
129 6-3 -Tessuti di lana pettinata del peso di più di 500 gr. .
Id.
170. »
190. »
130
Id.
$
Tessuti di lana stampati
a.
Id.
1356
139
Cbilogr.
142
Quintale
Aumento di 40 Aumento di 50
lire il quintale lire come contro
sul dazio dei tessuti rispettivi
'i
220. »
r330. »
5. 5>
7. »
•
1
.p
Dazio del tes- Come contro con
suto con l'-ag- l' aggiunta dèi
giunta del 40 50 per cento
per cento
5l
149 a - 1 Tessuti di seta o di fìlusella neri lisci
Id.
id.
operati
. . . . . . . .
149 a-2
Chilogr.
6. »
7. »
Id.
9. »
Id.
7. »
; 10, »
8. »
operati
Id.
10. »
11, »
graticolati, lisci
Id.
9. »
t 10. »
Id.
12. »
13. »
•
149 5-1
Id.
149 6-2
Id.
149 c-1
Id.
149 c-2
Id.
colorati, lisci
id.
id.
164
Nastri e galloni di seta,
155 5
Maglie foggiate di seta
¡t
;r
157 a
160
V,
ff
operati
>
•
Id.
2, più il dazio del 3 come contro
rispettivo tessuto
Id.
Dazio del rispet- Aumento di 50
tivo tessuto
per cento sul
•dazio delle semplici
.
'
Pizzi e. tulli di seta, lisci
.
i
Id.
Id.
12. »
15. »
Dazio del tessu- Come contro con
to coir aggiunta 1' aggiunta del
del 40 per cento 50 per cento
-
Quintale
20. »
:;30. »
Utensili e labori diversi, di legno comune, greggi . .
Id.
8. »
12. »
Utensili e lavori diversi di.legno comune, pulitio dipinti.
Id.
12. »
18. ».
Id.
40. »
60. »
165 a-1 Mobili non imbottiti di legno comune c u r v a t o . . . .
170 a,
170 6
i 7 i ; ; .Mercèrie comum di legno. .
Atti Parlaméntari
—
ss SK i "i BBBmmeBassBsemmÈÈtamÈÈtm
3068
—
Camera M t)%putati
"'
LEGISLATURA XVI — 2* SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUdNO 1 8 8 8
n
Segue A l l e g r a t o B.
95
S-
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<aD ^®
p
&
Unità
VOCI DI TARIFFA
t*
172
174 a
L78a
Quintale
Balocchi di legno
"Vetture da strade comuni con non più di due ruote . Ciascuna
Treccie di paglia, di scorza, di sparto, ecc., per capQuintale
188 a-1 Libri e musica stampati in lingua italiana, sciolti o
Id.
190 d-5 Pelli conciate senza pelo, rifinite, altre
190 <2-8 Pelli conciate senza pelo; striscio per cappelli. . . .
197 a
Lavori di pelli concie senza pelo; cinghie finite per
203 a
Ferro e acciaio laminato o battuto in verghe, spranghe o barre sagomate di sezione qualunque:
1.° Non aventi in sezione alcun diametro o lato di
7 millimetri o meno
2.° Aventi in sezione uno o più lati o diametri di
7 millimetri o meno ma più di 5 millimetri.
204 a Ferro o acciaio fucinati o gettati in ancore, sale da
veicoli, incudini, ecc., di peso di 60 chilog. e più .
206 a-1 Ferro ed acciaio di seconda fabbricazione in lavori,
fatti principalmente con ferri ed acciai grossi, piallati, limati, torniti, ecc., solo in minima parte. . .
206 a-2 Ferro ed acciaio di seconda fabbricazione in lavori,
fatti principalmente con ferri od acciai grossi, piallati, limati, ecc., su tutta o larga parte della loro
206 6-1 Ferro ed acciaio di seconda fabbricazione in lavori
fatti principalmente con ferri od acciai piccoli, piallati, limati, torniti, bucati, ecc., solo in piccola parte
206 b-2 Ferro ed acciaio di seconda fabbricazione in lavori fatti
principalmente con ferri od acciai piccoli, piallati, limati, torniti, ecc., su tutta o larga parte delle loro
superficie; stagnati, piombati, zincati, verniciati . .
207 a-2 Lamiere di ferro ricoperte di zinco, piombo o galvanizzate, di grossezza di millimetri 1 / e meno. . .
208 a-2 Lamiere di ferro ricoperte di stagno, rame od anche
ossidate semplici, di grossezza di mil. 1 / e meno.
210 a-1 Utensili e strumenti usuali per arti e mestieri, in ghisa,
ferro e acciaio, comuni: accette, aratri, ascie, ecc.,
tanaglie, vomeri, ecc.. . ,
210 a-2 Utensili e strumenti c. s. puliti, verniciati, zincati, ecc.,
ma non laccati, nè smaltati, nè bruniti
1
i
1
2
Dazi proposti Dazi proposti
dal
dalla
Governo
C o ni m i ss i o n e
60. »
33. »
Esenti
Id.
Id.
Id.
60. »
Come le rispettive pelli più il
40 per cento del
dazio.
Id.
90. »
Id.
Id.
6. »
75. »
42. »
10. »
Dazio della cardi cui sono composti
70. »
Come contro più
il 50 per cento
del dazio
100. »
6.50
7.50
Id.
9. >
10. »
Id.
10. »
10.50
Id.
13. >
13.50
Id.
13. »
15.50
Id.
17. »
17.50
Id.
15. »
16. »
Id.
16. »
18. »
Id.
13. »
13.50
Id.
15. »
15.50
Atti
— 3964 —
Parlamentari
LEGISLATURA XVI —
2a
SESSIONE —
DISCUSSIONI —
Camera dei Deputati
TORNATA DEL 23
f
GIUGNO
1888
Segue A l l e g a t o
B.
ci
;
®
Dazi proposti
® o
<c
o .2
<3 173"ffl
a
p
.ss
YOCI DI T A R I F F A
2106-1 Utensili e strumenti fini: binde, bilancio a bilico, brunitoi, ecc., trapani, verrine, ecc., anche verniciati,
Unità
Dazi proposti
dal
dalla
Governo
Commissione
Quintale
17. »
17.50
210 c - Ì Lime e raspe da 1 a 10 tagli per centimetro lineare.
Id.
13. »
14. »
210 o-2
Id.
15. »
16. »
211 6
j
Rame, ottone e bronzo, in spranghe, in fogli, in lamine,
di grossezza di più di 1 millimetro
Rame, ottone e bronzo, in spranghe, in fogli, in lamine,
i
211 c 1
Rame, ottone e bronzo, in tubi di diametro superiore
Rame, ottone, e bronzo, in tubi di diametro inferiore
Id.
|
12. » <
Id.
13. »
15. »
M.
|
ia.
1
16. » !
18. »
20. »
212 a-b Tele metalliche di ferro o di acciaio, di ottone o di rame.
Id.
Dazio del filo di
cui sono composte con l ' a g giunta di 12 lire
il quintale
Dazio del filo di
cui sono composte con l'aggiunta di 15 lire
il quintale
218
Id.
1. »
8. »
222 a
Id.
600. »
800. »
222 b
Id.
200. »
300. »
226 6-1
Id.
12. »
14. »
Id.
15. »
20: »
Id.
75. »
125. »
227
Apparecchi di rame, ecc., per riscaaldare, distillare, raffi-
228 a
Strumenti ottici di musura, di osservazione, ecc. . .
245
Terre colorate (boli, ocre, ecc.)
246 a
Gessi, calce, eco
Id.
Esenti
4. »
tonnellata
Esenti
4. »
256 a-1 Lastre di vetro o di cristallo, non pulite, comuni da
finestra, che misurano in larghezza e lunghezza riunite meno di 120 centimetri
Quintale
8. »
9. »
256 a-2 Lastre di vetro o di cristallo non pulite comuni da
finestra da 120 a 200 centimetri. .
.
Id.
10. »
11. »
256 a-B Lastre di vetro o di cristallo non pulite, comuni da
finestra che misurano più di 200 centimetri . . . .
Id.
12. »
13. »
329 a
Id.
80. »
100. »
329 6
Mercerie comuni
Id. fini
Id.
150. »
200. »
330 a
Ventagli ordinari
Id.
90. »
100. »
334 c
Gomma elastica in fili
Id.
50. »
75. »
Atti
Parlamentari
Camera dei Deputati
— 3965
LEGISLATURA XVI —
2a
SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8
Allegato C.
Aumenti recati dalia Camera dei deputati alfe proposte delia Commissione parlamentare
per la riforma doganale sui dazi industriali.
1-1
o>
VOCI DI TARIFFA
Aumenti
Proposte
della
Commissioni
introdotti
dalla Camera
Quintale
10. »
25. »
Unità
190(2-2
Pelli conciate senza pelo ovine
190
Pelli conciate senza pelo verniciate
Id.
80. »
90. »
206 a - 3
Ferro e acciaio di seconda fabbricazione in oggetti
stagnati, ecc
Id.
13.50
15. 50
209 &
Acciaio temprato in fili
Id.
12. »
15. »
226 d
Locomotive senza tender
Id.
13. »
14. »
226
Macchine da cucire con tavola
Id.
16. »
25. »
229
Guarniture di scardassi
Id.
65. >
75. »
329 c
Vassoi e rapporti da mobili
Id.
30. »
60. »
1-2
Atti
Parlamentari
—
LEGISLATURA XVI —
2
a
SE8SI0NE —
3966
Camera dei Deputati
-
DISCUSSIONI —
TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8
F I L A T I
di
di
lino
Dazio
(a)
di
cotone
Dazio
lana
Dazio
PAESI
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»
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L.
a
C.
L.
a
o
03
ce
a
a
a
a
C.
L.
C.
L.
C.
. . . . . .
Quint.
11.50
70. »
11.50
»
34. 65
18. >
102. »
30. »
15. »
60. >
156.25
18.50
(C)
556.14
15. »
60. »
»
convenzionale
o
a
o
o
05
ci
Ö
M
S3
S
L.
a
a
a
a
»
Italia
generale
convenzionale
generale
convenzionale
generale
C.
L.
C.
L.
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3
a
C.
»
»
o
o
45. »
117. »
(b)
3. 75
(b)
50. »
31. »
217. »
3. 75
30. »
L.
92
e«
a
C.
L.
C.
»
»
»
»
A u s t r i a - U n gheria
Id.
3.75
45. »
Francia
Id.
16. >
338. »
Id.
6.25
25. »
Id.
27.50
122.50
27.20
111.80
125. »
250. »
7.60
175. >
100. »
300. »
100. »
195. »
Id.
84. »
168. » 84. »
168. »
75.60
168. »
75.60
168. >
263. » 1,400. »
263/»
»
Germania
. . . .
Spagna
Portogallo
. . . .
13. *
»
»
(c)
15. »
»
414. »
»
20. >
»
145. »
»
(«) Il dazio sulle catene ordite non è stato contemplato, come pure non lo sono stati quelli sui fili da cucire preparati per la vendita
(6) Secondo la tariffa austro-ungarica il dazio di lire 3 . 7 5 sui filati di lana comprende i filati weft oltre il n. 30 metrico.
(c) Nei filati di cotone (Francia) il dazio massimo inscritto nella tabella è quello che si riferisce ai filati ritorti a due o tre
cui è composto il filato ritorto, e non sul peso.
(d) Nei dazi sui tessuti non si è tenuto conto di quelli sui tessuti ricamati, nè di quelli sui merletti, pizzi, tulli, ecc.
(e) In Spagna le maglie, le coperte, i tappeti di lana, sono assoggettati ad un dazio minore.
( f ) Il dazio di lire 840 comprende i tessuti graticolati fini, fra i quali, secondo la tariffa portoghese, sono pure classificati
di 420 lire il quintale.
(g) Questo dazio comprende tutti i tessuti di seta pura, eccettuati i nastri sui quali il dazio è di lire 3080 il quintale
Atti Parlamentari
Camera dei Deputati
— 3967 —
LEGISLATURA XVI — 2 SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8
a
T E S S U T I (d)
di l i n o
Dazio
generale
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L. C.
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Dazio
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Dazio
convenzionale
generale
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C.
L. C. L. C. L. C.
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Dazio
generale
25. » 258.60
»
»
62. » 380. » »
»
150. > 340. » »
»
15. » 300. »
»
»
85. » 300. » »
»
125. » 275. » >
»
o
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L.
convenzionale
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o
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'a
05»
a
a
ai
ai
C. L.
'ai
C. L.
C. L.
700. » 1,300. »
>
1,000. » 1,250. » 500. »
C.
»
-
»
28. » 530. » 22. » 345. > 62. » 770.50 50. > 621. » 50. > 211. » 35. » 140. » 186. » 248. » 150. > 200. »
15. » 187. 50
>
» 100. » 287.50 »
>
160. 75 275. » »
»
1,000. » 1,250. »
»
»
125. » 425. » 87. » 385. » 300. » 500. » 154. » 418. » 500. » 800.(") » 350. » 430. » 1,750. » 2,625. » 1,000. » 1,200. »
m
39.20 560. »
»
»
39.20 840.( f )» »
»
224. » 840. » »
(.9)
(?)
3,360. » 3,360. » 3,360. » 3,360.
»
»
al minuto e quelli sui filati di vigogna.
capi imbianchiti. Non si è riportato il dazio sui filati ritorti tinti perchè il dazio è basato sulla lunghe zza del filo semplice, di
i tulli. Fra i tessuti compatti di cotone il dazio maggiore è quello inscritto per le flanelle ' di più colori la cui misura è
dazio vincolato colla Francia.
•
-
-
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•
•
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resoconto stenografico