Aiti Parlamentari ^^^^^^^^ — 3915 — ' LEGISLATURA XVI — 2 a SESSIONE — Camera DISCUSSIGLI — dei TORNATA DEL 2 3 GIUGNO Deputati 1888 CXL. TORNATA DI SABATO 23 GIUGNO 188 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BIANCHERI. SOMMÀRIO. Osservazione guitasi là discussione spesa al capitolo Baccarini, Levi, provati i capitoli capitoli, Sorrentino, parlano — F., iZ relatore rimanenti sui successivi dei lavori e di agricoltura del deputato tinio segreto sul bilancio del Ministero Lovito, Bonfadini, dell' istruzione Adamo!:, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana precedente, che è approvato*, quindi legge il seguente sunto di Petizioni. 4317. L a Deputazione provinciale di Mantova consente nella petizione (ri. 4229) della Deputazione provinciale di Padova, relativa all'allacciamento delle ferrovie secondarie ed al servizio cumulativo. 4318. L a Giunta municipale di P a r m a chieda che vengano modificate alcune disposizioni del delle $ono della del Sorrentino — e straordinaria Zeppa, i primi ed il presidente il risultamelo < 16 Filì-Astolfone, — Approvami e dei ministri due domande soElia, Franceschini, i disegno di legge. =• Camera comunicate comunica finanze rimasta pubblica senza discussione, Colombo, Ellena1 == Se- Cor reale, il totale della spesa ordinaria e gli articoli dell' istruzione L a seduta comincia alle 2.15 pomeridiane. 542 Indetti, Lacava, del presidente — Il presidente pubblica Diligenti, ed il ministro ed il ministro e commercio. = Bobbio, l'altra a quest'ultima. dell'istruzione Conti, Bonfadini, complessivo parlamentari dei lavori parlamentari, dell' entrata — Approvati, Maurogònato e lo stanziamento di rispondere Gamba, Arcoleo i deputati deputato sull'ordine Nasi, del bilancio, approvasi toli del bilancio una del deputato Balestra, deputato zioni zione pubblica Camera i deputati discussione del bilancio il relatore sull'ordine della del bilancio del Ministero Parlano Martini Luzi, — Seguito della dei capitoli 45 Favole, Flauti, del presidente di capi- Osservòdell' istru- interpellanza, del Consiglio si della votazione riserva a, scru- pubblica. disegno di legge sulla riforma della legge comunale e provinciale. Congedi. Presidente. Chiedono un congedo, per motivi di famiglia, gli onorevoli : Toaldi, di giorni 15 ; Sciacca delia Scala, di 10 ; Bertolotti, Bernardi, Baracco, Berneschi, Figlia, Ginori e Galli, di 5 ; Alimena, Scarpelli, Ganzi, Cavalieri e F a b r i s , di 8 ; Badini, di 3; Casati, di 6; Di Breganze e F a r i n a Nicola, di 7. P e r motivi di salate : l'onorevole Rizzardi, di giorni 30. P e r ufficio pubblico: gli onorevoli Papadopoli, di giorni 5 : Pelloux, di 30. (Sono conceduti). Atti Parlamentari LEGISLATURA X Y I — 3916 — 2a SESSIONE — DISCUSSIONI — Deliberazione sull'ordine del giorno, Presidente. L'ordine del giorno recherebbe lo svolgimento di una interpellanza dell'onorevole deputato Indelìi al ministro di agricoltura e commercio, ma, viste le condizioni della discussione dei bilanci, pregherei l'onorevole Indolii di consentire che questo svolgimento sia rimesso ad altro giorno. Indeiii- Proporrei che si stabilisse il giorno di lunedì» Grimaldi, ministro di agricoltura & commercio. Io non ho niente da opporre. Faccio però osservare che, lunedì, si farà al Senato la discussione del bilancio del Ministero di agricoltura e commercio. Quindi, o si fissi questo svolgimento nella seduta mattutina di lunedì, o si faccia in modo che la seduta pomeridiana incominci ai tocco. Sono agli ordini della Camera. Presidente. Se vi sono due sedute, non è possibile che la seconda incominci al tocco. Sa la seduta mattutina va fino al tocco, non si può stabilir per quell'ora la seconda seduta. Grimaldi, ministro ci'agricoltura e commercio. Questo svolgimento si può allora rimettere a martedì in principio di seduta, se saranno finiti i bilanci. Martedì sarò libero, P s'esili ente. Consente l'onorevole Indolii ? fndeSIL Consento. Presidente. Allora rimane così stabilito, Discussione del bilancio del Ministero della poliMica istruzione. Presidente, L'ordine del giorno reca : Seguito della discussione sullo stato di previsione della spesa del Ministero della pubblica istruzione per l'esercizio finanziario 1888-89. La discussione rimase ieri sospesa al capitolo 41. L'onorevole Nasi ha facoltà di parlare. Nasi. Io non intendo approfittare della discussione di questo capitolo, per dire quanto avrei voluto e potuto, nella discussione generale, sui difetti dei vari ordinamenti scolastici. Che se questa discussione si è forse soverchiamente prolungata, ne hanno anche colpa involontaria l'onorevole relatore e l'onorevole ministro. Il primo, perchè con ìa sua relazione e con le sue parola ha posto una quantità di quesiti importanti; il secondo, perchè nuovo, e non vincolato eia alcun precedente, ha fatto nascere la speranza di molte Camera TORNATA DEL 2 3 GIUGNO dei Deputati 1888 e buone riforme, sulle quali ognuno ha voluto manifestare la sua opinione. Nella discussione avvenuta io ho trovato una cosa veramente notevole, una specie di gara coraggiosa nella manifestazione di verità, o di opinioni ardite ; e 1' onorevole relatore ne ha dato ampiamente l'esempio. Ma l'avrei molto più ammirato, se la critica sagace che ha fatto degli ordinamenti universitari, l'avesse anche estesa agli ordinamenti della istruzione secondaria, e piti specialmente a quelli dell' insegnamento tecnico. Quel processo di specificazione, vizioso perchè eccessivo e meccanico, che egli ha riscontrato negli insegnamenti universitari, credo che si sia manifestato con forme anche più sbagliate, e che abbia prodotto danni maggiori nella istruzione mezzana. Noi, coli'idea di provvedere a bisogni nuovi, abbiamo avuto un gran desiderio di specializzare; ed abbiamo creato una quantità di tipi scolastici. E poi questa specificazione abbiamo altresì voluto estendere all'insegnamento; onde ne sono venuti quegli errori, quei frazionamenti, quegli eccessi, che alla Camera molti oratori hanno deplorato. Da ciò la questione dei programmi, che non intendo qui ripetere. La specificazione si è introdotta persino nelle materie; sicché qualche volta si è preteso che una materia nell'insegnamento classico fosse trattata in un modo diverso da quello che è trattata nell'insegnamento tecnico; quasi che, per esempio, F Italiano dell' insegnamento classico fosse diverso dall' Italiano dell' insegnamento tecnico. Poi questa frenesia di specificazione si è'anche manifestata dentro ai vari enti scolastici ; sicché abbiamo ginnasio inferiore e ginnasio superiore, come abbiamo il corso elementare inferiore e superiore, ed abbiamola scuola tecnica e l'istituto tecnico; e quando si tratti di una città marittima, si sente subito anche il bisogno di una scuola nautica, che tende a trasformarsi in istituto nautico. Sono sorte le varie forme di scuole magistrali; poi la scuola di arti e mestieri. Ed ora siamo nel tempo in cui tutti quanti desiderano la formazione di altri tipi scolastici, che rispondano meglio ai bisogni popolari. Ora dalla molteplicità di questi tipi scolastici viene anche la necessità di creare scuole con un insegnamento che si vorrebbe pretendere completoj e la necessità di fornire agli studenti la cosiddetta licenza. Abbiamo troppe licenze; piccole e grandi, che naturalmente rappresentano .questo preteso sistema di" cognizioni complete. Atti Parlamentari LEGISLATURA XYI — — 3917 — 2 a SESSIONE — DISCUSSIONI — Da ciò è altresì venuta la necessità di distribuire in ciascun gruppo di scuole, una quantità d'insegnamenti, e la necessità di ripeterli, aggiungendovene degli altri nella sfera superiore. Lascio considerare a chiunque gli effetti dannosi, dal punto di vista didattico, di questo sistema di specificazione. Oggi si studia per l'esame e soprattutto per l'acquisto di una licenza. Certo è che, volendo costituire molti tipi scolastici e molti gruppi di scuole, noi che andiamo sempre dicendo essere ostacolo alla riforma scolastica la mancanza dei fondi, aumentiamo le spese in un modo esorbitante ; perchè con questo sistema abbiamo bisogno di molte direzioni distinte, di molti locali, e quindi di gabinetti, di biblioteche e di personale speciale, sia insegnante che subalterno. Ora tutto ciò a chi giova? Se io dovessi esprimere la mia opinione, con la massima franchezza, direi che questo sistema finora ha giovato agl'insegnanti, i quali hanno potuto trovare in esso il mezzo di redimersi dalle condizioni poco agiate, in cui la legge li mantiene con scarsissime ed ingiuste rimunerazioni. Non sono pochi gl'insegnanti delle scuole secondarie, che hanno un cumulo d'insegnamenti; che uniscono all'ufficio proprio parecchi incarichi. E se l'onorevole relatore, invece di limitarsi alla statistica degl'incarichi nelle Università, avesse avuto il pensiero di darci anche la statistica degl'incarichi negl' istituti dell'istruzione mezzana, si sarebbe veduto come una gran quantità di simili incarichi, malamente distribuiti, vi producono inconvenienti gravissimi. Ma l'insegnante delle scuole secondarie non si limita al cumulo degli uffici ; qualche volta ricorre ad altri espedienti per risolvere il problema economico. Io non esito a segnalare all'onorevole ministro un inconveniente, che forse non è così raro come può essere riferito al Ministero, cioè, la frequenza dell'insegnamento privato, delle lezioni particolari, che molti insegnanti dànno spesso ai proprii alunni, facendo loro pagare una tassa, che può anche rappresentare un premio di assicurazione. Molti presidi e provveditori, non sentendosi capaci di reprimere questa colpa, tacciono col pretesto dei mancati reclami; e taluni, venendo dalla stessa via, non possono tirare la prima pietrai Ora io conosco un altro cumulo che sarebbe molto più opportuno ed efficace; cioè quello che riunirebbe insegnamenti affini, per obbligo di legge, nello stesso insegnante; e ciò a fine di economia da una parte, ed a fine didattico dall' altra, impedendo quell'inconveniente, spesso deplorato, Camera dei TORNATA DEL 2 3 GIUGNO Deputati 1888 che gli insegnanti delle scuole secondarie troppo si occupino dei loro rispettivi insegnamenti, senza dare alia intelligenza della gioventù insegnamento proporzionato. Ma io non mi fermo a questo punto ; ho idee radicali sulla riforma dell'insegnamento tecnico. Per me la distinzione tra insegnamento tecnico ed insegnamento classico è viziosa; costituisce un errore pedagogico ed un errore politico. L'onorevole relatore, parlando appunto di que sto capitolo, ripeteva opportunamente una censura fatta alle scuole tecniche, inquantochè esse non rispondono al doppio ufficio a cui sono destinate, di dare la cultura necessaria per le professioni minori, e di preparar bene i giovani agli studii tecnici superiori. Domandava quindi se non fosse il caso di trattenere il continuo movimento di conversione delle scuole comunali tecniche in scuole governative. Ma dopo aver posto il quesito, la Giunta si è limitata a proporre il risparmio di lire 20,000 su questo capitolo del bilancio. Per conto mio, senza pretendere certamente di fare proposta indiscutibile, ma col convincimento d'interpretare veri bisogni, farei quella addirittura di abolire le scuole tecniche. Né mi fermo a questo punto, perchè proporrei altresì l'abolizione, od almeno la trasformazione radicale degli istituti tecnici. C'è una contesa vecchia tra i così detti fautori del tecnicismo ed i fautori del classicismo; ed io mi limiterò a ricordarla; perchè la Camera non ha bisogno di avere notizie su questo argomento da me. Si è detto che la scuola secondaria classica debba dare alla gioventù, che si prepara alle grandi professioni, il così detto ideale disinteressato della vita; quindi nulla di meglio che lo studio del mondo antico, e perciò Io studio della storia e delle lingue classiche, che sono ritenute lingue eminentemente pedagogiche. Ma naturalmente, non potendo eliminare ciò che è portato della civiltà moderna, si è anche introdotto negli istituti classici una piccola dose di scienza. I tecnicisti, alla loro volta, prendendo le mosse dallo svolgimento e dall'importanza delle scienze moderne, vi dicono che F insegnamento tecnico ha un grande avvenire, perchè esso ha per massima d'istruire per la vita. Ora, o signori, a me pare che queste sieno da una parte e dall'altra.vere esagerazioni. Istruire per la vita è certamente un grande principio, ma esso costituisce una finalità pedagogica, che deve essere comune a tutti i gradi d'insegnamento* Istruire per la vita non significa istruire per Atti 3918 irèamentari LEGISLATURA XVI — 2 a SESSIONE — (Jamara dei DISCUSSIONI l'utile personale, ma provvedere in modo che la scuola abbia un nesso, come si è detto più volte, con la vita sociale e con il buono esercizio delie professioni. Aggiungasi che questa distinzione fondamentale fra l'insegnamento tecnico ed il classico, costituisce una specie di violenza alle vocazioni, anzi impedisce che si possano manifestare a tempo. In un'epoca in cui si accentua l'antagonismo delle classi, non può essere ritenuto utile un ordinamento che produca una quantità di ceti scolastici e tolga innanzi .tempo la comunanza dei giovani di ogni classe sociale nelle scuole secondarie. Col creare una fittizia distinzione tra lo stadio classico ed il tecnico, noi, a furia di programmi e regolamenti, distribuendo le lettere e la scienza, nelle varie scuole, per farvi ora la parte di accessorio, ora di principale, noi facciamo che non si studi bene ne l'una cosa, ne l'altra. In altri termini io credo sommamente utile che i due rami d'insegnamento siano riuniti in unico tronco; e con ciò non credo di andare in esagerazione, perchè io non dico che debba essere completamente soppresso il ben'inteso insegnamento' tecnico. Dateci la scuola popolare che ci manca, come complemento della scuola elementare, che dovrebbe essere; tutta obbligatoria; dateci le vere scuole magistrali ; dateci le scuole ove veramente s'insegni per le arti, pei mestieri, per le minori professioni ; dateci tutti questi insegnamenti speciali, ma coordinati all'istruzione primaria ed all'istruzione media unica; ed avrete risoluto completamente il problema tanto dibattuto. Naturalmente in questo progetto della scuoia media non c'è posto per la pretesa di tutti coloro che vogliono moltiplicare gl'insegnamenti, sia delle lettere che della scienza; ma è così che la scuola secondaria potrà davvero essere capace di darci una,buona coltura generale; è cosí che la coltura scientifica non farà divorzio dalia coltura emozionale, rispondendo ai fini educativi della scuola. Ed ò così che la scuola secondaria potrà davvero preparare i giovani agli studi superiori con un processo pedagogico, che non sia tutto il contrario del processo intellettuale, senza, cioè d i stogliere i giovani dallo studio, rendendolo troppo oneroso nei gradi inferiori, per venire a una libertà quasi assoluta nei gradi superiori. Una riforma, onorevole ministro, intesa in questo modo, riuscirà tanto utile quanto facile; perche essa non troverà avanti a sè il solito ostacolo formidabile della spesa. Difficilissimo è riformare, quando si ha un meccanismo complicato Deputati TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8 e pieno di congegni, in gran parte, inutili; ma non è difficile riformare, quando si tratta, come nel caso presente, di semplificare e di coordinare. Allora l'istruzione mezzana sarà esente da molte censure; e forse non resterà che una censura sola, che è la meno giusta, benché tanto ripetuta anche nella presente discussione; cioè, che questa istruzione sia oggi la fabbrica degli spostati. Gli spostati non sono un frutto delle scuole secondarie; non sono esse che danno ai giovani la preoccupazione dell'avvenire, l'incertezza e gli scoraggiamenti. Gli spostati rappresentano un fenomeno di cause sociali molto complesse; gli spostati sono conseguenza di quella esacerbazione della lotta per l'esistenza, che vien necessaria dall'applicazione di un concetto atomistico della libertà, nell'attuale regime economico; e che costituisce un periodo certamente transitorio della storia. E d appunto perchè tale è il fenomeno, accade spesso che i giovani si domandano se sono i più dotti, i più intelligenti, i più buoni che riescono a guadagnare i favori della fortuna e le migliori posizioni sociali. Tengo per fermo che lo Stato, assumendo l'uffizio assegnatogli dalla democrazia, dovrà darsipensiero di questo inasprimento della lotta per l'esistenza e sottoporla ai fini etici della vita. Ma se la scuola non produce questo fatto deplorevole, non lo corregge nemmeno; in quantoche con queste distinzioni inutili delle scuole tecniche e delle classiche, voi favorite le tendenze pigre dell' intelletto e lo tendenze troppo utilitarie del tempo, L a scuola tecnica, l'istituto tecnico, sono il rifugio di molti che amano poco lo studio. Questa mi pare la verità, e credo poterlo dire per esperienza personale. Quindi non mi posso associare ai desiderii espressi l'altro giorno dall'onorevole mio amico Finocchiaro, il quale sperava che presto la riforma promossa dall'onorevole Ceppino sull'insegnamento secondario classico venisse alla Camera, Io pregherei l'onorevole ministro Boselii di ritirarla, invece, per darci una riforma di tutto l'insegnamento secondario. Ne vale che iì Senato abbia approvato quehprogetto, imperocché io trovo eloquentissirae le seguenti parole dell'onorevole relatore Tabarrini : u Leggi incompiute e di carattere incerto, come è quella che ora si propone, manifestano la mancanza di criteri concordati nell'ambiente morale che ci circonda e sono piuttosto espedienti e t r a n sazioni secondarie, posti innanzi nell'impossibilità di far risolvere le questioni principali. „ Atti - 3919 Parlamentari LEGISLATURA XVI — 2 a Camera dei Deputati SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8 L'onorevole ministro non vorrà certo seguire la politica dei piccoli espedienti 5 vorrà fare delle ' buona riforme. Molti hanno deplorato l'eccessivo numero delle nostre Università, di queste grandi navi della pubblica istruzione, che disgraziatamente non sono ben costruite, come quelle che l'Italia deve al talento geniale dell'onorevole Brin. Io confido che l'onorevole Boseìli possa darci le buone navi medie, e soprattutto il buon personale, perchè la questione delle scuole in Italia è anche una questione di difesa. {Bene!) Presidente. Onorevole ministrò, le do comunicazione dell'ordine del giorno proposto dall'onorevole Conti, così potrà dichiarare se l'accetti 0 no: " La Camera autorizza il ministro ad inscrivere nel prossimo bilancio di assestamento, Ire 4,500, somma occorrente per l'impianto delle due sezioni, Ragioneria e Commercio ed Agronomia, nell'Istituto tecnico di Lodi, e lo autorizza altresì a decretarne l'apertura per il prossimo anno scolastico. „ L'onorevole miniatro ha facoltà di parlare. Boselli, ministro dell'istruzione pubblica. Faccio mie le- dichiarazioni esposte ieri alla Camera dall'onorevole relatore della Giunta generale del bilancio. •Dopo queste dichiarazioni ritengo che l'onorevole deputato Conti consentirà a ritirare il suo Ordine del giorno. Uguale dichiarazione io sono disposto a fare, e penso che la Commissione non dissenta da me, rispetto alla conversione di altri istituti scolastici. L'indole del bilancio della - pubblica istruzione, 0 meglio l'indole dei servizi a cai si riferisce, è tale che non si può sempre rigorosamente rimanere nella precisa osservanza delle norme che governano la materia dei bilanci ; ma è mestieri tener conto di taluni casi eccezionali, carne quello del quale ci ha intrattenuto l'onorevole deputato Conti. Entro i debiti confini si può ammettere il metodo dichiarato ieri dall'onorevole relatore. L'onorevole deputato Nasi ha svolto in questa Camera un ordine di idee molto importante, e che è bene sia stato qui ricordato, L'ora del tempo non mi consente di discutere con lui il grave argomento, che bisognerebbe trattare percorrendo la genesi delle nostre istituzioni scolastiche, e confrontandola con quella di esse ni tutti gli altri pgesi civili nei quali,-per vero dire, l'unicità.cui egli ha accennato non si avvera. Anzi, nel paese che suole essere eia tutti per gli istituti, scolastici più ammirato, nella Germania, oltre l'istruzione classica propriamente detta e l'istruzione reale, abbiamo altresì un'istituzione media, meno clàssica, ma che appartiene pure al•ordine di quelli studi che chiamiamo umani, la quale dimostra come nella società moderna in mezzo a tante varietà di aspirazioni si crede da quel dotto e grande popolo che non sia male vi siano diversi tipi d'istituti classici. Ad ogni modo quando l'onorevole Nasi testé ricordava che l'albero del sapere umano è un sol tronco, mi richiamava alla mente un'immagine uguale messa innanzi da quell'illustre uomo che fu il Sella, il quale appunto era d'opinione che il tronco del sapere umano è unico, ma come i rami se ne innalzino e come si svolga in ciascuno di essi il succo vitale richiamato dalle radici, costituirebbe tale un problema, ohe ora non mi è dato di risolvere. La mia dichiarazione è questa : avrò presente anche, l'ordine d'idee dell'onorevole Nasi» Presidente». Onorevole Conti, mantiene 0 ritira il suo ordine del giorno? Conti. Ringrazio il ministro delle dichiarazioni che ha fatte, e ritiro il mio ordine del giorno. Presidente Non essendovi altre osservazioni, rimane approvato il capitolo 41. Capitolo 42. Insegnamento industriale e professionale - Sussidi ad istituti, a scuole e ad insegnanti; assegni di borsa e premi d'incoraggiamento; compensi al personale per la Giunta centrale e ai commissari per gli esami di licenza ; rimunerazioni e sussidi eventuali; propine di esami, lire 844,175. Capitolo 43. Scuole tecniche - Personale (Spese fisse), lire 2,494,355.10. Su questo capitolo ha facoltà di parlare l'onorevole Diligenti. Diligenti. Io mi era iscritto per chiedere il provvedimento che ieri in fin di seduta ci an» nunzio l'onorevole relatore"; cioè che gii stanziamenti che non figurano nel bilancio attualmente in discussione per le scuole tecniche di cui fu ammesso il passaggio da comunali a governative, vengano trasportati ai bilancio di assestamento. Dopo l'assicurazione dataci dall'onorevole Arcoleo io non avrei più su tal proposito ragione di parlare, se la scuola di San Sepolcro nella Valle Tiberina fosse compresa tra le undici che si debbono convertire (uso la parola ufficiale della relazione) al 1° ottobre 1888. Ma co testa scuola non è nominata nell'elenco ; e quantunque l'onorevole relatore cortesemente mi abbia informato ehe i desideri! miei e quelli della egregia rappresentanza comunale di quella industre città Atti Parlamentari — 3920 — Camera dei Deputati LEGISLATIVA XVI —- 2 SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8 a verranno sodisfatti, prego la cortesia del ministro e del relatore di volermi dare oggi positiva assicurazione in questa Camera che anche cotesto istituto, rinnovellato, potrà sorgere alla stessa data del 1° ottobre 1888. Del resto con ciò non si colmerà che una delle tante lacune che si sono deplorate nel corso di questa discussione e che così particolarmente si riferiscono alla regione toscana cui appartiene la Valle Tiberina della quale è San Sepolcro centro cospicuo. La Toscana è una di quelle regioni che più si risentono della sperequazione del concorso governativo nell'insegnamento secondario, di cui molti oratori hanno parlato*, sperequazione che è funesta all'economia degli enti locali non che alla cultura nazionale. I governanti toscani del 1859 e del 1860, allora con pieni poteri, respinsero infatti la legge Casati del 1859, la quale era allora già stata promulgata, e vi sostituirono una più piccola legge per l'istruzione secondaria, la legge Ridolfi, la quale consacrava il principio dell'autonomia dei comuni per questa parte. Questo principio di autonomia poteva certo avere i suoi pregi, se si fossero disposti i mezzi necessari perchè i comuni sodisfacessero a questo ufficio, e se si fosse potuto in seguito impedire l'esaurimento di tanti proventi dei comuni, e non si fossero invece messi nella necessità di ricorrere ad ogni sorta di economie nelle spese facoltative. Da questo consegue che l'insegnamento congregazionista e clericale, il quale già pullulava singolarmente in Toscana, prese straordinarie proporzioni, sostituendosi facilmente col solito buon mercato alle scuole comunali, od assumendone l'esercizio. In alcune provincie divenne quasi un monopolio: si impose alle amministrazioni locali e s'impose allo stesso Governo. Io non ho che a ricordarvi la celebre contesa per gli Scolopi a San Giovannino nel 1878, che affaticò lungamente ed anche dolorosamente il Governo e la pubblica opinione. Potrei citare anche altri episodi, di minor grido, ma non di minore importanza, che dimostrano con quale tenacia si difendesse e si difenda tuttora in Toscana l'insegnamento congregazionista, o clericale. In alcune provincie non vi sono affatto istituti governativi, o ve n'.è' uno solo, come rammentò l'altro giorno l'onorevole Martini. Gii educandati sono tutti, più o meno, monacali; non vi è quasi un convitto nazionale, Io credo che oggi soltanto se ne 'siano potuti fondare duo militarizzati, e questi con qualche difficoltà, ad ogni modo funzionano da pochissimo tempo. Nel corso di questa discussione è stato detto troppo, e troppo bene, come nelle scuole oggi si annidino le più poderose insidie contro il principio nazionale, e contro tutti i principii delia società moderna. Io, quindi, non intendo, su questo argomento, dire una parola di più, e sfondare delle porte spalancate. A me sembra però che, in tali condizioni, il Governo debba accogliere premurosamente tutte le domande di quei municipi, i quali non sono così riottosi all'insegnamento locale; e che debba assicurare l'impianto di istituti come questi delle scuole tecniche governative, che certo si potranno discutere, ma che rispondono, meglio degli istituti clericali, degli istituti congregazionisti, alle esigenze dello spirito moderno e della stessa esistenza nazionale. E, poiché ho facoltà di parlare, mi permetterò di aggiungere una sola parola su questo argomento delle scuole tecniche governative. Io non voglio entrare nella parie didattica, toccata così maestrevolmente dall'egregio relatore, ed oggi così sapientemente discussa dall'egregio preopinante, l'onorevole Nasi. Forse potrei, su questo, accostarmi, in gran parte, alle opinioni manifestate dall'onorevole relatore. Ma io voglio dire una parola soltanto della parte direttiva ed amministrativa. Lo estendere oltremodo la ingerenza del Governo, per questa parte (poiché trattasi di instituti che dovrebbero essere, almeno generalmente, facoltativi) non mi pare troppo conforme a quei principii di decentramento e di divisione di poteri, che sono i miei e che credo sian quelli di molti altri colleghi. Non mi pare poi assolutamente giusto che tutte le facoltà siano assorbite dal Governo, e di tutte siano spogliati i comuni ; ai quali rimane la massima parte delle spese: tre quinti pel personale, e tutte quante quelle d'impianto e di manutenzione. Io comprendo che a questa guisa si è tolto l'adito a parecchi inconvenienti tra cui quelli da me accennati. Prima di tutto, l'onorevole Coppino ha probabilmente immaginato e messo in atto questo nuovo instituto di scuole governative che, del resto mi compiaccio di veder continuato dal suo successore per aver riconosciuto la difficoltà di far approvare una legge di riordinamento generale delia istruzione secondaria sebbene da tutti invocato. Ed io lo lodo di avere imaginato cotesto espediente, che ha potuto almeno in parte riparare a tanta sperequazione, e che introdottosi così di straforo nel bilancio ha potuto già dare Atti Parlamentari LEGISLATURA XVI 3921 2 a SESSIONE DISCUSSIONI resultati di qualche importanza. E lodo pure il suo successore di continuare per questa via. Poi vi sarà stata anche un'altra ragione ed è questa. E dolorosamente vero (e io ho pure dovuto accertarlo per mio conto) che in alcuni manca non solo la competenza, ma anche 1' amore per l'insegnamento; onde avviene che molti insegnanti si trovano in balìa dei capricci e delle passioni locali, che molti istituti potrebbero sorgere e cadere a seconda dei responsi non sempre illuminati dalle urne amministrative. Quindi io approvo questa specie di consolidamento di tali istituti, come un progresso sul passato, augurandomi però che un migliore avvenire possa dar luogo a un ordinamento più omogeneo e più razionale, e in attesa di quell'altro pareggiamento dell' insegnamento secondario di cui l'onorevole ministro Boselli ci ha confermato la speranza. E poiché ho ricordato la legge Ridolfi in Toscana, mi fo lecito di richiamare l'attenzione dell'onorevole ministro sull'anomalia delle svariate legislazioni che si verifica in Toscana ove la istruzione secondaria ed anche la primaria sono regolate da tre diverse leggi che si escludono e si contraddicono a vicenda. In Toscana, infatti, oltre la legge Ridolfi per le scuole secondarie, impera la legge Casati per la istruzione primaria pubblica, ma per la privata, tanto secondaria che primaria, vi è un'altra legge quella Baccella promulgata in tempi di reazione, nel 1852 che ancora non fu abrogata; legge che sottopone l'esistenza e la sorveglianza delle scuole secondarie ed elementari private alla direzione ed alla sorveglianza dei vescovi oltreché al pieno arbitrio del potere esecutivo. Questa legge è andata in disuso e difficilmente oggi certo si potrebbe applicare, ma non sarebbe egli conveniente che fosse abrogata almeno per le scuole secondarie, per cui certo oggi sussiste? (Segni di diniego del ministro). Eppure io assicuro l'onorevole ministro che questa legge è ancora in vigore. Aggiungerò anzi che, avendo io ricorso per una gravissima questione, relativa appunto all'insegnamento clericale in Toscana, all'autorità governativa, questa, per farmi ottenere quella ragione che dovevo avere e che con la legge Ridolfi non avrei mai potuto ottenere, per ossequio ai principi, che ci governano e nell'interesse di codesti principi è ricorsa appunto a codesta legge la quale, mentre conferisce grandi facoltà ai vescovi naturalmente non concede minore arbitrio al Governo. Camera dei Deputati TORNATA DEL 2 3 GIUGNO Spero quindi che l'onorevole ministro si varrà di questo mio modesto avvertimento per sottoporre anche F insegnamento privato in Toscana a quella discipline che sono conformi ai nostri ordinamenti e che regolano cotesto insegnamento in ogni altra parte d'Italia. Presidente. L'onorevole Indolii ha facoltà di parlare. I¡ideili. Una modesta preghiera. La scuola tecnica di Monopoli doveva essere convertita in governativa. La domanda presentata a questo scopo è però rimandata da un bilancio all'altro ed ancora rimane inesaudita. Ultimamente il Ministero aveva negato il sussidio a quella scuola perchè si diceva che essa non si era uniformata alle prescrizioni del Governo stesso ; ma io so che, in seguito ad una visita fatta fare dal provveditore, le cose sono stato trovate perfettamente in regola. E siccome lo pratiche per questa conversione sono avanzate, io vorrei pregare l'onorevole ministro di fare in modo che nel bilancio d'assestamento fosse accolta quest'annosa domanda del comune di Monopoli. Non ho altro da dire. Presidente. L'onorevole relatore ha facoltà di parlare. Arcoleo, relatore. Ieri a nome della Commissione del bilancio, feci una dichiarazione la quale si riferiva non solo alle scuole tecniche ed agli istituti tecnici ma anche ad istituti appartenenti all'istruzione primaria. Quindi in quella dichiarazione, confermata stamane dall'onorevole ministro, è compresa la scuola di San Sepolcro, di cui ha parlato l'onorevole Diligenti, e potrebbero esservi comprese anche le scuole di Monopoli e di Città Sant'Angelo. Senonchè debbo fare un'osservazione. Non deve attribuirsi a negligenza ne del Ministero ne della Commissione, se la scuola di Monopoli non e stata ancora trasformata. E vero che questo desiderio fu manifestato, è vero che delle iniziative furono prese, ma poi ristagnarono, cosicché in questo momento non si potrebbe rivolgere l'attenzione del ministro che sul sussidio da accordarsi a quella scuola. Ed io so che il ministro ha intenzione di concederlo dappoiché le ispezioni hanno già assodato che la scuola medesima ha corrisposto alle istruzioni che si erano date in proposito. Quanto alla conversione poi, la scuola di Monopoli prenderebbe lo stesso posto delle altre, in sede d'assestamento. L'onorevole Diligenti ha sollevato un' altra questione rispetto alla conversione delle scuola Atti Parlamentari LEGISLATURA XVI — — 2a SESSIONE — 3922 DISCUSSIONI — tecniche, ed ha accennato anche all' insegnamento privato. Io faccio osservare che anche la Commissione generale del bilancio nelP allegato numero 16 ha pubblicata u n a relazione sull'opera del Ministero, dalla quale si vede con quanta diligenza esso abbia rivolte le sue cure anche all'insegnamento privato delle scuole tecniche. P r e s i d e n ! © . H a facoltà di parlare l'onorevole ministro della pubblica istruzione. BoselII, ministro dell'istruzione pubblica.Io confermo un'altra volta, così in risposta all'onorevole Diligenti come all'onorevole Indelli le dichiarazioni già fatte dalla Commissione del bilancio e da me. Ove gli istituti da essi ricordati si trovino nelle condizioni volute, godranno del medesimo trattamento del quale ieri ed oggi si è discorso. Ringrazio l'egregio relatore di aver ricordato quali sono gli intendimenti dell'Amministrazione rispetto all'istruzione tecnica privata. I n quanto alla istruzione primaria, io mi riservo di esaminare la questione sollevata dall'onorevole Diligenti, ma ritengo che dopo la legge del 1877 sul!" istruzione obbligatoria anche in Toscana non siano più in vigore le leggi delle quali egli ha parlato. Nondimeno mi riservo di esaminare meglio la questione. Presidente. Onorevole Diligenti? Diligenti. Ringrazio l'onorevole ministro e prendo atto delie sue cortesi dichiarazioni, ma io mantengo in modo assoluto quello che ho detto relativamente alla esistenza della legge sul!' insegnamento privato in Toscana, e potrei citare l'autorità di molti alti funzionari del suo Ministero, forse ora non più in servizio, ma non perciò meno autorevoli. Anzi potrei citare anche il parere di persona, cui l'onorevole ministro stesso è certo deferente, almeno in queste materie, vale a dire il parere dell'onorevole Bonghi, il quale consultato da me in proposito mi dichiarò che la istruzione privata in Toscana è ex-lege e che dipende sempre dalle leggi del Granduca. B o s e i ì l , ministro dall'istruzione anni è questo p a r e r e ? Diligenti. D e l pubblica, Di che 1879. Boseilì, ministro dell'istruzione pubblica. Io ho un'altra opinione, ma questo non vuol dire. Indolii. Ringrazio e prendo atto delle dichiarazioni del ministro e relatore per la scuola di Monopoli. P r e s i d e n t e . Non essendovi altre osservazioni, il capitolo 43 è approvato; passeremo al capitolo44. Scuole tecniche - Sussidi ad insegnanti, a scuole e ad alunni, indennità, rimunerazioni e propine di esami - Sussidi a provinole e comuni e ad altri » Camera •— TORNATA D E L 2 3 dei GIUGNO Deputati 1888 Corpi morali pel mantenimento delle scuole tecniche, lire 251,582. 33. H a facoltà di parlare l'onorevole Correale. Correste. Dopo le dichiarazioni fatte ieri ed oggi dall'onorevole relatore, ed avvalorate da quelle dell'onorevole ministro, a me non rimane che di rivolgere a lui una 'ben modesta preghiera, e con stile telegrafico per non f a r perder tempo alla Camera e per meritarmi la benevolenza del ministro. Il municipio di Matera da parecchi mesi ha presentato un' istanza perchè la sua scuola tecnica sia convertita in governativa; ma io non vedo figurare quella scuola nello elenco di quelle che prossimamente saranno trasformate. Mi giova sperare che l'autorità provinciale ab< bia saputo valutare l ' i m p o r t a n z a e l'urgenza di questa istanza, e non l'abbia messa a dormire nei suoi scaffali; onde io rivolgo la preghiera all'onorevole ministro di voler richiamare quella domanda e di accoglierla. La'ci ita eli Matera si è resa veramente benemerita delia pubblica istruzione; oltre all'avere completate tutte le sue scuole elementari, ha una scuoia normale ed ha un liceo ginnasio con convitto che, per avvenuta convenzione, fu dichiarato governativo, ma è mantenuto a tutte spese del municipio. E di questa, questione parlerò a suo tempo, Ma dico solamente ora che non può dirsi a r d i mentosa la domanda della città di Matera per la conversione della sua scuola tecnica, quando sopporta sì gravi oneri per la istruzione pubblica. D'altronde ricordo all'onorevole ministro che la provincia di Basilicata ha cinque scuole tecniche di cui una soltanto è dichiarata governativa, e per ìa. sua vastità, per la sua configurazione e per la difficoltà dei mezzi di viabilità ha ben diritto ai vantaggi che sono stati accordati ad altre provineie. Confido perciò nell'onorevole ministro. Presidente. Onorevole ministro? B o s e l l l , ministro dell' istruzione pubblica. Io rinnovo all'onorevole Correale le dichiarazioni che ebbi a fargli parecchie volte privatamente assicurandolo che se la scuola di Matera si troverà nelle condizioni prescritte, la mia sollecitudine corrisponderà al suo desiderio, Presidente. È approvato il capitolo 44. Capitolo 45. Sussidi per l'istruzione primaria, lire 2,357,883. È presente l'onorevole Balestra ? (Non è presente). Atti — 3923 — Parlamentari LEGISLATURA XVI — 2 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA BEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8 Non essendo presente, perde la sua volta. È presente l'onorevole Sola? Sola. Sì. Presidente. Ha facoltà di parlare. Sola. Io mi ero iscritto per rivolgere una preghiera all'onorevole ministro anche in nome del mio collega ed amico onorevole Gallo che non vedo presente; ma siccome si tratta di cosa che non potrebbe essere svolta con dieci parole e che non ha nessun carattere speciale di urgenza, tengo conto dell'immane lavoro che sovrasta ancora alla Camera e rinunzio ad esporre quella preghiera. (Bene!) Crispi. presidente del Consiglio. Io applaudisco. Sola. Sarà un discorso per l'anno venturo. (Si ride). Questo è un augurio che rivolgo all'onorevole Gallo ed a me. Auguro, poi, a tutti voi di poterlo ascoltare. (Si ride). Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole Nasi. Nasi. Avendo passato molti anni nell'insegnamento non solo, ma anche nella direzione delle scuole, avrei molte osservazioni da fare su questo capitolo. Ma non mi permetto annoiare una se conda volta la Camera; solamente pregherei l'onorevole ministro di rivolgere la sua attenzione sopra alcune cifre relative ai sussidi, che si danno per l'istruzione primaria e popolare. Prendo così, a salti, talune cifre dagli allegati della relazione, per indicare i rapporti approssimativi delle somme distribuite ad alcune Provincie. La sperequazione è evidente: Palermo 31, Trapani 9, Girgenti 19, Caltanissetta 16, Messina 7, Catania 15 Siracusa 29, Brescia 55, Perugia 46, Novara 55, Verona 55, Alessandria 48. Questa disuguaglianza fra le diverse provinole del regno m'induce ad invocare dall'onorevole ministro un trattamento più equo per l'avvenire. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole Elia. Elia. L'istruzione popolare, come ha detto l'onorevole ministro, ha non poco progredito in questi ultimi tempi e le cifre che egli ci ha indicate ce lo dimostrano. Ma a me pare che non basti rendere la scuola popolare più frequentata e si debba fare qualche cosa per renderla più proficua. A questo fine mi permetta l'onorevole ministro di raccomandargli di dare quanto più può e con tutti i mezzi di cui può disporre il maggiore sviluppo possi» bile al lavoro manuale nelle scuole popolari. Col lavoro, all'elemento educativo la scuola aggiungerà l'altro efficacissimo ed assai utile di avviare al lavoro, alle arti e mestieri i figli del popolo ; m Camera dei Deputati che nella grandissima maggioranza oggi a nuìl'altro aspirano (non era così nei tempi della nostra giovinezza) che a divenire impiegati dello Stato e delle ferrovie. Bisogna curare più di quanto si fa l'educazione dei figli del popolo; non è solo coi cannoni e con le grandi e forti navi da guerra che si fa grande una nazione. Grande essa si fa quando il popolo è fortemente educato al lavoro ed ai sentimenti di amore alla patria, E giacche ho la facoltà di parlare, mi permetta, onorevole ministro, che io volga all'animo suo benfatto una calda raccomandazione perchè sia largo di sussidi agli Asili infantili più di quello che non lo sia stata la Commissione incaricata delia distribuzione di tali sussidi. Io conosco un asilo infantile, sorto in un piecolo comune delle Marche per concorso di patrioti, al quale fu negato il sussidio perchè la direttrice, che da oltre venti anni insegna a quei bambini, non è patentata. Cosicché quell'asilo d'infanzia è messo nell'alternativa o di licenziare quella donna che ha fatto per tanti anni da madre a quei piccoli figli del popolo, ovvero di rinunziare al misero sussidio di lire 300 che quella Commissione gli aveva elargito. Io mi rivolgo all'animo gentile dell'onorevole ministro perchè un più largo sussidio sia a quell'asilo accordato e gli sia mantenuta la direttrice che tiene luogo di madre a quei bambini. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole Baccarini. BaccarifiK Più che una raccomandazione, io dovrei fare un ringraziamento all'onorevole ministro, il quale ha già prevenuto il mio desiderio. Infatti io voleva richiamare la sua attenzione sulla riduzione dei viaggi ferroviari per i maestri elementari; ma egli ha già dichiarato spontaneamente che col fondo dei sussidi, vale a dire con questo capitolo 45, avrebbe provveduto alla perdita della differenza che le Società ferroviarie non intendono di sopportare. Io non entrerò nel merito della questione per sapere se il Governo abbia, o non abbia, la facoltà di fare codeste riduzioni ; troppe saranno le conseguenze, che, un poco alia volta, aggraveranno il bilancio delio Stato per effetto delie convenzioni; ne questo è il luogo di discuterle. Rimanendo quindi nel terreno della istruzione pubblica, io ringrazio l'onorevole ministro delle sue dichiarazioni le quali mi rassicurano che questa questione sarà risoluta in favore dei maestri elementari. Voglio però raccomandare all'onorevole mini- Atti LEGISLATURA Camera dei — 3924 Parlamentari XVI — 2a SESSIONE — DISCUSSIONI — stro che la somma di 30 o 40,000 lire, che sarà necessaria a colmare questa differenza, non sia tolta da quegli articoli del capitolo 45 che riguardano i sussidi ai maestri elementari ; perchè se le togliesse dall'articolo dei sussidi, che si concedono alle vedove ed agli orfani, non resterebbe più nulla per essi. Non credo che questo possa essere il pensiero dell'egregio ministro perchè, trattandosi di un capitolo in verità troppo comprensivo, egli potrà togliere la somma necessaria in qualche altro articolo. Raccolgo un'altra dichiarazione fatta dall'onorevole ministro, e sulla quale io intendeva rivolgergli un'altra raccomandazione, e cioè la intenzione da lui già manifestata di venire in aiuto di una nuova istituzione, eh'è quella di un collegio per le orfane dei maestri elementari. A questo proposito egli dichiarò che avrebbe destinato 40,000 lire su questo capitolo. Io non posso che rendergliene le maggiori lodi ma lo esorto a costituire con quella somma un capitolo speciale per assicurare la permanenza del sussidio. E giacché si tratta delle famiglie dei maestri, mi fo lecito di richiamare l'attenzione dell'onorevole ministro sopra questo punto di sacra beneficenza, Neppure con la legge sul Monte delle pensioni dei maestri elementari si provvede alle pensioni delle vedove. Cosa crudele! Si pensiona ormai tutto il mondo, si fanno delle istituzioni per le pensioni della vecchiaia e poi siamo ancora a discutere se si debba far qualche cosa per provvedere alle pensioni delle maestre invalide! e non si arriva ancora a provvedere alle vedove dei maestri. Se valesse la mia raccomandazione, direi al ministro: si faccia questo merito e nella legge per le pensioni introduca anche la pensione per le vedove. Non sarà il finimondo! E poiché sono a fare delle raccomandazioni, mi permetta l'egregio ministro che gliene faccia un'altra; la quale non ha una grande importanza materiale ma ne ha una, dirò cosi, d'amor proprio. Poiché si tratta di fare una riduzione qualsiasi sopra i biglietti ferroviari in genere degli impiegati dello Stato, estensibili adesso, ciò che è molto bene, anche ai maestri elementari, faccio notare all'onorevole ministro che i professori straordinari delle Università non godono del benefizio, chiamatelo anche privilegio se volete, di cui pur godono i custodi, gli uscieri delle Università medesime. Gli uscieri, come gl'impiegati, hanno non $ so se un libretto o una richiesta permanente per | TOH NATA DEL 2 3 GIUGNO Debutati 1888 la riduzione dei loro viaggi. Ebbene, il professore straordinario dell' Università, che è pure soggetto a ritenuta e per conseguenza è un impiegato stabile dello Stato, non dispone che di due o tre di queste richieste annuali. Dunque non si tratta di un aumento di spesa, ma di un doveroso pareggiamento. Lo stesso debbo dire per i professori così detti incaricati delle Università dello Stato. Essi sono pagati meno degli uscieri, l'onorevole Martini lo sa meglio di me ; non hanno che 80 lire il mese. Ora, se volete pagar così male un professore di Università, che regge una cattedra obbligatoria per legge (e ce ne sono molti) almeno non feritelo nell'amor proprio in confronto dei suoi dipendenti e subalterni; dategli questa sodisfazione di trattarlo almeno come il maestro elementare. Mi pare che non sia una pretesa eccessiva» Vi sono anche i professori di certi istituti pareggiati a quelli dello Stato, che non si trovano nelle condizioni in cui si trovano gl'impiegati inferiori dello Stato, e in cui si troveranno, spero, anche i maestri elementari. Costa così poco il non ferire almeno l'amor proprio di certe persone, che io sono sicuro che l'onorevole ministro studierà questa questione, molto più che il risolverla non porterà nessun aggravio alle finanze dello Stato. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole Favale. Favate. Per una semplice dichiarazione. Nella discussione generale di questo bilancio parecchi nostri autorevoli colleghi fecero voto perchè l'istruzione elementare 'fosse avocata allo Stato. Non è qui il luogo, ne il tempo di discutere questa gravissima questione; ma qualora nessuno sorgesse ad opporsi a tutti questi voti, Governo e paese potrebbero credere che essi rappresentino l'unanime parere della Camera, ed è per questo che io mi sono deciso ad esprimermi assolutamente contrario alla proposta riforma. E veramente strano che, mentre abbiamo sentito in qual modo poco lodevole proceda l'insegnamento secondario e qual confusione regni nelle Università, come ci disse l'onorevole relatore, si voglia poi incaricare il Governo, che non è in grado di dirigere quei pochi stabilimenti, di assumersi anche l'insegnamento primario, cioè di dirigere i 50,000 maestri sparsi negli 8000 comuni dello Stato. Io non comprendo veramente come si possa utilmente sostituire l'azione della burocrazia all'azione benemerita di tanti cittadini, che dadi- Atti 3925 Parlamentari LEGISLATURA XVI — 2 a SESSIONE — DISCUSSIONI — cano il loro tempo e le loro cure all'istruzione elementare. So anch'i© clie la scuola elementare .in balìa de' comuni dà luogo ad inconvenienti ; ma il primo inconveniente ha una ragione tutta finanziaria; se il Governo potesse disporre di sette o otto milioni di pili per sussidiare i comuni, che non possono pagare i loro maestri, io credo che la questione sarebbe, in gran parte, risoluta. Dunque, avochi il Governo a se questi maestri elementari, o li lasci ai comuni, se non aumenta la somma del bilancio, non potrà risolvere la questione. Quanto poi alla questione del ritardo nel pagamento dei mandati, io credo che si tratti di pochi casi, e se noi guardiamo bene, in questi pochi casi, che non supereranno la diecina, il comune non ha colpa: si tratta di bilanci di cui è ritardata l'approvazione, di esattori che non pagano, perchè mancano dei mezzi sebbene il municipio abbia provvisto i fondi. E poi stranissimo che si faccia gran caso di questo lamentevole ritardo nel pagamento, quando il Ministero stesso, senza sua colpa, non paga, e fa aspettare, cinque e sei mesi, gli assegni dovuti per le scuole serali e per le scuole festive. E dico: senza sua colpa, perchè so bene quante siano le formalità che occorrono per questi pagamenti. L'altro inconveniente a cui ha accennato l'onorevole ministro, nei suo splendido discorso, è quello degli urti locali ; ma questi urti io credo che vi saranno sempre sieno governativi o comunali i maestri; perchè, se non si avranno col comune, si avranno con gli impiegati governativi, specialmente per questioni elettorali. Ora io ritengo che il ministro farebbe opera molto buona e molto utile per la tranquillità dei maestri, se inculcasse loro, o per mezzo di circolari, o per mezzo dei provveditori e degli ispettori, di non prendere una parte troppo attiva nelle elezioni. Votino pur liberamente, come vogliono; ma, se prenderanno parte attivissima ad una lotta elettorale ed il partito da essi sostenuto rimarrà soccombente, sorgeranno naturalmente le reazioni, gli urti ed i conflitti. Io credo che chi deve insegnare ai figli degli elettori, debba tenere un contegno molto riservato; e ripeto che il ministro renderà un segnalato servigio ai maestri elementari, se consiglierà loro (non dico: imporrà) se consiglierà loro di tenere una grande riserva nelle questioni e nelle lotte locali. P r e s i d e n t e . Ha facoltà di parlare l ' o n o r e v o l e Martini Ferdinando. TOBNATA DEL 2 3 GIUGNO Martini Ferdinando. L'onorevole Baccarini lamentava, molto giustamente, che si trovassero, a proposito della istruzione primaria, nei bilanci alcuni capitoli molto pingui i quali servono a servizi disparatis'simi. Veramente, quando io ebbi l'onore di essere relatore del bilancio della pubblica istruzione, la Commissione del bilancio separò in vari capitoli questo del quale ora si parla ; anzi, convertì tutti gli articoli in capitoli e fu la Camera che volle sintetizzare da capo in un solo capitolo le diverse cifre che erano divise, ripeto, in altrettanti capitoli. L'onorevole Baccarini faceva una giusta considerazione. Diceva: se volete dare un vantaggio ai maestri, accordando loro il ribasso sulle spese dei viaggi ferroviari, non togliete però questa somma dall'articolo dei sussidi coi quali il Governo viene in soccorso dei maestri e delle loro famiglie che si trovano in misere condizioni. A questo proposito io prègo l'onorevole mini» stro di rivolgere la sua attenzione sopra un decreto antecedente al suo ingresso nel Ministero, col quale si affida ai Consigli provinciali scolastici la distribuzione di cotesti sussidi. Le ragioni per cui si è fatta questa innovazione sono state diverse. Si è detto, per esempio, che il Consiglio provinciale scolastico è in grado di conoscere meglio le condizioni del maestro di quello che non lo sia il ministro, e teoricamente la osservazione è giusta; ma in pratica, onorevole ministro, non è così. Si è detto che i sussidi ai maestri elementari servivano a mantenere i deputati presenti; ebbene, onorevole ministro, d'ora innanzi essi serviranno a faEe i deputati avvenire. Nel modo col'quale sono oggi costituiti i Consigli provinciali scolastici, l'affidar loro codesto ufficio non è, secondo me, senza pericolo. Io non faccio proposte; ma s'informi l'onorevole ministro, e vedrà che la cosa non procede tanto bene. Passo ad altro; richiamando l'attenzione dell'onorevole ministro sulla somma destinata in sussidio alle scuole serali. Per quello che ne so io, queste scuole sono una lustra, sono un' immaginazione; si ricompensano delle volte quelli che non lo meritano, per mancanza di notizie determinate. Non sempre gì'ispettori sono in grado di riferire ai provveditori, ed i provveditori non sempre sono in grado di riferire al ministro sulla verità delle cose. Molte volte si apre la scuola serale a novembre, dura qualche mese, e poi si chiude, ed arrivati Atti Parlamentari L E G I S L A T U R A XVI — — 3926 — 2 a SESSIONE — Camera dei DISCUSSIONI — alla fine, per benevolenza verso quei delegati mandamentali scolastici, che io pregherei molto seriamente l'onorevole ministro di sopprimere, si accorda un sussidio, ritenendo che il maestro abbia fatto delie lezioni, che in realtà non ha fatte. Io spero che l'onorevole ministro vorrà portare su questo punto la sua attenzione, e procurarsi tutti i dati statistici occorrenti. Ed allora il modo di sopperire alla differenza tra il prezzo del biglietto e quello di favore, sarà bello e trovato. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole Balestra. Balestra. Veramente mi ero iscritto su questo capitolo per pregare l'onorevole ministro di voler stralciare da esso una somma per assegnarla al convitto delle orfane dei maestri elementari, ma dal momento che l'onorevole ministro nel suo discorso dell'altro giorno, prevenendomi, ha dichiarato che avrebbe stralciato una somma di 40,000 lire, precisamente per questo convitto delle orfane dei maestri elementari, a me non resta che di prender atto delle sue dichiarazioni; tanto più che su questo argomento ha già parlato l'onorevole Baccarini, e dopo le sue splendide parole non farei che sfondare una porta aperta. Ma giacche ho la facoltà di parlare, aggiungerò una semplice raccomandazione all'onorevole ministro, pregandolo di prendere in seria considerazione le varie domande di sussidio fatte dai comuni per locali ad uso scolastico. F r a le diverse domande v ? è quella di un comune importantissimo delia provincia di Roma che ha aperto uno splendido edificio scolastico in ameno e saluberrimo luogo. Sa pure l'onorevole ministro che un egregio concittadino ha offerto la cospicua somma di lire 50,000: mi pare che questa offerta sia di tale importanza da richiamare la sua attenzione sulla domanda di quel comune. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore. Areoleo, relatore. L'onorevole Baccarini ha fatto una giusta osservazione che si può applicare a questo come a qualunque altro capitolo; e sono sicuro che il ministro l'accoglierà dopo di aver studiato sino a qual punto si possa raggiungere lo scopo. L'osservazione dell'onorevole Baccarini riguarda la sostanza e la forma. Nella sostanza egli dice: guardate bene alla natura dei sussidi, e se questi sono di natura permanente, fatene un capitolo speciale. Quanto alla forma, è evidente che ripartita me- TORNATA DEL 2 3 GIUGNO Deputati 1888 glio la spesa, più chiara risulterà la nozione dei sussidi, innanzi alla Camera. L' onorevole Nasi ha lamentato la sperequazione nella distribuzione dei sussidii; ma tale sperequazione avviene necessariamente, perchè i sussidii si distribuiscono secondo le domande. f. t V <«•*> « T S T y T r " 5 * w m >> - . : < > '-t, S J . f S i , Due anni or sono io esposi alla Camera un'idea un po' ardita, ed è questa: il ministro non deve sussidiare quelli soltanto che domandano, ma tutti quelli che hanno bisogno; vale a dire fino allo estremo angolo d'Italia deve spingere l'occhio per vedere se ci sieno comuni che, pur avendo bisogno» non domandano. A questo proposito fo osservare alla Camera che la legge Casati in un articolo speciale dice che i comuni che hanno i loro bilanci inadeguati all'obbligo dell'istruzione, hanno il diritto di domandare ed il Ministero ha, non la facoltà, ma il dovere di sussidiare. Ebbene, nell'Italia meridionale le domande dei comuni nun raggiunsero il numero di 100. Ora questo che cosa significa? O che l'articolo non è conosciuto, o che sono negligenti coloro che dovrebbero vigilare all'esecuzione della legge. Quindi questa sperequazione nei sussidi di cui si accusa l'Amministrazione centrale, mi pare non possa dar luogo ad una censura giustificata. Una questione grave sarebbe quella del lavoro manuale sollevata dall'onorevole Elia, ma in questo momento tutte le questioni devono diventare piccole, per essere trattate in miglior sede e studiate meglio. Due anni or sono venne chiesta alla Camera la somma di lire 100 mila per introdurre il lavoro manuale nelle scuole elementari. Il creare àegli artefici a 8 o 9 anni parve fin d'allora una idea molto ardita; ma ora è intervenuto un fatto che pone la questione nei propri termini. Una Commissione autorevolissima nominata dal ministro per il riordinamento della scuola popolare, relatore l'onorevole Gabelli, ad unanimità ha deciso che il lavoro manuale non può introdursi se non si crea la scuola popolare (vale a dire se questa scuola elementare non si completi in modo che sia fine a se stessa; di maniera che possa servire d'addentellato ai piccoli mestieri, alle piccole professioni) e se non si istituisce una scuola officina od una scuola normale modello che prepari il maestro a siffatto insegnamento. Fo osservar© poi all'onorevole Elia, che la Commissione del bilancio ha creduto conservare la somma di 100 mila lire, appunto perchè il ministro ha già dichiarato che intende provvedere Atti Parlamentari LEGISLATURA — 3927 — XVI — 2* SESSIONE — DISCUSSIONI al riordinamento della scuola elementare, in modo da renderla una vera scuola popolare. L'onorevole Martini ha fatto un'osservazione molto giusta, riguardo alle scuole serali. Esse si avvolgono in un certo mistero ; ma quando ci sono persone autorevoli che premono presso il Ministero per avere un sussidio, mi pare almeno precipitato chiederne la soppressione. Soltanto la Giunta del bilancio può unirsi all'onorevole Martini, nel pregare l'onorevole ministro di trovare un margine per sodisfare i varii desiderii che sono stati espressi qui alla Camera. Quanto agli incaricati e straordinari una sola parola. L'onorevole fiaccarmi ha lamentato che questi incaricati abbiano soltanto 1250 lire, e ne ha deplorato il soverchio numero; ma io faccio osservare all'onorevole Baccarini che l'incaricato non deve rappresentare che il primo stadio della carriera; ed in quanto al professore straordinario è da notarsi che la sua nomina deve rinnovarsi ad ogni anno, mentre il professore ordinario è nominato in virtù di concorso e dovrebbe avere una posizione permanente, Boselli, ministro dell'istruzione t pubblica. Domando di parlare. Presidente. Ne ha facoltà, onorevole ministro. Boselli, ministro dell'istruzione pubblica. Mi affretto a dichiarare che in quanto alla forma del bilancio, io consento con l'onorevole Baccarini, con l'onorevole Martini e con l'onorevole relatore. Anzi, se non erro, nell'ordine del giorno proposto dalla Commissione e votato dalla Camera c ' è implicita l'idea di questa maggiore specificazione di somme nel bilancio. In quanto alle scuole serali, è apparso già alla mia mente il fatto accennato dall'onorevole Martini, 0 ne so anche le ragioni. L e scuole serali rappresentavano un insegnamento, direi transitorio, ma di molta importanza nei primi tempi dell 'applicazione della legge generale, quando bisognava istruire adulti e giovani esclusi dalla scuola a cagione dell'età. Ma oggi che la istruzione ordinaria è più diffusa nel paese, l'utilità delle scuole serali in generale è di gran lunga scemata. Perciò ho date già istruzioni che, in qualche parte, i fondi destinati alle scuole serali si devolvano" piuttosto alle scuole complementari che ora prendono incremento. In quanto al lavoro manuale, ha già risposto l'onorevole relatore; del resto l'onorevole Elia sa che non si tratta di un lavoro professionale ed economico, ma di un lavoro educativo. E , riguardato come tale, esso non può considerarsi qua! un — TORNATA DEL 23 Camera dei GIUGNO 1888 Deputati complemento speciale della educazione dei figli del popolo ; ma si richiede altresì per addestrare la mano e tutte le attitudini del corpo di coloro che non sono chiamati ad esercitare professioni manuali ; è un metodo di svolgimento di tutte quante le facoltà umane raccomandato da coloro i quali credono, con certo fondamento, che, svolgendo l'intelletto, convenga anche svolgere entro certi limiti tutte le attitudini della persona umana. Ho visto infatti all'estero alcune scuole nelle quali il lavoro manuale ha dato risultati buoni, ma sono scuole limitate; ad ogni modo l'esperimento da noi continua, la Commissione del bilancio lo ha consentito, ed è una questione che conviene osservare ogni giorno nel suo svolgimento, por poter prendere un partito definitivo. Egualmente non vi ha dubbio che gli asili infantili meritino tutta la sollecitudine del Governo ; ed il caso a cui l'onorevole Elia ha accennato è così singolare, che io non posso precipitare un giudizio. Certo è però che se vi è una direttrice d'asilo così benemerita come egli ha detto, non possono esservi norme regolamentari che valgano a toglierla all'asilo del quale si tratta. Pare diversamente, sarebbe una pedanteria che io non capisco; e stia certo l'onorevole Elia che, stando le cose come egli le ha esposte, quella direttrice sarà conservata al suo posto. Elia. La ringrazio. Boselli, ministro dell'istruzione pubblica. Rispetto poi alla distribuzione dei sussidi agli asili, tutti intendono che io debbo procedere col doppio criterio di favorire la fondazione di questi istituti; e in pari tempo di far sì che sia regolata con metodi sempre migliori e che principalmente corrisponda alle buone norme didattiche ; poiché e naturale che il Governo cerchi di dare il suo sussidio non solamente dove c' è bisogno, ma dove il bisogno si collega alla dimostrazione che vi è anche un sentiménto ed una cura di progresso didattico. L'onorevole Baccarini ha parlato delle agevolezze ferroviarie per i maestri elementari, ed io sono lieto che egli abbia approvato il provvedimento che accennai alla Camera. Non tutti i fondi necessari a quest'uopo, dovremo prenderli dal fondo dei sussidi destinati ai maestri; se ne può togliere una parte dai fondi ai quali vari oratori hanno fatto allusione; senonchè ricordo all'onorevole Baccarini quello che dissi a questo proposito. A parer mio, il capitolo dei sussidi deve andare via via trasformandosi e consolidandosi con iscopi determinati, i quali riducano, se non fac- Atti Parlamentari LEGISLATURA X V I — — 3928 —* 2 a SESSIONE — DISCUSSIONI — ciano cessare, il sussidio scarso e particolare, quasi a forma di carità, che si dà ai maestri ed alle maestre, e che, secondo io penso, non è conforme alla loro dignità e non serve davvero a mutare le loro condizioni. 10 credo che, tranne in casi specialissimi, si provveda meglio con disposizioni di ordine generale, sovvenendo, per esempio, gli orfani, pensionando le vedove, promovendo anche agevolezze materiali e morali, anziché distribuendo sussidi che, ai miei occhi, hanno tutti i difetti della carità legale, la quale, anche quando è bene inspirata, non è sempre equa e non sempre è collocata dove è il vero bisogno. A proposito di sussidi io debbo una risposta all'onorevole deputato Nasi. L a materia della distribuzione dei sussidi è molto ardua. -L'onorevole relatore ricordò oggi idee che non solamente espresse altre volte, ma che sono anche accennate nella sua pregevolissima relazione. Vuol vedere l'onorevole Nasi quanta sia la diversità delle idee in questo argomento? L'onorevole Martini richiamava la mia attenzione sopra un recente decreto, il quale assegna la distribuzione dei sussidi per provincia, ed avvertiva che non s e m p r e l'equità locale è l'equità vera. Invece l'onorevole Nasi mi ricordava alcune cifre le quali dimostrerebbero che la distribuzione non è caduta in eguale proporzione in tutte le provincie d'Italia. Si potrebbe fare, specialmente per ciò che concerne, poniamo, gli edifici, una distribuzione provinciale ; ma è d'uopo che qui concorrano tutti gli elementi ai quali il relatore ha fatto allusione; conviene, cioè, che ci sia il bisogno, lo zelo nel domandare, la buona volontà di concorrere dei corpi locali perchè il sussidio del Governo giovi, ma giovi come integramento. In altri termini, occorre che sia congiunta all'azione del Governo l'iniziativa locale; se oggi volessimo esaminare molte di quelle cifre che l'onorevole Nasi ha citato si troverebbe che se riscontrasi qualche sperequazione, ciò deriva perchè o non furono presentate le domande di sussidio, o tali domande non erano accompagnate da quel concorso dei corpi locali a cui accennavo or ora, e che si deve congiungere al sussidio dello Stato. Un'altra specie di sussidio concede anche lo Stato ; forse a questo pensava l'onorevole deputato Nasi, perchè è una questione che si è presentata in breve tempo più volte. 11 Governo integra per un terzo l'aumento di stipendio portato dalla legge per i maestri elementari, ed ora siamo nel secondo anno della attuazione di questa legge. Ma questo integramento Carmra dei Deputati TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1888 per un terzo sull'aumento di stipendio portato dalla legge, deve essere applicato a tutti i municipi d'Italia? Per applicarlo a tutti, si sarebbe dovuto aumentare la cifra iscritta in bilancio. L'Amministrazione esaminò la questione, interpellò il Consiglio di Stato, e si venne nella deliberazione di concedere questo sussidio soltanto ai municipi che ne hanno bisogno ; ma come, in tal modo, rimanevano escluse le grandi città, l'Amministrazione volle pensare a rimediare altresì a questo inconveniente, e stabilì che rispetto alle maggiori città, se lo Stato non concorre per quanto si riferisce all'aumento degli stipendi dei maestri urbani, debba concorrere almeno per lo stipendio dei maestri, che non appartengono al servizio della città. E questione gravissima, ripeto, questa dei sussidi; e l'Amministrazione e chi ora la rappresenta continueranno a cercare il miglior modo possibile affinchè l'equità nella distribuzione, corrisponda all'equità dei divisamenti del Governo. L'onorevole Baccarini mi fece invito a provvedere per la riduzione ferroviaria anche per i professori straordinari e incaricati. Tutta quanta la posizione dei professori straordinari e incaricati delle Università, deve essere riveduta e riformata, perchè oramai la legge Casati non si può più eseguire. Quei professori, oggi, hanno una posizione assai diversa da quella che la legge Casati aveva loro creata; e perfino le prescrizioni posteriormente fatte per le loro nomine, mentre sono intese a dare guarentigia di scienza, non corrispondono alle prescrizioni legislative del 1859. Converrà dunque dare con un provvedimento legislativo ai professori straordinari una posizione " meglio definita. Intanto, nell'attuale stato delle cose, questi professori godono, sì, qualche agevolezza ferroviaria, ma debbono, volta per volta, fare la richiesta del viaggio per avere il benefizio che è consentito agli impiegati governativi provinciali. Questi viaggi per essi, come per gli impiegati che sono nella medesima condizione, credo siano limitati a tre per ogni anno ; mentre gli altri impiegati dello Stato nominati con decreto reale sono forniti di un libretto, e possono compiere annualmente dodici viaggi di andata e ritorno. E vero l'inconveniente, al quale alludeva l'onorevole Baccarini, che i minori impiegati delle Università hanno questo libretto che non hanno i professori straordinari. Io farò nuovi uffici presso le Società ferroviarie; ma non posso promettere all'onorevole Baccarini, ove questi uffici non riescano, di supplire col danaro dello Stato alla differenza. Atti — 3929 — Parlamentari LEGISLATURA XVI — 2a SESSIONE — DISCUSSIONI — Quando si tratta di maestri elementari, vi sono speciali considerazioni che la Camera comprende senza che io le ricordi ; ma quando si tratta di professori straordinari di Università, la cosa è diversa, e ci troviamo perfino dinanzi ad una questione di amor proprio. Metterò, come ho detto, ogni impegno nel far sì che le Società riconoscano in essi quelle qualità che riconoscono negli impiegati di grado minore, unicamente perchè questi hanno un titolo di nomina duratura. Ringrazio l'onorevole Favale di darmi occasione di ripetere qui, quanto dissi in altra circostanza a tutti i membri del corpo insegnante ; e cioè, che io riconosco nei professori e nei maestri il pieno diritto di partecipare alla vita pubblica del paese, in tutti i modi legittimamente consentiti a tutti i cittadini; ma che provvedono male a loro stessi e perdono la fiducia delle famiglie, e guastano l'ambiente, dal quale la scuola deve essere circondata, quegli insegnanti che scendono a prender parte nella lotta dei partiti locali. Infine il deputato Balestra, ricordandomi il futuro collegio per le orfane dei maestri elementari, mi accennava al progetto di cui avevo avuto •notizia anche dagli onorevoli colleghi Ellena, Narducci e Bonghi i quali intorno ad esso mi hanno intrattenuto più volte. Io non posso ora prendere un impegno determinato e positivo rispetto alla scelta del locale in Anagni, tanto più che debbo considerare altre proposte che si riferiscono alla provincia di Salerno ed un'altra che si riferisce al terzo l'educandato di Napoli. Ma certo è che l'offerta del municipio di Anagni, avvalorata da talune generose offerte di privati cittadini, mi sembra degna di una particolarissima considerazione. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole Correale. Correale. In tema di sussidi, debbo rivolgere un'altra brevissima preghiera all'onorevole ministro. Molti comuni della mia provincia mi interessarono affinchè mi adoperassi a far loro ottenere il pagamento del sussidio per le loro scuole. Finora non fui in grado di dare risposta sodisfacente, perchè ho sempre creduto che il sussidio non fosse stato accordato, o perchè la pratica non fosse in regola, o perchè i comuni non avessero diritto al sussidio governativo. L a risposta però la trovo sodisfacentissima nella relazione del bilancio, nell'avvertenza che si legge alla pagina 164. " I contributi pagati ai comuni per gli aumenti di stipendio ai maestri elementari delle 69 Pro- Camera dei TORNATA DEL 2 3 GIUGNO Deputati 1888 vincie sopra indicate, giungono quindi alla somma di lire 921,451.61. Detratta questa somma dal milione stanziato in bilancio, rimangono ancora lire 78,548.39, sufficienti a pagare il contributo alle quattro provincie sotto indicate, di Livorno, Napoli, Potenza, e Sassari. Ora per quanto concerne la mia provincia di Potenza, se è per oscitanza o indolenza degli uffici governativi che i comuni siano ancora privi del sussidio al quale hanno diritto, io non ho parole abbastanza vive per deplorare il contegno di quegli uffici; come non ho parole abbastanza calde per raccomandare al ministro che faccia cessare così deplorevole trascuranza. (Bravo !) Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole Baccarini. Baccarini. Due sole parole; prima per ringraziare l'egregio ministro di quello che ha ripetuto benevolmente circa ai maestri elementari; poi per fare osservare al mio amico Martini che io non ho fatto alcuna critica al modo con cui oggi è compilato il bilancio dell' istruzione pubblica, e che mi sono solamente permesso di richiamare l'attenzione dell'onorevole ministro sulla somma enorme di questo capitolo che è di 2,400,000 lire erogate in sussidi, pregandolo di avvisare se non sia più corrispondente alla natura di un bilancio il mettere in evidenza, con capitoli speciali, quella parte di questa somma la quale abbia un carattere permanente. E mi sono specialmente riferito al caso delle lire 40,000 che l'onorevole ministro ha annunziato di volere assegnare al collegio delle orfane dei maestri, perchè se il collegio delle orfane deve esistere, si dovrà sussidiare ogni anno, e quindi lo stanziamento perde il carattere di sussidio vero e proprio. Sarà un sus-* sidio dello Stato ad una istituzione che non è s u a ; ma il sussidio deve essere permanente; altrimenti si verrebbe ad uccidere, o a tenere in sospeso di anno in anno la vita di questo istituto. I capricci vengono spesso alle femmine; e tutti sanno che la Camera è qualche volta anche peggiore di una femmina. (Mormorio) Io non parlo dei deputati, parlo della Camera. L a Camera è donna, dunque ha capricci come tutte le donne. Presidente. Ha un nome femminile, ma non è una donna. Baccarini. Io sono abituato a chiamar le cose col loro nome. Non è la prima volta che si son cancellati i capitoli di un bilancio ; e non soltanto in Italia ma in tutto il mondo. Dunque può capitare benissimo che una volta o l'altra, per fare dell'economia, si cancelli anche il capitolo rela- Atti Parlamentari LEGISLATURA — 3930 — XVI —- 2 a SESSIONE — DISCUSSIONI Camera —• TORNATA D E L 23 dèi- GIUGNO Deputati 1888 tivo al collegio delle orfane; e per questa ra- ' abbassi la sua dignità fino ai punto di far giugione persisto a credere che si dovrebbe stan- dicare dalle Società contraenti con lui, quali siano gli impiegati dello Stato. No, onorevole ministro. ziare la somma in nn capitolo speciale. Un'altra brevissima risposta devo all'egregio Le Società hanno un contratto, ed hanno il diritto di applicarlo per quel che è scritto, ed io relatore. Io non ho raccomandato punto (e per ragioni non domando loro nessuna grazia. Esse hanno il speciali, non l'avrei mai pensato) che sia aumen- diritto di fare il loro interesse; quanto ai maestri, tato lo stipendio dei professori incaricati nelle comprendo che esse non vogliano sopportare tutta intera la perdita, perchè la classe dei maestri Università. Comprenderà bene l'egregio relatore che questi non è, secondo loro, compresa tra gli impiegati incaricati abbiano 90 lire o ne abbiano 100, la dello Stato per gli effetti delle convenzioni. Ma nelle convenzioni è fatto obbligo alle Società di questione rimane tal quale. Io ho accennato a questa miseria di compenso, usare una tariffa ridotta per gli impiegati dello soltanto per dire che alla parte morale, almeno, Stato; ed a me pare che spetti al Governo, non sarebbe utile aver riguardo, perchè non de solo alle Società, di dichiarare quali siano gli impiegati dello Staio. Nel caso speciale, poi, onoreyane vivit homo. L a stridente disuguaglianza di trattamento fra vole ministro, è tanto vero quel che dico, che i colleghi di Università, e quel che è peggio fra professori incaricati hanno diritto a tre richieste professori e dipendenti, è cosa da evitarsi; e all'anno; lo che dimostra son già considerati, in l'onorevole ministro sarà il primo a convenirne, parte, come impiegati dello Stato. Per essi, dunque, prego l'onorevole ministro come ne converrà, spero, l'egregio relatore. L'onorevole Arcoleo ha detto che gl'incari- di non fare niente di quanto ha detto, almeno cati non sono professori titolari permanenti, ma per raccomandazione mia; perchè io tengo più che si nominano di anno in anno. Ma ciò non a non compromettere l'autorità dello Stato, di cambia la questione; durante l'anno sono profes- quello che ad ottenere un beneficio, qualunque , . sori ; e per quell'anno trattateli come trattate gli esso sia. . altri. E d'altronde la verità vera è che sono BoseSii, ministro dell' istruzione pubblica. Chiedo permanenti, perchè in Italia siamo a questo punto: parlare. ; . . . , che si vorrebbe un Ateneo, se fosse possibile, in Baccano!. Lo Stato deve dichiarare quali siano ogni città; ma i professori poi bisogna inventarli i suoi impiegati. Per me, impiegati dello Stato di una specie diversa da quella che la legge dice, son tutti quelli che sono nominati dallo Stato; e perchè non c'è modo di pagarli. se il ministro della pubblica istruzione fa decreti Ci sono molti di questi incaricati che hanno allo scopo di nominar professori per conto dello cattedre obbligatorie che dovrebbero essere co- Stato, ciò mi basta, perchè, agli effetti delle conperte da professori ordinari. Dunque si può venzioni, si considerino (siano, o no, pagati) come dire quanto si vuole che sono nominati di anno impiegati tutti coloro che sono in tal modo noin anno, ma il fatto è che tutti gli anni, in tutte minati. Questa è la mia opinione. Se parò il le Università dello Stato, c'è qualche centinaio Governo pensa diversamente, rifiuti di concedere di questi incaricati di cui non si può fare a questa facilitazione; rifiuti di pareggiare questi impiegati agii altri; ma, per l'amor di Dio, non meno. Ora io dico : se non li pagate a dovere, almeno vada a cavarsi il cappello alle Società per ottenon ferite il loro amor proprio, e non trattateli nere dei favori. diversamente da quel che trattate i loro colleghi. Presidente. Ha facoltà'di parlare l'onorevole Ecco la mia raccomandazione. ministro. . Boseili, ministro dell'istruzione pubblica. AssiMa io non posso ringraziare l'onorevole ministro di quel che ha detto in ultimo, rispetto a curo l'onorevole Baccarini che non mi è venuto questi professori straordinari e incaricati: vaie a in mente di abbassare la dignità dello Stato, nè dire che, per usare ad essi questo trattamento di per agevolare i viaggi a qualsiasi categoria di favore che è piuttosto morale che materiale, cer- professori, nè per qualunque altro motivo. Sopra cherà d'interporre i suoi buoni uffici presso le il G-ovemo e sopra le Società ferroviarie sta la legge, che determina tassativamente le condizioni Società ferroviarie. Per conto mio non intendo di raccomandargli per le quali l'ufficiale dello Stato ha diritto alla di far così, e nemmeno di essergli grato se così riduzione dei prezzi nel viaggiare sulle strade ferrate. ^arà. Imperocché io non ammetto che il Governo Atti Parlamentari LEGISLATURA ___ SVI — » 3931 — 2 a SESSIONE — DISCUSSIONI Il Ministero dell'istruzione, come tutte le altre Amministrazioni centrali, dovette, d'accordo con le Società ferroviarie, determinare le categorie d'impiegati che si trovavano nelle condizioni legali per godere della riduzione. Ora poi si vorrebbe esteso anche a quegl' impiegati che non sono pienamente nelle condizioni prescritte il medesimo beneficio. A tale intento si sono iniziate trattative con le Società ferroviarie per mezzo del Ministero dei lavori pubblici; le quali parmi non detraggano in nulla alla dignità del Governo. Certo che il rimedio migliore e più equo sarebbe un provvedimento legislativo, che estendesse siffatto benefizio a tutti coloro che per qualsiasi lasso di tempo e in qualunque modo effettivamente servono lo Stato. Così cesserebbero le esclusioni che l'onorevole Bacearini ha lamentate, e che non vorrei neppure io. Presidente. H a facoltà di parlare l'onorevole Gamba. Samba, Veramente io mi era iscritto al capitolo 50 per parlare della applicazione della legge 11 aprile 1886. Ma siccome sono stato prevenuto dall'onorevole ministro e dall'onorevole Correale i quali hanno toccato tale argomento in occasione di questo capitolo, così credo di poter trattare ora anch' io il modo con cui quella legge è stata applicata: modo che, secondo il mio parere, è stato piuttosto arbitrario. Certamente di questo non può essere chiamato responsabile l'onorevole ministro Boselli, a cui perciò mi limito a chiedere qualche assicurazione che valga a tranquillizzarmi per l'avvenire, nonostante che questa speranza sia però un poco indebolita dopo le parole che egli in precedenza ha già dette. E ciò posto vengo al fatto senz'altro. L a legge 11 aprile 1886 è molto semplice e chiara. D a una parte f a obbligo ai comuni di accrescere lo stipendio dei propri maestri elementari fino ad un minimo che essa stabilisce; dall'altra fa obbligo al Governo di risarcire i comuni di questa maggiore spesa che loro impone, e stabilisce all'uopo lo stanziamento in bilancio della somma di 9,000,000 di lire che figura infatti al capitolo 50, Solamente, quali sono i comuni che hanno diritto a questo risarcimento? A me pare che non ci sia alcun dubbio a questo proposito. Sono precisamente i comuni che si trovano nelle condizioni specificate negli alinea a, b} c, dell'articolo 3 della citata legge, nessuno eccettuato. L a legge non f a nessuna esclusione, e nessuna limitazione ; non potrebbe essere più precisa e più esplicita. Camera — TORNATA D E L 2 3 GIUGNO deÀ Deputati 1888 E d'altronde, più precisa e più esplicita della legge fu la manifestazione delia volontà del Parlamento. A questo proposito bisogna ricordare che nel disegno di legge quale era presentato dalla Commissione e dal Governo era veramente fatta un'eccezione. L'ultimo alinea dell'articolo 3 diceva infatti così: 44 I .comuni chiusi per effetto della legge sul dazio consumo non hanno diritto al concorso dello Stato per le scuole elementari obbligatorie. „ Ma la Camera, accettando un emendamento dell'onorevole Costantini, abolì questo comma, e manifestò in tal modo, e solennemente, la propria volontà che anche i comuni urbani dovessero avere parte al concorso. E dico in modo solenne, o signori, inquantochè nò la Commissione nò il Governo accettarono l'emendamento proposto dall'onorevole Costantini, e anzi lo combatterono ac canitamente', ma la Camera, persuasa delle buone ragioni e del diritto dei comuni urbani lo adottò contro il parere della Commissione e del Governo ; caso, questo, piuttosto unico che raro. Ma che perciò? Per questa volta la volontà ^ della Camera e quella del Senato che l ' h a confermata, non hanno avuto altro effetto che quello di una semplice manifestazione. Per questa volta la legge è rimasta lettera morta. E non ho bisogno di andare molto lontano per dimostrarlo. Mi basta di richiamare la vostra attenzione sopra l'allegato 3 1 unito al presente disegno di legge, ove è detto : Dietro questo parere del Consiglio di Stato, la Commissione dei sussidi deliberava che i comuni urbani di l a e di 2 a classe non fossero ammessi a partecipare del concorso governativo. ?5 u E così f u fatto. E d ecco che la volontà del Consiglio di Stato si sovrappone e predomina la volontà della Camera e del Senato, facendo rientrare nella legge quel concetto che la Camera aveva voluto solennemente che ne fosse tolto. Io non spenderò parole per dimostrare l'anormalità di questo fatto ; mi limiterò a chiedere al ministro che trovi modo di uscire da questo stato anormale di cose. Capisco che non è facile; le difficoltà ognuno le vede. Noi ci troviamo nel caso di quel tale che avendo preparato un pranza per cinque persone si trova d ' a v e r n e invitate dieci o dodici. Ma si sa quello che avviene in simili c a s i ; si stringono le sedie, si dimezzano la porzioni, e tutti si mettono a tavola. Gl'invitati andranno via con la fame, ma nessuno almeno avrà l'onta di rimanere fuori dell'uscio. Aiti Parlamentari LEGISLATURA — 3932 — XVI — 2 a SESSIONE DISCUSSIONI — TORNATA D E L 23 GIUGNO 1888 Nella legge del 1886 io non trovo assoluta- rispose che ne avrebbe fatto oggetto di studio e mente nulla clie si opponga a questa soluzione : che avrebbe cercato modo o di diminuire il nuinquantochò se ivi ò detto che il concorso delio mero dei maestri, o di venire in aiuto a quei coStato non può mai superare i due terzi dell'au- muni che si trovassero in cattive condizioni fimento di spesa che hanno avuto i comuni, la nanziarie. Ora io non faccio altro che ripeter© legge non dice però che non possa essere supe- al mio onorevole amico Boselli la stessa preghiera affinchè egli voglia trovar modo di venire in riore a questi due terzi. aiuto a quei comuni e di togliere l'inconveniente Quindi la soluzione è molto semplice. Il Governo faccia l'elenco dei comuni che si trovano di cui ho teste parlato. nelle condizioni volute dalla legge. E in base Lovifo. Domando di parlare. al loro numero e in base al loro diritto distriPresidente, Ne ha. facoltà. buisca fra tutti i tre milioni di lire. Levito. L'anno scorso, nella Commissione geneVi sono anche altre due strade che conducono rale del bilancio, fu sollevata la questione del egualmente alla legalità : la prima sarebbe quella numero dei maestri elementari a carico de' codi venire alla Camera con un disegno di legge, muni, col quale si abolisse l'articolo terzo della legge Io non ricordo se fosse presente l'onorevole Bo11 aprile e si abolisse contemporaneamente lo selli che faceva parte così degnamente di quella stanziamento dei tre milioni nel bilancio ; ed io Commissione, L a Commissione però non credette credo che questo provvedimento non sarebbe di prendere una risoluzione... cattivo. Oppure ci sarebbe l'altra strada di adotArcofeo; relatore, Domando di parlare. tare il provvedimento contrario ; cioè di venire Lovlto. ... poiché ritenne che questa non fosse alla Camera a chiedere l'aumento di questo fondo, una materia strettamente legata colle attribuper modo che si potesse accordare il sussidio a zioni della Commissione del bilancio. tutti quelli cui è dovuto per legge. Ed allora, lasciata libertà a ciascuno dei com10 non tengo ad una soluzione piuttostochè ad missari del bilancio, la questione fu portata alla un'altra; domando soltanto che il ministro faccia Camera se non erro dall'onorevole Del Giudice cessare questo stato di cose il quale, secondo me, e dall'onorevole Lacava, offende non tanto le finanze di quei comuni che Secondo le leggi che vigono nella materia delsi trovano ingiustamente spogliati di un diritto, l'istruzione elementare, taluna delle quali mi quanto, e più, il sentimento della giustizia, la permetto eli chiamare molto teorica, il numero fede nell'inviolabilità della legge e, permettetemi dei maestri è regolato secondo quello della popodi dirlo, il prestigio del Parlamento. lazione, ed il numero dei maestri arriva a tale Lacava. L'anno scorso sollevai una questione proporzione da assorbire più della terza parte abbastanza grave, in occasione di questo capitolo, ed anche più, del bilancio di un comune. Un cioè circa il numero dei maestri elementari in comune, per esempio, quello mio nativo, .sopra alcuni comuni, e feci rilevare alla Camera che il un bilancio di 34 o 35 mila lire dovrebbe avere numero di essi era così elevato che i comuni, per undici maestri che assorbono più della terza parte le loro condizioni finanziarie, non potevano cor- del bilancio. rispondere loro quello stipendio che la legge preE questo fenomeno avviene in tutti i comuni scrive ai detti maestri ; specialmente poi in quei aventi una popolazione inferiore a 10,000 abimolti comuni della provincia di? Basilicata, dove tanti. E d allora le strettezze dei comuni, i l'emigrazione ha ridotti alla metà i loro abitanti, quali del resto non aspettano il restauro delle che hanno le loro risorse così sparute che non pos- finanze loro, mi permetto questa parentesi, ne sono assolutamente mantenere le spese per tanti dall'allargamento del voto, ne dal sindaco eletmaestri. Feci anche rilevare, in quell'occasione, tivo, fanno sì che i comuni ricalcitrano a quelle che il numero degli allievi era scarsissimo nelle che sono pur spese obbligatorie; nasce una lotta classi elementari superiori e che andava sempre fra il Consiglio provinciale scolastico, eh'è chiapiù scemando non ostante l'aumentato numero mato ad applicare rigorosamente la legge, ed I dei maestri, tantoché questi, nella quarta classe, comuni che non possono pagare, perchè dal più non avevano più che 3 o 4 scolari. al meno sono tutti sulla via del fallimento, ed Dissi pure che bisognava tenere conto della allora sopravviene anche una reazione ingiusta popolazione scolastica e non del numero degli contro i maestri elementari i quali non c'entrano abitanti dei comuni. per nulla ed intanto si ritarda il pagamento del 11 ministro Coppino, a queste mie osservazioni, i loro stipendio, e si nega, o si provvede male W^ ^ Atti ; Parlamentari LEGISLATURA XVI — — 3933 —2a SESSIONE — DISCUSSIONI al loro alloggio, o si fanno loro altre manifestazioni di malevolenza, Ora il quesito che vorrei sottoporre all'onorevole ministro della pubblica istruzione che è così diligente e studioso delle materie attinenti al dicastero ch'è chiamato a governare, è questo; se, in alcuni comuni, di una discreta popolazione, comuni di campagna, i maestri che sono della, terza elementare non possano, per avventura, economizzando, fare anche i maestri della quarta. L a ragione è semplicissima, 1' ha accennata già l'onorevole Lacava; la massima parte di queste scuole di quarta presentano un numero così esiguo di alunni da tornare in più casi eguali al numero dei maestri. Ma c'è di più. L'alunno di quarta, in un comune di campagna, appartiene ad una famiglia agiata, ed allora questa famiglia lo manderà ad educarsi in città dove siano ginnasi, licei, Università, ecc. ; o non appartiene a famiglia agiata, ed allora questo alunno, lasciato dalia società senza aiuto alcuno, diventa un essere spostato ; ed in Italia ormai la questione degli spostati è una questione che s'impone. Ed ecco la ragione per la quale desidererei che l'onorevole ministro rivolgesse la sua attenzione su questa parte del problema, affinchè i comuni potessero fare delle economie riguardo ai maestri di quarta che possono, in moltissimi casi, essere quelli stessi di terza. Così rimarrebbe maggior margine al ministro sulla somma stanziata nel capitolo 45, che è appunto quello che stiamo discutendo. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore. Arcoieo, relatore. L'onorevole Lacava e l'onorevole Lovito hanno sollevato una questione che richiamò l'attenzione della Camera anche negli anni scorsi. Veramente il Ministero ha cercato di provvedere, per quanto era possibile, perchè il criterio della popolazione, statisticamente considerato, fosse sostituito dal criterio della popolazione scolastica, sebbene presso alcuni comuni viga ancora, come fatto compiuto, l'applicazione della legge secondo l'antico criterio. Ma io sono sicuro che se il Ministero, anche in conformità del parere del Consiglio di Stato, dovesse tener conto anche della popolazione scolastica, certamente quest'obbligo verrebbe a riuscire meno grave a molti comuni. Inoltre, ripeto, l'osservazione che aveva fatta anteriormente, che cioè i comuni non si valgono di quelle disposizioni per le quali, secondo lo stato dei loro bilanci comunali, essi hanno la facoltà Camera dei — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO Deputati 1888 di chiedere, ed il Ministero ha, non la facoltà, ma il dovere di soccorrerli. Io non faccio che queste brevi osservazioni, lasciando al ministro di-rispondere qualche cosa di speciale se lo creda opportuno. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro. Bosetti, ministro dell'istruzione pubblica. Secondo le osservazioni fatte dall'onorevole relatore, posso assicurare l'onorevole Correale che metterò ogni mia cura perchè nella provincia di Potenza arrivi un impulso che produca gli effetti da lui desiderati, per modo che nel futuro bilancio mi sia dato di porgere alla Camera migliori notizie di quelle che egli ha raccolto ; e senza proseguire qui la discussione, dirò tanto all'onorevole Gamba per la grave questione di cui ha parlato, quanto agli onorevoli Lacava e Lovito, i quali hanno accompagnato le loro idee con considerazioni così importanti, che, come è mio dovere, non mancherò di esaminare accuratamente la questione sulla quale hanno richiamato la mia attenzione. Presidente. Non essendovi altre osservazioni, rimane approvato il capitolo 45 in lire 2,357,883. Capitolo 46. Scuole normali per allievi maestri ed allieve maestre e scuole preparatorie annesse aile normali - Personale {Spese fisse), 1,224,226.60 lire. Ha facoltà di parlare l'onorevole Bonfadini. Bontadini. Vorrei sottoporre all'onorevole ministro della pubblica istruzione un fatto che a me pare un inconveniente, e che spero sembri tale anche a lui. Per un decreto di uno dei suoi antecessori, i Consigli direttivi delle scuole normali, maschili e femminili, sono presieduti, nei capoluoghi di provincia, dal provveditore ; nei capoluoghi di circondario da un'ispettore. Ora accade che, nei capoluoghi di provincia, l'autorità del provveditore rimane integra, e nessuno dei membri dei Consigli che presiedono a questa materia, può ritenersi di un grado superiore al provveditore, neanche il preside; accade invece il contrario nei capoluoghi di circondario. L'ispettore, il quale, è nulla più che un maestro elementare, promosso a questa carica pei suoi meriti, non può avere una grande autorità sopra i professori delie scuole secondarie, come sono i JL N ' professori delle scuole normali; non può avere autorità, per esempio, sopra il sindaco della città, il quale ordinariamente prende parte a questi Consigli. Per questa ragione, questi Consigli sono poco frequentati; perchè se l'ispettore alla poca autorità intrinseca, congiunge, come molte volte ac- Atti Parlamentari — 3934 — Camera dei Deputati LEGISLATURA XVi — 2 SESSIONE — DISCUSSIONI — TORIATA DEL 23 GIUGNO 1888 a cade, una poca considerazione della cittadinanza, . stri elementari (Legge 11 aprile 1886, n. 3798). difficilmente nomini di valore accettano di fa- [Spese fisse), lire 3,000,000. sciarsi dirigere da lui, Io credo che, in questo Capitolo 51. Collegio-convitto principe di Nacaso, sarebbe da preferirsi che questi Consigli di- poli in Assisi per i figli degli insegnanti. Persarettivi fossero presieduti dal sindaco perchè certo naie. [Spese fisse), lire 35,400. esso avrebbe una maggiore autorità in questa Onorevole Francescani, ha facoltà di parlare materia. Ad ogni modo, sottometto questa que- sul capitolo 51. stiono all'onorevole ministro, perchè essendo affine Francescani. Pel desiderio, che sento, di essere a molti altri argomenti, ai quali ha promesso di brevissimo, non mi tratterrò a dimostrare l'imrivolgere le cure della sua attiva menta, provveda portanza grandissima che ha, e che potrà sempre anche a questa. più avere, il collegio-convitto di Assisi, destiArcoieoj relatore. Chiedo di parlare. nato, come esso è, a dare una buona educazione Presidente. Ne ha facoltà. e saggia istruzione agli orfani dei maestri eleArcoleo, relatore. Debbo sottoporre alla Camera mentari di tutto il regno, provvedendo, in tale questo fatto. modo, come diceva saggiamente poco fa il miNella compilazione dello stato di previsione di nistro, molto più nobilmente ed efficacemente non quest'anno, è incorsa una omissione di cifra di solo all'avvenire di quei derelitti, ma alle condilire 47,100 nonostante che sia stato ammesso il zioni economiche degli stessi maestri elementari, principio della conversione delle scuole di Cata- di quello che provvederebbe l'aumento anche ieri nia, Campobasso, Piacenza. reclamato, sia pure di 15 o 20 lire all'anno sul L'errore è avvenuto soltanto nel bilancio della loro stipendio. Solo mi si consenta su questo spesa, mentre invece nel bilancio dell'entrata si è proposito che possa fare un ricordo, che solo bainscritta la somma corrispondente del contributo, sterebbe a dimostrare quanto dobbiamo aver© tutti a cuore il miglioramento ed il prosperoso che dovrebbero pagare questi comuni. Ora questa nota di variazione del ministro non avvenire di quest'istituto. L'egregio amico e colpotrebbe qui accettarsi dalla Commissiono dei bi- lega onorevole Gallo nel discorso fatto, m occalancio, in omaggio alla legge di contabilità, ed in sione della discussione generale, saggiamente osomaggio alle prerogative della Camera, innanzi servava che l'imperfezione dei collegi e convitti nazionali dipende, in grandissima parte, dalla alla quale debbono esser presentate tali note. La Commissione del bilancio, sebbene l'abbia deficienza degl'istitutori e buoni educatori raccoricevuta dal presidente della Camera, si rifiuta gliendoli dovunque, come egli diceva, e *?enza determinati e giusti criteri. di inscrivere la somma in bilancio. Rimane però al ministro la facoltà di inscrivere Quindi interessava il ministro, perchè, come si in sede di assestamento questa cifra, la quale è fatto per gli esercenti le altre professioni, volesse viene ammessa dalla Camera, che ha per altro porre tutta la sua attività per formare, dirò così, autorizzato altre convenzioni, delle quali non era un vivaio d'istitutori, i quali informassero la segnata la somma, mente di quei giovanetti ad una saggia educaPresidente. Onorevole ministro, accetta quanto zione, a sentimenti nazionali e patriottici. L'onoha detto l'onorevole relatore? revole ministro, nel rispondere all'onorevole Gallo, BoseS!?, ministro dell' istruzione pubblica. L'ac- assicurava la Camera che a codesto bisogno si era cetto completamente. già in parte provveduto, dappoiché il vivaio degli Presidente. Se non vi sono altre osservazioni s'in- istitutori ed educatori si faceva precisamente nel tenderà approvato il capitolo46 in lire 1,224,226.60. collegio-convitto di Assisi, Ho voluto ciò ricorCapitolo 47. Scuole normali. Acquisto di ma- dare perchè questo solo fatto basterebbe a che lo Stato, le provincie, i comuni e tutti insomma teriale scientifico, lire 40,000. Capitolo 48. Scuole normali per allievi maestri avessero a cuore che il collegio-convitto di Ased allieve maestre. Sussidi. (Spese fisse), 375,200 sisi prosperasse sempre più di vita forte e rigogliosa. Difatti, come dice l'onorevole relalire. Capitolo 49. Sussidi per l'istruzione primaria tore, il problema dell'educazione è connesso ale magistrale nelle prov'ineie napoletane- (art. 35 l'ordinamento dei convitti ; è qui soprattutto che del decreto luogotenenziale 17 febbraio 1861), lire convergono le tendenze retrive ed insieme i pericoli per la nuova gioventù. Ne con i mezzi © 84,000. metodi attuali lo Stato può sostenere la concorCapitolo 50. Concorso dello Stato nella spesa renza. che i comuni sostengono -per gli stipendi dei mae- Atti $935 Parlamentari LEGISLATURA XVI — 2 a SESSIONE — DISCUSSIONI — L'onorevole ministro, prendendo, quindi, nella dovuta considerazione, la importanza e le condizioni economiche del collegio-convitto di Assisi, e ricordando l'ordine del giorno votato l'anno scorso dalla Camera, ed al quale ebbi il piacere di apporre assieme con altri colleglli la mia firma, e che diceva: " La Camera prende atto delle dichiarazioni del ministro (che avrebbe cioè accresciuto gli stanziamenti, convertendo i risparmi che poteva fare in un aumento eli posti gratuiti) favorevoli all'incremento dei collegio di Assisi, passa all'ordine del giorno-, „ l'onorevole ministro, dico, prendendo nella dovuta considerazione le condizioni economiche di quel collegio, assicurava ieri l'altro ìa Camera che, con ogni cura ed amore, avrebbe procurato di migliorarne sempre piti le condizioni. E quindi diceva che già aveva stabilito e decretato di diminuire la retta, portandola (mi pare) a lire 450, e di recare quegli altri vantaggi che fosse stato in suo potere di fare. Ma non basta questo aiuto, questo provvedimento che vorrà prendere il Governo, se vogliamo portare quell'istituto a quell'altezza di cui era capace ìa intelligenza feconda delia carità dei padri nostri. Egli è anche vero che la carità e la beneficenza cittadina hanno voluto anch'esse concorrere; egli è anche vero che, in una petizione tutti i maestri elementari si sono assunto l'obbligo di detrarre dal loro meschino stipendio una lira all'anno perchè andasse a vantaggio del collegio e degli orfani dei loro colleghi» Ma se questa petizione fa piacere nel leggerla perchè si vede in essa il risveglio di quella benemerita classe, lo sforzo che essa ha fatto per potere, anche coi propri sacrifizi, dare un aiuto ai figli propri e dei colleghi, non bastano neppure questi generosi sforzi, torno a ripetere, a poter dare una vita forte e rigogliosa a quel benemerito istituto, D'altronde io non voglio peccare d'indiscrezione col domandare al Governo altri sussidi, una larghezza maggiore di aiuti e pecuniari provvedimenti di quelli che ha promesso di fare. Invece mi permetto di sottoporre al Governo una proposta, che raccomando non solo al ministro della pubblica istruzione, ma ancora più all'onorevole ministro dell'interno, il quale ho piena fiducia che a questa mia proposta vorrà dare la più benevola e favorevole accoglienza. Non intendo rivolgermi all'onorevole ministro delle finanze, che in tal caso potrei temere che non venisse accolta la mia proposta, non già per cattiva volontà, ina attese le nostre non prospere condizioni finanziarie: io domando quindi all'onorevole ministro dell'interno, il quale ha già dato tante Garmra dei TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1888 prove di affetto a queir istituto, perchè voglia, d'accordo con l'onorevole ministro dell'istruzione pubblica, aderire a questa mia proposta che formulo in brevissime parole. Il convitto di Assisi è un convitto nazionale. In esso hanno diritto di essere accolti gli orfani dei maestri elementari di tatto il regno. Varie provincie (sono sei o sette) fra le quali mi si consenta che io citi la mia Umbria, hanno preso parecchi posti gratuiti. Faccio quindi vivissima preghiera all'onore» vole ministro dell'interno, oltreché al ministra della pubblica istruzione, perchè, con quell'amore che essi pongono per tutto ciò che è nobile, grandioso ed umanitario, rivolgano una raccomandazione ai prefetti, ai presidenti dei Consigli provinciali, perchè, a seconda dei vantaggi, che ciascuna provincia può andare a risentire conio aumentare i posti del Collegio di Assisi, vogliano stanziare una somma a favore di un posto gratuito in quel collegio. Forse si potrebbe far questa preghiera anche pei grossi comuni; ma io, per ora, mi limito a chiedere agli onorevoli ministri dell'interno e della pubblica istruzione che vogliano mandare una specie di circolare, raccomandando che quando saranno convocati i Consigli provinciali, venga posta nell'ordine del giorno dei loro lavori la proposta che, a seconda dei vantaggi che risentano, le provincie vogliano prendere o uno o più pssti nel collegio di Assisi, per assegnarli gratuitamente a beneficio e vantaggio degli orfani dei maestri elementari delle rispettive provincie. Ringrazio da ultimo l'onorevole ministro, della riduzione accordata sulle ferrovie alla benemerita classe degli insegnanti, e rinnovo anche io le più vive raccomandazioni perchè venga presto in discussione la provvida legge sul Monte delle pensioni per i maestri. Presidente. Onorevole ministro della pubblica istruzione ha facoltà di parlare. Boselii, ministro dell'istruzione, 'pubblica. Il Governo s'interessa, in modo particolare, al collegi® di Assisi, e desidera vivamente che sia migliorato. L'onorevole presidente del Consiglio ed il ministro dell'istruzione pubblica studieranno, conia massima benevolenza, l'idea espressa dall'onorevole Franceschini, tenendo conto ad un tempo e della sollecitudine che inspira il collegio d'Assisi e del modo parco e riguardoso con cui si deve procedere, quando si tratta d'invitare le provincie ad aumentare le spese. Presidente. Non venendo fatte altre osservazioni, rimane approvato il capitolo 51 in lire 35,400. Atti Parlamentari — 3936 — Camera dei Deputati LEGISLATURA XVI — 2 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 23 GIUGNO 1888 Capitolo 52. Collegio-convitto principe di Napoli in Assisi « Assegni per arredamenti dei gabinetti, lire 1,800. Capitolo 53. Istituti superiori di magistero femminile a Roma ed a Firenze - Personale {Spese fìsse]), lire 107,179.98» Capitolo 54. Istituti superiori di magistero femminile a Roma e a Firenze lire 14,400. Capitolo 55. Istituti superiori di magistero femminile a Roma e a Firenze - Acquisto di materiale scientifico, lire 10,Uu0. Capitolo 56. — Educandati femminili •• Personale (Spesa fisse), lire 202,902. Su questo capitolo ha facoltà di parlare l'onorevole Flauti. Flauti. Le cose dette ieri dall'onorevole ministro, in risposta all'onorevole Di San Donato, intorno alla riforma degli educandati di Napoli, rendono assai agevole il mio compito. Mi limiterò, quindi, a dire, in poche parole, quello che avevo in animo di chiedere. Desideravo di conoscere dal ministro della pubblica istruzione che cosa egli pensasse di quel disegno di riforma che fu presentato dal Consiglio direttivo, e quanta speranza si potesse avere che il disegno medesimo fosse, tra breve, approvato. A questo l'onorevole ministro risponderebbe, qualora volesse avere la bontà di dare a me la stessa assicurazione, aggiungendo anche qualche cosa di più esplicito, ove creda di poterlo aggiungere. Qualora ciò facesse, io lo l'ingrazierei, e non mi resterebbe che esprimere l'augurio che, al più presto possibile, quel disegno di riforma divenga una realtà. Presidente. L'onorevole ministro della pubblica istruzione ha facoltà di parlare. Bosellìj ministro dell' istruzione pubblica. L'unica cosa che posso aggiungere di più esplicito a quanto ho già detto si è che prima che cominci il nuovo anno scolastico il riordinamento sarà fatto. Flauti Ringrazio l'onorevole ministro. Presidente. Non essendovi altre osservazioni, rimane approvato il capitolo 56 nella somma di lire 202,902. Capitolo 57, Educandati femminili ed istruzione elementare superiore femminile - Posti gratuiti; assegni ai Conservatori della Toscana e ad altri collegi ed educandati femminili ; sussidi ed assegni per promuovere Istituti superiori femminili provinciali e comunali e per il loro maggiore incremento, lire 366,118. Capitolo 58. Istituti dei sordo-muti - Personale (Spese fisse), lire 81,861. Su questo capitolo ha facoltà di parlare l'onorevole Levi. Levi. Io diro pochissime parole, che la Camera spero vorrà perdonarmi se non le risparmio, poiché pronunziate a favore dei ciechi e dei sordomuti. La stagione e l'ora in cui ci troviamo, non mi permettono di riandare sul già fatto, su quanto da egregi colleghi e da me venne detto qui in proposito; non parlerò dei varii ordini dei giorno che sono stati presentati, ed accettati con grandi promesse, e che poi rimasero sempre lettera morta. Io ho fiducia nel cuore dell'onorevole ministro, e quindi mi contenterò che egli risponda con una promessa alla raccomandazione, che anche a nome de miei onorevoli amici Bianchi, Gherardini, Luciani, Mocenni, Fornaciari, Bonfadini e di molti altri colleghi, gli faccio acciocché prenda in accurato esame i precedenti che esistono su questa materia, e voglia quindi provvedere al miglioramento di tutti gl'Istituti che accolgono questi infelici. Presidente, Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro della pubblica istruzione. BoseSii, ministro deli' istruzione pubblica. La questione della quale ha parlato l'onorevole Levi è questione d'umanità. Egli è da lungo tempo benemerito di questa causa insieme con altri egregi nostri colleglli, ed altri uomini valenti, e, fra gli altri, col collega Bianchi, che ebbe dal mio predecessore speciali incarichi a questo riguardo. Quindi, non solo a nome mio, ma anche a nome dell'onorevole ministro dell'interno, col quale debbo procedere di concerto in questa materia, dichiaro che il Governo non solo ha fatto degli studi, ma /si adoprerà in modo da poter prossimamente presentare qualche provvedimento. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole Levi. L©¥Ì. Ringrazio l'onorevole ministro, e prendo atto di queste dichiarazioni, nella speranza di poterlo ringraziare dei fatti, come faccio ora delle parole. Presidente. Non essendovi altre osservazioni, rimane approvato il capitolo 58 nella somma di lire 81,861. Capitolo 59. Istituti dei sordo-muti - Spese di mantenimento d'Istituti governativi, posti gratuiti, assegni e sussidi ad Istituti autonomi, lire 99,179. Capitolo 60. Costruzione, ampliamento e risarcimento degli edifizi scolastici destinati ad uso Atti Parlamentari LEGISLATURA XVI — — 3937 — 2 a SESSIONE — DISCUSSIONI — delle scuole elementari. (Legge 18 luglio 1878). n, 4460, lire 335,000. Spese diverse. — Capitolo 61. Partecipazione al mantenimento dell'uffizio internazionale dei pesi @ delle misure in Parigi. (Legge 23 dicembre 1875, n. 2875), 11,000. Categoria quarta. Partite dì giro. — Capitolo 62. Fitto dei beni demaniali destinati ad uso od in servizio di amministrazioni governative, lire Ì ,036,782.01 TITOLO I I . Spesa straordinaria. — Categoria prima. Spese effettive. — Spese generali. — Capitolo 63. Assegni di disponibilità (Spese fisse), lire 4,000. Capitolo 64. Maggiori assegnamenti sotto qualsiasi denominazione (Spese fisse), lire 12,823.45. Capitolo 65. Indennità ad impiegati in compenso delle pigioni che corrispondono all'erario per locali occupati gratuitamente ad uso di abitazione {Spese fisse), lire 38,496.10. Spese per le Università ed, altri stabilimenti dJ insegnamento superiore. — Capitolo 66. Rimborso di spese per lavori eseguiti e da eseguire nell'edificio dell'ospedale di Sant'Orsola in Bologna pel definitivo assetto di quelle cliniche. (Legge 18 maggio 1882, n. 765) (Spesa ripartita), lire 26,500. Capitolo 67. Torino - Scuola di applicazione degli ingegneri - Restauro di locali, adattamento di strumenti e costruzione di modelli, lire 4,000. Capitolo 68. Concorso dello Stato nella spesa di costruzione e miglioramento di locali in servizio degli Istituti scientifici universitari di Torino (Convenzione 29 gennaio 1885 approvata con la legge 28 giugno 1885, n. 3225) (Spesa ripartita), lire 544,740. Capitolo 69» Assetto di vari Istituti scientifici dell'Università di Pavia - Rimborso di capitale alla Banca popolare di Pavia, (Legge 26 dicembre 1886, n. 4235 (Spesa ripartita), lire 67,500. Capitolo 70« Spese per gli studi e progetti relativi ai nuovi stabilimenti scientifici dell' Università di Napoli, lire 15,000. Capitolo 71. Università di Bologna. - Adattamento di locali per la scuola di medicina veterinaria, lire 2,100. Capitolo 72. Università di Cagliari. - Clinica chirurgica. - Spese per completare l'armamentario chirurgico e per l'impianto d'un laboratorio, lire 3,000. Capitolo 73. Università di Genova. - Museo 4i mineralogia e geologia. » Impianto di un laboratorio per le esercitazioni degli studenti. - Camera dei TOENATA DEL 2 3 GIUGNO Deputati 1888 Adattamento di scaffali, costruzione di banchi, collocamento di stufe e trasporto delle collezioni, lire 7,000. Capitolo 74. Università di Genova. - Spesa pel trasferimento - dell' Istituto anatomico, lira 30,000. Capitolo 74 bis. Università di Genova. — Ac-> quisto di un'oncia d'acqua pei gabinetti biologici, lire 8,000. Capitolo 75. Università di Napoli. - Acquisto di materiale scientifico pei gabinetti di antropologia e di patologia generale, lire 5,000. Capitolo 75 bis. Università di Napoli. - Gabinetto di mineralogia. - Acquisto di strumenti © di materiale scientifico, lire 5,200. Capitolo 76. Università di Palermo. - Acquisto e collocamento di una pompa a vapore nell'orto botanico, lire 7,200. Capitolo 77. Università di Parma. - Spese d'impianto, di adattamento e di acquisto di materiale scientifico per alcuni gabinetti, lire 7,000. Capitolo 78. Università di Pavia. - Orto botanico. - Lavori addizionali per l'ultimazione della serra, lire 5,000. Capitolo 79. Università di Pisa. - Impianto del gabinetto di medicina legale; riparazione e adattamento del gabinetto di chimica farmaceutica, lire. 8,470.70. Capitolo 80. Università di Roma. - Provviste diverse e acquisto di materiale scientifico per l'orto botanico e per la sezione archeologica annessa alla scuola di magistero, lire 3,500. Presidente. Su questo capitolo 80 ha facoltà di parlare l'onorevole relatore, Arcoleo, relatore. Questo capitolo 80 corrisponde ad un altro della parte ordinaria, capitolo 19, e che si riferisce alla scuola archeologica di Roma, La Commissione del bilancio trovò inscritta la somma di 12,000 lire che si riferivano a questa scuola archeologica. Avendo chiesto informazioni in via ufficiosa, si è accertato che la scuola ancora non esiste, ma che si sono date della conferenze soltanto. Ora la Commissione del bilancio ha riconosciuta l'utilità di una scuola archeologica a Roma. Il Ministero si è proposto d'istituirla per mezzo di un decreto reale. Abbiamo iscritto, nella parte ordinaria, 8 mila lire con una riduzione di 4 mila, e nella parte straordinaria abbiamo ridotto 3 mila lire, dando occasione al ministro di poter istituire la scuola e che suppone facoltà di chiedere in seda di assestamento quella somma che crederà necessaria allo scopo. Atti Parlamentari ^ — 8938 — Camera dei Deputati LEGISLATURA XVI — 2 SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 3 8 8 a BoseSli, ministro dell'istruzione pubblica. Siamo d'accordo. Presidente, Non essendovi osservazioni, rimane approvato il capitolo 80 in lire 3,500. Capitolo 81. Università di Roma - Lavori per l'Istituto fisiologico, lire 10,000. Luzi. Chiedo di parlare. Presidente. Ne Ha facoltà. Luzi. L'anno scorso, l'onorevole ministro fece . riflettere che tanto le collezioni mineralogica e geologica, quanto il così detto Gabinetto d'ana, tomia comparata, sono dentro i cassoni ed in luoghi nei quali i preparati tutti deperiscono ; mi fu risposto che si sarebbe pensato sollecitamente a provvedere i locali, perchè queste collezioni potessero essere disposte in modo da tornare utili agli studenti. Quest'anno ho cercato nel bilancio se vi fossero somme inscritte a questo scopo, ma non le ho trovate; rinnovo quindi la preghiera dell'anno scorso, molto più che le somme destinate a queste collezioni sono state impiegate ad altri usi, cioè all'acquisto del palazzo Corsini per l'Accademia dei Lincei e non sono state mai surrogate, come era stato promesso. Raccomando di nuovo per usi altro anno che si pensi a questi gabinetti, elio sono nella capitale del regno, perchè, quando vengono i forestieri e vedono che le collezioni mineralogiche e d'altro genere, come i preparati di anatomia comparata, stanno malamente disposti in cassoni, noi ci facciamo proprio una figura deplorevole. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro dell'istruzione pubblica. Bosetti, ministro dell'istruzione pubblica, In quanto alle collezioni può esser certo l'onorevole Luzi che mi informerò e sarà riparato quanto più presto è possibile. L'acquisto poi del palazzo Corsini non ha alcuna relazione con questo capitolo, ma esso è legato alla legge relativa alle spese per Roma. È ben vero che acquistandosi quel palazzo si è adoperato un fondo che era destinato per stabilimenti scientifici. Già ho dichiarato come anche nella mente dell'uomo illustre che consigliò l'acquisto del palazzo Corsini era fisso che questo, oltre che ad ospitare l'Accademia dei Lincei, dovesse anche servire ad altri usi. Del rimanente colgo volentieri questa occasione per dire all'onorevole Luzi come l'acquisto del palazzo Corsini per lo Stato è tanto un buon affare che, quand'anche lo Stato non riconoscesse la utilità di possederlo, non avrebbe certamente mai a pentirsi di avere fatto quell'acquisto. Del resto io credo che anche per gli usi scientifici, ai quali può essere adoperato, presenti molta utilità. Non vi è dubbio che a Roma bisognerebbe costituire un grande museo di storia naturale ed altri simili. Auguriamoci che la prosperità nazionale possa tanto conferire al miglioramento della finanza dello Stato, che ci conceda di creare questi grandi stabilimenti scientifici in un tempo non lontano. {Benissimo ! Bravo !) Presidente. Non essendovi altre osservazioni, rimane approvato il capitolo 81 in lire 10,000. Capitolo 82. Università di Roma - Gabinetto d'igiene - Spese d'impianto - Adattamento di locali ad uso laboratorio, lire 6,735.86. Capitolo 82 bis. Università di Roma - Mantenimento delle cliniche medica e otoiatrica - Rateo 1887-88, lire 15,663.40. Capitolo 83. Scuoia d'applicazione degli ingegneri di Roma - Adattamento di locali, lire 30,000. Capitolo 84. Scuola d'applicazione degli ingegneri di Roma - Costruzione del laboratorio di chimica applicata, lire 30,000. Capitolo 85. Scuola d'applicazione degli ingegneri di Roma - Costruzione del laboratorio di geologia applicata, lire 30,000. Capitolo 86. Scuoia d'applicazione degli ingegneri di Roma - Spese per la costruzione di vespai sotto il pavimento del porticato e per scarna bio di locali fra la scuola e la chiesa annessavi di San Pietro in Vincoli, lire 12,800. Capitolo 87. Scuola d'applicazione degli ingegneri di Napoli - Adattamento di locali, lire 20,000. Capitolo 88. Scuola d'applicazione degli ingegneri di Napoli - Lavori per riduzioni e adattamento di locali, lire 10,940. Capitolo 89. Scuola di medicina veterinaria di Milano - Adattamento di locali, lire 7,000. Capitolo 90. Regio Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento in Firenze - Riparazioni all'Osservatorio d'Arcetri, lire 30,000. Capitolo 91. Spesa per premi nelle Scuole superiori di magistero, lire 18,000, Spese per gli istituti e corpi scientifici e letterari. — Capitolo 92. Raccolta di libri, opuscoli e documenti editi ed inediti relativi alla storia del risorgimento italiano da collocarsi nella biblioteca Vittorio Emanuele di Roma, lire 4,000. Capitolo 93. Biblioteca Laurenziana di Firenze - Spesa per costruzione di vetrine, per restauri e legatura di manoscritti, lire 4,521.10. Capitolo 94. Biblioteca Marucelliana di Firenze - Impianto di caloriferi, lire 4,000. Atti Parlamentari LEGISLATURA — 3939 — XYI — 2a SESSIONE — DISCUSSIONI — Capitolo 95. Biblioteca universitaria di Catania - Acquisto di libri, lire 4,000. Capitolo 96. Biblioteca universitaria di Roma Spesa per l'ordinamento della raccolta delle esercitazioni accademiche, lire 2,000. Capitolo 96 bis. Biblioteca Alessandrina di Roma - Provvista di opere letterarie e scientifiche, lire 5,000. Spese per le antichità e le belle arti. — Capitolo 97. Lavori, attrezzi e spese diverse per il ricupero degli oggetti d'antichità provenienti dai lavori del Tevere, lire 16,000. Capitolo 98. Istituti di bello arti di Napoli Sistemazione della facciata e dei locali interni, lire 30,000,, Capitolo 99. Lavori di ricostruzione della basilica di S. Paolo, lire 160,000. Capitolo 100. Regia Pinacoteca di Napoli Spesa pel passaggio della Pinacoteca del Museo nazionale nel fabbricato ove ha sede il regio Istituto di belle arti - Spese di trasporto; sistemazione dei locali che rimangano vacanti nel Museo per collocarvi le collezioni antiquarie, lirè 30,000, Camera TORNATA D E L 2 3 GIUGNO dei Deputati 1888 dell'ufficio internazionale di segreteria a Berlino, lire 2,500« Capitolo 108. Istituto tecnico superiore di Milano - Spese per l'impianto del laboratorio per la scuola elettro-tecnica fondata dal commendatore Carlo Erba, lire 25,000. Capitolo 109. Uffizio speciale per i lavori degli istituti scientifici - Remunerazioni al personale, lire 6,000. Capitolo 109 bis. Continuazione della ristampa delle opere latine di Giordano Bruno, lire 6,000. Stanziamento totale del titolo JL (Spesa ordinaria), lire 40,116,413. 83. Stanziamento totale del titolo I I . (Spesa stra ordinaria), lire 1,600,699. 35. I N S I E M E (Spesa ordinaria e straordinaria), lire 41,717,113.18. Rileggo ora l'articolo unico del disegno di legge: " Il Governo del Re è autorizzato a far pagare le spese ordinarie e straordinarie del Ministero della istruzione pubblica, per l'esercizio finanziario dal 1° luglio 1888 al 30 giugno 1889, in conformità dello stato di previsione annesso alla presente legge. „ Capitola 101. Spesa per monuménti'"' e scàvi f nell'Italia meridionale, lire 480. Lo pongo a partito. Capitolo 101 bis. Esposizione nazionale artiChi l'approva è pregato ad alzarsi. stica in Venezia - Concorso nelle spese, 30,000 (E approvato:) lire. Capitolo 101 ter. Regio Istituto di belle arti di Procederemo ora alla votazione a scrutinio seBologna - Ampliamento di locali, lire 25,000. greto del disegno di legge. Spesa per l'istruzione normale, magistrale ed eleSi proceda alla chiama. mentare. — Capitolo 102. Sussidi al Monte per le Adamolì, segretario, f a la chiama. pensioni degl'insegnanti elementari (Spesa riparPresidente. Prego gli onorevoli deputati, che non. tita), lire 150,000. avessero votato, di recarsi alle urne. Spese diverse. — Capitolo 103. Continuazione Si lasceranno le urne aperte. dei lavori geodetici ed astronomici per la misura del grado europeo, lire 30,000. Sèguito dèlia discussione de! bilancio dell'enCapitolo 104. Studi per preparare la carta artrala. cheologica d'Italia, e per raccogliere documenti della storia dei musei e degli scavi del regno, lire Presidente. L'ordine del giorno reca: Seguito 16,000. della discussione del bilancio dell'entrata. Capitolo 105. Continuazione della stampa delRammento alla Camera che, nell' ultima seduta l'opera del De-Rossi intitolata Inscriptiones chrimattutina, fu chiusa la discussione generale. Ora stianae, lire 12,000. procederemo alla discussione degli articoli. Capitolo 106. Conferenza internazionale degli elettricisti a Parigi - Esperiènze per la determi" Art. 1. Il Governo del Re è autorizzato ad acnazione delle unità elettriche - acquisto di stru- certare e a riscuotere, secondo le leggi in vigore, menti e oggetti scientifici, spese per gli assistenti le imposte e le tasse di ogni specie, a provvedere e per il personale di basso servizio, indennità di allo smaltimento dei generi di privativa secondo soggiorno ai rappresentanti italiani, lire 20,028.74. le tariffe vigenti, e a fare entrare nelle casse Capitolo 107. Associazione geodetica interna- dello Stato le somme e i proventi che gli sono zionale - Concorso dell'Italia al mantenimento dovuti per l'esercizio finanziario dal 1° luglio 1888 m Atti Parlamentari LEGISLATURA XVI — — 3940 —2 a SESSIONE — Camera dei DISCUSSIONI — al 30 giugno 1889, giusta lo stato di previsione per l'entrata annesso alla presente legge. u E altresì autorizzato a rendere esecutivi i ruoli delle imposte dirette pel suddetto esercizio. „ Si dà lettura dello stato di previsione annesso alla presente legge ; sempre con l'avvertenza che i capitoli, sui quali non si fanno proposte ovvero osservazioni s'intenderanno approvati con la semplice lettura. TITOLO I . Entrata ordinaria. — Categoria prima. Entrate effettive. — Redditi patrimoniali dello Stato. — Capitolo 3. Redditi patrimoniali del demanio dello Stato, lire 8,087,000. Capitolo 2. Proventi dei canali Cavour, lire 3,060,000. Capitolo 3. Redditi patrimoniali di enti morali amministrati dal demanio, lire 875,000. Capitolo 4. Redditi patrimoniali dell'Asse ecclesiastico, lire 4,100,000. Capitolo 5. Interessi, di titoli di credito e di azioni industriali posseduti dal tesoro, lire 250,558.15. Capitolo 6. Interessi dovuti sui crediti dell'amministrazione del tesoro, lire 154,000. Capitolo 7. Ricupero di futi di parte dei locali addetti ai servizi governativi, lire 338,527.50. Capitolo 8. Partecipazione dello Stato sui prodotti lordi delle ferrovie costituenti le reti principali Mediterranea, Adriatica e Sicula, lire 60,500,000. Capitolo 9. Prodotto delle linee complementari costituenti le reti secondarie Mediterranea, Adriatica e Sicula, escluse le quote devolute ai rispettivi fondi di riserva (articolo 73 dei capitolati per le reti Mediterranea ed Adriatica ed articolo 69 di quello per la rete Sicula), lire 7,098,560. Capitolo 10. Prodotti lordi del servizio di navigazione a vapore sul lago di Garda (articolo 29 del contratto di esercizio della rete Adriatica), lire 115,000. Capitolo 11. Prodotto delle ferrovie dello Stato esercitate dalla Società veneta per imprese e costruzioni pubbliche, al netto dei corrispettivi di esercizio, lire 40,000. Contributi. — Imposte dirette. — Capitolo 12. Imposta sui fondi rustici, lire 106 ; 316,355.38. Capitolo 13. Imposta sui fabbricati, 67,700,000 lire. Capitolo 14. Imposta sui redditi di ricchezza mobile, lire 220,191,328.44. ' Onorevole ministro delle finanze, accetta questo stanziamento proposto dalla Commissione?" TORNATA DEL 2 3 GIUGNO Deputati 1888 Sbagliarli, ministro delle finanze. L'accetto. Presidente. Tasse sugli affari di amministrazione del Ministero delle finanze. — Capitolo 15. Tasse di successione, lire 34,000,000. Capitolo 16. Tasse di manomorta, lire 6,400,000 Capitolo 17. Tasse di registro, lire 70,000,000. Onorevole Bonfadini, ha facoltà di parlare sul capitolo 17. Bonfadini. Intorno a questa trappola di sopratasse e di multe, che è la nostra legge del registro e bollo, ho avuto già l'onore di presentare altra volta al ministro delle finanze alcune osservazioni e preghiere. E per dire la verità, dall'onorevole ministro mi sono venute l'anno scorso cortesi assicurazioni che agi' inconvenienti da me deplorati avrebbe cercato di mettere riparo. Non dubito della sua piena buona volontà, ma purtroppo, a proposito di queste promesse ministeriali, troppe volte ricorre la frase di Foscolo: Odio il verso che suona e che non crea. La legge del bollo e del registro è più grave per le provincie dove la proprietà è più sminuzzata; e quindi per le provincie povere e per i contribuenti piccoli e poveri dovrebbe essere applicata con un criterio di grande equità e, se la parola fosse possibile, per le finanze in genere e per la finanza del regno d'Italia in specie, con molta mitezza. Invece io temo che accada il contrario. E siccome i piccoli redditi sono facili ad essere perseguitati nella loro emigrazione, ivi accade che la mano del Fisco pesa più dura e più grave. La nostra finanza democratica, come si è voluto un giorno chiamarla, ha indulgenze infinite per esempio per le grandi associazioni bancarie, che fruiscono dei redditi della circolazione abusiva, per i grandi avvocati che guadagnando 60 mila lire ne denunziano 6 mila, ma quando si tratta di piccoli contribuenti gravala mano. Grava cioè la maùo su quel piccolo contribuente a cui la sua santa ignoranza non lascia la possibilità di credere ad un abuso per parte di un agente dèi Governo. Il piccolo contribuente molte volte paga il doppio, il triplo di quel che deve, perche non ha i mezzi di ricorrere. Io non dirò in tesi generale che tutto questo avvenga da per tutto, ma avviene, onorevole ministro, in alcune provincie del regno, ed avviene soprattutto in quelle delle quali Ella ha meno nozione, perchè l'insieme delle sue attitudini, del Atti Parlamentari LEGISLATURA XVI — — 3941 — 2a SESSIONE — DISCUSSIONI — suo ingegno, dell'ambiente in cui vive, non le permette di considerarne interamente l'aspra e dura esistenza. Io vorrei proporre, a proposito di un altro capitolo, una piccola riduzione. E per non tediare di più la Camera, dirò, fin d'ora, qual' è la ragione, che mi muove a proporre questa modificazione. La ragione sta in un fatto che, fuori di questa Camera, chiamerei una birbonata e che in questa Camera mi limito a definire un abuso. Il regolamento catastale, una vera iniquità legislativa, che pur troppo dovrà durare finche sarà applicato il nuovo catasto, vale a dire fra 20 anni, contiene fra gli altri un articolo almeno ragionevole, il quale stabilisce che unitamente a ciascuna domanda di voltura debba essere esibita o in originale, o in copia, l'atto di traslazione sul quale cioè si fonda la domanda medesima. Ora accade che vi sono agenti delle tasse, non so se ispirati da circolari governative, che certo non possono andare fino all'abuso, o se ispirati da uno zelo per la cosa pubblica, che sarebbe lodevole qua dentro, ma che fuori è eccessivo, che si permettono di mutare a loro piacere la legge ed i regolamenti e di obbligare i notai a presentare le copie dell'atto e non l'atto autentico ; perchè la copia dell'atto esige un nuovo bollo, che va a profitto dell'erario*, ma l'agente non pensa che a questo nuovo bollo va unito un nuovo pagagamento al notaio, per l'atto da redigere. Ora siccome nei piccoli centri questi contratti si fanno per un valore di 50, mentre nelle grandi città si fanno per un valore di 500 0 di 5000, avviene che questa tassa pesa 20, 30 volte più sui poveri contribuenti della montagna, anziché sui ricchi e grossi contribuenti della pianura, perchè per un atto solo che può comprendere un valore di 5000 lire paga un bollo, mentre altrove pagano 20 0 30 bolli per un gran numero di atti, che comprendono lo stesso valore. Ora se l'agente delle tasse s'impunta a volere questo, contrariamente alla legge ed al regolamento, fa pesare per conto suo duramente sui più poveri e i più piccoli, una tassa assolutamente contraria ad ogni equità e ad ogni principio di giustizia distributiva. Io dirò al signor ministro fuori di quest'Aula quali sono i casi che conosco. Non lo dirò certo in quest'Aula e non gli domanderò neanche che punisca l'ufficiale zelante che li permette. Ma fin d'ora faccio notare all'onorevole ministro che quando le sue circolari sono buone, non sempre sono adempite, ma quando per caso esse sono cattive, troppe volte sono anche esagerate. (Bravo!) Camera TORNATA B E L 23 GIUGNO dei Deputati 1888 Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro delle finanze. Magliari!, ministro delle finanze. L'onorevole deputato Bonfadini ha cominciato a parlare sul capitolo 17 u Tasse di registro „ ma sostanzialmente ha concentrato le sue censure contro l'Amministrazione a proposito delle volture; argomento diverso, come ben sa l'onorevole Bonfadini, che riguarda non il bollo e il registro, ma le volture per il trapasso delle proprietà e cioè le imposte dirette. Quanto a ciò che riguarda la tassa di registro, se io ho fatto delle dichiarazioni l'anno scorso, rispondendo all'onorevole Bonfadini, posso oggi sicuramente affermare che non le ho fatte invano. Ed invero alcune fiscalità troppo odiose, alcune formalità inutili, che si richiedevano negli uffici di registro, sono oggimai cessate; ed ho preso occasione dalla esecuzione dell'ultima legge del 14 luglio 1887, che ha modificato alcune di que-< ste tasse, per introdurre discipline più semplici, e meno complicate pei contribuenti. Non posso però affermare alla Camera che gli sforzi dell'Amministrazione saranno interamente coronati di buon successo, infino a che io non sia in grado di porre negli uffici di registro di una qualche importanza i controllori, che appena, adesso, possono essere collocati negli uffici dei capoluoghi di provinciaQuando un ufficio d'importanza, ' come un ufficio di registro, è affidato ad un individuo solo, il quale è liquidatore, è tassatore e riscuotitore della tassa, e questo individuo solo che concentra sul suo capo tanta responsabilità, non è soggetto che al siadacato di un ispettore, che fa delle verificazioni periodiche di giro; intende bene l'onorevole Bonfadini che in questo modo non è sempre facile sorprendere gli abusi, e non è sempre facile garantire gl'interessi della finanza e quelli dei contribuenti. Non così avviene in quegli uffizi, nei quali accanto al ricevitore del registro, vi è il controllore: istituzione che io ebbi l'onore di proporre alla Camera e che la Camera mi approvò per metà. Allora vi è un controllo immediato sugli atti dell'ufficiale dell'amministrazione, e questo controllo giova all' interesse erariale e all'interesse dei contribuenti ad un tempo. Venendo, poi, alle volture delle quali specialmente ha parlato l'onorevole Bonfadini, io gli dichiaro, nel modo più preciso, che non è punto necessario esibire la copia dell'atto di vendita, per ottener la voltura; e non credo che questa Aiti Parlamentari LEGISLATURA XVI — . —• 3942 — 2 a SESSIONE — DISCUSSIONI — sìa una esigenza generale, degli agenti delle imposte dirette. Se così fosse, sarebbe cosa grave, perchè essi opererebbero contro i regolamenti. Ora avrà potuto avvenir benissimo un caso singolare ; ed io sarei grato all'onorevole Bonfadini se m'indicasse l'agente delle imposte, che ha contravvenuto senza giustificazione al regolamento ; perchè io userò del massimo rigore contro di lui. Una voce. Sono tutti ! Magliari, ministro delle finanze. Ma tutti, no. Io devo dichiarare all'onorevole interruttore, che, quando un reclamo di questa natura giunge al Ministero delle finanze, si provvede immediatamente. Se un reclamo arriva alle intendenze di finanza o alla Amministrazione centrale, è impossibile che una infrazione al regolamento, se c' è, resti impunita. E però necessario reclamare. Del resto, dalie verifiche degli ispettori, dalle relazioni mensili e ordinarie, delle ispezioni delle intendenze non mi risulta che questa pratica abusiva sia generalmente invalsa. Vi possono essere dei casi particolari che io non esito a chiamare abusi, come li ha chiamati l'onorevole Bonfadini; e quando ne conosca i particolari, li farò cessare. Bonfadini. Chiedo di parlare. P r e s i d e n t e . Parli pure. B o n f a d i n i . Mi dichiaro sodisfatto delle dichiarazioni (specialmente delle uitime spiegazioni) dell'onorevole ministro. Presidente, Rimane dunque approvato il capit o l o 17, in lire 70,000,000. Capitolo 18. Tasse di bollo, lire 63,500,000. Capitolo 19. Tasse di surrogazione del registro e del bollo, lire 6,718,000. Capitolo 20. Tasse ipotecarie, lire 7,000,000. Capitolo 21. Tasse sulle concessioni governative lire 6,400,000. Tasse sugli affari in amministrazione dell'Ispettorato generale delle strade ferrate. — Capitolo 22. Tassa sul prodotto del movimento a grande e piccola velocità sulle ferrovie, lire 18,035,000. Tasse sugli affari in amministrazione del Ministero degli esteri. — Capitolo 23, Diritti delle legazioni e dei consolati all'estero, lire 670,000. Tasse di consumo.— Capitolo 24. Tassa sulla fabbricazione degli spiriti, della birra, delle acque garose delle polveri ed altre materie esplodenti, della c i c o r i a preparata, dello zucchero indigeno, del glucosio, dell'olio di seme di cotone e dell'acido acetico, lire 47,000,000. Capitolo 25. Dogane e diritti marittimi, lire 281,000,000. Ha facoltà di parlare l'onorevole Colombo. Colombo. Io mi era inscritto su questo capitolo, Camera dei " Deputati TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1888 perchè intendevo di discorrere sul dazio d'uscita sulle sete, e di proporre che questo dazio venisse abolito. Ma ieri, nella discussione generale, ho già avuto l'opportunità di parlare su quest'argomento, per conseguenza ora rinuncio a parlare. Solamente mi permetto di osservare che ho sottoscritto, insieme ai colleglli Filì-Astolfone e Zanolini, un ordine del giorno, il quale si riferisce appunto alla questione dei dazi d'uscita sulle sete e sugli zolfi. Per conseguenza io lascio che il mio onorevole collega Filì-Astolfone sviluppi l'ordine del giorno per la parte che si riferisce agli zolfi, mentre io credo d'avere ieri abbastanza sviluppato la parte mia, che riguardava le sete. P r e s i d e n t e . L ' o n o r e v o l e Filì-Astolfone, insieme agli onorevoli Zanolini e Colombo, ha presentato un ordine del giorno. L'onorevole Filì-Àstolfone lo svolgerà quando verrà il suo turno. Intanto do facoltà di parlare all'onorevole Eìlena. ElSena. Io sono gratissimo all'onorevole Branca, che nella seduta antimeridiana di ieri, discorrendo delia previsione d'entrata al capitolo 25, ha sollevato la questione doganale, in relazione all'altezza dei diritti di confine, ed in relazione ai trattati di commercio. Credo sia utile, che si dica qualche parola intorno a questi argomenti. Imperocché la Camera, al tempo in cui si procedette alla denuncia dei trattati di commercio, stimò conveniente di approvare, quasi senza far motto, la condotta del Governo, e poi, quando le fu sottoposta la tariffa del 14 luglio 1887, preparata con studio diligente da una Commissione d inchiestae con molta cura esaminata dalla Commissione parlamentare dei 18, la discusse alquanto affrettatamente, quattro sole sedute essendo state consacrate a tanta opera. Finalmente, allorché furono proposti i provvedimenti, che dovevano rispondere ad offese altrui e preparare un miglior avvenire, un alto sentiménto di patriottismo le ispirava il silenzio. Io reputo che il silenzio, finora utile e in qualche caso doveroso, riuscirebbe di danno se si prolungasse. Talvolta il silenzio delle Assemblee fa sì che la storia si converta in leggenda, ed è ciò che minaccia di avvenire in questa faccenda, se non si ristabiliscono i diritti della storia. Alcuni qui dentro, molti fuori, hanno raccontato le fasi per cui passò la riforma doganale, in modo non rispondente ai fatti. Non mancano coloro i quali credono che iì carattere della nostra tariffa sia diverso da quello che è realmente. Atti Parlamentari LEGISLATURA XVI 2 a SESSIONE DISCUSSIONI Altri reputano che la sua origine sia molto differente da quella che è in effetto. L'iniziativa della riforma doganale non appartiene al Governo: fu una solerte e competentissima Commissione, quella chiamata dalla Camera ad esaminare la legge daziaria del 6 luglio 1883, che dimostrò la necessità e l'urgenza eli questa revisione. Fu essa che propose una Commissione d'inchiesta parlamentare, la quale attese con lungo studio e grande amore al suo ufficio. Questa Commissione mi incaricò di preparare la parte della tariffa che si riferisce ai dazi industriali: ed io sottoposi ai miei colleghi il frutto modesto de'miei lavori. In questi studi fui sempre ispirato da una grande moderazione, ed evitai, per quanto era possibile, gli eccessi della protezione. Più chf< lunghi ragionamenti, vale a dimostrarlo il ricordo, e*© la Commissione d'inchiesta non deliberò mai che si diminuissero i dazi divisati dame; numerose invece e soventi gravi furono le proposte di aumento. Convoglio tediare la Camera enumerando tutti i d a z i che la Commissione d'inchiesta volle accres c e r e : n e accennerò alcuni, per dimostrare che nelle proposte mie la Commissione ha ravvisato tutt'altro che un soverchio spirito di protezione. Sarò brevissimo negli esempi. Riguardo ai filati di lino e di canapa meno grossi, 10 avevo suggerito il dazio di 24 lire per quintale e la Commissione d'inchiesta accettò il dazio di 26. Sopra i tessuti greggi di lino meno ordinari i dazi "da me proposti erano di 70 e 90 lire per quintale; la Commissione li portò a 92,50 e 94; lieve aumento, ma pur sempre aumento. Per i filati di cotone io credevo espediente che si mantenessero i vecchi diritti della tariffa 30 maggio 1878; la Commissione li aumentò di 2 <di 3 e di 4 lire. Altri accrescimenti furono accolti dalla Commissione d'inchiesta rispetto alle mercerie di legno, ai cappelli di paglia, alle carte dipinte e da parati, ai cementi, ai laterizi, alle lastre di vetro, #11 e sete tinte, alle sete da cucire e via via. Tale è in breve la rassegna degli inacerbimenti di ciazio che la Commissione deliberò di stanziare, dopo a ccurato e competente studio del mio lavoro. Ma non basta; il Governo accettò tale e quale 11 progetto che gli venne presentato dalla Commissione d'inchiesta e lo sottopose alla Camera senza alcun e m e n d a mento. Però la Commissione dei 18, la quale come h <> già detto fece lodevolissimo studio della materia, mo strò di esser persuasa che i dazi della Commissione d'inchiesta, trascritti testual- I 1 Camera dei Deputati 3943 TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8 mente dal Governo nel suo progetto di legge, non erano sufficienti a raggiungere nell'ordine economico e nel campo finanziario i fini, ai quali mirava la revisione della -tariffa. Io doyrei leggere una lista assai lunga di aggravi molto più ragguardevoli, sopra prodotti industriali, che la Commissione parlamentare dei 18 raccomandò alla Camera. Ma riuscirei troppo lungo, troppo minuto, se mi talentasse di fare il confronto esatto di tutte le proposte d'aggravamento dei dazi accettate dalla Commissione della Camera. I filati di lino, il cui dazio era già stato cresciuto rispetto alla mia proposta dalia Commissione d'inchiesta, sono oggetto di un nuovo aumento da parte della Commissione parlamentare; da lire 18 e 26 giungono a 19 e 28. I filati da cucire di lino da 70 furono portati a 110. I tessuti di lino sono nuovamente aggravati. Per i tessuti stampati l'aumento da lire 70 arriva a 80. I pizzi vanno da 5 a 7 lire per chilogramma. Gii oggetti cuciti, per cui il Governo proponeva il dazio in relazione al tessuto di cui sono composti più il 40 per cento, furono classificati se. eondo la diversa qualità loro con aumenti di 50 e 100 per cento. Il dazio delle maglie di lino, da lire 130 come era iscritto nel progetto del Ministero fu elevato a 195 per le foggiate. E, riguardo ai filati greggi di cotone di mezzana grossezza, un altro aumento, oltre quello fatto dalla Commissione d'inchiesta, doveva condurre i dazi da lire 42 e 45 a 48 e 52.... Presidente. Ma, onorevole Ellena, e inutile che Ella s'intrattenga troppo su casi particolari ed a fare delle cifre ; quando ne ha accennate alcune, basta!... Ellena. Io mi rassegno al desiderio del nostro onorevole presidente, solo gli chiedo licenza di unire al testo del mio discorso questi pochi quadri... Presidente. Sì, sì, li unisca, sarà meglio... Ellena. La lista sarebbe ancora lunga... Presidente. Sarà dunque meglio il risparmiarla ! (Ilarità). Ellena. ...ma, poiché alcuni! vicini mi sollecitano, io voglio al meno accennare al caso, se non più grave almeno più appariscente, che è quello delle maglie di cotone: nel progetto ministeriale erano a 150 e 225 lire; la Commissione ha creduto opportuno di portarle a 220 lire per le semplici, a 330 le foggiate ed a lire 495 le foggiata cucite. La modificazione può essere opportuna; ma è certamente ragguardevole. Io, ripeto, potrei citare molti altri esempi, n ; Q Atti Parlamentari — 8944 — Camera dei Deputati LEGISLATURA SVI — 2 SESSIONE — DISCUSSIONI — TOBNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8 a dirò ancora uno solo, quello del ferro, perchè molti ritengono che i dazi sopra questa materia, tanto necessaria all'agricoltura e all'industria, siano esagerati. I dazi sui ferri grossi, che dan norma a tutta la tariffa siderurgica, nel progetto ministeriale erano fissati a 6 lire e tutti gli altri dazi venivano proporzionati a questo. Ebbene, la Commissione parlamentare portò siffatto diritto a lire 6. 50, e fu quindi costretta a introdurre somiglianti aumenti in tutti i diritti sopra i ferri piccoli e quelli lavorati. L'evoluzione della tariffa non era finita. La Camera ha rincarato ancora sulle proposte della Commissione. Talché abbiamo avuti quattro stadi: primo, dazi industriali calcolati da me, con grande e forse soverchia moderazione; secondo stadio, aumenti della Commissione d'inchiesta; terzo stadio, aumenti della Commissione parlamentare. Finalmente la Camera mette il suggello ed aumenta i diritti sopra i ferri di seconda lavorazione, le pelli verniciate, le pelli ovine, il rame, le macchine da cucire con tavole, i vassoi di ferro... Ed al quarto stadio non ci si ferma ancora; parche con parecchi ordini del giorno, unanimemente accettati dalla Camera, il Governo ebbe invito di fare nuove indagini e, non occorre dirlo, per accrescere i dazi delle lane, dei filati di cotone, del carbone, delle legna, delle pelli, delie macchine. La Camera dubitava forte, che i dazi stanziati sopra tali materie non fossero sufficienti. Tutto ciò ho detto, o signori, per fare la storia delle trasformazioni della tariffa, per additare gli studi e i voti attraverso ai quali è passata la quistione daziaria. Ma io non censuro questi voti ed i loro frutti. Le tariffe doganali sono cosa così complessa, così difficile, in esse si intrecciano talmente le ragioni tecniche, economiche, e finanziarie, che è impossibile di aspirare alla perfezione. E impossibile, a qualunque conclusione si addivenga, evitare le accuse dai due campi opposti, dagli amici cioè di una protezione smoderata, e dai partigiani di una libertà di scambio sconfinata; si tratta,come direbbe un matematico, di problemi troppo determinati. Io ho descritto brevemente le vicende attraversate dalla tariffa ; ma sono lungi dal condannarla ; anzi io credo che la tariffa, come è, uscita dal voto del Parlamento, non per opera mia, ma per virtù di persone più autorevoli di me, sia buona e risponda ai bisogni per i quali era stata preparata. E lo si può dimostrare molto facilmente. Quando la Camera deliberava intorno alla tariffa del 30 maggio 1878, erano numerosi i lamenti, ed erano lamenti uguali a quelli che udiamo ora. Per alcuni ogni aumento di dazio costituiva una proibizione, ogni rimaneggiamento di nomenclatura, ogni cambiamento di classificazione erano fatti per recar danno alle finanze o all'economia pubblica. Vi era soprattutto un punto, avvertitelo bene, vi era soprattutto un punto nel quale quasi tutti erano concordi: deploravano che la tariffa fosse troppo alta, fosse addirittura esorbitante nella categoria del cotone. Ebbene: pochi anni erano trascorsi, e i reclami più vivi si udivano in questa Camera, ed in tutto il paese, rispetto all'insufficienza de'dazi per difendere gli interessi delie industrie cotoniere, che sotto la tutela della tariffa del 1878 erano state create. Difatti, la Commissione d'inchiesta prima, ìa Commissione dei diciotto poi, aumentavano questi dazi, e la Camera imponeva al Governo l'obbligo di studiare nuovamente la questione. Ond'è che nuove proposte di legge per aumentare i dazi sui filati di cotone stanno ora davanti alla Camera. Ma c'è di più. Se noi guardiamo intorno che vediamo? La Francia, per abile artifizio di negoziati, e forse anche perchè i giudizi troppo generali e troppo assoluti, in questa materia, riescono molte volte fallaci, e l'analisi minuta non è sempre agevole, la. Francia ha detto, soventi volte per mezzo della stampa ed anco alla tribuna delle Camere, che la nostra nuova tariffa aveva carattere proibitivo; e pur troppo questa dichiarazione è stata ripetuta, non so con quanta saviezza, anche in Italia. Come si può provare meglio che questa opinione non è fondata sull'esame accurato dei fatti, se non guardandoci intorno e dimostrando che la Francia, la Germania, l'Austria, e più la Spagna ed il Portogallo hanno tariffe più elevate che non sia l'italiana, soprala maggior parte dei prodotti industriali? Mi sarebbe facile di darne la prova, paragonando alcuni dei dazi importanti della tariffa italiana con i dazi corrispondenti di queste nazioni ; però, obbedendo anche qui al cortese e giusto invito dell'onorevole presidente, io me ne astengo e dichiaro soltanto che, particolarmente rispetto alle industrie tessili, le quali per gli effetti economici e per le ragioni finanziarie hanno la prevalenza in tutte le tariffe industriali, noi ci troviamo in questa condizione: che proteggiamo meno l'industria del cotone e quelle della lana Atti 3945 Parlamentari LEGISLATURA X V I —- 2 a SESSIONE — - DISCUSSIONI è della seta, di quello che non facciano la Ger mania, là S p a g n a e l'Austria-Ungheria. Quanto alla F r a n c i a è evidente che essa non ha d'uopo di difendere le industrie della lana e della seta, tanto robusta è la condizione dei suoi opifici. Ma la F r a n c i a ha dazi più alti dei nostri per le arti che trasformano il lino e il cotone. L a considerazione fatta testé sulla gagliardi a delle fabbriche francesi di seterie e di pannilani, m'induce ad aggiungere che i confronti, che io intendevo di sottoporvi e che allegherò a queste brevi parole, sono confronti aritmetici. Allorché noi dimostriamo che i dazi stanziati in Italia, in Germania, in Francia ed in AustriaU n g h e r i a sono fra loro in tale rapporto, che chiarisce cóme quei paesi stranieri accordino alle loro industrie una protezione aritmeticamente maggiore ; noi dobbiamo trarne questa conclusione: che la protezione da quei paesi accolta nelle loro tariffe, è di gran lunga superiore alla nostra. Perchè, signori, la protezione si misura nella sua efficacia, non soltanto dalla sua potenza numerica,, ma altresì e soprattutto dalle condizioni economiche dei paesi, nei quali questa protezione produce i suoi effetti. Or bene, quando noi vediamo che paesi tanto potenti e provati nella via della produzione industriale, come sono la F r a n c i a e la Germania, ed un poco più indietro anche l'Austria-Ungheria, accordano alla loro produzione, alle loro industrie, una protezione aritmeticamente superiore a quella che noi ad esse concediamo ; dobbiamo restar persuasi, che se tutto il mondo è malato, se tutto il mondo (salvo la Gran Bretagna e iipaesi barbareschi) ha peccato di Colbertismo; noi di questa malattia siamo meno affetti, questo peccato commettiamo con minor, frequenza ed intensità, che altre contrade non facciano. E quando questi altri paesi mostrano di credere, che la nostra tariffa sia estremamente protettiva, o meglio proibitiva, dobbiamo astenerci dal dar prova d'ingenuità, convenendo in questi giudizi tendenziosi e credendo che gli stranieri non siano animati da altro desiderio, che quello di vederci praticare, per il bene nostro, una savia ortodossia economica. S i è parlato altresì della diminuzione dei redditi doganali, come di prova che il sistema daziario, inaugurato in Italia dalla legge del 14 luglio 1887, e alquanto inacerbito, bisogna convenirne, con i dazi di ritorsione applicati dal decreto del 29 febbraio di quest'anno, che tale sistema, non solo non favoriva le ragioni dell'erario, ma era un forte elemento deprimente. Camera — TORNATA D E L 2 3 GIUGNO dei Deputati 1888 Io veramente non ho mai pensato e non ho m a i udito le persone pratiche affermare, che il contrabbando si eserciti a preferenza sui prodotti industriali, tassati il 20, il 30, il 40 per cento (per il ferro anche più) del loro valore, disertando quei prociotti, che sembrano più particolarmente adatti alla frode, commessa con la violenza o con l'artifìcio. Accenno allo zucchero, che paga un dazio di 200 per 100 del suo valore; parlo del petrolio, che soggiace pure a diritti di 200 per 100; mi riferisco al caffè, il dazio del quale ammonta a 100 per 1 0 0 ; infine alludo all'alcool, che sottostà a tanti diritti, i quali nel tutto insieme equivalgono al 500 per 100 del pregio della merce, prima che abbia sodisfatto tali gravezze. Ora, siccome il contrabbandiere due cose ricerca, una che il guadagno, offerto dal contrabbando, sia largo, l'altra, che la perdita, conseguente alla eventuale confisca, sia la più piccola possibile, così è chiaro che questi prodotti, sui quali si assidono i dazi, che usiamo di chiamare fiscali, sono ricercati di preferenza dai nemici della dogana. Quindi, se togliete qualche eccezione, non è il contrabbando dei prodotti industriali, tassati al 20, al 30, al quaranta per 100, che può recare g r a v e danno alla finanza. Difatti, se noi ricerchiamo per quali ragioni il reddito doganale sia diminuito nei primi cinque mesi di quest'anno di 22 milioni di lire, che cosa vediamo? Vediamo che lo spirito offre una minore entrata di circa 1 milione di lire; il petrolio 500,000 lire di più; il caffè 1,200,000 lire d i m e n o ; lo zucchero 20,648,000 lire di meno; il grano 5 milioni di lire di p i ù ; e tutti gli altri prodotti insieme riuniti, non solo tutti i prodotti dell'industria, ma tutti i prodotti agrari, eccettuato il grano, tutte le materie prime e i prodotti semi manufatti, offrono una diminuzione di lire 5,837,000. In questa ultima cifra i prodotti prettamente industriali possono entrare per 3 milioni all' incirca o poco più. Quindi questa g r a v e sciagura finanziaria, che avrebbe seguito l'applicazione delle tariffe differenziali, si ridurrebbe ad una perdita di 3 milioni di lire o giù di lì, Ma errano di molto coloro i quali credono, che questo assottigliamento d'entrata sia la conseguenza diretta dell'applicazione delle tariffe generali. L a diminuzione di entrata, e noi abbiamo avuto numerosi esempi di diminuzioni, causate da analoghi provvedimenti, la diminuzione di entrata dipende da due fatti. E , in primo luogo, conviene attribuirla agli straordinari approvvigionamenti di Atti Parlamentari — 3946 — Camera dei Deputa ti LEGISLATURA XVI — 2 SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8 a zucchero e di altre materie soggette a dazio fiscale, che si fecero lo scorso anno, e che hanno prodotto quella differenza di 20,600,000 lire testé rammentata. Che cosa c'entra il trattato di c o m r d G w la Francia, che cosa c'entrano le tariffe generai» e differenziali con lo zucchero, col caffè, con lo spirito? Sono argomenti affatto estranei ; non hanno nulla che vedere coi diritti industriali pèr cui si mena tanto scalpore, Oltre ad avere costituito uno stock straordinario delle derrate soggette a dazi fiscali, si fecero copiosi approvvigionamenti di prodotti delle manifatture, in attesa dell'applicazione delle tariffe generali. Questo avvenne negli ultimi due mesi dell'anno scorso, e un pochino anco nel primo bimestre di quest'anno, perchè, come sapete, le tariffe generali non furono applicate che il 1° marzo del 1888. Un'altra ragione, e forse altrettanto efficace, contribuisce a diminuire, per non lungo tempo, l'entrata fornita dai prodotti industriali. Si sa da tutti che le trattative tra l'Italia e la Francia per la conclusione di un nuovo trattato di commercio continuano. I giornali, non so se siano bene informati, ma a leggerli si deve credere che lo sono più di me (Ilarità), molto spesso annunziano che è imminente la favorevole soluzione del lungo litìgio. Quindi e,he cosa fanno i negozianti? Vivono delle scorte esistenti: aspettano a far delle commesse all'estero, nella speranza di avere le merci a migliori condizioni. Ecco, come da un lato gli approvvigionamenti precedenti che hanno costituito un larghissimo stock, dall'altra il consumo dello stock ordinario e straordinario, abbiano determinato questa del resto non grave diminuzione d'entrata per le manifatture. Dunque io non so vedere tutta questa rovina, tutte queste influenze, che taluno attribuisce alla neo-tariffa sul reddito delle dogane. Non spetta a me di parlare, e sarebbe troppo lungo il farlo, della previsione dei 281 milioni stanziati al capitolo 25. Quel che io voleva dimostrare è, che non possono avere pernicioso influsso su di tale previsione le tariffe generali, e che la conclusione di uno o più trattati di commercio, che tutti desideriamo, non può dar ristoro all'erario. Nessuno ha mai creduto che si concordassero i trattati di commercio, per aumentare l'entrata delle dogane. Perchè ciò avvenisse, occorrerebbe: che i dazi che coi trattati di commercio sarebbero mitigati, ] 1 0 c o n f o s s e r o d i ti%]e e l e v a t e z z a , d a a ^ i r e g i n i s t r a m e n t e i sui consumi, o da dare un impulso efficacissimo al contrabbando. Ciò che non si può dire affatto del nostro reggimento daziario sui prodotti delle manifatture. Quindi, come è naturale, se si conclude un trattato di commercio (e, ripeto, speriamo che si jluda) non sarà certo un aumento d'entrata che noi a J P ttarci, ma una diminuzione, maggiore o mkC r seconda del novero e della importanza delle còiìo^ che saranno fatte. E difatti la Commissione dei bik-noio ne ha dato la prova, nella pregevole relazione dell'onorevole Maurogònato. La Commissione del bilancio non ha mai domandato al Ministero, se U .conclusione di un trattato di commercio avrebbe aumentato le previsioni delle entrate doganali J ha o_v dato precisamente il contrario, ed avevá- ragio. ' E poiché ho detto dei trattati di cornicerei«}, aggiungerò brevissime parole e le aggiungerò quali chiunque potrebbe dirle, dopo la lettura dei due Libri Verdi, contenenti tutti i documenti del negoziato,' che F onorevole ministra degli affari esteri ha presentato alla Camera. Io non sono mai stato troppo fidente nella facilità di concludere con la Francia un nuovo trattato di commercio. Due mesi prima che la denunzia avesse luogo, in un documento presentata alla Camera, io scriveva, a nome della Commissione d'inchiesta sulle tariffe daziarie, le considerazioni, di cui mi permetto di dar lettura: " Se i due paesi (Italia e Francia) guardassero all'importanza delle correnti commerciali che da essi si dipartono, dovrebbero essere persuasi della convenienza reciproca di scendere ad equi patti. Le cifre che trascriviamo qui appresso, le quali rappresentano il valore degli scambi di merci (esclusi i metalli* preziosi in verghe e monete) fra l'Italia e la Francia, sono chiare... " All'Italia non deve sembrare di poco momento un trattato, che porga valida tutela a tanta parte delle sue esportazioni: che dia ordine stabile agli scambi con un mercato, il quale serve di clearing house per i pagamenti internazionali, in un paese col quale fra pochi anni converrà forse di procedere alla liquidazione degli scudi d'argento. Ma se i beni intesi interessi reciproci son tali da persuadere le due parti della opportunità di un accordo, le tendenze che mostrano le Camere francesi ci impensieriscono. Per tacere di cose minori, Finacerbimento grave dei dazi sul bestiame, F indirizzo che sembra volersi presciegliere riguardo alla legislazione dei vini, e più il recente voto sulla convenzione di navigazione sono sintomi poco rassicuranti. „ eoiA v r e m o as YG e a 8ÌOIli omaiL ne t Atti Parlamentari LEGISLATURA XVI — ,,„..„,77! 2 a SESSIONE — Oamsra dei Deputati MSCtÌSSIOHI — L a Camera era avvertita. Ma appunto perchè le difficoltà da superare nel negoziato erano gravi (e tutti voi ne potete essere giudici perchè, lo ripeto, si tratta di documenti pubblici) si volle che le concessioni fossero tali da vincere gli ostacoli. In primo luogo si evitò dal oreare alla Francia il minimo impaccio di programma economico. Si sapeva che i suoi trattati con la Spagna, col Portogallo, con la Svizzera, col Belgio scadevano il primo febbraio 1892 e noi, lungi dal chiedere un trattato a lunga scadenza, che porgesse difesa più efficace e più valida (perchè quattro anni sono pochi nella vita economica di un paese) abbiamo subito dichiarato che ci pie gavamo a ciò. Ma v'è di più: nel trattato del 3 novembre 1881, oltre le concessioni, che la Francia aveva già fatte, o che rinnovava poi ad altri Stati, c'erano alcune disposizioni particolari ai prodotti nostri, alcune concessioni speciali, che costituivano un particolare diritto convenzionale fra la Francia e l'Italia. F u dichiarato, che l'Italia si restringeva a domandare il trattamento della nazione più favorita e che rinunziava a tutti i favori eccezionali che le erano accordati, se ne annoveravano degli importanti, per esempio, riguardo al riso, alle paste, ecc. E ciò perchè? Perchè si voleva togliere ogni ragione alla Francia di dire, che il nuovo trattato le imponesse dei sacrifizi. Larghissime concessioni noi abbiamo proposto, tenuto conto degli interessi preponderanti che ha la Francia, soprattutto rispetto al vino, alle seterie, alle lane, al lino, agli oggetti di moda, alle mercerie. Se fate la somma di tutti i favori, di tutte le agevolezze, che l'Italia è disposta a concedere, come risulta dai documenti pubblicati, ne concluderete che la perdita finanziaria si aggirerà intorno a 10 o 12 milioni di lire, il che non è poca cosa. Se molti trattati si facessero, e tutti avessero uguale portata di concessioni, il reddito doganale ne sarebbe dolorosamente ferito. Invece che cosa si domandava alla Francia? Il trattamento della nazione più favorita e niente più, il che vuol dire: nessuna perdita per 11 tesoro, nessuna rinunzia a quei fini economici, che le tariffe doganali si propongono. Perchè la Francia potrebbe negare a noi ciò che ha accordato, con tanta larghezza, alla Spagna, al Portogallo, all'Austria Ungheria, che sottopongono i prodotti francesi a dazi, non solo gran54S TOBHATA DEL 2 3 GltTGHO 1 8 8 8 demente maggiori di quelli che noi convenzionalmente abbiamo offerti alla Francia, ma a dazi soventi più alti di quelli della tanto denigrata nostra tariffa generale? Se nei trattati di commercio, come in tutti i patti, le concessioni reciproche si devono equivalere, come mai si può dubitare che la Francia non si persuada della convenienza di fare all'Italia le stesse concessioni largite ad altri Stati, quando l'Italia le offre un corrispettivo molto, ma molto maggiore? Non ha la Francia un interesse eminente a concludere un trattato con noi? Essa trova nel Portogallo delle tariffe quasi proibitive: non può vendere a quel paese, che 23 milioni dei suoi prodotti; in Ispagna, per condizioni analoghe, sebbene meno gravi, ne esporta per 167 ; in Italia (desumo queste cifre dalle statistiche francesi, e si riferiscono tutte al 1886) in I t a l i a n e manda per 192 milioni. Nondimeno la penisola iberica forniva alla Francia quattro volte più vino dell' Italia. In Austria, poi, lieve è la importazione francese; e nondimeno la Francia ha consentito all'Austria il trattamento della nazione più favorita, per questo unico corrispettivo che l'Austria si è obbligata a far pagare ai vini francesi spumanti il dazio di 100 lire. Noi abbiamo offerto per questi vini il dazio di quattro lire, oltre a a tutte le altre concessioni. E dunque a credere, o signori, che un esame diligente ed imparziale del tema, persuaderà le due parti contraenti a venire ad un accordo equo; ad un accordo, che dobbiamo credere sia egualmente desiderato dall'uno e dall'altro Stato. Ma non sarebbe savio nè commendevole consiglio il far sì che, con giudizi non fondati sull'esame accurato dei fatti, si attribuisse alla nostra tariffa generale dei dazi di confine un carattere ostile ai prodotti stranieri, un carattere ostile a certi Stati, carattere che, se si tien conto delle condizioni in cui si trova quasi dappertutto la politica daziaria moderna, la tariffa nostra non ha assolutamente. Non sarebbe utile ai fini giusti che ci proponiamo, il censurare i provvedimenti di difesa che abbiamo dovuto adottare (provvedimenti di difesa, che il più ortodosso degli economisti, Adamo Smith, suggeriva appunto per il caso nostro) e censurarli, col palese intendimento di indebolirli. Non sarebbe degno di noi l'esagerare dei mali e dei disturbi, che si sapevano inevitabile Con- Atti —3948 — Parlamentaci LEGISLATURA XVI — 2a SESSIONE — DISCUSSIONI — seguenza della lotta che noi, non provocatori, abbiamo dovuto accettare. Infine non sarebbe equo il negare che il Governo, in tutta questa ormai lunga serie di negoziati, e di provvedimenti, non si sia inspirato esclusivamente al bene inteso interesse del nostro paese. (Bene! Bravo!) ( Vedi in fine gli allegati). Zeppa. Chiedo di parlare per fatto personale. Presidente. Parli pure. Zeppa. L'onorevole Ellena ha fatto una doverosa difesa di se stesso, poiché veramente troppo accuse si erano a lui rivolte, quasi fosse l'autore del mancato trattato di commercio con la F r a n cia, e quasi fosse l'ispiratore dell'attuale tariffa generale. Ma nel fare questa difesa l'onorevole Ellena io credo che abbia un poco ecceduto, poiché egli ha detto che la Commissione d'inchiesta della tariffa doganale, o meglio i membri della medesima avessero aumentati quasi tutti i dazi, che egli sui diversi generi aveva proposto. Ellena. La maggioranza. Zeppa. Siccome io ho l'onore di far parte di questa Commissione, teneva a dire, e l'onorevole Ellena lo sa, che io ho quasi sempre votato contro la maggioranza, perchè era mia ferma convinzione che, con quella tariffa, non si sarebbe potuto concludere il trattato di commercio con la Francia. Questa è la verità dei fatti. Presidente- Ha facoltà di parlare l'onorevole Filì-Astolfone. Filì-Astolfone. Io non ho bisogno d'intrattenere lungamente la Camera. Ieri, quando l'onorevole Colombo parlò sulla necessità di abolire il dazio sulle sete, mostrò di credere che fosse giustificato quello sugli zolfi ed io chiesi la parola per combattere quella sua persuasione; ma sono lieto oggi di vedere che egli è entrato in un altro ordine d'idee, sicché parlo sopra altro argomento. Ieri abbiamo inteso le dichiarazioni fatte dall'onorevole ministro delle finanze, abbiamo altresì inteso le dichiarazioni esplicite del presidente della Commissione del-bilancio, per le qmli, tanto l'uno che l'altro, convengono nel concetto, che si debba studiare la questione di vedere se si debbano abolire i dazi di esportazione e ammettono inoltre che occorre provvedere urgentemente sopra questo argomento. Dopo ciò, noi abbiamo formulato un ordine del giorno d'una semplicità rara, d'un'intelligenza facilissima, perchè diciamo che si prende atto delle dichiarazioni del ministro, e confidiamo che egli proporrà i tempe- Camera dei TORNATA DEL 2 3 GIUGNO Dìputati 1888 ramenti opportuni per abolire i due dazi d'esportazione per le sete e per gli zolfi. Questo è il nostro ordine del giorno. Non credo che il ministro e la Commissione abbiano da farvi opposizione. Mi basta quindi averlo enunciato. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro. iVlagliani, ministro delle finanze. Dopo le dichiarazioni fatte ieri intorno ai dazi di esportazione, nulla mi resta a dire. Dichiarai ieri che avrei ripreso lo studio della materia dei dazi d'uscita dei zolfi e delle sete ; ma dissi che deve essere lasciato alla iniziativa ed alla responsabilità del Governo la scelta del tempo opportuno e dei provvedimenti da prendere. Mi pare quindi che basti che l'onorevole FilìAstolfone prenda atto di queste dichiarazioni senza provocare un voto solenne dell'Assemblea ; quindi io lo pregherei di ritirare il suo ordine del giorno, una volta che ci troviamo tutti perfettamente d'accordo. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole Fili-Astolfone. Fili-Astolfone. Anche a nome dell'onorevole Colombo che è ora vicino a me e con me consente, prendo atto di questa formale dichiarazione e ri tiro l'ordine del giorno, considerando (ripeto un'altra volta) che il momento non sarà lontano in cui il Ministero potrà a queste sue dichiarazioni, far seguire i fatti. Presidente. Capitolo 26. Dazi interni di consumo, 81,577,245 lire. Ha facoltà di parlare l'onorevole Sorrentino. Sorrentino. Ho bisogno di chiedere brevi momenti d'indulgenza e d'attenzione alla Camera e al ministro. Sento il dovere di denunziare abusi gravissimi che durano da parecchi anni e che non ho avuto la fortuna di vedere qui denunziati da nessuno. Questi abusi sono commessi dagli agenti daziari del dazio di consumo, e sono di tre categorie: i primi sono veramente attentati alla libertà individuale, per cui tante volte qui si reclama, tante volte qui si grida, quando da parte del Governo, si colpisca o una riunione mal tenuta o un articolo di giornale sbrigliato. Ma nessuno si occupa delle offese che ogni giorno si fanno ai cittadini i quali hanno la disgrazia di passare per una cinta daziaria. Generalmente accade questo: se un cittadino passa dinanzi ad una barriera daziaria, e porta in mano un piccolo pacco, eccoti farsi avanti una Atti — 3949 — Parlamentari LEGISLATURA XVI — 2 a SESSIONE — DISCUSSIONI — guardia daziaria, un pubblicano, il quale lo arresta e gli chiede: cosa porta lei in quel pacco? Mi lasci vedere. Io non credo che vi sia alcuna legge che autorizzi a ciò f a r e ; forse la ignoro, ma non mi pare che ci sia. Lo stesso avviene e spesso con grave incomodo e danno a chi passa in carrozza per una barriera. Il pubblicano si crede in diritto di arrestare il cammino della carrozza e di obbligare il viandante ad alzarsi e permettere che si rovisti nello interno della carrozza. Ove il viaggiatore si nieghi o respinga questo abuso, la guardia daziaria minaccia subito un procedimento penale per ribellione. Ma in che consiste la libertà individuale garantita dallo Statuto? Io desidero averlo spiegato e chiarito. Questi sono veri attentati alla libertà individuale. Ora se ci sono leggi, si citino, e si eseguiscano; ma poiché leggi siffatte non ve ne sono non deve esser permesso agli agenti daziari di abusare in questo modo. E siccome in tutte le cose c' è la parte amena, io citerò un fatto avvenuto ultimamente in un comune dove si doveva appaltare il dazio consumo. Fiera lotta vi era stata tra un partito e l'altro per le solite questioni municipali e naturalmente il partito del sindaco era rimasto vittorioso. Il partito battuto sapete che cosa fa? Concorre con tanto calore all'asta pel dazio consumo che resta a lui aggiudicato lo appalto ; ma sapete perchè il capopartito aveva fatto ciò? Per avere il gusto di rovistare il sindaco e la sua signora alla barriera daziaria. {Ilarità vivissima). Questa appunto è la parte umoristica. Gli abusi che chiamo di seconda categoria sono quelli che hanno tratto alla libertà del commercio. Quando devono entrare in comuni chiusi le merci ricevono per colpa degli agenti daziarii ritardi e danni assai notevoli. Se un carrettiere si presenta alla barriera col suo carro pieno di merce non soggetta a dazio, egli deve subire questa specie di vessazione. L a guardia o pubblicano gli dice: Si, è vero che apparentemente la merce che portate non è soggetta a dazio, ma chi mi garantisce quello che non si vede, cioè tutto quello che è nell'interno delle casse o sacchi o altro recipiente? perciò o pagate un tanto o pure scaricate la roba e mostratemi tutto quello che avete. E giusto? è legale? è onesto tutto questo? Volete un esempio? Voi quasi tutti conoscete Camera dei TORNATA DEL 2 3 GIUGNO Deputati 1888 il celebre Cirio, il grande esportatore. Egli mandava all'estero dei grandi carichi di cavoli e di carciofi e li spediva in piccole cassette, ma per imbarcare questa merce doveva transitare per la barriera di un comune chiuso. L'appaltatore del dazio gli dice : Alto là, di qui non si passa se non mi lasciate vedere che cosa portate in ciascuna cassetta. Sono cavoli, risponde l'agente del Cirio. Non ho l'obbligo di credervi, risponde il pubblicano: quindi o aprite le cassette, o pagate, o non passerete. Posto a queste strette il Cirio venne ad una transazione e si contentò di pagare un centesimo per ogni cassetta. Sapete a quanto sommavano tutti questi centesimi? A trentamila lire. Ma possono e devono tollerarsi tutte queste angherie ? Per legge i comuni chiusi dovrebbero avere la strada di circonvallazione, or quasi nessuno 1' ha ed allora sorge un' altra specie di concussione. Un carico di merce soggetta a dazio parte da un paese per essere consumata in un altro ed in questo deve pagare il dazio Ma per giungere al luogo di destinazione deve passare parecchi comuni intermedi, tutti muniti di barriera daziaria. Quando il vetturale si presenta alla barriera di transito dichiara di dovere andare in altro comune. Ma il pubblicano non vuol saperne di lasciarlo passare libero : quindi gì' impone o di pagare un tanto per la sua libertà, o di fare la bolletta di transito. Siccome poi alla barriera di uscita non trova il danaro depositato gli s'impone di tornare indietro all'ufficio centrale per riscuotere il depo • sito. Si finisce per pagare lo scotto, cioè la camorraTutto ciò va principalmente a danno dei consumatori e specialmente della povera gente che deve pagare le merci alimentari molto più care. Volete vedere a che punto è arrivata la malizia di questi agenti daziari? Recentemente che cosa hanno immaginato? Ci sono i carretti che portano le merci da un paese all'altro;ai carretti invece dei cavalli e dei muli spesso si attaccano i bovi. Essi hanno detto: voi carrettieri che per andare da un paese ad un altro adoperate i bovi e le vacche, non potete passare senza pagare la tassa sugli animali vaccini perchè può avvenire che voi entriate da una barriera e non usciate dall'altra e conduciate i vostri bovi al macello... Una voce. Ma l'hanno fatto? Sorrentino. L'avranno fatto qualche volta ; ma in ogni modo la legge dà ai pubblicani molti privilegi, come il diritto di fare le contravvenzioni Atti Parlamentari — 3950 — Camera dei Deputati LEGISLATURA XVI — 2 SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8 a e di farsi pagare 10 volte tanto il dazio, non sarebbero qnindi necessarie tante vessazioni. Ora solo perchè qualcheduno avrà abusato, perciò deve derivarne il diritto di riscuotere una tassa indebita sugli animali vaccini, oppure non dev'essere lecito di adoperare quelle bestie pel trasporto delle merci? A tutto ciò è necessario apporre un rimedio. Ed il rimedio è semplice. Vi è una serie di regolamenti o di istruzioni, le quali non fanno altro che favorire gli arbitri e le angherie a danno del povero pubblico che paga. Il ministro rifaccia questi regolamenti, perchè ne ha tutto il diritto, anzi il dovere. Egli dovrebbe conformarlo alle leggi ed allo Statuto del regno e così tutto sarebbe aggiustato. Ho esposto come meglio ho potuto questo deplorevole stato di cose, ma degli abusi non ho detto che una infinitesima parte, perchè gli appaltatori dei dazii ne hanno inventate di tutti i colori. Questo è uno stato di cose intollerabile e prego l'onorevole ministro di portarvi la sua attenzione a tempo, prima che si rinnuovino i contratti del dazio consumo. E tempo che si corregga questo pessimo sistema di percezione d'imposta, e si rendano meno gravosi e meno odiosi che sia possibile i dazi di consumo. Si deve pagare, si paghi, ma si paghi quello chesi deve, non quello che non si deve. Dopo queste preghiere mi aspetto una parola di conforto da parte dell'onorevole ministro, il quale, ne son certo, vorrà esaminare la questione che è assai grave e provvedere al più presto possibile. Magliari, ministro delle finanze. Chiedo di parlare. Presidente. Ne ha facoltà. Magliari, ministro delle finanze. Risponderò molto brevemente alle raccomandazioni ed alle osservazioni dell'onorevole Sorrentino. Egli sa, meglio di me, che l'azione del ministro delle finanze nella riscossione del dazio consumo comunale, o appaltato ai comuni, o dai comuni riappaltato a privati, è mólto limitata. Il ministro delle finanze è estraneo all'azione degli agenti daziari comunali. Essi però sono sottoposti alla vigilanza della amministrazione comunale, ed alla vigilanza dei prefetti. Il ministro delle finanze interviene solo in caso di reclami, cioè solo quando siano offese le leggi ed i regolamenti del dazio. Ora io posso dichiarare all'onorevole Sorrentino, ed egli stesso potrà farne fede, che tutte le volte, che è giunto al Ministero delle finanze un reclamo contro un appaltatore comunale del dazio consumo, per avere violato il regolamento, o per aver usato delle indebite vessazioni, il ministro delle finanze ha mandato sul luogo gli ispettori per verificare, ed ha provveduto scrivendo energicamente al prefetto dalla provincia. Sorrentino. E il prefetto non ha fatto niente. Magliari, ministro delle finanze. Più di questo dal ministro non si può fare. Io rispondo moralmente dinnanzi al Parlamento della condotta degli agenti, che dipendono da me, ma non della condotta degli agenti, che da me non dipendono. Del resto l'onorevole Sorrentino non potrà mai citare un caso di abusi, di pressioni indebite, di vessazioni da parte degli agenti daziari della città di Napoli, i quali sono governativi. Dove il dazio è riscosso da agenti governativi, questi lamenti non si verificano. Si verificano là, dove il dazio consumo è appaltato a privati, i quali qualche volta eccedono per procurare di avere un lucro indebito. In questi casi, sebbene io non abbia una azione diretta verso questi agenti, pure non ho mai mancato e non mancherò mai di usare tutta la vigilanza possibile quando mi giungano ricorsi. Per esempio, ho udito dall'onorevole Sorrentino accennare oggi alla questione del trasporto delle merci col mezzo dei buoi. Io questa questione l'ignoro; me ne informerò e verificherò se per avventura gli appaltatori del dazio di consumo vanno al di là dei regolamenti in questa materia. In quanto alle strade di circonvallazione me ne sono già occupato ed ho fatto già togliere alcuni di questi abusi che l'onorevole Sorrentino ha lamentato. Così farò in altri casi consimili. Ma è necessario che i reclami vengano al Ministero, e in ogni modo il Ministero non può provvedere che nei limiti dell'azione che la legge gli attribuisce. Io spero che l'onorevole Sorrentino vorrà esser pago di queste dichiarazioni. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole Sorrentino. Sorrentino. In quanto agli agenti daziari della città di Napoli, ora che il dazio è nelle mani del Governo, la condotta ch'essi tengono è migliorata. Però non sono immuni da peccati. Ma, a fronte di quelli che si commettevano, io mi dichiaro sodisfatto, perchè quando gli abusi non sono troppi se ne può tollerare qualcuno. Non posso però essere d'accordo col ministro per ciò che egli dice della impotenza sua per reprimere questi abusi. Atti — 3951 — Parlamentari LEGISLATURA X Y I — 2a SESSIONE DISCUSSIONI — L'onorevole ministro sa che ci siamo più volte occupati di tale questione. E verissimo che il ministro ha trasmesso al prefetto dei reclami, ma egli stesso deve confessare che il prefetto poco se ne è occupato. Nonostante ordini telegrafici, nulla si è ottenuto. Sono troppe le ruote che bisogna far girare per arrivare a reprimere questi abusi quando non c'è azione diretta del Ministero. Quindi il rimedio che io proponeva mi pareva il più semplice. Che cosa chiedevo io? Che fosse reso più chiaro e più legale l'attuale regolamento ! Quando avrete chiarito il regolamento, i cittadini se ne serviranno. Ma i regolamenti attuali sono equivoci: sono essi che dànno il pretesto a questi agenti daziari. Perciò, quardo io vi dico: rifate il regolamento, vi chiedo cosa eh'è nel potere vostro. Coi regolamenti chiari, gli agenti possono essere tenuti al posto loro dagli stessi cittadini; coi regolamenti attuali, no. Quindi modificate i regolamenti, in modo, che, agli sconci che si sono verificati, si ponga riparo. L'onorevole ministro ha parlato delle strade di circonvallazione. Ma l'onorevole ministro potrebbe obbligare i comuni ad avere le strade di circonvallazione. Ma ci riesce a farlo? Bisognerà trovare un rimedio efficace. Deplorare non significa nulla; conviene raggiungere 10 scopo. Io allora solo mi dirò sodisfatto quando 11 ministro per lo meno mi prometterà di riesaminare il regolamento e di provvedere, acciocché si rimuovano tutti questi mali che io ho deplorato. E se vorrà darmi questo affidamento, io gli darò lode e procurerò per quanto posso di aiutarlo. Presidente. L'onorevole ministro delle finanze ha facoltà di parlare. Magliani, ministro delle finanze. Io prego l'ono revole Sorrentino di considerare che i regolamenti attuali sono abbastanza chiari, e non solo sono chiari per sè medesimi, ma sono chiariti poi e interpretati da una giurisprudenza abbastanza illuminata dei tribunali; poiché quasi tutte le questioni alle quali egli ha fatto allusione hanno formato oggetto di lunghi giudizi. Quindi non vi è Un'interpretazione autentica, perchè non data da poteri legislativi, ma un'intera giurisprudenza. Vi sono volumi di giurisprudenza sul dazio consumo, appunto sull'intelligenza e sull'interpretazione dei vari articoli del regolamento, e quando un articolo del regolamento è sembrato dubbio anche all'amministrazione è stato chiarito Camera TORNATA DEL 2 3 GIUGNO dei Deputati 1888 con il consenso del Consiglio di Stato. Ma quegli articoli che non sono dubbi non intendo come possano dar luogo ad abusi. Badi poi l'onorevole Sorrentino che i regolamenti sono la base di contratti che sono stati fatti dai comuni ; quindi il modificarli sarebbe lo stesso che esporre i comuni a gravi danni ed interessi verso gli appaltatori. Quanto alle strade di eircumvallazione io non ho potuto fare altro, seguendo lo spirito del regolamento, che una circolare ai prefetti e insistere vivamente perchè i comuni compiano queste strade il più presto possibile. Ora molti comuni non hanno i mezzi per fare queste strade. Potrei citare degli esempi che l'onorevole Sorrentino conosce forse meglio di me. Un comune, per esempio, ha chiesto 10 anni di tempo per fare la strada perchè non ha i mezzi e deve contrarre un prestito per farla. Dunque bisogna, onorevole Sorrentino, mettere d'accordo il giusto desiderio del pubblico con l'economia dei comuni, di cui nessuno ignora le strettezze finanziarie. E poi mi permetta di dirgli che possono essere veri questi abusi, anzi sono veri, ma la malizia dei contravventori alla legge supera anche gli abusi stessi. In conseguenza può dirsi che nos et hanc veniam petimusque damusque vicissim. Sorrentino. Chiedo di parlare per una dichiarazione. Presidente. Ha già parlato due volte, onorevole Sorrentino. Per una semplice dichiarazione parli pure. Sorrentino. Io vorrei fare una semplice domanda al ministro dell'interno e vorrei che ci fosse anche il guardasigilli, per sapere, innanzi a tutto il mondo, se un cittadino ha la libertà di camminare liberamente senza essere arrestato per via. Crispi, presidente del Consiglio. Quando non ruba, sì! Sorrentino. Benissimo. Presidente. Siccome questa interrogazione non trova posto in questo capitolo, si riservi di farla altra volta. Sorrentino. Sicuro, la farò in altra occasione con apposita interpellanza. Crispi, presidente del Consiglio. Sì; si riservi di farla in altra occasione ! Presidente. Non essendovi altre osservazioni, rimane approvato il capitolo 26. Dazi interni di consumo, lire 81,577,245. Capitolo 27. Tabacchi, lire 196,800,000. Capitolo 28. Sali, lire 61,000,000. Atti — 3952 Parlamentari LEGISLATURA XVI — 2 a SESSIONE — - DISCUSSIONI — Tasse diverse. — Capitolo 29. Multe e pene pecuniarie relative alla riscossione delle imposte, lire 2,000. Capitolo 30. Lotto, lire 76,300,000. •Proventi di servizi pubblici. — Capitolo 31. Poste, lire 45,700,000. Capitolo 32. Corrispondenza telegrafica e telefonica (esclusi i telegrammi governativi), lire 12,860,000. Capitolo 33. Telegrammi governativi, lire 1,900,000. Capitolo 34. Tasse varie e proventi di servizi pubblici che si riscuotono dagli agenti demaniali, lire 7,537,585. Bontadini. Chiedo di parlare. Presidente. Ne ha facoltà. Bontadini. Io ho l'audacia inaudita di pregare la Commissione del bilancio e il ministro di rinunziare ad una parte di questo capitolo : ad una piccola somma di lire 37,585, che corrispondono su per giù a quelle 40,000 lire, che l'onorevole ministro si ripromette dagli emolumenti catastali. Se nel mio discorso c'è una piccola parte di verità, queste 40-,000 lire devono proprio corrispondere a molte e maggiori angherie, che sono fatte dagli agenti delle tasse per procurare ai singoli uffici, in cui si trovano, un aumento che possa esser per loro titolo di lode. Ora la Commissione del bilancio ha già avuto l'intenzione di rinunziare a molto maggior somma di queste povere e meschine 40,000 lire ; e quanto al ministro, esso darà una prova efficace a me, ai contribuenti, agli ufficiali del Governo, che, effettivamente, le sue circolari corrispondono alle sue intenzioni, e che egli non vuole che in questi proventi, dove effettivamente la tassa di voltura censuaría rappresenta un grave sacrifizio, gli agenti delle imposte eccedano, contro la volontà e le intenzioni buone del ministro. Io supplico il ministro e la Commissione di accedere a questa piccola diminuzione di entrata. Presidente. Dichiaro chiusa la votazione a scrutinio segreto sul bilancio della pubblica istruzione. Invito i segretari a numerare i voti, (I segretari numerano i voti). Onorevole ministro delle finanze, desidera di parlare? Magliari, ministro delle finanze. Io prego, a mia volta, vivamente l'onorevole Bonfadini di non insistere nella sua proposta. E glie ne dirò brevemente la ragione. L'essere iscritta una somma maggiore o minore nel bilancio dell'entrata, non importa che questa Camera dei Deputati TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1888 somma si debba riscuotere tutta per intero, o che non si possa riscuotere anche di più, o che si debba riscuotere in un modo vessatorio o ingiusto, ad arbitrio degli agenti, e non nei limiti, nei modi e con le forme stabilite dalle leggi in vigore. La legge del bilancio della entrata non è una legge di limite; è una legge che autorizza a riscuotere le entrate nel modo normalmente prescritto, e ne approva la previsione. Noti l'onorevole Bonfadini, che non è ne punto ne poco la legge del bilancio della entrata che stabilisca le imposte e il modo di riscuoterle; bensì sono le leggi corrispondenti a ciascuna specie d'impostaLa legge attuale non fa che determinare presuntivamente l'ammontare della entrata corrispondente a ciascuna imposta; infatti, l'articolo I o del disegno di legge dice : u II Governo del Re è autorizzato a riscuotere le entrate in virtù delle leggi vigenti. „ Conseguentemente, se non si modifica la legge esistente sulle volture, è impossibile fare la diminuzione che egli vuole. Quindi, io non posso assolutamente accettare (anche perchè verrebbe ad introdursi un precedente pericolosissimo) una diminuzione in questa previsione. Confermo, però, ciò che ho detto poc'anzi: vale a dire che darò istruzioni molto chiare e precise (anche più precise di quelle che ho già date) agli agenti delle imposte, affinchè gli inconvenienti deplorati finora circa alle copie degli atti per le volture, non si abbiano a ripetere. Ciò mi sembra che possa bastare all'onorevole Bonfadini. Maurogònato, relatore. Chiedo di parlare. Presidente. Parli pure. Maurogònato, relatore. I reclami fatti dall'onorevole collega Bonfadini son certamente gravi, e meritano tutta la considerazione e lo studio dell'onorevole ministro ; ma, appunto per le ragioni che l'onorevole ministro ha dette, la Commissione del bilancio non potrebbe in alcun modo diminuire questo capitolo; il quale non fa che esprimere quello che, in base alle leggi si deve pagare. Spero che l'onorevole ministro farà in modo che sia impedito il danno che tutto quello che è stabilito dalle leggi non venga ad entrare nelle casse dello Stato. Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole Bonfadini. Bontadini. Costretto a contentarmi di buone parole e di buone intenzioni io ritiro la mia proposta. Atti — 3953 — Parlamentari LEGISLATURA XVI — 2 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8 Presidente. Allora rimane approvato il capitolo 34 nella somma di lire 7,537,585. Capitolo 35. Multe inflitte dalle autorità giudiziarie e amministrative, lire 2,300,000. Capitolo 36. Tassa d'entrata nei musei, nelle gallerie di belle arti e negli scavi archeologici, lire 300,000. Capitolo 37. Proventi diversi di servizi pubblici amministrati dal Ministero dell'istruzione pubblica, 50,000. Capitolo 38. Gazzetta Ufficiale del Regno e fogli provinciali per gli annunzi amministrativi e giudiziari, compreso quello di Roma (Legge 30 giugno 1876, n. 3195"), lire 952,600. Capitolo 38bis. Diritti dovuti per il servizio Araldico (art. 15 del regio decreto 11 dicembre 1887, n. 5138, serie 3 ), lire 10,000. Capitolo 39. Proventi delle carceri , lire 5,200,000. Capitolo 40. Introiti sanitari, lire 550,000. Capitolo 41. Proventi degli stabilimenti di reclusione militare, lire 66,200. Capitolo 42. Proventi eventuali delle zecche, lire 66,200, Capitolo 43. Annualità a carico di società e stabilimenti di credito e di emissione per le spese di sorveglianza amministrativa per parte del Governo, lire 117,600. Rimborsi e concorsi nelle spese. Capitolo 44« Contributi diversi per spese telegrafiche, lire 450,000. Capitolo 45. Ricuperi di spese di giustizia e di quelle anticipate pel servizio delle volture catastali, ecc., lire 800,000. Capitolo 46. Ritenute sugli stipendi e sulle pensioni in rimborso della somma inscritta nel bilancio della spesa per l'annualità dovuta alla Cassa pensioni per pensioni nuove, lire 4,794,987. 50. Capitolo 47. Rimborsi e concorsi nelle spese di stipendi ed altre spese ordinarie pagate a carico del bilancio dello Stato, lire 19,207,690. Capitolo 48. Rimborso di spese per l'amministrazione dei beni, diritti e rendite tenute dagli uffici finanziari per conto del fondo per il culto, lire 105,0U0. Capitolo 49. Rimborso dalla provincia e dal comune di Roma della metà della spesa per gli interessi sulle obbligazioni pei lavori del Tevere (Articolo 4 della legge 30 giugno 1876, n. 3201, leggi 23 luglio 1881, n. 338, e 15 aprile 1886, n. 3791), lire 1,125,850. Capitolo 50. Rimborso da parte del municipio di Napoli della metà della spesa occorrente al pagamento degli interessi dei titoli per il risaa Camera dei Deputati namento della città di Napoli (Articolo 6 della legge 15 gennaio 1885, n. 2892), lire 412,375. Capitolo 51. Ricupero di interessi di obbligazioni emesse per conto di comuni e di provincie per costruzioni ferroviarie (Legge 27 aprile 1885, n. 3048), per memoria. Capitolo 52. Ricupero di interessi di obbligazioni ferroviarie emesse per conto delle Casse degli aumenti patrimoniali delle Società Adriatica, Mediterranea e Sicula (Legge 27 aprile 1885, n. 3048), lire 2,237,642.25. Capitolo 53. Ricupero delle spese di commissione per il servizio delle obbligazioni ferroviarie 3 per cento, emesse per conto delle Casse degli aumenti patrimoniali delle Società Adriatica, Mediterranea e Sicula, lire 17,830.68. Capitolo 54. Concorso della Società esercente le linee Vicenza-Schio, Vicenza-Cittadella-Treviso e Padova-Bassano nelle spese da rimborsarsi all'amministrazione della rete Adriatica, per l'uso comune delle stazioni di Padova, Vicenza e Treviso (Legge 25 giugno 1882, n. 871, serie 3 ), lire 27,000. Capitolo 55. Ricupero dalla Cassa militare di Massaua dei diritti doganali pagati sui generi colà forniti od acquistati per uso militare, lire a 100,000. Capitolo 56. Entrate eventuali per reintegrazioni di fondi nel bilancio passivo, lire 1,700,000. Entrate diverse„ — Capitolo 57. Profitti netti annuali della Cassa dei depositi e prestiti devoluti al tesoro dello Stato, lire 1,350,000. Capitolo 58. Capitale, interessi e premi riferibili a titoli di debito pubblico caduti in prescrizione a termini di legge, lire 572,880. Capitolo 59. Vendita di oggetti fuori d'uso ed altri proventi eventuali diversi (Tesoro), lire 2,400,000. Capitolo 60. Proventi e ricuperazioni di portafoglio, lire 1,090,000. Capitolo 61. Somma dovuta dalla Società concessionaria della ferrovia Pontegalera-Fiumicino per eccedenza dei correspettivi di esercizio sui prodotti della ferrovia stessa, compresa nella rete Mediterranea (Convenzione 8 marzo 1880), lire 2,200. Capitolo 62. Entrate eventuali diverse dell'amministrazione demaniale, lire 1,300,000. Categoria quarta. — Partite di giro. — Capitolo 63. Fitti di beni demaniali destinati ad uso od in servizio di amministrazioni governative, lire 12,253,828. 68. Capitolo 64. Interessi sulla rendita consolidata 5 e 3 per cento di proprietà del tesoro dello AtU Parlamentari Camera dei mmmtmmmmmmimamm LEGISLATURA XVI — 2 * SESSIONE — DISCISSIONI Stato in deposito per la Cassa dei depositi e prestiti, a garanzia dei biglietti di ¡Stato di cui all'articolo 11 della legge 7 aprile 1881, n. 133, lire 11,583,875.78. Capitolo 65. Interessi di titoli di debito pubblico di proprietà del tesoro, lire 5,461.46 Capitolo 66. Interessi semestrali delle obbligazioni 5 per cento sui beni ecclesiastici, emesse e non alienate per memoria. Capitolo 67. Imposta di ricchezza mobile sugli interessi di titoli di debito pubblico in deposito alla Cassa depositi e prestiti a garanzia dei biglietti di Stato di cui all'articolo 11 della legge 7 aprile 1881, n. 133 e di quelli di proprietà del tesoro vincolati e delle obbligazioni sui beni ecclesiastici non alienate, lire 1,762,433. 76. Capitolo 68. Somma da versarsi al tesoro dello Stato dalla Cassa dei depositi e prestiti pel servizio delle pensioni vecchie, lire 36,549,340. 91. Capitolo 69. Somma da versarsi al tesoro dello Stato dalla Cassa dei depositi e prestiti pel servizio delle pensioni nuove, lire 31,533,468. T I T O L O I I . Entrata straordinaria. — Categoria prima. Spese effettive — Contributi — Capitolo 70. Debito del comune di Ancona per dazio di consumo dilazionato, lire 2,270.43. Rimborsi e concorsi nelle spese — Capitolo 71. Rimborsi e concorsi nelle spese per opere stradali straordinarie, lire 5,171,208.37. Capitolo 72. Concorso dei corpi morali nelle spese per opere straordinarie ai porti marittimi, lire 2,766,750. Onorevole ministro, accetta la cifra proposta dall'onorevole ministro? Magliari, ministro delle finanze. Accetto. Presidente. Capitolo 73. Rimborsi delle spese per compenso ai danneggiati dalle truppe borboniche in Sicilia, lire 423,930. Capitolo 74. Introiti vari dipendenti dalle opere di bonificamento, lire 613,000. Capitolo 75. Ricupero delle somme rimborsate dall'amministrazione delle imposte dirette agli esattori comunali del prezzo dei beni espropriati ai debitori di imposte, e poscia dai debitori medesimi, o dai loro creditori legali, riscattati a forma dell'articolo 57 della legge 2 aprile 18B2, n. 674, lire 2,000. Capitolo 76. Rimborsi diversi straordinari, lire 2,453,431.31. Capitolo 77. Offerte per l'erezione in Roma di un monumento onorario a Vittorio Emanuele II, primo Re d'Italia, per memoria. Capitolo 78. Concorso delle provincie e dei — TOSNATA DEL 2 3 GIUGNO 1888 comuni per nuovi uffici telegrafici nei capiluoghi di mandamento, lire 122,383.33. Entrate diverse. — Capitolo 79. Ricavo per alienazioni di navi, lire 100,000. Capitolo 79 bis. Utili del tesoro per la compartecipazione nella misura del 40 per cento del saggio dello sconto sulle operazioni fatte dagli Istituti di emissione in corrispondenza del fondo metallico in piastre borboniche depositate dal tesoro, lire 500,000. Categoria seconda. — Movimento di capitali — Vendita di beni ed affrancamento di canoni. — Capitolo 80. Vendita di beni immobili, affrancazione ed alienazione di prestazioni perpetue e restituzione al demanio di capitali da esso ripetibili, lire 5,380,000. Capitolo 81. Affrancamento del Tavoliere di Puglia (esclusa la parte di capitale pagabile dagli affrancanti in certificati di rendita), lire 306,606. Capitolo 82. Prezzo capitale ricavato dalla vendita dei beni provenienti dall'Asse ecclesiastico, lire 7,950,000. Capitolo 83. Tassa straordinaria 30 per cento e tasse ed altri corrispettivi per lo svincolo a la rivendicazione dei benefizi, lire 800,000. Capitolo 84. Capitale ricavabile dalla estinzione per sorteggio o per altre cause di titoli di credito e di azioni industriali posseduti dal tesoro, lire 13,840. Riscossione di crediti — Capitolo 85. Rimborso dell'amministrazione della marina del fondo di scorta per le regie navi armate, lire 2,500,000. Capitolo 86. Rimborso dalla provincia e dal comune di Roma della metà della spesa per l'ammortamento delle obbligazioni pei lavori del Tevere, lire 203,000. Capitolo 87. Riscossione di crediti diversi, lire 358,414.45. Accensione di debiti — Capitolo 88. Alienazione di obbligazioni sui beni ecclesiastici, lire 6,000,000. Capitolo 89. Prodotto del collocamento di titoli speciali da emetterai ai termini della legge 15 aprile 1886, n. 3791, pei lavori del Tevere, lire 5,000,000. Capitolo 90. Prodotto di titoli speciali di rendita da emettersi per il risanamento della città di Napoli (Articoli 3 e 5 della legge 15 gennaio 1885, numero 2892, lire 8,000,000. Capitolo 91. Vendita di beni immobili ed affrancazione ed alienazione di prestazioni perpetue appartenenti ad enti amministrati, lire 120,000. Capitolo 92. Depositi per spese d'asta ed altri Atti Parlamentari LEGISLATURA XVI — — 3955 — 2a SESSIONE — DISCUSSIONI che per le vigenti disposizioni si eseguiscono negli uffici contabili demaniali, lire 1,600,000. Capitolo 93. Competenze di avvocati e procuratori poste a carico della controparte nei giudizi sostenuti direttamente dalle avvocature erariali, lire 114,000. Capitolo 94. Anticipazione delle provincie che hanno chiesto l'acceleramento dei lavori catastali nei loro territori (Articolo 47 della legge 1° marzo 1886, n. 3682), lire 500,000. Categoria terza. Costruzione di strade ferrate. — Capitolo 95. Rimborsi e concorsi dai comuni e dalle provincie, ed anticipazioni ai sensi dell'articolo 15 della legge 29 luglio 1879, numero 5002 e legge 27 aprile 1885, numero 3048, (serie 3 a ), lire 838,183.90. Capitolo 96. P a r t e del prezzo del materiale mobile destinato a provvedere nell'esercizio 1888-89 alle spese di ferrovie di cui all'articolo 2 della legge 27 aprile 1885, numero 3048 (serie 3 a ), lire 32,561,550. Capitolo 97. Prodotto dell'alienazione di obbli* gazioni per costruzioni ferroviarie a carico dello Stato, lire 132,000,000. Capitolo 98. Prodotto delle obbligazioni da emettersi per il pagamento delle spese di fabbricazione e di bollo dei titoli che si emettono per le spese di costruzioni ferroviarie a carico dello Stato, per memoria. Capitolo 99. Prodotto dell'alienazione di obbligazioni ferroviarie da emettersi per le quote di concorso e di anticipazione da parte dei comuni e delle provincie, yer memoria. Capitolo 100. Prodotto dell'alienazione delle obbligazioni ferroviarie da emettersi per il pagamento delle spese di fabbricazione di bollo dei titoli che si emettono per le quote di concorso e di anticipazione dei comuni e delle provincie, per memoria. Capitolo 101. Prodotto dell'alienazione di obbligazioni ferroviarie da emettersi per conto delle casse degli aumenti patrimoniali, lire 30,000,000. Capitolo 102. Prodotti dell' alienazione delle obbligazioni eferroviarie da emettersi per pagamento delle spese di fabbricazione e di bollo dei titoli da emettersi per conto delle casse degli aumenti patrimoniali, per memoria. Capitolo 103. Ricupero di somme già pagate per costruzioni ferroviarie da reintegrarsi ai relativi capitoli di spesa del bilancio del Ministero dei lavori pubblici, per memoria. Riassunto della spesa ordinarialire 1,644,223,423 e 49 centesimi. 547 Camera — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO dei Deputati 1888 Riassunto della spesa straord. lire 246,461,967 e 79 centesimi. Insieme (entrata ordinaria e straordinaria) lire 1,890,685,391.28, Pongo a partito questo stanziamento complessivo. (E approvato). Se la Camera consente, proporrei alla discussione degli articoli. Voci. Sì ! sì ! di passare Presidente. " Art. 1. Il Governo del Re è autorizzato ad accertare e a riscuotere, secondo le leggi in vigore, le imposte e le tasse di ogni specie, a provvedere allo smaltimento dei generi di privativa secondo le tariffe vigenti, e a fare ent r a r e nelle casse dello Stato le somme e i proventi che gli sono dovuti per l'esercizio finanziario dal 1° luglio 1888 al 30 giugno 1889, giusta lo stato di previsione per l'entrata annesso alla presente legge. " E altresì autorizzato a rendere esecutivi i ruoli delle imposte dirette pel suddetto esercizio. „ (E approvato). " Art. 2. E mantenuto anche per il periodo dal 1° luglio 1888 al 30 giugno 1889 l'aumento d ' i m posta sui fondi urbani, di cui all'articolo 1° della legge 26 luglio 1868, n. 4513, e quello dell'imposta sui redditi di ricchezza mobile, di cui all'articolo 3° della legge 11 agosto 1870, n, 5784. " L'aumento dell'imposta sui fondi rustici, di cui nella detta legge 26 luglio 1868, è mantenuto pel periodo suddetto limitatamente' ad un tsolo decimo dell'imposta principale ai termini dell'articolo 49 della legge 1° marzo 1886, numero 3682 ed articolo 1° della legge 1° luglio 1887, n. 4665. „ (E approvato). u A r t . 3. I contingenti comunali d'imposta sui terreni nel compartimento ligure piemontese restano fissati per il periodo, di cui nell'articolo precedente, nella misura in cui furono stabiliti dalla legge 30 giugno 1872, n. 884, confermata di anno in anno colla legge d'approvazione del. bilancio, „ {E i! approvalo). ' A r t . 4. E continuata al ministro del tesoro la facoltà di emettere buoni del tesoro, secondo le norme in vigore. L a somma dei buoni del tesoro in circolazione non potrà mai eccedere i 300 milioni di lire, oltre le anticipazioni che possono domandarsi alle Banche ed ai Banchi eli emissione. „ A iti Parlamentari LEGISLATURA XVI — 3956 2 a SESSIONE DISCUSSIONI — w II Governo è pure autorizzato a mantenere in deposito alla Banca Nazionale del Regno ed agii altri Istituti di emissione buoni del tesoro, per la somma di lire 68,183,152.24, per l'anticipazione da essi fatta al tesoro della suddetta somma pagata alla Commissione di stralcio della Società della Regìa cointeressata dei tabacchi. n (.È approvato). u Art. 5. E approvato l'unito riepilogo da cui risulta Tinsieme dell'entrata e della spesa prevista per l'esercizio finanziario dal 1° luglio 1888 al 30 giugno 1889, cioè: Deggio avvertire la Camera che siccome furono introdotte variazioni nel bilancio della marineria così occorre introdurre variazioni nelle cifre il di cui riassunto sta in quest'articolo 5, per cui avvertirò le cifre che sono state variate. L'entrata effettiva rimane inalterata in lire 1,562,751,388.34. Spesa, qui c'è una variazione. Convien dire: Spesa . . . . . . L. 1,604,634,155.87 Disavanzo effettivo , . „ 41,882,767.53 Movimento di capitali . . . . . . L. 38,845,860.45 33,947,415.54 Avanzo . . . . . L. 4,898,444.91 Entrata Spesa . Costruzioni di strade Entrata . . . . . . L. Spesa, . . . . . . • ' „ ferrate. 195,399,733.90 195,399,733.90 L. Partite di giro. Entrata Spesa. L. „ 93,688,408.59 93,688,408.59 Differenza passiva . . L. 36,984,322.62 Pongo a partito questo articolo. (È approvato). Camera dei TORNATA DEL 2 3 GIUGNO Deputati 1888 Discussione sull'ordine del giorno. i , ministro di agricoltura e commercio. Chiedo di parlare. Presidente. Ne ha facoltà. ministro di agricoltura e commercio. Debbo rivolgere alla Camera una preghiera, ed è questa: vi sono due disegni di legge i cui termini utili per l'approvazione scadono il 30 giugno e cioè quello sulla w proroga per il corso legale dei biglietti d i banca „ e l'altro sulla " autorizzazione di prelevamenti al fondo di riserva per le spese impreviste per i musei geologico ed agrario in Roma. „ Siccome la contabilità deve essere chiusa il 30 giugno, io prego la Camera di acconsentire che questi due disegni di legge siano messi in principio dell'ordine del giorno delie sedute mattutine. Una voce. Dopo quello sulla insequestrabilità. Grimaldi, ministro di agricoltura e commercio. No, prima (Rumori) perchè il termine, ripeto, scade il 30 giugno e dopo occorrerebbe pagare dei gravi interessi. Io lo dico nell'interesse della finanza. Basai!i, ministro dell' istruzione pubblica. Anch'io avrei da fare la stessa preghiera per il disegno di legge che riguarda la casa Melzi in Milano (Ooh!) che è nelle identiche condizioni. Presidente. Dunque l'onorevole ministro della istruzione pubblica prega la Camera di voler consentire che sia iscritto nell'ordine del giorno della seduta antimeridiana di lunedì il disegno di legge per l'acquisto della casa Melzi di Milano in precedenza di quello sulla insequestrabilità degli stipendi; la stessa preghiera fa l'onorevole ministro eli agricoltura e commercio per i disegni di legge sulla proroga del corso legale dei biglietti e sul prelevamento di fondi per spese impreviste per il museo zoologico ed agrario di Roma. Porrò a partito queste proposte degli onorevoli ministri. Chi le approva è pregato di alzarsi. (Sono approvate). Grimaldi, In seguito verrà il disegno di legge sulla insequestrabilità degli stipendi. (lomunicansi una domanda eli interpellanza del Si procederà alla votazione a scrutinio segreto di questo disegno di legge lunedì in principio HO, della seduta pomeridiana. Per la seduta antimede pi ridiana resta iscritto nell'ordine del giorno il dirent?®) segno di leggìi sulla insequestrabilità d'egli sti Presidente. Comunico alla Camera due domande pendi. < d'interpellanza. Una è dell'onorevole Bobbio ed Propongo poi alla Camera di volersi riunire j è la seguente : domani in comitato segreto per discutere il suo " Il sottoscritto desidera interpellare l'onorevole bilancio interno. una del deputalo Sor- Atti Parlamentari LEGISLATURA XVI —- 2 —- 3957 —a SESSIONE — Camera DISCUSSIONI —- T O R I A T A ministro della pubblica istruzione sugli intendimenti del Governo onde ordinare l'istituto tecnico d'Alessandria, per la competenza ed il concorso della spesa, secondo le disposizioni della legge comunale e provinciale, e quelle della legge sulla pubblica istruzione. „ Prego l'onorevole ministro di dichiarare, se e quando intenda rispondere a questa interpellanza. BoseHi, ministro dell'istruzione pubblica. Dirò lunedì se e quando potrò rispondere. Presidente. L ' a l t r a è dell'onorevole Sorrentino: " Il sottoscritto domanda d'interpellare il ministro dell'interno sulla inchiesta da lui ordinata a carieo dell'amministrazione provinciale di Napoli, e sulla esecuzione della legge di risanamento di quella città. ,, Prego l'onorevole ministro di dichiarare se e quando intenda di rispondere. Crispí, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Non ho ordinato inchiesta a carico di nessuno. Ad ogni modo, qualunque sia la formula della interpellanza non la devo respingere. Risponderò dopo la votazione della legge comunale e provinciale. ( S i ride). Presidente. Onorevole Sorrentino, ha facoltà di parlare. Sorrentino. L a risposta del ministro mi pare chiara ed esplicita; però potrei intendere che il ministro dicesse non accetto l'interpellanza; ma non accetto la canzonatura di rimandarla a dopo la legge provinciale e comunale... Presidente. Non c'è canzonatura, onorevole Sorrentino. E una legge che la Camera può deliberare che venga in discussione domani. Sorrentino. Scusi., dopo la legge comunale e provinciale non ci sarà più nessuno, a chi dovrò parlare per isvolgere la mia interpellanza? Ai banchi ? Presidente. Non è il primo caso... (Ilarità). H a facoltà di parlare l'onorevole presidente del Consiglio. Crispi, presidente del Consiglio. Che l'onorevole Sorrentino non abbia interesse alla discussione e votazione della legge comunale e provinciale può essere; ma che io non voglia rispondere alla sua interpellanza non è. Ci deve pensare più l'onorevole Sorrentino, che io allo svolgimento di cotesta interpellanza. Avrei desiderato che non si portasse in quest'Aula, una così grave questione ; ma poiché egli così vuole sarà portata qui, e se ne sarà d'uopo porterò anche i documenti. Presidente. Sorrentino. Presidente. Sorrentino. Presidente. nistro. DEL 2 3 GIUGNO dei Deputati 1888 Allora rimane inteso così? Non rimane inteso niente affatto. Se intende interpellare la Camera... Non voglio interpellare nessuno. Allora accetta la proposta del mi- Sorrentino. Dirò solo che prendo atto che l'onorevole ministro ammette questa interpellanza. Che egli voglia comunicare i documenti, è quello che io chiedo. Solo vorrei pregare l'onorevole ministro di non credere, nel respingere lo svolgimento, per ora, di questa interpellanza, di non credere due cose: l'una che io volessi portare qui, in questi giorni, una discussione su questa mater i a ; l'altra, che questa mia interpellanza potesse avere un carattere qualunque di ostilità. Spero che l'onorevole Crispi non mi f a r à il torto di credere che io possa esser mosso da spirito di opposizione ; e d'altra parte io non arno che di fare una discussione ampia sopra tuttociò che succede nella città e provincia di Napoli, sopra tuttociò che si suppone, si dice e si discute, vero 0 falso che sia, ma che nessuno conosce esattamente, Io desidero a tempo opportuno luce piena su Napoli e di fronte a t u t t a l'Italia. P e r ora dimando la pubblicazione o • comunicazione dei documenti, poiché vi è di mezzo una questione delicatissima. Sessanta consiglieri provinciali non possono stare per anni ed anni sotto accuse incerte. Vi f u una prima inchiesta sotto l'amministrazione Depretis... Presidente. Ma, onorevole Sorrentino, io non posso permettere che Ella entri nel merito. Dichiari se accetta o no la proposta del ministro. Sorrentino. Io sono a sua disposizione quando crede. Presidente. L'onorevole presidente del Consiglio ha facoltà di parlare. Crispi, 'presidente del Consiglio. Innanzitutto b bene che la Camera sappia, che sono io giudice se devo o no presentare i documenti sul!' inchiesta di Napoli; e quindi su questo non m'impegno a nulla. In quanto all'interpellanza sono pronto ad accettarla; ma però non posso accettare che si svolga (dappoiché essendo interpellanza, provocherà una discussione) prima di quelle leggi che credo che debbano essere discusse- e votate innanzi che la Camera si proroghi. Quando ho proposto che l'interpellanza sia svolta dopo la legge comunale e provinciale, ho Atti Parlamentari LEGISLATURA XVI — — 3958 — 2 a SESSIONE — DISCUSSIONI — dotto cosa seria, perchè io cose non serie non mi permetto di dire. Presidente. Allora così rimarrà stabilito. Onorevole presidente del Consiglio, l'onorevole Levi da più giorni ha presentato una domanda di interrogazione. Cfìspi, 'presidente del Consiglio. Trattandosi di interrogazione che sarà svolta in poche parole, risponderò lunedì in principio della seduta pomeridiana. Presidente. Onorevole Levi, accetta? Levi. Mi rimetto a quanto ha detto l'onorevole presidente del Consiglio. Presidente. Allora lunedì, in principio della seduta pomeridiana, potrà svolgere la sua interrogazione. Levi. Avevo chiesto di parlare per rivolgere una preghiera alla Camera. La preghiera è questa, che domani la seduta cominci al tocco, invece che alle due. Presidente. Se la Camera consente e la seduta, come speriamo, sarà breve potremo avere qualche ora di libertà. {Si ride), (La proposta dell'onorevole Levi è accettata). iUsiiKameiito della votazione a squiitinio segreto so! bilancio dell' istruzione pubblica. Presidente. Comunico alla Camera il risultamente della votazione a scrutinio segreto sul bilancio di previsione della spesa pel Ministero della pubblica istruzione. Presenti e votanti 201 Maggioranza . 101 Voti favorevoli . . . 181 Voti contrari . . . . 20 (La Camera Camera dei approva). Domani al tocco, Comitato segreto \ lunedì alle 10 antimeridiane, seduta pubblica. La seduta termina alle 7.20. Ordine del giorno per le tornate di lunedi. Seduta antimeridiana. Discussione dei disegni di legge: 1. Spesa straordinaria per l'acquisto della casa Melzi in Milano e per l'adattamento di essa in servizio degli Istituti d'istruzione superiore in quella città. (164) TORNATA DEL 2 3 GIUGNO Deputati 1888 2. Proroga del corso legale dei biglietti di banca. (171) 3. Autorizzazione di prelevamento dal fondo di riserva per le spese impreviste per pagamento del residuo prezzo dei lavori per l'edificio dei musei geologico ed agrario in Roma. (141) 4. Estensione della insequestrabilità dello stipendio a favore degli impiegati di ruolo dei comuni, delle provincie e delle Opere pie. (156) 5. Riordinamento del Collegio Asiatico di Napoli. (88) Seduta pomeridiana. 1. Votazione a scrutinio segreto dello stato di previsione dell'entrata per l'esercizio finanziario 1888-89. 2. Interrogazione del deputato Levi al ministro dell'interno. Discussione dei disegni di legge: 3. Convalidazione del regio decreto 10 febbraio 1888, n. 5189, sui dazi dei cereali ed altri provvedimenti finanziari. (126J 4. Modificazione alla legge comunale e provinciale. (18) 5. Sulla pubblica sicurezza. (115) 6. Relazione della Commissione sui decreti registrati con riserva dalla Corte dei conti. (LI A) 7. Riforma sulla legge di pubblica sicurezza — Istituzione delle guardie di città. (86) 8. Deferimento alla Cassazione di Roma della cognizione di tutti gli affari penali del Regno. (147) 9. Modificazione alla legge 16 dicembre 1$78, concernente il Monte delie pensioni per gli insegnanti nelle scuole elementari. (3) 10. Sulla emigrazione. (85) 11. Sulle espropriazioni sui consorzi, sulla polizia dei lavori per l'esercizio delle miniere, cave e torbiere e sulla ricerca delle miniere. (65) 12. Approvazione di vendite e permute di'beni demaniali e di altri contratti stipulati nell'interesse di servizi pubblici e governativi. (145) 13. Aggregazione al comune di Villa San Secondo al mandamento di Montechiaro d'Asti. (162) 14. Aggregazione del comune di Molochio al mandamento di Radicena. (163) PROF. A v v . LUIGI RAVANI Capo dell'ufficio di revisione. Roma, 1888. — Tip. della Camera dei Deputati (Stabilimenti del Fibreno) Atti 3959 Parlamentari LEGISLATURA XVI — 2a SESSIONE — DISCUSSIONI — Camera TORNATA DEL 2 3 dei GIUGNO 1888 Allegato A. Numero e lettera delle voci Confronto fra le proposte presentate dal relatore Ellena e 3e conclusioni della Commissione d'inchiesta doganale. VOCI DI TARIFFA 80 c Filati di lino e di canapa semplici greggi che misurano più di 15,000 metri per chilogrammo Dazi proposti Unità dal relatore 86 a-1 Tessuti di lino e di canapa greggi, lisci, aventi più di 10 fino a 26 fili elementari fra Catena e trama nel 86 a-3 Tessuti di lino e di canapa greggi, lisci, aventi più di 26 fino a 40 fili elementari fra catena e trama nel Dazi adottati dalla Commissione d'inchiesta Lire 0. Lire G. 42. » Quintale i- • i 26; » Id. 70. » 72.50 Id. 90. » 94. » 96 a-2 rilati di cotone semplici greggi che misurano più di 10,000 fino a 20,000metri per ogni mezzo chilogrammo. Id. 22. » 24. » 96a-3 Filati di cotone semplici greggi che misurano più di 20,000 fino a SO,000 metri per ogni mezzo chilogrammo. Id. 26. » 30. » 96 a-4 Filati di cotone semplici greggi che misurano più di 30,000 fino a 40,000 metri per ogni mezzo chilogrammo. Id. 32. » 96 a-ò Filati di cotone semplici greggi che misurano più di 40,000 fino a 50,000 metri per ogni mezzo chilogrammo. 1455 146 Seta tratta semplice, addoppiata, o torta t i n t a . . . . Fili da cucire sia di seta, sia di cascami ecc 165 a-2 Mobili non imbottiti di legno comune (altri) 165 a-8 Mobili non imbottiti di legno da ebanisti, impiallacciati, intagliati o intarsiati 165 b-2 Mobili imbottiti di legno da ebanisti, impiallacciati, intagliati o intarsiati 36. » V Id. 39. » Chilogr. Esenzione 42. » 0. 50 Id. 1.50 2. 50 Quintale 15. » 20. » 50. » 60. » ia. r. 1 Mercerie comuni di legno Id. 30. » 40. » 172 Balocchi di legno Id. 50. » 60. » 1776 Lavori da panieraio e da stoiaio fini Id. 22. » 30. » 180 Cappelli di paglia, eccetto quelli guarniti, da donna. Cento 20. » 25. » 182 Pasta di legno, di paglia e d'altre simili sostanze . . Quintale 171 183 d 246 6 Cementi e calce idràulica 247 a Mattoni, tegoli comuni, ambrogette greggio e mattoni 247 6 Embrici alla foggia marsigliese e parigina e mattoni 256 a-4 Lastre di vetro o di cristallo non pulite (altre) escluse quelle comuni da finestra. Esenzione 2. » Id. 35. » 45. » Id. 1. * 1.25 Id. Esenzione 0.25 Id. 1. » 1.50 Id. 6. » 8. » Étti Parlamentari - Camera dei Deputati 3960 ~ LEGISLATURA XVI — 2 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 23 GIUGNO 1888 Allegato B. Confronto tra le proposte presentate dai Governo rispetto ai dazi industriali e le conclusioni della Gommi ssioae parlamentare per cue <0 CD 0 ® o® <£> <x> a ^ pi i Unità VOCI DI TARIFFA -86 a-2 Tessuti di lino e di canapa greggi, lisci, aventi più di 10 fino a 26 fili elementari fra catena e trama nel quadrato di 5 millimetri di lato 80a-3 Tessuti di lino e di canapa greggi, lisci aventi più di 26 fino a 40 fili 86 a-4 Tessuti di lino e di canapa greggi, lisci, aventi più di 40 fili 86 c Tessuti di lino e di canapa lisciviati o imbianchiti, lisci. • Tessuti di lino e di canapa,stampati, lisci . . . . . . V 89 b 92 94 ' Oggetti cuciti di lino, ecc., (altri) 96a-5 Filati di cotone semplici greggi che non misurino più di 40 mila fino a 50 mila metri ogni mezzo chilog. 96 a-i) Filati di cotone semplici greggi che non misurino più di 50 mila fino a 60 mila metri 97 99 Filati di cotone da cucire. -• 102 riforma doganale. Dazi proposti Dazi proposti dal dalla Governo Commissione ; 33 a Sali di chinina , j Chilogr. 33 6 Alcaloidi non nominati e loro sali ........ Id. 80 ò Filati di lino e di canapa semplici' greggi che misurino più di 6000 fino a 15000 metri per chilogrammo. . Quintale 80 c Klati di lino e di canapa semplici greggi che misurino più di 15,000 metri per chilogrammo Id. 84 Id. Mg la L ia C. 10. » 10. » Lire GÌ 12. » 12 » 18. » 19, » 26. » 25 lire più il dazio secondo la qualità 28. » 110. » Id. 72. 50 75. » Id. 94. » 96. » 120. » Aumento di 25 per cento sul dazio dei greggi lisci Id, Aumento di 70 lire il quintale -sul dazio dei lisci imbianchiti Id, 130. » Chilogr. 5. » Quintale Dazio del tessuto più 40 per cento 122. » Aumento di 30 per cento come contro 42. » 45. » Id. Id. Id. Id. Id. / Id. * Id. Aumento di 80 lire come contro 195. » 7. » Come contro più 50 per cento e 100 per cento 52. » Aumento di 17 Aumento di 15 lire al quintale lire còme consul dazio dei tro semplici 25 lire più il da110. » zio secondo la qualità 48. » Dazio dei filati 10 per cento più /li cui sono com- del dazio dei filati di cui sono poste composte Atti Camera dei Deputati — 3961 — Parlamentari LEGISLATURA XVI — 2 SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO .1888 a Segue A l l e g a t o B. cSu 0; -u "o ® O ,2 » pa ^ I 1086-1 Tessuti di cotone greggi del peso di chilogrammi 7 o più, ma meno di 13 per 100 mq., clie presentano nel quadrato di 5 millimetri di lato 27 fili elementari o 1085-2 Tessuti di cotone greggi del peso c. s. che presentano più di 27 fili elementari 103 c-1 Tessuti di cotone greggi che pesano meno di 7 chilogrammi e che presentano 27 fili o meno 103 e-2 Tessuti di cotone c, s. con più di 27 fili Tessuti di cotone stampati 106 114 a 114 6 — 117 118 «-2 1185-2 118 a-3 1185-3 118 a-4 1186-4 120 c 121 e 121 g 125a 1256 126 127 a 1275 128 Unità VOCI DI TARIFFA Dazi proposti Dazi proposti dalla dal Commissione Governo * Quintale 80. » 84. » Id. 92. » 100. » 110, » 100. » 130. » 120. » Alimento di 70 Aumento di 80 lire il quintale lire come consul dazio degli tro. imbianchiti. 220. » Id. Maglie semplici di cotone 150 » 330.0 » Id. 225. » Maglie foggiate di cotone 495. » Id. Maglie cucite, di cotone 225. » 7. » 5. » Chilogr. 140. » Velluti comuni imbianchiti Quintale 145. » 170. » Id. 165. » Id. comuni tinti Id. 165* * 260. » Id. j \ 220. » Id. comuni stampati m. f 215. » < 250. » Id. fini id Id. Dazio del tessu- Come contro colOggetti cuciti di cotone (altri) ". id. to còll'aggiunta l'aggiunta del del 40per cento. 50 per cento e del 100 per 100 15. * 10'. » Lane pettinate Id. 25. » 20. » Lane pettinate tinte Id. Filati di lana cardata, semplici greggi, con 10,000 45. » metri per chilogrammo 40. » Id. Filati di lana cardata, semplici gregari, fino a più di 55. » 10,000 metri . 50. » Id. Aumento di 17 Aumento di 15 Filati di lana cardata ritorti Id. lire il quintale lire come consul dazio dei tro. semplici. Filati di lana pettinata, semplici greggi, fino a 50,000 60. » 55. > metri per chilogrammo Id. Filati di lana pettinati, semplici greggi con più di 50,000 75. > metri 65. » Id. Filati di lana ¡pettinata, ritorti Id. ' Aumento di 15 Aumento di 17 lire il qrintale lire come consul dazio dei tro. ¡semplici. Id. Id. Id. Atti Parlamentari — 3962 — LEGISLATURA XVI — 2a SESSIONE — DISCUSSIONI Camera dei Deputati — TORNATA DEL 2 8 GIUGNO 1888 Segue A l l e g a t o • B. 3 u<cD %O <J> o £ »—1 <£> <D e £ Unità VOCI DI TARIFFA * Dazi proposti Dazi proposti dal dalla Governo Commiss ione » * 129 a-1 Tessuti di lana scardassata del peso di 300 grammi e meno per metro quadrato Quintale 129 a-2 Tessuti di lana scardassata del peso di più di 300, ma 180. » . 200. » Id. 160. » 175. » 129 a-3 Tessuti di lana scardassata del peso di più di 500 gr. . Id. 140. » 150. » 129 6-1 Tessuti di lana pettinata del peso di 200 grammi e meno per metro quadrato. Id. 230. > 250. » 129 5-2 Tessuti di lana pettinata del peso di più di 200 grammi, ma non più di 500 grammi . . . Id. 200. » 220. » 129 6-3 -Tessuti di lana pettinata del peso di più di 500 gr. . Id. 170. » 190. » 130 Id. $ Tessuti di lana stampati a. Id. 1356 139 Cbilogr. 142 Quintale Aumento di 40 Aumento di 50 lire il quintale lire come contro sul dazio dei tessuti rispettivi 'i 220. » r330. » 5. 5> 7. » • 1 .p Dazio del tes- Come contro con suto con l'-ag- l' aggiunta dèi giunta del 40 50 per cento per cento 5l 149 a - 1 Tessuti di seta o di fìlusella neri lisci Id. id. operati . . . . . . . . 149 a-2 Chilogr. 6. » 7. » Id. 9. » Id. 7. » ; 10, » 8. » operati Id. 10. » 11, » graticolati, lisci Id. 9. » t 10. » Id. 12. » 13. » • 149 5-1 Id. 149 6-2 Id. 149 c-1 Id. 149 c-2 Id. colorati, lisci id. id. 164 Nastri e galloni di seta, 155 5 Maglie foggiate di seta ¡t ;r 157 a 160 V, ff operati > • Id. 2, più il dazio del 3 come contro rispettivo tessuto Id. Dazio del rispet- Aumento di 50 tivo tessuto per cento sul •dazio delle semplici . ' Pizzi e. tulli di seta, lisci . i Id. Id. 12. » 15. » Dazio del tessu- Come contro con to coir aggiunta 1' aggiunta del del 40 per cento 50 per cento - Quintale 20. » :;30. » Utensili e labori diversi, di legno comune, greggi . . Id. 8. » 12. » Utensili e lavori diversi di.legno comune, pulitio dipinti. Id. 12. » 18. ». Id. 40. » 60. » 165 a-1 Mobili non imbottiti di legno comune c u r v a t o . . . . 170 a, 170 6 i 7 i ; ; .Mercèrie comum di legno. . Atti Parlaméntari — ss SK i "i BBBmmeBassBsemmÈÈtamÈÈtm 3068 — Camera M t)%putati "' LEGISLATURA XVI — 2* SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUdNO 1 8 8 8 n Segue A l l e g r a t o B. 95 S- <o ® o ¡2 <aD ^® p & Unità VOCI DI TARIFFA t* 172 174 a L78a Quintale Balocchi di legno "Vetture da strade comuni con non più di due ruote . Ciascuna Treccie di paglia, di scorza, di sparto, ecc., per capQuintale 188 a-1 Libri e musica stampati in lingua italiana, sciolti o Id. 190 d-5 Pelli conciate senza pelo, rifinite, altre 190 <2-8 Pelli conciate senza pelo; striscio per cappelli. . . . 197 a Lavori di pelli concie senza pelo; cinghie finite per 203 a Ferro e acciaio laminato o battuto in verghe, spranghe o barre sagomate di sezione qualunque: 1.° Non aventi in sezione alcun diametro o lato di 7 millimetri o meno 2.° Aventi in sezione uno o più lati o diametri di 7 millimetri o meno ma più di 5 millimetri. 204 a Ferro o acciaio fucinati o gettati in ancore, sale da veicoli, incudini, ecc., di peso di 60 chilog. e più . 206 a-1 Ferro ed acciaio di seconda fabbricazione in lavori, fatti principalmente con ferri ed acciai grossi, piallati, limati, torniti, ecc., solo in minima parte. . . 206 a-2 Ferro ed acciaio di seconda fabbricazione in lavori, fatti principalmente con ferri od acciai grossi, piallati, limati, ecc., su tutta o larga parte della loro 206 6-1 Ferro ed acciaio di seconda fabbricazione in lavori fatti principalmente con ferri od acciai piccoli, piallati, limati, torniti, bucati, ecc., solo in piccola parte 206 b-2 Ferro ed acciaio di seconda fabbricazione in lavori fatti principalmente con ferri od acciai piccoli, piallati, limati, torniti, ecc., su tutta o larga parte delle loro superficie; stagnati, piombati, zincati, verniciati . . 207 a-2 Lamiere di ferro ricoperte di zinco, piombo o galvanizzate, di grossezza di millimetri 1 / e meno. . . 208 a-2 Lamiere di ferro ricoperte di stagno, rame od anche ossidate semplici, di grossezza di mil. 1 / e meno. 210 a-1 Utensili e strumenti usuali per arti e mestieri, in ghisa, ferro e acciaio, comuni: accette, aratri, ascie, ecc., tanaglie, vomeri, ecc.. . , 210 a-2 Utensili e strumenti c. s. puliti, verniciati, zincati, ecc., ma non laccati, nè smaltati, nè bruniti 1 i 1 2 Dazi proposti Dazi proposti dal dalla Governo C o ni m i ss i o n e 60. » 33. » Esenti Id. Id. Id. 60. » Come le rispettive pelli più il 40 per cento del dazio. Id. 90. » Id. Id. 6. » 75. » 42. » 10. » Dazio della cardi cui sono composti 70. » Come contro più il 50 per cento del dazio 100. » 6.50 7.50 Id. 9. > 10. » Id. 10. » 10.50 Id. 13. > 13.50 Id. 13. » 15.50 Id. 17. » 17.50 Id. 15. » 16. » Id. 16. » 18. » Id. 13. » 13.50 Id. 15. » 15.50 Atti — 3964 — Parlamentari LEGISLATURA XVI — 2a SESSIONE — DISCUSSIONI — Camera dei Deputati TORNATA DEL 23 f GIUGNO 1888 Segue A l l e g a t o B. ci ; ® Dazi proposti ® o <c o .2 <3 173"ffl a p .ss YOCI DI T A R I F F A 2106-1 Utensili e strumenti fini: binde, bilancio a bilico, brunitoi, ecc., trapani, verrine, ecc., anche verniciati, Unità Dazi proposti dal dalla Governo Commissione Quintale 17. » 17.50 210 c - Ì Lime e raspe da 1 a 10 tagli per centimetro lineare. Id. 13. » 14. » 210 o-2 Id. 15. » 16. » 211 6 j Rame, ottone e bronzo, in spranghe, in fogli, in lamine, di grossezza di più di 1 millimetro Rame, ottone e bronzo, in spranghe, in fogli, in lamine, i 211 c 1 Rame, ottone e bronzo, in tubi di diametro superiore Rame, ottone, e bronzo, in tubi di diametro inferiore Id. | 12. » < Id. 13. » 15. » M. | ia. 1 16. » ! 18. » 20. » 212 a-b Tele metalliche di ferro o di acciaio, di ottone o di rame. Id. Dazio del filo di cui sono composte con l ' a g giunta di 12 lire il quintale Dazio del filo di cui sono composte con l'aggiunta di 15 lire il quintale 218 Id. 1. » 8. » 222 a Id. 600. » 800. » 222 b Id. 200. » 300. » 226 6-1 Id. 12. » 14. » Id. 15. » 20: » Id. 75. » 125. » 227 Apparecchi di rame, ecc., per riscaaldare, distillare, raffi- 228 a Strumenti ottici di musura, di osservazione, ecc. . . 245 Terre colorate (boli, ocre, ecc.) 246 a Gessi, calce, eco Id. Esenti 4. » tonnellata Esenti 4. » 256 a-1 Lastre di vetro o di cristallo, non pulite, comuni da finestra, che misurano in larghezza e lunghezza riunite meno di 120 centimetri Quintale 8. » 9. » 256 a-2 Lastre di vetro o di cristallo non pulite comuni da finestra da 120 a 200 centimetri. . . Id. 10. » 11. » 256 a-B Lastre di vetro o di cristallo non pulite, comuni da finestra che misurano più di 200 centimetri . . . . Id. 12. » 13. » 329 a Id. 80. » 100. » 329 6 Mercerie comuni Id. fini Id. 150. » 200. » 330 a Ventagli ordinari Id. 90. » 100. » 334 c Gomma elastica in fili Id. 50. » 75. » Atti Parlamentari Camera dei Deputati — 3965 LEGISLATURA XVI — 2a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8 Allegato C. Aumenti recati dalia Camera dei deputati alfe proposte delia Commissione parlamentare per la riforma doganale sui dazi industriali. 1-1 o> VOCI DI TARIFFA Aumenti Proposte della Commissioni introdotti dalla Camera Quintale 10. » 25. » Unità 190(2-2 Pelli conciate senza pelo ovine 190 Pelli conciate senza pelo verniciate Id. 80. » 90. » 206 a - 3 Ferro e acciaio di seconda fabbricazione in oggetti stagnati, ecc Id. 13.50 15. 50 209 & Acciaio temprato in fili Id. 12. » 15. » 226 d Locomotive senza tender Id. 13. » 14. » 226 Macchine da cucire con tavola Id. 16. » 25. » 229 Guarniture di scardassi Id. 65. > 75. » 329 c Vassoi e rapporti da mobili Id. 30. » 60. » 1-2 Atti Parlamentari — LEGISLATURA XVI — 2 a SE8SI0NE — 3966 Camera dei Deputati - DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8 F I L A T I di di lino Dazio (a) di cotone Dazio lana Dazio PAESI o o S Ö w S3 CQ C. o ir. a . ai-i L. a L. a '3 a «S a C. L. o o ai s C. » o a a a L. a C. L. a o 03 ce a a a a C. L. C. L. C. . . . . . . Quint. 11.50 70. » 11.50 » 34. 65 18. > 102. » 30. » 15. » 60. > 156.25 18.50 (C) 556.14 15. » 60. » » convenzionale o a o o 05 ci Ö M S3 S L. a a a a » Italia generale convenzionale generale convenzionale generale C. L. C. L. a a 3 a C. » » o o 45. » 117. » (b) 3. 75 (b) 50. » 31. » 217. » 3. 75 30. » L. 92 e« a C. L. C. » » » » A u s t r i a - U n gheria Id. 3.75 45. » Francia Id. 16. > 338. » Id. 6.25 25. » Id. 27.50 122.50 27.20 111.80 125. » 250. » 7.60 175. > 100. » 300. » 100. » 195. » Id. 84. » 168. » 84. » 168. » 75.60 168. » 75.60 168. > 263. » 1,400. » 263/» » Germania . . . . Spagna Portogallo . . . . 13. * » » (c) 15. » » 414. » » 20. > » 145. » » («) Il dazio sulle catene ordite non è stato contemplato, come pure non lo sono stati quelli sui fili da cucire preparati per la vendita (6) Secondo la tariffa austro-ungarica il dazio di lire 3 . 7 5 sui filati di lana comprende i filati weft oltre il n. 30 metrico. (c) Nei filati di cotone (Francia) il dazio massimo inscritto nella tabella è quello che si riferisce ai filati ritorti a due o tre cui è composto il filato ritorto, e non sul peso. (d) Nei dazi sui tessuti non si è tenuto conto di quelli sui tessuti ricamati, nè di quelli sui merletti, pizzi, tulli, ecc. (e) In Spagna le maglie, le coperte, i tappeti di lana, sono assoggettati ad un dazio minore. ( f ) Il dazio di lire 840 comprende i tessuti graticolati fini, fra i quali, secondo la tariffa portoghese, sono pure classificati di 420 lire il quintale. (g) Questo dazio comprende tutti i tessuti di seta pura, eccettuati i nastri sui quali il dazio è di lire 3080 il quintale Atti Parlamentari Camera dei Deputati — 3967 — LEGISLATURA XVI — 2 SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 3 GIUGNO 1 8 8 8 a T E S S U T I (d) di l i n o Dazio generale o o a a• r-1 a a S 'ai ai ci L. C. L. C. convenzionale ©a © S '5 'a C3 a a L. C. L. C. ai di cotona Dazio di l a n a p u r a Dazio convenzionale generale o o o o a a a *«ìa '3 05 05a a a a C. L. C. L. C. L. C. convenzionale generale o o o o a a a a •i-i 'a 'a 85 05 a a a a L. C. L. C. L. C. L. C. ai m ai "a L. ai ai di s e t a p u r a Dazio generale 25. » 258.60 » » 62. » 380. » » » 150. > 340. » » » 15. » 300. » » » 85. » 300. » » » 125. » 275. » > » o a 03 a o a 'a a ai ai L. convenzionale o o a ' a 'a 05» a a ai ai C. L. 'ai C. L. C. L. 700. » 1,300. » > 1,000. » 1,250. » 500. » C. » - » 28. » 530. » 22. » 345. > 62. » 770.50 50. > 621. » 50. > 211. » 35. » 140. » 186. » 248. » 150. > 200. » 15. » 187. 50 > » 100. » 287.50 » > 160. 75 275. » » » 1,000. » 1,250. » » » 125. » 425. » 87. » 385. » 300. » 500. » 154. » 418. » 500. » 800.(") » 350. » 430. » 1,750. » 2,625. » 1,000. » 1,200. » m 39.20 560. » » » 39.20 840.( f )» » » 224. » 840. » » (.9) (?) 3,360. » 3,360. » 3,360. » 3,360. » » al minuto e quelli sui filati di vigogna. capi imbianchiti. Non si è riportato il dazio sui filati ritorti tinti perchè il dazio è basato sulla lunghe zza del filo semplice, di i tulli. Fra i tessuti compatti di cotone il dazio maggiore è quello inscritto per le flanelle ' di più colori la cui misura è dazio vincolato colla Francia. • - - \ • •