IL PASSATO PER IL NOSTRO FUTURO 1998-2008 Dieci Anni Anno X n. 12 (124) Dicembre 2008 Foglio informativo per i soci Associazione Progetto Mistretta - Sede Legale, Via Belverde, 31 - Tl 0921 381 232 - Sede sociale Via Libertà, 185 - CF 93001790836 “QUELLA LUCE ACCESA” Giuseppe Passarello intellettuale, amico di Sciascia, interviene sul Premio Maria Messina Mi hanno dato un premio! Ilprof. Giuseppe Passarello ha appena ricevuto il premio dal Si, si, sono stato premiato! A Mistretta mi hanno dato un Presidente Nino Testagrossa. Sullo sfondo Luciano Liberti che premio letterario, il Premio Speciale Maria Messina. Non ha presentato la serata. ho ancora ben capito perchè me l'abbiano dato, ma me lo sono preso con immensa gioia, per motivi lontani e diversi dai soliti. Anzitutto perchè questo premio è "pulito"; non sponsorizza e non è sponsorizzato, non promuove prodotti e non distribuisce denari. Anzi, chi lo riceve ci rimette qualcosa: infatti sono andato a ritirarlo a mie spese, con familiari a sostegno della mia vacillante senilità, ovviamente a mio carico. Ma ne è valsa la pena. Sono tornato a casa, a Palermo, stringendomi al petto un piatto quadrato di vetro di Murano, impreziosito da scritte in oro: «Associazione Progetto Mistretta - Il Centro Storico», «Premio Letterario Maria Messina V Edizione 2008…» «Premio Speciale Professore Giuseppe Passarello». Ecco, Segue a pag. 4 Operazione recupero del quartiere “Casazza” Sommario: Una nuova prospettiva di sviluppo Un progetto che può cambiare l’economia dei Nebrodi Uno stralcio per il quartiere Casazza Un intervento del Sindaco Antoci - a pag.10 Obiettivi del progetto Salviamo la memoria di Maria Messina A - pag. 2 Rendere accessibili e valorizzare quali risorse storico documentali i diversi beni archeologici, artistici e Gli stemmi reali a Mistretta a pag. 14 naturalistici presenti nel territorio dei Nebrodi. Lettera aperta alle Soprintendenze di Sicilia Nebrodi museo diffuso è un progetto che ingloba a pag. 16 progressivamente anche gli spazi storici dei borghi rurali Ancora grandi scoperte archeologiche dei quali si propone la ristrutturazione e la rifunzionalizzazione, nonché la costituzione di nuovi impianti a Santo Stefano di Camastra - a pag 18 (centro delle forme artistiche contemporanee). La qualità architettonica di questi ultimi non può non discernere dal confronto con l'unicità delle preesistenze Del pensare breve storico - ambientali. Le finalità ultime del progetto sono quelle di favorire “Costruire nuovi spazi, questo il l'occupazione, con particolare riguardo di quella giovanile nocciolo della scrittura!” e femminile, anche incentivando forme associative di imprenditorialità diffusa. David Grossman IL Progetto “Museo Diffuso” Segue a pag.11 www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it Il Centro Storico Dicembre 2008 Editoriale Di Giuseppe Ciccia Comincio con l’augurare buone feste a tutti gli “Angelus Domini Nunziavit Maria” a Ficarra, poco amici del Il Centro Storico, agli amici dell’ distante da Mistretta, cura-ta dall’amico arch. Associazione Progetto Mistretta, al Presidente Nino Nuccio Lo Castro, autore an-che del prezioso Testagrossa ai colleghi della redazione, agli amici catalogo. Ne parliamo a pag. 19all’estero, in particolare alle prof.sse Elise Magistro Buone feste a tutti dalla Associazione Progetto e Roswita Schoell-Dombrowski e alle loro famiglie. Ed auguro buone feste a tutti gli amici mistrettesi soprattutto a quelli sparsi per il mondo. Salviamo la memoria Mi piacerebbe parlare di politica, ma mi esimo perché di questo argomento oramai si occupa prevalentemente il forum de Il Centro Storico, al sito www. centrostorico.altervista.orgInterventi che ultimamente hanno avuto un incremento di vivacità e di interesse che è consigliabile andare a constatare e magari, iscrivendosi, intervenire per manifestare la propria opinione sui tanti argomenti che all’interno del forum si dibattono. Segnaliamo l’intervento del Sindaco Antoci su un importante progetto che riguarda Mistretta e il comprensorio del Parco dei Nebrodi. Il Museo Diffuso ci sembra una bella tappa nel cammino per la creazione di un polo turistico comprensoriale dove Mistretta avrà, come si legge, gran parte. In questo progetto è inserita la possibilità di uno stralcio per il “quartiere Casazza”, ci si agura che tutto vada a buon fine. Lanciamo già da ora la sesta edizione del Premio Maria Messina. Dopo la felice conclusione della passata manifestazione, la prossima non può che essere più impegnativa e “più bella che pria” - e di Maria Messina, pubblichiamo a pag. 3 una corrispondenza con la scrittrice Ada Negri, dovuta alle ricerche di Lucio Bartolotta, mentre accanto troverete la interessante iniziativa che intende portare avanti l’Associazione: lo spiega la segretaria di redazione Lucia Graziano . Due interessanti articoli, dovuti agli studi ed alla fertile penna di Vittorio Alfieri nonché alla appassionata e silenziosa ricerca di Lucio Pane, arricchiscono la conoscenza del nostro territorio, sia nell’aspetto archeologico sia nell’aspetto storico. Ringraziamo la nostra nuova abbonata e scrittrice Giuseppina Jannello Siccardo per il racconto che ci ha voluto mandare e non dimentico di invitarvi a visitare la mostra di Maria Messina Lucia Graziano L’attenzione che l’Associazione Progetto Mistretta ha dedicato alla scrittrice verista Maria Messina, è nota ormai a tutti: a lei è stato dedicato un premio letterario ed a lei è stata intitolata una via di Mistretta; per onorarla degnamente è stato anche redatto un progetto da parte del prof. arch. Francesco Taormina “ un piccolo monumento urbano “ che però non si è potuto ancora realizzare. Ma la nostra ambizione va oltre. Il Dott. Giorgio Giorgetti, pistoiese d’origine ma naturalizzato mistrettese per aver sposato una amastratina, ha svolto per nostro conto delle ricerche riguardanti la scrittrice che visse gli ultimi anni della sua vita a Pistoia. Il Dott. Giorgetti attraverso ricerche di archivio ed interviste a persone che sono state vicine alla scrittrice, direttamente o indirettamente, ha ricostruito la cronologia delle sue residenze nella città toscana corredando il suo lavoro con foto e documenti. Infine è arrivato alla scoperta che le ossa di Maria Messina riposano nella stessa tomba della madre, Gaetana Traina, nel cimitero della Misericordia a Pistoia. Ora la sua tomba è in pericolo perché trascorso un certo periodo di anni scade la concessione e le ossa verranno deposte in una ossario comune. La nostra ambizione è proprio quella di portare i resti mortali della scrittrice a Mistretta ad imperitura memoria. Del resto, siamo convinti che la Messina sarebbe stata felice di ritornare nella città della sua adolescenza, poiché in diversi passi delle sue novelle, “Piccoli gorghi” e “Pettini fini”, la ricorda con tenerezza. Soprattutto in una lettera che scrisse a Giovanni Verga da Trani, datata 26 luglio 1914, per ringraziarlo di averle inviato il suo ritratto, si rivolge al Maestro con questa frase “ ... oggi è stata << festa grande>> ( come dicono i miei buoni mistrettesi...) per tutta la mia famiglia”, ciò a significare il legame mai interrotto con la città che l’ha vista adolescente e giovanissima donna. Questo è un progetto che deve vedere l’interesse della cittadinanza e il coinvolgimento delle istituzioni, perché avere qui i resti mortali della scrittrice significa rendere giustizia alla sua memoria e nel contempo divulgare il nome della nostra città nelle enciclopedie ed i trattati di letteratura. www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 2 CULTURA Mia piccola sorella Maria, sì, le briciole del destino avare e magre, sprezzanti ed anonime, che la vita getta con distratto compatimento agli Umili, i quali non posseggono la forza di offendere, né quella di Maria Messina ben difendersi, e non possono mettere in mostra la tragica bellezza di grandi sventure. Le briciole del destino…Tu hai voluto studiare questi cantucci di umanità, che sanno di vecchia polvere, di vecchi stracci abbandonati, di vecchie ragnatele, di vecchie lagrime rancide, Tu vi sei riuscita, piccola sorella Maria. Come? … Non so. La tua anima fresca si compiace stranamente degli oscuri meandri ove pullula la povera gente senza risorse, senza fortuna, e, anche, sì - senza appoggio. E l'intuizione, che aiuta il novellatore assai più che l'esperienza, ti conduce talvolta a misteriose profondità. Misteriose profondità che io leggo anche ne' tuoi occhi guardanti a me dal ritratto, piccola sorella lontana ch'io non ho mai vista e della quale non udrò forse la corporal voce - e che pure mi dici tutto di te, nelle sommesse pagine ove l'anima insoddisfatta e torbida assume spesso la verdastra densità degli insondabili fiumi. Ada Negri! Maria Messina che aveva trovato una sua dimensione nei difficili ambienti letterari del suo tempo, come già aveva fatto con Verga, valido sostegno umano ed artistico, cercava in Ada Negri, ascoltata da editori importanti e dal direttore del Corriere della Sera, una recensione ed un consenso. Con la sua entrata nella scuderia Treves, che ospitava nella collana LE SPIGHE, gli scritti di Pirandello, Matilde Serao e della stessa Ada Negri, pubblicò nel 1918 la raccolta di novelle LE BRICIOLE DEL DESTINO (dedicata alla poetessa lombarda), in cui il suo verismo cominciava a spostarsi dal mondo rusticano dei vinti all'analisi della piccola e media borghesia, sonnolenta e priva di impulsi, soffocata da stolidi pregiudizi e sprofondata nell'immobilismo. In queste novelle dove le qualità essenziali delle donne sono obbedienza e sottomissione, emergono tutte le difficoltà dei rapporti familiari che rendono penosa la vita quotidiana. Proprio l'anno precedente aveva visto la luce LE SOLITARIE, il primo volume di novelle di Ada Negri alla quale certe pagine verghiane avevano offerto spunti contenutistici. La Di Lucio Bartolotta scrittrice così annota nella prefazione: "Sono umili scorci di vite femminili sole a combattere: sole per propria colpa o per colpa degli uomini e del destino. Le vidi queste donne. Le conobbi, le studiai, le riprodussi, cercando di attenermi il più crudamente possibile alla verità". LE SOLITARIE (14 novelle) rimarcano uno dei problemi sociali divenuto preponderante nella sua opera: quello della condizione della donna nel proprio stato di isolamento inquieto e deluso, che affronta situazioni di vita desolanti e subisce dolorose sconfitte in sintonia con le novelle di Maria Messina. Ada Negri, ripagandola della stima e dell'affetto e considerandola una scrittrice a lei vicina, nella significativa prefazione in forma epistolare a LE BRICIOLE DEL DESTINO, con l'affettuoso appellativo di "sorella Maria", anche lei "solitaria nell'inquieto cammino", le riconosce le capacità di evidenziare sventure e l'intuizione che conduce a "misteriose profondità". In Maria Messina e Ada Negri, interpreti di un mondo femminile in tono minore, accomunate dalla solidarietà sottilmente provocatoria verso le infelici e i loro destini consumati nell'ombra e dalla condivisione di una pena coraggiosamente sopportata nel silenzio, la scrittura che si presenta in una esposizione semplice, limpida e confacente all'ambiente dimesso, diventa utile agli oppressi poiché fa conoscere le loro condizioni e i loro diritti. Sulle figure femminili colte nella dimensione della loro solitudine quotidiana e ritratte con realismo senza rinunciare al primato dei sentimenti, insistono Ada Negri e Maria Messina, perché, sia pure in forma molto contenuta, vi palpitano una risonanza autobiografica e un implicito intento umanitario di denuncia delle miserie sociali e della condizione femminile nel1'ambiente arretrato della provincia. Oltre alle profonde affinità di una orgogliosa formazione autodidattica, entrambe tristi per temperamento, nella misura breve delle loro novelle, riescono a scandagliare in profondità i comportamenti femminili ed ottengono alcuni dei loro risultati più felici sia nella capacità di penetrazione psicologica sia nello stile scarno ed essenziale, ricreando senza sbavature e senza una parola di troppo immagini e personaggi compiutamente delineati ed intonati all'atmosfera del racconto. La scrittrice Ada Negri www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 3 Il Centro Storico Dicembre 2008 Maria Messina e Ada Negri: la letteratura per gli umili Primo Piano: mi hanno dato ..... Il Centro Storico Dicembre 2008 Segue da pag. 1 questo sono io. I miei legami con Mistretta e con Maria Messina vengono da lontano e sono vivi e struggenti. Parliamo dei primi, di quelli che al paese legano le mie stesse origini: mio padre e mia madre vi nacquero e vi trascorsero i primi vent'anni della loro vita. Trasferitisi a Palermo dove io nacqui, a Mistretta tornarono ogni anno, almeno per il periodo delle consuete ferie estive. Fu così che in me, sin da bambino, si consolidò la robustezza delle radici, alimentata, anno dopo anno, dalla consonanza spirituale con un mondo tanto diverso da quello della città, in cui, finita l'estate, invariabilmente tornavo: un mondo con colori, profumi, odori, rumori, suoi propri, un mondo popolato dai Calorio, Raimù, Vastiana. Maralùcia, Janni, Pidda, che in seguito avrei ritrovato nella galleria dei personaggi di Maria Messina. A Mistretta tornai, ormai grande, per un lungo periodo continuativo come professore di Italiano e Latino nel Liceo Classico parificato “Tommaso Aversa.”, gestito dal Comune. Fu la mia prima esperienza da docente che si protrasse per quattro anni, dal 1950 al 1954. L'anno successivo al mio arrivo, il Liceo venne statizzato, e fu Sezione Staccata del Liceo "Luigi Valle" di Barcellona Pozzo di Gotto, e tre anni dopo ottenne l'autonomia: nacque così l'attuale "Alessandro Manzoni". Tutto ciò accadde nel corso dei quattro anni della mia permanenza continuativa a Mistretta, anni cruciali della vita e della sopravvivenza del Liceo, la cui storia non è stata ancora correttamente scritta e valutata: collaborai in prima persona a quella felice metamorfosi, avvalendomi anche della carica di Preside che mi era stata conferita dal Consiglio Comunale dell'epoca, guidato da quell'uomo lungimirante e illuminato, invero gentiluomo d'altri tempi, qual'era il sindaco Pietro Spinnato Vega. Ma non fui solo in quel mio non facile lavoro creativo e propositivo: fui affiancato da un eccezionale team di giovani professori, tutti agli inizi della loro carriera, come me entusiasti e infaticabili: Sara Ciccia, Jole Nigrelli, Luisa e Laura Crupi, Giuseppe Mazza, si guadagnarono presto la stima di genitori e alunni non solo per le loro promettenti doti specificamente culturali ma anche per la serietà con cui affrontarono i particolari problemi pedagogici e didattici connessi alle esigenze di una comunità che, per la sua complessa struttura, era bisognosa di attenzioni e cure mirate e intelligenti. In quei quattro anni cruciali, i miei legami con Mistretta furono segnati da indelebili tatuaggi spirituali: sì, spirituali, aggettivo che ben si attaglia alla mia consuetudine di chiamare «figli dello spirito» i giovani allievi che hai avuto la fortuna e la prerogativa quasi divina di contribuire a formare e a preparare per la vita. Sono rimasti sempre Il Prof. Passarello mentre ringrazia l’Associazione e il pubblico presente in sala indelebilmente presenti nei miei ricordi, qualche volta qualcuno di loro mi è venuto incontro da una pagina di giornale che ne celebrava i successi, e ciò ha solleticato il mio orgoglio: altri, incontrati casualmente, mi hanno fatto sentire il calore di una gratitudine generata da legami di indefinibile spessore. Ai ricordi degli alunni che in quei quattro anni vidi diventare adulti, e non soltanto fisicamente, si accompagnano tanti altri ricordi del mio stesso processo di crescita, del quale tuttavia sul momento non mi rendevo conto. Tante volte, passeggiando, andai e tornai dalla Piazza alla Villa Comunale al fianco di Antonino Pagliaro, che mi parlava delle sue ultime illuminazioni sul "Santu Mattìu" invece di "Santu Vattìu" del Contrasto di Ciullo d'Alcamo, o in compagnia di Giuseppe Cocchiara, che dalla estemporanea osservazione di luoghi e figure che ci venivano incontro traeva spunti e argomenti che avrei ritrovati nelle sue opere sempre più note e apprezzate in campo europeo, o con Gaetano Miraulo, che da Procuratore Generale della Suprema Corte dì Cassazione qual'era stato nell'immediato dopoguerra, mi rivelava non solo le esaltanti gesta ma anche le tragiche sconcezze della guerra partigiana conclusasi in un lago di sangue innocente. E come non ricordare colui che, fra tutti, allora mi fu più vicino e più amico, quel Padre Sciacca che tutti i suoi alunni chiamavano "u patruzzu" e che io chiamavo "Don Camillo", perchè rappresentava la controparte dei "Pepponi" del momento, i giovani comunisti Vicinzinu Antoci e Bittinu Monte, anche loro civilmente rispettosi verso il loro "patruzzu”, il loro professore di filosofia al Liceo. Con Padre Sciacca, uno dei pochi veri amici avuti nel corso della mia non breve vita, trascorsi lunghe serate (eravamo vicini di casa) ricche di scambi di idee e vedute sui fatti del giorno, come le polemiche sulla legge-truffa con cui si tentava di falsare le elezioni e la politica tutta, o come lo scandalo Montesi, il primo vero grande scandalo nazionale che Padre Sciacca liquidava con espressioni www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 64 Primo Piano: mi hanno dato ..... d'autore delle opere della scrittrice non era chiara, sì da sconsigliare di avventurarsi in operazioni editorialmente incerte, cosa che facemmo. Fino ad allora, infatti, nessuno s'era fatto vivo, nemmeno le due anziane nipotine della Messina che spuntarono subito attratte chissà da che, mostrando un interesse che era loro mancato quando, nel dicembre del 1966, non avevano mosso un dito per impedire (uniche a poterlo fare) che i resti mortali della illustre zia, abbandonati per più di vent'anni nel cimitero della Misericordia Addolorata di Pistoia, venissero esumati e dispersi in una fossa comune. * Dopo quel primo incontro con l'autrice di Pettini fini, mi trovai arruolato tra gli estimatori di una scrittrice che è divenuta una presenza costante nei numerosi testi letterari che da allora ad ora sono venuto scrivendo. Ed è stata naturale la saldatura dei miei interessi culturali per Maria Messina con la benemerita organizzazione di Mistretta che alla scrittrice ha dedicato grande attenzione critica, istituendo premi annuali a lei dedicati e perseguendo con grande amore l'idea di istituire in quei luoghi che la videro giovinetta all'inizio della sua splendida avventura letteraria un Parco che porti il suo nome. Ed eccoci alla magica serata della consegna dei premi a lei intitolati, in quel Circolo Unione che oltre mezzo secolo addietro ospitò me e la mia giovane ammiratissima moglie in interminabili partite dì canasta con la migliore società del paese. Non a caso, il Circolo era detto anche “dei nobili", quasi a marcare le distanze dalla vicina “Società Operaia", proprio dirimpetto all' altro lato della strada, che anch'io frequentavo per la consueta lettura dei giornali, pronti ogni mattino, nella protettiva doppia bacchetta antifurto sigillata da un microscopico catenaccio. Nobili erano quei compagni di agguerrite canaste, i cui nomi mi tornavano alla mente mentre varcavo la soglia del vecchio Circolo: Salamone, Sergio Tita, Anzà, Giaconia, Lipari, Natoli e tanti altri, ormai ombre sempre più lontane ma non cancellate. Quella sera il Salone del Circolo era “Il prof. Passarello in cattedra e, al primo banco, il più bravo della affollatissimo di persone ben reali, di classe, Luigino Ribaudo. (12 giugno 1951)” tutte le età, festose e contente. Mi si avvicinavano esprimendo in volto la gioia di chi ritrova un vecchio amico, sorridenti e commosse: abbracci, baci, strette di mano. Si ricorda di me? Ero sempre al primo banco per ascoltarla meglio. La sua voce ci affascinava. lo l'ho avuta solo in terza, ma non la dimenticherò mai. - lo sono la Maniaci - E io Nella Faillaci. - Oh! Enza Dongarrà: finalmente ci rivediamo! - lo sono Paolo Giaconia. Lo avevo riconosciuto subito, il minore dei due figli del caro barone Giovanni, per le inconfondibili fattezze del bel volto. www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 5 Il Centro Storico Dicembre 2008 perentorie sulla immoralità dei protagonisti. Era un uomo coltissimo, di mentalità aperta e moderna, apparentemente contrastante con il suo abito talare, come constatavo ogni volta che affrontavamo discussioni su argomenti particolarmente utili a me che mi preparavo per i concorsi a cattedra. Parimenti serie ma permeate di giovanile spensieratezza erano le discussioni sui più svariati argomenti che mi vedevano impegnato con Luigino Di Salvo, Fifetto Lo Turco, Carmelo Di Marco, Turi Di Giacomo (il giudice, figlio di Vann'Antò), Vicinzinu Ortoleva, Enzo Giordano, Peppino Marchese "il direttore”, e tanti altri giovani, tra una partita e l'altra attorno al bigliardino del Bar De Caro, mentre in sottofondo ci avvolgeva la calda voce di Nilla Pizzi che aveva appena vinto il Festival di Sanremo cantando "Grazie dei fiori". Dopo questa specie di confessione laica per spiegare l miei rapporti generazionali e formativi con il paese che mi ha ritenuto meritevole di un premio, eccomi all'altro legame di cui dicevo all'inizio, quello con Maria Messina. Sono stato uno dei primi, in senso assoluto, a discuterne con Leonardo Sciascia poco prima che egli, nel 1981, licenziasse alle stampe per la Editrice Sellerio quel libretto con le tre novelle (Casa paterna, Gli Ospiti e L'ora che passa) e con la famosa Nota in cui accostava la riscoperta scrittrice a Cecov ed alla Mansfield, facendo nascere il vero e proprio “caso Messina”. Ne avevamo parlato più volte mentre lavoravamo insieme all'antologia per la scuola media L'Età e Le Età, in tre volumi, usciti dal 1976 al 1980 per i tipi dell'editore Palumbo. Tra gli autori che Sciascia pensava di includere in quei libri c'era anche Maria Messina, ma, come mi spiegò con un certo rammarico, la situazione dell'eredità dei diritti Il Centro Storico Dicembre 2008 Primo Piano: mi hanno dato ..... Quell'amarcord fu interrotto dall'inizio vero e proprio dei rituali della festa. Dopo i discorsi ufficiali in un certo senso scontati e prevedili di autorità e organizzatori, ecco la sfilata dei premiati, la consegna delle targhe, le parole di circostanza prima e dopo la lettura di brani di opere premiate. Nella scaletta delle operazioni ero fra gli ultimi dei premiati. Giunto il mio turno, fui presentato con una motivazione della quale non si comprese una sola parola per manifesta insufficienza microfonica e mi venne consegnato il premio dal Prof. Nino Testagrossa. Mentre me lo porgeva, con un sussurro gli chiesi per quanto tempo potessi parlare per esprimere il mio ringraziamento. Là risposta fu secca: Poco». E così cominciai a parlare, assillato da quel «poco». Chi mi conosce sa che io non leggo mai né sbircio appunti quando prendo la parola in pubblico. Ho sempre parlato "a braccioli, come si suol dire, senza sapere quel che mi accingo a dire, improvvisando, dapprima con tono pacato e affabulatorio, accalorandomi progressivamente, fino a toccare tonalità tribunizie e strappapplausi, pur sempre entro i binari della logica e della obiettività. E fu, ancora una volta, quel che mi accadde in quella magica serata al Circolo Unione, col risultato di sempre; non ricordo affatto ciò che dissi ma so con chiarezza e rammarico ciò che non dissi e che avrei voluto e dovuto dire. Avrei dovuto anzitutto elogiare i creatori e gli organizzatori del “Progetto Mistretta", cioè Nino Testagrossa, Massimiliano Cannata, Giuseppe Ciccia, che da dieci anni tengono accesa una luce che, seppur tenue, contribuisce a diradare il buio culturale di questa povera Italia di oggi, narcotizzata dai lustrini televisivi creati da quello scaltrissimo uomo che Indro Montanelli definiva "piazzista di merendine". Avrei dovuto ringraziare il sindaco Jano Antoci per la serietà e il notevole spessore costruttivo del suo intervento iniziale. Avrei dovuto incoraggiare, dal mio pulpito di vecchio amante della cultura e dell'arte, i giovani che avevano appena ricevuto riconoscimenti e premi, insieme ai non giovani anch'essi premiati, a testimonianza di una continuità ideale di valori umani insopprimibili e reali. Avrei dovuto esprimere l'ammirazione dovuta a Mariangela Biffarella, la scrittrice lì presente, rivelatasi alla prima edizione del Concorso Maria Messina ed oggi ben degna di plauso per il valore artistico della sua prosa. Queste e tante altre cose che sarebbe troppo lungo elencare avrei voluto e dovuto dire entro quel «poco» in cui si trovarono compressi ricordi e rimpianti di oltre mezzo secolo della vita mia e di quella di uomini e cose che alla mia vita avevano dato e davano senso e valore. Quando ci ripenso, non riesco a superare il rammarico di non esservi riuscito, e mi consolo rifugiandomi nei cullanti ricordi di quella serata magica in cui ritirai il premio. Mi consolo pensando pure che forse l'ho meritato, Quel Premio, quanto meno per quella cinquantina di libri di letteratura e di storia che ho scritto per l'educazione culturale e morale dei giovani, o per i tanti articoli di vita vissuta utili a capire chi siamo e da dove veniamo, apparsi su qualche giornale prestigioso. Questi pensieri mi riempiono di orgoglio e mi danno attimi di felicità; orgoglio e felicità che si consolidano quando penso che i promotori del Premio Maria Messina sono i creatori e i depositari di una piccola ma importante fonte di luce che contribuisce, nel suo piccolo, a diradare un po' di buio dei tempi in cui stiamo vivendo questa parte della nostra vita. «Foca favilla gran fiamma seconda», continua a ripeterei Dante: è dovere di tutti gli uomini di buona volontà non disperare e preparare le condizioni che consentano, a noi o ai nostri figli, di tornare a riscaldarci ad una risorta e rinnovata «gran fìamma». *Sull’argomento vedasi art. a pag. 2 di questo stesso numero (ndr) Trascriviamo la Motivazione con cui è stato assegnato i l Premio : Al Professore Giuseppe Passarello per la sua attività di educatore, letterato, scrittore, studioso di Maria MessinaAutore di numerose pubblicazioni, amico della Associazione Progetto Mistretta ne sostiene l’azione e condivide i valori. Per questi meriti la giuria assegna il Premio Speciale Maria Messina La prima trasferta a Messina del Gruppo Sportivo del Liceo per le gare provinciali.Si riconoscono il Preside Passarello, il prof. Mazza e tra gli aluni, Testuzza, Buscemi, Beppuccio Passarello e col n. 71 Mocciaro, il campione di corsa campestre (maggio 1951) www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 6 Media e dintorni di Massimiliano Cannata Il premio alla memoria di Salvatore Scarano è giunto alla quinta edizione. Si tratta di un riconoscimento che si inserisce nella cornice di un grande evento dedicato alla Letteratura Religiosa organizzato dall'associazione “Ex consiglieri comunali” di Pagani, Comune in Massimo Albani provincia di Salerno. Nello Ferrigno, giornalista, personale amico e collaboratore della nostra testata è stato quest'anno insignito di questo riconoscimento. Lo abbiamo incontrato per capire cosa vuol dire oggi operare nel mondo complesso del giornalismo, ma soprattutto per sottolineare il peso di quei valori che fanno da architrave alla nostra democrazia, quali il diritto all'informazione, il pluralismo, l'autonomia, spesso minacciati dalla strisciante deriva verso forme crescenti di pensiero unico. Ferrigno si sofferma anche sul valore dei Premi Letterari, un tema forte anche per l'osservatorio mistrettese, impegnato a rileggere quei segni e quelle presenze significative che possono rilanciare il suo territorio. Nello, comincerei col chiederti: chi era Salvatore Scarano? Un giornalista di Pagani scomparso prematuramente nel 1991. Si potrebbe definire come classico cronista capace, non solo di raccogliere le notizie tra la gente, ma di capirne immediatamente la portata e l'entità. Il suo fiuto era innato, un vero reporter, che sicuramente manca alla nostra categoria. Salvatore ne ha consumate di scarpe per trovare la notizia. E' stato il primo direttore di Telenuova, che è certamente l'emittente di riferimento della città, apprezzata nella provincia di Salerno e della Campania. Vorrei anche ricordare il suo lavoro sulla formazione: ha plasmato tanti colleghi, che all'epoca erano ragazzi appassionati del “mestiere”, ragazzi che hanno fatto strada. Qual è stato il tuo rapporto personale con questo infaticabile cercatore di fatti e notizia? Ricordo ero studente in medicina, laboratori, bisturi e siringhe non mi prendevano abbastanza. Decisi allora di seguire un'altra strada, quella del giornalismo. Salvatore era già allora un punto di riferimento per l'informazione locale. Siamo nel 1975 alla vigilia della esplosione del fenomeno delle “radio private” sinonimo all'epoca di radio libere. Ancora non eravamo in tanti, non c'erano le tv private, neanche la carta stampata abbondava. A Salerno si leggeva “Il Mattino” Nello Ferrigno e “Il Roma” e qualche foglio locale. Le notizie non arrivavano via internet, per non parlare di telefonini e e-mail. Il “copia-incolla” che la “scrittura digitale” ha istituzionalizzato era una Maurizio Calabrò Fu in quel momento ricco tecnica tutta da inventare.” di fermenti e di sapori rivoluzionari che io e Salvatore, che era più anziano di me, abbiamo condiviso parte di quella grande stagione di cambiamento. A Nocera con alcuni amici universitari, influenzati dall'onda del nord, creammo Rda (Radio Diffusioni dell'Agro), sarebbe stata, ci tengo a precisarlo, la prima radio pirata/privata salernitana. Lo stesso gruppo pochi anni dopo, nel 1978, con l'aiuto di alcuni imprenditori, avrebbe creato la prima tv locale. Ma non finisce qui. Poco dopo, proprio nella vicina Pagani, Salvatore, dopo tante esperienze nell'ambito della carta stampata, diede vita alla tv cittadina. Della sua lezione una cosa ho soprattutto appreso: l'indipendenza. Un richiamo costante che mi riporta alla mente una massima appresa a Fiuggi, durante il corso di preparazione all' es ame d i ab ilitazio n e p r o f es s io n ale: “l'informazione deve essere il cane da guardia della libertà e della democrazia”. Ho cercato di tradurre tutto questo non legandomi a nessun carro politico, ignorando le indicazioni di potenti segreterie. Essere giornalisti digitali Nell'era del digitale e di Internet le categorie dominanti sono quelle ben sintetizzate da Negroponte e Meyer: velocità, interconnessione, immaterialità. Quali competenze bisogna a tuo www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 7 Il Centro Storico Dicembre 2008 GIORNALISMO E DEMOCRAZIA Il Centro Storico Dicembre 2008 Media e dintorni avviso sviluppare per operare con efficienza e tempestività in un mondo che è cambiato radicalmente ? Tutto è più veloce più comodo, anche i processi dell'informazione sono fluidi. Questo non deve far dimenticare a chi fa questo lavoro che ci vogliono i giusti tempi per informare. La notizia va sempre controllata altrimenti si possono commettere errori molto gravi, con conseguenze a volte incontrollabili. L'ex direttore del Tg3 della Campania, Giuseppe Blasi, docente all'Università di Salerno, nel suo intervento a Pagani, ha opportunamente ricordato che le regole del giornalismo sono sempre le stesse, non muta la loro sostanza di valore, certo vanno adeguate, aggiungerei quasi plasmate per rispondere alle esigenze imposte dai nuovi mezzi tecnologici. Sarebbe importante che i giovani reporter, superata l'ubriacatura da Internet, tornino in strada per raccogliere le notizie, c'è bisogno di riutilizzare la “suola delle scarpe”. Bisogna, e vengo alla seconda parte della domanda, tener conto della specializzazione. Per entrare nel mondo del giornalismo, soprattutto per capire la complessità socio-tecnologica che ci circonda bisogna conoscere il campo di azione e di pertinenza in cui ci si vuole muovere, altrimenti siamo destinati a rimanere giornalisti di serie B. Stampa nazionale e stampa locale, ha ancora senso questa distinzione in un mondo senza frontiere? Global e local, per usare un'immagine ormai familiare a chi frequenta la letteratura economica e manageriale di questa stagione post industriale, possono trovare un punto di congiunzione nel lavoro del cronista? Nell'era della globalizzazione la distinzione tra stampa nazionale e locale non è stata cancellata. Non a caso stiamo assistendo a un proliferare di iniziative editoriali a carattere locale. Gli abbinamenti dei grandi giornali, con le piccole testate stanno a loro volta crescendo. Il caso del Corriere della Sera, del gruppo Espresso La Repubblica, di E-Polis. Il rinnovato successo delle tv locali corre in questa direzione. Credo sia impossibile non garantire il giusto spazio alle notizie “local”. Resta forte un principio: il giornalismo locale non è un giornalismo cadetto, significa che anche questo flusso di notizie che definiamo a corto raggio devono essere affidate ed elaborate da professionisti autentici. Nessuna improvvisazione né superficiale volontariato può essere ammesso, anche perché il lettore/fruitore ha un palato difficile, ti abbandona e ci abbandona con molta facilità se non garantiamo serietà e qualità. L'informazione e il Premio “Maria Messina” I contesti locali, penso non solo ai nostri lettori di Mistretta in quanto parliamo di un paradigma certamente replicabile in altre realtà, cosa possono trarre da momenti culturalmente “densi” e partecipati come sono i premi a carattere culturale ? Attorno a questi eventi è giusto far nascere progetti più ampi di promozione turistica ? Il premio di letteratura religiosa e il premio giornalistico Scarano, nonostante i pochi anni che hanno alle spalle, stanno riscuotendo un importante successo. Questo grazie all'impegno dell'associazione degli Ex Consiglieri Comunali e allo sforzo del suo ideatore, il dottor Gerardo De Prisco, ex senatore della Repubblica. L'iniziativa deve fare i conti con i pochi fondi a disposizione. Quest'anno rischiava di andare tutto in fumo se non fosse stato per l'intervento del sindaco di Pagani, Alberico Gambino, che ha provveduto a stanziare i fondi necessari. Sembra addirittura che l'amministrazione comunale voglia istituzionalizzare il premio per garantirgli un futuro. Gambino ha capito che si tratta di uno strumento importante per veicolare l'immagine della sua città impegnata ad aprirsi un varco nel settore del turismo religioso. Pagani, conosciuta anche come la città di Sant'Alfonso, (esiste la basilica pontificia dedicata al “dottore della Chiesa”) è ricca di testimonianze religiose come il santuario della Madonna del Carmine, più nota come la Madonna delle Galline: la settimana successiva alla Pasqua, la città accoglie migliaia di visitatori provenienti da tutta Italia attratti da questa festa che esprime un mix perfetto di sacro e profano. Si tratta di iniziative presentate negli ultimi anni in diverse fiere turistiche in Italia e all'estero, i cui risultati si sono visti. Rinunciare al premio di letteratura religiosa, che ben si coniuga con lo spirito di Pagani, definita “città di santi, mercanti ed artisti”, sarebbe stato dunque un errore. Giusta, dunque, a mio avviso l'intuizione del sindaco, che ha creduto in questa iniziativa. Il preambolo per risponderti vuole arrivare a questo: la cultura è anche promozione turistica. Conosco gli sforzi che gli amici del “Centro Storico” fanno per organizzare il premio letterario Maria Messina e far conoscere, così, Mistretta. Resto amareggiato perché so che non siete molto aiutati dagli enti locali, spesso siete anche visti come scomodi oppositori. Ho conosciuto Mistretta città ricca di storia, di fascino, di bellezze www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 8 Media e dintorni editoriale a garanzia del pluralismo politico e culturale che per quei tempi non era cosa da poco”. Pur sapendo che è utopico credere che esista una stampa completamente libera è necessario che i giornalisti si impegnino ad evitare ogni appiattimento e ogni forma di servilismo nei confronti di editori sempre più forti. Il giornalista non deve condizionare ne dare soluzioni, non è questo il suo mestiere. Deve informare, ricordiamocelo sempre”. Il golfo di Salerno deviare una parte del flusso di visitatori, che da Messina si dirigono a Palermo, sui Nebrodi, e in particolare sulla vostra Mistretta. Credo ne valga veramente la pena”. La politica tenta di andare a braccetto con l'informazione per condizionarla, per toglierle quella missione di denuncia e di controllo del potere che, lo insegnano i testi “sacri” del giornalismo, dovrebbe rimanere la stella polare per chi lavora in un campo certamente complesso e delicato. Dobbiamo rassegnarci ad una stampa asservita, priva di spirito critico e di ogni capacità di sensibilizzare l'opinione pubblica sui grandi temi che sconvolgono il nostro tempo? Durante la mia esperienza professionale ho evitato di essere “al servizio” di un editore. Sono stato direttore di Rta-Teleagro, tv provinciale salernitana, in una fase storica in cui era stata rilevata da una famiglia impegnata sul terreno della politica. Ho cercato in tutti i modi di difendere l'autonomia dell'informazione che io e i miei collaboratori producevamo. Non nascondo che ci sono stati dei tentativi di indirizzare non solo le notizie, ma anche le immagini, che dovevano lumeggiare alcuni esponenti politici, piuttosto che altri. Nonostante tutto sono riuscito ad offrire un prodotto libero, il più possibile, da condizionamenti. Una delle motivazioni del premio Scarano fa riferimento a questo periodo, siamo negli anni novanta, caratterizzati, si legge nella motivazione, “dalla coraggiosa scelta Una breve biografia di Nello Ferrigno Nello Ferrigno, giornalista professionista, è stato uno dei pionieri dell'emittenza radiotelevisiva in provincia di Salerno. Nel corso degli anni ha lavorato anche per giornali quotidiani e uffici stampa. Nel 1974 è tra i soci fondatori di Rda, Radio Diffusioni dell'Agro, la prima radio privata della provincia di Salerno. Inizia come autore e conduttore di un programma musicale, poi sperimenta le prime radiocronache di eventi calcistici. Nel 1979 intraprende l'avventura televisiva e viene chiamato nella redazione di Rta, la storica televisione di Nocera che, con il passare degli anni allarga il suo bacino di utenza in tutta la provincia salernitana fino ad essere partner di Tele Montecarlo. Contemporaneamente assume l'incarico di corrispondente del quotidiano “ Il Mattino”, collaborazione che è durata fino al 2002. Nel 1996 viene nominato direttore di Rta. Nello stesso anno, ad Agrigento, è premiato per un servizio giornalistico sul fenomeno dell'usura con l'Oscar della televisione italiana. Nell'estate del 1988 si trasferisce per alcuni mesi negli Stati Uniti per partecipare ad un corso di giornalismo a New York e a Tampa in Florida. Rientrato in Italia partecipa a stage presso la redazione centrale di Roma di Tele Montecarlo. Nel 2000, conclusa l'avventura televisiva con Rta, viene chiamato dal sindaco Aldo Di Vito a dirigere l'ufficio stampa del comune di Nocera Inferiore. Conclusa questa esperienza emigra dal “Il Mattino” al quotidiano salernitano “Cronache del Mezzogiorno”, dove in veste di redattore resterà fino al 2005. Decide, quindi, di dedicarsi alla gestione degli uffici stampa come consulente. Oggi è responsabile della comunicazione di Federfarma Campania e Federfarma Salerno. Segue, inoltre, alcune aziende impegnate in diversi settori: edilizia, diagnostica medica, petroli e lubrificanti. Televisione e giornali sono, comunque, rimasti nel suo cuore. Nonostante i tanti impegni riesce a trovare un po' di spazio per Telenuova dove conduce il tg. E da poche settimane è tornato a collaborare per un agenzia che opera per conto de “Il Mattino”. www.centrostorico.altervista.org - [email protected] [email protected]@libero.it 9 Il Centro Storico Dicembre 2008 artistiche, inserita in un contesto naturalistico, come quello dei Nebrodi, sicuramente adatto a richiamare molti turisti. Se nell'agro nocerino, che ha delle bellezze archeologiche (come l'antica Nuceria Alfaterna), medievali (il castello Fienga e altri monumenti) e religiose (la già ricordata Pagani) si sta tentando di orientare, magari per una breve tappa, i turisti che da Pompei si dirigono verso la Costiera Amalfitana o a Paestum, non vedo perché non si debba tentare, in Sicilia, di SPECIALE Una Nuova prospettiva di svilippo Il Centro Storico Dicembre 2008 Iano Antoci* Tra le idee progettuali (ben 32) che il Comune di Mistretta ha proposto sul tavolo negoziale del Piano Strategico di Sviluppo Nebrodi, che ha visto nei giorni scorso concludere brillantemente la fase organizzativa con l'approvazione da parte di 40 sindaci del documento finale, del piano di azione e del modello definitivo di governance (governance della quale il Comune di Mistretta è componente assieme a S. Agata Militello, Capo d'Orlando e Troina), le istanze sulle quali il Comune di Mistretta ha puntato e punta in maniera particolare sono quelle riguardanti: 1.- il recupero e la valorizzazione del centro storico di Mistretta (compreso l'acquisto ed il recupero delle più importanti testimonianze/emergenze urbanistiche ed architettoniche); istanza che perfezioneremo chiedendo un'anticipazione stralciando dal progetto complessivo, prioritariamente, il recupero del quartiere “Casazza” 2.- il potenziamento del polo museale - culturale di Mistretta che come tutti sappiamo poggerà su tre pilastri: a) il Museo regionale delle tradizioni silvopastorali “G. Cocchiara” gestito in convenzione tra il Parco dei Nebrodi la Regione siciliana (Soprintendenza di Messina) ed il Comune di Mistretta; nonchè il Museo civico (che a giorni riapriremo alla pubblica fruizione); b) il Palazzo Portera (di proprietà del Parco) è destinato ad ospitare, con la sede periferica del Parco, le collezioni di proprietà dello stesso Parco già disponibili; la ristrutturazione è già ultimata e, nei prossimi giorni, il palazzo verrà inaugurato; c) il Palazzo Mastrogiovanni - Tasca di proprietà del Comune di Mistretta, destinato ad ospitare, fra l'altro, l'archivio storico comunale. 3.- Il censimento e catalogazione dei beni artistici - urbanistici e culturali (chiese, palazzi storici e delle opere d'arte presenti) al fine di realizzare schede illustrative da rendere disponibili anche in forma digitale (rete informatica) il tutto finalizzato ad una più efficiente, agevole e consapevole fruizione del patrimonio storico-artistico. 4.- Il potenziamento delle attività culturali del territorio da realizzare mettendo in rete le importantissime fonti storiche, gli archivi storici i documenti esistenti nelle biblioteche e negli archivi comunali, di enti pubblici e privati, e presso Il Sindaco di Mistretta, privati cittadini e studiosi. Iano Antoci In particolare, queste due ultime idee progettuali hanno già visto un particolare riconoscimento nell'ambito del Piano di azione del Piano strategico di sviluppo Nebrodi, piano di azione che prevede, da subito, l'avvio della realizzazione del progetto “Nebrodi museo diffuso” Il progetto si propone di rendere accessibili e valorizzare quali risorse storico documentali i diversi beni archeologici, artistici e naturalistici presenti nel territorio dei Nebrodi. “Nebrodi museo diffuso” è un progetto che ingloberà progressivamente anche gli spazi storici dei borghi rurali dei quali si propone la ristrutturazione e la rifunzionalizzazione. Inoltre, partendo dal nucleo centrale della rete dei musei, dei monumenti e delle chiese, il progetto intende aggregare (coordinando orari di apertura, introducendo biglietti unici o differenziati in base a itinerari, predisponendo materiale di comunicazione, programmando attività di promozione e dotando il territorio di apposita cartellonistica coordinata) i siti significativi dei vari nuclei urbani, già aperti al pubblico o di cui si propone l'apertura: - il patrimonio ecclesiastico chiese, conventi e paramenti sacri - i palazzi pubblici di pregio e quelli privati i cui proprietari aderiranno - i borghi rurali - i siti archeologici restaurati e non accessibili Ciò consentirà di relazionare i nuclei urbani anche attraverso la realizzazione di percorsi tematici Tutto ciò dovrebbe permettere il configurarsi di un grande museo diffuso su tutto il territorio nebroideo. Al fine di una efficace implementazione, il progetto prevedel'istituzione di un organismo consultivo, il Centro studi e Conservazione della Cultura dei Nebrodi. La Fondazione Oasi Maria SS di Troina, partner del Piano di sviluppo, assumerà la funzione di capofila e responsabile del centro, e l'onere anche economico www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 10 Speciale: una nuova prospettiva.... Descrizione del progetto e delle principali attività Partendo dal nucleo centrale della rete dei musei, dei monumenti comunali e delle chiese, il progetto intende aggregare (coordinando orari di apertura, introducendo biglietti unici o differenziati in base a itinerari, predisponendo materiale di comunicazione, programmando attività di promozione e dotando il territorio di apposita cartellonistica coordinata) i siti significativi dei vari nuclei urbani, già aperti al pubblico o di cui si propone l'apertura: il patrimonio ecclesiastico chiese, conventi e paramenti sacri ?i palazzi pubblici di pregio ?i borghi rurali ?I siti archeologici restaurati e non accessibili Ciò consentirà di relazionare i nuclei urbani anche attraverso la realizzazione di percorsi tematici - Ceramica di Santo Stefano di Camastra, itinerario dei Basiliani, percorso valle dell' Halaesa, itinerario religioso, itinerari naturalistici ed itinerari archeologici Tutto ciò dovrebbe permettere il configurarsi di un grande museo diffuso su tutto il territorio nebroideo. Al fine di una efficace implementazione, il progetto prevede l'istituzione di un organismo consultivo a scala di “Territorio dei Nebrodi” (Centro studi e Conservazione della Cultura dei Nebrodi) La Fondazione Troina assumerà la funzione di capofilae responsabile del centro, si assumerà l'onere anche economico della fase di start up, utilizzando strutture e organismi esistenti che si occupano di formazione e cultura. Verrà stilato un Protocollo d'Intesa con le quattro Università Siciliane; si costituirà un comitato di saggi che traccerà la prima fase di lavoro. Obiettivo già stabilito rimane la redazione di un primo testo base sulle origini e la storia nebroidea da far utilizzare negli istituti scolastici ed ai quali sarà richiesto di aderire al progetto ed integrare i propri programmi formativi. Il progetto prevede comunque una distribuzione organica nel territorio di presidi per costituire una rete stabile di riferimento,“avamposti culturali” la cui sede principale, come sopra detto, sarà a Troina, all'interno di una struttura indicata dalla Fondazione. Il numero complessivo dei presidi territoriali sarà quattro, come le sub aree che costituiscono l'aggregazione del P.S. L'iniziativa prevede una prima fase di studio e scambio di informazioni, attraverso il coinvolgimento di tutti i responsabili delle strutture museali. Il coordinamento museale “Progetto Museo Nebrodi” opererà in stretta sinergia con il centro studi nebroideo, al fine di favorire la complementarietà, indirizzare i singoli programmi di sviluppo delle strutture museali secondo un unico grande disegno strategico territoriale. Analogamente saranno studiati piani di gestione capaci di massimizzare al meglio l'offerta culturale Anche in questo caso si tratta di un progetto che nella fase di avvio sarà a costo zero e che nelle successive sarà tarato secondo il disegno unitario di sviluppo che sarà messo a punto. In sintesi si tratta dunque di attivare progetti culturali in grado di garantire equilibrio tra l'unità dell'azione e la molteplicità delle iniziative promosse dal territorio, al fine di garantire il coordinamento tra gli eventi, di incoraggiare la definizione di un calendario integrato e di comunicare un messaggio univoco rispetto alla vocazione dei Nebrodi. Tempistica: Un anno di studio e altri due anni per andare a regime www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it Foto Giuseppe Ciccia 12 Il Centro Storico Dicembre 2008 della fase di start up, utilizzando strutture e organismi esistenti che si occupano di formazione e cultura. Verrà stilato un Protocollo d'Intesa con le quattro Università Siciliane; si costituirà un comitato di saggi che traccerà la prima fase di lavoro. Obiettivo già stabilito rimane la redazione di un primo testo base sulle origini e la storia nebroidea da far utilizzare negli istituti scolastici ed ai quali sarà richiesto di aderire al progetto ed integrare i propri programmi formativi. Il progetto prevede comunque una distribuzione organica nel territorio di presidi per costituire una rete stabile di riferimento, “avamposti culturali” la cui sede principale, sarà a Troina, all'interno di una struttura indicata dalla Fondazione. Il numero complessivo dei presidi territoriali sarà quattro, come le sub aree che costituiscono l'aggregazione del Piano Strategico, e, quindi, un presidio territoriale avrà sede in Mistretta. Ma il nostro progetto è ancora più ambizioso. La realtà in cui si vive si apprezza solo se la si conosce. Conoscere la realtà significa anche tentare di recuperare nella memoria locale ciò che è andato eventualmente perduto Memoria e identità sono due termini che affondano le proprie radici nel territorio che sta intorno a noi e con il quale noi interagiamo Ed ecco il progetto: la realizzazione di un “Museo della memoria e dell'identità del territorio neborideo” Dovrà avere una doppia connotazione; una dimensione reale ed una virtuale. La dimensione reale sarà costituita dalle strutture culturali effettivamente esistenti sul territorio; in primo luogo, i musei e le altre sedi culturali. I musei, almeno quelli più importanti, accanto alla dimensione espositiva, disporranno di una sala dotata di stazioni di lavoro idonee per la fruizione e utilizzazione del Museo Virtuale. La dimensione virtuale integrerà le risorse informative presenti nelle strutture culturali e negli altri giacimenti culturali, diventando così Museo della Memoria e della Identità del Territorio nebroideo Con il tempo e attraverso successive implementazioni, il Museo virtuale potrà accogliere altri documenti e fondi, anche di provenienza privata, che consentano di fornire una visione organica dello sviluppo del territorio. Le risorse finanziarie dovrebbero provenire (e noi stiamo già lavorando perchè ciò avvenga) dal PO FESR 2007/2013 (in particolare, l'asse 3) Il Centro Storico nel mondo Il Centro Storico Dicembre 2008 Porta il Centro Storico a conoscere il mondo: fatti fotografare con il nostro giornale in un luogo simbolo della tua città Con Ida Lenza in Piazza Plebiscito a Napoli Da “Il Centro Storico” www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 11 1998-2008 Dieci Anni Il Centro Storico Dicembre 2008 1998-2008 Dieci Anni 1998-2008 Dieci Anni Del Pensare Breve 1998-2008 Dieci Anni 1998-2008 Dieci Anni 1998-2008 Dieci Anni 1998-2008 Dieci Anni Caro, vecchio “Il Centro Storico” Auguri! www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 13 L’INTERVENTO GLI STEMMI REALI PRESENTI IN MISTRETTA Il Centro Storico Dicembre 2008 Lucio Pane Nei principali edifici pubblici della nostra cittadina, Chiesa Madre, Municipio e Tribunale vecchio, sono presenti degli stemmi che non rappresentano Mistretta, ma le case reali regnanti in determinati periodi della nostra storia siciliana. Il primo in ordine cronologico, è quello realizzato nel 1494 e inserito nel portale marmoreo dell'ingresso laterale destro della chiesa madre, ad opera di Giorgio da Bregno (meglio conosciuto come "da Milano") o, come sostiene la prof.ssa M. Accàscina, da uno dei fratelli Mancino, discepoli del Laurana1 e recentemente alla collaborazione tra i carraresi Andrea Mancino e Antonio Vanella2. Questo portale, protetto da una pensilina, riporta in alto il Padre Eterno con ai lati la riproposizione della scena dell'Annunciazione (l'arcangelo Gabriele a destra e la Vergine Maria a sinistra), sul sottostante lunotto, la Madonna con Gesù in braccio e con accanto le martiri siciliane Sant'Agata e Santa Lucia, fanno da cariatidi le figure a mezzobusto degli apostoli Pietro e Paolo, e al centro della trabeazione lo stemma dei re cattolici Isabella di Castiglia e Ferdinando II d'Aragona. Questo fu il primo stemma della Spagna unificata con l'annesso Regno di Sicilia. Questo vede inquartato nel primo e nell'ultimo punto le insegne di Castiglia (di rosso al castello d'oro torricellato di tre pezzi e finestrato d'azzurro) e di Leon (d'argento di leone rosso coronato, linguellato e armato d'oro). Negli altri due punti le insegne di Aragona (oro e fiamme, cioè i pali vermigli in campo d'oro) e di Sicilia (scudo inquartato in croce Sant'Andrea, ove nei due angoli superiore e inferiore i pali vermigli e d'oro aragonesi e nei due angoli laterali le aquile nere sveve in campo d'argento). Nella punta dello scudo l'insegna di Granada (melograno aperto e fogliato al naturale). Supporto un'aquila nera coronata con le ali abbassate. Con molta probabilità, l'Università di Mistretta e la Chiesa furono i committenti dell'opera, tant'è che sui lati interni degli stipiti sono riportate le loro insegne. Su quello sinistro le lettere I H S della Chiesa e su quello destro forse uno dei primi stemmi di Mistretta. Esso è costituito da uno scudo ovale terminato in punta (tipico siciliano), inquartato, il 1° e 3° quarto di colore rosso ed il 2° e 4° quarto di colore oro. Questo stemma si può notare anche sul prospetto del palazzo municipale a sinistra dell'aquila, nel particolare della spalliera della cattedra di S. Antonio abate (che trovasi ora nella chiesa del SS. Salvatore e nell'ostensorio del Gagini della Chiesa Madre, opere commissionate dall'Università di Mistretta. Del portale marmoreo, ne esiste uno simile, nella chiesa di S. Maria della Porta a Geraci Siculo e datato 1496. Anche in questo portale vengono riprodotti sul lato interno degli stipiti gli stemmi (scudo di rosso, col capo d'oro) per Ventimiglia e (ovale diviso di azzurro con tre bande orizzontali e tre stelle di sopra (2+1), dove le stelle hanno sostituito i tre fiori originari) per il comune di Geraci. Notare infine che anche quest'ultimo stemma è riprodotto nel nostro palazzo municipale, a destra dell'aquila, con la rappresentazione degli originari fiori, ma in numero di 2+1+2, che data la posizione, con molta probabilità si riferisce a qualche vicerè. Il secondo stemma reale, datato 1862, lo troviamo scolpito nella chiave di arco del portale in pietra arenaria del vecchio palazzo di giustizia, edificio ora adibito a sede del museo regionale delle tradizioni silvo-pastorali intitolato all'insigne concittadino G. Cocchiara, in questa via Libertà. Da dire subito che esso non rappresenta la casa reale dei Savoia regnante in quel periodo, ma quello precedentemente descritto dei re cattolici spagnoli, con la differenza che in questo c'è un cartiglio con la scritta “Magis Imperialis Civita Amastræ “. La non corrispondenza dello stemma con quello della casa regnante in quel periodo, sarà stata colpa del committente o dello scalpellino? Risale al periodo in cui, in quel tratto viario importantissimo fu realizzato un primo intervento di ristrutturazione urbanistica di grande valenza, consistente nella demolizione delle varie casupole che si affacciavano su quella strada per poi costruire dei sontuosi palazzi signorili, per dare lustro alla cittadina che con la riforma amministrativa del 1812 era divenuta capoluogo del circondario. Purtroppo, sul retro dei nuovi palazzi, sono rimasti i vicoli stretti e con le vecchie casupole soffocate. Il terzo stemma reale lo troviamo sul prospetto dell'attuale palazzo municipale, e anche questo non www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 14 Note 1 Achille Passalacqua, "La Chiesa Madre di Mistretta, ricostruzione storico-commemorativa nel II centenario dell'istituzione della Parrocchia S. Lucia 1790-1990", Modul Grafica Mistretta 1991, pag.8. 2 Giovanni Travagliato, Santa Lucia in: Il Centro Storico, Mistretta maggio 1998, pag.5. 3 Questo grande e celebre ordine, uno dei più illustri della cristianità fu fondato a Bruges il 10 gennaio 1429 da Filippo III detto il buono duca di Borgogna, in occasione del suo matrimonio con Isabella di Portogallo. Estinta la casa di Borgogna quest'ordine passò in quella d'Austria per il matrimonio di Maria figlia unica di Filippo il temerario con Massimiliano imperatore d'Austria. Carlo V lo trasmise ai re di Spagna suoi successori; ma dopo l'estinzione di quest'ultimi, Carlo VI d'Austria ne assunse la gran maestria dell'ordine. Intanto Filippo V di Spagna si ostinò a volerlo conservare per sé e a dispensarne le insegne. Finalmente dopo alquanti anni di negoziati si posero d'accordo e variandone in qualche modo gli ornamenti accessori cominciarono essi ed i loro discendenti a dispensarlo. (V. Palizzolo Gravina, Il Blasone in Sicilia, edizioni Forni Bologna 1871-1875, pag.41).Lo ritroviamo nello stemma spagnolo con Carlo V. 4 Ovvero il Vello d'oro la leggendaria pelle di montone d'oro della quale il mito di Giasone ci narra. www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 15 Il Centro Storico Dicembre 2008 corrisponde con quello della casa Savoia regnante in quel periodo, ma è molto simile a quello di Filippo II successore di Carlo V . Sarebbe importante capire se è stato realizzato in contemporanea con la costruzione dell'edificio risalente agli anni cinquanta o se proveniva da qualche altro edificio più vecchio, tipo il vecchio municipio demolito per realizzarvi la canonica. Questo stemma, di marmo bianco, vede inquartato nel primo e nell'ultimo punto le insegne di Castiglia (di rosso al castello d'oro torricellato di tre pezzi e finestrato d'azzurro) e di Leon (d'argento di leone rosso coronato, linguellato e armato d'oro). Negli altri due punti le insegne di Aragona (oro e fiamme, cioè i pali vermigli in campo d'oro) e di Sicilia (scudo inquartato in croce Sant'Andrea, ove nei due angoli superiore e inferiore i pali vermigli e d'oro aragonesi e nei due angoli laterali le aquile nere sveve in campo d'argento). Nella punta dello scudo l'insegna di Granada (melograno aperto e fogliato al naturale). Nei due quarti sottostanti figurano da destra a sinistra: Casa d'Asburgo di rosso alla fascia d'argento; Borgogna antica, bande d'oro e d'azzurro, bordate di rosso; Borgogna moderna, gigli d'oro in campo azzurro bordato d'argento e di rosso; Brabante, leone d'oro in campo nero. Sul tutto dei secondi due quarti lo scudo del Portogallo, eredità di Filippo II dalla madre Isabella regina di quel regno, che è d'argento con cinque scudetti d'azzurro posti in croce caricati ciascuno d'un bisante d'argento in croce Sant'Andrea, con la bordura di rosso caricata di sette castelli di oro, posti tre nel capo, due ai lati e due inclinati a destra e a sinistra della punta. Supporto un'aquila nera coronata con le ali abbassate. 34 Lo scudo è cinto alla base dal collare del Toson d'Oro. In questo stemma si notano due anomalie rispetto allo stemma ufficiale di Filippo II. La prima anomalia è che lo scudo del Portogallo dovevasi trovare sul tutto dei primi due quarti. La seconda anomalia è l'assenza sul tutto dei secondi due quarti dello scudo spartito tra Fiandra, leone di rosso in campo d'oro e Anversa, aquila di rosso in campo d'argento. Riflessioni sul paesaggio Lettera aperta alle Soprintendenze di Sicilia Di Leandro Janni* Il Centro Storico Dicembre 2008 SICILIA - Caltanissetta, 29 novembre 2008 “Quod non fecerunt barbari, Barberini fecerunt”. Di questi tempi, in Sicilia, quando un cittadino o un’associazione esprime un appunto, una critica all’operato delle soprintendenze ai beni culturali e ambientali, c’è sempre il rischio di una reazione scomposta e offensiva. I vertici delle soprintendenze, infatti, hanno assunto l’abitudine di eludere le risposte, prediligendo invece l’insulto personale, il discredito dell’interlocutore. Con argomentazioni, comunque, assai risibili. Insomma, essi dimostrano di possedere scarsa attitudine al confronto civile, alla dialettica culturale. Nel merito delle questioni, invece, le argomentazioni utilizzate nelle rare risposte risultano piuttosto deboli, opache. Ovvero, inesorabilmente burocratiche. E dire che noi di Italia Nostra siamo sempre stati convinti di poter dialogare pubblicamente (mai coltivando un’idea proprietaria dei beni culturali) di politiche di tutela, di paesaggio, di archeologia, di restauro, di valorizzazione del patrimonio storicoartistico, di architettura contemporanea. Con tutti. Persino con i soprintendenti ai beni culturali e ambientali e con i loro collaboratori. Ma, o si serve il potere, oppure si serve la cultura; lo Stato. Naturalmente i cittadini, in questi malinconici “giochi” (di potere), vengono considerati pubblico, fazione che applaude. Oppure, fastidiosi avversari da demolire. Zittire. Giorgio Bassani, uno dei presidenti più prestigiosi di Italia Nostra, negli anni Settanta diceva che l’Associazione si era assunta il compito di difendere il patrimonio culturale perché lo Stato non lo faceva con sufficiente rigore. Da allora, la situazione dell’impegno pubblico si è inabissata fino ad arrivare, in questi anni, al culmine di un processo perverso fatto di dismissioni, svendite, forte allentamento degli strumenti di tutela, le cui conseguenze, alquanto gravi, ci preoccupano molto. In Sicilia, l’Autonomia, pessimamente interpretata dal ceto politico siciliano, ha prodotto guasti, estese devastazioni ambientali, dolorose cancellazioni. Basta osservare i territori, i paesaggi, i nostri centri storici, le coste. Di fatto, in questi ultimi anni, le soprintendenze si sono trasformate in veri e propri “uffici marketing” a servizio degli assessori regionali di turno. La parola “tutela” è scomparsa dal vocabolario degli addetti ai lavori che, ormai, discutono quasi esclusivamente di appalti, di eventi e di consenso. Quanti “nullaosta” (che non dovevano essere concessi) in questi anni sono stati accordati dalle soprintendenze con assoluta nonchalance, comunque corredati da stravaganti, assurde prescrizioni. Si può scrivere un libro sulle fantasiose “prescrizioni” delle soprintendenze! E poi, se necessario, c’è sempre la possibilità di far esitare una qualche leggina “ad hoc”, oppure si nomina un consulente, un esperto di chiara fama. Oppure, semplicemente, si decide a Palermo (”caso per caso”), nelle ombrose stanze dell’assessorato competente. Ormai è chiaro, chiarissimo: alle politica “per” i beni culturali, viene di gran lunga preferita la politica “nei” beni culturali. D’altronde cos’è, se non uno straordinario bene culturale, il superbo Palazzo Reale di Palermo, nel quale ha sede e opera l’Assemblea Regionale Siciliana? E però, colpisce non poco lo scarto tra qualità (alta) del luogo di produzione e qualità (assai bassa, spesso rovinosa) del prodotto. Comunque sia, politici e amministratori una cosa l’hanno capita: i beni culturali e ambientali rappresentano il palcoscenico, “la location” ideale per mettersi in mostra, darsi visibilità, consolidare o accrescere il consenso personale, certificare la propria esistenza politica. D’altronde, una bella cornice, una buona scenografia è meglio di niente. Certo è che così continuando, le soprintendenze indebolite, di fatto svuotate delle tradizionali funzioni tecnico-scientifiche e istituzionali, verranno chiuse, soppresse. Riconvertite. E d’altronde, i risultati contano, non possono essere ignorati. A tal proposito, Italia Nostra Sicilia, insieme ad alcuni docenti e ricercatori universitari, sta effettuando uno studio finalizzato a verificare e quantificare i danni prodotti, sul territorio, dall’azione delle soprintendenze ai beni culturali e ambientali. C’è da aggiungere che un’analoga indagine andrebbe effettuata sull’operato, assai controverso, di certe (presunte) associazioni culturali o ambientaliste. Per gli anni che verranno, noi di Italia Nostra ci auguriamo che lo scarto tra qualità dei beni culturali e ambientali siciliani e qualità delle politiche per la loro tutela e valorizzazione si riduca sempre di più. Ci auguriamo una classe di politici e amministratori preparati e consapevoli, rispettosi delle istituzioni, capaci di coniugare, sapientemente, identità e futuro, memoria e dimenticanza; pubblico e privato. Ci auguriamo istituzioni preposte alla conoscenza, tutela e valorizzazione dei beni culturali e ambientali autorevoli, competenti e libere. Cordiali saluti, Leandro Janni Presidente regionale Italia Nostra Sicilia www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 16 L’intervento Gli alunni dell’Istituto d’Istruzione Superiore “A.Manzoni” di Mistretta incontrano Eva Cantarella Viviana Villardita Eva Cantarella grecista, professoressa di Istituzioni di diritto romano e di diritto greco presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Milano, scrittrice, storica, ma soprattutto una donna capace con le sue parole di affascinare e suscitare profonde riflessioni.Ho conosciuto indirettamente questa incredibile donna attraverso il testo scolastico “Storia antica e medievale”, che ha scritto in collaborazione con Giulio Guidorizzi. Questo testo, pregevole per la completezza e gli approfondimenti è corredato da schede.Basta leggere quelle che parlano di matriarcato con riferimento all’opera di Bachofen, nel capitolo riguardante la preistoria, o quelle riguardanti la condizione femminile a Sparta e Atene o ancora quelle riguardanti la contrapposizione delle matrone “senza nome” alle figure delle donne guerriere Clelia e Camilla, o alle figure delle donne “emancipate”, come Afrania e Ortensia o la poetessa Sulpicia per rendersi conto della grande cultura della professoressa Cantarella e per percepire immediatamente l’indole femminista che la contraddistingue.Inoltre in questo testo sono presenti anche numerosi approfondimenti riguardanti le leggi, le istituzioni, gli usi e i costumi delle varie civiltà, come quello sul “pharmakòs”, cioè sulla figura del capro espiatorio anche nella democratica Atene, che devo riconoscere ci ha stupito un po’,probabilmente perché tendiamo a confondere la democrazia ateniese con quella moderna.Immaginate perciò quale grande gioia è stata per noi apprendere che il 24 ottobre di quest’anno, il Dirigente Scolastico, prof.ssa Eliana Romano, e gli insegnanti della scuola che frequento, il liceo classico “A. Manzoni” di Mistretta, ci avrebbero dato l’opportunità di conoscerla direttamente.Sentir la parlare è stato un onore e un piacere, chiara e suggestiva, durante l’intera conferenza non si riusciva a fare a meno di ascoltarla interessati, a smettere di farle domande. Gli argomenti trattati sono stati molto vari, ma si è soffermata con particolare attenzione sul concetto di matriarcato, sull’errata interpretazione dell’opera di Bachofen, sul tema dell’amore nel mondo antico, argomento del suo recente libro “L’amore è un dio”, in confronto con la concezione odierna. Infine non ha trascurato di renderci partecipi di un ricordo della sua infanzia: quando era piccola, di sera, suo padre, prima di dormire, le narrava i miti greci al posto delle fiabe.E’ noto a tutti che il padre era il grande grecista e bizantinista Raffaele Cantarella.Forse non tutti sanno che il nonno della celebre Cantarella è stato, per un certo periodo, preside del liceo che frequento e che il famoso Raffaele Cantarella, è nato proprio a Mistretta.I Mistrettesi ,qualche anno fa, hanno apposto, in memoria dello stesso, una targa nella casa in cui ha abitato. Questo gesto ha commosso la figlia, Eva Cantarella. Nel pomeriggio, durante la premiazione del suo libro, tenutasi a Mistretta nella sede del “Circolo Unione” e organizzata dall’associazione “Progetto Mistretta”, la professoressa si è soffermata a lungo sull’argomento della sua opera “Ritorno della vendetta. Pena di morte: giustizia o assassinio?”, servendosi, come di consueto, dei riferimenti al mito e alla tragedia greca-la celebre trilogia di Eschilo,“L’Orestea”-per spiegare alcuni concetti concernenti il diritto. Durante questa conferenza pomeridiana ho avuto anche il grande piacere di averla presentata e, con grande sorpresa, di ricevere dei complimenti per il racconto che ho scritto, e per il quale sono stata premiata il giorno dopo nella stessa sede, per il premio letterario “Maria Messina” organizzato dall’associazione “Progetto Mistretta”. Per citare i versi di Leopardi “Lingua mortal non dice quel ch’io sentiva in seno”. Nelle immagini alcuni momenti dell’incontro www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 17 Il Centro Storico Dicembre 2008 UNA DONNA E UNA STORIA L’INTERVENTO ANCORA GRANDI SCOPERTE ARCHEOLOGICHE A S. STEFANO DI CAMASTRA Il Centro Storico Dicembre 2008 Vittorio Alfieri* Il territorio di S. Stefano di Camastra continua a rivelarsi una ricca miniera di preziosi tesori archeologici: infatti, dopo il rinvenimento di un pavimento musivo bicromo risalente all'eta imperiale romana (si veda il numero de “Il Centro Storico” di Maggio 2008, pp. 1213), nei mesi scorsi sono stati riportati alla luce nel «paese delle ceramiche» altri importanti manufatti. Autore della scoperta e l'ormai noto Sebastiano Boscia, una sorta di Indiana Jones locale, che stavolta ha restituito alla comunita stefanese alcuni reperti fittili molto interessanti sia dal punto di vista storico sia dal punto di vista artistico. Il campionario dei ritrovamenti e molto vario ed e composto da una serie di vasi di ceramica ed oggetti di terracotta databili alla piena eta greca (VIV sec. a.C.) e da ricondurre sicuramente ad un ambito cultuale: difatti o si tratta di una serie di ex voto offerti dai fedeli ad una divinita o, piu verosimilmente, di un corredo funerario che doveva accompagnare una sepoltura ad inumazione. Se per il mosaico avevamo parlato della presenza di qualche personaggio di alto rango della societa filoromana, che viveva in quei luoghi anche in funzione del controllo e dello sfruttamento del territorio pedemontano tra i comuni di S. Stefano e Mistretta, stavolta dobbiamo parlare dell'esistenza di una comunita di indigeni ellenizzati, cioe di popolazioni sicule autoctone fortemente influenzate dalla κοινή greca, che, in un territorio tra S. Stefano e Caronia, avevano un importante luogo di deposizione dei defunti (necropoli) o di venerazione di una qualche divinita (santuario). In ogni caso, dai reperti da noi fugacemente visionati per gentile concessione dell'Amministrazione Comu-nale di S. Stefano di Camastra e della Soprintendenza dei BB.CC.AA. di Messina, possiamo affermare con buona probabilita che i beni archeologici in questione siano da ricondurre ad un ambito di utilizzo prevalen-temente femminile, come sembrano dimostrare soprattutto alcuni reperti (1a, 1b, 6a, 6b, 6c, 8). In particolare, sono estremamente significativi: Due hydriai (1a1b): recipienti destinati alla raccolta e al trasporto dell'acqua, caratterizzati dalla presenza di tre manici (costituiti da due anse laterali orizzontali nel punto di maggiore rigonfiamento del ventre e da una grande ansa verticale appoggiata al ventre e all'orlo), che presentano ancora residue tracce di una decorazione geometrica di colore scuro. due kylikes a vernice nera (2a2b): vasi potori (cioe utilizzati per bere) dalle pareti sottili, dal corpo poco profondo e dall'imboccatura molto larga. uno skyphos a vernice nera (3): bicchiere a tronco di cono rovesciato con pareti alte e sottili su cui si innestano due piccole anse laterali poste poco al di sotto dell'orlo, utilizzato soprattutto nella pratica greca del simposio per bere il vino. due lucerne (4a 4b): lampade portatili utilizzate nell'Antichita per l'illuminazione ad aspirazione, costituite da un lucignolo alimentato con olio e da uno o due beccucci. una oinochoe trilobata (5): una tipica brocchetta panciuta utilizzata per versare liquidi (principalmente vino). tre aryballoi (6a6b6c): contenitori di unguenti e olii profumati destinati alla toletta personale femminile, dalle varie forme globulari ed ovoidali. un cratere a colonnette (7): vaso di dimensioni modeste, molto fine sia per la plastica che per la decorazione a bande di colore bruno, dalla bocca larga e dalle anse verticali, che veniva utilizzato nella societa filo-greca per mescolare il vino misto all'acqua (nel rapporto di 1 a 2 parti). un oscillum (8): disco con funzione apotropaica provvisto di due fori che permettevano di appenderlo a protezione di determinati luoghi. varie scodelle: diversi vasi che potevano essere utilizzati come contenitori di derrate alimentari oppure come vasi potori. La presenza di questi manufatti (e sicuramente di molti altri ancora) in questa zona pone l'amletico interrogativo dell'identificazione della comunita filo-greca a cui attribuire la frequentazione del sito dal quale provengono questi rinvenimenti. A questa domanda non possiamo dare una risposta esaustiva in mancanza di scavi archeologici sistematici, di una analisi approfondita di questi reperti, e di un attento studio delle (scarse e controverse) fonti storiche su quest'area tirrenico-nebroidea, ma possiamo tuttavia esporre delle considerazioni che riteniamo fondate e ragionevoli. Innanzitutto dobbiamo far notare che tanto il mosaico quanto i manufatti fittili suggeriscono di L’Annunciazione riscrivere la storia sociale e la www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 18 L’INTERVENTO geografia politica del territorio stefanese per quanto concerne l'Antichità, venendo a delinearsi una più concreta e nobile continuità di vita che copre, tra l'altro, l'epoca oscura precedente alla frana del 1682 d.C., ritenuta fino a questo momento un periodo interlocutorio per la comunità di S. Stefano di Camastra. L'orizzonte non proprio limpidamente greco dei reperti fittili presi in esame ci suggerisce di propendere più per la presenza in questa zona di insediamenti indigeni, come le sicule Noma o Tissa (tuttora non esattamente localizzate dagli studiosi) o altre ancora di cui non si conosce l'esistenza, piuttosto che per l'identificazione con un insediamento greco vero e proprio già ben sviluppato in epoca classica, seguendo, tra l'altro, una prassi molto diffusa su tutto il territorio siciliano nell'incontro tra genti 'greche' e genti “barbare”. A tale proposito, dobbiamo ricordare che S. Stefano di Camastra si trova al centro di un'area di influenza greca che nel raggio di una ventina di chilometri vede la presenza di Tusa (Halaesa Arconidea) ad ovest, di Mistretta (Amestratus) a sud, e di Caronia (Calacte) ad est; per non parlare di un'altra località menzionata dalle fonti antiche fino al Fazello, ma non ancora identificata con precisione, quale è Alete. La comunità di indigeni ellenizzati di cui stiamo parlando avrà verosimilmente avuto dei contatti soprattutto con Calacte, la più “attica” delle colonie greche di quest'area tirrenica, come sembrano testimoniare in modo particolare le due kylikes (2a2b) e lo skyphos (3). La natura di questi rinvenimenti si profila, dunque, di particolare rilievo ed interesse per l'intera area nebroidea che si conferma, di giorno in giorno, un territorio dal corredo culturale unico e magnifico. Non possiamo che augurarci, quindi, che tutte le istituzioni preposte contribuiscano ad aiutare gli amatori e gli appassionati della zona a (ri)trovare questa piccola “Atlantide” che giace e pulsa sotto i nostri piedi in attesa di essere scoperta e valorizzata. Pochi anni fa, per la mostra “Ecce Mater - l’iconografia mariana nelle sculture del 600 e 700 nei Nebrodi” per la Parrocchia di Porto Salvo a Capo d’Orlando, ho fotografato diverse statue di Maria. Ho avuto modo di ammirare tanti capolavori dell’arte marmorea nelle chiese dei nostri paesi. L’Annunziata a Raccuia, opera bellissima, l’Annunziata a Frazzanò, l’Annunziata a Ficarra, opere di impressionante bellezza, oltre che importanti per la Storia dell’Arte nella nostra Zona e non solo. Allora fu una mostra in piccolo. Oggi il Comune di Ficarra, nell’ambito del Giubileo della Annunziata ha dato mandato all’Arch. Nuccio Lo Casgtro di organizzare questa “Angelus Domini Nunziavit Mariae” L’iconografia dell’Annunciazione nella scultura del Rinascimnento in Sicilia. Accompagna la mostra il ricco e dotto catalogo curato dallo stesso Arch. Nuccio Lo Castro. “Ave, Piena di Grazia” edizioni “Il Giubileo di Ficarra”. Pag. 130 formato 25 x 25 - L’impostazione del Catalogo ricorda molto la felice grafica che caratterizzava la rivista Paleokastro, con uno splendido bianco e nero, che mette in risalto le foto e il testo rendendone agile e piacevole la lettura. Riporto dalla prefazione “ L'iconografia del saluto angelico e dell'Annuncio della Maternità a Maria, tradotta in opere d'arte straordinarie nella Sicilia dei secoli XV e XVI, trova notevole espressione soprattutto nei numerosi gruppi marmorei richiesti al tempo da una colta ed esigente committenza e maturati nei laboratori di scultura di artisti toscani, veneti e lombardi, impiantatisi fortunatamente nell'Isola, in un ambiente oramai capace di apprezzare i prodotti di una cultura nuova e raffinata. Cibori, cone, arcate e portali dimostrano peraltro la grande accoglienza di questo soggetto, che esprime in termini fìgurativi l'episodio teologicamente ritenuto punto di partenza rciell'opera di Redenzione e momento paradigmatico del Mistero dell'Incarnazione....,” Mistretta è presente nel catalogo con alcune opere importanti del periodo rinascimentale. Una mostra da visitare assolutamente anche per conoscere un altro dei gioielli architettonici di questo comune, il palazzo Busacca, che dopo il Palazzo Baronale, sede del Museo Lucio Piccolo, apre le porte ai grandi eventi. (Gc) www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 19 Il Centro Storico Dicembre 2008 L’Annunciazione, il tema di una mostra da visitare a Ficarra DAL FORUM INVESTIRE SUL TURISMO Guglielmo Tita Il Centro Storico Dicembre 2008 Trascriviamo uno dei più interessanti interventi nel Forum de Il Centro Storico, a firma del Prof. Guglielmo TitaDa una rapida analisi dei temi fino ad oggi trattati in questo forum, appare evidente che quelli associati allo sviluppo economico (particolarmente del turismo) ed alla politica locale hanno stimolato il più gran numero dirisposte (71 %). I temi culturali (arte, storia, letteratura...) hanno stimolato il 19 % delle risposte. Il restante 10 % é associato a temi vari. Da questa constatazione e dai contenuti delle risposte ai diversi temi possono emergere numerose rilfessioni di fondo. Tra queste ne scelgo una (quasi) a caso: Economia del sapere e sviluppo. Storicamente, le società che hanno scommesso sullo sviluppo della conoscenza e della cultura in generale sono quelle che hanno raggiunto i livelli di prosperità più alti e più durevoli. Oggi più che mai, le comunità umane che basano il proprio sviluppo sui principi di un’economia del sapere sono le sole a potersi assicurare la sopravvivenza a lungo termine. Le sfide del futuro richiedono conoscenze avanzate e la capacità di utilizzarle. Questo é valido su un piano generale, come a livelli più specifici. Per esempio: il turismo. Oggi, il livello culturale del turista medio é significativamente più alto di quello del turista di 20, 30, 40 anni fa. Il turista moderno ha un livello scolastico più avanzato ed un orizzonte culturale più vasto ed é quindi più portato a trovare gratificazione nello stimolo intellettuale (= culturale). Da ciò segue che lo sviluppo del settore turistico di una regione “economicamente disagiata” non é solo legata allo sviluppo di infrastrutture d’alloggio (hotels, campeggi, pensioni) o d’accesso (strade, aeroporti...), ma anche alla valorizzazione ed allo sviluppo del patrimonio culturale locale (architettura, esposizioni d’arte, spettacoli, corsi di formazione, gastronomia...). Quanto più particolare sarà tale patrimonio messo in valore, tanto più esso permetterà alla località di distinguersi da altre potenziali destinazioni turistiche competitrici. Gli attori locali (politici, amministratori, investitori...) devono tenere conto di questa realtà, se vogliono scommettere sul turismo come leva per lo sviluppo locale. Su un piano più generale, scommettere su un’economia del sapere equivale a promuovere lo sviluppo del capitale sociale (risorse collettive) ed umano (competenze individuali). Ciò induce inevitabilmente un incremento della creatività imprenditoriale locale ed una moltiplicazione delle opportunità settoriali. Una cosa é comunque certa: é f o r t e m e n t e Il Prof. Guglielmo Tita (a sinistra) con i m p r o b a b i l e Luciano Minerbi (milanese di origine e che l’organo professore all’Università delle Hawai, governativo di USA) e Godfrey Baldacchino (maltese di origine e professore all’Università di una collettività Charlottetown, Canada) (ex: il Comune) possa incitare una rivitalizzazione dell’economia locale senza ricorrere ad un processo di consultazione e di concertazione con le forze vive locali (associazioni professionali e culturali, istituzioni d’insegnamento, imprenditori, etc.). La consultazione e la Il Centro Storico Anno X n. 12 concertazione (in sedute Foglio informativo per i Soci dell’Associazione “Progetto Mistretta” pubbliche o intersettoriali) Presidente Nino Testagrossa. equivalgono a ottimizzare il Vice Presidente Luciano Liberti “sapere” collettivo ed a Registrazione n. 1/1995 del Tribunale di Mistretta. Direttore Responsabile: Massimiliano Cannata. metterlo a profitto Redattore Capo: Giuseppe Ciccia É quindi auspicabile che un Segreteria di redazione: Lucia Graziano. Redazione Cultura: Filippo Giordano piano strategico per lo Redazione Internet e Web- master Sebastiano Torcivia sviluppo di Mistretta venga Coordinatore di Forum News Centro Storico:Paolo Giaconia ---------realizzato e che questo sia il Sede Legale: Via Belverde, 31 98073 Mistretta risultato di un processo Sede Sociale: Via Libertà, n. 185 Direzione e redazione: Via Libertà, n. 185 consultativo pubblico e 98073 Mistretta - Tel. 0921.381232. CF 93001790836 trasparente. sito internet: www.centrostorico.altevista.org E- mail: Ilcentrostorico@virig lio.it É anche necessario che alla [email protected] pianificazione strategica [email protected] segua un piano esecutivo Editrice: Edizioni il Centro Storico E’ fatto assoluto divieto di riproduzione totale (messa in opera delle o parziale degli articoli strategie di sviluppo), Stampa: CentroStampa srl garantendo a quest’ultimo C STAMPA dei meccanismi di controllo e di orientamento (ex: indicatori di prestazione). Quanto ho detto qui può sembrare scontato. É sicuramente lo é. Ma, spesso, le cose più scontate sono quelle meno praticate. ENTRO TIPOGRAFIA CAPO D’ORLANDO (ME) Tel. 0941 911199 Fax 0941 914744 www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 20 Il Bando del Premio, sesta edizione ottobre 2009 La “Associazione Progetto Mistretta” attraverso il suo giornale “Il Centro Storico” indice la sesta edizione del concorso letterario “PREMIO LETTERARIO MARIA MESSINA ” Un racconto per “Il Centro Storico”, per onorare la memoria della scrittrice verista (1887 1944) che a Mistretta, dove visse per oltre un quinquennio quinquennio, ambientò molti racconti. Regolamento: Art. 1) E' indetto il concorso “Premio Letterario Maria Messina” Un racconto per “Il Centro Storico” riservato alla narrativa inedita e edita. SEZIONE INEDITI: a) per alunni delle scuole superiori; b) libero per tutti gli autori che intendono partecipare. SEZIONE LIBRI EDITI Volumi di narrativa pubblicati nel periodo Gennaio 2007 - Giugno 2009 da inviare in 5 copie. Art.2) La partecipazione al concorso è gratuita per gli alunni delle scuole. E' prevista una tassa di iscrizione di euro 10,00 per la partecipazione al concorso nelle sezioni riservate agli adulti. Art. 3) Gli elaborati inediti dovranno avere la lunghezza massima di otto cartelle (1800 battute circa per cartella). Il tema su cui esprimersi è libero. Volumi ed elaborati inediti devono pervenire, entro e non oltre il 30 Giugno 2009, al seguente indirizzo: Associazione Progetto Mistretta Segreteria del “Concorso Letterario Maria Messina”, Via Libertà 185 98073 Mistretta (Me). Art.4) I racconti inediti devono pervenire in numero di 6 copie, senza generalità dell'autore, in busta anonima, (contenente un'altra busta chiusa ed anonima con la scheda di iscrizione al presente regolamento con le generalità dell'autore), unitamente ad un floppy (o altro supporto informatico) in formato Word contenente la copia dell'elaborato Art. 5) La premiazione avverrà il giorno 03 Ottobre 2009 a Mistretta con cerimonia pubblica presso il Salone di Rappresentanza del Circolo Unione. Ai fini della documentazione, oltre che agli organi di stampa, verrà inviata copia del verbale della Giuria a tutti i partecipanti e all'Annuario dei Vincitori dei Premi Letterari per la pubblicazione in internet al seguente indirizzo: www.literary.it/premi dove rimarranno esposti in permanenza, nonché con altra pubblicità adeguata per portarla a conoscenza di tutti. Art. 6) La giuria, presieduta dal prof. Giovanni Ruffino, della Facoltà di lettere della Università di Palermo, il cui operato è insindacabile, sceglierà dieci racconti e tra questi sarà formata la terna vincitrice di ogni sezione. La giuria si riserva inoltre di assegnare eventuali premi speciali. La Associazione pubblicherà in antologia i testi inediti premiati a cura delle Edizioni “Il Centro Storico” senza compenso alcuno; la proprietà letteraria rimane sempre e comunque dell'autore. Art. 7) I premi consistono in una artistica targa personalizzata e diploma per ciascuno dei primi tre classificati di ogni sezione, oltre ad eventuali altri premi che disporrà la Associazione organizzatrice. Art.8) Altri premi potranno essere istituiti durante lo svolgersi del concorso. Gli altri membri della giuria, i cui nominativi verranno resi noti in sede di premiazione, saranno designati dal Presidente della “Associazione Progetto Mistretta” e dal Direttore del giornale “Il Centro Storico”. Art.9) Gli elaborati inviati non si restituiscono. Art. 10) La partecipazione al concorso implica di fatto l'accettazione di tutte le norme indicate nel presente bando. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Scheda di partecipazione Nome _____________________ Cognome___________________ nato il _______ a ____________ Residente in_________________ Via ________________________ telefono____________________ Scuola_____________________ Si allega un dischetto in formato Word Firma ___________________________ I dati comunicati saranno trattati per gli scopi previsti dalla iscrizione al concorso. In ogni momento è possibile richiedere gratuitamente la rettifica o l'annullamento dei dati scrivendo alla segreteria del concorso. La firma in calce è per l'accettazione della presente clausola e per l'assenso alla pubblicazione dell'elaborato. Firma __________________________ Spedire a: Associazione Progetto Mistretta Segreteria del Concorso Letterario Maria Messina Via Libertà 185 98073 Mistretta (Me) entro il 30.06.2009 -Tel. 0921-381232 (Antonino Testagrossa, Presidente Associazione Progetto Mistretta) 21 www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 21 Il Centro Storico Dicembre 2008 ASSOCIAZIONE PROGETTO MISTRETTA “IL CENTRO STORICO” PREMIO LETTERARIO MARIA MESSINA Un racconto per “Il Centro Storico” Concorso letterario riservato alle opere di narrativa SESTA EDIZIONE (2009) Il Centro Storico Dicembre 2008 Il racconto Il Vaporetto Correva l'anno del Signore 1984 ... lo, Alice, mi trovavo in un candido paesino di montagna, dove svolgevo la mia opera d'insegnate; ero al mio primo lavoro ed avevo 25 anni. Con me soggiornava, anche, la mamma. A causa dei rigori invernali alcuni alunni si ammalarono, essendosi diffusa l'epidemia del morbillo. Anch'io, una mattina mi svegliai con la febbre altissima e tante bolle rosse sul corpo. Mio madre ed io inorridimmo: la malattia contratta da adulti, rappresenta un vero e proprio pericolo e, infatti stavo molto male. Dopo una cura appropriata, finalmente il morbillo regrediva ed io mi risvegliai una mattina con una certa fame, ma soprattutto con una spasmodica voglia di pesce alla griglia con molto limone. Manifestai la mia voglia alla mamma, la quale, poverina, uscì e, non trovandosi pesce fresco in paese, mi comprò del pesce surgelato, lo cucinò e condì con il limone. Dieci anni dopo l'accaduto, in una città di cui non è importante conoscere il nome, a causa dell'inverno troppo rigido, mi presi la bronchite. Ancora mi stupisco nel ricordare il regresso della malattia, contrassegnato, alla stessa maniera della prima volta dalla pietanza su menzionata (pesce con limone). Ma vi racconto per bene che cosa era avvenuto mentre ero a letto: gira che mi rigiro, finalmente mi addormento. Comincio a sognare; nel sogno ho super giù vent'anni. Abito con la mia famiglia in una splendida villa in riva al mare ed sono fidanzata con Pierluigi. I balconi che danno sul mare sono qualcosa di prezioso per me: mi piace infatti affacci armi e godere la brezza marina; l'aria del mare così morbida, suscita, addirittura, una condizione di estasi. Non so dirvi dove fossimo, se, nella meravigliosa Venezia, o nella stupenda Messina, o in un'isola del centro America, considerato che molte persone, hanno il nome straniero ... So che mi trovo bene, anche se per andare da un luogo all'altro bisogna prendere il vaporetto. I miei genitori per fortuna, sono quelli attuali, anche i miei familiari, quelli a cui sono più legata sono gli stessi; la stessa cosa posso dire per il mio fidanzato. Ognuno di noi, inoltre ha conservato la propria lingua e il proprio idioma. Anche nel mio sogno sono ammalata e, quindi, costretta a letto, ma nella mia camera, molto grande, c'è la mamma che al tavolo seduta, scrive alla zia Melina, e ogni tanto, mi guarda con la sua amorevole espressione. C'è anche la zia Maria, seduta vicino alla mamma che con l'uncinetto esegue magnifici pizzi, che poi cucirà intorno ad un lenzuolo che mi regalerà. Sia la mamma che la zia Maria, hanno la costante preoccupazione, di rimboccarmi le coperte. Ai piedi del mio letto è la piccola Linda, figlia dei vicini di casa con un viso birichino e due belle treccine: in questo momento si sta alzando per andare al tavolo e continuare le ciambelline di pasta modellante, onde allenarsi a diventare una brava fornaia. Papà è in soggiorno, con mio fratello e il signor Antenore e giocano a carte. Improvvisamente, squilla il campanello: la mamma dice a Linda di andare ad aprire: «Chi è?» Chiede la piccola, si sente rispondere: «lo, la signora Rosa sono.» Le viene aperto ed ecco appare la faccia rubiconda, bonaria della signora, sempre con la sua borsa per la spesa. Da tutta la mia famiglia, Rosa viene chiamata la signora "Ca certo", perché avendo conservato inalterati le espressioni idiomatiche del suo simpaticissimo mistrettese, ripete spesso "ca certo" volendo dire: come no, certo. Rosa entra nella mia camera e tutti la salutiamo molto affabilmente. Mentre ella depone sul piccolo tavolo la borsa, Lazzarella, la gattina, fa un saltello e guarda dentro la borsa. Rosa esclama: «Ah, furfantella, lo saccio che hai scopruto il lacerto; ca certo, che lo saccio ... Ma io non te lo dugno! Va, fai la brava e mangia i formaggini, che quelli male non ne fanno.» Interviene la mamma: «Lazzarella, perché non giochi col tuo topolino di gomma?» La gattina ubbidisce, ma prima di andar via si avvicina, salendo sul tavolo all'orecchio di Rosa e le fa un soffio arrabbiato, da farla trasalire. Dopo una breve conversazione, durante la quale, Rosa non fa che esaltare la bravura delle sue nipotine e i "ca certo" irrompono in molte espressioni, la mamma chiede a Rosa se le fa piacere avere un biglietto per il concerto della banda cittadina, visto che per sbaglio, ne ha comprato uno in più. «Signora le piace il concerto?» chiedono in coro la mamma e la zia; gli occhi di Rosa si illuminano ed ella risponde:« Datemi pure il biglietto, ca certo che mi piace il concerto, ca certo, ca certo.» Interviene quella birba di Linda che dice: «A me, invece, il concerto non mi piace.» «Ca como?! Non ti piace il concerto? Penso proprio che si una scunchiuduta.» Ma Linda fa un sorriso e mi chiede: «Alice, vieni in balcone a guardare il vaporetto.» lo rispondo: «Non ora, sono ammalata.» Oh, il vaporetto candido, sull'onda spumosa del mare, dal suono magico, quasi misterioso, ha forti legami con la mia vita affettiva ed è per questo che amo vederlo. Spesso vedo scendere la nonna, con la sua borsa di tela a fiori e le sue trecce castane arrotolate sulla nuca in un artistico toupee, mia nonna che vuole bene a tutti noi, così quanto ci vuoI bene la zia Maria. Altre volte il vaporetto si ferma e ne discende una bella fanciulla con i capelli neri ondulati, sciolti sulle spalle: è mia sorella Mariù; è sposata da qualche anno, ma viene sempre a trovarci; io e lei siamo affiatatissime e lei è molto brava a mettermi i bigodini in testa. L'indomani mi sveglio: la febbre è andata definitivamente via. Per colazione chiedo alla collaboratrice delle acciughe marinate con il limone. Mia mamma mi tocca la fronte: «Figlia mia, ma è proprio questo che vuoi?» Mentre la mia mammina mi sta ponendo la domanda, sapete che cosa accade? Mi sveglio ... Mi sento molto intontita, guardo la poltrona accanto alletto e vedo Pierluigi, mio marito, il bel ragazzo dagli occhi verdi, di tanti anni fa. «Come stai?» Mi chiede, rispondo: «Bene, ho tanta voglia di pesce marinato o, grigliato, non ha importanza, ed ho tanta voglia di mare.» Squilla il telefono: è a viva voce ed ho anch'io modo di sentire: «Signor Piero, sono Enzo, il portiere: la signorina Mirella mi ha incaricato di dirvi che verrà domattina con il vaporetto.» «Va bene, grazie!» Senza dir niente, mi alzo e mi avvio verso il balcone. «Tesoro dove vai?» rispondo: «A guardare il mare e respirare l'aria marina.» Mio marito: «Tesoro, che dici, qui non c'è il mare ... » «Ah, sì non c'è il mare? E mi sai dire perché, una tal Mirella, verrà a trovarci col vaporetto?» «Poveri noi, sei un po' intontita, siedi sulla poltrona, ti farà bene; sai chi è Mirella? E' la signora che viene a darti una mano nei lavori domestici; se tu non lo sapessi il vaporetto è un elettrodomestico per pulire la casa.» Più tardi, mi resi conto che non c'era più il mare: era solo nel mio sogno; la famiglia era molto ridotta. Addio sogni di gioventù, addio dolci incantevoli momenti, che io pensavo fossero eterni. Mi passò, anche, la voglia di pesce col limone- Giuseppina Jannello Siccardo www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 22 AMICI DI/VERSI PERIFERIE Giù, negli angoli più bui della notte, sulle macerie ammalate di ricchezza, dalla tettoia il gatto miagolava senza sosta e la luna sembrava che dormisse sul serio. Là in mezzo a quelle case affumicate e pregne di odori nauseanti avrebbero costruito una caserma. E c'è chi dice che quel posto fosse stato scelto perché le spente donne che abitano dentro le baracche, potessero regalarsi ancora un'ultima estate d'illusione. Già verso l'alba, le strade sporche si svegliano col suono dei carretti che gli spazzini trascinano assonnati, cigolanti come ruote del destino. Poi gli operai. E alle otto escono i bambini coi grembiuli sgualciti e le cartelle malandate, a correre, a rincorrersi e a far la lotta mentre vanno a scuola; e mai una volta che i loro sguardi sembrino veramente di bambini. Gli uomini rimontano i banconi davanti alle porte delle case: nient'altro che tavole ammuffite sopra le quali vendere la loro povertà e il loro orgoglio. Qualcuno, più fortunato, ha un negozio dove le mosche si sentono al sicuro e vivono là dentro ogni stagione. Le donne salgono al mercato Che s'affolla alle grida di chi vende Ma non compreranno niente neanche oggi: quel che c'è a casa, basta; e se non basta, ci si arrangia per un altro giorno. L'odore della frutta si mischia a quello Il Centro Storico Dicembre 2008 L'opulenza del mondo industrializzato in questi ultimi mesi è messa in crisi dal crollo delle borse che mettono a nudo le molteplici contraddizioni del capitalismo, che per risorgere si affida anche alle social card affidate a una umanità che invece lotta quotidianamente per sbarcare il lunario. Sentivo poco tempo fa l'amaro commento di un commerciante che denunciava una crisi generalizzata che pone in difficoltà i clienti ad acquistare i beni di prima necessità e ancor più li induce a rinunciare agli acquisti di quelli cosiddetti voluttuari. Sembra di ritornare indietro nel tempo, quando accanto a un mondo che prosperava c'erano periferie (a cura di Filippo Giordano) emarginate, come quella descritta nell'ormai lontano 1974 dall'allora giovanissimo studente orlandino Nello Brignone. Lessi allora questo testo sul settimanale nazionale di estrazione giovanile “Ciao 2001”, non fosse altro perché era pubblicato successivamente ad uno mio. Ricordo che mi piacque particolarmente quella successione di immagini poetiche tratte da un contesto quotidiano alquanto diffuso. La propongo a beneficio dei nostri lettori. E, spazio permettendo, inserisco anche quella di mia composizione pubblicata nello stesso numero di quel settimanale. del pesce, che da biciclette sgangherate improvvisati pescivendoli invitano a comprare. Intorno, i gatti strisciano affamati in attesa dei rifiuti che cadranno lungo le vie, dopo mezzogiorno. La vita si riavvolge desolante Come un cane bastardo e scheletrito Disteso al sole e attende ogni evento con rassegnazione. Così cede il giorno alla sera. I bambini hanno giocato in strada tutto il pomeriggio con un vecchio pallone sgonfio e senza forma. Gli uomini smontano i banconi, chiudono i negozi e dopo avere acceso l'ultima sigaretta tornano a casa, a lavorare per domani. Zuppa di verdure per cena. La tv è accesa: un po' di distensione, finalmente. Questa sera un'inchiesta sul Vietnam e la sua guerra. Nello Brignone ANCORA Ancora gambe di bambini tremano sotto il peso eccessivo del lavoro e il lavoro continua a restare debitore nei confronti di molti uomini e molta gente continua a riempire treni di valigie e di speranze e troppe madri piangono figli lontani cupidamente falciati dal capitale mentre uomini vecchi montano questo nuovo anno. Filippo Giordano www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@libero.it 23 23 ...e se d'improvviso vedi che il mio sangue macchia le pietre della strada, ridi, perché il tuo riso sarà per le mie mani come una spada fresca.... (Pablo Neruda) Un’ idea di Enzo Salanitro www.centrostorico.altervista.org -- [email protected] [email protected]@virgilio.it