ACTA ORDINIS FRATRUM MINORUM VEL AD ORDINEM QUOQUO MODO PERTINENTIA Fr. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO IUSSU ET AUCTORITATE TOTIUS ORD. FR. MIN. MINISTRI GENERALIS IN COMMODUM PRAESERTIM RELIGIOSORUM SIBI SUBDITORUM IN LUCEM AEDITA Veritatem facientes in caritate (Eph. 4,15). Peculiari prorsus laude dignum putavimus, dilecte Fili, consilium quo horum Actorum collectio atque editio suscepta est. (Ex Epist. L EONIS P P. XIII ad Min. Gen.) ROMA CURIA GENERALIS ORDINIS CUM APPROBATIONE ECCLESIASTICA FR. JOSÉ R. CARBALLO, ofm, Min. Gen. Fr. LUIGI PERUGINI Director Fr. GIANPAOLO MASOTTI Director responsabilis Autoriz. N. 10240 del Trib. di Roma, 8-3-1965 Impaginazione e grafica John Abela dell’Ufficio Comunicazioni OFM – Roma Stampato dalla TIPOGRAFIA MANCINI S.A.S. – Tivoli (Roma) nel mese di gennaio dell’anno 2009 EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 1. XII Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi Città del Vaticano, Aula del Sinodo, 05-26.10.2008 1. Messaggio finale del Sinodo sulla Parola di Dio Città del Vaticano, Aula del Sinodo, 24.10.2008 LA PAROLA DI DIO NELLA TRAMA DELLA STORIA Ai fratelli e sorelle «pace e carità con fede da parte di Dio Padre e del Signore Gesù Cristo. La grazia sia con tutti quelli che amano il Signore nostro Gesù Cristo con amore incorruttibile». Con questo saluto così intenso e appassionato san Paolo concludeva la sua Lettera ai cristiani di Efeso (6, 23-24). Con queste stesse parole noi Padri sinodali, riuniti a Roma per la XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sotto la guida del Santo Padre Benedetto XVI, apriamo il nostro messaggio rivolto all’immenso orizzonte di tutti coloro che nelle diverse regioni del mondo seguono Cristo come discepoli e continuano ad amarlo con amore incorruttibile. A loro noi di nuovo proporremo la voce e la luce della Parola di Dio, ripetendo l’antico appello: «Questa parola è molto vicina a te, è sulla tua bocca e nel tuo cuore perché la metta in pratica» (Dt 30,14). E Dio stesso dirà a ciascuno: «Figlio dell’uomo, tutte le parole che ti dico accoglile nel cuore e ascoltale con gli orecchi» (Ez 3,10). A tutti ora proporremo un viaggio spirituale che si svolgerà in quattro tappe e che dall’eterno e dall’infinito di Dio ci condurrà fino nelle nostre case e lungo le strade delle nostre città. I. La voce della Parola: la Rivelazione 1. «Dio vi parlò in mezzo al fuoco: voce di parole voi ascoltavate, nessuna immagi- ne vedevate, solo una voce!» (Dt 4,12). È Mosè che parla evocando l’esperienza vissuta da Israele nell’aspra solitudine del deserto del Sinai. Il Signore si era presentato non come un’immagine o un’effigie o una statua simile al vitello d’oro, ma con “una voce di parole”. È una voce che era entrata in scena agli inizi stessi della creazione, quando aveva squarciato il silenzio del nulla: «In principio… Dio disse: Sia la luce! E la luce fu… In principio era il Verbo… e il Verbo era Dio… Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste» (Gn 1,1.3; Gv 1,1.3). Il creato non nasce da una lotta intradivina, come insegnava l’antica mitologia mesopotamica, bensì da una parola che vince il nulla e crea l’essere. Canta il Salmista: «Dalle parole del Signore furono creati i cieli, dal soffio della sua bocca tutto il loro esercito… perché egli ha parlato e tutto fu, ha ordinato e tutto esistette» (Sal 33,6.9). E san Paolo ripeterà «Dio dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono» (Rm 4,17). Si ha, così, una prima rivelazione “cosmica” che rende il creato simile a un’immensa pagina aperta davanti all’intera umanità, che in essa può leggere un messaggio del Creatore: «I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annuncia il firmamento. Il giorno al giorno ne affida il racconto e la notte alla notte ne trasmette notizia. Senza linguaggio, senza parole, senza che si oda la loro voce, per tutta la terra si diffonde il loro annuncio e ai confini del mondo il loro messaggio» (Sal 19, 2-5). 2. La parola divina è, però, anche alla radice della storia umana. L’uomo e la donna, che sono «immagine e somiglianza di Dio» (Gn 1,27) e che quindi recano in sé l’impronta divina, possono entrare in dialogo col loro Creatore o possono da lui allontanarsi e respingerlo attraverso il peccato. La Parola di Dio, allora, salva e giudica, pe- 378 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 netra nella trama della storia col suo tessuto di vicende ed eventi: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido…, conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa…» (Es 3,7-8). C’è, dunque, una presenza divina nelle vicende umane che, attraverso l’azione del Signore della storia, vengono inserite in un disegno più alto di salvezza, perché «tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità» (1Tm 2, 4). 3. La parola divina efficace, creatrice e salvatrice, è quindi in principio all’essere e alla storia, alla creazione e alla redenzione. Il Signore viene incontro all’umanità proclamando: «Ho detto e ho fatto!» (Ez 37,14). C’è, però, una tappa ulteriore che la voce divina percorre: è quella della parola scritta, la Graphé o le Graphaí, le Scritture sacre, come si dice nel Nuovo Testamento. Già Mosè era sceso dalla vetta del Sinai reggendo «in mano le due tavole della Testimonianza, tavole scritte sui due lati, da una parte e dall’altra. Le tavole erano opera di Dio, la scrittura era scrittura di Dio» (Es 32,15-16). E lo stesso Mosè imporrà a Israele di conservare e riscrivere queste “tavole della Testimonianza”: «Scriverai su pietre tutte le parole di questa legge, con scrittura ben chiara» (Dt 27,8). Le Sacre Scritture sono la “testimonianza” in forma scritta della parola divina, sono il memoriale canonico, storico e letterario attestante l’evento della Rivelazione creatrice e salvatrice. La Parola di Dio precede, dunque, ed eccede la Bibbia, che pure è “ispirata da Dio “ e contiene la parola divina efficace (cf. 2Tm 3,16). È per questo che la nostra fede non ha al centro solo un libro, ma una storia di salvezza e, come vedremo, una persona, Gesù Cristo, Parola di Dio fatta carne, uomo, storia. Proprio perché l’orizzonte della parola divina abbraccia e si estende oltre la Scrittura, è necessaria la costante presenza dello Spirito Santo che «guida a tutta la verità» (Gv 16,13) chi legge la Bibbia. È questa la grande Tradizione, presenza efficace dello “Spirito di verità” nella Chiesa, custode delle Sacre Scritture, auten- ticamente interpretate dal Magistero ecclesiale. Con la Tradizione si giunge alla comprensione, all’interpretazione, alla comunicazione e alla testimonianza della Parola di Dio. Lo stesso san Paolo, proclamando il primo Credo cristiano, riconoscerà di “trasmettere” quello che egli «aveva ricevuto» dalla Tradizione (1Cor 15,3-5). II. Il volto della Parola: Gesù Cristo 4. Nell’originale greco sono solo tre parole fondamentali: Lógos sarx eghéneto, «il Verbo/Parola si fece carne». Eppure, questo è l’apice non solo di quel gioiello poetico e teologico che è il prologo del Vangelo di Giovanni (1,14), ma è il cuore stesso della fede cristiana. La Parola eterna e divina entra nello spazio e nel tempo e assume un volto e un’identità umana, tant’è vero che è possibile accostarvisi direttamente chiedendo, come fece quel gruppo di Greci presenti a Gerusalemme: «Vogliamo vedere Gesù» (Gv 12,20-21). Le parole senza un volto non sono perfette, perché non compiono in pienezza l’incontro, come ricordava Giobbe, giunto al termine del suo drammatico itinerario di ricerca: «Io ti conoscevo per sentito dire, ora i miei occhi ti vedono» (42,5).Cristo è «il Verbo che è presso Dio ed è Dio», è «l’immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura» (Col 1,15); ma è anche Gesù di Nazaret che cammina per le strade di una marginale provincia dell’impero romano, che parla una lingua locale, che rivela i tratti di un popolo, l’ebraico, e della sua cultura. Il Gesù Cristo reale è, quindi, carne fragile e mortale, è storia e umanità, ma è anche gloria, divinità, mistero: Colui che ci ha rivelato il Dio che nessuno ha mai visto (cf. Gv 1,18). Il Figlio di Dio continua a essere tale anche in quel cadavere che è deposto nel sepolcro e la risurrezione ne è l’attestazione viva ed efficace. 5. Ebbene, la tradizione cristiana ha spesso posto in parallelo la Parola divina che si fa carne con la stessa Parola che si fa libro. È ciò che emerge già nel Credo quando si professa che il Figlio di Dio «si è in- EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS carnato per opera dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria», ma anche si confessa la fede nello stesso «Spirito Santo che ha parlato per mezzo dei profeti». Il Concilio Vaticano II raccoglie questa antica tradizione secondo la quale «il corpo del Figlio è la Scrittura a noi trasmessa» – come afferma s. Ambrogio (In Lucam VI,33) – e dichiara limpidamente: «Le parole di Dio, espresse con lingue umane, si sono fatte simili al linguaggio degli uomini, come già il Verbo dell’eterno Padre, avendo assunto le debolezze della natura umana, si fece simile agli uomini» (Dei Verbum 13). La Bibbia è, infatti, anch’essa “carne”, “lettera”, si esprime in lingue particolari, in forme letterarie e storiche, in concezioni legate a una cultura antica, conserva memorie di eventi spesso tragici, le sue pagine sono non di rado striate di sangue e violenza, al suo interno risuona il riso dell’umanità e scorrono le lacrime, così come si leva la preghiera degli infelici e la gioia degli innamorati. Per questa sua dimensione “carnale” essa esige un’analisi storica e letteraria, che si attua attraverso i vari metodi e approcci offerti dall’esegesi biblica. Ogni lettore delle Sacre Scritture, anche il più semplice, deve avere una proporzionata conoscenza del testo sacro ricordando che la Parola è rivestita di parole concrete a cui si piega e adatta per essere udibile e comprensibile all’umanità. È, questo, un impegno necessario: se lo si esclude si può cadere nel fondamentalismo che in pratica nega l’incarnazione della parola divina nella storia, non riconosce che quella parola si esprime nella Bibbia secondo un linguaggio umano, che dev’essere decifrato, studiato e compreso, e ignora che l’ispirazione divina non ha cancellato l’identità storica e la personalità propria degli autori umani. La Bibbia, però, è anche Verbo eterno e divino ed è per questo che essa esige un’altra comprensione, data dallo Spirito Santo che svela la dimensione trascendente della parola divina, presente nelle parole umane. 6. Ecco, allora, la necessità della «viva Tradizione di tutta la Chiesa» (Dei Verbum 12) e della fede per comprendere in modo 379 unitario e pieno le Sacre Scritture. Se ci si ferma alla sola “lettera”, la Bibbia rimane soltanto un solenne documento del passato, una nobile testimonianza etica e culturale. Se, però, si esclude l’incarnazione, si può cadere nell’equivoco fondamentalistico o in un vago spiritualismo o psicologismo. La conoscenza esegetica deve, quindi, intrecciarsi indissolubilmente con la tradizione spirituale e teologica perché non venga spezzata l’unità divina e umana di Gesù Cristo e delle Scritture. In questa armonia ritrovata, il volto di Cristo risplenderà nella sua pienezza e ci aiuterà a scoprire un’altra unità, quella profonda e intima delle Sacre Scritture, il loro essere, sì, 73 libri, ma inseriti in un unico “Canone”, in un unico dialogo tra Dio e l’umanità, in unico disegno di salvezza. «Dio, infatti, molte volte e in diversi modi nei tempi antichi ha parlato ai padri per mezzo dei profeti, ma ultimamente ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1,1-2). Cristo getta, così, la sua luce retrospettivamente sull’intera trama della storia della salvezza e ne rivela la coerenza, il significato, la direzione. Egli è il suggello, “l’alfa e l’omega” (Ap 1,8) di un dialogo tra Dio e le sue creature distribuito nel tempo e attestato nella Bibbia. È alla luce di questo sigillo finale che acquistano il loro “senso pieno” le parole di Mosè e dei profeti, come aveva indicato lo stesso Gesù in quel pomeriggio primaverile, mentre egli procedeva da Gerusalemme verso il villaggio di Emmaus, dialogando con Cleofa e il suo amico, «spiegando loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui» (Lc 24,27). Proprio perché al centro della Rivelazione c’è la parola divina divenuta volto, l’approdo ultimo della conoscenza della Bibbia «non è in una decisione etica o in una grande idea, bensì nell’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» (Deus caritas est, 1) III. La casa della Parola: la Chiesa Come la sapienza divina nell’Antico Testamento si era costruita la sua dimora nella città degli uomini e delle donne, sorreg- 380 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 gendola su sette colonne (cf. Pr 9,1), così anche la Parola di Dio ha una sua casa nel Nuovo Testamento: è la Chiesa che ha il suo modello nella comunità-madre di Gerusalemme, la Chiesa fondata su Pietro e sugli Apostoli e che oggi, attraverso i vescovi in comunione col Successore di Pietro, continua ad essere custode, annunciatrice e interprete della Parola (cf. Lumen gentium 13). Luca, negli Atti degli Apostoli (2,42), ne traccia l’architettura basata su quattro colonne ideali: «Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nello spezzare il pane e nelle preghiere». 7. Ecco innanzitutto la didaché apostolica, ossia la predicazione della Parola di Dio. L’apostolo Paolo, infatti, ci ammonisce che «la fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo» (Rm 10,17). Dalla Chiesa esce la voce dell’araldo che a tutti propone il kérygma, ossia l’annunzio primario e fondamentale che Gesù stesso aveva proclamato agli esordi del suo ministero pubblico: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1,15). Gli apostoli annunciano l’inaugurazione del regno di Dio, e quindi dell’intervento decisivo divino nella storia umana, proclamando la morte e la risurrezione di Cristo: «in nessun altro c’è salvezza; non vi è, infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati» (At 4,12). Il cristiano rende testimonianza di questa sua speranza «con dolcezza, rispetto e retta coscienza», pronto, però, anche ad essere coinvolto e forse travolto dalla bufera del rifiuto e della persecuzione, consapevole che «è meglio soffrire operando il bene che facendo il male» (1Pt 3,16-17). Nella Chiesa risuona, poi, la catechesi: essa è destinata ad approfondire nel cristiano «il mistero di Cristo alla luce della Parola perché l’uomo intero sia irradiato da essa» (Giovanni Paolo II, Catechesi tradendae, 20). Ma il vertice della predicazione è nell’omelia che ancor oggi per molti cristiani è il momento capitale dell’incontro con la Parola di Dio. In questo atto il ministro dovrebbe trasformarsi anche in profeta. Egli, infatti, deve in un linguaggio nitido, incisivo e sostanzioso, non solo con autorevolezza «annunziare le mirabili opere di Dio nella storia della salvezza» (Sacrosantum Concilium 35) – offerte prima attraverso una chiara e viva lettura del testo biblico proposto dalla liturgia – ma deve anche attualizzarle nei tempi e nei momenti vissuti dagli ascoltatori e far sbocciare nel loro cuore la domanda della conversione e dell’impegno vitale: «Che cosa dobbiamo fare?» (At 2,37). Annunzio, catechesi e omelia suppongono, quindi, un leggere e un comprendere, uno spiegare e un interpretare, un coinvolgimento della mente e del cuore. Nella predicazione si compie così un duplice movimento. Col primo si risale alla radice dei testi sacri, degli eventi, dei detti generatori della storia di salvezza, per comprenderli nel loro significato e nel loro messaggio. Col secondo movimento si ridiscende al presente, all’oggi vissuto da chi ascolta e legge, sempre alla luce del Cristo che è il filo luminoso destinato a unire le Scritture. È ciò che Gesù stesso aveva fatto – come si è già detto – nell’itinerario da Gerusalemme a Emmaus in compagnia di due suoi discepoli. È ciò che farà il diacono Filippo sulla strada da Gerusalemme a Gaza, quando col funzionario etiope intesserà quel dialogo emblematico: «Capisci quello che stai leggendo?... E come potrei capire se nessuno mi guida?» (At 8,30-31). E la meta sarà l’incontro pieno con Cristo nel sacramento. Si presenta, così, la seconda colonna che regge la Chiesa, casa della parola divina. 8. È la frazione del pane. La scena di Emmaus (cf. Lc 24,13-35) è ancora una volta esemplare e riproduce quanto accade ogni giorno nelle nostre chiese: all’omelia di Gesù su Mosè e i profeti subentra, alla mensa, la frazione del pane eucaristico. È, questo, il momento del dialogo intimo di Dio col suo popolo, è l’atto della nuova alleanza suggellata nel sangue di Cristo (cf. Lc 22,20), è l’opera suprema del Verbo che si offre come cibo nel suo corpo immolato, EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS è la fonte e il culmine della vita e della missione della Chiesa. La narrazione evangelica dell’ultima cena, memoriale del sacrificio di Cristo, quando è proclamata nella celebrazione eucaristica, nell’invocazione dello Spirito Santo diventa evento e sacramento. È per questo che il Concilio Vaticano II, in un passo di forte intensità, dichiarava: «La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della Parola di Dio sia del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli» (Dei Verbum 21). Si dovrà, perciò, riportare al centro della vita cristiana «la liturgia della parola e la liturgia eucaristica, congiunte tra loro così strettamente da formare un solo atto di culto» (Sacrosanctum Concilium 56). 9. Il terzo pilastro dell’edificio spirituale della Chiesa, casa della Parola, è costituito dalle preghiere, intessute – come ricordava san Paolo – da «salmi, inni, cantici spirituali» (Col 3, 16). Un posto privilegiato è occupato naturalmente dalla Liturgia delle Ore, la preghiera della Chiesa per eccellenza, destinata a ritmare i giorni e i tempi dell’anno cristiano, offrendo, soprattutto col Salterio, il cibo quotidiano spirituale del fedele. Accanto ad essa e alle celebrazioni comunitarie della Parola, la tradizione ha introdotto la prassi della Lectio divina, lettura orante nello Spirito Santo, capace di schiudere al fedele il tesoro della Parola di Dio, ma anche di creare l’incontro col Cristo, parola divina vivente. Essa si apre con la lettura (lectio) del testo che provoca una domanda di conoscenza autentica del suo contenuto reale: che cosa dice il testo biblico in sé? Segue la meditazione (meditatio) nella quale l’interrogativo è: che cosa dice il testo biblico a noi? Si giunge, così, alla preghiera (oratio) che suppone quest’altra domanda: che cosa diciamo noi al Signore in risposta alla sua parola? E si conclude con la contemplazione (contemplatio) durante la quale noi assumiamo come dono di Dio lo stesso suo sguardo nel giudicare la realtà e ci doman- 381 diamo: quale conversione della mente, del cuore e della vita chiede a noi il Signore? Di fronte al lettore orante della Parola di Dio si erge idealmente il profilo di Maria, la madre del Signore, che «custodisce tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19; cf. 2,51), cioè – come dice l’originale greco – trovando il nodo profondo che unisce eventi, atti e cose, apparentemente disgiunti, nel grande disegno divino. O anche si può presentare agli occhi del fedele che legge la Bibbia l’atteggiamento di Maria, sorella di Marta, che si asside ai piedi del Signore in ascolto della sua parola, impedendo che le agitazioni esteriori assorbano totalmente l’anima, occupando anche lo spazio libero per «la parte migliore» che non ci dev’essere tolta (cf. Lc 10,38-42). 10. Eccoci, infine, davanti all’ultima colonna che sorregge la Chiesa, casa della parola: la koinonía, la comunione fraterna, altro nome dell’agápe, cioè dell’amore cristiano. Come ricordava Gesù, per diventare suoi fratelli e sue sorelle bisogna essere «coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica» (Lc 8,21). L’ascoltare autentico è obbedire e operare, è far sbocciare nella vita la giustizia e l’amore, è offrire nell’esistenza e nella società una testimonianza nella linea dell’appello dei profeti, che costantemente univa Parola di Dio e vita, fede e rettitudine, culto e impegno sociale. È ciò che ribadiva a più riprese Gesù, a partire dal celebre monito del Discorso della montagna: «Non chi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Mt 7,21). In questa frase sembra echeggiare la parola divina proposta da Isaia: «Questo popolo si avvicina a me solo a parole e mi invoca con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me» (29,13). Questi ammonimenti riguardano anche le Chiese quando non sono fedeli all’ascolto obbediente della Parola di Dio. Essa, quindi, dev’essere visibile e leggibile già sul volto stesso e nelle mani del credente, come suggeriva san Gregorio Magno che vedeva in san Benedetto, e negli altri grandi uomini di Dio, testimoni di comu- 382 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 nione con Dio e coi fratelli, la Parola di Dio fatta vita. L’uomo giusto e fedele non solo “spiega” le Scritture, ma le “dispiega” davanti a tutti come realtà viva e praticata. È per questo che viva lectio, vita bonorum, la vita dei buoni è una lettura/lezione vivente della parola divina. Era già stato san Giovanni Crisostomo a osservare che gli apostoli scesero dal monte di Galilea, ove avevano incontrato il Risorto, senza nessuna tavola di pietra scritta come era accaduto a Mosè: la loro stessa vita sarebbe divenuta da quel momento il Vangelo vivente. Nella casa della Parola divina incontriamo anche i fratelli e le sorelle delle altre Chiese e comunità ecclesiali che, pur nelle separazioni ancora esistenti, si ritrovano con noi nella venerazione e nell’amore per la Parola di Dio, principio e sorgente di una prima e reale unità, anche se non piena. Questo vincolo dev’essere sempre rafforzato attraverso le traduzioni bibliche comuni, la diffusione del testo sacro, la preghiera biblica ecumenica, il dialogo esegetico, lo studio e il confronto tra le varie interpretazioni delle Sacre Scritture, lo scambio dei valori insiti nelle diverse tradizioni spirituali, l’annuncio e la testimonianza comune della Parola di Dio in un mondo secolarizzato. IV. Le strade della Parola: la missione «Da Sion uscirà la Legge e da Gerusalemme la parola del Signore» (Is 2,3). La Parola di Dio personificata “esce” dalla sua casa, il tempio, e si avvia lungo le strade del mondo per incontrare il grande pellegrinaggio che i popoli della terra hanno intrapreso alla ricerca della verità, della giustizia e della pace. C’è, infatti, anche nella moderna città secolarizzata, nelle sue piazze e nelle sue vie – ove sembrano dominare incredulità e indifferenza, ove il male sembra prevalere sul bene, creando l’impressione della vittoria di Babilonia su Gerusalemme – un anelito nascosto, una speranza germinale, un fremito d’attesa. Come si legge nel libro del profeta Amos, «ecco verranno giorni in cui manderò la fame nel paese, non fame di pane né sete di acqua, ma di ascoltare la parola del Signore» (8,11). A questa fame vuole rispondere la missione evangelizzatrice della Chiesa. Anche il Cristo risorto agli apostoli esitanti lancia l’appello a uscire dai confini del loro orizzonte protetto: «Andate e fate discepoli tutti i popoli… insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt 28,19-20). La Bibbia è tutta attraversata da appelli a “non tacere”, a “gridare con forza”, ad “annunciare la parola al momento opportuno e non opportuno”, ad essere sentinelle che lacerano il silenzio dell’indifferenza. Le strade che si aprono davanti a noi non sono ora soltanto quelle sulle quali si incamminava san Paolo o i primi evangelizzatori e, dietro di loro, tutti i missionari che s’inoltrano verso le genti in terre lontane. 11. La comunicazione stende ora una rete che avvolge tutto il globo e un nuovo significato acquista l’appello di Cristo: «Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sulle terrazze» (Mt 10,27). Certo, la parola sacra deve avere una sua prima trasparenza e diffusione attraverso il testo stampato, con traduzioni eseguite secondo la variegata molteplicità delle lingue del nostro pianeta. Ma la voce della parola divina deve risuonare anche attraverso la radio, le arterie informatiche di Internet, i canali della diffusione virtuale on line, i CD, i DVD, gli podcast e così via; deve apparire sugli schermi televisivi e cinematografici, nella stampa, negli eventi culturali e sociali. Questa nuova comunicazione, rispetto a quella tradizionale, ha adottato una sua specifica grammatica espressiva ed è, quindi, necessario essere attrezzati non solo tecnicamente, ma anche culturalmente per questa impresa. In un tempo dominato dall’immagine, proposta in particolare da quel mezzo egemone della comunicazione che è la televisione, significativo e suggestivo è ancor oggi il modello privilegiato da Cristo. Egli ricorreva al simbolo, alla narrazione, all’esempio, all’esperienza quotidiana, alla parabola: «Parlava loro di molte cose in parabole… e fuor di parabola non diceva nulla alle folle» (Mt 13,3.34). Gesù nel suo annuncio del regno di Dio non passava mai EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS sopra le teste dei suoi interlocutori con un linguaggio vago, astratto ed etereo, ma li conquistava partendo proprio dalla terra ove erano piantati i loro piedi per condurli, dalla quotidianità, alla rivelazione del regno dei cieli. Significativa diventa, allora, la scena evocata da Giovanni: «Alcuni volevano arrestare Gesù, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: Perché non lo avete condotto qui? Risposero le guardie: Mai un uomo ha parlato così!» (7,44-46). 12. Cristo avanza lungo le vie delle nostre città e sosta davanti alle soglie delle nostre case: «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20). La famiglia, racchiusa tra le mura domestiche con le sue gioie e i suoi drammi, è uno spazio fondamentale in cui far entrare la Parola di Dio. La Bibbia è tutta costellata di piccole e grandi storie familiari e il Salmista raffigura con vivacità il quadretto sereno di un padre assiso alla mensa, circondato dalla sua sposa, simile a vite feconda, e dai figli, «virgulti d’ulivo» (Sal 128). La stessa cristianità delle origini celebrava la liturgia nella quotidianità di una casa, così come Israele affidava alla famiglia la celebrazione della pasqua (cf. Es 12,21-27). La trasmissione della Parola di Dio avviene proprio attraverso la linea generazionale, per cui i genitori diventano «i primi araldi della fede» (Lumen gentium 11). Ancora il Salmista ricordava che «ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato non lo terremo nascosto ai nostri figli, raccontando alla generazione futura le azioni gloriose e potenti del Signore e le meraviglie che egli ha compiuto…e anch’essi sorgeranno a raccontarlo ai loro figli» (Sal 78,3-4.6). Ogni casa dovrà, allora, avere la sua Bibbia e custodirla in modo concreto e dignitoso, leggerla e con essa pregare, mentre la famiglia dovrà proporre forme e modelli di educazione orante, catechetica e didattica sull’uso delle Scritture, perché «giovani e ragazze, vecchi insieme ai bambini» (Sal 383 148,12) ascoltino, comprendano, lodino e vivano la Parola di Dio. In particolare le nuove generazioni, i bambini e i giovani, dovranno essere destinatari di un’appropriata e specifica pedagogia che li conduca a provare il fascino della figura di Cristo, aprendo la porta della loro intelligenza e del loro cuore, anche attraverso l’incontro e la testimonianza autentica dell’adulto, l’influsso positivo degli amici e la grande compagnia della comunità ecclesiale. 13. Gesù, nella sua parabola del seminatore, ci ricorda che ci sono terreni aridi, sassosi, soffocati dai rovi (cf. Mt 13,3-7). Chi si inoltra per le strade del mondo scopre anche i bassifondi ove si annidano sofferenze e povertà, umiliazioni e oppressioni, emarginazioni e miserie, malattie fisiche e psichiche e solitudini. Spesso le pietre delle strade sono insanguinate dalle guerre e dalle violenze, nei palazzi del potere la corruzione s’incrocia con l’ingiustizia. Si leva il grido dei perseguitati per la fedeltà alla loro coscienza e alla loro fede. C’è chi è travolto dalla crisi esistenziale o ha l’anima priva di un significato che dia senso e valore allo stesso vivere. Simili a «ombre che passano, a un soffio che s’affanna» (Sal 39,7), molti sentono incombere su di sé anche il silenzio di Dio, la sua apparente assenza e indifferenza: «Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi? Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?» (Sal 13,2). E alla fine si erge davanti a tutti il mistero della morte. Questo immenso respiro di dolore che sale dalla terra al cielo è ininterrottamente rappresentato dalla Bibbia, che propone appunto una fede storica e incarnata. Basterebbe solo pensare alle pagine segnate dalla violenza e dall’oppressione, al grido acre e continuo di Giobbe, alle veementi suppliche salmiche, alla sottile crisi interiore che percorre l’anima di Qohelet, alle vigorose denuncie profetiche contro le ingiustizie sociali. Senza attenuanti è, poi, la condanna del peccato radicale che appare in tutta la sua potenza devastante fin dagli esordi dell’umanità in un testo fondamentale della Genesi (c. 3). Infatti, il “mistero di iniquità” è presente e agisce nella storia, ma è svela- 384 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 to dalla Parola di Dio che assicura in Cristo la vittoria del bene sul male. Ma soprattutto nelle Scritture a dominare è la figura di Cristo che apre il suo ministero pubblico proprio con un annuncio di speranza per gli ultimi della terra: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-19). Le sue mani si posano ripetutamente su carni malate o infette, le sue parole proclamano la giustizia, infondono coraggio agli infelici, donano perdono ai peccatori. Alla fine, lui stesso si accosta al livello più basso, «svuotando se stesso» della sua gloria, «assumendo la condizione di servo, diventando simile agli uomini…, umiliando se stesso e facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,7-8). Così, egli prova la paura del morire («Padre, se è possibile, passi da me questo calice!»), sperimenta la solitudine con l’abbandono e il tradimento degli amici, penetra nell’oscurità del più crudele dolore fisico con la crocifissione e persino nella tenebra del silenzio del Padre («Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?») e giunge all’abisso ultimo di ogni uomo, quello della morte («lanciando un forte grido, spirò»). Veramente a lui si può applicare la definizione che Isaia riserva al Servo del Signore: «uomo dei dolori che ben conosce il patire» (53,3). Eppure egli, anche in quel momento estremo, non cessa di essere il Figlio di Dio: nella sua solidarietà d’amore e col sacrificio di sé depone nel limite e nel male dell’umanità un seme di divinità, ossia un principio di liberazione e di salvezza; col suo donarsi a noi irradia di redenzione il dolore e la morte, da lui assunti e vissuti, e apre anche a noi l’alba della risurrezione. Il cristiano ha, allora, la missione di annunciare questa parola divina di speranza, attraverso la sua condivisione coi poveri e i sofferenti, attraverso la testimonianza della sua fede nel Regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace, attraverso la vicinanza amorosa che non giudica e condanna, ma che sostiene, illumina, conforta e perdona, sulla scia delle parole di Cristo: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi e io vi darò ristoro» (Mt 11,28). 14. Sulle strade del mondo la parola divina genera per noi cristiani un incontro intenso col popolo ebraico a cui siamo intimamente legati attraverso il comune riconoscimento e amore per le Scritture dell’Antico Testamento e perché da Israele «proviene il Cristo secondo la carne» (Rm 9,5). Tutte le pagine sacre ebraiche illuminano il mistero di Dio e dell’uomo, rivelano tesori di riflessione e di morale, delineano il lungo itinerario della storia della salvezza fino al suo pieno compimento, illustrano con vigore l’incarnazione della parola divina nelle vicende umane. Esse ci permettono di comprendere in pienezza la figura di Cristo, il quale aveva dichiarato di «non essere venuto ad abolire la Legge e i Profeti, ma a dare ad essi pieno compimento» (Mt 5,17), sono via di dialogo col popolo dell’elezione che ha ricevuto da Dio «l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse» (Rm 9,4), e ci consentono di arricchire la nostra interpretazione delle Sacre Scritture con le risorse feconde della tradizione esegetica giudaica. «Benedetto sia l’egiziano mio popolo, l’assiro opera delle mie mani e Israele mia eredità» (Is 19,25). Il Signore stende, quindi, il manto protettivo della sua benedizione su tutti i popoli della terra, desideroso che «tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità» (1Tm 2,4). Anche noi cristiani, lungo le strade del mondo, siamo invitati – senza cadere nel sincretismo che confonde e umilia la propria identità spirituale – a entrare in dialogo con rispetto nei confronti degli uomini e delle donne delle altre religioni, che ascoltano e praticano fedelmente le indicazioni dei loro libri sacri, a partire dall’Islam che nella sua tradizione accoglie innumerevoli figure, simboli e temi biblici e che ci offre EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS la testimonianza di una fede sincera nel Dio unico, compassionevole e misericordioso, Creatore di tutto l’essere e Giudice dell’umanità. Il cristiano trova, inoltre, sintonie comuni con le grandi tradizioni religiose dell’Oriente che ci insegnano nelle loro testi sacri il rispetto della vita, la contemplazione, il silenzio, la semplicità, la rinuncia, come accade nel buddhismo. Oppure, come nell’induismo, esaltano il senso della sacralità, il sacrificio, il pellegrinaggio, il digiuno, i simboli sacri. O ancora, come nel confucianesimo, insegnano la sapienza e i valori familiari e sociali. Anche alle religioni tradizionali con i loro valori spirituali espressi nei riti e nelle culture orali, vogliamo prestare la nostra cordiale attenzione e intrecciare con loro un rispettoso dialogo. Anche a quanti non credono in Dio, ma che si sforzano di «praticare la giustizia, amare la bontà, camminare con umiltà» (Mi 6,8), dobbiamo con loro lavorare per un mondo più giusto e pacificato, e offrire in dialogo la nostra genuina testimonianza della Parola di Dio che può rivelare a loro nuovi e più alti orizzonti di verità e di amore. 15. Nella sua Lettera agli artisti (1999), Giovanni Paolo II ricordava che «la S. Scrittura è diventata una sorta di “immenso vocabolario” (Paul Claudel) e di “atlante iconografico” (Marc Chagall), a cui hanno attinto la cultura e l’arte cristiana» (n. 5). Goethe era convinto che il Vangelo fosse la «lingua materna dell’Europa». La Bibbia, come ormai si è soliti dire, è «il grande codice» della cultura universale: gli artisti hanno idealmente intinto il loro pennello in quell’alfabeto colorato di storie, simboli, figure che sono le pagine bibliche; i musicisti è attorno ai testi sacri, soprattutto salmici, che hanno intessuto le loro armonie; gli scrittori hanno per secoli ripreso quelle antiche narrazioni che divenivano parabole esistenziali; i poeti si sono interrogati sul mistero dello spirito, sull’infinito, sul male, sull’amore, sulla morte e sulla vita spesso raccogliendo i fremiti poetici che animavano le pagine bibliche; i pensatori, gli uomini di scienza e la stessa società avevano non 385 di rado come riferimento, sia pure per contrasto, le concezioni spirituali ed etiche (si pensi al Decalogo) della Parola di Dio. Anche quando la figura o l’idea presente nelle Scritture veniva deformata, si riconosceva che essa era imprescindibile e costitutiva della nostra civiltà. È per questo che la Bibbia – la quale ci insegna anche la via pulchritudinis, cioè il percorso della bellezza per comprendere e raggiungere Dio («cantate a Dio con arte!», ci invita il Sal 47,8) – è necessaria non solo al credente, ma a tutti per riscoprire i significati autentici delle varie espressioni culturali e soprattutto per ritrovare la nostra stessa identità storica, civile, umana e spirituale. È in essa la radice della nostra grandezza ed è attraverso essa che noi possiamo presentarci con un nobile patrimonio alle altre civiltà e culture, senza nessun complesso di inferiorità. La Bibbia dovrebbe, quindi, essere da tutti conosciuta e studiata, sotto questo straordinario profilo di bellezza e di fecondità umana e culturale. Tuttavia, la Parola di Dio – per usare una significativa immagine paolina – «non è incatenata» (2Tm 2,9) a una cultura; anzi, aspira a varcare le frontiere e proprio l’Apostolo è stato un eccezionale artefice di inculturazione del messaggio biblico entro nuove coordinate culturali. È ciò che la Chiesa è chiamata a fare anche oggi attraverso un processo delicato ma necessario, che ha ricevuto un forte impulso dal magistero di Papa Benedetto XVI. Essa deve far penetrare la Parola di Dio nella molteplicità delle culture ed esprimerla secondo i loro linguaggi, le loro concezioni, i loro simboli e le loro tradizioni religiose. Deve, però, essere sempre capace di custodire la genuina sostanza dei suoi contenuti, sorvegliando e controllando i rischi di degenerazione. La Chiesa deve, quindi, far brillare i valori che la Parola di Dio offre alle altre culture, così che ne siano purificate e fecondate. Come aveva detto Giovanni Paolo II all’episcopato del Kenya durante il suo viaggio in Africa nel 1980, «l’inculturazione sarà realmente un riflesso dell’incarnazione del Verbo, quando una cultura, trasformata e rigenerata dal Vangelo, produce nella sua 386 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 propria tradizione espressioni originali di vita, di celebrazione, di pensiero cristiano». Conclusione «La voce che avevo udito dal cielo mi disse: “Prendi il libro aperto dalla mano dell’angelo…”. E l’angelo mi disse: “Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele”. Presi quel piccolo libro dalle mani dell’angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito, ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza» (Ap 10,8-11). Fratelli e sorelle di tutto il mondo, accogliamo anche noi questo invito; accostiamoci alla mensa della Parola di Dio, così da nutrirci e vivere «non soltanto di pane ma anche di quanto esce dalla bocca del Signore» (Dt 8,3; Mt 4,4). La Sacra Scrittura - come affermava una grande figura della cultura cristiana - «ha passi adatti a consolare tutte le condizioni umane e passi adatti a intimorire in tutte le condizioni» (B. Pascal, Pensieri, n. 532 ed. Brunschvicg). La Parola di Dio, infatti, è «più dolce del miele e di un favo stillante» (Sal 19,11), è «lampada per i passi e luce sul cammino» (Sal 119,105), ma è anche « come il fuoco ardente e come un martello che spacca la roccia» (Ger 23,29). È come una pioggia che irriga la terra, la feconda e la fa germogliare, facendo così fiorire anche l’aridità dei nostri deserti spirituali (cf. Is 55,10-11). Ma è anche «viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore» (Eb 4,12). Il nostro sguardo si rivolge con affetto a tutti gli studiosi, ai catechisti e agli altri servitori della Parola di Dio per esprimere ad essi la nostra più intensa e cordiale gratitudine per il loro prezioso e importante ministero. Ci rivolgiamo anche ai nostri fratelli e alle nostre sorelle che sono perseguitati o che sono messi a morte a causa della Parola di Dio e della testimonianza che rendono al Signore Gesù (cf. Ap 6,9): quali testimo- ni e martiri ci raccontano “la forza della parola” (Rm 1,16), origine della loro fede, della loro speranza e del loro amore per Dio e per gli uomini. Creiamo ora silenzio per ascoltare con efficacia la parola del Signore e conserviamo il silenzio dopo l’ascolto, perché essa continuerà a dimorare, a vivere e a parlare a noi. Facciamola risuonare all’inizio del nostro giorno perché Dio abbia la prima parola e lasciamola echeggiare in noi alla sera perché l’ultima parola sia di Dio. Cari fratelli e sorelle, «vi salutano tutti coloro che sono con noi. Salutate tutti quelli che ci amano nella fede. La grazia sia con tutti voi!» (Tt 3,15). [L’Osservatore Romano, 25 ottobre 2008, pp. 4-5] 2. Intervento del Ministro generale nel corso della decima congregazione generale Città del Vaticano, Aula del Sinodo, 11.10.2008 VITA CONSACRATA E LA RADICALITÀ DEL VANGELO (cf. Instrumentum laboris, 52) La vita consacrata, nelle sue diverse manifestazioni, affonda le sue radici più profonde nella Parola di Dio e, più concretamente, nel Vangelo, regola e vita di tutti quelli che, per divina ispirazione, vogliono seguire più da vicino le orme di Gesù Cristo obbediente, senza nulla di proprio e casto. La Parola di Dio è fonte della vita consacrata. La Parola di Dio chiama alla sequela di Cristo, consacra i chiamati e li manda in missione. Chi desideri comprendere e celebrare la grazia delle origini della vita consacrata non può prescindere dal Vangelo, specialmente dai testi più radicali. Alle volte saranno alcuni testi a stare alla base di un determinato carisma, altre volte altri, ma è sempre l’ascolto attento del Vangelo e la ferma volontà di metterlo in pratica immediatamente ciò che dà origine ad una particolare esperienza carismatica. Questa è l’esperienza che incontriamo in san Francesco di Assisi. Il Poverello, sono ora 800 anni, dopo aver EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS ascoltato il discorso missionario alla Porziuncola (cf. Mt 10,1-15), esclama: «Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore!». E, secondo le parole del suo biografo, «s’affretta, tutto pieno di gioia, a realizzare il salutare ammonimento che ha appena sentito» (1Cel 22). La Parola di Dio è vita ed il testo si comprende nella sua profondità solo nella misura in cui si vive e si mette in pratica. Nella tradizione rabbinica, come nella tradizione biblica dell’Antico e del Nuovo Testamento, l’osservare o il mettere in pratica la Parola è elevato a livello di categoria ermeneutica. Tanto lo studio della Parola quanto la predicazione di essa, se rimangono al margine della vita, saranno «lettera che uccide» (cf. San Francesco, Ammonizione 7). All’ascolto e al sapere deve seguire il buon operare. Così capì Mosè quando rispose a Dio a nome del popolo di Israele: «Noi faremo e ascolteremo» (cf. Es 19,8). Così insegnò Gesù quando sottolineò che la vita precede l’insegnamento della Scrittura (cf. Mt 5,19), e che costruiscono sulla roccia solo coloro che ascoltano e vivono la Parola (cf. Mt 7,24-26). Solo costoro saranno beati. «Beato chi compie le parole profetiche di questo libro», leggiamo nel libro dell’Apocalisse (Ap 22,7). Questo stesso principio ermeneutico sarà seguito dal cantore del Cristo cosmico, il Beato Giovanni Duns Scoto. I nostri Fondatori sono stati attenti ascoltatori della Parola e hanno fatto della loro vita una risposta pronta e profetica alla Parola. Seguendo il loro esempio, noi consacrati non possiamo separare l’ascolto, lo studio e la predicazione della Parola dal metterla in pratica. La Parola va ascoltata attentamente, studiata con assiduità, predicata in ogni luogo e in ogni tempo, ma soprattutto va vissuta, o, come dicono alcuni Santi Padri: la Parola va “fatta”, sfociando nella diakonia (cf. IL 39). Solo in questo modo la Parola sarà realmente la prima fonte della spiritualità cristiana e religiosa (cf. VC 94). Solo in questo modo il Popolo di Dio e noi consacrati troveremo nella Parola di Dio, e in modo particolare nel Vangelo, la Parola che interpella, orienta e modella 387 l’esistenza. La vita cristiana e la vita consacrata hanno bisogno di specchiarsi nella Parola, poiché solo così acquisteranno in significatività, e cammineranno, con lucidità e audacia, con gli occhi rivolti al futuro (cf. VC 110). Chiamati non solo ad essere memoria del passato, ma anche, e soprattutto, profezia di futuro (cf. NMI 3), vivendo il presente con passione (cf. NMI 1), noi consacrati troveremo nella Parola di Dio una «bussola che indica il cammino da seguire» (Benedetto XVI). Chiamati a «nascere di nuovo» (Gv 3,3), ciò sarà possibile solo attraverso un ascolto della Parola che faccia ardere il nostro cuore (cf. Lc 24,32). Mendicanti di senso, chiamatati a percorrere un lungo cammino di ricerca e di discernimento insieme a uomini e donne del nostro tempo, dobbiamo farlo accompagnati dalla Parola, poiché solo così la vita consacrata sarà proposta alternativa e di frontiera come lo è stata la vita dei nostri Fondatori/Fondatrici. Il nostro futuro, come il futuro della vita cristiana, consiste nel lasciarci formare e modellare dalla Parola. Grazie a Dio, sono sempre di più i consacrati, insieme a tanti credenti, che trovano «giocondità e letizia nelle santissime parole […] e, mediante queste, conducono gli uomini all’amore di Dio con gaudio» (San Francesco, Ammonizione 20). Sono sempre di più tra di noi coloro che, seguendo l’esempio dei cristiani di Berèa, esaminano costantemente le Scritture (cf. At 17,11), sforzandosi di obbedire in tutto alla voce del Figlio di Dio (cf. San Francesco, LOrd 6). La lettura orante della Parola che ha accompagnato la Chiesa e, in maniera particolare, la vita consacrata nella sua storia (cf. IL 38), sta acquistando sempre più spazio nei consacrati, dato che sono sempre di più coloro che stanno scoprendo la Parola di Dio come elemento indispensabile per l’incontro personale con Cristo, per la crescita nella fede di quanti si dicono discepoli e missionari del Verbo del Padre, e per raggiungere la «sublimità della conoscenza di Gesù Cristo» (Fil 3,8). Ad ogni modo, noi consacrati siamo chiamati ad aprire sempre più spazi personali e comunitari alla Parola, a fare della Parola alimento nelle 388 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 nostre vite, viatico nel nostro cammino, stimolo principale per la conversione, forza per la missione, guida per un retto discernimento sapienziale della realtà che stiamo vivendo e delle decisioni per il futuro che siamo chiamati a prendere. D’altra parte, dato che «è necessario che i fedeli abbiano largo accesso alla sacra Scrittura» (DV 22), la vita consacrata è chiamata a promuovere «scuole di preghiera, di spiritualità e di lettura orante delle Scritture» (IL 52), e, allo stesso tempo, a collaborare alla traduzione della Bibbia nelle diverse lingue. Sarà un grande sostegno all’evangelizzazione, ragione d’essere della Chiesa. Così comprese il Servo di Dio, Fr. Gabriele Maria Allegra, OFM, considerato il “san Girolamo della Cina”, che realizzò la prima traduzione completa della Sacra Scrittura in cinese, mosso, come egli stesso confessa, dall’ardente desiderio di rendere possibile al popolo cinese la comprensione della Sacra Scrittura, «la lettera che Dio scrisse al suo popolo». Che questo Sinodo, assieme a Maria, Madre e Serva della Parola, «vergine fatta Chiesa» (San Francesco, SalV), aiuti il popolo di Dio a scoprire la bellezza della Parola, in modo che, custodendola nel proprio cuore, sia sua gioia e letizia. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale [Cfr. L’Osservatore Romano, 15 ottobre 2008, p. 7] 3. Intervento nel corso della decima congregazione generale Città del Vaticano, Aula del Sinodo, 11.10.2008 LETTURA FRANCESCANA DELLA BIBBIA [...] Nella storia incontriamo molti uomini e donne che hanno letto la Sacra Scrittura in un modo che li ha portati ad un totale riorientamento della vita, al cambiamento del modo di pensare e di agire, oppure almeno ad una nuova ragione da dare alla propria posizione di fede. La storia della Chiesa viene continuamente caratterizzata dal ritorno ad un radicalismo esistenziale della Scrittura. La santità di molti cristiani è una conseguenza della sincera e spesso radicale risposta alla chiamata della Parola di Dio. Verificare il modo della lettura della Scrittura dei Santi ci può condurre alla scoperta dei modi della lettura della Sacra Scrittura che anche se non sono del tutto nuovi, sono stati un po’ dimenticati. Come esempio straordinario e nello stesso tempo esemplare ci può servire la lettura francescana della Bibbia che senza dubbio si presenta sorprendente, se la guardiamo dal punto di vista degli odierni criteri scientifici d’interpretazione e dal punto di vista dei frutti della fede che questa lettura ha portato. Uno dei segni caratteristici di questa lettura è stato il principio sine glossa. Si trattava dell’accoglienza della Parola di Dio così, come è scritta nella Sacra Scrittura. Secondo san Francesco la verità Divina non è oggettivizzata nelle parole e nelle frasi della Bibbia, non sta sempre a disposizione come una risposta pronta da darsi a tutti i problemi. Si può scoprire soltanto nel contesto intero e personale, non si concentra sulla materia del testo, ma sull’agire di Dio. L’esegesi di san Francesco porta a riconoscere il carattere sacramentale della Parola di Dio. I punti sopra indicati sono soltanto un’illustrazione di come dai Santi si possono trovare le prospettive ermeneutiche di una tale lettura della Scrittura che porta al radicalismo della fede. Così, allora, come possiamo trovare un certo principio ermeneutico in san Francesco, è utile e forse necessario cercare di scoprirlo anche nella vita di altri Santi, della ricchezza dei quali la Chiesa abbonda. MONS. STANISLAV ZVOLENSKÝ Arcivescovo di Bratislava (Slovacchia) [L’Osservatore Romano, 13-14 ottobre 2008, p. 11] EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 2. Epistula apostolica Benedicti XVI DCC annis elapsis ab obitu beati Ioannis Duns Scoti ALLA SCUOLA DI DUNS SCOTO PER RISCOPRIRE L’ARMONIA TRA LA FEDE E LA RAGIONE Venerabili Fratri IOACHIMO S.R.E. CARDINALI MEISNER Archiepiscopo Coloniensi, cunctisque ex toto orbe terrarum participibus congressus scientifici internationalis DCC annis elapsis ab obitu beati Ioannis Duns Scoti Laetare, Colonia urbs, quae doctissimum ac pientissimum virum Ioannem Duns Scotum intra tua moenia quondam recepisti, qui die VIII mensis Novembris anno MCCCVIII e vivis discessit et ad caelestem patriam est profectus, eiusque magna admiratione ac veneratione sacras servas exuvias. Quem porro Venerabiles Servi Dei Paulus VI et Ioannes Paulus II, Decessores Nostri, amplissimis verbis, exaltarunt, illum Nos quoque nunc merita laude circumdare volumus eiusque patrocinia invocare. Iure quidem meritoque septimum nunc ab eius pio transitu centenarium celebratur. Ac dum hac felici occasione in diversis mundi partibus in honorem beati Ioannis Duns Scoti acroases integraque opera publici iuris fiunt necnon conventus aguntur, inter quos sollemnis paratur ille Coloniensis, qui diebus V-IX proximi mensis Novembris evolvetur, muneris Nostri officium esse putamus hoc in ambitu quaedam dicere de tam eximio viro, qui bene meritus est de doctrina Ecclesiae et de scientia hominum amplianda. Ipse enim, pietatem cum intellectuali investigatione coniungens, iuxta illam suam precem: «Primum rerum Principium mihi ea credere, sapere ac proferre concedat, quae ipsius placeant maiestati et ad eius contemplationem elevent mentes nostras»1, subtilissimo ingenio arcana veritatis tam naturalis quam revelatae ita profunde pene- 389 travit ac exinde talis generis doctrinam deprompsit, ut “Doctor Ordinis“, “Doctor Subtilis“ et “Doctor Marianus“ appellatus sit ac dux Scholae Franciscanae necnon lux et exemplar totius populi christiani evaserit. Animos itaque doctorum virorum et omnium credentium ac non credentium convertere desideramus ad viam ac rationem quam Scotus secutus est in statuenda concordia inter fidem et rationem, in definienda tali modo natura theologiae, ut iugiter extulerit actionem, operationem, praxim, amorem, potius quam pura speculationem; quo in opere exsequendo ductus fuit Magisterio Ecclesiae ac sano sensu critico circa incrementum notitiae veritatis, atque persuasum sibi habebat scientiam tantum valere quantum ipsa in praxim deduceretur. In fide catholica confirmatus, veritates fidei lumine naturalis rationis conatus est intellegere, illustrare et defendere. Quapropter nihil reliqui fecit quominus veritates omnes, et naturales et supernaturales, quae ex uno eodemque Fonte promanant, in consonantiam deduceret. Prope Sacram Scripturam divinitus inspiratam, Ecclesiae auctoritas ponitur. Ipse videtur sequi sancti Augustini effatum: «Evangelio non crederem, nisi Ecclesiae credidissem»2. Nam auctoritatem supremam Successoris beati Petri Doctor noster in peculiarem lucem haud raro ponit. Secundum sententiam eius «licet Papa non possit dispensare contra ius naturae vel divinum (quia sua potestas est utroque illo iure inferior), tamem cum sit Successor Petri, Principis Apostolorum, habet eandem potestatem quam et Petrus»3. Itaque Ecclesia Catholica, quae tamquam Caput invisibile habet ipsum Christum, qui in beato Petro ac Successoribus eius suos Vicarios reliquit, a Spiritu veritatis directa, est authenticus custos depositi revelati et regula fidei. Ecclesia est firmum et stabile criterium canonicitatis Sacrae Scripturae. Ipsa enim «decrevit qui sunt libri habendi in auctoritatem in canone Bibliae»4. Alibi respondet quod «eo Spiritu expositae sunt Scripturae, quo conditae, et ita sup- 390 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 ponendum est quod Ecclesia catholica eo Spiritu exposuit quo tradita est nobis fides, Spiritu scilicet veritatis edocta»5. Postquam ex ratione theologica variis argumentis probaverat ipsum factum praeservationis Beatae Virginis Mariae a peccato originali, omnino paratus erat hanc sententiam reicere, si constaret quod repugnaret auctoritati Ecclesiae, dicendo: «Si auctoritati Ecclesiae vel auctoritati Scripturae non repugnet, videtur probabile, quod excellentius est, attribuere Mariae»6. Primatus voluntatis in lucem ponit Deum ante omnia esse caritatem. Hanc caritatem hunc amorem, Duns Scotus prae oculis habet cum theologiam vult reducere ad unum habitum, ad theologiam practicam. Ad eius menten, cum Deus sit «formaliter dilectio et formaliter caritas»7, bonitatis suae et amoris radios liberalissime communicat extra se8. Revera, ex amore Deus «elegit nos ante mundi constitutionem, ut essemus sancti et immaculati in conspectu eius in caritate, qui praedestinavit nos in adoptionem filiorum per Iesum Christum in ipsum» (Eph 1,3-4). Tamquam fidelis assecla sancti Francisci Assisiensis, beatus Ioannes assidue contemplatus est et praedicavit Filii Dei incarnationem et passionem salvificam. At caritas seu amor Christi ostenditur peculiari modo non solum in Calvariae loco, sed etiam in sanctissimo Eucharistiae sacramento, absque quo «periret omnis devotio in Ecclesia, nec exhiberetur actus latriae Deo nisi propter reverentiam huius»9. Porro, hoc sacrametum est sacramentum unitatis et amoris, quo inducimur ut amemus ad invicem, et ut amemus Deum tamquam bonum commune et condiligendum ab aliis. Et quemadmodum hic amor, haec caritas, fuit initium omnium, ita etiam in amore, in caritate tantum erit nostra beatitudo: «volitio sive dilectio est simpliciter vita aeterna, beata et perfecta»10. Cum vero Nos ab initio officii Nostri caritatem ante omnia praedicavimus, quae Deus ipse est, laetanter cernimus huius Beati doctrinam singularem locum huic praebere veritati, eandemque nostris temporibus censemus maxime pervestigandam et docendam. Quapropter perlibenter obsecundantes precibus Venerabilis Fratris Nostri Ioachimi S.R.E. Cardinalis Meisner, Archiepiscopi Coloniensis, damus hanc Epistulam Apotolicam qua beatum Ioannem Duns Scotum cupimus honorare eiusque Nobis caelestem intercessionem efflagitare. Denique iis, qui quolibet modo in hoc internationali congressu aliisve de hoc S. Francisci eximio filio inceptis promovendis intersunt, Apostolicam Nostram Benedictionem imo ex corde elargimur Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die XXVIII mensis Octobris, anno MMVIII, Pontificatus Nostri quarto. BENEDICTUS XVI [L’Osservatore Romano, 24 dicembre 2008, p. 8] 1 DUNS SCOTUS, Tractatus de primo Principio, c. 1 (ed. MULLER M., Friburgi Brisgoviae, 1941, 1). 2 IDEM, Ordinatio I d. 5 n. 26 (ed. Vat. IV 24-25). 3 IDEM, Rep. IV d. 33 q. 2, n. 19 (ed. VIVES XXIV 439 a). 4 IDEM, Ordinatio I d. 5, n. 26 (ed. Vat. IV 25). 5 IBID., IV d. 11, q. 3, n. 15 (ed. VIVES XVII 376 a). 6 IBID., III d. 3, n. 34 (ed. Vat. IX 181). 7 IBID., I d. 17, n. 173 (ed. Vat. V 221-222). 8 Cfr. IDEM, Tarctatus de primo Principio, c. 4 (ed. MULLER M., 127). 9 IDEM, Rep. IV d. 8, q. 1, n. 3 (ed. VIVES XXIV 9-10). 10 IBID., IV d. 49, q. 2, n. 21 (ed. VIVES XXIV 630 a). 3. Discorso di Benedetto XVI ai partecipanti alla plenaria della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica Città del Vaticano, Sala Clementina, 20.11.2008 LA VITA MONASTICA INSEGNA A CERCARE DIO Signori Cardinali, venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio, cari fratelli e sorelle! Con gioia vi incontro in occasione della Plenaria della Congregazione per gli Istitu- EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS ti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, che celebra i suoi cento anni di vita e di attività. È passato infatti un secolo da quando il mio venerato predecessore San Pio X, con la Costituzione apostolica Sapienti Consilio,del 29 giugno 1908, rese autonomo il vostro Dicastero come Congregatio negotiis religiosorum sodalium praeposita, denominazione successivamente modificata più volte. Per ricordare questo evento avete programmato, il 22 novembre prossimo, un Congresso dal significativo titolo “Cento anni al servizio della vita consacrata”; auguro perciò pieno successo all’opportuna iniziativa. L’odierno incontro è per me occasione quanto mai propizia per salutare e ringraziare tutti coloro che lavorano nel vostro Dicastero. Saluto in primo luogo, il Prefetto, Cardinale Franc Rodé, a cui sono grato anche per essersi fatto interprete dei comuni sentimenti. Insieme con lui saluto i Membri del Dicastero, il Segretario, i Sotto-Segretari e gli altri Officiali che, con mansioni diverse, prestano il loro quotidiano servizio con competenza e sapienza, per “promuovere e regolare” la pratica dei consigli evangelici nelle varie forme di vita consacrata, come anche l’attività delle Società di vita apostolica (cfr Cost. ap. Pastor bonus, n. 105). I consacrati costituiscono una eletta porzione del Popolo di Dio: sostenerne e custodirne la fedeltà alla divina chiamata, carissimi fratelli e sorelle, è il fondamentale impegno che svolgete secondo modalità ormai ben collaudate grazie all’esperienza accumulata in questi cento anni di attività. Questo servizio della Congregazione è stato ancor più assiduo nei decenni successivi al Concilio Vaticano II, che hanno visto lo sforzo di rinnovamento, sia nella vita che nella legislazione, di tutti gli Istituti religiosi e secolari e delle Società di vita apostolica. Mentre, pertanto, mi unisco a voi nel rendere grazie a Dio, datore di ogni bene, per i buoni frutti prodotti in questi anni dal vostro Dicastero, ricordo con pensiero riconoscente tutti coloro che nel corso di questo secolo di attività hanno profuso le loro energie a beneficio dei consacrati e delle consacrate. 391 La Plenaria della vostra Congregazione ha focalizzato quest’anno la sua attenzione su un tema che mi è particolarmente caro: il monachesimo, forma vitae che si è sempre ispirata alla Chiesa nascente, generata dalla Pentecoste (cfr At 2,42-47; 4,32-35). Dalle conclusioni dei vostri lavori, incentrati specialmente sulla vita monastica femminile, potranno scaturire indicazioni utili a quanti, monaci e monache, “cercano Dio”, realizzando questa loro vocazione per il bene di tutta la Chiesa. Anche recentemente (cfr Discorso al mondo della cultura, Parigi, 12 settembre 2008) ho voluto evidenziare l’esemplarità della vita monastica nella storia, sottolineando come il suo scopo sia semplice ed insieme essenziale: quaerere Deum, cercare Dio e cercarlo attraverso Gesù Cristo che lo ha rivelato (cfr Gv 1,18), cercarlo fissando lo sguardo sulle realtà invisibili che sono eterne (cfr 2Cor 4,18), nell’attesa della manifestazione gloriosa del Salvatore (cfr Tt 2,13). Christo omnino nihil praeponere (cfr RB 72,11; Agostino, Enarr. in Ps. 29,9; Cipriano, Ad Fort 4). Questa espressione, che la Regola di san Benedetto riprende dalla tradizione precedente, esprime bene il tesoro prezioso della vita monastica praticata fino ad oggi sia nell’occidente che nell’oriente cristiano. E’ un invito pressante a plasmare la vita monastica fino a renderla memoria evangelica della Chiesa e, quando è autenticamente vissuta, “esemplarità di vita battesimale” (cfr Giovanni Paolo II, Orientale lumen 9). In virtù del primato assoluto riservato a Cristo, i monasteri sono chiamati a essere luoghi in cui si fa spazio alla celebrazione della gloria di Dio, si adora e si canta la misteriosa ma reale presenza divina nel mondo, si cerca di vivere il comandamento nuovo dell’amore e del servizio reciproco, preparando così la finale “manifestazione dei figli di Dio” (Rm 8,19). Quando i monaci vivono il Vangelo in modo radicale, quando coloro che sono dediti alla vita integralmente contemplativa coltivano in profondità l’unione sponsale con Cristo, su cui si è ampiamente soffermata l’Istruzione di codesta Congregazione “Verbi Sponsa” (13.V.1999), il monachesimo può costituire 392 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 per tutte le forme di vita religiosa e di consacrazione una memoria di ciò che è essenziale e ha il primato in ogni vita battesimale: cercare Cristo e nulla anteporre al suo amore. La via additata da Dio per questa ricerca e per questo amore è la sua stessa Parola, che nei libri delle Sacre Scritture si offre con dovizia alla riflessione degli uomini. Desiderio di Dio e amore per la sua Parola si alimentano pertanto reciprocamente e generano nella vita monastica l’esigenza insopprimibile dell’opus Dei, dello studium orationis e della lectio divina, che è ascolto della Parola di Dio, accompagnata dalle grandi voci della tradizione dei Padri e dei Santi, e poi preghiera orientata e sostenuta da questa Parola. La recente Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi, celebrata a Roma il mese scorso sul tema: La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, rinnovando l’appello a tutti i cristiani a radicare la loro esistenza nell’ascolto della Parola di Dio contenuta nelle Sacre Scritture, ha invitato specialmente le comunità religiose e ogni uomo e donna consacrati a fare della Parola di Dio il cibo quotidiano, in particolare attraverso la pratica della lectio divina (cfr Elenchus praepositionum n. 4). Cari fratelli e sorelle, chi entra in mona- stero vi cerca un’oasi spirituale dove apprendere a vivere da veri discepoli di Gesù in serena e perseverante comunione fraterna, accogliendo pure eventuali ospiti come Cristo stesso (cfr RB 53,1). È questa la testimonianza che la Chiesa chiede al monachesimo anche in questo nostro tempo. Invochiamo Maria, la Madre del Signore, la “donna dell’ascolto”, che nulla antepose all’amore del Figlio di Dio da lei nato, perché aiuti le comunità di vita consacrata e specialmente quelle monastiche ed essere fedeli alla loro vocazione e missione. Possano i monasteri essere sempre più oasi di vita ascetica, dove si avverte il fascino dell’unione sponsale con Cristo e dove la scelta dell’Assoluto di Dio è avvolta da un costante clima di silenzio e di contemplazione. Mentre per questo assicuro la mia preghiera, di cuore imparto la Benedizione Apostolica a tutti voi che partecipate alla Plenaria, a quanti operano nel vostro Dicastero e ai membri dei vari Istituti di vita consacrata, specialmente a quelli di vita integralmente contemplativa. Il Signore effonda su ciascuno l’abbondanza delle sue consolazioni. BENEDETTO XVI [L’Osservatore Romano, 21 novembre 2008, p. 1] EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 1. Homilía en la conclusión del 2º Encuentro con los Responsables de los Vicariatos, Prefecturas y Pelaturas Roma, 06.09.2008 EL ESPÍRITU DEL SEÑOR ESTÁ SOBRE MI... Estimados hermanos: ¡El Señor os dé la paz! Hemos llegado al final de este II Encuentro del Ministro y el Definitorio General con los Responsables de los Vicariatos, Prefecturas y Prelaturas que la Santa Sede ha confiado a nuestra Orden. Han sido días de profunda comunión y de serena reflexión entre nosotros. Por esto, damos gracias al Señor. Junto a este agradecimiento a Aquel del que viene el bien, todo el bien, vaya también mi agradecimiento a todos vosotros, estimados hermanos Obispos y Ministros por vuestra presencia en este II Encuentro. Gratitud particular, a vosotros y a todos los hermanos que trabajan es estas jurisdicciones, por el valioso servicio que hacéis a favor de la “iglesia pobre” de medios y personas, pero rica de valores evangélicos. La vuestra, queridos hermanos, es una verdadera misión; los lugares en los que trabajáis son verdaderos territorios misioneros de la Orden, porque son “claustros olvidados” y lugares de frontera y marginalidad. Llamados a ser menores entre los menores de la tierra, no podemos sino considerar los Vicariatos, Prefecturas y Prelaturas, como verdaderos lugares de misión para nosotros los franciscanos. El Evangelio, que se ha proclamado, nos coloca dentro de la perspectiva de la misión: “El Espíritu del Señor está sobre mí, porque me ha ungido para anunciar a los pobres la Buena Nueva, me ha enviado a proclamar la liberación a los cautivos y la vista a los ciegos, para dar la libertad a los oprimidos y proclamar un año de gracia del Señor” (Lc 4,18). Señalemos algunas particularidades del texto proclamado: – Con respecto a Juan el Bautista, Jesús no permanece en el desierto, sino que vuelve entre los que él mismo había salido: gente identificada como pobre, prisionera, ciega y oprimida; y que tienen necesidad de liberación, de volver a ver..., tiene necesidad de la Buena Noticia que es Jesús mismo. Éstos serán los destinatarios privilegiados de la predicación de Jesús. – Otra cosa interesante: Jesús no vuelve a su ciudad por propia iniciativa, sino impulsado por la fuerza del Espíritu (cf. Lc 4, 14). Una fuerza que hará que su autoridad sea totalmente distinta a la de los fariseos y escribas. – Posteriormente, Jesús se manifiesta como Aquel que da cumplimiento a las Escrituras. Él no explica sólo las Escrituras, esto lo hacía también los doctores de la ley, sino que las actualiza. No la adapta sólo a la exigencias de su tiempo, como hacían tantos maestros de entonces o de hoy, sino que la hace actual, esto es: traduce en acción aquello que la Palabra dice. – Finalmente notamos que esta palabra en el Evangelio de Lucas viene anunciada en la sinagoga (al pueblo elegido), por las calles (misión itinerante) y en las casas (a la Iglesia naciente). Con esto, el tercer evangelista quiere decir que la Palabra debe alcanzar al hombre en cualquier circunstancia en la que se encuentre. Desde aquí encontramos, queridos hermanos, sugerencias bien precisas para nuestra misión-evangelización. Antes que nada con respecto a los destinatarios privilegiados de nuestra misión y evangelización. Estos son, como en el caso de Jesús, los pobres, los afligidos, los prisioneros, los ciegos, esto es: todos aquellos que tienen necesidad de una palabra de ánimo, de es- 394 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 peranza, que ilumine su vida y les dé sentido. Y de aquí una primera exigencia: en las circunstancias concretas que vivimos, nos toca a nosotros, guiados por el Espíritu Santo, de la mano de la Palabra, y atentos a los signos de los tiempos y de los lugares, discernir los rostros concretos de las personas necesitadas de la luz del Evangelio. El Evangelio, destinado a todos sin excepción ninguna, encuentra en los leprosos de todo tiempo, también del nuestro, sus destinatarios privilegiados. Ellos son los rostros crucificados de Cristo crucificado, los verdaderos hambrientos de justicia, de liberación, de redención, de Evangelio. Esta misión supera nuestras fuerzas. Pero aquello que humanamente es imposible, no lo es si nos dejamos mover por la fuerza del Espíritu. Es la apertura incondicional al Espíritu la que nos posibilita ir entre los pobres y los últimos y que, como en la vida de Francisco, hará que aquello que nos parezca amargo se transforme en dulzura del alma (cf. Test 2). Es el Espíritu del Señor el que nos dará la “parresia”, uno de los siete dones, la fuerza y el coraje, para ser sus testigos hasta los confines de la tierra, particularmente entre los últimos. De esta forma, ir entre ellos no será una simple opción sociológica, por importante que ésta sea, sino una verdadera opción evangélica, que es la que da sentido pleno a nuestra vida y misión. En otras palabras, no somos nosotros los que hemos escogido ir entre los pobres y los excluidos, sino que es el Espíritu del Señor el que nos empuja a ir entre ellos. Es el Espíritu el que pone en armonía a nuestros corazones con el corazón de Cristo y nos impulsa a amar a la humanidad como él la amó, cuando se puso a lavar los pies a sus discípulos, y sobre todo, cuando entregó su vida por nuestra salvación. Es el Espíritu el que se hace el encontradizo con nosotros y nos lleva a opciones que serían imposibles para nuestra humana fragilidad y por nuestros miedos. Es Él el que nos da la fuerza para hacer estas opciones. Pero, ¿dónde ir? Como Jesús, también nosotros debemos ir donde se encuentra el hombre. El que se abre al Espíritu que sopla donde quiere y cuando quiere, el Espíritu mismo lo conducirá fuera de sí mismo y al encuentro con el otro, sea cristiano o no. Un franciscano es siempre uno que atraviesa cualquier frontera para anunciar la Buena Noticia como Jesús: en las iglesias, en las plazas y por las calles, y en las casas. Lo que cuenta es el hombre. Finalmente, en Jesús se cumplen las Escrituras, como se cumplen en todos aquellos que escuchan la Palabra con corazón dócil y libre. La escucha de la Palabra, la obediencia a la Palabra, no hace contemporáneos de la misma Palabra. La escucha de la Palabra, la obediencia a la Palabra, nos ofrecen la posibilidad de ser “lugares” en los que la Palabra encuentra su cumplimiento. La escucha de la Palabra, la obediencia a la Palabra, no hace contemporáneos del “hoy” de Dios, y, en este modo, nos convierte en personas con autoridad para anunciar la Buena Noticia. Sólo el discípulo puede ser misionero. Cada uno de nosotros está llamado a dar un “hoy” al texto antiguo, recordando que nuestra capacidad para ser profetas está estrechamente unida a la escucha de la Palabra, a la obediencia a la Palabra, a la “sumisión” a la Palabra. Si somos llamados a ser profetas (y esta es nuestra vocación y misión en la iglesia y en el mundo), nos debemos recordar a nosotros mismos que profeta no es, solamente, aquel que hace signos, sino, sobre todo, aquel que llega a ser él mismo signo. Obedientes a la Palabra, somos llamados a ser signos. Y en la escucha de la Palabra será ella misma la que nos indicará las prioridades bien precisas en nuestra vida y misión. Estamos llamados a ser mendicantes de sentido de la mano de la Palabra. Y así, la sed saciada en las fuentes de la Palabra, serán mensaje, como en el caso de la Samaritana. Volvamos, estimados hermanos, al Evangelio y nuestra vida tendrá la poesía, la belleza y el encanto de los orígenes... Liberemos al Evangelio y el Evangelio nos liberará a nosotros. Hermanos: – Movidos por el Espíritu, como Jesús, vayamos hermanos entre los hombres y las mujeres de hoy, anunciándoles, con la vida y la palabra, la Buena Noticia que es liberación para cuantos sufren to- EX ACTIS MINISTRI GENERALIS – – – – – do tipo de esclavitud, luz que permanece en la oscuridad, vida para quien está muerto. De la mano de la Palabra vayamos al espacioso claustro del mundo, como menores entre los menores de la tierra, y alargando el espacio de nuestra tienda (cf. Is 54,2), hagamos nuestras las alegrías y tristezas de los más pobres y de cuantos sufren. Acogiendo al Espíritu, que nos empuja a “nacer de nuevo” (Jn 3,3), con la voluntad de no domesticar las palabras proféticas del Evangelio para adaptarla a un estilo cómodo de vida, hagamos brotar una nueva época cimentada sobre la justicia, el amor y la paz. Volviendo a lo esencial de nuestra espiritualidad franciscana nutramos desde dentro, con la oferta liberadora del Evangelio, a este mundo fragmentado, desigual y hambriento de sentido, como hicieron en su tiempo Francisco y Clara. Mantengámonos siempre en camino, porque es en el camino como mejor podremos comprender nuestra vocación y las exigencias de nuestra misión, recordando que nada nos pertenece, todo es un bien recibido, llamado a ser compartido y restituido. Esto nos llevará a donar la Buena Noticia y entregarnos a los otros gratuitamente. Conscientes de encontrarnos inmersos en un cambio de época, volvamos al centro de nuestra misión –viviendo la prioridad del espíritu de oración y devoción, la comunión de vida en fraternidad, y la minoridad, pobreza y solidaridad-, en discernimiento constante sobre nuestra vida y misión, tengamos el coraje de iniciar caminos inéditos de presencia y testimonio. Pongámonos en camino, hermanos, y que el Señor esté siempre con nosotros; que María, madre y maestra de todo discípulo y misionero nos acompañe por los caminos del mundo. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro general 395 2. Omelia nella veglia di preghiera con i giovani Santuario della Verna, 16.09.2008 L’AMORE SIA LA VOSTRA PIÙ GRANDE RICCHEZZA Cari giovani, è per me una gioia ritrovarci anche quest’anno a vegliare e pregare insieme, mentre celebriamo il grande dono dell’impressione delle stigmate, che il nostro fratello Francesco, ricevette su questo santo monte della Verna ottocento anni fa. Mi chiedevo, durante il viaggio verso la Verna, come mai la polvere dei secoli non ha sepolto il ricordo di questo avvenimento, così come, invece, ne ha cancellati tanti altri. Perché a otto secoli di distanza veniamo ancora in questo luogo? Cosa, o meglio, chi veniamo a cercare? La risposta a questa domanda, ancora una volta, ci aiuta a trovarla proprio san Francesco. Come ci raccontano i suoi primi biografi, il Santo alternava periodi in cui con i suoi fratelli annunciava il Vangelo e serviva i più poveri, a periodi di assoluto isolamento durante i quali si ritirava in luoghi solitari per dedicarsi solo a Dio. Fin dai primi tempi della sua conversione si inoltrava nelle selve, andava sulle isole deserte, amava le chiese abbandonate, scalava i monti, per cercare nella solitudine la compagnia di Dio. È in questi luoghi lontani dal chiasso della vita di tutti i giorni – come ci racconta san Bonaventura – che Francesco rientrava in se stesso come in un santuario, e lì si incontrava con Dio, mettendosi a nudo di fronte a Lui, supplicandolo come un Padre, dialogando con Lui, come con l’Amico più caro. In questo santuario interiore Francesco gemeva per i peccatori, piangeva per la passione di Cristo ed era talmente ricolmo di beatitudine da alzarsi con il corpo da terra. Ma era soprattutto in questi momenti che Dio si faceva conoscere al cuore di Francesco, svelandogli i suoi misteri (cf. LegM 10,4). Se siamo qui questa notte, cari fratelli e sorelle, è per questo stesso desiderio di Dio che ciascuno di noi porta nel profondo del suo cuore. Come Francesco, anche noi, vo- 396 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 gliamo incontrarci con Lui, vogliamo che si faccia vicino al nostro cuore, desideriamo entrare in quella stessa intimità che Francesco continuamente ricercava. È lo stesso Spirito Santo, che vive in noi, a spingerci a questo incontro, è Lui che ci anima ad andare al Padre e che, con gemiti inesprimibili, continuamente intercede per noi. Allora, in questa notte, facciamo silenzio, fuori e dentro di noi, e ascoltiamo questa voce che è in noi e ci chiama, come un tempo chiamò Abramo, verso la nostra vera dimora, la nostra terra, la nostra origine: il nostro Signore e Creatore. Conosceremo, allora, anche noi, come Francesco qui alla Verna, i misteri di Dio: l’ampiezza dei suoi benefici, l’estensione delle sue promesse, la sublimità della sua maestà e la profondità dei suoi giudizi (cf. Pater 3). Qui Francesco si è così profondamente unito a Dio, da ricevere nella sua carne gli stessi segni dell’amore di Dio per l’umanità, quelle sante piaghe che ci hanno resi nuovamente suoi figli. Francesco è stato totalmente sopraffatto da questo amore e, come racconta Tommaso da Celano: «era invaso da viva gioia e sovrabbondante letizia per lo sguardo bellissimo e dolce con il quale il Serafino lo guardava, di una bellezza inimmaginabile; ma era contemporaneamente atterrito nel vederlo confitto in croce nell’acerbo dolore della passione» (1Cel 94). Come Francesco lasciamoci catturare dallo sguardo traboccante d’amore che Dio ci rivolge e lasciamo che il nostro cuore si strugga, perché ci ha amati a tal punto, da accogliere per noi una così grande sofferenza. Questo è il mistero che Dio ha rivelato e continua a rivelarci: il suo amore senza confini per l’uomo, che in Gesù Cristo si è incarnato, ha patito ed è stato glorificato. Lasciamoci afferrare e plasmare da questo amore. Frate Francesco seguì le orme del Signore nostro Gesù Cristo e lo imitò in tutto fino al punto di meritare di somigliare a lui anche nella carne, portando il sigillo delle stigmate nella carne ed essere per questo chiamato alter Christus. Chiediamo a lui, in questa veglia, di essere nostra guida nel viaggio all’incontro con il Signore Gesù. Allora anche il nostro cuore sarà trasformato. Quando scenderemo da questo santo monte, anche se nella nostra carne non ci saranno i segni della passione, avremo certamente imparato un po’ di più ad amarci e a stimarci con affetto fraterno, a rallegrarci con quelli che sono nella gioia e a piangere con chi è nel pianto. Sapremo essere un po’ più lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera e solleciti verso le necessità dei fratelli. In una parola conosceremo un po’ di più cosa vuol dire amare con sincerità (cf. Rom 12,9-13). Cari ragazzi e ragazze, portate questo amore là dove vivete, in famiglia, al lavoro o a scuola, tra gli amici. Portatelo con semplicità e sia questa la vostra più grande ricchezza. Il mondo ha sete di questo amore. Donatelo con abbondanza e con l’entusiasmo di cui voi giovani siete capaci. Non renderete più bella solo la vita di coloro ai quali l’offrite, ma anche la vostra troverà un senso più pieno. Certo, ci saranno dei giorni in cui potrà sembrarvi che questa via è difficile, da perdenti, che chi vuole avere successo deve servirsi di altri mezzi. Come ricordava il Santo Padre nell’Angelus, a chiusura della Giornata Mondiale della Gioventù, le fiabe terminano con la frase “e da quel giorno vissero tutti felici e contenti”. Sappiamo bene che nella vita reale non è così. In quei giorni ricordatevi di tornare, anche solo con la mente e con il cuore, su questo monte per ritrovare la verità di questo incontro, per prendere nuova forza e ripartire da qui con audacia sulla strada che avete intrapreso, perché forte è Colui nel quale avete riposto la vostra fiducia e la vostra speranza. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CRABALLO, OFM Ministro generale 3. Omelia nella festa delle Stimmate di san Francesco Santuario della Verna, 17.09.2008 PORTO LE STIMMATE DI GESÙ NEL MIO CORPO «Io porto le Stimmate di Gesù nel mio corpo». Questa espressione dell’Apostolo ci introduce nel mistero che ha segnato in EX ACTIS MINISTRI GENERALIS modo singolare l’esperienza di Francesco: un evento-mistero che si è compiuto su questo monte della Verna e che noi volentieri, con commozione e devozione, ricordiamo e celebriamo. Il Mistero celebrato non è nuovo. È quello di Cristo che per amore ha dato se stesso per noi nella sua passione, morte e risurrezione. Nuovo invece è l’approccio, l’evento, che ci introduce in questo mistero di amore sofferto e smisurato: le Stimmate di san Francesco. L’esperienza ineffabile e unica delle Stimmate, avvenuta due anni prima della morte, rappresenta per Francesco il culmine del suo cammino spirituale ed evangelico, un cammino che lo ha portato ad immedesimarsi perfettamente con Cristo. Lo attesta Chiara quando dice: il beatissimo padre nostro Francesco, di lui [Cristo] vero amante e imitatore (TestsC 5). In questo senso, «il sigillo di Cristo» impresso nel suo corpo è continuità e conseguenza del vissuto di Francesco. Egli infatti, con i segni della Passione, penetra ancor più profondamente i misteri dell’«Amore non amato», ne sperimenta la misericordia, la bontà, la dolcezza, ci racconta i tratti più intimi con cui il Signore si è fatto conoscere a lui personalmente: «Tu sei mansuetudine, Tu sei bellezza, Tu sei sicurezza, …» (LodAl). Così si esprime nelle Lodi di Dio Altissimo, composte proprio qui alla Verna. Le Stimate in Francesco sono dunque continuità del suo processo spirituale di vero amante e imitatore di Cristo, ma sono anche una originale novità nella sua ascesi. Le Stimmate ci mettono in stretto contatto con il suo corpo. Infatti i segni della Passione si imprimono nella carne viva di Francesco e il sigillo del Dio vivente segna quel corpo già tormentato recandogli sofferenza, una sofferenza che è amore: un amore sofferto, appunto, un amore a caro prezzo! Francesco, dopo essersi lasciato lavorare interiormente dall’Artefice di ogni perfezione, qui alla Verna desidera provare ciò che Cristo Gesù ha provato mentre per amore dava la sua vita per l’umanità (FiorCons 3). Non chiede un racconto, non chiede spiegazioni, non chiede nemmeno di capire, ma di provare! Francesco vuole provare. E la ri- 397 sposta che riceve dal Signore è un’esperienza unica. Francesco prova, sente, vive ciò che Cristo ha provato. Non gli basta l’animo e le emozioni, non gli basta il cuore e il sentimento, non gli basta neppure la mente e l’intelletto, ci vuole anche il corpo! Tutto di Francesco, spirito e carne, animo e corpo, anche il suo fisico viene avvolto dal mistero ineffabile dell’amore di Cristo, l’amore provato nella sua Passione e Morte in croce. Davanti al lebbroso Francesco aveva conosciuto il Cristo a partire dal suo vedere, da un suo sguardo rinnovato: ciò che prima alla sola vista gli dava ripugnanza poi si trasforma in dolcezza. A S. Damiano Francesco conosce personalmente il Cristo ascoltando, nell’udire le parole del Crocifisso che gli parla. Alla Verna Francesco chiede di conoscere Cristo in un modo nuovo, non più vedendo, toccando, ascoltando…, bensì provando: «ch’io senta nel cuore mio, quanto è possibile, quello eccessivo amore del quale tu, Figliuolo di Dio, eri acceso a sostenere volentieri tanta passione per noi peccatori» (Ib. ). Le Stimmate, dunque, sono la conoscenza intima e profonda che immedesima a Cristo per conoscere in modo unico, insuperabile: provando; provando ciò che Cristo ha provato. Per questa conoscenza non basta la mente, il cuore, l’anima…, ci vuole tutta la persona: anche il corpo. Molto, tantissimo conosciamo di Francesco attraverso i suoi scritti, le sue biografie e una quantità smisurata di produzione letteraria e artistica. Ma ciò che conosciamo di Francesco attraverso l’esperienza singolare delle Stimmate, nessun scritto o artista o poeta lo potrà trasmettere. Solo un approccio all’intima relazione di Francesco col suo Signore – relazione tuttora custodita in questo luogo santo –, ci consente di balbettare qualcosa. Francesco stesso qui, a proposito dell’impressione delle sacre Stimmate, ci attesta l’insufficienza delle parole e della comunicazione verbale; infatti al Signore confida il desiderio di una condivisione più profonda. «Forte come la morte è l’amore!» (Ct 8,5) Nel mistero delle Stimmate Cristo trasmette la forza irresistibile del suo amore, 398 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 attraverso i segni della morte. Queste ferite, segni della morte, per la potente forza dell’amore diventano segni invincibili di vita. E Francesco ha il privilegio di prendere parte di un mistero tanto grande e sublime. Vediamo allora che in Francesco, l’infinitamente piccolo, si attua il desiderio di Dio Padre che «ha rivelato le cose grandi ai piccoli e le ha fatte conoscere ai semplici». Nel Vangelo oggi proclamato, Gesù esorta: «chi vuol venire dietro a me, prenda la sua croce e mi segua» (Lc 9,23). Guardando Francesco, noi oggi vediamo chiaramente la croce accolta da Francesco per seguire Gesù. In quella croce scolpita nella carne di Francesco, noi contempliamo il compimento e la perfezione della sequela: seguire Cristo è certamente un percorso verso l’amore, ma è sempre e anzitutto un cammino da fare per amore! Da questi tratti della Parola di Dio comprendiamo che l’evento custodito in questo luogo non ci lascia spettatori ed estranei, ma ci riguarda e ci coinvolge. Ci riguarda come discepoli di Cristo. Ci coinvolge con la grazia di un mistero d’amore che non si è esaurita. Francesco ancora si fa tramite di questa grazia per conquistarci al bene, per condurci a Cristo, per farci innamorare. Per queste ragioni, la festa odierna riempie il nostro animo di commozione e di gioia; ma anche ci fa sentire d’aver ancora bisogno di Francesco. Sì, fratello Francesco, abbiamo ancora bisogno di te. Il mondo ha bisogno di te! Abbiamo bisogno di te, di te che insegni che non c’è sapienza, che non può esserci conoscenza di Dio e delle cose di Dio, senza una relazione personale con Cristo. Abbiamo bisogno di te che hai creduto nell’amore, per vincere i segni di morte presenti nel mondo: ai tuoi tempi come oggi. Abbiamo bisogno di te, per riscoprire la dignità e la grandezza del nostro corpo, corpo immagine di Dio, corpo assunto da Cristo, corpo crocifisso per dare vita, vita eterna. Abbiamo bisogno di te, discepolo fedele, tu «il primo dopo l’unico», per confermare ogni giorno il nostro sì a seguire Gesù, povero e umile, e a seguirlo per amore. Abbiamo bisogno di te, fratello Francesco, Stimmatizzato della Verna, per portare tra gli uomini d’oggi segni credibili dell’amore crocifisso, dell’amore non amato, dell’amore che a tutti si dona, dell’amore che converte, che rigenera, che trasforma. Abbiamo bisogno di te, per riportare in ogni creatura il senso dell’esistenza e ritrovare la vocazione di esser lode al Creatore. Abbiamo bisogno di te, frate Francesco, «quale icona di Gesù crocifisso», poiché, come te, abbiamo bisogno di amore, abbiamo bisogno di Cristo. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 4. Lettera del Ministro e del Definitorio generale per la Festa di san Francesco 2008 IL SIGNORE DETTE A ME ... Cari Fratelli, quest’anno vi raggiungiamo nella memoria del Transito del nostro padre e fratello san Francesco, rileggendo con voi il Testamento, compendio della sua vita e vocazione evangelica. In questo testo S. Francesco ripercorre la sua esistenza alla luce dell’iniziativa dell’Altissimo. Vi riconosciamo la forma carismatica del nostro cammino personale e comunitario di sequela da vivere oggi, nel confronto vitale e critico con il nostro tempo. In questa lettera, l’ultima del nostro servizio di Definitorio generale, concludiamo il cammino che ci ha fatto ripercorrere le priorità dell’Ordine con la formazione permanente e iniziale del Frate Minore, discepolo che segue i passi del suo Signore e Maestro, sedotto dalla sua persona e dalla sua parola. È il percorso continuo di formazione che ci riguarda tutti nelle diverse età e situazioni di vita, come è richiamato dal nuovo Documento sulla Formazione Permanente, appena promulgato. È evidente l’importanza vitale di questo ambito per il nostro presente e, quindi, per il futuro della nostra vita. EX ACTIS MINISTRI GENERALIS Aspiriamo a ravvivare nel nostro tempo il fascino che la persona di Gesù Cristo e la vita di Francesco e dei Frati hanno esercitato su noi tutti. Senza quest’attrazione profonda, che muove e educa i nostri desideri, oggi così mutevoli, siamo consapevoli che non c’è proposta valida di formazione. Senza la custodia quotidiana dell’amicizia personale con il Signore, ogni percorso formativo cadrà nell’abitudine e nella disillusione. Ripercorriamo allora insieme i tratti che troviamo nel Testamento. Il Signore dette a me, frate Francesco, d’incominciare a fare penitenza San Francesco ci racconta la storia di un amore di predilezione che lo ha sedotto e affascinato: prima d’ogni suo progetto c’è stato un evento inatteso e sorprendente, che ha rimesso in gioco la sua vita. La sua e la nostra vocazione affonda le radici nel mistero di un amore che ci precede e ci accompagna, tanto da conquistarci e commuoverci ancora, fin dentro quell’opacità che il susseguirsi dei giorni, non sempre facili e lineari, ha creato in noi. È da quest’evento che si accende un cammino di conversione, dove al primo posto non c’è tanto il nostro sforzo, quanto il desiderio che Dio stesso ha di incontrarci e di amarci. La conversione parte dalla scoperta di Dio come l’Abba, amante e prossimo alla vita d’ogni sua creatura. Francesco annuncia il volto di tenerezza “materna” del Padre di Gesù: allora diventa possibile guardare alla formazione come ad un cammino di conversione, fin dall’inizio della vita francescana. Avvertiamo l’urgenza di proporre il tempo della formazione iniziale come quello dell’iniziazione, graduale e al tempo stesso esigente, ad una vita convertita. Il “fare penitenza” di Francesco inaugura un’esistenza che è risposta alla misericordia del Padre. Crediamo che sia ancora possibile iniziare chi bussa alla nostra porta a questa risposta totale, così come proporla con audacia e anche con fermezza ai Fratelli che si trovano nelle diverse età della vita e nelle varie situazioni sociali e culturali, in cui vivono. 399 Questa risposta si alimenta attraverso lo spirito della santa orazione e devozione, per mezzo del quale possiamo avere il nostro cuore rivolto al Signore e gli occhi ben aperti sul mondo e sulla sofferenza ingiusta di gran parte dell’umanità. Il Signore stesso mi condusse tra i lebbrosi ed io usai con essi misericordia La conversione è frutto dell’iniziativa di Dio, che ci raggiunge attraverso l’incontro con l’altro, non temuto più come nemico ma scoperto come prossimo. Non è casuale la scelta di san Francesco di formare i primi Frati nei lebbrosari. Voleva infatti far sperimentare, quasi gustare, quel travaglio che lui stesso aveva vissuto tra dolce e amaro. Egli non fu forse sedotto nel momento stesso in cui provava ripugnanza, aprendosi in tal modo all’incontro nuovo con il Signore Gesù, che si identifica misteriosamente con il povero, il reietto, il lebbroso? Ripetiamo spesso che la nostra proposta formativa è troppo teorica e che il luogo della nostra formazione è il mondo reale e la Fraternità. Domandiamoci allora quanto siamo vicini, anche con scelte e modalità diverse, ai poveri del nostro tempo che sono frutto spesso della violenza di una globalizzazione e del suo mercato omologante. Siamo disposti a camminare con loro e a vivere come loro da minori? I nostri percorsi formativi invece costituiscono spesso un privilegio e una condizione che rischia di allontanarci dalla vita reale di molti nostri contemporanei. Dovremmo interrogarci se ci riconosciamo in una formazione che non comprenda scelte coraggiose che rendono i nostri itinerari formativi più vicini ai lebbrosi del nostro tempo. Possiamo formare al chiuso d’ambienti protetti, nei quali i più piccoli hanno timore di entrare? Il Signore mi dette grande fede nelle chiese e nei sacerdoti Il cammino della conversione di san Francesco ci mostra che si diventa discepoli camminando in quella comunità più grande di discepoli che è la Chiesa. Immerso nel mistero vivente del popolo di Dio peregrinante nel tempo, Corpo di Cristo e Casa di 400 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 Dio, il Poverello ha incontrato il Signore Gesù nei lebbrosi, nel Vangelo, nei fratelli e nel creato. Riconosciamo che la nostra formazione non può che essere attenta alla vita e al cammino della Chiesa, che per noi si fa presente nella concretezza delle tante Chiese locali nelle quali viviamo e annunciamo il Vangelo. Il Frate Minore cresce nella sua vocazione e missione nella Chiesa, con la Chiesa e a servizio della sua missione. Ci sembra importante ricordarcelo alla vigilia degli 800 anni dell’accoglienza da parte del Signor Papa del progetto evangelico di san Francesco e dei suoi Frati. Formarci nella comunione della Chiesa significa per noi approfondire l’ascolto della Parola di Dio, che Francesco onorava e raccoglieva ovunque. Siamo chiamati ad annunciare il Vangelo ascoltato anche attraverso una solida formazione intellettuale, per una missione sempre più aperta all’incontro e al dialogo con il mondo d’oggi. L’ascolto della Parola culmina nella celebrazione dei segni sacramentali, nei quali lo stesso Signore risorto si rende presente alla sua Chiesa e agisce per la salvezza del mondo. Il Signore mi donò dei fratelli San Francesco avrebbe potuto vivere il Vangelo senza il dono dei suoi fratelli, discepoli con lui dell’unico Maestro? Il dono dei fratelli non è marginale o strumentale a quello della vocazione evangelica, ma gli appartiene intimamente. La nostra Fraternità si rivela così come uno spazio teologale, nel quale la presenza e l’azione del Signore diventano trasparenti nella qualità delle nostre relazioni reciproche, dell’apertura agli altri e dell’essere soggetti a tutti. I nostri itinerari formativi tengono conto della particolare cura che la nostra Fraternità oggi ci chiede? Non possiamo formare per vivere la nostra vocazione come monadi. Per questo ci viene incontro anche lo strumento del progetto di vita ai suoi vari livelli: personale, locale e provinciale. È sempre più urgente, a partire dalla formazione iniziale, accompagnare i Fratelli in percorsi di crescita e di guarigione, fino alle profondità della storia di ciascuno, del suo mondo affettivo e delle sue scelte. È altresì urgente accompagnare i Fratelli in analoghi percorsi di riconciliazione con se stessi e di trasformazione, perché si possa vivere una vita buona, bella e felice, annuncio e anticipazione del Regno di Dio. Questa è la strada anche per una formazione permanente a vivere relazioni più umane e mature. Lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo. Ed io la feci scrivere con poche parole e con semplicità, e il signor Papa me la confermò In poche e scarne parole san Francesco condensa la sua intuizione evangelica, che lo ha folgorato e sedotto sino al punto di prendere forma in un proposito di vita da presentare alla Chiesa per essere vissuto pubblicamente. Non si tratta di un progetto privato, ma di una possibilità nella quale molti possono riconoscere attuale per loro, qui ed ora, la chiamata di Dio a vivere il Vangelo in obbedienza, sine proprio e in castità. È ormai di fronte a noi la celebrazione dell’VIII centenario del gesto semplice di Francesco di presentarsi al signor Papa e chiedere l’approvazione della sua forma di vita. Da allora moltissimi Fratelli si sono riconosciuti in essa e vi hanno trovato la via per vivere da discepoli di Gesù in tempi diversi. La memoria di quel giorno e di tante storie di sequela è viva per noi oggi, anzi contribuisce a disegnare i contorni del volto stesso della nostra Fraternità in questo tempo così particolare e provocante per noi tutti. I nostri percorsi formativi vivono di questa memoria vivente, perché la vocazione evangelica dei Frati Minori diventi possibile oggi, in un cambio d’epoca che ci chiede di vivere in una realtà in permanente mutamento. Il Vangelo non cambia, ma è altrettanto vero che i tempi, i luoghi e le culture non sono assolutamente indifferenti alla sua accoglienza nella vita. Per questi motivi il compito della formazione ci appare oggi così complesso e, al tempo stesso, entusiasmante. La celebrazione della grazia delle origini potrà sprigionare in noi grazia di futuro, se non sfuggiremo alla chiamata a restituire 401 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS il dono della nostra vocazione non nel chiuso dei nostri chiostri, spesso vuoti, ma nel chiostro più grande del mondo, l’unico che veramente ci appartiene e nel quale dovremmo sentirci a nostro agio. Il Signore mi rivelò che dicessimo questo saluto: «Il Signore ti dia la pace!» San Francesco ha riconosciuto come cuore della sua missione l’annuncio della pace, che si identifica con Cristo: «Egli è la nostra pace!» (Ef 2,14). Si tratta veramente del culmine del suo percorso vocazionale e missionario. In un mondo profondamente lacerato da divisioni e tensioni d’ogni genere, crediamo nell’utopia evangelica della Fraternità di minori, soprattutto attraverso i gesti d’ospitalità reciproca e di perdono. Così potremo camminare nel nostro tempo e annunciare il Vangelo dalle nostre ferite e povertà, che abbiamo iniziato a guarire in quel laboratorio di speranza e di riconciliazione che può essere la nostra vita fraterna. Anche noi: peccatori perdonati! Formarci alla pace significa imparare a gestire i conflitti, ad assumere uno stile di vita non violento, ad apprendere l’arte di un dialogo franco e sereno, nel rispetto e nella stima reciproci. Ci formeremo insieme anche a diventare un lievito di riconciliazione negli ambienti in cui viviamo, da veri artigiani pazienti e appassionati della pace, anche nelle situazioni di stallo e d’impedimento alla convivenza pacifica e al rispetto dei diritti d’ogni uomo e soprattutto di tanti poveri. Cari Fratelli, vi consegniamo con fiducia queste parole, perché l’itinerario di conversione e di trasformazione, che san Francesco ci racconta nella sua ultima volontà, possa essere un compagno di viaggio per noi, che rendiamo grazie all’Altissimo per il dono della vocazione a vivere oggi come discepoli di Gesù la vita dei Frati Minori. In particolare, vi chiediamo di accompagnare con una preghiera insistente e fiducioso la preparazione e la celebrazione del prossimo Capitolo generale, perché sia un tempo di grazia nel nostro cammino di conversione e di restituzione del dono ricevuto dal Signore per il bene del mondo. I vostri Fratelli del Definitorio generale. Roma, 17 settembre 2008 Festa delle Stigmate di san Francesco FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM (Min. gen.) FR. FRANCESCO BRAVI, OFM (Vic. gen.) FR. AMARAL BERNARDO AMARAL, OFM (Def. gen.) FR. AMBROGIO NGUYEN VAN SI, OFM (Def. gen.) FR. FINIAN MCGINN, OFM (Def. gen.) FR. JAKAB VÁRNAI, OFM (Def. gen.) FR. MIGUEL J. VALLECILLO MARTÍN, OFM (Def. gen.) FR. ŠIME SAMAC, OFM (Def. gen.) FR. MARIO FAVRETTO, OFM (Def. gen.) FR. LUIS GERARDO CABRERA HERRERA, OFM (Def. gen.) FR. JUAN IGNACIO MURO ARÉCHIGA, OFM (Def. gen.) FR. ERNEST SIEKIERKA, OFM (Seg. gen.) Prot. 099154 5. Discorso nell’incontro interreligioso nell’anniversario dello «spirito di Assisi» Bari, Basilica di san Nicola, 27.10.2008 LO SPIRITO DI ASSISI UNA NUOVA SOBRIETÀ PER ABITARE LA TERRA Il 27 ottobre 1986, in occasione della giornata mondiale di preghiera per la pace, si riunirono ad Assisi, per la prima volta nella storia e su invito del Papa Giovanni Paolo II, i rappresentanti delle diverse Chiese, delle comunità cristiane e delle grandi religioni del mondo per fare insieme un giorno di digiuno e di preghiera per la pace. Non fu un caso la scelta della cornice di Assisi per tale incontro. La figura umile e allegra di San Francesco è servita da motivo ispiratore, per il suo senso di fraternità universale, per la sua costante ricerca della pace, per il suo rifiuto assoluto della violenza. Questo avvenimento, nelle parole dello stesso Papa, “segnò l’inizio di un modo nuovo di incontrarsi tra credenti di religioni diverse: non nella contrapposizione reciproca, e meno ancora nel mutuo disprezzo, ma nella ricerca di un dialogo costruttivo nel quale, senza cadere nel relativismo né nel sincretismo, ciascuno si apra all’altro 402 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 con stima, avendo tutti coscienza che è Dio la fonte della pace”. L’incontro non aveva la pretesa di essere una specie di parlamento delle religioni, né una trattativa tra di esse. Si incontrarono per pregare. Non in maniera sincretista, ma per pregare a partire dalla vicinanza che non riduce di una sola virgola l’identità di ciascuna delle tradizioni religiose. Pregare per unire religione e pace, e allontanare la tentazione di utilizzare la religione come arma da guerra. Lo stesso Papa spiegava così: “Il fatto stesso che siamo venuti ad Assisi da varie parti del mondo è in se stesso un segno di questo sentiero comune che l’umanità è chiamata a percorrere. Sia che impariamo a camminare assieme in pace e armonia, sia che ci estraniamo a questa vicenda e roviniamo noi stessi e gli altri”. Lo stesso Giovanni Paolo II, a questo clima di dialogo e incontro che nacque, diede il nome di “spirito di Assisi”. Spirito di avvicinamento amichevole, rispettoso dei diversi mondi religiosi, che pone in rilievo che la pace è il nocciolo delle grandi religioni del mondo. Fedele a questo spirito, il Papa tornò a convocare per la seconda volta i rappresentanti delle Chiese cristiane e delle grandi religioni il 24 gennaio 2002, dopo i tragici avvenimenti dell’11 settembre 2001 e poco prima delle guerre in Afganistan ed Iraq. Anche noi francescani abbiamo voluto mantenere questo spirito e, per questo, tutti gli anni continuiamo a celebrare questo giorno, perché continui ad essere un ammonimento costante della nostra stessa ragione d’essere: fratelli e sorelle di tutti gli uomini e le donne del mondo e di tutte le creature, fratelli e sorelle che costruiscono fraternità dialogo e pace. La cura della “sorella madre terra”, responsabilità comune Erede di quel primo incontro del 1986 è questo Incontro Interreligioso che stiamo celebrando oggi a Bari con il tema “Una nuova sobrietà per abitare la Terra”, che è l’argomento scelto dai Vescovi italiani per la IIIa Giornata per la salvaguardia del creato del 20081. A pochi mesi da quel primo incontro del 1986 ad Assisi, i Ministri generali della Famiglia Francescana pubblicarono, il 16 aprile 1987, una lettera intitolata “Nello Spirito di Assisi”2 diretta a tutta la famiglia francescana, nella quale riflettevano sul significato di quell’incontro, per noi francescani, e invitavano tutti noi, francescani e francescane, ad essere veri testimoni di pace in qualsiasi luogo viviamo. In questa lettera si parlava di diversi aspetti che dobbiamo tener presenti per poter portare al mondo il messaggio di pace di Dio: • la preghiera come strumento di pace; la vita fraterna come luogo di pace; • la necessità di porre al primo posto i beni spirituali di fronte all’ansia di accumulazione e consumismo; • la necessità di annunciare la beatitudine della povertà evangelica con il nostro stile di vita; • la necessità non di un auto-emarginarsi dalla storia, ma di guardare la realtà con occhi aperti e lucidi e con buon cuore che ci porti alla difesa dei deboli, della dignità dei lavoratori, della difesa della vita. Questa lettera dedicava anche un punto alla “relazione con le creature” in cui parla dell’esistenza di un campo in cui è urgente la necessità di collaborazione senza frontiere: la relazione con l’ambiente, la Terra, con questa casa comune che è minacciata. “Davvero il pianeta è la casa che ci è donata, perché la abitiamo responsabilmente, custodendone la vivibilità anche per le prossime generazioni. È un dovere richiamato con forza da Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace 2008: “dobbiamo avere cura dell’ambiente: esso è stato affidato all’uomo perché lo custodisca e lo coltivi con libertà responsabile, avendo come criterio orientatore il bene di tutti” (n. 7). È un impegno che ci rimanda a San Francesco d’Assisi e alla lode da lui rivolta al Creatore per “sora nostra madre terra”, che tutti ci sostiene”3. Dicono i Vescovi italiani che “la Terra è minacciata da un degrado ambientale di vasta portata in cui l’eccessivo sfruttamento di risorse anche fondamentali – a partire da EX ACTIS MINISTRI GENERALIS quelle energetiche – si intreccia con varie forme di inquinamento. Spesso tali dinamiche colpiscono anzitutto i soggetti più disagiati, che sono meno in grado di difendersi dalle loro conseguenze. Non è certo un caso che numerosi conflitti che agitano le diverse aree del pianeta presentino – in misura più o meno grande – una componente ambientale”4. Sì, senza alcun dubbio la ricerca della pace che Dio vuole per i suoi figlie e le sue figlie e per tutta la sua creazione esige da tutti i credenti un senso di responsabilità ed un impegno perché il nostro pianeta, che Dio ha posto nelle nostre mani, possa continuare ad essere per tutti una casa ospitale, uno spazio di vita per le generazioni presenti e future. Abbiamo qui, poi, un altro campo importante di collaborazione tra le differenti religioni. Fraternizzare con tutte le creature Permettetemi di esporre brevemente, in questa tavola rotonda, i motivi che portano noi francescani ad impegnarci nel rispetto, nella cura e difesa della “nostra sorella madre terra”. Francesco è e sarà sempre il fratello Francesco, e la sua esperienza ed il suo progetto di vita possiedono e possederanno sempre un particolare potere di attrazione e fascino a causa del suo ideale e della pratica della fraternità, che va incontro ai sogni più profondi dell’uomo. Francesco crea intorno a se una fraternità nella quale poveri e ricchi, signori feudali e borghesi, chierici e laici sono e si sentono uguali, nel rifiuto di ogni forma di potere, nel servizio reciproco e nella comunione profonda che nasce dal rispetto delle differenze, nell’affetto reciproco carico di tenerezza (come quella di una madre per i suoi figli). Una fraternità aperta, che vive nella comunione ecclesiale, una fraternità di fratelli inviati agli altri – senza armi di offesa o di difesa – per renderli fratelli, mediante i propri gesti e l’annuncio del vangelo della pace e della riconciliazione; una fraternità di accoglienza; in definitiva, con una frase delle attuali Costituzioni generali 403 OFM, una fraternità che “cerca con tutti gli uomini quella comunione fraterna che (i frati) coltivano tra di loro”. Una fraternità che arriva a tutte le creature. Francesco non solo vuole unire tutti gli uomini nella pace, ma vuole estendere questa pace a tutta la creazione, riconciliando l’uomo con la natura. Il fraternizzare con la creazione è un aspetto saliente nella biografia e nel messaggio di Francesco, come dimostrano i suoi scritti, particolarmente il Cantico delle Creature, ed i primi biografi che sono generosi nell’offrire testimonianze concrete della sua relazione fraterna con gli esseri del creato, che egli chiama fratelli (cf. 1Cel 76; 81, 2Cel 165; LegP 14; SpP 114; 118;...). Per Francesco tutte le creature sono espressione dell’amore di Dio e attraverso di esse ascende al loro creatore. Oltre ad essere un aspetto saliente della biografia di Francesco quantitativamente parlando, lo è anche qualitativamente, soprattutto se si pone in relazione con tutta la precedente tradizione cristiana polarizzata, nella relazione con le cose, sia nel dominio proprio della genesi – «soggiogare e dominare la terra» – sia nel disprezzo ascetico e dualista della stessa. “Quanti mistici, inebriati dal loro impulso interiore – scrive E. Leclerc – si sono posti al di sopra della creazione materiale in un atteggiamento superbo di disprezzo, e hanno creduto di poter esaltare Dio proclamando l’insignificanza delle cose! Francesco, al contrario, si avvicina alle cose con umiltà, ammirazione ed infinito rispetto. Le trova belle, bellissime. La sua lode all’Altissimo è anche una lode delle creature”. A partire dall’esperienza concreta di Francesco di Assisi, e dall’ideale di fraternità del suo progetto di vita e di quello dei suoi fratelli, la protezione e la difesa della natura non sono certamente un aspetto secondario e, tanto meno, banale dell’essere francescano. Nella loro lettera «Nello spirito di Assisi» i Ministri generali della famiglia francescana affermavano: “è doveroso che noi contribuiamo ad illuminare il rapporto tra l’uomo e la natura secondo il disegno di Dio ritrovato e proclamato da Francesco: uso e non appropriazione, rispetto e 404 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 non sfruttamento… è necessario, quindi, anche da parte nostra, il superamento di ogni colpevole indifferenza; e appare non solo opportuna, ma necessaria, una collaborazione fattiva con le grandi organizzazioni che già operano in difesa dell’ambiente”. È indiscutibile che Francesco di Assisi, anche se è necessario farne una rilettura, ha certamente una sua parola da dire al riguardo, e con lui tutto il francescanesimo. Anche nei casi in cui la paura, per le conseguenze che possono portare i danni, a volte irreparabili, prodotti nella natura, si manifesta anche nelle persone più sensibili all’argomento. La maggior parte delle volte mancano precise motivazioni ideali ed etiche dell’ecologia. Al di là della pura conservazione dell’ambiente, la nostra preoccupazione per la natura, oltre ad essere determinante, deve essere espressione di un’etica di riconciliazione e fraternità, di rispetto e comunione con ogni creatura, di un’etica che condanni ogni violenza, non solo quella dell’uomo contro l’uomo, perché la soluzione del problema dell’ecologia non risiede solo nell’ecologia, ma in un cambio radicale della relazione dell’uomo con se stesso, - perché prima della rottura dell’equilibrio ecologico ha rotto l’armonia dello spirito e delle relazioni – e in un cambio della sua concezione e relazione con la natura, imparando a coniugare armonicamente lo star-sopra, ed il progresso, con lo star-con. Una nuova sobrietà per abitare la Terra A partire dal nostro vivere la povertà evangelica e la preoccupazione per la natura, noi francescani dobbiamo promuovere un’etica dell’austerità e della sobrietà. In questo, da diverse istanze, cristiane e non cristiane, si riconosce a Francesco una voce profetica che chiama ad invertire la marcia della cultura e della società del consumo, presa nella rete del produrre per consumare, e del consumare di più per produrre di più, dell’usa e getta, della relazione con le cose a partire dal puro e semplice avere, dal possesso, dalla creazione artificiale di bisogni, che fanno di esse l’oggetto sommo di ogni desiderio, avendo creato uno stile di uomo, e una visione del mondo e della vita, nel- la quale la felicità si fa consistere nella soddisfazione immediata dei bisogni, e la relazione con gli altri, con l’altro e anche con se stesso, si cosifica, si mercanteggia a partire dal puro possesso e dominio. In una cultura del consumo non trovano posto l’ascesi, la rinuncia, la proroga della soddisfazione dei bisogni, che sono sempre state difese dai grandi sistemi etici e religiosi, come cammino di libertà e liberazione interiore, di affermazione dei valori superiori come il donare ed il condividere, di esperienza della sovranità e sufficienza di Dio, di riconciliazione con il limite di tutto ciò che è umano. Nel linguaggio spirituale della tradizione medievale, Francesco si esprime in questi termini parlando ai suoi fratelli nella Regola: “vi ha fatto poveri di cose e ricchi di virtù” (Rnb 6) e “dove è povertà con letizia, ivi non è cupidigia né avarizia” (Am 27,3). Un progetto di vita che voglia essere riconosciuto come francescano dovrà concedere un ampio spazio ad un’etica della sobrietà, a partire dalla lucida coscienza, tra l’altro, che questa morale della moderazione potrà correggere la deformazione spirituale dell’esigere il superfluo come diritto dell’esistenza. La sobrietà e la moderazione nell’uso e nelle aspirazioni abituali correggerà le forme abusive dell’avere e del consumare, in favore dell’essere e del condividere, poiché questa etica dell’austerità è, anche, una scommessa per la comunione e la solidarietà con chi ha una necessità o soffre l’ingiustizia e lo sfruttamento. 1 2 3 4 FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale COMMISSIONE EPISCOPALE PER I PROBLEMI SOCIALI ED LAVORO, LA GIUSTIZIA E LA PACE e COMMISSIONE EPISCOPALE PER L’ECUMENISMO ED IL DIALOGO, Una nuova sobrietà, per abitare la Terra, IIIa Giornata per la salvaguardia del creato – 1° settembre 2008. Nello spirito di Assisi, Lettera dei Ministri generali della Famiglia Francescana /16 aprile 1987). ENCHIRIDION dell’Ordine dei Frati Minori. Documenti 1966-1989, pp. 777-786. Una nuova sobrietà, per abitare la Terra, IIIa Giornata per la salvaguardia del creato – 1° settembre 2008 Idem. IL EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 6. Lettera dei Ministri generali del Primo Ordine e del TOR per la conclusione del VII Centenario della morte del beato Giovanni Duns Scoto GIOVANNI DUNS SCOTO: GENIALITÀ E AUDACIA A tutti i francescani e alle francescane per la chiusura del VII Centenario della morte del Beato Giovanni Duns Scoto Carissimi Fratelli e Sorelle, in occasione della conclusione della celebrazione del VII Centenario della morte del Beato Giovanni Duns Scoto (1308-2008), dopo le tante iniziative celebrative, culturali e scientifiche, che si sono succedute in tutto il mondo, anche noi Ministri generali del Primo Ordine e del TOR abbiamo ritenuto opportuno indirizzarvi questa lettera. Con essa desideriamo unicamente spendere qualche parola per suscitare in tutti i francescani e i simpatizzanti del francescanesimo il desiderio di far memoria dell’eminente personalità del Dottor Sottile e Mariano e di approfondire la conoscenza del suo fecondo pensiero filosofico-teologico. Francescano santo e maestro audace, originale e creatore di cultura in risposta alle sfide del suo tempo, figlio fedele di san Francesco, riuscì ad incarnare il Vangelo e ad essere attento alle realtà socio-culturali della sua epoca, alle quali mai si sottrasse e per le quali offrì un suo contributo a partire dalle proposte filosofico-teologiche di allora. Grazie alle indagini e ai seri studi degli ultimi tempi sono stati eliminati i pregiudizi di poca chiarezza che si avevano sul linguaggio scotista e l’idea di una sottigliezza di pensiero che tende all’astrazione estrema. Come ha dimostrato il P. E. Longpré1, la sottigliezza scotista è esigenza di rigore intellettuale, posta al servizio del primato della carità, la virtù sublime nella prassi cristiana e quotidiana. Tutta la forza e la penetrazione speculativa scotista sono al servizio di un’intenzione pratica: Dio, Gesù Cristo, l’uomo, la Chiesa, la creazione, orientare l’essere umano ed evitare che devii nell’amore: errare in amando. 405 Scoto è a favore di una prassi, ma non di un evangelismo impaziente e superficiale, allergico alla speculazione e alla riflessione profonda e meditativa. «In questo tempo – secondo P. Vignaux – in cui molti credenti esigono una Chiesa profetica, la subtilitas invita a ricordare una grande affermazione di Karl Barth, nel primo volume della sua Dogmatica: “il timore nei confronti della Scolastica è la caratteristica dei falsi profeti. Il vero profeta accetta di sottomettere il suo messaggio a questa prova come alle altre”»2. Del ricco e fecondo patrimonio scotista ci limitiamo qui ad indicare alcune vie per cercare di rispondere ai problemi più urgenti del nostro tempo. Dio secondo Scoto e l’ateismo contemporaneo Nell’elaborazione della sua teologia naturale Scoto parte da due principi biblici: «Io sono colui che sono» (Es 3,14) e «Dio è amore» (1Gv 4,16), per arrivare a Colui che è «Verità infinita e bontà infinita»3. L’esistenza e l’essenza di Dio sono chiarite dalla teologia, ma, allo stesso tempo, la metafisica le considera come il proprio oggetto più elevato. Due saperi si corrispondono: l’ordine umano del divino (teologia metafisica) e l’ordine divino dell’umano (teologia rivelata), come afferma all’inizio del Primo Principio: «Tu, sapendo quello che di te la mente umana può conoscere, rispondesti rivelando il tuo santo nome: Io sono colui che sono»4. Tra tutti i nomi divini, il più appropriato è quello di Colui che è, poiché esso esprime «un certo oceano di sostanza infinita»5, «l’oceano di ogni perfezione»6 e «l’amore per essenza»7. Nell’essere infinito si trovano tre primizie: il primo efficiente, il primo fine di tutto e il più eminente nella perfezione, che Scoto cerca di evidenziare con le sue profonde e incomparabili prove dell’esistenza di Dio. Scoto presenta l’infinitudine come la caratteristica più propria e configuratrice di Dio. L’infinitudine è un modo di essere di Dio che lo differenzia radicalmente da tutti gli altri esseri. Il Dottor Sottile accentua ol- 406 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 tremodo l’infinitudine di Dio. È il concetto più semplice di qualsiasi attributo divino e il più perfetto, perché l’essere infinito include virtualmente l’amore infinito, la verità infinita e tutte le altre perfezioni che sono compatibili con l’infinitudine. Benché ogni perfezione di Dio sia infinita, senza dubbio, «ha la sua perfezione formale nell’infinitudine dell’essenza come nella sua radice e nel suo fondamento»8. L’esaltazione dell’infinito si collega necessariamente all’esaltazione dell’uomo su tutte le creature finite, che costituisce una delle espressioni più caratteristiche dell’umanesimo cristiano. La riflessione scotista mette in risalto la spiritualità dell’infinito e implica la critica del panteismo e del materialismo, in qualsiasi delle sue espressioni manifeste o confuse. Scoto propone la necessità intellettuale di approfondire il concetto di esperienza. Non, però, in un’esperienza qualsiasi (sensibile, scientifica, intellettuale), ma nell’esperienza del necessario, perché solo questo tipo di esperienza ci porta all’esperienza della possibilità dell’essere assoluto. Il Dio di Scoto, manifestato nell’esercizio intellettuale dell’idea della possibilità degli esseri, personalizza in ogni uomo l’idea di Dio. Dio è per ogni uomo ciò che lo stesso uomo gli permette di essere e secondo le proprie esigenze di ricerca e di incontro. Scoto conosce e riconosce l’occultamento e il silenzio di Dio nell’uomo, non però perché Dio si ritira, ma perché l’uomo stesso si sottrae alle esigenze dell’assoluto e agli imperativi di approfondimento nel proprio intelletto. La comprensione di Dio dipende dalla volontà che muove o meno l’intelletto, perché indaghi in se stesso e nella realtà della vita. Dio non è più in là, ma più in qua, come fondamento di tutto il reale in quanto possibile. Dio si fa incomprensibile quando si abdica all’intelletto. L’ateismo non è effetto dell’acume dell’intelletto, né il risultato della profonda penetrazione intellettuale nel mondo, ma proprio il contrario: è una non riflessione, una disattenzione intellettuale verso la realtà. Scoto invita al pensare radicale, presentando Dio non come realtà- oggetto di conoscenza, ma come realtà-fondamento dell’esistenza. Dio è la soluzione della problematicità dell’esistenza umana e mondana. L’occultamento o il silenzio di Dio, responsabile o irresponsabile, cosciente o incosciente, è una conseguenza del fatto che non osiamo pensare a Dio e che esiste questa mancanza di fondamento intellettuale a vedere Dio come problema. Al termine della storia della metafisica sembra che Dio sia arrivato ad essere impensabile. Paolo VI, nella sua Lettera apostolica Alma parens (14-7-1966), dice che «dal tesoro intellettuale di Giovanni Duns Scoto si potranno ricavare lucide armi per combattere e allontanare la nube nera dell’ateismo che offusca l’età nostra». Il cristocentrismo come visione mistica dell’universo Il beato Giovanni Duns Scoto faceva teologia per esigenze spirituali e scientifiche, non per semplice prurito o curiosità intellettuale. Fedele discepolo di Francesco d’Assisi, si concentrò in modo particolare sul Gesù storico, sulla sua nascita, vita, passione, morte e risurrezione, che egli assume nella sua vita di fede e nel suo impegno religioso. Da questa esperienza vissuta egli fa teologia e cerca di offrire una visione di Cristo all’interno del piano salvifico di Dio. La vita reale e storica di Gesù di Nazareth era la sua meditazione esistenziale che metteva in moto il suo pensiero verso la grande visione del cristocentrismo come postulato teologico per una comprensione armonica e sinfonica del mondo, della vita e della storia. Il Dottor Sottile, molto attento alla realtà e alla storia, mette in rilievo l’umanità e radicale creaturalità di Gesù Cristo, il suo essere uomo, i suoi limiti umani, la sua realtà storica, i suoi progressi e la gradualità nel conoscere. «Si dice che, in questo modo, Cristo, attraverso l’esperienza, apprese molte cose, cioè, per conoscenza intuitiva, ossia degli oggetti conosciuti in quanto alla sua esperienza e per i ricordi da essi lasciati»9. Se il mistero trinitario rappresenta la suprema unità nella vita intradivina, nel EX ACTIS MINISTRI GENERALIS mondo extradivino la massima unità è costituita dall’unione ipostatica delle due nature intrecciate in Cristo e qualificata dal maestro come «la più grande unione dopo quella della santissima Trinità»10. Se Dio è amore infinito, chiede di essere amato liberamente da un altro che possa corrispondere a queste esigenze di infinito. Per questo ha previsto chi possa farlo, cioè, Cristo, il Verbo, che assume la natura umana e, in essa, tutti gli uomini perché possano partecipare della sua gloria in cielo. E poiché questo uomo speciale riassume in sé tutta la creazione, essa termina in Dio attraverso Cristo11. Facendo di Cristo la ragione di tutto il creato, Scoto si allinea perfettamente nella prospettiva di san Paolo (cfr. Col 1,15-17). Il Dottor Sottile sottolinea che Cristo è il centro primordiale e di interesse della manifestazione della gloria divina ad extra. Il cristocentrismo scotista sostiene e difende che Cristo è l’archetipo e il paradigma di tutta la creazione. Egli è l’opera suprema della creazione, in cui Dio può specchiarsi adeguatamente e ricevere quella glorificazione e l’onore che merita. Cristo è la cima della piramide cosmica come sintesi conclusiva e perfezionatrice di tutto il creato. Il cristocentrismo scotista offre una visione mistica dell’universo. Il mondo si presenta come un diafano sacramento della divinità, un grande altare in cui si celebra la liturgia dell’Eucaristia, perché in entrambe c’è la grande presenza di Cristo. Questa comunione e collegamento tra la liturgia cosmica e l’Eucaristia la visse Francesco d’Assisi in perfetta armonia, trasformata in canto. Ma il suo figlio scozzese riuscì a trascrivere questo mistero cristico in una meravigliosa pagina di teologia mistica. Il cosmo intero è una grande immagine della divinità, perché tutto in esso è presenzialità del suo autore e linguaggio evocatore. Tutto l’universo glorifica Dio perché tende verso di Lui, causa efficiente e certamente finale, ma, soprattutto, perché è dotato di un impulso intrinseco che lo mette in cammino verso una meta convergente, il Cristo omega. 407 La persona umana come interiorizzazione e alterità La classica definizione di Boezio sulla persona umana, «sostanza individuale di natura razionale», non soddisfa Scoto che le preferisce quella di Riccardo di San Vittore, il quale presenta la persona come «esistenza incomunicabile di natura intellettuale»12. Per il Dottor Sottile la persona si caratterizza come ultima solitudo. «La personalità esige l’ultima solitudo, essere libera da qualsiasi dipendenza reale o derivata dell’essere rispetto all’altra persona»13. Una certa incomunicabilità è legata all’esistenza umana. L’indipendenza personale è «il più»14 che può raggiungere per sé nel suo stato esistenziale e nel suo stato itinerante. In questo modo la solitudine è il profondo incontro con se stessi. La solitudine non è vuoto, ma pienezza. Nella profondità più intima la persona sperimenta e vive il mistero di ogni uomo, di tutti gli uomini e, con essi, comunica. Per questo si può affermare che chi è veramente solitario è solidale, che la solitudine è solidarietà. L’io, nella sua profonda solitudine, è sempre solidarietà con un tu, un noi. Per questo Scoto non si accontenta di sottolineare la categoria apparentemente negativa, cioè l’incomunicabilità, ma accentua l’altro aspetto, chiaramente positivo, consistente in un dinamismo di trascendenza in una relazione vincolante, poiché «l’essenza e la relazione costituiscono la persona»15. La persona, allora, è strutturalmente relazionale e creatrice di legami, poiché è costitutivamente riferita e aperta a Dio, agli uomini e al mondo. L’uomo scotista non si chiude in un solipsismo metafisico, tentazione permanente delle filosofie idealiste, ma appare chiaramente come apertura e relazione, come essere indigente e creatore di legami. L’uomo scotista porta in sé un grande impulso e dinamismo, che si esprime come inappagato desiderio o come ragione desiderativa e, per questo, in atteggiamento sempre aperto. La persona ha bisogno di scoprire la propria soggettività e di approfondirla. Non può, però, chiudersi nella soggettività, ma deve aprirsi all’alterità. Pertinenza e refe- 408 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 renza sono due categorie esistenziali che presuppongono l’ultima solitudo e la relazione trascendentale. Scoto, con intuizione geniale, anticipò la filosofia dialogica che tanta importanza riveste oggi nelle antropologie contemporanee. Il sapere per vivere bene Il pensiero scotista è molto lontano dall’essere un insieme artificioso di ardite sottigliezze, come lo hanno accusato gli avversari, anzi è eminentemente pratico, in quanto cerca di conoscere e chiarire il fine ultimo dell’uomo e di commisurargli gli strumenti adatti per conseguirlo. Tutta la sua speculazione filosofico-teologica sfocia in un atteggiamento esistenziale e in un ordine pratico: un’etica dell’azione. Si tratta di una morale dell’incontro e dell’esistenza comunicativa. Scoto parte dal principio teologico che l’amore divino ha trasceso l’infinito per vincolarsi al finito. Come contropartita solo l’amore umano della volontà libera potrà trascendere il finito per legarsi all’infinito. Si tratta, in definitiva, di un’etica dell’amore. Il Dottor Sottile ha pensato profondamente perché ha amato in profondità, ma di un amore concreto, come dice lui stesso: «Si è provato che l’amore è veramente prassi»16. Da questa prassi si capisce e si spiega come l’uomo debba agire e vivere nel suo essere e stare nel mondo e nella società. È pratico ogni atto che proviene dal desiderare della volontà, ma a condizione di conformarsi alla retta ragione. Questo implica chiaramente la conformità della volontà ad una legge, dandosi così un’identità tra il pratico e il normativo17. La volontà è una potenza indeterminata che si autodetermina da se stessa. Senza dubbio la libertà non è arbitraria né irrazionale. Di fatto la volontà è il vertice dell’intelletto razionale. La libertà si realizza nell’autodeterminazione della volontà naturale e razionalmente orientata al bene. L’azione buona è quella che corrisponde ad un atto della volontà conforme alla retta ragione. La volontà scotista è capace di determinarsi al di sopra di qualsiasi interesse e di valorizzarsi in un’etica del disinteresse. Scoto offre una filosofia della libertà all’interno di una teologia che ammette la possibilità naturale di amare Dio per se stesso e al di fuori di qualsiasi interesse egoista. Il Dottor Sottile ci offre la splendida articolazione di un umanesimo cristiano, in cui il sapere è al servizio del ben vivere e del buon convivere, cioè di una società giusta, pacifica e fraterna. Conclusione Giovanni Duns Scoto, figlio fedele e coerente seguace di san Francesco, offre profondi, illuminanti e vitali presupposti dottrinali per un’autentica e robusta spiritualità francescana, come è evidente nel suo bello e al tempo stesso utile trattato sulle virtù teologali, che egli seppe incarnare nella vita quotidiana con semplicità e grande umanità. Il Dottore Sottile e Mariano entra, così, a far pienamente parte della ricca corrente della spiritualità francescana, all’interno della quale egli vive, si ispira e concepisce il suo pensiero filosofico-teologico. Come il fondatore della Famiglia Francescana, il beato Giovanni Duns Scoto è riuscito a sincronizzare armonicamente vita e pensiero, mistica e lavoro, contemplazione e azione, persona e comunità, essere e fare. Scoto arrivò, con grande umiltà e audacia, a mettere la sottigliezza del suo pensiero al servizio della causa di Dio, dell’uomo e della vita. La sua grandiosa visione della storia della salvezza, con il suo dinamismo di perfezione e di consumazione nel Cristo omega, può essere il fondamento filosoficoteologico per elaborare una mistica cosmica, un’ecologia planetaria e una teologia del futuro. Le sue ampie prospettive antropologiche e cristologiche offrono all’uomo di oggi nuovi orizzonti di pensiero e di azione, criteri validi per orientarsi verso un futuro di speranza e comportamenti fraterni per un umanesimo integrale dal volto umano e civilizzato. Filosofo e teologo, audace e impegnato, che pensa, ragiona e agisce a partire dal concreto contesto della sua epoca; ma, trascendendo dal suo contesto culturale, è an- EX ACTIS MINISTRI GENERALIS cora attuale per affrontare con lucidità e senza complessi la permanente problematica umana. Il pensiero scotista è espresso in chiave di speranza. Guarda al passato per apprendere, analizza il presente per agire, ma spera in un futuro per chiarire. Con un’espressione lapidaria e feconda dice che «nello sviluppo della storia umana cresce sempre la conoscenza della verità»18. È tutto un postulato per l’interpretazione di una filosofia della cultura come realtà in divenire. Se san Bonaventura è stato definito come «il secondo principe della Scolastica», Duns Scoto è considerato come il suo perfezionatore e il rappresentante più qualificato della scuola francescana19. Speriamo che questo VII Centenario della morte del Dottor Sottile e Mariano costituisca un forte impulso per i centri francescani di studio, perché il suo messaggio sia ancora valido per il futuro. Se Giovanni Paolo II, nel suo discorso alla cattedrale di Colonia (1980), lo definì «torre spirituale della fede», questo deve costituire per i francescani un invito a scoprire in Scoto un pensiero fecondo per il dialogo con la cultura del nostro tempo. Roma, 8 novembre 2008 Festa del Beato Giovanni Duns Scoto 1 2 3 4 5 6 7 FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale Presidente di turno FR. MARCO TASCA, OFMCONV Ministro generale FR. MAURO JÖHRI, OFMCAP Ministro generale FR. MICHAEL HIGGINS, TOR Ministro generale LONGPRÉ E., La philosophie du B. Duns Scot (FirminDidot, Paris 1924). VIGNAUX P., Lire Duns Scot aujourd’hui, in Regnum hominis et regnum Dei (Congr. scot., vol. VI, Roma 1978) 34. Ordinatio I, d. 3, n. 59 (ed. Vat. III, 41). Tratado acerca del primer principio (BAC, Madrid 1960), 595. Ordinatio I, d. 8, n. 198 (IV, 264). Ordinatio I, d. 2, n.57-59 (II, 149-167). Ordinatio I, d. 17, n. 171 (V, 220-221). 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 409 Opus oxoniense IV, d. 13, q. 1, n.32 (ed. Vivès XVII, 689). Ordinatio III, d.14, q.3, n. 121 (IX, 472). Ordinatio III, d.6, q.1, n.45 (IX, 247). Reportata parisiensia III, d.7, q.4, n.4 (ed. Vivès XXIII, 303). Ordinatio I, d.23,n.15 (V, 355-356). Opus oxoniense III, d.1, q.1, n. 17 (ed. Vivè XIV, 45; Reportata parisiensia III, d.1, q.1, n.4 (ed. Vivès XXIII, 236). Opus oxoniense III, d.1, q. 1, n.5 (ed. Vivès XIV, 1617). Quodlibet, q. 3, n.4 (ed. Vivès XXV, 120). Ordinatio, Prol. n.303 (I, 200). Cf. Ordinatio, Prol. n. 353 (I, 228). Ordinatio IV, d. 1, q.3, n.8 (ed. Vivès XVI, 136). Cf. PAOLO VI, Alma parens; cf. BALIC K., San Bonaventura alter scholasticorum princeps e G. Duns Scoto eius perfector, in San Bonaventura maestro di vita francescana e di sapienza cristiana. Atti del Congresso Internazionale per il VII centenario di S. Bonaventura da Bagnoreggio, Roma, 19-26 set. 1974 (Pontificia facoltà S. Bonaventura, Roma 1976, I, 429-446). 7. Omelia per la chiusura del VII Centenario della morte del Beato Giovanni Duns Scoto Gerusalemme, Basilica del Getsemani, 09.11.2008 Cari fratelli, il Signore vi dia pace. Sono veramente felice di celebrare con voi questa Eucaristia, alla clausura del VII Centenario della morte del nostro “Dottore Sottile” e “Mariano”, del Beato Giovanni Duns Scoto. Chi è Giovanni Duns Scoto? Il «Dottore Sottile» e «Mariano», può essere definito come il teologo dell’Immacolata, che, a dire di Paolo VI nella Lettera Apostolica Alma Parens del 14 luglio 1996, fu «il perfezionatore» di san Bonaventura, e continua ad essere «il rappresentante più qualificato» della Scuola francescana. Perfetto discepolo di san Francesco nella sequela di Cristo e nella professione della Regola ispirata al Vangelo, fu un autentico cantore dello spirito e dell’ideale del Poverello d’Assisi. In questo modo, nelle sue opere, dice ancora Paolo VI, «si celano e fervono lo spirito e l’ideale di san Francesco», nel tesoro della sua teologia si trovano «lucide armi per combattere ed allonta- 410 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 nare la nube nera dell’ateismo che offusca la nostra età», dalla sua dottrina, infine, si può ricavare «un aureo ordito» per «tessere sereni colloqui fra la Chiesa cattolica» e le altre Confessioni cristiane (cf. AAS 58 (1966) 609-614). Duns Scoto con la sua splendida dottrina sul primato di Cristo, sull’Immacolata Concezione, sul valore primario della Rivelazione e del Magistero della Chiesa, sull’autorità del Papa, sul primato del ben vivere al sapere, sulla possibilità della ragione umana di spiegare e rendere accessibili, almeno in parte, le grandi verità della fede, di dimostrarne la non contraddittorietà con la ragione umana, e asserendo l’eccellenza della carità sopra ogni scienza, rimane ancor oggi un pilastro della teologia cattolica, un Maestro originale e ricco di spunti e sollecitazioni per una conoscenza sempre più completa delle verità della Fede. Il Capitolo generale straordinario 2006 ha ribadito con chiarezza l’importanza di conoscere e trasmettere il patrimonio filosofico, teologico e spirituale che abbiamo ereditato dai nostro grandi Maestri, tra i quali si conta Duns Scoto, giustamente considerato il principe dei teologi della Scuola francescana. Voglia il Signore darci fratelli che possano continuare sulla scia di questo grande Maestro e Dottore e che sappiano alimentare con lo studio il necessario “dialogo” tra conoscenza e devozione, tra ricerca e contemplazione, tra scienza e carità (S. BONAVENTURA, Itinerario…, Prol 4), come fecero i grandi Maestri della nostra Scuola Francescana. Voglia il Signore continuare a darci fratelli che apprezzino lo studio come itinerario e via per essere illuminati da Dio nella mente e nel cuore e per «poter essere così testimoni, annunciatori e servitori della Verità e del Bene “con grande umiltà” (Cant 14)» (Ratio Studiorum OFM 13). Voglia il Signore continuare a darci fratelli che impostino lo studio in relazione alla vita e alla prassi, fratelli che siano capaci attraverso lo studio di leggere le realtà storiche con spirito evangelico e a trovare una risposta adeguata a tali realtà. Voglia il Signore darci fratelli che conoscano e assimilino il ricco patrimonio culturale e spirituale del Maestri francescani, per porlo a disposizione del mondo di oggi, coscienti che la visone francescana del mondo e del uomo risponde alle attese e alle esigenze dell’uomo contemporaneo e al suo anelito di conoscere e incontrare Dio. Nella memoria liturgica del nostro Dottore Giovanni Duns Scoto sento il bisogno di ribadire che l’edificio dell’Ordine deve essere costruito «su due pareti, cioè sulla santità di vita e sulla scienza» (T. DA ECCLESTON, L’insediamento…, 90). In questi momenti, in cui il nostro Ordine sta celebrando la grazia degli origini e si prepara a celebrare nel 2009 l’Ottavo Centenario della sua Fondazione ed è impegnato nella sua propria “rifondazione”, e bene ricordare quanto già è stato detto nel 1991, e cioè che oggi «è più che mai necessario promuovere nel nostro Ordine la formazione intellettuale» (L’Ordine e l’Evangelizzazione oggi, Doc. del Cap. Gen. 1991, 10). Non ci sarà “fedeltà creativa”, non sarà possibile andare verso nuovi terreni di missione – i nuovi areopaghi –, senza un’adeguata e solida preparazione intellettuale, che, come riconosce la nostra Ratio Studiorum richiede «impegno, dedizione e disciplina» (Ratio Studiorum OFM 12). Non risponderemo adeguatamente alla sfida della nuova evangelizzazione senza il sostegno di uno studio serio e continuato. Senza studio non potremo mai situarci nella storia come attori e non potremo vivere significativamente la nostra missione nella società, nella Chiesa e nell’Ordine. Il Vangelo ci invita a contemplare la figura di Maria come donna credente. Che la festa del Dottore Sottile e Mariano ci porti a contemplarla come lui l’ha contemplata, a amarla come lui l’ha amata, e a imitarla come lui l’ha imitata, affinché anche noi possiamo essere, come Maria, i discepoli di Colui nel quale, per piacere di Dio, abita “ogni pienezza”, e per mezzo del quale tutto è stato riconciliato con Dio Padre. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 8. Omelia alla conclusione dell’incontro con i Visitatori e dell’invio di nuovi missionari Roma, Curia generale, 14.11.2008 2Tm 1, 13-14; 2, 1-3; Mt 28, 28, 28- 20 Cari Fratelli, il Signore vi dia Pace! Tre circostanze convergono in questa celebrazione eucaristica e ci permettono di darle un significato particolare: la conclusione dell’incontro del Ministro e del Definitorio generale con i Visitatori che sono stati nominati in quest’anno, l’invio di due fratelli, Damai e Jurij, alla “missione ad gentes”, e la partecipazione a questa celebrazione dei fratelli Conventuali e Cappuccini che hanno concluso l’anno di formazione missionaria in Bruxelles. E tutto questo in prossimità della celebrazione del nostro Capitolo Generale 2009 che, come ben sappiamo, avrà per tema la missione evangelizzatrice. La Parola di Dio che abbiamo ascoltato nel Vangelo illumina questi eventi. “Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole..., insegnando loro e ad osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Mt 28, 19-20). Con ragione Paolo VI, nella Evangelii Nuntiandi, ha detto che “la missione evangelizzatrice è la gioia e la vocazione della Chiesa, la sua identità più profonda” (n.14). Fin dall’inizio del suo ministero pubblico, Gesù “chiamò quelli che aveva scelto… perché stessero con lui e per mandarli a predicare” (Mc 3, 13-14). La Chiesa nasce per la missione evangelizzatrice. Questa fa parte della natura stessa della Chiesa. In Gesù la Chiesa riconosce il paradigma di tutta la evangelizzazione e missione, perciò fa suo il discorso programmatico di Gesù nella sinagoga di Nazareth (cf Lc 4,1819); e, nella direzione indicata da Gesù stesso, e nell’obbedienza al mandato del suo fondatore, assume come logica interna quella di aprirsi a tutta l’umanità: “Ho altre pecore… anche queste io devo condurre e ascolteranno la mia voce, e ci sarà un solo ovile e un solo pastore” (Gv 10, 16). La Chiesa “esiste per evangelizzare, cioè, per 411 predicare e insegnare (EN 1), non solo a quelli che già conoscono Cristo, ma anche oltre le frontiere della fede: “raggiungendo tutte le nazioni” (LG 9). Fedele alla volontà di Gesù, la Chiesa non può sottrarsi al comando di Gesù ai Dodici: “Voi stessi date loro da mangiare” (Mc 6,37) che, come ben sappiamo, ha un significato molto più ampio che dare il pane materiale alle moltitudini di affamati. La missione evangelizzatrice non è una questione facoltativa per la Chiesa, “c’è di mezzo il dovere che le incombe per il comando del Signore, con lo scopo che gli uomini credano e siano salvi” (EN 5). Negare la missione sarebbe come negare la natura stessa dell’essere cristiano: “Guai a me se non evangelizzo! (1Cor 9,16). “Chi ha incontrato Cristo non può tenerlo solo per sé (NMI 40). La Chiesa non può chiudersi in se stessa, deve donarsi a tutti: “Riceverete la forza dello Spirito Santo, che verrà sopra di voi, e sarete miei testimoni fino ai confini della terra” (At 1,8). Nemmeno per l’Ordine la missione evangelizzatrice, in generale, e la missione ad gentes, in concreto, non sono facoltative. Siamo stati chiamati per proclamare il Vangelo nel mondo. Tutti, senza alcuna distinzione, chierici e laici, formiamo parte di una Fraternità di predicatori itineranti, di una Fraternità in missione inter gentes (cf Rb 3, 10-11. Di questa Fraternità, alcuni, mossi da divina ispirazione, sono chiamati alla missione ad gentes, “inter sarracenos et alios infideles” (cf Rb 12, 1-2). L’attività missionaria inter gentes e ad gentes ha caratterizzato la nostra Fraternità fin dalle sue origini. Andare all’incontro con gli altri e annunciare Gesù Cristo in tutto il mondo, “in parole e opere”, è parte integrante della nostra vocazione, una esigenza del nostro Carisma. Né la precarietà del numero, né l’età media elevata che pesa su molte delle nostre Entità, né le molte opere che dobbiamo realizzare nelle nostre Entità di origine, possono dispensarci da questo comando di Gesù e da questo desiderio di Francesco. Il nostro male non sta nell’essere pochi e ogni volta che ci contiamo un po’ più adulti; il nostro 412 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 male sta nel fatto che, pur potendolo, non abbiamo più immaginazione missionaria. Casaldaliga ha definito così la missione: “Missione è partire, lasciando tutto, uscire da se stessi, rompere la corteccia di egoismo che ci chiude nel nostro io. È smetterla di girare attorno a se stessi, come se fossimo il centro del mondo e della vita. È non lasciarci bloccare dai problemi del nostro piccolo mondo: l’umanità è più importante. Missione è sempre partire, però non divorare kilometri. È soprattutto aprirsi agli altri come fratelli, scoprirli e incontrarli. E se per incontrarli è necessario attraversare i mari e volare nei cieli, allora missione è davvero partire fino ai confini del mondo”. Quando comprenderemo questo? Quando finiremo di girare attorno a noi stessi? Quando comprenderemo che è necessario uscire da noi stessi, rompere la corteccia del nostro egoismo che ci chiude nel nostro io o nel piccolo mondo delle nostre Entità? Quando comprenderemo che missione è partire, attraversare mari, volare nei cieli e giungere fino ai confini del mondo? A voi, cari Visitatori, ripeto ciò che vi ho detto in questi giorni: Risvegliate l’ardore missionario nelle Entità che andate a visitare. Il miglior regalo che potreste fare a una Provincia o Custodia è quello di chiederle almeno un fratello per la missione ad gentes. Ricordate ai Frati che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, e che è dando che si riceve. Salutate tutti i fratelli che incontrerete e invitateli ad uscire da se stessi, a mettersi in cammino, ad assumere la missione come una questione di vita o di morte per le nostre Entità. A voi, cari Fr. Damai Warsono e Fr. Jurik Razvoskiyi, a tutti voi fratelli che avete completato la vostra formazione missionaria in Bruxelles, il mio più cordiale augurio. Non abbiate paura. Andate nel Nome del Signore e con la benedizione del Serafico Padre S. Francesco. Cari Fr. Damai e Fr. Jurik, il Signore vi chiama e vi invia in Kenia e Thailandia. Voi, cari Fratelli Conventuali e Cappuccini, il Signore vi chiama e vi manda in altre regioni, diverse dai paesi dai quali provenite. Andate, disposti a dare, meglio an- cora, a dare totalmente e gratuitamente, senza risparmiare tempo né energie. Già non vi appartenete più… ma ricordate che dovete andare con cuore di poveri, disposti anche a ricevere da parte della gente che volete accompagnare nel cammino della fede. Andate, disposti a imparare e a lasciarvi evangelizzare dagli uomini e donne di buona volontà che incontrerete nel vostro cammino. Imparate la lingua delle popolazioni che vi accoglieranno. Siate sempre sensibili alle loro culture, evangelizzandole se necessario. Amate quelle persone come voi stessi e quei popoli come il vostro stesso popolo. Inculturate la forma di vita francescana nelle diverse culture che incontrerete. La missione non è mai facile. Ci saranno momenti in cui avvertirete la stanchezza e il peso di lavorare nella vigna del Signore. Cercate allora la forza della grazia di Gesù e della sua Parola, come sentivamo nella prima lettura, senza mai dimenticare ciò che siete: Frati Minori, chiamati a vivere lo Spirito di orazione e devozione come prima priorità, in fraternità e minorità. Andate e ricordate che, come abbiamo ascoltato nel Vangelo, il Signore sarà con voi sempre, in ogni momento. Andate, portate la pace e il bene a tutti quelli che incontrerete sul vostro cammino. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale OFM 9. Carta con ocasión de la solemnidad del Nacimiento de nuestro Señor Jesucristo “Y, siendo sobremanera rico, quiso escoger la pobreza en este mundo” (2CtaF 5) Queridos hermanos y hermanas: Es Navidad: la fiesta de las fiestas para el padre san Francisco (2Cel 199). Es Navidad: finalmente Dios ha plantado su tienda entre nosotros, desposándose para siempre con la humanidad (cf. Jn 1,14). Es Navidad: “cuando llegó la plenitud de los tiempos”, la omnipotencia y soberanía de Dios se ha EX ACTIS MINISTRI GENERALIS revelado en un niño (cf. Gál 4,4). “Alegrémonos y gocémonos” en el Señor (cf. Ap 19,7). Hagamos fiesta: la Palabra se hace carne. Con razón es Noche Buena. En este día, hecho por el Señor (cf. Sal 117,24), brote del corazón y de los labios de cada hermano y hermana un canto de gozo, pues el Poderoso, cuyo nombre es santo, ha hecho cosas grandes por nosotros, y la gloria del Señor habita nuestra tierra (cf. Sal 85,10). En este tiempo de gracia miremos, hermanos y hermanas, al Poverello para aprender de él a acoger y celebrar el misterio de la encarnación y del nacimiento de nuestro Señor Jesucristo. “Y el Verbo se hizo carne” (Jn 1, 14) El Hijo de Dios se hizo carne, asumió nuestra naturaleza humana en su debilidad y fragilidad. Finalmente el proyecto divino se ha realizado en un hombre, es visible, accesible, palpable (cf. 1Jn 1,1-3). El Verbo encarnado no es un mito, es una persona, que se insertó totalmente en la historia humana, asumiendo nuestra misma carne. La vieja Tienda del encuentro, morada de Dios entre los israelitas durante su peregrinación por el desierto (Ex 33,7-10), ha sido sustituida definitivamente. Desde ahora la tienda de Dios, el lugar donde él habita en medio de los hombres, es una persona, una “carne”, y se llama “Emmanuel […], Dios con nosotros” (cf. Mt 1, 3). Los profetas habían anunciado días de ira (cf. Is 34,2), de juicio (Is 3,13), de venganza (cf. Jer 5,9), y de castigo (cf. Is 26,21). Se podría decir que Dios había perdido la paciencia, y al hombre pareciera que no le quedaba otra salida que hundirse en el polvo (cf. Is 2,10). Y cuando parece que todo había terminado, Dios toma la iniciativa: “Porque un niño nos ha nacido, un hijo se nos ha dado” (Is 9,5), es el “Hijo del Altísimo”, cuyo nombre es Jesús, el Salvador (cf. Lc 1,31-32). Esta es la gran sorpresa de la Navidad: el día que teníamos que rendir cuentas, “se manifestó la bondad de Dios nuestro Salvador y su amor a los hombres” (Tit 3,4). Y aquí está también la “noticia, motivo de alegría” de la Navidad (cf. Lc 413 2,10): “Con amor eterno te he amado” (Jer 31,3), ¡tú has vuelto a ser alguien porque alguien te ama! A un cierto momento de su vida, Francisco descubre el significado profundo de la encarnación del Verbo: el Padre ama tanto a la humanidad que envía al Hijo. Desde entonces ese misterio de amor será para él motivo de contemplación constante, porque no deja de asombrarle y, al mismo tiempo, de entusiasmarle: la “Palabra del Padre, tan digna, tan santa y gloriosa, fue anunciada por el mismo altísimo Padre desde el cielo, por medio del santo ángel Gabriel, [y vino] al seno de la santa y gloriosa Virgen María en el que recibió la carne verdadera de nuestra humanidad y fragilidad. Y, siendo sobremanera rico (cf. 2Cor 8,9), quiso escoger la pobreza en este mundo, junto con la bienaventurada Virgen, su madre” (2CtaF 4-5). Misterio de amor, de pobreza extrema y de humana fragilidad, eso es la encarnación, el misterio que celebramos en estos días de Navidad. Por la encarnación, el Hijo de Dios, sin dejar de serlo, asume todas nuestras debilidades, excepto el pecado, y el que era sobremanera rico, se hace pobre y siervo por nosotros (cf. Flp 2,5-8), para redimirnos por su pasión y muerte: “Y te damos gracias porque así como nos creaste por tu Hijo, así también por el santo amor con que nos amaste (cf. Jn 17,26), hiciste que él, verdadero Dios y verdadero hombre, naciera de la gloriosa siempre Virgen beatísima Santa María, y quisiste que nosotros, cautivos, fuéramos redimidos por su cruz y sangre y muerte” (1R 23,3). Aquí está la razón más profunda por la que Francisco amaba la Navidad más que las demás fiestas. Aquí está la única razón que justifica el que celebremos la Navidad: El Padre ha querido salvarnos y redimirnos, por eso nos envía al Hijo. Pero Francisco no sólo se queda en la admiración, sino que la contemplación de este misterio de abajamiento y humillación es determinante en su modo de seguir a Jesús: “La suprema aspiración de Francisco, su más vivo deseo y su más elevado propósito, era observar en todo y siempre el santo 414 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 Evangelio y seguir la doctrina de nuestro Señor Jesucristo y sus pasos con suma atención, con todo cuidado, con todo el anhelo de su mente, con todo el fervor de su corazón. En asidua meditación recordaba sus palabras y con agudísima consideración repasaba sus obras. Tenía tan presente en su memoria la humildad de la encarnación y la caridad de la pasión, que difícilmente quería pensar en otra cosa” (1Cel 84). Para comunicarse a los hombres, la Palabra ha escogido la kénosis, el anonadamiento, el vacío, el despojo. El camino que trae Dios a los hombres empieza en Belén y termina en el Calvario, comienza en el pesebre y termina en la cruz. Esto lo entendió muy bien Francisco. Desde entonces ya no hay otro camino para que el hombre se pueda comunicar con Dios, ya no hay otra manera de celebrar cristiana y franciscanamente la Navidad que no sea vaciándonos de nosotros mismos, asumiendo la minoridad como la forma concreta que califique todos nuestros ministerios (cf. El Señor nos habla en el camino, =Shc, 28), y la lógica del don, como capacidad de salir de nosotros mismos para ir al encuentro del otro, del distinto, como entrega gratuita a los otros, similar al constante entregarse de Dios a nosotros (cf. Shc 22). “Os traigo una buena nueva, una gran alegría, que es para todo el pueblo” (Lc 2, 10) Los relatos evangélicos destacan la alegría y el gozo que trae consigo la encarnación del Señor. Fue María la primera en recibir con alegría el anuncio del ángel Gabriel, y su Magnificat presagia el gozo de todos los anawim. Juan Bautista salta de gozo en su presencia cuando aún está en el seno de su madre (cf. Lc 1,44). La encarnación es motivo de gozo para todo el pueblo (cf. Lc 2,10). También Francisco “celebraba con inefable alegría el nacimiento del niño Dios” (2Cel 199). “Quería que en este día todo cristiano saltara de gozo en el Señor” (EP 114). “Este es el día que hizo el Señor alegrémonos y gocemos en él” (Ofp 25). La Navidad era, pues, día de alegría para Fran- cisco. Pero la alegría de la Navidad, la alegría cristiana, no es como la del mundo, que pretende encontrarla en la acumulación de disfrute, en la diversión, en los regalos, en el consumo... El gozo de la Navidad surge de la admiración y el agradecimiento por el abajamiento del Hijo de Dios, por haber tomado la fragilidad y humildad de nuestra carne, por haber escogido la pobreza de este mundo, junto con la bienaventurada Virgen, su madre (cf. 2CtaF 4-5). Por este motivo, para Francisco la verdadera alegría se alcanza recorriendo, como Jesús, el camino del desprendimiento y de la donación total. Porque la pobreza es el camino salvador y redentor que condujo a Jesús a nosotros, por eso la celebración de la Navidad produce un gozo distinto: el gozo de la pobreza. He ahí la fuente de la verdadera alegría navideña: el sentirnos tan pobres que necesitamos de alguien que nos salve, y haga que nuestra esterilidad sea fecunda, como fecunda fue la esterilidad de Alcaná y Ana (cf. 1Sm 1,1-20). Sólo así seremos también nosotros, como lo fueron Isaac, Sansón y Samuel, hijos de la gracia de Dios, hijos de Dios (cf. Jn 1,12). Este modo de entender y de vivir Francisco la Navidad nos ha de llevar a una revisión profunda de cómo vivimos este importante tiempo litúrgico, pues puede que nuestra celebración de la Navidad sea un tanto ambigua. Y así, junto a valores como el fomento de los encuentros familiares, la mayor predisposición a compartir y a reconciliarse, el reavivar los sentimientos de fraternidad universal, las hermosas celebraciones litúrgicas y la transmisión a los niños de aspectos importantes de la fe por medio del Belén, nos encontramos con un consumismo y derroche desmesurados que ignoran a gran parte de la humanidad que vive con lo imprescindible o con menos que eso, y que igualmente ignora el deterioro ecológico que ese consumismo produce. Quizás está ahí el vicio de fondo de nuestra fiesta: celebramos nuestra Navidad, y no la suya. Quizás hemos deformado la Navidad. Si esto fuera así, hemos de recuperar el modo franciscano de celebrarla. Navidad es movimiento, ganas de abandonar los cómodos parajes. Vivimos la Na- EX ACTIS MINISTRI GENERALIS vidad sólo si aceptamos dejarnos desinstalar, si vamos donde él está. El Emmanuel, el Dios-con-nosotros, es el Dios que se hace buscar, y se deja encontrar sólo por los que saben que son pobres. Permitidme una pregunta que me la hago a mí mismo: ¿Y si alguien nos pidiese que le contáramos nuestra Navidad, dejando a parte los regalos, el menú, las tarjetas…? Quitada toda esa mercancía, ¿nos quedaría algo nuevo que contar? También Navidad puede ser un tiempo propicio para escuchar la advertencia de san Pablo de no acomodarnos a los criterios de este mundo (cf. Rom 12,2), y vivir esta fiesta de tal modo que resulte un “patente testimonio profético contra los ‘falsos valores’ de nuestro tiempo” (CCGG 67). “Allí la simplicidad recibe honor, la pobreza es ensalzada, la humildad es valorada”, (1Cel 85) El relato del pesebre que Francisco preparó el día de Navidad en Greccio, describe a Jesús en el misterio de su humildad y su pobreza, de su exclusión e indefensión, usando expresiones como “invalidez del niño” (1Cel 84), “rey pobre” (1Cel 86), “pequeña ciudad” (1Cel 86), pesebre, heno, buey y asno... En Greccio, junto a Francisco, aprendemos a mirar, comprender y sentir de otra manera. Acostumbrados a mirar lo que destaca, lo que da prestigio, se nos pide descubrir y dejarnos vivificar por la presencia misteriosa y silenciosa de Dios en lo pequeño y escondido, en lo sencillo, pobre y humilde de nuestras vidas y de la vida. Se nos invita a acercarnos a ese niño desde la ternura y la pobreza y no desde la agresividad o la prepotencia. Para encontrarnos con el recién nacido no hay otro camino que hacernos sencillos y pequeños, como María, José, y los pastores. Greccio y Belén son una llamada a ser fieles a una dimensión esencial de nuestra forma vitae: la minoridad. Las Constituciones Generales nos dicen: “Para seguir más de cerca y reflejar con mayor claridad el anonadamiento del Salvador, adopten los hermanos la vida y la condición de los pequeños de la sociedad, morando siempre 415 entre ellos como menores” (CCGG 66,1; cf. CCGG 97,1). Greccio y Belén son una llamada a “vivir el Evangelio como menores entre los menores” (Shc 33). Greccio y Belén nos llaman a observar los acontecimientos y a leer la realidad desde los pobres (cf. CCGG 97,2) y a aprender de ellos (cf. CCGG 93,1) porque es así como verdaderamente les podremos servir. “Quería que en este día los ricos den de comer en abundancia a los pobres y hambrientos” (2Cel 200) Otro aspecto importante de los relatos de la Navidad de Francisco es el gozo por la manifestación histórica de la dinámica del don de Dios a la humanidad. En Belén nos encontramos con la lógica del don (cf. Shc 19-25). En Jesús “ha aparecido la bondad de Dios y su amor al hombre” (Tit 3,4-5). En Jesús “ha aparecido la gracia de Dios que trae la salvación para todos los hombres” (Tit 2,11). Ante ese don extraordinario de Dios a la humanidad, brota el estupor, el agradecimiento y la alabanza, pero también la respuesta desde la lógica del don. Si Dios nos ha dado todo y se ha dado a si mismo en su Hijo, nosotros somos invitados también a entrar en un movimiento de restitución, a darnos totalmente a Él (cf. 1R 17,17), e igualmente a “entregar y entregarnos gratuitamente a los otros, a través de un movimiento del don, que es similar al constante entregarse de Dios” (Shc 22). De este modo la celebración de la Navidad ha de activar en nosotros la puesta en práctica de algunos de los medios que nos hemos propuesto en el proyecto La gracia de los orígenes para los años 2008-2009: Cuidar que toda Entidad establezca formas concretas de expropiación y de restitución de nuestros bienes a los pobres, que son nuestros maestros y señores; verificar en cada Fraternidad local el uso de nuestros espacios, buscando realizar opciones solidarias y generosas en el compartir; y colaborar activamente en el Fondo solidaridad que se ha abierto en la Curia general para salir al paso de necesidades urgentes, tanto dentro como fuera de la Orden. 416 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 Conclusión Hermanos y hermanas: la Navidad de este año está envuelta en el oscuro manto de la crisis económica. Esta situación, grave para muchos, no puede dejarnos indiferentes. Después de un breve recorrido por la experiencia de Francisco os invito a celebrar la Navidad desde la perspectiva de la minoridad vivida con gozo en el hoy de un mundo donde abunda la pobreza y el deterioro de la creación nos desafía. Tratar de vivir los valores que nos ha transmitido Francisco: acogida gozosa de la Palabra, agradecimiento por todos los bienes que recibimos de Dios -en primer lugar el don de su Hijo (cf. Adm 1,17)-, cercanía y servicio a los hermanos con los que vivimos, encuentro con Dios en lo sencillo y pequeño de la vida, compartir las condiciones de vida de los pequeños de la sociedad y estar a su servicio restituyéndoles nuestros bienes. Será sin duda la mejor manera de celebrar la gran noticia del amor de Dios manifestado en Cristo Jesús nacido en Belén, y el mejor testimonio que podemos dar de esa buena y gran alegría a nuestro mundo, profundamente necesitado de ella. A todos vosotros, mis queridos hermanos y hermanas, os deseo una celebración sencilla, gozosa y solidaria del nacimiento del Señor, y que su Espíritu nos mantenga la pasión por Dios y por la humanidad en el 2009. ¡FELIZ NAVIDAD! Roma, 8 de diciembre de 2008. solemnidad de la Inmaculada Concepción, Reina y Madre de la OFM FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro general Prot. 099451 E SECRETARIA GENERALI 1. Capitulum Prov. Siciliæ Ss. Nominos Iesu in Italia Nel Capitolo Provinciale della nostra Provincia di Sicilia del Santissimo Nome di Gesù, in Italia, regolarmente celebrato secondo le disposizioni del Diritto, nella Casa di San Giovanni Battista, in Baida-Palermo, sotto la presidenza del Visitatore Generale, GIACOMETTI FR. LUIGI, nei giorni 2, 5 e 6 maggio 2008 sono statti eletti: per l’ Ufficio di Ministro provinciale: NOTO FR. GIUSEPPE per l’ufficio di Vicario provinciale: DI FATTA FR. GIUSEPPE per il Definitorio della Provincia: FERRO FR. SALVATORE FINA FR. ROMANO LIPARI FR. BENEDETTO TURRISI FR. PIETRO. Queste elezioni sono state ratificate dal Definitorio generale il 2 settembre 2008. Prot. 099209/S308-08 2. Capitulum Prov. S. Michaëlis in Argetina El Capítulo Provincial ordinario de nuestra Provincia de San Miguel, en Argentina, celebrado legítimamente conforme a Derecho en la Casa “El Seráfico”, junto al Convento de San Carlos, en la ciudad de San Lorenzo, Argentina, y presidido por el Visitador General, FOLGADO FR. CARLOS, los días 5, 6 y 7 de septiembre de 2008 eligió a: para el Oficio de Ministro Provincial: RODRÍGUEZ PANIAGUA FR. JORGE GUSTAVO para el Oficio de Vicario Provincial: CARBALLO SAWULA FR. SERGIO HORACIO y para el Oficio de Definidores Provinciales: FERREIRA JARA FR. PABLO GAYTE MARCHIOLI FR. ÁNGEL GABRIEL ORTIZ PERIZZOTTI. FR. EUGENIO HORACIO SABADINI FR. FERNANDO BROLLO. El Definitorio General, en la Sesión del día 11 de septiembre de 2008, examinó las Actas auténticas de estas elecciones y las aprobó. Prot. 099283/S351-08 3. Capitulum Intermedium Prob. Hiberniæ in Hibernia During the intermediary Provincial Chapter of our Province of Ireland, regularly celebrated according to the norms of Canon Law and held in Gormanston College, Ireland, on the 7th of July 2008, presided over by the Minister Provincial, O’LAOIDE BR. CAOIMHIN, the following were elected: to the office of Vicar Provincial: MCKENNA BR. HUGH to the office of Provincial Definitors: CONDREN BR. JOSEPH JONES BR. BERNARD MCGRATH BR. BRENDAN YOUNGE BR. PATRICK. The General Definitorium, during its session of the 23rd of October 2008, carefully examined and approved the election. Prot. 099307/S366-08 4. Capitulum Cust. Aut. S. Francisci Assisiensis in Papua Nova Guinea During the Custodial Chapter of our Custody of St. Francis, in Papua New Guinea and the Salomon Islands, regularly celebrated according to the norms of Canon Law on the 8th, 9th and 10th of September 2008, in the House of St. Anna, Aitape, 418 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2008 – N. 3 PNG, under the presidency of the Visitator General, MISCAMBLE BR. PHILLIP, the following were elected: to the Office of Custos: AMENTA BR. EDUARDO to the office of Custodial Vicar: VALUSTAUT BR. SEBASTIAN to the Office of Custodial Councillors: BOURKE BR. GREGORY BURBURU BR. FRANCIS GATTEI BR. GIANNI QUENTAIP BR. JOSEPH. The General Definitory, during its session of the 23rd of October 2008, carefully examined and approved the elections. Prot. 099365/S387-08 5. Capitulum Prov. ss. Cordis Iesu in USA During the Provincial Chapter of our Province of The Most Sacred Heart of Jesus the United States of America, regularly celebrated according to the norms of Canon Law in the Hilton Hotel, Frontenac, St. Louis, Missouri, U.S.A., and held on the 10th and 11th of June 2008, presided over by the Visitator General, JASPER BR. FRANK, the following were elected: to the Office of Minister Provincial: PERRY BR. MICHAEL to the Office of Vicar Provincial: JENNRICH BR. MICHAEL to the office of Provincial Definitors: DOMBROWSKI BR. JOHN LAUSE BR. JAMES PARTHIE BR. RALPH POSADAS BR. JOSÉ ANTONIO SHEA BR. EDWARD SPENCER BR. WILLIAM. The General Definitorium, during its session of the 23rd of October 2008, carefully examined and approved the election. Prot. 099386/S396-08 6. Capitulum Prov. Dominæ Nostræ de Guadalupre in America centrale et Panama El Capítulo Provincial ordinario de la Provincia de Nuestra Señora de Guadalupe, en Centroamérica y Panamá, celebrado legítimamente conforme a Derecho en la Casa de la Divina Misericordia, de Valle de Ángeles, en Honduras, C.A., presidido por el Visitador General, GÓMEZ JIMÉNEZ FR. JAVIER, los días 14 y 15 de octubre de 2008 eligió para el Oficio de Ministro Provincial: FLORES INTERIANO FR. SAÚL ORLANDO para el Oficio de Vicario Provincial: ALVARADO SEGURA FR. EDWIN DE JESÚS y para el Oficio de Definidores Provinciales: EVANS FR. GERARDO FALLAS MORA FR. SERGIO ANTONIO FLORES MEDINA FR. RENÉ ANTONIO PATZÁN HERNÁNDEZ FR. MARCOS ANTONIO PIRIL FR. JOSÉ LUIS DE PAZ SALDAÑA GUERRA FR. LUIS ENRIQUE. El Definitorio General, en la Sesión del día 23 de octubre de 2008, examinó las Actas auténticas de estas elecciones. Prot. 099385/S395-08 7. Capitulum Prov. Carthaginensis in Hispania El Capítulo Provincial ordinario de la Provincia de Cartagena, en España, celebrado conforme a Derecho en la Casa de Santa Ana de Orihuela, presidido por el Ministro Provincial, VIDAL ABELLÁN FR. SATURNINO, el día 3 de julio de 2008, eligió para el oficio de Definidores Provinciales: ESCRIBANO ARRÁEZ FR. MIGUEL ÁNGEL HERNÁNDEZ VALENZUELA FR. JOSÉ LÓPEZ CERDÁN FR. FRANCISCO JAVIER MARTÍNEZ FRESNEDA FR. FRANCISCO MARTÍNEZ TORRES FR. EMILIO. El Definitorio General, en la Sesión del 23 de octubre de 2008, examinó las Actas auténticas y aprobó las elecciones. Prot. 099301/S361-08 E SECRETARIA GENERALI 8. Capitulum Cust. Aut. Nostræ Dominæ Septem Gaudiorum in Brasilia El Capítulo de nuestra Custodia de las Siete Alegrías de Nuestra Señora, en Brasil, celebrado legítimamente conforme a Derecho en el Convento São Francisco, en Campo Alegre, MS, bajo la Presidencia del Visitador General, DELLAZARI FR. INÁCIO, el día 30 de octubre de 2008 eligió, para el Oficio de Custodio: ALVES PEREIRA JÚNIOR FR. ALUÍSIO para el Oficio de Vicario: CARRARO FR. LEODIR y para el Oficio de Consejeros de la Custodia: DO NASCIMENTO FR. ROBERTO MIGUEL FAVARETTO FR. ARCIDES LUIZ TERCE FR. ÉTERSON ANTÔNIO VITERBO DE SOUZA FR. ROGÉRIO. El Definitorio General, en la Sesión del día 4 de noviembre de 2008, examinó las Actas auténticas de estas elecciones. Prot. 099422/S413-08 9. Capitulum Intermedium Prov. S. Antonii in Bolivia El Capítulo Provincial ordinario de la Provincia Misionera de San Antonio, en Bolivia, celebrado ritualmente conforme a Derecho en la Casa de San José de Tarata, Cochabamba, presidido por el Ministro Provincial, SAPPL FR. MARTÍN, el día 14 de noviembre de 2008, eligió para el oficio de Definidores Provinciales: DA SILVA MIRANDA FR. VICTORIO FALKUS KOSIECKA FR. BERNARDO KORNACKI MUSKETT FR. TOMÁS PÉREZ QUISPE FR. AURELIO YAGUANOY IRAIPI FR. DÁMASO. El Definitorio General, en la Sesión del 16 de diciembre de 2008, examinó las Actas auténticas y aprobó estas elecciones. Prot. 099479/S437-08 10. Capitulum Intermedium Prov. Ss. Trinitatis in Chilia 419 El Capítulo Provincial ordinario de la Provincia de la Santísima Trinidad, en Chile, celebrado ritualmente conforme a Derecho en la Casa de Mostazal, presidido por el Ministro Provincial, Wouters Fr. Rogelio, el día 24 de octubre de 2008, eligió para el oficio de Definidores Provinciales, ÁLVAREZ ASTORGA FR. MANUEL A. CASTILLO CORDERO FR. PEDRO COVILI LINFATI FR. ISAURO U. HERNÁNDEZ JIMÉNEZ FR. JUAN DE DIOS ZAMORANO SOTO FR. SAÚL. El Definitorio General, en la Sesión del 16 de diciembre de 2008, examinó las Actas auténticas y aprobó estas elecciones. Prot. 099435/S420-08 11. Capitulum Prov. S. Evangelii in Mexico El Capítulo Provincial ordinario de nuestra Provincia del Santo Evangelio, en México, celebrado legítimamente conforme a Derecho en la Casa de San Juan Bautista, en Coyoacán, México, D.F., presidido por el Visitador General, MOORE FR. GERARDO, el día 3 de julio de 2008 eligió para el Oficio de Ministro Provincial: MORALES VALERIO FR. FRANCISCO para el Oficio de Vicario Provincial: MEDINA PALMA FR. JUAN para Oficio de Definidores Provinciales: BERROCALI ÁLVAREZ FR. MIGUEL ÁNGEL JUÁREZ DELGADO FR. COSME NÚÑEZ SANTIAGO FR. PASCUAL OCHOA ZAMORANO FR. PABLO TORRES LEÓN FR. PABLO ARTURO. El Definitorio General, en la Sesión del día 2 de septiembre de 2008, examinó las Actas auténticas estas elecciones. Prot. 099160/S285-08 12. Visitatores generales – GOLOLOMBE FR. LUCAS FRANCISCO, Prov. Cust. Aut. S. Claræ, in Mozambico, Visit. Absistens pro Fund. Immacu- 420 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 latæ Matris Dei, in Angola, dep. a Prov. Immaculatæ Conceptionis, in Brasilia: 23.09.2008; prot. 099246/S330-08. – VALVASORI FR. FLAERDI SILVESTRE, Cust. Ss. Cordis Iesu, dep. a Prov. Neapolitana Ss. Cordis Iesu, in Italia, pro Prov. Immaculatæ Conceptionis, in Brasilia: 25.09.2008; prot. 099246/S330-08. – BOURDEAU FR. GILLES, Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, in Canada, Visit. Absistens pro Cust. Franc. del Caribe et Cust. Franc. del Paraguay, dep. a Prov. Franciscana de Arantzazu, in Hispania: 04.11.2008; prot. 098721/S84-08. – CAMPANA FR. FERDINANDO, Prov. Picenæ S. Iacobi de Marchia, in Italia, pro Prov. Annunciationis BMV, in Albania: 06.11.2008; prot. 099404/S402-08. – PULJIC FR. MARKO, Cust. S. Familiæ, in USA, dep. Prov. Assumptionis BMV, in Bosnia/Erzegovina, Visit. Absistens pro Fratribus Prov. Ss. Redemptoris in Croatia, in USA et in Canada degentibus: 19.12.2008; prot. 099441/S422-08. – SMITH FR. PAUL, Prov. Sancti Spiritus, in Australia, Visit. Absistens pro Fratribus Prov. S. Crucis, in Bsnia/erzegovina, degentibus in Australia: 19.12.2008; prot. 099444/S425-08. 13. Domus suppressæ – Résidence Sainte-Claire, Baie-Saint Paul (Québec), Canada: 04.09.2008; prot. 099225/S321-08. – Couvent Saint-Bonaventure, Montréal, Canada: 04.09.2008; prot. 099147/S280-08. – Fraternité de Nostre-Dames des Anges, Aix en Provence, Francia: 23.10.2008; prot. 099354/S381-08. – Fraternitè Francicsine, Dole (Jura), Francia: 23.10.2008; prot. 099354/S381-08. – Fraternité Franciscine, Bressoux (Liège), Belgio: 23.10.2008; prot. 099354/S381-08. – Saint Francis, Casablanca, Marocco: 17.12.2008; prot. 099488/M86.08. 14. Notitiæ particulares – Il Ministro generale, con il consenso del Definitoiro generale, ha soppresso la Fondazione “St. Andrew”, Nuova Zelanda, dipendente dalla Prov. Sancti Spiritus, Australia: 04.09.2008; prot. 099241/S328.08. – Il Ministro generale ha eletto, con il consenso del Definitorio, il Governo della Cust. Aut. “S. Francesco, Araldo della Pace” nel West-Papua/Indonesia (cf. AOFM, 2[2008]264). Custode: Ngga Fr. Gabriel; Vicario: Warat Bungan Fr. Wilhelmus; Consiglieri: Seta Fr. Hendrikus, Gonsalit Saur Fr. Wilhelmus I., Dister Fr. Bernward, Kalakmabin Fr. Victor (08.09.2008; prot. 099223/S319-08). – Il Ministro generale ha eretto, con il consenso del Definitorio, la Custodia “Maria, Madre di Dio”), nel Nord dell’India, dipendente dalla Prov. S. Thomæ Apostoli, India. Ha anche eletto il Governo della Custodia: Custode: Ekka Fr. Leos; Consiglieri: D’Lima Fr. Fidelis, Beck Fr. Sushil, Rosario Fr. Francis, Baxla Fr. Thaddeus (08.09.2008; prot. 099260/S340.08). – Il Ministro generale, con il consenso del Definitorio, ha eretto la Fondazione “S. Francesco di Assisi”, nel Nord-Est dell’India, dipendente dalla Prov. S. Thomæ Apostoli, India (08.09.2008; prot. 099282). E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 1. Discorso in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 20082009 alla Pontificia Università Antonianum Roma, 17 ottobre 2008 Autorità accademiche, professori, alunni, personale ausiliario: Il Signore vi dia la pace! Sono tre le circostanze che fanno di questa inaugurazione dell’anno accademico 2008-2009 un momento del tutto particolare per la nostra Università Antonianum: il rinnovo delle cariche accademiche, la celebrazione del Sinodo dei Vescovi e la chiusura del VII Centenario della morte del Beato Giovanni Duns Scoto, il Dottor Sottile e Mariano (1308- 2008). 1. Il rinnovo delle cariche accademiche Ai fratelli ai quali è stato chiesto o prossimamente sarà chiesto un servizio particolare a favore dell’Università, manifesto la mia gratitudine per la loro disponibilità, accompagnata dalla mia fraterna e cordiale felicitazione per la fiducia in loro riposta. A tutti auguri e buon lavoro. Tra le sfide che io vedo di fronte a voi in questi momenti ne segnalo due: – Creare una vera comunità accademica nella quale ci sia una vera sinfonia tra le diverse individualità è il primo compito che vi si presenta. Siate creativi nel ricercare e mettere in pratica i mezzi adeguati per potenziare l’unità della comunità accademica, nel rispetto della pluralità e diversità, epifania di un Dio sempre fecondo. Specialmente in seno alle distinte Facoltà, favorite il lavoro in équipe. – La seconda sfida che vedo è il lavorare instancabilmente, ed in ogni momento, per passare dal buono al meglio e conseguire così l’eccellenza accademica che un’Università come la nostra deve avere, se vuo- le competere con uguale forza con altri Centri universitari similari. Eccellenza accademica nell’insegnamento, eccellenza accademica nella ricerca. Tutto questo senza rinunciare mai ad essere una vera famiglia universitaria nella quale le relazioni degli uni con gli altri siano animate dalla stima reciproca, il dialogo fatto di ascolto, e la collaborazione fraterna e sincera. Sono convinto che l’ambiente di famiglia aiuterà, senza alcun dubbio, a portare avanti gli obbiettivi specifici di una Università Francescana. 2. Il Sinodo della Parola di Dio nella vita e missione della Chiesa. All’interno dell’anno paolino, voluto dal Santo Padre per ricordare i duemila anni della nascita di San Paolo, la Chiesa sta celebrando la XII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema della Parola di Dio. In questo contesto desidero ricordare quanto afferma il Vaticano II: «La Scrittura deve essere l’anima della teologia» (DV 24). Questa affermazione, dal momento che pone la Parola di Dio al centro della ricerca e dell’insegnamento della teologia, postula un dialogo e una stretta collaborazione tra esegeti e teologi. Nel suo recente intervento al Sinodo dei Vescovi, sua Santità Benedetto XVI ha affermato: «Per meglio capire la Bibbia, anche dal punto di vista della fede, servono esegeti con una formazione completa». Benedetto XVI ha insistito sulla necessità di tener presenti nell’esegesi due elementi: quello storico e quello teologico. «Il metodo storico-critico è positivo, ma ha bisogno di essere completato». «Il metodo storicocritico – ha continuato il Papa – aiuta a capire che il testo sacro non è mitologia, ma vera storia, aiuta a cogliere l’unità profonda di tutta la Scrittura» (cf. L’Osservatore Ro- 422 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 mano, 15 ottobre 2008,1). Se manca l’elemento storico si cede facilmente alla tentazione, sempre viva, del fondamentalismo, o, per lo meno, di un letteralismo schiavizzante. «Se scompare l’ermeneutica della fede, al suo posto si afferma l’ermeneutica positivista, secondo la quale il divino non appare nella storia» (ibid.). Di conseguenza, la Sacra Scrittura o Parola di Dio, verrebbe ridotta ad un libro del passato o a una semplice parola umana. Bisogna superare, ha detto in un altro passo il Santo Padre, il dualismo che attualmente separa la teologia dall’esegesi: «una teologia – ha detto sempre Benedetto XVI – che non si basa sull’interpretazione della Scrittura è una teologia senza fondamento, come non ha fondamento un’esegesi che non sia teologica». Di fatto, ci domandiamo: Che sarebbe un discorso su Dio che non tenga presente un’esegesi scientifica e illuminata dalla fede del dato rivelato? E dall’altra parte, a cosa condurrebbe un’esegesi che non tiene conto che ci troviamo di fronte ad un libro rivelato? Per evitare questi estremi, è necessario, per tanto, superare la distanza che si avverte alcune volte tra la ricerca esegetica e l’elaborazione teologica. Il teologo deve usare il dato biblico senza strumentalizzarlo, mentre l’esegeta non deve limitare la sua ricerca solo ai dati letterari, ma deve impegnarsi nel riconoscere e comunicare i contenuti teologici presenti nel testo ispirato. Il teologo deve aiutare a comprendere e valorizzare la verità delle Sacre Scritture nella vita di fede e nel dialogo con le culture, riflettendo sulle attuali tendenze antropologiche, sulle istanze morali, sulla relazione tra ragione e fede, e sul dialogo con le grandi religioni. L’esegeta deve essere cosciente che di fronte a sé ha un testo rivelato e non semplicemente un testo letterario, e che, come ho ricordato nel mio intervento al Sinodo, presentando come esempio san Francesco, un testo si capisce nella sua profondità solo se si vive, o come dicono i santi Padri, se si fa vita. Questo è un principio ermeneutico che nessuno che si avvicina alle Sacre Scritture può dimenticare. Gli uni e gli altri, teologi ed esegeti, devono avvicinarsi alla Sacra Scrittura come fonte di acqua viva, nella sorpresa gioiosa di ascoltare il Signore nei contesti della vita. Dalla Parola di Dio alla vita e dalla vita alla Parola di Dio. In questo modo si porrà in atto il circolo ermeneutico completo: credere per comprendere, comprendere per credere; la fede cerca l’intelligenza, l’intelligenza si apre alla fede. Il racconto di Emmaus è un modello esemplare di incontro del credente con la Parola incarnata (cf. Lc 24,13-35). Incontro a cui sono chiamati anche i teologi e gli esegeti. D’altra parte, senza rinunciare alla ricerca scientifica più esigente, gli uni e gli altri, teologi ed esegeti, devono offrire al popolo di Dio, anche se ciascuno dal luogo che gli è proprio, «l’alimento delle Scritture, che illumina la mente, corrobora le volontà e accende i cuori degli uomini all’amore di Dio» (DV 23). Con questa finalità è necessario potenziare un dialogo non solo tra esegeti e teologi, ma anche con gli altri agenti di pastorale. Questo dialogo permetterà che l’esegesi sostenga la teologia e che la riflessione teologica si traduca in proposte di evangelizzazione più incisiva. Mentre ringrazio tutti i Professori della nostra Facoltà di Bibbia e Archeologia di Gerusalemme per il grande lavoro che fanno in esegesi e archeologia, invito ad intensificare la collaborazione tra detta Facoltà e la Facoltà di Teologia di Roma, con i loro diversi istituti, e a fare studi e pubblicazioni scientifiche insieme. Entrambe le Facoltà ne uscirebbero arricchite. 3. Celebrazione del VII Centenario della morte di Scoto Siamo quasi alla fine delle celebrazioni del VII Centenario della morte del Dottor Sottile e Mariano, il Beato Giovanni Duns Scoto. Il Capitolo Generale Straordinario nel suo documento finale ha chiesto di recuperare «criticamente le grandi tradizioni filosofiche, teologiche, mistiche ed artistiche del nostro patrimonio francescano, come sostegno della nostra missione di annunciare il Vangelo […] nel cuore della cultura contempora- E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS nea», e pone come ragione di ciò l’evitare «il rischio di essere facile preda del fondamentalismo e delle tendenze emotive del presente, di smarrire il nostro contributo specifico, con interpretazione scorrette che lo rendono funzionale ad altri ‘padroni’ del pensiero e dell’azione» (Spc 13). Il magistero di Scoto fa parte di questo ricco patrimonio che siamo chiamati a conoscere e a trasmettere, «senza svincolarlo dai contesti e dalla linfa vitale del tempo in cui si è sviluppato, ma neppure dal contesto attuale» (Spc 13), non per ragioni di scuola, ma perché la sua dottrina è profondamente attuale, come ricorda Paolo VI nella Lettera Apostolica Alma Parens, ed il «suo patrimonio è perennemente valido« (AP 7). Nella dottrina di Duns Scoto, il «perfezionatore di san Bonaventura» (AP 6), non solo aleggia «lo spirito serafico del Patriarca Assisiate» (AP 9), ma essa ci porta ad una solida ed armonica conoscenza dell’uomo, del mondo e di Dio. Quanto è attuale la dottrina di Scoto! Quanto ci aiuterebbe nella missione evangelizzatrice la sua dottrina sul primato di Cristo! Quanto ci aiuterebbe nel campo del dialogo ecumenico la dottrina del Dottor Sottile, in modo particolare con la Chiesa Anglicana, che ha fatto sua la dottrina di Scoto per tre secoli, prima della separazione! «Ricercatore instancabile dell’unità della Chiesa, si presenta ancora oggi come modello di dialogo, mosso “non dalla contenziosa singolarità del vincere, ma dall’umiltà di trovare un accordo». E che dire della dottrina sull’Immacolata e quando insegna «l’eccellenza della carità, sopra ogni scienza»? (cf. AP 9). Quanto insegna a tutti noi, professori e studenti, filosofi e teologi! Egli fu realmente uno studioso critico e mendicante costante della verità, in profondo rispetto e comunione con il magistero della Chiesa (cf. AP 16). Invito tutti i professori e gli studenti della nostra Università ad avvicinarsi alla tradizione filosofica e teologica francescana che trova in Scoto «il rappresentante più qualificato», come disse Paolo VI, e la cui dottrina, secondo le parole di Giovanni 423 Paolo II, «edifica la Chiesa, sostenendola nella sua urgente missione di una nuova evangelizzazione dei popoli della terra». In questi tempi in cui celebriamo l’VIII Centenario della Fondazione del nostro Ordine e nei quali sentiamo «l’urgenza di tornare all’essenziale della nostra spiritualità per nutrire, mediante l’offerta liberatrice del Vangelo, il nostro mondo diviso, diseguale e affamato di senso» (Sdp 2), è urgente recuperare il patrimonio della scuola francescana della quale il Beato Giovanni Duns Scoto è il più alto rappresentante. Chiedo in questo un impegno comune tra le Facoltà di Teologia e di Filosofia. Approfitto di questa opportunità per ringraziare la Commissione Scontista per il suo encomiabile lavoro nel restituire i testi di Scoto, grazie all’edizione critica delle sue opere. Ringrazio la PAMI per lo studio della mariologia del Dottor Mariano. Ringrazio l’Università Antonianum perché sta preparando un Congresso Internazionale su Scoto, per commemorare il VII Centenario della morte del Dottor Sottile. Ringrazio vivamente la nostra Scuola Francescana di Studi Medievali e tutti gli studiosi della dottrina di Scoto per il lavoro fatto, e che continuano a fare, per “tradurlo” nel nostro oggi. Il beato Giovanni Duns Scoto è riuscito ad armonizzare vita e pensiero, mistica e lavoro, contemplazione e azione, persona e comunità, essere e fare. Scoto è giunto, con grande umiltà e audacia, a mettere la sottigliezza del suo pensiero al servizio della causa di Dio, dell’uomo e della vita. La sua stupenda visione della storia della salvezza, con il suo dinamismo di perfezione e di consumazione nel Cristo omega, può essere la base filosofico-teologica per pensare ed elaborare una mistica del cosmo, un’ecologia per tutto il pianeta ed una teologia del futuro. Che questo Centenario, che stiamo per chiudere, sia per tutti un’opportunità per conoscere la genialità e audacia di Scoto. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO Ministro generale OFM e Gran Cancelliere della PUA 424 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 2. Discorso in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico all’Istitutum Biblicum Franciscanum Jerusalem, 08.11.2008 BIBBIA E MAGISTERO DELLA CHIESA: GUIDA SUPREMA DELL’INSEGNAMENTO E DELLA VITA DEL BEATO GIOVANNI DUNS SCOTO Nell’Udienza speciale concessa alla Commissione Scotista il 16 febbraio 2002, il Papa Giovanni Paolo II fra l’altro disse: «Duns Scoto, con la sua splendida dottrina sul primato di Cristo, sull’Immacolata Concezione, sul valore primario della Rivelazione e del Magistero della Chiesa, sull’autorità del Papa, sulla possibilità della ragione umana di rendere accessibili, almeno in parte, le grandi verità della fede, di dimostrarne la non contraddittorietà, rimane ancor oggi un pilastro della teologia cattolica, un Maestro originale e ricco di spunti e sollecitazioni per una conoscenza sempre più completa delle verità della Fede»1 È ben nota, nella filosofia e teologia cattolica, la figura e l’importanza del B. Giovanni Duns Scoto, che il Papa Paolo VI, nella Lettera Apostolica Alma Parens, del 14 luglio 1966, indirizzata agli Episcopati della Gran Bretagna, definisce «il perfezionatore» di San Bonaventura, «il rappresentante più qualificato» della Scuola francescana, nelle opere del quale «si celano e fervono lo spirito e l’ideale di san Francesco d’Assisi»”, il Dottore dal cui tesoro teologico si potranno ricavare «lucidi armi per combattere ed allontanare la nube nera dell’ateismo che offusca l’età nostra»”, il Dottore infine la cui dottrina «potrà offrire un aureo ordito» per «sereni colloqui» tra la Chiesa cattolica e le altre Confessioni cristiane2. Mettendo sempre, come supremo punto di riferimento per la sua dottrina, la Rivelazione Biblica e il Magistero del Romano Pontefice, Duns Scoto, come è detto nel Decreto di riconoscimento del Culto (6 luglio 1991), «fino al termine dei suoi giorni servì quella Verità che era stata l’alimento quotidiano del suo spirito, Verità che egli con frutto aveva pienamente assorbito nel suo animo mediante la meditazione e che aveva efficacemente annunziato con la parola e con gli scritti, palesandosi in tal modo un maestro di mirabile ingegno e fervore»3. Nonostante questa ricchezza dottrinale e di santità vissuta, Duns Scoto è stato fatto oggetto di grandi e frequenti critiche circa il suo insegnamento e persino circa la sua santità. Le polemiche, le critiche, le accuse contro la dottrina di Duns Scoto, che si accumularono lungo i secoli, sono di due specie: le une dovute alla falsa trasmissione dei testi, opera di inesperti amanuensi, e alle edizioni imperfette; le altre, dovute a partigianeria per una scuola in lotta contro le altre. Tante accuse, infatti, erano state formulate lungo i secoli contro la dottrina di Scoto, perché alcune sue opinioni erano diverse da quelle di altri maestri della Scolastica, in particolare diverse da quello che insegnava S. Tommaso. Per una falsa convinzione, secondo cui ciò che aveva scritto Tommaso d’Aquino era in sintonia con la dottrina della Chiesa, e che chi era contrario a Tommaso, era anche automaticamente contro la dottrina della Chiesa, proprio per questo, Duns Scoto, che insegnava ad esempio l’assoluto primato di Cristo nel progetto di Dio, anteriore ad Adamo e alla sua caduta, e di conseguenza anche la preservazione di Maria dal peccato originale, venne ad essere tacciato come eretico, come colui che si opponeva, con la sua dottrina, al magistero della Chiesa; e quindi le sue opere dovevano essere eliminate dalle Scuole cattoliche. Basti pensare all’assurda affermazione del tomista domenicano Tommaso di Sutton, contemporaneo e posteriore a Scoto, il quale nel suo breve Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo aveva osato scrivere di Tommaso d’Aquino che «in libris suis omnes difficultates theologiae sufficienter dilucidavit», a tal punto che i suoi scritti, cioè di Tommaso, «propter suam sufficientiam finem imponunt Scripta super Sententias componendi»4 . E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS Convinzione assurda, che nessuno più oserebbe sostenere! La verità, infatti, o meglio la Verità che è Dio, è infinita nella sua estensione; e l’uomo non potrà mai raggiungerla, capirla e spiegarla a sufficienza. È quindi molto felice l’affermazione di Duns Scoto, il quale, basandosi sulle parole di Cristo, che cioè lo Spirito Santo ci porta gradatamente alla conoscenza della tutta intera vetità (cf. Gv 16, 13), e prendendo lo spunto da S. Gregorio Magno, afferma con determinazione: «In processu generationis humanae semper crevit notitia veritatis» (nel cammino del genere umano, la conoscenza della verità è sempre in crescita)5. La verità di fede, che dobbiamo credere per avere la vita eterna, sono quelle che ci trasmette la Scrittura e il Magistero della Chiesa. Quelle verità invece che non sono state ancora dichiarate come “verità di fede” della Chiesa, quali sono ad esempio le conclusioni necessarie che promanano dalle verità della fede, non sono da ritenersi ancora come verità di fede, ma su di esse si possono fare ricerche e si possono formulare opinioni, più o meno probabili, pronti ad accettarle come verità di fede qualora siano definite come tali dal Magistero della Chiesa. Una di questa è la verità della concezione immacolata di Maria SS., cioè la sua preservazione dal peccato originale, che Dio ha voluto compiere «intuitu meritorum Christi» per la futura Madre del Figlio suo incarnato. Prima che la verità fosse del tutto chiarita e definita, ognuno era libero di ritenerla come opinione, come verità razionalmente probabile (cioè che poteva essere dimostrata), o come verità non probabile. E non era da ritenersi “eretico” né chi la accettava né chi non la accettava. Duns Scoto fu spesso accusato di eresia, proprio perché difendeva con validissimi argomenti tale privilegio mariano: accusa assurda, purtroppo ripetuta e straripetuta lungo i secoli, a tal punto che Scoto è stato giustamente soprannominato “martire dell’Immacolata”! Mentre altre accuse di eresia, lanciate contro Scoto, son frutto di errata interpretazione del suo pensiero, o, peggio ancora, perché tale suo pensiero non collimava con 425 quello di S. Tommaso su verità non definite; si trattava in realtà di semplici “opinioni”, come erano “opinioni” quelle che difendeva S. Tommaso. Le opere di un autore, di un santo, anche se nel loro complesso sono state approvate o raccomandate dalla Chiesa, non sono mai approvate in ogni loro singola parte, né mai possono diventare metro per misurare l’ortodossia degli scritti di un altro dottore: tale metro è e dev’essere soltanto la Scrittura e il Magistero della Chiesa. Ecco in proposito una bella ed eloquente pagina di Duns Scoto: «Io dico che ci sono alcune cose che sono così appartenenti alla sostanza della fede, che tutti coloro che abbiano raggiunto un tantino l’uso della ragione, sono tenuti a crederle esplicitamente, come sono gli articoli che riguardano l’incarnazione (ad esempio che Cristo è nato ed è morto), sui quali ci sono speciali solennità della Chiesa, e che il popolo può capire, perché riguardano il Cristo uomo; altre cose sono esplicitamente richieste dalla sostanza della fede, che debbono essere osservate dalle persone più ragguardevoli della Chiesa (come ad esempio che Dio è trino, ed altre cose appartenenti a tali realtà spirituali e immaginabili). Questa distinzione ci è fornita da S. Agostino, libro XIV De Trinitate cap. 1. Altre cose ancora non sono necessariamente da credersi così esplicitamente né da questi né da quelli, poiché non sono ancora state dichiarate dalla Chiesa, quali sono ad esempio molte conclusioni necessariamente incluse negli articoli da credersi; ma prima che siano dichiarate dalla Chiesa, nessuno è obbligato a crederle, ma piuttosto bisogna sobriamente avere delle opinioni su di esse, in modo tale cioè che l’uomo sia pronto a crederle al momento che essa vengano dichiarate come verità di fede»6. Questo è l’atteggiamento giusto di chiunque voglia spiegare con obiettività e senza partigianeria le verità della fede e le verità che tali ancora non sono. È l’atteggiamento che hanno avuto sant’Agostino e tanti maestri dopo di lui. Ecco come si esprime sant’Agostino: «Gli altri autori (cioè gli autori di libri che non appartengo- 426 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 no alla Bibbia) li leggo in tal modo che, per quanta santità e dottrina contengano, non per questo ritengo che una cosa sia vera solo per il fatto che essi abbiano pensato così, ma perché – o servendosi di quegli autori canonici o ricorrendo a probabile argomento – mi poterono persuadere che quella cosa non era contraria alla verità»7. E dopo di lui, tanti altri, fra cui ecco le parole di Goffredo di Fontaines: Le altre verità, che non abbiano tale certezza, «non si debbono asserire con tale certezza, ma debbono essere esposte con grande moderazione e cautela, a mo’ di probabile opinione; ci si deve molto guardare dall’asserire come cosa certa e necessaria ciò che dubbio»8. Nulla dunque «si deve ritenere come appartenente alla sostanza della fede, se non quello che si può avere espressamente dalla Scrittura, o che sia stato espressamente dichiarato dalla Chiesa, o che segua da una verità palesemente contenuta nella Scrittura o che sia stato palesemente determinata dalla Chiesa»9. Se si fossero tenuti presenti questi principi, queste norme elementari, quante polemiche, quante inutili discussioni si sarebbero evitate, quanto più bella e più utile sarebbe stata la ricerca e la scoperta della verità, quanti traguardi si sarebbero potuti raggiungere in meno tempo e con maggiore profitto della verità e della vita di fede. Da ciò che siamo venuti dicendo, si comprende quanto sia utile e necessario accostarci alle opere dei grandi Scolastici con una debita preparazione ed una spassionata visione della ricerca teologica, e quanto inoltre sia necessario avere a portata di mano le opere di quei grandi nella loro genuinità critica, così come sono uscite dalla loro penna, e non come sono state manomesse da amanuensi inesperti e da correttori di parte. Ecco, in altre parole, la necessità di avere a portata di mano edizioni critiche serie, basate sullo studio e sul confronto dei manoscritti, almeno là dove non si possieda l’autografo di qualche autore, cosa piuttosto rara per quei tempi. Per secoli, i Francescani hanno seguito Scoto, non perché comandati, ma spontaneamente, perché affascinati dalla sua dot- trina. Guglielmo di Vorrilong († 1463) così si esprime: «(Duns Scoto) rende le menti sospese per lo stupore; i suoi detti oltrepassano la facoltà comune, egli è il massimo ricercatore della verità, colui che redarguisce la falsità, arca della verità, compendio delle leggi; preciso sanzionatore delle cose; freno nelle cose materiali…; vertiginoso nelle cose teologiche, nella conoscenza di esse chiarissimo. A lui potrei liberamente dire: debbo ascrivere a merito della sua bontà, se fin dalla giovinezza mi sono abbeverato alle sue sorgenti»10. Tanti si pregiano di spiegare ed illustrare il pensiero del Dottore Sottile e Mariano, mentre i grandi maestri di vita spirituale, come S. Bernardino e S. Giacomo della Marca, trascrivono a profusione pensieri ed espressioni dalle Opere di Scoto, per comunicarli al popolo nelle loro prediche. In sintesi, Duns Scoto non è un dottore del passato, non è un “fossile” da ammirare, ma è un Maestro vivo e palpitante, pieno di ardore e di preziose intuizioni, che man mano si calano nelle realtà dottrinali e vitali della Chiesa e del mondo. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 1 2 3 4 5 6 Enchiridion dell’Ordine dei Frati Minori, vol. 2°, n. 4631. Enchiridion..., vol. 1.°, nn. 1-21. AAS 84 (1992) 399: «Usque ad finem dierum suorum illi servivit Veritati, quae eius spiritus alimentum fuerat quotidianum, quamque fructuose animo penitus comprehenderat in meditazione et efficaciter verbo nuntiaverat et scriptis, mirabilis ingenii et fervoris se ostendens magistrum». THOMAS DE SUTTON, Sent. prooemium cod. Città del Vaticano, bibl. apost. ms. Ross. 431, f. 179ra; Todi, bibl. comun. 12, f. 81ra. DUNS SCOTUS, Ordinatio IV d. 1 n. 256 (ed. Vat. XI 86). Ibid. d. 5 n. 29 (p.286-287): «Dico quod aliqua sunt ita simpliciter de substantia fidei, quod omnes – forte suscipientes post tempus aliquantulum usus rationis – tenentur illa explicite credere, sicut sunt articuli de incarnazione (ut Christus est natus et mortuus), de quibus sunt sollemnitates speciales in Ecclesia, et quos potest populus concipere, quia sunt de Christo homine ; alia sunt explicite requisita de substantia fidei, observanda a maioribus Ecclesiae (utpote quod E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS Deus est trinus, et pertinentia ad huiusmodi spiritualia et imaginabilia). Et ista distinctio patet ab Augustino XIV De Trinitate cap. 1. Alia sunt quae nec necessario sunt explicite credenda ab istis nec ab illis, quia non adhuc declarata per Ecclesiam, cuiusmodi sunt multae conclusiones necessario inclusae in articulis creditis ; sed antequam sint per Ecclesiam declaratae, non oportet quemquam eas credere, oportet tamen circa eas sobrie opinari, ut scilicet homo sit paratus eas tenere pro tempore pro quo veritas fuerit declarata». 7 AUGUSTINUS, Epist. 82, ad Hieronymun, c. 1 n. 1 (PL 33, 277): «Alios autem (scil. auctore librorum qui ad Bibliam non pertinet) ita lego, ut quantalibet sanctitate doctrinaque praepolleant, non ideo verum putem quia ipsi ita senserunt, sed quia mihi – vel per illos autore canonicos vel probabili ratione – quod a vero non abhorreat, persuadere potuerunt». 8 GODEFRIDUS DE FONTIBUS, Quodl. III q. 5 (PhB II 195196): «Non sunt sic certitudinaliter asserenda, sed cum magno moderamine et temperantia per modum probabilis opinionis recitanda», «multum cavendum est ne illud quod est dubium…, asseratur tamquam certum et necessarium». 9 DUNS SCOTUS, Ordinatio IV d. 11 q. 3 n (5): «Nihil est tenendum tamquam de substantia fidei nisi quod potest expresse haberi de Scriptura, vel expresse declaratum est per Ecclesiam, vel evidenter sequitur ex aliquo plane contento in Scriptura vel plane determinato ab Ecclesia». 10 GUILELMUS DE VORRILONG, Sent. I-IV, Lugduni 1489, f. 292v : «Mentes suspensas faciens prae stupore, cuius dicta communem transcendunt facultatem, inquisitor maximus veritatis, redargutor falsitatis, veri archa, legum summa, rerum comperta sanctio; in physicis frenum…, in theologicis arduus, in cognizione quam conspicuus. Huic siquidem dixerim : bonitatis merito adscribere debeo, cuius poculis suavissimis a iuventute sum nutritus». 3. XII Consiglio Internazionale Formazione e Studi di Murcia (novembre 2008) Murcia, Spagna, 24.11-03.12.2008 1. Mensaje del Ministro general Prot. 099454 Queridos Hermanos Secretarios para la Formación y los Estudios de las Conferencias de la Orden: !El Señor les conceda la paz! Estoy con ustedes y los saludo a través de este mensaje fraterno al inicio del XII Consejo Internacional para la Formación y 427 los Estudios que se está celebrando en Murcia (España). Esta reunión, que se realiza cada dos años, les da la oportunidad de encontrarse y hacer un análisis de la situación en que se encuentra la formación y los estudios de la Orden, compartiendo el camino de cada una de las Conferencias e individuando juntos los elementos sobre los cuales es necesario detenerse y trabajar. Ante todo les deseo que este tiempo en Europa, en particular en España, sea positivo y rico de frutos. Desde el inicio agradezco especialmente a la Provincia Franciscana de Cartagena y al Instituto Teológico de Murcia por la generosa hospitalidad y acogida. Según las indicaciones de la Secretaría general para la Formación y los Estudios, que el Definitorio general aprobó, al centro de los trabajos de este XII Consejo se encuentran en el tema: La integración entre formación inicial y los estudios en la Orden hoy. El argumento es por demás urgente y está al centro de mi personal preocupación como Ministro general, preocupación que también es compartida al interno del Definitorio general. En efecto, si es verdad que la formación es integral (cf. RFF 45), entonces el estudio debe estar insertado de manera orgánica en el itinerario formativo inicial (cf. RS 40). «Los estudios miran, durante la formación inicial, a que los candidatos y los profesos temporales adquieran una instrucción intelectual amplia y sólida. Esta instrucción debe estar unida a una cultura general proporcionada tanto a la etapa de formación en que se encuentran los candidatos y los profesos temporales como a sus aptitudes personales y a las necesidades de nuestro tiempo, de manera que estén en condiciones de anunciar convenientemente el mensaje evangélico a los hombres de hoy y de insertarlos en su cultura» (RS 38). Si nuestros documentos son muy claros al respecto, entonces debemos reconocer que en la praxis formativa queda mucho por hacer. Se nota, de hecho, una cierta distancia entre formación y estudios, mientras que el objetivo que se busca es el de armonizar todas las dimensiones de la persona. 428 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 Debemos trabajar asiduamente para que nuestra propuesta formativa franciscana sea siempre más «orgánica, gradual y coherente» (CCGG 133) en sus varias etapas, «en cuanto promueve el desarrollo de la persona de forma armónica y progresiva, en el pleno respeto a cada uno» (RFF 52). La superación de esta distancia le toca por tanto a todo el proceso formativo. En el caso de la integración de los estudios tenemos por delante – a mi parecer- algunas prioridades, que son importantísimas para nuestro tiempo y para la situación general de la Orden, y son las siguientes: • Completar y desarrollar la preparación intelectual, profesional y técnico manual de los candidatos: frente a un nivel de estudios cada vez más bajo, es importante que nuestros itinerarios formativos ayuden a los candidatos a perfeccionar las bases necesarias para afrontar con provecho los diversos niveles de estudio. • Ofrecer una formación adecuada para la evangelización, incluso en vistas al diálogo con la cultura y las culturas de hoy: en nuestra tradición el sentido de los estudios está a la raíz del mandato de vivir y anunciar el Evangelio que hemos recibido de la Iglesia. En todo tiempo los Hermanos Menores han sabido nutrir su evangelización, sobretodo para «hacernos cada vez más conscientes de la necesidad de educarnos a la escucha y al diálogo para aprender el arte del encuentro con las culturas (…) En efecto, como dijo mi predecesor Fr. Hermann Schalück, «la presunción, la superficialidad, la indiferencia por las ciencias humanas y sagradas deben ser consideradas una ofensa al don de la vida, al hombre y a la Verdad […] Considero un abuso y una falta de respeto el presentarse para servir una causa noble, como la del Evangelio y la del hombre, sin la debida preparación o sin la capacidad de diálogo y de lectura de los signos de los tiempos. Se debe estimar, por lo tanto, como un deber fundamental para cada hermano, cada uno según sus dones, dedicarse al estudio. Porque el estudio, bien fundado en los valores francisca- nos, puede verdaderamente ayudarnos en la madurez humana, intelectual y espiritual, como también en hacernos capaces de leer, con inteligencia evangélica, los valores cristianos y franciscanos de la cultura contemporánea» (FR. JOSÉ R. CARBALLO, El Sabor de la Palabra, 3.2.b). • Profundizar y asimilar un modo adecuado los contenidos fundamentales de nuestro carisma y de la tradición de los Maestros franciscanos: es urgente que nuestros estudios estén integrados con el aporte de nuestra tradición, a partir de las Fuentes Franciscanas hasta los Maestros de nuestra Escuela. También en estos casos se trata de conocer, profundizar y hacer dialogar estos textos con nuestro hoy. Este poner atención nos pone en contacto con las actitudes franciscanas de la escucha, de expropiación y de restitución. • Garantizar una sólida preparación intelectual a todos los hermanos, tanto de opción clerical como laical. Se trata de una prioridad urgente, que encomiendo y confío a la reflexión que tendrán en el Consejo. La solidez del discernimiento de la propia vocación y el de vivir posteriormente con alegría y dedicación, también depende de la cualidad de la formación intelectual. Una carencia en este campo es frecuentemente una de las razones de diversas crisis vocacionales que se dan después de la Profesión solemne. Junto a estas intervenciones, me urge llamar su atención sobre la importancia y la exigencia de dirigir y encaminar hermanos jóvenes a una necesaria preparación científica para que en un futuro sean profesores e investigadores en los varios Centros de estudio de la Orden, en particular, en la Facultad de Ciencias Bíblicas y Arqueológicas de Jerusalén, en la Comisión Escotista y en el Colegio «San Isidoro» de los Hermanos de Quaracchi encargados de la la edición de Textos franciscanos. De esto depende el futuro del conocimiento y del estudio de toda nuestra rica tradición espiritual e intelectual en confrontación con los desafíos actuales. E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS Mientras les comparto estas reflexiones, les agradezco por todo lo que harán en el Consejo Internacional, en representación de la riqueza de las diversas expresiones culturales y geográficas en las cuales vive nuestra Fraternidad cuyos confines son los cinco continentes. En este espíritu los saludos fraternalmente y los bendigo. Con mi personal agradecimiento y mi presencia orante, de los hermanos del Definitorio general y de todos los hermanos de la Orden, ¡Inicien este Consejo en el nombre del Señor! Dado en Roma, en la Sede de la Curia General de la Orden. El 13 noviembre de 2008. Memoria de S. Diego de Alcalá FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro general 2. Relazione del Segretariato generale per la Formazione e gli Studi LA SITUAZIONE DEGLI STUDI NELL’OFM Il titolo di questo intervento è molto amplio ed è impossibile fare una sintesi completa e soddisfacente. Posso tentare di offrire alcune linee di tendenza a partire dall’osservatorio privilegiato della Segreteria Generale per la Formazione e gli Studi. 1. Una rinnovata sensibilità e un maggiore impegno a. Oltre il conflitto Sembra esaurito il tempo di quella opposizione tra Assisi e Parigi, almeno nella forma con la quale si era manifestata nei decenni passati. Se è vero che questa tensione resta sempre presente nel nostro Ordine, oggi sembriamo più consapevoli dell’importanza di coltivare lo studio come parte integrante della nostra vita francescana. Quanto dice al riguardo la nostra Ratio Studiorum è illuminante: 429 Lo studio, come “espressione del mai appagato desiderio di conoscere sempre più a fondo Dio, abisso di luce e fonte di ogni umana verità” (VC 98), è fondamentale nella vita e nella formazione, sia permanente che iniziale, di ogni frate minore (art. 3). Il frate minore ha l’esigenza interiore, derivante dalla sua vocazione, di cercare, conoscere e apprezzare la Verità di Dio, dell’uomo e del creato rivelata dal Verbo incarnato (cf GS 53), e perciò coltiva lo studio come risposta a questa esigenza (art. 9). I Ministri generali negli anni del dopo Concilio hanno dedicato una cura puntuale agli studi, richiamando i frati a questa dimensione tanto importante. Mi permetto di riportare di seguito i documenti che testimoniano questa attenzione costante negli ultimi 40 anni: 1. La Formazione nell’Ordine dei Frati Minori. Documento del Capitolo generale straordinario di Medellín, 22 agosto24 settembre 1971. 2. Messaggio dei Ministri generali del 1° e del TOR in occasione del VII Centenario della morte di san Bonaventura (4 gennaio 1974). 3. Studi e missione dell’Ordine dei Frati Minori oggi. Lettera del Ministro generale (13 giugno 1981). 4. La promozione degli studi nel nostro Ordine. Intervento del Ministro generale al Convegno Rappresentanti dei Centri di Studio OFM (5 luglio 1994). 5. Ratio Studiorum dell’Ordine dei Frati Minori. “In notitia veritatis proficere” (25 marzo 2001). 6 Intervento del Ministro generale al Congresso Internazionale dei Rettori di Università e dei Direttori dei Centri di Ricerca OFM (20 settembre 2001). L’attuale Ministro generale ha dedicato al nostro assunto una lettera, Il Sapore della Parola (13 giugno 2005), che propone un vero e proprio itinerario sapienziale per riappropriarci della vocazione intellettuale del frate minore come parte del carisma, a partire da S. Francesco fino ad oggi, soprattutto in riferimento alla vocazione evangelizzatrice dell’Ordine. Una preoccupazione continua nella Lettera è anche quella di col- 430 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 tivare con passione e creatività gli studi in vista di un dialogo fecondo e aperto con le culture di oggi. b. Alcuni segni concreti Segni concreti di questo risveglio sono: l’apertura o la rivitalizzazione di nuovi Centri di studio OFM; la partecipazione attiva a centri simili in collaborazione con altri Istituti religiosi (l’ultimo in ordine di tempo è ad Abidjan in Costa d’Avorio); la preoccupazione di integrare la tradizione intellettuale francescana nel curriculum ordinario delle discipline; il numero di frati avviati agli studi superiori. L’elevazione dell’Antonianum a Pontificia Università è un primo risultato importante di questa crescita. Quanto la Chiesa ha voluto riconoscere ci impone un cammino di qualificazione accademica in linea con i relativi processi europei ai quali la Santa Sede ha aderito (Processo di Bologna). Da qui occorre approfondire ancora perché l’Ordine vuole avere un proprio centro di studi a Roma e quale ne debba essere l’identità e l’offerta scientifica specifica. Sono evidentemente superate nell’Ordine le remore del passato circa la P.U.A.. Ad essa ormai è chiesto di crescere come istituzione autonoma e adulta, capace di misurarsi con le domande che emergono soprattutto dai grandi temi della filosofia, teologia e tradizione francescana, con particolare riferimento al Medioevo, del dialogo, della giustizia e pace, della formazione. Qualificare un’Università Pontificia a Roma obbliga l’Ordine intero a sentirsene responsabile e ad attendersi da essa anche l’aiuto per approfondire la propria identità e missione oggi. Non l’Ordine da solo, ma sempre più con tutta la Famiglia Francescana e con quegli intellettuali e ricercatori, anche laici, con i quali possiamo interagire. La partenza presso la nostra Università del Master per formatori è un altro segno di vitalità ritrovata, soprattutto grazie alla ricerca interdisciplinare in corso per trovare le linee portanti di una visione propriamente francescana della formazione. Fa parte del processo di rinnovamento della P.U.A. anche la crescita dei Centri ad essa affiliati in un sistema “a rete”. Si supera gradualmente la visione periferia-centro, in modo da porre le basi per una fitta rete di collaborazioni scientifiche che allarghino il respiro internazionale dell’Università e dell’Ordine stesso. Proprio tra questi Centri, segnalo l’apertura, presso l’Istituto Teologico Francescano di Murcia in Spagna ora aggregato alla Pontificia Università Antonianum, di una Licenza in Teologia Fondamentale e in quello di Petropolis di un Master in Teologia dell’Evangelizzazione. Sono segni notevoli della rinnovata sensibilità verso gli studi e dell’attenzione dell’Ordine al rapporto col mondo, al dialogo con le culture e le religioni e ad un’azione evangelizzatrice che sia solida anche grazie al contributo intellettuale. Per quanto riguarda le statistiche, abbiamo attualmente nell’Ordine 9 Università e circa 40 Centri di studio, da soli o in collaborazione con altri, prevalentemente per gli studi istituzionali di Filosofia e Teologia. Alcuni sono di fondazione recente, mentre altri hanno una bella tradizione alle spalle. Tutti sono obbligati a ripensare la loro identità e missione accademica in questo tempo. Segnalo in particolare quei Centri che recentemente, anche col beneplacito del Ministro generale, hanno siglato un accordo di cooperazione e di scambio e che costituiscono una mappa essenziale dei luoghi nei quali oggi si elabora ricerca e cultura nell’Ordine a livello internazionale e superando vecchi steccati. Si tratta della P.U.A., del Franciscan Study Center di Canterbury (UK), del Franciscan Institute della St. Bonaventure University (New York) e della Franciscan School of Theology di Berkeley (California). c. Risorse per gli studi È difficile fare una recensione completa del numero dei frati impegnati attualmente nella ricerca e nella docenza. La Segreteria generale non dispone di elenchi aggiornati. Mi sembra di poter dire sulla base delle visite e dei contatti, che il numero è relativamente consistente, soprattutto per quanto riguarda l’insegnamento. La ricerca lascia un E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS po’ più a desiderare, perché non sono molti i frati veramente liberi da altri impegni per dedicarsi allo studio e alla pubblicazione. Nell’Ordine c’è anche una discreta produzione di riviste specializzate, mentre ne nascono di nuove proprio nei Centri di studio ricordati sopra. 2. Valore della tradizione intellettuale francescana Assistiamo ad una rinnovata attenzione e passione per lo sviluppo della nostra tradizione intellettuale francescana nel corso di otto secoli di storia e non appena nel momento fondativo delle origini. Un po’ dappertutto soprattutto i formatori sono preoccupati di come trasmettere ai candidati la conoscenza di questa lunga tradizione, non solo in un modo che definirei archeologico, ma anche nei suoi risvolti attuali. La domanda di fondo è: come fare filosofia e teologia, come studiare l’attuale mondo scientifico e quello delle arti a partire dalla visione dell’uomo, del cosmo e di Dio che ritroviamo nella nostra tradizione? Non si tratta appena di conoscere il pensiero e le opere degli autori delle Scuole francescane di pensiero, ma di assimilarne lo spirito per fecondare dal di dentro la ricerca e il confronto a cui noi siamo chiamati nel nostro tempo. È evidente quanto sia esigente un simile compito, che resta ineludibile. Conoscere e coltivare la tradizione intellettuale francescana, anche per quanto riguarda il pensiero scientifico e l’estetica, ci obbliga ad una rinnovata sintesi di vita e di pensiero. In questo processo noi siamo più ripetitori, a volte stanchi, che ricercatori creativi. E ciò non dipende solo dagli studi e dai frati impegnati in essa, ma è specchio della situazione più ampia dell’Ordine. Qualsiasi rinnovato slancio negli studi, infatti, potrà venire solo da una più profonda e radicale dedicazione alla nostra vocazione e missione in questo tempo. Una prassi nuova potrà ispirare una teoria più creativa, per rimandare con energie moltiplicate ad una prassi trasformatrice e così via. 431 3. Le istituzioni dell’Ordine per coltivare la tradizione intellettuale francescana L’approfondimento della tradizione intellettuale francescana è possibile solo se si continua lo sforzo di edizione critica dei testi dei Maestri francescani, insieme alla loro interpretazione. A questo proposito l’Ordine ha insigni istituzioni già al lavoro in questo campo. Ricordo il Collegio S. Bonaventura dei Frati Editori di Quaracchi, fondato da Fr. Bernardino da Portogruaro nel 1877 soprattutto in vista dell’edizione critica delle opere del Dottore Serafico e che tanto ha lavorato e lavora per altre edizioni e per la ricerca storica, espressa soprattutto nella prestigiosa Rivista Archivum Franciscanum Historicum, che da poco ha celebrato il primo centenario di vita. Il Collegio, ormai trasferito da Grottaferrata al Collegio di S. Isidoro in Roma, ha urgente bisogno di nuovi ricercatori per continuare adeguatamente un servizio tanto prezioso. Il Definitorio generale è all’opera per individuare le linee di una rinnovata visione e missione del Collegio stesso, nella fedeltà ai suoi fini istituzionali propri. La Commissione Scotista in Roma da oltre 50 anni lavora all’edizione critica delle opere del Dottor Sottile. Fondata da Fr. Calo Balic presso l’Antonianum in continuità con la Sezione Scotista già attiva nel Collegio di Quaracchi, essa sta ultimando l’edizione delle opere filosofiche del Dottor Sottile, il cui pensiero non può essere ben conosciuto e approfondito senza l’accesso diretto alle fonti. Colgo l’occasione per rivolgere un appello a tutte le Conferenze dell’Ordine che voi rappresentate, perché si preveda la possibilità di inviare almeno alcuni giovani frati a prepararsi per il lavoro scientifico in queste istituzioni dell’Ordine che dipendono direttamente dal Ministro generale: un servizio esigente, nascosto eppure tanto prezioso. Il Franciscan Institute presso la St. Bonaventure University (New York) lavora all’edizione e alla traduzione in inglese dell’opera omnia di S. Bonaventura, mentre nell’Università di Washington è all’opera 432 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 un gruppo scientifico che lavora all’edizione critica delle opere filosofiche di Duns Scoto, servendosi, col permesso del Ministro generale, del materiale della Commissione Scotista dell’Ordine. In Giappone da poco tempo è nato un centro di ricerca e di pubblicazioni delle opere del Dottor Sottile, al pensiero del quale si rivolgono con interesse studiosi anche di altro credo religioso. Un segnale confortante per le possibilità di confronto e di dibattito scientifico aperte dalla visione francescana dell’uomo e del mondo. L’attività di queste istituzioni permette di continuare l’edizione dei Maestri francescani con gli strumenti propri della ricerca, dell’analisi e dell’edizione critica. A mio avviso, occorre promuovere una lettura possibile della nostra tradizione intellettuale francescana in nuovi contesti culturali come l’Africa e l’Asia. Pensiamo ai valori della solidarietà e della famiglia; al confronto con le più grandi e antiche religioni del mondo; alla ricchezza culturale di questi continenti che oggi premono sulla scena mondiale o inquietano per gli squilibri scandalosi di cui sono vittime. L’America Latina può contribuire a integrare con il pensiero francescano la prassi e la visione della realtà sociale e la promozione dei temi di giustizia e pace, tanto familiari in quel continente. Se nella nostra tradizione è viva una visione provvidenziale della storia di marca agostiniana, che rilegge il senso e il posto dell’Ordine nella storia del mondo e della Chiesa, oggi potremmo rivitalizzare questa lettura nell’incontro con nuovi contesti e con un’attenzione maggiore all’incontro con uomini e donne di altre tradizioni culturali e religiose, sino alle sfide enormi poste oggi dai temi e dalle realtà legate alla promozione della giustizia e della pace. 4. Alcune tendenze rispetto agli studi superiori È avvertita in modo diffuso nelle nostre Province e Custodie la necessità di una seria preparazione ai diversi ministeri che ci sono richiesti, con la relativa specializzazione negli studi. È chiaro che la maggior parte dei frati che sono avviati agli studi superiori, saranno poi destinati all’insegnamento nei vari Centri, alla formazione permanente e iniziale e a specifici ministeri di evangelizzazione. La scelta delle discipline da approfondire continua a privilegiare l’ambito della Teologia nelle sue diverse branche. Al secondo posto vengono gli studi di pastorale, da quella generale, alla pastorale giovanile e vocazionale, alla missiologia. Anche il settore della Psicologia e Pedagogia è abbastanza ricercato, insieme a quello amplio delle Scienze sociali e dei temi di carattere ambientale ed ecologico. Resta molto indietro invece la Filosofia, sintomo di una difficoltà ad affrontare gli scogli della riflessione critica su quanto esiste e a confrontarsi col pensiero contemporaneo. Ci sono frati che approfondiscono il campo delle arti e della musica e del canto. Si registra un investimento molto scarso in studi più direttamente professionali e tecnici. Solitamente sono le Province ad orientare i frati agli studi superiori, anche dopo qualche anno dalla Professione solenne e dall’Ordinazione. Non mancano i frati che presentano un possibile progetto di studi come base per il dialogo con gli organi dell’Entità. A questo proposito devo lamentare che non mancano gli esempi di poco dialogo su una materia tanto delicata, come pure dell’incapacità spesso di pianificare l’orientamento degli studi in base alle necessità della Provincia o Custodia. Non mancano in tal modo percorsi solitari, che il candidato sceglie e prosegue da solo. Spesso al termine di un ciclo di studi vediamo il frate scegliersi autonomamente l’ambito di lavoro, che diventa esclusivo. A questo riguarda devo aggiungere che ancora è abbastanza diffuso nell’Ordine il pericolo che gli studi siano scelti come una via individuale di affermazione e anche di promozione sociale, specie dove essi conducono ai titoli più alti e in materia profana. Il frate corre il rischio di farsi la sua nicchia e di gestire così del tutto autonomamente il suo tempo e i frutti del suo lavoro. Alcune Entità sono già alle prese con questo processo di professionalizzazione dell’insegnamento e di altri tipi di lavoro. E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS Come richiama molto opportunamente la nostra RS, gli studi devono tenere conto delle «opzioni fondamentali che caratterizzano la forma di vita francescana» (art. 19). In questo stesso spirito, «il frate minore non considera il compimento di un programma di studio o il conseguimento di un titolo accademico come motivo di orgoglio o occasione di promozione ad uno stato di privilegio, ma mette gioiosamente a disposizione e a vantaggio della Fraternità il frutto del suo lavoro intellettuale» (RS 11). 5. Integrazione tra formazione iniziale e studi È il tema al centro dei lavori di questo Consiglio Internazionale per la Formazione e gli Studi. Si vuole approfondire questo legame perché l’integrazione appare ancora troppo estrinseca, per cui gli itinerari della formazione sembrano scorrere paralleli rispetto ai curricula accademici. Del resto, non sempre lo studio delle discipline filosofiche e teologiche sembra spingere lo studente a rivedere e riassumere la propria impostazione mentale riguardo all’uomo e alla fede. Insieme a questo aspetto, mi sembra vitale per l’oggi approfondire la conoscenza e l’uso dei mezzi di comunicazione sociale, che hanno raggiunto una tale importanza da essere per molti il principale strumento di guida e di ispirazione per i comportamenti individuali, familiari, sociali. Una situazione simile ci tocca ormai molto da vicino e coinvolge sempre di più la mentalità e la formazione dei nostri candidati e anche di molti di noi frati professi. La formazione è chiamata a prendere chiara coscienza di questa situazione, senza esaltarla acriticamente o subirla passivamente. Si tratta invece di promuovere una conoscenza adeguata e positiva di questo moderno areopago, che da mezzo e strumento è ormai diventato vero e proprio “luogo” di comunicazione e quindi anche di annuncio: per questo si richiede un vero e proprio cambiamento di mentalità. L’ascolto di questo segno dei nostri tempi ci chiede una riflessione approfondita, positiva, creativa e critica. 433 Il resto di questo capitolo attende di essere scritto dal presente Consiglio Internazionale per la Formazione e gli Studi, attraverso la lettura dei dati delle Conferenze, la riflessione dei prossimi giorni e la sintesi che sapremo senz’altro fare. FR. MASSIMO FUSARELLI, OFM 3. Letter to the Ministers and Custodes and to all the Brothers Murcia, 3rd December 2008 Dear Brothers, May the Lord give you Peace! We, the delegates for Formation and Studies representing the various Conferences of the Order, along with invited brothers, met in Murcia, Spain, for the 12th International Council for Formation and Studies, between 24th November and 3rd December 2008, to reflect upon the theme, “Integration of Initial Formation and Studies in the Order Today.” We were the guests of our Franciscan brothers of the Province of Cartagena. We extend our appreciation and gratitude to the Minister Provincial and to the Director of the Franciscan Theological Institute of Murcia, as well as to all the brothers, to whom we are grateful for their generous hospitality. We were deeply touched and we are grateful to God for the rich Franciscan heritage in this part of the world. These days were indeed grace-filled for us, because we lived and worked in a truly Franciscan contemplative and fraternal environment, united with our Franciscan brothers throughout the world. The first part of the Congress was dedicated to the presentation of reports by the various Secretaries for Formation and Studies in the Order, together with a statistical update of each entity. We realized that there is a drastic numerical decline of candidates to the Franciscan life, which is also evident in most entities that traditionally had no shortage of vocations. Our reaction to these numbers, which speak for themselves, has 434 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 been one of preoccupation for the future of our Order. At the same time we were also encouraged by the fact that, in most entities, the criteria for vocational discernment are being applied more carefully, and that the quality of formation and studies is improving through a sincere effort on the part of all those who are responsible for this sector. We also express our satisfaction regarding those countries where the Franciscan way of life is well understood and appreciated. In addition, we appreciate the good work accomplished by the brothers of the General Secretariat for Formation and Studies in their demanding task of administration and animation. During our stay in Murcia we had the opportunity to visit the Theological Institute of Murcia, which forms part of our Pontifical University Antonianum (PUA) in Rome, and which specializes in the study of Fundamental Theology. We were also briefed on the Franciscan Theological Institute of Petropolis, in Brazil, which is affiliated to the PUA, and which offers a Master’s degree in Theology of Evangelization. We were also privileged to listen to talks given by the Rector Magnificus of the PUA, by professors from the University of Murcia, and others from various academic institutions of our Order. The Rector of the PUA, presented a detailed reflection on the state of studies and the Study Centers of our Order, and underlined the international structure of the PUA, which has its centre in Rome, but has also various academic offshoots in Jerusalem, Venice, Murcia, and ten other affiliated study centers in other parts of the world. The International Council felt that the academic standards of the PUA have been significantly improved in recent years. Two professors from the Theological Institute of Murcia addressed specialized topics. “The world and culture of the young today” addressed the need for Franciscans to be open to the world of young people, to be able to understand their aspirations, to speak in a language they understand, translating Gospel values and Franciscan ideals into their culture. This is an urgent need, since we know that most of our vocations are young men. “Franciscan life and globalization: Fraternity, tenderness and poverty in a fractured world” offered an in-depth analysis of the world in which we live with its various problems, as seen from a Franciscan perspective. This gave us the opportunity to listen to the expectations lay people have of Franciscans today and the challenges posed to our program of formation and studies. Other presentations were offered by brothers from several areas of the Order. “Elements of the Franciscan Intellectual Tradition in Today´s World” offered a detailed analysis of what we mean by the Franciscan Intellectual Tradition. Our history shows an intimate relationship between learning and wisdom, between intellectual knowledge and intellectual sensitivity, expressed in a harmony of study, prayer and praxis. The speaker listed seven elements of change in contemporary culture, and presented seven corresponding Franciscan alternatives. Our Franciscan masters of theology and philosophy provide doctrinal and practical arguments to address these issues of great relevance in our world. “Initial Formation and Studies at a Time of Anthropological Change” examined the anthropological changes in the area of family life. Whereas traditionally the family, educational institutions and the parish community played an important role in the social and religious formation of the young, at present, the media have become a significant factor which compete with parents in the education of the young. Anthropological changes imply a dialogue with people of other religious traditions, with culture and with the poor. This challenges us to have a more missionary outlook towards an international integration of our charism. There followed an address on “Initial Formation and Studies for Cleric Brothers and Lay Brothers, Some Orientations on the Basis of the Experience and Documents of the Order.” The speaker presented an overall picture of the situation of the Order with regard to the number of cleric and lay brothers during these last 40 years, and expressed E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS concern about the dwindling number of lay brothers in the Order. He emphasized the need for structural changes in order to reenergize the spirit of brotherhood and provide a common Franciscan, theological and professional formation for all friars. As a conclusion, we heard about “Studies on the basis of the ´Ratio Studiorum´ and ´The Flavour of the Word.´” This presented an analysis of these recent documents on studies and suggested a new impetus for our Franciscan presence in the changing realities of our times. Our Franciscan charism encounters the reality of various cultures through lived experience, which becomes a source for reflection and a stimulus to the growth of the Order. The fruit of our reflection and discussion are the following proposals, which we will present to the General Definitory for approval and presentation later to the upcoming General Chapter: 1 the organization of a Congress for Directors of post-Novitiate formation on the regional/continental level, to be followed by an international Congress; 2 the organization of different Congresses in various geographical areas in order to foster greater collaboration and cooperation; 3 the giving of greater attention to the Pastoral Care of Vocations and the Postulancy; 4 greater emphasis on the accompaniment of the brothers after solemn profession “under 5”, the Franciscan Year, and preparation for Ministries; 5 a “Handbook” for the various levels of initial formation, to be followed by a revised edition of the “Ratio Formationis Franciscanae”; 6 the establishment of new international fraternities for initial formation; 7 a deeper understanding and implementation of the “Ratio Studiorum”; 8 the promotion of ongoing collaboration of the Study Centers of the Order. We wish to thank our Minister General, Brother José Rodríguez Carballo, for his message of encouragement. We are grateful for his interest and for the importance he 435 gives to the work of formation and studies of the friars. During these days of reflection, we became ever more aware of the need to integrate formation and studies. As the documents of our Order state: “Study is primarily a ´gift´ and a ´search for God,´ ´a giving of thanks,´ an act of ´bringing back´ everything to him: in a word, the path to sanctity. With St. Bonaventure we can speak of a commitment ´that we may become good´ (´ut boni fiamus´) (The Flavour of the Word). THE DELEGATES OF THE 12th INTERNATIONAL COUNCIL FOR FORMATION AND STUDIES 4. Visita alle Case di formazione delle Filippine Dal 26 al 28 ottobre 2009 Fr. Massimo Fusarelli, SGFS, ha potuto visitare le Case e i fratelli formatori e in formazione delle Filippine. L’Ordine è vivo nelle Filippine e lo manifesta anche con la presenza di giovani candidati. Questa terra ha una sua particolarità nel contesto dell’Asia. In essa si vedono chiaramente fenomeni tipici del nostro tempo di passaggio. Cresce la distanza tra ricchi e poveri con l’ingiustizia, molti emigranti, la crescita di fondamentalismi, una religiosità popolare molto forte e bisognosa di nuova evangelizzazione ecc. Come Frati Minori siamo inseriti in pieno in questo passaggio storico e la nostra formazione ne è profondamente toccata. È molto positivo il fatto che i frati filippini accolgano altri frati dell’Asia per la formazione e gli studi, grazie alle risorse del Paese in questi campi. È un segno per il futuro del francescanesimo in Asia e Oceania. La Cura pastorale per le vocazioni è ben organizzata con il suo centro a Manila e diverse attività in tutto il Paese. Non mancano i giovani che si avvicinano alla vita francescana. La questione del completamento degli studi è molto importante. Infatti, nella Casa di Aspirantato ci sono 75 giovani che conseguono il grado di studio superiore, ol- 436 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 tre a giovani adulti che arrivano con gli studi già fatti. Il clima di questa Casa è molto vivo e l’accompagnamento di tanti adolescenti e giovani molto esigente. La Casa di Postulato è sempre a Manila. Il gruppo attuale dei 15 Postulanti è buono, vivace e ben motivato. C’è anche un postulante della Fondazione del Myanmar. È urgente come ovunque formare buoni formatori. La Casa di Noviziato si trova a Laguna, circa tre ore da Manila in un posto molto bello dal punto di vista della natura e della memoria della presenza francescana. Ci sono anche due novizi della Fondazione della Thailandia. I Professi temporanei vivono in alcune Fraternità inserite in realtà periferiche di Manila, vivendo in un contesto di povertà e a contatto con la gente. Si richiede molta maturità e un accompagnamento personale per verificare come i professi camminano. La formazione intellettuale, con un buon livllo degli studi, è garantita dal Centro per i Religiosi, dove il metodo di studio prevede tempi regolari di esperienza e di confronto con la realtà del paese e della sua gente. 5. Visita Case di formazione delle Province in Germania Dall’8 al 12 dicembre Fr. Jakab Várnai, DG e Fr. Massimo Fusarelli, SGFS, hanno visitato in modo fraterno le tre Case Interprovinciali di formazione delle 4 Province tedesche, incontrando i formandi e i formatori di ogni tappa. Il Postulato si trova a Berlino e attualmente ci sono 6 candidati. Il Noviziato è a Widenbruck, nel nord ovest e vi si trovano 2 novizi; in questa stessa Casa si trova anche il Centro per la cura pastorale delle vocazioni. Il Post Noviziato ha la sua Casa di riferimento a Großkrotzenburg, dove i 12 professi temporanei si incontrano regolarmente con i loro diretti formatori, mentre di solito vivono in diverse Case delle Province, dedicandosi agli studi e ad altre attività. Il cammino comune nella formazione iniziale accompagna e facilita il processo di fusione delle 4 Province in una sola Provincia tedesca, da concludere entro il 2010. La formazione in un contesto di forte cambiamento sociale, ecclesiale e dell’Ordine in questa terra si confronta con sfide nuove, per esprimere in modo nuovo oggi l’essenziale della vita evangelica francescana. 6. Notitiae particulares 1. Pontificia Università Antonianum – Prot. 099343 (225/08): con Decreto del 1 ottobre 2008, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Bibliotecario della Pontificia Università Antonianum Fr. Nazariusz Popielarski della Provincia dell’ “Immacolata Concezione della BVM” in Polonia. – Prot. 099344 (226/08): con Decreto del 1 ottobre 2008, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Economo della Pontificia Università Antonianum Fr. Augusto Micangeli della Provincia Romana dei “SS. Apostoli Pietro e Paolo” in Italia. – Prot. 099398 (241/08): con Decreto del 20 ottobre 2008, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato i membri del “Gruppo di Coordinamento Permanente” per la Pontificia Università Antonianum per il triennio 2008-2011: Fr. Francesco BRAVI, ofm, Vicario generale e Vice Gran Cancelliere P.U.A.; Fr. Johannes B. FREYER, ofm, Rettore Magnifico P.U.A.; Fr. Vincenzo BATTAGLIA, ofm, Decano Facoltà di Teologia P.U.A.; Fr. Manuel BLANCO, ofm, Pro-Decano Facoltà di Filosofia P.U.A.; Fr. Priamo ETZI, ofm, Decano Facoltà di Diritto Canonico P.U.A.; Fr. Claudio G. BOTTINI, ofm, Decano Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologia P.U.A.; Fr. Jacab VÁRNAI, ofm, Definitore Generale; Fr. Massimo FUSARELLI, ofm, Segretario Generale per la Formazione egli Studi; Fr. Giancarlo LATI, ofm, Economo Generale; Fr. Jean Marie SEVRIN, ofm, della E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS Provincia dei «Tre Compagni» in Francia-Belgio; Fr. Francisco MARTÍNEZ FRESNEDA, ofm, della Provincia di Cartagena in Spagna. – Prot. 099357 (231/08): con Decreto del 23 ottobre 2008, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Vice Rettore Magnifico della Pontificia Università Antonianum Fr. Manuel Blanco della Provincia di “S. Gregorio Magno” in Spagna, dopo aver ottenuto il Nihil obstat della Congregazione per l’Educazione Cattolica. – Prot. 099405 (243/08): con Decreto del 3 novembre 2008, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Fr. Bogusz Stanislaw Matula, della Provincia dell’ “Immacolata Concezione della BVM” in Polonia, Professore Aggiunto per un triennio nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum. – Prot. 099406 (244/08): con Decreto del 3 novembre 2008, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Fr. Stéphane M. Oppes, della Provincia Siciliana “SS. Nome di Gesù” in Italia, Professore Aggiunto per un triennio nella Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Antonianum. – Prot. 099445 (251/08): con Decreto del 18 novembre 2008, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Sr. Elena Marchitielli, sfa, Preside dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose presso la Pontificia Università Antonianum. – Prot. 099497 (267/08): con Decreto del 4 dicembre 2008, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Moderatore dello “Studium Theologicum Jerosolymitanum” nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum Fr. Najib Ibrahim, ofm della Custodia di Terra Santa. 437 – Prot. 099496 (268/08): con Decreto del 4 dicembre 2008, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Fr. Claudio G. Bottini, ofm della Provincia “S. Bernardino da Siena, in Italia, Decano della Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum. – Prot. 099518 (277/08): con Decreto del 15 dicembre 2008, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Fr. Wieslaw Bloch OFMCapp, Professore Aggiunto per un triennio nell’Istituto di Spiritualità Francescana della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum. – Prot. 099519 (278/08): con Decreto del 15 dicembre 2008, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Fr. Pietro Messa OFM, della Provincia Serafica di “S. Francesco d’Assisi” in Italia, Professore Aggiunto nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum. – Prot. 099520 (279/08): con Decreto del 18 dicembre 2008, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum: Fr. Massimo Luca, ofm della Provincia Veneta “S. Antonio, in Italia, Professore Assistente. Ha nominato inoltre i seguenti Professori Invitati: Fr. Anto Popovic, ofm della Provincia “S. Croce” in Bosnia Argentina, Bartolomeo Pirone, P. Gianni Sgrava, CP, Sabino Chialà, P. Giorgio Giurisato, OSB, Don Michelangelo Priotto. 2. Varie – Prot. 099359 (232/08): con Decreto del 17 settembre 2008 il Ministro Generale promulga il nuovo Documento della Formazione Permanente nell’Ordine dei Frati Minori “Siete stati chiamati a libertà”. 438 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 – Prot. 099428(247/08): con Decreto del 5 novembre 2008, il Ministro Generale ha nominato Fr. Vidal R. Lopez, della Provincia Betica in Spagna, Economo della Fraternità Internazionale “Fr. Gabriele M. Allegra” presso il CISA in Roma. – Prot. 099501 (269/08): con Decreto del novembre 2008, il Ministro Generale ha costituito il Segretariato Interprovinciale di Formazione e Studi delle 6 Province del Nord Italia. – Prot. 099452 (269/08): il 16 dicembre 2008, il Ministro Generale ha confermato la Ratio Formationis della Custodia di Terra Santa, rivista alla luce dei nuovi documenti della Chiesa e dell’Ordine. – Prot. 099536 (281/08): il 16 dicembre 2008, il Ministro Generale ha confermato la Ratio Formationis comune per le Province d’Irlanda e dell’”Immacolata Concezione” di Inghilterra. – Prot. 099536 (281/08): il 16 dicembre 2008, il Ministro Generale ha confermato la Ratio Studiorum comune per le Province d’Irlanda e dell’”Immacolata Concezione” di Inghilterra. – Prot. 099501 (269/08): con Decreto del 18 dicembre 2008, il Ministro Generale ha costituito il Segretariato Interprovinciale di Formazione e Studi delle 6 Province del Nord Italia. E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE 1. Consiglio Internazionale per l’Evangelizzazione Tagaytay/Manila, Filippine, 20-28.10.2008 FRATERNITÀ EVANGELIZZATRICE Rinnovare le nostre motivazioni e il nostro modo di evangelizzare oggi Promosso dal Segretariato generale per l’Evangelizzazione, si è tenuto nelle Filippine, a Manila/Tagaytay dal 20 al 28 ottobre 2008, il Consiglio Internazionale per l’Evangelizzazione (CIE) per approfondire la dimensione della Fraternità evangelizzatrice. Il motto, “Rinnovare le nostre motivazioni e il nostro modo di evangelizzare oggi”, è stato scelto proprio per tentare di rilanciare e rinnovare le nostre “Fraternità contemplative di minori in missione”. Gli obiettivi del Consiglio erano quelli di condividere la situazione attuale dell’evangelizzazione ed alcune esperienze significative in atto; di riflettere sul nostro modo specifico francescano di evangelizzare e sulle sfide per un suo rinnovamento, in particolare sulla collaborazione dei laici e dei vari servizi di animazione esistenti nell’Ordine. Il Segretariato generale per l’Evangelizzazione si proponeva, inoltre, di presentare i sussidi sulla Pastorale educativa e sulla Pastorale parrocchiale francescana; di verificare il lavoro svolto nel sessennio oramai al termine; di elaborare delle proposte per il futuro, alcune per il prossimo Capitolo generale ed altre per l’animazione nel prossimo sessennio. Hanno partecipato al Consiglio i Delegati per l’evangelizzazione delle Conferenze come membri di diritto, i componenti della Commissione esecutiva del Consiglio stesso, il Presidente della Commissione per il Dialogo, Fr. Miguel Vallecillo, e il personale del Segretariato generale per l’Evan- gelizzazione e le Missioni, Fr. Nestor Schwerz, Fr. Luis Cabrera, Fr. Joaquin Echeverry. Sono stati invitati i responsabili dei vari Segretariati e degli Uffici di animazione della Curia generale: Fr. Massimo Fusarelli per la Formazione e Studi, Fr. Joseph Rozansky per la Giustizia e Pace, Fr. Ivan Matić per l’OFS e GiFra. Inoltre, sono stati invitati gli animatori della Provincia e della Custodia delle Filippine, e alcuni ospiti, tra i quali Fr. Vincenzo Brocanelli, Moderatore generale per le Missioni fino a maggio scorso ed attualmente Ministro provinciale delle Marche. Al Consiglio erano anche presenti i Definitori generali, Fr. Ambrogio Van Si, come relatore principale; Fr. Luis Cabrera, come corresponsabile attuale per le missioni; Fr Miguel Vallecillo, come Presidente del Servizio per il Dialogo. Il lavoro svolto I Delegati hanno presentato, all’inizio, le diverse forme di evangelizzazione e un’esperienza significativa nelle rispettive Conferenze. Dalla condivisione è risultato che nell’Ordine vi sono circa 1185 Parrocchie con 2438 Frati impegnati; 270 Istituti di educazione con 700 Frati; 884 Frati che sono impegnati in 238 Santuari, 324 Frati in 14 di opere sociali di una certa consistenza. Inoltre, i Frati lavorano nelle Cappellanie presso gli Ospedali e in altri ambienti, nelle Missioni al popolo, nella pastorale carceraria e nei Mass Media. Tali dati sono incompleti e saranno completati dai Delegati nei prossimi mesi. Fra le esperienze significative sono state presentate alcune Fraternità contemplative a servizio dei giovani in difficoltà, del dialogo ecumenico e inter-religioso, di aree periferiche o di gruppi umani particolari; qualche Fraternità itinerante in Europa o impegnata nella ricerca di nuovi ministeri. 440 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 Il tema centrale della “Fraternità evangelizzatrice” è stato illustrato ed approfondito da Fr. Ambrogio Van Si, che ha richiamato l’attenzione sul contenuto essenziale del “munus” dell’evangelizzazione, sulle caratteristiche della Fraternità evangelizzatrice e sulle aree o attività di evangelizzazione, ponendo, infine, all’assemblea alcuni interrogativi per proseguire e attualizzare la riflessione. I responsabili dei servizi di animazione della Curia generale nell’area della Formazione e Studi, di Giustizia, Pace e Integrità del Creato, dell’OFS e del Dialogo hanno risposto a tre questioni proposte loro in precedenza dal Segretariato per l’evangelizzazione: 1. Quali sono gli orientamenti fondamentali dell’Ordine nella sua area in rapporto con l’evangelizzazione?; 2. Come animare i Frati nel loro servizio in vista del rinnovamento del nostro modo di evangelizzare oggi, tenendo presenti gli aspetti francescani, la Pastorale educativa, le nuove forme e la collaborazione con i laici, anche con la Famiglia Francescana?; 3. Piste o indicazioni su che cosa i gruppi devono riflettere ed approfondire. Ogni responsabile ha fatto un’introduzione, poi ha offerto degli orientamenti per i lavori di gruppo e ha offerto un contributo nella plenaria. Sono stati, poi, presentati i due sussidi sulla Pastorale educativa e sulla Pastorale parrocchiale. Fr. Joaquin Echeverry ha esposto le Linee direttrici per la pastorale educativa francescana. Considerando gli orientamenti dell’educazione cattolica, il carisma francescano e la tradizione educatrice nell’Ordine, le nuove Linee direttrici toccano i seguenti aspetti dell’educazione: le sfide attuali che si pongono all’educazione, le dimensioni dell’educazione in chiave francescana, gli agenti dell’azione educativa e il processo di animazione dell’evangelizzazione nei Centri educativi. Accanto a tali orientamenti, il documento sottolinea gli elementi teologici, antropologici e pedagogici della pastorale educativa francescana, lasciando ad ogni Centro francescano di educazione il compito di formulare un pro- prio Progetto educativo secondo il contesto e le esigenze locali. I gruppi linguistici hanno esaminato il testo ed hanno proposto dei suggerimenti per migliorarlo e completarlo in alcune parti. Fr. Nestor Inacio Schwerz ha presentato il Sussidio per la pastorale parrocchiale, preparato dal Segretariato generale per l’Evangelizzazione con l’aiuto di una commissione. Il documento, che ha avuto una lunga gestazione, si compone di un primo capitolo sulla Parrocchia come “porzione del Popolo di Dio” nella Chiesa e nel contesto odierno; di un secondo capitolo su “il ministero parrocchiale francescano”, considerato alla luce della storia, delle diverse situazioni odierne e della legislazione dell’Ordine; di un terzo capitolo che tratta ampiamente dello “stile francescano del ministero parrocchiale”. Anche questo testo è stato esaminato dai gruppi linguistici, i quali hanno indicato miglioramenti e aggiunte da introdurre. L’assemblea del Consiglio, infine, è stata informata sulla preparazione al prossimo Capitolo generale 2009 ed ha avuto una visione panoramica sulle Filippine e sulle Entità francescane ivi presenti. I lavori del Consiglio sono stati arricchiti dall’incontro con alcune realtà ecclesiali di evangelizzazione presenti nel territorio. Motivazioni e modi rinnovati di evangelizzazione Il motto del Consiglio ha invitato a riflettere su come rinnovare le nostre motivazioni nel ministero dell’evangelizzazione ed i modi di evangelizzare. Le condivisioni e le riflessioni svolte durante il Consiglio, attraverso la relazione, i lavori in gruppi linguistici, le plenarie ed i diversi contributi dei partecipanti, hanno dato alcune indicazioni in questo senso. 1. Motivazioni dell’evangelizzazione Per rinnovare le motivazioni della nostra evangelizzazione, a livello personale, di Fraternità e di Entità, c’è bisogno di: a. Vivere il dono della fede con una più profonda familiarità con la Parola di Dio E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE b. c. d. e. f. g. e con lo Spirito Santo, poiché la radice delle motivazioni della nostra vita e azione affonda nella qualità dell’esperienza di fede, che apre al paradosso del Vangelo, che noi “leggiamo” secondo il genio di san Francesco, e alla lettura e interpretazione dei segni dei tempi. Se la fede languisce si genera stanchezza esistenziale e spirituale che spegne la forza dell’annuncio e la gioia dell’evangelizzazione. Vivere i valori francescani con un nuovo significato ed una nuova risonanza, in particolare il valore della Fraternità, e come trasversali a tutta la nostra vita e missione. Maturare in questa unità dei vari aspetti del nostro carisma anche grazie alla collaborazione tra i diversi settori. Vivere la Fraternità in concreto, coltivando la contemplazione, per riconoscere la presenza del Signore; vivendo la comunione fraterna, per costruire comunione; testimoniando la giustizia e la pace, per essere operatori della giustizia e della pace; praticando il dialogo fraterno, per favorire il dialogo tra le persone. La Fraternità reale, vissuta nelle diverse forme di evangelizzazione, è un tesoro del nostro carisma molto apprezzato dalla gente. Affermare il primato dell’esperienza, cercando di elaborare dei progetti reali e delle iniziative concrete, conformi agli orientamenti dei documenti dell’Ordine e calati nei contesti storici, tenendo conto dello specifico francescano, nelle diverse presenze e nelle nostre attività. Rinnovare nei Frati la coscienza missionaria così che si sentano chiamati ad “andare” per condividere ciò che il Signore ci ha donato. Crescere nel senso di appartenenza alla Famiglia francescana e alimentare lo spirito di collaborazione con gli altri rami del I Ordine, con le Clarisse, con l’OFS e con tutti i laici, favorendo soprattutto la condivisione e partecipazione all’unico carisma, da cui proviene una stima maggiore e la possibilità di un’esperienza comune di vita e di missione. Qualificare la formazione permanente attraverso itinerari più esperienziali che 441 tocchino e trasformino la persona, rompendo la crosta dell’autosufficienza e di certi schemi mentali che ci chiudono in noi stessi, alla novità e ci impediscono di restituire tutto a Dio. Così sembra possibile rianimare le motivazioni vocazionali, recuperare la qualità francescana dell’umiltà, dell’ascolto, della fiducia, e formare i giovani allo spirito e al desiderio della missione. Questo processo va fatto non solo personalmente, che resta il livello fondamentale, ma anche come Fraternità, chiamate a diventare sempre più luoghi nei quali si impara a condividere e raccontare noi stessi, superando il modo di vivere artificiale e distante gli uni dagli altri. 2. Nuovi modi di evangelizzare I nuovi modi dell’evangelizzazione sono suggeriti dalle situazioni particolari, per cui si ritiene che sia possibile e importante indicare dei criteri, che possono aiutare le Fraternità locali a trovare modi propri di fare evangelizzazione. a) Assumere alcune attitudini – Acquisire l’abitudine a lasciarsi interpellare dagli altri, dal mondo, dalla Chiesa, dai laici ecc., acquisendo un atteggiamento di ascolto attivo, per superare l’autosufficienza che ci porta alla chiusura in noi stessi. – Riconoscere, in un discernimento spirituale, dove lo Spirito del Signore sta conducendo la storia e l’umanità e quindi verso dove conduce la nostra presenza e missione. b) Seguire alcuni criteri generali – Ascoltare il contesto e la cultura locali, leggere i segni dei tempi e dei luoghi, per trovare risposte adeguate. – Rivedere il proprio modo di vivere, di parlare e di agire, affinché il messaggio del Vangelo possa arrivare ai destinatari. – Elaborare un progetto di evangelizzazione che sia della Fraternità. c) Avere il coraggio di costituire delle Fraternità significative diversificate – Fraternità con lo spirito e la dinamica 442 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 della mobilità missionaria (itineranti, popolari….). – Fraternità inserite, allo scopo di calarsi in realtà con particolari sfide per l’evangelizzazione (le periferie urbane, i migranti, i movimenti popolari, gruppi etnici, emarginati, settori di esclusione sociale e religiosa…). – Fraternità interprovinciali, interfrancescane, con apertura verso i laici (dell’OFS-GiFra, fedeli laici) nell’ambito dell’evangelizzazione e delle missioni ad gentes. – Fraternità missionarie interprovinciali in mezzo ai giovani, agli emigranti ed in contesti di frattura. – Rete interfrancescana di azione per quanto concerne la GPIC. – Fraternità coinvolte in progetti ed opere di promozione umana, con uno stile francescano, con l’obiettivo di rendere i poveri soggetti della trasformazione sociale iniqua e della difesa dei loro diritti, della promozione della loro dignità umana. – Fraternità che cercano di rinnovare le cosiddette presenze tradizionali (nelle strutture educative, nelle parrocchie...), rendendole dinamiche, creative, con molteplici iniziative evangelizzatrici. Tutto ciò, perfezionando il modo di fare l’annuncio (popolare, con contatti personali, con la formazione biblica, umana, cristiana) e di situarlo in contesti dove vive la gente…; insistendo sul progetto di evangelizzazione nelle Entità in cui si cerca di leggere e di interpretare i segni dei tempi, si assicura lo specifico della nostra forma vitae, si dà il primato alla testimonianza, si fa discernimento per scegliere le priorità, si cerca la collaborazione e l’attiva partecipazione dei laici, si fa la verifica, ecc. d) Utilizzare gli strumenti attualmente disponibili per – collaborare con gli ONG, con i movimenti e le organizzazioni popolari nei loro progetti; – perfezionare l’approccio professionistico, e non tanto naif, alle realtà concrete; – impegnarsi per la comunicazione nelle Radio e TV locali; – tradurre i materiali e i sussidi di evangelizzazione nelle lingue locali e nei dialetti; – educare i Frati, in particolare nella Formazione iniziale, alla missione del futuro. Proposte Il Consiglio ha elaborato anche delle proposte a diversi livelli: per il Capitolo generale, per il Ministro generale e il suo Definitorio, per il Segretariato generale per l’Evangelizzazione, per i Segretari di Evangelizzazione e di Missioni delle Conferenze e delle Entità. I. Per il Capitolo generale 1. Amazonia Il Consiglio propone che il Capitolo generale si impegni a sostenere una presenza significativa in Amazonia a livello di Ordine. Sarebbe un gesto concreto in occasione dell’VIII Centenario della “grazia delle origini” ed una risposta ai segni dei tempi, poiché si tratta della sopravvivenza di un’area vitale per il pianeta. Il progetto, già avviato dalle Conferenze OFM del Continente latinoamericano, è da realizzare, possibilmente, in collaborazione con la Famiglia francescana, secondo i seguenti criteri: – mettere l’accento sulla dimensione umana, socio-culturale, ecologica, ecclesiale e francescana, che include la implantatio Ordinis; – dare alle Entità locali un ruolo attivo nel progetto; – affidare inizialmente al Segretariato generale per l’Evangelizzazione il coordinamento del progetto; tale compito venga affidato dal Governo generale; – tenere presenti, come punti di partenza e di riferimento per il progetto, i documenti del Seminario di Manaus (11-15 E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE febbraio 2008) e del Congresso Missionario OFM di Cordoba (14-19 aprile 2008). 2. Struttura del Segretariato generale per l’Evangelizzazione Il Consiglio propone che nel Capitolo generale ci sia la possibilità di fare una verifica sull’esperienza del nuovo Segretariato per l’Evangelizzazione e di precisare la struttura del medesimo per perfezionarla, senza cambiarla sostanzialmente. Nel Consiglio si è arrivati ad un consenso sui seguenti aspetti: a) Il nome per il Segretariato e per i responsabili Inserire nel nome del Segretariato i due termini/concetti di evangelizzazione e di missione ad gentes. Il Consiglio suggerisce di lasciare al Segretariato generale attuale per l’Evangelizzazione e al Definitorio, con l’aiuto di esperti, il compito di trovare una nomenclatura appropriata per il Segretariato e per i responsabili dei due settori. Sono stati indicati alcuni nomi possibili per il Segretariato: 1. Segretariato generale per l’evangelizzazione e le missioni1; 2. Segretariato generale per le missioni e l’evangelizzazione; 3. Segretariato generale per la missione evangelizzatrice2. Per quel che riguarda i nome dei responsabili sono stati anche suggeriti alcuni nomi possibili: 1. entrambi coordinatori: uno per le missioni e l’altro per l’evangelizzazione; 2. ambedue animatori: uno per le missioni e l’altro per l’evangelizzazione; 3. uno dei due sia il Segretario, con preferenza per quello delle missioni; 4. Segretario e Vice-Segretario. b) I due settori Conservare i due settori, in armonia tra di loro e con la giusta autonomia: – Missioni (ad gentes). – Evangelizzazione generale (parrocchie, educazione, santuari, ecc.). 443 c. Partecipazione al Capitolo generale Il Consiglio si è pronunciato in favore della partecipazione di diritto al Capitolo generale da parte di ambedue i responsabili dei settori. 3. Congresso per i religiosi e i laici Il Consiglio propone che il Capitolo generale consideri la possibilità di un Congresso con la partecipazione di Frati Minori e laici, specialmente i francescani secolari, avendo come punto di partenza la comune vocazione dei battezzati, la ricchezza e le nuove possibilità di un cammino fatto insieme nelle missioni e nell’evangelizzazione e la riflessione già iniziata nell’Ordine (Priorità 2003-2009, 4, proposta 10). Il Capitolo generale affidi questo progetto al Ministro generale, con il suo Definitorio, il quale affiderà al SGEM, in collaborazione con la Commissione per il Dialogo, con gli Uffici di GPIC e di OFS-GiFra, il compito di realizzarlo. Il Consiglio suggerisce anche di utilizzare una metodologia partecipativa ed in due tappe: a. incontri a livello regionale: per partire dalla realtà socio-culturale, religiosa, ecclesiale, dalle esperienze concrete di collaborazione reciproca e di missione condivisa già in atto; per scegliere delle persone (religiosi OFM, della Famiglia Francescana, in particolare dell’OFS, e dei fedeli laici) che partecipino al Congresso internazionale; b) il Congresso Internazionale con lo scopo di una condivisione sugli Incontri regionali, di approfondimenti e di orientamenti a diversi livelli (collaborazione nelle attività, volontariato, missione ad gentes condivisa). 4. Partecipazione al Capitolo generale Il Consiglio propone che il Direttore generale di GPIC e l’Assistente generale dell’OFS/GiFra siano membri di diritto al Capitolo generale. 444 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 II. Per il Ministro generale ed il suo Definitorio Per rinnovare la collaborazione con i laici, che al Capitolo generale 2009 ci sia uno spazio per ascoltare la voce dei laici e che vi partecipi anche qualche rappresentante dei francescani secolari per condividere le attese, le speranze dell’uomo d’oggi. III. Per il Segretariato generale di Evangelizzazione 1. Organizzare, nel prossimo triennio, un Congresso per tutti i Segretari provinciali di evangelizzazione. 2. Preparare un sussidio sul capitolo V delle CCGG sull’evangelizzazione; la stesura sia coordinata dal Segretariato generale per l’Evangelizzazione e con l’aiuto degli altri Uffici della Curia generale. 3. Dare priorità, nel prossimo sessennio, all’animazione dei Frati che sono impegnati nell’evangelizzazione mediante i Santuari, i Mass Media e nei grandi Centri Urbani. IV. Per i segretari delle Conferenze e delle Entità 1. Incoraggiare i Frati africani a maturare la consapevolezza di non essere più soltanto oggetto di missione ad gentes, ma anche e soprattutto soggetti e attori della missione. Il Segretariato generale per l’Evangelizzazione e il Centro di formazione a Bruxelles preparino i missionari africani per un rilancio missionario per l’Africa e per il mondo. 2. Assumere l’impegno per la diffusione e l’accompagnamento del Master di Evangelizzazione, presso l’Istituto Teologico Francescano (ITF) di Petropolis, Brasile, che inizierà nel mese di marzo 2009. I Segretari provinciali per l’Evangelizzazione e le Missioni potrebbero essere anche loro stessi dei candidati al Corso. In futuro, con il sostegno del SGEM, si cerchi di realizzare il Master anche in altri luoghi. 3. Appoggiare il progetto di aprire i due centri di formazione per le missioni ad gentes in America Latina e in Asia. Questo aiuterebbe a promuovere lo spirito missionario, ad incoraggiare nuovi missionari nel continente, a sostenere i missionari attuali e ad offrire gli esercizi spirituali per i missionari. Alcune raccomandazioni: – i Ministri di queste due aree, con la collaborazione dei Segretari per l’Evangelizzazione, elaborino un progetto più completo: obiettivi, necessità, Casa, Fraternità formativa, candidati, sostegno economico; – sin dall’inizio prevedere la partecipazione della Famiglia Francescana e dei laici chiamati alla missione; – il progetto risponda alla realtà locale e regionale; l’esperienza di Bruxelles può ispirare, senza riprodurla materialmente. 4. Promuovere la diffusione e l’accoglienza creativa dei sussidi d’animazione sulla pastorale parrocchiale e quello sulla pastorale educativa, mediante strumenti di lavoro, internet ed altri mezzi di comunicazione. Raccomandazioni: – prima della pubblicazione i sussidi siano rivisti e migliorati secondo i suggerimenti dei gruppi di lavoro in questo Consiglio; – incoraggiare le Conferenze, attraverso l’azione dei Delegati, a tradurrei sussidi nelle diverse lingue; – promuovere degli incontri interprovinciali per gli approfondimenti e per favorire una ricezione creativa. Conclusione La celebrazione di chiusura è stata presieduta dal Ministro provinciale locale, Fr. Baltazar Obico, il quale ha fatto una riflessione sull’evangelizzazione in fraternità. Alla fine, il Segretario generale per l’Evangelizzazione ha ringraziato in nome di tutti i partecipanti, per la fraterna e calda accoglienza da parte dei Frati filippini e per la buona organizzazione con il contributo E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE decisivo di Fr. Cielito Almazan, Segretario di Evangelizzazione locale, e di tutti i suoi collaboratori. Oltre al contributo prezioso di Fr. Ambrogio Van Si e di tutti i partecipanti, è stato anche di grande arricchimento la presenza e la partecipazione attiva dei responsabili dei diversi servizi di animazione della Curia generale. FR. NESTOR INACIO SCHWERZ OFM Segretario generale per l’Evangelizzazione FR. LUIS GERARDO CABRERA OFM Corresponsabile per le Missioni 1 2 445 Per missioni s’intende la vocazione e l’azione particolare della “missio ad gentes” affidata ai missionari (cf CCGG 117§1-3); e per evangelizzazione, il mandato ed il ministero dell’evangelizzazione a tutti i Frati nelle diverse forme (cf CCGG 83§2; 84; 116§1). Questo nome indica la ragione di essere della vocazione e la missione di tutti i Frati al di là dei modi e dei mezzi specifici. Tutti siamo stati chiamati per essere inviati ad evangelizzare. Quindi, il titolo di Missione evangelizzatrice contiene il concetto di missione come invio (andare verso l’altro) e come impegno (evangelizzare); è anche in consonanza con il concetto di Fraternità in missione. E POSTULATIONE GENERALI 1. Beatificazione del Servo di Dio Francesco Giovanni Bonifacio Trieste, Cattedrale di San Giusto, 04.10.2008 1. Cenni di Cronaca Don Francesco Giovanni Bonifacio, primo martire della Chiesa tergestina dopo San Giusto, è stato insignito del titolo dei Beati nella Basilica Cattedrale di Trieste lo scorso sabato 4 ottobre, nel corso di una solenne Eucaristia presieduta da Mons. Angelo Amato, Neo Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. La Causa del nuovo martire, ucciso in odium fidei nel 1946 nel corso della persecuzione religiosa del dopoguerra istriano, fu avviata nel 1957 dal1’allora Vescovo di Trieste, Mons. Antonio Santin e affidata alla Postulazione generale dei Frati minori. Sospesa per ordine di Paolo VI, fu ripresa nel 1972 e conclusa – per la fase diocesana – il 22 marzo 1998. Il rito di beatificazione ha avuto inizio con la Petitio rivolta dal Vescovo Diocesano, Mons. Eugenio Ravignani al Prefetto della Congregazione a cui ha fatto seguito la lettura del profilo biografico del Ven. Bonifacio letto dal Vice-Postulatore generale OFM Fr. Gianni Califano. È seguita la promulgazione del Breve di Sua Santità Benedetto XVI con il quale il Santo Padre conferiva al Venerabile il titolo di Beato e se ne fissava la memoria liturgica annuale all’11 di settembre. Con a Mons Amato hanno concelebrato circa 20 vescovi e tra essi il cardinale di Nairobi John Njue e Mons. Muharia, nelle cui chiese particolari operano diversi sacerdoti “fidei donum” della diocesi di Trieste. Erano anche presenti Mons Domenico Sigalini, Assistente nazionale dell’Azione cattolica italiana, che riconosce in don Bonifacio un insigne associato e un eroico sacerdote assistente, Mons. Metod Pirih di Capodistria, Mons. Ivan Milovan di Parenzo e Pola con il predecessore Mons. Anton Bogetic, oltre al Metropolita di Lubiana Mons Luigi Uran. Hanno preso parte alla solenne liturgia, in posti d’onore anche padre Athenagoras Fasiolo, reggente della Chiesa greco-ortodossa di San Nicolò, e padre Rasko Radovic, della Chiesa serbo-ortodossa. La Cappella civica, diretta dal maestro Marco Sofianopulo ha eseguito i canti liturgici e l’inno al Beato composto per l’occasione. Telechiara e Radio Nuova Trieste, hanno permesso a numerosi fedeli di seguire la celebrazione da un maxischermo predisposto sulla piazza della Cattedrale, e anche dalle proprie case. Un momento di grande commozione è stato vissuto dai presenti al termine della celebrazione quando il fratello minore del beato, Nino, ha preso la parola per esprimere i propri sentimenti di ringraziamento a Dio e per consegnare alla Chiesa tergestina il calice e la stola del fratello, uniche reliquie gelosamente custodite fino a quel momento come un tesoro di famiglia. FR. GIANNI CALIFANO, OFM 2. Omelia del Prefetto della Congregazione “Noi ti lodiamo, o Dio, e ti benediciamo; ti rende testimonianza la schiera gloriosa dei tuoi martiri” Fratelli e sorelle di Trieste, qui radunati in questa storica cattedrale con l’amato Pastore della Chiesa tergestina e i venerati Vescovi delle Chiese particolari presenti su questo stupendo territorio, rivolgo, con il mio cordiale saluto, l’invito a “Lodare e benedire il Signore”, lieto di potervi partecipare la benedizione del Santo Padre Benedetto XVI che, con la Sua Autorità Apostolica, ha conferito a un figlio della vostra 448 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 Comunità ecclesiale il titolo e gli onori dei Beati! Cantiamo al Signore della vita e della storia, con lo stesso entusiasmo con cui il Beato Francesco Giovanni Bonifacio gli ha fatto dono della sua esistenza, attraverso l’eroico martirio subito per amore di Cristo e del suo Vangelo. Oggi la Chiesa di Trieste gioisce ed esulta nel Signore, perché l’amore immolato di Gesù Cristo, il Pastore buono, si è riflesso e manifestato in un nuovo Martire, nato a Pirano d’Istria nel 1912 e morto in odio alla Fede il giorno 11 settembre 1946 a Villa Gardossi, dove con giovanile fervore egli svolgeva il ministero pastorale, testimoniando con coraggio gli eterni valori del Vangelo. Con la duplice corona di sacerdote e di martire – i titoli con cui la Chiesa lo iscrive oggi nell’albo dei Beati – egli si presenta oggi alla nostra ammirazione e alla nostra venerazione. Presbitero esemplare e pastore instancabile Ordinato presbitero in questa stessa cattedrale di San Giusto il 27 dicembre 1936, da Mons. Carlo Margotti, Arcivescovo di Gorizia e Amministratore Apostolico di Trieste e Capodistria, il nostro Beato fu presto destinato al servizio pastorale delle Comunità di Pirano d’Istria, suo paese natale, dove restò quattro mesi, passando poi a Cittanova d’Istria fino al 1939 e successivamente, dal 1939 al giorno della morte, a Villa Gardossi, dove più intensa fu la sua azione a favore dei fratelli. In quel difficile periodo segnato dalla seconda guerra mondiale, dalla insurrezione popolare del 1943, dai movimenti partigiani, seguiti da deportazioni, distruzione e morte, egli fu pastore generoso, vicino al suo popolo, noncurante della sua vita, difensore dei deboli e padre degli oppressi. La Chiesa di Trieste, in comunione con la Chiesa universale, guarda perciò commossa e fiera a questo suo figlio, ammirandone l’intrepida fedeltà al ministero sacerdotale, la capacità di rendersi testimone convincente dell’amore di Cristo per le anime, seminatore instancabile di luce e di spe- ranza in un momento di grave sofferenza e di morte. Il Beato Francesco Giovanni Bonifacio è donato oggi alla Chiesa come rinnovato invito alla speranza, alla gioia, alla fiducia. Lo è in particolare per i sacerdoti e le anime consacrate, chiamati a rendere presente ed operante il Cristo con la generosità del loro ministero. Martire per il Vangelo Il Beato Francesco Giovanni Bonifacio oggi è onorato soprattutto come martire. Lo ha riconosciuto tale la Chiesa che lo propone alla pubblica venerazione. Egli ha confessato il Cristo col sacrificio cruento della propria vita. E’ divenuto “testimone” (Martire) della fede della Chiesa, morendo per essa. Egli proclama oggi, con l’eloquenza del suo sangue, che Gesù Cristo vale più della nostra vita, anzi che Gesù Cristo è la vera vita, a confronto del quale tutto il resto ci appare come spazzatura (cfr. Fil 3,8 ). Ci sono note le circostanze del suo martirio. Egli l’accetta con amore, e annota nel suo Diario: “Siamo in tempi eroici; siamo eroici per essere santi fino, se occorre, al martirio“. E alla vigilia del suo sacrificio protesta solennemente che “chi non ha il coraggio di morire per la propria fede è indegno di professarla“! Questa è la gloria del nostro novello Beato: Ministro della grazia del Signore e Testimone del suo amore! Come Gesù, Giovanni Francesco Bonifacio s’immola in sacrificio di puro amore, un amore che è più forte della morte e che dà la vita per i propri amici (Gv 15,17). La testimonianza resa a Cristo dal Bonifacio, è patrimonio prezioso per questa Chiesa locale che ha generato il Martire e che oggi lo venera come suo intercessore. Il suo martirio è una nuova sorgente di vita e di fertilità spirituale per la Chiesa e per il mondo intero. Alla scuola del nostro Martire Alla fine del “Grande Giubileo” dell’anno 2000 il Servo di Dio Papa Giovanni Pao- E POSTULATIONE GENERALI lo II ci ricordava che tutti nella Chiesa siamo chiamati alla perfezione evangelica della carità espressa nei santi che rappresentano al vivo il volto di Cristo (cfr. NMI 30). La testimonianza eroica del novello Beato attende allora di essere da noi imitata nel nostro quotidiano. Il Beato Francesco Giovanni Bonifacio ripete questa sera a ciascuno di noi la stessa esortazione dell’Apostolo Paolo: “Fratelli, sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa... Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza” (Col 1,24. 29). La beatificazione dell’umile Parroco di Villa Gardossi è pertanto invito non solo a rallegrarci tutti nel Signore per il dono di grazia che illumina il volto di questa santa Chiesa tergestina, ma chiama tutti noi, pastori e popolo santo di Dio, a camminare con fiducia sui sentieri di un’autentica vita cristiana. Siamo chiamati ad edificare concordemente la civiltà dell’amore, nel superamento costante di ogni forma di violenza o di discriminazione, di ingiustizia o di sopraffazione, nel rispetto della vita e di quanto ci circonda, perché la carità sia l’unica legge della nostra vita. Il novello Beato, insieme con tutti i nostri Santi, con San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, con l’Immacolata Madre del Signore guidi e accompagni Trieste e il nostro cammino sulla via della concordia e della gioia! MONS. ANGELO AMATO Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi 3. Cenni biografici Il Servo di Dio Don Francesco Bonifacio, nacque a Pirano d’Istria, allora territorio della diocesi di Trieste, il 7 settembre 1912 da Giovanni Bonifacio e Luigia Busdon, secondogenito di sette fratelli. La sua era una famiglia di modeste condizioni sociali ma profondamente cristiana. Al batte- 449 simo, il 15 settembre 1912 ricevette il nome di Francesco Giovanni. Nella cittadina natia frequentò la scuola elementare, e la catechesi parrocchiale. Mons Angelo Bartolomasi, il 1 ottobre 1922 gli amministrò la cresima. Nel clima sereno e laborioso della sua casa, alimentato da una pratica cristiana assidua, Francesco accolse nel 1924 l’invito del Maestro divino che lo voleva suo ministro. A dodici anni entrò nel Piccolo Seminario interdiocesano di Capodistria per gli studi ginnasiali e liceali, fu poi inviato nel Seminario Teologico Centrale di Gorizia (1932). Il 27 dicembre 1936, a 24 anni, nella cattedrale di San Giusto a Trieste, fu ordinato sacerdote da Mons. Carlo Margotti, Arcivescovo di Gorizia e Amministratore Apostolico di Trieste e Capodistria. Celebrò la sua prima messa nel Duomo di Pirano il 3 gennaio 1937. Il suo ministero pastorale si svolse prima come cooperatore a Pirano per quattro mesi, poi dal 1936 al 1939, nella Parrocchia di Cittanova d’Istria, Il 1 luglio 1939 fu nominato Parroco di Villa Gardossi. Qui il Servo di Dio si impegnò, con tutte le sue forze e il suo entusiasmo, a edificare un’autentica comunità cristiana, pervasa dallo Spirito del Signore. Nei dieci anni del suo sacerdozio estese il suo impegno pastorale ad una popolazione di circa 1300 abitanti, distribuiti in piccole frazioni e casolari, in un vasto territorio collinare. Furono anni intensi segnati dalla seconda guerra mondiale (l’insurrezione popolare nel 1943, la guerriglia fra partigiani del movimento popolare di liberazione slavo “Osvobodilna Fronta”, forze armate repubblicane e tedesche, rastrellamenti, combattimenti incendi, deportazioni) e dal dopoguerra (occupazione jugoslava, intensa persecuzione religiosa, intimidazioni interrogatori, arresti, deportazioni, esili, uccisioni). Impegni in Azione Cattolica Nella formazione cristiana ed umana del Servo di Dio non poca parte ebbe l’esperienza vissuta in Azione Cattolica. A Pirano d’Istria, presso la sua Parrocchia di 450 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 origine, frequentò con entusiasmo gli incontri di catechesi per gli Aspiranti di Azione Cattolica, tenuti da Mons. Fortunato Fornasaro, “fiero del distintivo dell’A.C.I.” (POSITIO, Summarium, pag. 22). Una volta divenuto sacerdote, si avvalse della proposta associativa dell’Azione Cattolica per favorire nel laicato cattolico, soprattutto nei giovani, un’autentica formazione cristiana. Fondò le sezioni di Azione Cattolica sia a Cittanova d’Istria nel 1936, che nella parrocchia successivamente affidatagli di Villa Gardossi, a partire dal 1939. Offrì ai membri dell’associazione una formazione seria, esigente e profonda, indicando con efficacia ed autorevolezza, con la parola e con l’esempio, gli alti ideali di “preghiera, azione, sacrificio”, come testimoniano i numerosi appunti per Esercizi spirituali alle Giovani di Azione Cattolica e varie note di predicazione. Una esplicita testimonianza, rilasciata dal maestro Aurelio Bortuzzo ci informa che “per via dell’Azione Cattolica, di cui era fervido ed appassionato sostenitore, i comunisti non lo potevano vedere” (POSITIO, Informatio, pag. 109). Nel suo quaderno di memorie segrete in data 3 marzo 1946 il Servo di Dio annottava “Gioia grande e commozione! Finalmente ho potuto consegnare i distintivi alle Giovani di Azione Cattolica! Tempi gloriosi questi nei quali è necessario lottare anche per l’idea. Tempi pericolosi nel senso che la morte può essere ad ogni piè sospinto. Ma la parola di Cristo non falla: “Non praevalebunt” (POSITIO, Informatio, pag 109). Cause e circostanze del martirio Anche don Bonifacio, come tanti preti istriani, fu fatto oggetto di sinistre attenzioni e di minacciosi segnali diretti ad intimidirlo, da parte delle autorità slavo-titine e dei loro fiancheggiatori. Infatti il suo operato, benché trasparentemente “super partes” nelle contese etnico nazionali, fu giudicato pericoloso per i suoi rapporti con il Vescovo di Trieste e per il suo ascendente sulla popolazione giovanile, verso la quale si rivolgeva l’indottrinamento del regime ateo. Nel pomeriggio dell’11 settembre 1946, mentre tornava a Villa Gardossi dalla parrocchia di Grisignana (dove si era confessato con don Giuseppe Rocco), fu fermato dalla “Difesa popolare (OZNA-Comunisti di Tito) e fatto “sparire” probabilmente in una “foiba”. I familiari, preoccupati per il suo mancato rientro, iniziarono immediatamente le ricerche, continuandole nei giorni e nei mesi successivi, ma senza esito. Le risposte delle varie autorità interpellate furono evasive, reticenti, talvolta minacciose. Solo nel 1970 un probabile testimone oculare e coprotagonista dei fatti ricostruì con sufficiente veridicità e attendibilità le ultime ore del Servo di Dio. Tre attivisti slavo comunisti, di cui almeno uno militare o guardia popolare, fermano e arrestano don Bonifacio in una stradina di campagna fra Grisignana e Villa Gardossi. Lo denudano, lo insultano, lo percuotono a sangue, gli spaccano il cranio con una pietra, lo uccidono tagliandogli la gola e alla fine fanno sparire il cadavere, gettandolo probabilmente in una foiba, forse quella di Martines. Don Francesco Bonifacio affronta la situazione con calma, si oppone alla denudazione, chiede perdono a Dio per le sue colpe e per quelle dei suoi persecutori, offre la fronte a chi vuole colpirlo, ferito e sanguinante, pronuncia ancora parole incomprensibili, fa cenno di farsi la croce e muore. (POSITIO, Summarium, pag.133-135). Il giovane Parroco coronava così, con la gloria del martirio accolto come un singolare dono di Dio, il suo intenso ministero di carità. La fama del Martirio del Servo di Dio L’eventualità di morire “martire” fu sempre considerata possibile dal nostro Servo di Dio, a motivo del suo intrepido ministero a difesa della giustizia e della verità. Nel 1944 scrive: “Gesù domanda anche il sangue e la vita”. E nello stesso anno annota nel suo Diario: “Prepararci anche, se occorre, al martirio se sarà necessario” e “Siamo in tempi eroici, siamo eroici per essere santi fino, se occorre, al martirio”. E alla vigilia del suo sacrificio protesta: “Chi non ha il coraggio di morire per la propria fede è indegno di professarla” (1946). E POSTULATIONE GENERALI Le testimonianze sulla “fama del martirio” del nostro Servo di Dio sono numerose e convincenti. Mons. Luigi Parentin affermò: “Don Francesco Bonifacio è un autentico martire, ucciso, vittima di odio efferato, per la fede”. Mons. Giuseppe Rocco attesta: “Rimasto a Villa Gardossi per il suo profondo senso di fedeltà a Dio e alla Chiesa, don Francesco è ucciso esclusivamente per il fatto di essere sacerdote”. Il Vescovo di Trieste, Mons. Antonio Santin, ribadisce che l’uccisione del Parroco di Villa Gardossi è “un martirio autentico in odium Fidei”. Un sacerdote santo, don Francesco, che Dio volle suo testimone e che seppe condividere con Cristo la gloria della Croce! Storia della Causa Questa Causa ha avuto un “iter” piuttosto accidentato, a motivo della situazione politica creatasi in Istria all’indomani dell’ultimo conflitto mondiale. Avviata nel 1957 dal1’allora Vescovo di Trieste, Mons. Antonio Santin, in virtù di un Rescritto della allora S. Congregazione dei Riti del 21 febbraio 1957 (Prot. T. 12/957), subì una battuta d’arresto, a seguito di una decisione del Congresso della Congregazione delle Cause dei Santi del 13 giugno 1972 (Prot. N. 1211-1/972). Fu ripresa nel 1997 dopo aver ottenuto il “Nulla Osta” accordato dalla Congregazione delle Cause dei Santi il 26 maggio 1997. L’Inchiesta diocesana di Trieste si è svolta in 81 Sessioni e si è conclusa il 22 marzo 1998. Con le testimonianze rese da 9 Testinoni (5 Laici e 4 Religiosi), il Tribunale acquisì agli Atti processuali anche 55 Dichiarazioni rese sotto giuramento negli anni che vanno dal 1956 al 1974. Il 29 ottobre 1997 anche la Commissione Storica presentò un notevole materiale, raccolto in numerosi Archivi debitamente elencati. Consegnati gli Atti alla Congregazione delle Cause dei Santi e ottenuto il Decreto di validità in data 27 novembre 1998, sotto la guida del Rev. P. Ambrogio Eszer, O.P. Relatore della Causa e con la collaborazione di Mons. Ettore Malnati, la Postulazione ha provveduto a stendere la “Positio super 451 martyrio et fama martyrii”, consegnata nel novembre 2002. L’8 gennaio 2008 si è svolto il Congresso dei Consultori teologi. Il 4 marzo 2008 si è celebrata la Congregazione Ordinaria dei padri Cardinali e Vescovi, essendo Ponente della Causa S.Ecc.za Mons Lino Fumagalli, Vescovo di Sabina-Poggio Mirteto. Il Santo Padre Benedetto XVI il 3 luglio 2008, nella festa dell’Apostolo S.Tommaso, ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto di riconoscimento del martirio del Servo di Dio. 2. Canonizzazione di Maria Bernarda (Verena) Bütler e di Alfonsa dell’Immacolata Concezione (Anna Muttathupadathu) Roma, Piazza San Pietro, 12 ottobre 2008 1. Note di cronaca Non capita certamente tutti i giorni che, nel corso della stessa cerimonia di canonizzazione, il Papa canonizzi due o più Beati presentati dalla stessa Postulazione. Questa gioia è toccata più volte alla nostra Postulazione Generale. Ne fece l’esperienza, nel 1970, il compianto P. Antonio Cairoli, con la canonizzazione dei Beati Nicola Tavelić e III Soci Martiri OFM. Ne è stato fortunato beneficiario, nell’anno 2000, il sottoscritto con la canonizzazione di ben trenta Martiri in Cina, canonizzati dal Servo di Dio Giovanni Paolo II insieme ad altri 90 Beati Martiri, appartenenti a diocesi o Famiglie religiose diverse. È una gioia che si è ripetuta ancora una volta, il 12 ottobre 2008, con la Canonizzazione di due Beate “francescane”: la Beata M. Bernarda Bütler, di origine svizzera ma vissuta prima in Ecuador e poi fino alla morte in Colombia, e la Beata Alfonsa dell’ Immacolata, la prima santa indiana in assoluto, nel corso della solenne Liturgia presieduta dal Santo Padre Benedetto XVI che ha decretato i supremi onori anche a un Beato napoletano, Gaetano Errico, e ad una 452 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 Beata ecuadoriana, Narcisa di Gesù. La lunga premessa vuole essere unicamente un ricordo del lieto e attesissimo evento che ha visto intorno al Papa, in una giornata di sole, una piazza affollatissima, che partecipava esultante alla solenne Liturgia a cui erano presenti anche 19 Cardinali e circa 400 vescovi, molti dei quali presenti a Roma per la celebrazione della XII Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi. Numerosi i compatrioti dei nuovi Santi, tra i quali si segnalano gli Indiani convenuti in numero di circa ottomila dall’India e dai vari Paesi europei. Presenti moltissimi consacrati con i loro Superiori generali, tra i quali è doveroso segnalare il nostro Ministro Generale, Fr. José Rodríguez Carballo e il Definitore per l’America Latina Fr. Luis Cabrera, i quali hanno preso parte anche alla concelebrazione eucaristica insieme ad altri 38 concelebranti in massima parte Cardinali e Vescovi. La Liturgia, come di consueto, è stata partecipata con entusiasmo e compostezza, anche grazie al prezioso aiuto offerto dal “libretto” curato dall’Ufficio delle Celebrazioni papali e stampato in ben 24.000 copie. Il Santo Padre ha raggiunto l’altare posto alla sommità del sagrato della Basilica di S. Pietro, insieme ai Concelebranti ed ai Ministranti, partendo in processione dal braccio di Carlo Magno. Dopo i riti di introduzione, il Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, Mons. Angelo Amato, (che per la prima volta da quando è stato nominato alla guida del Dicastero, il 27 giugno 2008, perorava la grazia della canonizzazione), accompagnato dai Postulatori, ha rivolto al Santo Padre la supplica di procedere al solenne inserimento dei nomi dei quattro Beati nel “canone” della santità universale. Cantate le Litanie dei Santi e invocato l’aiuto dello Spirito Consolatore, Benedetto XVI ha pronunziato la solenne Formula, ascoltata in piedi da tutta l’Assemblea, che è poi esplosa in un fragoroso e prolungato battimano di adesione incondizionata alla decisione pontificia, mentre l’organo suonava esultante e gli sguardi si levavano commossi a contemplare i volti sereni dei nuovi quattro Santi raffigurati sugli arazzi esposti sin dal giorno precedente sulle logge della facciata della basilica vaticana. Ha fatto seguito la processione con le Reliquie dei nuovi Santi, poste in venerazione preso l’altare. I reliquiari erano recati dai singoli sanati per intercessione dei novelli Santi, la cui guarigione è stata dichiarata scientificamente inspiegabile e vero miracolo. Gli studenti francescani di Frascati hanno prestato il servizio liturgico, insieme a ministranti delle altre Cause, edificando tutti per la precisione e l’eleganza con cui hanno svolto il loro compito. Le Suore delle due Congregazioni francescane interessate (le Clarisse Francescane e le Francescane Missionarie di Maria Ausiliatrice) hanno svolto i1 ministero di Lettrici (Introduzione e Liturgia della Parola) nonché di Offerenti. Ad alcune Suore dei due Istituti è toccata poi la sorte di ricevere l’Eucaristia dalle mani del Santo Padre. La celebrazione di domenica 12 ottobre era stata fatta precedere da distinte “Veglie di preghiera” nel pomeriggio di sabato 11 ottobre e sono state coronate da partecipate e gioiose “Liturgie di ringraziamento” nella Basilica del Laterano per Santa Alfonsa e nella Basilica vaticana per S. Maria Bernarda. I mezzi della comunicazione hanno dato all’evento notevole rilievo, soprattutto in considerazione che una delle nuove Sante è, come si è ricordato, la prima santa fiorita in quella terra che oggi attraversa un momento difficile, e che speriamo possa superare anche grazie alla intercessione della piccola Alfonsa, testimone gioiosa della Croce del Signore! FR. LUCA M. DE ROSA 2. Omelia del Santo Padre Benedetto XVI Cari fratelli e sorelle, quattro nuove figure di Santi vengono oggi proposte alla venerazione della Chiesa universale: Gaetano Errico, Maria Bernarda Bütler, Alfonsa dell’Immacolata Concezione e Narcisa di Gesù Martillo Morán. La liturgia ce le presenta con l’immagine evan- E POSTULATIONE GENERALI gelica degli invitati che prendono parte al banchetto rivestiti dell’abito nuziale. Quella del banchetto è immagine che troviamo anche nella prima Lettura e in varie altre pagine della Bibbia: è immagine gioiosa perché il banchetto accompagna una festa di nozze, l’Alleanza d’amore tra Dio e il suo Popolo. Verso quest’Alleanza i profeti dell’Antico Testamento hanno costantemente orientato l’attesa di Israele. E in un’epoca segnata da prove di ogni genere, quando le difficoltà rischiavano di scoraggiare il Popolo eletto, ecco levarsi la parola rassicurante del profeta Isaia: “Preparerà il Signore degli eserciti egli afferma - per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande … di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati” (25,6). Iddio porrà fine alla tristezza e alla vergogna del suo Popolo, che potrà finalmente vivere felice in comunione con Lui. Dio non abbandona mai il suo Popolo: per questo il profeta invita alla gioia: “Ecco il nostro Dio, in lui abbiamo sperato perché ci salvasse; … rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza” (v. 9). Se la prima Lettura esalta la fedeltà di Dio alla sua promessa, il Vangelo con la parabola del banchetto nuziale ci fa riflettere sulla risposta umana. Alcuni invitati della prima ora hanno rifiutato l’invito, perché attratti da diversi interessi; altri hanno persino disprezzato l’invito del re provocando un castigo che s’è abbattuto non solo su di loro, ma sull’intera città. Il re però non si scoraggia e invia i suoi servi a cercare altri commensali per riempire la sala del suo banchetto. Così il rifiuto dei primi ha come effetto l’estensione dell’invito a tutti, con una predilezione speciale per i poveri e i diseredati. È quanto è avvenuto nel Mistero pasquale: lo strapotere del male è sconfitto dall’onnipotenza dell’amore di Dio. Il Signore risorto può ormai invitare tutti al banchetto della gioia pasquale, fornendo Egli stesso ai commensali la veste nuziale, simbolo del dono gratuito della grazia santificante. Alla generosità di Dio deve però rispondere la libera adesione dell’uomo. È proprio questo il cammino generoso che hanno percorso anche coloro che oggi veneriamo come santi. Nel battesimo essi hanno ricevuto 453 l’abito nuziale della grazia divina, lo hanno conservato puro o lo hanno purificato e reso splendido nel corso della vita mediante i Sacramenti. Ora prendono parte al banchetto nuziale del Cielo. Della festa finale del Cielo è anticipazione il banchetto dell’Eucaristia, a cui il Signore ci invita ogni giorno e al quale dobbiamo partecipare con l’abito nuziale della sua grazia. Se capita di sporcare o addirittura lacerare col peccato questa veste, la bontà di Dio non ci respinge né ci abbandona al nostro destino, ma ci offre con il sacramento della Riconciliazione la possibilità di ripristinare nella sua integrità l’abito nuziale necessario per la festa. [...] Maria Bernarda Bütler, die in Auw im Schweizer Kanton Aargau geboren wurde, hat schon sehr früh die Erfahrung einer tiefen Liebe zum Herrn gemacht. Wie sie sagte, „ist es fast unmöglich, dies anderen zu erklären, die es selbst nicht so verspürt haben”. Diese Liebe führte Verena Bütler, wie sie damals hieß, zum Eintritt in das Kapuzinerinnenkloster Maria Hilf in Altstätten, wo sie mit 21 Jahren ihre Gelübde ablegte. Im Alter von 40 Jahren empfing sie ihre missionarische Berufung und machte sich auf den Weg nach Ecuador und dann nach Kolumbien. Aufgrund ihres Lebens und ihres Einsatzes für ihre Mitmenschen hat sie mein verehrter Vorgänger Johannes Paul II. am 29. Oktober 1995 als Selige zur Ehre der Altäre erhoben. La Madre María Bernarda, una figura muy recordada y querida sobre todo en Colombia, entendió a fondo que la fiesta que el Señor ha preparado para todos los pueblos está representada de modo muy particular por la Eucaristía. En ella, el mismo Cristo nos recibe como amigos y se nos entrega en la mesa del pan y de la palabra, entrando en íntima comunión con cada uno. Ésta es la fuente y el pilar de la espiritualidad de esta nueva Santa, así como de su impulso misionero que la llevó a dejar su patria natal, Suiza, para abrirse a otros horizontes evangelizadores en Ecuador y Colombia. En las serias adversidades que tuvo que afrontar, incluido el exilio, llevó impresa en su corazón la exclamación del salmo que hemos 454 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 oído hoy: “Aunque camine por cañadas oscuras, nada temo, porque tú vas conmigo” (Ps 22, 4). De este modo, dócil a la Palabra de Dios siguiendo el ejemplo de María, hizo como los criados de que nos habla el relato del Evangelio que hemos escuchado: fue por doquier proclamando que el Señor invita a todos a su fiesta. Así hacía partícipes a los demás del amor de Dios al que ella dedicó con fidelidad y gozo toda su vida. “He will swallow up death for ever, and the Lord God will wipe away tears from all faces” (Is 25:8). These words of the prophet Isaiah contain the promise which sustained Alphonsa of the Immaculate Conception through a life of extreme physical and spiritual suffering. This exceptional woman, who today is offered to the people of India as their first canonized saint, was convinced that her cross was the very means of reaching the heavenly banquet prepared for her by the Father. By accepting the invitation to the wedding feast, and by adorning herself with the garment of God’s grace through prayer and penance, she conformed her life to Christ’s and now delights in the “rich fare and choice wines” of the heavenly kingdom (cf. Is 25:6). She wrote, “I consider a day without suffering as a day lost”. May we imitate her in shouldering our own crosses so as to join her one day in paradise. [...] Cari fratelli e sorelle, rendiamo grazie al Signore per il dono della santità, che quest’oggi rifulge nella Chiesa con singolare bellezza. Gesù invita ciascuno di noi a seguirlo, come questi Santi, nel cammino della croce, per avere poi in eredità la vita eterna di cui Egli morendo ci ha fatto dono. I loro esempi ci siano di incoraggiamento; gli insegnamenti ci orientino e confortino; l’intercessione ci sostenga nelle fatiche del quotidiano, perché anche noi possiamo giungere un giorno a condividere con loro e con tutti i santi la gioia dell’eterno banchetto nella Gerusalemme celeste. Ci ottenga questa grazia soprattutto Maria, la Regina dei Santi, che in questo mese di ottobre veneriamo con particolare devozione. Amen. BENEDETTO XVI 3. Biografia di Maria Bernada (Verena) Bütler (1848-1924) María Bernarda (Verena Bütler) nació en Auw, en el Cantón de Argovia, Suiza, el 28 de mayo de 1848 y fue bautizada el mismo día de su nacimiento. Era la cuarta hija de Enrico y de Caterina Bütler, modestos campesinos y cristianos ejemplares, que educaron los ocho hijos nacidos de su matrimonio en el amor a Dios y al prójimo. Dotada de una excelente salud, Verena creció alegre, inteligente, generosa y amante de la naturaleza. A los siete años comenzó a frecuentar la escuela. El fervor y el empeño con el que, el 16 de abril de 1860, se acercó a la Primera Comunión permanecieron constantes en ella a lo largo de toda su vida. La devoción a la Eucaristía formará, efectivamente, el fundamento de su espiritualidad. A la edad de 14 años, terminados los estudios elementales, Verena se dedicó al trabajo agrícola, experimentando también el afecto por un digno joven del cual se enamoró. Sintiendo la llamada de Dios supo desprenderse de este compromiso para entregarse completamente a su Señor. En este período de su vida se le concedió la gracia de gozar sensiblemente de la presencia de Dios, sintiéndolo muy cercano. Ella misma afirma: «Explicar este estado del alma a quien no ha experimentado jamás algo semejante, es extremadamente difícil, si no es que imposible». Y además: «El Espíritu Santo me enseñó a adorar, alabar, bendecir y dar gracias a Jesús en el tabernáculo, en todo momento, en medio de las labores y en la realidad cotidiana de la vida». Atraída del amor de Dios, a los 18 años entró como postulante en un convento de la región. Comprobado que no era aquél el lugar donde el Señor la llamaba, Verena regresó pronto al seno familiar. El trabajo, la oración, el apostolado en la parroquia, mantuvieron vivo en ella el deseo de la vida consagrada. El 12 de noviembre de 1867, por sugerencia de su párroco, Verena entró en el Monasterio franciscano de María Auxiliadora en Altstätten. El 4 de mayo de 1868 vistió el hábito franciscano, tomando E POSTULATIONE GENERALI el nombre de Sor María Bernarda del Sagrado Corazón de María, y, el 4 de octubre de 1869 emitió la Profesión religiosa, con el firme propósito de servir al Señor hasta la muerte, en la vida contemplativa. Pronto fue electa Maestra de novicias y por tres veces Superiora de la Comunidad, desempeñando este servicio fraterno por nueve años consecutivos. Su celo y su amor por el Reino de Dios la habían preparado para iniciar una nueva experiencia misionera. Por tanto, acogió de buen grado la invitación de Mons. Pietro Schumacher, obispo de Puertoviejo, en Ecuador, quien le pidió venir a su diócesis, planteándole la precaria situación de su gente. María Bernarda reconoció en esa invitación la clara voluntad de Dios que la llamaba a ser anunciadora del Evangelio en aquella tierra lejana. Superadas las iniciales resistencias del obispo de San Gallo y después de haber obtenido un regular indulto pontificio, el 19 de junio de 1888 Sor María Bernarda y seis Compañeras dejaron el monasterio de Altstätten y partieron para el Ecuador. Solamente la luz de la fe y el celo por el anuncio del Evangelio sostuvieron a la Beata y a sus Compañeras en la difícil separación del amado monasterio y de las Hermanas. En su interior María Bernarda pensaba en el tener que dar vida a una fundación misionera dependiente del monasterio suizo. A su vez, el Señor la hacía fundadora de una nueva Congregación religiosa, la de las Hermanas Franciscanas Misioneras de María Auxiliadora. Recibidas paternalmente por el Obispo, éste encomendó a María Bernarda la Comunidad de Chone que presentaba un espectáculo desolador, por la falta casi absoluta de sacerdotes, la escasa práctica religiosa y por la difundida inmoralidad. María Bernarda se hizo «toda para todos», poniendo como fundamento de su acción misionera la oración, la pobreza, la fidelidad a la Iglesia y el ejercicio constante de las obras de misericordia. Junto con sus hijas, comenzó un intenso apostolado entre las familias, profundizando en el conocimiento de la lengua y de la cultura del pueblo. No tardaron en madurar los primeros frutos. La vida cristiana de aquella población volvió a 455 florecer como por encanto. También la nueva Congregación franciscana creció en número y se fundaron las dos Casa filiales de Santa Ana y de Canoa. Pero, también, pronto la obra misionera de la Madre Bernarda fue marcada por el misterio de la Cruz. Fueron muchos los sufrimientos a los que ella y sus hijas se vieron sometidas: la pobreza absoluta, el clima tórrido, incertidumbres y dificultades de todo tipo, riesgos para la salud y la misma seguridad de vida, incomprensiones de parte de la autoridad eclesiástica y, la separación de algunas Hermanas de la Comunidad, constituidas después en una Congregación autónoma (las Franciscanas de la Inmaculada: Beata Caridad Brader). María Bernarda soportó todo con heroica entereza, en silencio, sin defenderse y sin alimentar resentimientos en la confrontación con alguno, perdonando de corazón y orando por aquellos que la hacían sufrir. Como si no fueran suficientes todas estas pruebas, en 1895, una violenta persecución por parte de fuerzas hostiles a la Iglesia obligó a Sor María Bernarda y sus Hermanas a escapar del Ecuador. Sin saber a dónde ir, con 14 Hermanas se dirigió a Bahía, de donde prosiguió para Colombia. El grupo estaba aún buscando, cuando recibió la invitación de Mons. Eugenio Biffi para trabajar en su diócesis de Cartagena. Y, así, el 2 de agosto de 1895, fiesta de la Porciúncula de Asís, la Fundadora y sus Hermanas exiliadas del Ecuador, arribaron a Cartagena, recibidas paternalmente por el Obispo. Encontraron alojamiento en un ala del hospital femenino, llamado comúnmente «Obra Pía». El Señor las había conducido a aquel asilo, donde la Madre Bernarda permanecerá hasta el término de su vida. Después de la casa de Cartagena, se llevaron a cabo otras fundaciones no sólo en Colombia sino en Austria y en Brasil. Con un amor compasivo, de auténtica franciscana, estaba encargada de socorrer las necesidades espirituales de los pobres que ella consideró siempre sus predilectos. Decía a las Hermanas: «Abran sus casas para ayudar a los pobres y a los marginados. Prefieran el cuidado de los indigentes a cualquier otra actividad». 456 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 La Madre guió su Congregación por espacio de treinta años. También después de haber renunciado al oficio de Superiora General, continuó animando, con sentimientos de verdadera humildad, a sus queridas Hermanas, sobre todo con el ejemplo de su vida, sus palabras y sus escritos. Presa de punzantes dolores hipogástricos, el 19 de mayo de 1924, en la «Obra Pía» de Cartagena, llorada por sus Hijas, amada y venerada de todos como auténtica santa, María Bernarda se durmió serenamente en el Señor. Contaba con 76 años de edad, 56 de vida consagrada y 38 de misionera. La noticia de su muerte se difundió rápidamente. El párroco de la catedral de Cartagena anunció el tránsito diciendo a sus fieles: «¡Esta mañana, en esta ciudad, ha muerto una Santa: la reverenda Madre Bernarda!» Su tumba fue pronto meta de peregrinaciones y lugar de oración. El celo apostólico y el ardor de la caridad de la Madre María Bernarda reviven hoy en la Iglesia, particularmente a través de la Congregación fundada por ella y actualmente presente en varios países de tres Continentes. La Beata puede ser señalada como auténtico modelo de «inculturación» de la que la Iglesia ha subrayado la urgencia para un eficaz anuncio del Evangelio (cfr. Redemptoris missio, n. 52). Ella encarnó perfectamente en su vida el lema programático: «Mi guía, mi estrella, es el Evangelio». Durante su vida, encontró apoyo y consuelo solamente en Dios. Cuando abandonó su patria, a donde no habría de regresar jamás, y cuando dejó su querido monasterio de Altstätten y durante su incansable actividad apostólica, ella siempre estuvo sostenida por una sólida espiritualidad, de la oración incesante, la caridad heroica hacia Dios y hacia el prójimo, de una fe fuerte como la roca, una confianza ilimitada en la Providencia de Dios, una fuerza y humildad evangélica y de una fidelidad radical a los compromisos de su vida consagrada. De la contemplación del misterio de la Santísima Trinidad, de la Eucaristía y de la Pasión del Señor, obtuvo el don de aquella misericordia que practicó con todos y que dejó como particular carisma a su Congregación. Devotísima de la Virgen Madre del Señor, quiso que su Congregación tuviese a la Auxiliadora como Madre, Protectora y Modelo de vida en el seguimiento de Cristo y en su actividad misionera. Como franciscana, cultivó la misma veneración que San Francisco de Asís alimentó por la «Santa Madre Iglesia» por sus pastores y sacerdotes, que ella llamaba « los ungidos del Señor». La Beata permanece como un admirable ejemplo de mujer bíblica: fuerte, prudente, mística, maestra espiritual, insignia misionera. Ella ha dejado a la Iglesia un testimonio maravilloso de entrega a la causa del Evangelio, enseñando a todos, sobre todo hoy, que es posible unir la contemplación a la acción, vida con Dios y servicio a los hermanos, llevando a Dios a los hombres y a los hombres a Dios. El 29 de octubre de 1995, el Siervo de Dios Papa Juan Pablo II le confirió el título y los honores de los Beatos. El 12 de octubre de 2008, el Santo Padre Benedicto XVI la inscribe en el Catálogo de los Santos. 4. Biography of Alphonsa of the Immaculate Conception (1910-1946) Blessed Alphonsa of the Immaculate Conception was born in Kudamalur, the Arpookara region, in the diocese of Changanacherry, India, on the 19th of August 1910, of the ancient and noble family of Muttathupadathu. From her birth, the life of the Blessed was marked by the cross, which would be progressively revealed to her as the royal way to conform herself to Christ. Her mother, Maria Puthukari, gave birth to her prematurely, in her eight month of pregnancy, as a result of a fright she received when, during the sleep, a snake wrapped itself around her waist. Eight days later, the 28 of August, the child was baptised according to the Syro-Malabar rite by the Fr. Joseph Chackalayil, and she received the name Annakutty, a diminutive of Anne. She was the last of five children. Her mother died three months later. Annakutty passed her early infancy in the E POSTULATIONE GENERALI home of her grandparents in Elumparambil. There she lived a particularly happy time because of her human and Christian formation, during which the first seeds of a vocation flowered. Her grand-mother, a pious and charitable woman, communicated the joy of the faith, love for prayer and a surge of charity towards the poor to her. At five years of age the child already knew how to lead, with a totally childish enthusiasm, the evening prayer of the family gathered, in accordance with the Syro-Malabar custom, in the “prayer room”. Annakutty received the Eucharistic bread for the first time on the 11 of November 1917. She used to say to her friends: “Do you know why I am so particularly happy today? It is because I have Jesus in my heart!“. In a letter to her spiritual father, on the 30 of November 1943, she confided the following: “Already from the age of seven I was no longer mine. I was totally dedicated to my divine Spouse. Your reverence knows it well“. In the same year of 1917 she began to attend the elementary school of Thonnankuzhy, where she also established a sincere friendship with the Hindu children. When the first school cycle ended in 1920, the time had come to transfer to Muttuchira, to the house of her aunt Anna Murickal, to whom her mother, before she died, had entrusted her as her adoptive mother. Her aunt was a severe and demanding woman, at times despotic and violent in demanding obedience from Annakutty in her every minimal disposition or desire. Assiduous in her religious practice, she accompanied her niece, but did not share the young girl’s friendship with the Carmelites of the close-by Monastery or her long periods of prayer at the foot of the altar. She was, in fact, determined to procure an advantageous marriage for Annakutty, obstructing the clear signs of her religious vocation. The virtue of the Blessed was manifested in accepting this severe and rigid education as a path of humility and patience for the love of Christ, and tenaciously resisted the reiterated attempts at engagement to which the aunt tried to oblige her. Annakutty, in or- 457 der to get out from under a commitment to marriage, reached the point of voluntarily causing herself a grave burn by putting her foot into a heap of burning embers. “My marriage was arranged when I was thirteen years old. What had I to do to avoid it? I prayed all that night... then an idea came tome. If my body were a little disfigured no one would want me! ... O, how I suffered! I offered all for my great intention“. The proposal to defile her singular beauty did not fully succeed in freeing her from the attentions of suitors. During the following years the Blessed had to defend her vocation, even during the year of probation when an attempt to give her in marriage, with the complicity of the Mistress of Formation herself, was made. “O, the vocation which I received! A gift of my good God!.... God saw the pain of my soul in those days. God distanced the difficulties and established me in this religious state“. It was Fr. James Muricken, her confessor, who directed her towards Franciscan spirituality and put her in contact with the Congregation of the Franciscan Clarists. Annakutty entered their college in Bharananganam in the diocese of Palai, to attend seventh class, as an intern student, on the 24th of May 1927. The following year, on the 2nd of August 1928, Annakutty began her postulancy, taking the name of Alphonsa of the Immaculate Conception in honour of St. Alphonsus Liguori, whose feast it was that day. She was clothed in the religious habit on the 19th of May 1930, during the first pastoral visit made to Bharananganam by the Bishop, Msgr. James Kalacherry. The period 1930-1935 was characterised by grave illness and moral suffering. She could teach the children in the school at Vakakkad only during the scholastic year 1932. Then, because of her weakness, she carried out the duties of assistant-teacher and catechist in the parish. She was engaged also as secretary, especially to write official letters because of her beautiful script. The canonical novitiate was introduced into the Congregation of the Franciscan Clarists in 1934. Though wishing to enter 458 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 immediately, the Blessed was only admitted on the 12th of August 1935 because of her ill health. About one week after the beginning of her novitiate, she had a haemorrhage from the nose and eyes and a profound organic wasting and purulent wounds on her legs. The illness deteriorated, to such a point that the worst was feared. Heaven came to the rescue of the holy novice. During a novena to The Servant of God Fr. Kuriakose Elia Chavara – a Carmelite who today is a Blessed – she wasmiraculously and instantaneously cured. Having restarted her novitiate, she wrote the following proposals in her spiritual diary: “I do not wish to act or speak according to my inclinations. Every time I fail, I will do penance... I want to be careful never to reject anyone. I will only speak sweet words to others. I want to control my eyes with rigour. I will ask pardon of the Lord for every little failure and I will atone for it through penance. No matter what my sufferings may be, I will never complain and if I have to undergo any humiliation, I will seek refuge in the Sacred Heart of Jesus“. The 12th of August 1936, the feast of St. Clare, the day of her perpetual profession, was a day of inexpressible spiritual joy. She had realised her desire, guarded for a long time in her heart and confided to her sister Elizabeth when she was only 12 years old: “Jesus is my only Spouse, and none other“. Jesus, however, wished to lead His spouse to perfection through a life of suffering. “I made my perpetual profession on the 12th of August 1936 and came here to Bharanganam on the following 14th. From that time, it seems, I was entrusted with a part of the cross of Christ. There are abundant occasions of suffering... I have a great desire to suffer with joy. It seems that my Spouse wishes to fulfil this desire”. Painful illnesses followed each other: typhoid fever, double pneumonia, and, the most serious of all, a dramatic nervous shock, the result of a fright on seeing a thief during the night of the 18th of October 1940. Her state of psychic incapacity lasted for about a year, during which she was unable to read or write. In every situation, Sister Alphonsa always maintained a great reservation and charitable attitude towards the Sisters, silently undergoing her sufferings. In 1945 she had a violent outbreak of illness. A tumour, which had spread throughout her organs, transformed her final year of life into a continuous agony. Gastroenteritis and liver problems caused violent convulsions and vomiting up to forty times a day: “I feel that the Lord has destined me to be an oblation, a sacrifice of suffering... I consider a day in which I have not suffered as a day lost to me“. With this attitude of a victim for the love of the Lord, happy until the final moment and with a smile of innocence always on her lips, Sister Alphonsa quietly and joyfully brought her earthly journey to a close in the convent of the Franciscan Clarists at Bharananganam at 12.30 on the 28th July 1946, leaving behind the memory of a Sister full of love and a saint. Alphonsa of the Immaculate Conception Muttathupadathu was proclaimed Blessed by Pope John Paul II in Kottayam, India, on the 8th of February 1986. With today’s Canonisation, the Church in India presents its first Saint to the veneration of the faithful of the whole world. Faithful from every part of the world have come together in a single act of thanksgiving to God in her name and in a sign of the great oriental and western traditions, Roman and Malabar, which Sr. Alphonsa lived and harmonised in her saintly life. 3. Facultas Transumptum Inq. dioec. in Causa SD Tullii Maruzzo aperiendi CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI Prot. N. 2692-3/08 VICARIATUS APOSTOLICUS IZABALEN. Beatificationis seu Declarationis Martyrii Servorum Dei TULLII MARUZZO Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum et ALOISII OBDULII ARROYO Christifidelis Laici e Tertio Ordine Sancti Francisci 459 E POSTULATIONE GENERALI Assisiensis in odium Fidei, uti fertur, interfectorum. Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab hac Congregatione de Causis Sanctomm petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Vicariatus Apostolici Izabalensis peractae, super vita et martyrio necnon fama martyrii et signorum Servorum Dei Tullii Maruzzo, Sacerdotis professi eiusdem Ordinis, et Aloisii Obdulii Arroyo, Christifidelis Laici e Tertio Ordine Sancti Francisci Assisiensis, in odium Fidei, uti fertur, interfectorum, clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit. Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit: servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 28 mensis Augusti A.D. 2008. † ANGELUS AMATO, S.D.B. Archiepiscopus tit. Silensis Praefectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepiscopus tit. Biccarensis a Secretis 4. Postulator gratias agit Summo Pontifici pro Canonizationibus POSTULAZIONE GENERALE DEI FRATI MINORI Roma, S. Maria Mediatrice, 13 ottobre 2008. Beatissimo Padre, genuflesso ai Suoi piedi e con il cuore colmo di letizia, vengo con fíliale confídenza a ripeterLe la mia profonda e commossa gratitudine per aver decretato ieri i supremi onori degli altari alle Beate Maria Bemarda Bütler e Alfonsa dell’Immacolata Concezione, figlie ambedue del Serafíco Poverello e testimoni generose del Vangelo della misericordia. Con l’umile sottoscritto, esprimono alla Santità Vostra la loro profonda riconoscenza gli Attori delle due Cause, gli Istituti cioè nei quali le novelle Sante hanno maturato la loro vocazione (le Francescane Missionarie di Maria Ausiliatrice e le Francescane Clarisse del Kerala) nonché l’intera Famiglia Francescana, consapevole di aver contratto ora un nuovo debito con la Santitá Vostra per il dono singolare che le è concesso alla vigilia dell’VIII Centenario dell’approvazione pontifícia della Forma vitae (12092009) e quindi della sua presenza nella Chiesa. A nome di quanti esultano per il dono delle due nuove Sante, rinnovo a Lei, Padre amatissimo, la promessa di fedeltà e di adesione sincera al Suo Magistero, promettendoLe la nostra fíliale preghiera perché il Buon Pastore La conservi a lungo alla guida della sua Chiesa. Mi benedica, Padre Santo, e con me benedica quanti hanno collaborato alla felice conclusione delle due Cause, nonché i miei Collaboratori in questa Postulazione. Mi professo con gioia della Santità Vostra dev.mo ed obb.mo fíglio FR. LUCA M. DE ROSA, OFM Postulatore Generale 5. Summi Pontificis responsio et benedictio SEGRETERIA DI STATO PRIMA SEZIONE - AFFARI GENERALI Dal Vaticano, 21 Ottobre 2008 Reverendo Padre, con cortese lettera del 13 ottobre corrente, Ella, anche a nome delle Suore Francescane Missionarie di Maria Ausiliatrice e delle Francescane Clarisse del Kerala, ha voluto manifestare al Santo Padre Benedetto XVI sentimenti di profonda riconoscenza per aver decretato la Canonizzazione delle Beate Maria Bernarda Bütler e Alfonsa dell’Immacolata Concezione. Il Sommo Pontetice desidera esprimere viva riconoscenza per il filiale gesto di os- 460 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 sequio e di affetto, soprattutto per l’assicurazione di costanti preghiere e, mentre auspica ábbbndanti frutti spirituali per quanti seguono con generosa dedizione i preziosi insegnamenti delle Sante religiose, Le invia di cuore l’implorata Benedizione Apostolica, estendendola ai collaboratori di codesta Postulazione ed alle menzionate Congregazioni. Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di religiosa stima Suo dev.mo nel Signore ____________ Reverendo Padre Fra Luca M. DE ROSA, OFM Postulatore Generale Via S. Maria Mediatrice, 25 00165 ROMA † FERNANDO FILONI Sostituto 6. Relator eligitur in Causa SD Antoniae Lesino CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI Prot. N. 1230–8/08 Vaticano, 21 ottobre 2008 Il Congresso Ordinario di questo Dicastero, in data 10 ottobre 2008, ha affidato al Rev.mo Relatore P. Cristoforo Bove, OFMConv, la Causa BRIXIEN. della S. di D. Antonia Lesino, Istituto secolare “Piccola Famiglia Francescana”. Pertanto il Postulatore è invitato a presentare allo stesso Relatore il Collaboratore esterno per lo studio della Causa. MARCELLO BERTULUCCI Il Sottosegretario _____________________ P. Luca M. De Rosa, OFM Postulatore della Causa 7. Facultas Transumptum super vita et virtutibus Inq. dioec. in Causa B. Matthiæ aperiendi CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI Prot. N. 2873-2/08 FABRIANEN.-MATHELICEN. Canonizationis Beatae MATTHIAE DE NAZAREIS Monialis professae Secundi Ordinis Sancti Francisci. Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minomm, ab hac Congregatione de Causis Sanctomm petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam FabrianensemMathelicensem peractae, super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis et signorum Beatae Matthiae De Nazareis, Monialis professae Secundi Ordinis Sancti Francisci, clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit. Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit: servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 17 mensis Novembris A.D. 2008. † ANGELUS AMATO, S.D.B. Archiepiscopus tit. Silensis Praefectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepiscopus tit. Biccarensis a Secretis 8. Facultas Transumptum Inq. dioec. super vita et virtutibus in Causa SD Humilis Soria Pons aperiendi CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI Prot. N. 2701-3/08 VALENTINA. Beatificationis et Canonizationis Servi Dei HUMILIS SORIA PONS Laici professi Ordinis Fratrum Minorum. Revmus P Lucas De Rosa, Postulator E POSTULATIONE GENERALI Generalis Ordmis Fratrum Minorum ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesane, apud Curiam ecclesiasticam Valentinam peractæ, super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis et signorum Servi Dei Humilis Soria Pons, Laici professi eiusdem Ordinis, clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit. Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit: servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus qubuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 17 mensis Novembris A.D. 2008. † ANGELUS AMATO, S.D.B. Archiepiscopus tit. Silensis Praefectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepiscopus tit. Biccarensis a Secretis 9. Competentia in Causa SD Oderici D’Andrea episcopo xinotegano conceditur CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI Prot.N. 2487-1/02 XINOTEGANA. Beatifícationis et Canonizationis Servi ODERICI D’ANDREA Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum. Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut Inquisitio Dioecesana super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis et signorum Servi Dei Oderici D’Andrea, Sacerdotis professi eiusdem Ordinis, apud Curiam ecclesiasticam Xinoteganam peragi possit et non apud Curiam Assisiensem-Nucerinam-Tadinensem prouti olim statutum erat, atque titulum Causae eiusdem Servi Dei in posterum sit: XINOTEGANA. Haec porro Congregatio, attentis pecu- 461 liaribus in supplici libello expositis adiunctis necnon assensu Exc.morum ac Rev.morum Dominorum D. Dominici Sorrentino, Archiepiscopi Assisiensis-Nucerini-Tadinensis, et D. Henrici Herrera Gutierrez, Episcopi Xinotegani, pro gratia iuxta preces benigne annuit: servatis de cetero omnibus aliis de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 28 mensis Novembris A.D.2008. † ANGELUS AMATO, S.D.B. Archiepiscopus tit. Silensis Praefectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepiscopus tit. Biccarensis a Secretis 10. La M. Agreda, apóstol de la palabra Dopo la solenne conferma del culto immemorabile reso al nostro Beato Giovanni Duns Scoto, decretata dal Servo di Dio Giovanni Paolo II il 6 luglio 1991, la Postulazione Generale ha avviato un impegnativo cammino di studio e di contatti con le competenti Autorità della Curia Romana, nel vivo desiderio di ottenere dalla Chiesa l’autorizzazione a “riassumere” la Causa di beatificazione e canonizzazione della Venerabile Serva di Dio Maria di Gesù De Agreda, monaca concezionista francescana, nata ad Agreda in Spagna il 2 aprile 1602 e morta nella stessa città il 24 maggio 1665, alunna ideale della dottrina di Scoto e celebre per la sua opera la “Mística Ciudad de Dios”, la cui Causa, introdotta da Papa Clemente X il 28 gennaio 1673, fu poi sospesa nel 1887. Fr. Gaspar Calvo Moralejo, profondo conoscitore della “Mistica” di Agreda e già Presidente della PAMI, ci guida con lo studio che pubblichiamo di seguito ad approfondire la dottrina della Venerabile concezionista. La celebración del Sínodo de los Obispos sobre La Palabra de Dios, en el otoño 462 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 de 2008, nos ofrece la oportunidad gozosa de acercarnos a la Mística Ciudad de Dios de la Vble. M. María de Jesús de Agreda, como a una obra en la que la exégesis de esa Palabra Divina, fruto de la escucha atenta y reflexiva del sentido que el Espíritu Santo le manifiesta, es la base sólida que sostiene sus enseñanzas. Sin la Sagrada Escritura y la Santa Tradición de la Iglesia, no hubiera sido posible que su autora la escribiese. Así lo manifiestan las 3.119 citaciones que, tanto del Antiguo como del Nuevo Testamento hace la Venerable, y su sometimiento obediente al Magisterio y autoridad de la Iglesia, nuestra Madre y Maestra, en cuanto a la exégesis se refiere. En los Libros Sagrados, en los que nuestra fe cristiana se fundamenta, se encuentra toda la historia de nuestra salvación, centrada en la vida de Cristo Jesús, Señor Nuestro. Dios mismo nos la va revelando y descubriendo poco a poco, según sus designios, a lo largo de los tiempos. Y al enviarnos al Hijo, su Palabra eterna hecha hombre en el seno virginal de María, por Él nos la transmite y bajo el magisterio y enseñanza de su Iglesia, nuestra Madre y Maestra, el Espíritu Santo nos guía e ilumina para llevarnos a su pleno conocimiento. El Evangelio tiene que conservarse siempre vivo y entero en la Iglesia como espejo en el que se contempla (DV 7). Enseña Sor María de Jesús, que toda la Escritura se refiere a Cristo Jesús y a su Madre. Y que aunque todos los misterios de Cristo y su Madre estén revelados en las divinas Escrituras, mas no todos se nos manifiestan igualmente a un mismo tiempo1. Y lo explica con la comparación siguiente: así como el dichoso día de la gracia, que amanece con la encarnación del Verbo humanado, tiene su mañana, mediodía y ocaso, como lo dispone la divina Sabiduría cuando oportunamente conviene, así sucede con los esplendores del sol, oculto detrás de las nubes; y como para poder contemplarlo, es necesario que la nube se retire, así se necesita que el Señor descorra con su gracia la cortina de las figuras y metáforas con que se revelaron muchos sacramentos, para que nos sea posible conocerlos. Por lo que la di- vina luz de su Palabra se nos va comunicando como por partes, de un modo progresivo, para su mejor conocimiento. Por ello el hombre tiene que darle gracias al Señor y prorrumpir en su admiración y gloria. En el acto de fe, que Sor María de Jesús escribe para recitarlo todos los días, afirma: creo y admito de todo mi corazón la Sagrada Escritura como divina, santa, admirable, loable y la creo en aquel sentido que la ha tenido y tiene la santa Madre Iglesia, a la cual pertenece juzgar del sentido verdadero e interpretación2. Por lo que reitera en su obra la” Mística Ciudad de Dios” que cuanto ella dice, no tiene valor alguno, si no es conforme con el sentir y enseñanza de la Iglesia. Al tratar de entender los diversos sentidos que tiene la Sagrada Escritura: literal, alegórico, moral y anagógico, es decir: literal y espiritual, serán entendidos por nuestra concepcionista conforme al sentir de la Madre Iglesia en su tiempo. Y se atiene preferentemente a su sentido espiritual: cristológico y mariano3 que entre ellos resplandece. Porque al misterio de Cristo está unida indisolublemente su Madre. La Escritura es, por eso, el alma de sus enseñanzas mariológicas. En ella se manifiesta el misterio de aquella mujer singular, elegida por la Trinidad Santa, consagrada por la presencia de la Persona Divina del Verbo en su virginal seno, de quien es verdadera Madre, y del Espíritu Santo. El Señor la dispuso para ser la Madre del Hijo dándole todas las gracias que el poder de su Amor divino quiso concederle y que su dignidad de Madre de Dios requería. Por eso es la Purísima, desde el primer instante de su ser, preservada inmune de toda mancha de pecado original (LG 59); la llena de gracia, como la saluda el ángel (Lc 1,28); la asociada como Madre a Cristo Jesús su Hijo y a su obra redentora (LG 56); la mujer vestida de sol, coronada de estrellas (Ap 12,1) y Asunta en cuerpo y alma a los cielos, desde donde intercede por la Iglesia, de quien es también verdadera Madre (LG 69), en la comunión de todos los santos. Afirma nuestra concepcionista franciscana, que determinó el Altísimo que fuera esta divina Señora la primera discípula de E POSTULATIONE GENERALI su escuela y primogénita de la nueva ley de gracia, la estampa adecuada de su idea y la materia dispuesta donde como en cera blanda se imprimiese el sello de su doctrina y santidad, para que Hijo y Madre fuesen las dos tablas verdaderas de la nueva ley que venía a enseñar al mundo4 Por lo que sería ella, después de la Ascensión de Cristo a los cielos, maestra consumada y ejemplar vivo de la doctrina de su Maestro5 en la Iglesia. Dirá en otro momento sobre esa nueva ley evangélica, que para poder escribirla toda en su candidísimo corazón -de Maríala señaló y destinó la beatísima Trinidad por primogénita y primera discípula del Verbo humanado, para que formase en ella como el padrón y ejemplar de la santidad en la Iglesia6. Sería por ello, la primera cristiana, primogénita de la Redención y primera discípula de Cristo. En el Corazón de María, por consiguiente, se encuentra en su plenitud la Palabra del Evangelio, vivido de corazón y asimilado por la primera discípula de Cristo y primera cristiana. Ella guardaba con fervor y contemplaba en su corazón la Palabra y los recuerdos de su Hijo, con inefable amor materno y en reflexión admirable (Lc 2,19.51,) Por lo que María es la Virgen hecha Iglesia, en expresión del Seráfico Padre, el Símbolo y tipo de su santidad sin mancha ni arruga (LG 65). El primer biógrafo de nuestra concepcionista, el P. Ximénez Samaniego, se complace recordando que Sor María de Jesús, para escribir su Historia divina o Vida de la Virgen, “Mística Ciudad de Dios”, había recibido del Espíritu Santo gran luz e inteligencia de las Sagradas Escrituras7, que habitualmente la acompañaba para su mejor conocimiento y poder escribir esa Historia divina. María las llevaba impresas en su Corazón, como primera redimida y primera discípula del Verbo humanado8 .De tal forma que la recitación del oficio monástico por Sor María y la lectio divina, que con frecuencia realiza de los libros santos, con atención y cariño devoto, le daba un sorprendente conocimiento de sus enseñanzas, como en ocasiones diversas comprobaron 463 sus superiores, y como puede verse en la exégesis que hace en sus escritos. Por lo que era la Sagrada Escritura para ella la fuente principal de su inspiración. Profundizando en el conocimiento del misterio del Hijo llegaba a un mejor conocimiento y comprensión de la excelencia y singularidad de la Madre. La exégesis cristológico mariana que hace la contemplativa agredana, es, sin duda, una verdadera exégesis “in Spiritu”, una gracia particular de interpretación, que el Espíritu Santo le concede, ya que la Sagrada Escritura ha de leerse e interpretarse con el mismo Espíritu con que fue escrita por el hagiógrafo, con la gracia del Espíritu (DV 12)9. Y de tal forma la interpreta, que llegó a una participación de la inspiración bíblica “in María et in Spiritu Sancto” que no se conoce en los cánones tradicionales ni de la hermenéutica bíblica, ni de los tratadistas de los lugares teológicos a que estamos acostumbrados en el pensamiento de la teología tradicional10, se ha dicho. Todas estas enseñanzas de la Palabra de Dios, que Sor María de Jesús nos transmite en su exégesis a lo largo de su obra, son fruto de la contemplación reverente de esa Palabra que, como la Virgen Madre, sor. María de Jesús contempla fervorosa por la gracia del Espíritu Santo. Ella, con su luz, encontró esa enseñanza en las Escrituras Santas. Ella las transmitió con la galanura del estilo barroco, característico de su siglo, del que es la figura mística más representativa. Ella fue, por eso, verdadero apóstol y pregonera de la Palabra de Dios en su Mística Ciudad de Dios, Historia divina y Vida de la Virgen. GASPAR CALVO MORALEJO, OFM Vice Postulador de la Causa 1 2 3 M. MARIA DE JESUS DE AGREDA. Mística Ciudad de Dios, Vida de María. Introducción, Notas y Edición, C. SOLAGUREN, Madrid 1970, reeditada en 1980 y 1992, n.1516, p.1098. M. MARIA DE JESUS DE AGREDA. Leyes de la esposa, Conceptos y suspiros del corazón, Barcelona 1920, p. 499. TOMÁS OTERO LÁZARO, La Inmaculada y la interpretación de la Escritura en la Mística Ciudad de 464 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 Dios, en “Monografías Universitarias” n.19, Soria 2006, pp.45-60; cita p.50. 4 AGREDA, MISTICA CIUDAD DE DIOS, n .714, p.672. 5 AGREDA, MISTICA CIUDAD DE DIOS, n. 713, p.672; véase: CALVO GASPAR, María, primera discípula de Cristo, Madre y Maestra de la Iglesia en la M. Agreda, en: La M. Agreda, Una mujer del siglo XXI, Monografías Universitarias, n.15, Soria 2000, pp. 243-261. 6 AGREDA MISTICA CIUDAD DE DIOS, n. 730, p. 680. 7 JOSÉ XIMÉNEZ DE SAMANIEGO, Vida de Sor María de Agreda, en la obra de CARLOS SECO SERRANO Cartas de Sor María de Jesús de Agreda y de Felipe IV, en BAE, t. 109, Madrid 1958, p. 322. 8 AGREDA. MISTICA CIUDAD DE DIOS, n.730, p. 680. 9 Sobre la exégesis “in Spiritu” remito a ANTONIO ARTOLA, CP. La Vble M. Agreda y la hermenéutica in Spiritu de su Mística Ciudad de Dios, en la M. Agreda, Una mujer del siglo XXI, pp. 189-214; LUIS DIEZ MERINO; Empleo de la Biblia en la “Mistica Ciudad de Dios” de Sor María de Agreda, en Estudios Marianos, 69 (2003) pp. 81-110; TOMÁS OTERO LÁZARO, La interpretación de la Escritura en la Mística Ciudad de Dios de Sor María de Jesús de Agreda, en Burgense, 44 (2003) 321-346; IDEM , La Inmaculada y la interpretación de la Escritura en la Mística Ciudad de Dios, en Monografías Universitarias, 19, Soria 2006, pp. 45-60. 10 DIEZ MERINO, L. Empleo de la Biblia en la Mística Ciudad de Dios, p.107. 11. Notitiae particulares 1. Promulgatio Decreti super virtutibus Come è ricordato ampiamente in questo stesso fascicolo di Acta Ordinis, il 3 luglio 2008 il Santo Padre Benedetto XVI, a conclusione dell’intenso iter processuale, autorizzò la promulgazione del Decreto sulla eroicità delle virtù del Servo di Dio BERNARDINO DA PORTOGRUARO (1822-1895), Ministro generale OFM dal 1869 al 1889 e poi Arcivescovo titolare di Sardica, attribuendogli il titolo di “Venerabile”. 2. Congregatio Ordinaria super virtutibus Il 21 ottobre 2008, radunati in Congregazione Ordinaria, i Padri Cardinali e Vescovi membri della Congregazione delle Cause dei Santi, ascoltata la relazione del Ponente della Causa, Sua Eccellenza Mons. Pier Giacomo De Nicolò, Arcivescovo tit. di Martana e Nunzio Apostolico, espressero il loro unanime giudizio favorevole sull’eroicità delle virtù praticate dalla Serva di Dio MARIA CHIARA SERAFINA FAROLFI (1855-1917), Fondatrice delle Clarisse Francescane Missionarie del SS. Sacramento. 3. Gongressus Peculiares super virtutibus Nei giorni 7-28 novembre dell’anno 2008, i Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, radunati in Congresso Peculiare sotto la presidenza del Rev.mo Promotore Generale della Fede, esaminarono con unanime voto favorevole le virtù eroiche del Beato GIACOMO DA BITETTO, religioso professo OFM, nato a Zara nel 1400 c. e morto a Bitetto nel 1495, il cui culto immemorabile fu confermato il 29 dicembre 1700 da Papa Clemente X, e 1’eroicità delle virtù praticate dal Servo di Dio FRANCESCO ANTONIO MARCUCCI, Vescovo di Ripatransone e poi Vicegerente di Roma, Terziario francescano, nato ad Ascoli Piceno nel 1717 e morto nella stessa città nel 1798, Fondatore delle Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione. 4. Sessio Peritorum Medicorum super adserta mira sanatione Il 18 dicembre 2008, i Consultori Medici della Congregazione delle Cause dei Santi, radunati in Congresso sotto la presidenza del Prof. Patrizio Polisca, esaminarono con la dovuta ponderazione la presunta guarigione miracolosa del bambino Silvio Cuizza, attribuita all’intercessione del Venerabile Servo di Dio FRANCESCO PALEARI, sacerdote dell’Istituto “Cottolengo” di Torino (1863-1939), le cui virtù eroiche furono approvate da Papa Giovanni Paolo II il 6 aprile 1998. 5. Conclusio Inquisitionum ab episcois peractarum – Il 15 luglio 2008, presso la Curia ecclesiastica del Vicariato Apostolico di Iza- E POSTULATIONE GENERALI bal in Guatemala, si è conclusa l’Inchiesta diocesana “super martyrio” dei Servi di Dio TULLIO MARUZZO, religioso professo OFM, nato a Lapio, frazione di Arcugnano (Vicenza), in Italia nel 1929, e LUIGI OBDULIO ARROYO, Fedele laico dell’Ordine Francescano Secolare, nato a Quiriguá nel 1950, ed uccisi, come si crede, in odium Fidei, nel 1981 a Los Arnates. – Il 15 ottobre 2008, a Matelica in Italia, l’Ordinario diocesano ha dichiarato conclusa l’Inchiesta diocesana “super virtutibus” della Beata MATTIA DE NAZAREI, monaca professa del II Ordine di S. Francesco (Clarisse), nata a Matelica nel 1253 e morta nel 1319, il cui culto immemorabile fu confermato da Papa Clemente XIII il 27 luglio 1765. – Il 18 ottobre 2008, ad Oliva (Valencia) in Spagna, l’Em.mo Sig. Cardinale Arcivescovo di Valencia ha dichiarata conclusa l’Inchiesta diocesana “super vita et virtutibus” del Servo di Dio Fr. HUMILDE SORIA PONS, religioso professo OFM, nato ad Oliva nel 1844 e morto a Benisa nel 1905. – Il 28 novembre 2008, a Roma, presso la sede del Vicariato al Laterano, l’Em. Signor Cardinale Agostino Vallini, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, ha ufficialmente concluso l’Inchiesta diocesana “super vita et virtutibus” del Servo di Dio ALESSIO BENIGAR, sacerdote professo OFM, nato a Zagabria (Croazia) nel 1895 e morto a Roma il 1 novembre 1988. – Il 15 dicembre 2008, a Napoli, presso il Santuario diocesano del “Volto Santo”, l’Em.mo Signor Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo Metropolita di Napoli, ha dichiarato conclusa l’Inchiesta “super vita et virtutibus” del Servo di Dio SOSIO DEL PRETE, sacerdote professo OFM, nato a Frattamaggiore (Napoli), in 465 diocesi di Aversa, nel 1885 e morto a Napoli nel 1952, Fondatore dell’Istituto delle Suore Francescane “Piccole Ancelle di Cristo Re”. 6. Sessio inauguralis novissimae Inquisitionis super virtutibus Il 16 ottobre 2008, a Modena in Italia, 1’Arcivescovo Metropolita Mons. Benito Cocchi, ha presieduto la sessione inaugurale dell‘Inchiesta diocesana “super vita et virtutibus” della Serva di Dio ANNA FULGIDA BARTOLACELLI, cristiana laica dell’Associazione dei “Silenziosi Operai della Croce”, nata a Serramazzoni (Modena) nel 1928 e morta nella stessa città nel 1995. 7. Novissima Inquisitio super miraculo Il 9 dicembre 2008, l’Ecc.mo Ordinario della Diocesi di Cincinnati negli Stati Uniti d’America, ha presieduto la Sessione inaugurale dell‘Inchiesta diocesana sopra una presunta guarigione miracolosa attribuita all’intercessione della Beata MARIA FRANCESCA SCHERVIER, vergine del Terz’Ordine Regolare di S. Francesco, Fondatrice delle Suore Povere di S. Francesco, nata ad Aachen in Germania nel 1819, morta nella stessa città nel 1876 e beatificata da Papa Paolo VI il 28 aprile 1974. 8. Novissima Positio “super vita et virtutibus” Il 4 dicembre 2008 è stata ufficialmente consegnata al Protocollo della Congregazione delle Cause dei Santi la nuova Positio: – EBOREN. - Beatificationis et Canonizationis Servae Dei MARIAE ISABELLAE A SS.MA TRINITATE (in sæeculo: Mariæ Isabellæ Caldera) Fundatricis Congregationis Sororum Conceptionistarum (18891962) - Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis, Romæ 2008, 2 voll. FR. LUCA M. DE ROSA, OFM E “SERVITIO PRO DIALOGO” 1. Seoul: dalla Gerusalemme terrestre a quella celeste Seoul, Corea, 24-30.11.2008 La Commissione dell’Ordine del Servizio per il dialogo si è riunita a Seoul, in Corea, dal 24 al 30 novembre 2008. Da tempo in seno alla Commissione si sta riflettendo sul dialogo con la cultura e si sta elaborando un sussidio di formazione sull’argomento. L’ambiente coreano si è manifestato il luogo giusto per una riflessione sul tema. Gli incontri della Commissione sono abitualmente un’occasione per promuovere l’animazione in ambito locale, e così è stato anche a Seoul. Ma altrettanto importante è stata l’esperienza di due giorni vissuti come ospiti in monasteri buddhisti, sia maschili che femminili. Tutto sommato, si è trattato più di un’esperienza formativa per la Commissione che di un insegnamento impartito ai residenti locali. I risultati di tutta l’esperienza hanno superato ogni aspettativa, anche se l’inizio non sembrava molto promettente: infatti, una comunicazione apparsa sui giornali e letta durante il viaggio non sembrava molto incoraggiante per il dialogo interreligioso e una tempesta di neve all’aeroporto di Francoforte sembrava compromettere un viaggio che invece è stato perfettamente regolare. Di fatto, la permanenza coreana si è concentrata attorno a tre momenti: il lavoro interno della Commissione, un simposio sul dialogo interreligioso e l’esperienza nei monasteri buddhisti, per concludersi con una festa in famiglia in occasione della vestizione di otto novizi accolti nella nostra Provincia coreana. 1. I lavori della Commissione La Commissione, nella prospettiva del prossimo Capitolo generale, sta tirando il bilancio del lavoro svolto in questo sessennio, caratterizzato prevalentemente dalla preparazione di sussidi per la formazione dei frati al dialogo. Prima del Capitolo generale si spera di completare la compilazione del quarto sussidio, dedicato al dialogo con la cultura. In quest’ultimo scorcio di tempo si organizzerà al Cairo un seminario per i frati operanti in paesi a maggioranza musulmana nell’area mediterranea (16-21 marzo) e un seminario a Bogotà per i frati dell’America Latina sul Pentecostalismo (16-21 febbraio). E’ stata pure sottolineata l’esigenza di proseguire e intensificare la collaborazione interfrancescana nel campo del dialogo. 2. Il seminario: “Purificare il cuore” Scopo del seminario era l’animazione locale. Di fatto, tutto il tempo è stato dedicato all’ascolto di riflessioni e testimonianze locali, con un nostro intervento conclusivo. Il dato più rilevante è che attraverso tutti gli interventi è stato individuato il luogo del dialogo, cioè, il cuore. L’atmosfera generale è stata favorita dai patetici tocchi del gong che apriva ogni sessione e dalla proclamazione iniziale delle beatitudini. Simpatiche e interessanti le danze che hanno allietato le pause fra i vari interventi e i momenti critici che hanno seguito la refezione del mezzogiorno. Il saluto iniziale del Presidente fra Miguel Vallecillo ha messo in luce lo scopo dell’incontro e l’impegno dell’Ordine dei frati minori nel campo del dialogo. Nell’intervento di apertura il Prof. H. Gill della Seogan University si è interrogato su chi è Gesù per i buddhisti e chi è Buddha per i cristiani. Egli vede la storia cristiana scandita da 3 cambi culturali: alle origini, radicate in Israele, il contatto con la cultura greca apre il cristianesimo a tutte le culture e ai concetti universali; l’incontro con la scienza, pur con alcune difficoltà, è occasione di approfondimento; l’incontro con le grandi religioni orientali pone alle 468 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 chiese l’interrogativo sul significato delle altre religioni. La sapienza profonda e il forte senso etico delle religioni orientali diventano una sfida per le chiese che nei loro confronti non potranno più comportarsi come di fronte all’ateismo e al materialismo; in seguito a profonda maturazione la chiesa cattolica ha superato la teoria esclusivista per esprimersi nei termini di un cristocentrismo inclusivo, mentre il 90 % delle chiese protestanti coreane sono ancora esclusiviste; il Cristo della fede è universale, non solo dei cristiani. Ciò spiega la predisposizione positiva dei cattolici nei confronti del buddhismo; fenomeno che non avviene nei rapporti con l’induismo, a causa della sua radicata divisione in caste sociali, e con l’islam che, anche se teoricamente più vicino al cristianesimo, si esprime con una accentuata aggressività. Come si recepiscono reciprocamente buddhismo e cristianesimo? Per un cristiano, in gran parte di cultura occidentale, impregnata di tecnologia, è difficile penetrare nell’animo buddhista, pregno di spiritualità e di sapienza; a sua volta, il buddhista trova difficoltà a entrare nella visione di una storia che parte dalla creazione e cammina verso la creazione, con un percorso affollato di guerre, spesso a causa della fede, per cui è difficile accogliere il pensiero che Dio guida la storia.; risulta più agevole e realistico ricercare la pace in questo mondo attraverso la sapienza del cuore. Sono così identificati i due fulcri che caratterizzano i due mondi: la sapienza per il buddhismo e la fede per il cristianesimo. È chiaro, quindi, che in Corea il cristianesimo troverà ascolto solo se percorrerà la via della ricerca della sapienza. Certamente, anche ricercando e rivalutando filoni interni alla sua tradizione biblica, gli strumenti non gli mancano. A questa esposizione fondamentale fa eco il Rev. H. Lee, ministro di una chiesta protestante, evidentemente di carattere pentecostale, il quale sottolinea il concetto che tutti siamo tempio dello Spirito Santo e che lo scopo da raggiungere è la libertà del cuore. Assolutamente inedita e fuori dal consueto la testimonianza della Maestra H. Kim, Grande Schamana, che dal 1961 è presa dallo spirito che le causa visioni e la mette in contatto con l’altro mondo; sua funzione è di essere mediatrice fra gli esseri viventi e gli spiriti, placando questi ultimi, compito difficile e di grande sofferenza, entrando in trans anche per qualche giorno; esegue vari riti per curare e consigliare le persone; riconosce che i nostri sacerdoti e le nostre suore hanno una maggiore formazione e ad essi invia spesso le persone per la soluzione di molti problemi. A noi invidia la fede in Gesù e in Maria. Degno di attenzione è il cammino percorso da Mushim, monaco buddhista Mayahana, nato negli USA in famiglia cattolica e da 24 anni residente in Corea; a 15 anni ha sentito interesse per il pensiero orientale, spinto dall’esigenza di ricercare la sapienza della vita non attraverso i libri ma attraverso l’esperienza; la risposta a tale esigenza l’ha ottenuta dall’incontro con un grande maestro che l’ha aiutato a ricercare l’unica verità al di là delle molte religioni; la ricerca buddhista è concentrata nella ricerca della fonte di quest’unica verità; fondamentale in questo cammino di ricerca è la preghiera che deve nascere da un cuore improntato a pietà e devozione, libera da richieste egoistiche; per portare all’unità la preghiera deve avere un’apertura universale; una preghiera fatta con la sola intelligenza non è buona: essa deve nascere dal cuore che, nella sforzo continuo, senza arrendersi di fronte a stanchezza e delusioni, raggiunge la purificazione e la libertà; i vari cuori purificati diventano uno, perché scompaiono le differenze: si vede con gli stessi occhi, si hanno gli stessi gusti ... Anche Butta Rakita, monaco buddhista Theravada, insiste sullo sforzo verso l’unità da raggiungere attraverso la purificazione e la rettitudine del cuore, enumerando 24 modi per raggiungere tale meta; un’attenzione particolare va posta nel curare il rapporto con il tempo, che può essere concepito in due maniere: o dare spazio al passato, al presente e al futuro, o concentrarsi nel presente; se ci preoccupiamo del passato e del futuro noi occupiamo il presente e non lo viviamo; legati al passato, viviamo di ricordi e di rimpianti e se ci leghiamo al futuro E “SERVITIO PRO DIALOGO” viviamo di illusioni e di ansie; la tristezza e la depressione nascono solo quando non viviamo il presente e ci rifugiamo nel passato o nel futuro; se prevale la mente e il pensiero, entra la fantasia che distrae dal cuore, mentre bisogna essere presenti con il cuore, poiché, mentre la mente ci unisce alle idee, il cuore ci unisce alle cose concrete; per questo bisogna vedere con il cuore, perché con il cuore le azioni diventano nostre e coscienti. Tutta questa serie di riflessioni era talmente chiara e definitiva che non ci fu spazio per ulteriori chiarimenti o eventuali obiezioni. L’intervento conclusivo di Fra Tecle non ha trovato difficoltà a inserirsi nel contesto delle riflessioni che lo hanno preceduto, come si può rilevare dal titolo della sua relazione: Il senso della vita: un cuore dialogante. L’esperienza francecana. Il primo punto della relazione sviluppa il concetto: Il dialogo parte dal cuore, per soffermarsi poi sul concetto di identità e sull’esperienza francescana in rapporto al dialogo. 3. Il pellegrinaggio nei monasteri buddhisti: la Gerusalemme terrestre Non sarebbero penetrate nella mente e nel cuore le riflessioni del seminario di Seoul se non fossero state seguite e completate dal pellegrinaggio presso i monasteri che ci ha introdotto nel vissuto del cammino e dell’ascesi buddhista. È stata proprio questa esperienza a farci capire in maniera impressionante dove arriva lo sforzo umano. La varietà dei monasteri che ci hanno accolto ci ha permesso di tracciare un quadro abbastanza articolato della vita nei monasteri. Dobbiamo confessare, però, che per noi si è trattato anche di un pellegrinaggio penitenziale. Due problemi ci tormentavano continuamente: l’assenza di sedie e il dover togliere le calzature prima di entrare nei templi o nei locali di incontro. Il sedersi sulle ginocchia, per chi non è allenato, provoca stiramenti muscolari, con scarsa probabilità di reggere a lungo in un equilibrio statico. La posizione del fior di loto è davvero esteticamente affascinante, 469 ma è frutto di lunghi esercizi. Mentre per i monaci, e i coreani in genere, quella posizione è distensiva e particolarmente indicata per i pranzi e le conversazioni, aiutando la serenità e la concentrazione, per noi ospiti creava momenti di sofferenza e non favoriva certo né l’assimilazione del cibo né la concentrazione necessaria per il dialogo e la meditazione. Per questo, pur a malincuore, preferivamo incontri e conversazioni di breve durata. L’altra usanza che ha creato problemi è stata l’esigenza di levarsi le calzature ogni volta che si entrava in un tempio o in un luogo di incontro. Il continuo levare e calzare le scarpe era un piccolo tormento. Per essere sinceri, dopo il fastidio iniziale, la cosa incominciava a diventare divertente, prestandosi a ripetuti commenti di piacevole autoironia. Ma dobbiamo ammettere che tutti quegli esercizi si sono rivelati di una certa utilità perché alla fine ci siamo tutti sentiti più sciolti ed agili. La prima tappa è stata al Monastero femminile White Lotus, a Baekryonsa, accolti dalla giovane superiora Ch’on-do (che significa: mille strade). Dopo un generoso pranzo, che abbiamo potuto consumare seduti comodamente sulle sedie, siamo stati coinvolti in un classico rito del tè, seduti sulle ginocchia, con l’opportunità di intrattenerci in colloqui che ci hanno introdotto nei principi fondamentali e nella prassi quotidiana della vita monastica. Non è complicata la prassi per entrare nei monasteri: basta presentarsi al tempio, impegnarsi ad osservare i precetti fondamentali (rispettare la vita, non rubare, non mentire ...), con alcune regole particolari dei singoli templi; ciò avviene normalmente dopo aver frequentato il liceo, fino all’età di circa 50 anni. L’orario giornaliero è sostanzialmente uguale in tutti i monasteri, sia maschili che femminili: alzata alle ore 3 del mattino, al suono del gong che risveglia tutte le creature; dalle 4 alle 5: meditazione, seguita da devozioni particolari; alle 6: colazione, quindi pulizie e manutenzione della casa; dalle 10 alle 12: preghiera al tempio (3 volte al giorno); alle 12: pranzo; quindi studio 470 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 o lavoro manuale o colloqui con la gente e una piccola cena; dalle 18 alle 20: preghiera al tempio e devozioni particolari; quindi studio e alle 22: riposo; in giornate particolari, come quelle dei defunti, le preghiere sono più lunghe. Un rosario di 108 grani accompagna la ripetizione di altrettanti nomi di Buddha. Caratteristici sono lunghi periodi di silenzio, praticati da singoli monaci, per una durata che può protrarsi anche per mesi ed anni, durante i quali neppure la preghiera a voce alta è ammessa; tali periodi rendono possibile l’introspezione e sono necessari, ci dice Ch’on-do, perché “anche noi religiosi siamo molto occupati a fare il bene agli altri e spesso smarriamo noi stessi; non sappiamo più chi siamo”. Il complesso buddhista di Tongdosa ci permette di entrare in un tempio del livello più alto, dove si possono percorrere tutti i gradi della pratica buddhista: quello degli insegnamenti e dei precetti, quello della pratica zen per giungere a quello della preghiera nel tempio. Il cammino è segnato da tre porte, ciascuna affiancata da un’aula. Soffermandosi e riflettendo, si può percorrere simbolicamente il cammino di purificazione del cuore. La prima porta è quella del risveglio: la possono oltrepassare solo quelli che si sono risvegliati dal sonno dell’incoscienza e intendono avviarsi verso l’illuminazione. La seconda porta espone l’immagine di 4 re vittoriosi, che interpretano l’impegnativo itinerario di chi vuole raggiungere la purificazione e l’illuminazione: il primo non si piega al potere, il secondo vince il desiderio e la tentazione, il terzo coltiva rispetto e brucia gli errori degli altri, il quarto esprime la cura di se stessi; il tutto avviene nella pace interiore. Prima di raggiungere la terza porta ci si imbatte in una torre originale, con quattro diversi strumenti di suono a percussione: un grande uccello di legno con il suo suono risveglia gli esseri del cielo, un tamburo in forma di pesce risveglia gli animali del mare, il concerto prolungato eseguito da un’alternanza di percussori su un enorme tamburo risveglia gli esseri della terra, mentre i rintocchi di un’enorme campana percossa da un tronco d’albero risveglia gli esseri dell’inferno. Introdotti da questo concerto i monaci sentono di pregare con tutto l’universo. Un tipico edificio a lato indica che cercando la verità si costruisce la propria pagoda. La terza porta segna la conclusione del cammino che introduce al tempio. Le figure di due animali, una tigre e un elefante, simboleggiano il raggiungimento di questo stadio del cammino: chi mette in pratica l’insegnamento è deciso come una tigre e sapiente come l’elefante; queste due virtù riunite creano l’unità nel mondo. All’interno di ogni tempio buddhista dominano tre statue del Buddha; quella centrale rappresenta il Buddha storico, le altre due sono due sue personificazioni (i due bodisadrat) e rappresentano coloro che hanno compiuto il cammino di purificazione, ma preferiscono rimanere tra i viventi per aiutare gli altri nel cammino dell’illuminazione; quello di destra rappresenta la misericordia e quello di sinistra la compassione. Così, dopo avere impiegato tutte le proprie energie per raggiungere il perfetto equilibrio di sé, si è arrivati all’agognata Gerusalemme. In questo cammino, l’unico aiuto esterno lo si riceve dal maestro che accompagna il discepolo in un lungo e faticoso sforzo che termina nella quiete del cuore. Anche se siamo rimasti al livello terrestre, è pur sempre una Gerusalemme. Non si pensi che, pur in terreno buddhista, sia mancata l’occasione per vivere un’esperienza tipicamente francescana, soprattutto la notte trascorsa in un monastero filiale, una specie di distaccamento del grande monastero di Tongdosa. L’esperienza, o avventura, è stata vissuta come un ritorno alle origini, e più precisamente a Rivotorto: ospitati in una sala fornita di cinque coperte, cinque cuscini e un sacco a pelo si è trascorsa la notte occupati ad ascoltare con una certa invidia i ritmi dei due che hanno avuto la fortuna di addormentarsi almeno per qualche tratto della notte; non è successo come a Rivotorto, dove i frati sono stati sfrattati per lasciare spazio ad una simpatica creatura di Dio, ma alle ore 3 il E “SERVITIO PRO DIALOGO” tamburo ha chiamato alla preghiera, che ad alcuni di noi è sembrata la migliore soluzione per trascorrere almeno una parte della notte; l’atmosfera nel tempio era distensiva, anche se quattro frati si sono trovati ad assistere alla preghiera di due monaci. Al mattino, però, abbiamo avuto l’opportunità di celebrare in un locale a noi riservato quella eucaristia che ci permesso di rientrare nell’ambito della Gerusalemme celeste. Il monastero femminile di Seognamsa, che ci accoglie dopo la notte di Rivotorto, ha caratteristiche diverse da quelli già visitati: le circa 40 monache che lo abitano sono dedite soprattutto alla contemplazione e solo una volta al mese condividono la loro vita con i laici. Nell’ambito contemplativo il monastero è specializzato particolarmente nelle prostrazioni. Nell’incontro con la superiora, accovacciati per il tè, veniamo a conoscere altri particolari della vita monastica, soprattutto femminile, che accusa un sensibile calo numerico, causato dal cambiamento dei valori nella società e dalle conseguenti mutate aspettative. Nelle comunità femminili non esistono gradi ufficiali, anche se alcune monache sono ritenute maestre illuminate; le superiore dei monasteri, nominate dal consiglio locale e confermate dal superiore del monastero principale maschile dal quale dipendono e dal monastero centrale di Seoul, durano in ufficio per 4 anni, con la possibilità di riconferma per un secondo quadriennio. Altro tempio e monastero singolare è quello di Bulguksa, abitato normalmente da 28 monaci; in quei giorni, però, erano presenti un centinaio di monaci, perché è uno dei principali centri di scuola zen. Il maestro Chong-Woo è conscio del suo ruolo, e dopo averci introdotto nel tempio spiegandone le caratteristiche, ci intrattiene in un lungo colloquio nel quale, più che proporre una lezione magistrale preferisce rispondere alle nostre domande; ricorda come sia difficile spiegare in che cosa consista lo zen: c’è una parte fisica, ma la parte più difficile è la concentrazione e il processo interiore; non è la stessa cosa contemplare e concentrarsi in un unico pensiero; fondamentale è cercare di rispondere dentro di sé 471 a un’unica domanda chiave; come poi attesteranno anche gli altri monaci la cosa più importante e difficile è riuscire a concentrarsi su un unico pensiero e un’unica domanda; la verità non va ricercata al di fuori, perché l’abbiamo già dentro di noi; per scoprirla bisogna togliere le distrazioni e gli egoismi. Chong-Woo suscita spontaneamente in chi lo accosta la sensazione di trovarsi di trovarsi di fronte a un autentico maestro, dal quale i discepoli attingono incondizionatamente direttive e precetti; il fatto che è il discepolo a scegliersi il maestro spiega la venerazione di cui gode quest’ultimo. Il diventare maestro non è il raggiungimento di una carriera: solo i grandi maestri verificano se uno ha raggiunto il grado di illuminazione per diventare maestro. Con la visita a Seokgulam, monumento culturale protetto dall’Unesco, che contiene la monumentale statua del Buddha che veglia sul mondo, si conclude un pellegrinaggio certamente inedito ed estremamente interessante, che ci ha introdotto in un mondo carico di simbolismi e pregno di sensibilità etiche, forse uno dei mondi migliori al quale può aspirare l’uomo che confida esclusivamente nelle proprie potenzialità: una Gerusalemme terrestre. 4. Ritornati a casa: il fascino della Gerusalemme celeste “Finalmente a casa” era scritto al termine del programma del pellegrinaggio ai monasteri, ed effettivamente al ritorno l’atmosfera è subito cambiata. Abbiamo ripreso a respirare l’aria della nostra quota. La vera risposta liberatoria alla ricerca di illuminazione e purificazione l’abbiamo trovata nella parola proclamata alla liturgia dell’ultimo sabato del tempo ordinario. Siamo usciti dalla Gerusalemme terrestre per entrare nella Gerusalemme celeste, di fronte al trono di Dio e dell’Agnello, dal quale scaturisce il fiume dello Spirito che dona la vita alle piante e a ogni essere vivente e dove si trova l’albero della vita, le cui foglie servono a guarire tutte le nazioni. Abbiamo ritrovato fuori di noi la fonte della vera illuminazione, cioè Dio e Cristo agnello, che ren- 472 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 de superflua ogni altra fonte di luce (Ap 21,22-22,5). Questo passaggio dalla Gerusalemme terrestre alla Gerusalemme celeste ha ridato fiato ai nostri polmoni e ci ha preparato a condividere con profonda partecipazione la gioia della nostra Provincia coreana che nella stessa sera, con il rito della vestizione, accoglieva al noviziato otto nuovi candidati: una gioia che ha fatto gustare quanto è bello lasciarsi chiamare a guidare dal Padre buono che sta nei cieli. L’eucaristia della prima domenica di avvento, celebrata con la fraternità di Seoul, ha dato senso e tono sia al nostro incontro che al nostro commiato: certamente tutti noi ci prepareremo con animo diverso alla venuta del Signore. E di questo siamo debitori e riconoscenti al Ministro provinciale fra Paolo, a fra Silvestro, a fra Domenico e a fra Giovanni. FR. TECLE VETRALI EX OFFICIO OFS 1. Capitolo generale dell’OFS Ungheria, 15-22 novembre 2008 1. Mensaje del Card. S. Riłko PONTIFICUM CONSILIUM PRO LAICIS Vaticano, 4 de noviembre de 2008 Prot. 1680/08/AIC-87 El Consejo Pontificio para los Laicos se une a ustedes con ocasión del Capitulo General de la Orden Franciscana Seglar, que se realizará en Hungría del 15 al 22 de noviembre del presente ano, bajo el tema ‘Profesión y pertenencia”. El lema escogido por ustedes para esta oportunidad es muy significativo y de vital importancia, ya que profundizar en la propia identidad es una tarea imprescindible. Nos congratulamos con ustedes por la elección de dicho argumento pues, creemos, responde felizmente a la realidad y exigencias concretas que viven en este tiempo. “Profesión y pertenencia” son puntos de partida claves, cuya reflexión suscita preguntas que deben ser respondidas in vistas a hacer vida el propio carisma. Las respuestas a dichas preguntas – como dice el documento preparatorio – determinarán de manera vital la autoafirmación de vuestro “ser” y calificarán vuestro “obrar”. Cada carisma es un don de Dios y como tal implica una respuesta responsable y generosa. El carisma que ustedes han recibido de San Francisco es una bendición no solo para su Orden sino para la Iglesia y el mundo. Muchos son los Pontífices que a lo largo de la historia, desde su nacimiento, les han alentado y acompañado en su caminar por sendas que, como sabemos, han sido muchas veces estrechas y pedregosas. No ha sido siempre fácil comprender el alcance de la clarividencia que San Francisco tuvo en su apertura y respuesta a las mociones del Espíritu Santo que dieron origen a su existencia. Es en esta línea que les exhorto con particular interés a que profundicen en su identidad con gran celo y empeño; mientras mas profundo es el don recibido tanto mas compleja se hace a veces la compresión del mismo. Para esto es fundamental la apertura a1 Espíritu Santo a través de un continuo discernimiento, pues ha sido Él quien les ha suscitado y por lo tanto es sólo con Él y en Él que deben buscar centrar su vida y misión. Su forma de vida es un programa muy ambicioso. Con la Profesión, ustedes se comprometen a vivir el Evangelio en su condición seglar a la manera de San Francisco (cf. Constituciones 8,1ss.) e intentan profundizar, a la luz de la fe, los valores y las opciones de la vida evangélica por medio de un camino continuamente renovado de conversión y formación. Esto requiere un radical cambio interior por medio del cual se conformen al modo de pensar y obrar de Cristo (cf. Regla 7). Tener el Evangelio como centro y fin de la propia vida es algo que debe estar presente en cada cristiano y que ustedes buscan vivir continuamente. Así el esfuerzo por pasar del Evangelio a la vida y de la vida al Evangelio (cf. Regla 4) debe distinguir sus esfuerzos tanto personales corno comunitarios. La espiritualidad del franciscano seglar es un proyecto de vida centrado en la persona de Cristo y en su seguimiento (cf. Regla 5). Es por esto que la principal de sus preocupaciones ha de ser siempre la profunda conformación con Jesucristo de cada uno de ustedes, pues es ahí donde se define su identidad y donde encuentra su inspiración y sentido. Para ello es fundamental recordar la llamada que Dios hace a cada persona a la santidad. Como bien sabemos, e1 Concilio Va- 474 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 ticano II ha subrayado fuertemente la llamada a la santidad como camino de realización de todo bautizado. El Papa Juan Pablo II nos decía que «La Iglesia es santa y todos sus miembros están llamados a la santidad. Los laicos participan en la santidad de la Iglesia, al ser miembros con pleno derecho de la comunidad cristiana; y esta participación, que podríamos definir ontológica, en la santidad de la Iglesia, se traduce también para los laicos en un compromiso ético personal de santificación. En esta capacidad y en esta vocación de santidad, todos los miembros de la Iglesia son iguales... La tendencia a la perfección no es privilegio de algunos, sino compromiso de todos los miembros de la Iglesia. Y compromiso por la perfección cristiana significa camino perseverante hacia la santidad» (JUAN PABLO II, Audencia General, 24 de noviembre de 1993). Como Orden Seglar ustedes tienen la responsabilidad de hacer vida este horizonte de la santidad como vocación universal. En esta responsabilidad les han alentado varios pontífices: Benedicto XV les decía que San Francisco «fue el primero en concebir y llevar a la practica, con la ayuda de Dios, lo que ningún fundador de Orden regular había imaginado hasta ese momento: hacer que el tenor de vida religiosa fuese común a todos» (BENEDICTO XV, Sacra Propediem 5, 6 de enero de 1921) y en la misma línea – por mencionar sólo algunos – Pío XII les exhortaba a ser una escuela de perfección cristiana. mencionando esto como necesario para su pertenencia a la Orden (cf. PÍO XII, Discurso a los Terciarios en Roma, 1 de julio de 1956). «El Espíritu Santo atrae a algunas personas a vivir el Evangelio de modo radical y a traducirlo en un estilo de seguimiento más generoso. Así nace una obra, una familia religiosa que, con su misma presencia, se convierte a su vez en “exégesis“ viva de la palabra de Dios» (BENEDICTO XVI, Discurso al final de la misa de la Fiesta de la presentación del Señor, 2 de febrero de 2008). Estas palabras del Papa Benedicto XVI se dirigen también hoy a ustedes, por esto les exhortamos a que sean testimonios vivos de la Palabra de Dios en el mundo para que puedan ser así fermento de vida nueva. Con estos deseos les animamos en sus trabajos en este Capítulo, para que la profundización en su “Profesión y pertenencia” pueda traer abundantes frutos de santidad en muchas personas. STANISŁAW CARD. RYŁKO Presidente ____________________________ Sra. Da. Encarnación del Pozo Ministra General Ordo Franciscanus Secularis Consilium Internationale Via Vittoria Putti, 4/int.6 00152 Roma 2. Lettera del Card. F. Rodé CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA Prot. 51034/2008 Città del Vaticano, 10 novembre 2008 Ai Fratelli e Sorelle dell’Ordine Francescano Secolare riuniti nel Capitolo Generale: il Signore vi dia Pace! A voi tutti, cari Capitolari partecipanti al XII Capitolo Generale, V elettivo dell’Ordine Francescano Secolare, e per mezzo vostro a tutti i Francescani Secolari presenti nel mondo, è rivolto il nostro saluto e l’augurio. Un saluto particolare va alla Ministra Generale, Signora Encarnación del Pozo, all’intero Consiglio di Presidenza e ai Frati Assistenti Generali. Nel precedente Capitolo Elettivo del vostro Ordine, il Santo Padre Giovanni Paolo II, dopo aver constatato il completamento della vostra legislazione fondamentale, rivolse all’Ordine l’appello a prendere il largo: Duc m altum! Cosi Egli si esprimeva: «La Chiesa attende dall’Ordine Francescano Secolare, uno ed unico, un grande servizio alla causa del Regno di Dio nel mondo EX OFFICIO OFS di oggi». I risultati finora conseguiti, come frutto della ritrovata unità e autonomia del vostro Ordine, sono una risposta significativa e incoraggiante all’appello della Chiesa ed Essa non può che gioirne. Questa Congregazione si compiace innanzitutto per i risultati raggiunti nel completamento della prescritta unità dell’Ordine e per il suo consolidamento in ogni parte del mondo. La ripresa di un ruolo attivo e propositivo dell’Ordine Francescano Secolare in seno alla grande Famiglia Francescana e il rinnovato fervore con cui esso, riprende il posto che gli compete, rende l’Ordine propositivo secondo la sua indole apostolica ed ecclesiale nel mondo. La testimonianza, certamente, non è mai venuta meno nel passato: tante figure di francescani secolari evangelicamente esemplari hanno raggiunto le vette della santità; tuttavia la presenza del Terzo Ordine dei Penitenti di San Francesco, quale Ordine nel suo complesso, era meno evidente per le sue note vicissitudini storiche. Insieme ai fratelli e alle sorelle della grande Famiglia Francescana, vi apprestate a celebrare l’anno prossimo, l’inizio del cammino carismatico di Francesco d’Assisi. Siamo lieti che l’Ordine Francescano Secolare, nella ritrovata unità e nella consapevolezza della sua missione specifica, possa parteciparvi con il suo specifico contributo nello spirito di una concorde e fraterna unità operativa con tutte le componenti della Famiglia Francescana. Sappiamo che l’Ordine, nella continua ricerca operata dalle Fraternità sparse nel mondo per ricomporre la sua piena unità e il collegamento vitale con tutti i fratelli, ha ritrovato e attivamente reincorporato presenze significative anche in Paesi dove l’Ordine Francescano Secolare era rimasto, spesso in clandestinità, come una delle poche espressioni esistenti della Chiesa cattolica, talvolta l’unica, a causa di persecuzioni, guerre e soppressione della libertà religiosa. Questo non può che farci gioire insieme a voi e testimonia come il carisma di quel «mirabile uomo di Assisi non abbia mai smesso di produrre frutti di grazia e come 475 ancora oggi vigoreggi per il bene della Chiesa e della comunità umana» (PAOLO VI, Seraphicus Patriarcha). Siamo consapevoli che la vostra presenza si estende a ben 109 nazioni e pertanto ci aspettiamo ancora molto da tutti voi. In un mondo contrassegnato dal fenomeno della secolarizzazione che minaccia la centralità dell’uomo e della vita la vostra presenza e il vostro contributo apostolico francescano sono certamente preziosi per la vita della Chiesa. «La Chiesa aspetta da voi Francescani Secolari, una testimonianza coraggiosa e coerente di vita cristiana e francescana, protesa alla costruzione di un mondo più fraterno ed evangelico per la realizzazione del Regno di Dio» (GIOVANNI PAOLO II, Messaggio al X Capitolo Generale OFS, 22 novembre 2002). Abbiamo preso atto con interesse del terna-guida del Capitolo: La Professione del Francescano Secolare e il suo senso di appartenenza. Ci sembra un tema pertinente per la crescita personale e collettiva dell’Ordine nella Chiesa. Infatti è soltanto nella piena consapevolezza della vostra qualità di cristiani Professi, dedicati a Dio nella vostra condizione secolare, che potete accogliere l’energia della grazia per assolvere la missione affidata a san Francesco dal Crocifisso di San Damiano, e a voi trasmessa dal Serafico Padre per la ricostruzione della Chiesa. Siete membri di un Ordo veri nominis, come affermò Benedetto XV e riconfermarono Pio XII e Giovanni Paolo II. Questa consapevolezza deve essere vissuta in pienezza e diventare operante a beneficio della Chiesa e del mondo. Dalla vostra Professione, che vi incorpora efficacemente all’Ordine (C.G. 42,2; NP 14.c), e dalla rinnovata consapevolezza del vostro essere professi deve sorgere e consolidarsi un profondo senso di appartenenza, senza il quale sarebbe difficile essere autenticamente francescani. Esso vi farà sentire sempre più legati alla Chiesa alla quale mediante la Professione vi siete più strettamente vincolati (Regola 6), e vi renderà capaci di incidere efficacemente nella società 476 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 con la vostra testimonianza dell’Evangelo, per essere presenti e vitali nel mondo. Poniamo il Capitolo che vi apprestate a celebrare, e tutto il vostro Ordine, sotto la protezione della Vergine Maria, Protettrice e Avvocata della Famiglia Francescana, di san Francesco d’Assisi ed in particolare di Santa Elisabetta di Ungheria sotto il cui sguardo, in terra di Ungheria, svolgerete i lavori a conclusione della memoria dell’VIII centenario della sua nascita. Lasciatevi guidare docilmente dallo Spirito Santo, come fece Francesco, nell’individuare le decisioni che dovrete assumere in questo Capitolo, sia per quanto riguarda la scelta di chi dovrà guidarvi per il prossimo sessennio, sia per quanto riguarda gli impegni verso i quali si dirigerà la vostra azione apostolica e di consolidamento dell’Ordine. Alla Fraternità Internazionale tutta intera dell’Ordine Francescano Secolare, alla sua Presidenza uscente e a quella che subentrerà vadano i nostri più fraterni ed affettuosi auguri e la benedizione di Dio, in Cristo Gesù. FRANC CARD. RODÉ, C.M. Prefetto _____________________________ Ai Fratelli e Sorelle dell’Ordine Francescano Secolare Capitolo Generale OFS 3. Lettera del Ministro generale Carissimi fratelli e sorelle, Il Signore vi dia pace! Saluto cordialmente tutti voi, riuniti al vostro XII Capitolo generale, a nome dei Ministri generali e di tutti i membri della Famiglia francescana. Attraverso voi saluto tutti i membri dell’Ordine francescano secolare, della Gioventù francescana e tutti i vostri Assistenti spirituali. Rivolgo un saluto e ringraziamento speciale, per il loro prezioso servizio in questi ultimi sei anni, alla Ministra generale Encarnación del Pozo, a tutti i membri della Presidenza CIOFS e, in modo particolare, ai vostri Assistenti generali. Per il Capitolo generale che state cele- brando avete scelto come tema: “La Professione del Francescano Secolare e il suo senso di appartenenza all’OFS” che ha un significato molto bello e molto forte, dato che vuole sottolineare e proporre a questo Capitolo una profonda riflessione sul qual è il vero senso della vostra professione di vita e altrettanto, come conseguenza della professione, approfondire il senso di appartenenza a un vero Ordine, francescano e secolare, uno ed unico, seguito sempre con un amore particolare da tutti i Sommi Pontefici fin dagli inizi, quasi 800 anni fa. Non minore è stato, ed è ancora, l’affetto e l’accompagnamento fraterno dei Ministri generali dei nostri Primi Ordini e del TOR, ai quali la Chiesa ha affidato il servizio fraterno della cura pastorale e spirituale lungo tutta la vostra, la nostra storia. Di questo sono testimoni i vari documenti della Chiesa e, in modo particolare, la vostra ultima Regola della quale, proprio quest’anno, avete celebrato il 30° anniversario di approvazione avvenuta il 24 giugno 1978, da parte di Paolo VI. Davvero la vostra storia è una storia di santità e di servizio evangelico alla Chiesa e all’umanità. È la storia di una vera vocazione alla sequela del nostro Signore Gesù Cristo sull’esempio straordinario del nostro serafico padre s. Francesco, della madre s. Chiara, di s. Elisabetta, s. Ludovico e tanti altri santi francescani, che ci hanno preceduto nella multiforme forma vitae che lo Spirito Santo ha suscitato nella sua Chiesa, per mezzo del Poverello d’Assisi. Come membri della stessa Famiglia spirituale siamo chiamati a far presente nel mondo odierno la bellezza del nostro carisma e in modo particolare in questo tempo nel quale ci prepariamo alla ormai prossima celebrazione dell’Ottavo centenario della nascita dello stesso. Per questo motivo vi invito ad unirvi, insieme a tutti gli altri componenti della nostra Famiglia, alle celebrazioni che si stano preparando e di prendere con coraggio anche iniziative proprie con le quali potete, come francescani secolari, far presente quello che è il cuore della vostra vita e della vostra missione. Cerchiamo dunque insieme, anche in questo momento così particolare per la no- EX OFFICIO OFS stra Famiglia, di rendere presente il carisma del comune Serafico Padre, nella vita e nella missione della Chiesa, nella comunione vitale reciproca, come dice la vostra Regola (cf. Regola OFS, 1). Questo Capitolo è anche il V° elettivo del vostro Ordine. Siete dunque chiamati a eleggere i fratelli e le sorelle che nei prossimi sei anni saranno i responsabili dell’animazione e guida dell’intera Fraternità dell’OFS-GiFra nel mondo. Questa è una responsabilità molto importante perché sarete voi, quelli attraverso i quali lo Spirito Santo sceglierà coloro che saranno chiamati a servire il vostro Ordine. È un servizio non facile, ma molto bello, perché come ogni servizio al quale siamo chiamati è prima di tutto una elezione da parte del Signore e se lui ci sceglie ci da anche tutto il necessario per poter svolgere questo servizio. Come in altre circostanze della vostra vita e della vostra missione anche in questi servizi di animazione e guida siete chiamati a passare dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo (cf. Regola OFS, 4). Durante questo Capitolo si conclude il secondo anno della celebrazione dell’Ottavo centenario della nascita della vostra santa Patrona, s. Elisabetta. Sono stati due anni di grazia e di grande rinnovamento spirituale, non soltanto del vostro Ordine, ma anche di tutta la nostra Famiglia, perché abbiamo potuto approfondire la vita della Santa che è per tutti noi un vero esempio di come si ama e serve Dio e il prossimo, soprattutto il più povero. Ringraziandovi per il vostro servizio, vi affido all’intercessione della vostra Patrona s. Elisabetta e a quella del nostro padre s. Francesco, e che il Signore vi accompagni con il suo Santo Spirito nel vostro lavoro e nelle vostre decisioni per il bene e la crescita spirituale di tutti i membri dell’OFS e della GiFra. Con affetto fraterno, FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale Presidente di turno della Conferenza dei Ministri generali del Primo Ordine, del TOR e della Famiglia Francescana 4. Breve cronaca 477 Il Capitolo generale elettivo, tenutosi a Budapest, in Ungheria, dal 15 al 22 novembre 2008, è stato l’evento più importante dell’anno 2008 per l’Ordine Francescano Secolare. Vi hanno partecipato 111 persone: 69 Capitolari, osservatori, invitati speciali, addetti alla Segreteria e alle Comunicazioni. Tutto si è svolto seguendo il Regolamento e il Programma, entrambi approvati dai capitolari. Il Capitolo è stato presieduto dal Ministro generale OFMConv, Fr. Marco Tasca, a nome dei Ministri generali del Primo Ordine e del TOR. Tra le cose più significative, vanno ricordate: – L’esperienza di vita fraterna: è stato un Capitolo sereno e con grande partecipazione da parte di tutti. – Il clima di preghiera vissuto durante il Capitolo, particolarmente la preghiera liturgica, animata dagli Assistenti generali, i quali hanno anche curato il libretto liturgico in quattro lingue. Da sottolineare: la Santa Messa nella Cattedrale di Estergom, presieduta dal Cardinale emerito László Paskai, con cui si è concluso il secondo anno delle celebrazioni dell’VIII centenario della nascita di santa Elisabetta, Patrona dell’OFS; la celebrazione eucaristica presieduta da Fr. Marco Tasca, Ministro generale OFMConv, nella quale ha avuto luogo l’immissione nel servizio della neo-eletta Ministra generale dell’OFS, Encarnación del Pozo e dei membri della nuova Presidenza del Consiglio Internazionale dell’OFS (CIOFS). – I momenti di formazione e di riflessione sui temi: «Professione della Regola» e «Senso di appartenenza all’OFS», illustrati da Fr. Felice Cangelosi, Vicario generale dell’OFMCap, e da Emanuela De Nunzio, ex Ministra generale dell’OFS. – L’approvazione di alcuni Documenti, come l’«Incorporazione nell’OFS dei membri della GiFra» e l’«Interpretazione pratica dell’Art. 89.4, lettera b, delle Costituzioni Generali dell’OFS». – L’aggiornamento dello Statuto della 478 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 Fraternità Internazionale dell’OFS (FIOFS). – La lettura della Lettera dei Ministri generali del Primo Ordine e del TOR (Roma, 1° novembre 2008) sull’OFS italiano, a seguito del pronunciamento definitivo della Congregazione IVCSVA del 18 giugno 2008. – La nuova Presidenza del CIOFS, eletta nel Capitolo generale, è così composta: Incarnación del Pozo, Ministra generale; Doug Clorey, Vice Ministro generale; María Consuelo de Núñez, Consigliere per l’area di lingua spagnola; Tibor Kauser, Consigliere per l’area di lingua inglese 1; Lucy A. Almirañez, Consigliere per l’area di lingua inglese 2; Maria Aparecida Crepaldi, Consigliere per l’area di lingua portoghese; Michèle Altmeyer, Consigliere per l’area di lingua francese; Ewald Kreuzer, Consigliere per l’area di lingua tedesca; Benedetto Lino, Consigliere per l’area di lingua italiana; Ana Fruk, Consigliere GiFra. Infine, i Capitolari hanno rivolto un ringraziamento del tutto speciale ai membri del Consiglio nazionale dell’OFS dell’Ungheria, come anche ai Francescani secolari ungheresi per la loro fraterna accoglienza e per l’infaticabile servizio svolto durante i giorni del Capitolo. 2. Lettera dei Ministri generali del Primo Ordine e del TOR sull’OFS italiano Ai Fratelli e Sorelle dell’OFS in Italia ai Ministri provinciali del Primo Ordine Francescano e del TOR d’Italia agli Assistenti spirituali dell’OFS Carissimi fratelli in Cristo e nel Padre S. Francesco, il Signore vi dia pace. In data 18 giugno 2008, la Congregazione IVCSVA inviava al Ministro Nazionale dell’OFS italiano un pronunciamento definitivo circa la situazione venutasi a creare dieci an- ni or sono, a motivo della resistenza da parte di una componente dell’OFS a pervenire all’unità prevista dalla Regola di Paolo VI e dalle relative Costituzioni generali. Il pronunciamento della Congregazione fa riferimento, tra l’altro, alla Sentenza del S.T. della Segnatura Apostolica che, il 9 maggio scorso, ancora una volta ha definitivamente respinto il ricorso presentato contro la sua stessa precedente sentenza, corroborando così ciò che la Congregazione ha costantemente insegnato e prescritto: che esiste un solo Ordine Francescano Secolare, uno e unico, in tutto il mondo. Noi Ministri generali del Primo Ordine e del Terz’Ordine Regolare, nell’esercizio dell’altius moderamen sull’OFS, affidatoci dalla Chiesa (Cost. Gen. OFS art. 85.2), negli anni trascorsi abbiamo sempre seguito, assecondato e incoraggiato il faticoso cammino dell’OFS Italiano verso l’unificazione. Ora vi trasmettiamo, per vostra opportuna conoscenza e norma, questi documenti che riteniamo realmente fondamentali e definitivi; lo facciamo di comune intento, per esprimervi anche in questo modo la nostra unità d’azione. I testi della Congregazione e della Segnatura sono estremamente chiari da farci ritenere che non occorre alcun commento, ma solo, da parte nostra, la richiesta a tutti i destinatari di ottemperare senza più riserve alla volontà della Santa Sede. Siamo francescani e, come il nostro Padre S. Francesco ci ha insegnato, dobbiamo obbedienza pronta e filiale alla volontà della Chiesa. L’Ordine Francescano Secolare è “uno ed unico”. Pertanto “… tutte le Fraternità locali e i relativi membri, che ancora non abbiano aderito all’unico OFS eretto dalla Sede Apostolica, devono confluire in esso, con spirito di amore fraterno e di vera comunione, senza più frapporre ostacoli e resistenze”. Ci rivolgiamo ai Ministri provinciali e a tutti i Frati delle nostre Fraternità in forza del ministero a noi affidato e dell’amore con cui vorremmo sempre caratterizzare il nostro servizio, e vi esortiamo a collaborare per rimuovere ogni resistenza e opposizione da parte di religiosi o secolari, affin- EX OFFICIO OFS ché si possa attuare al più presto possibile l’unità organica e strutturale sancita dalla Regola (n. 2) e dalle Costituzioni Generali (art. 30.1), coadiuvando nel processo di unificazione il Consiglio nazionale OFS. Pure a voi, Sorelle e Fratelli dell’OFS, affidiamo la nostra richiesta e la fiduciosa attesa di trovare comunione e collaborazione. Il Signore, che ci ha chiamati a vivere il carisma del Padre San Francesco “in modi e forme diverse, ma in comunione vitale reciproca”, conosce le nostre fatiche e questo tempo speciale per la nostra Famiglia Francescana. Egli non mancherà di infondere coraggio e fiducia affinché, affidandoci sempre con tutto il cuore alla fraternità, troviamo in ogni situazione la gioia di rispondere uniti alla nostra vocazione e missione. Invocando per questo l’intercessione del Serafico Padre, vi salutiamo porgendo a tutti voi l’augurio più fraterno di Pace e Bene. Roma, 1 novembre 2008 Festa di tutti i Santi FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale Presidente di turno FR. MARCO TASCA, OFMCONV Ministro generale FR. MAURO JÖHRI, OFMCAP Ministro generale FR. MICHAEL HIGGINS, TOR Ministro generale 3. Risposta alla petizione a Benedetto XVI CONGREGATIO PRO INSTITUTIS VITAE CONSECRATAE ET SOCIETATIBUS VITAE APOSTOLICAE Città del Vaticano, 5 dicembre 2008 Prot.43297/1998 Gentile Sig.ra Maria Cinato e firmatari tutti, a seguito della petizione da Voi inoltrata al Santo Padre Benedetto XVI con data 13 479 luglio 2008, il Sommo Pontefice, nell’udienza concessami il 17 novembre 2008, mi ha affidato il compito di rispondere alla vostra richiesta, manifestandovi chiaramente la Sua volontà. Benedetto XVI ha seguito con attenzione e paterna preoccupazione gli eventi che hanno segnato il cammino di unificazione dell’Ordine Francescano Secolare in Italia. Ora Egli conferma quanto hanno già deciso e approvato i Suoi Predecessori, i Servi di Dio Paolo VI e Giovanni Paolo II, di venerata memoria: che l’Ordine Francescano Secolare debba essere uno ed unico, strutturato in maniera unitaria e centralizzata. Non può, pertanto, esistere un “Terz’Ordine Francescano” diverso e separato da quello canonicamente riconosciuto e confermato dalla Chiesa; perciò il Santo Padre non ritiene opportuno concedere quanto richiesto. Benedetto XVI vi esorta a riprendere definitivamente il vostro posto nell’unico Ordine Francescano Secolare, al quale, del resto, non avete mai smesso di appartenere, in virtù dell’incorporazione prodotta dalla Professione. Sappiamo che i Fratelli e le Sorelle che già camminano nell’unità vi attendono con gioia. È doveroso ricordarvi che il persistere nel non riconoscervi nell’unico Ordine Francescano Secolare equivarrebbe a decidere di non appartenervi. Il Santo Padre, e assieme a Lui questa Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, si augura che vogliate ascoltare, con l’obbedienza di Francesco d’Assisi, la voce della Chiesa, alla quale preme sopra ogni cosa il vostro bene spirituale e quello di tutto l’Ordine Francescano Secolare, così come l’edificazione di quella comunione senza la quale non vi è autentica fedeltà al Vangelo. Vi giunga il mio saluto rispettoso, con l’augurio di ogni vero bene nel Signore. FRANC CARD. RODÉ, CM Prefetto † GIANFRANCO A. GARDIN, OFM CONV Arcivescovo Segretario 480 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 _______________ Gentile Sig.ra MARIA CINATO e firmatari della Petizione a S. S. Benedetto XVI Via delle Mura Aurelie, 9 00165 Roma cc.: P. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, Ministro Generale OFM e Presidente di turno della Conferenza dei Ministri Generali del Primo Ordine Francescano e del TOR Sig.ra ENCARNACIÓN DEL POZO, Ministra Generale dell’OFS 4. Malaysia – Capitolo regionale elettivo Dall’8 al 10 agosto 2008 si è tenuto il Capitolo regionale elettivo della Malaysia occidentale nel “Seminari Theologi Malaysia” a Seremban. C’erano circa quaranta partecipanti provenienti da sette Fraternità locali. Presenti pure osservatori da Singapore, Saba e Australia. Ha presieduto, a nome del CIOSS, John Pacelli Fernandez, Ministro nazionale della Fraternità dell’OFS dell’India, ed ha assisito all’elezione, a nome della CAS, Fr. Michael Raymond, OFMCap, Superiore della Custodia della Malaysia. Il 10 agosto sono stati eletti: A. Devasagayam, Ministro regionale; Serena Woon, Vice Ministra. Hanno tenuto le relazioni Fr. Paul Cheong, sul significato della professione nell’OFS; Fr. Michael Teng, sull’Assistenza spirituale all’OFS; Serena Woon, sul significato dell’appartenenza all’OFS. Si è discusso sull’attuale situazione dell’OFS nell’area. Il Comitato coordinatore della Malaysia occidentale, Singapore e Saba, ha bisogno di incontrarsi più frequentemente per preparare la strada alla formazione della nuova Fraternità nazionale. Poiché la mancanza di un proprio statuto regionale è causa di incertezze circa alcuni dettagli delle elezioni, si è deciso di elaborare uno statuto regionale e di farlo approvare dal CIOFS. 5. Angola – Visita fraterna e pastorale, Seminari di formazione e Capitolo nazionale elettivo dell’OFS Dal 10 al 19 agosto 2008, si è svolto in Angola la Visita fraterna e pastorale al Consiglio nazionale provvisorio, a varie Frater- nità locali dell’OFS e GiFra; si sono tenuti un Seminario per i formatori e il 1° Capitolo nazionale elettivo dell’OFS dell’Angola. I Visitatori sono stati: Rosalvo Gonçalves Mota, Vice-Ministro Generale OFS, e Fr. Amando Trujillo Cano TOR, della Conferenza degli Assistenti generali. L’OFS dell’Angola comprende 12 Fraternità locali erette canonicamente e 2 in formazione, mentre la GiFra è organizzata in 11 Fraternità, di cui 6 già formate e 5 in formazione. L’assistenza spirituale e pastorale è assicurata dai Frati OFMCap, OFM e da alcuni presbiteri diocesani. A Luanda sono state visitate 3 Fraternità locali: Sant’Andrea, Santa Chiara (Kicolo) e Sant’Antonio, dove sono presenti anche membri della GiFra e Mini-GiFra. Si è visitata anche la città di Uíge, a 350 km. a Nord, dove è avvenuto l’incontro con il Vescovo locale, Mons. Emílio Sumbelelo, il quale ha molto apprezzato la presenza dei Francescani secolari, specialmente della GiFra. In questa località si è svolto un incontro di formazione con le Fraternità di Uíge e Camabatela. Tornati a Luanda, nella zona di Palanca, si è visitato anche il convento delle Sorelle Clarisse e quello dei Frati Minori, appartenente alla Fondazione dell’Immacolata Madre di Dio; là si è svolto un incontro con i fratelli e sorelle in formazione iniziale che avrebbero professato la Regola OFS la domenica seguente. Nella medesima città si è avuto un incontro di formazione per i formatori e i Ministri dell’OFS e della GiFra, e un altro per gli Assistenti spirituali e i Superiori Maggiori OFMCap e OFM. Il primo incontro si è focalizzato sugli aspetti pratici della preparazione degli incontri di formazione ed è stato tenuto da Rosalvo, mentre il secondo è stato dedicato allo Statuto per la assistenza spirituale e pastorale all’OFS ed è stato condotto da Fr. Amando. Dopo una debita preparazione, si è proceduto a celebrare il 1° Capitolo elettivo dell’OFS dell’Angola, presieduto da Rosalvo Gonçalves, Vice-Ministro Generale OFS. Sono stati eletti: Domingos António da Silva, Ministro nazionale e Consigliere Internazionale; Nkanu Kiala, Vice-Ministro. A conclusione della Visita si sono svolti EX OFFICIO OFS 481 gli incontri con fratelli e sorelle dell’OFS e della GiFra della regione di Luanda e con i Superiori Maggiori e i Frati, nei quali sono stati presentati i dati statistici dell’OFS nel mondo e il tema, “Presenza attiva dell’OFS nella Chiesa e nel mondo”. Subito dopo c’è stata la celebrazione eucaristica, presieduta da Fr. Amando, durante la quale 19 fratelli e sorelle hanno professato e Rosalvo ha ratificato l’elezione dei membri del primo Consiglio nazionale OFS dell’Angola. I Visitatori hanno ringraziato per l’accoglienza e la generosa collaborazione di Fr. Luis Manuel Novais Leitão, OFMCap, Assistente nazionale dell’OFS-GiFra, per l’ospitalità dei Frati Cappuccini, dei Frati Minori, delle Sorelle Clarisse e di tutti i fratelli e sorelle dell’OFS e della GiFra. Minh City (Saigon), si è tenuto dal 13 al 17 ottobre 2008 il primo seminario di formazione per gli Assistenti spirituali e i responsabili dell’OFS e della GiFra del Vietnam. Hanno partecipato circa novanta persone provenienti da varie regioni. La presentazione del “Manuale per l’assistenza all’OFS e alla GiFra”, un testo pubblicato in lingua italiana come sussidio per gli Assistenti e i responsabili dell’OFS-GiFra, ha occupato la parte centrale del Seminario che è stato guidato e presentato da Fr. Ivan Matić, OFM, Assistente generale. Le giornate del Seminario sono state ben programmate, con momenti di preghiera, di riflessioni in gruppi e in assemblee plenarie, di condivisione, di fraternità e di francescana letizia. Dal 15 al 18 agosto, in un clima fraterno, è stato celebrato il Capitolo nazionale elettivo dell’OFS del Guatemala, presieduto da Esther Pérez Grimaldi, Ministra nazionale dell’OFS del Messico e Delegata della Ministra generale OFS e da Fr. Isidoro de Jesús Mejía Hernández, OFMConv, Delegato della CAS. Juan Antonio Sicán Chávez è stato eletto Ministro nazionale e Consigliere internazionale. Dal 28 ottobre al 4 novembre 2008, Lucy Almirañez, Consigliera di Presidenza, e Fr. Irudaya Samy, OFMCap, Assistente generale OFS, hanno svolto la prima Visita fraterna e pastorale all’OFS del Malawi, dopo che si è venuti a conoscenza dell’esistenza nel Malawi dei Frateli e delle Sorelle dell’OFS. Qui l’OFS è strutturato, secondo la Regola e le Costituzioni generali, a livello locale, regionale e nazionale con i rispettivi membri responsabili. Le 21 Fraternità locali già costituite e le 27 che si stanno costituendo sono organizzate in 9 regioni, rendendo presente l’OFS in tutte le 7 diocesi del Malawi. Prima del Capitolo nazionale è giunta notizia di altre nove Fraternità che si trovano a vari livelli di sviluppo. Pertanto le Fraternità attuali sono 36. Esiste una chiara documentazione che le Fraternità locali sono state costituite canonicamente, giacché di 12 di esse ci sono documenti originali firmati dal Superiore OFMCap e dal rispettivo Vescovo. L’OFS del Malawi nel 2001 aveva stampato in un volume la Regola, le Costituzioni generali e il Rituale; tali documenti, inclusa “La Leggenda dei Tre Compagni”, sono serviti, e servono, come materiale di base per la formazione specialmente dei candidati. Re- 6. Guatemala – Capitolo nazionale elettivo 7. Portogallo – Capitolo nazionale elettivo Il Capitolo elettivo dell’OFS del Portogallo, celebrato a Fatima dal 10 al 12 ottobre, è stato presieduto da Encarnación del Pozo, Ministra generale dell’OFS, accompagnata da Fr. Martín Bitzer, OFMConv, Assistente generale OFS. La sessione elettiva, prevista per la domenica mattina, è stata prolungata nel pomeriggio. Aristides Dourado è stato eletto Ministro nazionale e Consigliere Internazionale. 8. Vietnam – Seminario di formazione OFS Nella città di Thu Duc, vicino a Ho Chi 9. Malawi – Visita fraterna e pastorale 482 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 centemente hanno preparato un programma per ogni stadio della formazione. Durante la Visita si è potuto calcolare che la Gioventù Francescana, presente nelle 7 diocesi, è costituita da circa 500 persone. Non esiste una struttura nazionale, ma alcuni gruppi locali si sono organizzati regionalmente. La povertà ha loro impedito di organizzarsi meglio e di portare avanti attività a livello regionale, poiché i trasporti in Malawi non solo sono scarsi, ma anche molto cari. L’Assistenza spirituale è una delle più grandi sfide dell’OFS in Malawi. Ci sono cinque comunità del Primo Ordine: 3 comunità dei Cappuccini (con soltanto 6 frati), 1 comunità dei Minori e 1 comunità dei Conventuali. C’è anche una comunità di Clarisse. Non esiste un’Assistenza collegiale a livello regionale e nazionale. Il superiore maggiore Jose Ponnor è interessato all’OFS e ha promesso di aiutare. I Francescani Secolari del Malawi hanno coscienza della povertà che c’è intorno a loro. Alcuni, anche fra coloro che pure sono poveri, hanno ”adottato” dei bambini orfani, offrendo loro vitto e affetto. In alcune regioni sperano di poter avere delle risorse per elaborare progetti a favore dei più poveri. 10. Malawi – Capitolo nazionale elettivo Il giorno 30 ottobre si è svolto, nel Monastero delle Clarisse, della città di Maula, Lilongwe, il Capitolo nazionale elettivo dell’OFS del Malawi. Al Capitolo hanno partecipato 31 Delegati con diritto di voto. Lucy A. Almirañez, Consigliera della Presi- denza del CIOFS, delegata della Ministra generale, Encarnación del Pozo, e Fr. Irudaya Samy, OFMCap, Assistente generale OFS, hanno presieduto la sessione elettiva del Capitolo. George Ng’ambi è stato eletto Ministro nazionale e Theresa Mukatipa Consigliere internazionale. 11. Ungheria – Incontro della Presidenza CIOFS L’ultimo incontro della Presidenza uscente del CIOFS si è tenuto nel Centro Spirituale Manreza, a Dobogókö, Ungheria, una settimana prima del Capitolo Generale elettivo dell’OFS, dal 9 al 14 novembre 2008. Lo scopo principale della riunione è stato quello di portare a compimento i preparativi per il Capitolo. Si è avuto un incontro fraterno con il Consiglio Nazionale OFS dell’Ungheria e si è approvato l’invio di un messaggio di solidarietà da parte della Presidenza al Consiglio nazionale dell’OFS della Repubblica Democratica del Congo a motivo dei tragici avvenimenti che stanno segnando quel Paese. Il Consiglio nazionale dell’Ungheria ha organizzato una visita a Visegrad, una località storica dove si trovano le rovine di un castello medievale, così come al villaggio di Szentendre. Inoltre, si è fatta una verifica delle visite fraterno-pastorali e dei Capitoli nazionali svolti durante il sessennio; è stata approvata la costituzione delle Fraternità nazionali dell’Angola e Malawi. Infine, si è ringraziato il Signore per le esperienze condivise e la collaborazione realizzata durante il sessennio trascorso. AD CHRONICAM ORDINIS 1. De itineribus Ministri Generalis 1. Saluto ed invio a Gerusalemme di sei Sorelle Clarisse Orvieto, 31.08.2008 Per la festa di S. Chiara dell’anno 2007 il Ministro generale aveva rivolto un invito alle Sorelle Clarisse, di farsi carico della presenza delle Sorelle Povere in Terra Santa, offrendo un sostegno al Monastero “Sainte Claire” di Gerusalemme che versa in condizioni precarie a motivo della mancanza di nuove vocazioni. Trattandosi dell’unica presenza di Clarisse in Gerusalemme, il Ministro considerava una grave perdita privare quel luogo di tale carisma. Ed ecco che i Monasteri della Federazione Umbra hanno deciso di accogliere l’appello del Ministro generale. Dopo un approfondito e prolungato discernimento, soprattutto per scegliere le persone ritenute più adatte per avviare una rinnovata presenza nella Città Santa, la Madre presidente, Sr. Chiara Emanuela e Sr. Chiara Cristiana, ex-Presidente, si sono recate a Gerusalemme, per conoscere da vicino la realtà che avrebbero dovuto sostenere e per programmare un effettivo inserimento nell’attuale presenza, costituita prevalentemente da sorelle anziane. Dopo il loro ritorno in Italia nei rispettivi monasteri di Foligno e di Orvieto, la Federazione ha definito il “progetto Gerusalemme” e ha reso noti i nomi delle Sorelle che inizieranno questa bella avventura. Le Sorelle, dopo una settimana di Esercizi Spirituali a fine agosto, erano pronte per partire. Il Ministro generale si è sentito in dovere di incontrare le Sorelle in partenza per il Monastero di Gerusalemme e, perciò, domenica 31 agosto si è recato al Monastero Buon Gesù di Orvieto per un saluto particolare e per celebrare con loro l’invio a una nuova, importante missione. Accompagna- to dal Definitore italiano, Fr. Mario Favretto, Fr. José è giunto ad Orvieto nella mattinata. Accolto calorosamente in Monastero, dopo il saluto ci si è recati in chiesa per la celebrazione eucaristica, a cui hanno partecipato anche Fr. Claudio Bottini, dello Studio Biblico di Gerusalemme, che aveva predicato gli Esercizi ed alcuni parenti delle Sorelle in partenza. La Liturgia della Parola domenicale ha offerto al Ministro il tema della vocazione e della sequela di Gesù; su questo egli si è soffermato nell’omelia, rivolgendosi alle Sorelle e particolarmente a quelle che stavano per partire verso Gerusalemme. Al termine, ha impartito una particolare benedizione come segno di invio delle sei Clarisse. Nel pomeriggio il Ministro ha incontrato le Sorelle in partenza: Sr Chiara Cristiana, responsabile del gruppo; Sr Fransiska Mariya e Sr. Mariya Rita provenienti dai Monasteri di S. François e di S.te Claire, in Rwanda; Sr Chiara Letizia di Assisi, S. Quirico; Sr. Chiara Anna Grazia di Città della Pieve, S. Lucia; Sr. Mariachiara del Monastero di Borgo Valsugana, nel Trentino. Fr. José le ha ringraziate per la generosità con cui hanno accolto la richiesta di aiuto per Gerusalemme ed ha espresso la convinzione che tale presenza sia un dono prezioso per la Chiesa locale e per la sublime realtà che la Terra Santa custodisce. Ha elogiato il processo di discernimento operato dalle Sorelle per la scelta e per l’avvio del progetto “S.te Claire”. Ha apprezzato la scelta delle sei Sorelle prescelte di convenire a Orvieto per un periodo di conoscenza reciproca e per un’iniziale integrazione tra loro. Ha presentato loro le sfide che le attendono: l’internazionalità e l’interculturalità, che dovranno tradursi in ritmi e atteggiamenti nella vita ordinaria; la presenza in un contesto pluri-religioso; la necessità di apprendere la lingua locale per una comunicazione essenziale; l’integrazione con la precedente comunità. 484 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 In un successivo momento il Ministro si è intrattenuto con le Sorelle del Monastero Buon Gesù. Era la prima visita di Fr. Josè a questo Monastero. Ha condiviso con le Sorelle alcune riflessioni, ha risposto alle loro domande circa il cammino dell’Ordine, ha esortato la comunità a proseguire con l’impegno di vita, la cura della formazione e la vivacità che contraddistinguono questa bella realtà clariana in Orvieto. Dopo una sosta con le Sorelle nel giardino del Monastero, un incantevole, panoramico terrazzo naturale sulla sommità della città, il Ministro è ripartito per Roma. FR. MARIO FAVRETTO 2. Visita alla Provincia di Torino dopo l’aggressione subita da 4 frati a Belmonte Torino, 12.09.2008 Venerdì 12 settembre Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro generale, accompagnato da Fr. Mario Favretto, Definitore generale per l’Italia e Albania, è volato a Torino per incontrare i Confratelli della Provincia piemontese, provata dai recenti fatti di violenza avvenuta al convento di Belmonte: l’aggressione feroce dei quattro Frati ivi dimoranti, da parte di sconosciuti, rivelatisi poi quattro giovani rumeni che hanno infierito per non aver trovato denaro da rubare. Una visita fraterna, quella del Ministro generale, al riparo dai riflettori mediatici, tra le mura del convento di S. Antonio di Padova, per l’incontro, nella mattinata, con i Frati del Piemonte e la celebrazione eucaristica, e per una breve visita, nel pomeriggio, ai Frati ancora ricoverati negli ospedali, rivolgendo ad ogni Frate una parola di conforto. Si sono radunati attorno al Ministro i Frati di tutti i conventi della regione: faceva un certo effetto vederli insieme, dopo la scossa subita dall’intera comunità. Alcuni di loro ne portavano traccia nei volti, provati da quanto avevano, ascoltato, partecipato con dolore. In tutti traspariva la forte preoccupazione per i Confratelli ancora in gravi condizioni, oltre all’incertezza per il futuro di una Fraternità da ricostruire a Belmonte. I Frati hanno trascorso la mattinata assieme al loro Ministro generale e a mezzogiorno si sono raccolti in chiesa per la santa Messa. Dalla Liturgia due brani particolarmente provocanti: la prima Lettera ai Corinti 9,27 e il Vangelo di Luca 6, 27-38. Fr. José ha iniziato la sua omelia riprendendo la preghiera del Salmo 83, Beato chi trova la sua forza nel Signore: «Siamo qui per questo – ha detto il Ministro –, per trovare un senso a una situazione che ci sembra umanamente senza senso e che possiamo leggere solo nel Signore». Nelle sue parole c’era la preoccupazione di dare alcuni orientamenti: fare sentire la propria vicinanza ai Confratelli feriti («che non si sentano soli»), pregare perché possano trovare anch’essi forza nel Signore. Fr. José ha ripreso con vigore la pagina evangelica: Amate i vostri nemici… pregate per coloro che vi maltrattano. «Una pagina difficile per noi oggi – ha detto ancora –, ma come cristiani e come francescani non possiamo far altro che perdonare gli autori della violenza». L’invito è stato quello di guardare l’esempio di Dio Padre, «che mandò suo Figlio per riconciliare un mondo di peccatori, e l’esempio di Cristo in croce che perdonò i suoi persecutori». Nella chiesa in un clima di assoluto silenzio, è risuonato più volte quello che non è solo un invito, ma un monito: «pregate per i nemici! Come francescani abbiamo la missione di evangelizzare soprattutto la pace e la riconciliazione. Ricordiamoci delle parole che oggi ci ripete l’Apostolo Paolo: Non succeda che dopo aver predicato io venga squalificato. La nostra parola sarà efficace solo se la nostra testimonianza sarà l’offerta di perdono!». E a confermare il cuore dei suoi Frati su questa missione, il Ministro generale ha ricordato la Lettera di san Francesco a un suo Ministro: Qualunque sia il peccato commesso, nessun confratello si allontani da te senza aver visto sul tuo volto la misericordia del Padre. Le ultime parole sono state un ringraziamento verso coloro che cercano di costruire un mondo di non violenza e un in- AD CHRONICAM ORDINIS vito caldo, sollecito, premuroso a restare uniti. E come in ogni famiglia in cui sia successo qualcosa di grave, il Ministro ha fatto parlare il Confratello che è stato protagonista dei fatti e che può ringraziare il Signore per la pronta guarigione: Fr. Martino ha raccontato brevemente cosa ha vissuto e “la grazia ricevuta dalla Madonnina di Belmonte, che mi ha subito suggerito di perdonare». FR. MARIO FAVRETTO 3. Celebrazione delle Stigmate di san Francesco Santuario della Verna, 16-17.09.2008 Il Ministro generale, Fr. José Rodríguez Carballo, si è recato alla Verna nel pomeriggio del 16 settembre, come ormai è consuetudine, per celebrare la festa dell’impressione delle Stigmate. Era accompagnato da Definitori generali, Fr. Šime Samac e Fr. Ignacio Muro, dal Segretario particolare, Fr. Francisco J. Arellano Suárez e da Fr. Francisco Candray. I Frati del Santuario hanno partecipato, la sera dello stesso giorno, ad una veglia di preghiera con i giovani in preparazione alla solennità delle Stigmate. In tale circostanza il Ministro generale, si è rivolto ai giovani, domandandosi: «come mai la polvere dei secoli non ha sepolto il ricordo di questo avvenimento, così come, invece, ne ha cancellati tanti altri. Perché a otto secoli di distanza veniamo ancora in questo luogo? Cosa, o meglio, chi veniamo a cercare?». Se guardiamo, ha proseguito il Ministro, a san Francesco, segnato con il marchio della croce nel suo corpo, possiamo trovare la risposta: siamo venuti qui per conoscere ed amare Dio e per portare in tutti i luoghi e a tutti gli uomini i segni concreti di questo amore del Signore. La veglia è proseguita, fino al mattino del 17 settembre, con canti di lode, silenzi ed adorazione, orazioni e suppliche. Il giorno dell’impressione delle Stigmate, iniziato con il canto dell’Ufficio delle Letture e delle Lodi, ha avuto il suo centro 485 nella celebrazione dell’Eucaristia, presieduta dal Ministro generale. Nell’omelia Fr. José si è rivolto all’assemblea, affermando che le Stigmate costituiscono il culmine del cammino di Francesco, un cammino di conoscenza del Signore, realizzata non solo attraverso la vista e l’udito, ma con tutto il suo essere, compreso il suo corpo. «In quella croce, scolpita nella carne di Francesco, noi contempliamo – ha esclamato il Ministro – il compimento e la perfezione della sequela: seguire Cristo è certamente un percorso verso l’amore, ma è sempre e anzitutto un cammino da fare per amore»! Ha terminato affermando che il mondo ha ancora bisogno di Francesco, del messaggio sempre nuovo della sua vita evangelica. Hanno partecipato all’Eucaristia Autorità civili, molti Frati della Provincia toscana e di altre Regioni, numerosi pellegrini che si sono recati al Santuario per carpire il segreto della gioia di Francesco, segnato con le Stigmate. Nel primo pomeriggio i Frati, assieme ai pellegrini, hanno celebrato l’Ora Nona, presieduta dal Ministro generale, ed in processione si sono recati alla Cappella delle Stigmate, per venerare, nel silenzio e nella preghiera, quel luogo santo e per ricevere la benedizione con la reliquia di san Francesco. FR. FRANCISCO J. ARELLANO SUÁREZ, OFM 4. Visit to the Foundation of Myanmar and Meeting with the Conferences of Asia and Oceania On the 18th of September, 2008, the General Minister left for Myanmar (formerly known as Burma) to visit the Friars of the Foundation dependent directly on him; he was accompanied by Br. Ambrose Nguyen Van Si, General Definitor for both Asia and Oceania. After a long trip of 14 hours with a stop at Bangkok, the General Minister and Br. Ambrose arrived in Yangoon around 10 AM of Sept. 19. Br. Peter Tri, President of the 486 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 Foundation and the FMM sisters were waiting for us at the airport. Then, we left in a small car for the house of the Friars situated in a poor neighborhood in the outskirts of Yangoon. The Foundation, “Saint Francis of Assisi” of Myanmar is one of the most recent Franciscan presences in Asia. Founded only 4 years ago, it is comprised now of 4 solemnly professed missionaries (2 Vietnamese [Peter and Paul], a Korean [Basil], and an Indonesian [Gusty]. It also has 1 postulant originally from Myanmar – who will be admitted to the Novitiate in Manila in 2009 – and 7 candidates from diverse tribes of Myanmar who are staying with the Friars in Yangoon. We shared a festive lunch with all the Fraternity. After lunch, the General Minister met with the missionary Friars in a fraternal spirit. We heard from their experience of suffering and joy as well as –although somewhat discreetly – the lot of the people of this country. The General Minister exhorted them to be faithful to their vocation, especially in the difficult situation of Myanmar, by seeking always to announce the Gospel through the witness of their life, in both simplicity and poverty. The meeting was concluded with the celebration of the Eucharist with all the Fraternity in a small room that had been converted into a chapel. In the afternoon, Br. Jose Carballo was able to enjoy the beauty of one of the greatest Buddhist Pagodas of the world (the Schwedagon Pagoda) located on a hill not far from the house of the FMM sisters where we stayed the night with the missionary Friars for security reasons. On Sept. 20, after celebrating the Eucharist with the sisters, we left Yangoon on a Thai Air flight direct for Bangkok. At the Bangkok airport, we were welcomed by Br. Paskalis, General Delegate for the Foundation of Thailand and Br. Johnson, President of the Foundation. We went to Lamsai, the seat of the Fraternity of Thailand where we met with the rest of the General Definitors who had arrived some hours before from Rome; they were Brothers Sime, Miguel, Luis, Amaral, Mario, and Ignacio. At Lamsai, all the Fraternities of Thailand (8 Mis- sionaries, Postulants, and Candidates) and many Provincial Ministers, Presidents of Foundations from different countries of Asia and Oceania were already waiting for us. After a joyful and meaningful welcoming ceremony for the General Minister and his Definitors, all those present made their way to the chapel where there was much music, dancing, and flowers in the Thai way. Lunch then ensued. In the afternoon, the General Minister met first with young candidates and then with the missionaries. This Foundation has currently 8 missionaries coming from all over, such as India, Indonesia, Poland, Spain, and Brazil; there are also 3 temporary professed, 2 novices in Manila, 1 theology student who has yet to begin his novitiate, 3 postulants, and 11 candidates. We are talking about a Foundation still growing, thanks to the work of a consistent number of new missionaries and a transparent, fraternal way of life. The General Minister exhorted all of them to continue to live their Franciscan vocation with joy and fidelity with a special attention to the quality of their Franciscan way of life. On Sunday, September 21, we celebrated the 8th Centenary of the Order and Feast of St. Francis with the people. Early in the morning, many people had already come for this occasion. Present were representatives of the Nunciature, members of different Franciscan families, Capuchins, OSF, Franciscan sisters, religious, priests, benefactors, and friends. At 10 AM, the Church of the Fraternity was packed. The Cardinal of Bangkok presided at the Mass and preached the homily in the Thai language. At the end of the Mass, the Provincial Minister addressed words of greeting and gratitude to everyone. Afterward, thanks to the generosity of so many lay people, all the participants shared the gift of fraternity at table in a pleasant and festive manner. In the afternoon, the General Minister and his Definitors with the Provincials and Custodes visited the hospice of “Saint Clare”, a home for the sick stricken with AIDS. Lamsai, also known as “Garden of the Gospel Peace” is comprised of different structures, such as small house for the Fraternity, a new AD CHRONICAM ORDINIS house of Formation, a Center for retreats, and the hospice for AIDS victims. This hospice, by the way, has been around for a while now and is well known all over Thailand; it is run by the Friars in collaboration with some Philippine sisters and has about twenty beds for the sick. The sisters and the brothers told us of the work they do there, while showing us around the hospice, visiting the sick. We were struck by the testimony and sufferings of our sick brothers and sisters. At 4:30 pm, we left for Bangkok by bus to participate at the two Conferences of Asia and Oceania. The meeting took place at the pastoral center of the Archdiocese of Bangkok at Sampran, a hotel-like structure adapted for conventions and meetings. This is the first time in 10 years that the General Minister and his Definitors were able to meet with all the Provincial Ministers, Custodes, and Presidents of the Foundations of the two Conferences of Asia and Oceania. The Provincial Ministers were from India, Australia, Indonesia, Vietnam, Korea, Philippines, Japan, and Taiwan. The Custodes of the autonomous Custodies, on the other hand, were from Papua New Guinea, South of the Philippines, Pakistan, and West Papua. The Custodes of dependent Custodies came from Singapore/Malaysia. Presidents of Foundations arrived from East Timor, Myanmar, Thailand, and Sri Lanka. Present were also Provincial delegates from New Zealand as well as the General Delegate for the Project of China and delegates of the Custody of Fengxiang. Everything seemed well prepared. The Friars of the Foundations in Thailand, especially the students and postulants, are all involved in both the secretariat and welcoming of the participants. On the first day of this meeting, we listened to the presentations of the Entities (Provinces/Custodies) and then heard the message from the General Minister. The second day was dedicated to discuss the situation of Franciscan presence in both Asia and Oceania. Progress has been made in the implantatio Ordinis in both Asia and Oceania. For example, there is a consistent, growing num- 487 ber of friars in many Entities who have a greater sense of belonging to the Order and the spirit of collaboration in the two Conferences. Yet, problems are not lacking! There are objective problems, such as geographical distances as well as cultural and language diversity. There are problems within the Entities involving the formation of the young, having the necessary resources to support new Foundations, and the aging process in some Provinces. We agree that the future of the Order depends also on the planning which the Order does in the face of these immense Continents of 4 billion people with ancient religions and culture. Our meeting was both engaging and profitable. Although we had a full schedule, the participants were also able to appreciate the beauty of the Thai culture and art by guided visits and cultural presentations. Particularly special was the visit to the great Palace of Bangkok, where we had cultural evening, seeing a concert organized by our students, an elephant show. While Br. Jose and other Definitors took a flight back to Rome on Sept. 24, members of the two Conferences continued their work, dealing with problems regarding the two Conferences and planning for the future. In addition, the brothers elected a new leadership team for the Conferences: the SAAOC elected Br. Paul Smith from Australia as President and Paskalis Syukur from Indonesia as Vice-President. The EAC then elected Br. Balthasar Obico from the Philippines as President and Paul Jun Hasegawa from Japan as Vice-President. We extend our heartfelt thanks to the former Presidents and Vice-Presidents for their service of leadership in these past years. At the same time we extend best, fraternal wishes to the new ones and a “thank you” for accepting to serve the brothers in this region that is so complex, but, at the same, so culturally rich. The General Definitory will return to the meeting table in November to reflect once again on our Franciscan presence in both Asia and Oceania. BR. AMBROSE NGUYEN, OFM 488 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 5. Visita alla Provincia veneta di sant’Antonio di Padova Venezia, 26-29.09.2008 «Tutti i frati debbono speciale obbedienza e riverenza al Ministro generale, legittimo successore di san Francesco, come segno di unità e di comunione di tutta la Fraternità» (CCGG 7, §2). Così veniva annunciata la Visita del Ministro generale ai Frati della Provincia di sant’Antonio di Padova, che comprende le regioni del Veneto e del Friuli in Italia; Visita che ha impegnato il Ministro da venerdì 26 a lunedì 29 settembre 2008. Fr. Josè è giunto a Venezia il mattino del 26 settembre, con due Frati della Curia generale, appartenenti a questa Provincia: Fr. Mario Favretto, Definitore generale, e Fr. Stefano Lovato, addetto al Protocollo. A riceverlo c’era il Ministro provinciale, Fr. Bruno Miele, che lo ha condotto a Verona. Qui il Ministro generale è stato accolto dai Frati nella chiesa di san Bernardino dove è avvenuta una breve celebrazione di apertura della Visita. Dopo le parole di benvenuto del Ministro provinciale, è stato proclamato il Vangelo ed è stato letto un brano del padre san Francesco, per introdurre tutti nel clima e significato dell’evento provinciale. Primo incontro programmato per il Ministro Generale è stato quello con 26 Guardiani e gli altri Superiori delle Case filiali, assieme al Definitorio. L’incontro si è tenuto nella “Sala Morone”, l’antica e suggestiva biblioteca del convento, affrescata nel 1503. Nel suo intervento Fr. Josè ha esordito illustrando il ruolo determinante del Guardiano per la comunione di vita della Fraternità, ma anche per il cammino spirituale dei Frati. Il Ministro generale ha proseguito con i riferimenti a san Francesco circa l’autorità, che ha senso dentro la Fraternità, nella Fraternità e per la Fraternità, poiché chi è stato chiamato a presiedere i fratelli non può dimenticare di essere lui stesso un fratello. Ha concluso la riflessione indicando alcune modalità dell’autorità del Guardiano, intesa come servizio ai Frati. C’è stato, poi, un dialogo partecipato e schietto tra Ministro e Guardiani, nel quale sono state poste delle domande e segnalate delle difficoltà che si incontrano nella vita quotidiana. È seguito un “fuori programma” del tutto particolare riguardante la Fraternità di S. Bernardino, ma anche tutta la Provincia. Si tratta della benedizione dei nuovi locali, appena ristrutturati per accogliere la mensa dei poveri e i vari servizi che verranno offerti ai poveri e ai bisognosi della città. Il Ministro generale ha visitato ed apprezzato gli ambienti rinnovati e i progetti di carità che vi saranno attuati. Ha ringraziato chi ha reso possibile tale consistente lavoro, ha esortato i Frati a prendersi cura sempre dei poveri, poiché sono i nostri maestri, e per vivere nello spirito della restituzione chiesta espressamente da san Francesco. Nel pomeriggio c’è stato l’incontro con i 20 giovani in formazione e poi con i Frati con dieci anni di professione. S. Bernardino è la casa interprovinciale dei Professi temporanei delle Province del Nord Italia; ad essi si sono aggiunti, per il tempo della formazione, alcuni Professi temporanei provenienti dalla Polonia, dall’Ukraina e dalla Croazia. Ad essi il Ministro generale ha sottolineato l’importanza di avere contatti internazionali che riflettono la varietà di culture presente nell’Ordine. Ha esposto, poi, i principi essenziali della nostra formazione che dev’essere integrale, personalizzata, graduale, esperienziale e permanente. Si è soffermato, quindi, sulle sfide della formazione ai giorni nostri: la passione per Cristo e per l’umanità, l’interiorità, la solitudine, la familiarità con la sacra Scrittura. Nel dialogo che è seguito, il Ministro generale ha interpellato i presenti circa le difficoltà che si possono incontrare nel tempo della professione temporanea ed egli stesso, rispondendo, ha fatto un elenco di difficoltà che ogni giovane Frate deve prepararsi ad affrontare. Pure con i Professi “Under ten” il Ministro ha toccato i temi della formazione e dell’accompagnamento. Senza mezzi termini ha definito periodo critico quello che segue la Professione solenne, a motivo soprattutto dell’inserimento nelle Fraternità ordinarie e nell’attività apostolica. Ha rac- AD CHRONICAM ORDINIS comandato in questi anni la necessità di un accompagnamento personalizzato e di un progetto di vita. Con essi è nato un dialogo molto franco circa le svariate esperienze che ognuno si trova a vivere e sulla difficoltà di inserimento in qualche Fraternità in cui vengono trascurate le relazioni al proprio interno. Dopo il vespro solenne in chiesa e la cena, una serata di intrattenimento musicale ha dato modo di presentare le varie componenti dei giovani in formazione: postulanti, novizi, professi temporanei delle Province italiane e degli altri paesi. Il sabato mattina è stato dedicato all’incontro con le Sorelle Clarisse dei monasteri della Provincia. L’incontro è avvenuto nel Monastero di Novaglie a Verona, dove sono convenute le Sorelle Povere degli altri monasteri. Si è iniziato con la celebrazione eucaristica a cui hanno partecipato il Vicario Episcopale di Verona e l’Assistente dei monasteri della Federazione, Fr. Bruno. Dopo i saluti e un momento di fraternità, è stato presentato al Ministro generale un “gioiello” prezioso custodito da questo monastero veronese: l’antico codice miniato che contiene lo scritto di Francesco alle Clarisse: “Audite, Poverelle”. Fr. José ha potuto avere tra le mani e ammirare questa rarità che ci tramanda uno scritto del serafico Padre. Dopo ci si è radunati nella sala capitolare per proseguire l’incontro con una relazione del Ministro generale circa gli aspetti specifici della vita e regola che Chiara ha trasmesso alle Sorelle Povere. La contemplazione e la fraternità, insieme al privilegio dell’alta povertà, devono essere sempre i tratti che contraddistinguono il secondo Ordine. Ne è seguito un dialogo partecipato e vivace tra Sorelle e Ministro fino a che il tempo lo ha consentito. Dopo un caloroso congedo, il Ministro con il Provinciale e accompagnatori hanno raggiunto il convento di S. Pancrazio a Barbarano Vicentino. A S. Pancrazio era programmato l’incontro con il Definitorio e poi con i Formatori. Con il Definitorio provinciale, dopo la presentazione del Ministro provinciale circa il lavoro e il clima di collaborazione esistente, Fr. José si è intrattenuto su alcuni 489 tratti del servizio alla Provincia, tra cui il principale è quello della testimonianza di fraternità, poiché il Definitorio è la prima Fraternità della Provincia. Ha, poi, raccomandato ai Definitori di avere un rapporto personale con i Frati, di ascoltare ogni persona, di cercare chi si emargina o si è già allontanato oppure è ferito per relazioni guastate. Inoltre, il Ministro ha insistito sul discernimento per il futuro, sul necessario ridimensionamento e sull’interprovincialità. In particolare, su quest’ultimo aspetto, ha espresso una valutazione molto positiva sul Capitolo delle Stuoie programmato per il prossimo anno, al fine di coinvolgere la base dei Frati nel processo di collaborazione strutturale con le altre Province, raccomandando di preparare bene quel momento di discernimento provinciale. Non è mancato da parte del Ministro l’insistenza sull’impegno culturale della Provincia e l’incoraggiamento a sostenere in ogni modo i due centri di studio attualmente presenti nel suo territorio: Venezia e Verona. Nel dialogo con il Ministro si sono scambiati i pareri circa il processo di unificazione in corso tra le Province del Nord Italia e sulla necessità di passi condivisi, comprendendo la questione economica, e sempre mirando al coinvolgimento di tutta la Fraternità provinciale. Nell’incontro con i Formatori, il Segretario provinciale per la Formazione e gli Studi ha presentato il servizio che si sta compiendo in Provincia, descrivendolo come luogo di condivisione e di dialogo, in ricerca della continuità nell’offerta formativa e con l’intento di garantire la formazione dei Formatori. Il Ministro generale, nel suo intervento, ha toccato alcuni aspetti attualmente critici della nostra formazione e, poi, si è soffermato a valutare il prossimo passo che porterà all’unificazione del Segretariato per le sei Province del Nord: una realtà nuova che diventerà anche una sfida per il futuro dell’animazione vocazionale e per la formazione. Ha raccomandato di valorizzare le particolarità e il coinvolgimento di ogni Entità. Fr. Josè ha, quindi, ha chiesto di manifestare le gioie e le difficoltà che ognuno dei presenti sta vivendo in questo 490 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 tempo di servizio alla formazione. Ne è derivato uno scambio molto bello e intenso che ha segnato positivamente l’incontro e il dialogo. Domenica 28 ad attendere il Ministro generale era la Fraternità S. Cuore a Saccolongo, sede dell’Infermeria provinciale. La Fraternità è composta da circa 40 frati, un buon numero di essi non necessita di cure, ma organizza il servizio a coloro che hanno bisogno. Il Ministro generale ha presieduto l’eucaristia, in una chiesa gremita di fedeli che abitualmente frequentano la casa. Le parole del Ministro, nella celebrazione e nel successivo incontro con i Frati, hanno trasmesso una forte, intensa partecipazione sua personale a questo incontro. Egli ha apprezzato la cura degli infermi da parte della Provincia e del personale; ha ringraziato la gente per il coinvolgimento abituale nella vita della casa e per il contatto familiare con i Frati ammalati e anziani. La Visita è coincisa con la morte di Fr. Valerio, un Frate che ha donato gran parte della sua vita ai ragazzi di Mondo X, l’associazione che aiuta ad uscire dalla dipendenza dalla droga. Fr. Josè ha potuto così sostare e benedire la sua salma come estremo saluto a un Frate amico che ci ha lasciati prematuramente. Nel pomeriggio c’è stato un affollato incontro con l’OFS e GiFra presso il santuario di Chiampo. La partecipazione davvero numerosa di rappresentanti delle Fraternità, distribuite su tutto il territorio del Veneto e del Friuli, si è trasformata in calorosa accoglienza e poi in attento ascolto del Ministro generale. Per la circostanza era presente anche il Ministro provinciale dei Cappuccini e gli Assistenti Ofs e Gifra delle tre obbedienze. Con tono fermo e appassionato Fr. Josè ha presentato all’assemblea gli aspetti essenziali della dimensione laicale francescana, insistendo particolarmente sulla formazione e sulla laicità. Dopo una serie di interventi e domande si è passati alla celebrazione eucaristica, animata dai giovani della GiFra, dentro la nuova chiesa del Beato Claudio; chiesa ancora da ultimare ma provvidenziale per accogliere un’assemblea così grande. L’ultimo giorno della Visita è stato dedicata totalmente alla Fraternità provinciale. Per tale giornata il Ministro ha raggiunto il Santuario di Motta di Livenza dove, ad accoglierlo c’erano circa duecento Frati convenuti dalle varie case della Provincia. Sul piazzale del santuario della Madonna dei Miracoli ha avuto inizio la celebrazione con un momento penitenziale di preghiera. Poi l’ingresso in basilica al seguito della parola di Dio, portata dal Ministro generale stesso. Suscitava un certo stupore la vista di un numero considerevole di frati e, tra essi, di numerosi giovani. Dalla basilica si è passati al salone dove Fr. Bruno, Ministro provinciale, ha presentato al Ministro generale la Provincia. Nel suo intervento Fr. José ha ringraziato la Provincia veneta per la collaborazione che sta offrendo con ben 10 Frati attualmente a servizio dell’Ordine e altri in commissioni e servizi vari. Ha proseguito ricordando il cammino dell’Ordine e i tre atteggiamenti su cui si è voluto articolare l’impegno delle Entità e dei singoli Frati in questi anni: il discernimento, l’ascolto, la restituzione. Si è poi soffermato su alcune sfide che egli vede presenti nell’immediato futuro della Provincia: la missione, l’interprovincialità, le vocazioni, lo studio. Per ognuna di esse ha offerto delle indicazioni precise, esortando i Frati a non sottrarsi al compito loro affidato di continuare e di costruire una grande storia che il passato di questa Provincia ha consegnato ai Frati presenti e all’Ordine. Un ulteriore momento in assemblea è stato dedicato al dialogo con interventi e domande dei presenti. Quindi il momento conviviale in convento e nel pomeriggio la solenne celebrazione in basilica. In un clima di festoso incontro e di preghiera si è così conclusa la Visita alla Provincia di S. Antonio di Padova; una visita alquanto densa di appuntamenti e di partecipazione, ma che ha trasmesso ai numerosi Frati e al Ministro generale stesso nuovo fervore per proseguire con fedeltà e audacia. FR. MARIO FAVRETTO AD CHRONICAM ORDINIS 6. Visita alle Province di Foggia e di Lecce Foggia/Lecce, Italia, 27-31 ottobre 2008 Il programma della Visita del Ministro generale prevedeva vari momenti di incontro e di celebrazione con le singole Province di Puglia e Molise, ma anche momenti di contatto con alcune realtà delle due Province riunite assieme. Questa modalità è stata proposta a motivo della vicinanza e della condivisione di vari aspetti della vita delle Province di S. Michele Arcangelo di Foggia e dell’Assunzione della B.V.M. di Lecce, ed anche per incoraggiare occasioni di collaborazione in futuro. Il Ministro generale, dopo la celebrazione conclusiva del Sinodo dei Vescovi in Vaticano, ha potuto anzitempo raggiungere la Puglia, giungendo a Bari nella serata di domenica 26 ottobre. Lo accompagnava il Definitore generale Fr. Mario Favretto. Ad accogliere Fr. Josè era il Ministro provinciale, Fr. Pietro Carfagna, il Segretario provinciale e la locale Fraternità. Un’accoglienza fraterna e calorosa che ha fatto immediatamente sentire al Ministro di trovarsi a casa. Nel mattino seguente, dopo la preghiera e l’eucaristia nella chiesa parrocchiale di S. Antonio, una sorpresa attendeva il Ministro generale: la visita alla Mostra Filatelica su san Francesco. Fr. Leonardo Dipinto, curatore di questa originale esposizione, ha guidato il Ministro lungo il percorso, illustrando i numerosi francobolli che hanno celebrato negli anni san Francesco e il francescanesimo, in Italia e nel mondo. Poi a metà mattina il primo appuntamento della Visita: l’incontro con il Definitorio provinciale della Provincia di S. Michele, di Puglia e Molise. Dal Ministro provinciale e dai Definitori, Fr. José ha ricevuto una prima informazione sullo stato della Provincia e sulle modalità di animazione e amministrazione con cui sta operando il Definitorio. Ad essi, un Definitorio giovane in età, il Ministro generale ha rivolto alcune esortazioni e ha ricordato i tratti dell’esercizio dell’autorità e della paternità che stavano a cuore al padre san Francesco. Nel pomeriggio ci si è recati tutti nella chiesa Cattedrale di Bari per l’incontro del 491 Ministro generale con la Famiglia Francescana. Nella stupenda cornice romanica di questa antica cattedrale una folla di Francescani dell’OFS e della GiFra, proveniente da tutta la regione, quindi anche dalla Provincia del Salento, hanno accolto calorosamente il Ministro generale. Erano presenti i due nostri Ministri provinciali con i rispettivi Definitori e una folta rappresentanza di Frati. C’erano anche i Ministri provinciali o rappresentanti delle altre obbedienze e le Superiore degli Istituti Francescani. L’incontro ha avuto inizio con un momento di preghiera e di ascolto della parola di Dio. Poi ha preso la Parola il Ministro generale che, ricordando l’imminente Centenario della Fondazione dell’Ordine, ha tratteggiato il cammino indicato nel progetto “La grazia delle origini”. Questo evento con il relativo programma che l’Ordine sta vivendo, ha dato spunto a Fr. Josè per ricordare ai Francescani presenti gli atteggiamenti essenziali che devono avere nel tempo che siamo chiamati a vivere. Secondo momento dell’incontro è stato il corteo di tutti i presenti dalla chiesa Cattedrale alla basilica di S. Nicola. Da tre diversi punti della città, sfilando pubblicamente e ordinatamente per le strade del centro di Bari, sono confluiti a San Nicola tre cortei di coloro che venivano per celebrare lo “spirito di Assisi”. Giunti a S. Nicola, il Ministro generale con i Ministri provinciali e con i rappresentanti di varie religioni hanno preso posto in presbiterio. Alternando la celebrazione con musica e canti dell’assemblea, ogni rappresentante delle religioni presenti si è alternato al microfono per presentarsi ed elevare una preghiera per la pace. Quindi è intervenuto il Ministro generale che ha offerto all’assemblea una riflessione sul tema: Nuova sobrietà per abitare la terra, un tema con cui Fr. Josè ha proposto una straordinaria attualizzazione del carisma e delle intuizioni francescane. Davvero un momento esaltante, quello celebrato a Bari in questo anniversario dello “Spirito di Assisi”, a motivo della folta partecipazione dei Francescani e per la partecipazione attiva delle varie componenti. Merito particolare di tutto ciò va a colui che ha 492 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 curato l’organizzazione dell’evento, Fr. Vito, parroco in Bari e delegato dei parroci della Compi, che ha suscitato un rinnovato interesse su un evento straordinario voluto da Giovanni Paolo II, evento che ha confermato al mondo intero Assisi come santuario della pace e i francescani come operatori di pace. Martedì 28 ottobre è stato dedicato in buona parte a tutti i Frati della Provincia S. Michele Arcangelo, convenuti per la circostanza al Santuario del Beato Giacomo in Bitetto. Saluti, clima festoso e grande movimento di Frati in santuario e nei locali del convento hanno caratterizzato l’accoglienza di quanti giungevano per la giornata di fraternità provinciale con il Ministro generale. Nel frattempo Fr. Josè visitava il santuario, sostava in preghiera davanti all’urna con le spoglie del Beato, visitava il locale museo della tradizione popolare e religiosa. Alle 9.30 una preghiera, con riferimento al centenario della Fondazione dell’Ordine, ha aperto l’incontro di tutta la Fraternità provinciale con il Ministro generale. I Frati presenti erano numerosi, pressoché tutta la Provincia ha risposto all’invito. Fr. José, prendendo la parola, ha ricordato gli atteggiamenti fondamentali chiesti all’Ordine intero dal progetto “La grazia delle origini”: discernimento, ascolto, restituzione. Ha proseguito indicando alla Provincia le sfide che l’attendono nel prossimo futuro e per cui occorre prepararsi, affinché il tempo e le situazioni non debbano decidere a posto nostro. Tra queste ha menzionato, in modo particolare, l’evangelizzazione e l’apertura missionaria. Sono seguiti interventi e domande dei Frati al Ministro generale fino allo scadere del tempo a disposizione. In chiesa i fedeli attendevano i Frati per unirsi alla solenne celebrazione eucaristica, presieduta dal Ministro generale. Questi all’omelia ha ripreso i passaggi della nostra formula della Professione e ha esortato i Frati a riprendere sovente questa formula con cui ci siamo consacrati al Signore, a ripeterla e meditarla ogni giorno. Al termine della Messa è intervenuto il Sindaco di Bitetto per salutare ufficialmente il Ministro generale, espri- mendo il grande onore della città per avere il privilegio di accogliere il successore di san Francesco. Ha elogiato i Frati Minori che hanno avuto parte attiva nel tessuto sociale e culturale del territorio, attivandosi nel passato per ricostruire materialmente e spiritualmente dopo i danni recati dalle guerre e dalle soppressioni. Congedati i Frati della Provincia, la giornata già ricca di incontri e di celebrazioni non è finita per il Ministro generale. Un rapido trasferimento ad un altro santuario, la Madonna del Pozzo, ha condotto Fr. José all’incontro con i Guardiani e i Formatori delle due Province della Puglia. La cornice architettonica che accoglie il Ministro generale è monumentale: il convento del 1700 e la “Reale Basilica”, dedicata alla Madonna, che custodisce l’immagine prodigiosa della Vergine, rinvenuta in un pozzo nelle vicinanze. L’incontro con i Guardiani e Formatori è avvenuto nella Sala capitolare appena restaurata e, per l’occasione, benedetta e inaugurata dal Ministro generale. Dopo una breve presentazione da parte dei due Ministri provinciali, Fr. José ha rivolto la parola ai convenuti per tratteggiare il servizio dell’autorità dentro la nostra forma di vita e nella Fraternità. Il ruolo del Guardiano è ritenuto fondamentale per l’animazione e vita della Fraternità; egli è responsabile dell’anima e del bene spirituale dei Frati che gli vengono affidati. Al Guardiano è richiesta una particolare formazione per svolgere un servizio così importante. Pure ai Formatori è richiesto di prepararsi e le Province hanno la responsabilità della formazione dei Formatori. Ad entrambi il Ministro ha raccomandato l’ascolto, l’accompagnamento, la trasmissione del Vangelo. Dopo l’incontro, la celebrazione solenne dei Vespri in Basilica ha introdotto il Ministro generale nella spiritualità del santuario e all’incontro con i devoti del luogo, particolarmente con i Francescani dell’OFS e della Gifra. Fr. José durante la celebrazione ha parole accorate per raccomandare la devozione alla Madre del Signore e per comunicare la sua personale esperienza di filiale relazione con questa mamma che è la Madonna. AD CHRONICAM ORDINIS Mercoledì 29 il Ministro generale è stato condotto a Castellaneta, passando così nell’altra Provincia della Puglia: la Provincia dell’Assunzione. Ad accoglierlo sono state per prime le Clarisse dei monasteri della Federazione di Puglia. Provenienti da sette monasteri si sono radunate in quello di S. Chiara a Castellaneta. Erano presenti i rispettivi Ministri provinciali e altri Frati. La Madre presidente e coordinatrice delle Federazioni d’Italia, Sr. Diana Papa, ha rivolto il saluto al Ministro e presentato i monasteri e la vita della Federazione. Rispondendo, il Ministro generale ha esortato le Sorelle Povere ad essere fedeli all’identità e alla specificità del carisma francescano, come accolto e vissuto da Chiara; ha ribadito che la contemplazione è ciò che dà senso alla vita claustrale delle Sorelle Povere, una vita che deve essere animata dalla parola di Dio e caratterizzata dalla Fraternità. Dopo la riflessione del Ministro, le Sorelle sono intervenute con domande e considerazioni varie. Il dialogo è diventato cordiale e fraterno fino al momento di recarsi in chiesa per la celebrazione eucaristica, in cui il Ministro generale ha ripreso il tema della consacrazione e della Parola. Dopo l’eucaristia, c’è stato il saluto del Vescovo locale, venuto appositamente per incontrare il Ministro generale, e il pranzo nel refettorio del monastero, dove Sorelle e fratelli hanno gustato le specialità preparate dalle Clarisse e condiviso tanta cordialità che ha colorato una giornata davvero gioiosa. Nel pomeriggio, sempre a Castellaneta ma nel convento S. Francesco, si è svolto l’incontro con i Professi temporanei e gli “Under ten” delle due Province. Il Ministro generale, dopo le presentazioni dei partecipanti, ha esordito dicendo che conosce i giovani in formazione e questo gli consente di essere chiaro e duro: «chiaro perché vi conosco, duro perché vi amo». Ha messo in guardia dalla tendenza alla mediocrità e ha insistito fortemente sull’accompagnamento. Ha fatto una rassegna delle grandi crisi che ognuno deve superare nel passaggio dalla giovinezza all’età adulta. Ha raccomandato il progetto di vita e l’uso dei Media, particolarmente di internet. Ha conclu- 493 so trasmettendo la sua convinzione che la nostra formazione iniziale dovrebbe essere molto più esigente. A loro volta i giovani Frati sono intervenuti rivolgendo al Ministro generale domande ed esprimendo pareri circa la vita nelle Fraternità e le difficoltà che si incontrano nei primi anni di professione; hanno segnalato anche la difficoltà alla condivisione tra i frati per l’abitudine ad un dialogo superficiale e i limiti imposti dalle strutture locali e provinciali. La giornata del 30 ottobre è stata dedicata agli incontri con il Definitorio provinciale e con i Frati nel convento S. Antonio in Lecce, sede anche della Curia della Provincia dell’Assunzione. Nell’incontro con il Definitorio Fr. José, dopo la presentazione da parte del Ministro provinciale, Fr. Tommaso, che ha riassunto l’anno di lavoro e di animazione del nuovo Definitorio, ha richiamato alcuni tratti del servizio di animazione e di amministrazione che competono al Definitorio e, poi, ha affrontato alcuni problemi particolari. Subito dopo il Ministro generale si è incontrato con numerosi Frati della Provincia. Iniziato con un momento di preghiera, l’incontro è proseguito con la presentazione della Provincia da parte del Ministro provinciale. Ha preso, quindi, la parola Fr. José segnalando ai Frati gli atteggiamenti fondamentali derivanti dal progetto dell’Ordine, «La grazia delle origini», e soffermandosi su alcune sfide che attendono la Provincia nell’immediato futuro. Inoltre, ha insistito particolarmente sulla necessità di crescere nella collaborazione tra Province, poiché l’interprovincialità è il futuro dell’Ordine. Dopo le parole del Ministro sono intervenuti i Frati con domande e osservazioni, fino allo scadere del tempo a disposizione. Infatti, bisognava terminare poiché era giunto l’Arcivescovo di Lecce, venuto appositamente per salutare il Ministro generale e la Provincia riunita. Nel primo pomeriggio un piacevole fuori programma ha permesso al Ministro generale di visitare uno dei capolavori artistici custodito dai nostri frati: la chiesa di S. Caterina in Galatina. Guidato dal Ministro provinciale e dal Guardiano, Fr. José ha po- 494 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 tuto ammirare e gustare i meravigliosi affreschi che abbelliscono questa antica chiesa; tra i famosi dipinti, ci sono anche delle splendide immagini di san Francesco. Si è dovuto far ritorno a Lecce, perché in serata era programmata la celebrazione eucaristica con tutti i Frati della Provincia, ma arricchita dalla Professione solenne di due giovani Frati: Luca e Martino. Anzi a questo evento si è aggiunta una nota singolare: il Diacono che ha svolto il servizio liturgico era il papà di uno dei neo-professi, Fr. Luca. Il Ministro generale ha presieduto la solenne celebrazione e nell’omelia, oltre a trasmettere tutta la sua gioia e commozione per la grazia di accogliere la consacrazione perpetua di due Frati, ha applicato i testi biblici all’evento che segna definitivamente la vita dei due giovani Professi: i tre radicalismi evangelici, espressi dai nostri voti, hanno lo scopo di orientarci totalmente a Cristo, per donarci a lui, per adorare non più se stessi ma solo Lui, per guardare il mondo come lo guarda il Signore. «Baciandovi i piedi, come direbbe S. Francesco, – ha proseguito il Ministro generale – vi chiedo di essere veri costruttori di fraternità, non solo consumatori di fraternità». Ha concluso esortando i Frati a far memoria di questo giorno in cui, con la Professione e come Maria di Nazareth, si promette: «si faccia di me, o Signore, come tu hai detto». L’ultima giornata della Visita, venerdì 31, è stata dedicata all’Infermeria provinciale di Leverano e all’incontro dei due Definitori riuniti assieme. Strada facendo, c’è stata una breve sosta per ammirare il convento di Lequile, grazioso edificio del ‘600 che conserva un importante refettorio e una storica biblioteca. Poi a Leverano la visita ai Frati anziani e infermi, tra i quali figure esemplari di missionari in Cina e Taiwan. Infine, l’incontro congiunto con i due Definitori provinciali per condividere un iniziale bilancio delle giornate di Visita e per raccogliere proposte per una più intensa collaborazione futura. Il Ministro generale, riassumendo idee e proposte, ha segnalato alcuni ambiti di possibile collaborazione interprovinciale e li ha sottoposti al parere dei Definitori e cioè: la formazione permanen- te, cominciando dai Guardiani, qualche incontro tra Definitori delle due Province di Puglia, la “Ratio Formationis” da elaborare assieme e un programma di ridimensionamento. Dopo aver condiviso la soddisfazione per i momenti ben riusciti della Visita del Ministro generale e dopo aver riconosciuto questo come momento favorevole per intensificare una mutua collaborazione, Fr. José ha concluso la Visita assicurando ai rispettivi Ministri e Definitori provinciali tutta la vicinanza e il sostegno da parte sua e del Definitore generale, per accompagnare il cammino delle Province e i nuovi passi che esse intraprenderanno circa l’animazione e la collaborazione. Il momento conviviale con i Frati dell’Infermeria, vivacizzato dagli interventi poetici e canori di alcuni di loro, è diventato il momento del congedo del Ministro generale dalla terra di Puglia prima di tornare a Roma, dove l’attendeva un nuovo tempo forte del Definitorio. 7. XX UCLAF FR. MARIO FAVRETTO Bogotá, Colombia, 17-22.11.2008 Dia 17 Con una emotiva celebración Litúrgica, en la Capilla central de la casa de san Bernardino de Siena, se dio inicio a la Vigésima asamblea de la Unión de Conferencias Latinoamericanas Franciscanas. El hermano Fernando Garzón, Ministro provincial, en calidad de anfitrión, dio un saludo fraterno a Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro general, y a los demás hermanos venidos de los diversos lugares de América Latina. El Ministro general y varios hermanos, en representación de los países de la región, recibieron la bandera patria respectiva y encendieron una luz como signo elocuente del llamado de “caminar como hijos de la luz”, en los diferentes lugares del continente donde se halla viva la huella franciscana. La Eucaristía, presidida por el hermano Ministro general, se celebró en la Fiesta de Santa AD CHRONICAM ORDINIS Isabel de Hungría, “quien pasó por esta vida como meteoro luminoso y encendió luces en la oscuridad de muchas almas”. El Ministro general, por su parte, saludó también a todos los presentes, en nombre del Definitorio general y, especialmente, de Fr. Luis Cabrera y de Fr. Ignacio Muro, quien estuvo ausente por motivos de salud. En el Auditorio del Colegio Virrey Solís, Fr. Mauro Vallejo dio inicio formal a la Asamblea. Precisó que el encuentro es el espacio propicio para dialogar, escuchar y hacer real el ideal de vivir en fraternidad restituyendo al Señor con las palabras y con la vida el don de la vocación. Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro general, desarrolló su ponencia intitulada: “Discípulos y misioneros. Aparecida y Córdoba nos desafían”. Luego abrió un diálogo fraterno en torno a las propuestas de su ponencia. Para finalizar, informó que partiría esa misma tarde por cuanto debe participar en una reunión programada por la Congregación para la Vida Consagrada en torno al tema de las contemplativas. En la tarde, Fr. Guido Zegarra presentó el documento “Evangelización. Comunidad Misionera para la Humanidad”, de Monseñor Edwin Kräuter, e invitó a los participantes a leer algunos textos y a comentarlos por Conferencias. Después del receso, Fr. Edgar Santos nos compartió una reflexión sobre “La misión y evangelización franciscanas en América Latina y el Caribe –desde las UCLAFS 2004 A 2006- a la luz del mensaje de Bahía: El Evangelio nos desafía”. Dia 18 La Liturgia fue animada por los hermanos de la Conferencia Bolivariana. Luego del desayuno y, para iniciar la sesión, el hermano Julio César Bunader propuso una pequeña oración del Papa Benedicto XVI, realizada en Aparecida. Fr. Guido Zegarra, por su parte, nos ofreció una breve síntesis del trabajo realizado el día anterior. Resaltó que el afiche de la Asamblea representa el camino que nuestras entidades han venido recorriendo para llegar preparados al Capítulo general del 2009. 495 Los secretarios de los grupos presentaron la síntesis de las dos preguntas formuladas. A continuación, se abrió el diálogo fraterno y se ampliaron algunas experiencias significativas. Fr. Alonso Morales sistematizó las respuestas en tres mediaciones de la Restitución: a los hermanos, a la Iglesia y a la sociedad. En la segunda parte de la mañana se entregó el documento: “I Congreso Misionero OFM de América Latina. Carisma y Misión: ¡Urgencia y audacia!”. El hermano Mauro Vallejo comentó que la UCLAF 2004 pidió la realización de un congreso misionero en América Latina y el Caribe, evento que se llevó a cabo en Córdoba, Argentina, del 14 al 19 de abril del 2008. En la tarde, el hermano Néstor Schwertz, Secretario general para la Evangelización, indicó algunas de las acciones llevadas a cabo por el Secretariado, especialmente las que se trataron en el Consejo Internacional. Asimismo, informó acerca de las propuestas elaboradas para el Capítulo General, el Ministro General y su Definitorio, el Secretariado General y para los secretarios de las conferencias y las entidades. Luego de la oración de la tarde y la cena fuimos invitados al Coliseo del Colegio Virrey Solís para una recreación fraterna. Dia 19 La celebración litúrgica estuvo animada por los hermanos de la Conferencia de “santa María de Guadalupe”. La figura que se ofreció para la reflexión fue la del Beato Juan Duns Escoto. Durante el ofertorio, los hermanos de la Conferencia presentaron la vestimenta de los indígenas Huicholes e invitaron a ver en ellos a todos los indígenas de nuestros pueblos latinoamericanos que luchan por conservar su identidad cultural en medio de sociedades, muchas veces excluyentes, y a reconocer en sus vidas las semillas del verbo presentes en su cultura y en sus manifestaciones religiosas. Durante la primera parte de la mañana, se dialogó en pequeños grupos sobre algunos temas. Los ejes que se propusieron 496 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 fueron: el Proyecto de misión franciscana latinoamericana, teniendo como eje inspirador a Córdoba, el Proyecto en el Amazonas, el Congreso latinoamericano de religiosos y laicos y un encuentro de jóvenes por conferencias. El hermano Stevao Ottenbreit presentó el trabajo de Misión Central de los Franciscanos. Indicó cómo después del Concilio Vaticano II surgieron varias iniciativas que buscaban establecer puntos comunes. En este ambiente, nació la familia franciscana y la Misión Central de Franciscanos. Por otra parte, comentó que la iniciativa no es exclusivamente alemana, sino que reúne a franciscanos de varios países de Europa, tales como Holanda, Austria, Bélgica y Francia, entre otros. En las horas de la tarde, Fr. Luis Cabrera hizo un comentario sobre la preparación al Capitulo general 2009, el redimensionamiento de las presencias en América Latina y la función de los Definidores generales. La jornada finalizó con la entrega de las propuestas para el Capítulo general 2009 por parte de JPIC. Dia 20 Este día fue destinado a visitar la Villa de san Diego de Ubaté, población en la cual se encuentra ubicado el noviciado de la Provincia de la Santa Fe. Los hermanos novicios y sus formadores ofrecieron un abundante desayuno y, luego, proyectaron un video en el cual se relata una breve historia de la casa y sus actividades. La “segunda estación” fue la población de Chiquinquirá, Boyacá, corazón mariano de Colombia por excelencia. Allí se encuentra ubicada la Basílica de Nuestra Señora del Rosario, un santuario custodiado por los hermanos de la Orden de santo Domingo de Guzmán. Contemplando el hermoso y verde paisaje, llegamos en “la tercera etapa” a Villa de Leiva, en Boyacá. Una vez llegados al Duruelo, pasamos al comedor típico, mientras contemplábamos la belleza de las flores, de la edificación en sí y de su entorno. Luego, dimos un breve recorrido por las calles de la hermosa y colonial Villa de Leiva, apreciando sus calles empedradas, sus balcones con abundantes flores, sus tejas de barro y sus casas típicas. Al llegar nuevamente a la casa de san Bernardino de Siena, con un aplauso de gratitud, se hizo un reconocimiento a quienes se esforzaron por procurarnos este día de descanso. Dia 21 La Conferencia del Cono Sur tuvo a su cargo la animación de la liturgia. Las oraciones fueron tomadas de la presentación de la Virgen María; las lecturas y la reflexión del tema de la espiritualidad franciscana. Fue muy significativo que el kirye y la aclamación después de la doxología fueran entonados en lengua guaraní, como una manera de unirnos a las expresiones de fe de tan apreciado pueblo. En la mañana, las conferencias trabajaron los temas propuestos. Entre ellos, estaban los siguientes: El proyecto de Amazonía, por las Conferencias Bolivariana y la Brasilera); y el Proyecto de una fraternidad internacional para preparar misioneros en América Latina, por las Conferencias del Cono Sur y de Santa María de Guadalupe. Respeto al Proyecto del Congreso Internacional OFM de laicos y religiosos, se pidió que en ambos grupos se planteen sugerencias. Por la tarde, los Ministros y Custodios se reunieron aparte con la fin de abordar temas propios de su servicio como animadores de las fraternidades provinciales y/ o custodiales. En la segunda parte, nuevamente se reunió toda la Asamblea para decidir sobre los proyectos y propuestas de carácter vinculante a ser ejecutadas por la UCLAF. El encuentro concluyó el día 22 por la mañana, con la votación de los acuerdos finales y la celebración de la Eucaristía presidida por Fr. Mauro Vallejo, Presidente saliente de la UCLAF. Dios mediante, la próxima Asamblea de la UCLAF se realizará en la Conferencia del Cono Sur, en el 2010. FR. MARIO WILSON RAMOS, OFM AD CHRONICAM ORDINIS 8. Visita alle Province OFM di Salerno, Napoli e Benevento Baronissi/Napoli/Benevento, 21-29.11.2008 Venerdì 21 novembre il Ministro Generale, accompagnato dal Definitore italiano Fr. Mario, ha lasciato la Curia per visitare le tre Provincie italiane, che hanno come territorio le Regioni della Campania e della Basilicata: le Province di Salerno, Napoli e Benevento. La partenza da Roma nelle prime ore del mattino ha permesso di raggiungere in poche ore il Convento SS. Trinità a Baronissi, sede della Curia provinciale della Provincia Salernitano-Lucana dell’Immacolata Concezione. Ad attendere e ad accogliere il Ministro generale era presente il Ministro provinciale, Fr. Manlio Di Franco, che assieme ai Frati della locale Fraternità, ha introdotto Fr. José nel grande complesso conventuale, da poco restaurato, che oltre alla Curia provinciale comprende anche una parte adibita all’accoglienza di gruppi e all’animazione vocazionale. Alle 9.30 ha avuto inizio il primo impegnativo appuntamento di questa prolungata visita fraterna: l’incontro con tutti i Frati della Provincia. L’incontro è avvenuto nel salone del convento che in breve tempo si è riempito di Frati provenienti da ogni casa. Praticamente era presente la Fraternità provinciale al completo, un centinaio di Frati tra cui spiccava una consistente presenza giovanile. L’incontro è iniziato con un breve momento celebrativo di preghiera, davanti alla croce di S. Damiano. Ha preso, poi, la parola il Ministro provinciale per presentare al Ministro generale la Provincia Salernitano-Lucana. Fr. Manlio con espressioni molto schiette e dirette ha illustrato la situazione provinciale: i numeri, le presenze, le attività principali, gli obiettivi e le scelte degli ultimi anni e del Capitolo provinciale, l’impegno della evangelizzazione, la cultura, le difficoltà che sta vivendo la Provincia. Tra le molteplici cose belle in cui la Provincia ha creduto attivandosi con successo, c’è anche qualche timore che rischia di bloccare la Fraternità: il ridimensionamento di presenze e attività, la qualità di vi- 497 ta fraterna e l’interprovincialità. Dopo avere espresso parole di apprezzamento per quadro realistico descritto dal Provinciale nella presentazione, Fr. José ha iniziato il suo intervento ricordando il cammino dell’Ordine verso l’ottavo centenario della fondazione. Ha proseguito sintetizzando gli atteggiamenti irrinunciabili che ogni frate ed ogni Provincia devono adottare per non separarsi dal cammino intrapreso dall’Ordine intero: il discernimento, l’ascolto, la Parola, la gratitudine per il dono della vocazione. Il Ministro generale è passato, quindi, ad indicare alcune sfide che incombono sulla Provincia e dalle quali essa non può sottrarsi: la formazione, l’interprovincialità, il ridimensionamento, la evangelizzazione. Non sono mancati, infine, riferimenti alla Fondazione Madonna di Fatima, in Brasile, che Fr. José ha visitato in tempi non lontani, e che costituisce uno dei maggiori impegni di evangelizzazione per la Provincia. Alle parole del Ministro generale ha fatto seguito un tempo di dialogo con chiarimenti e domande. Subito i Frati intervengono in assemblea per rivolgere domande, chiedere qualche informazione, condividere alcune situazioni problematiche. Dopo mezzogiorno ci si è recati in chiesa, per la celebrazione eucaristica. All’omelia il Ministro ha sviluppato il tema della formula di Professione, esortando i Frati a ricordare quanto è stato promesso e a rinnovare abitualmente la propria adesione al Signore, rileggendo la formula con cui ci è consacrati definitivamente al Signore. Nel pomeriggio il Ministro generale si è incontrato con il Definitorio provinciale. È stata l’occasione per conoscere più da vicino l’animazione della Provincia, le difficoltà e la modalità di operare di questo governo provinciale. Fr. José ha parlato con i il Definitorio del servizio di autorità e dell’animazione; ha raccomandato di perseguire e di esigere la trasparenza economica; ha esortato ad intensificare la collaborazione tra Province. Tra un incontro e l’altro, un breve intervallo ha consentito al Ministro generale di visitare il museo del convento di Baronissi, 498 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 creato di recente, che raccoglie opere e arredi di valore della chiesa e del convento. Fr. Pietro ha fatto da guida, illustrando le varie opere e raccontandone la provenienza. La raccolta è veramente degna di una esposizione e si rivela una modalità apprezzata per condividere il nostro patrimonio artistico. In serata un nuovo e insolito appuntamento ha condotto il Ministro generale a Mercato San Severino: la celebrazione di apertura del 650° della fondazione del convento. L’accoglienza del Ministro generale è stata solenne e calorosa. Il parroco, Fr. Giuseppe, prima e poi il guardiano, Fr. Tommaso, si sono fatti interpreti della gioia e della commozione della popolazione per la straordinarietà della presenza del successore di san Francesco. Nonostante il cattivo tempo, i fedeli presenti erano molto numerosi ed hanno stretto Fr. José da ogni parte; anche i Frati della Provincia sono intervenuti in buon numero. Il Ministro generale all’omelia ha ricordato i momenti storici che hanno dato vita alla presenza francescana in Mercato S. Severino. Ha sottolineato la vicinanza e l’affetto della gente verso i Frati e ha raccomandato ai Frati di rimanere fedeli alla vocazione di essere “i frati del popolo”. Dopo la celebrazione eucaristica il Ministro ha visitato la Comunità terapeutica per tossicodipendenti che vive e opera nei locali adiacenti alla chiesa, messi a disposizione dai Frati. L’incontro con i giovani ospiti della comunità è stato affettuoso e, da parte del Ministro generale, molto paterno. Egli ha manifestato la sua personale conoscenza e ammirazione per i giovani che, dopo aver conosciuto da vicino la morte, hanno scelto la vita. Ha incoraggiato la comunità a non esitare nel cammino di recupero della vita e dei valori e ha incoraggiato i Frati a proseguire in questa carità che ai nostri giorni sta offrendo uno dei messaggi evangelici più attuali e più forti. La giornata seguente, sabato 22 novembre, è stata dedicata alla formazione. Al mattino l’incontro con i giovani in formazione iniziale delle tre Province. L’incontro si è svolto a Baronissi e ha visto riuniti i Professi temporanei e i Postulanti, prove- nienti dalle rispettive case di formazione, i Novizi dalla casa di Noviziato comune a Piedimonte Matese. Erano oltre 50 giovani che, con vivacità e calore, si sono incontrati con il Ministro generale. Ad essi Fr. José ha ribadito: «voi siete il presente, non il futuro dell’Ordine». Poi ha esposto il suo pensiero sulla nostra formazione alla vita dei Frati Minori: si tratta di una formazione “personalizzata” che deve toccare la persona: testa, cuore, mani e piedi. Il Ministro ha specificato che la formazione deve essere progressiva ed esperienziale, ma facendo ben attenzione alle esperienze che, se non sono preparate e accompagnate, diventano esperimenti e quindi momenti per niente formativi. Ha nuovamente insistito su alcuni aspetti concreti da curare durante la formazione: l’accompagnamento, la dimensione umana, la maturità affettiva, la preparazione all’uso dei mezzi di comunicazione, soprattutto internet. Il Ministro senza esitazione ha comunicato la sua convinzione che la formazione oggi, nell’Ordine, deve essere molto più esigente. L’incontro con i Frati in formazione iniziale è proseguito con numerosi interventi dei presenti, fino all’ora della celebrazione eucaristica. Poi, nella bella cornice della chiesa di Baronissi, il Ministro generale presiede l’eucaristia, concelebrata dai Ministri provinciali e animata dai giovani frati. “Mai abbastanza!”, ha detto con forza all’omelia, riferendosi all’esperienza di san Francesco, “il Signore è Colui che non è mai abbastanza. Questa esigenza profonda va compresa e vissuta da chi consacra la sua vita a Dio”. Nel pomeriggio c’è stato l’incontro con tutti i Formatori delle tre Province: un gruppo numeroso. Il Ministro si è rivolto loro ricordando il ruolo di prioritaria importanza che la formazione svolge nell’Ordine e per ogni Fraternità provinciale. Riprendendo alcuni temi trattati con i Frati in formazione, egli ha ribadito che la formazione deve diventare più esigente. Il tempo per questo incontro era ristretto a motivo della coincidenza di un ulteriore appuntamento programmato per la presenza del Ministro generale: la Prolusione e Inaugurazione del- AD CHRONICAM ORDINIS l’Anno Accademico dello Studio Francescano Interprovinciale di Nola. L’assemblea, per la straordinaria occasione presieduta dal Ministro generale, era composta dai Ministri provinciali, dai docenti e studenti. Il Prefetto dello Studio, Fr. Giacinto D’Angelo, prendendo la parola ha introdotto l’atto accademico. Il Ministro generale a sua volta è intervenuto ricordando l’importanza vitale dello studio nella vita dell’Ordine, fin dalle origini. Quindi il Prof. Giovanni Turco ha tenuto la prolusione di apertura, illustrando il Seminario permanente di studio dei testi di Giovanni Duns Scoto, iniziativa accademica del tutto nuova che sarà aperta alla partecipazione dei Frati interessati delle Province della Campania, e che si protrarrà per tutto l’anno. Il Seminario si propone di favorire la conoscenza organica del pensiero filosofico-teologico di Giovanni Duns Scoto. La giornata seguente, domenica 23, è stata quasi totalmente dedicata alle Sorelle Clarisse della Federazione “Regina Ordinis Minorum” della Campania e Basilicata. La Federazione comprende cinque monasteri presenti sul territorio delle tre Province e l’incontro è avvenuto nel Monastero di Serino. Il Ministro generale vi è giunto al mattino, assieme ai Ministri Provinciali, all’Assistente Fr. Ciro Stanzione e ad altri Frati. Le Sorelle sono arrivate dai vari monasteri e nella sala dell’incontro si respirava un clima di grande cordialità. L’incontro è iniziato con un momento di preghiera, animato dal canto, dal flauto e dalla chitarra delle Sorelle. Quindi la Madre Presidente ha preso la parola per presentare la Federazione al Ministro generale e lo ha ringraziato per aver promosso il Convegno delle Presidenti di tutto l’Ordine, all’interno delle iniziative per l’VIII centenario della Fondazione dell’Ordine. Ha elencato i passi compiuti nel campo formativo con gli incontri per le Madri Abbadesse e con una sorta di gemellaggio con la Federazione Umbra per la formazione delle Sorelle formande. Ha accennato alla recente erezione canonica del monastero di Potenza, frutto di una fondazione di Serino; ha auspicato una collaborazione più intensa nella Federazione. 499 Nel suo intervento il Ministero generale ha esposto le priorità della loro vita e la straordinaria attualità della dimensione che loro custodiscono oggi nella Chiesa. Ha insistito nell’affermare che la Regola e gli scritti di Chiara chiedono alle Sorelle Povere di essere una Fraternità, una Fraternità di contemplative. Il Ministro si è, pertanto, dilungato ad illustrare il significato di contemplazione come inteso da Chiara, attingendo ripetutamente dai suoi scritti. Le parole del Ministro hanno suscitato interventi e domande in abbondanza, da parte delle Sorelle. Si è fatto, tra l’altro, riferimento anche al prossimo centenario clariano del 2012 che bisogna cominciare a programmare. Per concludere questa prima fase dell’incontro, ecco un “rito” particolarmente fraterno che è consistito nell’offerta dei doni al Ministro generale. Ogni monastero aveva preparato qualcosa di caratteristico per il Ministro: una corona francescana, un presepe, un paramento, dolci speciali. Nel pomeriggio ancora un momento importante per sigillare l’incontro con il Ministro generale: la celebrazione dell’eucaristia, animata con i canti dalle Sorelle e concelebrata dai Ministri provinciali e da alcuni Frati delle Fraternità circostanti. Nell’omelia il Ministro ha ripreso il tema della consacrazione e della importanza di tale dono per la Chiesa. Il tramonto stava già tingendo il cielo di vari colori, ma per il Ministro generale la giornata non era ancora terminata perché un ulteriore appuntamento lo attendeva sul golfo di Napoli, a Torre Del Greco, dove la comunità parrocchiale S. Antonio, affidata alla nostra Fraternità, celebrava l’apertura del Convegno sulla Parola di Dio. L’iniziativa è motivata dall’Anno Paolino e dal recente Sinodo dei Vescovi che ha avuto come tema la Parola. Il Ministro generale, a motivo della sua personale partecipazione come membro del Sinodo sulla Parola, è stato invitato a presiedere la celebrazione di apertura del Convegno che durerà alcuni giorni. Dopo l’accoglienza fraterna da parte dei Frati della locale Fraternità, una chiesa gremita attendeva il Ministro. Al termine, il Ministro ha ringraziato i presenti per 500 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 l’affetto verso i Frati e li ha invitati a sostenerli sempre con la vicinanza e la collaborazione. Lunedì 24 novembre, ancora una giornata impegnativa per il Ministro generale, che doveva incontrare la Fraternità provinciale di Napoli. L’incontro è avvenuto nel convento di S. Vito a Marigliano, nell’entroterra Napoletano, dove i Frati erano giunti per tempo e numerosi. Un momento di preghiera centrato sulla Parola ha aperto l’assemblea; quindi Fr. Agostino Esposito, Ministro provinciale, ha presentato a Fr. José la Provincia Napoletana del SS. Cuore di Gesù, riassumendo i dati principali, la situazione attuale e il cammino intrapreso, con riferimento alle Priorità. Tra gli aspetti problematici sono stati segnalati il progressivo calo numerico e l’affievolimento della vita spirituale. Tra gli aspetti positivi che stanno segnando l’impegno provinciale, ha menzionato: la riqualificazione della vita fraterna e il ridimensionamento di presenze, la formazione e lo studio, un progetto organico di evangelizzazione e l’interprovincialità. Il Ministro generale, prendendo la parola ha ringraziato Fr. Agostino per la presentazione chiara e franca della situazione provinciale, presentazione che anticipa quanto sta per dire ai Frati, benché non vi sia stato alcun accordo precedente. Prendendo, quindi, come riferimento il cammino dell’Ordine in vista della celebrazione della grazia delle origini, ha esposto alla Fraternità provinciale gli atteggiamenti fondamentali che bisogna assumere nell’ora attuale. Ha, poi, parlato di alcune sfide che attendono la Provincia. Si è soffermato sull’Evangelizzazione che impegna particolarmente la Fraternità provinciale con un numero consistente di parrocchie e altre forme di pastorale; un riferimento all’evangelizzazione missionaria, ha permesso al Ministro di parlare della Custodia del SS. Cuore di Gesù in Brasile, una Entità promettente e in crescita ma che non può esaurire l’interesse e lo slancio missionario di tutta la Fraternità provinciale. Ha accennato anche alla sfida dell’interprovincialità, indicando risolutamente alla Provincia la necessità di pro- muovere ulteriori forme di collaborazione, oltre a quelle già esistenti che riguardano il Noviziato, lo Studio Teologico e gli incontri “Under ten”; chiedendo espressamente di pervenire a un Progetto formativo comune per le tre Province vicine. Pure la formazione costituisce una sfida, ha detto il Ministro, su cui si gioca il nostro futuro, come Province e come Ordine; si deve curare il più possibile la formazione permanente, insistendo con le proposte ai Frati e alle Fraternità locali, e curare particolarmente anche la formazione dei Guardiani e dei Formatori. Terminato l’intervento, con spontaneità sono state rivolte al Ministro considerazioni e domande. Ne è scaturito un vivace dialogo, nel quale il Ministro ha risposto, spiegato, rettificato. Dopo mezzogiorno c’è stata la celebrazione eucaristica durante la quale il Ministro generale, all’omelia, ha sviluppato una riflessione sulla formula della Professione. Nel pomeriggio dello stesso giorno il Ministro generale ha incontrato il Definitorio della Provincia Napoletana. Con esso il Ministro si è soffermato su alcuni problemi emergenti della Provincia: la collaborazione tra Province, la formazione e l’esigenza di criteri comuni per le varie tappe formative. Dopo questo incontro c’è sta la visita alla Biblioteca collocata nei locali del convento di Marigliano, rinnovata di recente e aperta al pubblico. Una ulteriore visita, riguardante il patrimonio artistico custodito dalla Provincia Napoletana, ha condotto il Ministro generale a S. Chiara, nel cuore della città di Napoli, sede della Curia provinciale, per ammirare il museo del complesso monumentale di S. Chiara. Il Ministro generale, guidato dal Provinciale e dal Guardiano di S. Chiara, ha passato in rassegna i reperti antichi dell’epoca romana e le opere d’arte che si susseguono a scandire i secoli di vita e di prestigio di questo importante monumento napoletano. Il mattino di martedì 25 novembre è stato dedicato all’incontro con i responsabili dei vari settori del Segretariato dell’Evangelizzazione delle tre Province. L’incontro AD CHRONICAM ORDINIS è avvenuto a Grumo Nevano presso il nostro convento di S. Caterina. I rappresentanti ovviamente erano numerosi, dato il grande impegno delle Province nell’ambito dell’Evangelizzazione sul territorio. Dopo la preghiera iniziale, il Segretario per l’Evangelizzazione Fr. Gennaro Russo, a nome degli altri due Segretari, Fr. Pietro Anastasio e Fr. Domenico Tirone, ha esposto al Ministro generale la relazione sullo stato e sull’attività dei Segretariati delle tre Provincie di Campania e Basilicata. Per avere un’idea: si fa riferimento a 25 parrocchie conventuali, a 27 parrocchie extraconventuali e a 13 santuari, con circa 120 Frati che vi operano; inoltre circa 80 Frati curano l’assistenza spirituale di 106 Fraternità OFS. Il Ministro generale ha preso la parola per esporre ai presenti il pensiero dell’Ordine sull’Evangelizzazione: «noi esistiamo per la missione. L’Evangelizzazione non va considerata una attività in più, ma la nostra stessa vocazione». Ha proseguito indicando alcune sfide odierne per l’Evangelizzazione: l’ostacolo alla Evangelizzazione non sta fuori, ma dentro noi stessi; occorre dare qualità al nostro messaggio e creatività nel nostro modo di evangelizzare; è indispensabile il dialogo con la cultura attuale. Circa la missione ad gentes il Ministro ha insistito che torni ad essere al centro dei nostri interessi, poiché rischia di essere dimenticata, a motivo del benessere e delle comodità che creiamo nelle nostre case. Anche la collaborazione con i laici diventa oggi un fattore determinante del successo nelle Missioni. Dopo l’intervento del Ministro generale, si è intavolato un dialogo aperto tra i rappresentanti e il Ministro stesso. Dopo la celebrazione eucaristica e il pranzo, il Ministro generale si è rimesso in strada per raggiungere nel pomeriggio il convento di S. Maria Occorrevole a Piedimonte Matese, luogo del Noviziato interprovinciale. Il Guardiano, Fr. Elia, e il Maestro, Fr. Antonio, hanno presentato la Fraternità interprovinciale che ha accolto festosamente il Ministro generale. Cinque Frati e quattro Novizi compongono attualmente la casa di Noviziato. Il luogo è sug- 501 gestivo, denominato nel passato “la Verna del sud Italia”, si trova in posizione elevata e separata dall’abitato. La chiesa conserva i tratti antichi di qualche ampliamento e una magnifica abside affrescata. Il convento presenta la struttura e gli elementi tipici degli edifici Alcantarini. Poco lontano si trova la “Solitudine”, un romitorio per trascorrere tempi di più intenso ritiro e tuttora utilizzato dai novizi o da chiunque desideri qualche esperienza eremitica. Dopo la visita ai vari luoghi del santuario, il Ministro si è intrattenuto con la Fraternità locale per condividere alcune indicazioni riguardanti l’esperienza del noviziato e la sua importanza nella formazione iniziale. Subito dopo il Ministro ha presieduto la celebrazione solenne dei Vespri. Giovedì 27 novembre il Ministro generale si è trasferito a Benevento, presso il convento S. Maria delle Grazie. Nel pomeriggio era programmato l’incontro con i tre Definitori delle Province di Benevento, Napoli e Salerno. L’incontro aveva come scopo la condivisione delle impressioni dei rispettivi Governi provinciali e quindi di raccogliere le proposte o idee circa le possibilità di collaborazione tra Province, specialmente nell’ambito della Formazione, della Evangelizzazione. Si è convenuto che tra gli obiettivi dell’animazione, da parte di ogni Governo provinciale, deve trovare posto anche l’interprovincialità: intesa non come preparazione a fusioni future, ma interprovincialità da percepire come un valore che predispone a cammini e scelte condivise. Si è recepita anche l’intenzione di proseguire verso la elaborazione di Progetti comuni della formazione e dell’evangelizzazione per le tre Province. Venerdì 28 novembre si è vissuto un altro dei momenti forti della visita del Ministro generale: la giornata di incontro con tutti i Frati della Provincia beneventana. L’incontro è avvenuto presso il santuariobasilica S. Maria delle Grazie in Benevento, che è pure sede della Curia provinciale. I Frati sono giunti numerosi dalle varie case e l’incontro ha avuto inizio con una breve celebrazione preparata per l’occasione. Quindi Fr. Sabino Iannuzzi, Ministro pro- 502 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 vinciale, ha salutato il Ministro generale presentandogli la Provincia e il cammino che sta compiendo dopo un anno dal Capitolo provinciale. «Siamo una Provincia che “crede” nella formazione e che “da sempre” evangelizza», ha detto il Ministro provinciale descrivendo la sua Fraternità composta di 83 fratelli, con una Fondazione in Brasile. Fr. José, dopo aver ringraziato il Ministro provinciale per la presentazione della Provincia, ha illustrato ai presenti il cammino dell’Ordine, che, con il progetto la “Grazia delle Origini”, ha proposto tre atteggiamenti fondamentali da assumere e promuovere nel tempo presente, mentre ci prepariamo a celebrare il Centenario della fondazione dell’Ordine. Il primo atteggiamento fondamentale è il discernimento: facendo riferimento al recente Capitolo provinciale, ha esortato i Frati a entrare in questo atteggiamento che deve portare non solo l’intera Provincia, ma ogni singola Fraternità, a domandarsi quali siano le modalità e le scelte più efficaci per rendere la nostra vita significativa. Il secondo atteggiamento fondamentale è quello di progettare la propria vita e missione ispirandoci al Vangelo, come fece Francesco, poiché non si può continuare a lasciare che le situazioni o il tempo decidano per noi. Infine, l’atteggiamento da assumere per entrare realmente nello spirito del Centenario che stiamo per celebrare è la restituzione. Tra il bene da restituire al Signore, ogni Provincia – anche la beneventana – ha una grande storia e figure di santità vissuta. Proseguendo il suo intervento, Fr. José ha indicato alcune sfide che la Fraternità provinciale si trova ad affrontare in questo momento storico: l’Evangelizzazione, che comprende anche la missione ad gentes; il ridimensionamento di presenze e di attività in funzione di una migliore qualità della vita fraterna e di qualche apertura al nuovo; l’interprovincialità, che non è dovuto semplicemente alla necessità di rispondere a qualche bisogno locale, oppure ad emergenze che prima o poi si presenteranno, ma all’opportunità di poter realizzare alcuni valori essenziali del mostro carisma. Le parole del Ministro generale hanno provocato interventi e domande varie da parte dei Frati presenti. Dopo il dialogo ci si è recati in basilica per la solenne celebrazione dell’eucaristia, presieduta dal Ministro generale. All’omelia è stata proposta una meditazione sugli aspetti essenziali della nostra formula di Professione: una meditazione e verifica che ogni frate dovrebbe compiere abitualmente. Al termine della celebrazione un segno ha sigillato questo momento straordinario: il Ministro generale ha consegnato ad ogni Frate una icona raffigurante san Paolo, per ricordare l’anno paolino e l’importanza vitale della Parola nella nostra vita. Il pomeriggio della stessa giornata ha impegnato il Ministro generale nell’incontro con il Definitorio provinciale della Provincia Sannito-Irpina. Dopo aver ascoltato la presentazione delle modalità di lavoro e di come il Definitorio sta attuando il mandato del Capitolo provinciale, il Ministro generale ha proposto al Governo provinciale alcune indicazioni sul ruolo del Definitorio stesso. Ha insistito nel chiedere che esso sia la prima Fraternità della Provincia, mantenendo l’unità e permettendo la diversità, coltivando la fiducia reciproca. Ha raccomandato di curare, dopo l’animazione della Fraternità provinciale, anche l’amministrazione, con particolare vigilanza e attenzione al patrimonio che deve essere a servizio della gente, ma custodendo con molta cura la parte artistica. Sabato 29 novembre ci sono stati gli ultimi appuntamenti della Visita a Benevento. In mattinata, come fuori programma, il Ministro provinciale ha offerto a Fr. José la possibilità di compiere una fugace visita alla vicina Pietrelcina, paese natale di Padre Pio. Alle ore dieci il Ministro generale ha incontrato i Frati “Under ten” delle tre Province. Si è iniziato con una breve celebrazione preparata per l’occasione e con l’intronizzazione della Parola. Quindi Fr. Antonio, uno dei responsabili provinciali dei Frati “Under ten” ha presentato il cammino e le iniziative delle Province per questi Frati. «Siamo una fraternità di 54 frati – ha detto – così divisi: 23 della Provincia del AD CHRONICAM ORDINIS S. Cuore di Napoli; 24 della Provincia dell’Immacolata, di Salerno; 7 della provincia S. Maria delle Grazie, di Benevento». La maggior parte di essi ha già ruoli di responsabilità nelle rispettive Province. Il Ministro generale, dopo aver ascoltato la presentazione, si è rivolto ai giovani Frati ricordando il Capitolo delle Stuoie “Under Ten” del 2007 e facendo notare quale grande diversità c’è tra questo e il primo Capitolo convocato a Santiago 15 anni prima. Anche nella nostra Fraternità si avverte il rapido cambio generazionale. Il Ministro ha proseguito raccomandando tre cose: l’accompagnamento personalizzato, il progetto personale di vita, la formazione permanente. Dopo aver illustrato questi tre aspetti, ritenuti vitali per l’esperienza dei primi anni di Professione, Fr. José ha invitato i presenti a condividere la propria esperienza o qualche idea, in clima di dialogo fraterno. Gli interventi da parte dei Frati “Under ten” non si sono fatti attendere e, con vivacità e schiettezza, hanno presentato al Ministro situazioni buone ed esperienze difficili che stanno vivendo. Nel pomeriggio di sabato è avvenuta la conclusione della Visita: l’incontro e la celebrazione eucaristica con il laicato francescano della Campania e Basilicata. Dal primo pomeriggio è stato un succedersi di gruppi e pullman provenienti dalle varie parti della Regione. Erano i rappresentanti delle Fraternità OFS e GiFra della Regione e sono venuti per manifestare il particolare legame con il Primo Ordine e con il successore di san Francesco. La grande basilica S. Maria delle Grazie è gremita da oltre un migliaio di francescani. Un gruppo GiFra ha animato la musica e il canto e i Frati presenti e i concelebranti erano numerosi. All’omelia il Ministro generale ha ribadito l’attualità di san Francesco e della sua proposta evangelica, ricordando poi il ruolo indispensabile dei laici nella Chiesa e nel nostro carisma. Nel clima di gioiosa condivisione e tra espressioni calorose di affetto e di fraterna vicinanza, si è terminata così la prolungata Visita del Ministro generale alle tre Province di Campania e della Basilicata; Visita 503 che ha fatto incontrare i numerosi Frati che qui operano e che ha permesso di conoscere anche belle realtà, espressioni del tradizionale impegno delle nostre presenze in questo territorio. FR. MARIO FAVRETTO 9. Visita alla Provincia di sant’Antonio a Monaco di Baviera in Germania München, 1-3.12.2008 Il Ministro generale, Fr. José R. Carballo, e il Definitore, Fr. Jakab Várnai, hanno visitato la Provincia di sant’Antonio a Monaco di Baviera in Germania, dal 1 al 3 dicembre 2008. L’arrivo era previsto alle ore 11 del 1° dicembre, ma a causa delle difficoltà di viaggio si è giunti a Monaco di Baviera solo alle ore 19. Nella serata si è svolto un incontro con il Definitorio della Provincia. In tale incontro al Ministro generale è stato illustrato il cammino della Provincia in questi ultimi anni e la preparazione della nuova unica Entità in Germania, la cui erezione è prevista per il 1 luglio 2010. Nella prima mattinata del 2 dicembre c’è stata la visita al Convento di “Sankt Anna” in Monaco, sede della Curia provinciale. Il Convento, destinato a diventare la sede della nuova unica Provincia, è stato totalmente ristrutturato. Si è proseguito con l’incontro con tutti i Frati della Provincia. Nel suo intervento il Ministro generale si è soffermato, in modo particolare, sull’evangelizzazione francescana e sulle sfide del mondo di oggi. Nel dialogo sono emerse alcune tematiche, come, ad esempio, il ruolo dei Frati laici nell’Ordine e l’appartenenza alla Fraternità universale. Nel pomeriggio ci si è trasferiti nel Nord della Provincia, raggiungendo il santuario di Kreuzberg (Montagna della Croce), dove la Provincia offre anche ospitalità a numerosi pellegrini e continua la lunga tradizione, da 277 anni, della produzione della birra. Qui il Ministro ha incontrato la Fraternità locale e i Frati venuti dalla regione. Ai due incontri della giornata 504 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 hanno partecipato anche Frati della Polonia e della Croazia. Il 3 dicembre si è svolta l’inaugurazione della “Casa Frate Francesco” (Bruder Franz-Haus), il più vecchio edificio del luogo, rinnovato con l’aiuto della diocesi di Würzburg e di diversi enti amministrativi del comune e della regione. In questo edificio ristrutturato, con un Frate responsabile per l’accoglienza dei pellegrini e dei visitatori, verranno presentati la vita e il messaggio di san Francesco, l’attività della Famiglia Francescana nelle varie parti del mondo e verrà offerta la possibilità di meditare il Cantico delle Creature in sale a ciò predisposte. Alle 10 si è svolta la celebrazione eucaristica, presieduta da Friedhelm Hofman, Vescovo di Würzburg, ed alle 11 il Ministro generale ha benedetto la “Casa Frate Francesco”. La visita si è conclusa con un incontro con i Frati della zona venuti per la circostanza. Per l’intera giornata è nevicato, il che non ha impedito ai visitatori di raggiungere l’aeroporto di Francoforte per il volo di ritorno a Roma. FR. JAKAB VÁRNAI Definitore generale 10. El Ministro general celebra con la Bética el primer siglo franciscano en Guadalupe La Provincia Bética Franciscana (España) ha celebrado del 1 al 5 de diciembre de 2008 un acontecimiento que hace un siglo marcó la vida provincial y que ha ido dinamizando a lo largo de esta centuria gran parte de sus anhelos franciscanos y misioneros: la llegada de los Hermanos Menores al Monasterio de Santa María de Guadalupe (Cáceres). El gran monasterio jerónimo, joya gótico-mudéjar de la segunda mitad del siglo XIII, estaba deshabitado y abandonado durante 72 años, debido a la injusta desamortización de 1835. El 7 de noviembre de 1908 la Provincia Bética se hizo cargo de él, comenzando desde entonces un resurgimiento espléndido, tanto de la devoción a la Virgen de Guadalupe como de restauración de su inmenso patrimonio arquitectónico, artístico y documental, que le ha merecido ser declarado Patrimonio de la Humanidad en 1993. Hoy, como lo fue en su glorioso pasado, es un foco de devoción mariana, no sólo para España sino con proyección hispanoamericana, símbolo de la región extremeña, y meta de peregrinos, entre ellos el papa Juan Pablo II, en 1982. Esta efemérides merecía ser celebrada con carácter familiar pero también con la solemnidad que requería la ocasión. Para ello se ha celebrado un Congreso, del 1-5 de diciembre, que ha puesto de relieve los aspectos más relevantes durante este siglo de presencia minorítica en el monasterio guadalupano: la presencia y labor restauradora, devocional, pastoral y social de los franciscanos, su patrimonio histórico-artístico y musical, su tradición culinaria y hospedera, y retos y propuestas para el siglo XXI, estudiados por especialistas franciscanos y por profesores universitarios. La apertura estuvo a cargo de fr. Guillermo Cerrato, guardián del Real Monasterio, y de fr. Joaquín Domínguez, Ministro provincial, que disertó sobre la restauración de la vida conventual en Guadalupe. La clausura, tanto del Congreso como del Centenario, contó con la presencia del Ministro general de la Orden, fr. José Rodríguez Carballo, que vino acompañado del Definidor general de zona. Fr. Miguel Vallecillo, y de sus dos secretarios personales, fr. Francisco J. Arellano y fr. Stefano Recchia, y fueron recibidos en el aeropuerto de Madrid por el Ministro provincial y por el Definidor provincial, fr. Manuel Díaz Buiza. El día 4 por la tarde el Ministro general clausuró el Congreso con una ponencia, en la que evocó la presencia y obra franciscana en el Monasterio durante un siglo de historia, siguiendo el hilo conductor del carisma franciscano, acompañando en numerosas ocasiones su discurso con citas de San Francisco, y señalando el camino de futuro en la vida y misión de los hermanos, con los retos a afrontar en este lugar tan significado por su carácter profundamente mariano y monumental. AD CHRONICAM ORDINIS Clausurado el Congreso, el Ministro general presidió en la Basílica una solemne eucaristía, en honor de la Inmaculada Concepción, cuya novena se estaba celebrando, acompañado de numerosos hermanos que habían llegado para esta ocasión, procedentes de Andalucía, Extremadura y Canarias. El día concluyó con un hermoso concierto, en la misma basílica, interpretado por la Asociación musical Arte Vocal de Villanueva de la Serena, con piezas polifónicas tanto de carácter clásico como moderno, y con una puesta en escena verdaderamente innovadora y creativa. En la mañana del día siguiente, 5 de diciembre, los congresistas, encabezados por el Ministro general de la Orden, visitaron los edificios monásticos, donde predomina la arquitectura gótica y mudéjar (siglos XIV-XVI). Se empezó por la biblioteca, creada exclusivamente con el esfuerzo de los frailes, especializada en temas guadalupanos y franciscanos, y su magnífico archivo histórico, dirigidos ambos por fr. Sebastián García. Se pasó a continuación a visitar el claustro mudéjar con sus artísticas capillas, la sala capitular y los tres museos: el de bordados, con riquísimos ornamentos y telas bordadas; el de libros corales miniados, que forman una colección de un centenar de ejemplares, una de las mejores del mundo; y el de escultura y pintura, restos del admirable y rico patrimonio prioral, salvado por la Provincia Bética. Se concluyó la visita admirando el relicario renacentista, la llamada capilla de los siete altares, la célebre sacristía que guarda los famosos lienzos de Zurbarán, para terminar en el camarín de la Virgen, decorado por Lucca Giordano, donde se cantó la salve y se besó el manto de la Santísima Virgen de Guadalupe. Hacia mediodía, el Padre general bendijo el “nacimiento”, ya preparado para la próxima Navidad, y presidió en el altar de la basílica la Misa de clausura del congreso y del centenario, concelebrada por una treintena de frailes, y con la asistencia de las hermanas presidentas y secretarias de las Federaciones de clarisas y concepcionistas de la Bética, el representante del gobierno autonómico de Extremadura, el alcalde de 505 la puebla, los presidentes de las Asociaciones de Caballeros y Damas de Guadalupe, y otros vecinos de la puebla extremeña que abraza el monumental santuario. Al terminar la eucaristía, que fue la propia del Santuario, el Padre José dirigió una muy sentida súplica a la Virgen de Guadalupe, patrona de Extremadura y Reina de la Hispanidad. FRAY MIGUEL VALLECILLO, OFM 11. Celebración del centenario de la Prov. de los santos Francisco y Santiago en México La Provincia Franciscana de los Santos Francisco y Santiago fue fundada en 1908. A lo largo del año 2008, los frailes de esta Provincia fuimos celebrando el centenario provincial en distintas regiones de su territorio. Estas celebraciones concluyeron del seis al ocho de diciembre en el Convento de Nuestra Señora de la Expectación, sede de la Curia Provincial, en Zapopan, Jalisco, México. Los días siete y ocho contamos con la presencia del Ministro general, Fr. José Rodríguez Carballo, de Fr. Juan Ignacio Muro y Fr. Luis Cabrera, Definidores generales. El domingo siete de diciembre, por la mañana, iniciamos nuestra jornada con la inauguración de la exposición de la Pinacoteca del Convento Franciscano de Nuestra Señora de Zapopan, la cual fue realizada en los claustros del convento. Después de la bienvenida por parte del Ministro provincial, Fr. Antonio González Porres, al Ministro general, Fr. José Rodríguez Carballo, y a los Definidores generales, dimos paso a la visita de la antedicha exposición. La Pinacoteca cuenta con obras del S. XVII, XVIII y XIX, la mayoría de las cuales pertenecen al estilo barroco. Junto con las artes escénicas, la pintura fue uno de los medios de evangelización en nuestras tierras. El Lic. Héctor Antonio Martínez González, gran conocedor del arte sacro virreinal, dictó la conferencia “La Pinacoteca del Convento de Zapopan” destacando la obra de Diego 506 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 de Cuentas, Francisco de León, Miguel Cabrera y Teódulo Arellano, connotados pintores de la época. Al mediodía nos dimos cita en la sacristía de la Basílica de Zapopan, para disponernos a celebrar la Eucaristía en acción de gracias por el centenario de vida de esta Entidad de la Orden. Dicha celebración fue presidida por el Emmo. Sr. Cardenal, Don Juan Sandoval Iñiguez, Arzobispo de la Arquidiócesis de Guadalajara. Destacamos la participación de Fr. Manuel Romero Arvizu, Obispo emérito de la Prelatura del Nayar, encomendada a la Orden, a través de esta Provincia, y de Fr. Antonio Pérez Sánchez, actual Obispo de dicha prelatura. Junto con el Ministro general, Fr. José Rodríguez Carballo, y nuestros hermanos Definidores generales, contamos también con la presencia de los Ministro provinciales: Fr. Francisco Morales, de la Provincia del Santo Evangelio de México, y Fr. Eulalio Gómez, de la Provincia de los Santos San Pedro y San Pablo de Michoacán. La celebración se llevó a cabo en el atrio de la Basílica, en la que participaron numerosos miembros de la familia franciscana: religiosas, religiosos, miembros de la Orden Franciscana Seglar y fieles en general. Por la tarde de este día, mientras era presentado el libro Misioneros Franciscanos del Nayar en Acción, que recoge el caminar de nuestros hermanos misioneros en los últimos cincuenta años, el Ministro general tuvo un encuentro fraterno con los hermanos de la Orden Franciscana Seglar. Ahí entabló un breve diálogo con ellos, dirigiéndoles palabras de aliento e insistiéndoles en la necesidad de pasar del Evangelio a la vida y de la vida al Evangelio. Añadió, además, que la dimensión de la fraternidad se vive desde su condición de seculares. Por la noche, escuchamos la conferencia del Sr. Dr. Juan Toscazo García de Quevedo que trató sobre “El estado que tuvo la Provincia de Santiago de Jalisco hasta el año de 1750 en que se comenzó el despojo de sus doctrinas”, esto es: el momento en que muchos de los servicios que prestaban los hermanos franciscanos pasaron a ser atendidos por el clero secular. Lo cual sig- nificó una fuerte disminución de la presencia franciscana en gran parte del territorio de la Nueva Galicia. Concluida la conferencia, pasamos al refectorio del convento para presenciar un concierto preparado para la ocasión y ejecutado por el Grupo “Siglos Pasados.” La jornada concluyó con la cena fraterna. Lunes 8 Iniciamos nuestras actividades en la festividad de la Inmaculada Concepción, Patrona de toda la Orden, con una conferencia acerca de El sentido de la historia en la espiritualidad franciscana. Dicha conferencia estuvo a cargo de Fr. Sergio González Galarza, quien destacó en su conclusión lo siguiente: “El sentido de la historia desde la visión franciscana ha sido una de las intuiciones fabulosas de Francisco y sus Hermanos, actualmente nos vemos llamados a sustituir la cultura de la apariencia, de la inmediatez y de la eficiencia, propia de nuestro mundo “global”, con una cultura de silencio, de la escucha interdependiente, de la fecundidad divina”. El Ministro general permaneció en la conferencia hasta el momento en que se trasladó al lugar donde sostendría un encuentro fraterno con las Hermanas Clarisas, para quienes tuvo palabras de aliento y les exhortó a permanecer fieles a su vocación en esta forma de vida tan poco comprendida para el mundo de hoy. Les dijo: “las quiero clarisas de cuerpo, alma, mente y corazón”. El Ministro general sostuvo también una charla con las hermanas del Instituto Secular de María Inmaculada. Les exhortó a cuidar la peculiaridad de su vocación: “no las queremos fotocopias nuestras, las queremos en las plazas, calles, en los lugares de trabajo, en la familia, ahí donde no podemos ir nosotros como franciscanos.” Al mediodía, los hermanos de la Provincia tuvimos la oportunidad de compartir con Fr. José Rodríguez Carballo algunos aspectos relacionados con la vida de la Orden y de la Provincia. Entre otras cosas, nos recordó el triple movimiento concén- AD CHRONICAM ORDINIS trico, a saber, centrarse, concentrarse y descentrarse. Si no permanecemos centrados en Cristo, seremos incapaces de descentrarnos, es decir, de salir de nosotros mismos. Para permanecer centrados en Cristo, es necesario concentrarnos en los valores esenciales que traducen nuestras cinco prioridades. Si no nos concentramos en ellas, correremos el peligro de diluir nuestra espiritualidad franciscana. Fr. José pidió a la Provincia dos atenciones, continuar con el apoyo a la Prelatura del Nayar y, por otro lado, permanecer disponible tanto para los proyectos misioneros de la Orden como para la “Provincia hija” Beato Fr. Junípero Serra. Concluido el encuentro con los hermanos, pasamos a la comida festiva, en donde fue proyectada una síntesis de los momentos esenciales en la historia de la Provincia de los santos Francisco y Santiago. En la tarde de este día, el Ministro general acompañó al diálogo entre los hermanos de la Provincia y el Gobierno Provincial. En este momento, los Definidores generales, Fr. Juan Ignacio Muro y Fr. Luís Gerardo Cabrera, pudieron compartirnos sus respectivos mensajes. Posteriormente, pasamos al atrio de la Basílica de Zapopan para hacer la fotografía conmemorativa del evento. Acto seguido, tuvimos la celebración eucarística en la Basílica de Nuestra Señora de Zapopan, presidida por el Ministro general. Una vez finalizada la celebración, y antes de pasar a la sacristía, fue develada una placa alusiva a los cien años de vida provincial. Los festejos del centenario concluyeron con un festival en el cual participaron los hermanos de las diferentes casas de formación y algunos grupos de laicos. Este festival lúdico y cultural fue presenciado por los fieles de esta comunidad, por numerosos hermanos y hermanas de la familia franciscana y por miembros de otros institutos religiosos. Un breve agradecimiento por parte del Ministro provincial Fr. Antonio González Porres puso punto final a la celebración. FR. EDUARDO MIRELES 507 12. Visit to the Province of the Immaculate Conception, England, London, 11-13.12.2008 Both the Minister General and the Definitor General had difficulties with their flights to London and arrived late – the Minister came from Mexico via Spain and Finian came from Rome. The Friars of the province who awaited their arrival at Woodford Green were quite patient. The visitation began late – but with a very meaningful ceremony of renewal of vows. The Minister Provincial, Michael Copps, OFM, welcomed the General and Finian to the province and beautifully contextualized the renewal ceremony. There were readings from the sources, the Minister General tied this in with the celebration of the 800th anniversary. The friars, those living in and around London and the newly elected definitorium, renewed their vows and received from the Minister General a small copy of our Rule in English. On the 12th of December we drove to Canterbury where Seamus Mulholland, OFM, Guardian, welcomed us, introduced us to the friars living there and took us to meet the friar students, the faculty and staff of the Study Centre. The Minister General thanked the student body and the professors for their ministry of passing on the Franciscan Intellectual Tradition to others. He complimented the faculty on the different programs offered here – especially the sabbatical renewal program in Franciscan spirituality for both friars and the many communities of Franciscan Sisters who attend from our mission areas in Asia and Africa and the very important course offered by the Centre for formators. He affirmed what the OFMs, the Conventuals and the Capuchins are trying to accomplish at the Centre and highlighted the inter-cultural, interracial, inter-religious and inter-obediential aspects of the school. This is an integrated study environment where the Franciscan values are imparted – content, knowledge, reading and reflection, prayer, song, friendship and sharing– where participants acquire the Franciscan tradition with both the 508 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 head and the heart. The Minister General presided at the “end of the semester Mass” and the Guardian, Seamus Mulholland, preached the festive sermon. After the Mass, the Minister was given a tour of the fine theological library. We were then treated to a delicious meal and some good conversation with professors, staff and students of the Franciscan Study Centre of Canterbury. In the afternoon, our journey took us to Chilworth, to visit the cemetery, to meet the postulants from both the English and the Irish provinces, and to have tea with the friars. The visit began with prayer in the chapel – a welcome by Roger Barralet, OFM, the Guardian, a talk by the Minister and prayers for the deceased friars buried in the cemetery. Over tea and crumpets, the Minister spoke informally with the new postulants and took questions from the members of the community. On our way back to provincial curia, we all remarked about the gracious hospitality we had received during the day. The day was not over, that same evening, we met with the friars of the provincial curia and the parish house at Woodford Green. We had a free-flowing discussion with many interesting questions from the members of the house. It was good to see Austin McCormack, ex Min. Prov., the new Guardian and Pastor. We are grateful to Michael Copps, OFM, the provincial, and Brian McGrath, OFM, the vicar, for being such fine hosts. We left for Rome early in the morning of the 13th of December. FINIAN MCGINN, OFM 13. Inaugurazione del Collegio S. Isidoro in Roma Roma, 18.12.2008 Dopo vari rinvii, dovuti a motivi tecnici per ultimare i lavori di sistemazione della casa, finalmente si è potuto procedere al trasferimento nello storico convento di S. Isidoro in Roma dei frati del Collegio S. Bonaventura di Grottaferrata. Era dovero- so quindi programmare un momento celebrativo per la inaugurazione ufficiale degli ambienti del convento,rinnovati e ristrutturati per accogliere la nuova Fraternità. L’inaugurazione e benedizione dei nuovi locali è avvenuta nella serata di giovedì 18 dicembre, con la partecipazione del Ministro generale, del Definitorio generale, dell’Economato generale e, ovviamente, con la presenza della nuova Fraternità al completo. Dopo l’accoglienza e i saluti iniziali, ci si è radunati in chiesa per una particolare celebrazione, preparata per l’occasione, che includeva i Vespri della novena del Natale. Il Ministro generale ha presieduto la celebrazione. Al momento dell’omelìa ha espresso i sentimenti di gratitudine al Signore e ai Frati per la realizzazione di un progetto che, dopo aver superato vari ostacoli, è destinato a segnare la storia dell’Ordine in una delle sue istituzioni più prestigiose. Il riferimento al brano biblico di questo giorno di Avvento, «Rallegratevi nel Signore, ve lo ripeto ancora: rallegratevi» (Fil 4,3), ha dato motivo al Ministro per svolgere il tema della gioia e per attualizzare questa esortazione nella nostra esperienza di Fraternità. Terminata la celebrazione in chiesa, ci si è disposti tutti processionalmente per recarsi ai piani superiori dove ci sono le abitazioni dei Frati. Accompagnati dal canto si è giunti al primo piano e poi al secondo, sostando ripetutamente per una orazione e per la benedizione. Il canto dell’antifona mariana “Alma Redemptoris” ha concluso il momento celebrativo e la benedizione. Gli ospiti hanno così avuto modo di visitare gli ambienti restaurati e di infilarsi in qualche nuova camera per ammirare di persona i vani e lo studio ricavati per ogni singolo Frate. Non è mancato poi il momento conviviale nel refettorio del convento, pure recentemente restaurato e rinnovato nelle tinte, con il recupero di una serie di pitture. Qui il Guardiano, Fr. Primo, ha salutato gli ospiti e ringraziato per la realizzazione compiuta. E così, dopo la condivisione con la Fraternità locale sui primi tempi di abitazione nella nuova dimora e dopo aver com- AD CHRONICAM ORDINIS mentato cosa ancora necessita la casa per una piena efficienza, con i saluti e gli auguri di rito, si è conclusa una serata particolare, preludio di un ingente lavoro e di un fedele servizio che attende la Fraternità appena insediata. FR. MARIO FAVRETTO 14. Visita a la Provincia de Valencia, Aragón y Baleares Valencia, 28-30.12.2008 La visita fraterna a la Provincia franciscana de Valencia, Aragón y Baleares comenzó, en realidad, el día 28 de diciembre de 2008 cuando llegó el Ministro general al aeropuerto de Valencia, procedente de Vigo, a las 9’30 de la noche. Lo recibieron el Definidor general de zona, el Ministro provincial y su secretario, que se trasladaron al convento de los Ángeles, sede de la Curia provincial, donde saludó a los hermanos, y tras un tiempo de esparcimiento, vino el descanso. Día 29 De buena mañana, el Ministro general se trasladó a la población de Onteniente, donde la Provincia tiene el gran colegio de “La Concepción”, que fue el lugar elegido para tener el encuentro con los hermanos. Éstos lo recibieron en la puerta de la iglesia y, después de saludarlos, oró ante el Santísimo Sacramento. Acto seguido visitó a los hermanos de la Enfermería provincial y sus instalaciones, para comenzar a las 10 de la mañana, en el salón de actos, el encuentro, al que asistieron casi la totalidad de los hermanos de la Provincia y los novicios del Noviciado común de Santi Espíritu. Las palabras de saludo del Ministro provincial, fr. José Antonio Jordá, recordaron el sentido de la visita y la función de animar y confortar que tiene, como pedía San Francisco a los Ministros. A continuación el Ministro general tuvo su intervención centrada en un análisis de la vida consagrada y en la refundación de nuestra vida franciscana sobre los fundamentos originales del carisma. En el diálo- 509 go que le sucedió, muy intenso e incisivo, se tocaron muchos y variados temas, desde la colaboración con las otras ramas de la Orden hasta el centenario de Scoto. Tras un breve descanso, se celebró la Eucaristía en la que los hermanos recibieron un ejemplar del Evangelio y la Regla. Después se pasó al claustro del colegio, donde el Ministro general descubrió una placa en recuerdo de su visita, como la tienen otros Ministros generales que lo visitaron, y a continuación firmó en el Libro de oro del colegio. La comida festiva y fraterna, amenizada con cantos, puso fin a esta primera parte. Tras el descanso, a las 4 de la tarde, el Ministro provincial presentó la realidad provincial. Además de las estadísticas, hizo una reflexión realista, y comentando las orientaciones adoptadas, como adecuar las fuerzas a las posibilidades, potenciar el equipo de pastoral vocacional, la dimensión pastoral en colegios y parroquias, el servicio a la Confres y la publicación de Selecciones de Franciscanismo. En su segunda intervención, el Ministro general habló del franciscanismo del futuro, construido entre todos, en este tiempo de búsqueda y de respuestas nuevas, indicando una serie de puntos básicos que pueden servir de pauta para el necesario discernimiento y la capacidad de soñarlo. Al terminar su reflexión, el Definidor de zona tuvo un espacio para dirigirles unas palabras de saludo y comentar algunos temas de la Conferencia. De nuevo un animado diálogo sirvió para aclarar ideas, la relación con los movimientos eclesiales y sentido de pertenencia, unidad en la comprensión de conceptos básicos de nuestra espiritualidad, la situación de nuestros colegios etc. Con la vuelta a Valencia, pasando por Liria para visitar a unas religiosas, se concluyó esta jornada. Día 30 Fue el día dedicado a las clarisas. A las 10 de la mañana comenzó el encuentro con las hermanas de la Federación de la Inmaculada, en el monasterio de la Trinidad, joya del gótico valenciano. Tras los saludos, fr. Rafael Colomer, Asistente de la Federa- 510 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 ción, dio la bienvenida a todos y señaló la necesidad de un cambio y de buscar caminos nuevos. Después tomó la palabra la Madre Presidenta para exponer el estado de la Federación, subrayando la pluralidad y la solidaridad como notas distintivas y la reciente celebración de los 50 años de la misma. Se detuvo en algunos aspectos como la dificultad de personal para mantener los 13 monasterios federados, la reciente incorporación de las hermanas clarisas de la Divina Providencia, para terminar agradeciendo la cercanía del Ministro general y sus escritos que periódicamente les envía. El Ministro general les dirigió una hermosa reflexión, indicando la responsabilidad en el acompañamiento, el origen común y el testimonio de unidad en la diversidad, y extendiéndose en el tema de la contemplación, siguiendo los escritos de santa Clara. El diálogo posterior ayudó a las hermanas a manifestar sus pareceres e interesarse por los temas de su vida claustral y franciscana. En la misma sala capitular, la Madre Presidenta entregó a las abadesas un precioso ejemplar, en edición facsimil, de la Regla de Santa Clara, y al Ministro general la Federación le regaló una artística estola con motivos franciscanos. Seguidamente se celebró la Eucaristía en las iglesia conventual, en la que el Ministro general entregó a todas las monjas un ejemplar de los evangelios. La mañana terminó compartiendo la mesa con elementos de la cocina valenciana en el magnífico refectorio gótico del monasterio. Sin demora, se trasladó al convento franciscano de San Lorenzo, situado en el centro histórico de Valencia. Después de descansar un poco, a las 4’30 recibió a los medios de comunicación, respondiendo a las preguntas que le formularon sobre la realidad de nuestra Orden, relaciones con la jerarquía eclesiástica, la situación socio-política española, el conflicto del Medio Oriente y sus repercusiones en Tierra Santa, temas de conservación del medio natural y un mensaje para el mundo actual. Después, a las 5 de la tarde, recibió la visita del Presidente de la Generalitat Valen- ciana, D. Francisco Camps, quien departió con él durante una hora y cuarto. Fue una visita muy útil y satisfactoria por la calidad y profundidad del diálogo. Al final el Ministro general le entregó la medalla del VIII Centenario de la fundación de la Orden. A las 7 de la tarde daba comienzo la solemne Eucaristía en acción de gracias por el primer centenario de la presencia de los franciscanos en el convento de San Lorenzo, a la que asistieron representantes de la Familia Franciscana que se unieron a esta conmemoración. Al principio, el P. Guardián, fr. José Barrachina, evocó la presencia minorítica en la ciudad levantina desde la época medieval y las vicisitudes acaecidas y por las cuales el arzobispo de la época les dio a los hermanos el mencionado convento. Al término de la misma, el Ministro se entretuvo en saludar a los numerosos miembros de la Orden Franciscana Seglar que habían participado, y a continuación se compartió una cena fraterna con la fraternidad e invitados. El Ministro concluyó la visita con palabras de agradecimiento por la acogida y felicitando a los hermanos por el acontecimiento que celebraban. El regreso al convento de los Ángeles a últimas horas del día, donde se detuvo todavía un tiempo departiendo con los hermanos, fue el último acto de su presencia en tierras valencianas, para salir al día siguiente muy temprano rumbo a Galicia. FR. MIGUEL VALLECILLO, OFM 2. Secondo incontro del Definitorio generale con i Vicariati, le Prefetture e le Prelature affidati all’Ordine dei Frati Minori Roma, Curia generale, 04-06.09.2008 1. Cronaca ed Orientamenti Convocato da Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro generale, dal 4 al 6 settembre 2008, presso la Curia generale, si è svolto il II Incontro del Governo generale con i Vescovi e i Ministri provinciali dei Vicariati e delle Prelature affidati all’Ordine. Erano AD CHRONICAM ORDINIS presenti per l’occasione 10 Vescovi e 5 Ministri provinciali. Hanno partecipato, poi, come invitati, il Vescovo di Gibuti, il Segretario generale per l’Evangelizzazione, il Direttore di Franciscan Missions, USA, il Direttore di Missionszentrale der Franziskaner, Germania, e il Presidente della Federazione Francescana del Marocco. Gli obiettivi di questo II incontro erano: 1. Valutare le convenzioni i Vicariati, le Prelature e le Province; la formazione iniziale e permanente dei missionari; l’animazione missionaria nelle Province e la solidarietà economica. 2. Approfondire un tema missionario in chiave francescana. 3. Elaborare alcune indicazioni per il futuro. In un ambiente fraterno, i Frati hanno condiviso le loro esperienze missionarie, i risultati pastorali e giuridici raggiunti e le nuove esigenze di personale e di collaborazione economica, che comporta la presenza dei Frati Minori nei diversi Vicariati e Prelature apostoliche. Dopo la positiva valutazione del cammino percorso, soprattutto negli ultimi due anni, e alla luce delle riflessioni fatte sullo spirito missionario che anima i Frati Minori, sono state indicate le seguenti sfide e orientamenti: a) Sfide: – La diversità delle culture e delle etnie. – La situazione politica nei diversi Paesi (i populismi limitano la libertà). – La povertà causata dai fenomeni naturali e dalla corruzione (ingiustizie). – La modernità, il consumismo, il secolarismo, la globalizzazione, ecc. – La presenza di gruppi religiosi (protestanti, ortodossi, orientali) con un accentuato proselitismo e fondamentalismo. – La fragilità della Chiesa cattolica (divisioni interne). – La difficile comunicazione tra i missionari a causa delle distanze geografiche e linguistiche. – La produzione il traffico di droga. b) Orientamenti generali • Convenzioni: 511 – Stipulare o rinnovare le convenzioni tra le Province e Vicariati o Prelature apostoliche, indicando le scadenze. • Formazione e animazione missionaria: – Collaborare nella formazione delle vocazioni autoctone (discernimento e accompagnamento). – Formare i Frati Minori allo spirito missionario, perché assumano un impegno più radicale, tenendo presenti i tempi e le modalità di ciascuna missione. – Collaborare nella formazione degli Agenti di pastorale (sacerdoti, religiosi/e, laici/che) nei differenti ambiti dell’annuncio: Bibbia, teologia, dottrina sociale della Chiesa, ecc. – Formare i Frati perché sappiano accompagnare (dal punto di vista spirituale, legale, ecc.) gli emigranti, soprattutto nei Paesi islamici. – Offrire ai laici uno spazio dove fare esperienze missionarie. – Coinvolgere nell’azione missionaria altri soggetti della Chiesa locale. • Mezzi: – Sviluppare una pedagogia della vicinanza al popolo, dell’accoglienza, dell’accompagnamento con la vita e la parola. – Formare Fraternità missionarie (dialogo, lavoro manuale, mezzi poveri, ecc.) per evitare i progetti individuali nei diversi campi della pastorale (parrocchiale, delle scuole e dei collegi, dei santuari, ecc.). – Creare centri di animazione missionaria per laici (catechisti, animatori, ecc.). – Potenziare la pastorale giovanile e vocazionale. • America latina: – Assumere la missione continentale dell’America. – Aprire una casa per il discernimento (motivazioni) e la preparazione missionaria immediata dei Frati Minori. Lo studio sulla fattibilità (personale, finanziamento, ecc.) è affidato all’UCLAF e sarà approvato dal Governo generale. 512 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 – Appoggiare il Master di evangelizzazione (Petrópolis, Brasile). • Economia: – Promuovere la solidarietà degli aiuti finanziari tra i Vicariati, le Prelature e le Province di una stessa zona geografica o culturale. – Creare nell’Ordine un fondo (deposito), amministrato dal Governo generale, per la salute e la formazione permanente dei missionari dei Vicariati e delle Prelature. – Collaborare per i Progetti socio-pastorali dei Vicariati e delle Prelature. Questi verranno inviati a Franciscan Missions, USA, e a Missionszentrale der Franziskaner (MZF), Germania, e saranno approvati dal Ministro generale. • Suggerimenti: – Che il Ministro generale scriva una lettera alle Entità dell’Ordine, invitandole a collaborare a livello di personale e di aiuti economici. – Che questi incontri siano ripetuti periodicamente (ogni 2 o 3 anni). – Che i Vicariati e le Prelature mandino alla Segreteria generale per l’Evangelizzazione una informazione aggiornata delle rispettive attività missionarie. L’incontro si è concluso con la celebrazione eucaristica presieduta dal Ministro generale, durante la quale si è rinnovato l’impegno dei Frati Minori a continuare la collaborazione a livello di personale e di aiuti economici con i Vicariati e le Prefetture apostoliche, affidati all’Ordine dalla Santa Sede, in quanto una delle scelte prioritarie dello spirito missionario a favore dei più poveri. 2. Partecipanti FR. LUIS CABRERA 1. Vescovi – Bolivia: Mons. Julio María Elías Montoya, OFM, Vicario Apostolico di El Beni; Mons. Francesco Focardi, OFM, Ausiliare del Vicario Apostolico di El Beni. – Perù: Mons. Juan Tomás Oliver Climent, OFM, Vicario Apostolico di Requena; Mons. Gerardo Antonio Zerdin Bukovec, OFM, Vicario Apostolico di San Ramón. – Ecuador: Mons. Manuel Valarezo Luzuriaga, OFM, Vicario Apostolico di Galápagos. – Columbia: Mons. Hernán Alvarado Solano, Vicario Apostolico di Guapi. – Messico: Mons. José Antonio Pérez Sánchez, OFM, Prelato Apostolico di Nayar. – Libia: Mons. Silvestre Carmel Magro, OFM, Vicario Apostolico di Bengasi; Mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, OFM, Vicario Apostolico di Tripoli. – Siria: Mons. Giuseppe Nazzaro, OFM, Vicario Apostolico di Aleppo. 2. Definitorio generale Fr. José Rodríguez Carballo, Min. gen.; Vicario generale: Fr. Francesco Bravi (Vic. gen.); Fr. Šime Samac (Def. gen.); Fr. Miguel J. Vallecillo Martín (Def. gen.); Fr. Ambrogio Nguyen Van Si (Def. gen.); Fr. Amaral Amaral Bernardo (Def. gen.); Fr. Luis Gerardo Cabrera Herrera (Def. Gen.); Fr. Mario Favretto (Def. gen.); Fr. Juan Ignacio Muro Aréchiga (Def. Gen.); Fr. Jakab Várnai (Def. gen)., OFM 3. Ministri provinciali Fr. Martín Sappl, Prov. S. Antonii Missionaria. Bolivia; Fr. Mauro Alberto Vallejo Lagos, Prov. S. Francisci Solano, Perù; Fr. Fernando Garzón Ramírez, Prov. S. Fidei, Columbia; Fr. Antonio González Porres, Prov. SS. Francisci et Jacobi, Messico; Fr. Sandro Overend Rigillo, Prov. S. Pauli Apostoli, Malta; Fr. Marc Le Goanvec, Prov. S. Joseph Sponsi B.M.V., Canada. 4. Invitati Mons. Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti; Fr. Nestor Schwerz, OFM, Segretario generale per l’Evangelizzazione e Missione; Fr. Sereno Baiardi, Direttore Missioni Franciscane, USA; Fr. Stefano Ottenbreit, Direttore di Missionszentrale, Germania; Fr. Manuel Corrullón Fernández, Presidente della Federazione Francescana del Marocco. AD CHRONICAM ORDINIS 3. Giornata di studio in occasione di venticinque anni di presenza del Romitorio delle Stigmate Santuario della Verna, 27.09.2008 LA RISCOPERTA DELLA VITA EREMITICA E LA FAMIGLIA FRANCESCANA Da quando nel settembre 1224 frate Francesco d’Assisi, ritiratosi per diverse settimane in preparazione alla festa di san Michele arcangelo, dimorò presso La Verna, tale luogo è diventato sinonimo di vita contemplativa ed eremitica. Non meraviglia quindi che proprio in questo luogo Bonaventura da Bagnoregio, ministro generale dei frati minori da soli due anni, nel settembre 1259 vi dimorò scrivendovi l’Itinerarium mentis in Deum, una delle sue opere principali in cui partendo dalle stimmate impresse nel corpo di san Francesco traccia un cammino di vita speculativa e spirituale. Tale luogo divenne presto un convento e vicino alla cappella delle Stimmate furono costruite delle celle abitate da frati dediti in modo particolare alla vita eremitica dando inizio al Romitorio delle Stimmate. La storia di tale istituzione, proprio per la sua vicinanza al santuario di La Verna, ha risentito del suo influsso, così come anche di quello della Provincia Toscana dei Frati Minori di cui fa parte e della Chiesa intera. Quindi non meraviglia che negli anni immediatamente successivi al Vaticano II anche il Romitorio delle Stimmate attraversò momenti di crisi e discussioni circa il proprio futuro, venendo meno la realtà fino allora vigente. Dopo diversi tentativi di «attualizzazione» nel 1983 si diede inizio nuovamente alla vita del Romitorio delle Stimmate; in occasione dei venticinque anni di presenza il 27 settembre 2008 in collaborazione con l’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontifica Università Antonianum si è svolta presso il santuario La Verna una giornata di studio dedicata a «La riscoperta della vita eremitica e la famiglia francescana». 513 Introducendo i lavori, p. Paolo Fantaccini, ministro provinciale OFM della Toscana, ha collocato tale incontro nella prospettiva dell’VIII Centenario della fondazione dell’Ordine dei frati Minori (1209-2009). Paolo Martinelli, preside dell’Istituto Francescano di Spiritualità, illustrando il tema Vita eremitica, spiritualità di comunione e gli stati di vita del cristiano, ha messo in evidenza l’importanza antropologica di coniugare individualità e vita comunitaria. Infatti, nella vocazione ciascuno è chiamato per nome e non come massa indeterminata; tuttavia, non si tratta di un individualismo perché la chiamata implica sempre un riferimento alla comunità. Ciò vale anche per la vita eremitica, la quale non può pensare la relazione con Dio senza l’incontro con Cristo nel suo corpo ecclesiale. Ad immagine della vita trinitaria, ognuno nella comunione ecclesiale è se stesso perché vive per l’altro. In questo modo un autentico eremita vive la Chiesa, visto che la sua vocazione inizia e trova compimento in essa. Proprio perché non si tratta di un narcisismo spirituale, la vita eremitica trova il suo orizzonte più autentico nella spiritualità di comunione, la cui radice sta nel mistero eucaristico; ciò significa che ogni contrapposizione tra anacoretismo e vita comunitaria è ridimensionato. Inoltre, il relatore ha affermato che l’autenticità della vita eremitica è data non solo dalla comunione con la Chiesa, ma anche dal suo rapporto con il mondo. Infatti, l’eremo è sì separazione dal mondo, ma segnata da una dimensione escatologica, per cui «l’eremita stesso con la sua esistenza indica non l’irrilevanza del mondo, ma il suo destino». Senza tale prospettiva – in cui si cerca non l’«al di là», ma il «Definitivo» – la vita ascetica diventa una alienazione dal mondo che conferma ultimamente la sua mondanità, ossia una visione secolarizzata dell’esistenza, aliena da Dio. L’«escatologico» in senso proprio è dunque Gesù Cristo stesso, crocifisso e risorto in cui trova compimento l’umano desiderare. La vita eremitica diviene così testimonianza del compimento ultimo della storia. Martinelli ha inoltre ricordato la relazione tra la vita eremitica, la vita consa- 514 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 crata e gli altri stati di vita del cristiano: non si tratta di spartizioni di competenze all’interno della Chiesa. Al contrario, esplicitando ciascuno stato di vita ciò che negli altri è implicito, la vita eremitica rende esplicita la chiamata di ogni fedele a stare davanti a Dio nella propria singolarità. Concludendo la sua relazione, ha invitato a leggere la vita eremitica – e in modo similare quella claustrale e in modo più ampio la stessa vita religiosa – «nella prospettiva non solo della kenosi ma anche del mistero dell’ascensione nel quale, proprio nel momento in cui Gesù si “separa” dal mondo mediante il distacco nel nascondimento, la sua carne gloriosa di Signore Risorto siede alla destra del Padre, mostrando in tal modo la più grande esaltazione del mondo, chiamato a dimorare in Cristo nella vita divina». Vittorina Marini della Pontificia Università Lateranense nella relazione La vita eremitica degli ordini religiosi nei documenti del magistero dal Vaticano II ha messo in rilievo che «il Concilio ha permesso una rinnovata presa di coscienza della vita eremitica in generale e conseguentemente ha aperto un processo di rinnovamento per questa forma di vita solitaria, che riconduce la Chiesa stessa alle origini della vita religiosa e all’essenziale della vita cristiana come contemplazione del mistero divino». Infatti «i testi del magistero, ci offrono la visione della ricchezza e della profondità della solitudine illuminata dalla grazia e vissuta per Dio, allo stesso tempo ci presentano il senso di questa dedizione totale, che testimonia la sua radice nella presenza percepita e riconosciuta di Cristo nella propria esistenza. La vita eremitica, che trova la sua ragione d’essere in quanto risposta d’amore a Dio, è ben evidenziata nei vari documenti, specie nella codificazione del diritto della Chiesa latina del 1983, che ha concretizzato nella propria legislazione l’attenzione da parte della Chiesa alle chiamate divine personali». Quindi «dal Concilio Vaticano II, nasce l’incoraggiamento della Chiesa per la vita eremitica sia degli Ordini religiosi che dei singoli, si approfondisce il suo valore apostolico e testimoniale e si apre la possibilità di un suo concreto inserimento nel cuore della vita ecclesiale. Tuttavia, l’ecclesialità della vita eremitica, non viene determinata dalla natura di un impegno canonico formale, ma prima di tutto dal suo riconoscimento teologico, poiché si colloca nel mistero di Dio e della Chiesa, nel mistero di Cristo e del suo corpo mistico, sotto l’influsso dello Spirito Santo che la ispira e la dirige». Dopo aver passato in rassegna i diversi pronunciamenti del magistero – soprattutto la lettera Optimam partem di Paolo VI indirizzata nel 1978 ad André Poisson, ministro generale dell’Ordine dei Certosini – Vittorina Marini ha evidenziato che tali testi sollecitano l’inserimento della vita eremitica nell’ambito ecclesiale e anche apostolico; in questo modo l’eremita risulta essere un contemplativus in actione. Andrea Arvalli, frate minore conventuale, nel suo intervento La vita eremitica nei documenti post conciliari delle famiglie francescane ha evidenziato la terminologia, gli obbiettivi e la qualifica data agli eremiti dai testi pubblicati dalle diverse obbedienze francescane – ossia frati Minori, Conventuali e Cappuccini – per terminare indicando il contributo dato al tema da ciascuna di esse. In tale analisi è emerso che i frati Minori sottolineano la vita eremitica come elemento tipico della vocazione e testimonianza francescana, tanto da essere considerata non una alternativa, ma un’asse portante della vita dei frati. Nei documenti dei Conventuali emerge l’esigenza di adattare la vita eremitica alle necessità dei tempi, vedendo in essa una risposta per i tempi presenti. Ma sono soprattutto i Cappuccini ad avere avuto un grande e vivace dibattito in merito al tema dell’eremo, visto come luogo propriamente di ritiro per i frati e non come casa di preghiera aperta a tutti. Tale luogo è inteso come uno strumento atto a sviluppare e intensificare la vita di preghiera, così che tutte le comunità divengano maggiormente oranti; fondamentalmente secondo tale visione tutte le comunità cappuccine sono chiamate a diventare fraternità contemplative mediante una vero e proprio «carisma eremitico diffuso». Secondo Aravalli quanto è contenuto nei documenti, pur affermando la validità della vita eremi- AD CHRONICAM ORDINIS tica nella vita francescana, appare insufficiente e oscuro, come ad esempio per quanto riguarda il tempo di permanenza nelle comunità di vita eremitica. Nel dibattito al termine della prima sessione di lavori, animato da Andrea Bellandi – preside della Facoltà teologica dell’Italia centrale – è emersa la domanda se tale insistenza sulla tematica della vita eremitica all’interno dei frati Cappuccini sia dovuto anche al desiderio di adempiere il mandato conciliare di riscoprire il carisma dei fondatori. In meritò a ciò Paolo Martinelli ha affermato che spesso – anche a causa di una povertà ermeneutica con cui si è affrontata la ricerca del carisma del fondatore – si è cercato l’intuizione delle origini mediante una «sospensione» dal presente, con il risultato finale di non riuscire a trovare il nesso con il presente e di ridurre il ritorno al carisma del fondatore a mera «archeologia». A questo riguardo il dibattito intercorso tra i cappuccini nel dopo Concilio è anche la prosecuzione della tensione originaria della loro storia tra vita eremitica e presenza tra gli appestati. Da parte sua Leonhard Lehmann, dell’Istituto storico dei cappuccini, ha messo in risalto che a volte si assiste ad un vero e proprio controsenso per cui si vuole tornare alle origini e contemporaneamente confrontarsi con le sfide del presente. Inoltre il ritorno al carisma del fondatore a volte è diventato un volere tagliare l’albero della propria storia perché sembra non essere il seme delle origini cui si vuole ritornare, ottenendo così la morte dello stesso, invece che il suo rinvigorimento; meglio sarebbe adottare il linguaggio evangelico che parla di potatura affinché porti più frutto. Al termine del dibattito Andrea Arvalli ha indicato come questione aperta in attesa di risposta il fatto che l’ispirazione molto alta alla vita eremitica, così ben affermata dai documenti, trova fatica a essere tradotta in termini fruibili istituzionali, ad esempio tramite un direttorio. La seconda sessione della giornata è stata aperta da Valentino Ghiglia, frate minore, che ha illustrato Documenti e decisioni della Provincia Toscana circa l’eremo de La Verna, iniziando dagli anni Sessanta. Infat- 515 ti in tale periodo di rinnovamento e anche di crisi «si sperimenta molto e ci sono profonde tensioni in Provincia». Una prima idea fu quella di destinare il Romitorio delle Stimmate all’animazione vocazionale mediante la presenza di una fraternità dedita alla contemplazione, penitenza e apostolato; tuttavia ci si trovò immediatamente davanti al problema di trovare persone disponibili e adatte per tale attività. Successivamente, soprattutto in occasione dei settecentocinquanta anni dalle stimmate di san Francesco (1974) e della morte del Santo (1976), il santuario de La Verna fu indicato come luogo di riferimento per la preghiera e la vita con Dio. In questo modo si accentuò il nesso tra vita di preghiera e accoglienza vocazionale caratterizzante la nuova fisionomia che si voleva dare al Romitorio. Grazie anche un approfondimento esistenziale da parte dei frati che condusse alla riscoperta del valore della comunione, nel 1982 si decise di destinare il Romitorio ad una comunità stabile di frati dediti unicamente alla vita eremitica; l’inizio ufficiale fu nel 1983, accompagnato dalla fatica di stendere un direttorio che rendesse vivibile quanto si era proposto. Secondo Ghiglia in questi venticinque anni di vita del Romitorio delle Stimmate si possono distinguere diverse fasi, ossia ispirazionale all’inizio, l’elaborazione del carisma negli anni 1982-1988, una successiva crisi dovuta al distacco conoscitivo da parte dei frati della Provincia religiosa ed infine, come mostrato dal presente incontro di studio, una maggior comprensione del carisma. L’intervento di padre Eugenio Barelli, Il Romitorio delle Stigmate: venticinque anni di presenza, ha attinto molto dalla diretta esperienza essendo il relatore uno dei frati presenti in tale eremo. Punto di riferimento ideale è la Regola per la vita negli eremi scritta da san Francesco che, mediante il rimando alle figure evangeliche di Marta e Maria, distingue i frati dimoranti negli eremi tra coloro che hanno l’incarico dei servizi e quelli dediti alla preghiera, definendo i primi come madri che si prendono cura dei secondi quali figli. Quindi la vita eremitica in una visione francescana risulta caratte- 516 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 rizzata da una forte componente relazionale e ciò, secondo Barelli evidenzia che «solo in quanto Chiesa l’eremo conduce alla vita trinitaria». La vita fraterna in povertà unisce la preghiera e la relazione, l’amore di Dio e dei fratelli e in questo modo un romitorio francescano risulta sempre inserito nella più ampia fraternità provinciale. Cristiana Mondonico, badessa del Monastero delle clarisse di Gubbio, illustrando Vita eremitica e carisma degli ordini francescani, dopo aver presentato le profonde tensioni presenti nell’ordine minoritico a metà del Duecento proprio in merito alla presenza dei frati negli eremi, ha evidenziato che invece in santa Chiara d’Assisi c’è stata una sintesi tra vita comunitaria e contemplazione. Infatti la comunità di San Damiano risultava essere un “eremo fraterno” e questo perché la regola era la forma di vita di Cristo stesso. In questo modo ciò che per i frati risultava essere la nostalgia dell’eremo per Chiara e le sorelle era una vita. Essendo la vita eremitica relazione con Dio e con i fratelli, essa rimanda al cuore del cristianesimo: infatti non è fuori, ma dentro le relazioni fraterne. La povertà allora è un silenzio del cuore, spoglio di ogni cosa, svuotato per accogliere l’altro. Mondonico rileva che nella storia francescana vi è stata una parabola storica e carismatica in un continuo richiamarsi della solitudine eremitica e la vita comunitaria; il tutto in un cammino di cui essere grati. Al termine della giornata mons. Gianfranco Agostino Gardin, segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, riprendendo quanto emerso nelle relazioni ha posto l’accento sulla vita eremitica come luogo in cui si evidenzia la chiamata non a fuggire il mondo, dichiarandolo inconsistente, ma la mondanità. A riguardo della riscoperta della vita eremitica in un ordine religioso il timore è che sorga una conflittualità tra coloro che si dedicano ad una vita prettamente contemplativa e chi è coinvolto nell’apostolato. Ciò può essere evitato mediante la valorizzazione della ricchezza della complementarietà e una sorta di «santa invidia» per ciò che l’altro vive. Proprio questa complementa- rietà fraterna secondo Gardin risulta essere la ricchezza della vita francescana. Un incontro questo svoltosi a La Verna, che ha visto interagire l’esperienza dei frati che vivono presso il Romitorio delle Stimmate e un centro di riflessione teologica come l’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontifica Università Antonianum in Roma, eloquente gia in se stesso in quanto superamento di quella spaccatura tra spiritualità e teologia definita da Hans Urs von Balthasar come uno delle problematiche principali della teologia contemporanea. Certamente la lettura ponderata delle relazioni che verranno pubblicate nel 2009 nella rivista «Studi francescani» di Firenze sarà un’occasione per approfondire ulteriormente sia il tema della vita eremitica sia le ragioni del sorgere e continuare nel tempo del Romitorio delle Stimmate. PIETRO MESSA, OFM 4. Incontro dei Visitatori con il Definitorio generale Roma, Curia generale, 10-14.11.2008 Dal 10 al 14 novembre 2008 si è tenuto, in Curia generale, l’incontro dei Ministro e Definitorio generale con i Visitatori nominati nel corso dell’anno 2008. Partecipanti Definitorio generale Rodríguez Carballo Fr. José (Min. Gen.); Bravi Fr. Francesco (Vic. Gen. et Proc. Gen.); McGinn Fr. Finian (Def. Gen.); Samac Fr. Šime (Def. Gen.); Vallecillo Martín Fr. Miguel J. (Def. Gen); Nguyen Fr. Ambroisio Van Si (Def. Gen.); Fr. Amaral Bernardo Amaral (Def. Gen.); Favretto Fr. Mario (Def. Gen); Cabrera Herrera Fr. Luis Gerardo (Def. Gen.); Muro Aréchiga Fr. Juan Ignacio (Def. Gen.); Várnai Fr. Jakab (Def. Gen.) Visitatori generali Concha Cayuqueo Fr. Jorge, Prov. SS. Trinitatis (Chilia), Prov. S. Francisci de Quito (Aequatoria); Biasi Fr. Saverio, Prov. Tri- AD CHRONICAM ORDINIS dentina S. Vigilii (Italia), Prov. Pedemontana S. Bonaventurae (Italia); Stys Fr. Zenon, Prov. S. Mariae Angelorum (Polonia), Prov. S. Francisci Assisiensis (Polonia); Hess Fr. Azariasz J., Prov. Immaculatae Conceptionis B.V.M. (Polonia), Prov. S. Hedvigis (Polonia); Koren Fr. Matija, Prov. SS. Cyrilli et Methodii (Croatia) , Prov. Dalmatiae SS. Redemptoris (Croatia); Mioc Fr. Gabrijel, Prov. Assumptionis B.V.M (Bosnia - Hercegovia), Prov. Bosnae Argentinae S. Crucis (Bosnia/Hercegovia); Brázda Fr. Cyril J., Prov. S. Salvatoris (Slovakia), Prov. Bohemiae et Moraviae S. Venceslai (Cecha Resp.); Colombotti Fr. Tarcisio, Prov. Mediolanensis S. Caroli (Italia), Prov. Tusciae S. Francisci Stigmat. (Italia); Colomer Barber Fr. Joaquín, Prov. Valentiae S. Ioseph Sponsi B.V.M. (Hispania), Prov. Franciscana de Arantzazu (Hispania); Tamás Fr. Gabor, Prov. Magnae Dominae Hungarorum (Hungaria), Prov. Transsylvaniae S. Stephani Regis (Romania); Cerrato Chamizo Fr. Guillermo, Prov. Baetica (Hispania), Prov. Castellana S. Gregorii Magni (Hispania); Bruck Fr. Anton, Prov. S. Leopoldi (Austria), Cust. Aut. Christi Regis (Helvetia); Palma Enríquez Fr. Ernesto, Prov. N.D. de Guadalupe (America Centralis), Prov. S. Pauli Apostoli (Columbia); Espelage Fr. Arthur J., Prov. S. Ioannis Baptistae (USA), Prov. N. Dominae de Guadalupe (USA); Amanzi Fr. Cristoforo, Prov. Romana SS. Apostolorum Petri et Pauli (Italia), Prov. Liguriae SS. Cordis B.V.M. ( Italia); Valvasori Fr. Flaerdi Silvestre, Cust. SS. Cordis Iesu (Brasilia) dep. a Prov. Neapolitana (Italia), Prov. Immaculatae Conceptionis B.V.M. (Brasilia); Campana Fr. Ferdinando, Prov. Picena S. Iacobi de Marchia (Italia), SS. Annuntiationis B.V.M (Albania). Segretaria Siekierka Fr. Ernest Karol (Segr. gen.); Romero García Fr. Francisco Manuel (Vice Segr. gen.). Interpreti Paniagua Fr. Edwin (inglese), Villalobos Avendaño Fr. Oscar G., (spagnolo); Fr. Giovanni Rinaldi (italiano-inglese). 517 Assistenti Lovato Fr. Stefano (Verbalista); Łopata Fr. Simone (computer); Portka Fr. Samuele (Aula). Agenda La prima giornata di lavoro si è aperta alle ore 9 nell’Aula “Duns Scoto” con il saluto del Ministro generale e con la presentazione dei partecipanti. Conclusi i preliminari, ha preso la parola il Ministro per tenere la sua relazione ai Visitatori. Dopo un breve dialogo in Aula su quanto detto da Fr. José, si va nei gruppi di studio, suddivisi per lingua, per approfondire insieme la relazione del Ministro ed anche per individuare le sfide e i timori che possono presentarsi nel servizio di Visitatori. Nel pomeriggio i gruppi di lingua spagnola, inglese ed italiana hanno riferito in Aula quanto emerso nei rispettivi gruppi. La mattinata della seconda giornata è stata dedicata all’ascolto delle seguenti relazioni: «Visita, designazione dei candidati, relazione intermedia» (Fr. Š. Samac); «Capitolo, elezioni, relazione al Capitolo» (Fr. L. Cabrera); «Congresso capitolare, relazione finale» (Fr. J. Várnai). Nel pomeriggio si sono tenuti i lavori nei gruppi linguistici e poi in Assemblea. Il 12 novembre è stato un giorno particolare. Infatti, si è data la possibilità, durante la mattinata e il pomeriggio, ai Visitatori di incontrare personalmente il Ministro generale e di effettuare una visita “guidata” ai seguenti Uffici e Segretariati: GPIC, Evangelizzazione e missione, Pro Monialibus, OFS, Formazione e Studi. Nella mattinata del quarto giorno, dopo che Fr. G. Lati, Economo generale, ha presentato i nuovi moduli per l’economia, c’è stato in Aula un prolungato dialogo sull’economia. Il pomeriggio è iniziato con la relazione di Fr. F. Bravi, Vicario generale, su: «Il cammino dell’Ordine e la Visita canonica». È proseguito e si è concluso con i lavori nei gruppi linguistici. Nell’ultimo giorno dell’incontro, 14 novembre, i lavori si sono svolti nel modo seguente: nella mattinata si sono susseguiti Fr. 518 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 F. Antonelli, dell’Ufficio giuridico dell’Ordine, per rispondere alle domande presentate per scritto, Fr. E. Siekierka che ha illustrato gli aspetti concreti delle pratiche amministrative da inoltrare alla Segreteria generale, Fr. V. Menegatti che ha relazionato sul lavoro della Procura dell’Ordine; nel pomeriggio c’è stato il dialogo in Aula su quanto esposto in mattinata e sull’andamento di tutto l’incontro. I lavori sono terminati con la concelebrazione eucaristica, presieduta dal Ministro generale, Fr. José R. Carballo. Questi nell’omelia si è soffermato sui tre motivi della celebrazione: conclusione dell’incontro del Ministro e Definitorio generale con i Visitatoti, nominati nel corso del 2008; l’invio di due Frati, Fr. Damai Warsono e Fr. Jurik Razvoskiyi, alla missione ad gentes in Kenia e in Thailandia; la partecipazione dei Frati Conventuali e Cappuccini che hanno concluso l’anno di formazione missionaria a Bruxelles. Il tutto, ha ricordato, il Ministro, in prossimità della celebrazione del Capitolo generale 2009 che avrà per tema la missione evangelizzatrice. FR. LUIGI PERUGINI 5. La Bibbia in cinese di Gabriele Maria Allegra UNA TRADUZIONE LUNGA UNA VITA La lettura de Le memorie di fra Gabriele Maria Allegra (Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2005, pagine 214, euro 13) desta diversi spunti di riflessione. Colpiscono, ad esempio, i riferimenti ai colloqui intrecciati con padre Teilhard de Chardin e don Sturzo, la narrazione dei contatti avuti con le autorità militari giapponesi, in vista di un eventuale arbitrato della Sede apostolica, nel secondo conflitto mondiale; e ancora le varie notizie sull’attività ecumenica, sull’apostolato biblico, sui convegni, sulle opere in prosa e poesia in lingua cinese. Si tratta, insomma, di una selva di informazioni, di cui sarebbe difficile offrire una presentazione che ne salvaguardi l’integrità e il valore storico culturale. Cercando di attenersi, però, all’intenzione dell’autore, che afferma di riferire solo «gli eventi che direttamente o indirettamente ebbero una qualche relazione con la versione della Bibbia in cinese», parrebbe di poter individuare l’orientamento principale della narrazione nella scoperta, o riscoperta, della Parola quale motore e guida del rinnovamento dell’esperienza cristiana. L’ansia per il rinnovamento della vita cristiana è riscontrabile soprattutto nei passi riguardanti la realtà francescana, in riferimento al processo di aggiornamento proposto dal Vaticano II. L’Allegra insiste qui sulla necessità di riscoprire non solo le origini cronologiche della storia francescana, ma anche gli elementi più significativi della tradizione. Non a caso, assume come motto della sua vita una espressione usata nella liturgia per la memoria del beato Leopoldo da Gaiche – un predicatore umbro della fine del Settecento, che si trovò a svolgere il suo ministero nei tempi difficili delle campagne napoleoniche in Italia – in solitudine Deum quaerere et in medio populi tui salutem operari. Non pare opportuno però indugiare oltre intorno a questo aspetto, preferendo dedicare maggior attenzione all’approfondimento del tema centrale, cioè quello del primato della Parola, nelle sue diverse declinazioni: concepita, studiata, mediata, divulgata, insegnata, condivisa. «Siamo nell’anno 1928 – scrive l’Allegra negli anni dei suoi studi a Roma – nel quale ricorreva il Sesto centenario della morte del beato Giovanni da Montecorvino, primo arcivescovo di Pechino e vero fondatore della Chiesa di Cina e della sua gerarchia ecclesiastica. Il Santo Padre Pio XI inviò una lettera al nostro generale; di questa lettera pontificia si parlò molto in collegio (...) a me confidenzialmente ne parlò tanto Padre Cipriano Silvestri, che mi mise pure al corrente della udienza avuta dal Santo Padre». Senza dubbio, ai può affermare che quelli sono stati anni di grande fervore missionario. Di esso fu uno dei più convinti animatori il ministro generale, il padre AD CHRONICAM ORDINIS Klumper, il quale aveva inviato all’Ordine «una bella enciclica sull’argomento» (1922). Riferendosi ai suoi compagni di studio: «Era davvero un bel manipolo di giovani francescani – ricorda ancora l’Allegra – che negli anni 1926/31 studiavano a Roma per prepararsi alla vita mssionaria», e dei quali la gran parte era destinata alla Cina. Della serie di conferenze tenute in quel periodo presso l’Antonianum, intorno all‘impresa missionaria svolta in Cina dal Montecorvino, l’Allegra colse un particolare apparentemente irrilevante: la «traduzione in cinese (o forse in mongolo) del salterio e dei vangeli», a cui aveva fatto riferimento padre Silvestri. Tale osservazione, pur importante in se stessa, avrebbe potuto risultare quasi secondaria rispetto, ad esempio, alla grande impressione suscitata dall’arditezza del viaggio stesso, oppure dal ruolo politico e diplomatico assegnato al frate missionario. «Per me – continua l’Allegra – il discorso di quest’ultimo (il Silvestri) fu come una miccia accesa, lanciata contro una polveriera». Il particolare pare interessante, non solo per l’intuizione avuta già dal giovane francescano, bensì anche per la dimensione culturale, che assumeva il corso di preparazione all’apostolato missionario, proposto dall‘Antonianum, che prediligeva l’approfondimento delle fonti e della Scrittura in particolare. L’Allegra, nel frattempo, tramite gli studenti cinesi frequentanti i corsi dell’Antonianum, si era informato intorno alla versione cinese della Bibbia, apprendendo così che la traduzione del Monte Corvino non esisteva più e che i cattolici possedevano solo il Nuovo Testamento; per la traduzione dell’Antico Testamento, invece, il concilio di Shanghai (1924) aveva espresso il voto a sostegno della nomina, quanto prima possibile, di una apposita commissione di periti. I protestanti, a differenza dei cattolici – annota ancora padre Gabriele – «possedevano una loro versione, anzi parecchie versioni, alcune di esse essendo state fatte nei e per i principali dialetti dell’immensa nazione cinese». Per l’Allegra questa informazione costituì un’ulteriore spinta, forse quella de- 519 terminante, a dar corso al suo proposito: «Fu questa un’altra potente scossa elettrica». L’autore delle Memorie, a cui non andava a genio un ecumenismo superficiale che «mette quasi quasi, sullo stesso piano tutte le religioni, che invita anche il sacerdote cattolico a cercare la verità assieme agli altri», pare tuttavia non rifiutare l’esempio dei protestanti riguardo al primato che essi attribuiscono alla Scrittura. Egli ricorda, infatti, come già a bordo della nave che l’avrebbe condotto per la prima volta in Cina, ebbe delle «lunghe conversazioni con un reverendo anglicano sugli atti degli apostoli, e con un missionario protestante». Nei primi tempi della sua permanenza in Cina, accolto all’Hunan Bible Institute da «due gentiluomini cristiani», che «non potevano esser più gentili verso di me», l’Allegra percepisce allora, con chiarezza ancora maggiore, la portata dei traguardi raggiunti dal protestantesimo nello studio e nella divulgazione della Scrittura. «In quella biblioteca – sostiene – mi resi conto di quanto i fratelli separati avessero già pubblicato in cinese riguardo alla sacra Scrittura, lì conobbi le prime riviste protestanti... lì avvertii quale forza non fosse in Cina lo studio e la stampa». Più oltre, nelle Memorie, l’Allegra, a proposito del rapporto con i protestanti e dei risultati ottenuti per il rinnovamento della vita cristiana: «La Chiesa cattolica deve avere la sua società biblica mondiale per preparare le sue versioni per tutti i popoli della terra. Certo che arriviamo dopo cento e più anni di distanza dei nostri fratelli separati, eppure è mia convinzione che questo apostolato biblico sia quanto mai urgente». La Chiesa doveva tornare, quindi, con urgenza ai suoi fondamenti ineludibili, cioè alla Parola. Non stupisce affatto che l’Allegra fosse giunto a un tale convincimento, dal momento che, come si evince sempre dalle Memorie, fin da studente di teologia usava come testo per la lettura spirituale il Vangelo di Giovanni, seguendo naturalmente la versione greca. Con l’applicazione alla Parola, il giovane francescano scopriva, però, anche i Padri. Egli asserisce, infatti, con ri- 520 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 ferimento al Tractatus in Johannis Evangelium del grande Agostino [...] ritengo che, dopo la Sacra Scrittura, sant’Agostino sia stato il mio maestro (...). E con Agostino cominciai a conoscere san Girolamo...». Si viene a conoscere così come uno dei sogni irrealizzati dallo studioso resti quello di offrire una traduzione cinese anche dei testi patristici, allo scopo di «far conoscere l’esegesi dei Padri [...], in altri termini, la Scrittura nei Padri». La Parola biblica, per operare come tale, a suo avviso, dovrebbe essere intesa entro un determinato ambiente culturale; cioè andrebbe interpretata secondo una corretta ermeneutica, in modo da diventare “parola ecclesiale”. Così si esprime ancora a questo riguardo il francescano: «Molta verità contiene il detto di Lutero: “La sola grammatica non basta per tradurre la Bibbia”, frase che io oso spiegare così: non basta la conoscenza della grammatica e della sintassi greca ed ebraica per tradurre la Scrittura, ma fa d’uopo che il traduttore conosca la storia del popolo in mezzo al quale il libro da tradursi ha avuto origine... Ma soprattutto fa d’uopo che, essendo la Scrittura il libro affidato da Gesù Signore alla Chiesa, egli abbia gli stessi sentimenti della Chiesa: sentiat cum Ecclesia». Lo studioso francescano, oltre a fare riferimento continuo ai Padri nell’opera di traduzione, pensò di riunire in un Dizionario biblico, o Lessico biblico, tutti gli strumenti ermeneutici atti all’interpretazione ecclesiale. L’ispirazione per una tale opera, come afferma egli stesso, gli sarebbe venuta da Agostino, che non riteneva sufficienti, per i bisogni dei cristiani, le opere storico-geografiche di Eusebio, né le spiegazioni filologiche di Girolamo. Occorreva dunque, a suo avviso, un’opera che si interessasse ai problemi trattati nell’introduzione generale e speciale della Scrittura, quali le questioni riguardanti l’ispirazione, il canone, i principi cattolici dell’ermeneutica (ego nec Evangelio crederem nisi Ecclesiae me moveret auctoritas). La Bibbia cinese di padre Allegra – in un solo volume, la cosiddetta Bibbia di Natale – vide la luce il 25 dicembre del 1968. Quest’opera non fu l’unico strumento attuato per la formazione del popolo cristiano. L’attività dello studioso, nel corso degli anni, diede ulteriori frutti efficaci per rinnovare, sin dalle radici, l’intera pratica cristiana. «Nei primi anni delle mia vita in Cina rimanevo sorpreso nel vedere i fedeli protestanti, che si recavano al loro Divine Service portando seco la Bibbia. I cattolici avevano invece il libro di preghiere e la corona del Rosario. Allora era d’uso quasi generale presso i protestanti schernire i cattolici perché la Chiesa proibiva loro l’uso della Bibbia, e perché ancora eravamo infetti della superstizione mario-latrica... Ora la situazione è completamente rovesciata. Abbiamo la versione della Bibbia stampata in due formati diversi; abbiamo tre edizioni diverse del Nuovo testamento, abbiamo una edizione dei quattro Vangeli ristampata diverse volte a decine di migliaia; e abbiamo la carta geografica murale della Palestina al tempo di Gesù, abbiamo l’antologia biblica: il Vangelo del Regno, e abbiamo in ultimo il dizionario». Il brano citato potrebbe suscitare l’impressione di certo clima polemico, cioè di un utilizzo della Parola con un sotteso rischio di ostacolare il cammino verso l’unità. Si verificò esattamente il contrario: grazie all’Allegra, infatti, cattolici e protestanti iniziarono un proficuo cammino di dialogo, munendosi di strumenti di incontro, di scambio, di comunione. «Certo per quanto io sappia le Esposizioni bibliche di Taiwan e di Hong Kong non solo furono le prime tenute in Estremo Oriente, ma furono le prime nelle quali i cattolici collaborarono in spirito di estrema carità con i cristiani evangelici o protestanti. Tanti eventi accaddero dopo questa esposizione che stanno a dimostrare come il clima di mutua diffidenza si è mutato». GIUSEPPE BUFFON [L’Osservatore Romano, 15 novembre 2008, p. 4] 6. Notitiæ particulares – XII Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Dal 5 al 26 ottobre 2008 si è te- AD CHRONICAM ORDINIS nuta a Roma la XII Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi su La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Oltre alle Asseblee ordinarie si sono tenute altre 10 Assemblee speciali: 2 per l’Europa, 2 per l’Africa, 1 per l’America, 1 per l’Asia, 1 per l’Oceania, 1 per i Paesi Bassi, 1 per il Libano ed 1 per ricordare il ventesimo anniversario del Vaticano II. I Padri Sinodali erano 253: 90 dall’Europa, 62 dall’America, 51 dall’Africa, 41 dall’Asia, e 9 dall’Oceania. Sette Padri Sinodali hanno studiato nella nostro “Istituto Biblico Francesco” di Gerusalemme. Il nostro Ordine era presente con 7 Padri Sinodali: CARD. CLÁUDIO HUMMES, OFM, Prefetto della Congregazione per il Clero; MONS. BASIL MYRON SCHOTT, Arcivescovo Metropolita di Pittsburg dei Bizantini, Presidente del Consiglio della Chiesa Rutena, USA; MONS. SYLVESTER CARMEL MAGRO, Vicario Apostolico di Benghazi, Libia, Vescovo titolare di Salde; MONS. JESÚS PÉREZ RODRÍGUEZ, Arcivescovo di Sutre, Bolivia; MONS. HÉCTOR MIGUEL CABREJOS VIDARTE, Arcivescovo di Trujilio, Perù, Presidente della Conferenza Episcopale; MONS. PIOTR HERKULAN MALCZUK, Vescovo titolare di Media, Ausiliare di Odessa-Simferopol, Ucraina; FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, Mi- 521 nistro generale. Inoltre vi ha preso parte un Perito: FR. FRÉDÉRIC MANNS, Professore di Esegesi del Nuovo Testamento e di Letteratura antica ebraica presso la Facoltà Biblica e Archeologica di Gerusalemme. Della Famiglia Francescana hanno partecipato altri 4 Padri Sinodali e 1 Perito dei Cappuccini. I Religiosi presenti sono stati: Salesiani, 9; Gesuiti, 5 Padri Sinodali e 3 Uditori; Domenicani, 3 Padri Sinodali e 1 Perito; Verbo Divino, 4; Redentoristi, 2. (L’Osservatore Romano, 4 ottobre 2008, pp. 4-5) – MONSIGNOR STANISLAS LUKUMWENA, OFM, ha presentato la rinuncia, accettata da Benedetto XVI, al governo pastorale della Diocesi di Kole (Repubblica Democratica del Congo), in conformità al canone 401 §2 del Codice di Diritto Canonico. (L’Osservatore Romano, 31 ottobre 2008) – FR. DAVID MARIA JAEGER OFM, della Custodia di Terra Santa e FR. MOACYR MALAQUIAS JÚNIOR OFM, della Custodia Autonoma di Nostra Signora dei Setti Gaudi in Brasile, sono stati nominati da Benedetto XVI Consultori della Congregazione per il Clero. Entrambi sono Professori di Diritto Canonico nella Pontificia Università “Antonianum” in Roma. (L‘Osservatore Romano, 31 dicembre 2008) BIBLIOGRAPHIA – BROSSE RICHARD und HEIDEMANNS KATJA (hrsg. von), Für ein Leben in Fülle. Visionen einer missionarischen Kirche für Hermann Schalück, Herder, Freiburg 2008, 352 s. – BROCANELLI VINCENZO, Francescani senza frontiere. Le missioni dei Frati Minori nel mondo. Éditions du Signe, Strasburg 2008, pp. 95 (edizione in 8 lingue). – BRUNETTE PIERRE, François d’Assise et ses conversions. Les Editions Franciscaines, Paris 2008, pp. 155. – CACCIOTTI ALVARO – MELLI MARIA (a cura di), Francesco a Roma dal signor Papa. Atti del VI Congresso storico di Greccio, 9-10 maggio 2008. In occasione dell’VIII centenario dell’approvazione della prima regola. Edizioni Biblioteca Francescana, Milano 2008, pp. 424. – CASALINI NELLO, Il primato di Cristo. Due ricerche cristologiche. Frati Editori di Quaracchi, Grottaferrata 2008, pp. 260. – FEBBRARO ANTONIO, Ricordi, scritti, immagini. Editrice Salentina, Galatina 2008, pp. 103. – GALEANO ADOLFO, Tensiones y conflictos de la Teología en su historia. Ed. 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Éditions du Signe, Strasburg 2008, pp. 58 (edizione in 11 lingue). – SABATTINI ALBERTO (a cura di), P. Alfredo Berta OFM. Memorie e cronaca del convento di S. Maria Apparve in Ostra (AN) (1884-1958. Tipolitografia Fabrianese, Fabriano 2008, pp. 79. – SCHNEIDER HERBERT - SCHLOSSER MARIANNE - ZAHNER PAUL, Duns-Scotus Lesebuch, B. Kühlem Verlag, Mönchengladbach 2008, pp. 354. – UFFICIO GPIC (a cura di), Pellegrini e forestieri in questo mondo. Sussidio per la formazione permanente sul Capitolo IV delle Costituzioni generali OFM. Ed. Comunicazioni OFM, Roma 2008, pp. 148 (edizione in Italiano, Spagnolo, Inglese). – UFFICIO “PRO MONIALIBUS” (a cura di), En gratitud docilidad y santitad. Orden de la Inmaculada Concepción. Encuen- 524 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 tro de las Presidentas de las Federaciones. Acta. Toledo, España, 24 de mayo a 4 de junio de 2008, Ed. Comunicazioni OFM, Roma 2008, pp. 444. – URIBE FERNANDO, Orar como Francisco. Notas y sugerencias sobre las oraciones del Santo de Asís. Colección Karisma 2, Santiago de Cali, Colombia, 2008, pp. 264. 1. Fr. Gino Concetti 1. Biografia NECROLOGIA Grottammare, Italia, 11.10.1926 Grottammare, Italia, 29.09.2008 È morto padre Gino Concetti La verità sulla morale con il saio di san Francesco Con un moto istintivo di strana incredulità abbiamo appreso la notizia della morte del nostro caro padre Gino Concetti, avvenuta nella notte della festa dei santi arcangeli. Aveva lasciato materialmente il giornale oltre un anno fa – stava male, aveva dovuto subire un delicato intervento – eppure qui, tutti avevamo la netta sensazione che egli fosse sempre presente tra noi, benché purtroppo non abbia potuto più nemmeno collaborare con suggerimenti e articoli. Nessuno si sarebbe stupito se da un momento all’altro avessimo visto padre Gino camminare pensieroso per i corridoi, gli occhiali sul naso, con un articolo stretto fra le mani, rigorosamente scritto a macchina e sovraccarico di pentimenti e di correzioni a penna. Una sensazione che la dice lunga sul servizio pluridecennale prestato a «L’Osservatore Romano». Un servizio qualificato, operoso, discretissimo. In certe occasioni, determinante. Padre Concetti è stato proprio un’istituzione. Parlava poco, a voce bassa e, specie a chi poco lo conoscesse, poteva dare la sensazione di estraniarsi nelle discussioni sulle materie correnti. Era un tratto inconfondibile del carattere: umile e schivo come solo un frate minore può essere. Se però lo si invitava a dire la sua padre Gino non deludeva mai. Sobrio ed esauriente, si esprimeva con un piglio lucido e sereno che talvolta sorprendeva l’interlocutore. Igino Concetti – tale era il suo nome al secolo – era nato nella Marca picena a Grot- tammare l’11 ottobre 1926. Compiuti gli studi classici si era iscritto all’Istituto Teologico Francescano, frequentando il corso istituzionale ed entrato nell’Ordine dei Frati Minori emise la professione religiosa solenne il 22 agosto 1953 nella Provincia religiosa del Sacro Cuore della Beata Vergine Maria di Genova. Il 24 settembre di quello stesso anno fu ordinato sacerdote. In seguito si iscrisse alla Facoltà Teologica del Pontificio Ateneo (Università) Antonianum di Roma conseguendo il dottorato di teologia morale nel 1957. Ottenne poi, nel 1959, il dottorato in Scienze Sociali alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino di Roma. Docente di teologia pastorale, morale, sociale e politica all’Antonianum dal 1964 al 1977 Gino Concetti iniziò a collaborare a «L’Osservatore Romano» sin dal 1960 divenendone in seguito redattore dal 1969 – ma di fatto dall’anno precedente: a partire dai giorni successivi alla pubblicazione dell’enciclica Humanae vitae di Paolo VI, come egli amava ricordare – e fino al 1996. Raggiunta l’età della pensione, su richiesta dei diretti superiori, prosegui l’attività con uno speciale contratto di collaborazione stabile partecipando al contempo a numerose trasmissioni radiotelevisive italiane e internazionali. Padre Concetti ha scritto moltissimo su svariate materie, ma era soprattutto un esperto di morale. Sulle nostre pagine ha difeso strenuamente la verità sulla famiglia, sul matrimonio, sulla vita, sulle manipolazioni genetiche. Negli anni della direzione di Raimondo Manzini per questo suo impegno subì anche un processo presso il Tribunale di Roma dal quale sarebbe stato prosciolto da ogni addebito di reato. Un suo grandissimo merito è stato di aver reso con limpida e sicura visione materie tanto complesse e delicate in termini accessibili a chiunque. Se questo fu il giornalista, si possono solo accennare alcuni tratti del sacerdote e del 526 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 religioso, sempre pronto e disponibile nei confronti dei bisognosi, dei poveri e delle famiglie in difficoltà. Certo sono tanti quelli che hanno beneficiato dell’aiuto materiale e spirituale di padre Gino, ma poco ne sappiamo: uomo di preghiera, quanto attivo e pratico nelle emergenze, era altrettanto riservato sul bene fatto. Francescano fino in fondo al cuore – e quindi sempre in spirito di leale obbedienza ai superiori – non temeva di battersi con umile coraggio in difesa dei più deboli. Non sprecava parole e non faceva complimenti inutili; ma era ruvido ed essenziale, secondo un contegno proprio della antica cultura contadina picena: sobria nelle forme quanto attenta alla sostanza delle cose. Il viso, di solito serio e assorto, si apriva al sorriso accogliente al visitatore, soprattutto in presenza dei bambini. Un giorno – era il cinquantesimo della sua ordinazione sacerdotale – rivelò ai colleghi: «Ogni mattina celebro la santa messa alle 7 e vi vedo tutti in un fulgore di luce. Vedo i vostri volti, ascolto i vostri desideri e li presento al Signore». Ci sembra oggi di risentire il battere incessante e ritmato della sua macchina da scrivere mentre mentalmente ritorniamo ancora a bussare alla sua porta per chiedergli un aiuto o un consiglio. E vorremmo sentirci accogliere come una volta, mentre il ticchettio prosegue, per qualche istante, fino al punto. RAFFAELE ALESSANDRINI [L’Osservatore Romano, 29-30 settembre 2008] 2. Lettera del Ministro generale ai Ministri provinciali della Liguria e delle Marche Cari Fr. Alberto e Fr. Vincenzo, Ministri provinciali in questo triste momento per la scomparsa del nostro Fratello Gino Concetti, desidero unirmi al vostro dolore e a quello dei familiari, e pregare con voi Maria, madre di misericordia, perché sia lei, a cui Frate Gino si rivolgeva sempre con amore e pietà filiale, ad accoglierlo ora nella casa del Padre e ad introdurlo nella gioia eterna. Insieme a questa supplica, sgorga spontaneo dal cuore il grazie profondo per il dono di questo Frate Minore, che ha dedicato tutta la sua vita all’Ordine e alla Chiesa. Esperto teologo e profondo conoscitore dell’animo umano, secondo il monito di san Francesco ha sempre messo la sua scienza a servizio dei fratelli e sempre la alimentò con un intenso spirito di preghiera. Generazioni di Frati lo ricordano con riconoscenza come insegnante di teologia morale alla Pontificia Università Antonianum, dove è vissuto fino a pochi mesi fa, quando la malattia, accolta con serenità e fede, lo ha costretto a ritirarsi nella infermeria del nostro convento di Gottammare, suo paese natale. Chi lo ha conosciuto ha imparato ad apprezzare i suoi modi schivi, dietro i quali si nascondeva una grande generosità. Anche nel suo servizio all’Osservatore Romano, come giornalista, era sempre disponibile con tutti e manifestava in ogni occasione il suo amore per san Francesco e l’Ordine. Seppe fare della penna un vero strumento di annuncio cristiano e, forte degli insegnamenti della Chiesa e di un costante e continuo aggiornamento, non aveva timore ad affrontare anche gli argomenti di più scottante attualità: dalla bioetica, alla politica, all’eutanasia, alla pena di morte, offrendo a tutti con chiarezza la prospettiva cattolica. Quest’anno Frate Gino non celebrerà con noi la solennità di san Francesco, perché sarà accanto a lui nella gloria del Padre. Mentre siamo certi che continuerà a guardarci con affetto fraterno, chiediamogli di intercedere per noi, perché sappiamo sempre vivere la nostra vocazione con la stessa passione che lui ci ha sempre testimoniato. Roma, 29 settembre 2008 FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 3. Omelia del Vicario generale nel giorno dei funerali Di fronte alla morte di un fratello, di un familiare, di un amico, comunque di fronte NECROLOGIA alla morte, per assumere uno sguardo di fede, abbiamo bisogno di ascoltare la Parola di Dio, la Parola che nutre la nostra fede. Abbiamo scelto di ascoltare le letture proprie della memoria di S. Girolamo, sacerdote e dottore della Chiesa. Ed è alla luce di questa parola che rileggiamo la vita e la morte del nostro fratello; è con questa parola che alimentiamo la nostra fede e sosteniamo la nostra speranza. “La tua parola, Signore, è fonte di gioia”: così la Liturgia ci ha fatto pregare nel ritornello del salmo responsoriale. La parola di Dio è, anche in questa circostanza della morte di un fratello, fonte di gioia e di speranza: apre la nostra vita a prospettive nuove e di vita eterna. Lo ha ben compreso lo stesso Fr. Gino. In fondo tutto il suo impegno nello studio, nell’insegnamento e nello scrivere libri e articoli non è stato nient’altro che far conoscere la parola di Dio, parola che illumina la vita degli uomini, nelle loro speranze e nelle loro fatiche; parola che è luce dentro le scelte, alle volte così complesse e faticose, che gli uomini nella loro esistenza si trovano ad affrontare. Ben si addicono al nostro caro Fr. Gino le parole dell’apostolo Paolo a Timoteo che abbiamo sentito nella prima lettura. Il nostro confratello è rimasto saldo in quello che ha imparato nella conoscenza delle sacre scritture. Davvero per lui le parole del grande santo di cui oggi facciamo memoria sono diventate impegno e vita. Dice infatti s. Girolamo: “Se infatti, al dire dell’apostolo Paolo, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio, colui che non conosce le Scritture, non conosce la potenza di Dio, né la sua sapienza. Ignorare le Scritture significa ignorare Cristo”. La parola vissuta aiuta gli uomini a discernere bene nella vita da che parte stare e ad essere trovati pronti nel momento del giudizio, come ci ha ricordato la pagina evangelica. Fr. Gino ha scoperto, vissuto e servito questa grande verità: che tutta la Scrittura è utile per insegnare perché è ispirata da Dio e la Scrittura ci fa conoscere Cristo da cui abbiamo la salvezza. Il nostro confratello ha speso la sua vita perché gli uomini, comprendendo ed accogliendo le parole del Fi- 527 glio di Dio e tentando di dare risposte coerenti alle domande che la vita pone, possano scegliere sempre per il bene nella speranza di ritrovarsi, alla fine della vita, dalla parte giusta, quella dei buoni di cui ha parlato la breve parabola evangelica che abbiamo ascoltato. Ma per poter insegnare e trasmettere le verità del vangelo occorre viverle. Fr. Gino ci dice con tutta la sua esistenza che il viaggio della vita è questo ascolto obbediente del Figlio di Dio o meglio, è il vivere nella nostra vita il Suo ascolto del Padre; entrare in questo rapporto profondo di Gesù con suo Padre. Solo questo intimo e profondo rapporto, solo l’essere resi partecipi di questo dialogo/ascolto dà senso profondo al mistero della croce che incontriamo inesorabilmente nella nostra vita. Cristo ha affrontato la croce nella forza di questo rapporto con il Padre; Fr. Gino ha vissuto la sua croce nella forza del suo essere stato inserito per il battesimo, la professione religiosa e il sacerdozio ministeriale, nell’eterno dialogo d’amore tra il Padre e il Figlio. Noi possiamo vivere la fatica, la croce, la morte solo ancorati fortemente a questo dialogo eterno, nel quale ci scopriamo continuamente salvati e redenti. Così anche la morte “a tutti terribile e odiosa” (come dice il Celano), può essere cantata da Francesco: “ben venga, mia sorella morte”. Solo così anche per noi la morte non può far paura perché non è l’ultima parola sulla vita dell’uomo, non è l’ultima parola sulla vita di Fr. Gino, ma diventa “la porta della vita”, sempre come esclama Francesco d’Assisi poco prima di morire (cf. 1Cel. 217 ). Il Capitolo generale del 2003, nel suo documento ci ha ricordato che l’itineranza, dimensione fondamentale della nostra forma di vita, si sostiene con “diversi nutrimenti per il cammino”. Tra essi si ricordano esplicitamente: “La memoria del passato, che ci viene donato dalle nostre istituzioni, dalla nostra tradizione intellettuale, dalla nostra spiritualità francescana, dalle nostre sane abitudini, dalla nostra gente saggia”. Che la memoria di Fr. Gino, resti in benedizione e ci aiuti, come afferma sempre 528 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 il Capitolo generale del 2003, a “mantenere questo legame con la tradizione, perché muoversi senza radici genera un cammino senza sapienza né orizzonti” (Spc 36c). La fraternità francescana a cui Fr. Gino ha affidato con tutto il cuore la sua vita per tendere, con il nostro fraterno aiuto “alla perfetta carità nel servizio di Dio, della Chiesa e degli uomini” (formula professione CCGG 5 ), ora lo restituisce al Datore di ogni bene. Mentre ringraziamo Dio per averci dato questo fratello, lo affidiamo alla sua misericordia. Per Fr. Gino si compiono, e per noi sono di stimolo, le parole delle nostre CCGG: “Comunque, tutti i frati, sull’esempio di S. Francesco, si ricordino che la morte è il passaggio dalla vita terrena alla gloria del Signore e l’ultima offerta della vita, con cui si compie la professione” (art. 36,2). FR. FRANCESCO BRAVI, OFM Vicario generale 2. Fr. Roberto Zavalloni, ofm Cervia, Italia, 25.05.1920 Bologna, Italia, 15.10.2008 1. Profilo biografico Fr. Roberto era partito all’età di 11 anni da Cervia in provincia di Ravenna, dove era nato il 25 maggio 1920, per i collegi serafici dell’Osservanza di Bologna e poi di Cesena. Vive il suo anno di Noviziato presso il Convento di Villa Verucchio, ed emette la prima Professione religiosa il 17 agosto 1936. Il liceo e la teologia negli anni della guerra li frequenta in diversi conventi della Provincia: Modena, Piacenza e Borgonovo. Emette la Professione solenne il 1° giugno 1941 e il 19 giugno 1943, per l’imposizione delle mani di Mons. Ersilio Menzani, è consacrato sacerdote. Nel 1945 i Superiori lo inviano a Roma per lo studio della Filosofia presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma conseguendo la licenza e l’abilitazione al dottorato nel 1948. Nello stesso periodo frequenta, dal 1946 al 1948, il biennio di studi sociali nella Scuola Superiore di Studi Sociali allora istituita presso la Pontificia Università Lateranense. Completa gli studi filosofici nell’Università Cattolica di Lovanio, presso l’Institut Superieur de Philosophie, conseguendo nel 1952 la licenza in pedagogia applicata e l’abilitazione al dottorato nella stessa disciplina. L’anno successivo, ottenuta una borsa di studio Fullbright per gli Stati Uniti d’America, si specializza in psicologia clinica e psicologia educativa presso la Fordham University di New York e la University of Chicago, con particolare attenzione alla «Client-Centered Therapy» di Carl R. Rogers. Otterrà nel 1962 una seconda borsa di studio per lavori di ricerca presso le Università di California e del Canada. Dal 1954 al 1958 è assistente di Padre Agostino Gemelli nell’Istituto di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano. Nel 1959, dopo la morte del Padre Gemelli, inizia l’attività di Consultore presso la Sacra Congregazione per le Cause dei Santi, tale incarico gli verrà rinnovato fino al 2000. Conseguita nel 1959 la libera docenza in psicologia, è chiamato ad esercitarla nella Facoltà di Magistero dell’Università «La Sapienza» di Roma, presso l’Istituto di Pedagogia, dove assumerà, nel 1964, l’insegnamento di una nuova disciplina allora introdotta: la pedagogia speciale. Di tale insegnamento terrà la cattedra per incarico fino al 1974 e come professore ordinario fino al 1990, svolgendo anche la funzione di direttore, prima dell’istituto di Pedagogia e poi del Dipartimento di Scienze dell’Educazione. È tra i primi studiosi europei a divulgare le idee e le ricerche di Carl R. Rogers alla cui scuola (il Counseling Center dell’Università di Chicago) torna più volte per perfezionarsi nell’approccio clinico terapeutico «centrato-sul-cliente». Incaricato, fin dal 1952, dell’insegnamento di psicologia sperimentale presso il Pontificio Ateneo Antonianum, è nominato professore straordinario della medesima disciplina nel 1955 e ordinario nel 1959, anno in cui assume anche l’insegnamento di filosofia dell’educazione e di pedagogia. Dall’anno accademico 1958-59 è inoltre in- NECROLOGIA caricato di psicologia pastorale presso l’Università Lateranense, insegnamento che terrà per oltre vent’anni. Degna di nota la pubblicazione nel 1965 del volume Psicologia pastorale, che ha segnato la formazione di innumerevoli sacerdoti e religiosi nello studio della condotta religiosa. Viene chiamato a far parte, come membro effettivo, di diverse associazioni scientifiche, educative e filantropiche, fra cui: la Société Philosophique de Louvain (1951), l’American Catholic Psychological Association (1952), la Società Italiana per l’Assistenza medico-psico-pedagogica ai minorati dell’età evolutiva (1958), l’Association de Psychologie Scientifique de Langue Francaise (1958), il Bureau International Catholique de l’Enfance (1961), l’Internationalen Gesellschaft fur Religionpsychologie (1961). In qualità di consulente del Centro Europeo dell’Educazione, con sede nella villa Falconieri di Frascati, prende parte attiva, fin dagli anni sessanta, al rinnovamento della scuola in Italia, con particolare riguardo ai problemi dell’integrazione scolastica degli alunni disadattati e svantaggiati e alle questioni connesse con la formazione iniziale e in servizio di insegnanti e dirigenti scolastici. Nel 1960 riceve la nomina a consultore per la preparazione del Concilio Vaticano II e partecipa come esperto ai lavori della Congregazione per l’Educazione Cattolica, di cui continuerà ad essere consultore fino agli anni novanta. Nella stessa Congregazione partecipa all’elaborazione di un importante documento pontificio sulle Università cattoliche, destinato a diventare la Constitutio apostolica de Universitatibus Catholicis promulgata il 15 agosto 1990. Nel 1969 viene eletto Rettore Magnifico del Pontificio Ateneo Antonianum, elezione riconfermata nel 1972. Dedica un forte impegno, in questo ruolo, al rinnovamento degli statuti e dei programmi di studi dell’Ateneo, con attenzione specifica all’Istituto Pedagogico. Collabora attivamente con la Sacra Congregazione per i Religiosi e gli Istituti secolari nel 1978. Nel settembre 1981 prende parte, come esperto di proble- 529 mi psicologici, alla preparazione del Sinodo dei Vescovi sul tema: «Riconciliazione e penitenza nella Chiesa». Un anno dopo, al Congresso Internazionale di Assisi su «Perdono e riconciliazione», svolge un’apprezzata relazione sul tema: «Angoscia e redenzione dell’uomo nel mondo moderno». Nel maggio 1983 è a Vienna come delegato della Santa Sede per il Simposio del Consiglio d’Europa su «L’educazione ai diritti dell’uomo». Fondamentale è il suo contributo nel ridisegno della Formazione e degli Studi dell’Ordine. Nel 1971 partecipa ai lavori della Commissione internazionale Formazione e Studi dell’Ordine e nello stesso anno partecipa come esperto al Capitolo straordinario di Medellín dove importante è stato il suo contributo nella stesura del documento “La Formazione nell’Ordine dei Frati Minori”. L’attività di consultore della Sacra Congregazione per le Cause dei Santi gli sarà preziosa nel lavoro di ricerca e di coordinamento svolto, a partire dall’ottobre 1984, come presidente della Commissione Internazionale Francescana istituita per preparare la Positio super vita, virtutibus et cultu di Giovanni Duns Scoto, nell’istruzione della Causa di beatificazione. Il lavoro sarà coronato dall’esito felice della proclamazione solenne del nuovo beato in S. Pietro il 20 marzo 1993. Sono molte e significative anche le partecipazioni e i contributi nel campo della psicopedagogia e numerosi gli incarichi del Ministero della Pubblica Istruzione per lavori di consulenza e interventi specialistici in Italia e all’estero. Il problema della formazione degli insegnanti e della psicologia speciale continuano ad essere un campo di interesse privilegiato. All’Università «La Sapienza» di Roma svolge, in questo ambito, un’intensa attività di ricerca sperimentale per molti anni. È fra gli antesignani, in Italia, delle tecnologie dell’istruzione programmata, finalizzata al recupero dei casi di disadattamento e di insuccesso scolastico, ma fondamentalmente orientata alla migliore organizzazione dei processi di insegnamento-apprendimento a vantaggio di tutti gli allievi e di ciascuno in particolare. 530 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 II 25 giugno 1981, la Presidenza del Consiglio dei Ministri gli conferisce il «Premio Cultura» a seguito della pubblicazione del libro L’educazione degli handicappati: problemi e prospettive, edito da Tempinuovi, e gli riconosce gli speciali meriti acquisiti nel campo delle scienze dell’educazione con particolare attenzione ai processi di innovazione educativo-scolastica. Nel 1990 conclude, per raggiunti limiti d’età, il suo ordinariato accademico, ma rimane in servizio come professore fuori ruolo per il successivo quinquennio. Il suo lavoro scientifico si concentra con particolare cura sul Laboratorio di tecnologie per l’handicap, ideato e voluto come segno tangibile dell’impegno profuso nel campo della pedagogia speciale, mettendo molte importanti premesse per i suoi ulteriori sviluppi. Innumerevoli le pubblicazioni di Fr. Roberto: 36 libri autonomi; 29 pubblicazioni in collaborazione con altri autori; più di 200 articoli in riviste o volumi (Per le informazioni sopra riportate, cfr. Parente M., in “Antonianum”, 73 (1998), pp. 631-678). Nel 1996, dopo il lungo e laborioso soggiorno a Roma, Fr. Roberto rientra in Provincia risiedendo presso la Fraternità dell’Annunziata in Bologna. Fin da subito si dedica agli amati studi giovanili e, in particolare, all’approfondimento e alla sintesi, con aggiornati apporti di ricerca storico-critica, delle tematiche antropologiche e pedagogiche del pensiero francescano. È l’inizio di una nuova stagione con la pubblicazione delle seguenti opere: Pedagogia francescana. Sviluppi e prospettive (1995); Antonio di Padova, educatore pastorale (1995); Provincia di «Cristo Re». Frati Minori dell’Emilia-Romagna nel 50° anno di vita (1996); Martiri della Cina, nel 50° della beatificazione (1996). Ha collaborato all’opera collettiva in dieci volumi sui Mistici francescani. Gli ultimi dieci anni della sua vita sono contrassegnati dalla malattia e dalla stanchezza fisica. Il 26 agosto scorso Fr. Roberto è stato trasferito in Infermeria provinciale dopo essere stato colpito da gravi problemi circolatori. Fr. Roberto si è distinto per la sua spiccata capacità per lo studio, il dibattito scien- tifico, l’impegno costante nell’insegnamento e la sua dedizione alla pubblicazioni di opere scientifiche e divulgative. Lo ricordiamo come una persona riservata e dallo sguardo intelligente e comprensivo. Ha vissuto pienamente le tante esperienze umane e lavorative che la vita gli ha donato con senso di umiltà, il suo atteggiamento riservato e mite ci ricorda che l’unica speranza per l’uomo è Cristo morto e risorto che dona la salvezza a tutti gli uomini. FR. MARCO ZANOTTI Segretario provinciale 2. Lettera del Ministro generale al Ministro provinciale di Bologna Caro Fr. Bruno Ministro provinciale, Roma, 15 ottobre 2008 ho saputo della scomparsa di Frate Roberto Zavalloni e desidero esprimere a tutti i Frati della Provincia di Bologna e ai suoi familiari la mia vicinanza in questo momento di dolore. Con essa sale spontanea dal cuore la preghiera al Padre delle misericordie, perché accolga questo nostro Fratello nella sua Casa e gli doni la gioia senza fine. Desidero, però, anche esprimere il ringraziamento a nome di tutto l’Ordine per il grande dono che ha ricevuto in Frate Roberto, per la usa risposta pronta e generosa alla chiamata del Signore e per averci testimoniato con la sua vita come mettere a servizio dell’uomo i talenti ricevuti da Dio. Da vero francescano, infatti, Frate Roberto ha dedicato tutta la sua vita agli altri, vivendo, come voleva il nostro padre san Francesco, con estrema serietà il dono del lavoro. Più un maestro di vita che un insegnante, dispensò con generosità il suo sapere e formò intere generazioni di studenti presso la Pontificia Università Lateranense e la nostra Pontificia Università Antonianum, che lo ricorda anche come suo Rettore, e presso NECROLOGIA la Facoltà di Magistero dell’Università «La Sapienza» di Roma. Portò, così, lo spirito di san Francesco nel mondo scientifico e accademico, mentre servì con amore la Chiesa, offrendo la sua competenza come Consultore per la Congregazione delle Cause dei Santi e per quella dell’Educazione Cattolica. Ma su tutto mi sento qui di ricordare il suo grande contributo nell’ambito della formazione francescana, di cui fu uno degli antesignani. Con questi sentimenti nel cuore affido Frate Roberto al Serafico Padre san Francesco, perché insieme a lui vegli su tutti noi e interceda per noi, perché sappiamo percorrere con la sua stessa dedizione e fedeltà il nostro cammino incontro al Padre. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 3. Fr. Michele Piccirillo Casanova di Carinola, Italia, 18.11.1944 Livorno, Italia, 26.10.2008 1. Profilo biografico Di Michele Piccirillo si è già scritto molto in giornali e pubblicazioni specializzate di varie parti del mondo. La rivista (Liber Annuus 2008) dello Studium Biblicum Franciscanum – Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologia pubblicherà una presentazione documentata della sua vasta bibliografia. Qui lo ricordiamo soprattutto come Frate Minore e Presbitero della Custodia di Terra che ha dedicato la vita, non molto lunga ma intensa e dinamica, allo studio, alla ricerca archeologica e all’insegnamento. Nato a Casanova di Carinola (Caserta, Italia) il 18 novembre 1944, entrò a 11 anni nel Collegio Serafico della Custodia di Terra Santa a Roma e a 16 anni raggiunse la Terra Santa compiendovi il Noviziato e tutto il curricolo formativo e di studio fino alla professione solenne che emise il 24 giugno 1967 e all’ordinazione sacerdotale che ricevette il 5 luglio 1969. La sua vocazione francescana si deve quasi certamente ai fratelli Collettori di Terra Santa che dal Com- 531 missariato di Napoli percorrevano tutta l’Italia meridionale spandendovi l’amore per la Terra di Gesù e raccogliendo aiuti e vocazioni per i Frati e le loro opere missionarie e apostoliche a favore dei Luoghi Santi e delle popolazioni di varie regioni del Medio Oriente. Nel 1970 si licenziò in Teologia al Pontificio Ateneo Antonianum e nel 1973 in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico. Nel 1975 si laureò in Lettere e filosofia, sezione archeologica, nell’Istituto degli studi per il Vicino Oriente dell’università La Sapienza di Roma. Dall’anno accademico 1974-1975 tornò stabilmente a Gerusalemme nel convento della Flagellazione, sede dello Studium Biblicum Franciscanum, dedicandosi all’insegnamento (anche nello Studium Theologicum Jerosolymitanum), alla ricerca archeologica e alle pubblicazioni scientifiche e divulgative. Nell’ambito della Custodia ricevette incarichi di fiducia di vario genere e fu Discreto di Terra Santa per un sessennio. Dal 1990 al 2000 fu anche professore invitato di Palestinologia al Pontificio Istituto Biblico di Roma. Non è qui il luogo per riferire dell’attività che Piccirillo ha svolto in differenti campi dove la sua prorompente personalità, le capacità personali e professionali, la fiducia dei superiori ecclesiastici e delle autorità di governo e di istituti universitari di ricerca e insegnamento in Medio Oriente, in Europa e negli Stati Uniti d’America, lo hanno portato ad esplicare la sua attività. Come a autentico Frate Minore, il Signore gli aveva «concesso la grazia di lavorare» (Rb 5,1) e ha lavorato indefessamente anche con le proprie mani come archeologo e restauratore di mosaici e antiche rovine. Il monte Nebo con il Memoriale di Mosè e la Giordania con il suo inestimabile patrimonio di mosaici sono stati al centro della sua straordinaria dedizione. Per questa fatica si sentì ripagato dall’onore che gli toccò di accompagnare il Servo di Dio Giovanni Paolo II quando nel pellegrinaggio giubilare del 2000 l’anziano Pontefice salì sul Nebo per venerare Mosè legislatore e profeta e, come lui, da lì contemplare le steppe di Moab e Gerusalemme sull’oriz- 532 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 zonte. La morte lo ha colto quando da pochi mesi aveva avviato la ricostruzione della basilica di San Mosè tuttora in corso. L’amore per la Terra Santa lo ha distinto da piccolo e lo ha accompagnato per tutta la vita. Piccirillo ha vissuto con dignità e fierezza il suo essere francescano di Terra Santa. Amava i santuari di Terra Santa come monumenti storici e come luoghi di preghiera; conosceva la grande tradizione culturale francescana, l’ha approfondita e fatta conoscere e in essa si è inserito dandovi il proprio apporto. Il suo nome – come quello dei suoi predecessori e maestri allo Studium Biblicum Franciscanum: J. Sylvester Saller († 1976), Bellarmino Bagatti († 1990), Virgilio Corbo († 1991) – rimarrà tra gli archeologi insigni del Medio Oriente e tra i Palestinologi del nostro tempo. Voleva che il suo ultimo libro, La Nuova Gerusalemme. Artigianato palestinese al servizio dei Luoghi Santi, frutto di prolungate ricerche e di studio, testimoniasse l’amore dei Frati dei secoli passati per il bello, per il benessere delle popolazioni della Terra Santa e per la devozione dei pellegrini. Ora è come il suo testamento. Concepiva il suo lavoro per l’archeologia, la geografia e la storia come un contributo alla pace del Medio Oriente. La conoscenza personale della vasta regione mediorientale e la padronanza di varie lingue, compreso l’arabo, unitamente al suo temperamento deciso ma schietto e cordiale gli permettevano di instaurare buoni rapporti con le autorità anche di paesi politicamente contrapposti tra loro e varcare frequentemente le loro frontiere. Ha goduto dell’ammirazione e dell’amicizia di gente semplice, studenti, colleghi, come di quella di grandi personalità civili, militari ed ecclesiastiche. Se ne è giovato per portare avanti scavi archeologici, restauri e conservazione di mosaici e monumenti, programmi di promozione, mostre e pubblicazioni prestigiose. Chi gli è vissuto accanto può testimoniare che in Fra Michele Piccirillo la grazia del lavoro non spegneva «lo spirito della santa orazione e devozione» (Rb 5,2). Era fedele e assiduo alla celebrazione eucaristica e alla liturgia delle ore nella sua fraternità e non trascurava la cura di queste cose neppure durante le estenuanti campagne archeologiche dei mesi estivi. È morto in ospedale poco dopo la mezzanotte, ma gli era accanto un confratello che ha pregato per lui e lo ha benedetto, poi lo ha rivestito del saio francescano per l’ultimo viaggio terreno ponendogli fra le mani la Bibbia e il Crocifisso e sul petto il Tau, simbolo dei salvati. La sua morte ha coinciso con la domenica 26 ottobre quando a Roma si concludeva il Sinodo dei Vescovi sul tema «La parola di Dio nella vita e nelle missione della Chiesa». La Famiglia Francescana di Terra Santa e tutto l’Ordine dei Frati Minori sono grati a Dio per il dono di questo ardito e infaticabile servitore della Parola di Dio e della Terra in cui la Parola si è fatta carne. Ai suoi funerali celebrati mercoledì 29 ottobre a Roma nella basilica di S. Antonio erano presenti due cardinali, diversi vescovi e una schiera di confratelli, sacerdoti, fedeli e amici. Non meno solenne è stata la celebrazione svoltasi ad Amman sabato 1 novembre e presieduta dal Patriarca Latino di Gerusalemme, Mons. Fouad Twal. I “suoi Frati di Terra Santa” lo hanno riportato amorosamente fin sul monte Nebo, a oriente del Giordano, luogo amato di tante sue opere e ora del suo riposo in attesa della risurrezione. Gli innumerevoli messaggi di cordoglio giunti da ogni parte del mondo all’Ordine, alla Custodia di Terra Santa e allo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme testimoniano quanto egli fosse conosciuto e stimato e quanto abbia onorato le due istituzioni nelle quali il suo ricordo resta particolarmente in benedizione G. CLAUDIO BOTTINI OFM 2. Messaggio ddel Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità Benedetto XVI SEGRETERIA DI STATO PRIMA SEZIONE - AFFARI GENERALI Informato notizia dipartita padre Michele Piccirillo sommo Pontefice desidera 533 NECROLOGIA esprimere at confratelli familiari et amici profonda partecipazione at dolore per scomparsa benemerito religioso francescano conosciuto in tutto il mondo per apprezzata et competente attività di archeologo volta at riscoperta studio et illustrazione importanti segmenti radici civiltà cristiana culturalmente significativi anche per popolazione non cristiana. Nel ricordare intensa et feconda opera at servizio Chiesa et Terra Santa di così appassionato studioso Bibbia et zelante figlio di san Francesco sua Santità ne affida anima eletta at divina bontà et di cuore invia at quanti piangono sua morte confortatrice benedizione apostolica. CARD. TARCISIO BERTONE Segretario di Stato di sua Santità ________________________________ Reverendo Padre José Rodríguez Carballo Ministro generale Ordine Frati Minori Via Santa Maria Mediatrice 25 00165 Roma 3. Lettera del Ministro generale Roma, 26 ottobre 2008 Carissimo Fr. Pierbattista Custode: il Signore ti dia Pace! Desidero esprimere a te, a tutti i Frati della Custodia, ai parenti e agli amici di Fr. Michele Piccirillo la mia vicinanza in questo momento di dolore e assicurarvi la mia preghiera e quella di tutto l’Ordine, perché il Signore lo accolga nella pace e nella gioia senza fine. Insieme a questa supplica sale spontaneo dal cuore anche il grazie al Signore per averci fatto dono di un tale Fratello e maestro. Vero figlio della Custodia di Terra Santa, amò fino in fondo la martoriata terra, in cui ancora oggi le pietre sono testimonianza viva della Parola di Dio donata all’umanità. Con la sua ricerca sul campo ci ha aiutati a riscoprire le origini cristiane di queste terre, come testimoniano i numerosi scavi da lui diretti e, in particolare, quelli sul monte Nebo e in terra di Giordania. Ho avuto la for- tuna di avere Fr. Michele come professore nella Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologia dello Studio Biblico di Gerusalemme, dove per lunghi anni trasmise la sua passione per la Sacra Scrittura, l’archeologia e la vita francescana a intere generazioni di studenti. Svolse sempre il suo lavoro considerandolo una grazia e i risultati delle sue ricerche superarono gli angusti confini di Gerusalemme e della Terra Santa, venendo apprezzati in tutto il mondo per l’apporto scientifico che ogni volta portavano. Da vero figlio di san Francesco si impegnava sempre per far diventare realtà i suoi grandi sogni e noi, che lo abbiamo conosciuto, sappiamo che quello più grande era di trasformare il monte Nebo, a lui così caro, da un arido cumulo di rovine in una verde oasi di pace. Vogliamo ricordarlo così, mentre ancora lavora a questi scavi e volge il suo sguardo sul panorama della Terra Promessa, in cui ora vive per l’eternità. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO Ministro generale ofm __________________________ Fr. Pierbattista Pizzaballa, OFM Custode di Terra Santa St. Saviour’s Monastery St. Francis Street 1 91001 Jerusalem 4. Anno 2005 mortui sunt * 30 aprile 2005: ŠIMIĆ FR. ANĐELKO, ANĐELKO, nato a Tučepi, della Prov. Ss. Redemptoris, Croazia. È morto all’età di anni 85, di vita francescana 67 e di sacerdozio 62. * 31 agosto 2005: SOLDO FR. JOSIP, ANTE, nato a Split, della Prov. Ss. Redemptoris, Croazia. È morto all’età di anni 83, di vita francescana 65 e di sacerdozio 61. * 16 dicembre 2005: RAMLJAK FR. JULIJAN, PETAR, nato a Siverić, della Prov. Ss. Redemptoris, Croazia. È morto all’età di anni 87, di vita francescana 67 e di sacerdozio 62. 534 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 * 17 dicembre 2005: JANKOVIĆ FR. ŠIMUN, KREŠIMIR, nato a Hrvace, della Prov. Ss. Redemptoris, Croazia. È morto all’età di anni 76, di vita francescana 58 e di sacerdozio 52. 5. Anno 2007 mortui sunt * 26 gennaio 2007: LEDWON FR. JOSAPHAT, PAUL, nato a Lasowice, della Prov. Assumptionis BMV, USA. È morto a Manitowoc all’età di anni 82, di vita francescana 58 e di scaerdozio 51. * 11 aprile 2007: MILON FR. AUGUSTIN, ANDREW, nato a Dupont, della Prov. Assumptionis BMV, USA. È morto a Burlington all’età di anni 63, di vita francescana 45 e di sacerdozio 37. 6. Anno 2008 mortui sunt * 17 febbraio 2008: KLUCZYBSKI FR. CAMPION, GEORGE, nato a Chicago, della Prov. Assumptionis BMV, USA. È morto a Burlington all’età di anni 76, di vita francescana 57 e di sacerdozio 49. * 26 febbraio 2008: CHAVES FR. FERNANDO DA EIRA RODRIGUES, nato a Curros, della Prov. Ss. Martyrum Marochiensium, Portogallo. È morto all’età di anni 78, di vita francescana 59 e di sacerdozio 52. * 18 marzo 2008: DOMINGUES FR. SIMÃO, nato a Chancelaria, della Prov. Ss. Martyrum Marochiensium, Portogallo. È morto all’età di anni 85 e di vita francescana 65. * 22 aprile 2008, MILON FR. AUGUSTIN, ANDREW, nato a Pittsron, Pennsylvania, della Prov. Assumptionis BMV, USA. È morto a Burlington, Wisconsin, all’età di anni 64, di vita francescana 45 e di sacerdozio 37. * 10 maggio 2008, SANCHO GONZÁLEZ FR. FRANCISCO, nato a Huancane, della Prov. Ss. XII Apostolorum, Perù. È stato a servizio, soprattutto, degli infermi e dell’OFS. Ha fondato la Fraternità francescana nella Parrocchia di Cristo Re e nella Pampa Inalambrica. È morto all’età di anni 81 e di vita Francescana 60. * 22 giugno 2008: REY FR. ROGER, nato a Le Puy, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Limoges all’età di anni 87, di vita francescana 64 e di sacerdozio 60. * 30 giugno 2008: DURIEUX FR. FRANÇOISRégis, nato a Thiviers, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Limoges all’età di anni 90, di vita francescana 58 e di sacerdozio 58. * 7 luglio 2008: MASCHMANN FR. ELVAN, WILBERT, nato a Washington, della Prov. Ss. Cordis Iesu, USA. È morto all'età di anni 88, di vita francescana 67 e di sacerdozio 62. * 12 luglio 2008: KUPREŠANIN FR. JAKOV, nato a Srđevići, Livno, della Prov. S. Crucis, Bosnia/Erzegovina. È stato Vice parroco a Zenica, Parroco in Germania (Essen) ed ha lavorato nel Centro Cattolico dei Croati. È morto a Gorica-Livno all’età di anni 73, di vita francescana 49 e di sacerdozio 44. * 19 luglio 2008, DRAG FR. RODERICK, PETER, nato a New Britain, Connecticut, della Prov. Assumptionis BMV, USA. È morto a Philadelphia, Pensylvania, all’età di anni 85, di vita francescana 65 e di sacerdozio 59. * 5 agosto 2008: LEIVA MONTESINOS FR. SALVADOR CARMELO, nato a San Salvador, delkla Prov. Ss. XII Apostolorum, Perù. È stato economo in varie Fraternità della Provincia, sagrestano nel convento Sant’Antonio in Puno. Questuò in molti villaggi della Sierra per la manutenzione della case di formazione e dei conventi della Recollección. È morto a Puno all’età di anni 93 e di vita francescana 62. NECROLOGIA * 15 agosto 2008: POSSET FR. MARCEL, JOSEPH, nato a Spontin, Belgio, della Prov. Trium Sociorum, Francia/Belgio. Per molti anni missionario in Congo, molto amato dalla gente semplice. In Belgio, fu per molto tempo colui che accolse con il sorriso i visitatori. Negli ultimi anni, fu l’anima della piccola Fraternità quando i suoi Confratelli erano maggiormente presi dai ministeri esterni. Di origine contadina, restò sempre vicino alla gente. È morto a Bertix, Belgio, all’età di anni 77 e di vita francescana 57. * 17 agosto 2008, GEMME FR. TEOFANE, nato a Gavi Ligure (AL), a Recco, della Prov. Liguræ ss. Cordis Mariæ, Italia. Uomo mite, discreto, umile, gentile, esercitò per alcuni anni il servizio di Maestro dei professi temporanei e per oltre un ventennio quello di Santuarista nel Santuario della Madonna di Valle in Gavi. Maestro nell’arte della fiducia, era abituale in lui l’affidarsi al Signore espronare i fratelli ad appoggiarsi alla Provvidenza divina. Visse e morì da vero Frate Minore gareggiando per essere ritenuto ultimo così da evidenziare il suo Signore. È morto nel convento S. Francesco in Recco all’età di anni 84, di vita francescana 68, di sacerdozio 59. * 17 agosto 2008: ECHEVERRÍA GÓNEZ FR. ALFONSO MARÍA, nato a Catacachi, della Prov. S. Francisci de Quito, Ecuador. Uomo semplice, di buon umore, paziente, è stato Maestro dei Novizi, missionario in Yacuambi (Amazonia). È morto ad Ambato all’età di anni 95, di vita francescana 79 e di sacerdozio 71. * 21 agosto 2008: ROUSSEAU FR. FERNAD JOSEPH, nato a St. Boniface, della Prov. Christi Regis, Canada. Ha messo a servizio dei Frati le sue doti e le sue capacità nelle dicerse Fraternità in cui visse. È morto a Calgary all’età di anni 82 e di vita francescana 48. * 30 agosto 2008: GAYTÁN VÁZQUEZ FR. 535 NORBERTO, JOSÉ DE JESÚS, nato a Aguascalientes, della Prov. Ss. Francisci et Iacobi, Messico. Fu Vicario e Guardiano in varie Fraternità. È morto a Gaudalajara, Jalisco, all’età di anni 75, di vita francescana 54 e di sacerdozio 44. * 2 settembre 2008: SLACKE FR. VARIN, FRANCIS EDWARD, nato a St. Bernard, Cincinnati, della Prov. Ioannis Baptistæ, USA. Dedicò i primi 32 anni del suo ministero sacerdotale nella pastorale parrocchiale e nei successivi si dedicò alla pastorale ospedaliera in Lousiana e Kentucky. È morto presso Mercy Hospital, Cincinnati, all’età di anni 91, di vita francescana 72 e di sacerdozio 64. * 5 settembre 2008: MICHEL CORONA FR. JSÉ GUADALUPE, OCTAVIO, nato a Autlán, Messico, della Prov. Aprutiorum S. Bernardini Senensis, Italia. Si era incardinato nella Provincia nel 1976 ed è rimasto sempre ad essa legato, anche se era tornato, negli ultimi anni, nella sua Provincia di origine dei Santi Francesco e Giacomo, dove ha ricevuto un’ospitalità fraterna. È stato un insigne musicista e compositore, come testimonio le sue pubblicazioni. La musica alimentava la sua raffinata sensibilità liturgica, curata con gli studi all’Anselmianum e con la sua intensa spiritualità. È morto a Zapopan, Messico, all’età di anni 80, di vita francescana 63 e di sacerdozio 56. * 8 settembre 2008: MOES FR. MAYNARD, THEODORUS, nato ad Amsterdam, della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda. È stato missionario in Pakistan dal 1953 al 1974. Ritornato in Provincia ha scritto varie articoli e volumi sull’Islam. È stato un generoso pastore. È morto a Driebergen all’età di anni 85, di vita francescana 63 e di sacerdozio 56. * 10 settembre 2008: NICHOLASPILLAI FR. PETER, nato a Sillalai, Sri Lanka, della Prov. Seraphicæ S. Francisci Assisiensis, Italia. Entrò nella Provincia Serafica di S. Francesco dell’Umbria nel 1975. Frate molto mite, pio, generoso, special- 536 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 mente con i poveri. Il suo desiderio, fino all’ultimo, è stato quello di assistere i suoi connazionali emigrati in Europa a causa della guerra etnica. Purtroppo non gli fu possibile per la sua salute fisicopsichica precaria, causata proprio dall’aver vissuto in prima persona le violenze di detta guerra etnica. È morto a Perugia all’età di anni 76 anni, di vita francescana 31 e di sacerdozio 27. * 10 settembre 2008: BILLARD FR. CÉLESTIN, HENRI, nato a Paris, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Rennes all’età di anni 89, di vita francescana 67 e di sacerdozio 60. * 12 settembre 2008: PROFILI FR. LUDOVICO, RODOLFO, nato a Civitella d’Agliano, Viterbo, della Prov. Seraphicæ S. Francisci Assisiensis, Italia. Ha testimoniato, nella sua lunga vita di Frate Minore e sacerdote, una fede sempre chiara e sicura, stabile e colma di un amore grande al Signore Gesù Cristo, suo unico bene; una fede obbediente, ma anche propositiva, aperta e inventiva nella santa Chiesa di Dio. Inoltre ha trasmesso il suo grande amore per il nostro padre san Francesco, per santa Chiara e per lo spirito francescano che sempre lo ha animato. I suoi scritti sono ripieni del suo amore e del suo attaccamento al nostro carisma. Tra i tanti servizi che ha prestato, in particolare, è stato a Milano Assistente Centrale dell’Istituto Secolare e dell’opera della Regalità di Cristo, chiamato a questo compito dallo stesso fondatore Fr. Agostino Gemelli, dal 1952 al 1971. È morto a Santa Maria degli Angeli-Assisi all’età di anni 97, di vita francescana 81 e di sacerdozio 74. * 12 settembre 2008: DE PIERPONT FR. HUGUES, BERNARD, nato a Nancy, della Prov. Trium Sociorum, Francia/Belgio. È morto a Bruxelles all’età di anni 84, di vita francescana 65 e di sacerdozio 58. * 13 settembre 2008: DIEDERICH FR. THEOBALD, nato a Ershausen, della Prov. Saxoniæ S. Crucis. Germania. È stato missionario in Cina (dal 1941 al 1952) e in Hong Kong (dal 1952 al 1994), dove si è dedicato alla traduzione della Bibbia e all’insegnamento. Ritornato in Provincia ha dimorato in diversi Conventi. È morto a Dortmund all’età di anni 97 e di vita francescana 78. * 15 settembre 2008: PRIM FR. MARINO, DONATO, nato a Santo Amaro da Imperatriz, della Prov. Immaculatæ Conceptionis, Brasile. Dedicò gran parte della sua vita alla formazione, come professore e guardiano nel Seminario Santo Antônio, Agudo. È morto a Rio de Janeiro all’età di anni 74, di vita francescana 51 e di sacerdozio 45. * 16 settembre 20908: PENAVA FR. JERKO, nato a Batin, Posuški Gradac, della Prov. Assumptionis BMV, Bosnia/Erzegovina. Missionario in Svizzera, Parroco, è morto ad Assisi, Italia, all’età di anni 61, di vita francescana 42 e di sacerdozio 34. * 16 settembre 2008: DI DOMENICO FR. NICOLA, nato a Melito di Napoli, della Prov. Neapolitanæ ss. Cordis Iesu, Italia. Frate buono e fraterno, si distinse per la sua disponibilità e laboriosità. È morto nell’Ospedale civile di Giugliano in Campania all’età di anni 49, di vita francescana 26 e di sacerdozio 15. * 16 settembre 2008: HEALY FR. CLEMENTE, FRANCIS, nato a New York, della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Trascorse dodici anni del suo ministero per l’educazione dei giovani presso il Siena College, Loudonville, N.Y., la Bishop Timon High School, Buffalo, N.Y., e la Saint Bonaventure University, Saint Bonaventure, N.Y. Nel 1958, fu nominato superiore della Missione Our Lady of the Angels Parish, Kingston, Jamaica, West Indies, dove, assieme a Fr. Paul Walsh, OFM, fondò la Our Lady of the Angels Prep School. Nel 1973, fu per breve tempo a svolgere il suo ministero NECROLOGIA presso la Saint Francis Chapel in Colonie, N.Y. Tornato a Kingston nel 1974 fu Vice parroco fino al 1977. Dal 1979 al 1987, tornò presso la Saint Francis Chapel in Colonie, N.Y. Gli ultimi sette anni fu trasferito presso la Saint Francis Chapel in Providence, R.I., e nel 1994 fu trasferito presso la Saint Anthony’s Friary in Saint Petersburg, Fla. È morto a Ringwoord all’età di anni 89, di vita francescana 68 e di sacerdozio 63. * 19 settembre 2008: HAMELIN FR. LÉONCE, nato a St-Narcisse, Québec, della Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Canada. Dottore in Teologia, dal 1954 al 1966 ha insegnato Teologia Morale nel Seminario francescano di Montréal; dal 1966 al 1980 presso la Facoltà di Teologia dell’Università di Montréal. È stato membro del consiglio e segretario della Facoltà, e consigliere dell’Assemblea dei Vescovi di Québec. Ha pubblicato molti libri ed articoli. Colpito da un ictus celebrale, ha vissuto gli ultimi 28 anni nell’Infermeria provinciale, edificando tutti per la sua fede e pazienza, e dove è morto all’età di anni 87, di vita francescana 67 e di sacerdozio 59. * 20 settembre 2008: ESPINOSA MANRIQUE FR. JOSÉ MARÍA, nato a Baraya, della Prov. S. Fidei, Colombia. È morto a Itagüí all’età di anni 82, di vita francescana 63 e di sacerdozio 56. * 22 settembre 2008: SMOK FR. BOLESŁAV, CZESŁAW, nato a Sławwniów, della Prov. S. Mariæ Angelorum, Polonia. È morto a Perth, Australia, all’età di anni 91, di vita francescana 73 e di sacerdozio 65. * 23 settembre 2008: DE MASI FR. ALESSANDRO, GIUSEPPE, nato ad Airola, della Prov. Neapolitanæ Ss. Cordis Iesu, Italia. Maestro dei Professi temporanei, Guardiano, Vicario, Vice Parroco, Economo, Cappellano del Carcere di S. Maria Capua Vetere. Ha vissuto amando e lavorando per la Chiesa, la Provincia e la comunità parrocchiale di S. Maria Ca- 537 pua Vetere. È morto nell’Infermeria provinciale “La Palma” in Napoli all’età di anni 87, di vita francescana 72 e di sacerdozio 64. * 23 settembre 2008: YOUNG FR. CLYDE, CYRIL ANTHONY, nato a St. Bernard, Cincinnati, della Prov. S. Ioannis Baptistæ, USA. È morto presso la Saint Anthony Friary & Shrine, Cincinnnati, all’età di anni 81, di vita francescana 62 e di sacerdozio 54. * 24 settembre 2008: HERNANDO HORTEGA FR. LUCAS, nato a San Adrían de Juarros, della Prov. S. Francisci Solano, Perù. Dopo un periodo di insegnamento ad Ocopa, è andato a Roma, dove ha conseguito il dottorato in Teologia Dogmatica. Tornato in Perù, si è dedicato all’insegnamento e al ministero pastorale. Ha collaborato alla creazione della Custodia Missionaria S. Francisco Solano, di cui è stato il primo Custode. Dopo un periodo trascorso in Spagna, durante il quale ha lavorato per la fondazione della parrocchia “Cristo de la Paz” (Madrid). Ha servito la Terra Santa per 3 anni, con residenza a Gerusalemme e a Damasco. Nel 1983 è tornato in Perù e viene eletto Guardiano de los Descalzos di Lima e Definitore provinciale. Ha svolto importanti servizi per l’Ordine: Commissario di Terra Santa a Buenos Aires, Delegato generale per i Frati di Argentina, Visitatore generale in Messico e Commissario di Terra Santa in Perù. È morto a Madrid all’età di anni 79, di vita francescana 63 e di sacerdozio 57. * 26 settembre 2008: O ‘SHEA FR. LAURENCE, MICHAEL, nato a Cork, Iralanda, della Prov. Nostræ Dominæ Reginæ Pacis, Sud Africa. Dopo l’ordinazione lavoò nella Diocesi di Kokstad, dove risvegliò diverse missioni, fino quando, per motivi di salute, fu trasferito prima a Vanderijl-Park e poi a Boksburg, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. È morto a Boksburg all’età di anni 79, di vita francescana 57 e di sacerdozio 51. 538 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 * 26 settembre: VITTOR FR. VALERIO, MARIO, nato a Mussons di Morsano al Tagl., Udine, della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Appena ordinato presbitero si dedicò al servizio pastorale parrocchiale a Marghera, a S. Maria Maggiore in Trieste, dove dimorò per 14 anni (6 come parroco) e a Treviso. Sentì poi il desiderio di mettere la sua vita a servizio di persone segnate dalla tossicodipendenza, nello stile che S. Francesco ha affidato ai suoi frati. Per questo motivo chiese e ottenne di vivere un periodo nella comunità di Cetona (SI). Questa esperienza doveva essere limitata e preparare l’avvio di un’opera corrispondente nell’ambito della nostra Provincia, ma ciò rimase solo a livello di proposte e di intenzioni. Così dopo Cetona continuò per altri 18 anni a svolgere la sua missione presso il santuario francescano e la comunità “S. Maria della Foresta” in Rieti. È morto nel convento Sacro Cuore in Saccolongo all’età di anni 67, di vita francescana 49 e di sacerdozio 40. * 29 settembre 2008: CONCETTI FR. IGINO, GINO, nato a Grottammare, Italia, della Prov. Liguriæ Ss. Cordis Mariæ, Italia. È morto nell’Infermeria provinciale di Grottammare all’età di anni 82, di vita francescana 56 e di sacerdozio 55. * 1 ottobre 2008: SURIAN FR. CARMELO, MÁRIO MAX, nato a São José do Rio Pardo, della Prov. Immaculatæ Conceptionis, Brasile. Ha dedicato gran parte della sua vita alla pastorale parrocchiale, alle Edizioni Vozes e, soprattutto, all’assistenza e alla formazione dell’OFS. È morto ad Agudos all’età di anni 85, di vita francescana 60 e di sacerdozio 53. * 2 ottobre 2008: LOVECCHIO FR. AGOSTINO, VITO GIOVANNI, nato a Santeramo in Colle, Bari, della Prov. Aprutiorum S. Bernerdini Senensis, Italia. Entrato giovanissimo nella Custodia di Terra Santa, ha compiuto la formazione nei Seminari di Emmaus, Betlemme e San Salvatore. Ordinato sacerdote nel 1951, svolse il suo ministero al Santo Sepolcro, al Collegio serafico di Roma, al Commissariato di Napoli e poi in Libano. Nel 1962 si è incardinato nella Provincia di S. Bernardino di Siena. È morto nell’Infermeria provinciale di Lanciano all’età di anni 83, di vita francescana 62 e di sacerdozio 57. * 2 ottobre 2008: BERMÚDEZ GALVÁN FR. JOSÉ FRANCISCO, nato a Panamá, della Prov. Dominæ Nostræ de Guadalupe, America Centrale/Panama. Ha ottenuto la Licenza in Teologia presso la Pontificia Università Antonianum, in Roma. È stato Definitore provinciale, Guardiano in varie Fraternità, Vice Parroco e Parroco, per vari anni ha insegnato teologia dogmatica presso il Seminario maggiore “San José” dell’Arcidiocesi di Panamá. È morto all’età di anni 57, di vita francescana 32 e di sacerdozio 27. * 6 ottobre 2008: WERNER FR. SIMON, JÜRGEN, nato a Oppeln, della Prov. Thuringiæ S. Elisabeth, Germania. È morto all’età di anni 66 e di vita francescana 31. * 8 ottobre 2008: BRESSANINI FR. GUIDO, nato a Scurelle, della Prov. Tridentinæ S. Vigilii, Italia. Ha svolto il suo servizio pastorale quasi in ogni convento della Provincia, terminando a Trento, dove risiedeva dal 1990. Aveva prestato vari servizi, dalla Pontificia Opera Assistenza al servizio di Commissario del Terz’Ordine. Ma sono stati soprattutto tre i ministeri che hanno caratterizzato la sua lunga vita: il servizio Parrocchiale, il servizio di Guardiano e la cura degli anziani e degli ammalati. Egli ci ha donato un esempio di Frate Minore, di pastore buono, di persona che ha amato la propria vocazione e l’ha vissuta fino all’ultimo istante. È morto nell’Infermeria provinciale di Trento all’età di anni 84, di vita francescana 67 e di sacerdozio 60. * 9 ottobre 2008: URIBE LONDOÑO FR. NECROLOGIA NOEL, nato ad Armenia, della Prov. S. Pauli Apostoli, Colombia. È morto a a Cartago all’età di anni 75, di vita francescana 51 e di sacerdozio 46. * 9 ottobre 2008: KIDD FR. KEVIN, JOSEPH, nato a Westmount, della Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Canada. Dal 1969 al 1979 ha servito la Custodia di Terra Santa e dal 1989 al 1998 è stato nella Costa d’Avorio. È morto nell’Infermeria provinciale di Montréal all’età di anni 94, di vita francescana 73 e di sacerdozio 65. * 11 ottobre 2008: GESUALE FR. VALENTINE, nato a Pittsburgh, Pennsylvania, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, USA. È Morto nell’Istituto San Francesco in Tegucigalpa, Honduras, all’età di anni 70 e di vita francescana 51. * 12 ottobre 2008: SAN FRATELLO FR. SENNEN, CHARLES, nato ad Elgin, Illinois, della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Dal 1958 al 1961 ha insegnato inglese presso la St. Bonaventure University; dal 1961 al 1963, alla Facoltà di Timon High School in Buffalo. Nel 1963, fu associato alla Facoltà del’English Department at Siena College, Loudonville, N.Y., dove lavorò fino al suo ritiro nel maggio del 2005. Fu Archivista del St. Bonaventure College e Curatore della Siena’s art collection. Fu Cappellano del Veteran’s Administration Hospital in Albany e volontario della locale casa per gli ammalati di AIDS. È morto a Ringwood, NJ, all’età di anni 82, di vita francescana 33 e di sacerdozio 50. * 13 ottobre 2008: SARAF FR. MATO, nato a Kuprešani, della Prov. S. Crucis, Bosnia/Erzegovina. È stato Vice Parroco in varie Parrocchie e Parroco in Sokoline. È morto presso l’Ospedale di Nova Bila all’età di anni 61, di vita francescana 35 e di sacerdozio 34. * 13 ottobre 2008: BEVILACQUA FR. APOLLONIO, PIETRO, nato a Calvecchia di S. Dona’ di Piave, della Prov. Venetæ S. 539 Antonii Patavini, Italia. Fin dalla giovinezza la sua salute si dimostrò debole e cagionevole. Nonostante questo, dall’inizio della sua vita religiosa si dedicò alla questua, cosciente che il passare di casa in casa, tra la gente, era un’occasione preziosa di incontro, di apostolato diretto e di dialogo. Ha trascorso gran parte della sua vita nel convento di Lonigo e gli ultimi 11 anni in quello di Chiampo. Nutriva particolare devozione per il Beato Claudio e la Vergine Maria. Amante della preghiera e fedele ai momenti liturgici della comunità, confezionava corone del rosario, che donava con gioia come mezzo di apostolato. È morto nell’Ospedale di Arzignano all’età di anni 78 e di vita francescana 59. * 15 ottobre 2008: ZAVALLONI FR. ROBERTO, nato a Cervia, della Prov. Bononiensis Christi Regis, Italia. È morto nell’Infermeria provinciale di Bologna all’età di anni 88, di vita francescana 72 e di sacerdozio 65. * 17 ottobre 2008: DE LA FUENTE PRIETO FR. LUIS ÁNGEL, nato a Villarín de Campos, della Prov. Castellanæ S. Gregorii Magni, Spagna. Nei suoi 66 anni di vita francescana servì come Formatore, Segretario provinciale, Commissario di Terra Santa, Economo..., sempre in modo efficace e con umiltà. È morto nell’Infermeria provinciale di Guadalajara all’età di anni 83, di vita francescana 66 e di sacerdozio 58. * 21 ottobre 2008: FLORES MARTÍNEZ FR. PABLO, AURELIO, nato a Cortazar, della Prov. Ss. Petri et Pauli de Michoacán, Messico. Servì con gioia la Fraternità, compiendo con gioia gli incarichi a lui affidati: cuoco, sagrestano, catechista. È morto presso “Asilo Nazareth Hall” del Paso all’età di anni 91 e di vita francescana 69. * 22 ottobre 2008: LATACZ FR. SERAFIN, nato a Zakrzów, della Prov. S. Hedvigis, Polonia. È morto a Marienweiher, Ger- 540 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 mania, all’età di anni 76, di vita francescana 57 e di sacerdozio 50. * 23 ottobre 2008: TONNA FR. CHARLES, EMMANUEL, nato a Rabat, della Prov. S. Pauli Apostoli, Malta. È stato Guardiano, Maestro dei Professi temporanei ed Assistente dell’OFS. Ha svolto anche la sua attività all’estero. È morto all’Ospedale “Mater Dei” di B’Kara all’età di anni 72, di vita francescana 50 e di sacerdozio 46. * 26 ottobre 2008: PICCIRILLO FR. MICHELE, nato a Casanova di Carinola, Italia, della Cust. Terræ Sanctæ, Israele. È morto a Livorno, Italia, all’età di anni 64, di vita francescana 47 e di sacerdozio 39. * 27 ottobre 2008: PUCCI FR. GUIDO, ULISSE, nato a Massa Carrara, della Prov. Aprutiorum S. Bernardini Senensis, Italia. Si è sempre segnalato per la sua grande amabilità ed accoglienza degli ultimi e dei poveri, lasciando, soprattutto con il ministero parrocchiale, un grato ricordo. Amante della natura, spirito ecumenico, era particolarmente devoto del mistero del Natale, da lui preparato anche con la realizzazione di artistici presepi. È morto nell’Infermeria provinciale di Lanciano all’età di anni 84, di vita francescana 65 e di sacerdozio 58. * 29 ottobre 2008: PIVEC FR. FRANCI, nato a Studenice, della Prov. S. Crucis, Slovenia. Religioso semplice, umile, generoso verso i Confratelli e i fedeli, zelante nel suo ministero sacerdotale, è stato il primo Parroco della Parrocchia del Beato Antonio Martino Slomsek a MariborKosaki. È morto a Maribor all’età di anni 55, di vita francescana 38 e di sacerdozio 28. * 1 novembre 2008: HYNES FR. JAMES, nato a Buffalo, NY, della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Dal 1977 al 1979, mentre era studente nel Seminary of the Immaculate Conception, lavorò presso la Peach Parish, West Milford, N.J. Dal 1979 al 1984, fu coordinatore di Ritiri e Vicario presso il St. Francis Retreat Center in Rye Beach, N.H. Dal 1984 al 1986, fu Vicario nella Casa di Noviziato della St. Francis Friary in Brookline, Mass. Dal 1986 al 1990, fu Guardiano e Parroco della Holy Cross Church, nel Bronx, N.Y; poi dal 1990 al 1999, lo fu presso la Holy Name of Jesus Parish on West 96th Street in New York City; dal 1999 al 2008 presso la Saint Patrick e Anthony Parish in Hartford, Conn. È morto a Bryn Mawr, PA, all’età di anni 57, di vita francescana 32 e di sacerdozio 28. * 2 novembre 2008: JIURIĆ FR. JERKO, MATE, nato a Progovo, della Prov. Ss. Redemptoris, Croazia. È morto all’età di anni 77, di vita francescana 57 e di sacerdozio 50. * 3 novembre 2008: SULLIVAN FR. ALAN, TIMOTHY, nato a Brooklyn, NY, della Prov. Ss. Nomins Iesu, USA. Dopo gli studi fu Vicario parrocchiale presso la St. Joseph Parish in East Rutherford, N.J. Dal 1960 al 1988 fu Cappellano della Marina degli USA. Dal 1988 al 1993, lavorò presso la St. Anthony Shrine in Boston, Mass. Dal 1993 al 1996, fu animatore vocazionale della Provincia. Nel 1996, riprese il suo lavoro come Cappellano militare presso il Navy Medical Center in San Diego, Calif. È morto a Ringwoord, NJ, all’età di anni 82, di vita francescana 57 e di sacerdozio 52. * 5 novembre 2008: GIOVANNETTI FR. PIETRO, nato ad Ostra, della Prov. Picenæ S. Iacobi de Marchia, Italia. Religioso e sacerdote molto amato per la sua bontà ed accoglienza. Si è dedicato alla formazione dei nostri aspiranti, al servizio pastorale parrocchiale, al ministero del sacramento della riconciliazione. È morto nell’Ospedale civile di Fano all’età di anni 81, di vita francescana 61 e di sacerdozio 54. * 6 novembre 2008: VÁSQUEZ PÉREZ FR. LUIS, nato a Viña del Mar, della Prov. Ss. NECROLOGIA Trinitatis, Cile. Esercitò il suo ministero principalmente nei conventi di S. Antonio di Padova e di Concepción. Si distinse per l’immediata comunicazione che aveva con i giovani e per la sua partecipazione al Movimento del Rinnovamento dello Spirito. È morto nell’Ospedale dell’Università Cattolica del Cile all’età di anni 54, di vita francescana 27 e di sacerdozio 21. * 8 novembre 2008: TONINI FR. EUGENIO, CESARIO, nato a Camugnano (BO), della Prov. Tusciæ S, Francisci Stigmatizati, Italia. Per oltre quaranta anni ha speso la sua vita per il servizio alla Terra Santa: in primo luogo presso la Custodia dove ha svolto incarichi impegnativi tra cui un anno di servizio al Santo Sepolcro, tre anni di maestro di formazione a San Salvatore e infine come Segretario custodiale. Contemporaneamente a questo ultimo incarico dedicava la sua attività al servizio pastorale, in parrocchia, come predicatore alle comunità religiose, e scrivendo spesso sulla rivista “La Terra Santa”; poi per sette anni a Roma presso la Delegazione e quindi in Provincia come Commissario. Gli ultimi anni della sua vita la ha vissuti alla Verna, come santuarista e penitenziere senza per questo dimenticare la Terra Santa: fu in questo periodo che pubblicò un libro di alto valore letterario: “Sulle orme di Gesù e Racconti della Terra Santa”. È morto nell’Infermeria provinciale di Fiesole all’età di anni 88, di vita francescana 71 e di sacerdozio 65. * 11 novembre 2008: SIKAVICA FR. PETAR, ANTE, nato a Baška, della Prov. Ss. Redemptoris, Croazia. È morto all’età di anni 85, di vita francescana 66 e di sacerdozio 59. * 15 novembre 2008: DUBOWSKI FR. GEORGE, EDWARD, nato a Gaey, Indiana, della Prov. Assumptionis BMV, USA. Dopo la sua ordinazione fu insegnante nelle Scuole di Sturtevant, Wisconsin e di Watkins Glen, New York. Nel 1954, 541 partì come missionario pre Samar nelle Isole delle Filippine. Al suo ritorno nel 1961 fu nominato Responsabile della formazione dei Fratelli a Pulaski, Wisconsin (1961-8). Nel 1966 insegnò presso il St. Francis College in Burlington, Wisconsin. Successivamente fu nominato Guardiano a Pulaski (19691972), e della St. Paschal Friary in Toledo, Ohio (1972-78). Fu poi predicatore itinerante e Cappellano delle Sisters of St. Francis of Perpetual Adoration in Mishawaka, IN. È morto a Manitowoc, Wisconsin, all’età di anni 93, di vita francescana 74 e di sacerdozio 67. * 18 novembre 2008: FRANKEN FR. FALCO, PETRUS, nato ad Heerlen, della Prov. Ss. Martyrum Gorcominesium, Olanda. È stato professore di religione e di musica in diverse scuole. È morto a Valkenburg all’età di anni 73, di vita francescana 52 e di sacerdozio 45. * 20 novembre 2008: BERNO FR. ARCANGELO, SECONDO, nato a Lumignano di Longare (VI), della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Iniziò il suo ministero sacerdotale presso i santuari di Motta di Livenza e di Gemona e nel 1940 partì come cappellano militare per l’Africa, svolgendo questo servizio in Eritrea fino a dicembre 1946. Nel 1947 giunse a S. Pancrazio di Barbarano dove, eccetto due brevi periodi trascorsi all’Ospedale al Mare di Venezia-Lido (196364) e all’Ospedale di Vicenza (1971-72), visse la sua vita religiosa e sacerdotale per circa sessant’anni. Frate semplice, di poche parole, spesso misurate, austero con se stesso, è stato per molti padre, fratello, guida spirituale e maestro di vita, accogliendo, consolando, accompagnando tante persone che si sono accostate a lui e visitandone tante altre. È morto nel convento Sacro Cuore di Saccolongo all’età di anni 96, di vita francescana 80 e di sacerdozio 70. * 21 novembre 2008: ALVARADO SÁNCHEZ FR. PABLO ANTONIO, nato a Almeida, del- 542 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 la Prov. S. Fidei, Colombia. È morto ad Itagüí all’età di anni 90 e di vita francescana 57. * 24 novembre 2008: ANGELONI FR. OWEN, nato a Roxbury, Massachusetts, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, USA. È morto presso il “Columbis Memorial Hospital” in Hudson, NY, all’età di anni 81 e di vita francescana 54. * 28 novembre 2008: HERNÁNDEZ GAYTÁN FR. RITO, nato a Yucután, della Prov. S. Evagelii, Messico. È morto a Cuernavaca all’età di anni 86 e di vita francescana 31. * 1 dicembre 2008: ZINNECKER FR. WILLEHAD, RAIMUND, nato a Stolp, Germania, della Prov. Ss. Martyrum Iaponensium, Giappone. È morto a Dortmund, Germania, all’età di anni 79, di vita francescana 55 e di sacerdozio 53. * 4 dicembre 2008: COYLE FR. ALCUIN, WILLIAM, nato a Boston, della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Nel 1956 ottenne la Licenza in Teologia e nel 1963 il Dottorato in Diritto Canonico presso il Pontificium Athenaeum Antonianum in Roma, Italia. Dal 1963 al 1970, fu professore di Diritto Canonico, Vice Rettore e Preside degli studenti e Decano degli insegnanti presso il Christ the King Seminary in Allegany, N.Y. Nel 1964, fu insignito del titolo di Lector Generalis dell’Ordine dei Frati Minori in riconoscimento del suo servizio come Membro del Segretariato generale della prima e della seconda sessione del Concilio Vaticano II. Dal 1965 al 1975, ricoprì incarichi di prestigio presso la St. Bonaventure University e la Washington Theological Union in Silver Spring, Md. In questo periodo fu anche tra i Responsabile della formazione in Provincia. Dal 1975 al 1981, fu presidente della Catholic Theological Union in Chicago, Il, e ricoprì altri incarichi di responsabilità presso altre Istituzioni Accademiche. Dopo un anno sabbatico fu nominato Presidente della Commissione Interna- zionale per il rinnovamento del PAA. Nel 1985, fi trasferito presso la St. Francis of Assisi Church on West 31st Street in New York City, dove sviluppò un ampio programma di formazione per gli adulti nella Arcidiocesi di New York. Nel 2006 ricevette il Dottorato “honoris causa“ in Lettere dalla St. Bonaventure University, per il suo contributo alla vita intellettuale francescana. È morto a New York all’età di anni 79, di vita francescana 59 e di sacerdozio 54. * 4 dicembre 2008: HENDRIKS FR. MARTIMIANUS, Amsterdam, della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda. Ha lavorato nella pastorale parrocchiale. È morto a Warmond all’età di anni 86, di vita francescana 64 e di sacerdozio 57. * 4 dicembre 2008: PIELOK FR. MAREK, nato a Ruda Sl., della Prov. Assumptionis BMV, Polonia. È morto a Katowice all’età di anni 93, di vita francescana 76 e di sacerdozio 68. * 6 dicembre 2008: VIDOEIRA FR. JOSÉ CAFASSO, ANTONIO JOAQUIM GONÇALVES, nato a Rio de Janeiro, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. Gran parte della sua vita è stata dedicata alla pastorale parrocchiale. Molto zelante nella preparazione alle celebrazioni liturgiche e alle omelie. È morto a Rio de Janeiro all’età di anni 81, di vita francescana 61 e di sacerdozio 54. *7 dicembre 2008: PICCIOTTI FR. FELICE, nato ad Ascoli Piceno, della Prov. Picenæ S. Iacobi de Marchia, Italia. Nei primi anni di sacerdozio è stato maestro dei professi temporanei ed insegnante di teologia. Impegnato, poi, nei vari uffici provinciali, si è dedicato soprattutto al settore dell‘economia e delle case di accoglienza. È morto nell’Ospedale civile di S. Severino Marche all’età di anni 87, di vita francescana 70 e di sacerdozio 64. * 8 dicembre 2008: JUEZ NIETO FR. NOCOLÁS, nato ad Arlanzón, della Prov. NECROLOGIA Graatensis Nostræ Dominæ a Regula, Spagna. Visse la vita francescana con gioia e semplicità. Sempre fraterno e rispettoso degli altri, passò gran parte della sua vita sacerdotale al confessionale. Portato per la musica, fondò la Corale “S. Francisco”. È morto nell’Ospedale “Puerta del Mar” di Cádiz all’età di anni 94, di vita francescana 78 e di sacerdozio 71. * 9 dicembre 2008: CHACÓN RAMÍREZ FR. FEDERICO, nato a Santa María del Oro, della Prov. Ss. Francisci et Iacobi, Messico. Fu professore dal 1969 al 1981; dal 1993 al 1996 si è dedicato alle missioni popolari; si è occupato degli “ispanici” in molte zone degli USA. È morto nell’Ospedale San Francisco de Zapopan all’età di anni 61, di vita francescana 40 e di sacerdozio 32. * 10 dicembre 2008: LÓPEZ PÉREZ FR. JOSÉ, EUTIQUIO, nato a Coroneo, della Prov. S. Petri et Pauli de Michoacán, Messico. Visse con entusiasmo la sua consacrazione a Dio nella Fraternità, svolgendo con fedeltà gli uffici a lui affidati: cuoco, sagrestano e catechista. È morto nella “Casa Santiago Apóstol” di Tarandacuao all’età di anni 94 e di vita francescana 62. * 12 dicembre 2008: LATKO FR. ERNEST, FRANCIS, nato a Chicago, Illinois, della Prov. Assumptionis BMV, USA. Dopo aver conseguito, presso la Laval University in Quebec, Canada, un STL (1945) e un STD (1949), spese tutta la sua vita nell’insegnamento: presso il Lourdes Seminary (Cedar Lake, IN), Seminario della Provincia, e poi presso il Christ the King Seminary (West Chicago, IL). Fu anche Direttore dell’Institute of Dogmatic Theology at St. Francis College in Joliet, IL. Dal 1969 al 1980 insegnò al St. Francis. Insegnò anche storia delle religioni e psicologia presso il Kankakee Community College (Kankakee, IL), Governors State University (University Park, IL) e Prairie State College (Chicago Hgts., IL). Nel 1982 cominciò uno studio comparativo sulle tre religioni 543 monoteiste, ancora inedito. È morto a Bourbonnais, Illinois, all’età di anni 93, di vita francescana 74 e di sacerdozio 67. * 13 dicembre 2008: HÖLLMANN FR. FRANZ, nato ad Halle, della Prov. Saxoniæ S. Crucis, Germania. Ha svolto vari servizi, tra cui si è dedicato alla pastorale della salute. È morto in un incidente d’auto a Mühlen all’età di anni 61 e di vita francescana 48. * 13 dicembre 2008: PRIZELITZ FR. LEOPOLD, JOSEF ANTON, nato a Wien, della Prov. S. Leopoldi, Autria/Italia. Ha lavorato nella pastorale parrocchiale. Molto vicino al popolo nella sue attività ed è stato anche poeta. È morto a Güssing all’età di anni 95, di vita francescana 52 e di sacerdozio 69. * 14 dicembre 2008: MULVANY FR. THOMAS, PETER, nato a Johnstown, della Prov. Hiberniæ, Irlanda. Dopo aver vissuto in diverse Fraternità della Provincia, nel 1963 venne trasferito a Gormanston, dove lavorò per molti anni nell’ufficio amministrativo della scuola. Le sue doti di Segretario erano molto apprezzate. È morto a Drogheda all’età di anni 89 e di vita francescana 65. * 14 dicembre 2008: MAMORSKI EUGENIUSZ FR. HILARY, HILARIUS, nato a Czeremoszna, della Prov. S. Hedvigis, Polonia. È morto a Gliwice all’età di anni 78, di vita francescana 60 e di sacerdozio 55. * 16 dicembre 2008: BOSSI FR. BENIAMINO, MARIO, nato a Milano, della Prov. Mediolanensis S. Caroli Borromæi, Italia. È morto a Sabbioncello di Merate all’età di anni 84, di vita francescana 63 e di sacerdozio 52. * 17 dicembre 2008: BRUINSMA FR. ALFRIED, GERBEN, nato a Weststellingwerf, della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda. Ha lavorato come giardiniere; dal 1969 al 1986 è stato in Indone- 544 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 sia (Papua). È morto a Weert all’età di anni 77 e di vita francescana 53. * 19 dicembre 2008: HAIAR FR. ALLAN, NORBET, nato a Humphrey, della Prov. Ss. Cordis Iesu, USA. È morto all'età di anni 84 e di vita francescana 52. * 20 dicembre 2008: BAUMANN FR. MAURICE, JULIEN-JEAN, nato a Strasbourg, della Prov. Trium Sociorum, Francia/Belgio. È morto a Strasbourg all’età di anni 90 e di vita francescana 62. * 23 dicembre 2008: PEETERS FR. HILARIUS, THEODORUS, nato a Helden, della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda. Dopo la Laurea in Diritto canonico a Roma, ha lavorato in Curia generale, svolgendo l’ufficio di Segretario della Procura. È morto a Weert all’età di anni 90, di vita francescana 71 e di sacerdozio 64. * 24 dicembre 2008: SICILIANO FR. RONALD, NATO a Boston, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, USA. È morto in "Saint Patrick's Manor", Framingham, all'età di anni 85 e di vita francescana 65. * 26 dicembre 2008: AUDET FABRE FR. PEDRO, nato a Barcelona, della Prov. S. Francisci Solano, Argentina. È stato professore di Filosofia, delle lingue moderne (francese, inglese, italiano, portoghese, tedesco), di latino e greco. Per 12 anni esercitò il ministero della predicazione in Spagna, Colombia e Argentina. È stato Definitore provinciale, Custode della Custodia di Río Cuarto e La Pampa, Presidente della Federazione Francescana Argentina “Nostra Sra. de Luján”, che poi divenne l’attuale Provincia S. Francesco Solano. È morto a Río Cuarto all’età di anni 87, di vita francescana 59 e di sacerdozio 53. * 27 dicembre 2008: MCCARTY FR. KIERAN, ROBERT, nato a Tama, Iowa, della Prov. S. Barbaræ, USA. È a Tucson, Ari- zona, all'età di anni 83, di vita francescana 66 e di sacerdozio 59. * 29 dicembre 2008: SICHEL FR. ERSILIO, nato a Carpaneto, della Prov. Bononienis Christi Regis, Italia. Dopo l’ordinazione sacerdotale, nel 1964, Fr. Ersilio è trasferito a Roma per lo Studio della Teologia dove consegue la Licenza in Sacra Teologia presso il Pontificio Ateneo Antonianum. Rientrato in Provincia risiede prima a Fiorenzuola e poi a Cortemaggiore dove intraprende l’esperienza di Prete operaio. Nel 1982 è inviato, nuovamente, al convento di S. Francesco in Fiorenzuola, dove si dedica principalmente alla cura dei poveri e dei malati ricoverati presso l’ospedale civile di Fiorenzuola. Nel 2003 è trasferito a Parma dove ha continuato la sua opera di condivisione con i più deboli impegnandosi nel lavoro della mensa “P. Lino”. È morto a Bologna all'età di anni 72, di vita francescana 53 e di sacerdozio 44. * 29 dicembre 2008: MONTALI FR. GREGORIO, ERMES, nato a Lesignano Bagni, della Prov. Bononienis Christi Regis, Italia. Subito dopo l’ordinazione sacerdotale, nel luglio del 1952, è trasferito a San Piero in Bagno dove vi risiede fino alla fine dei suoi giorni. Qui ricopre diversi incarichi: Economo, Vicario, Guardiano, Assistente dell’OFS. Ha svolto il servizio di Guardiano per oltre 20 anni. Dal 1991 al 1997 è eletto Definitore provinciale. Nel 1955 ha fondato il circolo ACLI. Sempre alla fine degli anni 50, in collaborazione con le autorità locali, si è adoperato per il problema dell’occupazione andando in cerca di “fabbriche” da traslocare a San Piero. Nell’autunno del 1977 l’amministrazione comunale lo insignì della medaglia d’oro, mentre nell’estate del 2002 è stato onorato con una targa di benemerenza. È morto a Bologna all'età di anni 81, di vita francescana 64 e di sacerdozio 56. * 30 dicembre 2008: CLARAHAN FR. MICHAEL, nato a Waterloo, della Prov. Ss. NECROLOGIA Cordis Iesu, USA. È morto all'età di anni 79, di vita francescana 56 e di sacerdozio 50. * 31 dicembre 2008: VAN LEEUWEN FR. BERTULF, PETRUS, nato a Leerdam, della 545 Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda. È stato professore di teologia, prima nelle nostre Case di formazione e, poi, nell’Università Cattolica di Njimegen. È morto ad Alverna all’età di anni 95, di vita francescana 76 e di sacerdozio 70. INDEX NOMINUM PRO ANNO 2008 (CXXVII) A Abela John 87, 122, 141, 171 Agostini Nilo 67 Aguilar Dulce María 297 Agular Flores José Víctor 263 Agulló Pascual J. Benjamín 181 Ajuria Balenciaga Felipe 189 Alberoni Aldo 259 Alberzoni Maria Pia 345, 346 Alegre Paredes Andrés 44 Alessandrini Angelico 83 Alfonsa dell’Immacolata Concezione 86, 451-452, 459 Allard Monique 120 Allegra Gabriele 388, 518 Alliata Eugenio 57 Almazan Cielito 444 Almirañes Lucy 327, 328, 478, 481-482 Aloisi Sabrina 181 Alonso Paniagua María de la Cruz 297, 312 Altmeyer Michèle 478 Alvarado Sánchez Pablo Antonio 541 Alvarado Segura Edwin de Jesús 46, 418 Alvarado Solano Hernán 512 Álvarez Astorga Manuel A. 419 Alvarez Avalos Cordero 196 Álvarez Maria de las Mercedes 121 Alves Pereira Júnior Aluísio 419 Amanzi Cristoforo 263, 517 Amaral Bernardo Amaral 170, 297, 336, 339, 341, 349, 401, 486, 512, 516 Amato Angelo 447-461 passim Amenta Eduardo 418 Amigo Vallejo Carlos 154 Amin Joseph 349 Anagni Guido 190 Anastasio Pietro 501 Andringa Hilduard 366 Andziulis Algimantas 149 Angel Mary 119 Angelisanti Alessandro 259 Angeloni Owen 542 Angkur Cosmas Michael 327 Ante Oscar 45 Antonelli Francesco 169, 518 António Orlando 260 Apicella Leonardo 195 Ardiles Aquilino 199 Arellano Suárez Francisco J. 485, 504 Arenas José 155 Arias Francisco 155 Arias González Saturnino 363 Ariz Miguel Ángel 326 Arranz Hernán Celina 297 Arregi José Maria 156 Arregui Guridi José Maria 297, 334, 349 Arvalli Andrea 514 Assmann Olavo 189 Audet Fabre Pedro 544 Azcuy Virginia 64 B Babiy Emilio Leonid 163 Bahcic Robert 269 Baiardi Sereno 512 Baisas Bienvenido Q. 119, 120 Bakoma Marcel 168 Balducci Gabriele 192 Ballerini Valentino 200 Ballot Marie Pierre 119 Barelli Armida 288, 290, 375, 551 Barelli Eugenio 515 Bargel Maria Bernadette 119 Barralet Roger 508 Bartolacelli Anna Fulgida 465 Bartoli Langeli Attilio 344, 345, 347 Bartolini Bruno 329 Bartolucci Marcello 81, 85 Barue Jean-Paul 186 Barun Boris 261 Bastida Berna Maria Josefina 119 Batlle Pilar Laporta 119 Batt Dacian 200 Battaglia Vincenzo 58, 436 Battaglioli Vittorio 200 Baumann Anthony 190 Baumann Maurice 544 Baxla Thaddeus 420 Bechen Henri 186 Beck Sushil 420 Bedenečić Drago 257 Bedini Giorgio 190 Bednarski Bogumil 43, 59 Bellandi Andrea 515 Beltrame Pedro 326 Bender Jorge 260 Benedetto XVI 3-10 passim, 17-18, 55, 86, 177, 184, 202, 211, 227, 290, 297, 327, 356, 357, 385392 passim, 402, 421, 451-454, 459, 464, 479481, 521 548 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 Benigar Alessio 465 Benito Vidal José 196 Beretta Renato 170 Bergmann M. Engeltraud 280 Bermejo Cabrera Enrique 57 Bermúdez Galván José Francisco 538 Berna Francis 262 Bernardino da Portogruaro 296, 431 Berno Arcangelo 540 Berrocali Álvarez Miguel Ángel 419 Bertazzo Luciano 347 Berti Fabio 259 Bertin Giorgio 512 Bertini Paola 120 Bertone Tarcisio 286, 533 Bertulucci Marcello 460 Betti Umberto 49-53 passim Bevilacqua Apollonio 539 Bhatti Bernard 45 Bianchi Pacifico 371 Biasi Fabio 371 Biasi Saverio 259, 263, 516 Bieger Damian 180 Bieńkowski Damian 258 Billard Célestin 536 Bini Giacomo 120,140 Bitzer Martin 148, 481 Blanco Manue l 58, 436 Blanco Pérez Rafael 120, 139, 297, 315, 322 Blanco Rodríguez Manuel 263 Bloch Wieslaw 437 Blom Godfried 367 Böjte Mihály 263 Bonenfant Roland 259 Bonifacio Francesco Giovanni 86, 296, 447-451 Bordin Fabrizio 326 Boschin Bonaventura 194 Bossi Beniamino 543 Both Samuel 195 Botía Pedro 331 Botrel Olivier 186 Bottini Claudio G. 436, 483, 532 Botvina Francesco 163 Bourdeau Gilles 259, 420 Bourke Gregory 418 Bove Cristoforo 81, 179 Boyle Denise 173 Božić-Stanić Josip 371 Bracci Silvano 359 Branco Manuel Cândido 187 Brandao Bernardo 165 Bravi Francesco 58, 168, 169, 256, 349, 401, 436, 512, 516-517, 521 Bravo Durán Jesús Antonio 372 Brázda Cyril J. 517 Brázda Cyril Jaroslav 263 Bressanini Guido 538 Brocanelli Vincenzo 59, 60, 63, 66, 169, 259, 439, 523 Broccato Aldo 174 Brophy Andrew 260, 262 Brosse Richard 523 Bruck Anton 263 Bruck Anton 517 Brufani Stefano 345 Bruinsma Alfried 543 Brunette Pierre 523 Buccolini Marco 259 Buffon Giuseppe 520 Bunader Jalil Julio César 43, 166 Bunader Julio César 495 Burburu Francis 418 Bütler Maria Bernarda 86, 451-454, 459 Buttarazzi Juan 166 C Cabrejos Vidarte Héctor Miguel 521 Cabrera Herrera Luis Gerardo 63-64, 169, 271, 297, 322, 401, 439, 445, 452, 495-496, 505, 507, 512, 516 Cacciotti Alvaro 523 Caillon Roland 196 Cajo Rodríguez Jorge 44 Caldera Maria Isabella 465 Calderón Guilllermo 326 Calì Sara 359 Califano Gianni 447 Calvo Moralejo Gaspar 461, 463-464 Campana Ferdinando 420, 517 Campiglio Luigi 170-172 Canaccini Federico 179 Candray Francisco 120 Cangelosi Felice 477 Cañizares Llovera Antonio 297, 313, 320, 331 Cantalamessa Raniero 169 Čapas Nerijus 149 Capasso Vito 193 Capodicasa Mariano 189 Capriotti Nazzareno 192 Carballo Fernández María del Mar 297 Carballo Sawula Sergio Horacio 417 Carfagna Pietro 491 Carpio Emilio 269, 271 Carraro Leodir 419 Carrero Darío 266 Carrero Jesús 153 Carriero Michele 258 Carta Giuseppe 262 Carvalho Neto Francisco 257, 349 Casalini Nello 523 Cascianelli Ulisse 192 Castang Giovanna Germana 75-76 Castillo Cordero Pedro 419 Castrillo Agostino Ernesto 86 INDEX NOMINUM Castro Joel Alcides 168 Catalán Cerda Jorge David 43 Cavellec Gilles 261 Centomo Ceverino 326 Cepeda Van Hauten Álvaro de Jesús 261 Cerrato Chamizo Guillermo 263, 504, 517 Cerrillo Puerto María Brígida 297, 322 Cesaroni Gianluca 259 Chacón Ramírez Federico 543 Chadam Aigustyn 188 Charland Pierre 259 Chaves Fernando da Eira Rodrigues 534 Cheong Paul 480 Chialà Sabino 437 Chiarello Silvestro 191 Chrupcała Lesław Daniel 58 Ciampicali Fabrizio 147 Cinato Maria 479 Clarahan Michael 544 Clifford Peter 341 Cloonan Andrew 367 Clorey Doug 478 Cocci Massimo 252 Coens Marculf 372 Coghill Elstan 366 Cogoni Stefano M. 262 Coleiro Martin 262 Collins Seán 11, 169 Colombotti Tarcisio 263, 517 Colomer Barber Joaquín 517 Colomer Barber Rafael 263 Colomer Rafael 509 Comotto Giulio Maria 368 Comparat François 257 Concetti Giuseppe 179 Concetti Igino 525, 538 Concha Cayuqueo Jorge 516 Concha Cayuqueo Jorge Enrique 46 Concordi Giustino 373 Condren Joseph 417 Connor Mary 119 Conte Chiara Benedetta 119-120 Contreras Narváez Hernando 261 Copps Michael 507 Cordano Virgil 367 Córdoba Javier 155 Corrullón Fernández Manuel 168, 512 Corselis Marie-Adrien 188 Coscia Dominic/Benedict 201 Costa Marcio Luis 261 Costa Sandro 64 Costantin Giuseppe 159, 161 Coughlan Bernadette 119 Covely Anna Marie 119 Covili Linfati Isauro Ulises 44, 419 Coyle Alcuin 542 Cremaschi Francesca 120, 141 Crepaldi Maria Aparecida 478 Cretella Giuseppe 195 Cruciani Libero 354 Cusato Michael 175 549 D Da Cruz Irma Maria 119 Da Cruz Massinga Hilário 177 Da Silva Miranda Victorio 419 Da Silva Vicente Ronaldo 257 Da Varano Camilla Battista 82 D’Acunto Nicolangelo 345 Dahdah Boulos 160 Daian Szabin 160 Dal Cengio Teodoro 192 Dalpiaz Ivan 259 D’Andrea Odorico 461 Danese Antonio 350 D’Angelo Giacinto 259, 499 Darby Matthew 367 Darmancier Jerôme 369 De Agreda Maria di Gesù 461-464 passim De Carvalho Junior Walter 46 De Castelbajac Henri-Joseph 186 De Giorgi Salvatore 151 De la Fuente Prieto Luis Ángel 539 De la Presilla Sastre Antonio 297 De la Serna Ramiro 65 De Lazzari Francesco 258 De los Ríos Pérez María del Carmen 297 De Masi Alessandro 537 De Nazarei Mattia 460, 465 De Núñez María Consuelo 478 De Nunzio Emanuela 477 De Paolis Rosario 258 De Pierpont Hugues 536 De Prosperis Annarita 347 De Rechter Gustavus 198 De Rosa Luca M. 78-86 passim, 293-296 passim , 452-465 passim De Schampheleer Jean 369 De Scorbiac Anne-Françoise 119 De Toni Anselmo 258 De Vico Marcello 189 De Vincenti Maria Teresa 83-84 Debattista Mario 47-49 Del Pozo Encarnación 230, 325, 333, 474-482 Del Prete Sosio 465 Del Sagrario Maria 119 Deleclos Fabien 371 Dellazari Inácio 419 Deshogues Roger 188 Di Domenico Nicola 536 Di Fatta Giuseppe 417 Di Franco Manlio 497 Di Lauro Gregorio 258 Di Ruberto Michele 78-85 passim, 287-296 passim , 550 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 459-461 passim Di Stefano Damiano 258 Di Virgilio Virgilio 345 Díaz Buiza Juan Manuel 297, 312, 316, 322, 504 Diederich Theobald 536 Diekemper Barnabas 195 Díez de Cima Valerio 297 Dinh Quoc Tru Joseph 45 Dister Bernward 420 D’Lima Fidelis 420 Do Nascimento Roberto Miguel 419 Dombrowski John 418 Domingos Antonio da Silva 480 Domingues Simão 534 Domínguez Joaquín 534 Domínguez Serna Joaquín 153, 155, 168, 297, 318 Dos Santos Mascarenhas Amarildo 258 Drag Roderick 534 Dubec Michael 260 Dubigeon Benoît 257, 261 Dubowski George 541 Duns Scoto Giovanni (Beato) 389, 405-410 passim, 421-426 passim Duque Duque Félix 298, 321 Durieux François-Régis 534 E Echeverría Gónez Alfonso María 535 Echeverry Joaquín 63, 269, 271, 439, 535 Eckelkamp David 198 Edmiston James 366 Einhorn Jürgen Werinhard 179 Ekka Leos 420 Elcid Celigüeta Damiel 188 Errico Gaetano 85 Escribano Arráez Miguel Ángel 418 Espelage Arthur 263, 517 Espinosa Manrique José María 537 Esposito Agostino 157, 500 Estêvam de Sousa Juraci 258 Eterović Nikola 54 Etzi Priamo 58, 436 Evans Gerardo 418 F Faccio Giacinto 354 Faes de Mottoni Barbara 344 Failla Giuseppe 230 Falcón López José Cesário 196 Falkus Kosiecka Bernardo 419 Fallas Mora Sergio Antonio 418 Falsini Rinaldo 363 Fantaccini Paolo 513 Farci Simone 262 Farolfi Maria Chiara Serafina 464 Farris William 260 Farruggia Anton 261 Favaretto Arcides Luiz 419 Favretto Mario 151, 168, 176, 331, 349-351, 401, 483-494 passim, 503-516 passim Febbraro Antonio 523 Fernandes Jacobus Dominicus 327 Fernandez Clara 119 Fernández de la Cruz Inmaculada 297 Fernández de Pinedo Ángel 156 Fernández Dionisio 332 Fernandez Romualdo 158 Ferrante Lorenzo 366 Ferrari Roberto 170 Ferreira Jara Pablo 417 Ferro Salvatore 417 Ferry Dominique 187 Fiasconaro Paolo 174 Figueredo Sebastião 169 Fila Sidival 259 Filoni Fernando 460 Fina Romano 417 Fitzgerald James 341 Flesch Maria Rosa (Beata) 84, 284-292 passim Flores Interiano Saúl Orlando 418 Flores Martínez Pablo 539 Flores Medina René Antonio 418 Focardi Francesco 512 Focherini Odoardo 296 Folgado Carlos 417 Fombellida Peral Maria Asunción 119 Fougère Anne 179 Francis Safouat Choucri 196 Franken Falco 541 Freyer Johannes B. 54, 58, 268, 436 Fruk Ana 478 Fuentealba Isabel 326 Fusarelli Massimo 47, 58, 169, 265-266, 268, 353, 433-436 passim G Gaa David 43, 59 Gagnon Michel 197 Galdos Bizkarguenaga José Maria 187 Galeano Adolfo 359, 523 Galeffi Elisabetta 355 Galimberti Attilio 173 Galippi Adiuto 365 Galvão de França Antonio 283-284 Ganssle Jospeh 198 García Araya Alfonso 164 García González Gabriel 120 García María del Carmen Mariñas 297 García Palacios José 44, 193 García Pérez Eleuterio 370 García Rodríguez Castor 190 Gardin Gianfranco Agostino 227, 479, 516 Garuti Adriano 183, 196 Garzón Ramírez Fernando 259, 261, 494, 512, 523 INDEX NOMINUM Gasparri Pietro Paolo 258 Gassen Ireneu 356 Gattei Gianni 418 Gatti Clemente 80 Gatti Luigi 150 Gattucci Adriano 359 Gaviglia Quirino 180 Gaytán Rito 542 Gaytán Vázquez Norberto 535 Gayte Marchioli Ángel Gabriel 417 Gdyk Nikodem 256, 349 Gemelli Agostino 169-173 passim Gemme Teofane 535 Genies Louis 186 German Ambrose 196 Gesuale Valentine 539 Ghiglia Valentino 515 Ghinato Alberto 359 Giacomello Antonio 349 Giacometti Luigi 417 Giamberardini Gabriele 354 Giannini Bruno 200, 359 Gibbons John 59 Gil García Isabel 297 Giovannetti Pietro 540 Giovanni Paolo II 169-173 passim, 185; 380, 385, 391, 402, 409, 424, 451, 464, 474, 479, 492 Giurisato Giorgio 437 Godebout Michel 186 Goettens Bruno 200 Gololombe Lucas Francisco 260, 419 Gomes Norberto Fernando 187 Gómez Eulalio 506 Gómez Fernández Concepción 297 Gómez Gómez Ligia Inés 297 Gómez González José 11, 12, 169, 182, 190 Gómez Jiménez Javier 418 Gómez Martínez Eulalio 349, 351 Gonçalves António 188 Gonçalves Mota Rosalvo 480 Gonsalit Saur Wilhelmus I. 420 Gonz ález Porres Anonio 183 González Arango Enrique 297 González Argüelles Rubén 260 González de la Cruz Salvador 372 González Ferrera Francisco Manuel 152 González Galarza Sergio Antonio 260 Gonzalez Hernández José De Jesús 260 González Ortega Maria Inés 119 González Porres Antonio 259, 505, 512 González Rojas Efraín 366 González Sánchez Inmaculada 119 Gorgulho Santos José Carlos 326 Górski Elizeusz 258 Gournay Thierry 261 Grech Richard S. 262 Grechi Donatella Maria 119 Griese Celsus 367 Guida Marco 258 Guimarães Manuel Ferreira 187 Gutiérrez Gómez José L. 85 Gutiérrez Gutiérrez María Asunción 297 Gutiérrez Olmos Enid 166 Gutiérrez Ramírez Gabriel 261 H Haiar Allan 544 Hamelin Léonce 537 Hartog Hubert 371 Hasegawa Paul 44, 168 Hatko Hilaria 176 Healy Clemente 536 Heidemanns Katja 523 Heinze Markus 173 Hendriks Martimianus 542 Hernández Carrión Sergio 326 Hernández Hernández María Loreto 297 Hernández Jiménez Juan de Dios 419 Hernández Ramirez Saúl 196 Hernández Valenzuela José 418 Hernando Hortega Lucas 537 Herrera Alzate Wilfran José 196 Herrera Mauricio 166 Hess Azariasz Jacek 263, 517 Hidalgo López María José 297, 312 Higgins Michael 173, 230, 409, 479 Hillebrand Reinaldo José 197 Hitziger Georg 199 Hoff Alphonse 197 Höllmann Franz 543 Holtel Melvin 195 Hoogenboom Florentius 196 Hoppe Leslie 262 Horna Mendoza Jorge 44 Horta Novaes Celso 198 Hoško Emanuel 179 Hudson Patrick 120, 168 Hummes Cláudio 521 Hynes James 540 I Iannuzzi Sabino 165-166, 168, 501 Ibarra Marín Gabriel 368 Ibrahim Najib 160, 179 Igl Miriam 119 Inácio Illío Jacinto 260 Irudaya Samy 148 Isabell Damien 46 Itchcock David 198 Iwaszko Pacyfik 258 Jaeger David Maria 521 Jallouf Hanna 158 Janas Lucjan 258 J 551 552 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 Janković Šimun 363, 543 Jasper Frank 260, 418 Jennrich Michael 418 Jeusset Gwenolé 359 Jiurić Jerko 540 João Evódio 260 Joeright Gregório 258 John Victor 45 Jöhri Mauro 173, 230, 409, 479 Jolita Aukštuolytė 149 Joly Dominique 257, 259 Jones Bernard 417 Jordá José Antonio 509 Juárez Delgado Cosme 419 Judge Mychal 174 Juez Nieto Nocolás 542 Jung Dennet 260 K Kaczmarek Krzysztof 356 Kagaba M. Annunciata B. 119 Kalakmabin Victor 420 Kámán Celerin 370 Kampa Józef 196 Kanevčev Nives 325 Kauser Tibor 478 Keane John 196 Kennedy Bernard 262 Kersten Victor 199 Kervyn Patrice 257 Kidd Kevin 539 Kim Dominic 43, 59 Kinross Knute 371 Kis Csongor Lehel 369 Kistner Daniel 43 Kitowski Ireneusz Henryk 367 Kloos Basina 290 Kluczybski Campion 534 Kmiec Edward 176 Knob Pedro 197 Koch Hadrian 168 Kohler José 257 Koman Jacek 258 Kopiec Massimo 268 Kopysterynskyi Drovoslav 45, 163, 168 Koren Matija 263, 517 Kornacki Muskett Tomás 419 Korošak Bruno 359 Kreuzer Ewald 478 Kujawiński Jakub 356 Kungys Astijus 149, 168 Kuprešanin Jakov 534 Kuwata Augustinus 44 Kuzhiparambil Joy Prakash 297 La Neve Aldo 258 L Laju Yan 327 Lancaster-Jones Campero Guillermo 260 Lanzillotta Francesco 168 Latacz Serafin 539 Lati Giancarlo 58, 169, 436 Latko Ernest 543 Laurent Luc 188 Lause James 418 Le Borgne Luc 197 Le Goanvec Marc 259, 512 Le Maou Yannick 261 Leclerc Eloi 403, 523 Ledru André-Marie 189 Ledwon Josaphat 534 Lefebvre Guy 195 Lehmann Leonhard 515 Lehr Theodore 366 Leiva Montesinos Salvador Carmelo 534 Leopizzi Tommaso 258 Lesino Antonia 295 Lewis Regina 119 Libanio Juan Bautista 270 Lino Benedetto 173, 478 Lipari Benedetto 417 Loffreda Stanislao 259 Loftus Conrad 189 Longinotti Chiara Cristina 119 Longo Fabio 179 Longo Michelangelo 80, 86 Łopata Simone 168, 517 Lopes José Afonso 189 Lopes Leite María 297 López Cerdán Francisco Javier 418 López Martínez Ramíro 188 López Pérez José 543 Lopez Vidal R. 438 Lorè Marco 201 Lorscheider Aloísio 11, 171, 204 Lovato Stefano 120, 168, 488, 517 Lovecchio Agostino 538 Lovett Sean Patrick 148 Lozano Juárez María del Carmen 297 Lozano Rosas María Concepción 297 Luca Massimo 437 Ludovico da Casoria 179 Luengos Barrios 297 Lugans Georges 186 Lugo Héctor 270 Lukumwena Stanislas 521 Luna Villalobos Jorge Arturo 260 Lušina Branko 359 Luzinete Ana Maria do Menino Jesus 119 M Macken Sulpitius 367 Magliasso Fabrizio 258 Magro Sylvester Carmel 512, 521 INDEX NOMINUM Maiello Paolo 259 Maigne Joseph 186 Makhouf Marie 160 Malakauskis Algirdas 149 Malaquias Júnior Moacyr 521 Malchuk Piotr Herkulan 177, 521 Maleczek Werner 345 Mamela Cyril 188 Mandolini Giancarlo 523 Manelli Stefano M. 43 Manns Frédéric 521, 523 Maranesi Pietro 347 Marangi Ettore Elia 258 Marchal Roger 257 Marchitielli Elena 437 Marcucci Francesco Antonio 464 María Teresa de Jesús 287, 306, 310 Marić Anđelko 367 Marinelli Aldo 259 Marini Gabriele 370 Marini Piero 148 Marini Vittorina 514 Marques Manuel Luís 194 Martillo Marin Marcisa 86 Martinelli Giovanni Innocenzo 512 Martinelli Paolo 513, 515 Martínez Fresneda Francisco 58, 418 Martínez González Héctor A. 505 Martínez Igidos Pacifico 373 Martínez Isabel María 119 Martínez Torres Emilio 418 Maruzzo Tullio 458, 465, 551 Marx Rainardo 285, 290 Maryjka Rufin 363 Mascarenhas Louis 45 Mascaró Planisi Maria Clara 119 Maschmann Elvan 534 Masotti Gian Paolo 258 Mastaglia Ilarino 379 Matejko Rajmund 118 Mathias Gabriel 46 Matić Ivan 146, 149, 169, 325-326, 342, 439, 481 Matthews Francis 368 Matula Bogusz Stanislaw 437 Mazgaj Stanisłwa 356 Mazzuco Vitório 258 McCarthy Albini 192 McCarty Kieran 544 McCormack Austin 262, 508 McGinn Finian 401, 508, 516 McGrath Brendan 417 McGrath Brian 508 McKenna Hugh 417 Medina Palma Juan 419 Meguiness Dominic 367 Meisner Joachim 285, 290, 389, 390 Mejía Hernández Isidoro de Jesús 481 553 Mele Bernardo 369 Melícias Lopes Vitor José 168, 264, 362 Melli Maria 523 Meluzzi Alessandro 148 Menegatti Valentino 169, 518 Mercatbide Batitte 261 Merceron Marie-Hèlène-Andrèe 119 Merlo Grado Giovanni 347 Mesa Rodriguez Maritza 120 Messa Pietro 359, 437 Micallef Marcelino 262 Micangeli Augusto 436 Micarelli Barbara 294 Michalczyk Wacław 356 Michalski Maciej 356 Michaud Philibert 189 Michel Corona José Guadalupe 535 Mickutė Virginija 149 Miele Bruno 488 Mihaly Jurai 176 Milon Augustin 534 Mioč Gabrijel 263, 517 Miranda Eulalio 166 Mireles Eduardo 507 Miscamble Phillip 343, 418 Miselli Daniele 371 Mistrih Vincenzo 354 Mitchell Lester 196 Mocigemba Metody 199 Moes Maynard 535 Mohan Victor 45 Mohan Walfred 45 Mondonico Cristiana 516 Montali Gregorio 544 Monteiro Ferreira Paulo Jorge 326 Monti Dominic 174, 176 Montoya Julio M. Elías 512 Moore Gerardo 419 Morales Valerio Francisco 64, 265, 419 Morea Ayaragaray Diego José 43, 166 Moreira Júnior Agostinho 192 Moreira Pereira de Faria José M. 260 Morganti Alfredo 86 Mota Rosalvo G. 325 Mottola Francesco 76, 78 Mouque Didier 188 Mourão de Sena Raimundo Reginaldo 258 Mrzljak Josip 325 Muessiggang Emmanuel 199 Mughal Peter 45 Müller Joao Inacio 168 Mulvany Thomas 543 Muniz Alves Joao 165, 168 Murakami Paul Miki 44 Muro Aréchiga Ignacio Juan 60, 63, 119, 163, 167168, 269, 297, 319, 349, 401, 485, 495, 505, 507, 512, 516 554 Murray Arthur 199 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 N Najib Ibrahim 437 Navarro Juan Díaz-Bernardo 297, 322 Nazzaro Giuseppe 158, 512 Ndingi Raphael 341 Nedić Anto 367 Negroni Zaccaria 79, 81 Neitzert Juergen 152 Nelscamp Hubert 44 Ng’ambi George 482 Ngga Gabriel 420 Ngo Batoum Marie-Esther 119 Nguyen Dinh Vinh Paul 45 Nguyen Hai Minh Anselm 45 Nguyen Van Khoan Peter 45 Nguyen Van Si Ambrogio 46, 168, 328, 341, 349, 401, 485, 487, 512, 516 Nguyen Xuan Quy Joseph 45 Nicholaspillai Peter 535 Niemier Roch 359 Nieves Ariza María 297 Nimac Dragan 53 Nocera Gaspare 195 Noto Giuseppe 417 Noutra Maria Patrizia 119 Novais Leitão Luis Manuel 481 Núñez Santiago Pascual 419 O O ‘Shea Laurence 418, 537 O’Laoide Caoimhin 417 Obdulio Arroyo Luigi 458, 465 Obico Baltazar 44, 444, 487 Obrdalj Pavlimir 196 Ochoa Zamorano Pablo 419 O’Connor John 174-175, 349 Oh Sang-Seon Paolo 349 Oliver Alcón Francisco 263, 312, 316 Oliver Climent Juan Tomás 512 O’Neill Francis Hugh 191 Oppes Stéphane M. 58, 437 Orduña César Javier 168 O’Rourke Colin 365 Ortiz Perizzotti Eugenio Horacio 417 Ortolani Francesca 119 Ottavi Bruno 258 Ottenbreit Estêvão 64, 496, 512 Overend Rigillo Sandro 262, 512 Pace Eddie 262 Paciolla Sebastiano 230 Padovani Anselmo 194 Paindavoine André 186 Paleari Francesco 464 P Palma Enríquez Ernesto 517 Pandelet Grijalvo Maria Teresa 119 Paniagua Edwin 517 Paolazzi Carlo 347 Papa Diana 143, 493 Parente Maria Assunta 119 Parodi Carranza Margarita Aurelia 297 Parrella Beniamino 193 Parsons Raymond Daniel 368 Parthie Ralph 418 Paskai László 477 Patton Francesco 46, 259 Patton Giovanni 259 Patzán Hernández Marcos Antonio 418 Paulus Donard 366 Pavone Agnese 119 Pawlaczyk Anna 356 Paz Guzmán Carlos Guillermo 168 Pazzini Gloriano 259 Pazzini Massimo 58 Peeters Hilarius 544 Pelayo Joaquín 155 Penava Jerko 536 Penavić Iva 325 Pepushaj Sokol 257 Pereira Pinto Cesar Pedrosa 326 Perez de Palomar Ullivarri Angel 187 Pérez Grimaldi Esther 481 Pérez Quispe Aurelio 419 Pérez Ramírez José Alberto 189 Pérez Rodríguez Jesús 521 Pérez Sánchez Antonio 506, 512 Peri Vittorio 179 Perišić Robert 257 Perry Michael 418 Perugini Luigi 87, 169, 204, 350, 376, 518, 523 Piasentin Fabio 344 Piccinini Alessandro 199 Picciotti Felice 542 Piccirillo Michele 359, 531, 553 Pico Rovaletti Juan Alberto 43 Pielok Marek 542 Pieper Roland 179 Pierpaoli Francesco 148 Pilla Angelico 159 Piloni Francesco 258 Piril José Luis de Paz 418 Pirone Bartolomeo 437 Pisanu Leonardo 262 Pistulli Shtjefën 194 Pivec Franci 540 Pizzaballa Pierbattista 158-159, 167, 177, 349 Plamondon Réjeanne 119 Pllumi Zef 181, 188 Pociūtė Agnė 149 Ponnor Jose 482 Pontoglio Onorio 184, 200 Popielarski Nazariusz 436 Popiołek Gabriel 189 Popovic Anto 437 Porcelli Marino 259, 345, 349, 360 Portka Samuele 168, 517 Posadas José Antonio 418 Posset Marcel 535 Poukens Karien 119 Pradella Fedele 262 Prakash Joy 120, 139 Prenda Ivan 167 Prim Marino 536 Prince Guylain 259 Priotto Michelangelo 437 Prizelitz Leopold 543 Prodomi Luigi 372 Profili Ludovico 536 Prunet Vincent 118 Pucci Guido 540 Puglisi James 173 Pujos René-Gabriel 187 Pulijc Zelimir 167 Puljic Marko 420 Puschmann Athanasius 198 Puthoff Arthur 195 Pyrek Juliusz 356 Q Quartiroli Letizia 119 Quentaip Joseph 418 Quesada Maria Clara 119 Quiceno Restrepo María Olga 297 R Racine André 259 Ramljak Julijan 363, 533 Ramos Novoa Mario Wilson 261 Ramos Xavi 325 Raszczyk Elzbieta 119 Rauda Gutiérrez José Elías 176 Raymond Michael 480 Razvoskiyi Jurik 412, 518 Re Giovanni Battista 50, 53 Recchia Luigi 259 Recchia Stefano 174, 504 Recinelli Michael J. 199 Reckziegel Arno 367 Redaelli Carlo Roberto 173 Rembecki Heriberto 165 Rembry Jean-Gabriel 197 Renatta Mercedes Rentería Rosas 297 Rey Casimiro 370 Rey Roger 534 Ridišić Ratko 257 Righi Claudio 259 Rinaldi Giovanni 120, 168, 173, 517 INDEX NOMINUM 555 Robert Gorges-Albert 372 Rocha da Silva Edilson 258 Rocha Edilson 164, 165 Rodé Franc 227, 230, 391, 474, 476, 479 Rodríguez Carballo José 11-42 passim, 43-67 passim, 113, 116, 120, 125, 127-128, 134, 136-137, 142-143, 151-168 passim, 173, 175, 184, 230362 passim, 269, 279, 297-313 passim, 328, 336, 340, 348, 365, 388, 395-416 passim, 417, 423, 426, 429, 435, 452, 477, 479, 480, 484, 485, 494, 504-506, 510, 512, 516, 521, 526, 531-534 Rodríguez Muñiz Consuelo 119 Rodríguez Paniagua Jorge Gustavo 417 Rodríguez Vázquez Jorge 260 Rogers Patricia 119 Romero García F. Manuel 168, 297, 312, 315, 323, 517 Roppe Adelardus 197 Rossetti Marcello 284 Rossi Giovanni 259 Rouleau Roger 365 Rousseau Fernad Joseph 535 Rovegno Suárez Juan 326 Rozansky Joseph 163, 169, 269, 439 Ruano Santateresa Pedro 297, 332 Rudelle Marie-Bernard 198 Ruíz Sebastián 154 Russo Gennaro 501 Ryłko Stanisław 474 S Sabadini Fernando Brollo 417 Sabattini Alberto 523 Sabbagh Ibrahim 159 Sagnoux Joseph-Henri 186 Sainz José Maria 332 Sáiz Díez Félix 360 Saldaña Delgado Antonio 44 Saldaña Guerra Luis Enrique 418 Salvatori Samuele 259 Samac Šime 59. 163, 167-168, 349, 401, 485, 512, 516-517 Sampoli Quirino 368 Samy Irudaya 481 San Fratello Sennen 539 Sánchez Gil F. Víctor 344 Sanchez Viloria M. Francesca 294 Sánchez Zamarripa Leonardo 196 Sancho González Francisco 534 Sant Bennardin 373 Santamaría Benito Félix 44 Santos Edgar 64, 495 Sanz Maria Nieves Frances 119 Sappl Martín 419, 512 Saraf Mato 539 Saraiva Martins Giuseppe 76-85 passim, 287-296 passim 556 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 Saravia Tasayco Melchiora 81, 293 Sautié Socarras Hilario 187 Scalfaro Oscar Luigi 170, 172 Scandella Angela Emmanuela 119 Schafer Carl 342 Schalück Hermann 428, 523 Scheeler Jeffrey 260 Schelbauer Maurílio 371 Scherpenberg Sergius 200 Schervier Maria Francesca 465 Schillings Philippe 120, 168 Schlosser Marianne 523 Schmoll Olivier 186 Schmucki Albert 240 Schneider Chris 370 Schneider Herbert 119, 120, 141, 297, 321, 523 Schöck Nikolaus 169 Scholand Meinrad 369 Schott Basil Myron 521 Schuch Eugênio 189 Schwarzl Rupert 162 Schwerz Nestor 60-64, 67, 169, 269, 371, 350, 439, 440, 445, 512 Schwieters João 164, 258 Schymecki Christophe 186 Scozzina Luis Antonio 64, 349 Sechi Francesco 262 Seghezzi Antonio 80 Sella Pacifico 345 Seppi Martirio 198 Serafini Bernardino 365 Sergent Clément 186 Sesar Ivan 162, 168 Seta Hendrikus 401 Sevrin Jean Marie 58, 436 Sgrava Gianni 437 Shea Edward 418 Short William 119-120, 142 Sicán Chávez Juan Antonio 480 Sichel Ersilio 544 Siciliano Ronald 544 Siekierka Ernest Karol 43-46, 113, 119-120, 139, 168-169, 261-262, 349, 401, 517-518 Sikavica Petar 541 Silva Manuel 326 Silvestrini Mario 259 Šimić Anđelko 363, 367, 533 Simpliciano della Natività 179 Skibiński Edward 356 Škrobo Drago 193 Slacke Varin 535 Smištík Bedřich 197 Smith Paul 168-169, 328, 341-342, 420, 487 Smok Bolesłav 537 Sodo Luigi 82 Soehner Mark 260 Solaguren Celestino 360 Soldo Josip 363, 533 Solinas Angelo Maria 262 Sopta Josip 349 Soria Pons Umile 460, 465 Sosnowski Miłosz 356 Sospedra Orellano Vicente 197 Soto Forero Benjamín 261 Sparasci Giovanni Andrea 373 Spencer William 418 Sri Endah Ivonna Bernadette 327 Stablum Pietro 259 Staltari Rosa 83, 85 Stamm Heins-Meinolf 268 Stanley Melvin 372 Stelli Benedek 192 Strzelecka Anna 356 Stucchi M. Chiara 119-120, 141 Styś Zenon 263, 517 Sullivan Alan 540 Sumbelelo Emílio 480 Surian Carmelo 538 Suzuki Andreas 44 Syukur Paskalis Bruno 45, 349 Sztyk Vitosław 176 Szulc Alicja 356 T Tahoces Manuel 155 Tamás Gábor 263, 517 Tasca Marco 173, 230, 409, 477, 479 Tellier Simon-Charles 373 Tello Labajos David 44 Temme Wilhelm 199 Teng Michael 480 Tepert Darko 257 Terce Éterson Antônio 419 Terlau Modesto 199 Tessier Dominic 45 Thebault Jean 186 Tiberio Chiara Damiana 122 Tierrablanca Rubén 151 Tinaj Gazmend 257 Tirone Domenico 501 Tlucek Edward 262 Tonini Eugenio 541 Tonna Charles 540 Tonna Ivo 179 Torres Cuvillo Maria Guadalupe 119 Torres León Pablo Arturo 419 Toscazo Gracía Juan 506 Trávez Trávez Fausto Gabriel 177 Treserra i Llach Bernardí 198 Trezzani Guido 43, 59 Tri Peter 485 Tria Chiara Luciana 119 Trujillo Cano Amando 148, 480 Tufilli Chiara Paola 119 Tunno Massimo 258 Turbański Pius Antoni 263 Turco Giovanni 499 Turrisi Pietro 417 INDEX NOMINUM U Unanue Urrestarazu Javier 119-120, 297, 316 Urbina Rodríguez José Alirio 261 Uría Sandoval Marcelo 201 Uribe Fernando 524 Uribe Londoño Noel 538 V Val Rouco María Teresa 297 Valarezo Luzuriaga Manuel 357, 512 Valenzuela Cares Catalina 325 Validžić Anđelko 367 Vallecillo Martín Miguel J. 63, 151-152, 155, 157, 168, 297, 316, 331, 336, 349, 401, 439, 467, 504, 510, 512, 516 Vallejo Lagos Mauro 44, 269-271, 349, 360, 495, 496, 512 Valustaut Sebastian 418 Valvasori Flaerdi Silvestre 420, 517 Van Avermaet Ulriek 373 Van den Eijnden Jan 168, 349 Van Hecke Didier 257 Van Leeuwen Bertulf 545 Van Munster Donolus 369 Varalda Filippo 366 Várnai Jacab 46, 58, 162, 169, 349 401, 436, 503, 512, 516-517 Vásquez Pérez Luis 540 Vavrek Dennis 45, 168 Vega Marrietta Salvación 119 Velotti Maria 79 Ventura González Héctor 260 Vera Ortiz Luis Gerardo M. 189 Vergeer Didymus 194 Veronesi David 363 Vetluhin Slavomyr 46 Vetrali Tecle 472 Viale Ermete 192 Vianelli Marco 258 Vidal Abellán Saturnino 418 Vidoeira José Cafasso 542 Vilar Oliver Salvador 166 Villalobos Avendaño Oscar G. 517 Villarruel Cervantes Pablo 187 Vinueza Puga Luis Alfonso 192 Visser-Pelsma Wilhelmina 149 Viterbo de Souza Rogério 419 Vittor Valerio 538 Vodopjanovas Linas 149 Volpi Fidenzio 360 Vos Otho 190 Vrdoljak Ilija 257 Vrgoč Miro 180 Vu Phan Long Francis Xavie 45 Vukoja Nikola 257 W Walasik Katarzyna Malgorzata 119 Walsh Peter M. 372 Warat Bungan Wilhelmus 420 Warsono Damai 412, 518 Weigel Jovian 368 Weiss Eleonora Margherita 78 Werner Simon 538 Wickman Charles 200 Wierzbicki Mateusz 356 Wild Paul 370 Wilking Graig 262 Williams Peter 261 Wilson Ramos Mario 496 Witkowsi Rafał 356, 360 Woon Serena 480 Worster Anne Marie 119 Wouters Duchateau Rogelio 326 Wouters Rogelio 419 Xuan Thao Joseph 45 X Y Yaguanoy Iraipi Dámaso 419 Yamaya John Duns Scotus 44 Yarlequé Pérez Blanca Ginelda 119 Yong Cheol Dominico Kim 43 Young Clyde 537 Z Zaggia Gianfrancesco 191 Zahner Paul 162, 180, 523 Zając Natanael 46 Zamorano Soto Saúl 419 Záň Peter 43 Zanetti Wilson 190 Zanzoni Simpliciano 191 Zatti De Mattia Eduardo José 43 Zavalloni Roberto 528, 553 Zegarra Guido 495 Železnjak Željko 257 Zella Galdino 369 Zerdin Bukovec Gerardo Antonio 512 Zilli Vitaliano 193 Zinnecker Willehad 542 Zonjee Esther 119 Zucca Vincenzo 368 Zuriarrain Telesforo 156, 334 Zvolenský Stanislav 388 557 TABULA MATERIARUM PERIODICI «ACTA ORDINIS» FRATRUM MINORUM (An. CXXVII, IANUARII - DECEMBRIS 2008 – N. 1-3) EX ACTIS SUMMI PONTIFICI Fasc. 1 1. Omelia di Benedetto XVI in occasione della conclusione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani ..............................................3 2. Discorso di Benedetto XVI in occasione della XII Giornata della Vita Consacrata ..................5 3. Discorso al Consiglio esecutivo delle unioni internazionali dei superiori e delle superiore generali ....................................................................7 4. Discorso ai partecipanti al corso annuale promosso dalla Penitenzieria Apostolica ..................8 Fasc. 1I 1. Istruzione della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica..................................................205 2. Lettera della Congregazione sull’OFS d’Italia.....228 Fasc. 1II 1. XII Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi..........................................377 2. Epistula apostolica Benedicti XVI DCC annis elapsis ab obitu beati Ioannis Duns Scoti..............389 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS Fasc. 1 1. Omelia in occasione della Messa di suffragio per i Frati Seán Collins, Aloísio Lorscheider, Sebastião Assis De Figueiredo e José Gómez .........11 2. Intervento conclusivo nell’Incontro dei nuovi Ministri provinciali e Custodi .................................13 3. Omelia nell’Eucaristia alla conclusione dell’incontro con i nuovi Ministri e Custodi ...........15 4. Omelia in occasione della conclusione del 1° centenario della nascita e del 32° anniversario della morte del SD Gabriele Allegra ......................17 5. Lettre à tous les Ministres et Assistants de l’OSC.............................................19 6. Carta con ocasión de la Pentecostés 2008...............21 Fasc. 1I 1. Omelia nella Festa ................................................231 di santa Maria Mediatrice......................................231 2. Omelia nella veglia di preghiera ...........................232 delle Case dipendenti dal Ministro generale .........232 3. Saludo en el Encuentro de los Presidentes ............234 4. Omelia nell’Incontro con i Presidenti delle Conferenze dei Ministri provinciali..............237 5. Letter to all Ministers and Custodes.....................238 6. Homily on the occasion of the 25th Anniversary of “Africa Project”.....................239 7. Carta a las Hermanas de la Orden de la Inmaculada Concepción ...............................241 8. Lettera del Ministro generale per la festa di santa Chiara ....................................243 9. Omelia al Capitolo generale delle Francescane Missionarie del Cuore Immacolato di Maria.........247 10. Lettera sulla presenza di Frati sul territorio di altre Province ...............................249 11. Omelia per l’apertura del perdono di Assisi ..........252 12. Accoglienza in Porziuncola della Marcia Francescana 2008.............................254 Fasc. 1II 1. Homilía en la conclusión del 2º Encuentro con los Responsables de los Vicariatos, Prefecturas y Pelaturas ........................................393 2. Omelia nella veglia di preghiera con i giovani ....395 3. Omelia nella festa delle Stimmate di san Francesco....................................................396 4. Lettera del Ministro e del Definitorio generale per la Festa di san Francesco 2008 ........398 5. Discorso nell’incontro interreligioso nell’anniversario dello «spirito di Assisi» ............401 6. Lettera dei Ministri generali del Primo Ordine e del TOR per la conclusione del VII Centenario della morte del beato Giovanni Duns Scoto..........405 7. Omelia per la chiusura del VII Centenario della morte del Beato Giovanni Duns Scoto ........409 8. Omelia alla conclusione dell’incontro con i Visitatori e dell’invio di nuovi missionari ..........411 9. Carta con ocasión de la solemnidad del Nacimiento de nuestro Señor Jesucristo..........412 E SECRETARIA GENERALI Fasc. 1 1. Capitulum Prov. Fluvii Platensis Assumptionis BMV in Argentina............................43 2. De trasitu ad aliud Institum.....................................43 3. Fund. S. Francisci Assisiensis in Russia/Cazastania electiones .............................43 4. Capitulum Prov. Ss. Martyrum Iap. in Iaponia .......43 5. Capitulum Prov. S. Francisci Solano in Peruvia .....44 6. Electio extra Capitulum Prov. S. Francisci Solano in Peruvia .......................44 7. Translatio Collegii S. Bonaventuræ Cryptæ Ferratæ in Italia ..........................................44 8. Capitulum Prov. S. Francisci in Vietnamia .............45 9. Capitulum Cust. Aut. S. Ioannis Baptistæ in Pakistania............................................................45 10. Extra Capitulum Prov. Christi Regis in Canada electio.....................................................45 11. Extra Capitulum Prov. S. Michaëlis Archangeli in Ukraina electio....................................................45 12. Visitatores generales ...............................................46 13. Domus suppressæ ...................................................46 14. Notitiæ particulares.................................................46 560 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 Fasc. 1I 1. Electio extra Capitulum Prov. Annuntiationis BMV in Albania ..................257 2. Electio extra Capitulum Prov. S. Crucis in Brasilia.......................................257 3. Capitulum Intermedium Prov. Ss. Cyrilli et Methodii in Croatia ................257 4. Capitulum Prov. Trium Sociorum in Gallia/Belgio................257 5. Capitulum Prov. Seraphicæ S. Francisci Assisisiensis in Italia .........................257 6. Capitulum Prov. Lyciensis Assumptionis BMV in Italia .................................258 7. Capitulum Cust. Aut. S. Benedicti de Amazonia in Brasilia ........................................258 8. Capitulum Intermedium Prov. S. Mariæ Angelorum in Polonia...................258 9. Capitulum Prov. Picenæ S. Iacobi de Marchia in Italia ................................258 10. Capitulum Prov. Romanæ Ss. Petri et Pauli in Italia .......................................259 11. Capitulum Prov. Tridentinæ S. Vigilii in Italia ...................................................259 12. Capitulum Prov. S. Ioseph Sponsi BMV in Canada .........................259 13. Capitulum Intermedium Prov. Ss. Francisci et Iacobi in Mexico ..........................259 14. Capitulum Prov. S. Ioannis Baptistæ in USA..........................260 15. Capitulum Cust. Aut. S. Claræ in Mozambico ........................................260 16. Provinciarum in Germania unio ............................260 17. Capitulum Prov. S. Fidei in Columbia ..................261 18. Capitulum Prov. B. Pacifici in Gallia ....................261 19. Capitulum Prov. Sardiniæ S. Mariæ Gratiarum in Italia .................................261 20. Capitulum Intermedium Prov. Assumptionis BMV in USA.........................262 21. Capitulum Prov. S. Pauli Apostoli in Melita..........262 22. Visitatores generales .............................................263 23. Domus suppressæ..................................................264 24. Notitiæ particulares ...............................................264 Fasc. 1II 1. Capitulum Prov. Siciliæ Ss. Nominos Iesu in Italia ....................................417 2. Capitulum Prov. S. Michaëlis in Argetina ............417 3. Capitulum Intermedium Prob. Hiberniæ in Hibernia ..................................417 4. Capitulum Cust. Aut. S. Francisci Assisiensis in Papua Nova Guinea ..........................................417 5. Capitulum Prov. ss. Cordis Iesu in USA ..............418 6. Capitulum Prov. Dominæ Nostræ de Guadalupre in America centrale et Panama......418 7. Capitulum Prov. Carthaginensis in Hispania ........418 8. Capitulum Cust. Aut. Nostræ Dominæ Septem Gaudiorum in Brasilia..............................419 9. Capitulum Intermedium Prov. S. Antonii in Bolivia ....................................419 10. Capitulum Intermedium Prov. Ss. Trinitatis in Chilia ..................................419 11. Capitulum Prov. S. Evangelii in Mexico ..............419 12. Visitatores generales ............................................419 13. Domus suppressæ..................................................420 14. Notitiæ particulares ..............................................420 E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS Fasc. 1 1. Meeting of the Secretaries for Formation and Studies of the SAAO Conference.....................47 2. «Laudatio» al Card. Umberto Betti OFM ...............49 4. Saludo y mensaje a la Universidad Franciscana de México y a los primeros alumnos del master en desarrollo docente ..............................................53 5. Saluto ai partecipanti della Giornata di Studio........54 6. Notitiae particulares................................................57 Fasc. 1I 1. Primer Encuentro de Frailes Profesores y Investigadores de la Conferencia Santa María de Guadalupe de la OFM ..................265 2. Congresso della Formazione nella Provincia S. Antonio del Brasile ...........................266 3. Visita del Secretario general para la Formación y los Estudios a la Prov. de San Pablo Apóstol en Colombia ............................................266 4. Notitiæ particulares...............................................268 Fasc. 1II 1. Discorso in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2008-2009 alla Pontificia Università Antonianum..................421 2. Discorso in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico all’Istitutum Biblicum Franciscanum ........................................424 3. XII Consiglio Internazionale Formazione e Studi di Murcia (novembre 2008) ......................427 4. Visita alle Case di formazione delle Filippine ......435 5. Visita Case di formazione delle Province in Germania ..................................436 6. Notitiae particulares..............................................436 E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE Fasc. 1 1. Capitolo della Fondazione “S. Francesco” in Russia e Kazakhstan ...........................................59 2. Seminário de Evangelização e Missão....................60 3. Congresso missionário latino-americano e caribenho..............................................................63 Fasc. 1I 1. III Congreso Internacional de Educadores Franciscanos..........................................................269 1. Crónica ...........................................................269 2. Ponencia del Ministro general .......................271 3. Conclusiones...................................................279 Fasc. 1II 1. Consiglio Internazionale per l’Evangelizzazione ....439 E POSTULATIONE GENERALI Fasc. 1 1. Venerabili Servae Dei Mariae Caelinae a Praesentatione (in saeculo: Ioannae Germanae Castang) Beatorum honores decernuntur................75 2. Decretum super virtutibus Ven. SD Francisci Mottola ..............................................76 3. Ponens in Causa SD M. Fidelis Weiss eligitur ........78 TABULA MATERIARUM 4. Validitas iuridica Inquisitionis in Causa SD Aloisiae Velotti declaratur ......................79 5. Facultas Transumptum Inq. dioec. in Causa SD Z. Negroni aperiendi ..........................79 6. Ponens in Causa SD Michaëlangeli Longo eligitur.....................................................................80 7. Facultas datur Transumptum Inq. dioec. in Causa SD C. Gatti aperiendi ...............................80 8. Validitas iuridica Inquisitionis dioec. in Causa SD A. Seghezzi declaratur........................80 9. Ponens in Causa SD Francisci I. Bonifacio nominatur................................................................81 10. Relator Causae SD Zachariae Negroni nominatur ..81 11. Validitas iuridica Inquisitionis dioec. in Causa SD M. Saravia declaratur .........................81 12. Validitas iuridica Inquisitionis super miro in Causa B. Baptistae Varano declaratur .................82 13. Relator in Causa SD Aloisii Sodo nominatur..........82 14. Validitas iuridica Inq. dioec. in Causa SD Rosae Staltari declaratur ....................83 15. Competentia fori in Causa SD A. Alessandrini Archiepiscopo Ianuensi datur .................................83 16. Facultas Trans. Inq. suppl. in Causa SD M. T. De Vincenti aperiendi ...............83 17. Facultas datur exuvias Ven. SD M. Rosae Flesch recognoscendi..............................................84 18. Ponens in Causa SD Odoardi Focherini eligitur .....84 19. Tertius peritus in Causa super miro intercessioni Ven. SD Francisci Paleari tributo nominatur...........85 20. Relator nominatur in Causa SD Rosae Staltari .......85 21. Notitiae particulares................................................85 Fasc. 1I 1. Litterae Decretales quibus beato Antonio a Sancta Anna Galvão de França Sanctorum honores decernuntur ...........................................................283 2. Venerabili Dei Servae Mariae Rosae Flesch (in saeculo Margaritae) caelitum Beatorum tribuitur dignitas....................................................284 3. Decretum super virtutibus SD Michaëlis Angeli Longo ...............................286 4. Decretum super virtutibus SD Armidæ Barelli................................................288 5. Beatificazione della Ven. Maria Rosa Flesch ........290 6. Relator in Causa SD Melchioræ Saravia nominatur ..............................................................293 7. Ponens in Causa SD Bernardini a Portu Romatino nominatur....................................293 8. Validitas iuridica Inquisition.is dioec. in Causa SD M. Franciscæ a I. declaratur .............294 9. Validitas iuridica Inquisitionis dioec. super miro in Causa SD M. Iosephæ Micarelli declaratur ..............................................................294 10. Validitas iuridica Inquisitionis dioec. super vitutibus SD Antoniæ Lesino declaratur......295 11. Ponens in Causa SD M. Claræ Seraphinæ Farolfi nominatur ..................................................295 12. Notitiae particulares ..............................................296 Fasc. 1II 1. Beatificazione del Servo di Dio Francesco Giovanni Bonifacio..............................447 2. Canonizzazione di Maria Bernarda (Verena) Bütler e di Alfonsa dell’Immacolata Concezione (Anna Muttathupadathu) ..................451 561 3. Facultas Transumptum Inq. dioec. in Causa SD Tullii Maruzzo aperiendi ..................458 4. Postulator gratias agit Summo Pontifici pro Canonizationibus ............................................459 5. Summi Pontificis responsio et benedictio ............459 6. Relator eligitur in Causa SD Antoniae Lesino ......460 7. Facultas Transumptum super vita et virtutibus Inq. dioec. in Causa B. Matthiæ aperiendi ............460 8. Facultas Transumptum Inq. dioec. super vita et virtutibus in Causa SD Humilis Soria Pons aperiendi ............................................460 9. Competentia in Causa SD Oderici D’Andrea episcopo xinotegano conceditur............................461 10. La M. Agreda, apóstol de la palabra ....................461 11. Notitiae particulares..............................................464 STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM (31 Decembris 2007) Fasc. 1 I. Relatio de statu personali et locali Ordinis..............87 II. Fratres omnes unicuique Provinciae vel Cust. Aut. adscripti ...............................................91 III. Fratres et domus secundum regiones .....................95 IV. Status domum et presentia fratrum in singulis nationibus .................................................98 V. Provinciae vel Cust. Aut. juxta numerum fratrum et novitiorum...........................101 VI. Incrementum vel decrementum numeri fratrum ..103 VII. Inter 2007 et 2006 comparatio .............................106 VIII. Alumni cursus Philosophiae, Theologiae et ad Gradus Academicos.........................................109 EX OFFICIO PROCURA GENERALIS Fasc. 1 1 Calendarium proprium Ordinis Fratrum Minorum.....................................113 EX OFFICIO PRO MONIALIBUS Fasc. 1 1. Conventus Præsidum Sororum Clarissarum .........119 Fasc. 1I 1 Encuentro de las Presidentas de las Federaciones OIC........................................297 E “SERVITIO PRO DIALOGO” Fasc. 1II 1. Seoul: dalla Gerusalemme terrestre a quella celeste ......................................................467 EX OFFICIO OFS Fasc. 1 1. Regolamento Internazionale della Gioventù Francescana ..........................................145 2. Bosnia ed Erzegovina – Corso di formazione per gli Assistenti spirituali OFS-GiFra..................147 3. Repubblica Ceca – Corso di formazione per Assistenti spirituali OFS-GiFra.......................148 4. Italia: San Giovanni Rotondo – Jammin Festival JPII ..........................................................148 5. Lituania – Capitolo nazionale dell’OFS ...............149 562 AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3 Fasc. 1I 1. Bosnia ed Erzegovina – Costituita la Fraternità nazionale dell’OFS...........325 2. Croazia - Pellegrinaggio nazionale in onore di S. Elisabetta ........................................325 3. Cile - Capitolo Nazionale Elettivo e Visita Fraterno-Pastorale all’OFS ......................325 4. Portogallo Visita Fraterna e Pastorale all’OFS .......................326 5. Indonesia - Capitolo nazionale elettivo.................326 6. Australia - Incontro Internazionale della GiFra e Giornata Mondiale della Gioventù 2008 ..327 7. Hong Kong - Capitolo elettivo ..............................328 Fasc. 1II 1. Capitolo generale dell’OFS ..................................473 2. Lettera dei Ministri generali del Primo Ordine e del TOR sull’OFS italiano..................................478 3. Risposta alla petizione a Benedetto XVI ..............479 4. Malaysia – Capitolo regionale elettivo ................480 5. Angola – Visita fraterna e pastorale, Seminari di formazione e Capitolo nazionale elettivo dell’OFS ..................................................480 6. Guatemala – Capitolo nazionale elettivo ..............481 7. Portogallo – Capitolo nazionale elettivo ..............481 8. Vietnam – Seminario di formazione OFS ............481 9. Malawi – Visita fraterna e pastorale......................481 10. Malawi – Capitolo nazionale elettivo ..................482 11. Ungheria – Incontro della Presidenza CIOFS ......482 AD CHRONICAM ORDINIS Fasc. 1 1. De itineribus Ministri Generalis............................151 1. Epifania 2008 all’Aracoeli in Roma...............151 2. Visita a la Fraternidad de Estambul...............151 3. Visita a la Provincia Bética ............................152 4. Visita al Santuario de Arantzazu ....................156 5. Visita fraterna alla Provincia di Napoli .........157 6. Visita fraterna ai Frati in Siria .......................158 7. Visita ai Frati in Libano .................................159 8. Visita alla Provincia di Lituania.....................161 9. Incontro con i Frati che lavorano in Svizzera.......................................................162 10. Visita alla Provincia di S. Michele in Ucraina.......................................................162 11. Visita a la Custodia de San Benito en Amazonas, a la Provincia de N. Sra. de Asunción (Bacabal) y a la Fundación de N. Sra. de las Gracias (Piauí) en Brasil. ........................................................163 12. Visita al Noviciado de la Conferencia Cono Sur.........................................................166 13. Visita alla Provincia di san Girolamo in Croazia .......................................................167 2. Incontro del Definitorio con i nuovi Ministri provinciali e Custodi ...............................168 3. Centenario dell’ordinazione presbiterale di Fr. Agostino Gemelli.........................................169 4. Incontro della CFF ................................................173 5. The General Definitory met the English-speaking Conference of Ministers Provincial (ESC)...................................................174 6. Laboratorio formativo della Conferenza Nord-Slavica.........................................................176 7. Notitiæ particulares...............................................176 Fasc. 1I 1. De itineribus Ministri Generalis............................329 1. Visita alla Provincia di Cristo Re ...................329 2. Visita a diversas Entidades ............................331 de CONFRES (España) ..................................331 • Congreso de las Concepcionistas.................331 • Visita a la Custodia de San Francisco Solano ..................................332 • Visita a la Provincia de San Gregorio Magno de Castilla .................332 • Visita a la Provincia de Arantzazu..............334 3. Visite à la Province de saint Benoît l’Africain du Congo ....................336 • Visite à Kinshasa.........................................336 • Visite à Mbuji-Mayi ....................................337 • Visite à Lubumbashi....................................338 • Visite à Kolwezi, Maison d’Étude de Philosophie et Théologie ........................338 4. Visite à la Province de saint François d’Afrique orientale, Madagascar et Maurice .340 5. Minister General’s visit to Australia...............341 6. XXVIII Marcia Francescana a piedi verso Assisi .........................................343 2. Giornata di studio per i cento anni della Rivista Archivum Franciscanum Historicum (Quaracchi 1908-Grottaferrata 2008)....................344 3. VI Convegno di Greccio .......................................345 4. Veglia di preghiera delle Case dipendenti dal Ministro generale ............................................348 5. Incontro dei Presidenti delle Conferenze dei Ministri provinciali..........................................349 6. Assemblea Nazionale Parroci e Vicari parrocchiali della COMPI........................350 7. Presentación del libro “Los hermanos menores ante el cambio de época” ..................................................351 8. Il Centro francescano di studi orientali cristiani al Cairo .............................353 9. Incontro del Definitorio generale con i Frati che lavorano presso la Santa Sede ..............355 10. “Fontes Franciscani” (XIII-XIV sæc.) in latino-polacco....................................................356 11. Notitiæ particulares...............................................356 Fasc. 1II 1. De itineribus Ministri Generalis............................483 1. Saluto ed invio a Gerusalemme di sei Sorelle Clarisse ....................................483 2. Visita alla Provincia di Torino dopo l’aggressione subita da 4 frati a Belmonte ....484 3. Celebrazione delle Stigmate di san Francesco ............................................485 4. Visit to the Foundation of Myanmar and Meeting with the Conferences of Asia and Oceania ..................................................485 5. Visita alla Provincia veneta di sant’Antonio di Padova ..................................488 6. Visita alle Province di Foggia e di Lecce ......491 7. XX UCLAF ....................................................494 8. Visita alle Province OFM di Salerno, Napoli e Benevento ........................................497 9. Visita alla Provincia di sant’Antonio a Monaco di Baviera in Germania ................503 10. El Ministro general celebra con la Bética el primer siglo franciscano en Guadalupe ....504 TABULA MATERIARUM 2. 3. 4. 5. 6. 11. Celebración del centenario de la Prov. de los santos Francisco y Santiago en México ........505 12. Visit to the Province of the Immaculate Conception, England, ....................................507 13. Inaugurazione del Collegio S. Isidoro in Roma ..........................................................508 14. Visita a la Provincia de Valencia, Aragón y Baleares ..........................................509 Secondo incontro del Definitorio generale con i Vicariati, le Prefetture e le Prelature affidati all’Ordine dei Frati Minori....................................510 Giornata di studio in occasione di venticinque anni di presenza del Romitorio delle Stigmate ....513 Incontro dei Visitatori con il Definitorio generale ....................................516 La Bibbia in cinese di Gabriele Maria Allegra......518 Notitiæ particulares ..............................................520 BIBLIOGRAPHIA Fasc. 1 1. Libri ......................................................................179 2. Extracta.................................................................180 Fasc. 1I 1. Libri ......................................................................359 Fasc. 1II 1. Libri ......................................................................523 563 NECROLOGIA Fasc. 1 1. Fr. Zef Pllumi .......................................................181 2. Mons. José H. Gómez González ofm....................182 3. Fr. Leonardo (Ausencio) Sánchez Zamarripa .......183 4. Fr. Adriano Garuti .................................................183 5. Fr. Onorio Pontoglio .............................................184 6. Anno 2005 mortui sunt .........................................186 7. Anno 2006 mortui sunt .........................................186 8. Anno 2007 mortui sunt .........................................187 9. Anno 2008 mortui sunt .........................................189 Fasc. 1I 1. Fr. Pedro Musmeci ................................................361 2. Anno 2005 mortui sunt .........................................363 3. Anno 2008 mortui sunt .........................................363 Fasc. 1II 1. Fr. Gino Concetti ..................................................524 2. Fr. Roberto Zavalloni, ofm....................................528 3. Fr. Michele Piccirillo ............................................531 4. Anno 2005 mortui sunt ........................................533 5. Anno 2007 mortui sunt ........................................534 6. Anno 2008 mortui sunt ........................................534 CACCIOTTI ALVARO – MELLI MARIA (a cura di) Francesco a Roma dal signor Papa. Atti del VI Congresso storico di Greccio, 9-10 maggio 2008. In occasione dell’VIII centenario dell’approvazione della prima regola. Edizioni Biblioteca Francescana, Milano 2008, pp. 424. Con l’ausilio di illustri studiosi gli Atti del VI convegno di Greccio – che si è svolto nei giorni 9-10 maggio 2008 con il titolo: Francesco a Roma dal signor Papa – prendono in esame uno dei passaggi capitali della storia dell’Ordine dei Frati minori: l’incontro di Francesco e dei suoi primi compagni con Innocenzo III per avere l’approvazione della loro forma di vita. È certo che con l’incontro romano, avvenuto nel maggio del 1209, Francesco e il gruppo di Frati danno corso più ampio alla loro esperienza cristiana. L’intento di avere una regola approvata viveva della premessa di fondare un Ordine canonicamente eretto? Quali sono gli intenti veri? Quali i personaggi coinvolti in questo passaggio e quali le concezioni e le conseguenti strategie messe in atto dai vari attori dell’evento? A tali interrogati rispondono le varie relazioni pubblicate nel presente Volume. PERUGINI LUIGI (a cura di) Enchiridion dell’Ordine dei Frati Minori. Documenti 1990-2002, II. Edizioni L.I.E.F., Vicenza 2008, pp. XX+1234. È uscito il secondo Volume dell’Enchiridion OFM , con i Documenti dell’Ordine, dei Ministri generali della Famiglia Francescana o riguardanti l’Ordine. L’Enchiridion «è una sorta di diario, attraverso il quale è possibile ripercorrere o conoscere la recente storia dell’Ordine. Ogni documento, ogni messaggio, ogni lettera è il frutto di avvenimenti che hanno segnato la strada percorsa dai Frati Minori negli ultimi anni. Questi testi sono, quindi, come la chiave d’accesso per tornare a quei fatti e cercare di capire come i Frati Minori sono stati presenti nella storia della Chiesa e del mondo» (dalla Presentazione di Fr. José R. Carballo, Ministro generale). MESSA PIETRO (a cura di) San Francesco e la Porziuncola. Dalla “chiesa piccola e povera” alla Basilica di Santa Maria degli Angeli. Ed. Porziuncola, S. Maria degli Angeli 2008, pp. 518. La Porziuncola, «chiesa piccola e povera», è stata importante non solo nella vicenda di frate Francesco, ma anche nel costituirsi della fraternitas minoritica e nella storia dei Frati Minori. Una seria ed approfondita conoscenza dei fatti, di cui è stata spettatrice la piccola chiesa della campagna di Assisi, è perciò la condizione indispensabile per chi, ad ottocento anni di distanza, cerca di comprendere il senso profondo di quegli avvenimenti e come essi sono stati ricordati, raffigurati e celebrati lungo i secoli.