150 anni di borsa copertina_Layout 1 23/04/11 21.04 Pagina 1 Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.21 Pagina 1 Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 2 Pubblicazione a cura di Consob Segreteria di Redazione Eugenia Della Libera Progetto grafico e impaginazione Studio Ruggieri Poggi www.ruggieripoggi.it Foto archivio storico Olycom Stampato nel mese di maggio 2011 dalla Tipolitografia Spedim Consob 00198 Roma Via Giovanni Battista Martini, 3 t +39 06 84771 centralino f +39 06 8416703, 06 8417707 20121 Milano Via Broletto, 7 t +39 02 724201 centralino f +39 02 89010696 h www.consob.it Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 3 Introduzione 7 Giuseppe Vegas 1 150 anni di borsa in Italia: uno sguardo d’insieme 13 Giovanni Siciliano 2 La regolamentazione delle società quotate 43 Piergaetano Marchetti 3 Borsa, territorio e sviluppo economico (1861-2011) 77 Fulvio Coltorti 4 111 Il ruolo dello Stato imprenditore e regolatore Giandomenico Piluso Conclusioni 139 Claudio Salini Autori 149 Indice 151 3 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 4 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 5 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 7 Giuseppe Vegas La ricorrenza dei 150 anni da diverse prospettive la storia Presidente Consob dell’Unità d’Italia ci obbliga della nostra borsa. a riflettere sulla storia della nostra Il volume si apre con un saggio borsa e del nostro mercato di Giovanni Siciliano, Responsabile finanziario, le cui vicissitudini della Divisione Studi Economici sono state non meno travagliate della Consob, che offre un quadro e complesse di quelle che hanno d’insieme sulle dinamiche accompagnato la vita congiunturali e sulle scelte del nostro paese. di politica economica che hanno Guardarsi indietro e ripercorrere influito sull’andamento dei corsi la storia della borsa azionari e sulla dimensione è indispensabile per capire del listino. le origini strutturali dei suoi ritardi I successivi tre saggi e debolezze, che affondano le loro approfondiscono una serie radici nel lontano passato, ma di aspetti più specifici che è anche un’occasione per riflettere emergono da questa prima sulle azioni di policy e sulle ricostruzione degli eventi. iniziative necessarie per rilanciare Gaetano Marchetti, professore il mercato azionario al fine di diritto commerciale presso di renderlo un canale efficiente l’Università L. Bocconi, analizza e stabile per convogliare la storia della legislazione sulle il risparmio del pubblico verso società per azioni e la complessa investimenti produttivi. gestazione della disciplina delle Questo volume raccoglie i saggi società quotate. di quattro studiosi che affrontano Fulvio Coltorti, Responsabile 7 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 8 Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Introduzione Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 9 dell’Area Studi di Mediobanca, aspetta ma perché può impedirci analizza invece il rapporto fra di commettere errori fatti in la borsa e il sistema industriale, passato. Spero quindi che queste ripercorrendo le diverse fasi che ricerche e il materiale presentato hanno caratterizzato lo sviluppo in questo volume possano offrire delle grandi imprese italiane stimoli di riflessione a tutti coloro e il contributo alla crescita che sono interessati allo sviluppo e all’accumulazione fornito del mercato azionario - Autorità, dal mercato azionario. industria e risparmiatori - e Giandomenico Piluso, professore possano alimentare il dibattito di storia economica presso sulle misure necessarie per fare l’Università di Siena e l’Università sì che il mercato azionario diventi L. Bocconi, analizza infine il ruolo rappresentativo della realtà che lo Stato - nella sua triplice produttiva e industriale del paese veste di imprenditore, regolatore e si configuri come canale e prenditore di fondi sul mercato di finanziamento complementare finanziario - ha avuto sullo al credito bancario. sviluppo della borsa. Come Ippomene che volle sfidare A Claudio Salini, Responsabile Atalanta, per usare un’analogia con della Divisione Mercati della la mitologia classica, i policy maker Consob, è affidato il compito devono avere il coraggio di tracciare un bilancio finale e l’intelligenza di trovare delle riflessioni e delle ricerche le politiche e gli incentivi adeguati presentate in questo volume per affrontare i cambiamenti e di delineare i problemi e le e indirizzare lo sviluppo del prospettive del nostro mercato. mercato finanziario verso assetti È impossibile affrontate le sfide che non assecondino tendenze del futuro senza avere compreso all’impoverimento del tessuto a fondo il passato. La storia industriale e diano concreta è maestra di vita non perché attuazione ai principi dettati nell’art. ci aiuta a prevedere quello che ci 47 della nostra Costituzione. 8 9 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 10 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 11 1 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 13 1 Giovanni Siciliano 1.1 Dall’Unità al primo conflitto mondiale pubblici (Bologna nel 1861, Genova nel 1855, Venezia nel 1875, Torino nel 1850, Palermo 1842). La nascita dell’istituto della borsa Come ampiamente illustrato nei nel nostro paese è legata lavori di Piluso e da Coltorti alla promulgazione del codice in questo volume, nella seconda di commercio francese nel 1807 metà del XIX secolo l’attività delle e all’introduzione della relativa borse valori italiane è funzionale disciplina di attuazione in Italia quasi esclusivamente alle esigenze nel 1808. di collocamento e di creazione di La borsa di Roma venne tuttavia mercati secondari liquidi per i titoli istituita precedentemente, con un pubblici. L’unificazione portò infatti decreto del 1802, mentre quella a una esplosione del fabbisogno di Milano venne istituita nel 1808, finanziario dello Stato, a causa per decreto del viceré Eugenio dell’ambizioso programma Napoleone di Beauharnais, e quella piemontese di infrastrutture legato di Napoli nel 1810 grazie alla soprattutto alla realizzazione legge istitutiva varata da Giuseppe di linee ferroviarie, per la cui Bonaparte nel 1808; tuttavia, copertura il nostro paese è solo negli anni immediatamente dipendeva in larga misura precedenti e successivi da investimenti esteri. Lo Stato all’unificazione che le principali era dunque il principale attore dei borse locali diventano pienamente listini borsistici, sia come emittente attive o vengono ufficialmente di titoli pubblici sia come garante riconosciute con provvedimenti di alcune società ferroviarie che 13 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 14 Figura 1.1 Società quotate e capitalizzazione della borsa di Milano 280 numero società quotate 231 182 133 84 35 1900 1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 80 capitalizzazione 120 64 capitalizzazione %Pil 96 scala di sinistra capitalizzazione, valori deflazionati ai prezzi del 1905 scala di destra (milioni di euro) 48 72 32 48 16 24 0 0 1905 1920 1935 1950 1965 1980 1995 2010 Fonte: De Luca (2002) e Siciliano (2001). furono fra le prime imprese a ritardo rispetto ai principali paesi italiana: la produzione industriale essere quotate sui listini di borsa europei. Nel 1895 il reddito netto cresce a un tasso medio annuo italiani. Coltorti, in questo volume, pro capite era pari a circa 14 del 5,5% e gli investimenti in mostra come nel 1881 vi fossero sterline, contro le 39 dell’Inghilterra impianti ed attrezzature a un tasso 20 società quotate sul listino di e le 23 della Francia1. Nei primi del 10,5%2. Milano, rappresentate in prevalenza anni del Novecento, tuttavia, sotto È quindi ormai consueto identificare da banche e società del settore la guida del governo liberale di la fase che va dall’inizio del secolo dei trasporti (cfr. Tav. 3.3 Giolitti, l’Italia riesce a colmare alla prima guerra mondiale come la del Capitolo 3). gran parte del gap che la vera e propria «rivoluzione Si deve tuttavia tenere presente separava dai paesi più avanzati. industriale» italiana. Tale periodo che alla vigilia del XX secolo In particolare, gli anni a cavallo fra rappresenta effettivamente un punto l’Italia non aveva ancora la fine del XIX e gli inizi del XX di cesura rispetto al passato, ma completato il processo di secolo, e in particolare il periodo ciò non di meno la svolta non fu industrializzazione e il suo sviluppo 1897-1907, segnano una fase di così radicale come si può pensare: economico presentava un forte intenso sviluppo dell’economia la quota dell’industria manifatturiera Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia 150 anni di borsa in Italia: uno sguardo d’insieme Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 15 sul Pil, pari al 19,6% nel 1895, salì modello della banca universale in al 25% nel 19183. Italia portò con sé un forte impulso Il processo di urbanizzazione alla crescita del mercato borsistico. e l’aumento della produttività nel Gran parte dell’attività di scambio settore agricolo ebbero un ruolo in borsa nei primi anni del secolo non marginale nel consentire aveva tuttavia carattere l’avvio della fase di trasformazione sostanzialmente speculativo, industriale del paese, ma il essendo basata su operazioni problema cruciale per la crescita cosiddette leveraged, cioè finanziate dei nuovi settori capital intensive tramite riporti stipulati con le era rappresentato, in primo luogo, grandi banche miste dell’epoca dal reperimento di adeguati mezzi (in particolare Comit e Credit)6. finanziari per sostenere Il mercato di borsa agli inizi gli investimenti. del Novecento era abbastanza Il sistema bancario e finanziario rappresentativo della realtà italiano degli inizi del XX secolo, industriale del paese (anche se nonostante la sua relativa fragilità il rapporto fra capitalizzazione e Pil e arretratezza, già emersa nel era ancora assai modesto, poiché corso delle crisi bancarie del il processo di industrializzazione 1893-18944, ebbe un ruolo era ancora nella fase iniziale; cfr. importante nel favorire il processo Fig. 1.1) e le banche miste avevano di industrializzazione5. Esso un forte interesse allo sviluppo combinava, in un particolare ibrido, e al mantenimento di un mercato i tratti caratteristici dei sistemi di borsa liquido ed efficiente. anglosassoni, cosiddetti market La borsa, legata a doppio filo oriented, e quelli del «modello con il sistema delle banche miste, renano» di banca universale divenne il centro di un meccanismo o di «banca mista». Le principali di intermediazione di risorse banche miste dell’epoca, fra cui la finanziarie di consistente entità. Banca Commerciale Italiana (Comit) Fra il 1901 e il 1905 furono e il Credito Italiano (Credit), realizzati in borsa un numero inizialmente controllate da azionisti elevato di aumenti di capitale7, tedeschi, dettero infatti un forte anche sulla scia dei forti rialzi impulso allo sviluppo economico dei corsi, e le società quotate del paese. Le banche miste rappresentavano oltre il 70% del contribuirono in maniera decisiva capitale azionario emesso in Italia. alla crescita delle principali imprese Fra il 1900 e il 1907 il numero italiane, favorendone la totale di società quotate alla trasformazione in società anonime borsa di Milano passò da 59 e accompagnandone l’ingresso a 169. Gran parte delle nuove in borsa. ammissioni si concentrarono, Il sistema delle banche miste tuttavia, nel triennio 1905-1907. italiane si impegnò largamente, sia Si tratta del più consistente salto con crediti a medio-lungo termine dimensionale del listino italiano sia con l’apporto di capitale di tutto il ventesimo secolo. di rischio, nel finanziamento del Solo l’ondata di quotazioni che si processo di accumulazione delle registrò a metà degli anni Ottanta principali imprese nei primi anni è paragonabile per intensità a del XX secolo, e lo sviluppo del quella del 1905-1907 (cfr. Fig. 1.1). 14 15 1 2 3 4 5 6 6 Cfr. Castronovo (1995). Cfr. Cotula e Garofalo (1995). Cfr. Castronovo cit. Cfr. Da Pozzo e Felloni (1964). Cfr. Castronovo cit., Confalonieri (1976), Gershenkron (1965). Cfr., in particolare, Baia Curioni (1995), Bonelli (1971) e Confalonieri (1982). Cfr. Bonelli (1971). Nel periodo 1897-1907 le emissioni di azioni rappresentarono il 52% del finanziamento totale al settore non-statale (cfr. Cotula e Garofaolo cit.). Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 16 Figura 1.2 Indice di rendimento reale delle azioni italiane comprensivo del reinvestimento dei dividendi (1905=100) 250 200 150 100 50 0 1905 1920 1935 1950 1965 1980 1995 2010 Fonte: Siciliano (2001) e Coltorti e Mediobanca in questo volume (per il periodo 1928-2010). Il giudizio che gli storici ci ritrovano in uno dei primi episodi il cui attivo era altamente consegnano sull’assetto del di insider trading del secolo. dipendente dalle vicende sistema finanziario e borsistico Nel novembre del 1906 Ferruccio borsistiche, comprendendo, come degli inizi del Novecento appare, Prina, presidente della Terni, risultò detto, cospicue partecipazioni nelle tuttavia, abbastanza cauto, se non insolvente speculando sui titoli stesse imprese quotate. Alla fine negativo, per la forte opacità delle della propria società quotati 1907 circa un terzo degli impieghi operazioni di borsa e i conflitti alla borsa di Genova. L’episodio delle banche miste consisteva in di interessi strutturali derivanti dell’insolvenza di Ferruccio Prina riporti e partecipazioni10. dalle relazioni fra imprese segna un punto di svolta che A partire dal 1907, e fino alla fine industriali e banche miste . chiude la cosiddetta stagione dei della prima guerra mondiale, la Nonostante l’avvio positivo dei «riporti facili» e individua l’inizio quota dei riporti sul totale degli primissimi anni, il ventesimo di una fase di progressivo distacco impieghi bancari decresce secolo si apre con una delle fasi delle grandi banche miste italiane continuamente, passando dal 18 più buie per la borsa e per dal mercato di borsa9. al 4% circa11. È evidente come l’investimento azionario. La crisi Tecnicamente, la crisi borsistica il distacco delle banche dal del mercato di borsa iniziata nel del 1907 fu innescata da un rialzo mercato di borsa sia stato brusco 1907, e durata fino allo scoppio dei tassi di interesse a breve, e come il venire meno della del primo conflitto mondiale, collegato a una crisi di liquidità liquidità fornita dai riporti possa è stata la più profonda fra quelle internazionale, che rese aver alimentato la discesa dei che si sono poi succedute negli problematico il rifinanziamento corsi, creando una sorta di circolo 8 anni a venire. In realtà più che delle operazioni di riporto che vizioso. È anche interessante di un episodio si tratta di una alimentavano la speculazione osservare come la quota delle vera e propria fase «nera» della rialzista. Vi fu una cospicua partecipazioni in azioni e storia della borsa italiana, fuoriuscita di risorse dal mercato obbligazioni di imprese non che sembra averne condizionato e la caduta dei corsi fu inevitabile. finanziarie rimanga, invece, profondamente gli sviluppi L’evento pose in luce tutta la sostanzialmente stabile a partire successivi; fra il 1905 e il 1920 i fragilità del sistema. La riduzione dai primi anni del Novecento. prezzi delle azioni scesero di circa del valore dei titoli a garanzia Il periodo di maggior intensità per il 76% in termini reali (Fig. 1.2). dei riporti mise in seria difficoltà l’attività di merchant banking delle I presagi della crisi del 1907 si la solvibilità delle banche miste, banche miste italiane si è dunque Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia 150 anni di borsa in Italia: uno sguardo d’insieme Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 17 registrato proprio negli anni di finanziamenti diretti, sia sotto immediatamente precedenti forma di finanziamenti a operazioni il decollo del processo di borsistiche speculative, volte a industrializzazione in Italia. sostenere i titoli di quelle stesse Il conflitto d’interessi strutturale imprese. D’altra parte, era che nasceva dalla sovrapposizione ovviamente interesse della stessa degli assetti di controllo di banche SBI finanziare la speculazione al e di imprese industriali, in assenza rialzo su quei titoli che essa di un quadro regolamentare stessa deteneva in portafoglio. definito, rappresentava uno dei La discesa dei corsi azionari pose punti deboli del sistema delle in forte difficoltà la SBI ma anche banche miste italiane. La fragilità le altre grandi banche private di tale sistema emerse in tutta la italiane, largamente impegnate nel sua evidenza con la vicenda della finanziamento delle operazioni di crisi della Società Bancaria borsa tramite riporti e concessione Italiana (SBI). di linee di credito direttamente alle Alla vigilia della crisi la SBI imprese13. Il salvataggio della SBI, appariva come quella che oggi sponsorizzato dal governo Giolitti, potremmo definire una dinamica pose non pochi problemi tecnici14. e attiva investment bank. Fra il Il crollo dei corsi azionari e le 1904 e il 1907 aveva contribuito vicende della SBI determinarono a trasformare in forma di società una crisi di fiducia nella solvibilità anonima e aveva portato in borsa delle banche miste e i pericoli più (mantenendone una quota del volte sfiorati di corse agli sportelli capitale di rischio) un elevato causarono un forte deflusso di numero di società operanti nei liquidità dal mercato borsistico; settori che all’epoca potevano ne conseguì una situazione di crisi essere definiti come high tech che si protrasse sostanzialmente (in particolare quello elettrico fino allo scoppio del primo e delle costruzioni). conflitto mondiale15. La SBI era nata da un nucleo La crisi borsistica indusse alla 8 Bonelli cit. sottolinea come «Alcune grandi banche e il gruppo di imprese che ad esse si appoggiavano tendevano a costituire altrettante organizzazioni creditizio-industriali sui generis, caratterizzate dall’aggregazione di certi nuclei di affari bancari, borsistici e industriali che, di fatto, condizionavano vicendevolmente la gestione bancaria e quella delle imprese industriali». Più impietoso è stato Sraffa, secondo cui la banca mista «rappresentò un disordinato intreccio di affari (non sempre limpidi) intorno ad un numero di imprese non diversificato». originario di soci milanesi ma ben costituzione dei cosiddetti consorzi presto, dopo una fase di forte per la difesa di valori azionari. espansione, divenne una società Il primo nacque nel maggio del 9 Cfr. Baia Curioni cit. controllata da azionisti genovesi. 1907 ad opera di Comit, Credit, 10 Cfr. Bonelli cit. Genova era, infatti, allora la piazza SBI e altre imprese non-finanziarie, 11 finanziaria principale in Italia, e con l’appoggio implicito della I dati sono ripresi dal volume I bilanci delle aziende di credito 1890-1936, Collana Storica della Banca d’Italia, Roma-Bari, Laterza, 1996. e alla borsa di Genova si Banca d’Italia. L’obiettivo del 12 Cfr. Da Pozzo e Felloni cit. concentrava la quota più elevata consorzio era quello di «frenare il 13 Bonelli cit. riporta come fosse prassi delle maggiori imprese italiane utilizzare mezzi propri o di terzi in operazioni di borsa su azioni proprie. degli scambi complessivi su titoli ribasso dei titoli acquistando valori azionari12. Alcuni degli azionisti fra i più accreditati»16. Un secondo 14 Cfr. Bonelli cit. di controllo genovesi (ma anche consorzio si formò sulla piazza di 15 Ibidem. veneti) che sedevano nel consiglio Genova per assorbire un pacchetto 16 di amministrazione della SBI di titoli che un operatore Comitato Centrale del Credito Italiano del 12 giugno 1907, in Bonelli cit. avevano legami diretti o indiretti insolvente non aveva potuto 17 con società industriali liguri, verso ritirare17. Una terza iniziativa, che le quali riuscirono a dirottare una riuscì a raccogliere un ammontare parte cospicua delle risorse della di risorse più elevato rispetto alle SBI, sia sotto forma prime due, fu organizzata e diretta Fu il cosiddetto affare «Ramifera», descritto in Bonelli cit., che evidenzia ulteriormente i problemi di governance insiti nel modello della banca mista italiana. Si trattò di operazioni su azioni della Società Ligure Ramifera condotte dagli stessi azionisti di controllo della società, la famiglia De Ferrari, e in parte finanziate dalla stessa SBI, per via dei legami d’affari e di parentela che univano l’amministratore delegato della SBI, Paolo Bozano, con i De Ferrari. 16 17 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 18 dalla Comit nel novembre del e banche miste, queste ultime 1907, e vi confluirono fondi e altre naturalmente contrarie disponibilità della Bastogi e della all’eventualità di vedersi negato Cassa di Risparmio lombarda. l’accesso diretto alle grida e alla Nonostante gli sforzi dei consorzi chiusura del ruolo degli agenti di di difesa le testimonianze dei cambio20. Le lotte intestine fra gli commentatori dell’epoca danno intermediari sull’organizzazione degli un quadro efficace della gravità scambi in borsa, e sulla più o della crisi: «Le Borse sono meno rigida disciplina dell’accesso abbandonate e deserte … alle grida e l’impostazione sembrano luoghi di desolazione, complessiva della legge del 1913 di abbandono e di rovine» . furono eventi cruciali che A seguito della crisi del 1907 probabilmente segnarono 18 il governo varò il decreto sul negativamente lo sviluppo futuro diritto di sconto, provvedimento della borsa per tutto il XX secolo21. esplicitamente volto a colpire la Tuttavia, negli anni successivi altri speculazione al ribasso. Il diritto fattori di ampia portata di sconto consisteva nella contribuiranno alla possibilità da parte dell’acquirente marginalizzazione del mercato di azioni di non rispettare azionario italiano. il termine predefinito per la consegna dei titoli esponendo così colui che vendeva allo scoperto 1.2 Il periodo bellico al rischio di doversi ricoprire in momenti meno favorevoli Lo scoppio del primo conflitto e a condizioni penalizzanti. mondiale ebbe un contraccolpo Il provvedimento fu annunciato negativo sul sistema finanziario come una misura transitoria ma italiano per via del massiccio «L’economista d’Italia», 25 gennaio 1908, citato da Baia Curioni cit. in realtà rimase in vigore fino processo di conversione di 19 Cfr. Aleotti 1990. al 193619. Lo stesso Einaudi, depositi bancari in circolante22; 20 Cfr. Baia Curioni cit. lucidamente, definì misure quali la stessa crisi della borsa mutò 21 In un mio lavoro del 2002 sostengo che l’impianto di fondo fortemente «dirigista» della legge del 1913, che poi rimase sostanzialmente immutato fino al 1991, ebbe probabilmente un ruolo non marginale nel determinare i successivi ritardi nello sviluppo del mercato di borsa. Luigi Eiunaudi non esitò a definire la legge del 1913 «un grottesco parto della sapienza burocratica italiana» (La Riforma Sociale, 24, 1913). L’impostazione «dirigista» nasceva tuttavia da una diffusa diffidenza, o vera e propria ostilità, nei confronti della borsa, vista come luogo deputato alla pura speculazione; questo atteggiamento era molto comune anche fra gli intellettuali e i politici di formazione liberale, quale lo stesso Giolitti che in Parlamento appoggiò il progetto di legge del 1913. il diritto di sconto e l’istituzione le preferenze del pubblico dei consorzi di difesa «stampelle determinando riallocazioni di 18 legislative» finalizzate a mantenere portafoglio in favore di strumenti i corsi di borsa su valori più liquidi. A partire dal 1914, artificialmente elevati. infatti, il peso delle azioni sul Nel 1913 venne varata la legge finanziamento totale al settore che disciplinava per la prima volta non-statale incominciò a mostrare in maniera sistematica l’attività di un chiaro trend decrescente, intermediazione mobiliare. La legge lasciando spazio al finanziamento stabilì una riserva di attività per bancario, fino ad arrivare intorno la negoziazione in borsa in favore al 30% circa a metà degli anni degli agenti di cambio, tagliando Venti23. quindi fuori le banche miste. Nel periodo 1914-1918 l’indice L’applicazione materiale di tale di rendimento totale dell’intero principio venne tuttavia sospesa mercato azionario salì, in termini 22 Cfr. Cotula e Raganelli (1996) e Toniolo (1989). 23 Cfr. Cotula e Garofalo cit. 24 Cfr. Baia Curioni cit. 25 Cfr. Castronovo cit. 26 Per una trattazione più approfondita si veda, ad esempio, Toniolo (1993). 27 Cfr. Cotula e Spaventa (1993). fino al 1925. In questo lasso nominali, del 72% circa, ma, allo 28 Cfr. Castronovo cit. di tempo si consumò un duro stesso tempo, anche per effetto 29 Cfr. Toniolo (1989). conflitto fra agenti di cambio della consistente espansione della Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia 150 anni di borsa in Italia: uno sguardo d’insieme Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 19 massa monetaria legata al in questione, ebbero un impatto finanziamento della spesa bellica, rilevante sulle vicende borsistiche, l’indice dei prezzi al consumo poiché coinvolsero alcune fra le triplicò e la diminuzione del valore maggiori imprese industriali reale delle azioni fu pari al 59% quotate dell’epoca e le maggiori circa. banche miste. Conviene quindi La guerra, comunque, non provocò soffermarsi brevemente su tali effetti particolarmente negativi sul vicende, incominciando dalla crisi funzionamento delle borse valori: della BIS26. per alcuni periodi le borse vennero Nel periodo immediatamente ufficialmente chiuse ma i successivo al primo conflitto commentatori dell’epoca riportano mondiale il principale cliente della la presenza di scambi fuori borsa BIS era l’Ansaldo, impresa ancora più attivi di quelli che si metalmeccanica cresciuta erano registrati nel periodo di vertiginosamente nel periodo borsa aperta . bellico. L’Ansaldo, tuttavia, per via Inoltre, grazie alle immediate di una serie di intrecci azionari, 24 esigenze imposte dalla necessità era anche l’azionista di controllo di far fronte allo sforzo bellico, della BIS. La situazione finanziaria l’Italia completò il suo processo dell’Ansaldo, guidata dai fratelli di industrializzazione nei settori Perrone, incominciò a deteriorarsi più innovativi per l’epoca, e cioè e ciò impose la necessità di la siderurgia e la meccanica. ricorrere ai mezzi finanziari di altre Nel periodo 1914-1918 l’indice banche per non peggiorare la della produzione industriale crebbe situazione della BIS, già troppo del 15% circa25. Le ingenti esposta nei confronti di Ansaldo. commesse pubbliche fecero Sulla base di questa necessità, nel lievitare i profitti e la liquidità delle 1919 l’Ansaldo tentò di scalare la principali imprese coinvolte nelle Comit, rastrellandone le azioni sul e alla fine il governo e le autorità produzioni belliche, in particolare mercato. La manovra creò una monetarie non ebbero altra scelta la Fiat, l’Ansaldo e l’Ilva. certa tendenza al rialzo diffusa fra che procedere alla liquidazione L’esigenza di riconversione e di i principali titoli quotati . della banca. riequilibrio finanziario delle imprese La Comit si difese dal primo Sempre fra il 1918 e il 1919, la 27 cresciute, spesso in modo tentativo di takeover ostile nella coalizione Fiat-Snia Viscosa tentò disordinato, nel periodo bellico, storia della borsa italiana creando la scalata alla seconda grande spiega parte dell’instabilità nel una finanziaria, la Comofin, nella banca mista milanese, il Credit, sistema finanziario del periodo quale fece confluire le azioni temendo che l’eventuale immediatamente successivo. I primi Comit detenute da società affermazione della concentrazione anni Venti sono, infatti, teatro di e gruppi «amici», azioni che Ansaldo-Comit potesse comunque tentativi di scalata alle banche e di la Comofin acquistò utilizzando rendere più difficile la posizione crisi bancarie particolarmente gravi, finanziamenti concessi dalla stessa competitiva della Fiat28. Il tentativo quali quelle della Banca Italiana di Comit. Il tentativo di scalata non di scalata portò alla formazione di Sconto (BIS) e del Banco di Roma, ebbe quindi successo e i fratelli un consorzio in cui i vecchi che preluderanno agli episodi, Perrone continuarono a ricorrere azionisti del Credit e i gruppi Fiat ancora più gravi, innescati dalla alle disponibilità della BIS per far e Snia Viscosa avevano un peso crisi economica del 1929. fronte alla situazione sempre più uguale29. Nel 1924 vi sarà ancora Le crisi, rese possibili anche grazie grave in cui versava l’Ansaldo. un tentativo di takeover sul Credit alla anomalia degli assetti Di conseguenza, la posizione della ad opera dei Gualino, azionisti di di controllo delle banche BIS si fece ancora più critica controllo della Snia Viscosa. 18 19 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 20 Anche questa operazione, che settori più aperti alle esportazioni aveva la stessa logica di quella (tessile e meccanico) e quelli più Ansaldo-Comit (cioè guadagnarsi innovativi. In particolare, il settore un accesso sicuro a mezzi elettrico incominciò ad assumere finanziari freschi), non ebbe un peso preponderante nel listino tuttavia successo. di borsa: fra il 1925 e il 1935 a La vicende del Banco di Roma, esso confluì oltre la metà della che pure all’epoca versava in gravi raccolta complessiva di capitale difficoltà, si conclusero, a di rischio in borsa31. differenza di quella della BIS, con La fase positiva del ciclo ebbe il salvataggio realizzato nel 1923, tuttavia vita breve. Già alla fine del che consentì la sopravvivenza 1925 prese avvio una fase di forte dell’istituto. La tecnica usata per il discesa dei corsi azionari. La salvataggio del Banco di Roma fu stessa Banca d’Italia dovette sostanzialmente la stessa di quella concedere una cospicua linea di che sarà poi utilizzata per il credito alla Softit, società creata salvataggio della grandi banche dalle tre maggiori banche per miste milanesi: i crediti e gli difendere, tramite acquisti sul immobilizzi industriali del Banco mercato, il valore dei titoli azionari vennero ceduti a una finanziaria; che avevano in portafoglio32. come contropartita questa girò al Gli sforzi delle banche miste, come Banco la liquidità proveniente dal era già avvenuto nel 1907, ebbero risconto di cambiali, da essa tuttavia scarso successo. stessa emesse a fronte delle I salvataggi bancari dei primi anni partecipazioni in portafoglio, Venti implicarono una consistente presso la Sezione speciale espansione della base monetaria, autonoma del Consorzio di ma la situazione recessiva e la sovvenzione valori industriali (CSVI). flessione dei corsi di borsa del In ogni caso, alla fine del 1923 la 1925 probabilmente indussero le autorità monetarie a non operare 30 Cfr. Cotula e Raganelli cit. vicenda di quella che potremmo 31 Cfr. Baia Curioni (1994) definire la terza ondata di dissesti immediatamente una politica 32 Cfr. Toniolo (1993). bancari, dopo quella del 1893-94 restrittiva33. È a partire dal 1926, 33 Cfr. Cotula e Spaventa cit. e dopo l’episodio della SBI nel invece, che la politica monetaria 34 Cfr. Cotula e Raganelli cit. 1907, sembrò essersi conclusa. divenne decisamente deflattiva, I contraccolpi sia sul mercato con l’obiettivo esplicito di arrivare finanziario in generale che su a una cospicua rivalutazione del quello di borsa furono comunque cambio. La manovra ebbe un 35 Cfr. Cotula e Spaventa cit. 36 Ferri (1994) documenta come la stessa instabilità finanziaria, che colpì sia le banche miste che gli altri istituti di credito, possa aver contribuito a propagare e ad accentuare gli effetti della Grande Depressione del 1929-1934 attraverso fenomeni di razionamento del credito. rilevanti. Fra la fine del 1918 effetto fortemente depressivo sui e la fine del 1922 gli indici corsi azionari e sulla situazione 37 Cfr. Castronovo cit. di rendimento reale delle azioni finanziaria delle imprese e delle 38 Cfr. Amatori e Brioschi (1997). scendono di circa il 25%. principali banche di credito 39 Cfr. Ricciardi (1997). Il periodo 1923-1925 segna invece ordinario34. 40 Il caso della Comit rappresentava in maniera emblematica l’anomalia degli intrecci fra banca e impresa che sfociavano in assetti proprietari autoreferenziali. La Comofin, inizialmente controllata da un sindacato di imprese «amiche» di Comit, deteneva la maggioranza delle azioni Comit, mentre la Comit aveva poi finito per detenere la quasi totalità delle azioni Comofin. La Sofindit, scatola finanziaria in cui confluirono le partecipazioni industriali Comit, deteneva a sua volta una quota rilevante in Comofin. In sostanza, attraverso la catena Comofin-Sofindit la Comit controllava se stessa (Rodano 1983). una fase di forte rialzo dei corsi Tutto il periodo 1923-1926 fu azionari, sospinti dal netto caratterizzato da una elevata Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia miglioramento della congiuntura instabilità valutaria, ma sul finire economica e dalla decisa ripresa del periodo la lira perse in pochi di produzione e investimenti30. mesi circa il 20% nei confronti di Gli effetti positivi della ripresa si dollaro e sterlina. Nel 1927 venne manifestarono soprattutto nei attuata con decisione una politica 150 anni di borsa in Italia: uno sguardo d’insieme Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 21 di intervento sul mercato dei cambi volta a rafforzare la lira, fino alla fissazione delle parità legali decise negli accordi di Londra del dicembre dello stesso anno (cosiddetta «quota novanta»). La rivalutazione fu associata a una rigida politica deflattiva che preparò la strada alla crisi del 1929. A metà del 1928 la Fed aveva dovuto rialzare i tassi, preoccupata dalla forte salita dei corsi azionari americani, e i principali paesi europei dovettero imitare la manovra per mantenere le parità auree del gold standard. Dunque, mentre fu solo a metà del 1929 che si ebbe una inversione nel ciclo internazionale, in Italia era in corso una politica monetaria restrittiva già da un triennio35. La caduta di Wall Street contagiò il mercato azionario italiano nel 1930. La discesa dei corsi azionari fu rilevante se valuta in termini nominali (l’indice di rendimento totale nominale scese di circa Il salvataggio delle banche miste termine nei confronti delle imprese il 50%) ma la riduzione nel livello e delle società industriali da esse industriali. dei prezzi al consumo rese la finanziate o partecipate fu Le sole partecipazioni in società perdita per l’investimento azionario possibile solo grazie all’intervento quotate della Comit, che poi meno drammatica in termini reali. diretto dello Stato, attraverso confluiranno nell’IRI, nel 1933 La fase di profonda recessione la creazione di un ente pubblico rappresentavano circa il 10% della incominciata nel 1929 e la ad hoc. Fra il 1933 e il 1937, capitalizzazione di borsa, mentre parallela discesa dei corsi azionari con la nascita e la definitiva le partecipazioni complessive della misero nuovamente in gravissima affermazione dell’IRI, fu possibile Comit rappresentavano oltre un difficoltà il sistema delle banche la sopravvivenza di almeno metà quarto del capitale complessivo miste italiane, ampiamente esposte della grande industria italiana38, delle società anonime italiane39. nei confronti delle principali società fra cui le principali concentrazioni L’IRI divenne anche il soggetto industriali . Gli utili delle imprese industriali dell’epoca, quali la Terni, controllore delle banche miste in crollarono e lo shock deflattivo la SIP e l’Italgas. Il piano maniera quasi accidentale, grazie aumentò il peso reale del loro di salvataggio delle banche miste alla struttura anomala degli 36 debito, mentre gli investimenti in prevedeva, in sostanza, assetti proprietari delle banche impianti e attrezzature si ridussero il passaggio delle partecipazioni stesse. Infatti, l’IRI incorporò le del 30% circa. Nel 1932, a fronte industriali delle banche all’IRI, finanziarie che detenevano sia di depositi e conti correnti per 4,5 dietro pagamento in forma di le partecipazioni industriali delle miliardi di lire, gli immobilizzi liquidità, e l’impegno da parte banche miste sia, per via degli industriali delle banche delle banche miste a ridurre incroci azionari, le partecipazioni l’esposizione a medio-lungo di controllo nelle banche stesse40. ammontavano a 12 miliardi . 37 20 21 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 22 41 42 43 Secondo Barca e Trento (1997) la nascita dell’IRI permise una gigantesca operazione di salvataggio industriale che diede luogo alla «più rilevante riallocazione proprietaria nella storia dell’Italia unitaria». Alberto Beneduce, regista dell’operazione di «nazionalizzazione», era dell’idea di procedere a ri-privatizzare in breve tempo la maggior parte delle imprese entrate nell’orbita dell’IRI. Invano tentò di convincere alcuni gruppi privati (fra cui Fiat e Pirelli) a risanare la SIP, fortemente indebitata con la Comit. Nel caso dell’Italgas l’operazione di dismissione ebbe successo solo grazie alla concessione di condizioni molto vantaggiose per l’acquirente (cfr. Castronovo cit.). Più facile fu invece la cessione ai privati, nel 1934, del «gioiello» Edison, che negli anni Cinquanta diverrà poi il punto di snodo degli assetti di controllo delle principali società quotate, in particolare del settore elettrico (cfr. Toniolo cit.). Nonostante il caso Italgas, Beneduce, allo stesso tempo, era contrario all’idea di svendere le partecipazioni dell’IRI. Per questo motivo la Terni non fu ceduta alla Montecatini, e l’Alfa Romeo non fu ceduta alla Fiat (cfr. Amatori e Brioschi cit.). Barca e Trento cit. sottolineano, invece, come la nascita dell’IRI fu la conseguenza di una esplicita scelta politica volta alla marginalizzazione del mercato di borsa, rinunciando definitivamente a creare le premesse per lo sviluppo di un adeguato mercato privato dei capitali, con le relative regole di governo societario necessarie per sostenerlo, e a sviluppare gli strumenti e regole atti a creare quella separazione fra proprietà e controllo necessaria per la crescita e lo sviluppo di grandi imprese. Essi sottolineano come, negli anni successivi, le modalità di funzionamento e di governance delle imprese pubbliche rimarranno del tutto peculiari: il controllo è formalmente assegnato allo Stato ma i managers delle imprese pubbliche godranno di una elevata autonomia anche nelle scelte strategiche più importanti, e saranno soggetti a forme di controllo sulle performance assai blande da parte del potere politico. Ciò portò anche alla cancellazione esplicito e strutturato volto ad dal listino di borsa di Comit, assoggettare l’economia al Credit e Banco di Roma (e di controllo completo dello Stato. tutti gli altri titoli bancari) che Da questo punto di vista, come vennero poi ri-quotate all’inizio osserva Aleotti44, la borsa come degli anni Settanta. È solo nel centro di allocazione delle risorse 1956, con la quotazione di finanziarie «indipendente», e Mediobanca che il settore soggetto alle sole regole degli bancario ricomincia a essere equilibri fra domanda e offerta rappresentato nel listino di borsa. rappresentò un elemento del tutto Indipendentemente dagli effetti sul incompatibile con l’impostazione sistema bancario, la nascita dell’IRI della politica economica di segnò un punto di svolta Mussolini. nell’evoluzione degli assetti Tutti i provvedimenti regolamentari proprietari del sistema produttivo e legislativi che si susseguirono italiano41. nel periodo fascista furono Se, tuttavia, sembra innegabile esplicitamente disegnati con che dietro il disegno alla base l’obiettivo di ridurre il ruolo della creazione dell’IRI vi fu una e il peso della borsa nel sistema chiara scelta di politica economica finanziario italiano. In particolare, e industriale da parte del governo a partire dal 1935, furono fascista, non bisogna sottovalutare introdotte limitazioni agli utili la oggettiva difficoltà nel cedere distribuibili, imposte prima le partecipazioni delle banche proporzionali e poi progressive miste a imprenditori privati con sulle società di capitali, controlli i mezzi necessari per rilevarle42. sugli aumenti di capitale, e In ogni caso, almeno in una fase soprattutto l’obbligo di acquistare iniziale, la creazione dell’IRI fu buoni del tesoro inalienabili per un chiaro sintomo dell’assoluta nove anni per un importo pari a impossibilità di contare sul mercato ogni acquisto effettuato in borsa. azionario per la creazione di Tutti questi provvedimenti rimasero assetti di controllo in cui il trade in vigore fino al 1942. Fra il 1940 off fra liquidità dell’investimento e il 1942 vennero inoltre e adeguato controllo sulle scelte introdotte disposizioni quali manageriali trovasse un equilibrio l’imposta patrimoniale progressiva soddisfacente. Allo stesso tempo, sui titoli azionari, il regime di la scomparsa delle banche miste nominatività dei valori mobiliari45, tolse alla borsa la spinta un’imposta sulle transazioni propulsiva che da esse era venuta azionarie del 5%, e l’obbligo di un nei primi anni del secolo, mentre, deposito di copertura del 50% per dal canto loro, l’IRI e l’IMI ebbero le operazioni in vendita. Negli anni un’attività molto limitata, almeno successivi alla caduta del fascismo nelle fasi iniziali della loro vita, questi vincoli vennero poi in parte e non seppero mai esercitare quel rimossi. Il periodo che va dalla fine del 44 Cfr. Aleotti cit. ruolo di stimolo allo sviluppo del 45 Rossi (1986) sottolinea come tale provvedimento abbia rappresentato un tentativo di «...emarginazione del mercato dei valori mobiliari dal sistema finanziario», essendo la «nominatività obbligatoria un provvedimento che menoma in maniera decisiva le caratteristiche di trasferibilità, e quindi di liquidità, dei titoli azionari». mercato mobiliare che era stato Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia 1942 alla fine del 1947 coincise proprio delle grandi banche miste . con una fase congiunturale È indubbio, comunque, che con il fortemente recessiva: il reddito fascismo prenda corpo un disegno netto pro-capite a prezzi costanti 43 150 anni di borsa in Italia: uno sguardo d’insieme Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 23 si dimezzò. L’iper-inflazione (fatto dei tratti caratterizzanti della pari a 100 l’indice dei prezzi al struttura del listino italiano per consumo nel 1942, a fine 1947 tutti gli anni successivi46. L’indagine salì a circa 2800) determinò una rivelò la presenza di una struttura flessione del rendimento reale tipo composta da una holding, delle azioni nei cinque anni spesso puramente finanziaria, considerati di quasi l’80%. preposta al controllo di società Il periodo 1942-1947 rappresentò operative, spesso attraverso dunque la seconda più importante complesse articolazioni «fase nera» per il mercato di sub-holding intermedie. azionario italiano, dopo la crisi del I dati mostrarono, inoltre, in 1907. A confronto l’impatto della particolare per le società quotate, Grande Crisi del 1929 ebbe invece frequenti casi in cui società effetti di gran lunga meno rilevanti industriali controllavano o avevano sui rendimenti delle azioni. un’influenza rilevante su compagnie Complessivamente la crisi di assicurazione47 e banche48. industriale e del modello di banca La questione dei gruppi piramidali mista, gli eventi bellici e la sarà uno dei problemi recessione, i provvedimenti varati fondamentali della governance durante il regime fascista con delle imprese quotate e del la costituzione dell’IRI e dell’IMI, funzionamento stesso della borsa furono tutti fattori che valori. Tuttavia, nei circa venti anni contribuirono a cambiare che seguirono la fine del secondo profondamente la fisionomia e la conflitto mondiale tali problemi struttura del sistema finanziario rimasero in ombra, forse nascosti e bancario italiano, consegnando dall’eccezionale performance sempre più decisamente nelle mani dell’economia reale in un periodo dello Stato il ruolo di centro unico, in termini di crescita e decisionale nell’allocazione delle sviluppo, nella storia dell’Italia risorse finanziarie, inaugurando unitaria. Gli anni della ricostruzione una prolungata fase di intervento e poi quelli del cosiddetto diretto nell’economia da parte dello miracolo economico, che vanno Stato con riflessi inevitabilmente dal dopoguerra ai primi anni negativi sullo sviluppo della borsa. 46 Trento (1993) nota come negli anni immediatamente precedenti il 1913 prenda avvio un deciso processo di concentrazione del controllo e di formazione di gruppi piramidali, favorito anche dal risanamento finanziario delle imprese dovuto alle commesse pubbliche e ai profitti bellici. Il fenomeno ha probabilmente avuto uno sviluppo negli anni successivi al 1913, ma l’indagine della Costituente ci rivela come già a metà degli anni Quaranta esso avesse diffusamente permeato gran parte del tessuto economico e produttivo del paese. 47 La Ras era nell’orbita del gruppo Pesenti, La Fondiaria era controllata dalla Snia Viscosa (per poi passare sotto il controllo del gruppo Montedison); più recente è il passaggio della Toro sotto il controllo della Fiat (cfr. Battilossi 1992). 48 La Sade controllava il Credito industriale di Venezia, Italcementi aveva una presenza rilevante nella Banca provinciale lombarda di Bergamo e nel Credito commerciale, Edison assunse il controllo del Banco Lariano (ceduto poi nel 1977 al San Paolo di Torino), la Fiat era presente nella Banca popolare di Novara, la Bastogi nella Banca popolare di Valdagno e La Centrale nella Banca popolare di Milano. 49 Una nota analisi delle determinanti del cosiddetto «miracolo economico» italiano è stata elaborata da Fuà (1965). Sessanta, rappresentano inoltre uno dei periodi più favorevoli per l’investimento in azioni nell’arco di 1.3 La ricostruzione e il boom economico tempo da noi considerato. Tra la fine del 1947 e la fine del 1961 il rendimento reale medio annuo L’indagine straordinaria sulle (composto) è di circa il 15%. società per azioni condotta nel Le determinanti della eccezionale periodo della Costituente ci crescita economica del secondo fornisce una delle prime rilevazioni dopoguerra sono ascrivibili a statistiche accurate sulla struttura diversi fattori, sia interni che legati delle principali imprese italiane. alla congiuntura internazionale49. I dati rivelarono la larga diffusione, Fra i fattori interni che già nel secondo dopoguerra, contribuirono a favorire il processo di gruppi piramidali, che di accumulazione vanno continueranno a rappresentare uno sicuramente annoverati la stabilità 22 23 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 24 politica e il clima di elevata società per azioni italiane transitò distensione nelle relazioni sindacali. per il mercato borsistico53; inoltre, Le stime della Banca d’Italia vennero abolite l’imposta cedolare riportano come dal 1953 al 1961 sui dividendi (reintrodotta poi nel i salari aumentarono del 47% 1962), l’imposta sulla negoziazione circa mentre la produttività del dei titoli azionari, e le limitazioni lavoro aumentò dell’84% . alla distribuzione degli utili Anche la rapidissima apertura societari. verso l’estero dell’economia Tuttavia, Barbiellini Amidei e italiana, generata dalla progressiva Impenna (1999) osservano come liberalizzazione degli scambi negli anni della ricostruzione e del 50 commerciali, favorì un agevole miracolo economico la borsa processo di crescita e italiana non riuscì a fare un vero accumulazione da parte delle salto di qualità: a partire dal imprese maggiori, sia quelle secondo dopoguerra (e fino appartenenti ai grandi gruppi privati a metà degli anni Ottanta) il che quelle pubbliche nell’orbita numero di società quotate rimase dell’IRI, la cui posizione competitiva sostanzialmente invariato; il flusso sui mercati esteri era rafforzata dal di entrate e uscite dalla borsa basso costo del lavoro e allo creò un certo rinnovamento nel stesso tempo potevano contare listino, ma, complessivamente, su rendite oligopolistiche sul i settori industriali rappresentati mercato domestico. nel listino rimasero quelli più L’elevato tasso di accumulazione tradizionali e meno innovativi rese possibile un rapido processo rispetto al panorama delle di modernizzazione tecnologica del principali imprese non quotate. sistema produttivo italiano, che, potendo beneficiare, come sottolinea Fuà, del vantaggio dei late comers, si posizionò sugli standard tecnologici più elevati dell’epoca, facendo registrare un 1.4 Gli anni Sessanta e Settanta: nazionalizzazioni, ristrutturazioni e l’ascesa delle imprese pubbliche salto qualitativo elevato rispetto ai sistemi produttivi relativamente Gli anni che vanno dal 1962 al 50 I dati sono citati da Castronovo cit. arretrati utilizzati nel periodo 1972 furono caratterizzati da una 51 Su quest’ultimo punto l’analisi di Fuà ha trovato un riscontro empirico puntuale nel lavoro di Rossi e Toniolo (1994). Rossi e Toniolo stimano un indicatore di «puro» progresso tecnologico a livello aggregato per l’economia italiana, definito in termini di elasticità dell’output complessivo al progresso tecnico, depurata per gli effetti sulla produttività legati a economie di scala e ad aggiustamenti dello stock di capitale al livello desiderato. Tale indicatore risultava pari a 1,61 nel periodo 1919-1939 e sale a 2,26 nel periodo 1946-1963, per poi ridiscendere a 0,57 nel periodo 1964-1973. pre-bellico . forte correzione al ribasso degli L’eccezionale performance del indici azionari, pur in un contesto 51 mercato azionario nel secondo di moderata crescita dell’indice dei dopoguerra è quindi associata prezzi al consumo. Una delle a un notevole aumento della spiegazioni della performance produttività complessiva dei fattori, negativa del mercato azionario in dovuta sia all’adozione di questo periodo si basa sul peso 52 Cfr. Rossi e Toniolo (1994). tecnologie produttive più avanzate eccessivo delle operazioni di 53 Cfr. Aleotti (1990), cit. sia alla presenza di rendimenti aumento di capitale da parte delle 54 Cfr. Lamfalussy (1972). crescenti e all’adeguamento dello imprese quotate. La tesi, in 55 Cfr. Graziani (1975). stock di capitale fisso utilizzato particolare, è sostenuta da 56 Cfr. Boltho (1986). al livello ottimale52. Lamfalussy (1972), secondo cui dal 57 Cfr. Fuà (1992). Fra il 1947 e il 1953 circa il 54% 1957 al 1965 le imprese quotate 58 Cfr. Graziani cit. degli aumenti di capitale delle dei principali paesi europei Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia 150 anni di borsa in Italia: uno sguardo d’insieme Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 25 avrebbero fatto un eccessivo scenario competitivo internazionale. persone lasciarono il Mezzogiorno ricorso alle emissioni azionarie Nel 1969 si ebbero le per dirigersi, in oltre la metà dei (per finalità di riequilibrio della manifestazioni più acute del casi, verso le regioni del Nord struttura finanziaria) rispetto alla deterioramento dei rapporti fra dell’Italia58. dimensione dei relativi mercati dei sindacati e imprese che sfociarono Le rilevazioni sui bilanci delle capitali, e tale fenomeno avrebbe in una serie di lotte e scioperi principali imprese italiane contribuito a deprimere i corsi particolarmente duri e prolungati. (coincidenti sostanzialmente con delle azioni. Magnani (1994) sottolinea come le principali imprese quotate) Nel caso dell’Italia la spiegazione nel periodo successivo ai primi effettuate da Zanetti (1975) ci avanzata da Lamfalussy non trova anni Sessanta la crescita del Pil permettono di caratterizzare pieno riscontro: nel periodo continuò a ritmi sostenuti e in meglio l’andamento della 1957-1965 il rapporto medio fra tutto il periodo 1964-1969 le congiuntura nel periodo 1963- aumenti di capitale a pagamento condizioni macroeconomiche 1972. Zanetti individua risulta complessive rimasero favorevoli. sostanzialmente due sotto-periodi pari al 2,7%, contro il 3,9% Egli attribuisce il forte nel decennio considerato. del periodo 1947-1956 e il 4,9% rallentamento dell’attività Nel primo (1963-1968) si ebbe un dal dopoguerra al 1998. È difficile di investimento e accumulazione forte rallentamento dell’attività di quindi argomentare che negli anni al rafforzamento del ruolo investimento e accumulazione, ma in esame gli aumenti di capitale dei sindacati e al mutamento una sostanziale stabilità nel livello abbiano esercitato una pressione del clima nelle relazioni industriali, degli utili delle imprese, mentre nel e capitalizzazione di borsa 54 particolarmente elevata rispetto tutti sviluppi alimentati anche secondo (1969-1972) vi fu una alle dimensioni del mercato dall’emergere fra i partiti politici netta ripresa dell’attività di borsistico dell’epoca. di sinistra di progetti volti investimento, ma un forte Anzi, probabilmente la riduzione a realizzare un più diretto peggioramento della redditività. dei corsi fece sì che il peso medio coinvolgimento dei lavoratori Le spiegazioni della performance degli aumenti di capitale sulla nella vita delle imprese. negativa della borsa a partire dal capitalizzazione scendesse Secondo una diversa linea 1962, come sottolinea Aleotti59, ulteriormente all’1,1% nel periodo interpretativa, invece, l’esaurimento vanno ricercate anche nel mutato 1966-1972. della fase di eccezionale crescita scenario politico che caratterizzò In realtà, la discesa degli indici degli anni Cinquanta è da i cosiddetti anni del centro-sinistra, di prezzo e di rendimento delle ascrivere al venire meno di anni in cui riemerse un nuovo azioni coincise in maniera ulteriori e sostanziali possibilità atteggiamento di diffidenza e abbastanza precisa con di riallocazione di fattori produttivi ostilità nei confronti della borsa un’inversione di tendenza (in primo luogo il lavoro) da parte della classe politica nell’andamento congiunturale dall’agricoltura all’industria56. italiana. Prendeva corpo il progetto dell’economia italiana. Il 1963 La quota sul prodotto interno del «governo politico» identifica, infatti, un punto di lordo dell’agricoltura passò dal dell’economia e della svolta nell’andamento del ciclo 27% circa nel 1949 al 10% nel «programmazione economica», e segna la fine del periodo 1970, e tale riduzione fu dovuta attuate attraverso i controlli del cosiddetto «miracolo essenzialmente alla diminuzione amministrativi sui flussi finanziari economico»55. della forza lavoro impiegata in e l’espansione del sistema delle Una delle linee interpretative che questo settore57. Il fenomeno partecipazioni statali, progetto spiegano il forte rallentamento del è infatti riconducibile anche agli rispetto al quale la borsa non tasso di crescita a partire dai imponenti flussi migratori che poteva che risultare un fattore primi anni Sessanta riconduce la interessarono il Sud dell’Italia nel estraneo o addirittura di disturbo. caduta dei profitti e del tasso di ventennio successivo alla seconda Uno dei primi provvedimenti dei accumulazione all’incremento dei guerra mondiale. Augusto Graziani governi di centro-sinistra che ebbe salari, legato all’inasprimento delle riporta che fra il 1951 ed il 1971 un effetto fortemente negativo sul relazioni sindacali e al mutato non meno di quattro milioni di mercato di borsa fu la decisione 24 25 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 26 59 60 61 di procedere alla nazionalizzazione società ex-elettriche, assegnando dell’industria elettrica. Per capire loro delle risorse finanziarie da fino in fondo l’impatto che la reinvestire in altri settori vicenda poté avere, bisogna tenere produttivi62. Venne, tuttavia, presente che all’epoca l’industria totalmente ignorato il diritto dei elettrica rappresentava la «vetta» piccoli azionisti di recedere da della parte privata del capitalismo imprese che mutano radicalmente italiano60. La principale società oggetto sociale. elettrica era la Edison che, insieme La nazionalizzazione dell’industria alla Bastogi, era al centro di un elettrica fu un evento di portata intreccio di partecipazioni azionarie storica per il capitalismo privato incrociate che coinvolgevano altre italiano, come giustamente società quotate e finanziarie con enfatizzano Scalfari e Turani interessi nel settore elettrico61. (1974). Esso condizionò Le altre società elettriche, tutte profondamente gli eventi futuri e quotate, erano la Sade, la ridisegnò la mappa degli assetti Centrale, la Sip e la Sme. produttivi e finanziari della grande La decisione di nazionalizzare industria italiana. La l’industria elettrica portò nel 1964 nazionalizzazione, infatti, iniettò alla cancellazione dal listino di nel sistema mezzi freschi (ovvero molte delle società elettriche allora crediti fruttiferi nei confronti quotate. Ancorché l’impoverimento dell’Enel) per circa 1.500 miliardi del listino che ne conseguì ebbe di lire (pari a oltre 25.000 miliardi Op. cit. sicuramente un effetto negativo ai prezzi del 1998, ovvero il 4% Cfr. Amatori e Brioschi cit. per la borsa, il problema circa del Pil del 1964), di cui solo fondamentale fu costituito dal 400 destinati alle imprese fatto che la procedura finì per elettriche controllate dall’IRI (cioè essere penalizzante per i piccoli Sme e Sip). Si trattò quindi di una A partire dagli anni Trenta la Bastogi svolse un ruolo di garante degli equilibri di potere all’interno dei principali gruppi quotati del tutto simile a quello che poi, come illustreremo, svolgerà Mediobanca a partire dagli anni Sessanta. Al patto di sindacato che governava la Bastogi partecipavano, all’inizio degli anni Cinquanta, praticamente tutti i principali gruppi quotati (Fiat, Pirelli, Montecatini ed Edison), oltre alle principali società finanziarie e assicuratrici (Ras, Generali, La Centrale, Italmobiliare), tutti gruppi nei quali la stessa Bastogi deteneva partecipazioni spesso rilevanti. La Bastogi si specializzò anche in operazioni di intermediazione mobiliare, curando molti collocamenti in borsa di azioni e obbligazioni (cfr. Battilossi op. cit.). azionisti delle società elettriche. riallocazione di mezzi finanziari Infatti, il piano di nazionalizzazione verso il sistema privato fu realizzato attraverso paragonabile solo a quella che l’espropriazione degli impianti e la circa trenta anni prima permise concessione di un indennizzo alle il salvataggio delle grandi banche società, senza un rimborso diretto miste. agli azionisti (attraverso, ad L’utilizzo delle risorse provenienti esempio, quella che oggi dagli indennizzi elettrici avrà un definiremmo come un’Opa impatto rilevantissimo sugli assetti totalitaria sul capitale delle proprietari e di potere di alcune società). delle principali società quotate in Le società elettriche non vennero borsa dell’epoca, in primis, come quindi immediatamente liquidate e diremo di seguito, la Montecatini La Edison utilizzò gli indennizzi per diversificare nella chimica e petrolchimica; la Pirelli effettuò un aumento di capitale da 1,4 miliardi di lire per acquisire tre società elettriche (una proveniente dalla Edison e un’altra dalla Centrale) che vantavano crediti nei confronti dell’ENEL per sette miliardi di lire (cfr. Colajanni 1991). Seguirono poi un numero elevato di fusioni fra società ex elettriche che portarono alla cancellazione di 24 titoli fra il 1963 e il 1965 (cfr. Amatori e Brioschi cit.). Sull’utilizzo degli indennizzi da parte di Centrale, Sip, Sme e Bastogi si veda Scalfari e Turani (1974). 63 Op. cit. i piccoli azionisti si ritrovarono in e la Edison, ma indirettamente 64 Cfr. Amatori e Brioschi cit. mano titoli di società spesso non sugli equilibri complessivi 65 Cfr. Scalfari e Turani cit. più quotate e per giunta svuotate dell’establishment del capitalismo 66 Ibidem. dei loro principali assets, senza privato italiano. 67 Per una più dettagliata descrizione della vicenda non si può che rimandare ancora alla magistrale ricostruzione dei fatti in Scalfari e Turani cit. contare che i piani di indennizzo Molte delle operazioni che furono lenti e farraginosi. L’idea di seguito analizzeremo, 68 Cfr. Colajanni cit. che mosse il governo fu quella di indipendentemente dal giudizio 69 Cfr. Barca e Trento cit. dare fiducia agli imprenditori delle di merito circa l’opportunità 62 Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia 150 anni di borsa in Italia: uno sguardo d’insieme Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 27 industriale e strategica, mettono enorme complesso chimico- in luce quello che sarà uno dei minerario, vero e proprio «gigante problemi di fondo del malato» dell’industria italiana64, funzionamento della borsa, e cioè e la Sade. L’obiettivo della fusione la presenza di un sistema era quello di incanalare in di regole adeguato per tutelare gli Montecatini la liquidità Sade azionisti di minoranza in occasione proveniente dagli indennizzi della di operazioni poste in essere fra nazionalizzazione, ma il rapporto società appartenenti allo stesso di concambio fu estremamente gruppo o a gruppi «amici». penalizzante per gli azionisti Ad esempio, appena varato il Sade65. provvedimento di nazionalizzazione, Qualche anno prima, fra il 1960 la Edison si affrettò a incorporare e il 1961, la stessa Montecatini tutte le principali società elettriche era riuscita a mettere in piedi controllate (fra cui le quotate una complessa operazione che si Edison Volta, Elettrica Bresciana sostanziava nella realizzazione e Dinamo), insieme ad altre sue di una partecipazione incrociata controllate operanti nel settore con la sua controllata Fidia, cui chimico, per un totale di 16 partecipavano fra l’altro l’Ifi della incorporazioni. Secondo Scalfari famiglia Agnelli, la Pirelli e e Turani , l’obiettivo del riassetto Mediobanca. La Montecatini societario fu quello di convogliare comprò dall’Ifi la Vetrocoke, 63 le risorse degli indennizzi delle pagandola con proprie azioni società elettriche verso altre rivenienti da un aumento di miste agli inizi del secolo. società controllate a bassa capitale ad hoc. Successivamente Montecatini controllava la redditività, e comunque con l’Ifi cedette alla Fidia le azioni finanziaria Fidia, che a sua volta immediate esigenze di mezzi Montecatini ricevute in cambio come detto deteneva il 7% di freschi, attraverso movimenti di del 15% della stessa Fidia. Montecatini; la Edison controllava fondi all’interno della nuova Edison La Fidia finì quindi per detenere il la Italpi che a sua volta post-incorporazioni, piuttosto che 7% della controllante Montecatini66. partecipava Edison. Il progetto attraverso operazioni e prestiti Nel 1965, dalla fusione fra di fusione fu quindi sottratto infra-gruppo che avrebbero Montecatini e Edison, nacque la a qualsiasi scrutinio da parte inevitabilmente lasciato tracce Montedison67. La nuova società, del mercato e da parte nei bilanci delle singole società che fu per molti anni una delle dell’autorità pubblica (l’IRI deteneva incorporate. Non abbiamo prime imprese quotate per il 6% di Montecatini)69. Il giudizio informazioni sui rapporti capitalizzazione, presto si del mercato si manifestò però di concambio decisi, ma c’è trasformò in una conglomerata, qualche anno dopo quando, da immaginare che gli azionisti di con rilevanti partecipazioni anche nel 1968, i prezzi della Montedison minoranza più accorti di Dinamo in campo finanziario (provenienti crollarono da 2000 a 1350 lire (a fronte di un andamento o Edison Volta probabilmente non da Edison), operante in settori furono entusiasti dell’operazione. dai quali potevano nascere scarse sostanzialmente stabile dell’indice L’iniezione di liquidità degli sinergie operative e commerciali generale di borsa). 68 indennizzi elettrici diede avvio a e con complessi problemi di Due anni dopo la sua nascita, metà degli anni Sessanta ad altre coordinamento manageriale. la Montedison, con l’obiettivo importanti operazioni di riassetto Alla vigilia della fusione gli assetti di razionalizzare e semplificare la di società quotate che minarono proprietari di Montecatini ed struttura del gruppo, incorporò in fortemente la credibilità Edison erano organizzati secondo un colpo solo, in maniera analoga del mercato di borsa. un modello autoreferenziale a quanto aveva fatto la Edison Nel 1964 si fusero la Montecatini, analogo a quello delle banche solo pochi anni prima, ben 31 26 27 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 28 70 Cfr. Vercelli (1986). 71 Cfr. Colajanni cit. e de Cecco e Ferri (1996). 72 Cfr. Amatori e Brioschi cit. 73 Mediobanca entrò nel capitale di Fiat nel 1965. Successivamente essa organizzò sia l’entrata che l’uscita del capitale libico da Fiat, e guidò le operazioni di diversificazione della Fiat, che arriverà a detenere una partecipazione strategica nella stessa Montedison. Mediobanca era invece nel capitale della Pirelli già dal 1958. Mediobanca assistette la Pirelli nelle complicate operazioni di alleanze societarie con la Dunlop e nell’ancor più complicate operazioni di riassetto di partecipazioni derivanti dallo scioglimento di tali alleanze. Successivamente ridisegnò l’assetto societario del gruppo creando una catena di controllo verticale che consentiva alla Pirelli & C. di controllare la Pirelli attraverso una serie di partecipazioni a cascata (cfr. Colajanni cit.). Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia società, di cui molte quotate in definiti con il termine «serpente borsa. Anche questa volta non monetario»), a determinare abbiamo informazioni accurate sui un altro periodo «nero» per rapporti di concambio, ma si ha l’investimento in azioni. L’episodio la sensazione che anche questa inflazionistico legato allo shock operazione sia stata sottratta petrolifero fu meno violento di a qualsiasi scrutinio da parte quello degli anni Quaranta ma più del mercato e degli azionisti persistente: gli anni dal 1973 al di minoranza. 1983 furono caratterizzati da All’impatto negativo delle vicende, un’inflazione a due cifre, pari in per così dire «chimico-elettriche», media al 20% e con valori si aggiunsero, sempre in quegli massimi fino al 27% nei primi anni anni, i provvedimenti, forse ancora Ottanta. Le forti perdite per titoli più penalizzanti per la borsa, azionari furono, tuttavia, dovute adottati dai governi di centro- al fatto che, nonostante l’elevata sinistra in materia tributaria. inflazione, si registrò anche una Come anticipato, nel 1962 fu forte caduta dei prezzi nominali reintrodotta una ritenuta d’acconto delle azioni; si registrò una perdita sui dividendi del 15%. Nel 1964 reale complessiva per venne concesso agli azionisti di l’investimento in azioni optare fra una ritenuta d’acconto paragonabile a quella dell’iper- del 5% o una ritenuta a titolo inflazione degli anni Quaranta. definitivo (cosiddetta «cedolare Come mostra la precedente figura secca») del 30%. Ma nel 1967 1.2, negli anni dal 1963 al 1978 si la cedolare secca venne eliminata assiste a una integrale distruzione, e la ritenuta d’acconto venne in termini reali, della ricchezza riportata al 15%. E ancora nel accumulata in borsa nel periodo 1974 venne reintrodotta l’opzione della ricostruzione e del boom fra la cedolare secca del 30% e economico del secondo la ritenuta d’acconto del 10%. dopoguerra. In questo periodo La cedolare secca venne ancora negativo per la borsa emergono aumentata al 50% nel 1976. con grande evidenza gli effetti È solo nel 1977, con l’adozione devastanti di una pressoché totale della cosiddetta legge Pandolfi, assenza di regole di che venne introdotto il credito funzionamento del mercato: nel d’imposta sui dividendi e si eliminò periodo 1969-1972 gli episodi la doppia tassazione degli utili legati alle vicende dei vari societari, ponendo fine alla Sindona, Bonomi, Calvi, segnarono schizofrenia della politica fiscale irrimediabilmente la reputazione del governo in materia di del mercato e minarono la fiducia tassazione dei dividendi. dei risparmiatori nei confronti del Ancora una volta, dopo funzionamento della borsa e l’esperienza del 1943-1947, fu un dell’investimento in azioni. nuovo periodo di iper-inflazione, In quegli anni anche tra gli legato allo shock petrolifero del economisti emerge con forza l’idea 1973 e al forte deprezzamento che il mercato di borsa di allora del cambio della lira (che sempre fosse solo un teatro di manovre nello stesso anno uscì dagli speculative svolte ai danni dei accordi di cambio europei allora piccoli azionisti. Nel 1973, infatti, 150 anni di borsa in Italia: uno sguardo d’insieme Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 29 Federico Caffè scriveva: «la borsa complessivamente, tuttavia, gli anni non è strumento di vigore Settanta furono caratterizzati da competitivo e di collocazione una caduta dei profitti e del tasso efficiente del capitale monetario; di accumulazione, soprattutto per bensì strumento di un complesso le imprese maggiori70. intreccio di manovre e strategie, Nel caso dei principali gruppi prive di ogni connessione con la quotati (primi fra tutti la Fiat, logica di un’economia di mercato». l’Olivetti, la Pirelli e la Montedison), Anche Balducci, Marinelli, Marconi i più incisivi processi di e Niccoli (1978), cinque anni più ristrutturazione incominciarono tardi, in un saggio sull’evoluzione intorno al 1977. Tali processi, del mercato finanziario italiano, agevolati anche da specifiche scrivevano: «Non sembra che disposizioni legislative, erano un listino di borsa come quello finalizzati essenzialmente a ridurre di Milano … possa essere gli esuberi occupazionali e a un elemento di guida, scontati riequilibrare la struttura finanziaria, gli eventuali effetti dannosi anche attraverso la raccolta della speculazione, alla gestione di capitale di rischio in borsa. imprenditoriale, attraverso le informazioni che fornisce Le operazioni di ristrutturazione sul costo del capitale, ed offra dei principali gruppi privati possibilità di investimenti ad un avvennero sotto la regia elevato numero di risparmiatori». di Mediobanca, guidata da Enrico Verso la fine degli anni Settanta, Cuccia, che a partire dagli anni come era avvenuto nei primi anni Sessanta si era affermata come sessanta, si registra una marcata l’unica vera banca d’affari in simmetria fra andamento degli Italia71. Mediobanca giocò un ruolo indici di borsa e punti di svolta cruciale sia nell’organizzare le del ciclo economico: a partire dal operazioni di raccolta di capitale 1978 si osserva una netta ripresa sul mercato sia nel ridefinire gli del mercato borsistico in assetti manageriali e di comando coincidenza con un sensibile delle imprese a essa legate72. miglioramento della fase In particolare, Mediobanca ebbe congiunturale. Fra i fattori un ruolo profondo nel definire stabilizzanti che agevolarono le strategie finanziarie, ma anche la ripresa vanno sicuramente industriali, di Fiat e Pirelli73. annoverati l’adesione dell’Italia agli Fu però emblematico il ruolo accordi di cambio dello SME nel che essa ebbe nelle vicende della 1978, e, sempre nello stesso anno, Montedison nel corso degli anni l’avvio di una nuova fase di Settanta e Ottanta. distensione nei rapporti sindacali Il caso Mediobanca-Montedison contraddistinta dalla cosiddetta ci sembra indicativo (come già era «svolta dell’EUR», avviata da avvenuto, ad esempio, con la crisi Luciano Lama. La ripresa fu delle banche miste o con la possibile anche grazie ai processi nazionalizzazione delle imprese di profonda ristrutturazione e elettriche) della incapacità sia riorganizzazione portati avanti dalle del mercato, da un lato, che delle maggiori imprese italiane già dalla istituzioni pubbliche, dall’altro, metà degli anni Sessanta; di contribuire a generare assetti 28 29 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 30 di governo societario e di indirizzo 1972 entrò nel patto anche la SIR manageriale sufficientemente stabili di Rovelli (che aveva acquistato e funzionali agli obiettivi di azioni Montedison utilizzando crescita e sviluppo delle imprese. finanziamenti della stessa ENI). Vale la pena quindi richiamare Sempre nel 1972 vi fu il tentativo brevemente tali vicende, poiché, di scalata alla Bastogi, che per quanto forse abbastanza note, controllava il 7% di Montedison danno un’idea precisa di quello da parte di Michele Sindona, che succedeva in borsa negli anni attraverso la prima Opa della Settanta e Ottanta. storia della borsa italiana. L’Opa Nel 1968 nacque dall’intesa fra non ebbe successo, anche grazie Cefis (succeduto a Enrico Mattei all’opposizione dell’allora alla guida dell’ENI) e Cuccia l’idea Governatore della Banca d’Italia della scalata alla Montedison da Guido Carli75, e la Montedison parte della stessa ENI. nel tentativo di resistere alla L’operazione riuscì anche grazie potenziale scalata diede vita alla al valore di borsa particolarmente fusione fra la Bastogi e la Italpi, basso dei titoli Montedison , come fusione che permise alla accennato in precedenza. Insieme, Montedison di assumere l’ENI e l’IRI, che pure partecipò, il controllo della Bastogi stessa. 74 74 75 Cfr. Colajanni cit.. Tecnicamente, tuttavia, più che di una vera e propria scalata, si trattò, almeno formalmente, di un’azione di sostegno dei corsi di Montedison effettuata dall’ENI tramite acquisti in borsa sollecitati dallo stesso Governo (cfr. Barca e Trento cit. e Scalfari e Turani cit.). Egli vi si oppose anche in forza del fatto che il fondo pensioni della Banca d’Italia era uno dei principali azionisti della Bastogi (cfr., ad esempio, de Cecco e Ferri cit.). 76 Cfr. Amatori e Brioschi cit. 77 Cfr. Scalfari e Turani cit. 78 Ibidem. 79 Ibidem. 80 Cfr. Colajanni cit. 81 Schimberni, in particolare, riuscì a cedere all’ENI gran parte delle attività meno redditizie della Montedison nella chimica di base, sulla base di un accordo fra i due gruppi che prevedeva una focalizzazione nei comparti dove essi avevano maggiore specializzazione e quota di mercato. Anche Gardini, dopo l’uscita di scena di Schimberni, raggiunse un accordo con l’ENI che portò alla costituzione di una società, l’Enimont, in cui Montedison ed ENI avevano quote paritetiche. Tuttavia, dopo un tentativo di scalata all’Enimont, Gardini cedette la quota Enimont e l’ENI si ritrovò a possedere sostanzialmente tutte le attività nella chimica di base in precedenza appartenenti a Montedison (cfr. Barca e Trento cit.). 82 Cfr. Brioschi, Buzzacchi e Colombo (1990). Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia sebbene in maniera passiva L’operazione, tuttavia, comportò all’operazione, finirono per un grave pregiudizio degli interessi detenere un pacchetto di azioni degli azionisti di minoranza delle determinante ai fini del controllo due società coinvolte nella di Montedison. Con il sostanziale fusione76. In realtà, il progetto placet del governo, e con la regia di fusione fra Bastogi e Italpi era di Mediobanca, una delle principali funzionale a conferire alla imprese private italiane finì, quindi, Montedison di Cefis un maggiore per passare sotto il controllo grado di autonomia dal suo pubblico. azionista principale che rimaneva All’operazione di l’Eni. La Montedison aveva il 45% «nazionalizzazione» della dell’Italpi (che a sua volta, insieme Montedison seguì il passaggio all’altra controllata Sade finanziaria dello stesso Cefis dall’ENI alla deteneva più del 7% di Montedison, di cui divenne Montedison) e una quota presidente nel 1971, e una forte minoritaria di Bastogi (che invece frattura fra il nuovo management deteneva il 7% di Montedison). dell’ENI e quello della Montedison. Dopo la fusione fra Italpi e Paradossalmente, quindi, la Bastogi, si sarebbe realizzata una Montedison, se pur formalmente rilevante partecipazione incrociata sotto il controllo pubblico, si trovò fra la nuova Bastogi e Montedison, priva di un azionista di riferimento. e a sua volta Montedison sarebbe Vi era un patto di sindacato fra divenuto l’azionista maggiore gli azionisti pubblici e quelli privati di Bastogi, per via di un rapporto (presenti in Montedison prima della di concambio che prevedeva scalata dell’ENI) che non riusciva l’assegnazione di due azioni però a esprimere indirizzi chiari Bastogi per un’azione Italpi. Tale e unitari. La situazione si fece rapporto di concambio, tuttavia, ancora più instabile quando nel fu estremamente penalizzante per 150 anni di borsa in Italia: uno sguardo d’insieme Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 31 gli azionisti di minoranza Bastogi, L’operazione non ebbe successo a quello che portava in dote poiché chiaramente disallineato a causa delle difficoltà finanziarie Montedison (nonostante rispetto ai prezzi di borsa delle in cui versavano gli azionisti i consistenti aumenti di capitale due società77. privati, prima fra tutti la SIR. effettuati prima della scalata) Scalfari e Turani sostengono poi Dopo gli anni travagliati che si sommava quello contratto che l’Italpi sarebbe stata «tosata» contraddistinsero il «disastro» dal gruppo Ferruzzi per finanziare da Montedison prima di fondersi della chimica in Italia, fu ancora la scalata. Nonostante le cessioni con Bastogi: Montedison avrebbe Mediobanca che, nel 1981, di numerose partecipazioni conferito a Italpi alcune organizzò la «privatizzazione» (in particolare la Standa alla partecipazioni finanziarie per di Montedison. L’operazione, Fininvest), il problema dell’elevato un valore di 14 miliardi di lire formalmente complessa e indebitamento non trovava e in cambio si sarebbe appropriata finanziata da un aumento di soluzione. Negli anni successivi delle partecipazioni in campo capitale ad hoc, si sostanziò gli eventi precipitarono con l’uscita alimentare dell’Italpi (in particolare nel passaggio delle quote di IRI di scena di Gardini, la successiva la Pavesi) valutabili in 25 miliardi e ENI in Montedison a Gemina, dichiarazione dello stato di lire . 78 finanziaria cui partecipavano di insolvenza, e il piano i principali gruppi privati legati di ristrutturazione del debito L’obiettivo che aveva indotto a Mediobanca, e in primo luogo varato nel 1993. Il controllo passò Sindona a tentare la scalata alla la Fiat80. nelle mani di Mediobanca Bastogi fu quello di impadronirsi Con la privatizzazione si raggiunse e di altre banche creditrici a essa della partecipazione del 10% che un assetto più stabile che favorì, legate (in particolare Comit Bastogi aveva nella Italcementi insieme all’avvento di Mario e Banca di Roma). di Pesenti. A sua volta, l’Italcementi Schimberni alla presidenza L’epilogo del gruppo Montedison- era il principale azionista (nel 1981), il riequilibrio economico Ferruzzi forse non poteva essere di Bastogi. Paradossalmente, fu e finanziario del gruppo più prevedibile di così: Mediobanca proprio Sindona, dopo aver perso Montedison81. La situazione, «nazionalizza», «privatizza» la battaglia per il controllo di tuttavia, divenne di nuovo tesa e infine, insieme alle altre banche Bastogi e pur tuttavia ritrovandosi quando Schimberni tentò di ridurre creditrici, assume direttamente con un pacchetto di azioni l’influenza che Gemina aveva in il controllo del gruppo Montedison- di questa società rastrellate sul Montedison scalando la Bi-Invest, Ferruzzi. mercato nel corso della scalata, a del gruppo Bonomi, che era tentare di ostacolare in assemblea appunto uno dei principali azionisti L’inversione di tendenza del ciclo, la fusione fra Bastogi e Italpi, di Gemina e allo stesso tempo che prende avvio dai primi anni rivendicando, fra l’altro, il fatto che uno dei principali gruppi quotati. Sessanta e la progressiva riduzione Italpi fosse stata spogliata dei suoi L’operazione ovviamente non del peso della borsa nel sistema assets più redditizi, rappresentati fu gradita né a Mediobanca né produttivo italiano coincidono dalle partecipazioni nel settore agli altri azionisti privati di Gemina. anche con la fase di crescente alimentare . Gemina vendette sul mercato espansione delle sistema delle Anche il governo tentò la sua quota e questo fece imprese pubbliche in Italia. di intervenire nei delicati assetti di Montedison un sorta di public A partire dagli anni Sessanta di controllo di Montedison company82, ma allo stesso tempo e fino almeno alla metà degli anni sollecitando, nel 1975, aprì la strada alla scalata di Ottanta, al circuito «privato» la costituzione di un sindacato, Gardini, che guidava il gruppo del mercato del capitale di rischio naturalmente guidato Ferruzzi, fra il 1986 e il 198783. si affiancò un circuito «pubblico», 79 da Mediobanca, volto a collocare Gardini, che godette rappresentato dai conferimenti una quota delle azioni Montedison successivamente dell’appoggio ai fondi di dotazione degli enti di IRI ed ENI presso gli azionisti di Mediobanca, si trovò però di gestione delle imprese pubbliche privati, al fine di accrescerne il presto a dover gestire il problema (essenzialmente Iri, Eni e Efim), loro peso nel patto di sindacato. dell’elevato indebitamento, poiché circuito che rapidamente si dilatò 30 31 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 32 83 Anche in questo caso il termine scalata è improprio. Gardini acquistò sul mercato circa il 17% di Montedison, mentre un altro 23% circa fu acquistato direttamente da altri gruppi quotati in parte in contanti e in parte concambiando altre partecipazioni Ferfin (cfr. Brioschi, Buzzacchi e Colombo cit.). fino a divenire una presenza Settanta si registrò un deciso sempre più ingombrante deterioramento della redditività e a condizionare l’esistenza delle imprese pubbliche che rese e il funzionamento stesso del problematico un ulteriore ricorso circuito dei capitali «privato». al debito bancario. Di Il fenomeno in questione ha conseguenza, l’entità delle risorse prodotto un’espansione del sistema concesse dal Tesoro al fondo delle imprese pubbliche che in di dotazione degli enti di gestione pratica ha interessato tutto il incominciò ad assumere ventennio a cavallo fra la metà proporzioni di assoluto rilievo degli anni Sessanta e la metà e di ordine di grandezza degli anni Ottanta. Fra il 1971 ed sostanzialmente commisurato il 1977 la quota del fatturato delle al livello delle perdite degli enti imprese pubbliche sul totale delle stessi86. A partire dai primi anni imprese con almeno 20 addetti Sessanta le risorse intermediate passò dal 2 al 16% circa, mentre dal circuito pubblico del capitale la quota riconducibile ai gruppi di rischio (rappresentati dal flusso privati (compresi quelli esteri) delle risorse conferite ai fondi scese dal 20 al 18% circa84. di dotazione e dagli apporti In una prima fase, lo sviluppo al capitale azionario delle imprese delle imprese pubbliche poggiò pubbliche) incominciarono infatti essenzialmente sull’accesso a lievitare fino a diventare privilegiato al capitale di credito, un multiplo pari a oltre 5 volte accesso favorito dall’ambiguità l’ammontare delle risorse raccolte legata a una presunta implicita attraverso il circuito privato garanzia pubblica sul ripagamento (aumenti di capitale in borsa)87. del debito contratto dalle imprese È verosimile quindi ipotizzare che nell’orbita delle Partecipazioni l’espansione del circuito finanziario Statali. Questo fenomeno «di Stato» abbia contributo a naturalmente implicò condizioni marginalizzare la borsa quale meno favorevoli nell’accesso al canale di raccolta di capitale credito bancario da parte delle di rischio. imprese private, soprattutto nei Questa, tuttavia, è probabilmente periodi caratterizzati da condizioni solo una delle molteplici cause monetarie più restrittive85. In tutto della riduzione del peso della 84 Cfr. Alzona (1979) e Marzovilla (1992). 85 Cfr. Marzovilla cit. il periodo che va fino ai primi anni borsa nel sistema economico 86 Cfr. Virno (1992). Settanta l’apporto di risorse nel periodo in esame; non si può 87 I dati sono ripresi dal rapporto della Commissione per il riassetto del patrimonio mobiliare pubblico e per le privatizzazioni, Ministero del tesoro, Roma, 1990. 88 Cfr. Brioschi, Buzzacchi e Colombo cit. pubbliche si mantenne nell’ambito dimenticare che gli anni settanta di una quota relativamente limitata sono stati caratterizzati da un del fabbisogno finanziario andamento congiunturale complessivo delle imprese complessivamente negativo, almeno 89 Cfr. Rapporto IRS sul mercato azionario 1998 e 1999. pubbliche, sebbene il progressivo per le imprese maggiori, e che 90 Ibidem. deterioramento della redditività il periodo 1972-1977 è stato uno 91 Fra le operazioni più importanti si segnalano l’acquisto dell’Alfa Romeo da parte della Fiat, l’acquisto della Fondiaria da parte della Montedison, la già citata scalata alla Montedison da parte del gruppo Ferruzzi, l’acquisizione di una quota della SGB belga da parte del gruppo De Benedetti (che, come noto, non portò all’acquisizione del controllo come era nelle intenzioni del gruppo). avesse incominciato dei peggiori per l’investimento un ricorso massiccio al credito È verosimile che questi fattori bancario. abbiano disincentivato la raccolta Cfr. Brioschi, Buzzacchi e Colombo, cit. A partire, invece, dai primi anni in borsa da parte delle imprese 92 Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia a comprimerne le possibilità azionario, come ricordato di autofinanziamento, incentivando in precedenza. 150 anni di borsa in Italia: uno sguardo d’insieme Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 33 quotate, indipendentemente periodi analizzati, la progressiva euforia incontrollabile. L’indice dal processo di espansione del riduzione del peso della borsa nominale per i titoli maggiori sale mercato dei capitali «pubblico». nel sistema finanziario italiano di oltre il 200% e si assiste a un Allo stesso modo, si può osservare negli anni Sessanta e Settanta. elevatissimo numero di quotazioni come nella prima metà degli anni È bene sottolineare, infine, una in borsa di nuove società, Ottanta, nonostante la lievitazione caratteristica del tutto peculiare e il numero complessivo di società dei conferimenti ai fondi di del mercato di borsa italiano: quotate passa da circa 160 dotazione (che si assestano su almeno a partire dagli anni a oltre 200. di una media di circa 4.500 Ottanta, il rapporto fra volume miliardi annui, contro i circa 650 dei collocamenti azionari Dopo l’euforia del 1986, nel 1987, degli anni Settanta), la raccolta e capitalizzazione di borsa assume sulla scia del crollo della borsa di capitale di rischio in borsa si fa valori di gran lunga superiori USA, si registra una forte assai intensa, probabilmente sulla a quelli osservabili in altri mercati correzione al ribasso dei corsi scia del rialzo dei corsi europei. Nel periodo 1980-1997 azionari, concentrata nell’ultimo e del miglioramento congiunturale. tale rapporto è pari al 7,9% per quadrimestre dell’anno. A partire l’Italia, contro valori compresi fra dalla fine del 1987 prende avvio l’1,6 e il 2,4% circa per Francia, una fase di stasi, alternata da 1.5 Gli anni Ottanta e Novanta: privatizzazioni e regolamentazione Germania e Regno Unito . ulteriori flessioni, nel livello dei La capacità, quindi, della borsa corsi azionari; bisogna aspettare italiana di fornire capitale il 1997 per rivedere l’indice di rischio è stata assai elevata di rendimento totale delle azioni Fra il 1980 e il 1987 anche in rapporto alle sue dimensioni sui valori del 1986. il peso sulla capitalizzazione totale relative. Tale risultato vale anche Negli anni Ottanta si registra delle società pubbliche quotate in considerando la raccolta un elevato ricorso al mercato 89 borsa, riconducibili essenzialmente di capitale di rischio al netto da parte di tutti i principali gruppi al gruppo Iri, scende sensibilmente, dei dividendi distribuiti. Come già quotati (in particolare Pirelli, Fiat, passando dal 33 al 24% circa88. sottolineato, in Italia la raccolta De Benedetti e Montediosn), anche Quindi, anche all’interno del netta diviene sistematicamente sulla spinta del forte rialzo dei comparto delle società quotate, positiva a partire dagli anni corsi azionari. L’ingente richiesta le imprese pubbliche riducono il Ottanta, mentre in Francia di mezzi freschi al mercato loro peso proprio nella fase in cui e Germania, ad esempio, è destinata al finanziamento di un i conferimenti ai fondi di dotazione nel periodo 1985-1997 il saldo cospicuo numero di acquisizioni in assumono dimensioni considerevoli. fra raccolta e dividendi è quasi Italia e all’estero91. La raccolta di Con riferimento al solo gruppo Iri, sempre negativo90. fondi da parte dei principali gruppi nel periodo 1980-1988 i Gli anni Ottanta contrassegnano avviene anche attraverso conferimenti e i finanziamenti non una nuova fase positiva la cessione di quote minoritarie onerosi con destinazione al fondo per l’economia italiana e per il di società controllate con la loro di dotazione si mantengono su di mercato borsistico. A partire dalla conseguente quotazione in borsa92. una media annua di oltre 2.500 seconda metà del decennio Si registra, di conseguenza, miliardi di lire, cifra pari a circa la la crescita reale del Pil oscilla un sensibile salto dimensionale del metà della raccolta media annua intorno al 3%, listino, concentrato, come detto, in borsa da parte di tutte approssimativamente in linea con soprattutto negli anni 1986-1988, le società quotate. la media dei paesi del G7, e ancorché la simultanea quotazione Come prima argomentato, la tesi l’inflazione si riporta sotto il 10%. delle pure holding dello «spiazzamento» del circuito Nel corso degli anni ottanta il di partecipazione e delle loro privato del capitale di rischio da rendimento medio annuo reale controllate creasse naturalmente parte di quello «pubblico» può delle azioni è pari a circa il 14%. inutili duplicazioni. quindi spiegare solo in parte, Nel 1986, in particolare, il mercato Dalla metà degli anni Ottanta e solo forse per alcune fasi dei sembra essere in preda a una ai primi anni Novanta la normativa 32 33 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 34 sulle società quotate e il mercato cosiddette «horror story» del mobiliare compie un vero «capitalismo all’italiana», per usare e proprio salto di qualità, un’espressione di Bragantini94. considerata la pressoché totale Ci sembra utile ripercorrere tali assenza di regole, se non vicende per dare un quadro di quelle minimali previste dal preciso di quello che i gruppi codice civile, che aveva hanno rappresentato per il caratterizzato tutto il periodo funzionamento della borsa in precedente. Nel 1983 venne quegli anni, e di come gli interessi adottata la legge istitutiva dei degli azionisti di minoranza siano fondi di investimento mobiliare spesso passati in secondo ordine. aperti. Nel 1985 la Commissione La prima horror story si colloca ancora una volta nell’ambito della Nazionale per le Società e la Borsa (Consob), istituita nel 1974 , travagliata vicenda del gruppo assunse la struttura di vera e Ferfin-Montedison, nel periodo propria authority indipendente. successivo alla scalata di Gardini Nel 1991 venne introdotta la legge alla Montedison. Nel 1988 venne 93 93 Cavazzuti (1999) ricorda come la nascita della Consob nel 1974 fosse stato il risultato di una sorta di baratto politico, per cui i partiti che osteggiavano l’introduzione di una cedolare secca del 30% sui dividendi accettarono tale disposizione in cambio dell’istituzione di un’autorità di vigilanza sul mercato azionario. 94 Cfr. Bragantini (1996). 95 Cfr. Brioschi, Buzzacchi e Colombo cit. 96 La Ferruzzi Finanziaria non aveva, tuttavia, mai pubblicato un bilancio consolidato e ciò rendeva quanto meno ardua la definizione del prezzo di offerta delle azioni, prezzo che era naturalmente cruciale ai fini della determinazione del rapporto di concambio Iniziativa Meta-Ferruzzi Finanziaria (cfr. Brioschi, Buzzacchi e Colombo, cit.). 97 Cfr. Bragantini cit. 98 Ibidem. 99 La ricostruzione degli eventi che segue è ripresa dall’audizione dell’allora presidente della Consob, Enzo Berlanda, presso la commissione finanze della Camera del 11 ottobre 1995. 100 Cfr. Berlanda cit. 101 L’irregolarità riguardava la contabilizzazione delle perdite su crediti per vendite rateali. Tali crediti erano stati ceduti nell’ambito di un rapporto di factoring con la Ratealfactor (pure controllata da Gemina fino alla fine del 1994) con la clausola formale del pro-soluto, e così erano iscritti nel bilancio di RCS, ma di fatto per via di accordi collaterali con Ratealfactor l’intero rischio di credito continuava a gravare su RCS. Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia che disciplinava il settore annunciata l’operazione di fusione dell’intermediazione mobiliare per incorporazione della Iniziativa (cosiddetta legge sulle Sim) Meta, società quotata controllata e la legge sull’insider trading da Montedison con partecipazioni e la manipolazione. Nel 1992, nel settore finanziario (in infine, venne introdotta la legge particolare la quota di controllo sulle Opa. de La Fondiaria), immobiliare e Di assoluto rilievo, per l’impatto terziario, nella Ferruzzi Finanziaria, sulla qualità dell’informativa la holding al vertice del gruppo societaria, fu anche l’introduzione, che controllava la stessa sempre nei primi anni Novanta, di Montedison. L’operazione, regole assai più precise e nonostante lo sdegno iniziale vincolanti per la redazione dei suscitato nella comunità bilanci civilistici, che emendarono finanziaria, andò comunque in le vecchie norme in materia porto. La fusione ebbe, infatti, contenute nel codice civile del l’effetto di sostituire, fra gli asset 1942, oltre all’introduzione di all’attivo della Montedison, la regole per la redazione dei bilanci quota di maggioranza in Iniziativa consolidati. Entrambi gli interventi Meta con una quota di minoranza sono contenuti nel d.lgs. 127/1991 in Ferruzzi Finanziaria (per giunta che ha recepito con enorme rappresentata da azioni privilegiate ritardo le direttive comunitarie in successivamente convertite in materia (in particolare la direttiva azioni di risparmio). Gli azionisti di n. 78/660 del luglio 1978 e la minoranza di Iniziativa Meta, e direttiva 83/349 del giugno 1983). quindi anche quelli della stessa Nonostante il salto di qualità nella Montedison che partecipava in regolamentazione del mercato Iniziativa Meta, si videro sostituire mobiliare, gli anni Ottanta, e in una partecipazione in una società una certa misura i primi anni quotata con una in una società Novanta, possono essere definiti, non quotata che deteneva attività forse più di quelli passati, gli anni in settori completamente diversi da delle alchimie finanziarie e delle quelli del terziario e della 150 anni di borsa in Italia: uno sguardo d’insieme Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 35 finanza95. Inoltre, per via del assets quasi esclusivamente incorporato Ferfin (già sotto il divieto alle partecipazioni partecipazioni in controllate già controllo di Mediobanca), Snia Bpd incrociate, Montedison si dovette quotate. Resta da chiarire come e Sorin Biomedica (entrambe contestualmente disfare della sua mai l’operazione ebbe successo società quotate), mentre quota nella controllante Ferruzzi e il mercato non fece una piega: Montedison avrebbe incorporato Finanziaria cedendola ai suoi le azioni Premafin nel primo giorno Caffaro e Snia Fibre (pure società stessi azionisti nell’ambito di quotazione chiusero a 16.700 quotate). Naturalmente il dell’offerta finalizzata alla lire contro le 17.000 del prezzo comunicato non indicava i rapporti quotazione in borsa della stessa di offerta. di concambio ai quali sarebbero Un caso ancora più emblematico, perché all’epoca non erano ancora Ferruzzi Finanziaria . avvenute le varie fusioni, anche 96 Solo due anni prima, nel 1986, l’operazione che aveva portato se non altro perché vide coinvolte disponibili i conti semestrali delle all’uscita dell’azionista libico imprese pubbliche, è quello società coinvolte. RCS costituiva il LAFICO dalla Fiat, si era descritto da Zingales (1994) principale asset di Gemina, per cui dimostrata un altro esempio relativo al trasferimento della la sua valutazione era essenziale di uso «disinvolto» delle strutture Finsiel dall’IRI alla Stet nel 1992. ai fini della determinazione dei di gruppo. La Fiat aveva la L’IRI deteneva l’84% circa di Finsiel rapporti di concambio. Il 4 liquidità necessaria per rilevare che cedette alla Stet, società settembre 1995 venne diffuso un la quota dei libici ma la normativa quotata pure controllata dall’IRI ma budget con una previsione di utile del codice civile rendeva con una quota di poco superiore operativo netto per la semestrale problematica l’operazione di al 50%, a un prezzo chiaramente ’95 di RCS di 40 miliardi di lire99. riacquisto di azioni proprie. La Fiat inflazionato. Il prezzo di cessione Dopo soli 22 giorni, il 26 trasferì quindi la sua liquidità della quota Finsiel fu pari a circa settembre, Gemina annunciò al all’IFIL, finanziaria del gruppo Fiat cinquanta volte gli utili, contro mercato impreviste perdite per la che deteneva partecipazioni nei valori per società simili (quotate sua controllata RCS per circa 270 settori della finanza e del terziario nei principali mercati esteri) miliardi di lire. Nonostante gli (in particolare Toro e Rinascente), compresi fra venti e trenta. incalzanti inviti a chiarire la acquisendo alcune di queste Solo un anno prima l’Olivetti aveva situazione da parte della Consob, partecipazioni97. Gli azionisti di offerto per la stessa il 2 ottobre i vertici di Gemina e minoranza di Fiat, ma soprattutto partecipazione un prezzo pari RCS dichiararono con disarmante quelli di IFIL, videro sensibilmente a circa un terzo di quello pagato franchezza di «non essere in modificata la composizione degli dalla Stet. Questa volta però, a grado di fornire spiegazioni assets finanziari nel portafoglio differenza di quanto avvenuto con esaurienti sulla compatibilità dei delle proprie società senza essere Premafin, il mercato si «piegò»: 276 miliardi di perdita semestrale stati chiamati minimamente all’annuncio dell’operazione le con l’utile operativo netto di 40 in causa. azioni Stet persero circa il 18% miliardi annunciato in La quotazione in borsa della (tenendo conto della variazione precedenza»100. Premafin, holding del gruppo dell’indice di mercato). Questo black-out contabile non edilizio della famiglia Ligresti, Un’altra horror story riguarda la doveva, tuttavia, aver nel 1989 avvenne a un prezzo vicenda del 1995 della cosiddetta eccessivamente sorpreso gli chiaramente eccessivo98. Questo operazione «Supergemina», che investitori più avezzi agli «usi» del fu pari a circa venti volte gli utili tuttavia non venne portata nostro mercato di borsa. Infatti, di quello che all’epoca era l’ultimo a termine. Vale la pena di solo due mesi prima, la Consob, e unico bilancio di Premafin, il che ricordare però le vicende della dopo approfondite indagini, aveva equivaleva a una valutazione di Rizzoli editore (RCS), strettamente trasmesso alla magistratura Premafin pari a circa dieci volte il correlate al progetto Supergemina. di Milano un rapporto relativo patrimonio netto civilistico. Senza Il 1° settembre 1995 venne a irregolarità nell’informativa contare che Premafin era una pura annunciato il progetto contabile relativa ai bilanci annuali «scatola cinese», avendo come Supergemina: Gemina avrebbe del 1994 di Gemina e RCS101. 34 35 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 36 Inoltre, a seguito di una ispezione circa. Paradossalmente, è proprio in cui erano emerse irregolarità dall’analisi del documento nella certificazione dei bilanci 1994 informativo (previsto dalla di Gemina e RCS, la Consob aveva normativa Consob) preparato da preso provvedimenti anche nei Gemina in occasione dell’aumento confronti della società di revisione che aveva certificato tali bilanci . 102 102 103 È opportuno sottolineare che tale società di revisione aveva certificato anche il bilancio 1994 della Ratealfactor. Longo e Macchiati (1999) sottolineano come vi siano stati altri gravi casi di società quotate in crisi (Ferfin e Banco di Napoli) per le quali le società di revisione avevano certificato il bilancio limitandosi solo a esprimere dei rilievi, mentre poi la magistratura aveva aperto indagini per verificare l’esistenza di frodi. Longo e Macchiati, inoltre, enfatizzano i conflitti di interesse che possono nascere dal fatto che sono gli amministratori (espressione degli azionisti di controllo) a scegliere la società di revisione e che questi possono essere interessati a ridurre la qualità della certificazione per aumentare le possibilità di espropriazione degli azionisti di minoranza. Essi, infatti, trovano che, per 144 società quotate italiane nel periodo 1995-1997, un aumento di dieci punti percentuali nel livello della quota del primo azionista determina una riduzione di circa il 7% nel numero di ore impiegate per la revisione (utilizzate come proxy della qualità della certificazione), controllando naturalmente per la dimensione della società e per la sua struttura finanziaria. Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia di capitale, che la Consob incominciò a vigilare attentamente La vicenda passò poi nella mani sui conti annuali 1994 di Gemina della magistratura che chiese un e RCS (che saranno resi pubblici rinvio a giudizio di tale soggetto solo nel giugno del 1995) e inviò per falso in certificazione. poi alla magistratura le risultanze È difficile dire fino a che punto vi delle sue ispezioni nell’agosto del fu connivenza fra revisori e società 1995. Ma ormai il danno era fatto. revisionate e fino a che punto, Gemina aveva condotto in porto invece, la mancata rilevazione una delle più rilevanti operazioni delle irregolarità nel bilancio RCS di raccolta di denaro in borsa di da parte della società di revisione quegli anni in contesto di assoluta fosse il risultato di semplice inadeguatezza dell’informativa negligenza103. contabile relativa alla propria Gli aspetti paradossali della situazione economico-finanziaria. vicenda, comunque, non finirono Simili ai lapsus contabili di qui. Alla fine del 1994 Gemina Gemina furono quelli di cui diffuse un comunicato in cui soffrirono i responsabili prevedeva che l’esercizio si dell’Olivetti in occasione di una sarebbe chiuso con un utile rilevante operazione di aumento superiore a quello del ’93 (che di capitale condotta sempre nel era stato pari a 115 miliardi di corso del 1995. Fra novembre e lire). Nei primi mesi del 1995, dicembre di quell’anno l’Olivetti quando ancora la vicenda RCS raccolse in borsa oltre 2.000 non era emersa in tutta la sua miliardi di lire. Era noto che il gravità, Gemina fu costretta a fare gruppo fosse in fase di marcia indietro annunciando ristrutturazione, e il documento perdite per almeno 250 miliardi informativo, redatto in occasione (dovute, per esplicita ammissione, dell’aumento di capitale, stimava a perdite di RCS previste per 430 gli oneri di ristrutturazione in 900 miliardi). Nella medesima miliardi di lire. Sempre occasione però, con grande il documento informativo, disinvoltura, Gemina annunciò riportava previsioni anche un aumento di capitale per sull’indebitamento finanziario netto 1.500 miliardi di lire, finalizzato in a fine 1995 per 400 miliardi. parte a ripianare le perdite RCS e Nel gennaio del 1996, una volta in parte a finanziare acquisizioni chiusa l’operazione di aumento di collegate al processo di capitale, sui quotidiani finanziari privatizzazioni allora nel suo incominciarono a circolare voci su stadio iniziale. L’operazione, che dati previsionali 1995 ben più si chiuse con inspiegabile preoccupanti di quelli riportati nel successo nell’aprile del 1995, documento informativo, e i prezzi portò nelle casse di Gemina mezzi del titolo Olivetti scesero di oltre freschi per 1.300 miliardi di lire il 13% in pochi giorni. 150 anni di borsa in Italia: uno sguardo d’insieme Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 37 Dopo le pressioni della Consob pubblica, anche società già norme previgenti, soprattutto e della comunità finanziaria, il 23 quotate delle quali deteneva per ciò che riguarda la regole gennaio 1996 l’Olivetti fu costretta saldamente il controllo (in dell’Opa. Le novità di maggiore a uscire allo scoperto: gli oneri particolare, Telecom, Comit, Credit rilievo riguardano la privatizzazione di ristrutturazione vennero e BNL), o banche controllate dei mercati regolamentati e la ristimati in 1.050 miliardi di lire da fondazioni (in particolare, possibilità di accesso diretto in e l’indebitamento finanziario netto Istituto San Paolo di Torino, Banca borsa per le banche (entrambe, in ben 800 miliardi, il doppio di Roma e Monte dei Paschi di tuttavia, già previste dal di quello previsto solo due mesi Siena). Questo processo trasforma precedente d.lgs. 415/1996). prima. molte imprese e banche pubbliche Ancora un volta, tuttavia, Naturalmente, gli episodi Gemina- quotate in borsa in quasi public la riforma della normativa del RCS, Olivetti e le altre horror story company con azionariato molto mercato mobiliare varata con cui abbiamo accennato, hanno disperso, nonostante la presenza il Testo Unico della finanza non profondamente segnato la di azionisti con quote di rilievo tocca, se non marginalmente, reputazione, soprattutto nell’ambito raccolti in patti di sindacato più il problema della disciplina delle della comunità finanziaria o meno formalizzati (cosiddetti società per azioni. Il Testo Unico internazionale, del mercato «noccioli duri»). si limita, per le sole società di borsa italiano. Sempre nei primi Il secondo fattore alla base della quotate, a ridefinire il ruolo anni Novanta, altre vicende trasformazione del listino, e i compiti del collegio sindacale, controverse, relative però a società ancorché quantitativamente meno a modificare le procedure quotate più piccole e spesso in rilevante rispetto alle di funzionamento delle assemblee difficoltà finanziarie (in particolare, privatizzazioni, è rappresentato societarie, a rendere possibile le vicende relative a Sanità dalla quotazione in borsa di circa l’azione di responsabilità nei e Acqua Marcia), hanno contribuito quaranta società private medio- confronti degli amministratori da ad alimentare un clima di sfiducia piccole e «indipendenti», cioè non parte di un gruppo qualificato di da parte dei piccoli azionisti nei controllate da gruppi quotati, soci (senza quindi dover passare confronti del mercato azionario. probabilmente sulla spinta degli necessariamente per l’assemblea, Il triennio 1996-1998 coincide con incentivi fiscali previsti dal come previsto dall’art. 2393 del un periodo di profonda cosiddetto decreto Tremonti. codice civile) e a introdurre una trasformazione del listino di borsa, Tale fenomeno rappresenta in una disciplina organica delle deleghe che porta con sé anche una certa certa misura una novità per il di voto. «normalizzazione» nei mercato, dal momento che l’ultima Notevolissimi, e assai importanti comportamenti di società e ondata di quotazioni nel periodo per lo sviluppo del mercato intermediari, avvicinando il mercato 1986-88 aveva visto l’ingresso di borsa, furono invece gli sforzi italiano agli standard di condotta in borsa di società che nella di razionalizzazione delle norme dei mercati più evoluti. maggioranza dei casi erano fiscali in materia societaria Vi sono almeno due elementi alla controllate da società già quotate. e di redditi da capitale. Le norme base di tale cambiamento. Nel 1998 viene approvato sulla DIT cambiarono radicalmente In primo luogo, il governo dà avvio il cosiddetto Testo Unico della gli incentivi fiscali alla base della con decisione al programma di Finanza (d.lgs. 58/1998), che scelta fra debito e azioni. privatizzazioni ed entrano in borsa raccoglie in unico corpo normativo Parallelamente, la storia quanto colossi pubblici quali l’ENI, l’INA, la disciplina della sollecitazione, mai travagliata della tassazione l’IMI e l’ENEL, che erano sempre dell’Opa, dell’insider trading, dei dividendi azionari trovò una rimasti fuori dal mercato azionario. dell’intermediazione mobiliare felice soluzione con l’introduzione, La quotazione di tali società porta e dei mercati regolamentati, prima a partire dalla metà del 1998, la capitalizzazione di borsa su sparse fra diverse leggi. Con di una ritenuta d’imposta a titolo livelli non troppo distanti dal 50% l’accorpamento si procede anche definitivo del 12,5%, perfettamente del Pil. Il Governo privatizza, a un notevole sforzo allineata a quella dei titoli tramite operazioni di offerta di affinamento e snellimento delle di debito. 36 37 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 38 1.6 Gli inizi del XXI secolo: nuovi scandali, nuove bolle e nuove crisi Ma gli effetti positivi derivanti espansione del credito e degli dalla nascita della moneta unica attivi del settore bancario in tutte sono presto oscurati da una le principali economie avanzate. nuova stagione di grandi scandali I bassi tassi d’interesse e Fra il 1998 e il 2000 si registra societari, frutto sostanzialmente l’abbondante liquidità determinano una nuova fase positiva per il di frodi realizzate con una lievitazione dei prezzi degli mercato azionario, alimentata non la compiacenza delle società immobili e permettono un solo dalla fase espansiva del di revisione e degli organi di fortissimo sviluppo dei settori del ciclo economico ma soprattutto controllo interni. Negli Usa fanno private equity, degli hedge fund dalla cosiddetta «dot.com mania» grande scalpore i casi Enron e e del mercato delle operazioni che porta a una bolla delle Worldcom, mentre in Italia i default di acquisizione e fusione, tutti quotazioni dei titoli tecnologici, Cirio e Parmalat coinvolgono una fenomeni che esercitano legati alle tecnologie informatiche vasta platea di piccoli risparmiatori un impatto positivo sulle borse e e all’utilizzo di internet; in questo che avevano esposizioni derivanti alimentano una forte pressione al triennio il rendimento reale delle prevalentemente dal possesso di rialzo dei corsi (nel periodo 2003- azioni è stato pari a quasi obbligazioni di tali società. Proprio 2006 il rendimento reale delle il 30%. Questa euforia, simile il forte sviluppo del mercato azioni è pari a quasi il 100%); a quella del 1986, porta alla obbligazionario corporate innescato la ricerca di rendimenti elevati, nascita, in Italia e nei principali dall’introduzione dell’euro aveva in un contesto di tassi reali molto paesi europei, di mercati borsistici infatti permesso a Cirio e Parmalat bassi o negativi, alimenta la specializzati nella quotazione di collocare ingenti prestiti domanda di titoli strutturati di imprese innovative di piccole obbligazionari presso investitori e determina una fortissima e medie dimensioni e il numero professionali sul mercato crescita, soprattutto negli Usa, di società quotate sul listino internazionale (in esenzione quindi di operazioni di cartolarizzazione della borsa di Milano fa un altro dalle norme sul prospetto e la di mutui e altri attivi bancari. significativo salto dimensionale. sollecitazione); molti di questi titoli Agli inizi del 2007 i nodi vengono Agli inizi del 2001 scoppia furono tuttavia poi rivenduti agli al pettine: lo scoppio della bolla la bolla delle quotazioni dei titoli investitori retail italiani. dei prezzi delle abitazioni fa tecnologici (che peraltro aveva Questi scandali innescano una emergere problemi nel settore contagiato anche i titoli di altri nuova riflessione sull’assetto della delle cartolarizzazioni dei mutui settori più tradizionali) e regolazione delle società quotate cosiddetti sub-prime negli Usa; successivamente l’attentato alle che in Italia porta, con la ciò determina una catena di eventi Torri Gemelle a New York dell’11 cosiddetta «legge sul risparmio» che finisce per innescare il settembre 2001 innesca una fase (l. 262/2005), ad affrontare fallimento di alcune delle maggiori di forti tensioni e turbolenze sui in maniera sistematica alcuni banche di investimento americane mercati che dureranno fino al importanti temi di corporate (in primis Lehman Brothers) e poi 2003. Complessivamente, nel governance e controlli societari una crisi finanziaria che porta alla biennio 2001-2002 il valore reale che non erano stati toccati più severa recessione economica delle azioni crolla di quasi in occasione dell’emanazione dal dopoguerra. Ne sono seguite il 70%. del Testo Unico della Finanza nazionalizzazioni e salvataggi Nel 2002 nasce l’euro nel 1998. bancari negli Usa e in molti paesi e la moneta unica esercita Dal 2003 alla fine del 2006 europei che hanno portato a una immediatamente un effetto prende avvio una nuova fase espansione del debito pubblico rilevante nel favorire l’integrazione positiva del mercato azionario che oggi minaccia la sopravvivenza del mercato dei capitali europeo che è però il riflesso non solo dell’euro. Ma qui siamo nella e uno dei principali riflessi di condizioni macroeconomiche cronaca e non ancora nella storia; di questo fenomeno è rilevabile favorevoli ma anche di politiche affidiamo ad altri il compito di nella forte crescita del mercato monetarie fortemente espansive analizzare questi eventi con più obbligazionario corporate. che portano a una robusta distacco e lucidità. Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia 150 anni di borsa in Italia: uno sguardo d’insieme Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 39 Bibliografia Aleotti A., 1990. Borsa e industria. 1861-1989: cento anni di rapporti difficili, Milano: Edizioni Comunità. Amatori F. e Brioschi F., 1997. Le grandi imprese private: famiglie e coalizioni, in: Storia del capitalismo italiano, a cura di F. Barca, Roma: Donzelli. Baia Curioni S., 1995. Regolazione e competizione. Storia del mercato azionario in Italia (1808-1938), Bologna: Il Mulino. Baia Curioni S., 1994. 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Di qui il quotate non è certamente grande interesse che avrebbero anni Cinquanta a livello legislativo non si pose il problema di una possibile nel succinto spazio ricerche ad ampio raggio sugli concesso, non foss’altro per statuti, così come sull’attività delle la molteplicità delle prospettive Camere di Commercio e ancor attraverso le quali la vicenda prima sulle prassi autorizzative dovrebbe essere affrontata. (sino all’entrata in vigore del È evidente infatti, per limitarci solo codice di commercio del 1882 che all’angolo visuale giuridico, come abolì l’istituto della autorizzazione alla ricostruzione del divenire della alla costituzione delle società) e regolamentazione, sia codicistica poi su quelle omologatorie da sia della legislazione speciale (che parte dei tribunali civili (prassi, grande rilevanza ha assunto queste ultime, sulle quali si in materia societaria) dovrebbe cominciò a far luce all’inizio degli accompagnarsi uno studio anni Settanta al Tribunale di “sul terreno” degli statuti, Milano). Anche questo lavoro, delle deliberazioni societarie, verosimilmente, getterebbe nuova del contenzioso, della luce nel diritto societario volta regolamentazione pubblicistica. volta vigente, non tuttavia, Basti pensare, al riguardo, come probabilmente, tale da evidenziare 43 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 44 Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia particolari specificità per le società programma (i primi prospetti) quotate. diffuso dai promotori. E che la In effetti, all’epoca dell’unificazione società per azioni tipicamente politica del Paese, il fenomeno si prestasse ad abusi in fase della società per azioni soprattutto di sottoscrizione era è perlomeno limitato e l’istituto nozione di comune esperienza, è concepito tipicamente come addirittura enfatizzata dai giuristi. funzionale a raccogliere capitali È d’obbligo la citazione nel pubblico, anche se questo nientemeno che di Jhering pubblico è un pubblico limitato. (Acerbi, 2011, p. 28) che vede Basti pensare che al 31 dicembre nelle società per azioni uno degli 1865 si annoverano 343 società istituti giuridici «più calamitosi» per azioni, delle quali solo venti che si risolve in un perenne con azioni di valore nominale «campo di battaglia, un cimitero; unitario di meno di cento lire pozza di sangue, cadaveri, tombe, (corrispondenti al 2008 a più di saccheggiatori, sciacalli». 400 euro). Le società quotate alla Facevano eco gli economisti quali Borsa di Milano erano due, salite Boccardo, per cui i «forsennati nel 1867 a otto. Non pare giochi di Borsa» erano divenuti, azzardato ritenere che «abitudine pressoché universale complessivamente in tutte le Borse e … funesta», vero flagello (Teti, italiane i titoli azionari nazionali 1999, p. 1217). Insomma, trattati negli anni dell’Unità non il fenomeno dei venditori di cieli superassero venti-venticinque azzurri, o comunque di abili società. speculatori che lanciano Se volessimo usare un linguaggio sottoscrizioni a caro prezzo attuale potremmo dire che la di azioni di società con società per azioni nei primi programmi velleitari, irrealizzabili, decenni dell’Unità è tipicamente, se non proprio fraudolenti è secondo il modello legislativo, coevo all’affermarsi in Italia, pur una società con azioni diffuse tra nei limiti di cui si è detto, della il pubblico. Che la diffusione poi società anonima. fosse tale da approdare anche Il problema centrale con il quale, alla trattazione in borsa (per per quanto attiene alla disciplina la quale non era richiesta una societaria, nasce il Regno d’Italia specifica dimensione) era un è quello di coniugare i principi accidente sostanzialmente privo liberisti con adeguate cautele nei di rilievo legislativo (Pivato, confronti dei gravissimi rischi che Scognamiglio, 1972, p. 14; De l’istituto della società per azioni Luca, 2002). Che la società per può arrecare, diremmo con azioni fosse tipicamente destinata linguaggio moderno, al pubblico a fare un qualche appello al risparmio. Per rendersi conto di risparmio anonimo e diffuso come il giurista vedeva il problema emerge dall’unico modo di nei primi anni dell’Unità pare costituzione che i codici significativo questo brano di preunitari, ma anche il codice Vivante: «La costituzione delle di commercio, conoscevano, vale società anonime diede frequenti a dire la costituzione per pubblica occasioni in tutti i paesi e anche sottoscrizione in adesione a un in tempi recenti a deplorevoli La regolamentazione delle società quotate Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 45 abusi dei loro fondatori. imperativa delle sue disposizioni Profittando della fiducia degli che restringono la libertà dei azionisti, essi riuscirono spesso a contraenti in limiti insolitamente farsi assegnare un grande numero ristretti.» (Vivante, 1903, p. 153 s.). di azioni quale compenso di A centocinquant’anni, dopo crisi e conferimenti in natura, di fatiche, qualche incredibile scorreria, forse di progetti cui davano un valore le crude e semplici parole del esagerato e le misero in grande commercialista prefigurano circolazione anche prima che tutto un dilemma ricorrente. il capitale fosse sottoscritto, illudendo il pubblico col vanto di un capitale che ancora non esisteva. Con false notizie, con 2.2 Dall’Unità al codice di commercio del 1865 programmi ingannevoli o con altri vigilanza sulla gestione, nonché un valore minimo delle azioni. Questa impostazione, certo artifici fecero salire il corso delle In particolare, e tra l’altro, il tema prevenuta verso l’istituto azioni collocandole nelle mani di centrale di discussione fu societario, nella sua moderna povera gente, di operai, di rappresentato dal controllo forma anonima, turbata dai rischi domestici, di piccoli commercianti pubblico autorizzativo (non solo di frodi, ma forse mossa anche che ritiravano in cambio dei loro di legalità) e dalla figura dei dall’esigenza di controllare il risparmi un foglio di carta senza commissari per la vigilanza sulla formarsi di forti centri di potere valore. Quando non poterono gestione. Un progetto piemontese (residuano elementi della vecchia spacciare immediatamente le (Lanza) poco prima dell’Unità autorizzazione di polizia), certo azioni, si prepararono l’occasione proponeva per il Regno Sabaudo consapevole che l’appello al di un più lento ma più lucroso di riformare, rispetto al codice risparmio (relativamente) diffuso collocamento distribuendo coi di commercio colà vigente, primi bilanci lauti dividendi, nel cui la disciplina delle società per pagamento impiegavano i primi azioni (ma anche dell’accomandita versamenti fatti dagli azionisti. per azioni) in senso fortemente Le grandi Banche che dovrebbero pubblicistico, nel senso cioè di aiutare la costituzione delle nuove sottoporre costituzione e gestione imprese col più scrupoloso senso a forte controllo amministrativo, di responsabilità, favoriscono giungendo sino a fissare un valore spesso ogni genere di emissione minimo unitario dell’azione col pur di guadagnare delle laute dichiarato fine di evitare provvigioni sul collocamento dei l’adescamento di troppo vaste titoli. Questi furti, che l’impunità schiere di pubblico non legale rese molto frequenti, non adeguatamente responsabile. solo pregiudicarono i disgraziati Il tema è al centro delle iniziative possessori delle azioni, ma per la riforma societaria screditarono eziandio le imprese all’indomani della proclamazione onestamente progettate che non del Regno d’Italia. A poco più poterono costituirsi. di un anno dalla proclamazione, Questa dolorosa esperienza ci dà viene presentato alla Camera un la ragione del sistema complicato progetto ministeriale (Pepoli, dal e diffidente con cui le leggi nome del ministro proponente) s’ingegnarono di garantire nella che pure esso si ispira a una fondazione dell’impresa l’integrità linea piuttosto severa prevedendo del suo capitale contro gli abusi sempre l’autorizzazione per la dei promotori, e dell’indole costituzione e commissari di 44 45 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 46 insito tipicamente nell’istituto della In questo contrastato quadro lascia ampio spazio all’autonomia società per azioni poteva, senza i lavori per la disciplina societaria statutaria in materia assembleare controlli esterni, creare rischi non progrediscono e si preferì (competenze, quorum, ecc.), ma sistemici significativi, suscitò non affrontarli attraverso la revisione appare una prima disciplina del poche reazioni, a cominciare dallo del codice di commercio conflitto di interessi del socio stesso Parlamento. Fu così che la piemontese, revisione compiuta amministratore (art. 148). I casi in Camera istituì una commissione di nella primavera 1865 ed entrata cui il socio amministratore non pochi deputati coordinata da in vigore il 1° gennaio 1866. può votare sono solo due, ma di Tommaso Corsi, la quale adottò Fu questo, anche formalmente, essi uno ha un’importanza enorme: un’impostazione nettamente il primo codice di commercio «gli amministratori non possono liberista giudicando inutile dell’Italia unita. dar voto … nell’approvazione del e controproducente il controllo Si deve all’indagine attenta di bilancio». E ancora, vale la pena pubblicistico. Il sistema Giuseppe Acerbi (2011, p. 40) aver di rammentare il divieto di delega capitalistico, si afferma, «ha messo in luce che nei pochi anni di voto agli amministratori e la capacità civile per trattare i propri che trascorsero dalla discussione loro responsabilità secondo le affari» (Padoa Schioppa, 2010, p. sul progetto Pepoli e la norme del mandato. 208), non ha bisogno di tutele commissione (dal nome del Si inaspriscono le norme esterne che già avevano dato relatore) Corsi – cioè da fine 1862 sull’effettività del capitale, contro pessima prova nel prevenire frodi. al 1865 – si assistette a una gli abusi dei promotori e sui Sono sufficienti adeguate norme significativa attività che in via conferimenti, secondo le proposte organizzative idonee (anche amministrativa, da un lato, che già figuravano nel progetto attraverso vigilanti interni: inizia imponeva la pubblicazione degli piemontese Lanza. Lo schema ad apparire l’istituto dei sindaci) atti costitutivi delle società per costitutivo continuava a essere che potranno dare, grazie alle azioni autorizzate, dall’altro, offriva quello dell’offerta in sottoscrizione tutele offerte agli stessi criteri per il rilascio della cui seguiva l’assemblea dei partecipanti, la possibilità di autorizzazione (di competenza sottoscrittori secondo lo schema esperire azioni di responsabilità centralizzata ministeriale), sul (alternativo rispetto alla e favorire in genere, per così dire, valore unitario delle azioni, sui costituzione contestuale) rimasto l’operare degli anticorpi conferimenti, su altri aspetti più in vigore sino alla recentissima del sistema. sensibili al fine di prevenire frodi riforma del 2003. al risparmio. Il controllo pubblico viene dunque I giudizi complessivi sul codice di mantenuto, ma il codice del 1865 commercio del 1865 non sono pone solide basi per un suo Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia unanimi. A un’opinione (dominante) superamento nel momento in cui che la valuta in termini di un accredita e vuol dare solide basi mero restyling del codice a una disciplina che, a prescindere piemontese, si affianca una visione dalla vigilanza esterna e pubblica, più propensa a coglierne non concepisce gli amministratori come pochi aspetti innovativi. mandatari, oggi diremmo Certo è che, per quanto attiene rigorosamente imparziali, alla disciplina societaria, rimane, caratteristica questa che è e anzi si estende (a tutte le addirittura sancita nell’art. 129, accomandite per azioni, fossero il primo articolo della sezione queste nominative o al portatore) dedicata alle società anonime il controllo autorizzativo e dei e che ne definisce i caratteri commissari governativi, anche tipologici essenziali. se non è esclusa la nomina Il dibattito tra fautori del controllo volontaria di censori, prototipo dei pubblico e i liberisti che lo sindaci, da parte degli azionisti. Si considerano indebito e quindi La regolamentazione delle società quotate Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 47 di intralcio alla vita economica che rappresentano almeno accolta, di affidare il controllo continua a fasi alterne. un decimo del capitale) all’ipotesi sulla costituzione delle società Se nel 1866 si istituisce presso di evitare che “i resoconti e i anonime al solo notaio cui il Ministero delle Finanze un ufficio prospetti pubblicati siano inesatti” spettava di redigere (ora per atto strutturato “di sindacato” sulle (il che, in assenza di una analitica pubblico) l’atto costitutivo. società, competente per il rilascio disciplina della materia, continua Alla fine si giunse alla soluzione delle autorizzazioni e per la a tenere aperto un significativo di compromesso di concepire vigilanza continua (con competenze spazio al controllo di merito). il controllo sulla costituzione in termini di mero controllo di particolarmente incisive sugli istituti legalità, affidandolo al Tribunale di credito), dopo solo tre anni l’ufficio è soppresso. La competenza è attribuita alle 2.3 Il codice di commercio del 1882 e la sua preparazione civile. Fu la soluzione della cosiddetta omologazione destinata a durare appunto sino agli anni Camere di Commercio (rectius: a un ufficio provinciale composto Le istanze liberiste guadagnano Duemila. dal Prefetto e da due membri eletti terreno, per quel che concerne le Correttamente si è osservato che dalla Camera di Commercio): regio società per azioni, con il codice di il dissidio sul problema tecnico decreto 5 settembre 1869, n. 5256 commercio del 1882, varato dopo a chi affidare il controllo sulla (Padoa Schioppa, 1992, p. 213). Le lunghi e complessi lavori costituzione della società ispezioni vengono ridimensionate preparatori di cui abbiamo nascondeva, ed era conseguenza perché avranno luogo solo «sul memoria grazie all’eccezionale di, un ben più profondo dissidio reclamo … » di azionisti (che opera di Marghieri (Marghieri, sulla “filosofia” ad adottare nella rappresentano almeno il 10% del 1885), lavori che presero il via nuova disciplina delle anonime: capitale sociale) e sono dirette proprio dopo soli tre anni lasciare agire liberamente, come in a verificare il rispetto della legge dall’entrata in vigore del codice ogni affare privato, gli interessati, e dello statuto (escludendosi così del 1865, in quel 1869 che, come fidando nella loro capacità di nettamente il merito). Eppure, si è visto, segnò l’addolcimento autotutelarsi; ovvero considerare un certo contrappasso si registra del controllo pubblico sulle società la società azionaria non un fatto in questa deriva verso l’abolizione anonime con la smobilitazione meramente privato, ma di “ragione del controllo pubblico, nel senso dell’apposito ufficio ministeriale. pubblica” in quanto facevano che tutte le società industriali Le istanze imprenditoriali e liberiste appello al “capitale nazionale” e commerciali dovranno pubblicare furono certamente alla base della il loro resoconto (confermandosi richiesta di una legislazione più così quanto già stabilito in sede favorevole allo sviluppo di entrata in vigore del codice dell’economia (per la vicenda, per del 1865 con il regio decreto 30 tutti, Padoa Schioppa, 1992, p.157 dicembre 1865, n. 2727), ss.; Teti, 1999; Ungari, 1974, rendiconto lasciato peraltro Acerbi, 2011). all’autonomia privata, ma con Uno dei temi principali che obbligo di indicare distintamente attraversarono la lunga fase dei il capitale nominale, quello lavori per il codice del 1882 fu, sottoscritto e quello realmente ancora una volta, quello versato. Il rendiconto, almeno per dell’autorizzazione per la estratto, è pubblicato sul Foglio costituzione di società anonime Annunzi Legali e l’ispezione, pur e del controllo esterno. nella più blanda versione adottata Alla tesi del mantenimento dopo la deliberazione di dell’autorizzazione governativa soppressione dell’ufficio di si contrappose (e fu accolta sindacato, si estende (sempre addirittura dal Senato) la tesi, peraltro sul reclamo degli azionisti che dopo più di un secolo venne 46 47 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 48 (Teti, 1999, p. 1233). È evidente Parallelamente alla discussione sul corrispondenti a utili realmente che la concezione liberista, che controllo pubblico in sede di conseguiti, ma si consente di annoverava in prima persona costituzione si sviluppa, come retribuire (per non più di tre anni) imprenditori del calibro del è naturale, quella sul controllo il capitale con interessi computati senatore Alessandro Rossi, doveva esterno sull’attività sociale. tra le spese per le società la cui guadagnare terreno quanto più si La caduta dell’istituto dei messa a regime, dato l’oggetto diffondeva il numero delle società commissari pubblici era inevitabile. sociale, richiede tempo (art. 181). per azioni, tanto più si restringeva Si adotta la soluzione, in Si rafforza la tutela del capitale la prudenziale coincidenza iniziale sostanza tuttora in vigore, dei introducendo la regola della tra anonima e società che fa sindaci nominati dall’assemblea sottoscrizione totale del nominale appello al pubblico (ancorché (tre o cinque effettivi e due e del versamento di almeno i tre limitato, date le soglie per supplenti soci e non soci «per la decimi delle azioni sottoscritte, l’investimento azionario minimo) sorveglianza delle operazioni si introduce il divieto di emettere dei risparmiatori. Era in un certo sociali e per la revisione del nuove azioni sin tanto che quelle senso naturale che il ceto bilancio»: art. 183 cod. comm. in circolazione non siano imprenditoriale fosse portato a 1882). Soluzione, anche questa, interamente liberate, appare ritenere la società anonima “cosa non indolore, dato che il dibattito l’istituto della riserva legale, sua”, di un ceto ormai parlamentare, ma anche qualche nonché la regola del limite del responsabile e capace di Camera di Commercio, rivelarono capitale versato ed esistente autocontrollo, dimenticando, voci di scetticismo sull’efficacia per l’emissione di obbligazioni peraltro, che la società anonima di un controllo affidato a persone (emissione che può avvenire, si divaricava, comprendendo anche scelte e retribuite da coloro che come per la costituzione, società a più largo azionariato, nominano pure i controllati mediante “pubblica sottoscrizione” quel più largo azionariato che (Padoa Schioppa, 1992, p. 176; tramite “un manifesto” – leggasi: Matteo Pescatore, il paladino Teti, 1999, p. 1239). un prospetto – di cui si disciplina nel dibattito parlamentare di forti Come contrappeso a questa il contenuto: art. 173). Regole, controlli non esitava a definire dissoluzione del controllo pubblico queste, ben note al giurista che “razza pecorile”, incapace si cerca di rafforzare i diritti delle le vede sopravvivere in non poca di qualsiasi efficace ruolo minoranze, si estende la disciplina misura sino almeno alla riforma di supervisione collettiva. della pubblicità legale e prende del 2003. E si ritrova pure il qualche maggior consistenza la, giurista nel clima antecedente prima inesistente, disciplina del l’ultima riforma e la disciplina bilancio (al quale vengono speciale delle azioni quotate Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia dedicati nel codice del 1882 otto quando analizza le norme in tema articoli: artt. 189 n. 6 e 176-182). di responsabilità (e controlli) degli Appare la clausola generale per amministratori. L’azione cui «il bilancio deve dimostrare di responsabilità per atti con evidenza e verità gli utili od omissioni verso la società e realmente conseguiti e le perdite i terzi è deliberata dall’assemblea sofferte», l’obbligo di relazione dei che «la esercita attraverso i sindaci sul bilancio (ai sindaci sindaci». Compaiono gli istituti spetta un coinvolgimento diretto, ben noti della denunzia a in quanto devono concordare con iniziativa di aliquote di capitale al gli amministratori la “forma collegio sindacale e al Tribunale dei bilanci”, modelli legali essendo stesso (ma non, come avverrà più prescritti solo per gli istituti tardi, a iniziativa del pubblico di credito e le compagnie ministero) quando «sia fondato di assicurazioni), il divieto motivo di grave irregolarità nello di distribuire somme non svolgimento dei doveri degli La regolamentazione delle società quotate Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 49 amministratori e dei sindaci». Camere di Commercio, enti di (soggetta successivamente a Si può giungere all’ispezione natura pubblicistica, ma largamente qualche ritocco) in relazione ai e ai commissari ma, salvo affidate alla guida del ceto titoli quotati emessi da società si una pubblicazione integrale della imprenditoriale delle varie località. limita a prescrivere che la loro relazione in caso di sospetto Durante i lavori per il Codice del ammissione alla trattazione in non infondato, la parola finale 1882 si formò una commissione borsa è di competenza camerale, è rimessa poi all’assemblea. ad hoc disposta dal Ministro sentita la deputazione di borsa. Il conflitto di interessi è Castagnola per affrontare il Successivamente, (regio decreto disciplinato in termini generali problema delle borse, sui cui lavori giugno 1907) comparirà il requisito senza più la tipizzazione del ci informa come di consueto “che siano stati approvati codice del 1865 del voto sul l’opera di Marghieri. Anche in dall’assemblea generale dei soci e bilancio. materia di borsa i nostri legislatori pubblicati i bilanci di due esercizi” Ho detto che non si fa fatica di fine ottocento adottano un e che al parere favorevole della a riconoscere istituti a noi ben metodo (che troppo di frequente deputazione di borsa si aggiunga famigliari anche un secolo dopo la siamo costretti a rimpiangere quello del sindacato di borsa loro introduzione. Ciò rende conto nel nostro Paese) di alta (quest’ultimo parere fu fortemente della formidabile path dependance professionalità con un’attenta voluto dagli ambienti interessati in che caratterizza il sistema italiano. ricognizione comparatistica. quanto il sindacato era composto Ed il sistema assestatosi a fine Si prende atto che le borse sono da mediatori che, peraltro, si è ottocento, in sostanziale una delle massime e più utili osservato da altri, proprio per assonanza con quello dei principali istituzioni per la vita economica questo motivo “avrebbe potuto paesi europei, è un tipico sistema e commerciale e si dà atto delle troppo facilmente rendersi che si basa sulla forza e la fiducia diverse impostazioni che il strumento di particolari interessi” di un ceto imprenditoriale cui si legislatore può assumere: quella (Bianchini, 1911, p. 1351). Solo per apriva il mondo e che fidava nella della completa liberalizzazione e l’ammissione dei valori esteri è propria iniziativa, ma anche nei quella di una (almeno parziale) richiesta una autorizzazione propri anticorpi. È presto ancora disciplina pubblicistica. La governativa. A ogni altro aspetto per parlare a proposito della conclusione è di limitare dovranno provvedere i regolamenti disciplina societaria di mercato. l’interferenza pubblica ma che emanati da ciascuna borsa (nel I soci sono visti come imprenditori tuttavia «sarebbe irrazionale … che 1911 se ne contavano trenta!). più che come risparmiatori. il governo lasciasse attribuzioni I contraenti deboli non sono tanto gelose quanto sono quelle in questa arena, sono i inerenti alle borse in Italia in balia consumatori di beni, consumatori di una riunione privata» (Margheri, alla cui maggior tutela presto 1885, appendice, p. 11). si dirigeranno le note battaglie La soluzione accettata dal codice di Cesare Vivante e Angelo Sraffa. del 1882 è, come per la Vivante, il più moderno dei autorizzazione e il controllo, una commercialisti, si attesta sulla situazione di compromesso molto vigilanza degli azionisti ben squilibrata verso l’autonomia consapevole delle frodi cui la privata. Delle borse si tratta solo grande anonima poteva prestarsi, nel Regolamento di esecuzione ma altrettanto fiducioso nel ove si conferma il principio baluardo di norme imperative dell’attribuzione alla Camera di affidate agli azionisti e alla loro Commercio della competenza in assemblea (Teti, 1999, p. 1239). materia di borse, che pure sono Perfettamente omogenea a questa istituite su proposta di una impostazione era la disciplina delle Camera di Commercio con decreto borse, affidate, come è noto, alle reale. La succitata disciplina 48 49 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 50 2.4 Propositi di riforma e disciplina delle borse sino al progetto Vivante del 1922 ritornare sulla disciplina societaria, che introduce il progetto Fani- si hanno nel 1891, nel 1894 (una Luzzati del 1910 esprimeva una commissione elabora proposte di valutazione positiva del progetto riforma), nel 1904, nel 1905, nel nella precisa e dichiarata Che la soluzione del codice del 1910 (si approdò a un progetto consapevolezza che il problema 1882 fosse un compromesso di oltre duecento articoli). era quello di trovare un equilibrio instabile, che il problema Si intrecciavano importanti tra il filone più liberista, contrario dell’alternativa tra ampia convegni di ambienti interessati «all’introduzione di vincoli e autonomia e controlli rigorosi quali il primo congresso delle controlli» penetranti e quella anche di tipo pubblicistico esterno, società anonime organizzate dalla opposta che invocava norme ovvero tra una concezione della neocostituita Assonime che si rigorose adeguate a combattere società anonima come esplicazione celebrò a Torino nel 1911. E basta frodi e abusi. Attualità, dicevo, di libera attività economica, scorrere le prime annate della di quel dibattito. Fu allora che piuttosto che strumento diretto Rivista del diritto commerciale, apparvero idee quali quelle del (anche) a coinvolgere il risparmio fondata nel 1903 da Vivante e sindaco eletto dalla minoranza, del Paese con tutti i conseguenti Sraffa, per avere una ovvero della legittimazione del rischi, che questo problema testimonianza dell’ampiezza, singolo socio a esperire l’azione continuasse a dividere e intensità e, per molti versi, di responsabilità nei confronti degli appassionare fu evidente già negli eccezionale attualità del dibattito. amministratori (Padoa Schioppa, anni immediatamente successivi Come ha sottolineato di recente 2010, p. 18 e ss.). all’entrata in vigore del pur Antonio Padoa Schioppa (Padoa E sono questi anche gli anni in lodatissimo codice di commercio. Schioppa, 2010, p. 7 ss. e p. 25) cui si invoca una più adeguata Basti pensare che iniziative varie la nota anonima della direzione disciplina del bilancio, in cui si di matrice ministeriale, per della Rivista di diritto commerciale caldeggia ampia autonomia Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia La regolamentazione delle società quotate Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 51 all’assemblea, ma nella esercitare il commercio relativo consapevolezza della funzione alla specie di mediazione da essi molto spesso «decorativa» (Padoa prestato», fissandosi rigida Schioppa, 2010, p. 21) incompatibilità con gli uffici dell’assemblea stessa (non proprio, bancari (art. 24). Proprio la facoltà come riteneva Pescatore, docile di operare anche in proprio in gregge, ma neppur unico stretta commistione con istituti di contropotere), e in cui pure si credito e finanziari se, da un lato, invocano forti presidi alle aveva registrato un impetuoso minoranze e rigidi baluardi alle sviluppo del mercato borsistico nei frodi, comprese quelle che primi anni del secolo, dall’altro, potevano derivare da un disinvolto aveva secondato la gravissima utilizzo delle azioni al portatore. crisi del 1907 (sulla regolazione: Sul fronte della borsa nulla si fece Baia Curioni, 1995). nella sostanza, dovendosi peraltro Le continue tentazioni riformatrici segnalare il rigetto di una in materia societaria ripresero proposta di estrema appena terminata la guerra del liberalizzazione della quotazione in 1915-1918 con plurime iniziative, borsa eliminando il placet delle destinate peraltro a restare lettera Camere di Commercio e i requisiti morta sino alla riforma del codice di almeno due bilanci (ben civile del 1942. Il periodo tra le sintetici peraltro!) approvati (Padoa due guerre merita comunque Schioppa, 2010, p. 24). L’assetto grande attenzione perché, istituzionale post-unitario basato coincidendo largamente con il sulla competenza della Camera di ventennio fascista, rivela (almeno Commercio si rafforza e stabilizza sotto questo particolare punto di solo della disciplina societaria, con la legge 30 marzo 1913, vista, quello cioè della disciplina ma del codice di commercio nella n. 272, sulle borse che doveva delle società anonime) il blocco sua interezza. La commissione regolare la materia in sostanza tra grande imprenditoria e potere licenziò il progetto nel 1922 (ante per molti aspetti sino alla riforma politico. Il ceto dei giuristi mostra marcia su Roma) accompagnato del 1974 se non addirittura sino certamente una certa dose di da una relazione per la materia all’introduzione della SIM. resistenza in punto di societaria di Antonio Scialoja. L’impianto pubblicistico della Borsa indipendenza di valutazione che In un clima generale di forte affidato alla Camera di Commercio impedisce derive estreme quali presenza del movimento socialista, rimane, ma si accentua il l’adesione alle note tesi sensibile e reattivo ai grandi controllo governativo dato che germaniche della tutela profitti di guerra del ceto i Ministri competenti possono in dell’impresa in sé. imprenditoriale, la manipolazione ogni tempo, seppur di concerto Il nesso tra clima politico-sociale delle assemblee da parte dei con l’ente camerale, svolgere e disciplina societaria e la svolta gruppi di comando, i gruppi ispezioni ed «emanare i del fascismo si coglie anzitutto societari a catena, i sindacati provvedimenti reputati di volta analizzando, seppur a grandissime di voto, la scarsa affidabilità in volta necessari, secondo le linee, e assumendone ad esempio dei bilanci, la sostanziale speciali condizioni del mercato, paradigmatico, alcune irresponsabilità degli per assicurare il regolare problematiche, il cosiddetto amministratori fiduciari degli andamento degli affari nelle progetto di riforma Vivante, azionisti di controllo, diventano singole borse». Ai mediatori poi presidente di una commissione temi “sensibili” sui quali (ora, per i valori mobiliari, agenti incaricata nel giugno 1919 il progetto interviene (Padoa di cambio) iscritti (e tali devono dall’allora Ministro Guardasigilli Schioppa, 2010, p. 27 ss.). essere) al ruolo «è vietato di Lodovico Mortara di riforma non Anzitutto, la manipolazione delle 50 51 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 52 azioni. La nominatività obbligatoria Su questi aspetti significativamente incaricata di rivedere appunto (pur introdotta dal 1920 al 1922) si indirizza puntualmente il codice di commercio, e con non viene imposta, come da più la reazione di Assonime esso la disciplina societaria, un parti si voleva, ma viene e Confindustria, che elaborò un “fedelissimo”: Mariano D’Amelio, incentivata dal momento che nelle vero controprogetto di Codice primo Presidente della Corte di assemblee ordinarie legittimati di Commercio. In particolare, Cassazione dal 1923 al 1943. al voto sono unicamente i titolari durissima è la difesa dei patti Il progetto pronto alla fine del di azioni nominative iscritti a libro di sindacato, considerati essenziali 1925, a regime ormai consolidato, soci da almeno tre mesi. per la stabilità e la difesa contro prosegue seppur con misura nella E poi i sindacati di voto, vietati avventurose scalate. Altrettanto deriva filo-gruppi di controllo e di senz’altro. E ancora, il diritto della decisa è la contrarietà alla reazione alle illusioni vivantiniane. minoranza di esperire l’azione nominatività obbligatoria e Sempre per limitarci ad alcuni di responsabilità nei confronti all’azione di responsabilità degli istituti più sensibili e degli amministratori. Si introduce promossa dalla minoranza. significativi, basti ricordare come la possibilità di emettere azioni L’obiettivo di vanificare gli sforzi cada qualsiasi contrarietà per le a favore dei dipendenti, ma non del progetto Vivante in tema di azioni al portatore, così come ogni si giunge (la proposta era stata trasparenza, tutela delle minoranze, preclusione di principio nei formulata) a includere nel responsabilità degli amministratori confronti dei sindacati di voto (per consiglio di amministrazione da parte dei rappresentanti i quali pure si propone un limite di di loro rappresentanti. del ceto imprenditoriale “non validità temporale), così come Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia sorprende” ci dice Antonio Padoa viene abbandonata l’idea di azioni Schioppa: «da un lato [esso] di responsabilità su iniziativa evidentemente risponde agli delle minoranze. interessi degli imprenditori, Non si giunge a introdurre le dall’altro queste esigenze potevano azioni a voto plurimo. Compaiono ora meglio farsi valere, in quanto le azioni a voto limitato e diventa il clima politico era profondamente facoltativo il voto scalare, altro mutato rispetto agli anni in cui era tradizionale strumento per maturato il progetto Vivante. rafforzare il ruolo dell’assemblea e L’avvento di Mussolini al potere dell’azionariato diffuso. infuse in effetti al capitalismo Fa, in corrispondenza con la italiano o quanto meno a una legittimazione dei sindacati di voto, parte importante di esso, la fiducia la sua apparizione la clausola di che le istanze degli imprenditori gradimento. Nonostante potessero ormai ottenere da parte le concessioni, gli ambienti del Governo un ascolto ben imprenditoriali (Consiglio maggiore che nel recente passato, dell’Economia, questa volta, e, dopo le accese tensioni sociali del ancora, Assonime) non rinunziano primo dopoguerra…». (Padoa a criticare come troppo timidi nei Schioppa, 2010, p. 36). confronti degli interessi del ceto Questa attesa da parte del ceto imprenditoriale e dei gruppi di imprenditoriale, continua l’Autore comando le soluzioni del progetto citato, «si rivela non infondata». D’Amelio. Il voto plurimo, la Già nel 1923 i lavori per un nuovo rimozione di ogni vincolo ai codice di commercio ripartono da sindacati di voto, la eliminazione di zero nell’ambito di un più vasto quorum costitutivi utilizzabili come movimento di riforma dei codici strumenti di veto a favore almeno che Mussolini intende promuovere. di minoranze qualificate sono Guida la sottocommissione alcuni dei cavalli di battaglia del La regolamentazione delle società quotate Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 53 mondo imprenditoriale. Un mondo peraltro, ormai scettico sul ruolo culturale non solo degli specialisti. imprenditoriale al quale è dell’assemblea, quasi rassegnato Pare così superfluo ripercorrere le totalmente estranea la prospettiva di fronte al potere degli vicende che condussero al codice che il rigore e la tutela delle amministratori, fautore, anzi, di un (unico, stante l’unificazione minoranze potessero essere volano realistico rafforzamento del potere in extremis di quello civile per uno sviluppo del sistema, un esecutivo (Teti, 1999, p. 1262) che e commerciale) del 1942, con mondo imprenditoriale relazionale, nel continuare ad additare (Padoa la disciplina societaria dapprima indifferente alle problematiche di Schioppa, 2010, p. 58) l’esigenza contenuta nel progetto di codice platee diffuse di risparmiatori. di controlli inevitabilmente apriva di commercio varato nel 1940 Eppure eravamo alla vigilia di Berle la legittimazione a un forte a seguito dei lavori di una e Means, ma in un paese che ben intervento dello Stato, uno Stato commissione ministeriale presto, peraltro, si doveva avviare che non dettava le regole del presieduta da Alberto Aquini (che, verso strade dirigiste gioco, ma che autorizzava, come noto, ebbe anche cariche e autarchiche. proteggeva i gruppi di comando, pubbliche nel periodo fascista), E in effetti, quella vigilanza ne traeva, a sua volta, sostegno indi trasfuso in un progetto e quella supervisione affidate organico, nella nota concezione di Libro V dell’unificato (progetto) ai meccanismi dello stesso sistema corporativa. Uno stato, anche, che di codice unico (a sua volta societario che il filone riformatore non esitava a usare la sanzione il progetto ebbe varie stesure) di Vivante aveva senza successo penale con la riforma Rocco in ed infine appunto nel Libro V propugnato in breve tempo modo pesante, salvo poi, ma qui “del Lavoro” del codice varato sarebbe stato occupato da facciamo un ardito salto di con il regio decreto 30 marzo un rinnovato tipo di controllo decenni sino all’immediata vigilia 1942, n. 318. e presenza pubblica. Lo stato dei giorni nostri, ritrarsi quando Il giudizio sul codice per quanto “amico” diventava anche lo Stato troppo indulgenti (o interessate) riguarda la società per azioni imprenditore e controllore. Fu così visioni liberiste invocheranno l’alibi (non si parla più di “anonima” che, tra l’altro, venne introdotta nel dell’autoregolamentazione, dei anche perché seppur per ragioni 1926 e rafforzata nel 1935 meccanismi di mercato per ridurre di guerra era ormai stata imposta l’autorizzazione ministeriale alla drasticamente la tutela penale. con regio decreto legge 25 costituzione e alle emissioni Insomma, si dispiega negli anni ottobre 1941, n. 1148, confermato azionarie che superassero Trenta, favorito paradossalmente con regio decreto legge 29 marzo determinate soglie. Un ritorno, dal combinato operare di crisi 1942, n. 239, la nominatività per certi versi all’antico, davvero economica, isolazionismo e obbligatoria) il giudizio, dicevo, solo per finalità di contrasto autoritarismo corporativo, la degli studiosi è tutt’altro che dei flussi monetari? concezione di Rocco per cui sono univoco. A chi lo ritiene nato Dilagò il fenomeno dello Stato la direzione e la “alta vigilanza” vecchio e superato si oppone imprenditore e delle società del potere pubblico l’istanza cui l’opinione secondo cui azionarie a partecipazione pubblica, è affidato l’equilibrio dei poteri «l’ambizione del codice non era si riformò l’istituto del collegio economici pur nel rigido certamente quella di attirare sindacale istituendo un ruolo e prezioso rispetto di «un’ordinata il risparmio privato, il piccolo di revisori contabili soggetto gerarchia di classi e di funzioni risparmio tante volte evocato a controllo pubblico, al quale produttive» (Teti, 1999, p. 1237; nella Relazione, verso almeno un sindaco doveva Ungari, 1963). l’investimento azionario, quanto appartenere. Ancora una volta piuttosto quella di difendere gli alla base di alcune di queste equilibri di potere e impedire ogni riforme (e segnatamente quella 2.5 Il codice del 1942 indesiderata intromissione nel del rafforzamento del controllo controllo delle società. D’altro contabile) stanno i suggerimenti Con il progredire del tempo ci si canto questa scelta era anche di Cesare Vivante (Padoa Schioppa, avvicina a vicende, ovviamente, più la logica e naturale conseguenza 2010, p. 55 ss.). Un Vivante, note e facenti parte del bagaglio di una serie di fattori: la scarsa 52 53 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 54 propensione dei risparmiatori Altri (Padoa Schioppa, 2010, p. 82) al Tribunale anche a iniziativa all’investimento azionario preferirono sottolineare con una del Pubblico Ministero, così come e la preferenza per il più visione più storicistica una ben più articolata disciplina tranquillo reddito fisso, la ridotta «il conseguimento di un assetto del bilancio, la tutela degli importanza che tradizionalmente normativo sostanzialmente obbligazionisti e la disciplina aveva avuto il ricorso al piccolo equilibrato tra autonomia privata dell’opzione, viene ad arricchire risparmio per la formazione del e profili di controllo interni e il panorama della (certo non forte) capitale di rischio in Italia, pubblici», considerato alla stregua tutela (anche) dell’azionariato l’esistenza di canali alternativi «di un’elaborazione normativa di minoranza. di finanziamento» (Teti, 1999, fondata su un … lungo p. 1278). ed approfondito percorso Segni di questa “debolezza” di preparazione». Altri ancora del codice del 1942 sarebbero sottolinearono le occasioni tra l’altro, proprio in relazione mancate, ma anche la realistica, al mancato accoglimento di la realisticamente necessaria, La critica, piuttosto, deve proposte che pure, anche all’inizio diremmo, esigenza di consolidare riguardare il “dopo”, la lentezza del ventennio, erano state un sistema capitalistico certo non e la fatica con cui in Italia si coraggiosamente formulate, robusto, ma anche il merito di scopre il mercato, l’esigenza di la mancata disciplina dei sindacati aver resistito alle sollecitazioni più tutela del risparmio mobiliare di voto, la piuttosto tenue tutela social-dirigistiche, populisticamente diverso dai titoli di stato, la 2.6 Il dopoguerra e la Costituzione delle minoranze, la debolezza anticapitalistiche e antiliberiste, necessità di una disciplina dei del Collegio sindacale e quindi la di parte della dottrina fascista gruppi, di più adeguati controlli supervisione esterna, (Acerbi, 2010, p. 88 ss.). nel quadro di un’economia aperta. la debolissima disciplina dei gruppi In effetti, per giudicare il codice Qualche maggiore attenzione viene e in particolare delle partecipazioni del 1942 occorre far buon uso riservata in sede di lavori incrociate (sussisteva solo il divieto della sensibilità storica, avendo dell’Assemblea costituente alla di sottoscrizione reciproca del cura di rispettare l’insegnamento partecipazione dei dipendenti e al capitale), la rinunzia dell’azione che render conto dello “ieri” non “risparmio popolare”. Sotto il primo di responsabilità sociale della significa vedere con gli occhiali profilo, si evita il riconoscimento minoranza e così via. del “dopo”. Una normativa più costituzionale dei Consigli rispettosa delle esigenze del di Gestione, ma si introduce mercato del risparmio, più incisiva la norma programmatica allora verso i gruppi di comando, assai impegnativa per cui: la Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia più “efficiente” nel conflitto degli Repubblica riconosce il diritto dei amministratori e delle informazioni lavoratori a collaborare, nei modi contabili appare impensabile in e nei limiti stabiliti dalla legge, alla un’economia autarchica, di guerra, gestione delle imprese (art. 46 in un regime che certo non Cost.). Sotto il secondo aspetto assumeva a valore la concorrenza, si sancisce il favore per l’accesso che vedeva, tutto sommato, del risparmio popolare “al diretto nel nesso grande impresa-potere ed indiretto investimento azionario politico un presidio prezioso. nei grandi complessi produttivi del Ed è ancora degno di nota come Paese” (art. 47 Cost.), norma da qualche strumento, che certo cui scaturì la introduzione nell’art. si rivelerà inadeguato (ma che 2441 dell’ultimo comma relativo esiterei a definire tout court al trattamento di favore per di premeditato alibi ideologico gli aumenti di capitale riservati e mistificatorio) come la denunzia ai dipendenti. al collegio sindacale e il reclamo Si delinea così, anche con La regolamentazione delle società quotate Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 55 specifico riferimento alla materia limitazione dell’iniziativa privata) del a scelte di campo radicali, societaria, quel “compromesso tipo di quella che erano gli Sati predicate, ma tiepidamente volute. straordinario” che caratterizza Uniti a esportare nei paesi sconfitti. Per sfuggire a questo nodo l’epoca della Costituente (e che, Non maggiori sono le indicazioni ognuno prende le distanze da un come noto, trova nei tre commi di disciplina che si ricavano dai discorso puntuale sulla riforma dell’art. 41 una esemplificazione pur corposi risultati dell’indagine della società per azioni. Come per quasi plastica) tra, per dirla con straordinaria sulle società per la disciplina antitrust vi era Calamandrei, la rivoluzione azioni che De Gasperi non volle il convincimento che vi fosse altro mancata e la rivoluzione fossero allora pubblicati: una forte cui pensare: occupazione, promessa (per quest’epoca per sottolineatura dell’alto livello ricostruzione, equilibrio politico, tutti Acerbi, 2010; Marchetti, 1997, di concentrazione e dei poteri guerra fredda e così via. del quale ultimo contributo si farà di gruppo che potevano costituire qui ampio uso). la premessa per proporre ben più Il rapporto “Industria” della radicali interventi strutturali rispetto Commissione economica presso a una mera riforma della disciplina il Ministero omonimo alla societaria. Si preferiscono da parte Assemblea Costituente non cita di chi denunziava il sistema 2.7 Le proposte di Ascarelli e degli Amici del Mondo. La Commissione Santoro Passarelli neppure una norma della disciplina capitalistico chiuso del Paese vigente come bisognosa di riforma. formule e parole d’ordine generali Il discorso della riforma è ripreso L’attenzione si appunta sulla (la politica “antimonopolistica”, la a metà degli anni Cinquanta interdipendenza tra le grandi svolta “democratica nell’economia”), da una ristretta pattuglia di uomini imprese societarie (interdipendenze rispetto a progetti di riforma che si che comprende pubblicisti multiple, a catena, fra gruppi misurano sulle soluzioni specifiche e polemisti (Ernesto Rossi e il ristretti di fiduciari, rappresentanti e articolate e che rappresentano giovane Eugenio Scalfari), giuristi di oligarchie economiche), sulla quindi in un certo senso il (Tullio Ascarelli e Bruno Visentini), conseguente formazione di “momento della verità” del proprio politici (Riccardo Lombardi posizioni di monopolio di fatto, progetto politico. e Ugo La Malfa). Il “Mondo” e sulla capacità delle “oligarchie Rimane dunque nel dopoguerra la i convegni degli Amici del Mondo economiche” di utilizzare la riforma delle società per azioni, costituiscono il luogo in cui si diffusione dell’azionariato «per una “terra di nessuno” in Italia. coagula la posizione riformista sul esercitare un potere assoluto». A fronte della tendenza dei giuristi governo delle imprese in un clima La diagnosi sfocia nell’affermazione a «fare riferimento più a schemi culturale eclettico, occidentale, di una generica opportunità «che dogmatici o ad astrazioni antimarxista ma sensibile alle lo Stato sorto dalla Costituente classificatorie che non alla realtà esigenze di economia sociale debba, come è avvenuto in altri economica e al sostrato sociale, e liberal-socialiste. paesi, intervenire in questo campo anche quando devono affrontare Inizia così una “lunga marcia” per con adatte disposizioni legislative e problemi di ordine legislativo», la riforma del diritto societario pubblici controlli». Vi è la riluttanza stanno gli economisti che e per la disciplina a disegnare, seppur a grandi linee, dimostrano disdegno o nobile antimonopolistica che non a caso un modello di disciplina societaria, distacco nei confronti degli istituti vedrà costantemente nel ruolo di così come l’assenza, positivi (Visentini, 1968). Opera il protagonisti alcuni di coloro che pur in un quadro che predica “ricatto ideologico” degli anni del parteciparono all’evento che in l’ammodernamento delle strutture dopoguerra, il timore, che la qualche modo segna l’avvio di tale dell’economia capitalistica, concezione della società per azioni lunga marcia, vale a dire il di specifici e decisi riferimenti come roccaforte del capitalismo Convegno tenutosi a Roma il 12 e a un ruolo dei mercati, ovvero induce, che il dibattito per la 13 marzo 1955 per iniziativa degli all’opportunità di una disciplina riforma possa essere letto come Amici del Mondo. Basti pensare al antitrust (e non genericamente, una sorta di referendum sul fatto che tra i membri del e ancora in modo equivoco, di sistema capitalistico, obbligando comitato promotore del Convegno 54 55 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 56 si annoverano Ugo La Malfa struttura economica e nella stessa divieti di finanziamenti infragruppo e Bruno Visentini, che il progetto funzionalità della struttura dovrebbero concorrere a costituire di riforma allora delineato venne politica». Entrambi tali aspetti, nel un presidio alla posizione presentato come proposta di legge momento in cui viene a mancare patrimoniale del socio escluso nel 1956 e nel 1958, che Bruno il meccanismo regolatore insito dal comando. Visentini fa parte della nell’associazione tra potere e A tutto ciò si aggiunge la forte Commissione ministeriale che mise rischio, pone una domanda di istanza per un’adeguata a punto il “grande” progetto di meccanismi idonei a selezionare informazione dei mercati riforma nel 1965, che decisivo «i dirigenti capaci e incapaci» accompagnata da un controllo è il ruolo di La Malfa nella ripresa (Ascarelli, 1956, 1955). pubblicistico sulla completezza di un progetto di riforma nel 1973 In questa prospettiva, è logico e veridicità dei dati diffusi. e poi nel varo della riforma del che le proposte di riforma Complessivamente, da un lato 1974 (il decreto legge 8 aprile societaria si fondino, tra l’altro, «devono studiarsi misure 1974, n. 95 convertito nella legge sullo smantellamento dei sistemi pubblicistiche integrative in 7 giugno 1974, n. 216) che, con di partecipazioni reciproche, sulla relazione a quella più vasta l’istituzione della Consob, avrebbe limitazione del proliferare di diffusione delle azioni che costituito la prima importante opache società di comodo (che si collega col loro collocamento riforma del diritto societario. spesso nascondono il nel pubblico attraverso le borse» La legge antitrust italiana vede perseguimento di fini consortili), (la necessità di una la luce nel 1990 sulla base di due su di un irrobustimento dei regolamentazione dei collocamenti progetti di legge dovuti a un controlli e del ruolo degli azionisti e dell’appello al pubblico esponente del partito di La Malfa, (della “maggioranza” degli risparmio è ricorrente); «dall’altro Battaglia, e a un giurista sensibile azionisti delle società a capitale non devono trascurarsi le misure all’insegnamento di Ascarelli, Guido diffuso) e degli spazi di volte a facilitare la possibilità Rossi (Donativi, 1990). autotutela, sulla conseguente di autotutela del singolo», La riforma della disciplina introduzione di una legittimazione dal momento che, nonostante societaria viene concepita in di gruppi di soci a esperire l’assenteismo dell’azionista funzione antimonopolistica. direttamente l’azione di risparmiatore, l’esperienza storica La valenza monopolistica della responsabilità, sulla elezione per e comparatistica dimostra «una disciplina societaria (allora liste del collegio sindacale (il certa efficienza di norme la vigente) è, per Ascarelli, duplice. collegio sindacale «assumerebbe repressione della cui violazione Da un lato, si osserva come allora nei confronti degli è affidata all’iniziativa del singolo» sussista «la possibilità di utilizzare amministratori che costituirebbero (Ascarelli, 1956). la formazione di varie società per l’esecutivo, una funzione Il progetto di Ascarelli venne conciliare l’unità di comando di parlamentare di esponente tradotto in una proposta di legge varie imprese da parte di una dell’elettorato attivo riunito in del 1956 di Villabruna e persona o di un gruppo», grazie assemblea», sull’incentivazione ripresentato nel 1958 da La Malfa alla leva finanziaria che il gruppo di forme associative tra azionisti e Lombardi. In essi si delinea assicura. Dall’altro lato, diversi da quelli che costituiscono un sistema misto, che oggi vi è il rischio «della formazione il gruppo di controllo, su di una definiremmo di supervisione di prepoteri di singoli o gruppi limitazione dell’incetta interna ed esterna sul governo all’interno della società (…) e così “inconsapevole” di deleghe di delle imprese, e un ruolo del pure sempre (della) formazione voto, e così di seguito. mercato finanziario (il di prepoteri e di concentrazione La limitazione della possibilità “collocamento” o “l’opinione di poteri che costituisce il quadro di autofinanziamento dei gruppi pubblica” dei risparmiatori nel quale deve collocarsi di controllo, la facilitazione nel linguaggio ancora incerto il fenomeno delle formazioni dell’exit degli azionisti (attraverso dell’epoca) come “momento monopolistiche, ove se ne voglia la rimozione di vincoli alla libera della verità” (il luogo cogliere l’intera portata nella circolazione delle azioni), rigorosi e il momento in cui si “giudica” Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia La regolamentazione delle società quotate Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 57 la capacità) e luogo di controllo presieduta dal giurista Francesco di quella concentrazione di potere Santoro Passarelli, con il compito finanziario che, grazie al sistema di delineare obiettivi e temi delle partecipazioni reciproche e di intervento di una riforma del reticolo di gruppo, può del diritto societario. E in questo agevolare sistemi – diremmo contesto, appunto, che prende sempre oggi – di “tasca corpo l’evoluzione-involuzione profonda”, i quali, a loro volta del disegno ascarelliano. si ribaltano a livello del mercato La Commissione Santoro Passarelli del prodotto. si chiude con un nulla di fatto. In Ascarelli ricorrono, come è Durante i lavori si verifica una evidente, molti motivi già presenti spaccatura netta tra due nel primo Vivante degli anni Venti, orientamenti. Emerge infatti una ma anche dosi di realismo che posizione nuova, fautrice della caratterizzano i progetti successivi. distinzione delle azioni in due Il filone riformatore non è categorie: azioni senza diritto di antisistema. Lo stesso controllo voto (concepite come strumento di precostituito attraverso i patti di investimento del risparmio) e azioni sindacato come la scissione tra con diritto di voto (concepite come proprietà e controllo sono dati di azioni di comando). A compensare fatto accettati, da “sfidare” con la privazione del voto dovrebbero antidoti e contropoteri, con una esservi privilegi patrimoniali e un supervisione interna ed esterna. forte controllo esterno di natura La proprietà diffusa e la pubblicistica (un pubblico revisore maggioranza figlia del caso sono individuato in Banca d’Italia) prospettive illusorie e mistificatrici. destinato a sostituire il collegio Non escludono la contendibilità sindacale, munito di forti poteri, se si sanno trovare strumenti adatti quali l’abbattimento delle partecipazioni reciproche, degli autofinanziamenti e delle spoliazioni arbitrarie, la coalizione delle minoranze, le proxy fights, la trasparenza che induca alla reazione, il controllo rigoroso dei conti. Il progetto Ascarelli resta senza seguito. Nel 1959, tuttavia, sembra che la fiaccola della riforma societaria debba essere presa in mano dallo stesso governo, in un clima economico non privo di aperture e caratterizzato da un assai favorevole andamento della borsa (Castronovo, 2006, p. 409 ss.). È infatti il Ministro dell’Industria a istituire una commissione di studio, 56 57 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 58 2.8 I progetti del centro sinistra (Commissione De Gregorio) Commissione licenzia un progetto, Con il primo centro-sinistra la in alcuni punti da un comitato A questa impostazione sostenuta riforma delle società per azioni interministeriale composto dai da Bruno Visentini e Gino de entra a far parte del programma ministri che avevano designato compreso quello di impugnazione delle delibere assembleari (pure quelle di approvazione del bilancio) e di denunziare gravi irregolarità. la riforma. All’inizio del 1965 la che sarà poi modificato (1967) Gennaro (e condivisa non senza di governo nel 1963, indicandone i componenti della commissione difficoltà da Assonime) (Marchetti, anche le linee direttrici di fondo. stessa (Giustizia, Industria, 2010, p. 122 ss.) si contrapponeva Di esse alcune rispondono a Bilancio, Finanze, Tesoro). quella di «conservare anche per le un’esigenza di “bonifica”: capitale Il progetto era accompagnato grandi e grandissime imprese la minimo, oggetto consistente in da una relazione con due struttura attuale della società per un’attività imprenditoriale, osservazioni in parte dissenzienti, azioni con una serie di modifiche regolamentazione restrittiva delle rispettivamente, dei commissari destinate a rendere possibile, in partecipazioni reciproche, Auletta e Giannotta e de Gennaro relazione alle mutate condizioni maggiore informativa contabile, e Ferri. di fatto, un’effettiva partecipazione rafforzamento della tutela delle Il progetto De Gregorio prende degli azionisti alla vita sociale e minoranze e dei diritti patrimoniali atto della separazione irreversibile comunque un concreto dibattito degli azionisti e revisione della tra proprietà e controllo. sugli interessi degli azionisti e un disciplina assembleare, dei doveri L’influenza della posizione efficace controllo sull’operato dei e responsabilità degli di Visentini nella Commissione gruppi di gestione» (Relazione in amministratori, dei prestiti Santoro Passarelli è evidente. Scotti Camuzzi, 1966, p. 30 ss.). La obbligazionari. Per quanto attiene Il mito della autotutela delle tesi delle due categorie di azioni alle società quotate, le linee minoranze è archiviato. Occorrono approderebbe a una concezione programmatiche di governo norme inderogabili e organi della grande società, in particolare adottano la tesi, secondo la quale pubblici di controllo. Le norme della società quotata “di tipo occorre dare «adeguata disciplina inderogabili ripercorrono le misure oligarchico”. Il controllo esterno, (…) alle azioni di risparmio, azioni classiche del miglior filone a sua volta, si risolverebbe in un che, per un verso, attribuiranno ai riformista: divieto di partecipazioni controllo pubblicistico invasivo delle titolari diritti patrimoniali incrociate, divieto e forte imprese e così si aprirebbe la via inderogabili e, per altro verso, limitazione nella raccolta di a una deriva dirigistica di controllo siano prive di diritti di deleghe, più largo spazio alla di merito annientando l’iniziativa coamministrazione ed in rilevanza del conflitto di interesse, privata. Su questo contrasto si particolare del voto». Anche per divieto dell’esercizio del voto a arenano i lavori della Commissione le azioni di risparmio tuttavia, esclusivo danno delle minoranze, e il tema del controllo esterno, doveva restare fermo il principio forte tutela patrimoniale degli cavallo di Troia di una progressiva della nominatività obbligatoria. azionisti in caso di aumento dilatazione della presenza pubblica Quanto alla vigilanza, si prevede di capitale e di fusioni, e così che peserà, come vedremo, sui la formazione presso Banca di seguito anche attraverso tentativi di riforma sino al 1974. d’Italia di «un organo di vigilanza un significativo richiamo a una Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia sulle società per azioni con maggior incisività del ruolo compiti di tutela delle minoranze del consiglio di amministrazione. e di controllo nell’osservanza delle I poteri dell’organo di vigilanza norme della nuova legge». (Scotti nel progetto De Gregorio Camuzzi, 1966, p. 3 ss. ove tutti riguardavano, si è visto, oltre i documenti sui progetti di cui si che il controllo dell’informazione, dirà in questo capitolo). la gestione. L’organo di vigilanza Viene istituita nel 1964 una infatti (art. 46 del progetto Commissione presieduta da originario del 1965) poteva Alfredo De Gregorio per redigere muovere rilievi sull’andamento La regolamentazione delle società quotate Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 59 della gestione e sul bilancio progetto De Gregorio del Comitato funzione (già) propria di «un da render noti all’assemblea, dei Ministri nel 1967 elimina infatti organo tecnico, istituzionalmente esercitare – ove non vi avesse il potere di promuovere azioni di titolare di ampie competenze in provveduto l’assemblea – l’azione responsabilità, di avviare il ordine a controlli nelle aziende». sociale di responsabilità verso gli procedimento ex art. 2409 cod. Si aveva cura infine di amministratori, denunziare ex art. civ., di muovere rilievi sottolineare, in sede di commento 2409 cod. civ. le irregolarità sull’andamento della gestione. al modo in cui si articolava riscontrate nell’adempimento dei E anche su questa versione più la (nuova) funzione di vigilanza doveri di amministratori e sindaci, ridotta il Ministro del Bilancio e della disciplina dei relativi atti impugnare le delibere assembleari, muoveva riserve, riserve foriere, amministrativi, che si perseguiva render note al pubblico le proprie si è detto, dell’arenamento un organico inserimento «nelle censure. Questa concezione del progetto. strutture amministrative “forte” della supervisione esterna La prima legislatura del centro- attualmente esistenti». sostitutiva di quella interna doveva sinistra (1963-1968) si chiudeva L’idea del controllo pubblico a tuttavia scatenare ancora una così con un nulla di fatto sulla tutela del risparmio sulle società volta il timore che il controllo riforma societaria. Il confronto quotate si collocava nell’alveo pubblico esterno sulla grande tra l’ampio spazio dedicato della disciplina bancaria, come impresa azionaria diventasse al problema nell’accordo «politico estensione soggettiva di l’occasione per una dilatazione programmatico per il governo di competenze, arricchimento e della presenza della mano centro-sinistra» del dicembre 1963 diversificazione di funzioni di uno pubblica. È questo il tema che e la ben minore attenzione stesso organo di vigilanza nel viene sinceramente o riservata dal paragrafo 39 del rispetto di unicità di moduli, strumentalmente cavalcato per programma per il quinquennio schemi, atti amministrativi. frenare il rinnovato impulso 1966-70 (l. 685/1967) danno La via “bancaria” del controllo riformatore, come già cinque anni conto della fase “calante” in cui del mercato mobiliare accolta prima in occasione della ormai la disciplina della società dal progetto De Gregorio Commissione Santoro Passarelli. per azioni si colloca (Minervini, corrispondeva, del resto, a una Lo stesso governatore della Banca 1967). delle originarie ispirazioni della d’Italia (cui pure si pensava allora Occorre peraltro ricordare come il disciplina bancaria italiana: di affidare il compito di controllo esterno nel progetto ispirazione secondo la quale supervisore pubblico esterno) nella De Gregorio viene ricondotto «l’intermediazione creditizia è al relazione annuale (1966) esprime a Banca d’Italia e ciò rende centro del sistema finanziario», larga adesione al progetto di evidente quanto eccessivo fosse di guisa che le «altre (rispetto a riforma De Gregorio, ma manifesta il timore di una deriva dirigistica quelle dell’attività bancaria tipica) altresì una netta preferenza per la tanto evocata. Nella relazione che forme di appello al pubblico supervisione affidata «sul piano accompagna il progetto De risparmio sono assoggettate a civilistico» a «una disciplina assai Gregorio si sottolineava come poteri di intervento del medesimo rigorosa delle società per azioni, la scelta di attribuire la vigilanza organo di vigilanza» delle banche tale da offrire ai risparmiatori e alla Banca d’Italia fosse scelta (Carbonetti, 1986). più in generale alla collettività le “politica”, sorretta dall’intento maggiori garanzie nel loro «di inserire la vigilanza sulle corretto funzionamento, piuttosto società per azioni entro le linee che a forme di supervisione del sistema già in atto», affidate a controlli esterni». precisandosi altresì che il nuovo Il fuoco di sbarramento nei tipo di controllo si configurava confronti del rischio di una non già come controllo parallelo dilatazione dell’ipoteca pubblica «a quello già esistente presso sul governo delle imprese fece la Banca d’Italia», bensì come presa. La versione modificata del arricchimento e sviluppo della 58 59 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 60 La legislatura 1968-72 non registra Il 1968, in effetti, vede la alla esigenza di poter resistere – progressi sul problema della presentazione di un progetto di grazie al raggiungimento di riforma delle società per azioni. legge governativo per la un’ancor maggiore competitività – Continua (e tende all’esaurimento) costituzione dei fondi comuni (già alla concorrenza estera». la fase politica in cui è contemplati, peraltro, nel progetto all’intervento e alla manovra De Gregorio), mentre la dottrina pubblica che si affida il compito di giuridica italiana (con particolare promuovere lo sviluppo economico. impegno della Rivista delle Inizia, peraltro, a prender corpo società) apre le porte a istituti e 2.9 La riforma del 1974 e la nascita della Consob e della normativa sulle società quotate qualche voce più attenta al problemi tipici della disciplina dei finanziamento diretto sul mercato mercati mobiliari e, anzitutto, alle dei capitali delle imprese senza problematiche dell’Opa. Il processo di riforma riprende la mediazione bancaria e al di Un corposo progetto di riforma fiato con il ritorno nel 1973 al fuori del circuito dell’impresa o delle borse valori (Rivista delle governo di La Malfa nella funzione dell’indirizzo pubblico. Il problema società, 1968, p. 942 ss.) faceva di Ministro del Tesoro con dello sviluppo del mercato peraltro parte del programma del attenzione al rapporto tra riforma mobiliare viene legato a quello primo centro-sinistra (completando societaria e disciplina del mercato dell’aggiornamento della disciplina così il disegno complessivo che dei capitali. Così, lo schema societaria, ma rigida è la chiusura trovava il suo caposaldo nella di riforma predisposto dalla a forme di una supervisione riforma delle società per azioni). Commissione presieduta dal esterna di legittimità (e ovviamente I lavori per il progetto risalgono magistrato Dino Marchetti nel 1973 di merito). al 1965 e se il suo contenuto (Rivista delle società, 1973, p. 270 guarda prevalentemente – senza ss.) riprende alcuni temi “forti” del particolari novità rispetto progetto degli anni 1965-1967 – al sistema vigente – al nell’ambito del modello fondato funzionamento delle borse, la sulla limitazione della supervisione Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia relazione rivela un disegno interna alle azioni “attive” più ambizioso. «Una riforma (si istituivano infatti le azioni del mercato mobiliare che dia di risparmio) – e attribuisce ad esso nuovo slancio e più la supervisione esterna soprattutto ampio respiro» è resa necessaria, al controllo della veridicità afferma la relazione, per far e completezza dell’informazione da fronte alle «esigenze economiche parte di una commissione ad hoc. di reperimento di nuovi capitali La Malfa si rende conto, peraltro, occorrenti per gli investimenti che l’ampio (il prevalente) spazio di cui l’industria nazionale ha che il progetto riservava alla imprescrittibile bisogno per poter disciplina societaria rispetto ai operare in condizioni di temi del mercato mobiliare competitività con quella straniera avrebbe comportato tempi lunghi e per essere in grado di e non si sarebbe sottratta alle soddisfare alla crescente vastità forze frenanti già sperimentate. e varietà della domanda interna» Di qui la scelta di mettere a Tali esigenze vengono considerate punto un progetto incentrato sul ormai pressanti «da un lato a mercato mobiliare (Rivista delle seguito del notevole assorbimento società, 1974, p. 370 ss.) nel di mezzi liquidi esercitato dagli quale i temi della società sono organismi economici gestiti o trattati limitatamente alle società assistiti direttamente dal settore quotate e sotto il profilo pubblico, dall’altro in relazione (funzionale all’efficienza del La regolamentazione delle società quotate Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 61 mercato) dell’informazione bilanci, della contabilità delle del controllo esterno, con (contabile e non) e del suo società finanziarie. Le deleghe argomenti tuttavia spesso “datati”, controllo. L’attenzione così vengono attuate con tre decreti come quelli che lamentavano si incentra «su due temi del 31 marzo 1975. scarsa sensibilità alle esigenze fondamentali: quello Il punto di forza della riforma della programmazione, così come dell’adeguamento consiste, si diceva, nella istituzione si criticò la scarsa sensibilità per il dell’organizzazione e del di un organo di supervisione controllo dei “gruppi dominanti”. funzionamento delle borse valori esterna delle informazioni – anche, Le carenze di incisività, tuttavia, alle esigenze di una società e soprattutto, contabili – diffuse si raccordavano ad aspetti più industrialmente progredita e quello dalle società quotate e nella forte strutturali, di sistema, quali della maggiore tutela del risparmio limitazione alle partecipazioni l’assenza di una disciplina investito, attraverso reciproche. antitrust, l’invasività delle aree il rafforzamento del regime Se pure le soluzioni sulla protette e monopolistiche, la dei controlli e delle informazioni supervisione esterna si ispirano mancanza di investitori istituzionali. obbligatorie». La commissione largamente ai progetti di riforma Indubbiamente la riforma del 1974 del mercato mobiliare costituisce di quasi un decennio prima, due non introduce strumenti di il perno attorno al quale ruota sono le novità di fondo di questo cosiddetta supervisione interna la riforma. Viene comunque nuovo sussulto riformatore. per minoranze significative e per ribadito come l’estraneità della Da un lato, si affida il controllo a investitori istituzionali. Ma non si commissione a ogni controllo un organo ad hoc abbandonando può dimenticare che la legge sui di legittimità e merito, anche se la soluzione di attribuirlo alla fondi comuni viene varata quasi si dota l’organo di sorveglianza Banca d’Italia. Dall’altro canto, si dieci anni dopo la riforma del di incisivi poteri sul piano rafforza l’idea che l’efficienza del 1974, che le norme valutarie nel della informazione e del controllo mercato dipende non solo dalla 1974 costituiscono ancora una contabile. quantità e qualità dell’informazione potente barriera all’ingresso Il precipitare del caso Sindona sugli emittenti, ma anche dalla dall’estero e che mancava quindi rappresenta (anche) l’occasione organizzazione e dal allora in Italia la spinta per il varo per decreto legge funzionamento tecnico del mercato rappresentata da un mercato di una riforma, appunto, della stesso. Di qui, appunto, l’esigenza di spessore, da intermediari disciplina del mercato mobiliare; di un unico organo di controllo: e investitori efficienti. più precisamente, per l’avvio la Commissione Nazionale di una disciplina del mercato per le Società e la Borsa. mobiliare e dei capitali, sino La riforma del 1974 venne ad allora pressoché inesistente giudicata lacunosa e riduttiva; e comunque del tutto inefficiente. si prese nel linguaggio corrente Nell’iter parlamentare a parlare di “miniriforma”. Ancora di conversione del decreto legge una volta tuttavia il giudizio pare si inseriscono norme di riforma non adeguatamente storicizzato della disciplina della società per (Cottino, 1974; Minervini, 1974). azioni, specie – ma non solo – di La riforma del 1974 segna una quelle quotate. E la riforma del svolta epocale. Apre la via, come mercato non si esauriva in quanto si vedrà, a un processo di contenuto nella l. 216/1974 di arricchimento della normativa che, conversione del d.l. 95/1974. certo in ritardo rispetto ad altri Nella legge di conversione paesi, certo con fatica, comunque vengono infatti pure inserite norme condurrà a dotare l’Italia di una di delega per una più compiuta disciplina societaria e dei mercati disciplina della borsa, della finanziari moderna. revisione e certificazione dei Si contestò la eccessiva timidezza 60 61 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 62 La riforma segna comunque una tempo, ma presto “valori mobiliari”) delle Autorità indipendenti, a una rottura, si diceva, perché innesta e delle loro operazioni. Ciascuna tecnica di regolamentazione un sistema diffuso di supervisione di queste componenti apre largamente fondata su norme dell’informazione che in pochi prospettive e avrà sviluppi (con secondarie, anzi su di una anni darà risultati enormi: basta diversa rapidità, certo), allora in articolata gamma di normazione leggere un bilancio dei primi anni larga misura imprevisti. Ciascuno secondaria di altrettanto articolato Settanta e uno della metà degli di questi comparti registrerà contenuto imperativo (dal anni Ottanta. Consolida certo impostazioni e approcci normativi regolamento alla raccomandazione) i gruppi di comando (le azioni nuovi per l’Italia, nuovi anche per e di variabile ambito di estensione. di risparmio nella formula delle molta parte della dottrina allineata Il sistema aveva già un precedente azioni di risparmio convertibili alla tradizione tedesca più che alla nell’attività regolatoria di Banca consentirono addirittura in parte cultura anglosassone (ma così non d’Italia, ma il sistema si arricchisce l’anonimato al gruppo di fu per la Rivista delle società, (altri dicono si complica) con un controllo), rimandando alla (allora) come non lo fu per la Rivista forte sviluppo della caratteristica nebulosa di un mercato del di diritto commerciale di Sraffa e della pubblicità degli interventi controllo del domani, ma fa della Vivante). Ciascuna di queste dell’Autorità e con l’instaurarsi Consob un profeta per nulla componenti nel breve volgere della prassi, assai nuova per disarmato. I poteri della Consob di pochi anni subisce evoluzioni il nostro ambiente giuridico, non comprendono il vaglio radicali, evoluzioni che in estrema del parere preventivo che concorre di correttezza di merito della sintesi cerchiamo di seguire. a formare con gli anni gestione. Ma il potere di riscontro La indicazione di questi tre un imponente e prezioso corpus della veridicità e completezza componenti, a ben vedere, di precedenti, dal quale non dell’informazione è tutt’altro che è ancora riduttiva. Con la l. raramente poi si traggono spunti non incisivo, se ben esercitato 216/1974 inizia anche il processo per l’assunzione a rango di norme (Rossi, 1982). 2.10 Le componenti della disciplina del 1974 (autorità di controllo, mercati, intermediari, società quotate) le loro potenzialità, gli sviluppi e gli effetti sistemici Nella svolta del 1974, nella l. 216 di riassestamento dei mercati dei principi e delle soluzioni via finanziari in una direzione non (del via accolte. L’indipendenza tutto) bancocentrica. Il precetto dell’Autorità è anch’essa frutto costituzionale di tutela del di un cammino complesso che si risparmio diffuso non viene assesterà dopo un decennio con raccordato in sostanza solo in la legge 4 giugno 1985, n. 281, funzione dei depositanti, ma si che costruisce il rapporto con muove, come vuole l’art. 47, verso il Ministro (allora del Tesoro) “ogni forma” che esso può in termini non gerarchici, assumere. Gli obiettivi della tutela ma sostanzialmente informativi: il non sono più (di fatto) la (sola) visto di esecutività sui regolamenti e nei suoi tre decreti delegati si stabilità, ma recepiscono la è ristretto ed espressamente concentrano per la prima volta trasparenza e l’informazione, riferito al controllo di legittimità. nella storia della legislazione nonché, seppur gradualmente, la Il referente ultimo dell’attività dell’Italia unita delle nostre materie correttezza. Per la concorrenza informativa “sugli atti e gli eventi vari filoni di disciplina. dovranno ancora passare non di maggior rilievo” cui è tenuta la Quello attinente alla struttura pochi anni. La l. 216/1974 segnò Consob nei confronti del Ministro istituzionale, all’organizzazione l’avvio, si badi, di questo processo è poi il Parlamento. Il principio e al funzionamento della borsa che solo alla fine di un tormentato base sancito nella normativa (ma, più in generale, del mercato cammino porterà al principio è quello, dunque, di un’autorità finanziario, distinto dalla banca), (ormai in larga misura acquisito) “con personalità giuridica di diritto quello attinente agli attori della vigilanza per funzioni e non pubblico e piena autonomia nei (intermediari, ma anche investitori) per soggetti. limiti stabiliti dalla legge.” di questo mercato, quello degli E ancora la l. 216/1974 apre le La l. 216/1974 è una legge emittenti e dei prodotti (“titoli” un porte, secondo lo schema proprio d’urgenza, si è visto, come del Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia La regolamentazione delle società quotate Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 63 resto molte delle norme che hanno portato a riforme del diritto societario e dei mercati finanziari, sino alla legge sul risparmio del 2005, frutto di Enron, Parmalat e dintorni. Vero è, peraltro, che quando si legifera d’occasione, ma si toccano, come per la riforma del 1974, temi di sistema, la normativa parziale, a mosaico, è inevitabilmente destinata a dimostrarsi insufficiente e chiama così, quasi per logica interna, ampliamenti e adattamenti. E ciò è tanto più vero allorché si disciplinano fenomeni, quelli, qui, del mercato finanziario, in rapidissima evoluzione, secondati da un clima politico generale (ultranazionale) che guarda al mercato, alla globalizzazione, alla competizione tra ordinamenti. Non stupisce, quindi, che la l. 216/1974 nel volgere di poco più di un decennio veda tre interventi riformatori: nel 1981, 1983, e 1985 (di quest’ultimo già qualcosa si è detto). Le riforme portate dalla l. 23 marzo 1983, n. 77, e dalla l. 5 lato, istituisce dopo un’incubazione cercò di porre riparo al fenomeno giugno 1985, n. 281 (quelle della l. ultraventennale, i fondi comuni dei “borsini”, istituendo con la 30 aprile 1981, n. 175, sono di investimento mobiliare aperti, e, legge 23 febbraio 1977, n. 49, minori), possono essere d’altro canto, introduce l’ampia il mercato ristretto, un mercato considerate sotto diversi aspetti: nozione di valore mobiliare, minore, ma ufficiale, sotto la consolidano e ampliano i poteri comprensivo di azioni e vigilanza di Consob, in cui si della Consob ma, allo stesso obbligazioni, e disciplina qualsiasi trattavano soprattutto titoli bancari, tempo, incidono per non pochi forma di sollecitazione al pubblico delle banche popolari in profili sulla disciplina degli risparmio e non più solo (come particolare. Un episodio, questo, emittenti quotati. I due aspetti in era nel testo originario della della lunga vicenda per catturare realtà sono spesso strettamente l. 216/1974) le offerte pubbliche alla regolamentazione i mercati intrecciati. A nuovi doveri (in di azioni e obbligazioni. di fatto che lungo tutta la storia genere di trasparenza degli Torniamo ora agli sviluppi delle della borsa, puntualmente si emittenti) corrispondono nuovi componenti fondamentali della formavano, spesso all’interno delle poteri della Consob. Agli uni disciplina della l. 216. stesse banche che si ponevano e agli altri spesso si affiancano Non è certo possibile in questa come controparte della propria (e si intrecciano) l’emersione sede seguire tutti gli interventi clientela. Una storia ricorrente ben e la disciplina di nuovi segmenti della Consob in materia di più generale, questa. La continua o attori del mercato finanziario. mercato e tutte le evoluzioni storia dell’elusione al È questo il caso della legge 23 legislative. Merita tuttavia di essere proibizionismo (in senso lato), alla marzo 1983, n. 77, che, da un segnalata la prontezza con cui si regolamentazione, creando reti di 62 63 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 64 rapporti di fatto che il diritto non Consob si ponesse il problema di Si apriva così la via che doveva riesce a riportare nei recinti (è qui una riforma di quel mercato che portare alla legge 2 gennaio 1991, proprio il caso di dire!) sorvegliati. essa era pure deputata a vigilare. n. 1, istitutiva delle SIM che La storia doveva prima battere Fu così che nel 1987 la Consob disciplinava per la prima volta in (legge sulle SIM del 1991) la via pubblica un documento contenente modo organico le attività di della concentrazione obbligatoria Linee di progetto per una riforma intermediazione mobiliare e in nel mercato regolamentato, per del mercato borsistico. Le Linee sostanza archiviava (anche se con virare poi verso la trovavano la loro ragion d’essere una certa gradualità) l’agente di regolamentazione soft dei mercati appunto nella «esigenza di un cambio, destinata poi a essere (i mercati non regolamentati del intervento di adeguamento delle superata dal decreto legislativo Tuf del 1998 in realtà strutture del mercato borsistico 23 luglio 1996, n. 415 (cosiddetto prevedevano un potere di italiano, non solo in attuazione decreto Eurosim), che dava sorveglianza e intervento della delle indicazioni fornite dal attenzione alle direttive Consob) e approdare infine, con Parlamento [consistenti nella comunitarie sull’armonizzazione la direttiva MiFID del 2007 assoluta necessità della della disciplina dei servizi di investimento. al principio opposto a quello di concentrazione in Borsa secondo partenza, vale a dire all’abbandono le indagini conoscitive di Senato e dell’obbligo di concentrazione, ma Camera, rispettivamente, del 1977 della nozione stessa di “mercato e del 1984], ma anche per evitare non regolamentato”, legittimando i le penalizzazioni che, sistemi multilaterali e la nell’eventualità di ritardi, internalizzazione sistematica. verrebbero a colpire la nostra Sotto il profilo degli emittenti la l. In realtà, al di là della suggestione economia in questa prospettiva 216/1974 segna una prima netta dei nomi anche questi sistemi di maggiore e più effettiva specializzazione della disciplina sono regolamentati seppur con concorrenzialità internazionale. delle società quotate rispetto alla tecniche e sotto una prospettiva Nella stessa direzione spingono, disciplina di diritto comune, (attraverso la disciplina degli d’altro canto, gli interventi di disciplina che prima del 1974 era operatori e la trasparenza delle ristrutturazione di recente effettuati marginale (calcolo del recesso, operazioni) diversa da quella nel mercato inglese e quelli valutazioni in bilancio). Neppure tradizionale. La sirena della libertà annunciati dalle autorità francesi». la normativa regolamentare dei mercati moltiplica i mercati Le Linee concludono che: della Camera di Commercio cui (quelli stessi regolamentati hanno «Per conferire ai mercati ufficiali spettava dettare i requisiti della diversi comparti), vede garanzie di massima affidabilità quotazione aveva indotto (seppur 2.11 Il corpus della disciplina speciale delle società quotate nell’informazione e nella è anzitutto necessario superare come mero mezzo per ottenere, trasparenza il baluardo di una le differenziazioni attualmente appunto, la quotazione) forte deriva autoregolatoria, ma esistenti fra i segmenti del significative divaricazioni (anche si assiste anche alla crescente mercato mobiliare regolamentati solo sotto forma di attivazione concentrazione dei mercati (in cui e quelli non regolamentati. di clausole statutarie non precluse l’Italia è stata clamorosamente A tal fine occorre impedire che gli dalla normativa). Il Regolamento coinvolta) e al continuo intermediari regolati operino anche della borsa di Milano del 1960 ripresentarsi di bisogno sui mercati non disciplinati come si era limitato a richiedere che di regolamentazione. pure che intermediari non regolati dei due bilanci di cui già si Cerchiamo, chiuso questo excursus, trattino valori destinati alla chiedeva la sussistenza entrambi di riannodare i fili della vicenda negoziazione ufficiale. Questo presentassero risultati positivi con storica per osservare come, una obiettivo è perseguibile soltanto “remunerazione del capitale” per volta posto il problema dei mercati attraverso la disciplina di tutti i quanto riguarda l’ultimo. finanziari in una dimensione che segmenti di mercato e di tutti Si aggiungeva il requisito del vedeva il comparto bancario come gli intermediari che in esso capitale minimo di un miliardo, un “di cui”, fosse inevitabile che la vi operano». quello dell’intera liberazione Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia La regolamentazione delle società quotate Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 65 e libera circolazione dei titoli, una regolamentazione delle obbligazioni sufficiente distribuzione dei titoli: convertibili, sino allora note alla requisito, quest’ultimo, lasciato alla prassi, ma non disciplinate, la cui discrezionalità degli organi di emissione è pure riservata borsa con facoltà di considerare, in opzione. Nello stesso tempo per accertarlo, anche le si apre la via, in accoglimento del transazioni fuori mercato. noto, ancorché non incontrastato, Nasceva una embrionale disciplina filone riformatore appalesatosi al dell’informazione in quanto le tempo dei lavori della commissione società quotate erano tenute Santoro Passarelli, alle azioni senza a trasmettere alla Camera diritto di voto, ma con privilegi di Commercio, il bilancio, patrimoniali (ivi compreso il diritto le modifiche statutarie, all’utile) destinate, seppur in via le modifiche relative alla facoltativa, e per il massimo del composizione del capitale e quelle cinquanta per cento del capitale, degli organi sociali e dei ai soci risparmiatori. Vi è la forte funzionari con firma, nonché ipoteca, tuttavia, che le azioni di «tutte le informazioni sul proprio risparmio agevolassero in definitiva ordinamento legale e sulla propria il gruppo di comando, che ridottosi situazione finanziaria riveniente (potenzialmente sino) alla metà dalla Camera di Commercio». il capitale con diritto di voto La l. 216/1974 in realtà contiene e grazie all’intoccato e intoccabile norme dedicate alle società sistema della catena, nonché, quotate, ma anche spezzoni occorrendo, alle stesse obbligazioni di riforma di diritto comune convertibili, poteva conseguire, di portata generale che riprendono un formidabile effetto leva, temi cari ai filoni riformisti un controllo ultraminoritario. susseguitesi nel tempo. Secondo lo schema del filone La ratio delle riforme è composita. riformatore degli anni Sessanta, Da un lato, si definiscono meglio la trasparenza dei possessi il controllo e le partecipazioni azionari, l’irrobustimento della reciproche con la controllante, disciplina contabile (si disciplina così come si disciplinano in modo analiticamente il conto profitti rigoroso le deleghe; il che e perdite e la relazione degli dovrebbe rafforzare la supervisione amministratori), la certificazione assembleare e il bilanciamento, per (questa solo per le quotate) dei così dire, artificiale del potere dei bilanci e il controllo (rigorosamente gruppi di controllo (e del sistema non di merito, ma solo) bancario depositario delle azioni). sull’informativa societaria, dovevano Anche in quest’ottica (come in sortire quell’effetto compensativo quella della tutela patrimoniale) che Bruno Visentini illustrava va letta la più rigorosa normativa lucidamente nella relazione in tema di opzione (il calcolo del introduttiva al Convegno di Venezia prezzo di emissione delle azioni organizzato nel 1966 dalla Rivista di nuova emissione con esclusione delle società (Visentini, 1968). dell’opzione che in caso di L’ampio potere di richiesta di quotazione non si aggancia ancora informazioni attribuito alla Consob al valore di borsa, ma ne deve (che allora tuttavia non si tener conto), nonché la estendeva alle società controllanti 64 65 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 66 e controllate, ma comprendeva Oltre ai richiami, ai contenuti si pensi ai sistemi di nomina degli le finanziarie di una certa e alle logiche e linee di policy organi sociali delle società dimensione seppur non quotate), sottese (avverto: non sempre facili quotate) sono frutto del fatto che la più rigorosa disciplina delle da identificare) va sottolineato un l’orizzonte della disciplina guarda partecipazioni reciproche delle dato che pare solo formale, ma al mercato finanziario. Ai soci, quotate stesse, la normativa (per che in realtà è indice della nuova ai creditori, si affianca il mercato i tempi, questa sì, lungimirante) prospettiva che il diritto societario degli investitori potenziali se non dei compensi oltre che degli assume con la l. 216/1974. (per ricorrenti filoni dottrinari, emolumenti di amministratori, Le riforme vengono, per quanto e non solo) la ricca articolazione sindaci, direttori generali di società possibile, inserite nel codice civile, dei vari stakeholders. quotate completavano il pacchetto ma si forma parallelamente pure dei contrappesi di supervisione un corpo autonomo di norme, (allora, data la asfitticità del anche di natura primaria contenute mercato) soprattutto esterna in leggi speciali, leggi speciali che di quel consolidamento del gruppo poi confluiranno (o si cercheranno 2.12 Il driver comunitario e la torrentizia produzione legislativa degli anni Novanta di comando che gli interventi sulla di far confluire) nel Tuf. tipologia delle azioni consentiva. All’articolarsi delle fonti di E ancora, e infine, sui filoni aperti Già si è fatto cenno di come con formazione della normativa che, dalla l. 216/1974 (autorità di la l. 216/1974 faccia la sua come già si è visto, si sviluppa controllo, mercati, intermediari, apparizione nel panorama con la l. 216/1974 corrisponderà disciplina delle quotate) doveva regolatorio italiano l’offerta una pluralità di fonti di di lì a poco inserirsi il driver, che pubblica già nota alla realtà conoscenza che si tenterà con in breve tempo divenne impetuoso economica con la famosa Opa il 1998, ma anche con la riforma e determinante, della legislazione di Sindona sulla Bastogi e che del 2003, di ricondurre solo comunitaria (Costi, Enriques, 2004, la Borsa in via di ai due binari del Tuf e del codice. p. 17 ss.). Con il progredire del autoregolamentazione aveva per Ma il Tuf non diventerà mai mercato unico, cresce a ritmo prima, sulla scorta del modello la (unica) sedes materiae della vorticoso l’esigenza di inglese del Take-over Code, voluto disciplina delle società quotate. armonizzazione della legislazione disciplinare. La prima disciplina è Un’ulteriore caratteristica si coglie della grande impresa (ben presto succinta. Spetta alla Consob, cui nella normativa sulle società dell’impresa tout court) e dei va indirizzata la prescritta quotate della l. 216/1974, mercati finanziari con un comunicazione dell’operazione con caratteristica che diventerà una susseguirsi di direttive. le condizioni, modalità, termini di costante nella legislazione Ammissione alla quotazione, svolgimento proposti, stabilire «i successiva. Mi riferisco al fatto che prospetti di quotazione, organismi modi in cui l’offerta deve essere alcune norme disciplinano in modo di investimento collettivo, offerte resa pubblica, nonché i dati e le differenziale istituti (o aspetti di pubbliche, soglie rilevanti notizie che deve contenere». istituti) comunque oggetto della di partecipazione, insider trading, Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia disciplina di diritto comune, altre per non parlare dei servizi anche, a livello di fattispecie, di investimento, sono solo alcune riguardano le sole società quotate. delle tematiche che le direttive Costituisce ormai luogo comune, europee nel loro spesso ma negli anni Settanta particolarissimo e lungo iter rappresentò un’innovazione di cui affrontano. E si affiancano alle non si ebbe subito compiuta direttive societarie che mano a consapevolezza, che questi nuovi mano avranno attuazione in Italia territori guadagnati alla a livello di disciplina generale regolamentazione societaria (ma societaria (ma non di rado con anche aspetti della nuova specifica e differenziata rilevanza disciplina di istituti tradizionali: per le quotate) inserendo nella La regolamentazione delle società quotate Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 67 legislazione nuovi istituti, quali la legislativo 16 gennaio 1991, n. 22) tempo a creare un’importante scissione e i bilanci consolidati. e dei conti annuali (decreto categoria di investitori istituzionali Ne deriva una produzione legislativo 9 aprile 1991, n. 127), (e per la verità molto di più, dato legislativa tra la metà degli anni mentre risale al 1986 il decreto il ruolo che le fondazioni Ottanta e la metà degli anni del Presidente della Repubblica andranno assumendo con Novanta davvero torrentizia, 10 febbraio 1986, n. 30, attuativo il tempo). Le banche, formalmente spesso scoordinata e con non della seconda direttiva con la (nella prima fase del vincolo pochi spazi di incoerenza. nuova disciplina dei conferimenti, dell’appartenenza del 51% del Nel comparto dei mercati e degli degli acquisti pericolosi, degli capitale con voto agli enti investitori istituzionali, dopo dieci acconti dividendi, l’ampliamento dei conferenti) privatizzate, libereranno anni dall’introduzione dei fondi poteri del consiglio per le nuove in un quadro più concorrenziale mobiliari aperti, nel giro di un emissioni su delega assembleare. capacità operative che in buona biennio vengono disciplinati le Dal 22 luglio 1989 al 24 aprile misura influiranno e incideranno SICAV (decreto legislativo 25 1992 fu Ministro del Tesoro Guido sui mercati mobiliari. Naturalmente, gennaio 1992, n. 84), i fondi Carli che, come agevolmente contributo significativo viene dalla pensione (decreto legislativo risulta dalle cronologie sopra nuova legge bancaria (decreto 21 aprile 1993, n. 124), i fondi riferite, diede notevole impulso legislativo 1° settembre 1993, comuni di investimento mobiliare alla costruzione di una cornice n. 385) relativamente alla quale chiusi (legge 14 agosto 1993, che favorisce il formarsi di un è stata messa in luce n. 344), i fondi comuni di efficiente e significativo quadro la fondamentale svolta della investimento immobiliare (legge istituzionale per i mercati italiani liberalizzazione delle emissioni 25 gennaio 1994, n. 86). (Craveri, 2008). E il riferimento a di titoli atipici. Ma non è la sede A pochi mesi dalla nascita delle Guido Carli mi permette di porre per illustrare sinteticamente SIM si disciplinano l’insider trading l’accento su di una vicenda che la fondamentale rilevanza della (legge 17 maggio 1991, n. 157) spesso fra i giuristi e nella legge bancaria. e le offerte pubbliche di acquisto, ricostruzione delle tappe per la vendita, sottoscrizione con formazione di un corpus normativo l’introduzione dell’istituto dell’Opa istituzionale dei mercati non trova obbligatoria (legge 18 febbraio grande attenzione, che anzi con 1992, n. 149), disciplina destinata il passar del tempo ha spesso a incidere «profondamente sul ricevuto più critiche che diritto delle società, con azioni apprezzamenti (ancora una volta quotate, soprattutto sotto il profilo con non adeguata sensibilità della circolazione delle storica). Mi riferisco alla vicenda partecipazioni e, quindi, sulle delle privatizzazioni: e vi regole per l’acquisizione del comprendo pure la l. 30 luglio controllo su queste categorie 1990, n. 218 (ed i successivi di società» (Costi, 2008 p. 32), decreti delegati) sulla ma destinato pure a ravvivare ristrutturazione degli enti pubblici il dibattito vecchio ormai più di creditizi, che con la trasformazione settant’anni sui patti di sindacato, delle società pubbliche in spa, considerati ostacolo a quel il collocamento prima di una mercato del controllo e a quella minoranza del capitale e poi senza tutela del valore dell’investimento limiti, la costituzione delle dell’azionariato diffuso che si fondazioni a seguito della vorrebbe incentivare. separazione dell’azienda bancaria Il 1991 felix vede un’attuazione dall’ente creditizio, era destinata delle direttive comunitarie sulle a dare un significativo spessore al fusioni e sulle scissioni (decreto mercato azionario e allo stesso 66 67 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 68 La ristrutturazione degli enti sulle privatizzazioni c’è la realtà mercati finanziari e mobiliari, pubblici creditizi fu in un certo della vicenda. Il mercato aumenta nonché degli intermediari e degli senso banco di prova e misura di spessore con i titoli di alcuni “altri aspetti comunque connessi”. prodromica alla vicenda delle ex enti pubblici, si “scoprono” e Contiene pure, quasi tra le pieghe, privatizzazioni (che Carli predicava praticano tecniche di collocamento una delega per modificare (questo con passione e convinzione, ma (dal book building alla green shoe) il termine adottato) «la disciplina non riuscì a portare a esiti non certo frequenti nella prassi relativa alle società emittenti titoli conclusivi). Il processo prende italiana. sui mercati regolamentati, con avvio con il decreto legge 5 Tutto si svolge nei primi anni particolare riferimento al collegio dicembre 1991, n. 386, convertito Novanta, anni che si dovrebbero sindacale, ai poteri delle nella legge 29 gennaio 1992, n. mettere a fuoco per ciò che minoranze, ai sindacati di voto 35. Continua con il decreto legge hanno significato per comprendere ed ai rapporti di gruppo, secondo 11 luglio 1992, n. 333, convertito la complessità dei processi. criteri che rafforzano la tutela nella legge 8 agosto 1992, n. 359, Il mercato finanziario italiano del risparmio e degli azionisti e con la delibera del consiglio dei progredisce e si costruisce di minoranza». Di qui doveva ministri 30 dicembre 1992. modernamente (si badi: qui nascere il Tuf, punto di arrivo Segue la direttiva Cipe dell’inizio la prospettiva è solo quella del di un complessissimo processo del 1993 e quella del presidente giurista) proprio nel momento di costruzione di un’organica e del consiglio 30 giugno 1993 in cui matura una grave crisi moderna disciplina. Come già per (modificata il 15 ottobre 1993). politica con, e grazie a, un la l. 216/1974 si lavora dilatando Inizia l’iter parlamentare un fortissimo vincolo comunitario, una (per la materia societaria) disegno di legge per una disciplina anche come via d’uscita da una sintetica delega. A differenza di organica delle procedure di pesantissima situazione economico allora il vincolo comunitario è privatizzazione, disegno trasformato finanziaria del Paese. (in parte e volutamente) potente in decreto legge nel settembre e benefico propulsore. 1993, reiterato più volte e La storia del Tuf è ben nota. 2.13 Dal Tuf alla riforma del 2003 del Tesoro 30 settembre 1997 la introduce fondamentali innovazioni È ben comprensibile che a questo Draghi, direttore generale del alla disciplina dei mercati finanziari punto si senta la necessità di tesoro, già incaricata di attuare la e alle società privatizzate: tirare le fila. I filoni normativi legge delega 52/1996 per quanto innovazioni che saranno destinate presenti nella l. 216/1974 si sono riguardava l’Eurosim viene all’uopo approdato finalmente alla legge 30 luglio 1994, n. 332 (Marchetti, 1995). Una legge, quest’ultima, che Con un decreto del Ministero commissione presieduta da Mario a essere recepite nella legislazione sviluppati, articolati, aggrovigliati, integrata. La Commissione termina successiva. Mi limito a ricordare registrano nuovi affluenti, si i suoi lavori nel dicembre 1997 il voto di lista per la nomina confrontano con una realtà e il consiglio dei ministri licenzia del consiglio di amministrazione, sempre più globale, più market il testo nel febbraio 1998. l’unificazione delle partecipazioni oriented. Il Tuf dà sicuro corpo a una apportate a un patto di sindacato La legge comunitaria 1994 (legge disciplina speciale della società ai fini dell’Opa obbligatoria, 6 febbraio 1996, n. 52) quotata rispetto alla disciplina il limite di possesso azionario rappresenta uno snodo comune, tanto da riproporre a (destinato a cedere peraltro con fondamentale dell’ulteriore livello dottrinale con rinnovato un’eventuale Opa), il voto per cammino. Delega ad attuare fondamento l’interrogativo se la corrispondenza. Certo, si introduce la cosiddetta direttiva Eurosim, società quotata rappresenti ormai anche la golden share che sarà delega attuata con il decreto un “tipo” societario a sé stante. destinata, sulla scorta dei principi legislativo 23 luglio 1996, n. 415. Dal punto di vista formale non comunitari, a una drastica Ma la legge comunitaria contiene rinunzia a intervenire sul codice riduzione della sua portata pure la delega a riordinare civile, ma si pone come il secondo discrezionale. Accanto alla legge complessivamente la materia dei binario in cui (prevalentemente) si Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia La regolamentazione delle società quotate Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 69 colloca la disciplina delle quotate. Senza voler qui ripercorrere le varie norme sulle società quotate del Tuf, certo è che esse riflettono un clima nel quale la centralità del mercato e la convinzione che un adeguato sistema di gestione e controllo, la corporate governance, secondo una terminologia importata ormai da almeno quasi due decenni (Chiappetta, 2007, p. 1 ss.), spesso usata con aspettative messianiche se non mistificatorie (Rossi, 2001) affiancato da ampia informazione e presidi per le minoranze (i tutt’altro che disarmati investitori istituzionali) possano stimolare una supervisione del sistema e un combinato operare della pressione di “voice” ed “exit” tali da consentire un’efficiente gestione e adeguati ricambi proprietari (per questa visione estrema Marchetti, 2003). Basta scorrere la rubrica del titolo II del Tuf dedicato agli emittenti strumenti finanziari quotati per rendersi conto di come questa linea si articola: trasparenza verso il mercato e degli assetti proprietari (compresi i patti di sindacato cui l’introduzione della cosiddetta si attribuisce un limite di durata minoranza di blocco nelle e che sotto il profilo del concerto assemblee straordinarie (clamorosa assumono rilevanza centrale fu la bocciatura nel febbraio 2001 per l’Opa obbligatoria), collegio della fusione Montedison-Falck) sindacale (del quale sono rafforzati (Portale, 1999). i poteri ed è prevista l’elezione per Il significato del Tuf per le lista con la riserva di almeno discipline delle società quotate un sindaco alla minoranza), tutela ovviamente non prescinde da tutto della minoranza (con l’introduzione il contesto del provvedimento, della sollecitazione per raccolta nel quale spicca la nuova delle deleghe, di rafforzati poteri disciplina dell’Opa obbligatoria per la convocazione degli organi al raggiungimento del 30% con sociali, la denuncia al collegio la regolamentazione delle misure sindacale e al Tribunale, l’azione difensive (che la vicenda Olivetti- sociale di responsabilità). Telecom doveva mettere alla Particolare rilevanza nella prassi prova), delle esenzioni, dell’azione sarà destinata ad avere di concerto. 68 69 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 70 Il dibattito sul Tuf mise in luce il Italiana spa nel 1998 con carattere di coraggiosa ma anche il concorso di rappresentanti prudente innovazione e, in degli emittenti e di giuristi costituì particolare, la neutralità rispetto ai il Comitato per la corporate modelli proprietari della public governance delle società quotate company o dei nuclei stabili e che varò nel 1999 un Codice delle maggioranze precostituite. di Autodisciplina affidato alla Le soluzioni adottate in tema di volontaria adozione. Il codice, patti di sindacato ne sono come noto, fu soggetto eloquente testimonianza. Così a successive revisioni. come, in negativo, ne è In quest’ambito si affermano testimonianza il timido (e l’aggettivo terminologie e figure nuove per forse pecca per eccesso) approccio l’ambiente italiano: gli ai gruppi (Cottino, 1996), approccio amministratori indipendenti, che, viceversa, la riforma societaria i comitati consigliari (per il varata con il decreto legislativo controllo interno, le remunerazioni, 17 gennaio 2003, n. 6, coltiva le nomine). Si formulano principi di (con la legittimazione e la pur governance articolati che integrano succinta disciplina della direzione gli ampi spazi che la disciplina e coordinamento) a livello di diritto legale degli organi sociali affida comune senza incidere peraltro all’autonomia privata. Con il Codice sugli assetti proprietari delle società di Autodisciplina inizia un’altra quotate. vicenda (o, qualcuno potrebbe chiedersi, si verifica un ritorno all’origine) delle fonti di un settore 2.14 L’autodisciplina e gli ultimi sviluppi sino alla legge sul risparmio, alla direttiva shareholder rights … e non solo del diritto commerciale: ora le società quotate. Le prassi che si vanno formando in adesione al Codice di Autodisciplina in qualche misura saranno destinate a essere recepite dalla normativa, con un Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia In un clima di forte fiducia in un processo che ricorda la corretto, decisivo, selettivo ruolo codificazione delle consuetudini. del mercato in ordine alla più Il caso classico è quello degli efficiente gestione degli emittenti amministratori indipendenti che, quotati, in un clima in cui le dapprima “raccomandati” in sede strutture del mercato borsistico di autodisciplina, divengono poi perdono le connotazioni prescritti con la l. 28 dicembre pubblicistiche per divenire strutture 2005, n. 262 (legge sul risparmio), gestite nella forma dell’impresa così come diventa obbligatoria privata, ancorché a vigilanza la informativa in occasione delle pubblica, era del tutto naturale assemblee annuali delle società che anche in Italia si guardasse quotate circa lo stato di adesione all’opportunità di codici volontari a codici di comportamento. di comportamento e autodisciplina Persino a livello di diritto comune degli emittenti quotati sull’esempio societario è consentito far di una prassi di matrice riferimento per ulteriori requisiti anglosassone ormai diffusa degli amministratori a codici di all’estero. Fu così che Borsa comportamento (art. 2387 cod. La regolamentazione delle società quotate Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 71 civ.). Un ruolo “pilota”, quello 2006, n. 303). Con la legge sul dell’autodisciplina, che si affianca risparmio si reagisce, come noto, a quello svolto storicamente degli con un provvedimento composito ordinamenti e della legislazione e affastellato (Rossi, 2006) agli speciale (privatizzazione, credito). “scandali” Cirio e Parmalat, per Una nuova e importante fonte che non parlare delle vicende bancarie si affianca e intreccia con quella del 2005. Ma la reazione è a legislativa primaria e secondaria qualcosa di ben più vasto. e con quella comunitaria a È l’eco italiano alla vicenda Enron riflettere la complessità di una e altri clamorosi casi statunitensi. disciplina che a ogni livello sente È questo, ex post il campanello la insufficienza della dimensione d’allarme che la grande fiducia nel nazionale e è ricca di osmosi con mercato e nell’autodisciplina forse prassi ed ordinamenti diversi. era stata eccessiva e rivela “buchi” Il Tuf, punto di arrivo unificante e pericoli sistemici. di una torrentizia e disarticolata La legge sul risparmio è produzione legislativa, ben presto complessa e opera in più direzioni. diventa, a sua volta, punto di Sotto il profilo del diritto partenza per un non meno ricco societario si introduce il voto processo di arricchimento (o di lista anche per il consiglio affaticamento) normativo, di amministrazione, si rafforzano non scevro da intrecci e i poteri delle minoranze, sovrapposizioni. Seguire uno a uno si introduce la figura del dirigente questi ulteriori arricchimenti – che, preposto alla redazione dei a loro volta postulano documenti contabili societari, aggiornamenti alla normativa si irrobustisce la disciplina sulla Già si è detto della obbligatorietà secondaria varata in applicazione disclosure dei compensi. I poteri della nomina di amministratori del Tuf – è impresa ardua. della Consob essi pure sono indipendenti (almeno uno) Un momento fondamentale, che rafforzati. Se a proposito della l. 4 introdotta dalla legge sul risparmio si concretizza dal punto di vista giugno 1985, n. 281, si è parlato per i consigli con più di sette formale in larga misura in (Libonati, 1985), in relazione componenti. Il cammino degli modifiche al Tuf, è rappresentato all’accrescimento dei poteri della amministratori indipendenti iniziato dalla l. 18 aprile 2005, n. 62, che, Consob di “quarta Consob” con il codice di autodisciplina era in attuazione ancora una volta verrebbe da chiedersi a quale poi destinato a uno sbocco di una direttiva comunitaria edizione dell’organo di vigilanza si di grande rilevanza positiva con (n. 2003/6) rivede e inasprisce sia giunti nell’arco di vent’anni. il varo da parte della Consob la disciplina dell’insider trading La legge sul risparmio cerca un del Regolamento disciplinante e della manipolazione del mercato equilibrio tra irrobustimento delle le operazioni con parti correlate con largo spazio alla sanzione minoranze da un lato, e dei n. 17221 del 12 marzo 2010, penale, notevolmente controlli esterni, dall’altro. in esecuzione (tormentata ridimensionata invece in sede di La cosiddetta direttiva shareholder e contrastata) dell’art. 2391-bis diritto comune proprio per i reati rights attuata con il decreto codice civile, quale a sua volta, societari “di base” (a partire dal legislativo 27 gennaio 2010, n. 27, novellato nel 2004. falso in bilancio) con il decreto si muove (anacronisticamente? La normativa sulla cosiddetta legislativo 11 aprile 2002, n. 61. viene da chiedersi dopo la crisi responsabilità penale dell’impresa Il secondo momento è del 2008-2009) decisamente nella nata in una prospettiva del tutto rappresentato dalla già evocata prima direzione lungo la via diversa dalle problematiche legge sul risparmio (emendata con dell’incentivazione degli azionisti tecniche delle società quotate il decreto legislativo 29 dicembre alla autotutela. e dei mercati finanziari finisce 70 71 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 72 peraltro a incidervi nei momenti il punto più avanzato, nonostante e non possono essere considerate in cui richiede apparati e la numerosità delle norme in cui separatamente, confluendo, invece, procedure di controllo che vanno si articola, della grande ondata in un sistema unitario» (Angelici, ad affiancarsi (o sovrapporsi) al di fiducia nei mercati e nella 2006, p. 19). complesso sistema di controllo capacità del sistema di scegliersi, A centocinquant’anni delle società quotate. solo se gli fosse stato consentito, dall’unificazione non si può, Ciò contribuisce a creare la struttura societaria più adatta comunque, e conclusivamente, meccanismi spesso elefantiaci alle proprie esigenze. Le norme non sottolineare come la riforma (funzione aziendale di controllo e i vari tipi di società sono del 2003 suoni come una scelta interno nei suoi vari livelli, idealmente allineati lungo un nettamente favorevole alla visione comitati di controllo, collegio continuum che ha i suoi estremi liberista della società per azioni sindacale, revisori, organo di nella s.r.l., da un lato, e nella che all’inizio del cammino vigilanza, dirigente responsabile società quotata, dall’altro, e lungo si contendeva il campo con dei dati contabili e relative questo stesso asse le norme concezioni più pessimistiche specifiche procedure) di controllo sono, per così dire, in un e interventiste. Scelta obbligata che rischiano di generare crescendo di imperatività che la prima, visione definitivamente inefficienze e incertezze. Il disagio tocca (ma relativamente, perché superata la seconda, verrebbe è unanime, come unanime la concessione di fondo naturale dire. In realtà sotto è il disagio per un’informazione, è complessivamente molto forme nuove, più sofisticate oltretutto complessa, che rischia, liberista) con le società quotate e mediante il pendolo, specie in una esasperante ansia di il massimo, stante la esigenza per le società quotate (all’inizio completezza analitica di far di tutela di interessi generali. ricordiamo che società per azioni trascurare gli “insiemi L’esigenza di favorire una e società con azioni quotate fondamentali”. Si sente il bisogno concorrenza tra ordinamenti, tendenzialmente coincidevano), di trovare e ricomporre le fila porta, ancora una volta, continua a oscillare tra i due poli. di questi labirinti oggi come alla a includere nel sistema nuovi Nelle varie riforme e nei vari vigilia del Tuf. Trovare bussole istituti quali i sistemi alternativi allargamenti o rimodulazioni delle i orientamento, lettura, di gestione e controllo discipline che si sono passate in comportamento non significa (ma il sistema dualistico non era rassegna l’accento cade, ora più diminuire le difese. estraneo, basta scorrere Vivante, ora meno, su uno dei due aspetti. Siamo così alla cronaca dell’oggi alla proposta di riforme dei nostri La crisi del 2008-2009 testimonia e si sono trascurati molti aspetti vecchi), i patrimoni separati, gli una vicenda anche regolamentare quali, anzitutto, la riforma strumenti finanziari (Ferro-Luzzi, tutt’altro che avviata a largamente bipartisan (Vietti, 2005). La nuova s.r.l. dovrebbe un’evoluzione pacifica e lineare. et al., 2006) del diritto comune contribuire a ricondurre la società Lo scenario è enormemente più societario del d.lgs. 6/2003, per azioni, come alle origini, ampio e complesso, ma dilemmi riforma che concorre a in una zona complessivamente più e scelte che hanno punteggiato consolidare la disciplina contigua ai mercati mobiliari una lunga storia sono tutt’altro differenziale delle società quotate (Montalenti, 2006). Tutto ciò ha che obsoleti. Non esistono tabù insistendo peraltro anche nel evidenti influssi non solo sulla e santuari. Dall’Europa ci si invita tentativo di riservare una speciale disciplina generale dell’impresa a riflettere sulla magica formula regolamentazione (non sempre (Spada, 2004) ma anche sugli della corporate governance. Ma convincente), anche delle società emittenti quotati e sui mercati con ciò siamo davvero a queste con “azioni diffuse fra il pubblico finanziari a testimoniare una volta ore. La vicenda storica di ieri in misura rilevante” una delle due di più «che tra disciplina delle apre sempre di più interrogativi componenti della categoria delle società e disciplina dei mercati sul domani. società “che hanno ricorso al finanziari non intercorre un mercato del capitale di rischio”. rapporto di estraneità, ma esse La riforma del 2003 segna reciprocamente si influenzano Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia La regolamentazione delle società quotate Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 73 Bibliografia Acerbi G., 2010. La mancata riforma e la riforma delle società azionarie nel secondo dopoguerra - Dal 1942 ai prodromi del centrosinistra, Tra imprese e istituzioni. 100 anni di Assonime, vol. 4. Bari: Laterza. Acerbi G., 2011. Le società azionarie italiane all’ante-unità, alla vigilia e all’indomani dell’Unità. Dattiloscritto. Angelici C., 2006. La riforma delle società di capitali. Lezioni di diritto commerciale. 2 ed. Padova: Cedam. 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Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 74 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 75 3 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 77 3 Fulvio Coltorti1 3.1 Premessa e sintesi cautele imposte dall’utilizzo di fonti diverse per la misurazione del 1 I colleghi dell’Area Studi Mediobanca hanno elaborato insieme con me le tabelle statistiche allegate utilizzando le informazioni che per la parte più remota sono ancora oggi sui nostri tavoli grazie alla cura e alla lungimiranza di chi ci ha preceduto. La stessa diligenza ci ha aiutati a individuare e ricorrere a materiali di altre fonti che sono state integrate con nuove ispezioni. Ringraziamo in particolare Il Sole 24 Ore e gli Archivi storici della Banca d’Italia, della Camera di Commercio di Milano, di Intesa Sanpaolo e di Unicredit. Errori e imperfezioni che dovessero essere sfuggiti restano a mio esclusivo carico. Questo capitolo ha lo scopo medesimo fenomeno nel corso del di documentare e descrivere tempo. Va aggiunto infine che la la dinamica della borsa valori in ridotta dimensione della borsa Italia negli ultimi 150 anni italiana sino ai primi del attraverso statistiche raccolte e Novecento rende problematica rielaborate per anni benchmark. l’interpretazione delle dinamiche Essi sono stati fissati di norma osservabili in quel periodo. Le note con cadenza decennale, dal 1861 metodologiche in calce a questo al marzo 2011. La fonte principale scritto illustrano il contenuto delle è costituita dalle informazioni tabelle. raccolte dall’Area Studi A 150 anni dall’Unità, nel contesto di Mediobanca, istituita nel 1948 dei Paesi avanzati, l’Italia è quello poco dopo la fondazione nel quale il mercato azionario dell’istituto. Questi materiali sono è meno sviluppato. Il rapporto stati, ove possibile, completati tra valore delle azioni quotate ricorrendo ad altre fonti. e prodotto interno lordo (Pil) a È necessario valutare le statistiche fine 2010 era pari al 27% (Tav. cum grano salis (frase cara a 3.1) contro il 65% della Germania, Enrico Cuccia che volle quelle il 72% dei paesi europei raccolti ricerche), tenendo conto che nel Nyse Euronext (Francia, Belgio, quanto più sono remote e tanto Olanda e Portogallo), l’82% della minore tende a essere la loro Spagna, il 101% della Scandinavia, attendibilità. Valgono inoltre le il 117% degli Stati Uniti (Nyse 77 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 78 e Nasdaq), il 161% del Regno da quello delle grandi imprese ridotto il numero dei principali Unito (borsa di Londra) e il 210% poco dopo la fine del miracolo titoli azionari quotati. La nostra della Svizzera. Questa limitatezza economico (Coltorti, 2011). storia si chiude quindi con assai dimensionale si accompagna alla Le politiche pubbliche magri risultati. Alla fine del 2010, scarsa rappresentatività: (nazionalizzazione elettrica, quando la borsa incideva per il escludendo banche e assicurazioni incentivi allo sviluppo del 27% sul Pil, il 43% del valore dei (quelle iscritte al listino coprono Mezzogiorno con largo uso titoli era costituito da azioni più della metà del rispettivo di contributi e prestiti a tassi bloccate dai gruppi di comando settore), le imprese industriali agevolati, salvataggi delle imprese e dagli investitori stabili. e commerciali quotate private in difficoltà con oneri a Considerando il solo flottante costituiscono il 5% appena carico delle partecipazioni statali) l’incidenza si riduceva al 15% del valore aggiunto nazionale. da un lato indebolirono l’area appena del Pil e oltre sette decimi L’attuale modestia della borsa della grande impresa, dall’altro di tale proporzione erano generati italiana mal si combina con le sue tolsero molti incentivi a trovare sul dai primi 10 titoli. Nella top ten origini, se si ripensa alla storia mercato finanziario i mezzi per dominano oggi l’energia, la finanza delle societas publicanorum dei l’espansione della base produttiva. (banche e assicurazioni) e i servizi Romani e della Casa di San I primi due shock petroliferi pubblici. La nostra borsa non è Giorgio dei genovesi. Esempi e l’inflazione a due cifre più dunque lo specchio che richiamano un’impronta tutta completarono l’opera. Gli esiti di un’economia che ha mantenuto italiana nell’invenzione di quel favorevoli delle ristrutturazioni delle una vocazione fortemente mercato che prese nome da una grandi imprese tra fine anni manifatturiera facendone il suo piazza di Bruges. Gli esordi Settanta e primi anni Ottanta dello punto di forza, ma attraverso «ufficiali» furono dimessi, dato scorso secolo riportarono la imprese di dimensione non grande. che nel 1861 erano quotati solo capitalizzazione al 22% del Pil nel 11 titoli a Genova e appena due a 1986 dopo aver toccato il minimo Milano. Contava allora la necessità del 2,5% nel 1977. Fu poi la volta di indirizzare il risparmio alla delle privatizzazioni le quali, dal copertura dell’ingente debito 1992 in poi, arricchirono il listino 3.2 Origine e sviluppo delle borse in Italia pubblico che aveva superato di imprese fondamentali nel nostro La borsa è il luogo in cui vengono il 100% del Pil già nel 1881 assetto produttivo quali Eni ed trattati valori mobiliari e merci. (Ministero del Tesoro 1988, Volpi Enel, oltre alle maggiori banche. Limitandoci ai primi, e in 2002). Ma negli anni a cavallo tra Questi fatti hanno prodotto una particolare ai valori azionari, va da il XIX e il XX secolo, il primo forte spinta alla borsa azionaria sé che possono essere oggetto decollo industriale dell’Italia fu che nel 2000 toccò il massimo di compravendita titoli di ampio fortemente sostenuto dalla borsa storico del 68% sul Pil. mercato, emessi pertanto da azionaria animata dalle banche È poi iniziata una nuova aziende di una certa consistenza miste e dall’espansione delle decadenza riconducibile da un lato e maturità organizzativa. Occorre imprese che esse avevano alle negative performance delle infatti, da un lato che la proprietà promosso o coordinato maggiori imprese (crisi Fiat, scalata possa essere distinta in qualche finanziariamente. Se non si tiene alla Montedison con relativa modo dal controllo totalitario dei conto delle distruzioni belliche liquidazione delle attività non fondatori, dall’altro che questi e dell’iperinflazione che seguì energetiche, fine dell’Olivetti, esprimano una domanda di mezzi soprattutto negli anni ’40 scandali Cirio e Parmalat) e al aggiuntivi a quelli che essi sono in del secolo scorso, il rapporto tra loro dimagrimento a seguito delle grado di (o disposti a) provvedere borsa e Pil appare relativamente politiche di fede anglosassone per l’ulteriore espansione elevato per quei tempi volte a distribuire volumi crescenti dell’impresa. Le imprese che si e comunque superiore a quello di finanza (dividendi, Opa, quotano in borsa sono quindi per odierno (Tav. 3.1). Venne poi buybacks). Le fusioni, soprattutto lo più le grandi società per azioni. il declino della borsa indotto bancarie, hanno nuovamente Storicamente, il fenomeno viene Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Borsa, territorio e sviluppo economico (1861-2011) Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 79 ricondotto alle societas italiani3. Il palazzo era di proprietà publicanorum dei Romani, della famiglia Van der Burse che costituite per la prestazione esibiva uno stemma con tre borse. di servizi pubblici, per la gestione In Italia la prima borsa fu quella di di beni pubblici e per la Genova dove i mercanti si riscossione delle imposte. ritrovavano nella Piazza dei Banchi Esse configuravano una prima su cui sorgeva, già agli inizi del separazione tra proprietà e XIV secolo, una loggia. Il luogo controllo, con le azioni liberamente di riunione degli operatori subì nel negoziabili e relativamente diffuse corso del tempo alcuni traslochi, al pubblico (Malmendier, 2005). anche a seguito di danneggiamenti. Un altro esempio, meno remoto, fu Il Comune provvide al restauro quello della Casa di San Giorgio, dell’originaria Loggia dei Banchi un’istituzione genovese fondata nel che fu donata alla Camera di 1407 che precorse la società per Commercio nel 1839 e dove la azioni assumendo anche connotati borsa riprese a funzionare il 5 di banca centrale e di ente per la luglio dell’anno successivo, data gestione del debito pubblico. che segna la nascita «legale» della La Casa fu costituita per riordinare borsa di Genova. Il Codice di il debito della Repubblica di commercio emanato da Carlo Genova di cui il governo non Alberto nel 1842 contemplò per riusciva più a sostenere gli oneri. la prima volta una disciplina della Consolidò varie emissioni borsa con tanto di riconoscimento concentrando infine, nel 1454, dei corsi ufficiali quali risultato l’intero debito. Lo Stato ottenne delle negoziazioni, accertati dagli mezzi concedendo la gestione agenti di cambio e dai sensali delle imposte e dando in pegno secondo il disposto dei colonie e distretti. La Casa si regolamenti. La stessa istituzione finanziava emettendo quote della borsa fu subordinata ad societarie («luoghi») che diedero autorizzazione regia e l’attività di impulso al mercato dei valori mediazione riservata ai soli agenti mobiliari conferendogli natura di di cambio e sensali nominati dal borsa valori ante litteram e sovrano. La borsa di Genova non affinando la sensibilità dei genovesi ebbe tuttavia da subito questa per la finanza2. autorizzazione, mentre gli La borsa come mercato ebbe intermediari vennero man mano origine dagli usi dei mercanti i nominati in base a una legge quali nel XVI secolo, per realizzare e a un regolamento del 1847; a le loro compravendite, presero quell’epoca Genova figurava con 12 l’abitudine di riunirsi in un luogo agenti di cambio, Torino con 6 comune anziché nelle logge e nei e Nizza con 3. Il regio decreto che broletti delle rispettive città di istituì la borsa fu infine emanato origine. Come ricordò Lodovico il 18 agosto 1855, dopo quello, Guicciardini in un libro pubblicato datato 16 novembre 1850, che nel 1567, la parola deriva da un riconosceva la borsa di Torino palazzo che si affacciava in una a sua volta oggetto di un atto piazza di Bruges (Paesi Bassi) nel precedente dei francesi quale si diffuse quel costume cui di Napoleone nel 1802 (Da Pozzo non furono estranei i mercanti e Felloni, 1964; Acerbi, 2008). 78 79 2 Per i dettagli si veda Archivio di Stato di Genova e Società Ligure di Storia Patria, La Casa delle Compere e dei Banchi di San Giorgio. Cenni storici; www.lacasadisangiorgio.it 3 Si veda anche Da Pozzo e Felloni, 1964, p. 3. Successivamente la borsa si spostò ad Anversa a causa del forte sviluppo di quella città oltre che dell’interramento dell’estuario del fiume Zwyn sul quale era sorta Bruges (Acerbi 2008). Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 80 4 5 6 Contrariamente a quanto riferito da taluni storici, la Banca Nazionale non ha mai avuto statutariamente l’estensione «negli Stati Sardi» che però veniva riportata nei certificati azionari. Il primo decreto che riporta un’estensione alla denominazione Banca Nazionale è quello del 1° maggio 1866, n. 2873 dove l’istituto viene denominato «Banca Nazionale (nel Regno d’Italia)» e allo stesso anno risalgono i primi biglietti emessi con la nuova denominazione (decreto del 16 maggio 1866); ma la prima relazione annuale che cita l’estensione è quella sull’esercizio 1867, approvata il 18 febbraio 1868 (informazioni raccolte presso l’archivio storico della Banca d’Italia). In onore del massimo campanilismo, il progetto di fusione recitò: «non è l’Istituto più grosso che inghiotte i due minori; i quali, inghiottiti così, non lasciano alcuna traccia di sé. Sono i tre istituti che mettono insieme le loro forze e la loro vitalità per crearne uno nuovo» (Piccinelli, 1897). Il privilegio di unico emittente fu acquisito nel 1926, quando cessarono i poteri di emissione del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia. Si veda anche Contessa e De Mattia, 1993. Da Pozzo e Felloni (pp. 361 e ss. e 387 e ss.), annuario R&S 2010 (scheda FS-Ferrovie dello Stato), Ministero del Tesoro (1988; pp.22 e ss.). Le tre concessionarie in forza delle nuove convenzioni del 1885 entrarono tutte in borsa. Le Meridionali furono costituite nel 1862 e quotate a partire dall’anno successivo. Le Ferrovie del Mediterraneo furono costituite nel 1885 e quotate nello stesso anno. Le due avevano assorbito la rete della Società per le Ferrovie dell’Alta Italia, fallita e riscattata dallo Stato nel 1875. Entrambe le società sopravvivono e sono le due più «vecchie» del listino italiano: la prima sotto il nome del fondatore (Bastogi), la seconda con la denominazione Mittel. Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Le prime borse a nascere nel dicembre 1849 quando, per «ufficialmente» in Italia furono volere di Camillo Benso di Cavour, quelle di Napoli e di Trieste (borsa furono uniti i due istituti Italiana, 2008). La prima fu istituita di emissione sabaudi, quelli da un atto sovrano del 22 giugno di Genova e di Torino, col titolo 1778 di Ferdinando IV scegliendo di Banca Nazionale. La sede era come luogo iniziale il Chiostro di in entrambe le città, ma quella San Tomaso d’Aquino. A Trieste ligure era la sede centrale. furono ancora i francesi a far Nel corso di un’adunanza del nascere una borsa locale nel Consiglio Superiore il 15 novembre 1755. La Borsa di Milano, che 1864 fu decisa l’aggiunta «nel diventerà la più importante d’Italia, Regno d’Italia» (tra parentesi) per ebbe anch’essa matrice «armonizzare» allo stato politico napoleonica; l’istituzione avvenne di quel tempo e inoltre per evitare con decreto del viceré Eugenio confusione con la Banca Nazionale Napoleone Beauharnais all’inizio Toscana4. Nel 1865 la sede venne del 1808. Ma questo atto fu in trasferita a Firenze e in ottobre vi buona misura «anticipatore» fu un primo tentativo di fondere le di esigenze locali che si due banche quasi omonime. manifestarono solo più tardi con In effetti, la Banca Nazionale aveva il progresso delle attività potuto estendere la sua attività in economiche e finanziarie (Pivato e tutta l’Italia salvo che in Toscana Scognamiglio, 1972; Acerbi, 2008). «ove la Banca Nazionale Toscana Sempre a inizio ‘800 furono aveva rapporti col Governo istituite le altre borse «italiane» meritevoli di molta considerazione» (Roma 1802, Venezia 1806, Firenze (Piccinelli, 1897, p. 287). e Livorno 1808). Vennero infine Ugualmente «troppo potenti per Palermo (1842) e Bologna (1861). farsi assorbire» erano i Banchi di Napoli e di Sicilia. La fusione poté avvenire solo più tardi, dopo 3.3 Dimensioni dei mercati la crisi della Banca Romana (che era stata pure autorizzata La Borsa di Genova fu la prima a all’emissione dei biglietti nel 1870). quotare valori azionari. Nel 1844 La legge del 10 agosto 1893 vi entrarono infatti la Banca di formò la Banca d’Italia riunendo Sconto di Genova e la Società per Banca Nazionale, Banca Nazionale l’Illuminazione a Gaz. Nel 1857 fu Toscana e Banca Toscana di raggiunto un primo massimo di 30 Credito, caricandola degli oneri per valori a listino, poi ridimensionato. la liquidazione della Banca All’inizio del 1861 Genova quotava Romana5. Il capitale della nuova 11 società. Milano solo due: banca fu stabilito in 300 milioni la Società delle Strade Ferrate di lire (invariato a tutt’oggi nel suo Lombardo-Venete e dell’Italia arrotondamento a 156 mila euro) centrale, prima in assoluto e la maggiore concentrazione di a essere iscritta nel 1858, azionariato era proprio in Liguria e la Banca Nazionale nel Regno con il 40,5% del totale e una d’Italia (futura Banca d’Italia). diffusione media di 1228 azioni Quest’ultima era il principale titolo per ogni 10.000 abitanti; seguivano anche a Genova. La banca nacque gli investitori piemontesi Borsa, territorio e sviluppo economico (1861-2011) Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 81 e lombardi rispettivamente concentrata su cinque con il 18,3% e il 16,7% del totale concessionarie: le Meridionali, (Nitti 1900, p. 351; Da Pozzo la Società per le strade ferrate e Felloni, 1964, p. 220). dell’Alta Italia (emanazione del A Genova venivano trattate azioni gruppo Rothschild, acquisì di società locali e sabaude che sul inizialmente la rete piemontese) finire dell’800 annoveravano nomi e altre tre per il centro-sud. di assoluto rilievo. Oltre alla citata Il settore subì tuttavia diverse crisi Banca Nazionale, vi erano finanziarie, la prima delle quali la Società Generale di Credito nel 1885 indusse lo Stato Mobiliare Italiano, la Banca di a riorganizzare la rete su tre Genova (futuro Credito Italiano), principali concessionarie: le la Società Italiana per le Strade Meridionali, le Strade Ferrate Ferrate Meridionali (sorta a Torino del Mediterraneo (costituita nel 1862 per iniziativa del conte in quell’anno) e le Strade Ferrate Pietro Bastogi da cui prenderà della Sicilia. Ma questa riforma successivamente il nome), non fu sufficiente per riportare la Società Italiana per le Strade in attivo la gestione dei privati Ferrate del Mediterraneo (fondata e nel 1905 il settore venne a Milano, ma con buon apporto di nazionalizzato istituendo genovesi), la Navigazione Generale un’azienda autonoma dello Stato Italiana (operativa dal 1881 dopo e imponendo la riconversione delle la fusione delle compagnie Florio società ferroviarie private6. di Palermo e Rubattino di Genova), La Borsa di Genova fu la più la Società Ligure-Lombarda per la importante per tutto l’Ottocento; distribuivano in ossequio Raffinazione degli Zuccheri. le valutazioni disponibili portano la «a tradizioni, a locali preferenze Contava soprattutto il fatto che sua quota a un terzo circa di tutti da parte del risparmio e della i genovesi fossero tra i maggiori gli scambi azionari nelle borse banca, a differenze fra gli ambienti investitori italiani. Oltre alle azioni italiane nel 1872; agli inizi del economici regionali» (p. 57). Banca Nazionale, Da Pozzo Novecento la percentuale era Quindi Roma contendeva a Milano e Felloni ricordano che essi valutabile indicativamente intorno il primato nella trattazione dei possedevano, tra il 1883 al 40%, ma negli anni successivi titoli di stato, ma restava indietro e il 1895, dal 50% al 60% del essa venne superata da Milano per le azioni bancarie, insieme con Credito Mobiliare Italiano. che già nel 1911-13 concentrava Genova e Torino. Milano e Genova Consistente, ancorché ignota, era il 38% dei controvalori, seguita da prevalevano per le azioni pure ritenuta la percentuale sulla Genova e Roma appaiate a quota ex-ferroviarie (tra cui Ferrovie Navigazione Generale Italiana. 20%. Si vedano i dati, pur Mediterranee e Meridionali, società I liguri sottoscrissero inoltre, approssimativi, della Tav. 3.2. Veneta) e le saccarifere, mentre rispettivamente, il 7% e il 15% del Negli anni successivi la borsa la seconda primeggiava sempre capitale delle citate Società per le milanese assunse un ruolo leader, nelle azioni marittime. Minerari e Strade Ferrate Meridionali e per le ma le altre mantennero alcune siderurgici (Ilva, Elba, Metallurgica Strade Ferrate del Mediterraneo. prerogative. In un commento steso Italiana, Montecatini, Dalmine, Le ferrovie costituivano un settore nel 1931 sul Movimento Ansaldo) erano molto distribuiti, di intervento appetibile all’indomani economico dell’Italia, gli analisti con prevalenza per Milano e dell’unità italiana, specie dopo che della Banca Commerciale Italiana Firenze. I meccanici (Marelli, una legge del 1865 aveva previsto facevano notare che la Tecnomasio, Fiat, Breda, Isotta che costruzione ed esercizio concentrazione nel capoluogo Fraschini) alimentavano gli affari fossero dati a privati. Gran parte lombardo non doveva nuocere agli quasi solo a Milano mentre gli della rete nazionale venne così affari nelle altre piazze che vi si elettrici (Sade, Gruppo Edison, Sip, 80 81 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 82 Meridionale, Terni, Unes, Pce) la consistenza del listino nel 1907 contavano sia a Milano che a a 168 società. Protagoniste furono Torino. Alimentari varie a Milano, dapprima le banche e le imprese Genova e Roma; immobiliari (Beni di trasporto; più avanti, a partire Stabili, Generale Immobiliare, dal Novecento, si aggiunsero Bonifica Terreni Ferraresi) le elettriche e l’industria pesante principalmente a Roma e Milano, (miniere, metallurgia e meccanica). assicurazioni a Trieste (Generali, In questi stessi anni entrarono Ras, Assicuratrice Italiana) e in borsa praticamente tutte Firenze (Fondiaria). «Si ha pertanto le principali società nei vari settori, una divisione topografica dal Cotonificio Cantoni (1872), dell’attività finanziaria, che al Lanificio Rossi (1873), in buona parte rispecchia al Linificio e Canapificio Nazionale la divisione regionale delle attività (1876); dalla Terni (1895) all’Elba manifatturiere». (1902), dalla Metalli (1897) alla Breda (1904); dall’Edison (1895) alla Montecatini e all’Italgas (1900), 3.4 La dinamica delle società quotate all’Ansaldo e all’Unes-Unione esercizi elettrici (1905), alla SadeAdriatica di Elettricità (1906); Si potrebbe dire che lungo tutto dall’Eridania (1902) all’Italiana il XIX secolo le borse italiane Industria Zuccheri (1904); nell’anno siano state luoghi nei quali le benchmark 1911 la borsa milanese principali contrattazioni contava 158 società. riguardavano i titoli dello Stato, 7 8 9 In questi anni alcune delle maggiori società erano quotate anche in borse estere. Snia Viscosa a Londra, New York e Parigi; stessi mercati per Montecatini con l’aggiunta di Berlino; Comit, Pirelli e Unes a New York e Amsterdam; Edison, Fiat, Terni e Isotta Fraschini a New York; Comit ad Amsterdam. Informazioni tratte dal Movimento economico dell’Italia pubblicato nel 1931 dalla Banca Commerciale Italiana. Rispettivamente, i fratelli Mario e Pio Perrone con la Banca Italiana di Sconto e l’Ansaldo contro la Comit diretta da Giuseppe Toeplitz; il duo Riccardo Gualino-Giovanni Agnelli – ovvero Snia e Fiat – contro il Credito Italiano. Per i dettagli si veda Coltorti 2010, pp. 26 e ss. Inizialmente, un’importante strumento per la raccolta di risorse finanziarie fu l’emissione di obbligazioni convertibili in azioni di controllate. L’iniziativa raccolse un notevole successo, anche perché i titoli prima della conversione erano garantiti dallo Stato cui faceva capo l’emittente. A tutto il 31 dicembre 1950 erano stati emessi sette prestiti per complessivi 50 miliardi di lire, di cui circa la metà Iri-Meccanica 5,50%. V. Ministero dell’Industria e del Commercio 1956, vol. I, p. 100. Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia essendo il numero delle società 1918: in un solo anno ben 44 quotate assai ristretto. Ancora società vennero cancellate; per a fine ‘800 Milano quotava appena metà erano industriali alle prese 45 società e la soglia dei 100 con le riconversioni produttive titoli venne superata solo nel dalla guerra alla pace; ma quello 1905. La storia delle iscrizioni stesso anno registrò due ingressi e delle cancellazioni – ripercorsa di rango, l’Ilva (che diventerà nelle Tavole 3.3 e 3.4 – consente la maggiore impresa siderurgica di individuare alcuni periodi italiana) e la Banca Italiana rilevanti nei quali la quotazione, di Sconto nata dalla fusione tra più che esigenze specifiche la Società Italiana di Credito di singole imprese, rispondeva Provinciale e la Società Bancaria a una corrente espansiva Italiana; il disordine organizzativo o regressiva dell’intera economia. di questo istituto, insieme con Queste «correnti» possono essere il legame incestuoso con l’Ansaldo, riassunte nei punti che seguono. lo portarono alla liquidazione già nel dicembre 1921. 1899-1907: gli anni del primo decollo dell’economia italiana 1920-29: nuova esplosione del (coincidenti all’incirca col periodo listino con 97 ingressi e 46 uscite. giolittiano) videro un massiccio La consistenza toccò un nuovo ingresso di titoli azionari nella massimo a quota 178 nel 1929; borsa milanese; il saldo tra 162 una numerosità che non sarà più iscrizioni e 26 cancellazioni portò raggiunta prima del 1986. Borsa, territorio e sviluppo economico (1861-2011) Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 83 La rappresentatività sull’economia minimo e massimo: 97,8-130,1 azionisti al valore di libro e venne nazionale era assai elevata: nel 1927, 129,4-151,3 nel 1928, retta da un nuovo statuto che nel 1925 era quotato metà del 127,4-128,1 nel gennaio-ottobre affidava l’assetto proprietario capitale di tutte le banche e del 1929; serrando infine a 123,3 in a enti pubblici. Nel 1929 il listino settore minerario e metallurgico, dicembre (il black Thursday di Wall contava 12 istituti di credito; i tre quarti del settore elettrico, Street, divenuto in Europa il black a fine 1936 non ve n’era più il 56-57% nella meccanica e nel Friday a causa della differenza di traccia e così fu per molti anni tessile (Baia Curioni, 1994, p. 180). fuso orario, era caduto il 24 nel timore che le cadute dei corsi In questi anni entrarono nella ottobre). Il movimento degli affari favorissero i run dei depositi Borsa di Milano le Automobili sul finire del 1928 era «imperniato (il primo titolo bancario quotato Diatto (poi assorbite dalla Fiat) essenzialmente sulla attività degli nel dopoguerra fu Mediobanca, e la Snia Viscosa (1920), speculatori professionali nel 1956). La depressione fu molto La Rinascente (1921), la Pirelli e sull’intervento di gruppi ed enti grave nel comparto manifatturiero (1922), Fiat, Sme-Meridionale finanziari: è stata ancora piuttosto la cui rappresentanza nel listino di elettricità, Dalmine e La Soie ristretta la partecipazione effettiva milanese passò da 105 titoli nel de Chatillon (1924), l’Italiana del risparmio privato» (Bachi 1930, 1929 a 71 nel 1936. Unico settore Cementi e Calci Idrauliche (1925, p. 135). Nel 1929 l’aumento a resistere fu quello delle società futura Italcementi), l’Ercole Marelli del costo del denaro ridusse le elettriche, stabili tra 24 e 26 titoli. (1928) e la Cartiere Burgo (1929). operazioni in borsa contribuendo Nel 1936 il valore di borsa delle La vittoria nella prima guerra a un andamento prevalentemente società quotate era pari al 20% circa del reddito nazionale lordo. mondiale e la conquista di Trieste declinante dei corsi con ci portarono in dote le due grandi deprezzamenti nei 12 mesi che compagnie assicuratrici di quella raggiunsero il 51% per le azioni 1948-63: dopo una relativa città, le Generali e la Ras-Riunione seriche e il 41% per quelle stabilizzazione della consistenza Adriatica di Sicurtà (entrarono automobilistiche; il valore dei titoli dei titoli quotati su 120-130 nella borsa milanese dopo il trattati si ridusse del 42%. società, nel periodo della ricostruzione e del miracolo Trattato di Rapallo, rispettivamente nel 1924 e nel 1927)7. Fu un 1930-36: la depressione economico la borsa si rianimò. periodo turbolento al principio, successiva alla grande crisi In quei 16 anni entrarono nel sfavillante nel mezzo e disastroso del 1929 fece molte vittime, listino 47 società e ne uscirono alla fine. Nell’ordine, vi furono le espellendo dal listino 74 società 25. Si trattò tuttavia di flussi scalate alle grandi banche Comit a fronte di 21 iscrizioni. Nel 1936 relativamente contenuti e ciò e Credit8 i cui esiti furono nefasti le società quotate erano 125 perché la grande espansione per le prede le quali appresero e le vittime più eccellenti furono dell’economia fu opera la cattiva arte di acquistare dagli le banche. La Banca Italiana principalmente delle grandi imprese scalatori le proprie azioni; a tale di Sconto era già stata cancellata esistenti le quali prima scopo la Comit promosse nel nel 1923; ora venne il turno delle ricostruirono e poi espansero 1925 la quotazione della stessa tre grandi banche miste, Comit, i loro impianti. Molte di esse erano finanziaria che si era resa Credito Italiano e Banco di Roma, passate sotto il controllo dell’Iri acquirente dei titoli rastrellati colpite dal deprezzamento dei titoli (nuovo ente costituito nel 1933) dai Perrone, il Comofin-Consorzio nel loro portafoglio: l’indice dei il quale, pur fondato con Mobiliare Finanziario. Lo sfavillìo corsi elaborato da Mediobanca un patrimonio pubblico, scelse riguardò i prezzi dei titoli; gli indici cadde del 63% tra la fine del di procurarsi sul mercato i nuovi calcolati da Riccardo Bachi 1928 e quella del 1933. Le azioni mezzi finanziari necessari per passarono da 99,9 nel 1920 (base delle tre banche, nel frattempo la copertura dei nuovi cospicui dicembre 1913 = 100) a 163,4 nel salvate dallo Stato attraverso l’Iri, fabbisogni9. Procedette pertanto 1924, chiudendo due degli ultimi furono cancellate dal listino nel a quotare il maggior numero tre anni con rilevanti «ondulazioni» 1935. Nel 1936 seguì la Banca possibile di società e tra queste (sempre per dirla à la Bachi) tra d’Italia, che rimborsò i propri le finanziarie di settore che via via 82 83 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 84 costituiva per organizzare di una gestione industriale al meglio la propria gestione assennata e innovativa. Il quadro industriale. Nel 1952 fu quotata sconsolante della borsa presentava la Finmare, nel 1953 la però la grande novità del ritorno, Finelettrica; la Finsider era stata nel 1970, delle azioni delle grandi iscritta nel 1940 e la Stet (holding banche, ora «banche di interesse telefonica) nel 1936. Queste nazionale» (Bin). Le loro azioni finanziarie a partecipazione statale furono collocate da Mediobanca furono una delle novità borsistiche che, tra l’altro, aveva portato in del dopoguerra. Il valore di tutte le borsa anche la holding della Fiat, azioni quotate toccò un massimo l’Istituto Finanziario Industriale nel nel 1960 ragguagliandosi al 40% 1969 e, l’anno precedente, l’Alitalia. del Pil; nello stesso anno il Nel 1980 la Consob quotò d’ufficio controvalore degli scambi, secondo l’Italmobiliare che l’anno i dati della Borsa Italiana, toccò precedente era divenuta la holding un massimo di mille miliardi di lire. del gruppo Italcementi. Ancora in controcorrente, le Industrie Buitoni 10 11 12 La quotazione avvenne su pressione della Consob la quale intendeva procedere d’ufficio nel caso di mancata presentazione della domanda da parte del Consiglio di amministrazione della banca. La quotazione veniva giustificata con la «larga e abituale negoziazione dei titoli stessi». Il debutto del 5 maggio fu un insuccesso con un calo del corso pari al 20%. Con decorrenza 18 giugno il titolo fu sospeso e la quotazione revocata il 10 agosto. La vicenda suscitò una polemica tra il Presidente della Consob (Guido Rossi) e la Banca d’Italia cui era stata richiesta (invano) copia degli atti dell’ultima ispezione fatta al Banco, risalente a tre anni prima. Si veda Bellavite Pellegrini (2001), pp. 321-325. L’esposizione verso le banche irachene a fine 1989 (decisa in autonomia dalla sede centrale in Italia), non garantita da enti federali statunitensi, era pari a 1.700 miliardi di lire, saliti a 1.881 miliardi a fine 1993 per l’accumulo degli interessi di mora. Si veda R&S 1990 ... 1993 (scheda Bnl nel primo volume). L’irregolarità era emersa a seguito di un’irruzione di agenti dell’Fbi nella filiale della banca italiana che operava dal 1982. Nel 1989 la Bnl chiuse il bilancio con 498 miliardi di lire di perdite. Il Banco di Napoli era allora un istituto di credito di diritto pubblico e la quotazione (come nel caso del Banco di Sardegna) riguardò titoli di risparmio emessi per l’occasione e collocati sul mercato nel giugno 1986 per un controvalore di 500 miliardi di lire. La revisione di posizioni pregresse della banca verso clienti comportò oneri che contribuirono a un cumulo di circa 6 mila miliardi di perdite nette a carico dei bilanci 1994-1996. Esse imposero l’azzeramento del capitale che venne ricostituito con versamenti del Tesoro. Inoltre, venne costituita una bad bank (denominata Società per la Gestione degli Attivi) cui furono trasferiti 12.400 miliardi di crediti e attivi problematici le cui perdite (pari ad alcune migliaia di miliardi) furono coperte utilizzando fondi pubblici. Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia 1977: gli anni ’70 segnarono Perugina (iscritte a listino nel per la borsa un periodo di lenta 1972), la Standa e l’Unicem decadenza che prese avvio dallo (nel 1973). Quest’ultima era l’erede svuotamento dei titoli elettrici dell’Unione Italiana Cementi, a seguito della nazionalizzazione fondata nel 1906 da Riccardo attuata nel dicembre 1962, Gualino, poi rilevata dagli Agnelli, proseguì con il deterioramento ritirata dal listino nel 1932 e unita dei risultati economici delle società l’anno successivo alla società quotate, aggravati dal costo del cementiera della famiglia Marchino. debito su cui incideva l’inflazione indotta dagli shock petroliferi 1982-89: la reazione alla grande e dalla rincorsa salari-costo della crisi degli anni ’70 fu la vita, con la degenerazione delle ristrutturazione industriale, che, partecipazioni statali (a causa anche grazie agli aiuti pubblici, della politica dei salvataggi consentì alle imprese di risanare industriali e dell’inframmettenza gestioni e strutture finanziarie dei politici) e con le politiche tornando a chiudere i bilanci in di sviluppo del Mezzogiorno utile. Nel 1984, dopo una perseguito invano a colpi di tassi lunghissima gestazione legislativa, agevolati concessi sui facili iniziarono a operare i fondi indebitamenti. Non mancarono d’investimento di diritto italiano. gli scandali tra cui il più grave fu La borsa registrò prontamente quello di Michele Sindona che questo nuovo «Rinascimento» con si concretizzò nell’insolvenza della un aumento dei corsi (quasi sua Banca Privata Italiana nel quintuplicati nel periodo) e con un 1974. Nel 1977 la capitalizzazione ritorno a un clima favorevole, di borsa delle società quotate persino scintillante, per gli toccò il minimo storico del 2,5% investitori. Negli otto anni dal 1982 del Pil: fu lo specchio della crisi al 1989 entrarono nella borsa della grande impresa italiana. milanese ben 125 società a fronte In questo panorama negativo di 31 cancellazioni; il capitale emerse la Fiat che beneficiò nominale delle neo iscritte nel Borsa, territorio e sviluppo economico (1861-2011) Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 85 settennio, al netto delle in Parmalat Finanziaria, vendendole cancellazioni, fu pari al 43% della azioni Parmalat con addebito consistenza dei capitali aggregati di oltre mille miliardi di lire. di tutte le quotate a fine 1981. Il valore di borsa delle società Il listino superò per la prima volta quotate riprese slancio, ma senza le 200 società nel 1986, finendo discostarsi troppo dal 20% del a 235 nel 1989. Il 1982 vide un prodotto interno lordo. In questo caso unico di impresa quotata per periodo nacque un grande poco più di un mese: si trattò interesse del pubblico per la del Banco Ambrosiano, passato borsa; tutti i quotidiani presero dal «mercato ristretto» a quello a dedicare pagine e rubriche alle ufficiale il 5 maggio. Ebbe vita quotazioni e alla finanza in genere; breve, dovendo essere cancellato nacquero anche nuove testate già il 10 agosto dello stesso anno specializzate nella finanza («Italia per insolvenza e conseguente Oggi» e «Mf»), mentre il principale liquidazione coatta amministrativa . quotidiano economico («Il Sole Nel settennio che si sta 24Ore») operò un radicale 10 esaminando vi fu un rafforzamento rinnovamento toccando diffusioni dei gruppi di controllo attraverso record (Coltorti, 2010). la quotazione di molte società che rappresentavano madri o figlie 1990-2001: la stagione delle di imprese già quotate (alcune privatizzazioni, iniziata nel 1992 facevano capo ai Gruppi Ifi-Fiat con la riorganizzazione degli enti e De Benedetti) e l’emissione di pubblici trasformati in società per azioni senza diritto di voto (30% azioni, comportò il collocamento in circa del totale). Tra gli ingressi in borsa di azioni di importanti borsa, alcuni dei «nuovi» imprese industriali e delle principali imprenditori come Benetton (1986), banche. I pacchetti di controllo Merloni (1987), Ferruzzi e Stefanel delle due maggiori Bin furono (1988); alcune banche importanti ceduti sul mercato nel 1993 tra cui Banca Nazionale e 1994. Il più importante del Lavoro, Banco di Sardegna collocamento fu quello dell’Eni (entrambe nel 1986) e Banco avvenuto in quattro tranche tra di Napoli (1987). Bnl e Banco il 1995 e il 1998 per un di Napoli si produssero in vicende controvalore complessivo di oltre assai opache: la prima a causa 21 miliardi di euro (Tav. 3.5). delle perdite emerse nel 1989 Costituito come ente di diritto a seguito dei fidi concessi a clienti pubblico nel 1953, aveva iracheni dalla filiale americana concentrato tutte le attività statali di Atlanta , il secondo per nel settore metanifero e l’emersione di perdite pregresse petrolifero. Negli anni Ottanta su crediti impropriamente del secolo scorso raggiunse una 11 contabilizzati come se fossero dimensione simile a quella della in bonis12. Poco fortunata anche Fiat in termini di valore aggiunto la Finanziaria Centro Nord (iscritta superandola decisamente negli a Firenze nel 1982 e a Milano nel anni 2000. Trasformato in società 1987) che nel 1989 passò sotto per azioni nel 1992, fu iscritto il controllo della famiglia Tanzi. nel listino milanese nel 1995 dopo Questa le mutò denominazione il primo collocamento; al termine 84 85 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 86 13 14 Rispetto ai valori di collocamento, gli investitori che hanno acquistato quei titoli hanno accusato a tutto il 2010 perdite non inferiori al 70% del capitale (Juventus 70% dal dicembre 2001, Lazio 72% dal maggio 1998, Roma 74% dal maggio 2000). Marco Vitale intervenne nel 2006 chiedendo il delisting delle società calcistiche a fronte degli scandali emersi in quello sport: «il calcio è fatto di fattori emotivi, di psicologia di massa, di fenomeni non razionali che legati ai titoli di borsa diventano pericolosissimi. Il calcio italiano poi era così marcio che prima di pensare alla quotazione, si sarebbe dovuto realizzare un risanamento» (Il Sole 24Ore, 12 maggio 2006). Louis Rau promosse nello stesso anno la fondazione della Compagnie Continentale Edison di Parigi (che ottenne l’esclusiva per l’Europa dei brevetti Edison), mentre Emil Rathenau fondò nel 1883 la Deutsche Edison-Gesellschaft für augewandte Elektrizität (trasformata nel 1887 nella Aeg - Allgemeine Elektrizität Gesellschaft). Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia degli altri collocamenti il Tesoro dell’unione con il Credito ha mantenuto direttamente e Romagnolo nel 1995, con indirettamente una partecipazione l’Unicredito nel 1998, con la HVB di minoranza (30% circa), ma nel 2005 e con Capitalia nel 2007) capace di assicurare il controllo. e Intesa Sanpaolo, nata nel 2007 Una procedura simile è stata dall’integrazione del Gruppo Intesa usata per collocare le azioni (nel quale erano confluiti il Nuovo dell’Enel. Costituito come Ente Banco Ambrosiano, la Cariplo e – Nazionale per l’Energia Elettrica nel 1999 – la Comit) con il allo scopo di nazionalizzare Sanpaolo Imi. Quest’ultimo istituto il settore nel 1962, fu trasformato era il risultato dell’unione in società per azioni nel 1992 e dell’Istituto Bancario San Paolo collocato al pubblico a partire dal di Torino (l’azienda bancaria fu 1999, anno in cui entrò in borsa. collocata e quotata in borsa nel Le tre tranche di collocamenti 1992) con l’Imi (già ente pubblico (1999, 2004 e 2005) ebbero anch’esso, quotato in borsa nel un controvalore di oltre 28 miliardi 1994). Il Banco di Roma si unì di euro, ma consentirono al al Banco di Santo Spirito e alla Tesoro dello Stato di mantenere Cassa di Risparmio di Roma nel il controllo. L’altra principale 1991-92 dando origine alla Banca impresa oggetto di collocamento di Roma, poi Capitalia nel 2002, fu la Stet (poi Telecom Italia); già confluita come detto in Unicredit iscritta nel listino per iniziativa nel 2007. L’ultimo grande ente dell’Iri sin dal 1936, la società fu pubblico bancario, il Monte interamente privatizzata nel 1997. dei Paschi di Siena, ha trasferito La presenza nel ricco mercato le attività bancarie alla Banca Mps delle telecomunicazioni in nel 1995; in tale anno un condizioni quasi monopolistiche pacchetto minoritario di azioni l’ha resa oggetto di successive di tale società fu collocato operazioni finanziarie per importi al pubblico e il titolo iscritto consistenti. Nel 1999 la Olivetti al listino. Tra i molti ingressi, sono lanciò su di essa un’offerta da citare due società del Gruppo pubblica di acquisto e scambio per Fininvest (Mediaset e Mediolanum, un controvalore di 61 mila miliardi quotate nel 1996) e alcuni marchi di lire (31,5 miliardi di euro, la del cosiddetto «Made in Italy», maggiore di tutti i tempi); nel 2003 quali Brembo e Bulgari nel 1995, le due società si sono fuse Ducati e Giugiaro nel 1999. mantenendo la denominazione Entrarono, ahimé, anche Telecom Italia. Altri importanti le squadre di calcio imitando arricchimenti del listino sono il cattivo esempio della borsa venuti dalle grandi banche nate londinese: la Lazio nel 1998, come istituti di diritto pubblico la Roma nel 2000, la Juventus nel e oggetto di concentrazione in 200113. Nel complesso, dal 1990 gruppi finanziari. Credito Italiano al 2001 entrarono in borsa 210 e Comit, dopo la privatizzazione, società a fronte di 163 confluirono nelle due attuali cancellazioni; il saldo netto portò maggiori concentrazioni bancarie: la consistenza del listino a 282 Unicredit (il cui spessore è titoli, nuovo massimo storico. aumentato soprattutto a seguito Ma la vera novità fu l’espansione Borsa, territorio e sviluppo economico (1861-2011) Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 87 del valore dei titoli quotati che e l’Alitalia nel 2009 posta in Nazionale (poi Banca d’Italia) configurò un vero mutamento di amministrazione straordinaria. di cui s’è detto, gli istituti più in scenario, toccando il 70% del Pil E pure delle «vittime eccellenti»: evidenza erano le banche miste: nel 2000; ciò soprattutto per Olivetti (scomparsa a seguito della Comit e Credito Italiano, seguite effetto delle citate privatizzazioni. fusione con Telecom Italia) dal Banco di Roma. La prima Le grandi imprese pubbliche o ex- e Montedison (ridotta alla sola fondata nel 1894 con capitali pubbliche divennero l’asse portante parte elettrica dopo l’Opa Fiat-EdF tedeschi e austriaci, il secondo del mercato. Il record di nel 2001 e la conseguente derivazione di una banca numerosità venne raggiunto invece liquidazione delle attività della promossa nel 1870 da investitori a seguito della bolla new economy «preda»). Scompaiono in questi genovesi (Banca di Genova). che a partire dal 1999 portò 47 anni anche alcuni titoli storici L’elemento che accomuna queste imprese, di dimensione per lo più come il Linificio (era entrato in società è quello classico che vede contenuta, alla quotazione nel borsa nel 1876), l’Italgas (1900) la grande impresa nascere già «Nuovo Mercato»; dapprima incorporata dall’Eni, l’Olcese «grande» dall’aggregazione di affiancato al listino ufficiale, esso (1908), la Ras (1927) incorporata capitali conferiti da numerosi vi fu fatto confluire nel 2006 dopo dall’Allianz nel 2006. Nel 2003 investitori (Dos Passos, 1901). aver valutato che il fenomeno si il sipario si chiude anche per la Ciò fu vero per le banche miste era in larga misura spento. mitica «Pirellona» (1926), fusa con che animarono la borsa italiana Nel 2001 il valore di borsa delle la «Pirellina» nell’ambito di una promuovendo la nascita e la imprese quotate incideva per riorganizzazione societaria, e per quotazione di numerose società, il 46% sul Pil. La Rinascente (1921) che deve come pure per la maggiore di il suo nome a Gabriele d ’Annunzio queste, la Edison. La vediamo 2002-11: l’ultimo periodo vede una a significare la resurrezione nella top ten per cinque decenni, relativa stabilizzazione del valore dall’incendio dei Magazzini Bocconi. in quattro in testa. Ebbe origine di borsa delle società quotate nel 1881 da un «Comitato intorno al 40-50% del Pil prima promotore per le applicazioni della crisi finanziaria mondiale 3.5 I principali titoli azionari dell’energia elettrica in Italia» sotto la spinta del Prof. Giuseppe del 2007. Nel 2009 quel valore è stato abbattuto a poco più Seguendo gli anni benchmark Colombo che, come altre del 30%. La numerosità del listino, è possibile ordinare le società personalità, era rimasto colpito dal dopo aver segnato un massimo quotate sulla base del loro valore sistema che Thomas Alva Edison storico di 285 società nel 2009, di borsa e identificare i veri aveva illustrato all’Esposizione è tornata a diminuire fissandosi protagonisti di ogni epoca. Internazionale di Elettricità di Parigi alle attuali 278 quotate (marzo Valgono naturalmente tutti i caveat in quello stesso anno (Pavese, 2011); in poco più di nove anni del caso, giustificati sia a 1991)14. Il Comitato, che sono state cancellate dal listino proposito degli anni più remoti, sia successivamente dette origine alla 130 società a fronte di 87 nuove della appropriatezza del valore Società Generale Italiana iscrizioni; il bilancio finale figura di borsa a stabilire l’importanza di Elettricità – Sistema Edison, meno negativo solo a seguito di una società, sia dello spessore era formato da numerose banche della soppressione del «mercato delle contrattazioni sulle quali e personalità tra cui la Banca ristretto» (che era stato si fissavano quei valori. Generale (Enrico Rava), la Banca di ridenominato Expandi) e del Ciò premesso, la Tav. 3.6 riporta Milano (Benigno Crespi), la Banca trasferimento al listino ufficiale dei le prime 10 società per di Credito Italiano (Gerolamo suoi 39 titoli. È questo il periodo capitalizzazione. Nel succedere Bassi), il Credito Lombardo dei grandi dissesti: la Cirio degli anni vi furono avvicendamenti (Giuseppe Crespi). Similmente per Finanziaria nel 2004, la Parmalat in questo gruppo di top ten: la Montecatini che nacque nel Finanziaria nel 2005 (questa inizialmente contavano le banche, 1888 promossa da possidenti seconda rinata nello stesso anno poi le società elettriche, poi e uomini d’affari italiani e stranieri su basi assai più virtuose) le industriali. Oltre alla Banca prendendo il nome dal villaggio in 86 87 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 88 15 16 17 I principali interessi «privati» facevano capo alla Società Veneta per Imprese e Costruzioni Pubbliche, fondata a Padova nel 1872 e presieduta da Vincenzo Stefano Breda. Nel descrivere il piano per la Terni questi scontava la protezione doganale e la disponibilità a buon mercato del minerale dell’isola d’Elba: «Il minerale dell’Elba deve essere gratuitamente dato a chi, addossandosi le spese di escavazione e trasporto, si obbliga di trasformarlo in ghisa nel paese»; Bonelli, cit., p. 22. «C’est là que le philosophe, l’économiste, l’homme d’Etat, doivent étudier les ressorts cachés de la civilisation, apprendre à résoudre les secrets de l’histoire, et à prévoir de loin les révolutions et les cataclysmes»; Proudhon, 1856, p. 75. Queste citazioni erano care al «primo» Enrico Cuccia. La Borsa di Milano cambiò diverse sedi. La prima, inaugurata nel febbraio 1808, fu in tre vani al pianterreno del Monte di Pietà. Già nel 1809 traslocò a pianterreno del Palazzo dei Giureconsulti, in Piazza dei Tribunali (poi Piazza dei Mercanti), dove rimase sino al 1901. In tale anno vi fu un nuovo trasloco nel palazzo in Piazza Cordusio, appositamente costruito dall’arch. Luigi Broggi. Esso completava l’emiciclo meridionale della piazza, che si voleva centro degli affari, dove erano già sorte le sedi della Fondiaria, delle Generali e del Credito Italiano. Anche questa sede si rivelò però troppo angusta (oggi ospita le poste centrali) e si dovette commissionare un nuovo palazzo all’arch. Paolo Mezzanotte. Esso dava sulla nuova Piazza degli Affari e fu inaugurato nel 1932. Si veda lo scritto di Gianni Mezzanotte, in AAVV, 1993, pp. 19 e ss. Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Val di Cecina vicino alle miniere di rispettivamente, 1873 e 1895, rame, le più grandi d’Europa, che Edison 1881 e 1895, Montecatini intendeva sfruttare (Amatori, 1990). 1888 e 1900, Ilva 1897 e 1908, Non diverso sarà il caso della Sade 1905 e 1906. Vigeva in tutta Fabbrica Italiana di Automobili (poi evidenza il motto di Pierre-Joseph Fiat) fondata a Torino nel 1899 da Proudhon: la borsa era il 31 sottoscrittori del primo capitale monumento per eccellenza della pari a 800 mila lire equivalenti società moderna e la speculazione a oltre tre milioni di euro odierni il «quarto potere» dopo il lavoro, (Fiat 1987). Tutto all’ombra della il credito e lo scambio16. decisa protezione dello Stato che Nella top ten del 1961 possiamo veniva giustificata con l’interesse riconoscere i principali artefici del a disporre in Italia di produzioni miracolo economico italiano. dell’industria pesante. Nel caso L’Edison è ancora al primo posto, della Terni, fu proprio questa nel ma incalzata da vicino dalla Fiat. 1884 la motivazione della stessa Emergono anche Pirelli, Snia e nascita: produrre le piastre Italcementi. Hanno assunto necessarie alla corazzatura delle importanza le società dello Stato, navi della Regia Marina. Si trattò ora fattosi imprenditore (Finsider, di una decisione d’investimento Stet, Italsider). L’industria «presa in comune dallo Stato […] caratterizza quindi fortemente e da un gruppo di capitalisti e di la borsa. Ma dieci anni dopo imprenditori che [...] prediligevano si notano le due grandi banche, come loro campo di azione le Comit e Credit, rientrate l’anno iniziative in vario modo finanziate prima nel listino di Piazza degli dai programmi di spesa statali Affari17. I decenni successivi vedono o da questi alimentati» (Bonelli, le imprese finanziarie assumere 1975, p. 10)15. Un’altra una maggiore consistenza rispetto caratteristica di queste prime alle industriali e le Assicurazioni grandi imprese «classiche» fu il Generali conquistano la prima breve tempo che intercorreva tra posizione nel 1981 e nel 1991. la fondazione e la quotazione Nel 1981 i primi 10 comprendono in borsa. La Banca di Genova (che cinque banche e tre compagnie di diverrà Credito Italiano nel 1895) assicurazione. Nel 2001 i principali fu fondata nell’aprile 1870 e le titoli del listino sono le società ex- sue azioni venivano trattate alla pubbliche, ora privatizzate in tutto borsa locale già dall’ottobre dello o in parte, mentre nell’ultimo anno stesso anno (Da Pozzo e Felloni, sono addirittura le posizioni 1964, p.336). La Banca di testa a essere occupate Commerciale Italiana nacque nel da imprese ancora sotto controllo 1894 ed entrò nella borsa pubblico: Eni ed Enel, con due loro milanese dopo soli 4 anni. La Fiat controllate; seguono le due grandi fu costituita nel 1899 e quotata banche risultato di privatizzazioni nel 1903 (Borsa di Torino). e concentrazioni (Unicredit e Intesa La Snia, rispettivamente, nel 1917 Sanpaolo), le sempre verdi e nel 1920. La distanza tra anno Generali, la Telecom Italia, una Fiat di fondazione e anno di entrata in procinto di scomparire dalla lista in borsa fu ugualmente breve per per effetto della scissione in due le altre major: Terni, tronconi perfezionata a inizio 2011, Borsa, territorio e sviluppo economico (1861-2011) Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 89 e infine la Luxottica unico frutto si avevano rispettivamente mercato: 22 contro 12 nel 1921, della nuova classe imprenditoriale i seguenti dati: Roma 47% e 38%, 17 contro 11 nel 1931, 13 contro del made in Italy a interessarsi Torino 54% e 60%, Genova 48% 5 nel 1941, 10 contro 6 nel 1951. della borsa per aumentare e 53%. Le percentuali riferite alle Successivamente i titoli ad ampio decisamente la propria taglia. obbligazioni superavano il 60% in mercato guadagnarono la scena L’azionariato delle 25 maggiori tutte le borse con punte del 99% e i locali presero a scomparire società quotate fa emergere a Genova nel 1951. Inferiori, finendo a 4 contro 16 nel 1981. il grande rilievo del controllo ma sempre molto consistenti Bologna, Venezia e Palermo statale e di alcune istituzioni e superiori a quelle delle azioni, appaiono borse sempre finanziarie (banche e fondazioni). le quote relative ai titoli di stato. relativamente marginali. Nel 1991 Per le banche, tende a essere Nella Tav. 3.7 sono stati distinti terminano i dati sulle borse frequente la figura della public i titoli ad ampio trattato da quelli periferiche a causa dell’avvìo della company, anche a seguito eminentemente locali. Sono stati negoziazione continua che non fa dell’ingresso in borsa delle società definiti ad ampio trattato i titoli più riferimento a un «luogo» di cooperative. Le famiglie sono ormai quotati anche nella Borsa trattazione dei valori, ma si fonda un fenomeno marginale negli di Milano. I dati per le Borse di sulla rete telematica. Prima di assetti di controllo delle maggiori Torino, Roma e Genova sembrano questa innovazione, nell’insieme dimensioni (solo quattro casi su confermare il passo degli analisti le borse periferiche esprimevano 25). Esse declinano invece con Comit ricordato nel paragrafo 3. un volume di affari relativamente successo il modello di business Specialmente fino al 1961 la contenuto (poco più dell’1% nelle imprese piccole e medie, per numerosità dei titoli «locali» fu del totale; Tav. 3.2). le quali la presenza in borsa viene di assoluto rilievo. A Torino essi Aspetti più interessanti emergono però regolarmente evitata. superavano addirittura quelli dalla classificazione delle società ad ampio trattato sia nel 1921 quotate in base alla loro sede 3.6 Borsa e territorio La Tav. 3.7 riporta un’indagine che nel 1931, perdendone nell’anno di iscrizione al listino. successivamente il ritmo di La Tav. 3.4 mette in evidenza crescita. Anche a Roma i «locali» almeno tre fenomeni. Il primo è restavano a un buon livello negli l’assoluta prevalenza di imprese sulle «borse periferiche» fatta anni iniziali, declinando aventi sede nel Nord Ovest del rilevando i titoli quotati dalle liste successivamente, e lo stesso Paese. Negli anni iniziali la pubblicate dal quotidiano Il Sole (Il capitava a Genova. Soprattutto «calamita» fu il triangolo Sole 24Ore dal 1965), la principale nell’ultimo dopoguerra, l’espansione industriale Milano-Genova-Torino testata economica italiana. Poiché delle società quotate fu assorbita che ospitava le sedi delle maggiori i corsi venivano forniti dalle interamente dalla piazza milanese. banche, delle principali imprese di singole borse occorre ritenere che Le dinamiche fiorentina e infrastrutture (ferrovie, elettricità, i titoli indicati, pur quando non napoletana appaiono in trasporti locali) e delle più esaustivi dell’intero listino, fossero controtendenza, rispettivamente, importanti industrie (tessili, quanto meno quelli più scambiati. sino al 1951 e al 1941, con i titoli chimiche, meccaniche e La semplice composizione dei locali che crescevano di numero, siderurgiche). Ma anche negli anni listini a tal riguardo non ma restando sempre pochi (il successivi, soprattutto con Milano, è significativa. Nella relazione massimo a Firenze fu nel 1951 quest’area mantenne una posizione del 1963 curata dal Prof. Giorgio con 13 locali contro 17 ad ampio di quasi esclusività fin quando la Pivato per la Borsa di Milano mercato; a Napoli ciò accadde nel consistenza del listino si contò si rammentava che nel 1951 per 1941 con 11 locali contro 10 ad nell’ordine del centinaio di titoli, e il 27% dei titoli azionari il listino ampio mercato). Trieste ebbe una cioè sino al 1981. Successivamente esibiva solo prezzi «nominali» (non fisionomia essenzialmente «locale» l’aspetto nuovo fu l’emergenza del derivanti da scambi effettivi) e nel fino al 1951 quando i titoli Nord Est, nuovo centro propulsore 1961 la percentuale era ancora al «autoctoni» superavano dell’economia negli anni del 24%. Per le altre principali borse largamente quelli ad ampio declino della grande impresa 88 89 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 90 lombarda e torinese. Nel marzo Tra le pochissime imprese 2011 l’area che Giorgio Fuà meridionali quotate, la principale fu chiamò Nec (Nord Est Centro, la Sme. Nacque nel 1899 come con esclusione del Lazio) conta 87 Società Meridionale di Elettricità società quotate; tra queste, alcuni per iniziativa di un gruppo di dei migliori nomi delle imprese di imprenditori e finanzieri, tra cui dimensione intermedia che però due banchieri ginevrini «in Napoli segnano oggi il Dna anche di passaggio» (che tuttavia dell’economia lombarda (con dichiararono di agire anche per Milano evoluta da luogo dei grandi conto della Société Franco-Suisse complessi industriali a centro pour l’Industrie Electrique). terziario e di media impresa). Lo scopo era quello di sfruttare Il «quarto capitalismo», che nella la concessione della forza idraulica nostra definizione raccoglie tra 5 e del fiume Tusciano (Valori, 1994). 6 mila imprese manifatturiere, resta Nitti chiosava che «le più grandi tuttavia in gran parte al di fuori industrie di Napoli vivono di una della borsa (il listino conta appena vita fittizia: vi sono cantieri di lo 0,5% delle medie imprese costruzione, opifici meccanici che manifatturiere italiane e solo il vivono quasi tutti sui lavori che dà 14% delle imprese medio-grandi) il Governo» (ibidem, p. 15). per motivi che si diranno più I salvataggi bancari del 1933 avanti. Dopo la prevalenza del portarono l’Iri nell’azionariato con Nord Ovest e l’emergenza del Nord una partecipazione che nel tempo Est, il terzo aspetto che val la andò crescendo sino al controllo pena di sottolineare è l’assenza assoluto. A seguito della di imprese meridionali (appena nazionalizzazione degli impianti nove nel 2011). È questo un elettrici nel 1962, la società si risultato ovvio dei processi di riconvertì in finanziaria e i suoi sviluppo che hanno segnato l’Italia investimenti furono diretti in misura nei 150 anni, ma non solo. Infatti, non lieve verso imprese del Centro le imprese con interessi cospicui Nord (significativi quanto sfortunati e rilevanti nelle regioni del Sud quelli nelle milanesi Motta hanno avuto la tendenza a fissare e Alemagna) pur mantenendo altrove il proprio quartier generale. sempre la sede a Napoli. Solo in parte ciò conseguì alle La società è stata infine oggetto origini dei soci di riferimento. di privatizzazione e fu ceduta In altri casi contò l’attrazione della al Gruppo Benetton tra il 1994 capitale, dove vennero stabilite e il 1996. le sedi legali, ad esempio, della Navigazione Generale Italiana (nella 18 19 20 Ad esempio, nel 2002 Pellizzoni individuò 1.188 società quotabili, per sette decimi operanti nell’industria. Queste avevano un assetto proprietario autonomo, almeno 50 dipendenti, un fatturato di almeno 50 milioni di euro nel 2000 e margini operativi adeguati. La quota dei fondi comuni era dell’1,7% contro il 12,4% rilevato nell’anno 2000. Variazione del prodotto lordo al costo dei fattori, calcolato a prezzi costanti, sulla base dei dati ricostruiti in Fuà, 1969, vol. III, p. 402 e 406-407. La variazione del prodotto delle attività manifatturiere fu del 90% nel primo «decollo» e del 165% negli anni del miracolo. Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia quale confluì la Florio di Palermo), 3.7 Borsa e sviluppo economico della Società Generale Elettrica della Sicilia (Sges, che era sotto La relazione tra economia reale il controllo della romana Bastogi), ed economia finanziaria costituisce della Società Idroelettrica Alto un tema tanto dibattuto quanto Flumendosa, della Lucana Imprese non risolto. La teoria e le verifiche Idroelettriche e della Cirio che empiriche tentate da numerosi aveva nel Sud la larga economisti non consentono maggioranza degli stabilimenti. di affermare con sicurezza né che Borsa, territorio e sviluppo economico (1861-2011) Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 91 il sistema finanziario risponda italiano nell’ultimo dopoguerra, risposta nei singoli contesti semplicemente agli stimoli che ha visto un progressivo nazionali. L’Italia esprime dell’attività economica reale né, declino dei grandi gruppi uno stock di ricchezza finanziaria al contrario, che esso costituisca e l’emergenza di distretti ed entità relativamente elevato, ma un fattore dello stesso sviluppo di dimensione intermedia dove gli il sistema dei suoi investitori economico (Pagano, 1993, Levine, elementi fondanti sono la taglia istituzionali, pilotato per lo più 1997 e 2004). V’è addirittura chi «moderata» delle imprese dalle banche, ha operato più segnala una relazione inversa e i bassi fabbisogni di capitale diversificando sui titoli esteri trovando spiegazioni nei recenti (Coltorti, 2011). Conseguentemente, e sulle emissioni dello Stato; processi della globalizzazione per quanti studi volonterosi siano l’incidenza di fondi e gestioni sulla (MSCI Barra, 2010). Si potrebbe stati fatti allo scopo di individuare Borsa italiana a fine 2010 era argomentare che, favorendo numerosissimi candidati alla inferiore al 10%19. In particolare, la crescita delle imprese quotate, quotazione , il listino non è mai i fondi hanno mancato gli obiettivi la borsa generi aumenti di valore riuscito a lambire la soglia dei 300 dei legislatori e non sono riusciti a per gli investitori che vi hanno titoli. Non solo, ma risulta assente diventare protagonisti della finanza impiegato le proprie risorse la parte migliore della nostra d’impresa e del mercato dei finanziarie. Il ruolo è duplice: industria (quarto capitalismo), capitali (Coltorti, 2010 b). 18 da un lato può essere visto nonché importanti gruppi di Nell’esaminare più da vicino il caso nell’aumento della ricchezza degli dimensione elevata (basti citare italiano, dobbiamo chiederci investitori, dall’altro nell’efficacia i gruppi Riva, Ferrero, Marcegaglia, in primo luogo se la borsa abbia nel canalizzare nuove risorse verso Perfetti, Barilla, solo per citarne sostenuto il sistema produttivo nei le imprese affinché queste le alcuni). periodi di maggiore e consistente dirigano verso gli investimenti dai Nei tempi più recenti l’attenzione sviluppo. Se parliamo di «decollo» quali deriva principalmente degli studiosi si è concentrata à la Rostow, per l’Italia il progresso tecnico e quindi su una duplice funzione individuiamo due periodi: il primo lo sviluppo economico. di intermediazione. La prima va dal 1898 al 1913, il periodo Dal lato delle imprese, la funzione è sempre dal lato delle imprese. giolittiano, quando il prodotto storica della borsa sta nel In un mercato dominato dagli lordo aumentò del 55%; il secondo facilitare l’aggregazione dei capitali investitori istituzionali la borsa dal 1951 al 1963, gli anni del necessari alla costituzione e consente agli operatori di ridurre «miracolo economico», quando la all’espansione dei grandi complessi. i rischi diversificando i loro variazione fu intorno al 100%20. In Italia, come visto nei paragrafi portafogli. In tal senso, la Le statistiche della borsa esaminate precedenti, questi furono i primi diversificazione diventa più nel paragrafo 4 ci mostrano un protagonisti dell’economia e dei efficiente, e i rischi vengono sostegno importante in entrambi listini. Negli anni di Giolitti si può maggiormente contenuti, quando i periodi. I dati sul ricorso al dire che non esistesse impresa le società quotate si specializzano. mercato mobiliare, che abbiamo rilevante che non fosse quotata in La riduzione del rischio dovrebbe potuto ricostruire dal 1929 in poi borsa. Oggi, dopo oltre un secolo, favorire gli investimenti produttivi, nelle tavole 3.8 e 3.9, mettono in non è così. Secondo le nostre ma v’è pure chi teme una minore evidenza volumi cospicui di risorse stime, il listino telematico copre propensione al risparmio che in canalizzate verso le imprese. Nei l’80% delle banche (in termini di ultima analisi li finanzia. Il fuoco 15 anni dal 1947 al 1961 le totale attivo tangibile di bilancio), si sposta allora sugli intermediari, società quotate aumentarono il circa metà delle compagnie le banche in primis, sugli investitori proprio capitale raccogliendo 15,7 di assicurazione (sulla base dei istituzionali e sulla loro capacità milioni di euro (a prezzi 1928); al premi) e solo il 5% dell’industria di selezionare il merito di credito. netto dei dividendi che vennero e dei servizi (con riferimento Dunque, la domanda se la borsa distribuiti, il saldo netto disponibile al fatturato). Questa diminuita sia effettivamente di aiuto allo per gli investimenti produttivi fu rappresentatività deriva dalle sviluppo e alla produzione circa 2,5 milioni. Nei successivi 15 modalità dello sviluppo economico di benessere deve trovare una anni quel saldo divenne negativo 90 91 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 92 21 22 23 Responsabilità non piccole stanno nel comportamento di analisti e operatori di mercato. All’annuncio di un aumento di capitale i primi peggiorano i giudizi e i secondi spingono le vendite. Sfugge il motivo di tale comportamento che origina dall’inizio degli anni Novanta del secolo scorso. Va da sé che un aumento di capitale rafforza e non indebolisce la società che lo propone e pertanto il peggioramento del giudizio andrebbe motivato con l’incapacità del management ad impiegare virtuosamente i nuovi mezzi che intende raccogliere. Ma di ciò non si rinviene traccia e quei comportamenti suscitano dunque interrogativi. Gli indici total return sono costruiti ipotizzando che dividendi e altri frutti distribuiti vengano reinvestiti nell’intero listino. Si tratta di un’ipotesi necessariamente semplificatrice, ma non per questo esente da interrogativi. Non occorre dimenticare che le società quotate nella borsa di New York non subirono le drammatiche discontinuità, per lo più belliche, che colpirono la maggior parte delle altre piazze. Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia per oltre 8 milioni. Essi, insieme totale nel 1977-86 al 51% nel con le rilevanti perdite d’esercizio 2007-10, a vantaggio degli che le imprese subirono, danno la intermediari finanziari e soprattutto misura del ridimensionamento delle delle banche. Sono queste che in grandi imprese quotate. Il punto di presenza di bassi costi del denaro minimo, come già ricordato, fu favoriscono le operazioni ad alta toccato nel 1977 quando i titoli leva. Si verifica anche una del listino rappresentarono il 2,5% notevole concentrazione dei centri appena del Pil. Gli altri due periodi di distribuzione dei dividendi: nel nei quali la borsa sostenne 2008 (massimo storico a prezzi gli impieghi produttivi delle imprese 1928) i primi 10 sono guidati dai furono gli anni della prima due colossi pubblici, Eni ed Enel, ristrutturazione (seconda metà che da soli coprono un quarto del degli anni Settanta e anni Ottanta totale; gli altri nel top ten sono del secolo scorso), quando banche e assicurazioni e i volumi in gioco superarono i 33 nell’insieme raggiungono il 71,5% milioni di euro (sempre a moneta del totale. Nei precedenti massimi del 1928), e quelli delle contava molto più l’industria. Nel privatizzazioni. Nel 1992-96 gli 1963 i primi 10 rappresentavano aumenti di capitale a pagamento meno della metà del totale superarono i 20 milioni di euro distribuito e comprendevano le (prevalentemente a vantaggio delle maggiori industrie, tra cui quella imprese industriali) e il saldo al elettrica in procinto di essere netto dei dividendi fu pari a 6,6 nazionalizzata. Nel 1975 i maggiori milioni. Si aggiunse un saldo ancor coprivano il 60% del totale, ma vi più consistente (8,4 milioni) era sempre una presenza attiva generato dalle offerte pubbliche delle imprese industriali. In sintesi, di vendita. oggi la borsa sembra avere Passati questi anni la borsa appreso un mestiere perverso: racconta una storia diversa. premia chi distribuisce dividendi Non indirizza più il risparmio verso e chi riacquista le proprie azioni, gli impieghi produttivi, ma affonda chi annuncia aumenti rappresenta lo strumento di capitale per finanziare sviluppi attraverso il quale viene ritornato futuri o risanare gestioni agli investitori un presunto eccesso compromesse dalle alte leve cui la di finanza in alternativa all’impiego vulgata abitua21. In altre parole, si nei mezzi patrimoniali che spinge la speculazione contro rafforzano e accrescono le grandi l’intraprendenza. V’è da chiedersi imprese. Dal 1997 ad oggi i saldi se questo comportamento abbia tra finanza in entrata e finanza in una qualche relazione con la uscita dalle imprese quotate sono produzione del benessere della a senso unico e pesantemente nazione. negativi. I dividendi distribuiti superano abbondantemente gli aumenti di capitale (107 milioni di 3.8 I vantaggi dell’investitore euro a prezzi 1928) e questi stessi aumenti vedono le imprese Il lavoro più completo di analisi industriali scendere dei rendimenti di borsa in progressivamente dal 91% del prospettiva storica è quello di Borsa, territorio e sviluppo economico (1861-2011) Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 93 Fabio Panetta e Roberto Violi (1999). Dopo aver ricostruito gli indici dei prezzi di borsa nel periodo 1861-1994 essi li hanno raffrontati a quelli di altri strumenti finanziari quali i titoli di stato, i depositi bancari e postali. I rendimenti sono stati assunti nella versione total return22 e depurati della variazione dei prezzi al consumo. Secondo i loro calcoli, le medie decennali dei rendimenti azionari hanno sempre superato quelli dei titoli di stato salvo nel ventennio 1881-1900 e nel decennio 1961-70. Il rendimento delle azioni è risultato tuttavia insoddisfacente proprio in due periodi che hanno lambito o abbracciato anni di sviluppo elevato della nostra economia. Rispettivamente, il periodo giolittiano e gli anni del miracolo economico. In un lavoro pubblicato nel 2001, anche Giovanni Siciliano concluse che le azioni italiane nel lungo periodo avevano esibito rendimenti più elevati e meno volatili di quelli altrimenti ottenibili da impieghi in titoli di stato. Tuttavia, rilevò che i rendimenti reali erano stati notevolmente inferiori a quelli delle azioni statunitensi23. Dimson, Marsh e Staunton (2002) hanno elaborato una loro analisi internazionale centenaria chiusa al 2000 (anno 3-5) citò la battuta di un direttore molto positivo) rilevando tuttavia finanziario della General Motors per la Borsa italiana un premio al che nell’estate del 1929 aveva rischio rispetto ai titoli di stato tra suggerito agli americani di investire 7 e 11 punti, contro i i 6-8 punti 15 dollari al mese in «buone» percentuali calcolati per gli Stati azioni prevedendo al termine di un Uniti e i 5-7 punti per il Regno ventennio un rendimento medio Unito. In tutti i casi, le conclusioni annuo del 24%. Secondo Siegel il paiono ottimistiche per rendimento fu inferiore, ma sempre l’investimento azionario e elevato (13% invece del 24%) e confermano precedenti lavori. tale da battere impieghi alternativi Jeremy Siegel all’inizio del suo in titoli di stato. Lawrence Fisher e libro più famoso (Siegel, 1998, pp. James Lorie pubblicarono nel 1968 92 93 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 94 24 25 26 27 i risultati di calcoli sul rendimento limitata, non da ultimo a causa delle azioni ordinarie quotate nella della povertà del listino. Occorre Borsa di New York. Negli ultimi 20 anche osservare che l’investimento anni (dal dopoguerra al 1964) azionario non avrebbe difeso i rendimenti erano stati positivi nel il risparmiatore dall’iperinflazione 95% dei 210 holding periods dell’immediato dopoguerra: l’indice ipotizzati e mai un ipotetico del 1951 avrebbe infatti chiuso investitore su un periodo di con una perdita del 74,5% sul minimo quattro anni avrebbe 1941. Ma è altrettanto vero, come guadagnato meno del 7% fanno notare ad esempio Panetta all’anno24. Questi calcoli hanno e Violi (1999), che gli investimenti una loro validità, ma sono finanziari alternativi non avrebbero da assumere come puramente consentito risultati migliori. indicativi, anche perché essendo L’iperinflazione indotta dai due basati su indici di borsa non conflitti mondiali (il secondo in tengono quasi mai conto particolare) penalizzò i titoli di del grado di sopravvivenza stato e i depositi bancari assai più delle cosiddette «buone» azioni. duramente delle azioni per cui Le analisi dell’Ufficio Studi il cosiddetto vantaggio delle azioni Mediobanca (Tav. 3.10) dimostrano è costituito in realtà da minori innanzitutto che, valutando i corsi perdite25. tal quali (corsi secchi), È quindi necessario reinvestire il rendimento in termini reali i dividendi per ottenere risulterebbe negativo. Chi avesse una rivalutazione del possesso investito 100 euro il 2 gennaio azionario che superi l’erosione 1928 consumando i dividendi monetaria. Un ipotetico investitore incassati nel periodo che avesse deciso di non si ritroverebbe nel marzo consumare mai i frutti dei suoi di quest’anno con il capitale 100 euro iniziali reinvestendoli Su un periodo di investimento di 10 anni il rendimento era risultato non inferiore all’11%. Questi autori furono i primi a cimentarsi su calcoli di così lungo respiro, ma non tennero tuttavia conto dell’inflazione. decurtato dell’84%. Vi sono stati sulla borsa si sarebbe ritrovato per la verità alcuni periodi nei dopo quasi 83 anni con un quali i corsi sono aumentati e ciò patrimonio pari a 267 euro Forse è questo il motivo della preferenza che gli italiani manifestano nell’acquisto di beni immobili. Nel 2009 gli immobili, al netto dei mutui accesi per il loro acquisto, rappresentavano il 59% della ricchezza netta delle famiglie (misurata come somma di attività finanziarie e materiali). La percentuale era del 51% per la Germania, del 37% per il Regno Unito e del 15% per gli Stati Uniti. La quota residua era costituita da impieghi finanziari in titoli tra cui azioni e fondi assorbivano il 19% del totale in Italia, il 32% in Germania, il 38% nel Regno Unito e il 59% negli Stati Uniti. è accaduto in prossimità delle fasi a potere d’acquisto costante, con Piccinelli ricordava alcuni dei principali scopi della costituzione di patrimoni azionari: «La maggior parte dei valori mobiliari sono dati e accettati spessissimo come dote di fanciulle che vanno a marito; e a tale scopo vengono spesso, per maggiore cautela, convertiti dal portatore a nominativi col vincolo dotale» (Piccinelli, 1907, p. 141). Keynes distingueva la Borsa di New York da quella di Londra che riteneva meno speculativa non per il carattere degli investitori, ma a causa del fatto che gli oneri delle transazioni erano molto più elevati. Propose quindi un’imposta sulle transazioni per raggiungere lo scopo di mitigare la predominanza della speculazione sull’intraprendenza, ricordando che a New York la metà delle operazioni di acquisti e vendite venivano chiuse nella stessa giornata. Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia positive già accennate nei un rendimento medio annuo precedenti paragrafi: il miracolo dell’1,2%. Il quadro non sarebbe economico (dal 1951 al 1961: mutato sostanzialmente nel caso i +232%), la prima ristrutturazione suoi avi avessero costituito il industriale (1981-1991: +30,8%), portafoglio nel 1896: il rendimento le privatizzazioni (1991-2001: sarebbe stato pari all’1,3% (Tav. +152%); ma in nessuno di questi 3.10). Vale la pena di rimarcare casi il valore dell’investimento ha che l’ipotesi sottostante a questi riguadagnato il potere d’acquisto risultati è quella di detenere un iniziale di 100 euro. Diverso patrimonio per una durata che il quadro che emerge dai dati equivale sostanzialmente all’attuale sulla Borsa di Genova nel XIX vita di un uomo senza mai secolo, dove 100 euro impiegati goderne i frutti. Si tratta nel 1861 avrebbero chiuso a 122,3 di rendimenti riferiti a moneta a fine 1896; ma la significatività di a potere d’acquisto costante, quei corsi è da ritenere molto ma sembra difficile intravedere Borsa, territorio e sviluppo economico (1861-2011) Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 95 un qualche compenso per il rischio industriale, salvo il fatto che un impiego in strumenti finanziari alternativi, come riferito sopra, sarebbe stato di molto peggiore26. Un’ipotesi di investimento come quella appena fatta è assai improbabile. Vi sono varie difficoltà all’atto pratico, prima fra tutte quella imposta dal cambio delle società quotate nelle varie epoche. Come visto nella Tav. 3.6 i titoli a maggiore capitalizzazione (quindi quelli che peserebbero di più in un ipotetico portafoglio modellato sull’intero listino) sono assai mutati negli anni e molte imprese sono fallite o si sono notevolmente ridimensionate (basti pensare alla Bastogi). I dati della Tav. 3.10 mettono in evidenza un dividend yield relativamente elevato specie negli anni più lontani, ma esso non fu mai decisivo. Nelle varie epoche contarono soprattutto le plus-minusvalenze in conto capitale che espressero valori negativi in circa la metà dei casi (non contando i primi mesi del corrente anno che segnano un recupero di speculazione» (Cap. 12°, VI)27. della caduta dei corsi provocata Se aggiungiamo la natura dalla grande crisi finanziaria). In «laboriosa» degli imprenditori del sintesi, i rendimenti azionari italiani quarto capitalismo abbiamo forse appaiono positivi nel lungo la chiave per comprendere i motivi periodo, ma come successione per i quali la nostra borsa di valori positivi e di valori negativi ha perduto nel tempo anche che paiono favorire un investitore la rappresentatività dell’economia. avente natura più speculativa che di cassettista. Non sembra inappropriata la battuta che Keynes riservò in un passo della sua General Theory alla borsa di New York: «Gli speculatori possono non causare alcun male, come bolle d’aria in una corrente continua di intraprendenza; ma la situazione è seria quando l’intraprendenza diventa la bolla d’aria in un vortice 94 95 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 96 Nota metodologica alle tabelle In linea di massima i dati sono stati I dati a prezzi costanti sono stati cal- riportati dagli stessi Autori. Abbiamo poi desunti da rilevazioni (pubblicate e non colati utilizzando l’indice del costo della assunto i dati Panetta e Violi sino al pubblicate) dell’Area Studi di Medio- vita pubblicato dall’Istat riportato in 1928; questi Autori, nel tentativo di ri- banca (Ufficio Studi, istituito nel 1948; base 1 gennaio 1928. Occorre ricordare costruire una serie molto lunga adatta Ricerche e Studi R&S, costituita nel che questi dati vanno valutati a puro a individuare la misura del premio al ri- 1970). Ove necessario si è ricorsi ad titolo indicativo a causa della bassa schio, hanno anche provveduto a col- altre fonti ritenute attendibili nel conte- capacità dell’indice deflatore di ripro- mare la lacuna rimasta per gli anni dal sto dei fini che ci si è proposti: bilanci durre le variazioni di valore delle partite 1897 al 1904 e hanno inoltre inglobato delle società, Notizie statistiche sulle finanziarie, scontando altresì compren- una versione total return dell’indice di società italiane per azioni (a cura del sibili problemi nel suo computo da parte Aleotti. Essi ci hanno gentilmente reso Credito Italiano prima e dell’Assonime dell’ente che lo elaborava. I valori in disponibile la serie di indici total return poi), Taccuino dell’azionista (Sasip), Mo- euro prima del 1998 sono stati ottenuti che hanno ricostruito mettendo in evi- vimento economico dell’Italia (periodico dividendo gli importi in lire per 1936,27. denza la bassa significatività dei dati della Banca Commerciale Italiana), De prima del 1890, caveat che senz’altro Luca 2002, singole edizioni de Il Sole e Indice dei prezzi delle società quotate Il Sole 24Ore. (Tav. 3.10). In base alle informazioni a loro serie sino al 1928, anno al quale noi disponibili, i calcoli dei primi indici risalgono le rilevazioni dell’Area Studi facciamo nostro. Abbiamo acquisito la Le Tavole 3.3 e 3.4 si basano sulla di borsa in Italia risalgono all’inizio del Mediobanca su panieri di titoli molto si- analoga tabella pubblicata in Indici e XX secolo (i primi negli Stati Uniti furono gnificativi. I dati Mediobanca hanno con- Dati. Inizialmente la lista delle società pubblicati nel 1884; Hautcoeur, 2006). dotto a tre distinte serie di indici dei iscritte e cancellate dal listino della La fonte più autorevole fu il Prof. Ric- prezzi delle azioni: un indice per gli anni Borsa di Milano fu predisposta per es- cardo Bachi che compilò un primo indice 1928-1977 elaborato con la tecnica del- sere pubblicata in occasione del primo dei prezzi con base 1913=100. L’indice l’indice campionario «aperto» compren- centenario dell’Unità d’Italia (1961). La di Bachi era calcolato annualmente a dente volta a volta i principali titoli (88 rilevazione venne ripresa su richiesta di corsi secchi e rivisto a ogni 1° gennaio nel 1928, 156 nel 1977); un indice per Enrico Cuccia e Vincenzo Maranghi nel per aggiornare il paniere dei titoli. La gli anni 1961-1996 elaborato come il 1986. Nella Tav. 3.3 la classificazione serie veniva poi concatenata (Comitato precedente, ma con la tecnica del pa- settoriale è stata fatta in base ai codici per gli indici del movimento economico niere «chiuso»; un indice dal 1996 ad Ateco 2007; l’attribuzione dei settori italiano, 1930). Per gli anni precedenti oggi elaborato su tutti i titoli del listino negli anni più remoti si è avvalsa delle hanno provveduto, nell’ordine, Da Pozzo (Mediobanca, 2010). Quest’ultimo, a dif- informazioni rese dalle fonti disponibili. e Felloni per la Borsa di Genova con in- ferenza di tutti i precedenti indici di La classificazione territoriale nella Tav. dici a corsi secchi dal gennaio 1856 al borsa, è stato calcolato introducendo la 3.4 è stata fatta sulla base della sede dicembre dicembre ponderazione dei titoli in base all’entità sociale nell’anno dell’iscrizione. La lista 1887=100), Aleotti (1989) con un indice del capitale flottante sul mercato (me- delle società quotate comprende tutte a corsi secchi dal 1905 al 1914 e Pa- todo successivamente adottato da tutti quelle del listino ufficiale e solo le prin- netta e Violi (1999) con un indice total i provider internazionali). Come si vede, cipali che figuravano nell’ex-Mercato ri- return concatenando vari periodi. Ab- i dati concatenati provengono da serie 1896 (base stretto, dove molti titoli non erano og- biamo calcolato l’indice della Borsa di originali elaborate con metodologie ete- getto di negoziazione o lo erano per Genova nella versione total return sino rogenee; i risultati dell’operazione sono quantitativi irrisori. al 1896 utilizzando i dati sui dividendi quindi puramente indicativi. Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Borsa, territorio e sviluppo economico (1861-2011) Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 97 Tavola 3.1 Borsa di Milano: numero di società quotate, capitalizzazione di borsa e scambi (1861-2011) anni numero società quotate capitalizzazione di borsa Scambi di azioni solo azioni mil. euro complessiva1 flottanti mil. euro % del Pil2 mil. euro 1861 2 … … … … 1891 32 … … … … 1911 158 1,7 16,7 … … 1928 171 18,3 25,0 … 18 1941 134 33,2 28,2 … 7 1951 130 544,4 9,8 … 60 1961 140 4.874 38,9 … 771 1971 132 3.362 9,5 … 625 1977 155 2.774 2,5 … 389 1981 141 23.562 9,8 … 6.497 1986 202 103.408 22,2 … 34.585 1991 231 99.081 13,3 … 16.363 2000 282 810.988 68,1 388.607 869.135 2001 282 593.919 46,2 295.830 658.041 2010 277 424.525 27,4 242.532 748.193 20113 278 455.094 29,4 263.596 … 1 2 3 Compresi Mercato ristretto (poi Expandi) e Nuovo Mercato. Incidenza sul reddito nazionale lordo sino al 1961. Il dato del 2011 è calcolato sul Pil del 2010. Rilevazioni al 14 marzo. Fonte: elaborazioni su dati Area Studi Mediobanca, Borsa Italiana e Comit e, per gli scambi, Consiglio di Borsa Milano, Borsa Italiana, Consob e Istat. Tavola 3.2 Controvalore degli scambi azionari nelle borse italiane prima del 1991 totale scambi1 Milano Genova milioni di lire 18722 Torino Venezia Firenze Trieste Napoli Bologna Palermo in % sul controvalore di tutte le borse 18.000 16,7 33,3 2 27.900 38,0 40,9 1911-132 60.600 38,3 20,0 1900-02 Roma … 16,7 … 11,1 … … … … 2,9 8,2 … 9,3 … … … … 20,8 17,3 … 2,8 … … … … 3 1929 24.436 46,8 13,8 18,8 12,4 0,4 4,0 0,8 2,4 0,6 - 19313 8.551 46,0 13,5 19,8 11,5 0,3 3,6 0,8 2,3 2,2 - 19514 … 54,4 5,8 12,4 20,6 0,1 3,2 o 3,4 0,1 o 19614 … 62,3 4,5 15,5 10,3 0,4 2,1 0,3 2,0 2,5 0,1 19714 … 82,8 1,8 9,8 4,4 0,2 0,3 0,2 0,4 0,1 o milioni di euro 19815 7.114 90,7 1,2 4,6 2,6 0,6 0,2 0,1 o o - 1991 16.322 98,9 0,1 0,2 0,7 o o 0,1 o o - 5 Esclusi gli ordini eseguiti fuori piazza. Stime riportate da Da Pozzo e Felloni (1964). I dati per il 1900-02 e il 1911-13 si riferiscono alle partite liquidate mediamente ogni anno nelle stanze di compensazione (inclusive di valute, cambi e merci). 3 Fonte Banca Commerciale Italiana, Movimento economico (soli affari a termine). 4 Quote calcolate sul numero di azioni negoziate; fonte Comitato Direttivo degli Agenti di Cambio della Borsa Valori di Milano. 5 Fonte Consob, Relazione. Fonte: elaborazioni dell’Area Studi Mediobanca. 1 2 96 97 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 98 Tavola 3.3 Numero di società quotate alla Borsa di Milano ripartite per settore di attività Servizi finanziari Industria in senso stretto Energia Costruzioni Trasporti Servizi di comunicazione e informaz. Altro Totale 1861 1 - - - 1 - - 2 1871 8 1 - - 2 - 1 12 1881 8 6 - - 6 - - 20 1891 12 8 - 2 9 - 1 32 1901 7 36 2 2 10 - 2 59 1911 7 97 18 3 17 - 16 158 1921 8 88 16 3 11 - 14 140 1931 13 90 25 4 11 2 12 157 1941 8 78 28 3 7 1 9 134 1951 7 79 24 3 6 1 10 130 1961 15 79 26 2 6 1 11 140 1971 24 75 7 2 7 1 16 132 1981 31 74 5 3 8 1 19 141 1991 60 122 5 7 12 2 23 231 2001 65 121 10 7 12 24 43 282 2011 marzo 54 130 15 7 13 24 35 278 Fonte: elaborazioni dell’Area Studi Mediobanca. Tavola 3.4 Numero di società quotate alla Borsa di Milano ripartite per sede nell’anno di iscrizione al listino Nord Ovest Nord Est Toscana, Umbria, Marche Lazio Mezzogiorno Estero Totale 1861 2 - - - - - 2 1871 8 1 1 2 - - 12 1881 14 - 1 3 2 - 20 1891 20 1 1 6 2 2 32 1901 46 2 1 10 - - 59 1911 116 15 5 21 1 - 158 1921 96 11 9 19 3 2 140 1931 113 12 10 13 3 6 157 1941 94 7 12 14 6 1 134 1951 92 6 14 13 5 - 130 1961 96 10 11 16 7 - 140 1971 101 5 7 15 4 - 132 1981 109 8 5 15 4 - 141 1991 154 31 10 20 14 2 231 2001 162 52 23 31 8 6 282 2011 marzo 147 65 22 29 9 6 278 Fonte: elaborazioni dell’Area Studi Mediobanca. Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Borsa, territorio e sviluppo economico (1861-2011) azioni richieste o collocate Gruppo Bancario Credito Romagnolo Eni (I) feb-95 nov-95 98 99 segue Telecom Italia Toro Assicurazioni priv. e risp. Banca Mps Acea Enel (I) mag-99 mag-99 giu-99 lug-99 ott-99 Bnl Banca Agricola Mantovana nov-98 gen-99 6.712 Eni (IV) Aem giu-98 Banca di Roma nov-97 lug-98 1.379 Telecom Italia ott-97 541 2.217 934 16.550 31.501 1.611 2.656 761 9.778 6.832 1.358 Istituto Bancario San Paolo di Torino Eni (III) giu-97 4.586 1.008 3.254 1.947 2.340 1.493 1.231 930 573 704 mag-97 Eni (II) INA lug-94 Mediaset Banca Commerciale Italiana mar-94 ott-96 Imi feb-94 lug-96 Credito Italiano ord. e priv. dic-93 533 Finanziaria Agroindustriale A. Mondadori Editore ord. e risp. dic-92 Istituto Bancario San Paolo di Torino mar-92 set-93 788 Enimont feb-91 522 623 Ferruzzi Finanziaria Enimont ott-88 - importo milioni di euro set-89 prima di ott 1988 - data (controllante) Fiat - (controllante) Olivetti e Tecnost Banca Mps - - - - - - - - - - Credito Italiano - - - - Silvio Berlusconi Editore Montedison - Eni - - - acquirente (cessione del pacchetto di controllo in mano al Tesoro) (cessione del pacchetto di controllo in mano all’Iri) (cessione di azioni in mano al Tesoro e altri enti) (cessione di azioni in mano all’Iri) (cessione di azioni in mano al Tesoro) (cessione di azioni in mano al Tesoro) (cessione del pacchetto di controllo in mano al Tesoro) (cessione di azioni in mano al Tesoro) (cessione di azioni in mano alla controllante e ad enti pubblici) (cessione di azioni in mano al Tesoro) (cessione di azioni in mano al Tesoro) OPA OPV OPV OPV (cessione di azioni in mano al Tesoro) (cessione di azioni in mano al Comune di Roma) (cessione di azioni in mano alla Fondazione controllante) OPA ostile OPA OPV OPV OPV OPV OPV OPV OPV OPV OPV OPV OPA ostile OPV OPV OPV OPV OPS contro azioni Silvio Berlusconi Editore OPS contro azioni Eridania Béghin-Say OPV OPS contro obbligazioni Eni a tasso variabile 1991-95 OPV OPV agli azionisti Montedison Nessuna operazione di valore superiore a 500 milioni tipo di operazione OPA / OPV Tavola 3.5 Borsa Italiana: principali offerte pubbliche perfezionate dal 1978 al 2011 su azioni di società italiane Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 99 Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Borsa, territorio e sviluppo economico (1861-2011) segue Toro Assicurazioni Enel (II) ott-04 Tim Terna giu-04 gen-05 Telecom Italia ord e risp. mag-05 Autostrade lug-03 La Rinascente ord priv e risp. nov-02 feb-03 Ferretti ott-02 Ras ord e risp. Lottomatica gen-02 Italgas Snam Rete Gas nov-01 gen-03 Montedison ed Edison gen-03 Banco di Napoli Cartiere Burgo ord priv e risp. giu-00 ago-01 Caltagirone Editore giu-00 nov-00 Finmeccanica giu-00 Toro Assicurazioni ord priv e risp Seat ord e risp. mag-00 Aeroporti di Roma Gruppo Buffetti apr-00 lug-00 e.Biscom mar-00 ott-00 Montedison ord. e risp. Banca Popolare di Lodi Autostrade dic-99 mar-00 INA dic-99 mar-00 Unim dic-99 706 13.804 7.636 1.700 5.274 6.459 2.461 709 621 633 685 2.202 4.981 1.187 929 519 988 630 5.505 2.386 702 1.684 649 3.016 4.186 9.858 2.045 Banca Commerciale Italiana ord. e risp. 3.260 ott-99 importo milioni di euro (controllante) (acquisto di azioni proprie) (controllante) - (controllante) (controllante) Telecom Italia - - Olivetti Newco28 Eni RAS Eurofind Impe Lux e Coci Tyche - Italenergia Sanpaolo Imi Leonardo Fiat (controllante) Dieci - - Telecom Italia Seat - - Compart - Assicurazioni Generali Milano Centrale Banca Intesa acquirente (cessione di azioni in mano all’Iri) (contro contanti e azioni Seat) (cessione di azioni in mano all’Iri) OPV OPA OPV OPV OPA OPA OPA OPA OPA OPA OPA OPV (cessione azioni in mano a De Agostini Partecipazioni) (cessione azioni in mano al Tesoro) (cessione azioni in mano all’Enel) OPA ostile OPA OPA OPA volta alla revoca dalla quotazione OPA OPV OPV OPA OPS OPV OPV OPA OPV OPA ostile OPA volta a ritirare il titolo dalla quotazione OPS contro azioni Banca Intesa tipo di operazione OPA / OPV Borsa Italiana: principali offerte pubbliche perfezionate dal 1978 al 2011 su azioni di società italiane azioni richieste o collocate segue data Tavola 3.5 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 100 100 101 Banca CR Firenze Enel Green Power apr-08 ott-10 2.395 1.671 636 687 3.002 1.242 633 1.318 874 2.069 3.756 965 724 2.673 2.590 4.101 - Intesa Sanpaolo Red & Black Lux Foncière des Régions Swisscom Italia - Veneto Banca Assicurazioni Generali Eurizon Financial Group - Bnp Paribas Abn Amro Bank - Allianz (controllante) Transalpina di Energia - acquirente Sono state considerate le operazioni di importo superiore a 500 milioni di euro. Valentino Fashion Group set-07 Fonte: elaborazioni dell’Area Studi Mediobanca. Fastweb Beni Stabili mag-07 lug-07 Banca Popolare di Intra Prysmian mar-07 apr-07 Banca Fideuram Toro Assicurazioni ott-06 Bnl Saras mag-06 mag-06 dic-06 Safilo Group Banca Antonveneta Ras ord e risp. nov-05 dic-05 Edison ott-05 mar-06 Enel (III) lug-05 importo milioni di euro OPA (cessione azioni in mano al Tesoro) OPV (cessione azioni in mano all’Enel) OPA volta alla revoca dalla quotazione OPA OPS contro azioni Foncière des Régions OPA OPV OPA OPA (controllante) OPV OPA OPA OPV OPA OPA OPV tipo di operazione OPA / OPV Borsa Italiana: principali offerte pubbliche perfezionate dal 1978 al 2011 su azioni di società italiane azioni richieste o collocate segue data Tavola 3.5 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 101 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 102 Tavola 3.6 Principali società quotate alla Borsa di Milano in base alla capitalizzazione a fine anno 1901 1911 Mln.lire 1 Ferrovie Mer. 286 1921 1931 Mln.lire Banca d’Italia 450 Mln.lire Comit 692 Mln.lire Edison 1.179 2 Banca d’Italia 197 Ferrovie Mer. 297 Banca d’Italia 401 Sade 548 3 Ferrovie Med. 172 Comit 228 Credito Ital. 355 Montecatini 520 4 Comit 82 Bco Roma 162 Bca It. Sconto 284 Chatillon 460 146 5 Navigaz.Gen. 48 Ferrovie Med. Edison 216 Sip 444 6 Terni 40 Credito It. 88 Fiat 179 Sme 408 7 Edison 39 Beni Stabili 86 Bco Roma 171 Generali 377 8 Credito It. 35 Navigaz.Gen. 78 Navigaz.Gen. 158 Terni 369 9 Lanif. Rossi 29 Edison 76 Ferrovie Mer. 132 Ilva 293 Molini A.I. 29 Terni 67 Sade 106 Vizzola 282 10 1941 1951 Mrd lire 1 Edison 5.580 1961 Mrd lire Edison 72,1 1971 Mrd lire Edison 678 Mrd lire Fiat 634 2 Montecatini 3.984 Montecatini 71,4 Fiat 664 Montedison 552 3 Sade 3.237 Snia Viscosa 43,4 Montecatini 585 Sip* 518 4 Snia Viscosa 2.803 Fiat 42,8 Generali 334 Generali 361 5 Sip* 2.323 Sip* 36,1 Pirelli 303 Stet* 294 6 Sme* 2.092 Sme* 27,7 Finsider* 299 Italcementi 166 7 Fiat 1.930 Italcementi 25,7 Stet* 284 Comit* 161 8 Finsider* 1.813 Sade 25,5 Italsider* 274 Finsider* 124 9 Terni* 1.740 Bastogi 25,5 Snia Viscosa 248 Pirelli 122 Bastogi 1.689 Dalmine* 24,6 Italcementi 224 Credito It* 121 10 1981 1991 Mrd lire 2001 Mrd euro 2010 Mrd euro Mrd euro 1 Generali 3.650 Generali 20,6 Telecom It 63,3 Eni* 65,7 2 Comit* 1.470 Fiat 10,2 Eni* 56,3 Enel* 35,4 3 Credito It* 1.450 Stet* 9,2 Tim 53,7 Unicredit 30,3 4 Mediobanca* 1.202 Sip* 7.4 Generali 39,8 Intesa Sanpaolo 25,9 5 Banco Lariano 1.145 Alleanza 5,6 Enel* 38,2 Generali 22,3 6 Cattolica V. 1.080 Bco S.Spirito* 5,5 Unicredit 22,7 Fiat 18,5 7 Toro Assic. 1.069 Mediobanca 4,7 IntesaBci 18,2 Telecom It 17,9 8 Fiat 1.015 Ras 3,8 SanpaoloImi 17,4 Saipem* 16,3 9 Bco Roma* 979 Comit* 3,8 Olivetti 13,8 Snam RG* 13,3 10 Montedison 915 Montedison 3,3 Seat 10,4 Luxottica 10,7 * Società a controllo pubblico. Fonte: elaborazioni dell’Area Studi Mediobanca. Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Borsa, territorio e sviluppo economico (1861-2011) Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 103 Tavola 3.7 Borse italiane: numero di società quotate (1921-1981) Anni 1921 1931 1941 1951 1961 1971 1981 Torino Roma Genova Firenze Napoli Trieste Bologna Venezia Palermo AM 18 24 21 14 10 12 … … … Loc 19 12 9 3 2 22 … … … Totale 37 36 30 17 12 34 … … … AM 27 28 35 22 18 11 16 18 … Loc 29 18 23 9 6 17 6 5 … Totale 56 46 58 31 24 28 22 23 … AM 27 27 31 15 10 5 8 9 … Loc 26 19 25 9 11 13 3 - … Totale 53 46 56 24 21 18 11 9 … AM 37 46 43 17 14 6 … 11 … Loc 24 15 17 13 5 10 … - … Totale 61 61 60 30 19 16 … 11 … AM 46 55 62 24 18 16 10 13 … Loc 21 15 10 9 4 10 - 3 … Totale 67 70 72 33 22 26 10 16 … AM 62 65 57 38 23 22 13 15 18 Loc 15 11 7 5 5 4 1 2 4 Totale 77 76 64 43 28 26 14 17 22 AM 65 63 55 28 19 16 12 11 13 Loc 12 5 7 6 2 4 - 2 1 Totale 77 68 62 34 21 20 12 13 14 AM = titoli ad ampio mercato (intesi tali quelli quotati anche a Milano). Loc = titoli di società locali, quotate su borse secondarie, ma non iscritte nel listino della Borsa di Milano. Fonte: nostre rilevazioni da Il Sole (poi Il Sole 24Ore). Nel 1991 è entrato in vigore il sistema della negoziazione continua. 102 103 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 104 Tavola 3.8 Società quotate alla Borsa di Milano: aumenti di capitale a pagamento, dividendi pagati, offerte pubbliche e buyback (prezzi costanti) Quinquenni Aumenti di capitale Dividendi pagati Saldo OPV e OPS1 migliaia di euro a prezzi 1928 (c) = (a-b) (d) OPA Buyback2 Saldo (a) (b) (e) (f) (d-e+f) 1929-313 1.806 1.986 -180 … … … … 1932-36 1.431 2.850 -1.419 … … … … 1937-41 3.894 1942-46 717 3.794 100 … … … … 1.382 -665 … … … … 1947-51 1952-56 2.597 1.425 1.172 … … … … 3.600 4.416 -816 … … … … 1957-61 9.456 7.339 2.117 … … … … 1962-66 5.100 8.686 -3.586 … … … … 1967-71 3.336 7.402 -4.066 … … … … 1972-76 3.773 4.185 -412 … … … … 1977-81 17.890 2.869 15.021 699 38 … (661) 1982-86 22.633 6.544 16.089 6.760 45 … (6.715) 1987-91 18.276 16.069 2.207 4.096 1.541 -800 1.755 1992-96 20.586 13.961 6.625 13.403 5.739 752 8.416 1997-01 30.438 43.492 -13.054 49.256 37.624 3.976 15.608 2002-06 25.758 79.765 -54.007 9.327 34.026 -4.676 -29.375 2007-103 23.921 63.786 -39.865 2.475 6.259 -2.349 -6.133 Le OPV comprendono azioni di nuova emissione (nel caso non si tratti di Ipo, sono già comprese nella colonna degli aumenti di capitale) e azioni cedute da soci che disinvestono. La colonna dei buyback rappresenta il saldo tra azioni proprie acquistate (-) e azioni proprie vendute (+). 3 Tre anni nel 1929-31 e quattro anni nel 2007-10. Fonte: elaborazioni dell’Area Studi Mediobanca. 1 2 Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Borsa, territorio e sviluppo economico (1861-2011) Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 105 Tavola 3.9 Società quotate alla Borsa di Milano: aumenti di capitale a pagamento (prezzi costanti) Quinquenni Assicurazioni Banche Altre migliaia di euro a prezzi 1928 1929-31* 3 266 1.537 Totale Assicurazioni Banche in % sul totale Altre 1.806 0,2 14,7 85,1 1932-36 2 1 1.428 1.431 0,1 0,1 99,8 1937-41 - - 3.894 3.894 - - 100,0 1942-46 - - 717 717 - - 100,0 1947-51 58 - 2.539 2.597 2,2 - 97,8 1952-56 2 9 3.589 3.600 0,1 0,3 99,7 1957-61 56 52 9.348 9.456 0,6 0,5 98,9 1962-66 - 28 5.072 5.100 - 0,5 99,5 1967-71 81 34 3.221 3.336 2,4 1,0 96,6 1972-76 246 110 3.417 3.773 6,5 2,9 90,6 1977-81 188 378 17.324 17.890 1,1 2,1 96,8 1982-86 940 1.944 19.749 22.633 4,2 8,6 87,3 1987-91 2.877 2.460 12.939 18.276 15,7 13,5 70,8 1992-96 2.658 3.125 14.803 20.586 12,9 15,2 71,9 1997-01 2.530 8.079 19.829 30.438 8,3 26,5 65,2 2002-06 2.728 6.141 16.889 25.758 10,6 23,8 65,6 437 11.313 12.171 23.921 1,8 47,3 50,9 2007-10* * Tre anni nel 1929-31 e quattro anni nel 2007-10. Fonte: elaborazioni dell’Area Studi Mediobanca. 104 105 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 106 Tavola 3.10 Indice dei prezzi delle azioni quotate in borsa (1861-2011) Anni (1) Dati a prezzi correnti Indice Indice sui corsi sui corsi secchi total return Indice Borsa di Genova Indice sui corsi secchi Dati a prezzi del 1° gennaio 1928 Indice Rendimento Utili sui corsi sui dividendi e perdite total return in c/ capitale Media annua % Rendimento complessivo (2) (3) 1861 100,0 100,0 100,0 100,0 - - - 1871 188,1 386,4 177,7 365,0 7,5 5,9 13,8 1881 274,5 959,1 243,1 849,3 5,5 3,2 8,8 1891 199,4 1.106,5 176,0 976,7 4,7 -3,2 1,4 1896 132,4 886,2 122,3 818,3 3,8 -7,0 -3,5 Indice Panetta-Violi (4) 1896 ... 11,6 ... 61,9 - - - 1901 ... 21,7 ... 115,9 ... ... 13,4 1911 ... 35,9 ... 171,5 ... ... 4,0 1921 ... 59,2 ... 67,1 ... ... -9,0 1927 ... 100,0 ... 100,0 ... ... 6,9 Indice Mediobanca (5) 1928 100,0 100,0 100,0 100,0 - - - 1931 52,9 67,3 64,2 81,7 6,2 -10,5 -4,9 1941 104,3 214,2 80,4 165,1 4,9 2,3 7,3 1951 1.002,6 2.533,2 20,5 51,7 2,1 -12,8 -11,0 1961 4.405,8 16.443,6 68,0 253,7 4,0 12,8 17,2 1971 2.176,4 11.662,3 22,5 120,6 3,7 -10,5 -7,2 1981 3.187,9 22.412,5 7,8 55,1 2,8 -10,0 -7,5 1991 9.362,8 87.694,6 10,2 95,8 2,9 2,7 5,7 2001 32.526,6 371.063,0 25,7 292,8 2,0 9,6 11,8 2010 22.782,5 381.945,7 15,1 252,7 3,9 -5,2 -1,5 2011 24.462,0 410.109,7 16,0 267,3 o 30,7 30,7 Media annua per l’indice della Borsa di Genova, fine anno per gli altri. Il dato 1928 dell’indice Mediobanca è riferito al 1° gennaio, quello 2011 al 14 marzo. Riferita al periodo pluriennale chiuso nell’anno indicato (esempio: nel 1871 si riferisce alla media del periodo 1861-1871). Il rendimento complessivo è calcolato sugli indici total return ed equivale al prodotto dei rendimenti sui dividendi e sugli utili e perdite in c/capitale. 3 Nostra elaborazione su dati Da Pozzo e Felloni (1964). Gli indici si riferiscono a medie annuali. 4 Borsa di Milano. Nostra rielaborazione di dati originali comunicati dagli Autori. 5 Borsa di Milano. Si veda Mediobanca 2010. Fonte: elaborazioni su dati Mediobanca, Da Pozzo e Felloni (1964) e Panetta e Violi (comunicazione degli Autori). 1 2 Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Borsa, territorio e sviluppo economico (1861-2011) Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 107 Bibliografia Acerbi G., 2008. I duecento anni della Borsa di Milano. Rivista delle Società, anno LIII, fasc. 5. 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Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 108 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 109 4 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 111 4 Giandomenico Piluso La formazione di moderni mercati guerre napoleoniche, di Londra finanziari durante l’Ottocento e Parigi in centri finanziari è stata intimamente connessa, internazionali, attraendovi nell’Europa continentale, competenze professionali e all’intervento dello Stato, sia come operatori qualificati (Richie, 2006; regolatore sia come emittente. Cassis, 2008). La formazione di un La funzione di emittente degli stati mercato dei titoli pubblici ampio nazionali si è rivelata, più in e liquido è stata storicamente generale, un fattore rilevante di condizione della formazione dei impulso alla formazione di mercati mercati finanziari. Da quel mercato finanziari liquidi, conferendo un derivarono contratti di livello sufficiente di dimensione compravendita e tecniche e regolarità alle transazioni quale di negoziazione che sarebbero condizione essenziale di efficienza stati successivamente adottati nei e sviluppo, anche nei paesi mercati azionari. L’offerta di titoli anglosassoni dove il mercato di di società per azioni, dalla metà borsa si è tipicamente configurato dell’Ottocento motivata come un’associazione tra operatori. dall’eccezionale entità degli Durante il Settecento fu in effetti, investimenti nelle reti e in primo luogo, la stabilizzazione infrastrutturali, non avrebbe potuto della finanza pubblica operata dai prescindere dal mercato dei rispettivi governi in Gran Bretagna capitali come mercato organizzato e Francia a porre le premesse, dal originato dallo Stato quale lato dell’offerta, della progressiva soggetto emittente. La progressiva trasformazione, avviata con le diminuzione dei tassi di interesse 111 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 112 a lungo termine, registrata lungo Se la funzione positiva dello Stato in una fase di precisazione della l’intero Ottocento, fu sì preceduta come emittente è particolarmente struttura finanziaria, secondo un dalla razionalizzazione delle apprezzata nelle fasi genetiche modello implicito che mirava a finanze pubbliche ma dipese di formazione dei mercati enfatizzare la priorità di obiettivi almeno altrettanto dalla creazione finanziari, si ritiene però in genere di politica macroeconomica sui di mercati che dessero liquidità che la dilatazione della spesa processi di integrazione tra ai titoli dei maggiori stati nazionali. pubblica e, conseguentemente, mercato e intermediari. Le stesse forme di l’aumento dello stock di debito Quell’intervento regolamentare aprì regolamentazione del mercato e tenda a innescare fenomeni di un ciclo legislativo piuttosto lungo protezione giuridica degli investitori crowding out che contengono che si completò per gradi negli sperimentate per dare continuità drasticamente la provvista di anni Trenta, quando il sistema e stabilità alle transazioni furono capitale di rischio da parte del finanziario italiano entrò in una parte di quel processo evolutivo settore privato. La competizione fase ancor più lunga, precisandosi che avrebbe esteso le possibilità tra settore pubblico e settore la sua natura banco-centrica di raccolta di fondi per le imprese privato sul mercato dei capitali anche sotto il profilo mediante il collocamento di azioni e le rigidità regolamentari derivanti ordinamentale, divenendo ampia la e obbligazioni sul mercato di dalla precedente fase di intervento presenza pubblica nella proprietà borsa. La funzione di regolazione dello Stato avrebbero motivato degli intermediari, elevato il livello dello Stato si esercitò con obiettivi le politiche di deregolamentazione di regolamentazione, variamente specifici, dall’adozione di misure e privatizzazione inaugurate negli inefficiente il mercato di borsa. di controllo al fine di evitare anni Ottanta, in reazione alla Negli anni Ottanta le rigidità fenomeni di instabilità alla dinamica di crescita negativa della funzionali e gli impulsi competitivi realizzazione di infrastrutture stagflazione, restituendo margini e normativi esterni stimolarono giuridiche e condizioni di rilevanza ai mercati rispetto agli quindi l’avvio di riforme che regolamentari concepite per intermediari finanziari. Negli ultimi ridefinissero il sistema finanziario, imprimere impulso alla crescita trent’anni si è così delineata con incoraggiandone la convergenza di efficienza e dimensione dei forza, soprattutto per convergenza verso modelli in cui il mercato mercati. In tale senso l’assetto verso i modelli istituzionali di borsa presenta assetti giuridico e regolamentare è stato anglosassoni, la ripresa regolamentari e livelli dimensionali recentemente enfatizzato quale dell’importanza assegnata differenti da quelli fattore rilevante di determinazione ai mercati nei processi di riassetto precedentemente sperimentati. della morfologia della struttura della struttura finanziaria dei La deregolamentazione e le finanziaria e dell’efficienza relativa capitalismi europei, con l’avvio privatizzazioni hanno posto le dei mercati. La performance dei di riforme regolamentari e con condizioni, quanto meno in parte, mercati finanziari in termini politiche economiche che per la crescita del mercato di capitalizzazione e efficienza favorissero la crescita e l’efficienza finanziario, mediante interventi allocativa è stata in questa allocativa dei mercati (Rajan sulla normativa societaria, prospettiva ricondotta all’intervento e Zingales, 2003; Michie, 2006) . contenimento dell’impresa pubblica, regolamentare esercitato dalle Nella storia italiana unitaria lo integrazione tra intermediari e autorità pubbliche, le cui politiche Stato ha avuto sin dagli inizi un mercato (Nardozzi e Piluso, 2010). di contenimento dei fenomeni ruolo e un peso anzitutto come Nella storia postunitaria si possono di instabilità avrebbero tuttavia emittente, mentre nei primi perciò distinguere quattro campate portato a forme di financial decenni fu meno rilevante l’azione temporali maggiori, all’interno delle repression dai primi anni Trenta di regolazione esercitata da quali si possono peraltro sino agli anni Settanta del parlamento, governi e autorità riconoscere fasi in cui le scelte Novecento, segnando la perdita centrali. L’azione regolamentare e i comportamenti delle autorità di funzionalità e dimensione dei dello Stato si delineò soprattutto centrali si precisarono o mutarono mercati rispetto agli intermediari in età giolittiana, essenzialmente in in relazione al riconoscimento dei finanziari (Rajan e Zingales, 2003). risposta a fenomeni di instabilità, principali vincoli esterni nella Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Il ruolo dello Stato imprenditore e regolatore Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 113 definizione delle linee di politica i modelli prevalenti nelle economie conferma di attribuzione degli ampi economica, in particolare di politica più avanzate, senza tuttavia che ciò poteri di regolazione alle singole monetaria. Le scelte regolamentari abbia di per sé generato camere di commercio locali. delle autorità monetarie centrali nei o semplicemente coinciso con più La cornice dei principi generali fu primi decenni postunitari dovettero alti tassi di crescita del reddito così accostata incoerentemente tenere conto delle relazioni tra la (1976-2010). alla delega di larghi poteri consistenza e composizione, ma discrezionali alle autorità camerali anche i costi, del debito pubblico locali, come emerse per esempio e vincoli macroeconomici esterni: la dipendenza dai mercati finanziari esteri limitò le opzioni che le 4.1 Lo Stato italiano emittente e la formazione del mercato di borsa (1861-1893) per la Borsa di Milano, favorendo Nei primi decenni postunitari organizzativa, in particolare nei mediatori ammessi e provocando fenomeni di grave distonia autorità pubbliche avevano concretamente di fronte a sé la moltiplicazione delle figure dei (1861-1893). Alla fine dell’Ottocento l’attività di regolamentazione primi anni Settanta, in coincidenza le autorità centrali tentarono esercitata dalle autorità pubbliche dell’aumento dei livelli delle di modificare le condizioni di italiane sulla struttura finanziaria fu transazioni (Baia Curioni, 1995). dipendenza dall’estero, favorite da contenuta nella sostanza. L’ondata di nuove quotazioni di una fase di crescita dell’economia, Per quanto riguarda il mercato dei titoli di banche e il marcato rialzo riuscendo a ridurre l’entità e il capitali fu limitata essenzialmente dei corsi correlati ai movimenti costo di finanziamento del debito a confermare il modello pubblico speculativi che culminarono nella mediante la scelta di ancorare di di mercato di borsa mutuato dalla crisi di borsa del 1873, anche fatto la stabilità interna (prezzi) legislazione francese che era stato in relazione alla dinamica della ed esterna (cambio) al regime introdotto in Italia da Napoleone liquidità internazionale, misero in aureo. Tale scelta si rivelò poco con le borse di commercio create tensione i fragili equilibri conseguiti compatibile con il modello di banca tra il 1802 e il 1808, da un lato, e fino allora producendo una mista, che richiedeva un’organica con il Codice di commercio del drammatica caduta della coesione integrazione tra intermediari e 1807, dall’altro. Nell’esperienza e della consistenza professionale mercati. Tra le due guerre mondiali preunitaria il modello di borsa che erano state acquisite a fatica si dovette scegliere tra la banca pubblica non aveva generalmente dai mercati maggiori di Genova, universale, considerata un fattore sortito effetti positivi sui volumi Torino e Milano. Ne derivarono una di instabilità per il sistema (1894- scambiati e sull’attendibilità dei rapida destrutturazione di fatto 1933), e il finanziamento della prezzi: la maggior parte delle delle borse italiane e un parallelo crescita mediante la creazione transazioni era in effetti condotta indebolimento degli operatori di un originale modello in cui le presso i banchieri privati, professionali, con effetti negativi risorse aggiuntive dovevano essere al di fuori quindi del mercato duraturi sui volumi trattati e sulla raccolte incanalando il risparmio in organizzato, con una perdita di funzionalità dei mercati ufficiali, un circuito obbligazionario tutelato. trasparenza delle negoziazioni secondo una linea involutiva Le mancanze e i limiti di quel e significatività dei corsi. Il primo ulteriormente accentuata dai modello di finanziamento emersero serio atto legislativo unitario fu provvedimenti restrittivi, di natura negli anni della stagflazione (1934- il nuovo Codice di Commercio del essenzialmente fiscale, adottati alla 1975), inducendo le autorità 1865 con il quale si uniformava, metà degli anni Settanta verso pubbliche a correggere il sistema estendendo di fatto l’ordinamento i contratti a termine, con l’obiettivo finanziario per gradi sino a definire di impianto liberista piemontese, di contrastare la componente una differente architettura la normativa che regolava le molte speculativa, considerata un fattore istituzionale nella stagione della borse esistenti nella penisola. di instabilità dalle autorità deregolamentazione degli Con il nuovo Codice si introdusse di governo. La componente intermediari e delle privatizzazioni: tuttavia un fattore di instabilità speculativa, contrariamente ne è derivato un processo di poiché il principio di libertà di a quanto si osservava per altri aggiustamento e convergenza verso mediazione fu sovrapposto alla mercati europei, non venne perciò 112 113 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 114 intesa come una componente si rivelò, in tale senso, “pressoché della propria esistenza. propria dei mercati finanziari più paralizzante” (Baia Curioni, 1995). La credibilità internazionale era in evoluti, in grado di ridurre Nei primi decenni postunitari le effetti per lo Stato italiano decisiva la variabilità dei corsi e dei volumi, scelte regolamentari non per poter continuare a ottenere quanto piuttosto assimilata promossero quindi la crescita fondi con cui finanziare la spesa a quella che sarebbe stata dimensionale e funzionale dei e rifinanziare il debito, sia sui l’assimilazione keynesiana ai giochi mercati finanziari, mentre mercati esteri sia sullo stesso di “Snap, Old Maid, Musical Chairs” l’esistenza di numerose borse locali mercato interno. Il collocamento (Baia Curioni, 1995; Ciocca, 1991). (sino a una ventina) non poteva delle nuove emissioni dei titoli In un quadro di ridotta non accentuare – in un quadro pubblici dipendeva in larga misura funzionalità dei mercati di borsa normativo che enfatizzava il potere dall’intermediazione della haute il Codice di Commercio del 1882 discrezionale delle singole camere banque europea, anche quando ripropose un sistema di commercio – la segmentazione gli investitori ultimi erano residenti regolamentare che univa, dei mercati stessi. In quei primi italiani che acquistavano all’estero, incoerentemente, una ridotta decenni unitari lo Stato italiano in particolare a Parigi. selezione degli intermediari come prenditore di fondi concorse Il collocamento dei titoli italiani professionali, una scarsa selezione invece in misura rilevante alla utilizzava i canali costituiti dalle delle ammissioni alle quotazioni costruzione del mercato finanziario maggiori borse estere e dagli e un’ampia delega dei poteri dal lato dell’offerta, sia come intermediari specializzati che vi di autoregolazione ai gruppi locali, emittente di titoli sia estendendo operavano in posizione preminente assegnando ora quei poteri alle la propria garanzia – diretta o (Berta, 1990). Le sottoscrizioni neoistituite deputazioni di borsa indiretta – ai titoli emessi dalle della rendita sui mercati esteri di nomina camerale (Aleotti, 1989; maggiori società ferroviarie coprirono sino al 40 per cento Baia Curioni, 1995). La quotate, che divennero una circa dello stock del debito, ma, regolamentazione delle borse componente primaria dei magri soprattutto, il successo dei adottata produsse, in sostanza, listini delle borse della penisola. collocamenti e i livelli di prezzo e, ulteriore inefficienza organizzativa Lo Stato italiano come emittente quindi, il rendimento dei titoli, e funzionale dei mercati, incidendo non poteva non pesare nella derivavano dalla domanda e dalle negativamente sulla disciplina degli formazione dei listini, anzitutto per quotazioni registrate, in particolare, agenti di cambio e sull’ammissione l’entità del debito pubblico che si alla Borsa di Parigi, dove si al listino dei valori azionari, che le era accumulato nello stesso collocava di norma la più parte procedure, peraltro differenziate su processo di unificazione del paese. della quota estera di debito scala locale, non prevedevano in La complessiva massa di debito (Zamagni, 1998; Volpi, 2002; linea di principio dovessero iscritta nell’agosto 1861 dal primo Francese e Pace, 2008). La quota possedere requisiti minimi, ministro delle Finanze, il finanziere di titoli pubblici italiani trattata alla concedendo alla discrezionalità livornese Pietro Bastogi, nel Gran Borsa di Parigi era mediamente delle singole camere di commercio Libro del Debito Pubblico del superiore di ben quattro volte – e alle deputazioni – le decisioni nuovo Regno, in larga parte quella trattata presso il maggiore in merito, mentre i titoli di stato costituita da rendita consolidata al mercato interno, la Borsa ottenevano la quotazione di 5 per cento, ammontava a circa il di Genova. La segmentazione diritto. La normativa non aveva, 40 per cento del reddito aggregato del mercato interno amplificava in definitiva, la possibilità, né dell’Italia. Il riconoscimento dei perciò il ruolo dei centri finanziari l’obiettivo, di ridare consistenza debiti degli stati preunitari fu internazionali, dove di fatto si ai mercati di borsa dopo la crisi inteso a dare credibilità sui mercati formava il prezzo e il livello dei del 1873, rafforzando gli internazionali alle passività che il rendimenti dei titoli pubblici italiani intermediari professionali e nuovo Stato nazionale avrebbe (Aleotti, 1989; Conte, Toniolo alzando la trasparenza delle dovuto necessariamente emettere e Vecchi, 2003). L’influente casa quotazioni e delle transazioni. per assicurarsi la continuità in Rothschild creò, non a caso, una La regolamentazione di borsa quella fase estremamente delicata Delegazione del Tesoro Italiano Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Il ruolo dello Stato imprenditore e regolatore Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 115 presso i propri uffici di Parigi nei titoli della rendita. Ciò richiese presso le componenti del sistema (Bruni, 1915). Se i titoli venivano interventi da parte del maggiore bancario che meglio si prestavano collocati sui mercati esteri e istituto di emissione, la Banca ad assorbire consolidato e rendita, intermediati dalle maggiori banche Nazionale nel Regno, sui mercati come le casse di risparmio, d’affari europee, specialmente esteri, su sollecitazione del Tesoro, drenando quote di risparmio e francesi e britanniche, gli investitori al fine di stabilizzare prezzi liquidità che avrebbero altrimenti esteri assorbivano una quota di e quantità domandate dei titoli potuto sostenere gli investimenti debito pubblico significativa – per pubblici italiani, soprattutto alla del settore privato. La Banca una larga parte dei finanziamenti vigilia di nuove emissioni. Nazionale prima e la Banca d’Italia di portafoglio affluiti nel nuovo La persistente rilevanza della quota poi, dopo la riforma istitutiva del Regno dopo l’unità – anche dei titoli collocati all’estero 1893, si impegnarono direttamente mediante l’accesso ai circuiti interni e l’accettazione da parte delle nelle attività di collocamento dei gestiti dai banchieri privati italiani autorità fiscali e monetarie italiane titoli pubblici attraverso la rete (De Cecco, 1990; Fenoaltea, 2006). dell’intermediazione delle borse delle proprie filiali (Baia Curioni, Nei primi decenni postunitari, estere nei collocamenti dei titoli 1995; Volpi, 2002). pertanto, il debito pubblico italiano del debito anche presso compratori La condizione di dipendenza del dipendeva in misura consistente dai italiani non poté, tuttavia, debito pubblico dai circuiti e dagli mercati e dagli investitori esteri, non incidere sulla formazione investitori esteri persistette, pur con effetti sui costi di provvista dei di un mercato finanziario nazionale. variando per intensità, sino all’età fondi e sulla volatilità degli Le stesse politiche di giolittiana, quando si operò con investimenti in titoli, poiché in monetizzazione dei disavanzi di successo la conversione della presenza di opportunità o tensioni bilancio adottate dalla metà degli rendita nel luglio 1906, dopo una sui rispettivi mercati e su quelli anni Sessanta richiedevano che gli serie di esercizi fiscali segnati dai internazionali, così come istituti di emissione assumessero corposi avanzi di bilancio indotti in concomitanza di incertezze una quota robusta dei titoli pubblici dall’alta crescita dell’economia del e turbolenze sulla scena politica e, al tempo stesso, attivassero paese, peraltro trainata dal ciclo italiana, gli investitori esteri non meccanismi di rafforzamento dei internazionale (Zamagni, 1998) (si esitavano a ritirare i fondi impiegati circuiti di distribuzione del debito veda la Tavola 4.1). Tavola 4.1 Composizione del debito per scadenze, tassi di rendimento, quota collocata all’estero, incidenza degli interessi sulla spesa dello Stato, 1861-1913 anni consolidato redimibile fluttuante tasso di rendimento effettivo del consolidato debito collocato all'estero interessi sulla spesa dello stato 1861 82,02 16,72 1,26 7,11 21,2 15,5 1866 82,21 9,41 8,38 8,83 30,6 22,4 1870 59,23 29,53 11,24 7,98 25,1 38,7 1876 62,37 25,07 12,56 5,69 35,0 32,7 1880 66,18 20,49 13,33 4,66 33,9 35,5 1883 71,18 17,05 11,77 4,80 28,9 29,1 1889 68,60 24,46 6,94 4,53 41,5 29,0 1896 66,88 24,73 8,39 4,30 29,2 33,5 1900 69,05 22,10 8,85 4,01 23,1 33,5 1906 69,33 20,58 10,09 3,60 13,5 25,0 1913 61,05 25,64 13,31 3,60 20,2 16,6 Fonte: Zamagni, 1998. 114 115 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 116 Figura 4.1 Il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo in Italia, 1861-1914 130.0 110.0 90.0 70.0 50.0 1913 1911 1909 1907 1905 1903 1901 1899 1897 1895 1893 1891 1889 1887 1885 1883 1881 1879 1877 1875 1873 1871 1869 1867 1865 1863 1861 30.0 Fonte: Fratianni e Spinelli, 1997. La dinamica di espansione della 2003). La prima importante fase come la dinamica dei corsi massa complessiva del debito di ampia dilatazione del debito azionari appare dipendente dai dello Stato unitario dipese, come pubblico coincise con la perdita corsi della rendita, a loro volta è stato osservato da Artoni di funzionalità organizzativa delle esposti alle preferenze espresse e Biancini, dal ciclo internazionale borse italiane seguita al ciclo dagli investitori esteri sui mercati e le fasi di accumulazione legislativo compreso tra il 1865 transalpini: alla Borsa di Genova del debito furono innescate e il 1882, con un aumento le azioni trattate erano per “dall’imitazione di scelte dell’incidenza degli interessi sulla volume inferiori alla metà dei e di comportamenti dei paesi spesa dello Stato attenuata dalla titoli della rendita scambiati egemoni”, come fu tipicamente sostanziale contrazione dei tassi (Da Pozzo e Felloni, 1964). la politica coloniale intrapresa nel di rendimento effettivo del Con l’eccezione della fase di periodo crispino che comportò un consolidato (si vedano la Tavola euforia speculativa dei primi anni netto incremento del rapporto tra 4.1 e la Figura 4.1). debito e prodotto aggregato. Settanta, il mercato azionario si collocava, in sintesi, ai margini La fase di crescita sostenuta La corrispondenza dei cicli di di un mercato dei titoli pubblici dell’economia italiana dell’età incremento della massa di debito decisamente più ampio e più giolittiana, positivamente pubblico e della perdita di liquido. Del resto il mercato in relazione con il ciclo efficienza funzionale dei mercati azionario era caratterizzato internazionale, consentì invece derivante dalla cattiva dall’esiguità numerica del listino di ridurre in termini rilevanti regolamentazione non poté non e dalla concentrazione dei titoli il rapporto tra debito e prodotto determinare un aumento di peso quotati in pochi comparti. interno lordo, ridottosi di 40 relativo dei titoli pubblici su quelli Nei listini delle due maggiori punti percentuali nell’arco di un privati intermediati nelle borse. borse – Genova e Milano – i titoli quindicennio, rendendo peraltro Le stime sui volumi trattati delle società manifatturiere praticabile la conversione della indicano che il mercato azionario rappresentavano una minoranza rendita e il ridimensionamento aveva una consistenza assoluta, prevalendo i titoli delle della quota di debito collocata nettamente inferiore rispetto al banche, delle compagnie all’estero (Artoni e Biancini, mercato dei titoli pubblici, così ferroviarie, delle società di Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Il ruolo dello Stato imprenditore e regolatore Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 117 Figura 4.2 Il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo in Italia, 1894-1933 130.0 120.0 110.0 100.0 90.0 80.0 70.0 60.0 1932 1930 1928 1926 1924 1922 1920 1918 1916 1914 1912 1910 1908 1906 1904 1902 1900 1898 1896 1894 50.0 Fonte: Fratianni e Spinelli, 1997. 4.2 Due modelli in competizione: il peso delle scelte (1894-1933) dell’economia italiana durante l’età investitori (Aleotti, 1989). La crisi di fine secolo fu una crisi del rapporto tra debito e prodotto trasporti e costruzioni, comparti in cui il grado di protezione era alto e in cui lo Stato offriva una Il ciclo positivo di crescita giolittiana coincise, rendendolo possibile, con la costante riduzione garanzia esplicita o implicita agli La crisi dei primi anni Novanta estremamente difficile per l’Italia, in interno lordo lungo una tendenza produsse un parziale mutamento cui la crisi finanziaria e monetaria interrotta dalla prima guerra di quadro, con l’istituzione della amplificò il rallentamento mondiale (Artoni e Biancini, 2003), Banca d’Italia, la creazione delle dell’economia in relazione al ciclo offrendo l’occasione per una prima banche miste di tipo tedesco, internazionale. La crisi richiese un attenuazione della fiscal dominance la successiva crescita della intervento di complessivo riassetto che aveva legato la creazione di produzione industriale che inducendo il legislatore, in risposta base monetaria alla politica fiscale avrebbe segnato un ciclo positivo allo scandalo della Banca Romana, (Fratianni e Spinelli, 2001; Ricciuti, di investimenti in età giolittiana. a riformare gli istituti di emissione 2008) (si veda la Figura 4.2). Per alcuni anni si poté ritenere con l’istituzione della Banca d’Italia. La notevole riduzione della massa che il mercato finanziario potesse Ne seguì una crisi fiscale per del debito pubblico dovette creare conoscere un progressivo l’aumento ulteriore del rapporto tra condizioni permissive a una fase spostamento dei pesi relativi debito e prodotto aggregato, di crescita del mercato azionario, della componente azionaria cresciuto in un decennio di circa che, in effetti, tra il 1901 e di quella dei titoli pubblici quindici punti percentuali, e il 1907 si sovrappose alla per effetto dell’integrazione raggiungendo quota 120,8 nel 1900 diminuzione del rapporto tra degli intermediari con i mercati (uno dei tre massimi picchi storici), debito e prodotto aggregato finanziari secondo un modello mentre si contraeva la porzione di di venti punti percentuali. simile a quello allora debito collocata all’estero in misura La prima condizione permissiva positivamente sperimentato nella quasi pari, per effetto per l’espansione della componente Germania guglielmina (Gehering essenzialmente delle condizioni azionaria fu probabilmente, e Fohlin, 2006; Fohlin, 2008; di ridotta liquidità dei mercati dal lato dell’offerta, il rapido Fohlin e Reinhold, 2010). internazionali (Zamagni, 1998). allentamento del meccanismo 116 117 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 118 di spiazzamento operato dai titoli sui costi del debito. Ciò poteva La possibilità di conseguire un pubblici: sottraendo di fatto spazio avere conseguenze particolarmente effettivo grado di autonomia della all’offerta di azioni, sino a quel negative sulla finanza pubblica politica monetaria dalla finanza momento i titoli pubblici avevano italiana in momenti di elevata pubblica, con cui ottenere un rappresentato la quota incertezza o crisi politica, maggior controllo sugli aggregati maggioritaria dei volumi trattati inducendo lo Stato a forzare monetari interni, richiedeva nelle borse italiane, il cui prezzo le riserve degli istituti di emissione pertanto la sostituzione dei era peraltro dipeso largamente con effetti derivati sulla mercati esteri con circuiti interni dalle valutazioni e dalle preferenze circolazione monetaria e sul che assicurassero maggiore espresse dai mercati esteri. rapporto di cambio con l’estero, stabilità e minori costi del debito La diminuzione della quota di come avvenne per esempio, pubblico, sottraendolo alle debito collocata all’estero fu l’esito in occasione della guerra austro- distorsioni e all’instabilità del ciclo di una politica economica di rientro prussiana, nel 1866 con il prestito finanziario internazionale. dal debito e sostituzione del di 200 milioni di lire ottenuto dalla L’obiettivo di sostituire gli precedente modello di dipendenza Banca Nazionale che portò al investitori esteri con il risparmio dei titoli pubblici italiani dall’estero. corso forzoso della lira. interno era inteso a ridurre il Il modello implicito che fu adottato La dipendenza dell’Italia dalla costo del debito, come si verificò dalle autorità monetarie centrali liquidità internazionale – così come appunto con il consolidamento italiane comportava e il dal ciclo internazionale – non della rendita del 1906, ponendo le ridimensionamento del debito, reso riguardava solo il settore pubblico, premesse per un possibile dalla congiuntura interna ma condizionava negativamente ridimensionamento del debito che e internazionale positiva, e la anche il settore privato attraverso liberasse risorse, in prospettiva, riduzione, quanto meno, della le oscillazioni dei fondi esteri per una crescita economica marcata dipendenza dei livelli a breve che alimentavano di lungo periodo in condizioni di prezzo del debito pubblico le maggiori banche di credito di stabilità. A questo fine si (quotazioni e tassi) dai mercati mobiliare, che soffrivano di una intendeva agganciare stabilmente esteri, mediante uno svuotamento strutturale ristrettezza di liquidità la lira al sistema monetario sostanziale della loro funzione non riuscendo a raccogliere internazionale, porre di fatto la lira di price makers (e quindi, i depositi e i fondi che sul in regime di gold standard, in prospettiva, un maggior controllo mercato interno venivano drenati mettendo il circuito delle casse interno del costo di finanziamento dalle casse di risparmio, ordinarie di risparmio nelle condizioni della spesa dello Stato). e postali (Verdier, 2002): il ritiro di assorbire quote crescenti della La dipendenza del debito pubblico dei fondi esteri, in presenza rendita a tassi di interesse inferiori italiano dai mercati e dagli di tensioni di liquidità sui mercati a quelli offerti dai finanziamenti investitori esteri (o anche, internazionali, esponeva il sistema del settore privato, in linea con lo semplicemente, dagli investitori bancario a fenomeni di instabilità, schema prevalente nelle economie italiani attraverso la Borsa di Parigi) comportava ricorrenti e gravi crisi europee più avanzate. L’obiettivo tendeva a enfatizzare bancarie, come quella dei primi era così ridurre i rischi di la componente speculativa che anni Settanta e quella dei primi instabilità esogena connessi alla condizionava, ricorrentemente, anni Novanta (De Cecco, 1990). dipendenza del debito pubblico dai il valore esterno della lira (Artoni La correlazione tra il ciclo mercati esteri – un’instabilità che e Biancini, 2003). internazionale e il ciclo interno si produceva sistematicamente La dipendenza dalle condizioni veniva amplificata ulteriormente, in presenza della contrazione di liquidità e dalle valutazioni dei in genere, dalla svalutazione della della liquidità internazionale mercati finanziari esteri influenzava lira e dall’aumento dello stock di o di aspettative negative sulle il livello della domanda a cui lo debito pubblico, con effetti negativi prospettive politiche italiane –, Stato poteva di volta in volta fare sui tempi e sulla misura dei contenere i tassi di interesse così assegnamento per il collocamento processi di aggiustamento da ridurre il costo del debito di titoli, con effetti per lo meno dell’economia italiana. pubblico e rendere più appetibili Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Il ruolo dello Stato imprenditore e regolatore Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 119 gli investimenti nel settore privato, stimolare una crescita di lungo andare sorretta da investimenti che non risentissero degli impulsi inflazionistici derivanti dall’espansione dei finanziamenti oltre i limiti di rifinanziamento che gli istituti di emissione avevano in relazione ai vincoli di riserva (Ciocca, 1987; Ciocca, 2007). Dal 1894 la Banca d’Italia perseguì una strategia coerente con questo modello di rientro del debito pubblico e stabilizzazione dei tassi di interesse e delle aspettative, sin da quell’anno in reazione al deterioramento del cambio che nei primi mesi aveva scosso la lira in seguito all’aumento della circolazione oltre i limiti della riserva imposto dalla necessità di finanziare il debito pubblico, i cui titoli cedevano terreno alla Borsa di Parigi (Volpi, 2002). La Banca d’Italia, sia con Giuseppe Marchiori sia con Bonaldo Stringher, sollecitazioni e assorbivano larghe intervenne direttamente nel quote di titoli pubblici dando collocamento di titoli del debito consistenza e continuità alla pubblico e di azioni, favorendo politica monetaria di quel modello sin dai primi anni di attività (Conti, 1999). Le grandi banche il graduale rientro della rendita. miste costituite tra il 1894 L’aumento delle riserve registrato e il 1895, la Banca Commerciale nei primi anni del secolo Italiana e il Credito Italiano, permetteva alla Banca d’Italia tendevano invece a muoversi con di assecondare la crescita maggiore autonomia rispetto alla dei finanziamenti senza porre Banca d’Italia, ricavando per sé a repentaglio il rapporto tra margini significativi di libertà, la circolazione e le riserve, anche attraverso i fondi raccolti a corta intervenendo sul mercato delle scadenza sui mercati internazionali, divise. La preferenza della Banca secondo un modello se non d’Italia diretta da Stringher per in contrasto certo differente il sistema bancario, in particolare di articolazione degli intermediari nelle componenti minori delle e dei mercati finanziari banche locali e delle casse di (Confalonieri, 1975). risparmio, rispondeva all’obiettivo Se la Banca d’Italia di Marchiori di rafforzare il controllo sugli e Stringher osservò con attento aggregati monetari mediante scetticismo il mercato mobiliare, il sostegno di circuiti che orientandosi essenzialmente rispondevano positivamente alle a sostenere il mercato dei titoli 118 119 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 120 pubblici più che il mercato modo] sulla propria liquidità di produttività e intensità azionario, le banche miste e sulla sicurezza dei depositanti” tecnologica che ne scandivano introdussero un modello di (Nardozzi e Piluso, 2010). la competitività sui mercati intermediazione nuovo rispetto La fase di crescita dell’età internazionali dei beni capitali, con a quello incarnato dagli istituti giolittiana portò in effetti con sé un effetto positivo sulla bilancia di credito mobiliari attivi prima un congiuntura positiva per le commerciale del paese. Le banche della crisi degli anni Novanta. borse italiane, mentre il debito miste italiane finanziavano sì le Da un lato, la Banca d’Italia pubblico veniva ridimensionato imprese dei settori della seconda manifestò una costante diffidenza significativamente: sino alla crisi rivoluzione industriale, a più alta verso il mercato di borsa e la di liquidità del 1907 aumentò intensità di capitale e tecnologia, speculazione, tanto che le azioni il numero delle società quotate ma generalmente quelle imprese della stessa Banca non furono e la loro rappresentatività non conseguivano i medesimi livelli collocate sul mercato ma settoriale, la rappresentatività del di competitività, assestandosi su distribuite direttamente dall’istituto. listino rispetto al capitale azionario livelli di efficienza inferiori e Dall’altro, le banche miste di tipo complessivo (sino al 73 per cento richiedendo pertanto protezioni tedesco non solo puntarono a nel 1910) (Baia Curioni, 1995 doganali, come tipicamente sviluppare un’estesa rete di filiali e 2000), gli indici delle quotazioni avveniva nella siderurgia e nella che rimuovesse le rigidità nella salirono, crebbe la capitalizzazione meccanica, o godendo di forme provvista di risorse che avevano del mercato azionario (Bonelli, di protezione naturale, come segnato negativamente i crediti 1968; Warglien, 1987; Siciliano, il settore idroelettrico. mobiliari di tipo francese, 2001). La positiva performance Il finanziamento delle imprese ma tentarono di conseguire del mercato di borsa, primario manifatturiere italiane non poteva, un’integrazione con il mercato e secondario, molto doveva a un pertanto, concorrere ad allentare azionario che assicurasse un meccanismo di sostegno, mutuato il vincolo macroeconomico mercato primario elastico e un dalle Kreditbanken tedesche, dei conti con l’estero, non mercato secondario liquido a all’epoca chiaramente individuato traducendosi in un equilibrio della sostegno delle imprese. Nei primi da Marco Fanno: i riporti erano bilancia commerciale, i cui passivi anni del secolo, mentre l’economia una “operazione fondamentale al erano compensati dalle partite italiana sperimentava una fase retto funzionamento delle borse”, invisibili delle rimesse di industrializzazione e crescita sostenendone la liquidità del e del turismo, finendo anzi sostenuta del reddito, i due mercato secondario e avendo così con il porre in tensione le riserve modelli si confrontarono senza un impatto positivo sulla crescita degli istituti di emissione (Nardozzi tuttavia entrare immediatamente del mercato e dell’offerta di e Piluso, 2010). in contrasto. Il modello seguito da capitale di rischio (Fanno, 1912). La politica di espansione delle Stringher assumeva contorni meno In quei primi anni del Novecento operazioni di riporto dispiegata vaghi, grazie anche alla si delineò così la possibilità dalle banche miste a sostegno costituzione delle cospicue riserve di integrare intermediari e mercato della liquidità e dello spessore del acquisite con le rimesse degli azionario secondo un modello che mercato azionario tendeva perciò, emigranti, mentre Otto Joel della in Germania conseguiva risultati data la forzatura sulla circolazione Banca Commerciale precisava, in soddisfacenti in termini di tassi connessa ai rifinanziamenti una lettera a Noetzlin di Paribas di investimento e crescita. Ciò che, richiesti dalle banche per la del 1902, l’intenzione di emulare tuttavia, rendeva differente ristrettezza delle loro passività il modello tedesco della Deutsche il tentativo italiano dal modello (Confalonieri, 1975), a entrare Bank, integrando l’azione di riferimento tedesco era in contrasto con la scelte di promozione dei finanziamenti il potenziale di instabilità di sostanziale autonomia della industriali della banca mista con macroeconomica che racchiudeva politica monetaria adottate dalla un mercato azionario liquido, in sé. Le banche miste tedesche Banca d’Italia dagli anni Novanta. alimentato dai riporti delle stesse finanziavano imprese che L’espansione dei riporti poté banche, “senza incidere [in tale raggiungevano standard sostenere il rally delle borse sino Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Il ruolo dello Stato imprenditore e regolatore Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 121 Figura 4.3 Percentuale dei riporti sul totale dell’attivo (esclusi i conti d’ordine) della Banca Commerciale Italiana, del Credito Italiano, della Società Bancaria Italiana - Banca Italiana di Sconto e del Banco di Roma, 1895-1925 0,350 BCI CI 0,300 SBI BdR 0,250 0,200 0,150 0,100 0,050 1925 1923 1921 1919 1917 1915 1913 1911 1909 1907 1905 1903 1901 1899 1897 1895 0,000 Fonte: Bava, 1926, appendice; Confalonieri, 1980, vol. III, p. 447, tab. 63. al 1906, quando la flessione dei Si valutarono i vincoli della borsa la microregolazione depositi bancari mise in seria macroeconomici espressi dai conti prese il sopravvento, l’attenzione tensione, come aveva previsto con l’estero come vincoli verso la funzione del mercato Stringher, la circolazione imprescindibili, in primo luogo per azionario di dare liquidità monetaria (si veda la Figura 4.3) le autorità di politica monetaria, a investimenti a lungo termine (Bonelli, 1971). che richiedevano la messa a punto si appannò per cedere invece La crisi del 1907 fu così preceduta di un modello di finanziamento spazio alla discussione sulla dalla contrazione dei riporti, una degli investimenti che consentisse speculazione quale fattore di conseguenza delle resistenze della di ottenere una crescita duratura intrinseca instabilità e disordine da Banca d’Italia emerse sin dalla fine dell’economia in condizioni di contenere e rimuovere dalla borsa, del 1905, con cui le banche miste stabilità, una condizione non secondo una prospettiva miravano a trasferire al mercato soddisfatta, nella recente consolidatasi presso le autorità una quota rilevante dei titoli esperienza, dalla banca mista e dai monetarie centrali nei decenni azionari e delle obbligazioni mercati azionari. In quel frangente precedenti (Baia Curioni, 1995). assunte in portafoglio. Secondo i due modelli entrarono quindi in Con la crisi del 1907 il mercato Biscaini Cotula e Ciocca “la crisi diretta competizione, si precisarono azionario cessò di offrire un borsistica del 1907 sembra orientamenti regolamentari che efficiente canale di provvista di segnare uno spartiacque al di là avrebbero definito le possibilità capitale di rischio alle imprese, del quale i mercati dei capitali di sviluppo del mercato di borsa ancorché non in termini assoluti, italiani cessano di svilupparsi in nei successivi decenni. L’obiettivo poiché la raccolta netta sarebbe termini relativi e restano sottili, di dare al mercato secondario stata discretamente positiva nei incompleti” (Biscaini Cotula liquidità in misura sufficiente decenni seguenti, quanto in termini e Ciocca, 1978). Si aprì inoltre a rendere il mercato primario relativi, perché il meccanismo un primo ciclo legislativo che portò un efficiente canale di raccolta di di prezzo non avrebbe funzionato a una regolazione definita risorse per gli investimenti a lungo come meccanismo informativo in fondamentalmente in relazione alle termine venne accantonato. Nelle grado di segnalare la reale qualità scelte di politica economica. analisi e nelle proposte di riforma degli investimenti realizzati 120 121 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 122 e selezionare così efficientemente mediante l’emissione (Bonelli, 1984 e 1985; Franzinelli imprese e progetti di investimento. di obbligazioni, in condizioni fiscali e Magnani, 2009). Non prese corpo un progetto di di favore, avanzata dalla Assonime L’impegno finanziario della grande promozione del mercato azionario, nel 1911 indicò una prima guerra innescò, anche attraverso una riforma che razionalizzasse convergenza tra l’associazione delle la monetizzazione dei disavanzi, i mercati di borsa e ne riducesse società per azioni e le autorità un rapido e netto aumento la segmentazione, definisse le centrali (Confalonieri, 1982). del rapporto tra debito pubblico e funzioni complementari rispetto agli I progetti di riforma messi a punto prodotto aggregato, sino ai livelli intermediari, regolasse sin dal 1908, infine recepiti dalla particolarmente acuti raggiunti nella opportunamente i diritti dell’insieme legge del 1913, furono intonati a difficile fase di aggiustamento degli azionisti delle imprese. una rigida regolazione del mercato postbellica (Confalonieri e Gatti, Lo sviluppo di un mercato e degli operatori, relegando la 1986; Zamagni, 1998; Artoni e azionario avrebbe potuto, in quella borsa in una posizione secondaria Biancini, 2003; Francese e Pace, direzione, rafforzare la formazione rispetto agli intermediari. La cattiva 2008) (si veda la Figura 4.2). Con di capitale nel settore privato, regolamentazione e le derivate la fase espansiva dell’economia creare un mercato per l’allocazione disfunzionalità fecero entrare italiana e le parallele politiche dei diritti di proprietà e controllo il mercato azionario in una fase di contenimento della spesa delle imprese. I provvedimenti di contenimento delle proprie pubblica e rientro dal disavanzo, normativi presi durante la crisi potenzialità di sviluppo (Siciliano, culminate con la regolazione dei e soprattutto quelli che seguirono 2001; Riva, 2007), mentre la debiti interalleati tra il 1924 e il con la legge di riforma della borsa riflessione sui problemi di maturity 1925, si presentarono condizioni del 1913 (20 marzo 1913, legge n. mismatch tra attivo e passivo degli macroeconomiche permissive alla 272) mirarono, invece, a contenere intermediari orientava l’azione dei crescita della borsa. Pur in la speculazione più che tecnocrati nittiani che definirono presenza dell’alta instabilità dei a consolidare la domanda l’architettura regolamentare del mercati valutari internazionali, di investimento in titoli azionari sistema finanziario tra la prima il venir meno di fatto del regime (Aleotti, 1989; Riva, 2007). guerra mondiale e la grande di gold standard in Europa rese Il modello di intermediazione su depressione. Le ricorrenti tensioni possibile allentare i vincoli cui si concentrarono le autorità tra banche miste e imprese di riserva che avevano inciso centrali, sulla scorta delle sottocapitalizzate, frenate nella restrittivamente sulla regolazione autorevoli memorie di Stringher, raccolta di capitale di rischio dalla della liquidità interna in età richiedeva che la politica monetaria fragilità del mercato azionario, giolittiana. Le specifiche condizioni fosse autonoma dalle esigenze indussero la Banca d’Italia del sistema monetario di finanziamento della liquidità a estendere la propria area internazionale indussero le autorità del mercato azionario e mirasse di intervento, configurandosi centrali italiane a tollerare a stabilizzare la circolazione, progressivamente come la “mano l’allargamento della base monetaria i rapporti di cambio e le tecnica” con cui l’intervento con cui le banche miste poterono aspettative degli investitori, così da pubblico mirava a dare, in sostenere le posizioni rialziste in contenere, in prospettiva, i costi condizioni di stabilità interna dei borsa attraverso le operazioni di e lo stock del debito pubblico prezzi ed esterna dei rapporti riporto (si veda la Figura 4.3). e liberare risorse per il settore di cambio, continuità alla crescita I vincoli macroeconomici esterni privato nel medio termine. Le degli investimenti. La costituzione che avevano interrotto la crescita proposte in tema di finanziamento del Consorzio per Sovvenzioni della borsa nel 1907 furono a lungo termine emerse dopo il su Valori Industriali (Csvi) nel 1914 pertanto rimossi in parte, dando 1907 indicarono un’opzione che prefigurò la creazione di quel impulso a un movimento “carsico”, non prevedeva necessariamente lo circuito obbligazionario, con registratosi tra il 1924 e il 1925, di sviluppo del mercato azionario. il quale alimentare gli istituti di rilancio del mercato azionario, con La proposta di creare un istituto di credito speciale, che sarebbe stato un aumento dei corsi e dei volumi credito speciale che si finanziasse il perno del modello Beneduce trattati, alimentato anche dalla Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Il ruolo dello Stato imprenditore e regolatore Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 123 liquidità iniettata dalla riduzione del per la Ricostruzione Industriale (Iri) grado, come osserva Gianni debito pubblico. La decisione di sotto la regia di Alberto Beneduce Toniolo, agli shock che avrebbero stabilizzare il sistema monetario (Toniolo, 1978 e 1993; Bonelli, colpito l’economia internazionale internazionale delineatasi con i 1984 e 1985; Confalonieri, 1994). e italiana dalla seconda metà del 1929 (Toniolo, 1993). rumours di un prossimo ritorno La competizione tra i due modelli, all’oro della Gran Bretagna ai primi fino allora latente per del 1925 imposero anche alle l’allentamento dei vincoli esterni, autorità monetarie italiane divenne aperta e diretta con i comportamenti e scelte che provvedimenti presi da De Stefani e 4.3 Il modello Beneduce alla prova: adattamento e degenerazione (1934-1975) contemplassero il rispetto dei con la politica monetaria restrittiva vincoli macroeconomici connessi che seguì sino alla decisione (Stringher, 1926; Tattara, 1993). dell’agosto 1926 di stabilizzare La crisi internazionale dei primi Dal febbraio 1925 il ministro delle la lira contro la sterlina a quota anni Trenta fece precipitare le Finanze Alberto De Stefani emanò novanta. La normativa emanata da grandi banche miste in uno stato una serie di provvedimenti che De Stefani separò la borsa dalle di grave crisi, immobilizzandone gli misero pressoché immediatamente banche, che ne uscirono di fatto, attivi con il rischio di coinvolgere, in crisi il modello di “cattura” della affidando le contrattazioni e gli in ultima istanza, la stessa Banca borsa da parte della banca mista, scambi agli agenti di cambio, il cui d’Italia (Toniolo, 1978). Le secondo una prassi ammessa dalla status veniva assimilato a quello operazioni di salvataggio delle tre normativa del 1913 ma di pubblici ufficiali e il cui numero banche miste, sotto la direzione deformatasi dopo la guerra. diveniva chiuso. L’impianto liberista di Beneduce, fecero emergere, tra Il rapido deterioramento del della precedente legge veniva l’ottobre 1931 e il marzo 1934, rapporto di cambio sollecitò le modificato e la regolazione veniva “un disegno coerente di autorità monetarie a contenere la irrigidita da una normativa di segno ristrutturazione finanziaria e massa monetaria e a premere sulle differente che moltiplicava vincoli e industriale del paese”, imperniato banche che dovettero perciò restrizioni, impediva qualsiasi forma sulla separazione tra banca e ridurre le proprie esposizioni di integrazione tra intermediari industria, sulla specializzazione (in particolare i riporti che si e mercati. La competizione tra funzionale del credito, per contrassero con un lieve anticipo i modelli, nonostante alcuni scadenze temporali omogenee, rispetto ai corsi di borsa). Oltre provvedimenti fiscali favorevoli presi tra banche commerciali e istituti alla netta caduta dei corsi, dal nuovo ministro delle Finanze di credito speciale, sulla destinata a pesare sui valori posti Giuseppe Volpi, fu ulteriormente pubblicizzazione di fatto di larga all’attivo delle banche che acuita dai provvedimenti che parte del sistema bancario italiano dovettero sempre più trasformare rafforzavano le funzioni di controllo (Toniolo, 1993). Quel disegno i crediti incagliati o i titoli non della circolazione assegnate alla di riassetto finanziario riprendeva collocati in equity, si registrò un Banca d’Italia con la legge l’idea che lo stesso Beneduce deterioramento funzionale dei sull’unicità dell’emissione del aveva seguito negli anni Venti mercati primario ma soprattutto maggio 1926, con la quale si nella creazione dei primi istituti secondario. Nella seconda metà posero le condizioni per quota di credito speciale (Icipi, Crediop, del decennio tale processo novanta (Cotula e Spaventa, 1993; Istituto di Credito Navale). degenerò gravemente in una Nardozzi e Piluso, 2010). La politica Le stesse operazioni di “fratellanza siamese” tra le monetaria restrittiva di quota salvataggio transitarono per la maggiori banche miste e le grandi novanta costrinse le banche, costituzione di un istituto di imprese industriali affidate e ora di fronte a un mercato azionario credito speciale di diritto pubblico, sempre più partecipate (Mattioli, secondario sempre meno liquido l’Istituto Mobiliare Italiano (Imi), 1962), sino a che non fu e tonico, a estendere che avrebbe dovuto finanziare le necessario intervenire con le la conversione dei crediti imprese a lungo termine mediante operazioni di smobilizzo e in sofferenza in partecipazioni l’emissione di obbligazioni, salvataggio condotte dall’Istituto azionarie esponendole in alto secondo uno schema che sarebbe 122 123 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 124 stato robustamente sviluppato tendenzialmente chiusa, alle che rimanevano ancora in larga a partire dalla ricostruzione necessità dell’economia e delle misura segnate da manipolazioni postbellica (Lombardo e Zamagni, imprese in un quadro di apertura dei corsi che penalizzavano 2009). Il finanziamento a lungo e integrazione nei mercati i risparmiatori che accedevano termine delle grandi opere internazionali non escluse, in linea agli investimenti in azioni. Il primo infrastrutturali e delle imprese dei di principio, che il mercato tentativo di riformare con un settori capital intensive richiedeva azionario potesse essere un disegno regolamentare il raccordo del risparmio con gli canale di provvista di fondi per complessivo la normativa, investimenti in condizioni il settore privato. Nonostante la intrapreso nel 1948 con la di particolare tutela, ovvero legge bancaria ignorasse la borsa, creazione di una apposita mediante un circuito Menichella seguì con favore commissione ministeriale, naufragò obbligazionario parapubblico i tentativi di riforma della borsa, nei primi anni Cinquanta per un alternativo al modello incentrato ancora ferma alla normativa contrasto tra le banche e gli sull’integrazione tra banca mista e del 1913, e sostenne attivamente agenti di cambio. Né le proposte mercato azionario tratteggiato in le fasi espansive del mercato avanzate dai primi anni Sessanta età giolittiana da Joel della Banca attraverso le autorizzazioni alle di introdurre i fondi comuni e le Commerciale (Bonelli, 1985; De emissioni di azioni e obbligazioni, azioni privilegiate trovarono Cecco, 1997; Piluso, 1999). purché la raccolta di mezzi per riscontro nell’azione del Con il nuovo ordinamento sancito la crescita delle imprese non legislatore. La regolazione dei dalla legge bancaria del 1936, un fosse in contrasto con la politica mercati finanziari fu piuttosto ordinamento di impianto dirigista, monetaria perseguita, incentrata affidata alla prassi delle si rinunciò a recuperare quel sull’obiettivo fondamentale della autorizzazioni alle emissioni da potenziale di sviluppo che il stabilità macroeconomica, interna parte della Banca d’Italia e alla mercato azionario aveva ed esterna (Menichella, 1997; legislazione fiscale manifestato di possedere prima Fratianni e Spinelli, 1997; Cotula, tendenzialmente punitiva, come fu della crisi del 1907 e, ancora, 1999; Conte, 2008). la legge Tremelloni del gennaio aveva dimostrato di avere in Nonostante una fase espansiva 1956 che introduceva un relazione alla fisiologia operativa dei corsi e dei volumi trattati dispositivo di enforcement della della banca universale durante gli negli anni Cinquanta, grazie anche nominatività dei titoli al fine anni Venti (Onado, 2003; Piluso, ai buoni rendimenti azionari di recuperare un imponibile che 2010). (Barca, 1997), la borsa perse di tendeva a sottrarsi alla Dopo la seconda guerra mondiale fatto la capacità di rappresentare tassazione. La legge Tremelloni l’ordinamento della legge bancaria le imprese italiane, fissandosi la fece crollare l’entità dei riporti del 1936 fu assegnato all’efficace composizione del listino al quadro e delle operazioni a termine, con e autorevole regia di uno dei suoi settoriale precedente il miracolo effetti immediatamente negativi estensori, Donato Menichella, “economico”, rimanendo tenue sulla funzionalità del mercato quale governatore della Banca l’aumento del numero delle azionario secondario. L’adozione d’Italia dal 1948 al 1960 (Cotula, società quotate e contenuta la della cedolare secca nel 1963 1999). Durante il governatorato capitalizzazione azionaria non fu di per sé sufficiente a Menichella tenne ben fermo il (Barbiellini Amidei e Impenna, invertire la tendenza negativa principio che la crescita dovesse 1997). Che il mercato di borsa prodottasi all’apertura del essere finanziata in condizioni di continuasse a essere regolato decennio, restituendo tono stabilità macroeconomica, al di dalla farraginosa normativa e volume a un mercato azionario fuori di dinamiche inflazionistiche. sovrappostasi alla legge del 1913, che registrava negativamente la Nel dopoguerra l’adattamento del come osservò la Commissione contemporanea nazionalizzazione sistema finanziario, il cui economica dell’Assemblea dell’industria elettrica e la ordinamento era stato concepito Costituente, non favoriva certo un manovra monetaria restrittiva per ridurne l’esposizione a shock incremento dell’efficienza e della di quell’anno (Nardozzi e Piluso, esogeni e in un’economia trasparenza delle negoziazioni, 2010). La normativa fiscale non Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Il ruolo dello Stato imprenditore e regolatore Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 125 solo indicava la preferenza per minimamente analogo a quello che L’abbattimento del debito pubblico obiettivi di natura fiscale presso le banche miste dell’età giolittiana favorì anzi una stagione di cattura il legislatore, ma, più in generale, avevano dispiegato a promozione del mercato primario da parte era segno della sostanziale degli investimenti e della crescita delle imprese quotate maggiori, mancanza di favore politico verso (Gigliobianco, Piluso e Toniolo, pubbliche e private, che dal 1948 il mercato azionario come 1999). al 1961 vi collocarono a più strumento allocativo. Le politiche La stessa stabilizzazione della lira riprese imponenti emissioni economiche della seconda metà e del debito pubblico operata da di azioni e obbligazioni drenando del decennio, quelle dell’intervento Luigi Einaudi quale governatore una quota consistente di risparmio pubblico straordinario inaugurate della Banca d’Italia produsse un e limitando l’ingresso in borsa ai con il Piano Vanoni del 1957, efficace e rapido contenimento nuovi soggetti che emergevano tesero piuttosto a rafforzare il della massa del debito liberando negli anni del miracolo (Onado, circuito delle obbligazioni degli enti risorse per le imprese. 2003). L’irrigidimento del listino pubblici e degli istituti di credito La dinamica del debito, dopo lo delle società quotate in una fase speciale. Nella fase ascendente shock finanziario della guerra che pur positiva di crescita del dell’economia italiana la domanda era tuttavia iniziato con la guerra mercato azionario, ma non di di fondi da parte del settore in Etiopia, descrive il rapporto tra sviluppo funzionale, fu aggravato privato venne del resto soddisfatta debito e prodotto aggregato in dalla nazionalizzazione altrimenti. Negli anni Cinquanta termini estremamente positivi. dell’industria elettrica. il finanziamento della crescita delle La crescita degli anni Cinquanta La nazionalizzazione, anche per le imprese italiane fu, in effetti, e Sessanta, in assenza di modalità prescelte su pressione sostanzialmente affidato incrementi di spesa sostanziali, del governatore della Banca all’allentamento dei vincoli di consentì di mantenere il debito d’Italia Guido Carli (Carli, 1977), liquidità derivante dai soddisfacenti pubblico sotto controllo, a livelli non modificò una tendenza alla margini di profitto connessi stabilmente inferiori al 35 per stagnazione del listino all’espansione delle esportazioni cento del reddito, con un’unica chiaramente delineatasi nei e della domanda interna (Boltho, eccezione, sino allo shock precedenti decenni, ma 1996; Rossi e Toniolo, 1996). petrolifero del 1973 (Artoni e semplicemente accelerò un Né le banche impressero un Biancini, 2003; Ricciuti, 2008) processo di deterioramento impulso verso le imprese (si veda la Figura 4.4). funzionale del mercato azionario Figura 4.4 Il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo in Italia, 1929-1975 120.0 100.0 80.0 60.0 40.0 20.0 Fonte: Fratianni e Spinelli, 1997; Artoni e Biancini, 2003. 124 125 1975 1973 1971 1969 1967 1965 1963 1961 1959 1957 1955 1953 1951 1949 1947 1945 1943 1941 1939 1937 1935 1933 1931 1929 0.0 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 126 Tavola 4.2 Variazione della volatilità del listino delle società quotate alla Borsa di Milano, 1897-2009 anni iscritte cancellate 1897-2009 9.827 6.804 1897-1913 11.938 4.566 1914-1936 5.646 9.946 1936-1980 3.159 2.704 1936-1992 6.730 2.987 1993-2009 12.595 4.115 Fonte: elaborazione da Mediobanca, 2009, tab. X (cfr. Nardozzi e Piluso, 2010). che persistette, aggravandosi, sino e Eni) e gli istituti di credito vistoso rallentamento negli ai primi anni Ottanta (Nardozzi e speciale (si veda la Figura 4.5). investimenti che si profilò in Piluso, 2010) (si veda la Tavola Se l’assottigliamento relativo del quello stesso periodo. Nonostante 4.2). listino seguito alla lo scarso spessore e l’altalenante La perdita di funzionalità del nazionalizzazione dell’industria grado di liquidità del mercato mercato di borsa si evidenzia elettrica, e favorito dai secondario, la borsa italiana aveva anche nella progressiva provvedimenti fiscali a favore fino a quel momento offerto sostituzione, in atto sin dalla metà di fusioni e incorporazioni, non discrete opportunità di provvista degli anni Cinquanta, della modificò significativamente la di capitale di rischio per le poche componente azionaria con quella rappresentatività, alquanto ridotta, grandi imprese quotate, che erano obbligazionaria, con la quale non del mercato di borsa, l’impatto sul riuscite a drenare risparmio pur a si finanziavano a lungo termine mercato primario fu notevole. discapito delle imprese nuove del solo le imprese maggiori, ma La quota degli aumenti di capitale miracolo. Con la svolta del 1963 anche, e in misura crescente dalla collocati in borsa si contrasse il mercato primario cessò fine di quel decennio, gli nettamente con la svolta dei primi pressoché completamente investimenti degli enti pubblici (Iri anni Sessanta, in linea con il di essere un canale di raccolta Figura 4.5 Il rapporto tra azioni e obbligazioni emesse, 1948-1965 1.6 1.4 1.2 1.0 0.8 0.6 0.4 Fonte: Aleotti, 1989; Nardozzi e Piluso, 2010. Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Il ruolo dello Stato imprenditore e regolatore 1965 1964 1963 1962 1961 1960 1959 1958 1957 1956 1955 1954 1953 1952 1951 1950 1949 1948 0.2 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 127 di capitali per oltre quindici anni, 1965; Gigliobianco, Piluso e mentre la componente Toniolo, 1999). La relativa stabilità obbligazionaria corrispondente con dei prezzi, l’equilibrio dei conti con gli enti pubblici e gli istituti di l’estero e la stessa tenuta del credito speciale si sostituiva alla rapporto di cambio non agirono componente azionaria (De Bonis, da freno in quel processo 2006; Conti, Della Torre, di deterioramento dell’architettura Quennouëlle-Corre e Schisani, istituzionale che pure aveva 2009) (si veda la Figura 4.6). mostrato discrete doti di La dilatazione del circuito adattamento negli anni Cinquanta obbligazionario in alternativa sotto la guida di Menichella. Le al mercato azionario secondo decisioni di politica economica, il “sistema Beneduce” fu tuttavia intonate a un’estensione della sfera accompagnata da scelte di politica di intervento dello Stato, influirono economica e regolazione che sulle scelte e sugli stessi sottrassero coerenza a quel comportamenti della Banca d’Italia e mercati finanziari venissero modello, originariamente inteso nei quindici anni in cui ne fu piegati alle esigenze delle politiche a garantire la continuità agli governatore Carli (Fratianni e di riequilibrio territoriale e investimenti in condizioni Spinelli, 1997; Gigliobianco, 2006). settoriale (Carli, 1993; Polsi, 2001; di stabilità macroeconomica ma La nazionalizzazione dell’industria Lavista, 2009). La Banca d’Italia si anche nel rispetto di una selezione elettrica e la politica della adattò a quella stagione, arrivando rigorosa delle imprese e dei programmazione imposero una lo stesso Carli a enunciare progetti. La creazione dei torsione al sistema finanziario e spiegare le scelte di politica mediocrediti regionali e la sollecitando le autorità centrali monetaria prese negli anni moltiplicazione e diffusione del ad adottare schemi di politica del proprio governatorato entro credito agevolato dai primi anni monetaria che differivano da quelli un quadro istituzionale affatto Cinquanta incise sulla complessiva che ne avevano orientato l’azione peculiare: “la Banca [d’Italia] – coerenza del modello con gravi sino agli ultimi anni di avrebbe affermato alla fine del effetti sulla sua efficacia allocativa, governatorato di Menichella (Conte, proprio mandato – facendo affluire deterioratasi verosimilmente sin dai 2008). La programmazione risorse al Tesoro e ai settori primi anni Sessanta (Confalonieri, economica richiese che intermediari indicati dal sistema politico ha Figura 4.6 Quota degli aumenti di capitale collocati in borsa, 1960-1977 60 50 40 30 20 10 Fonte: Aleotti, 1989, p. 168, tab. 14, e p. 181, tab. 3. 126 127 1977 1976 1975 1974 1973 1972 1971 1970 1969 1968 1967 1966 1965 1964 1963 1962 1961 1960 0 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 128 Figura 4.7 Quota delle azioni e dei titoli a reddito fisso sul totale dei valori mobiliari, 1961-1977 100 80 60 40 20 1977 1976 1975 1974 1973 1972 1971 1970 1969 1968 1967 1966 1965 1964 1963 1962 1961 0 Fonte: Banca d’Italia, ad annos. svolto un ruolo tipico del sistema resse, in misura crescente dalla esterni si abbatterono con forza fiscale, che il sistema fiscale non fine degli anni Sessanta, sulla nei primi anni Settanta, riusciva a svolgere” (Carli, 1977). doppia intermediazione, quale incrinandone la tenuta complessiva La politica dei redditi inaugurata tentativo estremo esperito da Carli per l’effetto congiunto della da Carli nei primi anni sessanta per mantenere condizioni minime variazione dei prezzi relativi e della aveva la funzione di sostenere permissive del finanziamento delle discontinuità nei regimi tecnologici le capacità di autofinanziamento imprese, in presenza di un cui le imprese italiane si delle imprese, in particolare private, profondo e rapido deterioramento adattarono a fatica, non mediante il ricorso a una politica della loro struttura finanziaria adeguando sufficientemente monetaria espansiva, anche a tassi (Nardozzi, 1979 e 1983; De Bonis, le proprie capacità innovative reali negativi (Conte, 2008). Dopo 2006; Ciocca, 2008; Conte e e competitive anche come la stretta del 1963 la politica Piluso, 2010; Nardozzi e Piluso, conseguenza della cattiva selezione espansiva fu perseguita pressoché 2010) (si veda la Figura 4.7). operata dagli intermediari catturati costantemente, anche intervenendo La dilatazione dei soft loans, la dalle necessità di finanziamento sul mercato obbligazionario con doppia intermediazione, la perdita del debito dell’area pubblica. la stabilizzazione dei tassi e delle di autonomia della politica aspettative consentendo monetaria, la disintermediazione progressivamente alle banche del mercato azionario introdussero di travasare le risorse raccolte in meccanismi altamente inflativi, 4.4 Le riforme del sistema: autonomia della politica monetaria e sviluppo dei mercati (1975-2011) eccesso, in forza della normativa concorsero, insieme ai fiscale di favore che spostò pluriaffidamenti, a ridurre il risparmio delle famiglie verso robustamente la qualità dei i depositi bancari, a favore delle processi di valutazione del merito La reazione all’alta inflazione degli obbligazioni. La determinante ultima di credito e selezione delle anni Settanta si precisò con il della crisi della borsa fu, in effetti, imprese, a indebolire le capacità cambio di paradigma della politica la disintermediazione del mercato competitive delle imprese italiane monetaria rappresentato dalla azionario a sostegno del debito (Piluso, 1999). La grave perdita di decisione di Paul Volcker della Fed connesso alla programmazione, efficienza allocativa della struttura statunitense di stabilizzare i prezzi l’estensione della raccolta di finanziaria posero in difficoltà mediante scelte restrittive (Ciocca risparmio da parte dello Stato estreme il sistema economico e Nardozzi, 1993). Quel e il finanziamento pubblico che si quando gli shock macroeconomici mutamento di prospettive nelle Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Il ruolo dello Stato imprenditore e regolatore Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 129 Figura 4.8 Il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo in Italia, 1973-2010 140.0 120.0 100.0 80.0 60.0 40.0 2009 2007 2005 2003 2001 1999 1997 1995 1993 1991 1989 1987 1985 1983 1981 1979 1977 1975 1973 20.0 Fonte: Fratianni e Spinelli, 1997; Banca d’Italia, ad annos. autorità di politica monetaria brevi un grado di stabilità reali elevati, alla straordinaria italiane fu preceduto monetaria corrispondente a quello progressione della massa del dall’esplicitazione della diversa medio della Comunità di paesi di debito (Biancini e Artoni, 2003) visione che Paolo Baffi affermò, cui siamo parte: […] esso invest[iva] (si veda la Figura 4.8). divenuto governatore dopo le la finanza pubblica, la produttività, La ridefinizione degli obiettivi della dimissioni di Carli, nel 1975. i salari, i prezzi” (Banca d’Italia, banca centrale avviata da Baffi e Si mise in moto un processo che, 1978). Le scelte della Banca d’Italia proseguita da Carlo Azeglio per gradi, avrebbe portato di Baffi, in altre parole, Ciampi, governatore della Banca all’affermazione del principio di rispondevano a un progetto d’Italia dal 1979 al 1993, autonomia della banca centrale dai di ridurre il peso dello Stato intervenne anzitutto sull’obiettivo governi e dalle imprese, favorendo nel sistema finanziario del rapporto di cambio con la formazione di un mercato per sviluppare un efficiente l’estero come strumento per la finanziario compatibile con e ampio mercato dei capitali stabilizzazione dei prezzi interni, l’obiettivo di conseguire la stabilità coerente con l’obiettivo della secondo uno schema non dei prezzi e dei rapporti di cambio stabilità dei prezzi (Nardozzi, 1983). estraneo alla logica di Stringher, (Conte, 2008). La creazione di un La riaffermazione dell’autonomia ma anche sulle relazioni tra mercato monetario funzionalmente della politica monetaria, secondo l’istituto e il Tesoro (Nardozzi, efficiente, in un sistema di alta un modulo accantonato negli anni 2004). La logica che aveva guidato variabilità dei tassi di interesse, del governatorato di Carli, Carli, da lui esplicitata nel 1973 fu perseguita come condizione si sovrappose tuttavia a una quando affermò che il rifiuto da necessaria per ottenere dinamica marcatamente espansiva parte della Banca d’Italia di un’adeguata flessibilità sia per dello stock del debito pubblico, finanziare il disavanzo del settore la banca centrale sia per il sistema la cui straordinaria dilatazione pubblico avrebbe avuto l’apparenza bancario, così da evitare che avrebbe prodotto effetti di lungo della politica monetaria ma la temporanee tensioni sulla liquidità periodo sul mercato finanziario sostanza di un “atto sedizioso” si ripercuotessero sull’intera e sulle scelte delle autorità (Banca d’Italia, 1973), fu rovesciata struttura dei tassi (Onado, 2003). di politica economica. anche formalmente con il L’adesione dell’Italia al Sistema L’emulazione del modello “divorzio” della banca centrale dal monetario europeo (Sme) nel 1979 di welfare pubblico innescò, in Tesoro siglato da Ciampi e dal venne intesa proprio come presenza di una minore crescita ministro Beniamino Andreatta nel “l’impegno a raggiungere in tempi del reddito e a tassi di interesse 1981, con cui si scioglieva l’istituto 128 129 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 130 dall’obbligo di rilevare i titoli pubblici non collocati nelle aste, cessando in tal modo di monetizzare i disavanzi e rafforzando la dinamica inflativa legata alla spesa pubblica per consumi. Il divorzio richiedeva che il mercato finanziario venisse convenientemente riformato e sviluppato, favorendo al tempo stesso l’avvicinamento delle famiglie agli investimenti in titoli. La creazione di un mercato finanziario fu perseguita dalla Banca d’Italia e dal Tesoro mediante il coinvolgimento prima degli investitori istituzionali e, infine, anche degli operatori non compresi tra gli intermediari finanziari (Ciocca, 1991 e 2000; Passacantando, 1996; Conte, 2008). Il mutamento del contesto internazionale e le politiche di stabilizzazione, volte a favorire i processi di aggiustamento dei sistemi produttivi alle variazioni dei prezzi relativi, aprirono le porte alle politiche di deregolamentazione degli intermediari, sviluppo dei mercati finanziari e alle privatizzazioni dei primi anni Novanta. La convergenza dei modelli regolamentari tra i sistemi finanziari anglosassoni e quelli europei si iscrive nei processi di integrazione internazionale dei mercati dei beni e dei capitali. Ne è risultata una maggiore funzione dei mercati azionari e la loro crescita dimensionale in termini di capitalizzazione che ha segnato il great reversal degli ultimi due decenni (Rajan e Zingales, 2003). In Italia se dai primi anni Ottanta lo stock del debito pubblico è cresciuto eccezionalmente rispetto al reddito Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Il ruolo dello Stato imprenditore e regolatore Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 131 aggregato, a livelli mai Commissione nazionale per le sperimentati in tempo di pace, società e la borsa (Consob), dopo la convergenza verso i modelli anni di infruttuosi tentativi emergenti appare meno lineare, di riforma del diritto societario nonostante le riforme di sistema e della borsa, apparve più l’esito di perseguite dalla Banca d’Italia una positiva forzatura del ministro secondo una logica graduale, del Tesoro Ugo La Malfa che parte sorretta dal recepimento delle di un articolato e organico disegno direttive europee in materia di di sviluppo del mercato, come per intermediari, sino alla riforma del esempio fu la creazione della Cob sistema con il Testo unico del in Francia nel 1967. La stagione 1993. La riforma dell’ordinamento, delle riforme di sistema avviata con il ritorno della banca dalla Banca d’Italia per stabilizzare universale, fu integrata dalle i prezzi e riformare il sistema privatizzazioni che ridussero finanziario coincise positivamente, drasticamente il perimetro oltre che con la disintermediazione dell’impresa pubblica rendendo degli intermediari, con una fase possibile un aumento del numero di ripresa di tono e dimensione del delle società quotate (Aganin e mercato azionario italiano, in un Volpin, 2005; Barucci e Pierobon, contesto internazionale favorevole 2007). alla crescita delle borse. La svolta La lunga crisi del mercato dei primi anni Novanta accelerò azionario risentì positivamente delle il riassetto del sistema mediante riforme intraprese intorno dalla le privatizzazioni che offrirono metà degli anni Settanta, toccando un’occasione di irrobustimento del tuttavia il punto più basso in listino (Aganin e Volpin, 2005) e il termini di capitalizzazione nei primi recepimento delle direttive europee anni Ottanta. La persistenza che ridefinirono i rapporti tra di modesti livelli dimensionali banche e imprese spingendo verso e funzionali è stata ricondotta a il modello di banca universale che una varietà di fattori, dalla cattiva era stato rimosso, almeno regolazione dei mercati alla formalmente, dalla legge del 1936. fiscalità inadeguata, dai rendimenti Nel gennaio 1991 una legge delle azioni alla scarsa tutela dei riformava organicamente la borsa, diritti degli azionisti di minoranza ancora ferma ai decreti del 1913 (Trento, 1993; Siciliano, 2001) e all’opacità delle strutture societarie (Aganin e Volpin, 2005), dalla trappola dimensionale alle inefficienze di un mercato privo di spessore, che alzano i costi e riducono le opportunità alla quotazione delle imprese (Pagano, 1989; Pagano, Panetta e Zingales, 1996; Pagano e Volpin, 2005). Di fronte al declino del mercato di borsa la reazione del legislatore fu, occorre osservare, alquanto lenta e incerta. Nel 1974 l’istituzione della 130 131 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 132 e del 1925, concentrando Le prospettive di integrazione di le operazioni nei mercati Borsa Italiana nel circuito europeo regolamentati e riconoscendo Euronext (Parigi, Amsterdam, i compiti di vigilanza per finalità Bruxelles), incoraggiate dalla Banca alla Consob e alla Banca d’Italia. d’Italia e dall’allora ministro Le riforme trovarono sistemazione dell’Economia Tommaso Padoa- organica nei due testi unici del Schioppa, furono disattese dal 1993 (Testo unico bancario) management di Borsa Italiana, che e del 1998 (Testo unico sulla dopo l’integrazione tra Euronext e finanza). Dai primi anni Novanta il New York Stock Exchange (NYSE) si è registrato un aumento della non poté che optare per dimensione e dell’efficienza dei l’aggregazione con il gruppo mercati finanziari. Con la fine del London Stock Exchange (Lse) nel decennio il Tuf ha riammesso 2007. Ne sono derivati rischi le banche alle negoziazioni di concreti di marginalizzazione del borsa, ponendo così le condizioni mercato italiano, anche per effetto per un’integrazione tra mercati della uscita dalla proprietà di e intermediari, in un contesto Borsa Italiana di una parte delle progressivamente caratterizzato banche, rischi che sono stati da una maggiore concorrenza evidenziati e criticati dalla stessa internazionale tra società mercato, Consob nel 2008 e nel 2010 emittenti e intermediari. (Nardozzi e Piluso, 2010). La legislazione degli anni Novanta, interessando anche la disciplina degli emittenti nel loro rapporto con il mercato e il governo societario delle imprese quotate, pose le premesse positive per lo sviluppo del mercato finanziario, in particolare per la crescita della componente azionaria del mercato dei capitali. Dalla fine degli anni Novanta la Consob ha esteso e rafforzato la propria attività di regolamentazione e vigilanza del mercato finanziario. La contemporanea demutualizzazione dei mercati nel 1998, ossia la loro privatizzazione, e la loro concentrazione in Borsa Italiana, società mercato partecipata dalle maggiori banche italiane, furono un fattore della dinamica positiva di sviluppo e innalzamento dell’efficienza, nonostante l’allungamento graduale del listino non sia pervenuto, ancora oggi, alle dimensioni delle borse dei paesi di riferimento. Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Il ruolo dello Stato imprenditore e regolatore Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 133 4.5 Conclusioni l’esempio tedesco. La breve stato osservato, l’autorità pubblica stagione di crescita di dimensione, – la Banca d’Italia e il Tesoro – è La nascita dello Stato unitario funzionalità e rappresentatività stato il soggetto che ha prodotto comportò il riconoscimento di una delle borse italiane si concluse con le principali innovazioni del massa di debito pubblico il cui la crisi del 1907, quando il sistema mercato primario e secondario, collocamento e il cui costo internazionale fece valere tale quanto meno sotto il profilo dipendeva essenzialmente dai vincolo macroeconomico tecnico, come ben esemplificato mercati esteri, sollecitava gli imponendo una scelta dalla creazione nel 1988 del istituti di emissione a regolare la regolamentare. Ne discese una Mercato dei Titoli di Stato (Mts), liquidità in relazione alle necessità dinamica evolutiva negli schemi il mercato secondario telematico di finanziamento della spesa di regolamentazione dei mercati dei titoli di stato, quale elemento pubblica più che in ossequio alle di borsa che condizionò quasi di eccellenza nella comparazione regole dei regimi monetari a cui l’intero Novecento. Tra il 1913 internazionale (Onado, 2003). Non l’Italia, formalmente o anche solo e il 1936 le scelte regolamentari è tuttavia chiaro, non essendosi di fatto, aderì nell’Ottocento. premiarono, secondo un prodotta un’integrazione tra banca Quella duplice dipendenza, meccanismo tipicamente di path universale e mercato, quali siano rafforzata dall’alta esposizione dependence, un ordinamento che le effettive potenzialità che il della nostra economia ai cicli favoriva gli intermediari sistema finanziario italiano internazionali, sottraeva margini e promuoveva la formazione di un potrebbe avere a sostegno di una di libertà alle autorità di politica circuito obbligazionario crescita dell’economia che dai economica. Alla fine di quel sostanzialmente pubblico, non primi anni Novanta si rivela secolo si tentò, sostanzialmente considerava i vantaggi che insoddisfacente. con successo, di ridurre il grado potevano derivare dallo sviluppo di dipendenza del debito pubblico del mercato. L’adattamento dai mercati esteri, agganciare rigoroso di quel modello negli saldamente la circolazione anni dell’alta crescita del secondo monetaria a meccanismi che ne dopoguerra alle nuove condizioni garantissero la stabilità, di contesto ne mise in ombra le stabilizzare così le aspettative fragilità intrinseche. Le innovazioni all’interno e sui mercati incoerenti adottate negli anni internazionali, ridurre in ultimo il Sessanta e Settanta, spostando costo del denaro a favore degli pericolosamente l’asse dei investimenti e della crescita. finanziamenti delle imprese dal La ridefinizione degli equilibri capitale di rischio verso il debito, operata dalla Banca d’Italia di moltiplicarono gli strumenti Stringher implicò, tuttavia, amministrativi e posero lo Stato l’adozione di un modello che al centro del sistema finanziario. assumeva, insieme al principio che Gli shock macroeconomici dei la politica monetaria dovesse primi anni Settanta misero mantenere una propria autonomia, lentamente in moto le riforme, che un altro vincolo che solo con la ri- macroeconomico, in regime di regolamentazione degli gold standard, prendesse il posto intermediari e le privatizzazioni di quello precedente. dei primi anni Novanta si Quel modello di politica economica tradussero in una metamorfosi del entrò in diverse occasioni in sistema finanziario, in linea con le competizione con un altro modello, tendenze regolamentari europee e, quello della banca mista integrata più in generale, internazionali con i mercati di borsa secondo (Nardozzi e Piluso, 2010). Come è 132 133 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 134 Bibliografia Aganin A. e Volpin P., 2005. The History of Corporate Ownership in Italy, in A History of Corporate Governance around the world, a cura di R. K. Mork, Chicago: Chicago University Press. Aleotti A. (1989). Borsa & Industria. Cento anni di rapporti difficili 1861-1989, Milano: Espansione. Artoni R. e Biancini S., 2003. Il debito pubblico dall’Unità ad oggi, in Storia economica d’Italia, a cura di P. Ciocca e G. Toniolo, Roma-Bari: Laterza, vol. 3, pp. 269-380. Baia Curioni S., 1995. Regolazione e competizione. Storia del mercato azionario in Italia (1808-1938), Bologna: il Mulino. Baia Curioni S., 2000. Modernizzazione e mercato: la Borsa di Milano nella nuova economia dell’età giolittiana (1888-1914), Milano: Egea. Banca d’Italia, 1973. Considerazioni finali all’Assemblea dei partecipanti al capitale della Banca d’Italia, Roma: Banca d’Italia. Banca d’Italia, 1978. 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Investimenti industriali e instabilità finanziaria in Italia 1878-1913, in “Rivista di storia economica”, n.s., vol. 4, n. 3., pp. 384-439. 134 135 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 136 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 137 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 139 Claudio Salini I mercati finanziari svolgono un finanziario e all’economia nel suo ruolo fondamentale nel permettere insieme. l’allocazione del risparmio In realtà, nonostante la borsa dai settori tipicamente in surplus abbia in Italia un peso inferiore ai settori tipicamente in deficit. in confronto a quello delle In un mondo caratterizzato maggiori piazze internazionali, da da incertezza e da informazione un’osservazione più attenta degli non perfetta e non simmetrica, specifici aspetti micro-strutturali e le società di gestione dei mercati dei diversi periodi storici risulta un cercano di assolvere al meglio quadro con tonalità chiaro-scure: il compito di fornire le lo sviluppo della borsa è stato infrastrutture in grado di favorire comunque significativo e non sono siffatta allocazione nello spazio mancati periodi in cui Piazza Affari e nel tempo. Quanto più efficiente ha assunto un ruolo di rilievo. è tale processo – soddisfacendo Nel 1861 alla Borsa di Milano congiuntamente i bisogni erano quotati i titoli azionari di rischio/rendimento di famiglie di due sole società, circa 100 e imprese – tanto più si crea a inizio Novecento. Non si è, valore, inducendo per questa via tuttavia, mai riusciti a superare benefici effetti sull’economia reale. quota 300. Sia per il numero Il quadro che emerge da uno di società quotate che in termini sguardo d’insieme sui 150 anni di capitalizzazione il rapporto con della borsa in Italia è quello gli altri Paesi non è lusinghiero. di un mercato complessivamente Ciò detto, e preso atto della marginale rispetto al sistema percepita e, in taluni casi, 139 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 140 Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Conclusioni confermata “inadeguatezza” dello complessivo dei dividendi distribuiti sviluppo della borsa, appare ha superato il flusso opportuno porsi alcune domande di finanziamenti forniti alle imprese. che, sul fronte micro-economico, Più difficile appare trarre aiutino a comprendere l’evoluzione conclusioni sul grado del mercato borsistico in relazione di “soddisfazione” da parte degli alle esigenze degli utenti (società investitori. Gli indici di rendimento emittenti, investitori e intermediari). evidenziano risultati completamente Senza voler esaurire il complesso diversi in relazione alla base delle domande cui è necessario di partenza scelta. Anche su provare a rispondere, tre appaiono periodi d’investimento molto lunghi, le questioni sulle quali occorre per misurare la bontà della soffermarsi. In primo luogo, gli performance, il tempo di “entrata” utenti che hanno creduto nella e di “uscita” risulta essenziale. borsa hanno ottenuto una legittima Se queste sono alcune delle “soddisfazione” dalle scelte indicazioni in termini di contributo effettuate? Lo sviluppo nell’assetto “quantitativo” del mercato organizzativo dei gestori della borsistico sotto forma di flusso borsa e le informazioni al mercato di capitali agli emittenti e di hanno influito positivamente sul rendimenti agli investitori, qualche processo di formazione dei prezzi riflessione merita il profilo del e, quindi, hanno contribuito ad contributo “qualitativo” del mercato aumentare la “qualità” dei segnali alle scelte d’investimento degli forniti al mercato che determinano operatori. Occorre, in altre parole, le scelte d’investimento? capire se le informazioni fornite al Quali iniziative, normative e di mercato abbiano consentito agli vigilanza, occorre intraprendere per investitori scelte consapevoli. poter innescare un processo Sotto il profilo dell’informativa virtuoso di sviluppo del mercato di societaria, solo a partire dal 1974 borsa in Italia, tale da supportare è stato previsto un regime una corretta allocazione delle specifico per le società che fanno risorse in un contesto di adeguata ricorso alla borsa, differenziato protezione degli investitori? rispetto alle informazioni che tutte Una riflessione sui fattori che le società devono fornire ai propri hanno rappresentato un vincolo soci. Prima della legge 216/1974, allo sviluppo della borsa nonché infatti, la disciplina era focalizzata il riconoscimento di importanti sull’esigenza di salvaguardare cambiamenti intervenuti negli ultimi l’interesse dei soci e dei creditori, anni rappresentano un punto piuttosto che l’interesse generale di partenza importante per del mercato. La legge, rispondendo riconoscere “le occasioni perdute” alle carenze strutturali e le “opportunità da cogliere”. dell’informazione societaria Una prima analisi pone in evidenza di matrice codicistica in relazione come i flussi di capitale verso le ai soggetti che fanno ricorso al società emittenti non abbiano mercato azionario, ha avuto raggiunto, salvo rare eccezioni il pregio di spostare l’attenzione – e in alcuni specifici periodi, livelli sotto il profilo dei soggetti di un certo rilievo. Nell’ultimo destinatari delle informazioni decennio, ad esempio, l’ammontare stesse – dai soci e creditori Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 141 al pubblico in generale. l’informativa diffusa al mercato da In verità, prima del 1974, terzi (agenzie di rating, analisti). il Comitato direttivo degli agenti A ogni buon conto, si può di cambio di Milano si era attivato certamente affermare che oggi la per identificare modalità di disciplina in Italia, soprattutto in diffusione delle notizie che oggi tema di protezione dell’investitore, chiamiamo price sensitive. sia competitiva. Tuttavia, tale iniziativa è nata In termini di micro-struttura del con ritardo e con minore incisività mercato, già a inizio Novecento, rispetto ad analoghe prese la borsa rappresentava il “luogo” di posizione di altre borse. deputato alla funzione di Malgrado le misure adottate, formazione del prezzo (il listino il nostro mercato appare di borsa). Le contrattatazioni, caratterizzato da un ritardo infatti, avvenivano, tramite asta culturale sul tema dei diritti degli “alle grida” (in precedenza azionisti di minoranza; a tale avvenivano, sempre nei saloni di risultato ha contribuito la ben nota borsa, ma a “bassa voce”, quindi struttura societaria delle aziende in modo non competitivo). quotate. Ancora oggi la Non sembra esagerato affermare maggioranza delle società quotate che le tematiche oggi all’attenzione non è contendibile. Inoltre, di regolatori e operatori di mercato il fenomeno dei gruppi quotati, siano le stesse rispetto a quelle presenti in borsa con più società affrontate all’inizio del secolo controllate, alimenta i conflitti scorso: esse ne rappresentano solo d’interesse non solo, come è la naturale evoluzione. Si consideri ovvio, fra azionisti di minoranza il dibattito sul ruolo delle borse. e di maggioranza, ma anche fra Si è passati dalla discussione sulla gli stessi azionisti di minoranza centralità e la necessità di società appartenenti allo stesso del controllo pubblico in gruppo. Questi fattori hanno contrapposizione alle istanze costituito, e per certi versi localistiche delle dieci Borse rappresentano ancora, uno dei alle analisi volte a comprendere se principali motivi dell’insufficiente oggi la borsa possa essere ancora sviluppo della borsa in Italia. considerata un’istituzione “pubblica” A ben vedere, in materia si sono ovvero mera infrastruttura nella registrati alcuni sensibili quale avvengono le negoziazioni. miglioramenti sotto il profilo Parimenti, il dibattito sui potenziali quantitativo (incremento del “privilegi” degli intermediari si è numero delle società contendibili, spostato dalle problematiche riduzione del numero e dell’entità connesse alla “riserva di attività” delle cosiddette scatole cinesi) e degli agenti di cambio (introdotta qualitativo (normativa in materia con la legge del 1913, poi venuta di Opa e parti correlate). meno con la legge 1991) al I miglioramenti, tuttavia, hanno possibile ampliamento dell’accesso seguito, più che anticipato, gli ai mercati di soggetti non interventi effettuati in altri paesi. regolamentati. Sull’attività Un processo di adeguamento più speculativa, la discussione sulla tempestivo appare esservi stato liceità dei contratti a termine e, solo per ciò che concerne fra questi, dei contratti a premio, 140 141 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 142 è ora “spiazzata” dal tema del scelte d’investimento (e, quindi, L’attività dagli high frequency livello di regolamentazione cui i prezzi) continuano a essere trader si caratterizza, infatti, per sottoporre i nuovi strumenti determinate dalle aspettative l’elevata frequenza di generazione finanziari derivati di natura sempre sul valore stimato di un prodotto degli ordini (con l’impiego più complessa. In tema di piuttosto che dal valore reale dei di infrastrutture particolarmente frammentazione, si è passati dalle prodotti stessi. In altre parole, performanti in termini di bassa discussioni di inizio Novecento sul il miglioramento della base latenza per la trasmissione di tali rapporto di concorrenza e informativa ha sviluppato la ricerca ordini ai mercati) e per strategie complementarietà fra le dieci Borse del valore reale dell’investimento di arbitraggio nell’ambito di un alle analisi del medesimo rapporto come un mezzo per “indovinare” la orizzonte temporale molto ridotto di concorrenza base di valutazione convenzionale e chiusura delle posizioni a fine e di complementarietà a livello futura e non come il “fine”. giornata. internazionale. Vi è, oggi come Ad esempio, si tende ad attribuire Tale nuova tipologia di operatori allora, il problema della crescita un’importanza sempre maggiore alla contribuisce attivamente del listino. Vi è, infine, al centro volatilità e alle fluttuazioni di breve al processo di formazione dei dell’attenzione, oggi come nel periodo dei prezzi a seguito proprio prezzi. Per l’high frequency trader passato, il ruolo e il peso degli del ruolo crescente delle la ricerca del valore reale dello speculatori rispetto agli investitori componenti speculative. In questo strumento finanziario non è di lungo termine, nel processo di contesto diventa sempre più difficile funzionale all’operatività svolta. formazione dei prezzi di mercato. effettuare scelte anticonvenzionali Le decisioni d’investimento L’evoluzione dei mercati (e delle in quanto, se sbagliate, sono più appaiono del tutto indipendenti dal sue forme organizzative) nonché difficili da spiegare. In altre parole, valore fondamentale delle azioni. dell’informativa societaria altri e molteplici elementi L’effetto sul mercato è di tutta rappresenta, senza dubbio, di valutazione vengono presi evidenza: i prezzi sono sempre più un elemento che ha contribuito in considerazione nelle scelte il risultato di un’attività svolta da all’efficienza del processo di di investimento. L’obiettivo degli operatori indifferenti al valore formazione dei prezzi. operatori resta tuttavia quello assoluto dei prezzi ufficiali di Borsa. Le evoluzioni ancora in atto hanno, di anticipare il mercato. L’operatività degli high frequency tuttavia, comportato, come era Lo sviluppo dell’information trader è di per sé lecita. peraltro logico attendersi, un forte technology e della Nella pratica delle negoziazioni rafforzamento dell’investimento “telematizzazione” dei sistemi ultra-veloci non sembra esserci speculativo rispetto a quello basato di negoziazione ha contributo a nulla di fondamentalmente nuovo. su genuine aspettative di lungo tale evoluzione. Il peso della Ciò nonostante le autorità termine. speculazione si è ulteriormente monitorano attentamente il Lo sviluppo nell’organizzazione dei rafforzato, mentre l’orizzonte fenomeno anche attraverso l’analisi mercati, la presenza di una più temporale dell’investimento della sua significatività nei diversi puntuale informativa societaria speculativo si è significativamente mercati. L’impatto, infatti, è di nonché gli interventi delle autorità ridotto. Un numero sempre norma rilevante e può comportare volti a limitare i “disturbi” maggiore di operazioni viene effetti negativi in termini di informativi hanno prodotto un chiuso in archi temporali stabilità e di regolare processo miglioramento sensibile della ridottissimi e, su un numero di formazione dei prezzi. Allo conoscenza reale, funzionale alla sempre crescente di titoli, le stato, il fenomeno non è oggetto valutazione degli investimenti, dei operazioni che vengono chiuse di specifica regolamentazione ma titoli delle società quotate. In altre in giornata si avvicinano anche appaiono diverse le iniziative, a parole, i fattori appena citati hanno al 70%-80% del totale negoziato. livello comunitario e internazionale, certamente contribuito a contenere L’evoluzione e lo sviluppo volte ad approfondirne l’impatto il divario fra ciò che è il valore dell’information technology hanno sui mercati e sugli investitori e, reale di un titolo e la valutazione creato nuove tipologie di operatori, quindi, a valutare l’opportunità da parte del mercato. Tuttavia, le tra questi gli high frequency trader. di una disciplina della materia. Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Conclusioni Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.22 Pagina 143 È opinione comune che anche lo sviluppo dei nuovi fenomeni microstrutturali, quali l’high frequency trading, sia il risultato della maggiore frammentazione degli scambi, in concomitanza con una più accesa competizione fra le stesse borse e fra queste e altri sistemi di negoziazione. Tale evoluzione è stata sicuramente favorita, oltre che dallo sviluppo tecnologico, dalla nuova normativa europea in materia. La frammentazione degli scambi rappresenta forse solo una fase di passaggio, in attesa di futuri processi di concentrazione fra trading venue. Molto dipenderà dagli interventi regolamentari che si deciderà di adottare, sia a livello comunitario sia internazionale. Non è venuto meno comunque il ruolo delle borse come mercati nei quali il processo di formazione dei prezzi ha principalmente luogo. In tale contesto, l’obiettivo dichiarato della direttiva 2004/39/CE (MiFID) di favorire la competizione sembra raggiunto. Qualche dubbio resta sul conseguimento del connesso obiettivo di riduzione dei costi per gli utenti. L’unico effetto al momento evidente risulta quello di un maggior peso della speculazione e dei nuovi operatori impegnati a svolgere con continuità un’attività di arbitraggio fra le varie piattaforme di negoziazione In un mercato “concentrato” il patrimonio informativo tende a essere strutturalmente integrato e omogeneo. Allorché nuove piattaforme di negoziazione emergono, la situazione cambia. La frammentazione del mercato può minare la rappresentatività dei prezzi di borsa, che hanno tradizionalmente rappresentato 142 143 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.23 Pagina 144 un punto di riferimento per l’esecuzione alle condizioni migliori, mettendo gli investitori nelle condizioni di non essere al corrente o non avere accesso alle informazioni in merito alle migliori opportunità di negoziazione disponibili. La qualità dell’informazione diviene allora un elemento imprescindibile e strettamente legato agli sviluppi in materia di consolidamento delle informazioni. L’altro importante effetto dell’evoluzione tecnologica è l’affermazione di società di gestione dei mercati a carattere privatistico sviluppatisi negli anni Novanta. A tale proposito occorre domandarsi se e in che misura la natura for-profit delle borse (nonché la loro stessa quotazione) possa aver inciso (e tuttora incida) sull’interesse di queste ultime a curare le funzioni istituzionali di cui risultano assegnatarie (talvolta anche per legge). Occorre, in altre parole, domandarsi se le recenti operazioni di fusione/aggregazione, sicuramente volte al rafforzamento delle posizioni competitive e allo sfruttamento delle economie di scala e di scopo, non possano indurre un progressivo spostamento dell’interesse verso strategie profittevoli di breve periodo piuttosto che il perseguimento di obiettivi di sviluppo del mercato e del sistema in un’ottica di medio/lungo periodo. Il processo di concentrazione/aggregazione appare un processo ineluttabile, che ha coinvolto e continua a coinvolgere le maggiori piazze finanziarie internazionali. Effetti positivi evidenti appaiono finora Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Conclusioni Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.23 Pagina 145 emergere esclusivamente sotto univoche. Allo stato, non appare È, tuttavia, necessario che tale il profilo industriale e commerciale. possibile un’analisi degli effetti sul obiettivo non venga raggiunto Per contro, bisogna constatare sistema finanziario nel suo a scapito della trasparenza e, l’assenza di significativi benefici complesso, in presenza di scelte conseguentemente, della tutela per gli utenti dei servizi offerti dai strategiche diverse da parte della dell’investitore. gestori dei mercati (intermediari, borsa. Rimane ferma l’importanza società emittenti e investitori). Che cosa occorre fare in futuro? di individuare le misure in grado Certamente, per i gestori del Grande rilevanza assumono oggi di incentivare le nuove quotazioni. mercato, le nuove categorie di le iniziative in grado di consentire È necessario, tuttavia, tener conto operatori (quali gli high frequency uno sviluppo del nostro mercato delle esperienze passate. Ogni trader) nonché le nuove borsistico e una corretta qualvolta sono state prese funzionalità (quali lo sponsored allocazione delle risorse, in un iniziative in tal senso, il risultato access e la co-location) in grado contesto di adeguata protezione non è mai stato quello sperato, di attrarre crescenti quote del degli investitori. in termini di numero e di qualità flusso di ordini sulle piattaforme La regolamentazione appare delle società quotate. gestite rappresentano occasioni sempre più vincolata dal processo Le esperienze del “mercato importanti per lo sviluppo. Occorre, di armonizzazione comunitario (e ristretto” e del “nuovo mercato” tuttavia, tener presente i rischi che per certi versi internazionale). Ciò, ne sono un esempio. È forse possono svilupparsi da una se da un lato obbliga ad avere un ancora presto per formulare giudizi dipendenza commerciale sempre ruolo sempre più attivo nell’attività sull’AIM Italia, anche se i primi maggiore dalle esigenze di questi di regolamentazione, dall’altro, in segnali non appaiono incoraggianti. nuovi operatori. Occorre considerazione dell’importanza della In tale quadro, riconoscere il rischio regolamentazione quale fattore di l’autoregolamentazione può - di un conseguente progressivo sviluppo e di qualità del mercato in questo caso come in altri - allontanamento degli investitori borsistico, impone un atteggiamento svolgere un ruolo utile per “fondamentalisti” e di un minor attivo, in ambito nazionale, laddove la crescita del mercato borsistico interesse per la componente la disciplina comunitaria consente e per la realizzazione di un “istituzionale”, identificata margini di discrezionalità. contesto normativo attento alle essenzialmente come fonte di L’innovazione (in termini di esigenze degli utenti come degli costo anziché come “certificazione prodotti, tecnologie e strategie investitori. Tuttavia, anche in di qualità”. Gli eventi verificatesi a di negoziazione) rappresenta questo caso, le esperienze passate Wall Street il 6 maggio 2010 un fattore fondamentale per lo evidenziano come l’industria, pur rappresentano un esempio degli sviluppo del mercato borsistico; possedendo le conoscenze migliori effetti della riduzione dei presidi è importante non creare vincoli. per poter pervenire a scelte predisposti dai gestori del mercato È evidente che il processo di regolamentari appropriate, spesso a salvaguardia del regolare innovazione in atto rende più non ha gli incentivi per farlo. svolgimento degli scambi. Peraltro, difficile ai regulator l’identificazione Al momento, la Commissione ha non bisogna sottovalutare il fatto ex ante del regime di istituito alcuni tavoli di lavoro volti che l’intermediario “tradizionale” regolamentazione più adeguato. all’analisi dei sistemi regolamentari sperimenta un allentamento del Una vigilanza in tempo reale può e di vigilanza, al fine di operare rapporto con la borsa, trovandosi costituire un elemento importante una razionalizzazione della a rivestire il ruolo di “cliente”, la per il corretto bilanciamento degli normativa e delle procedure. cui identificazione con il “sistema obiettivi sopra citati e diventare un Tale lavoro viene portato avanti borsa” in generale e con la qualità fattore di prevenzione, piuttosto nella convinzione che un’analisi dei prezzi in particolare risulta che di repressione degli abusi. In attenta e coscienziosa dei punti fortemente diminuita. questa difficile fase congiunturale, di forza e di debolezza della La particolare situazione è evidente che l’obiettivo primario regolamentazione e della vigilanza di congiuntura economica non della regolamentazione è quello di in Italia possa innescare un consente di trarre indicazioni garantire la stabilità del sistema. processo virtuoso. 144 145 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.23 Pagina 146 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.23 Pagina 147 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.23 Pagina 149 Fulvio Coltorti Responsabile dell’Area Studi Mediobanca, dove ha promosso ricerche sulle imprese e sui mercati finanziari. Ha associato il lavoro in Mediobanca all’attività di docente in varie Università, da ultimo nell’ateneo di Firenze dove tiene da molti anni un seminario sulle grandi e medie imprese nello sviluppo industriale italiano. Tra le sue pubblicazioni più recenti, Cesare Beccaria (2007, con G. Coltorti), Grandi gruppi e informazione finanziaria nel Novecento (2010), nonché numerosi saggi sui cambiamenti dell’industria nel dopoguerra e sulle imprese del cosiddetto «Quarto capitalismo». Piergaetano Marchetti Professore di diritto commerciale all’Università Bocconi di Milano. Ha fatto parte della Commissione Draghi per la preparazione del Tuf e della Commissione Mirone per la preparazione della legge delega del Tuf. Autore di diversi contributi in materia di diritto industriale, della concorrenza, delle società e dei mercati finanziari. Fa parte della direzione della Rivista delle società. Notaio, attualmente presidente di RCS MediaGroup. Giandomenico Piluso Insegna Storia economica all’Università di Siena e Business History all'Università Bocconi. Ha diretto la rivista “Imprese e storia” dal 1999 al 2010 ed è autore di numerosi saggi di storia della finanza e storia d’impresa. Tra i più recenti: Mediobanca. Tra regole e mercato, Milano, Egea, 2005, Il sistema finanziario e la borsa, RomaBari, Laterza, 2010 (con G. Nardozzi); From the universal banking to the universal banking: a reappraisal, in “Journal of Modern Italian Studies” (2010). Claudio Salini Responsabile della Divisione Mercati e della Divisione Emittenti della Consob. Ha coordinato gruppi di lavoro internazionali sulla regolamentazione dei mercati secondari in ambito Iosco e Cesr. È autore di numerose pubblicazioni in materia di borsa e regolamentazione dei mercati. Giovanni Siciliano Responsabile della Divisione Studi Economici della Consob. È autore di numerosi saggi in materia di economia e regolamentazione dei mercati finanziari. Ha insegnato Finanza Aziendale presso l’Università Cattolica e la Luiss. 149 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.23 Pagina 151 Introduzione 7 Giuseppe Vegas 1 150 anni di borsa in Italia: uno sguardo d’insieme 13 Giovanni Siciliano 1.1 Dall’Unità al primo conflitto mondiale 13 1.2 Il periodo bellico 18 1.3 La ricostruzione e il boom economico 23 1.4 Gli anni Sessanta e Settanta: nazionalizzazioni, ristrutturazioni e l’ascesa delle imprese pubbliche 24 1.5 Gli anni Ottanta e Novanta: privatizzazioni e regolamentazione 33 1.6 Gli inizi del XXI secolo: nuovi scandali, nuove bolle e nuove crisi 38 151 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.23 Pagina 152 2 La regolamentazione delle società quotate 43 Piergaetano Marchetti 2.1 La situazione al momento dell’Unità 43 2.2 Dall’Unità al codice di commercio del 1865 45 2.3 Il codice di commercio del 1882 e la sua preparazione 47 2.4 Propositi di riforma e disciplina delle borse sino al progetto Vivante del 1922 50 2.5 Il codice del 1942 53 2.6 Il dopoguerra e la Costituzione 54 2.7 Le proposte di Ascarelli e degli Amici del Mondo. La Commissione Santoro Passarelli 55 2.8 I progetti del centro sinistra (Commissione De Gregorio) 58 2.9 La riforma del 1974 e la nascita della Consob e della normativa sulle società quotate 60 2.10 Le componenti della disciplina del 1974 (autorità di controllo, mercati, intermediari, società quotate) le loro potenzialità, gli sviluppi e gli effetti sistemici 62 2.11 Il corpus della disciplina speciale delle società quotate 64 2.12 Il driver comunitario e la torrentizia produzione legislativa degli anni Novanta 66 2.13 Dal Tuf alla riforma del 2003 68 2.14 L’autodisciplina e gli ultimi sviluppi sino alla legge sul risparmio, alla direttiva shareholder rights… e non solo 70 3 Borsa, territorio e sviluppo economico (1861-2011) 77 Fulvio Coltorti Dall’Unità ai giorni nostri: 150 anni di borsa in Italia Indice 3.1 Premessa e sintesi 77 3.2 Origine e sviluppo delle borse in Italia 78 3.3 Dimensioni dei mercati 80 3.4 La dinamica delle società quotate 82 3.5 I principali titoli azionari 87 3.6 Borsa e territorio 89 3.7 Borsa e sviluppo economico 90 3.8 I vantaggi dell’investitore 92 Consob_150 anni borsa 2_Layout 1 02/05/11 10.23 Pagina 153 4 Il ruolo dello Stato imprenditore e regolatore 111 Giandomenico Piluso 4.1 Lo Stato italiano emittente e la formazione del mercato di borsa (1861-1893) 113 4.2 Due modelli in competizione: il peso delle scelte (1894-1933) 117 4.3 Il modello Beneduce alla prova: adattamento e degenerazione (1934-1975) 123 4.4 Le riforme del sistema: autonomia della politica monetaria e sviluppo dei mercati (1975-2011) 128 4.5 Conclusioni 133 Conclusioni 139 Claudio Salini 152 Autori 149 Indice 151 153