Numero 2 | Settembre 2011 Mensile dedicato alla funeraria italiana ADDOBBI ARREDAMENTO CASE FUNERARIE PROGETTAZIONE NUMERO 2 | SETTEMBRE 2011 ADDOBBI ARREDAMENTO CASE FUNERARIE PROGETTAZIONE ADDOBBI ARREDAMENTO CASE FUNERARIE PROGETTAZIONE ADDOBBI ARREDAMENTO CASE FUNERARIE PROGETTAZIONE numero 2 | Settembre 2011 DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE, PUBBLICITÀ: Via Vochieri, 89 - 15121 Alessandria Tel. 0131 383271 - Fax 0131 325647 Direttore RESPONSABILE: Franco Capone Responsabile redazione: Cristina Pasino Redazione: Franco Capone Cristina Pasino Pier Luigi Pasino Vito Saccinto Collaboratori: Matteo Alfonso Antonio Fiori Mauro Tita Grafica e IMPAGINAZIONE: Salvatore Zagari webmaster: Marco Assandri segreteria: Tiziana Capone Francesca Zancanaro PUBBLICITÀ: Pasino P. 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E' vietata la riproduzione, anche parziale, dell' opera, in ogni forma e con ogni mezzo senza previa autorizzazione. Testi ed opinioni in essi contenuti sono sotto la responsabilità dei singoli autori Distribuzione in 6.000 copie inviate agli operatori della Funeraria Italiana Proprietà editoriale e copyright: O.F. ITALIA s.a.s O.F. ITALIA MAGAZINE è un marchio depositato CONTATTI: [email protected] www.ofitalia.it eLeMenti eLeMenti eLeMenti eLeMenti Ofitalia Magazine M A G A Z I N E 36 48 Franco Capone Cara Toscana... La riforma della funeraria Eterna Ofitalia Energia Eolica: Una vera alternativa I riti Le Prefiche Legge Marche Che succederà...? Ultimo saluto a Sergio Santamarianova Sport La Fenice torna a volare Urne... In fondo al lago Curiosità Domina Vacanze Offerta esclusiva ai lettori di Ofitalia Magazine Lettera del Presidente 74-1 Informazione mensile di Federcofit Teatro Editoriale Registrazione: Tribunale di Alessandria n° 2/2011 del 30/06/2011 1 2 Editoriale Cari lettori... ben ritrovati, con le vacanze ormai alle spalle ed in attesa di un autunno che Vi auguro ricco di soddisfazioni professionali, nonostante le preoccupazioni per una crisi economica ancora fortemente presente e dalle prospettive incerte per l’immediato futuro. Eccoci qua e come primo dato, non posso eludere alcune considerazioni riguardanti il nostro “Magazine”: dalla prima uscita al suo futuro. Debbo ringraziare quanti ci hanno fatto pervenire sia i loro apprezzamenti, sia le loro critiche: i primi indubbiamente graditi, le seconde utili ed indispensabili per crescere e migliorarsi. Franco Capone Da questo numero registriamo una novità importante: è presente all’interno della rivista la Comunicazione Sindacale di FEDERCOFIT ossia la “Lettera del Presidente”. Siamo lieti di ospitare uno strumento importante per l’informazione del settore, appartenente all’Organizzazione di categoria che tanto si adopera (insieme a FENIOF) per gli interessi degli Operatori Funebri Italiani. Questa presenza arricchisce il nostro “Magazine” e sono certo che la collaborazione di OFITALIA con FEDERCOFIT sarà portatrice di buoni frutti. Detto questo, mi collego a quanto già affermato nel precedente editoriale: “Ofitalia Magazine” è libera ed indipendente e quindi aperta a tutto l’universo della funeraria, sarà compito nostro non aspettare ma ricercare e stimolare i contributi necessari per garantire varietà e pluralismo di informazione. L’unica nostra priorità sarà sempre quella di costruire la rivista dell’impresario funebre per l’impresario funebre e quindi non siamo e non saremo la dèpendance di nessuno ma intendiamo essere il salotto di tutti. .....Arrivederci e buon lavoro. Le Imprese di Onoranze Funebri presenti nelle pagine successive, danno la loro disponibilità ai colleghi per il disbrigo pratiche, documenti, trasporti e/o altri servizi garantendo serietà e professionalità, al pari di tutte le Imprese aderenti a “O.F.Italia” e visibili sul Volume e sul portale web dedicato 3 4 5 26-27 novembre 2011 7 Il fatto Cara Toscana ti voglio raccontare una storia! C’erano una volta, tanti anni fa sul tuo bel territorio, tante Imprese di Onoranze Funebri: piccole, in genere familiari, con qualche rara eccezione di dimensioni più consistenti. Ti chiedi perché dico: “c’erano”? Tu, a differenza delle altre Regioni, eri e sei, e spero, rimarrai un esempio positivo, perché ospiti una ricchissima e diffusa rete di organizzazioni di volontariato di diversa estrazione, che operano per aiutare i cittadini e le famiglie toscane, le Onlus giustamente sostenute dalle norme del nostro Stato. Come certamente ricorderai, nel passato il loro intervento nel settore funebre era circoscritto, di solito si limitavano ad accompagnare la salma al cimitero e non intervenivano sugli “aspetti commerciali” delle Onoranze Funebri. Purtroppo oggi non è più così, infatti, oltre ad occuparsi di assistenza sanitaria e di interventi solidaristici in modo encomiabile, molte associazioni tra quelle esistenti, svolgono anche attivi8 tà di Onoranze Funebri, che di fatto è un’attività prettamente commerciale e sicuramente non marginale in relazione al mercato specifico. La gestione avviene in diretta concorrenza con gli operatori “regolari”, utilizzando anche tecniche “aggressive” in uso nel commercio, sfruttando i privilegi riconosciuti dalle norme e praticando di fatto una concorrenza sleale con gli operatori funebri. Si distribuisce pubblicità in ogni luogo, anche in quelli inibiti per consolidate normative generali, come le strutture sanitarie, che mescolano disinvoltamente la promozione di attività “istituzionali” - come il 118-, con attività commerciali -vedi quella di Onoranze Funebri; si utilizzano prestazioni di manodopera volontaria, utile e benemerita se impegnata in azioni di assistenza, certamente fuori norma se usata in attività commerciali, ….. Si realizza, quindi, una commistione tra compiti istituzionali ed attività commerciali particolarmente negativa e capace solo di determinare “illegittime posizioni dominanti sul mercato”, spesso censurate dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Ormai molta parte del Tuo territorio, cara Toscana, è stato conquistato. E così, nel corso degli anni, in numerosi comuni, ed in alcune province, non vi è più spazio per imprese private che, hanno cessato la loro attività. Sia chiaro, cara Toscana, che profondo rispetto abbiamo per il diffuso tessuto del volontariato e per le numerose attività benemerite, in materia sanitaria e socioassistenziale. Pensa soltanto che molti di noi esercitano l’attività di volontari soccorritori nel loro tempo libero, adoperandosi, con i mezzi in loro possesso, a quelle che sono le richieste di piccole realtà territoriali che necessitano quotidianamente di strumenti specifici per svolgere al meglio il loro servizio socio assistenziale. Come vedi siamo, anche noi, sempre in prima linea nel volontariato. Tanti sono anche gli esempi concreti che Ti potrei descrivere. L’ attività Funebre però è una attività complessa, costosa ed impegnativa, e, soprattutto, molto professionale, se esercitata nel puntuale rispetto delle leggi dello Stato, da eseguire nel rispetto delle condizioni imprenditoriali vigenti. Poter sostituire gli addetti con personale volontario sarebbe per tutti un enorme beneficio, anche se dalle conseguenze imprevedibili. La crisi che il paese sta attraversando tocca tutti, anche le imprese funebri e le Onlus. Anche le interpretazioni delle norme si vanno affinando ed approfondendo con evidenti attenzioni nuove ai redditi derivanti dalle attività commerciali, indipendentemente dal soggetto che le gestisce, con conseguente attenzione diversa sia alle attività “marginali” sia a quelle commerciali in genere gestite da Onlus, forse condizionando la stesa esistenza di una Onlus. Lo ripeto, cara Toscana, non vogliamo ostacolare il volontariato, anzi, l’obiettivo nostro è sollecitare un’ analisi ed una valutazione che aiuti tutti a fare bene il pro- prio mestiere, nel rispetto delle norme, nella piena valorizzazione della professionalità necessaria, nella massima trasparenza e rispetto della volontà dei cittadini. Per rendere chiari questi obiettivi sosteniamo la nostra Federazione, Federcofit, che si è mossa in difesa del comparto funerario, con interventi incisivi finalizzati a difendere gli spazi operativi della categoria, e, soprattutto la crescita professionale degli operatori funebri come valore assoluto per servire meglio le esigenze delle famiglie colpite da un lutto. Certo siamo e dobbiamo essere pronti ad ogni confronto e approfondimento con tutti i soggetti, istituzionali e sociali, quindi anche con le Onlus, consapevoli che il percorso per correggere deviazioni, recuperare rapporti, ridefinire corretti spazi di intervento, non sarà né facile, né breve, anche se obbligato per tutti. Carissima Toscana, purtroppo, tanti operatori che da generazioni esercitavano sul territorio non esistono più, ci auguriamo, che gli interventi che saranno messi in atto dalle autorità competenti mettano fine ad ogni disparità di trattamento tra i vari soggetti che oggi esercitano questa attività, e, soprattutto, permettano un controllo maggiore sulla regolarità dei servizi funebri svolti e sulle tante furbizie messe in atto in tante realtà ed in tante strutture sanitarie e non. Vorrei che tutti potessimo lavorare con serenità e professionalità per aiutare le famiglie toscane colpite da un lutto con la professionalità necessaria in un tempo molto difficile, come quello che stiamo attraversando, e nel rispetto di regole uguali per tutti e senza privilegi. Come vedi, sono molteplici i motivi per sollecitare una riflessione approfondita sullo stato delle cose e per procedere con urgenza ad avviare incisive correzioni. Chissà se con il Tuo aiuto si possa anche avviare con tutti i soggetti interessati un proficuo e sincero confronto per trovare adeguate e giuste soluzioni. Ti saluto caramente !! l’Anonimo Toscano 9 Temi attualità Giovanni Caciolli Segr. Naz. Fedrercofit Parlando di riforma della funeraria La recente proposta di legge “Paolini”, presentata alla Camera ha sicuramente un merito: il dibattito sulla funeraria sembra aver ripreso una qualche attualità e la cosa può rappresentare un dato molto positivo indipendentemente dall’esito che questa legislatura potrà garantire. Se spendessimo bene il tempo residuo di questa legislatura, forse potremmo anche ottenere il risultato atteso da oltre un decennio, ma, in ogni caso, se riuscissimo a focalizzare e precisare meglio la soluzione di quei tre o quattro problemi di fondo, determinanti per lo sviluppo corretto del settore, avremmo fatto un grande passo avanti. E’ vero, Federcofit e Feniof hanno sottoscritto, tramite i loro Presidenti, una Proposta di legge, in gran parte recepita della Commissione Sanità del Senato, ma evidentemente, anche su questo testo permangono numerose riserve se, come è vero, in numerose realtà territoriali e regionali ci si muove su coordinate molto diverse. Probabilmente anche a questo, anche se non solo, si deve addebitare il sostanziale blocco della discussione di questa proposta di legge in Commissione al Senato. I Capisaldi di ogni ipotesi di riforma della funeraria italiana, per 10 quanto concerne l’attività funebri, mettendo tra parentesi per un momento le problematiche cimiteriali, sono sostanzialmente quattro: i requisiti per l’attività funebre e le modalità per ottenerli, la questione sanitaria ed il rapporto tra questa e le attività funebri, il controllo, da parte delle Istituzioni o di altri soggetti ad hoc deputati, obbligatorio e periodico sulle attività funebri e, infine, la definizione di un quadro per lo sviluppo e la crescita dell’imprenditoria funebre (casa funebre e servizi annessi, servizi post mortem, ….). Su questi temi dovremmo approfondire la riflessione sia per chiarirne tutti gli aspetti, sia per superare quelle riserve mentali che impediscono di spingere con la dovuta decisione il varo definitivo di una norma, sostanzialmente condivisa da tutti. Partiamo dalle Camere Mortuarie degli ospedali, tema centrale su cui molto si discute. La realtà maturata è molto articolata e differenziata. Guai a generalizzare tutto e mescolare situazioni negative con situazioni passabili o, per fortuna, situazioni buone, non molto numerose ma proprio per questo da salvaguardare con ogni impegno. Fino agli anni settanta del problema ci si occupava ben poco; i luoghi del decesso erano, per lo più, le abitazioni e questo permetteva una naturale e più facile scelta da parte dei cittadini. Sono gli anni successivi che, in assenza di adeguate norme, fanno esplodere progressivamente il problema: i luoghi di decesso sono sempre più le strutture sanitarie e gli ospedali diventano “il mercato” delle onoranze, con pesanti ripercussioni soprattutto nelle aree urbane. Numerosi sono stati i tentativi di regolarizzare questo “mercato” condotti dalle varie componenti presenti sul settore: istituzioni, strutture sanitarie, operatori funebri, ecc. A ben riflettere anche le Convenzioni ospedaliere, cosiddette, con turni di permanenza nelle Camere Mortuarie per gli operatori funebri, avevano questo obiettivo. Gli stessi appalti di gestione delle Camere mortuarie rispondevano anche all’obiettivo di eliminare la commistione tra infermieri e servizi funebri con gli scandali che si ripetevano con cadenza frequente e che, si badi bene, stanno riprendendo con ritmo preoccupante, oggi dopo le note posizioni dell’Autorità Garante e quant’altro. Quando si rivendica da parte di operatori funebri una qualche bontà delle passate Convenzioni o degli Ap- palti, per avere sconfitto, allora, la pesante intromissione del personale sanitario nei servizi funebri, si vuole proprio ricordare questo, anche se con evidente parzialità. Ancora oggi, girando per il nostro paese in lungo ed il largo, capita di trovare ipotesi di convenzioni ospedaliere con operatori funebri che addirittura fanno riferimento al “SERVIZIO DEL TAXI DEL MORTO”, per dire come è variegata la situazione. Un elemento sembra acquisito per tutti, istituzioni, strutture sanitarie, autorità statuali ed operatori funebri: all’interno delle Camere mortuarie si gioca gran parte delle regole di corretta concorrenza e la prospettiva di uno sviluppo libero e professionale delle attività funebri. La giurisprudenza, l’Autorità Garante e buona parte della legislazione regionale sulla funeraria hanno permesso di fare passi avanti nella definizione degli spazi di agibilità, anche se, ovviamente, non hanno definito regole attive per la soluzione dei problemi. Colpisce che ancora non si sia affrontato il tema del rapporto tra attività funebri ed attività sanitarie e parasanitarie (118, trasporti sanitari, ….); in ogni caso si sono definite con abbastanza chiarezza le incompatibilità in capo alle attività funebri. Siamo a metà del guado: sappiamo cosa non si può, né si deve fare, non abbiamo ancora una soluzione per le cose da fare in termini attivi e positivi. Questo dovrebbe essere un obiettivo primario del settore; ce lo ritroviamo davanti non solo per gli “scandali” che si susseguono continuamente in tante città, ma anche per le dinamiche che stanno alla base degli interventi delle strutture sanitarie. Se gli appalti per la gestione delle Camere Mortuarie, con l’obbligo di trasferire le salme dai reparti e la gestione per almeno 12 ore giornaliere, sono affidati per cifre irrisorie e non remunerative, giocoforza, ci si dovrà “arrangiare”, solo per fare un banale esempio. Le norme regionali sulla incompatibilità, non hanno, da sole, risolto il problema se solo si guarda ai molteplici “scandali” emersi in questi anni, o se semplicemente si ascoltano gli operatori nelle varie realtà territoriali. Sicuramente non è facile individuare la soluzione che vada bene a tutte le realtà del paese, qualcosa, però, si può fare per avvicinarsi sempre più a situazioni buone o, quantomeno accettabili e senza rifugiarsi in formule tanto vere ed ovvie quanto prive di effetti concreti: se tutti stessero ..., se tutti facessero ..., se tutti si comportassero …, e via andando. Prima di tutto dovremmo smettere di addossare l’un l’altro le responsabilità di questi fenomeni facendo una strana gara a chi è più vergine: non serve a nessuno vedere chi condanna con più veemenza…. Si debbono, sicuramente, invocare controlli ed interventi rigorosi da parte delle Autorità e, quando è necessario, della Magistratura, sapendo, però, che curare questo male non basta, perché arriviamo sempre dopo; il problema vero è prevenirlo. Certo l’informazione è la base di partenza, un’informazione attenta, esauriente e chiara; ma anche questa non basta, in questo settore come in tanti altri. Credo si possano definire gra- duali interventi finalizzati non solo ad uniformare norme e regole, nel rispetto delle leggi dello Stato, ma anche a creare esperienze su un fenomeno tutto sommato ancora in evoluzione. Un Regolamento delle Camere mortuarie che assuma uniformità di principi in tutto il territorio nazionale: non è facile, ma con buona volontà si può arrivare a posizioni condivise da tutta la categoria da proporre alle Regioni.La definizione di appalti gestionali congrui, rispettosi delle incompatibilità definite dall’Autorità Garante ma tali da permettere alle gestioni di svolgere il servizio senza rischiare perdite economiche insostenibili. Ed infine, ce lo dobbiamo dire con franchezza, la ricerca di modelli e di soggetti gestionali che permettano di realizzare maggior rigore e tutela effettiva per tutti i soggetti in campo e per tutti i legittimi interessi, economici e sociali, che si sviluppano nel settore e negli eventi luttuosi. Il confronto su questo soggetto gestionale non è semplice, lo abbiamo visto, ma l’esperienza di questi anni dovrebbe stimolare qualche riflessione: le cose vanno sempre peggio e la categoria dimostra una preoccupante e disarmante impotenza, che si rifugia sempre più spesso nell’invocare una sorta di stato di polizia per impedire gli abusi. Sgombriamo il campo da riserve mentali e preconcetti; riattiviamo un confronto concreto: chissà che qualche utile proposta non possa venire fuori...., altrimenti ci troveremo sempre questo problema come un macigno che impedisce un percorso virtuoso e capace di progressive soluzioni. 11 Evento Dinamico, in collaborazione con Fiera Roma, presenta la novità fieristica romana di settore; è infatti in programma il 26-27 novembre 2011 presso il nuovo polo fieristico di Roma, ETERNA MostraConvegno delle attrezzature e dei servizi funerari e cimiteriali. Eterna nasce dalla rielaborazione, da parte degli organizzatori, di una serie di input ricevuti durante i vari incontri con gli operatori del settore, ponendosi come evento di riferimento per il mercato nazionale. La vera e propria novità di ETERNA consiste nel presentare alle imprese di settore un pacchetto “tutto incluso”, che prevede già lo spazio l’estrema necessità delle aziende di dialogare direttamente con le imprese funebri, soprattutto in mercati di riferimento come quello del Centro Sud Italia. Piuttosto che inserirci in questo meccanismo di polverizzazione degli appuntamenti, crediamo invece di poterlo contrastare presentandoci sul mercato con quella che riteniamo un’alternativa reale e valida a molti di essi. La nostra idea vincente è quella di proporre un format che consenta alle Aziende di spendere poco in termini di impegno organizzativo ed economi“Siamo consapevoli del proliferare co, allontanandole dalla logica del ‘gigantismo’ in fatto di metratura - e allestimento, ponendo invece al tori, “questo, comunque, dimostra centro il prodotto e il rapporto espositivo allestito e il servizio di pernottamento alberghiero. In questa maniera le Aziende partecipanti non hanno alcun altro onere se non quello di scegliere, nella gamma dei loro prodotti, i classici da riproporre e le novità pletamente all’esperienza degli organizzatori per la parte tecnicologistica. Tutto ciò nella splendida cornice di una città unica, magica e accogliente, vero e proprio plus della manifestazione. Scarica l’invito gratuito dal sito www.eternaexpo.it 12 umano. In altre parole, il nostro obiettivo è quello di ottimizzare gli appuntamenti, unendo i vantaggi dell’evento fieristico (location, contenuti, numero visitatori) con gli aspetti positivi degli incontri locali (bassi costi, breve durata, rapporto diretto con i clienti). Arrivare in Fiera Roma e trovare lo spazio allestito e l’alloggio in una primaria struttura alberghiera nei pressi del quartiere fieristico è la nostra risposta.” “L’attenzione però non si limita solo agli espositori ma si focalizza anche ai visitatori” proseguono gli organizzatori “la gratuità dell’ingresso, ad esempio, e per noi è fondamentale in una manifestazione B2B, dove dobbiamo agevolare la presenza dell’impresario funebre, attore protagonista, che deve trovare in ETERNA un punto di riferimento per il proprio business. A lui dedichiamo una serie di appuntamenti e incontri istituzionali e formativi con la presenza di relatori di spicco”. Alla luce di queste argomentazioni siamo convinti della validità dell’appuntamento, anche perché gli organizzatori lasciano trapelare, pur senza sbilanciarsi, che importanti novità tecnico/istituzionali verranno presentate nel corso della manifestazione. Non resta quindi che darci appuntamento a Roma per il 26 e 27 novembre 2011. 13 “De pena mortis” (Il dolore della morte) Il dolore derivante dalla morte di una persona cara è forse una delle più intense esperienze che dobbiamo affrontare durante la nostra vita. Esso penetra in profondità la nostra persona, tocca le nostre emozioni, può modificare le relazioni interpersonali e persino il nostro aspetto fisico. Nessuno conosce la ricetta perfetta per superare quei momenti, ciascuno li vive in maniera diversa. Ciononostante, esistono degli elementi comuni a tutti. Che voi siate il diretto interessato oppure l'amico o il collega di qualcuno che ha appena perso una persona cara, può comunque essere assai utile capire alcuni dei tratti emotivi fondamentali tipici di questi momenti. La cosa più ingiusta della vita? E’ il modo in cui questa finisce, ed il lutto è il lento processo di ridefinizione del nostro mondo e della nostra realtà privati della presenza di una persona che ci era particolarmente cara. Rimarginare una ferita così profonda richiede tempo e pazienza. Non esiste una formula buona per tutti, né un calendario da rispettare. I sentimenti che ci assalgono sono un miscuglio di dolorose emozioni: pena, rabbia, colpa, rimpianto, vuoto, desiderio e stato di abbandono. Alcune di queste ci aggrediscono e ci travolgono come po14 tenti ondate, lasciandoci affranti e provati dietro di esse; altre sembrano radicarsi e persistere a lungo nel tempo. Senza contare che la perdita di una persona amata può risvegliare un senso generale di doloroso abbandono radicato in precedenti episodi della nostra vita. Elaborare un lutto implica il riuscire a dare un senso alla morte di un congiunto e contemporaneamente ad esprimere tutti i contenuti psichici di dolore che la perdita ha messo in moto tornando più volte sull'immagine, sui sentimenti e le memorie legate alla persona che amavamo, fino a che quella perdita non ci risulta più così intollerabile e dolorosa. Sebbene il processo di cicatrizzazione possa essere lungo e doloroso, e una parte di noi rimarrà "colpita" dall'evento per sempre, il tempo, tuttavia, porta a sviluppare una progressiva accettazione della morte e della scomparsa. Ma il principale ostacolo che si presenta durante tale cammino è il rapporto di dipendenza dalla persona defunta. In alcuni casi vengono spesso vissute vere e proprie allucinazioni, vediamo il defunto girare per casa, ci sentiamo in colpa per non aver fatto o detto qualcosa e cerchiamo in tutti i modi di tenerlo legato a noi. In questo contesto si rende difficile l’elaborazione del lutto perché il congiunto scomparso agisce ancora come immagine nella psiche dei sopravvissuti, continuando ad esistere come presenza effettiva e, pur non essendo più presente, la sua fisionomia viene rintracciata in un viso intravisto tra la folla o nei primi confusi momenti che seguono il risveglio mattutino, momento in cui i congiunti non si rendono ancora conto che il defunto non c’è più. Questo processo di dipendenza e di non ac- cettazione della perdita deriva dal connubio tra il non aver mai espresso i propri immaginari sulla morte e il bisogno di avere un contatto fisico con il defunto, tanto da venir definito "lutto complicato" o “lutto patologico” , nel quale si rinforzano le condizioni di stress e di depressione dell’individuo perché incapace di ritornare a modelli di comportamento funzionali al contesto relazionale e ad un nuovo progetto di vita. C’è una sostanziale differenza tra l’essere stati testimoni di una “ buona morte” (quando il morente ha affrontato il suo destino in modo sereno e si parla quindi di “lutto normale”) e quando invece la morte della persona a noi cara è collegata a delitto o ingiustizia profonda, (un incidente stradale, un omicidio, una morte improvvisa che scaturiscono poi inevitabilmente nel “lutto patologico”). Se la persona cara è morta dopo aver ascoltato se stessa, aver messo a posto le questioni in sospeso e risolto i conflitti personali, ha vissuto una “buona morte”, ( in caso contrario il senso delle questioni pendenti grava sugli eredi che sentono pesare su loro stessi la necessità di riparazione), ma se la persona è perita a causa di una ingiustizia o di un delitto è molto difficile che i superstiti possano uscire dal lutto patologico senza aver avuto un’autentica riparazione psicologica. Non si tratta solo di aver avuto la possibilità di assicurare alla giustizia i colpevoli o di vederli giustamente puniti ma, come insegnano le ricerche sulla vittimologia e sulla real justice, si tratta di vedere emergere nel colpevole il pentimento profondo per la sua azione. Senza tale pentimento non è possibile l’esercizio del perdono che consente la piena elaborazione del lutto. Alcuni si sentono responsabilizzati a mantenere vivo dentro di sé il dolore per non tradire il ricordo del defunto, così facendo restano legati al passato per sempre, mentre il processo di elaborazione lo si può attuare soltanto rivolgendo lo sguardo al futuro. Non esistono sentimenti rispettabili o sentimenti deprecabili. Ciascuna emozione gioca un suo ruolo specifico nel processo di cicatrizzazione. Siamo tutti tentati dal chiudere in un cassetto le emozioni più difficili e dolorose. Soprattutto coloro che pensano di doversi mostrare sempre e comunque come i più forti. Ma si rischia di ottenere lo scopo contrario; si accresce lo stress e si rallenta il processo di elaborazione del lutto. “Un grido del cuore negato e represso può portare a una produzione di rabbia ingiustificatamente espressa ed a una non voluta brutalità e rudezza nei confronti degli altri. Non pretendiamo di negare queste emozioni, lasciamo che i sentimenti affiorino”. Presidente Feder.Co.F.It. Regione Toscana Dott.ssa Catassi Katia Dott.ssa Catassi Katia 15 O.F. ITALIA® rappresenta il “Volume Nazionale delle Onoranze Funebri Italiane” unitamente al sito web: www.ofitalia.it. Lo staff di O.F. ITALIA® si avvale di un’esperienza pluridecennale nel settore. L’obiettivo che abbiamo raggiunto era, e rimane, quello di creare uno strumento professionale cartaceo e multimediale per agevolare i contatti operativi interni nel settore funerario nazionale. L’innovativa ed esclusiva edizione, ricca di dati e di informazioni, intende essere come un amico prezioso che accompagna l’imprenditore funebre nello svolgimento quotidiano delle sue attività professionali. Il progetto O.F. ITALIA® non si limita a favorire gli interscambi interni al Comparto Funerario, ma contiene novità importanti:la possibilità di essere visti e contattati non solo dai colleghi, ma anche dai privati. Tutto questo è possibile in quanto il portale www.ofitalia.it offre la possibilità all’utente di interagire con l’Impresario Funebre. O.F. ITALIA® è un’interessante opportunità anche per i Produttori e Operatori del Comparto Funerario Nazionale, proponendo loro una forte visibilità. Mission: Il nostro scopo è quello di proporre un servizio moderno agli Operatori del Comparto Funerario che risponda alle loro esigenze ed alla loro immagine. Internet ha un continuo e aggressivo crescendo nelle relazioni commerciali e personali degli italiani, ed è in questo quadro di sviluppo informatico che O.F. ITALIA® pone le basi per creare nuovi orizzonti di mercato per le Imprese Funebri e Costruttori/Produttori che aderiscono a tale iniziativa. Usufruire dei servizi Ofitalia significa: • Per l'impresario funebre una maggiore visibilità fra i colleghi e con i privati • Per un produttore e/o fornitore una forte presenza negli uffici degli impresari funebri 16 16 Sei interessato ad avere il volume Ofitalia? Contatta i nostri uffici LA COMUNICAZIONE PER LE IMPRESE LA VETRINA DEI PRODUTTORI E COSTRUTTORI 1861 - 2011 5 60 . g pa 150° ANNIVERSARIO DELL’ UNITÁ D’ITALIA www.ofitalia.it G A Z 17 17 Federcofit: La Formazione Il nostro impegno nella Formazione 18 Formazione agevolata e sovvenzionata Ecco cosa proponiamo ai nostri soci, la POSSIBILITA’, a dir poco interessante, di USUFRUIRE dei FINANZIAMENTI per la FORMAZIONE previsti dai Fondi Paritetici Interprofessionali. Che cosa vuol dire ? Ogni azienda (di ogni settore) con il modello DM10 è obbligata a versare un contributo all’Inps dello 0,30% (il cosiddetto “contributo obbligatorio per la disoccupazione involontaria”). I datori di lavoro possono chiedere all’Inps di trasferire (senza nessun onere) questo contributo ad un Fondo Paritetico Interprofessionale a cui l’Azienda si è iscritta. Il Fondo Paritetico Interprofessionale finanzia la formazione attraverso la partecipazione a bandi di richiesta di finanziamento. Federcofit ha scelto di aderire a Fondo Professioni, che riconosce le associazioni di categoria come veicolo per la crescita professionale dei dipendenti delle aziende a loro iscritte. Ecco come approfittare di questa opportunità offerta da Federcofit grazie alla collaborazione con Omnia Gestione Risorse Umane, Società di Consulenza di Direzione e Formazione nota in tutta Italia i cui professionisti collaborano con noi da anni. Da anni come sapete, organizziamo corsi di sviluppo di competenze specialistiche, TANATOESTETICA - IL CERIMONIERE FUNEBRE, e corsi tematici aziendali (“Il marketing telefonico”-“La gestione efficace del gruppo”- “La comunicazione e l’ascolto”, per ci- tarne alcuni). Possiamo accedere al finanziamento di questi corsi, seguendo un iter dettagliato ma relativamente facile. Secondo specifici calendari decisi dalla Direzione di ciascun Fondo, periodicamente nell’arco dell’anno, i Fondi pubblicano avvisi con relative procedure per la stesura di progetti/piani formativi e per la partecipazione ai bandi di richiesto finanziamento. Solo i progetti che avranno raggiunto un determinato punteggio saranno ammessi al finanziamento. Clausola fondamentale è l’iscrizione da parte delle aziende al Fondo Professioni al quale si richiede il finanziamento. Ciascun associato deve iscriversi a Fondo Professioni in maniera autonoma, comunicandolo all’INPS attraverso la compilazione del modello DM 10/2 Possiamo aiutare le aziende anche in questa fase. E adesso parliamo di soldi ... viene finanziato l’80% della quota di partecipazione con un massimo di € 1500 e due partecipanti per azienda. Considerando la grande opportunità, siamo disponibili ad organizzare edizioni, oltre che a Milano, anche a Firenze, Roma, Napoli e dove ci sarà richiesta. La quota d'iscrizione ad entrambi i corsi è di Euro 2.500,00 + iva a partecipante. L’intervento del fondo, che copre l’80% dei costi, permette di frequentare questi corsi con le seguenti quote: Tanatoestetica: € 250,00; a Milano prima edizione dopo l’estate 20-21-22-23 settembre Il Cerimoniere Funebre: € 300,00; a Milano prima edizione dopo l’estate 4-5-6-7-11-12-13 ottobre Tanatoestetica + Il Cerimoniere Funebre: € 500,00 Potete trovare i programmi dettagliati dei corsi, oltre che sul nostro sito, www.federcofit.com, sul sito di Omnia Gestione Risorse Umane - www.omnia-gru.it (Corsi di formazione) n. tel. 02 76390417e mail: [email protected] REGIONE LOMBARDIA In settembre prosegue regolarmente la pianificazione dei corsi obbligatori per consentire la partecipazione ai moduli previsti dalla Legge Regionale. A Milano, presso la nostra sede, il 6-7-8 settembre si svolgerà il modulo teorico 1 e il 13-14-15 settembre il modulo teorico 2. Si pianifiIl corso “Tanatoestetica”, una cheranno poi le date per il modulo giornata di teoria e tre giornate di teorico 3 e i moduli pratici 1 e 2 lezioni pratiche nella preparazione e vestizione della salma presso Nel nostro sito www.federcofit.com, la camera mortuaria di strutture nella sezione dedicata alla Forospedaliere, ha una quota di par- mazione Istituzionale potete trotecipazione di € 1250+IVA vare informazioni dettagliate sui requisiti formativi definiti dalle Il corso “Il Cerimoniere Funebre” Leggi regionali, i programmi forche si articola in totali n. 40 ore di mativi, il calendario dei moduli lezioni, strutturato in sezioni di formativi (sede e date) e il modu6/8 ore giornaliere, ha una quota lo di iscrizione ai corsi. Per infordi partecipazione di €1500+IVA. mazioni, tel. 02 33403992 19 Elementi: ultima realizzazione eLeMenti sas Via Verdi, 3 20010 Inveruno (MI) Italy T. +39 02 9789255 E. [email protected] www.e-le-menti.com L a Elementi sta lavorando su progetti diversi tra cui la ristrutturazione dell’ agenzia funebre Ala di Canegrate: l’impresario Carlo Raimondi voleva svecchiare l’immagine dell’agenzia e ha dato carta bianca a Stefano, il progettista della Elementi, 20 che ci dice: “ Fondamentale è stato il cambio completo della vetrina, la possibilità di un serramento nuovo ci ha permesso di adottare una porta a tutta altezza con un maniglione lungo di acciaio satinato che ha dato immediatamente nuovo respiro all’immagine dell’agenzia. I vetri sono stati decorati ai vbordi con della bande satinate che riportano i numeri telefonici, mentre l’insegna col nome dell’agenzia, scritta in acciao e applicata al muro interno, è visibile della trasparenza centrale del vetro principale” All’interno un mobile espositore richiama la struttura a rami di un albero, mentre la fioriera, altro richiamo verde, nasconde un mobile contenitore attrezzato con ante e cassetti lateralmente. Tutto in rovere chiaro a poro aperto, che contrasta con il laccato lucido bianco della scrivania e delle sedie dalle linee semplici. Due pannelli di legno, sempre lo stesso rovere chiaro, fungono uno da porta e l’altro da base per esporre immagini delle realizzazioni cimiteriali. Chiediamo il parere del committente a lavori ultimati: Il vecchio ufficio non rispondeva più alle nostre esigenze ed inoltre non rappresentava bene l’azienda. La Elementi ha rivoluzionato tutto il locale e il risultato è quello che volevamo, un agenzia nuova dall’impronta moderna ed elegante, che ci permette di valorizzare i nostri prodotti e servizi senza rinunciare alla funzionalità. E’ quasi ultimata anche un›altra realizzazione della Elementi in provincia di Milano. E qui una foto di un progetto quasi terminato a San Giovanni Rotondo. 21 eLeMenti sas Via Verdi, 3 20010 Inveruno (MI) Italy T. +39 02 9789255 E. [email protected] www.e-le-menti.com 22 23 Imparare a formarsi Ivan Trevisin Il tempo del guarda ed impara, per quanto giusto che sia, fino ad ora si è rivelato nel nostro settore funzionale, ma va da se che ha creato molti problemi ed una scarsissima integrazione di categoria. Al contrario, il continuo migliorare dovrebbe riuscire a tenere il nostro comparto aggregato ed al passo con un mondo che va avanti, cambia, progredisce e riesce addirittura a trasformare le emozioni. Una frenetica corsa disseminata di mille imprevisti che ci costringe a cambiare tutto ciò che abbiamo programmato; riuscire a ricavare in questa fre24 nesia del tempo per la formazione può essere la soluzione al problema. Conoscere meglio le sfumature del nostro lavoro può far si che i tempi si riducano, le distanze si accorcino, le spiegazioni si semplifichino stando attenti, però, a focalizzare gli argomenti primari e necessari, quelli individuati specificatamente per questo settore. L’assimilare nozioni generiche è utile, ma focalizzare l’attenzione sulle materie e sui contenuti tecnici d’interesse contribuisce a far proprio il risultato di un piano formativo organico che tende a strutturare, solidificare e rinforzare in maniera completa il know-how. Questo vale sia sotto il profilo della struttura aziendale, sia sotto il profilo delle persone; anche in ambito pedagogico, vi è un processo complesso di trasferimento di contenuti e metodi per fare acquisire alle persone livelli intellettuali, culturali, emotivi e spirituali sempre maggiori. Trattiamo quotidianamente con persone e sentimenti, non dobbiamo dimenticarlo! L’assimilare scolasticamente nozioni puramente didattiche tese a preparare una persona a svolgere un'attività o meglio ancora una professione, deve essere completato da un’interagire di idee, pensieri, culture, modi di pensare e di essere che arricchiscano l’operatore funebre e ne rendano il lavoro positivamente indimenticabile per i dolenti. Per questo vi è la necessità di richiamare ad una coscienza comune del nostro operato intesa a vedere la formazione non solo come qualcosa di obbligatorio, ma libero ed indispensabile a non rendere frivole le energie aziendali impiegate! Strutturare e programmare formazione, quindi, diventa un impegno molto complesso e delicato nel quale Federcofit, nel corso degli anni, ha saputo primeggiare; nel mese di settembre, infatti, avranno inizio una serie di corsi di tanatoestetica direttamente in camera mortuaria con sperimentazione per 10/12 operatori per partire a conoscersi già sul pratico. Interessante sarebbe conoscere anche le idee e le esigenze del singolo operatore al fine di plasmare ancor più i corsi necessari, a tal fine siamo disponibili all’indirizzo mail: [email protected] Mi permetto, però, un’ultima riflessione sul perché partecipare a questi aggiornamenti: Perché torno con nuove idee Perchè si tolgano dalla testa certe idee Perchè ci illudiamo che torni cambiato Perchè l’altra volta ci siamo trovati bene Perchè a volte c’è bisogno di un bagno nel dubbio Perchè sono sempre in ritardo Perchè a forza di guardare l’orologio ci ha fatto impazzire tutti Perchè è troppo sul pezzo (o troppo poco) Perchè è veramente stressato Per premiarli Per punirli Perchè se lo meritano Per punire il formatore Per levarceli di torno qualche giorno Perchè così si muovono dalla scrivania Perchè così lasciano un po’ la macchina in garage Per metterli alla prova Perché ci ho mandato anche gli altri Per fargli passare una giornata di relax Perchè la formazione “si” deve fare! Ha fatto bene allo “spirito di gruppo” Ha fatto bene all’autonomia di ognuno Perchè è veramente stressato Perchè è un po’ timido Perchè è talmente espansivo E’ troppo commerciale Perchè c’è il budget Perchè sono soldi spesi bene Perchè ci avanzano i soldi Perchè mi interessa il feedback del formatore Perchè non ho tempo di andarci io Così non vado da solo Perchè un’azienda prende idee e forza anche da fuori Perchè se no è sempre e solo lavoro, lavoro, lavoro Perchè la formazione ha funzionato Perchè se se la gioca bene ci va un’altra volta Perchè una rondine non fa primavera: occorre insistere Perchè è una formazione con buon senso Perchè la teoria nasce da quello che si dice Perchè si sono dimenticati un sacco di cose Perchè si divertono, prima, durante e anche dopo Perchè si vive una volta sola Buon lavoro, Ivan Trevisin Presidente Federcofit Veneto 25 26 Milano si riparte sarà la volta buona? Un nuovo Sindaco e un nuovo Assessore per i Servizi Demografici 28 Si sono concluse le elezioni amministrative è stato eletto un nuovo Sindaco, è stata nominata una nuova assessora per i servizi demografici e quindi per il settore cimiteriale e funerario. Federcofit Lombardia ed il CIFC si sono già attivati per avere un incontro con il nuovo assessore per meglio spiegare e per trovare una soluzione alle problematiche dei settori cimiteriale e funerario. I tempi della politica, molto spesso, non coincidono né con le esigenze delle imprese, né con quelle dei cittadini. Fortunatamente, que- sta volta gli uffici comunali hanno risposto che l’assessore ci riceverà ai primi di settembre, comprendendo forse che le problematiche sono molteplici e di grande importanza, sia per gli operatori funebri e cimiteriali, ma soprattutto per i cittadini milanesi. Di seguito vi riproponiamo le problematiche in sospeso e lo facciamo mostrandovi la pubblicazione che il comitato aveva redatto prima delle elezioni amministrative. Cristian Vergani Presidente Federcofit Lombardia 29 Questo libretto era stato presentato in tutti gli incontri politici organizzati sia con esponenti della attuale maggioranza che della minoranza. Tutti i nostri interlocutori si erano presi l’impegno di risolverli. La nostra speranza è che alle promesse seguano i fatti concreti, ma questo non dipende da noi… N.0 e su ni di verovati ene pera nale, una mpe- e la ntire ssudel po di ienento e. con- anto dalle a la azionella col- Informazione sui servizi funebri e cimiteriali milanesi a cura delle associazioni di categoria del settore Una voce nuova per informare i cittadini. Negli ultimi anni si è andata sempre più rafforzando la volontà dell’Amministrazione di evitare il confronto con le Associazioni di Categoria di questo settore. Questo foglio vuole essere testimonianza di come questo atteggiamento abbia portato ad una serie di criticità che intendiamo evidenziare e portare a conoscenza dei nostri concittadini. Lo spirito con cui intraprendiamo questa iniziativa non è certo quello di una critica fine a se stessa, bensì l’intento è quello di stimolare l’interesse nei Milanesi nei confronti di un patrimonio comune di grande valore artistico, religioso e culturale. Se il risultato sarà quello di aver sensibilizzato l’opinione pubblica, riportato l’Amministrazione a più miti consigli, ripristinato il giusto dialogo tra Comune e Operatori, avremo raggiunto il nostro scopo. Ci auguriamo che questo foglio spinga i nostri amministratori a compiere un gesto di buona volontà nel considerare gli argomenti trattati nelle prossime pagine e comunicarci quali sono le soluzioni che ritengono di voler porre in essere. Ne daremo notizia nei prossimi numeri. La redazione Il deplorevole stato di gran parte dei cimiteri milanesi 30 La ma Un valore che rischiamo di perdere. Più di un secolo di storia si racconta attraverso le opere di artisti,scultori, pittori, architetti, artigiani, che hanno lavorato nei cimiteri milanesi. L’espressione della volontà di perpetuare il ricordo di dedicare un segno che significasse il dolore per la mancanza della loro presenza terrena e la gratitudine per quanto la loro esistenza abbia lasciato in eredità ai mortali di nobili, borghesi, cittadini milanesi: questo è il tesoro morale ed affettivo che si è concretizzato in realizzazioni artistiche nei cimiteri milanesi e soprattutto nel cimitero monumentale, il cui valore è unanimemente riconosciuto. Questa ricchezza è da tempo in pericolo. Alcune immagini che alleghiamo testimoniano lo stato in cui versano luoghi e tombe la cui manutenzione si rende assolutamente necessaria pena l’impossibilità di un ragionevole recupero. Molte opere di pregio hanno già subito danni irreparabili grazie all’incuria di quanti non hanno saputo o voluto dare l’importanza che avrebbero meritato, in primo luogo l’incapacità dell’Amministrazione Comunale di portare il dovuto rispetto a un luogo oltre che di culto depositario di tanta storia, arte, cultura. Se Expo 2015 spinge l’Amministrazione a “rispolverare” il Monumentale, grande è il timore che si possano ripetere incresciosi ulteriori danni a questo patrimonio della città. Lasciare che il Monumentale venga “rimaneggiato” perché finisca per essere l’opportunità di un affare lucroso per pochi “eletti” ci sembra sconfortante. Palese la necessità che gli interventi di manutenzione, restauro, riqualificazioni o nuove edificazioni siano, oltre che affidate a professionisti esperti, precedute da un’attenta analisi dello stato di fatto, una scelta di tecniche appropriate ed una programmazione di interventi adeguata. Che questo rinnovato interesse possa diventare operazione tesa a restituire dignitosa integrità ed eventuale reimpiego alla struttura, veicolando la rivalutazione di un valore alto quale è stato quello del culto dei defunti, è sicuramente occasione imperdibile per conciliare una necessità di immagine della Pubblica Amministrazione con un’operazione di alto livello. Nonostan vigilia de Dall’este storico e Queste novazion • la r ai f • • • ed altro a Questa s (fortunata va stagio Non solo al pettine per la me ga. La scelta tica del ri Dopo orm mento pe Se dopo soddisfat sponibili inevase 31 La mancanza di una seria programmazione. Nonostante i tanti ed importanti valori di cui sono portatori i cimiteri della città di Milano, ancora oggi, alla vigilia delle elezioni comunali milanesi, siamo di fronte ad uno stato di abbandono crescente. Dall’esterno molti invidiano la dotazione cimiteriale del Comune di Milano: uno dei templi crematori più storico e artistico inestimabile, il Cimitero Monumentale, visitato, purtroppo, soprattutto da stranieri. Queste strutture hanno visto nel passato importanti interventi di ristrutturazione e significativa innovazione: • la realizzazione dei nuovi impianti crematori che dovevano permettere la restituzione delle ceneri ai famigliari il giorno stesso della cremazione, arricchendo di cerimonialità questo atto e dando • • • ed altro ancora. Questa stagione sembra definitivamente finita, quasi che il progetto per il nuovo cimitero Milano sud (fortunatamente bloccato dal T.A.R.) abbia segnato la fine di un periodo e l’inizio di una nuova e negativa stagione, con cimiteri sempre più inospitali. Non solo è cessata la progettualità orientata allo sviluppo ed all’innovazione ma sono cominciati a venire al pettine anche vecchi errori, come la realizzazione sia della “piramide” del cimitero Maggiore o i locali per la mensa al Cimitero Monumentale ora sede di una parte degli uffici comunali trasferitisi da via Larga. La scelta di giocare tutto sulla nascita di MISEF ha acuito drammaticamente gli effetti negativi della politica del rinvio degli interventi nei cimiteri. Dopo ormai alcuni anni dalla proposta MISEF siamo ancora lontani da una situazione di buon funzionamento per ammissione della stessa Amministrazione Comunale. Se dopo quasi quattro anni di lavoro dall’insediamento della nuova direzione di settore non sono state soddisfatte che il 30% delle domande di terreni in concessione per le tombe di famiglia (resi disponibili solo mq. 2300 per tutti i cimiteri milanesi), nonostante la giacenza di oltre n. 500 domande inevase da anni. Le conclusioni sono facilmente intuibili. 32 “Responsabilità” questa sconosciuta. Non si deve poi dimenticare quel vezzo frequente nella pubblica amministrazione di scaricare su altri le responsabilità delle proprie inadempienze. Ancora una volta, nelle migliori tradizioni di uno Stato forte con i deboli e debole con i forti, l’Amministrazione non ha provato la minima vergogna a richiedere i diritti di estumulazione a vedovi e vedove, padri e madri, che si sono trovati costretti ad estumulare i feretri dei propri cari dai loculi del famigerato piramidone (sarebbe bene che i cittadini milanesi citassero per danni amministratori progettisti ed esecutori di questa opera sciagurata) perché i loculi, realizzati senza il rispetto delle norme previste dalla Legge Regionale, perdevano liquidi di decomposizione. L’impressione è, poi, che alla debolezza della direzione e del disegno strategico si aggiunga una sorta di solipsismo che individua nemici da tutte le parti, soprattutto in coloro che hanno competenze sul settore. Una siffatta situazione non agevola sicuramente la corretta e spedita fruizione dei servizi. Sul fronte dei servizi funebri sembra che l’amministrazione attuale sia orientata a realizzare la massima riduzione delle tariffe e dei costi dei servizi funebri, “istituzionali” e non, senza garantire il puntuale rispetto della regolarità dei servizi stessi. Sia nell’esecuzione dei servizi “gratuiti”, sia nella fornitura dei “servizi calmierati” nessuno controlla il rispetto delle forniture e la regolarità dei servizi facendosi complici del mancato rispetto delle normative sul lavoro e sul libero mercato e favorendo lo sviluppo di una prassi tanto diffusa quanto poco trasparente che utilizza la bassa tariffa per acquisire il cliente, per, poi, portarlo a sottoscrivere impegni economicamente più sostanziosi nello svolgimento della trattazione stessa, senza che l’Amministrazione si senta minimamente responsabile. Questo è un comportamento profondamente in contrasto con le sollecitazioni della Regione contenute sia nella Legge Regionale, sia nel regolamento di attuazione. Sempre per ciò che riguarda il carente controllo, anche la vigilanza all’interno dei cimiteri è tanto scadente che è notizia degli ultimi giorni il furto di statue in bronzo e delle coperture in rame dalle tombe di famiglia. Ci aspettiamo che anche in questo caso l’Amministrazione non riconosca la sua responsabilità. Speriamo che all’indomani delle prossime elezioni, chi sarà votato, prenda in seria considerazione la problematica situazione in cui versano i cimiteri e le difficoltà degli operatori funebri, nella speranza di riattivare un dialogo con le parti in causa nel pieno rispetto del principio di leale collaborazione. Una vo Negli ultim fronto con za di com ziare e po Lo spirito bensì l’int ne di gran Se il risul miti consig Ci auguria considera gono di vo La redazi 33 34 35 Energia eolica: una vera alternativa per l’Italia? 36 La produzione di energia elettrica alternativa ai comuni sistemi basati su carburanti fossili vede l’italia come paese precursore in Europa e nel mondo, con gli impianti di produzione idroelettrica, più di 2.000 concentrati nelle regioni alpine, alcuni risalenti alla prima metà del novecento e gli impianti geotermoelettrici le cui prime sperimentazioni, in Toscana, risalgono ai primi anni del secolo scorso, con l’installazione della prima centrale geotermica del mondo nel 1913. Negli ultimi 20 anni, le crescenti difficoltà di approvvigionamento energetico hanno indotto molti paesi, tra cui il nostro, a sviluppare nuove metodologie di produzione energetica basati essenzialmente sulla trasformazione dell’energia solare e di quella eolica. Società come ENEL e associate dispongono oggi di una capacità produttiva da fonti alternative (idro, geo, eolico e fotovoltaico) pari a circa 2.500 MW e, a titolo di esempio, la sola energia geotermica prodotta può coprire il 25% del fabbisogno energetico di una regione di notevole importanza come la già citata Toscana e il 2% circa del fabbisogno nazionale. Le principali differenze localizzative di impianti di produzione energetica da carburanti fossili e da fonti alternative quali quelle citate, è intuitiva: gli impianti “tradizionali” possono essere installati ovunque (con ovvie eccezioni di sicurezza per popolazione ed ambiente) mentre le fonti alternative necessitano di volta in volta di forte insolazione (fotovoltaico), di presenza massiccia di acqua e di dislivelli altitudinali importanti (idroelettrico), di attività geotermica e di forte ventosità (eolica). La sintesi di quanto appena affermato è che gli impianti di produzione di ener- gia alterntiva siano, perché di una qualche convenienza economica, direttamente correlati alle caratteristiche di ciascun territorio. Quanto appena affermato si traduce semplicemente, ma nelle pratica non sempre ovviamente, nella inutilità di impianti idroelettrici nelle aree costiere della Sicilia, più vocata invece per la forte insolazione al fotovoltaico, o di impianti di generazione eolica in Pianura Padana. Al di là della generazione elettrica, l’energia del vento viene impiegata dall’uomo da molti secoli e non solo nelle aree nord europee (i mulini a vento olandesi p.es.), ma anche in alcune regioni italiane: in Sicilia, ma non solo, i mulini a vento venivano utilizzati per la macinatura, per esempio del sale. La produzone di energia elettrica attraverso turbine azionate dalla forza del vento vede come precursori storici gli Stati Uniti e i paesi del Nord Europa, in primis la Danimarca. Per comprendere il divario tra gli USA e il nostro paese relativamente alla produzione di energia elettrica dall’eolico è sufficiente confrontare la potenza complessiva installata al 2007 in Italia (2.700 MW circa) con la potenza installata nel solo 2007 negli Stati Uniti pari a 20.000 MW. Altro dato interessante e più vicino a noi, riguarda la Danimarca, che produce attraverso l’eolico, circa il 20% del fabbisogno nazionale (in Italia tale percentuale è vicino al 2%). Contrariamente a quello che questi pochi dati farebbero pensare, l’Italia è invece particolamente vocata alla produzione di energia dal vento, presentando uno sviluppo costiero e orografico vicino alla costa molto sviluppato. La frammentazione della popolazione italiana, ancora oggi fortemente decentrata rispetto ai grandi poli metropolitani, permetterebbe lo sviluppo di tale metodologia di produzione, consentendo la diffusione di piccoli parchi eolici che renderebbero i singoli paesi autosufficienti dal punto di vista energetico (si pensi che esistono oggigiorno aerogeneratori singoli da 1 a 3 MW). Sono diversi e vari i motivi di questa lentezza evolutiva: innanzitutto una scarsa attenzione al problema della diversificazione delle fonti energetiche e quindi una scarsa programmazione industriale, che ha visto finora la produzione di energia alternativa correlata agli obblighi di legge che impongono ai grandi produttori elettrici una percentuale di produzione da fonti rinnovabili. Da non tacere, secondariamente, un’avversione di alcune forze ambientaliste, peraltro impegnate a favore dello sviluppo delle energie da fonti rinnovabili, contro gli impatti ambientali che la costruzione diei parchi eolici comporta, nella fattispecie sul paesaggio e sulla componente avifaunistica (uccelli) e chirotterologica (pipistrelli) del territorio. A riguardo di quest’ultimo problema, autorevoli studi zoologici ritengono pressocchè ininfluente l’esistenza di piccoli parchi eolici di recente tecnologia sulle citate componenti faunistiche. Per quanto riguarda l’impatto “estetico” delle pale ciascuna opinione risulta autoreferenziale. Concludendo: l’energia eolica è una grande opportuntà per il nostro paese, le condizioni ambientali sussistono, la tecnologia e la forza economica per il suo sviluppo anche, latitano forse forza politica e capacità di programmazione. Come sempre? Mauro TITA Naturalista 37 38 39 40 46 41 47 42 43 44 16 45 17 46 47 Teatro Editoriale Cari amici di “Due metri sotto il palco”, bentornati! Eccoci qua con il secondo numero della rivista e della nostra rubrica. Come vi avevamo promesso avremo una recensione ed un intervista ai protagonisti del teatro che ci piace. Pur uscendo dalla torrida estate che, si sa, per il teatro è un po’ un periodo morto (il caldo mi ha dato alla testa e non rispondo più della mia ironia da quattro soldi) siamo riusciti a rintracciare uno degli spettacoli più interessanti del momento, “genova 01” di Fausto Paravidino e a coinvolgere l’autore in una tavola rotonda sul valore del teatro nel nostro paese. Nei prossimi numeri, con l’inizio di stagione, avremo 48 48 un’intervista a Maurizio Lastrico, comico di punta di Zelig e autore di uno dei best sellers di quest’anno ( “Nel mezzo del casin di nostra vita” Mondadori) che tornerà a lavorare in teatro con lo Stabile di Genova nella commedia in padovano di Ruzante “La Moscheta” e sarà in scena con Tullio Solenghi. Avremo anche un’intervista con Arianna Scommegna, una delle più interessanti attrici del panorama nazionale. Nel frattempo non mi resta che augurarvi buona lettura. Al prossimo numero Matteo Alfonso “Genova 01” Piazza Alimonda, Genova 20 Luglio 2011 La prima emozione forte arriva mentre aspetto, seduto su un’aiuola di Piazza Alimonda, una birra fresca in mano, che lo spettacolo cominci. Sono li che mi guardo intorno e mi cade l’occhio sulla targa affissa su un palazzo: indica che siamo in Piazza Alimonda, ma sulla parola Alimonda è stata tracciata una riga ed al suo posto è stato scritto Carlo Giuliani, Ragazzo. È in quel preciso momento che mi rendo conto che da quel tragico giorno in cui un ragazzo perse la vita per un rigurgito di violenza dello stato sono passati dieci anni. Dieci anni passati veloci e la sensazione che il paese non sia cambiato quasi per niente. Dieci anni che non sono bastati a far emergere con chiarezza la verità su quello che accadde quel giorno. Ispirato da numerose testimonianze e documenti, e scritto da Paravidino su commissione del Royal Court al termine di uno stage, “Genova 01” è un “teatro-documento” suddiviso in 4 “giornate” e affidato alla lettura (o interpretazione) di più voci. È stato presentato per la prima volta il 28 febbraio 2002 al Jerwood Theatre Downstairs di Londra dal Royal Court con 15 attori; poi in Italia, sotto forma di lettura scenica il 17 marzo al Teatro della Limonaia di Firenze, prodotto da Laboratorio Nove e interpretato da Iris Fusetti, Simone Gandolfo, Ketti Di Porto e Fausto Paravidino. Il 7 giugno 2003 va in scena al Schaubühne am Lehniner Platz di Berlino, sempre affidato alla lettura di 4 attori; e infine, il 21 gennaio 2003 al Teatro Vittoria di Roma, per la regia di Filippo Dini. Da allora continua ad essere rappresentato con successo in Italia e in Europa. Esistono due versioni del testo: una breve, compresa nella raccolta “Teatro” pubblicata nel 2002 da Ubulibri ; e una più lunga, un atto unico suddiviso in cinque parti e prologo come nella forma classica della tragedia: 1 - Giovedì, la festa e i presagi del dramma 2 - Venerdì, lo scoppio delle violenze e la morte di Carlo Giuliani 3-Sabato, 300.000 persone caricate sui blindati 4 - Sabato notte, la scuola Diaz 5 - Sabato notte inoltrata, Bolzaneto “Genova 01” è stato inizialmente concepito dall’autore come “un testo aperto”: Paravidino ha voluto sottolinearne l’universalità e la perenne attualità con la mancanza di personaggi e con la continua riscrittura del contenuto alla luce dei particolari che emergono col passare del tempo. Oggi, a Genova, vedo lo spettacolo per la quinta volta e ancor più delle volte precedenti ho la fortissima impressione che, pur essendo passati dieci anni, questo teatro sia ancora terribilmente necessario. In scena, su un palchetto di fortuna montato in un angolo di Piazza Alimonda, ci sono Iris Fusetti, Fausto Paravidino, Carlo orlando, vito Saccinto, Barbara Moselli ed Alessia Bellotto. Due microfoni che vengono passati tra le mani degli attori che come un vero e proprio coro greco ci portano la testimonianza di quello che accadde in quei giorni. La danza dei microfoni è come un contrappunto alla forza rit- mica della narrazione, che procede inarrestabile e delicata, con forza e grazia. Ed è proprio questa la cosa che più colpisce in questa versione dello spettacolo meno agita e più raccontata di altre a cui ho assistito: la straordinaria coesioni degli attori, la sintonia perfetta delle voci e dei corpi, delle coscienze e dell’intelligenza degli artisti in scena. Un’amalgama così compatto e lieve si può raggiungere solo con una profonda compromissione di chi racconta con il materiale narrato; confrontandosi onestamente con quello che accadde e con la propria responsabiltà di narratori questi attori riescono a ricreare quello un tempo doveva essere il coro nelle tragedie greche, non tanto nella forma, quanto nella sostanza. Il coro è il popolo che si confronta con i suoi problemi, è la cittadinanza che si fa domande, è la coscienza che canta. Genova 01 è uno spettacolo necessario e vorremmo vederlo messo in scena più spesso. 49 49 Intervista a Fausto Paravidino Attore-Regista e Commediografo Dopo una replica di Genova ‘01, io e Matteo incontriamo Fausto Paravidino e la sua compagnia e con loro improntiamo una tavola rotonda sull’arte e sul mondo della cultura. Fausto, ho partecipato alcuni giorni fa’ ad una tua conferenza in cui spingevi un gruppo di giovani attori ad una presa di coscienza maggiore del loro ruolo. A questi chiedevi perché avessero scelto di fare gli attori e se questa motivazione si fosse modificata durante il loro percorso. Ti rigiro subito questa domanda. “O signore! Questa l’ho provocata ma non me l’aspettavo. Ho scelto di fare l’attore perché mi piacevano le storie. Il mio primo pubblico è stata la mia famiglia e mi dicevano che ero un commediante. Probabilmente era vero. Ero un commediante. Naturalmente ero un bambino ed era un gioco. Non ricordo il momento in cui ho scelto di farlo sul serio ma ricordo il momento in cui mi sono autopercepito in quel desiderio. Ad 8 anni nel gioco dei mestieri ho smesso di dire vorrei fare il poliziotto, vorrei fare il boia ma voglio fare l’attore. Poi, nella pratica del lavoro, lo studio e le difficoltà hanno messo in crisi questa decisione e mi hanno fatto concepire la domanda perché vuoi fare l’attore? Ora penso perché ho voglia di esercitare un gusto. La maggior parte del mio lavoro è cercare di costruire una sensibilità e lo vedo come un mio servizio alla società. Costruire una sensibilità, fare il tifo per qualcosa che ho scoperto degli esseri umani e voglio restituirgli, fare il tifo per un certo modo di guardare le cose.” “Se mi guardo intorno - dice Matteo - la necessità più grossa che percepisco nelle persone che incrocio è quella di essere contaminate dall’arte. Sento che mi appartiene tantissimo il concetto dell’etica della testimonianza nonostante sia un valore totalmente cristiano, cioè l’idea che quando faccio una cosa bella questa contamini gli altri. Credo che l’aspetto più emozionante del nostro lavoro sia il provare a portare in scena qualcosa di talmente bello che contami gli altri, anche coloro che non si pongono mai il problema di come fare per migliorare questo Paese. Mi piace pensare che possiamo provocare in uno spettatore casuale un’emozione talmente 50 forte e indirizzata verso il bello da risvegliargli un brividino, una domanda, la necessità di farsi delle domande che porta all’inizio di un percorso di consapevolezza.” Sento sempre di più la necessità di far condividere una cultura sociale, di riscrivere tutti insieme le regole della nostra società. Credete che l’arte possa dare il suo contributo a questo e, se si, come? Dice Fausto“se facendo Shakespeare o scrivendo qualcosa metti in scena un conflitto e all’interno di questo conflitto fai il tifo per il più debole invece che per la parte violenta, culturalmente stai lavorando, per esempio, per una fabbrica gestita con umanità. Poi toccherà alla società tutta, non più all’arte, studiare, cercare delle forme per far trionfare un amore nei confronti dei deboli.” “Siamo tutti in attesa di un Cristo Salvatore interviene Iris, una delle attrici della compagnia - e spesso pensiamo che sia l’arte questo Cristo che deve darci la sua linea di condotta, ma l’arte, come il pensiero comune, non viene creata da nessuno. E’ un magma nel quale tutti quanti ci muoviamo. Un aspetto dell’arte, essendo specchio della realtà, è far prendere coscienza ai cittadini di quello che sta succedendo ma che già li riguarda.” “Certo! – riprende Fausto - Fare propaganda per il bello rappresentando l’esistente. Quello che cerco di fare è, all’interno dell’esistente, mettere una cornice su quelli che sono gli aspetti più importanti per me e per il mio senso estetico. In questo l’estetica diventa etica. Le mie priorità non sono, per esempio, quelle di La Repubblica.” A Roma sei stato uno dei partecipanti all’occupazione del Teatro Valle. Che cosa sta succedendo? “Le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo registrano che il teatro, come tanti settori del sapere, in questo momento sta vivendo all’interno di un conflitto tra istituzione e cultura. Nella tortura economica che la società e questo governo stanno infliggendo al nostro Paese, in cui tutti i cittadini sono messi a dura prova, ci sono delle categorie che in più vengono attaccate moralmente. Una di queste è quella dei lavoratori dello spettacolo ed essi si sono rivoltati a questa vessazione. Vogliono che la cultura sia considerata un bene comu- ne, che come tale sia tutelata e non contrastata. All’interno di questo percorso di rivolta molto recente il Teatro Valle è diventato un centro, una specie di simbolo perché dopo che lo Stato aveva deciso di dismetterlo perché era caro, sono iniziate manovre più o meno turpi all’interno di una cultura che dà per scontato che i teatri siano una zavorra della quale liberarsi o da regalare all’interno di un mondo di clientele per metterli a profitto. Per questo il Valle è stato occupato. L’occupazione lo ha aperto alla cittadinanza, sta offrendo spettacolo gratuito tutte le sere e ha aperto il palcoscenico a tantissimi artisti. Contemporaneamente si tengono assemblee per cercare di elaborare una proposta gestionale che consideri il teatro e la cultura beni comuni, legandoci ai temi dei referendum, della Val di Susa, di quella che ci sembra una cultura virtuosa. E’ un movimento dal basso di politica partecipata che cerca di produrre un modello di società che sia da esempio. trattando i temi della partecipazione, della pluralità, dell’etica delle paghe da un lato e dei prezzi dall’altro, della trasparenza. E’ una lotta che se sarà partecipata ce la farà perché libertà è partecipazione.” Perchè? Cosa non ti piace del sistema culturale del nostro Paese? “C’è troppo bordello. L’esercizio del gusto è influenzato da troppe puttanate. Il mercato è impuro, gli attori non vengono giudicati per il loro talento. Non c’è agio per fare della cultura qualcosa di diverso dall’emergenziale. Essendo specchio della società siamo anche noi immersi nel neoliberismo che sta formando una cultura aggressiva, di conflitto sociale altissimo. Noi viviamo all’interno di questo conflitto nonostante siamo quelli che dovrebbero combatterlo.” Nel frattempo tenete in ostaggio il Teatro Valle? “E’ il luogo per il quale lavoriamo e quindi è il luogo nel quale lavoriamo” Perché i nostri lettori si dovrebbero appassionare a questa lotta che almeno apparentemente non li riguarda? Risponde sicura Iris “perché noi siamo 100 anni dopo Pomigliano d’Arco. Devono occuparsi di noi per non finire come noi”. E Fausto aggiunge “se, come spero, hanno bi- sogno di bellezza devono fidarsi degli artisti, perché il loro lavoro è studiare la società e, se sono messi in condizione di farlo, possono essere d’esempio e proporre un sistema che funzioni. Questo vuol dire organizzarci meglio, non pretendere più soldi. Mio cugino è ingegnere e alcuni anni fa in Svezia era in un ristorante con un suo collega svedese. Questo nel descrivere il suo Paese diceva “sembra tutto rose e fiori ma anche qui ci sono delle ingiustizie sociali terribili, pensa che io, che sono dirigente, prendo il doppio della mia segretaria” I conti fateveli voi! Pensate solo che in una grande compagnia di un Teatro Stabile italiano c’è chi guadagna 40 volte più di quello che prende la paga più bassa. Si può fare del bel Teatro così? E’ un ostacolo insormontabile alla produzione del bello. Cos’altro possono portare in scena questi attori al di là dell’ingiustizia sociale di una sperequazione così evidente? Riprende Iris “La cosa che a me dà più fasti- dio è che la produzione artistica in generale è vista da chi la fa’ con il culto dell’express yourself, dimenticando completamente che il fine di questo mestiere non è una manifestazione di narcisismo ma il comunicare agli altri qualcosa di loro stessi.” Dà man forte Matteo “Nelle scuole di recitazione si propone l’immagine dell’attore come una creatura che mette in mostra le sue emozioni più profonde e invece mi piace trasmettere l’idea di un attore più consapevole, che tiene sempre conto della propria posizione all’interno del racconto e qualsiasi scelta prenda è per contaminare la storia di cui è anche lui narratore. Non ho ancora incontrato una scuola che stimoli questa curiosità in un giovane che si avvicina a questo lavoro. E’ un lavoro molto più complesso per l’attore perché ci costringe a farci tantissime domande sulla storia che stiamo raccontando per essere i portatori di una domanda da condividere con il pubblico. Sono convinto che anche questa idea possa passare per contagio; può svegliare la voglia di comportarsi in modo differente. E’ la nostra responsabilità più grande ed è uno strumento gigantesco per migliorare la società nel modo in cui pensiamo sia giusto modificarla.” Abbiamo appena visto Genova ‘01, lo spettacolo che hai scritto all’indomani dei fatti del G8 del 2001 a Genova. A dieci anni di distanza perché raccontate ancora questa storia se come tu stesso scrivi “...una storia in cui chi voleva capire ha già capito e chi non voleva capire probabilmente non capirà mai”? “Perché ci tengo ad insistere con quelli che non hanno capito e per incoraggiare coloro che hanno capito a continuare a chiedere verità e giustizia. Questa non è una storia qualsiasi ma la più grande sospensione dei diritti umani in un paese democratico dopo la seconda guerra mondiale, come dice Amnesty International. E’ una storia terribile che ci chiede di riflettere attentamente su come è potuta accadere per non permettere che accada di nuovo. Il testo è nato come un atto politico e continua ad esserlo.” Per chi volesse leggere i testi di Fausto, tra cui Genova ‘01, ricordiamo che sono pubblicati in un unico volume dalla Ubulibri e chi si affretta può trovarli ancora per un po’ in libreria. “Se comprate il mio teatro c’è una buona notizia per voi. Di sei commedie solo in una non c’è un morto da seppellire.” Dove possiamo vedere te e la tua compagnia? “Da Dicembre con il Teatro Regionale Alessandrino metteremo in scena Il diario di Maria Pia che è la mia nuova commedia ma non vi dico di che cosa parla altrimenti può sembrare che vi prenda in giro.” Fausto Paravidino e Iris Fusetti 51 51 Riti e Tradizioni Le Prefiche: Quando il cordoglio era un mestiere 52 52 Dal nord al sud dell’Italia, le prefiche, anche se chiamate con nomi diversi, sono presenti in quasi tutte le tradizioni regionali. In Puglia vi erano le “repute” o più correttamente “chiangimorti”, in Lombardia le “piansune”, in Toscana venivano chiamate “lamentatrici”, mentre in Piemonte ad essere “ingaggiate” erano le “piagnone”, ma testimonianze di queste figure si trovano in Sardegna, come anche in Molise e Abruzzo. Nomi diversi quindi che a parte qualche leggera variante indicavano sempre la stessa figura, la prefica per l’appunto che veniva incaricata dai familiari per piangere i propri defunti. A quel punto la veglia e il funerale si trasformavano in una sorta di rappresentazione teatrale del dolore, le cui protagoniste erano queste donne che si straziavano con grida e lamenti che la maggior parte delle volte superavano quelle degli stessi familiari, in alcuni casi arrivavano persino a strapparsi i capelli, a graffiarsi il viso e a simulare svenimenti. Ma non si trattava di una semplice recita, accollandosi l’onere del dolore a modo loro esorcizzavano la morte e la paura verso di essa, da sempre una costante dell’esistenza stessa. La parola Prefica deriva dal latino “praeficere” ovvero guidare, erano loro infatti che anticamente e fino a qualche decennio fa “guidavano” il pianto durante le celebrazioni funebri. Nell’antica Roma le prefiche erano co- loro che seguivano i portatori di fiaccole durante i cortei funebri ufficiali o quelli dei membri delle famiglie gentilizie, con il compito di innalzare strazianti grida di dolore e intonare nenie per elogiare il defunto. Testimonianze della presenza di figure simili si trovano anche in altri popoli mediterranei come ad esempio greci, egiziani, spagnoli, siriani, fenici, corsi, palestinesi, etc… Un mestiere non semplice quello delle prefiche che dovevano piangere ed esprimere cordoglio per persone con cui non avevano mai avuto nessun rapporto in vita, per fare questo esse venivano istruite fin dalla tenera età, imparando così ad esternare in una certa maniera la loro afflizione verso i trapassi. Ovviamente tutto il rituale non era lasciato al caso ma seguiva determinate regole e non sarebbe errato pensare che esistessero delle vere e proprie tecniche e regole seguite durante le cerimonie. Tuttavia la consapevolezza che lo strazio delle prefiche fosse illusorio o comunque non propriamente sentito, non influiva assolutamente sulla partecipazione dei presenti che non riuscivano a rimanere impassibili dinanzi a tanto sgomento e dolore. Questa pratica che ormai è quasi o completamente scomparsa, anticamente era molto sentita e gradita, ma al giorno d’oggi potrebbe sembrare alquanto macabra o comunque eccessiva. Antonio Fiori 53 53 54 55 Funeraria Regione Marche, 6 settembre 2011, che succederà? L’art. 15 al comma 7 del Regolamento della Regione Marche n. 3/2009 sulla funeraria marchigiana recita testualmente: “Le imprese che esercitano l’attività funebre che operano nel territorio regionale sono tenute ad adeguarsi ai requisiti previsti dal presente regolamento entro due anni dalla data di approvazione della deliberazione della Giunta regionale di cui al comma 4”. Quindi il termine ultimo per poter regolarizzare le proprie posizione è il 6 settembre 2011. Detto questo la domanda sorge spontanea: “E poi che succederà?” Potrei rispondere semplicemente con quello che è scritto nel sopracitato regolamento all’art. 14 comma 2 e cioè: “Spettano al Comune, che per gli aspetti igienico sanitari si avvale dell’ASUR: a) la vigilanza sull’attività funebre; b) la verifica della permanenza dei requisiti richiesti per esercitare l’attività funebre.” Con la speranza che sia così, in virtù anche delle assicurazioni che ci sono pervenute dalla Regione Marche, ovvero che controlli saranno 56 56 eseguiti a campione su tutto il territorio, il mio invito è rivolto a tutti quei impresari e cooperative di portantini che ancora non hanno potuto regolarizzarsi di provvedere nel minor tempo possibile, in modo da non dovere incappare in sanzioni previste dalla Legge Regionale per chi esercita senza autorizzazione o magari utilizza personale non formato. Cambiando completamente il discorso, ho il dovere, sia come impresario che come uomo di rivolgere queste ultime mie parole ad un Amico che purtroppo ci ha lasciato nei giorni scorsi. Si chiamava Sergio Santamarianova, esercitava l’attività funebre a Cingoli (Mc) e a Jesi (An), una malattia troppo aggressiva non gli ha dato Sergio Santamarianova nessuna possibilità di continuare a professare sia la propria attività che la grande sicurezza che trasmetteva a tutti i colleghi che lo frequentavano. Voglio aggiungere pure che la sua esperienza e la sua straordinaria voglia di essere è stato un esempio per molti impresari e per me personalmente, al punto di poter dire che l’imprenditoria funebre marchigiana ha perso un grande Signore! Ciao Sergio. Il presidente Federcofit Marche Gianluca Corvatta 57 57 Formazione tanatoestetica in Veneto Federcofit da sempre considera la formazione un bene indispensabile all’accrescimento professionale degli operatori del settore, ed estremamente convinta che un qualificato intervento di tanatocosmesi sulle salme possa aiutare la famiglia a gestire meglio gli ultimi rapporti in un momento cos“ particolarmente delicato, ha organizzato nel Veneto presso la struttura ospedaliera Ca’ Foncello dell’Azienda ULSS n. 9 di Treviso due corsi di tanatoestetica. Detti corsi si svolgeranno sia in forma teorica che in sperimentazione pratica diretta ed attiva presso le sale obitoriali nelle date 17-18-19 ottobre e 20-21-22 ottobre p.v. e saranno guidati dal Dr. Marc Sastre, noto tanatoprattore professionista francese, per permettere ad ognuno un’adeguata sperimentazione concernente toilette, preparazione, vestizione e cosmesi su salme rendendo l’apprendimento completamente diverso dal movimentare manichini, che non danno la possibilitˆ di provare le diverse tecniche necessarie in occasione di diverse e molteplici casistiche. Il 58 programma dei corsi prevede per la prima giornata un’ampia analisi teorica dei principali fenomeni cadaverici, della cronologia della toilette funeraria, della vestizione e presentazione, mentre le due successive la preparazione e vestizione diretta delle salme. La quota di partecipazione per gli associati Federcofit di € 600,00 + IVA, mentre per gli altri operatori di € 700,00 + IVA. Sono giˆ numerose le iscrizioni, ma sono disponibili alcuni posti in quanto ogni corso prevede la presenza massima di 12 operatori in funzione della metodologia adottata estremamente pratica. Partner dell’evento Ceabis, del gruppo Vezzani, che fornirˆ i materiali necessari allo svolgimento dei corsi nella parte di sperimentazione in camera mortuaria. Al termine del corso, dopo discussione sui codici deontologici e comportamentali dell’operatore funebre nell’espletamento di queste mansioni, verranno consegnati gli attestati. Ivan Trevisin • Federcofit Veneto • [email protected] 59 60 61 La Fenice torna a volare Federica Pellegrini nasce 23 anni fa a Mirano, in provincia di Venezia, per la precisione il 5 agosto 1988, a soli 16 anni emerge come una delle nuotatrici italiane più forti vincendo l’argento alle olimpiadi di Atene 2004, è stata la più giovane atleta italiana a salire su un podio olimpico individuale e da allora è stato un susseguirsi di vittorie, primati italiani e mondiali. Come l’araba fenice che si è fatta tatuare sul collo, Federica è rinata lasciandosi alle spalle i timori, le paure e le ansie che l’avevano tormentata fino a pochi mesi fa (problemi di respi62 razione legati ad attacchi di panico durante le gare). Dopo aver cambiato allenatore all’inizio dell’anno la Pellegrini è tornata più forte che mai entrando di prepotenza nella storia dello sport italiano. Prima nei 400 stile libero ai Mondiali di Shanghai ha bissato dopo pochi giorni con l’oro anche nei 200 è la prima atleta a ripetersi sulle due distanze in due rassegne iridate, infatti vinse l’oro ai campionati mondiali di Roma 2009 sempre nei 400 stabilendo il record del mondo in 3'59"15 e pochi giorni dopo vinse il secondo frantuman- do un altro record, quello dei 200 stile libero con 1'52"98. Federica non parte benissimo nei 200, fatica un po’ all’inizio ma con una straordinaria rimonta riesce a imporsi comunque con il tempo di 1'55"58, dietro di lei l'australiana Kylie Palmer (1'56"04) e la francese Camille Muffat (1'56"10); settima l'olandese Hemskerk, la più veloce nelle semifinali. «Ci ho creduto sempre, fino alla fine. Sono andata in acqua sperando che sbagliassero le altre. No, sono contenta di averci creduto davvero fino alla fine. Sono molto felice. Nella leggenda? An- Sport cora me ne devo rendere conto». La nuotatrice meno di un anno fa aveva messo alla porta il precedente allenatore Stefano Morini per incompatibilità di carattere, più precisamente secondo la Pellegrini “Morini non riesciva a reggere le pressioni e le trasmetteva anche a me, …al mio fianco ho bisogno di una persona che mi protegga dalle pressioni delle competizioni importanti”. E a quanto pare alla fine questa persona l’ha trovata per l’appunto in Philippe Lucas, il suo attuale allenatore il quale sotto un’aria imperturbabile si è detto “contento e sollevato” dopo la seconda medaglia d’oro, “l'avevamo visto ieri - dice - c'erano avversarie in grado di competere bene, ma avevamo studiato la gara e Federica ha fatto tutto quello che avevamo deciso, tutto ha funzionato bene”. È l'atleta più vincente dello sport italiano, oro a Pechino sui 200, argento ad Atene 2004 nella stessa specialità (quando aveva solo 16 anni), un argento e un bronzo mondiale nella stessa distanza rispettivamente a Montreal nel 2005 e a Melbourne nel 2007, oltre a due ori europei sui 400 (Eindho- ven 2008, con argento nella 4 per 100 e bronzo nella 4 per 200) e sui 200 (Budapest 2010, con il bronzo sugli 800). Pioggia di medaglie anche in vasca corta. Ai Mondiali di Shanghai 2006 conquistò l'argento nei 200 e il bronzo nei 400, bissato l'anno scorso a Dubai. Dal 2005 in poi dagli Europei ha portato a casa quattro ori (tre nella 200 e una negli 800), due argenti e un bronzo. Donna di carattere a 23 anni e già leggenda, come lei nessuno. Non ci resta che restare a guardare in attesa della sua prossima impresa. Antonio Fiori 63 64 65 Urne cinearie nel fondo del lago Insolito quanto macabro ritrovamento nelle acque del lago di Zurigo, sul fondale sono state infatti individuate alcune urne cinerarie. Più precisamente la scoperta è avvenuta al largo di Küssnacht, a lanciare l’allarme è stato un sommozzatore del vicino centro di salvataggio della città, quest’ultimo, tuffatosi per recuperare il parasole di una barca ha visto le urne fluttuare sul fondo. La polizia ha subito provveduto a recuperare 13 urne, quanto bastano per aprire un’inchiesta contro ignoti per perturbamento della pace dei defunti, punibile con il carcere fino a tre anni. Secondo quanto riferito da quest’ultima le urne sarebbero addirittura 300, sopra di esse non sarebbe inciso alcunché se non il logo del crematorio Nordheim utilizzato dalla clinica Dignitas, le urne potrebbero quindi contenere i resti dei malati terminali che decidono di morire nella clinica che a questo punto è la principale indiziata. Le autorità ora dovranno accertare se la disposizione delle ceneri viola le leggi di tutela ambientale o viola le dignità dei morti e il contratto tra forno crematorio e la famiglia in lutto. La Dignitas, fondata dall’avvocato Ludwig Minelli, è l’unica organizzazione al mondo che si occupa di assistenza al suicidio. I suoi servizi sono fruibili anche dagli stranieri, spesso affetti da malattie incurabili, che intendono porre fine ai loro giorni. I malati nella maggior parte dei casi si recano alla clinica da soli per evitare di coinvolgere i propri 66 66 familiari. Dopo il trapasso, che avviene solitamente dopo l’ingerimento di una dose di pentobarbital sodico diluito con acqua, i resti dovrebbero essere trattati seguendo gli accordi siglati tra il trapassato e la clinica, ma il ritrovamento delle urne mette in serio dubbio l’effettiva e corretta tumulazione delle salme. Minelli si difende dichiarando che “È scandaloso anche solo pensarlo, sono le solite fandonie montate contro di me” ma la sua dichiarazione è in netto contrasto con quanto afferma una sua ex dipendente, Soraya Wrnli: “L’hanno sempre fatto. All’inizio era lui di persona che buttava giù le urne, poi ha chiesto alla figlia e a gente del suo staff. Almeno un’urna su tre finisce in fondo al lago. Ce ne sono più o meno trecento”. A prescindere da come andrà a finire la faccenda, resta importante chiarire ciò che accade ai resti dei defunti, perché nel caso della Dignitas, il cui nome è già una promessa, la morte dei pazienti che si rivolgono a loro dovrebbe essere trattata con più dignità perché come afferma Nicolas Mori, portavoce del consiglio della chiesa di Zurigo: “Se le sepolture nel lago vengono condotte su base commerciale e qualsiasi promessa delle cerimonie non viene poi eseguita, allora questo è inaccettabile, è come gettare spazzatura “. Ora la parola passa agli inquirenti che dovranno accertare le varie responsabilità. Antonio Fiori 67 68 Curiosità Cibi ricchi di conservanti aumentano i casi di mummificazione Mentre la cronaca nazionale è invasa da notizie riguardanti il sovraffollamento e il degrado dei cimiteri, un nuovo problema fa capolino nell’ambito funerario, le salme dei defunti non si decompongono più, l’allarme è stato lanciato da alcuni siti internet e i necrofori hanno confermato la macabra notizia segnalando il problema. Da circa una ventina d’anni, quando per gli addetti ai lavori arriva il momento di recuperare le salme (per legge minimo dopo 10 anni per l’inumazione e 20 per la tumulazione) che dovranno essere trasferite nell’ossario, sempre più spesso si trovano dinanzi a corpi ancora integri, mentre quelli completamente consumati sono sempre di meno. Dopo tutti questi anni all’interno delle bare rimangono esclusivamente le ossa o poco più, invece le salme risultano come mummificate o saponificate, con carne e pelle ancora in perfette condizioni, e quando questo accade il corpo deve essere nuovamente rilasciato nella fossa per altri 2 anni. A quanto pare per trovare le cause di questo inquietante fenomeno bisogna tornare indietro fino agli anni sessanta, quando i cibi preconfezionati e/o precotti arrivarono per la prima volta sulle no- stre tavole, rivoluzionando per sempre le abitudini alimentari di milioni di persone, ma può un evento all’apparenza così marginale nella nostra vita influenzare in maniera drastica il nostro organismo, tanto da non permettergli di decomporsi in maniera naturale? Secondo Seth Roberts, professore di psicologia all’Università di Berkeley è possibilissimo, i cibi precotti hanno un numero di batteri di gran lunga inferiore rispetto ai cibi che più tradizionalmente vengono preparati in casa, di conseguenza un così basso livello di batteri all’interno del nostro organismo non ne permette la naturale decomposizione. Oltre a questo un'altra causa pare sia da attribuire ai conservanti che quotidianamente ingeriamo con il cibo e nelle bevande, ormai sempre più trattati. A queste tuttavia bisogna aggiungerne altre, infatti, secondo il Presidente del Comitato di Lavoro per i Cimiteri ed i Crematori, anche i medicinali che assumiamo in vita “sicuramente possono influire sull’attività batterica dopo la morte”, un ruolo decisivo inoltre possono ricoprirlo anche le nuove tecniche di costruzione dei loculi che favorirebbero una migliore conservazione del corpo. Una notizia simile era già circolata ai tempi della guerra nel Vietnam, infatti a quanto pare i corpi dei soldati americani si decomponevano molto più lentamente di quelli vietnamiti sempre a causa della dieta caratterizzata da cibi ricchi di conservanti. Ma le informazioni che circolano in rete tuttavia sono piuttosto scarse e la maggior parte delle volte non sono supportate da articoli di medicina o dati statistici attendibili, il che potrebbe far pensare ad una bufala diffusa per spaventare la gente sulla pericolosità dei conservanti, ma un recente servizio della trasmissione tv Le Iene, ha verificato la veridicità di una notizia che rischiava di divenire una leggenda metropolitana, dimostrando che il problema sussiste ed è reale. I cimiteri italiani sono sempre più sovraffollati, anche a causa di questo fenomeno, in particolar modo è significativa le dichiarazione di Sereno Scolaro, responsabile servizi funerari pubblici: “è un problema crescente, perché i cimiteri ormai non possono più allargarsi e ingrandirsi”. La soluzione più immediata pare sia il ricorso alla cremazione, una soluzione che in Italia purtroppo viene scelta ancora da un numero troppo esiguo di persone, solo il 13%. 69 70 71 Domina Formula Multisuite. Da oltre 20 anni, la vacanza di proprietà. Domina Formula Multisuite, sinonimo di organizzazione e di esperienza accumulata in vent’anni di gestione targata Domina Vacanze, consente di abbinare il piacere di una vacanza infinita ed il valore di un investimento immobiliare sicuro. 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Lettera del Presidente Informazione Mensile di Federcofit - Federazione del Comparto Funerario Italiano Parlando di riforma della funeraria pag 2 La cremazione nel 2010 in Italia è al 13% pag 3 Preso con le zampette sul rame pag 3 Urna cineraria con sorpresa a Bari pag 3 Telecamere nei 12 cimiteri di Verona pag 3 Carro funebre clandestino pag 3 Arezzo: ASL controcorrente pag 7 Viale Certosa , 147 - 20151 Milano - Tel 0233403992 - Fax 0233496048 - www.federcofit.org 74 C on questo numero la Lettera del Presidente assume una nuova veste ed inizia una nuova stagione, speriamo, proficua almeno come quella che si è chiusa nei mesi passati. Oltre alla nostra tradizionale veste, modesta e casalinga, che speriamo di potenziare nel prossimo futuro, rivolta ai soci ed ad un numero ristretto di operatori e personalità, la Lettera del Presidente sarà ospitata da OF ITALIA MAGAZINE, la nuova rivista del settore, ed, in futuro, anche su altre riviste. La separazione tra la Lettera del Presidente e Oltre Magazine, non è, come si è scritto, una scelta unilaterale; è la diretta e coerente conseguenza delle gravi e gratuite offese , ivi sostenute, sia verso la Federazione, sia verso i dirigenti di Federcofit. Ci auguriamo che “la volontà di sostenere”, sempre ed in ogni caso, “la libertà di pensiero e l’affermazione della verità” siano i buoni propositi cui attenersi, davvero, nel futuro. Vogliamo ringraziare Oltre Magazine per l’ospitalità che ci ha concesso in questi anni e ci scusiamo se possiamo essere stati ingombranti…, non era nostra intenzione. Crediamo di avere fatto la scelta giusta: in nessuno, da qualsiasi parte si collochi, socio, amico, osservatore distaccato o particolarmente critico deve rimanere il minimo dubbio sia sull’assoluta autonomia di Federcofit, sia su presunte pretese della stessa di avere qualcosa da altri. Abbiamo ricevuto tanto da molti ed esprimiamo, ed esprimeremo, gratitudine sincera e sentita; abbiamo dato alla categoria ed al settore quello che potevamo dare, tanto o poco che sia, senza risparmiarci in alcun modo, e continueremo a farlo finché ne avremo la forze e gli operatori continueranno a darci il consenso. La linea della Federazione non cambia; continueremo le nostre campagne, le nostre riflessioni, i nostri approfondimenti con una veste tipografica diversa, ma con il medesimo spirito e le medesime convinzioni. Al sig. Pasino, all’amico Piero, editore di questa nuova rivista a cui vari nostri dirigenti collaborano, vogliamo, prima di tutto, esprimere un sentito ringraziamento per l’ospitalità che ci ha concesso. Vogliamo, poi, fargli un grande augurio di successo e soprattutto la speranza che la neonata rivista non solo dia voce ad attori del settore oggi trascurati, ma possa anche riempire importanti spazi trascurati dalla pubblicistica del settore e ricollocare al centro del confronti i temi di fondamentale interesse per il settore funebre e cimiteriale italiano. Il Presidente Giuseppe Bellachioma 75 1 LEGGI E RIFORME: Impellente un tavolo di incontro con la Regione Campania CAMPANIA: si avvicina la scadenza per la regolarizzazione dei requisiti per le imprese funebri Federcofit sollecita la Regione a varare gli opportuni adeguamenti per tutelare le imprese funebri Al Presidente della Regione Campania On Caldoro Assessore alla Sanità p.c. Assessore alla Formazione Professionale Ill.mo Presidente, si stanno concludendo i due anni previsti dalle norme varate dalla Regione Campania nel gennaio 2010 sulle attività funebri insediate nella Regione, con la legge finanziaria 2010 (L. Regionale n. 2, art. 1, comma 75.) ed il settore vive ancora nella massima incertezza. Immediatamente, dopo il varo di queste disposizioni, la Federazione del Comparto Funerario Italiano ha inviato una dettagliata nota all’allora Presidente On. Bassolino Antonio sottolineando non solo gli aspetti inaccettabili delle norme varate per le caratteristiche del settore funebre, ma anche quelli che contrastano con le norme generali dello Stato Italiano. La medesima nota l’abbiamo recapitata alla Sua attenzione subito dopo la Sua elezione a Presidente della Regione Campania. Ci permettiamo di allegarne una copia. Le norme, come abbiamo più volte denunciato, con la fine di questo anno solare, se non intervengono fatti nuovi, espelleranno dal mercato la grande maggioranza degli operatori funebri della regione che non potranno dotarsi dei requisiti strutturali e degli organici che la Campania, unica Regione in Italia, impone, senza indicare alcuna soluzione alternativa, come hanno fatto tutte le Regioni che hanno deliberato sulla materia, utile a garantire l’esecuzione di servizi funebri regolari anche da parte di imprese piccole operanti nei vari territori della regione. Ci permettiamo, inoltre, di segnalare come l’affidamento della potestà ai Comuni di definire i requisiti strutturali dell’impresa funebre stia determinando scelte assolutamente inconcepibili a fronte di ogni ragionevole valutazione. Tanto per fare solo degli esempi, il Comune di Avellino richiede, oltre al Direttore, almeno n. 15 addetti occupati a tempo pieno ed indeterminato, n. 10 carri funebri e n. 8 carri porta corone; il Comune di Pollena Trocchia (NA) prevede una autorimessa di ben mq. 600 e ben n. 7 autofunebri, non solo ma anche un “carro funebre ippotrainato” e, per finire, anche n. 3 carri porta corone. Può ben immaginare quale corretta concorrenza si possa instaurare con simili requisiti e quale fantasiosa anarchia si possa instaurare nel territorio regionale. Anche per quanto riguarda l’altro aspetto impor- 76 2 tante delle nuove disposizioni regionali, i processi di qualificazione e di formazione obbligatoria degli addetti, la situazione non è più chiara e “tranquilla”. Anche su questo fronte, come recita la Deliberazione regionale n. 963/2009, con la fine dell’anno in corso si conclude il periodo utile al perseguimento dei requisiti formativi previsti, con la relativa partecipazione ai corsi di n. 80 ore e di n. 120 ore a seconda delle funzioni aziendali svolte. Ad oggi, sembra, pochissimi sono i corsi effettivamente conclusi, e su quelli conclusi molti avanzano dubbi e perplessità, non solo ma anche alcuni corsi avviati con tanta buona volontà sono stati sospesi dalla Provincia di Salerno, perché gli addetti erano privi del titolo di studio necessario, quello cioè di scuola media superiore. Al di là di ogni approfondimento in merito all’interpretazione delle disposizioni della Deliberazione in oggetto, emergerebbero due considerazioni: la prima è che la Regione Campania esigerebbe per il Direttore tecnico, dell’impresa funebre o titolare un titolo di studio che non è previsto da alcuna norma dello Stato introducendo, quindi, elementi distorsivi delle condizioni di concorrenza nel mercato nazionale delle onoranze funebri, la seconda è che così facendo anche chi da lungo tempo è nel settore si troverebbe ad esserne escluso perché si sono cambiate le regole in corso d’opera, la terza, infine, è che per la fine dell’anno la stragrande maggioranza degli operatori si troverà impossibilitata a frequentare i corsi previsti, e, conseguentemente, espulsa dal mercato. Non vogliamo fare allarmismo, signor Presidente, questa è, però, la cruda realtà. Non è la prima volta che interveniamo e che chiediamo interventi atti a risolvere i problemi, avanzando anche concrete proposte, sulla falsariga di quanto hanno fatto le numerose regioni che hanno deliberato sulla materia. Non ci stanchiamo né ci stancheremo di ritornare sulla materia ma i tempi si stanno esaurendo e non possiamo esimerci dalla tutela dei nostri associati e della categoria in genere anche, se necessario, con le forme e gli strumenti più incisivi e propri della mobilitazione della categoria e del confronto con l’opinione pubblica a tute di un corretto sforzo per la qualificazione del settore senza, però odver fare, come spessi si dice, una vera e propria ecatombe. Vogliamo sperare di avere un sollecito riscontro da parte Sua per avviare una adeguata riflessione su questa complessa materia. Distinti saluti Il Presidente Giuseppe Bellachioma CRONACHE La cremazione nel 2010 in Italia è al 13% La SEFIT Federutility ha diffuso i dati sulle cremazioni di cadaveri effettuate nel corso del 2010 nei crematori italiani in funzione. Nel 2010 si sono registrate a consuntivo 76.868 cremazioni di feretri, contro le 71.898 del 2009 (+ 4.970, pari ad un aumento del 6,9%). Sul totale dei decessi in Italia la cremazione incide per poco più del 13%, di cui la massima parte è concentrata nel Nord Italia, in Toscana e nel Lazio. Maxisequestro di beni appartenenti al clan Crimaldi nell’area nord di Napoli, tra cui una impresa funebre Nel corso di un blitz nella zona di Acerra (NA) carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno posto sotto sequestro anche un panificio, sei appartamenti, tre magazzini, quattro auto, tre autocarri, due ciclomotori per un valore complessivo di 5 milioni di euro, nonché un aimpresa di pompe funebri. I beni sono ritenuti riconducibili, direttamente o indirettamente, al capo del clan, Cuono Crimaldi, ed al figlio Lorenzo, entrambi attualmente detenuti dopo l’operazione del 20 settembre scorso con l’esecuzione di quaranta ordinanze di custodia cautelare contro i clan della zona. Sempre più spesso in diverse aree del Mezzogiorno e del Centro Italia si ritrovano presenze mafiose nell’imprenditoria funebre. Preso con le zampette sul rame Finalmente si va al termine della filiera di questi assurde ruberie di rame! A Scandicci (FI) è stato posto sotto sequestro un impianto per il recupero di rifiuti metallici. Nel corso dei controlli, in un magazzino di circa 200 metri quadrati, pieno di tonnellate di rifiuti accatastati, la forestale ha trovato grosse quantità di rame di provenienza sconosciuta, sotto forma di cavi elettrici, in parte già avviati all’attività di recupero mediante l’eliminazione della guaina protettiva. Sono stati individuati inoltre numerosi manufatti in rame ed ottone tra cui vasi portafiori ed immagini sacre del tipo normalmente usato nei cimiteri e di cui il titolare non era in grado di documentare il lecito possesso. Urna cineraria con sorpresa a Bari Due pistole semiautomatiche sono state scoperte e sequestrate dai carabinieri all’interno di un’urna cineraria nel cimitero di Bari. La scoperta è stata fatta in seguito ad una telefonata anonima al 112. Nella stessa urna, inoltre, sono stati trovati altri due involucri contenenti 11 cartucce cal. 380 e un caricatore vuoto per stessa Norinco, nonchè una scatola contenente 30 cartucce cal. 380. Le armi, avvolte in un panno, erano contenute in una busta stagnola, in ottimo stato e perfettamente funzionanti. Sono state sottoposte a rilievi da parte dei carabinieri. Telecamere nei 12 cimiteri di Verona È attivo, con 97 telecamere, il sistema di videosorveglianza delle 14 farmacie comunali e dei 12 cimiteri cittadini. Il progetto, realizzato da Comune di Verona e Agec, con il cofinanziamento della Regione Veneto, è stato presentato l’11 luglio 2011 dal Sindaco Flavio Tosi, dal presidente di Agec Giuseppe Venturini e dal comandante della Polizia municipale Luigi Altamura. “Questo progetto che non ha precedenti a livello nazionale – ha detto Tosi – è sicuramente un segnale di grande attenzione nei confronti della collettività in quanto permette di sorvegliare quei luoghi che sono maggiormente frequentati dalle fasce più deboli della società. Il sistema è inoltre un importante deterrente nei confronti di episodi di criminalità e vandalismo e uno strumento utile alle indagini delle Forze dell’Ordine. Il completamento di questo sistema, reso possibile anche grazie all’assessore regionale alla Sicurezza Massimo Giorgetti, è un ulteriore tassello del progetto che garantirà ai veronesi di sentirsi più sicuri nella loro citta”’. Il sistema, costato 418 mila euro, 250 mila dei quali finanziati dalla Regione Veneto, è costituito da: 46 telecamere nelle farmacie e 51 telecamere nei cimiteri; 14 sistemi di collegamento con la centrale operativa dell’istituto di Vigilanza Privata; 13 colonnine SOS per la richiesta di soccorso posizionate negli ingressi dei cimiteri; 25 server di registrazione; 2 server di gestione e controllo ubicate nelle centrali operative della Polizia di Stato e della Polizia Municipale; 1 postazione di controllo nella centrale operativa dell’istituto di Vigilanza Privata. Carro funebre clandestino All’uscita del cimitero di Ceglie del Campo (Bari), al termine di un funerale, la polizia municipale interviene (probabilmente a seguito di una soffiata) e chiede patente e libretto al conducente di un carro funebre. Sconcerto! L’autista dice di aver smarrito la patente, poi pure i documenti di riconoscimento. Gratta gratta e si scopre che il carro funebre svolgeva l’attività di onoranze funebri con un’auto senza assicurazione, libretto di circolazione e libretto sanitario annuale di verifica. Gli agenti municipali, impegnati da tempo in un servizio contro l’abusivismo nel settore delle onoranze funebri, hanno scoperto che l’agenzia incaricata, pur essendo barese, aveva dato in subappalto il trasporto della bara a una impresa di Rutigliano che aveva messo a disposizione un carro funebre abusivo. Il titolare della ditta della provincia, oltre a vedersi sequestrare un proprio mezzo, ha avuto una multa di oltre mille euro. 77 3 ELENCO DELLE IMPRESE DI ONORANZE FUNEBRI ADERENTI A FEDERCOFIT CHE SI PROPONGONO AI COLLEGHI PER IL "DISBRIGO PRATICHE" O PER ALTRI SERVIZI. I soci interessati ad essere inseriti, si possono rivolgere alla Segreteria della Federazione. (elenco pubblicato anche sul nostro sito www.federcofit.com-sezione” servizi e convenzioni”) PIEMONTE O.F. Eurofunerali O.F. La Fenice Coccato & Mezzetti O.F. Volpi Via Isonzo, 26/A-Torino C.so Siracusa, 148/A-Torino Via U.Foscolo,12 - Galliate (NO) Via V. Foibe 8/A – Casale Monferrato (AL) Tel 011 389335 Tel 011 3094257 Tel 0321 866920 Tel 0142 454984 Fax 011 3828958 O.F. Giovinetti e Consoli O.F. Sofam O.F. C.O.F. O.F. Pirovano O.F. Gruppo Varesina Sofam O.F. Impresa Generali O.F. D'Antoni Riccardo O.F. OSIOF O.F. Selmi O.F. 2F O.F. Generali di Brescia O.F. S.Michele O.F. Santino Servizi Funebri O.F. Arenzi O.F. Ricciardi e Corna O.F. Vergani Impresa Funebre Mombelli O.F. Galazzi Virginio O.F. Rampinini O.F. Maggioni Roberto O.F. Capitani O.F. Fratelli Ferrario O.F. Moro O.F. Motta (di) O.F. San Biagio O.F. Gambaro O.F. Sacro Cuore Azienda Servizi Funebri Via Podere la Vigna, 10 -Settimo M.se (MI) Viale Certosa, 303 - Milano Viale Matteotti, 58 - S.S. Giovanni (MI) Largo XXV Aprile, 4 - Monza (MI) Via Tina di Lorenzo, 3 – Milano Via Ceresio, 3 -Milano Via delle F. Armate, 201 -Milano Viale Piave, 15 -Treviglio (BG) Via Graziano Imperatore, 3 - Milano Piazza Ospedale Maggiore - Milano Via Milano, 34/d - Brescia Viale Agnelli, 34 -Lodi Via Ceriani, 11/a - Uboldo (VA) Via Emilia, 55 - Melegnano (MI) Via Borgo Palazzo, 51 - Bergamo P.za S. Martino, 24 - Inveruno (MI) Via Rudiano, 29 -Chiari (BS) Via Europa, 44 -S. Donato Milanese (MI) Fino Mornasco (CO)-Lomazzo(CO)-Como via Piave, 3 -Azzano San Paolo (BG) viale Raimondi 11–Vertemate con Minoprio (CO) via Marco Polo, 14 – Busto Arsizio (VA) Via Mons.Pogliani, 42 Cesano Boscone (MI) Via Silvio Pellico, 31 – Carate Brianza (MB) Via Binasco, 66 – Casarile (MI) Via Gallarate, 36 – Castano Primo (MI) Via Grandi, 2 – Limbiate (MB) Via Del Canneto 5/7 – Borgosatollo (BS) Tel 02 33512049 Tel 02 38001070 Tel 02 2409498 Tel 02 6125036 Tel 02 3551723 Tel 02 341898 Tel 02 4531056 Tel 0363 302678 Tel 02 66101963 Tel 02 6427552 Tel 030 2350068 Tel 0371 429229 Tel 02 96789382 Tel 02 9834237 Tel 035 212179 Tel 02 9787020 Tel 030 7002221 Tel 02 5276381 Tel 031 920361 Tel 035 530014 Tel 031 900200 Tel 0331 631057 Tel 02 4581416 Tel 0362 993081 Tel 02 9052415 Tel 0331 880154 Tel 02 99488266 Tel 030 2702592 Fax 02 33500561 Fax 02 3086269 Fax 02 2481603 Fax 02 6128585 Fax 02 33599432 Fax 02 34533461 Fax 02 47995368 Fax 0363 304042 Fax 02 6439135 Fax 02 55185720 Fax 030 2350096 Fax 0371 429229 Fax 02 9959097 Fax 02 98125133 Fax 035 4195441 Fax 02 97289248 Fax 030 7000277 Fax 02 5272831 Fax 031 880888 Fax 035 4372253 Fax 031 901111 Fax 0331 631954 Fax 02 48602490 Fax 0362 993081 Fax 02 90095679 Fax 0331 877087 Fax 02 99501378 Fax 030 2502512 O.F. Gigi Trevisin Ades Via Inferiore, 49/51 -Treviso Via Callalta,7- Lanzago di Silea (TV) Tel 0422 542863 Tel 0422 460014 Fax 0422 541700 Fax 0422 461935 PFA ass. San Marco Vial Rotto, 16 - Pordenone Tel 0434 361910 Fax 0434 366857 O.F. La Generale Pompe Funebri O.F. Serra di Serra G. & C. Pompe Funebri Liguri Pompe Funebri Liguri Via Carpaneto, 13 -Genova Via Piave, 9 -Vado Ligure (SV) Via XXV Aprile, 239 -Pietra Ligure (SV) Via F.lli Viziano,20 -Albenga (SV) Tel 010 414241 Tel 019 880234 Tel 019 627793 Tel 0182 541414 Fax 010 414244 Fax 019 2165052 Fax 019 6294217 Fax 0182 554406 O.F. Bola S. Santa Croce O.F. Santa Croce O.F. Della Casa La Funeritalia Rip. Service O.F. Teggi Cristian Via Abbeveratoia,19 -Parma Tel 0521 292726 Viale Risorgimento, 55/c –Reggio Emilia Tel 0522 323865 Via del Pozzo, 138 -Modena Tel 059 366999 Via Emilia Pavese, 18 -Piacenza Tel 0523 489996 Via Calari, 12 - Zola Predosa (BO) Tel 051 6167475 Via Flumendosa106/108 Fiorano Modenese (MO)Tel 0536 921041 Fax 0521 344056 Fax 0521 344056 Fax 059 361391 Fax 0523 489466 Fax 051 755904 Fax 0536 921041 EUROCOF INTERCOF 2000 Multiservizi ITALIA C.S.F. O.F. Massimo Lorenzetti O.F. Lorenzetti A. Via di Torvergata, 426 -Roma Via Monte del Marmo, 296/h -Roma Via dell’Amba Aradam,17/A - Roma Piazzale del Verano, 60 - Roma Via Diego Simonetti, 111- Ostia (RM) Fax 06 72672111 Fax 06 61532644 Fax 06 77209075 Fax 06 4959337 Fax 06 5667695 LOMBARDIA VENETO FRIULI VENEZIA GIULIA LIGURIA EMILIA ROMAGNA LAZIO 4 Tel 06 72672333 Tel 06 61522522 Tel 06 70493623 Tel 06 4457777 Tel 06 5686000 Fax 0321 809319 UMBRIA O.F. Massimo Acciarini Via Umberto I, 56 – Foligno (PG) O.F. Lucadei O.F. Corvatta O.F. Damiani O.F. Toccaceli Paolo,Giuliano O.F. F.lli Rossi Via Salaria, 215 - Colli del Tronto (AP) Tel 0736 899185 Via Oberdan, 28 -Tolentino (MC) Tel 0733 968086 Via Tito Afranio, 58 – Ascoli Piceno Tel 0736 259012 Via XXII Agosto, 12 – Cagli (PU) Tel 0721 781560 Via Flaminia 90 – Tavernelle di Serrungarina (PU)Tel 0721 892208 Fax 0736 893168 Fax 0733 968086 Fax 0736 346987 Fax 0721 780021 Fax 0721 879182 O.F. La Colomba OFISA O.F. Francini Bruschi O.F. SIFE O.F. Franceschini O.F. Spagnoli O.F. Cosmi O.F. Cascinesi O.F. La Pace O.F. Santini O.F. E. Nannoni O.F. Viti e Ricucci O.F. Paladini Enrico O.F.A.R. O.F. IFA Genesi Via Sugherella, 3/A - Montevarchi (AR) Viale Milton, 89/91 – Firenze Via V. Veneto, 40 - Pontassieve (FI) Via Cavour, 58/80 - Empoli (FI) Via di Tempagnano,120 – Lucca Via F. Datini, 25 A/B – Firenze Via S. Giorgio, 48 – Lucca Via T. Romagnola, 2081- Navacchio Cascina (PI) Via Pace, 42 - Grosseto Via Veneto, 1 - Cecina (LI) Via Sardegna, 35 – Siena Viale Trieste, 174 - Sinalunga (SI) Via Aurelia, 896 - Querceta (LU) Piazza S. Donato, 32 – Arezzo Via De Gasperi, 59/62 - Arezzo documentazione funeraria e cimiteriale Tel 055 980017 Tel 055 489802 Tel 055 8368197 Tel 0571 76644 Tel 0583 491594 Tel 055 6580824 Tel 0583 493726 Tel 050 775503 Tel 0564 456262 Tel 0586 680087 Tel 0577 280963 Tel 0577 630270 Tel 0584 769001 Tel 0575 907070 Tel 0575 900226 Tel 338 4708713 Fax 055 983744 Fax 055 489101 Fax 055 8368273 Fax 0571 72340 Fax 0583 91155 Fax 055 294508 Fax 0583 474183 Fax 050 715291 Fax 0564 456262 Fax 0586 691229 Fax 0577 280963 Fax 0577 630270 Fax 0584 768914 Fax 0575 907050 Fax 0575 903444 Fax 0583 91155 O.F. Aeterna O.F. D’Alessandro O.F. Emidio e Alfredo De Florentiis O.F. Verrocchio O.F. Di Donato O.F. Di Menno Via Salomone, 94 - Chieti Via Adriatica Sud, 5 - Francavilla al Mare (CH) Via Spaventa, 6/3 - Pescara Via Vestina, 420/b - Montesilvano (PE) Via Intagliata,13-Castiglione M.R. (TE) Contrada Nasuti,82-Lanciano (CH) Tel 0871 348898 Tel 085 816125 Tel 085 66021 Tel 085 4682032 Tel.0861 990230 Tel.0872 712777 Fax 0871 348898 Fax 085 4911313 Fax 085 66466 Fax 085 4682032 Fax 0861 909643 Fax 0872 712777 O.F. Gennaro Tammaro O.F. CSG Molinaro O.F. Dorelli e Ferrara O.F. Graziano O.F. Nazzaro Mirella O.F. Enzo Viscusi Via Giacinto Gigante, 70 - Napoli Via San Martino 123- Montesarchio (BN) Via Avezzana 17bis – S. Maria C V (CE) Via Pincipe Lancellotti, 27 – Lauro (AV) Via Frustelle, 44 – Monte Miletto (AV) Via Tiglio,4 – Melizzano (BN) Tel 081 5448745 Tel 0824 847369 Tel. 0823 589268 Tel. 339 3447137 Tel. 0825 963408 Tel 0824 979773 Fax 081 5448773 Fax 0824 837975 Fax 0823 817784 Fax 081 8250350 Fax 0825 963408 Fax 0824 609159 Consorzio Funeral Center O.F. Dente Viale Pasteur, 17 - Bari Via G. Bovio, 36 - Bisceglie (BA) Tel 080 5043556 Tel 080 3992070 Fax 080 5610699 Fax 080 3921642 O.F. Velletri Francesco O.F. Russo Via Empedocle Restivo, 30 - Palermo Via V.Emanuele III, 358 – Santa Venaria (CT) Tel 091 525259 Tel 095 953766 Fax 091 7292953 Fax 095 2884882 O.F. Ernesto Leonori Via Trincea delle Frasche,2 – Cagliari Tel 070 281495 Fax 070 2082166 viale Gabriele D’Annunzio,7 - Milano Tel 02 49500327 MARCHE TOSCANA ABRUZZO CAMPANIA PUGLIA SICILIA SARDEGNA ROMANIA-EUROPA EST O.F. Eternità IMPRESARIO!!! Rinnova la tua adesione a FEDERCOFIT Bonifico c/o BANCA di LEGNANO IBAN IT78R0320401601000000062576 oppure c/c postale n. 47884911 intestato FEDERCOFIT Tel 337 651010 Feder.co.f.it Fax 0742 450068 cell 348 0929799 Dir. Resp. Giovanni Caciolli Viale Certosa n. 147 - 20151 Milano Tel. 02 33403992 Fax 02 33496048 www.federcofit.com e-mail: [email protected] C.F. 97240990156 - P.IVA 12930980151 AUT. DEL TRIB. DI MI N. 671 del 30.11.2001 La riproduzione di testi, fotografie e disegni, anche parziale, è vietata. Gli articoli da noi realizzati non possono essere utilizzati né parzialmente né integralmente per scopi personali, né essere riprodotti su altri mezzi di informazione, senza autorizzazione scritta. 5 veglia funebre a cofano aperto in altri locali idonei, al di fuori dell’obitorio ospedaliero: da parte della Azienda sanitaria questa richiesta viene sempre tempestivamente autorizzata. Ma le offese potranno mai nascondere la coda di paglia o i veri problemi? Arezzo: ASL controcorrente L’ASL di Arezzo comunica che nei due ospedali più grandi, Arezzo e Valdarno, adesso è stato istituito un servizio di “presidio” permanente, con personale dedicato per il servizio obitoriale. Di fatto, fino ad ora, il personale deputato al trasporto delle salme dalle degenze all’obitorio veniva attivato “ad hoc” in occasione del decesso di un paziente. E le camere mortuarie non erano “sorvegliate” in continuo, ma solo sporadicamente. L’Azienda, con una scelta precisa e uno sforzo economico opposto a quello di contenimento delle spese per il personale, ha deciso di elaborare un capitolato di appalto che prevedesse, per gli ospedali di Arezzo e Valdarno, la presenza fissa di operatori presso l’obitorio e le camere mortuarie. In particolare è garantita la presenza di un operatore nelle 12 ore diurne (8,00-20,00) con compiti di trasporto salma dal reparto all’obitorio, gestione dell’attività nel servizio, relazioni con le famiglie e con le Imprese Funebri dalle stesse delegate, ed altre attività dettagliate nel regolamento dell’obitorio stesso. Il regolamento è stato discusso e condiviso, prima con gli operatori degli ospedali e successivamente con le Imprese Funebri. La nuova gestione con la presenza di operatore a presidiare il servizio consente il controllo, la vigilanza rispetto all’entrata nei locali degli impresari funebri che solo con delega scritta della famiglia e con cartellino di identificazione possono accedere nelle camere mortuarie per l’espletamento del servizio a loro affidato . L’orario di apertura al pubblico del servizio mortuario negli ospedali di Arezzo e Valdarno è dalle 8,00 alle 20.00. Per quanto riguarda l’orario di chiusura è data la possibilità ai familiari (su richiesta) di vegliare il proprio caro oltre l’orario definito. Una opportunità definita nel documento di “informazioni per i familiari” che viene consegnato dall’operatore della ditta affidataria del servizio mortuario ai familiari: “è concesso di poter vegliare la persona deceduta oltre l’orario di apertura dei locali, previa richiesta al personale addetto al servizio e autorizzazione del personale della Direzione Medica di Presidio”. Una possibilità che è sempre stata concessa a chiunque ne ha fatto richiesta e che è intenzione della Asl mantenere. Resta ovviamente in vigore (come prevede la apposita Legge regionale) la possibilità da parte dei familiari di effettuare la 80 6 Ormai nella lunga e sempre frizzante storia infinita dei rapporti tra Feniof e Federcofit non ci viene risparmiato niente: anche le offese. Abbiamo letto, infatti, la denuncia di “un intervento delirante pubblicato sulla Lettera del Presidente”. Di fronte al “delirio” …, la cosa sembra essere interessante. Andiamo quindi a vedere... L'articolo del Maggio scorso, cui si fa riferimento, cita ben virgolettate parti di documenti ufficiali, scritti o sottoscritti, da Feniof o sue strutture decentrate e pone domande, oltre che legittime, ovvie. Certo, evidenziando una discordanza tra quanto sottoscritto dalla massima autorità di Feniof, il Presidente, con quanto scritto del Segretario Bosi, vengono poste conseguenti domande in merito a quale è la posizione vera, oltre che ufficiale, di Feniof. Ora si può anche considerare “deliranti” queste affermazioni o considerazioni, si dica però come stanno le cose, altrimenti il delirio viene, davvero, a chi deve capire da che parte sta Feniof su cose particolarmente importanti per la funeraria. A meno che, come spesso succede, l'offesa gratuita serva a nascondere la pochezza o la difficoltà. Non si tratta di ricostruzioni non corrette, si tratta di documenti ufficiali, sfociati in Parlamento, formalmente sottoscritti. Se sono ancora validi, bene... Altrimenti senza tanti contorcimenti si diano risposte chiare e precise senza reticenza. E' legittimo porre domande anche a Federcofit, che sicuramente non rappresenta il verbo divino, su tanti temi, compresi quelli relativi ai rapporti tra funerarie e strutture sanitarie. In altra parte di questa Lettera del Presidente si affronta questo tema, senza dare una risposta compiuta, saremmo particolarmente bravi stante la situazione e gli scandali presenti in tutte le regioni del nostro bel paese, ma, sicuramente, proponendo un approccio concreto e progressivo che, rifuggendo dal rifugiarsi in posizioni di principio dimostratesi nel tempo assolutamente inefficaci, non demonizza nessuna proposta e cerca di far progredire soluzioni concrete e generalizzabili. È vero, Federcofit non ha sottoscritto nessuna posizione definita su un tema così complesso e difficile. Siamo impegnati in una ricerca nata molto tempo addietro, anche con qualche consenso della massima dirigenza di Feniof, e non solo di Feniof, senza avere ancora raggiunto un risultato condiviso. L'obiettivo è ambizioso e difficile: vogliamo però evitare che da una parte, in genere al centro, si predichi bene ed in molte parti del paese, Toscana, Abruzzo, Calabria, Puglia, Lombardia,...., si razzoli male, o ci si opponga a soluzioni anche di interesse per la categoria semplicemente perché le ha proposte l'Organizzazione concorrente. Caronte