COMUNE DI AULLA
PROVINCIA DI MASSA CARRARA
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA IDRAULICA
DEL TORRENTE AULELLA A PROTEZIONE DEL
QUARTIERE GOBETTI
RELAZIONE PAESAGGISTICA
Consulenza e Progettazione:
“CITTA' FUTURA” S. C.
Emissione Luglio 2015
Revisione
via S. Chiara, 9 – 55100 Lucca
tel. 0583/490920 – Fax 490921
E. mail: [email protected]
Studio preliminare ambientale:
dott. ing. Angela Piano
dott. ing. Paolo Amadio
Collaboratori:
dott. arch. Giuseppe Lazzari
dott. Chiara Dalle Mura
Firma Verifica
Firma Approvazione
Responsabile del procedimento: dott. arch. Valentina Gatti
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1. RICHIEDENTE:
Denominazione: Comune di Aulla
Sede:Piazza Gramsci, 1 - 55027 Aulla -(MS)
Tel:
01874001
Fax: 0187400255
C.F.: 81003750452
Mail:[email protected]
Sindaco: Silvia Magnani
Responsabile del procedimento: dott. arch. Valentina Gatti
2.DESCRIZIONE DELL’AREA OGGETTO D’INTERVENTO
L’area oggetto di intervento è localizzata nel tratto vallivo del corso del torrente Aulella, in
prossimità della sua immissione nel fiume Magra (vedi Tavola 1 – Corografia del Progetto
Preliminare).
Il bacino idrografico del torrente Aulella, immissario in sinistra idraulica del fiume Magra,
riceve, lungo il suo tratto, le acque di vari affluenti, dei quali i più importanti sono il torrente
Dorbola in destra, il torrente Bardine in sinistra, il torrente Arcinasso in destra.
Il sistema insediativo esistente del quartiere Gobetti si è strutturato nella seconda metà del
1900 come risulta dalla foto aerea al 1954.
Il patrimonio edilizio presente è rappresentato in particolare: in sinistra idrografica da
immobili di edilizia residenziale pubblica, in destra idrografica dal distretto militare
MARIMUNI e da una serie di attrezzature pubbliche, una palestra comunale e un presidio
sanitario.
Nell'area non sono presenti edifici di impianto storico ed inoltre nell'area sono stati
realizzati negli ultimi anni importanti interventi del sistema infrastrutturale di trasporto
(confronta foto aeree 1954 - 1996 -2007).
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foto aerea 1954
foto aerea 1996
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foto aerea 2007
3. VICENDE STORICHE DELL’AREA OGGETTO D’INTERVENTO
Come esposto al punto precedente l’area oggetto di intervento è localizzata nel tratto
vallivo del corso del torrente Aulella, in prossimità della sua immissione nel fiume Magra.
Il sistema insediativo esistente del quartiere Gobetti si è strutturato nella seconda metà del
1900 come risulta dalla foto aerea al 1954, precedentemente riportata.
Il patrimonio edilizio presente è rappresentato in particolare: in sinistra idrografica da
immobili di edilizia residenziale pubblica, in destra idrografica dal distretto militare
MARIMUNI e da una serie di attrezzature pubbliche, una palestra comunale e un presidio
sanitario.
Nell'area non sono presenti edifici di impianto storico ed inoltre nell'area sono stati
realizzati negli ultimi anni importanti interventi del sistema infrastrutturale di trasporto
(confronta foto aeree 1954 - 1996 -2007 precedentemente riportate).
4 DESCRIZIONE DEI LAVORI DI PROGETTO
Alla presente relazione paesaggistica sono allegati i seguenti elaborati del Progetto
preliminare:
PP_TXT_001 A Relazione Illustrativa
PP_TXT_003 A Relazione Idrologica Idraulica
PP_TXT_005 A Studio di Prefattibilità Ambientale
PP_TXT_006 A Calcolo sommario di spesa
PP_TXT_008 A Quadro Economico
Elaborati grafici
PP_DWG_001 A 1:5000 Corografia
PP_DWG_002 A 1:1000 Planimetria Stato Attuale con Rilievo e Modello Idraulico
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PP_DWG_003 A Libretto Sezioni Stato Attuale con Livelli Idrometrici TR 30, 200 e 500 anni
PP_DWG_004 A 1:5000 Perimetrazione Aree Allagate Stato Attuale per TR 30, 200 e 500 anni
PP_DWG_005 A varie Planimetria Stato di Progetto
PP_DWG_006 A 1:2000 Planimetria Catastale con Sovrapposto Stato di Progetto
PP_DWG_007 A Libretto Sezioni Stato Progetto con Livelli Idrometrici TR 30, 200 e 500 anni
PP_DWG_008 A 1:5000 Perimetrazione Aree Allagate Stato di Progetto per TR 30, 200 e 500 anni
PP_DWG_009 A varie Sezioni Tipo Opere in terra
PP_DWG_010 A varie Sezioni Tipo Opere in c.a. e diaframmi impermeabili
La definizione degli interventi previsti è stata predisposta sulla base delle criticità
evidenziate negli studi idrologici ed idraulici a supporto del progetto preliminare,
comprendenti aree fortemente antropizzate ad oggi allagabili per eventi con basso tempo
di ritorno ( TR<30 anni).
L’intervento in esame prevede, partendo da monte verso valle:
- in destra idraulica del Torrente Aulella, la realizzazione di nuovo argine a protezione
del quartiere Gobetti;
- in destra idraulica del Torrente Aulella, alla confluenza con il Torrente Dorbola, muro di
contenimento in c.a. prospiciente il presidio sanitario di raccordo fra l’argine in terra e il
muro del Torrente Dorbola;
- in destra e sinistra idraulica del Torrente Dorbola, la ricalibratura della sezione di
deflusso e la realizzazione di nuovi muri in c.a. a protezione del quartiere Gobetti;
- in destra e sinistra idraulica del Torrente Dorbola l’adeguamento a tratti dei muri
esistenti in modo da contenere in alveo il rigurgito del Torrente Aulella con adeguato
franco di sicurezza ai sensi della normativa di Piano vigente;
- la chiusura idraulica del ponte del Cerreto mediante la formazione di parapetti di
protezione;
- la riorganizzazione funzionale dei sottoservizi esistenti mediante spostamento della
fognatura nell’alveo del Torrente Aulella e del Torrente Dorbola.
In sintesi sono previsti i seguenti interventi:
1. Rilevato arginale in destra idraulica del Torrente Aulella.
2. Opere di difesa idraulica in dx del Torrente Aulella a valle della confluenza con il
Torrente Dorbola;
3. Muri di contenimento in c.a. sul Torrente Dorbola in dx e sx idraulica;
4. Ricalibratura del Torrente Dorbola e opere di difesa idraulica in alveo.
Nell’immagine seguente sono individuate le opere precedentemente elencate.
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Localizzazione schematica interventi
Si riporta a seguire una sintetica descrizione degli interventi (per la descrizione di dettaglio
delle opere si rimanda allo elaborato PP_TXT_001 A Relazione Illustrativa del progetto
preliminare).
Rilevato arginale in dx del Torrente Aulella
Il rilevato arginale sarà realizzato a sezione trapezia con scarpe 1:1 lato fiume e 3:2 a
campagna.
L’argine, la cui sommità è posta alla quota di 64.60 m.s.l.m., sarà rivestito lato fiume con
una scogliera cementata posta a salva ripa mentre lato campagna sarà rinverdito. Sulla
sommità è prevista una pista di transitabile della larghezza minima di 3.00 m accessibile
da rampe di servizio, per consentire le operazioni di ordinaria manutenzione.
Al piede lato fiume è prevista la realizzazione di un diaframma impermeabile. Allo scopo di
drenare le aree protette dalla nuova opera idraulica e al fine di non determinare alcun
incremento di rischio nelle more della sistemazione idraulica del Torrente Pescigola sono
state previste opere di drenaggio superficiale consistenti in condotte di scarico munite lato
fiume di portelle antiriflusso a clapet a tenuta idraulica.
Muro di contenimento in c.a. sul Torrente Aulella a valle della confluenza con il
Torrente Dorbola
Il muro sarà realizzato in cemento armato gettato in opera, di estensione pari a circa 50-60
m. Al piede lato fiume è prevista la realizzazione di un diaframma impermeabile per evitare
problemi connessi alla filtrazione e al sifonamento della struttura idraulica di contenimento.
Muri di contenimento in c.a sul Torrente Dorbola
Sul T. Dorbola verranno realizzati in sinistra e in destra idraulica muri in c.a. per il
contenimento del rigurgito del T. Aulella per l’evento con TR=200 anni fino al ponte sulla
S.S. 63 del Cerreto.
A monte del Ponte sulla SS 63 del Cerreto è previsto l’adeguamento a tratti dei muri
esistenti all’interno del distretto militare MARIMUNI.
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In particolare, in corrispondenza del Torrente Dorbola sono previste a valle del Ponte sulla
S.S. 63 del Cerreto le seguenti opere strutturali:
- In destra idraulica è prevista la realizzazione di un muro in calcestruzzo armato di altezza
massima fuori terra variabile (quota in testa è 64.60 m.s.l.m.) ed estensione di circa 90
m, nel tratto compreso fra il ponte della strada statale e la confluenza con il Torrente
Aulella che consente la messa in sicurezza, per l’evento Tr 200, del complesso dell’Asl
con adeguato franco di sicurezza.
- In sinistra idraulica è prevista la realizzazione di un muro in calcestruzzo armato di
altezza variabile (quota in testa è 64.60 m.s.l.m.) ed estensione di circa 100 m, nel tratto
compreso fra il ponte della strada statale e la confluenza con il Torrente Aulella che
permette la messa in sicurezza, per l’evento Tr 200, del fabbricato dell’ERP con
adeguato franco di sicurezza.
E’ inoltre prevista la chiusura stagna della luce attualmente presente tra l’attraversamento
di accesso al parcheggio dell’area militare e l’attraversamento della S.S. 63.
Ricalibratura del Torrente Dorbola e opere di difesa idraulica
Allo scopo di garantire adeguante condizioni di deflusso per il corso d’acqua, sarà
realizzato nel tratto del Torrente Dorbola a valle del ponte della statale 63 del Cerreto e lo
sbocco, un intervento di ricalibratura e centratura dell’alveo.
Per evitare l’erosione del terreno di fondazione dei muri in progetto saranno realizzate in
destra e in sinistra idraulica scogliere in massi ciclopici opportunamente cementate.
5. UBICAZIONE DELL’INTERVENTO
Per inquadrare l'area di intervento si riportano a seguire gli estratti CTR/ORTOFOTO e
l'estratto catastale, in cui sono evidenziate le opere previste.
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La strumentazione urbanistica comunale
Al fine di inquadrare l’area di intervento nella strumentazione urbanistica comunale si
analizza il Piano Strutturale del comune di Aulla del 2011 (Elementi modificati/integrati a
seguito della conferenza paritetica interistituzionale), piano conforme al Piano Territoriale
di Coordinamento della provincia di Massa Carrara, come risulta dal Documento di
Conformità del Piano Strutturale.
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L’area in oggetto è situata all’interno del sistema territoriale 4S – Sistema territoriale Aulla
- Pallerone - Serricciolo, come individuati alla tav. 1 del quadro propositivo di PS ed alla
nell’UTOE 5 – Aulla.
Relativamente al Piano Strutturale 2011 si ricorda che l’articolo 6.5 - INTEGRITA'
IDRAULICA, CORSI D'ACQUA E CANALI, RISCHIO IDRAULICO del sistema normativo,
si definisce che i corsi d'acqua e i canali costituiscono un elemento fondamentale per
l'equilibrio del territorio e sono per tutti i sistemi elementi di riferimento strutturale e
paesaggistico ed inoltre, sempre nello stesso articolo, vengono elencati i più significativi
interventi di messa in sicurezza idraulica tra cui l’intervento in esame.
A seguire si riporta un estratto dell’articolo 6.5 del sistema normativo del Piano Strutturale.
“In Aulla Capoluogo è in fase di realizzazione a cura della Provincia di Massa, la difesa spondale
con scogliera e pennelli in massi ciclopici a salvaguardia del muro d'argine del Fiume Magra in
sinistra idrografica, tale protezione va completata fino alla confluenza con il torrente Aulella fino a
Quartiere Matteotti e ponte sulla Statale.
Per la difesa idraulica e previsto un ulteriore intervento a cura del Comune di Aulla che prevede la
mitigazione idraulica del tratto di torrente Aulella compreso tra Pallerone e il quartiere Gobetti.
L'intervento riguarda le opere di messa in sicurezza dell'abitato del Quartiere Gobetti
dall'esondazione dei torrenti Dorbola ed Aulella, mediante realizzazione di scogliere e muri di
contenimento ad altezza variabile per la messa in sicurezza dalle piene trentennali. L'intervento ha
una grande importanza in quanto sull'area in oggetto sono presenti attività di interesse collettivo
quali il poliambulatorio ASL, la chiesa di quartiere, la palestra ed un edificio polifunzionale nonché
abitazioni private”.
A seguire si riportano due estratti cartografici del Quadro conoscitivo del PS, da cui di
rileva la presenza nel sistema insediativo esistente interessato dall’intervento in esame di
attrezzature di interesse pubblico e di aree a destinazione residenziale .
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Estratto tav 9a1 Piano Strutturale
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Estratto tav 9d1 Piano Strutturale 2011
L’intervento in esame mette in sicurezza idraulica una porzione significativa del sistema
insediativo urbano esistente del quartiere Gobetti di Aulla finalizzato alla salvaguardia
della popolazione, del sistema a carattere residenziale, di attrezzature pubbliche e di
infrastrutture della mobilità. Inoltre l’intervento è previsto dalle Norme del Piano Strutturale
del comune di Aulla del 2011 (Elementi modificati/integrati a seguito della conferenza
paritetica interistituzionale).
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Per completare l’inquadramento dell’intervento in esame, rispetto alla strumentazione
urbanistica comunale, si riporta a seguire un estratto dell’art.16 delle Norme tecniche di
attuazione del Regolamento Urbanistico comunale vigente, da cui si rileva la piena
rispondenza dell’intervento alle norme a carattere comunale.
Titolo III DISCIPLINA GENERALE DEL TERRITORIO
Articolo 16 Aree fluviali, misure di salvaguardia dell’Autorità di Bacino Delibera 32/98
Nelle tavole del Regolamento Urbanistico, sono riportati i limiti della fascia di salvaguardia emessi dall’Autorità di
Bacino con Delibera n° 32del 6/5/1998
All’interno delle aree perimetrate nella cartografia:
B.1. Non sono ammessi i seguenti interventi:
a) interventi di edificazione, pubblici e privati;
b) interventi di asportazione di materiale inerte;
c) interventi che comportino in via definitiva una trasformazione morfologica del terreno.
B.1.1. Fanno eccezione ai divieti di cui al punto B.1.:
a) gli interventi idraulici e di sistemazione ambientale atti a ridurre il rischio idraulico;
b) le opere pubbliche o di interesse pubblico in corso di appalto o già affidate alla data di entrata in vigore della
Delibera del Comitato di Bacino n° 32 del 1998
c) le opere di manutenzione ordinaria, straordinaria, di ristrutturazione che non comportino aumento di
superficie coperta o aumenti di volume al di sopra del 20% dell’esistente, comunque contenuti entro 500 mq.
di superficie coperta e senza diminuire la distanza tra il fabbricato e l’argine o la sponda, purché non interrati
e seminterrati, nonché:- le opere di restauro e di risanamento conservativo, riguardanti gli edifici e le
infrastrutture esistenti;- le attrezzature sportive e per il tempo libero, purché amovibili;
d) le opere ricadenti nelle zone territoriali omogenee classificate negli strumenti urbanistici vigenti, ai sensi del
D.M. 2 aprile 1968 n. 1444, come A e B o zone C ad esse dichiarate assimilabili dal Comune interessato;
e) le opere ricadenti nelle zone territoriali omogenee classificate negli strumenti urbanistici vigenti ai sensi del
D.M. 1444/68 come C e D soggette a concessione diretta purché sia stato edificato almeno il 75% della
superficie coperta complessiva prevista come edificabile;
f) gli interventi che comportino l’asportazione di materiale inerte;
g) gli interventi che comportino in via definitiva una trasformazione morfologica dei terreni con
movimentazione di terreno al di sotto di 5.000 mc. O interessamento di superfici inferiori a 5.000 mq.”
L’intervento in esame è pienamente rispondente alle Norme tecniche di attuazione del
Regolamento Urbanistico comunale vigente di Aulla.
Il Piano Territoriale di coordinamento della Provincia di Massa Carrara
Il Piano Strutturale del comune di Aulla del 2011 (Elementi modificati/integrati a seguito
della conferenza paritetica interistituzionale) è conforme al Piano Territoriale di
Coordinamento (PTC) della provincia di Massa Carrara, come risulta dal Documento di
Conformità del Piano Strutturale.
Si ricorda in particolare che il PTC definisce che il riequilibrio idraulico del territorio ai fini
della prevenzione del rischio di esondazione venga effettuato in funzione di eventi con
tempo di ritorno di 200 anni per il calcolo delle portate di progetto.
Per inquadrare l’intervento in esame rispetto al PTC si riportano degli estratti della
cartografia del Quadro Conoscitivo:
Tav. 6 - Paesaggio vegetale, aree di interesse faunistico e floristico;
Tav. 8 - Sistema insediativo ed infrastrutturale;
Tav. 9 - Beni storici e culturali.
Dagli estratti risulta il riconoscimento di zona urbanizzata relativamente al quartiere
Gobetti ed in particolare dalla Tav 9 - Beni storici e culturali non si rileva la presenza,
nell’area di intervento, di beni storici e culturali ed in particolare di aree di interesse
archeologico.
Si riportano, inoltre sempre relativamente al PTC, dal Progetto del Piano degli estratti
della cartografia da cui si rileva:
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dalla Tav.1- Sistemi territoriali e ambiti territoriali di paesaggio risulta che l’area
di intervento ricade negli “Ambiti delle aree di pianura” e specificatamente sp1 –
Fondovalle interni;
la Tav.3 - Integrità ecosistemi e beni culturali riconosce e perimetra
l’insediamento policentrico della Lunigiana e non evidenzia nell’area in esame
“elementi caratterizzanti” ad esclusione del reticolo idraulico;
estratto PTC – Quadro Conoscitivo -Tav. 6 - Paesaggio vegetale, aree di interesse faunistico e floristico
estratto PTC – Quadro Conoscitivo -Tav. 8 - Sistema insediativo ed infrastrutturale
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estratto PTC – Quadro Conoscitivo - Tav. 9 - Beni storici e culturali.
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estratto PTC – Progetto del Piano - Tav.1- Sistemi territoriali e ambiti territoriali di paesaggio
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estratto PTC – Progetto del Piano - Tav.3 - Integrità ecosistemi e beni culturali
Si riportano, per concludere la trattazione, degli estratti delle Norme per il governo del
territorio del PTC della provincia di Massa Carrara:
- all’ Art. 17 Integrità dell’acqua comma 4 si definisce “Nella depurazione degli scarichi
civili e industriali, al fine di garantire, oltre alla complessiva qualità delle acque, il
mantenimento delle specie ittiche e la qualità del mare ai fini della balneazione,
coerentemente con i disposti della L.R. n° 81/1995, dovrà essere verificata l’efficacia degli
impianti esistenti e perseguito il miglioramento dell’efficienza dei sistemi di depurazione
anche mediante l’utilizzo di sistemi naturalistici”.
- all’Art. 18 Integrità idraulica comma 6 prescrive “I Comuni nella definizione dei propri
strumenti urbanistici individuano i perimetri degli insediamenti e delle infrastrutture
esistenti e di eventuale nuova previsione, che dovrebbero essere messi in sicurezza
all’interno degli ambiti B ed individuano eventuali aree da destinare ad interventi di
regimazione idraulica, fermo restando che detti interventi non dovranno comportare un
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aggravio delle condizioni di rischio a valle degli insediamenti e delle infrastrutture da
mettere in sicurezza.”
- sempre all’Art. 18, comma 10 Ambito di assoluta protezione del corso d’acqua (A1)
prescrive “Per i territori interessati da questo ambito denominato “A1” definito “di
assoluta protezione del corso d’acqua”, che corrisponde agli alvei, alle golene, agli argini
dei corsi d’acqua di cui al punto b del comma 2 dell’art. 65 del P.I.T., nonché alle aree
comprese nelle due fasce della larghezza di ml. 10 adiacenti a tali corsi d’acqua, misurate a
partire dal piede esterno dell’argine o, in mancanza, dal ciglio di sponda; i Comuni
definiscono la normativa urbanistica ed edilizia tenuto conto delle seguenti prescrizioni:
− Non sono ammesse le concessioni edilizie, le denunce di inizio attività, le
autorizzazioni per l’esercizio dell’attività estrattiva, le approvazioni di opere
pubbliche, gli strumenti urbanistici e loro varianti, i piani attuativi, gli accordi di
programma e le conferenze ex art. 3 bis L. 441 del 1987, che prevedano nuove
edificazioni, manufatti di qualsiasi natura e trasformazioni morfologiche, fatta
eccezione per i manufatti e le trasformazioni morfologiche di carattere idraulico.
− Sono fatte salve le opere idrauliche, di attraversamento del corso d’acqua, gli
interventi trasversali di captazione e restituzione delle acque, nonché gli adeguamenti
di infrastrutture esistenti senza avanzamento verso il corso d’acqua, a condizione che
si attuino le precauzioni necessarie per la riduzione del rischio idraulico
relativamente alla natura dell’intervento ed al contesto territoriale e si consenta
comunque il miglioramento dell’accessibilità al corso d’acqua stesso”.
Considerato quanto esposto nelle Norme per il governo del territorio del PTC e che
l’intervento in esame mette in sicurezza idraulica una porzione significativa del sistema
insediativo urbano esistente del quartiere Gobetti di Aulla e visto inoltre che il Piano
Strutturale del comune di Aulla del 2011 (Elementi modificati/integrati a seguito della
conferenza paritetica interistituzionale) è conforme al Piano Territoriale di Coordinamento
(PTC) della provincia di Massa Carrara, si riscontra la sostanziale rispondenza delle opere
previste.
Piano di indirizzo territoriale con valenza di Piano Paesaggistico (approvazione
delibera di Consiglio Regionale n. 37 del 27.03.2015)
Il Piano di indirizzo territoriale (PIT) con valenza di Piano Paesaggistico ai sensi dell'art.
143 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (approvato con deliberazione del
Consiglio regionale del 27.03.2015 n.37) individua nel sub allegato A1, la scheda di ambito
01 - Lunigiana.
L’area dove è situato l’intervento in oggetto ricade nell’ambito sopracitato .
Come esposto nella scheda d'ambito 01 “la Lunigiana si identifica con la valle del fiume
Magra, tipico contesto della montagna appenninica, strutturato su un' economia di tipo integrato
agro-silvo-pastorale. Si tratta di una valle di confine racchiusa fra l'Emilia-Romagna e la Liguria,
con caratteri morfologici diversi. A nord-est una serrata di rilievi incisi e acclivi, che si staccano
dalla dorsale appenninica, definiscono il confine con l'Emilia Romagna con vette anche elevate (M,
La Nuda 1894 m., M. Alto 1904 m., M. Orsaro 1830 m.), si articolano nelle importanti valli
dell'Aulella e del Taverone, tributari del magra a monte e a valle di Aulla. Il versante ligure presenta
un'elevazione più contenuta e una morfologia meno aspra, scandita da una serie di rilievi collinari
attraversati da valli fluviali poco profonde. La parte meridionale assume caratteri alpini, aprendosi
verso le spettacolari vette delle Apuane col monte Sagro (1749 metri). Il fondovalle ospita gli
insediamenti maggiori: Aulla, Villafranca, Pontremoli, perno della testata di valle, ulteriore centro
storico di rilievo è Fivizzano, posto sulla strada statale 63 del valico del Cerreto, L'essere
storicamente terra di confine fra più stati, situata su un'importante infrastruttura come la via
Francigena, ha visto questo territorio popolarsi di molti castelli e insediamenti fortificati che
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costellano ancora oggi la valle lungo la Francigena e nei punti strategici a controllo dei valichi. Una
copertura continua di boschi in cui si aprono radure coltivate coincidenti con mosaici agricoli
complessi di tipo tradizionale, costellati da piccoli nuclei rurali, è la cifra identitaria dell'ambito,
presente nella fascia collinare e di media montagna. I centri rurali sono generalmente posti nelle
vicinanze dei boschi di castagno, spesso in abbandono, un tempo necessario completamento
dell'alimentazione e dell'economia rurale nei contesti montani, praterie e pascoli montani con
alpeggi e insediamenti temporanei, ancora presenti nei crinali montani, testimoniano l'integrazione
con l'economia agricola e pastorale, oggi fragile e marginale. Attualmente sono infatti presenti
processi strutturali di abbandono dell'alta collina e della montagna di urbanizzazione del fondovalle
del fiume magra e dei suoi affluenti, in cui si sono concentrate negli ultimi anni attività produttive e
aree residenziali in zone ad alto rischio di esondazione. La parte apuana della Lunigiana è
interessata dalla presenza di alcuni siti estrattivi individuati all'interno delle Aree contigue di cava
del Parco delle Alpi Apuane, caratterizzati dalla presenza di materiali lapidei ornamentali di pregio.
La coltivazione degli agri marmiferi ha concorso a plasmare questo paesaggio, conferendogli
un'identità peculiare di lunga durata, prodotta dal lavoro dell'uomo in forte legame con l'arte e la
bellezza. Un paesaggio antropico del marmo in cui il confine fra natura e cultura è costantemente
rimodellato dall'opera umana. Nella lenta successione dei secoli le attività estrattive hanno
modificato i crinali, i versanti e il fondovalle, creando forme e caratteri distintivi di valore unico,
visibili anche a grande distanza e impressi nel patrimonio simbolico del territorio. L'attività
mineraria, rispondendo a ben determinate esigenze di mercato è tuttavia legata a costanti processi
evolutivi. Nuove tecnologie, sempre più meccanizzate efficienti e invasive, hanno ampliato in
maniera significativa la capacità da parte dell'uomo dell'intervento di escavazione della montagna
con il rischio di rottura di equilibri consolidati, a tal punto da porre problemi dì mantenimento del
paesaggio e della sua rappresentazione materiale e visibile; anche nella sua componente identitaria
modellata dalla plurisecolare cultura del marmo. L'intervento di tutela e l'impianto normativo ad
esso correlato scaturiscono da questa consapevolezza e intendono arginare queste problematiche pur
nel mantenimento e prosecuzione delle attività estrattive. La tutela si configura quindi nella ricerca
di un equilibrio corretto tra il profilo naturale e in parte selvaggio delle Apuane e l'intervento
antropico che ne completa l'identità paesaggistica. Attraverso il piano e le prescrizioni dei vincoli si
esprime la necessità di norme che contemperino la tutela e le attività estrattive.”
Obiettivi di qualità e direttive della scheda d'ambito 01, Lunigiana, puto 6.1
Si riportano a seguire gli obiettivi di qualità, indicati nella scheda d'ambito 01 effettuando
inoltre la rispondenza di questi con l’intervento in esame.
Obiettivo 1
Salvaguardare le Alpi Apuane in quanto paesaggio assolutamente unico e non riproducibile qualificato da valori
naturalistici di alto pregio e principalmente caratterizzato dal paesaggio antropico del marmo
Direttive correlate
Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei
piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono, ai sensi dell’art. 4 della Disciplina del Piano, a:
1.1 - salvaguardare la morfologia delle vette e dei crinali di maggior rilievo paesaggistico e le principali visuali del
paesaggio storico apuano, regolando le attività estrattive esistenti e di nuova previsione;
1.2 - limitare l’attività estrattiva alla coltivazione di cave per l’estrazione del materiale di eccellenza tipico della zona
privilegiando la filiera produttiva locale e migliorandone la compatibilità ambientale, idrogeologica e paesaggistica;
1.3 - tutelare, anche con il monitoraggio delle attività estrattive, il reticolo idrografico, gli acquiferi strategici e il
patrimonio carsico ipogeo ed epigeo al fine di salvaguardare gli importanti sistemi di grotte, inghiottitoi di elevato
valore naturalistico e le risorse idriche superficiali e sotterranee;
1.4 - garantire nell’attività estrattiva la tutela degli elementi morfologici, unitamente alla conservazione del patrimonio
geologico e degli ecosistemi rupestri;
1.5 - promuovere la riqualificazione delle aree interessate da attività estrattive esaurite, localizzate all’interno del
territorio del Parco Regionale delle Alpi Apuane;
1.6 - favorire la riqualificazione ambientale e paesaggistica dei siti minerari abbandonati e delle cave abbandonate o
esaurite;
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1.7- migliorare i livelli di compatibilità ambientale e paesaggistica delle attività estrattive, anche favorendo metodi di
coltivazione meno impattanti in aree di elevato valore naturalistico e paesaggistico.
L’intervento in esame, come esposto precedentemente, è localizzato nelle aree di
fondovalle del torrente Aulella, ed interessa un ambito territoriale limitato, non incide sulla
morfologia delle vette e dei crinali e sulle principali visuali del paesaggio storico apuano ed
in particolare non interessa attività estrattive esistenti e/o di nuova previsione.
Obiettivo 2
Tutelare e salvaguardare i rilievi montani delle Alpi Apuane e dell’Appennino Tosco-Emiliano a corona del
bacino idrografico del fiume Magra per i valori idrogeologici, naturalistici, storico-culturali e scenici che
rappresentano e contenere i processi di abbandono delle zone montane e collinari
Direttive correlate
Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei
piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono, ai sensi dell’art. 4 della Disciplina del Piano, a:
2.1. - conservare e tutelare l’elevata geodiversità della Lunigiana e i relativi fenomeni carsici, i valori naturalistici
espressi dagli habitat montani primari (climax), quali le torbiere, gli habitat rupestri, le praterie e le brughiere alpine, le
praterie secondarie (in particolare i prati di Formentara e di Logarghena e quelli situati tra Camporaghena, Comano e
Sassalbo); le emergenze appenniniche - circhi e laghi di origine glaciale - e apuane, in particolare solco, grotte e Valle
d’Equi; gli ecosistemi fluviali e torrentizi, le sorgenti maggiori nel rilievo collinare del versante appenninico alimentate
da corpi di frana nei pressi di Casola, Terenzano, Cerignano, Agnino e Magliano; le aree agricole tradizionali e di
elevato valore naturalistico (HNVF), in particolare tra Canneto, Agnino, Magliano, Antigo e tra Luscignano, Codiponte
e Mezzana/ Monte dei Bianchi e il paesaggio agricolo sui terrazzi alluvionali tra Villafranca e Filattiera (morfotipo 10 invariante IV) di alto valore paesaggistico-testimoniale;
2.2 - rivitalizzare e riqualificare in chiave multifunzionale (abitativa, produttiva, di servizio e ospitalità), gli
insediamenti di mezzacosta e montani investiti da fenomeni di abbandono e i paesaggi della transumanza (alpeggi):
Orientamenti:
• riattivare il loro ruolo storico di salvaguardia idrogeologica, di valorizzazione ecologica e paesaggistica
sviluppando politiche di sostegno e recupero del patrimonio abitativo, anche in considerazione della presenza
del Parco delle Alpi Apuane e del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, valorizzando i caratteri
storici del sistema insediativo di medio versante che conserva uno stretto rapporto con i tradizionali sistemi
rurali e pastorali montani e con le aree agricole di margine, anche migliorandone l’accessibilità;
2.3 - contenere le espansioni degli insediamenti storici collinari e di medio versante, tutelandone l’integrità morfologica
e le relazioni visive con i contesti paesaggistici contigui e mantenendo le corone e le fasce di territorio agricolo poste
attorno ai nuclei storici;
2.4 - contrastare i processi di abbandono delle attività agropastorali e zootecniche tradizionali montane, favorendo lo
sviluppo di un’agricoltura innovativa che coniughi competitività economica con ambiente e paesaggio.
Orientamenti:
• recuperare le aree degradate con interventi di ripristino ambientale, favorire la manutenzione dei coltivi, quali
ad esempio l’olivicoltura e la viticoltura, gestire i boschi di valore patrimoniale e i castagneti da frutto,
valorizzare la gestione di beni territoriali collettivi (usi civici);
2.5 - tutelare la stabilità dei versanti e ridurre il rischio idraulico e geomorfologico contenendo i deflussi, in particolare
nel sistema della Montagna su unità da argillitiche a calcareo-marnose e nei sistemi di Collina sulle Unità Liguri, e
evitando ulteriori insediamenti in aree a rischio;
Orientamenti:
• favorire una gestione sostenibile del patrimonio forestale;
• assicurare la funzionalità e l’efficienza del sistema di regimazione idraulico-agraria e l’equilibrio idrogeologico
della rete scolante mediante la conservazione e la manutenzione delle opere esistenti o la realizzazione di nuovi
manufatti coerenti con il contesto paesaggistico;
2.6 - tutelare e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico costituito dalle testimonianze del sistema difensivo del
periodo medievale, dagli insediamenti fortificati, dai complessi monastici, pievi ed edifici isolati a carattere eremitico,
dai mulini, linee ferroviarie storiche, ponti storici e viadotti ferroviari, dai tracciati della Via Francigena, anche al fine di
conservare e valorizzare l’immagine di “terra murata” della Lunigiana;
2.7 - mitigare gli impatti paesaggistici ed ecosistemici derivanti dalla presenza di strutture turistiche e sciistiche
(Villaggio degli Aracci e impianti sciistici di Zum Zeri, Villaggio al Passo del Rastello), di impianti fotovoltaici in aree
aperte o forestate montane, in particolare in località Scoglio e in località Casola in Lunigiana e dagli impianti eolici su
crinale in aree di elevato valore naturalistico, in particolare ai Prati di Formentara di Zeri e nei pressi del crinale del
Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano;
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2.8 - tutelare la qualità percettiva e naturalistica delle aree montane, percepibile da tutto il territorio della Lunigiana
come una imponente quinta paesistica che si stacca nettamente dai contesti territoriali vallivi e collinari del bacino del
Magra, ponendo particolare attenzione all’impatto paesaggistico di impianti e/o infrastrutture di grande rilievo;
2.9 - salvaguardare l’integrità visiva degli scenari paesaggistici percepiti dai valichi appenninici e dai tracciati viari
riconosciti come panoramici che attraversano il territorio della Lunigiana offrendo scorci e visuali panoramiche
eterogenee sui valori paesaggistici riconosciuti.
L’intervento in esame, non interviene in aree di versante in quanto è localizzato in un area
di fondovalle, inoltre è finalizzato a ridurre il rischio idraulico, non prevede ampliamenti di
insediamenti in aree a rischio, ma la messa in sicurezza di una porzione del sistema
insediativo urbano.
Obiettivo 3
Contenere il consumo di suolo nelle pianure alluvionali, nelle conoidi e nei sistemi di fondivalle tributari
Direttive correlate
Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei
piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono, ai sensi dell’art. 4 della Disciplina del Piano, a:
3.1 - contrastare le dinamiche di dispersione insediativa causata dalle espansioni urbanistiche recenti dei centri sui piani
alluvionali, ed evitare nuove espansioni e diffusioni edilizie: mantenendo i varchi inedificati e le direttrici di
connettività esistenti, evitando la saldatura tra le aree urbanizzate, contenendo l’espansione lineare lungo il fiume
Magra, e promuovendo la conservazione e la vitalità degli spazi agricoli residui;
Orientamenti:
• privilegiare il consolidamento, la riqualificazione e il completamento dei tessuti insediativi esistenti;
3.2 - assicurare che i nuovi interventi siano coerenti per tipi edilizi, materiali, colori ed altezze, e opportunamente
inseriti nel contesto paesaggistico senza alterarne la qualità morfologica e percettiva;
3.3 - salvaguardare il sistema infrastrutturale e dei trasporti trasversali storici di collegamento con il sistema collinare e
montano;
3.4 - contrastare la perdita di diversificazione ecologica e paesaggistica, la riduzione della vegetazione di corredo e della
rete scolante, favorendo il mantenimento e lo sviluppo di un’agricoltura innovativa che coniughi competitività
economica con ambiente e paesaggio, nelle aree di fondovalle dei fiumi Magra, Taverone e Aulella;
3.5 - preservare gli spazi agricoli ancora presenti all’interno del tessuto urbanizzato o interclusi nei fasci infrastrutturali,
avviando politiche di pianificazione orientate al riordino degli insediamenti e delle aree di pertinenza, della viabilità e
degli annessi.
L’intervento in esame è localizzato in un area di fondovalle, privilegia il consolidamento, la
riqualificazione dei tessuti insediativi esistenti, in quanto è finalizzato alla messa in
sicurezza idraulica di una porzione del sistema insediativo urbano. Le opere previste non
incidono sugli elementi di connessione ecologica, in quanto non modificano il sistema
fluviale, in particolare non riducono la vegetazione ripariale. Le opere di risistemazione
delle reti di urbanizzazione porteranno ad un miglioramento della qualità delle acque del
corso d’acqua.
Obiettivo 4
Salvaguardare e riqualificare i valori ecosistemici, idrogeomorfologici e paesaggistici del bacino del fiume Magra
e della rete fluviale tributaria, anche al fine di ridurre i processi di degrado in atto
Direttive correlate
Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei
piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono, ai sensi dell’art. 4 della Disciplina del Piano, a:
4.1 - attuare interventi di riqualificazione e di ricostituzione del continuum fluviale, con priorità per le aree classificate
come “corridoio ecologico fluviale da riqualificare”:
Orientamenti:
• migliorare la qualità ecosistemica complessiva degli ambienti fluviali e del loro grado di continuità ecologica,
riducendo i processi di artificializzazione degli alvei, delle sponde e delle aree di pertinenza fluviale, tutelando
le funzioni idrologiche dei fondovalle tributari e delle conoidi attive di Alta Pianura;
• inibire l’incisione del fondo e il restringimento dell’alveo del Fiume Magra e la sedimentazione in alveo di
quantità di sedimenti provenienti dai versanti in erosione, in particolare nella piana di Filattiera;
• migliorare i livelli di compatibilità degli impianti di sfruttamento idroelettrico e della gestione della
vegetazione ripariale, evitando drastici interventi di taglio non selettivi;
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4.2 - riqualificare e valorizzare le riviere fluviali del Magra e dei suoi affluenti e ricostituire i rapporti insediamentofiume;
Orientamenti:
• preservare gli accessi residui al fiume e salvaguardando e mantenendo le aree agricole perifluviali;
• salvaguardare i varchi esistenti lungo la cortina insediativa di fondovalle e in corrispondenza dell’imbocco
delle valli secondarie;
• riqualificare, dal punto di vista urbanistico e paesaggistico i principali affacci urbani sul fiume, in particolare
nei principali centri di fondovalle - Aulla, Villafranca, Pontremoli - incentivando la delocalizzazione a monte
degli edifici situati in aree a Pericolosità Idraulica Elevata e valorizzando il ruolo connettivo del fiume Magra
con forme di fruizione sostenibile della via d’acqua e delle sue riviere;
• assicurare la riqualificazione ambientale e urbanistica come “aree produttive paesaggisticamente ed
ecologicamente attrezzate” delle piattaforme produttive e degli impianti collocati in ambiti fluviali sensibili o
ad alto rischio idraulico e idrogeologico, in posizione tale da occludere gli alvei degli affluenti e da non
garantire la continuità ambientale tra la valle del Magra e la valli secondarie, in particolare le aree di Albiano
Magra e Pallerone ad Aulla, Rometta a Fivizzano e Novoleto a Pontremoli, anche promuovendone la
delocalizzazione;
• assicurare il mantenimento della percettività residua del paesaggio fluviale del fiume Magra e dei suoi affluenti
dai principali tratti di viabilità e dai siti in posizione dominante.
L’intervento in esame è localizzato in un area di fondovalle, privilegia il consolidamento, la
riqualificazione dei tessuti insediativi esistenti, in quanto è finalizzato alla messa in
sicurezza idraulica di una porzione del sistema insediativo urbano.
Le opere previste sono finalizzate al mantenimento della qualità ecosistemica complessiva
dell’ambiente fluviale e alla continuità ecologica, delimitando i processi di artificializzazione
e tutelando le funzioni idrologiche, in quanto non modificano il sistema fluviale e
preservano gli accessi residui al corso d’acqua. Inoltre le opere di risistemazione delle reti
di urbanizzazione porteranno ad un miglioramento della qualità delle acque del corso
d’acqua e della sua qualità ecosistemica.
Sempre rispetto al Piano di indirizzo territoriale con valenza di Piano Paesaggistico, ai
sensi dell'art. 143 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (adottato con deliberazione
del Consiglio regionale 24 luglio 2007, n.72, modificato con l’integrazione paesaggistica di
cui alla deliberazione del Consiglio regionale 27.03.2015 n. 37) si riportano: un estratto
della cartografia relativa alla "Disciplina dei beni paesaggistici (artt. 134 e 157 del Codice)"
per la definizione delle categorie dei beni vincolati che insistono sull’area in oggetto e le
relative prescrizioni contenute nell’Allegato 8B - Disciplina dei beni paesaggistici ai sensi
degli artt. 134 e 157 del Codice e un estratto della cartografia del Territorio Urbanizzato.
Articolo 8 I fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal R.D. 11 dicembre 1933, n.1775, e le
relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna. ( art.142. c.1, lett. c, Codice)
8.1. Obiettivi - Gli strumenti della pianificazione territoriale, gli atti di governo del territorio, i piani di settore e gli
interventi, fatti salvi quelli necessari alla messa in sicurezza idraulica, devono perseguire i seguenti obiettivi:
a - tutelare la permanenza e la riconoscibilità dei caratteri naturalistici, storico-identitari ed estetico percettivi
delle sponde e delle relative fasce di tutela salvaguardando la varietà e la tipicità dei paesaggi fluviali, le visuali
panoramiche che si aprono dalle sponde ed in particolare dai ponti quali luoghi privilegiati per l’ampia
percezione che offrono verso il paesaggio fluviale;
b - evitare i processi di artificializzazione degli alvei e delle fasce fluviali e garantire che gli interventi di
trasformazione non compromettano i rapporti figurativi consolidati dei paesaggi fluviali, la qualità delle acque e
degli ecosistemi;
c - limitare i processi di antropizzazione e favorire il ripristino della morfologia naturale dei corsi d’acqua e
delle relative sponde, con particolare riferimento alla vegetazione ripariale;
d - migliorare la qualità ecosistemica dell'ambiente fluviale con particolare riferimento ai corridoi ecologici
indicati come “direttrici di connessione fluviali da riqualificare” nelle elaborazioni del Piano Paesaggistico;
e - riqualificare e recuperare i paesaggi fluviali degradati;
f - promuovere forme di fruizione sostenibile del fiume e delle fasce fluviali.
8.2. Direttive - Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti di governo del
territorio e nei piani di settore, ciascuno per la propria competenza, fatti salvi gli interventi necessari alla sicurezza
idraulica privilegiando quelli coerenti con il contesto paesaggistico, provvedono a:
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a - individuare i corsi d’acqua caratterizzati dalla presenza di rilevanti valori ecosistemici e paesaggistici, con
particolare riferimento alla presenza di habitat fluviali di interesse comunitario e/o regionale;
b - riconoscere il sistema storico delle opere idrauliche di valore testimoniale e dei manufatti edilizi connessi con
la presenza del corso d’acqua, promuovendone altresì il mantenimento, la conservazione e la valorizzazione;
c - riconoscere i principali punti di vista e le visuali percepibili anche dagli attraversamenti, connotati da un
elevato valore estetico-percettivo;
d - individuare i tratti fluviali che presentano potenziale di navigabilità e le sponde accessibili al pubblico con i
relativi punti di vista e percorsi pedonali e ciclabili;
e - tutelare e riqualificare i caratteri morfologici e figurativi dei fiumi e torrenti anche in relazione alle loro aree
di pertinenza;
f - garantire che gli interventi volti a mantenere e ripristinare la funzionalità del reticolo idraulico, con particolare
riferimento al fondovalle e alle aree di pianura, rispettino i caratteri ecosistemici, identitari e percettivi propri del
contesto fluviale;
g - tutelare e valorizzare i caratteri geomorfologici tipici dei corsi d’acqua quali ad esempio cascate, forre, orridi,
meandri, golene, terrazzi alluvionali;
h - tutelare le formazioni vegetali autoctone (ripariali e planiziali) e individuare le fasce ripariali da sottoporre a
progetti di riqualificazione, con particolare riferimento ai corridoi ecologici da riqualificare come individuati
dagli elaborati del Piano Paesaggistico;
i - promuovere, anche attraverso sistemi perequativi, la delocalizzazione, all’esterno delle fasce di pertinenza
fluviale, degli insediamenti produttivi non compatibili con la tutela paesaggistica, idraulica ed ecosistemica degli
ambiti fluviali, anche sulla base delle criticità individuate dal Piano Paesaggistico;
l - contenere nuovi carichi insediativi entro i limiti del territorio urbanizzato e garantire che gli interventi di
trasformazione urbanistico ed edilizia non compromettano il contesto paesaggistico e le visuali connotate da un
elevato valore estetico-percettivo;
m - favorire la creazione di punti di sosta, itinerari, percorsi di mobilità dolce, e incentivare iniziative volte al
recupero di manufatti e opere di valore storicoculturale, comprese le opere idrauliche storicamente legate al
corso d’acqua (mulini, chiuse, ponti, briglie, vasche), al fine di valorizzare e ricostituire le relazioni tra comunità
e fiume;
n - realizzare una gestione sostenibile delle periodiche attività di taglio della vegetazione ripariale, evitando
alterazioni significative degli ecosistemi fluviali e della continuità e qualità delle fasce ripariali;
o - promuovere interventi che assicurino l’incremento delle superfici permeabili e degli spazi aperti
incentivandone la fruizione collettiva anche attraverso interventi finalizzati alla rimozione di elementi artificiali
che compromettono le visuali connotate da un elevato valore estetico-percettivo.
8.3. Prescrizioni
a - Fermo restando il rispetto dei requisiti tecnici derivanti da obblighi di legge relativi alla sicurezza idraulica,
gli interventi di trasformazione dello stato dei luoghi sono ammessi a condizione che :
1 - non compromettano la vegetazione ripariale, i caratteri ecosistemici caratterizzanti il paesaggio
fluviale e i loro livelli di continuità ecologica;
2 - non impediscano l’accessibilità al corso d’acqua, la sua manutenzione e la possibilità di fruire delle
fasce fluviali;
3 - non impediscano la possibilità di divagazione dell’alveo, al fine di consentire il perseguimento di
condizioni di equilibrio dinamico e di configurazioni morfologiche meno vincolate e più stabili;
4 - non compromettano la permanenza e la riconoscibilità dei caratteri e dei valori paesaggistici e
storico- identitari dei luoghi, anche con riferimento a quelli riconosciuti dal Piano Paesaggistico.
b - Le trasformazioni sul sistema idrografico, conseguenti alla realizzazione di interventi per la mitigazione del
rischio idraulico, necessari per la sicurezza degli insediamenti e delle infrastrutture e non diversamente
localizzabili, sono ammesse a condizione che sia garantito, compatibilmente con le esigenze di funzionalità
idraulica, il mantenimento dei caratteri e dei valori paesaggistici, anche con riferimento a quelli riconosciuti dal
Piano Paesaggistico.
c - Gli interventi di trasformazione, compresi gli adeguamenti e gli ampliamenti di edifici o infrastrutture
esistenti, ove consentiti, e fatti salvi gli interventi necessari alla sicurezza idraulica, sono ammessi a condizione
che:
1 - mantengano la relazione funzionale e quindi le dinamiche naturali tra il corpo idrico e il territorio
di pertinenza fluviale;
2 - siano coerenti con le caratteristiche morfologiche proprie del contesto e garantiscano l’integrazione
paesaggistica, il mantenimento dei caratteri e dei valori paesaggistici, anche con riferimento a quelli
riconosciuti dal Piano Paesaggistico;
3 - non compromettano le visuali connotate da elevato valore estetico percettivo;
4 - non modifichino i caratteri tipologici e architettonici del patrimonio insediativo di valore storico ed
identitario;
5 - non occludano i varchi e le visuali panoramiche, da e verso il corso d’acqua, che si aprono lungo le
rive e dai tracciati accessibili al pubblico e non concorrano alla formazione di fronti urbani continui.
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d - Le opere e gli interventi relativi alle infrastrutture viarie, ferroviarie ed a rete (pubbliche e di interesse
pubblico), anche finalizzate all’attraversamento del corpo idrico, sono ammesse a condizione che il tracciato
dell’infrastruttura non comprometta i caratteri morfologici, idrodinamici ed ecosistemici del corpo idrico e
garantiscano l’integrazione paesaggistica, il mantenimento dei valori identificati dal Piano Paesaggistico e il
minor impatto visivo possibile.
e - Le nuove aree destinate a parcheggio fuori dalle aree urbanizzate sono ammesse a condizione che gli
interventi non comportino aumento dell’impermeabilizzazione del suolo e siano realizzati con tecniche e
materiali ecocompatibili evitando l’utilizzo di nuove strutture in muratura.
f - La realizzazione di nuove strutture a carattere temporaneo e rimovibili, ivi incluse quelle connesse alle attività
turistico-ricreative e agricole, è ammessa a condizione che gli interventi non alterino negativamente la qualità
percettiva, dei luoghi, l'accessibilità e la fruibilità delle rive, e prevedano altresì il ricorso a tecniche e materiali
ecocompatibili, garantendo il ripristino dei luoghi e la riciclabilità o il recupero delle componenti utilizzate.
g - Non sono ammesse nuove previsioni, fuori dal territorio urbanizzato, di:
- edifici di carattere permanente ad eccezione degli annessi rurali;
- depositi a cielo aperto di qualunque natura che non adottino soluzioni atte a minimizzare l’impatto
visivo o che non siano riconducibili ad attività di cantiere;
- discariche e impianti di incenerimento dei rifiuti autorizzati come impianti di smaltimento (All.B parte
IV del D.Lgs. 152/06).
Sono ammessi alle condizioni di cui alla precedente lett c) punti 2 , 3, 4 e 5:
- gli impianti per la depurazione delle acque reflue;
- impianti per la produzione di energia;
- gli interventi di rilocalizzazione di strutture esistenti funzionali al loro allontanamento dalle aree di
pertinenza fluviale e alla riqualificazione di queste ultime come individuato dagli atti di
pianificazione.
h - Non è ammesso l’inserimento di manufatti (ivi incluse le strutture per la cartellonistica e la segnaletica non
indispensabili per la sicurezza stradale) che possano interferire negativamente o limitare le visuali panoramiche.
L’intervento in esame è finalizzato alla messa in sicurezza idraulica di una porzione del
sistema insediativo urbano, riconosciuto dal PIT come territorio urbanizzato.
Le opere previste delimitano le aree del sistema insediativo urbano esistente, non
modificano il sistema fluviale, non costituiscono opere di artificializzazione degli alvei e
delle fasce fluviali e preservano gli accessi al corso d’acqua. Sono inoltre finalizzate al
mantenimento della qualità ecosistemica complessiva dell’ambiente fluviale e alla
continuità ecologica migliorando, in particolare, la qualità delle acque.
Articolo 12 I territori coperti da foreste e da boschi, ancorchè percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti
a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n.
227. (art.142. c.1, lett. g, Codice)
12.1. Obiettivi - Gli strumenti della pianificazione territoriale, gli atti di governo del territorio, i piani di settore e
gli interventi devono perseguire i seguenti obiettivi:
a - migliorare l’efficacia dei sistemi forestali ai fini della tutela degli equilibri idrogeologici del territorio e della
protezione dei rischi derivanti da valanghe e caduta massi;
b - tutelare la permanenza e la riconoscibilità dei caratteri e dei valori paesaggistici e storico-identitari dei
territori coperti da boschi salvaguardando la varietà e la tipicità degli ambienti forestali;
c - tutelare e conservare gli elementi forestali periurbani e planiziali per le loro funzioni di continuità
paesaggistica tra questi e le matrici forestali collinari e montane;
d - salvaguardare la varietà e la qualità degli ecosistemi forestali, con particolare riferimento alle specie e agli
habitat forestali di interesse comunitario e regionale e ai nodi primari e secondari della rete ecologica forestale
riconosciuti tali dalle elaborazioni del Piano Paesaggistico;
e - garantire che gli interventi di trasformazione non alterino i rapporti figurativi consolidati dei paesaggi
forestali e non ne compromettano i valori ecosistemici, storico -culturali ed estetico- percettivi;
f - recuperare i paesaggi agrari e pastorali di interesse storico, soggetti a ricolonizzazione forestale;
g - contrastare la perdita delle aree agricole ad alto valore naturale e preservare le radure identificabili come
prati-pascoli, ancorchè arborati, mediante la salvaguardia delle tradizionali attività agro-silvopastorali;
h - promuovere la valorizzazione e la fruizione delle risorse del patrimonio storico artistico, ambientale e
paesaggistico rappresentato dal bosco, con particolare riferimento alle zone montane e a quelle a rischio di
abbandono;
i - valorizzare le produzioni locali legate alla presenza del bosco e promuoverne forme di fruizione sostenibile,
anche al fine di ricostituire le relazioni tra il bosco e le comunità.
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12.2. Direttive - Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti di governo del
territorio e nei piani di settore, ciascuno per la propria competenza, provvedono a:
a - Riconoscere, anche sulla base delle elaborazioni del Piano Paesaggistico:
1 - le aree di prevalente interesse naturalistico, con particolare riferimento ai nodi primari e secondari
forestali della Rete Ecologica Regionale di cui all’Abaco regionale della Invariante “I caratteri ecosistemici
dei paesaggi “del Piano Paesaggistico e alle aree interne ai sistemi di Aree protette e Natura 2000;
2 - le formazioni boschive che “caratterizzano figurativamente” il territorio quali:
- boschi di latifoglie mesofile a prevalenza di faggio e/o abetine;
- boschi di latifoglie a prevalenza di specie quercine;
- castagneti da frutto;
- boschi di alto fusto di castagno;
- pinete costiere;
- boschi planiziari e ripariali;
- leccete e sugherete;
- macchie e garighe costiere;
- elementi forestali isolati e paesaggisticamente emergenti e caratterizzanti;
3 - i paesaggi rurali e forestali storici (come riconosciuti dalle elaborazioni del Piano Paesaggistico e dalla
legislazione nazionale e regionale vigente in materia).
b - Definire strategie, misure e regole /discipline volte a:
1 - promuovere la gestione forestale sostenibile finalizzata alla tutela degli ecosistemi forestali di valore
paesaggistico e naturalistico nonché della loro funzione di presidio idrogeologico e delle emergenze
vegetazionali;
2 - promuovere tecniche selvicolturali volte a contenere e/o contrastare la diffusione di specie aliene invasive
soprattutto nelle zone di elevato valore paesaggistico e naturalistico;
3 - evitare che gli interventi di trasformazione e artificializzazione delle aree e delle formazioni boschive, di
cui al presente comma lettera a, riducano i livelli e qualità e naturalità degli ecosistemi e alterino i rapporti
figurativi consolidati dei paesaggi forestali e ne compromettano i valori, storico culturali ed estetico
percettivi;
4 - favorire il recupero delle attività agro-silvo-pastorali, al fine della conservazione dei caratteri storico
identitari e dei valori paesaggistici da esso espressi;
5 - tutelare i caratteri tipologici e morfologici degli insediamenti, degli edifici e dei manufatti di valore
storico e architettonico, con particolare riferimento alle testimonianze della cultura agro - silvo-pastorale
favorendone il recupero e il riuso compatibile con i valori del contesto paesaggistico;
6 - potenziare e valorizzare le attività economiche tradizionali nel campo della selvicoltura, e delle attività
connesse, in particolar modo nelle zone montane e nelle aree economicamente svantaggiate;
7 - incentivare, laddove possibile anche mediante idonee misure contrattuali, il mantenimento e/o recupero:
- dei castagneti da frutto;
- dei boschi di alto fusto di castagno; - delle pinete costiere;
- delle sugherete;
- delle sistemazioni idraulico-agrarie e forestali quali ciglionamenti, lunette, terrazzamenti,
acquidocci, scoline, fossi;
8 - promuovere il recupero e la manutenzione della sentieristica, garantendone, ove possibile, l’accessibilità e
la fruizione pubblica;
9 - perseguire la tutela, il miglioramento e la valorizzazione paesaggistica e naturalistica, delle proprietà
pubbliche forestali, con particolare riferimento al patrimonio agricolo forestale regionale e alle proprietà
comunali.
12.3. Prescrizioni
a - Gli interventi di trasformazione, compresi quelli urbanistici ed edilizi, ove consentiti, sono ammessi a
condizione che:
1 - non comportino l’alterazione significativa permanente, in termini qualitativi e quantitativi, dei valori
ecosistemici e paesaggistici (con particolare riferimento alle aree di prevalente interesse naturalistico e delle
formazioni boschive che “caratterizzano figurativamente” il territorio), e culturali e del rapporto storico e
percettivo tra ecosistemi forestali, agroecosistemi e insediamenti storici. Sono comunque fatti salvi i
manufatti funzionali alla manutenzione e coltivazione del patrimonio boschivo o alle attività antincendio,
nonché gli interventi di recupero degli edifici esistenti e le strutture rimovibili funzionali alla fruizione
pubblica dei boschi;
2 - non modifichino i caratteri tipologici-architettonici del patrimonio insediativo di valore storico ed
identitario, mantenendo la gerarchia tra gli edifici (quali ville, fattorie, cascine, fienili, stalle);
3 - garantiscano il mantenimento, il recupero e il ripristino dei valori paesaggistici dei luoghi, anche tramite
l’utilizzo di soluzioni formali, finiture esterne e cromie compatibili con i caratteri del contesto paesaggistico.
b - Non sono ammessi:
1 - nuove previsioni edificatorie che comportino consumo di suolo all’interno delle formazioni boschive
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costiere che “caratterizzano figurativamente” il territorio, e in quelle planiziarie, così come riconosciuti dal
Piano Paesaggistico nella “Carta dei boschi planiziari e costieri“di cui all'Abaco regionale della Invariante “I
caratteri ecosistemici dei paesaggi”, ad eccezione delle infrastrutture per la mobilità non diversamente
localizzabili e di strutture a carattere temporaneo e rimovibile;
2 - l’inserimento di manufatti (ivi incluse le strutture per la cartellonistica e la segnaletica non indispensabili
per la sicurezza stradale) che possano interferire o limitare negativamente le visuali panoramiche.
L’intervento in esame è finalizzato alla messa in sicurezza idraulica di una porzione
rilevante del sistema insediativo urbano esistente del quartiere Gobetti di Aulla,
riconosciuto dal PIT come territorio urbanizzato e dalla tavola 1° del Quadro propositivo
del Piano Strutturale come insediamenti ed aree urbane.
Le opere previste sono finalizzate al mantenimento della qualità ecosistemica complessiva
dell’ambiente fluviale e alla continuità ecologica, migliorando in particolare la qualità delle
acque, preservando gli accessi al corso d’acqua e creando un percorso sopra la sommità
dell’argine, come si rileva dalla tavola del Progetto Preliminare, PP_DWG_005 A
Planimetria Stato di Progetto, e delimitando le aree del sistema insediativo urbano
esistente.
Considerato che l’intervento in esame mette in sicurezza idraulica una porzione
significativa del sistema insediativo urbano esistente del quartiere Gobetti di Aulla, e visto
quanto contenuto nel Piano di indirizzo territoriale con valenza di Piano Paesaggistico ai
sensi dell'art. 143 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (approvato con
deliberazione del Consiglio regionale 27.03.2015, n.37) si riscontra la compatibilità delle
opere previste, in quanto interventi necessari alla sicurezza idraulica e finalizzate alla
salvaguardia della popolazione, del sistema a carattere residenziale, di attrezzature
pubbliche e di infrastrutture della mobilità.
6. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
Lo stato attuale dei luoghi, ed in particolare il rapporto del sistema insediativo esistente
con l’ambito fluviale, si rileva dalla documentazione fotografica a seguito riportata.
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P
C
I
O
M
A-B
N
F
G-H
E
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D
Individuazione punti di scatto
A
B
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C
D
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E
F
G
H
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I
M
O
L
N
P
Considerata la tipologia dell'intervento si riporta a seguire la documentazione fotografica
relativa agli allagamenti ed esondazioni che hanno interessato l’area negli anni
precedenti.
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7. ESTREMI DEL PROVVEDIMENTO MINISTERIALE O REGIONALE DI NOTEVOLE
INTERESSE PUBBLICO DEL VINCOLO PER IMMOBILI O AREE DICHIARATE DI
NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO (art.136 – 141 – 157 D. Lgs. 42/04 e ss. Mm. ii. ):
L'area di intervento è esterna a tali perimetrazioni.
8. PRESENZA DI AREE TUTELATE PER LEGGE
L’area oggetto di intervento ricade nelle aree tutelate per legge riportate nel Capo III
dell’Elaborato 8B “Disciplina dei beni paesaggistici (artt. 134 e 157 del Codice)” di cui al
D.Lgs 42/2004, di seguito indicate:
- I fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua
- I territori coperti da foreste e da boschi
come risulta dalla figura a seguito riportata.
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LEGENDA
Lett.G – I territori coperti da foreste e boschi
Lett.C – I fiumi , i torrenti i corsi d’acqua
9. EFFETTI CONSEGUENTI ALLA REALIZZAZIONE DELL’OPERA
La realizzazione dell’intervento non modifica l’assetto dei torrenti, comportando il
mantenimento della qualità complessiva dell'ambiente fluviale, e determina l’eliminazione
del rischio idraulico nell’area del sistema insediativo esistente al fine della salvaguardia
della popolazione, del sistema insediativo a carattere residenziale, delle attrezzature
pubbliche e delle infrastrutture della mobilità.
L’intervento non modifica dello stato dei luoghi tale da interferire con i beni paesaggistici
tutelati per legge inoltre con l'intervento vendono mantenuti gli attuali accessi all’area
fluviale e realizzato un percorso sulla sommità dell’argine.
10. MITIGAZIONE DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO
Considerata che la finalità dell'intervento è l’eliminazione del rischio idraulico nell’area del
sistema insediativo esistente al fine della salvaguardia della popolazione, del sistema
insediativo a carattere residenziale, delle attrezzature pubbliche e delle infrastrutture della
mobilità gli interventi previsti sono indispensabili per la salvaguardia del quartiere Gobetti.
Non risultano necessarie particolari misure di mitigazione, si ricorda che lungo la
realizzazione dei muri di sponda nella porzione verso l’insediamento a carattere
residenziale devono essere, dove possibile, ripristinate delle fasce a verde con
piantumazione di alberi e arbusti.
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Si ricorda inoltre, come si rileva dagli elaborati del progetto preliminare, che la sagoma
dell’argine di progetto è trapezia con scarpe 1:1 lato fiume e 3:2 a campagna. L’argine
viene rivestito lato fiume con una scogliera cementata mentre verso il sistema insediativo
sarà rinverdito mediante seminagione a spaglio, inoltre con l'intervento vendono mantenuti
gli attuali accessi all’area fluviale e realizzato un percorso sulla sommità dell’argine.
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11. RAPPRESENTAZIONE TRIDIMENSIONALE
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892a02 relazione paesaggistica