MessaggeroVeneto ALBUM DOMENICA 22 MARZO 2009 ” PUNTO CABARET 15 Checco Zalone, l’anima del Punto Zelig Ottime performance di Giancarlo Kalabrugovich e dello scatenato Jonny Groove Zelig, tutto il sapore live In tremilacinquecento al Carnera per lo show del gruppo di Canale 5 Checco Zalone scatena la folla con la sua filosofia sull’amore UDINE. Con calma, ma Punto Zelig si è impossessato dello spirito delle tremilacinquecento anime (televisive) volate al Carnera per un live da competizione. Una mezzora accademica di ritardo, che non ha scalfito più di tanto il popolo del cabaret. Qualcuno- ela speranzaserpeggiava - era convinto che Claudio Bisio e la Vanessa Incontrada prima o poi si sarebbero affacciati da qual palco. D’altronde separare ciò che il dio del catodo ha unito è impensabile. Invece no, a mettere per primo il naso su platea e gradinata non è stato il duo delle meraviglie, bensì un paio di comici ormai fuori dal giro Zelig da anni, Paniate & Santonastaso, che hanno fatto parte del carrozzonenel2002.Nonscattandol’ovazione i boys hanno subito fatto outing: «Vi starete chiedendo chi c... siamo?». In effetti è stato così. E loro da dove sbucano? vistochePunto Zelignonprevedeva manovratori, sullo stile No Stop, l’indimenticato intruglio di GIAN PAOLO POLESINI comico dei Settanta. Il palco vero consegna al pubblico ciò che quellovirtualelimita.Icanonici tre minuti si dilatano, perché tutto segue una scaletta feroce con la réclame che spinge, il comico si distende. E distende tempo. Con Pino dei Palazzi inrealtàlui si chiama Giancarlo Kalabrugovich l’ambiente si surriscalda. «Che c’hai un sigaretta?» è lo slang che ha penetrato i cervelli. Il rumore è nel suo dna e si stenta a credere che da piccolo il “Kala” dell’hinterland milanese non abbia ingoia- “A Chorus Line” in versione più vivace del solito La grinta della Rancia Il quadro finale di “A Chorus Line”, uno dei più celebrati musical di Broadway, proposto dalla Compagnia della Rancia TRIESTE. A Chorus Line rimane un musical monotono,al dilà deisuoipremie deitantiriconoscimenti. Uno score abbastanza incolore, a parte One, What I Did For Love, I Hope I Get It e Nothing, sulla quale sono sgranate questeconfessioni,perben dueore, da partedeiballerini che si presentano a un’audizione, una delle tante, a Broadway. Tuttavia l’edizione italiana, adesso in tournèe nella penisola, firmata dalla Compagnia della Rancia, rende quasi godibile lo spettacolo di James Kirkwood, Nicholas Dante (libretto), Marvin Hamlisch (musiche) ed Edward Kleban (canzoni). Versione ridotta rispetto all’allestimento della passata stagione ed è un peccato perché la scena al Politeama Rossetti (dove lo spettacolo è arrivato dopo la prima regionale al Verdi di Gorizia) sembrava striminzita quando invece lo spazio c’era (d’altra parte, girando tutta la nostra penisola va a finire che si crea una versione small anche per quei teatriche avrebberola capacità diospitare lospettacolo nella sua bellezza originale). Cast di ragazzi giovani che si difendono con grinta nel cantoenelladanza.Poche,comedacopione,maentusiasmanti, le coreografie di Michael Bennett e Bob Avian. Nella recitazione i risultati del cast sono più discontinui.Comunque,ripetiamo, alla finequestariedizionedi Chorus Line è confezionata in maniera sobria, elegante, conunsapientegiocodilucichesottolineaemotivamenteimonologhidegligypsies,comeingergovengonochiamati i danzatori. Conosciamo così Cassie (Paola Quilli), ex di Zach, il regista, interpretato da Christian Amadori, che dopo due anni, chiede un posto come ballerina di fila. Mike, il bravo Luca Spadaro che diventa ballerino accompagnando sua sorella alle lezioni di danza; la cinica Sheila (Lynn Jamienson), ormai trentenne che verrà scartata; la rifatta Val (Lucia Blanco) e la portoricana Diana cui dà voce, e che voce, la toccante Annamaria Schiattarella. Finale scintillante nei costumi, ma povero nella scenografia ridotta all’osso. Applausi, ma non di quelli travolgenti. Erica Culiat to il classico cd ampiamente sfruttatodal cinema.Il suoperegrinare per i Palazzi ha un background noto ai più, almeno a chi non si è perso un fotogramma del concentratoludico più amato dagli italiani. La formula scelta è la sola possibile per uno show (a Udine by Azalea Promotion) che non prevede blackout, ma un’incessante successione di figurine senzailsostegno di mastro Bisio.JonnyGroove-ovverol’ingegner Giovanni Vernia - riesce lo stesso a far calare i figli della tv nella sua atmosfera house, UDINE. Arrivare in fondo Alla meta è faticoso tanto che più di qualcuno fra gli spettatori in platea, a metà Meta, ha gettato rumorosamentelaspugna.ThomasBernhard,l’autoreconsideratoungenio,usainfattileparole come gocce cinesi. La stessa fraseripetutapiùvolte,masempreconpiccoleesignificantivariazioni, diventa nel suo teatro ossessione. La versione messa in scena dallaCompagniaTeatrinoGiullare-EnricoDeottieGiuliaDall’Ongaro sono i fondatori e gli interpreti - è assai difficile proprioperchéneamplifica l’effettogiàstranianteedipersécomplesso.La spinta sull’atmosfera lugubre e sinistra della rappresentazione, il testo verboso e claustrofobico, nonostante i tagliapportati,con unadonna immobile su una sedia e una figlia che prepara, anno dopo anno, unbaule di abiti pesanti per an- pur privo di spalla Incontrada. C’è un attimo di incertezza, poi scatta l’empatia totale. Paniate &Santonastaso cercanodicreare un ponte fra platea e palco, sfruttando i soliti stereotipi dell’applauso comandato. Nonostantedasecolisiusiilmarchingegno per pompare entusiasmo aipaganti,filaancora.Incredibile. In fondo la risata è sempre quella, con variazioni di tic e viz a seconda del momento. La Ricotta «english lesson» funziona di più dentro il bussolotto. In (molta) carne e ossa i tre non riempiono il palco tanto quanto lo schermo. I giri previsti sono due, bisogna sfiorare le tre ore affinchè cisiportia casa tuttoil saporedi un varietà vissuto a pelle. E a dare la botta d’entusiasmo ci ha pensatoCheccoZalone,ilcantore eclettico del profondo Sud. «Viva l’amore, abbasso i sedili», è questa la sua filosofia con la pupa da auto. Perchè, come dice Giordano Bruno, una botta non la si nega a nessuno». (Foto Anteprima) Il Teatrino Giullare in scena a Udine per Contatto Il mondo innaturale di Bernhard ma che fatica arrivare “Alla meta” dareal mare,e soprattutto il ritmo lento e mono-tono della non-azione scenica, conducono gli spettatori attraverso un percorso che sicuramente ben rappresenta Bernhard e la sua tematica. Tutto per questo autore si muove in modo innaturale, anche se resta da capire quanto, e se in maniera interessante. L’umanità rappresentata da Bernhard è alterata perché lacerataquotidianamenteeinternamente. La madre ha un meccanismodivitachesièsdoppiato; ha sposato un uomo perché aveva una fonderia e una casa al mare, ha messo al mondo un “Premio Collio Cinema” per illuminare la natura GORIZIA.IlConsorzioViniCollio e Transmedia hanno dato vita a un nuovo concorso che andrà ad aggiungersiall’ormaistorico“Premio Collio”: si tratta del “Premio Collio Cinema”, organizzato con la collaborazione della Camera di commercio di Gorizia e del Dams Cinema di Gorizia - Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo – dell’UniversitàdiUdinee ilpatrocinio della Friuli Venezia Giulia Film Commission. Il concorso, che si concluderà il 9 maggio, intende promuovere il Collio offrendo la possibilità ad autori affermati o emergenti, a studenti easpirantisceneggiatori, diesprimere la propria creatività in campo cinematografico esplorando il potenziale narrativo della zona. Il tema è libero per ciò che concerneilgenere,lastrutturanarrativa, la costruzione dei personaggi, le azioni e gli eventi a esso cor- Palasport Carnera senza un posto libero per la tappa friulana di Punto Zelig, show itinerante per la Penisola con Paniate&Santonastaso (nello scatto a sinistra) a guidare la truppa delle particelle impazzite del cabaret di Canale 5. Giovanni Vernia, nella foto qui accanto prima di salire sul palco, ha fatto scatenare il suo Jonny Groove, il discotecaro patito di house del «essiamonoi». Giancarlo Kalabrugovich, La Ricotta e un come sempre scatenato Zalone hanno completato il cast che ha infiammato il palasport udinese relati, con l’unico vincolo di ambientare la storia sullo sfondo del Collio. I soggetti dovranno essere inediti e riferirsi a un cortometraggio narrativo. I soggetti che parteciperanno al concorso saranno sottoposti all’insindacabile giudizio della giuria di prestigio, selezionata tra sceneggiatori, registi e personalità di spicco del mondo culturale, composta dal regista e sceneggiatore Giuseppe Piccioni,dallo sceneggiatore di tutti i film di Paolo Virzì e dei film per la tv tratti dai romanzi diAndra Camilleri, Francesco Bruni, dal presidente della Film Commission Friuli Venezia Giulia, Federico Poilucci, dalla produttricedellaBiancaFilmDonatella Botti e dal noto disegnatore Altan, oltre a una rappresentanzadell’organizzazione. Ilmontepremi è di 10 mila euro. Info: 0481 - 630303. figlio deforme, desiderando la sua morte, poi arrivata, e questo ha contribuito a spezzare il suointerno.Lafigliaèpurapropagginematerna, unmostruoso fantoccio su rotelle che può essere spostato a piacimento sia dellamadrechedell’ospiteatteso. Così la madre despota, che abita un corpo rigido a metà, un bracciodisarticolatoeuna voce filtrata da un altoparlante, la figlia-fantoccio per eccellenza, mummificatadallegamematerno, e un uomo pupazzo solo a metà (la parte sana forse è quella dello scrittore di teatro), diventano i protagonisti di una storia che in realtà è un pretestoperportareallalucelamiseria e la sporcizia degli uomini. Lasceltadiaffidareaburattini abitati dagli attori l’evento scenicoincuipupazzi,corpi,voci e maschere si fondono e si confondono, secondo una gradualità di artifici, porta a una rappresentazionein cuicreature umane e marionette con il voltodilegnoamplificanoilprofondo senso di delirio appiccicato alle parole pronunciate in uno spazio per scelta grigio, terroso, disumano. Resta alla fine la sensazione che le scelte drammaturgiche operate siano a volte fini a sé stesseconun appiattimento del testoinalcunipuntieunaperdita di sfumature di senso anche se la qualità dell’invenzione operata, costruita e diretta dagli interpreti, nel rapporto tra natura umana e artificio, è indiscutibilmente valida. Fabiana Dallavalle Jeffery Broussard & C al Garzoni di Tricesimo TRICESIMO. Sta per concludersi anche il decimo “St. Patrick’s Festival”, organizzato dal FolkClubButtrio.Latappa finale si terrà domani, alle 20.45, al Teatro Garzoni di Tricesimo. Sul palcocisaranno“JefferyBroussard& the creole cowboys”, provenienti dalla Louisiana ed esponenti di primo piano del festoso genere zydeco.Perinformazionieprenotazioni allo 0432-853528 o info@ folkclubbuttrio.com. JB&TCC è una torrida band di zydeco proveniente dal Sud-Est della Louisiana. Il sound è caratterizzato dalla maestria all’organetto diatonico e dalla voce ricca disoul del leader (giàcon i bravissimi Zydeco Force), che ha saputo portare i suoni del R&B e anche del funky dentro le radici dello zydeco. Assieme a lui lo storico violinista cajun D’Jalma Garnier III e una sezione ritmica con basso, batteria e rubboard (asse metallica per lavare usata come percussione) da scatenare anche il pubblicopiù refrattario. JB&TCC apportanoalgenerezydecolapro- spettiva delle nuove generazioni, presentandolo con gusto ed esperienza, continuando a creare una musica incredibile ed esecuzioni esaltanti per il crescente numero digiovanifan dellozydeco creolo. Figlio di Delton Broussard, stimato organettista della Louisiana,ilgiovaneJefferyhainiziatola carrierasuonandolabatterianella band del padre, i Lawtell Playboys, una leggenda dello zydeco, che stavano procedendo a un’innovazione musicale del genere grazie anche al violinista Calvin Carrière, re del violino zydeco. La variegata componente creola (i Creoli sono discendenti americani, neri e multi razziali, degli immigrati spagnoli e francesi) lo porta a cercare nuove strade ed è così che, messa in piedi una band con il bravissimo violinista D’Jalma Garnier III, anch’egli provenientedaunastoricatrafilamusicaledifamigliaeancoroggiattento difensore della musica e della cultura creola, ha intrapreso una intensa attività dal vivo che ha arrichito il suo stile e l’impatto della sua musica sul pubblico. IN REGIONE Al teatro Verdi L’orchestra di piazza Vittorio: domani sera “world music” GORIZIA. In esclusiva regionale al teatro Giuseppe Verdi domani sera alle 21 andrà in scena una delle formazionipiùinedite,enonsoltantonelpanoramaitaliano:protagonistaattesissimadellaseratasarà“L’orchestradipiazza Vittorio”. Sedici musicisti provenienti da undici paesi e trecontinenti,ottolingue che si uniscono per creare una musica che non è mai esistita prima.Worldmusicnelveroe assoluto senso della parola. Èquesta la carta d’identità di una delle band più particolari e inedite ora in circolazione. I musicisti riescono a far convivere magicamente i flauti andini con la kora africana, il violino ungherese conilliutoarabo.Èunprodotto senza target, una strana anomalia nel mare contaminatodelpop.Tuttodaascoltare. Info: 0481.33090. Martedì e mercoledì La Fura dels Baus, l’evento pordenonese al teatro Verdi PORDENONE. Si avvicina, peril teatroVerdidiPordenone, il momento dell’evento più atteso di tutta la stagione, quelBorisGodunovdellacelebre compagnia catalana di levaturainternazionale,“LaFura dels Baus”, che manca in regione da oltre dieci anni e che presenta questo lavoro in esclusivaper ilFriuli Venezia Giuliaconappuntamentimartedì 24 e mercoledì 25 marzo, alle20.45,alVerdi.Nonsitratterà, come spesso è accaduto peraltrispettacolidellaFura, di una questione “fisica” (con questa compagnia icona del nuovoteatro si è pronti a essere investiti da spruzzi d’acqua, fasci di luce, corpi in movimento, polli e frattaglie), ma di un incredibile coinvolgimentomentale:inun’atmosfera tesa e agitata lo spettatore avrà paura, risponderà con il terrore a un atto di terrore. Info: 0434.247624.