43
Biblioteca
diretta
da
N.
UN
della Letteratura
Critica
FRANCESCO
TOBRACA
CAMPANINI
PRECURSORE
METASTASIO
IN
G. e.
FIRENZE
SANSONI,
1904
EDITORE
Italiana
X^u'^h^^^éifta/t.
BIBLIOTECA
CRITICA
DELLA
LETTERATURA
ITALIANA
DIRETTA
TORRACA
FEANCESCO
IN
G.
C.
FIRENZE
SANSONI,
1904
EDITORE
N.
UN
CAMPANINI
PRECURSORE
METASTASIO
IN
G.
C.
FIKENZE
SANSONI,
1904
EDITORE
PROPRIETÀ
Firenze,
Stab.
Q.
Carnesecchi
LETTERARIA
e
ligli,l'iazza
Mentana.
dedicai
Io
volta
neir
dell'
Storia
e
Dott.
studi
degli
della
le
prima
G.
Cav.
vicepresidente
Patria
la
usci
cultore
arte,
e
U.
N.
benemerito
Venturi,
di
quando
al
1889,
anno
storia
libro,
questo
della
E.
Provincie
tista
Bat-
tazione
Depu-
modenesi.
per
E,ipubblicandolo,dopo
lo
serbo
dieci
anni
dalla
al
consacrato
di
Lui
di
nome
per
,
ossequio
costante
di
e
affetto.
memore
Naborre
Reggio
Emilia,
morte,
sua
1903.
marzo
Campanini.
segno
UN
Un
«
PKECURSORE
piccola parte
non
in
tanto
di
non
ciò
cbe,
Riforma
benché
ha
chi
Con
dottor
alle
e
stento
gli
avuto
del
quasi
patria
sua
cedente,
pre-
seppe
stima, ha
appena
^
».
imprende
Parlati, producendo
studiosi
poesia
Collega,
la
stessa
di lui alcune
ebbe
secolo
rimaner
il Tiraboschi
Pietro
opere
che
»,
nella
del
suo
e
di
sorte
memoria...
parole
queste
del
vita
conservi
ne
al
l' amicizia
trista
Zeno
drammatica
gusto
reo
inferiore
dimenticato, sicché
tutto
Apostolo
della
dal
corrotta
la
ostante
METASTASIO
al celebre
meritarne
meno
non
unito
nella
addietro
e
vi
che
uomo,
DEL
notizie
«
lamentano
rere
discor-
a
intorno
raccolte
alla
a
troppo
gran
scarse
e
inesatte.
Nelle
del
morte
ne
del
via
Parlati
il dotto
fama
Tiraboschi,
Campanini
mirabile,
che
gli
né
un
scemare
Biblioteca
pur
scritte
riguardo
avuto
autore
;
ma
modenese:
il
che
o
Voi.
né
togliere
IV,
p.
nome
primo
accordo
questo
chiarissimo
valore
ed
nuova
e
la
tempi,
rivendicato
gli è dovuta,
riconosce
dopo
a' suoi
tracciando
ha
nessuno
nell'oblio
sorpresa,
1
che,
agli studi,
alla
letteratura
nostra
esempio
bergamasco
lasciare
recar
della
Tiraboschi,
dato
aveva
ottima
di
storie
deve
merito
98.
1
PRECUKSORE
UN
alle opere
DEL
METASTASIO
sapendo come
gli scrittori delle nostre
storie letterarie,fatte poche illustri eccezioni e recenti,
siano sempre
stati piuttostocompilatori che critici,e
sue,
abbiano
amato
sempre
nella narrazione
pure
italiane,ma
ed
che
se
né
fare
delle lettere
giudizi intorno
derivati
sono
manchevole
MafPei, discorrendo
l'altro, non
generale delle vicende
ne
potrebbe
ne
copiarsi l'un
altresì nei
scrittori. Onde
a
di
si
storia,né
una
d'importanza.
ad
opere
gravi errori,
piccola
Solo
di
lume
vo-
Giuseppe
di
Apostolo Zeno, ricorda per caso
il Parlati, ma
a
sproposito come
per nuovi documenti
mostrerò
più innanzi, e tira via coli' affermarlo,senza
merito ; certo senza
più, poeta di mediocrissimo
scerne
conor opere, e servilmente
copiando il giudizio del
Corniani, che oltre il Maflfei trasse pure in inganno
gli scrittori del Teatro Universale. ' Né di lui fa cenno
l'abate
Leonardo
Melodramma
Perosa
in
nella
erudita
Memoria
sul
Italia;'^ né
nel
Giuseppe Guerzoui
Teatro
Italiano nel secolo XVIII.^
Eppure uno studio,
anche
generale, intorno allo svolgersidel melodramma
che il
nostro, non
può dirsi esatto e completo, senza
'
Le
Mounier
2
in
Storia
letteratura
italiana, voi. II, p.
105.
Firenze,
F.
1853.
Bella
Italia.
della
origine,dei jyrogressie degli effettidel melodramma
Memoria
del
Prof.
ab.
Leonardo
Venezia.
Perosa.
Au-
tonelli, 1864.
Il chiarissimo
copie del
autore,
che
pregevolissimo
scriveva, riconoscerlo
egli
in
avere
animo
di
e
derivati
giudizi
Teatro
italiano
e
da
di
cortese
posto
non
manchevole
stesso
rimaneggiarlo
mostrerà
fu
lavoro,
suo
utile agli studi,
abbiano
mi
e
qual
rifarlo.
fonte
notizie, copiati
delle
una
in
commercio,
in
molte
Egli darà
alcuni
da
ultime
parti
opera
scrittori
lui,
senza
mi
e
assai
recenti
neppure
citarlo.
3
II
Guerzoni
nel
ecc., Milano, Fratelli
Secolo
XVIIL
Treves,
1876.
Lezioni
di
Giuseppe
il posto che
abbia
Panati
Galanti, nel
Ferdinando
Goldoni,
qnal
segno
di
l'opera
del
die
non
momento
affermò
«
che
lo Zeno
nel
solamente
mentre,
»;
corte
scrissero più di undici
in
solo
V Alessandro
e
comune;
alla
insieme
corte
menziona
a
far
fiorire
di lui
che
drammi
e
a
il Don
che
essi
ad
in
furono
a
done
Sinezia,
Ve-
cui lavorarono
Chisciotte,
sono
sieme,
in-
scrivevano
e
il
quando
V Alessandro
tempo
essi attribuiti,ma
ad
sono
lo
certe
e
di
e
se
di Vienna,
Chisciotte
il Don
attribuiti
Parlati,
notizie
Carlo
a
qual fosse
il Pariati, che
e
alla
si trovarono
sono
matori
primi rifor-
libro intorno
suo
conoscere
ebbe
giocoso. Né
dramma
fra i
contribuirono
che
coloro
tra
appena
gli spetta
secolo passato.
del
E
ME-TASTASIO
DEL
PRECURSORE
UN
opere
a
non
cui attesero
di Vienna.^
primo centenario della morte
del Metastasio, negl'innumerevoli periodici letterari
lodramma
d'Italia, videro la luce parecchi studi, intorno al medi qualai precursoridel poeta romano,
che
e
valore; tra ì quali ricordo di preferenzai publi1882, ricorrendo
Nel
cati
dalla
il Tommasini,
del
svolgimento
e
nega
come
'
dalla
trattò
Domenica
ampiamente
italiano, citando
l'infelice
onore
di
raria.^
lettedello
il Pariati,
combinarsi
nella
ogni valore
esempio « di
Cario
Calanti.
e
in Sidone
composizione àtW Alessandro
del Don
Quichote », tacendo il lavoro comune
poeti prima del soggiorno dello Zeno a Vienna;
Zeno
dei due
^
che
melodramma
«ch'ebbe
nota,
e
Antologia
Nuova
Ma
collo
il
Goldoni
Fase.
3
16
IX,
Aprile
libretti abborracciati
Venezia
Fratelli
Padova,
2
e
ai loro melodrammi,
1
Maggio
1882.
nel Secolo
Salmin,
1882.
1882,
p.
XVIII,
119.
se
li richiama
in
comune
di Ferdinando
da
UN
due
le
PRECURSORE
DEL
METASTASIO
rezza
poeti». Solo il Carducci con quella precisa sicudi giudizi sintetici,
che autorevole
in tutte
reca
riconobbe
l' ingegno e 1' opera
quistioniletterarie,
eiìfìcace del
Parlati, accordandosi
quando questi lo
annovera
Corte
scrivessero
di Vienna
del Carducci, Antonio
del
Pariati
che
«
tra i
in
ciò
collo Zeno,
miglioripoeti,che alla
drammi
musicali. E
prima
Foretti,gentilissimo
poeta, scrisse
sarebbe
le
desiderabile
sue
opere
fossero
più conosciute,poiché,avuto riguardo ai tempi
che visse, egli fu poeta di qualche grido ».^ E giustamente,
il Goldoni
lo pose terzo dopo il Metastasio
se
il nome
di lui, trent'anni
e lo Zeno, e
se
dopo che fu
tema
morto, ricordò al publico in una
commedia, senza
d'essere
Ma
frainteso
tacendo
di riuscire
o
di lui
o
oscuro.^
inesattamente
parlandone
le
novissime
di storia e di critica letteraria,dove
opere
avrebbe
dovuto
convenevole
trovare
posto, le
egli
notizie del
scarse
Tiraboschi, ch'eglistesso
più copiose e sicure, rimangono ancora
meglio sia stato scritto fra noi, intorno
de'
poeti italiani,che
nella
carica
precedettero lo
desiderava
di
quanto
al
Zeno
maggiore
e
il Metastasio
di
alla corte
primo poeta cesareo
di Vienna; non
giovando che a poco le arruffate notizie
del Quadrio e la menzione
che
fa l'Allacci
ne
nel mare
della sua
drammaturgia.
magno
In
libro
un
cultore
dei
del
nostri
in Italia da
1
Notizie
del
dottor
Landau,
Marco
studi, publicato a Vienna
buona
traduzione, ^ è
una
Biografiche in continuazione
Tiraboschi,
benemerito
Tomo
IV.
e
cenno
della Biblioteca
gato
divul-
del
nese
mode-
Reggio, Torregiani, 1835, Voi. IV,
414, in nota.
pag.
*
8
L'
La
Impresario delle Smirne,
letteratura
Atto
italiana alla corte
V,
scena
d'Austria
IL
del dottor
Marca
PRECURSORE
UN
Parlati ;
nulla
il Landau
ma
DEL
il Tiraboschi, anzi
notò
non
corresse;
quanto
a
giudizio di
ripetè senza
ne
scrittore,il
uno
per
aggiunse
poco
gli errori, che a
perciò chi tratti
anche
sorta
o
SIO
ASTA
MEI
sua
volta
il traduttore
del
Parlati
compie,
del
voto
meno
al-
tedesco, che
dotto
di maggior
di eccitare altri a fare opera
si propose
«
lena e completa », ^ e soddisfa al desiderio, che
stament
giu-
quando volle dello
rettificati parecchi giudizi e bramò
le notizie già
di più ampi particolari
accompagnate
recate
dall'egregio autore.^ Se non che il propriovoto
alla
anche
al Parlati
né
lo
privati mi
fecero
con
il
quale negli
recenti
anni
critici
dai
di
frequentemenzione
notizie
Signora Gustava
dalla
tradotta
trarre
che
poi
amore,
fu dato
e
lui,ma
e
archivi
da
documenti
Stein
Augusta
pire
comdotto
con-
publicì
curiosi,
Rebeccbini.
1880,
Aquila, R. Grossi,
i
^
sempre
termine
a
Landau,
giudizi rettificò,
adeguata ai meriti suoi.^
io, giudicando né inopportuno né inutile
dal Tiraboschi, l'ho
studio già cominciato
Onde
e
;
torno
in-
opera
nuova
sua
innanzi, dimenticato
pili,come
storici nostri, che
breve
nella
letteratura,e molti
nostra
intorno
fu
non
Landau
lo stesso
appagò
critico nostro,
un
espresse
scrittore straniero
Op,
cit. Prefazione
2
La
Domenica
2
Marco
nell'edizione
di
Gerold'
Vienna
Sohn,
s
1879.
achteehnten
*
Cfr.
compilate
;
C.
Manuale
—
Antonio
letteraria,A.
Geschiehte
Landau,
lahrundert.
Tavole
dai
7.
n.
Emil
professori Giuseppe
1889.
Letteratura
Belloni,
Il
—
Litteratur
cler italienischen
Alessandro
italiana.
Settecento.
Finzi
e
letteratura
Luigi
d'Ancona
Firenze,
im
1899.
Felber,
della
storico-bibliografiche
Loesclier,
della
Berlin,
I,
E.
italiana
Valmaggi,
e
Orazio
Barbèra,
Milano, Vallardi,
rino
To-
Bacci,
1893-'95.
1899.
6
UN
che
del
scritti
PKECURSORE
Parlati
la
narrano
METASTASIO
vita
Solevano
principalicittà
d'
di
Europa, perché ambiziosissimi
che
potenza
una
quando
il danaro. Nel qual caso
loro crediti inesigibili
;
dispendio faceva difetto
li pagavano
o assegnavano
di guisa che l'essere Ministro
Modena
il
era
essi
i
fra
neir insistere
di
essa
1
nei
già
Venturi,
il March.
a
archivi
Vienna,
di
2
il Prof.
di
Cesakk
Vincenzi
di
in cui
territorio
si trovava.
Campori,
cortesia
ogni
e
nelT
Dott.
Giuseppe
del
manoscritti
e
Vita
il Cav.
facilitate
archivio
Peri, che
Severo
di
nere
otte-
al
lora
qualità ai danni
gnante,
maritaggi alla casa re-
Giuseppe
con
Prof.
drammi
Biblioteca
trattavasi
particolare gratitudine il N. U.
privati
il Cav.
e
corti, pazienti
d'altra
compenso
nel cercar
con
quali ebbi
ringrazio
se
delle
rappresentare alle corti straniere
Ricordai
loro
posa,
le faccende
trattare
gli scogli
aumento
la necessità
o
dai
senza
meschino
principe,o alcun
patiti
; instancabili
nel
obli-
stipendio,erano
destrezza
con
Stato, schermendosi
qualche
alcun
che, quantunque
sventura,
una
di
^
per la corte o per la città. Eppure la
di costoro furono uomini, scrive il Cam-
o
maggior parte
pori, « che seppero
di
residente della corte
quattro o i sei cavalli necessari al loro
servi e livree,quali da pompa
quali da
avere
quali
e
delle volte
ricevessero
non
tenere
e
più
di far
anche
avevano,
non
non
lutto
gli
illustrano
ne
dena,
gli Estensi, dopo che furono ridotti in Morappresentanti stabili o temporari nelle
tenere
gati a
grado,
e
l'ingegno.'
e
pompa
tale
a
DEL
estense
i meriti
in-
non
Dott.
tista
G. Bat-
Autonio
pelli,
Cap-
le
prime
ricerche
di
Modena.
E
Ferrari, che
curò
mi
premurosamente
Parlati, esistenti
a
ora
indagini
diede
Milano
tizie
no-
nella
Brera.
Campori,
e
Memorie
nipoti,
pag.
patrie storiche
246.
e
Modena,
biografiche.
8
UN
il duca
DEL
PRECURSORE
di accertarsi
quale
METASTASIO
voci, circa la successione
e
le brighe di
il duca
che
viveva
ministri,e all'occasione
ambasciatori
Kesidenti
in sospetto de' suoi
sempre
si tratteneva
dal mandare
non
straordinari
naturalmente
mostrare
aperta
Kangone
andò
per
Madrid
aveva
un
aperto, che
forte
carattere
Il Dini, appena
volevano
statura
nel
parlare pronto e sicuro tradiva
violento, e ingegno non
comune.
avviso che il Rangone era giunto
e
ebbe
le
padrone, seguendo
comandi
al
Onde
due
con
casa,
istruzioni
lui inviati dal duca.
a
i
lora
tempi,alpiccolo, d'aspetto
ad incontrare
presso Madrid, lo andò
sei e lo condusse
ricevette in sua
e
fece
il
segretario particolare,
seco,
come
anni, di
sui trentadue
e
di
curante
non
;
ai
ingiuriosa diffidenza. ^ Quando
e
a
affari che
trattare
spettavano
il Parlati ; abate,
fiero
di
Spagna, che allora
erano
Italia,dove non
ignoti i maneggi
Francia, d'Austria,d'Olanda e d'Inghilterra;
in
correvano
verse
le di-
fondamento
avessero
tiri
di cui
lo
obbedendo
e
a
ai
nella lettera che
di quelsignore il ventotto novembre
r anno,
potè scrivere eh' egli usò, non solo al marchese
tutti del seguito ogni cortesia, come
a
Rangone, ma
fossero tutti suoi fratelli « ed in particolarea Pietro
se
Parlati con
poiché publicò subito essere
distinzione,
tolto
egli segretario attuale » del duca, e che lo aveva
il
in Ispagna.^ Appena
da un
collegioper mandarlo
poi spedi
suo
ebbe
Parlati
modenese
ne
uscirono
Cominciò
riati
ciò
1
Campori,
2
Tutto
derivo
dichiaro
lettore
con
op.
quanto
da
piede
messo
dal
una
la
tosto
minacciare
del
casa
Residente
la pace consueta.
i servi del ministro
quiete e
cit.
qui affermo
documenti
richiami
nella
volta
e
affermerò
esistenti
per
troppo
tutte,
più innanzi
negli archivi
al
frequenti.
fine di
non
che
ho
del
Pa-
detto;
interrompere
e
il
PRECUESORE
UN
traendo,
9
METASTASIO
DEL
alcun
la spada alla presenza
rispetto,
del Dini e del Rangone; rifiutò d'andare
in chiesa a
soddisfare al precetto pasquale, con
scandalo
grave
d'essere publicamente scomunicato, e solo vi s'indusse
del Rangone, aspettando però l'ultimo
per le minacce
le
giorno. Intraprese amoreggiamenti e intrighi con
cameriere
la notte
di
Dini, tentando
e la figlia del
le stanze.
Un
entrarne
giorno, trovandosi col Rangone
in casa
di Portogallo, disse in alta voce,
dell' Inviato
alla presenza
di tutta la famiglia di lui,del Marchese
di molti gentiluomini, che gli spagnuoli erano
e
cosi
scellerati che avevano
avvelenata
la regina defunta, e
che,
senza
Cristo fosse tornato
se
crocifisso
accompagnato
braverie
di
nuovo.
da
un
alcuni
alla
promessi
cui
e
li offri
regina
egli
Chi
si
al
sei mesi
in parte
a
a
tercett
giunse persino a in-
dal
estense
duca
di dedica.
sonetto
un
aveva
Rinaldo, nel
Né
ciò è tutto.
d' anedoti
dare
la
«le
e
temerità
»
i
idea
di
viva
di lui
documenti,
prima
diciamo
dicembre
e
la
sua
tanto
non
Parlati
che
casa,
per
sfare
soddi-
quanto perché
vono
ser-
quegli uomini e di que' tempi ; e
la figura del Nostro, ch'ebbe
zarra
bizsolo dalla
d'avventuriere, domata
lettere
dal
commesse
curiosità del momento,
una
Alle
nel
come
riporto fra
natura
e
far
a
presentati per omaggio ;
compagnand
proprio dono alla regina, ac-
continui, contro
perché n'esce
duca
e
e
può leggere le relazioni del
le scelletutte
«
duca, nelle quali gli narra
piace
raggini, infamità
per
;
ottenuti
e
divertimenti
il ministro
che
armato
essere
stesso
d'
notte, usciva
di Madrid
minuetti
essi lo avrebbero
mondo,
a' suoi
moro
le dovevano
nome
Dini
La
le strade
per
al
del
volta
che
Dini
ai 17
circa
al
Parlati, rispose il
di ottobre
medesimo
queste
con
Parlati è prigione
dell'anno
tura.
sven-
come
alla
merita
relazione
role:
pa»;
in-
10
UN
viatagli dallo
a
«
due
abbiamo
passato ; in
delli ventotto
in data
ambe
più precise
informazioni
con
Nostro, riscriveva:
del
carico
Dini,
stesso
METASTASIO
DEL
PKECURSORE
tere
let-
sue
delle
una
del
le cose
distinto sopra
il racconto
quali abbiamo
Parlati, il quale continua in prigione nella cittadella
Le
avvenuto?
morie
meintanto
Che
era
».
qui di Modena
del Ronchi, possedute dal marchese
manoscritte
di Spagna
questo. Appena tornato
Campori, narrano
ai quattro di ottobre,
ma
e
di
carceri
quattordicidello
in
lo condussero
che
ostante
non
Parlati
suddetto
del
amore
«
mostrasse
ciò fu per le istanze fatte
Madrid,
di lui Residente
a
e
Dini,
P. Paolo
da
e
sua,
casa
a
Palazzo,
chierico,
d'esser
stesso
;
pochi giorni dopo, il bargello
sbirragliaandarono
la
nelle
d'
licenziato dal servizio del Rangone
fu tosto
il Parlati
con
fu
mese
causa
11
prigioni
nelle
tratto
a
S. A.
figlia».
sua
una
a
fortezza.
Ecco
fu
l'anno, in che
accertato
posto in
carcere,
cagioni della prigioniadi lui,che
volle
il Tiraboschi
ignorò, o più probabilmente non
dere,
offendire, tacendo pure del viaggio a Madrid, per non
togliendolodall'oblio,il suo serenissimo signore.
chiarite
(1697) e
Lo
che
Landau,
stesso
«
suo
sovrano,
per
nel
1700,
Nacque
il 26
di
Giovanni
sua
;
disgrazia del
lo fece
e
dal
uscire
liberazione
oscuro
egli da
di
Op. cit.,Vienna;
G.
1665,
Reggio rilevo ch'ebbe
Pariati
Battista
Nasceva
•
»
dell'anno
marzo
di
del battistero
nome
la
mentre
in
venne
avvenne
innanzi.^
l'anno
il
Rinaldo
il Duca
notizia certa, scrisse
ebbe
non
cagioni ignote finora
che
carcere
le
un
e
chivio
nell'ar-
per
Lucrezia
per madre
valoroso
soldato, che
Battista
Gerold's
e
Sohn,
Pariati
1879.
si cela
padre
retta.
Carsotto
quel
PRECUESORE
UN
di
Mercurio
gli atti di coraggio
al soldo
delle
e
secondo
il gusto
tempo:
di
con
epitalamiche
Parlati reggiano
faci
Le
«
Giovanni
nell'una
dottorale
plauso
pate
poesie, stam-
vi ottenne
onorarlo, col titolo strano,
ad
di Pietro
erudite
nozze
la laurea
con
del
dove
delle
studio
allo
raccolta
una
quella occasione
per
1687
Keggio,
I. In
Francesco
nel
leggi, e
nel
litando
valore, compiti mi-
di
e
fiorenti,attese
dottorale. In
la laurea
nelle
del duca
scuole
erano
lettere
Siri narrò
Belleville,di cui Vittorio
Monsieur
allora
U
METASTASIO
DEL
nell'altra legge
e
»
è
poeta erudito e arguto filosofo ». Ma le
faci epitalamichearsero
dite
eruinvano, che le sue nozze
lodato
«
come
fatalità
sembra
come
di
quasi
giogo delle leggi, si diede
si
1695
Come
che
«
Duca
Einaldo
«
questi Stati
per
di Kubiera
del
notizie
breve
non
secolo
incerte
».
e
sovrano,
».
il governatore
di
affermando
Venezia
a
dopo
dati
teneva
più
sicuri
e
l'ufficio di
Modena;
la
e
sua
essere
fortezza
il principio
verso
«
sostituire
cosa
perciò
dovette
che
prigionieronella
È agevol
1695, egli
e
corrono
disgrazia del
in
E li abbandonò
tempo
confuse
indaga,
ei cadde
», ricoverandosi
Nell'anno
presso
naturai
suo
dal 1687
che
né
sa
non
quel tempo
verso
abbandonar
stato
già nel
liane
liriche ita-
per alcune
gli anni
egli occupasse
1700, il Tiraboschi
solo
alle lettere,e
nome
il
poeti,scosso
latine.
e
al
tutti i
tutto
acquistato bel
era
infeconde; perché,
furono
dottorale
la laurea
con
a
queste
precisi.
segretario
famiglia,
rimasta
vedova, di due sorelle
composta della madre
in gravi
nubili, e di un fratello intagliatore,viveva
strettezze, benché
soccorsa
fatto alla madre
il duca
molte
azioni
tutte
e
onorate
le campagne
corse
da
un
Francesco
compiute
sotto il suo
assegno
I, per
dal
che
causa
aveva
delle
Belleville, « in
servizio »; assegno
12
UN
del
PRECURSORE
che
resto
fece si che
lettera
fosse tolta
del
a
accertare
viveva
si vede
Madrid,
a
grazia
di
ben
sicuramente
Parlati
oppressionie
padre Bologna,
donna
la misera
povera
di quell'anno stesso è una
»
lo prega della
madre.
Non
ho
quale
a
sua
in gravi strettezze.
nuovo
che, quand'anche
preghiere,ritornò
il pane
quelle calde supplicazionivalessero
del duca, ma
nell'anno 1698 la povera
se
piegare l'animo
che
e
assicurato
certo
al duca, nella
d'essa
«
vedova
alla
viveva;
Nostro
continuazione
potuto
gesuita, un
un
di che
pensione
METASTASIO
nell' averle
tutto
era
quotidiano. Ma
DEL
al
tosto
dalla
che
il duca
ceduto
avesse
alle
proposito di prima,
mala
condotta
dubbio
senza
Per
delle persecuzioni che
fu
dottovi
in-
tenuta
dal
e
delle
causa
poi nel
soffrirono
tempo della prigioniadi lui il fratello,le sorelle e la
madre, la quale fini di vivere o meglio di morire prima
del
1700.
scritta
Questo risulta
da
una
lettera
Parlati
del
in
quell'anno da Venezia; lettera commoventissima, dove è un quadro assai doloroso delle miserie
madre.
l'anno
patite da sua
Appena tornato di Spagna nel1697, fu,
ho
come
cittadella di Modena,
morto
era
dove
detto, tenuto
prigione
cinquanta anni
innanzi
stata
che
fatale. Se
il
non
Testi,a cui pure la Spagna
rlati
che, sapendosi dallo stesso Pa-
fratello fu oppresso,
povero
perseguitate le sorelle innocenti, dissipatala
«terminata
duca
rileva
suo
la casa,
madre,
ire in
era
altro poeta, Fulvio
un
povera
nella
suo
nel
che
suoi
1698,
per
fatta morire
di puro
la domanda
naturale
nasce
danno?
di
e
Da
mentre
quelle
una
era
accuse
ingannare
eh' ebbe
famiglia,
affanno
: a
la
sua
che tante
supplica diretta da lui
in prigione a Eubiera,
si valsero
Sua
i numerosi
Altezza,
ma
che
al
si
mici
ne-
altre
ragioni furono da eccitarglicontro tant'odio. Poiché,
essendo
in Ispagna, ebbe la disgrazia di scoprireche
PRECURSORE
UN
si teneva
da
di
rilevanti
negozi
di Modena,
Madrid
continuo
commercio
gelosia i principalied
premunirsi,egli scrive,ordiron
onde
tela
iniquissimoassassinamento
un
abusata
venne
«
per
inganno inescusabile
un
delle
loro
maestà
la
del duca, di cui
innocente,
de' suoi
i
lui stesso, ed
a
alla mente
»
la credulità
la sacrosanta
e
cosi in
complici, «
di
di lettere
personaggi ragguardevolissimi
con
ponendo
13
METASTASIO
DEL
sdegni
fatta
e
sovrani
servire
allo
sfogo
nella sventura
gli
passioni».
Il marchese
fu amico
che
Eangone,
anche
costante, apprezzandone
tentò
più volte
l'ingegno,
sommamente
di alleviare
la
sciagura
e
sua,
si rivolse per lettere al Dini, cercando
di commoverne
il cuore,
anche
dre
deplorevolidella maper le condizioni
e delle sorelle di lui; ma
inutilmente, che l'Inviato
estense
Madrid
a
le passate
ch'io
che
mie
rispondeva: «
gli ho
compatisca
è degno
non
è stato.
Io
per
la
detti
me
Iddio
ne
tronfio
del
Madrid,
non
Eangone
non
lo faccia diverso
fortuna
Durante
gli venne
di che
desinare
la
con
una
esser
non
sciuto
cono-
il Dini^
alla corte
estense
di
sale, ed
avesse
tavola, quando
a
era
solo.
cittadella
di
Modena
impedita qualsiasi discolpa;
mezzo
volte
fieramente
si dolse nelle
delle quali dichiarò
fu calunniata
le
per
prigionia nella
ogni
egli più
in
altro
già lui
quello
voglio
perdonare che il segretario del
sapeva
si alzasse da sedere
né si togliesse il
egli passava
preteso gli tenesse compagnia
a
da
Evidentemente
».
cappello mentre
costretto
più
con
ancor
sorelle; non
e
di ministro
grado
suo
il Parlati,
sentimenti
fuori, né
sono
di lui, poiché è gran
da simil sorta di gente
sapere
i miei
madre
sua
che
circa
da
«
che
la
chi volle premunirsi
oppressione da quelle mortificazioni
che
sua
con
meritava
tere,
let-
sue
cenza
innola
e
sua
che
14
PRECURSORE
UN
gli fu
ebinsa
la bocca
METASTASIO
DEL
col
seppelirlovivo ». E neppure
in carcere
ebbe
egli scrive, in tutto
pace, che, come
il tempo
che
fu prigioniero a Modena
placabi
i suoi « imavversari mantennero
potentie politici
sempre
al fianco de' suoi traditi congiunti e di lui miserabile,
le quali continuamente
biate
di arrabcon
persone
biglietti
minacce
di lusinghiere speranze
o
impedivano
che
facesse
penetrare
loro imposture
Ed
la
e
avendo
al Duca
le manifeste
di averlo
politicaragione
il Duca
delle
prove
nato
assassi-
manifestata
zione
qualche intenil Parlati, i nemici di lui raddopbenigna verso
piarono
le calunnie
e la crudeltà, piegandone alle loro
insidie malvage l'animo fiacco;sicché quando il Nostro
almeno
si aspettava d'essere
ammesso
a una
discolpa
ch'egli confessava, chiamandoli:
per que'traviamenti
di gioventù e poco
"c leggerezze d'impazienza,trascorsi
chi lo strappazzava lividamente
rispetto verso
», fu
».
«
strascinato
che
meno
assegnata
come
nudo
un
nella
sicario
prigione,in
una
continuo;
ma
aria più salubre
essa
e
Eubiera
di
rocca
cui
catene,
Ivi
».
trattato
venne
il beneficio
aveva
delle
sincera
di
carico
era
fu
gli
gore
ri-
con
della
altre, ed
poco
luce,
stanza
abba-
spaziosa da permettergli « di esercitarsi con
stanza
quattro passi»; talché, vedendosi
posto in una
di
tollerabile e provveduto dell'assegno per vivere
venticinque bolognini al giorno, a lui disgraziato
parve
ricchezza
quella miseria, fortuna quella sciagura,perdono
Questa prigione
quasi quella si crudele condanna.
per
aveva
le
meno
essere
ricevuto
pareti di
addolorato
perduta. Di
il
versi
nome
dell'altre
Cortese
di
italiani
e
funesta
;
ed
e
mortifera
egli ne
latini, sfogando l'animo
dell'
oppressione ingiusta e della
queste poesie alcune ai leggevano
sul finire del secolo scorso,
scrisse
ed
io le
publicoin
liliertà
ancora
fin del
16
PRECUKSORE
UN
sfortunatamente
ma
METASTASIO
disgraziato nella
delle idee
ritornato
DEL
di V.
nella
S.
A.
superiore
ligenza
intel-
Egli chiedeva
».
d'
sere
es-
di
prima, lo chiedeva per
carità trovandosi
bolissi
prostrato dell'animo, di naturale deangustiato da patimenti d' ogni maniera
e
da febre quotidiana. Eppure in tanta miseria
oppresso
di pregare
dimenticava
affinché gli fosse connon
cesso
qualche
del
nella
rocca,
perciò
di
termina
di
e
che
del Duca
che
del
per
che
venisse
Forno
pel
di
ne
se
tento,
con-
posto al
esser
seco
voce
anche
commosse
1699
scriveva
pericolo di
del
la
moria
me-
vivente,
cosi
ostante
al
il Santi,
ministro
prossima
una
debole
da
non
ch'eglifacesse
il materasso
volta per settimana
allora permise
dall' umidità
Il Duca
».
una
in
tramutato
gran
star
e
del
degli infelici ». Ma 1'animo
onde il Nostro
a quelle preghiere,
maggio
29
al sole
asciugarlo
era
trasportato,
deplorabileper aver
lontana
da ogni
disperazione;
avvertendolo
metterne
esservi
chiuso
nome
disgrazia,giacché il Pariati era
poter più reggersi in piedi,non
«
prigione più
l'avevano
carità
menza
cle-
in questa
piuttostomorendo
d'essere sepoltonella carcere
detta
fieramente, e
in data
di
tema
un'altra
della
di vivere
fu sordo anche
ammalò
in che
potesse per
travagliosa stanza
Duca
che
supplica dichiarando
non
tomba,
penosa
la Carandina,
della
quella
la
prima, «
che, dubitando
non
sapendo
e
egli ebbe
quando
luogo
libro. Se
Duca
terribile assai
carcere
caldo
un' altra
che
vi
si
prigione, detta
il
soffriva, essendo
anche,
esposta a meriggio e piccolissima
; e concesse
frate di San Francesco
al bisogno, fosse chiamato
un
per
confessarlo. Il bisogno
da lui si chiamava
dello
scrisse
stato
al Duca
era
presente, il frate che si recò
Giovanni
Francesco
deplorevole
raccomandando
in
che
Salvioli ; impietosito
trovò il Nostro
il povero
infermo.
In
PRECUKSORE
UN
febre
la
tanto
che da
visitato,che
aveva
si
non
Duca; perciò il Santi,
di
ancora
Serenissima
bisogna andarvi
aggiungeva, «
col lume
è ben
ma
poteva
reggere
stesso
e
commosso
alla fine da
che
dal
Kangone,
il Parlati
del
data
e
restare
6 di
cosi
che è sutta »,
stretta », che assolutamente
avrebbe
d'altra
marcire
a
in
sventure
ordinasse
potuto
parte lo
dov' era,
quella carcere,
d* ogni luce. Pare
tante
Sua
prigioneche
una
vi
non
e
di li
fosse trasportato a
trovato
aver
e
avvertiva
vero
debolezza;
priva affatto
\Ay.stretta
istanze
cosi calda
rinserrato
essere
è
è
acceso;
per la grande
Parlati desiderava
piuttostoche
lo
senza
il Forno
il Nostro
credeva
medico
del
permesso
scrivendogliintorno al disegno
che
«
travagliava,
nessun
nella prigionedel Forno,
trasportarlo
Altezza
d'
lo
lungo tempo
più fiera,e
vie
continuava
si
17
METASTASIO
DEL
a
ancora
che il duca,
dalle
indotto
poco
al
Santi
Modena,
perché in
scriveva
giugno questi,rispondendogli,
il Parlati
quella mattina cosi peggiorato
da
stremo,
che
dubitare
allora
potesse
resistere al
viaggio; e chiedeva che Sua Altezza si
contentasse
gli facesse lasciare aperto l'uscio della
in un
rato,
prigione,che metteva
piccolo andito ben serlasciando
a
medico
duca
medesimo
la necessità di
Duca
tosto
nel
sentimenti
intravedere
tempo
visita medica.
una
più miti,permise che
E
al
il Duca,
Francesco
nuto
ve-
Dosio,
delle
carceri,lo visitasse;di che il Santi diede
notizia a Sua Altezza, inviandogli pure la relazione
della
visita
ordinò
che
seguita,scritta
dal
Dosio. Allora
il Parlati
potesse reggere
Modena.
Il 12 agosto
appena
il
al
di
viaggio fosse ricondotto a
il Santi consegnava
al capitanoLudovico,
queir anno
Barigello di Modena, il Parlati, conforme
agli ordini
ricevuti,avvisando
al Nostro
Campanini
che
la lista dei
recava
la
somma
medicamenti
ministrati
som-
di lire ventotto.
2
18
UN
PRECURSORE
DEL
METASTASIO
tadella
rinchiuso « nella citquel g-iornoil Pariatì venne
di Modena, con
facoltà di andare
della
per la cittain luoghi però non
ha
da
essere
sospetti; ma
che non
guardato in modo
o
non
esca
fugga ». Fu
questo il preludio della sua
liberazione,che ottenne
di quell'anno stesso, quantunque
piena nel novembre
in forma ignominiosa, secondo
egli scrive, « essendogli
stato ingiunto di partireimmediatamente
dagli stati
di S. A. », non
il male
che l'opprimeva,e senza
ostante
minimo
bolezza
riguaVdo al decoro del suo carattere e alla dedella sua
complessione.Questo per impedirgli
che « non
esprimesse al giustissimo giudicio di S. A.
E
in
le
sue
incontrastabili
Nei
tre
di Modena
di
nome
mesi
ragioni
».
eh' egli stette
conobbe
Giacomo
e
prigionenella
strinse relazione
con
un
cittadella
sacerdote
Botti, col quale più volte trovò
d'intrattenersi,benché
modo
cisa.
proibizionereivi in custodia perché sospettato di
Il Botti era
aver
trafugate alcune pietrepreziose,di proprietàdella
di Modena, nel tempo ch'egli era amministratore
corte
degli interessi del Duca a Venezia ; pietreprezioseche
in gravissime strettezze, aveva
S. A., versando
gnate
impe-
e
su
presso Gian
cui i numerosi
falli dolosamente,
ne
Battista
avesse
avuta
Piatti negoziante veneziano,
creditori del Piatti,che di 11 a
avevano
posto
poco
e
sequestro. Come
il Botti d'aver sottratte queste
quando venisse accusato
pietre preziose,e per qual raggiro fosse cosi punito,
Botti
non
dirò, poco importando all'argomento; mail
innocente, anch' egli giaceva là vittima di nemici
era
disonesti
il
potenti,che a loro vantaggio avevano
rato
opeciò di cui esso
incolpavano.Questo bastò perché
sentire cae
valleresco,
Parlati, il quale ebbe auimo
generoso
ostante
non
ricolo
peper tal guisa corresse
di perdere nuovamente
la libertà che gli era
e
—
PEECURSORE
UN
stata
promessa,
della
sua
difesa
; e
DEL
accordando
sventura,
lui
da
udire
volesse
—
19
METASTASIO
seco
il racconto
utile di
modo
un
perché gli promettesse assistenza e protezione
fosse riparatoa Venezia,
Vi giunse il 27 di
appena
novembre
(1699) dopo di essersi fermato alcuni giorni
a
Bologna.
Avevano
egli e il Botti stabilito di far pervenire
da
Venezia
quale il Duca
di
doveva
cui il Botti
ricevuta
Venezia
a
di
protesta
lui;
la
pensi che niun
fargli pervenire
si
ove
per
del
innocenza
Botti, e provocare
il Parlati
Ma
Venezia
mutò
l'amico.
La
fu
di
Duca, per
e
per tener
fu
nemici
a
non
autore
e
una
finzione
essi
migliore
intorno
alla
quella giustizia,
avrebbero
dita.
impe-
ottenere
e
la promessa,
di
al modo
attenne
Venezia, e
sospettato lui
indurlo
scusabile
nemici
sostenute
aveva
pretestia'
nuovi
non
lettera tuttavia
Senatori
alcuni
i loro
consiglio circa
il Parlati
al Duca
altra via pareva
ad
informazioni
esatte
altrimenti
che
impressione triste
della ingiusta prigionia
prepotenza;
sua
la
con
dell'intrigo
si
per la notizia
fosse quasi una
accusa
e
contro
veneziana,
informato
essere
vittima, si della
era
scritta da
cieca, in apparenza
maggiorenti della nobiltà
dei
uno
lettera
una
perché a
soccorrere
speditada altri;e
le ragioni del Botti
il Duca
della
n'
era
stato
lettera.
Da
ché
percon
vertito,
av-
ciò
suoi per alimentare
le ire del
torno
concedergli la grazia del ri-
prigione il fratello
di lui. Né
gli valse
zione
informal'inviare una
protestarsiinnocente, non
imparziale e minuta intorno agli affari,ne' quali
s' era
trovato
chese
impegnato il Botti,non gli uifici del marEangone, non
quellidel conte Giovanni Galvani
segretarioe consiglieredi Stato del duca di Modena.
Egli lo supplicava « a degnarsi per atto di carità^e
il
per
ufficio del
di lui ministero
di
ottenerglila grazia
20
di
PRECURSORE
UN
DEL
METASTASIO
Modena
fare
e
giustificarsi
comparire agli occhi del Duca e del mondo le ragioni
della sua
cose
innocenza, obligandosi, ove
esponesse
potere ritornare
vane
mendaci,
e
di S. A.
la cortina
S.
del
a
renderne
a
».
per
Ma, per
al
nume,
umiltà, gli rimase
colla vita all'autorità
conto
usare
quale
chiusa
in
una
espressione,
sua
ricorso
era
faccia.
E
tanta
con
fu
neppure
ascoltato
del
fratello Giuseppe,
quando, per mezzo
dal Duca
la grazia di rifece l'anno
dopo pregare
da
patriare,promettendo di operare in tutto da uomo
di qualdi avere
«
bene, e adducendo
bisogno estremo
che
sollievo in mantenimento
né
»;
tosto
Venezia
illustri amicizie
i
Duca
miglia
della fa-
rimanente
quando nel 1704 replicò egli stesso le
impetrare il ritorno.
visse fra le rose, benché stringesse
non
suppliche per
A
del
Foscari,
di Mantova
e
e
stiniani,
coi Fosearini, i Cornaro, i Giudi
commercio
avesse
colla
regina
lettere
Polonia.
di
col
Povera
in canna,
scrisse per vivere, e pur
di assiduo e vario lavoro si trovava
dopo cinque anni
sognoso
più che mai bid'aiuto, tanto che Apostolo Zeno, che aveva
l' incarico dal Signor Federico
Piantanida
dì
accettato
Milano
di scrivere qualche dramma
per lui,si associò
nell'operail Parlati,affinché potesse trarne alcun guadagno.
E
marzo
a
di ciò scriveva
del 1707, nel modo
di lei sola
che
segue
istanza quest'anno ho
della mia
di
lo Zeno
penna
comandarmi,
in tutto
ora
al
:
Piantanida, nel
«
Ella ben
impiegato
ciò che
i
che
le debolezze
si è
Ella
aggiustando
sa
già
piaciuta
com-
fatti
componendone di nuovi ed ultimamente
anche
meco
impiegando il Signor Parlati a concorrere
denza
in servirla
Oltre ciò le aggiungo con
tutta confiè qui forestiero e basta
che il Signor Parlati
conoscerlo letterato,per sapere
ch'eglinon è tanto fadrammi,
ora
21
METASTASIO
DEL
PRECURSORE
UN
con
bisognevole di mantenersi
quel tanto che si guadagna co' suoi sudori, si assicuri
darlo
incomosarebbe
un
che il differirglielo
V. S. Ill.ma
essendo
coltoso; onde
il Parlati
Venezia
;
anzi
legarono,
farlo credere
di
molti
a
discorre
in
per desiderio
tasse
invilo Zeno
egli aveva
lo
1703
onde
dando
e
ebbe
si
tosto
e
al
destinato
si bello da
Della
qual
mico,
all'a-
merito
ogni
cosa
di
lettera, diretta nel settembre
una
a
segreto
parve
dello Zeno.
opera
giunto
era
suo,
che
dramma
marlo
sti-
a
preso
che
dramma
un
la lode
questi,restituendo
lui,
anni
nel
il Parlati
giudice
;
e
la dimestichezza,
regio di Milano;
teatro
seco
primi
fu tanta
che
confidente
nei
amarlo
ad
e
scriver
a
di
povertà
la
di alleviare
amoroso
soltanto
allora
che
si creda
Né
».
l'opera
generale Visconti, e scrive : « quanto aldel Begnero, composta
per l'anno passato, di
già avrà inteso dalle lettere del signor Parlati ch'ella
quell'anno
è
al
componimento
vi
non
sono
felice della
in
che
concorso,
sua
e
penna
approvarla
che
in altro
di
degna
ben
rono
comparire sul regio teatro di Milano. » Anzi cominciain quell'anno medesimo
a scrìvere in compagnia;
del 1705, fu apal teatro di S. Angelo, nell' inverno
€
V Artaserse, che i due amici
plauditissirao
composero
insieme. Quindi sul teatro di S. Cassiano, che nel 1637
drammi
lo spettacolo de' pubblici meloinaugurò a Venezia
nedetto
di un
altro reggiano, di BeV Andromeda
con
della
Ferrari
1
pag.
301
:
«
Claudio
allorché
Venezia
e
Le
Akteaga,
prima
teatro
in
di
S.
pubblico
Ferrari
t".
Maestro
Cassiano
e
dal
Catalogo
colla
italiano,
mus.
l'opera
de'Dogi, poi
per
musica
di Antonio
la
prima
e
la
in
I,
musica
in
simo
nell'antichisvolta
poesia
Groppo
P.
Repubblica,
Serenissima
della
veduta
L' Andromeda
E
teat.
ne' conviti
fu
successiva-
comparvero
introdusse
Mouteverde
palazzi
^
del
rivoluzioni
divenne
ne' nrivati
Tiorba,
rilevo
rire
compadi
detto
Bene-
che
ne-
22
DEL
PRECURSOKE
UN
METASTASIO
(1705) VAtnbleto
(1706) la Statira
Olihrio
Anicio
(1706) YAnfitrione (1707) il Flavio
(1708) il Falso Tiberino
(1709) VEn(1708)VAstarto
gelberfa (1709) il Sesostri (1710)e il Costantino (1711).
VAntioco
mente,
Cosi il Pariati
lo Zeno
e
già dallo
Zeno
i drammi
mostruosi
freno
dai
continuarono
iniziata
qualche
questi compose
fu
Severo, che
L'aiuto
valido
Zeno, riceve
E
non
tutto
secolo
un
da
andò
Vienna
a
1714^
poeta
solo,V uilessandro-
dramma
un
nel
Venezia
del
rappresentato nell' inverno
del Pariati, più volte confessato
questo fatto
per
dimenticanza
per
conferma
una
ho
di
intralasciato
1717.
dallo'
più.^
di
citare
dramma
la Svanvita,
rappresentato nel teatro regio
fa
1707, tra i lavori comuni, come
l'anno
di Milano
contro
del Rinuccini,
partenza del Pariati
sino all'anno 1718, in cui lo Zeno
di corte,
lotta^
verisimiglianza o
scritti per
la
Dopo
la
innanzi,
anno
strani, senza
e
d'arte, quali furono
successori
insieme
il Tiraboschi.
Il quale,
fu stampato
perché questo dramma
Milano
nel 1707 come
a
proprio del solo Pariati,
perché si legge quale opera del solo Zeno nel tomo
e
settimo
fatto
delle
Poesie
sue
insieme,
drammatiche,
pensò che
e
d'esso
lo ritenne
intendesse
lavoro
parlare lo
Zeno, nella lettera al Piantanida, che in parte io pure
ho
riferita. Ma
del
opera
gli
anni
e
1
e
da
1637
la
altri, e
dall'anno
Fulminata
Groppo
di
in
».
cui
sin
In
per
i due
le
musica
recitati
all'anno
Venezia
le
presente
appresso
egli
V Andromeda
drammi
divulgate
incerte,
principio
dere
cre-
Ferrari.
le date
ebbero
farlo
a
infatti avrebbe
Benedetto
completano
affermano
de' medesimi,
Antonio
che
tutti i drammi
1637,
concorre
rappresentati
furono
notìzie
ne
tutto
solo Pariati. Come
1638
Maga
Queste
di
e
verità
per
ho
nei
dal
desunte
Teatri
pubbliche
1743, posto
Antonio
Tiraboschi
dal
di
«
logo
Cata-
Venezia
zioni
rappresentain
Groppo.
luce
da
24
PRECURSOEE
UN
invece
mentre
Alcuni
dei
del
scene
teatri veneziani,
la
prima rappresentazione. Cosi
successo
nel
1742
del Carcani,
fu
musicata
S.
Angelo
al San
pure
al S. Cassiano
e
di
perché
il
Venezia,
VAntioco;
e
la musica
con
al
rappresentata
in
può spiegare
molti
rimase
che
la menzione
e
ciò
e
Parlati
del
nome
al S. Angelo
trentaquattro anni prima.
il Flavio
Anicio
Olibrio, il
ebbero
fortuna
con
Engelherta riapparve nel 1743
del Paganelli; il Gamusica
sparini
musicata
aveva
Costantino
la
con
ebbe
Gasparininel 1706,
dall' Albinoni,
nuovo
dopo
che
applaudito
dal
su
del 1706
nel 1743
Statira, musicata
La
volte
anni
YAmbleto,
Gasparini, fu
Cassiano
Uguale
altri molti
e
nell' inverno
nel 1730. E \
r
Nostro,
al S. Cassiano
del
la musica
di
trovano
riapparvero più
le
gran
si
parecchie
ma
una,
gli altri drammi
di questi drammi
tutti
quasi
non
METASTASIO
DEL
fece
anni
parte
vivo
di lui il Goldoni
a
nel-
ho già
Impresario delle Smirne, ricordandolo, come
una
detto, insieme col Metastasio e collo Zeno. Anche
tragedia in prosa intitolata Griselda, composta dal
r
Parlati
dallo Zeno
e
il Goldoni
1
di
La
«
in
Nulla
sostanza
facendovi
a
molte
Torino
stampata
ho
in
esserne
seguitando
non
nel
1777
con
una
sommo
stato
Mi
con
variazioni
da
Guibert
l'autore
i
fui
prosa,
e
da
accinsi
la
lui
e
Orgens,
ero
di
di mia
di
piacere
a
del
delle
su
altro
Parlati
in
pagnia
com-
la
contentar
dramma,
mie
opere
Griselda
pertinenza,
metterla
occupato
composta
stesso
plagi, protesto adesso
».
zione
rappresenta-
mi
questa
tragedia
una
incaricato
Nell'edizione
essa
aveva
Griselda
con
D'
la sua
precisione gli autori
composizione
orrore
appunto
più facile, giacché
l'opera
Zeno.
memorie.^
sue
era
Venezia,
a
che
era
di Apostolo
romana,
di
me
soggetto
non
in
essendo
in versi dal Goldoni,
11 Goldoni,
ed
Griselda,
ma
per
stesso
questo
nelle
signora Collucci,scrive
Parlati, intitolata
versi.
poi
messa
ricorda
stesso
favorita;
iu
e
ma
solennemente
anzi
fatta
si trova
siccome
di non
ho
non
altre notizie;
trovato
ai lavori, comuni
che
furono
lettere
Venezia
a
del
Vienna
da
fu mai
non
stampata,
neppure
ai due
poeti,scritti
non
Vienna;
a
e
loro, non
opere
nel 1777
a
tenere
appar-
nel tempo
giacché
dello Zeno,
rappresentata
se
debba
credo
ma
Parlati
delle
frequente discorso
Certo
e
25
METASTASIO
DEL
PRECUESORE
UN
ove
è assai
è fatta parola.
ne
Venezia,
fu compresa
nelle
forse
e
per lavoro
del Goldoni.
nell'edizione torinese delle opere
originale'
Quando il Parlati giunse a Venezia, negli ultimi
rovina,
a
giorni del secolo xvii, la Kepubblica correva
lieta e, in apparenza
almeno, felice. I nobili, giacché
si
erano
del
la metà
verso
che
li
forza
la
maggior
più da quel
fu sempre
corrotti assai
nobiltà
nella
secolo, ad
di Venezia,
ch'erano
la
de
Amelot
apparsi,
Houssaye,
dette,
dipinse ingrati,ingannatori, crudeli nelle vensobrii per avarizia, bugiardi, timidi, superstiziosi,
assidui delle vittorie
vantatori
de' benefizi,della lor falsa
^
bisogna
Pure, secondo
il
all'Amelot
credere
antiche, delle
bravura
zie
gra-
solutezz
delle loro dis-
e
consigliodello Chasles, non
tutto
che
il male
di essi
stigio
più gran parte; infatti,qualche vein quel tempo
ancora
della grandezza antica era
la scena
primi anni del secolo xviii
presente. Nei
muta
: « Le
grand disparait de plus en plus, et il ne
^ Venezia
parecch
s'apreste que l'aimable
», scrive il Bournet;
dice,
ma
la
solo
morire
a
le feste
Tra
soffocava
di Venezia
J
de
la
2
vieux
Histoire
du
Houssaye,
A.
voleva
ridendo.
morire
blica
d'ogni maniera, nelle quali la Kepubvano
gli ultimi anni d' imperio, e che faceil soggiorno più gradito di Europa,
gouvernement
Paris
BouKNET,
vénitien.
e
Paris
de
Venise,
par
le
sieur
Amelot
1676.
Venise. Notes
E.
Plon.
prises clans
1882.
la
Bibliothèque
d'uu
26
PRECURSORE
UN
dando
ai costumi
sul finire del
vi tenevano
le
mirabilmente
cosi
dei melodrammi
platea;
i nobili
^
1680
si
Ivi
vi
erano
il
affollavano
dei
gondolieri e
i ricchi
ed
nelle
vitori
ser-
logge,
mascherate, coperte dei
convenivano
donne
nel
già
dei
nobiltà; la folla
la
il
l'Archenholtz, i teatri
e
teatri dell' Opera.
nella
dove
Mayer,
universale, che
e
sette
e
quella spensieratavaghezza che,
il primo posto. E la smania
si viva
aperti
popolo
METASTASIO
secolo, ritrassero
il Brosses, il
Moore,
era
suoi
DEL
pittoreschizendadi, accompagnate
dai
cicisbei,e passeggiavan
la
giando,
rappresentazioneocchiegdiscorrendo, mangiando, ridendo, e sputando
giù nella platea, disattente, chiassone ; protestando a
durante
pur
la bontà
contro
gli atti e colla voce
tori
dramma,
l'ingegno dell'autore,l'abilità degli atche la folla applaudiva o fischiava a capriccio.
ogni
del
momento
con
muele,
più attiravano la gente erano : il San Sarecitata
dove signoreggiava libera la commedia
improvviso,e il San Cassiano, dove lo Zeno teneva
menti
con
l'operaseria erudita e piena di intendicampo
I teatri che
d'
il
L'opera in musica, seria e bufi'a,e la
farsa mascherata
spadroneggiavano cosi su le scene,
vevano
che la tragedia e la commedia
propriamente dette vidella elemosina
scarsa
degli accademici : onde
i teatri di San Luca
e di Sant'Angelo, che furono
poi
in voga, quando
tanto
pochi anni dopo il Goldoni e
il Chiari chiamarono
a
battaglia la
su
quelle scena
critici.
commedia
di carattere
conducevano
Né
il teatro
di San
il Metastasio
dove
•
nel 1727
Pebosa,
di costumi
e
allora
Giovanni
vita
e
il dramma
scura
e
Grisostomo, dove
timentale,
sen-
stentata.
più tardi
la prima volta i suoi drammi
e
espose
fu pure rappresentato V Arianna
e Teseo
op.
cit. pag.
49.
PRECUKSORE
UN
del
Pariati, era
que' giorni frequentatoquanto quello
a
Cassiano, benché
di San
27
METASTASIO
DEL
posto, che di li
a
per
poco
importanza
gli tolse il
il
tenesse
mo
pri-
di San
teatro
Benedetto.
buon
da
sana
esagerazionie
una
accademie, i giornali,le
le
campo
il
turali
parte, e le più innal'artificiocorrotto dall'altra;erano
l'arte
e
senso
avversari
combattevano
giorni di lotta; e
Erano
scene;
spettatore e
il
scrupolo
popolo, che prendeva tutto, senza
e
senza
scelta,pur di divertirsi e di godere. Se non
l'arte vera, di cui erano
che il buon senso
e
campioni,
né sempre
valorosi, troppi accademici, molti letterati
lottare
e
a
pochi uomini di grande ingegno, avevano
giudice
contro
fuorché
autori, che
di soddisfare
avevano
del
di
turba
una
combattere
a
Muratori, da
recitando
freddi
al gusto
commedie
senza
senso
e
buffonerie
infine contro
leggero, avido
di
colpi di
pazzie.
di
Lo
scena,
Zeno, che
le
da
e
udite
essere
all'altre
une
con
da
cate
appic-
riflessioni
e
cate;
edu-
persone
un
quel tempo tesoreggiava
nel
la
Giornale
riforma
drammatica,
riforme, invocate
Maffei
le
con
pubblico vario, disappensato,
sfarzosi apparecchi, di macchine, di
stranezze, di inverosimiglianze, di
dopo espresse
poco
fu assunto
diretto
della
pubblico;
guasti, al dire
solo miravano, pur
costrutto,
senza
arguzie laide, indegne di
e
curavano
tragedie, a svegliare il riso
e
equivoci, con
difetti,che
si
del
corrotto
istrioni
contro
mille
di nulla
di
e
secondo
stasio,non
essere
la
efficace
il melodramma
doveva
che
non
fare
viso
al
idee,
letterati,di cui
tutta
dal Muratori
pure
univa
dall'Algarotti,
mostrando,
de'
le
l' arte
e
specialmente
di volere
pago
dal Gravina
dal
precetto l'esempio,
espressione del Metacompati
e la ragione enti inlieto al Pariati
gli
se
28
UN
era
fornito
apparso
si
PRECUKSORE
di
nel
mostrato
era
DEL
buone
d'ingegno
dello
Zeno,
tal modo
valido
e
per
che
poteva
non
entrò
alacre;
e
insieme
che
con
da
scrisse
ne
sceneggiatore,
parte il
nella
iniziata
da
apprezzava
lotta
volentieri
associare
dove
scrittore
uno
ed
amava.
si mostrò
i molti drammi
prova
lo Zeno che ho già noverati, e
sono
solo, tra' quali, per
il Sidonio
corretto
sposizi
didi tutto, e per naturale
bontà
di studi incline alle
l'opera propria alla riforma,
e da
un
uomo
ch'eglialtamente
Per
e
artefice di versi. D'altra
Nostro, bisognevole com'era
idee
qualità poetiche,e gli
facile
Regnerò
abbondante
e
METASTASIO
tacere
tosto
posti
com-
quelli
dei minori,
il
Ciro, rappresentati nello stesso
di San
teatro
Cassiano, il primo nel 1706, il secondo
nel 1709; e quest'ultimo,rimasto, come
oggi si dice
malamente, nel repertorioper parecchianni, gli valse
noto
r invito
e
di recarsi
alla
di Vienna.
corte
Nell'agostodel 1714, quando
gli fu offerta
—
e
la carica
nel
nome
di Carlo
VI
imperialepoeta di camera,
collo stipendioanKaiserlicher Kammerdichter
nuo
'
di duemila
e sei cento
fiorini,
egli non volle partire
da Venezia, senza
la patria,i parenti
« rivedere, con
temente
senza
ricuperare la grazia smarrita forse innocendi
—
», del
suo
Per
sovrano.
questo nel 14 agosto
Bologna, a Filippo Hercolani una lettera privata,
nella quale egli scrive : « Ora che l'augustissima
Cesarea
si è degnata di nominarmi
suo
poeta
inviò, a
Maestà
di
camera
alla
tamento
incombenze
ho
che
e
che
'
del
Lettera
tastasio:
Corte
del mio
stimato
Mantova,
chiamato
vengo
imperiale per
impiego decoroso
alla mia
mancasse
Principe
Pazzani
con
Pio
qualche
esercitare
T.
XVII.
colà
le
ed utile insieme,
fortuna
al Metastasio, nelle
1819.
affret-
una
Opere
grande
del
Me-
PRECURSORE
UN
porzione
DEL
di felicità se
pristinonella
procurato a me
non
che
timore
si è offerta
mi
ma
farmi
resta
restar
falsa per suoi fini particolari,
e
alle piante ser.me
del mio
avvicinarmi
Principe, me
piuttosto
Capitano Temasi, che
condannati, potrà in voce
de'
Illustrissima,e farmi
ed
sperare
a
ne' miei
che
caso
da
la catena
con
meglio V. S.
qualche scorta
qualche frutto del mio
il compimento dell'allegrezza
lei
contento
voglia farsi
me
clemenza, ardisco
voce
sua
grazia sarà
congiunti e del
per
qui
informare
la
con
ricevere
a
ricorso... Questa
In
è stato
Il
«
adorato
allontanato.
abbia
ne
gionevole
ra-
spontaneamente
consolato, abbia giocato
carta
che
un
che
qualche persona,
a
infatti è stato
S;... ed
questo vantaggio,
29
SIO
di restituirmi in
procurava
di S. A.
mente
STA
META
in
stesso.,..
me
la Sovrana
conoscere
di
supplicare V. S. Illustrissima ad
la fortuna
che
con
accennarmene
una
riga, senza
la traspiri». E 1' Hercolani
da Bologna, a di
veruno
27
«
settembre, scriveva
secondare
per
Dottor
Signor
dalla
la
a
le premurose
Pietro
Parlati
A. V. S. colle mie
istanze
ad
che
che
mi
segue:
porta il
dergli
oggetto di interce-
riverentissime
suppliche
benigna permissionedi trasferirsi liberamente costà
dare un
abbraccio
a' suoi congiunti e regolare qualche
affare della Sua casa, prima di passare a Vienna,
dove
mi
Cesarea,
a
nel modo
al Duca
scrive
m' inoltro
tal fine alla
Signor
non
Parlati
col
confida
A.
avevano
S...... Ma
ancora
senza
aver
di V.
di
ancora
essere
e
gli
spenta l'animosità
egliparti da
potuto dare
un
ultimo
Maestà
Sua
avanzarle
S., dalla
A.
riportareun
i nemici
rescritto fu negato, ed
da
maggior rispettoad
clemenza
disperando poter
di V.
chiamato
stato
essere
quale esso
gloriosorescritto,
ammesso
ai
avversari
suoi
contro
Venezia
di
piedi
non
lui; il
per Vienna,
abbraccio
ai parenti
30
PRECURSORE
UN
DEL
agli amici. E già prima
Duca, sin da quando corsero
altre
e
condotta
di
e
scriveva
Vienna,
che
ma
venire
sta
Vienna
a
ha chiesto
avrebbe
il Duca
al Conte
Orazio
L'avverto
da
che
molti
in
anni
il permesso
di venir
fosse
il
dito
Parlati,sud-
a
vendo
Venezia, do-
ratore,
dell'Impe-
prima
dal
imperatriceAmalia, che, ove
avrebbe
si fosse
la fiera
la nomina
guardia
il
che
sappia
ella
dai
torbido
tollerato per un
lettera del duca
più esatte,
ma
del
in cui
sposa
che
più
da
dalla
tenuto
potuto
nuocere
ventiquattroagosto,
a
ora,
che
stata
era
è
Parlati
il suddetto
un
gagliardo,in disgrazia nostra
rilevantissime e per le quali se si sapessero
cause
che
fosse
Ministri di Vienna
non
potrebb'essere
cervello
per
; seppure
partecipata
in
Poeta Cesareo, egli metteva
dunque
scrivendogli: « Basta
Guicciardi
per
il
impedito
tro
persecuzione con-
scoperta, avrebbe
lui presso
al Parlati
nocque
di Vienna
denunciarlo,
l'Imperatore.Pure
dieci giornidopo che ufficialmente
a
sime
gravis-
gli
non
clemenza, dalla disistima in che si sapeva
il Parlati
Modena.
a
cause
per
alla corte
accetto
fu trattenuto
non
luglio
potuto; giacché scoprendo le ragioni
il Parlati
che
sistenza
re-
Guicciardi,
di Poeta
grado
per la
Modena
a
il diciassette
disgrazia,probabilmente
tanta
trattative
prime
glielo abbiamo
negato, essendo
in disgrazia nostra
Tuttavia
».
quanto
di
«
:
istanze, dirette al
sue
incontrata
avevano
Vienna
a
nostro,
Noi
le
diniego. Difatti
in questi termini
ministro
suo
METASTASIO
a
assai
codesta
prometteva al Guicciardi
nel
Parlati
al Borrosini
«
in
sol momento
loro
d'aver
sapendo Noi,
carteggio
altra menzione
proposito di
Guicciardi,
e
di
una
l'occhio
per
sopra
ho
non
che
all'anno
il Duca
La
contrato
in-
1620,
Ambreville,
il
avvertiva
la persona
esperienza che
».
informazioni
secreto
cantante, Anna
Bologna,
corte
è poco
del
rlati,
Pa-
di buono
5?
UN
E
DEL
PRECUKSORE
perché più
ne' mali
Oggi dell' Istro ad
Porta quel Cigno,
Ma
Fu
la
però
sia la Dea, che
Se
pel
vita della
un
r
sotto
tuo
ti
sen
fura,
feconda
men
de' suoi
è
sponda
ver
carmi
ha
cura,
lui la fronda.
Imperatore Ferdinando
la musica
e
dal
che
indura,
la
arrichir
solo
amor
s'
tuoi
che
Ti
poesia
rime
farà
non
METASTASIO
III
che
(1637-57)
italiana penetrarono
la
addentro
viennese; lo stesso imperatore scrisse
partitureper musica; di lui è alle stampe
corte
toscane
volume
e
italiani sotto
di versi
il
nome
di
mico
Accade-
Vienna, nella Biblioteca di corte,
lo spartitodi un Miserere, da lui comfu mostrato
posto
mi
trascritto. Già la musica
nostra
e
qualche anno
trionfato nella Burg
innanzi, sotto Ferdinando II,aveva
col Valentini,che fu maestro
della cappella imperiale
la poesia
formata quasi tutta di musicisti italiani;
e
tova,
con
Eleonora, figliadi Vincenzo Gonzaga duca di Manrime toscane, per la maggior parte
che compose
delle quali alcune si conservano
d'argomento religioso,
cili
nella biblioteca imperiale di Vienna; famanoscritte
belle
tutte e semplici di pensieri e d'affetti,
se non
Ma
con
per eleganza di lingua e struttura di verso.
data
letteraria italiana,fonFerdinando
III, un'accademia
tanto per la coltura
dallo stesso imperatore,non
Occupato,
della
e,
a
poesia nostra, quanto, ed
era
un
Italia,
per virtuoso trattenimento,teneva
nella Burg; e vi recitavano versi il conte
omaggio
l'
al-
le adunanze
Raimondo
Piccolomini,e vi
letti madrigali dell'arciduca Leopoldo, figliodi
eran
nel 1657. Anima
cademia,
dell'acFerdinando,che gli successe
di Crescente,
l'arciduca
dove ebbe nome
era
Se non
Leopoldo Guglielmo,fratello dell'imperatore.
Montecuecoli
e
il conte
Francesco
UN
PKECURSORE
PEL
33
METASTASIO
ripeteròcol Crescimbeni, ch'eglisorpassò quasi tutti
della lingua italiana,
gli stranieri nella conoscenza
egli fu certo della famiglia imperialequegli che scrisse
poesie italiane più belle e più lodate. Le sue Rime
morali, devote, heroiclie, amorose
Bruxelles
nel
in
volume,
un
Ferdinando
L'arciduca
crebbe
anni
dei
a
peratore
all'Im-
trovandosi
nel
1626,
netto
giovistito
assi-
aveva
Vienna
a
il desiderio
il
II, duca
per
I drammi
di
Mantova,
le trattative
del
Federici
della
Minati
inviato
nel
successione
del
del
Santinelli vero
appardove
Burg,
presto vennero
e
primi nel teatro della
applaudite le opere di Francesco
di Niccolò
desiderio;e
gran
principe Cesare di Guastalla,
Frocri
la Piaga felice, fu dal
e
drammi
Vienna
ducato.
la dedica
con
Mantova
a
quando
padre Ferdinando
1632
a
ITI.
portato
aveva
autore
luce
rappresentazione di^W Europa di Baldovino
Simonelli, fatta dagli accademici
Invaghiti,
di Monte
ne
e
Leopoldo Guglielmo,
di dodici
e
la
1656, sotto il titolo di Diporti del Crescente,
raccolte
alla
videro
bergamasco,
Sbarra
chiamati
lucchese,
a
Vienna
e
da
fu fatto imperatore; ed essi furono
Leopoldo appena
i primi poeti italiani stipendiati
dalla imperiai camera
cesarea;
a
corte
giacché il Federici
I
eccezione
Ferdinando
furono
non
nel
1666
sposò la principessaClaudia
dell'arciduca
Medici,
il Santinelli si trovavano
altri uffici.Quando
per
Leopoldo
e
d'una
Carlo
l'imperatore
Felicita,figlia
del Tirolo
recitate che commedie
sola
spagnuola.
il dramma
musicale.
E
e
di Anna
ad
italiane,
la
simo
nipote di Codella musica
II, amantissima
del
e in particolare
melodramma
divenuta imperatrice,
italiano,
non
poteva
meglio rispondere ai desideri dell'augustosuo sposo,
autore di partizioni
di qualche merito, che proteggendo
liberalmente
Campanisi
Fu
nel
1668
e
non
3
34
PRECUESOKE
UN
nel
1659,
DEL
aiferma
come
METASTASIO
Tissot,' che
il
corte, sotto gliauspici di Leopoldo 1
Claudia
Felicita, apparve
festa
d' Oro,
teatrale
con
gran
di Francesco
sul
di
teatro
dell'imperatrice
e
il Pomo
pompa
Sbarra.
Per lo innanzi
più vista tanta magnificenza; la
in scena
costò più di centomila
fiorini. Era una
messa
fantasticheria; nei maravigliosi congegni delle macchine
tutto l'interesse,
negli scenari il gran pregio del
s'era
non
ventitré
dramma:
più sfarzose
Paride
e
dato
in
ben
Burg
lungi
si sarebbe
era
morta,
era
Momo
saliente
che
da
sorretto
su
leno.
arcoba-
un
il pomo
Giove
d'oro
veva
do-
dal
liberato
; la
e
di Venere.
del
donna;
costretto
ancora
il Sismondi
dopo
non
bellissima
cortigiano e
fatto
era
e
era
alle dee
la beltà
e
omaggio
alla colta
una
moglie dell' imperatore, giacché
sé la dignità di Giunone, la saggezza
di Minerva
Tale
primo,
tillante
galleria lunga, scin-
alla
accoglieva
essa
sempre
raffigurava l'Olimpo,dove
scena
proclamava
esser
scene
dell'atto
scena
sinistra Minerva,
a
L'ultima
trono
Alla
diritta
a
le
mutavano
Giunone
a
diamanti;
geni:
dal
volte
magnifiche.
mostrava
di
due
mai
a
tutto
adulazione
tuttavia
sfoggio di
servile
il melodramma,
fasto
tem])o in che sul
imperiale,
della
teatro
de' difetti dei
quali lo
leggiadra imperatrice dieci
Silvio
Stampiglia
cresceva
sava
accu-
anni
netto
giovi-
ignorato, a Roma.
la lunga vita dell'imperatoreLeopoldo,
Durante
l'amore
della poesia, della musica
cultura italiana
e della
usci dal palazzo imperiale e si raggiò per la
città dove, al dire del Magalotti, la lingua nostra era
parlata colla stessa facilità che in Italia. E quando
nel maggio
del 1705, questo
Giuseppe I gli successe
1
Vienne
et la vie viennoise
par
V.
Tissot.
Paris, Denta,
1880.
PRECURSORE
UN
fi more
vivissimo,
era
l'Austria,facendosi
35
METASTASIO
crebbe
e
si diffuse per
e
più
sempre
lui le relazioni
di
DEL
durante
strette
l'Italia,massime
con
tutta
il reg-no
pei
numerosi
di
col
principesseitaliane,che contribuirono
farvi apprezzare
loro ingegno e la squisita cultura
a
della nostra
più la leggiadria e la ricchezza
sempre
matrimoni
letteratura.
-e
de' suoi
efficace
a
(1711),sotto il regno
di lui
la morte
Dopo
di Carlo
successori, si aggiunse un'altra
necessaria
mostrar
cognizione dell' Italia, delle
ai
ragione più
sovrani
austriaci
lettere
sue
VI
della
e
la
sua
liani
•lingua.L'occupazione provvisoria di alcuni paesi ital'unione
stabile di qualche stato, dopo il trattato
e
che la nostra
di liadstad, furono
causa
lingua si
vie
nell' impero ; ])oiché
diffondesse
maggiormente
l'Austria,compiendo l'annessione, non
impose la propria
alle
in parte accolse
lingua
provincie acquistate,ma
^
anche
ufficialmente
Né
quella delle nuove.
VI, che
Carlo
scrisse
pure
•diversi
spartitie crebbe
Cappella imperiale, onorò
italiani;ma
quanti uomini
e
nell'arti
solamente
e
compose
i musici
centotrenta
a
della
i
poeti e i cantori
ragguardevoli nelle scienze
dall'Italia
migrarono
toscani
versi
a
Vienna,
per
cercarvi
ed impieghi, quasi
protezione o procacciarsi ventura
dall' imperatore magnitica e liberale actutti ebbero
coglienza.
Cosi, quando il Parlati
giunse a Vienna,
oltre l'amore
e
nella
e
0
nella
'
drammi
nobiltà, trovò
musicali
una
letterati italiani, i
benemeriti
più
dei
meno
della
quale egli
Landau,
specie di
quali,mentre
vita intellettuale
il favore
della
entrò
Op. cit,
1879.
diffuso
corte
ammirato
nella
colonia
«
corte
di scienziati
si rendevano
viennese», godevano
e
e
dell'alta
onorato;
società,
favorito
36
PRECURSORE
UN
dall'
raassinianiente
tolse
mai
egli
secondo
posti in
Giannone,
che.
Carlo
Dove
dopo
VI, che
afferma
stesso
la
gli
non
stima
e
,
lui sino dal
Vienna.
a
METASTASIO
imperatore
,
l'amore
DEL
primo tempo del
strinse
d'avere
amicizia
invocata
suo
Pietro
con
la
giorno
sog-
protezione
imperiale per la letteratura italiana e i)er la libertà
nel maggio
degli studi storici,riparò esule a Vienna
del 1723 e vi ottenne
protezione,sicurezza e sussidi di
vile,
danaro, quando, per la pubblicazione della Storia Cidel cardinale
Piprovocò le ire e la scomunica
di Napoli. E conobbe
un
gnatelli arcivescovo
pure
altro napoletano, Francesco
Antonio
Spada, che a
Vienna
scrisse intorno
all'originee all' ordinamentoamici
Gian
Battista
Gentilotti,
degli Stati ; ed ebbe
Garelli, bibliotecario
Nicola
Kiceardi
e
cercarono
e
di
corte, il dotto
parecchi minori,
libertà
trovarono
di studi
che
e
sandro
Ales-
Vienna
a
sicurezza
di
vita.
Consolato
da
illustri amicizie,
securo
nel
favore
sostenuto
dell'imperatore,
dall'appoggiodel principe
Pio di Savoia, che presiedeva agli spettacolidi corte,
confidenza
nell'intima
di
e
dell'imperatriceAmalia
del defunto
Brimswich, vedova
imperatore Giuseppe I,
del suo
ai doveri
mostrandovi
attese
ufficio,
operoso
assai facile fecondità; giacché scrisse da solo negli
dal 1714 al 1727 più di tredici comanni che corrono
ponimenti
in
drammatici, fra tragicommedie drammi
tori;
pastorali,feste teatrali, oraprosa e in verso, favole
due in compagnia di Apostolo Zeno, che
e
gli
fu dato
1718.
compagno
Del fasto
nell'ufficio di
con
che
erano
questi suoi drammi, ci dà
nel
tague, la quale, avendo
àtW
Angelica
poeta di
corte
nel
rappresentatia Vienna
testimonianza
Lady Mon-
assistito alla sentazione
rappreavere
vincitrice,scrive di non
1716
PRECUKSORE
UN
mai
visto
•che la
altrettanto
cosa
in
messa
il
Durante
META
DEL
scena
bella
di
37
SIO
splendida,e aggiunge
e
trentamila
costata
era
soggiorno
STA
Vienna
lire sterline.^
relazioni
quali
,
rilevo da
alcune
Modena
lettere,
a
egli mantenesse
fra gli autografi della
del marchese
seppe
Giucollezione
Campori ; lettere eh' egli dirigeva o al principe
di
col nome
ereditario
Francesco, che fu poi duca
III,
Francesco
al marchese
o
Taddeo
di sottintesi,di mezzi
piene
E benché
Kangone.
termini, che
le
di difficile interpretazione,
riferirò tuttavia
ho
potuto da
"'?
tale
e
pei
balli
tale
di
Cattolica.
Musica
del
N.
Matteis,
Maestà.
le
Galli-Bibbiena
primo
lo
dipinse
pure
atto, ballo
lepois:
delle
nel
atto,
Maestro
cambiamenti
di
di
nel
un
vulcano
cui
dorso
poi
il vulcano
con
d'oro
secondo
in
cavalieri
di
e
dal
si cambia
giardini magnifici.
pubblica
e
del
recita
ingegnere,
nel
eseguiscono:
dal
Maestro
dei
guerrieri co' selvaggi,
di ballo
Motta.
Phil-
Grilzenbach:
e
dall' Imperiale
degli eroi, composto
Scenario
—
magico
due
Per
neonato
isole
spaventevoli
esce
mostro
un
mostruose
navi
la
l'epilogo in
principe
si
atto, palazzo
bestie
iu
invenzione
vaga
di
:
chiusa
lode
».
nel
con
terzo
un
gran
non
atto, le
quadro
dell'Imperatore,
luminato
il-
abitate,
gigantesco
fiaccole
e
Alcina
pietre preziose, splendidamente
quale
molte
vi
della
primo
atto, due
azione,
si trovano
e
Levasson
nel
Bibiena, ingegnere
d'armi, Guerrieri
maestri
ballo
scena:
miniera
una
sopra
dei
ballo
è principalmente
sono
che
atto, combattimento
dagli imperiali
istrumen-
sopranominato
Furie, composto
composto
terzo
del
sarea
Cele arie
con
musica
Galli
Balli
scenario).
secondo
nel
(figlio
Maestà
Fux,
meccanico
macchine
e
Sua
di
della
signor Ferdinando
dello
vincitrice.
Giuseppe
direttore
l'annunzio
legga
Angelica
signor
apparizioni,
scene,
Giuseppe
che
dal
si
ove
Parlati, poeta
l'apparato
Tutto
disposto
e
teatrale;
di
signor
aXV
prefazione
Pietro
Sua
ideato
nella
signor
del
sicuro.
maraviglia
del
Poesia
«
è
che
?spettacolo
recherà
spesa
di
quanto
cit.
Op.
Landau,
Né
rilevare
esse
dono
ren-
sul
accese;
isole
:
lici
fe-
la Felicità
peratrice
dell'Im-
38
UN
PRECUKSORE
Dall'anno
Kinaldo
1709
all'anno
Carlo
presso
VI
quali agenti del
ho già notata, erano
seco,
che
il
e
rozzo
fu ministro
1722
il conte
loro
Orazio
sovrano,
il Conte
duca
Guicciardi, e
la diffidenza
per
Carlo Antonio
esclusi
imperialepel modo
corte
del
nini
Gian-
quando
a
che
con
a.
pivano
adem-
agli incarichi avuti, e l'ultimo ancora
pel trattoviolento. È naturale
che tra costoro
fossero
e
bizze, battibecchi
del
nelle
METASTASIO
consigliere Soragna,
dalla
quando
lettere
del
col
Giannini, lo
ed è
del
Dini
minori
agenti
madre
che
stesso
frequente
cenno
ricevette
il
Madrid
bedue
am-
Guicciardi, il Soragna^
dall'amicizia
dell'imperatrice
che
dell'imperatore,
lettere chiama
da
Parlati; ed
il
contro
protetticontro
erano
Amalia,
al duca
Parlati; il quale fu legato d'intima
le prime relazioni
altri
contese; d'esse è pieno il carteggio
e
Guicciardi
conte
amicizia
ed
DEL
1' Oracolo,
il Parlati
d' intesa
nelle
col
principe
ereditario
col marchese
e
Rangone. Ai quali, impegnato
in una
segreta e fine diplomazia di gabinetto,
scrisse lettere, non
prive d'importanza per la storia
sue
intima
il
della
corte
di
principe ereditario
lui nutrissero
viveva
malevolenza
Vienna
reggimento
Savoia.
e
vi
Invece
il
contro
il fratello
e
che
tempo
sotto
che
sospetto
padre
che
risulta
esse
Gian
rava
dimo-
costui
il comando
ottenuto
aveva
di cavalleria
in
il
Federico, specialmente nel
a
da
Modena;
di
si mostra
il principe Francesco, a
verso
propensa
eh' ella dettava
al Parlati, mandava
tutta
tere
cui, per let-
parole
consiglioe di conforto ne' suoi dubbi, e assicuranza
protezione e di valido appoggio; mentre
appare
dispostacontro
e
Per
di
essere
tal modo
il duca
stato
alcuni
Kinaldo, che
sempre
accusava
estremamente
avvenimenti,
di
principeEugenio
l' imperatrice Amalia
che
un
«
di
mal
sere
d'es-
ingrato
brevemente
di
».
il
40
PRECURSOKE
UN
raccolse
il Corniani,
primo
nella
dello
vita
di Vienna
corte
Pietro
nomato
dello Zeno
che
se
che
Zeno
altro
un
METASTASIO
DEL
valse
ne
«
viveva
iscriper vere
allora alla
poeta di mediocrissimo
Parlati, Questo formidava
rito
me-
l'arrivo
di essere
interamente
giustamente temeva
dal suo
oscurato
splendore. Ma il Pariati non incontrò
nello Zeno
né un superiore né un
rivale,ma bensì un
amico, che non
disdegnò di travagliare per qualche
compagnia e di ascrivere a lui un metempo in sua
rito
'
Io non
uguale al suo nei componimenti comuni
».
e
osserverò
doveva
col
ignorare che, quando
diritto all'altrui stima
superato nella
altrimenti, non
il
dovrebbe
e
lo
e
Ma
a
che,
non
conseguito un
altri l'ha
se
fosse
non
egual ragione
rarsi
annove-
tabile
migliori drammatici, perché inimi-
geloso
giustamente
Vienna.
merito,
per
ha
Corniani
perde perché
Metastasio;^ essendoché
sentirsi
il
alcuno
lo
non
del
scala
fra i
lo Zeno
Zeno
difesa, che
Peretti, a
del
il Pariati
maggior
della
ombroso
togliere ogni dubbio
poteva
ingegno
di
presenza
di malvolere
bilmente
no-
dello
lui
a
verso
che
lascia supegli pure si trovasse, come
porre
il Mafifei,tra gV invidiosi e i maligni che ordirono
cabale affinché i primi drammi
zeniani non
fossero
applauditi,ricordo che il Pariati gli diede aiuto a
scrivere l' Ifigenia, il primo dramma
dello Zeno
che
del teatro imperiale,di che queapparisse sulle scene
sti
dell'esito
amico:
un
poi si lodava informandone
«
Zeno,
e
L'assistenza
del
signor Pariati è
giovevole
1
G.
CoENiANi,
I secoli
Milano, Vincenzo
2
Note
Tiraboschi.
biografiche in
Tomo
la riuscita
per
della
molto
del
dramma,
letteratura
Ferrario
continuazione
IV, Reggio,
stata
2*
ed.
1833.
della
Toireggiani,
dopo il
T.
Bibl.
1835.
V.
e
gimento.
risor-
p. 204.
modenese
IV,
ve
e
smo
II,
mamente
som-
p.
del
414.
UN
lo attesto
vi ho
PRECURSORE
sinceramente,
scritto di lui.
che
»
la modestia
ho
fatto sempre
quando
il Corniani, il Maffei
petè
ri-
come
Dopo
la bontà
e
41
METASTASIO
DEL
dello Zeno
si mostrarono
il titolo di
quando egli rinunciò
generosamente
il Parlati, ch'egli
offendere
poeta primario per non
dice
pur
di mediocrissimo
^
merito;
ed
ultimo
il Landau
nominato
ripeteche « l'imperatore aveva
istoriografoe poeta di corte, perché non
aveva
in riguardo al suo
amico
Parlati
accettare
di primo poeta cesareo
il fatto corse
».^ Ma
lo Zeno
voluto
il titolo
proprio
cosi ?
Il
notizia
avuta
Eangone che aveva
dovuta
ad
Apostolo Zeno a Vienna
di
chiamavano
come
marchesa
Maria
e
ne
lettera
una
che
Una
che
pretesa
abbastanza
del
dovere,
essere
L'augusto
a
sole
primo
un
monarca
non
ha
intendeva
un
non
intendeva
1
Luogo
citato.
2
Luogo
citato.
mie
che
di darmi
qui
sopra
non
un
come
interamente
di darmi
Rendo
generosa
convenienze.
da
cinio
patro-
un
dovesse
di
o
tesse
po-
vi potesse
me
me.
poeta con
inteso cosi la faccenda, ed
e
rispose
tale aiuto
tare
lamen-
discernimento
senza
che
e
poeta
non
(benché
che
disordine,
un
necessario, ed
ma
fatto credere
poche parole
che
mie
le
per
impegnato,
aveva
nascere
Parlati, alla
troppo giusta,favorita
non
in
della
il
dimostra
sempre
imperatore,
risposta
quale è da
il principioe la fine. «
grazie, scrìveva
la
dell'
amica
cara
la spagnola,
i viennesi
Parlati, ebbe
importante
manchino
oggi
umilissime
bontà
scritto al
assai
Althan
semplicemente
Pignatelli la
aveva
della chiamata
un
con
aiuto, come
io stesso
ben
un
danza
abbon-
estrema
ben
avevo
era
gerito
sug-
ma
corrisposto);
disgusto,volendo che
42
PRECUESORE
UN
io fossi cosi contento
come
essa
di S. M.
di
era
io anzi
primo, ed
qualche vantaggio,
Padrone
che
di cui
ho
ed
clementissimo
ella si è
della
mia
....
in ciò che
voluto
questo
pregiudizione aspetto
del
positiva intenzione
caparra. Col
da S. M.
udire
qualche
di
farmi
molto
contenta
condotta.
che
Qualcheduno
«
vi è stato
di dire che è restata
degnata
provvidenza
sua
non
anche
fare altro strepito che
non
della
e
Infatti
me.
dì
nome
METASTASIO
DEL
mi
riguarda
mescolarsene,
che
e
ma
di tutti doveva
meno
con
gusto
costà
da
dipende
poco
entrare
e
ha
decoro
men
È innegabile che questa lettera,
chi
modifidiscoprendo segretiraggiri di corte, non
alquanto il fatto da quel che era stato insino ad
si voglia giurare in
oggi ripetuto; che, anche
non
essendo
rimasto
nelle
tutto
parole
si vantasse
ebbe
cui
beffato
d'una
concessione
che
resta
il Pariati
abbia
valore
mediocrissimo
si
Rangone.
amico
e
da
tal
peso
stesse
a
con
me
maggior
né
amicizia
«
di lui ben
quando
al
del
diversa
Clerici del
segno
—
non
riverito
molti
di
fosse
simo
dell'augustis-
Pariati,mio
e
grande
intimato,
molti drammi
e
cui
quando ne
pagno
sapreisceglierminé come
ingegno più pronto
durò
mi
non
servizio
Pietro
riuscita,
ottima
l'elezione
e
ch'egli fu di
sola
aveva
di scrivere
la sorte
più grato,
la loro
Sig. dottor
al
me
quale ebbi
in Italia
il
da
e
questa condotta, confessa ch'egli
di
trovarsi presentemente
padrone
Maflfei
del
nella lettera al marchese
discorre
ove
al
al Cornaro
non
per la narrazione
discuterò
Né
qui
dubbioso
meno
l'affermazione
spaventerebbe a
noto
E
ch'egliscrive
merito; lo Zeno
opinione,giacché
1718,
lo
per
fa
ne
quale
col
ciò
lo Zeno
di cui
seguita e
non
dipesero i giudizi del Corniani,
Landau,
che
Pariati, né ritenere
del
modo,
neppur
».
sempre
non
—
a
tale ufficio
».
offuscata; e in
PRECURSOEE
UN
vicenda
perfetta armonia
lavorarono
Corte, nobilmente
prestandosil'un
il Parlati
Vienna
A
teatrali
da
da
di
teatro
l'altro segreto aiuto.
I
Satiri
Feste
Arcadia
in
(1715),Il finto Policare
Creta
in
pel
solo, oltre le due
già menzionate,
me
(1714), Teseo
a
scrisse
43
METASTASIO
DEL
(1716),
(1716),
Sesostri
(1716),L'Angelica vincitrice d'Alcina
Caio
Marzio
vendicata
Coriolano
(1717), Galatea
Re
di
(1719), Archelao
Cappadocia
(1719),^ Elisa
Fortezza
e
(1722), Costanza
(1723),Meleagro (1724),
rona
La
Teseo
(1727), La Coe
Penelope (1724),Arianna
stantino
il Cod'Arianna
e
(1727);^ rifece V Antioco
al
già rappresentati a Venezia, mutando
primo il titolo in Saleuco e al secondo in Massimiano
;
pel
compose
fu pure
eroico, che
del
arie
teatro
di
e
di Barcellona
il dramma
rappresentato
a
in
Corte
V Alessandro
egli
nella
e
le
mavera
pri-
Nozze
l'
del-
scrisse i versi
stesso
lingua tedesca. ^ Collo Zeno
due
tragicommedie : il Don
in
Dell'esito
cui
a
V Amore
Venezia
Samuele;^
1725, al San
in prosa,
Aurora,
delle
teatro
fece
pel
Chisciotte
Sidone.
fortunato
egli confidentemente
di alcuni
col
suoi drammi
Kangone,
discorre
da
ma
queste
sue
ciò che riguarda il Don
raccoglierò solamente
nelle
Chisciotte,
tragicommedia stampata
opere
dello Zeno, ed a lui solo, da
qualcuno attribuita,
in quanto che puossi anche
vertiment
lume
aver
a spiegare l'avun
po'confuso, che intorno al lavoro comune
note
—
—
'
Gazzetta
2
TiBABoscHi,
3
Quadrio,
Voi.
Ili,
*
P.
di
Biblioteca
Storia
II, p. 483.
TiEABoscHi,
alia
Mantova,
Biog.
e
I.
Modenese,
Magione
Antonio
Biblioteca
del
T.
Parlati.
IV.
T.
d'ogni
Groppo.
Modenese,
—
Modena,
1753.
1744.
poesia, Milano,
Catalogo
Tomo
VI,
già
pag.
citato.
158.
—
pendice
Ap-
44
dei
due
è premesso
nell'edizione
Zeno,
1744.
Ivi è detto
non
«
il
che
intera
sono
v'
alternativamente
Sig. dottor
anch'
Pasquali a Venezia, del
drammi
lumi
degli ultimi due vofatica del Sig. Apostolo Zeno,
parte di suo studio
Seggio di Lombardia,
impiegò
una
da
del
Facitura
cesareo.
l'ordinatura
di ciascun
continua:
di cosi fatto studio, che
scrittore pose
tanto
quale
intenzioni
del
sia il merito
dovuto
onore
nel
ne'
quali
e
sapere
il nostro
stamente
manifedare
defrau-
in essi,senza
suo
all' altro
autore
buone
Le
».
sente
pre-
vertimenti
valgono anche negli avquesta nota, pubblicata pur vivente lo
valgono quel
;
e
si rinchiudano
lavoro;
suo
al giare
versegl'altro ». E
e
tori
grata agli ama-
cosa
questi componimenti;
corpo
dell'
l'uno
Sarà
«
è la tessitura
primo
soggetto,
applicarono vicendevolmente
l'avvertimento
delle opere
VITI
del
Parlati
Pietro
egli poeta
e
i
METASTASIO
al volume
poeti
dello
ma
DEL
PRECURSORE
UN
ma
che
dire
per
par fatta apposta
lasciare al propositoil lettore nel
Zeno,
e
dire,
non
per
e
Giacché
buio.
non
può comprendersi in che consistesse qiieWalternativo
impiego dello studio postovi dal Parlati, e qual fosse
della verseggiatura e il tanto lavoro dello
la vicenda
né in egual modo, furono
Zeno ; né di tutti i drammi,
dello
Zeno
alterno
solo la tessitura
il lavoro
metrico, dovuto
Pariati; il quale nella
più
e
felice dello
che
scomposta,
una
famoso
struttura
Zeno, che
del
facilmente
talvolta
dava
tutto
era
verso
pre
sem-
al
assai
in durezze,
chi,
frequentela mistura di versi dissimili e tronproducevano un'armonia
spezzata, sminuzzata,
amava
In
l'ordinamento, né
e
punto musicale.
lettera il Pariati, discorrendo
attore
nella
di corte, che
parte di Don
tragicommedia fa qui
gran
si
era
fatto
Borrosini
del
assai
Chisciotte, scrive
:
fracasso ed è stata
applaudire
« Questa
ricevuta
^^
METASTASIO
DEL
PRECURSOKE
UN
applauso universale. La stagione carnevalesca, a
si adatta, contribuisce a renderlo
cui il componimento
fatta qui in pochi giorni per
più gradito. L'abbiamo
con
comando
Vi
espresso.
Signor Zeno,
è tutto
mio
alcune
sono
la
ma
lavoro
distinguersi da chi ha un
genio dell'uno e dell'altro. Io
farebbe
Italia
produrla il
buon
si è
del
tre
deve
ne
se
il
volume
penultimo
il resto
Maccabei.
Q
—
«
:
e
merito
del
seguivano
nel comporre
Op. cit.,lettera
del
Donna
2
Op. cit,
Voi.
al
;
senso.
Quadrio
menziona
pure
sentata
rappre-
Forte
nella
P.
Ili, pag.
P.
C. Zeno.
483-498.
T.
II,
madre
pag
La
fede
Giovanni
San
Precursore
-
1
Cosi
1708, aggiungendo che il Pariati
morte
La
».
gato
Zeno, ed è spie-
dello
Tirabosehi, e l'afferma
al
Il Don
preposto al
parecchi Oratori, de' quali cita:
sacrilega nella
Battista
lode
il buon
il
scene
prima volta;
riati
incredibile... Al Sig. Pa-
opere
essi
Il
la
l'avvertimento
soccorra
nel
Milano
da solo
lume
communi
le opere
a
della
«
rappresentazione,
l'altr'ieri per
che
Engellerta ignota
scrisse
scrivendo
delle
parte il modo
intendere
Tra
il Cornaro
più
queste lettere ha
in
la
singolare ed
stato
:
Si lavora
alcune
giorni dopo
si è recitato
l'applausoè
V
due
vorava
la-
mentre
in musica.
io dietro
dall'amico, ed
E
terie.
van-
senza
ridicolo. Di
nel
bene
posti già
sono
dell' esito
Chisciotte
a
^
quinto ».
informava
da
ne
al
si opponesse
non
Chisciotte, cosi scriveva
portato assai
del
anche
che
di parere
sono
effetto,se
al Don
al quarto
dietro
cognizione
personaggi ». E ciò
nel gennaio del 1719,
lo Zeno
intorno
Sig. Pariati
cinque atti
di
poco
stante
re-
ravvisarsi
a
dei
numero
Difatti
facile
ben
e
in
parte, cioè il
maggior
; cosa
lega
serie del col-
scene
463.
de' sette
46
UN
Ma
PRECURSORE
di tutti i drammi
vivamente
bo
del duca
Einaldo, che
Zanoli,
dì
come
una
Egli
stesso.
due
altri
ira
la
franca
è l' opera
nello
ha
intieramente
inserto
stampato
terminata
costui
data
del
duca
al
altro
di
gennaio
che
poiché
li mancano
veouti
da
le lettere
trattenuto
Monaco
di
e
esemplare
a
sono,
del
Poeta
e
V.
di
costi, e
».
altra
dal
diversi
che
S.
A.
«
suo
sarà
avendola
e
5 atto
il Zanoli
:
ed
Rosa,
Pio
innanzi
».
veva
riscri-
il Parlati
Se
al
gere
giun-
terminata
la sua
vendicativa
scena,
aveva
inseriva
vi
la
cioè il 4
giorno
non
e
la fa recitare
subito
quinto, soggiungendo
trattiene
Baviera
rappresenta
giorni dopo
la sera
il detto
grande
che
Principe
Musica;
Sette
1722.
dell' atto
ieri
della
A. S. stavano
dichiaratosi
con
nel
avendo
di V.
Ambreville,
fidato
Satira,
e
(cosi
scena
una
quattro giorni
fatica, probabilmente
S. ha
Opera
un
annotazioni,
il tavolino
vendetta
:
alla di
carnevale
quello di Borrosini
manderò
al duca
perfidia
sua
questo
per
sopra
alcuno,
ad
avvisandolo
le lettere
A.
sua
confessò
ma
fare le
della
dell'Anna
solamente
14
che
Direttore
ne
le bozze
correggeva
in
nuovo
e
il libro
la
ciò la
l'Opera consaputa,
facilmente
in detta
perdona
amico
grande
da
;
nascose,
grossi i)liclii,
per
carica
la
non
Baviera
composta
esso
il matrimonio
lei stessa;
fine
il duca
cettati
intergli aveva
diretti da Modena,
e
compimento
ordinario,
due
apertamente)
V.
egli
Teatro
in
da
scorso
intercetti
Ha
non
in
Il Parlati
inteso
altri
segui il 29 gennaio, scriveva
anderà
«
?elle tale
in
eh'
composizione si può
1
da
di
Parlati,che
aperta. Il Zanoli da scaltro cortigiano se
inorridito,e pochi giorni innanzi la rappresentazione,
che
cui
dal
il duca,
^
ed
Dimani
lettere
il duca
lui
a
Monaco
vendetta
denzio
quell'anno,Gau-
commessa
che
saputo
aveva
in
diverse
in
grossi plichi
mostra
ne
Vienna
a
vano,
in-
cercato
rappresentato
degli agenti
satireggiasse con
scene
inviatiglida
e
era
ho
Uno
1722,
birberia
nuova
in alcune
pare
del
informa
ne
quello di cui più
lettura,ed
Cappadocia,
di
re
Parlati
la
Vienna, nel carnevale
a
METASTASIO
del
desiderata
V Archelao
è
«
DEL
Ferretti
è avvisato
plichi, come
anche
che
quelli
48
PRECURSORE
UN
che
principe Lòwenstein,
Se
di porre a capo
il Parlati alludesse
male
all'Austria
cosi
stimar
doveva
derivava
gli
di
a
gli venne
quel governo
questi fatti
^
e
il duca
duolmi
non
saper
solo
E
cessità
ne-
generale ».^
un
altri, che
ad
o
della
servitù
sua
dire,
furia
a
tavia
tut-
allegatala
persin la peste
soave
potuto leggere V Archelao.
ho
d'armi, e
uomo
devota, da far dire al Lazzarelli
dolce
»,
era
«
ricompensavano
eerto
METASTASIO
non
il rifiuto
onestare
per
DEL
ch'egli
«
da
se
essa
avendo
non
d' induzioni
potuto vedere
quali probabili rapporti potessero
fra il matrimonio
correre
dell'Ambreville, satireggiato
neìV Archelao, e il duca. Ma le ipotesigiovano a poco,
onde
per
V Archelao
questa parte debbo
serio
intendimenti
Nel
Vienna, il Parlati
melodramma
aveva
venne
64
chiamato
Zeno,
poeta
come
in seconda
e
di
alla
Vecchio
anni.
acciaccoso, si ritirò dall'impiego continuando
di
a
godere del titolo e degli emolumenti
Il Calendario
citare
aristofaneschi.
1729, quando il Metastasio
di
corte
di
contento
ragguardevole esempio di
come
con
star
e
tuttavia
poeta
sareo.^
ce-
Stato
lo
per l'anno 1781 nota
il Pariati e il Metastasio
istoriografo,
fila,come
poeti italiani
'
».
riprodotta la festa teatrale,Le nozze
dell'Aurora, ch'egliaveva
composta dieci anni innanzi,
dell' arciduchessa
Maria
Amalia
col principe
per le nozze
elettorale di Baviera
Carlo Alberto. Rappresentata
Nel
con
1732
2
della
ebbe immenso
successo
pompa,
ultimi applausi che consolarono
gran
quelligli
'
fu
Op. cit.
Informazione
Lazzarelli,
; e
la
furono
sua
vec-
Campori,
Biblioteca
sul
monastero
estense.
3
TtRABoscHi,
?
Landau,
op.
Biblioteca
e
luogo
inod.
Citato.
luojj.cit.
di S. Pietro.
Mss.
UN
chiezza.
dopo
Egli
PRECURSORE
rimase
Ed
vediamone
ora
Il titolo da
spiegazione,che
d'una
il Pariati
più
volentieri
a
non
1' opera
tluenza
esercitata
di letterato.
del Metastasio.
dichiarare
discorro, per
dallo
l'anno
questo studio ha d' uopo
mando
vorrei essere
frainteso,chia-
pensieri in proposito,giacché
i miei
dove
onorata.
Precursore
un
ne
e
brevemente
dato
me
Vienna,
a
ancora
fortunosa
fini la vita
49
META8TASI0
DEL
Zeno
e
da
se
E
tanto
altro
non
intorno
altri sul
all' indramma
musicale, in rapporto alla perfezione maggiore, che
quindi gli diede il Metastasio, trovo in genere apprezchiari e precisi.
giudizi non
sempre
osservò che « il Metastasio
Quando il Carducci acutamente
è dei poeti nostri più originalie popolari in
tista
questo e per questo, che fu l'ultimo e più geniale ardel periodo meridionale, di quel periodo,cioè,
della nostra
poesia nel quale prevalgono gli spiriti
menti
e
idillici
dalla
musicali
e
eredità
il seicento
del
mezzogiorno
del Tasso,
che
si estende
napolitano di madre,
per
tutto
il Marini, fino alla gloriadel
cui regna
di educazione
di nascita, ma
e di
romano
su
Metastasio,
di lui
pare l'originalità
tamente
per l'innanzi l'aveva cosi distin-
napolitano»,*a
ispirazione
vedesse
e
dove
nessuno
me
Infatti,per
osservata.
una
parte accennanda
poetichedel genio
disposizioni
metastasiano, e per l'altra precisando 1' eredità vera
ribelle alle teoriche gravidell' arte sua, nativamente
eglialle
attitudini
e
alle
niane, implicitamente mostrò
che
il Metastasio
non
scuola, se lo pose ultimo
potè lasciare dopo di sé una
sero
artista di quel periodo meridionale, nel quale prevalidillicie musicali del mezzogiorno.
glispiriti
1
Domenica
Campanini
letteraria,16 aprile
1882.
^
50
DEL
PEECURSORE
UN
METASTASIO
quando egli stesso, discorrendo 1' origine e
lo svolgimento del melodramma,
ne
segui il passaggio
il seicento, sino a che giunse al secolo dopo,
attraverso
alla correzione
alla purità si credè
nare
ritor« quando
e
l'estenuazione
con
e
l'irrigidimento», mostrò
E
cosi
chiaro,
ebbe
mio
a
giudizio,questo
antecessori, li ebbe
:
che,
il Metastasio
se
nella
solamente
preparazione
non
letteraria,
nell'organismoartistico del melodramma,
in quanto è rappresentazione estetica. Il dramma
del
lavoro
Metastasio, come
complesso d'arte, nasce
e
lui; lo Stampiglia, il Pariati e lo Zeno non
muore
con
ne
i precursori letterari.
furono
che
Difatti
il Metastasio, nel
riforme, ricorda
sue
ch'ei
«
dar
lode
allo Zeno
delle
guardarsi dal
seppe
tagio
con-
del
a' suoi
e
turgido stile che dominava
pazzo
giorni; liberò il coturno dalla scurrilità del socco colla
quale
in
era
tal modo
andò
con
parca
che
del
seco,
la
mostrando
ragione
ne' suoi
confuso
lavori
che
; e
per
il melodramma
enti
incompatibili,
tolleranza, anzi con
applauso del pubblico,
credessero
quei ])oetieh' egli trovò in possesso
teatro
scrivere ».^ E giua
quando cominciò
stament
lo Zeno
e
se
gli altri,che prima di lui e
e
come
miseramente
quel tempo
contribuirono
a
erano
non
dramma
queste riforme, tolsero il melo-
ai
soggetti mitologici,pastorali,fantastici, e
di preferenza l'argomento dalla storia
gli derivarono
dei
popolisettentrionali;se ridussero
il melodramma
forme più regolari e a modi più soa
brii; se gli diedero maggiore semplicitàd'intreccio,
più
di svolgimento, più corretta verisilogica naturalezza
miglianza d'azione, e nobiltà di lingua e di verso.
Essi,
greca,
a
romana,
e
dir breve, modificarono,
1
Metastasio,
Lettera
a
M.
non
ruppero
Zabroni,
citata
le consuetudini
anche
dal
Maffei.
PRECURSORE
UN
BEL
51
METASTASIO
di
in parte solo, e introducendovi
questo genere ; ma
che apparvero
nuovi difetti,
pregi, dei quali e de' vecchi
fu libero
non
il Metastasi©
neppure
negli ultimi, quando,
€
del
lavoro,
nel
bosco
Parrasio.
affatto
stata
teatro,
tuttavia
era
l'arte
sui
recato
lettera
per
sconciature
A
quasi la rivelazione
dello
Zeno,
lavori
il
al marchese
ed
alle riforme
a
menzionare
fosse
non
di
un
nuovo
ho
inteso
aiuto
perché
comune,
che, al dire del
leggesi
da
in
una
considerarli
^
l'assiduo
lungo lavoro
tra
questi
dato
e
sempre
dello
lore
va-
Stampiglia e
Zeno, e
ragionerò del Pariati; di cui
ricordare
il
legna
avrebbe
tanto
dello
intendimenti
e
Gravisi,
solo
e
mai
come
giudizio che
aborti ?
questo modo
questi
far
a
semplicemente continuata, perfezionandola,
propri
sua
andare
l'arte metastasiana
se
e
avesse
ma
primi drammi
produrre e svogliato
ad
costretto
E
nuova
del
stanco
nei
con
sterebbe
ba-
prestato allo Zeno
più
senza
di
gli scrittori buoni
Cereseto, « agevolarono
si
avesse
melodrammi
la strada
al
»
Metastasio.^
11 gusto
Italia
tutta
per
di
1
io
fo
«
A
A.
a
che
Trattone
e
in
questo
dramma
tutti
si poco
i teatri
chi
io
numero
e
ho
e
metto
fortunatissimo
d' Italia,
.
a
(An.
delle
che
la
pilileggera
pentimento
dirne
male
la
sopra
e
io
difesa
io le considero
ancora
mie
nudrirne
disprezzo
quasi
e
ne
le scene,
e
cimento
compiatalché
:
avrei
dicesse
ne
sconciature
1' Eumene,
ed
II. Lez.
più
aborti,
benché
recitato
a
ogni
questo
in
quasi
1737).
Cereseto, Storia della poesia in Italia,voi.
XXXVIII.
casione
oc-
drammatiche
cose
anziché
che
prendesse
poche,
.
2
ne
volte
conto,
ne
criticarle
alcune
sia stato
più
scritte
a
che
xvii,
diffuso
cosi
era
pretesto si nelle corti si nel po-
S. scrissi
averle
obbligazione
secolo
era
presentemente
si ponesse
bene.
nel
festa
V.
di
chi
degli spettacoli teatrali
XXXVII
52
UN
PRECURSORE
polo, ne' teatri eliinsi
d'ogni maniera; e la
scelta
senza
tradotte
gnuolo,
regola
la
le
successivo, diedero
e
come
cantanti
di divertirsi
faceva
e
di godere.
eccezione
alla
principiforestieri
maritaggi che festeggiò,specialsecolo xvii
nei primi anni del
e
occasione
frequente di rappresentazioni
gareggiò
essa
un
Mantova
a
dell'arte^
o
visite di
sfoggiodi
nello
Modena
a
Modena
tali feste
teatrali. Per
scritte
che
numerose
sul finire del
di Mantova
commedie
dallo spafrancese, dall'inglese,
di
accolse, e i
mente
classiche, venatorie, piscatorie,
occupata
corte
comune;
ch'ella
dal
d'altro
non
Né
all'aperto,a rappresentazioiù
folla nobile
e
plebea accorreva
pastorali,a
ridotte
o
METASTASIO
o
commedie
a
drammi
a
DEL
lusso
la corte
con
reale ;
veramente
liberalmente
accorrevano,
i musicisti
più celebri e le cantatrici più rinomate
del secolo.^ JSTé glispettacolid'opera
nei teatri publicie nei privatierano
più rari che nella
pagati, i
e
corte; si recitavano
inframessi
intermezzi
de' zoccolanti;
dove
numerose
a
drammi,
Durante
e
il duca
non
ai
teatri
Segneri indusse
delle
monache,
parte anche le principesse.
del 1713, narra
il Lazzache
ostante
tali
conventi
ebbero
gli esorbitanti
proteggeva
il Padre
venivano
sovente
conventi
il carnevale
duca, si divertirono
E
nei
commedie
per
cui
immorali, persino nei
altresì
2 i
relli,
modenesi,
miserabili
a
come
tutti fossero
balzelli
fosse
baldorie;
un
certo
impostidal
l'età dell'oro.
che, quando
tanto
Scalabrini
a
polizzestampate,
per le strade di Modena
scritto « Si muore
si balla », il duca
e non
ne
era
lo
1
2
voleva
Storia
della
TiRABoscHi,
503.
pag.
Scalabrini,e
—
Luogo
Muratori,
citato.
Annali
farlo condurre
Letteratura,
d'Italia
gere
spar-
cui
su
pognò
ram-
per la città
Tom.
all'anno
nuti
dive-
Vili,
1690.
p.
II,
PRECURSORE
UN
53
METASTASIO
DEL
incollati que' bollettini sull'abito,anche
•con
Scalabrini
Di
medesimo
piti Modena
che
di
Venezia
di
quelle de'
d'altre
e
Di
senza
indicazione
«
ogni ossequiosa osservanza
con
essi ridursi
l'A. V.
S,
all'atto
A. S. che
virtuoso
permetta
ordinare
con
della
quale,
poter
non
mando
coespresso
guardia di V.
il recitare
figlio,
suo
il Parlati
E
».
lettera,
una
recite,quando
loro
Parlati
Pietro
a
gli Oratori
con
delle
presentar
rap-
a
duca, nella
al
Beluil, soldato
Monsiù
a
è
espongono
si degni fare
non
intendeva
costoro
d'anno, diretta
Combattuti,
stanti
Siena, de' Co-
di
Kozzi
^
maschera.
in
dei
ancora,
^
teatrali.
azioni
andava
e
l'Accademia
aveva
imitazione
a
ballava
lo
perché
recitò
essi, e
con
Combattuto, perché più volte nelle prie
prolettere ricorda questo suo titolo,
sperando gli fosse
fu accademico
di
argomento
le
rappresentazioninumerose
parte
prese
r
riguardi da parte
D'altra
suo
commedia
metteva
con
1
interrotta
non
?deiia,Vincenzi, 1881,
2
Ei'a
•del Conte
del
vince
Onofrio
Principe
Francesco
comincia
Il
O
al
col
fu
quale
verso
dell'italo
da
e
secolo
che
la
xvi
la
per
tragedia
al Bam-
quel tempo
erasi
il seicento.
tutto
elei
e
recitava
il
e
Mobiografiche,
allusivo
allo
:
Campo
sotto
la
Parlati, quando
rappresentato
sonetto,
un
;
patrie storiche
particolare,
Campori,
dedicò
reggiana,
pel
250.
pag.
un'accademia
Amore,
pori, che
per
Cajipori, Memorie
Cesare
dal
era
e
nel-
scrivere
a
all'Ariosto,e per
capo
tendenze
melodrammatiche
basio, allo Scardova, al Miari
mantenuta
influenza
avere
ingegno
letteraria
tal modo
Per
egli fu presente
parte la drammatica
della scuola
il dramma
il
tempo
tradizione
e
cui
a
attore, dovettero
come
atteggiare per
teatro.
del duca.
fecondo
».
l'opera la
stemma
protezione
per
la
scita
na-
Prudenza
dei
Cam-
54
PRECURSORE
UN
Intanto
musicato
più
di
DEL
secolo
nn
del Kinuccini
MET.\STASIO
era
dal
eorso
primo dramma
quellidello Zeno e del Parlati.
Questo genere, nuovamente
originale,era nato da
studio d'imitazione, quasi a
scioglimento di un quesito
a
d'archeologia
; mentre
del secolo
che
la musica, nella seconda
metà
liberatasi dalle pastoie del contrappunto^
ridotta a una
meccanica
combinazione
di
xvi
l'aveva
forme
trovava
e
nuove
espressioni
melodiche.
i modi, quali le leggi onde
i
Quali erano
antichi accompagnavano
Greci
alla poesia e più specialmente
alla poesia drammatica
le note
musicali ?
Questo il problema; gli eruditi non
dere;
risponsapevano
risposeroi cultori della musica con tentativi e
prove, che furono i primi segni delle rappresentazioni
note, tentava
cantate,
nuove
Come
«
io
ardirei affermare, scriveva
non
Peri nella
prefazione aW Euridice, questo essere
favole usato, cosi
greche o nelle romane
nelle
quello che
essere
solo
il
il cantoho
duto
cre-
donarcisi
dalla nostra
possa
alla nostra favella ». Per
musica, per accomodarsi
tal modo, intendendo
far rivivere la tragedia greca
a
nella
integritàanche
sua
imitare, si riusci
una
forma
nuova
Eletti
ingegni
in Firenze
da
dal
invece
a
musicale,
creare
nell'arte. Firenze
gentiluomini
e
cultori ammirati
richiamare,
lato
solo
non
e
fu
^
di musica.
per
produrre
a
madre
illustri
riconoscere
dosi
creden-
e
del
allora
erano
ciò
E
lodramma.^
me-
parrai
aristocratica
r
che
ma
origine del melodramma,
poco monta
per
delle favole,
ispiegare in parte il carattere dominante
cui prima furono
a
poste le note, e che derivarono
,
'
«
fiorisce
'
Nella
oggi
Cfr.
nobiltà,
la
Amelia
in
musica
il Peri
notava
nella prefazione
all'Euridice,
».
Civita,
Ottavio
Italia. Mantova,
Binuccini
tip. Aldo
e
il sorgere
Manuzio,
1900.
dei
lodramma
me-
56
PRECURSORE
UN
Cosi
DEL
il melodramma
METASTASIO
aiiguriando alla sua culla
una
parte, svolgendosi dal
di
pieno
nasceva
il favore
promesse,
Che
comune.
per
classiche
culto delle forme
parlando un linguaggio elegante e castigato; per
l'altra,
esprimendo sentimenti semplici e umani, o predicando
virtù né tediose né di pratica applicazione,
i prinaveva
cipi,
per sé dotti e indotti. E lo favorirono
che vedevano
con
piacere alla tragedia classica,
erudita, impacciata nelle regole aristoteliche,e alla
e
commedia
che
s' era
nelle
chiusa
forme
di Plauto
e
di
bero
procedente lifranco
cantando
e
allegra gentilezza d'affetti,
senza
a
togliere loro occasione
sfoggio di prodigalità
il popolo,che, sin dal trecento
signorile.E lo acclamò
dal quattrocento, aveva
veduto
e
comparire nelle rappresentaz
la musica
arte
come
indipendente, per
colla varietà allettativa allo spettacolo; e percrescere
ché,
nelle
avendo
musica
imparato a gustare la nuova
del Palestrina, vedeva
volentieri s'applicasse,
messe
fuori dei canti ecclesiastici,
teatrali,di
agli spettacoli
Terenzio, sostituirsi il
cui
era
Ma
e
vago
curioso.
questi fatti,se
del
rompimento
di
genere
furono
presto lo invase;
moda,
e
la moda
e scomposti. Lo
'farraginosi
nell'arte
insieme
concorsero
melodramma,
che
dramma,
nuovo
come
causa
esso
al
fonders
rapido dif-
altresì del
divenne
cor-
il gran
per gli spettacoli
festa
spiritodel seicento si manicorreva
fantasia delirante; per
piacere,per
destare la
grido bisognava sorprendere,conveniva
maraviglia; e la fantasia sfuriò nelle arti del disegno
della parola,nella lirica come
e
nell'epica.Figurarsi
se il melodramma
poteva sfuggire a ciò che per tutto il
disfare
secolo fu legge comune
per le arti,egli che poteva sodal desiderio sfrenato del maraviglioso,piliche
aver
con
la
parola,con
effetti scenici, e
apparati di
raac-
PRECURSORE
UN
DEL
57
METASTASIO
chine
inganni di prospettive;egli che ebbe per protettori
vano
principi e signori, i quali ne' teatri profondericchezze incredibili,
e che
gli spettacolisfoggiati
delle
moresche, ballate
e
commedie
nella
Di
forma
nuova
il divorzio
al seicento
l'abbandono
qui
di
rigoglio di
tanto
qui
vita
fu
dei
delle
che, secondando
; e
La
e
si
e
più
da
tastica
fanluppo
vi-
maggior
detrimento
d'arte, quando
pubblici,e,
scrive il
che
si
e
comparse
cosi, quasi
e
che
il carico
è di
i
quali
dare
raccoman-
nell'operadi potervi
varie
ad
comune
danaro.
Quadrio,
assumono
Impresari,
campo
sero
atte-
quanti, anche
nominanza
esso
vere
scri-
a
drammi,
per
rappresentar qualche dramma,
maravigliose
dirò
a
ingegni, ma
premurose,
poeta che dia ben
era,
bizzaria
n'ebbe
musica
eletti
volgarmente chiamiamo
molte
materia
teatri
e
petto coloro
a
di far nei teatri
al
la
più freno
nei
traevano
cure
prendano
noi
usci
più pochi
delle
Una
lezioso, di
e
con
stessa
seppe
musica
per
mediocrissimi,
«
musica
teatri di corte
non
tanto
con
ammanierato
davano
non
drammi
ziava
annun-
essa
quelle stranezze, divenne
pure
tutti questi difetti soverchiarono
poi, e
il melodramma
dai
si
soggettipastoralie mitologiciper
avventure
d'azione.
tenuti
man-
splendore.
semplicitàprimitiva, repugnante
dalla
che
che
dramma,
gli argomenti cavallereschi,che
scomposta
delle
delle tragedie classiche, bramavano
e
con
negli intermezzi
cantate
e
introdurre.
ciò
Per-
ogni melodramma
il portare
spiagge di mare, boschi, prigioni, fontane,
peste,
navili, cacce
sale, lampi, saette, temd'orsi,
padiglioni,
carri
infinite
trasse
1
IV,
».
Cosi
in Italia
Della
cap.
*
trionfali,dirupi,scogli e simili altre
Storia
Ili, pag.
cose
il melodramma
per tutto il seicento
vita pomposa
infelice,
e
e
455.
della
Magione
di
ogni poesia.
C. iii, Diss.
58
PEECUKSOEE
UN
Delle
idea
condizioni
è
trattato
insieme
e
una
sferza i difetti della
fine ironia
il
tutto
né
far venire
e
di
un
Con
d'allora. Ivi
con
;
del soggetto,
invece
ma
scriverà
l'intreccio
e
del
riesca
publico
del
sipario; avrà cura
motivo
personaggi senza
via
che
senza
ciascuno
sia
di
cuno
albia
ab-
piglierà nessun
mente
esigerà formaldegli spettacoli possa mettere
suo
il direttore
disposizioneun
sua
moda,
si
pezzo. Egli non
del talento degli attori, ma
che
a
teatrale
curiosità
farli andar
il
cantato
pensiero
la
i suoi
scena
non
alla
in musica
temporanea
condell'opera
satira, nella quale rileva e
il nodo
fino al calar
in
nel Teatro
dell' insieme
tutti,e
per
desta
tenuta
secolo, ci dà
farsi un'idea
senza
acciocché
verso
mistero
un
del
questi consigli al poeta: «Comporrà
azione, né
per
finire
società
dramma
suo
dell'
verso
dà
METASTISIO
Marcello
specie di
una
sul
sue,
Benedetto
esatta
che
DEL
rosignuolo, ed oltre
tali amminicoli
ben
orso
a
ciò
addomesticato,
un
leone,
fulmini, lampi, terremoti.
egli potrà
le bellezze
e
effetti,
pili notevoli
dramma
questo
dei magnifici
ottenere
ranno
dell'opera consistenel far passare
continuamente
innanzi
chi
agli ocprigioni,pugnali, tossici,supplizi,salti mortali,
eccessi di pazzia ».
È facile indovinare che capolavoro di stravaganze
di viluppi di puerilità di sciocchezze
riuscirebbe
un
con
dei
composto
tali norme,
melodrammi
a
ch'esse
modo
erano
si scriveva
; eppure
per
cosi
d'allora,avidamente
dire
l'essenza
cercati
e
diti
applau-
dal
della verisimisi curava
pubblico, che non
tologie
glianza della favola, della mistura affastellata di mie
d'allegorie,di caratteri strani, di passioni
forzate, pure
erano
di
quelle
d'essere
maravigliato
le contraddizioni
che
tra
il buon
fra la
senso
e
e
stordito. Né
poesiae
la
scena
la
;
ce
nori
mi-
musica,
ne
av-
PRECURSORE
UN
lo stesso
vertono
seria
«
imitava
non
Marcello,
il Metastasio,
e
le
già
il cornetto
ma
i ribrezzi
della
DEL
come
i riformatori
lotta che
dèi
ne
le
lamentavano
non
far
dovevano
loro
mezzi
che
loro
; il
»
lui
per
costume;
piacendo,
che
alcuni
dei
levarsi
A
se
riuscirono, lo Zeno
oramai
erano
l'azione
la
storia
è
stessa
rispettata per
di que' lavori
cui
a
dovevano
comico
dove
per
disaccordo
A
un
né
dramma
la
in prosa
del
loro
gl'impre
da-
rendo
occor-
di
quel
della
e
distaccarsi
lo stile
né
coi
non
nere,
ge-
dove
l' indole
nanzi
società in-
rappresentati;dove
a
dei
le stranezze
e
consentivano
il gusto
e
un
personaggi,
prolissa naturale,
quanto
lingua
e
pastoie attesero,
consuetudine
essere
coi caratteri
sei
le anomalie
cominciava
ultimo
un'abitudine
il Parlati,nei drammi
benché
procede
nei
quegli spettacoli
l'autorità
queste
e
divenute
se
dell'azione.
in parte durarono
quali, se
e
azione
due, dovessero
tutte
mezzo
gione
ra-
istava
non
di
gli
la
dell'arte, eccitati
meno
intoppo
senza
togliere di
non
che
lo
quali, per
gli
contro
che, come
nei drammi
volevano
la
per
corrotto, continuavano,
le forme
guastare
a
«
già
con
il gusto
mantenevano
nome
specie
pur
proprio gusto,
si godeva
gli scrittori,che
e
gheri
gan-
peggio
secondo
canto
diventati
erano
fa l'ovo,
che
era
non
il
come
publico
mini,
uo-
gl'impresari.Che
e
aifermando
genere,
musica
degli
sostenere
secondo
ma
sempre,
del
era
favella
capo, ed
di nuovo,
parti composte,
dramma,
la
Opera
l'ingrato stridere dei
o
attori,il publico, gli scrittori
attori volevano
che
rifar da
che
sempre
nell'
Casalbigi
posta, la chioccia
quartana,
rugginosi ».
Bisognava dunque
allora
il
e
quando osserva
passioni e la
da
59
METASTASIO
dal
erano
mento
l'ele-
tragico;
piliin
soggetti,
del Parlati, il Caio
Marzio
60
PRECURSORE
UN
Coriolano, stampato
nel 1707, è premessa
che
«
l'autore
l'azione
al
a
Bologna, dove fu rappresentato
una
prefazione, in cui è detto
fine col
suo
METASTASIO
la necessità
per
del Teatro
le seguenti, nelle
ha
condotto
di
cessario,
qualche episodione». Queste parole e
vero
mezzo
discosto dal
mai
non
che
DEL
quali l'autore
o
altri per
lui dichiara
chi scrisse
si assoggettò alle regole,
quell'operanon
non
perché ne fosse ignaro, ma « per compiacere
altrui e per darle qualche vivezza » hanno
assai importanza
: e
perché gettano luce su l'ingegno, il gusto
e
in
gl'intendimenti del Parlati, e perché lasciano
intravedere
le opinioni del publico innanzi
qualche modo
alle opere, condotte
secondo
le regole poste a
riforma del melodramma.
E per verità a chi pensi lo
strazio ch'era
fatto della storia dagli scrittori drammatici
l'azione principaleved'allora,e ricordi come
niva
soverchiata
dalle secondarie, intralciata da episodi
né
adatti
che
necessari
a
dare
l'arte
non
savia
è umanamente
e
rammenti
pure
e
che
di
costumi,
avvicinasse
e
più
e
come
fine né
suo
al
dramma
nei melodrammi
come
per lo
di sentimenti
al
varietà
episodi fossero
di azioni
regola
l'azione
quella ragionevole
concede;
storici tali
condurre
a
di
altrettanti
pensieri,ma
di
l'obblio
il melodramma
a
cronismi,
ana-
tresì
al-
ogni
quanto
possibilee ragionevolmente verisimile
fosse la sola norma
tenuta
sto
dagli scrittori,parrà oneil Parlati. E parrà inoltre fornito di retto
novatore
sentimento
d'arte, poiché fra tanta avventata
denza,
impudi scrittore
conscio della dignità sua
egli si mostra
dei doveri che ha un
autore
e
verso
l'operapropria,
di
proclamandosi né irragionevole accozzatore
misura, né inconsapevole sovvertitore
episodi senza
cuno
ad aldelle regole credute buone, qualora sembrasse
offese per ignoranza.
ch'egli le avesse
UN
notevole
E
ad
confessione
di
essersi
non
altrui
compiacere
per
61
METASTASIO
DEL
è la schietta
assoggettato
esse
e
dare
per
qualche vivezza. Egli scrisse il Corioopera
per richiesta di Luigi Eiccoboni, lo storico, il
alla
sua
lano
Lelio
fu
PKECURSORE
Comico,
nelle commedie
l'Arlecchino
e
dell'arfe;
le
per compiacere a lui ch'egli offese
i molti
volta
seguite, inducendovi
dunque
altra
gole
re-
difetti
ch'ei
il Coriolano
tempo, de' quali è quasi mondo
rifece dieci anni dopo a Vienna, e gli ultimi drammi
del
i
quali
ei lavorò
da
solo, anche
che
prima
sé l'associasse
a
lo Zeno.
Cosi
il buono,
delle
talora
avvertite
perché
invece
al
volute
il melodramma.
Panati, oltre i pregi pei quali
si riscontrano
i vizi che
pure
te,
presen-
caso
naturali
parevano
evoluzione
ciò
Da
per
nel
come
ignorate, e
legate alla
erano
necessariamente
compiva
del
e
compiacenza
pessimo ; le quali
l'ottimo,faceva
non
pericolose concessioni
erano
talora
se
se
che
nei
lodato
va
allo Zeno
lora
al-
drammi
lo Zeno»
proverati
rim-
vengono
quale ebbe eguali gl'intenti e l'opera
le ragioni
pregi e i difetti. Onde son medesime
col
comuni
i
perché i melodrammi
del
Guidi, del
Lemene
e
:
loro
vanno
innanzi
Testi, del Chiabrera, del
perché
si differenziano
sono
inferiori
dalle
opere
a
a
quelli
Maggi
e
del
quelli del Metastasio,
teatrali
del
Kolli, del
Frugoni, del Migliavacca, dell'Olivieri,del Cigna e
(teglialtri che furono dopo e guastarono la bell'arte
gole,
metastasiana, troppo soggettiva e indipendente da resi da migrare di cervello in cervello e lasciare
del Parini,^
in Alba
scuola. VAscanio
dopo di sé una
le Cantate
del Cozzi, i drammi
salbigi,sogliono i critici
a quellidel Metastasi-o
dal
Metastasio
del Coltellini
collocare
più
vicini
e
del Caper
rito
me-
questi più che muovere
l'opera dello Zeno,
paiono continuare
: ma
62
PRECURSORE
UN
con
le
per
le consuetudini
inverosimiglianzele
anzi
all'abuso
della
anima
;
Quanto
a
trovo
me,
del Metastasio
le
Del
e
le
delle
sue
e
ziose
le-
per
riprodurne l'arte.
ai
la soverchia
scene,
necessari
erano
opere
degli
molteplicità
a' suoi occhi
scemarne
che
si volgessero
le
a
tendessero
e
lo rendeva
d'arte.
La
dei
doti
dramma,
era
nei
tumulto
a
costituire un' utile
l'importanza
e
bensi
allora
forze
mento
prime in quel rinnovadramma
mutare
l'organismo del melociò che intrinsecamente
a toglierdi mezzo
difettoso,secondo
il loro concetto
corrente
non
cezza
dol-
vano
costitui-
le condizioni
tristidel
potessero mutare
qualitàesteriori,la necessità delle quali
avvertita; e però furono
novatori
del
vera
il valore. Poiché
maggior brevità delle scene, la
versi, già fatti più armoniosi,
che
e
i difetti lasciati né potevano infirmarla,
è naturale
non
vuote
accidenti,la frequentearidità degli affetti,
e la non
dei versi,si vedrà che i pregi di cui fiori
durezza
riforma, mentre
né
in fiacca cascaggine
lodato
va
pregi onde
gli sono
rimproverati, quali
ai difetti che
la lunghezza
rara
di
resto, riguardando
lo Zenao
fettosi
partitidi-
quelli di coloro, che, contemporanei
lui prossimi dopo, ne
rono
imitao
a
credendo
forme,
e
dà
non
pensieri d'accatto.
dello
migliori i drammi
e
ancora
del Parlati,di
e
metastasiana
cabalette
sfillinguella
abusate
sentenze
e
combattuto.
aveva
di verso,
tare;
rispet-
d'intreccio
riflessi di luce
in mollezza
di sentimenti, e
dovuto
viluppi
egli
l' arte
stanchi
degenera
per
eh'
allegorie,che
le
aveva
ai soverchi
drammi
vita, ma
e
egli
mitologia
loro
METASTASIO
anomalie
invalse
ritornano
Breve, nei
Zeno
DEL
non
melodramma
potevano neppur
le
nascere
in
riflessioni critiche
quel
spensabili
indi-
chia
parte la sovermolteplicitàdegli accidenti, le anomalie, i doppi
a
farle apjìrezzare.
trascurate, perché
D'altra
64
UN
PEECURSORE
DEL
iiienze dell'alta società
anche
permesso,
in modo
teatrale.
E
viennese, quando
di
costo
a
che
METASTASIO
offendere
tenaci
come
altri
vincoli, meno
minare
ter-
concorsero
durre
fargliin-
a
mi;
notabili,ne'suoi dram-
non
meno
apparenti, ma
da quella dipendenza del
possenti,derivanti
e
storia,di
fosse lieto qualsivogliaazione
non
questi vincoli
facilmente
parecchidifetti,
cosi
la
gli era
non
publico a cui il poeta drammatico
pili del lirico
e
dell'epicoè sempre
soggetto, costrinsero lo Zeno
Parlati
vizi
a
schivati. La
difetti,che, liberi,avrebbero
a
e
necessità
e
uguali ispirazioni
Dal
«
lato
considerare
una
Cosi il Tommasini,
il
dotte
quale, ove
ignor^o tutta l'opera di
migliori drammi
del
punto
taciuto
il
pregi
comuni
ai due
lode
umile
Nostro,
Ho
non
già
ne
Parlati, e
pure,
a
difetti
dei
».
credo,
come
avrebbe
detto
scrittori;
e
Apostolo Zeno
col
comune
non
il melodramma
avesse,
non
può
lasciando
i
questo
e
dei
intero
di riforma
al
questi nuovi intendimenti
si toglieper questo che un po' di
veneziano, non
del suo
il nome
ed
debba, onorare
più modesto
tendime
amico.
E giustamente, se, facendo
propri gli in-
il merito
dotto
nome.
lui
dì
mani
si
che
loro
cadute.
nelle medesime
ventura
il
forse
dava
momento
letterario,non
grande
nelle
cadesse
nostro
li trascinava
puramente
come
del
stessa
e
di
di
lai, l'aiutò nell'attuarli ;
se
de' suoi
«cercò
di
predecessori
^
nelle opere comuni
e nei drammi,
specie gli
se
»;
ultimi, ch'egliscrisse da solo, troviamo
quella decenza
nobiltà di caratteri,quell'altezza
di pensieri e roe
busta
l'antica
vigoria di dialogo, e quell'adombramento delvenustà
poetica, onde, secondo il Landau, dopo
le salutari
riforme, dovute ai due scrittori,«il Metarimaner
'
lontano
Landau,
dal
Op. cit.
cattivo
gusto
stasio
ebbe
non
piccolopasso per
a
quellaperfezionech'esso
poteva raggiungere ».
il melodramma
la
natura
sua
m^ìeme,V A^nhleto
lo
e
Zeno
luogo
ebbe
condo
se-
composero
è il secondo; V Alessandro
1706, in che
Dal
l'ultimo.
durre
con-
un
il Parlati
che
drammi,
Dei
che
fare
a
65
METASTASIO
DEL
PRECURSORE
UN
Sidone,
in
Venezia
a
la
prima rappresentazionedeìVAmbleto, al 1721, quando
venne
applauditoa Vienna V Alessandro, quindicianni
suto
visdei qualidodici i due poeti avevano
trascorsi,
erano
insieme
ed
Venezia
a
tredici drammi.
parte la storia
artistici
e
bleto
i
e
del
del
processo
Landau,
Metastasio
del
in
è che
non
appare
passo
;
riforma,
loro
intendimenti
se
è
VAm-
tra
un
abisso,
l'espressione
su questi
Sidone, secondo
un
mune
co-
onde
dosi
il giudiziodegli studiosi,facen-
chiamerò
per essi
autori mossero
della
i
V Alessandro
drammi
due
il valore
migliori drammi
questie
tra
e
in
drammi
vestigidei loro
nell'applicarli
; e
manifesti
sono
questitredici
In
in gran
tanto vi
Vienna, scrivendo
a
chiaro, coli'osservare il punto da cui gli
nei drammi
al fine a cui arrivarono,come
l'intrigodivenga sempre
cedersi
più semplice,il sucdegli accidenti più verisimile,i caratteri più
intermedi
naturali,la forma
meno
a
pomposo.
il Dott.
Mentre
Vienna
più sobria,
d'Austria,
che
io
studio
medesimo
solo erroneamente
1
3
Agosto
Campanini
melico
più
publicava
italiana
nel
alla
e
1879
corte
il Dott. Olindo
Guerrini
scriveva
letteraria^
Rassegna
notando
dramma;
diligente sul medesimo
quell'anno
uno
letteratura
verso
più volte
questo scritto ho dovuto
gomento
è con
qualche larghezza narrato l'ar-
ricordare,e dove
deWAmhleto,
in
Landau
Marco
il libro sulla
il
che
nella
venne
rappresentato la prima
1879.
5
66
nel
volta
e
PRECURSOKE
UN
nel
non
di
teatro
1706,
che
Landau,
rinì rileva
DEL
Cassiano
San
lo ritenne
attribuì
a
Venezia
nel
scrisse il Tiraboschi
come
invece
METASTASIO
lavoro
alcuni
il libretto
1705
ripete il
e
^
del solo Zeno.
Il Guer-
errori del Fétis che, ad
pio,
esem-
al basso
Grimaldi; sproposito
che « viene dal Grimaldi
stesso, il quale alla stampa
colla traduzione
deìVAìnbleto
inglese fatta dal Tonson
a
nel
Londra
dedica
una
il Prof.
«
poco
l'orditura
in
^
»
ne
confronto
ci
manca
in
un
ignoto
dice
non
se
dopc
poco
intitolate
articolo
E
».
l'argomentoe ne segu:
capolavoro dello Shake
perché,dal crederlo scritto
col
dimenticato
o
prepose
spose
speare ; repugnando, senza
dal Parlati e dallo Zeno insieme,
elramma
Haymarket,
Portland, dove,
Giuseppe Guerzoni,
italiano
di
teatro
di
il libretto
Amleto
un
pel
al conte
fatto
d'aver
1712
annunziandolo
e
dai critici
come
letterati ita^
e
ragione, dall'autore del Teatro italiano ne\
secolo xviii
potevasi aspettare più antica conoscenzf
dei drammi
di Apostolo Zeno, e maggiori notizie degl;
studi contemporanei intorno
al nostro
teatro.
della riforma
Ecco
drammatica
perché nell'esame
liani. A
cominciata
dallo Zeno
del
nel
àiiW Artaserse
recitati l'anno
'
VAmbleto
il
accerta
sia
credo
edizioni
ed
abbia
àdXV Amhleto
Parlati, movo
stampato
1705
proseguita da
e
e
la prima
ciò:
Amhleto
questo
che
egli
abbia
fatte
furono
fosse
Groppo.
del
da
Fanfulla
della
Domenica,
18
Marzo
nel
L'errore
visto
una
Antonio
l'anno,
pur
volta
in
1706;
del
o
che
1883.
me
e
m
Guerrin
ambedue
Bortoli
rappresentat*.
'
e
rappresentato l'anno
rappresentato
dipeso da
creduto
fu
dopo; e nor
dsiìV Antioco, che furono
o
composti
in che fu publicato VAmbleto
stesso
fu
AéW
che
compagnia
scritto
,
catalogo, già citato,
che
lui in
nel
prima
1(
1705
vennt
PRECURSORE
UN
L'argomento
dì
dare
Tanto
più autorevoli
preferenza.
quanto al Guerzoni
al Landau
loro
nel
la
esso
esame
?del poeta
e
consigliano
mi
le critiche
e
ad
67
METASTASIO
DEL
parmi,
nocque,
giudizio la grande tragedia
ragionevole critico si mostra il
nel loro
inglese. Più
Ouerrini, che meglio d'essi seppe considerare VAmhleto
italiano, distinto dall'inglese;sia resuscitando
dute
vecon
serie il tempo
più
fu
scritto,sia
giustezza apprezzando i modi
pensata
melodramma
dati
in che
italiano
nella
e
tragedia shakesperiana,
punti diversi di partenza e i due
ingegni,la leggenda della Historia Danica
dai due poeti forme
ebbe
d'arte
drammatico
Amhleto
Questo
quell'immenso
felice ; mentre
« un
questo dramma
chiama
si siano
giammai
peggioriche
che
le
i due
atteso
Né
lo Zeno
letteraria
dopo
loro
ne
narrati
Grammatico,
raccontano
storie
il Guerrini
:
«
ridicoli che
sia tra
ma
turpitudini
questo dramma
parere
tutti coloro
che hanno
studio
dello svolgersi
il dramma
che
scrissero
».
dello
«
:
Scrittore
Onde
Zeno
e
dello
precede
i fatti storici che
il fatto il Pontano
L'opera
quando
discuto ;
non
conobbero
antico
di Danimarca
matico
dram-
Ch'esso
».
fatti v^^Y^ argomento,
al dramma,
materia
Sassone
lui
aver
di
fra noi.
né il Parlati
Shakespeare ; in
coccio
un
più
conservino
qualche diligenza allo
con
questa forma
sero
far
tali da
bello, discreto, sanno
non
scene
poeti composero,
non
Saxo
simili.
cosi dis-
esagera
de'
mostro
sulle
biblioteche
nostre
melodrammatiche
di
veduti
di
Cosi il Guerzoni,
».
il Landau
immagine
"?on
se
italiano
diversi
è il Teatro
che
Testacelo
è
Zeno
Apostolo
melodrammatico
e
i
monte
di
nel
vari, onde
i due
«
più
con
loro
Tanto
Danese,
oifer-
riferisce
e
dopo
il Meursio, nelle
copiosamente
non
X Amhleto,
ha che
scrive
fare
con
68
PRECURSORE
UN
quella
stesso
METASTASIO
DEL
del
tragico inglese.Derivano
cielo di leggende, ma
sono
se
non
della
sono
che
maticus
mori
Danica
il
dopo
poco
dello
dieci libri di questa storia
di
il Belleforest
Zeno
1203,
Fontano
due
dalla
di
i canti
racconti
di
direttamente,
e
tino,
forte nel la-
storia
Meursio
Gram-
e
Saxo.
vide
le
Giovanni
gici
tra-
Lo
plicazioni
com-
Isacco
d'altri. Dati
e
partenza
cavò
del
successive
polo
po-
origine dei primi
e
le tradizioni
sono
sali alla fonte
invece
dallo
stesso
quel Saxo
degli scaldi. Lo Shakespeare che non era
trasse
l'argomento e le fioriture dai
che
due
famiglia. L'origine prima
stessa
è la Historìa
è comune,
tutt' e
e
i due
in fondo
siano
opere
dunque i due diversi punti di
diversi ingegni, si capisce come
le
terribile creazione
dissimili
assai
».
Shakespare è qui ridotta
di quegli intrighidi conversaalle proporzionidi uno
zione,
di quei soliti intrecci d'amore, che vengono
quasi
linea il dramma,
a
quale ci è datoporre in seconda
dalia originarialeggenda a cui era risalito lo Zeno.
di
Fengone, il re tiranno
All'aprirsidella scena
Danimarca, uccisore di Orvendillo
padre di Ambleto
La
e
che
ha
costretto
Gerilda, è assalito
reggia.
perché
come
dello
e
è
non
ella dice
descrizione
seconde
a
da
nozze
sicari
da
salvato
Vien
dello
nei
ch'ella fa
ma
per amore,
doveri
di consorte,
pari
al
in
dell'apparirle
spento Orvendillo
è
non
senza
coraggio. La
sogno
movimento
naturalezza:
ancora
....
L'ombra
A
turbar
vien
d'
nel
tuo
Quel,
È il carnelice
che
Orvendillo, il
letto
stringi,ei mi
mio.
i miei
morto
sposo,
riposi.
dice,
Queste
della
non
de' suoi
franchezza
con
porticiinterni
Gerilda,
dimentica
vedova
sé la
con
ferite
l'ombra
lirico
PRECURSORE
UN
Opre
son
del
E
noi
vieta
se
tu, barbara
E
lo
soffri ?
alza
madre,
e
il ferro
già
il
iu
e
seno
figlio.
caro
empia consorte,
? Oh.
lo abbracci
Dio
gli occhi
! da
frattanto
dilegua
col
L'ombra
cielo,
d'Ambleto,
E
Si
il
istesso
lo vibra
Già
braccio;
suo
braccio
Quel
69
METASTASIO
DEL
vi resta
sol
e
sonno,
il
pianto.
Sovraggiunge SifFrido,capitano delle guardie reali,
ad
di
avvertire
l'Allanda, colla quale il re
è vinta, e che
è stata
in guerra,
che
Fengone
Danimarca
era
prigionierala regina
fatta
vedremo,
passione di Fengone
al re,
di
essere
con
pazzo
Fengone,
cantata
la
ne
prigionieraVeremonda
eh' essa
gli move
assassino, risponde in
anche
lui
sia
imaginati
ha
luogo
o
dalla
finga
genda.
leg-
già l'aveva
arietta,come
sua
e
va,
Ambleto
se
mezzi
i tre
cantata
Gerilda, se
altresì la
Siffrido,che si finge fedelissimo
di accertarsi
gli propone
desta
come
il generale che
di Valdemaro,
e
sconfitta. Intanto
l'ha
Costei,
di Ambleto,
riamante
amata
Veremonda.
la
tra
scena
una
Siffrido,il quale ai rimproveri
e
di servire
modo
che
un
a
ne
par
tiranno,
quasi
a
un
rato
innamo-
:
Credimi, si, qual vuoi,
Perfido
in
Ma
Più
Ed
ecco
Danimarca,
anche
e
sento
traditor.
mezzo
Ambleto
di
lei per
gli
a
il tuo
Non
dolor
con
odi
discolpa.
tuoi,
che
la
che
non
se
chiede
Perché
in
colpa.
principessadi
tutta in fiamme
vattelapesca,
Egli vaneggia; Ildegarde gli
risponde che vorrebbe
sapere
L'aurora
mia
Ildegarde, una
qual sangue
Ambleto,
ho
cielo, or
che
non
è
ne
che
dà
per
inteso.
pensi ; ed egli
piange
prigione
il
sole,
70
Tu
Clizia
sei, che
Ma
senza
speme,
Che
ripulse,cantando
a
segui
ben, di Apollo,
intendi
ascolta,i passi
Veremonda
a
Tu
In
E
ti
non
META.STASIO
insiste nelle
e
madrigaleg-gita
Ildegavde :
e
e
DEL
PRECURSORE
UN
rimasto
Citerea.
Ravviso
quel ciglio,in quel
solo
labbro
Ildegarde le dice
con
è il sol
si
tutto
:
:
vedi ?
Non
Partito
assiso.
Amore
il
oscura
giorno.
Deh, nasconditi, fuggi.
Ild.
Almen
....
al
Vanne
Amb.
Faccia
di',che
e
cui
quel giorno, in
spuntar
diadema
Col
destino,
ormai
si stia
real
....
Ild.
?
Chi
Amb.
La
Ild.
Sentimi.
Hai
Amb.
Hai
tu
il mio
tu
il mio
scettro
In
Incauta
Amb.
L'ali
Se
Chi
un
0
?
?
regno
Ild.
in
Pazzia.
questo
sen
l'avrai.
farfalletta.
perder potrai,
del
foco
a' tuoi
rai
qui più t'aggiri.
solo, palesa,
può pensare ad Ofelia? Eimasto
sere
esmonologo l'inganno.Dice anch' egli il suo
ahimè, quale è il problema?
non
ma
essere:
Pur
se
giova,
si
Copra follia,pur
Quindi canta la
com'era
d'obligo,e
sua
la
i
giusti sdegni
si viva
e
regni.
finga;
che
e
arietta,invocando
scena
si muta.
le
stelle^
72
Senza
In
e
corre
Veremonda
ti
ha
da
poco
è quella
un
in tutti i drammi
che
Ambleto
avvisa
il
scrive
ragione. Veremonda
l'ascolta
re
».
sulla sabbia
legge, capisce, ed
ascolta, Ambleto
entra
:
in
dai lupi.
divorato
proposito d'Orvendillo
frascheggiarevicino lo fa rivolgerelà dove si cela
frenesia
Un
il
stolto ;
si allontani
che
situazione
allora si trovavano
Il Guerrini
re
parli
o
nascondersi.
quelleche
il
genio antico,
balia,qual parla altrui, da
sua
a
in cui
il
contrasto
L'unica
«
METASTASIO
DEL
PRECURSORE
UN
a
Ecco
re:
la
dardo, quando
e
sta
il
a
tempo.
si mostra
re
e
Amb.
Che
? Noi
Vere.
Il Re.
Amb,
Il
Feng.
(Si
Amb.
(L' ira qui può tradir
ten
vai
Ambleto, ove
un
chi
conosci
sei tu?
Rispondi.
?
Ah, ah, ah. Un satiro tu sei.
Guarditi, bella dea, crudo e lascivo,
delle leggi e degli Dei.
Nemico
Vere.
Re?
il
avvalora
sospetto).
la mia
io
Quando
il
Che
baleno,
Le
tempeste,
Il terror, la
Ed
E
la morte
ora
come
il secondo
chiude
L'atto
e
il
io
in terra
Meco
torni, voi
il
termina
vendetta).
?
mi
Giove
Amb.
gone
lanciare
per
?
audace
Cotanto
Feng.
fiera, esclama,
aspetta.
vedrete,
lampo, il folgore
porterò.
le
comete,
strage, il fulmine
in pugno
avrò.
si potrebbe pensare
atto
con
al
shakesperiano
la dichiarazione
giusto dispettodi Veremonda.
monologo
che
?
d'amore
di Fen-
UN
A
PRECURSORE
DEL
mie
sciagure
aggiungerà 1' indegno
tante
Si
Ma
si
tutto
Tutto
il
il furor.
Vincasi
poter di cosi
abbia
trofei
più
Quanto
selve
La
pastorella !
col
E
costanza.
più gode
Oh
contenta,
amene,
frode
forza, o
la
ancora
mia
la
voi
Non
spaventa;
bene
suo
favella.
D'amor
Questa diffusa dichiarazione
del
il valore
esattezza
per rilevare con
dramma
intero. Nel secondo, Ambleto
giusta
figliale
verso
la trama
del
la madre
nascosto,
si
e
?
empio
un
baldanza,
rea
Tra
Qui
d'
amor
fato
Del
aggiunga.
Vinsi
Ed
73
METASTASIO
re, in
; senonché
sfoga
primo
la
e
si dovrebbe
Ambleto
in acerbi
del
natura
effusione
una
basta
atto
lare,
sve-
d'amor
uccide
il delatore
rimproveri contro
la povera
ci è dato
donna, il cui carattere, cosi come
dal dramma, oltreché rasenta
l' inverisimile,fa proprio
pietà. Valdemaro
Ambleto
tempo
miglior senno,
che
rapisce Veremonda,
salvarla, e parla ed
a
tanto
da
capita
ma
opera
del
in
suo
farsi
promettere da Valdemaro
da farsi ricouoe
Veremonda,
penserà più a
che ottiene tutto questo
scere
re. La parlata con
per suo
è veramente
solenne
rompere
e
regale. Torna Fengone a internon
un
colloquioamoroso
comanda
e
costei
a
l'atto termina
con
un
di
tra
Veremonda
prepararsi a
breve
duetto
sfogano il loro dolore. C è però
convien
notare
rilda
che
il
re
:
è
quella
in cui
innamorato
delizia
in cui
l'amata
una
bleto;
Am-
e
sua,
l'eroe
e
che
scena
Veremonda
svela
della
prigioniera,
bella
a
Ge-
74
UN
dove
è
PRECURSORE
risorgere della dignità
nell'incerto
bleto
invece
donna,
le
tutte
che
re,
le intima
di
regina. Nelle
sua
confusione
di
vigne
Giove
ha
il
luogo
tenta
del
la terza
prova
pazzo
tazza
frido. Ambleto
giustamente
commendevole
non
quali
per
l'azione
naturale
per
il Guerrini.
qualche
chi
che
E
felice
scena
difetti si
tra
sia
bere
a
da
poi ucciso
una
Sif;
finisce cosi,
tutto
parte di
catto
mente-
avverti
come
lavoro
del
la
ramente
ve-
Ildegarda
delle
e
Pengone
Ambleto
Ambleto,
distribuzione
soverchi
se
è
parti, per
verseggiatura
del
i molti
tempo,
treccio
collega,specie per l'inminati,
confuso, pei caratteri indeter-
l'affollarsi
corretto.
la
l'insieme
tuttavia
e
e
ventato
di-
di Bacco
ivi
Valdemaro
ci fa
la
festeggiare la
data
e
regno
emerge
principale
e
incatenato
più Fengone
la
è
tologia,
mi-
è
Thor
;
se
Fengone
che
ravviluppato e
e
conoscere
la
tori
gli scrit-
vigne
si deve
Veremonda
parte del
per
l'ordine,per
nelle
—
Veremonda,
Davvero
è assai
accurata,
a
dal
della greca
onde
»,
con
viene
in
isfuggire anco
per
che
A
no.
e
luppo
vi-
cui
a
avendo
—
con
per
sposa
rimane
lietamente.
ai
0
alloppiata;
Gerilda
re
quel
in Veremonda
i numi
strani
Marte,
banchetto,
unione
nuova
cosi
Odino
e
da
vendetta,
Bacco,
conosciuti
di vocaboli
prive di
monotone.
e
soffrirsi in pace
perché più
modo, colla
Gerilda, disconosciuta
sostituiti agli dèi germani
«
gina,
re-
d'Ara-
pazzia
incertezze,nate
la povera
consente
La
mitologiche, non
d'amori, si sciolgono colla
ultimo
della
non
nel solito
troppo diafane
atto
se
di Gerilda.
fantasie
di
grazia, ripeto, ma
vivo, per l'inaspettato
manifestarsi
a
segue
terzo
della
carattere
solita evocazione
Nel
METASTASIO
di sentimento
raggio
un
DEL
de*
particolariche
la deviano
dal
suo
ritardano
svolgimento
UN
^e\V Alessandro
gli
ritardano
invece
favola
la
e
dramma,
di Sidone,
lui
a
e
La
prima
antichi
quale
di Sidone,
re
attento
da
trae
stippo di
quale
cinica
gli
dei
capitani
rifiuta,e ad
Dirai,
S'
in
dal
Grate
,
Ari-
con
Alessandro.
presso
incurante
ma
figliadi Stratone,
sta
per
toglie occasione
Grate
e
vivente
Addolonimo
mentre
fuori
per buttar
Alessandro,
vederlo
Eifestione
lui ad
Il ver;
di
vuol
Alessandro
Diogene,
che
gli
da-
tenza
qualche sen-
Sovraggiunge Eff'estione,il più
l'amore.
su
di
e
colloquio con
in
di Fenicia,
di Fenicia
disceso
campicelio
un
stirpe reale,
Egli si arresta,
della presenza
per
di
in iscena
entra
andarsene.
E
stretto
co-
successore.
un
trono
in Sidone
innamorato
e
è
;
trovansi
si scopre
trono
dire
dargli
coltivare
discepolo
Cirene
Addolonimo
che
per
di lui,
resistenza
senza
ora
a
campare
il filosofo tebano
caro
re
più perché
Addolonimo,
ci mostra
scena
povertà onesta,
la
di
pensa
n'era
r antefatto.
Tale
del
che
la
volere, è prigioniero
cittadini che
tolto lo scettro
soggiogata
resa
per suo
di Alessandro, che, offeso della
ha
ha
Stratone
e
aiutano
ma
al fine.
sospingono rapida
di Dario, avendola
dai
del
cio
intrec-
maggior
per
è questa. Alessandro
città fenicia
favore
favola
lo svolgimento
l'azione
La
nella
plicissima,
sem-
come
ben
sono
introdotti
amori
è
quellidi Alessandra
concepiti e sostenuti, né
caratteri
di Addolonimo
75
METASTASIO
Sidone, invece, Fazione
in
alcuni
e
DEL
PRECURSORE
che
e
gli
ad
avvertire
Grate
si
Grate
lo segua.
ciò che debba
chiede
che
Alessandro, risponde:
se
in
corte
eh' ov' io
egli mi
partono. Eestano
vuol,
lui
me
s'usa.
voglia, andi-ò
a
trovarlo.
trovi.
soli Addolonimo
e
Fenicia, la quale.
76
UN
PRECURSORE
celandosi
pur
alla
Ed
DEL
innamorata
METASTASIO
di
lui,lo incuora
togliere
a
sorte
Ciò
che
al sangue
Sol
che
tu
prossima
sorella
Fenicia, che
alla sorella il
Addolonimo.
L'entrata
Stratone, da
Fenicia, e seguito
Sidoni
Non
di Alessandro
è
non
Soffra
Ales.
annunzia
Vincere
la
parte;
amore
per
da
accompagnato
Macedoni
e
e
da
valieri
ca-
solennità.
senza
Straton.
temete,
grande
suo
da
;
sei.
tu
re
di
è Alessandro
d'Alessandro; Addolonimo
venuta
manifesta
Fenicia
Giusto
il nostro
voglia
Argene,
ecco
si dee.
M' oda
Fenicia
;
e
voi
Sidoni,
o
i
è gloria;
regni ad Alessandro
E più gloria è donarli.
Il vostro
è mia
conquista. A voi l'arbitrio
Di
Re
un
nuovo
corona
già diedi. Una
Pose
in litigioi voti. In fra gli eguali
Mal
e
Strat.
Io
si
il
cerca
vivente
.
Stratone, in
.
chi
Taci.
l'esser
La
che
Grandezza,
Fenicia
ma
Fenicia
alla
di
ti
ne' miei
Sidon
resta,
ceppi.
lo
figliadi
suo
chiedete
trono
alzerò.
Alessandro
di rimettere
prega
Alessandro
vuole ch'ei viva
sposa
rimane
volere.
a
chi sarà
dal
accettare
comando
il
sul
più saggio
vada
essa
trovarlo?
sola
Qual
11
.
.
Ales.
10
.
Re
.
E
sovrano
che
sola
piace
con
eletto
loro
e
re.
in trono
privato, e
Stratone
nemico
giova
tone;
Stra-
sposo
all'amore
di
che
vieta
e
dema,
diacia;
Feni-
Alessandro, che le riconferma
Sovragiunge
Effentione
ad
annunziare
PRECURSORE
UN
ad
E
«
Grate
che
Alessandro
Ini vada
a
Nulla
Se
un
che
fama
E
luogo
ha
il
gran
dialogo
un
che, rimasto
il
onoro.
in
di
disegno
solo
eleggere
austere
re
Quando
0
E
r atto
donzella
Grate
mostra
è
in Tracia
ebbe
in
del
da
e
; indarno
indarno
ch'altri
rozza
sua
di
filosofia si
lei,che
vece
in-
dice
aborre
e
sprezza
figura,
vile,
e
dipinge
gentile.
e
secondo
orsi, dove
cui
di
cerca
lo
schiavo, dal
stene
ciò
in
vestito,il genio austero;
me
Amabile
l'atto
viene
della
e
filosofo. Essa
Grate
quella
Amor
Ipparchia,nobile
di
Effestione, innamorato
ad
in
regnanti,
; essa
già maestro,
amante
E
suo
Filosofi
di Mirona
Il sordido
Con
sariano
sopravvenire
Amo
ad Alessandro
sentenze
filosofanti.
Re
vaga
guto
ar-
già disse
i popoli beati
finisce col
che
Alessandro,
filosofo,
perché
un
avesser
Quindi
».
Efifestione,
gli comunica
con
Platon
allor
si chiuda
Aristippo e
....
Che
....
lui
vivo; il filosofo dice
e
senza.
pre-
risponde.
»
Aristippo
tra
sua
decoro,
senno
gran
alla
di venire
mio
saper
s' oda
pria
Ma
ricusa
grado
scema
77
METASTASIO
Alessandro
Al
«
DEL
in
troviamo
quale
vuol
si fa chiudere
stare
a
Ipparchia
gli rivela
il
leggere
vuol
suo
Grate
iscena
in
e
gabbia
una
la filosofia d'Anti-
farlo uscire dalla
amore;
Nilo,
egli resta
gabbia
e
la
ri-
78
UN
manda;
Ipparchia
Effestione.
che
PRECURSOEE
Grate
se
DEL
ne
METASTASIO
con
giunge Alessandro
nella gabbia, e il dialogo
e
va
è sempre
strano
e cìniche
risposte
segue,
per le mordaci
di Grate, si legge con
assai curiosità. Quindi, mentre
ne
Alessandro
pende
viene
manifesta
ad
la scelta
per
Stratone
a
il dubbio
Effestione
di Grate
re
in
che
d'Aristippo,
sopra
e
-
d'ira
sandro
perché ha saputo che Alesdestina il regno
vile filoaofo,
a un
e
sua
figliain
dro
isposa all'eletto. « Vii, chi ha saper? vii, chi Alessangli
elegge?» gli risponde; e lo lascia riconfermandoil proprio volere. Stratone, vie più acceso
siderio
pel dedella vendetta, comunica
ad Addolonimo, venuto
lui per invito, il disegno di uccidere Alessandro; e
a
Io incita ad ammazzarlo
quando si rechi nel suo giardino.
pieno
Addolonimo
inorridisce,né cede
al misfatto pure
nepdell'amore di
e
innanzi
alla promessa
del regno
Intanto
sovraggiunge Fenicia,la
Fenicia.
quale chiede
indegni che
i lacci
padre chi potrebbe troncare
vuole
imporle Alessandro; egli le addita Addolonimo,
gli abbia proposto in
ma, soggiunge, egli rifiuta benché
al
prezzo
il mio
si suol dire è
come
che
è innamorato
della
benché
la tua
e
regno
; indi
mano
piena
sembrare
possa
senza
zione
posi-
di contrasto; Addolonimo
di Fenicia
propria ripulsaper
parte. La
deve
tacere
accusarle
non
e
amore;
la
gione
ra-
il padre,
Fenicia
lo incalza,
chiedendogli
Esser
Tao
E
acquisto
la
Che
E
Ahi
Addolonimo
mi
tu
con
ritiri
tu
man
amassi
si dolce
quanto
tace:
tuo
e
possesso
e
mi
invau
?
rifiuti ?
mi
lusingai;
inganno
il dirò
essa
posso
più quanto
ti amai.
insiste;ed egli, pregandola
di
80
UN
PRECURSORE
Efifestione
firma
gli
ad
reca
ha
DEL
scritta
Alessandro
V
è
chi
Credi
Di
chi
orrore,
Xei
riesce
due
zelo
fuor
e
alla
che
di andar
tua
a
:
per
uso
vita
fede
salvarti
un
breve
atti successivi
altro
e
sorpreso
dopo
legge
e
senza
insidie.
e
n' è
hai
piede. Ivi
por
macchina
al
Alessandro
n' ha
di
la lettera che
Addolonimo,
Re, nel giardino, ove
Guardati
METASTASIO
chiede.
non
si
sdegna ; Effestione
dialogo l'atto finisce.
l'azione
va
nell'intento; Alessandro, per
rapida; Fenicia
opera
di
lei,trova
ha pensato ; onAristippo e Grate vestiti com' essa
d'egli n' ha disgusto; giudica il loro sapere impostura
vie più nel disegno di far re Addolonimo,
e si conferma
Il quale s' è introdotto
nel giardino per accertarsi se
Alessandro
vede
ha
giungere
ne' suoi
ricevuto
insieme
1' avviso
accorrere
che
dietro
pronto alla difesa.
è trascinato
lui ;
innanzi
fosse in aguato
ad
deluso
cespuglio
un
lo
quando
Stratone, tenendosi
con
voti, sì nasconde
di
per
tere
po-
festione
Ma, scoperto da EfAlessandro, ed è sospettato
ucciderlo.
per
Stratone,
egli ordito l'assassinio,
coglie l'occasione
apparire innocente agli occhi di Alessandro, accusando
che
aveva
Addolonimo,
in catene
e
che, pur
condannato
negando
a
di
morte.
esser
La
reo,
vien
tra
scena
di
posto
lonimo
Addo-
Fenicia, piena di contrasti
è bellissima
d'affetti,
e grandemente
drammatica, giacché Addolonimo
anche
agli occhi di
prediligedi a])parirreo e infame
il ])adre.Ma
Fenicia, anziché accusarne
essa, a furia
credendolo
d'indagini, non
colpevole,riesce a saperlo
informa
nanzi
inAlessandro.
innocente
e
ne
Egli chiama
e
a
sé Addolonimo
e
si accerta
che
non
è lui l'as-
UN
PRECURSORE
META
DEL
scena
sassino, in una
pentito che Addolonimo
di
piena
vada
ogni
81
SIO
vita; intanto
Stratone
per colpa sua,
confessione
lo salva da
morte
a
si scopre
per reo; questa sua
Alessandro
crea
pena;
STA
re
gli dà
Addolonimo,
in
cosi, finisce il dramma.
Curzio, Plutarco, Diogene Laerzio, Stobeo, Luciano
ed altri antichi,ricordati dagli autori neW Argomento,
moglie Fenicia,
hanno
data
esercitata
e
loro la materia
l'invenzione
che
è il solo elemento
personaggi,
da
dell'amore
deìV Alessandro:
comune,
scrittori
hanno
un
greggia, sulla quale
se
non
di Fenicia
dare, mescolando
storia, hanno
attori di
l'elemento
i
principalee
po' imaginosi di storia; e
essi trovato, facendoli
dolonimo,
Ad-
per
sentimentale, e allora
l'azione
dalla
hanno
cipali
prin-
derivati
i secondari
episodi che
comico
quella varietà al dramma, che allora era
si chiedeva
agli scrittori. Però l'elemento
non
pervade il serio né si confonde
seco;
al
ne'
tessero
po-
serio,
gusti
comico
e
qui
Alessandro
gnoso,
sdesuperbo, eroico, magnanimo
; Stratone
vendicativo,mendace; Addolonimo, mite, onesto;
è sempre
Fenicia
vi
appassionata, gentile. Né la parte comica
è inutile,sciocca e volgare. Quella creata
dalla presenza
dei due filosofi,
i quali gli autori hanno
samente
studiofatto ragionare « co' propri loro sentimenti
o
con
quellialla loro setta comuni», giova all'azione
renderla più drammatica
a
giacché,
principalee serve
cadendo
essi nella rete tesa da Fenicia
per consiglio
deliberare
la corona
Alessandro
a
d'Argene, inducono
che questi sia ritenuto
a
Addolonimo, poco innanzi
alla vita di lui. E fanno
cosi
colpevole di attentare
apparirne maggiore la disgrazia quanto più prossimo
e
certo
ae
di
suo
pareva
il
trionfo,crescendo
Fenicia, che vede
amore,
Campanini
deluse
le
a
un
vagheggiate
bellezza
tratto
speranze
al
distrutto
rattere
ca-
il
di felicità
6
DEL
iilZ?^-^
dispersigli ambiziosi
e
comica
agli
per
'
'
soT^t
'=' 1'^'
^'
f
ehifv
^"""i-
""^"'^''"''^
n
'ad
ess^T
affidano
'-«PP'esentare
assegnata
«eri, se gli autori
buon
HETASIASIO
fa giudice
senso, che si
bocca di «no di
2\
«'-«6.
'''
es'i
IZlt'Tr
Tra
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un
e
,
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H.efa:;':t.tvriirr'
dtq„rilalfrr;f"^
"=''»
'"'^'"'''
aliale"
."""'^«"c""
ratteri,sostenuti sino
a
la favola
.
la favola
autori, ma
"
e
1
esplicamento
non
cosi l'intrigo
necessario
^
'
"''"'^»«^'''
,"""
ctt,ivolL
care
agli occhi de"asconda
f
I!
dal
'"''°"' ""-"«-
azioni. E
ravvi-
luppatoin modo
quasi
gli spettatori,
il
deTdrtr T
concet'to\rne«
,?
.
e
'
e
colorire il drammi^
parte. Difetti ce ne
a
di
generale
nell'ordine
io starò q„i
a"S
tuttavia non
"Petcrmi:
venzi«ne,di condotta
Ti
gli
VAlessan^ro;
*a«*-o
pare
con
I-ariatie
T
rti
a
'''"^cnna sua
"
'^»«'
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"'" ''" «"' "'evato,
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ved""'!
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-,
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r'»ti,
lontano d»„
r^,„,,,,
e
l'-^te-
•T*''"*""'
^''e
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.?'"
scCal
del publico. Fatto
sulla
assai
canea-
tPP»'" '^
l'^te^X^")^'
""^**' ebc il
ne?.
"
lo Zeno indus;ero
r'T'"""'"PP^'esa
«eggiavano
i cbc,
"""" P*''™
""*
erU
di
f''""
da,
a
hanl
"é
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scrvendla
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stessa
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^lo,
«ielle loro
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ddl'
che sembrano
di guisa
*
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rale, in confronto
'
«vidente più che neg
'f'*"•'''' '"«ende
eoi"
antecede
seiso
che
'"' ''«'«"?•'^'
;»eglio,
!ffif
aTe
a, q,
Metastasio
affidaronoquindi il
quale
sempre
del
^'opera
nel
,
PRECURSORE
UN
melodramma
liberato
giungendo
molti
da
dove
spontaneo
83
METASTASIO
DEL
difetti. E
il Metastasìo,
lo avrebbero
non
condotto
fece più bello
il melodramma;
prefissi,
di sentimenti vivi rapidi sereni; lo fiori d'imal'animò
forma
^ini leggiadre e soavi, che espresse con
rente,
traspaintendimenti
sostenne
e
musicale
ed alato.
sempre
della
corte
duchessa, che,
verso
Chisciotte
11 Don
tolte
con
in
serie
dovute
allo
Zeno, è, per confessione
del poeta veneziano, opera
del Pariati, dà
giocoso, propriamente detto;
perfezione al melodramma
che
poche
dopo lo stesso Metastasio, ebbe fortuna
dramma
migliore del serio. Può dirsi anzi che il meloda
giocoso prenda le mosse
questo, giacché
quindi
assai
V Anft pam
provi
Aacor
mi
che
è
Della
vita
E
questi versi
era
nel
in
suo
Graziano,
sua
nel
Tanto
sou
che
che
il
il Vecchi
vorrei
che
e
voi
momento
io
sento
acquisto
col
volte
ritorno.
al
giorno
vorrei,
dolci
la
appone
li ritorni
finire
di
nota
del
miei
».
intese
ma
1868,
seguente
secolo
dialetto
forse
non
anche
a
p.
69.
senso
solo
far
musicali
la
a
fa
madrigale
sec.
chi
VecDottor
il balcone
sotto
satira
al
cantare
in
V
mostrare
del
codice
un
Questo
«
mettendolo
e
da
giacché Orazio
lo
bolognese,
il
:
xvi,
1587)
(Venezia
nell'arzigogolo». Poesie
Komagnoli,
ogni
eh'
mille
guastandone
Bolognese,
partire
piacer
Anfiparnasso
mescolato
fine
suo
Ond'esso, piuttosto
Cappelli pubblica, togliendoli
al
voga
innamorata,
Dottore
cade
da
^
di far ridere,
cosi il
cerca
d'arte.
col
mille
Partir
Estense, egli
molto
'1
cosi
quello
morire,
voi
da
Taut'
che
chiami
:
senta
Partir
il Salfi lo
satirici,
e
esempio
un
«
della
intento
della sola opera
Io
A
benché
Vecchi,
altro
senza
all' infuori
Lo
del
d' intendimenti
pieno
1
e
asso
farsa
una
è
scene
del
ridicolo
ignoranza
Madrigale
xiv,
xv,
della
xvi;
:
del
che
logna,
Bo-
84
UN
che
PRECURSORE
al melodramma
METASTASIO
giocoso, appartiene
nelle
mascherate,
DEL
quelle farse
a
quali riusci poi,meglio forse d'ogni
altro, il Fagiuoli.
spiritoinarrivabile
Lo
Pariati
nel
parte delle
buona
detto
con
Questa
«
di
scene
di
sono
di
sorta
che
ad
fondere
in-
comicità;
melodramma,
lo
una
valse
di
vena
questo
Landau,
brio »,
senza
e
Cervantes
limpida
una
del
pace
del
giudica
«
freschezza
componimenti più
rappresentata che nell'esser letta
e-
sia
senza
guzia
ar-
duratura^
merita
l'essere
nel-
», scriveva
il
copia del Don Chisciotte
al Marchese
Rangone; e in tali parole è una
giusta
utile avviso, giovevole sempre
distinzione
chi
e
un
a
voglia di essi dare sicuro giudizio.
Pariati, accompagnando
curioso
E
una
gli argomenti
osservare
le
o
zioni
dichiara-
gli avvertimenti, preposti dal Pariati e dallo
Il pensiero della riforma da essi
ai loro drammi.
Zeno
iniziata vi è costante, e viepiù manifesto
man
mano
più solamente
procedevano nell'opera.Xon espongono
0
il fatto che
fonti
a
cui hanno
che
seguiti: sia
del
dato
ha
all'unità
dramma,
il carattere
loro
sciotte è
atti
il poeta
che
gli è
«
ha
i criteri d'arte
all'ordinamento
loro
generale
naturalezza
convenienza, sia che
le
personaggi,e
preceduto da
che
ha
dei
e
scelta, o le
dell'azione, alla
alla loro
dei
favola
alla
dichiarano
attinto,ma
si riferiscano
degli episodi e
dei
materia
discorsi.
ragioni storiche
Anche
procurato di
possibilealla
autore
spagnuolo ;
stato
stare
vezzosa
ed
Citi'
il Don
dichiarazione, dove
una
dino
riguar-
è detto
più
gnosissimo
dell'ingeluoghi non
attaccato
idea
in molti
desimi,
meporre in versi que' sentimenti
de' quali è cosi bene arricchito quel giocondissimo
fatto altro che
libro.
ha
L'invenzione
degli amori;
e
puramente
lavorato
questi peraltro sono
l'intre
sultante
UN
PRECURSORE
a
finire in
tirate
linee
maniera
che,
amanti
85
METASTA8I0
punto, essendo
un
condotti
in
la
passione, abbia luogo negli
tismo
specie di puntiglioso Donchisciot-
nonostante
certa
una
DEL
».
Il convenzionale
il
poeta anche
l'averli
ma
tela
dal
si è tenuto
che
C'è
le
riamata
del
di
duca.
maggiordomo.
Laurindo,
Ma
Il
le solite
n'è
di
cozzo
è
non
di Don
riguardi perché
e
si
guez,
mai
vecchia
la senile
adescare
mano
"e
un
dalle
bel
C
moine
è
col
il preferito
Altisidora
verso
di
meno
l'amico,
del-
generoso
sfuriata
crudele
ch'ella
nel
che le
staffiere,
lucciole
di
appena
appena
punita
e
di
Kodri-
Donna
una
confessare
proclamarla
estrema
con
suoi
quale
è
patia
sim-
disobbligato da'
altresì
gruzzolo, vendendole
lusingandola
che
condotto
alla
scitare
su-
quando
e
;
d'esserle
la vanitosa
d'uno
di
di veramente
quasi legittima
l'accusa
concede
Ma
Alvaro,
geloso rispetto della
guarda-dama,
?al passafrenta.
luomo
genti-
Don
amanti
essere
una
amata.
albagia
Duchessa,
italiano
gara
si tiene
non
procaccia
Altisidora, che
averla
non
una
i due
per
vuol
non
della
altresì
Alvaro, si è sempre
delicatezza, il giovine
favola, varrà
troppo chiaramente
Laurindo,
il
principali.
lui, lascia in libertà Donna
la quale Don
poiché
questi amori, invece
fra
eroismo
E
autore, piuttosto
suo
della
acceso
Alvaro, intendendo
Donna
al
giovine
gelosie,genera
donchisciottesco
Don
lode.
negar
i caratteri
e
alla
è, in effetto,un
donna, Altisidora, confidente
una
amante
Cervantes
e
sottrarre;
isconvenire
all'andamento
scene
può
ne
non
ligio abbastanza
dietro
tener
il rilevarne
del
da
gli si può
non
se
non
modo
romanzo
merito, di cui
Parlati
volta
questa
concepiti in
presa
gl'intrecci degli amori,
voleva
sa
per
giuoca
lasciarsi
trar
di
lanterne,
86
UN
PRECURSORE
METASTASIO
DEL
delicata,
....
Bella
fresca
che è stata tradita dall'amante
r
figlia,
la protezione del re e della regina, e n' ha consiglio
mente
di rivolgersia Don
Chisciotte. Questi natural-
Costei
invoca
ha
una
le promette il
la
con
Donna
la
sventura
sua
della
Se
Don
dal
finire
con
con
che
è Don
senza
ma
Doralba
paltonieridi
Orlando
E il poeta, che
e
di
guai,
i millantatori,
solo
corte
presto
stilla nella
cingere
gloria;
Serti
di
Ogni
altro
di Don
Baiardo
merito
coda
e
e
non
imparato
meglio
e
cosi;
spirito
a
aver
si dà
ralmente,
ch'egli,natu-
Agramante
Donchisciottesco
S' arriva
la pugna
doveva
finisce quasi malinconicamente
Col
spada,
nella vita errabonda
arrivino
come
la
ha
pare,
Infatti,appena
davvero.
al dramma
termine
per
quanto
a
trarre
neppure
dieci
priva di audacie
proprie spese
Alvaro, che,
lo sposare
battezza
dicendo.
sposar
noto
vinto, e pone
Chisciotte
vincerà, l'ignoto
quest'infelice ;
il giusto ciel non
voglia.
impegno allor si scioglia.
dovrà
guerriero
uscito,
via
donzella, Doralba, si
Una
stessa.
inteso.
Ben
di mosche, perpugno
ché
che d'occasione
una
a
un
serve
Chisciotte
cederà,
Costui
per
non
corte
Guerrier
da
finire il dramma.
con
alla lotta,
si accinge
e
la tradita.
Se
11
aiuto
suo
quale dovrebbe
Rodriguez resta
trovata
fìnge
rugiadosa.
e
non
i
a
desti,
mo-
il veleno,
"
del Duca,
un'aria
Ecco
DEL
PEECURSORE
UN
e
similitudini,
METASTASIO
nella
le antifrasi si
quale
la
dizione, le
corrispondono con
stasiana
meta-
facilità.
fumo
Denso
Di
l'accende
l'oscura,
men
al vento
poi
Cieca
invidia
più
l'oscura
Sé
sta
virtù
mirar
Men
un'isola.
e
per
Il vecchio
sen
va.
che
spenta
pretende,
j)iù l'accende,
e
distrugge
tenta
pura,
Sparso
Di
Sancio
la fiamma
velar
Più
che
più
altro
e
fa.
non
andarsene
come
affezionato
servitore
si
padrone.
Invano
piagnucolando dà l'addio
che
Chisciotte gli rammenta
al
e
un
di
governatore
governatore
commove
non
Don
deve
diero,
scue
gli ricorda l'esempio di Candalino
intenerirsi,
da
mandato
contea.
una
Amadigi a reggere
Sancio
risponde
:
Il Conte
E
a
Don
Candalino,
O
non
avea
O
non
aveva
mi
perdoni,
creanza,
di Sancio
l'amor
figliosmemorato
Chisciotte gli oggetti dello
come
madre
questa
Ci
avete
Quattro
camice
Un
ago
staffe
Un
ferro
calzetta,
una
berettin
Le
scarso
valigetta
Un
E
viene
a
In
tre
e
rotte.
da
e
notte.
bottoni.
gli speroni,
da
quel butiro
Panza.
cavallo
giallo.
ricordando
corredo.
UN
PRECURSORE
Che
voi
chiamar
Balsamo
89
METASTASIO
DEL
solete
Perù.
del
Scena
che, nel grottesco accompagnarsi del comico
del commovente,
accomodato
a questo melodramma,
e
rimane
Non
ho
sia mai
artistica
meno
non
riprometteva
si deve
nel
si
e
Certo, col Don
le Cinesi;
con
scurrilità
del
il coturno
è
nei
e
nei
lavori
recitativi
da
ricordare
cui attese
a
nelle
o
L'amore
se
la
fendeva
ofmento
ele-
felice
solo s' incontrin
da
ariette, sentenze,
e
siomi,
as-
di
imagini
agile e piana,
via
forma
leggiadria poetica
chiarezza
e
lui
a
prima dello Zeno
poi da sola come
di similitudini,con
la
V Impresario
si deve
sentimenti, affetti,espressiper
comparazioni
giocoso,
d'arte.
che
raro
0
di
Chisciotte,
che
socco
», si svolse
rinnovatore
Né
il Parlati
che
successo,
sia
ove
se,
e
perfezione del melodramma
provò pure il Metastasio con
Canarie
comica
«
^
sperava.
Italia,
lui la
a
quale
delle
e
tragicommedia
questa
in
quel
ottenuto
vera.
se
rappresentata
stata, vi abbia
si
accertare
potuto
stata
che
semplice precisione
la
metastasiana.
o
geloso
no,
o
idillico
securo,
o
gico,
tra-
imagini buone ; onde a volta a
volta s'incontrano leggiadre strofette non
buttate là a
casaccio, ma
a proposito,in apparente
legame
sempre
gì'ispirasempre
col
movimento
che
non
1
fanno
dramma
tarda
Nell'inverno
del
il Don
Chisciotte
veneziano,
Venere
affettivo
».
La
non
«
con
musica
vide
mai
incalzano,
coli'azione
e
innaturale.
o
della
prologo
del
più le
di
Teatro
al
1680
era
che
ed
Blanda
Canal
di
scene.
;
ma
Marco
non
fu
sentato
rappre-
Morosini,
intitolati
intermedi
Sajon
Regi^
:
piacque,
bile
no-
Trionfo di
e
questo
90
PRECURSORE
UN
A
fanciulla
una
Cerca
E
la trova
le
si
nel
amor
Al
mio
mal
non
Ed
al
duol
che
prova
saetta
una
e
—
Io, d'
giova,
risana;
cor
trovo
ferita.
aita.
si rinnova
è incerta
—
e
vana.
altrove:
Sen
E
cuore
turbato
di pace,
cosi:
un
raggio
in
;
più fido,
cor
le mie
dalla
riede
Non
il
ha
più lontana
suo
piacer ne
il
ti*ova
bene
caro
è
che
Allor
al
si fa rubella
patrio lido,
al
rondinella
la
va
mai
Né
A
fianco
l' erba, che
Ogni
E
corvetta
i^overa
à nel
fa dire:
d'amore
ammalata
Quella
Ch'
METASTASIO
DEL
pene.
passione
fa sperare
un
momento
un
L'aifiitta navicella
la ria
Dopo
La
calma
Ma
pria
E
poi
a
placa il vento,
si
serena
e
in
ciel
Si vede
Che
procella
respirar;
fa
bella
la
il
sereno
stella,'
mar.
giovinetto,a cui s'apre
fa esprimere cosi la
luce d' amore,
A
un
del
prima
la
nova
desiderio:
Io
farò
come
Rispettosa
E
Ma
amorosa
posarsi
un'
ape
dintorno
—
la
—
su
gira
che
a
guarda
quella non
rosa,
una
e
sospira
osa.
e
volta
timida
la
luttà
vo-
invece
Altrove
Se
Certo
pegno
Quel
furor,
in
chiude
E
ragiona:
è
gelosa
Sembra
sdegno
ed
è dolor.
versi
Gli
risponde
Te
sol
amo.
amabil
o
egli
felice
e
cara,
o
:
ancora
contento
—
più
anch'
abietta
servitù
senza
virtù,
Il regnar
Che
a
:
io.
dispetto d'empio
Il servir
musica
rio.
severo:
E
Né
quell'onde,
1' auretta
Ed
bramo,
sentenzia
0
allora
essa
baciando
—
bramo.
sol
all' erbetta
Ed
fior dice
quel
favella,
gentile idillio:
un
dice
—
amo,
lei dice
Te
amor:
suo
lei
sol
A
del
in
Te
sol
bella
tua
hai
Quel ruscel
Te
la
che
pochi
A
91
METASTASIO
PEL
PRECURSORE
UN
di poco
a' suoi
viltà.
senza
grido furono
drammi;
fato
i maestri
per tacere
che
la
posero
dei minori,
quali il
Zanettini, il Ciampi, il Gasparini,ricorderò il Lotti, il
Porpora, il Conti, il Caldara, il Fux, che nel secolo scorso
vissero
per
e
illustri. Anzi
il
musicato
avere
Fortezza.
Ecco
il dramma
de'
des
più gloriosi
occasione
della
cappella
dell'
della
farsi
del
Musiciens.
vita
incoronazione
Boemia, che doveva
dei trionfi il Fux
discorre
ne
come
Universelle
uno
maggiore
a
imperatore, fu
di
di
ebhe
Costanza
Parlati
il Fètis nella
«
L'anno
1723
Giuseppe
Carlo
VI
Praga, il Fux,
incaricato
grafine
Biofu
Fux.
In
a
di
re
maestro
di scrivere
di
la
92
UN
PRECUKSORE
Gostanza
grand' opera
i musici
della
di
lo
fece
Fux
il maestro
Una
italiano
moltitudine
artisti famosi
occasione,
venuti
erano
il vecchio
e
E
».
certo
sulla fronte
Come
fama
del
a
di
nostro
zione.
l'esecu-
forestieri
unanimi
la
e
gloria del
quella gloria dovette
sarsi
po-
poeta.
lirico,nulla il Parlati ha lasciato onde
si accresca;
di
e
solenne
la
alla
mancò
di
in orchestra,
dirigeva
di
lo
e
formato
era
per
riscosse
nulla
che
potesse
opera,
Praga
maestro
raggio
un
sua
Caldara
di
l'imperatore
ma
sedevano
stragrande
fragorosi applausi, si
Fux
suonatori
nella
d'Italia
lettiga acciò
in
Praga
e
musici
ai
s'eran fatti venire
la gotta,
duecento
:
inviati
si unirono
aveva
a
furono
rappresentazione della
al proprio fianco. Il coro
cantanti
e
che
i cantanti
Tutti
alla
sedere
cento
dove
ai molti
trasportare
assistere
Fortezza.
e
Boemia,
Germania.
fece
METASTASIO
cappella imperiale
capitale della
quella città e
e
DEL
la
sua
eh' ei
pubblicò a
del Principe Odoardo
Parma
nel 1690, per le nozze
Farnese
la principessaDorotea
Soffa di Moburgo,
con
È un Epidiede a lui ancor
talamio
giovane bella rinomanza.
il titolo,che dovette piastrano e lungo, come
cere
le stelle cachiama
assai a' suoi tempi, dove
denti,
ma
Cadaveri
e
via
di
questo
di luce
metro,
canzone
in
ai venti
seno
strampalerie a
allora per far colpo
quelle imagini fanno
accumulando
conveniva
strampalerie,secondo
e
piacere.^ Oggi que' versi e
1
II fiume
Parma
Odoardo
Principe
Dorotea
Parlati
Sofia
pronubo
di
Reggiano,
Moburgo.
Farnese
a
le felicissime
Epitalamio
Accademico
la
con
del
simo
Serenis-
principessa
Serenissima
Dottor
Pietro
consacrato
alle
del
Inquieto
nozze
Giovanni
medesime
PRECUKSORE
TN
sorridere,
e
che
che
del
mal
importanza
di più
finire del
di
colo,
se-
turale
concepire,na-
genio della poesia, una
galleggiante sul
forma
morta
di naufragio,
mento
quasi framcadia.
prode ospitalid'Ar-
Poiché
d' allora
mare
d'un
di
non
solo
la necessità
struggano
ne
la nativa
di
non
per
del
correntezza
è
non
ed
di
più,
imposto
tema
la moda,
lo
non
scemino
ne
nalità,
l'origi-
d' industri
amore
e
diversa.
arte
un
raro
versi, i
scrittore,ma
opposti
invenzione,
e,
scrivono
spiccare seguendo
nella
impaccino
ch'essi
sentimenti
Parlati, ove
il desiderio
0
fatto:
questo
quali paiono, non
di più ch'abbiano
stesso
gusto,
sospinta alle
parecchi poeti
in
di constatare
0
fu, sul
artifiziosa maniera
al corrotto
Lo
altra
parere,
offrono un
esempio
il secentismo
una
93
METASTASIO
mio
a
di questa, che
riprovare
più
hanno,
non
fuori
a
DEL
verseggiare
tifici
ar-
il retto
e
sentimento
dell'arte,riesce,specialmente, a sonetti di
visemplice fattura, belli per disinvolte movenze,
per vezza
di colorito
e
ed
Inquieto
^
Clealbo
Mirtillo,
degli Arcadi,
pure
Del
nelle
ma
Recanati
1717,
uno
Arcadia
Fu
demico
acca-
ebbe
vi fu
non
se
operoso
dal
Koma
nome
nelle Bime
Eossi
è
non
,
cita il Tiraboschi
italiane
Gr. B.
in
Arcade;
forme.
di lui.
Parlati
Poesie
perspicuitàdi
pubblicate a
verso
un
per
dei
dei rimatori
stampate
e
quali fu
Ceva, nella
sei sonetti,pubblicati
sua
pure
viventi, raccolte
in Venezia
dall'Hertz
pubblicatodal
Scelta
di
Bime.
Padre
Ad
da
nel
baldo
Teo-
essi
se
ne
aggiungere altri due, ignoti al Tiraboschi, clie
conobbe
l'Epitalamioche ho detto, stamneppure
possono
non
Serenissiwe
Eosati,
1
Altezze.
In
Parma
per
Giuseppe
Dall'
Oglio
e
Ippolito
1690.
Catalogo
degli Arcadi.
degli
Roma,
Arcadi
Antonio
pubblicato
Rossi,
1718.
nel
III
voi.
delle
Prose
94
PEECUKSOKE
UN
Piacenza
pati a
di
applausi poetici per
da
lui
raccolti
dal
è
primo
METASTASIO
Zambelli, nel 1689, in
dallo
preferita,e
DEL
monaca.^
lo trattò
specchi', quello
finta di
Porta
una
a
si chiude
amoroso
ultimi, il
i due
sono
d'amore, l'altro è rivolto
Dei
disinvoltura.
bella
migliori
Recanati
la forma
fu
Il sonetto
con
raccolta
una
questa bella
con
e
facile terzina:
cerchi
Se
Durerà
Nei
di
di
e
morir
suo
eleganza
della
pareti
è V
Venezia
a
al
Pietà, degli Incurabili
scuole
di
cantanti
di musica
di
lui
di
ci
rimangono
Sacra, ch'egli
di
per
pose
com-
agli altri della
carità, come
nesse
an-
semenzai
che
furono
veri
tutto
quel
secolo.
sacra,
a
de' Mendicanti,
S. Lazzaro
dell' Ospedaletto,erano
e
cartello
difetti delle
1 medesimi
l'Istituto
istituto di
quale
manca
ma
lunga elegia,scritta sulle
la
e
;
ovidiana,
Ester, Actio
per
ancora
l'ora.
sapesse
poesie latine, che
Curiosa
stampa.
tempo
facilità
prigione, ha
sua
brevi
altre
del
versi latini mostra
gusto
quanto
per
mio, dir lo potrei
l'amor
l'uom
Se
poi
Ma
più
paretidella
sua
e ch'io
pubblico in appendice;
prigione a Rubiera
due
soli pubblicati per
e
perché inediti, avendone
saggio il Tiraboschi, e perché oltre che dello scrittore
fu cattivo e penò
ci dan
dell'uomo, che non
segno
si oppongono
pilia
e
duramente;
perché a noi non
curiosi
intenderli
condanna
dall'
II
che
difficoltà,
li
da' documenti
saputa
le
avendo
1
sonetti, eh' egli scrisse
i
sono
e
della
Tiraboschi
erudito
le contiene,
del
fu
scritta
Tiraboschi
oscuri
resero
la
schi,
al Tirabodella
cagione
sua
lunga prigionia.
ebbe
reggiano
sulle
tutte
abate
il 23
nella
le notizie, che
Prospero
Fontanesi.
aprile 1781
R.
pubblicò
Biblioteca
e
trovasi
di
La
fra
Modena.
sul Parlati,
lettera, che
la
denza
corrispon-
96
APPENDICE
gione
fu
vi pose
chiuso
più piede, resta
nei
scrisse
i lamenti
anni
mesi
di fortezza
rimaste
ancora
Kubiera
a
che
provato
primi cinque
Quella parte
mura
giunto
appena
che
e
versi
tali
egli
di
prigionia.
oggi demolita;
è
intatte, che
le
tra
e
udirono
per
infelici oppressi,alcune
di tanti
non
lunghi
chine
mac-
allegreal lavoro assiduo delle
officine. Per notizie raccolte sul luogo da chi vide ultimo
alcuni di quei versi, leggibiliancora
cinquanta
anni sono, seppi che erano
chiusi in tanti riquadri regolari,
a
cantano
vapore
e
spartitidi linee incise nella incrostatura
pareti,e quindi colorite in rosso
i versi erano
bagnata. Anche
modo,
e
le lettere
non
Il manoscritto
del
Signor
uguale
che
si
ora
da
conserva
Modena
a
che
perché ignorò
le
l'anno
fu condotto
in che
rimase, dà
cagioni
intorno
al
Tiraboschi
Kubiera
e
Li
blico
pub-
Olio, il quale
prigionia del Parlati
della
fatto
lezione
col-
Venturi, ed è perfettamente
loro il Dall'
a
metri.
centi-
alla
nell'Estense.
diede
stesso
due
tolgo appartiene
Battista
Gian
di
più
quello già possedutodal
a
l'ordine
con
li
cui
di mattone
scritti nello
alte
erano
polvere
con
delle
e
il tempo
all'autore
che
e
vi
notizie, ora
chiarite erronee,
in una
breve
prefazioneal lettore.
Se nel 1782, che fu l'anno in cui il Dall'Olio trascrisse
i versi del
di
Parlati, erano
inesatti ed
dopo,
la tradizione
nella
Ed
oggi
con
finestra. Ohi
un
li abbia
si dice che
detta
carcere
la
lenzuolo
fini
i ricordi
a
lungamente
appeso
quel modo,
prigionia
un
secolo
più avviluppati e
sempre
Carandina
della
che,
errati, è naturale
lui
confusi.
già
e
rimase
che vi mori
chiuso
zandosi
stroz-
alla ferriata della breve
dopo
lunghi anni
di
Carandini;
disperata prigionia,fu IppolitoLudovico
alla prigione il nome,
diede
e la sua
tragica morte
97
APPENDICE
che
le rimase
chiuso
certo
insino
mai; n'ebbe
alluse
ai di nostri. 11 Parlati
solo timore
alla fine del
e
forse
non
vi fu
minaccia;
^
e
Carandini, quando disse che
la memoria
della disperaseco
quella prigione aveva
zione
ed era
La Catravagliosastanza degl'infelici.
randina
di lunghezza, e due
di
misurava
tre metri
altezza; me
in
avvisa
ne
dal
esame
di musica
un
E
perché
stro
Cavalieri, mae-
il Carandini
anch'
egli sulle pareti della sua carcere
e
propria prigionia,
perché queste non
dissimili
tomi
da-
cortesemente
Francesco
Signor
Eubiera.
a
documento
le
cause
scrisse
della
furono in tutto
ebbero
quelle del Parlati, ed ambedue
uguali le sevizie e i patimenti,la tradizione li confuse
insieme, e cosi ne nacquero
gli errori che ho detto.
Ancora
ultimo
La
un
particolare.
prigione chiamata
Cortese al tempo del Parlati,fu, più tardi,restaurata,
detta del Duca
l'anno 1822 passò le ultime
; e in essa
il sacerdote Giuseppe Andreoli, prima d'esser tratto
ore
al patibolo,
la vita lasciò l'amore all'Italia.
dove con
Dei versi inviati dal Dall' Olio al Tiraboschi
publico
solo i sonetti,perché l'elegiae gli epigrammi latini
mi paiono degni di essere
tolti dall'oblio,
non
e
ché
perle altre strofe italiane si leggono solo a frammenti.
Una
nius,
da
canzonetta,
hona
che
quaerimus,
Non
Il bel
dell'età.
allora
bel
Dall'umana
pag.
Campanini
Quae perdidi-
mancando
va
verde
titolo :
la bellezza
Allorquando
Quel
Vedi
per
comincia:
si prezza
Solo
1
ha
si
verde,
deplora
die
si
perde
vanità.
31.
7
98
APPENDICE
Un' altra
ammutisce
Che
Mi
0
sveglia
si
Qui
E
titolo si chiude
senza
si
si
il mio
squarcia in
sciolgon gli
sferza,non
giustizianel tempo
di
Pandette
Pel
Ed
Poi
In
un
gli erapi
chiusi
i
tempi.
tribunali
all' intei'esse,
rimesse
per
i decretali.
e
epigramma,
macelli
cosi
Fatta
chi
Ha
ingannava
ingegno
dalla
per
va
l'innocenza.
si
pien
serve
di
con
premio
le lunghe
a
Prudenza
Giustizia
il morto
Benché
cardinali,
empia malizia,
rea
Oggi
virtù
:
si fidi la
Oggidi
E
intitola Le
che
Dell'umana
r
della
rigor che vi risuona,
ai lupi si perdona
si scortican
gli agnelli.
Non
0
contro
le carceri
tristamente
sorride
pianto.
dea
nei
spaccian
Son
in
e
banco
un
si
Le
che
questa
L'empietà
E
occhi
è il nume,
Apre
il core,
seno
implori Astrea,
L'innocente
Sordo
:
scrivendo:
suo,
convien
Oggidì
dolore
coraggio,l'amministrazione
senza
Né
tanto
cresce
e
questa quartina :
con
disprezza
Temperanza;
costanza
la
ore
Fortezza.
d'ozio
e
di
versi latini,in cui certe
zando
noia, forlettere
sono
99
APPENDICE
comuni
costanti;
e
altre,
done
Cosi
si
ad
esempio
In
o
-
-
E
ancora
ecis
Est
Est
necis
di
sonetti
iiltor
s
-
regis
vis
egis
o
-
a
-
mortis.
odia,
ac
ortis.
-
sortis.
omfna
et
legis
jus
-
ns
gradito
ai
senza
più,
salvo
vi
premise.
:
del
Dall'
mina
nt
lum.
-
-
fulminai
wrunt
orant
erano
e
r
-
reus:
fatta
dal
eus:
-
i"eus
emens
questa
trascritti
che
-
amans
aMCtoi"
serio
i
iunt
-
rn
-
-
i^j-ecis
ecco
e
-
tor
-
Ed
diversi.
:
Est
Versi
s
seriunt
Innocuos
sensi
e
:
feriunt
Insontes
varie
parole
ottengono
inframetten-
intervalli,
negli
ma
crimina
-
codum.
telum.
resto,
tempo
perdi-
allora,
letterati.
le
che
ommissioni,
Olio,
col
titolo
e
ho
la
dette,
zione
prefa-
LAMENTI
POETICI
DOTTOR
DEL
PIETEO
PARTATI
REGGIANO
POETA
DA
DI
ESSO
SUA
CESAREO
COMPOSTI
PRIGIONIA
NEL
TRATTI
E
SCRITTI
ne'
MURI
FORTE
DAGLI
DI
OCCASIONE
IN
ORIGINALI
DELL'AUTORE
MANO
DI
SUA
CARCERE.
DI
RUBIERA
COPISTA
IL
Ve
di
tradizione
una
Vienna
fosse
anni
se
circa.
È
trarre
:
Ti'ovansi
i
pezzi poetici
scritti
di
due
delle
in
Tali
significante
in
ha
siste
fronte
il
Quintilibus;
per
ma
esistenti
qual ragione
gramma
mono-
un
cui
di
Forte
l'elegia
Advena
è
non
cile
fa-
interpretarsi
potrebbe
Forse
seconda
nel
con
di
monogramma,
significato.
riserva,
della
inoltre
e
vrano.
So-
in
mettere
enimma
data?
una
Conviene
in
erano
altresì
bianca.
l' imbiancatore
Forse
che
certissimo
alcune,
ad
avrebbero
che
il
suo
singolarmente
un
successore
ne
in
che
maggiore,
carceri
quelle
alcune
però
riflettere
assai
numero
di
con
Pariati,
guitato,
perse-
(10 aprile 1782)
sottosegnati
sono
cerazione
car-
suo
veruna
muri
ne'
fu
del
d'oggi
giorno
sua
che
senza
né
poesie.
di
sicuro
tre
segui,
sue
motivo
Cortesi,
altro
ciò
cui
Ministro
Pariati
Dottor
un
comprendere
Kalendis
al
del
tutti
di
Pietro
per
qaeste
il
libretto,
denominate
pezzi
da
Corte
trattenuto
in
primo
questo
leggonsi
prigioni
Rubiera.
dal
egli,
stessa
mano
preciso
rilevarsi
j)uò
che
fu
dimenticanza
nella
raccolti
dove
della
il Dottor
Forte
questo
tempo
ordine
per
cognizione
dice
torto
a
il
soltanto
e
che
Cesareo,
veruna
seppellito
pur
Rubiera
in
Poeta
ignoto
E
può
ne
in
rinchiuso
Reggiano,
Pariati
LETTORE
AL
in
ma
fu
una
ne
avi'à
tolte
di
è
stato
latine, poco
d'Augusto.
tali
occhi
calce
de'
riosi
cu-
leggibili:
restar
troppo
degne
cimento
risar-
da
coperta
agli
poesie
del
occasione
parte
meritato
pennello
addietro
è
indulgente
dell'alloro
spensato
di-
104
APPENDICE
ni
Princtjns
sacras
iras.
veneramur
EURIP.
A
mio
Del
il
struggasi
me
i cenni
terreno
nume
e
Cieco
adoro
Utili
faccio
alla
mia
che
n' è
Signor spenda
Esso
10
la sferza
E
di
è pena
Non
Ciò
eh' è
Perché
11
E
un
Non
il mio
patire
gli affanni.
clemenza
dalla
di
error,
mi
vo' rendermi
accetto,
tal cimento
un
gloria mia
che
anni;
desire:
dell'innocenza
onor
i miei
suo
temperar
il dolor
finor per
se
Pur
a
rigor
dopo
giusto
al
colpa
basta
questo
i danni.
fama
m'inchino
soggetto
l'ire;
soffrire
col
e
condanni
ch'io
pria
cor
aspetto.
sento
non
il petto,
rimorda
coU'ardimento.
reo
IV
Restai
OviD.
dal
Poiché
prigionier sperò le vie,
con
quel del figlioe col
Dedalo
Pianse
eretico
Del
invano, invan
mare
Signor
le
tirannie
iter
suo
am.
Art.
dal
coeli.
II.
suolo
duolo
:
al polo
spiegando, unico scampo,
pie,
ingegnose, e le speranze
Poscia
L'ale
Su
gli
del
occhi
quelle che
A
A
cosi
me
Ogni
cammin
Ma
Una
Sicura
toglie la
sicch'io
eh' ò
libertà
La
chiedea
senza
sponde
frode
natie.
ardita
giammai
errar
perché il i^iedead
onta
raggiunga
smarrita.
altrui
vi
giunga
migliore il ciel m'addita,
lunga.
senza
inciampo ancorché
strada
e
il volo
rivolse
crudel
105
APPENDICE
119.
PSAL.
Dal
Perché
Ma
di
Mentre
sdegno
Il cieco
Né
colpa
Bensi
colui
col
Sveglia
lui
Da
in
suo
livor
mie
le
Da
lui sgorgano
Da
lui
vien
la
afferra.
i
hanno
in
Regnanti,
corte
l'ire tonanti.
torto
estorte,
gli amari
pianti,
a
pene
in
clemenza
sferza
fallo
poderoso
son
di
e
che
terra
potenza,
vece
si gran
in
sicure
l'empia
e
erra.
mortai
in
premio
atterra
sentenza
non
assai
quaggiù
di
L'umana
Giove
rende
giganti
l'innocenza,
l'aspra
de' rei
le
non
i
ed
e
fulminar
nel
fronte
Sulla
illesa
virtude
la
Va
i mostri
ciel che
acutae.
2ìotentts
Sagittae
me
saetta
acuta
e
forte.
VI
raioida
adhiic
Saevus
Satyrus
terrei
me
in
unda.
PONTAN.
dalla
traditor, che
Quel
riva
amena
profonda,
spinse acqua
Mi tien nella maggior torbida
piena
Cogli empi sassi e la maligna fionda :
Sotto
perch' io
E
Qualunque
Acciò
Non
Che
Fu
in
e
più
di
manchi
sua
balia
pubblicato
me
nel
lascio, ove
che
getti a
vicino
me
a
lui
dal
lena
affonda,
pastori empie d'arena
peiùglio altrui nasconda.
m'insulta
assai
Con
1
il mio
eh' io mi
Si
Mi
dei
che
Cosi
riposi o prenda
non
sterpo
gli occhi
E
mi
questa
speme,
malgrado
Tiraboschi.
abbonda
il torrente
e
men
l'ardir;ma
lungi
affrena
nuoto
da
in
di pena.
perché l'onda.
lui mi
mena,
qualche sponda.
106
APPENDICE
VII
homini
Homo
Plaut.
d'insidie
Vive
D'inganno
Ma
di
e
di livor
e
III.
Act.
aul.
lupo,
l'uomo,
si nutre
è il
crudele
necessità
per
il
rapine
lupus.
lupo,
capriccio è l'uomo.
è ingordo il lupo.
armenti
Dei mansueti
è l'uomo.
avido
ruine
D'innocenti
i cani ed i pastori il lupo,
Pur
teme
inumano
Ed
suo
a
leggi e gli Dei paventa l'uomo.
il lupo,
Delle prede alle strida è sordo
insulta l'uomo,
Degli oppressi al lamento
il lupo.
E l'uom
sen
gloria e sen
vergogna
Anzi
tanto
peggior del lupo è l'uomo
del lupo è traditore il lupo;
mai
Che
le
Né
dell' uom
nemico
Ma
troppo è l'uomo.
pur
Vili
gloria
Tempestai
Stat.
Ahi
ahi
quanta,
il
Piove
quale
il
ciel,apre
toglie l'onda, e
E
Le
del
speranze
Spezza l'ardita
Nel
di
favor
col
E
vile
Piange
sa
L'infranta
Pompe
nel
e
nave,
d'onore
scorno
i
già
stanco.
e
smai'riti
han
i
segni,
franco.
e
il lacerato
onde
ritorno.
tempesta
glorioso
sono
giorno.
flagella:
infelice
della
il nocchier
che
a
quella
consigliera stella
mai, benché
la racconta
E
la
chi
prua
a
i rai del
e
di Nettuno
viaggio s'inoltra
Né
Ma
e
procella!
il nembo
copre
porto,
venti
dei
Pure
sorda
mar
Theb.
intomo
fragil nave
a
navi.
ordegni,
fianco,
più gloi-iai legni.
107
APPENDICE
IX
Feliciter
meruisse
non
è l'infelice
Beato
Vei'me
E
al
Rimproverare
Sosterrò
il core;
ode
non
il
senso
premio
senza
rode
non
di sé
dentro
ragion
59.
Epist.
Basil.
amaramente
secreto
la
cui
a
perferunt.
quae
S.
constai
quibus
miseri,
sunt
dolore.
suo
e
lode
senza
il rossore,
Ogni biasmo, ogni mal, fuorché
la sorte
Poiché
iniqua, o l'empia frode
Serve
giusto
al
Cosi
misero
crudo
Un
Tutto
sdegno,
miseria
vera
del
Quella
congiura,
fatai
il
fanno
non
sempre
una
ed
d'errore.
non
del
pensier
danno.
timor, vile sciagura.
è lieve
è
e
pena
cor
un
dell'onta
L'orror
Solo
di
interno
proprio
affanno
giusto
e
censura.
aspra
Non
vindice,
sine
siim
OVID.
Per
me
della
Pietade
Per
me
della
Ragione
Per
me
della
Giustizia
dei
E
Che
Ne
disastri
e
più gonfio
Ad
altre
L'inganno
Senza
Non
Lenta
corre
ma
invidie
d'aita
no
sul
e
e
tutto
fiume;
primo
al
forza
soffrire
perciò
flutto
assume.
alletta
son
io
di vendetta.
cielo
grave
d'obblio;
acqua
eterni, e la
giusta
il
e
mio
non
in
varcato
maggior
e
il Nume.
sordo
incalza,
altrui; ma
nemici
ho
ho
ingiurie il
speme
Non
è
delle
altro
un
segue
spento il lume,
è il frutto.
amaro
non
m'
asciutto,
è
Per
Eppure, ohimè,
Her.
è il fonte
dell'Innocenza
me
dicci.
ha
saetta
in
mano
Iddio.
108
APPENDICE
XI
Durat
aahuc
Manil.
E
E
è
è
sazio, e non
dell'empiasua gloria o
Ma
non
più maligno
D'inganno
Me
Non
di livor
e
d'astio
de' miei
di
mortai
;
pieno?
veneno
assai ?
quel falso labbro
infettò
Can.
mai
è
core
e
amaro
guai
che
quel
ast.
almeno
stanco
più crudel
e
rabies.
i miei
hanno
Spenta non
sospiri omaì
L'ira plebea di quell'ignobilseno?
Fermo
ed
anco
pure
ostinato
i' scerno
cui
io
Quel piede orgoglioso, a
duri
Ma
di scherno?
base
d'oppression,
Scanno
Quanto
in danno
quella rabbia
può, quanto
Tendicator
sa;
son
dura
mio
in
eterno
Iddio.
dell'Innocenza
XII
Corpora
helleborus
habentibus
sana
A
delira
chi
o
per
pazzia vien
dar
si
^h«
dal
seno
Ma
ad
se
Offre
Che
un
medica
Medicina
che
umor
nero
è,
rio
ma
affanna,e
Prigionia lunga e dura
i falli de' rei
Meritato
Ma,
rigor
se
N'addossa
Divien
per
il
pena
il grave
fuor
cor
pieno
consuma.
egualmente.
opra
purga,
frode
severità
e
veneno
le viscere
Essa
illeso
quell'atra spuma,
man
non
costuma,
l'intelletto afFuma,
di mente
uom
16.
meno
^'^"e'^o^o
Quel
loericulosus.
Aph.
Hip.
e
corregge
decente.
altrui
incarco
chi
a
regna
un
e
regge
innocente,
d'ogni legge.
109
APPENDICE
XIII
Quel
M'è
Ed
è
che
ha
l'uomo
fa
Cosi
il
che
Basso
Pare
un
è
Re
è
che
Spurio
io
che
son
ed
bravo
un
ma
Cavalier
Dottor
l'aspetto.
usurarlo,
Crasso
è
il
è
tiranno
do
nel
rosario.
Faraone,
falsario,
un
pare
poltrone,
un
dice
assassin
un
fuore
di
melon
d'un
dabben
l'uom
spaccia
Paride
:
del
all'apparenza
Talvolta
rancore
intelletto
nell'
moralità
Una
zucchetto.
mio
il
posto
sapore
d'un
e
rapa
ha
m'
subito
del
gusto
d'una
assai
E
al
zibetto,
di
e
nell'odore
e
peso
manna
riuscito
poi
Peggio
Ed
di
fatto
Parea
nel
clie
melon
e
112
DOCUMENTI
madre
propria
fattole
dell' assegno
da
I, di cui
Francesco
già discorso, si dice, senz'altro, figliodi Belleville.
fratello di lui Giuseppe, nella supplica diretta
al Duca,
ho
che
ottenere
a
Reggio,
il Parlati
dove
la
nel
potesse
del rimanente
da
Venezia
necessaria
era
presenza
sua
1701
per
tornare
in
«
il
E
nimento
mante-
della
famiglia » si designa per «figlio
Bel
fu Monsu
Ville » e nulla
verte
più. Questo rogito ne avche il padre Giambattista
nativo
era
francese, e figlio
,
del
di Edmondo
di
comincia
e
né
so;
data
26
novembre
Antonio
rogito
del
è
afferma
fosse
se
d'
sito
Giacomo
l'eredità
che
zione
tradu-
origine,
Mantovani
lui,Giovanna,
del Pariati
vivente
agnato
1' asserzione
corregge
di
famiglia reggiana
l'assumessero.
quando
notaio
al
in
1738.
Pariati, suo
sorella
una
è di
non
a
rogito
Il Tiraboschi
da
rimasto
sopranome
Pariati
potuto stabilire
ho
secondo
Il
solo
il
registrarsida loro;
francese, designando Belleville il
del
non
Il cognome
del Nostro.
padre
ciò
Belleville; da
Padova,
a
del
Tiraboschi
allora
vivente
fu raccolta
questo
indicando
che
Reggio
a
fu tra
i coeredi.
In
d' Este
Rinaldo
di
lettera
una
Madrid,
si
dal
legge
Tutto
il
quello
e
mia
sei mesi
letto
come
»
con
per
una
ben
—
temerità
Corte
alla
fatto
possibile,
dell'im-
di
scellerag-
sofferto
io ho
di
contro
commesso
diffonderò
in
nel
venturo
con
altro
questo
dal suddetto
S. informarsene
non
servire
l'A. V.
Gianni
ne
sarà
Rangoni
Taddeo
ordinaria
S. che
non
ne
ha
dubito
informata, ma
il
«
—
dopo
dal
che
parte,
chese
Sig. Mar-
quale
sopportate
che
riati
Pa-
riere,
Cor-
presente
a
et
varmi
ritro-
per
relatione
una
me
di Pietro
il temerario
perché
il Marchese
prudenza
avessi
titolo ; et
dare
col
l'A. V.
ha
che
continuati
mi
non
lo farò
potendo però
Modena
paragrafo.
quello
a
li posso
non
a
di
Duca
al
di lui Inviato
fatto, et ancorché
ho
gini,infamità
che
Dini
Paolo
seguente
è niente
per
1667
agosto
ecc....
non
Casa
22
Pietro
cav.
Ommesse
«
il
scritta
pure
infinite
gretario
Signor Seio gli scrissi
113
DOCUMENTI
detto
al
tutti li
Sig. Segretario, ne ha fatto ogni giorno più in
resterà
formata
ina
suo
generi, come
tempo l'A. V. S. ne
».
Ommesse
In
altra
Duca
ecc....
lettera
si
Rinaldo,
legge
Ommesse
«
Io
poi ho
uomo
mi
questo
nella
mia
Casa,
in
mia
già
ordine
lettera
Pariati
scrisse
merita
come
del
Lettera
Modena, colle
suo
soggiorno
Subito
col
Ministro
informazioni
in
che
Corriere
Campanini
il
spero
mando
se
Taddeo
—
Ran-
dalla
«
—
Pietro
il
sua
quale
Magelli
avendo
la
potrà
ne
et
io anteposto
rappresentanza
riparo dovuto
alla
risposto dal
fu
al Dini
:
«
Duca
diciamo
Le
il 17
che
ottobre,
Pariati
e
in
è prigione
».
Pietro
a
Dini
Paolo
carico
di
Pietro
diretta
al
Pariati,
di
Duca
il
durante
Madrid,
«.Serenissima
«
S.
Madrid,
servita
cui clemenza
Non
Pariati
belle, Don
rendere
buon
ecc....
suddetta
al
delle
»
col
di
rlati,
Pa-
».
Ommesse
Alla
V.
Signor Marchese,
meglio
S. dalla
sofferenza
Corte
Pietro
scelleragginiperché
e
la A.
Modena
a
alla
suddetto
per
V.
A.
; intanto
tornato
tollerate
ha
del
tutto
delitti
vivano,
ser-
quel scellerato
credibile.
non
mi
mettei'e
a
da
stato
li suoi
che
pelle di
prenominato Sig. Marchese
egli ne
al
servitore,due
anni
toi'nato
aver
essendo
debole
straordinaria
Cameriere
di
tutti
di
assai
era
missione
molti
erano
confusione
una
ritrovo
dal
scritta
stesso
il mio
servizio
che
serve
con
goni, che
della
dal mio
spero
informare
anch'
due
relatione
la
seguente
originato da quella buona
messa
oggi
il
1697, dallo
paragrafo :
ecc....
et
tutto
governo
Settembre
licenziato
Gentiluomini
et
5
del
il
Altezza
Sig. Marchese
ritrovarsi vicino
visò
(Rangoni) mi avquesta Corte, lo andai
Taddeo
a
8
114
ad
DOCUMENTI
incontrare
mia
nella
non
solo
se
fossero
ma
tutti
in
essere
miei
mia
mia
alla
Ser."'", et
V.
farlo
Casa
per
una
da
di
qualche parola
la
scandalo
mente,
che
giorno
ad
minacciato
dal
andarvi.
rispetto a Dio,
V.
a
di
valso
un'
altra
Serva
Casa
zitella
et
a
di mia
portare
per
l' ultimo
il
egli perdendo
tempo
una
lo
publica-
aspettò
mia
io
che
seguisse qual-
non
Marchese
con
soddisfare
a
scomunicato
alla
Ser.""*,
A.
medio
ri-
era
fare, onde
deve
medesimo
corx'ispoudenza
secreta
essendosi
Nel
niente
vi
non
Parrocchia
acciò
Sig.
tolo
mortifica-
questo
Pasqua
haverebbero
lo
poiché
detto
del sud-
tolta, et
l'isentimento, ma
tere
bat-
voler
per
Camerieri
li fu
me
Marchese
Signor
cavato
medesima,
nella
spada
delli due
uno
haveva
leve
alla
mano
che
lo
che
molto
cosa
Antonetti
al
facendo
Sei*.'"*,
A.
Spagna. Dopo pochi gioi-ni
in
venire
messe
presenza,
intendere
medesima
della
suo
avvicinata
giovò poiché essendosi
andare
alla
ch'egli volesse
cristiano
il pi'ecetto che
ogni buon
feci
V.
ricevei
seguito ogni finezza come
lmati
fratelli,ed in particolarea Pietro Papoiché pubblicò subito essere
egli Se-
Signor Marchese,
con
del
di
lo
et
padrone
Comandi
tutti
per
Domenico
a
facendolo
dell'A.
attuale
Collegio
un
a
sei, lo condussi
a
Sovrani
distinzione
cretario
et
alli
Lui
a
con
da
Casa
povera
adempire
per
tiri
due
con
et
neva
te-
me,
moglie,
glietti,
bi-
levare
si maritarla
dirle che
ingannata con
quale teneva
che
dell'A.
uaa
bisognava aspettare prima la licenza
seco,
darla
che
saria venuta
V. Ser."'% la quale subito
ne
parte
la
al
Marchese
Signor
credeva,
più
tanto
Cavaliere.
et
vendo
fatto
mela
scritta
onde
con
che
notitia
il tutto,
confessarono
io fuori
havuto
Moglie,
per
Sacerdote
questa
ch'essendo
mi
diligenze
un
tanto
essendo
dicendo
andava
che
come
di Casa
ardire
ella
la povera
onde
me;
fu
scritta
che
pure
venire
timore
ch'era
servendo
di
chi era,
solea
facendo
passare
anche
egli un
firma, che
gran
l'annessa
dal-
al
alla
mia
Casa,
giovine,
cosi
nell' ajjpartamento
parlare
mi
temerario,
Signor Marchese,
fuori, a
ha-
poi
scopersi haver-
alla
stato
lo
se
ch'egli tramava
senza
di
sapere
giovine
essere
tradimento
Scopersi questo
lettera
mia
a
con
la
veva
hadi
gio-
Ili
DOCUMENTI
ville,et passò la
tardi
molto
che
che
chiamò
alla
dormiva
da
se
haveva
servire
rei fatto
bastò
morire
nel
terzo
dal
onde
una;
egli
più
di
con
una
faccia
non
obbedire
; et
le
lui
anche
vuto
tollerate
ha
io
pazzia
alla
voce
la
del
il
sempre
scellerati
che
se
'
Pariati
Nelle
et
l'A.
per
stando
di due
niss.
con
del
questa
al mondo
si
lo
voleva
del
li Servitori
da
lo senti
ha
ha-
né
scellerato
il
che
lo
puole
la
Signor
disse
et
di
in
sua
chese
Maralta
del
quella
delli miei
che
gli Spagnuoli
la
fame,
in-
più
cosi
conoscere
di visita
ne
credere, poiché
non
famiglia
sua
il
che
scellerato
gentilhuomini
se
che
ma
sojBferenza,perché
avvelenato
Ser.'"*
Pietro
Portogallo,
Marchese,
ritornasse
V.
di
la
havevano
memorie
amoreggiò
lui. Et
tare
mon-
Marchese
cose
più
comandare
avvenire
né
tutti
et
corpo
tutta
con
D.
questo
sono
Inviato
Signor
che
Cristo
Veda
nuovo.
di
presenza
Signor Marchese,
cosi
Sig.
di
con
temerità,
sua
scandalosa
glielo ordinava;
detto
al
prudenza
di
et
il medesimo
certo
veduto
mai
più bugiardo
Casa
voleva
presenza
gran
con
in
dovesse
comandare,
et
li Servitori
fatto
li fu
non
infinità,che
ho
come
in
una
una
non
né
che
vivevano
la
con
sola, poiché
questa
comunicatione
lo
miei,
et
fa
non
rispose
alla
oreccliie
sue
che
niente
fuoco; però
corrispondenza
Marchese
glielo poteva
Signor Marchese
Ma
dove
tosta
questo
la
volere
cosi
che
sopra,
Marchese
con
giorno peggio, poiché
Sig.
Maggelli,
Pietro
D.
per
Il
ogni
qualche
detto
l'have-
mei-itava.
egli
come
glio
me-
per
anzi
scoperto.
haveva
legate
di
appartamento
mogli
le loro
gli feci intendere,
Ser.""*,altrimente
V.
mento
ci-
in che
roba
di
fu
S.
V.
Donne,
disse
matto,
pure
l'A.
le mani
bastone
un
alle
subito
avevo
all'A.
procurava
giovine, che
io
poi gli
questo
anche
dopo
sotto
io
Onde
che
obbedire
et
con
^
sero,
gli apris-
vicino
nubile
notte
una
acciò
serrata
sentito, veda
posto.
Marchese
Signor
figlia
stato
ringratiasse Iddio
che
ch'era
porta
mia
la
fosse
me
mi
et
sfacciataggine cosi oltre,che
sua
Regina
vivano
ser-
erano
defonta,
crocifiggerebbero di
dare
maggior pazzia
Rouchi, già citate, è
figlia del Diui.
detto
che
il
116
DOCUMENTI
ha
quando l'A. V. Ser.'"* non
prestare ossequio a questa Corona; onde
mandarlo
a
non
pregai il Signor Marchese
et
temerità
in
seco
Casa
il
male
di
Signor Marchese,
fece
ne
negotio
il
con
egli
meritava
d'haverli
dopo
D.
Signor
lo potrà
Consigliere, come
bigliettiscritti al medesimo, dal
saputolo,
me
condurlo
né
Quando
hebbe
alla
Michele
vedere
più
poi stiede
compagnia
tener
che
cuore
a
Cavaliere
gran
gran
da
fece.
come
questo
io li dovessi
che
pretensione
et
questi Grandi,
altro
tavola,
Guerra
ora
S. dalli
l'A. V.
fu mortificato
quale
confessato
la
suoi
come
quasi tutto,
come
dire che quando
io gli pasSig. Marchese, et con
sava
mi guardava nel viso, standosi
sedere
d'avanti
a
senza
il cappello, et questo
moltissime
moversi
né levarsi
volte,
al
pure
et
di molte
altre
sarebbe
et
Marchese,
li fece
et
che
bravate
cose
di questo
sopra
et
qualsivoglia galanthuomo
però egli
morto:
cascato
più
faccia
suppose
che
molte
cose,
sempre
tosta,
ogni giorno peggio.
discreditare
Per
stato
aperto
dato
vergli
Marchese
lui
saputa,
senza
con
al
era
alla
sua
levatoli
bene
confessò
il
bottega
andava
con
da
un
alla
fece
lui di
bravo,
giorno
spada
battere
più egli
a
ad
subito
tanto
la
si
verità,
del
verità;
ne
a
dare
guar-
il Parlati
ma
che
lui
sopra
di
pure
restò
mirato.
am-
assisteva
lo
divertimenti,
e
costui
et
li
viva
ser-
impertinente, che
ammalato, egli cavò mano
fatto
cosi
Marchese
Signor
saputo
il
che
era.
se
di questo
et
che
Marchese
robe
minacciai
et
che
dire
con
Moro
era
Staffiere,che
ma
lo
galene d'argento
la
un
nell'anticamera
licenziai-e ;
dire
io in letto
ritrovandomi
un
di
vero
al suoi
che
stanza,
pregarlo ciò dire;
io poi li domandava
haveva
notte
una
il detto
dato
risposto, che se
gli haveva
questo egli saria preciso dirmi
il detto
è informato
Signor
ne
Di
in
ha-
il Mercante,
chiamare
fatto
fra
et
l'altre
diede
che
gli era
diceva
d'argento, che
me
serratolo
et
Pariati,et
stato
et
Mercante,
da
; onde
egli havesse
che
Casa
galene
il
avvertisse
dirli,che
vero
di
guardare
Signor
mia
bauletto
braccia
a
la
anche
suo
un
molte
le altre
al
il
lo vide
alcune
Pariati
per
voler
signor Marchese,
gli disse, che se
dal
lo
ne
117
DOCUMENTI
di
nascosto
•stasse
fatto
il
che
effetto
vi
acciò
a
pregarlo
lo
ritornasse
parlasse
le
soddisfationi
del
io
che
non
fatto
mai
bastonare
lo
senti
da
ridere
non
ne
io
persi
il
fu
come
io
Ciò
mi
che
poi
il
essendo
Casa,
et
che
feci
intendere
quel
se
tre
mia
briccone
Casa,
suo
medesima:
bocca
in Casa
molto
bene
Signor Marchese,
fece
far
il
al
doglianza
Cameriere,
farli dire
con
rispetto,poiché havevo
mi
disse ch'eglinon
Moro
detto,
il
perso
i
quattro giorni,
o
il
ora
lo bavere
bastonai
venuto
non
ostante
non
Sig. Marchese
lo
Parlati, ne
di Carlo
quando
vero,
se
quale, havendogli
Signor Marchese,
il rispetto alla
bastone
un
mezzo
havevo
gli
il
altro
piedi nella
Passati
non
seguito dal
per
che
né
Pai-iati,il quale facendo
il
caso.
mia
dalla
saputo
io
con
sopra
scacciandolo
che
fece
pazienza, e
di
del
perso
tutto
li
ne
Signor Marchese,
veruna,
porre
aver
per
questo
Marchese
più
servitore
più
la
cosa
me
né
che
tanto
sopra
renza
Fio-
doveva
io
disinvoltura.
gran
sapeva
et
et
con
effetto
desideravo
non
me
di
Sig. Marchese
in
che
del
servitù
per
di
non
era
montai
la
scusò
ardisse
Moro
quale risposi
Signor Marchese,
nascosto
ohe
come
al
del
ne
teneva
suo
con
al
et
in
come
dall'Inviato
servizio, come
al
lui, che
con
parlato, se
lo
me,
a
ingerirmi
poteva
giorni, et andò
volere parlare a me,
a
ricevere,
a
molti
stiede
parlò, prima
lo tornasse
Marchese
Sig.
clié lui haverebbe
Credenza
nella
sopra
haveva
che
ordinato
stasse
colpa, che il Segretario gli haveva
lui
haverei
fatto con
il medesimo
a
nascosto
; risposi che
il
del Signor Marchese,
essere
non
egli Servitoi-e attuale
havuto
molta
ragione di farlo,
quale disse che io havevo
lui era
che
^t
temerario, et che ogni giorno più
un
gran
la
si
il
peggiorava
Non
«ostui;
il
quale
ariette
che
il
di
presentare
per
effetto
in
Marchese
anche
fu
hebbe
cosi
alla
di
Maestà
che
di
ne
sue
poterle
una
ationi.
male
sue
infamità;
vi
tutte
scrivere.
Il
prudenza
gran
ardito, che
Nicola
Signor Conte
mandare,
le
Principe, le
di carta
risma
una
Signor
con
credibili,Ser.™»
sono
vorrebbe
stato
suo
mi
Rangoni
lo haveva
haveva
vorito
fa-
supplicare per
fatto
questa Regina,
alcune
prese
mi
con
et
egli
le
fece
118
DOCUMENTI
legare
et
furono
presentate
a
due
con
egli burlato
l'enza
da
male
far
mio
tioni
mai
poiché
et
il desiderio
si facessero
all'A.
siano
V.
Serve
e
padre
Marchese
è
quando
andò
nel
ritorno
suo
perché
Io
:
farlo
ha
come
per
che
io devo
per
sperando
haverebbe
l' Italia, senza
V.
Ser.ma
farlo
non
all'A.
V.
quasi
bontà
havuto
per
gusto
me.
grande
che
questo
scellerato
Non
solo
huomo.
ch'egli peggiori
che
l'A. V. Ser.ma
ne
mi
cero
fe-
che
non
si è
come
l'animo
mio
Corte
questa
l'A. V.
dello
come
sopportare,
Ser.ma
che
la demostratione
rispetto
Marchese
resta
sicuro
as-
tanto
il
ma
che
et
comandi;
Ora
sappia
bensi
stesso,
infamità,
tante
glio
me-
per
me
V.
il
sapesse
l'assicuro
poteva
dell'A.
castigo
seconda
mortificato
si
gnor
Si-
pubblicato.
bastone;
non
con
prima
che
Signor
me
il
la
stesso
Sovrani
del
da
la
et
vere
po-
andò
egli
me
sono
suoi
le mie
volte;
eh'
di
un
clemenza
tanta
informatione
ma
che
senza
ho
mi
l'ombra
nella
sempre
scordi
rebbe
sa-
dove
Toiù,
Ser.™»,
sotto
alli
et
de'
come
ne
se
che
quello
furono
due
tutto
mai
feci
con
lo haveva
V.
mi
morire
quello
quietissimo, et
contia
che
che
stato
essere
bavere
il mondo
all'A.
mio
honorato
il briccone
obbedire
migliori et
però
sacrificando
tutto
lasciato
humiliata
trova,
a
fun-
sue
fatte
giovine
festa
la
le
maggiore
per
il
seguirono, che
Marchese
la
valiere
Ca-
un
furfante, non
che
canto
huomo
un
vedere
egli
contribuito
detto
termi
met-
per
come
assai
alloggiato
bisognato
tollerare
questa
è
che
per
et
all'A.
fatto
havessi
stato
colà
sopportai
pure
vi
però purtroppo
servire
per
fosse
Servitori,et
e
Alcalà
in
dal
et
Fio-
conosceva
havevo
le ha
non
partito il
potè
un
per
decoro,
non
non
Subito
licenziate
suo
io
se
forze.
spesa
Lui
che
Milano
che
mai
essendo
ma
restò
ne
Treveris,
Sig. Marchese
e
applaudite ;
potei pei'ché la
stata
il
lustro
con
cosi
state
di
le
facendomi
Carpani
gli Inviati
con
Sig. Marchese,
prudente, e conoscendo
cuore
assicuro
et
Procurò
Sua
però saputolo,
;
il
niente
buon
Padre
discreditarmi; fece quanto
con
cosi
potè
del
babuino
un
per
me.
Parma
e
ch'egli fece, alla Maestà
mezzo
per
comparire
me
Sonetti
Ser.'»»
pretendo già
stato
in
cui
sia informata
ha
con
si
ac-
120
DOCUMENTI
favorito
di trasmettere
Minuetti
la
che
coperta di Pietro
sotto
presi l'ardire
di questo
mezzo
per
Pariati
molti
supplicarne
impareggiabile gentilezza a favorirmene
per esserne
alla M.tà
impegnato di doverli far tenere
di questa Regina
sua
il detto
Pariati
né
col
-del mio
se
suddetto
potei rendere
gli
mai
S. Ill.ma
dovute,
erano
ancorché
cuore,
né pure
come
solo
poterlifar
infinite
iniquità ch'egli ha
per
carta,
et
avvisarle
gran
che
mi
scorda
Marchese,
che
dalla
mese,
di
seguirà
viva
sua
alli
quali
essendo
gli voleva
quando
havuto
che
che
ne
il
ardire
forse
burlato,
pure
di
il suddetto
risponderliche
attonito
resterà
ne
inviati
alla
narli,
rovi-
quello egli
li fece
li fece
Sonetti
tenere
merieri,
Ca-
due
per
come
altri diede
Sig.
prossimo
suoi
d'haverne
et
farli
per
domandati
due
credendo
;
Lei
da
con
del
resterà
ne
sofferenza
quelli Minuetti
è restato
havendoglieli
tutto, che
il
costi
di tutto
al
bisognato
Gabbale
innocentissirai
tanta
Regina,
Tarrasconi
mille
sua
ferto
io sof-
ho
farlo ha
delli
quella
di
risma
una
fine
le
mia
et
me
motivo
alla
fatto
parte delli medesimi
alla
tanto
ha
anche
tardi
da
e
imputare, saprà
li dica
et
Conte
più
voce
altro
per
si habbia
come
al
medesimo
per
vuti,
rice-
quale per la
meglio servire
per
che
mai
titolo per
però quando sarà
stesso:
me
ora
il
intimo
più
di
vorrebbe
Sig. M.se;
spetti
ri-
Sua, havendo
altro
contro
S. 111.™» vi
prudenza ha tollerate per
Padrone
Serenissimo; et per il
(assicuroa V. S. lU.ma) cose
M.tà
dare
commesso
il suddetto
contro
il
non
tanti
per
con
alla
tenere
che
vuti
rice-
onde
meco;
gli habbia
non
gli posso
V.
a
pure
faccio
non
non
d'haverli
quelle grazie
ora
scellerato, che
Casa,
né
come
questo
inteso
per
Sig. Marchese
V.
a
diede
ne
a
galo,
re-
Sig.
questo
M.tà
gare,
lesentare
pre-
qualche
Sua.
Sig. Marchese,
Et
hebbe
IIl.""aglie li haveva
V. S.
lui mandati.
Lei
vede
denese
li aveva
invece
che
il
documento
è
se
un
ottenuti
li ebbe
da
dal
cui
temerario, però
duca
dal
Marchese
trassi
la
per
prima
quello
ha
com-
questa lettera mostra
Raugone, e cosi corregge
Einaldo:
Nicolò
notizia.
;
a
121
DOCUMENTI
q.ta è
messo
che
persuasa
bagattella. Supplico
una
saria
non
il di Lei
saputo
umili
d' bavere
ancorché
del
ho
la
V.
altro
di
virtù
mi
non
sarò
18
li
Pariati
Serenissima
Per
«
e
—
di
ceneri
alle
Obbl.mo
al
dalle
duca,
Serv.re
vero
Paolo
Dini.
di
Rubiera.
carceri
Vedi
A.
la
benignissimo che si giustamente colma
Suppliprosperosi ingrandimenti, s'implora dal cante
S.
di
la
generosa
clemenza
Quam
sua
di
Deus
haver
V.
S. Dottor
nella
totale
dei
di
delle
sue
sofferta
Pietro
di
azioni,la
morte
mai
Umilissimo
il voto.
esaudire
nella
S.
A.
Dopo
reclamato
ora
di
alla
tante
d'un
lunnie
ca-
l'eccidio
veduto
avanzamenti,
la
afflittissima
delle
la
stia
mole-
nell'onore
loro
dell'A.
Madre
minacele,
tutto
e
provvidenza
piante
vaglio
tra-
altrui
dalle
disavventure
alla
gionia
pri-
maggior
chicchessia
barbarie
alla Sovrana
si prostra
il
onoratissime,
a
finalmente
aver
de' suoi
innocenti
cede
Suddito
e
l'acerbissima
condotto
stato
non
nemici
folla
Servo
continui,nella quale
sorelle
due
che
disperata
chierico
Pariati
interessi, la rovina
sagrifìcata da' suoi
z' haver
mesi
fratello
un
queste righe,
osservare
l'ossequiosissimo
quello d'esser
disgrazia di V.
suoi
dispersione
di
perdonare l'ardimento,ed
quindici
è stato
sofferenza
et.
Dopo
A.
Altezza
del
amore
di
e
sino
che
an-
29.
pag.
Y.
chese
Mar-
Sig.
1697.
Agosto
Pietro
del
mia
»
Dev.mo,
Supplica
in questa
V. S. 111.™» habbia
et
sono
Ecc.™*
sua
suddetto
che
resta
che
al
le
più
pregiava
si
della
di dedicare
sorte
mia
credermi
S. Ill.ma
Madrid,
la
servitore
havendo
reso
che
uno
restar
a
che
gli havessi
non
di
la
Casa
ora
bontà
titolo
sua
trascurato,
esprimere
havuto
povera
; onde
fattomi,
potesse
l'honore
Casa, giacché
D.
favore
che
grazie
cosi
stato
la bontà
V.
sen-
di V. A.
S.
e
S.
dalla
122
DOCUMENTI
misericordia
generosa
della
necessità
di dover
A.
Con
da
V.
la
pietoso
S. si
che
men
artifìci
lui il
nelle
li
di
già
lo
alle
piante
in
lui
loro
delle
ciò
da
le
A.
nata
ema-
S.,non
il
provenuto
alcuno
di
quei
di
traditi
congiunti,
continuamente
a
V.
A.
glietti
bi-
con
speranze
trastarono
con-
S. le manifeste
politica ragione
la
dena
in Mo-
prigionia
sua
in
addurre
poteva
lusinghiere
penetrare
impostui'e,e
depositasse
non
de' suoi
quali
o
facesse
che
della
al fianco
minacce
non
sia
perché
il tempo
miserabile, persone
che
catene,
quelle della
da
Lui
non
opposero
sempre
di arrabbiate
di
implacabili potenti e politici
colpevole a V. A. S. impedirono
Sig. Cassio
tutto
carico
lui
si
giustificarsi,
del
di esporre
benignamente
a
se
tutto
ai'disce
giustissimo di V.
pesante,
li di
e
Padre
e
di Rubiera
d' onde
supposero
confidenza
pi'ove
meriti
grazia,quale
in terra
l'intenzione
dall'animo
quali
mantennero
e
carceri
dopo
cosi
unica
questa
strascinato
il miserabile
difesa, ed
sua
ricorso
l'Oratore
essendo
come
sferza
con
avvei'sari
nella
li
per
alla violentissima
suo
di Dio
sudditi, spera
l' Oratore
d'una
di
imagine
vera
Modena
concepire
colpo
questo
speranza
nudo
di
verso
a
come
de' suoi
Cittadella
sa
e
cuore,
implora perdono
inchinare
riverente
S.
V.
jDOco
gran
S.
A.
ali 'A,
suo
Redenzione
comune
di V.
del
d'averlo
assassinato.
di
de' quali
questi artifici,
che
ciò
Spagna,
è succeduto
altrettanto
che
tanto
tempo
Ardisce
ed
a
ha
sentito
V.
quello
d'
A.
bensì
ciò
tutto
di
giammai
che
conoscitore
rimorso
vere
Dio
della
sua
e
dal
pi-oprioaffanno
pena,
e
suoi
miserabili
accadesse.
d'ogni azione,
alla
di
viaggio
quelle d' una
giudice
vero
e
suo
sono
Madrid
in
racconto
im
in pugno,
de'
mano
esasperata forsi, seddotto
imprudenza,
oppressola.
in
prostrarsi a
altro
con
le prove
quanto
vere
dev'essere
di
ha
S,
l'infelicissimo
dopo
S. finissimo
d' haver
gravezza
suoi
fa,
A.
V.
tutti
informazione,
la
tediare
osa
tutto
di
di
l'Oratore
Non
de'
che
coscienza
sua
da
dei
la prepotente
cuori,
non
che
rore
giovanile fusuoi aggravi,
vessazione
dei
123
DOCUMENTI
Sia
di
presso
Marzo
in
che
forse
nel
in
altro
Per
alcuna
le
adempite
al
troppo
pur
maliziose
innocenza,
nella
oppressione
di
e
Oratore,
Il
dell'Oratore.
negozi rilevanti
in
pose
gelosia
all'Oratore
di V.
fatta
allo
S., di cui
A.
servire
la
le
più
Ma
pena,
tanto
Rocca
di
rigore
continuo
A.
S. ; ha
l'
dal-
scoperto
alla
mente
innocente,
sdegni
e
Sovrani
umile
della
una
a
carcere
ma
nell'onore
ossequio,
però
vantaggio d'esser spaziosa per
passi, col salubre dell' aere
giustizia
fu
dov'
col
è
benefìcio
esercitarsi
più
sincero
vato
procon
sempre
ranza.
spe-
questa
gran
V.
S. in
di
assegnata
stato
; ha
ossequiosa
con
l'Oratore
lui
sequiosa
os-
precipitarele
veduto
fortuna,
umilmente
che
moderazione
con
intaccarsi
clementissima
quanto
Rubiera
suoi
dei
traversie
con
la
aspettando
lui soccorso,
di V.
tollerava
più
Madrid
da
credulità
1' Oratore
la roba,
disastrose
umiltà,
rassegnata
di
continuo
manteneva
la
maestà
sopportato
perder
speranze,
interessate
inescusabile
abusata
le deliberazioni
sue
della
passioni.
loro
ha
mandamenti.
co-
principali ed i complici, onde
mento
tela d'un
iniquissimo assassina-
sacrosanta
sfogo delle
Nondimeno
vien
netrato
pe-
i
inganno
un
e
le altrui
commercio
si
che
la
ed
lato
invigi-
avvedutezza
sua
haver
servigio,
ti'Oppo prepotenti le persone
e
pi-emunirsi ordiron
per
con
zelante
buon
suo
di
d' haver
personaggi riguai'devolissimi di Modena,
con
di
del
eroica
sua
S.
A.
fede,
spetto
ri-
poco
positive ti'asgressionia' sovrani
gl'impostori
troppo fortunati
e
sono
di lui
di
V.
cato
man-
o
di
e
della
pompa
e
errato
di lui persona.
la
accerti
che
qual-
d'aver
impazienza
S. per
che
la
con
negligenze
Ma
lettei-e
A.
V.
di
malevoli,
suoi
lividamente
strapazzava
parti di fedeltà
ed al vantaggio
decoro
di
leggerezza
righe
remissione
sapeva
de'
di lui
della
umilissime
sue
non
pure
concedergli
sue
con
alle cabale
supplica
voler
a
fidarsi
chi
verso
pietà
quando
trascorso,
altro
egli già
implorata graziosa
passato
suo
manifesto
S. argomento
A.
l' haver
rassegnazione
nel
V.
bensì
della
almeno
A.
in
quella
trattato
luce, col
con
tro
quat-
dell'altre, e
ve-
124
DOCUMENTI
dendosi
assegnata
vivere,
per
di
provvidenza
altri
gli
haveva
non
V.
A.
da
che
S., e passare
rigori delle
animo
con
mura
senza
d'ogni parte, infettate
oscurità
lagrimevole, d'una
nella
il Conte
quale
habiti, diversi
letti,e
riverente
vra
so-
ad
un
merita
umidità
d'un'
pericolosa,
solitudine
Malvasia
contratto
condotto
vien
l'angustia di
luce, grondanti d'acqua,
miserabile
d'una
generosa
carceri.
all'improvviso il miserabile
sepolcro miserabile, che altro nome
passi, quattro
la
esaltare
Quando
quattro
segno
d'as-
tollerabile,provveduto
stanza
una
vole,
compassione-
già putrefatto molti
ha
deplorabile infelicità
una
di
salute.
Pietosissimo
Principe,
il povero
Esponente
vestito,senza
venduto.
Se
morto.
la
voglia
V.
A.
S.
che
V.
A.
impietosita
di
V.
Muovasi
a
morale
l'A. V.
fuoco,
della
a
Y.
soccorrere
il
che
pietà
anco
ma
S.,sia fatta
A.
di
cuore
che
Cavai,
povero
pur
pava
occusuo
un
per
scandaloso,
totalmente
senza
sicurezza
ma
S.
nascente
il miserabile,
quale passa
modo
copassaggio d'aere senza
la
di salute, ma
tutta
con
della
giustizia,
queste virtù
infelice
di speranza
Cristo
disperazione temporale ed eterna.
li meriti del suo
glorioso governo,
per
d'una
A.
alla
si
Supplicante, ordinando
quel fondo
quanto
luce,
senza
con
del
da
di
ammirabile
sua
V.
vuole
le viscei'e di Gesù
S. per
la miseria
evidenza
Muovasi
senta
non
mortificato,
non
possibile
del
assassinato,
S.
A.
godimento
di
ai stenti
senza
disgraziato nella superiore intelligenzadelle
compassionare
senza
è
non
affatto inutile, non
non
sfortunatamente
idee
ma
panni,
senza
oppresso,
dirsi
innocente, il
S.;
quella tomba,
suddito
sia, può
tale, anche
di
quasi nudo,
senz'aiuto;
soccorso,
Sepolto,
è
vrano,
So-
clemente
Signore,
generoso
ove
di
sua
degne
con
sollievo, ed
la
tanta
afflizione
tuna
sfor-
calamitosa
carità, che
per
si trova
clemenza
immortale
sia
levato
rassegnazione,
per
nesto
si fu-
un
passaggio.
Muovasi
sua
pietà
V.
A.
d'ordinare
S. per
che
trionfo
venga
e
per
rimesso
gloria
al
suo
della
famosa
posto in
com-
125
DOCUMENTI
V.
quando
né
Non
V.
soffra
dai
alle
V.
A.
portato di
sua
Consideri
S.
l'
dal-
misericordia
del
da
stero
Mini-
Supplicante, ed
ha
l'opinione purtroppo
maligno
sia
se
di
degno
di
perdono
si
sperare
questo
suo
di Lei
della
al Nume
mano
fondamento
al
S.
A.
sue
abilità.
di lui misere
delle
V.
superiore
avversione
chi
indigenze
a
sua
anco
da
guadagnato
le
celate
i
esso
per
spei-are
esser
generosa
occhio
con
può
certo
o
grado
implacabile
un'
osservato
fa
nel
altro, che
porta
voto
sempre
alla
porti
tali,che
prove
saranno
dissimulate
qualchedun
sempre
ha
di
sa
ma
;
perdoni questo
chi
S. ; nulla
A.
razione.
dispesione;
confes-
questa
dell'Oratore
V.
di
una
S. Altezza
pecca,
abbandonato
gi*ado
in
Supplicante
d'olocausto
serva
assenso,
del
si manifesto
misero;
Carceri, poiché
Ufficiale,o
fallace
di
piante
più giuste
ancor
V.
oppressori, ed
suoi
il
l' infelice
ha
Non
queste
regge
cimento
un
stanza,
nascimento.
del
il
rimanga
che
temerità
dell' A.
difetto
al
all' abbandonamento
ed
voti
S.
A.
di
grandezza
suoi
supplire
terribile,in
si
Pecca
ricorso.
bea
può
solitudine
la
capace
voglia prestarvi il benignissimo
compagnia giacché la condizione
la
nell'Oratore
ben
S.
A.
impropria
alla
Cavalieri, essendo
delli duoi
pagnia
pietà,quand'egli
attenzione
agli
poca
altri.
agli
di tempo
d'esser
della
l'Oratore
arbitri
sovrani
nella
suddetta
riposto
quotidiana
che
febre
debolissimo, angustiato
dell'animo,
V.
A.
S.
dovuto
della
S., contento
al
il
suo
sua
tomba,
cui
di
la
nome
col
del
in
di
d'essere
ogni
vivere
mento
l'abbatti-
oltre
dalla
a
per
lui
siano
carità
seco
Carcere
bisogna
ab-
servazione
cona
V.
esser
in
piuttosto morendo
haver
di
pietà
umilia
caso
sepolto nella
deplorabile per
riguardo
vivere, per
possa'
non
grazia
supplicante
suo
e
naturale
un
che
misero
Lui
a
la
spera
implora
commissione
vita, quale
che
S., e
patimenti,
mantenimento
luogo primiero
A.
di stato
condizione
prigione almeno
travaglia, oltre
l'Oratore, quando
questa penosa
Carandina,
che
ogni
V.
tanti
sollievo
libri,e ciò
per
posto
in
da
di
qualche libéralissima
somministrati
A.
in
però
Si rassegna
detta
la memoria
12(5
DOCUMENTI
della
Quam
Deus
{Dalle
vivente,
voce
gliosa
trava-
e
».
Carceri
di
8
Rubiera,
allusiva
Dicembre
Salvatico
al
e
1698).
figlio incomincia
suo
a
:
Il
«
da
entrambi
Tanto
è
costi
Figliuolo e
procede,
più ridicola
la
vero
la
e
il
Padre,
bbstiaccia
ma
questi
pochi. Il
compatimento,
principidi
taglia
condanna
e
O
che
oltre
accessi
felici
e
e
fare
è
al fine
che
ciecamente
Grisetta
chi
informata,
ed
lettore
Neil' altra
Sarà
proposito
a
il far
faccia
che
a
a
seguire,
pro-
dover
si
derà
cre-
persona
di
paga
Se
certamente.
anche
si rimette
flession
ri-
grandi
vantar
una
dre!
pa-
una
coraggio
e
alla
vedere
né
ha
non
impegnato
generosità che
che
cosi
alcuni,
ad
0
ec.
riconoscere
l'autore
che
discreto,trincia,
ec.
lode
questa
a
penna
d'esser
servirà
non
spesa.
può importare,
cortese
cosi
impegnata
di poca
bene
dirà
poi
e
ricavar
per
tesa
pre-
che
all'occasione
fatta
stata
ch'egliscriva,e
aperture
qualche regalo;
ed
è
sola
bocca
spettatori,che
l'immaginabile
Mi
figlio!..,.
curiosa; ed
de'
ragioni d'esser
né
una
bellezza
quella
pari la
del
mente
resto
sono
la
principale fa pietà
Il
quale
Chimera.
della
quanto
solennemente
Mente
li vanta....
e
clie formano
più stravagante
e
il
Spirito malvagio,
bestie
tre
sono
si^accia felici incontri, e
li sogna
Gian
lo
conquista vantata,
creduta.
qui
a
ogni
etc.
lettera
La
cosi
da
disperazione, lontana
stanza
degli infelici
lificata
qua-
qualche
fosse
duto
cre-
questo foglio
al
totalmente
suo
».
in cui
lettera
discoide
Federico, si legge che
del Confessore
costui
«
invece
del Princ.
di attendere
a
Consigliere, il Tesox-iere, il Consultore, il Direttore
la grand'opera della sua
tomi
de' quali si forma
diversi
ec;
di questi Sermoni
dal
diavolo, ha voluto far uno
figura; tentato
fare
il
Quadragesimali
tali che
per
sopra
tutte
uno
de' Misteri.
le anticamere
Ha
detto
imperiali,in
positi
spro-
tutte
le
BIBLIOGRAFIA
DRAMMI,
E
1.
DRAMMI
FAVOLE
Sidonio.
2.
La
Dramma
di
S.
Svanvita.
da
Milano,
Teatro
{La
da
mai
1706,
Teatro
Venezia,
Reggio.
1706,
Caio
1707,
in
S.
M.
Conti
Milano,
e
del
Corte
dell'anno
1724.
Cesarea
del
Campaxixi
Regio
dott,
Pietro
32.»
Regnerò,
del
lodato
dallo
dal
composto
Zeno,
forse
ma
stampe).
del
sig.
sig.
dott.
dott.
Pariati
P.
P.
Pariati
per
musica
Modenese.
Modenese.
e
1724,
delle
musicale
nella
in
opere
è
Camera
di
Milano,
rappresentarsi
nel
Pariati,
P.
del
sig.
di
S. M.
vale
carne-
di
poeta
Francesco
Cesarea
e
32.o
del
Pariati
Marciana
Rossini
sig.
musica
compositore
Vienna,
Liceo
La
da
augustissimo
è del
poesia
La
Vienna,
di
comando
per
Cattolica.
e
Bibliografia
Burg
del
Opera
in
1708,
Tragicommedia
—
Tiorbista
Questa
nel
32.»
Cesarea
Cattolica.
della
Pariati
32.0
Penelope.
nella
in
Penelope
casta
le
Coriolano
1707,
1708.
innanzi,
per
Dncal
Pietro
rappresentarsi
rifacimento
anno
Marzio
da
l'anno
un
dott.
Regio
32,°
Milano,
è
divulgato
in
Milano
nel
del
Opera
Dramma
di
qualche
Bologna,
a
nel
rappresentarsi
rappresentarsi
1707.
1707,
—
Svanvita
Pariati
1
PARIATI
dell'anno
da
l'anno
Svanvita.
Pariati
La
da
l'autunno
Milano
Reggio.
Ducal
4.
musica
Dramma
—
di
La
Il
PIETRO
32.0
Teatro
3.
DI
per
Cassano
TRAGICOMMEDIE
MUSICA,
PASTORALI
—
Tron
in
PER
a
di
ho
Venezia,
compilato
e
in
teca
Biblio-
nella
quelle
di
Brera
Bologna.
9
130
5.
BIBLIOGRAFIA
Anfitrione.
nel
Tragicommedia
—
Teatro
Tron
Venezia,
in
Catt.
6. Astarto.
da
Vienna
S.
di
Corte
La
San
l'anno
1716.
nel
C.
32.»
nel
Teatro
Venezia, 1708,
1708.
in
Finto
carnevale
1716
Teatro
della
Fiera,
nel
rappresentarsi
1711
tro
Tea-
Venezia,
a
in
felicissimo
dott.
P.
dal
in
Favola
di
Creta.
—
giorno
Elisabetta
Ces.
da
S. C.
Dramma
natalizio
Cristina
in
per
M.
S.
mon-
Salisburgo.
del
C. musica
di
Ces.
S. M.
M.
VI
musica
im-
Poesia
Catt.
e
del
posta
in
Camera
di
l'arie
con
peratrice
dell'Im-
Carlo
1714.
Ces.
della
per
i
e
balli
strumentale
32.°
musica
della
per
di
R.
di
l'anno
Catt.
e
S. A.
presentarsi
rap-
rappresentarsi
C.
comando
S.
direttore
S. Vienna,
M.
e
Conti, compositore
Sua
Matteis,
C.
M.
Cappella
delia
augusto,
sig. Francesco
M.
S.
da
32.°
per
sempre
di
Pastorale
Cristina
musica
principe
di
Maestro
Parlati, poeta
sig. Nicola
felicissimo
di
nel
32.°
per
e
sentarsi
rappre-
augustissimo
ordine
per
giorno natalizio
della
stessa
Corte
arcivescovo
—
de' Romani
in
di
Salisburgo, 1721,
Arcadia.
in
Vienna,
da
musica
per
Tragicommedia
Caldara, vice
Tiorbista
Teseo
nel
occasione
comando
Parlati, poeta
P.
Elisabetta
della
in 16."
Venezia,
dell'anno
per
a
—
Teatro
sig.
Cattolica.
perator
Corte
Antonio
sig. Antonio
del
da
musica
Tragicommedia
—
Policare.
del
musica
Tron
16."
l'autunno
Cesarea
sig. Francesco
sig.
in
32.»
Teatro
nel
1709.
in
in
1718,
rappresentarsi
Reggio
1716,
Cassano,
nel
nel
di
per
dell' anno
Finto
Satiri
da
Tiorbista
Conti
Vienna,
dell'anno
l'anno
del-
carnevale
nel
rappresentarsi
musica
Pubblico
Policare.
Poesia
da
nella
32.0
nella
Il
Catt.
e
carnevale
per
rappresentarsi
da
sig. Francesco
Ces.
M.
Dramma
di S.
musica
è del
Eeggio,
—
Tron
11.
in
1739,
augustissimo
musica
Dramma
—
Costantino.
1711,
S.
per
dell' illustriss.
/
S. M.
di
rappresentarsi
dell'anno
comando
di
Cassano
Ciro.
10.
Vienna,
da
per
musica
Dramma
—
di
e
1739.
l'autunno
per
compositore
Ciro.
9. Il
1707.
anno
Privilegiato
Teatro
musica
per
Dramma
—
1718.
8.
dell'
16.»
Cesarea
7.
nel
nell'anno
Cassano
Astarto.
e
Cassano,
cantarsi
Dramma
—
Tron
in
in
rappresentarsi
V autunno
32.»
Anfitrione
e
San
di
da
musica
per
da
rappresentarsi nel
C.
C. R.
comando
di
S.
Maestà
Carlo
ratrice
l'impeVI
impe-
131
BIBLIOGRAFIA
de' Romani
rator
in
Seso^tri.
in
1716,
Cesarea
1715,
fine
1716,
in
S. Maestà
in
P.
dott.
P.
Catt.
e
La
nel
rona,
Ve-
è del
Camera
di
sig.
S.
nella
l'anno
del-
carnevale
Parlati, poeta
Pietro
signor
musica
di
compositore
rappresentarsi
augustissimo
è del
poesia
La
e
dott.
sig.
da
musica
per
comando
per
Ces.
violinista
sig.
IG."
tragica del
Opera
—
dell'illustrissimo
32.»
Corte
1723.
Conti
Francesco
C.
M.
e
di
C.
Vienna,
32.»
Arianna
14.
lieto
Tragicommedia
—
1723,
Venezia,
in
Il gran
Creso.
di
Tragedia
—
Parlati
P.
13.
Vienna,
1715.
32.»
S^sostri.
12.
l'anno
augusto,
sempre
e
Teseo.
di
nel
teatro
Grimani
del
1727.
Venezia,
Arianna
in
1728,
in
la
di
via
dell'altezza
di
tarsi
rappresennell' estate
Pergola
della
Granduca
I
da
musica
per
protezione
Gastone
Gio.
nell'autunno
16.»
teatro
sotto
rappresentarsi
da
Grisostomo
Dramma
—
nel
Firenze
musica
per
S. Giovanni
1797,
Teseo.
e
dell'anno
Dramma
—
reale
del
renissimo
se-
Firenze,
Toscana.
1728, in 16.°
Arianna
ducal
Teseo.
e
in
Teseo.
e
pubblico
nel
dell'anno
DI
PER
—
Verona
Statira
Tron
in
—
di
ecc.
il
Elisabetta
regio
giorno
stina
Cri-
Milano, 1731,
ecc.
—
l'anno
Dramma
l'anno
Dramma
1709.
per
città
in
musica
il carnevale
nella
tarsi
rappresen-
primavera
TRAGICOMMEDIE
da
musica
1705,
da
1709,
da
ZENO
rappresentarsi
Venezia,
Verona,
musica
Pisa
APOSTOLO
E
per
di
da
16.°
E
1705.
musica
per
MUSICA
per
di S. Cassano
32.»
teatro
Dramma
Sant'Angelo
Artaserse.
2.
Spagne
della
PARIATI
PIETRO
Artaserse.
di
celebrarsi
Maestà
Dramma
—
Pisa, 1736,
1736.
DRAMMI
di
di
nel
32.0
Arianna
1.
rappresentarsi
occasione
delle
imperatrice regina
in
da
Cattolica
Cesarea
della
natalizio
Milano
di
teatro
Dramma
—
in
in
anno
teatro
nel
teatro
nel
teatro
32.°
recitarsi
32.»
rappresentarsi
dell'
nel
1705.
Venezia, 1705,
132
BIBLIOGRAFIA
3. Ambìeto.
Dramma
—
di
Tron
1705,
Dramma
—
l'anno
di Verona
Amìiìeto.
Ambìeto.
in
in
di
Falso
in
1708,
in
o
Engeìberta.
V.
nel
9.
in Serra
nella
è del
—
l'anno
1725.
Venezia,
M.
per
l'anno
Dramma
teatro
dell'anno
1731.
16.»
in
16.»
nel
rappresentarsi
dell'
anno
per
musica
per
comando
stissimo
augu-
1719.
Conti
e
per
in
Catt.
tiorbista
Vienna,
da
la
in
e
sitore
compo-
32.»
rappresentarsi
Fiera
nel
dell'Ascensione
16.»
da
Venezia
per
in
il carnovale
musica
musica
Grimani
da
corte
anno
per
1725.
in
Tragicommedia
—
Ces.
1725
dell' ili.'""
teatro
32.»
Samuele
S.
Dramma
Angiolo,
carnevale
in
Cesarea
Dramma
Verona,
Cassano,
dell'
S.
di
famosissimo
zia,
Vene-
rappresentarsi
da
musica
sig. Francesco
di
Camera
—
tro
tea-
Dramma
—
Brescia,
1711.
1714.
Morena.
carnevale
eroico.
Massimiano.
S.
nel
musica
per
a
Grimani
S.
1708.
dell'anno
anno
per
Dramma
teatro
di
dell'
Tron
musica
—
1708.
nel
rappresentarsi
Brescia
dell'anno
rappresentarsi
7. L'amore
dell'anno
dell' Innocenza.
Forza
Venezia, 1742,
Chisciotte
di
da
carnovale
Dramma
—
teatro
8. Seleuco.
il
sia La
—
Engeìberta.
M.
1743.
anno
rappresentarsi
da
il carnevale
musica
per
il carnevale
famoso
dell'
moso
fa-
32.»
il carnovale
Verona
nel
rappresentarsi
musica
per
rappi-esentarsiin
da
Accademia
da
32.0
in
musica
La
nel
Venezia,
1742.
il carnevale
S. Cassano
Cassano
S.
Engeìberta
da
nell'anno
rappresentarsi
dell'anno
musica
Dramma
—
Dramma
—
di
Tron
6. Don
Vienna
in
da
il carnevale
per
di
1708,
Engeìberta.
1742.
nel
32.»
Tron
teatro
per
teatro
rappresentarsi
Reale
di S. Cassano
Tron
Tiberino.
Venezia,
5.
nel
32.°
da
musica
per
Dramma
—
Venezia, 1743,
nel
Venezia,
16.0
teatro
lì
teatro
32.»
Sant'Angelo
Ambìeto.
4.
1705.
recitarsi
in
1707,
Maestà
Sua
da
musica
per
Dramma
—
di
Verona,
Dramma
—
Vienna,
1742,
dell'anno
musica
per
1707.
privilegiatoteatro
teatro
nel
rappresentarsi
32.°
in
Ambìeto.
1742.
da
il carnevale
Cassano
S,
musica
per
rappresentarsi
in
musica
di
da
in
teatro
32.»
rappresentarsi
S. Giovanni
Venezia,
nel
32.»
Grisostomo
nel
nel
133
BIBLIOGRAFIA
Elisa
10.
Tiro.
di
Hegina
di
nel
teatro
Venezia,
1736,
in
S.
crudele.
voto
Carlo
2.
PIETRO
3.
nella
cappella
Vienna,
1714.
iu
Umiltà
L'
4.
La
donna
Cristo
al
di
lui
VI
Orto.
l'anno
1714.
cantato
Vienna,
1714.
Azione
—
di
nella
pella
cap-
1714,
in 4.»
cantata
sacra
VI
Carlo
imper.
e
ecc.
16.»
dei
Maccabei.
sette
di Carlo
imp. 1' anno
VI
Oratorio
—
1715.
Vienna,
Componimento
—
santissimo
sepolcro
l'anno
imperatore
Componimento
—
di
Carlo
sacro
1718.
pella
capin 4.''
1717
musica
per
imp. l'anno
VI
Vienna,
1717.
sacro
nella
cantato
e
musica
per
cantato
Vienna,
1718,
4.°
nelV
Cristo
Gesù
musica
del
per
r
Re
sacro
nella
del
spine.
—
in
Vienna,
Pietro.
cappella
1723,
musica
per
di
in
Carlo
Carlo
di
VI
peratore
im-
16.°
Componimento
—
tato
can-
VI
sacro
imp.
per
l' anno
1719.
4.°
cappella
Componimento
—
di
Carlo
sacro
imp.
VI
per
1' anno
musica,
1720.
tato
can-
Vienna,
4.0
della
Fonte
da
Signore.
nella
in
1723.
negato
1719,
Cena
saero
Componimento
—
l'anno
cantato
Vienna,
1720,
Orto.
replicato nell'augustissima cappella
ecc.
Il
madre
cappella
cappella
e
Il
1715,
condannato.
nelV
Cristo
La
Oratorio
—
4.0
Cristo
Gesù
in
U).
l'anno
Ester.
in
forte nella
in
Battista.
Oratorio
—
imperatore
Vienna,
nella
4.»
imperatore
in
1721.
anno
nella
9.
VI
Ester.
coronata
di Carlo
8.
Carlo
in
Gio.
r
applicato
7.
S.
cappella
1715,
6.
di
replicata nell'augustissima
cantato
5.
in
VI
Umiltà
di
1712,
dell' imp.
cappella
4.°
coronata
di Carlo
nella
cantato
morte
cantato
U
1736.
PARIATI
Vienna,
1712.
sacrilega nella
Fede
La
tarsi
rappresen-
dell' anno
SACRI
COMPONIMENTI
Oratorio
—
I' anno
VI
da
carnevale
nel
Angelo
E
DI
Il
musica
per
32.»
ORATORI
1.
Dramma
—
salute
musica
anno
dolore
aperto nel
nella
cantato
1721.
in
Vienna,
Gesù
Componimento
Calvario.
cappella
in
1721,
Cristo
sacro
di
Componimento
Carlo
VI
ratore
impe-
4.o
Signor
per
—
musica
nostro
coronato
applicato
al
di
suo
134
BIBLIOGRAFIA
santissimo
sepolcro
l'anno
La
11.
Colpa
S. M.
in
VI
di
Xostro
bella.
2.
cantato
Festa
—
la
principe
Elisabetta
VI
4. Alceste.
r
Romani,
Cristina
dei
imperatrice
1' anno
Romani
di
Elisabetta
dei
e
8. Costanza
imperiai
in
e
1717,
di
in
VI
4.»
nel-
Cristina
peratrice
im-
dei
imperatore
il
da
nome
Carlo
di
1719,
in
tarsi
rappresen-
di Elisabetta
VI
imperatore
4."
musica
per
corte, festeggiandosi
Festa
—
Romani
de' Romani,
reale
—
teatrale
Favorita
il
da
presentarsi
rapdi
nome
l'anno
1722.
Festa
castello
di
musica
per
comando
per
le nozze
per
l'anno
Fortezza.
nel
4."
comando
per
musica
per
teatrale
imperatrice
imperiai
Alberto
peratore
im-
1721.
4."
d^ Aurora.
neir
Vienna,
Festa
—
e
VI
4.«
comando
1719.
Enone.
1721,
Carlo
in
teatrale
per
Cristina
Vienna,
nozze
Festa
—
neir
7. Le
1718,
lennizzandos
so-
rappresentarsi
Carlo
di
in
Vienna,
imperiai corte, festeggiandosi
giudizio
6. Il
comando
per
tarsi
rappresen-
Carlo
Elisabetta
di
4.«
nell' onomastico
musica
da
in
d' Austria
1716,
1717.
lo
Car-
1715,
arciduca
musica
per
VI
Favorita,
Vienna,
Romani
nell' onomastico
vendicata.
neir
dei
Vienna
1718.
Imperiale
di
per
di
da
imperatrice regnante
teatrale
corte
Vienna,
comando
per
1716.
Carlo
comando
teatrale
dell'
teatrale
Cristina
1715.
Leopoldo
l'anno
Festa
—
Festa
imperiai
di
—
nell'onomastico
per
Festa
—
Asturias
Las
imperatore
—
Galatea
Vienna,
1727, in 4.»
musica
per
Peschiera
nascita
regnante
5.
di
PARIATI
l'anno
d'Alcina.
de
placata.
Carlo
peratore
im-
Calvario.
di S. M.
Vienna,
Cristina
de' Romani
de' Romani
di
1725.
sul
cappella
1727.
teatrale
grande
Cristo
PIERO
Elisabetta
la
3. Diana
VI
cappella
l'anno
Gesù
nella
DI
vincitrice
sopra
real
nella
Romani
Signore
TEATRALI
imperatore
Angelica
Carlo
di
4.°
cantato
dei
l'anno
imperatrice
VI
in
1722,
Romani
dei
FESTE
della
cappella
Oratorio
—
sacro
imperatore
più
Vienna,
imperatore
Componimento
1. La
nella
4.0
Testamento
12.
1722.
originale.
Carlo
1725,
cantato
e
dei
di Carlo
Principi Maria
Vienna,
1722,
teatrale
per
Praga
da
per
il
in
sentarsi
rappre-
VI
peratore
im-
Amalia
4.0
musica
giorno
da
sentarsi
rappre-
natalizio
di
136
BIBLIOGRAFIA
nel
teatro
Tron
Venezia,
di
in
1708,
Pimpinone
S.
Cassano
l'autunno
dell'anno
1708.
32.«
Vespetta.
e
Piinpinone.
In
—
Intermezzi
Ferrara,
comici
1711,
musicali
in
32."
da
tarsi
rappresen-
—
nel
1712.
In
In
delle
teatro
nuovo
Vicenza,
1712,
Pimpignone.
in
Grazie
di
Vicenza
il
maggio
32.«
Intermezzi
comici
da
musicali
recitarsi
—
nel
Udine,
famosissimo
1715,
teatro
in
32.»
Mantica
in
Udine
l'
anno
1715.
In
INDICE
^^S-
Avvertenza
Un
del
pbectjbsoee
"^
1
Metastasio
95
Appendice
^^^
Lamenti
Poetici
111
Documenti
.
129
BlBLIOGEAFIA
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