43 Biblioteca diretta da N. UN della Letteratura Critica FRANCESCO TOBRACA CAMPANINI PRECURSORE METASTASIO IN G. e. FIRENZE SANSONI, 1904 EDITORE Italiana X^u'^h^^^éifta/t. BIBLIOTECA CRITICA DELLA LETTERATURA ITALIANA DIRETTA TORRACA FEANCESCO IN G. C. FIRENZE SANSONI, 1904 EDITORE N. UN CAMPANINI PRECURSORE METASTASIO IN G. C. FIKENZE SANSONI, 1904 EDITORE PROPRIETÀ Firenze, Stab. Q. Carnesecchi LETTERARIA e ligli,l'iazza Mentana. dedicai Io volta neir dell' Storia e Dott. studi degli della le prima G. Cav. vicepresidente Patria la usci cultore arte, e U. N. benemerito Venturi, di quando al 1889, anno storia libro, questo della E. Provincie tista Bat- tazione Depu- modenesi. per E,ipubblicandolo,dopo lo serbo dieci anni dalla al consacrato di Lui di nome per , ossequio costante di e affetto. memore Naborre Reggio Emilia, morte, sua 1903. marzo Campanini. segno UN Un « PKECURSORE piccola parte non in tanto di non ciò cbe, Riforma benché ha chi Con dottor alle e stento gli avuto del quasi patria sua cedente, pre- seppe stima, ha appena ^ ». imprende Parlati, producendo studiosi poesia Collega, la stessa di lui alcune ebbe secolo rimaner il Tiraboschi Pietro opere che », nella del suo e di sorte memoria... parole queste del vita conservi ne al l' amicizia trista Zeno drammatica gusto reo inferiore dimenticato, sicché tutto Apostolo della dal corrotta la ostante METASTASIO al celebre meritarne meno non unito nella addietro e vi che uomo, DEL notizie « lamentano rere discor- a intorno raccolte alla a troppo gran scarse e inesatte. Nelle del morte ne del via Parlati il dotto fama Tiraboschi, Campanini mirabile, che gli né un scemare Biblioteca pur scritte riguardo avuto autore ; ma modenese: il che o Voi. né togliere IV, p. nome primo accordo questo chiarissimo valore ed nuova e la tempi, rivendicato gli è dovuta, riconosce dopo a' suoi tracciando ha nessuno nell'oblio sorpresa, 1 che, agli studi, alla letteratura nostra esempio bergamasco lasciare recar della Tiraboschi, dato aveva ottima di storie deve merito 98. 1 PRECUKSORE UN alle opere DEL METASTASIO sapendo come gli scrittori delle nostre storie letterarie,fatte poche illustri eccezioni e recenti, siano sempre stati piuttostocompilatori che critici,e sue, abbiano amato sempre nella narrazione pure italiane,ma ed che se né fare delle lettere giudizi intorno derivati sono manchevole MafPei, discorrendo l'altro, non generale delle vicende ne potrebbe ne copiarsi l'un altresì nei scrittori. Onde a di si storia,né una d'importanza. ad opere gravi errori, piccola Solo di lume vo- Giuseppe di Apostolo Zeno, ricorda per caso il Parlati, ma a sproposito come per nuovi documenti mostrerò più innanzi, e tira via coli' affermarlo,senza merito ; certo senza più, poeta di mediocrissimo scerne conor opere, e servilmente copiando il giudizio del Corniani, che oltre il Maflfei trasse pure in inganno gli scrittori del Teatro Universale. ' Né di lui fa cenno l'abate Leonardo Melodramma Perosa in nella erudita Memoria sul Italia;'^ né nel Giuseppe Guerzoui Teatro Italiano nel secolo XVIII.^ Eppure uno studio, anche generale, intorno allo svolgersidel melodramma che il nostro, non può dirsi esatto e completo, senza ' Le Mounier 2 in Storia letteratura italiana, voi. II, p. 105. Firenze, F. 1853. Bella Italia. della origine,dei jyrogressie degli effettidel melodramma Memoria del Prof. ab. Leonardo Venezia. Perosa. Au- tonelli, 1864. Il chiarissimo copie del autore, che pregevolissimo scriveva, riconoscerlo egli in avere animo di e derivati giudizi Teatro italiano e da di cortese posto non manchevole stesso rimaneggiarlo mostrerà fu lavoro, suo utile agli studi, abbiano mi e qual rifarlo. fonte notizie, copiati delle una in commercio, in molte Egli darà alcuni da ultime parti opera scrittori lui, senza mi e assai recenti neppure citarlo. 3 II Guerzoni nel ecc., Milano, Fratelli Secolo XVIIL Treves, 1876. Lezioni di Giuseppe il posto che abbia Panati Galanti, nel Ferdinando Goldoni, qnal segno di l'opera del die non momento affermò « che lo Zeno nel solamente mentre, »; corte scrissero più di undici in solo V Alessandro e comune; alla insieme corte menziona a far fiorire di lui che drammi e a il Don che essi ad in furono a done Sinezia, Ve- cui lavorarono Chisciotte, sono sieme, in- scrivevano e il quando V Alessandro tempo essi attribuiti,ma ad sono lo certe e di e se di Vienna, Chisciotte il Don attribuiti Parlati, notizie Carlo a qual fosse il Pariati, che e alla si trovarono sono matori primi rifor- libro intorno suo conoscere ebbe giocoso. Né dramma fra i contribuirono che coloro tra appena gli spetta secolo passato. del E ME-TASTASIO DEL PRECURSORE UN opere a non cui attesero di Vienna.^ primo centenario della morte del Metastasio, negl'innumerevoli periodici letterari lodramma d'Italia, videro la luce parecchi studi, intorno al medi qualai precursoridel poeta romano, che e valore; tra ì quali ricordo di preferenzai publi1882, ricorrendo Nel cati dalla il Tommasini, del svolgimento e nega come ' dalla trattò Domenica ampiamente italiano, citando l'infelice onore di raria.^ lettedello il Pariati, combinarsi nella ogni valore esempio « di Cario Calanti. e in Sidone composizione àtW Alessandro del Don Quichote », tacendo il lavoro comune poeti prima del soggiorno dello Zeno a Vienna; Zeno dei due ^ che melodramma «ch'ebbe nota, e Antologia Nuova Ma collo il Goldoni Fase. 3 16 IX, Aprile libretti abborracciati Venezia Fratelli Padova, 2 e ai loro melodrammi, 1 Maggio 1882. nel Secolo Salmin, 1882. 1882, p. XVIII, 119. se li richiama in comune di Ferdinando da UN due le PRECURSORE DEL METASTASIO rezza poeti». Solo il Carducci con quella precisa sicudi giudizi sintetici, che autorevole in tutte reca riconobbe l' ingegno e 1' opera quistioniletterarie, eiìfìcace del Parlati, accordandosi quando questi lo annovera Corte scrivessero di Vienna del Carducci, Antonio del Pariati che « tra i in ciò collo Zeno, miglioripoeti,che alla drammi musicali. E prima Foretti,gentilissimo poeta, scrisse sarebbe le desiderabile sue opere fossero più conosciute,poiché,avuto riguardo ai tempi che visse, egli fu poeta di qualche grido ».^ E giustamente, il Goldoni lo pose terzo dopo il Metastasio se il nome di lui, trent'anni e lo Zeno, e se dopo che fu tema morto, ricordò al publico in una commedia, senza d'essere Ma frainteso tacendo di riuscire o di lui o oscuro.^ inesattamente parlandone le novissime di storia e di critica letteraria,dove opere avrebbe dovuto convenevole trovare posto, le egli notizie del scarse Tiraboschi, ch'eglistesso più copiose e sicure, rimangono ancora meglio sia stato scritto fra noi, intorno de' poeti italiani,che nella carica precedettero lo desiderava di quanto al Zeno maggiore e il Metastasio di alla corte primo poeta cesareo di Vienna; non giovando che a poco le arruffate notizie del Quadrio e la menzione che fa l'Allacci ne nel mare della sua drammaturgia. magno In libro un cultore dei del nostri in Italia da 1 Notizie del dottor Landau, Marco studi, publicato a Vienna buona traduzione, ^ è una Biografiche in continuazione Tiraboschi, benemerito Tomo IV. e cenno della Biblioteca gato divul- del nese mode- Reggio, Torregiani, 1835, Voi. IV, 414, in nota. pag. * 8 L' La Impresario delle Smirne, letteratura Atto italiana alla corte V, scena d'Austria IL del dottor Marca PRECURSORE UN Parlati ; nulla il Landau ma DEL il Tiraboschi, anzi notò non corresse; quanto a giudizio di ripetè senza ne scrittore,il uno per aggiunse poco gli errori, che a perciò chi tratti anche sorta o SIO ASTA MEI sua volta il traduttore del Parlati compie, del voto meno al- tedesco, che dotto di maggior di eccitare altri a fare opera si propose « lena e completa », ^ e soddisfa al desiderio, che stament giu- quando volle dello rettificati parecchi giudizi e bramò le notizie già di più ampi particolari accompagnate recate dall'egregio autore.^ Se non che il propriovoto alla anche al Parlati né lo privati mi fecero con il quale negli recenti anni critici dai di frequentemenzione notizie Signora Gustava dalla tradotta trarre che poi amore, fu dato e lui,ma e archivi da documenti Stein Augusta pire comdotto con- publicì curiosi, Rebeccbini. 1880, Aquila, R. Grossi, i ^ sempre termine a Landau, giudizi rettificò, adeguata ai meriti suoi.^ io, giudicando né inopportuno né inutile dal Tiraboschi, l'ho studio già cominciato Onde e ; torno in- opera nuova sua innanzi, dimenticato pili,come storici nostri, che breve nella letteratura,e molti nostra intorno fu non Landau lo stesso appagò critico nostro, un espresse scrittore straniero Op, cit. Prefazione 2 La Domenica 2 Marco nell'edizione di Gerold' Vienna Sohn, s 1879. achteehnten * Cfr. compilate ; C. Manuale — Antonio letteraria,A. Geschiehte Landau, lahrundert. Tavole dai 7. n. Emil professori Giuseppe 1889. Letteratura Belloni, Il — Litteratur cler italienischen Alessandro italiana. Settecento. Finzi e letteratura Luigi d'Ancona Firenze, im 1899. Felber, della storico-bibliografiche Loesclier, della Berlin, I, E. italiana Valmaggi, e Orazio Barbèra, Milano, Vallardi, rino To- Bacci, 1893-'95. 1899. 6 UN che del scritti PKECURSORE Parlati la narrano METASTASIO vita Solevano principalicittà d' di Europa, perché ambiziosissimi che potenza una quando il danaro. Nel qual caso loro crediti inesigibili ; dispendio faceva difetto li pagavano o assegnavano di guisa che l'essere Ministro Modena il era essi i fra neir insistere di essa 1 nei già Venturi, il March. a archivi Vienna, di 2 il Prof. di Cesakk Vincenzi di in cui territorio si trovava. Campori, cortesia ogni e nelT Dott. Giuseppe del manoscritti e Vita il Cav. facilitate archivio Peri, che Severo di nere otte- al lora qualità ai danni gnante, maritaggi alla casa re- Giuseppe con Prof. drammi Biblioteca trattavasi particolare gratitudine il N. U. privati il Cav. e corti, pazienti d'altra compenso nel cercar con quali ebbi ringrazio se delle rappresentare alle corti straniere Ricordai loro posa, le faccende trattare gli scogli aumento la necessità o dai senza meschino principe,o alcun patiti ; instancabili nel obli- stipendio,erano destrezza con Stato, schermendosi qualche alcun che, quantunque sventura, una di ^ per la corte o per la città. Eppure la di costoro furono uomini, scrive il Cam- o maggior parte pori, « che seppero di residente della corte quattro o i sei cavalli necessari al loro servi e livree,quali da pompa quali da avere quali e delle volte ricevessero non tenere e più di far anche avevano, non non lutto gli illustrano ne dena, gli Estensi, dopo che furono ridotti in Morappresentanti stabili o temporari nelle tenere gati a grado, e l'ingegno.' e pompa tale a DEL estense i meriti in- non Dott. tista G. Bat- Autonio pelli, Cap- le prime ricerche di Modena. E Ferrari, che curò mi premurosamente Parlati, esistenti a ora indagini diede Milano tizie no- nella Brera. Campori, e Memorie nipoti, pag. patrie storiche 246. e Modena, biografiche. 8 UN il duca DEL PRECURSORE di accertarsi quale METASTASIO voci, circa la successione e le brighe di il duca che viveva ministri,e all'occasione ambasciatori Kesidenti in sospetto de' suoi sempre si tratteneva dal mandare non straordinari naturalmente mostrare aperta Kangone andò per Madrid aveva un aperto, che forte carattere Il Dini, appena volevano statura nel parlare pronto e sicuro tradiva violento, e ingegno non comune. avviso che il Rangone era giunto e ebbe le padrone, seguendo comandi al Onde due con casa, istruzioni lui inviati dal duca. a i lora tempi,alpiccolo, d'aspetto ad incontrare presso Madrid, lo andò sei e lo condusse ricevette in sua e fece il segretario particolare, seco, come anni, di sui trentadue e di curante non ; ai ingiuriosa diffidenza. ^ Quando e a affari che trattare spettavano il Parlati ; abate, fiero di Spagna, che allora erano Italia,dove non ignoti i maneggi Francia, d'Austria,d'Olanda e d'Inghilterra; in correvano verse le di- fondamento avessero tiri di cui lo obbedendo e a ai nella lettera che di quelsignore il ventotto novembre r anno, potè scrivere eh' egli usò, non solo al marchese tutti del seguito ogni cortesia, come a Rangone, ma fossero tutti suoi fratelli « ed in particolarea Pietro se Parlati con poiché publicò subito essere distinzione, tolto egli segretario attuale » del duca, e che lo aveva il in Ispagna.^ Appena da un collegioper mandarlo poi spedi suo ebbe Parlati modenese ne uscirono Cominciò riati ciò 1 Campori, 2 Tutto derivo dichiaro lettore con op. quanto da piede messo dal una la tosto minacciare del casa Residente la pace consueta. i servi del ministro quiete e cit. qui affermo documenti richiami nella volta e affermerò esistenti per troppo tutte, più innanzi negli archivi al frequenti. fine di non che ho del Pa- detto; interrompere e il PRECUESORE UN traendo, 9 METASTASIO DEL alcun la spada alla presenza rispetto, del Dini e del Rangone; rifiutò d'andare in chiesa a soddisfare al precetto pasquale, con scandalo grave d'essere publicamente scomunicato, e solo vi s'indusse del Rangone, aspettando però l'ultimo per le minacce le giorno. Intraprese amoreggiamenti e intrighi con cameriere la notte di Dini, tentando e la figlia del le stanze. Un entrarne giorno, trovandosi col Rangone in casa di Portogallo, disse in alta voce, dell' Inviato alla presenza di tutta la famiglia di lui,del Marchese di molti gentiluomini, che gli spagnuoli erano e cosi scellerati che avevano avvelenata la regina defunta, e che, senza Cristo fosse tornato se crocifisso accompagnato braverie di nuovo. da un alcuni alla promessi cui e li offri regina egli Chi si al sei mesi in parte a a tercett giunse persino a in- dal estense duca di dedica. sonetto un aveva Rinaldo, nel Né ciò è tutto. d' anedoti dare la «le e temerità » i idea di viva di lui documenti, prima diciamo dicembre e la sua tanto non Parlati che casa, per sfare soddi- quanto perché vono ser- quegli uomini e di que' tempi ; e la figura del Nostro, ch'ebbe zarra bizsolo dalla d'avventuriere, domata lettere dal commesse curiosità del momento, una Alle nel come riporto fra natura e far a presentati per omaggio ; compagnand proprio dono alla regina, ac- continui, contro perché n'esce duca e e può leggere le relazioni del le scelletutte « duca, nelle quali gli narra piace raggini, infamità per ; ottenuti e divertimenti il ministro che armato essere stesso d' notte, usciva di Madrid minuetti essi lo avrebbero mondo, a' suoi moro le dovevano nome Dini La le strade per al del volta che Dini ai 17 circa al Parlati, rispose il di ottobre medesimo queste con Parlati è prigione dell'anno tura. sven- come alla merita relazione role: pa»; in- 10 UN viatagli dallo a « due abbiamo passato ; in delli ventotto in data ambe più precise informazioni con Nostro, riscriveva: del carico Dini, stesso METASTASIO DEL PKECURSORE tere let- sue delle una del le cose distinto sopra il racconto quali abbiamo Parlati, il quale continua in prigione nella cittadella Le avvenuto? morie meintanto Che era ». qui di Modena del Ronchi, possedute dal marchese manoscritte di Spagna questo. Appena tornato Campori, narrano ai quattro di ottobre, ma e di carceri quattordicidello in lo condussero che ostante non Parlati suddetto del amore « mostrasse ciò fu per le istanze fatte Madrid, di lui Residente a e Dini, P. Paolo da e sua, casa a Palazzo, chierico, d'esser stesso ; pochi giorni dopo, il bargello sbirragliaandarono la nelle d' licenziato dal servizio del Rangone fu tosto il Parlati con fu mese causa 11 prigioni nelle tratto a S. A. figlia». sua una a fortezza. Ecco fu l'anno, in che accertato posto in carcere, cagioni della prigioniadi lui,che volle il Tiraboschi ignorò, o più probabilmente non dere, offendire, tacendo pure del viaggio a Madrid, per non togliendolodall'oblio,il suo serenissimo signore. chiarite (1697) e Lo che Landau, stesso « suo sovrano, per nel 1700, Nacque il 26 di Giovanni sua ; disgrazia del lo fece e dal uscire liberazione oscuro egli da di Op. cit.,Vienna; G. 1665, Reggio rilevo ch'ebbe Pariati Battista Nasceva • » dell'anno marzo di del battistero nome la mentre in venne avvenne innanzi.^ l'anno il Rinaldo il Duca notizia certa, scrisse ebbe non cagioni ignote finora che carcere le un e chivio nell'ar- per Lucrezia per madre valoroso soldato, che Battista Gerold's e Sohn, Pariati 1879. si cela padre retta. Carsotto quel PRECUESORE UN di Mercurio gli atti di coraggio al soldo delle e secondo il gusto tempo: di con epitalamiche Parlati reggiano faci Le « Giovanni nell'una dottorale plauso pate poesie, stam- vi ottenne onorarlo, col titolo strano, ad di Pietro erudite nozze la laurea con del dove delle studio allo raccolta una quella occasione per 1687 Keggio, I. In Francesco nel leggi, e nel litando valore, compiti mi- di e fiorenti,attese dottorale. In la laurea nelle del duca scuole erano lettere Siri narrò Belleville,di cui Vittorio Monsieur allora U METASTASIO DEL nell'altra legge e » è poeta erudito e arguto filosofo ». Ma le faci epitalamichearsero dite eruinvano, che le sue nozze lodato « come fatalità sembra come di quasi giogo delle leggi, si diede si 1695 Come che « Duca Einaldo « questi Stati per di Kubiera del notizie breve non secolo incerte ». e sovrano, ». il governatore di affermando Venezia a dopo dati teneva più sicuri e l'ufficio di Modena; la e sua essere fortezza il principio verso « sostituire cosa perciò dovette che prigionieronella È agevol 1695, egli e corrono disgrazia del in E li abbandonò tempo confuse indaga, ei cadde », ricoverandosi Nell'anno presso naturai suo dal 1687 che né sa non quel tempo verso abbandonar stato già nel liane liriche ita- per alcune gli anni egli occupasse 1700, il Tiraboschi solo alle lettere,e nome il poeti,scosso latine. e al tutti i tutto acquistato bel era infeconde; perché, furono dottorale la laurea con a queste precisi. segretario famiglia, rimasta vedova, di due sorelle composta della madre in gravi nubili, e di un fratello intagliatore,viveva strettezze, benché soccorsa fatto alla madre il duca molte azioni tutte e onorate le campagne corse da un Francesco compiute sotto il suo assegno I, per dal che causa aveva delle Belleville, « in servizio »; assegno 12 UN del PRECURSORE che resto fece si che lettera fosse tolta del a accertare viveva si vede Madrid, a grazia di ben sicuramente Parlati oppressionie padre Bologna, donna la misera povera di quell'anno stesso è una » lo prega della madre. Non ho quale a sua in gravi strettezze. nuovo che, quand'anche preghiere,ritornò il pane quelle calde supplicazionivalessero del duca, ma nell'anno 1698 la povera se piegare l'animo che e assicurato certo al duca, nella d'essa « vedova alla viveva; Nostro continuazione potuto gesuita, un un di che pensione METASTASIO nell' averle tutto era quotidiano. Ma DEL al tosto dalla che il duca ceduto avesse alle proposito di prima, mala condotta dubbio senza Per delle persecuzioni che fu dottovi in- tenuta dal e delle causa poi nel soffrirono tempo della prigioniadi lui il fratello,le sorelle e la madre, la quale fini di vivere o meglio di morire prima del 1700. scritta Questo risulta da una lettera Parlati del in quell'anno da Venezia; lettera commoventissima, dove è un quadro assai doloroso delle miserie madre. l'anno patite da sua Appena tornato di Spagna nel1697, fu, ho come cittadella di Modena, morto era dove detto, tenuto prigione cinquanta anni innanzi stata che fatale. Se il non Testi,a cui pure la Spagna rlati che, sapendosi dallo stesso Pa- fratello fu oppresso, povero perseguitate le sorelle innocenti, dissipatala «terminata duca rileva suo la casa, madre, ire in era altro poeta, Fulvio un povera nella suo nel che suoi 1698, per fatta morire di puro la domanda naturale nasce danno? di e Da mentre quelle una era accuse ingannare eh' ebbe famiglia, affanno : a la sua che tante supplica diretta da lui in prigione a Eubiera, si valsero Sua i numerosi Altezza, ma che al si mici ne- altre ragioni furono da eccitarglicontro tant'odio. Poiché, essendo in Ispagna, ebbe la disgrazia di scoprireche PRECURSORE UN si teneva da di rilevanti negozi di Modena, Madrid continuo commercio gelosia i principalied premunirsi,egli scrive,ordiron onde tela iniquissimoassassinamento un abusata venne « per inganno inescusabile un delle loro maestà la del duca, di cui innocente, de' suoi i lui stesso, ed a alla mente » la credulità la sacrosanta e cosi in complici, « di di lettere personaggi ragguardevolissimi con ponendo 13 METASTASIO DEL sdegni fatta e sovrani servire allo sfogo nella sventura gli passioni». Il marchese fu amico che Eangone, anche costante, apprezzandone tentò più volte l'ingegno, sommamente di alleviare la sciagura e sua, si rivolse per lettere al Dini, cercando di commoverne il cuore, anche dre deplorevolidella maper le condizioni e delle sorelle di lui; ma inutilmente, che l'Inviato estense Madrid a le passate ch'io che mie rispondeva: « gli ho compatisca è degno non è stato. Io per la detti me Iddio ne tronfio del Madrid, non Eangone non lo faccia diverso fortuna Durante gli venne di che desinare la con una esser non sciuto cono- il Dini^ alla corte estense di sale, ed avesse tavola, quando a era solo. cittadella di Modena impedita qualsiasi discolpa; mezzo volte fieramente si dolse nelle delle quali dichiarò fu calunniata le per prigionia nella ogni egli più in altro già lui quello voglio perdonare che il segretario del sapeva si alzasse da sedere né si togliesse il egli passava preteso gli tenesse compagnia a da Evidentemente ». cappello mentre costretto più con ancor sorelle; non e di ministro grado suo il Parlati, sentimenti fuori, né sono di lui, poiché è gran da simil sorta di gente sapere i miei madre sua che circa da « che la chi volle premunirsi oppressione da quelle mortificazioni che sua con meritava tere, let- sue cenza innola e sua che 14 PRECURSORE UN gli fu ebinsa la bocca METASTASIO DEL col seppelirlovivo ». E neppure in carcere ebbe egli scrive, in tutto pace, che, come il tempo che fu prigioniero a Modena placabi i suoi « imavversari mantennero potentie politici sempre al fianco de' suoi traditi congiunti e di lui miserabile, le quali continuamente biate di arrabcon persone biglietti minacce di lusinghiere speranze o impedivano che facesse penetrare loro imposture Ed la e avendo al Duca le manifeste di averlo politicaragione il Duca delle prove nato assassi- manifestata zione qualche intenil Parlati, i nemici di lui raddopbenigna verso piarono le calunnie e la crudeltà, piegandone alle loro insidie malvage l'animo fiacco;sicché quando il Nostro almeno si aspettava d'essere ammesso a una discolpa ch'egli confessava, chiamandoli: per que'traviamenti di gioventù e poco "c leggerezze d'impazienza,trascorsi chi lo strappazzava lividamente rispetto verso », fu ». « strascinato che meno assegnata come nudo un nella sicario prigione,in una continuo; ma aria più salubre essa e Eubiera di rocca cui catene, Ivi ». trattato venne il beneficio aveva delle sincera di carico era fu gli gore ri- con della altre, ed poco luce, stanza abba- spaziosa da permettergli « di esercitarsi con stanza quattro passi»; talché, vedendosi posto in una di tollerabile e provveduto dell'assegno per vivere venticinque bolognini al giorno, a lui disgraziato parve ricchezza quella miseria, fortuna quella sciagura,perdono Questa prigione quasi quella si crudele condanna. per aveva le meno essere ricevuto pareti di addolorato perduta. Di il versi nome dell'altre Cortese di italiani e funesta ; ed e mortifera egli ne latini, sfogando l'animo dell' oppressione ingiusta e della queste poesie alcune ai leggevano sul finire del secolo scorso, scrisse ed io le publicoin liliertà ancora fin del 16 PRECUKSORE UN sfortunatamente ma METASTASIO disgraziato nella delle idee ritornato DEL di V. nella S. A. superiore ligenza intel- Egli chiedeva ». d' sere es- di prima, lo chiedeva per carità trovandosi bolissi prostrato dell'animo, di naturale deangustiato da patimenti d' ogni maniera e da febre quotidiana. Eppure in tanta miseria oppresso di pregare dimenticava affinché gli fosse connon cesso qualche del nella rocca, perciò di termina di e che del Duca che del per che venisse Forno pel di ne se tento, con- posto al esser seco voce anche commosse 1699 scriveva pericolo di del la moria me- vivente, cosi ostante al il Santi, ministro prossima una debole da non ch'eglifacesse il materasso volta per settimana allora permise dall' umidità Il Duca ». una in tramutato gran star e del degli infelici ». Ma 1'animo onde il Nostro a quelle preghiere, maggio 29 al sole asciugarlo era trasportato, deplorabileper aver lontana da ogni disperazione; avvertendolo metterne esservi chiuso nome disgrazia,giacché il Pariati era poter più reggersi in piedi,non « prigione più l'avevano carità menza cle- in questa piuttostomorendo d'essere sepoltonella carcere detta fieramente, e in data di tema un'altra della di vivere fu sordo anche ammalò in che potesse per travagliosa stanza Duca che supplica dichiarando non tomba, penosa la Carandina, della quella la prima, « che, dubitando non sapendo e egli ebbe quando luogo libro. Se Duca terribile assai carcere caldo un' altra che vi si prigione, detta il soffriva, essendo anche, esposta a meriggio e piccolissima ; e concesse frate di San Francesco al bisogno, fosse chiamato un per confessarlo. Il bisogno da lui si chiamava dello scrisse stato al Duca era presente, il frate che si recò Giovanni Francesco deplorevole raccomandando in che Salvioli ; impietosito trovò il Nostro il povero infermo. In PRECUKSORE UN febre la tanto che da visitato,che aveva si non Duca; perciò il Santi, di ancora Serenissima bisogna andarvi aggiungeva, « col lume è ben ma poteva reggere stesso e commosso alla fine da che dal Kangone, il Parlati del data e restare 6 di cosi che è sutta », stretta », che assolutamente avrebbe d'altra marcire a in sventure ordinasse potuto parte lo dov' era, quella carcere, d* ogni luce. Pare tante Sua prigioneche una vi non e di li fosse trasportato a trovato aver e avvertiva vero debolezza; priva affatto \Ay.stretta istanze cosi calda rinserrato essere è è acceso; per la grande Parlati desiderava piuttostoche lo senza il Forno il Nostro credeva medico del permesso scrivendogliintorno al disegno che « travagliava, nessun nella prigionedel Forno, trasportarlo Altezza d' lo lungo tempo più fiera,e vie continuava si 17 METASTASIO DEL a ancora che il duca, dalle indotto poco al Santi Modena, perché in scriveva giugno questi,rispondendogli, il Parlati quella mattina cosi peggiorato da stremo, che dubitare allora potesse resistere al viaggio; e chiedeva che Sua Altezza si contentasse gli facesse lasciare aperto l'uscio della in un rato, prigione,che metteva piccolo andito ben serlasciando a medico duca medesimo la necessità di Duca tosto nel sentimenti intravedere tempo visita medica. una più miti,permise che E al il Duca, Francesco nuto ve- Dosio, delle carceri,lo visitasse;di che il Santi diede notizia a Sua Altezza, inviandogli pure la relazione della visita ordinò che seguita,scritta dal Dosio. Allora il Parlati potesse reggere Modena. Il 12 agosto appena il al di viaggio fosse ricondotto a il Santi consegnava al capitanoLudovico, queir anno Barigello di Modena, il Parlati, conforme agli ordini ricevuti,avvisando al Nostro Campanini che la lista dei recava la somma medicamenti ministrati som- di lire ventotto. 2 18 UN PRECURSORE DEL METASTASIO tadella rinchiuso « nella citquel g-iornoil Pariatì venne di Modena, con facoltà di andare della per la cittain luoghi però non ha da essere sospetti; ma che non guardato in modo o non esca fugga ». Fu questo il preludio della sua liberazione,che ottenne di quell'anno stesso, quantunque piena nel novembre in forma ignominiosa, secondo egli scrive, « essendogli stato ingiunto di partireimmediatamente dagli stati di S. A. », non il male che l'opprimeva,e senza ostante minimo bolezza riguaVdo al decoro del suo carattere e alla dedella sua complessione.Questo per impedirgli che « non esprimesse al giustissimo giudicio di S. A. E in le sue incontrastabili Nei tre di Modena di nome mesi ragioni ». eh' egli stette conobbe Giacomo e prigionenella strinse relazione con un cittadella sacerdote Botti, col quale più volte trovò d'intrattenersi,benché modo cisa. proibizionereivi in custodia perché sospettato di Il Botti era aver trafugate alcune pietrepreziose,di proprietàdella di Modena, nel tempo ch'egli era amministratore corte degli interessi del Duca a Venezia ; pietreprezioseche in gravissime strettezze, aveva S. A., versando gnate impe- e su presso Gian cui i numerosi falli dolosamente, ne Battista avesse avuta Piatti negoziante veneziano, creditori del Piatti,che di 11 a avevano posto poco e sequestro. Come il Botti d'aver sottratte queste quando venisse accusato pietre preziose,e per qual raggiro fosse cosi punito, Botti non dirò, poco importando all'argomento; mail innocente, anch' egli giaceva là vittima di nemici era disonesti il potenti,che a loro vantaggio avevano rato opeciò di cui esso incolpavano.Questo bastò perché sentire cae valleresco, Parlati, il quale ebbe auimo generoso ostante non ricolo peper tal guisa corresse di perdere nuovamente la libertà che gli era e — PEECURSORE UN stata promessa, della sua difesa ; e DEL accordando sventura, lui da udire volesse — 19 METASTASIO seco il racconto utile di modo un perché gli promettesse assistenza e protezione fosse riparatoa Venezia, Vi giunse il 27 di appena novembre (1699) dopo di essersi fermato alcuni giorni a Bologna. Avevano egli e il Botti stabilito di far pervenire da Venezia quale il Duca di doveva cui il Botti ricevuta Venezia a di protesta lui; la pensi che niun fargli pervenire si ove per del innocenza Botti, e provocare il Parlati Ma Venezia mutò l'amico. La fu di Duca, per e per tener fu nemici a non autore e una finzione essi migliore intorno alla quella giustizia, avrebbero dita. impe- ottenere e la promessa, di al modo attenne Venezia, e sospettato lui indurlo scusabile nemici sostenute aveva pretestia' nuovi non lettera tuttavia Senatori alcuni i loro consiglio circa il Parlati al Duca altra via pareva ad informazioni esatte altrimenti che impressione triste della ingiusta prigionia prepotenza; sua la con dell'intrigo si per la notizia fosse quasi una accusa e contro veneziana, informato essere vittima, si della era scritta da cieca, in apparenza maggiorenti della nobiltà dei uno lettera una perché a soccorrere speditada altri;e le ragioni del Botti il Duca della n' era stato lettera. Da ché percon vertito, av- ciò suoi per alimentare le ire del torno concedergli la grazia del ri- prigione il fratello di lui. Né gli valse zione informal'inviare una protestarsiinnocente, non imparziale e minuta intorno agli affari,ne' quali s' era trovato chese impegnato il Botti,non gli uifici del marEangone, non quellidel conte Giovanni Galvani segretarioe consiglieredi Stato del duca di Modena. Egli lo supplicava « a degnarsi per atto di carità^e il per ufficio del di lui ministero di ottenerglila grazia 20 di PRECURSORE UN DEL METASTASIO Modena fare e giustificarsi comparire agli occhi del Duca e del mondo le ragioni della sua cose innocenza, obligandosi, ove esponesse potere ritornare vane mendaci, e di S. A. la cortina S. del a renderne a ». per Ma, per al nume, umiltà, gli rimase colla vita all'autorità conto usare quale chiusa in una espressione, sua ricorso era faccia. E tanta con fu neppure ascoltato del fratello Giuseppe, quando, per mezzo dal Duca la grazia di rifece l'anno dopo pregare da patriare,promettendo di operare in tutto da uomo di qualdi avere « bene, e adducendo bisogno estremo che sollievo in mantenimento né »; tosto Venezia illustri amicizie i Duca miglia della fa- rimanente quando nel 1704 replicò egli stesso le impetrare il ritorno. visse fra le rose, benché stringesse non suppliche per A del Foscari, di Mantova e e stiniani, coi Fosearini, i Cornaro, i Giudi commercio avesse colla regina lettere Polonia. di col Povera in canna, scrisse per vivere, e pur di assiduo e vario lavoro si trovava dopo cinque anni sognoso più che mai bid'aiuto, tanto che Apostolo Zeno, che aveva l' incarico dal Signor Federico Piantanida dì accettato Milano di scrivere qualche dramma per lui,si associò nell'operail Parlati,affinché potesse trarne alcun guadagno. E marzo a di ciò scriveva del 1707, nel modo di lei sola che segue istanza quest'anno ho della mia di lo Zeno penna comandarmi, in tutto ora al : Piantanida, nel « Ella ben impiegato ciò che i che le debolezze si è Ella aggiustando sa già piaciuta com- fatti componendone di nuovi ed ultimamente anche meco impiegando il Signor Parlati a concorrere denza in servirla Oltre ciò le aggiungo con tutta confiè qui forestiero e basta che il Signor Parlati conoscerlo letterato,per sapere ch'eglinon è tanto fadrammi, ora 21 METASTASIO DEL PRECURSORE UN con bisognevole di mantenersi quel tanto che si guadagna co' suoi sudori, si assicuri darlo incomosarebbe un che il differirglielo V. S. Ill.ma essendo coltoso; onde il Parlati Venezia ; anzi legarono, farlo credere di molti a discorre in per desiderio tasse invilo Zeno egli aveva lo 1703 onde dando e ebbe si tosto e al destinato si bello da Della qual mico, all'a- merito ogni cosa di lettera, diretta nel settembre una a segreto parve dello Zeno. opera giunto era suo, che dramma marlo sti- a preso che dramma un la lode questi,restituendo lui, anni nel il Parlati giudice ; e la dimestichezza, regio di Milano; teatro seco primi fu tanta che confidente nei amarlo ad e scriver a di povertà la di alleviare amoroso soltanto allora che si creda Né ». l'opera generale Visconti, e scrive : « quanto aldel Begnero, composta per l'anno passato, di già avrà inteso dalle lettere del signor Parlati ch'ella quell'anno è al componimento vi non sono felice della in che concorso, sua e penna approvarla che in altro di degna ben rono comparire sul regio teatro di Milano. » Anzi cominciain quell'anno medesimo a scrìvere in compagnia; del 1705, fu apal teatro di S. Angelo, nell' inverno € V Artaserse, che i due amici plauditissirao composero insieme. Quindi sul teatro di S. Cassiano, che nel 1637 drammi lo spettacolo de' pubblici meloinaugurò a Venezia nedetto di un altro reggiano, di BeV Andromeda con della Ferrari 1 pag. 301 : « Claudio allorché Venezia e Le Akteaga, prima teatro in di S. pubblico Ferrari t". Maestro Cassiano e dal Catalogo colla italiano, mus. l'opera de'Dogi, poi per musica di Antonio la prima e la in I, musica in simo nell'antichisvolta poesia Groppo P. Repubblica, Serenissima della veduta L' Andromeda E teat. ne' conviti fu successiva- comparvero introdusse Mouteverde palazzi ^ del rivoluzioni divenne ne' nrivati Tiorba, rilevo rire compadi detto Bene- che ne- 22 DEL PRECURSOKE UN METASTASIO (1705) VAtnbleto (1706) la Statira Olihrio Anicio (1706) YAnfitrione (1707) il Flavio (1708) il Falso Tiberino (1709) VEn(1708)VAstarto gelberfa (1709) il Sesostri (1710)e il Costantino (1711). VAntioco mente, Cosi il Pariati lo Zeno e già dallo Zeno i drammi mostruosi freno dai continuarono iniziata qualche questi compose fu Severo, che L'aiuto valido Zeno, riceve E non tutto secolo un da andò Vienna a 1714^ poeta solo,V uilessandro- dramma un nel Venezia del rappresentato nell' inverno del Pariati, più volte confessato questo fatto per dimenticanza per conferma una ho di intralasciato 1717. dallo' più.^ di citare dramma la Svanvita, rappresentato nel teatro regio fa 1707, tra i lavori comuni, come l'anno di Milano contro del Rinuccini, partenza del Pariati sino all'anno 1718, in cui lo Zeno di corte, lotta^ verisimiglianza o scritti per la Dopo la innanzi, anno strani, senza e d'arte, quali furono successori insieme il Tiraboschi. Il quale, fu stampato perché questo dramma Milano nel 1707 come a proprio del solo Pariati, perché si legge quale opera del solo Zeno nel tomo e settimo fatto delle Poesie sue insieme, drammatiche, pensò che e d'esso lo ritenne intendesse lavoro parlare lo Zeno, nella lettera al Piantanida, che in parte io pure ho riferita. Ma del opera gli anni e 1 e da 1637 la altri, e dall'anno Fulminata Groppo di in ». cui sin In per i due le musica recitati all'anno Venezia le presente appresso egli V Andromeda drammi divulgate incerte, principio dere cre- Ferrari. le date ebbero farlo a infatti avrebbe Benedetto completano affermano de' medesimi, Antonio che tutti i drammi 1637, concorre rappresentati furono notìzie ne tutto solo Pariati. Come 1638 Maga Queste di e verità per ho nei dal desunte Teatri pubbliche 1743, posto Antonio Tiraboschi dal di « logo Cata- Venezia zioni rappresentain Groppo. luce da 24 PRECURSOEE UN invece mentre Alcuni dei del scene teatri veneziani, la prima rappresentazione. Cosi successo nel 1742 del Carcani, fu musicata S. Angelo al San pure al S. Cassiano e di perché il Venezia, VAntioco; e la musica con al rappresentata in può spiegare molti rimase che la menzione e ciò e Parlati del nome al S. Angelo trentaquattro anni prima. il Flavio Anicio Olibrio, il ebbero fortuna con Engelherta riapparve nel 1743 del Paganelli; il Gamusica sparini musicata aveva Costantino la con ebbe Gasparininel 1706, dall' Albinoni, nuovo dopo che applaudito dal su del 1706 nel 1743 Statira, musicata La volte anni YAmbleto, Gasparini, fu Cassiano Uguale altri molti e nell' inverno nel 1730. E \ r Nostro, al S. Cassiano del la musica di trovano riapparvero più le gran si parecchie ma una, gli altri drammi di questi drammi tutti quasi non METASTASIO DEL fece anni parte vivo di lui il Goldoni a nel- ho già Impresario delle Smirne, ricordandolo, come una detto, insieme col Metastasio e collo Zeno. Anche tragedia in prosa intitolata Griselda, composta dal r Parlati dallo Zeno e il Goldoni 1 di La « in Nulla sostanza facendovi a molte Torino stampata ho in esserne seguitando non nel 1777 con una sommo stato Mi con variazioni da Guibert l'autore i fui prosa, e da accinsi la lui e Orgens, ero di di mia di piacere a del delle su altro Parlati in pagnia com- la contentar dramma, mie opere Griselda pertinenza, metterla occupato composta stesso plagi, protesto adesso ». zione rappresenta- mi questa tragedia una incaricato Nell'edizione essa aveva Griselda con D' la sua precisione gli autori composizione orrore appunto più facile, giacché l'opera Zeno. memorie.^ sue era Venezia, a che era di Apostolo romana, di me soggetto non in essendo in versi dal Goldoni, 11 Goldoni, ed Griselda, ma per stesso questo nelle signora Collucci,scrive Parlati, intitolata versi. poi messa ricorda stesso favorita; iu e ma solennemente anzi fatta si trova siccome di non ho non altre notizie; trovato ai lavori, comuni che furono lettere Venezia a del Vienna da fu mai non stampata, neppure ai due poeti,scritti non Vienna; a e loro, non opere nel 1777 a tenere appar- nel tempo giacché dello Zeno, rappresentata se debba credo ma Parlati delle frequente discorso Certo e 25 METASTASIO DEL PRECUESORE UN ove è assai è fatta parola. ne Venezia, fu compresa nelle forse e per lavoro del Goldoni. nell'edizione torinese delle opere originale' Quando il Parlati giunse a Venezia, negli ultimi rovina, a giorni del secolo xvii, la Kepubblica correva lieta e, in apparenza almeno, felice. I nobili, giacché si erano del la metà verso che li forza la maggior più da quel fu sempre corrotti assai nobiltà nella secolo, ad di Venezia, ch'erano la de Amelot apparsi, Houssaye, dette, dipinse ingrati,ingannatori, crudeli nelle vensobrii per avarizia, bugiardi, timidi, superstiziosi, assidui delle vittorie vantatori de' benefizi,della lor falsa ^ bisogna Pure, secondo il all'Amelot credere antiche, delle bravura zie gra- solutezz delle loro dis- e consigliodello Chasles, non tutto che il male di essi stigio più gran parte; infatti,qualche vein quel tempo ancora della grandezza antica era la scena primi anni del secolo xviii presente. Nei muta : « Le grand disparait de plus en plus, et il ne ^ Venezia parecch s'apreste que l'aimable », scrive il Bournet; dice, ma la solo morire a le feste Tra soffocava di Venezia J de la 2 vieux Histoire du Houssaye, A. voleva ridendo. morire blica d'ogni maniera, nelle quali la Kepubvano gli ultimi anni d' imperio, e che faceil soggiorno più gradito di Europa, gouvernement Paris BouKNET, vénitien. e Paris de Venise, par le sieur Amelot 1676. Venise. Notes E. Plon. prises clans 1882. la Bibliothèque d'uu 26 PRECURSORE UN dando ai costumi sul finire del vi tenevano le mirabilmente cosi dei melodrammi platea; i nobili ^ 1680 si Ivi vi erano il affollavano dei gondolieri e i ricchi ed nelle vitori ser- logge, mascherate, coperte dei convenivano donne nel già dei nobiltà; la folla la il l'Archenholtz, i teatri e teatri dell' Opera. nella dove Mayer, universale, che e sette e quella spensieratavaghezza che, il primo posto. E la smania si viva aperti popolo METASTASIO secolo, ritrassero il Brosses, il Moore, era suoi DEL pittoreschizendadi, accompagnate dai cicisbei,e passeggiavan la giando, rappresentazioneocchiegdiscorrendo, mangiando, ridendo, e sputando giù nella platea, disattente, chiassone ; protestando a durante pur la bontà contro gli atti e colla voce tori dramma, l'ingegno dell'autore,l'abilità degli atche la folla applaudiva o fischiava a capriccio. ogni del momento con muele, più attiravano la gente erano : il San Sarecitata dove signoreggiava libera la commedia improvviso,e il San Cassiano, dove lo Zeno teneva menti con l'operaseria erudita e piena di intendicampo I teatri che d' il L'opera in musica, seria e bufi'a,e la farsa mascherata spadroneggiavano cosi su le scene, vevano che la tragedia e la commedia propriamente dette vidella elemosina scarsa degli accademici : onde i teatri di San Luca e di Sant'Angelo, che furono poi in voga, quando tanto pochi anni dopo il Goldoni e il Chiari chiamarono a battaglia la su quelle scena critici. commedia di carattere conducevano Né il teatro di San il Metastasio dove • nel 1727 Pebosa, di costumi e allora Giovanni vita e il dramma scura e Grisostomo, dove timentale, sen- stentata. più tardi la prima volta i suoi drammi e espose fu pure rappresentato V Arianna e Teseo op. cit. pag. 49. PRECUKSORE UN del Pariati, era que' giorni frequentatoquanto quello a Cassiano, benché di San 27 METASTASIO DEL posto, che di li a per poco importanza gli tolse il il tenesse mo pri- di San teatro Benedetto. buon da sana esagerazionie una accademie, i giornali,le le campo il turali parte, e le più innal'artificiocorrotto dall'altra;erano l'arte e senso avversari combattevano giorni di lotta; e Erano scene; spettatore e il scrupolo popolo, che prendeva tutto, senza e senza scelta,pur di divertirsi e di godere. Se non l'arte vera, di cui erano che il buon senso e campioni, né sempre valorosi, troppi accademici, molti letterati lottare e a pochi uomini di grande ingegno, avevano giudice contro fuorché autori, che di soddisfare avevano del di turba una combattere a Muratori, da recitando freddi al gusto commedie senza senso e buffonerie infine contro leggero, avido di colpi di pazzie. di Lo scena, Zeno, che le da e udite essere all'altre une con da cate appic- riflessioni e cate; edu- persone un quel tempo tesoreggiava nel la Giornale riforma drammatica, riforme, invocate Maffei le con pubblico vario, disappensato, sfarzosi apparecchi, di macchine, di stranezze, di inverosimiglianze, di dopo espresse poco fu assunto diretto della pubblico; guasti, al dire solo miravano, pur costrutto, senza arguzie laide, indegne di e curavano tragedie, a svegliare il riso e equivoci, con difetti,che si del corrotto istrioni contro mille di nulla di e secondo stasio,non essere la efficace il melodramma doveva che non fare viso al idee, letterati,di cui tutta dal Muratori pure univa dall'Algarotti, mostrando, de' le l' arte e specialmente di volere pago dal Gravina dal precetto l'esempio, espressione del Metacompati e la ragione enti inlieto al Pariati gli se 28 UN era fornito apparso si PRECUKSORE di nel mostrato era DEL buone d'ingegno dello Zeno, tal modo valido e per che poteva non entrò alacre; e insieme che con da scrisse ne sceneggiatore, parte il nella iniziata da apprezzava lotta volentieri associare dove scrittore uno ed amava. si mostrò i molti drammi prova lo Zeno che ho già noverati, e sono solo, tra' quali, per il Sidonio corretto sposizi didi tutto, e per naturale bontà di studi incline alle l'opera propria alla riforma, e da un uomo ch'eglialtamente Per e artefice di versi. D'altra Nostro, bisognevole com'era idee qualità poetiche,e gli facile Regnerò abbondante e METASTASIO tacere tosto posti com- quelli dei minori, il Ciro, rappresentati nello stesso di San teatro Cassiano, il primo nel 1706, il secondo nel 1709; e quest'ultimo,rimasto, come oggi si dice malamente, nel repertorioper parecchianni, gli valse noto r invito e di recarsi alla di Vienna. corte Nell'agostodel 1714, quando gli fu offerta — e la carica nel nome di Carlo VI imperialepoeta di camera, collo stipendioanKaiserlicher Kammerdichter nuo ' di duemila e sei cento fiorini, egli non volle partire da Venezia, senza la patria,i parenti « rivedere, con temente senza ricuperare la grazia smarrita forse innocendi — », del suo Per sovrano. questo nel 14 agosto Bologna, a Filippo Hercolani una lettera privata, nella quale egli scrive : « Ora che l'augustissima Cesarea si è degnata di nominarmi suo poeta inviò, a Maestà di camera alla tamento incombenze ho che e che ' del Lettera tastasio: Corte del mio stimato Mantova, chiamato vengo imperiale per impiego decoroso alla mia mancasse Principe Pazzani con Pio qualche esercitare T. XVII. colà le ed utile insieme, fortuna al Metastasio, nelle 1819. affret- una Opere grande del Me- PRECURSORE UN porzione DEL di felicità se pristinonella procurato a me non che timore si è offerta mi ma farmi resta restar falsa per suoi fini particolari, e alle piante ser.me del mio avvicinarmi Principe, me piuttosto Capitano Temasi, che condannati, potrà in voce de' Illustrissima,e farmi ed sperare a ne' miei che caso da la catena con meglio V. S. qualche scorta qualche frutto del mio il compimento dell'allegrezza lei contento voglia farsi me clemenza, ardisco voce sua grazia sarà congiunti e del per qui informare la con ricevere a ricorso... Questa In è stato Il « adorato allontanato. abbia ne gionevole ra- spontaneamente consolato, abbia giocato carta che un che qualche persona, a infatti è stato S;... ed questo vantaggio, 29 SIO di restituirmi in procurava di S. A. mente STA META in stesso.,.. me la Sovrana conoscere di supplicare V. S. Illustrissima ad la fortuna che con accennarmene una riga, senza la traspiri». E 1' Hercolani da Bologna, a di veruno 27 « settembre, scriveva secondare per Dottor Signor dalla la a le premurose Pietro Parlati A. V. S. colle mie istanze ad che che mi segue: porta il dergli oggetto di interce- riverentissime suppliche benigna permissionedi trasferirsi liberamente costà dare un abbraccio a' suoi congiunti e regolare qualche affare della Sua casa, prima di passare a Vienna, dove mi Cesarea, a nel modo al Duca scrive m' inoltro tal fine alla Signor non Parlati col confida A. avevano S...... Ma ancora senza aver di V. di ancora essere e gli spenta l'animosità egliparti da potuto dare un ultimo Maestà Sua avanzarle S., dalla A. riportareun i nemici rescritto fu negato, ed da maggior rispettoad clemenza disperando poter di V. chiamato stato essere quale esso gloriosorescritto, ammesso ai avversari suoi contro Venezia di piedi non lui; il per Vienna, abbraccio ai parenti 30 PRECURSORE UN DEL agli amici. E già prima Duca, sin da quando corsero altre e condotta di e scriveva Vienna, che ma venire sta Vienna a ha chiesto avrebbe il Duca al Conte Orazio L'avverto da che molti in anni il permesso di venir fosse il dito Parlati,sud- a vendo Venezia, do- ratore, dell'Impe- prima dal imperatriceAmalia, che, ove avrebbe si fosse la fiera la nomina guardia il che sappia ella dai torbido tollerato per un lettera del duca più esatte, ma del in cui sposa che più da dalla tenuto potuto nuocere ventiquattroagosto, a ora, che stata era è Parlati il suddetto un gagliardo,in disgrazia nostra rilevantissime e per le quali se si sapessero cause che fosse Ministri di Vienna non potrebb'essere cervello per ; seppure partecipata in Poeta Cesareo, egli metteva dunque scrivendogli: « Basta Guicciardi per il impedito tro persecuzione con- scoperta, avrebbe lui presso al Parlati nocque di Vienna denunciarlo, l'Imperatore.Pure dieci giornidopo che ufficialmente a sime gravis- gli non clemenza, dalla disistima in che si sapeva il Parlati Modena. a cause per alla corte accetto fu trattenuto non luglio potuto; giacché scoprendo le ragioni il Parlati che sistenza re- Guicciardi, di Poeta grado per la Modena a il diciassette disgrazia,probabilmente tanta trattative prime glielo abbiamo negato, essendo in disgrazia nostra Tuttavia ». quanto di « : istanze, dirette al sue incontrata avevano Vienna a nostro, Noi le diniego. Difatti in questi termini ministro suo METASTASIO a assai codesta prometteva al Guicciardi nel Parlati al Borrosini « in sol momento loro d'aver sapendo Noi, carteggio altra menzione proposito di Guicciardi, e di una l'occhio per sopra ho non che all'anno il Duca La contrato in- 1620, Ambreville, il avvertiva la persona esperienza che ». informazioni secreto cantante, Anna Bologna, corte è poco del rlati, Pa- di buono 5? UN E DEL PRECUKSORE perché più ne' mali Oggi dell' Istro ad Porta quel Cigno, Ma Fu la però sia la Dea, che Se pel vita della un r sotto tuo ti sen fura, feconda men de' suoi è sponda ver carmi ha cura, lui la fronda. Imperatore Ferdinando la musica e dal che indura, la arrichir solo amor s' tuoi che Ti poesia rime farà non METASTASIO III che (1637-57) italiana penetrarono la addentro viennese; lo stesso imperatore scrisse partitureper musica; di lui è alle stampe corte toscane volume e italiani sotto di versi il nome di mico Accade- Vienna, nella Biblioteca di corte, lo spartitodi un Miserere, da lui comfu mostrato posto mi trascritto. Già la musica nostra e qualche anno trionfato nella Burg innanzi, sotto Ferdinando II,aveva col Valentini,che fu maestro della cappella imperiale la poesia formata quasi tutta di musicisti italiani; e tova, con Eleonora, figliadi Vincenzo Gonzaga duca di Manrime toscane, per la maggior parte che compose delle quali alcune si conservano d'argomento religioso, cili nella biblioteca imperiale di Vienna; famanoscritte belle tutte e semplici di pensieri e d'affetti, se non Ma con per eleganza di lingua e struttura di verso. data letteraria italiana,fonFerdinando III, un'accademia tanto per la coltura dallo stesso imperatore,non Occupato, della e, a poesia nostra, quanto, ed era un Italia, per virtuoso trattenimento,teneva nella Burg; e vi recitavano versi il conte omaggio l' al- le adunanze Raimondo Piccolomini,e vi letti madrigali dell'arciduca Leopoldo, figliodi eran nel 1657. Anima cademia, dell'acFerdinando,che gli successe di Crescente, l'arciduca dove ebbe nome era Se non Leopoldo Guglielmo,fratello dell'imperatore. Montecuecoli e il conte Francesco UN PKECURSORE PEL 33 METASTASIO ripeteròcol Crescimbeni, ch'eglisorpassò quasi tutti della lingua italiana, gli stranieri nella conoscenza egli fu certo della famiglia imperialequegli che scrisse poesie italiane più belle e più lodate. Le sue Rime morali, devote, heroiclie, amorose Bruxelles nel in volume, un Ferdinando L'arciduca crebbe anni dei a peratore all'Im- trovandosi nel 1626, netto giovistito assi- aveva Vienna a il desiderio il II, duca per I drammi di Mantova, le trattative del Federici della Minati inviato nel successione del del Santinelli vero appardove Burg, presto vennero e primi nel teatro della applaudite le opere di Francesco di Niccolò desiderio;e gran principe Cesare di Guastalla, Frocri la Piaga felice, fu dal e drammi Vienna ducato. la dedica con Mantova a quando padre Ferdinando 1632 a ITI. portato aveva autore luce rappresentazione di^W Europa di Baldovino Simonelli, fatta dagli accademici Invaghiti, di Monte ne e Leopoldo Guglielmo, di dodici e la 1656, sotto il titolo di Diporti del Crescente, raccolte alla videro bergamasco, Sbarra chiamati lucchese, a Vienna e da fu fatto imperatore; ed essi furono Leopoldo appena i primi poeti italiani stipendiati dalla imperiai camera cesarea; a corte giacché il Federici I eccezione Ferdinando furono non nel 1666 sposò la principessaClaudia dell'arciduca Medici, il Santinelli si trovavano altri uffici.Quando per Leopoldo e d'una Carlo l'imperatore Felicita,figlia del Tirolo recitate che commedie sola spagnuola. il dramma musicale. E e di Anna ad italiane, la simo nipote di Codella musica II, amantissima del e in particolare melodramma divenuta imperatrice, italiano, non poteva meglio rispondere ai desideri dell'augustosuo sposo, autore di partizioni di qualche merito, che proteggendo liberalmente Campanisi Fu nel 1668 e non 3 34 PRECUESOKE UN nel 1659, DEL aiferma come METASTASIO Tissot,' che il corte, sotto gliauspici di Leopoldo 1 Claudia Felicita, apparve festa d' Oro, teatrale con gran di Francesco sul di teatro dell'imperatrice e il Pomo pompa Sbarra. Per lo innanzi più vista tanta magnificenza; la in scena costò più di centomila fiorini. Era una messa fantasticheria; nei maravigliosi congegni delle macchine tutto l'interesse, negli scenari il gran pregio del s'era non ventitré dramma: più sfarzose Paride e dato in ben Burg lungi si sarebbe era morta, era Momo saliente che da sorretto su leno. arcoba- un il pomo Giove d'oro veva do- dal liberato ; la e di Venere. del donna; costretto ancora il Sismondi dopo non bellissima cortigiano e fatto era e era alle dee la beltà e omaggio alla colta una moglie dell' imperatore, giacché sé la dignità di Giunone, la saggezza di Minerva Tale primo, tillante galleria lunga, scin- alla accoglieva essa sempre raffigurava l'Olimpo,dove scena proclamava esser scene dell'atto scena sinistra Minerva, a L'ultima trono Alla diritta a le mutavano Giunone a diamanti; geni: dal volte magnifiche. mostrava di due mai a tutto adulazione tuttavia sfoggio di servile il melodramma, fasto tem])o in che sul imperiale, della teatro de' difetti dei quali lo leggiadra imperatrice dieci Silvio Stampiglia cresceva sava accu- anni netto giovi- ignorato, a Roma. la lunga vita dell'imperatoreLeopoldo, Durante l'amore della poesia, della musica cultura italiana e della usci dal palazzo imperiale e si raggiò per la città dove, al dire del Magalotti, la lingua nostra era parlata colla stessa facilità che in Italia. E quando nel maggio del 1705, questo Giuseppe I gli successe 1 Vienne et la vie viennoise par V. Tissot. Paris, Denta, 1880. PRECURSORE UN fi more vivissimo, era l'Austria,facendosi 35 METASTASIO crebbe e si diffuse per e più sempre lui le relazioni di DEL durante strette l'Italia,massime con tutta il reg-no pei numerosi di col principesseitaliane,che contribuirono farvi apprezzare loro ingegno e la squisita cultura a della nostra più la leggiadria e la ricchezza sempre matrimoni letteratura. -e de' suoi efficace a (1711),sotto il regno di lui la morte Dopo di Carlo successori, si aggiunse un'altra necessaria mostrar cognizione dell' Italia, delle ai ragione più sovrani austriaci lettere sue VI della e la sua liani •lingua.L'occupazione provvisoria di alcuni paesi ital'unione stabile di qualche stato, dopo il trattato e che la nostra di liadstad, furono causa lingua si vie nell' impero ; ])oiché diffondesse maggiormente l'Austria,compiendo l'annessione, non impose la propria alle in parte accolse lingua provincie acquistate,ma ^ anche ufficialmente Né quella delle nuove. VI, che Carlo scrisse pure •diversi spartitie crebbe Cappella imperiale, onorò italiani;ma quanti uomini e nell'arti solamente e compose i musici centotrenta a della i poeti e i cantori ragguardevoli nelle scienze dall'Italia migrarono toscani versi a Vienna, per cercarvi ed impieghi, quasi protezione o procacciarsi ventura dall' imperatore magnitica e liberale actutti ebbero coglienza. Cosi, quando il Parlati giunse a Vienna, oltre l'amore e nella e 0 nella ' drammi nobiltà, trovò musicali una letterati italiani, i benemeriti più dei meno della quale egli Landau, specie di quali,mentre vita intellettuale il favore della entrò Op. cit, 1879. diffuso corte ammirato nella colonia « corte di scienziati si rendevano viennese», godevano e e dell'alta onorato; società, favorito 36 PRECURSORE UN dall' raassinianiente tolse mai egli secondo posti in Giannone, che. Carlo Dove dopo VI, che afferma stesso la gli non stima e , lui sino dal Vienna. a METASTASIO imperatore , l'amore DEL primo tempo del strinse d'avere amicizia invocata suo Pietro con la giorno sog- protezione imperiale per la letteratura italiana e i)er la libertà nel maggio degli studi storici,riparò esule a Vienna del 1723 e vi ottenne protezione,sicurezza e sussidi di vile, danaro, quando, per la pubblicazione della Storia Cidel cardinale Piprovocò le ire e la scomunica di Napoli. E conobbe un gnatelli arcivescovo pure altro napoletano, Francesco Antonio Spada, che a Vienna scrisse intorno all'originee all' ordinamentoamici Gian Battista Gentilotti, degli Stati ; ed ebbe Garelli, bibliotecario Nicola Kiceardi e cercarono e di corte, il dotto parecchi minori, libertà trovarono di studi che e sandro Ales- Vienna a sicurezza di vita. Consolato da illustri amicizie, securo nel favore sostenuto dell'imperatore, dall'appoggiodel principe Pio di Savoia, che presiedeva agli spettacolidi corte, confidenza nell'intima di e dell'imperatriceAmalia del defunto Brimswich, vedova imperatore Giuseppe I, del suo ai doveri mostrandovi attese ufficio, operoso assai facile fecondità; giacché scrisse da solo negli dal 1714 al 1727 più di tredici comanni che corrono ponimenti in drammatici, fra tragicommedie drammi tori; pastorali,feste teatrali, oraprosa e in verso, favole due in compagnia di Apostolo Zeno, che e gli fu dato 1718. compagno Del fasto nell'ufficio di con che erano questi suoi drammi, ci dà nel tague, la quale, avendo àtW Angelica poeta di corte nel rappresentatia Vienna testimonianza Lady Mon- assistito alla sentazione rappreavere vincitrice,scrive di non 1716 PRECUKSORE UN mai visto •che la altrettanto cosa in messa il Durante META DEL scena bella di 37 SIO splendida,e aggiunge e trentamila costata era soggiorno STA Vienna lire sterline.^ relazioni quali , rilevo da alcune Modena lettere, a egli mantenesse fra gli autografi della del marchese seppe Giucollezione Campori ; lettere eh' egli dirigeva o al principe di col nome ereditario Francesco, che fu poi duca III, Francesco al marchese o Taddeo di sottintesi,di mezzi piene E benché Kangone. termini, che le di difficile interpretazione, riferirò tuttavia ho potuto da "'? tale e pei balli tale di Cattolica. Musica del N. Matteis, Maestà. le Galli-Bibbiena primo lo dipinse pure atto, ballo lepois: delle nel atto, Maestro cambiamenti di di nel un vulcano cui dorso poi il vulcano con d'oro secondo in cavalieri di e dal si cambia giardini magnifici. pubblica e del recita ingegnere, nel eseguiscono: dal Maestro dei guerrieri co' selvaggi, di ballo Motta. Phil- Grilzenbach: e dall' Imperiale degli eroi, composto Scenario — magico due Per neonato isole spaventevoli esce mostro un mostruose navi la l'epilogo in principe si atto, palazzo bestie iu invenzione vaga di : chiusa lode ». nel con terzo un gran non atto, le quadro dell'Imperatore, luminato il- abitate, gigantesco fiaccole e Alcina pietre preziose, splendidamente quale molte vi della primo atto, due azione, si trovano e Levasson nel Bibiena, ingegnere d'armi, Guerrieri maestri ballo scena: miniera una sopra dei ballo è principalmente sono che atto, combattimento dagli imperiali istrumen- sopranominato Furie, composto composto terzo del sarea Cele arie con musica Galli Balli scenario). secondo nel (figlio Maestà Fux, meccanico macchine e Sua di della signor Ferdinando dello vincitrice. Giuseppe direttore l'annunzio legga Angelica signor apparizioni, scene, Giuseppe che dal si ove Parlati, poeta l'apparato Tutto disposto e teatrale; di signor aXV prefazione Pietro Sua ideato nella signor del sicuro. maraviglia del Poesia « è che ?spettacolo recherà spesa di quanto cit. Op. Landau, Né rilevare esse dono ren- sul accese; isole : lici fe- la Felicità peratrice dell'Im- 38 UN PRECUKSORE Dall'anno Kinaldo 1709 all'anno Carlo presso VI quali agenti del ho già notata, erano seco, che il e rozzo fu ministro 1722 il conte loro Orazio sovrano, il Conte duca Guicciardi, e la diffidenza per Carlo Antonio esclusi imperialepel modo corte del nini Gian- quando a che con a. pivano adem- agli incarichi avuti, e l'ultimo ancora pel trattoviolento. È naturale che tra costoro fossero e bizze, battibecchi del nelle METASTASIO consigliere Soragna, dalla quando lettere del col Giannini, lo ed è del Dini minori agenti madre che stesso frequente cenno ricevette il Madrid bedue am- Guicciardi, il Soragna^ dall'amicizia dell'imperatrice che dell'imperatore, lettere chiama da Parlati; ed il contro protetticontro erano Amalia, al duca Parlati; il quale fu legato d'intima le prime relazioni altri contese; d'esse è pieno il carteggio e Guicciardi conte amicizia ed DEL 1' Oracolo, il Parlati d' intesa nelle col principe ereditario col marchese e Rangone. Ai quali, impegnato in una segreta e fine diplomazia di gabinetto, scrisse lettere, non prive d'importanza per la storia sue intima il della corte di principe ereditario lui nutrissero viveva malevolenza Vienna reggimento Savoia. e vi Invece il contro il fratello e che tempo sotto che sospetto padre che risulta esse Gian rava dimo- costui il comando ottenuto aveva di cavalleria in il Federico, specialmente nel a da Modena; di si mostra il principe Francesco, a verso propensa eh' ella dettava al Parlati, mandava tutta tere cui, per let- parole consiglioe di conforto ne' suoi dubbi, e assicuranza protezione e di valido appoggio; mentre appare dispostacontro e Per di essere tal modo il duca stato alcuni Kinaldo, che sempre accusava estremamente avvenimenti, di principeEugenio l' imperatrice Amalia che un « di mal sere d'es- ingrato brevemente di ». il 40 PRECURSOKE UN raccolse il Corniani, primo nella dello vita di Vienna corte Pietro nomato dello Zeno che se che Zeno altro un METASTASIO DEL valse ne « viveva iscriper vere allora alla poeta di mediocrissimo Parlati, Questo formidava rito me- l'arrivo di essere interamente giustamente temeva dal suo oscurato splendore. Ma il Pariati non incontrò nello Zeno né un superiore né un rivale,ma bensì un amico, che non disdegnò di travagliare per qualche compagnia e di ascrivere a lui un metempo in sua rito ' Io non uguale al suo nei componimenti comuni ». e osserverò doveva col ignorare che, quando diritto all'altrui stima superato nella altrimenti, non il dovrebbe e lo e Ma a che, non conseguito un altri l'ha se fosse non egual ragione rarsi annove- tabile migliori drammatici, perché inimi- geloso giustamente Vienna. merito, per ha Corniani perde perché Metastasio;^ essendoché sentirsi il alcuno lo non del scala fra i lo Zeno Zeno difesa, che Peretti, a del il Pariati maggior della ombroso togliere ogni dubbio poteva ingegno di presenza di malvolere bilmente no- dello lui a verso che lascia supegli pure si trovasse, come porre il Mafifei,tra gV invidiosi e i maligni che ordirono cabale affinché i primi drammi zeniani non fossero applauditi,ricordo che il Pariati gli diede aiuto a scrivere l' Ifigenia, il primo dramma dello Zeno che del teatro imperiale,di che queapparisse sulle scene sti dell'esito amico: un poi si lodava informandone « Zeno, e L'assistenza del signor Pariati è giovevole 1 G. CoENiANi, I secoli Milano, Vincenzo 2 Note Tiraboschi. biografiche in Tomo la riuscita per della molto del dramma, letteratura Ferrario continuazione IV, Reggio, stata 2* ed. 1833. della Toireggiani, dopo il T. Bibl. 1835. V. e gimento. risor- p. 204. modenese IV, ve e smo II, mamente som- p. del 414. UN lo attesto vi ho PRECURSORE sinceramente, scritto di lui. che » la modestia ho fatto sempre quando il Corniani, il Maffei petè ri- come Dopo la bontà e 41 METASTASIO DEL dello Zeno si mostrarono il titolo di quando egli rinunciò generosamente il Parlati, ch'egli offendere poeta primario per non dice pur di mediocrissimo ^ merito; ed ultimo il Landau nominato ripeteche « l'imperatore aveva istoriografoe poeta di corte, perché non aveva in riguardo al suo amico Parlati accettare di primo poeta cesareo il fatto corse ».^ Ma lo Zeno voluto il titolo proprio cosi ? Il notizia avuta Eangone che aveva dovuta ad Apostolo Zeno a Vienna di chiamavano come marchesa Maria e ne lettera una che Una che pretesa abbastanza del dovere, essere L'augusto a sole primo un monarca non ha intendeva un non intendeva 1 Luogo citato. 2 Luogo citato. mie che di darmi qui sopra non un come interamente di darmi Rendo generosa convenienze. da cinio patro- un dovesse di o tesse po- vi potesse me me. poeta con inteso cosi la faccenda, ed e rispose tale aiuto tare lamen- discernimento senza che e poeta non (benché che disordine, un necessario, ed ma fatto credere poche parole che mie le per impegnato, aveva nascere Parlati, alla troppo giusta,favorita non in della il dimostra sempre imperatore, risposta quale è da il principioe la fine. « grazie, scrìveva la dell' amica cara la spagnola, i viennesi Parlati, ebbe importante manchino oggi umilissime bontà scritto al assai Althan semplicemente Pignatelli la aveva della chiamata un con aiuto, come io stesso ben un danza abbon- estrema ben avevo era gerito sug- ma corrisposto); disgusto,volendo che 42 PRECUESORE UN io fossi cosi contento come essa di S. M. di era io anzi primo, ed qualche vantaggio, Padrone che di cui ho ed clementissimo ella si è della mia .... in ciò che voluto questo pregiudizione aspetto del positiva intenzione caparra. Col da S. M. udire qualche di farmi molto contenta condotta. che Qualcheduno « vi è stato di dire che è restata degnata provvidenza sua non anche fare altro strepito che non della e Infatti me. dì nome METASTASIO DEL mi riguarda mescolarsene, che e ma di tutti doveva meno con gusto costà da dipende poco entrare e ha decoro men È innegabile che questa lettera, chi modifidiscoprendo segretiraggiri di corte, non alquanto il fatto da quel che era stato insino ad si voglia giurare in oggi ripetuto; che, anche non essendo rimasto nelle tutto parole si vantasse ebbe cui beffato d'una concessione che resta il Pariati abbia valore mediocrissimo si Rangone. amico e da tal peso stesse a con me maggior né amicizia « di lui ben quando al del diversa Clerici del segno — non riverito molti di fosse simo dell'augustis- Pariati,mio e grande intimato, molti drammi e cui quando ne pagno sapreisceglierminé come ingegno più pronto durò mi non servizio Pietro riuscita, ottima l'elezione e ch'egli fu di sola aveva di scrivere la sorte più grato, la loro Sig. dottor al me quale ebbi in Italia il da e questa condotta, confessa ch'egli di trovarsi presentemente padrone Maflfei del nella lettera al marchese discorre ove al al Cornaro non per la narrazione discuterò Né qui dubbioso meno l'affermazione spaventerebbe a noto E ch'egliscrive merito; lo Zeno opinione,giacché 1718, lo per fa ne quale col ciò lo Zeno di cui seguita e non dipesero i giudizi del Corniani, Landau, che Pariati, né ritenere del modo, neppur ». sempre non — a tale ufficio ». offuscata; e in PRECURSOEE UN vicenda perfetta armonia lavorarono Corte, nobilmente prestandosil'un il Parlati Vienna A teatrali da da di teatro l'altro segreto aiuto. I Satiri Feste Arcadia in (1715),Il finto Policare Creta in pel solo, oltre le due già menzionate, me (1714), Teseo a scrisse 43 METASTASIO DEL (1716), (1716), Sesostri (1716),L'Angelica vincitrice d'Alcina Caio Marzio vendicata Coriolano (1717), Galatea Re di (1719), Archelao Cappadocia (1719),^ Elisa Fortezza e (1722), Costanza (1723),Meleagro (1724), rona La Teseo (1727), La Coe Penelope (1724),Arianna stantino il Cod'Arianna e (1727);^ rifece V Antioco al già rappresentati a Venezia, mutando primo il titolo in Saleuco e al secondo in Massimiano ; pel compose fu pure eroico, che del arie teatro di e di Barcellona il dramma rappresentato a in Corte V Alessandro egli nella e le mavera pri- Nozze l' del- scrisse i versi stesso lingua tedesca. ^ Collo Zeno due tragicommedie : il Don in Dell'esito cui a V Amore Venezia Samuele;^ 1725, al San in prosa, Aurora, delle teatro fece pel Chisciotte Sidone. fortunato egli confidentemente di alcuni col suoi drammi Kangone, discorre da ma queste sue ciò che riguarda il Don raccoglierò solamente nelle Chisciotte, tragicommedia stampata opere dello Zeno, ed a lui solo, da qualcuno attribuita, in quanto che puossi anche vertiment lume aver a spiegare l'avun po'confuso, che intorno al lavoro comune note — — ' Gazzetta 2 TiBABoscHi, 3 Quadrio, Voi. Ili, * P. di Biblioteca Storia II, p. 483. TiEABoscHi, alia Mantova, Biog. e I. Modenese, Magione Antonio Biblioteca del T. Parlati. IV. T. d'ogni Groppo. Modenese, — Modena, 1753. 1744. poesia, Milano, Catalogo Tomo VI, già pag. citato. 158. — pendice Ap- 44 dei due è premesso nell'edizione Zeno, 1744. Ivi è detto non « il che intera sono v' alternativamente Sig. dottor anch' Pasquali a Venezia, del drammi lumi degli ultimi due vofatica del Sig. Apostolo Zeno, parte di suo studio Seggio di Lombardia, impiegò una da del Facitura cesareo. l'ordinatura di ciascun continua: di cosi fatto studio, che scrittore pose tanto quale intenzioni del sia il merito dovuto onore nel ne' quali e sapere il nostro stamente manifedare defrau- in essi,senza suo all' altro autore buone Le ». sente pre- vertimenti valgono anche negli avquesta nota, pubblicata pur vivente lo valgono quel ; e si rinchiudano lavoro; suo al giare versegl'altro ». E e tori grata agli ama- cosa questi componimenti; corpo dell' l'uno Sarà « è la tessitura primo soggetto, applicarono vicendevolmente l'avvertimento delle opere VITI del Parlati Pietro egli poeta e i METASTASIO al volume poeti dello ma DEL PRECURSORE UN ma che dire per par fatta apposta lasciare al propositoil lettore nel Zeno, e dire, non per e Giacché buio. non può comprendersi in che consistesse qiieWalternativo impiego dello studio postovi dal Parlati, e qual fosse della verseggiatura e il tanto lavoro dello la vicenda né in egual modo, furono Zeno ; né di tutti i drammi, dello Zeno alterno solo la tessitura il lavoro metrico, dovuto Pariati; il quale nella più e felice dello che scomposta, una famoso struttura Zeno, che del facilmente talvolta dava tutto era verso pre sem- al assai in durezze, chi, frequentela mistura di versi dissimili e tronproducevano un'armonia spezzata, sminuzzata, amava In l'ordinamento, né e punto musicale. lettera il Pariati, discorrendo attore nella di corte, che parte di Don tragicommedia fa qui gran si era fatto Borrosini del assai Chisciotte, scrive : fracasso ed è stata applaudire « Questa ricevuta ^^ METASTASIO DEL PRECURSOKE UN applauso universale. La stagione carnevalesca, a si adatta, contribuisce a renderlo cui il componimento fatta qui in pochi giorni per più gradito. L'abbiamo con comando Vi espresso. Signor Zeno, è tutto mio alcune sono la ma lavoro distinguersi da chi ha un genio dell'uno e dell'altro. Io farebbe Italia produrla il buon si è del tre deve ne se il volume penultimo il resto Maccabei. Q — « : e merito del seguivano nel comporre Op. cit.,lettera del Donna 2 Op. cit, Voi. al ; senso. Quadrio menziona pure sentata rappre- Forte nella P. Ili, pag. P. C. Zeno. 483-498. T. II, madre pag La fede Giovanni San Precursore - 1 Cosi 1708, aggiungendo che il Pariati morte La ». gato Zeno, ed è spie- dello Tirabosehi, e l'afferma al Il Don preposto al parecchi Oratori, de' quali cita: sacrilega nella Battista lode il buon il scene prima volta; riati incredibile... Al Sig. Pa- opere essi Il la l'avvertimento soccorra nel Milano da solo lume communi le opere a della « rappresentazione, l'altr'ieri per che Engellerta ignota scrisse scrivendo delle parte il modo intendere Tra il Cornaro più queste lettere ha in la singolare ed stato : Si lavora alcune giorni dopo si è recitato l'applausoè V due vorava la- mentre in musica. io dietro dall'amico, ed E terie. van- senza ridicolo. Di nel bene posti già sono dell' esito Chisciotte a ^ quinto ». informava da ne al si opponesse non Chisciotte, cosi scriveva portato assai del anche che di parere sono effetto,se al Don al quarto dietro cognizione personaggi ». E ciò nel gennaio del 1719, lo Zeno intorno Sig. Pariati cinque atti di poco stante re- ravvisarsi a dei numero Difatti facile ben e in parte, cioè il maggior ; cosa lega serie del col- scene 463. de' sette 46 UN Ma PRECURSORE di tutti i drammi vivamente bo del duca Einaldo, che Zanoli, dì come una Egli stesso. due altri ira la franca è l' opera nello ha intieramente inserto stampato terminata costui data del duca al altro di gennaio che poiché li mancano veouti da le lettere trattenuto Monaco di e esemplare a sono, del Poeta e V. di costi, e ». altra dal diversi che S. A. « suo sarà avendola e 5 atto il Zanoli : ed Rosa, Pio innanzi ». veva riscri- il Parlati Se al gere giun- terminata la sua vendicativa scena, aveva inseriva vi la cioè il 4 giorno non e la fa recitare subito quinto, soggiungendo trattiene Baviera rappresenta giorni dopo la sera il detto grande che Principe Musica; Sette 1722. dell' atto ieri della A. S. stavano dichiaratosi con nel avendo di V. Ambreville, fidato Satira, e (cosi scena una quattro giorni fatica, probabilmente S. ha Opera un annotazioni, il tavolino vendetta : alla di carnevale quello di Borrosini manderò al duca perfidia sua questo per sopra alcuno, ad avvisandolo le lettere A. sua confessò ma fare le della dell'Anna solamente 14 che Direttore ne le bozze correggeva in nuovo e il libro la ciò la l'Opera consaputa, facilmente in detta perdona amico grande da ; nascose, grossi i)liclii, per carica la non Baviera composta esso il matrimonio lei stessa; fine il duca cettati intergli aveva diretti da Modena, e compimento ordinario, due apertamente) V. egli Teatro in da scorso intercetti Ha non in Il Parlati inteso altri segui il 29 gennaio, scriveva anderà « ?elle tale in eh' composizione si può 1 da di Parlati,che aperta. Il Zanoli da scaltro cortigiano se inorridito,e pochi giorni innanzi la rappresentazione, che cui dal il duca, ^ ed Dimani lettere il duca lui a Monaco vendetta denzio quell'anno,Gau- commessa che saputo aveva in diverse in grossi plichi mostra ne Vienna a vano, in- cercato rappresentato degli agenti satireggiasse con scene inviatiglida e era ho Uno 1722, birberia nuova in alcune pare del informa ne quello di cui più lettura,ed Cappadocia, di re Parlati la Vienna, nel carnevale a METASTASIO del desiderata V Archelao è « DEL Ferretti è avvisato plichi, come anche che quelli 48 PRECURSORE UN che principe Lòwenstein, Se di porre a capo il Parlati alludesse male all'Austria cosi stimar doveva derivava gli di a gli venne quel governo questi fatti ^ e il duca duolmi non saper solo E cessità ne- generale ».^ un altri, che ad o della servitù sua dire, furia a tavia tut- allegatala persin la peste soave potuto leggere V Archelao. ho d'armi, e uomo devota, da far dire al Lazzarelli dolce », era « ricompensavano eerto METASTASIO non il rifiuto onestare per DEL ch'egli « da se essa avendo non d' induzioni potuto vedere quali probabili rapporti potessero fra il matrimonio correre dell'Ambreville, satireggiato neìV Archelao, e il duca. Ma le ipotesigiovano a poco, onde per V Archelao questa parte debbo serio intendimenti Nel Vienna, il Parlati melodramma aveva venne 64 chiamato Zeno, poeta come in seconda e di alla Vecchio anni. acciaccoso, si ritirò dall'impiego continuando di a godere del titolo e degli emolumenti Il Calendario citare aristofaneschi. 1729, quando il Metastasio di corte di contento ragguardevole esempio di come con star e tuttavia poeta sareo.^ ce- Stato lo per l'anno 1781 nota il Pariati e il Metastasio istoriografo, fila,come poeti italiani ' ». riprodotta la festa teatrale,Le nozze dell'Aurora, ch'egliaveva composta dieci anni innanzi, dell' arciduchessa Maria Amalia col principe per le nozze elettorale di Baviera Carlo Alberto. Rappresentata Nel con 1732 2 della ebbe immenso successo pompa, ultimi applausi che consolarono gran quelligli ' fu Op. cit. Informazione Lazzarelli, ; e la furono sua vec- Campori, Biblioteca sul monastero estense. 3 TtRABoscHi, ? Landau, op. Biblioteca e luogo inod. Citato. luojj.cit. di S. Pietro. Mss. UN chiezza. dopo Egli PRECURSORE rimase Ed vediamone ora Il titolo da spiegazione,che d'una il Pariati più volentieri a non 1' opera tluenza esercitata di letterato. del Metastasio. dichiarare discorro, per dallo l'anno questo studio ha d' uopo mando vorrei essere frainteso,chia- pensieri in proposito,giacché i miei dove onorata. Precursore un ne e brevemente dato me Vienna, a ancora fortunosa fini la vita 49 META8TASI0 DEL Zeno e da se E tanto altro non intorno altri sul all' indramma musicale, in rapporto alla perfezione maggiore, che quindi gli diede il Metastasio, trovo in genere apprezchiari e precisi. giudizi non sempre osservò che « il Metastasio Quando il Carducci acutamente è dei poeti nostri più originalie popolari in tista questo e per questo, che fu l'ultimo e più geniale ardel periodo meridionale, di quel periodo,cioè, della nostra poesia nel quale prevalgono gli spiriti menti e idillici dalla musicali e eredità il seicento del mezzogiorno del Tasso, che si estende napolitano di madre, per tutto il Marini, fino alla gloriadel cui regna di educazione di nascita, ma e di romano su Metastasio, di lui pare l'originalità tamente per l'innanzi l'aveva cosi distin- napolitano»,*a ispirazione vedesse e dove nessuno me Infatti,per osservata. una parte accennanda poetichedel genio disposizioni metastasiano, e per l'altra precisando 1' eredità vera ribelle alle teoriche gravidell' arte sua, nativamente eglialle attitudini e alle niane, implicitamente mostrò che il Metastasio non scuola, se lo pose ultimo potè lasciare dopo di sé una sero artista di quel periodo meridionale, nel quale prevalidillicie musicali del mezzogiorno. glispiriti 1 Domenica Campanini letteraria,16 aprile 1882. ^ 50 DEL PEECURSORE UN METASTASIO quando egli stesso, discorrendo 1' origine e lo svolgimento del melodramma, ne segui il passaggio il seicento, sino a che giunse al secolo dopo, attraverso alla correzione alla purità si credè nare ritor« quando e l'estenuazione con e l'irrigidimento», mostrò E cosi chiaro, ebbe mio a giudizio,questo antecessori, li ebbe : che, il Metastasio se nella solamente preparazione non letteraria, nell'organismoartistico del melodramma, in quanto è rappresentazione estetica. Il dramma del lavoro Metastasio, come complesso d'arte, nasce e lui; lo Stampiglia, il Pariati e lo Zeno non muore con ne i precursori letterari. furono che Difatti il Metastasio, nel riforme, ricorda sue ch'ei « dar lode allo Zeno delle guardarsi dal seppe tagio con- del a' suoi e turgido stile che dominava pazzo giorni; liberò il coturno dalla scurrilità del socco colla quale in era tal modo andò con parca che del seco, la mostrando ragione ne' suoi confuso lavori che ; e per il melodramma enti incompatibili, tolleranza, anzi con applauso del pubblico, credessero quei ])oetieh' egli trovò in possesso teatro scrivere ».^ E giua quando cominciò stament lo Zeno e se gli altri,che prima di lui e e come miseramente quel tempo contribuirono a erano non dramma queste riforme, tolsero il melo- ai soggetti mitologici,pastorali,fantastici, e di preferenza l'argomento dalla storia gli derivarono dei popolisettentrionali;se ridussero il melodramma forme più regolari e a modi più soa brii; se gli diedero maggiore semplicitàd'intreccio, più di svolgimento, più corretta verisilogica naturalezza miglianza d'azione, e nobiltà di lingua e di verso. Essi, greca, a romana, e dir breve, modificarono, 1 Metastasio, Lettera a M. non ruppero Zabroni, citata le consuetudini anche dal Maffei. PRECURSORE UN BEL 51 METASTASIO di in parte solo, e introducendovi questo genere ; ma che apparvero nuovi difetti, pregi, dei quali e de' vecchi fu libero non il Metastasi© neppure negli ultimi, quando, € del lavoro, nel bosco Parrasio. affatto stata teatro, tuttavia era l'arte sui recato lettera per sconciature A quasi la rivelazione dello Zeno, lavori il al marchese ed alle riforme a menzionare fosse non di un nuovo ho inteso aiuto perché comune, che, al dire del leggesi da in una considerarli ^ l'assiduo lungo lavoro tra questi dato e sempre dello lore va- Stampiglia e Zeno, e ragionerò del Pariati; di cui ricordare il legna avrebbe tanto dello intendimenti e Gravisi, solo e mai come giudizio che aborti ? questo modo questi far a semplicemente continuata, perfezionandola, propri sua andare l'arte metastasiana se e avesse ma primi drammi produrre e svogliato ad costretto E nuova del stanco nei con sterebbe ba- prestato allo Zeno più senza di gli scrittori buoni Cereseto, « agevolarono si avesse melodrammi la strada al » Metastasio.^ 11 gusto Italia tutta per di 1 io fo « A A. a che Trattone e in questo dramma tutti si poco i teatri chi io numero e ho e metto fortunatissimo d' Italia, . a (An. delle che la pilileggera pentimento dirne male la sopra e io difesa io le considero ancora mie nudrirne disprezzo quasi e ne le scene, e cimento compiatalché : avrei dicesse ne sconciature 1' Eumene, ed II. Lez. più aborti, benché recitato a ogni questo in quasi 1737). Cereseto, Storia della poesia in Italia,voi. XXXVIII. casione oc- drammatiche cose anziché che prendesse poche, . 2 ne volte conto, ne criticarle alcune sia stato più scritte a che xvii, diffuso cosi era pretesto si nelle corti si nel po- S. scrissi averle obbligazione secolo era presentemente si ponesse bene. nel festa V. di chi degli spettacoli teatrali XXXVII 52 UN PRECURSORE polo, ne' teatri eliinsi d'ogni maniera; e la scelta senza tradotte gnuolo, regola la le successivo, diedero e come cantanti di divertirsi faceva e di godere. eccezione alla principiforestieri maritaggi che festeggiò,specialsecolo xvii nei primi anni del e occasione frequente di rappresentazioni gareggiò essa un Mantova a dell'arte^ o visite di sfoggiodi nello Modena a Modena tali feste teatrali. Per scritte che numerose sul finire del di Mantova commedie dallo spafrancese, dall'inglese, di accolse, e i mente classiche, venatorie, piscatorie, occupata corte comune; ch'ella dal d'altro non Né all'aperto,a rappresentazioiù folla nobile e plebea accorreva pastorali,a ridotte o METASTASIO o commedie a drammi a DEL lusso la corte con reale ; veramente liberalmente accorrevano, i musicisti più celebri e le cantatrici più rinomate del secolo.^ JSTé glispettacolid'opera nei teatri publicie nei privatierano più rari che nella pagati, i e corte; si recitavano inframessi intermezzi de' zoccolanti; dove numerose a drammi, Durante e il duca non ai teatri Segneri indusse delle monache, parte anche le principesse. del 1713, narra il Lazzache ostante tali conventi ebbero gli esorbitanti proteggeva il Padre venivano sovente conventi il carnevale duca, si divertirono E nei commedie per cui immorali, persino nei altresì 2 i relli, modenesi, miserabili a come tutti fossero balzelli fosse baldorie; un certo impostidal l'età dell'oro. che, quando tanto Scalabrini a polizzestampate, per le strade di Modena scritto « Si muore si balla », il duca e non ne era lo 1 2 voleva Storia della TiRABoscHi, 503. pag. Scalabrini,e — Luogo Muratori, citato. Annali farlo condurre Letteratura, d'Italia gere spar- cui su pognò ram- per la città Tom. all'anno nuti dive- Vili, 1690. p. II, PRECURSORE UN 53 METASTASIO DEL incollati que' bollettini sull'abito,anche •con Scalabrini Di medesimo piti Modena che di Venezia di quelle de' d'altre e Di senza indicazione « ogni ossequiosa osservanza con essi ridursi l'A. V. S, all'atto A. S. che virtuoso permetta ordinare con della quale, poter non mando coespresso guardia di V. il recitare figlio, suo il Parlati E ». lettera, una recite,quando loro Parlati Pietro a gli Oratori con delle presentar rap- a duca, nella al Beluil, soldato Monsiù a è espongono si degni fare non intendeva costoro d'anno, diretta Combattuti, stanti Siena, de' Co- di Kozzi ^ maschera. in dei ancora, ^ teatrali. azioni andava e l'Accademia aveva imitazione a ballava lo perché recitò essi, e con Combattuto, perché più volte nelle prie prolettere ricorda questo suo titolo, sperando gli fosse fu accademico di argomento le rappresentazioninumerose parte prese r riguardi da parte D'altra suo commedia metteva con 1 interrotta non ?deiia,Vincenzi, 1881, 2 Ei'a •del Conte del vince Onofrio Principe Francesco comincia Il O al col fu quale verso dell'italo da e secolo che la xvi la per tragedia al Bam- quel tempo erasi il seicento. tutto elei e recitava il e Mobiografiche, allusivo allo : Campo sotto la Parlati, quando rappresentato sonetto, un ; patrie storiche particolare, Campori, dedicò reggiana, pel 250. pag. un'accademia Amore, pori, che per Cajipori, Memorie Cesare dal era e nel- scrivere a all'Ariosto,e per capo tendenze melodrammatiche basio, allo Scardova, al Miari mantenuta influenza avere ingegno letteraria tal modo Per egli fu presente parte la drammatica della scuola il dramma il tempo tradizione e cui a attore, dovettero come atteggiare per teatro. del duca. fecondo ». l'opera la stemma protezione per la scita na- Prudenza dei Cam- 54 PRECURSORE UN Intanto musicato più di DEL secolo nn del Kinuccini MET.\STASIO era dal eorso primo dramma quellidello Zeno e del Parlati. Questo genere, nuovamente originale,era nato da studio d'imitazione, quasi a scioglimento di un quesito a d'archeologia ; mentre del secolo che la musica, nella seconda metà liberatasi dalle pastoie del contrappunto^ ridotta a una meccanica combinazione di xvi l'aveva forme trovava e nuove espressioni melodiche. i modi, quali le leggi onde i Quali erano antichi accompagnavano Greci alla poesia e più specialmente alla poesia drammatica le note musicali ? Questo il problema; gli eruditi non dere; risponsapevano risposeroi cultori della musica con tentativi e prove, che furono i primi segni delle rappresentazioni note, tentava cantate, nuove Come « io ardirei affermare, scriveva non Peri nella prefazione aW Euridice, questo essere favole usato, cosi greche o nelle romane nelle quello che essere solo il il cantoho duto cre- donarcisi dalla nostra possa alla nostra favella ». Per musica, per accomodarsi tal modo, intendendo far rivivere la tragedia greca a nella integritàanche sua imitare, si riusci una forma nuova Eletti ingegni in Firenze da dal invece a musicale, creare nell'arte. Firenze gentiluomini e cultori ammirati richiamare, lato solo non e fu ^ di musica. per produrre a madre illustri riconoscere dosi creden- e del allora erano ciò E lodramma.^ me- parrai aristocratica r che ma origine del melodramma, poco monta per delle favole, ispiegare in parte il carattere dominante cui prima furono a poste le note, e che derivarono , ' « fiorisce ' Nella oggi Cfr. nobiltà, la Amelia in musica il Peri notava nella prefazione all'Euridice, ». Civita, Ottavio Italia. Mantova, Binuccini tip. Aldo e il sorgere Manuzio, 1900. dei lodramma me- 56 PRECURSORE UN Cosi DEL il melodramma METASTASIO aiiguriando alla sua culla una parte, svolgendosi dal di pieno nasceva il favore promesse, Che comune. per classiche culto delle forme parlando un linguaggio elegante e castigato; per l'altra, esprimendo sentimenti semplici e umani, o predicando virtù né tediose né di pratica applicazione, i prinaveva cipi, per sé dotti e indotti. E lo favorirono che vedevano con piacere alla tragedia classica, erudita, impacciata nelle regole aristoteliche,e alla e commedia che s' era nelle chiusa forme di Plauto e di bero procedente lifranco cantando e allegra gentilezza d'affetti, senza a togliere loro occasione sfoggio di prodigalità il popolo,che, sin dal trecento signorile.E lo acclamò dal quattrocento, aveva veduto e comparire nelle rappresentaz la musica arte come indipendente, per colla varietà allettativa allo spettacolo; e percrescere ché, nelle avendo musica imparato a gustare la nuova del Palestrina, vedeva volentieri s'applicasse, messe fuori dei canti ecclesiastici, teatrali,di agli spettacoli Terenzio, sostituirsi il cui era Ma e vago curioso. questi fatti,se del rompimento di genere furono presto lo invase; moda, e la moda e scomposti. Lo 'farraginosi nell'arte insieme concorsero melodramma, che dramma, nuovo come causa esso al fonders rapido dif- altresì del divenne cor- il gran per gli spettacoli festa spiritodel seicento si manicorreva fantasia delirante; per piacere,per destare la grido bisognava sorprendere,conveniva maraviglia; e la fantasia sfuriò nelle arti del disegno della parola,nella lirica come e nell'epica.Figurarsi se il melodramma poteva sfuggire a ciò che per tutto il disfare secolo fu legge comune per le arti,egli che poteva sodal desiderio sfrenato del maraviglioso,piliche aver con la parola,con effetti scenici, e apparati di raac- PRECURSORE UN DEL 57 METASTASIO chine inganni di prospettive;egli che ebbe per protettori vano principi e signori, i quali ne' teatri profondericchezze incredibili, e che gli spettacolisfoggiati delle moresche, ballate e commedie nella Di forma nuova il divorzio al seicento l'abbandono qui di rigoglio di tanto qui vita fu dei delle che, secondando ; e La e si e più da tastica fanluppo vi- maggior detrimento d'arte, quando pubblici,e, scrive il che si e comparse cosi, quasi e che il carico è di i quali dare raccoman- nell'operadi potervi varie ad comune danaro. Quadrio, assumono Impresari, campo sero atte- quanti, anche nominanza esso vere scri- a drammi, per rappresentar qualche dramma, maravigliose dirò a ingegni, ma premurose, poeta che dia ben era, bizzaria n'ebbe musica eletti volgarmente chiamiamo molte materia teatri e petto coloro a di far nei teatri al la più freno nei traevano cure prendano noi usci più pochi delle Una lezioso, di e con stessa seppe musica per mediocrissimi, « musica teatri di corte non tanto con ammanierato davano non drammi ziava annun- essa quelle stranezze, divenne pure tutti questi difetti soverchiarono poi, e il melodramma dai si soggettipastoralie mitologiciper avventure d'azione. tenuti man- splendore. semplicitàprimitiva, repugnante dalla che che dramma, gli argomenti cavallereschi,che scomposta delle delle tragedie classiche, bramavano e con negli intermezzi cantate e introdurre. ciò Per- ogni melodramma il portare spiagge di mare, boschi, prigioni, fontane, peste, navili, cacce sale, lampi, saette, temd'orsi, padiglioni, carri infinite trasse 1 IV, ». Cosi in Italia Della cap. * trionfali,dirupi,scogli e simili altre Storia Ili, pag. cose il melodramma per tutto il seicento vita pomposa infelice, e e 455. della Magione di ogni poesia. C. iii, Diss. 58 PEECUKSOEE UN Delle idea condizioni è trattato insieme e una sferza i difetti della fine ironia il tutto né far venire e di un Con d'allora. Ivi con ; del soggetto, invece ma scriverà l'intreccio e del riesca publico del sipario; avrà cura motivo personaggi senza via che senza ciascuno sia di cuno albia ab- piglierà nessun mente esigerà formaldegli spettacoli possa mettere suo il direttore disposizioneun sua moda, si pezzo. Egli non del talento degli attori, ma che a teatrale curiosità farli andar il cantato pensiero la i suoi scena non alla in musica temporanea condell'opera satira, nella quale rileva e il nodo fino al calar in nel Teatro dell' insieme tutti,e per desta tenuta secolo, ci dà farsi un'idea senza acciocché verso mistero un del questi consigli al poeta: «Comporrà azione, né per finire società dramma suo dell' verso dà METASTISIO Marcello specie di una sul sue, Benedetto esatta che DEL rosignuolo, ed oltre tali amminicoli ben orso a ciò addomesticato, un leone, fulmini, lampi, terremoti. egli potrà le bellezze e effetti, pili notevoli dramma questo dei magnifici ottenere ranno dell'opera consistenel far passare continuamente innanzi chi agli ocprigioni,pugnali, tossici,supplizi,salti mortali, eccessi di pazzia ». È facile indovinare che capolavoro di stravaganze di viluppi di puerilità di sciocchezze riuscirebbe un con dei composto tali norme, melodrammi a ch'esse modo erano si scriveva ; eppure per cosi d'allora,avidamente dire l'essenza cercati e diti applau- dal della verisimisi curava pubblico, che non tologie glianza della favola, della mistura affastellata di mie d'allegorie,di caratteri strani, di passioni forzate, pure erano di quelle d'essere maravigliato le contraddizioni che tra il buon fra la senso e e stordito. Né poesiae la scena la ; ce nori mi- musica, ne av- PRECURSORE UN lo stesso vertono seria « imitava non Marcello, il Metastasio, e le già il cornetto ma i ribrezzi della DEL come i riformatori lotta che dèi ne le lamentavano non far dovevano loro mezzi che loro ; il » lui per costume; piacendo, che alcuni dei levarsi A se riuscirono, lo Zeno oramai erano l'azione la storia è stessa rispettata per di que' lavori cui a dovevano comico dove per disaccordo A un né dramma la in prosa del loro gl'impre da- rendo occor- di quel della e distaccarsi lo stile né coi non nere, ge- dove l' indole nanzi società in- rappresentati;dove a dei le stranezze e consentivano il gusto e un personaggi, prolissa naturale, quanto lingua e pastoie attesero, consuetudine essere coi caratteri sei le anomalie cominciava ultimo un'abitudine il Parlati,nei drammi benché procede nei quegli spettacoli l'autorità queste e divenute se dell'azione. in parte durarono quali, se e azione due, dovessero tutte mezzo gione ra- istava non di gli la dell'arte, eccitati meno intoppo senza togliere di non che lo quali, per gli contro che, come nei drammi volevano la per corrotto, continuavano, le forme guastare a « già con il gusto mantenevano nome specie pur proprio gusto, si godeva gli scrittori,che e gheri gan- peggio secondo canto diventati erano fa l'ovo, che era non il come publico mini, uo- gl'impresari.Che e aifermando genere, musica degli sostenere secondo ma sempre, del era favella capo, ed di nuovo, parti composte, dramma, la Opera l'ingrato stridere dei o attori,il publico, gli scrittori attori volevano che rifar da che sempre nell' Casalbigi posta, la chioccia quartana, rugginosi ». Bisognava dunque allora il e quando osserva passioni e la da 59 METASTASIO dal erano mento l'ele- tragico; piliin soggetti, del Parlati, il Caio Marzio 60 PRECURSORE UN Coriolano, stampato nel 1707, è premessa che « l'autore l'azione al a Bologna, dove fu rappresentato una prefazione, in cui è detto fine col suo METASTASIO la necessità per del Teatro le seguenti, nelle ha condotto di cessario, qualche episodione». Queste parole e vero mezzo discosto dal mai non che DEL quali l'autore o altri per lui dichiara chi scrisse si assoggettò alle regole, quell'operanon non perché ne fosse ignaro, ma « per compiacere altrui e per darle qualche vivezza » hanno assai importanza : e perché gettano luce su l'ingegno, il gusto e in gl'intendimenti del Parlati, e perché lasciano intravedere le opinioni del publico innanzi qualche modo alle opere, condotte secondo le regole poste a riforma del melodramma. E per verità a chi pensi lo strazio ch'era fatto della storia dagli scrittori drammatici l'azione principaleved'allora,e ricordi come niva soverchiata dalle secondarie, intralciata da episodi né adatti che necessari a dare l'arte non savia è umanamente e rammenti pure e che di costumi, avvicinasse e più e come fine né suo al dramma nei melodrammi come per lo di sentimenti al varietà episodi fossero di azioni regola l'azione quella ragionevole concede; storici tali condurre a di altrettanti pensieri,ma di l'obblio il melodramma a cronismi, ana- tresì al- ogni quanto possibilee ragionevolmente verisimile fosse la sola norma tenuta sto dagli scrittori,parrà oneil Parlati. E parrà inoltre fornito di retto novatore sentimento d'arte, poiché fra tanta avventata denza, impudi scrittore conscio della dignità sua egli si mostra dei doveri che ha un autore e verso l'operapropria, di proclamandosi né irragionevole accozzatore misura, né inconsapevole sovvertitore episodi senza cuno ad aldelle regole credute buone, qualora sembrasse offese per ignoranza. ch'egli le avesse UN notevole E ad confessione di essersi non altrui compiacere per 61 METASTASIO DEL è la schietta assoggettato esse e dare per qualche vivezza. Egli scrisse il Corioopera per richiesta di Luigi Eiccoboni, lo storico, il alla sua lano Lelio fu PKECURSORE Comico, nelle commedie l'Arlecchino e dell'arfe; le per compiacere a lui ch'egli offese i molti volta seguite, inducendovi dunque altra gole re- difetti ch'ei il Coriolano tempo, de' quali è quasi mondo rifece dieci anni dopo a Vienna, e gli ultimi drammi del i quali ei lavorò da solo, anche che prima sé l'associasse a lo Zeno. Cosi il buono, delle talora avvertite perché invece al volute il melodramma. Panati, oltre i pregi pei quali si riscontrano i vizi che pure te, presen- caso naturali parevano evoluzione ciò Da per nel come ignorate, e legate alla erano necessariamente compiva del e compiacenza pessimo ; le quali l'ottimo,faceva non pericolose concessioni erano talora se se che nei lodato va allo Zeno lora al- drammi lo Zeno» proverati rim- vengono quale ebbe eguali gl'intenti e l'opera le ragioni pregi e i difetti. Onde son medesime col comuni i perché i melodrammi del Guidi, del Lemene e : loro vanno innanzi Testi, del Chiabrera, del perché si differenziano sono inferiori dalle opere a a quelli Maggi e del quelli del Metastasio, teatrali del Kolli, del Frugoni, del Migliavacca, dell'Olivieri,del Cigna e (teglialtri che furono dopo e guastarono la bell'arte gole, metastasiana, troppo soggettiva e indipendente da resi da migrare di cervello in cervello e lasciare del Parini,^ in Alba scuola. VAscanio dopo di sé una le Cantate del Cozzi, i drammi salbigi,sogliono i critici a quellidel Metastasi-o dal Metastasio del Coltellini collocare più vicini e del Caper rito me- questi più che muovere l'opera dello Zeno, paiono continuare : ma 62 PRECURSORE UN con le per le consuetudini inverosimiglianzele anzi all'abuso della anima ; Quanto a trovo me, del Metastasio le Del e le delle sue e ziose le- per riprodurne l'arte. ai la soverchia scene, necessari erano opere degli molteplicità a' suoi occhi scemarne che si volgessero le a tendessero e lo rendeva d'arte. La dei doti dramma, era nei tumulto a costituire un' utile l'importanza e bensi allora forze mento prime in quel rinnovadramma mutare l'organismo del melociò che intrinsecamente a toglierdi mezzo difettoso,secondo il loro concetto corrente non cezza dol- vano costitui- le condizioni tristidel potessero mutare qualitàesteriori,la necessità delle quali avvertita; e però furono novatori del vera il valore. Poiché maggior brevità delle scene, la versi, già fatti più armoniosi, che e i difetti lasciati né potevano infirmarla, è naturale non vuote accidenti,la frequentearidità degli affetti, e la non dei versi,si vedrà che i pregi di cui fiori durezza riforma, mentre né in fiacca cascaggine lodato va pregi onde gli sono rimproverati, quali ai difetti che la lunghezza rara di resto, riguardando lo Zenao fettosi partitidi- quelli di coloro, che, contemporanei lui prossimi dopo, ne rono imitao a credendo forme, e dà non pensieri d'accatto. dello migliori i drammi e ancora del Parlati,di e metastasiana cabalette sfillinguella abusate sentenze e combattuto. aveva di verso, tare; rispet- d'intreccio riflessi di luce in mollezza di sentimenti, e dovuto viluppi egli l' arte stanchi degenera per eh' allegorie,che le aveva ai soverchi drammi vita, ma e egli mitologia loro METASTASIO anomalie invalse ritornano Breve, nei Zeno DEL non melodramma potevano neppur le nascere in riflessioni critiche quel spensabili indi- chia parte la sovermolteplicitàdegli accidenti, le anomalie, i doppi a farle apjìrezzare. trascurate, perché D'altra 64 UN PEECURSORE DEL iiienze dell'alta società anche permesso, in modo teatrale. E viennese, quando di costo a che METASTASIO offendere tenaci come altri vincoli, meno minare ter- concorsero durre fargliin- a mi; notabili,ne'suoi dram- non meno apparenti, ma da quella dipendenza del possenti,derivanti e storia,di fosse lieto qualsivogliaazione non questi vincoli facilmente parecchidifetti, cosi la gli era non publico a cui il poeta drammatico pili del lirico e dell'epicoè sempre soggetto, costrinsero lo Zeno Parlati vizi a schivati. La difetti,che, liberi,avrebbero a e necessità e uguali ispirazioni Dal « lato considerare una Cosi il Tommasini, il dotte quale, ove ignor^o tutta l'opera di migliori drammi del punto taciuto il pregi comuni ai due lode umile Nostro, Ho non già ne Parlati, e pure, a difetti dei ». credo, come avrebbe detto scrittori; e Apostolo Zeno col comune non il melodramma avesse, non può lasciando i questo e dei intero di riforma al questi nuovi intendimenti si toglieper questo che un po' di veneziano, non del suo il nome ed debba, onorare più modesto tendime amico. E giustamente, se, facendo propri gli in- il merito dotto nome. lui dì mani si che loro cadute. nelle medesime ventura il forse dava momento letterario,non grande nelle cadesse nostro li trascinava puramente come del stessa e di di lai, l'aiutò nell'attuarli ; se de' suoi «cercò di predecessori ^ nelle opere comuni e nei drammi, specie gli se »; ultimi, ch'egliscrisse da solo, troviamo quella decenza nobiltà di caratteri,quell'altezza di pensieri e roe busta l'antica vigoria di dialogo, e quell'adombramento delvenustà poetica, onde, secondo il Landau, dopo le salutari riforme, dovute ai due scrittori,«il Metarimaner ' lontano Landau, dal Op. cit. cattivo gusto stasio ebbe non piccolopasso per a quellaperfezionech'esso poteva raggiungere ». il melodramma la natura sua m^ìeme,V A^nhleto lo e Zeno luogo ebbe condo se- composero è il secondo; V Alessandro 1706, in che Dal l'ultimo. durre con- un il Parlati che drammi, Dei che fare a 65 METASTASIO DEL PRECURSORE UN Sidone, in Venezia a la prima rappresentazionedeìVAmbleto, al 1721, quando venne applauditoa Vienna V Alessandro, quindicianni suto visdei qualidodici i due poeti avevano trascorsi, erano insieme ed Venezia a tredici drammi. parte la storia artistici e bleto i e del del processo Landau, Metastasio del in è che non appare passo ; riforma, loro intendimenti se è VAm- tra un abisso, l'espressione su questi Sidone, secondo un mune co- onde dosi il giudiziodegli studiosi,facen- chiamerò per essi autori mossero della i V Alessandro drammi due il valore migliori drammi questie tra e in drammi vestigidei loro nell'applicarli ; e manifesti sono questitredici In in gran tanto vi Vienna, scrivendo a chiaro, coli'osservare il punto da cui gli nei drammi al fine a cui arrivarono,come l'intrigodivenga sempre cedersi più semplice,il sucdegli accidenti più verisimile,i caratteri più intermedi naturali,la forma meno a pomposo. il Dott. Mentre Vienna più sobria, d'Austria, che io studio medesimo solo erroneamente 1 3 Agosto Campanini melico più publicava italiana nel alla e 1879 corte il Dott. Olindo Guerrini scriveva letteraria^ Rassegna notando dramma; diligente sul medesimo quell'anno uno letteratura verso più volte questo scritto ho dovuto gomento è con qualche larghezza narrato l'ar- ricordare,e dove deWAmhleto, in Landau Marco il libro sulla il che nella venne rappresentato la prima 1879. 5 66 nel volta e PRECURSOKE UN nel non di teatro 1706, che Landau, rinì rileva DEL Cassiano San lo ritenne attribuì a Venezia nel scrisse il Tiraboschi come invece METASTASIO lavoro alcuni il libretto 1705 ripete il e ^ del solo Zeno. Il Guer- errori del Fétis che, ad pio, esem- al basso Grimaldi; sproposito che « viene dal Grimaldi stesso, il quale alla stampa colla traduzione deìVAìnbleto inglese fatta dal Tonson a nel Londra dedica una il Prof. « poco l'orditura in ^ » ne confronto ci manca in un ignoto dice non se dopc poco intitolate articolo E ». l'argomentoe ne segu: capolavoro dello Shake perché,dal crederlo scritto col dimenticato o prepose spose speare ; repugnando, senza dal Parlati e dallo Zeno insieme, elramma Haymarket, Portland, dove, Giuseppe Guerzoni, italiano di teatro di il libretto Amleto un pel al conte fatto d'aver 1712 annunziandolo e dai critici come letterati ita^ e ragione, dall'autore del Teatro italiano ne\ secolo xviii potevasi aspettare più antica conoscenzf dei drammi di Apostolo Zeno, e maggiori notizie degl; studi contemporanei intorno al nostro teatro. della riforma Ecco drammatica perché nell'esame liani. A cominciata dallo Zeno del nel àiiW Artaserse recitati l'anno ' VAmbleto il accerta sia credo edizioni ed abbia àdXV Amhleto Parlati, movo stampato 1705 proseguita da e e la prima ciò: Amhleto questo che egli abbia fatte furono fosse Groppo. del da Fanfulla della Domenica, 18 Marzo nel L'errore visto una Antonio l'anno, pur volta in 1706; del o che 1883. me e m Guerrin ambedue Bortoli rappresentat*. ' e rappresentato l'anno rappresentato dipeso da creduto fu dopo; e nor dsiìV Antioco, che furono o composti in che fu publicato VAmbleto stesso fu AéW che compagnia scritto , catalogo, già citato, che lui in nel prima 1( 1705 vennt PRECURSORE UN L'argomento dì dare Tanto più autorevoli preferenza. quanto al Guerzoni al Landau loro nel la esso esame ?del poeta e consigliano mi le critiche e ad 67 METASTASIO DEL parmi, nocque, giudizio la grande tragedia ragionevole critico si mostra il nel loro inglese. Più Ouerrini, che meglio d'essi seppe considerare VAmhleto italiano, distinto dall'inglese;sia resuscitando dute vecon serie il tempo più fu scritto,sia giustezza apprezzando i modi pensata melodramma dati in che italiano nella e tragedia shakesperiana, punti diversi di partenza e i due ingegni,la leggenda della Historia Danica dai due poeti forme ebbe d'arte drammatico Amhleto Questo quell'immenso felice ; mentre « un questo dramma chiama si siano giammai peggioriche che le i due atteso Né lo Zeno letteraria dopo loro ne narrati Grammatico, raccontano storie il Guerrini : « ridicoli che sia tra ma turpitudini questo dramma parere tutti coloro che hanno studio dello svolgersi il dramma che scrissero ». dello « : Scrittore Onde Zeno e dello precede i fatti storici che il fatto il Pontano L'opera quando discuto ; non conobbero antico di Danimarca matico dram- Ch'esso ». fatti v^^Y^ argomento, al dramma, materia Sassone lui aver di fra noi. né il Parlati Shakespeare ; in coccio un più conservino qualche diligenza allo con questa forma sero far tali da bello, discreto, sanno non scene poeti composero, non Saxo simili. cosi dis- esagera de' mostro sulle biblioteche nostre melodrammatiche di veduti di Cosi il Guerzoni, ». il Landau immagine "?on se italiano diversi è il Teatro che Testacelo è Zeno Apostolo melodrammatico e i monte di nel vari, onde i due « più con loro Tanto Danese, oifer- riferisce e dopo il Meursio, nelle copiosamente non X Amhleto, ha che scrive fare con 68 PRECURSORE UN quella stesso METASTASIO DEL del tragico inglese.Derivano cielo di leggende, ma sono se non della sono che maticus mori Danica il dopo poco dello dieci libri di questa storia di il Belleforest Zeno 1203, Fontano due dalla di i canti racconti di direttamente, e tino, forte nel la- storia Meursio Gram- e Saxo. vide le Giovanni gici tra- Lo plicazioni com- Isacco d'altri. Dati e partenza cavò del successive polo po- origine dei primi e le tradizioni sono sali alla fonte invece dallo stesso quel Saxo degli scaldi. Lo Shakespeare che non era trasse l'argomento e le fioriture dai che due famiglia. L'origine prima stessa è la Historìa è comune, tutt' e e i due in fondo siano opere dunque i due diversi punti di diversi ingegni, si capisce come le terribile creazione dissimili assai ». Shakespare è qui ridotta di quegli intrighidi conversaalle proporzionidi uno zione, di quei soliti intrecci d'amore, che vengono quasi linea il dramma, a quale ci è datoporre in seconda dalia originarialeggenda a cui era risalito lo Zeno. di Fengone, il re tiranno All'aprirsidella scena Danimarca, uccisore di Orvendillo padre di Ambleto La e che ha costretto Gerilda, è assalito reggia. perché come dello e è non ella dice descrizione seconde a da nozze sicari da salvato Vien dello nei ch'ella fa ma per amore, doveri di consorte, pari al in dell'apparirle spento Orvendillo è non senza coraggio. La sogno movimento naturalezza: ancora .... L'ombra A turbar vien d' nel tuo Quel, È il carnelice che Orvendillo, il letto stringi,ei mi mio. i miei morto sposo, riposi. dice, Queste della non de' suoi franchezza con porticiinterni Gerilda, dimentica vedova sé la con ferite l'ombra lirico PRECURSORE UN Opre son del E noi vieta se tu, barbara E lo soffri ? alza madre, e il ferro già il iu e seno figlio. caro empia consorte, ? Oh. lo abbracci Dio gli occhi ! da frattanto dilegua col L'ombra cielo, d'Ambleto, E Si il istesso lo vibra Già braccio; suo braccio Quel 69 METASTASIO DEL vi resta sol e sonno, il pianto. Sovraggiunge SifFrido,capitano delle guardie reali, ad di avvertire l'Allanda, colla quale il re è vinta, e che è stata in guerra, che Fengone Danimarca era prigionierala regina fatta vedremo, passione di Fengone al re, di essere con pazzo Fengone, cantata la ne prigionieraVeremonda eh' essa gli move assassino, risponde in anche lui sia imaginati ha luogo o dalla finga genda. leg- già l'aveva arietta,come sua e va, Ambleto se mezzi i tre cantata Gerilda, se altresì la Siffrido,che si finge fedelissimo di accertarsi gli propone desta come il generale che di Valdemaro, e sconfitta. Intanto l'ha Costei, di Ambleto, riamante amata Veremonda. la tra scena una Siffrido,il quale ai rimproveri e di servire modo che un a ne par tiranno, quasi a un rato innamo- : Credimi, si, qual vuoi, Perfido in Ma Più Ed ecco Danimarca, anche e sento traditor. mezzo Ambleto di lei per gli a il tuo Non dolor con odi discolpa. tuoi, che la che non se chiede Perché in colpa. principessadi tutta in fiamme vattelapesca, Egli vaneggia; Ildegarde gli risponde che vorrebbe sapere L'aurora mia Ildegarde, una qual sangue Ambleto, ho cielo, or che non è ne che dà per inteso. pensi ; ed egli piange prigione il sole, 70 Tu Clizia sei, che Ma senza speme, Che ripulse,cantando a segui ben, di Apollo, intendi ascolta,i passi Veremonda a Tu In E ti non META.STASIO insiste nelle e madrigaleg-gita Ildegavde : e e DEL PRECURSORE UN rimasto Citerea. Ravviso quel ciglio,in quel solo labbro Ildegarde le dice con è il sol si tutto : : vedi ? Non Partito assiso. Amore il oscura giorno. Deh, nasconditi, fuggi. Ild. Almen .... al Vanne Amb. Faccia di',che e cui quel giorno, in spuntar diadema Col destino, ormai si stia real .... Ild. ? Chi Amb. La Ild. Sentimi. Hai Amb. Hai tu il mio tu il mio scettro In Incauta Amb. L'ali Se Chi un 0 ? ? regno Ild. in Pazzia. questo sen l'avrai. farfalletta. perder potrai, del foco a' tuoi rai qui più t'aggiri. solo, palesa, può pensare ad Ofelia? Eimasto sere esmonologo l'inganno.Dice anch' egli il suo ahimè, quale è il problema? non ma essere: Pur se giova, si Copra follia,pur Quindi canta la com'era d'obligo,e sua la i giusti sdegni si viva e regni. finga; che e arietta,invocando scena si muta. le stelle^ 72 Senza In e corre Veremonda ti ha da poco è quella un in tutti i drammi che Ambleto avvisa il scrive ragione. Veremonda l'ascolta re ». sulla sabbia legge, capisce, ed ascolta, Ambleto entra : in dai lupi. divorato proposito d'Orvendillo frascheggiarevicino lo fa rivolgerelà dove si cela frenesia Un il stolto ; si allontani che situazione allora si trovavano Il Guerrini re parli o nascondersi. quelleche il genio antico, balia,qual parla altrui, da sua a in cui il contrasto L'unica « METASTASIO DEL PRECURSORE UN a Ecco re: la dardo, quando e sta il a tempo. si mostra re e Amb. Che ? Noi Vere. Il Re. Amb, Il Feng. (Si Amb. (L' ira qui può tradir ten vai Ambleto, ove un chi conosci sei tu? Rispondi. ? Ah, ah, ah. Un satiro tu sei. Guarditi, bella dea, crudo e lascivo, delle leggi e degli Dei. Nemico Vere. Re? il avvalora sospetto). la mia io Quando il Che baleno, Le tempeste, Il terror, la Ed E la morte ora come il secondo chiude L'atto e il io in terra Meco torni, voi il termina vendetta). ? mi Giove Amb. gone lanciare per ? audace Cotanto Feng. fiera, esclama, aspetta. vedrete, lampo, il folgore porterò. le comete, strage, il fulmine in pugno avrò. si potrebbe pensare atto con al shakesperiano la dichiarazione giusto dispettodi Veremonda. monologo che ? d'amore di Fen- UN A PRECURSORE DEL mie sciagure aggiungerà 1' indegno tante Si Ma si tutto Tutto il il furor. Vincasi poter di cosi abbia trofei più Quanto selve La pastorella ! col E costanza. più gode Oh contenta, amene, frode forza, o la ancora mia la voi Non spaventa; bene suo favella. D'amor Questa diffusa dichiarazione del il valore esattezza per rilevare con dramma intero. Nel secondo, Ambleto giusta figliale verso la trama del la madre nascosto, si e ? empio un baldanza, rea Tra Qui d' amor fato Del aggiunga. Vinsi Ed 73 METASTASIO re, in ; senonché sfoga primo la e si dovrebbe Ambleto in acerbi del natura effusione una basta atto lare, sve- d'amor uccide il delatore rimproveri contro la povera ci è dato donna, il cui carattere, cosi come dal dramma, oltreché rasenta l' inverisimile,fa proprio pietà. Valdemaro Ambleto tempo miglior senno, che rapisce Veremonda, salvarla, e parla ed a tanto da capita ma opera del in suo farsi promettere da Valdemaro da farsi ricouoe Veremonda, penserà più a che ottiene tutto questo scere re. La parlata con per suo è veramente solenne rompere e regale. Torna Fengone a internon un colloquioamoroso comanda e costei a l'atto termina con un di tra Veremonda prepararsi a breve duetto sfogano il loro dolore. C è però convien notare rilda che il re : è quella in cui innamorato delizia in cui l'amata una bleto; Am- e sua, l'eroe e che scena Veremonda svela della prigioniera, bella a Ge- 74 UN dove è PRECURSORE risorgere della dignità nell'incerto bleto invece donna, le tutte che re, le intima di regina. Nelle sua confusione di vigne Giove ha il luogo tenta del la terza prova pazzo tazza frido. Ambleto giustamente commendevole non quali per l'azione naturale per il Guerrini. qualche chi che E felice scena difetti si tra sia bere a da poi ucciso una Sif; finisce cosi, tutto parte di catto mente- avverti come lavoro del la ramente ve- Ildegarda delle e Pengone Ambleto Ambleto, distribuzione soverchi se è parti, per verseggiatura del i molti tempo, treccio collega,specie per l'inminati, confuso, pei caratteri indeter- l'affollarsi corretto. la l'insieme tuttavia e e ventato di- di Bacco ivi Valdemaro ci fa la festeggiare la data e regno emerge principale e incatenato più Fengone la è tologia, mi- è Thor ; se Fengone che ravviluppato e e conoscere la tori gli scrit- vigne si deve Veremonda parte del per l'ordine,per nelle — Veremonda, Davvero è assai accurata, a dal della greca onde », con viene in isfuggire anco per che A no. e luppo vi- cui a avendo — con per sposa rimane lietamente. ai 0 alloppiata; Gerilda re quel in Veremonda i numi strani Marte, banchetto, unione nuova cosi Odino e da vendetta, Bacco, conosciuti di vocaboli prive di monotone. e soffrirsi in pace perché più modo, colla Gerilda, disconosciuta sostituiti agli dèi germani « gina, re- d'Ara- pazzia incertezze,nate la povera consente La mitologiche, non d'amori, si sciolgono colla ultimo della non nel solito troppo diafane atto se di Gerilda. fantasie di grazia, ripeto, ma vivo, per l'inaspettato manifestarsi a segue terzo della carattere solita evocazione Nel METASTASIO di sentimento raggio un DEL de* particolariche la deviano dal suo ritardano svolgimento UN ^e\V Alessandro gli ritardano invece favola la e dramma, di Sidone, lui a e La prima antichi quale di Sidone, re attento da trae stippo di quale cinica gli dei capitani rifiuta,e ad Dirai, S' in dal Grate , Ari- con Alessandro. presso incurante ma figliadi Stratone, sta per toglie occasione Grate e vivente Addolonimo mentre fuori per buttar Alessandro, vederlo Eifestione lui ad Il ver; di vuol Alessandro Diogene, che gli da- tenza qualche sen- Sovraggiunge Eff'estione,il più l'amore. su di e colloquio con in di Fenicia, di Fenicia disceso campicelio un stirpe reale, Egli si arresta, della presenza per di in iscena entra andarsene. E stretto co- successore. un trono in Sidone innamorato e è ; trovansi si scopre trono dire dargli coltivare discepolo Cirene Addolonimo che per di lui, resistenza senza ora a campare il filosofo tebano caro re più perché Addolonimo, ci mostra scena povertà onesta, la di pensa n'era r antefatto. Tale del che la volere, è prigioniero cittadini che tolto lo scettro soggiogata resa per suo di Alessandro, che, offeso della ha ha Stratone e aiutano ma al fine. sospingono rapida di Dario, avendola dai del cio intrec- maggior per è questa. Alessandro città fenicia favore favola lo svolgimento l'azione La nella plicissima, sem- come ben sono introdotti amori è quellidi Alessandra concepiti e sostenuti, né caratteri di Addolonimo 75 METASTASIO Sidone, invece, Fazione in alcuni e DEL PRECURSORE che e gli ad avvertire Grate si Grate lo segua. ciò che debba chiede che Alessandro, risponde: se in corte eh' ov' io egli mi partono. Eestano vuol, lui me s'usa. voglia, andi-ò a trovarlo. trovi. soli Addolonimo e Fenicia, la quale. 76 UN PRECURSORE celandosi pur alla Ed DEL innamorata METASTASIO di lui,lo incuora togliere a sorte Ciò che al sangue Sol che tu prossima sorella Fenicia, che alla sorella il Addolonimo. L'entrata Stratone, da Fenicia, e seguito Sidoni Non di Alessandro è non Soffra Ales. annunzia Vincere la parte; amore per da accompagnato Macedoni e e da valieri ca- solennità. senza Straton. temete, grande suo da ; sei. tu re di è Alessandro d'Alessandro; Addolonimo venuta manifesta Fenicia Giusto il nostro voglia Argene, ecco si dee. M' oda Fenicia ; e voi Sidoni, o i è gloria; regni ad Alessandro E più gloria è donarli. Il vostro è mia conquista. A voi l'arbitrio Di Re un nuovo corona già diedi. Una Pose in litigioi voti. In fra gli eguali Mal e Strat. Io si il cerca vivente . Stratone, in . chi Taci. l'esser La che Grandezza, Fenicia ma Fenicia alla di ti ne' miei Sidon resta, ceppi. lo figliadi suo chiedete trono alzerò. Alessandro di rimettere prega Alessandro vuole ch'ei viva sposa rimane volere. a chi sarà dal accettare comando il sul più saggio vada essa trovarlo? sola Qual 11 . . Ales. 10 . Re . E sovrano che sola piace con eletto loro e re. in trono privato, e Stratone nemico giova tone; Stra- sposo all'amore di che vieta e dema, diacia; Feni- Alessandro, che le riconferma Sovragiunge Effentione ad annunziare PRECURSORE UN ad E « Grate che Alessandro Ini vada a Nulla Se un che fama E luogo ha il gran dialogo un che, rimasto il onoro. in di disegno solo eleggere austere re Quando 0 E r atto donzella Grate mostra è in Tracia ebbe in del da e ; indarno indarno ch'altri rozza sua di filosofia si lei,che vece in- dice aborre e sprezza figura, vile, e dipinge gentile. e secondo orsi, dove cui di cerca lo schiavo, dal stene ciò in vestito,il genio austero; me Amabile l'atto viene della e filosofo. Essa Grate quella Amor Ipparchia,nobile di Effestione, innamorato ad in regnanti, ; essa già maestro, amante E suo Filosofi di Mirona Il sordido Con sariano sopravvenire Amo ad Alessandro sentenze filosofanti. Re vaga guto ar- già disse i popoli beati finisce col che Alessandro, filosofo, perché un avesser Quindi ». Efifestione, gli comunica con Platon allor si chiuda Aristippo e .... Che .... lui vivo; il filosofo dice e senza. pre- risponde. » Aristippo tra sua decoro, senno gran alla di venire mio saper s' oda pria Ma ricusa grado scema 77 METASTASIO Alessandro Al « DEL in troviamo quale vuol si fa chiudere stare a Ipparchia gli rivela il leggere vuol suo Grate iscena in e gabbia una la filosofia d'Anti- farlo uscire dalla amore; Nilo, egli resta gabbia e la ri- 78 UN manda; Ipparchia Effestione. che PRECURSOEE Grate se DEL ne METASTASIO con giunge Alessandro nella gabbia, e il dialogo e va è sempre strano e cìniche risposte segue, per le mordaci di Grate, si legge con assai curiosità. Quindi, mentre ne Alessandro pende viene manifesta ad la scelta per Stratone a il dubbio Effestione di Grate re in che d'Aristippo, sopra e - d'ira sandro perché ha saputo che Alesdestina il regno vile filoaofo, a un e sua figliain dro isposa all'eletto. « Vii, chi ha saper? vii, chi Alessangli elegge?» gli risponde; e lo lascia riconfermandoil proprio volere. Stratone, vie più acceso siderio pel dedella vendetta, comunica ad Addolonimo, venuto lui per invito, il disegno di uccidere Alessandro; e a Io incita ad ammazzarlo quando si rechi nel suo giardino. pieno Addolonimo inorridisce,né cede al misfatto pure nepdell'amore di e innanzi alla promessa del regno Intanto sovraggiunge Fenicia,la Fenicia. quale chiede indegni che i lacci padre chi potrebbe troncare vuole imporle Alessandro; egli le addita Addolonimo, gli abbia proposto in ma, soggiunge, egli rifiuta benché al prezzo il mio si suol dire è come che è innamorato della benché la tua e regno ; indi mano piena sembrare possa senza zione posi- di contrasto; Addolonimo di Fenicia propria ripulsaper parte. La deve tacere accusarle non e amore; la gione ra- il padre, Fenicia lo incalza, chiedendogli Esser Tao E acquisto la Che E Ahi Addolonimo mi tu con ritiri tu man amassi si dolce quanto tace: tuo e possesso e mi invau ? rifiuti ? mi lusingai; inganno il dirò essa posso più quanto ti amai. insiste;ed egli, pregandola di 80 UN PRECURSORE Efifestione firma gli ad reca ha DEL scritta Alessandro V è chi Credi Di chi orrore, Xei riesce due zelo fuor e alla che di andar tua a : per uso vita fede salvarti un breve atti successivi altro e sorpreso dopo legge e senza insidie. e n' è hai piede. Ivi por macchina al Alessandro n' ha di la lettera che Addolonimo, Re, nel giardino, ove Guardati METASTASIO chiede. non si sdegna ; Effestione dialogo l'atto finisce. l'azione va nell'intento; Alessandro, per rapida; Fenicia opera di lei,trova ha pensato ; onAristippo e Grate vestiti com' essa d'egli n' ha disgusto; giudica il loro sapere impostura vie più nel disegno di far re Addolonimo, e si conferma Il quale s' è introdotto nel giardino per accertarsi se Alessandro vede ha giungere ne' suoi ricevuto insieme 1' avviso accorrere che dietro pronto alla difesa. è trascinato lui ; innanzi fosse in aguato ad deluso cespuglio un lo quando Stratone, tenendosi con voti, sì nasconde di per tere po- festione Ma, scoperto da EfAlessandro, ed è sospettato ucciderlo. per Stratone, egli ordito l'assassinio, coglie l'occasione apparire innocente agli occhi di Alessandro, accusando che aveva Addolonimo, in catene e che, pur condannato negando a di morte. esser La reo, vien tra scena di posto lonimo Addo- Fenicia, piena di contrasti è bellissima d'affetti, e grandemente drammatica, giacché Addolonimo anche agli occhi di prediligedi a])parirreo e infame il ])adre.Ma Fenicia, anziché accusarne essa, a furia credendolo d'indagini, non colpevole,riesce a saperlo informa nanzi inAlessandro. innocente e ne Egli chiama e a sé Addolonimo e si accerta che non è lui l'as- UN PRECURSORE META DEL scena sassino, in una pentito che Addolonimo di piena vada ogni 81 SIO vita; intanto Stratone per colpa sua, confessione lo salva da morte a si scopre per reo; questa sua Alessandro crea pena; STA re gli dà Addolonimo, in cosi, finisce il dramma. Curzio, Plutarco, Diogene Laerzio, Stobeo, Luciano ed altri antichi,ricordati dagli autori neW Argomento, moglie Fenicia, hanno data esercitata e loro la materia l'invenzione che è il solo elemento personaggi, da dell'amore deìV Alessandro: comune, scrittori hanno un greggia, sulla quale se non di Fenicia dare, mescolando storia, hanno attori di l'elemento i principalee po' imaginosi di storia; e essi trovato, facendoli dolonimo, Ad- per sentimentale, e allora l'azione dalla hanno cipali prin- derivati i secondari episodi che comico quella varietà al dramma, che allora era si chiedeva agli scrittori. Però l'elemento non pervade il serio né si confonde seco; al ne' tessero po- serio, gusti comico e qui Alessandro gnoso, sdesuperbo, eroico, magnanimo ; Stratone vendicativo,mendace; Addolonimo, mite, onesto; è sempre Fenicia vi appassionata, gentile. Né la parte comica è inutile,sciocca e volgare. Quella creata dalla presenza dei due filosofi, i quali gli autori hanno samente studiofatto ragionare « co' propri loro sentimenti o con quellialla loro setta comuni», giova all'azione renderla più drammatica a giacché, principalee serve cadendo essi nella rete tesa da Fenicia per consiglio deliberare la corona Alessandro a d'Argene, inducono che questi sia ritenuto a Addolonimo, poco innanzi alla vita di lui. E fanno cosi colpevole di attentare apparirne maggiore la disgrazia quanto più prossimo e certo ae di suo pareva il trionfo,crescendo Fenicia, che vede amore, Campanini deluse le a un vagheggiate bellezza tratto speranze al distrutto rattere ca- il di felicità 6 DEL iilZ?^-^ dispersigli ambiziosi e comica agli per ' ' soT^t '=' 1'^' ^' f ehifv ^"""i- ""^"'^''"''^ n 'ad ess^T affidano '-«PP'esentare assegnata «eri, se gli autori buon HETASIASIO fa giudice senso, che si bocca di «no di 2\ «'-«6. ''' es'i IZlt'Tr Tra moso.o un e , „.,^ u. ,,.„^ ^_^ -"^ ^"^ ™P0'-'^ H.efa:;':t.tvriirr' dtq„rilalfrr;f"^ "=''» '"'^'"''' aliale" ."""'^«"c"" ratteri,sostenuti sino a la favola . la favola autori, ma " e 1 esplicamento non cosi l'intrigo necessario ^ ' "''"'^»«^''' ,""" ctt,ivolL care agli occhi de"asconda f I! dal '"''°"' ""-"«- azioni. E ravvi- luppatoin modo quasi gli spettatori, il deTdrtr T concet'to\rne« ,? . e ' e colorire il drammi^ parte. Difetti ce ne a di generale nell'ordine io starò q„i a"S tuttavia non "Petcrmi: venzi«ne,di condotta Ti gli VAlessan^ro; *a«*-o pare con I-ariatie T rti a '''"^cnna sua " '^»«' "cn' o^T'""' "'" ''" «"' "'evato, ? h * ' '"'''^'' "ì^ ved""'! '* «iiffercnza d'in«- -, «ra r'»ti, lontano d»„ r^,„,,,, e l'-^te- •T*''"*""' ^''e ^''r'""'' .?'" scCal del publico. Fatto sulla assai canea- tPP»'" '^ l'^te^X^")^' ""^**' ebc il ne?. " lo Zeno indus;ero r'T'"""'"PP^'esa «eggiavano i cbc, """" P*''™ ""* erU di f''"" da, a hanl "é ^ scrvendla '^^5""''"™'"'''" trasparente, ordinato «rano stessi ^ on. qnel modo a se ca «"'"PPare cTe l'''^"' «'i '"™"'"''^ .rr"'" stessa ""' "'""??'"« ' ',' ^lo, «ielle loro '"'?" ddl' che sembrano di guisa * "*'"'"• '""' rale, in confronto ' «vidente più che neg 'f'*"•'''' '"«ende eoi" antecede seiso che '"' ''«'«"?•'^' ;»eglio, !ffif aTe a, q, Metastasio affidaronoquindi il quale sempre del ^'opera nel , PRECURSORE UN melodramma liberato giungendo molti da dove spontaneo 83 METASTASIO DEL difetti. E il Metastasìo, lo avrebbero non condotto fece più bello il melodramma; prefissi, di sentimenti vivi rapidi sereni; lo fiori d'imal'animò forma ^ini leggiadre e soavi, che espresse con rente, traspaintendimenti sostenne e musicale ed alato. sempre della corte duchessa, che, verso Chisciotte 11 Don tolte con in serie dovute allo Zeno, è, per confessione del poeta veneziano, opera del Pariati, dà giocoso, propriamente detto; perfezione al melodramma che poche dopo lo stesso Metastasio, ebbe fortuna dramma migliore del serio. Può dirsi anzi che il meloda giocoso prenda le mosse questo, giacché quindi assai V Anft pam provi Aacor mi che è Della vita E questi versi era nel in suo Graziano, sua nel Tanto sou che che il il Vecchi vorrei che e voi momento io sento acquisto col volte ritorno. al giorno vorrei, dolci la appone li ritorni finire di nota del miei ». intese ma 1868, seguente secolo dialetto forse non anche a p. 69. senso solo far musicali la a fa madrigale sec. chi VecDottor il balcone sotto satira al cantare in V mostrare del codice un Questo « mettendolo e da giacché Orazio lo bolognese, il : xvi, 1587) (Venezia nell'arzigogolo». Poesie Komagnoli, ogni eh' mille guastandone Bolognese, partire piacer Anfiparnasso mescolato fine suo Ond'esso, piuttosto Cappelli pubblica, togliendoli al voga innamorata, Dottore cade da ^ di far ridere, cosi il cerca d'arte. col mille Partir Estense, egli molto '1 cosi quello morire, voi da Taut' che chiami : senta Partir il Salfi lo satirici, e esempio un « della intento della sola opera Io A benché Vecchi, altro senza all' infuori Lo del d' intendimenti pieno 1 e asso farsa una è scene del ridicolo ignoranza Madrigale xiv, xv, della xvi; : del che logna, Bo- 84 UN che PRECURSORE al melodramma METASTASIO giocoso, appartiene nelle mascherate, DEL quelle farse a quali riusci poi,meglio forse d'ogni altro, il Fagiuoli. spiritoinarrivabile Lo Pariati nel parte delle buona detto con Questa « di scene di sono di sorta che ad fondere in- comicità; melodramma, lo una valse di vena questo Landau, brio », senza e Cervantes limpida una del pace del giudica « freschezza componimenti più rappresentata che nell'esser letta e- sia senza guzia ar- duratura^ merita l'essere nel- », scriveva il copia del Don Chisciotte al Marchese Rangone; e in tali parole è una giusta utile avviso, giovevole sempre distinzione chi e un a voglia di essi dare sicuro giudizio. Pariati, accompagnando curioso E una gli argomenti osservare le o zioni dichiara- gli avvertimenti, preposti dal Pariati e dallo Il pensiero della riforma da essi ai loro drammi. Zeno iniziata vi è costante, e viepiù manifesto man mano più solamente procedevano nell'opera.Xon espongono 0 il fatto che fonti a cui hanno che seguiti: sia del dato ha all'unità dramma, il carattere loro sciotte è atti il poeta che gli è « ha i criteri d'arte all'ordinamento loro generale naturalezza convenienza, sia che le personaggi,e preceduto da che ha dei e scelta, o le dell'azione, alla alla loro dei favola alla dichiarano attinto,ma si riferiscano degli episodi e dei materia discorsi. ragioni storiche Anche procurato di possibilealla autore spagnuolo ; stato stare vezzosa ed Citi' il Don dichiarazione, dove una dino riguar- è detto più gnosissimo dell'ingeluoghi non attaccato idea in molti desimi, meporre in versi que' sentimenti de' quali è cosi bene arricchito quel giocondissimo fatto altro che libro. ha L'invenzione degli amori; e puramente lavorato questi peraltro sono l'intre sultante UN PRECURSORE a finire in tirate linee maniera che, amanti 85 METASTA8I0 punto, essendo un condotti in la passione, abbia luogo negli tismo specie di puntiglioso Donchisciot- nonostante certa una DEL ». Il convenzionale il poeta anche l'averli ma tela dal si è tenuto che C'è le riamata del di duca. maggiordomo. Laurindo, Ma Il le solite n'è di cozzo è non di Don riguardi perché e si guez, mai vecchia la senile adescare mano "e un dalle bel C moine è col il preferito Altisidora verso di meno l'amico, del- generoso sfuriata crudele ch'ella nel che le staffiere, lucciole di appena appena punita e di Kodri- Donna una confessare proclamarla estrema con suoi quale è patia sim- disobbligato da' altresì gruzzolo, vendendole lusingandola che condotto alla scitare su- quando e ; d'esserle la vanitosa d'uno di di veramente quasi legittima l'accusa concede Ma Alvaro, geloso rispetto della guarda-dama, ?al passafrenta. luomo genti- Don amanti essere una amata. albagia Duchessa, italiano gara si tiene non procaccia Altisidora, che averla non una i due per vuol non della altresì Alvaro, si è sempre delicatezza, il giovine favola, varrà troppo chiaramente Laurindo, il principali. lui, lascia in libertà Donna la quale Don poiché questi amori, invece fra eroismo E autore, piuttosto suo della acceso Alvaro, intendendo Donna al giovine gelosie,genera donchisciottesco Don lode. negar i caratteri e alla è, in effetto,un donna, Altisidora, confidente una amante Cervantes e sottrarre; isconvenire all'andamento scene può ne non ligio abbastanza dietro tener il rilevarne del da gli si può non se non modo romanzo merito, di cui Parlati volta questa concepiti in presa gl'intrecci degli amori, voleva sa per giuoca lasciarsi trar di lanterne, 86 UN PRECURSORE METASTASIO DEL delicata, .... Bella fresca che è stata tradita dall'amante r figlia, la protezione del re e della regina, e n' ha consiglio mente di rivolgersia Don Chisciotte. Questi natural- Costei invoca ha una le promette il la con Donna la sventura sua della Se Don dal finire con con che è Don senza ma Doralba paltonieridi Orlando E il poeta, che e di guai, i millantatori, solo corte presto stilla nella cingere gloria; Serti di Ogni altro di Don Baiardo merito coda e e non imparato meglio e cosi; spirito a aver si dà ralmente, ch'egli,natu- Agramante Donchisciottesco S' arriva la pugna doveva finisce quasi malinconicamente Col spada, nella vita errabonda arrivino come la ha pare, Infatti,appena davvero. al dramma termine per quanto a trarre neppure dieci priva di audacie proprie spese Alvaro, che, lo sposare battezza dicendo. sposar noto vinto, e pone Chisciotte vincerà, l'ignoto quest'infelice ; il giusto ciel non voglia. impegno allor si scioglia. dovrà guerriero uscito, via donzella, Doralba, si Una stessa. inteso. Ben di mosche, perpugno ché che d'occasione una a un serve Chisciotte cederà, Costui per non corte Guerrier da finire il dramma. con alla lotta, si accinge e la tradita. Se 11 aiuto suo quale dovrebbe Rodriguez resta trovata fìnge rugiadosa. e non i a desti, mo- il veleno, " del Duca, un'aria Ecco DEL PEECURSORE UN e similitudini, METASTASIO nella le antifrasi si quale la dizione, le corrispondono con stasiana meta- facilità. fumo Denso Di l'accende l'oscura, men al vento poi Cieca invidia più l'oscura Sé sta virtù mirar Men un'isola. e per Il vecchio sen va. che spenta pretende, j)iù l'accende, e distrugge tenta pura, Sparso Di Sancio la fiamma velar Più che più altro e fa. non andarsene come affezionato servitore si padrone. Invano piagnucolando dà l'addio che Chisciotte gli rammenta al e un di governatore governatore commove non Don deve diero, scue gli ricorda l'esempio di Candalino intenerirsi, da mandato contea. una Amadigi a reggere Sancio risponde : Il Conte E a Don Candalino, O non avea O non aveva mi perdoni, creanza, di Sancio l'amor figliosmemorato Chisciotte gli oggetti dello come madre questa Ci avete Quattro camice Un ago staffe Un ferro calzetta, una berettin Le scarso valigetta Un E viene a In tre e rotte. da e notte. bottoni. gli speroni, da quel butiro Panza. cavallo giallo. ricordando corredo. UN PRECURSORE Che voi chiamar Balsamo 89 METASTASIO DEL solete Perù. del Scena che, nel grottesco accompagnarsi del comico del commovente, accomodato a questo melodramma, e rimane Non ho sia mai artistica meno non riprometteva si deve nel si e Certo, col Don le Cinesi; con scurrilità del il coturno è nei e nei lavori recitativi da ricordare cui attese a nelle o L'amore se la fendeva ofmento ele- felice solo s' incontrin da ariette, sentenze, e siomi, as- di imagini agile e piana, via forma leggiadria poetica chiarezza e lui a prima dello Zeno poi da sola come di similitudini,con la V Impresario si deve sentimenti, affetti,espressiper comparazioni giocoso, d'arte. che raro 0 di Chisciotte, che socco », si svolse rinnovatore Né il Parlati che successo, sia ove se, e perfezione del melodramma provò pure il Metastasio con Canarie comica « ^ sperava. Italia, lui la a quale delle e tragicommedia questa in quel ottenuto vera. se rappresentata stata, vi abbia si accertare potuto stata che semplice precisione la metastasiana. o geloso no, o idillico securo, o gico, tra- imagini buone ; onde a volta a volta s'incontrano leggiadre strofette non buttate là a casaccio, ma a proposito,in apparente legame sempre gì'ispirasempre col movimento che non 1 fanno dramma tarda Nell'inverno del il Don Chisciotte veneziano, Venere affettivo ». La non « con musica vide mai incalzano, coli'azione e innaturale. o della prologo del più le di Teatro al 1680 era che ed Blanda Canal di scene. ; ma Marco non fu sentato rappre- Morosini, intitolati intermedi Sajon Regi^ : piacque, bile no- Trionfo di e questo 90 PRECURSORE UN A fanciulla una Cerca E la trova le si nel amor Al mio mal non Ed al duol che prova saetta una e — Io, d' giova, risana; cor trovo ferita. aita. si rinnova è incerta — e vana. altrove: Sen E cuore turbato di pace, cosi: un raggio in ; più fido, cor le mie dalla riede Non il ha più lontana suo piacer ne il ti*ova bene caro è che Allor al si fa rubella patrio lido, al rondinella la va mai Né A fianco l' erba, che Ogni E corvetta i^overa à nel fa dire: d'amore ammalata Quella Ch' METASTASIO DEL pene. passione fa sperare un momento un L'aifiitta navicella la ria Dopo La calma Ma pria E poi a placa il vento, si serena e in ciel Si vede Che procella respirar; fa bella la il sereno stella,' mar. giovinetto,a cui s'apre fa esprimere cosi la luce d' amore, A un del prima la nova desiderio: Io farò come Rispettosa E Ma amorosa posarsi un' ape dintorno — la — su gira che a guarda quella non rosa, una e sospira osa. e volta timida la luttà vo- invece Altrove Se Certo pegno Quel furor, in chiude E ragiona: è gelosa Sembra sdegno ed è dolor. versi Gli risponde Te sol amo. amabil o egli felice e cara, o : ancora contento — più anch' abietta servitù senza virtù, Il regnar Che a : io. dispetto d'empio Il servir musica rio. severo: E Né quell'onde, 1' auretta Ed bramo, sentenzia 0 allora essa baciando — bramo. sol all' erbetta Ed fior dice quel favella, gentile idillio: un dice — amo, lei dice Te amor: suo lei sol A del in Te sol bella tua hai Quel ruscel Te la che pochi A 91 METASTASIO PEL PRECURSORE UN di poco a' suoi viltà. senza grido furono drammi; fato i maestri per tacere che la posero dei minori, quali il Zanettini, il Ciampi, il Gasparini,ricorderò il Lotti, il Porpora, il Conti, il Caldara, il Fux, che nel secolo scorso vissero per e illustri. Anzi il musicato avere Fortezza. Ecco il dramma de' des più gloriosi occasione della cappella dell' della farsi del Musiciens. vita incoronazione Boemia, che doveva dei trionfi il Fux discorre ne come Universelle uno maggiore a imperatore, fu di di ebhe Costanza Parlati il Fètis nella « L'anno 1723 Giuseppe Carlo VI Praga, il Fux, incaricato grafine Biofu Fux. In a di re maestro di scrivere di la 92 UN PRECUKSORE Gostanza grand' opera i musici della di lo fece Fux il maestro Una italiano moltitudine artisti famosi occasione, venuti erano il vecchio e E ». certo sulla fronte Come fama del a di nostro zione. l'esecu- forestieri unanimi la e gloria del quella gloria dovette sarsi po- poeta. lirico,nulla il Parlati ha lasciato onde si accresca; di e solenne la alla mancò di in orchestra, dirigeva di lo e formato era per riscosse nulla che potesse opera, Praga maestro raggio un sua Caldara di l'imperatore ma sedevano stragrande fragorosi applausi, si Fux suonatori nella d'Italia lettiga acciò in Praga e musici ai s'eran fatti venire la gotta, duecento : inviati si unirono aveva a furono rappresentazione della al proprio fianco. Il coro cantanti e che i cantanti Tutti alla sedere cento dove ai molti trasportare assistere Fortezza. e Boemia, Germania. fece METASTASIO cappella imperiale capitale della quella città e e DEL la sua eh' ei pubblicò a del Principe Odoardo Parma nel 1690, per le nozze Farnese la principessaDorotea Soffa di Moburgo, con È un Epidiede a lui ancor talamio giovane bella rinomanza. il titolo,che dovette piastrano e lungo, come cere le stelle cachiama assai a' suoi tempi, dove denti, ma Cadaveri e via di questo di luce metro, canzone in ai venti seno strampalerie a allora per far colpo quelle imagini fanno accumulando conveniva strampalerie,secondo e piacere.^ Oggi que' versi e 1 II fiume Parma Odoardo Principe Dorotea Parlati Sofia pronubo di Reggiano, Moburgo. Farnese a le felicissime Epitalamio Accademico la con del simo Serenis- principessa Serenissima Dottor Pietro consacrato alle del Inquieto nozze Giovanni medesime PRECUKSORE TN sorridere, e che che del mal importanza di più finire del di colo, se- turale concepire,na- genio della poesia, una galleggiante sul forma morta di naufragio, mento quasi framcadia. prode ospitalid'Ar- Poiché d' allora mare d'un di non solo la necessità struggano ne la nativa di non per del correntezza è non ed di più, imposto tema la moda, lo non scemino ne nalità, l'origi- d' industri amore e diversa. arte un raro versi, i scrittore,ma opposti invenzione, e, scrivono spiccare seguendo nella impaccino ch'essi sentimenti Parlati, ove il desiderio 0 fatto: questo quali paiono, non di più ch'abbiano stesso gusto, sospinta alle parecchi poeti in di constatare 0 fu, sul artifiziosa maniera al corrotto Lo altra parere, offrono un esempio il secentismo una 93 METASTASIO mio a di questa, che riprovare più hanno, non fuori a DEL verseggiare tifici ar- il retto e sentimento dell'arte,riesce,specialmente, a sonetti di visemplice fattura, belli per disinvolte movenze, per vezza di colorito e ed Inquieto ^ Clealbo Mirtillo, degli Arcadi, pure Del nelle ma Recanati 1717, uno Arcadia Fu demico acca- ebbe vi fu non se operoso dal Koma nome nelle Bime Eossi è non , cita il Tiraboschi italiane Gr. B. in Arcade; forme. di lui. Parlati Poesie perspicuitàdi pubblicate a verso un per dei dei rimatori stampate e quali fu Ceva, nella sei sonetti,pubblicati sua pure viventi, raccolte in Venezia dall'Hertz pubblicatodal Scelta di Bime. Padre Ad da nel baldo Teo- essi se ne aggiungere altri due, ignoti al Tiraboschi, clie conobbe l'Epitalamioche ho detto, stamneppure possono non Serenissiwe Eosati, 1 Altezze. In Parma per Giuseppe Dall' Oglio e Ippolito 1690. Catalogo degli Arcadi. degli Roma, Arcadi Antonio pubblicato Rossi, 1718. nel III voi. delle Prose 94 PEECUKSOKE UN Piacenza pati a di applausi poetici per da lui raccolti dal è primo METASTASIO Zambelli, nel 1689, in dallo preferita,e DEL monaca.^ lo trattò specchi', quello finta di Porta una a si chiude amoroso ultimi, il i due sono d'amore, l'altro è rivolto Dei disinvoltura. bella migliori Recanati la forma fu Il sonetto con raccolta una questa bella con e facile terzina: cerchi Se Durerà Nei di di e morir suo eleganza della pareti è V Venezia a al Pietà, degli Incurabili scuole di cantanti di musica di lui di ci rimangono Sacra, ch'egli di per pose com- agli altri della carità, come nesse an- semenzai che furono veri tutto quel secolo. sacra, a de' Mendicanti, S. Lazzaro dell' Ospedaletto,erano e cartello difetti delle 1 medesimi l'Istituto istituto di quale manca ma lunga elegia,scritta sulle la e ; ovidiana, Ester, Actio per ancora l'ora. sapesse poesie latine, che Curiosa stampa. tempo facilità prigione, ha sua brevi altre del versi latini mostra gusto quanto per mio, dir lo potrei l'amor l'uom Se poi Ma più paretidella sua e ch'io pubblico in appendice; prigione a Rubiera due soli pubblicati per e perché inediti, avendone saggio il Tiraboschi, e perché oltre che dello scrittore fu cattivo e penò ci dan dell'uomo, che non segno si oppongono pilia e duramente; perché a noi non curiosi intenderli condanna dall' II che difficoltà, li da' documenti saputa le avendo 1 sonetti, eh' egli scrisse i sono e della Tiraboschi erudito le contiene, del fu scritta Tiraboschi oscuri resero la schi, al Tirabodella cagione sua lunga prigionia. ebbe reggiano sulle tutte abate il 23 nella le notizie, che Prospero Fontanesi. aprile 1781 R. pubblicò Biblioteca e trovasi di La fra Modena. sul Parlati, lettera, che la denza corrispon- 96 APPENDICE gione fu vi pose chiuso più piede, resta nei scrisse i lamenti anni mesi di fortezza rimaste ancora Kubiera a che provato primi cinque Quella parte mura giunto appena che e versi tali egli di prigionia. oggi demolita; è intatte, che le tra e udirono per infelici oppressi,alcune di tanti non lunghi chine mac- allegreal lavoro assiduo delle officine. Per notizie raccolte sul luogo da chi vide ultimo alcuni di quei versi, leggibiliancora cinquanta anni sono, seppi che erano chiusi in tanti riquadri regolari, a cantano vapore e spartitidi linee incise nella incrostatura pareti,e quindi colorite in rosso i versi erano bagnata. Anche modo, e le lettere non Il manoscritto del Signor uguale che si ora da conserva Modena a che perché ignorò le l'anno fu condotto in che rimase, dà cagioni intorno al Tiraboschi Kubiera e Li blico pub- Olio, il quale prigionia del Parlati della fatto lezione col- Venturi, ed è perfettamente loro il Dall' a metri. centi- alla nell'Estense. diede stesso due tolgo appartiene Battista Gian di più quello già possedutodal a l'ordine con li cui di mattone scritti nello alte erano polvere con delle e il tempo all'autore che e vi notizie, ora chiarite erronee, in una breve prefazioneal lettore. Se nel 1782, che fu l'anno in cui il Dall'Olio trascrisse i versi del di Parlati, erano inesatti ed dopo, la tradizione nella Ed oggi con finestra. Ohi un li abbia si dice che detta carcere la lenzuolo fini i ricordi a lungamente appeso quel modo, prigionia un secolo più avviluppati e sempre Carandina della che, errati, è naturale lui confusi. già e rimase che vi mori chiuso zandosi stroz- alla ferriata della breve dopo lunghi anni di Carandini; disperata prigionia,fu IppolitoLudovico alla prigione il nome, diede e la sua tragica morte 97 APPENDICE che le rimase chiuso certo insino mai; n'ebbe alluse ai di nostri. 11 Parlati solo timore alla fine del e forse non vi fu minaccia; ^ e Carandini, quando disse che la memoria della disperaseco quella prigione aveva zione ed era La Catravagliosastanza degl'infelici. randina di lunghezza, e due di misurava tre metri altezza; me in avvisa ne dal esame di musica un E perché stro Cavalieri, mae- il Carandini anch' egli sulle pareti della sua carcere e propria prigionia, perché queste non dissimili tomi da- cortesemente Francesco Signor Eubiera. a documento le cause scrisse della furono in tutto ebbero quelle del Parlati, ed ambedue uguali le sevizie e i patimenti,la tradizione li confuse insieme, e cosi ne nacquero gli errori che ho detto. Ancora ultimo La un particolare. prigione chiamata Cortese al tempo del Parlati,fu, più tardi,restaurata, detta del Duca l'anno 1822 passò le ultime ; e in essa il sacerdote Giuseppe Andreoli, prima d'esser tratto ore al patibolo, la vita lasciò l'amore all'Italia. dove con Dei versi inviati dal Dall' Olio al Tiraboschi publico solo i sonetti,perché l'elegiae gli epigrammi latini mi paiono degni di essere tolti dall'oblio, non e ché perle altre strofe italiane si leggono solo a frammenti. Una nius, da canzonetta, hona che quaerimus, Non Il bel dell'età. allora bel Dall'umana pag. Campanini Quae perdidi- mancando va verde titolo : la bellezza Allorquando Quel Vedi per comincia: si prezza Solo 1 ha si verde, deplora die si perde vanità. 31. 7 98 APPENDICE Un' altra ammutisce Che Mi 0 sveglia si Qui E titolo si chiude senza si si il mio squarcia in sciolgon gli sferza,non giustizianel tempo di Pandette Pel Ed Poi In un gli erapi chiusi i tempi. tribunali all' intei'esse, rimesse per i decretali. e epigramma, macelli cosi Fatta chi Ha ingannava ingegno dalla per va l'innocenza. si pien serve di con premio le lunghe a Prudenza Giustizia il morto Benché cardinali, empia malizia, rea Oggi virtù : si fidi la Oggidi E intitola Le che Dell'umana r della rigor che vi risuona, ai lupi si perdona si scortican gli agnelli. Non 0 contro le carceri tristamente sorride pianto. dea nei spaccian Son in e banco un si Le che questa L'empietà E occhi è il nume, Apre il core, seno implori Astrea, L'innocente Sordo : scrivendo: suo, convien Oggidì dolore coraggio,l'amministrazione senza Né tanto cresce e questa quartina : con disprezza Temperanza; costanza la ore Fortezza. d'ozio e di versi latini,in cui certe zando noia, forlettere sono 99 APPENDICE comuni costanti; e altre, done Cosi si ad esempio In o - - E ancora ecis Est Est necis di sonetti iiltor s - regis vis egis o - a - mortis. odia, ac ortis. - sortis. omfna et legis jus - ns gradito ai senza più, salvo vi premise. : del Dall' mina nt lum. - - fulminai wrunt orant erano e r - reus: fatta dal eus: - i"eus emens questa trascritti che - amans aMCtoi" serio i iunt - rn - - i^j-ecis ecco e - tor - Ed diversi. : Est Versi s seriunt Innocuos sensi e : feriunt Insontes varie parole ottengono inframetten- intervalli, negli ma crimina - codum. telum. resto, tempo perdi- allora, letterati. le che ommissioni, Olio, col titolo e ho la dette, zione prefa- LAMENTI POETICI DOTTOR DEL PIETEO PARTATI REGGIANO POETA DA DI ESSO SUA CESAREO COMPOSTI PRIGIONIA NEL TRATTI E SCRITTI ne' MURI FORTE DAGLI DI OCCASIONE IN ORIGINALI DELL'AUTORE MANO DI SUA CARCERE. DI RUBIERA COPISTA IL Ve di tradizione una Vienna fosse anni se circa. È trarre : Ti'ovansi i pezzi poetici scritti di due delle in Tali significante in ha siste fronte il Quintilibus; per ma esistenti qual ragione gramma mono- un cui di Forte l'elegia Advena è non cile fa- interpretarsi potrebbe Forse seconda nel con di monogramma, significato. riserva, della inoltre e vrano. So- in mettere enimma data? una Conviene in erano altresì bianca. l' imbiancatore Forse che certissimo alcune, ad avrebbero che il suo singolarmente un successore ne in che maggiore, carceri quelle alcune però riflettere assai numero di con Pariati, guitato, perse- (10 aprile 1782) sottosegnati sono cerazione car- suo veruna muri ne' fu del d'oggi giorno sua che senza né poesie. di sicuro tre segui, sue motivo Cortesi, altro ciò cui Ministro Pariati Dottor un comprendere Kalendis al del tutti di Pietro per qaeste il libretto, denominate pezzi da Corte trattenuto in primo questo leggonsi prigioni Rubiera. dal egli, stessa mano preciso rilevarsi j)uò che fu dimenticanza nella raccolti dove della il Dottor Forte questo tempo ordine per cognizione dice torto a il soltanto e che Cesareo, veruna seppellito pur Rubiera in Poeta ignoto E può ne in rinchiuso Reggiano, Pariati LETTORE AL in ma fu una ne avi'à tolte di è stato latine, poco d'Augusto. tali occhi calce de' riosi cu- leggibili: restar troppo degne cimento risar- da coperta agli poesie del occasione parte meritato pennello addietro è indulgente dell'alloro spensato di- 104 APPENDICE ni Princtjns sacras iras. veneramur EURIP. A mio Del il struggasi me i cenni terreno nume e Cieco adoro Utili faccio alla mia che n' è Signor spenda Esso 10 la sferza E di è pena Non Ciò eh' è Perché 11 E un Non il mio patire gli affanni. clemenza dalla di error, mi vo' rendermi accetto, tal cimento un gloria mia che anni; desire: dell'innocenza onor i miei suo temperar il dolor finor per se Pur a rigor dopo giusto al colpa basta questo i danni. fama m'inchino soggetto l'ire; soffrire col e condanni ch'io pria cor aspetto. sento non il petto, rimorda coU'ardimento. reo IV Restai OviD. dal Poiché prigionier sperò le vie, con quel del figlioe col Dedalo Pianse eretico Del invano, invan mare Signor le tirannie iter suo am. Art. dal coeli. II. suolo duolo : al polo spiegando, unico scampo, pie, ingegnose, e le speranze Poscia L'ale Su gli del occhi quelle che A A cosi me Ogni cammin Ma Una Sicura toglie la sicch'io eh' ò libertà La chiedea senza sponde frode natie. ardita giammai errar perché il i^iedead onta raggiunga smarrita. altrui vi giunga migliore il ciel m'addita, lunga. senza inciampo ancorché strada e il volo rivolse crudel 105 APPENDICE 119. PSAL. Dal Perché Ma di Mentre sdegno Il cieco Né colpa Bensi colui col Sveglia lui Da in suo livor mie le Da lui sgorgano Da lui vien la afferra. i hanno in Regnanti, corte l'ire tonanti. torto estorte, gli amari pianti, a pene in clemenza sferza fallo poderoso son di e che terra potenza, vece si gran in sicure l'empia e erra. mortai in premio atterra sentenza non assai quaggiù di L'umana Giove rende giganti l'innocenza, l'aspra de' rei le non i ed e fulminar nel fronte Sulla illesa virtude la Va i mostri ciel che acutae. 2ìotentts Sagittae me saetta acuta e forte. VI raioida adhiic Saevus Satyrus terrei me in unda. PONTAN. dalla traditor, che Quel riva amena profonda, spinse acqua Mi tien nella maggior torbida piena Cogli empi sassi e la maligna fionda : Sotto perch' io E Qualunque Acciò Non Che Fu in e più di manchi sua balia pubblicato me nel lascio, ove che getti a vicino me a lui dal lena affonda, pastori empie d'arena peiùglio altrui nasconda. m'insulta assai Con 1 il mio eh' io mi Si Mi dei che Cosi riposi o prenda non sterpo gli occhi E mi questa speme, malgrado Tiraboschi. abbonda il torrente e men l'ardir;ma lungi affrena nuoto da in di pena. perché l'onda. lui mi mena, qualche sponda. 106 APPENDICE VII homini Homo Plaut. d'insidie Vive D'inganno Ma di e di livor e III. Act. aul. lupo, l'uomo, si nutre è il crudele necessità per il rapine lupus. lupo, capriccio è l'uomo. è ingordo il lupo. armenti Dei mansueti è l'uomo. avido ruine D'innocenti i cani ed i pastori il lupo, Pur teme inumano Ed suo a leggi e gli Dei paventa l'uomo. il lupo, Delle prede alle strida è sordo insulta l'uomo, Degli oppressi al lamento il lupo. E l'uom sen gloria e sen vergogna Anzi tanto peggior del lupo è l'uomo del lupo è traditore il lupo; mai Che le Né dell' uom nemico Ma troppo è l'uomo. pur Vili gloria Tempestai Stat. Ahi ahi quanta, il Piove quale il ciel,apre toglie l'onda, e E Le del speranze Spezza l'ardita Nel di favor col E vile Piange sa L'infranta Pompe nel e nave, d'onore scorno i già stanco. e smai'riti han i segni, franco. e il lacerato onde ritorno. tempesta glorioso sono giorno. flagella: infelice della il nocchier che a quella consigliera stella mai, benché la racconta E la chi prua a i rai del e di Nettuno viaggio s'inoltra Né Ma e procella! il nembo copre porto, venti dei Pure sorda mar Theb. intomo fragil nave a navi. ordegni, fianco, più gloi-iai legni. 107 APPENDICE IX Feliciter meruisse non è l'infelice Beato Vei'me E al Rimproverare Sosterrò il core; ode non il senso premio senza rode non di sé dentro ragion 59. Epist. Basil. amaramente secreto la cui a perferunt. quae S. constai quibus miseri, sunt dolore. suo e lode senza il rossore, Ogni biasmo, ogni mal, fuorché la sorte Poiché iniqua, o l'empia frode Serve giusto al Cosi misero crudo Un Tutto sdegno, miseria vera del Quella congiura, fatai il fanno non sempre una ed d'errore. non del pensier danno. timor, vile sciagura. è lieve è e pena cor un dell'onta L'orror Solo di interno proprio affanno giusto e censura. aspra Non vindice, sine siim OVID. Per me della Pietade Per me della Ragione Per me della Giustizia dei E Che Ne disastri e più gonfio Ad altre L'inganno Senza Non Lenta corre ma invidie d'aita no sul e e tutto fiume; primo al forza soffrire perciò flutto assume. alletta son io di vendetta. cielo grave d'obblio; acqua eterni, e la giusta il e mio non in varcato maggior e il Nume. sordo incalza, altrui; ma nemici ho ho ingiurie il speme Non è delle altro un segue spento il lume, è il frutto. amaro non m' asciutto, è Per Eppure, ohimè, Her. è il fonte dell'Innocenza me dicci. ha saetta in mano Iddio. 108 APPENDICE XI Durat aahuc Manil. E E è è sazio, e non dell'empiasua gloria o Ma non più maligno D'inganno Me Non di livor e d'astio de' miei di mortai ; pieno? veneno assai ? quel falso labbro infettò Can. mai è core e amaro guai che quel ast. almeno stanco più crudel e rabies. i miei hanno Spenta non sospiri omaì L'ira plebea di quell'ignobilseno? Fermo ed anco pure ostinato i' scerno cui io Quel piede orgoglioso, a duri Ma di scherno? base d'oppression, Scanno Quanto in danno quella rabbia può, quanto Tendicator sa; son dura mio in eterno Iddio. dell'Innocenza XII Corpora helleborus habentibus sana A delira chi o per pazzia vien dar si ^h« dal seno Ma ad se Offre Che un medica Medicina che umor nero è, rio ma affanna,e Prigionia lunga e dura i falli de' rei Meritato Ma, rigor se N'addossa Divien per il pena il grave fuor cor pieno consuma. egualmente. opra purga, frode severità e veneno le viscere Essa illeso quell'atra spuma, man non costuma, l'intelletto afFuma, di mente uom 16. meno ^'^"e'^o^o Quel loericulosus. Aph. Hip. e corregge decente. altrui incarco chi a regna un e regge innocente, d'ogni legge. 109 APPENDICE XIII Quel M'è Ed è che ha l'uomo fa Cosi il che Basso Pare un è Re è che Spurio io che son ed bravo un ma Cavalier Dottor l'aspetto. usurarlo, Crasso è il è tiranno do nel rosario. Faraone, falsario, un pare poltrone, un dice assassin un fuore di melon d'un dabben l'uom spaccia Paride : del all'apparenza Talvolta rancore intelletto nell' moralità Una zucchetto. mio il posto sapore d'un e rapa ha m' subito del gusto d'una assai E al zibetto, di e nell'odore e peso manna riuscito poi Peggio Ed di fatto Parea nel clie melon e 112 DOCUMENTI madre propria fattole dell' assegno da I, di cui Francesco già discorso, si dice, senz'altro, figliodi Belleville. fratello di lui Giuseppe, nella supplica diretta al Duca, ho che ottenere a Reggio, il Parlati dove la nel potesse del rimanente da Venezia necessaria era presenza sua 1701 per tornare in « il E nimento mante- della famiglia » si designa per «figlio Bel fu Monsu Ville » e nulla verte più. Questo rogito ne avche il padre Giambattista nativo era francese, e figlio , del di Edmondo di comincia e né so; data 26 novembre Antonio rogito del è afferma fosse se d' sito Giacomo l'eredità che zione tradu- origine, Mantovani lui,Giovanna, del Pariati vivente agnato 1' asserzione corregge di famiglia reggiana l'assumessero. quando notaio al in 1738. Pariati, suo sorella una è di non a rogito Il Tiraboschi da rimasto sopranome Pariati potuto stabilire ho secondo Il solo il registrarsida loro; francese, designando Belleville il del non Il cognome del Nostro. padre ciò Belleville; da Padova, a del Tiraboschi allora vivente fu raccolta questo indicando che Reggio a fu tra i coeredi. In d' Este Rinaldo di lettera una Madrid, si dal legge Tutto il quello e mia sei mesi letto come » con per una ben — temerità Corte alla fatto possibile, dell'im- di scellerag- sofferto io ho di contro commesso diffonderò in nel venturo con altro questo dal suddetto S. informarsene non servire l'A. V. Gianni ne sarà Rangoni Taddeo ordinaria S. che non ne ha dubito informata, ma il « — dopo dal che parte, chese Sig. Mar- quale sopportate che riati Pa- riere, Cor- presente a et varmi ritro- per relatione una me di Pietro il temerario perché il Marchese prudenza avessi titolo ; et dare col l'A. V. ha che continuati mi non lo farò potendo però Modena paragrafo. quello a li posso non a di Duca al di lui Inviato fatto, et ancorché ho gini,infamità che Dini Paolo seguente è niente per 1667 agosto ecc.... non Casa 22 Pietro cav. Ommesse « il scritta pure infinite gretario Signor Seio gli scrissi 113 DOCUMENTI detto al tutti li Sig. Segretario, ne ha fatto ogni giorno più in resterà formata ina suo generi, come tempo l'A. V. S. ne ». Ommesse In altra Duca ecc.... lettera si Rinaldo, legge Ommesse « Io poi ho uomo mi questo nella mia Casa, in mia già ordine lettera Pariati scrisse merita come del Lettera Modena, colle suo soggiorno Subito col Ministro informazioni in che Corriere Campanini il spero mando se Taddeo — Ran- dalla « — Pietro il sua quale Magelli avendo la potrà ne et io anteposto rappresentanza riparo dovuto alla risposto dal fu al Dini : « Duca diciamo Le il 17 che ottobre, Pariati e in è prigione ». Pietro a Dini Paolo carico di Pietro diretta al Pariati, di Duca il durante Madrid, «.Serenissima « S. Madrid, servita cui clemenza Non Pariati belle, Don rendere buon ecc.... suddetta al delle » col di rlati, Pa- ». Ommesse Alla V. Signor Marchese, meglio S. dalla sofferenza Corte Pietro scelleragginiperché e la A. Modena a alla suddetto per V. A. ; intanto tornato tollerate ha del tutto delitti vivano, ser- quel scellerato credibile. non mi mettei'e a da stato li suoi che pelle di prenominato Sig. Marchese egli ne al servitore,due anni toi'nato aver essendo debole straordinaria Cameriere di tutti di assai era missione molti erano confusione una ritrovo dal scritta stesso il mio servizio che serve con goni, che della dal mio spero informare anch' due relatione la seguente originato da quella buona messa oggi il 1697, dallo paragrafo : ecc.... et tutto governo Settembre licenziato Gentiluomini et 5 del il Altezza Sig. Marchese ritrovarsi vicino visò (Rangoni) mi avquesta Corte, lo andai Taddeo a 8 114 ad DOCUMENTI incontrare mia nella non solo se fossero ma tutti in essere miei mia mia alla Ser."'", et V. farlo Casa per una da di qualche parola la scandalo mente, che giorno ad minacciato dal andarvi. rispetto a Dio, V. a di valso un' altra Serva Casa zitella et a di mia portare per l' ultimo il egli perdendo tempo una lo publica- aspettò mia io che seguisse qual- non Marchese con soddisfare a scomunicato alla Ser.""*, A. medio ri- era fare, onde deve medesimo corx'ispoudenza secreta essendosi Nel niente vi non Parrocchia acciò Sig. tolo mortifica- questo Pasqua haverebbero lo poiché detto del sud- tolta, et l'isentimento, ma tere bat- voler per Camerieri li fu me Marchese Signor cavato medesima, nella spada delli due uno haveva leve alla mano che lo che molto cosa Antonetti al facendo Sei*.'"*, A. Spagna. Dopo pochi gioi-ni in venire messe presenza, intendere medesima della suo avvicinata giovò poiché essendosi andare alla ch'egli volesse cristiano il pi'ecetto che ogni buon feci V. ricevei seguito ogni finezza come lmati fratelli,ed in particolarea Pietro Papoiché pubblicò subito essere egli Se- Signor Marchese, con del di lo et padrone Comandi tutti per Domenico a facendolo dell'A. attuale Collegio un a sei, lo condussi a Sovrani distinzione cretario et alli Lui a con da Casa povera adempire per tiri due con et neva te- me, moglie, glietti, bi- levare si maritarla dirle che ingannata con quale teneva che dell'A. uaa bisognava aspettare prima la licenza seco, darla che saria venuta V. Ser."'% la quale subito ne parte la al Marchese Signor credeva, più tanto Cavaliere. et vendo fatto mela scritta onde con che notitia il tutto, confessarono io fuori havuto Moglie, per Sacerdote questa ch'essendo mi diligenze un tanto essendo dicendo andava che come di Casa ardire ella la povera onde me; fu scritta che pure venire timore ch'era servendo di chi era, solea facendo passare anche egli un firma, che gran l'annessa dal- al alla mia Casa, giovine, cosi nell' ajjpartamento parlare mi temerario, Signor Marchese, fuori, a ha- poi scopersi haver- alla stato lo se ch'egli tramava senza di sapere giovine essere tradimento Scopersi questo lettera mia a con la veva hadi gio- Ili DOCUMENTI ville,et passò la tardi molto che che chiamò alla dormiva da se haveva servire rei fatto bastò morire nel terzo dal onde una; egli più di con una faccia non obbedire ; et le lui anche vuto tollerate ha io pazzia alla voce la del il sempre scellerati che se ' Pariati Nelle et l'A. per stando di due niss. con del questa al mondo si lo voleva del li Servitori da lo senti ha ha- né scellerato il che lo puole la Signor disse et di in sua chese Maralta del quella delli miei che gli Spagnuoli la fame, in- più cosi conoscere di visita ne credere, poiché non famiglia sua il che scellerato gentilhuomini se che ma sojBferenza,perché avvelenato Ser.'"* Pietro Portogallo, Marchese, ritornasse V. di la havevano memorie amoreggiò lui. Et tare mon- Marchese cose più comandare avvenire né tutti et corpo tutta con D. questo sono Inviato Signor che Cristo Veda nuovo. di presenza Signor Marchese, cosi Sig. di con temerità, sua scandalosa glielo ordinava; detto al prudenza di et il medesimo certo veduto mai più bugiardo Casa voleva presenza gran con in dovesse comandare, et li Servitori fatto li fu non infinità,che ho come in una una non né che vivevano la con sola, poiché questa comunicatione lo miei, et fa non rispose alla oreccliie sue che niente fuoco; però corrispondenza Marchese glielo poteva Signor Marchese Ma dove tosta questo la volere cosi che sopra, Marchese con giorno peggio, poiché Sig. Maggelli, Pietro D. per Il ogni qualche detto l'have- mei-itava. egli come glio me- per anzi scoperto. haveva legate di appartamento mogli le loro gli feci intendere, Ser.""*,altrimente V. mento ci- in che roba di fu S. V. Donne, disse matto, pure l'A. le mani bastone un alle subito avevo all'A. procurava giovine, che io poi gli questo anche dopo sotto io Onde che obbedire et con ^ sero, gli apris- vicino nubile notte una acciò serrata sentito, veda posto. Marchese Signor figlia stato ringratiasse Iddio che ch'era porta mia la fosse me mi et sfacciataggine cosi oltre,che sua Regina vivano ser- erano defonta, crocifiggerebbero di dare maggior pazzia Rouchi, già citate, è figlia del Diui. detto che il 116 DOCUMENTI ha quando l'A. V. Ser.'"* non prestare ossequio a questa Corona; onde mandarlo a non pregai il Signor Marchese et temerità in seco Casa il male di Signor Marchese, fece ne negotio il con egli meritava d'haverli dopo D. Signor lo potrà Consigliere, come bigliettiscritti al medesimo, dal saputolo, me condurlo né Quando hebbe alla Michele vedere più poi stiede compagnia tener che cuore a Cavaliere gran gran da fece. come questo io li dovessi che pretensione et questi Grandi, altro tavola, Guerra ora S. dalli l'A. V. fu mortificato quale confessato la suoi come quasi tutto, come dire che quando io gli pasSig. Marchese, et con sava mi guardava nel viso, standosi sedere d'avanti a senza il cappello, et questo moltissime moversi né levarsi volte, al pure et di molte altre sarebbe et Marchese, li fece et che bravate cose di questo sopra et qualsivoglia galanthuomo però egli morto: cascato più faccia suppose che molte cose, sempre tosta, ogni giorno peggio. discreditare Per stato aperto dato vergli Marchese lui saputa, senza con al era alla sua levatoli bene confessò il bottega andava con da un alla fece lui di bravo, giorno spada battere più egli a ad subito tanto la si verità, del verità; ne a dare guar- il Parlati ma che lui sopra di pure restò mirato. am- assisteva lo divertimenti, e costui et li viva ser- impertinente, che ammalato, egli cavò mano fatto cosi Marchese Signor saputo il che era. se di questo et che Marchese robe minacciai et che dire con Moro era Staffiere,che ma lo galene d'argento la un nell'anticamera licenziai-e ; dire io in letto ritrovandomi un di vero al suoi che stanza, pregarlo ciò dire; io poi li domandava haveva notte una il detto dato risposto, che se gli haveva questo egli saria preciso dirmi il detto è informato Signor ne Di in ha- il Mercante, chiamare fatto fra et l'altre diede che gli era diceva d'argento, che me serratolo et Pariati,et stato et Mercante, da ; onde egli havesse che Casa galene il avvertisse dirli,che vero di guardare Signor mia bauletto braccia a la anche suo un molte le altre al il lo vide alcune Pariati per voler signor Marchese, gli disse, che se dal lo ne 117 DOCUMENTI di nascosto •stasse fatto il che effetto vi acciò a pregarlo lo ritornasse parlasse le soddisfationi del io che non fatto mai bastonare lo senti da ridere non ne io persi il fu come io Ciò mi che poi il essendo Casa, et che feci intendere quel se tre mia briccone Casa, suo medesima: bocca in Casa molto bene Signor Marchese, fece far il al doglianza Cameriere, farli dire con rispetto,poiché havevo mi disse ch'eglinon Moro detto, il perso i quattro giorni, o il ora lo bavere bastonai venuto non ostante non Sig. Marchese lo Parlati, ne di Carlo quando vero, se quale, havendogli Signor Marchese, il rispetto alla bastone un mezzo havevo gli il altro piedi nella Passati non seguito dal per che né Pai-iati,il quale facendo il caso. mia dalla saputo io con sopra scacciandolo che fece pazienza, e di del perso tutto li ne Signor Marchese, veruna, porre aver per questo Marchese più servitore più la cosa me né che tanto sopra renza Fio- doveva io disinvoltura. gran sapeva et et con effetto desideravo non me di Sig. Marchese in che del servitù per di non era montai la scusò ardisse Moro quale risposi Signor Marchese, nascosto ohe come al del ne teneva suo con al et in come dall'Inviato servizio, come al lui, che con parlato, se lo me, a ingerirmi poteva giorni, et andò volere parlare a me, a ricevere, a molti stiede parlò, prima lo tornasse Marchese Sig. clié lui haverebbe Credenza nella sopra haveva che ordinato stasse colpa, che il Segretario gli haveva lui haverei fatto con il medesimo a nascosto ; risposi che il del Signor Marchese, essere non egli Servitoi-e attuale havuto molta ragione di farlo, quale disse che io havevo lui era che ^t temerario, et che ogni giorno più un gran la si il peggiorava Non «ostui; il quale ariette che il di presentare per effetto in Marchese anche fu hebbe cosi alla di Maestà che di ne sue poterle una ationi. male sue infamità; vi tutte scrivere. Il prudenza gran ardito, che Nicola Signor Conte mandare, le Principe, le di carta risma una Signor con credibili,Ser.™» sono vorrebbe stato suo mi Rangoni lo haveva haveva vorito fa- supplicare per fatto questa Regina, alcune prese mi con et egli le fece 118 DOCUMENTI legare et furono presentate a due con egli burlato l'enza da male far mio tioni mai poiché et il desiderio si facessero all'A. siano V. Serve e padre Marchese è quando andò nel ritorno suo perché Io : farlo ha come per che io devo per sperando haverebbe l' Italia, senza V. Ser.ma farlo non all'A. V. quasi bontà havuto per gusto me. grande che questo scellerato Non solo huomo. ch'egli peggiori che l'A. V. Ser.ma ne mi cero fe- che non si è come l'animo mio Corte questa l'A. V. dello come sopportare, Ser.ma che la demostratione rispetto Marchese resta sicuro as- tanto il ma che et comandi; Ora sappia bensi stesso, infamità, tante glio me- per me V. il sapesse l'assicuro poteva dell'A. castigo seconda mortificato si gnor Si- pubblicato. bastone; non con prima che Signor me il la stesso Sovrani del da la et vere po- andò egli me sono suoi le mie volte; eh' di un clemenza tanta informatione ma che senza ho mi l'ombra nella sempre scordi rebbe sa- dove Toiù, Ser.™», sotto alli et de' come ne se che quello furono due tutto mai feci con lo haveva V. mi morire quello quietissimo, et contia che che stato essere bavere il mondo all'A. mio honorato il briccone obbedire migliori et però sacrificando tutto lasciato humiliata trova, a fun- sue fatte giovine festa la le maggiore per il seguirono, che Marchese la valiere Ca- un furfante, non che canto huomo un vedere egli contribuito detto termi met- per come assai alloggiato bisognato tollerare questa è che per et all'A. fatto havessi stato colà sopportai pure vi però purtroppo servire per fosse Servitori,et e Alcalà in dal et Fio- conosceva havevo le ha non partito il potè un per decoro, non non Subito licenziate suo io se forze. spesa Lui che Milano che mai essendo ma restò ne Treveris, Sig. Marchese e applaudite ; potei pei'ché la stata il lustro con cosi state di le facendomi Carpani gli Inviati con Sig. Marchese, prudente, e conoscendo cuore assicuro et Procurò Sua però saputolo, ; il niente buon Padre discreditarmi; fece quanto con cosi potè del babuino un per me. Parma e ch'egli fece, alla Maestà mezzo per comparire me Sonetti Ser.'»» pretendo già stato in cui sia informata ha con si ac- 120 DOCUMENTI favorito di trasmettere Minuetti la che coperta di Pietro sotto presi l'ardire di questo mezzo per Pariati molti supplicarne impareggiabile gentilezza a favorirmene per esserne alla M.tà impegnato di doverli far tenere di questa Regina sua il detto Pariati né col -del mio se suddetto potei rendere gli mai S. Ill.ma dovute, erano ancorché cuore, né pure come solo poterlifar infinite iniquità ch'egli ha per carta, et avvisarle gran che mi scorda Marchese, che dalla mese, di seguirà viva sua alli quali essendo gli voleva quando havuto che che ne il ardire forse burlato, pure di il suddetto risponderliche attonito resterà ne inviati alla narli, rovi- quello egli li fece li fece Sonetti tenere merieri, Ca- due per come altri diede Sig. prossimo suoi d'haverne et farli per domandati due credendo ; Lei da con del resterà ne sofferenza quelli Minuetti è restato havendoglieli tutto, che il costi di tutto al bisognato Gabbale innocentissirai tanta Regina, Tarrasconi mille sua ferto io sof- ho farlo ha delli quella di risma una fine le mia et me motivo alla fatto parte delli medesimi alla tanto ha anche tardi da e imputare, saprà li dica et Conte più voce altro per si habbia come al medesimo per vuti, rice- quale per la meglio servire per che mai titolo per però quando sarà stesso: me ora il intimo più di vorrebbe Sig. M.se; spetti ri- Sua, havendo altro contro S. 111.™» vi prudenza ha tollerate per Padrone Serenissimo; et per il (assicuroa V. S. lU.ma) cose M.tà dare commesso il suddetto contro il non tanti per con alla tenere che vuti rice- onde meco; gli habbia non gli posso V. a pure faccio non non d'haverli quelle grazie ora scellerato, che Casa, né come questo inteso per Sig. Marchese V. a diede ne a galo, re- Sig. questo M.tà gare, lesentare pre- qualche Sua. Sig. Marchese, Et hebbe IIl.""aglie li haveva V. S. lui mandati. Lei vede denese li aveva invece che il documento è se un ottenuti li ebbe da dal cui temerario, però duca dal Marchese trassi la per prima quello ha com- questa lettera mostra Raugone, e cosi corregge Einaldo: Nicolò notizia. ; a 121 DOCUMENTI q.ta è messo che persuasa bagattella. Supplico una saria non il di Lei saputo umili d' bavere ancorché del ho la V. altro di virtù mi non sarò 18 li Pariati Serenissima Per « e — di ceneri alle Obbl.mo al dalle duca, Serv.re vero Paolo Dini. di Rubiera. carceri Vedi A. la benignissimo che si giustamente colma Suppliprosperosi ingrandimenti, s'implora dal cante S. di la generosa clemenza Quam sua di Deus haver V. S. Dottor nella totale dei di delle sue sofferta Pietro di azioni,la morte mai Umilissimo il voto. esaudire nella S. A. Dopo reclamato ora di alla tante d'un lunnie ca- l'eccidio veduto avanzamenti, la afflittissima delle la stia mole- nell'onore loro dell'A. Madre minacele, tutto e provvidenza piante vaglio tra- altrui dalle disavventure alla gionia pri- maggior chicchessia barbarie alla Sovrana si prostra il onoratissime, a finalmente aver de' suoi innocenti cede Suddito e l'acerbissima condotto stato non nemici folla Servo continui,nella quale sorelle due che disperata chierico Pariati interessi, la rovina sagrifìcata da' suoi z' haver mesi fratello un queste righe, osservare l'ossequiosissimo quello d'esser disgrazia di V. suoi dispersione di perdonare l'ardimento,ed quindici è stato sofferenza et. Dopo A. Altezza del amore di e sino che an- 29. pag. Y. chese Mar- Sig. 1697. Agosto Pietro del mia » Dev.mo, Supplica in questa V. S. 111.™» habbia et sono Ecc.™* sua suddetto che resta che al le più pregiava si della di dedicare sorte mia credermi S. Ill.ma Madrid, la servitore havendo reso che uno restar a che gli havessi non di la Casa ora bontà titolo sua trascurato, esprimere havuto povera ; onde fattomi, potesse l'honore Casa, giacché D. favore che grazie cosi stato la bontà V. sen- di V. A. S. e S. dalla 122 DOCUMENTI misericordia generosa della necessità di dover A. Con da V. la pietoso S. si che men artifìci lui il nelle li di già lo alle piante in lui loro delle ciò da le A. nata ema- S.,non il provenuto alcuno di quei di traditi congiunti, continuamente a V. A. glietti bi- con speranze trastarono con- S. le manifeste politica ragione la dena in Mo- prigionia sua in addurre poteva lusinghiere penetrare impostui'e,e depositasse non de' suoi quali o facesse che della al fianco minacce non sia perché il tempo miserabile, persone che catene, quelle della da Lui non opposero sempre di arrabbiate di implacabili potenti e politici colpevole a V. A. S. impedirono Sig. Cassio tutto carico lui si giustificarsi, del di esporre benignamente a se tutto ai'disce giustissimo di V. pesante, li di e Padre e di Rubiera d' onde supposero confidenza pi'ove meriti grazia,quale in terra l'intenzione dall'animo quali mantennero e carceri dopo cosi unica questa strascinato il miserabile difesa, ed sua ricorso l'Oratore essendo come sferza con avvei'sari nella li per alla violentissima suo di Dio sudditi, spera l' Oratore d'una di imagine vera Modena concepire colpo questo speranza nudo di verso a come de' suoi Cittadella sa e cuore, implora perdono inchinare riverente S. V. jDOco gran S. A. ali 'A, suo Redenzione comune di V. del d'averlo assassinato. di de' quali questi artifici, che ciò Spagna, è succeduto altrettanto che tanto tempo Ardisce ed a ha sentito V. quello d' A. bensì ciò tutto di giammai che conoscitore rimorso vere Dio della sua e dal pi-oprioaffanno pena, e suoi miserabili accadesse. d'ogni azione, alla di viaggio quelle d' una giudice vero e suo sono Madrid in racconto im in pugno, de' mano esasperata forsi, seddotto imprudenza, oppressola. in prostrarsi a altro con le prove quanto vere dev'essere di ha S, l'infelicissimo dopo S. finissimo d' haver gravezza suoi fa, A. V. tutti informazione, la tediare osa tutto di di l'Oratore Non de' che coscienza sua da dei la prepotente cuori, non che rore giovanile fusuoi aggravi, vessazione dei 123 DOCUMENTI Sia di presso Marzo in che forse nel in altro Per alcuna le adempite al troppo pur maliziose innocenza, nella oppressione di e Oratore, Il dell'Oratore. negozi rilevanti in pose gelosia all'Oratore di V. fatta allo S., di cui A. servire la le più Ma pena, tanto Rocca di rigore continuo A. S. ; ha l' dal- scoperto alla mente innocente, sdegni e Sovrani umile della una a carcere ma nell'onore ossequio, però vantaggio d'esser spaziosa per passi, col salubre dell' aere giustizia fu dov' col è benefìcio esercitarsi più sincero vato procon sempre ranza. spe- questa gran V. S. in di assegnata stato ; ha ossequiosa con l'Oratore lui sequiosa os- precipitarele veduto fortuna, umilmente che moderazione con intaccarsi clementissima quanto Rubiera suoi dei traversie con la aspettando lui soccorso, di V. tollerava più Madrid da credulità 1' Oratore la roba, disastrose umiltà, rassegnata di continuo manteneva la maestà sopportato perder speranze, interessate inescusabile abusata le deliberazioni sue della passioni. loro ha mandamenti. co- principali ed i complici, onde mento tela d'un iniquissimo assassina- sacrosanta sfogo delle Nondimeno vien netrato pe- i inganno un e le altrui commercio si che la ed lato invigi- avvedutezza sua haver servigio, ti'Oppo prepotenti le persone e pi-emunirsi ordiron per con zelante buon suo di d' haver personaggi riguai'devolissimi di Modena, con di del eroica sua S. A. fede, spetto ri- poco positive ti'asgressionia' sovrani gl'impostori troppo fortunati e sono di lui di V. cato man- o di e della pompa e errato di lui persona. la accerti che qual- d'aver impazienza S. per che la con negligenze Ma lettei-e A. V. di malevoli, suoi lividamente strapazzava parti di fedeltà ed al vantaggio decoro di leggerezza righe remissione sapeva de' di lui della umilissime sue non pure concedergli sue con alle cabale supplica voler a fidarsi chi verso pietà quando trascorso, altro egli già implorata graziosa passato suo manifesto S. argomento A. l' haver rassegnazione nel V. bensì della almeno A. in quella trattato luce, col con tro quat- dell'altre, e ve- 124 DOCUMENTI dendosi assegnata vivere, per di provvidenza altri gli haveva non V. A. da che S., e passare rigori delle animo con mura senza d'ogni parte, infettate oscurità lagrimevole, d'una nella il Conte quale habiti, diversi letti,e riverente vra so- ad un merita umidità d'un' pericolosa, solitudine Malvasia contratto condotto vien l'angustia di luce, grondanti d'acqua, miserabile d'una generosa carceri. all'improvviso il miserabile sepolcro miserabile, che altro nome passi, quattro la esaltare Quando quattro segno d'as- tollerabile,provveduto stanza una vole, compassione- già putrefatto molti ha deplorabile infelicità una di salute. Pietosissimo Principe, il povero Esponente vestito,senza venduto. Se morto. la voglia V. A. S. che V. A. impietosita di V. Muovasi a morale l'A. V. fuoco, della a Y. soccorrere il che pietà anco ma S.,sia fatta A. di cuore che Cavai, povero pur pava occusuo un per scandaloso, totalmente senza sicurezza ma S. nascente il miserabile, quale passa modo copassaggio d'aere senza la di salute, ma tutta con della giustizia, queste virtù infelice di speranza Cristo disperazione temporale ed eterna. li meriti del suo glorioso governo, per d'una A. alla si Supplicante, ordinando quel fondo quanto luce, senza con del da di ammirabile sua V. vuole le viscei'e di Gesù S. per la miseria evidenza Muovasi senta non mortificato, non possibile del assassinato, S. A. godimento di ai stenti senza disgraziato nella superiore intelligenzadelle compassionare senza è non affatto inutile, non non sfortunatamente idee ma panni, senza oppresso, dirsi innocente, il S.; quella tomba, suddito sia, può tale, anche di quasi nudo, senz'aiuto; soccorso, Sepolto, è vrano, So- clemente Signore, generoso ove di sua degne con sollievo, ed la tanta afflizione tuna sfor- calamitosa carità, che per si trova clemenza immortale sia levato rassegnazione, per nesto si fu- un passaggio. Muovasi sua pietà V. A. d'ordinare S. per che trionfo venga e per rimesso gloria al suo della famosa posto in com- 125 DOCUMENTI V. quando né Non V. soffra dai alle V. A. portato di sua Consideri S. l' dal- misericordia del da stero Mini- Supplicante, ed ha l'opinione purtroppo maligno sia se di degno di perdono si sperare questo suo di Lei della al Nume mano fondamento al S. A. sue abilità. di lui misere delle V. superiore avversione chi indigenze a sua anco da guadagnato le celate i esso per spei-are esser generosa occhio con può certo o grado implacabile un' osservato fa nel altro, che porta voto sempre alla porti tali,che prove saranno dissimulate qualchedun sempre ha di sa ma ; perdoni questo chi S. ; nulla A. razione. dispesione; confes- questa dell'Oratore V. di una S. Altezza pecca, abbandonato gi*ado in Supplicante d'olocausto serva assenso, del si manifesto misero; Carceri, poiché Ufficiale,o fallace di piante più giuste ancor V. oppressori, ed suoi il l' infelice ha Non queste regge cimento un stanza, nascimento. del il rimanga che temerità dell' A. difetto al all' abbandonamento ed voti S. A. di grandezza suoi supplire terribile,in si Pecca ricorso. bea può solitudine la capace voglia prestarvi il benignissimo compagnia giacché la condizione la nell'Oratore ben S. A. impropria alla Cavalieri, essendo delli duoi pagnia pietà,quand'egli attenzione agli poca altri. agli di tempo d'esser della l'Oratore arbitri sovrani nella suddetta riposto quotidiana che febre debolissimo, angustiato dell'animo, V. A. S. dovuto della S., contento al il suo sua tomba, cui di la nome col del in di d'essere ogni vivere mento l'abbatti- oltre dalla a per lui siano carità seco Carcere bisogna ab- servazione cona V. esser in piuttosto morendo haver di pietà umilia caso sepolto nella deplorabile per riguardo vivere, per possa' non grazia supplicante suo e naturale un che misero Lui a la spera implora commissione vita, quale che S., e patimenti, mantenimento luogo primiero A. di stato condizione prigione almeno travaglia, oltre l'Oratore, quando questa penosa Carandina, che ogni V. tanti sollievo libri,e ciò per posto in da di qualche libéralissima somministrati A. in però Si rassegna detta la memoria 12(5 DOCUMENTI della Quam Deus {Dalle vivente, voce gliosa trava- e ». Carceri di 8 Rubiera, allusiva Dicembre Salvatico al e 1698). figlio incomincia suo a : Il « da entrambi Tanto è costi Figliuolo e procede, più ridicola la vero la e il Padre, bbstiaccia ma questi pochi. Il compatimento, principidi taglia condanna e O che oltre accessi felici e e fare è al fine che ciecamente Grisetta chi informata, ed lettore Neil' altra Sarà proposito a il far faccia che a a seguire, pro- dover si derà cre- persona di paga Se certamente. anche si rimette flession ri- grandi vantar una dre! pa- una coraggio e alla vedere né ha non impegnato generosità che che cosi alcuni, ad 0 ec. riconoscere l'autore che discreto,trincia, ec. lode questa a penna d'esser servirà non spesa. può importare, cortese cosi impegnata di poca bene dirà poi e ricavar per tesa pre- che all'occasione fatta stata ch'egliscriva,e aperture qualche regalo; ed è sola bocca spettatori,che l'immaginabile Mi figlio!..,. curiosa; ed de' ragioni d'esser né una bellezza quella pari la del mente resto sono la principale fa pietà Il quale Chimera. della quanto solennemente Mente li vanta.... e clie formano più stravagante e il Spirito malvagio, bestie tre sono si^accia felici incontri, e li sogna Gian lo conquista vantata, creduta. qui a ogni etc. lettera La cosi da disperazione, lontana stanza degli infelici lificata qua- qualche fosse duto cre- questo foglio al totalmente suo ». in cui lettera discoide Federico, si legge che del Confessore costui « invece del Princ. di attendere a Consigliere, il Tesox-iere, il Consultore, il Direttore la grand'opera della sua tomi de' quali si forma diversi ec; di questi Sermoni dal diavolo, ha voluto far uno figura; tentato fare il Quadragesimali tali che per sopra tutte uno de' Misteri. le anticamere Ha detto imperiali,in positi spro- tutte le BIBLIOGRAFIA DRAMMI, E 1. DRAMMI FAVOLE Sidonio. 2. La Dramma di S. Svanvita. da Milano, Teatro {La da mai 1706, Teatro Venezia, Reggio. 1706, Caio 1707, in S. M. Conti Milano, e del Corte dell'anno 1724. Cesarea del Campaxixi Regio dott, Pietro 32.» Regnerò, del lodato dallo dal composto Zeno, forse ma stampe). del sig. sig. dott. dott. Pariati P. P. Pariati per musica Modenese. Modenese. e 1724, delle musicale nella in opere è Camera di Milano, rappresentarsi nel Pariati, P. del sig. di S. M. vale carne- di poeta Francesco Cesarea e 32.o del Pariati Marciana Rossini sig. musica compositore Vienna, Liceo La da augustissimo è del poesia La Vienna, di comando per Cattolica. e Bibliografia Burg del Opera in 1708, Tragicommedia — Tiorbista Questa nel 32.» Cesarea Cattolica. della Pariati 32.0 Penelope. nella in Penelope casta le Coriolano 1707, 1708. innanzi, per Dncal Pietro rappresentarsi rifacimento anno Marzio da l'anno un dott. Regio 32,° Milano, è divulgato in Milano nel del Opera Dramma di qualche Bologna, a nel rappresentarsi rappresentarsi 1707. 1707, — Svanvita Pariati 1 PARIATI dell'anno da l'anno Svanvita. Pariati La da l'autunno Milano Reggio. Ducal 4. musica Dramma — di La Il PIETRO 32.0 Teatro 3. DI per Cassano TRAGICOMMEDIE MUSICA, PASTORALI — Tron in PER a di ho Venezia, compilato e in teca Biblio- nella quelle di Brera Bologna. 9 130 5. BIBLIOGRAFIA Anfitrione. nel Tragicommedia — Teatro Tron Venezia, in Catt. 6. Astarto. da Vienna S. di Corte La San l'anno 1716. nel C. 32.» nel Teatro Venezia, 1708, 1708. in Finto carnevale 1716 Teatro della Fiera, nel rappresentarsi 1711 tro Tea- Venezia, a in felicissimo dott. P. dal in Favola di Creta. — giorno Elisabetta Ces. da S. C. Dramma natalizio Cristina in per M. S. mon- Salisburgo. del C. musica di Ces. S. M. M. VI musica im- Poesia Catt. e del posta in Camera di l'arie con peratrice dell'Im- Carlo 1714. Ces. della per i e balli strumentale 32.° musica della per di R. di l'anno Catt. e S. A. presentarsi rap- rappresentarsi C. comando S. direttore S. Vienna, M. e Conti, compositore Sua Matteis, C. M. Cappella delia augusto, sig. Francesco M. S. da 32.° per sempre di Pastorale Cristina musica principe di Maestro Parlati, poeta sig. Nicola felicissimo di nel 32.° per e sentarsi rappre- augustissimo ordine per giorno natalizio della stessa Corte arcivescovo — de' Romani in di Salisburgo, 1721, Arcadia. in Vienna, da musica per Tragicommedia Caldara, vice Tiorbista Teseo nel occasione comando Parlati, poeta P. Elisabetta della in 16." Venezia, dell'anno per a — Teatro sig. Cattolica. perator Corte Antonio sig. Antonio del da musica Tragicommedia — Policare. del musica Tron 16." l'autunno Cesarea sig. Francesco sig. in 32.» Teatro nel 1709. in in 1718, rappresentarsi Reggio 1716, Cassano, nel nel di per dell' anno Finto Satiri da Tiorbista Conti Vienna, dell'anno l'anno del- carnevale nel rappresentarsi musica Pubblico Policare. Poesia da nella 32.0 nella Il Catt. e carnevale per rappresentarsi da sig. Francesco Ces. M. Dramma di S. musica è del Eeggio, — Tron 11. in 1739, augustissimo musica Dramma — Costantino. 1711, S. per dell' illustriss. / S. M. di rappresentarsi dell'anno comando di Cassano Ciro. 10. Vienna, da per musica Dramma — di e 1739. l'autunno per compositore Ciro. 9. Il 1707. anno Privilegiato Teatro musica per Dramma — 1718. 8. dell' 16.» Cesarea 7. nel nell'anno Cassano Astarto. e Cassano, cantarsi Dramma — Tron in in rappresentarsi V autunno 32.» Anfitrione e San di da musica per da rappresentarsi nel C. C. R. comando di S. Maestà Carlo ratrice l'impeVI impe- 131 BIBLIOGRAFIA de' Romani rator in Seso^tri. in 1716, Cesarea 1715, fine 1716, in S. Maestà in P. dott. P. Catt. e La nel rona, Ve- è del Camera di sig. S. nella l'anno del- carnevale Parlati, poeta Pietro signor musica di compositore rappresentarsi augustissimo è del poesia La e dott. sig. da musica per comando per Ces. violinista sig. IG." tragica del Opera — dell'illustrissimo 32.» Corte 1723. Conti Francesco C. M. e di C. Vienna, 32.» Arianna 14. lieto Tragicommedia — 1723, Venezia, in Il gran Creso. di Tragedia — Parlati P. 13. Vienna, 1715. 32.» S^sostri. 12. l'anno augusto, sempre e Teseo. di nel teatro Grimani del 1727. Venezia, Arianna in 1728, in la di via dell'altezza di tarsi rappresennell' estate Pergola della Granduca I da musica per protezione Gastone Gio. nell'autunno 16.» teatro sotto rappresentarsi da Grisostomo Dramma — nel Firenze musica per S. Giovanni 1797, Teseo. e dell'anno Dramma — reale del renissimo se- Firenze, Toscana. 1728, in 16.° Arianna ducal Teseo. e in Teseo. e pubblico nel dell'anno DI PER — Verona Statira Tron in — di ecc. il Elisabetta regio giorno stina Cri- Milano, 1731, ecc. — l'anno Dramma l'anno Dramma 1709. per città in musica il carnevale nella tarsi rappresen- primavera TRAGICOMMEDIE da musica 1705, da 1709, da ZENO rappresentarsi Venezia, Verona, musica Pisa APOSTOLO E per di da 16.° E 1705. musica per MUSICA per di S. Cassano 32.» teatro Dramma Sant'Angelo Artaserse. 2. Spagne della PARIATI PIETRO Artaserse. di celebrarsi Maestà Dramma — Pisa, 1736, 1736. DRAMMI di di nel 32.0 Arianna 1. rappresentarsi occasione delle imperatrice regina in da Cattolica Cesarea della natalizio Milano di teatro Dramma — in in anno teatro nel teatro nel teatro 32.° recitarsi 32.» rappresentarsi dell' nel 1705. Venezia, 1705, 132 BIBLIOGRAFIA 3. Ambìeto. Dramma — di Tron 1705, Dramma — l'anno di Verona Amìiìeto. Ambìeto. in in di Falso in 1708, in o Engeìberta. V. nel 9. in Serra nella è del — l'anno 1725. Venezia, M. per l'anno Dramma teatro dell'anno 1731. 16.» in 16.» nel rappresentarsi dell' anno per musica per comando stissimo augu- 1719. Conti e per in Catt. tiorbista Vienna, da la in e sitore compo- 32.» rappresentarsi Fiera nel dell'Ascensione 16.» da Venezia per in il carnovale musica musica Grimani da corte anno per 1725. in Tragicommedia — Ces. 1725 dell' ili.'"" teatro 32.» Samuele S. Dramma Angiolo, carnevale in Cesarea Dramma Verona, Cassano, dell' S. di famosissimo zia, Vene- rappresentarsi da musica sig. Francesco di Camera — tro tea- Dramma — Brescia, 1711. 1714. Morena. carnevale eroico. Massimiano. S. nel musica per a Grimani S. 1708. dell'anno anno per Dramma teatro di dell' Tron musica — 1708. nel rappresentarsi Brescia dell'anno rappresentarsi 7. L'amore dell'anno dell' Innocenza. Forza Venezia, 1742, Chisciotte di da carnovale Dramma — teatro 8. Seleuco. il sia La — Engeìberta. M. 1743. anno rappresentarsi da il carnevale musica per il carnevale famoso dell' moso fa- 32.» il carnovale Verona nel rappresentarsi musica per rappi-esentarsiin da Accademia da 32.0 in musica La nel Venezia, 1742. il carnevale S. Cassano Cassano S. Engeìberta da nell'anno rappresentarsi dell'anno musica Dramma — Dramma — di Tron 6. Don Vienna in da il carnevale per di 1708, Engeìberta. 1742. nel 32.» Tron teatro per teatro rappresentarsi Reale di S. Cassano Tron Tiberino. Venezia, 5. nel 32.° da musica per Dramma — Venezia, 1743, nel Venezia, 16.0 teatro lì teatro 32.» Sant'Angelo Ambìeto. 4. 1705. recitarsi in 1707, Maestà Sua da musica per Dramma — di Verona, Dramma — Vienna, 1742, dell'anno musica per 1707. privilegiatoteatro teatro nel rappresentarsi 32.° in Ambìeto. 1742. da il carnevale Cassano S, musica per rappresentarsi in musica di da in teatro 32.» rappresentarsi S. Giovanni Venezia, nel 32.» Grisostomo nel nel 133 BIBLIOGRAFIA Elisa 10. Tiro. di Hegina di nel teatro Venezia, 1736, in S. crudele. voto Carlo 2. PIETRO 3. nella cappella Vienna, 1714. iu Umiltà L' 4. La donna Cristo al di lui VI Orto. l'anno 1714. cantato Vienna, 1714. Azione — di nella pella cap- 1714, in 4.» cantata sacra VI Carlo imper. e ecc. 16.» dei Maccabei. sette di Carlo imp. 1' anno VI Oratorio — 1715. Vienna, Componimento — santissimo sepolcro l'anno imperatore Componimento — di Carlo sacro 1718. pella capin 4.'' 1717 musica per imp. l'anno VI Vienna, 1717. sacro nella cantato e musica per cantato Vienna, 1718, 4.° nelV Cristo Gesù musica del per r Re sacro nella del spine. — in Vienna, Pietro. cappella 1723, musica per di in Carlo Carlo di VI peratore im- 16.° Componimento — tato can- VI sacro imp. per l' anno 1719. 4.° cappella Componimento — di Carlo sacro imp. VI per 1' anno musica, 1720. tato can- Vienna, 4.0 della Fonte da Signore. nella in 1723. negato 1719, Cena saero Componimento — l'anno cantato Vienna, 1720, Orto. replicato nell'augustissima cappella ecc. Il madre cappella cappella e Il 1715, condannato. nelV Cristo La Oratorio — 4.0 Cristo Gesù in U). l'anno Ester. in forte nella in Battista. Oratorio — imperatore Vienna, nella 4.» imperatore in 1721. anno nella 9. VI Ester. coronata di Carlo 8. Carlo in Gio. r applicato 7. S. cappella 1715, 6. di replicata nell'augustissima cantato 5. in VI Umiltà di 1712, dell' imp. cappella 4.° coronata di Carlo nella cantato morte cantato U 1736. PARIATI Vienna, 1712. sacrilega nella Fede La tarsi rappresen- dell' anno SACRI COMPONIMENTI Oratorio — I' anno VI da carnevale nel Angelo E DI Il musica per 32.» ORATORI 1. Dramma — salute musica anno dolore aperto nel nella cantato 1721. in Vienna, Gesù Componimento Calvario. cappella in 1721, Cristo sacro di Componimento Carlo VI ratore impe- 4.o Signor per — musica nostro coronato applicato al di suo 134 BIBLIOGRAFIA santissimo sepolcro l'anno La 11. Colpa S. M. in VI di Xostro bella. 2. cantato Festa — la principe Elisabetta VI 4. Alceste. r Romani, Cristina dei imperatrice 1' anno Romani di Elisabetta dei e 8. Costanza imperiai in e 1717, di in VI 4.» nel- Cristina peratrice im- dei imperatore il da nome Carlo di 1719, in tarsi rappresen- di Elisabetta VI imperatore 4." musica per corte, festeggiandosi Festa — Romani de' Romani, reale — teatrale Favorita il da presentarsi rapdi nome l'anno 1722. Festa castello di musica per comando per le nozze per l'anno Fortezza. nel 4." comando per musica per teatrale imperatrice imperiai Alberto peratore im- 1721. 4." d^ Aurora. neir Vienna, Festa — e VI 4.« comando 1719. Enone. 1721, Carlo in teatrale per Cristina Vienna, nozze Festa — neir 7. Le 1718, lennizzandos so- rappresentarsi Carlo di in Vienna, imperiai corte, festeggiandosi giudizio 6. Il comando per tarsi rappresen- Carlo Elisabetta di 4.« nell' onomastico musica da in d' Austria 1716, 1717. lo Car- 1715, arciduca musica per VI Favorita, Vienna, Romani nell' onomastico vendicata. neir dei Vienna 1718. Imperiale di per di da imperatrice regnante teatrale corte Vienna, comando per 1716. Carlo comando teatrale dell' teatrale Cristina 1715. Leopoldo l'anno Festa — Festa imperiai di — nell'onomastico per Festa — Asturias Las imperatore — Galatea Vienna, 1727, in 4.» musica per Peschiera nascita regnante 5. di PARIATI l'anno d'Alcina. de placata. Carlo peratore im- Calvario. di S. M. Vienna, Cristina de' Romani de' Romani di 1725. sul cappella 1727. teatrale grande Cristo PIERO Elisabetta la 3. Diana VI cappella l'anno Gesù nella DI vincitrice sopra real nella Romani Signore TEATRALI imperatore Angelica Carlo di 4.° cantato dei l'anno imperatrice VI in 1722, Romani dei FESTE della cappella Oratorio — sacro imperatore più Vienna, imperatore Componimento 1. La nella 4.0 Testamento 12. 1722. originale. Carlo 1725, cantato e dei di Carlo Principi Maria Vienna, 1722, teatrale per Praga da per il in sentarsi rappre- VI peratore im- Amalia 4.0 musica giorno da sentarsi rappre- natalizio di 136 BIBLIOGRAFIA nel teatro Tron Venezia, di in 1708, Pimpinone S. Cassano l'autunno dell'anno 1708. 32.« Vespetta. e Piinpinone. In — Intermezzi Ferrara, comici 1711, musicali in 32." da tarsi rappresen- — nel 1712. In In delle teatro nuovo Vicenza, 1712, Pimpignone. in Grazie di Vicenza il maggio 32.« Intermezzi comici da musicali recitarsi — nel Udine, famosissimo 1715, teatro in 32.» Mantica in Udine l' anno 1715. In INDICE ^^S- Avvertenza Un del pbectjbsoee "^ 1 Metastasio 95 Appendice ^^^ Lamenti Poetici 111 Documenti . 129 BlBLIOGEAFIA