DICEMBRE 2007 IL CORAGGIO DI VOLTARSI “Poste Italiane. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Torino n° 9 Anno 2007”- € 1,20 è in edicola all’interno de 4 pagine dicembre Il 17 dicembre n°9 Direttore responsabile Renato Truce Vice direttore Lidia Gattini Coordinamento di redazione Eleonora Fortunato Segreteria di redazione Sonia Fiore Redazione di Torino Simonetta Mitola, Alice Avallone corso Allamano, 131 - 10095 Grugliasco (To) tel. 011.7072647 / 283 - fax 011.7707005 e-mail: [email protected] Redazione di Genova Giovanni Battaglio e-mail: [email protected] Redazione di Roma Simona Neri, Martina Chichi via Nazionale, 5 - 00184 Roma tel. 06.47881106 - fax 06.47823175 e-mail: [email protected] Hanno collaborato Milena Arcidiacono, Alice Avallone, Giovanni Battaglio, Roberto Bertoni, Marco Billeci, Eleonora Bonafede, Ilaria Cecchini, Martina Chichi, Claudia Civetti, Chiara Colasanti, Emanuele Colonnese, Francesca Giuliani, Ilaria Maccari, Marina Marchese, Matteo Marchetti, Caterina Mascolo, Gloriana Massa, Federica Matarrese, Maddalena Messeri, Luca Sappino, Anna Schiavulli, Jacopo Zoffoli. Direttore dei sistemi informativi e multimediali Daniele Truce Impaginazione Manuela Pace, Marianna Montalbano Illustrazioni Alessandro Pozzi Fotografie e fotoservizi Circolo di Sophia, Massimiliano T., Agenzia Infophoto Sito web: www.zai.net Francesco Tota, Andrea Attivissimo interamente scritte dai ragazzi di Zai.net. Politica, musica, generazioni a confronto, scuola, comunicazione, cultura. Tutto da un punto di vista speciale: QUELLO DEI GIOVANI E' un’iniziativa de: I cantieri dell'etere Il 2007 volge ormai al termine, ma prima di lasciarcelo alle spalle sono almeno due le novità di cui vogliamo mettervi al corrente. La prima riguarda proprio voi: negli ultimi mesi sono state sempre più numerose le email e le telefonate alla redazione. C’è chi vuole collaborare, chi si vuole abbonare o chi, semplicemente, vuole dirci ‘continuate così’. L’altra è che aumenta la famiglia delle istituzioni che condividono le finalità formative ed informative della nostra iniziativa editoriale; il Coni, Comitato olimpico nazionale italiano, nella persona del suo presidente, Giovanni Petrucci, ha deciso di concederci il patrocinio con l’intento di diffondere attraverso il nostro lavoro i valori dello sport. Due parole anche sul numero che vi apprestate a sfogliare. Da non perdere i ritratti e le interviste con alcuni dei personaggi più carismatici della scena politica e culturale del Paese: da Fausto Bertinotti, a Massimo Rendina, a Erri De Luca, a Giovanna Mezzogiorno (ritratta in copertina), a Carlo Mazzacurati, alle neocampionesse del mondo di pallavolo. Ma sotto la lente, come sempre, il mondo tra i banchi con un bellissimo servizio di apertura. A pag. 18 “Il fascino del fascio”, propone una nuova conversazione con Massimo Rendina, grande intellettuale e partigiano dalle gesta illustri, sulla rimonta fascista nelle scuole. Qual è l’origine di questo ritorno di fiamma e, soprattutto, come arginarlo? Egli ha un punto di vista originale e davvero convincente a riguardo. Nemmeno questo mese ci dimentichiamo della scienza: il nostro viaggio alla scoperta delle fonti di energia che non danneggiano il pianeta continua con una scheda approfondita sul fotovoltaico, mentre la rubrica ‘cultura in libertà’ è dedicata all’epopea degli hacker, ovvero coloro che mettono a disposizione della comunità le loro conoscenze tecnologiche per abbattere monopoli e svelare a tutti i segreti dell’informatica. Auguri di buone feste da tutta la redazione! Editore Mandragola Editrice società cooperativa di giornalisti via Nota, 7 - 10122 Torino Zai.net ha ricevuto il patrocinio di Stampa Stige S.p.A. - via Pescarito, 110 10099 S. Mauro (To) Concessionaria esclusiva pubblicità: Mandragola ADV corso Allamano, 131 - 10095 Grugliasco (To) tel. 011.7707002 - fax 011.7707005 e-mail: [email protected] Zai.net Lab Anno VI / n. 9 - dicembre 2007 Autorizzazione del Tribunale di Roma n°486 del 05/08/2002 Abbonamento sostenitore: 10 euro Abbonamento annuale studenti: 7 euro (9 numeri) Servizio Abbonamenti MANDRAGOLA Editrice società cooperativa di giornalisti versamento su c/c postale n° 73480790 via Nazionale, 8 - 00184 Roma tel 06.47881106 - fax 06.47823175 La rivista è stampata su carta riciclata E 2000, Cartiere Cariolaro Questa testata fruisce dei contributi statali diretti della legge 7 agosto 1990, n. 250. Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Main sponsor Direzione Turismo, Commercio e Sport Zai.net è su Centro Unesco di Torino I CANTIERI DELL’ETERE Unione europea Fondo sociale europeo In collaborazione con Il progetto "Zai.net: un pieno di solidarietà" è patrocinato dal Ministero dello Sviluppo Economico RUBRICHE 7 Ieri accadrà Appuntamenti Forum Lo schermo riflette Note acute Antispot Hi-tech 17 18 28 34 36 TUTTA COLPA DI SALINGER Invito alla Scuola Holden 42 46 AMBIENTE E SOCIETA‘ IL FASCINO DEL FASCIO Conversazione con Massimo Rendina HERE COMES THE SUN L’energia pulita viene dal sole CHE VITA SAREBBE SENZA ENERGIA? Il premio Edipower IL LIVE PUO’ INDURRE A DIPENDENZA I Tre Allegri Ragazzi Morti SPAGHETTI HACKER I segreti dell’informatica per tutti BARBARA Emergenti alla ribalta GIOVANI CRITICI 32 40 L’ARTE SOTTO CASA Piemonte da scoprire SE LA POLITICA FA AUTOCRITICA Intervista a Fausto Bertinotti MUSICA 26 LA GIUSTA DISTANZA E’ ANDARE OLTRE Intervista con Mazzacurati LA SECONDA VITA DELLO SPRECO Diventare consumatori solidali conviene IL MONDO NON GIRA INTORNO AL TEATRO! Un Tè all’Opera NON IL SOLITO PACCO! Guida semiseria agli acquisti sotto l’albero SIGNORINA MITI PRETESE Anteprime da palcoscenico: “Roma ore 11” ASPETTANDO PECHINO 2008 Le Azzurre di pallavolo si presentano LA RIVOLUZIONE TRA I GHIACCI L’intoccabile del mese BRIVIDI AD ALTA QUOTA I nostri consigli per sciare alla grande CINQUANTATRE’ ANNI, SETTE MESI E UNDICI GIORNI Il nuovo film di Mike Newell 38 INCHIESTA Scambi all’estero? No, grazie 20 Poco attraenti per studenti, famiglie e insegnanti i programmi di studio fuori dall’Italia 50 52 54 56 58 59 60 Ecco il volto di chi ha contribuito a questo numero Manuela Pace II D 28 anni, vive a Torino. Dopo essere stata, negli anni delle superiori, una giovane fotoreporter di Zai.net, ne è diventata la grafica: ogni mese impagina con cura e dedizione gli articoli dei ragazzi, gratificando così non soltanto i lettori, ma anche il suo innato senso estetico. Nel tempo libero ama preparare squisiti pranzetti per gli amici e dipingere su tela. Sono i magnifici 27 della II Dtecnologico dell’Itis “Trafelli” di Nettuno, una new-entry della nostra redazione. Molto appassionati di motori e sport, questo mese ci propongono a pag. 59 l’intervista con Eleonora Lo Bianco, capitano delle neocampionesse mondiali della nazionale femminile di pallavolo. Simona Neri Adottata dalla capitale, ama scoprirla e cerca di apprezzarne ogni più piccolo particolare. Adora il cinema, il mondo dei blog e fare nuove scoperte su quello che la circonda. In più le piace molto fare i ritratti. È la conduttrice tuttofare di Radio Zai.net. Con ironia e determinazione porta alta la bandiera della redazione fin nelle case dei nostri radioascoltatori. Ha 16 anni, vive in un paesino a pochi minuti dal Lago di Garda, Pozzolengo, e frequenta il terzo anno al Liceo “G.Bagatta” di Desenzano del Garda. Collabora da poco con Zai.net, ma quest'esperienza la diverte molto e le dà l'opportunità di fare ciò che ama: scrivere, in particolare recensioni. Studia danza classica e nel tempo libero (poco!) ama leggere o andare per città d'arte. Jacopo Zoffoli IV B Yari Leonetti, della IV B dell’Itis “Ferraris” di Verona, non ha contribuito a questo numero con un articolo, ma suggerendoci un uso per così dire etimologico della nostra rivista. E ha scritto: “Se pubblicate questa foto vedrete una scuola in delirio”. Speriamo di esserci riusciti. Ciao IV B, e continuate a leggerci! A cura di Giovanni Battaglio, 20 anni Savona Notizie serie e curiose selezionate dai calendari del passato 1 1913 La Ford Motor Company introduce la prima catena di montaggio, riducendo i tempi di produzione: inizia l'era della produzione di massa. 1990 I tronconi francese e inglese 18 anni, vive a Roma e studia al liceo scientifico. Ma è solo una copertura: in realtà la sua unica e grande passione è l’opera in tutti i suoi aspetti, dalle scene ai costumi al canto. Puccini, Mozart, Verdi: per molti degli assidui avventori di via Nazionale questi non sono più nomi ignoti. Ma, cari lettori, adesso tocca anche a voi: Un tè all’Opera è una rubrica che spesso ci terrà compagnia, questo mese con una variazione: si parla di balletto. Greta Pieropan A’ R AD C AC I IER DICEMBRE GE A ST K C BA 5 1926 Prima de “La corazzata Potemkin” di Sergej M. Ejzenstejn. Checché ne dica Fantozzi, il film è uno dei pilastri della storia del cinema. del Canale della Manica si incontrano a 40 metri di profondità, creando così il primo collegamento terrestre fra Gran Bretagna ed Europa dall'ultima glaciazione. 2 1984 Ucciso dalla mafia Leonardo Vitale, il primo pentito della storia. Dopo aver fatto i nomi di Riina, Provenzano e Ciancimino non era stato creduto, e fu rinchiuso per 12 anni in un manicomio. 1906 La FIOM (Federazione Italiana Operai Metalmeccanici) firma a Torino il primo contratto collettivo; contraente è la locale fabbrica Itala. 4 1980 Si sciolgono i Led Zeppelin. Fatale per la band la scomparsa del batterista John Bonham, morto per aver ingerito eccessive dosi di vodka (circa 40). 1264 Papa Celstino V abdica al Soglio Pontificio. Finora è l'unico caso di rinuncia al papato. L'episodio è immortalato da Dante con la famosa espressione “fece per viltade il gran rifiuto”. 16 1689 Il Parlamento inglese adotta la Bill of Rights, sancendo la nascita del costituzionalismo moderno. 7 43 a. C. Muore a Formia l'oratore romano Marco Tullio Cicerone. Aveva 63 anni. 1851 Brevettato il primo frigorifero. 3 13 9 1987 Comincia la Prima Intifada in Cisgiordania e nei Territori Occupati. 12 1969 In Piazza Fontana a Milano una bomba piazzata all'interno della Banca Nazionale dell'Agricoltura miete 16 vittime e ferisce 88 persone. L'attentato segnerà una svolta per molti giovani, spinti alla lotta armata dall'incalzante strategia della tensione portata avanti dallo Stato. 22 1849 Graziato lo scrittore Fedor Dostojevskij, che stava per essere giustiziato. Secondo un uso diffuso nella Russia dell'epoca la commutazione della pena in lavori forzati fu comunicata ai condannati soltanto sul patibolo. 1947 Approvata dall'Assemblea Costituente la Costituzione della Repubblica italiana, che entrerà in vigore il 1° gennaio seguente. 30 1922 Viene costituita l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), TI EN AM T N PU P A 9 A cura di Marina Marchese, 20 anni Milano 18 ROMA Al Palalottomatica Biagio Antonacci conclude il tour 2007 1 NAPOLI Tutto il mese di dicembre a disposizione per visitare la bellissima mostra su Caravaggio allestita al Museo di Capodimonte, Caravaggio. L'ultimo tempo 1606 – 1610. Il percorso espositivo presenta, per la prima volta insieme in Italia, oltre venti capolavori degli ultimi anni di attività dell’artista, tra i quali la celebre Flagellazione, per la cappella de Franchis in San Domenico Maggiore a Napoli, oggi al Museo di Capodimonte, la Crocifissione di Sant’Andrea del Museum of Art di Cleveland, la Salomè con la testa del Battista della National Gallery di Londra e, per la prima volta a Napoli dopo il recente restauro, l’opera il Martirio di Sant’Orsola (Sant’Orsola confitta dal tiranno), dipinta per il principe Marcantonio Doria e ora di proprietà di Banca Intesa. ROMA Da segnare in agenda due ricorrenze importanti: il World AIDS Day 2007, giornata mondiale per la lotta contro l’Aids; la manifestazione nazionale per difendere l’accessibilità all’acqua pubblica. Per maggiori informazioni sugli eventi visita i siti www.worlaidsday.org e www.acquabenecomune.org DICEMBRE 19 6 27 MILANO Al Datchforum alle 21.00 i Subsonica in concerto con "A caduta libera .. in tutti i mie sbagli". 3 4 5 TORINO Alla Scuola Holden lo sceneggiatore Todd Rohal, vincitore del premio “Invito alla Holden”, tiene un laboratorio di sceneggiatura per giovani registi in erba. 10 ROMA Ultimi giorni per andare a vedere Noccioline – Peanuts. Lo spettacolo di Fausto Paravidino, scritto quasi di getto all’indomani del G8 di Genova, è in scena al Teatro Eliseo fino al 16. PESCARA All’Ex mattatoio si esibisce il Teatro degli orrori, quartetto della scena indipendente italiana. 14 MILANO Prosegue al Circolo Magnolia, con Miss Violetta support act, Antianti, "L'insano progetto" di Dade dei Linea77; il giorno successivo si sposta all'Hiroshima Mon Amour di Torino. Video-stream in diretta su www.antianti.it 29 MILANO Ultimo giorno per coniugare clima festoso e solidarietà: all’uscita della metro Pagano (via Burchiello angolo via Cherubini), 350 mq di esposizione in cui trovare tutti i prodotti del commercio equo e solidale. 30 TORINO Si conclude oggi la terza edizione del concorso letterario “Lingua Madre” promosso da Regione Piemonte, Fiera Internazione del Libro, Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile, e rivolto alle donne straniere residenti in Italia (con una sezione per le donne italiane che vogliano "raccontare le donne straniere"). Ogni anno viene pubblicato un libro con i racconti selezionati, poi distribuito in tutte le librerie d'Italia. La premiazione avverrà all'interno della Fiera Internazione del Libro di Torino. M RU FO 11 A cura di Luca Sappino, 19 anni Roma LA SCUOLA CHE VORREI La Riforma Fioroni non mettere tutti d'accordo. Eccovi le opinioni degli studenti sui principali problemi che affliggono il mondo tra i banchi Un ritorno all'antico In queste ultime settimane il ministro della Pubblica Istruzione ha sorpreso e forse un po' confuso l'opinione pubblica parlando di un ritorno imminente dei cosiddetti 'esami di riparazione' per chi non raggiunge la sufficienza in una o più materie durante l'anno. Come si legge da una nota pubblicata sul sito ufficiale, in realtà cambieranno solo le modalità di recupero dei debiti, che deve avvenire entro il 31 agosto e comunque prima dell'inizio delle lezioni dell'anno scolastico successivo. Ecco alcune riflessioni su cosa non va nella concezione di scuola del nostro ministro. Infatti essa: - considera a priori gli studenti una categoria di scavezzacolli, basandosi su luoghi comuni come "i figli del disincanto", "la generazione priva di ideali", "i ragazzi privi della volontà di costruirsi un futuro"; - è animata da idee di destra che più di destra non si può, come quella per la quale la severità assoluta, magari condita con un pizzico di autoritarismo, è il miglior metodo educativo; - crea nei ragazzi ansia, apprensione ed incertezza, privandoli della necessaria serenità per studiare; - attacca e mette in discussione la preparazione dell'intero corpo docenti (in particolare quelli di matematica), senza tener conto di storture come le sole due ore di matematica previste al ginnasio del liceo classico; - se la prende con l'impreparazione degli studenti quando invece nei licei classici, scientifici e linguistici i promossi senza debiti sono rispetti- vamente il 65,6%, il 61,1% e il 61,7%. Negli istituti tecnici e professionali la percentuale si abbassa notevolmente ma è risaputo che in certi indirizzi il livello medio della preparazione degli alunni sia meno elevato; - continua ad affliggere l'opinione pubblica con problemi reali ma non certo prioritari come il bullismo (che, a detta dello stesso Fioroni, "ha coinvolto meno dello 0,025% degli studenti"), quasi ignorando i molti edifici scolastici non a norma e l'alto numero di insegnanti precari. Infine, ma qui Fioroni non c'entra, viene da chiedersi se in questo paese valga la pena di studiare e d'impegnarsi quando ai test d'ingresso all'università si rischia di non essere ammessi perché non si ricorda chi ha vinto il Grande Fratello o dove si è disputata l'ultima edizione della Champions League. Roberto Bertoni, 17 anni, Monterotondo (Rm) Il sistema dei debiti non funziona E' l'ennesima riforma che gli studenti si vedono piombare tra capo e collo appena tornati dietro i banchi di scuola. Eppure a me sembra che questo decreto sull'obbligo di recuperare i crediti entro fine agosto finalmente riconduca ad un rigore e ad una serietà che ormai sembravano smarriti dietro un approccio tecnicistico lontano dal vero significato del 'fare scuola'. La scuola vista come un'industria sforna-cervelli sembra riprendere in considerazione la sua vera finalità: la crescita della persona intesa per quello che è e non per il ruolo più utile che dovrà ricoprire all'interno della società. La reintroduzione degli esami di recupero a settembre potrebbe, ad un primo esame, risultare quasi una forma di terrorismo psicologico nei confronti di chi avesse problemi in qualche materia, ma a guardarla in profondità ci si rende conto che a lungo andare tutelerebbe proprio noi studenti. Il sistema pseudocommerciale dei debiti dà l'illusione di una facilità eccessiva del recupero: i tempi sono molto prolungati ed in pochi passano gli esami ad ottobre perché 'tanto non vale la pena impegnarsi d'estate, avrò la possibilità di rimediare durante tutto il corso dell'anno successivo'. Così ci si ritrova alla fine dell'anno con un debito non recuperato che miracolosamente diventa una sufficienza o viene assegnato nuovamente creando lacune che si perpetrano per anni. Il decreto sugli esami di riparazione - come un po' impropriamente è stato definito - propone, invece, un'alternativa molto più lineare che pretende costanza nello studio con lo scopo, già dalla fine del primo quadrimestre, di porre rimedio alle situazioni più difficili. In questo modo i debiti alla fine dell'anno dovrebbero diminuire e, comunque, non ci sarebbero casi di insufficienze prolungati per più di un anno (che tra l'altro rendono praticamente impossibile un recupero totale: chi potrebbe riuscire a risanare due, tre anni di cattivo apprendimento in un'estate?). Dopo tanti anni di riforme che non hanno tenuto in gran conto l'importanza di una buona istruzione e che delegavano ogni decisione ai singoli istituti, mi sembra che ci stiamo finalmente muovendo nella direzione giusta. Livia Panascì, 17 anni, Roma Maturità linguistica, bella fregatura Finalmente sono giunto all'ultimo anno della mia tribolata avventura liceale ma, anche se le mie arie da sbruffoncello farebbero pensare il contrario, devo ammettere di vivere con una certa ansia l'arrivo dell'esame di Stato, una prova che, grazie alla riforma del ministro Fioroni, ha subito una serie di importanti modifiche che hanno "restituito dignità ad un esame ormai svilito del suo valore". Un simile cambiamento non può cogliermi impreparato, così decido di appagare la mia insaziabile curiosità spulciando la nuova normativa su internet. Sapete che cosa scopro? Che le commissioni constano di sei docenti, tre esterni e tre interni, nominati da Peppino in persona. Vabbè, fin qua tutto chiaro, o no? Mannò, ma che chiaro, questo è un disastro! Come, le commissioni del liceo linguistico sono sempre state formate da otto membri (per permettere a tutti e tre i docenti di lingua di esaminare il candidato nella sua "materia caratterizzante") e ora Fioroni dice che ce ne devono stare soltanto sei? Click, s'è accesa la lampadina di Archimede. Massì, quel volpone del Ministro sapete che cosa ha fatto? Ha rifilato lo stesso otto insegnanti al linguistico: cinque propriamente detti, ma tre - quelli delle lingue straniere, appunto - che fanno per uno.Per carità, vengono pagati integralmente, presenziano alle prove scritte e al colloquio finale, ma tutti e tre assegnano un solo voto. C-cosa? Un solo voto? Ma come, io scelgo il linguistico perché adoro le lingue, sono un genio del poliglottismo e all'esame orale perdo punti perché contano più le votazioni nelle materie scientifiche che nelle lingue? E ci credo che lo chiamano esame di maturità: finalmente capisci che fregatura è il mondo. Lazarillo de Tormes Insegnanti, chi siete? Noi vittime e loro spietati carnefici, chiamati a decidere della nostra valutazione nonché del nostro futuro. Ma chi sono in fondo questi professori ? Precari fino ad età avanzata, assunti dopo anni e anni di gavetta per poi lavorare in situazioni spesso al limite dell'immaginabile se non del ridicolo, sfruttati e assolutamente mal pagati. Il percorso di un'insegnante inizia con i normali anni di studio e una laurea correlata di belle speranze per un radioso e sicuro futuro professionale, peccato che queste speranze si vadano affievolendo subito dopo, nell'approccio al mondo del lavoro.Superato un concorso o dei corsi, che forniscono l'abilitazione all'insegnamento, inizia un'estenuante ricerca di punti che facciano raggiungere nelle graduatorie una posizione abbastanza alta per arrivare all'immissione in ruolo, cioè alla fine del precariato. I punti si raccolgono in anni di supplenze a breve e successivamente a lungo termine, che quasi sempre i poveri precari sono costretti a fare lontano da casa, così che il misero compenso per pochi giorni di servizio se ne va tra alloggio e spostamento. Le difficoltà non si fermano qui purtroppo: gli insegnanti, precari e non, lavorano troppo spesso in condizioni pessime e chiunque abbia a che fare con la scuola lo sa. Sono estremamente rare infatti, soprattutto al Sud, le scuole in regola con tutti i parametri imposti dalla legge, anche i più banali, come una struttura adatta, il rispetto delle norme di sicurezza o la disponibilità degli strumenti. Inoltre, a volte i docenti si ritrovano ad insegnare in realtà assai particolari e difficili, spesso chiamati a ricoprire anche il ruolo di assistente sociale e genitore, o vittime di minacce e veri e propri atti criminali, ce ne forniscono un esempio gli ultimi avvenimenti a livello nazionale. Detto questo, il mio suggerimento è di rivedere almeno in parte la nostra posizione: i professori non vanno odiati, bensì compatiti!.E soprattutto aiutati. Marzia Mancuso, 15 anni, Vibo Valentia O M R HE TE C S ET O L RIFL Alcuni personaggi, alcune idee, alcune azioni a poco a poco si perdono nella leggenda. La figura di Ernesto Guevara è uno degli esempi più insigni. Vi segnaliamo un documentario che per celebrarlo, a quarant’ anni dalla morte, ha preferito farsi guidare dalla storia più che dal mito NO TE A cura di Caterina Mascolo, 17 anni Roma Che Guevara, il corpo e il mito l ricordo, le imprese del guerrigliero argentino affascinano ancora generazioni di reduci del quarantotto e giovani infiammati, nostalgici ed appassionati. La storia, non il mito, guida il lavoro di Raffaele Brunetti, regista del lungometraggio dedicato a Guevara. Un film difficile, un percorso che viaggia dal 1967, anno dell’ uccisione, al 1997, teatro del ritrovamento dei resti. Cinquanta minuti che spaziano da materiali di repertorio ad inediti, scomponendo il mito, deeroizzandolo, contaminandolo di una quotidianità che aveva perduto. Gli occhi vitrei dell’ uomo sdraiato nudo sono diversi da quelli fieri e combattivi dipinti sulle bandiere. I capelli scomposti sono differenti dalle iconografie. La leggenda si sgretola sulla vita, sull’ analisi di una politica controversa ed ambigua, sulla figura di un uomo indipendente ed isolato, contro l’ imperialismo sovietico, contro il capitalismo americano. Dalle gesta di un comandante descrive l’epopea di un corpo prima esposto agli scatti fotografici di un mondo incredulo, poi occultato, scomparso, smarrito nella foresta boliviana, un corpo ritrovato, acclamato, divinizzato. Una storia che doveva essere cancellata, e che invece risorge nonostante il passare inesorabile del tempo, nonostante la storia si affievolisca. Il Che riemerge come un esempio di libertà assoluta, di umanità, di noncuranza del potere personale. Dall’afosa ed umida foresta sudamericana si muove su magliette e poster tra le vie europee, corre sui treni per le manifestazioni, sventola nelle piazze. Un modello, un esempio negativo, secondo diverse interpretazioni. Ecco, questo documentario supera la stereopatizzazione, la figura banale dell’eroe senza dubbi e senza paura che si immola perché crede di poter cambiare il mondo; analizza il contesto, i dettagli. Voci importanti, come quelle di Savio ed Incharregui, aiutano nella loro coralità d’informazione ad indagare, a studiare la moltitudine di sfaccettature della reltà nella quale si destreggiarono personaggi che si sono trasformati in uomini illuminati, in dei dell’olimpo moderno. Analisi storiografiche, marcite negli archivi, vengono nuovamente rielaborate; la più interessante è forse quella di Savio, un lungometraggio. Le interviste inedite, le ricostruzioni e le immagini ampliano l’ orizzonte dello spettatore, lo lasciano stupefatto quando raccontano la propria storia. Un metadocumentario dunque, dove le vicende si intrecciano, si uniscono, legate dal filo del corpo del Che. Oggi, il nostro paese è l’ unico in Europa in cui la televisione pubblica non solo non coproduce documentari, ma li trasmette in orari improponibili per chiunque non sia un pipistrello. Tutto questo crea un gap dannoso ed assurdo, perché bisognerebbe insegnare a pensare ed analizzare, per non plasmare un popolo di dogmatici e fanatici. I A cura di Matteo Marchetti, 20 anni Roma AC UT E Pubblicità cannibale La pubblicità è l'anima del commercio, un ritornello che ci riempie le orecchie da decenni. Ma insieme a questo ci sono molti altri ritornelli, dai Beatles a Vasco Rossi. E pazienza se qualcuno, poi, si rivolta nella tomba gni spot che si rispetti, ormai, sceglie un sottofondo orecchiabile, meglio se d'autore. L’ultima è stata la compagnia assicurativa Allianz, impadronitasi di Here comes the sun dei Beatles, un pezzo del 1969 che parlando dell’alba di una nuova era di fratellanza è sicuramente l’ideale per reclamizzare delle polizze assicurative. Sempre a proposito di sole, forse bisogna ricordare anche la bibita Aquarius, che sfruttando una particolare omonimia ha scelto Aquarius dal musical Hair, vetta del pensiero hippie che ci incitava a ‘lasciar entrare la luce del sole’, ma di tutto questo resta solo un ciccione mascherato da Venere del Botticelli a decantarci in falsetto le virtù del prodotto. Per rimanere invece in casa nostra, pensiamo alle varie canzoni di Vasco Rossi cannibalizzate dalla Fiat, o a Donne di Zucchero usata per dei sughi, o peggio ancora alle calze che ballano sullo schermo mentre si sente «siamo così, dolcemente complicate…». Senza ombra di dubbio gli autori pensavano esattamente a questo. Poco mi importa che spesso i proventi di queste canzoni ‘impegnate’ siano devoluti in beneficenza, come nel caso dello spot Allianz. Il problema è che ancora una volta i mercanti entrano nel tempio di una forma di espressione nata come protesta e tramutata in jingle usa e getta: i prodotti per bambini ‘tosti’ vengono sparati con violente schitarrate o rap accattivanti, così come si ruba musica classica per mobili o auto. E poi ci si chiede perché i nostri ragazzi siano tanto dediti a trasgressioni folli, più o meno reclamizzate dalla rete. Che cosa è rimasto per marcare una linea di separazione fra la nostra generazione e le altre? Chi ci ha preceduto riusciva a incupire i pranzi in famiglia con la sola presenza di un particolare disco, bastava che fosse ‘rock and roll’, un’espressione che solo persone di una certa età riescono a pronunciare con il ribrezzo che era nelle intenzioni dell’artista suscitare. Per noi i Beatles sono musica ‘moscia’, House of the rising sun è una nenia che conosciamo fin da piccolissimi, i movimenti d’anca di Elvis roba da educande. Niente ci arriva del trasporto ideale che un pezzo dovrebbe portare con sé, e forse questo – se può risultare comodo ai pubblicitari che così hanno gioco facile nel propinarci il sottofondo che più ritengono appropriato senza scatenare altro se non sommovimenti in qualche tomba – si ripercuote in un consumo della musica legato alle contingenze. Già Vasco Rossi ha detto, dopo aver fornito alcuni pezzi all’idrovora pubblicitaria, di non essere più interessato alla faccenda, che fare da sottofondo ad una macchina che scorrazza per stradine di campagne è umiliante, oltre che inutile. Chissà che ne pensa James Brown, che si vede cantare la sua Sex Machine da un ippopotamo di gommapiuma che poi passa a parlare di pannolini. O T O P IS T AN A cura di Martina Chichi, 20 anni Roma HI -TE CH A cura di Marco Billeci, 20 anni Pisa IL SITO DEL MESE: CONTRO-MANO.NET TABACCO? SÌ GRAZIE “Ne hai abbastanza del tuo aspetto sano? Prova NicoClean, ti invecchia di dieci anni già dalla prima applicazione”. L’ironia è l’ingrediente scelto dall’Unione europea per la campagna comunitaria contro il tabagismo, online da fine ottobre. L’idea è simpatica e giovanile: www.nicomarket.com è un negozio online che vende prodotti cosmetici (ovviamente falsi) in cui il principio attivo è il tabacco. Ogni prodotto ha un suo videospot e la testimonianza di un cliente soddisfatto che ne anticipano i “benefici” sul corpo; denti marci con NicoTeeth, il dentifricio con estratti di nicotina, oppure voce roca con NicoVox, lo spray a base di catrame. A differenza delle solite campagne di comunicazione che riescono a far venire il voltastomaco, questa volta gli effetti negativi del fumo sono illustrati in un modo del tutto nuovo. Resta però da vedere se la chiave ironica renderà il messaggio più efficace. Peccato anche che, nonostante nicomarket.com sia curato fin nei dettagli e tradotto in ventidue lingue, finora non sia stato lanciato in alcun modo. VIA LE DENTIERE DALLE SCRIVANIE Mentre a ogni scatto di qualche noto fotografo si solleva un polverone, è passata inosservata la campagna per il rinnovamento di tutte le classi dirigenti “Italia da bere”, promossa dalla Tp, l’Associazione italiana pubblicitari professionisti alcuni mesi fa. Giusta l’idea, giusta la grafica, giusto il contenuto; sarà proprio questo ad averla penalizzata? Sempre pronti a scovare quel dettaglio che fornirà titoloni per giorni, sul messaggio che rischia di far nascere polemiche non sterili gli occhi non sono mai puntati. Ecco l’appello: “Erano gli anno ’80 e sembrava che la vita fosse solo bollicine. Oggi, dopo trent’anni, da bere non c’è quasi più niente. La classe dirigente italiana, la cui età media va dai 60 ai 70 anni, il bicchiere lo usa per altre cose. Anche perché loro, i nostri potenti gerontocrati, hanno già bevuto. In questi ultimi decenni si sono tracannati litri e litri di politica, finanza, economia, cultura. E, per dirigere senza problemi, si sono bevuti anche qualche generazione di giovani competenti, appassionati e preparati, che hanno potuto solo scegliere fra rassegnazione, precariato ed espatri […]”. I dettrattori di internet affermano che il web è una rete solo quando si tratta di imprigionare ma non se deve bloccare chi cade. Di sicuro chi cerca informazioni online senza avere un punto di riferimento rischia di precipitare in un abisso di pagine da cui è difficile cavar fuori qualcosa di utile. Contro-mano.net è una rivista di informazione online che può fornire proprio questo appiglio: è semplice da consultare, è ricco di contenuti ed essendo in rete ormai dal 2004 ha un cursus honorum che ne garantisce l'affidabilità. “Saremo come i salmoni: risaliremo la corrente fin dove sarà possibile”, così si presentano i curatori del blog, ed in effetti su attualità, cultura, musica e tutto ciò che affrontano i contromanovali adottano una prospettiva sempre originale. Le rubriche del sito sono troppe per essere riportate tutte qui, vi segnaliamo le più sfiziose: Chicche di Caffè è un dizionario tematico su tutto ciò che riguarda la bevanda più amata dagli italiani, Il boccale del portale dove si presentano birre di tutto il mondo, Mezzepenne, che offre una panoramica di racconti e poesie di giovani autori, Ten Yeas Ago, per ricordare anniversari e ricorrenze celebri INTERNET GRAFFITI: IL SORPASSO Era solo una questione di tempo, ma a leggerlo fa comunque una certa impressione: Internet ha violato anche il tempio più sacro della Tv, il prime time. Secondo le ultime ricerche, infatti nella fascia oraria serale sono più le persone che preferiscono navigare in rete rispetto a quelle che rimangono fedeli ai programmi televisivi. Un sorpasso che riguarda anche un altro mostro sacro del ventesimo secolo, il telegiornale. Certo, facendo zapping la sera non si può non pensare che la Tv ci abbia messo del suo per farsi sorpassare... MICROBLOG, THE LATEST ( BUT NOT THE LAST) INTERNET REVOLUTION Circa una settimana fa ho aperto il mio blog su myspace, finalmente mi sentivo alla moda, trendy, à la page... Macché, pochi giorni dopo vedo un mio amico armeggiare con il cellulare, gli chiedo che cosa stesse facendo e mi risponde che sta aggiornando il suo micro-blog. Che??? Gli chiedo attonito. Lui mi guarda come si guarda un vaso greco di terracotta (del tipo, bello sì, ma adesso abbiamo le pentole a pressione) poi mi spiega che il micro-blog è un blog sul quale si scrivono piccoli post, di solito con meno di duecento caratteri, che possono essere visualizzati da chiunque oppure solo dalle persone autorizzate dall'utente. Il micro-blog può essere modificato via web, sms, mail o instant messaging, la sua funzione principale è aggiornare parenti ed amici sui propri spostamenti, segnalare appuntamenti o eventi, dare notizie. Gli aggiornamenti sono inviati immediatamente via messaggio al cellulare e alla casella di posta elettronica degli utenti registrati. Twitter e Jaiku sono i siti leader dei micro-blog, ma molti altri ne stanno nascendo, Facebook e Myspace offrono già questo servizio mentre Pownce integra micro-blog e filesharing. In totale ad oggi sono circa 111 i siti di questo tipo. P.s.: vista la velocità con cui cambia il mondo del web, non vi possiamo garantire che quando uscirà il giornale il micro-blog non sia già stato sostituito dal nanoblog, dove si scrive una sola parola e chi legge deve indovinare tutto il resto. In primo piano 17 SE POLITICA FA AUTOCRITICA LA di Franceco Testi, 20 anni l mitico portaocchiali oscilla ipnotico al ritmo del discorso: solo alla fine t’accorgi che c’è molto più stile istituzionale in quell’astuccio che in tutta l’aula di Montecitorio. Di fronte agli studenti del liceo romano “Giulio Cesare” – in un incontro di qualche settimana fa - Fausto Bertinotti ha discettato di crisi della politica, limiti della sinistra e ricordi operai, citando Grillo una sola volta e mescolando modi da lord inglese e contenuti da ex-sindacalista Cgil. Iniziamo con le sue stesse parole, pronunciate all’insediamento da presidente della Camera. Allora parlò del rischio di un distacco del paese dalle istituzioni: oggi è sotto gli occhi di tutti. «Posso dire di averci preso: sì, avverto un distacco molto profondo. D’altra parte non so se si possa più parlare di opinione pubblica. Da un lato la politica non riesce ad interpretare bisogni, aspettative e speranze, dall'altro la società civile si è incartata in se stessa. Si fatica a riconoscere l'altro e quando uno ti si avvicina ne hai pure paura: ecco perché il tema della sicurezza è così enfatizzato. Aggiungiamo che la percezione è più grave del fenomeno reale». Che responsabilità ha la sinistra a questo riguardo? «Non ha proceduto ad una ridefinizione delle coordinate generali. Non potevano essere più quelle della sconfitta, eppure devono esser critiche nei confronti della modernità». Sì, ma dopo il crollo ideologico ha dovuto trovare nuove vie. La legittimazione è arrivata? «La sinistra ha cercato di legittimarsi attraverso la scorciatoia di andare al governo. Non dico che il Governo non sia una occasione importante: ma se diventa il tuo nuovo Palazzo d'Inverno, riduci la politica a processo adattativo». Ma la crisi della politica è anche crisi dei corpi alla base: partiti e sindacato. Che ricordi ha della sua stagione alla Cgil? «Quando facevo il sindacalista a Torino, negli anni delle grandi migrazioni dal Sud, in città campeggiavano i cartelli con scritto "non si affitta ai meridionali". Gli stessi operai comunisti e cattolici pensavano che i “terroni” andassero tenuti lontano: sporcavano, non sapevano usare l'ascensore, addirittura la leggenda diceva che coltivassero nei bagni. Gli operai I NEL GIOCO DELLA MORRA CINESE SUL SASSO VINCE IL FOGLIO. CREDI ANCHE TU CHE LE PAROLE POSSANO CONTRIBUIRE A SPEGNERE L'AGGRESSIVITA'? CHE ABBASSARE I TONI NON SIA UN GESTO FUORI MODA? "SFERRA UN CONGIUNTIVO" E' LA NOSTRA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE CONTRO LA VIOLENZA spazio offerto da Mandragola Advertising S.r.l. SENTIRSI DI SINISTRA, VOTARE PER LA LEGA E ANDARE AL V-DAY, ECCO COME SI MANIFESTA LA CRISI DELLA POLITICA NELLA SOCIETA’ CIVILE SECONDO IL PRESIDENTE DELLA CAMERA FAUSTO BERTINOTTI. UN ANTIDOTO ALLO SGRETOLAMENTO TUTTAVIA C’E’ (ANCHE PASSANDO PER QUALCHE SCONFITTA) Roma questo lo pensavano, ma non lo dicevano. Non si poteva, perché altrimenti si finiva esclusi, in sezione e in parrocchia. E anziché dire quello che pensavi, finivi col pensare ciò che dicevi: proprio tu, operaio che diffidava dei “terroni”, li lodavi come straordinari compagni lavoratori. Si era ai limiti dell'autocensura, ma c’era anche un elemento di costruzione della coesione sociale». Elemento che oggi manca, quindi. La fine delle ideologie ha portato allo sgretolamento della società civile: gli elettori sembrano schegge impazzite. «Nella mia esperienza politica, da come uno era collocato in politica capivi come la pensava. Oggi questo pensiero organico forte non si riflette né nella politica né nella società. Conosco uomini e donne che pensano in maniera radicalmente di sinistra su tutti i conflitti sociali e bollano l’accordo sulle pensioni come una schifezza; votando però non scelgono una collocazione coerente, ma anzi la Lega, perché proiettati in una determinata parte del paese; e alla fine vanno alla manifestazione di un comico come Grillo». Proprio qui si voleva arrivare: politica e antipolitica. C’è una crisi nell’attuale sistema politico? Da quattordici anni aspettiamo che passi la bufera. «Un tempo sarebbe bastato che partiti e sindacati recepissero un'istanza democratica per tornare a farsi forti. Oggi bisogna ripensare l'intera struttura con un'operazione di sistema. La mia soluzione è che si debba rispondere con un lavoro a medio e lungo periodo. Non dobbiamo farci distrarre troppo dalle risposte hic et nunc: finiremmo attratti da una delle ragioni della crisi, quella smania di piacere al maggior numero possibile di persone nell’immediato. Invece devi spezzare questa sudditanza, devi provare a riprogettare il futuro, devi recuperare consenso. Anche passando per qualche sconfitta». 19 IL FASCINO DEL FASCIO LA RIMONTA FASCISTA NELLE SCUOLE E’ UN DATO DI FATTO. L’ALLARME DEGLI ANTIFASCISTI PURE. MA CHI L’AVREBBE DETTO CHE ANCHE I PARTIGINAI FAREBBERO A MENO DELLA ‘LEGGE SCELBA’? LA RISPOSTA DEVE ESSERE CULTURALE E NON AUTORITARIA, PAROLA DI MASSIMO RENDINA di Luca Sappino, 19 anni liceo scientifico “Azzarita” - Roma giovani - si sa - sono campo fertile per il fiorire delle più varie discussioni; spesso gratuite e inutili, altre volte – ed è il caso che abbiamo affrontato insieme a Massimo Rendina, Presidente dell’Anpi, Associazione nazionale dei partigiani, del Lazio - fondamentali e di reale interesse. Qualche tempo fa, proprio Rendina, insieme ad altre personalità di spicco dell’antifascismo italiano, intellettuali e non, dal filosofo Vattimo al calciatore Lucarelli, ha risollevato la questione insoluta della rimonta fascista nelle scuole italiane e nel mondo che gravita attorno ad esse. Con una lettera aperta indirizzata al ministro Fioroni, Rendina, pur non essendo – come ci ha poi confessato – il reale artefice della missiva, chiedeva maggiore attenzione sull’applicazione delle misure volte a I scongiurare il rigurgito fascista e quindi, in sostanza, l’osservazione delle direttive fornite dal sistema di leggi Scelba e Mancino. Dalla lettera usciva un fronte antifascista, spaventato e stremato, invocante l’aiuto dello Stato, quasi convinto non possa esserci ormai alcun altro tipo di risposta, al dilagare di intolleranza e violenza, se non quella della repressione, dell’impeccabile applicazione della legge con squadre di avvocati pronti a mettere tutti i puntini sulle “i”. Noi di Zai.net, che sul tema già da tempo avevamo acceso i riflettori con un articolo pubblicato su Sotto i Venti – il nostro inserto mensile nelle pagine del Riformista – avevamo sostenuto che unica risposta possibile al fascino del fascismo fosse quella culturale, non demonizzante e autoritaria, bensì educativa e di confronto. Abbiamo portato la nostra riflessione proprio a Rendina e, guarda un po’, abbiamo scoperto che anche i partigiani della legge Scelba farebbero volentieri a meno, ma… c’è sempre un ma. perdita di buoni esempi e un grande imbarazzo dei moProfessore, non crede sia scorretto pensare di risolvere derati, di cui approfittano i neofascisti. I quali, invece, tutto con una squadra di avvocati, con l’applicazione di sono capaci di proporre dei valori. O almeno degli una legge che sa di autoritarismo ed è certa figlia della “pseudovalori”: la patria, l’idea di famiglia – lì dove la paura e di un altro contesto storico. Non crede si debba stessa è in crisi – le idee di nazione e di una forte idensmettere di pensare che l’unica soluzione sia la represtità da contrapporre agli invasori, agli alieni. Il secondo sione. Non crede che forse se il fascismo sta conoscenproblema è qui: aver consentito che nel disordine e nel do nuove fortune, lo si deve soprattutto alla legge Scelnulla lasciati dai democratici, proprio dove nascono il biba e a quanto questa abbia, in realtà, reso accattivante sogno e la necessità di ideali preferibilmente semplifica- perché proibito - il fascismo ? ti, si introducessero i fascisti, riassunto facilmente com«Il discorso che fate, seppur corretto, è complesso e non prensibile di azione e idee forti e violente manifestate può essere semplificato. Bisogna ricordarsi che se è venell’accessibile figura del Duce. Faro che il fascismo fu prima accettato, invocato a gran voce, è vero anOra che i programmi scisti che risultano accattivanti con la violenza e con la politica del più che che poi, dopo la guerra, il molo prevedono, forte, dove basta un pretesto per vimento popolare più diffuso in Italia divenne l’antifascismo in tutte le il discorso sulla guerra di far scattare il disordine collettivo». Quindi il problema è culturale. Risue possibili forme. Solo in seguito Liberazione viene sì conosce che rispondere rifacendosi a queste elementari precisazioni si affrontato, ma con un a una vecchia legge è sbagliato o, potrà cominciare ad analizzare la sistema vecchio: perlomeno, superfluo? questione e porsi dinnanzi a quelli «Non proprio. Credo, naturalmente, che, della rinascita fascista, sono i quello delle date, con che noi dovremmo opporci a quedue aspetti principali, le due cause poco approfondimento sto processo di rilancio del fascimaggiori. La prima è riconducibile e analisi smo con la cultura, con la politica all’universo scuola, ai programmi delle ragioni dell’incontro e dell’amicizia. Ridanscolastici e d’esame. Fino ad una do valore definito a parole che l’quindicina di anni fa, prima che il hanno perso, come patria o come ministro Iervolino rivedesse le indionore, contrastando le false parole. Chiarire che dire “noi cazioni ministeriali e che il ministro Berlinguer le applicombattiamo per l’onore” non vuol dire proprio niente casse, i programmi di storia si fermavano costantemense prima non si riferisce questo onore ad un contenuto: te alla Prima Guerra Mondiale. Noi, quindi, abbiamo la parola onore potrebbe benissimo riferirsi a quello maeducato generazioni che non hanno conosciuto attraverlavitoso. Devo però precisare che sarebbe molto bello se so il percorso scolastico che cosa sono stati il fascismo, potessimo limitarci a questo, ad adoperare con ragional’antifascismo e la Resistenza. Però, siccome ad essere mento e cultura, ma siamo invece costretti ad adoperainteressati dal rigurgito fascista sono le generazioni sure con le leggi. bito successive a quelle, i giovanissimi, ciò che abbiamo Clementina Forleo – donna che stimo molto – è solita detto non basta. Si deve quindi aggiungere che, ora che dire: “Signori, voi mi criticate perché mi rifaccio alla legi programmi lo prevedono, il discorso sulla guerra di Lige. Se non vi piace ciò che faccio, ricordandovi che il berazione e sulle avventure fasciste viene, sì, affrontato, mio semplice dovere è quello di applicare le norme, camma con un sistema vecchio: quello delle date, con poco biate quelle, io però non posso far finta che non ci siano”». approfondimento e analisi delle ragioni. Non riuscendo così a spiegare passi fondamentali. E da qui allora, la prima causa, la singolarità di avere le ultime generazioni con un vuoto di memoria che potrebbe semmai appartenere a quelle precedenti». E la seconda causa? In Italia fare apologia del fascismo è «Per la seconda si deve guardareato: lo sancisce la legge 20 giugno re ai partiti democratici, i quali 1952, n. 645 anche detta "legge Scelba". All'art. 4 viene stigmatizzato il – come voi avete detto - dopo comportamento di chi "fa propaganda per la caduta del muro di Berlino la costituzione di una associazione, di un non solo non hanno rivisto il movimento o di un gruppo avente le proprio pensiero ma hanno ancaratteristiche e perseguente le finalità" del disciolto Partito fascista, o che smesso di idealizzare la di chi tenti di riorganizzarlo, oppure di chi "pubblicamente e salta propria politica, accogliendo, esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità implicitamente, come unica antidemocratiche". ideologia quella di mercato ed La legge prevede per il delitto di apologia sanzioni detentive, più esorcizzando tutte le altre. Non severe se il fatto riguarda idee o metodi razzisti o se è commesso con hanno dato concretezza ai valoil mezzo della stampa, ed accompagnate dalla pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici. ri dell’antifascismo palesando così un’assenza di ideali, una L’apologia di fascismo e la legge Scelba 18 In primo piano 20 Inchiesta 21 che segna profondamente la vita futura del ragazzo. Famiglie chiuse, famiglie aperte SCAMBI ALL’ESTERO? No, grazie UN ANNO DI STUDIO FUORI DALL’ITALIA E’ UN’ESPERIENZA CHE AFFASCINA, SOPRATTUTTO A PAROLE. NEI FATTI LASCIAMO MALVOLENTIERI IL NIDO CASALINGO, RINUNICANDO A CONOSCERE MEGLIO NOI STESSI E IL MONDO. UNA DOMANDA ANCHE AI PROF: PERCHE’ NON CI SPINGETE A PARTIRE? di Eleonora Bonafede, 17 anni Liceo classico “E.Q. Visconti” , Roma olte recenti ricerche sull’ingresso nel mondo del lavoro da parte dei giovani mostrano che un appropriato livello di conoscenza delle lingue costituisce un formidabile biglietto da visita per trovare un’occupazione. A ciò si aggiunge sempre di più la richiesta, da parte delle imprese, di persone che abbiano già viaggiato e conosciuto altri popoli e culture. Del resto tutto questo è comprensibile: in un mondo sempre più globalizzato e internazionalizzato, un giovane deve sapersi orientare in ambienti multiformi e multiculturali. Anche perché le stesse imprese sono costrette a uscire dai confini nazionali alla ricerca di nuovi mercati e nuove aree di produzione. In un contesto come quello che abbiamo appena descritto, dovrebbe esserci una vera e propria corsa da parte dei ragazzi verso le esperienze di studio all’estero. E’ vero che in molti casi ciò può avvenire all’Università grazie al cosiddetto progetto Erasmus (che però è valido soltanto all’interno dell’Unione europea, e questo forse è già un difetto), ma tutto lascia pensare che anche i più giovani, quelli che frequentano la scuola media di secondo grado, avrebbero voglia di realizza- M re questa aspirazione e del resto ci sono sul territorio varie organizzazioni senza fini di lucro che aiutano a farlo. Nonostante ciò i dati sono sconfortanti. In un paese come l’Italia, dove ancora pochi possono vantarsi di conoscere l’inglese in maniera poco più che scolastica, ci sono meno di 3.000 ragazzi che si trasferiscono all’estero ogni anno per vivere l’avventura di uno scambio culturale. Una recente indagine di Intercultura, una delle più antiche e forse la più nota onlus (organizzazione senza fini di lucro) che aiuta i ragazzi italiani ad andare all’estero, mostra che soltanto un’esigua minoranza di loro attua questa pratica. Dei 3.000 ragazzi, poi, solo una metà fa ricorso a programmi che organizzano soggiorni individuali come Intercultura, mentre il resto si appoggia ad amici e parenti. Come mai? Molto dipende anche dalle famiglie: i nuclei aperti sono quelli che provano un vero interesse per l’altro, che credono realmente nella possibilità di poter dare e ricevere vivendo con chi appartiene a una cultura differente. Peccato che siano in netta minoranza: sono veramente aperti alla diversità solo il 16% dei genitori, l’8% dei ragazzi e il 17% degli adulti intervistati. Questa nicchia sceglie però di vivere l’esperienza dello scambio internazionale a 360 gradi, trasformandola in un percorso educativo Certo, i paesi di destinazione preferiti continuano a essere quelli europei occidentali, anglofoni – al primo posto – e non. Solo pochi scelgono come meta l’Asia, gli stati dell’Est Europa, il Sud America, l’Africa e l’Estremo Oriente, segno che l’idea di confrontarsi con culture distanti da quella in cui si cresce è ancora difficile da accettare persino per coloro che pensano davvero in un’ottica ormai multietnica e multiculturale. La maggior parte delle famiglie, però, non riesce a superare le difficoltà insite nell’idea di mandare un figlio all’estero, in qualche modo temendo che resti ‘in balia di se stesso’ (quando invece c’è sempre una famiglia ospitante, accuratamente selezionata, che svolge le funzioni di controllo). Queste famiglie “chiuse”, di fatto, fingono di essere curiose rispetto alle altre culture solo per far bella figura; scavando in profondità, emerge che il 67% dei genitori, il 78% degli studenti e il 68% degli adulti in realtà non sono veramente interessati, mentre una media di circa il 17% degli intervistati è decisamente chiusa. La gran parte delle famiglie ritiene di essere moderna e disponibile nei rapporti con lo straniero, ma dietro a questa facciata si nasconde invece una certa resistenza ai rapporti interculturali e i genitori esercitano sui figli un eccesso di protezione. Così i nuclei chiusi finiscono per permettere ai giovani di partire per vacanze studio pianificate e limitate nel tempo, durante le quali è facile tenerli sotto controllo. D’altra parte i figli non pretendono di più. Anzi, i ragazzi vedono la possibilità di partire per un soggiorno all’estero come un periodo sabbatico, una vacanza o un’occasione di divertimento, da fare quindi preferibilmente con amici e per poco tempo, magari d’estate. Eppure, se da un lato confrontarsi con chi ha alle spalle una realtà diversa può significare imparare ad assimilare culture con cui veniamo sempre più spesso a contatto, vuol dire anche emanciparsi nei confronti del mondo: diventare meno timorosi, pronti a rischiare, a gettarsi in nuove opportunità, perché più consapevoli di chi si è davvero. In qualche modo lo scambio culturale all’estero – con i genitori lontani e l’obbligo di cavarsela da soli - diventa una sorta di viaggio alla scoperta di se stessi. La miopia della scuola Se le famiglie italiane non coltivano il desiderio di far allontanare i figli per un anno all’estero, le scuole non cercano certo di correggere questa tendenza, ma anzi, frappongono un’ulteriore barriera alla possibilità di compiere scambi interculturali. Nel caso in cui i presidi si dicano favorevoli, i professori, specie nei licei classici e scientifici, sono restii a far partire gli studenti. Uno su quattro si dichiara sfavorevole; si lamentano perché il reinserimento sarà faticoso, fanno pesare ai ragazzi di aver perso le lezioni, temono di dover far procedere il programma dell’anno successivo a rilento. Così molti ragazzi ben intenzionati rinunciano a priori a un’esperienza lunga all’estero, spaventati dalle possibili conseguenze negative nell’ultimo anno di liceo (non va dimenticato che l’esperienza all’estero guidata da Intercultura è prevista in genere per il penultimo anno delle scuole medie superiori). Colpa del fatto che la nostra istruzione scolastica è fondata su un forte senso di “identità nazionale”, come la definisce Khaled Fouad Allam, parlamentare di origine algerina. Lo studio all’estero per un anno finisce per essere considerato alla stregua di una perdita di tempo, la cui unica utilità starebbe in definitiva nell’imparare una nuova lingua. Quest’ultimo aspetto, tuttavia, non è affatto secondario, come abbiamo detto all’inizio, vista l’importanza che il mondo del lavoro gli attribuisce. Tale ritardo della scuola rispetto alle esperienze interculturali ha dell’incredibile: professori e presidi hanno una visione forse troppo ‘nazionalistica’, o peggio provinciale, dello studio. Un pregiudizio che è anche indice di una certa miopia: si agisce proprio come se altri programmi di studio, o lo studio e l’apprendimento in loco di una lingua, non fossero anch’essi importanti. Spesso, poi, si fa riferimento all’arretratezza del nostro paese in molti aspetti della civiltà. Incoraggiare i giovani ad andare all’estero per mostrare loro come si può organizzare meglio la Pubblica Amministrazione e, perché no, anche la scuola, dovrebbe essere un imperativo. Invece non è così, evidentemente la scuola italiana non è in grado di porsi nuovi obiettivi da sola, nonostante l’indubbio impegno di tanti bravi professori e presidi. Dunque ben vengano le associazioni come Intercultura, che raggiungono gli studenti e le famiglie per vie spesso diverse da quelle scolastiche. Per incoraggiare i ragazzi a rischiare (poco, peraltro, essendo gli ambienti dove vengono inseriti assolutamente sotto controllo), a mettersi in gioco, a essere aperti verso altri mondi da cui possono imparare tanto, ma presso i quali possono essere anche ambasciatori di gioia di vivere, di umanità, di gusto. 22 Test Inchiesta Non solo studio Non solo studio "Molti mi hanno chiesto perché ho deciso di partire per Tenerife, tre mesi, da sola e senza sicurezze, a fare la cameriera, lavatrici e interminabili camminate quando a Roma ho le mie comoditá e soprattutto i miei affetti. Ogni volta che rispondo scopro nuove risposte e capisco che questo é il motivo iniziale che mi ha spinto a partire: scoprire. Tenerife, l'isola dei microclimi e delle diverse realtá, dai paesaggi aridi del Sud alla natura rigogliosa del Nord, dal Teide imbiancato all'oceano, piú che essere un luogo è un'esperienza. Il posto è stato casuale, il momento non lo è stato affatto: per me era importante affrontare un viaggio del genere prima dell'universitá. I mesi che precedono la fine del liceo sono caratterizzati dall'ansia di indipendenza, dalla voglia di vivere una libertá che sembra soffocata da doveri e orari scolastici, eppure quando arriviamo ad avere davanti ai nostri occhi una serie infinita di possibilitá ci troviamo come accecati. Tutto quello che abbiamo desiderato per tanto tempo improvvisamente ci fa paura. Sentivo la necessitá di tempo solo mio per capire chi sono e chi voglio essere, per imparare qualcosa su di me e sulle persone che mi circondano. Mi é stato chiesto se questo viaggio poteva essere un modo per dimostrare a me stessa di non aver bisogno di nessuno. Credo che in una certa misura sia necessario bastare a se stessi, gli altri non possono essere un appiglio, semmai una dolce e interessante compagnia, ma indipendenza non significa fare appello solo a se stessi, significa soprattutto essere disposti a vivere un certo tipo di amore, quello che mi hanno regalato i miei genitori: un amore che dona libertá, un amore che mi permette di camminare da sola, ma che non mi fa mai sentire sola. Che cosa significa quindi questo viaggio? Tenerife è sicuramente la voglia di vivere nuove cose, ma è anche la scoperta delle conferme, degli affetti che resistono alla distanza. Tenerife è sperimentare il cambiamento, che molti ricercano continuamente eppure temono. Tenerife è imparare a capire quanto sia importante scegliere ogni giorno di crearsi, per essere orgogliosi di chi si è e si desidera essere, piuttosto che rimanere imbalsamati in sbiadite immagini disegnate da altri". Gloria Bagnariol, 18 anni, da Tenerife RCULTURA E INtE ’ Intercultura è una organizzazione non lucrativa di utilità sociale gestita e amministrata da migliaia di volontari che promuove e organizza scambi ed esperienze interculturali, inviando ogni anno quasi 1500 ragazzi delle scuole secondarie a vivere e studiare all’estero ed accogliendo nel nostro paese altrettanti giovani di ogni nazione. Il bando per l’anno scolastico 2007/2008 è appena scaduto, per tutte le informazioni, anche relative alle borse di studio disponibili, consultare il sito www.intercultura.it 23 BAMBOCCIONI A CHI? È la solita storia, le vecchie generazioni hanno sempre qualcosa da rimproverare a quelle nuove, e ora anche questi superesperti di scambi interculturali se ne escono con la storia trita e ritrita del giovane italiano mammone. Invece, le mamme iperprotettive nessuno le accusa mai. E poi, vorrei sapere, questi dottoroni ai loro tempi se lo sono fatto l’anno di studio all’estero? Il fatto, poi, che sia normale, a 16 anni, stare tanto tempo lontani da casa è tutto da dimostrare… di Emanuele Colonnese, 23 anni - Roma 1. Sei o sei mai stato il cocco di mamma? A Non direi, mia mamma da piccolo ha più volte tentato di abbandonarmi nei centri commerciali – sapeste le ore che ho passato all’ufficio oggetti smarriti! B Boh, non siamo forse un po’ tutti cocchi di mamma? Questa è l’Italia – pizza, spaghetti, mandolino… e mammà! C Il fatto che ancora mi rimbocchi le coperte mentre mi racconta una favola per farmi addormentare è indicativo di qualcosa? 2. Mai passato un significativo lasso di tempo senza la famiglia? A Abbastanza spesso, sono cresciuto in orfanotrofio. B Ho fatto lo scout, una volta le vacanze studio all’estero. A volte è bello non sentirsi continuamente il fiato dei genitori sul collo, anche se poi un po’ di nostalgia viene. C La visita del militare conta? 3. Multiculturalità? A Mia mamma è riuscita a mollarmi agli zingari una volta e così ho vissuto a bordo di una roulotte in giro per l’Europa gran parte della mia fanciullezza. B Mia madre è abruzzese e mio padre siciliano – nella multiculturalità ci sono cresciuto! C Sbaglio o è quella roba da fricchettoni fuma-spinelli? Oppure una nuova marca di cereali? 4. Fratelli/sorelle trentenni ancora a casa? A No, tutti abbandonati all’autogrill prima di me! B C Se i professoroni che sparano sempre sui più giovani trovassero per loro un buon lavoro, magari non precario, il mio fratello pluri-laureato se ne andrebbe pure volentieri, ma… Mamma dice che non è bene allontanarsi dalla famiglia prima del matrimonio. Anzi, manco dopo – ho casa piena di nipotini e il mio fratello più grande ha 36 anni e sta tutto il giorno a fare i giochi di ruolo on-line! 5. Per quale motivo partecipereste ad uno scambio internazionale? A Innanzitutto per l’opportunità di avere pasti caldi e un tetto sulla testa – vivo su una panchina nel parco dall’età di nove anni. B Beh, è una cosa interessante rapportarsi con culture diverse dalla nostra – viaggiare, conoscere gente nuova, assaporare cibi esotici. C Io non ho mai detto che parteciperei a uno scambio internazionale e voi non potete obbligarmi! 6. E la vostra famiglia, invece, che ne penserebbe? A I miei fanno parte di quello sparuto 16% favorevole e interessato agli scambi internazionali. Hanno provato ad abbandonarmi anche all’estero. B Boh, probabilmente neanche sanno cosa siano gli scambi internazionali, al massimo potrebbero non essere contrari a liberarsi di me per una mesata. C Ho trentadue anni e il rientro a casa alle sette e mezza di sera. LEGGI IL TUO PROFILO A PAG. 48 Foto Marcello Bonfanti 26 I TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI si raccontano a Zai.net MUSICA 28 Dal 1994 abbiamo curato oltre 2.500.000 persone per sostenere EMERGENCY: • c/c postale intestato a EMERGENCY n° 28426203 • c/c bancario intestato a EMERGENCY n° 000000713558 CAB 01600 ABI 05387 CIN V presso Banca Popolare dell’Emilia Romagna, via Mengoni 2 - Milano • numero verde CartaSi 800-667788 per donazioni con CartaSi, Visa e MasterCard • destinando il 5 per mille dell’imposta IRPEF. CODICE FISCALE: 971 471 101 55 • online con carta di credito attraverso i siti web www.emergency.it (Euro) e www.emergencyusa.org (Dollari USA) Per informazioni numero verde 800 337633 EMERGENCY www.emergency.it BARBARA: “Prossimo traguardo Sanremo” 26 Intervista IL LIVE PUO’ INDURRE A DIPENDENZA! SU ZAI.NET ERANO GIA’ FINITI IN TEMPI NON SOSPETTI. POI E’ ARRIVATO IL SUCCESSO E… RIECCOLI QUA, I TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI SONO OGGI UNA DELLE PRINCIPALI E PIU’ ACCLAMATE BAND DELLA NOSTRA SCENA INDIE. ANDIAMO A SCOPRIRE COSA SI CELA DIETRO LE MASCHERE CON ETTORE, BASSISTA DEL GRUPPO di Pasquino, 18 anni Alba (CN) E’ difficile fare rock in un Paese musicalmente provinciale come l’Italia ock fatto con sulla faccia una maschera a forma di teschio – elaborata dal cantante nonché noto fumettista Davide Toffolo – per spregio del carrozzone mediatico che affligge/costruisce i gruppi musicali del Terzo Millennio. Testi in italiano per un genere – un mix fra rock classico e indie rock – facile a cadere in tentazioni anglofone, specie per mascherare una certa povertà di contenuti a livello compositivo nei testi. Questi sono i Tre Allegri Ragazzi Morti da Pordenone, Friuli. Nati nel 1994, fra demo tapes (peraltro poi pubblicati) e dischi veri e propri sono ormai alla loro decima fatica, La seconda rivoluzione sessuale, pubblicato da La Tempesta dischi, etichetta creata dalla stessa band che si sta piano piano ritagliando un importante spazio nell'italica scena underground (che se nell'immaginario collettivo significa 'di scarsa diffusione', da noi è più che altro un bollino di qualità). Ettore, raggiunto al telefono, deve cercare di domare il mio desiderio di approfondire i contenuti del nuovo album. Sul vostro sito affermate di aver virato dalle suggestioni sudamericane de Il sogno del gorilla bianco a una sensibilità più dance. Come mai questo cambiamento? «La svolta dance in realtà è stata percepita molto più da noi di quanto non possa fare un normale ascoltatore. L’obiettivo di questo disco in partenza era di realizzare tutti pezzi ballabili, ma il risultato sono state canzoni comunque rock, pur con una particolare attenzione alle sezioni ritmiche». Quali sono state le influenze maggiori sul vostro lavoro? «Come gruppo in realtà non abbiamo riferimenti evidenti. Tutto sommato credo che la miscela di rock, indie rock e rock ‘n’ roll, con testi rigorosamente in italiano, sia una scelta abbastanza originale. Nel disco non ci sono citazioni a tavolino». Avete un avvio da autoprodotti, poi vi siete accasati con la BMG, per poi tornare indipendenti. Questo è il percorso di molte band: si rifiuta la mediazione della casa discografica fra musicisti e ascoltatori: nuova linea di condotta generale o fenomeno passeggero? «Credo che le case discografiche abbiano bisogno di mettersi R 27 al passo con i tempi: internet ha rivoluzionato tutto e i gruppi sono stati molto più rapidi nel capire come far circolare la musica, mentre le case di produzione ancora sono in crisi d’identità. Se non riusciranno a mettersi al passo credo che siano destinate a scomparire, o comunque a vedere molto ridimensionata la loro influenza». Nella canzone La sindrome di Bangs traspare un certo pessimismo sul livello della musica prodotta in questi ultimi anni. Cosa vi ha suggerito questo pezzo? «Più che dal pessimismo, la canzone nasce dal nostro desiderio di tributare un omaggio al più grande scrittore e critico della storia del rock, Lester Bangs. È una canzone che dice: prima di criticare la musica devi imparare ad amarla». Però è anche vero che i primi versi recitano In prima fila a vedere un concerto di quello che è l'ultimo re, il re di una musica morta. «No, più che al livello il testo è legato alla sensazione che si prova quando si assiste ad un concerto di qualcuno che ha l’amore per la musica scritto in faccia. La canzone è tutta incentrata su qualcosa di artistico, di grande ma al tempo stesso umano, e cerca di tenere in contatto la creazione – spesso ritenuta assoluta – e la vita comune». Il disco risulta comunque permeato da una critica al mondo discografico: in La poesia e la merce dite “un ragazzo come me che vede la poesia nella merce e che ha la sua speciale morale per scegliere il prossimo c..o da baciare”. Quale dei momenti della vita di una band riesce a fotografare meglio? «Beh, questo è un pezzo che ha varie parti, non è molto omogeneo. Va dall’arrivo di Myspace nella nostra vita fino al rapporto con gli oggetti. Forse è sempre stato così, ma ora si avverte molto di più qual è il distacco fra il valore artistico delle cose e il valore materiale. Questa è una canzone un po’ particolare, anche come ritmo. Ascoltandola mi viene in mente Celentano, tanto per tornare al discorso delle influenze che facevamo all’inizio». Molti gruppi italiani tengono a marcare la propria distanza dalle altre band nazionali. Qual è invece il vostro rapporto con la nostra scena musicale? «In questo disco abbiamo sfruttato diverse collaborazioni, dagli ottoni dei Meganoidi alle chitarre degli Africa Unite. Il nostro rapporto con gli altri gruppi italiani è sempre stato ottimo, abbiamo sempre d’altronde condiviso con loro un problema: fare rock in un Paese musicalmente provinciale. Non abbiamo mai vissuto distanze con gruppi con cui tra l’altro abbiamo condiviso festival e palcoscenici. Guardando altri gruppi italiani sembra di stare allo specchio, sapendo che anche loro hanno condiviso i nostri problemi ma anche l nostre soddisfazioni. Ci sono gruppi altezzosi, è vero, ma credo che questa storia della scena divisa sia un’invenzione». Una dimensione importantissima per i gruppi rock è quella live. Voi siete in giro da marzo… «Sì, abbiamo fatto circa settanta date, ma ce ne mancano ancora una decina. Ormai siamo abituati a stare in furgone per tanto tempo; girare l’Italia, conoscere gente nuova, caricare e scaricare gli strumenti è la nostra normalità. Più che parlare delle sensazioni del tour, potrei parlarti delle sensazioni di quando sto a casa». Beh, anche quelle sono importanti… «Scherzi a parte, girando l’Italia ci siamo accorti che questo Paese, per quanto sulle carte sembri piccolo, è enorme. Suoniamo da anni ma continuiamo a incontrare nuovi amici, che si vanno a sommare a quelli che già abbiamo sparsi per lo Stivale. Il live per noi è una droga, ormai». Terminata la mia chiacchierata, non posso far altro che contare i giorni fino al loro concerto del 13 dicembre al Circolo degli Artisti di Roma. Certo, in fondo è inutile stare a fare tante storie: se me lo perdo, certamente avrò l'occasione di rifarmi... Tanto, per fortuna, i Tre Allegri Ragazzi Morti non si fermano mai. Una miscela di indie e rock ‘n’ roll, ma senza citazioni a tavolino ESIBIZIONI DA NON PERDERE 07 dicembre Pordenone, Deposito Giordani 13 dicembre Roma, Circolo degli Artisti 22 dicembre Marghera (Ve), CS Rivolta 28 Talent scout "ADESSO GIRO 29 2006, mi è stato fatto un contratto ed ho iniziato il mio percorso con Luca. Sono usciti due singoli: nel 2006 "Lacrima", lo scorso giugno "Olio" e adesso il film. Il mio sogno è però ancora da coronare, non mi sento assolutamente arrivata, anzi! Ora ho maggiore consapevolezza di di Chiara Colasanti, 18 anni, quanto sia difficile perseguire Liceo Classico "Tacito" - Terni questa strada, comunque ho la testa dura". Una curiosità: quali sono i tuoi riferimenti, i tuoi miti in generale? na ragazza che ha ben chiaro quanto sia "Ammiro le grandi voci, ascolto di difficile affermarsi in un ambiente come tutto, non ho un genere musicale, quello musicale, ma che nonostante ciò non un cantante, un gruppo preferito. smette di crederci e di impegnarsi per riuscire ad Potrei citare, tra quelli che apprezzo emergere. Il suo nome è affiancato a quello del di più, Alanis Morisette, gli Iron film appena uscito Milano Palermo - il ritorno cercare di incarnare nuovo Maiden. Mi lascio guidare dalle (regia di Claudio Fragasso. nel castunGiancarlo personaggio non sia sequel falso, che emozioni che le canzoni mi Giannini, Raoul Bova, Rickyche Memphis), del ti rispecchi davvero. Alla andata gente devi trasmettono indipendentemente Milano - solo del celeberrimo Palermo anche per ècome presenti, dalla famiglia a cui appartengono". 1996, nella cuipiacere colonna sonora unicatiinterprete Ho letto nella tua biografia che dove femminile. non solo per i tuoi testi". i andrebbe di raccontarci abiti tu ci sono bellissimi paesaggi La chiamo per un'intervista telefonica e mi dice qualche afatto curioso accaduto da cui trai anche ispirazione. Come che è un po' incasinata, Milano piove, è una la registrazione della nascono le tue canzoni? giornata tristissimadurante ma va tutto bene. Barbara ha colonna sonora? "Un tema che mi sollecita senz'altro una voce allegra e parla con una grinta che la con persone con le molto è l'amore, il sentimento che rende simpatica daLavoro subito. Inizio con le domande, quali mi trovo moto bene, sta più a cuore alla maggior parte tra un tuono e l'altro il sottofondo è un diluvio quindi è comunque sempre un delle persone e in cui ci si riconosce universale. andare con al "lavoro". Mi di più. Però mi piace scrivere anche Per la colonnadivertimento sonora hai lavorato un maestro riesce unChepo'cosa difficile di altro e non uso come fonte di come Pino Dosaggio. ti ha chiamarlo insegnato "lavoro" perché per me resta una ispirazione solo i miei paesaggi, ma questa esperienza? passione. Però del ti posso anche le mie sensazioni, cercando di "Mi sento molto soddisfatta lavoro raccontare svolto, ho un di simpatico adeguarmi alle aspettative del avuto l'occasione cantare inaneddoto siciliano e relativo di potermia "Poesia", risale a quando pubblico. Una canzone originale è confrontare con arrangiamenti più classici l'abbiamo di quelli a ascoltata a Milano, una sorta di gara a chi arriva prima: cui sono abituata (il suo finita. genereEro è più sul pop,verso ndr). fine settembre, e un la compromesso giornata era magari quella musica è stata già Credo di essere riuscita a trovare bella;didopo registrazione fatta, ma si può ricercare la novità tra il mio modo fare la musica e lo stilesiamo che usciti dallo sotto altri punti di vista. Purtroppo richiedevano pezzi storici come Ormai di Mina". per noi giovani non è che ci sia Come è stato cantare in siciliano la ninna nanna Ali? tanto spazio, devi sempre "Io sono piemontese, ma la vicinanza del mio aggiornarti” cercare di incarnare un produttore, Luca Venturi, mi ha molto aiutata: lui, nuovo personaggio che non sia infatti, è siciliano. Mi ha messa lì, come a scuola, falso, che ti rispecchi davvero. Alla e io mi sono applicata! Non è stato subito gente devi piacere anche per come ti facilissimo, prima ho dovuto orecchiare bene la presenti, non solo per i tuoi testi". pronuncia, poi l'interpretazione è venuta da sé. Ti andrebbe di raccontarci qualche Comunque adesso giro con la coppola e lo fatto curioso accaduto scacciapensieri, sono diventata durante la registrazione multiregionale!". Alla gente della colonna sonora? Che cosa ti ha spronata fino al punto devi piacere “Lavoro con persone con da arrivare a coronare il tuo sogno? anche per come le quali mi trovo molto "Devo fare una piccola parentesi, la bene, quindi è musica per me è una passione innata, ti presenti, comunque sempre un trasmessami dal nonno. Da piccola mi non solo divertimento andare al sono avvicinata al canto, poi ho per i tuoi testi “lavoro”. Mi riesce un imparato a suonare il violino, quindi po' difficile chiamarlo canzoni in chiesa, matrimoni, le solite “lavoro” perché per me resta una cose che fanno tutti. Nel 2005 ho puntato verso passione. Però ti posso raccontare Milano e sono entrata in contatto con Luca un simpatico aneddoto relativo a Venturi, che in quel momento stava curando gli "Poesia", risale a quando l'abbiamo SugarFree. Così ho iniziato a muovermi ascoltata finita. Ero a Milano, verso nell'ambiente e da lì è partito tutto. Ho fatto i fine settembre, e la giornata era provini assieme ad altre ragazze finché poi, nel " CON COPPOLA E SCACCIAPENSIERI! U T " DOPO LA COLONNA SONORA DI "MILANO PALERMO - IL RITORNO", BARBARA SI SENTE UN PO' PIEMONTESE E UN PO' SICILIANA. AL FUTURO GUARD A CON OTTIMISMO, CERTO, MA RIMANEND O BEN SALDA A TERRA. LA PROSSIMA META? LEI NON HA DUBBI: SANREMO bella; dopo la registrazione siamo usciti dallo studio e il tempo improvvisamente è cambiato, così ci siamo trovati sotto una grandinata violentissima, con dei chicchi grossissimi! Allora per ascoltare il pezzo ci siamo rifugiati in macchina e io ho pensato: "poesia bagnata, poesia fortunata, no?". Quali progetti hai per il futuro prossimo? "Spero di far uscire un nuovo album e di poter partecipare a Sanremo, penso che per un cantante sia un bel traguardo e anche un buon trampolino di lancio per occasioni future". Allora in bocca al lupo cara Barbara. Noi di Zai.net continueremo a tenerti d'occhio e ad ascoltare le tue canzoni, sicuramente ci riservi belle sorprese. Tre i brani cantati da Barbara nella colonna sonora del film: la cover di Ormai di Mina, Ali, una dolce ninna nanna in dialetto siciliano, più volte ripetuta nel film, e Poesia, brano di punta il cui videoclip è firmato da Claudio Fracasso, regista del film. Barbara su internet: www.barbaramusic.it www.myspace.com/barbaraw orld GIORNALISTI CON UN 38 Cos’è Zai.net? CINEMA Il capolavoro di Garcìa Marquez sul grande schermo LO SAPEVATE CHE BASTA UN COLPO DI MOUSE PER ENTRARE NELLA REDAZIONE DI ZAI.NET E FAR PARTE DEL GRUPPO DI REPORTER PIU' GIOVANI D'ITALIA? LORO L'HANNO FATTO... Quella che state sfogliando è la rivista mensile che fa un po’ da vetrina a tutte le attività e le interattività del network, che prende vita soprattutto nel sito, nella radio, nelle notizie del Televideo Regionale Rai, nel supplemento mensile “Zai.net Giovani reporter dalla Liguria”, nell’inserto mensile “Sotto i venti” del quotidiano Il Riformista. Dove si trova Zai.net? Zai.net non si compra in edicola, ma arriva direttamente a scuola, in classe. Per ricevere la tua copia direttamente a casa, puoi abbonarti individualmente andando sul sito www.zai.net e seguendo le istruzioni alla voce “Abbonamenti”. Come mai gli articoli sono scritti da studenti e non da giornalisti? Qui è il nodo di tutta la faccenda. Noi che siamo i coordinatori della rivista riteniamo di dare ai ragazzi delle scuole uno strumento in più per raccontarsi, identificarsi e confrontarsi, nonostante le distanze geografiche e le diverse tipologia di scuola. Come si entra a far parte della redazione? Basta scrivere un’email alla redazione ([email protected]): noi vi teniamo al corrente sul percorso degli articoli e vi forniamo le dritte per svolgerli al meglio. Le distanze non contano: dialoghiamo continuamente attraverso Internet e il telefono. Contano solo l’entusiasmo e la voglia di scrivere. Chi sceglie gli argomenti su cui scrivere? Beh, gli stimoli ci vengono dall’attualità, ma anche dagli argomenti di studio, dai vostri hobby, dal vostro universo. A noi spetta il compito di coordinarvi sollecitandovi a seguire le regole principali del giornalismo. Come si finanzia Zai.net? Finora ha spesso contato sul contributo economico di enti pubblici e privati che ne condividevano l’approccio innovativo e le finalità formative. Ma la parte più cospicua dei costi è da sempre sostenuta dalla nostra cooperativa di giornalisti, Mandragola Editrice. RICORDA CHE ZAI.NET È ANCHE SUL TELEVIDEO REGIONALE RAI ALLE PAGINE 592-596 Info: [email protected] - tel. 06 47881106 GIOELE MARIA, 18 ANNI FABRIANO (AN) “Quando lessi Zai.net per la prima volta rimasi colpito da un trafiletto simile a quello che stai leggendo ora. Subito mi venne da pensare a una panzana creata ad arte, ma sai una cosa? Non immagini nemmeno quanto mi fossi sbagliato. Mi sono trovato immerso in un mondo atipico, dove ragazzi e ragazze possono dire la loro e imparare a districarsi tra gli ingarbugliati meandri del giornalismo”. VALENTINA, 17 ANNI TORINO “Un giorno mi è venuto in mente che avrei voluto far sapere a quanta più gente possibile la mia opinione riguardo a quello che succede nel mondo. Zai.net è semplice, spontaneo e vero e mi ha fatto tornare la voglia di scrivere, come mezzo per comunicare a chiunque abbia voglia di leggere. E chi, come me, ha voglia di mettersi in gioco, non ha che da aprire word e mettersi a scrivere”. MILENA, 18 ANNI, CATANIA “Fin da piccola sognavo di diventare una giornalista e Zai.net mi ha dato l’opportunità di scoprire meglio il mondo dell’informazione. Questo grazie anche ai giornalisti che ci orientano e ci seguono facendoci apprendere qualche trucco del mestiere. Tutto ciò per me è molto importante ed ha incrementato la mia passione per la scrittura. Ecco perché mi piace far parte del gruppo dei reporter!” GIOVANI CRITICI 42 TEATRO Un’anteprima da non perdere 32 Sport Un tè all’Opera IL MONDO NON GIRA INTORNO AL TEATRO! 33 SEMBRA STRANO, MA A DIRLO E’ UN ASTRO NASCENTE DELLA DANZA INTERNAZIONALE. ALESSIO CARBONE, PRIMO BALLERINO DELL’OPÉRA DI PARIGI, E’ SUBITO A SUO AGIO COL NOSTRO REPORTER E L’INTERVISTA DIVENTA UNA CHIACCHIERATA TRA DUE APPASSIONATI DI TEATRO di Jacopo Zoppoli, 18 anni Liceo scientifico “Azzarita”, Roma i incontriamo alle sei di sera in via del Governo Vecchio. Fa abbastanza freddo e finalmente ha smesso di piovere. Camminando per le vie di Roma iniziamo a parlare delle nostre passioni, lui della danza e io dell’opera, e arriviamo in un piccolo locale molto elegante. Ci dirigiamo verso un divanetto su cui riposa, noncurante della nostra presenza, una bella cagnetta bianca. Ho davanti a me uno dei più bravi ballerini del mondo, ma la cosa più piacevole è che davanti a me non ho un ‘divo’, ma un ragazzo di ventinove anni molto gentile e disponibile. I quesiti che avevo preparato a casa rimangono nel foglio piegato all’interno della tasca del mio cappotto, le domande mi escono in maniera del tutto spontanea. Penso che il modo migliore per iniziare questo incontro sia spiegare ai lettori di Zai.net quali sono state le tappe fondamentali nella sua carriera. «Ho iniziato a studiare danza sin da piccolo per spirito di emulazione nei confronti di mia sorella. All’età di dodici C anni mio padre, che era stato direttore del corpo di ballo della Scala di Milano e di altri teatri italiani, mi disse che c’era la possibilità di entrare proprio nella scuola di ballo della Scala. Dopo il diploma la mia esperienza nel corpo di ballo del Teatro milanese è durata un anno. Un giorno, poi, quasi per caso ho chiamato il Teatro dell’Opera di Parigi per provare ad entrare nella compagnia di danza. Ed eccomi qua, sono ormai dieci anni che lavoro in Francia». Arriva la cameriera, ci chiede cosa vogliamo ordinare e io, intimorito dal tipo di locale, temporeggio fino a quando Alessio non ordina per primo “del té grazie”. “Perfetto, té, proprio quello che volevo ordinare” penso. Dopo questa piccola pausa continuiamo. Quando è arrivato a Parigi come si è trovato a contatto con un mondo completamente diverso dal suo? «All’inizio è stata molto dura, gli altri ballerini neanche mi parlavano, avevo “rubato” un posto di lavoro a uno di loro. I francesi sono molto nazionalisti, per i primi mesi l’unica persona con la quale ho avuto contatti è stata la cassiera del supermercato. Ma a me non interessava, io ero lì con un obiettivo ben chiaro: imparare il più possibile dalla compagnia». Intanto arriva la teiera, versiamo l’acqua e inseriamo i nostri infusi nelle tazze. Col sottofondo di una bellissima musica jazz continuiamo la nostra intervista che ormai è diventata una chiacchierata tra appassionati di teatro. Un ballerino mediamente va in pensione verso i cinquant’anni, con ancora una vita davanti. Come si combattono la noia o la depressione? «Molti restano nell’ambiente della danza, diventando coreografi, maestri di danza, qualcuno riesce come direttore del corpo di ballo, è successo per esempio a Carla Fracci a Roma o a Cannito a Palermo. Io penso che negli ultimi anni di carriera, quando senti che sta arrivando il momento di abbandonare, devi prepararti per fare un’altra cosa, ma bisogna giocare d’anticipo. È importante dedicarsi alla danza, ma quando si esce dal teatro si deve essere informati su quello che succede intorno a noi, il mondo non gira intorno alla danza». In questi ultimi mesi ha lavorato a Roma. Quali differenze nota nel nostro modo di affrontare il lavoro? «A livello organizzativo fuori dall’Italia ci sono in genere molti più mezzi, per darti un’idea, a Parigi ci sono otto sale ballo nel teatro, qui al massimo due o tre. Un fattore positivo in tutto questo però c’è: noi, in Italia, abbiamo sviluppato una notevole capacità di improvvisazione». Sa bene che in Italia molti giovani che vorrebbero lavorare nel mondo della danza o dell’opera sono scoraggiati dal fatto che in questi campi regna sovrana la precarietà… «Il problema credo che debba essere preso all’origine, valorizzando maggiormente le scuole e i bravi maestri, incoraggiando i ragazzi a venire a teatro per esempio attraverso l’organizzazione di matinée per gli studenti e l’educazione musicale. Bisogna far capire che la danza è un’attività veramente impegnativa ed è ben distante da quello che si vede ad Amici di Maria de Filippi; sarebbe più corretto far conoscere il sacrificio che si incontra in otto anni di studio giornaliero della danza e non lo studio di pochi mesi finalizzato all’audience del pubblico». Ha mai lavorato dentro un’opera? Quali sensazioni le trasmette questa forma d’arte? «Io amo l’opera, la mia preferita è “La Traviata” di Giuseppe Verdi, all’interno della quale ho lavorato l’anno scorso in Giappone accanto ad artisti eccezionali come Mariella Devia e Renato Bruson. Sono rimasto veramente affascinato da questo mondo». Rispetto all’opera il balletto ha più pubblico giovane. Come se lo spiega e come pensa potrebbe essere risolta la crisi di pubblico nell’opera? «Partirei dal fatto che i biglietti per il balletto costano di meno, anche perché richiede meno denaro la produzione. Una parte di merito ce l’hanno però anche Maria de Filippi e le scuole di danza sparse un po’ ovunque. Per quanto riguarda l’opera, penso ci sia soprattutto un problema di educazione; inoltre, il pubblico giovane incontra più difficoltà se La danza è un’attività veramente impegnativa ed è ben distante da quello che si vede ad Amici di Maria de Filippi non è aiutato dalla presenza di sottotitoli. A Parigi ci sono sia per opere francesi sia per quelle straniere». Ci parli del suo personaggio e in generale della trama dello spettacolo in cui l’abbiamo vista sul palco del Teatro dell’Opera di Roma, “Peer Gynt” (il balletto è una produzione completamente nuova del Teatro romano, ispirato dal romanzo di Ibsen). «Peer Gynt è un personaggio molto presuntuoso, vive in un mondo semi immaginario, la sua storia è piena di avventure ed imprevisti, passa dall’amore, ai troll, al manicomio, alla ricchezza, alla morte. È molto interessante da interpretare, perché sotto la superbia del personaggio c’è sempre la preoccupazione di come questo appaia agli occhi degli altri. Ho sempre voluto lavorare con Renato Zanella, il nostro coreografo, è stato un vero lavoro di squadra; tutti ci siamo ritrovati come parte attiva nella realizzazione scenica di questo capolavoro letterario e musicale». Quali sono i suoi prossimi impegni? «Dopo Peer Gynt andrò a Copenhagen, per ballare lo Schiaccianoci e il Don Chisciotte; poi sarò a Palermo per una nuova creazione di Luciano Cannito su Martin Luther King e ancora moltissimi lavori a Roma». Lo ringrazio e spengo il microfono. Andando verso il mio motorino continuiamo a parlare. Mi racconta dell’esperienza del Giappone, gli racconto i miei sogni da regista e da scenografo di opera. Ci salutiamo, con la speranza di rivederci presto e di poter, forse in un futuro non troppo lontano, lavorare insieme in una produzione d’opera. 4%!42/%,)3%/ SIGNORINA MITI PRETESE di Francesca Giuliani, 19 anni Roma CERCASI ignorina giovane intelligente volenterosissima attiva conoscenza dattilografia miti pretese per primo impiego cercasi”. Un annuncio di lavoro che sarà portatore di disgrazia per le settantasette ragazze presentatesi in via Savoia 31, alle ore 11, il 14 gennaio del 1951. Lo stabile, infatti, crollerà sulle candiLE NOSTRE ANTEPRIME DA date quello stesso pomeriggio. Il terribile fatto di cronaPALCOSCENICO PROCEDONO CON ca spinge Elio Petri, allora agli inizi della sua carriera da “ROMA ORE 11”, UNA NUOVA giornalista, a svolgere una capillare inchiesta sulla condizione femminile nell’Italia degli anni ’50, intitolata apPRODUZIONE DEL TEATRO ELISEO DI punto “Roma ore 11”. Il testo verrà trasposto in versioROMA. DA UN’INCHIESTA ne filmica da Giuseppe De Santis, proprio nello stesso GIORNALISTICA DI ELIO PETRI, ECCO anno, e oggi, a cinquantasei anni dall’episodio narrato e UNO SPETTACOLO CHE DISSACRA dall’indagine di Petri, quattro attrici ripropongono quest’opera, per la prima volta a teatro. “Roma ore 11” è un MOLTI LUOGHI COMUNI, E DALLE testo che - purtroppo - non è mai invecchiato. PRETESE TUTT’ALTRO CHE MITI Certo, è cambiata la società, il contesto, sono cambiate le donne. Ma la cronaca più attuale e i fatti che riguardano il genere femminile oggi portano tenacemente a porto a un maschile, all’amore, spesso alla maternità. È galla quegli stessi problemi descritti da Petri nell’immedifficile trovare donne che si mettono insieme a parlare diato dopoguerra: insicurezza, problemi di lavoro, prodi fisica, di filosofia, della vita. Mentre ci sono testi mablemi di sfruttamento, violenze. schili di questo tipo. Non abbiamo trovato niente che Il tentativo di rendere teatrale l’inchiesta è meno bizzarfosse di nostro gradimento finché Paola Petri, la vedova ro di quanto possa sembrare: non sorprenda l’idea di vedi Elio Petri, ci ha fatto leggere questo libricino del quader recitare un pezzo di giornalismo, piuttosto si pensi le ci siamo subito innamorate». a tutte le intervistate, cioè all’immenso serbatoio di perChe cosa ci dite sull’attualità del testo di Petri? sonaggi che Petri ha inconsapevolmente messo a dispo«Nel ’51 le donne cominciavano a voler lavorare. Alcune sizione di Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra già lo facevano a casa o nei campi, svolgendo mansioni Toffolatti e Mariàngeles Torres. molto umili, facendo le pulizie. Il O “Mitipretese”, come si sono lavoro di segretaria, che poteva battezzate nel loro primo proget“Roma ore 11” sarà in scena al Piccolo riscattare le donne e dar loro to di regia “a otto mani”. una maggiore indipendenza, coEliseo Patroni Griffi di Roma Durante una lunga chiacchierata, minciava a diffondersi, ma era dal 14 dicembre 2007 abbiamo chiesto loro come sia molto malvisto. Si dovevano al 20 gennaio 2008 nato questo progetto. «Ci siamo subire un sacco di avance. Non accorte, ognuna lavorando in un è cambiato molto, e per di più luogo diverso con registi diversi, anche i contratti di lavoro, come che in teatro si rappresentava un “femminile” che non ci oggi, rappresentavano un problema. Petri a un certo apparteneva. “Ma raccontiamo un po’ le donne normali! punto va in questo quartiere di Roma dove le sartine si Le donne che parlano di lavoro, non solo di maternità o sono riunite in una cooperativa; gli dicono che è meglio di maritarsi, o di mio marito mi ama/non mi ama!”, ablavorare così che alle dipendenze di altri. Per esempio, biamo pensato. Ci siamo messe insieme e abbiamo coalla Standa potevano tenerti per diciotto anni poi cacminciato a leggere un po’ di testi di drammaturgia conciarti via per non aumentarti la paga. Oppure si erano intemporanea che non ci hanno soddisfatto: donne che ventati la questione dei contratti a termine… insomma, parlano dei propri tormenti interiori, ma sempre in rapgià nel ’51 parlavano di problematiche molto sentite an- “S 35 5.!3!,!.5/6!,%%-/:)/.)$)3%-02% 4%!42/%,)3%/ PRIMO IMPIEGO 30%44!#/,)).#!24%,,/.% $!,²'%..!)/!,²')5'./ lNOALGENNAIO !,%33!.$2/(!"%22/##/0!0!,%/ ÄTEMPODIMIRACOLIECANZONI DI'IOVANNI6ERONESIE2OCCO0APALEO REGIA'IOVANNI6ERONESI GENNAIO 2!&&!%,,!!:)- ,AVEDOVASCALTRA ADATTAMENTODALTESTODI#ARLO'OLDONI REGIA,INA7ERTMàLLERSCENEECOSTUMI%NRICO*OB GENNAIO 2/33!.!#!3!,% #IRCO)MMAGINARIO 0)##/,/%,)3%/0!42/.)'2)&&) 34 Anteprima TESTI-ARCO0OSANIDIRETTODA2OSSANA#ASALE lNOALGENNAIO -!.5%,!-!.$2!##()!!,6)!2%!,% 3!.$2!4/&&/,!44)-!2)±.'%,%34/22%3 2OMAORE DI%LIO0ETRIREGIA-ITIPRETESE GENNAIOFEBBRAIO !.$2%!2)6%2! 0ROSSIMEAPERTURE DI!NDREA2IVERAE,ISA,ELLI FEBBRAIOMARZO 6,!$)-)2,5852)! /RA$ARIA DI'IORDANO2AGGIREGIA%NRICO-ARIA,AMANNA MARZO FEBBRAIOMARZO ,),)!.!0!'!.).) !.$2%!')/2$!.! !PIEDINUDI /TELLO DI$ACIA-ARAINI DI7ILLIAM3HAKESPEAREREGIA'IANCARLO3EPE APRILE MARZO ,ESAVENTURES DE.ATHALIE.ICOLE.ICOLE ')5,)!.!,/*/$)#%'!,!4%!2!.:) )LMALINTESO DI-ARION!UBERTREGIA-ARION'UERRIERO DI!LBERT#AMUSREGIA0IETRO#ARRIGLIO MARZOAPRILE APRILE .%,,/-!3#)!!,6)!2%!,% 4ROIASDISCOUNT DIRICCIFORTEREGIA3TEFANO2ICCI )LREMUORE DI%UGÒNE)ONESCOREGIA0IETRO#ARRIGLIO APRILE APRILE !'.Ä33/52$),,/. 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Per cercare materiale utile per lavorare, anche noi siamo andate a fare alle donne le stesse domande che Petri rivolgeva loro, e pur essendo passato tanto tempo, e pur essendo le donne cambiate, le risposte che ci sono state date non sono molto diverse». Potete anticiparci qualche segreto dell’adattamento teatrale? «Il lavoro di Petri è molto ben scritto, e i personaggi sembrano fatti apposta per essere recitati. Il vero problema è stato capire che forma dare a tutto questo, perché rappresentare un’inchiesta rischiava di essere anche noioso. Abbiamo risolto con estrema semplicità, siamo Non per det di Zai.n e, sul prossim o nume et, l’ant r eprima in scena di Otell o o, al Teatr o Eli dal 12 fe bbraio 2 seo 008 solo noi con quattro sedie e tre lenzuola e ripercorriamo il viaggio del narratore, che è il filo drammaturgico. Poi ci sono delle canzoni. Noi quattro interpretiamo tutto: personaggi maschili, bambine di cinque anni, vecchi di ottanta. La difficoltà è stata anche quella di tagliare, di scegliere. Ci sono tanti personaggi nell’inchiesta, tutti bellissimi. E in Petri ogni personaggio dura tre pagine! Abbiamo cercato di prenderne il cuore, e crediamo di esserci riuscite. I personaggi, pur se tagliati, hanno comunque una vita, se ne riesce a sentire l’odore». 36 Intoccabili LA RIVOLUZIONE tra i ghiacci ALPINISTA EMERITO, APPASSIONATO FOTOGRAFO, EX RIVOLUZIONARIO GIÀ OPERAIO E MANOVALE. ERRI DE LUCA IN FRANCIA E' SCRITTORE DI CULTO DA TEMPO, IN ITALIA COME MAI LO AMA SOPRATTUTTO LA SINISTRA RADICAL-CHIC? di Luca Sappino, 19 anni Liceo scientifico "Azzarita" - Roma apoletano di nascita e ormai cinquantasettenne, Enrico De Luca è uno dei più amati scrittori e poeti italiani; tanto caro soprattutto ad una certa sinistra, la cosiddetta radical-chic, quella che tutti odiano ma i cui inviti nessuno mai rifiuta. Giovanissimo - a diciotto anni appena compiuti - nel 1968 raggiunge Roma. Qui entra nel movimento politico Lotta Continua, quello del leggendario Adriano Sofri e del latitante Giorgio Pietrostefani, ma anche di Gad Lerner e (lo avreste mai detto?) di Paolo Liguori. In breve tempo ne diviene uno dei dirigenti più esposti e attivi, poi però, come tanti, ne esce. Nell'attesa di scoprire il proprio talento - il primo libro pubblicato uscirà solo nel 1989, per i quarant'anni dell'autore, con il titolo “Non ora, non qui”, una rievocazione della sua infanzia a Napoli - svolge numerosi e disparati mestieri, viaggiando tra l'Italia, l'Africa e la Francia, e prestandosi come operaio qualificato, magazziniere e muratore o, quando nell'ex-Jugoslavia ancora si combatteva, come autista di carovane umanitarie destinate alla martoriata popolazione civile. Da queste ricche ed eterogenee esperienze di vita vissuta possiamo N “Valore” Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca. Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle. Considero valore il vino finché dura un pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano. Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco. Considero valore tutte le ferite. Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che. Considero valore sapere in una stanza dov'è il nord, qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato. Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia. Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore. Molti di questi valori non ho conosciuto. Curiosità: “Valore” letta da De Luca: http://www.youtube.com/watch?v=03k9su2y58E far discendere parte della vocazione poetica, ma la maggiore musa ispiratrice di Erri De Luca gli è già vicina alla nascita: Napoli e l'infanzia vissuta trai vicoli di Montedidio, "dove neanche i morti se ne stanno quieti". Per certi aspetti, certi sapori mistici, quasi trascendentali, che trasudano dai testi, ricorda quasi l'eremitico Mauro Corona, altro poeta alpinista. Tanto per chiarire, per dare una precisa idea della persona e del suo modo di intendere la scrittura, basti sapere che, assieme a “La montagna incantata” di Thomas Mann, il libro preferito di De Luca è “Don Chisciotte della Mancia” di Miguel dè Cervantes. Non si può quindi non vedere (disponibile in estratto anche su youtube.com) "Chisciotte e gli invincibili", spettacolo di e con Erri De Luca, Gianmaria Testa e Gabriele Mirabassi. Tra i commenti visibili in internet si legge semplicemente "meraviglioso". E se ancora non vi fosse venuto lo sfizio di addentrarvi in una sua storia, non credo possiate resistere dopo aver letto - magari recitandola 37 ad alta voce, tanto per farla sentire anche al vicino di banco - “Valore”, una delle poesie raccolte nel volumetto Opera sull'acqua, edito da Einaudi. Leggere De Luca vuol dire farsi raccontare delle favole, delle epiche avventure i cui protagonisti sono umani fino all'inverosimile. Storie come quella del ragazzino, protagonista di Montedidio (pubblicato in Universale Economica Feltrinelli) che, imparato un mestiere e l'ammore con la doppia emme, si allena in segreto a far volare un magico pezzo di legno. L'invito è quello di provare a leggere proprio da qui, però vi avviso: la critica italiana non è stata sempre benevola con il "compagno" Erri. Le sue opere sono, per esempio, duramente stroncate da Massimo Onofri che, in un pamphlet collettivo dal titolo: “Sul banco dei cattivi”. A proposito di Baricco e di altri scrittori alla moda (Donzelli, 2006), lo taccia di "eterno dannunzianesimo italiano, aggiornato al rosso dell'ideologia". Ognuno - ovviamente può pensare ciò che vuole, ma De Luca rimane un personaggio dall'incredibile spessore morale, un non credente che agisce con un rigore ed una passione da devoto professante, un sessantottino che non è mai approdato a Mediaset e non si è pubblicamente pentito di determinate scelte politiche. Uno scrittore sicuramente degno di nota. I FONDAMENTALI MONTEDIDIO Feltrinelli Economica euro 6.50 - 141 pagine La scena non è quella di Gerusalemme bensì della Napoli più povera. I vicoli sono stretti e le case sovrapposte. I personaggi e i luoghi sospesi a cavallo tra magia e finzione e realtà e semplicità. Il protagonista è un ragazzo di tredici anni con un'incredibile forza e un braccio poderoso allenato lanciando un pezzo di legno. Ma c'è anche un calzolaio ebreo, Don Rafaniello, piovuto dal Nord con una profezia. Tutto si chiude a Capodanno con un volo ne vuoto dopo aver conosciuto l'amore, la fatica e la sofferenza. IL CONTRARIO DI UNO Einaudi euro 6.00 - 120 pagine "Due non è il doppio, ma il contrario di uno, della solitudine. Due è alleanza, filo doppio che non è spezzato". Il filo che collega i diciotto racconti contenuti nel libro, quasi ascetico e imbevuto di poesia. Le cordate in montagna che legano due anime e il cordone che lega madre e figlio. Tutto per esaltare, rispetto ad una solitudine tutt'altro che triste, l'importanza dei legami. OPERA SULL'ACQUA Einaudi Euro 7.00 - 40 pagine L'acqua è il tema dominante, visivamente e allegoricamente. Acque di riparo e di tempesta, di profondità e di superficie, vita e sentimento. Ma anche terra, fuoco, aria, valori e morale. Soli che sorgono e pianti di soldati. Poesie raccolte in un prezioso libretto. Una lettura teatrale, il volume che contiene Valore. Se lo trovate in libreria non lasciatelo giacere lì. Sarebbe un vero peccato. 38 Intervista 39 È IN ARRIVO LA STORIA DI UN AMORE INTENSO QUANTO INARRESTABILE, PERSINO DI FRONTE AL TEMPO. QUALCHE DETTAGLIO IN PIU’ CE LO SVELA LA PROTAGONISTA, GIOVANNA MEZZOGIORNO, AL CENTRO DI UN CAST INTERNAZIONALE CINQUANTATRÉ ANNI, SETTE MESI E UNDICI GIORNI di Claudia Civetti, 16 anni liceo classico “E.Q. Visconti” - Roma una delle attrici più talentuose sullo scenario internazionale. Il suo ultimo lavoro, L’amore ai tempi del colera, tratto dall’omonimo romanzo di Gabriel Garcìa Màrquez, uscirà nelle sale italiane il prossimo 21 dicembre. Giovanna Mezzogiorno non ha certo bisogno di presentazioni, ma ricordiamo che la sua brillante carriera, cominciata nel 1997, le è già valsa numerosi riconoscimenti. Il 2002 è stato segnato dal successo de La finestra di fronte di Ozpetek, grazie al quale ha vinto tra i vari premi il David di Donatello, mentre nel 2004 La bestia nel cuore di Cristina Comencini è stato candidato all’Oscar come miglior film straniero. Insomma, all’attrice sembra mancare ancora solo la statuetta d’oro. Innanzitutto come ha reagito quando ha saputo di esser stata scelta per interpretare la protagonista femminile del film? «Sono rimasta estremamente sorpresa: ero incredula alla notizia. La scelta non è stata facile; probabilmente erano più orientati su un’attrice sudamericana. In questo senso devo ringraziare Mike Newell e tutta la produzione per aver lottato per me>>. Alle spalle del film c’è il capolavoro di un talento come Gabriel Gracìa Marquez, premio Nobel per la letteratura. Cosa pensa dei romanzi dell’autore sudamericano? Crede che la riproduzione possa considerarsi fedele? «Credo di sì; tuttavia è stato inevitabile ‘asciugare’ molto il E’ romanzo per girare un film della durata di due ore e un quarto. D’altra parte sono convinta che l’aver trasposto un romanzo di questa portata alla sceneggiatura sia stato comunque un piccolo miracolo: nonostante le parti siano state molto ristrette, si è rimasti il più possibile fedeli alla storia>>. Che effetto le ha fatto interpretare il ruolo di un personaggio che si evolve nel corso di mezzo secolo? «Intanto è stato molto interessante il fatto di cambiare età, invecchiare, cosa che non avevo mai sperimentato prima, perlomeno non in un così grande arco di tempo; anche la ricostruzione dei costumi in un’epoca che va dal 1860 al 1930, è stata frutto di grande studio e ricerca, dunque un continuo arricchimento per noi attori. L’amore ai tempi del colera ci ha regalato un’opportunità non comune>>. Come è stato invece confrontarsi con la cultura sudamericana? «La conoscevo già in parte, un po’ come molti, attraverso la letteratura nativa, dai romanzi di Garcìa Marquez e della Allende. Non ero però mai stata in Colombia a Cartageña: è un altro mondo, strutturato in modo totalmente diverso dal nostro. Girare il film sul posto è stato senza dubbio utile per l’interpretazione. Ci siamo potuti calare nello scenario in cui Marquez aveva ambientato la sua storia>>. Scendendo nella storia, cosa pensa della relazione che si instaura tra i protagonisti Florentino e Fermina? Crede sia possibile aspettare 50 anni l’amore della propria vita? <<Sinceramente non ritengo sia possibile. L’attesa del protagonista è mentale; egli è innamorato di una donna che ha idealizzato, ma che di fatto non vive. È un sentimento irreale, perfetto. In fondo, questa è una scelta facile di vivere un sentimento: la vera prova d’amore è mantenere una relazione al di là del disincanto, conoscendo gli aspetti positivi ed inevitabilmente quelli negativi>>. Il film oltre ad esser stato girato in Colombia vanta un cast internazionale. Quanto questa esperienza professionale l’ha arricchita?Anche se questa non è stata la sua prima produzione straniera, come è stato lavorare in un’opera così importante? <<Come ha detto bene lei, è stata senza dubbio una grande esperienza, soprattutto dal punto di vista umano. Per quanto mi riguarda, sono stata a contatto con grandissimi attori ed un regista del calibro di Mike Newell, che ha lavorato con grandi come Al Pacino e Johnny Depp. Grazie a questa esperienza sono cresciuta molto; l’essermi trovata da sola all’altro capo del mondo e con una grande responsabilità ha richiesto una grande prova di forza. Lasciando da parte il risultato finale, mi ritengo estremamente fortunata; tutta la troupe mi è sempre stata vicina ed anche ora siamo rimasti in contatto come amici. Non avrei potuto fare quel che ho fatto senza l’aiuto di queste persone>>. Per finire, la sua carriera in questo momento è in ascesa. L’amore ai tempi del colera può considerarsi un primo passo verso Hollywood? <<Sinceramente mi sono sempre considerata una persona molto realista, con i piedi ben saldi a terra. Ora ho avuto questa occasione internazionale molto importante, che resterà comunque sempre tale; se porterà buone cose, lavori di qualità dal mondo, le accetterò di buon grado, altrimenti continuerò a lavorare in Europa, come ho fatto fino ad ora. Mi auguro naturalmente che questo film abbia successo all’estero ed in America ma non per le aperture che potrebbe portare ad Hollywood; piuttosto perché più si al- largano gli orizzonti, più c’è possibilità di scelta a livello numerico tra lavori di qualità, che diano l’opportunità di crescere ed arricchirsi. Non ho fatto questo film pensando di sfondare in America: non è questa la mia mentalità ed il mio atteggiamento nei confronti del lavoro>>. Con questa determinazione non possiamo che aspettarci altri film di qualità da chi, come Giovanna Mezzogiorno, porta in alto la firma del cinema italiano sullo scenario mondiale. L’amore ai tempi del colera Regia di Mike Newell con Giovanna Mezzogiorno Javier Bardem Javier Bardem, Benjamin Bratt, Catalina Sandino Morena Per mezzo secolo (esattamente 53 anni, sette mesi e 11giorni) Florentino Aziza, ventenne telegrafista, persevera nel suo amore per Fermina Daza, la più bella ragazza del Caribe, da cui rimane folgorato sulla via pubblica. Da quel momento, senza mai scoraggiarsi, riesce ad intrecciare una tenera corrispondenza fatta di bigliettini galeotti. Ma il padre di Fermina, contrario all’ unione tra i due, decide di allontanarla dalla città e darla in sposa al facoltoso dottor Juvenal Urbino. Siamo in tempi di peste; anche le alterne vicende delle vite dei protagonisti tuttavia non spengono l’ eterno incrollabile sentimento che Florentino continua a nutrire contro ogni possibilità . Un’ irresistibile epopea romantica che porterà a risvolti inaspettati ma, ahimè , non a un lieto fine. Nelle sale dal 21 dicembre 40 Grandi registi 41 CONOSCERE LE REGOLE MA SAPER ANCHE TRASGREDIRE. E’ QUESTO IL MESSAGGIO CON CUI IL NUOVO FILM DI CARLO MAZZACURATI HA CONVINTO CRITICA E PUBBLICO. LE ALTRE RAGIONI (E NON SONO POCHE) LE ABBIAMO ASCOLTATE DIRETTAMENTE DA LUI La giusta distanza E’ ANDARE OLTRE di Maddalena Messeri, 16 anni liceo classico ‘G.Mameli’ - Roma n’apoteosi di passioni, forse questa è una delle poche espressioni che si prestano a riassumere, senza penalizzarla eccessivamente, l’atmosfera dell’ultimo film di Carlo Mazzacurati, La giusta distanza, ambientato in una provincia sperduta del delta del Po. Non solo le passioni che nascono tra i protagonisti, da quella della giovane maestra alternativa verso il meccanico tunisino a quella che il diciottenne Giovanni ha per il giornalismo, ma anche quella che il regista ha messo nella realizzazione del film. Da cosa nasce l’idea di questo film? «Dal desiderio di ambientare una storia nei luoghi dove venti anni fa esatti ho girato Notte Italiana, il mio primo film, che era una riflessione sul Nord, sui posti in cui vivo. Insomma, volevo tornare a raccontare questa terra». E che effetto le ha fatto tornare là dopo tanti anni? «Di solito si dice “guarda com’è tutto cambiato”, invece il delta del Po è secondo me uno dei pochissimi posti a proposito dei quali si può dire che non sia cambiato nul- U la. Tutto è rimasto come allora, naturalmente dal punto di vista dell’aspetto fisico, del paesaggio. Ad essere cambiata è la gente, anche perché in vent’anni sono successe molte cose». Qual è la molla che la spinge a raccontare storie sul Nord-Est, sul Polesine? «Spesso i media parlano di questa zona soltanto attraverso cliché e luoghi comuni. Io credo che il compito del cinema sia invece andare più in profondità, vedere davvero come sta un luogo, come sta la sua gente. Attraverso, quindi, una storia di pura invenzione, raccontare per immagini, come se il film fosse una spugna che cerca di assorbire l’umore dei luoghi e della sua gente». In questo film ha usato attori poco conosciuti dal pubblico. E’ stata una scelta coraggiosa, come si è trovato a dirigerli? «Mi sono trovato molto bene, a me piace sempre, se mi è possibile, costruire cast in cui mischio attori professionisti molto bravi con persone che non hanno mai re- citato creando un impasto volutamente misto. E’ come quando fai suonare un’orchestra in cui ci sono tutti gli strumenti tradizionali, classici, e poi ci metti in mezzo anche un uculele. Il risultato è originale ma omogeneo». Il detto “troppi cuochi guastan la cucina” non si addice di certo al suo cinema. Ha infatti scritto il film con Claudio Piersanti, Marco Pettenello e Doriana Leondeff. Come mai si avvale spesso di molti collaboratori? «Perché in generale il film è, a mio avviso, un’impresa che si costruisce in molti, il cinema è propriamente un lavoro collettivo. Nello specifico della scrittura a me piace fare un’opera di profondità, di grande discussione, ritengo che scrivere un film sia un lavoro di preparazione, lungo e articolato. Piacevole è anche, però, inventare insieme la storia, articolarla, metterla in crisi. E’ un lavoro corale, ma anche pieno di oralità: il gruppo discute, mette a fuoco, cambia, litiga, si mette d’accordo. Per me questa modalità è vitale perché, se da una parte il frutto è il copione, dall’altra c’è anche tutto ciò che non viene scritto nella sceneggiatura, per esempio gli appunti attorno ai personaggi e quelle invenzioni sotterranee che sono fondamentali durante le riprese. Questo certo non significa che poi sul set non avvengano cambiamenti e comunque scelgo i collaboratori anche in base alla storia, all’umore e da come nascono le cose». La colonna sonora in un film è fondamentale, ha grande importanza per le sensazioni che riesce a trasmettere in armonia con le immagini. Anche nel suo nuovo lavoro le musiche si sposano perfettamente con il paesaggio e con le atmosfere, di chi sono e perché le ha scelte? «Le musiche sono del gruppo “Tin hat” che credo voglia dire “cappello di latta” come il personaggio del “Mago di Oz”. Si tratta di tre musicisti, due uomini e una donna, che fanno una musica proprio a metà tra America ed E’ un lavoro corale, ma anche pieno di oralità: il gruppo discute, mette a fuoco, litiga, si mette d’accordo Come se il film fosse una spugna che cerca di assorbire l’umore dei luoghi e della gente Europa, che a me piace particolarmente. Queste movenze incarnano in totale il concetto di provincia e mi hanno aiutato ad espanderne l’idea per non relegarla ad un luogo specifico ma farla diventare universale». Al festival del cinema di Roma pubblico e critica le hanno riservato applausi a non finire. Come dire, non hanno mantenuto “la giusta distanza”. Ma che cos’è questa “giusta distanza”? «Lo dice Bentivoglio nei panni di un giornalista un po’ trombone che vorrebbe insegnare al giovane protagonista le regole per diventare un bravo professionista: è la misura che si deve imparare ma anche superare nella vita. Tutte le norme vanno imparate ma in un certo senso anche tradite. E’ in fondo quello che fa Giovanni, il protagonista diciottenne che decide di ribellarsi alla regola e così risolve il giallo della storia e nello stesso tempo diventa parte della redazione del giornale, la sua aspirazione». Con i suoi film è stato ospite di molti festival internazionali di cinematografia. Cosa pensa della neonata Festa di Roma? «Ho un pensiero molto positivo e credo sia giusto che in Italia ci sia un festival cinematografico importante alternativo rispetto a quello di Venezia. Roma è la città giusta proprio perché ha visto nascere il cinema, soprattutto ne ha fatto di un certo livello. E’ proficuo che si lavori a favore dell’arte e della cultura in un Paese come il nostro, poco sensibile talvolta a queste tematiche». 42 Reportage dalla Scuola Holden TUTTA COLPA DI SALINGER HOLDEN CAULFIELD È L’EROE DI UN ROMANZO. LA SCUOLA HOLDEN DI TORINO È UN POSTO IN CUI TI INSEGNANO A RACCONTARE, DI TUTTO. ZAI.NET VI REGALA UN BIGLIETTO D'INGRESSO di Alice Avallone, 22 anni Asti ella speranza che Salinger non lo venga mai a sapere, la Scuola è intitolata a Holden Caulfield, il protagonista di The Catcher in the Rye. Il ragazzino che non ne voleva sapere di scuole, college, insegnanti, materie ed esami. È un impegno: questa scuola gli sarebbe piaciuta." Holden Caulfield è il protagonista di The Catcher in the Rye, il romanzo con cui lo scrittore statunitense Salinger ottenne il suo clamoroso successo. L'opera, tradotta in tutto il mondo, è oramai considerata un classico e il suo protagonista, Holden, è un personaggio famoso, l'eroe che ha ispirato un'intera generazione. Ed è a questo ragazzetto che la Scuola Holden deve il nome. La prima e la sola scuola di tecniche della narrazione in Italia è a Torino: in una palazzina liberty, ex laboratorio tessile, adesso convertito in aule, biblioteca, salone e optional vari. A cinquanta metri il parco del Valentino, il Po e un ponte verso le colline. Alessandro Baricco, uno dei suoi fondatori, la racconta così: "La Holden è nata da un’idea: che si dovesse fare una scuola in modo da formare dei narratori. Non degli scrittori. Non dei drammaturghi. Non dei registi. Ma dei narratori. Intorno a quest’idea si è coagulato uno spirito, una passione, quella delle cinque persone che l’hanno fondata e che fin dal primo anno hanno lavorato per la sua realizzazione." Dalla sceneggiatura al monologo, dal cartoon al romanzo, all’articolo di cronaca, allo spot pubblicitario o alla pagina web. La scuola propone didattica sperimentale che si rinnova ogni anno, per preparare gli aspiranti narratori a catturare contenuti, tecniche, modi per inventare e strutturare nuove storie. La scelta è quella di porta- "N re dal vivo un’esperienza professionale da condividere con gli studenti, attraverso lezioni e laboratori in cui si apprendono le tecniche per impossessarsi della sensibilità e delle capacità artigianali che sono alla base di qualsiasi narrazione. Ma non solo. Oltre al Master biennale, la Scuola Holden propone corsi e workshop a Torino ed in giro per l'Italia, e corsi on-line (editing, scrittura teatrale, fumetto, giornalismo, webwriting, pubblicità, e tanti altri). Il loro metodo? Se vuoi scrivere romanzi studia Sergio Leone, se vuoi fare film ascolta Verdi, se hai in mente un serial televisivo studia Flaubert, se vuoi fare il pubblicitario ascolta il rap, se vuoi scrivere poesie leggi Dylan Dog. E non ci sono nemmeno esami veri e propri, si fanno costantemente esercizi e la selezione è per così dire naturale: arriva in fondo chi riesce a tenere il ritmo. L'autore e attore teatrale Alessandro Bergonzoni racconta la Scuola Holden così: "Non amo le scuole ma mi piacciono solo le scuole di pensiero. Alle facoltà preferisco sempre le facoltà mentali e credo penso e spero che la Holden sia, sia stata e sarà un po’ di questo e un po’ di quello là. [...] In 10 anni lì dentro hanno dormito esempi, si sono scortate autonomie, si sono scartate autocitazioni, si è dato da bere agli affamati, da mangiare agli assetati ma soprattutto si è fatto sì che dei chi, sia stato raccontato soprattutto il come e il cosa. Da un vostro uomo di lettere oltre che di fare baciare e testamenti." Ancora più curiosi? Abbiamo chiesto a Savina Neirotti, socia della Scuola Holden e direttrice del Master in tecniche della narrazione, di raccontarci di più. Savina, la prima domanda è scontata, ma d'obbligo. Con quali parole possiamo sintetizzare la presentazione della Scuola Holden? «Narrazione, Trasversalità, Tecnica. Il mondo della Scuola Holden è quello dello storytelling, del raccontare storie, che si tratti di libri, di film, di reportage, di fumetti: è importante sperimentare tutte le tecniche della narrazione, insieme ai professionisti del settore, per poi trovare il proprio modo di essere autori. Alla Holden le "materie" sono racconto e romanzo, lettura, giornalismo, new media, fumetto, sceneggiatura, montaggio, regia, teatro...». 43 Ha ancora senso l'età anagrafica in una scuola come la vostra? proposta formativa della vostra scuola, che cosa rispondete? «Direi non tanto, infatti il Master è aperto a ragazzi dai «Il talento esiste, ma va coltivato. In alcuni casi va an18 ai 30 anni. Che siano laureati o no, non importa. In che trovato, tirato fuori dall'ombra. Spesso sono le stesrealtà sarebbe bello che il Master non avesse limiti neanse persone di talento che non sono in grado di riconoche dopo i 30 anni ma, per l'Italia, quello è l'orizzonte scere le proprie capacità. Un luogo dove circolano le idee reale in cui ci si può collocare e gli stimoli sono molteplici, nel mondo del lavoro». non può che aiutare il talento In che misura i new media a venir fuori. Sicuramente non CON ZAI.NET (supporti digitali, web, blog, è necessaria una scuola per ENTRI ALLA HOLDEN ect) hanno influenzato la diventare autori, ma per diScuola Holden in questi ultiventare bravi professionisti è Grazie alla collaborazione missimi anni? indispensabile, e questo è imcon la Scuola Holden Zai.net regalerà «Da subito abbiamo utilizzato portante». agli studenti il web: oltre al sito Si dice che questa Italia è 3 borse di studio: una per www.scuolaholden.it, che rac"vecchia". È un luogo comuil corso Voci Pilota, una per il conta la Scuola in tutti i suoi ne che nasce dalla difficoltà corso Racconto e Romanzo light, aspetti, dal 2001 la nostra diper i giovani di emergere, o e una per un corso dattica è anche on-line con piuttosto dalla scarsità di gioon line a scelta. più di dieci corsi. Il Diario del vani davvero in grado di farlo? Per concorrere inviare recensioni Master, backstage di quello «Oggi è difficile emergere, diletterarie, racconti, che avviene nelle aule, è conrei anche per chi emerge. È sceneggiature di spot, diari a: sultabile on-line insieme con provocatorio, ma sono [email protected]. 30x60: un magazine a cura vinta che in questo mondo dei nostri studenti, ma aperto fatto di velocità c’è poco spaa tutti. Per quello che riguarzio in generale, anche se alda il Master, da quest'anno l’area l'apparenza sembra che ce ne sia tematica dei New Media è una delle tre più portanti, inmoltissimo. Credo che oltre all’obiettivo di emergere, bisieme a Racconto e Romanzo e a Scrittura per il cinema». sogna innanzitutto concentrarsi sulla capacità avere realMolti sostengono che il talento sia un dono solo per pomente qualcosa da raccontare. Ho molta fiducia nelle pochi selezionati dalla natura, e non dalla professione. Ma tenzialità creative dei giovani: sono la materia prima su è davvero così? Ai giovani che vogliono avvicinarsi alla cui lavoriamo tutti i giorni». LABORATORIO DI CINEMA E SCRITTURA CON HERZOG Non credo nel Cinéma Vérité. A volte una bugia ben congegnata è meglio di qualsiasi verità. (Werner Herzog) Laboratorio di cinema e scrittura con uno dei registi fondamentali del panorama contemporaneo, Scuola Holden, 17 – 18 gennaio 2008. 15 posti a disposizione, scadenza iscrizioni il 3 dicembre. Per partecipare alla selezione occorre inviare un cv dettagliato a [email protected] P.S. PROGETTO STORIA: Scritte sui muri e manifesti politici raccontano 40 anni di storia italiana Il progetto propone un itinerario di iniziative diverse per provare a ricostruire la storia italiana degli ultimi 40 anni, alla ricerca di una messa a fuoco e di un significato: lezioni, testimonianze, reading, mostre fotografiche. L’idea prende spunto dal libro di Alberto Negrin Niente resterà pulito. Il racconto della nostra storia in quarant’anni di scritte e manifesti politici (Bur, 2007). Prossima tappa: 11 dicembre 2007 al Circolo dei Lettori di Torino. MELTING PLOT Progetto di interconnessione culturale Melting Plot è un generatore di intrattenimento culturale: 18 eventi di letture, musica, arti visive. Una contaminazione artistica e creativa che crea connessioni culturali e sociali nell’interazione dal vivo con il pubblico. Il nome esprime l’idea del progetto: raccontare storie (plot) in un calderone (melting pot) di voci, parole, immagini e suoni. Le nuove date: -24 gennaio 2008 “Perla Nera” di Rosana Crispim da Costa, Gabriele Biei (trombone) e Gilberto Sonetto (pianoforte), Daniela Dogliani -21 febbraio 2008 “Il resto del mondo” di Simone Laudiero, Valentina Valenzano (pianoforte) www.scuolaholden.it Definirlo romanzo è a dir poco pretenzioso. Questo è, se proprio si vuole trovare una definizione più calzante, un lungo racconto invaso di neve e freddo. Forte è il timore che possa goderne solo chi conosce Zeno Colò, campione mondiale degli sci anni ‘50. La storia parte bene, un pensionato che riceve la sua prima pensione e decide di regalarsi un po’ di adrenalina, un giro sui suoi vecchi sci lunghi oltre due metri. Una moglie che resta a casa in ansia e attende il ritorno dell’energico marito. Poi tutto cambia. Compaiono squillo russe, campioni mondiali e papi, Svetlana, Zeno Colò - appunto – e Wojtyla. Il lettore finisce per non capirci più nulla, spaesato dai troppi volti noti. Un motivo per leggerlo: Se proprio non avete altro da fare, potete anche valutare l’impresa. Ma siete sicuri non sia meglio una passeggiata? Un motivo per non leggerlo: Si dica solo che viene veramente voglia di saltare le pagine. Si legga solo - se regalato - per cortesia. Luca Sappino, 19 anni, Roma PASSAGGI DI TEMPO LETTURE Autore Andrea Ferrari Editore Fazi Prezzo 14.50 euro Pagine 125 L’atmosfera ricorda quella de La meravigliosa storia di Peter Schlemihl, il divertente racconto di Adelbert von Chamisso il cui protagonista, venduta la propria ombra ad un uomo vestito di grigio per una borsa sempre piena di soldi, si condanna a vita infelice. Qui però, nel romanzo d’esordio di Andrea Ferrari, il baratto è tra memorie e tempo. Philippe, malato e ormai morente, vende i suoi ricordi ad un notaio insonne, che non ha nulla da ricordare, in cambio di tempo da vivere. Un piacevole intreccio di storia e favola, di trascendenza e immanenza. Bella è la forma e piacevole lo stile. Ferrari regala al lettore, seppur con parsimonia, sorrisi e diletto facendo di questo leggero volume una lettura sufficientemente piacevole. Un motivo per leggerlo: Si legge in fretta e senza fatica. È ideale per chi ha poco tempo e vuole avere qualcosa di cui parlare a tavola con gli amici. Un motivo per non leggerlo: Costa tanto, meno di un ingresso in discoteca, ma comunque troppo. Si sarebbe potuto fare di più. L.S. UN CERTO SENSO LETTURE Autore Francesco Fagioli Editore Marsilio Editori Prezzo 14.00 euro Pagine 239 Su Antonio Senso, pittore protagonista di questo intelligente romanzo dell’esordiente Fagioli, il giudizio sarà certamente unanime: un uomo solo, depresso e vagamente psicopatico. Un artista senza troppa fortuna che, scambiato l’amministratore condominiale per confidente, regala sorrisi a chi ora legge quelle missive mai spedite. Un personaggio costruito ad hoc per dare a Fagioli la possibilità di farsi bello davanti ai suoi lettori. Perché come il pittore Senso nel dipingere, Fagioli si dimostra capace di eccellente prosa: mette in scena, senza apparente fatica, una realtà precisa e riscontrabile. La silenziosa supplica di chi è troppo solo, di chi è costretto a cercare conforto su spalle estranee. Un romanzo originale da cui sia autore sia protagonista vengono fuori con profili in bilico tra la genialità e la follia. Un motivo per leggerlo: Divertente e insolito. I contenuti, la formula scelta e la prosa rendono la lettura interessante. Sorprende. Un motivo per non leggerlo: Il prezzo è alto, forse troppo per il lancio di un emergente. L.S. GLI ULTIMI DELLA CLASSE di Paola Tavella IL LIBRO MAGICO Di China Miéville Una città nascosta, un luogo segreto in cui vanno a finire tutti gli oggetti distrutti di Londra e a volte anche le persone che si perdono o le cui vite sono spezzate per sempre. Tra questi, Brokkenbroll, capo degli ombrelli rotti, Obaday Fing, un sarto dalla testa a forma di enorme puntaspilli, e un cartone di latte vuoto di nome Curdle. Ma Il Libro Magico racchiude anche l’annuncio dell’arrivo di un eroe, colui che l’intera metropoli oscura attende da moltissimi anni. E quando Zanna e Deeba, due ragazzine di dodici anni, trovano l’accesso segreto alla città, sembra che la profezia sia sul punto di compiersi... Editore: Fanucci Pagine: 256 Prezzo: Euro 15.50 L'ARMATA PERDUTA Di Valerio M. Manfredi Un anno con i ragazzi e i maestri in una scuola di strada di Napoli, così recita il sottotitolo di questo librodocumentario che raccoglie le storie vere del progetto Chance contro l’abbandono scolastico. Un gruppo di sei insegnanti ha recuperato ventiquattro ragazzi espulsi dalla scuola normale portandoli fino alla licenza media. La giornalista e scrittrice Tavella ci porta dentro questa esperienza raccontando le voci, i volti di quei ragazzi e degli insegnanti, della loro “scuola di strada”, un esempio studiato e imitato in tutto il mondo. Volete un assaggio? Ecco l’incipit del libro: “Antonia si sveglia alle cinque del mattino. Sa che non si riaddormenterà. Va in bagno e apre l’acqua calda. (...) Si immerge e pensa a Ciro e al loro appuntamento”. Editore: Feltrinelli Pagine: 133 Prezzo: Euro 9.50 Spossata da trent’anni di guerra tra Atene e Sparta, la Grecia nel 401 a.C. è in ginocchio. Nel momento di più profonda crisi di quei valori che resero grande la civiltà ellenica, il comandante Clearco arruola un esercito di mercenari greci. Quale sia la vera missione di questo esercito che passerà alla storia come “l’Armata dei diecimila” non è chiaro. Si sa che dovrà addentrarsi profondamente in territori misteriosi e ostili, nel cuore stesso dell’impero persiano; si sa che è al soldo del principe Ciro, fratello del Gran Re Artaserse. La motivazione ufficiale, sgominare tribù ribelli, non convince nessuno. Editore: Mondadori Pagine: 420 Prezzo: Euro 19 ELIZABETH – THE GOLDEN AGE Cast: Cate Blanchett, Geoffrey Rush Regia: Shekhar Kapur Anno: 2007 45 L’eterea regina ha fatto il suo gran ritorno nelle preziose vesti d’imperatrice, solcando tappeti rossi e sorridendo con gentile noncuranza alle videocamere del film “Elizabeth-the Golden Age”, seconda puntata del precedente “Elizabeth”. Cate Blanchett si è così cimentata per la seconda volta nel ruolo della fragile e triste Regina, celata dietro il proprio manto di saggezza egocentrica e invalicabile forza. L’opera del regista Shekhar Kapur merita di essere vista unicamente per la strabiliante interpretazione della divina Cate, oltre che per gli altrettanto strabilianti effetti speciali. La pellicola sembra evolvere attraverso le pennellate di un pittore coscienzioso della propria arte, mirabile per la capacità di catturare l’emozione nelle scene che, esuberanti, si profilano davanti ai nostri occhi meravigliati nell’attimo fugace del loro mostrarsi. Un motivo per vederlo: L’interpretazione degli attori. Un motivo per non vederlo: Lo sviluppo piatto della vicenda. Silvia Torre, 15 anni, Roma CINEMA LETTURE Autore Franco Matteucci Editore Newton Compton Prezzo 9.90 euro Pagine 123 IL CARICO DA UNDICI – LE CARTE DI ANDREA CAMILLERI di Gianni Bonina E’ uscito da poco per i tipi di Barbera Editore il librointervista che mette a nudo Andrea Camilleri e la sua scrittura. Tutti i romanzi e i saggi del più amato scrittore italiano spiegati da lui medesimo e commentati dal giornalista siciliano che ne ha seguito fin dall’inizio l’intera vicenda letteraria. Pagine che raccontano il mondo, i personaggi, le atmosfere, i contesti e le suggestioni che hanno fatto di Camilleri l’erede di Pirandello e Sciascia. Editore: Barbera Pagine: 618 Prezzo: Euro 15.90 novità in LIBRERIA “GIULIETTA E ROMEO” DI RICCARDO COCCIANTE L'Arena di Verona è gremita; tutti aspettano con ansia che lo spettacolo cominci. Le luci si spengono; nell'aria risuona: “Verona, l'amore, Giulietta, l'amore...”; un poetico Mercuzio ci introduce così alla nuova opera popolare di Riccardo Cocciante. Grazie alle meravigliose scenografie create dai giochi di luce entriamo dunque a Verona, dove Montecchi e Capuleti si sfidano e si accusano di “rubarsi l'aria”. Tutta l'opera è piena di emozione, grazie a canzoni eccezionali, a coreografie belle, anche se superate dai momenti corali, e a un cast azzeccatissimo, con voci moderne ma adatte ai personaggi, a cui si uniscono recitazione e movimento sul palco. Un motivo per vederlo: In fondo Giulietta esiste ancora, ma invece di aspettare il suo Romeo al balcone lo aspetta al cinema o a un concerto pop. Un motivo per non vederlo: Una delle critiche mosse - che io non condivido è stata l’aver scelto interpreti troppo giovani e inesperti. Greta Pieropan, 15 anni, Pozzolengo (Bs) MUSICAL IL PROFUMO DELLA NEVE novità in LIBRERIA “COSÌ FAN TUTTE” DI W. A. MOZART E’ l’ultimo capitolo della Trilogia delle passioni, comprendente anche “Nozze di Figaro” e “Don Giovanni”, firmata dalle menti geniali di Mozart e Lorenzo da Ponte. La scena si finge a Napoli, dove i due ufficiali Ferrando e Guglielmo, insieme al cinico filosofo Don Alfonso, scommettono sulla fedeltà delle loro amanti, le due sorelle ferraresi Fiordiligi e Dorabella. I due ragazzi si travestono da albanesi e iniziano a corteggiare ognuno la donna dell’altro. La regia e la direzione dell’orchestra è stata curata dal direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma, il maestro Gianluigi Gelmetti, che sia dal punto di vista musicale sia scenico fa un lavoro ottimo. La concertazione risulta decisa e dinamica, sapendo dare spazio ai momenti più romantici dell’opera come a quelli più frizzanti, stesso discorso per la regia. Un motivo per vederla: In ottima forma le due protagoniste, il mezzosoprano Laura Polverelli (Dorabella) e Anna Rita Taliento (Fiordiligi) che, sicure in scena, danno ottima prova della loro tecnica. Un motivo per non vederla: Se non vi interessa affatto la lirica. Jacopo Zoffoli, 18 anni, Roma Z a i. n e t è p e r i l d i r i tt o d i c r i t ic a … v o t a, c o n s i g l i a , s t ro n c a f i l m , l i b r i , m u s i c a e a l t r o s u i s i t i w w w. z a i . n e t e w w w. s t r o n c a . n e t OPERA 44 Recensioni 46 Sport Arte sotto casa 47 46 Direzione Turismo, Commercio e Sport PARTE SU QUESTO NUMERO, IN COLLABORAZIONE CON LA DIREZIONE TURISMO, COMMERCIO E SPORT DELLA REGIONE PIEMONTE, IL VIAGGIO DEI REPORTER DI ZAI.NET ALLA RISCOPERTA DEI LUOGHI D’ARTE RACCONTATI DA CHI CI VIVE ANZICHÉ DALLE SOLITE GUIDE L’ ARTE CHE NON TI ASPETTI ASPETTA SOLO TE! di Alice Avallone, 22 anni Asti è un singolare edificio, nel centro della piccola Asti, che ospitò dal 1890 al 1930 il birrificio dei Fratelli Metzger, uno dei marchi più antichi di tutto il Piemonte: Carlo Metzger lo registrava nel 1862 a Torino dove, qualche decennio più tardi, l’architetto Pietro Fenoglio avrebbe progettato la sede della fabbrica. Questo singolare edificio astigiano di via Brofferio è un incredibile gioiellino sconosciuto di architettura industriale di fine Ottocento, la cui ristrutturazione ha avuto cura di salvaguardare sia le strutture portanti, come le colonne in ghisa, sia le fonti C' di luce naturale che si buttano dal primo piano nella piscina-installazione. Da qualche tempo, il singolare edificio ospita su piani diversi alcune sale per esposizioni temporanee e proiezioni, un laboratorio interattivo, una fonoteca, un archivio ed una biblioteca. Ma anche una piccola foresteria per artisti, ed un’ampia ed attrezzata cucina. Tutto questo è l'Associazione Fondo GIOV-ANNA PIRAS. Le collezioni Piras iniziano a formarsi negli anni Settanta, e sono da subito concepite come fonte, come patrimonio culturale ispiratore di azioni di promozione e divulgazione. Eclettica ed al tempo stesso rigorosamente selettiva, appaga la bibliofilia più esigente per approdare a una preziosissima raccolta di vini, esposta alla contemplazione prima che alla degustazione. Si è tentati di mescolare autori e vitigni, anni e annate, Burri, Frank, Berio, Merz, Elvis Presley, La maggior Sottsass, Paolini, Cage, parte dei libri Conterno, sono prime edizioni, Bicroft, Cartiercome i duecento Beat Bresson, BiondiBooks che hanno Santi. E ancora: i primi arricchito la prima manifesti del mostra Futurismo, il libro imbullonato di Depero, un’attenta ricerca sul progressivo italiano e internazionale, le etichette di Bacon, Mirò, Picasso sulle bottiglie di Chateau Mouton Rothschild, le prime edizioni dei dischi dei Beatles. La Biblioteca, che conta oggi oltre quindicimila testi, rappresenta una delle più preziose risorse del Fondo. La maggior parte dei libri sono prime edizioni, come i duecento BeatBooks che hanno arricchito la prima mostra conclusa lo scorso febbraio, con un esaustivo, inedito e del tutto originale omaggio a Ginsberg e alla Beat Generation.E dopo aver gustato autori ed artisti, una visita allo Spazio Collezione Vintage è dovuta. Questa cantina nasce con la finalità di valorizzare e rendere fruibile al pubblico, in un prestigioso quanto inedito contesto espositivo, una raccolta di grandi vini, con annate che vanno dalla metà del novecento ai giorni nostri. I trecento quadri che costituivano l’originaria cave del Birrificio Metzger sono stati ristrutturati con grande attenzione al profilo estetico: le bottiglie si susseguono scaffale dopo scaffale e senza bisogno di essere mosse mostrano case, annate, nomi e date prestigiosi. Ed è così - tra artisti e vigneti - che diventa chiaro il legame tra il territorio del Piemonte, le sue risorse, le radici, ma anche il contesto sempre più globale con cui occorre confrontarsi. I SETTE SACRI MONTI: sulle orme di Carlo e Federico Borromeo Oltre alla Collezione Piras, vi diamo un assaggio di un altro gioiello del turismo culturale della nostra regione insignito dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità. Chissà quante volte abbiamo sentito parlare del mitico pellegrinaggio verso Santiago de Campostela, in Spagna, mentre non ci ha nemmeno sfiorato l’idea che coniugare l’interesse artistico e paesaggistico con la pratica devozionale è una cosa che proficuamente si può fare anche in Piemonte, con risvolti non meno emozionanti. I Sacri Monti propongono itinerari di visita con panorami mozzafiato, percorrendo i quali vi sembrerà di perdervi in un’altra epoca. All'interno delle cappelle sparse lungo i sentieri sono raffigurati in pittura e scultura episodi della Storia Sacra, dell'Antico e del Nuovo Testamento o storie delle vite dei santi. La loro origine risale molto probabilmente all’età della Controriforma, tra la fine del Cinquecento ed il Seicento, ed ebbe un forte impulso per l’opera di Carlo e di Federico Borromeo. Ecco la loro esatta localizzazione: la Nuova Gerusalemme di Varallo Sesia (Vc), Nostra Signora dell'Assunzione di Serralunga di Crea a Ponzano (Al), San Franceso di Orta San Giulio (No), Santa Vergine di Oropa (Bi), Santa Trinità di Ghiffa (Vb), Calvario di Domodossola (Vb), Santuario di Belmonte di Valperga Canavese (To). E allora, non ci resta che armarci di zaino e scarponcini e partire! 48 SportTest Risultati HACKER CYBERTERRORISTI? Bamboccioni a chi? (pag. 23) Punteggio: per ogni risposta A: 1 punto - per ogni risposta B: 2 punti - per ogni risposta C: 3 punti Da 6 a 10 punti: Da 11 a 14 punti: Da 15 a 18 punti: Più che altro sfigato mostruoso, possibile che i tuoi siano così disgraziati? Beh, almeno non si può dire che non siate disponibili ai contatti con culture diverse (magari per necessità). E c’è anche la probabilità, a parte gli scherzi, che voi e i vostri genitori siate davvero persone aperte alle novità e alle situazioni magari un po’ complicate ma gratificanti. Di certo non siete tipi attaccati alla sottana della mamma. Ecco qua, le solite vie di mezzo né carne né pesce! Ogni volta che preparo un test non so mai che scrivere, perciò, anche questa volta, parleremo del più e del meno… per esempio, come va a casa? E a scuola? Insomma, in linea di massima si dice che le vie di mezzo sono sempre quelle da preferire, quindi non avete bisogno né di consigli né di facile ironia. Cercate di essere un po’ più originali e schierati. Ragazzi, una brutta notizia per voi… Babbo Natale non esiste! E dai, ve la date una svegliata? Bisogna crescere, aprirsi alle situazioni nuove! Va bene che per l’italiano medio la figura della mamma è d’importanza fondamentale, ma ad una certa età bisogna anche imparare ad essere autosufficienti, non credete? Un consiglio, magari cominciate con un bel giro di palazzo e soprattutto smettete di farvi accompagnare a scuola. Scambista internazionale Tranquillone 54 Un mito da sfatare Mammone AMBIENTE & SOCIETA’ 58 ASPETTANDO NATALE No al solito pacco! 50 Energia pulita E RIS SFRU H SI' CH O T ,D E C RSE TATO OP O QU I R D E EL IVO LLA PER AVE LE LG TE BEN R V D E E CH AN RR I C IAM RRA E LE D I EB O O E EC E Q COS AMO BE D RPI AN CO UA 'E' I A A D CEL CHE LI L F SC IR EST A EP O I O E I, ER L'A VAN TO PR . V LE MB TA O IRE NO IEN GG LTA STR TE I P ICO ER ET AS CH E HERE COMES THE SUN IL FUTURO E’ NEL SOLE dI Ilaria Maccari, 19 anni Roma energia solare, da sempre motore di ogni attività che si svolge sulla terra, oggi più che mai è chiamata a svolgere un ruolo importante nello scenario mondiale come nuova fonte d'approvvigionamento energetico. Il fotovoltaico è una delle tecnologie che si propone di ricavare direttamente dai raggi solari energia elettrica. La conversione avviene attraverso una cella fotovoltaica, composta da una sottile lamina di materiale semiconduttore, molto spesso silicio, in grado di assorbire i fotoni emessi dalle radiazioni solari e di generare, se connessa ad un utilizzatore, una circolazione di corrente direttamente proporzionale alla quantità di raggi incidenti. L'efficienza di conversione varia tra il 12 e il 17%, anche se speciali realizzazioni in laboratorio mutuate dalle applicazioni spaziali hanno raggiunto efficienze fino al 40% mediante l'uso di strutture multistrato e l'utilizzo di lenti per concentrare la luce. Le celle vengono infine incapsulate e assemblate in moduli fotovoltaici da posizionare su su- L' perfici esposte alla radiazione solare. In particolare una tipica applicazione del fotovoltaico è l'integrazione negli edifici di sistemi che richiedono l'impegno dell'industria fotovoltaica, dell'ingegneria e dell'architettura, ma soprattutto un impegno politico nell'emanazione di leggi che ne incentivino lo sviluppo in questa fase in cui non si è ancora raggiunta la piena competività economica. In questo senso si è mossa la nuova Finanziaria che, approvando il programma "Conto Energia", riconosce per un periodo di 20 anni, una tariffa incentivante per le aziende che decidono di installare pannelli fotovoltaici in impianti centralizzati di media-grossa taglia o per gli utenti che sfruttano il tetto delle loro abitazioni. Essi, oltre a vedere ridotto il costo della bolletta, hanno la possibilità di vendere al gestore della rete l'energia prodotta e non utilizzata o, in alternativa, di immetterla nella rete e usufruirne, per i tre anni successivi, nei periodi in cui l'impianto non è funzionante o la produzione è minore del fabbisogno. Della situazione del fotovoltaico nel panorama italiano abbiamo parlato con Francesco Roca, responsabile per di- 51 versi anni della Sezione Materiali Fotovoltaici Innovativi realizzato l'impianto, infatti, c'è la possibilità di cedere l'edell'Enea (Ente per le Nuove tecnologie, l'Energia e l'Amnergia che si produce in eccesso alla rete e prenderla da biente), membro del comitato scientifico delle ultime tre essa quando occorre. Inoltre, viene riconosciuto l'incenticonferenze europee fotovoltaiche Epvsec ed attualmente vo che è dell'ordine di 40-50 centesimi di euro a kilowatimpegnato su diversi progetti proiettati verso il fotovoltora. Con questa forma di remunerazione si fa in modo taico innovativo e quello a concentrazione. che il recupero dell'investimento sostenuto per la realizPerché è importante investire proprio sul fotovoltaico nel zazione dell'impianto sia molto più veloce e quindi possa quadro delle energie rinnovabili? diventare interessante anche per una qualsiasi famiglia. "E' importante partire dalla considerazione che l'energia Una famiglia normale, che ha un consumo ragionevole di attualmente è prodotta prevalentemente da fonti fossili, energia, ha bisogno in media di una ventina di metri quadestinate a scomparire nel gidri di pannelli fotovoltairo di un tempo relativamente ci e deve sostenere un breve, si parla al massimo di costo di circa 12000 euNel giro di 10-15 anni il 150-200 anni, per la maggior ro per acquistarli. Essa fotovoltaico sarà concorrenziale parte di esse. Allo stesso temviene aiutata con dei anche con le fonti convenzionali po si assiste ad una richiesta meccanismi di finanziasempre crescente di energia mento che le permettoda parte della nostra società, no di razionare il pagache sta sviluppando uno stile mento. Lo stimolo del di vita mediante nuove tecnologie e prodotti, che rimercato potrà permettere, nel giro di 10-15 anni, ed anche chiedono sempre di più forti produzioni energetiche. L'emeno, di renderla concorrenziale anche con le fonti connergia è certamente una fonte di sviluppo per le popolavenzionali, in particolare con quelle fossili. Terrei a precizioni, infatti c'è una correlazione stretta tra sviluppo sosare che, comunque, anche nell'immediato il costo delciale e consumo energetico, tuttavia quando viene prol'energia, durante i picchi di rete, può arrivare a codotta bruciando combustibili fossili, provoca notevoli danstare fino a 20 centesimi di kilowattora, prezzo non ni ambientali. Tra le fonti disponibili in grande quantità e molto distante dal costo dell'energia prodotta non inquinanti c'è sicuramente l'energia solare: una delle da fonte fotovoltaica, che nei periodi in cui il più promettenti, poiché il sole manda sulla terra una persole è molto intenso e che corrispondono centuale di energia enormemente superiore alle nostre ai periodi di maggiore esigenze. Basterebbe coprire meno di un millesimo delle richiesta per gli imaree adatte per l'installazione di impianti fotovoltaici e si pianti di condiziosopperirebbe alle nostre esigenze energetiche. E' del renamento. sto anche l'energia più pulita che si possa immaginare, dato che all'azione del sole è legato lo sviluppo del nostro pianeta e la stessa energia eolica si produce grazie a movimenti di masse d'aria che si generano per differenza di temperatura". Quanto conviene alle famiglie investire sul fotovoltaico? "Il fotovoltaico costa oggi dai 30 ai 60 centesimi d'euro per kilowatt l'ora, a seconda della quantità dell'energia solare che incide, della tecnologia di cella usata per la conversione e se l'impianto è direttamente connesso in rete o necessita di accumulo. Lo stesso impianto installato in Germania o in Italia produce nel nostro Paese energia più a buon mercato grazie alla maggiore insolazione, tuttavia è evidente che questo costo è significativamente più alto di quello dell'energia convenzionale. Giusto per dare un'idea, l'elettricità idroelettrica, che è una delle fonti energetiche più economiche e oltretutto poco inquinante, costa oggi dai 2 agli 8 centesimi al kilowatt l'ora, mentre l'energia eolica ha un costo che va dai 4 ai 12 centesimi. Il solare è, dunque, una fonte costosa, ma si sta lavorando a riguardo visto il suo potenziale. Sono in corso sviluppi tecnologici per renderla sempre più competitiva anche dal punto di vista economico. In pratica la strada giusta da percorrere è investire sulla tecnologia affinché il fotovoltaico possa diventare competitivo nel costo". Quali sono gli incentivi che il governo mette a nostra disposizione? "Gli incentivi di mercato mirano in primo luogo a rendere più interessante l'investimento da parte delle famiglie oltre che ovviamente aziende. Dal momento in cui viene 52 Energica-mente CHE VITA SAREBBE SENZA ENERGIA? QUALE SAREBBE LA REAZIONE DELL'UOMO SE UN BEL GIORNO SI SVEGLIASSE SENZA POTER PIÙ CONTARE SU TUTTE LE COMODITÀ D ELLA TECNOLOGIA? FORSE QUELLA D I TIRARSI PIZZICOTTI SULLE GUANCE SPERAND O SI TRATTI D I UN SOGNO O DI UN BRUTTO INCUBO... PUBBLICHIAMO SU QUESTE PAGINE UNO DEI DUE ARTICOLI VINCITORI D EL CONCORSO SULL'ENERGIA PROMOSSO DA ED IPOW ER di Federica Matarrese Itis “E.Majorana” - Brindisi mmaginatevi che cosa significherebbe dover recarsi a scuola a piedi tutte le mattine, vivere senza la suoneria del nostro cellulare o magari dover dire addio all'amico computer ed essere costretti ad andare a dormire all'ora delle galline. Uno scenario del genere sarebbe disastroso, quasi apocalittico. Sembrerebbe di essere ritornati all'età della pietra, con la sola differenza che sono passati un po' di anni dalla scoperta del fuoco. E d'altra parte, cosa direbbe un uomo di Neanderthal se, grazie ad una macchina del tempo, si ritrovasse improvvisamente a vivere nel 2007? Altro che incubo, penserebbe di essere approdato in chissà quale galassia dispersa nell'universo. Ma adesso… sveglia! Basta un niente per tramutare in incubo la nostra realtà. E poi siamo davvero soddisfatti di essere ormai automi al servizio delle macchine? Fino a pochi decenni fa esse, chiamate ad aiutare l'uomo nell'instancabile e febbrile progresso scientifico, economico e sociale, si limitavano a ridurre lo stress che ogni operazione del genere comporta. Man mano che si andavano scoprendo, però, i meccanismi del processo intellettivo si sentì anche l'esigenza di ipotizzare la possibilità di trasferire le funzioni della meravigliosa macchina umana a congegni meccanici costruiti dall'uomo. Non esiste, oggi, organismo finanziario, economico, sportivo, amministrazione statale, ente culturale o umanitario che non programmi la propria identità servendosi di "cervelli elettronici" di grande precisione. Non siamo più in grado di farne a meno e anche le più piccole ed insignificanti operazioni manuali ci appaiono come ostacoli insormontabili, impossibili da eseguire senza poter contare sull'aiuto di queste macchine pensanti. I Fonti vecchie e nuove E più aumentano, quindi, queste nostre disparate esigenze più aumenta la richiesta di energia, mentre passa in secondo piano il fatto che molte delle fonti da cui essa proviene non crescono sull' albero del nostro giardino e non si trovano di certo nel pozzo di San Patrizio. L'energia non si ricava dal nulla, ma viene prodotta attraverso fenomeni naturali o controllati dall'uomo. A tutto ciò si aggiunge il fatto che i consumi energetici, l'utilizzo delle fonti fossili, hanno dirette conseguenze sull'ambiente. I pericoli per il nostro pianeta, dovuti all'aumento della temperatura e al conseguente cambiamento climatico (effetto serra) e l'eccessivo utilizzo di risorse non rinnovabili hanno indotto i governi e le Nazioni unite a discutere e ad approvare dei protocolli (Kyoto) con i quali si impegnano nei prossimi anni a ridurre le emissioni climalteranti, a sviluppare le fonti energetiche alternative, a risparmiare l'utilizzo di energie non rinnovabili. La scarsità degli idrocarburi come petrolio e gas con riserve accertate di solo 40 e 60 anni - il forte aumento del loro consumo, la loro rischiosa collocazione geo-politica portano a riflettere se sia il caso di riscoprire in Italia il "vecchio" carbone - con riserve accertate di un ordine di grandezza superiore naturalmente in chiave innovativa, per un suo utilizzo sempre più pulito. Si sente sempre più parlare di altre fonti energetiche rinnovabili ma concentrate come l'idroelettrico, le biomasse, il geotermico, che è già utilizzato in Islanda e in Toscana. Se, infine, aggiungiamo lo sfruttamento del vento e delle maree possiamo capire che raggiungere l'autosufficienza energetica con fonti rinnovabili non è poi un'ipotesi utopica. E che dire dell'energia solare? Il sole non è solo una sorgente rinnovabile e pulita ma anche "democratica", perché è di tutti, perché è gratis e nessuno può controllarne l'erogazione chiudendo il rubinetto se non paghiamo la bolletta. Tuttavia i problemi tecnici e quelli legati al costo sono ancora enormi e la quantità di energia prodotta è ancora lontana da quella necessaria per poter sostituire quelle tradizionali. Le ultime frontiere Così la ricerca si sposta verso altri settori. Sapete perché sta aumentando il costo del 53 mais? In alcuni paesi questo cereale serve a produrre etanolo, il nuovo petrolio verde. Arriveremo ad un punto in cui il costo del combustibile diminuirà, quello del pane e della carne aumenterà. Questo nei paesi ricchi, in quelli poveri aumenteranno solo i morti di fame e le esportazioni di etanolo; il cibo e l'acqua potabile dovrebbero essere energia esclusiva per l'uomo, non per le macchine. Altre soluzioni? Viviamo in un'era in cui protagonista incontrastata è sicuramente l'energia nucleare, che ha nell'uranio un simbolo di potenza per tutte le nazioni che si contendono l'egemonia del suo impiego (il principale vantaggio del nucleare è l'enorme quantità di energia che ogni singola fissione produce). Rispetto ai combustibili fossili, la produzione di questo tipo di energia non comporta l'emissione di gas nocivi che sono i principali responsabili di fenomeni ambientali quali le piogge acide e l'effetto serra. Ma bisogna anche considerare il rovescio della medaglia. Consci del suo apocalittico potere distruttivo relegato per ora ai soli scopi bellici, l'uranio e, più in generale, tutti gli isotopi radioattivi sono ancora impiegati in modo limitato a causa dell' impossibilità di neutralizzare le pericolose radiazioni dei materiali impiegati. In conclusione, nessuno può fare previsioni azzardate sul nostro futuro e su quali saranno i nuovi mezzi di trasporto o di comunicazione del 2100, o se qualcuno avrà scoperto una forma di energia alternativa. Forse ogni tanto ognuno di noi farebbe bene a fermarsi e riflettere su quanto sia preziosa l'energia e su come sia bello ed unico accendere una semplice lampadina. Il Premio Edipower per la scuola "Energica-mente" Scrivere, che passione! Una passione che per molti si trasforma in un lavoro, in una vera professione, perché la nostra è l'era dell'informazione. La maggior parte delle notizie è diffusa ogni giorno attraverso mezzi veloci, come radio, TV e Internet. I giornali, però, sono ancora il punto di riferimento per tutti coloro che non si accontentano del fatto, ma ricercano approfondimenti e confronti. Ecco allora che, per scrivere un giornale, saper informare diventa fondamentale: non basta conoscere, bisogna far conoscere. E questo è un mestiere complesso. Avvicinarvi i ragazzi è l'obiettivo del Premio "Energica-mente", il concorso giornalistico indetto da Edipower e rivolto agli studenti delle scuole superiori. La sfida è far sì che i ragazzi si abituino a "vivere informati", a capire non solo come leggere un giornale, ma anche come nasce e quali sono le regole e i trucchi dell'attività giornalistica.Le classi che hanno aderito a questa prima edizione del concorso hanno presentato elaborati giornalistici sintesi dello scenario energetico attuale e hanno approfondito aspetti diversi quali gli approvvigionamenti, le fonti, i cambiamenti climatici, eccetera. I due servizi premiati - il primo è pubblicato in queste pagine, l'altro lo troverete nel prossimo numero - sono consultabili integralmente sul sito www.zai.net Non perdete, sul prossimo numero, l'altro articolo vincitore del concorso, presentato dall'Itis "G.Giorgi" di Brindisi! 54 Cultura in libertà SPAGHETTI HACKER: i segreti dell’informatica per tutti MOLTI CREDONO CHE HACKING SIA SINONIMO DI CYBERTERRORISMO E CRIMINALITA’ INFORMATICA. ANDIAMO A SCOPRIRE CHE COSA SI NASCONDE DIETRO L’EQUIVOCO di Ilaria Cecchini, 19 anni Roma sattamente dieci anni fa faceva la sua comparsa nelle librerie Spaghetti Hacker di Stefano Chiccarelli e Andrea Monti, il primo testo a raccogliere e documentare la storia della telematica italiana. Il saggio fu una sorta di vademecum, almeno in Italia, per la prima generazione dei cosiddetti hacker, nati quando ancora l’informatica costituiva una dimensione ignota ai più. Supportati solo dall’ arguzia e dall’inventiva, per loro la tecnologia era qualcosa da scoprire e conoscere nei suoi meandri più nascosti. Ma, ad oggi, le cose sono cambiate: il mercato dell’informatica è cresciuto in maniera esponenziale affermandosi essenzialmente come business ed eliminando qualsiasi residuo del divertimento creativo che aveva caratterizzato sin dall’inizio le attività dei gruppi hacker. La stessa figura dell’hacker è stata messa in discussione: a chi non capita di sentire il termine e collegarlo automaticamente (e spesso erroneamente) a pirati informatici e truffe telematiche? Ma chi è in realtà un hacker e quali sono le attività che svolge? Il “New Hacker Dictionary” riporta ben nove diversi significati per la parola “hack” ed altrettanti per la parola “hacker”. Dal canto suo Phil Agre, un hacker del Massachusetts Institute of Technology, afferma che hack ha un solo significato, “quello estremamente Non è colui che sottile e profondo di qualcosa che rifiuta ulteentra abusivamente riori spiegazioni”. D’altro nei computer altrui, canto, come si fa a spiema chi supera gare con una semplice determinati limiti e definizione una vera e scopre informazioni propria filosofia di vita? Come ha ricordato lo non alla portata stesso Monti ai microfodi tutti ni di Radiozainet, la parola non è legata necessariamente al mondo dell’informatica, “che può caratterizzare qualsiasi persona che abbia una passione: dal maestro liutaio, hacker della costruzione musicale, all’artista, hacker della composizione musicale o pittorica. Hacker è il termine che separa il tecnico dal genio”. E Un po’ di filologia carattere elitario. I comuni programmatori, trovandosi a In realtà il termine “hack” apparve per la prima volta con lavorare a fianco di veri e propri hacker, ne appresero non significato non chiaro nel gergo studentesco del Mit all’inisolo le tecniche ma anche le norme che ne regolavano il zio degli anni Cinquanta. Sembra si riferisse a tutte quelle comportamento, in un certo senso travisandole fino a perazioni che portavano un divertimento innocuo, senza gravi derne i valori. Trasportati dall’entusiasmo, si gettarono in conseguenze. Solo successivamente vi si aggiunse una conuna mera sperimentazione senza riserve, sfociando in azionotazione più ribelle, indicando quindi quei comportamenni con finalità spesso dannose e contravvenendo alle ti di trasgressione delle regole e di beffa nei confronti delnorme comportamentali delle comunità hacker. Di consel’autorità del campus. guenza, ormai, da più di quindici anni, almeno in Italia, è Solo una decina d’anni più tardi si iniziò a parlare di hacnata una grande confusione, forse irrimediabile: usando il ker in riferimento all’informatica, grazie ad un gruppo di termine “hacker” ci si riferisce troppo spesso alla figura del studenti appassionati di modellismo ferroviario che si erano cyberterrorista, che andrebbe invece più correttamente indiriuniti nel Tech Model Railroad Club. Al suo interno, il comicato con il nome di “cracker”. tato Signals and Power si occupava di gestire il sofisticato In realtà hacker non è colui che entra abusivamente nei sistema del circuito elettrico dei trenini del club. Di consecomputer altrui, ma semplicemente chi ha una tale prediguenza l’hacking iniziò ad indicare un’attività sposizione per la tecnologia da riuscire a volta a migliorare le prestazioni, nel caso spesuperare determinati limiti e scoprire inforcifico dei trenini del club, in senso lato di mazioni non alla portata di tutti. A priori si Se Gauss tratta di un comportamento che non ha nulla interi sistemi che presto furono i computer. fosse vivo oggi, di negativo, ma dettato solo dal desiderio di Quando il comitato in questione iniziò a lavorare su uno dei primi modelli di computer raggiungere degli obiettivi personali; la realtà sarebbe un lanciati sul mercato al fine di renderne più di oggi, tuttavia, è diversa: quelli che inizialhacker efficiente il software, allora si ebbe appunto mente erano solo scambi sulla sicurezza la radice della più nota accezione del termiinformatica, negli ultimi dieci anni si sono tra(Peter Sarnak) sformati in azioni che molto spesso nasconne, dall’inglese “to hack”, “tagliare”: l’hacker adesso è appunto colui che cerca di aprirsi dono frodi e furti di denaro e di informaziouna via di uscita tra le righe di codice che costituiscono il ni, contribuendo allo sviluppo della criminalità informatica. software, che cerca di aggirare con abilità e creatività gli Fortunatamente, però, a separare gli hacker che mirano a ostacoli che si frappongono al raggiungimento di un obietfinalità illegali e distruttive da coloro le cui azioni hanno tivo intellettuale. Nel periodo pioneristico è, quindi, un terscopi prevalentemente informativi sta entrando sempre più mine dalla connotazione estremamente positiva: essere in uso la distinzione tra black hat e white hat. Proprio quehacker ha qualcosa di nobile, definire qualcuno in tale sti ultimi (definiti anche “sneaker”) sono spesso impiegati modo costituisce un segno di grande rispetto nei suoi conin aziende di sicurezza informatica ed il loro lavoro – svolfronti. to nella completa legalità - consiste nell’introdursi in un sistema o in una rete per aiutare i proprietari a scoprire un Hacker o cracker? eventuale problema di sicurezza. Poco a poco però, con la diffusione su larga scala dell’inTra l’altro, uno dei principali obiettivi degli hacker è quello formatica e della crescente possibilità di accedervi da parte di rendere l’informazione telematica libera e l’accesso ai di più ampi strati di popolazione, la definizione perse il suo computer completo e sicuro per tutti. à hacker ili con la mentalit tib pa m co in t of os Google e Micr a dura eting, ha preso un anno all’Hack-me ni sfrutog ù pi no ca co er nis ric riu di o dei motori italiani, che si un er o ck nd ha se i gl es prode e, a ch rte un sta nel fatto ado di fare Di recente una pa ogle. Il problema , Google è in gr izi Go rv di i se nt di ro a nf co mm i ti privati. posizione ne re maggiore ga de quantità di da do of frendo una semp ssesso di un gran crosoft per il mo po Mi in re lla tati della rete ed de tra i en nt di ro e nf ti co i en e ne ut i dr gl ole pa de ev te favor o anche al fonda profilazione mai stata totalmen . L’astio era rivolt è Pc n l no de fier so de ck e ll’u ha ar de a ftw o di so Ancora, la scen preso il monopolio sistema di svilupp arente con cui ha o a teorizzare un im rò diventarne propr pe il a to nz non sempre trasp se sta za re en se lic es r a pe sit po s, te ap a Ga ll re con un linea di pensiero dell’informatica, Bi ti potevano utilizza contrasto con la en in ut i e gl nt e me ch da ”, on ce of pr a. nito “closed sour e sorgenti, cosa ndo dell’informatic tere accedere all tti i segreti del mo tu e er sc no prietari e senza po co di eva la possibilità hacker che preved 56 Equo e solidale 57 La SECONDA VITA dello di Milena Arcidiacono, Liceo classico “M. Rapisardi” , Paternò (CT) ECCO COME IL CONSUMO CRITICO CI AIUTA A TROVARE RISORSE NELLE MERCI IN ESUBERO; UNA NUOVA PUBBLICAZIONE, INOLTRE, METTE A FUOCO UN’IMPORTANTE VERITA’: LE SCELTE CHE SI FANNO IN QUALSIASI PARTE DEL MONDO SI RIPERCUOTONO SULLA NOSTRA VITA ANCHE SE NON CE NE RENDIAMO CONTO arà certamente capitato a molti di acquistare un paio di scarpe, magari di una marca famosa, costato la bellezza di quattro paghette settimanali, e di accorgersi che sono made in Vietnam, in India, in Lituania. Beh, la riflessione che dovrebbe venire spontanea, a quel punto, è che chi ha lavorato a quel paio di scarpe non è stato retribuito quanto avrebbe dovuto. Abituarsi a un “consumo critico” significa proprio spendere i propri soldi essendo consapevoli di quello che si cela dietro ai prezzi e dietro alle etichette, in modo da innescare un’azione di massa che contrasti le svariate forme di sfruttamento dei paesi più poveri. Certo, non è una cosa facile: i mass-media e le trovate del marketing ci strizzano continuamente l’occhio nei modi più subdoli, mirando a farci diventare veri e propri fanatici delle mode e dei consumi. Le grandi multinazionali - ma ormai anche le imprese medie e piccole - continuano imperterrite a costruire fabbriche in luoghi in cui la manodopera viene sottopagata o addirittura vengono fatti lavorare i minori. S SPRECO Fair trade Di commercio equo e solidale si sente ormai parlare spesso, ma sono in pochi a sapere che questo modo virtuoso di dare propulsione al commercio nacque quarant’anni in Olanda; nel nostro paese il fair trade arrivò verso la metà degli anni Ottanta, ma non ha avuto il radicamento che si sperava: con circa duecento botteghe su tutto il territorio nazionale, rimaniamo molto indietro rispetto a Olanda, Germania e Belgio, dove i consumatori critici sono molti di più. Cerchiamo di capire quando un prodotto può definirsi equo e solidale. Si parte, ovviamente, dal processo di lavorazione, che non deve ricorrere al lavoro minorile, utilizzare materie prime rinnovabili per proseguire con l’obbligo di incentivare la cooperazione tra i produttori e la loro formazione al fine di favorire la creazione di un mercato interno dei beni prodotti. Inoltre, ai lavoratori viene assicurato un giusto compenso che tiene conto delle ore di lavoro e delle condizioni di vita. Obiettivo del commercio equo e solidale è, quindi, anche la riduzione dei passaggi intermedi tra produttore e consumatore, passaggi nei quali si verificano più spesso le irregolarità che gonfiano i prezzi per chi acquista. Il Coordinamento internazionale dei marchi di garanzia richiede, inoltre, alle organizzazioni dei produttori la sostituzione dei prodotti chimici con quelli organici al fine di favorire un mercato biologico. Per quanto riguarda gli acquirenti, essi devono oltre assumersi impegni come un quantitativo minimo garantito, contratti di lunga durata, pre-finanziamento e consulenza rispetto ai prodotti e alle tecniche di produzione. il costo dello smaltimento, a cura della cooperativa “Carpe Cibum”); agli enti caritativi di assistenza, ovvero a chi potrebbe utilizzare queste eccedenze; alle istituzioni pubbliche (comuni, province, regioni, asl), che ne conseguono benefici indiretti di tipo sociale ed ambientale, vedendo diminuire la spesa pubblica per l’assistenza e l’ammontare dei rifiuti in discarica. Il buono che avanza Accanto al commercio equo e solidale, l’altra pratica che contribuisce a rendere più trasparente il mercato e a limitare gli sprechi è il cosiddetto ‘consumo critico’, cioè la pratica di organizzare le proprie abitudini di acquisto in modo da accordare preferenza ai prodotti che posseggono determinati requisiti. Siamo andati a caccia di iniziative di In Europa i sostegno al consumo consumatori solidali critico sul nostro terrisono l’11 % torio e, tra le molte, particolarmente meritevole di attenzione ci è subito parsa “Last Minute Market”, ideata da Andrea Segrè, preside della facoltà di Agraria dell’Università di Bologna. Essa ha l’obiettivo di trasformare lo spreco in risorsa coniugando a livello territoriale le esigenze delle imprese for profit e degli enti no profit in un'azione di sviluppo sostenibile locale, con ricadute positive quindi a livello ambientale, economico e sociale. «Oggi siamo una realtà – afferma il professore - presente in nove regioni e in quattordici città. Stiamo cercando di allargaci, tuttavia vi sono procedure fiscali, amministrative e igienico-sanitarie che ne rallentano i tempi». Ma come funziona questo supermercato last minute? Esso rende possibile nei grandi supermercati il recupero delle merci invendute senza più un valore commerciale, ma che sono ancora idonee per il consumo. Tali beni, mediante il meccanismo del dono, sono resi disponibili ad Enti e Associazioni che offrono assistenza a persone in condizioni di disagio sociale. Il servizio offerto è rivolto: alle piccole e grandi imprese agroalimentari (dalla produzione alla ristorazione), ovvero a chi queste eccedenze, suo malgrado, le produce (gli ipermercati che aderiscono al progetto risparmiano PER SAPERNE DI PIU’… Francesco Gesualdi, allievo di Don Milani e fondatore del centro Nuovo modello sviluppo, ha pubblicato da poco per i tipi di Feltrinelli un saggio, “Il mercante d’acqua”, che si propone di indirizzare il lettore anche poco esperto di tematiche economiche verso un nuovo senso del consumo. Come lo stesso autore ha raccontato ai microfoni di Radiozainet, la motivazione per cui il consumatore dovrebbe scegliere quei prodotti che rispettano un determinato codice etico riguarda i diritti: solo quando si rispettano quelli altrui possiamo aspettarci che anche i nostri vengano valorizzati. Inoltre, ragionando in termini di globalizzazione, le scelte che si fanno in qualsiasi parte del mondo si ripercuotono poi sulla nostra vita anche se non ce ne rendiamo conto. Un apologo che con sobrietà ricostruisce la parabola del “progresso” per lasciar intravedere una possibilità diversa dii produrre e lavorare per il Collana: bene comune. Super Universale Economica Pagine: 168 Prezzo: 8 Euro 58 Campioni Aspettando Natale NON ASPETTANDO PECHINO 2008 il SOLITO PACCO! Quattro chiacchiere con ELEONORA LO BIANCO SCEGLIERE IL REGALO GIUSTO DIVENTA OGNI ANNO PIÙ DIFFICILE: ECCO I NOSTRI CONSIGLI, SENZA DIMENTICARE CHE PROTAGONISTI SONO I SENTIMENTI. DA ZAI.NET BUON NATALE! di Anna Schiavulli, 20 anni Istituto professionale "Mazzini" - Savona rintocchi del Natale che avanza si sentono già da un bel po': le vetrine dei negozi sfoggiano scenografie a base di neve e slitte trainate da renne, mentre gli scaffali traboccano di pensierini per la festa più amata non solo dai bambini. Come ogni anno bisogna peccare di bizzarria ed originalità per poter lasciare un segno diverso dal Natale precedente. Cominciamo col prestare attenzione ai numerosi spunti che ci giungono dalle nuove tecnologie. È da poco in vendita un orologio dalle grandi prestazioni: possiede un dispositivo bluetooth che permette di controllare il lettore musicale del telefono cellulare; non solo, l'orologio avvisa in caso di sms o chiamata in arrivo. Restando in tema, i possessori del tanto popolare iPod possono trovarne sul mercato uno digitale che permette, attraverso il wireless, di tenere sotto controllo i collegamenti con il lettore. E, tanto per non fargli mancare nulla, sopporta le immersioni fino a 100 metri. Cari amanti del computer, fatevi avanti. Arrivano dal Regno Unito e si chiamano Lili ed Oscar. Si tratta di due device che donano simpatia e colore al pc: Lili è una morbida webcam fatta a forma di polpo, comoda da fissare al pc, Oscar è un dolce hub a forma di stella marina. Oltre ad essere simpatici, sono anche a basso impatto ambientale grazie alla composizione in cotone e sabbia. Sempre graditi i regali che profumano di amicizia, per esempio un calendario che ad ogni mese propone un momento passato insieme e da ricordare, un anno in piena compagnia. Fidanzati di tutta Italia preparatevi perché la nota casa Swarovski presenta una collezione che ha sapore di festa. Numerosi soggetti, dagli angioletti agli alberelli addobbati, passando per pupazzi di neve e stelle di Natale, sono pronti a pendere dalle orecchie o dal collo della vostra amata, con cifre anche accettabili. I Per i ragazzi, invece, l'ideale potrebbe essere un bracciale in acciaio della nuova collezione Breil, molto sportivo ma che mantiene lo stile del marchio; altrimenti la nota casa Swatch propone orologi con fantasie tipicamente natalizie. Chi vuole farcire il regalo di simpatia, può acquistare calze antiscivolo a tema oppure calde pantofole decorate e intimo originale. Potrete poi costruire da voi il regalo di Natale con un simpatico cestino di vimini pieno di sfiziosità per i golosi oppure di bagnoschiuma e saponette per i vanitosi. Se fate un mix, per esempio un buon panettone e un bagnoschiuma al cioccolato, definite bene la loro funzione! Se Natale fa rima con solidarietà “Hai mai pensato di regalare uno yak?”: questo lo slogan della campagna natalizia di Save the children. Invece dell’ennesimo gadget al nostro parente che presumibilmente ha già tutto, perché non devolvere interamente la somma che pensavamo di destinargli a qualche progetto di beneficenza? Sul sito dell’organizzazione c’è una vera e propria lista dei desideri, anche se molto diversa da quella dei bambini occidentali più fortunati: filtri per l’acqua, kit medici, semi e… yak, appunto; scelto il regalo, basta inserire l’indirizzo a cui inviare il certificato di donazione, per rendere partecipe anche il precedente destinatario dell’alternativa “solidale” scelta. 59 A cura della IIDt Itis “Trafelli” - Nettuno (Roma) rima di passare all’attacco con domande e risposte, ci sembra doveroso spendere due parole sulla biografia di questa bravissima atleta, in nazionale da ormai quasi dieci anni. Eleonora Lo Bianco (per tutti Leo) nasce a Borgomanero, in provincia di Novara, il 22 dicembre 1979, pesa 70 kg ed è alta 172 cm. Tra i suoi hobby figura la lettura – la scrittrice preferita è Rosamunde Pilcher – e non disdegna la buona tavola, di fronte a un piatto di melanzane alla parmigiana proprio non sa resistere. Entra a far parte della nazionale il 21 giugno del 1998 e il suo buon rendimento le consente di mantenere il posto da titolare – da allora a oggi ha giocato ben 352 partite. Le abbiamo rivolto qualche domanda in una fugace intervista telefonica poche ore prima del decollo verso il Giappone, gli impegni di una nazionale, si sa, non danno tregua. Come e quando nasce la sua passione per la pallavolo? «La mia passione per la pallavolo nasce all’età di otto anni, così, per divertimento, con una mia amica». Ma noi, che volevamo saperne di più, siamo andati sul suo sito www.leolobianco.com), dove abbiamo trovato questa nota: «Ho cominciato per curiosità tirando in giardino un filo per fare una rete finta; poi gli avveni- P DOPO LA SPETTACOLARE VITTORIA AGLI EUROPEI, SI SONO AGGIUDICATE LA COPPA DEL MONDO E CON ESSA LA QUALIFICAZIONE ALLE PROSSIME OLIMPIADI. E PROPRIO MENTRE ERANO IN PARTENZA PER IL GIAPPONE, LE PALLAVOLISTE AZZURRE CI HANNO CONCESSO UN PO’ DEL LORO TEMPO... menti sono venuti uno dietro l’altro con un ritmo e una sequenza impressionante». Oltre alla pallavolo, cosa fa nel suo tempo libero? «Il mio tempo libero non è molto, dato che in questo periodo sono molto impegnata con gli allenamenti. Comunque se ne avessi avuto di più… pallavolo, pallavolo, pallavolo». Nei momenti in cui il suo allenatore la cambiava di ruolo, come reagiva, aveva difficoltà? «Non sono mai stata cambiata di ruolo, in campo sono palleggiatrice, che è il mio ruolo principale». Come vede il suo futuro? Giocherà ancora o si vede come allenatrice? «Sicuramente scenderò in campo finché la mia salute me lo permetterà, nel mio futuro non mi vedo come allenatrice, ma può darsi come dirigente. Sì, forse in questa veste mi vedrei!». Eleonora Lo Bianco ha coronato il suo sogno e noi vogliamo ringraziarla della chiacchierata che ci ha concesso perché da questa esperienza abbiamo capito che inseguire le proprie aspirazioni, mettendocela tutta, è molto importante nella vita di ognuno: magari un giorno potremo vederle realizzate, proprio come è capitato a lei. Sport Sport 60 BRIVIDI ad ALTA CON LE VACANZE DI NATALE ALLE PORTE SONO IN TANTI A PROGRAMMARE QUALCHE GIORNO SULLA NEVE; PER CHI NON HA ANCORA SCELTO LA LOCALITÀ, ECCO UNA PICCOLA GUIDA PER ORIENTARSI AL MEGLIO di Gloriana Massa, 17 anni inverno è ormai vicino e gli sciatori si apprestano ad indossare tuta e scarponi. La nostalgia della neve è tanta anche se, in fin dei conti, l’assenza dalle piste non è stata poi così lunga. I veri appassionati, infatti, hanno tenuto i muscoli in allenamento non lasciandosi sfuggire l’occasione di sciare anche in piena estate, sotto il sole d’agosto. Sì, è proprio così: sono ormai diversi i comprensori che offrono al pubblico la possibilità di mettersi alla prova nello sci estivo, nato intorno agli anni Cinquanta, ma che negli ultimi tempi ha avuto una diffusione notevole. Esso viene praticato in ghiacciaio, ad altitudini che sfiorano anche i 4000 metri: è questo il caso del Cervino, che da qualche anno oltre ad attirare numerosissimi turisti ospita anche le nazionali, italiana e non, che trovano in esso l’ambiente ideale in cui allenarsi. Disciplina senz’altro elegante e spettacolare, lo sci sta attraversando un periodo di crisi che, soprattutto durante la stagione scorsa, ha avuto un forte impatto ambientale ed economico. Insieme all’evidente scarsità di precipitazioni - basti pensare all’ultimo inverno - le variazioni climatiche causate dall’eccessivo riscaldamento globale hanno causato un assottigliamento dello strato gelato dei ghiacciai tale che la nostra potrebbe essere l’ultima L’ dopo. Nel 1967 Sestriere, dai suoi 2035 m di altitudine, fa da sfondo alla Coppa del Mondo di Sci Alpino, alla quale succedono i Mondiali di Sci Alpino del ’97 e, lo scorso anno, la XX Olimpiade Invernale, che non solo ha accresciuto ancor di più la fama del suo comprensorio, la Via Lattea, ma ha anche rilanciato quelli dell’intera regione. Skipass giornaliero: € 27 Sestriere on-line: www.sestriere.it www.vialattea.it CERVINIA (AO) QUOTA Liceo classico “Chiabrera”, Savona 61 60 “era del ghiaccio”. La soluzione migliore a questo problema, che provoca chiaramente un forte calo delle presenze sulle piste e, di conseguenza, un profitto molto ridotto, è quella presa in considerazione da Paesi europei come Svizzera e Germania: il cosiddetto sci indoor. Esso - un impianto è già presente vicino a Maastricht viene praticato su piste e neve artificiale all’interno di locali coperti e condizionati. Che sorga qualcosa di simile a ridosso delle Alpi? E’ presto per dirlo perché l’investimento non è da poco e gli ambientalisti hanno già storto il naso. Nonostante tutto, l’Italia rimane tra i paesi che offrono svariate possibilità sciistiche. Diamo allora un’occhiata ai più importanti comprensori sparsi per la penisola, iniziando dal Nord per arrivare poi, nel prossimo numero, al Sud, al Centro e alle isole. LIMONE PIEMONTE (CN) Perla delle Alpi Marittime, posta a 1010 m di altitudine, Limone Piemonte debutta come comprensorio sciistico,la Riserva Bianca, nei primi anni del Novecento. Ben presto, grazie alla nascita di un importante Sci Club e alla costruzione dei primi impianti di risalita, diventa una tra le più rinomate località di montagna. Vista la poca distanza (grosso modo solo un’ora d’auto) che la separa dalla Riviera e da Montecarlo, attrae sciatori sia liguri sia d’Oltralpe e per i suoi 80 km di piste, ampie e ben preparate, è amata anche dagli snowboarder. Non a caso, infatti, Limone farà da sfondo ad una delle gare della Coppa del Mondo di Snowboard, evento che porterà nel paese tantissimi giovani ad affollare poi le piste. Skipass giornaliero: € 31 Limone Piemonte on-line: www.riservabianca.it www.simolimo.it SESTRIERE (TO) Il comune nasce nel 1934 ed è proprio a partire dagli anni Trenta che vengono predisposti i primi impianti e le prime seggiovie, la cui ricostruzione, a causa dei danni subiti durante la guerra, avviene circa vent’anni Qualche casa, una chiesetta, un piccolo bar, un paio di alberghi: era così Cervinia all’inizio degli anni Trenta, completamente diversa da com’è oggi, una delle più importanti località sciistiche internazionali, che registra ogni anno migliaia di presenze. La sua prima funivia, quella che collega Breuil a Plan Maison, viene costruita tra il 1934 ed il 1936, periodo in cui viene fondata anche la Società Cervino: da questo momento in poi Cervinia si sviluppa a tal punto da diventare uno dei più estesi comprensori delle Alpi. Divisa in quattro aree diverse, permette di sciare anche nel periodo estivo sui 3489 m di altitudine del ghiacciaio di Plateau Rosa, e, in quello invernale, di raggiungere in breve tempo non solo la Valtournenche, ma anche le piste della “vicina di casa” svizzera Zermatt, ricoprendo così un’area di centinaia di km. Sulle piste, adatte ad ogni livello di preparazione, si praticano le più svariate discipline invernali: dal classico sci nordico alla scalata del ghiacciaio, al pattinaggio su ghiaccio, allo snowbike. Skipass giornaliero: € 34 Cervinia on-line: www.cervinia.it www.montecervino.it BORMIO (SO) Centro sciistico più importante delle Alpi centrali, Bormio vanta origini antichissime: la sua fondazione risale addirittura ai tempi dei romani che ne apprezzavano le terme, tuttora di una certa importanza. Ma Bormio è soprattutto una meta montana che, come la precedente, offre piste per lo sci estivo. Situata a 1225 m di altitudine e molto vicina al Passo dello Stelvio, è stata scelta più volte dalla Fis (Federazione internazionale sci) come sede per le gare di Coppa del Mondo. Anche in questa stagione, infatti, Bormio ospiterà, dal 12 al 16 marzo prossimi, le finali di Coppa del Mondo Fis di sci alpino, sci nordico, freestyle e snowboard. Skipass giornaliero: € 38 Bormio on-line: www.bormioonline.com www.altavaltellina.so.it MADONNA DI CAMPIGLIO (TR) I primi edifici destinati ad accogliere gli appassionati della montagna – in testa a tutti lo Stabilimento Alpino - risalgono al 1868. Nel 1935 viene inaugurato una slittovia, mentre due anni dopo vengono disputate le prime gare di sci. In breve tempo, per la bellezza del paesaggio e le nevicate abbondanti, la località è diventata stazione invernale di primato mondiale grazie alle sue spettacolari piste. Skipass giornaliero: €36 Madonna di Campiglio on-line: www.campiglio.net www.funiviecampiglio.it CORTINA D’AMPEZZO (BL) Anch’essa parte del più grande paradiso sciistico del mondo, il Dolomiti Superski, è senza dubbio la meta invernale più cool d’Italia: Vip e campioni, infatti, sono qui di casa. Teatro, il 26 gennaio del 1956, della VII Olimpiade Invernale, la prima entro i nostri confini, e tuttora di innumerevoli competizioni (la Coppa del Mondo di Sci femminile, quelle di Bob, i Tornei di Polo su neve, i Campionati di Hockey su ghiaccio e Curling), Cortina dispone sia di piste da sci, precisamente 78 e per tutti i livelli, sia di uno Snowpark, di dimensioni piccole ma funzionale, per gli amanti dello snowboard. Skipass giornaliero: € 38 Cortina d’Ampezzo on-line: www.cortina.dolomiti.com www.dolomitisuperski.com IN PRINCIPIO ERANO LEGNO E PELLI Sono in pochi a saperlo, ma lo sci è il mezzo di locomozione più antico, inventato dall’uomo forse ancor prima della ruota. I ritrovamenti più importanti, risalenti al 2500 a.C. circa, sono avvenuti in Siberia, Scandinavia e Lapponia. Inizialmente gli sci erano lunghi circa 4 m., ma dai primi secoli d.C. se ne sviluppa un genere “meticcio”, mezzo artico e mezzo nordico: lo sci sinistro, di lunghezza normale, era adatto alle grandi velocità, mentre il destro era molto più corto ed aveva la funzione di spingere, guidare e frenare. Bisogna arrivare, però, alla fine dell’Ottocento per un accorciamento definitivo degli sci, che raggiungono così una lunghezza di 1.80 m. Le prime vere competizioni vengono organizzate ad Oslo nel 1860: da qui lo sport raggiunge anche le Alpi, che ne erano rimaste estranee, grazie ad un ingegnere svizzero che, trasferitosi in Piemonte nel 1897, in breve tempo contagia tutti con la sua passione. E’ in questo periodo che viene fondato lo Ski Club Alpino di Torino, che si unisce poi al Cai (Club Alpino Italiano). Un’importante svolta che riguarda il materiale utilizzato nella fabbricazione degli sci è quella del pilota Head, che sostituisce al legno il metallo. Come spesso avviene per le grandi scoperte, sono piccoli incidenti o inconvenienti a fungere da circostanza ideale: Head un giorno, avendo dimenticato i suoi sci, decide di provare ai piedi i pattini di riserva del suo idrovolante e, trovandoli di suo gusto, iniziò a produrli, fondando l’omonima e famosissima casa, diventata poi una delle più diffuse. 21 maggio - 21 giugno 21 aprile - 21 maggio Affari di cuore Vi sentite ballerini, e questo non è da voi. Cercate anche di capire cosa volete davvero; la fine del mese porterà una ventata di novità. Amicizia & famiglia Un caro amico vi ha messo alla prova ultimamente chiedendo aiuto; voi però siete riusciti, come sempre, a dare il meglio di voi stessi. Consiglio “La barca nel bosco” di Paola Mastrocola. Affari di cuore E’ un periodo di grandi riflessioni e di massima tranquillità, i dubbi che vi attanagliano saranno presto certezze. Siate fiduciosi, Novità in arrivo per i single! Amicizia & famiglia Siete sempre sul chi va là riguardo a un paio di persone che non si sono ancora svelate del tutto, fate bene a non concedere loro molta confidenza. Consiglio “Anna Karenina” di Lev Tolstoj. Affari di cuore L’amore non si può programmare, ma purtroppo il vostro carattere vi fa mettere i paletti anche in questo campo. Cercate di lasciarvi andare. Amicizia & famiglia Scorbutici e irascibili, in quest’ultimo periodo non siete riusciti a concludere i vostri progetti. Ci vuole più iniziativa! Più impegno nello studio, le pagelle non perdonano! Consiglio “Il carico da undici” di Gianni Bonino, Affari di cuore Date un po’ troppe cose per scontato e questo non fa bene al rapporto. Cercate di dedicare più tempo al partner. I single inizino la caccia! Amicizia & famiglia Le vostre scelte personali sono state accolte con gioia e condivisione in famiglia, sfruttate al massimo questa situazione. Consiglio “L’armata perduta” di Valerio Massimo Manfredi. Affari di cuore I dubbi e le incertezze di inizio anno si sono dissolti. Adesso – con Venere ben salda nel vostro segno - vi sentite pronti per amare ed essere amati. Amicizia & famiglia Ammettetelo, la rivalità è uno stimolo a fare meglio: i vostri obiettivi sono sempre oltre al massimo! Un pizzico di umiltà, però, non fa mai male. Consiglio “L’esclusa” di Luigi Pirandello. Affari di cuore Il tempo dell’attesa è finito, adesso potete sfoderare tutto il vostro charme con la persona che avete puntato da tempo. Cogliete l’attimo! Amicizia & famiglia Perché torturarvi con mille impegni quando potete permettervi un periodo di tranquillità con i vostri amici? In famiglia cercate di essere più disponibili. Consiglio “Il giardino dei Finzi-Contini” di Giorgio Bassani. Affari di cuore Siete rimasti a bocca asciutta! A furia di aspettare che sia l’altro a fare il primo passo avete perso tutto... Amicizia e famiglia Siete molto contenti del nuovo ambiente che frequentate perché il clima creato vi ha messo a vostro agio. Lo stesso non si può dire dell’atmosfera scolastica. Consiglio “La ragazza del secolo scorso” di Rossana Rossanda. 23 novembre - 21 dicembre 20 febbraio - 20 marzo 23 ottobre - 22 novembre 21 gennaio - 19 febbraio 24 agosto - 23 settembre Affari di cuore Diciamoci la verità, le situazioni stabili vi stanno strette. Siete dei guerrieri e vi piace più combattere che godervi la vittoria! Attenti, però, a non strafare. Amicizia & famiglia Alcuni amici hanno cercato di mettervi i bastoni tra le ruote; reagite con intelligenza e un pizzico di furbizia. Più parsimonia nelle spese sotto le feste. Consiglio “Gli ultimi della classe” di Paola Tavella. Affari di cuore Dopo un novembre abbastanza soddisfacente per quanto riguarda le relazioni amorose, dovete far fronte ad alcuni problemi. Non perdetevi d’animo. Amicizia & famiglia Mamma mia, con le vostre richieste avete scatenato in famiglia una vera e propria burrasca. Gli amici vi daranno il conforto che meritate. Consiglio “Peer Gynt” di Henrik Ibsen. 23 luglio - 23 agosto Affari di cuore Siete un po' nostalgici, cercate di svagarvi con sano divertimento e tanta passione. Chi è single non si faccia problemi: sotto Natale Venere dona un fascino tutto particolare. Amicizia & famiglia Drizzate bene le orecchie perché nell’aria c’è qualche novità che non vi piacerà per niente! Consiglio “Dopo il lungo inverno” dei Modena City Ramblers. 22 giugno - 22 luglio Affari di cuore A gonfie vele, il vostro appeal vi aiuterà a fare breccia nei cuori che desiderate. Le coppie stabili potrebbero subire qualche scossone… issate le vele! Amicizia & famiglia La vostra generosità sarà ben presto premiata in famiglia. Nei momenti di difficoltà con gli amici, potrete contare sul fatto che non resterete soli. Non siate tirchi con i regali di Natale! Consiglio “Fondazione” di Isaac Asimov. 24 settembre - 22 ottobre Affari di cuore State tastando le sensazioni di un nuovo amore? Siete proprio insaziabili, comunque Cupido e Venere sono dalla vostra parte, approfittatene. Amicizia & famiglia La vostra cerchia di amici si allarga sempre più, ma pensate anche a rafforzare i rapporti ‘storici’. Più impegno con latino e matematica. Consiglio “Ines dell’anima mia” di Isabel Allende. a cura di Cassandra 22 dicembre - 20 gennaio 21 marzo - 20 aprile 62 Oroscopo PR1MO MAGGIO in PR1MA FILA E T R A P R A F I VUO A GI URI A DELL GRUPPI DEI ENT I EMERoGncer to i o al c r i mo Magg Inviaci la tua recensione del P ad album o concerti, oppure a m o R a un'intervista inedita ? a cantanti o musicisti: i migliori contributi verranno pubblicati sulla rivista e sul sito. I vincitori avranno libero accesso al backstage del concerto e incontrare gli artisti. Partecipa alla selezione scrivendo a: [email protected] scadenza: 31 marzo 2008