DICEMBRE 2007
IL CORAGGIO DI VOLTARSI
“Poste Italiane. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Torino n° 9 Anno 2007”- € 1,20
è in edicola
all’interno de
4 pagine
dicembre
Il 17 dicembre
n°9
Direttore responsabile Renato Truce
Vice direttore Lidia Gattini
Coordinamento di redazione
Eleonora Fortunato
Segreteria di redazione Sonia Fiore
Redazione di Torino
Simonetta Mitola, Alice Avallone
corso Allamano, 131 - 10095 Grugliasco (To)
tel. 011.7072647 / 283 - fax 011.7707005
e-mail: [email protected]
Redazione di Genova
Giovanni Battaglio
e-mail: [email protected]
Redazione di Roma
Simona Neri, Martina Chichi
via Nazionale, 5 - 00184 Roma
tel. 06.47881106 - fax 06.47823175
e-mail: [email protected]
Hanno collaborato
Milena Arcidiacono, Alice Avallone, Giovanni
Battaglio, Roberto Bertoni, Marco Billeci,
Eleonora Bonafede, Ilaria Cecchini, Martina
Chichi, Claudia Civetti, Chiara Colasanti,
Emanuele Colonnese, Francesca Giuliani,
Ilaria Maccari, Marina Marchese, Matteo
Marchetti, Caterina Mascolo, Gloriana
Massa, Federica Matarrese, Maddalena
Messeri, Luca Sappino, Anna Schiavulli,
Jacopo Zoffoli.
Direttore dei sistemi informativi
e multimediali Daniele Truce
Impaginazione Manuela Pace,
Marianna Montalbano
Illustrazioni Alessandro Pozzi
Fotografie e fotoservizi
Circolo di Sophia, Massimiliano T.,
Agenzia Infophoto
Sito web: www.zai.net
Francesco Tota, Andrea Attivissimo
interamente scritte
dai ragazzi di Zai.net.
Politica, musica, generazioni a confronto, scuola,
comunicazione, cultura. Tutto da un punto di vista speciale:
QUELLO DEI GIOVANI
E' un’iniziativa de: I cantieri dell'etere
Il 2007 volge ormai al termine, ma prima di lasciarcelo alle
spalle sono almeno due le novità di cui vogliamo mettervi
al corrente. La prima riguarda proprio voi: negli ultimi mesi
sono state sempre più numerose le email e le telefonate
alla redazione. C’è chi vuole collaborare, chi si vuole
abbonare o chi, semplicemente, vuole dirci ‘continuate
così’. L’altra è che aumenta la famiglia delle istituzioni che
condividono le finalità formative ed informative della nostra
iniziativa editoriale; il Coni, Comitato olimpico nazionale
italiano, nella persona del suo presidente, Giovanni
Petrucci, ha deciso di concederci il patrocinio con l’intento
di diffondere attraverso il nostro lavoro i valori dello sport.
Due parole anche sul numero che vi apprestate a sfogliare. Da
non perdere i ritratti e le interviste con alcuni dei personaggi
più carismatici della scena politica e culturale del Paese: da
Fausto Bertinotti, a Massimo Rendina, a Erri De Luca, a
Giovanna Mezzogiorno (ritratta in copertina), a Carlo
Mazzacurati, alle neocampionesse del mondo di pallavolo. Ma
sotto la lente, come sempre, il mondo tra i banchi con un
bellissimo servizio di apertura. A pag. 18 “Il fascino del fascio”,
propone una nuova conversazione con Massimo Rendina,
grande intellettuale e partigiano dalle gesta illustri, sulla
rimonta fascista nelle scuole. Qual è l’origine di questo ritorno
di fiamma e, soprattutto, come arginarlo? Egli ha un punto di
vista originale e davvero convincente a riguardo.
Nemmeno questo mese ci dimentichiamo della scienza: il
nostro viaggio alla scoperta delle fonti di energia che non
danneggiano il pianeta continua con una scheda approfondita
sul fotovoltaico, mentre la rubrica ‘cultura in libertà’ è dedicata
all’epopea degli hacker, ovvero coloro che mettono a
disposizione della comunità le loro conoscenze tecnologiche
per abbattere monopoli e svelare a tutti i segreti
dell’informatica.
Auguri di buone feste da tutta la redazione!
Editore
Mandragola Editrice
società cooperativa di giornalisti
via Nota, 7 - 10122 Torino
Zai.net ha ricevuto il patrocinio di
Stampa Stige S.p.A. - via Pescarito, 110
10099 S. Mauro (To)
Concessionaria esclusiva pubblicità:
Mandragola ADV
corso Allamano, 131 - 10095 Grugliasco (To)
tel. 011.7707002 - fax 011.7707005
e-mail: [email protected]
Zai.net Lab
Anno VI / n. 9 - dicembre 2007
Autorizzazione del Tribunale di Roma
n°486 del 05/08/2002
Abbonamento sostenitore: 10 euro
Abbonamento annuale studenti: 7 euro
(9 numeri)
Servizio Abbonamenti MANDRAGOLA Editrice
società cooperativa di giornalisti
versamento su c/c postale n° 73480790
via Nazionale, 8 - 00184 Roma
tel 06.47881106 - fax 06.47823175
La rivista è stampata su carta
riciclata E 2000, Cartiere Cariolaro
Questa testata fruisce dei contributi statali
diretti della legge 7 agosto 1990, n. 250.
Questo periodico è associato
all’Unione Stampa Periodica Italiana
Main sponsor
Direzione Turismo, Commercio e Sport
Zai.net è su
Centro Unesco di Torino
I CANTIERI
DELL’ETERE
Unione europea
Fondo sociale europeo
In collaborazione con
Il progetto "Zai.net: un pieno di solidarietà" è patrocinato dal Ministero
dello Sviluppo Economico
RUBRICHE
7
Ieri accadrà
Appuntamenti
Forum
Lo schermo riflette
Note acute
Antispot
Hi-tech
17
18
28
34
36
TUTTA COLPA DI
SALINGER
Invito alla Scuola Holden
42
46
AMBIENTE E
SOCIETA‘
IL FASCINO DEL FASCIO
Conversazione con
Massimo Rendina
HERE COMES THE SUN
L’energia pulita viene
dal sole
CHE VITA SAREBBE
SENZA ENERGIA?
Il premio Edipower
IL LIVE PUO’ INDURRE
A DIPENDENZA
I Tre Allegri Ragazzi Morti
SPAGHETTI HACKER
I segreti dell’informatica
per tutti
BARBARA
Emergenti alla ribalta
GIOVANI CRITICI
32
40
L’ARTE SOTTO CASA
Piemonte da scoprire
SE LA POLITICA
FA AUTOCRITICA
Intervista a Fausto Bertinotti
MUSICA
26
LA GIUSTA DISTANZA
E’ ANDARE OLTRE
Intervista con Mazzacurati
LA SECONDA VITA
DELLO SPRECO
Diventare consumatori
solidali conviene
IL MONDO NON GIRA
INTORNO AL TEATRO!
Un Tè all’Opera
NON IL SOLITO PACCO!
Guida semiseria agli
acquisti sotto l’albero
SIGNORINA MITI PRETESE
Anteprime da palcoscenico:
“Roma ore 11”
ASPETTANDO
PECHINO 2008
Le Azzurre di pallavolo
si presentano
LA RIVOLUZIONE
TRA I GHIACCI
L’intoccabile del mese
BRIVIDI AD ALTA QUOTA
I nostri consigli per
sciare alla grande
CINQUANTATRE’ ANNI, SETTE
MESI E UNDICI GIORNI
Il nuovo film di Mike Newell
38
INCHIESTA
Scambi all’estero?
No, grazie
20
Poco attraenti per studenti, famiglie e insegnanti
i programmi di studio fuori dall’Italia
50
52
54
56
58
59
60
Ecco il volto di chi ha contribuito a questo numero
Manuela Pace
II D
28 anni, vive a Torino. Dopo
essere stata, negli anni delle
superiori, una giovane
fotoreporter di Zai.net, ne è
diventata la grafica: ogni mese
impagina con cura e dedizione
gli articoli dei ragazzi,
gratificando così non soltanto i
lettori, ma anche il suo innato
senso estetico. Nel tempo libero
ama preparare squisiti pranzetti
per gli amici e dipingere su tela.
Sono i magnifici 27 della II Dtecnologico dell’Itis “Trafelli” di
Nettuno, una new-entry della
nostra redazione. Molto
appassionati di motori e sport,
questo mese ci propongono a
pag. 59 l’intervista con Eleonora
Lo Bianco, capitano delle
neocampionesse mondiali della
nazionale femminile di pallavolo.
Simona Neri
Adottata dalla capitale, ama
scoprirla e cerca di apprezzarne
ogni più piccolo particolare.
Adora il cinema, il mondo dei blog
e fare nuove scoperte su quello
che la circonda.
In più le piace molto fare i ritratti.
È la conduttrice tuttofare di Radio
Zai.net. Con ironia e determinazione
porta alta la bandiera della
redazione fin nelle case dei nostri
radioascoltatori.
Ha 16 anni, vive in un paesino a
pochi minuti dal Lago di Garda,
Pozzolengo, e frequenta il terzo
anno al Liceo “G.Bagatta” di
Desenzano del Garda. Collabora
da poco con Zai.net, ma
quest'esperienza la diverte molto
e le dà l'opportunità di fare ciò
che ama: scrivere, in particolare
recensioni. Studia danza classica
e nel tempo libero (poco!) ama
leggere o andare per città d'arte.
Jacopo Zoffoli
IV B
Yari Leonetti, della IV B dell’Itis
“Ferraris” di Verona, non ha
contribuito a questo numero con
un articolo, ma suggerendoci un
uso per così dire etimologico
della nostra rivista. E ha scritto:
“Se pubblicate questa foto
vedrete una scuola in delirio”.
Speriamo di esserci riusciti.
Ciao IV B, e continuate a
leggerci!
A cura di Giovanni Battaglio, 20 anni
Savona
Notizie serie e curiose selezionate dai calendari del passato
1
1913 La Ford Motor Company
introduce la prima catena di
montaggio, riducendo i tempi di
produzione: inizia l'era della
produzione di massa.
1990 I tronconi francese e inglese
18 anni, vive a Roma e studia al
liceo scientifico. Ma è solo una
copertura: in realtà la sua unica
e grande passione è l’opera in
tutti i suoi aspetti, dalle scene ai
costumi al canto. Puccini,
Mozart, Verdi: per molti degli
assidui avventori di via
Nazionale questi non sono più
nomi ignoti. Ma, cari lettori,
adesso tocca anche a voi: Un tè
all’Opera è una rubrica che
spesso ci terrà compagnia,
questo mese con una variazione:
si parla di balletto.
Greta Pieropan
A’
R
AD
C
AC
I
IER
DICEMBRE
GE
A
ST
K
C
BA
5
1926 Prima de “La corazzata
Potemkin” di Sergej M. Ejzenstejn.
Checché ne dica Fantozzi, il film è
uno dei pilastri della storia del
cinema.
del Canale della Manica si
incontrano a 40 metri di profondità,
creando così il primo collegamento
terrestre fra Gran Bretagna ed
Europa dall'ultima glaciazione.
2
1984 Ucciso dalla mafia Leonardo
Vitale, il primo pentito della storia.
Dopo aver fatto i nomi di Riina,
Provenzano e Ciancimino non era
stato creduto, e fu rinchiuso per 12
anni in un manicomio.
1906 La FIOM (Federazione
Italiana Operai Metalmeccanici)
firma a Torino il primo contratto
collettivo; contraente è la locale
fabbrica Itala.
4
1980 Si sciolgono i Led Zeppelin.
Fatale per la band la scomparsa del
batterista John Bonham, morto per
aver ingerito eccessive dosi di
vodka (circa 40).
1264 Papa Celstino V abdica al
Soglio Pontificio. Finora è l'unico
caso di rinuncia al papato.
L'episodio è immortalato da Dante
con la famosa espressione “fece
per viltade il gran rifiuto”.
16
1689 Il Parlamento inglese adotta
la Bill of Rights, sancendo la
nascita del costituzionalismo
moderno.
7
43 a. C.
Muore a Formia l'oratore
romano Marco Tullio Cicerone.
Aveva 63 anni.
1851
Brevettato il primo
frigorifero.
3
13
9
1987 Comincia la Prima Intifada
in Cisgiordania e nei Territori
Occupati.
12
1969 In Piazza Fontana a Milano
una bomba piazzata all'interno
della Banca Nazionale
dell'Agricoltura miete 16 vittime e
ferisce 88 persone. L'attentato
segnerà una svolta per molti
giovani, spinti alla lotta armata
dall'incalzante strategia della
tensione portata avanti dallo Stato.
22
1849 Graziato lo scrittore Fedor
Dostojevskij, che stava per essere
giustiziato. Secondo un uso diffuso
nella Russia dell'epoca la
commutazione della pena in lavori
forzati fu comunicata ai condannati
soltanto sul patibolo.
1947 Approvata dall'Assemblea
Costituente la Costituzione della
Repubblica italiana, che entrerà in
vigore il 1° gennaio seguente.
30
1922 Viene costituita l'Unione
delle Repubbliche Socialiste
Sovietiche (URSS),
TI
EN
AM
T
N
PU
P
A
9
A cura di Marina Marchese, 20 anni
Milano
18
ROMA Al Palalottomatica Biagio
Antonacci conclude il tour 2007
1
NAPOLI Tutto il mese di dicembre
a disposizione per visitare la
bellissima mostra su Caravaggio
allestita al Museo di Capodimonte,
Caravaggio. L'ultimo tempo 1606 –
1610. Il percorso espositivo
presenta, per la prima volta insieme
in Italia, oltre venti capolavori degli
ultimi anni di attività dell’artista, tra
i quali la celebre Flagellazione, per
la cappella de Franchis in San
Domenico Maggiore a Napoli, oggi
al Museo di Capodimonte, la
Crocifissione di Sant’Andrea del
Museum of Art di Cleveland, la
Salomè con la testa del Battista
della National Gallery di Londra e, per la prima volta a Napoli dopo il recente restauro, l’opera il
Martirio di Sant’Orsola (Sant’Orsola confitta dal tiranno), dipinta per il principe Marcantonio Doria
e ora di proprietà di Banca Intesa.
ROMA Da segnare in agenda
due ricorrenze importanti: il
World AIDS Day 2007, giornata
mondiale per la lotta contro
l’Aids; la manifestazione
nazionale per difendere
l’accessibilità all’acqua pubblica.
Per maggiori informazioni sugli
eventi visita i siti
www.worlaidsday.org e
www.acquabenecomune.org
DICEMBRE
19
6
27
MILANO Al Datchforum alle 21.00 i Subsonica in concerto con "A
caduta libera .. in tutti i mie sbagli".
3
4
5
TORINO Alla Scuola Holden lo
sceneggiatore Todd Rohal,
vincitore del premio “Invito alla
Holden”, tiene un laboratorio di
sceneggiatura per giovani registi
in erba.
10
ROMA Ultimi giorni per andare a
vedere Noccioline – Peanuts. Lo
spettacolo di Fausto Paravidino,
scritto quasi di getto all’indomani del
G8 di Genova, è in scena al Teatro
Eliseo fino al 16.
PESCARA All’Ex mattatoio si
esibisce il Teatro degli orrori,
quartetto della scena
indipendente italiana.
14
MILANO Prosegue al Circolo
Magnolia, con Miss Violetta
support act, Antianti, "L'insano
progetto" di Dade dei Linea77; il
giorno successivo si sposta
all'Hiroshima Mon Amour di
Torino. Video-stream in diretta su
www.antianti.it
29
MILANO Ultimo giorno per
coniugare clima festoso e
solidarietà: all’uscita della metro
Pagano (via Burchiello angolo via
Cherubini), 350 mq di esposizione
in cui trovare tutti i prodotti del
commercio equo e solidale.
30
TORINO Si conclude oggi la terza edizione del concorso letterario
“Lingua Madre” promosso da Regione Piemonte, Fiera Internazione del
Libro, Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile, e rivolto alle
donne straniere residenti in Italia (con una sezione per le donne
italiane che vogliano "raccontare le donne straniere"). Ogni anno viene
pubblicato un libro con i racconti selezionati, poi distribuito in tutte le
librerie d'Italia. La premiazione avverrà all'interno della Fiera
Internazione del Libro di Torino.
M
RU
FO
11
A cura di Luca Sappino, 19 anni
Roma
LA SCUOLA CHE VORREI
La Riforma Fioroni non mettere tutti d'accordo.
Eccovi le opinioni degli studenti sui principali problemi
che affliggono il mondo tra i banchi
Un ritorno all'antico
In queste ultime settimane il ministro della Pubblica Istruzione ha
sorpreso e forse un po' confuso
l'opinione pubblica parlando di un
ritorno imminente dei cosiddetti
'esami di riparazione' per chi non
raggiunge la sufficienza in una o
più materie durante l'anno. Come si
legge da una nota pubblicata sul
sito ufficiale, in realtà cambieranno
solo le modalità di recupero dei
debiti, che deve avvenire entro il 31
agosto e comunque prima dell'inizio delle lezioni dell'anno scolastico successivo. Ecco alcune riflessioni su cosa non va nella concezione
di scuola del nostro ministro. Infatti
essa:
- considera a priori gli studenti una
categoria di scavezzacolli, basandosi su luoghi comuni come "i figli
del disincanto", "la generazione
priva di ideali", "i ragazzi privi
della volontà di costruirsi un futuro";
- è animata da idee di destra che
più di destra non si può, come
quella per la quale la severità assoluta, magari condita con un pizzico
di autoritarismo, è il miglior metodo educativo;
- crea nei ragazzi ansia, apprensione ed incertezza, privandoli della
necessaria serenità per studiare;
- attacca e mette in discussione la
preparazione dell'intero corpo
docenti (in particolare quelli di
matematica), senza tener conto di
storture come le sole due ore di
matematica previste al ginnasio del
liceo classico;
- se la prende con l'impreparazione
degli studenti quando invece nei
licei classici, scientifici e linguistici i
promossi senza debiti sono rispetti-
vamente il 65,6%, il 61,1% e il
61,7%. Negli istituti tecnici e professionali la percentuale si abbassa
notevolmente ma è risaputo che in
certi indirizzi il livello medio della
preparazione degli alunni sia meno
elevato;
- continua ad affliggere l'opinione
pubblica con problemi reali ma non
certo prioritari come il bullismo
(che, a detta dello stesso Fioroni,
"ha coinvolto meno dello 0,025%
degli studenti"), quasi ignorando i
molti edifici scolastici non a norma
e l'alto numero di insegnanti precari. Infine, ma qui Fioroni non c'entra, viene da chiedersi se in questo
paese valga la pena di studiare e
d'impegnarsi quando ai test d'ingresso all'università si rischia di
non essere ammessi perché non si
ricorda chi ha vinto il Grande
Fratello o dove si è disputata l'ultima edizione della Champions
League.
Roberto Bertoni, 17 anni,
Monterotondo (Rm)
Il sistema dei debiti
non funziona
E' l'ennesima riforma che gli studenti si vedono piombare tra capo
e collo appena tornati dietro i banchi di scuola. Eppure a me sembra
che questo decreto sull'obbligo di
recuperare i crediti entro fine agosto finalmente riconduca ad un
rigore e ad una serietà che ormai
sembravano smarriti dietro un
approccio tecnicistico lontano dal
vero significato del 'fare scuola'. La
scuola vista come un'industria sforna-cervelli sembra riprendere in
considerazione la sua vera finalità:
la crescita della persona intesa per
quello che è e non per il ruolo più
utile che dovrà ricoprire all'interno
della società.
La reintroduzione degli esami di
recupero a settembre potrebbe, ad
un primo esame, risultare quasi
una forma di terrorismo psicologico
nei confronti di chi avesse problemi
in qualche materia, ma a guardarla
in profondità ci si rende conto che
a lungo andare tutelerebbe proprio
noi studenti. Il sistema pseudocommerciale dei debiti dà l'illusione di
una facilità eccessiva del recupero:
i tempi sono molto prolungati ed in
pochi passano gli esami ad ottobre
perché 'tanto non vale la pena
impegnarsi d'estate, avrò la possibilità di rimediare durante tutto il
corso dell'anno successivo'. Così ci
si ritrova alla fine dell'anno con un
debito non recuperato che miracolosamente diventa una sufficienza o
viene assegnato nuovamente creando lacune che si perpetrano per
anni. Il decreto sugli esami di riparazione - come un po' impropriamente è stato definito - propone,
invece, un'alternativa molto più
lineare che pretende costanza nello
studio con lo scopo, già dalla fine
del primo quadrimestre, di porre
rimedio alle situazioni più difficili.
In questo modo i debiti alla fine
dell'anno dovrebbero diminuire e,
comunque, non ci sarebbero casi di
insufficienze prolungati per più di
un anno (che tra l'altro rendono
praticamente impossibile un recupero totale: chi potrebbe riuscire a
risanare due, tre anni di cattivo
apprendimento in un'estate?).
Dopo tanti anni di riforme che non
hanno tenuto in gran conto l'importanza di una buona istruzione e
che delegavano ogni decisione ai
singoli istituti, mi sembra che ci
stiamo finalmente muovendo nella
direzione giusta.
Livia Panascì, 17 anni,
Roma
Maturità linguistica,
bella fregatura
Finalmente sono giunto all'ultimo
anno della mia tribolata avventura
liceale ma, anche se le mie arie da
sbruffoncello farebbero pensare il
contrario, devo ammettere di vivere
con una certa ansia l'arrivo dell'esame di Stato, una prova che, grazie alla riforma del ministro Fioroni,
ha subito una serie di importanti
modifiche che hanno "restituito
dignità ad un esame ormai svilito
del suo valore". Un simile cambiamento non può cogliermi impreparato, così decido di appagare la
mia insaziabile curiosità spulciando
la nuova normativa su internet.
Sapete che cosa scopro?
Che le commissioni constano di sei
docenti, tre esterni e tre interni,
nominati da Peppino in persona.
Vabbè, fin qua tutto chiaro, o no?
Mannò, ma che chiaro, questo è un
disastro! Come, le commissioni del
liceo linguistico sono sempre state
formate da otto membri (per permettere a tutti e tre i docenti di
lingua di esaminare il candidato
nella sua "materia caratterizzante")
e ora Fioroni dice che ce ne devono stare soltanto sei?
Click, s'è accesa la lampadina di
Archimede.
Massì, quel volpone del Ministro
sapete che cosa ha fatto?
Ha rifilato lo stesso otto insegnanti
al linguistico: cinque propriamente
detti, ma tre - quelli delle lingue
straniere, appunto - che fanno per
uno.Per carità, vengono pagati integralmente, presenziano alle prove
scritte e al colloquio finale, ma
tutti e tre assegnano un solo voto.
C-cosa? Un solo voto?
Ma come, io scelgo il linguistico
perché adoro le lingue, sono un
genio del poliglottismo e all'esame
orale perdo punti perché contano
più le votazioni nelle materie scientifiche che nelle lingue?
E ci credo che lo chiamano esame
di maturità: finalmente capisci che
fregatura è il mondo.
Lazarillo de Tormes
Insegnanti, chi siete?
Noi vittime e loro spietati carnefici,
chiamati a decidere della nostra
valutazione nonché del nostro futuro. Ma chi sono in fondo questi
professori ? Precari fino ad età
avanzata, assunti dopo anni e anni
di gavetta per poi lavorare in situazioni spesso al limite dell'immaginabile se non del ridicolo, sfruttati
e assolutamente mal pagati. Il percorso di un'insegnante inizia con i
normali anni di studio e una laurea
correlata di belle speranze per un
radioso e sicuro futuro professionale, peccato che queste speranze si
vadano affievolendo subito dopo,
nell'approccio al mondo del lavoro.Superato un concorso o dei
corsi, che forniscono l'abilitazione
all'insegnamento, inizia un'estenuante ricerca di punti che facciano
raggiungere nelle graduatorie una
posizione abbastanza alta per arrivare all'immissione in ruolo, cioè
alla fine del precariato. I punti si
raccolgono in anni di supplenze a
breve e successivamente a lungo
termine, che quasi sempre i poveri
precari sono costretti a fare lontano
da casa, così che il misero compenso per pochi giorni di servizio se
ne va tra alloggio e spostamento.
Le difficoltà non si fermano qui
purtroppo: gli insegnanti, precari e
non, lavorano troppo spesso in
condizioni pessime e chiunque
abbia a che fare con la scuola lo
sa. Sono estremamente rare infatti,
soprattutto al Sud, le scuole in
regola con tutti i parametri imposti
dalla legge, anche i più banali,
come una struttura adatta, il rispetto delle norme di sicurezza o la
disponibilità degli strumenti.
Inoltre, a volte i docenti si ritrovano ad insegnare in realtà assai particolari e difficili, spesso chiamati a
ricoprire anche il ruolo di assistente
sociale e genitore, o vittime di
minacce e veri e propri atti criminali, ce ne forniscono un esempio gli
ultimi avvenimenti a livello nazionale. Detto questo, il mio suggerimento è di rivedere almeno in
parte la nostra posizione: i professori non vanno odiati, bensì compatiti!.E soprattutto aiutati.
Marzia Mancuso, 15 anni,
Vibo Valentia
O
M
R
HE TE
C
S ET
O
L RIFL
Alcuni personaggi,
alcune idee, alcune
azioni a poco a poco
si perdono nella
leggenda. La figura di
Ernesto Guevara è
uno degli esempi più
insigni. Vi segnaliamo
un documentario che
per celebrarlo, a
quarant’ anni dalla
morte, ha preferito
farsi guidare dalla
storia più che dal mito
NO
TE
A cura di Caterina Mascolo, 17 anni
Roma
Che Guevara,
il corpo e il mito
l ricordo, le imprese del guerrigliero argentino affascinano ancora
generazioni di reduci del quarantotto e giovani infiammati, nostalgici
ed appassionati. La storia, non il mito, guida il lavoro di Raffaele
Brunetti, regista del lungometraggio dedicato a Guevara. Un film difficile,
un percorso che viaggia dal 1967, anno dell’ uccisione, al 1997, teatro del
ritrovamento dei resti. Cinquanta minuti che spaziano da materiali di
repertorio ad inediti, scomponendo il mito, deeroizzandolo,
contaminandolo di una quotidianità che aveva perduto. Gli occhi vitrei
dell’ uomo sdraiato nudo sono diversi da quelli fieri e combattivi dipinti
sulle bandiere. I capelli scomposti sono differenti dalle iconografie.
La leggenda si sgretola sulla vita, sull’ analisi di una politica controversa
ed ambigua, sulla figura di un uomo indipendente ed isolato, contro l’
imperialismo sovietico, contro il capitalismo americano. Dalle gesta di un
comandante descrive l’epopea di un corpo prima esposto agli scatti
fotografici di un mondo incredulo, poi occultato, scomparso, smarrito
nella foresta boliviana, un corpo ritrovato, acclamato, divinizzato. Una
storia che doveva essere cancellata, e che invece risorge nonostante il
passare inesorabile del tempo, nonostante la storia si affievolisca. Il Che
riemerge come un esempio di libertà assoluta, di umanità, di noncuranza
del potere personale.
Dall’afosa ed umida foresta sudamericana si muove su magliette e poster
tra le vie europee, corre sui treni per le manifestazioni, sventola nelle
piazze. Un modello, un esempio negativo, secondo diverse
interpretazioni. Ecco, questo documentario supera la
stereopatizzazione, la figura banale dell’eroe senza dubbi e
senza paura che si immola perché crede di poter cambiare il
mondo; analizza il contesto, i dettagli. Voci importanti,
come quelle di Savio ed Incharregui, aiutano nella loro
coralità d’informazione ad indagare, a studiare la
moltitudine di sfaccettature della reltà nella quale si
destreggiarono personaggi che si sono trasformati in
uomini illuminati, in dei dell’olimpo moderno.
Analisi storiografiche, marcite negli archivi, vengono
nuovamente rielaborate; la più interessante è forse
quella di Savio, un lungometraggio. Le interviste
inedite, le ricostruzioni e le immagini ampliano l’
orizzonte dello spettatore, lo lasciano stupefatto
quando raccontano la propria storia.
Un metadocumentario dunque, dove le vicende si
intrecciano, si uniscono, legate dal filo del corpo del
Che. Oggi, il nostro paese è l’ unico in Europa in cui la
televisione pubblica non solo non coproduce
documentari, ma li trasmette in orari improponibili per
chiunque non sia un pipistrello. Tutto questo crea
un gap dannoso ed assurdo, perché bisognerebbe
insegnare a pensare ed analizzare, per non
plasmare un popolo di dogmatici e fanatici.
I
A cura di Matteo Marchetti, 20 anni
Roma
AC
UT
E
Pubblicità cannibale
La pubblicità è l'anima
del commercio, un ritornello
che ci riempie le orecchie
da decenni. Ma insieme
a questo ci sono molti altri
ritornelli, dai Beatles
a Vasco Rossi.
E pazienza se qualcuno,
poi, si rivolta nella tomba
gni spot che si rispetti, ormai, sceglie un sottofondo
orecchiabile, meglio se d'autore. L’ultima è stata la
compagnia assicurativa Allianz, impadronitasi di Here
comes the sun dei Beatles, un pezzo del 1969 che parlando
dell’alba di una nuova era di fratellanza è sicuramente
l’ideale per reclamizzare delle polizze assicurative. Sempre a
proposito di sole, forse bisogna ricordare anche la bibita
Aquarius, che sfruttando una particolare omonimia ha scelto
Aquarius dal musical Hair, vetta del pensiero hippie che ci
incitava a ‘lasciar entrare la luce del sole’, ma di tutto questo
resta solo un ciccione mascherato da Venere del Botticelli a
decantarci in falsetto le virtù del prodotto.
Per rimanere invece in casa nostra, pensiamo alle varie
canzoni di Vasco Rossi cannibalizzate dalla Fiat, o a Donne di
Zucchero usata per dei sughi, o peggio ancora alle calze che
ballano sullo schermo mentre si sente «siamo così,
dolcemente complicate…». Senza ombra di dubbio gli autori pensavano esattamente a questo.
Poco mi importa che spesso i proventi di queste canzoni ‘impegnate’ siano devoluti in beneficenza, come nel caso
dello spot Allianz. Il problema è che ancora una volta i mercanti entrano nel tempio di una forma di espressione
nata come protesta e tramutata in jingle usa e getta: i prodotti per bambini ‘tosti’ vengono sparati con violente
schitarrate o rap accattivanti, così come si ruba musica classica per mobili o auto. E poi ci si chiede perché i nostri
ragazzi siano tanto dediti a trasgressioni folli, più o meno reclamizzate dalla rete. Che cosa è rimasto per marcare
una linea di separazione fra la nostra generazione e le altre?
Chi ci ha preceduto riusciva a incupire i pranzi in famiglia
con la sola presenza di un particolare disco, bastava che
fosse ‘rock and roll’, un’espressione che solo persone di una
certa età riescono a pronunciare con il ribrezzo che era nelle
intenzioni dell’artista suscitare.
Per noi i Beatles sono musica ‘moscia’, House of the rising
sun è una nenia che conosciamo fin da
piccolissimi, i movimenti d’anca di Elvis
roba da educande. Niente ci arriva del
trasporto ideale che un pezzo dovrebbe
portare con sé, e forse questo – se può
risultare comodo ai pubblicitari che così
hanno gioco facile nel propinarci il
sottofondo che più ritengono appropriato
senza scatenare altro se non
sommovimenti in qualche tomba – si
ripercuote in un consumo della musica
legato alle contingenze. Già Vasco Rossi
ha detto, dopo aver fornito alcuni pezzi
all’idrovora pubblicitaria, di non essere
più interessato alla faccenda, che fare da
sottofondo ad una macchina che
scorrazza per stradine di campagne è
umiliante, oltre che inutile. Chissà che ne
pensa James Brown, che si vede cantare
la sua Sex Machine da un ippopotamo di
gommapiuma che poi passa a parlare di
pannolini.
O
T
O
P
IS
T
AN
A cura di Martina Chichi, 20 anni
Roma
HI
-TE
CH
A cura di Marco Billeci, 20 anni
Pisa
IL SITO DEL MESE: CONTRO-MANO.NET
TABACCO? SÌ GRAZIE
“Ne hai abbastanza del tuo
aspetto sano? Prova NicoClean, ti
invecchia di dieci anni già dalla
prima applicazione”. L’ironia è
l’ingrediente scelto dall’Unione
europea per la campagna
comunitaria contro il tabagismo,
online da fine ottobre. L’idea è
simpatica
e
giovanile:
www.nicomarket.com
è
un
negozio online che vende
prodotti cosmetici (ovviamente
falsi) in cui il principio attivo è il
tabacco. Ogni prodotto ha un suo videospot e la testimonianza di un cliente soddisfatto che ne anticipano i
“benefici” sul corpo; denti marci con NicoTeeth, il dentifricio con estratti di nicotina, oppure voce roca con NicoVox,
lo spray a base di catrame.
A differenza delle solite campagne di comunicazione che riescono a far venire il voltastomaco, questa volta gli
effetti negativi del fumo sono illustrati in un modo del tutto nuovo. Resta però da vedere se la chiave ironica
renderà il messaggio più efficace. Peccato anche che, nonostante nicomarket.com sia curato fin nei dettagli e
tradotto in ventidue lingue, finora non sia stato lanciato in alcun modo.
VIA LE DENTIERE DALLE SCRIVANIE
Mentre a ogni scatto di qualche noto fotografo si solleva un
polverone, è passata inosservata la campagna per il
rinnovamento di tutte le classi dirigenti “Italia da bere”,
promossa dalla Tp, l’Associazione italiana pubblicitari
professionisti alcuni mesi fa. Giusta l’idea, giusta la grafica,
giusto il contenuto; sarà proprio questo ad averla penalizzata?
Sempre pronti a scovare quel dettaglio che fornirà titoloni per
giorni, sul messaggio che rischia di far nascere polemiche non
sterili gli occhi non sono mai puntati.
Ecco l’appello: “Erano gli anno ’80 e sembrava che la vita fosse
solo bollicine. Oggi, dopo trent’anni, da bere non c’è quasi più
niente. La classe dirigente italiana, la cui età media va dai 60
ai 70 anni, il bicchiere lo usa per altre cose. Anche perché loro,
i nostri potenti gerontocrati, hanno già bevuto. In questi ultimi
decenni si sono tracannati litri e litri di politica, finanza,
economia, cultura. E, per dirigere senza problemi, si sono bevuti
anche qualche generazione di giovani competenti, appassionati
e preparati, che hanno potuto solo scegliere fra rassegnazione,
precariato ed espatri […]”.
I dettrattori di internet affermano che il web è una rete solo quando si tratta di imprigionare
ma non se deve bloccare chi cade. Di sicuro chi cerca informazioni online senza avere un punto
di riferimento rischia di precipitare in un abisso di pagine da cui è difficile cavar fuori
qualcosa di utile. Contro-mano.net è una rivista di informazione online che può fornire
proprio questo appiglio: è semplice da consultare, è ricco di contenuti ed essendo in rete
ormai dal 2004 ha un cursus honorum che ne garantisce l'affidabilità. “Saremo come i
salmoni: risaliremo la corrente fin dove sarà possibile”, così si presentano i curatori
del blog, ed in effetti su attualità, cultura, musica e tutto ciò che affrontano i contromanovali adottano una prospettiva sempre originale. Le rubriche del sito sono
troppe per essere riportate tutte qui, vi segnaliamo le più sfiziose: Chicche di
Caffè è un dizionario tematico su tutto ciò che riguarda la bevanda più amata
dagli italiani, Il boccale del portale dove si presentano birre di tutto il mondo,
Mezzepenne, che offre una panoramica di racconti e poesie di giovani autori, Ten
Yeas Ago, per ricordare anniversari e ricorrenze celebri
INTERNET GRAFFITI: IL
SORPASSO
Era solo una questione di tempo,
ma a leggerlo fa comunque una
certa impressione: Internet ha
violato anche il tempio più sacro
della Tv, il prime time. Secondo le
ultime ricerche, infatti nella fascia
oraria serale sono più le persone
che preferiscono navigare in rete
rispetto a quelle che rimangono
fedeli ai programmi televisivi. Un
sorpasso che riguarda anche un
altro mostro sacro del ventesimo
secolo, il telegiornale. Certo,
facendo zapping la sera non si
può non pensare che la Tv ci
abbia messo del suo per farsi
sorpassare...
MICROBLOG, THE LATEST ( BUT
NOT THE LAST) INTERNET
REVOLUTION
Circa una settimana fa ho aperto
il mio blog su myspace,
finalmente mi sentivo alla moda,
trendy, à la page... Macché, pochi
giorni dopo vedo un mio amico
armeggiare con il cellulare, gli
chiedo che cosa stesse facendo e
mi risponde che sta aggiornando
il suo micro-blog. Che??? Gli
chiedo attonito. Lui mi guarda
come si guarda un vaso greco di
terracotta (del tipo, bello sì, ma
adesso abbiamo le pentole a
pressione) poi mi spiega che il
micro-blog è un blog sul quale si
scrivono piccoli post, di solito con
meno di duecento caratteri, che
possono essere visualizzati da
chiunque oppure solo dalle
persone autorizzate dall'utente. Il
micro-blog può essere modificato
via web, sms, mail o instant
messaging, la sua funzione
principale è aggiornare parenti ed
amici sui propri spostamenti,
segnalare appuntamenti o eventi,
dare notizie. Gli aggiornamenti
sono inviati immediatamente via
messaggio al cellulare e alla
casella di posta elettronica degli
utenti registrati. Twitter e Jaiku
sono i siti leader dei micro-blog,
ma molti altri ne stanno
nascendo, Facebook e Myspace
offrono già questo servizio mentre
Pownce integra micro-blog e filesharing. In totale ad oggi sono
circa 111 i siti di questo tipo.
P.s.: vista la velocità con cui
cambia il mondo del web, non vi
possiamo garantire che quando
uscirà il giornale il micro-blog non
sia già stato sostituito dal nanoblog, dove si scrive una sola
parola e chi legge deve indovinare
tutto il resto.
In primo piano
17
SE
POLITICA
FA AUTOCRITICA
LA
di Franceco Testi, 20 anni
l mitico portaocchiali oscilla ipnotico al ritmo del discorso:
solo alla fine t’accorgi che c’è molto più stile istituzionale
in quell’astuccio che in tutta l’aula di Montecitorio. Di fronte agli studenti del liceo romano “Giulio Cesare” – in un incontro di qualche settimana fa - Fausto Bertinotti ha discettato di crisi della politica, limiti della sinistra e ricordi operai, citando Grillo una sola volta e mescolando modi da lord inglese e contenuti da ex-sindacalista Cgil.
Iniziamo con le sue stesse parole, pronunciate all’insediamento da presidente della Camera. Allora parlò del rischio di
un distacco del paese dalle istituzioni: oggi è sotto gli occhi
di tutti.
«Posso dire di averci preso: sì, avverto un distacco molto profondo. D’altra parte non so se si possa più parlare di opinione pubblica. Da un lato la politica non riesce ad interpretare
bisogni, aspettative e speranze, dall'altro la società civile si è
incartata in se stessa. Si fatica a riconoscere l'altro e quando
uno ti si avvicina ne hai pure paura: ecco perché il tema della sicurezza è così enfatizzato. Aggiungiamo che la percezione
è più grave del fenomeno reale».
Che responsabilità ha la sinistra a questo riguardo?
«Non ha proceduto ad una ridefinizione delle coordinate generali. Non potevano essere più quelle della sconfitta, eppure devono esser critiche nei confronti della modernità».
Sì, ma dopo il crollo ideologico ha dovuto trovare nuove vie.
La legittimazione è arrivata?
«La sinistra ha cercato di legittimarsi attraverso la scorciatoia
di andare al governo. Non dico che il Governo non sia una occasione importante: ma se diventa il tuo nuovo Palazzo d'Inverno, riduci la politica a processo adattativo».
Ma la crisi della politica è anche crisi dei corpi alla base: partiti e sindacato. Che ricordi ha della sua stagione alla Cgil?
«Quando facevo il sindacalista a Torino, negli anni delle grandi migrazioni dal Sud, in città campeggiavano i cartelli con
scritto "non si affitta ai meridionali". Gli stessi operai comunisti e cattolici pensavano che i “terroni” andassero tenuti lontano: sporcavano, non sapevano usare l'ascensore, addirittura la leggenda diceva che coltivassero nei bagni. Gli operai
I
NEL GIOCO DELLA MORRA CINESE SUL SASSO VINCE IL FOGLIO.
CREDI ANCHE TU CHE LE PAROLE POSSANO CONTRIBUIRE A SPEGNERE L'AGGRESSIVITA'?
CHE ABBASSARE I TONI NON SIA UN GESTO FUORI MODA?
"SFERRA UN CONGIUNTIVO" E' LA NOSTRA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE CONTRO LA VIOLENZA
spazio offerto da Mandragola Advertising S.r.l.
SENTIRSI DI SINISTRA,
VOTARE PER LA LEGA
E ANDARE AL V-DAY,
ECCO COME SI
MANIFESTA LA CRISI
DELLA POLITICA
NELLA SOCIETA’
CIVILE SECONDO IL
PRESIDENTE DELLA
CAMERA FAUSTO
BERTINOTTI. UN
ANTIDOTO ALLO
SGRETOLAMENTO
TUTTAVIA C’E’
(ANCHE PASSANDO
PER QUALCHE
SCONFITTA)
Roma
questo lo pensavano,
ma non lo dicevano. Non
si poteva, perché altrimenti si finiva esclusi, in
sezione e in parrocchia.
E anziché dire quello che
pensavi, finivi col pensare ciò che dicevi: proprio
tu, operaio che diffidava
dei “terroni”, li lodavi come straordinari compagni lavoratori. Si era ai limiti dell'autocensura, ma c’era anche un elemento di costruzione della coesione sociale».
Elemento che oggi manca, quindi. La fine delle ideologie ha
portato allo sgretolamento della società civile: gli elettori sembrano schegge impazzite.
«Nella mia esperienza politica, da come uno era collocato in
politica capivi come la pensava. Oggi questo pensiero organico forte non si riflette né nella politica né nella società. Conosco uomini e donne che pensano in maniera radicalmente
di sinistra su tutti i conflitti sociali e bollano l’accordo sulle
pensioni come una schifezza; votando però non scelgono una
collocazione coerente, ma anzi la Lega, perché proiettati in
una determinata parte del paese; e alla fine vanno alla manifestazione di un comico come Grillo».
Proprio qui si voleva arrivare: politica e antipolitica. C’è una
crisi nell’attuale sistema politico? Da quattordici anni aspettiamo che passi la bufera.
«Un tempo sarebbe bastato che partiti e sindacati recepissero un'istanza democratica per tornare a farsi forti. Oggi bisogna ripensare l'intera struttura con un'operazione di sistema.
La mia soluzione è che si debba rispondere con un lavoro a
medio e lungo periodo. Non dobbiamo farci distrarre troppo
dalle risposte hic et nunc: finiremmo attratti da una delle ragioni della crisi, quella smania di piacere al maggior numero
possibile di persone nell’immediato. Invece devi spezzare
questa sudditanza, devi provare a riprogettare il futuro, devi
recuperare consenso. Anche passando per qualche sconfitta».
19
IL FASCINO
DEL FASCIO
LA RIMONTA FASCISTA NELLE SCUOLE E’ UN DATO DI FATTO.
L’ALLARME DEGLI ANTIFASCISTI PURE. MA CHI L’AVREBBE DETTO
CHE ANCHE I PARTIGINAI FAREBBERO A MENO DELLA ‘LEGGE SCELBA’?
LA RISPOSTA DEVE ESSERE CULTURALE E NON AUTORITARIA,
PAROLA DI MASSIMO RENDINA
di Luca Sappino, 19 anni
liceo scientifico “Azzarita” - Roma
giovani - si sa - sono campo fertile per il fiorire delle
più varie discussioni; spesso gratuite e inutili, altre
volte – ed è il caso che abbiamo affrontato insieme a
Massimo Rendina, Presidente dell’Anpi, Associazione nazionale dei partigiani, del Lazio - fondamentali e di reale interesse.
Qualche tempo fa, proprio Rendina, insieme ad altre personalità di spicco dell’antifascismo italiano, intellettuali
e non, dal filosofo Vattimo al calciatore Lucarelli, ha risollevato la questione insoluta della rimonta fascista
nelle scuole italiane e nel mondo che gravita attorno ad
esse. Con una lettera aperta indirizzata al ministro Fioroni, Rendina, pur non essendo – come ci ha poi confessato – il reale artefice della missiva, chiedeva maggiore attenzione sull’applicazione delle misure volte a
I
scongiurare il rigurgito fascista e quindi, in sostanza,
l’osservazione delle direttive fornite dal sistema di leggi
Scelba e Mancino.
Dalla lettera usciva un fronte antifascista, spaventato e
stremato, invocante l’aiuto dello Stato, quasi convinto
non possa esserci ormai alcun altro tipo di risposta, al
dilagare di intolleranza e violenza, se non quella della
repressione, dell’impeccabile applicazione della legge
con squadre di avvocati pronti a mettere tutti i puntini
sulle “i”. Noi di Zai.net, che sul tema già da tempo avevamo acceso i riflettori con un articolo pubblicato su
Sotto i Venti – il nostro inserto mensile nelle pagine del
Riformista – avevamo sostenuto che unica risposta possibile al fascino del fascismo fosse quella culturale, non
demonizzante e autoritaria, bensì educativa e di confronto.
Abbiamo portato la nostra riflessione proprio a Rendina
e, guarda un po’, abbiamo scoperto che anche i partigiani della legge Scelba farebbero volentieri a meno,
ma… c’è sempre un ma.
perdita di buoni esempi e un grande imbarazzo dei moProfessore, non crede sia scorretto pensare di risolvere
derati, di cui approfittano i neofascisti. I quali, invece,
tutto con una squadra di avvocati, con l’applicazione di
sono capaci di proporre dei valori. O almeno degli
una legge che sa di autoritarismo ed è certa figlia della
“pseudovalori”: la patria, l’idea di famiglia – lì dove la
paura e di un altro contesto storico. Non crede si debba
stessa è in crisi – le idee di nazione e di una forte idensmettere di pensare che l’unica soluzione sia la represtità da contrapporre agli invasori, agli alieni. Il secondo
sione. Non crede che forse se il fascismo sta conoscenproblema è qui: aver consentito che nel disordine e nel
do nuove fortune, lo si deve soprattutto alla legge Scelnulla lasciati dai democratici, proprio dove nascono il biba e a quanto questa abbia, in realtà, reso accattivante
sogno e la necessità di ideali preferibilmente semplifica- perché proibito - il fascismo ?
ti, si introducessero i fascisti, riassunto facilmente com«Il discorso che fate, seppur corretto, è complesso e non
prensibile di azione e idee forti e violente manifestate
può essere semplificato. Bisogna ricordarsi che se è venell’accessibile figura del Duce. Faro che il fascismo fu prima accettato, invocato a gran voce, è vero anOra che i programmi scisti che risultano accattivanti con
la violenza e con la politica del più
che che poi, dopo la guerra, il molo prevedono,
forte, dove basta un pretesto per
vimento popolare più diffuso in Italia divenne l’antifascismo in tutte le il discorso sulla guerra di far scattare il disordine collettivo».
Quindi il problema è culturale. Risue possibili forme. Solo in seguito
Liberazione viene sì
conosce che rispondere rifacendosi
a queste elementari precisazioni si
affrontato, ma con un
a una vecchia legge è sbagliato o,
potrà cominciare ad analizzare la
sistema vecchio:
perlomeno, superfluo?
questione e porsi dinnanzi a quelli
«Non proprio. Credo, naturalmente,
che, della rinascita fascista, sono i
quello delle date, con
che noi dovremmo opporci a quedue aspetti principali, le due cause
poco approfondimento
sto processo di rilancio del fascimaggiori. La prima è riconducibile
e analisi
smo con la cultura, con la politica
all’universo scuola, ai programmi
delle ragioni
dell’incontro e dell’amicizia. Ridanscolastici e d’esame. Fino ad una
do valore definito a parole che l’quindicina di anni fa, prima che il
hanno perso, come patria o come
ministro Iervolino rivedesse le indionore, contrastando le false parole. Chiarire che dire “noi
cazioni ministeriali e che il ministro Berlinguer le applicombattiamo per l’onore” non vuol dire proprio niente
casse, i programmi di storia si fermavano costantemense prima non si riferisce questo onore ad un contenuto:
te alla Prima Guerra Mondiale. Noi, quindi, abbiamo
la parola onore potrebbe benissimo riferirsi a quello maeducato generazioni che non hanno conosciuto attraverlavitoso. Devo però precisare che sarebbe molto bello se
so il percorso scolastico che cosa sono stati il fascismo,
potessimo limitarci a questo, ad adoperare con ragional’antifascismo e la Resistenza. Però, siccome ad essere
mento e cultura, ma siamo invece costretti ad adoperainteressati dal rigurgito fascista sono le generazioni sure con le leggi.
bito successive a quelle, i giovanissimi, ciò che abbiamo
Clementina Forleo – donna che stimo molto – è solita
detto non basta. Si deve quindi aggiungere che, ora che
dire: “Signori, voi mi criticate perché mi rifaccio alla legi programmi lo prevedono, il discorso sulla guerra di Lige. Se non vi piace ciò che faccio, ricordandovi che il
berazione e sulle avventure fasciste viene, sì, affrontato,
mio semplice dovere è quello di applicare le norme, camma con un sistema vecchio: quello delle date, con poco
biate quelle, io però non posso far finta che non ci siano”».
approfondimento e analisi delle ragioni. Non riuscendo
così a spiegare passi fondamentali. E da qui allora, la
prima causa, la singolarità di avere le ultime generazioni con un vuoto di memoria che
potrebbe semmai appartenere a
quelle precedenti».
E la seconda causa?
In Italia fare apologia del fascismo è
«Per la seconda si deve guardareato: lo sancisce la legge 20 giugno
re ai partiti democratici, i quali
1952, n. 645 anche detta "legge
Scelba". All'art. 4 viene stigmatizzato il
– come voi avete detto - dopo
comportamento di chi "fa propaganda per
la caduta del muro di Berlino
la costituzione di una associazione, di un
non solo non hanno rivisto il
movimento o di un gruppo avente le
proprio pensiero ma hanno ancaratteristiche e perseguente le finalità" del disciolto Partito fascista, o
che smesso di idealizzare la
di chi tenti di riorganizzarlo, oppure di chi "pubblicamente e salta
propria politica, accogliendo,
esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità
implicitamente, come unica
antidemocratiche".
ideologia quella di mercato ed
La legge prevede per il delitto di apologia sanzioni detentive, più
esorcizzando tutte le altre. Non
severe se il fatto riguarda idee o metodi razzisti o se è commesso con
hanno dato concretezza ai valoil mezzo della stampa, ed accompagnate dalla pena accessoria
dell'interdizione dai pubblici uffici.
ri dell’antifascismo palesando
così un’assenza di ideali, una
L’apologia di fascismo e la legge Scelba
18
In primo piano
20
Inchiesta
21
che segna profondamente la vita futura
del ragazzo.
Famiglie chiuse, famiglie aperte
SCAMBI ALL’ESTERO?
No, grazie
UN ANNO DI STUDIO FUORI DALL’ITALIA E’ UN’ESPERIENZA CHE AFFASCINA,
SOPRATTUTTO A PAROLE. NEI FATTI LASCIAMO MALVOLENTIERI IL NIDO
CASALINGO, RINUNICANDO A CONOSCERE MEGLIO NOI STESSI E IL MONDO.
UNA DOMANDA ANCHE AI PROF: PERCHE’ NON CI SPINGETE A PARTIRE?
di Eleonora Bonafede, 17 anni
Liceo classico “E.Q. Visconti” , Roma
olte recenti ricerche sull’ingresso nel mondo del
lavoro da parte dei giovani mostrano che un
appropriato livello di conoscenza delle lingue
costituisce un formidabile biglietto da visita per trovare
un’occupazione. A ciò si aggiunge sempre di più la richiesta, da parte delle imprese, di persone che abbiano già
viaggiato e conosciuto altri popoli e culture. Del resto tutto
questo è comprensibile: in un mondo sempre più globalizzato e internazionalizzato, un giovane deve sapersi
orientare in ambienti multiformi e multiculturali. Anche perché le stesse imprese sono costrette a uscire dai confini
nazionali alla ricerca di nuovi mercati e nuove aree di produzione. In un contesto come quello che abbiamo appena descritto, dovrebbe esserci una vera e propria corsa
da parte dei ragazzi verso le esperienze di studio all’estero. E’ vero che in molti casi ciò può avvenire
all’Università grazie al cosiddetto progetto Erasmus (che
però è valido soltanto all’interno dell’Unione europea, e
questo forse è già un difetto), ma tutto lascia pensare
che anche i più giovani, quelli che frequentano la scuola media di secondo grado, avrebbero voglia di realizza-
M
re questa aspirazione e del resto ci sono sul territorio varie
organizzazioni senza fini di lucro che aiutano a farlo.
Nonostante ciò i dati sono sconfortanti. In un paese
come l’Italia, dove ancora pochi possono vantarsi di
conoscere l’inglese in maniera poco più che scolastica,
ci sono meno di 3.000 ragazzi che si trasferiscono all’estero ogni anno per vivere l’avventura di uno scambio
culturale. Una recente indagine di Intercultura, una delle
più antiche e forse la più nota onlus (organizzazione
senza fini di lucro) che aiuta i ragazzi italiani ad andare
all’estero, mostra che soltanto un’esigua minoranza di
loro attua questa pratica. Dei 3.000 ragazzi, poi, solo
una metà fa ricorso a programmi che organizzano soggiorni
individuali come Intercultura, mentre il resto si appoggia ad
amici e parenti. Come mai? Molto dipende anche dalle famiglie: i nuclei aperti sono quelli che provano un vero interesse per l’altro, che credono realmente nella possibilità di
poter dare e ricevere vivendo con chi appartiene a una cultura differente. Peccato che siano in netta minoranza: sono
veramente aperti alla diversità solo il 16% dei genitori, l’8%
dei ragazzi e il 17% degli adulti intervistati. Questa nicchia
sceglie però di vivere l’esperienza dello scambio internazionale a 360 gradi, trasformandola in un percorso educativo
Certo, i paesi di destinazione preferiti
continuano a essere quelli europei occidentali, anglofoni – al primo posto – e
non. Solo pochi scelgono come meta
l’Asia, gli stati dell’Est Europa, il Sud
America, l’Africa e l’Estremo Oriente,
segno che l’idea di confrontarsi con culture distanti da quella in cui si cresce è
ancora difficile da accettare persino per
coloro che pensano davvero in un’ottica ormai multietnica e multiculturale.
La maggior parte delle famiglie, però,
non riesce a superare le difficoltà insite
nell’idea di mandare un figlio all’estero, in qualche modo temendo che resti ‘in
balia di se stesso’ (quando invece c’è sempre una famiglia ospitante, accuratamente selezionata, che svolge le funzioni di
controllo). Queste famiglie “chiuse”, di
fatto, fingono di essere curiose rispetto alle
altre culture solo per far bella figura; scavando in
profondità, emerge che il 67% dei genitori, il 78% degli
studenti e il 68% degli adulti in realtà non sono veramente interessati, mentre una media di circa il 17% degli
intervistati è decisamente chiusa. La gran parte delle
famiglie ritiene di essere moderna e disponibile nei rapporti con lo straniero, ma dietro a questa facciata si
nasconde invece una certa resistenza ai rapporti interculturali e i genitori esercitano sui figli un eccesso di
protezione.
Così i nuclei chiusi finiscono per permettere ai giovani di
partire per vacanze studio pianificate e limitate nel
tempo, durante le quali è facile tenerli sotto controllo.
D’altra parte i figli non pretendono di più. Anzi, i ragazzi vedono la possibilità di partire per un soggiorno all’estero come un periodo sabbatico, una vacanza o un’occasione di divertimento, da fare quindi preferibilmente
con amici e per poco tempo, magari d’estate. Eppure, se
da un lato confrontarsi con chi ha alle spalle una realtà
diversa può significare imparare ad assimilare culture
con cui veniamo sempre più spesso a contatto, vuol dire
anche emanciparsi nei confronti del mondo: diventare
meno timorosi, pronti a rischiare, a gettarsi in nuove
opportunità, perché più consapevoli di chi si è davvero.
In qualche modo lo scambio culturale all’estero – con i
genitori lontani e l’obbligo di cavarsela da soli - diventa
una sorta di viaggio alla scoperta di se stessi.
La miopia della scuola
Se le famiglie italiane non coltivano il desiderio di far
allontanare i figli per un anno all’estero, le scuole non
cercano certo di correggere questa tendenza, ma anzi,
frappongono un’ulteriore barriera alla possibilità di compiere scambi interculturali. Nel caso in cui i presidi si
dicano favorevoli, i professori, specie nei licei classici e
scientifici, sono restii a far partire gli studenti. Uno su
quattro si dichiara sfavorevole; si lamentano perché il
reinserimento sarà faticoso, fanno pesare ai ragazzi di
aver perso le lezioni, temono di dover far procedere il
programma dell’anno successivo a rilento. Così molti
ragazzi ben intenzionati rinunciano a priori a un’esperienza lunga all’estero, spaventati dalle possibili conseguenze negative nell’ultimo anno di liceo (non va dimenticato che l’esperienza all’estero guidata da Intercultura
è prevista in genere per il penultimo anno delle scuole
medie superiori).
Colpa del fatto che la nostra istruzione scolastica è fondata su un forte senso di “identità nazionale”, come la
definisce Khaled Fouad Allam, parlamentare di origine
algerina. Lo studio all’estero per un anno finisce per
essere considerato alla stregua di una perdita di tempo,
la cui unica utilità starebbe in definitiva nell’imparare
una nuova lingua. Quest’ultimo aspetto, tuttavia, non è
affatto secondario, come abbiamo detto all’inizio, vista
l’importanza che il mondo del lavoro gli attribuisce.
Tale ritardo della scuola rispetto alle esperienze interculturali ha dell’incredibile: professori e presidi hanno una
visione forse troppo ‘nazionalistica’, o peggio provinciale, dello studio. Un pregiudizio che è anche indice di una
certa miopia: si agisce proprio come se altri programmi
di studio, o lo studio e l’apprendimento in loco di una
lingua, non fossero anch’essi importanti.
Spesso, poi, si fa riferimento all’arretratezza del nostro
paese in molti aspetti della civiltà. Incoraggiare i giovani ad andare all’estero per mostrare loro come si può
organizzare meglio la Pubblica Amministrazione e, perché no, anche la scuola, dovrebbe essere un imperativo.
Invece non è così, evidentemente la scuola italiana non
è in grado di porsi nuovi obiettivi da sola, nonostante
l’indubbio impegno di tanti bravi professori e presidi.
Dunque ben vengano le associazioni come Intercultura,
che raggiungono gli studenti e le famiglie per vie spesso diverse da quelle scolastiche. Per incoraggiare i ragazzi a rischiare (poco, peraltro, essendo gli ambienti dove
vengono inseriti assolutamente sotto controllo), a mettersi in gioco, a essere aperti verso altri mondi da cui possono imparare tanto, ma presso i quali possono essere
anche ambasciatori di gioia di vivere, di umanità, di gusto.
22
Test
Inchiesta
Non solo studio
Non solo studio
"Molti mi hanno chiesto perché ho deciso di partire per Tenerife, tre mesi, da sola e senza sicurezze, a fare la cameriera, lavatrici e interminabili camminate quando a Roma ho le mie comoditá e soprattutto i miei affetti. Ogni volta che rispondo scopro nuove risposte e capisco che questo é il motivo iniziale che mi ha spinto a partire: scoprire.
Tenerife, l'isola dei microclimi e delle diverse realtá, dai paesaggi aridi del Sud alla natura rigogliosa del Nord, dal Teide imbiancato all'oceano, piú che essere un
luogo è un'esperienza. Il posto è stato casuale, il momento non lo è stato affatto: per me era importante affrontare un viaggio del genere prima dell'universitá.
I mesi che precedono la fine del liceo sono caratterizzati dall'ansia di indipendenza, dalla voglia di vivere una libertá che sembra soffocata da doveri e orari
scolastici, eppure quando arriviamo ad avere davanti ai nostri occhi una serie infinita di possibilitá ci troviamo come accecati. Tutto quello che abbiamo desiderato per tanto tempo improvvisamente ci fa paura.
Sentivo la necessitá di tempo solo mio per capire chi sono e chi voglio essere, per imparare qualcosa su di me e sulle persone che mi circondano.
Mi é stato chiesto se questo viaggio poteva essere un modo per dimostrare a me stessa di non aver bisogno di nessuno. Credo che in una certa misura sia necessario bastare a se stessi, gli altri non possono essere un appiglio, semmai una dolce e interessante compagnia, ma indipendenza non significa fare appello solo a
se stessi, significa soprattutto essere disposti a vivere un certo tipo di amore, quello che mi hanno regalato i miei genitori: un amore che dona libertá, un amore
che mi permette di camminare da sola, ma che non mi fa mai sentire sola.
Che cosa significa quindi questo viaggio?
Tenerife è sicuramente la voglia di vivere nuove cose, ma è anche la scoperta delle conferme, degli affetti che resistono alla distanza.
Tenerife è sperimentare il cambiamento, che molti ricercano continuamente eppure temono.
Tenerife è imparare a capire quanto sia importante scegliere ogni giorno di crearsi, per essere orgogliosi di chi si è e si desidera essere, piuttosto che
rimanere imbalsamati in sbiadite immagini disegnate da altri".
Gloria Bagnariol, 18 anni, da Tenerife
RCULTURA E
INtE
’
Intercultura è una
organizzazione non lucrativa
di utilità sociale gestita e
amministrata da migliaia di volontari
che promuove e organizza scambi ed
esperienze interculturali, inviando ogni
anno quasi 1500 ragazzi delle scuole
secondarie a vivere e studiare all’estero ed
accogliendo nel nostro paese altrettanti
giovani di ogni nazione. Il bando per l’anno
scolastico 2007/2008 è appena scaduto,
per tutte le informazioni, anche relative
alle borse di studio disponibili,
consultare il sito
www.intercultura.it
23
BAMBOCCIONI
A CHI?
È la solita storia, le vecchie generazioni hanno sempre
qualcosa da rimproverare a quelle nuove, e ora anche
questi superesperti di scambi interculturali se ne escono con la
storia trita e ritrita del giovane italiano mammone. Invece, le mamme iperprotettive nessuno le accusa mai. E poi, vorrei sapere, questi dottoroni ai loro
tempi se lo sono fatto l’anno di studio all’estero? Il fatto, poi, che sia normale, a
16 anni, stare tanto tempo lontani da casa è tutto da dimostrare…
di Emanuele Colonnese, 23 anni - Roma
1. Sei o sei mai stato il cocco di mamma?
A Non direi, mia mamma da piccolo ha più volte tentato di abbandonarmi nei centri commerciali – sapeste le ore che ho passato all’ufficio oggetti
smarriti!
B Boh, non siamo forse un po’ tutti cocchi di mamma? Questa è l’Italia – pizza, spaghetti, mandolino… e mammà!
C Il fatto che ancora mi rimbocchi le coperte mentre
mi racconta una favola per farmi addormentare è
indicativo di qualcosa?
2. Mai passato un significativo lasso di tempo senza la
famiglia?
A Abbastanza spesso, sono cresciuto in orfanotrofio.
B Ho fatto lo scout, una volta le vacanze studio all’estero. A volte è bello non sentirsi continuamente il fiato dei genitori sul collo, anche se poi un
po’ di nostalgia viene.
C La visita del militare conta?
3. Multiculturalità?
A Mia mamma è riuscita a mollarmi agli zingari una
volta e così ho vissuto a bordo di una roulotte in
giro per l’Europa gran parte della mia fanciullezza.
B Mia madre è abruzzese e mio padre siciliano – nella multiculturalità ci sono cresciuto!
C Sbaglio o è quella roba da fricchettoni fuma-spinelli? Oppure una nuova marca di cereali?
4. Fratelli/sorelle trentenni ancora a casa?
A No, tutti abbandonati all’autogrill prima di me!
B
C
Se i professoroni che sparano sempre sui più giovani trovassero per loro un buon lavoro, magari non
precario, il mio fratello pluri-laureato se ne andrebbe pure volentieri, ma…
Mamma dice che non è bene allontanarsi dalla famiglia prima del matrimonio. Anzi, manco dopo –
ho casa piena di nipotini e il mio fratello più grande ha 36 anni e sta tutto il giorno a fare i giochi
di ruolo on-line!
5. Per quale motivo partecipereste ad uno scambio internazionale?
A Innanzitutto per l’opportunità di avere pasti caldi
e un tetto sulla testa – vivo su una panchina nel
parco dall’età di nove anni.
B Beh, è una cosa interessante rapportarsi con culture diverse dalla nostra – viaggiare, conoscere
gente nuova, assaporare cibi esotici.
C Io non ho mai detto che parteciperei a uno scambio internazionale e voi non potete obbligarmi!
6. E la vostra famiglia, invece, che ne penserebbe?
A I miei fanno parte di quello sparuto 16% favorevole e interessato agli scambi internazionali. Hanno provato ad abbandonarmi anche all’estero.
B Boh, probabilmente neanche sanno cosa siano gli
scambi internazionali, al massimo potrebbero non
essere contrari a liberarsi di me per una mesata.
C Ho trentadue anni e il rientro a casa alle sette e
mezza di sera.
LEGGI IL TUO PROFILO A PAG. 48
Foto Marcello Bonfanti
26
I TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI
si raccontano a Zai.net
MUSICA
28
Dal 1994 abbiamo curato oltre 2.500.000 persone
per sostenere EMERGENCY:
• c/c postale intestato a EMERGENCY n° 28426203
• c/c bancario intestato a EMERGENCY n° 000000713558 CAB 01600 ABI 05387
CIN V presso Banca Popolare dell’Emilia Romagna, via Mengoni 2 - Milano
• numero verde CartaSi 800-667788 per donazioni con CartaSi, Visa e MasterCard
• destinando il 5 per mille dell’imposta IRPEF.
CODICE FISCALE: 971 471 101 55
• online con carta di credito attraverso i siti web
www.emergency.it (Euro) e www.emergencyusa.org (Dollari USA)
Per informazioni numero verde 800 337633
EMERGENCY
www.emergency.it
BARBARA:
“Prossimo traguardo Sanremo”
26
Intervista
IL LIVE PUO’
INDURRE A
DIPENDENZA!
SU ZAI.NET ERANO GIA’ FINITI IN
TEMPI NON SOSPETTI. POI E’
ARRIVATO IL SUCCESSO E…
RIECCOLI QUA, I TRE ALLEGRI
RAGAZZI MORTI SONO OGGI
UNA DELLE PRINCIPALI E PIU’
ACCLAMATE BAND DELLA
NOSTRA SCENA INDIE. ANDIAMO
A SCOPRIRE COSA SI CELA
DIETRO LE MASCHERE CON
ETTORE, BASSISTA DEL GRUPPO
di Pasquino, 18 anni
Alba (CN)
E’ difficile fare rock
in un Paese
musicalmente provinciale
come l’Italia
ock fatto con sulla faccia una maschera a forma di teschio –
elaborata dal cantante nonché noto fumettista Davide Toffolo
– per spregio del carrozzone mediatico che affligge/costruisce
i gruppi musicali del Terzo Millennio. Testi in italiano per un genere – un mix fra rock classico e indie rock – facile a cadere in tentazioni anglofone, specie per mascherare una certa povertà di contenuti a livello compositivo nei testi. Questi sono i Tre Allegri Ragazzi Morti da Pordenone, Friuli.
Nati nel 1994, fra demo tapes (peraltro poi pubblicati) e dischi veri
e propri sono ormai alla loro decima fatica, La seconda rivoluzione
sessuale, pubblicato da La Tempesta dischi, etichetta creata dalla
stessa band che si sta piano piano ritagliando un importante spazio nell'italica scena underground (che se nell'immaginario collettivo significa 'di scarsa diffusione', da noi
è più che altro un bollino di qualità). Ettore, raggiunto al telefono, deve cercare
di domare il mio desiderio di approfondire i contenuti del nuovo album.
Sul vostro sito affermate di aver virato dalle
suggestioni sudamericane de Il sogno del gorilla bianco a una sensibilità più dance. Come
mai questo cambiamento?
«La svolta dance in realtà è stata percepita molto più da noi di quanto non possa fare un normale ascoltatore. L’obiettivo di questo disco in
partenza era di realizzare tutti pezzi ballabili, ma il
risultato sono state canzoni comunque rock, pur
con una particolare attenzione alle sezioni ritmiche».
Quali sono state le influenze maggiori sul vostro
lavoro?
«Come gruppo in realtà non abbiamo riferimenti evidenti. Tutto sommato credo che la miscela di rock, indie rock e rock ‘n’ roll, con testi
rigorosamente in italiano, sia una scelta abbastanza originale. Nel disco non ci sono citazioni
a tavolino».
Avete un avvio da autoprodotti, poi vi siete accasati
con la BMG, per poi tornare indipendenti. Questo è il
percorso di molte band: si rifiuta la mediazione della casa
discografica fra musicisti e ascoltatori: nuova linea di condotta generale o fenomeno passeggero?
«Credo che le case discografiche abbiano bisogno di mettersi
R
27
al passo con i tempi: internet ha rivoluzionato tutto e i
gruppi sono stati molto più rapidi nel capire come far circolare la musica, mentre le case di produzione ancora
sono in crisi d’identità. Se non riusciranno a mettersi al
passo credo che siano destinate a scomparire, o comunque a vedere molto ridimensionata la loro influenza».
Nella canzone La sindrome di Bangs traspare un certo
pessimismo sul livello della musica prodotta in questi
ultimi anni. Cosa vi ha suggerito questo pezzo?
«Più che dal pessimismo, la canzone nasce dal nostro
desiderio di tributare un omaggio al più grande scrittore e critico della storia del rock, Lester Bangs. È una canzone che dice: prima di criticare la musica devi imparare ad amarla».
Però è anche vero che i primi versi recitano In prima fila a vedere un concerto di quello che è l'ultimo re, il re
di una musica morta.
«No, più che al livello il testo è legato alla sensazione
che si prova quando si assiste ad un concerto di qualcuno che ha l’amore per la musica scritto in faccia. La
canzone è tutta incentrata su qualcosa di artistico, di
grande ma al tempo stesso umano, e cerca di tenere in
contatto la creazione – spesso ritenuta assoluta – e la
vita comune».
Il disco risulta comunque permeato da una critica al
mondo discografico: in La poesia e la merce dite “un ragazzo come me che vede la poesia nella merce e che ha
la sua speciale morale per scegliere il prossimo c..o da
baciare”. Quale dei momenti della vita di una band riesce a fotografare meglio?
«Beh, questo è un pezzo che ha varie parti, non è molto omogeneo. Va dall’arrivo di Myspace nella nostra vita
fino al rapporto con gli oggetti. Forse è sempre stato così, ma ora si avverte molto di più qual è il distacco fra
il valore artistico delle cose e il valore materiale. Questa
è una canzone un po’ particolare, anche come ritmo.
Ascoltandola mi viene in mente Celentano, tanto per tornare al discorso delle influenze che facevamo all’inizio».
Molti gruppi italiani tengono a marcare la propria distanza dalle altre band nazionali. Qual è invece il vostro
rapporto con la nostra scena musicale?
«In questo disco abbiamo sfruttato diverse collaborazioni, dagli ottoni dei Meganoidi alle chitarre degli Africa
Unite. Il nostro rapporto con gli altri gruppi italiani è
sempre stato ottimo, abbiamo sempre d’altronde condiviso con loro un problema: fare rock in un Paese musicalmente provinciale. Non abbiamo mai vissuto distanze
con gruppi con cui tra l’altro abbiamo condiviso festival
e palcoscenici. Guardando altri gruppi italiani sembra di
stare allo specchio, sapendo che anche loro hanno condiviso i nostri problemi ma anche l nostre soddisfazioni.
Ci sono gruppi altezzosi, è vero, ma credo che questa
storia della scena divisa sia un’invenzione».
Una dimensione importantissima per i gruppi rock è
quella live. Voi siete in giro da marzo…
«Sì, abbiamo fatto circa settanta date, ma ce ne mancano ancora una decina. Ormai siamo abituati a stare in
furgone per tanto tempo; girare l’Italia, conoscere gente
nuova, caricare e scaricare gli strumenti è la nostra normalità. Più che parlare delle sensazioni del tour, potrei
parlarti delle sensazioni di quando sto a casa».
Beh, anche quelle sono importanti…
«Scherzi a parte, girando l’Italia ci siamo accorti che questo Paese, per quanto sulle carte sembri piccolo, è enorme. Suoniamo da anni ma continuiamo a incontrare nuovi amici, che si vanno a sommare a quelli che già abbiamo sparsi per lo Stivale. Il live per noi è una droga,
ormai».
Terminata la mia chiacchierata, non posso far altro che
contare i giorni fino al loro concerto del 13 dicembre al
Circolo degli Artisti di Roma. Certo, in fondo è inutile stare a fare tante storie: se me lo perdo, certamente avrò
l'occasione di rifarmi... Tanto, per fortuna, i Tre Allegri Ragazzi Morti non si fermano mai.
Una miscela di indie
e rock ‘n’ roll, ma
senza citazioni
a tavolino
ESIBIZIONI
DA NON PERDERE
07 dicembre
Pordenone, Deposito Giordani
13 dicembre
Roma, Circolo degli Artisti
22 dicembre
Marghera (Ve), CS Rivolta
28
Talent scout
"ADESSO GIRO
29
2006, mi è stato fatto un contratto
ed ho iniziato il mio percorso con
Luca. Sono usciti due singoli: nel
2006 "Lacrima", lo scorso giugno
"Olio" e adesso il film. Il mio sogno
è però ancora da coronare, non mi
sento assolutamente arrivata, anzi!
Ora ho maggiore consapevolezza di
di Chiara Colasanti, 18 anni,
quanto sia difficile perseguire
Liceo Classico "Tacito" - Terni
questa strada, comunque ho la testa
dura".
Una curiosità: quali sono i tuoi
riferimenti, i tuoi miti in generale?
na ragazza che ha ben chiaro quanto sia
"Ammiro le grandi voci, ascolto di
difficile affermarsi in un ambiente come
tutto, non ho un genere musicale,
quello musicale, ma che nonostante ciò non
un cantante, un gruppo preferito.
smette di crederci e di impegnarsi per riuscire ad
Potrei citare, tra quelli che apprezzo
emergere. Il suo nome è affiancato a quello del
di più, Alanis Morisette, gli Iron
film appena uscito Milano Palermo - il ritorno
cercare
di incarnare
nuovo
Maiden. Mi lascio guidare dalle
(regia di Claudio
Fragasso.
nel castunGiancarlo
personaggio
non sia sequel
falso, che
emozioni che le canzoni mi
Giannini, Raoul
Bova, Rickyche
Memphis),
del
ti rispecchi
davvero.
Alla andata
gente devi
trasmettono
indipendentemente
Milano
- solo
del
celeberrimo Palermo
anche
per ècome
presenti,
dalla famiglia a cui appartengono".
1996, nella cuipiacere
colonna
sonora
unicatiinterprete
Ho letto nella tua biografia che dove
femminile. non solo per i tuoi testi".
i andrebbe
di raccontarci
abiti tu ci sono bellissimi paesaggi
La chiamo per un'intervista
telefonica
e mi dice
qualche afatto
curioso
accaduto
da cui trai anche ispirazione. Come
che è un po' incasinata,
Milano
piove,
è una
la registrazione
della
nascono le tue canzoni?
giornata tristissimadurante
ma va tutto
bene. Barbara
ha
colonna
sonora?
"Un tema che mi sollecita senz'altro
una voce allegra
e parla
con una grinta che la
con persone
con le
molto è l'amore, il sentimento che
rende simpatica daLavoro
subito. Inizio
con le domande,
quali
mi
trovo
moto
bene,
sta più a cuore alla maggior parte
tra un tuono e l'altro il sottofondo è un diluvio
quindi è comunque sempre un
delle persone e in cui ci si riconosce
universale.
andare con
al "lavoro".
Mi
di più. Però mi piace scrivere anche
Per la colonnadivertimento
sonora hai lavorato
un maestro
riesce unChepo'cosa
difficile
di altro e non uso come fonte di
come Pino Dosaggio.
ti ha chiamarlo
insegnato
"lavoro" perché per me resta una
ispirazione solo i miei paesaggi, ma
questa esperienza?
passione.
Però del
ti posso
anche le mie sensazioni, cercando di
"Mi sento molto soddisfatta
lavoro raccontare
svolto, ho
un di
simpatico
adeguarmi alle aspettative del
avuto l'occasione
cantare inaneddoto
siciliano e relativo
di potermia
"Poesia",
risale
a
quando
pubblico. Una canzone originale è
confrontare con arrangiamenti più classici l'abbiamo
di quelli a
ascoltata
a Milano,
una sorta di gara a chi arriva prima:
cui sono abituata
(il suo finita.
genereEro
è più
sul pop,verso
ndr).
fine
settembre,
e un
la compromesso
giornata era
magari quella musica è stata già
Credo di essere
riuscita
a trovare
bella;didopo
registrazione
fatta, ma si può ricercare la novità
tra il mio modo
fare la
musica
e lo stilesiamo
che
usciti
dallo
sotto altri punti di vista. Purtroppo
richiedevano pezzi storici come Ormai di Mina".
per noi giovani non è che ci sia
Come è stato cantare in siciliano la ninna nanna Ali?
tanto
spazio,
devi
sempre
"Io sono piemontese, ma la vicinanza del mio
aggiornarti” cercare di incarnare un
produttore, Luca Venturi, mi ha molto aiutata: lui,
nuovo personaggio che non sia
infatti, è siciliano. Mi ha messa lì, come a scuola,
falso, che ti rispecchi davvero. Alla
e io mi sono applicata! Non è stato subito
gente devi piacere anche per come ti
facilissimo, prima ho dovuto orecchiare bene la
presenti, non solo per i tuoi testi".
pronuncia, poi l'interpretazione è venuta da sé.
Ti andrebbe di raccontarci qualche
Comunque adesso giro con la coppola e lo
fatto curioso accaduto
scacciapensieri,
sono
diventata
durante la registrazione
multiregionale!".
Alla gente
della colonna sonora?
Che cosa ti ha spronata fino al punto
devi piacere
“Lavoro con persone con
da arrivare a coronare il tuo sogno?
anche per come
le quali mi trovo molto
"Devo fare una piccola parentesi, la
bene,
quindi
è
musica per me è una passione innata,
ti presenti,
comunque sempre un
trasmessami dal nonno. Da piccola mi
non solo
divertimento andare al
sono avvicinata al canto, poi ho
per i tuoi testi
“lavoro”. Mi riesce un
imparato a suonare il violino, quindi
po' difficile chiamarlo
canzoni in chiesa, matrimoni, le solite
“lavoro” perché per me resta una
cose che fanno tutti. Nel 2005 ho puntato verso
passione. Però ti posso raccontare
Milano e sono entrata in contatto con Luca
un simpatico aneddoto relativo a
Venturi, che in quel momento stava curando gli
"Poesia", risale a quando l'abbiamo
SugarFree. Così ho iniziato a muovermi
ascoltata finita. Ero a Milano, verso
nell'ambiente e da lì è partito tutto. Ho fatto i
fine settembre, e la giornata era
provini assieme ad altre ragazze finché poi, nel
"
CON COPPOLA E SCACCIAPENSIERI!
U
T
"
DOPO LA COLONNA
SONORA DI "MILANO
PALERMO - IL RITORNO",
BARBARA SI SENTE UN PO'
PIEMONTESE E UN PO'
SICILIANA. AL FUTURO
GUARD A CON OTTIMISMO,
CERTO, MA RIMANEND O
BEN SALDA A TERRA. LA
PROSSIMA META? LEI NON
HA DUBBI: SANREMO
bella; dopo la registrazione siamo usciti dallo studio e il tempo
improvvisamente è cambiato, così ci siamo trovati sotto una grandinata
violentissima, con dei chicchi grossissimi! Allora per ascoltare il pezzo ci
siamo rifugiati in macchina e io ho pensato: "poesia bagnata, poesia
fortunata, no?".
Quali progetti hai per il futuro prossimo?
"Spero di far uscire un nuovo album e di poter partecipare a Sanremo, penso
che per un cantante sia un bel traguardo e anche un buon trampolino di
lancio per occasioni future".
Allora in bocca al lupo cara Barbara. Noi di Zai.net continueremo a tenerti
d'occhio e ad ascoltare le tue canzoni, sicuramente ci riservi belle sorprese.
Tre i brani cantati da Barbara
nella colonna sonora del film:
la cover di Ormai di Mina, Ali,
una dolce ninna nanna in dialetto siciliano, più volte ripetuta nel film, e Poesia, brano di
punta il cui videoclip è firmato
da Claudio Fracasso, regista
del film.
Barbara su internet:
www.barbaramusic.it
www.myspace.com/barbaraw
orld
GIORNALISTI CON UN
38
Cos’è Zai.net?
CINEMA
Il capolavoro di Garcìa Marquez sul grande schermo
LO SAPEVATE CHE BASTA UN COLPO DI
MOUSE PER ENTRARE NELLA REDAZIONE
DI ZAI.NET E FAR PARTE DEL GRUPPO DI
REPORTER PIU' GIOVANI D'ITALIA?
LORO L'HANNO FATTO...
Quella che state sfogliando è la rivista mensile che fa un po’ da
vetrina a tutte le attività e le interattività del network, che
prende vita soprattutto nel sito, nella radio, nelle notizie del
Televideo Regionale Rai, nel supplemento mensile “Zai.net Giovani reporter dalla Liguria”, nell’inserto mensile “Sotto i
venti” del quotidiano Il Riformista.
Dove si trova Zai.net?
Zai.net non si compra in edicola, ma arriva direttamente a
scuola, in classe. Per ricevere la tua copia direttamente a casa,
puoi abbonarti individualmente andando sul sito www.zai.net
e seguendo le istruzioni alla voce “Abbonamenti”.
Come mai gli articoli sono scritti da studenti
e non da giornalisti?
Qui è il nodo di tutta la faccenda. Noi che siamo i
coordinatori della rivista riteniamo di dare ai ragazzi delle
scuole uno strumento in più per raccontarsi, identificarsi e
confrontarsi, nonostante le distanze geografiche e le diverse
tipologia di scuola.
Come si entra a far parte della redazione?
Basta scrivere un’email alla redazione ([email protected]):
noi vi teniamo al corrente sul percorso degli articoli e vi
forniamo le dritte per svolgerli al meglio. Le distanze non
contano: dialoghiamo continuamente attraverso Internet e il
telefono. Contano solo l’entusiasmo e la voglia di scrivere.
Chi sceglie gli argomenti su cui scrivere?
Beh, gli stimoli ci vengono dall’attualità, ma anche dagli argomenti di studio,
dai vostri hobby, dal vostro universo. A noi spetta il compito di coordinarvi
sollecitandovi a seguire le regole principali del giornalismo.
Come si finanzia Zai.net?
Finora ha spesso contato sul contributo economico di enti pubblici e
privati che ne condividevano l’approccio innovativo e le finalità formative.
Ma la parte più cospicua dei costi è da sempre sostenuta dalla nostra
cooperativa di giornalisti, Mandragola Editrice.
RICORDA CHE ZAI.NET È ANCHE SUL TELEVIDEO REGIONALE RAI
ALLE PAGINE 592-596
Info: [email protected] - tel. 06 47881106
GIOELE MARIA, 18 ANNI
FABRIANO (AN)
“Quando lessi Zai.net per la prima
volta rimasi colpito da un trafiletto
simile a quello che stai leggendo ora.
Subito mi venne da pensare a una
panzana creata ad arte, ma sai una
cosa? Non immagini nemmeno
quanto mi fossi sbagliato. Mi sono
trovato immerso in un mondo atipico,
dove ragazzi e ragazze possono dire
la loro e imparare a districarsi tra gli
ingarbugliati meandri del giornalismo”.
VALENTINA, 17 ANNI
TORINO
“Un giorno mi è venuto in mente che
avrei voluto far sapere a quanta più
gente possibile la mia opinione
riguardo a quello che succede nel
mondo. Zai.net è semplice,
spontaneo e vero e mi ha fatto
tornare la voglia di scrivere, come
mezzo per comunicare a chiunque
abbia voglia di leggere. E chi, come
me, ha voglia di mettersi in gioco,
non ha che da aprire word e mettersi
a scrivere”.
MILENA, 18 ANNI,
CATANIA
“Fin da piccola sognavo di diventare
una giornalista e Zai.net mi ha dato
l’opportunità di scoprire meglio il
mondo dell’informazione. Questo
grazie anche ai giornalisti che ci
orientano e ci seguono facendoci
apprendere qualche trucco del
mestiere. Tutto ciò per me è molto
importante ed ha incrementato la
mia passione per la scrittura. Ecco
perché mi piace far parte del gruppo
dei reporter!”
GIOVANI
CRITICI
42
TEATRO
Un’anteprima da non perdere
32
Sport
Un tè all’Opera
IL MONDO NON GIRA
INTORNO AL TEATRO!
33
SEMBRA STRANO, MA A DIRLO
E’ UN ASTRO NASCENTE DELLA DANZA
INTERNAZIONALE. ALESSIO CARBONE,
PRIMO BALLERINO DELL’OPÉRA
DI PARIGI, E’ SUBITO
A SUO AGIO COL NOSTRO REPORTER
E L’INTERVISTA DIVENTA
UNA CHIACCHIERATA TRA DUE
APPASSIONATI DI TEATRO
di Jacopo Zoppoli, 18 anni
Liceo scientifico “Azzarita”, Roma
i incontriamo alle sei di sera in via del Governo
Vecchio. Fa abbastanza freddo e finalmente ha
smesso di piovere. Camminando per le vie di Roma
iniziamo a parlare delle nostre passioni, lui della danza e
io dell’opera, e arriviamo in un piccolo locale molto elegante. Ci dirigiamo verso un divanetto su cui riposa, noncurante della nostra presenza, una bella cagnetta bianca.
Ho davanti a me uno dei più bravi ballerini del mondo,
ma la cosa più piacevole è che davanti a me non ho un
‘divo’, ma un ragazzo di ventinove anni molto gentile e
disponibile. I quesiti che avevo preparato a casa rimangono nel foglio piegato all’interno della tasca del mio
cappotto, le domande mi escono in maniera del tutto
spontanea.
Penso che il modo migliore per iniziare questo incontro
sia spiegare ai lettori di Zai.net quali sono state le tappe
fondamentali nella sua carriera.
«Ho iniziato a studiare danza sin da piccolo per spirito di
emulazione nei confronti di mia sorella. All’età di dodici
C
anni mio padre, che era stato direttore del corpo di ballo
della Scala di Milano e di altri teatri italiani, mi disse che
c’era la possibilità di entrare proprio nella scuola di ballo
della Scala. Dopo il diploma la mia esperienza nel corpo di
ballo del Teatro milanese è durata un anno. Un giorno, poi,
quasi per caso ho chiamato il Teatro dell’Opera di Parigi
per provare ad entrare nella compagnia di danza. Ed eccomi qua, sono ormai dieci anni che lavoro in Francia».
Arriva la cameriera, ci chiede cosa vogliamo ordinare e io,
intimorito dal tipo di locale, temporeggio fino a quando
Alessio non ordina per primo “del té grazie”. “Perfetto, té,
proprio quello che volevo ordinare” penso. Dopo questa
piccola pausa continuiamo.
Quando è arrivato a Parigi come si è trovato a contatto con
un mondo completamente diverso dal suo?
«All’inizio è stata molto dura, gli altri ballerini neanche mi
parlavano, avevo “rubato” un posto di lavoro a uno di
loro. I francesi sono molto nazionalisti, per i primi mesi
l’unica persona con la quale ho avuto contatti è stata la
cassiera del supermercato. Ma a me non interessava, io
ero lì con un obiettivo ben chiaro: imparare il più possibile dalla compagnia».
Intanto arriva la teiera, versiamo l’acqua e inseriamo i
nostri infusi nelle tazze. Col sottofondo di una bellissima
musica jazz continuiamo la nostra intervista che ormai è
diventata una chiacchierata tra appassionati di teatro.
Un ballerino mediamente va in pensione verso i cinquant’anni, con ancora una vita davanti. Come si combattono
la noia o la depressione?
«Molti restano nell’ambiente della danza, diventando
coreografi, maestri di danza, qualcuno riesce come direttore del corpo di ballo, è successo per esempio a Carla
Fracci a Roma o a Cannito a Palermo. Io penso che negli
ultimi anni di carriera, quando senti che sta arrivando il
momento di abbandonare, devi prepararti per fare un’altra cosa, ma bisogna giocare d’anticipo. È importante
dedicarsi alla danza, ma quando si esce dal teatro si deve
essere informati su quello che succede intorno a noi, il
mondo non gira intorno alla danza».
In questi ultimi mesi ha lavorato a Roma. Quali differenze nota nel nostro modo di affrontare il lavoro?
«A livello organizzativo fuori dall’Italia ci sono in genere
molti più mezzi, per darti un’idea, a Parigi ci sono otto
sale ballo nel teatro, qui al massimo due o tre. Un fattore positivo in tutto questo però c’è: noi, in Italia, abbiamo sviluppato una notevole capacità di improvvisazione».
Sa bene che in Italia molti giovani che vorrebbero lavorare nel mondo della danza o dell’opera sono scoraggiati
dal fatto che in questi campi regna sovrana la precarietà…
«Il problema credo che debba essere preso all’origine,
valorizzando maggiormente le scuole e i bravi maestri,
incoraggiando i ragazzi a venire a teatro per esempio
attraverso l’organizzazione di matinée per gli studenti e
l’educazione musicale. Bisogna far capire che la danza è
un’attività veramente impegnativa ed è ben distante da
quello che si vede ad Amici di Maria de Filippi; sarebbe
più corretto far conoscere il sacrificio che si incontra in
otto anni di studio giornaliero della danza e non lo studio di pochi mesi finalizzato all’audience del pubblico».
Ha mai lavorato dentro un’opera? Quali sensazioni le trasmette questa forma d’arte?
«Io amo l’opera, la mia preferita è “La Traviata” di
Giuseppe Verdi, all’interno della quale ho lavorato l’anno
scorso in Giappone accanto ad artisti eccezionali come
Mariella Devia e Renato Bruson. Sono rimasto veramente
affascinato da questo mondo».
Rispetto all’opera il balletto ha più pubblico giovane. Come
se lo spiega e come pensa potrebbe essere risolta la crisi di
pubblico nell’opera?
«Partirei dal fatto che i biglietti per il balletto costano di
meno, anche perché richiede meno denaro la produzione.
Una parte di merito ce l’hanno però anche Maria de Filippi e
le scuole di danza sparse un po’ ovunque. Per quanto riguarda l’opera, penso ci sia soprattutto un problema di educazione; inoltre, il pubblico giovane incontra più difficoltà se
La danza è un’attività veramente
impegnativa ed è ben distante da
quello che si vede ad Amici
di Maria de Filippi
non è aiutato dalla presenza di sottotitoli. A Parigi ci sono sia
per opere francesi sia per quelle straniere».
Ci parli del suo personaggio e in generale della trama
dello spettacolo in cui l’abbiamo vista sul palco del Teatro
dell’Opera di Roma, “Peer Gynt” (il balletto è una produzione completamente nuova del Teatro romano, ispirato
dal romanzo di Ibsen).
«Peer Gynt è un personaggio molto presuntuoso, vive in un
mondo semi immaginario, la sua storia è piena di avventure ed imprevisti, passa dall’amore, ai troll, al manicomio,
alla ricchezza, alla morte. È molto interessante da interpretare, perché sotto la superbia del personaggio c’è sempre
la preoccupazione di come questo appaia agli occhi degli
altri. Ho sempre voluto lavorare con Renato Zanella, il
nostro coreografo, è stato un vero lavoro di squadra; tutti
ci siamo ritrovati come parte attiva nella realizzazione scenica di questo capolavoro letterario e musicale».
Quali sono i suoi prossimi impegni?
«Dopo Peer Gynt andrò a Copenhagen, per ballare lo
Schiaccianoci e il Don Chisciotte; poi sarò a Palermo per
una nuova creazione di Luciano Cannito su Martin Luther
King e ancora moltissimi lavori a Roma».
Lo ringrazio e spengo il microfono. Andando verso il mio
motorino continuiamo a parlare. Mi racconta dell’esperienza del Giappone, gli racconto i miei sogni da regista e
da scenografo di opera. Ci salutiamo, con la speranza di
rivederci presto e di poter, forse in un futuro non troppo
lontano, lavorare insieme in una produzione d’opera.
4%!42/%,)3%/
SIGNORINA
MITI PRETESE
di Francesca Giuliani, 19 anni
Roma
CERCASI
ignorina giovane intelligente volenterosissima
attiva conoscenza dattilografia miti pretese
per primo impiego cercasi”. Un annuncio di lavoro che sarà portatore di disgrazia per le settantasette
ragazze presentatesi in via Savoia 31, alle ore 11, il 14
gennaio del 1951. Lo stabile, infatti, crollerà sulle candiLE NOSTRE ANTEPRIME DA
date quello stesso pomeriggio. Il terribile fatto di cronaPALCOSCENICO PROCEDONO CON
ca spinge Elio Petri, allora agli inizi della sua carriera da
“ROMA ORE 11”, UNA NUOVA
giornalista, a svolgere una capillare inchiesta sulla condizione femminile nell’Italia degli anni ’50, intitolata apPRODUZIONE DEL TEATRO ELISEO DI
punto “Roma ore 11”. Il testo verrà trasposto in versioROMA. DA UN’INCHIESTA
ne filmica da Giuseppe De Santis, proprio nello stesso
GIORNALISTICA DI ELIO PETRI, ECCO
anno, e oggi, a cinquantasei anni dall’episodio narrato e
UNO SPETTACOLO CHE DISSACRA
dall’indagine di Petri, quattro attrici ripropongono quest’opera, per la prima volta a teatro. “Roma ore 11” è un
MOLTI LUOGHI COMUNI, E DALLE
testo che - purtroppo - non è mai invecchiato.
PRETESE TUTT’ALTRO CHE MITI
Certo, è cambiata la società, il contesto, sono cambiate
le donne. Ma la cronaca più attuale e i fatti che riguardano il genere femminile oggi portano tenacemente a
porto a un maschile, all’amore, spesso alla maternità. È
galla quegli stessi problemi descritti da Petri nell’immedifficile trovare donne che si mettono insieme a parlare
diato dopoguerra: insicurezza, problemi di lavoro, prodi fisica, di filosofia, della vita. Mentre ci sono testi mablemi di sfruttamento, violenze.
schili di questo tipo. Non abbiamo trovato niente che
Il tentativo di rendere teatrale l’inchiesta è meno bizzarfosse di nostro gradimento finché Paola Petri, la vedova
ro di quanto possa sembrare: non sorprenda l’idea di vedi Elio Petri, ci ha fatto leggere questo libricino del quader recitare un pezzo di giornalismo, piuttosto si pensi
le ci siamo subito innamorate».
a tutte le intervistate, cioè all’immenso serbatoio di perChe cosa ci dite sull’attualità del testo di Petri?
sonaggi che Petri ha inconsapevolmente messo a dispo«Nel ’51 le donne cominciavano a voler lavorare. Alcune
sizione di Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra
già lo facevano a casa o nei campi, svolgendo mansioni
Toffolatti e Mariàngeles Torres.
molto umili, facendo le pulizie. Il
O “Mitipretese”, come si sono
lavoro di segretaria, che poteva
battezzate nel loro primo proget“Roma ore 11” sarà in scena al Piccolo riscattare le donne e dar loro
to di regia “a otto mani”.
una maggiore indipendenza, coEliseo Patroni Griffi di Roma
Durante una lunga chiacchierata,
minciava a diffondersi, ma era
dal 14 dicembre 2007
abbiamo chiesto loro come sia
molto malvisto. Si dovevano
al 20 gennaio 2008
nato questo progetto. «Ci siamo
subire un sacco di avance. Non
accorte, ognuna lavorando in un
è cambiato molto, e per di più
luogo diverso con registi diversi,
anche i contratti di lavoro, come
che in teatro si rappresentava un “femminile” che non ci
oggi, rappresentavano un problema. Petri a un certo
apparteneva. “Ma raccontiamo un po’ le donne normali!
punto va in questo quartiere di Roma dove le sartine si
Le donne che parlano di lavoro, non solo di maternità o
sono riunite in una cooperativa; gli dicono che è meglio
di maritarsi, o di mio marito mi ama/non mi ama!”, ablavorare così che alle dipendenze di altri. Per esempio,
biamo pensato. Ci siamo messe insieme e abbiamo coalla Standa potevano tenerti per diciotto anni poi cacminciato a leggere un po’ di testi di drammaturgia conciarti via per non aumentarti la paga. Oppure si erano intemporanea che non ci hanno soddisfatto: donne che
ventati la questione dei contratti a termine… insomma,
parlano dei propri tormenti interiori, ma sempre in rapgià nel ’51 parlavano di problematiche molto sentite an-
“S
35
5.!3!,!.5/6!,%%-/:)/.)$)3%-02%
4%!42/%,)3%/
PRIMO IMPIEGO
30%44!#/,)).#!24%,,/.%
$!,²'%..!)/!,²')5'./
lNOALGENNAIO
!,%33!.$2/(!"%22/##/0!0!,%/
ÄTEMPODIMIRACOLIECANZONI
DI'IOVANNI6ERONESIE2OCCO0APALEO
REGIA'IOVANNI6ERONESI
GENNAIO
2!&&!%,,!!:)-
,AVEDOVASCALTRA
ADATTAMENTODALTESTODI#ARLO'OLDONI
REGIA,INA7ERTMàLLERSCENEECOSTUMI%NRICO*OB
GENNAIO
2/33!.!#!3!,%
#IRCO)MMAGINARIO
0)##/,/%,)3%/0!42/.)'2)&&)
34
Anteprima
TESTI-ARCO0OSANIDIRETTODA2OSSANA#ASALE
lNOALGENNAIO
-!.5%,!-!.$2!##()!!,6)!2%!,%
3!.$2!4/&&/,!44)-!2)±.'%,%34/22%3
2OMAORE
DI%LIO0ETRIREGIA-ITIPRETESE
GENNAIOFEBBRAIO
!.$2%!2)6%2!
0ROSSIMEAPERTURE
DI!NDREA2IVERAE,ISA,ELLI
FEBBRAIOMARZO
6,!$)-)2,5852)!
/RA$ARIA
DI'IORDANO2AGGIREGIA%NRICO-ARIA,AMANNA
MARZO
FEBBRAIOMARZO
,),)!.!0!'!.).)
!.$2%!')/2$!.!
!PIEDINUDI
/TELLO
DI$ACIA-ARAINI
DI7ILLIAM3HAKESPEAREREGIA'IANCARLO3EPE
APRILE
MARZO
,ESAVENTURES
DE.ATHALIE.ICOLE.ICOLE
')5,)!.!,/*/$)#%'!,!4%!2!.:)
)LMALINTESO
DI-ARION!UBERTREGIA-ARION'UERRIERO
DI!LBERT#AMUSREGIA0IETRO#ARRIGLIO
MARZOAPRILE
APRILE
.%,,/-!3#)!!,6)!2%!,%
4ROIASDISCOUNT
DIRICCIFORTEREGIA3TEFANO2ICCI
)LREMUORE
DI%UGÒNE)ONESCOREGIA0IETRO#ARRIGLIO
APRILE
APRILE
!'.Ä33/52$),,/.
DONPASTASELECTER
,ALANGUED!NNA
)NTHEFOODFORLOVE
DI"ERNARD.OÑLREGIA#HARLES4ORDJMAN
3PETTACOLODICUCINAMUSICAENOUVEAUCIRQUE
APRILEMAGGIO
APRILE
2/33%,,!&!,+-!$$!,%.!#2)00!
)LVICARIO
3INFONIADAUTUNNO
DI2OLF(OCHHUTHREGIA2OSARIO4EDESCO
DI)NGMAR"ERGMANREGIA-AURIZIO0ANICI
MAGGIO
APRILEMAGGIO
4%2%3!3!0/.!.'%,/
"!,,%44/#)6),%
)LMONDODEVESAPERE
1UASILIBERI
IDEAZIONEECOREOGRAlA-ICHELA,UCENTI
2OMANZOTRAGICOMICODIUNATELEFONISTAPRECARIA
DI-ICHELA-URGIAREGIA$AVID%MMER
MAGGIO
MAGGIOGIUGNO
5-"%24//23).)')/6!..!-!2).)
45,,)/3/,%.'()
,ABALLATADELCARCEREDI2EADING
,ULTIMARADIO
DI/SCAR7ILDEREGIA%LIO$E#APITANI
DI3ABINA.EGRI
ELABORATODA4ULLIO3OLENGHIE-ARCELLO#OTUGNO
SPECIALE NATALE - UN REGALO CHE FA SCENA!
UN CARNET DI 5 INGRESSI SPENDIBILI QUANDO VUOI E CON CHI VUOI
AL TEATRO ELISEO 5 INGRESSI SOLO 100 EURO
AL PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI 5 INGRESSI SOLO 50 EURO.
[email protected] - www.teatroeliseo.it
che nella nostra contemporaneità. Per cercare materiale
utile per lavorare, anche noi siamo andate a fare alle
donne le stesse domande che Petri rivolgeva loro, e pur
essendo passato tanto tempo, e pur essendo le donne
cambiate, le risposte che ci sono state date non sono
molto diverse».
Potete anticiparci qualche segreto dell’adattamento teatrale?
«Il lavoro di Petri è molto ben scritto, e i personaggi
sembrano fatti apposta per essere recitati. Il vero problema è stato capire che forma dare a tutto questo, perché rappresentare un’inchiesta rischiava di essere anche
noioso. Abbiamo risolto con estrema semplicità, siamo
Non per
det
di Zai.n e, sul prossim
o nume
et, l’ant
r
eprima
in scena
di Otell o
o,
al Teatr
o Eli
dal 12 fe
bbraio 2 seo
008
solo noi con
quattro sedie e tre lenzuola e
ripercorriamo il viaggio del narratore, che è il filo drammaturgico. Poi ci sono delle canzoni. Noi quattro
interpretiamo tutto: personaggi maschili, bambine di cinque anni, vecchi di ottanta. La difficoltà è stata anche
quella di tagliare, di scegliere. Ci sono tanti personaggi
nell’inchiesta, tutti bellissimi. E in Petri ogni personaggio
dura tre pagine! Abbiamo cercato di prenderne il cuore,
e crediamo di esserci riuscite. I personaggi, pur se tagliati, hanno comunque una vita, se ne riesce a sentire
l’odore».
36
Intoccabili
LA RIVOLUZIONE
tra i ghiacci
ALPINISTA EMERITO, APPASSIONATO FOTOGRAFO, EX RIVOLUZIONARIO
GIÀ OPERAIO E MANOVALE. ERRI DE LUCA IN FRANCIA E' SCRITTORE
DI CULTO DA TEMPO, IN ITALIA COME MAI LO AMA SOPRATTUTTO
LA SINISTRA RADICAL-CHIC?
di Luca Sappino, 19 anni
Liceo scientifico "Azzarita" - Roma
apoletano di nascita e ormai
cinquantasettenne, Enrico De
Luca è uno dei più amati
scrittori e poeti italiani; tanto caro
soprattutto ad una certa sinistra, la
cosiddetta radical-chic, quella che
tutti odiano ma i cui inviti nessuno
mai rifiuta. Giovanissimo - a diciotto
anni appena compiuti - nel 1968
raggiunge Roma. Qui entra nel
movimento politico Lotta Continua,
quello del leggendario Adriano Sofri e
del latitante Giorgio Pietrostefani, ma
anche di Gad Lerner e (lo avreste mai
detto?) di Paolo Liguori. In breve
tempo ne diviene uno dei dirigenti
più esposti e attivi, poi però, come
tanti, ne esce.
Nell'attesa di scoprire il proprio
talento - il primo libro pubblicato
uscirà solo nel 1989, per i
quarant'anni dell'autore, con il titolo
“Non
ora,
non
qui”,
una
rievocazione della sua infanzia a
Napoli - svolge numerosi e disparati
mestieri, viaggiando tra l'Italia,
l'Africa e la Francia, e prestandosi
come
operaio
qualificato,
magazziniere e muratore o, quando
nell'ex-Jugoslavia
ancora
si
combatteva, come autista di
carovane umanitarie destinate alla
martoriata popolazione civile. Da
queste ricche ed eterogenee
esperienze di vita vissuta possiamo
N
“Valore”
Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la
mosca. Considero valore il regno minerale,
l'assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura un pasto, un sorriso
involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due
vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e
quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite. Considero valore risparmiare
acqua, riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso
prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov'è il nord, qual è
il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della
monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista
un creatore. Molti di questi valori non ho conosciuto.
Curiosità:
“Valore” letta da De Luca: http://www.youtube.com/watch?v=03k9su2y58E
far discendere parte della vocazione
poetica, ma la maggiore musa
ispiratrice di Erri De Luca gli è già
vicina alla nascita: Napoli e
l'infanzia vissuta trai vicoli di
Montedidio, "dove neanche i morti
se ne stanno quieti".
Per certi aspetti, certi sapori mistici,
quasi trascendentali, che trasudano
dai testi, ricorda quasi l'eremitico
Mauro Corona, altro poeta alpinista.
Tanto per chiarire, per dare una
precisa idea della persona e del suo
modo di intendere la scrittura, basti
sapere che, assieme a “La montagna
incantata” di Thomas Mann, il libro
preferito di De Luca è “Don
Chisciotte della Mancia” di Miguel
dè Cervantes. Non si può quindi
non vedere (disponibile in estratto
anche su youtube.com) "Chisciotte e gli
invincibili", spettacolo di e con Erri
De Luca, Gianmaria Testa e Gabriele
Mirabassi. Tra i commenti visibili in
internet si legge semplicemente
"meraviglioso".
E se ancora non vi fosse venuto lo
sfizio di addentrarvi in una sua
storia, non credo possiate resistere
dopo aver letto - magari recitandola
37
ad alta voce, tanto per farla sentire
anche al vicino di banco - “Valore”,
una delle poesie raccolte nel
volumetto Opera sull'acqua, edito
da Einaudi.
Leggere De Luca vuol dire farsi raccontare delle favole, delle epiche
avventure i cui protagonisti sono
umani fino all'inverosimile. Storie
come quella del ragazzino, protagonista di Montedidio (pubblicato in
Universale Economica Feltrinelli)
che, imparato un mestiere e l'ammore con la doppia emme, si allena
in segreto a far volare un magico
pezzo di legno. L'invito è quello di
provare a leggere proprio da qui,
però vi avviso: la critica italiana non
è stata sempre benevola con il
"compagno" Erri. Le sue opere
sono, per esempio, duramente
stroncate da Massimo Onofri che, in
un pamphlet collettivo dal titolo:
“Sul banco dei cattivi”.
A proposito di
Baricco e di altri
scrittori
alla
moda (Donzelli,
2006), lo taccia
di "eterno dannunzianesimo
italiano, aggiornato al rosso
dell'ideologia". Ognuno
- ovviamente può pensare
ciò che vuole,
ma De Luca rimane un personaggio dall'incredibile spessore
morale, un non credente che agisce
con un rigore ed una passione da
devoto professante, un sessantottino che non è mai approdato a
Mediaset e non si è pubblicamente
pentito di determinate scelte politiche. Uno scrittore sicuramente
degno di nota.
I FONDAMENTALI
MONTEDIDIO
Feltrinelli Economica
euro 6.50 - 141 pagine
La scena non è quella di Gerusalemme bensì della Napoli più povera. I vicoli sono
stretti e le case sovrapposte. I personaggi e i luoghi sospesi a cavallo tra magia e
finzione e realtà e semplicità. Il protagonista è un ragazzo di tredici anni con
un'incredibile forza e un braccio poderoso allenato lanciando un pezzo di legno. Ma
c'è anche un calzolaio ebreo, Don Rafaniello, piovuto dal Nord con una profezia. Tutto
si chiude a Capodanno con un volo ne vuoto dopo aver conosciuto l'amore, la fatica
e la sofferenza.
IL CONTRARIO DI UNO
Einaudi
euro 6.00 - 120 pagine
"Due non è il doppio, ma il contrario di uno, della solitudine. Due è alleanza, filo doppio che non è
spezzato". Il filo che collega i diciotto racconti contenuti nel libro, quasi ascetico e imbevuto di
poesia. Le cordate in montagna che legano due anime e il cordone che lega madre e figlio.
Tutto per esaltare, rispetto ad una solitudine tutt'altro che triste, l'importanza dei legami.
OPERA SULL'ACQUA
Einaudi
Euro 7.00 - 40 pagine
L'acqua è il tema dominante, visivamente e allegoricamente. Acque di riparo e di tempesta, di
profondità e di superficie, vita e sentimento. Ma anche terra, fuoco, aria, valori e morale.
Soli che sorgono e pianti di soldati. Poesie raccolte in un prezioso libretto.
Una lettura teatrale, il volume che contiene Valore. Se lo trovate in libreria non lasciatelo giacere lì.
Sarebbe un vero peccato.
38
Intervista
39
È IN ARRIVO LA STORIA DI UN AMORE
INTENSO QUANTO INARRESTABILE,
PERSINO DI FRONTE AL TEMPO.
QUALCHE DETTAGLIO IN PIU’ CE LO
SVELA LA PROTAGONISTA,
GIOVANNA MEZZOGIORNO,
AL CENTRO DI UN CAST
INTERNAZIONALE
CINQUANTATRÉ ANNI,
SETTE MESI
E UNDICI GIORNI
di Claudia Civetti, 16 anni
liceo classico “E.Q. Visconti” - Roma
una delle attrici più talentuose sullo scenario internazionale. Il suo ultimo lavoro, L’amore ai tempi del
colera, tratto dall’omonimo romanzo di Gabriel Garcìa Màrquez, uscirà nelle sale italiane il prossimo 21 dicembre. Giovanna Mezzogiorno non ha certo bisogno di
presentazioni, ma ricordiamo che la sua brillante carriera,
cominciata nel 1997, le è già valsa numerosi riconoscimenti. Il 2002 è stato segnato dal successo de La finestra di
fronte di Ozpetek, grazie al quale ha vinto tra i vari premi
il David di Donatello, mentre nel 2004 La bestia nel cuore
di Cristina Comencini è stato candidato all’Oscar come miglior film straniero. Insomma, all’attrice sembra mancare ancora solo la statuetta d’oro.
Innanzitutto come ha reagito quando ha saputo di esser stata scelta per interpretare la protagonista femminile del film?
«Sono rimasta estremamente sorpresa: ero incredula alla
notizia. La scelta non è stata facile; probabilmente erano
più orientati su un’attrice sudamericana. In questo senso
devo ringraziare Mike Newell e tutta la produzione per aver
lottato per me>>.
Alle spalle del film c’è il capolavoro di un talento come Gabriel Gracìa Marquez, premio Nobel per la letteratura. Cosa
pensa dei romanzi dell’autore sudamericano? Crede che la
riproduzione possa considerarsi fedele?
«Credo di sì; tuttavia è stato inevitabile ‘asciugare’ molto il
E’
romanzo per girare un film della durata di due ore e un
quarto. D’altra parte sono convinta che l’aver trasposto un
romanzo di questa portata alla sceneggiatura sia stato comunque un piccolo miracolo: nonostante le parti siano state
molto ristrette, si è rimasti il più possibile fedeli alla storia>>.
Che effetto le ha fatto interpretare il ruolo di un personaggio che si evolve nel corso di mezzo secolo?
«Intanto è stato molto interessante il fatto di cambiare età,
invecchiare, cosa che non avevo mai sperimentato prima,
perlomeno non in un così grande arco di tempo; anche la
ricostruzione dei costumi in un’epoca che va dal 1860 al
1930, è stata frutto di grande studio e ricerca, dunque un
continuo arricchimento per noi attori. L’amore ai tempi del
colera ci ha regalato un’opportunità non comune>>.
Come è stato invece confrontarsi con la cultura sudamericana?
«La conoscevo già in parte, un po’ come molti, attraverso
la letteratura nativa, dai romanzi di Garcìa Marquez e della
Allende. Non ero però mai stata in Colombia a Cartageña:
è un altro mondo, strutturato in modo totalmente diverso
dal nostro. Girare il film sul posto è stato senza dubbio utile per l’interpretazione. Ci siamo potuti calare nello scenario in cui Marquez aveva ambientato la sua storia>>.
Scendendo nella storia, cosa pensa della relazione che si
instaura tra i protagonisti Florentino e Fermina? Crede sia
possibile aspettare 50 anni l’amore della propria vita?
<<Sinceramente non ritengo sia possibile. L’attesa del protagonista è mentale; egli è innamorato di una donna che
ha idealizzato, ma che di fatto non vive. È un sentimento
irreale, perfetto. In fondo, questa è una scelta facile di vivere un sentimento: la vera prova d’amore è mantenere una
relazione al di là del disincanto, conoscendo gli aspetti positivi ed inevitabilmente quelli negativi>>.
Il film oltre ad esser stato girato in Colombia vanta un cast
internazionale. Quanto questa esperienza professionale l’ha
arricchita?Anche se questa non è stata la sua prima produzione straniera, come è stato lavorare in un’opera così
importante?
<<Come ha detto bene lei, è stata senza dubbio una grande esperienza, soprattutto dal punto di vista umano. Per
quanto mi riguarda, sono stata a contatto con grandissimi attori ed un regista del calibro di Mike Newell, che ha lavorato con grandi come Al Pacino e
Johnny Depp. Grazie a questa esperienza sono
cresciuta molto; l’essermi trovata da sola all’altro
capo del mondo e con una grande responsabilità ha richiesto una grande prova di forza. Lasciando da parte il risultato finale, mi ritengo
estremamente fortunata; tutta la troupe mi è
sempre stata vicina ed anche ora siamo rimasti in
contatto come amici. Non avrei potuto fare quel
che ho fatto senza l’aiuto di queste persone>>.
Per finire, la sua carriera in questo momento è in ascesa. L’amore ai tempi del colera può considerarsi un primo passo verso Hollywood?
<<Sinceramente mi sono sempre considerata una persona
molto realista, con i piedi ben saldi a terra. Ora ho avuto
questa occasione internazionale molto importante, che resterà comunque sempre tale; se porterà buone cose, lavori di qualità dal mondo, le accetterò di buon grado, altrimenti continuerò a lavorare in Europa, come ho fatto fino
ad ora. Mi auguro naturalmente che questo film abbia successo all’estero ed in America ma non per le aperture che
potrebbe portare ad Hollywood; piuttosto perché più si al-
largano gli orizzonti, più c’è possibilità di scelta a livello numerico tra lavori di qualità, che diano l’opportunità di crescere ed arricchirsi. Non ho fatto questo film pensando di
sfondare in America: non è questa la mia mentalità ed il
mio atteggiamento nei confronti del lavoro>>.
Con questa determinazione non possiamo che aspettarci altri
film di qualità da chi, come Giovanna Mezzogiorno, porta in
alto la firma del cinema italiano sullo scenario mondiale.
L’amore ai tempi del colera
Regia di Mike Newell
con Giovanna Mezzogiorno
Javier Bardem
Javier Bardem, Benjamin Bratt, Catalina
Sandino Morena
Per mezzo secolo (esattamente 53 anni, sette mesi e
11giorni) Florentino Aziza, ventenne telegrafista, persevera nel suo amore per Fermina Daza, la più bella
ragazza del Caribe, da cui rimane folgorato sulla via
pubblica. Da quel momento, senza mai scoraggiarsi,
riesce ad intrecciare una tenera corrispondenza fatta di
bigliettini galeotti. Ma il padre di Fermina, contrario
all’ unione tra i due, decide di allontanarla dalla città e
darla in sposa al facoltoso dottor Juvenal Urbino. Siamo
in tempi di peste; anche le alterne vicende delle vite dei
protagonisti tuttavia non spengono l’ eterno incrollabile
sentimento che Florentino continua a nutrire contro ogni
possibilità . Un’ irresistibile epopea romantica che porterà a risvolti inaspettati ma, ahimè , non a un lieto fine.
Nelle sale dal 21 dicembre
40
Grandi registi
41
CONOSCERE LE REGOLE MA
SAPER ANCHE TRASGREDIRE. E’
QUESTO IL MESSAGGIO CON
CUI IL NUOVO FILM DI CARLO
MAZZACURATI HA CONVINTO
CRITICA E PUBBLICO. LE ALTRE
RAGIONI (E NON SONO POCHE)
LE ABBIAMO ASCOLTATE
DIRETTAMENTE DA LUI
La giusta
distanza
E’ ANDARE OLTRE
di Maddalena Messeri, 16 anni
liceo classico ‘G.Mameli’ - Roma
n’apoteosi di passioni, forse questa è una delle
poche espressioni che si prestano a riassumere,
senza penalizzarla eccessivamente, l’atmosfera
dell’ultimo film di Carlo Mazzacurati, La giusta distanza,
ambientato in una provincia sperduta del delta del Po.
Non solo le passioni che nascono tra i protagonisti, da
quella della giovane maestra alternativa verso il meccanico tunisino a quella che il diciottenne Giovanni ha per
il giornalismo, ma anche quella che il regista ha messo
nella realizzazione del film.
Da cosa nasce l’idea di questo film?
«Dal desiderio di ambientare una storia nei luoghi dove
venti anni fa esatti ho girato Notte Italiana, il mio primo
film, che era una riflessione sul Nord, sui posti in cui vivo. Insomma, volevo tornare a raccontare questa terra».
E che effetto le ha fatto tornare là dopo tanti anni?
«Di solito si dice “guarda com’è tutto cambiato”, invece
il delta del Po è secondo me uno dei pochissimi posti a
proposito dei quali si può dire che non sia cambiato nul-
U
la. Tutto è rimasto come allora, naturalmente dal punto
di vista dell’aspetto fisico, del paesaggio. Ad essere cambiata è la gente, anche perché in vent’anni sono successe molte cose».
Qual è la molla che la spinge a raccontare storie sul
Nord-Est, sul Polesine?
«Spesso i media parlano di questa zona soltanto attraverso cliché e luoghi comuni. Io credo che il compito del
cinema sia invece andare più in profondità, vedere davvero come sta un luogo, come sta la sua gente. Attraverso, quindi, una storia di pura invenzione, raccontare
per immagini, come se il film fosse una spugna che cerca di assorbire l’umore dei luoghi e della sua gente».
In questo film ha usato attori poco conosciuti dal pubblico. E’ stata una scelta coraggiosa, come si è trovato a
dirigerli?
«Mi sono trovato molto bene, a me piace sempre, se mi
è possibile, costruire cast in cui mischio attori professionisti molto bravi con persone che non hanno mai re-
citato creando un impasto volutamente misto. E’
come quando fai suonare un’orchestra in cui ci sono tutti gli strumenti tradizionali, classici, e poi ci metti in mezzo anche un uculele. Il risultato è originale ma omogeneo».
Il detto “troppi cuochi guastan la cucina” non si addice
di certo al suo cinema. Ha infatti scritto il film con Claudio Piersanti, Marco Pettenello e Doriana Leondeff. Come mai si avvale spesso di molti collaboratori?
«Perché in generale il film è, a mio avviso, un’impresa
che si costruisce in molti, il cinema è propriamente un
lavoro collettivo. Nello specifico della scrittura a me piace fare un’opera di profondità, di grande discussione, ritengo che scrivere un film sia un lavoro di preparazione,
lungo e articolato. Piacevole è anche, però, inventare insieme la storia, articolarla, metterla in crisi. E’ un lavoro
corale, ma anche pieno di oralità: il gruppo discute,
mette a fuoco, cambia, litiga, si mette d’accordo. Per me
questa modalità è vitale perché, se da una parte il frutto è il copione, dall’altra c’è anche tutto ciò che non viene scritto nella sceneggiatura, per esempio gli appunti
attorno ai personaggi e quelle invenzioni sotterranee
che sono fondamentali durante le riprese. Questo certo
non significa che poi sul set non avvengano cambiamenti e comunque scelgo i collaboratori anche in base
alla storia, all’umore e da come nascono le cose».
La colonna sonora in un film è fondamentale, ha grande
importanza per le sensazioni che riesce a trasmettere in
armonia con le immagini. Anche nel suo nuovo lavoro le
musiche si sposano perfettamente con il paesaggio e
con le atmosfere, di chi sono e perché le ha scelte?
«Le musiche sono del gruppo “Tin hat” che credo voglia
dire “cappello di latta” come il personaggio del “Mago
di Oz”. Si tratta di tre musicisti, due uomini e una donna, che fanno una musica proprio a metà tra America ed
E’ un lavoro corale, ma anche
pieno di oralità: il gruppo discute,
mette a fuoco, litiga,
si mette d’accordo
Come se il film fosse una spugna
che cerca di assorbire l’umore
dei luoghi e della gente
Europa, che a me piace particolarmente. Queste movenze incarnano in totale il concetto di provincia e mi hanno aiutato ad espanderne l’idea per non relegarla ad un
luogo specifico ma farla diventare universale».
Al festival del cinema di Roma pubblico e critica le hanno riservato applausi a non finire. Come dire, non hanno mantenuto “la giusta distanza”. Ma che cos’è questa
“giusta distanza”?
«Lo dice Bentivoglio nei panni di un giornalista un po’
trombone che vorrebbe insegnare al giovane protagonista le regole per diventare un bravo professionista: è la
misura che si deve imparare ma anche superare nella vita. Tutte le norme vanno imparate ma in un certo senso
anche tradite. E’ in fondo quello che fa Giovanni, il protagonista diciottenne che decide di ribellarsi alla regola
e così risolve il giallo della storia e nello stesso tempo
diventa parte della redazione del giornale, la sua aspirazione».
Con i suoi film è stato ospite di molti festival internazionali di cinematografia. Cosa pensa della neonata Festa di
Roma?
«Ho un pensiero molto positivo e credo sia giusto che in
Italia ci sia un festival cinematografico importante alternativo rispetto a quello di Venezia. Roma è la città giusta proprio perché ha visto nascere il cinema, soprattutto ne ha fatto di un certo livello. E’ proficuo che si lavori
a favore dell’arte e della cultura in un Paese come il nostro, poco sensibile talvolta a queste tematiche».
42
Reportage dalla Scuola Holden
TUTTA COLPA
DI SALINGER
HOLDEN CAULFIELD È L’EROE DI UN ROMANZO.
LA SCUOLA HOLDEN DI TORINO È UN POSTO IN
CUI TI INSEGNANO A RACCONTARE, DI TUTTO.
ZAI.NET VI REGALA UN BIGLIETTO D'INGRESSO
di Alice Avallone, 22 anni
Asti
ella speranza che Salinger non lo venga mai
a sapere, la Scuola è intitolata a Holden Caulfield, il protagonista di The Catcher in the
Rye. Il ragazzino che non ne voleva sapere di scuole, college, insegnanti, materie ed esami. È un impegno: questa scuola gli sarebbe piaciuta." Holden Caulfield è il
protagonista di The Catcher in the Rye, il romanzo con
cui lo scrittore statunitense Salinger ottenne il suo clamoroso successo. L'opera, tradotta in tutto il mondo, è
oramai considerata un classico e il suo protagonista,
Holden, è un personaggio famoso, l'eroe che ha ispirato
un'intera generazione.
Ed è a questo ragazzetto che la Scuola Holden deve il
nome. La prima e la sola scuola di tecniche della narrazione in Italia è a Torino: in una palazzina liberty, ex laboratorio tessile, adesso convertito in aule, biblioteca,
salone e optional vari. A cinquanta metri il parco del Valentino, il Po e un ponte verso le colline. Alessandro Baricco, uno dei suoi fondatori, la racconta così: "La Holden è nata da un’idea: che si dovesse fare una scuola in
modo da formare dei narratori. Non degli scrittori. Non
dei drammaturghi. Non dei registi. Ma dei narratori. Intorno a quest’idea si è coagulato uno spirito, una passione, quella delle cinque persone che l’hanno fondata
e che fin dal primo anno hanno lavorato per la sua realizzazione."
Dalla sceneggiatura al monologo, dal cartoon al romanzo, all’articolo di cronaca, allo spot pubblicitario o alla
pagina web. La scuola propone didattica sperimentale
che si rinnova ogni anno, per preparare gli aspiranti narratori a catturare contenuti, tecniche, modi per inventare e strutturare nuove storie. La scelta è quella di porta-
"N
re dal vivo un’esperienza professionale da condividere
con gli studenti, attraverso lezioni e laboratori in cui si
apprendono le tecniche per impossessarsi della sensibilità e delle capacità artigianali che sono alla base di
qualsiasi narrazione. Ma non solo. Oltre al Master biennale, la Scuola Holden propone corsi e workshop a Torino ed in giro per l'Italia, e corsi on-line (editing, scrittura teatrale, fumetto, giornalismo, webwriting, pubblicità,
e tanti altri). Il loro metodo? Se vuoi scrivere romanzi
studia Sergio Leone, se vuoi fare film ascolta Verdi, se
hai in mente un serial televisivo studia Flaubert, se vuoi
fare il pubblicitario ascolta il rap, se vuoi scrivere poesie
leggi Dylan Dog. E non ci sono nemmeno esami veri e
propri, si fanno costantemente esercizi e la selezione è
per così dire naturale: arriva in fondo chi riesce a tenere il ritmo.
L'autore e attore teatrale Alessandro Bergonzoni racconta la Scuola Holden così: "Non amo le scuole ma mi
piacciono solo le scuole di pensiero. Alle facoltà preferisco sempre le facoltà mentali e credo penso e spero che
la Holden sia, sia stata e sarà un po’ di questo e un po’
di quello là. [...] In 10 anni lì dentro hanno dormito
esempi, si sono scortate autonomie, si sono scartate autocitazioni, si è dato da bere agli affamati, da mangiare
agli assetati ma soprattutto si è fatto sì che dei chi, sia
stato raccontato soprattutto il come e il cosa. Da un vostro uomo di lettere oltre che di fare baciare e testamenti."
Ancora più curiosi? Abbiamo chiesto a Savina Neirotti,
socia della Scuola Holden e direttrice del Master in tecniche della narrazione, di raccontarci di più.
Savina, la prima domanda è scontata, ma d'obbligo. Con
quali parole possiamo sintetizzare la presentazione della Scuola Holden?
«Narrazione, Trasversalità, Tecnica. Il mondo della Scuola Holden è quello dello storytelling, del raccontare storie, che si tratti di libri, di film, di reportage, di fumetti:
è importante sperimentare tutte le tecniche della narrazione, insieme ai professionisti del settore, per poi trovare il proprio modo di essere autori. Alla Holden le
"materie" sono racconto e romanzo, lettura, giornalismo, new media, fumetto, sceneggiatura, montaggio,
regia, teatro...».
43
Ha ancora senso l'età anagrafica in una scuola come la vostra?
proposta formativa della vostra scuola, che cosa rispondete?
«Direi non tanto, infatti il Master è aperto a ragazzi dai
«Il talento esiste, ma va coltivato. In alcuni casi va an18 ai 30 anni. Che siano laureati o no, non importa. In
che trovato, tirato fuori dall'ombra. Spesso sono le stesrealtà sarebbe bello che il Master non avesse limiti neanse persone di talento che non sono in grado di riconoche dopo i 30 anni ma, per l'Italia, quello è l'orizzonte
scere le proprie capacità. Un luogo dove circolano le idee
reale in cui ci si può collocare
e gli stimoli sono molteplici,
nel mondo del lavoro».
non può che aiutare il talento
In che misura i new media
a venir fuori. Sicuramente non
CON ZAI.NET
(supporti digitali, web, blog,
è necessaria una scuola per
ENTRI ALLA HOLDEN
ect) hanno influenzato la
diventare autori, ma per diScuola Holden in questi ultiventare bravi professionisti è
Grazie alla collaborazione
missimi anni?
indispensabile, e questo è imcon la Scuola Holden Zai.net regalerà
«Da subito abbiamo utilizzato
portante».
agli studenti
il web: oltre al sito
Si dice che questa Italia è
3 borse di studio: una per
www.scuolaholden.it, che rac"vecchia". È un luogo comuil corso Voci Pilota, una per il
conta la Scuola in tutti i suoi
ne che nasce dalla difficoltà
corso Racconto e Romanzo light,
aspetti, dal 2001 la nostra diper i giovani di emergere, o
e una per un corso
dattica è anche on-line con
piuttosto dalla scarsità di gioon line a scelta.
più di dieci corsi. Il Diario del
vani davvero in grado di farlo?
Per concorrere inviare recensioni
Master, backstage di quello
«Oggi è difficile emergere, diletterarie, racconti,
che avviene nelle aule, è conrei anche per chi emerge. È
sceneggiature di spot, diari a:
sultabile on-line insieme con
provocatorio, ma sono [email protected].
30x60: un magazine a cura
vinta che in questo mondo
dei nostri studenti, ma aperto
fatto di velocità c’è poco spaa tutti. Per quello che riguarzio in generale, anche se alda il Master, da quest'anno l’area
l'apparenza sembra che ce ne sia
tematica dei New Media è una delle tre più portanti, inmoltissimo. Credo che oltre all’obiettivo di emergere, bisieme a Racconto e Romanzo e a Scrittura per il cinema».
sogna innanzitutto concentrarsi sulla capacità avere realMolti sostengono che il talento sia un dono solo per pomente qualcosa da raccontare. Ho molta fiducia nelle pochi selezionati dalla natura, e non dalla professione. Ma
tenzialità creative dei giovani: sono la materia prima su
è davvero così? Ai giovani che vogliono avvicinarsi alla
cui lavoriamo tutti i giorni».
LABORATORIO DI CINEMA
E SCRITTURA CON HERZOG
Non credo nel Cinéma Vérité.
A volte una bugia ben congegnata
è meglio di qualsiasi verità.
(Werner Herzog)
Laboratorio di cinema e scrittura con uno dei
registi fondamentali del panorama contemporaneo, Scuola Holden, 17 – 18 gennaio 2008.
15 posti a disposizione, scadenza iscrizioni il 3
dicembre. Per partecipare alla selezione occorre inviare un cv dettagliato a
[email protected]
P.S. PROGETTO STORIA:
Scritte sui muri e manifesti politici
raccontano 40 anni di storia italiana
Il progetto propone un itinerario di iniziative diverse per provare a ricostruire la storia italiana degli ultimi 40 anni, alla ricerca di
una messa a fuoco e di un significato: lezioni,
testimonianze, reading, mostre fotografiche.
L’idea prende spunto dal libro di Alberto
Negrin Niente resterà pulito.
Il racconto della nostra storia in quarant’anni
di scritte e manifesti politici (Bur, 2007).
Prossima tappa: 11 dicembre 2007
al Circolo dei Lettori di Torino.
MELTING PLOT
Progetto di interconnessione culturale
Melting Plot è un generatore di intrattenimento
culturale: 18 eventi di letture, musica, arti visive. Una contaminazione artistica e creativa che
crea connessioni culturali e sociali nell’interazione dal vivo con il pubblico. Il nome esprime
l’idea del progetto: raccontare storie (plot) in
un calderone (melting pot) di voci, parole,
immagini e suoni.
Le nuove date:
-24 gennaio 2008 “Perla Nera”
di Rosana Crispim da Costa, Gabriele Biei
(trombone) e Gilberto Sonetto (pianoforte),
Daniela Dogliani
-21 febbraio 2008 “Il resto
del mondo” di Simone Laudiero, Valentina
Valenzano (pianoforte)
www.scuolaholden.it
Definirlo romanzo è a dir poco pretenzioso. Questo è, se
proprio si vuole trovare una definizione più calzante, un lungo racconto invaso di neve e freddo. Forte è il timore che
possa goderne solo chi conosce Zeno Colò, campione mondiale degli sci anni ‘50. La storia parte bene, un pensionato che riceve la sua
prima pensione e decide di regalarsi un po’ di adrenalina, un giro sui
suoi vecchi sci lunghi oltre due metri. Una moglie che resta a casa in
ansia e attende il ritorno dell’energico marito. Poi tutto cambia. Compaiono squillo russe, campioni mondiali e papi, Svetlana, Zeno Colò - appunto – e Wojtyla. Il lettore finisce per non capirci più nulla, spaesato dai troppi volti noti.
Un motivo per leggerlo: Se proprio non avete altro da fare, potete anche valutare
l’impresa. Ma siete sicuri non sia meglio una passeggiata?
Un motivo per non leggerlo: Si dica solo che viene veramente voglia di saltare le pagine. Si legga solo - se regalato - per cortesia.
Luca Sappino, 19 anni, Roma
PASSAGGI DI TEMPO
LETTURE
Autore Andrea Ferrari Editore Fazi
Prezzo 14.50 euro Pagine 125
L’atmosfera ricorda quella de La meravigliosa storia di Peter
Schlemihl, il divertente racconto di Adelbert von Chamisso il
cui protagonista, venduta la propria ombra ad un uomo vestito di grigio per una borsa sempre piena di soldi, si condanna a vita
infelice. Qui però, nel romanzo d’esordio di Andrea Ferrari, il baratto è
tra memorie e tempo. Philippe, malato e ormai morente, vende i suoi
ricordi ad un notaio insonne, che non ha nulla da ricordare, in cambio
di tempo da vivere. Un piacevole intreccio di storia e favola, di trascendenza e immanenza. Bella è la forma e piacevole lo stile. Ferrari regala al lettore, seppur con parsimonia, sorrisi e diletto facendo di questo leggero volume una lettura sufficientemente
piacevole.
Un motivo per leggerlo: Si legge in fretta e senza fatica. È ideale per chi ha
poco tempo e vuole avere qualcosa di cui parlare a tavola con gli amici.
Un motivo per non leggerlo: Costa tanto, meno di un ingresso in discoteca,
ma comunque troppo. Si sarebbe potuto fare di più.
L.S.
UN CERTO SENSO
LETTURE
Autore Francesco Fagioli Editore Marsilio Editori
Prezzo 14.00 euro Pagine 239
Su Antonio Senso, pittore protagonista di questo intelligente
romanzo dell’esordiente Fagioli, il giudizio sarà certamente
unanime: un uomo solo, depresso e vagamente psicopatico.
Un artista senza troppa fortuna che, scambiato l’amministratore condominiale per confidente, regala sorrisi a chi ora legge quelle missive
mai spedite. Un personaggio costruito ad hoc per dare a Fagioli la possibilità di farsi bello davanti ai suoi lettori. Perché come il pittore Senso nel dipingere, Fagioli si dimostra capace di eccellente prosa: mette in scena, senza
apparente fatica, una realtà precisa e riscontrabile. La silenziosa supplica di chi è troppo solo, di chi è costretto a cercare conforto su spalle estranee. Un romanzo originale
da cui sia autore sia protagonista vengono fuori con profili in bilico tra la genialità e la
follia.
Un motivo per leggerlo: Divertente e insolito. I contenuti, la formula scelta e
la prosa rendono la lettura interessante. Sorprende.
Un motivo per non leggerlo: Il prezzo è alto, forse troppo per il lancio di un
emergente.
L.S.
GLI ULTIMI DELLA CLASSE
di Paola Tavella
IL LIBRO MAGICO
Di China Miéville
Una città nascosta, un luogo
segreto in cui vanno a finire
tutti gli oggetti distrutti di
Londra e a volte anche le
persone che si perdono o le
cui vite sono spezzate per
sempre. Tra questi,
Brokkenbroll, capo degli
ombrelli rotti, Obaday Fing,
un sarto dalla testa a forma di
enorme puntaspilli, e un
cartone di latte vuoto di nome
Curdle. Ma Il Libro Magico
racchiude anche l’annuncio
dell’arrivo di un eroe, colui
che l’intera metropoli oscura
attende da moltissimi anni. E
quando Zanna e Deeba, due
ragazzine di dodici anni,
trovano l’accesso segreto alla
città, sembra che la profezia
sia sul punto di compiersi...
Editore: Fanucci
Pagine: 256
Prezzo: Euro 15.50
L'ARMATA PERDUTA
Di Valerio M. Manfredi
Un anno con i ragazzi e i
maestri in una scuola di
strada di Napoli, così recita il
sottotitolo di questo librodocumentario che raccoglie le
storie vere del progetto
Chance contro l’abbandono
scolastico.
Un gruppo di sei insegnanti
ha recuperato ventiquattro
ragazzi espulsi dalla scuola
normale portandoli fino alla
licenza media. La giornalista
e scrittrice Tavella ci porta
dentro questa esperienza
raccontando le voci, i volti di
quei ragazzi e degli
insegnanti, della loro “scuola
di strada”, un esempio
studiato e imitato in tutto il
mondo. Volete un assaggio?
Ecco l’incipit del libro:
“Antonia si sveglia alle cinque
del mattino. Sa che non si
riaddormenterà. Va in bagno
e apre l’acqua calda. (...) Si
immerge e pensa a Ciro e al
loro appuntamento”.
Editore: Feltrinelli
Pagine: 133
Prezzo: Euro 9.50
Spossata da trent’anni di
guerra tra Atene e Sparta, la
Grecia nel 401 a.C. è in
ginocchio. Nel momento di
più profonda crisi di quei
valori che resero grande la
civiltà ellenica, il comandante
Clearco arruola un esercito di
mercenari greci. Quale sia la
vera missione di questo
esercito che passerà alla
storia come “l’Armata dei
diecimila” non è chiaro. Si sa
che dovrà addentrarsi
profondamente in territori
misteriosi e ostili, nel cuore
stesso dell’impero persiano;
si sa che è al soldo del
principe Ciro, fratello del
Gran Re Artaserse. La
motivazione ufficiale,
sgominare tribù ribelli, non
convince nessuno.
Editore: Mondadori
Pagine: 420
Prezzo: Euro 19
ELIZABETH – THE GOLDEN AGE
Cast: Cate Blanchett, Geoffrey Rush
Regia: Shekhar Kapur
Anno: 2007
45
L’eterea regina ha fatto il suo gran ritorno nelle
preziose vesti d’imperatrice, solcando tappeti rossi e sorridendo con gentile noncuranza alle videocamere del film “Elizabeth-the Golden Age”, seconda puntata del precedente “Elizabeth”. Cate Blanchett si è così
cimentata per la seconda volta nel ruolo della fragile e triste Regina, celata dietro il proprio manto di saggezza egocentrica e invalicabile forza. L’opera del regista Shekhar Kapur merita di essere vista unicamente per la strabiliante interpretazione della divina Cate, oltre che per gli
altrettanto strabilianti effetti speciali. La pellicola sembra evolvere attraverso
le pennellate di un pittore coscienzioso della propria arte, mirabile per la capacità di catturare l’emozione nelle scene che, esuberanti, si profilano davanti ai nostri occhi meravigliati nell’attimo fugace del loro mostrarsi.
Un motivo per vederlo: L’interpretazione degli attori.
Un motivo per non vederlo: Lo sviluppo piatto della vicenda.
Silvia Torre, 15 anni, Roma
CINEMA
LETTURE
Autore Franco Matteucci Editore Newton Compton
Prezzo 9.90 euro Pagine 123
IL CARICO DA UNDICI – LE
CARTE DI ANDREA
CAMILLERI
di Gianni Bonina
E’ uscito da poco per i tipi di
Barbera Editore il librointervista che mette a nudo
Andrea Camilleri e la sua
scrittura. Tutti i romanzi e i
saggi del più amato scrittore
italiano spiegati da lui
medesimo e commentati dal
giornalista siciliano che ne ha
seguito fin dall’inizio l’intera
vicenda letteraria. Pagine che
raccontano il mondo, i
personaggi, le atmosfere, i
contesti e le suggestioni che
hanno fatto di Camilleri
l’erede di Pirandello e
Sciascia.
Editore: Barbera
Pagine: 618
Prezzo: Euro 15.90
novità in
LIBRERIA
“GIULIETTA E ROMEO”
DI RICCARDO COCCIANTE
L'Arena di Verona è gremita; tutti aspettano con ansia che lo spettacolo cominci. Le luci si spengono;
nell'aria risuona: “Verona, l'amore, Giulietta, l'amore...”; un poetico Mercuzio ci introduce così alla nuova opera popolare di Riccardo Cocciante. Grazie alle meravigliose
scenografie create dai giochi di luce entriamo dunque a Verona, dove Montecchi e Capuleti si sfidano e si accusano di “rubarsi l'aria”. Tutta l'opera è piena di emozione, grazie a canzoni eccezionali, a coreografie belle, anche se superate dai momenti corali, e a un cast azzeccatissimo, con voci
moderne ma adatte ai personaggi, a cui si uniscono recitazione e movimento
sul palco.
Un motivo per vederlo: In fondo Giulietta esiste ancora, ma invece di aspettare il
suo Romeo al balcone lo aspetta al cinema o a un concerto pop.
Un motivo per non vederlo: Una delle critiche mosse - che io non condivido è stata l’aver scelto interpreti troppo giovani e inesperti.
Greta Pieropan, 15 anni, Pozzolengo (Bs)
MUSICAL
IL PROFUMO DELLA NEVE
novità in
LIBRERIA
“COSÌ FAN TUTTE”
DI W. A. MOZART
E’ l’ultimo capitolo della Trilogia delle passioni, comprendente anche “Nozze di Figaro” e “Don Giovanni”,
firmata dalle menti geniali di Mozart e Lorenzo da Ponte. La scena si finge a Napoli, dove i due ufficiali Ferrando e
Guglielmo, insieme al cinico filosofo Don Alfonso, scommettono sulla fedeltà delle loro amanti, le due sorelle ferraresi Fiordiligi e Dorabella. I due ragazzi si travestono da albanesi e iniziano a corteggiare
ognuno la donna dell’altro. La regia e la direzione dell’orchestra è stata curata dal
direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma, il maestro Gianluigi Gelmetti, che
sia dal punto di vista musicale sia scenico fa un lavoro ottimo. La concertazione risulta decisa e dinamica, sapendo dare spazio ai momenti più romantici dell’opera
come a quelli più frizzanti, stesso discorso per la regia.
Un motivo per vederla: In ottima forma le due protagoniste, il mezzosoprano Laura Polverelli (Dorabella) e Anna Rita Taliento (Fiordiligi) che, sicure in
scena, danno ottima prova della loro tecnica.
Un motivo per non vederla: Se non vi interessa affatto la lirica.
Jacopo Zoffoli, 18 anni, Roma
Z a i. n e t è p e r i l d i r i tt o d i c r i t ic a … v o t a, c o n s i g l i a , s t ro n c a f i l m , l i b r i , m u s i c a e a l t r o s u i s i t i w w w. z a i . n e t e w w w. s t r o n c a . n e t
OPERA
44
Recensioni
46
Sport
Arte sotto casa
47
46
Direzione Turismo, Commercio e Sport
PARTE SU QUESTO NUMERO, IN COLLABORAZIONE
CON LA DIREZIONE TURISMO, COMMERCIO E SPORT
DELLA REGIONE PIEMONTE, IL VIAGGIO DEI REPORTER
DI ZAI.NET ALLA RISCOPERTA DEI LUOGHI D’ARTE
RACCONTATI DA CHI CI VIVE ANZICHÉ DALLE SOLITE GUIDE
L’ ARTE
CHE NON TI ASPETTI
ASPETTA SOLO TE!
di Alice Avallone, 22 anni
Asti
è un singolare edificio,
nel centro della piccola
Asti, che ospitò dal
1890 al 1930 il birrificio dei Fratelli Metzger, uno
dei marchi più antichi di tutto il Piemonte: Carlo
Metzger lo registrava nel 1862 a Torino dove,
qualche decennio più tardi, l’architetto Pietro
Fenoglio avrebbe progettato la sede della
fabbrica. Questo singolare edificio astigiano
di via Brofferio è un incredibile gioiellino
sconosciuto di architettura industriale di
fine Ottocento, la cui ristrutturazione ha
avuto cura di salvaguardare sia
le strutture portanti,
come le colonne in
ghisa, sia le fonti
C'
di luce naturale che si buttano dal primo piano nella
piscina-installazione. Da qualche tempo, il singolare
edificio ospita su piani diversi alcune sale per esposizioni
temporanee e proiezioni, un laboratorio interattivo, una
fonoteca, un archivio ed una biblioteca. Ma anche
una piccola foresteria per artisti, ed un’ampia ed attrezzata
cucina. Tutto questo è l'Associazione Fondo GIOV-ANNA
PIRAS. Le collezioni Piras iniziano a formarsi negli anni
Settanta, e sono da subito concepite come fonte, come
patrimonio culturale ispiratore di azioni di promozione e
divulgazione. Eclettica ed al tempo stesso rigorosamente
selettiva, appaga la bibliofilia più esigente per approdare
a una preziosissima raccolta di vini, esposta
alla contemplazione prima che alla degustazione.
Si è tentati di mescolare autori e vitigni, anni e annate,
Burri,
Frank,
Berio,
Merz,
Elvis Presley,
La maggior
Sottsass,
Paolini, Cage,
parte dei libri
Conterno,
sono prime edizioni,
Bicroft, Cartiercome
i duecento Beat
Bresson, BiondiBooks che hanno
Santi. E ancora:
i
primi
arricchito la prima
manifesti del
mostra
Futurismo,
il
libro
imbullonato di Depero, un’attenta ricerca sul
progressivo italiano e internazionale, le etichette di Bacon,
Mirò, Picasso sulle bottiglie di Chateau Mouton Rothschild,
le prime edizioni dei dischi dei Beatles.
La Biblioteca, che conta oggi oltre quindicimila testi,
rappresenta una delle più preziose risorse del Fondo. La
maggior parte dei libri sono prime edizioni, come i
duecento BeatBooks che hanno arricchito la prima
mostra conclusa lo scorso febbraio, con un esaustivo,
inedito e del tutto originale omaggio a Ginsberg e alla Beat
Generation.E dopo aver gustato autori ed artisti, una visita
allo Spazio Collezione Vintage è dovuta. Questa cantina
nasce con la finalità di valorizzare e rendere fruibile al
pubblico, in un prestigioso quanto inedito contesto
espositivo, una raccolta di grandi vini, con annate che
vanno dalla metà del novecento ai giorni nostri.
I trecento quadri che costituivano l’originaria cave del
Birrificio Metzger sono stati ristrutturati con grande
attenzione al profilo estetico: le bottiglie si susseguono
scaffale dopo scaffale e senza bisogno di essere mosse
mostrano case, annate, nomi e date prestigiosi. Ed è
così - tra artisti e vigneti - che diventa chiaro il legame
tra il territorio del Piemonte, le sue risorse, le radici, ma
anche il contesto sempre più globale con cui occorre
confrontarsi.
I SETTE SACRI MONTI: sulle orme di Carlo e Federico Borromeo
Oltre alla Collezione Piras, vi diamo un assaggio di un altro gioiello del turismo
culturale della nostra regione insignito dall’Unesco come patrimonio mondiale
dell’umanità.
Chissà quante volte abbiamo sentito parlare del mitico pellegrinaggio verso Santiago de
Campostela, in Spagna, mentre non ci ha nemmeno sfiorato l’idea che coniugare l’interesse
artistico e paesaggistico con la pratica devozionale è una cosa che proficuamente si può fare
anche in Piemonte, con risvolti non meno emozionanti. I Sacri Monti propongono itinerari di
visita con panorami mozzafiato, percorrendo i quali vi sembrerà di perdervi in un’altra
epoca. All'interno delle cappelle sparse lungo i sentieri sono raffigurati in pittura e scultura
episodi della Storia Sacra, dell'Antico e del Nuovo Testamento o storie delle vite dei santi.
La loro origine risale molto probabilmente all’età della Controriforma, tra la fine del
Cinquecento ed il Seicento, ed ebbe un forte impulso per l’opera di Carlo e di Federico
Borromeo.
Ecco la loro esatta localizzazione: la Nuova Gerusalemme di Varallo Sesia (Vc),
Nostra Signora dell'Assunzione di Serralunga di Crea a Ponzano (Al), San
Franceso di Orta San Giulio (No), Santa Vergine di Oropa (Bi), Santa Trinità di
Ghiffa (Vb), Calvario di Domodossola (Vb), Santuario di Belmonte di Valperga
Canavese (To).
E allora, non ci resta che armarci di zaino e scarponcini e partire!
48
SportTest
Risultati
HACKER CYBERTERRORISTI?
Bamboccioni a chi? (pag. 23)
Punteggio:
per ogni risposta A:
1 punto - per ogni risposta B: 2 punti - per ogni risposta C: 3 punti
Da 6 a 10 punti:
Da 11 a 14 punti:
Da 15 a 18 punti:
Più che altro sfigato mostruoso,
possibile che i tuoi siano così disgraziati? Beh, almeno non si può dire che non siate disponibili ai contatti con culture diverse (magari per
necessità). E c’è anche la probabilità, a parte gli scherzi, che voi e i vostri genitori siate davvero persone
aperte alle novità e alle situazioni
magari un po’ complicate ma gratificanti. Di certo non siete tipi attaccati alla sottana della mamma.
Ecco qua, le solite vie di mezzo né
carne né pesce! Ogni volta che preparo un test non so mai che scrivere,
perciò, anche questa volta, parleremo del più e del meno… per esempio, come va a casa? E a scuola? Insomma, in linea di massima si dice
che le vie di mezzo sono sempre
quelle da preferire, quindi non avete
bisogno né di consigli né di facile ironia. Cercate di essere un po’ più originali e schierati.
Ragazzi, una brutta notizia per voi…
Babbo Natale non esiste! E dai, ve
la date una svegliata? Bisogna crescere, aprirsi alle situazioni nuove!
Va bene che per l’italiano medio la
figura della mamma è d’importanza
fondamentale, ma ad una certa età
bisogna anche imparare ad essere
autosufficienti, non credete? Un consiglio, magari cominciate con un bel
giro di palazzo e soprattutto smettete di farvi accompagnare a scuola.
Scambista internazionale
Tranquillone
54
Un mito da sfatare
Mammone
AMBIENTE
& SOCIETA’
58
ASPETTANDO NATALE
No al solito pacco!
50
Energia pulita
E
RIS SFRU H SI'
CH O
T ,D
E C RSE TATO OP
O
QU I R D E
EL IVO LLA PER AVE
LE
LG TE BEN R
V
D
E
E
CH AN RR I C IAM RRA E LE
D I EB O O
E
EC
E Q COS AMO BE D RPI AN CO
UA 'E' I A A D CEL CHE
LI L F SC IR EST A
EP
O
I
O E
I,
ER L'A VAN TO PR .
V
LE MB TA O IRE
NO IEN GG LTA
STR TE I P ICO
ER
ET
AS
CH
E
HERE COMES THE SUN
IL FUTURO
E’ NEL SOLE
dI Ilaria Maccari, 19 anni
Roma
energia solare, da sempre motore di ogni attività
che si svolge sulla terra, oggi più che mai è chiamata a svolgere un ruolo importante nello scenario mondiale come nuova fonte d'approvvigionamento
energetico. Il fotovoltaico è una delle tecnologie che si
propone di ricavare direttamente dai raggi solari energia
elettrica.
La conversione avviene attraverso una cella fotovoltaica,
composta da una sottile lamina di materiale semiconduttore, molto spesso silicio, in grado di assorbire i fotoni
emessi dalle radiazioni solari e di generare, se connessa
ad un utilizzatore, una circolazione di corrente direttamente proporzionale alla quantità di raggi incidenti. L'efficienza di conversione varia tra il 12 e il 17%, anche se
speciali realizzazioni in laboratorio mutuate dalle applicazioni spaziali hanno raggiunto efficienze fino al 40% mediante l'uso di strutture multistrato e l'utilizzo di lenti per
concentrare la luce. Le celle vengono infine incapsulate e
assemblate in moduli fotovoltaici da posizionare su su-
L'
perfici esposte alla radiazione solare.
In particolare una tipica applicazione del fotovoltaico è
l'integrazione negli edifici di sistemi che richiedono l'impegno dell'industria fotovoltaica, dell'ingegneria e dell'architettura, ma soprattutto un impegno politico nell'emanazione di leggi che ne incentivino lo sviluppo in questa
fase in cui non si è ancora raggiunta la piena competività economica. In questo senso si è mossa la nuova Finanziaria che, approvando il programma "Conto Energia",
riconosce per un periodo di 20 anni, una tariffa incentivante per le aziende che decidono di installare pannelli fotovoltaici in impianti centralizzati di media-grossa taglia o
per gli utenti che sfruttano il tetto delle loro abitazioni. Essi, oltre a vedere ridotto il costo della bolletta, hanno la
possibilità di vendere al gestore della rete l'energia prodotta e non utilizzata o, in alternativa, di immetterla nella
rete e usufruirne, per i tre anni successivi, nei periodi in cui
l'impianto non è funzionante o la produzione è minore del
fabbisogno.
Della situazione del fotovoltaico nel panorama italiano abbiamo parlato con Francesco Roca, responsabile per di-
51
versi anni della Sezione Materiali Fotovoltaici Innovativi
realizzato l'impianto, infatti, c'è la possibilità di cedere l'edell'Enea (Ente per le Nuove tecnologie, l'Energia e l'Amnergia che si produce in eccesso alla rete e prenderla da
biente), membro del comitato scientifico delle ultime tre
essa quando occorre. Inoltre, viene riconosciuto l'incenticonferenze europee fotovoltaiche Epvsec ed attualmente
vo che è dell'ordine di 40-50 centesimi di euro a kilowatimpegnato su diversi progetti proiettati verso il fotovoltora. Con questa forma di remunerazione si fa in modo
taico innovativo e quello a concentrazione.
che il recupero dell'investimento sostenuto per la realizPerché è importante investire proprio sul fotovoltaico nel
zazione dell'impianto sia molto più veloce e quindi possa
quadro delle energie rinnovabili?
diventare interessante anche per una qualsiasi famiglia.
"E' importante partire dalla considerazione che l'energia
Una famiglia normale, che ha un consumo ragionevole di
attualmente è prodotta prevalentemente da fonti fossili,
energia, ha bisogno in media di una ventina di metri quadestinate a scomparire nel gidri di pannelli fotovoltairo di un tempo relativamente
ci e deve sostenere un
breve, si parla al massimo di
costo di circa 12000 euNel giro di 10-15 anni il
150-200 anni, per la maggior
ro per acquistarli. Essa
fotovoltaico
sarà
concorrenziale
parte di esse. Allo stesso temviene aiutata con dei
anche con le fonti convenzionali
po si assiste ad una richiesta
meccanismi di finanziasempre crescente di energia
mento che le permettoda parte della nostra società,
no di razionare il pagache sta sviluppando uno stile
mento. Lo stimolo del
di vita mediante nuove tecnologie e prodotti, che rimercato potrà permettere, nel giro di 10-15 anni, ed anche
chiedono sempre di più forti produzioni energetiche. L'emeno, di renderla concorrenziale anche con le fonti connergia è certamente una fonte di sviluppo per le popolavenzionali, in particolare con quelle fossili. Terrei a precizioni, infatti c'è una correlazione stretta tra sviluppo sosare che, comunque, anche nell'immediato il costo delciale e consumo energetico, tuttavia quando viene prol'energia, durante i picchi di rete, può arrivare a codotta bruciando combustibili fossili, provoca notevoli danstare fino a 20 centesimi di kilowattora, prezzo non
ni ambientali. Tra le fonti disponibili in grande quantità e
molto distante dal costo dell'energia prodotta
non inquinanti c'è sicuramente l'energia solare: una delle
da fonte fotovoltaica, che nei periodi in cui il
più promettenti, poiché il sole manda sulla terra una persole è molto intenso e che corrispondono
centuale di energia enormemente superiore alle nostre
ai periodi di maggiore
esigenze. Basterebbe coprire meno di un millesimo delle
richiesta per gli imaree adatte per l'installazione di impianti fotovoltaici e si
pianti di condiziosopperirebbe alle nostre esigenze energetiche. E' del renamento.
sto anche l'energia più pulita che si possa immaginare,
dato che all'azione del sole è legato lo sviluppo del nostro pianeta e la stessa energia eolica si produce grazie a
movimenti di masse d'aria che si generano per differenza
di temperatura".
Quanto conviene alle famiglie investire sul fotovoltaico?
"Il fotovoltaico costa oggi dai 30 ai 60 centesimi d'euro
per kilowatt l'ora, a seconda della quantità dell'energia
solare che incide, della tecnologia di cella usata per la
conversione e se l'impianto è direttamente connesso in
rete o necessita di accumulo. Lo stesso impianto installato in Germania o in Italia produce nel nostro Paese energia più a buon mercato grazie alla maggiore insolazione,
tuttavia è evidente che questo costo è significativamente più alto di quello dell'energia convenzionale. Giusto per
dare un'idea, l'elettricità idroelettrica, che è una delle fonti energetiche più economiche e oltretutto poco inquinante, costa oggi dai 2 agli 8 centesimi al kilowatt l'ora,
mentre l'energia eolica ha un costo che va dai 4 ai 12 centesimi. Il solare è, dunque, una fonte costosa, ma si sta
lavorando a riguardo visto il suo potenziale. Sono in corso sviluppi tecnologici per renderla sempre più competitiva anche dal punto di vista economico. In pratica la strada giusta da percorrere è investire sulla tecnologia affinché il fotovoltaico possa diventare competitivo nel costo".
Quali sono gli incentivi che il governo mette a nostra disposizione?
"Gli incentivi di mercato mirano in primo luogo a rendere più interessante l'investimento da parte delle famiglie
oltre che ovviamente aziende. Dal momento in cui viene
52
Energica-mente
CHE VITA SAREBBE
SENZA ENERGIA?
QUALE SAREBBE LA REAZIONE DELL'UOMO SE UN BEL GIORNO
SI SVEGLIASSE SENZA POTER PIÙ CONTARE SU TUTTE
LE COMODITÀ D ELLA TECNOLOGIA? FORSE QUELLA D I TIRARSI
PIZZICOTTI SULLE GUANCE SPERAND O SI TRATTI D I UN SOGNO
O DI UN BRUTTO INCUBO... PUBBLICHIAMO SU QUESTE PAGINE
UNO DEI DUE ARTICOLI VINCITORI D EL CONCORSO
SULL'ENERGIA PROMOSSO DA ED IPOW ER
di Federica Matarrese
Itis “E.Majorana” - Brindisi
mmaginatevi che cosa significherebbe dover recarsi a
scuola a piedi tutte le mattine, vivere senza la
suoneria del nostro cellulare o magari dover dire
addio all'amico computer ed essere costretti ad andare
a dormire all'ora delle galline. Uno scenario del genere
sarebbe disastroso, quasi apocalittico. Sembrerebbe di
essere ritornati all'età della pietra, con la sola differenza
che sono passati un po' di anni dalla scoperta del fuoco.
E d'altra parte, cosa direbbe un uomo di Neanderthal se,
grazie ad una macchina del tempo, si ritrovasse
improvvisamente a vivere nel 2007? Altro che incubo,
penserebbe di essere approdato in chissà quale galassia
dispersa nell'universo.
Ma adesso… sveglia! Basta un niente per tramutare in
incubo la nostra realtà. E poi siamo davvero soddisfatti
di essere ormai automi al servizio delle macchine? Fino
a pochi decenni fa esse, chiamate ad aiutare l'uomo
nell'instancabile e febbrile progresso scientifico,
economico e sociale, si limitavano a ridurre lo stress che
ogni operazione del genere comporta.
Man mano che si andavano scoprendo, però, i
meccanismi del processo intellettivo si sentì anche
l'esigenza di ipotizzare la possibilità di trasferire le
funzioni della meravigliosa macchina umana a congegni
meccanici costruiti dall'uomo. Non esiste, oggi,
organismo
finanziario,
economico,
sportivo,
amministrazione statale, ente culturale o umanitario che
non programmi la propria identità servendosi di "cervelli
elettronici" di grande precisione. Non siamo più in grado
di farne a meno e anche le più piccole ed insignificanti
operazioni manuali ci appaiono come ostacoli
insormontabili, impossibili da eseguire senza poter
contare sull'aiuto di queste macchine pensanti.
I
Fonti vecchie e nuove
E più aumentano, quindi, queste nostre disparate
esigenze più aumenta la richiesta di energia, mentre
passa in secondo piano il fatto che molte delle fonti da
cui essa proviene non crescono sull' albero del
nostro giardino e non si trovano di certo nel pozzo
di San Patrizio. L'energia non si ricava dal nulla,
ma viene prodotta attraverso fenomeni naturali
o controllati dall'uomo. A tutto ciò si aggiunge
il fatto che i consumi energetici, l'utilizzo
delle fonti fossili, hanno dirette conseguenze
sull'ambiente. I pericoli per il nostro
pianeta,
dovuti
all'aumento
della
temperatura
e
al
conseguente
cambiamento climatico (effetto serra) e
l'eccessivo utilizzo di risorse non
rinnovabili hanno indotto i governi e le
Nazioni unite a discutere e ad approvare dei
protocolli (Kyoto) con i quali si impegnano
nei prossimi anni a ridurre le emissioni
climalteranti, a sviluppare le fonti energetiche
alternative, a risparmiare l'utilizzo di energie
non rinnovabili.
La scarsità degli idrocarburi come petrolio e gas con riserve accertate di solo 40 e 60 anni - il forte
aumento del loro consumo, la loro rischiosa
collocazione geo-politica portano a riflettere se sia il
caso di riscoprire in Italia il "vecchio" carbone - con
riserve accertate di un ordine di grandezza superiore naturalmente in chiave innovativa, per un suo utilizzo
sempre più pulito. Si sente sempre più parlare di altre
fonti energetiche rinnovabili ma concentrate come
l'idroelettrico, le biomasse, il geotermico, che è già
utilizzato in Islanda e in Toscana. Se,
infine, aggiungiamo lo sfruttamento
del vento e delle maree possiamo
capire
che
raggiungere
l'autosufficienza energetica con fonti
rinnovabili non è poi un'ipotesi
utopica.
E che dire dell'energia solare? Il sole
non è solo una sorgente rinnovabile
e pulita ma anche "democratica",
perché è di tutti, perché è gratis e
nessuno
può
controllarne
l'erogazione chiudendo il rubinetto
se non paghiamo la bolletta.
Tuttavia i problemi tecnici e quelli
legati al costo sono ancora enormi e
la quantità di energia prodotta è
ancora lontana da quella necessaria
per
poter
sostituire
quelle
tradizionali.
Le ultime frontiere
Così la ricerca si sposta verso altri
settori.
Sapete
perché
sta
aumentando
il
costo del
53
mais? In alcuni paesi questo cereale serve a produrre etanolo, il nuovo
petrolio verde. Arriveremo ad un punto in cui il costo del combustibile
diminuirà, quello del pane e della carne aumenterà. Questo nei paesi ricchi,
in quelli poveri aumenteranno solo i morti di fame e le esportazioni di
etanolo; il cibo e l'acqua potabile dovrebbero essere energia esclusiva per
l'uomo, non per le macchine.
Altre soluzioni? Viviamo in un'era in cui protagonista incontrastata è
sicuramente l'energia nucleare, che ha nell'uranio un simbolo di potenza per
tutte le nazioni che si contendono l'egemonia del suo impiego (il principale
vantaggio del nucleare è l'enorme quantità di energia che ogni singola
fissione produce). Rispetto ai combustibili fossili, la produzione di questo
tipo di energia non comporta l'emissione di gas nocivi che sono i principali
responsabili di fenomeni ambientali quali le piogge acide e l'effetto serra. Ma
bisogna anche considerare il rovescio della medaglia. Consci del suo
apocalittico potere distruttivo relegato per ora ai soli scopi bellici, l'uranio e,
più in generale, tutti gli isotopi radioattivi sono ancora impiegati in modo
limitato a causa dell' impossibilità di neutralizzare le pericolose radiazioni
dei materiali impiegati.
In conclusione, nessuno può fare previsioni azzardate sul nostro futuro e su
quali saranno i nuovi mezzi di trasporto o di comunicazione del 2100, o se
qualcuno avrà scoperto una forma di energia alternativa. Forse ogni tanto
ognuno di noi farebbe bene a fermarsi e riflettere su quanto sia preziosa
l'energia e su come sia bello ed unico accendere una semplice lampadina.
Il Premio Edipower per la scuola "Energica-mente"
Scrivere, che passione! Una passione che per molti si trasforma
in un lavoro, in una vera professione, perché la nostra è l'era
dell'informazione. La maggior parte delle notizie è diffusa ogni
giorno attraverso mezzi veloci, come radio, TV e Internet. I
giornali, però, sono ancora il punto di riferimento per tutti coloro che non si accontentano del fatto, ma ricercano approfondimenti e confronti.
Ecco allora che, per scrivere un giornale, saper informare
diventa fondamentale: non basta conoscere, bisogna far conoscere. E questo è un mestiere complesso. Avvicinarvi i ragazzi
è l'obiettivo del Premio "Energica-mente", il concorso giornalistico indetto da Edipower e rivolto agli studenti delle scuole
superiori.
La sfida è far sì che i ragazzi si abituino a "vivere informati", a
capire non solo come leggere un giornale, ma anche come
nasce e quali sono le regole e i trucchi dell'attività giornalistica.Le classi che hanno aderito a questa prima edizione del
concorso hanno presentato elaborati giornalistici sintesi dello
scenario energetico attuale e hanno approfondito aspetti diversi
quali gli approvvigionamenti, le fonti, i cambiamenti climatici,
eccetera.
I due servizi premiati - il primo è pubblicato in queste pagine,
l'altro lo troverete nel prossimo numero - sono consultabili integralmente sul sito www.zai.net
Non perdete, sul prossimo numero, l'altro articolo vincitore
del concorso, presentato dall'Itis "G.Giorgi" di Brindisi!
54
Cultura in libertà
SPAGHETTI HACKER:
i segreti dell’informatica
per tutti
MOLTI CREDONO CHE
HACKING SIA SINONIMO
DI CYBERTERRORISMO E
CRIMINALITA’ INFORMATICA.
ANDIAMO A SCOPRIRE CHE
COSA SI NASCONDE DIETRO
L’EQUIVOCO
di Ilaria Cecchini, 19 anni
Roma
sattamente dieci anni fa faceva la sua comparsa nelle
librerie Spaghetti Hacker di Stefano Chiccarelli e
Andrea Monti, il primo testo a raccogliere e documentare la storia della telematica italiana.
Il saggio fu una sorta di vademecum, almeno in Italia, per
la prima generazione dei cosiddetti hacker, nati quando
ancora l’informatica costituiva una dimensione ignota ai
più. Supportati solo dall’ arguzia e dall’inventiva, per loro
la tecnologia era qualcosa da scoprire e conoscere nei
suoi meandri più nascosti.
Ma, ad oggi, le cose sono cambiate: il mercato dell’informatica è cresciuto in maniera esponenziale affermandosi
essenzialmente come business ed eliminando qualsiasi
residuo del divertimento creativo che aveva caratterizzato
sin dall’inizio le attività dei gruppi hacker.
La stessa figura dell’hacker è stata messa in discussione:
a chi non capita di sentire il termine e collegarlo automaticamente (e spesso erroneamente) a pirati informatici e
truffe telematiche?
Ma chi è in realtà un hacker e quali sono le attività che
svolge? Il “New Hacker Dictionary” riporta ben nove diversi significati per la parola “hack” ed altrettanti per la parola “hacker”. Dal canto suo Phil Agre, un hacker del
Massachusetts Institute of Technology, afferma che hack
ha un solo significato,
“quello estremamente
Non è colui che
sottile e profondo di
qualcosa che rifiuta ulteentra abusivamente
riori spiegazioni”. D’altro
nei computer altrui,
canto, come si fa a spiema chi supera
gare con una semplice
determinati
limiti e
definizione una vera e
scopre informazioni
propria filosofia di vita?
Come ha ricordato lo
non alla portata
stesso Monti ai microfodi tutti
ni di Radiozainet, la
parola non è legata
necessariamente al mondo dell’informatica, “che può
caratterizzare qualsiasi persona che abbia una passione:
dal maestro liutaio, hacker della costruzione musicale,
all’artista, hacker della composizione musicale o pittorica.
Hacker è il termine che separa il tecnico dal genio”.
E
Un po’ di filologia
carattere elitario. I comuni programmatori, trovandosi a
In realtà il termine “hack” apparve per la prima volta con
lavorare a fianco di veri e propri hacker, ne appresero non
significato non chiaro nel gergo studentesco del Mit all’inisolo le tecniche ma anche le norme che ne regolavano il
zio degli anni Cinquanta. Sembra si riferisse a tutte quelle
comportamento, in un certo senso travisandole fino a perazioni che portavano un divertimento innocuo, senza gravi
derne i valori. Trasportati dall’entusiasmo, si gettarono in
conseguenze. Solo successivamente vi si aggiunse una conuna mera sperimentazione senza riserve, sfociando in azionotazione più ribelle, indicando quindi quei comportamenni con finalità spesso dannose e contravvenendo alle
ti di trasgressione delle regole e di beffa nei confronti delnorme comportamentali delle comunità hacker. Di consel’autorità del campus.
guenza, ormai, da più di quindici anni, almeno in Italia, è
Solo una decina d’anni più tardi si iniziò a parlare di hacnata una grande confusione, forse irrimediabile: usando il
ker in riferimento all’informatica, grazie ad un gruppo di
termine “hacker” ci si riferisce troppo spesso alla figura del
studenti appassionati di modellismo ferroviario che si erano
cyberterrorista, che andrebbe invece più correttamente indiriuniti nel Tech Model Railroad Club. Al suo interno, il comicato con il nome di “cracker”.
tato Signals and Power si occupava di gestire il sofisticato
In realtà hacker non è colui che entra abusivamente nei
sistema del circuito elettrico dei trenini del club. Di consecomputer altrui, ma semplicemente chi ha una tale prediguenza l’hacking iniziò ad indicare un’attività
sposizione per la tecnologia da riuscire a
volta a migliorare le prestazioni, nel caso spesuperare determinati limiti e scoprire inforcifico dei trenini del club, in senso lato di
mazioni non alla portata di tutti. A priori si
Se Gauss tratta di un comportamento che non ha nulla
interi sistemi che presto furono i computer.
fosse vivo oggi, di negativo, ma dettato solo dal desiderio di
Quando il comitato in questione iniziò a lavorare su uno dei primi modelli di computer
raggiungere degli obiettivi personali; la realtà
sarebbe un
lanciati sul mercato al fine di renderne più
di oggi, tuttavia, è diversa: quelli che inizialhacker
efficiente il software, allora si ebbe appunto
mente erano solo scambi sulla sicurezza
la radice della più nota accezione del termiinformatica, negli ultimi dieci anni si sono tra(Peter Sarnak) sformati in azioni che molto spesso nasconne, dall’inglese “to hack”, “tagliare”: l’hacker
adesso è appunto colui che cerca di aprirsi
dono frodi e furti di denaro e di informaziouna via di uscita tra le righe di codice che costituiscono il
ni, contribuendo allo sviluppo della criminalità informatica.
software, che cerca di aggirare con abilità e creatività gli
Fortunatamente, però, a separare gli hacker che mirano a
ostacoli che si frappongono al raggiungimento di un obietfinalità illegali e distruttive da coloro le cui azioni hanno
tivo intellettuale. Nel periodo pioneristico è, quindi, un terscopi prevalentemente informativi sta entrando sempre più
mine dalla connotazione estremamente positiva: essere
in uso la distinzione tra black hat e white hat. Proprio quehacker ha qualcosa di nobile, definire qualcuno in tale
sti ultimi (definiti anche “sneaker”) sono spesso impiegati
modo costituisce un segno di grande rispetto nei suoi conin aziende di sicurezza informatica ed il loro lavoro – svolfronti.
to nella completa legalità - consiste nell’introdursi in un
sistema o in una rete per aiutare i proprietari a scoprire un
Hacker o cracker?
eventuale problema di sicurezza.
Poco a poco però, con la diffusione su larga scala dell’inTra l’altro, uno dei principali obiettivi degli hacker è quello
formatica e della crescente possibilità di accedervi da parte
di rendere l’informazione telematica libera e l’accesso ai
di più ampi strati di popolazione, la definizione perse il suo
computer completo e sicuro per tutti.
à hacker
ili con la mentalit
tib
pa
m
co
in
t
of
os
Google e Micr
a dura
eting, ha preso un
anno all’Hack-me
ni
sfrutog
ù
pi
no
ca
co
er
nis
ric
riu
di
o dei motori
italiani, che si
un
er
o
ck
nd
ha
se
i
gl
es
prode
e,
a
ch
rte
un
sta nel fatto
ado di fare
Di recente una pa
ogle. Il problema
, Google è in gr
izi
Go
rv
di
i
se
nt
di
ro
a
nf
co
mm
i
ti privati.
posizione ne
re maggiore ga
de quantità di da
do
of frendo una semp
ssesso di un gran
crosoft per il mo
po
Mi
in
re
lla
tati della rete ed
de
tra
i
en
nt
di
ro
e
nf
ti
co
i
en
e
ne
ut
i
dr
gl
ole
pa
de
ev
te favor
o anche al
fonda profilazione
mai stata totalmen
. L’astio era rivolt
è
Pc
n
l
no
de
fier
so
de
ck
e
ll’u
ha
ar
de
a
ftw
o di so
Ancora, la scen
preso il monopolio
sistema di svilupp
arente con cui ha
o a teorizzare un
im
rò diventarne propr
pe
il
a
to
nz
non sempre trasp
se
sta
za
re
en
se
lic
es
r
a
pe
sit
po
s,
te
ap
a
Ga
ll
re con un
linea di pensiero
dell’informatica, Bi
ti potevano utilizza
contrasto con la
en
in
ut
i
e
gl
nt
e
me
ch
da
”,
on
ce
of
pr
a.
nito “closed sour
e sorgenti, cosa
ndo dell’informatic
tere accedere all
tti i segreti del mo
tu
e
er
sc
no
prietari e senza po
co
di
eva la possibilità
hacker che preved
56
Equo e solidale
57
La SECONDA VITA
dello
di Milena Arcidiacono,
Liceo classico “M. Rapisardi” , Paternò (CT)
ECCO COME IL CONSUMO
CRITICO CI AIUTA A TROVARE
RISORSE NELLE MERCI IN
ESUBERO; UNA NUOVA
PUBBLICAZIONE, INOLTRE,
METTE A FUOCO
UN’IMPORTANTE VERITA’:
LE SCELTE CHE SI FANNO IN
QUALSIASI PARTE DEL MONDO
SI RIPERCUOTONO SULLA
NOSTRA VITA ANCHE SE NON
CE NE RENDIAMO CONTO
arà certamente capitato a
molti di acquistare un paio di
scarpe, magari di una marca
famosa, costato la bellezza di quattro paghette settimanali, e di accorgersi che sono made in Vietnam, in
India, in Lituania. Beh, la riflessione
che dovrebbe venire spontanea, a
quel punto, è che chi ha lavorato a
quel paio di scarpe non è stato retribuito quanto avrebbe dovuto.
Abituarsi a un “consumo critico”
significa proprio spendere i propri
soldi essendo consapevoli di quello
che si cela dietro ai prezzi e dietro alle etichette, in modo
da innescare un’azione di massa che contrasti le svariate
forme di sfruttamento dei paesi più poveri. Certo, non è una
cosa facile: i mass-media e le trovate del marketing ci strizzano continuamente l’occhio nei modi più subdoli, mirando a
farci diventare veri e propri fanatici delle mode e dei consumi. Le grandi multinazionali - ma ormai anche le imprese
medie e piccole - continuano imperterrite a costruire fabbriche in luoghi in cui la manodopera viene sottopagata o
addirittura vengono fatti lavorare i minori.
S
SPRECO
Fair trade
Di commercio equo e solidale si
sente ormai parlare spesso, ma
sono in pochi a sapere che questo
modo virtuoso di dare propulsione
al commercio nacque quarant’anni
in Olanda; nel nostro paese il fair
trade arrivò verso la metà degli anni
Ottanta, ma non ha avuto il radicamento che si sperava: con circa
duecento botteghe su tutto il territorio nazionale, rimaniamo molto
indietro rispetto a Olanda, Germania
e Belgio, dove i consumatori critici
sono molti di più.
Cerchiamo di capire quando un prodotto può definirsi
equo e solidale. Si parte, ovviamente, dal processo di
lavorazione, che non deve ricorrere al lavoro minorile, utilizzare materie prime rinnovabili per proseguire con l’obbligo di incentivare la cooperazione tra i produttori e la
loro formazione al fine di favorire la creazione di un mercato interno dei beni prodotti. Inoltre, ai lavoratori viene
assicurato un giusto compenso che tiene conto delle ore di
lavoro e delle condizioni di vita.
Obiettivo del commercio equo e solidale è, quindi, anche
la riduzione dei passaggi
intermedi tra produttore e consumatore, passaggi nei
quali si verificano più spesso le irregolarità che gonfiano
i prezzi per chi acquista. Il Coordinamento internazionale
dei marchi di garanzia richiede, inoltre, alle organizzazioni dei produttori la sostituzione dei prodotti chimici con
quelli organici al fine di favorire un mercato biologico. Per
quanto riguarda gli acquirenti, essi devono oltre assumersi impegni come un quantitativo minimo garantito, contratti di lunga durata, pre-finanziamento e consulenza
rispetto ai prodotti e alle tecniche di produzione.
il costo dello smaltimento, a cura della cooperativa “Carpe
Cibum”);
agli enti caritativi di assistenza, ovvero a chi potrebbe
utilizzare queste eccedenze;
alle istituzioni pubbliche (comuni, province, regioni,
asl), che ne conseguono benefici indiretti di tipo sociale
ed ambientale, vedendo diminuire la spesa pubblica per
l’assistenza e l’ammontare dei
rifiuti in discarica.
Il buono che avanza
Accanto al commercio equo e solidale, l’altra pratica che
contribuisce a rendere più trasparente il mercato e a limitare gli sprechi è il cosiddetto ‘consumo critico’, cioè la
pratica di organizzare le proprie abitudini di acquisto in
modo da accordare preferenza ai prodotti che posseggono determinati requisiti. Siamo andati a caccia di iniziative di
In Europa i
sostegno al consumo
consumatori
solidali
critico sul nostro terrisono l’11 %
torio e, tra le molte,
particolarmente meritevole di attenzione ci è
subito parsa “Last Minute Market”, ideata da Andrea
Segrè, preside della facoltà di Agraria dell’Università di
Bologna. Essa ha l’obiettivo di trasformare lo spreco in
risorsa coniugando a livello territoriale le esigenze delle
imprese for profit e degli enti no profit in un'azione di sviluppo sostenibile locale, con ricadute positive quindi a
livello ambientale, economico e sociale. «Oggi siamo una
realtà – afferma il professore - presente in nove regioni e
in quattordici città. Stiamo cercando di allargaci, tuttavia
vi sono procedure fiscali, amministrative e igienico-sanitarie che ne rallentano i tempi».
Ma come funziona questo supermercato last minute? Esso
rende possibile nei grandi supermercati il recupero delle
merci invendute senza più un valore commerciale, ma che
sono ancora idonee per il consumo. Tali beni, mediante il
meccanismo del dono, sono resi disponibili ad Enti e
Associazioni che offrono assistenza a persone in condizioni di disagio sociale.
Il servizio offerto è rivolto:
alle piccole e grandi imprese agroalimentari (dalla produzione alla ristorazione), ovvero a chi queste eccedenze,
suo malgrado, le produce (gli ipermercati che aderiscono
al progetto risparmiano
PER SAPERNE DI PIU’…
Francesco Gesualdi,
allievo di Don Milani e
fondatore del centro Nuovo
modello sviluppo, ha pubblicato da poco per i
tipi di Feltrinelli un saggio,
“Il mercante d’acqua”, che si propone di
indirizzare il lettore anche poco esperto di
tematiche economiche verso un nuovo senso
del consumo. Come lo stesso autore ha
raccontato ai microfoni di Radiozainet, la
motivazione per cui il consumatore
dovrebbe scegliere quei prodotti che
rispettano un determinato codice etico
riguarda i diritti: solo quando si rispettano
quelli altrui possiamo aspettarci che anche i
nostri vengano valorizzati. Inoltre,
ragionando in termini di globalizzazione, le
scelte che si fanno in qualsiasi parte del
mondo si ripercuotono poi sulla nostra vita
anche se non ce ne rendiamo conto. Un
apologo che con sobrietà ricostruisce la
parabola del “progresso” per lasciar
intravedere una possibilità diversa
dii produrre e lavorare per il
Collana:
bene comune.
Super Universale
Economica
Pagine: 168
Prezzo: 8 Euro
58
Campioni
Aspettando Natale
NON
ASPETTANDO
PECHINO 2008
il SOLITO
PACCO!
Quattro chiacchiere
con ELEONORA
LO BIANCO
SCEGLIERE IL REGALO GIUSTO DIVENTA OGNI ANNO PIÙ DIFFICILE:
ECCO I NOSTRI CONSIGLI, SENZA DIMENTICARE CHE PROTAGONISTI
SONO I SENTIMENTI. DA ZAI.NET BUON NATALE!
di Anna Schiavulli, 20 anni
Istituto professionale "Mazzini" - Savona
rintocchi del Natale che avanza si sentono già da un
bel po': le vetrine dei negozi sfoggiano scenografie a
base di neve e slitte trainate da renne, mentre gli
scaffali traboccano di pensierini per la festa più amata
non solo dai bambini. Come ogni anno bisogna peccare
di bizzarria ed originalità per poter lasciare un segno diverso dal Natale precedente.
Cominciamo col prestare attenzione ai numerosi spunti
che ci giungono dalle nuove tecnologie. È da poco in
vendita un orologio dalle grandi prestazioni: possiede
un dispositivo bluetooth che permette di controllare il
lettore musicale del telefono cellulare; non solo, l'orologio avvisa in caso di sms o chiamata in arrivo. Restando in tema, i possessori del tanto popolare iPod possono trovarne sul mercato uno digitale che permette, attraverso il wireless, di tenere sotto controllo i collegamenti con il lettore. E, tanto per non fargli mancare nulla, sopporta le immersioni fino a 100 metri.
Cari amanti del computer, fatevi avanti. Arrivano dal Regno Unito e si chiamano Lili ed Oscar. Si tratta di due
device che donano simpatia e colore al pc: Lili è una
morbida webcam fatta a forma di polpo, comoda da fissare al pc, Oscar è un dolce hub a forma di stella marina. Oltre ad essere simpatici, sono anche a basso impatto ambientale grazie alla composizione in cotone e sabbia.
Sempre graditi i regali che profumano di amicizia, per
esempio un calendario che ad ogni mese propone un
momento passato insieme e da ricordare, un anno in
piena compagnia.
Fidanzati di tutta Italia preparatevi perché la nota casa
Swarovski presenta una collezione che ha sapore di festa. Numerosi soggetti, dagli angioletti agli alberelli addobbati, passando per pupazzi di neve e stelle di Natale, sono pronti a pendere dalle orecchie o dal collo della vostra amata, con cifre anche accettabili.
I
Per i ragazzi, invece, l'ideale potrebbe essere un bracciale in acciaio della nuova collezione Breil, molto sportivo ma che mantiene lo stile del marchio; altrimenti la
nota casa Swatch propone orologi con fantasie tipicamente natalizie.
Chi vuole farcire il regalo di simpatia, può acquistare calze antiscivolo a tema oppure calde pantofole decorate e
intimo originale.
Potrete poi costruire da voi il regalo di Natale con un simpatico cestino di vimini pieno di sfiziosità per i golosi oppure di bagnoschiuma e saponette per i vanitosi. Se fate
un mix, per esempio un buon panettone e un bagnoschiuma al cioccolato, definite bene la loro funzione!
Se Natale fa rima con solidarietà
“Hai mai pensato di regalare uno yak?”: questo lo slogan
della campagna natalizia di Save the children. Invece
dell’ennesimo gadget al nostro parente che presumibilmente
ha già tutto, perché non devolvere interamente
la somma che pensavamo di destinargli
a qualche progetto di beneficenza?
Sul sito dell’organizzazione c’è una
vera e propria lista dei desideri, anche
se molto diversa da quella dei bambini
occidentali più fortunati: filtri per
l’acqua, kit medici, semi e… yak,
appunto; scelto il regalo, basta
inserire l’indirizzo a cui inviare il
certificato di donazione, per rendere
partecipe anche il precedente destinatario
dell’alternativa “solidale” scelta.
59
A cura della IIDt
Itis “Trafelli” - Nettuno (Roma)
rima di passare all’attacco con domande e risposte, ci sembra doveroso spendere due parole sulla biografia di questa bravissima atleta, in nazionale da ormai quasi dieci anni. Eleonora Lo Bianco
(per tutti Leo) nasce a Borgomanero, in provincia di
Novara, il 22 dicembre 1979, pesa 70 kg ed è alta 172
cm. Tra i suoi hobby figura la lettura – la scrittrice preferita è Rosamunde Pilcher – e non disdegna la buona
tavola, di fronte a un piatto di melanzane alla parmigiana proprio non sa resistere. Entra a far parte della
nazionale il 21 giugno del 1998 e il suo buon rendimento le consente di mantenere il posto da titolare – da
allora a oggi ha giocato ben 352 partite. Le abbiamo rivolto qualche domanda in una fugace intervista telefonica
poche ore prima del decollo verso il Giappone, gli impegni
di una nazionale, si sa, non danno tregua.
Come e quando nasce la sua passione per la pallavolo?
«La mia passione per la pallavolo nasce all’età di otto
anni, così, per divertimento, con una mia amica». Ma
noi, che volevamo saperne di più, siamo andati sul
suo sito www.leolobianco.com), dove abbiamo trovato
questa nota: «Ho cominciato per curiosità tirando in
giardino un filo per fare una rete finta; poi gli avveni-
P
DOPO LA SPETTACOLARE VITTORIA
AGLI EUROPEI, SI SONO AGGIUDICATE
LA COPPA DEL MONDO
E CON ESSA LA QUALIFICAZIONE
ALLE PROSSIME OLIMPIADI.
E PROPRIO MENTRE ERANO
IN PARTENZA PER IL GIAPPONE,
LE PALLAVOLISTE AZZURRE
CI HANNO CONCESSO
UN PO’ DEL LORO TEMPO...
menti sono venuti uno dietro l’altro con un ritmo e una
sequenza impressionante».
Oltre alla pallavolo, cosa fa nel suo tempo libero?
«Il mio tempo libero non è molto, dato che in questo
periodo sono molto impegnata con gli allenamenti. Comunque se ne avessi avuto di più… pallavolo, pallavolo, pallavolo».
Nei momenti in cui il suo allenatore la cambiava di
ruolo, come reagiva, aveva difficoltà?
«Non sono mai stata cambiata di ruolo, in campo sono palleggiatrice, che è il mio ruolo principale».
Come vede il suo futuro? Giocherà ancora o si vede come allenatrice?
«Sicuramente scenderò in campo finché la mia salute
me lo permetterà, nel mio futuro non mi vedo come allenatrice, ma può darsi come dirigente. Sì, forse in
questa veste mi vedrei!».
Eleonora Lo Bianco ha coronato il suo sogno e noi vogliamo ringraziarla della chiacchierata che ci ha concesso perché da questa esperienza abbiamo capito che inseguire le proprie aspirazioni, mettendocela tutta, è molto importante nella vita di ognuno: magari un giorno potremo vederle realizzate, proprio come è capitato a lei.
Sport
Sport
60
BRIVIDI
ad ALTA
CON LE VACANZE DI NATALE ALLE PORTE SONO IN TANTI
A PROGRAMMARE QUALCHE GIORNO SULLA NEVE; PER CHI NON HA
ANCORA SCELTO LA LOCALITÀ, ECCO UNA PICCOLA GUIDA
PER ORIENTARSI AL MEGLIO
di Gloriana Massa, 17 anni
inverno è ormai vicino e gli sciatori si apprestano ad
indossare tuta e scarponi. La nostalgia della neve è
tanta anche se, in fin dei conti, l’assenza dalle piste
non è stata poi così lunga. I veri appassionati, infatti, hanno
tenuto i muscoli in allenamento non lasciandosi sfuggire l’occasione di sciare anche in piena estate, sotto il sole d’agosto.
Sì, è proprio così: sono ormai diversi i comprensori che offrono al pubblico la possibilità di mettersi alla prova nello sci
estivo, nato intorno agli anni Cinquanta, ma che negli ultimi
tempi ha avuto una diffusione notevole. Esso viene praticato
in ghiacciaio, ad altitudini che sfiorano anche i 4000 metri: è
questo il caso del Cervino, che da qualche anno oltre ad attirare numerosissimi turisti ospita anche le nazionali, italiana e
non, che trovano in esso l’ambiente ideale in cui allenarsi.
Disciplina senz’altro elegante e spettacolare, lo sci sta
attraversando un periodo di crisi che, soprattutto durante la stagione scorsa, ha avuto un forte impatto ambientale ed economico. Insieme all’evidente scarsità di precipitazioni - basti pensare all’ultimo inverno - le variazioni
climatiche causate dall’eccessivo riscaldamento globale
hanno causato un assottigliamento dello strato gelato
dei ghiacciai tale che la nostra
potrebbe essere l’ultima
L’
dopo. Nel 1967 Sestriere, dai suoi 2035 m di altitudine, fa
da sfondo alla Coppa del Mondo di Sci Alpino, alla quale
succedono i Mondiali di Sci Alpino del ’97 e, lo scorso anno,
la XX Olimpiade Invernale, che non solo ha accresciuto ancor
di più la fama del suo comprensorio, la Via Lattea, ma ha
anche rilanciato quelli dell’intera regione.
Skipass giornaliero: € 27
Sestriere on-line: www.sestriere.it
www.vialattea.it
CERVINIA (AO)
QUOTA
Liceo classico “Chiabrera”, Savona
61
60
“era del ghiaccio”. La soluzione migliore a questo problema, che provoca chiaramente un forte calo delle presenze
sulle piste e, di conseguenza, un profitto molto ridotto, è
quella presa in considerazione da Paesi europei come
Svizzera e Germania: il cosiddetto sci indoor.
Esso - un impianto è già presente vicino a Maastricht viene praticato su piste e neve artificiale all’interno di
locali coperti e condizionati. Che sorga qualcosa di simile
a ridosso delle Alpi? E’ presto per dirlo perché l’investimento non è da poco e gli ambientalisti hanno già storto
il naso.
Nonostante tutto, l’Italia rimane tra i paesi che offrono
svariate possibilità sciistiche. Diamo allora un’occhiata ai
più importanti comprensori sparsi per la penisola, iniziando dal Nord per arrivare poi, nel prossimo numero, al Sud,
al Centro e alle isole.
LIMONE PIEMONTE (CN)
Perla delle Alpi Marittime, posta a 1010 m di altitudine,
Limone Piemonte debutta come comprensorio sciistico,la
Riserva Bianca, nei primi anni del Novecento. Ben presto,
grazie alla nascita di un importante Sci Club e alla costruzione dei primi impianti di risalita, diventa una tra le più
rinomate località di montagna. Vista la poca distanza
(grosso modo solo un’ora d’auto) che la separa dalla
Riviera e da Montecarlo, attrae sciatori sia liguri sia
d’Oltralpe e per i suoi 80 km di piste, ampie e ben preparate, è amata anche dagli snowboarder. Non a caso,
infatti, Limone farà da sfondo ad una delle gare della
Coppa del Mondo di Snowboard, evento che porterà nel
paese tantissimi giovani ad affollare poi le piste.
Skipass giornaliero: € 31
Limone Piemonte on-line: www.riservabianca.it
www.simolimo.it
SESTRIERE (TO)
Il comune nasce nel 1934 ed è proprio a partire dagli
anni Trenta che vengono predisposti i primi impianti e
le prime seggiovie, la cui ricostruzione, a causa dei
danni subiti durante la guerra, avviene circa vent’anni
Qualche casa, una chiesetta, un piccolo bar, un paio di
alberghi: era così Cervinia all’inizio degli anni Trenta, completamente diversa da com’è oggi, una delle più importanti
località sciistiche internazionali, che registra ogni anno
migliaia di presenze. La sua prima funivia, quella che collega Breuil a Plan Maison, viene costruita tra il 1934 ed il
1936, periodo in cui viene fondata anche la Società
Cervino: da questo momento in poi Cervinia si sviluppa a
tal punto da diventare uno dei più estesi comprensori delle
Alpi. Divisa in quattro aree diverse, permette di sciare
anche nel periodo estivo sui 3489 m di altitudine del
ghiacciaio di Plateau Rosa, e, in quello invernale, di raggiungere in breve tempo non solo la Valtournenche, ma
anche le piste della “vicina di casa” svizzera Zermatt, ricoprendo così un’area di centinaia di km. Sulle piste, adatte
ad ogni livello di preparazione, si praticano le più svariate
discipline invernali: dal classico sci nordico alla scalata del
ghiacciaio, al pattinaggio su ghiaccio, allo snowbike.
Skipass giornaliero: € 34
Cervinia on-line: www.cervinia.it
www.montecervino.it
BORMIO (SO)
Centro sciistico più importante delle Alpi centrali, Bormio
vanta origini antichissime: la sua fondazione risale addirittura ai tempi dei romani che ne apprezzavano le terme,
tuttora di una certa importanza. Ma Bormio è soprattutto
una meta montana che, come la precedente, offre piste
per lo sci estivo. Situata a 1225 m di altitudine e molto
vicina al Passo dello Stelvio, è stata scelta più volte dalla
Fis (Federazione internazionale sci) come sede per le gare
di Coppa del Mondo. Anche in questa stagione, infatti,
Bormio ospiterà, dal 12 al 16 marzo prossimi, le finali di
Coppa del Mondo Fis di sci alpino, sci nordico, freestyle e
snowboard.
Skipass giornaliero: € 38
Bormio on-line: www.bormioonline.com
www.altavaltellina.so.it
MADONNA DI CAMPIGLIO (TR)
I primi edifici destinati ad accogliere gli appassionati della
montagna – in testa a tutti lo Stabilimento Alpino - risalgono al 1868. Nel 1935 viene inaugurato una slittovia, mentre
due anni dopo vengono disputate le prime gare di sci. In
breve tempo, per la bellezza del paesaggio e le nevicate
abbondanti, la località è diventata stazione invernale di primato mondiale grazie alle sue spettacolari piste.
Skipass giornaliero: €36
Madonna di Campiglio on-line: www.campiglio.net
www.funiviecampiglio.it
CORTINA D’AMPEZZO (BL)
Anch’essa parte
del più grande paradiso sciistico
del mondo, il Dolomiti Superski, è senza
dubbio la meta invernale più cool d’Italia: Vip
e campioni, infatti, sono qui di casa. Teatro, il
26 gennaio del 1956, della VII Olimpiade
Invernale, la prima entro i nostri confini, e tuttora di innumerevoli competizioni (la Coppa del
Mondo di Sci femminile, quelle di Bob, i Tornei
di Polo su neve, i Campionati di Hockey su
ghiaccio e Curling), Cortina dispone sia di
piste da sci, precisamente 78 e per tutti i livelli, sia di uno
Snowpark, di dimensioni piccole ma funzionale, per gli
amanti dello snowboard.
Skipass giornaliero: € 38
Cortina d’Ampezzo on-line: www.cortina.dolomiti.com
www.dolomitisuperski.com
IN PRINCIPIO ERANO LEGNO E PELLI
Sono in pochi a saperlo, ma lo sci è il
mezzo di locomozione più antico,
inventato dall’uomo forse ancor prima
della ruota. I ritrovamenti più
importanti, risalenti al 2500 a.C. circa,
sono avvenuti in Siberia, Scandinavia e
Lapponia. Inizialmente gli sci erano lunghi
circa 4 m., ma dai primi secoli d.C. se ne
sviluppa un genere “meticcio”, mezzo artico e
mezzo nordico: lo sci sinistro, di lunghezza normale,
era adatto alle grandi velocità, mentre il destro era
molto più corto ed aveva la funzione di spingere,
guidare e frenare. Bisogna arrivare, però, alla fine
dell’Ottocento per un accorciamento definitivo degli sci,
che raggiungono così una lunghezza di 1.80 m.
Le prime vere competizioni vengono organizzate ad
Oslo nel 1860: da qui lo sport raggiunge anche le
Alpi, che ne erano rimaste estranee, grazie ad un ingegnere svizzero che, trasferitosi in Piemonte nel 1897, in
breve tempo contagia tutti con la sua passione. E’ in
questo periodo che viene fondato lo Ski Club Alpino di
Torino, che si unisce poi al Cai (Club Alpino Italiano).
Un’importante svolta che riguarda il materiale utilizzato nella fabbricazione degli sci è quella del pilota
Head, che sostituisce al legno il metallo. Come spesso
avviene per le grandi scoperte, sono piccoli incidenti o
inconvenienti a fungere da circostanza ideale: Head un
giorno, avendo dimenticato i suoi sci, decide di provare ai piedi i pattini di riserva del suo idrovolante e, trovandoli di suo gusto, iniziò a produrli, fondando
l’omonima e famosissima casa, diventata poi
una delle più diffuse.
21 maggio - 21 giugno
21 aprile - 21 maggio
Affari di cuore
Vi sentite ballerini, e
questo non è da voi.
Cercate anche di capire
cosa volete davvero; la fine del
mese porterà una ventata di
novità.
Amicizia & famiglia
Un caro amico vi ha messo alla
prova ultimamente chiedendo
aiuto; voi però siete riusciti,
come sempre, a dare il meglio
di voi stessi.
Consiglio
“La barca nel bosco” di Paola
Mastrocola.
Affari di cuore
E’ un periodo di grandi
riflessioni e di massima
tranquillità, i dubbi che vi
attanagliano saranno presto
certezze.
Siate fiduciosi,
Novità in arrivo per i single!
Amicizia & famiglia
Siete sempre sul chi va là
riguardo a un paio di persone
che non si sono ancora svelate
del tutto, fate bene a non
concedere loro molta confidenza.
Consiglio
“Anna Karenina” di Lev Tolstoj.
Affari di cuore
L’amore non si può
programmare, ma purtroppo
il vostro carattere vi fa mettere
i paletti anche in questo campo.
Cercate di lasciarvi andare.
Amicizia & famiglia
Scorbutici e irascibili, in
quest’ultimo periodo non siete
riusciti a concludere i vostri progetti.
Ci vuole più iniziativa! Più impegno
nello studio, le pagelle non
perdonano!
Consiglio
“Il carico da undici” di Gianni
Bonino,
Affari di cuore
Date un po’ troppe cose
per scontato e questo
non fa bene al rapporto.
Cercate di dedicare più tempo
al partner. I single inizino la
caccia!
Amicizia & famiglia
Le vostre scelte personali sono
state accolte con gioia e
condivisione in famiglia,
sfruttate al massimo questa
situazione.
Consiglio
“L’armata perduta” di Valerio
Massimo Manfredi.
Affari di cuore
I dubbi e le incertezze di
inizio anno si sono
dissolti.
Adesso – con Venere ben salda
nel vostro segno - vi sentite
pronti per amare ed essere
amati.
Amicizia & famiglia
Ammettetelo, la rivalità è uno
stimolo a fare meglio: i vostri
obiettivi sono sempre oltre al
massimo! Un pizzico di umiltà,
però, non fa mai male.
Consiglio
“L’esclusa” di Luigi Pirandello.
Affari di cuore
Il tempo dell’attesa è
finito, adesso potete
sfoderare tutto il vostro
charme con la persona che
avete puntato da tempo.
Cogliete l’attimo!
Amicizia & famiglia
Perché torturarvi con mille impegni
quando potete permettervi un
periodo di tranquillità con i vostri
amici? In famiglia cercate di essere
più disponibili.
Consiglio
“Il giardino dei Finzi-Contini” di
Giorgio Bassani.
Affari di cuore
Siete rimasti a bocca
asciutta! A furia di
aspettare che sia l’altro a
fare il primo passo avete perso
tutto...
Amicizia e famiglia
Siete molto contenti del nuovo
ambiente che frequentate
perché il clima creato vi ha
messo a vostro agio. Lo stesso
non si può dire dell’atmosfera
scolastica.
Consiglio
“La ragazza del secolo scorso”
di Rossana Rossanda.
23 novembre - 21 dicembre
20 febbraio - 20 marzo
23 ottobre - 22 novembre
21 gennaio - 19 febbraio
24 agosto - 23 settembre
Affari di cuore
Diciamoci la verità, le
situazioni stabili vi stanno
strette. Siete dei guerrieri e
vi piace più combattere che
godervi la vittoria! Attenti, però,
a non strafare.
Amicizia & famiglia
Alcuni amici hanno cercato di
mettervi i bastoni tra le ruote;
reagite con intelligenza e un
pizzico di furbizia. Più parsimonia
nelle spese sotto le feste.
Consiglio
“Gli ultimi della classe” di Paola
Tavella.
Affari di cuore
Dopo un novembre
abbastanza soddisfacente
per quanto riguarda le
relazioni amorose, dovete far
fronte ad alcuni problemi.
Non perdetevi d’animo.
Amicizia & famiglia
Mamma mia, con le vostre
richieste avete scatenato in
famiglia una vera e propria
burrasca.
Gli amici vi daranno il conforto
che meritate.
Consiglio
“Peer Gynt” di Henrik Ibsen.
23 luglio - 23 agosto
Affari di cuore
Siete un po' nostalgici,
cercate di svagarvi con
sano divertimento e tanta
passione.
Chi è single non si faccia
problemi: sotto Natale Venere
dona un fascino tutto
particolare.
Amicizia & famiglia
Drizzate bene le orecchie perché
nell’aria c’è qualche novità che
non vi piacerà per niente!
Consiglio
“Dopo il lungo inverno” dei
Modena City Ramblers.
22 giugno - 22 luglio
Affari di cuore
A gonfie vele, il vostro
appeal vi aiuterà a fare
breccia nei cuori che
desiderate. Le coppie stabili
potrebbero subire qualche
scossone… issate le vele!
Amicizia & famiglia
La vostra generosità sarà ben
presto premiata in famiglia. Nei
momenti di difficoltà con gli amici,
potrete contare sul fatto che non
resterete soli. Non siate tirchi con
i regali di Natale!
Consiglio
“Fondazione” di Isaac Asimov.
24 settembre - 22 ottobre
Affari di cuore
State tastando le
sensazioni di un nuovo
amore? Siete proprio
insaziabili, comunque Cupido e
Venere sono dalla vostra parte,
approfittatene.
Amicizia & famiglia
La vostra cerchia di amici si
allarga sempre più, ma pensate
anche a rafforzare i rapporti
‘storici’. Più impegno con latino
e matematica.
Consiglio
“Ines dell’anima mia” di Isabel
Allende.
a cura di Cassandra
22 dicembre - 20 gennaio
21 marzo - 20 aprile
62
Oroscopo
PR1MO MAGGIO
in PR1MA FILA
E
T
R
A
P
R
A
F
I
VUO A GI URI A
DELL GRUPPI
DEI ENT I
EMERoGncer to i o
al c r i mo Magg
Inviaci la tua recensione
del P
ad album o concerti, oppure
a
m
o
R
a
un'intervista inedita
?
a cantanti o musicisti:
i migliori contributi
verranno pubblicati sulla
rivista e sul sito.
I vincitori avranno libero
accesso al backstage
del concerto
e incontrare gli artisti.
Partecipa alla selezione
scrivendo a:
[email protected]
scadenza: 31 marzo 2008
Scarica

IL CORAGGIO DI VOLTARSI