Testo liberamente adattato da www.votedevaleur.org Il voto di valore A cura di Michele di Pisa* * http://systems.it/michele_di_pisa.html http://micheledipisa.wordpress.com/ http://www.systems.it/ss http://ready64.it/articoli/leggi/idart/32/intervista-a-michele-di-pisa Sommario Premessa Per un sistema di voto più democratico Per una democrazia più robusta, senza dispersioni di voto Un voto personale che rispecchia le opinioni dell’elettore, non un voto “utile” condizionato dai sondaggi Per una democrazia più matura Sistemi di voto a confronto Il voto binario Il ballottaggio Il voto per classifica (Voto con preferenze, Voto alternativo, Metodo Condorcet, Metodo Borda, Metodo Schulze) Sistemi di voto a ripartizione di punti Sistemi di voto per approvazione Voto per approvazione Sistemi di voto a punteggio Criteri di valutazione dei sistemi di voto Criteri di Arrow Criterio di totalità Criterio di universalità Criterio d’unanimità Criterio d'indipendenza Criterio di non-dittatura Criterio di Condorcet Criterio del perdente di Condorcet Criterio di coerenza Criterio dell’indipendenza dai cloni Criteri d'indipendenza Criterio di partecipazione Criterio di maggioranza Criterio di monotonia Criterio di mutua maggioranza Criterio di Pareto Criterio di simmetria inversa Criterio di preferenza segreta Criterio di Smith Criterio di Schwartz Criteri di resistenza al voto tattico Criteri rispettati dal Voto di Valore Criteri non rispettati dal Voto di Valore Voto tattico e Voto di Valore Il Voto di Valore in pratica Condizioni necessarie Tecnica del voto Metodo di calcolo Procedure di voto Tempi di scrutinio Presentazione dei risultati Il voto alternativo Le presidenziali francesi 2012: un test su larga scala Una conferma dell’incoerenza del sistema a due turni Coerenza del Voto di Valore Premessa Da circa vent’anni, ossia da Mani Pulite in poi, il tema del sistema elettorale è diventato un mantra del dibattito politico. Panacea o semplice espediente per cercare di adattare la legge alle proprie contingenti esigenze? Se un albero si giudica da suoi frutti, la risposta non può che essere scontata. Almeno per quanta riguarda il passato. E, nelle inconfessate intenzioni di alcuni, anche per il futuro. Quel che fa più specie, tuttavia, non è tanto l’inveterato desiderio di alcuni di costruirsi delle leggi su misura anche per questa importantissimo atto di democrazia, quanto il metodo indistintamente praticato da tutti i capi di partito di circoscrivere il dibattito sull’argomento a una ristrettissima cerchia di privilegiati (meno di una decina di persone) che dovrebbero accordarsi, in funzione dei propri convincimenti e convenienze, al posto di sessanta milioni d’italiani. A destra come a sinistra, non risulta che i grandi capi abbiano tentato di far partecipare al dibattito né le dirigenze intermedie dei partiti, né tanto meno quella base della cui evocazione spesso si gargarizzano. Anche la stampa e i professionisti dei dibattiti d’una tv sempre meno incisiva seguono svogliatamente, quasi per puro puntiglio di cronaca, le fasi di un battibecco a tre o quattro voci, lasciate filtrare dagli uffici stampa al fine di alimentare altre polemiche e consumare altri ricatti e condizionamenti. Democrazia-dal-basso, sa bene che nessuna idea al mondo è mai nata maggioritaria. Le maggioranze, per altro, per una specie di elettromagnetismo sociale, tendono a polarizzarsi attorno ai nuclei con massa maggiore, rendendo difficile l’emergere di nuove proposte. Il libretto elettronico allegato intende andare contro corrente, anche se ci è chiaro che si tratta di una sfida impari, quasi come l’illudersi di poter vuotare l’acqua del mare con l’aiuto d’una semplice conchiglia, di cui raccontava Agostino da Ippona. Dopo avere passato in rassegna le principali tendenze innovative in materia elettorali, ci siamo soffermati sul Volo di Valore, che ci è parso tra i sistemi migliori per passare da decenni di forte contrapposizione personale e ideologica a una politica del consenso, necessaria per riappacificare il paese e tenerlo lontano da nuove e improvvise infatuazioni. Il Voto di Valore è spesso messo a confronto con sistema elettorale a doppio turno. Ciò risponde a due motivi: la fonte (francese) liberamente utilizzata e l’innamoramento di alcuni politici italiani per questo metodo. Il lettore non farà fatica e rendersi conto che non siamo per nulla entusiasti del sistema dei cugini d’Oltralpe. Il sistema che proponiamo è anni luce più avanti. Qualora, però, il Voto di Valore dove essere apparire troppo “innovativo”, proponiamo una via di mezzo, a metà strada tra Voto di Valore e Voto Alternativo. Non pretendiamo di avere la verità e temiamo fortemente coloro che sostengono di esserne depositari. Ci proponiamo soprattutto di suscitare un dibattito a livello di cittadino normale. Questo libretto vuole essere solo il seme d’una più ampia e articolata discussione, che affidiamo al vento della rete. Michele di Pisa Per un sistema di voto più democratico Il Voto di Valore è un sistema elettorale diverso da quello che conosciamo oggi. Il principio è semplice: invece di votare a favore di un candidato, e implicitamente contro tutti gli altri, l'elettore assegna un punteggio a ogni candidato, per esempio da 2 (fortemente preferito) a -2 (molto contrario). Il candidato che ottiene il punteggio più alto è eletto. Voto di forte opposizione nei confronti di un candidato. ... voto di appoggio esclusivo tipico di un sostenitore militante ... scheda bianca... ... un voto “moderato”... ... o una valutazione molto precisa. La domanda posta all'elettore non è più "qual è il tuo candidato preferito?", ma "qual è il tuo parere su ciascuno dei seguenti candidati?" Il fatto di dovere esprimere delle valutazioni precise potrebbe scoraggiare gli elettori dal recarsi alle urne. Esperimenti sul campo, tuttavia hanno dimostrato che gli elettori s’immedesimano facilmente con questo tipo di votazione. Ad esempio, un esperimento realizzato nel 2007, con una variante del Voto di Valore secondo una scala di solo tre valori, il sistema è stato giudicato “chiaro” dal 79% dei partecipanti. Per una democrazia più robusta, senza dispersioni di voto I risultati elettorali attuali sono molto soggetti al fenomeno della frammentazione del voto. Spesso, infatti, una candidatura si traduce in uno svantaggio per la stessa parte politica in cui il candidato milita, come nel seguente esempio a turno unico maggioritario: Dispersione dei voti in un sistema maggioritario a turno unico: se C si presenta, i voti del partito in cui militano B e C si disperdono e vince il candidato A. Il sistema a due turni in vigore in Francia mira a ridurre questo rischio. Tuttavia, se il numero dei candidati aumenta, il problema si ripresenta come in questo secondo esempio: Dispersione tipica dei voti al primo turno in un sistema maggioritario a due turni: se per il partito dei rossi, oltre a B si presenta anche C, al secondo turno passano A (dei blu) e D (dei verdi); se invece C non si presenta, al secondo turno passano A e B. Ne conseguono trattative infinite per evitare la proliferazione dei candidati di stessa ispirazione al primo turno e, tra un turno e l’altro, per il convogliamento dei voti. Questi giochi tattici distolgono l'attenzione dei media dal contenuto politico dei programmi, dando una cattiva immagine della democrazia, con conseguenti tentazioni astensionistiche. Nonostante queste tattiche, i risultati del primo turno sono particolarmente instabili; il punteggio di un candidato, infatti, è fortemente condizionato dalla presenza (o assenza) di altri candidati. È il risultato dell’intero processo elettorale, compreso il secondo turno, che viene così indebolito. Con il Voto di Valore, il concetto di frammentazione scompare. Infatti, se B e C sono due buoni candidati "del partito dei rossi", il simpatizzante "rosso" può esprimere una votazione elevata per entrambi i candidati. Il punteggio che l’elettore assegnerà a B non è influenzato dalla candidatura di C, né da qualsiasi altro candidato. I risultati sono molto più stabili e democratici. Un voto personale che rispecchia le opinioni dell’elettore, non un voto “utile” condizionato dai sondaggi Il rischio del voto d’opinione e la frustrazione del voto tattico Nel sistema a doppio turno, il primo turno a volte ha l’effetto di eliminare un candidato che, al secondo turno, sarebbe vincitore e far passare al suo posto un candidato che, al secondo turno, sarebbe certamente perdente, come avvenne per le elezioni presidenziali francesi del 2002 con la contrapposizione Chirac-Le Pen. Questa incoerenza è molto grave, e potrebbe portare a risultati catastrofici: il primo turno, infatti, potrebbe far prevalere due candidati (immaginate due diversi Le Pen), entrambi con un tasso di rifiuto generale particolarmente forte! Quando un candidato, fortemente inviso alla maggioranza, arriva nel secondo turno, molti elettori rimpiangono la scelta fatta al primo turno. In effetti, questi elettori hanno votato coerentemente con la propria opinione, ma non hanno saputo calcolare il rischio derivante dalla frammentazione del voto. Per evitare questo rischio, tali elettori sono costretti a non esprimere la loro vera opinione: io preferisco A, ma voto per B, dato per vincente, per paura di C. Ma chi è che decide qual è il candidato vincente? I sondaggi! Questo tipo di voto “utile” non solo è frustrante, ma mette gli elettori in balia di un presunto parere degli altri. Con questo sistema tanti cittadini godono d'un diritto di voto limitato, potendo solo scegliere tra due mali: o esprimere esclusivamente un voto d’opinione, o rassegnarsi alla frustrazione di un voto tattico (o utile). Eliminando la dispersione, il Voto di Valore riduce notevolmente la necessità del voto tattico: per esempio posso assegnare un punteggio + due al candidato A, +1 a B, -2 a C, oppure +1 ad A, +2 a B e -2 a C. In altri termini, il Voto di Valore offre all'elettore una maggiore flessibilità, senza deresponsabilizzarlo: non è necessario sacrificare alcun candidato per paura di avvantaggiare qualcun altro che si ritiene rappresenti un male maggiore. Il voto torna a essere una questione di fiducia personale e l’elettore dipende sempre meno dai sondaggi e sempre più dalla sua decisione. La scheda elettorale riflette più fedelmente le opinioni degli elettori. La situazione paradossale per cui un candidato respinto con forza dalla maggioranza degli elettori possa superare tutti gli altri candidati, col Voto di Valore è praticamente impossibile. Qualunque sia il numero dei candidati in lizza, un candidato popolare riceverà sempre un buon punteggio; al contrario, un candidato molto inviso riceverà un punteggio basso. Questo sistema è, dunque, molto più coerente. Per una democrazia più matura Per una democrazia che unisce e non divide Con i sistemi di voto attuale, è sufficiente essere preferiti dal 50%+1 degli elettori e poco importa se si è odiati dal restante 49,99%. Col Voto di Valore, invece, solo il candidato il cui sostegno va ben oltre la semplice maggioranza può essere eletto, come illustra l’esempio che segue. Questa tabella presenta i risultati di un’elezione col sistema del Voto di Valore con 100 elettori e tre candidati. Naturalmente le schede elettorali richiedono più informazioni di quante occorrono con un sistema di votazione standard. Nello specifico, il candidato A è preferito da oltre il 50% degli elettori e, con i sistemi di voto attuali, sarebbe stato eletto nonostante che sia molto inviso a una parte consistente dell'elettorato. Questo rifiuto è ignorato dai sistemi odierni, ma è penalizzante ai fini del punteggio finale del Voto di Valore. Con questo sistema, sarà eletto il candidato C, che pur godendo di un supporto meno intenso, ma notevolmente più ampio, totalizza un punteggio più elevato. Oggi, in tutto l’Occidente, i due partiti maggiori sono in opposizione quasi sistematica, e sono rari i progetti di legge approvati in maniera condivisa. Favorendo candidati in grado di trovare punti di unione, a scapito dei candidati di pura rottura, il Voto di Valore dovrebbe aiutare i paesi a uscire dallo schema d’opposizione binaria e incoraggiare una democrazia della costruzione collettiva e della ricerca del consenso, oltre il puro rapporto numerico maggioranza-opposizione. Per un sistema che non soffochi l’innovazione politica In politica, come in altri campi, spesso l'innovazione nasce in periferia, tra i non addetti, quasi mai a iniziativa di chi occupa i posti migliori al centro del sistema. Tuttavia, i candidati periferici, portatori di proposte innovative, spesso sono svantaggiati dall’esigenza di un voto utile e difficilmente superano le soglie di sbarramento necessarie per sperare di essere eletti. Anche il sostegno della base ai loro messaggi spesso è sottovalutato, per cui i partiti dominanti sono poco interessati a fare proprie le loro tesi. Il Voto di Valore, diminuendo l’importanza del voto utile, potrebbe consentire ai candidati meno popolari di raggiungere ugualmente un punteggio elevato, quantomeno fino a influenzare in modo sostanziale i programmi dei partiti dominanti, e quindi di promuovere il rinnovamento. Criteri rispettati dal Voto di Valore Studiati più recentemente, i sistemi di voto basati su punteggi espressi secondo una scala di valori, come appunto il Voto di Valore, non si basano su un principio di classificazione di Arrow. Questi sistemi di punteggio travalicano il teorema dell'impossibilità di Arrow, e soddisfano i principali criteri di valutazione dei sistemi di voto. Il Voto di Valore, invece, non soddisfa il "criterio di maggioranza," secondo cui il candidato classificato al primo nelle preferenze di oltre la metà degli elettori debba essere l’eletto. A prima vista, questo criterio sembra naturale. Consideriamo, tuttavia, un candidato apprezzato dal 51% degli elettori ma molto inviso al restante 49%: ciò ne farebbe un candidato migliore di un altro moderatamente apprezzato da tutti? In base al criterio di maggioranza, sarebbe così. La nostra posizione su questo tema fondamentale è molto chiara: il sistema di voto deve essere al servizio della coesione della democrazia; in quanto tale, pertanto, dovrebbe favorire il candidato che interpreta meglio l’unione, a scapito di chi rappresenta prevalentemente la contrapposizione e il conflitto. Questo è ciò che persegue il Voto di Valore. Analizziamo più da vicino quali altri criteri sono rispettati dal Voto di Valore. Criterio d’universalità. La procedura dovrebbe dare un risultato sull’insieme delle possibilità: occorre essere sempre in grado di dedurre la volontà collettiva dalle volontà individuali. In altre parole, a prescindere dai voti espressi dai votanti, l'elezione deve portare sempre a un risultato (nessuna situazione di blocco). Criterio di non-dittatura. Le preferenze di un singolo individuo non devono determinare la scelta collettiva. In altre parole deve poter imporre le proprie preferenze. Criterio di monotonia. Se un candidato non è vincente e viene retrocesso in alcune schede elettorali, senza cambiare l'ordine degli altri candidati, non dovrebbe essere in grado di vincere. Nessun elettore deve poter danneggiare un candidato, sopravvalutandone un altro. Il sistema presidenziale francese (a doppio turno), ad esempio, non rispetta affatto questo criterio. Criterio di totalità o sovranità. Tutte le proposte possibili devono avere le stesse possibilità di essere adottate. Nessuna scelta può essere scartata a priori. Indifferenza delle opzioni meno pertinenti. La graduatoria tra due candidati deve dipendere dal loro posizionamento relativo e non dal posizionamento di un terzo candidato. Se si considera un sottoinsieme dei candidati, il sistema di voto non deve generare una diversa graduatoria all’interno di questo sottoinsieme. Teorema dell'impossibilità di Arrow. Nessun sistema di voto per graduatoria rispetta i cinque principi precedenti. Criterio d’unanimità. Se un candidato è preferito dalla totalità degli elettori, deve essere il vincitore. Criterio d'indipendenza globale. La presentazione di un candidato aggiuntivo non deve cambiare l'ordine d’iscrizione degli altri candidati nelle schede elettorali. Indipendenza globale. Se in un'elezione, dove X è il candidato vincente, si aggiunge un nuovo candidato Y, il nuovo vincitore non può che essere X o Y. Il sistema a doppio turno francese non rispetta questo criterio. Criterio di non sopravvalutazione. L'elettore non deve potere sopravvalutare un candidato al fine di garantire al candidato preferito un ballottaggio più facile. Il sistema a doppio turno francese non rispetta questo criterio; il Voto di Valore lo rispetta evitando proprio il doppio turno, ritenuto inutile. Criterio dell’indipendenza dai cloni. Un insieme di cloni è un gruppo di candidati apparentemente equivalenti, per cui l’elettore è naturalmente portato a posizionare ogni altro candidato o prima o dopo il gruppo dei cloni. Un insieme di cloni non può contenere tutti i candidati in lizza. Questo criterio misura la robustezza del sistema elettorale nei confronti delle candidature di disturbo, dirette a danneggiare o favorire un altro candidato. Formulato da Nicolaus Tideman, questo criterio stabilisce che il vincitore di un’elezione non deve cambiare neanche se nella competizione elettorale entrano in campo altri candidati di disturbo, detti anche cloni, aventi caratteristiche simili a quelle dei candidati già in lizza. Analogamente, se un candidato compreso nel gruppo dei cloni è eliminato e il precedente vincitore era compreso in questo gruppo, il nuovo candidato vincitore deve appartenere al gruppo dei cloni. Il sistema a doppio turno francese non rispetta questo criterio. Nel caso di un sistema di voto a punti, il concetto di clone dovrebbe essere inteso in senso stretto, ossia nel senso che due candidati sono dei cloni quando l’elettore attribuisce loro lo stesso punteggio. In tale ipotesi, il Voto di Valore rispetta il criterio dei cloni. Criterio di coerenza demografica. Immaginiamo due gruppi di cittadini, ad esempio gli abitanti del nord e quelli del sud. Supponiamo che sia a Nord sia a Sud sia eletto lo stesso candidato; mescolando tutte le schede elettorali, dovrebbe essere eletto sempre lo stesso candidato. Il sistema a doppio turno francese non rispetta questo criterio. Criterio di partecipazione. Se X è un vincente e che si aggiungono altre schede dalle quali X risulti sempre in migliore posizione di Y, Y non può essere il nuovo vincitore. Il sistema a doppio turno francese non rispetta questo criterio. Criterio di Pareto. Se il candidato X è meno votato in tutte le schede rispetto al candidato Y, non può essere vincitore. Criterio di simmetria inversa. Se un candidato vince, ma s’inverte l’ordine di presentazione dei candidati in tutte le schede elettorali, lo stesso candidato deve perdere. Applicato al Voto di Valore, l'operazione consiste nell’invertire la scala dei valori. Concludendo. Il Voto di Valore soddisfa la maggior parte dei criteri richiesti perché un sistema di voto possa essere riconosciuto valido e democratico. Criteri non rispettati dal Voto di Valore Criterio di preferenza segreta. Se un candidato vince e, nelle schede elettorali, si cambiamo gli ordini di preferenza degli altri candidati meno votati, il candidato vincente deve rimanere vincitore. Per un’elezione democratica, rifiutiamo il criterio della preferenza segreta. Questo sistema emargina gli elettori meno favorevoli a un candidato apparentemente più forte, non consentendo loro di rimettere in discussione i risultati elettorali. Questo principio non è del tutto accettabile: se una parte degli elettori che ha espresso un voto di forte ostilità (-2) nei confronti del candidato A, vuole attenuare o modificare la propria posizione, è normale che questo candidato possa passare in testa. Criterio di maggioranza. Un candidato al primo posto in oltre la metà dei voti dovrebbe risultare vincitore. Criterio di mutua maggioranza. Se un gruppo di candidati è in testa a tutti gli altri in oltre la metà delle schede, il vincitore deve fare parte di questo gruppo. Per un’elezione democratica, rifiutiamo il criterio della semplice maggioranza numerica. Voto di valore Voto Candidato A Candidato B Candidato C Analisi dei risultati (simulazione con 100 elettori) Fortemente ostile Ostile Indifferente Favorevole Molto favorevole -2 -1 0 1 2 Punteggio medio 32 punti 34 6 5 4 51 10 18 37 23 12 6 4 7 37 46 9 punti 113 punti In questo esempio, il candidato A è fortemente preferito da oltre il 50% degli elettori. Se si applica il criterio di maggioranza, quindi, l’eletto non potrà che essere A, indipendentemente dal numero di elettori che gli si sono dichiarati molto ostili. Questo rifiuto, invece, con il Voto di Valore si riflette nello scrutinio finale. Il Voto di Valore, infatti, assegna un totale di 113 punti (su 100 votanti) al candidato C, posizionandolo in testa anche rispetto al candidato A, il punteggio si ferma a 32 punti. In generale, se un candidato riceve un voto favorevole da oltre il 50% degli elettori, ma non raccoglie anche il massimo del punteggio, significa che una fortissima minoranza di elettori gli è fortemente ostile. Questo è segno di una grande divisione e di forti tensioni all’interno della società. Il candidato in testa con il metodo della somma dei valori rappresenta una soluzione più consensuale e meno conflittuale. Da ciò dipende la stessa democrazia. Preferendo questo metodo di raccolta del consenso si favorisce la coesione sociale e si riducono le tensioni. Questo metodo è anche una risposta a quei critici antidemocratici che definiscono la democrazia come "la dittatura del 51% sull’altro 49%". Rispetto all’approccio del Voto di Valore, il criterio della maggioranza quantitativa appare arcaico e limitativo. Criterio del vincitore di Condorcet. Se c'è un “vincitore Condorcet”, cioè un candidato che, messo a confronto con qualsiasi altro candidato, è sempre preferito dalla maggioranza degli elettori, questo candidato deve essere eletto. Il sistema a doppio turno francese non rispetta questo criterio. Per un’elezione democratica, rifiutiamo il criterio del “vincitore di Condorcet” Per capire perché il Voto di Valore non rispetti questo criterio, consideriamo il seguente esempio il cui il candidato favorito in tutti i ballottaggi non è necessariamente stato eletto anche col Voto di Valore: Candidato A Candidato B Candidato C 51 elettori 2 -1 1 49 elettori -2 0 1 Punteggio totale 4 -51 100 I 51 elettori che costituiscono la maggioranza preferiscono A sia a B sia a C. Tuttavia A non viene eletto, penalizzato dal forte rifiuto che suscita tra gli altri 49 elettori. Vincitore sarà il candidato di mediazione C. Come nell'esempio precedente, relativo al criterio di maggioranza, questo esempio illustra una situazione auspicabile per la democrazia, dove l’unione premia rispetto alla divisione. Il rispetto del criterio di Condorcet impedirebbe questo tipo di situazione, creando un inconveniente maggiore. Respingiamo, pertanto, il criterio del vincitore Condorcet, così come il criterio di maggioranza. Nota: il criterio di Condorcet appare come un criterio che di maggioranza rafforzata, dato che un sistema di voto che lo soddisfa è necessariamente conforme al criterio di maggioranza. Il nostro rifiuto del criterio di maggioranza quantitativa porta logicamente al rifiuto del criterio di Condorcet. Criterio di Smith. L’insieme di Smith è il più piccolo gruppo di candidati che vince contro tutti gli altri candidati che non fanno parte di quell’insieme. Il vincitore deve appartenere a quell’insieme. Per un’elezione democratica, rifiutiamo il criterio di Smith. Come il criterio del vincitore di Condorcet, il criterio di Smith è una variante del criterio di maggioranza. Infatti, il concetto centrale di questo criterio, la nozione di lotta per la conquista della maggioranza, trascura l'intensità del sostegno e del rifiuto e apre la porta a strategie politiche di contrapposizione piuttosto che unione e coesione democratica. Pertanto dobbiamo respingerlo per le stesse ragioni per cui rifiutiamo i criteri di maggioranza e di vincitore di Condorcet. Voto tattico e Voto di Valore Cos’è un voto tattico? Prima di definire il voto tattico, bisogna mettersi d’accordo su cosa intendere per il suo contrario, ossia il “voto sincero”. Dal punto di vista del Voto di Valore, il voto sincero consiste nel dare a ciascun candidato un valore il più obiettivo possibile, indipendente da qualsiasi altro candidato. Per voto tattico, di conseguenza, s’intenderà il trucco di non esprimere un voto sincero, in funzione di ben precise strategie elettorali tendenti a contrastare o favorire alcuni candidati. La resistenza al voto tattico non è un criterio in senso stretto, calcolabile matematicamente. Nessun sistema può esserne completamente al riparo, ma il termine è comunemente usato per indicare le possibilità di voto tattico in funzione dei vari sistemi di voto. Un esperimento condotto nel 2007 su due varianti di voto, uno con una scala di solo due valori (voto per approvazione), l'altro con una scala a tre valori, ha dimostrato che "questi sistemi elettorali sono meno esposti al voto strategico rispetto al sistema uninominale a due turni, dato che gli elettori si sentono meno costretti a sottostare alla logica del voto utile". Analizziamo ora le principali forme di voto tattico possibili nell’ottica del Voto di Valore. Voto di rifiuto. Prendiamo un elettore che "sinceramente" valuta A molto positivamente, ha un atteggiamento d’indifferenza per B ed è fortemente ostile a C. Votando "sinceramente" dovrebbe assegnare +2 ad A, 0 a B e -2 a C. Questo elettore. Tuttavia, teme che C sia ugualmente eletto, per cui da un voto +2 anche a B sperando che, se A non riesce a essere eletto, ce la faccia B. Lo svantaggio di questa tattica di voto, tuttavia, è che in questo modo l'elettore riduce le possibilità del candidato preferito in quanto B potrebbe passare in testa. Una protezione per la coesione sociale. Perché un voto così estremo? Perché l'elettore vede in questo candidato un pericolo per le proprie opinioni o per i suoi interessi personali. Cosa può spingere lo stesso elettore a danneggiare il proprio candidato preferito? L'ansia e il senso di un pericolo incombente. In altre parole, la manifestazione di questa forma di voto è un indice evidente di profonde tensioni sociali e dell'emergere di candidati che puntano tutto sulle contrapposizioni e le rivalità tra le varie componenti della popolazione. In tali circostanze, consentire l’emarginazione di tali candidati è utile per la difesa della democrazia e della coesione sociale. Il voto militante. Il voto militante è l’opposto del voto di esclusione. L'elettore vuole che il proprio candidato sia eletto a ogni costo. Così attribuisce a tutti gli altri candidati il voto peggiore per paura di avvantaggiare anche marginalmente un altro candidato, consentendogli di prevalere sul proprio favorito. Lo svantaggio del voto militante è che, in questo modo, l’elettore penalizza allo stesso modo sia i candidati ai quali potrebbe comunque sentirsi politicamente vicino, sia quelli che osteggia. Un’esigenza democratica. Le indicazioni di voto impartite agli attivisti fanno parte del gioco democratico, così come l'esistenza stessa e l’attività di partiti e militanti. Senza di loro, difficilmente ci sarebbe democrazia. Se il sistema dovesse mortificare il voto degli attivisti e la loro visione partigiana, inevitabilmente si allontanerebbe dall’obiettivo stesso della democrazia. A differenza di altre competizioni, di là del risultato del voto, ciò che importa ai fini della democrazia è che i cittadini possano esprimersi pienamente e incidere singolarmente sul futuro del Paese, come meglio ritengono. Nel caso d’un voto di, quale altra direttiva di voto potrebbe dare qualsiasi candidato tranne il chiedere il punteggio massimo per se stesso e quello minimo per tutti gli altri? Qualsiasi altra indicazione equivarrebbe a un autogol. Inoltre, i voti "binari" degli attivisti di ciascun candidato tendono ad annullarsi reciprocamente. È normale che il candidato che può contare sul maggior numero di attivisti sia avvantaggiato rispetto agli altri. Deve convincere ancora, tuttavia, la "maggioranza silenziosa", più sfumata, ma largamente maggioranza. Il voto dei sondaggi. I sondaggi ormai fanno parte del gioco politico. Tutti gli elettori sono inevitabilmente influenzati dalle loro previsioni. Prendiamo un caso estremo: l'elettore focalizza la propria attenzione sui candidati in testa ai sondaggi, nella convinzione che gli altri candidati non hanno alcuna possibilità di riuscire. Ipotizziamo che B e D siano i due principali candidati favoriti dai sondaggi. Desideroso di pesare quanto più possibile nella bilancia elettorale, l'elettore che nutre una preferenza (anche leggera) per B, gli attribuirà un voto +2, mentre a D assegnerà solo -2. Una volta assegnato il proprio voto al candidato preferito e a quello più detestato, potrà essere spinto a esprimere le proprie preferenze anche nei confronti degli altri candidati. In realtà, tra A e B preferisce A, per cui assegna un voto +2 anche ad A, mentre è in disaccordo totale con E (al quale attribuirà un -2). Ritiene, tuttavia, che C sia più adatto di D, ma meno di B, alla carica in questione. Gli darà, allora, un voto d’indifferenza (0). Seguendo le sue reali valutazioni, un voto sincero da parte sua sarebbe stato il seguente: Candidato A: +2 Candidato B: +1 Candidato C: 0 Candidato D: -1 Candidato E: -2 Come si nota, anche col Voto di Valore, i "sondaggi" portano l’elettore a calcare sul voto espresso, senza distorcere completamente il messaggio rispetto all'opinione "sincera" del votante. Il voto dei sondaggi ha certamente delle conseguenze pesanti… soprattutto per gli altri sistemi di voto. In questo contesto eviteremo di analizzare i vantaggi e gli svantaggi dei sondaggi, né dell’opportunità di riferirsi ad essi fino a farne il principale criterio di scelta elettorale: il primo aspetto riguarda la sfera politica più in generale, mentre il secondo punto rientra nelle scelte personali di ciascun elettore. Quello che maggiormente ci interessa sapere è fino a che punto tale comportamento di voto pone dei problemi ai fini della democraticità dei sistemi elettorali e se la valenza democratica del Voto di Valore ne risulti più o meno incrinata rispetto a tutti gli altri sistemi. Nel nostro esempio, con gli attuali sistemi elettorali, per il nostro ipotetico elettore, sarebbe come votare per il candidato B, ossia come bocciare sia il candidato E (ritenuto il peggiore) sia il candidato A (ossia quello favorito). Siamo in presenza, cioè, non tanto di una deformazione del voto "sincero", ma di un vero capovolgimento distruttivo delle preferenze dell'elettore! Accade la stessa cosa anche con i principali sistemi di voto o punti o per classifica. Con questi sistemi, per esprimere un voto tattico, occorre conoscere la posizione dei candidati che l’elettore vuole respingere, ma che in base ai sondaggi non giudica ‘pericolosi’. Se molti elettori mettono in atto lo stesso tipo di voto tattico, può verificarsi che alla fine l’eletto sia proprio quel candidato minore su cui nessuno avrebbe scommesso un solo centesimo. È per questa ragione che il voto tattico ha una grande importanza nella letteratura specializzata. Spesso si evidenzia che la maggiore flessibilità lasciata all’elettore dal Voto di Valore, gli consenta di scostarsi maggiormente da un voto sincero. Ciò è vero. Si sottovaluta, tuttavia, il fatto che i vincoli imposti dagli altri sistemi spesso costringano l'elettore a votare completamente contro le sue stesse preferenze- cosa, che in definitiva è molto più grave in termini di distorsione dei risultati. Infine, va notato che i criteri di "resistenza al voto tattico" sono importanti, se non prioritari, nel caso di una giuria i cui giudici hanno il dovere di essere imparziali e obiettivi. In questi casi, è necessario privilegiare un metodo di calcolo in grado di minimizzare il peso di quei giudici che potrebbero assegnare dei valori più bassi rispetto ai valori medi attribuiti dalla maggioranza dei giudici che si suppone essere più rappresentativa della "verità". Ad esempio, in una gara di pattinaggio, un giurato potrebbe "forzare" il punteggio assegnato a un compatriota e "abbassare" il voto degli altri candidati che egli sa essere più insidiosi per il suo favorito nella classifica finale. Tra i sistemi di voto per punteggio, il metodo del voto maggioritario attenua ulteriormente l'effetto di questi voti tattici. La democrazia, tuttavia, non è una gara sportiva e la volontà del popolo non è il voto espresso da una giuria. Ogni elettore deve avere le stesse opportunità di manifestazione e il sistema democratico deve produrre una sintesi della diversità di opinioni a prescindere dalle motivazioni degli elettori. Il Voto di Valore è in grado di realizzare questa sintesi, registrando fedelmente ed equamente il messaggio espresso da ciascun elettore su ogni candidato. Il Voto di Valore in pratica Pensare a come mettere in pratica un sistema non sperimentale di Voto di Valore potrebbe sembrare prematuro. È importante, tuttavia, diradare eventuali legittimi dubbi oggi sulla sua fattibilità. Infatti, il Voto di Valore richiede un sistema di scrutinio diverso da quelli ai quali siamo abituati che qualcuno ritiene di non facile messa in opera. Questa sezione illustra nel dettaglio le condizioni e gli strumenti necessari per implementare un sistema di elettorale basato sul Voto di Valore e dimostra che la sua applicazione è del tutto realistica. Condizioni necessarie Anonimato. Senza particolari precauzioni, l'attuazione d’un sistema elettorale basato sul Voto di Valore può compromettere l'anonimato del votante. Infatti, l'elettore dispone di 6 scelte per candidato (5 + il voto in bianco). Se ci sono sette candidati, sono possibili sei combinazioni elevate alla settima potenza, ovvero 279.936 combinazioni. Se i candidati sono 11, il numero delle combinazioni sale a 19.487.171! In un seggio elettorale con poche centinaia di votanti, allora diventa statisticamente possibile imporre a uno o più elettori una combinazione di voto al fine di esercitare un controllo a posteriori sul voto espresso. Per evitare questo rischio, è necessario segmentare le schede elettorali in tanti segmenti quanti sono i candidati. In questo modo diventa impossibile ricostruire l’intera scheda e identificare l'elettore che l’ha votata, senza perdere nulla delle informazioni necessarie per gli scrutini e gli eventuali riconteggi. Scrutinio manuale sotto il controllo dei cittadini. A differenza di altri sistemi di voto ponderato, il metodo di calcolo del Voto di Valore ha il vantaggio di non richiedere l'uso di sistemi elettronici, dato che comporta solo la somma dei voti e una semplice divisione per ottenere il valore medio risultante per ciascun candidato. Lo spoglio può essere effettuato manualmente sotto il controllo dei cittadini come nei sistemi elettorali con voto binario, senza l’uso di congegni di sorta. Tecnica del voto Un sistema classico per esprimere un Voto di Valore è quello del punteggio, mettiamo, da +2 a -2. L’uso dei simboli aritmetici, tuttavia, potrebbe essere rischioso, soprattutto perché scrutatori militanti poco onesti non farebbero fatica a trasformare i segni meno del voto attribuito ai propri candidati in segni più. Alcune alternative più affidabili possono essere le seguenti: Atteggiamento dell'elettore Molto favorevole Favorevole Indifferente Ostile Molto ostile Sistema classico Variante con Xe0 Variante con Si e No Variante con graduatoria di preferenza* +2 +1 0 -1 -2 XX X (bianco) 0 00 Si Si Si (bianco) No No No 1 2 (bianco o 0) 3 4 * Come nel voto alternativo Metodo di calcolo Prima dello spoglio, le schede devono essere segmentate per garantire l'anonimato. Ogni segmento contiene il nome di un candidato e, normalmente, il singolo valore assegnato a quel candidato. Per i segmenti di scheda votati correttamente, il calcolo è semplice: basta sommare i punti ottenuti da ciascun candidato. Alcuni segmenti, tuttavia, possono non essere stati compilati (schede bianche) o essere stati compilati male (schede nulle). Segmenti in bianco. I segmenti "in bianco" sono quelli che non sono stati completati: nessun valore assegnato. Col Voto di Valore, il voto in bianco può essere naturalmente espresso assegnando un valore che convenzionalmente esprime un giudizio di indifferenza, vale a dire zero. Proponiamo, quindi, che i segmenti in bianco vengano conteggiati allo stesso modo dei segmenti con voto zero. Segmenti nulli. I segmenti detti “nulli” sono i segmenti di scheda elettorale compilati male (ad esempio con più di un valore) o che contengono segni distintivi (frasi, macchie, raschiature, strappi, ecc.). Questi casi particolari possono essere risolti in vari modi: • valore zero. Si assimila il voto nullo a quello in bianco. Questo è il modo di scrutinio più. • valore medio: si attribuisce al candidato interessato il voto medio espresso dagli elettori che hanno votato validamente. In questo modo, le schede nulle non sono né una penalizzazione, né un vantaggio per nessun candidato. Questa sembra la soluzione più efficace contro il rischio di "deriva mafiosa". C1 Scheda di scrutinio per 100 elettori Candidato A Candidato B Candidato C C2 C3 C4 C5 Numero delle schede elettorali votate Molto Ostile Indifferente Favorevole ostile Molto favorevole C6 Numero delle schede votate C7 C8 Numero Numero delle delle schede schede nulle bianche C9 Numero totale delle schede C10 Totale dei punti espressi 34 6 5 4 51 100 0 0 100 32 10 18 17 23 7 95 4 1 100 -1 15 48 8 2 100 68 ^ ^ scrutinio scrutinio delle delle schede schede ^ verifica: La somma C6+C7+ C8 deve essere uguale al numero dei votanti per tutte le righe 4 ^ 6 ^ ^ ^ scrutinio delle schede 17 ^ 90 ^ calcolo = somma da C1 a c5 ^ somma dei punti. Ad esempio, per il candidato A: (34*(-2))6+4 +(51*2) Scheda di scrutinio Procedure di calcolo e controllo. Per calcolare il risultato delle elezioni, sarà necessario conteggiare per ciascun candidato: • il numero dei voti ottenuti per ognuno dei cinque valori (+2, +1, 0, -1 e -2) • il numero delle schede bianche, • il numero dei voti nulli. Il numero dei valori espressi nelle schede elettorali deve essere uguale per tutti i candidati e corrispondere al totale dei votanti. Questo tipo di verifica offre un livello di controllo equivalente a quello dei sistemi di voto attuali. I risultati saranno raccolti in una scheda di scrutinio simile a quella mostrata di seguito. Tale scheda contiene tutte le informazioni necessarie per calcolare i risultati, qualunque sia il metodo scelto per il conteggio delle schede nulle e delle schede bianche. Procedure di voto Presentiamo ora una procedura elettorale di base, manuale al 100%, e un’opzione elettronica di supporto per facilitare il processo, senza però arrivare a proporre un voto completamente elettronico. Proponiamo, quindi, una procedura cartacea completamente tracciabile con scrutinio manuale. Certamente esistono altre opzioni. Questo contributo, tuttavia, mira non ad essere esaustivo, ma semplicemente a dimostrare che esistono soluzioni concrete e realistiche. Opzione completamente manuale Le schede elettorali possono essere leggermente cartonate e fustellate (o perforate) in modo da consentirne facilmente la segmentazione in tante parti quanti sono i candidati (allo scopo di garantire l'anonimato dell’elettore). La scheda cartonata, inoltre, si presta ad essere segnata dal votante con un punteruolo, al posto della matita o della biro, al fine di ridurre le discussioni su eventuali segni distintivi capaci di invalidare il voto, in sede di scrutinio. Dopo di avere inciso la scheda col punteruolo nel segreto della cabina elettorale, l’elettore piega la scheda e l’inserisce in una busta che viene, successivamente, deposta nell’urna. Lo scrutinio segue le seguenti fasi: Apertura delle urne e conteggio delle buste. Consolidamento delle buste in lotti di 100. Distribuzione dei lotti di buste su "tavoli di scrutinio", apertura delle buste e taglio delle schede in tanti segmenti quanti sono i candidati, raggruppamento dei segmenti in lotti da 100. Una macchinetta manuale potrebbe contribuire ad accelerare la fase del taglio dei segmenti. Le buste vuote, contenenti più schede o altri documenti sono escluse e conteggiate come nulle per tutti i candidati. Distribuzione dei lotti dei segmenti di scheda elettorale su "tavoli di scrutinio" e conteggio dei segmenti di scheda per ciascuno dei sei possibili valori espressi (inclusi i segmenti in bianco e quelli nulli) per ciascuno dei candidati. Al termine della verifica di ciascun lotto, si verifica che la somma di 6 numeri di schede corrisponda al totale delle schede del lotto. Somma dei risultati dei lotti di ciascun candidato, quindi compilazione e controllo della scheda di scrutinio (illustrata nella sezione precedente). Opzione automatizzata Obiettivo di quest’opzione è di minimizzare il rischio dei voti nulli (perché poco chiari o recanti segni distintivi) e contemporaneamente di facilitare al massimo la segmentazione delle schede. Ogni cabina elettorale contiene una macchina con schermo tattile che consente all'elettore di esprimere il proprio voto (un po’ come con i distributori automatici di biglietti nelle stazioni). Quando l'elettore ha finito di impostare la propria scelta, preme un pulsante d’invio e la macchina stampa la scheda già compilata. L'elettore deve solo mettere la scheda nella busta che va depositata nell’apposita urna. Il resto dello scrutinio si svolge come descritto superiormente. Con tali apparecchiature, è anche possibile prevedere che la scheda sia automaticamente tagliata nei suoi vari segmenti prima di sigillarli nella busta. Nota: la macchina si azzera dopo ogni stampa. Non ha alcuna connessione esterna (internet, wifi, bluetooth o altro), né alcun tipo di memoria di massa in grado di registrare e memorizzare i dati anche dopo la stampa della scheda. Tempi di scrutinio Il carico di lavoro per lo scrutinio con sistema del Voto di Valore è maggiore rispetto a quello del voto binario. Lo scopo di questa sezione è di valutare tali oneri e di considerare l'organizzazione necessaria per garantire un tempo di scrutinio "ragionevole". Operazioni di scrutinio con voto binario. Abbiamo studiato i tempi di scrutinio in un seggio elettorale durante il secondo turno delle elezioni presidenziali francesi del 6 maggio 2007. Ore 18,14: apertura dell’urna, conteggio di 689 buste, raggruppamento in pacchetti da 6 lotti, ciascuno composto da 100 schede + 1 lotto da 89 schede. Ore 18,22: sono istituiti tre tavoli di scrutinio con quattro scrutatori per tavolo. Si distribuisce il primo lotto di buste. Due tavoli aprono 200 buste, il terzo tavolo ne apre 289. La velocità di scrutinio dipende dalla capacità dello scrutatore che apre le buste, con una resa che va da 6 a 11 secondi per busta. Durante l'apertura della busta, il secondo scrutatore legge ad alta voce il nome del candidato segnato nella busta aperta in precedenza; e il terzo e quarto scrutatore compilano autonomamente una copia della scheda di scrutinio. Nota: il trattamento di un voto nullo richiede una gestione speciale (firma da parte dei quattro scrutatori) e richiede circa 30 secondi. Ore 18,59: fine dello spoglio in tutti i tavoli. Con una votazione di tipo binario, 12 scrutatori hanno scrutinato 689 schede in 45 minuti. Stima dei tempi di scrutinio con Voto di Valore. Le principali differenze rispetto al voto binario sono: Un passaggio in più consiste nel segmentare le schede in tante parti quanti sono i candidati; il numero dei segmenti da scrutinare è proporzionale al numero di candidati. Per fare fronte al sovraccarico di lavoro derivante dal numero dei segmenti di scheda, ipotizzeremo l’utilizzazione di un numero superiore di tavoli di scrutinio (per esempio, per 12 candidati, necessiteremo di 12 tavoli). Per contro, essendo l’operazione di scrutinio divisa in due, ciascun tavolo avrà solo tre scrutatori. T0: apertura dell’urna, conteggio delle 689 buste, raggruppamento in gruppi da 6 lotti da 100 schede + 1 lotto da 89 pezzi. T0+8: ogni pacchetto viene distribuito in un tavolo di scrutinio. Il primo scrutatore apre la prima busta, il secondo separa i vari segmenti delle schede elettorali gli uni dagli altri (utilizzando un apposito strumento facilitatore), il terzo verifica le operazioni e raggruppa i segmenti di scheda corrispondenti a ciascun candidato. Calcolando 10 secondi per busta, 20 minuti dopo (di cui 3 minuti d’intervallo), i 72 pacchetti (12x6) da 100 segmenti, più i 12 da 89 pezzi dovrebbero essere pronti. T0+28: distribuzione dei pacchetti con i segmenti di schede elettorali sui 12 tavoli di scrutinio. Il primo scrutatore presenta il segmento e annuncia il valore assegnato a quel candidato; il secondo e il terzo scrutatore controllano la lettura e compilano il foglio di scrutinio con il risultato. Quattro secondi per segmento sembra un tempo ragionevole. Ogni tavolo scrutinerà 789 voti, impiegando 52 minuti. Con l'aggiunta di una pausa di 3 minuti tra ogni lotto di 100 segmenti, ad esempio per consentire l’alternarsi degli scrutatori arriviamo a 70 minuti. T0+1h38: fine dello scrutinio in tutti i tavoli. Col sistema del Voto di Valore, in presenza di 12 candidati, 36 scrutatori dovrebbero potere scrutinare 689 schede elettorali in 1 ora e 38 minuti. Lo spoglio manuale d’un Voto di Valore è perfettamente realizzabile. Le operazioni di scrutinio, col Voto di Valore, sono più lunghe, ma perfettamente realizzabili entro la stessa giornata elettorale. I primi risultati ufficiali possono essere diffusi appena un'ora dopo la chiusura delle urne. Dopo l’atto democratico di voto compiuto dal singolo elettore, l’investimento dei cittadini per realizzare questo atto collettivo di democrazia sarà maggiore (occorrono 3 volte di più scrutatori: 36 invece di 12, nel nostro esempio). Crediamo che questo investimento in democrazia sia una buona: tutti i cittadini, soprattutto i più giovani, dovrebbero partecipare almeno una volta a questo solenne atto democratico, simbolo di trasparenza e di collaborazione che è lo scrutinio elettorale, perché, dopo la campagna elettorale, offre una aspetto complementare della democrazia. Presentazione dei risultati I risultati della votazione possono essere sintetizzati nei punteggi complessivi ottenuti da ciascun candidato. Ma è anche possibile presentare presentarli in forma significativamente più ricca per un'analisi più dettagliata: Candidato A Candidato B Candidato C Candidato D Candidato E 0,69 0,52 0,12 -0,4 -0,95 In questo esempio: il candidato A vince le elezioni, avendo ricevuto un buon supporto elettorale e poca ostilità; il candidato B è al secondo posto, pur avendo ricevuto un numero più elevato di voti a favore, essendo stato fortemente penalizzato da una maggiore quota di elettori ostili. Il suo indice di consenso complessivo è minore rispetto ad A; il candidato C riceve meno voti di sostegno e una moderata ostilità; il candidato D soffre di una mancanza di supporto significativo, è poco conosciuto o incapace di essere sia amato che odiato. Certamente non ha carisma; il candidato E, infine, catalizza una forte ostilità, quale conseguenza di una posizione politica estremista che gli aliena i consensi d’una porzione significativa di cittadini. Il voto alternativo (e una proposta per l’Italia) Fa parte dei sistemi "preferenziali", con i quali all'elettore si chiede di classificare i vari candidati secondo scale di preferenza. Tali sistemi sono utilizzati per diversi tipi di elezioni in Irlanda, Australia, Nuova Zelanda e, per alcune elezioni locali, in Inghilterra dove per altro esiste un forte movimento che lo propugna. Come si vota. L'elettore vota per il numero di candidati di sua scelta, assegnando loro un numero d’ordine in base alle proprie preferenze. Il vincitore delle elezioni viene determinato a seguito di un processo iterativo di conteggio dei voti che spiegheremo di seguito. Lo scrutinio. Rispetto ai sistemi binari è abbastanza più complesso, scomponendosi in diverse fasi: Fase uno: lo spoglio comincia col conteggio delle prime scelte. Se un candidato è la prima scelta della maggioranza assoluta dei votanti, il candidato vince. Fase due: se nessun candidato ha ottenuto la maggioranza delle prime scelte, si passa a identificare quale candidato, invece, ha ricevuto il minor numero di prime scelte. Questo candidato è eliminato. Fase Tre: i voti del candidato eliminato sono attribuiti ai candidati che risultano essere stati la seconda scelta dei sostenitori del candidato scartato. Il candidato, che in base a questo riconteggio, può contare sulla maggioranza assoluta viene dichiarato vincitore. Fase quattro: il processo a eliminazione dell’ultimo candidato e della riattribuzione dei suoi voti a quello che lo segue nelle preferenze continua fino a quando non se ne trova uno che abbia ottenuto la maggioranza assoluta dei voti. Esempio: abbiamo cinque elettori e tre candidati denominati A, B e C. Elettore 1 Elettore 2 Elettore 3 Elettore 4 Elettore 5 Prima scelta Seconda scelta Terza scelta A A B B C B B A A A C C C C B Passo 1: si contano le prime scelte. A e B ricevono 2 voti, mentre C ne ha ricevuto solo uno. Passo 2: Nessun candidato ha la maggioranza dei voti; il candidato che ha ottenuto il minimo numero di prime scelte, C, è eliminato. Passo 3: Dal momento che C, prima scelta dell'elettore 5, viene eliminato, si considera la seconda scelta di 5, ossia A. Passo 4: Col voto dell’elettore 5, il candidato A totalizza tre 3 voti primari, mentre il candidato B si ferma a 2 voti. Passo 5: il candidato A, dunque, ha raggiunto la maggioranza dei voti e vince le elezioni. Vantaggi e svantaggi Il primo svantaggio è la complessità del sistema di scrutinio che ne rende difficile la comprensione da parte dell’elettore medio. Il candidato eletto certamente il sostegno di una maggioranza degli elettori, mentre i candidati eliminati certamente non ne godono. Un candidato può essere eliminato fin dalle prime fasi del processo, anche se in un confronto diretto a maggioranza semplice avrebbe potuto battere tutti gli altri candidati. I candidati invisi alla maggioranza degli elettori non possono essere eletti. Una proposta per l’Italia Una variante semplificatrice del voto alternativo potrebbe essere il voto con solo due graduatorie: un voto primario per il candidato preferito, e uno secondario per quello meno osteggiato. Se nessun candidato raggiunge la maggioranza dei voti primari, si conteggiano anche i voti secondari: chi totalizza complessivamente il conteggio maggiore, vince. Questa variante si comporterebbe come un Voto di Valore con tre soli valori (A e B e non classificato), come un sistema a doppio turno ma con votazione unica e senza il rischio (e i problemi) del voto tattico. Presidenziali francesi 2012: un test su larga scala In occasione delle elezioni presidenziali francesi del 2012, è stato organizzato un test del Voto di Valore con oltre 11.500 partecipanti. Gli elettori che hanno partecipato all’esperimento su base volontaria dovevano replicare il proprio voto via internet, ma in base al sistema del Voto di Valore. L’obiettivo era di confrontare i risultati di questi due metodi di voto. Non c’era, invece, alcun obiettivo di promuovere il voto elettronico, dato che il Voto di Valore è inteso per essere attuato su supporto cartaceo. Una conferma dell’incoerenza del sistema a due turni L’oggetto principale della ricerca riguardava il raffronto col sistema a doppio turno che, com’è noto si è concluso con la vittoria del candidato Hollande (54,7% dein voti contro il 45,3% di Sarkozy). L'interesse della sperimentazione era anche di valutare tutti i possibili altri testa-a-testa. Ecco di seguito i risultati del candidato Bayrou, giunto quinto al primo turno: • Mélenchon-Bayrou: 64% / 36% • Bayrou-Le Pen: 79% / 21% • Bayrou-Sarkozy: 63% / 37% • Bayrou-Hollande: 54% / 46% L'esperienza conferma un grave difetto del sistema a doppio turno francese: con questa logica di voto binario, il primo turno ha eliminato un candidato che sarebbe stato capace di vincere contro tutti gli altri nel secondo turno. Coerenza del Voto di Valore Col Voto di Valore, i risultati di ciascun candidato sono espressi da un valore tra -2 e +2, corrispondenti ai valori medi attribuiti dagli elettori: A differenza del sistema a doppio turno, il Voto di Valore posiziona Bayrou (0,25) al primo posto, seguito a distanza da Hollande (0,05). Il candidato capace di vincere in tutti i testa-a-testa al secondo turno sembra essere favorito. Se Hollande può contare su un numero di sostenitori decisamente favorevoli (+2), quasi doppio rispetto a Bayrou, gli elettori che gli sono decisamente ostili sono tre volte più numerosi degli avversari accaniti (-2) di Bayrou. Con risultati abbastanza simili seguono Mélenchon, Sarkozy e Joly. Tutti e tre sono penalizzati da un voto di rifiuto molto importante rispetto ai primi due. Gli ultimi cinque candidati sono molto indietro. Le Pen, arrivata al terzo posto nel primo turno del sistema attuale, posto con il Voto di Valore si è classificata soltanto ottava a causa di un massiccio rigetto da parte del 64% degli elettori. Infine, rileviamo che solo i primi due candidati ottengono un valore finale positivo (0,25 e 0,05) e sono gli unici ad avere più sostenitori convinti (+2) che oppositori determinati (-2). In base a questo esperimento, dunque, col sistema del Voto di Valore, il nuovo presidente francese avrebbe potuto essere Bayrou, anche se col sistema in vigore è stato eliminato fin da primo turno. Questa discrepanza conferma l'incoerenza e la fragilità del sistema attuale.