DAL 26 SETTEMBRE AL 9 OTTOBRE IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGY PAG.17 Aziende&Mercati N E W B U S I N E S S , S T R AT E G I E E F I N A N Z A ANIE E ASSODEL VODAFONE Vodafone Italia ha superato il milione di terminali Umts. Ad agosto di quest’anno i telefoni e le connect card di terza generazione registrate sulla rete Vodafone erano 1,2 milioni sui 4,35 milioni di devices di tutto il gruppo. L’azienda ha anche confermato, entro la metà del 2006, il lancio dell’HSDPA. Vodafone Italia è stato il primo operatore ad effettuare, a luglio, la prima connessione dati con l’Umts di terza generazione e mezzo. Ad un anno dal lancio dell’Umts, Vodafone offre 7 canali televisivi e oltre 500mila brani musicali scaricabili. Il fatturato dei semiconduttori italiani è di 717 milioni di euro, di cui 259 (36%) derivanti dai produttori e 458 (64%) dai distributori. I dati, relativi al primo semestre del 2005, sono stati resi noti da Anie (associazione italiana dei componenti elettronici) e da Assodel (associazione nazionale dei distributori di elettronica) e attestano che la quota di mercato del nostro Paese è del 5% rispetto al fatturato totale del mercato europeo. É la prima volta che le due più importanti associazioni della microelettronica conducono uno studio insieme. TREND MICRO Il 39% degli dipendenti naviga impunemente anche su siti web insicuri perché, a differenza di casa propria, è convinto che il dipartimento IT aziendale possa risolvere qualsiasi problema. Sono i dati di un’indagine condotta da Trend Micro su oltre 1.200 dipendenti negli Stati Uniti, in Germania e in Giappone. Il 39% si sente tranquillo perché protetto dalla sicurezza aziendale; di questi, il 63% ammette di viaggiare in siti sopetti tanto c’è il software di sicurezza e il 40% confida che l’help desk risolva ogni complicazione che si possa verificare. NETGEAR Ha superato il milione di gateway Adsl venduti a clienti residenziali. Per Netgear è un traguardo che la rafforza come fornitore a livello mondiale di soluzioni di prodotti di rete wireless e cablata destinati alle utenze domestiche e alle Pmi. Netgear gode di una presenza molto estesa nei mercati Emea e dell’Asia-Pacifico, grazie a una rete di oltre 4.200 rivenditori e più di 20.000 Var. Inoltre, la società mantiene ottimi rapporti con numerosi Isp locali. Il suo router firewall Adsl wireless è stato premiato dall’ateneo di Chicago. Il magnate egiziano comincia a imprimere con decisione il suo marchio sulla società telefonica La ventata Sawiris scuote Wind Meno deleghe per l’amministratore delegato Pompei: accetterà il ridimensionamento o lascerà l’incarico? Gildo Campesato È il nuovo capo della finanza ma è anche la persona di cui in questo momento il magnate egiziano sembra fidarsi di più. È lui a decidere sulle spese IL MAGNATE EGIZIANO Naguib Sawiris il nuovo padrone di Wind (a destra) con l’amministratore delegato Tommaso Pompei FOTO DI MAURIZIO RICCARDI AGR PRESS Se qualcuno aveva ancora dei dubbi, se li è tolti lo scorso 5 settembre assistendo alla prima conferenza stampa alla quale Naguib Sawiris si è presentato ufficialmente nel suo ruolo di presidente di Wind. Bastava vedere la coreografia: un lungo tavolo al cui centro il magnate egiziano si è assiso con decisa sicurezza; alla sua destra, in un ruolo visibilmente collaterale, l’amministratore delegato Tommaso Pompei, fino a ieri leader incontrastato dell’azienda; alla sua sinistra un volto nuovo: Luigi Gubitosi. Ufficialmente è il nuovo chief financial officer, ma è apparso subito qualcosa di più: non solo l’uomo dei conti, figura comunque chiave in azienda, ma anche la persona di cui in questo momento Sawiris sembra fidarsi di più. Se non altro perché è anche lui fresco di arrivo in azienda. Quello di Sawiris è stato un discorso breve: molto meno di cinque minuti, cosa sconvolgente per le press conference italiane. Sufficiente, tuttavia, a chiarire Gubitosi senz’ombra di dubbi una cosa: d’ora in poi sarà direttamente lui ad andare in scena, a dirigere l’azienda, a tenere in mano non solo le redini della proprietà ma anche quelle della gestione. “Mai visto nessuno in nessun posto comprare un’azienda e poi lasciare ad altri pensare le strategie. Spetta a me, anche se lo farò in stretto contatto con il management”. Già, ma quale management? Il futuro in Wind dell’amministratore delegato Tommaso Pompei, al di là delle affermazioni ufficiali, è tutto da decifrare. Mentre scriviamo il manager è ancora al suo posto, ma rischiamo di essere smentiti dal decorso degli eventi, che potrebbe risultare più veloce dei tempi di stampa e distribuzione di questo giornale. La posizione di Pompei non è affatto facile. Nel bene come nel male il suo nome è legato all’intera storia di Wind. È lui che ha fondato la società; è lui che l’ha guidata lungo le tormentose vicende che ne hanno segnato l’azionariato con l’uscita di Deutsche Telekom prima e di France Telecom poi; è lui che l’ha tenuta saldamente in mano, prima durante la gestione Tatò quando l’Enel accarezzava il dispendioso sogno della multiutility e poi durante il disinamoramento dell’era Scaroni, quando ha saputo mantenere la conquistata autonomia. Ora però, non ha più un azionista alle spalle. Dietro di sé ha un padrone. Un padrone che vuol fare di testa propria. Sia chiaro, Sawiris si spande in difese anche formali del manager che ha fatto nascere e sopravvivere Wind. “Le voci che circolano sulla stampa circa le dimissioni dell’amministratore delegato per disaccordi con gli azionisti, quanto a strategie e piani della società, sono destituite di ogni fondamento - tiene a dire il Una cura egiziana per Libero e Infostrada La cura Sawiris è fatta anche di ricette egiziane. Il taglio di 75 milioni nei contratti di fornitura si spiega anche con le sinergie con Orascom. Oltre a risparmiare, però, Sawiris ha cominciato a mettere uomini di propria fiducia nei posti chiave. Dal Cairo è arrivato Naguib Bishara con la responsabilità di Infostrada e del portale Libero. In Egitto è il numero uno di LinkdotNet, una controllata al 100% di Orascom. Sotto la sua guida LinkdotNet è diventata la più grande società di servizi online del Medio Oriente. Un manager giovane, appena 33 anni, ma dalle indubbie qualità professionali. Basterà l’esperienza egiziana per ripetere il successo in Italia? Sawiris ci scommette, dimenticando anche il brutto “infortunio” in cui Bishara è incappato negli Usa: accuse per 2 milioni di dollari avuti dall’agenzia governativa UsAid e finiti, invece che in aiuti allo sviluppo, a ripianare i debiti di una sua società. presidente-padrone - Stiamo approfondendo la nostra conoscenza reciproca e Tommaso Pompei rimane al suo posto in azienda”. A supporto della dichiarazione di fiducia segue il giudizio positivo sui conti del semestre: “I risultati finanziari sono buoni e le nostre aspettative per la fine dell’anno sono positive e ben indirizzate”. Ma Sawiris non convince. O meglio, non convince la voglia di Pompei di rimanere. L’uomo è sotto pressione, anche sulla stampa: potrebbe essere lui e non il presidente a decidere il divorzio. “Gli uomini passano, le aziende restano”, commenta filosofico. Ma se prima decideva tutto da solo, adesso il suo potere è fortemente limitato. E non solo dalle incursioni in azienda di un presidentepadrone deciso a fare di Roma la sua seconda città, dopo Il Cairo. Già molte delle deleghe in sue possesso si sono volatizzate. E con loro il libretto degli assegni: oltre i 100.000 euro Pompei non può spendere in autonomia. E per una società come Wind, 100.000 euro sono poca cosa, al massimo l’ordinaria amministrazione. Per il resto deve chiedere l’autorizzazione: a Gubitosi. Questo, almeno, in attesa di una ridefinizione complessiva delle deleghe. Ma non sarà più come prima. Stupisce che ci sia chi parla di un divorzio imminente, in cui l’unica cosa in ballo è ormai solo la cifra della separazione? Come sarà la Wind di Sawiris? Il piano industriale è ancora da definire, ma la voglia di cesura rispetto alla gestione precedente è evidente. A partire dagli acquisti. “Un risultato preliminare di un primo intervento nella riduzione dei prezzi, ha consentito a Wind di risparmiare più di 75 milioni di euro su apparati di rete e informatici che saranno consegnati nei prossimi 9 mesi”, dichiara soddisfatto Sawiris. Un successo della nuova gestione (che probabilmente i fornitori di Wind non apprezzeranno nel giusto modo) che però suona contempo- raneamente anche come una stoccata a chi portava prima la responsabilità degli acquisti. Sawiris, però, non ci sta a passare per il tagliatore. Rassicura il sindacato: le sinergie con Orascom (la sua società di telefonia radicata nella sponda Sud del Mediterraneo e destinata a integrarsi con Gli amici del «faraone» dal Libano all’Irak “In questa impresa ho messo soldi miei e della famiglia”, spiega Sawiris quasi a rassicurare chi dubitava della serietà del suo impegno. In effetti, per prendere il controllo del 90% di Wind ha dovuto dare in pegno alle banche finanziatrici le azioni del gruppo di telecomunicazioni che fa capo alla sua famiglia (per il 56,5%): Orascom Telecom. Ma ha anche dovuto organizzare una cordata di amici finanziari e imprenditori sauditi, kuwaitiani, libanesi ed ovviamente egiziani che lo hanno accompagnato in questa avventura, come del resto, almeno alcuni, lo avevano già fatto in Orascom. Fra gli azionisti di Weather (la scatola dove sta il controllo di Wind) figura la GmhTel di Nadhmi Auchi, un imprenditore irakeno con passaporto britannico. Proprio in alleanza con Auchi, la Orascom Telecom si è aggiudicata la licenza per fornire servizi telefonici a Baghdad e nelle province centrali dell’Irak. Wind) non determineranno tagli al personale. Anzi, la sua sarà una politica di crescita, di autofinanziamento destinato agli investimenti (5 miliardi nei prossimi 4-5 anni), di valorizzazione anche di quel personale Wind rimasto un po’ ai margini in questi anni. Wind conquistata da uno straniero? Suvvia, “l’Italia, anche come mentalità, è più vicina all’Egitto che non alla Svezia. E poi, si è trattato di una transazione positiva che avvicina il Medio Oriente all’Europa”. Se poi i sentimenti non vengono apprezzati abbastanza, si guardi alle cifre: “Non c’è molta gente che ha portato tanti soldi in Italia come ha fatto la mia famiglia. E abbiamo investito soldi nostri, non delle banche: è questa la garanzia. E sono soldi arrivati dal Sud del mondo: mai avvenuto prima”. Una caramella viene offerta anche al sindaco di Roma, Walter Veltroni: “Non ce ne andremo da questa città. Anzi, stiamo cercando una sede più bella in centro, un palazzo storico da ristrutturare, magari con vista sul Colosseo. Non ci piace stare in periferia”. Non è solo generosità o amore per le antiche architetture. La Wind di Sawiris vuole togliersi di Strategie dosso l’immagine di gestore telefonico per gli squattrinati: “basta con la sindrome della doppia Sim, non faremo una guerra dei prezzi”. Si punta a migliorare la qualità percepita e far cresce la redditività conquistando clienti con un arpu più promettente. La nuova “aggressività” di Wind punterà (e sarebbe quasi una rivoluzione) l’attenzione anche alla clientela corporate, integrando l’offerta fisso, mobile ed Internet (“ma tenendo separati i centri di profitto”), lanciandosi con più decisione nel mercato del broadband: “La rete fissa non è un business statico, la banda larga apre prospettive di sviluppo molto interessanti”. Stretto controllo sulle spese, fidelizzazione della clientela, crescita del ricavo medio per Sim anche attraverso l’offerta di nuovi prodotti e l’attenzione al mercato business sono gli obiettivi affidati da Sawiris al management. La parte fondamentale della strategia di crescita rimane comunque nella ragione fondamentale che ha convinto la famiglia dei magnati egiziani ad investire in Italia: “Lo sfruttamento reciproco delle sinergie tra Wind e Orascom Telecom”. L’obiettivo è quello di creare un polo di telecomunicazioni del Mediterraneo, con oltre 50 milioni di clienti”. I dettagli sono rimandati al piano industriale. Se poi sarà Pompei ad implementarlo o se lascerà lasciando l’onere ad altri, lo si vedrà. Niente guerra dei prezzi ma aumento dei margini Si punta al broadband Nel mirino entra anche la clientela corporate L’integrazione con Orascom