Significato di termini matematici (a cura del prof. Nicola Filipponio) Matematica... ...deriva dal greco μάθημα (máthema), traducibile con i termini "scienza", "conoscenza" o "apprendimento"; μαθηματικός (mathematikós) significa "incline ad apprendere" Significato della parola problema •Dal greco πρόβλημα (próblēma) "sporgenza, promontorio, impedimento, ostacolo", •dal verbo προβάλλω (probállō) "mettere davanti", •dal prefisso προ- (pro-) "innanzi" + gettare". βάλλω (bállo) "mettere, Significato della parola algebra Il termine algebra (dall'arabo , الجبرal-ğabr che significa "unione", "connessione" o "completamento", ma anche "aggiustare") deriva dal nome del libro del matematico persiano arabo Muḥammad ibn Mūsā al-Ḵwārizmī, (780 circa-850 circa D.C.) intitolato Al-Kitāb al-mukhtaṣar fī hīsāb al-ğabr wa’l-muqābala ("Compendio sul Calcolo per Completamento e Bilanciamento"), conosciuto anche nella forma breve Al-Kitab al-Jabr wa-l-Muqabala, che tratta la risoluzione delle equazioni di primo e di secondo grado. Un francobollo commemorativo stampato il 6 settembre 1983 in Unione Sovietica per il 1200º anniversario (approssimativo) di nascita del grande matematico. Pagina di Algebra di al-Khwarizmi Significato della parola aritmetica dal greco αριθμός = numero In Aritmetica si usano segni, o simboli ideografici, rappresentanti idee, e non parole; sono tali le cifre 0, l,... 9, i segni di operazioni +, -, ..., di relazione =, ecc. Le cifre 0, 1, 2,... 9 furono introdotte in Europa verso il 1200; noi le imparammo dagli Arabi, e questi dagli Indiani. Fibonacci accompagnò suo padre «publicus scriba», cioè notaio della repubblica di Pisa, in Bugia, città dell'Algeria; nei suoi viaggi studiò il «modum indorum », e nel 1202 scrisse il suo «Liber Abaci », che comincia colle parole: « Novem figurae indorum hae sunt 9 8 7 6 5 4 3 2 1. Com his itaque novem figuris, et cum hoc signo 0, quod arabice zephirum appellatur, scribitur quilibet numerus». La forma delle cifre arabiche è: Gli arabi scrivono da destra a sinistra. La cifra 1 è una sbarra; 2 è una deformazione del simbolo di = 3 di La forma delle cifre si fissò dopo l'invenzione della stampa. Lo zero era figurato con un punto dagli Indiani, e lo è ancora dagli Arabi. Il nostro modo di scrivere i numeri con cifre è la rappresentazione sulla carta dell'abaco. Significato della parola geometria dal greco antico γεωμετρία, composto da γεω, geo = "terra" e μετρία, metria = "misura", tradotto quindi letteralmente come misurazione della terra Il simbolo di = “ Nel suo studio, arredato in modo spartano e illuminato solo dalla luce di una candela, Robert Recorde (c. 1510 – 1558) era chino su un foglio fitto di cifre e di lettere, con la penna d’oca in mano sospesa a mezz’aria, pronto a scrivere. Stava riflettendo. Dopo aver preso una decisione, immerse risoluto la penna nel calamaio e disegnò un piccolo tratto orizzontale. Proprio al di sotto, appose con diligenza un secondo tratto della stessa lunghezza, rigorosamente parallelo al precedente. Posata la penna, prese il foglio, tenendolo a braccio teso. Socchiudendo gli occhi, esaminò a lungo il segno che aveva appena tracciato, prima di posare il foglio, soddisfatto. Aveva buoni motivi per esserlo: sotto gli occhi aveva quello che sarebbe divenuto il segno più celebre della matematica, il segno di uguale.” “=” che sostituiva la parola latina “aequalis” (tratto da “Il Teorema del Pappagallo” di Denis Guedj) La sottrazione e l’addizione Nel 1489 un tedesco di nome Widmann doveva trasportare dei prodotti in casse dette “lagel”, le quali dovevano pesare esattamente quattro centner l’una. Talvolta non era possibile ottenere il peso esatto, quindi era necessario indicare sul coperchio l’inesattezza del peso. Se, per esempio, una cassa pesava cinque libbre meno di quattro centner, allora si scriveva il peso ideale (quattro centner) seguito da un tratto orizzontale e da quanto mancava a raggiungere il peso (cinque libbre). In simboli si scriveva: “4c – 5L”. Quando invece la cassa pesava, per esempio, cinque libbre in più di quattro centner, allora si sbarrava il tratto orizzontale per negare quanto scritto nel caso precedente, ottenendo: “4c + 5L”. È interessante notare come concettualmente sia nato prima il simbolo “ – ” del simbolo “ + ”. Questi simboli andavano a sostituire le parole latine “minus“ e “plus“. La moltiplicazione e la divisione I simboli moderni della moltiplicazione “·” e della divisione “:” sono dovuti a Gottfried Wilhelm von Leibniz, scritto anche Leibnitz (Lipsia 21 giugno 1646 – Hannover, 14 novembre 1716), il quale si oppose alla scelta di William Oughtred (5 March 1574 – 30 June 1660) di adottare il simbolo X per esprimere il concetto di moltiplicazione, in quanto tale simbolo poteva essere confuso con la lettera x che già denotava le incognite delle equazioni. Com’ è noto, oggi si continuano ad usare entrambi i simboli per descrivere il prodotto. Il simbolo di frazione a/b e (a fratto b) indicano la divisione; questa notazione rimonta agli Indiani, e si trova in Leonardo Pisano già dal 1202. Le due forme sono egualmente facili a scriversi, ma la prima è in tipografia molto più comoda della seconda; ed è anche più facile a leggersi. I simboli di maggiore > e di minore < > « maggiore» e < «minore», si trovano in Harriot 1631 e sostituirono segni prima usati. L’elevamento a potenza L’attuale notazione dell’elevamento a potenza è dovuta a Nicolas Chuquet (Parigi,1445 – Lione,1488) che la usò per primo nel 1484. Pi greco la lettera “pi” dell’alfabeto greco, fu scritto come per la prima volta soltanto nel 1706 ad opera di William Jones (1675 – 3 luglio 1749) e diffuso ancora più tardi, nel 1736, per merito di Leonhard Euler (15/5/1707 - 18/9/1783). Leonhard Euler Una nota storica sul… …papiro di Rhind (Henry Rhind antiquario scozzese che lo acquistò nel 1858 a LUXOR in Egitto.) È anche noto come Papiro di Ahmes dal nome dello scriba che lo trascrisse verso il 1650 a.C. Contiene tabelle di frazioni e 84 problemi aritmetici, algebrici e con le relative soluzioni.