Neraonda Teatroinariastanzeluminose L‘EMILIA GALOTTI DI G.E. LESSING LA TRAGEDIA DEL POTERE Roma Teatro India 26 maggio | 5 giugno 2010 26 | 27 maggio CONVEGNO INTERNAZIONALE intervengono ROBERTA ASCARELLI, PAOLO D'ANGELO PAOLO FALLAI, MARINO FRESCHI KLAUS W. HEMPFER, GIANLUCA PAOLUCCI GRAZIA PULVIRENTI, SIMONETTA SANNA "KLAUS R. SCHERPE, ROBERTO VENUTI 26 maggio proiezione del cortometraggio EMILIA GALOTTI regia ALESSANDRO BERDINI (Italia, 30’, 2008) alla presenza dell’Autore le proiezioni proseguiranno fino al 6 giugno 27 maggio | 5 giugno spettacolo EMILIA GALOTTI drammaturgia PAOLO FALLAI regia ALESSANDRO BERDINI l’Emilia Galotti di Lessing la tragedia del potere Le grandi opere della letteratura universale hanno questo in comune: continuano a parlare nei secoli, a essere lette, rappresentate, interpretate, amate, o perfino odiate. Continuano a fungere da specchio del suo tempo, ma anche del tempo del lettore, dello spettatore, dell’interprete. E ciò è più che mai vero per la tragedia di Lessing. Emilia Galotti . Lessing è stato il più audace uomo del Settecento tedesco, intellettuale, poligrafo, animo audace e indomito, spirito libero e anticonformista. Ha condiviso tutti gli interessi intellettuali della cultura del suo tempo. Si è confrontato, lui, figlio di un povero pastore luterano, con la critica teologica, segnando il confine tra libero pensiero, libera investigazione e accettazione del dogma, asservimento a qualsiasi autorità temporale o confessionale. Ma la sua peculiarità consiste che non ha mai seguito le mode, nemmeno quella vincente nella seconda metà del Settecento: l’Illuminismo. Così conferma la sua tragedia più famosa, l’Emilia Galotti. Il tema sembra scontato per la sua epoca: il Principe di uno staterello, si invaghisce di una fanciulla, promessa sposa a un Conte, veramente nobile di nome e di fatto. Mal consigliato e in preda al suo desiderio che non conosce limiti e non rispetta i sentimenti dei sudditi, il Principe fa uccidere il Conte, rapisce Emilia, che resiste e muore in una circostanza confusa e tragica: si getta sul pugnale in mano al padre, lasciando il dubbio se si tratti di omicidio o suicidio. Questa alea di ambiguità è la vera novità della tragedia lessinghiana, che affiora nel celebre monologo di Emilia della penultima scena: «Violenza! Violenza! Chi può opporsi alla violenza? Ciò che si chiama violenza è nulla: seduzione è la vera violenza!…Io ho sangue nelle vene, padre mio, sangue giovane e caldo come ogni altra donna». Sì, Emilia ha sangue giovane e caldo come ogni altra donna giovane, ma è la prima donna che lo proclama apertamente, creando un disorientamento e sconcerto nel pubblico dell’epoca. Quell’invocazione alla propria totalità etica ed erotica è ciò che ancora ci intriga. In Germania il dramma continua a venire rappresentato e stupisce che in Italia abbiamo dovuto attendere 238 anni per vederlo sulle nostre scene grazie al coraggio e all’intuito di Alessandro Berdini. A vedersi attorno, la discussione suscitata dalla tragedia del potere resta più che mai viva, dimostrando la vitalità di Lessing e di Emilia. E l’Italia è ormai pronta per confrontarsi con questa intramontabile tragedia. Marino Freschi CONVEGNO INTERNAZIONALE L‘EMILIA GALOTTI DI G.E. LESSING LA TRAGEDIA DEL POTERE Roma Teatro India 26 | 27 maggio 2010 mercoledì 26 maggio ore 15 saluti ALESSANDRO BERDINI e MARINO FRESCHI introduzione ai lavori prima sessione presiede MARINO FRESCHI UNIVERSITÀ ROMA TRE relazioni KLAUS W. HEMPFER UNIVERSITÀ DI BERLINO LESSING, LO STILE DEL PENSIERO DELL’ILLUMINISMO PAOLO D’ANGELO UNIVERSITÀ DI ROMA TRE LA TEORIA DEI LIMITI DELLE ARTI IN LESSING ROBERTO VENUTI UNIVERSITÀ DI SIENA L’“EMILIA GALOTTI” E “LA TEORIA DELLE PASSIONI” NELLA DRAMMATURGIA D’AMBURGO giovedì 27 maggio ore 9.45 seconda sessione presiede PAOLO D’ANGELO UNIVERSITÀ DI ROMA TRE relazioni ROBERTA ASCARELLI UNIVERSITÀ DI SIENA-AREZZO L’ILLUMINATA RETICENZA DI EMILIA GALOTTI SIMONETTA SANNA UNIVERSITÀ DI CAGLIARI EMILIA GALOTTI O DELL’AMBIGUITÀ DEL POTERE KLAUS. R. SCHERPE UNIVERSITÀ DI BERLINO AMICIZIA, AMORE E PASSIONE NELL’“EMILIA GALOTTI” PAOLO FALLAI SCRITTORE MISTIFICARE UN CLASSICO ore 15 terza sessione presiede PAOLO FALLAI SCRITTORE relazioni GIANLUCA PAOLUCCI UNIVERSITÀ DI CASSINO URLA A CORTE. DAL “LAOCOONTE” ALL’“EMILIA GALOTTI” GRAZIA PULVIRENTI UNIVERSITÀ DI CATANIA I TURBAMENTI DELLA GIOVANE EMILIA MARINO FRESCHI UNIVERSITÀ DI ROMA TRE PERCHÈ WERTHER LEGGE L’“EMILIA GALOTTI”? GOETHE LETTORE DI LESSING discussione lo spettacolo teatrale “Emilia Galotti” note per il corto “Emilia Galotti” Mi capita spesso di passeggiare negli spazi antistanti ai capannoni del Teatro India a Roma. E l’idea che il dramma di Emilia Galotti potesse essere rappresentato all’aperto mi è più volte balenato nella testa. Container di ferro assemblati ospiteranno i luoghi deputati della tragedia. L’ospedale, la casa dei genitori, lo studio del principe, l’albergo . Un allestimento che si trasforma in una contaminazione, che giustifica la (ri)scrittura, la scelta del costume moderno ‘macchiato’ da sfumature settecentesche, così come gli elementi scenici, alcuni risalenti al “dramma borghese” lessinghiano, altri all’attualità. La poetica della compassione del tragico con Emilia Galotti cessa di vivere. In scena sono i borghesi, il padre, la madre, la stessa Emilia, il principe e il suo codazzo. Il principe in fondo è un ‘debole’, vittima di un sincero sentimento per Emilia. La sua tirannia si nasconde dietro alla figura negativa del suo assistente Marinelli, capace di tutto, di qualsiasi sopruso. L’atto dell’omicidio/suicidio è il vero dilemma del dramma; forse la borghesia dimostrava ancora una fragilità, oppure il padre non possedeva gli strumenti adeguati per un’educazione più tollerante, legato in fondo ad una concezione morale troppo severa. Né Emilia raccoglie i consigli della madre, lettrice acuta delle trasformazioni sociali. Il dramma – suicidio/omicidio – non trasforma Emilia “in un martire della propria virtù”, bensì conferma la “profonda debolezza della stessa”. Il dramma investe sia la classe nobile in caduta libera che la classe borghese; il romanticismo presente quando Lessing scrisse l’opera aveva proprio con questa tragedia fatto l’ingresso sulla scena europea e tutti i personaggi dell’Emilia sono dominati dalle passioni; il potere delle stesse passioni, della seduzione, dell’irrazionale trasporta tutta la storia con un ritmo incalzante e in maniera inarrestabile verso il finale tragico. La (ri)scrittura drammaturgica, pur inserendo delle variazioni, non toglie nulla al ritmo originario della tragedia, la trasferisce con un salto ben calibrato nei labirinti delle passioni quotidiane dei nostri giorni, dove il potere destabilizza definitivamente le anime più sincere, più labili, ancora credenti nella speranza e nella lealtà dei sentimenti umani. Un teatro della parola, un teatro della parola e della scrittura scenica un teatro degli attori, un teatro che risente dell’importanza del canone “classico” e delle sue variabilità concesse dalla nostra epoca dalla contemporaneità. Alessandro Berdini La carica di ribellione dal Settecento che l’ha vista nascere, rimane intatta quando si prova a immaginare Emilia Galotti nel terzo Millennio. Oggi Emilia ha sempre 16 anni, è sempre una bellissima ragazza, ma la troviamo in un letto d’ospedale, in coma da overdose di stupefacenti. La sua storia viene ripercorsa nei ricordi del padre che la assiste. Tutto comincia da una fotografia: il Principe della moda e della pubblicità, la nota e la lancia sulle passerelle e sulle copertine delle riviste. A nulla valgono le perplessità del padre e le incertezze ambigue della madre della ragazza. Quando il Principe, innamorato di lei, tenta di sedurla, viene respinto. La sua rabbia e la voglia di rivalsa portano il suo principale collaboratore a drogare la ragazza per cercare di ammorbidirla. Per Emilia la prima dose, assunta inconsapevolmente, è già un’overdose. Mentre si trova all’ospedale e sfumano le possibilità che possa salvarsi, il Principe tenta per l’ultima volta di “possederla”: questa volta fotografandola per una campagna contro l’uso di stupefacenti. E’ l’ultimo tentativo del potere di impossessarsi di lei, di “renderla immortale”. Ma di fronte a questo attacco è la “morte” a sopraggiungere, liberandola. Liberamente ispirato alla tragedia di GOTTHOLD EPHRAIM LESSING drammaturgia PAOLO FALLAI scenografia LORENZO CICCARELLI musiche originali ALESSANDRO PIZZIN regia ALESSANDRO BERDINI interpreti ELETTRA MALLABY Emilia ALBERTO DI STASIO il principe, DANIELE GRIGGIO il padre PAOLA RINALDI la madre, FRANCESCO ACQUAROLI Marinelli ANNA BASTI la fotografa regia ALESSANDRO BERDINI sceneggiatura PAOLO FALLAI fotografia BRUNO CASCIO montaggio FILIPPO CORRIERI scenografie e costumi EDWIN A. FRANCIS musiche originali ALESSANDRO PIZZIN interpreti ELETTRA MALLABY Emilia ALBERTO DI STASIO il principe DANIELE GRIGGIO il padre, PAOLA RINALDI la madre LUIGI DI FIORE Marinelli, FRANCESCA FAVA coro LUNA ROMANI coro, GIULIA ZANGRILLO coro SERGIO FIORENTINI voce narrante, MICHELA FLESCIU Orsina durata 30’24’’, anno 2008 L‘EMILIA GALOTTI DI G. E. LESSING LA TRAGEDIA DEL POTERE è un progetto a cura di curatori sezione scientifica MARINO FRESCHI NATASCIA DI BALDI comitato scientifico NATASCIA DI BALDI MARINO FRESCHI GIANLUCA PAOLUCCI organizzazione generale NERAONDA telefono 0664760191 [email protected] sede del convegno e dello spettacolo Teatro India Lungotevere Vittorio Gassman (già Lungotevere Papareschi) linee autobus H, 8, 170, 228, 719, 766, 773, 780, 781, 786, 871 prenotazioni e biglietti Teatro India un’ora prima dello spettacolo Teatro Argentina ore 10-14 / 15-19 lunedì riposo telefono 0655300361 066840001 06684000311 spettacolo da giovedi 27 maggio a sabato 5 giugno ore 21.00 lunedi riposo proiezione corto dal 26 maggio al 5 giugno ore 20.00 www.atcllazio.it www.alessandroberdini.it www.teatrodiroma.net www.neraonda.it ROBERTA ASCARELLI UNIVERSITÀ DI SIENA-AREZZO PAOLO FALLAI SCRITTORE KLAUS W. HEMPFER UNIVERSITÀ DI BERLINO SIMONETTA SANNA UNIVERSITÀ DI CAGLIARI L’ILLUMINATA RETICENZA DI EMILIA GALOTTI MISTIFICARE UN CLASSICO LESSING: LO STILE DEL PENSIERO DELL’ILLUMINISMO EMILIA GALOTTI O DELL’AMBIGUITÀ DEL POTERE È professore ordinario di Lingua e Letteratura Tedesca presso l’Università di Siena (sede di Arezzo) e di Cultura jiddisch presso la stessa Facoltà. Ha insegnato germanistica a Roma e Toronto e giudaistica a Vienna e Düsseldorf. Si è occupata della letteratura fin de siècle a Vienna (in particolare di Schnitlzler e Hofmannsthal), di autori ebrei di lingua tedesca e della storia culturale dell’ebraismo orientale. Tra le sue pubblicazioni: Le strategie del sogno (1986), Arthur Schnitzler (1996), La decadenza delle buone maniere. Hofmannsthal incontra George (2004). Ha inoltre curato i volumi Ebraismo occidentale e orientale, (2002); Oltre la persecuzione: donne, ebraismo, memoria, (2004) e la monografia Juden (“Cultura Tedesca”, 2003). E’ stata responsabile di progetti di interesse nazionale di area ebraico-tedesca. Dirige la rivista “Daf Werkstatt” ed è redattore della rivista “Cultura tedesca”. Lavora alla redazione di Roma del “Corriere della Sera”. Molte le sue opere d’infanzia: è del 1997 il romanzo Le tre chiavi (Mondadori) pubblicato anche in Germania dalla casa editrice Beltz & Gelberg con il titolo Die Drei Schlüssel. Nello stesso anno sempre per la Mondadori pubblica il Manuale del giovane giornalista. Nel 1999 pubblica un nuovo romanzo per ragazzi dal titolo Lo chiameremo Diciassette (Mondadori). Anche questo viene tradotto in tedesco dalla Beltz & Gelberg col titolo Www Terrile.com. Sempre nel 1999, scrive il libretto d’opera per bambini Il gioco dei mostri, musiche di Nicola Sani e Lucio Gregoretti. Al di fuori della letteratura per l’infanzia nel 2007 ha pubblicato il romanzo Freni (E/O) : questa opera narrativa ha vinto il premio Mondello, opera prima, ed è stato nominato nella terna dei finalisti del premio Viareggio, sempre nella sezione opera prima, premio che non è stato assegnato. Nel 2008 ha scritto la sceneggiatura di Emilia Galotti un film di 30 minuti diretto da Alessandro Berdini, presentato alle Giornate degli autori della Festa del cinema di Venezia. Il film ha vinto il “New York Short Film Festival”, il premio per la migliore regia ai Festival di Mar del Plata e Los Angeles e il premio quale migliore attore a Luigi Di Fiore al Festival cinematografico di Parigi. È professore ordinario di Letteratura Francese e Italiana presso la Freie Universität di Berlino e direttore dell’Italienzentrum presso la stessa. È stato prorettore della Freie Universität. Ha preso parte a diversi progetti di ricerca sulla letteratura italiana e francese e vinto premi internazionali, tra cui il “Capo Circeo” per la cooperazione italo-tedesca e il “Premio Internazionale Galileo Galilei” conferitogli dall’Università di Pisa. Ha ricevuto l’onorificenza “Al Merito della Repubblica Italiana”. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Testi e contesti. Saggi post-ermeneutici sul Cinquecento, Napoli 1998; Grundlagen der Textinterpretation, Stuttgart 2002; Letture discrepanti. La ricezione dell’Orlando Furioso nel Cinquecento, Modena 2005. È coeditore della rivista Zeitschrift für französische Sprache und Literatur ed editore della collana Text und Kontext. È professore ordinario di letteratura tedesca presso l’Università di Sassari. Già Direttore del Centro Linguistico dell’Ateneo di Sassari, Preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Sassari dell’Università di Sassari, Coordinatore di un Dottorato di ricerca su Teorie e pratiche della comunicazione e della interculturalità cofinanziato dalla Comunità Europea, Presidente dell’Associazione italiana di Germanistica e Consigliere Regionale. Ha pubblicato numerosi studi sul Settecento tedesco e il teatro di G. E. Lessing, la letteratura degli anni ’20 e in particolare l’opera di A. Döblin e di R. M. Rilke, la letteratura moderna e contemporanea (Th. Mann, A. Seghers, H. Müller. G. Kunert, U. Timm, F. C. Delius, M. Sperr), la rappresentazione della follia nella letteratura tedesca, la letteratura ermetica e le immagini letterarie, nonché alcuni volumi sulla cultura, la storia e la società della Sardegna. PAOLO D’ANGELO UNIVERSITÀ DI ROMA TRE LA TEORIA DEI LIMITI DELLE ARTI IN LESSING È professore ordinario di Estetica presso l’Università di Roma Tre dal settembre 2001. Dal 2001 è vicepresidente della Società Italiana di Estetica. È membro del Comitato Scientifico di “Cultura Tedesca” e della “Rivista di Storia della Filosofia”. Ha tenuto corsi presso l’Istituto Italiano per gli studi Filosofici e preso parte a convegni internazionali a Berlino, Fiecht, Merida (Venezuela), Parigi, Ljubliana, Szeged (Ungheria). Ha tenuto conferenze presso le Università di Paris I La Sorbonne e presso lo Studium Generale di Mainz. Le sue principali aree di interesse sono l’estetica ambientale, la filosofia tedesca, la filosofia italiana contemporanea, l’estetica delle arti visive. Tra i suoi libri: L’estetica del Romanticismo, Bologna 2003; Le arti nell’estetica analitica, Macerata 2008; Estetica e paesaggio, Bologna 2009. Insieme e G. Carchia ha curato il Dizionario di Estetica, Roma-Bari 2001. MARINO FRESCHI UNIVERSITÀ ROMA TRE PERCHÉ WERTHER LEGGE L’“EMILIA GALOTTI”? GOETHE LETTORE DI LESSING È professore ordinario di Letteratura Tedesca presso l’Università di Roma Tre. Ha pubblicato numerosi saggi sulla civiltà letteraria tedesca e austriaca tra Settecento e Novecento e in particolare su Kafka, Goethe, Thomas Mann. Ha dedicato una monografia alla letteratura del Terzo Reich, si è occupato di letteratura jiddisch e di cultura esoterica e massonica nell’area di lingua tedesca. Fra i suoi volumi ricordiamo: Goethe. L’insidia della modernità, Donzelli 1999; Praga. Viaggio letterario nella città di Kafka, Editori Riuniti 2000; L’Utopia nel Settecento tedesco, Liguori 2004; Thomas Mann, Il Mulino 2005; La letteratura tedesca, Il Mulino 2008. Ha curato la Storia della civiltà letteraria tedesca, in due volumi per la Utet. È direttore della rivista “Cultura Tedesca”, fa parte della redazione degli “Oxford German Studies” e del Consiglio scientifico delle “Recherches germaniques” dell’Università di Strasburgo; è membro della presidenza della “Goethe-Gesellschaft” di Weimar e membro del Consiglio Scientifico dell’“Istituto Italiano per gli Studi Filosofici” di Napoli. A Napoli cura dal 1982 l’area di germanistica dell’Università “Suor Orsola Benincasa”. Collabora al “Messaggero” e al “Mattino”. GIANLUCA PAOLUCCI UNIVERSITÀ DI CASSINO URLA A CORTE. DAL “LAOCOONTE” ALL’“EMILIA GALOTTI” È docente di Lingua e Traduzione Tedesca presso l’Università di Cassino e dottorando in Culture e Letterature Comparate presso l’Università di Roma Tre. Ha studiato e fatto ricerca in Germania, a Berlino e a Weimar. Ha scritto saggi sulla letteratura mitteleuropea, su Goethe e l’esoterismo, su Kafka e Kleist, sul rapporto tra ebraismo e massoneria nel Settecento tedesco. Attualmente la sua attività di ricerca si concentra sul legame tra letteratura e cultura massonica nella Germania dell’“età di Goethe”, in particolare nelle opere di Lessing, Schiller, Wieland e Goethe. Collabora alla redazione della rivista “Cultura Tedesca”. GRAZIA PULVIRENTI UNIVERSITÀ DI CATANIA I TURBAMENTI DELLA GIOVANE EMILIA È ordinario di Letteratura tedesca all’Università di Catania e visiting professor all’Università di Vienna, si occupa prevalentemente di letteratura austriaca del Novecento, teatro, melodramma e cultura visuale. Tra le sue recenti pubblicazioni: I linguaggi dell’invisibile; Sulla poetica di Hugo von Hofmannsthal; Kafkaeskes. Metamorfosi di parole; FragmentenSchrift: Über die Zersplitterung der Totalität in der Moderne; La Farfalla Accecata. Strutture dell’immaginario nell’opera di Hugo von Hofmannsthal. KLAUS R. SCHERPE UNIVERSITÀ DI BERLINO AMICIZIA, AMORE E PASSIONE NELL’“EMILIA GALOTTI” DI LESSING (Freundschaft, Liebe und Leidenschaft in Lessings “Emilia Galotti”) È professore di Scienze della Letteratura e della Cultura (Literaturwissenschaft und Kulturwissenschaften) presso la Humboldt-Universität di Berlino. Ha studiato e fatto ricerca alle Università di Stanford (USA), Heidelberg e presso la Freie Universität di Berlino. Presso quest’ultima è stato professore dal 1973 e dal 1991 è alla Humboldt-Universität. È stato visiting professor negli Stati Uniti, in Brasile, India e Australia. Ha usufruito di borse di ricerca della Rockfeller Foundation, della fondazione Thyssen, dell’IFK di Vienna e della Deutsche Forschungsgemeinschaft. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo: Stadt.Krieg.Fremde (2002), Mit Deutschland um die Welt. Eine Kulturgeschichte des Fremden (con Alexander Honold - 2004), Kontinent Kafka (2006). ROBERTO VENUTI UNIVERSITÀ DI SIENA L’“EMILIA GALOTTI” E LA “TEORIA DELLE PASSIONI” NELLA DRAMMATURGIA D’AMBURGO È professore ordinario di Lingua e Letteratura Tedesca presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Siena dal 1992. In precedenza è stato assistente e poi ricercatore presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Ha compiuto i suoi studi a Roma, Tübingen (con Hans Mayer, Ernst Bloch e Walter Jens) e Heidelberg. Dal 1998 è nel Comitato di redazione dell’“Osservatorio Critico della Germanistica”. Ha curato la mostra e il catalogo Goethe in Italia. Disegni e acquerelli da Weimar, Roma, Goethe-Institut, 1995, e, in collaborazione con I. Spinelli, la parte documentaria e il catalogo della mostra Mnemosyne. L’Atlante della memoria di Aby Warburg (Siena-Firenze-Roma 1998-99). È responsabile scientifico di un’unità locale di ricerca per un progetto di rilevante interesse nazionale (Università di Pisa, Palermo e Siena) su “Cultural Studies” - Nuove metodologie e strumenti di studio per l’“età di Goethe”.