Liberiamo insieme l’energia della città! Progetto per Livorno Elezioni Amministrative 2014
Programma del Candidato Sindaco Cristiano Toncelli www.progettoperlivorno.org
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Pag. 1/37 Indice 1. I valori (pag. 3) Apertura (pag. 3) Trasparenza (pag. 3) Solidarietà (pag. 3) 2. I punti principali in breve (pag. 4) 3. Progetto per... lo Sviluppo (pag. 5) Elementi (pag. 5) Dettagli (pag. 8) 4. Progetto per… l’Urbanistica (pag. 9) Elementi (pag. 9) Dettagli (pag. 10) 5. Progetto per… l’Ambiente (pag. 13) Elementi (pag. 13) 6. Progetto per… il Commercio (pag. 15) Elementi (pag. 15) Dettagli (pag. 16) 7. Progetto per… la Cultura (pag. 18) Elementi (pag. 18) Dettagli (pag. 19) Da “Effetto Venezia” a “Estate in Venezia” (pag. 20) 8. Progetto per… il Turismo (pag. 22) Elementi (pag. 22) Dettagli (pag. 23) 9. Progetto per… le Istituzioni (pag. 26) Elementi (pag. 26) 10. Progetto per… La Mobilità (pag. 29) Elementi (pag. 29) Dettagli (pag. 29) 11. Progetto per… il Sociale (pag. 32) Elementi (pag. 32) Dettagli (pag. 35) 12. Progetto per… lo Sport (pag. 35) Elementi (pag. 35) www.progettoperlivorno.org
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Pag. 2/37 1. I valori La crisi che ha colpito Livorno non è solo economica e sociale, ma anche soprattutto culturale. La città ha tradito la sua storia di tolleranza e apertura, chiudendosi in se stessa e perdendo la capacità di agire al di fuori di schemi consueti e datati. Gli interessi particolari soverchiano quello generale, in un sistema dove i veti bloccano ogni iniziativa e le opportunità di sviluppo sono malviste perché alterano equilibri che erano ritenuti eterni. Il risultato è una città immobile, dove i giovani non trovano opportunità e le fasce più deboli della società scivolano nella povertà e nell’abbandono. Progetto per Livorno è un movimento civico che non vuole essere né destra, né centro, né sinistra, ma aperto ad ogni contributo positivo. Per noi il rilancio richiede un profondo cambiamento, da realizzare concretamente attorno a tre valori fondamentali, egualmente importanti. Apertura Usciamo dall’isolamento, agiamo con il territorio. Livorno sia parte del mondo, non un mondo a parte! Il futuro si crea nell’Area Vasta, sviluppando sinergie con altri comuni. Il Piano Strutturale sia sviluppato con Collesalvetti, guardando all’area pisana. Priorità fondamentale è il lavoro! Le Istituzioni facciano squadra per costruire un progetto di sviluppo ed attirare investimenti. Si difenda l’interesse generale, non gli orticelli e le rendite di posizione. No al clientelismo, spazio al merito. Si punti con decisione alla realizzazione della Darsena Europa, cercando potenziali investitori e coinvolgendo la Regione. Va favorita l’iniziativa privata e l’imprenditoria (in particolare, dei giovani). Valorizzare le competenze, non le appartenenze politiche. Puntare sulla logistica integrata e le attività manifatturiere ad essa collegabili. Facciamo rinascere le riparazioni navali! Investiamo nel turismo, finora snobbato, rendendo la città più pulita ed accogliente e tornando allo sviluppo delle crociere. Salviamo i nostri monumenti dal degrado. Valorizziamo la bellissima Venezia (NO ai palazzi in Piazza del Luogo Pio). Facciamo conoscere la nostra grande tradizione multiculturale e la nostra creatività artistica. Trasparenza Basta con le scelte fatte da pochi con meccanismi opachi e poi calate dall’alto. La città sia coinvolta nelle scelte per il futuro. Le regole siano chiare e uguali per tutti (non ci devono essere pochi a cui è concesso molto e molti a cui non è concesso nulla). L’Amministrazione sia trasparente e tutti gli atti di spesa siano pubblicati in rete, perché si sappia chi riceve quanto ed a fronte di cosa. Tutti i servizi disponibili nel sociale siano pubblicati in rete (cosa che oggi non accade). Codice etico per gli eletti che eviti doppi incarichi. Si diano risposte chiare alle opportunità, basta con i progetti che restano sulla carta per anni. Solidarietà Affrontiamo l’emergenza sociale ripensando tutti i servizi in funzione dell’aiuto vero che arriva a chi è in difficoltà. Istituire un sistema capillare di controllo dell’efficacia della spesa. No alle erogazioni che si perpetuano per inerzia. Verificare i requisiti di occupazione degli alloggi di edilizia pubblica, liberando le abitazioni impropriamente occupate. Sia incentivata la creazione di servizi più efficienti, anche pubblico­privati o privati, sostenendoli in base alla loro reale efficacia. Concentrare le risorse per l’edilizia pubblica sul ripristino del patrimonio esistente. Sia agevolato l'affitto di abitazioni private, anche con modifiche sulle aliquote IMU/IUC, riducendo l’emergenza abitativa. Si censisca e riutilizzi tutto il patrimonio pubblico inutilizzato. Si renda più efficiente il sistema delle RSA unificandone la gestione. www.progettoperlivorno.org
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Pag. 3/37 2. I punti principali in breve Sviluppo economico. Creare una cabina di regia tra istituzioni (finora hanno agito senza coordinamento). Serve un Marketing Territoriale per attirare aziende. Supportare le imprese nelle procedure con la P.A. concentrando gli sportelli di diverse amministrazioni in un unico luogo e creando delle figure di tutor che agevolino i percorsi. Dare tempi certi alle richieste di autorizzazione, con una moratoria condivisa tra gli enti. Ascoltare i comitati, ma poi prendere le decisioni (e non abbandonare le aziende). Istituire corsi gratuiti per fare impresa. Portualità, nautica. Attuare con decisione il nuovo Piano Regolatore. Il porto agisca in sinergia con gli scali toscani (valutare l’ipotesi di una unica Autorità Portuale in Toscana).. La Darsena (o Piattaforma) Europa è una priorità (da essa dipende in gran parte il futuro della città). Si allo studio del Progetto Bellana proposto dal Consorzio Nautico. Recuperare le riparazioni navali (NO al bacino di carenaggio usato come darsena). Privatizzare la Porto 2000 con primari operatori del settore croceristico (con una quota pubblica). Usare l’accosto 75 per le crociere. Urbanistica. Sviluppare il Piano Strutturale con Collesalvetti guardando all’Area Vasta. Basta con il consumo di suolo per nuove case, si rivaluti e recuperi l’esistente. Lanciare progetti di recupero che uniscano l’investimento pubblico a quello privato. Sviluppare forme di urbanistica partecipata (con percorsi rapidi). Il Nuovo Ospedale va costruito in Viale Alfieri (la localizzazione a Montenero è sbagliata e decentrata), riutilizzando le strutture esistenti. Valorizzare la Venezia con un progetto specifico. Recuperare le cantine storiche a fini turistici e riattivare la ferrovia di San Marco. NO ai cinque condomini previsti in Piazza del Luogo Pio. Valorizzare il patrimonio delle colline, consentendo uno sviluppo delle attività rurali e turistiche. Borgo di Magrignano: trasparenza sui conti del Cosorzio Edilporto. Istituzioni. Sostituiamo le circoscrizioni (che cessano per legge) con una rete di ascolto e partecipazione nei diversi quartieri. Max 8 assessorati (accorpamenti: cultura e turismo, urbanistica e sviluppo, sociale e edilizia pubblica residenziale, mobilità e ambiente). Tutti gli atti di spesa siano pubblicati in rete, insieme ai beneficiari e ai risultati ottenuti. Meno premi ai dirigenti, più premi al merito. Privilegiare software open o free. Competenza e merito nelle partecipate. Serve un ufficio specifico per la ricerca di finanziamenti (coordinando anche le associazioni di vari settori). Cultura, Turismo. Rivalutare la storia della città. Promuovere il “brand Livorno” verso l’esterno, e la città a bordo delle navi da crociera (“pacchetto Livorno”).. Trasformare “Effetto Venezia” (un evento di una settimana) in “Estate in Venezia” (un contenitore di eventi lungo tutta l’estate). Un monumento a Modigliani e uno a Mascagni. Istituire il Festival Mascagnano (con giovani autori). Estendere il rapporto con l’ateneo pisano (e l’Accademia Navale) creando una vera Università del Mare, (con un campus universitario alle Terme del Corallo). Richiamare (in incontri) le tante professionalità livornesi emigrate, per un apporto di conoscenza e competenza. Attuare progetti culturali con le scuole. Cancellare l’orrenda scritta “MSI Fuorilegge” dalle mura della Fortezza Nuova. Sociale, Scuola, Sanità. Sospendere i piani di recupero, destinando le risorse al ripristino del patrimonio pubblico (che non va venduto). Controllare sistematicamente nel tempo i requisiti degli assegnatari di alloggi pubblici, eliminando i casi di abuso e le morosità non giustificate. Tutti i servizi siano pubblicati in rete. “Servizio Civile Cittadino” (contributo alle spese universitarie per studenti delle superiori impegnati nel volontariato). Superare la logica del tutto­pubblico, aprendo a servizi pubblico­privati o privati (esempio: servizio “Tagesmutter” per coprire il 100% della domanda di posti nei nidi). La ASL sia impegnata alla riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni. Sicurezza. “Controllo diffuso” (punto di contatto per i cittadini, anche con app su cellulare, per segnalare le situazioni di possibile rischio). Istituire il vigile di quartiere nelle aree più complesse. Ambiente. Aumentare gli Ispettori Ambientali, aprendo il servizio ai cittadini (che seguono un corso). Graduale passaggio alla raccolta “porta a porta” in tutta la città. Partnership pubblico­private per gestire il verde. Sollecitare il passaggio da SIN a SIR. Procedere al revamping del Rivellino con risorse private. Commercio. Concorrenza nella grande distribuzione (SI a Esselunga, meglio se al Nuovo Centro). Contrasto all’abusivismo commerciale. Incentivare l’iniziativa privata. Mobilità. Piano organico dei parcheggi del centro. Passare dalle lettere ai parcheggi a pagamento (gratuiti per residenti), recuperando risorse. Limite a 30 Km/h (con rallentatori) nelle aree più critiche. Progetti di insegnamento della sicurezza stradale nelle scuole. Corsie preferenziali protette per i bus. Sport. Creare una “Fondazione Livornese per lo Sport” e una sezione sullo sport nel museo cittadino. Pubblicizzare il Palio Marinaro fuori Livorno. Cambiare la formula del Palio: chi vince sfida Pisa!. La manutenzione straordinaria sui grandi impianti sia in carico ai gestori, non all’Amministrazione. Si alla Pista di Motocross in zona “La Cigna”. www.progettoperlivorno.org
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Pag. 4/37 3. Progetto per... lo Sviluppo La crisi ha lacerato il tessuto produttivo, ma non basta attendere che passi perché tutto torni come prima. Per ridare opportunità ai giovani, sicurezza a chi lavora e futuro alle imprese, si deve creare un nuovo sviluppo, sfruttando tutte le nostre potenzialità. La colpevole negligenza della città è stata invece quella di trascurare tali potenzialità, che arrivano principalmente dalla relazione con il territorio. Anzi, Livorno si è chiusa in una esasperata e anacronistica visione localistica basata sul non perturbare l’equilibrio tra i troppi gruppi di interessi (gli “orticelli”). Se la città non ha fatto squadra con l’esterno, tuttavia, non non lo ha fatto neppure all’interno, tra le stesse istituzioni. Dobbiamo quindi invertire completamente questo schema che prima di tutto è culturale. NOTA: Alcuni contenuti sono stati sviluppati grazie alla collaborazione con la Fondazione Commecialisti Italiani. Elementi ●
Creare una cabina di regia tra istituzioni (Comuni di Livorno e Collesalvetti, Provincia, Autorità Portuale, Camera di Commercio...), che finora hanno agito senza alcun coordinamento. L’obiettivo non è produrre documenti (ne abbiamo fin troppi), ma coordinare le azioni fatte in ognuno dei diversi contesti. “Fare squadra” deve essere un imperativo di valore generale. ●
Sviluppare il Piano Strutturale insieme al Comune di Collesalvetti (proiettandolo in ottica di Area Vasta), mentre fino ad oggi Livorno ha ottusamente proceduto sulla strada di un assurdo isolamento della pianificazione urbanistica. ●
L’Area Vasta esca dal mondo delle parole ed entri in quello dei fatti. Si aprano tavoli di discussione comuni con Pisa e il suo circondario, coinvolgendo la Regione, perché in prospettiva l’area livornese­pisana può (e deve) diventare il nuovo motore economico della Toscana. ●
Far entrare il Comune di Collesalvetti nell’Autorità Portuale, anche perché le aree interportuali, finora mai sfruttate pienamente, possono molto più efficacemente diventare retroportuali, cioè funzionali allo sviluppo dello scalo. ●
Si proceda rapidamente all’attuazione del nuovo PRG portuale e si inizi subito a cercare fondi ed investitori per la Darsena Europa, che costituisce il principale progetto a lungo termine per lo sviluppo della città (insieme al turismo). Completare il passaggio da SIN a SIR delle aree portuali. ●
Cercare sinergie con gli altri porti della Toscana (Piombino, Carrara), con l’obiettivo di arrivare ad un’unica Autorità Portuale. Sviluppare relazioni con gli altri porti dell’Alto Tirreno (Spezia, Genova) che, pur essendo diretti concorrenti, possono diventare partner di uno sviluppo cooperativo. ●
Rilanciamo l’economia del mare (nautica, riparazione, trasporti, logistica) favorendo, ove possibile, l’aggregazione delle imprese. Favoriamo l’accesso al credito di medio­lungo termine per le imprese tramite la costituzione di fondi specifici per investimenti, internazionalizzazione, start up. Sviluppiamo forme di credito partecipativo con partner di livello internazionale (ovviamente, questi punti vanno discussi con le istituzioni finanziarie). ●
Si restituisca un futuro alle riparazioni navali, assicurando l’uso dei bacini di riparazione (fisso e mobile) per quelle lavorazioni (“riparazioni tecniche”) che sono compatibili con la vicina presenza del Cantiere Benetti. Va bene anche condividere il bacino in muratura per le riparazioni sia di navi che di yacht, ma NO all’uso come darsena. ●
Riaprire una discussione con Azimut­Benetti che, se da un lato ha ricevuto molto dalla città offrendo in cambio la conversione del Cantiere e garantendo una presenza importante e prestigiosa, non sembra essere soggetto attivo nella crescita delle attività legate alla diportistica. A parte la cessione delle attività immobiliari ad altro soggetto, va notata la mancata manutenzione del bacino in muratura (di cui disponeva in concessione) fino al suo degrado e l’assenza di proposte autonome e di investimenti nella lungamente attesa realizzazione dell’approdo turistico nel Porto Mediceo. Dopo una Porta a Mare che si sta sviluppando esclusivamente come insediamento immobiliare e commerciale, www.progettoperlivorno.org
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Pag. 5/37 serve quindi un tavolo comune tra istituzioni e soggetti privati per lo sviluppo del porto passeggeri. ●
Sviluppare il rapporto con l’Università di Pisa (senza dimenticare la prestigiosa presenza dell’Accademia Navale) per realizzare una “Università del Mare” (cioè l’insieme delle facoltà/specializzazioni dell’ateneo pisano aventi come riferimento il mare, dalla biologia marina alla logistica) in grado di attirare studenti da tutta Italia. In questo senso sarebbe importante ed auspicabile realizzare un vero e proprio piccolo Campus Universitario (per il quale vediamo una possibilità di insediamento nel complesso del Corallo e delle sue Terme, una volta recuperate, vista la vicinanza al collegamento con Pisa della stazione ferroviaria). ●
Istituire nell’ambito dell’Università del Mare (vedi punto precedente) un piccolo centro di elaborazione statistica specificatamente dedicato alla raccolta di dati relativi alla logistica marina (anche limitato a pochi elementi specifici) e alla produzione dei relativi report da divulgare nell’ambito del settore. Obiettivo è rendere nota la presenza a Livorno di un punto di osservazione sul mondo e affermare quindi la valenza della città in questo senso. ●
Realizzare una “Scuola dei mestieri” che offra (pensando in particolare a giovani “neet” e lavoratori in cassa integrazione) il modo di costruire delle professionalità finalizzate sia all’ingresso nel mercato del lavoro che allo sviluppo di attività in proprio. Coordinarsi con le iniziative già annunciate o realizzate da CNA e Curia. ●
Supportare le imprese nelle procedure con la P.A., se necessario istituendo una struttura organizzativa apposita ed una figura di “tutor”. Dare tempi certi alle richieste di autorizzazione, con una moratoria condivisa tra tutti gli enti pubblici, per evitare i casi drammatici di procedure burocratiche che si trascinano per anni. Discutere anche con i comitati ma poi prendere decisioni chiare e definitive. ●
Semplificazione burocratica. L'attività delle imprese è gravata da moltissimi adempimenti burocratici. Il SUAP (DPR 160/2010) non è ancora collegato alle amministrazioni diverse dal Comune (es: Provincia). E' opportuno quindi un impegno per aumentare al massimo il numero di pratiche gestibili online. Per le altre si propone, attraverso un protocollo che coinvolga il maggio numero possibile di enti, la dislocazione dei vari sportelli in una unica sede fisica, in modo da semplificare la massimo almeno l'aspetto logistico. Istituire una figura di tutor che supporti le imprese nello svolgimento di una pratica che coinvolge enti diversi. ●
Incentivazioni fiscali. Nella determinazione delle aliquote IMU e TASI tenere conto, nei limiti delle possibilità finanziarie (purtroppo colpite dalla riduzione dei trasferimenti pubblici statali), dell'opportunità di incentivare: abitazioni in comodato gratuito (usate come prima residenza da parenti di primo grado), abitazioni affittate con o senza canone concordato se usate come residenza (in modo da facilitare l'ingresso sul mercato di alloggi sfitti e così calmierare i prezzi), beni strumentali come fondi e capannoni (per consentire la riduzione dei canoni di affitto e facilitare l'apertura di nuove attività). Su quest'ultimo punto, stimolare forme di accordo tra proprietari e imprenditori che moderino i canoni di affitto o il loro aumento nel tempo. ●
Facilitazione amministrativa. In previsione dell'avvio della TASI, se un soggetto certifica che non ci sono state variazioni rispetto all'ultima dichiarazione IMU, usare automaticamente tali informazioni senza richiedere una nuova dichiarazione ai fini della TASI. Un principio generale dovrebbe essere quello di ridurre sempre, ove possibile, il numero degli adempimenti richiesti, se i dati sono già in possesso dell'Amministrazione. ●
Servizio di ascolto e sostegno. Adottare una soluzione simile a quella adottata con successo a Pisa, in cui enti diversi (a partire dalla Prefettura) hanno istituito degli sportelli territoriali di sostegno (a costo zero) dedicati a soggetti che versano in situazioni di disagio originate da motivi economici o comunque riconducibili alla situazione di crisi economica. ●
Sportello per il lavoro. I Centri per l'Impiego provinciali oggi intermediano una ridottissima frazione dei rempieghi lavorativi. E' opportuno lo sviluppo di una soluzione più flessibile ed efficace in grado di www.progettoperlivorno.org
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Pag. 6/37 indirizzare chi ha perso l'occupazione e i giovani che cercano di inserirsi nel mercato del lavoro. Tale sportello non avrebbe il ruolo di sostituirsi alle agenzie private, ma solo costituire un front­desk attraverso cui indirizzare verso tutte le possibilità disponibili, incluse forme di sostegno come LSU, microcredito... ●
Lotta all'evasione. Usufruire (se non già fatto) della possibilità offerta dall'art. 1 comma 12bis del DL 138/2011 ("Compliance fiscale" ) per cui, nel caso di evasori trovati grazie a dati a disposizione del Comune che danno origine ad un accertamento fiscale, i proventi recuperati finiscono interamente nella disponibilità finanziaria del Comune stesso. Usare tale importo interamente a riduzione delle aliquote IMU e TASI. ●
Istituire una struttura organizzativa addetta alla ricerca dei bandi pubblici di finanziamento (es: fondi europei) a cui partecipare, sia come soggetto pubblico che (in accordo con le associazioni di categoria) attraverso il coordinamento di più imprese dello stesso settore. ●
Individuare aree potenzialmente disponibili per nuovi insediamenti (es: aree APEA ­ “Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate”). Attuare politiche di marketing territoriale andando a cercare investitori attraverso “road­show” organizzati opportunamente. Costituire una “camera di compensazione” (una società) in cui soggetti pubblici e privati collaborino allo scopo di facilitare gli investimenti sul territorio. Il ruolo del pubblico dovrebbe essere limitato alla nomina di un Presidente, che verrebbe demandato alla componente privata, composta in particolare da soggetti finanziari (tra cui almeno un fondo di private equity da individuare selezionando in ambito internazionale). ●
Sostenere le spese di vitto e alloggio dei giovani che vengono qui per lavorare (esempio: creando un campus). Creare (insieme alle categorie imprenditoriali) un portale Internet che elenchi le competenze richieste sul territorio, per attirare giovani provenienti da fuori. ●
Coinvolgere le nostre professionalità emigrate (i tanti “ex­giovani” che, lasciata la città, hanno sviluppato le loro capacità in altri luoghi) per degli incontri in cui essi possano dare idee e suggerimenti, mutuati dalla loro esperienza, per lo sviluppo della città. ●
Favorire l’accesso alla formazione universitaria dei giovani (Livorno ha il più basso indice di scolarizzazione della regione) attraverso il progetto del “Servzio Civile CIttadino” (vedi “Progetto per il Sociale”). ●
Favorire lo sviluppo di una nuova piccola imprenditoria istituendo corsi gratuiti per fare impresa, soprattutto per i giovani. Invece di essere scelta tramite bando, la partecipazione dovrebbe essere lasciata più aperta possibile, allo scopo di diffondere cultura. Favorire lo sviluppo di strumenti finanziari adatti al supporto di start­up, quali il credito agevolato e la finanza partecipata, oltre che il private equity (quest’ultimo maggiormente propenso a supportare il rischio di attività nascenti). ●
Puntare con decisione sul turismo, valorizzando il ricco patrimonio culturale, architettonico ed artistico disponibile (vedi il relativo “Progetto per… il Turismo”). A questo scopo si segnala l’opportunità e la necessità di gestire in modo attento la privatizzazione della Porto 2000, che è da qusto punto di vista un grande asset. ●
I bandi pubblici per l’erogazione di finanziamenti spesso si rivelano inefficaci, perché richiedono procedure burocratiche complesse, hanno una logica non industriale ma amministrativa e non vanno a beneficiare i soggetti più meritevoli. Occorre invece sviluppare sul territorio le capacità di selezione e valutazione indipendente degli investimenti (redditività, rischiosità), che oggi mancano completamente o, peggio, vengono dettate dalla politica. In generale, va comunque sempre premiato il merito. ●
Istituire a Livorno una fiera di rilievo nazionale in un ambito logistico da individuare con gli operatori. ●
Per l’edilizia, sfruttare le opportunità di bandi nazionali (es: “eco­bonus”) per lanciare delle campagne di recupero/ristrutturazione del patrimonio pubblico/privato, concordando con gli istituti finanziari forme di www.progettoperlivorno.org
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Pag. 7/37 credito agevolato e sommando risorse sia pubbliche che private. Dettagli Darsena Europa. Il gigantismo navale sta condannando il nostro porto alla marginalizzazione. Lo scalo attuale ha infatti gravi limitazioni: le banchine non sono in grado di reggere con fondali superiori ai 13 metri, il Canale di Accesso è molto stretto (anche se è previsto l’allargamento da 70 a 100 mt), il Bacino di Evoluzione è troppo piccolo per far ruotare navi superiori ai 6500 Teus. Tutto questo comporta anche la necessità di dotarsi di più rimorchiatori per ogni manovra, aumentando i costi e riducendo la competitività. L’impiego di navi fino a 24000 teus sulle rotte transoceaniche comporta che quelle fino ad ora usate vengano declassate a “feeder” (le cui attuali andranno in disarmo), con il risultato che se Livorno (che accoglie navi “feeder”) non si adegua per ospitare navi fino ad almeno 10000 Teus, finirà per perdere inesorabilmente quote di mercato. Dato che il porto “pesa” per il 30% del PIL cittadino, il declino del porto significa il declino della città. L’unica contromisura è costituita dalla realizzazione del nuovo porto a mare (il progetto della “Darsena Europa” in una delle sue varianti), che richiede un grande investimento pubblico e privato. La componente pubblica (necessaria per tutte le opere di contenimento, come le dighe) deve essere cercata mettendo in sinergia tutti gli enti coinvolti, fino alla Regione, per andare a richiedere i fondi necessari. Per la componente privata occorre cercare primari investitori nazionali o internazionali che siano disposti a puntare grandi cifre sul nostro territorio, assicurando i capitali disponibili. Il progetto complessivo sarebbe in grado di assicurare un futuro alla città ma anche, ovviamente nuovo lavoro. Per questo però serve prima di tutto una unità di intenti tra le istituzioni. Porto 2000. Siamo favorevoli alla privatizzazione della Porto 2000 (nella quale tuttavia potrebbe utilmente restare una componente pubblica) per i seguenti motivi: ●
E’ obbligatoria. ●
Tutti i terminal commerciali del porto sono privati. Non si vede ragione per cui il solo terminal passeggeri debba fare eccezione. ●
Per garantire il massimo afflusso di navi da crociera e quindi una crescita complessiva di Livorno nel turismo (Livorno avrebbe una potenzialità forse persino superiore a quella di Civitavecchia che raggiunge circa 2,5 milioni di passeggeri l’anno) è opportuno che il terminal sia gestito dalle stesse società che operano nel business delle crociere. Se così non fosse, basterebbe la presenza di un terminal privato a (esempio) La Spezia, per far si che le compagnie preferiscano mandare là le navi, impedendo quella crescita di Livorno che deve essere invece il nostro primo obietttivo da raggiungere. Va detto che tuttavia può essere valutata la permanenza di una quota minoritaria pubblica (anche attuando una utile sinergia con l’Aeroporto di Pisa) e/o la separazione tra i settori delle crociere e dei traghetti della Porto 2000, dato che i business di cui trattano sono relativamente diversi. www.progettoperlivorno.org
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Pag. 8/37 4. Progetto per… l’Urbanistica L’urbanistica è legata allo sviluppo, all’ambiente, al turismo, alla mobilità. Le scelte hanno quindi impatti di grande portata. Il Piano Strutturale (PS) è lo strumento di pianificazione principale grazie a cui un territorio si evolve tenendo conto dell’andamento demografico. L’ultimo PS livornese risale al 1999, ma da allora le sue previsioni sono state stravolte con molte varianti in corso d’opera che si sono succedute. Registriamo anche che a differenza di ogni città capoluogo, Livorno non ha mai neppure provato a relizzare una pianificazione urbanistica di area, neppure con la sola Collesalvetti, rimanendo ancorata ad una visione autarchica e anacronistica, come se questa città fosse un mondo a parte. Gli sviluppi (o meglio, i declini) separati del Porto e dell’Interporto, due elementi che invece di essere sinergici si sono finora guardati l’un altro in reciproca indifferenza, ne sono evidente testimonianza. PpL ha affrontato tutto questo per individuare le linee di azione di una pianificazione urbanistica che guarda al futuro, e non al mantenimento di una rendita immobiliare a favore di pochi soggetti. Vogliamo un progetto di città più bella, più vivibile, che azzeri il consumo di suolo, che rilanci il centro storico e i borghi, che recuperi e valorizzi i suoi beni artistici e culturali, che armonizzi i piani di settore rendendoli funzionali a una visione di città­porto, che proietti Livorno come parte di un territorio più ampio. Elementi ●
Sviluppare il Piano Strutturale insieme al Comune di Collesalvetti (proiettandolo in ottica di Area Vasta), mentre fino ad oggi Livorno ha ottusamente proceduto sulla strada di un assurdo isolamento nella pianificazione urbanistica. ●
Adottare modalità di urbanistica partecipata. Evitando progetti faraonici di partecipazione che costano molto, richiedono tempo e producono poco (es: Cisternino 2020, Pensiamo in Grande), si coinvolga la cittadinanza nelle scelte fondamentali riguardanti l’evoluzione della città. Ad esempio, invece di calare i progetti “dall’alto” (es: Scoglio della Regina, Rotonda, Piazza Grande) si consenta la libera creatività dei progettisti e si sottopongano le diverse ipotesi al giudizio dei cittadini ed al dibattito pubblico. ●
Il turismo come perno della progettazione urbanistica dell’area urbana. Uno dei vettori di sviluppo della Livorno del futuro deve essere il turismo. Questo implica che la revisione dell’assetto urbanistico non deve tenere conto di una città ad uso e consumo dei soli livornesi, ma anche di chi viene da fuori. ●
Il Nuovo Ospedale si realizzi in Viale Alfieri/Viale Carducci. Pur riconoscendo la necessità di una struttura moderna (l’attuale ospedale è vetusto), il costo complessivo del progetto e il servizio che per scelte fatte in passato non può che essere limitato a un ambito cittadino devono suggerire il ripensamento della collocazione a favore dell’area attuale (baricentrica nella città, rispetto all’estremo Sud della collina di Montenero). Peraltro l’area attuale dispone ancora di ampie potenzialità di spazio e consente di riutilizzare alcuni servizi e salvaguardare gli investimenti fatti in passato. ●
Siamo favorevoli all’approdo della Bellana da 1200 barche. Il Consorzio Nautico ha presentato un progetto molto interessante che consente al “popolo delle barchette” di dotarsi di un approdo sicuro (di cui siano direttamente concessionari, senza altri intermediari), permette di liberare i fossi delle barche più grandi consentendone una rivalutazione a fini turistici (particolarmente importante nella Venezia), rivaluta la zona della Bellana e arricchisce il nostro lungomare prolungando la passeggiata fino al culmine della Diga della Vegliaia. Il PRG in corso di approvazione prevede solo un approdo per 600 barche che non offre alcuna soluzione ai temi sopra indicati. Per questo riteniamo prioritario effettuare accurati studi ingegneristici (in particolare sulle correnti) per valutare la fattibilità dell’ampliamento e coinvolgere la cittadinanza (tra cui citiamo in particolare i soggetti vicini come gestori e frequentatori dei Bagni Trotta e Tirreno) nella valutazione del passaggio da 600 a 1200 posti, con un percorso fatto in completa trasparenza (a differenza delle scelte passate che sono state fatte in ambiti molto ristretti). ●
No ai palazzi in Piazza del Luogo Pio. Riteniamo sciagurata l’ipotesi di realizzazione dei 5 condomini di 6 piani previsti dalla variante approvata dal Consiglio Comunale a dicembre 2008. Per quanto il progetto sia stato autorizzato riteniamo prioritario ogni sforzo per salvare la Piazza da una www.progettoperlivorno.org
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Pag. 9/37 speculazione edilizia e consentirne una vera riqualificazione che si attende dal dopoguerra! ●
Serve un “Progetto Venezia”. Il nostro quartiere­simbolo è un gioiello che attende di essere pienamente valorizzato, con particolare riferimento al turismo (visto che peraltro si trova appena all’uscita del porto passeggeri). Le due Fortezze, gli Ex­Macelli, i canali con le cantine (da recuperare), sono un patrimonio che solo la ridottissima visione imperante di questa città ha impedito di essere esaltato come merita. Se pensiamo che i binari del treno arrivano appena al di là del muro della cinta portuale, ci rendiamo conto di quale enorme potenzialità dispone). Proproniamo che sia ripreso il progetto di realizzazione del polo espositivo agli Ex­Macelli (abbandonato nel 2009), ma anche che sia attuato un progetto di valorizzazione completa di tutto il quartiere (da studiare con la collaborazione di primari studi di architettura). ●
Ipotesi delocalizzazione dello stadio. Siamo favorevoli a riprendere le valutazioni per la realizzazione di un nuovo stadio fuori dalla cinta urbana. Lo studio dell’operazione dovrebbe coinvolgere anche la città di Pisa. ●
Trasparenza per Borgo di Magrignano. La difficilissima situazione dei cittadini del borgo richiede una soluzione da valutare con estrema attenzione. A prescindere dal percorso, è necessario che i cittadini siano messi a completa conoscenza di quanto fatto dal Consorzio Edilporto e delle cifre rimaste da versare, poiché oggi registriamo ancora la tendenza a gestire questo drammatico percorso senza coinvolgere coloro che ne sono i principali danneggiati. ●
Valorizzazione delle colline. Il Parco delle Colline rappresenta tuttora un’incompiuta. Nella tutela delle colline si registra che sono stati nel tempo applicati due pesi e due misure nella gestione degli abusi edilizi che si sono registrati nelle diverse zone (es: Puntone del Vallino, Limoncino). In altre zone, a fronte di divieti che per alcuni erano insormontabili si sono registrati negli anni edificazioni non previste. Le regole devono essere uguali per tutti, serve quindi almeno un controllo efficace. Dettagli Per una Urbanistica Partecipata (L.R. 69 del 27/12/2007). Il Comune di Livorno ha deliberato il bando per affidare l’incarico per la redazione del nuovo piano strutturale e successivo r.u. , del quale sono state approvate le linee guida a maggio 2009. Ma purtroppo questa sarà l’ennesima occasione mancata: ●
per fare delle scelte strategiche, proiettate verso il futuro. ●
per ripensare una città ecosostenibile, a misura d’uomo , che punti alla valorizzazione e riutilizzazione del territorio e al riutilizzo e restauro del patrimonio edilizio esistente , bloccando il consumo di nuovo suolo. ●
per prevedere uno sviluppo del territorio che valorizzi e metta in sinergia le tante potenziali tipologie di paesaggio esistenti: ambientale , ecologico , economico , culturale , storico e ambientale. Perché di nuovo piano regolatore ha solo il titolo , trattandosi di una operazione assimilabile ad una grossa variante (che sotto l’aspetto legislativo è una assurdità) con il compito principale di riassorbire le tante varianti anticipatrici , approvate in questi ultimi anni e che hanno stravolto il tessuto urbano della città. Il punto centrale doveva essere quello di rispondere ai desideri e bisogni dei cittadini residenti (ambiente, lavoro, mobilità, servizi) superando gli interessi di parte e le speculazioni fondiarie conseguenti, tutelando con scelte compatibili il patrimonio ambientale, storico e culturale. Poco o nulla avremo di tutto ciò. Linee di azione. E’ opportuno ribadire alcuni concetti generali e prendere posizione su questioni in sospeso: ●
va ricercato un confronto politico serrato e costruttivo con le realtà limitrofe: ○
di Collesalvetti, in una visione di città diffusa che dovrebbe prevedere un piano strutturale intercomunale che individui scelte e priorità comuni; ○
di Pisa­Collesalvetti­Pontedera , in una visione di area vasta , al fine di concertare e pianificare www.progettoperlivorno.org
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Pag. 10/37 un piano di indirizzo strategico di interesse più generale. A tal fine si dovrà individuare un tavolo di regia che coinvolga tutti i soggetti istituzionali, economici, culturali, sociali e successivamente tutti i cittadini (nella logica della legge regionale 69/2007 per una urbanistica partecipata) tale che, alla fine del percorso, le scelte conseguenti (insediamenti industriali, piani di area, grande viabilità stradale e ferroviaria, sinergia porto­interporto­aeroporto, aree commerciali, etc.) dovranno essere ampiamente condivise. ●
non si può non ripensare la decisione di costruire il nuovo ospedale a Montenero basso per tutta una serie di ragioni (mobilità, aspetti paesaggistici, costi, la già avvenuta individuazione dei poli specialistici a pisa­firenze­siena, l’isolamento di Livorno dal resto della provincia che impedisce al capoluogo di avere un Ospedale che guardi oltre l’ambito cittadino, vedi la presenza del nosocomio di Cecina). La soluzione di gran lunga più lungimirante è quindi quella di riutilizzare le aree del vecchio ospedale (integrate dalle aree ex­pirelli e quelle sul Viale Carducci usate dagli uffici comunali), risparmiando sull’investimento e integrando quindi la struttura nuova con i servizi ancora utilizzabili della vecchia, mantenendo così la centralità dell’Ospedale a tutta la città. I risparmi conseguiti dovrebbero essere destinati al progetto di realizzazione del sottopasso della stazione, eliminando l’orrendo cavalcavia, e al lungamente atteso recupero delle Terme del Corallo (di cui segnaliamo il pregevole rendering in 3D di Stefano Vannucchi). Occorre invece migliorare da subito i servizi sanitari locali che sono la vera priorità, visto il non felice piazzamento di Livorno nelle classifiche regionali e nazionali. ●
deve cessare il consumo del suolo, a tal fine il nuovo piano deve limitare la costruzione di nuove costruzioni o nuovi centri commerciali (ce ne sono già ben oltre le necessità, anche se va però rimarcato che la concorrenza nella grande distribuzione, importante per tenere bassi i prezzi, non è oggi per nulla garantita) e vanno adottati i seguenti punti chiave; ○
per quanto sarà possibile , va superato il concetto di città policentrica (piano “Gregotti”) recuperando e rivitalizzando il centro urbano e i borghi (insolera) intesi anche come motore per il rilancio economico e commerciale; ○
vanno riconquistati quegli spazi pubblici aggreganti (le piazze , le vie con i negozi , le grandi ville pubbliche con i parchi Rodocanacchi, Maurogordato e Morazzana) sempre più sostituiti dai grandi interni degli ipermercati; ○
va incentivato il rinnovo del patrimonio esistente rinnovando (con piani di recupero urbano) ciò che è obsoleto o degradato; ○
va incentivata una mobilità sostenibile offrendo modi efficaci ed alternativi allo spostamento con il mezzo privato; ●
Per gli insediamenti industriali e/o commerciali occorre tenere conto che il Comune di Collesalvetti ha già approvato una variante al suo P.S. che prevede l’utilizzo delle aree limitrofe all’interporto, oltre a possibili aree, lungo lo scolmatore. ●
Citiamo anche che Livorno e la Regione Toscana hanno chiesto al Ministero dell’Ambiente la ridefinizione delle aree SIN per agevolarne l’utilizzo ai fini industriali (recentemente le aree portuali sono diventate SIR). Nella passata legislatura per le zone del Porto di Livorno e delll’Interporto era stata fatta richiesta di Porto Franco che prevede agevolazioni fiscali, incentivi, etc. Per Livorno bisognerebbe richiedere il riconoscimento di area a declino industriale e di crisi (possibili agevolazioni ed incentivi per insediamenti produttivi). ●
Il nuovo piano strutturale dovrà confrontarsi e procedere in parallelo con il nuovo PRG del porto; ○
in funzione dei traffici commerciali e turistici (mobilità , viabilità urbana e extra­urbana con aeroporto di pisa ,connessioni dell’ intermodalità tra porto e interporto, sistemi di collegamento veloce tra lungomare, il centro della città, la stazione ferroviaria turismo , etc.); ○
In funzione del water­front conseguente alla realizzazione della Porta a Mare che deve www.progettoperlivorno.org
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Pag. 11/37 prevedere il pieno recupero delle fortezze , degli ex­macelli e Forte S.Pietro. ●
Il nuovo piano strutturale (che dovrà essere sviluppato come piano d'area, con il Comune di Collesalvetti) dovrà prevedere al suo interno: ○
Un “progetto complessivo di paesaggio" per le colline livornesi , con recupero delle ferite causate dall'abusivismo e la stesura di un regolamento che fornisca piena salvaguardia delle zone pendicollinari da ulteriori insediamenti (con rimozione degli abusi compiuti) e valorizzazione delle colline stesse ai fini turistici; ○
Un “progetto di riqualificazione" per i Borghi (come ad es. Valle Benedetta) che li mantenga vitali valorizzando l'armonia del contesto storico in cui sono inseriti; ○
La definizione di un "piano per la costa" (che fu già inserito nel piano particolareggiato nel 2004, ma poi accantonato e rimasto colpevolmente lettera morta), che inquadri il lungomare dalla Bellana a Quercianella, assicurando piena tutela delle preziose scogliere (in armonia con la nuova legge regionale sulla salvaguardia paesaggistica) e uno sviluppo armonioso nella restante parte (a partire dalla riqualificazione di Quercianella). ●
Va realizzato l’approdo della Bellana (di cui si parla addirittura dagli anni ‘60). A questo proposito si esprime adesione al progetto presentato nel 2013 dal Consorzio Nautico per un approdo sociale (ogni diportista diventa concessionario del suo spazio) da 1200 barche, mentre invece nel nuovo PRG portuale in corso di approvazione e nella variante anticipatrice del Comune approvata a fine 2013 è previsto un approdo da sole 600 barche che non risolve il problema dello spostamento delle barche nei fossi per liberare i canali della Venezia e valorizzarli a fini turistici. Ai fini di verificarne una reale fattibilità, riteniamo quindi necessario approfondire gli aspetti legati alle correnti marine, nonché quelli relativi al traffico e alla mobilità urbana (inquinamento, scorrimento, parcheggi, etc.), in considerazione che il Viale Italia è una delle principali arterie di scorrimento e che, in quell'area, si concentreranno insediamenti ed attività rilevanti quali la Porta a Mare (con insediamenti abitativi, supermercato, centro fitness e altre attività commerciali), Scoglio della Regina (balneazione e polo logistico S.Anna), porto turistico del mediceo e approdo della Bellana. ●
Occorre tenere presente l’opportunità dell’inserimento nel territorio di impianti a fonti rinnovabili a zero emissioni (fotovoltaico, eolico), con particolare riferimento a quelli di piccola taglia, diffusi nel tessuto abitativo e all’integrazione di impianti di grande taglia nel progetto di espansione portuale della Darsena Europa. ●
Il recupero dell’Ippodromo Caprilli dovrebbe avvenire valorizzando il parco separatamente dalle pista. Questo poiché aprire il parco, un’area vastissima e bellissima ad un passo dal mare, solo in occasione delle corse è una limitazione che dovrebbe essere superata. Separare le due gestioni, o comunque la fruizione delle due aree, aprirebbe ad esempio la possibilità di avere un teatro all’aperto nel parco, dove ogni sera d’estate le associazioni artistiche livornesi potrebbero mettere in scena un loro spettacolo (anche dietro pagamento di un biglietto a prezzo ridotto acquistato agli ingressi che serva a sostenere le associazioni stesse), oppure di realizzare un punto di ristoro e di svago dedicato particolarmente alle famiglie con bambini, essendo l’area ampia ma controllata. ●
Il Parco della Ceschina (chiuso da moltissimi anni) va sistemato e reso fruibile dalla cittadinanza. ●
Si dovrebbe riprendere in considerazione l’ipotesi di realizzazione di un nuovo stadio (l’attuale è vecchio e richiede forti oneri per la manutenzione), anche in accordo con Pisa. Il progetto della “Cittadella dello Sport” dovrebbe essere ripensato in base a questa ipotesi. ●
La Porta a Mare, ben lungi da essere ciò che si sperava, cioè l’occasione per valorizzare a fini turistici il Porto Mediceo e consentire a Livorno di fare concorrenza a realtà blasonate come Viareggio e Forte dei Marmi, ora in corso di realizzazione dimostra di essere niente altro che un supermercato con area commerciale annessa (quindi un ipermercato) e degli appartamenti, mostrando nuovamente tutta la miopia di visione della gestione politica attuale della città. Serve un ripensamento di tutto il progetto finalizzato davvero ad una valorizzazione reale dell’area, e non l’ennesima speculazione urbanistica www.progettoperlivorno.org
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Pag. 12/37 fatta a favore di pochi soggetti. ●
Occorre rivedere tutti i piani di settore in un contesto generale armonizzato (mobilità, traffico, parcheggi ­ di cui l’ultimo piano risale al 1994 ed è stato completamente stravolto ­, commercio, sanità, sicurezza urbana, sport, cultura). Alcuni dati sulla situazione attuale. 5,7% di appartamenti privati non occupati, oltre 1500 nuovi appartamenti previsti in un mercato immobiliare fermo causa crisi (abitare sociale Coteto, Fiorentina , Via Mayer , Piazza del Luogo Pio , blocco delle “Signorine”, quartiere “S.Martino”/Nuovo Centro), 15000 appartamenti costruiti dall’approvazione dell’ultimo PRG (1999), 6417 appartamenti pubblici (ERP), oltre 1500 domande per alloggi ERP, 80 sfratti medi a bimestre e 200 alloggi ERP assegnati all’anno. 5. Progetto per… l’Ambiente Ricordiamoci sempre che tutto quello che è attorno alla nostra vita di cittadino è ambiente, lavoro, scuola, famiglia, tempo libero, per cui crediamo che, se giustamente mantenuto e gestito, sia fonte di buon vivere, di lavoro e di ricchezza, ma non necessariamente una ricchezza esclusivamente materiale (che è sicuramente importante in un momento di crisi come quello attuale, percepito in maniera spesso drammatica nella nostra città), ma anche dimensionale per il cittadino livornese, il quale ha la fortuna di avere a disposizione un territorio bellissimo, ricordiamo che il nostro Viale Italia è considerato tra i più bei lungomare del paese e che la sua passeggiata a mare è la più lunga d’Europa, (ricordiamo che Piazza della Repubblica è il ponte più largo d’Europa) ma troppo spesso tutto questo patrimonio è stato deturpato da una gestione politica inadeguata. Dobbiamo inoltre tener di conto, che sempre più,in maniera imprescindibili il nostro ambiente si sovrappone si inserisce e perché no, si interfaccia necessariamente con la mobilità l’arredo e il bello della città. Elementi ●
SIN­SIR. Prima di tutto occorre che il Ministero emetta il decreto di riperimetrazione, e per questo tutta la città (Amministrazioni, Categorie...) deve far sentire la propria voce. Sollecitare poi la Regione ad assumere le proprie responsabilità assicurando una gestione più rapida ed efficace possibile delle pratiche relative alle parti di area SIN divenute SIR. Il Comune, che partecipa alle conferenze servizi relative alle bonifiche delle aree inquinate, deve promuovere con determinazione l’applicazione di procedure e l’approvazione di scelte che, nel rispetto delle norme di tutela dell’ambiente, consentano la prosecuzione e lo sviluppo delle attività produttive in tutte le aree SIN­SIR, sviluppando anche forme di incentivazione per le aziende che creano lavoro. ●
Parco delle Colline Livornesi. Progetto di valorizzazione. Aprire i cancelli oggi esistenti sulle vie di accesso al parco ufficializzando la serie dei percorsi di interesse pubblico. All’interno di predetto parco, consentire la realizzazione di esercizi pubblici ad impatto quasi zero (dotati di impianti conducibili con energie alternative) siano essi di ristorazione, noleggio bici ed attrezzature da trekking e aree pic­nic, tramite un progetto generale di gestione del parco da parte di soggetti privati, finalizzate ovviamente anche a creare posti di lavoro, soprattutto per giovani. Chiaramente, deve essere sempre fatta salva la libertà d’accesso alle aree a chiunque. Realizzare anche una vera area di sosta per camper, che a Livorno storicamente manca. Verificare anche la possibilità di consentire attività produttive connesse alle necessarie opere e servizi di buona manutenzione del parco: pulizie delle aree boschive e produzione di legna da ardere, installazione di impianti di produzione di energia verde a fornitura ai centri abitativi presenti nel parco. ●
Ispettori Ambientali. Estendere la figura oggi esistente (solo dipendenti AAMPS) aprendo la strada alla nomina di tutti i dipendenti comunali e di tutti i cittadini interessati, assicurando il supporto della Polizia Municipale con un punto di contatto dedicato alle loro segnalazioni e (almeno) alcuni addetti in movimento sul territorio. Dovrebbe anche essere aperto un canale con ARPAT, e l’ufficio di Igiene e Salute ambientale della ASL, coinvolgendo il loro personale. Tutto questo per aumentare sensibilmente www.progettoperlivorno.org
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Pag. 13/37 la vigilanza sul territorio. Dato che, la Regione non ha emanato alcuna legge per consentire a figure di “Ispettore Ambientale” di elevare sanzioni (similmente a come fanno gli ausiliari del traffico nei divieti di sosta), è quindi fondamentale istituire una squadra di Polizia Municipale che agisca su chiamata da parte degli I. A. e si rechi sul posto per l'effettiva elevazione della sanzione. ●
Riusare l'importo delle eventuali sanzioni (DPR 74/13, su cui al momento vi è un dibattito ben avviato in Regione Toscana) per interventi di salvaguardia ambientale, tra cui, con modalità da affinare, un supporto sia amministrativo che in incentivi economici per l’adeguamento degli impianti termici, che tutti sappiamo essere tra le fonti di inquinamento più importanti. ●
Graduale inserimento della raccolta porta a porta (parallelamente all’istituzione di un servizio in grado di recuperare e valorizzare al massimo i rifiuti differenziati raccolti con personale qualificato, quale il centro di riciclo ERSU di Pietrasanta). La graduale scomparsa dei cassonetti limiterà i comportamenti scorretti che oggi si registrano diffusamente sotto forma di abbandoni di rifiuti nella loro prossimità. Notiamo infatti che l’esperimento in Venezia stia dando buoni risultati, anche se chiaramente al momento si sta parlando di una fetta ristretta di territorio. ●
Individuare potenziali aree APEA (“Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate”) con la stesura Piano Strutturale sovra­comunale (vedi “Programma per lo Sviluppo”). In merito alla questione individuare aree di questo tipo all’interno del comune è al momento molto difficile, ma in un’idea più ampia di area vasta e condivisa con Collesalvetti sicuramente nell’area di Guasticce potrebbe essere fatto. ●
Avviare la procedura di certificazione ambientale ISO 14001 e di registrazione EMAS (possibile con EMAS III) del territorio Comunale non come “fiore all’occhiello” ma come occasione per rivisitare criticamente le modalità di gestione del territorio e dell’ambiente connesso, con lo scopo anche di individuare soluzioni globali ai problemi (gestione del ciclo integrale dei rifiuti, revamping della rete fognaria, qualità dell’aria con riferimento alla presenza del porto e delle navi ecc..). ●
Analisi della questione ambientale non solo come tutela dell’ecosistema nel quale viviamo (matrici ambientali: acqua, aria, suolo aria rumore ecc) ma anche come luogo nel quale si vive e si opera. Per esempio non è cosa diversa il problema del lavoro e quindi della sostenibilità ambientale degli interventi che, se pur con impatto ambientale, possono migliorare la qualità della vita. A questo riguardo promoviamo una grande discussione sull’opportunità della realizzazione della Darsena Europa che avrà certo un impatto ambientale del quale la città dovrà esere capace di valutare la sostenibilità. ●
Supportare le imprese nelle procedure con la P.A., se necessario istituendo una struttura organizzativa apposita. Dare tempi certi alle richieste di autorizzazione, con una moratoria condivisa tra tutti gli enti pubblici, per evitare i casi drammatici di procedure burocratiche che si trascinano per anni. Discutere anche con i comitati ma poi prendere decisioni chiare e definitive. ●
Riprendere il progetto di revamping del depuratore del “Rivellino” (si fa infatti presente che lo spostamento, auspicabilissimo, risulta tuttavia molto costoso e di difficile attuazione) e completarne il business­plan con il supporto delle associazioni degli imprenditori livornesi, con le quali occorre aprire un tavolo tecnico­pratico sulle modalità di realizzazione. ●
Privilegiare la realizzazione di piccoli impianti a fonti rinnovabili (Impianti FER). Facendo una verifica estremamente approfondita delle ultime norme che sono in discussione, che dovrebbero integrare in parte ed in parte sostituire l’attuale normativa, potrebbe essere perseguita la strada di un’attenta politica di investimenti (tramite conto­energia e similari, vedere il punto 4) fattibile anche tramite una eventuale campagna comunale, di compensazione fiscale (da valutare), ma sempre con procedure chiarissime e fiscalmente ineccepibili. ●
Introdurre tratti di illuminazione stradale a LED (o altra tecnologia a basso consumo), sfruttando il risparmio energetico nel calcolo del beneficio finanziario complessivo dell’operazione da contrapporre ai costi. ●
Incentivare la mobilità eco­sostenibile. Dobbiamo ripartire dalle basi, senza cancellare, ma semmai migliorando quel poco che ad oggi è stato fatto. Rivedere, collegare ed integrare la rete di www.progettoperlivorno.org
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Pag. 14/37 piste ciclabili creando un anello, con le sue eventuali diramazioni, che includa gran parte della città. A questo proposito dobbiamo essere in grado di far rispettare le regole di uso delle piste, certo da parte dei ciclisti ma soprattutto da tutti coloro che le occupano indebitamente. . Razionalizzazione del sistema di trasporto pubblico, tramite la rivisitazione delle linee e degli orari in funzione alle fasce orarie e stagionali. Favorire l’acquisto da parte del cittadino di auto elettriche o a gas (studiando una qualche forma di incentivo comunale, non necessariamente economico, quale ad esempio l’individuazione di posti auto riservati dedicati ad auto elettriche). Incrementare il sistema di navette che servono i parcheggi (sotto­sfruttati) di Barriera Roma e Via Del Corona, più l’eventuale parcheggio nell’area del Mercato Ortofrutticolo, in via di smantellamento. Istituire poi nel periodo estivo delle navette che servano il Viale Italia partendo dal parcheggio alla Rotonda d’Ardenza. ●
Passare in maniera graduale e con una gestione attenta a forme energetiche alternative degli impianti e degli edifici pubblici e delle strutture comunali, date in comodato d’uso, ricordiamoci che il fotovoltaico e l’eolico hanno le loro problematiche, relative all’istallazione la gestione la manutenzione e la resa, (attenzione alle cosiddette centrali alternative vedi costi/resa) per cui tutti i gli eventuali lavori connessi devono essere valutati ed affidati a veri professionisti, dotati di strumenti e conoscenze vere. ●
Una gestione e manutenzione del verde pubblico programmata ed efficace, oltre che al decoro porta ad una efficienza qualificata e non, invasiva per il cittadino. E’ possibile a questo proposito incentivare l’ingresso dei privati in cambio di pubblicità. 6. Progetto per… il Commercio Progetto per Livorno ha parlato con le categorie per produrre una proposta che intende affrontare pragmaticamente i problemi del commercio a Livorno. Di seguito le proposte, divise in un breve riassunto dei punti principali seguiti da un maggior dettaglio. I riferimenti alla mobilità (qui relativi principalmente alla sola questione del centro) sono poi ulteriormente analizzati in un documento a parte. Elementi ●
Riqualificazione del Centro, non solo in termini di pulizia, ma anche di arredo urbano e vivibilità complessiva. ●
Creare un sistema dei parcheggi del Centro favorendo la loro accessibilità (oggi fortemente limitata), con navette che servano quelli più lontani. ●
Corsie preferenziali protette per i bus per rendere il servizio più efficiente. ●
L’Amministrazione deve incentivare l’iniziativa privata di commercianti ed imprenditori (il contrario di quel che accade adesso). ●
Puntare sul turismo, creando le condizioni per portare più persone in città. ●
Costi smaltimento rifiuti. Consentire in aree ben individuate (es: Piazza Cavallotti) di fare gare aperte per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. ●
La Porta a Mare non deve essere in concorrenza commerciale con il Centro e i Borghi, che in questo modo ne verranno danneggiati, ma offrire servizi diversi. ●
No all’abusivismo commerciale. Le regole devono essere uguali per tutti. ●
Concorrenza nella Grande Distribuzione (a differenza del quasi monopolio di oggi). ●
Riduzione della TOSAP per gli eventi occasionali. Sostegno politico per rendere graduali le www.progettoperlivorno.org
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Pag. 15/37 sanzioni in caso di mancata presentazione del DURC. Dettagli Ambiente e vivibilità urbana. Tutto il Centro ha bisogno di una cura maggiore. E’ imprescindibile un impegno forte nella sua riqualificazione, in termini di pulizia e arredo urbano. Il centro, finora sacrificato rispetto ai nuovi insediamenti (Porta a Terra, ma tra breve anche Porta a Mare), deve tornare ad essere il punto nevralgico della vita cittadina. Accesso al Centro. Tra uso del mezzo privato e mezzo pubblico è certo preferibile il secondo, che consente di ridurre il traffico e l’inquinamento. L’incentivazione non si ottiene però con una chiusura totale al traffico privato, ma con una combinazione di fattori. I parcheggi devono costare di più avvicinandosi al Centro (anche se l'ora va resa frazionabile per favorire la rotazione), mentre i parcheggi più decentrati devono essere collegati con una navetta apposita (possibilmente, gratuita). I mezzi pubblici devono muoversi in corsie preferenziali protette (in cui, cioè, i mezzi privati non possano entrare), in modo da rendere il servizio più efficiente. Manca poi un sistema efficace di piste ciclabili e di punti dove lasciare le biciclette (che oggi vengono spesso incatenate dove capita). Sistema dei parcheggi. Serve un sistema coordinato dei parcheggi a rotazione del centro città che assicuri la disponibilità di posti sufficienti (non inferiore rispetto all’attuale), mentre le politiche degli ultimi anni hanno spesso privilegiato la realizzazione di parcheggi privati (esempio: Piazza Guerrazzi). Occorre poi una adeguata e facile accessibilità (cartellonistica adeguata, oltre ai pannelli informativi, che guidino gli automobilisti direttamente dove il parcheggio è disponibile), oggi ad esempio non garantita per le strutture “Odeon” e “Del Corona”. Alcune navette (possibilmente, gratuite) dovrebbero collegare i parcheggi più decentrati con il Centro. Via Grande. Serve la pulitura delle colonne e l’installazione di fioriere ed altri arredi (anche con la collaborazione degli esercenti e la partecipazione alla spesa). La ripavimentazione dei portici sarebbe un elemento di primaria importanza (a questo scopo si propone di investire un importo equivalente a quello della TOSAP che il Comune incassa per l’occupazione sotto i portici a riduzione della spesa a carico dei condomini, che sono i proprietari dei portici). Riguardo la chiusura della via al traffico privato, da più parti richiesta, rileviamo che esistono poche vie di collegamento est­ovest (come Via della Cinta Esterna, Avvalorati/San Giovanni, Grande, Montebello/Mameli). Questa opzione potrà essere presa in considerazione solo se le politiche di incentivazione dell’uso del mezzo pubblico portassero ad una effettiva riduzione dell’uso del mezzo privato, ma non prima. Piazza Grande. Sarebbe auspicabile procedere con la pedonalizzazione completa della piazza chiudendola al traffico e facendo passare il traffico in arrivo da Via Grande dal Largo Duomo. L’eccezione potrebbe essere costituita dai soli bus. Piazza Cavour. L’attuale chiusura al traffico est­ovest crea un problema di accessibilità e separa le due parti del centro. Le uniche vie di passaggio sono Via Grande e Avvalorati/San Giovanni (impedendo ad esempio che chi cerca un posto sugli Scali degli Olandesi, non trovandolo possa recarsi facilmente al vicino parcheggio Odeon). E’ quindi auspicabile la riapertura del transito est­ovest sulla Piazza, operazione per la quale va avviata una analisi tecnica. Porta a Mare. La prevista realizzazione di nuovi insediamenti commerciali alla Porta a Mare non legati allo svago (le passeggiate a mare sono generalmente associate ad uno shopping “ricercato” o a servizi per il tempo libero) contribuirà ad un ulteriore impoverimento del Centro e della zona dei Boghi. La tipologia di esercizi commerciali dell’area dovrebbe invece essere funzionale allo svago. Incentivare l’iniziativa privata. L’atteggiamento attuale dell’amministrazione comunale che non incentiva le iniziative proposte da soggetti privati (anche ove essi si fanno carico di tutte le spese e dei rischi) va completamente ribaltato. Le proposte che vengono ricevute (ovviamente, ove non creino problemi) devono essere sostenute, perché muovono l’economia e coinvolgono i cittadini. Turismo. Riteniamo che il turismo sia una delle principali risorse che Livorno può sfruttare. Si rimanda ad altri documenti la descrizione delle iniziative, tuttavia forte impegno deve essere speso per trasformare la città, con particolare all’area della Venezia e del Centro, in un punto di accoglienza di crocieristi e non solo. Ad esempio, www.progettoperlivorno.org
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Pag. 16/37 si potrebbe ospitare in Venezia il Mercatino dell’Antiquariato. Riteniamo poi che Effetto Venezia non dovrebbe essere una manifestazione concentrata in soli dieci giorni come adesso, ma diluita un periodo che dura tutta l’estate con eventi in grado di attirare turisti e abitanti delle città vicine più volte nel periodo (cosa che richiede l’intero ripensamento di comunicazione e pubblicità, che oggi è largamente insufficiente). Tutto questo pensando anche ai risvolti positivi sul commercio nell’area del Centro. Tassazione. E’ opportuna una riduzione della TOSAP per le iniziative occasionali che rivitalizzano le zone cittadine. Nel caso degli ambulanti, serve un impegno nei confronti della regione per rendere graduali le sanzioni in caso di impossibilità temporanea alla presentazione del DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva). Tale documento attesta la propria posizione con il fisco ed occorre essere in regola per accedere ai servizi. Se il principio è certamente giusto, perché punisce chi sistematicamente evade i pagamenti, l’applicazione penalizza fortemente anche chi si trova in condizioni momentanea irregolarità (cosa che purtroppo in questo momento di crisi accade spesso). La sanzione prevista in caso di inadempienza (sei mesi di sospensione della licenza) non differenzia infatti tra i due casi. Impedendo lo svolgimento dell’attività, si impedisce però anche che il soggetto recuperi quelle risorse necessarie a rimettersi in pari, aggravando ulteriormente il problema. La sanzione andrebbe quindi graduata, ad esempio dando un tempo per il rientro in condizioni di piena regolarità prima della sospensione effettiva della licenza. Essendo la tematica di competenza regionale, una nuova amministrazione potrebbe sensibilizzare la Regione su questo tema. Costo del servizio rifiuti. Gli importi chiesti ai commercianti (specie del settore alimentare) sono molto alti. Una delle cause principali è che AAMPS è una società che, svolgendo il servizio in un Comune solo, non riesce ad avere economie di scala sufficienti. In attesa del percorso (al momento solo annunciato) per creare il gestore unico di Ambito Territoriale Ottimale, riteniamo che in aree limitate (come Piazza Cavallotti) dovrebbe essere possibile fare delle gare per lo spazzamento e lo smaltimento dei rifiuti (a cui AAMPS potrebbe partecipare, ma senza alcun diritto di prelazione). Concorrenza nella grande distribuzione. La concorrenza porta vantaggi di costi e qualità per i cittadini. Non è quindi possibile che nella grande distribuzione ci si trovi in una condizione di sostanziale monopolio a favore di Coop. Questo si nota anche nel livello dei prezzi. Le ultime rilevazioni indipendenti riportano nella nostra città un maggior costo medio della spesa nei supermercati del 6% rispetto alla vicina Pisa. Le diverse condizioni economiche delle due città dovrebbero invece vedere un vantaggio a favore nostro. E’ quindi indispensabile produrre quelle condizioni di concorrenza necessarie a calmierare il mercato (come fatto già molti anni fa da Pisa). Ricordiamo infatti che mentre i punti vendita Coop nascono a ripetizione, da anni Esselunga attende di avere la stessa possibilità. Posto che non abbiamo alcuna preferenza per alcuna marca, in breve “vogliamo poter scegliere se comprare alla Coop, non essere obbligati a farlo” e “basta monopolio, si all’Esselunga”. A questo proposito, si segnala che l’ingresso di Esselunga nell’area che possiede di Viale Petrarca sarebbe certamente traumatica per il contesto commerciale di Via di Salviano (anche se forme di compensazione specificatamente a favore dei piccoli commercianti delle aree adiacenti potrebbero migliorare l’impatto). Riteniamo quindi che la migliore soluzione era e resta quella di favorire l’ingresso di Esselunga nell’area del “Nuovo Centro” (che fu rifiutata malgrado l’offerta più alta). Si ritiene quindi che andrebbe prioritariamente verificata la possibilità di riaprire la trattativa. Abusivismo commerciale. Le regole devono essere uguali per tutti. Non ci possono essere soggetti che operano nel rispetto della Legge accanto ad altri che vendono merce di simile tipologia ma senza pagare alcuna tassa. Si tratta di una forma di concorrenza sleale che, particolarmente in questo momento di crisi, ha prodotto tensioni che sono sfociate in pericolose forme di intolleranza. Se il fenomeno dell’abusivismo è legato all’immigrazione, ci sono però molti extracomunitari che operano in condizioni di piena regolarità e che ne sono quindi danneggiati anche essi. La pacifica convivenza si crea quindi attorno al rispetto di norme comuni, cosa che peraltro è l’insegnamento che ci arriva dalla storia stessa della nostra città. Serve garantire il rispetto delle regole, anche con una presenza costante delle istituzioni. E’ infine indubbio che il fenomeno dell’abusivismo possa nascondere situazioni di difficoltà sociale. Ove si individuino tali difficoltà, è auspicabile un impegno delle amministrazioni per favorire lo sviluppo di attività alternative (es: mercato etnico) in accordo con le comunità interessate. www.progettoperlivorno.org
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Pag. 17/37 7. Progetto per… la Cultura La nostra Livorno ha un grande patrimonio storico, artistico e culturale che resta pressoché sconosciuto al di fuori dei suoi confini. Abbiamo una storia di tolleranza unica al mondo, che ci ha reso un punto di incontro di comunità e di religioni riunite in un melting­pot ante­litteram nonché una luminosa eccezione alle persecuzioni subite in Europa dal popolo ebraico. La pianta pentagonale della città storica racchiusa nella rete dei fossi e protetta da due Fortezze è anche essa di grande originalità, oltre a contenere il gioiello del quartiere Venezia. Siamo la città natale di artisti di fama mondiale come Modigliani, Mascagni, Fattori ed altri. Siamo la patria dei Macchiaioli e in generale una città dove nelle strade si respira uno spontaneo senso artistico. Abbiamo un vivace teatro popolare al pari, fatte le debite proporzioni, di realtà ben più importanti quali Napoli e Venezia. Tutto questo, invece di proiettare la città verso l’essere una meta di turismo e di studio, è stato progressivamente rinchiuso nel recinto delle potenzialità non sfruttate. Incuranti di questa preziosa tradizione, a Livorno ha preso il sopravvento un modello secondo cui addirittura ci si compiaceva dell’ignoranza. Il modello livornese si è infatti progressivamente ristretto a quella pur preziosa veracità che ci caratterizza, fino a rendere la città la caricatura di se stessa. L’adesione acritica a questo modello si è prodotta attraverso la chiusura ad ogni contributo e contatto esterno, assieme ad una implicita “selezione innaturale” dei giovani dovuta ad una economia che offriva opportunità solo a coloro che accettavano l’omologazione al sistema. Livorno quindi ha perduto memoria della sua tradizione culturale, cristallizzandosi in un limbo fuori dal tempo e dallo spazio dimostrato più di ogni altro dalla assurda scritta “MSI Fuorilegge” che da anni sfregia una delle nostre fortezze storiche nell’indifferenza generale. Tutto questo deve cambiare e per farlo si deve mettere in atto un progetto di rinascita culturale della città che ne valorizzi il grande patrimonio e, malgrado tutte le difficoltà, l’indubbia vitalità di fondo che continua a permeare la società livornese. Va ricostruito l’orgoglio di far parte di una comunità culturalmente ricca e questa ricchezza deve diventare la chiave per aprirci ed attirare visitatori. Siamo certamente molto ottimisti, ma crediamo davvero che un percorso di rinascita culturale potrebbe portare Livorno e diventare una “piccola città d’Arte”. Elementi ●
Raccogliere contributi pubblici (fondi europei), accogliere contributi privati (mecenatismo, crowdfunding, sponsorizzazioni). ●
Il sostegno pubblico della cultura dovrebbe normalmente avvenire solo con servizi (es: sedi), a meno di eventi specifici con un ritorno complessivo stimabile sulla città, per i quali è quindi sensato investire risorse economiche. In ogni caso, le cifre impiegate e i beneficiari devono essere rese pubbliche sul sito Internet, in totale trasparenza. ●
L’Amministrazione dovrebbe coordinare le piccole associazioni nella ricerca fondi esterni (es: fondi europei). Usare a questo scopo la Consulta delle Associazioni per identificare i progetti comuni (es: insiemi di eventi aventi una tematica comune) da presentare. ●
Si riprenda il progetto di realizzazione di un Polo Espositivo negli Ex­Macelli (mantenendo i Granai di Villa Mimbelli per esposizioni più piccole). In generale, rivalutare la Venezia con un progetto culturale ed architettonico di ampio respiro che includa le Fortezze, il Forte San Pietro, le Cantine, i Fossi, gli Ex­Macelli. ●
Si realizzi (o si identifichi) un’area per spettacoli (ca. 300 posti) liberamente utilizzabile dalle associazioni cittadine (e che magari potesse diventare una nostra “Versiliana”). A questo scopo portebbe essere possibile valorizzare gli spazi che già abbiamo (es: Ippodromo. Cfr. “Progetto per… lo Sport”). ●
Serve adottare una “strategia culturale”, che poi sia sviluppata professionalmente con manager competenti. Adottare in generale criteri meritocratici nelle nomine. Assicurare il ricambio nella gestione di musei e fondazioni (come la Fondazione Goldoni). ●
E’ inammissibile che la Fondazone Goldoni non usi le risorse interne (circa 20 dipendenti) per l’organizzazione della stagione ma si appoggi ad una struttura esterna. Questo è uno spreco di risorse www.progettoperlivorno.org
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Pag. 18/37 pubbliche che deve terminare. ●
Basta con gli spettacoli “per” livornesi, il bacino di utenza deve allargarsi a chi viene dall’esterno. Si realizzino spettacoli “di” livornesi (fatti dalle nostre associazioni del vernacolo, ad esempio). Vanno applicate tecniche di marketing e comunicazione per attirare persone da fuori Livorno. In generale occorre creare e sviluppare un “brand Livorno”. ●
Si passi da “Effetto Venezia” (una manifestazione di una sola settimana, inutilmente troppo concentrata) a “Estate in Venezia” (il quartiere sia valorizzato per tutta l’estate con un solo spettacolo ogni sera, rinunciando agli eventi più costosi). Si ospiti il mercatino del’antiquariato in Venezia. ●
Si cerchino legami ed eventi specifici con tutte le nazioni delle comunità che parteciparono alla fondazione di Livorno. Si affermi con forza la grandezza della “Livorno delle Nazioni”. La storia di tolleranza della città deve essere conosciuta e diventare di esempio fuori di Livorno ●
La cultura e l’arte si insegnano fin da piccoli. Servono progetti di formazione con le scuole a cui far seguire, idealmente ogni mese di giugno a ridosso della chiusura estiva, una Rassegna o Festival o Concorso con prove divise per le varie fasce di età e tra le diverse specialità culturali; tipo: Disegno, Pittura, Poesia, Racconti di vario genere. ●
Si faccia un percorso di valorizzazione specifico per la Street Art, realizzando apposite “stazioni” lungo dei percorsi cittadini e lasciando in esse libertà alla creatività. ●
Serve un Festival Mascagnano in modo simile a quanto Parma fa per Verdi, Lucca per Puccini, Catania per Bellini, Pesaro per Rossini. Si riapra il Museo Mascagnano (i cimeli ora sono esposti al Goldoni), anche come sezione di un museo più grande. ●
La cultura può contribuire a dare lavoro. La sua valorizzazione è funzionale anche all’occupazione. ●
Lanciare un progetto specifico per la musica. Valutare la possibilità di passare il Mascagni da Istituto a Conservatorio (possibilità rifiutata in passato). Dettagli Raccogliere contributi pubblici. Nella limitazione delle risorse disponibili agli enti pubblici locali, occorre puntare a contributi pubblici di altro tipo, quali quelli reperibili con i fondi europei. Per questo serve una riorganizzazione della macchina comunale che consenta di andare a trovare i bandi disponibili, ma anche avere progetti di ampio respiro che possano superare le selezioni. Accogliere contributi privati. Nella situazione attuale di risorse pubbliche fortemente descrescenti è quanto mai importante aprirsi a forme di contribuzione private per l’arte e la cultura. Ci sono forme diverse tra cui almeno sponsorizzazioni, mecenatismo, crowdfunding. Nessuna preclusione deve essere data, se consente di salvaguardare il patrimonio collettivo e valorizzarlo. Sostegno alle associazioni culturali. La sussidiazione della cultura non dovrebbe avvenire con erogazioni economiche dirette. Anzi, normalmente il sostegno alle associazioni culturali dovrebbe avvenire soltanto con servizi (esempio: garantendo una sede o spazi condivisi per le esibizioni), mentre il sostegno in denaro dovrebbe essere preso in considerazione soltanto a fronte di progetti culturali di cui si riesce a prevedere un ritorno economico complessivo sulla città. Sarebbe invece di grande importanza coordinare le associazioni (usando lo strumento già esistente della Consulta) verso la ricerca di contributi pubblici di altro tipo (come i fondi europei) identificando dei temi comuni su cui produrre una progettualità, visto che da sole certamente non hanno le possibilità e le competenze per farlo. Competenza e managerialità. E’ di grande importanza disporre di un metodo di selezione delle competenze anche per quanto riguarda la cultura. Le nomine devono tenere conto delle esperienze dei soggetti, e devono vedere un ricambio che assicuri il necessario rinnovamento degli stimoli e delle idee. Nell’organizzazione di eventi con un ritorno economico si deve sempre valutare l’opportunità di lasciare il compito a un soggetto www.progettoperlivorno.org
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Pag. 19/37 privato competente nel settore che, a sua cura e spese a fronte del guadagno, si adoperi per garantire il miglior risultato. Guardare fuori Livorno. Uno degli errori più grandi che sono stati commessi è quello di organizzare eventi e manifestazioni “per” livornesi. Servono invece eventi “di” livornesi rivolti ad un pubblico ben più vasto composto da turisti e abitanti delle città limitrofe. Lo stesso “Effetto Venezia” (che noi di PpL proponiamo di trasformare in “Estate in Venezia”, una kermesse più diluita ma che dura l’intera stagione) viene oggi pubblicizzato pochissimo al di fuori di Livorno. Un altro caso, sia pur non relativo all’ambito culturale, è quello del Palio Marinaro. In generale la promozione degli eventi non può limitarsi all’ambito cittadino. Infrastrutture. Si realizzi un Polo Espositivo, per il quale riteniamo prioritario il recupero del progetto di realizzazione agli Ex­Macelli, progetto che ha ricevuto anche dei premi ma che non è stato presentato nei PIUSS del 2009. Serve inoltre un’Area per Spettacoli con almeno 300 posti che dovrebbe essere disponibile a tutte le associazioni (in particolare quelle teatrali) per mettere in scena i loro spettacoli. Potrebbe diventare una specie di “Versiliana” livornese. Ipotesi di collocazione sono dentro la Fortezza Nuova o nel parco del Caprilli. Formazione all’arte. Arte e giovani. Uno degli aspetti fondamentali da seguire è la “formazione all’arte”. Grazie alla associazioni livornesi si dovrebbero organizzare corsi nelle scuole per avvicinare i giovani al mondo dell’arte nelle sue diverse forme. Nomine in enti e fondazioni pubbliche. Le nomine devono essere improntate a criteri meritocratici e devono assicurare una rotazione legata ai risultati (o meno) raggiunti. Oggi invece si assiste a troppe persone che risiedono da troppo tempo negli stessi posti, pur in presenza di risultati insufficienti. Da “Effetto Venezia” a “Estate in Venezia” “Effetto Venezia” è un’evento che non dura oltre dieci giorni. E il resto dell’estate? La Venezia è un quartiere bellissimo, un gioiello che si ha il dovere di condividere. Noi di Progetto per Livorno crediamo che sia possibile trasformare il quartiere in un luogo vivo, pieni di eventi, di storia e di cultura per tutta la stagione estiva, seguendo regole precise che tutelino anche i residenti e consentano di impiegare al meglio le sempre più scarse risorse pubbliche disponibili. Ecco cosa proponiamo. Durata. Invece di concentrare tutti gli eventi in pochi giorni, la manifestazione sia distribuita per tutta l’estate (dal 1° giugno al 30 settembre), invogliando i visitatori a tornare più volte ma con un disagio per i residenti che risulta, nella singola serata, più contenuto. Traffico e Mobilità. Tutti gli scali devono essere totalmente chiusi al traffico (o almeno dal 1° giugno al 30 settembre). La chiusura con cartelli permanenti evita di impiegare i vigili urbani per il controllo agli accessi, come invece accade oggi durante Effetto Venezia. Il resto delle strade del quartiere rimane aperto al traffico. I parcheggi interni al quartiere devono essere riservati esclusivamente ai residenti de La Venezia e ai disabili. Il progetto di installazione delle telecamere (il Comune ha dichiarato di aver trovato le risorse) sarebbe ovviamente molto utile a questo scopo. I visitatori del quartiere potranno lasciare i loro mezzi solo nei parcheggi di Piazza del Luogo Pio, Stazione Marittima, Mercatino Americano, Quattro Mori. Commercio. I tavoli all’aperto sono consentiti per tutto il periodo (dal 1° giugno al 30 settembre) lungo
gli scali dove sono presenti i ristoranti (unica accortezza è che deve essere sempre lasciato spazio per il
passaggio di eventuali mezzi di emergenza). Ogni sera si può quindi cenare all’aperto. I negozi sono aperti
in orario serale (a discrezione degli esercenti). Nel resto degli scali sono presenti, a periodi, i classici
banchetti, a cui la luce deve essere garantita fino alle 01.00 (oggi viene “tagliata” a mezzanotte).
Spettacoli. “Effetto Venezia” oggi è una manifestazione “per” livornesi, dove compagnie di artisti chiamate per l’occasione inscenano i loro spettacoli. Invece va trasformato soprattutto in uno spettacolo “di“ livornesi, dove i nostri molti artisti si esibiscono per la città, per turisti e per visitatori. Questo significa eliminare gli spettacoli costosi di compagnie che vengono da fuori, spendendo meno per i singoli eventi, impiegando invece il più possibile i gruppi artistici livornesi o “artisti di strada” che si esibiscano senza amplificazione musicale. Le nostre compagnie teatrali potrebbero realizzare spettacoli “vivi” in vernacolo, interpretando i brani e i personaggi della Livornopopolare ambientati in mezzo alla gente spostandosi tra gli scali. Le associazioni www.progettoperlivorno.org
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Pag. 20/37 storiche (come “La Livornina”) potrebbero trasportare il quartiere in un’epoca diversa, facendo interpretare ai loro figuranti i soldati di ronda, la corte Medicea all'accoglienza dei visitatori ed i popolani intenti ai loro mestieri. Ove fossero disponibili degli spazi pubblici (es: gli Ex­Macelli), essi potrebbero essere dati gratuitamente a compagnie che volessero esibirsi (senza spesa per l’Amministrazione), dietro il solo pagamento della pulizia dell’area la mattina successiva. Organizzazione. La scelta di non coinvolgere compagnie organizzate di artisti e di non tematizzare quello che non è più un evento, ma un contenitore di eventi realizzato all’interno del quartiere intero, rende inutile la figura del Direttore Artistico (che oggi costituisce un costo rilevante). L’organizzazione sarebbe affidata ad un Comitato Organizzatore (a costo zero) in cui parteciperebbero l’Amministrazione Comunale, i rappresentanti degli esercenti del quartiere (che sono i primi ad essere interessati alla buona riuscita) e i rappresentanti delle associazioni storiche, culturali ed artistiche livornesi. Turismo e promozione. Ovviamente, le tradizionali visite in battello, la visita alle cantine e tutte le iniziative a favore del turismo che la città è in grado di produrre dovrebbero essere disponibili in tutto il periodo estivo. Un cartellone che presenta “Estate in Venezia” dovrebbe essere ben visibile nei pressi della attuale Stazione Marittima (dove passano i passeggeri dei traghetti) e un volantino dovrebbe essere disponibile in tutti gli hotel del circondario. Una promozione nelle città toscane più vicine sarebbe altrettanto utile. Una applicazione per smartphone potrebbe riepilogare il programma delle serate e degli eventi, dare informazioni pratiche sul quartiere (come l’ubicazione dei parcheggi) e fornire i riferimenti ai servizi di guida turistica disponibili. Le risorse per la promozione potrebbero essere compartecipate dagli esercenti. Ambiente, pulizia, sicurezza. Quanto meno gli scalandroni ed i ponti dovrebbero essere addobbati con dei fiori. In realtà, oltre ai mesi estivi, il quartiere necessità di arredo urbano permanente che ne valorizzi la bellezza. Come già realizzato da Comune e AAMPS, la raccolta porta a porta in tutto il quartiere consente eliminazione totale dei cassonetti. AAMPS dovrebbe garantire un passaggio della macchina spazzatrice al mattino sui soli scali. Gli ispettori ambientali, a turno, dovrebbero vigilare in tutta l’area, segnalando alla Polizia Municipale eventuali violazioni. Uno specifico protocollo di intesa tra l’Amministrazione e gli esercenti impegnerebbe questi ultimi alla pulizia dell’area antistante il locale subito dopo la chiusura e a garantire una prima vigilanza e una segnalazione alla Polizia Municipale (che fornirebbe un punto di contatto dedicato) di tutte le situazioni di potenziale criticità. Sarebbe opportuno installare in punti definiti dei bagni pubblici mobili che dovrebbero essere dati in gestione a soggetti extracomunitari in cambio della rinuncia a dedicarsi all’abusivismo commerciale. Tali soggetti ricaverebbero cioè dal pagamento degli utenti del servizio quelle risorse, anche se limitate, sufficienti a non dover ricorrere per la propria sussistenza a mezzi illegali, che provocano forti tensioni con gli esercenti. Musica. Da domenica a giovedì siano consentiti solo spettacoli musicali senza amplificazione, che resta limitata alle sere del venerdì e sabato solo per piccole esibizioni (non concerti), fino ad un orario da concordare e comunque nei limiti fissati dalla normativa. Il Comune impieghi una pattuglia con due vigili che percorra gli scali all’orario convenuto per il silenzio per verificare il rispetto degli orari. In caso di inadempienza, scatti la chiusura per una settimana dell’esercizio coinvolto. Eventuali concerti dovrebbero svolgersi soltanto al di là delle Mura Lorenesi, nel parcheggio vicino al Mercatino Americano (parcheggio che nell’occasione sarebbe interdetto ai veicoli). Giovani. Le criticità attuali della movida sono spesso causate dai giovani che, alla chiusura dei locali, stazionano nel quartiere per mancanza di una alternativa vicina per passare il resto della serata. Va creata un’area per spettacoli notturni (dopo la mezzanotte) non molto lontana, ma comunque fuori del quartiere. Sarebbe auspicabile riaprire presto la Fortezza Vecchia o individuare un’altra area simile (ad esempio entro gli Ex­Macelli, se ci fossero le risorse per la ristrutturazione). “e­State in Venezia”. Su tutti gli scali dovrebbe essere disponibile la connessione Wi­Fi gratuita (estendendo il servizio che il Comune sta realizzando), un incentivo in più a passare il tempo nel quartiere. Mercatino del Venerdì. Quanto sopra, se il traffico sugli scali fosse vietato tutto l’anno, apre anche alla possibilità che il Mercatino del Venerdì si possa spostare in Venezia, in modo da attirarvi i croceristi. Risorse permettendo…. La Venezia è un gioiello dalle enormi potenzialità. Potendo recuperare fondi tantissime www.progettoperlivorno.org
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Pag. 21/37 cose potrebbero essere rese possibili. ●
Le cantine. Sono un patrimonio unico. Bellissime, ad un passo dall’acqua, sono i luoghi della nostra storia di gente di lavoro, dove si scaricavano i materiali. Se si trovasse una diversa collocazione per le barche, le cantine potrebbero diventare locali con dei pontoni su cui mettere i tavoli per serate conviviali uniche, come peraltro già avviene solo in pochissimi punti. ●
Gli Ex­Macelli. Sono uno spazio molto vasto vicino al quartiere, ma protetto, che potrebbero diventare un’area per spettacoli. Tutto quanto sopra potrebbe non aver senso se non si ferma il terribile progetto di Piazza del Luogo Pio, approvato nel 2008, che intende stravolgere il gioiello de La Venezia con cinque nuovi condomini di sei piani. Si trasformerebbe la porta della città per i turisti che vengono dal mare in un banale quartiere residenziale. Inoltre crescerebbero inevitabilmente le tensioni con i residenti. Distruggendo il patrimonio che abbiamo, dimostreremmo che a Livorno manca completamente il senso della bellezza della nostra città. 8. Progetto per… il Turismo Siamo la porta della Toscana per chi viene dal mare. Abbiamo una posizione baricentrica, vicina a molte delle principali città d’arte. Abbiamo una architettura di città rinascimentale. Siamo la città natale di artisti di fama mondiale. Eppure tutto questo non basta. Restiamo completamente ignorati dai circuiti turistici e Livorno continua ad offire solo ai livornesi. Il turismo però può e deve essere uno degli assi di svuluppo fondamentali della città. La proposta di Progetto per Livorno indirizza questo obiettivo. Elementi ●
Inserire la descrizione di Livorno nelle principali guide turistiche internazionali. Il turista visita un luogo se è invogliato a recarvisi. ●
Concordare con le compagnie delle crociere la presenza di un “pacchetto Livorno” offerto a bordo. Anche se verrà scelto da poche persone, inviterà chi resta a bordo a girare la città per suo conto. ●
Valorizzare il quartiere della Venezia (anche durante il giorno). Serve un arredo urbano (esempio: fiori sui ponti). Realizzare il Polo Espositvo agli Ex­Macelli, con il progetto ipotizzato nel 2009. Spostare le barche (vedi: progetto Bellana) e recuperare le Cantine storiche come locali e ristoranti. ●
Togliere alla Porto2000 il ruolo di tour operator lasciando quello di terminalista e procedere con la privatizzazione con partner competenti e realmente interessati ad aumentare il numero di accosti. Va bene comunque mantenere una partecipazione minoritaria pubblica che assicuri sinergie con il resto del territorio (esempio: SAT). ●
Destinare l’accosto 75 alle crociere e non alle barche da diporto. Non realizzare ancora altre abitazioni lungo la Via del Porto Mediceo ma servizi (anche per i giovani). ●
Rivedere interamente il sistema di accoglienza della città, scegliendo partner in grado di comporre pacchetti completi di offerta turistica. Favorire lo sviluppo di servizi privati, valorizzando merito e competenze. ●
Agire in sinergia con il territorio toscano. Oggi si registra l’incapacità di fare squadra da parte delle istituzioni livornesi. ●
Selezionare i soggetti per la direzione e la gestione dell’offerta museale in base alle www.progettoperlivorno.org
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Pag. 22/37 competenze e non alle appartenenze (oggi il MuseoFattori costa 600 k€ e incassa 35 k€ senza alcun cambio di direzione e strategia). ●
Cercare partner (anche privati!) per la valorizzazione del Parco delle Colline Livornesi con percorsi naturalistici ed escursionistici (es: noleggio di mountain bikes). Dettagli Analisi. Occorre sgombrare il campo dalla falsa contrapposizione tra una Livorno industriale e una Livorno turistica. La nostra città è cresciuta grazie alla logistica ed all'industria e sarebbe velleitario, oltre che illogico, pensare che il turismo le possa sostituire interamente, in particolare se teniamo conto della diversità di specializzazioni e competenze che i diversi settori richiedono. Però dobbiamo renderci conto che, sia pure grazie ad un flusso residuale rispetto a quello raccolto dalle città d'arte della Toscana, comunque il turismo costituisce una eccezionale opportunità ancora tutta da cogliere, perché Livorno può offrire molto, a partire dalla sua storia di apertura e tolleranza, dal bellissimo lungomare e dal quartiere Venezia. Si può affermare con buona approssimazione che se la zona Nord (che include il porto industriale ed è delimitata dall’area del Picchianti inclusa) ha avuto e potrà continuare ad avere una caratterizzazione logistica ed industriale, il resto (centro, sud ed est) della città possono e devono essere ripensati in ottica di una accoglienza turistica. Più che pensare a permanenze turistiche di lunga durata, possiamo pensare di attirare quei flussi di movimento che attraversano la città per brevi orizzonti temporali (da poche ore a pochi giorni), oppure che la utilizzano come base per gli spostamenti data la sua posizione baricentrica e il clima felice. La crescita del settore crocieristico, che finora la città non ha saputo gestire e valorizzare adeguatamente (tanto da aver registrato un incredibile ed assurdo crollo nel 2013 rispetto al 2012 a causa della perdita di accosti a favore di La Spezia, su cui ora pende un ricorso), testimonia il contributo positivo che il settore può dare all'economia della città. Si stima che del milione di croceristi scesi a Livorno nel 2012, il 30%, (quindi circa 300.000) siano rimasti a bordo o siano scesi in città, dove non hanno trovato proposte efficaci (tanto che si parla sempre dei turisti vaganti senza meta nel centro). Dato però che un crocierista spende mediamente circa 30 euro a persona, avevamo un potenziale volume di affari di 9 M€ solo parzialmente sfruttato. L’inadeguatezza attuale della città. La mancanza di una “cultura del turismo” ha finora fortemente limitato le proposte che la città offre a chi viene da fuori. Ad esempio rileviamo il problema della scarsa pulizia della città. La soluzione consiste in un mix di educazione, formazione, prevenzione, ma anche repressione. La manutenzione dell’area urbana è scadente, a partire da strade e cartellonistica e gli arredi urbani sono inadeguati. Il Museo Fattori chiude nelle ore centrali della giornata quando i croceristi sono in piena attività , visto che nel tardo pomeriggio la nave riparte. La promozione del Museo Fattori è largamente carente, tanto da registrare incassi per appena 35.000 Euro l’anno a fronte di costi di 600.000 Euro per il mantenimento della struttura, il tutto senza che sia mai stata messa in discussione la sua gestione. In generale Livorno ha la gravissima limitazione di offrire soltanto ai livornesi. Sono tristemente note le cronache dei turisti che nei giorni di festa girano alla ricerca di un esercizio aperto e persino di un bagno. Neppure un avviso ricorda che accanto al porto si trova il gioiello del quartiere Venezia, che anzi viene visto dalle istutuzioni (ad eccezione dell’unica settimana estiva di “Effetto Venezia”) come se fosse un normale quartiere residenziale, tanto da aver approvato nel 2008 uno sciagurato progetto per costruire ben cinque condomini di sei piani nella Piazza del Luogo Pio (su cui PpL si è fermamente espresso sulla stampa, contribuendo alla sua attuale quiescenza)! Eppure la Venezia e i fossi, consentendo la trasformazione delle cantine in locali, potrebbe essere un punto di riferimento per lo svago per tutta la Toscana, se non oltre. Persino le chiese della città in cui la tolleranza religiosa ha avuto una importanza centrale sono tristemente chiuse. Eppure la nostra stessa storia potrebbe essere di esempio al mondo, in un tempo in cui per l’intolleranza religiosa si continua ad uccidere. Si può concludere tristemente che Livorno soffre in generale di una radicata autoreferenzialità che le impedisce di guardarsi con gli occhi di un visitatore, e di capire cosa offrire e come. Le proposte di seguito indicate sono rivolte al superamento di queste limitazioni. Nella gestione degli scali delle navi da crociera si sono registrati ben due errori colossali. Uno è la mancanza di certezza di accosto a causa del dualismo tra traffici passeggeri e commerciali all’Alto Fondale, temporaneamente risolto in modo parziale. L’altro è l’assurda politica della Porto 2000 che oltre ad operare come terminalista ha inteso trasformarsi in tour operator in diretta concorrenza delle compagnie da crociera sue clienti. Da questi due errori frutto dell’incompetenza e dell’autoreferenzialità di fondo Livorno ha perso nel 2013 quasi il 40% di presenze rispetto al 2012 (da 1 milione di crocieristi a 600.000, secondo stime)! www.progettoperlivorno.org
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Pag. 23/37 Si nota poi come la Porto 2000 faccia pagare 5 € a passeggero per il trasporto fuori dalla cinta portuale, il che è assurdo perché disincentiva a scendere in città. Il servizio deve essere gratuito (come è a Barcellona e Civitavecchia, ad esempio). Le crociere. Si è già citata l’importanza dello sviluppo del settore croceristico. Basti dire che Livorno è il porto più vicino alle città d’arte della Toscana, visitate da milioni di turisti ogni anno. Come si è tristemente visto nel marzo 2013, questa vicinanza geografica non costituisce alcuna garanzia, ora che La Spezia è dotata di una banchina dedicata e sta lavorando per costruire una moderna Stazione Marittima con il preciso scopo di fare da concorrenza alla nostra città. Inoltre, anche Carrara non è ferma, per cui il ruolo di “Porto della Toscana” va guadagnato e mantenuto con i fatti, non come se fosse una delle infinite rendite di posizione su cui peraltro si sta avviluppando il declino di Livorno. E’ importante quindi che, come previsto dal Piano Operativo Triennale approvato a fine 2012, gli accosti 46 e 47 della Calata Alto Fondale siano dedicati quanto prima esclusivamente alle crociere, spostando i traffici forestali al Molo Italia. Va notato peraltro che il numero di navi commerciali che hanno scalato a quei due accosti nel 2012 è ridottissimo (22 navi su un totale di 174), per cui è senza dubbio possibile individuare aree temporanee alternative per tali traffici. All’Alto Fondale è stato recentemente inaugurato il Terminal Operativo di accoglienza, ma ancora resta sulla carta la realizzazione del Port Center alla Fortezza Vecchia. In essa si dovrebbe ospitare (ad esempio) un Museo dei Mestieri del Porto, un percorso per immagini sulla storia della Fortezza stessa e di Livorno, un Centro di Informazione turistica, una area per spettacoli destinata ad essere vissuta sia dalla città che dai turisti. Includendo poi il Terminal Crociere (che potrebbe accogliere bar e ristoranti), il sistema di accoglienza dovrebbe costituire la prima propaggine della città che il turista incontra e da cui passare poi ad ammirare il lungomare ed al quartiere Venezia. Va rimarcata a questo proposito l’incredibile lungaggine con cui i progetti vengono sviluppati in questa città, per quanto registriamo positivamente che la nuova gestione della Port Authority è caratterizzata da decisione e iniziativa molto superiori alle precedenti (forse proprio perché non caratterizzata da quella perniciosa “livornesità statica”), tanto che finalmente si è sbloccata l’approvazione del nuovo Piano Regolatore atteso dal 1953! E’ necessario in generale essere focalizzati nella fase realizzativa, e non solo nella generazione di idee che poi spesso restano su carta. Porto 2000. Siamo favorevoli alla privatizzazione della Porto 2000 (nella quale tuttavia potrebbe utilmente restare una componente pubblica) per i seguenti motivi: ●
E’ obbligatoria. ●
Tutti i terminal commerciali del porto sono privati. Non si vede ragione per cui il solo terminal passeggeri debba fare eccezione. ●
Per garantire il massimo afflusso di navi da crociera e quindi una crescita complessiva di Livorno nel turismo (Livorno avrebbe una potenzialità forse persino superiore a quella di Civitavecchia che raggiunge circa 2,5 milioni di passeggeri l’anno) è opportuno che il terminal sia gestito dalle stesse società che operano nel business delle crociere. Se così non fosse, basterebbe la presenza di un terminal privato a (esempio) La Spezia, per far si che le compagnie preferiscano mandare là le navi, impedendo quella crescita di Livorno che deve essere invece il nostro primo obietttivo da raggiungere. Va detto che tuttavia può essere valutata la permanenza di una quota minoritaria pubblica (anche attuando una utile sinergia con l’Aeroporto di Pisa) e/o la separazione tra i settori delle crociere e dei traghetti della Porto 2000, dato che i business di cui trattano sono relativamente diversi. L’offerta turistica. Per quanto riguarda le crociere, per poter “vendere” la città è necessario che a bordo sia disponibile un “pacchetto Livorno”. Molti crocieristi, infatti, decidono che escursione fare prima di attraccare ed anche se il pacchetto fosse acquistato da poche persone (data la concorrenza di Pisa, Firenze, Lucca) esso costituisce un importante invito a quel 30% di turisti che mediamente gestiscono in proprio la giornata a visitare la città. Questo implica la necessità di stipulare accordi con gli armatori, che indubbiamente dispongono di una posizione di forza, conoscendo i meccanismi del settore e indirizzando già a bordo le preferenze dei turisti. A terra manca poi una offerta globale in grado di intercettare il turista. Per questo è necessario uscire da una visione localistica e artigianale per adottare un’ottica meritocratica e professionale, scegliendo i partner in base a criteri di mercato (pur assicurando che le ricadute positive dell’operazione restino anche sul territorio). Occorre contattare le maggiori guide turistiche italiane ed www.progettoperlivorno.org
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Pag. 24/37 estere per far includere una descrizione efficace di Livorno (es: Lonely Planet, Touring...). La privatizzazione della “Porto 2000” (una volta che sia concessionaria di accosti sicuri) è un’occasione che deve vedere l’ingresso di partner competenti il cui primario interesse sia lo sviluppo dell’offerta turistica e non il procurarsi una rendita di posizione. Ricordiamo poi che ci sono anche tre milioni di persone che ogni anno che si imbarcano o sbarcano qui dai traghetti. Per essi manca una cartellonistica adeguata, un serio piano dei parcheggi e di mobilità urbana che sia pensato anche per il turista, una adeguata pubblicità. Manca un sistema di bagni pubblici (anche fruibili dietro pagamento).Sarebbe un modo per dare un’opportunità a chi rischia altrimenti di rivolgersi al mercato clandestino della vendita dei prodotti contraffatti. L’area dell’Ippodromo Caprilli è ampiamente sottoutilizzata. La crisi dell’ippica sta accentuando questo aspetto ma la zona dell’impianto, vastissima e bellissima ad un passo dal mare, è comunque a disposizione della città in pochi periodi dell’anno e al massimo per due giorni a settimana. E’ necessario studiare una forma di coabitazione delle attività ippiche (cercando di farle sopravvivere alla crisi) con quelle ricreative, separando la gestione della pista da quella del parco. La Porta a Mare avrebbe dovuto rappresentare una proposta in grado di fare concorrenza alle passeggiate eleganti di Viareggio e Forte dei Marmi. Per quanto stiamo vedendo, invece, alla Porta a Mare non sorgerà altro che l’ennesimo centro commerciale e delle abitazioni, peraltro in diretta concorrenza con il Centro. Oltre che essere poco più di un quartiere residenziale, si tratta dell’ennesima occasione perduta per una mentalità ottusa ed arretrata. Del Porto Turistico, infine, non si sa ancora nulla. Dobbiamo poi prendere in considerazione l’opportunità di creare una area di parcheggio per i camper e di quelle strutture di accoglienza che possano aumentare la vocazione di Livorno come città di transito. Senza contare l’importanza di definire un Piano della Costa, da troppo tempo rimandato. Citiamo anche la possibilità di utilizzo del Forte San Pietro per ospitare un emporio del Mediterraneo, in cui cioè i diversi paesi sulle sponde del “Mare Nostrum” siano presenti con i loro prodotti culturali e artigianalie i loro suoni, odori e sapori. Proponiamo di trasformare “Effetto Venezia” in “Estate in Venezia” (vedi il relativo documento), con cui attirare turisti e visitatori dalle città vicine (che rappresentano anche essi una grande risorsa) per tutta l’estate. Si passerebbe da un evento “per livornesi” che dura una sola settimana con troppi spettacoli ogni sera in un evento “di livornesi”, dove cioè siano anche le nostre associazioni culturali ed artistiche ad esporre e rappresentare a beneficio dei visitatori, in cui in ogni sera ci sia almeno un evento ma senza la concentrazione, i costi e i disagi attuali. E’ il quartiere e la sua vita che deve diventare il perno, non costosi spettacoli fatti arrivare dall’esterno. Le sinergie territoriali. E’ molto importante pensare al di fuori degli ambiti locali. Porto di Livorno e Aeroporto di Pisa dovrebbero far parte di un sistema turistico integrato. Va notato infatti che se Genova movimenta (tra porto ed aeroporto) 4 milioni di passeggeri l’anno, Livorno e Pisa insieme (senza alcun coordinamento) arrivano vicini a 6. In generale va ricordato che il ritorno economico del business crocieristico non si esaurisce nel porto stesso (come avviene per i traffici commerciali) o nella città di sbarco, ma anzi si estende a tutto il territorio della regione. Ancora di più si rimarca come il “Porto di Livorno” dovrebbe essere il “Porto della Toscana”, in un gioco di squadra destinato a dare benefici per tutti. Oggi registriamo le ripetute prese di posizione della Regione volte a svegliare la classe politica della nostra città, chiusa in se stessa. Alcune proposte di tour della città. Oggi non esistono pacchetti di offerta per i croceristi che scelgono di rimanere in città, a parte il classico giro turistico in autobus scoperto, eppure avremmo molti elementi da valorizzare. I musei, i prodotti tipici del territorio da far apprezzare attraverso accordi con i produttori, persino la storia di tolleranza tra le religioni da conoscere in un giro dei luoghi di culto delle diverse comunità, la vocazione alla pittura, la bellezza del lungomare che i croceristi non riescono a gustare per la mancanza di un servizio di trasporto pensato per loro. E’ apprezzabile l’iniziativa della Porto2000 di creare un punto di accoglienza direttamente all’Alto Fondale, ma questo raccoglie solo una piccola parte di turisti poiché generalmente le escursioni sono acquistate a bordo, prima dello scalo. Tenendo conto che le visite dei crocieristi alla città possono durare al massimo 4 ore (mezza giornata) o 8 ore (giornata intera), si propongo qui alcune possibilità: ●
Livorno Storica. Giro in battello lungo i fossi con sosta al Mercato Centrale, aperitivo offerto dai www.progettoperlivorno.org
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Pag. 25/37 commercianti, visita alle fortezze (nuova e vecchia). ●
Livorno Shopping. Visita al mercatino americano, visita al centro città (Via Grande, Piazza Cavallotti). ●
Livorno Turistica. Visita allo Scoglio della Regina (Polo scientifico), Acquario, Terrazza Mascagni, Dal Romito a Castiglioncello. ●
Livorno Tollerante. Visita alle chiese cittadine con le testimonianze della permanenza di Greci, Armeni, Cristiano, Ebrei. Illustrazione (breve) della storia della città e della sua unicità nel panorama europeo. Visita al Santuario di Montenero e degustazione di Cacciucco e prodotti tipici. 9. Progetto per… le Istituzioni Il rapporto tra elettori ed eletti è alla base della democrazia. Ma essa non si esaurisce nelle periodiche scadenze elettorali, ma si sviluppa durante l’intero arco del mandato. La mancanza evidente di una etica diffusa e condivisa ha prodotto negli ultimi anni una fortissima disaffezione dei cittadini verso la politica, anche se occorre fare chiare differenze. Se il Parlamento nazionale ha dimostrato ripetute volte di aver accolto persone dalla dubbia moralità e di averle remunerate in modo abnorme unendo persino un insieme di privilegi intollerabili, a livello via via più locale la situazione è ben diversa. Non si può cioè indulgere in facili populismi, poiché ad esempio la remunerazione di un Sindaco è molto più bassa di quella di un Consigliere Regionale o di un Parlamentare pur in presenza di compiti e responsabilità enormemente più gravosi. A maggior ragione la cosa vale per altre figure con incarichi a livello locale. Anche a livello locale è però necessario che la politica sappia mantenere comunque sobrietà, autorevolezza ed efficacia agli occhi dei cittadini e che dimostri di sapersi fare carico per prima dei propri sacrifici a bilanciamento di quelli che oggi vengono chiesti o si trovano a fare tanti cittadini. Il rapporto tra elettore ed eletto deve allora essere un rapporto fiduciario che si costruisce e si mantiene con il tempo, e le regole della politica devono farsi garanti di questo equilibrio, necessario al percorso della convivenza democratica. Elementi ●
Codice Etico per la politica. In analogia a quanto fatto in altre realtà (ad esempio, Pisa) occorre un Codice Etico per Eletti ed Amministratori che sia di guida, quanto meno morale, a chi esercita il ruolo di rappresentante dei cittadini. In esso devono essere ad esempio esplicitamente vietati i doppi incarichi, anche ove la legge li consenta (proprio a Livorno in questa ultima legislatura si è registrato il caso di un Vicesindaco che era rimasto contemporaneamente Consigliere Provinciale, non avendo dato le dimissioni), devono essere chiariti i termini dei rimborsi spese e le modalità di viaggio, devono essere indicati i modi con cui ogni eletto deve rendere di conto pubblicamente ai cittadini della propria situazione patrimoniale. In generale il Codice Etico deve essere uno strumento fondamentale nella promozione di una etica della legalità e della trasparenza che è base di un rapporto efficace tra elettori ed eletti (ed amministratori). ●
Trasparenza. I redditi e la situazione patrimoniale di eletti ed elettori devono già essere resi pubblici per legge. Questo obbligo però si limita ad una comunicazione annuale che viene in genere raccolta e diffusa dai giornali. E’ opportuno invece che le situazioni reddituali restino sempre disponibili sul Sito Internet dell’Amministrazione Comunale, cosa che oggi non accade, in modo che ogni cittadino possa consultarli senza vincoli. ●
Revisione deleghe assessorati. Invece di assegnare le deleghe degli assessorati con criteri politici, cosa che è sempre avvenuta finora, si deve rovesciare il ragionamento. Prima si definiscono le deleghe raggruppandole in modo da valorizzare al meglio le sinergie tra esse, e solo dopo sarà possibile individuare le figure giuste per ricoprirle. Allo stesso modo, non ha senso dire che “meno assessorati ci sono, meglio è”, perché l’importante è la loro efficacia. Ecco allora gli assessorati che Progetto per www.progettoperlivorno.org
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Pag. 26/37 Livorno intende istituire: ○
Turismo e Cultura. E’ evidente il collegamento. Il turismo si fa molto con la cultura e la cultura si valorizza proprio con il turismo. Finora, invece, queste due deleghe sono state assegnate a persone distinte. ○
Sociale ed ERP (Edilizia Residenziale Pubblica). Sembra un paradosso, ma finora queste due deleghe sono state divise. E’ invece di assoluta importanza che chi affronta i problemi del sociale possa dirigere lo sviluppo dello strumento ERP. In alternativa, come oggi, finisce che l’ERP viene guidato da esigenze urbanistiche e non sociali. ○
Bilancio e Fondi Europei. A tutt’oggi l’Amministrazione livornese non ha una struttura efficace per la ricerca di fondi europei o altri tipi di finanziamenti. E’ invece importante che le risorse reperibili dall’esterno possano essere ricercate come strumento permanente di integrazione del bilancio comunale. ○
Mobilità e Ambiente. Le statistiche dicono che il 40% dell’inquinamento urbano deriva dal traffico veicolare. Basta questo dato per far capire quanto sia importante unire queste due deleghe, che ad oggi sono distinte in figure diverse. ○
Urbanistica, Portualità, Sviluppo. Abbiamo già detto (vedi “Progetto per… lo Sviluppo” e “Progetto per… l’Urbanistica”) che lo sviluppo di Livorno può avvenire solo nell’ambito di un territorio più ampio. La necessità di un Piano Strutturale con Collesalvetti, l’apertura verso l’Area Vasta, il Marketing territoriale che ne può risultare sono chiavi fondamentali per ricostruire una strada di crescita economica. ○
Sport. Siamo la città più medagliata d’Italia. L’assessorato allo sport è di importanza basilare per valorizzare la grande affezione di Livorno per l’attività sportiva. ○
Lavoro, Personale. Il compito di questo assessorato è quello di affrontare come possibile, nel rapporto con gli altri enti, a partire da Provincia e Regione, le situazioni occupazionali del territorio. Si tratta di un compito diverso di quello affidato allo “Sviluppo” e richiede la capacità di gestire situazioni complesse in accordo con i sindacati. ○
Scuola, Università. Livorno è la città toscana con il più basso numero di giovani che, dopo le scuole superiori, accedono agli studi universitari. Questo è un percorso che va contrastato in ogni modo. Per questo l’intero aspetto della formazione viene affidato ad una unica persona. ●
Revisione del Regolamento del Consiglio Comunale. Le sedute del Consiglio si tramutano spesso in estenuanti maratone. Questo è dovuto ad un Regolamento che non premia l’efficacia. Un esempio di questo sono le interpellanze. Il consigliere che l’ha richiesta interviene seguito in risposta dall’assessore competente, a cui poi segue potenzialmente un intervento da parte di ognuno dei consiglieri presenti, mentre in altre realtà (esempio: il Consiglio Regionale) è solo l’interpellante che può replicare all’Assessore. A Livorno questo regolamento si traduce in un tempo molto elevato speso per ogni interpellanza e il conseguente accumulo di decine e decine di richieste che vengono evase con grande ritardo o addirittura restano inevase fino alla fine della legislatura. E’ invece opportuno che ad una richiesta sia data risposta in tempi certi dall’Amministrazione, cosa che può essere ottenuta attraverso una procedura più snella. ●
Trasparenza degli atti di spesa. Abbiamo già indicato (vedi ad esempio: “Progetto per… il Sociale”) la necessità di dare massima pubblicazione agli atti di spesa effettuati dall’Amministrazione, poiché oggi questo non accade, mentre la trasparenza dovrebbe essere di garanzia della migliore allocazione delle risorse. E’ quindi necessario che ogni contribuzione/pagamento a qualsiasi titolo sia registrato e resti sempre disponibile sul sito Internet del Comune perché ogni cittadino possa sapere, se lo desidera, quanti soldi sono stati erogati, a chi ed a fronte di cosa. Questo non vale solo nel campo del Sociale, ma anche in quello della Cultura ed in generale in ogni altro dove ci sono risorse che vengono cedute a soggetti esterni. Ben vengano poi le interpellanze dei consiglieri (ovviamente, soprattutto di www.progettoperlivorno.org
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Pag. 27/37 opposizione) che saranno di stimolo ad una migliore gestione del patrimonio pubblico. ●
Dirigenti e produttività. Lungi da ogni populismo, va riconosciuto che ci sono ruoli dirigenziali nella pubblica amministrazione di grande delicatezza. La Riforma Bassanini ha posto gran parte delle responsabilità in carico alla struttura tecnica e quindi è necessaria la competenza manageriale di chi la gestisce. Detto questo, si è recentemente registrata una erogazione di premi di produttività alla struttura dirigenziale del Comune sbagliata nei modi (quasi tutti i dirigenti hanno registrato il punteggio massimo), nelle quantità (gli importi sono stati elevati) e nei tempi (si è intervenuti in un momento nel quale il disagio dei cittadini è massimo). In generale possiamo dire che vogliamo “meno premi ai dirigenti, ma più premi al merito”, con questo dicendo che i dirigenti devono si essere premiati in base al merito, ma con cifre più sobrie e senza criteri universalistici che vedono le cifre ricadere “a pioggia”. A questo proposito è opportuno che la valutazione della produttività dei dirigenti sia affidata all’organo politico della Giunta, e non a meccanismi di calcolo “oggettivo” predisposti, guarda caso, dai dirigenti stessi. Va poi sancita ufficialmente la non remunerabilità di eventuali doppi incarichi (che possono esserci per motivi amministrativi) se non con il più alto tra i singoli emolumenti. ●
Nuovo decentramento. La cancellazione delle Circoscrizioni (organi di decentramento) a partire dalle elezioni amministrative 2014 priva la città di una rete di relazione di grande importanza con i cittadini. In realtà le funzioni svolte dalle Circoscrizioni sono due: Decentramento e Partecipazione. La riduzione dei bilanci comunali, la necessità di fare gare di ambito sempre più vasto per ottenere le migliori condizioni economiche, l’obbligo di accorciare il rapporto tra eletto e cittadino da reso pletorico il ruolo di decentramento, che quindi può essere effettivamente abbandonato. In questo modo però si finisce per perdere il contatto con i cittadini e la loro partecipazione che le Circoscrizioni offrono. E’ evidente, infatti, che solo una piccola parte della popolazione può utilizzare gli strumenti moderni come la Rete Internet, e serve invece ancora un contatto umano ed una vicinanza ai problemi che altre forme non garantiscono. Proponiamo allora di sostituire le cinque circoscrizioni con tre centri di ascolto (Nord, Est, Sud), senza centro di spesa, in cui siano gli stessi consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione, a fare da tramite tra gli elettori e la Giunta. La formula potrà poi essere studiata in mokdo da arrivare alla massima efficacia. ●
Centro di ascolto per i cittadini. Ad integrazione di una nuova forma di decentramento, l’Amministrazione deve disporre di un punto di contatto (non solo telefonico ma anche Internet) per raccogliere suggerimenti e lamentele. Oggi le segnalazioni sui problemi arrivano infatti attraverso strumenti messi in campo dai giornali, cosa positiva, ma sarebbe opportuno che l’Amministrazione potesse tracciare e dare evidenza di ognuna delle situazioni che vengono riportate. ●
Efficienza nelle municipalizzate. Spesso le municipalizzate (parlando in senso generale) sono state dei centri di raccolta per politici ed altro tipo di amministratori “in parcheggio”. E’ necessario che siano le competenze, e non le appartenenze, a guidare la scelta di vertici delle aziende pubbliche. Privilegiando sempre la formula dell’Amministratore Unico, è opportuno che esso sia scelto attraverso una selezione pubblica affidata a società di “head­hunting” soltanto in base alla professionalità. Niente di più facile, quindi, che ai vertici delle società pubbliche possano arrivare persone provenienti da altri contesti, a riprova che la competenza non si misura in latitudine e longitudine. www.progettoperlivorno.org
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Pag. 28/37 10. Progetto per… La Mobilità Progetto per Livorno ha elaborato una proposta per la mobilità cittadina con un approccio pragmatico, ma senza dimenticare la visione che dovrebbe guidare l’azione di una Amministrazione al passo con i tempi. In particolare, si è affrontata la questione dello spostamento dei flussi di traffico dal mezzo privato verso il mezzo pubblico tenendo presente che l’obiettivo deve consentire di valorizzare il Centro città (per questo parte di queste conclusioni sono presenti anche nel programma per il Commercio), non di danneggiarlo. Per questo, è necessario che lo spostamento non avvenga “per costrizione”, ma “per scelta” da parte dei cittadini. Oltre alla mobilità sostenibile, un altro aspetto di primaria importanza è la sicurezza. Troppi incidenti avvengono per il mancato rispetto delle norme del codice della strada. In questo programma si intende affrontare questo problema. Elementi ●
Creare un sistema coordinato dei parcheggi del Centro, aumentandone l’accessibilità. ●
Favorire il passaggio verso una mobilità sostenibile attraverso forme di incentivazione all’uso dei mezzi pubblici e della bicicletta. Ampliare la rete di Bike Sharing. ●
Realizzare corsie preferenziali protette, ove possibile, per i bus. ●
Chiudere al traffico La Venezia (ad eccezione di Via Borra/Via della Venezia). ●
Passare dalle “zone con lettera” a “zone con parcheggi a pagamento (gratuiti per residenti)”, recuperando risorse (sia monetarie che di impegno della Polizia Muncipale) da spendere a favore della mobilità sostenibile e/o della sicurezza urbana. ●
Istituzione del Vigile di Quartiere nelle zone più critiche (es: S. Andrea, Via Garibaldi, Quartieri Nord ...). ●
Istituire delle zone a 30 Km/h nelle aree più densamente abitate e, in generale, dove è necessario un aumento della sicurezza della mobilità. ●
Servono attività di formazione alla mobilità per i giovani in età scolastica, da svolgere in accordo con le scuole guida. ●
Opere di primaria importanza da realizzare, ma per le quali al momento non sono disponibili fondi, sono il sottopasso della stazione (consente di abbattere il cavalcavia attuale e recuperare la struttura storica delle Terme del Corallo) e il Lotto Zero (prolungamento della Variante Aurelia da Maroccone a Quercianella). Quest‘ultimo, se necessario per la sostenibilità finanziaria dell’opera, può anche essere reso a pagamento. Dettagli Sistema dei parcheggi del Centro. Oggi i livornesi tendono a prendere l’auto, a recarsi in Centro e solo allora a cercare parcheggio. Se non lo trovano sono costretti ad ampi giri, aumentando traffico ed inquinamento. Senza contare che il Centro deve fronteggiare la concorrenza delle nuove aree commerciali (Porta a Terra, Nuovo Centro, Porta a Mare), per cui è necessario favorirne l’accessibilità. I parcheggi attuali appaiono scollegati tra loro, mentre occorre creare un vero sistema caratterizzato da: ●
Facile raggiungibilità (con cartellonistica adeguata e ulteriori pannelli informativi che notifichino gli automobilisti dove trovare parcheggi disponibili). ●
Un prezzo più alto dei posti auto nei luoghi più frequentati (come Via Grande, che devono però avere l’ora frazionabile per favorire la rotazione) e più basso dove lo sono meno (es: Del Corona). ●
Offerte di sconto sul parcheggio acquistando nei negozi (come fatto con il parcheggio Odeon). www.progettoperlivorno.org
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La disponibilità di una applicazione per smartphone che fornisca la situazione di occupazione dei parcheggi per chi vuole pianificare il viaggio, magari coordinata con quella di CTT: “B On Time”. ●
Delle navette (gratuite se si dispone del tagliando del parcheggio) che colleghino i parcheggi più lontani al Centro. Riteniamo inoltre da valutare tecnicamente l’ipotesi della riapertura di Piazza Cavour (più volte annunciata), perché oggi chi si trova sugli Scali Olandesi/Saffi e non trova posto auto, volendo recarsi al Parcheggio Odeon deve fare un tragitto molto lungo. Infine, nell’ipotesi (da valutare) di realizzazione di nuovi posti auto occorre dare precedenza ai parcheggi a rotazione e non a quelli privati/pertinenziali (come spesso fatto in passato). Mobilità sostenibile. Tra uso del mezzo privato e mezzo pubblico è certo preferibile il secondo, che consente di ridurre il traffico e l’inquinamento. La “chiusura al traffico totale del centro”, richiesta da alcuni, rischierebbe però di spingere i cittadini a frequentare altre zone, cosa che non auspichiamo. L’incentivazione va quindi ottenuta in modo indiretto attraverso una combinazione di fattori. I posti auto più frequentati devono costare di più, mentre i parcheggi più decentrati devono essere collegati con una navetta apposita (possibilmente gratuita, se si ha il tagliando del parcheggio). Serve poi un sistema efficace di piste ciclabili e di rastrelliere dove lasciare le biciclette (che oggi vengono spesso incatenate dove capita). Infine, un meccanismo di incentivazione all’uso del Bus (esempio: lasciando i rifiuti alle Stazioni Ecologiche si guadagnano “punti Bus” per viaggiare gratuitamente). Mezzi pubblici. La riduzione delle risorse pubbliche ha comportato la necessità di accorpare le aziende di trasporto (ATL è confluita nel CTT). Ci si aspetta che da questa operazione possano emergere nel medio termine dei guadagni di efficienza tali da poter migliorare l’attuale servizio. Operazioni di marketing dovrebbero agevolare il maggior uso del mezzo pubblico (es: convertire i punti AAMPS in sconti per il bus). I mezzi pubblici dovrebbero muoversi, dove utile, in corsie preferenziali protette (in cui, cioè, i mezzi privati non possano entrare), in modo da rendere il servizio più efficiente. Sarebbe opportuno istituire la vendita del biglietto a bordo o l’uso di carte prepagate. Di lungo periodo, ma comunque interessante, la possibilità di istituire mezzi su rotaia o il ripristino dei filobus (tuttora usati in molte città). Ovviamente la scarsità di risorse rende molto complessa questa operazione, che tuttavia dovrebbe essere almeno valutata in forma iniziale. Viale Italia. Riteniamo importante realizzare nel deposito ex­ATL di Via Meyer (che sarà abbandonato in previsione dello spostamento al Nuovo Centro) un parcheggio a supporto del Viale Italia e del Museo Fattori di Villa Mimbelli che oggi risulta fortemente penalizzato nelle sue possibilità di accogliere un flusso di visitatori (e non le solite edificazioni residenziali!). La Venezia. Nel nostro quartiere più bello la circolazione delle auto dovrebbe essere interamente vietata, ad eccezione delle vie principali (Via Borra, Via della Venezia). In questo modo sugli Scali si potrebbero realizzare mercatini (come quello dell’antiquariato) ed eventi su base settimanale. I parcheggi nel quartiere dovrebbero essere permanentemente riservati ai soli residenti (ciò costituisce una eccezione al passaggio da “zone con lettera” a “zone con parcheggi a pagamento” proposto nel seguito), mentre gli altri cittadini e i turisti (la valorizzazione della Venezia in questo senso deve essere obiettivo primario della nuova Amministrazione) dovrebbero parcheggiare nelle aree adiacenti (parcheggio alla Fortezza Vecchia, parcheggio di Via della Cinta Esterna). Da valutare se usare parte di Piazza del Luogo Pio a questo scopo. Dalle zone con lettera ai parcheggi a pagamento. Il proliferare delle cosiddette “zone con lettera”, riservate ai soli residenti, è espressione di una forma di “egoismo possessivo”, visto che protegge dagli altri cittadini acquisendo il diritto esclusivo a sostare. Così facendo si impedisce non solo ai propri familiari di recarsi in visita con l’auto in queste zone, né peraltro risulta che questo modello abbia portato ad un incremento di uso dei mezzi pubblici. Per PpL questo approccio andrebbe modificato (come viene fatto in molte altre città) istituendo al posto delle “zone con lettera” delle “zone con parcheggi a pagamento, gratuiti per i residenti”. Valgono delle eccezioni, in aree particolari come La Venezia (vedi la parte relativa). Ovviamente, i parcheggi verrebbero affidati allo stesso concessionario degli attuali. In questo modo si otterrebbero i seguenti vantaggi: ●
Vengono assunti nuovi Ausiliari del Traffico (a cura e spesa del concessionario) per i compiti di www.progettoperlivorno.org
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Pag. 30/37 controllo. ●
Si liberano addetti di Polizia Municipale dai compiti di verifica della sosta in tali zone, che possono così dedicarsi ad altre attività (primariamente, il controllo della sicurezza sulle strade e della vivibilità urbana e la re­instituzione del vigile di quartiere nelle zone più complesse, come S. Andrea). ●
Si ottengono nuove risorse economiche (fornite dal concessionario) da destinare ad interventi a favore di una mobilità sostenibile. ●
Modulando il costo del parcheggio nelle diverse zone è possibile incentivare o disincentivare il loro uso per la sosta, indirizzando così indirettamente i flussi di traffico in modo opportuno. ●
Con offerte del tipo “parcheggio+bus” (ad esempio, nelle zone limitrofe al Centro) è possibile agevolare l’uso del mezzo pubblico. Vigile di quartiere. Il controllo del territorio andrebbe fatto anche con una presenza specifica delle forze di polizia municipale. La soluzione migliore sarebbe quella del ripristino del “vigile di quartiere”, che tuttavia richiede di impegnare del personale oggi non disponibile. Una soluzione che proponiamo è quella di sostituire i vigili con gli ausiliari del traffico in tutte le zone che passerebbero da “lettera” a “parcheggio a pagamento”, recuperando operatori da destinare a questo scopo. In questo modo si riuscirebbe a istituire tale figura almeno nelle zone in cui la situazione è più complessa (come il quartiere di S. Andrea). Zone a 30 Km/h e sicurezza. La sicurezza urbana è un problema primario! Le cronache ci raccontano purtroppo spesso di incidenti che accadono a causa della disattenzione o dell’alta velocità. E’ necessario, oltre ad un maggior controllo della Polizia Municipale sulle strade (azione che, obiettivamente, richiede però risorse non facilmente disponibili), individuare sistemi non presidiati per controllare il rispetto delle regole. Nelle aree più densamente popolate (escluse le grandi vie di scorrimento) dovrebbero essere istituite delle “Zone a 30 Km/h” in cui rallentatori (escluso nelle vie percorse dai mezzi pubblici), segnalazioni visive, restringimenti di carreggiata ed altri sistemi contribuiscano a limitare la velocità dei mezzi. Sulle strade di grande scorrimento, invece, è necessario realizzare postazioni fisse di autovelox (di cui normalmente solo alcune hanno l’apparato all’interno). In generale la verifica del rispetto delle regole, sia pure in forma non eccessiva, è fattore primario per il controllo della sicurezza della mobilità in generale. Rumore. In attesa della diffusione dell’auto elettrica, la rumorosità del traffico resta un problema. E’ opportuno individuare le zone più critiche adottando in esse delle misure che possono contribuire ad alleviare il fenomeno, come riduzione della velocità o la stesa di asfalto fonoassorbente. Formazione e prevenzione. Il comportamento sulla strada si impara crescendo. Per questo è necessario istituire dei corsi a diversi livelli in tutte le scuole primarie e secondarie, in collaborazione con le associazioni degli automobilisti. Insegnando ai ragazzi i comportamenti corretti (anche con eventi pubblici appositi) si insegneranno le regole fondamentali e si stimolerà il senso civico per rispettarle. Da discutere con i privati (scuola guida) forme di autopromozione finalizzate all’insegnamento dell’educazione stradale di base. Bike Sharing e piste ciclabili. L’attuale servizio di Bike Sharing, pur se apprezzabile nelle finalità, è inadeguato nelle modalità. La limitazione del numero di stazioni è certo legata alle risorse disponibili, però resta il problema che per accedervi è necessario acquistare una tessera solo in Piazza Unità d’Italia, tre giorni la settimana dalle 10 alle 12. E’ evidente che questo taglia completamente fuori i turisti. Sarebbe invece importante consentire l’acquisto del biglietto in modo più pratico e, ovviamente, aumentare il numero di stazioni. Le piste ciclabili cittadine sono ultimamente aumentate, ma manca ancora una organicità delle rete complessiva. Le piste, ad esempio, vanno rese continue. Inoltre alcune di esse (come Viale Fabbricotti) sono semplicemente tracciate sui marciapiedi, togliendo spazio ai pedoni e facendo slalom tra i lampioni. Sottopasso della Stazione. La realizzazione del sottopasso della Stazione, per il quale oggi non risulta comunque disponibile alcuna risorsa finanziaria, deve essere un obiettivo primario della nuova Ammnistrazione. L’abbattimento del terribile cavalcavia consentirebbe infatti di poter rivalutare il complesso artistico delle Terme del Corallo oltre che a rendere più scorrevole il trafffico (l’uscita del sottopasso potrebbe inserirsi direttamente sul Viale Carducci). www.progettoperlivorno.org
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Pag. 31/37 Lotto Zero. Anche il Lotto Zero (prolungamento della Variante Aurelia da Maroccone a Quercianella) resta un opera primaria da realizzare, importante per collegare Livorno alla Provincia superando il rallentamento del tratto di Calafuria (che potrebbe essere tutelato ambientalmente, invece di essere oggi percorso persino dai mezzi pesanti). Dato il costo rilevante dell’opera e non essendo state ricavate risorse con il progetto dell’autostrada tirrenica (come per lungo tempo auspicato), l’opera potrebbe essere resa a pagamento, se questo ne consentisse la realizzazione, 11. Progetto per… il Sociale La crisi ha colpito duramente il tessuto della società. Per tanti anni con il termine “sociale” si intendevano situazioni di disagio specifico, in cui ogni caso era quasi a se o almeno le singole tipologie erano ristrette. Le risorse disponibili consentivano di aiutare questi casi, ma risultavano sufficienti per un modello di “sostegno diffuso” con cui si andava a sostenere categorie non solo i casi critici, ma anche soggetti non propriamente a rischio. Il caso più evidente riguarda gli alloggi ERP che, in un paese dove oltre l’80% delle famiglie sono proprietarie di casa, venivano assegnate spesso anche a coloro che avrebbero potuto andare in affitto, accompagnandole fino all’acquisto dell’unità abitativa (a prezzi in genere molto bassi). Con questo processo, in passato si sono generate (ed oggi ereditate) anche molte situazioni “dubbie” (lo squallido caso Lucarelli è uno di questi). Se però prima la maggior parte degli sfratti era per finita locazione, negli ultimi anni la situazione è cambiata drasticamente. Oggi la grandissima maggioranza degli sfratti (olre il 90%) è per morosità incolpevole, a testimonianza di quanto la crisi abbia stravolto il modello sociale su cui si basava la nostra società. Di fronte ad un’emergenza sociale montante, però, l’Amministrazione Comunale non ha saputo reagire aggiornando il modello, ripensando interamente il sistema di allocazione delle risorse. Ha di fatto mantenuto il sistema precedente facendo si che si creasse una ampia fascia di persone e famiglie senza casa, senza lavoro, senza futuro a cui non si è dato una risposta sufficiente. Basti pensare che oggi la risposta all’emergenza abitativa arriva più dai collettivi antagonisti che occupano indebitamente edifici pubblici che dalle istituzioni. Questo deve cambiare. Oggi è necessario rivedere completamente il modello di sostegno sociale, concentrando tutte le risorse verso chi ha più bisogno. Ci sono tante persone in difficoltà. Una società non può definirsi tale se non ci facciamo carico, nel modo più ampio ed equo possibile, delle loro difficoltà. Elementi ●
Manca una informativa completa, chiara e trasparente su tutti i servizi che vengono erogati e i criteri per fare richiesta. Creare, quanto meno, un sito web dedicato a questo scopo. Rendere trasparenti tutte le erogazioni, le associazioni che le hanno ricevute e il numero dei beneficiari finali, pubblicando tutte le cifre su Internet. ●
Potenziare la struttura organizzativa del Comune che si occupa del sociale, perché le risorse disponibili sono assorbite dalla gestione delle situazioni di emergenza. ●
Un sostegno funzionale alle necessità. Chi si trova in difficoltà dovrebbe essere aiutato in modo proporzionato alle sue necessità per lasciare le altre risorse al supporto di altri casi. Serve quindi un metodo obiettivo e trasparente di valutazione di quanto sia necessario ad ogni caso per poter distribuire le risorse complessive in modo più ampio ed equo possibile, evitando che pochi ricevano tanto e tanti ricevano poco (o nulla). ●
Controlli sugli alloggi ERP. Esistono ancora casi di usi impropri degli alloggi ERP (finte separazioni, subaffitti, redditi superiori con dichiarazioni false). Gli alloggi devono essere destinati solo a chi ne ha diritto. E’ assolutamente necessario migliorare il sistema di controllo incrociando le informazioni con le Agenzie delle Entrate e del Territorio e applicare una campagna estesa e capillare di verifica delle situazioni attuali, anche in collaborazione con la Guardia di Finanza e la Magistratura, per la quale serve anche la creazione di una squadra dedicata di Polizia Municipale. Inoltre, va colpita con grande decisione la morosità (i casi nei quali l’inquilino, pur avendo i mezzi finanziari, non paga i canoni a www.progettoperlivorno.org
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Pag. 32/37 CASALP). E’ importante anche un rafforzamento dell’Ufficio Casa del Comune. ●
No alla guerra tra stranieri poveri e italiani poveri. Gli stranieri (residenti) hanno gli stessi diritti degli italiani, se stabilito dalla legge. Il vero problema sono coloro che occupano indebitamente gli alloggi ERP. La soluzione quindi è il controllo capillare. ●
Ricercare Fondi Europei. Oggi nell’Amministrazione manca un ufficio dedicato alla ricerca di fondi europei (es: FSE). Serve una modifica organizzativa costituendo tale entità. ●
Pressioni sulla Regione per cambiare la Legge ed ottenere: ○
Revisione al rialzo dei canoni (ovviamente, solo per chi può effettivamente pagarli). Servono urgentemente risorse per le manutenzioni ed il ripristino degli alloggi liberati per renderli immediatamente disponibili per un nuovo assegnatario. Oggi queste risorse sono limitate (meno di 3 M€/anno). La revisione dei canoni, anche limitata, darebbe ulteriori importantissime risorse. ○
L'utilizzazione della certificazione ISEE per assegnare alloggi ERP (e per controllare periodicamente, ma sistematicamente, i requisiti di reddito, e non solo, degli assegnatari). ○
Riassegnazione delle unità di ampia metratura. Ci sono molti alloggi di grande dimensione (anche sopra 100 mq) abitati da una sola persona (generalmente, anziani che risiedono da molto tempo in tali unità). Sia pur tenendo conto delle singole situazioni e senza colpevolizzare alcuno, dovrebbe valere il principio che le abitazioni più ampie dovrebbero essere rese disponibili per le famiglie più numerose, cosa che oggi non accade. ○
Possibilità di mettere a norma gli alloggi liberati successivamente alla riassegnazione, per dare comunque subito un tetto ad una famiglia. ●
Riduzione/eliminazione dei “Piani di Recupero” e concentrazione delle risorse sui ripristini e su altri tipi di interventi (contributi affitto, Agenzia per l’Affitto). L’assemblea del LODE destina il 50% delle risorse complessive ai “Piani di Recupero”, con i quali si abbattono e ricostruiscono interi blocchi di alloggi. Spesso sono stati abbattuti in passato unità immobiliari ancora perfettamente utilizzabili! Durante il percorso, gli inquilini vengono spostati in altri alloggi ERP, riducendo il numero di quelli disponibili per il sostegno all’emergenza. Senza contare che spesso nei PdR c’è un soggetto privato che costruisce per vendere destinando solo una quota minima ad ERP o canone concordato. Pur se ci possono essere situazioni di effettiva stretta necessità, in questo momento si deve fare di tutto per rendere massimo il numero di alloggi ERP disponibili. Le risorse (come quelle del LODE) devono quindi essere impiegate per i ripristini. ●
Il patrimonio di alloggi pubblico non si (s)vende (cosa avvenuta ampiamente e ripetutamente in passato)! Censire completamente il patrimonio pubblico inutilizzato. Utilizzare cooperative edili fatte da disoccupati e/o immigrati per ristrutturare il patrimonio pubblico (esempio: Bergamo). ●
Un alloggio ERP, la cui realizzazione è molto costosa, rappresenta in generale un grande beneficio per un unico nucleo familiare. Si deve valutare la possibilità di impiego delle risorse verso forme più efficienti e distribuite di sostegno, quali i contributi affitto o il canone concordato, che a parità di cifra consentono di sostenere molti più nuclei familiari e di aiutare anche la cosiddetta “fascia grigia”. In aggiunta si propone lo sviluppo del “Co­Housing” (già realizzato presso l’ex­caserma La Marmora). In fase emergenziale, in questo momento di mercato immobiliare depresso, al posto della costruzione di alloggi si può eventualmente valutare di acquistare nel mercato privato alloggi sfitti o invenduti per allargare il patrimonio Erp (esempio: per soluzioni di co­housing). Si propone in generale di iniziare il percorso per andare da un modello “ERP” (Edilizia Residenziale Pubblica) ad un “ERS” (Edilizia Residenziale Sociale”), meno concentrato e più flessibile, coinvolgendo anche dei privati. ●
Rivedere l’Agenzia per l’Affitto (gestita da CASALP), che ha adottato criteri troppo selettivi non riuscendo così a decollare. www.progettoperlivorno.org
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Razionalizzare i bandi di manutenzione affidati da CASALP in modo da concentrare le risorse, ottenendo quindi migliori condizioni economiche. ●
Con la carta sociale del Comune deve essere possibile comprare almeno il minimo necessario per la sussistenza coinvolgendo i negozi e centri commerciali in una operazione di solidarietà. Il tutto con l’obiettivo di limitare l’uso delle mense (es: Caritas) ai soli casi più gravi. Serve inoltre un sostegno per coloro che si trovano a reddito zero, ad esempio per il pagamento delle bollette e l’uso dei mezzo pubblici. Questo per garantire a soggetti senza alcuna risorsa economica di avere comunque una vita semplice ma dignitosa. ●
Rivedere il modello delle attuali 4 diverse Residenze Sanitarie Assistite comunali gestite separatamente l’una dall’altra. Oggi le 4 RSA assorbono circa la metà del bilancio totale del sociale (14 M€ su 32) incassando solo 10 M€ (circa). Occorre ottimizzare le risorse umane (es: unico Direttore, unico ufficio amministativo…) e valutare l’opportunità di affidare la gestione con unico appalto (oggi due RSA sono in appalto e due sono gestite direttamente dal Comune). Occorre, come già detto per altri contesti, una azione di controllo e verifica sulle morosità per separare quelle dovute a reali difficoltà economiche (di cui la collettività deve continuare a farsi carico) da quelle che invece sono forme di parassitismo (da colpire con la massima decisione), come nel caso di dichiarazioni ISEE false. Aumentare il numero degli scaglioni di reddito (es: quanto fatto dal Comune di Fiesole che è passato da 4 a 13) per rendere più graduali i contributi e incassare di più da chi può effettivamente dare di più aumentando il totale complessivo e riducendo il deficit strutturale. ●
Il sistema delle RSA non è l’unico possibile per l’assistenza agli anziani. Di certo è quello con il costo unitario più elevato per anziano assistito. Occorre quindi sviluppare forme di assistenza domiciliare più flessibili (es: favorire le coabitazioni tra anziani, assicurare un sostegno domiciliare...) da adottare ove possibile. Naturalmente, anche per queste forme occorre assicurare un criterio trasparente per l’accesso ai servizi, verificato nel tempo. ●
Valorizzare il grande patrimonio sociale costituito dal volontariato. Inserire le forme esistenti in un progetto comune condiviso con l’amministrazione, coordinando gli interventi ed assicurando così la massima resa all’intero sistema. ●
Differenziare (per maggiore efficienza e rendere ciascuno più efficace) il servizio sociale comunale che si occupa di situazioni di disagio non economico (invalidità, tossicodipendenza, recupero dopo carcerazione, problemi psichiatrici..) da quello che si occupar di carenze esclusivamente economiche (che quindi non ha normalmente bisogno, ad esempio, dell’intervento di assistenti sociali). In questo modo le due strutture potrebbero essere organizzate nel modo più adatto alla tipologia di servizio gestito. ●
Valutare se i servizi erogati dal Comune potrebbero costare di meno se svolti da privati. Ove si ottiene un vantaggio, coinvolgere i privati in senso più ampio. ●
Controllare periodicamente ed efficacemente se chi ha ottenuto un sostegno continua ad aver diritto a tale supporto (es: potrebbe aver trovato lavoro). ●
Sviluppare forme di microcredito sociale istituendo un fondo a garanzia, in accordo con le banche cittadine. ●
Servizio Civile Cittadino. Ampliare il servizio civile in campo locale allo scopo di poter rendere le spese di iscrizione all'Università sostenibili per le famiglie di studenti delle superiori che decidono di dedicare 4 anni durante l'istruzione secondaria al servizio in associazioni non a scopo di lucro sia in campo medico­sociale (assistenza agli anziani, volontariato in ambulanza, centri di aggregazione giovanile) sia in campo socio­culturale (associazioni a difesa di beni di interesse storico/culturale). ●
Sperimentare (in accordo con la Regione) forme diverse di sostegno in caso di perdita di lavoro, quali Contratto di ricollocazione” e altri servizi di outplacement. ●
Sollecitare la Regione Toscana ad approvare una normativa (al momento non esistente) per consentire www.progettoperlivorno.org
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Pag. 34/37 di impiegare i lavoratori in cassa integrazione in Lavori Socialmente Utili. Dettagli Servizio Civile Cittadino. proporre un servizio civile agli studenti dal secondo al quinto anno delle superiori. Il servizio sarebbe sovvenzionato con uno "stipendio" che verrebbe versato su un libretto di risparmio vincolato a copertura le spese Universitarie. Questo per facilitare il passaggio degli studenti all’Università e aumentare la (molto scarsa) percentuale di giovani laureati livornesi. Le associazioni volontarie verrebbero invitate a presentare progetti (le cui attività verrebbero quindi programmate e monitorate) per poter accedere a questo finanziamento e selezionano giovani che hanno ultimato il primo anno di scuola media superiore sulla base del loro impegno negli studi (per esempio in base alla media). Gli studenti selezionati vengono quindi impegnati in attività di volontariato sia nell'aiuto alle classi più bisognose, ma anche nel recupero della città (ci sono tante associazioni che lavorano nel recupero dei beni culturali). Gli stipendi degli operatori verranno poi versati direttamente su di un libretto di risparmi a cui gli studenti possono accedere allorché decidono di continuare gli studi all'Università (non solo per l'iscrizione, ma anche per comprare i libri ed eventuali strumenti accessori). L'accesso ai fondi dovrebbe essere condizionato dall'iscrizione all'Università, ma ci possono anche essere altre proposte. Malgrado il progetto sia stato ipotizzato a questo scopo, si può infatti valutare di estendere il recupero del contributo anche in forme diverse (es: borse lavoro, formazione professionale, stage retribuiti). Partecipando nella vita sociale e culturale della città i giovani verrebbero direttamente sensibilizzati alle necessità che ci sono. I ragazzi verrebbero formati dalle associazioni sui compiti da svolgere, mentre il Comune beneficerebbe della ricaduta sulle tante necessità che la città ha. Con pochi anni di servizio civile cittadino gli studenti si troverebbero diversi anni di iscrizioni universitarie pagate. Si confida poi che vi sia un ulteriore ritorno con alcuni degli studenti che potrebbero tornare a fare vita attiva nelle associazioni nelle quali hanno lavorato. 12. Progetto per… lo Sport Lo sport ha molti aspetti positivi, con ovviamente tra i primi quelli della socializzazione, della formazione e della salute. Lo sport, infatti, non è solo agonismo. Ma lo sport può anche contribuire allo sviluppo economico e turistico di una città (un modello più avanzato da questo punto di vista è quello anglosassone). Il programma qui riportato cerca di valorizzare la risorsa “sport” in ogni suo aspetto, partendo dalla base che Livorno è una città dove lo sport è molto praticato, abbiamo dato i natali a molti campioni di varie discipline e siamo anche la città più medagliata d’Italia, tanto che sono state recentemente celebrate le 500 medaglie olimpiche, mondiali, europee raggiunte. Abbiamo quindi un contesto positivo che dobbiamo contribuire tutti a preservare e migliorare. Elementi ●
Museo dello Sport. Le epopee di campioni come Nedo Nadi, gli Scarronzoni, i Montano, la figura di Federico Caprilli e i tanti cimeli che possediamo potrebbero essere usati per comporre un museo dello sport livornese. Non si propone di ideare una struttura autonoma, che difficilmente potrebbe da sola attirare visitatori da fuori città, ma di aggiungere una sezione apposita in uno dei musei cittadini, oppure di realizzarla dentro una struttura legata al tema, come il Modigliani Forum. Ovviamente, si rimanda la proposta ad una analisi accurata di fattibilità. ●
La capitale degli sport sul mare. Per la vela ospitiamo il prestigioso TAN (Trofeo Accademia Navale), a cui si è recentemente aggiunto il Trofeo Tag Heuer. I fondali di Calafuria sono molto apprezzati per snorkeling e diving. Ai Tre Ponti si praticano il Windsurf e il Surf. Lo Scolmatore è un perfetto campo di gara per il canottaggio. Se queste ed altre discipline “sul mare” trovassero una collocazione nel Piano della Costa (anche operando in collaborazione con la realtà pisana) si potrebbero attirare enti e imprenditori interessati ad investire in una o più discipline. Abbiamo anche una situazione climatica e geografica favorevole. L’obiettivo sarebbe quindi un percorso per arrivare a www.progettoperlivorno.org
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Pag. 35/37 creare una “capitale degli sport sul mare” nella nostra zona, operazione che favorirebbe anche il turismo sportivo. ●
Pista di motocross. Il Comune aveva chiesto nel 2004 la disponibilità dei club motoristici livornesi per realizzare una pista di motocross nella cassa di espansione del Rio Cignolo (zona “La Cigna”). Da allora l’impianto è stato progettato (anche pensando a iniziative di rilevanza sociale come corsi di guida sicura ed altro) ed ha ottenuto dagli enti preposti tutte le autorizzazioni urbanistiche ed ambientali (in particolare, anche per le emissioni acustiche). Da dieci anni, però, la procedura è ferma e i soggetti promotori sono in attesa di notizie da parte delle amministrazioni. Riteniamo che non si possa illudere in questo modo chi è disponibile ad investire risorse proprie. E’ necessario sbloccare la pratica a consentire la realizzazione dell’impianto. ●
Valutare la separazione della gestione dell’ippodromo Caprilli dal parco. E’ evidente che si intenda in ogni modo di salvaguardare la tradizione ippica livornese in questo momento difficile. Appare inevitabile farlo inserendo l’ippodromo di Livorno in un circolo più ampio e ci si attende quindi che la scelta di affidare la gestione ad Alfea (che opera già a San Rossore) si riveli positiva. Resta però la questione del parco interno, grande e molto bello, che appare sprecato se aperto solo in occasione delle gare (o poco più). Sarebbe quindi utile valutare la possibilità di assegnare la gestione del parco separatamente del quella dell’ippodromo. ●
Cambiare la formula del Palio Marinaro e delle gare remiere. La cancellazione della retrocessione ha prodotto un Palio senza stimoli, a parte gli equipaggi più forti, ma soprattutto è la formula intera ad essere non più adeguata. Proponiamo che: ○
Si riduca il numero complessivo delle coppe remiere (Barontini, Risi’atori, Lorenzini…), adottando un unico regolamento tecnico in accordo con la Federazione del Canottaggio e un unico Comitato Organizzatore. ○
Si ripristini la retrocessione/promozione nel Palio. ○
Si cerchi in ogni modo di pubblicizzare il Palio fuori Livorno, trasformando la giornata in una festa popolare (anche con una sfilata in costume) per attirare visitatori. ○
Si parta dai giovani e dalle scuole, aggiungendo una sezione in cui si scontrano gli equipaggi delle scuole superiori livornesi, che dovrebbero durante l’anno frequentare le cantine grazie ad apericene ed altri eventi mirati per i ragazzi. La Federazione sportiva potrebbe invece fornire le barche. ○
L’armo a 10 che vince il Palio sfidi l’equipaggio pisano che partecipa alla gara delle Repubbliche Marinare! ●
Oggi tanti impianti sportivi comunali sono in condizioni precarie di manutenzione. Assegnare i compiti di manutenzione straordinaria degli impianti più grandi (come lo Stadio) alle società che lo gestiscono, quindi senza intervento diretto del Comune. ●
Ridurre fino ad eliminare le erogazioni dirette in denaro alle società che gestiscono impianti, specie nei casi in cui le gestioni sono a fine di lucro (ci sono casi in cui un gestore paga per la concessione meno di quanto riceve di contributo, ottenendo anche tutti i vantaggi economici della gestione stessa). Al limite, è preferibile allungare la durata delle concessioni. ●
Il denaro pubblico sia utilizzato per manutenere (manutenzione straordinaria, non quella ordinaria che deve essere sempre a carico del gestore) gli impianti più piccoli. Negli impianti più grandi, invece, il gestore sia sempre obbligato anche a tenere gli impianti a norma e l’Amministrazione assicuri un controllo periodico e preciso. Non si devono spendere soldi pubblici per manutenere impianti utilizzati a fini di lucro (nemmeno sotto forma di garanzie al Credito Sportivo). ●
Incentivare la presenza di privati. In generale, occorre favorire l’ingresso di privati nella gestione di impianti ed eventi sportivi, sotto qualunque forma (dalla semplice sponsorizzazione alla gestione vera e www.progettoperlivorno.org
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Pag. 36/37 propria), privilegiando il merito e la capacità di inserimento in reti più ampie (es: Pala Modì e Pala Mandela). ●
Si valuti la fattibilità della realizzazione di un nuovo stadio di calcio con capitali privati, anche insieme con Pisa. ●
Creare una “Fondazione Livornese per lo Sport” che raccolga contributi da soggetti privati per poi distribuirli su progetti specifici (sul modello della “Fondazione Città di Livorno”). ●
Sostenere le rette per l’accesso agli impianti ai bambini di famiglie meno abbienti. Oggi l’Amministrazione non destina alcuna cifra a questo scopo (mentre lo fa il CONI). ●
E’ fondamentale il coinvolgimento di ragazzi/e della scuola dell’obbligo nelle attività sportive. A Livorno esiste il progetto “Gioco­Sport” che coinvolge circa 10.000 bambini per 120 istruttori. L’Amministrazione deve contribuire, mentre ci risulta che oggi non accada. www.progettoperlivorno.org
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Progetto per Livorno Cristiano Toncelli