All’opera La Fenice nel segno di Beethoven e Puccini La nuova stagione del teatro veneziano G ià da qualche anno risorta dalle sue stesse ceneri, la Fenice continua i suoi voli. Di stagione in stagione, l’ampiezza si allarga e le altezze si superano grazie a cartelloni ricchi di nomi e repertori originali. È stato Fortunato Ortombina, nuovo direttore artistico del teatro veneziano, a prendere fra le mani l’orchestrazione del cartellone 2007/2008. Ne è scaturita una programmazione densa e importante, sia sul fronte lirico che su quello sinfonico. A inaugurare la stagione sinfonica, il 3 novembre, la Nona di Beethoven diretta dal maestro Eliahu Inbal. Viene tracciato così fin dall’inizio un segno abbastanza distintivo di questa stagione – ci spiega Ortombina – che proprio a Beethoven sarà dedicata. In cartellone, infatti, tutte e nove le sue sinfonie. Ci sono stati musicisti grandi, ma quasi nessuno ha saputo essere moderno e innovativo rispetto al suo tempo come Beethoven. Il programma vedrà inoltre incursioni verso Mahler e Bruckner, per arrivare a Schoenberg Tosca secondo Rober dissimi direttori di scuola russa, Dmitrij Kitajenko, Yuri Temirkanov e Andrey Boreyko, che dirigeranno musiche di Shostakovich, Musorgskij, Tchaikovsky e Stravinskij. Ai 14 concerti in cartellone se ne ag giungono altri fuori abbonamento? Sì: il concerto di Natale, che si terrà a San Marco diretto da Ottavio Dantone e che proporrà un programma che spazia un po’ nel barocco attorno a maestri di scuola marciana: avremo Corelli, Vivaldi, per arrivare a Lotti e a Galuppi (cfr. p. 24, ndr.). E il concerto di Capodanno (cfr. p. 25, ndr). Il prossimo anno ricorrono due importanti anniversari: quello della nascita di Puccini e quello dei 125 anni della morte di Wagner. La programmazione lirica è difatti profondamente nel segno di Puccini e numerosi omaggi wagneriani echeggiano nella stagione sinfonica: il maestro Inbal dirigerà il Wesendonck-Lieder e Miun Wun Chung la Settima sinfonia di Bruckner, che se da una parte è uno degli sviluppi del filone centrale beethoveniano, dall’altra è anche questo Nabucco allestito da Roberto De Simone, Teatro alla Scala (1986) un omaggio a Wagner, in quanto tale sinfonia fu composta in suo onore proprio quando lui morì. In primavera poi, con Jeffrey Tate, oltre a Morte e trasfigurazione di Strauss sarà diretto anche il Viaggio di Sigfrido sul Reno e la Marcia funebre dal Gotter-Dammerung. Quindi se per quest’ultimo dovremo attendere il 2009, possiamo comunque cominciare a farne qualche piccolo assaggio con un anno di anticipo. La stagione propone opere di Puccini e intorno a Puccini, e anche opere del grande repertorio italiano ottocentesco da cui è disceso in linea diretta, perché se è vero che è il compositore nostrano che più si è saputo dotare di una proe Nono; abbiamo poi il grande ritorno spettiva internazionale, è vero anche che del maestro Kurt Masur a dirigere la non ha mai tralasciato di considerare Quinta sinfonia di Mendelssohn, quelle che erano le sue più profonde dopo che l’anno scorso aveva diradici nella tradizione del meloretto la Terza e la Quarta. dramma e del belcanto italiano. Quest’anno vedrà tutte le prove geL’inaugurazione avverrà con la nerali aperte agli studenti. Rondine, un’opera assolutamente Una formazione umanistipoco frequentata… ca che sia la più ampia possiSi tratta di un lavoro che ha bile non può prescindere dalun po’ sofferto di un peccato la musica, che credo dovreboriginale: Puccini, quando acbe far parte di un percorso cettò la commissione, infatti, formativo anche non strettaaveva inteso farne un’operetmente musicale. Per questo ho ta. Andata in scena a Montecarpensato a un’idea di Fenice il più lo, nel frattempo l’opera venne possibile aperta ai giovani. riscritta e ripensata, incrociandoIl cartellone sinfonico offre anche un imsi anche con fatti personali della vitso pe r portante filone russo. ta del compositore. Per questo la Rondi A mbu Abbiamo la fortuna di avere tre grandine è una sorta di autoritratto pucciniar t Ca rsen ta a ,S go ( 2 0 0 7). 16 All’opera To sca di K arsen . no al femminile. L’essere stata considerarato volentieri con i grandi titoli, proprio ta fin dall’inizio nello spazio dell’opeper risentire dentro questo teatro, che retta l’ha trasformata in un qualfinalmente c’è, dei grandi brani del cosa di grande fragore, allegria e nostro repertorio nazionale. leggerezza, tralasciando quelIn cartellone anche Morte a Venela che è un’essenza di profonzia di Britten, che manca dalla laguda amarezza e realismo. Prena da moltissimi anni. senteremo l’opera in una nuoManca ben dal 1973. Regia, va produzione, con la regia di scene e costumi sono del belGraham Vick e la direzione di lissimo spettacolo di Pier LuiCarlo Rizzi. gi Pizzi, mentre la direzione Sempre attorno a Puccini è affidata a Bruno Bartoletti, si muove l’Elektra di Strauss, che per tutta la vita ha sempre uno dei compositori che Puccidimostrato una gran curiosità ni rispettava di più e che trovanon solo verso i repertori italiava essere straordinario creatore di ni. A settembre andiamo in scena grandi ruoli femminili. Lo spettacon il Boris Godunov di Musorgskij, a al colo che metteremo in scena è di forancora una volta per la direzione di cor n A te impatto, con la regia di Klaus Michael Inbal. Si tratta di un titolo che alla FeniGrüber, le scene di Anselm Kiefer e la direzione di Inbal. E per quel che riguarda il repertorio più Morte a Venezia di Benjamin Britten nella regia di Colin Graham, Festival di Glyndebourne (1992) propriamente conclamato? Ad aprile sarà di scena il Barbiere di Siviglia di Rossini, diretto dal giovane e bravissimo Antonino Fogliani e con un cast di cantanti già affermati, attorno ai quali alterniamo nelle recite degli artisti più giovani. Credo sia molto importante cercare giovani interpreti, siano essi direttori o cantanti, che devono però essere sempre messi nella condizione di poter crescere e non essere mere vittime di un sistema produttivo che spesso, in una procedura molto edonistica dell’usa e getta, crea con facilità nuovi miti che risultano poi avere il volto dell’effimero. Il Barbiere è un nostro spettacolo: l’allestimento con le scene di Lauro Crisman e la regia di Bepi Morassi fu di ce manca da una quindicina d’anni, per il quale avremo Fescena negli anni in cui la Fenice se n’era andata fra le fiamlice Furlanetto, basso friulano residente a Vienna, a oggi il me, e adesso che siamo tornati a casa siamo felici di riprenpiù grande Boris Godunov che si possa ascoltare. Lo spettadere una delle rappresentazioni che più ci ha sorretto in quecolo è di Eimuntas Nekrosius ed è pervaso di una straordigli anni d’assenza. naria visionarietà. A maggio si torna a Puccini con la Tosca di Robert Carsen Sarà quindi la volta del Nabucco di Giuseppe Verdi con lo e con interpreti quali Daniela Dessì – a mio avviso una delspettacolo di Günter Krämer. Insieme al Barbiere sono i due le più grandi cantanti, per questo ruolo e in questo momentitoli di belcanto che secondo me bisognerebbe fare sempre, to, oltre che per la bellezza della voce, per la capacità di scolin ogni stagione. pire la parola facendo anche del teatro di notevole livello – e A conclusione, due atti unici anche qui all’interno di una Walter Fraccaro, tenore veneto che ha fatto una carriera forprospettiva pucciniana: Von Heute Auf Morgen di Schoenmidabile in tutti i teatri del mondo, non ultima la Scala doberg, profondamente ammirato da Puccini, e i Pagliacci di ve l’ho scritturato più volte nell’arco dei cinque anni che ho Leoncavallo, opera di un musicista che a differenza del lucpassato nel teatro milanese. Lo spettacolo che Carsen ha alchese è rimasto alle sue radici italiane senza cercare mai una lestito per Tosca in Italia non s’è mai visto: ha un taglio assodimensione europea. lutamente originale e piuttosto rivisitante rispetto alla traIn questa stagione ci sono tante opere di repertorio rispetdizione italiana. La Tosca è stata fatta al PalaFenice quattro to alle altre, perché se da una parte c’è il desiderio di risentire o cinque anni fa, ma nella Fenice vera e propria è da più di questa musica all’interno delle nostre mura, dall’altra vi è anvent’anni che non viene programmata. Credo che riascoltache l’idea di una prospettiva assolutamente internazionale re i brani di queste opere nella nostra sede, in questa casa che per quel che riguarda l’approccio alla spettacolarità. Quindi è stata restituita al mondo solo tre anni fa, abbia un signifisì repertorio, ma fatto con registi fra i più grandi, i più divercato diverso. Perciò in questa mia prima stagione ho esagesi e i più curiosi che ci sono in Europa. (i.p.) 17 All’opera Tra concerti e incontri tornano le «Giornate Wagneriane» Il Casinò di Venezia promuove e ospita il tradizionale appuntamento autunnale I legami e le relazioni tra l’opera di Richard Wagner e quella di Ludwig van Beethoven (di cui la Fenice ha programmato il ciclo delle nove sinfonie) sono il tema prescelto per la XIII edizione delle Giornate Wagneriane, organizzate come di consueto dall’attivissima Associazione che si richiama al genio di Bayreuth. Il programma della manifestazione – sostenuta dal Casinò di Venezia, che mette anche a disposizione il Salone delle Feste di Ca’ Vendramin Calergi per gli eventi spettacolari – è al solito vario e interessante. Il primo appuntamento – che Franz Liszt Bellini” di Palermo, che parlerà di “Wagner e la Sinfonia n. 9 di Beethoven: la ‘conversione estetica’ del periodo francese e la scoperta della ‘vera musica tedesca’” e Sven Friedrich, direttore del Richard Wagner Museum Bayreuth, che disserterà sull’“Effetto della musica sinfonica di Beethoven come Furore e Demone nell’esperienza auratica di Wagner”». «La prima giornata del simposio internazionale» – aggiunge Alessandra Althoff, vicepresidente dell’Associazione veneziana responsabile delle attività artistiche – si concluderà con Ludwig van Beethoven Richard Wagner quando queste pagine saranno stampate sarà già trascorso – è un altro importante concerto eseguito da Stephan Moeller, programmato per il 31 ottobre e rientra nel rodato ciclo dedicapianista d’eccezione, borsista a Bayreuth nel 1994 e vincitore to ai Giovani Concertisti: protagonista è il baritono Kresimir del “Premio Beethoven” l’anno successivo. L’abilità della sua Strazanac, Premio Liederistico del Bayerischer Rundfunk e fitecnica ci permetterà di ascoltare la trascrizione per piano delnalista nel 2006 al Concorso internazionale Voci Wagneriane la Nona sinfonia beethoveniana scritta di proprio pugno da di Venezia, impegnato a interpretare – accompagnato dal piaFranz Liszt» . noforte del giovane e talentoso direttore d’orchestra Michael La seconda giornata di convegno vedrà altri relatori d’ecceBalke – Lieder di Wagner, Beethoven e anche di Schumann, zione, tra cui Maurizio Giani dell’Università di Bologna, che di cui sarà proposto il famoso e splendisi occuperà di «Wagner e Fidelio: Storia do ciclo Dichterliebe (Amore di un poeta) su di un “silenzio sonoro”», e Arne Stoellpoesie di Heinrich Heine. «Dopo il conberg dell’Università di Berna, che parlerà Venezia certo di apertura» – ci spiega Giuseppe di «“Melodia Infinita” e “Apoteosi della Salone del Mezzanino Pugliese, presidente dell’Associazione danza”: l’importanza di Beethoven neldi Ca’ Vendramin Calergi Richard Wagner Venezia, da lui fondala ricostruzione wagneriana della storia 17-18 novembre, ore 10.00-13.00 ta nel 1992 – il 17 novembre si continuedella musica». Concluderà Carlo De PirSymposium internazionale «Wagner e Beethoven» rà con l’annuale Symposium, promosso ro del Conservatorio «Francesco Venezdal Centro Europeo di Studi e Ricerche ze» di Rovigo, che tirerà le somme delVenezia Richard Wagner in collaborazione con la due giorni con una relazione finale inSalone delle Feste l’Università veneziana di Ca’ Foscari e titolata «Dal leitmotiv: teatralità sinfonidi Ca’ Vendramin Calergi l’Ateneo di Bayreuth. Fra i relatori – oltre ca in Beethoven e Wagner». Per favorire 17 novembre, ore 17.30 al sottoscritto, che introdurrà e coordil’esatta comprensione, tutti gli interventi, Stephan Moeller – pianoforte nerà i lavori – ci saranno Olga Visentini sia in italiano che in tedesco, avranno una IX Sinfonia di Ludwig van Beethoven nella trascrizione per pianoforte di Franz Liszt del Conservatorio di Musica “Vincenzo traduzione simultanea. (l.m.) 18 All’opera Sembra Caravaggio, è Tosca Non solo Puccini all’Operaestate Festival di Bassano di Arianna Silvestrini H o fatto nella mia vita regie di Tosca in tantissimi teanario della nascita del drammaturgo veneziano. L’Orchestra tri del mondo. Qui – a Operaestate Festival Vedel Conservatorio «Benedetto Marcello» di Venezia sarà dineto di Bassano – mi ha stuzzicato molto l’idea di retta dal maestro Maurizio Dini Ciacci, la regia sarà di Franfare una versione intima, costruendo quasi un dramma cinecesco Bellotto e le scene di Massimo Checchetto. La Cecchimatografico. La scelta delle luci ricorda l’opera di Caravaggio, na, allestimento certamente meno noto rispetto ai due precon sfumature di colori bassi, quasi un bianco e nero, perché cedenti, fu consacrata dal pubblico europeo come un capolacredo che le tinte forti siano già presenti nel dramma psicologico dei personaggi. Ho scelto un taglio registico basato su una recitazione molto drammatica, resa possibile da un cast di cantanti-attori davvero eccezionali con i quali è stato un vero piacere lavorare». A parlare è Hugo de Ana, regista argentino di fama internazionale, creatore fra i più attivi nella produzione operistica sulla scena mondiale, autore del nuovo allestimento della Tosca di Puccini con cui venerdì 26 ottobre si inaugura la stagione autunnale dell’Operaestate Festival. Il cast di questa nuova produzione, alla quale ha collaborato anche il Comune di Padova, è di grande richiamo a cominciare dai tre solisti, il tenore Walter Fraccaro, recentemente impegnato nell’Aida alla Scala di Milano e fresco di debutto al Metropolitan di New York (qui nella parte di Mario Caravadossi), Isabelle Kabatu, soprano belga di origini africane nei panni di Tosca, e Seng-Hyoun Ko, giovane baritono coreano affermatosi nei principali teatri internazionali. È nei duetti tra Tosca e Caravadossi e nelle tre celebri romanze, una per atto, che si accentua l’estrema forza e drammaticità dell’interpretazione dei solisti. Hugo De Ana, autore anche di scene e costumi, ha inteso dare una lettura moderna della Tosca pur mantenendo la straordinaria classicità dell’opera in modo che «la chiarezza espositiva» venga sottolineata da un «attento gioco di luci e dall’intensa espressività richiesta ai cantanti». La direzione musicale è affidata al talento del maestro Tiziano Severini alla guida dell’Orchestra Filarmonia Veneta, con la partecipazione del neonato Coro dei Teatri di Padova e Bassano. La Tosca di Puccini – coprodotto con il Teatro Tosca. L’uccisione di Scarpia Verdi di Padova, dove ha debuttato – non è l’unico nuovo allestimento in scena al Festival bassanese, che punta a imporsi come rassegna a pieno titolo inserita tra i grandi appuntamenti del belcanto. Venerdì 23 novembre si terrà infatti la prima del Don voro nell’ambito del genere dell’opera comica. A essa furono Giovanni di Mozart al Teatro Astra di Bassano, nuova mesaddirittura intitolati caffé e ritrovi e venne lanciata una moda sinscena per la regia di Ulisse Santicchi e la guida musicale di nell’abbigliamento femminile che fu chiamata proprio «alla Giampaolo Bisanti, direttore principale dell’Orchestra MoCecchina». Contribuendo a dissipare il divario tra opera seria zart di Milano, acclamato negli ultimi mesi anche dalla critica e opera buffa, nella Cecchina i personaggi si raccontano nelle americana. La stagione lirica chiude infine giovedì 6 dicemloro varie sfaccettature, lontani da ogni eccessiva caratterizbre con La Cecchina, ovvero la buona figliola di Niccolò Piccinizazione di genere. L’opera verrà replicata mercoledì 5 per le ni su libretto di Carlo Goldoni, nuova produzione realizzascuole con l’accompagnamento di un articolato percorso dita in collaborazione con il Teatro La Fenice nel terzo centedattico curato dall’Area Formazione della Fenice. « 19 All’opera Una stagione all’insegna della qualità A Trieste un cartellone ricco e inconsueto A novembre parte la nuoabbiamo cercato di fare in mova stagione lirica del Teado che entrambi si distinguestro Verdi di Trieste, che – sero per l’alta qualità degli inLa maggior parte come già annunciato in queste pagiterpreti. E per ottenere questo delle opere selezionate ne (cfr. VeneziaMusica e dintorni n. risultato abbiamo lavorato annon vengono 15, p. 28) – si presenta ricca e origiche molto con i giovani: dalle rappresentate a Trieste nale, raggruppando una serie eterogepiù di 280 audizioni che abbianea e appetitosa di proposte. A Umbermo condotto a partire da gennaio in media da trent’anni to Fanni, direttore artistico dell’ente lidi quest’anno sono emersi alcurico giuliano, chiediamo di darci qualni artisti davvero di prim’ordine, che dettaglio sul cartellone. che debutteranno all’interno della nostra stagione. SemUn primo elemento che vorrei sottolineare riguarda pre in linea generale, c’è un’altra cosa di cui siamo molto la scelta delle opere in programma: la maggior parte di fieri: i titoli programmati, da nove che erano l’anno passaqueste non vengono rappresentate a Trieste in media da to, sono diventati dieci, e questo assolutamente senza autrent’anni. C’è stato dunque lo sforzo di tralasciare granmentare i costi degli abbonamenti, ma soltanto grazie a di titoli di repertorio – che pure non mancheranno – per un’oculata politica amministrativa. dare la possibilità al nostro pubblico, che è molto attenParliamo ora più nello specifico di alcuni degli allestimenti in to e competente, di ascoltare proposte meno consuete. cartellone. Un’altra caratteristica è l’attenzione rivolta a tutti i cast: Attraverso la collaborazione con molti teatri italiani, che normalmente si assiste a uno squilibrio ha dato spesso luogo a fruttuose coproduzioni, possiamo tra il primo e il secondo, mentre noi vantare delle regie molto importanti, a iniziare dall’opera d’esordio, l’Ernani di Giuseppe Verdi, che si avvale dell’arte di Pier Luigi Pizzi, il quale firma regia, scene, costumi e luci. Il cast dei cantanti è composto da nomi come Roberto Aronica, Sondra Radvanosky, Ferruccio Furlanetto e Franco Vassallo. Si tratta di un recente allestimento della Fondazione dell’Arena di Verona che ha debuttato lì nel 2005 e che ora arriva da noi. E dopo l’apertura verdiana si passa a un’operazione molto interessante, che in Italia è stata tentata solo dal Maggio musicale fiorentino alcuni anTrieste – Teatro Verdi ni fa: una rappresentazioErnani di Giuseppe Verdi 22, 23, 27, 28, 30 novembre, ore 20.30 ne in forma semiscenica del Peer Gynt, che Edvard 24 novembre, ore 17.00 25 novembre, ore 16.00 Grieg ha tratto dal dramma di Ibsen. La direzione d’orchestra di quest’evento, realizzato in occasione del centesimo Iris di Pietro Mascagni, regia di Federico Tiezzi. 20 All’opera anniversario dalla nascita di Grieg, è affidata al magistepresenta un cast eccezionale, che vede il debutto nel ruolo ro di Gerd Albrecht. di Eva Mey e di Darina Takova, oltre al ritorno di Roberto Di sicuro successo sarà poi il primo spettacolo del 2008, Aronica e la direzione di Bruno Campanella. Il turco in Italia di Gioachino Rossini, messo in scena da Gli ultimi titoli saranno infine la Rondine pucciniana, Antonio Calenda, dove debutta nel ruolo la giovanissima in arrivo dalla Fenice dopo il debutto di gennaio, e, nelAlessandra Marianelli, che con i suoi 23 anni è un vero e l’ambito del progetto «Opera domani», The Fairy Queen proprio talento emergente. Ma il calendario è davvero fitdi Henry Purcell, in cui saranno coinvolti i bambini delto, e pochi giorni dopo si passa a un altro appuntamento, le scuole. l’Iris di Pietro Mascagni – una coproduzione che abbiaTra un’opera e l’altra sono previsti anche appuntamenti di mo sviluppato insieme al Teatro Goldoni di Livorno e al danza? Petruzzelli di Bari – che sarà diretta da un nome del caliCertamente. Come ogni anno, anche questa stagione bro di Nello Santi, un’icona vivente della direzione d’orpropone serate dedicate al ballo. Questa volta sono due, chestra mondiale per la prima volta nel nostro teatro. E a entrambe provenienti dalla Russia, e si preannunciano Santi si affianca la regia di uno dei più geniali artisti della particolarmente eleganti. La prima vedrà in scena il Roscena italiana, Federico Tiezzi. meo e Giulietta composto da Sergei Prokof’ev su libretto di Sono presenti anche produzioni esclusivamente targate «Teatro Yuri Grigorovich (danzato dallo Yuri Grigotovich TheaVerdi»? tre Ballet di Mosca), e la seconda Anna Karenina, coreograSì, ad esempio I pescatori di perle di Georges Bizet, assenfia di Boris Eifman sulle musiche ricavate da Caikovskij a te dai nostri palscoscenici da tre decenni. Gli interpreti di partire dal romanzo di Tolstoj. quest’opera «esotica» e virtuosistica, guidati in scena dal Prima di concludere, una domanda rivolta al futuro: c’è la volonmaestro Frederich Chaslin, sono tutti di gran classe, da tà, in avvenire, di concedere spazio alla musica contemporanea, spesAnnick Massis a Celso Albelo a Pierre-Ives Pruvot. Un’also assente dai cartelloni degli enti lirici? tra rappresentazione interamente «fatta in casa» è il dittiAssolutamente sì, sto elaborando una sorta di prolunco dedicato al repertorio del Novecento e formato dai Setgamento della stagione sinfonica, e ci sarà una particote peccati capitali di Kurt Weill e da Trouble in Tahiti di Leolare attenzione al repertorio contemporaneo. Stiamo conard Berstruendo un progetto di collaborazione nstei n: con Giorgio Battistelli, al quale il Teaprotatro commissionerà un’operina già per la Trieste – Teatro Verdi goniprossima estate. In ambito sinfonico poi Peer Gynt di Edvard Grieg sta di envogliamo dare visibilità ai compositori 4, 6, dicembre, ore 20.30 trambe le contemporanei triestini, che purtroppo 5 dicembre, ore 16.00 e 21.00 composivengono eseguiti assai rara7 dicembre, ore 16.00 zion i sa9 dicembre, ore 16.00 mente. (l.m.) rà Daniela Mazzucato. Per riallacciarmi a quanto dicevo all’inizio, la musica del compositore preferito da Brecht non è mai stata eseguita al Verdi, così come nemmeno Trouble in Tahiti, che è stato allestito soltanto una volta alla Scala nel 1984. Quindi si può proprio dire che si tratta di novità assolute. Dalla sperimentazione novecentesca in maggio si ritorna a Gaetano Donizetti. Anna Karenina Sì, con Roberto Devereux, un’opera che fa parte del trittico delle «regine», che comprende anche Anna Bolena e Maria Stuarda. L’allestimento del Teatro dell’Opera di Roma 21