Ossigenoterapia e Ventilazione meccanica non invasiva F.Braido Ossigenoterapia Insufficienza respiratoria Condizione caratterizzata da alterata pressione parziale di clinicaCriteri dell’IR O2 e CO2 nelClassificazione sangue arterioso. necessari per porre diagnosi di IR sono : acutammHg durante respirazione in aria una PaO2 <•IR 55-60 •IRda cronica ambiente [o un rapporto fra PaO2 e frazione riacutizzata cronica inspiratoria •IR di cronica ossigeno (FiO2) o acuta (PaO2su /FiO <300], 2) accompagnata o meno da ipercapnia (PaCO2 > 45 mmHg). La diagnosi di IR, quindi non è clinica ma richiede sempre la misurazione della pressione parziale dei gas nel sangue arterioso. PULSOSSIMETRIA • Misurazione semplice, rapida e non invasiva dell’ossigenazione del sangue (emoglobina ossigenata) • In pochi secondi e senza alcun fastidio è possibile misurare la saturazione di ossigeno nel sangue • La valutazione regolare è raccomandabile in tutti i pz con BPCO da moderata a severa (l’ipossiemia è più probabile quando il FEV1 è inferiore a 1 L) Volendo utilizzare la saturazione come screening per la presenza di ipossiemia arteriosa, è opportuno identificare alcune soglie: SatO2 > 96: soglia di normalità. 92 < SatO2 < 96: soglia che richiede ulteriori indagini SatO2 <92: soglia di attenzione SatO2 <88: soglia di allarme TRATTAMENTO a. Valutazione della severità dell’episodio (sulla base di criteri clinici e strumentali) con particolare attenzione ad eventuali condizioni pericolose per la vita. b. Identificazione della causa di riacutizzazione e sua terapia specifica. c. Somministrazione di ossigenoterapia controllata e ventilazione meccanica quando necessaria. Ossigenoterapia controllata La somministrazione di O2 deve essere tale da correggere l’ipossiemia. Utilizzare una FiO2 tale da mantenere la SaO2 fra 90% e 95% (o una PaO2 compresa fra 60 e 70 mmHg) sotto monitoraggio pulsossimetrico. La presenza di ipercapnia non è assolutamente una controindicazione all’O2terapia. Se il mantenimento di una adeguata SaO2 è accompagnato da grave ipercapnia e acidosi respiratoria, si dovrà considerare la necessità di ventilazione meccanica. Nei pazienti a rischio di grave ipercapnia e acidosi respiratoria è necessario quindi effettuare un controllo EGA ad ogni aumento di FiO2 Ossigenoterapia a lungo termine (OTLT) Numerosi studi clinici hanno dimostrato che nella IRC secondaria a BPCO la OTLT (protratta per almeno 18 h/die) consente di: Aumentare la sopravvivenza e rallentare l’evoluzione verso l’ipertensione polmonare Ridurre gli episodi di desaturazione arteriosa nel sonno o sotto sforzo Migliorare la qualità di vita e la performance neuropsichica Ridurre i costi grazie alla riduzione del n° di ricoveri e delle giornate di degenza. OTLT Indicazioni A. Ipossiemia continua Valori di PaO2 continuativamente: < 55 mmHg (indicazione assoluta) Compresi tra 55 e 60 mmHg (indicazione relativa) purchè sia presente almeno uno dei seguenti criteri aggiuntivi: a) b) c) d) Policitemia (Hct > 55%) Segni di ipertensione polmonare Edemi periferici da scompenso cardiaco dx Cardiopatia ischemica. OTLT Indicazioni B. Ipossiemia intermittente Nei pz con malattie respiratorie croniche le modificazioni delle pressioni parziali dei gas ematici (PaO2 e PaCO2) durante il sonno e/o l’esercizio, spesso non prevedibili dai valori arteriosi a riposo, possono giocare un ruolo importante nello sviluppo di complicanze come l’ipertensione polmonare, il cuore polmonare e la morte improvvisa durante il sonno. L’efficacia della OTLT in pazienti con ipossiemia intermittente non è provata. OTLT Indicazioni a) b) Nei pazienti BPCO che presentino desaturazione intermittente è possibile prescrivere l’O2Tp quando: Nel sonno la SpO2 si mantenga <90% per almeno il 30% del tempo e migliora con O2Tp a bassi flussi (1-2 lt/minuto) Sotto sforzo il sospetto di desaturazione posto dal pulsossimetro venga confermato dall’EGA arteriosa. (criteri: ATS, ERS) PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO Ipossiemia stabile Ipossiemia stabile Paziente Farmacotp ottimale Ipossiemia intermittente EGA in AA ECG PFR+ ev. beta2 Ospedale Ambulatorio OTLT Normossiemia NO Test da sforzo Saturimetria notturna Polisonnografia SI O2tp ore diurne O2Tp notturna +ev. CPAP FLUSSO OTTIMALE DI O2 A RIPOSO Al fine di individuare la necessità di OTLT, il flusso ottimale e la buona tolleranza all’O2 è necessario eseguire: EGA in aria ambiente con pz a riposo da almeno 30’ EGA con flussi progressivamente crescenti di O2 fino a ottenere il flusso considerato ottimale 3. (in alternativa al punto 2) monitoraggio con pulsossimetro e, una volta raggiunta la SpO2 desiderata, praticare l’EGA di conferma (il flusso considerato ottimale deve essere erogato da almeno 30’). Valore ottimale di PaO2 da raggiungere: 6070mmHg (senza eccessivo aumento della PaCO2). 1. 2. FLUSSO OTTIMALE DI O2 NEL SONNO E SOTTO SFORZO Nella comune pratica clinica è generalmente accettata la condotta del NOTT (Notturnal Oxygen Therapy Trial Group) e viene consigliato di aumentare arbitrariamente il flusso previsto a riposo di 0,5-1 Lt/m’ sia nel sonno che sotto sforzo. Tempi di somministrazione Tutte le linee guida raccomandano che l’O2Tp sia somministrata per almeno 18h/die, ma i suoi benefici aumentano proporzionalmente al tempo di somministrazione E’ preferibile che il tempo sia il più possibile vicino alle 24h/die. Dopo sospensione dell’O2 la PA polmonare aumenta in modo statisticamente significativo dopo solo 2-3h; le interruzioni non dovrebbero superare, consecutivamente, tale durata di tempo. FOLLOW-UP Ipossiemia a riposo 1° controllo a 15 gg 2° controllo e successivi ogni 30-90 gg EGA in AA EGA in AA EGA in O2Ttp EGA in O2Tp EO Ogni 6 mesi: EO PFR, Hb Hct, Emocromo Ogni 12 mesi: Ecocardiogramma, 6MWT Ipossiemia intermittente Controlli ogni 6-12 mesi Pulsossimetria notturna e/o sottosforzo (+ev. EGA); Ecocardiogramma, 6MWT Fonti di ossigeno • Bombola per ossigeno gassoso: limitata capienza, incompatibile con un adeguato programma terapeutico e di riabilitazione; utilizzate per terapie a breve termine • Contenitore criogenico per ossigeno liquido: comunemente utilizzato nella OTLT per l’alta capacità, peso contenuto, possibilità di utilizzo di sistemi portatili ricaricabili (stroller) • Concentratori di ossigeno: necessitano di fonte di energia elettrica per il loro funzionamento • La prescrizione di ossigeno gassoso può essere fatta da qualsiasi medico del SSN • La prescrizione dell’ossigeno liquido (e quindi l’attivazione dell’OTLT) deve essere eseguita dal medico specialista ed il SSN la eroga attraverso indicazione di uno pneumologo Ventiloterapia INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Da patologia del parenchima polmonare I.R. PARZIALE (alterazione della diffusione alveolo-capillare) IPOSSIEMIA (riduzione di PaO2) Da deficit di pompa I.R. GLOBALE (alterazione di muscoli o controllo nervoso) (malattie bronco-polmonari croniche, neuromuscolari) IPOSSIEMIA (riduzione di PaO2) + IPERCAPNIA (aumento di PaCO2 ) CARICO ELASTICO CARICO RESISTIVO FATICA dei mm. RESPIRATORI DEFICIT DI POMPA VOLUME MINUTO INSUFFICIENTE INSUFFICIENZA RESPIRATORIA ACUTA Deficit di pompa Insufficienza ventilatoria acuta dove il Volume/minuto non è più sufficiente a soddisfare le richieste metaboliche dell’organismo FATICA dei mm. RESPIRATORI condizione caratterizzata dalla incapacità di un muscolo di sviluppare forza e/o velocità contrattile in seguito ad aumentato carico di lavoro, reversibile dopo riposo VENTILAZIONE MECCANICA PROVVEDIMENTO TERAPEUTICO MIRATO A METTERE A RIPOSO I MUSCOLI REPIRATORI AFFATICATI PROVVEDIMENTO TERAPEUTICO CHE NON SOSTITUISCE LA TERAPIA FARMACOLOGICA VENTILAZIONE MECCANICA Invasiva: protesizzazione della trachea NASALE Non invasiva: utilizzo diORONASALE diverse interfacce FACCIALE BOCCAGLIO NASAL PILLOW VENTILAZIONE MECCANICA NON INVASIVA Pn.Riab. INRCA VENTILAZIONE MECCANICA NON INVASIVA Pn.Riab. INRCA PRINCIPI DI VENTILOTERAPIA NON INVASIVA NELL’INSUFFICIENZA RESPIRATORIA pressometrica positiva volumetrica poncho – corazza negativa polmone d’acciaio NIV in Reparto di Pneumologia: - quando - come QUALE VENTILATORE USARE ????? Indispensabile: Visualizzare i livelli di pressione Modalità A/C o temporizzata Sviluppo di almeno 30 cmH2O Possibilità di FR di 40 atti/min Supportare un flusso inspiratorio Trigger a flusso di almeno 60L/min Allarme di disconnessione Pn.Riab. INRCA Pn.Riab. INRCA Quantità di IP, preparazione e collaborazione interdisciplinare + - + gg di ricovero, di VM, mortalità, morbilità = > qualità di cura VENTILAZIONE MECCANICA PRESSOMETRICA il ventilatore eroga: una pressione costante IMPOSTATA VARIABILE INDIPENDENTE per un determinato tempo inspiratorio con un certo flusso VARIABILI DIPENDENTI erogando un dato volume corrente LEGATE A COMPLIANCE E RESISTENZE DEL SISTEMA VENTILAZIONE MECCANICA VOLUMETRICA il ventilatore eroga: un volume predeterminato IMPOSTATA VARIABILE INDIPENDENTE per un determinato tempo inspiratorio VARIABILI DIPENDENTI LEGATE A erogando la pressione necessaria COMPLIANCE E RESISTENZE DEL SISTEMA con un certo flusso PRESSOMETRICA CPAP EDEMA POLMONARE OSAS BiLEVEL DEFICIT DI POMPA LIEVI Pressure Support PCV - PACV DEFICIT DI POMPA MODERATI SVEZZAMENTO (“WEANING”) DEFICIT DI POMPA MODERATI - SEVERI VENTILAZIONE MECCANICA Acute respiratory failure Chonic respiratory failure criteriindicazioni di esclusione BPCONIMV: riacutizzata: alla NIMV •Arresto respiratorio Insufficienza •FR > 35 atti/min respiratoria acuta: possibile utilizzo di NIMV •Condizioni clinica instabile (shock, aritmie o •BPCO •Saturaz. < 88 % o PaO2/FiO2<200 cardiopatia ischemica •Asma •PaCO2>45mmHg o aumentoincontrollate) rapido di PaCO2 (>15-20 mmHg) •Secrezioni eccessive, tosse inefficace •Malattie •pH < 7.35 neuromuscolari •Agitazione psicomotoria, pz non collaborante •Patologie •Alterazioni delladel gabbia sensorio toracica (no coma) faciali, anomalie anatomiche •ARDS •Segni •Traumi di distress respiratorio: Dispnea, Cianosi, Uso dei muscoli cheRespiro impediscono l’uso di maschere •Polmoniti accessori, Paradosso •Edema polmonare acuto Obiettivi entro le prime due ore: Riduzione della dispnea Riduzione della Fr Riduzione dell’ impegno della muscolatura accessoria e/o sincronizzazione con la NIMV Miglioramento della PaCO2 Miglioramento dell’acidosi respiratoria VENTILAZIONE MECCANICA NIMV a lungo termine: indicazioni SINDROMI RESTRITTIVE NIMV a lungo termine in BPCO: indicazioni •Cifoscoliosi •Fatica, ipersonnolenza, dispnea •Sindrome postpolio •PaCO2>55mmHg, •Amiotrofia spinale SpO2<88% per >10% del tempo di•Sclerosi monitoraggio multiplanonostante O2 tp •Distrofie muscolari •Fallimento della terapia medica ottimale •Sclerosi laterale amiotrofica (compreso OTLT) BPCO •S. di Guillain-Barrè •Miastenia gravis ? Riabilitazione nel paziente BPCO Nelle recenti linee guida GOLD l’evidenza scientifica della riabilitazione nella BPCO è stata definita come “A”, superiore a quella di farmaci comunemente usati nel trattamento farmacologico a lungo termine. Insieme multidimensionale di servizi forniti sotto la guida di un team interdisciplinare con lo scopo di raggiungere il massimo livello di indipendenza e di attività nella comunità. • Fisiokinesiterapia respiratoria • Allenamento muscolare (muscoli respiratori e periferici) • Supporto nutrizionale • Supporto psicosociale • Il trattamento riabilitativo strutturato è in grado di determinare miglioramento di capacità di esercizio fisico, dispnea e Qualità della Vita, indipendentemente dal livello di ostruzione delle vie aeree. • Risultati positivi sono riscontrati in programmi in regime di degenza, di dayhospital e domiciliare GOLD 2005 Obiettivi della riabilitazione respiratoria Outcome Dispnea Tolleranza all’esercizio Qualità della vita Consumo risorse sanitarie Forza muscoli respiratori Sopravvivenza Funzione respiratoria Evidenza scientifica di beneficio A A B C B ? - Un programma riabilitativo deve prevedere un numero di sessioni minime efficaci (per quanto noto ad oggi non inferiore a 12); tuttavia maggiore è la durata del trattamento più questo risulterà efficace. L’effetto positivo ottenuto in seguito a Riabilitazione tende a mantenersi fino ad un anno dal termine del programma Morti per BPCO Italia 19000/anno 2500 2000 1500 1000 500 0 0-4 anni 5-9 10-14 15-19 20-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 65-69 70-74 75-79 80-84 85-89 90 e anni anni anni anni anni anni anni anni anni anni anni anni anni anni anni anni anni oltre BPCO (ICD-9 491, 492, 494, 496) morti Emilia 1999 tasso/100000 BPCO SDO ricoveri ord. Emilia 1999 (DRG 88: ICD-9 491, 492, 494, 496, 506) tasso/100000 ISTAT 1999 Il calo ponderale è un fattore prognostico nella BPCO 1.0 Schols et al. AJRCCM 1998; 157: 1791-7 0.8 Survival BMI > 29 Kg/m2 0.6 BMI 24-29 Kg/m2 0.4 BMI 20-24 Kg/m2 0.2 BMI < 20 Kg/m2 0.0 0 6 12 18 24 30 Follow-up, months 36 42 48 RRiacutizzazioni di BPCO grave e mortalità Mortalità intra-ospedaliera 14% Mortalità intra-ospedaliera nei pazienti anziani con co-morbilità 50% Mortalità post-dimissione: entro 6 mesi dalla riacutizzazione entro 1 anno dalla riacutizzazione entro 2 anni dalla riacutizzazione • • • • 33% 43% 49% Keistinen T et al., Respir Med, 1998; 92: 568-72. Seneff MG et al., JAMA 1995; 274: 1852-7. Connors A et al., Am J Respir Crit Care Med 1996; 154:959-67. Paggiaro PL et al. In: Giuntini C (Ed.), “La broncopneumopatia cronica ostruttiva”, Pisa, Ed. Primula, 2000:117.