Oggi un articolo ha attirato la mia attenzione, il contenuto è tremandamente vero, il testo non è mio,
ma lo lascio intatto così come l’ho trovato in rete…di Cristiano Maria G.
L’azione ordinaria del demonio è quella di tentare l’uomo al peccato che è un atto commesso
deliberatamente contrario alla legge eterna di Dio. Il peccato per essere mortale ha bisogno di
materia grave (specificata nei comandamenti. Es. l’impurità) piena avvertenza (so che è peccato) e
deliberato consenso (scelgo di commetterlo).
Il peccato mortale priva della grazia santificante che è quella che Gesù Cristo ci ha riacquistato e
donato morendo sulla croce, risorgendo dalla morte e ascendendo al cielo. Senza di Essa non si può
accedere al Paradiso. Si recupera attraverso il sacramento della penitenza (o Confessione) che
per essere efficace e ben fatto ha bisogno del pentimento e della volontà di abbandonare il peccato
come condizioni preliminari necessarie.
“La vita dell’uomo è una lotta dalla quale non ci si può tirare indietro” (Padre Pio)
“La lotta è contro satana e gli spiriti dell’aria (i demoni)” (San Paolo).
In quali modi tentano l’uomo? In svariati modi. I più diversi. Forse non si riuscirebbe a dare una
sintesi efficace. Ne elenco alcuni molto diffusi e quasi sempre vincenti. Specificando già prima che
satana tenta attraverso i pensieri che sembrano propri della persona ma che in realtà vengono mossi
da lui.
Primo modo:
I difetti degli altri sono grandi. Possono danneggiarmi. In fondo, solo io sono giusto. Solo
io faccio ciò che piace a Dio. Prima salvo me stesso poi gli altri;
sono cattivi tra l’altro, e la persona vede tutto storto, perde la pace e la gioia, si stranisce,
solitamente si isola. Satana entra con la superbia. Non appena vengono questi pensieri e bene
riportare alla mente le parole del Vangelo:
Perché guardi la pagliuzza nell’occhio del fratello e non vedi la trave che hai nel tuo?
Togli prima la trave dal tuo occhio e ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del fratello.
E ancora:
Non giudicare se non vuoi essere giudicato (…) chi sei tu che ti fai giudice del fratello?
È una tentazione sottile ma che, se scoperta in tempo, può essere ancora vinta e il peccato di
superbia, di ira e di scandalo, può essere evitato.
Secondo modo:
Il cielo è cattivo. Chiede troppo! Fare la volontà divina richiede troppi sacrifici. Anche io
ho i miei diritti. Tutti hanno diritto di vivere bene etc.
Quante volte persone che si dicono atee (che, anche se oggi ci siamo abituati, è un peccato mortale
contro il I comandamento!) usano questi stessi argomenti per offendere Dio, l’intelligenza illuminata
dalla grazia e le persone di retta fede? Questo modo di obiettare nei confronti della realtà è uno dei
modi in cui si può bestemmiare la divina provvidenza (II Comandamento). Questo era anche
l’argomento classico degli epicurei: Se Dio è buono e Onnipotente perché esiste il male?
Il male esiste, perciò o Dio non è buono perché non vuole toglierlo, oppure non può farlo perciò non
è onnipotente. Sembra un ragionamento logico ma in realtà è una vera e propria bestemmia e
difatti i padri della chiesa risponderanno a tono capovolgendo la tesi a favore della bontà e
onnipotenza di Dio. Per combattere questa tentazione occorre preghiera, meditazione e fede
perfettissima, a imitazione dell’Immacolata.
Queste due tentazioni sopra elencate sono modi tipici con cui satana e i suoi sgherri cercano di far
peccare l’uomo: nel primo caso facilmente lo faranno peccare contro i fratelli, contro la carità.
Padre Pio diceva che il peccato contro la carità è grave tanto quanto il peccato impuro contro
natura (atti omosessuali) perché Dio è carità e chi pecca contro la carità tocca la pupilla dell’occhio
di Dio e cosa c’è di più sensibile della pupilla?… Vinceremo se guarderemo sempre l’altro come
anima bisognosa di aiuto è come un altro Gesù!
Nel secondo caso lo faranno peccare contro Dio, bestemmiandole la provvidenza amorosa e
l’ammirevole grandezza. Gesù dice:
Perché vi affannate per tante cose?
Guardate gli uccelli del cielo: non lavorano eppure sono nutriti dal Padre. Guardate i gigli del
campo: non fanno nulla eppure vestono meglio del Re Salomone. Non vi stancate dicendo:
Cosa mangeremo, cosa berremo, di che ci vestiremo?
Di queste cose si preoccupano i pagani! Il Padre vostro sa di cosa avete bisogno prima ancora che
glielo chiediate. Se Dio fa questo agli uccelli, all’erba del campo, non farà ben di più per voi gente di
poca fede?!
Basterebbe meditare questo discorso del Signore per vincere questa velenosa tentazione. Mi piace
concludere con una frase a effetto ma molto veritiera:
Per combattere e contro un nemico e vincerlo, devi prima combattere e vincere contro te
stesso.
fonte: istruzione cattolica
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